Ti amo, Nihal

di lapoetastra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Scintilla di speranza ***
Capitolo 2: *** Capovolgimenti ***



Capitolo 1
*** Scintilla di speranza ***


< Senti... sono un po' imbarazzato a chiedertelo, ma devo. Se, ad esempio, un ragazzo ti chiedesse di andare a fare un pic-nic con lui, ti farebbe piacere? >
Nihal rimase sorpresa dalle parole di Fen.
Aveva appena concluso la sua lezione pomeridiana di scherma, quando il giovane maestro l'aveva fermata e le aveva posto quella strana domanda.
La ragazza arrossì.
Era sempre stata innamorata di Fen, fin da quando i loro sguardi si erano incrociati per la prima volta, circa un anno prima.
Da allora, nei momenti in cui non era con lui, Nihal non faceva che pensarlo e sognarlo, sentendo continuamente nella mente la sua voce decisa ma allo stesso tempo dolcissima.
Non credeva però che lui ricambiasse quel sentimento forte ed assolutizzante che provava lei.
Eppure, ora, con quella domanda, si accese una piccola scintilla di speranza nel suo cuore innamorato.
< Sì, io... io credo che sarebbe molto romantico. >, rispose timidamente, senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi.
< E che cibi vorresti che ci fossero? Qualcosa in particolare? >, chiese ancora Fen, vivacemente.
< Non lo so... forse delle fragole con la panna. Trovo che siano ancora più buone se mangiate con chi si ama. >, mormorò la mezzelfa, diventando ancora più paonazza all'esterno e più felice all'interno.
< Grazie, Nihal. Grazie davvero. >, sorrise Fen, andandosene.
Nihal rimase a fissarlo fino a quando non scomparve dietro l'angolo.
Il suo cuore batteva all'impazzata per la gioia e per l'imbarazzo di quella conversazione così inaspettata ma da sempre così tanto desiderata.
Dopo un po, ritornò nella piccola ed accogliente capanna che condivideva con la sua maestra di magia, Soana.
< Bhe? Che cos'è quel sorriso? Cosa è successo? >, domandò quest'ultima incuriosita, vedendola entrare con un espressione ebete sul viso.
< Niente, è solo che... il ragazzo che ho sempre amato mi sta per invitare ad uscire con lui! >, rispose Nihal, cercando invano di non strillare di felicità.
< Ma bene, mia cara. Sono contenta. Stai proprio diventando grande, sai? >, disse Soana, con commozione.
< Sì, lo so. E mi piace! >, esclamò Nihal, chiudendosi nella spartana stanza che costituiva la sua camera privata.
Quella sera fece molta fatica a prendere sonno.
Non riusciva a non pensare al suo Fen ed al fatto che di lì a poco sarebbe diventato il suo ragazzo.
Magari avrebbe dichiarato il suo amore per lei proprio durante quel pic-nic, davanti alle fragole con la panna che adorava tanto.
"Sono ancora più buone se si mangiano con chi si ama", gli aveva detto quel pomeriggio.
Come era vero!
Alla fine, esausta per tutte le emozioni ed i batticuori che quella strana giornata le aveva portato, si addormentò, con un sorriso sereno - ed innamorato - sulle labbra.

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Capitolo 2
*** Capovolgimenti ***


Nihal fu svegliata da una carezza di Soana.
< Che ore sono? >, domandò la ragazza, stropicciandosi i grandi occhi viola ancora impastati dal sonno.
< E' quasi mezzogiorno, mia cara dormigliona. >, rispose Soana, raggiante.
Nihal si stupì.
Di solito la sua maestra la svegliava all'alba, per svolgere con lei alcuni esercizi mattutini di magia.
< Come mai mi hai permesso di dormire fino a quest'ora? >, le chiese.
< Bhe, sembravi così stanca... e ho pensato di lasciarti riposare un po' di più, per una volta. Ma non ti abituare, eh! >, esclamò Soana, volteggiando con leggerezza per la piccola stanza.
Nihal non l'aveva mai vista così felice.
Poi si accorse di come era vestita e le domandò, incuriosita:
Soana smise improvvisamente di danzare ed avvampò.
< Sai, prima è venuto Fen, mentre dormivi. Mi ha chiesto se volevo andare a fare un pic-nic con lui. Ha detto che ha preparato le fragole con la panna, perchè esse sono ancora più buone se mangiate con chi si ama... >, mormorò la donna, tenendo lo sguardo fisso a terra, vergognosa e timida come una ragazzina.
Nihal l'ascoltò in silenzio.
Cercò di non darlo a vedere, ma il suo cuore, a quelle parole, si era spezzato e gridava un urlo muto di dolore.
Voltò il viso per nascondere le lacrime amare di rabbia, tristezza e delusione che le stavano rigando le guance.
< Oh. Bene. Io sono... sono contenta per te. Per voi. >, sussurrò, provando a non far percepire il tremito nella voce.
< Io.. ora devo andare. Ci vediamo più tardi. >, continuò poi, e, prima che Soana potesse replicare, si mise velocemente una vestaglia per nascondere il pigiama azzurro che ancora indossava ed uscì di casa.
Si mise a correre, veloce, a perdifiato, con il vento che le scompigliava i capelli e le asciugava le lacrime che non volevo cessare di scendere.
Arrivò davanti al mare.
La sua immensità la spaventava e l'attirava allo stesso tempo.
Era l'unico luogo in cui si sentisse davvero libera.
Lasciò andare la disperazione che la attanagliava.
Gridò, urlò, fino a perdere la voce, ed ogni volta erano solo i gabbiani a rispondere al suo dolore con i loro gracchianti strilli.
Quando non ebbe più fiato nè lacrime, rimase lì, ferma, immobile, gli occhi ancora fissi su quella vastità azzurra ed il cuore ancora spezzato.
< Nihal? >, disse una voce alle sue spalle.
La mezz'elfa si girò di scatto.
Vide chi era e lo salutò con un debole e finto sorriso.
< Ciao, Sennar. >
< Ma che ti è successo? Hai gli occhi così rossi e gonfi... sembri distrutta. Cos'hai? >, domandò il giovane mago dai capelli rossi.
< Niente, non ti preoccupare, Sennar, davvero. Sto bene. E' solo che... ho dormito poco e male, stanotte. >, rispose Nihal, evitando lo sguardo accorato dell'amico.
Sennar non disse niente e semplicemente le si avvicinò, contemplando con lei il mare.
Dopo un po', Nihal ruppe il silenzio.
< Vorrei che qualcuno mi dicesse che mi ama. Anche solo per una volta, per un momento. Ma so che tanto non capiterà mai. >, mormorò con voce rotta e roca, rivolta più a se stessa che all'altro.
Poi, senza più parlare, si girò e si avviò con passo triste e stanco verso la città.
< Ti amo, Nihal. >, sussurrò Sennar.
Ma lei era già troppo lontana, ormai, per sentirlo.

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