Cambio vita,cambio giornata.

di Miss_MaD
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sai,mi hai cambiato la vita. ***
Capitolo 2: *** Non ti lasicio ***



Capitolo 1
*** Sai,mi hai cambiato la vita. ***


Bè, si, devo ammettere che in fondo era carina.
 Dark,a volte depressa con quell' aria misteriosa vagamente assente. Aveva la pelle bianca come la neve ma, no! ,non era una principessa. I capelli rossi le formavano un'esplosione in testa, sicura rappresentazione dei suoi mille pazzi pensieri. Era  bellissima. L' avevo già vista molte volte sul bus, sul treno,sulla metro ma solo quando me la ritrovai in classe capii veramente chi fosse:
Dolce, intelligente, romantica, timida,riservata ma non troppo, e poi, cazzo! che cervello che aveva!Intelligente al punto giusto,ma disponibile. La scartavano in molti, forse  era questa la causa del duo abbigliamento e della sua depressione. Portava sempre maniche lunghe sotto le quali nascondeva chissà quali segreti. 
Un giorno, nell' ora di matematica, le andai vicino e lei mi accolse con un timido ciao. 
Cercai più volte di fare conversazione ma ogni qual volta incentravo la conversazione su di lei, arrossiva e taceva. E più arrossiva più mi faceva venire voglia di darle un bacio. Non sono uno che ci prova al primo appuntamento ma quella timidezza innata era troppo per me. Riuscii a chiederle il numero di telefono, e la chiamai il giorno dopo per chiederle se era libera. Andammo al cinema con degli amici, lei aveva una maglia blu notte velata, leggings lunghi e scarpe nere borchiate con la suola rialzata. Il film era un horror. Eravamo in sei, tre maschi e tre femmine, e ognuno con la ragazza con cui ci voleva  provare. L' horror era strategico: le ragazze avrebbero avuto paura e si sarebbero strette a noi – era matematico- per essere rassicurate e, BAM! Era fatta!
Ma lei non ebbe paura. Usciti dal cinema, i miei amici abbracciati a quelle ochette, feci per salire sulla moto per portarla a casa ma lei si mise il casco e salì prima di me.
Era spericolata in moto, come io non avevo mai osato essere: impennava davanti, dietro, aumentava e diminuiva di colpo la velocità e frenava sgommando. Sotto casa ,non so perchè, le toccai voglioso il braccio, ma lei si ritrasse: Non voleva. Non poteva. Me ne tornai a casa e per tutta la domenica non feci altro che pensare a lei. 
Il lunedì,ora di biologia, mi misi di fianco a lei che arrossì prima del previsto. Le sussurrai all' orecchio 
<< E' inutile che fai la timida: io conosco il tuo segreto >> pensai che si offendesse o che mi dicesse “si, è vero,mi hai scoperta.” ,invece si girò e mi sussurrò 
<< Sai, io non credo proprio... >> lasciò la frase in sospeso e per tutta l' ora non parlammo. 
Drinnnn! 
Finalmente suonò la campanella, tutti avevano focacce, dolci, bibite.Lei non si alzò neppure,prese un libro e si immerse nella lettura. Capivo che aveva fame ma non si voleva far vedere mangiare. Oggi non c' era sua sorella, che frequentava la stessa scuola, ma un anno indietro. Si alzò a buttare un fazzoletto e io le andai vicino, facendole scudo con il mio corpo, che svettava sul suo così piccino. Ci separavano almeno venti centimetri , lei stava arrossendo.I nostri compagni erano già usciti, e, per una lite in corridoio,uscì anche il professore di biologia  .
Finalmente  eravamo solo noi due. Le presi le guance e le diedi un bacio, era troppo bella.
Ma forse non dovevo farlo.
Lei mi guardò,gli occhi le si riempirono di lacrime,corse in bagno e non tornò fino alla fine della ricreazione e , a mezz' ora dalla fine dell' ora successiva chiese di andare in bagno. Quando tornò era pallida, con due lacrime che le stavano ancora scendendo dagli occhi color cioccolato .Mancavano poco più di due settimane dalla pausa natalizia della scuola, venti giorni di finta allegria, e disgustosi pacchi infiocchettati che giravano dappertutto, ma che non mi scaldarono neanche un po' il cuore di ghiaccio che lei, lei sola, aveva sciolto. 
Al ritorno da quelle vacanze melense non la vidi più, mai più, per tutto l' anno. L' avevo fatta scappare . Per tutto l' anno vissi una strana sensazione, ogni colore che vedevo, sebbene lo vedessi nitido, come chiunque, mi appariva offuscato, ingrigito, e spesso mi ritrovavo a pensare che, tanto, prima o poi, sarebbe andato distrutto. Quel mazzo di fiori che avevo regalato alla mamma al suo compleanno, tre  rose rosse -amore- ,due grappoli di glicine-amicizia-, un giglio di San Giovanni – fortuna, prosperità-, quel mazzo di fiori che le avevo consegnato con tanto orgoglio, non mi faceva pensare a niente, fuorchè che sarebbe appassito, morto. La musica, mi dissi, non era altro che un' accozzaglia di suoni buttati a casaccio.  Si, non avevo più scuse, ero depresso.
E lei mi mancava.
E io la volevo. 

++ SpAzIo AuToRe ++
Hey, ciao! Questa è una nuova storia, sicuramente è più lunga degli altri mini- capitoli. Anche se magari gli argomenti possono risultare ripetitivi (un ragazzo, una ragazza, si baciano e vissero felici e contenti , anche se io non credo,almeno,non più, esista un "per sempre felici e contenti" ma non voglio rovinare la storia con i miei noiosi commenti! ) , la storia è tutta nuova. In questa prima parte (SONO DUE CAPITOLI!) non ho lasciato spazio a descrizioni dettagliate che, se un qualcosa non è molto bello, reputo davvero inutili. 
Avviso: So che non ci sono i nomi, l' ho fatto apposta per dar modo a chi ha molta fantasia, di immaginarsi i personaggi come vuole, con i nomi che più gli aggradano. Grazie mille.
MissD99  <3
 

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Capitolo 2
*** Non ti lasicio ***


(seconda parte)
Quell' estate ero al mare con mia sorella,non amavo andarci ma ne ero costretto.
Andai al bar e incontrai una persona che mi cambiò decisamente la giornata: 
i capelli bagnati le toccavano la schiena nuda perdendosi in mille gocce argentate che scendevano fino ad arrivare al pareo azzurro che le copriva i fianchi e il costume,nero a vita alta con dei fiori hawaiani. Notai che aveva un tatuaggio poco sotto la schiena, all' altezza dei reni: tre  foglie di edera tendenti all' azzurro si abbarbicavano al contorno di una croce con dentro una chiave di sol, era magnifico, non sembrava neanche un tatuaggio, piuttosto un marchio naturale.
Il drink che sorseggiava non poteva essere altro se non acqua tonica e ananas, lo stesso che avevamo preso quella sera quando siamo usciti insieme al cinema. 
Mi girai verso di lei e le bussai sulla spalla con due dita, lei si girò sorridente,ma quel grande sorriso si dissolse dopo poco . 
<< Ciao,come stai? >> mi chiese. 
Quasi non ricordavo la sua voce bassa, attesi un po' prima di rispondere, ero stordito. 
<< Oh, non male, a parte il fatto che sono morto... >>
Lei alzò un sopracciglio perfettamente disegnato.
<< Come sarebbe a dire?  >>disse, un po' stupita.
Non capivo perchè avevo detto quella frase ,ma tanto valeva  continuare:
<< Bè, si, sai, quasi sette mesi fa mi è stata tolta la vita... >>
Lei mi guardò interrogativa, e capii che dovevo continuare .
In fondo mi stavo divertendo, le stavo dicendo quello che provavo in una maniera un po' insolita, ma sincera.
<< Te ne sei andata >>
Lei capì cosa intendevo dire: lei per me era la vita, il mio ossigeno, la mia acqua. Si alzò, evidentemente aveva già pagato o aveva un conto aperto, uscimmo dal bar gremito di gente: anziani, bambini, ragazzi, adulti, tutti erano al bar a godersi il fresco in un caldo pomeriggio di luglio.
Finalmente fuori lei iniziò a parlare:
<< S... Senti,io non ce l' ho con te ma, ecco... N-non...Non possiamo! >>
<< Ma come no? >> Davvero non riuscivo a capire, da come mi guardava sembrava che le piacessi, lei mi piaceva quindi potevamo eccome! 
Lei non rispose, si limitò a prendermi il braccio e a dirmi :
<< Vieni >>
Andammo nel bosco dietro alla spiaggia, un folto parco cittadino ben curato e molto semplice. A quell' ora non c' era nessuno,erano tutti a mangiare o a fare gli ultimi tuffi in mare prima di pranzare. 
Mi prese la mano e chiuse gli occhi. Una lacrima le scese da quello sinistro e scivolò, calda e fragile sul suo braccio sinistro sul quale, me ne accorsi solo allora, c' erano dei tagli poco profondi.
Quella lacrima cadde su uno di questi tagli che, come un' esplosione ,la trasformò.
Il suo corpo si stava illuminando di una luce così forte da costringermi a chiudere gli occhi. Quando li riaprii non vidi più la ragazza semplice e emisteriosa che mi aveva rubato il cuore, ma una meravigliosa fata. 
Le ali erano nere, blu, viola e rosse,trasparenti come cristallo verso le salle dove vi erano una croce e una chiave di sol.
Le punte sembravano fatte di soffici piume, nere ,blu e viola. Il mio sguardo passò alle spalle, sulle quali ricadevano le morbide ciocche ondulate di capelli rossi. Il capo era ornato da un diadema di un colore indescrivibile che le scendeva in mezzo alle sopracciglia.
Deglutii rumorosamente quando vidi dove finiva la catenina che aveva appesa al collo. Cavoli,che seno! Era più florido di come facevano presagire le felpe enormi che portava. Il vestito era corto. Anzi! Non era neanche un vestito ma – deglutii una seconda volta -un semplice disegno. Solo il reggiseno e una cortissima gonna  erano veri e propri vestiti. Dalla caviglia sinistra saliva il disegno di un ramo d' edera che le avvolgeva la gamba e andava a finire in un punto indefinito sotto la gonna ,per poi proseguire lungo il lato destro del busto, dividersi in due ed avvolgersi su ciascun seno, coperto solamente da otto foglie di edera  e minuscoli fiori azzurri. 
Avevo quella fata seminuda davanti a me in un bosco deserto, potevo fare ciò che volevo, ma non lo feci, non la toccai .Mi limitai a osservarla in tutta la sua bellezza. Ci distanziavano appena pochi passi.
Uno
Due
Tre. Quando mi avvicinai lei alzò la testa e vidi che i suoi occhi castani erano diventati di un bel rosso cremisi. La morte e la vita, il fuoco e il ghiaccio,ecco che cos'era lei. Con quegli occhi vermigli mi supplicò di non avvicinarmi ma io le andai incontro e lei si voltò per correre via da me. L' afferrai per un polso e l' avvicinai al mio corpo che, come quel giorno a scuola, svettava sul suo,così piccolo. Le sue mani mi toccavano i pettorai nudi che si stavano muovendo ritmicamente, in silenzio. Salì con lo sguardo fino alla mia bocca, per poi abbassarlo timidamente.  Le presi il mento e lo tirai in su,faccia a faccia, come avrei voluto fare altre volte e le dissi :
<< Non mi importa, io ti amo >>
Lei chiuse gli occhi e fece per baciarmi  ma a pochi centimetri dalla mia bocca disse :
<< Fammi vedere >>
Io, ancora a occhi chiusi feci un ghigno e la baciai, le sue labbra sapevano di cannella, la mia spezia preferita. Quel bacio durò a lungo, ma quando si staccò lei era triste e mi disse solo:
<< Non possiamo >>
<< Ma come non... >>
<< Senti, tu mi piaci, sei dolce, carino ma so che la storia non durerà. So che mi dirai che mi amerai per sempre eccetera eccetera ma non succederà. Altre fate si sono innamorate degli umani, e per tutte, nonostante le promesse, è venuto il momento in cui quei ragazzi hanno detto “addio”, “ti lascio “. Ogni volta che una fata si sente dire “ ti lascio” è come se dicessero “ io non credo in te “ e altre fate sono in pericolo di vita, quindi, non possiamo. Ti amo ma non possiamo. >>
Io non riuscii a resistere, le cinsi i fianchi morbidi.
<< Ti dico che è una promessa. Piuttosto che lasciarti mi ucciderei ma tu rimarrai sempre qui con me >>
Lei fece per parlare ma la zitti subito con un bacio. Aveva capito che l' amavo.
Prima di staccarci dall' ultimo bacio mi accorsi che era ritornata umana. 
Mano nella mano ci dirigemmo in spiaggia.
Io e il mio cambio di vita. 
Io e il mio cambio di giornata.

++ SpAzIo AuToRe ++
Holaaa! Ulttimo capitolo, mooolto più lungo del precedente e di tutti gli altri che ho fatto. Mi sono trattenuta da suddividerlo in due parti quindi...
Ditemi che ne pensate, personalmente,anche se è strano mi è piaciuto. 
Besosss!
 MissD99

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