Loveless.

di AndyR
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Non è un capitolo. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 3. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Ethan's POV



Mi svegliai a causa dei raggi del sole che mi colpivano in pieno viso, quindi sospirai e aprii gli occhi. All'istante fui colpito da un senso di nausea e da un forte mal di testa, sicuramente dovuti al fatto che la sera prima avevo praticamente bevuto come una spugna.

Sentii la presenza di qualcuno accanto a me sul letto, quindi mi voltai e vidi una ragazza completamente nuda. L'ennesima ragazza della lunga lista. Il mio unico pensiero in quelm momento era lavarmi, poi avrei pensato a mandarla via. 


Mi alzai e infilai i boxer che recuperai dal pavimento, in seguito presi dei vestiti puliti e andai in bagno. Aspettai che l'acqua diventasse bollente prima di fiondarmi sotto la doccia e lasciare che l'acqua lavasse via tutti i pensieri. Ero stanco di quella vita, ma era l'unico modo per non pensare a niente. 

Non appena fui lavato e vestito, mi sistemai i capelli, come ogni mattina, poi uscii dal bagno e tornai in camera. La ragazza stava ancora dormendo, quindi ne approfittai per osservarla. Aveva i capelli biondi, ovviamente tinti, era eccessivamente magra e aveva il trucco sbavato su tutto il viso.

Pensai che sarebbe stata molto più carina senza tutta quella merda in faccia, ma evidentemente lo faceva per fare colpo sui ragazzi, e con me aveva funzionato. Ma era arrivato il momento di andarsene, quindi mi avvicinai a lei e la svegliai scuotendola. Lei aprì gli occhi e mi guardò a lungo, poi si alzò e si mise seduta sul letto.


"Devi andartene." Le dissi semplicemente, poi uscii dalla stanza e scesi in cucina per prepararmi qualcosa da mangiare. Presi il latte dal frigo e lo versai in un bicchiere, che poi posai sul bacone della cucina. Successivamente presi i cereali dalla dispensa e un cucchiaio e andai a sedermi al bancone, iniziando a consumare lentamente la mia colazione. 

Per fortuna era domenica, quindi potevo tranquillamente prendermela con comodo. 
Vidi la ragazza scendere dopo diversi minuti. Notai che si era sistemata i capelli e il trucco. Si avvicinò a me e cercò di baciarmi, ma mi scostai subito, non volevo si facesse strane idee. Quello che succede quando sono ubriaco inizia e finisce durante la notte, niente di più, e poi non ricordavo neanche il suo nome.

Mi alzai e la presi per un braccio, tirandola verso la porta d'ingresso, cercando di essere il più delicato possibile, cosa che mi risultava alquanto difficile, anche con le ragazze. Mi guardò con i suoi occhioni blu e si mordicchiò il labbro inferiore. "Non vuoi il mio numero?" mi chiese, come se fosse ovvio che avrei dovuto chiederglielo io. "A dire il vero non saprei che farmene." conclusi, dopo di che la spinsi fuori da casa mia e chiusi la porta, tornando alla mia colazione.

 

 

Kayla's POV



Sentii qualcuno chiamarmi a bassa voce e mi sentii scuotere leggermente, ma non avevo alcuna intenzione di alzarmi, così mi girai dalla parte opposta nel letto e mi misi il cuscino sulla testa per non sentire ancora quella voce. Invece sentii una risata cristallina e il materasso si abbassò leggermente accanto a me, segno che qualcuno si era seduto sul letto.

Quel qualcuno cercò di tirarmi via il cuscino, ma lo strinsi più forte. "Ancora cinque minuti Dan, ti prego." Il ragazzo sospirò, arrendendosi, e si stese di fianco a me. Mi tolsi il cuscino dal viso e lo abbracciai forte, come facevo tutte le volte che dormivamo insieme.

Lo sentii sorridere e mi strinse a sua volta, accarezzandomi i capelli delicatamente, come solo lui sapeva fare. Era l'unico in grado di farmi rilassare semplicemente compiendo quel piccolo gesto, e lo adoravo per questo.


"Ti ho preparato la colazione." Sussurrò al mio orecchio, e io gli stampai un bacio sulla guancia per ringraziarlo, poi sciolsi l'abbraccio e decisi finalmente di alzarmi. Adoravo dormire e la domenica era l'unico giorno in cui potevo farlo senza dover andare a lezione.

Presi il mio migliore amico per mano e lo aiutai ad alzarsi, poi scesi con lui in cucina e vidi che sul tavolo c'erano tutti i cibi che più adoravo. Gli saltai letteralmente addosso per abbracciarlo e lui ricambiò, stringendomi forte a lui. Pochi istanti dopo mi lasciò andare e mi sedetti ad una delle sedie attorno al tavolo. Mi versai un po' di succo nel bicchiere e lo bevvi tutto d'un fiato, mentre Daniel mi osservava ridacchiando.

Si sedette di fronte a me e iniziò a mangiare le uova strapazzate che aveva preparato per sè. "Allora, come vanno le cose con James?" domandai, addentando poi una fetta di pane e nutella. Lui quasi non si strozzò con le uova, bevve un generoso bicchiere di succo e si schiarì la voce.

"Adesso stiamo insieme a tutti gli effetti, ma non vogliamo ancora che si sappia in giro." rispose semplicemente, arrossendo. Io annuii e gli sorrisi, mordendo ancora una volta la fetta di pane. "Sai che non dirò nulla, sarò muta come un pesce." dissi finendo subito dopo il pane e bevendo ancora un po' di succo. "Lo so, mi fido di te." disse poi, continuando a mangiare le sue uova con la solita lentezza, tipica di Daniel. 


"Cosa ti va di fare oggi, piccola?" domandò quando finimmo di sparecchiare e di lavare i piatti sporchi. Ci pensai su un momento, piegando la testa di lato e soffermandomi ad osservarlo. "Pensavo che potremmo andare a fare una passeggiata al parco, che ne dici?" chiesi sollevandomi sulle punte per stampargli un piccolo bacio sulle labbra. Lui ridacchiò e annuì, andando poi di sopra, probabilmente a prepararsi, lasciandomi lì in cucina. Scossi la testa e andai sul divano per guardare i cartoni, mentre aspettavo che lui fosse pronto.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. ***


Ethan's POV

Il pomeriggio di domenica passò in fretta. Mi rinchiusi in palestra ad allenarmi, avrei avuto un incontro un paio di settimane più tardi. Il mio migliore amico James passò il pomeriggio con me, ad aiutarmi. 

La boxe era più un modo per sfogare tutta la rabbia repressa, preferivo prendere a pugni un sacco piuttosto che una persona, ma non ero mai stato un tipo molto tranquillo. Il più delle volte finivo coinvolto in risse perchè la gente non faceva altro che provocarmi, idioti.

James era l'unico con cui andavo davvero d'accordo. Avevo altri amici, ovviamente, ma con James era diverso, era più un fratello per me. Era la mia famiglia, dal momento che la mia era tutta quanta sei metri sotto terra. Non ne parlavo mai con nessuno, preferivo tenere tutto il dolore per me, per questo mi ero concentrato sulla boxe.

Pensare alla mia famiglia mi aveva innervosito, infatti avevo aumentato l'intensità dei pugni e James mi stava richiamando, ma non lo sentivo davvero. Mi risvegliai da quella sorta di trance solo quando vidi il mio amico sul pavimento.

"Amico, che ti è preso? Volevi uccidermi?" domandò lui, guardandomi dal basso. Sembrava piuttosto nervoso, ma avrei giurato che fosse più preoccupato. Lui sapeva tutto di me, quindi probabilmente aveva intuito i miei pensieri. Gli porsi la mano e lo aiutai ad alzarlo, dandogli una pacca sulla spalla. "Mi dispiace, ho perso il controllo." mormorai, togliendomi i guantoni e lanciandoli da qualche parte sul pavimento.

"Vado a cambiarmi." dissi poi, avviandomi verso gli spogliatoi. Una volta dentro mi infilai subito sotto la doccia, lasciando che l'acqua gelida scorresse sul mio corpo, facendomi rabbrividire leggermente. Lo facevo per calmarmi, una doccia fredda era tutto quello che mi serviva per scacciare via il pensiero della mia famiglia.

Quando finii di fare la doccia mi cambiai, indossai i jeans e una canotta, non ero mai stato un tipo particolarmente freddoloso. James era seduto su una delle panche e trafficava con il cellulare. "Ragazze." pensai, alzando gli occhi al cielo. Presi il mio borsone e recuperai i guantoni, mettendoli al suo interno. 

Il mio migliore amico si accorse della mia presenza e alzò lo sguardo dal cellulare, fissandomi. "Non vieni?" chiesi, e lui annuì subito dopo, alzandosi e seguendomi verso l'uscita. Aprì l'auto con il telecomando, ed essa si illuminò all'interno. Era buio, quindi erano sicuramente le sette passate.

"Stasera ci sei al Patch?" lo sentii domandare. Il Patch era un locale nel centro di Londra, io e i ragazzi ci andavamo praticamente ogni sera per bere. "Certo." risposi, poi misi il borsone nel portabagagli della sua auto. Presi il pacchetto di sigarette dalla tasca posteriore dei jeans e ne misi una tra le labbra, l'accesi e aspirai il fumo, buttandolo fuori in piccoli cerchi.

Sapevo che James non mi avrebbe permesso di fumare in macchina, i suoi lo avrebbero ammazzato se avessero scoperto che fumava, o almeno così diceva. A dire il vero non capivo le sue preoccupazioni, aveva diciannove anni ormai. Ma forse io non potevo capire.

Quando finii di fumare buttai il mozzicone sull'asfalto, poi salii in auto dal lato del passeggero, e James salì dal lato del guidatore, mettendo poi in moto e partendo verso casa mia. Quel giorno aveva insistito per accompagnarmi, anche se di solito andavo in palestra in moto.

Non appena arrivò fuori casa mia, fermò l'auto per permettermi di scendere, presi il borsone dal portabagagli e lo salutai con un gesto veloce, facendogli capire che ci saremmo visti al Patch più tardi. Lui annuì e partì, sfrecciando verso casa sua.

Kayla's POV


Io e Daniel passammo il pomeriggio al parco, cercò di insegnarmi ad andare sullo skateboard, ma in qualche modo finivo sempre con il sedere per terra. Era il ragazzo più paziente che conoscessi, e con una frana come me ci voleva davvero troppa pazienza.

Mi finsi arrabbiata quando rise di me per l'ennesima volta, ma lui ovviamente si accorse che fingevo, quindi continuò a divertirsi, lasciandomi lì sull'asfalto. Tesi la mano verso di lui per farmi prendere, e mi aiutò ad alzarmi senza alcuno sforzo. Andava in palestra regolarmente, quindi sollevare me non era nulla in confronto ai pesi che sollevava ogni giorno. 

Ero andata lì con lui qualche volta, ma ero sempre rimasta in disparte. Avere gli occhi di tutti quei ragazzi puntati addosso mi metteva parecchio in imbarazzo. Non ero abituata ad essere al centro dell'attenzione, anzi, lo odiavo. Ero più una ragazza da parete, nessuno si accorgeva di me e questo mi stava bene. 

Ma per Dan non era così, aveva praticamente mezza scuola che gli pendeva dalle labbra, ma nessuna di quelle ragazze era consapevole del fatto che il mio migliore amico fosse in realtà gay. La cosa era piuttosto esilarante, almeno dal mio punto di vista.

Daniel era praticamente il mio unico amico, anche se delle volte mi invitava ad uscire con i suoi amici. Ero sempre andata d'accordo con i ragazzi, ma non con le ragazze, anche se non ero a conoscenza del motivo. Erano tutte quante intente a pedinare qualche ragazzo a loro parere fantastico.

Io non ero mai stata innamorata e tanto meno avevo avuto una cotta per qualcuno. I ragazzi non erano molto diversi dalle ragazze, anche se molto spesso si comportavano da stronzi, credendo di attirare molte più ragazze. La cosa assurda era che questa strategia funzionava il più delle volte. 

Scossi la testa, risvegliandomi dai miei pensieri, e sorrisi a Dan, che mi guardava come se fossi pazza. Probabilmente ero rimasta immobile e con lo sguardo fisso nel vuoto per diversi minuti. Mi succedeva ogni volta che la mia mente prendeva il sopravvento. 

Recuperai lo skateboard e lo presi sotto braccio. "Stasera io e i ragazzi andiamo al Patch, è un locale carino. Ci sarà anche James." disse, e mi voltai subito verso di lui, sorridendogli complice. Lui ridacchiò e mi diede una piccola spinta, rubandomi poi lo skate.

"Ovviamente tu verrai con noi." concluse, e senza darmi la possibilità di replicare si mise sullo skate e scomparve da qualche parte fuori dal parco. Lo faceva ogni volta, semplicemente non accettava un rifiuto da parte mia. 

Sospirai e mi passai una mano tra i capelli nervosamente, uscii dal parco e mi avviai verso casa mia. Per fortuna non era molto distante, quindi in cinque minuti fui nel vialetto. Entrai in casa e salii in fretta in camera mia. Ovviamente era tardi e dovevo sbrigarmi, altrimenti Dan mi avrebbe trascinata fuori casa anche con i capelli bagnati.

Avevo davvero bisogno di una doccia, quindi lasciai scorrere l'acqua calda mentre mi spogliavo. Quando mi infilai sotto la doccia lasciai che l'acqua lavasse via la tensione e mi rilassai visibilmente, era il calmante più efficace.

Quando uscii dalla doccia mi avvolsi un asciugamano attorno al corpo e tamponai i capelli con un asciugamano più piccolo. Passai cinque minuti buoni ferma a fissare il mio riflesso nello specchio, lo facevo sempre dopo la doccia. 

Tornai in camera e infilai l'intimo velocemente, rovistando tra i vestiti alla ricerca di qualcosa di adatto ad un locale. Non ero mai stata al Patch, e tanto meno conoscevo le persone che lo frequentavano.

Decisi di inviare un messaggio a Dan, lui avrebbe saputo darmi dei buoni consigli. Cercai il cellulare nella tasca dei jeans che avevo addosso prima e scrissi velocemente un sms. 'Cosa mi consigli di indossare?' digitai velocemente e aspettai la sua risposta, che arrivò pochi istanti più tardi. 'Ti sta bene qualunque cosa, ma ci saranno parecchi ragazzi e non mi va che ti mangino con gli occhi.

Ridacchiai leggendo la sua risposta, adoravo quando faceva il geloso, era tipico di Dan. Credeva di dovermi proteggere da tutto e tutti, mi trattava come se fossi una bambina, e la cosa mi piaceva, almeno fino a che non esagerava.

'Vada per i jeans allora.' Inviai velocemente il messaggio e lanciai il cellulare da qualche parte sul letto. Presi un paio di jeans chiari e super skinny dall'armadio, che abbinai ad una canotta nera e ad un paio di Vans dello stesso colore. Sapevo che avrei avuto freddo, quindi presi una delle felpe che Dan aveva lasciato a casa mia e la posai momentaneamente sul letto.

Quando fui pronta mi asciugai i capelli, lasciandoli ricadere sulle spalle in morbide onde. Erano senza dubbio la cosa che preferivo di me stessa. Mi truccai in maniera molto leggera, non ero mai stata un tipo appariscente, e poi odiavo avere troppa robaccia sul viso. 

Qualche minuto più tardi sentii qualcuno entrare in casa, doveva essere Dan, lui aveva una copia delle chiavi. Recuperai la felpa e il cellulare e scesi al piano di sotto. Il mio migliore amico stava trafficando con il suo cellulare, mi avvicinai a lui e gli baciai una guancia, scompigliandogli poi i capelli. 

Mi fulminò con lo sguardo e corse allo specchio per sistemarsi. "Pronta ad andare?" mi chiese poco dopo. "Ho altra scelta?" domandai retorica, avviandomi fuori dalla porta. Lui mi seguì e si chiuse la porta alle spalle. Raggiunsi la sua auto e lui mi aprì la portiera, salendo poi dal lato del guidatore.

Quando fummo entrambi sistemati sui sedili, mise in moto e partì. Durante il breve viaggio ascoltammo un po' di musica che trasmettevano alla radio e canticchiammo qualche parola. DIversi minuti più tardi Dan parcheggiò davanti ad un locale parecchio affollato. C'era gente con dei drink ovunque, e la cosa mi mise in soggezione.

Scesi dall'auto dopo di lui e lo raggiunsi in fretta, prendendogli la mano e stringendola. Non avevo nessuna intenzione di perdermi tra la folla, sarebbe stato un incubo per me. Salutò i suoi amici con un gesto e li raggiungemmo. Erano tutti quanti seduti su delle poltroncine attorno ad un tavolo. 

Salutai tutti e Dan mi fece sedere sulle sue gambe, sicuramente per potermi controllare meglio ed evitare sguardi indiscreti da parte di ragazzi poco sobri. Mi guardai intorno e notai James qualche tavolo più in là. Guardava nella nostra direzione, quindi diedi una leggera gomitata al mio amico per richiamarlo. Si fissarono per qualche istante e si sorrisero, poi entrambi distolsero lo sguardo.

Dan era impegnato a parlare con i suoi amici quando fui distratta dal rumore di bicchieri rotti. Mi voltai verso la direzione dalla quale proveniva quel rumore e notai che le persone erano tutte ammassate, probabilmente intente a guardare qualcosa.

Mi alzai istintivamente e cercai di capire cosa stesse succedendo. Si trattava di una rissa, e uno degli amici di James era coinvolto. Lui stava evidentemente cercando di fermare il suo amico e allontanarlo da lì. 

I ragazzi al mio tavolo si accorsero di quello che stava accadendo e si alzarono, pronti ad intervenire nel caso in cui ce ne fosse stato bisogno. Il mio migliore amico mi avvolse con le sue braccia forti e mi sentii subito al sicuro. 

James riuscì a tirare fuori dalla mischia un ragazzo, e mi soffermai ad osservarlo. Aveva un taglio sul sopracciglio e il labbro inferiore rotto e gonfio, eppure era davvero bello. Scacciai via quel pensiero, non dovevo pensare ai ragazzi, dovevo concentrarmi sullo studio. 

Lo sguardo del ragazzo si posò su di me e io mi sentii parecchio in imbarazzo. Arrossii e abbassai lo sguardo, ma riuscii a vederlo ridacchiare. James lo portò fuori e tutti tornarono ai loro posti.

Mi sedetti nuovamente sulle gambe di Daniel, che riprese la sua conversazione con i suoi amici, mentre io non facevo che pensare a quel ragazzo dai capelli corvini e a quanto fosse dannatamente bello.

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Capitolo 3
*** Non è un capitolo. ***


Salve a tutti! Non so quanti di voi seguino questa fanfiction, comunque volevo scusarmi per questo ritardo nell'aggiornare, ma sono davvero parecchio impegnata. Prometto che domani mattina avrete un capitolo, ho già in mente qualcosa. In ogni caso, mi farebbe davvero piacere se mi scriveste cosa ne pensate, accetto qualsiasi tipo di critica. Vorrei sapere se vale la pena continuare o se dovrei eliminare questa storia. Grazie a tutti, bye!

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Capitolo 4
*** Capitolo 2. ***


Kayla's POV


Il mattino seguente mi svegliai molto presto, nonostante avessi lezione solo alle dieci. Decisi di andare a fare jogging nel parco, mi avrebbe sicuramente aiutata a liberare la mente, e inoltre mi sarebbe servito per restare in forma.

Non ero di certo una ragazza eccessivamente magra, ma adoravo andare in palestra, quindi mi ritenevo abbastanza soddisfatta del mio fisico.

Allungai una mano verso il comodino e afferrai il cellulare, illuminai lo schermo e vidi che erano le sei. Dan stava sicuramente dormendo, aveva bevuto come una spugna.

Calciai via le coperte e mi alzai dal letto, andai in bagno e lavai velocemente i denti, poi tornai in camera. Avrei fatto la doccia dopo essere tornata dal parco. 

Frugai nei cassetti e presi un paio di leggins neri e una canotta dello stesso colore, infilai le mie scarpe per la palestra e legai i capelli in una coda alta. Mi avvicinai al comodino e presi il cellulare e gli auricolari, mi sarebbero serviti. 

Quando fui pronta infilai gli auricolari e uscii in fretta di casa. Iniziai a correre non troppo veloce verso il parco, sentendo subito il vento freddo contro il viso e le parti scoperte. 

Era una sensazione che amavo, non avevo mai sofferto eccessivamente il freddo, fatta eccezione per alcuni inverni, ma Londra era fredda in ogni caso e mi stavo pian piano abituando a quel clima umido.

Le strade erano già affollate a quell'ora del mattino, così come il parco. Vidi diversi gruppi di persone fare jogging e sorrisi gentilmente a ciascuno di loro. 

La riproduzione casuale del mio iPhone fece partire una canzone di Ed Sheeran che adoravo, Give me love. Era una delle mie preferite in assoluto, e mi metteva sempre un po' di malinconia. 

Ero persa nei miei pensieri quando andai a sbattere contro qualcosa in maniera tanto violenta che quasi non caddi per terra. Scossi la testa per riprendermi e sollevai lo sguardo, era il ragazzo della sera prima.

Lo osservai con attenzione e notai il livido violaceo attorno al suo occhio. Aveva qualche graffio sul viso e un taglio sul sopracciglio.

Mi guardò con aria truce e io mi sentii improvvisamente piccolissima, ma mi schiarii la voce e mormorai "Scusa, avevo la testa altrove, mi dispiace tanto.

 

Ethan's POV


Dopo che andammo via dal Patch ero così infuriato che non riuscii a dormire per tutta la notte, perciò quando finalmente arrivò l'alba mi cambiai e uscii di casa, iniziando a camminare senza una meta ben precisa.

Frugai nella tasca nella giacca di pelle nera e presi il mio pacchetto di sigarette, ne tirai fuori una e la portai alla bocca, l'accesi e aspirai a lungo il fumo.

Fumare mi rilassava parecchio, mi bastava accendere una sigaretta per sentire subito la rabbia svanire dentro di me, per questo non avevo alcuna intenzione di smettere.

In pochi minuti finii la prima sigaretta e ne accesi subito dopo un'altra. In quell'istante entrai nel parco vicino casa mia, speravo di trovare un po' di tranquillità lì prima di tornare in palestra per sfogarmi contro il sacco.

Vidi la ragazza del Patch, quella che stava con quel coglione di Styles. Stava correndo e aveva gli auricolari, sembrava piuttosto distratta.

Mi fermai per far sì che si scontrasse con me e così fu, ma lei per poco non cadde. Non avevo intenzione di essere gentile con lei, era amica di una persona che non sopportavo, quindi non era necessario comportarsi bene con lei.

Mi osservò per un po' e io feci lo stesso con lei. Era carina, molto più di qualche troia che mi ero scopato nel corso della mia inutile esistenza. I vestiti attillati che indossava mettevano in risalto le sue curve e mi sorpresi a fissarla.

Sentii la sua voce che diceva "Scusa, avevo la testa altrove, mi dispiace tanto." e non riuscii a trattenere una risata divertita.

Sembrava così innocente e impaurita da me, il che era davvero esilarante. Portai la sigaretta alle labbra e feci un lungo tiro, espirando poi il fumo contro il suo viso. 

Lei chiuse gli occhi e fece una smorfia disgustata, alzando poi gli occhi al cielo. Buttai via la sigaretta, ormai finita e sollevai le spalle. "Non preoccuparti, piccola." sussurrai con voce roca.

Si schiarì la voce e mi fulminò con lo sguardo, probabilmente non le era piaciuto il soprannome che le avevo affibbiato.

"Mi chiamo Kayla, non piccola." Detto questo riprese a correre e mi lasciò lì senza dire un'altra parola. Quella ragazza mi piaceva, e portarmela a letto era diventato il mio nuovo obiettivo.

Vedere la faccia di Styles quando avrebbe scoperto tutto sarebbe stato impagabile, e io non avevo nulla da perdere.









 

Buongiorno! 
Vi prego di scusarmi per l'enorme ritardo, ma sono stata poco bene in questi giorni e non ho potuto aggiornare la storia.
Spero che continuiate a leggere e vi prego di farmi sapere cosa ne pensate, ci tengo molto.
xoxo

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Capitolo 5
*** Capitolo 3. ***


Ethan's POV


Dopo quell'incontro al parco andai andai in palestra, dove avrei sicuramente incontrato James, dato che non faceva altro che allenarsi. Mi sembrava ovvio, dato che con gli addominali scolpiti e qualche tatuaggio eri in grado di far cadere qualunque ragazza ai tuoi piedi.

Come sospettavo, il mio migliore amico era già lì ed era alle prese con il bilanciere. Lo salutai con un gesto della mano e andai nello spogliatoio per indossare i pantaloncini e la canotta. Dopo essermi cambiato mi fiondai contro il sacco, iniziando a prenderlo a pugni per scaricare tutta la rabbia repressa.

Sentii James dietro di me e alzai gli occhi al cielo, sapendo che mi avrebbe chiesto cosa mi fosse preso. Ma non lo fece, si sedette sulla panca lì vicino e stette a guardarmi per un po'. "Che hai da guardare?" Chiesi, senza fermarmi, dopo tutto dovevo allenarmi per il prossimo incontro.

"Dove sei stato? Credevo dovessimo vederci qui per le otto." disse poi. Merda, l'avevo completamente dimenticato. Quella mattina sarebbe venuto in palestra un tizio con parecchi soldi. Da quanto diceva James voleva che combattessi per lui, e io avevo accettato tranquillamente, i soldi non fanno mai male.

Smisi di tirare pugni e mi voltai verso di lui, sospirando. "Scusa, l'ho dimenticato.. Sono stato al parco e ho incontrato quell'amica di Styles, Kayla." mormorai il nome della ragazza, non sapendo se fosse corretto. James si rabbuiò e mi guardò di traverso, come se avessi detto qualcosa di sbagliato. "Lasciala stare Ethan, non fa per te." Affermò, ma gli risi in faccia. Qualsiasi ragazza faceva per me, e poi volevo solo portarla a letto.

Lasciai cadere il discorso e tornai a tirare pugni al sacco, quando parlò di nuovo. "Il signor Bolton sta arrivando, ha avvertito che sarebbe venuto più tardi." Annuii e continuai ad allenarmi, finchè non sentii la porta aprirsi e il freddo di Londra arrivarmi fin dentro le ossa. Mi voltai immediatamente e notai un signore alto, probabilmente sulla cinquantina, con dei capelli brizzolati e un abito nero.

Mi tolsi i guantoni e mi avvicinai a lui, che stava tranquillamente conversando con il mio amico. "Tu devi essere Ethan, il signor Roberts mi ha parlato molto di te." disse quel tizio, e mi venne quasi da ridere. Da quando James era diventato il signor Roberts? Scossi leggermente la testa, scacciando quel pensiero, e gli porsi la mano. "E' esatto signore, sono Ethan Malik, è un piacere conoscerla." Dissi infine.

Lui mi strinse la mano sorridendomi, anche se c'era qualcosa di vagamente sospetto in quel suo sorriso. "Torna pure ad allenarti, fa' come se non ci fossi." Mi incintò, al che scrollai le spalle e rimisi i guantoni, tornando al mio allenamento.

Mi sforzai di sentire i discorsi tra James e il signor Bolton, ma tutto quello che riuscii a carpire furono parole disconnesse tra loro. Dopo quelle che mi sembrarono ore, smisi di allenarmi e mi precipitai nello spogliatoio per fare una doccia e cambiarmi.

Quando uscii dallo spogliatoio quel tizio era ancora lì e stringeva la mano a James, poi mi fece un cenno con il capo e uscii dalla palestra. Mi avvicinai al mio migliore amico per chiedergli spiegazioni, e lui intuii la mia domanda. "Hai un incontro venerdì sera, contro un certo Cooper. Frequenta l'università, non so nient'altro."

Annuii alla sua affermazione e mi strinsi nelle spalle. Avrei fatto qualche ricerca e scoperto quale università frequentava, in quel modo avrei potuto scoprire qualcosa in più su di lui, cose che magari mi avrebbero dato un vantaggio durante l'incontro.
 

Kayla's POV


Quando tornai a casa trovai Daniel stravaccato sul mio divano, mangiava pop corn e guardava i cartoni animati in tv. Mi venne da ridere, un ragazzo come lui non sembrava affatto un tipo da cartoni animati, eppure li guardava tutte le mattine, rigorosamente a casa mia e sul mio divano. Mi avvicinai e gli baciai una guancia, rubandogli qualche pop corn e precipitandomi al piano superiore.

"Che schifo Kayla! Sei sudata!" Si lamentò, urlando perchè lo sentissi, proprio come i bambini. Ridacchiai e andai in camera, prendendo i vestiti puliti e andando in bagno per fare una doccia rinfrescante.

Mentre ero sotto il getto d'acqua sentii bussare alla porta. "Entra Dan." Alzai la voce per farmi sentire. Non mi creava problemi il fatto che fosse in bagno con me, dato che c'era una tenda che mi separava da lui, e in ogni caso era gay. "James mi ha detto che hai incontrato Ethan." disse, sembrava nervoso. Aggrottai le sopracciglia mentre mi insaponavo i capelli. Non conoscevo nessun Ethan, o almeno non mi sembrava di conoscere nessun con quel nome.

Dato il mio silenzio, lui continuò. "Il ragazzo del Patch, Kayla. L'hai già dimenticato?" Capii subito di chi stesse parlando, si chiamava Ethan allora. "Si, ci siamo scontrati al parco, è un coglione." dissi poi, risciacquandomi e chiudendo il getto d'acqua, allungando una mano verso l'accappatoio. Dan lo prese e me lo passò, lo infilai in fretta e gli sorrisi per ringraziarlo.

"Cosa ti ha detto?" chiese poi, potevo percepire l'odio nella sua voce. "Nulla, figurati." Mi avvicinai a lui e gli baciai una guancia, prendendogli poi la mano per farlo calmare, ci riuscivo tutte le volte. Infatti fu così, sembrava più tranquillo e mi lasciò un bacio tra i capelli. "Ti accompagno a lezione, ti aspetto di sotto." Annuii e lasciai che uscisse dal bagno, sentendo i suoi passi allontanarsi.

Mi vestii in fretta e asciugai i capelli, lasciandoli mossi, per poi intrecciarli, lasciando cadere la treccia su una spalla. Quando fui pronta, scesi al piano di sotto e trovai Daniel intento a scambiare messaggi con qualcuno. Gli sorrisi, consapevole che dall'altra parte ci fosse James, e lo tirai per un braccio, facendolo alzare dal divano e conducendolo fino fuori casa mia.

Lui ripose il telefono in tasca e aprii l'auto, salendo dal lato del guidatore, seguita da me, che salii dalla parte opposta. Il viaggio fu breve, non ci volle molto per arrivare all'università. Quel giorno avevo lezione fino al pomeriggio, ma per fortuna c'erano anche lezioni il laboratorio.

Una volta arrivati scesi dall'auto e mi avvicinai al lato del guidatore, bussando al finestrino, che Daniel aprì ridendo. "Non mi aspettare per pranzo, torno stasera, troverò un passaggio." Dissi infine, stampandogli un sonoro bacio sulle labbra e allontanandomi, salutandolo con la mano prima di salire in fretta le scale dell'istituto, precipitandomi a lezione di Biologia.

 

Ragazzi scusate per l'ENORME ritardo nel pubblicare questo capitolo, ma ho dovuto prepararmi per un esame e non ho davvero avuto il tempo materiale per scrivere qualcosa di senso compiuto. Spero che continuiate a seguire la mia storia e poi volevo farvi una domanda.
Secondo voi dovrei aggiungere i punti di vista di Daniel e James?
Recensite e fatemi sapere cosa ne pensate.
KISSES

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