Sonicpuff Adventure Doujinshi 2

di f9v5
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In seguito alla catastrofe. ***
Capitolo 2: *** Prime mosse. ***
Capitolo 3: *** Mettersi e andare d'accordo. ***
Capitolo 4: *** In fuga dalle autorità. ***
Capitolo 5: *** In lotta con... me stesso?! ***
Capitolo 6: *** Due(o tre?) in uno! ***
Capitolo 7: *** Battaglia su due fronti. ***
Capitolo 8: *** Andiamo a salvare Sonic! ***
Capitolo 9: *** Minaccia nascosta. ***
Capitolo 10: *** La sfida di un vecchio nemico. ***
Capitolo 11: *** I sette peccati capitali: Lussuria! ***
Capitolo 12: *** I sette peccati capitali: Gola e Invidia! ***
Capitolo 13: *** I sette peccati capitali: Ignavia e Ira! ***
Capitolo 14: *** I sette peccati capitali: Avidità e Superbia! ***
Capitolo 15: *** Lotte infernali! (Parte 1) ***
Capitolo 16: *** Lotte infernali! (parte 2) ***
Capitolo 17: *** Shadow vs Him ***
Capitolo 18: *** The Demon's fall! ***
Capitolo 19: *** Breve pausa. ***
Capitolo 20: *** Nel passato di Shadow the Hedgehog! (Parte 1) ***
Capitolo 21: *** Nel passato di Shadow the Hedgehog! (Parte 2) ***
Capitolo 22: *** Space Colony ARK! ***
Capitolo 23: *** Infuria la battaglia! ***
Capitolo 24: *** E quando tutto sembra risolto... ***
Capitolo 25: *** Apocalisse nello spazio. ***
Capitolo 26: *** Epilogo: guardando al futuro! ***



Capitolo 1
*** In seguito alla catastrofe. ***


Strinse i denti mentre digitava una serie di dati sul suo computer.
Erano ore che stava nella sua sala comandi a scervellarsi per farsi venire un’idea, ma in quel momento sembrava che la sua mente, per quanto geniale, avesse deciso di appendere un cartello con scritto “Non disturbare” ed entrare in sciopero.
-Oh andiamo, ma è assurdo!- protestò la voluminosa figura, visibilmente infastidita dalla sua momentanea mancanza di trovate.
Non riusciva a capacitarsi come fosse possibile, era un genio dal quoziente intellettivo di 300, i suoi piani erano pressoché infallibili (e se in passato erano falliti era per colpa di stupidi “Deus ex machina” imprevisti, non certo perché lui finiva per sottovalutare i suoi nemici) e il suo nemico era solo uno stupido animale blu dopato di caffé che correva come se gli avessero mandato a fuoco il deretano.
Era inammissibile che lui, il più grande scienziato che si fosse mai visto non stesse ancora sul posto che gli spettava: sul trono del suo grande impero che sarebbe dovuto sorgere sulle macerie di quel vecchio mondo.
-Porca miseria, io sono il grande Eggman, chi più di me merita di governare questo patetico pianeta che è la Terra?!- drignò i denti, causando un fastidioso strido, come un gesso sulla lavagna.
Nascosti dietro la porta metallica della sala, i tre assistenti robot dello scienziato osservavano la sceneggiata di autoelogio del loro creatore con l’aria di chi aveva visto quello spettacolo ben più di una volta. 
-Ci risiamo, andrà avanti per ore.- mormorò desolato Decoe, trovando rapidamente l’approvazione dei due colleghi metallici.
Sapevano bene che il loro capo era soggetto a tali crisi di nervi in seguito al fallimento dei suoi piani, ed era ancora evidente che non aveva ancora sbollito la faccenda di Chaos, conclusasi solo il giorno prima, in cui si era ritrovato ad aiutare (che brutta parola) il suo nemico contro la furia del dio del Caos.
Da quando aveva sentito, la città di Station Square aveva già cominciato la ricostruzione, ed anche con una certa rapidità, era una buona notizia a suo modo; che senso avrebbe governare su un mondo le cui città sono rase al suolo?!
-Maledetto Sonic, ti assicuro che la prossima volta andrà diversamente, non sarai così fortunato da impedirmi di fondare l’Eggman Empire, chi se ne importa se non ci troviamo su Mobius, ciò che conta è che io abbia il mio pianeta da dominare… e tu diventerai il mio schiavo personale.- sbottò frustrato, lievemente sollevato dall’idea che un giorno il tanto odiato porcospino si sarebbe ritrovato a servirlo, quello ebbe l’effetto di calmarlo un po’.
Ma restava il fatto che il suo cervello non stava partorendo nessun piano nuovo per tornare alla carica.
-Secondo me, di questo passo, il cervello gli uscirà fuori dalla testa e scapperà via.- annunciò dispettoso Bokkun.
Bocoe non mancò di aggiungere -Mi auguro per lui di no, è l’unico muscolo che usa.- si premurò di parlare il più sottovoce possibile, c’era il serio rischio di essere trasformati in materiale di riciclaggio se li avesse sentiti.
E, per un attimo, pensarono che sarebbe stato quello il loro destino, quando videro il dottore voltarsi nella loro direzione.
Tirarono un sospiro di sollievo quando videro che si era solo alzato e aveva iniziato a girare in tondo per la sala con la mano sotto il mento per riflettere.
Dopo alcuni minuti che sembrarono interminabili, il Dr. Eggman tornò a spaparanzarsi sulla sua sedia e riprese a digitare sulla tastiera del computer.
-Eh va bene, se non riesco a trovare un’idea decente, vorrà dire che la ruberò a qualcun altro. Vediamo se riusciamo ad entrare dentro i server di una qualche agenzia militare del governo, potrebbe sempre esserci qualche progetto che varrà la pena controllare.-
E lì i tre sentirono il bisogno di preoccuparsi, non sapevano neanche il perché, eppure qualcosa, nelle loro menti composte da fili elettrici e transistor, gli stava suggerendo che ne era proprio il caso.
-Vedrete, lo vedrete tutti, di cosa è capace il grande Eggman!-
 
 
 
 -Ultime notizie: in seguito al disastro che l’ha coinvolta solo due giorni fa, la città di Station Square ha rapidamente iniziato le opere di ricostruzione, ovviamente ci vorrà molto temo prima che le operazioni vengano, ma la speranza è che la città possa ristabilirsi dopo questa catastrofe, malgrado sia ovvia che un evento di tale gravità non potrà essere dimenticato tanto facilmente.-
Le tre ragazzine, comodamente spaparanzate sul divano del loro salotto, ascoltavano con attenzione la notizia del telegiornale.
Tutte e tre, nell’osservare i video della città devastata da quella che apparentemente era stata un’inondazione di proporzioni storiche, si chiesero cosa mai potesse aver scatenato un evento di siffatte capacità.
-Tanto per chiarire bene la situazione, la città è stata vittima della furia di quello che, almeno stando alle poche riprese che ci sono pervenute, sarebbe un gigantesco mostro dalle fattezze draconiche, interamente composto d’acqua.-
E sgranarono gli occhi quando sullo schermo apparvero delle riprese, leggermente sfocate, di una creatura le cui fattezze ricordavano proprio un drago in grado di controllare l’acqua e che stava mettendo la città a soqquadro.
-E CHE DIAMINE, UN NEMICO TOSTO, FINALMENTE, E NOI NON NE’ SAPEVAMO NULLA?! CI SAREBBE STATO DA DIVERTIRSI A SUONARGLIELE.- sbottò furiosa la ragazzina mora, costringendo le sorelle a tapparsi le orecchie.
-Buttercup, non urlare, per favore.- le raccomandò la sorella dai capelli rossicci, dispiaciuta anche per il fatto di avere il braccio sinistro ingessato e di aver potuto, dunque, proteggere solo l’orecchio destro.
-E poi, ditemi una cosa, chi ha sconfitto quel bestione se noi non c’eravamo?- chiese in seguito la ragazzina che corrispondeva al nome di Buttercup.
-Magari lo diranno, bisogna solo aspettare.- disse semplicemente la terza sorella, una ragazzina dai capelli biondi e dall’aria allegra.
-La fai facile, Bubbles, adesso ci diranno chi ha risolto la situazione solo perché tu lo hai detto.- replicò sarcastica Buttercup.
Qualche attimo dopo sullo schermo apparve una figura davvero insolita, che le tre sorelle non ricordavano di aver mai visto, eppure la sorella dai capelli rossi sembrò avere una vaga idea di chi fosse.
-Per fortuna, il tempestivo intervento di Sonic the Hedgehog ha risolto la situazione. Il riccio blu, già famoso per aver sventato numerosi crimini e salvato la città in passato dai piani del Dr Eggman, ha nuovamente messo in gioco le sue grandi doti per salvare Station Square dal totale annientamento.- annunciò nuovamente il telecronista, mentre lo schermo proiettava alcuni video in cui la figura di un riccio blu antropomorfo combatteva contro robot di vario genere, uscendone vincitore ogni volta.
-Adesso ricordo.- annunciò la ragazzina, se non avesse vuoto il braccio ingessato si sarebbe sbattuta il pugno sulla mano.
-Che cosa, Blossom?- chiese la biondina, sinceramente curiosa.
-Ma certo, Sonic the Hedgehog, “Il riccio più veloce del mondo”. Mi era capitato, qualche volta, di sentirne qualcosa a riguardo, anche Dexter mi aveva detto di averne sentito parlare, ma pensavo che fossero notizie passeggere, dette tanto per attirare l’attenzione.-
-Il riccio più veloce del mondo?! Tsk, a vederlo non sembra questo granché.- commentò annoiata la mora.
-In questi giorni, Sonic e i suoi amici si stanno prodigando per aiutare nelle ricostruzioni; ancora una volta, abbiamo un grande debito con loro. Questo è tutto, per l’edizione del mattino, ritorneremo per l’edizione pomeridiana, sperabilmente con maggiori dettagli sulla faccenda.-
Blossom diede un’occhiata all’orologio appeso al muro e constatò che era ora di muoversi.
-Beh, è ora di andare a scuola, non vorremmo fare tardi, no?-
-Tsk, tanto sappiamo volare, sorella, che ti aspetti? Di trovare traffico tra le nuvole?-
-Forse sarebbe meglio se tu non facessi previsioni, Buttercup, eheh.-
-Taci Bubbles!-
 
 
 
Intanto, nella città di Station Square, Tails e Knuckles stavano assistendo a qualcosa di sconvolgente.
-Non posso crederci!-
-E’ assurdo! Come fa a farlo?-
I due erano a dir poco stupiti da quello che stavano vedendo, sapevano che Sonic, se si metteva d’impegno, poteva fare moltissime cose, ma quello addirittura era un qualcosa di impressionante.
Non avrebbero mai scommesso che il loro amico fosse capace di una simile impresa.
Gli occhi gli andarono addirittura fuori dalle orbite quando videro il riccio blu afferrarne un altro.
-Un altro ancora, lo sta facendo per davvero, e con quella faccia poi.- urlò sgomento Knuckles.
L’espressione di Sonic era concentrata come non mai, sapeva che era una questione delicata, un solo sbaglio e il suo grande gesto sarebbe andato a monte.
Eccolo lì, davanti a lui, l’ultimo pezzo, non doveva sbagliare.
La tensione era talmente densa che la si poteva toccare.
Aveva cominciato, continuò, ci stava riuscendo… ci riuscì.
-Incredibile!-
-Non credo ai miei occhi, anche se l’ho visto.-
Il riccio blu si sentì orgoglioso di se stesso ed enunciò, a bocca piena -Fiffo?! Fe F’afefo  feffo fhe fofefo iffifaffi feffififue fufffef if foffa.- (traduzione: Visto?! Ve l’avevo detto che potevo infilarmi venticinque wurstel in bocca.) e si mise in posa eroica, per quanto potesse sembrarlo con quei venticinque salsicciotti di carne a premergli sul gargarozzo.
In quel momento il trio si trovava in una rosticceria di Station Square, in una zona rimasta poco danneggiata dall’attacco di Chaos.
Avevano trascorso le prime ore della mattinata a dare una mano durante le opere di ricostruzione e la ricerca di eventuali dispersi e in quel momento si stavano prendendo una pausa.
Dopo quel breve momento di ilarità, i tre si lasciarono andare a discussioni un po’ più serie.
-Ragazzi, voi dite che tutto tornerà com’era prima? Voglio dire, credete che prima o poi questa faccenda verrà dimenticata?- chiese pensieroso il volpino, sorseggiano una tazza di caffé, malgrado avesse sempre preferito il tè.
Osservava pensieroso verso l’esterno, dove, fino al giorno prima, svettavano le cime dei grattacieli più alti, prima che la furia del Dio si abbattesse su di essi.
-Tails, se devo essere sincero, ritengo impossibile che una catastrofe simile possa venir messa da parte; anche se venisse dimenticata, ne dovrà passare di tempo.- Knuckles espresse il suo pensiero, cercando di non sembrare cinico o menefreghista.
Il più piccolo sospirò, con l’aria di chi si aspettava quella risposta.
-Lo immaginavo. Solo che, pensavo che se tutti dimenticassero ciò che accaduto, potrebbero dimenticare anche le sofferenze che hanno dovuto patire ingiustamente per colpa di Chaos.-
-Amico, è bello che tu anteponga il bene degli altri prima di tutto, ma così sembra che tu ti stia piangendo addosso.- ribattè Sonic con un sorriso comprensivo.
Knuckles rimase in silenzio, aveva capito che era uno di quei rari momenti in cui il riccio blu riusciva a fare il serio.
-Non vederla da quel punto di vista, piuttosto, prendi ciò che è accaduto due giorni fa, e presentalo come… un banco di prova.-
-Un banco di prova?!-
Sonic sospirò, era alquanto difficile spiegare quel concetto, lui poi non era mai stato bravo ad articolare certi discorsi, ma se fosse servito per risollevare un po’ il morale al suo amico, ci avrebbe provato.
-La vita non è mai tutta rose e fiori, tanto per dirla con una frase fatta, ed è in quei momenti in cui appunto non lo è, che si riconosce la vera forza. Chi davvero è abbastanza forte, riesce ad andare avanti malgrado tutto. Ed è questa la situazione per Station Square e i suoi abitanti, devono provare a rialzarsi dopo la catastrofe, dimostrare che ne hanno la forza e assumerne così consapevolezza. Solo così riusciranno ad andare avanti.- concluse il blu.
Era in quei rari momenti che Knuckles riusciva a vedere in Sonic la figura di un grande leader, per quanto fosse testardo, arrogante e presuntuoso, c’era questo suo lato maturo che usciva fuori di rado ma sempre quando c’era bisogno di esso.
-E ora che ne dite se provo ad infilarmene trenta di wurstel in bocca.-
“Ed ecco che ritorna ad essere un idiota.” Pensò l’echidna ad occhi socchiusi, ma lasciandosi scappare un lieve sorriso, mentre Sonic prendeva un’altra quantità di wurstel dal bancone e Tails teneva gli occhi sgranati per non perdersi il grande “capolavoro”.
 
 
 
-Non ci posso credere, quel quattrocchi oggi era assente. Stavo morendo dalla voglia di prenderlo a pugni.- sbraitò Buttercup agitando un pugno in aria.
-Non riesco a capire il motivo del tuo astio nei confronti di Dexter, non mi pare ti abbia mai fatto qualcosa di male.-
- No?! E secondo te, Blossom, chi dobbiamo ringraziare se hai un braccio ingessato?-
-Lui non poteva certo prevedere che Mandark sarebbe tornato e che mi avrebbe rapito per spingerlo ad affrontarlo. E poi il mio braccio non è messo molto male, massimo due giorni e sarà come nuovo.-
Approfittando della ricreazione, le due sorelle si erano recate sul tetto della scuola media di Megaville per parlare e la mora non aveva perso tempo a mostrare il suo astio nei confronti del ragazzo-genio, a sua detta unico responsabile dell’infortunio della sorella.
-Senti Blossom, per come la vedo io tu sei troppo buona con lui… e dove si è cacciata Bubbles?-
La rossa rispose indicando sotto di loro, nel cortile della scuola, vicino al dojo del professor Jack, dove si intravedeva una simpatica zazzera di capelli giocare un compagnia di un botolo rosa.
-Ah, è con quello stupido cane.- come Buttercup era solita rivolgersi a Courage, il cane del professor Jack con cui Bubbles aveva stretto amicizia, aiutata anche dalla sua capacità di capire il linguaggio degli animali.
-Tornando al nerd, hai idea di dove possa essere? Per come la vedo io, comunque, è a casetta a sistemarsi le ossa, ieri era messo peggio di te.- Buttercup non perse occasione per schernirlo.
-Gli è successo perché è venuto a salvarmi e ha combattuto per farlo.-
-Davvero?! Perché quando sono arrivata io lui era tra le grinfie di un robot che lo stava stritolando e, se non fosse stato per me, gli sarebbe capitata una sorte ben peggiore di ustionarsi le braccia e danneggiarsi la schiena.-
Niente da fare, Buttercup era la solita testarda, se non vedeva a genio qualcuno, era inutile cercare di farle cambiare idea.
-Ad ogni modo, dopo scuola andrò a cercarlo, credo di avere un’idea.-
-Ovvero?-
La ragazzina mostrò un’espressione leggermente dispiaciuta.
-Mi dispiace, ma non posso dirtelo.-
Puntualmente si ritrovò lo sguardo indagatore della sorella che la scrutava come se volesse farle il terzo grado.
-Tranquilla, non hai motivo di essere sospettosa.- alzò il braccio sano per chiederle di stare calma.
-Anche ieri sera non dovevo essere sospettosa, eppure quando sono corsa in camera ho avuto modo di vedere che avevo ragione a dubitare.- disse poi con l’aria di chi la sa lunga.
-Ma se stavamo solo parlando.-
-… E’ non abbastanza per te?!-
Blossom potè solo sospirare, facendosi scappare un lieve sorriso.
Sapeva che quello era il modo con cui Buttercup mostrava la sua apprensione, ma era troppo orgogliosa per ammettere che si preoccupava per le sue sorelle.
-Sarà il caso di rientrare, andiamo a prendere Bubbles e torniamo in classe.-
 
 
 
Buio.
Buio più completo.
La creatura giaceva incosciente all’interno della capsula di stasi, incapace di vedere o di capire cosa stava accadendo intorno ad essa.
Eppure… eppure sentiva, delle voci, confuse e distorte, ma le sentiva, forse nel suo subconscio.
Seppur nella sua incapacità di percepire, malgrado il suo stato di sonno, la misteriosa creatura sembrava essere in ascolto.
Ma quelle voci dov’erano? Erano reali? O era tutto un frutto della sua mente annebbiata dal sonno?
Non era in grado di chiederselo, o di darsi una risposta, poteva solo limitarsi ad ascoltare.
Un nome.
Un nome rimbombava prepotente, ma quale fosse il suo significato, in quel momento, gli era del tutto sconosciuto
Non sentì più niente, tornò l’oscurità.
Buio.
Buio totale… e un nome.
“Maria.”
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Comincio seriamente a pensare di essere masochista, ho già parecchie long-fic da mandare avanti, alcune delle quali sono in stato di fermo da quasi un anno e che faccio?! Comincio a scriverne un’altra.
Comunque, questa storia è frutto della mia ennesima sega mentale in cui mischio Sonic & Co. con un’altra serie, nel tentativo di fare un cross-over spazzatura che sicuramente nessuno leggerà, decisione che approverei anche io.
Nel caso in cui ci sia qualche morto di noia arrivato fin qui perché non aveva niente da fare, o per puro e semplice masochismo, credo sia giusto che riceva delle spiegazioni dal sottoscritto.
2”
Nell’evenienza, molto probabile credo, in cui non abbiate riconosciuto gli altri personaggi, vi dico che in realtà dovrebbero essere noti per essere i protagonisti dei cartoni che guardavamo da bambini, forse.
Blossom, Bubbles e Buttercup sono infatti i nomi originali di Lolly, Dolly e Molly, note qui in Italia come “Le Superchicche” (“Powerpuff girls” nella versione originale).
Courage è il nome originale del buffo cane rosa che qui abbiamo imparato a conoscere come “Leone cane fifone”, personaggio che, personalmente, trovo molto simpatico.
Se sentendo il nome Dexter avete pensato al protagonista di “Il laboratorio di Dexter”, avete pensato giusto.
Adesso magari vi starete chiedendo: ma da dove gli è uscita fuori tutta ‘sta menata assurda?
Vi rispondo dicendo che l’idea mi è venuta grazie ad un fumetto, “Powerpuff girls Doujinshi”, opera di Bleedman (hai tutta la mia stima), un megacross-over tra una miriade di cartoni americani, ma in versione manga.
Posso assicurarvi che, dal momento in cui l’ho letto, ho avuto difficoltà a credere che i personaggi che da bambino mi divertivano fossero di nuovo al centro della mia attenzione, per di più da un punto di vista più tetro e adulto.
In caso vogliate leggerlo, e vi converrebbe visto che il cross-over che sto facendo è proprio con quell’opera, questo è il link (http://snafucomics.wikia.com/wiki/Powerpuff_Girls_Doujinshi); per quanto riguardo questo doujinshi, la storia che sto scrivendo io prende inizio dopo il capitolo 6.(se ti conosco bene, Phantom, andrai a leggerlo non appena ne avrai l’occasione)
Vi consiglio di leggerlo se volete capirci meglio.
In ogni caso, io vi ringrazio se siete riusciti ad arrivare fin qui senza spararvi, impiccarvi, tagliarvi le vene o altre robe simili.
Arrivederci.
 
 

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Capitolo 2
*** Prime mosse. ***


-ESCI SUBITO DAL MIO LABORATORIO!-
-NON TOCCARE LE MIE INVENZIONI!-
-SMETTILA DI DARMI FASTIDIO MENTRE PROGETTO!-
Incredibile, aveva detestato quei momenti, eppure, in quel frangente, gli sembravano i ricordi più belli di tutta la sua vita.
Era come aveva detto Blossom -Le persone di cui diamo per scontata la presenza, poi sono quelle che più ci mancano.- ma avrebbe preferito non verificarlo mai.
Mentre si dirigeva verso la sua meta, il ragazzo pensò a tutti i momenti che aveva passato insieme a lei.
E’ vero, apparentemente la sua presenza non faceva che irritarlo, più volte aveva sperato che lei smettesse di importunarlo e si togliesse di mezzo, ma non si sarebbe mai immaginato che tutto ciò si sarebbe verificato nel modo peggiore.
-Promettimelo Dexter, se io dovessi morire, non usare mai la tua grande conoscenza per riportarmi in vita.-
Non sapeva dire cosa fosse più assurdo, che fosse riuscita a convincerlo a promettere una cosa che lui giudicava tanto “remota”, o il fatto che quella prospettiva che lui riteneva estremamente lontana si fosse avverata davvero.
Secondo le sue, inizialmente, pessimistiche previsioni, avrebbe dovuto sorbirsi la sua presenza fino all’età della vecchiaia, con lei che, malgrado i capelli bianchi e le membra provate dal corso del tempo, sarebbe stata l’eterna costante della sua vita, sempre a ficcare il naso nei suoi affari.
Chissà, forse avrebbe continuato a tormentarlo anche dopo la morte; se l’immaginava, in effetti, il suo spirito che continuava a pedinare il suo perfino nel Regno dei Cieli, ma per scoprirlo avrebbe dovuto aspettare ancora.
Finalmente giunse dove voleva arrivare.
Osservò ogni singolo dettaglio di quella lapide, memorizzandone all’istante ogni minimo dettaglio, come a volersela stampare bene in testa senza il rischio di dimenticarla.
Di certo non avrebbe mai dimenticato quel nome: DeeDee.
Se ripensava ai momenti in cui avrebbe voluto che sua sorella sparisse si sentiva un verme, responsabile unico di quella tragedia, avvenuta invece per colpa della sua stupida rivalità con Mandark.
Ironia della sorte, anche il suo acerrimo nemico non c’era più.
Destino beffardo: Mandark aveva sempre giurato che avrebbe distrutto il suo laboratorio, l’unica cosa che aveva distrutto era stata la vita di entrambi.
La morte di DeeDee aveva, probabilmente, avuto più effetto su di lui che sullo stesso Dexter, la psiche di Mandark ne era uscita a pezzi e da lì era partito tutto il viavai che aveva fatto sì che anche lui trovasse la morte, nel suo laboratorio, esploso per sua stessa volontà.
Se aveva sentito dentro di sè il desiderio di riportare in vita la sorella?! Fin dentro le viscere e ci aveva seriamente provato.
Fu in seguito che la voce della sorella, a meno che non fosse stato un frutto della sua immaginazione, gli fece capire che stava commettendo un errore gravissimo: chi era lui per sentirsi in diritto di giocare con questioni più “alte” come la vita e la morte? Poteva essere intelligente quanto voleva, ma non era nessuno per farlo.
Potè però promettersi di fare in modo che non sarebbe mai più accaduto, nessun’altra persona a lui cara sarebbe morta per colpa sua.
Per questo motivo si sentì il cuore in gola quando rischiò seriamente di perdere anche lei.
-Dexter…- parli del diavolo.
Si voltò lentamente, quasi come se si vergognasse di guardarla in faccia.
-Blossom.-
Come faceva a sapere che era lì?
Non ebbe neanche la forza di chiederlo, si limitò a rigirarsi verso la lapide della sorella e a guardare con sguardo spento.
-Non devi sentirti in colpa, lei non ti vorrebbe vedere così.- cercò di consolarlo la ragazzina, ma l’umore del ragazzo-genio in quel momento, più che vicino allo zero, sembravo un numero altissimo con un meno davanti.
-Ho detto a Mandark che era tutta colpa sua, eppure comincio a dubitarne. Avrei dovuto lasciare che distruggesse il mio laboratorio la prima volta, tutto questo forse non sarebbe accaduto.-
Blossom si sentì leggermente crudele per averlo pensato, ma se tutto quello che aveva visto del passato di Dexter non fosse successo, probabilmente non l’avrebbe mai conosciuto.
Era egoista da parte sua pensarlo? Le cose erano, purtroppo, andate in quel modo, Dexter non doveva dimenticare, ma doveva superare il passato e se lei poteva stargli accanto e aiutarlo, non c’era niente di egoistico nel vedere le cose da quel punto di vista.
-Non facevo che dirle di sparire, di non starmi in mezzo ai piedi e robe simili, non ho mai potuto chiederle scusa e dirle che le volevo bene. Vorrei tanto che fosse qui per starmi vicino, mi saprebbe tirare su il morale, a modo suo.- non c’era niente nella sua voce a parte il risentimento.
Talmente assorto nei suoi dubbi, da non accorgersi che Blossom gli si era avvicinata e lo stava abbracciando da dietro.
Non aveva la forza per respingerla (in tutti i sensi) e, soprattutto, non voleva.
Il sentirla vicino era uno dei motivi principali per cui ancora andava avanti.
Non riusciva ancora a trovare una spiegazione sul quando e sul come in lui fosse nato quel sentimento che provava nei confronti della supereroina, ma era diventato per lui qualcosa di troppo importante per essere ignorato.
Quando si voltò i due si scambiarono uno sguardo intenso lei poi gli rivolse un sorriso sincero.
-Ascolta, forse fisicamente non c’è più, ma tua sorella ti sarà sempre vicina, nel profondo del tuo cuore, continuerà a vegliare su di te e a volerti bene. Si, ammetto che suona un po’ di “frase fatta” da commedia simil-romantica, ma non sapevo in quale altro modo dirtelo.- concluse, grattandosi imbarazzata una guancia.
Riuscì però nell’intento di far star meglio l’amico (avrebbe tanto voluto che fossero qualcosa di più), e non potè evitarsi di arrossire quando fu lui a rivolgerle un sorriso riconoscente.
-Grazie. Ora però potresti togliermi un dubbio? Io non ti ho mai parlato della morte di mia sorella, com’è che ne sei venuta a conoscenza?-
-Ehm…diciamo che… Otto mi ha fatto fare un viaggio nel tempo e mi ha mostrato il tuo passato.- rispose lei imbarazzata.
-Oh… davvero?!- il modo in cui Dexter lo disse, unito alla luce bianca che andò ad illuminare le lenti dei suoi occhiali, portò Blossom a pensare che aveva appena condannato l’amico a subire atroci torture.
-Domani io e Otto faremo una.. “bella chiacchierata”.-
 
 
 
-Hai detto che si è manifestato un Chaos Emerald? Dopo soli due giorni?!- esclamò sorpreso Knuckles.
Solitamente le sette gemme non ritornavano a manifestare il proprio potere così presto dopo l’ultimo ricongiungimento seguito dalla seguente dispersione.
-Beh, il radar dice così. Secondo la mappa, è in una città non molto lontana, Megaville. La distanza è di circa venti minuti/mezz’ora, col Tornado, se usassi il Tornado X come minimo la dimezzerei.- annunciò sicuro Tails, convinto che non ci avrebbero messo molto a montare a bordo di uno dei suoi congegni volanti e partire al recupero.
-Non vedo alcun motivo per farlo.- agli occhi del volpino e dell’echidna giunse noncurante la voce di Sonic, cosa che li sorprese non poco.
-Che vorresti dire con “Non vedo alcun motivo per farlo”?- chiese stizzito Knuckles, sbattendo un piede sul pavimento del tetto in cui si erano riuniti.
Il riccio blu si limitò ad un’alzata di spalle.
-Quello che ho detto. E poi c’è più bisogno di noi qui che altrove.- assurdo, in quel momento Sonic stava mischiando eroismo e menefreghismo, come faceva a fare così la sapeva solo lui.
-Ma Eggman potrebbe avere già organizzato qualcuno dei suoi piani?- cercò di metterlo in guardia il suo migliore amico.
-Reputo difficilissimo anche questo, Testa d’uovo ne è uscito con le ossa rotte dalla faccenda di Chaos, credo che per un po’ non farà sentir parlare di se.- sembrava quasi esserci un briciolo di ragionamento sotto quel discorso.
Sonic non abbandonò neanche un istante il suo sorriso sicuro.
-Vi dico che non c’è motivo di preoccuparsi ragazzi, la priorità ora è dare una mano qui, poi ci penseremo al Chaos Emerald.-
Malgrado questo, gli altri due erano ancora scettici.
-Anzi, facciamo così: Tails, ci andrai tu da solo a prenderlo!- decise poi il blu di sana pianta.
-Perché?-
-Uno: hai detto che col Tornado X ci metteresti al massimo dieci minuti, troppo tempo per i miei standard, a quel punto me la farei a piedi la strada. Due: sarà il modo migliore per farvi capire che il vostro allarmismo è esagerato. Terzo: Knuckles mi serve qui.- motivi convincenti, in un certo senso.
-Beh, se la metti così… d’accordo, vado a prendere il Tornado X e parto, speriamo solo che sia come dici tu.-
Dopo che il volpino li ebbe lasciati da soli, Knuckles riprese la parola.
-Allora, a cosa ti servo?-
Sonic gli fece un sorrisetto birbante.
-Ad un fico secco.-
-Come sarebbe a dire? Allora perché non mi hai lasciato andare con lui. Se avessimo ragione noi, se Eggman si fosse messo anche lui alla ricerca dei Chaos Emerald? Tails potrebbe cacciarsi in grossi guai, non lo lascerò andare da solo.-
Ma il blu gli sbarrò la strada, con un sorriso serio e fiducioso.
-Non hai motivo di preoccuparti. Era solo una… tattica.- fece il misterioso, ma quando il rosso alzò un sopracciglio gli diede le dovute spiegazioni.
-Knuckles, lo sto facendo per aiutare Tails. Lo sai che è sempre stato uno che si… butta giù per poco. Riuscire a recuperare il Chaos Emerald da solo lo aiuterà ad avere più fiducia in se stesso e nelle sue potenzialità. E anche nel caso in cui davvero Eggman si facesse vedere, Tails ha dimostrati di saperlo affrontare. Mi fido di lui, quindi lo lascio andare da solo.-
Quella fu la seconda volta che Sonic lo sorprese quel giorno, aveva stabilito un record probabilmente.
-Se la metti sotto questo punto, allora ti appoggio. Mi fido ciecamente di Tails, non ha mai deluso le nostre aspettative. Piuttosto, tu sei quello che mi sorprende, non ti facevo tipo da discorsi tanto seri.-
E il riccio blu tirò fuori il suo sorriso arrogante tipico di quando si vantava.
-Io sono serio, se voglio esserlo, ma sai che noia. Ora che ne dici di farci una mangiata di chili-dog? Vediamo chi ne tracanna di più.-
Ed ecco che, come al solito, i punti di stima che guadagnava li buttava all’aria poco dopo.
-Idiota.-
 
 
 
Doveva ammettere che non era stato tanto difficile quanto aveva immaginato all’inizio.
Infiltrarsi a Prison Island era stato meno complesso del previsto, era bastato mettere fuori servizio i sistemi di sicurezza e aggirare le guardie e il gioco era fatto.
Evidentemente quegli stupidi non erano lontanamente capaci di competere con la sua mente geniale, era senz’altro quello il motivo per cui li aveva fregati come allocchi.
Se le informazioni che aveva scoperto erano vere, se davvero quel progetto era stato conservato, allora doveva impadronirsene ad ogni costo, mai come in quel momento si sarebbe potuto trovare tra le mani un’arma talmente potente da permettergli di mettere il mondo in ginocchio.
E poi, se era vero che l’autore del progetto era davvero lui, un motivo in più per accaparrarselo.
Dopo aver girato i corridoi necessari ed evitato le guardie che vagavano confuse in seguito al numero incessante di guasti alla sicurezza che aveva causato, lui e i suoi assistenti raggiunsero la stanza in cui l’essere giaceva.
L’unica cosa che vi era in quella stanza era una capsula di stasi dal vetro appannato a tal punto da impedire di vedere cosa ci fosse dentro, un alimentatore a cui era collegata e un computer che, evidentemente, serviva per manovrare i macchinari.
Il dottore cominciò a manovrare con esso, una volta accesso tirò fuori una chiavetta che inserì nell’apposita apertura.
Decoe, Bocoe e Bokkun pensavano che fosse una pessima idea, ma non avevano il coraggio di esprimere la loro opinione, che tanto il loro creatore non avrebbe considerato.
-Meglio essere prudenti, una volta che avrò copiato tutte le informazioni di questo file, provvederò a cancellare l’originale, meglio evitare che anche qualcun altro possa scoprire la password e accedervi.- asserì quest’ultimo, iniziando l’operazione.
Ci sarebbero voluti alcuni minuti, ma non aveva motivo di preoccuparsi.
Un leggero *bip*, proveniente da una delle tasche della sua giacca, attirò la sua attenzione.
“Uhm, sembra che ci sia un Chaos Emerald che ha deciso di manifestarsi prima del previsto. Bene, invierò un segnale ad uno dei robot alla base, gli invierò le coordinate cosicché possa andarlo a prendere. Io ora non posso permettermi distrazioni.”
Pigiò il tasto di un telecomando nella sua tasca, il segnale sarebbe arrivato al robot nella sua base in pochi minuti.
L’importante, in quel momento, era accertarsi che il risveglio della creatura andasse liscio come l’olio.
 
 
 
Buttercup si stava seriamente chiedendo cosa diavolo ci facesse lei lì.
Non che la presenza del professor Jack le desse fastidio, anzi, provava una grande stima verso l’uomo che, oltre a salvarle la vita una volta, era anche un grande insegnante.
Solo che non riusciva a capire cosa c’entrasse la meditazione.
A lei nemmeno piaceva meditare, il suo unico interesse era menare le mani contro nemici forti (da quant’era che non si faceva vedere qualche robot impazzito o simile per una bella scazzottata).
Quindi, perché aveva accettato di prendere parte ad una lezione pomeridiana sulla meditazione?
A detta di Suzie e Tootie, li accanto a lei, era stata spinta dalla sua cotta per l’insegnante, cosa che lei prontamente aveva smentito.
-Ricordate ragazzi, un guerriero deve saper mantenere un perfetto equilibro tra corpo e anima.- spiegò con calma l’uomo dai tratti orientali ai suoi quattro alunni (c’era anche Otto), assumendo una posizione a gambe incrociate e con le mani posizionate in una maniera che a Buttercup sembrava indecifrabile.
Che diamine, cosa avrebbe dato per una bella lotta in quel momento?
Si sforzò di mantenere la concentrazione, ma era una cosa troppo noiosa per lei, dopo pochi istanti le scappò un singhiozzo poco elegante che non si sforzò minimamente di trattenere.
“Cavoli, in questo momento persino il giocare con quello stupido cane mi sembrerebbe divertente.”
Non l’avrebbe mai detto, ma in quel momento invidiava sua sorella Bubbles.
La ragazzina bionda in questione era nel giardino della scuola a giocare col suo amico Courage.
In quel momento la biondina era alla ricerca del tenero cagnolino rosa, nascostosi e in attesa che lei lo trovasse.
Era già da qualche minuto che cercava, ma il simpatico botolo sembrava introvabile.
Se avesse immaginato quante volte quel cucciolo aveva dovuto nascondersi dai cattivi avrebbe capito da dove aveva attinto tutta quella bravura nel nascondino.
Courage era nascosto sotto terra, aveva scavato una piccola buca sotto la quale si era rapidamente infilato; tutto quello che doveva fare era attendere che la sua amica umana si arrendesse, sperando che il fiato gli durasse abbastanza.
-Courage, mi arrendo!-
Vittoria per lui; il batuffolo di pelo sbucò fuori e prese l’amica alle spalle saltandole affettuosamente addosso.
La ragazzina ricambiò con un’affettuosa carezza in testa, chiedendosi come sua sorella Buttercup potesse chiamare “stupido cane” un animale tanto carino e simpatico.
-Che dici , Courage, facciamo un’altra partita? Ma stavolta mi nascondo io.-
Il cane annuì mettendosi dietro un cespuglio per contare, perché si, era intelligente a tal punto.
La ragazza non ebbe però il tempo di cominciare a pensare ad un nascondiglio che il cane rosa corse verso di lei abbaiando, per poi nascondersi dietro le sue gambe.
-Ehy, che ti succede? Stai calmo, va tutto bene.- cercò di calmarlo con una carezza sulla schiena.
Lui sembrò sentirsi meglio e poi le indicò il cespuglio in cui prima si era recato.
-C’è qualcosa lì?  Allora aspetta che vado a vedere.-
Il cucciolo guaì, come a volerle dire di non andare, ma la ragazzina non lo ascoltò.
Scostò i rami del cespuglio e lo vide.
-Wow, ma che cos’è?-
Allungò una mano per afferrare l’oggetto che tanto aveva spaventato il suo amico, ma un’ombra improvvisa apparve sopra di lei, costringendola a scansarsi per non essere schiacciata.
-Ma che cosa…?- si chiese confusa, con il cane messosi nuovamente dietro di lei, ancora più spaventato di prima.
Davanti a loro si ergeva un’imponente figura metallica, alta almeno due metri, con un mille scritto in bianco sul lato destro del busto.
Malgrado l’inespressività dei suoi occhi, Bubbles capì che non aveva buone intenzioni.
 
 
 
Buio.
La creatura giaceva incosciente in quel limbo che sembrava eterno.
Voleva chiederselo: da quanto era lì? Ne sarebbe mai venuto fuori? Se si, quando?
Ma non poteva fare niente, solo sentire le voci che si affollavano nella sua mente, una sopra l’altra, martellanti e pesanti.
Continuavano a tormentarlo.
-Dottore, sembra che la capsula si stia aprendo.-
-Accidenti, allora tra poco lo vedremo.-
-Secondo me è un bestione arrabbiato incontrollabile.-
-Tacete ferraglie, non mi serve la vostra telecronaca live-action.-
Un momento, quei suoni non provenivano dalla sua testa.
 
Per la prima volta, dopo innumerevoli anni…
 
“Queste voci…”
 
… la creatura sentì qualcosa che non provava da troppo tempo…
 
“…vengono da fuori…”
 
… l’istinto di vivere!
 
“… dove io dovrei stare.”
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Ora che non vi venga in mente che vedrete un capitolo nuovo ogni giorno, oggi si è trattato di un caso perché non avevo un beneamato da fare.
Forse starete pensando “Blossom e Dexter?! Sul serio?!” e, in effetti,  anche io all’inizio sono rimasto basito, eppure, man a mano che la storia andava avanti, mi sono reso conto che questa coppia era davvero bella e alla fine ho finito per tifarli.
Mi ritengo ufficialmente un fan della Blossom x Dexter.
Come potete vedere, inoltre, Bubbles e Courage sono stati attaccati, da chi? Fatevi le vostre supposizioni, intanto vi dico che potrebbero ricevere un aiuto inaspettato.
Per concludere, l’ultima frase, detta dalla “creatura” (che tanto ormai sapete tutti chi è) che si è appena svegliata, è presa dal primo film Pokémon “Mewtwo colpisce ancora.” (anche se mi chiedo il perché dell’ancora, visto che era la prima volta).
Io personalmente ci vedo molte affinità tra questo personaggio e Mewtwo, perciò ho voluto usare quella citazione, oltre che per celebrare uno dei miei Pokémon preferiti.
Detto questo, vi saluto e vi auguro buon proseguimento di giornata.
 

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Capitolo 3
*** Mettersi e andare d'accordo. ***


Il dottor Eggman si lisciò il baffo destro pensieroso.
Il segnale di rivelamento del suo E-1000 si era spento, l’opzione più probabile era che il robot fosse andato distrutto.
Di conseguenza, era ovvio che il Chaos Emerald era andato in mano a chi era stato l’artefice del gesto.
In un altro frangente avrebbe perso le staffe, cominciando a sbraitare come un forsennato per tutta la sala comandi, lanciando imprecazioni ad ogni dove e maledicendo chiunque gli capitasse a tiro (Decoe e Bocoe erano solitamente i destinatari delle sue “gentili” parole), ma non in quel caso.
La situazione, malgrado quell’apparente scivolone iniziale, era in realtà in discesa per lui.
Era praticamente certo che l’autore della distruzione del suo robot fosse Sonic, o comunque uno dei suoi pulciosi amichetti, e che il Chaos Emerald fosse in quel momento in mano al riccio blu che magari si stava pure prendendo gioco di lui.
Un sorrisone si allargò sul volto dell’uomo; che Sonic se la ridesse pure, tanto l’ultima risata sarebbe stata la sua.
Grazie a lui la sua vittoria era assolutamente certa e non c’erano variabili che tenessero, finchè sarebbe riuscito a giostrarlo, l’essere non avrebbe emesso la minima disapprovazione verso i suoi ordini.
Proprio come stabilito, la creatura si stava già dirigendo verso l’obiettivo che gli era stato indicato, non appena sarebbe stato il momento, avrebbe usato la ricetrasmittente per dargli il segnale d’inizio.
Ma non era ancora il momento, non era una cosa che andava fatta alla luce del giorno, avrebbe aspettato che avessero il favore della notte.
Sorridendo fieramente, l’uomo baffuto si rilassò sulla sedia della sala comandi della sua base, aspettando con assoluta calma che arrivasse il momento di entrare in azione.
-Caro Sonic, questa volta non riuscirai a scamparla.-
-Scampare a cosa?- chiese una vocetta curiosa alla sua sinistra.
-Oh semplicissimo, non riuscirà a scampare a…- il dottore interruppe la sua spiegazione quando si rese conto che quella non era la voce di nessuno dei suoi tre assistenti.
-Ma che diavolo…?- quando si voltò il suo campo visivo venne occupato da due grandi occhioni bianchi che lo fissavano curiosi, facendolo sobbalzare all’indietro con un grido di sorpresa.
-E tu chi diavolo sei? E come hai fatto ad entrare nella mia base?- puntò il dito accusatore verso la ragazzina albina che stava di fronte a lui; il fatto che la ragazzina in questione stesse galleggiando in aria non lo sorprese più di tanto, da quanto conosceva Sonic aveva visto cose ben più assurde o particolari.
L’albina gli rivolse un sorriso allegro e al tempo stesso enigmatico.
-Io mi chiamo Bell. Come sono entrata qui?! Ti ho seguito.- spiegò semplicemente lei.
Come aveva fatto a non notarla?
-Tu non sembri molto sveglio, a differenza di quell’altro. Lui se n’era accorto.-
Quell’altro?! Stava parlando di…
-E perché non mi avrebbe detto nulla?- chiese stizzito.
-Forse perché non glielo hai chiesto, tutto qui.- replicò lei alzando le spalle con un sorrisetto truffaldino, ottenendo l’effetto di far montare la collera del dottore.
-Ti piace scherzare, mocciosa?! Vediamo se ne avrai ancora voglia dopo che ti avrò dato una bella lezione.- e pigiò un pulsante sulla tastiera del computer principale.
Una porta laterale si aprì e ne uscì un robot identico a quello che aveva inviato per recuperare il primo Chaos Emerald, seppur la missione fosse fallita.
-Vai, E-1000, prendi a calci questa ragazzina!- ordinò il dottore, ansioso di liberarsi al più presto di lei.
Bell, dal canto suo, sorrise divertita.
-Sembra che sia il momento di giocare, vero Girly?- in quel momento sbucò sulla sua spalla una buffa creaturina che ricordava vagamente un cane di pezza con lo sguardo svampito e pure un po’ sciocco.
-Si gioca! Si gioca!- recitò questi, con una voce robotica che lasciava intendere che in realtà fosse una macchina, e la ragazzina si gettò in quarta verso il robot.
Questi le puntò contro il cannone che aveva al posto della mano destra (per la sinistra la situazione era la stessa, cannone al posto della mano)e fece fuoco, sparando una raffica di proiettili che vennero prontamente schivati.
La ragazzina si era rapidamente scansata di lato, per poi fare la linguaccia verso Eggman, facendolo infuriare ancora di più.
-Non azzardarti a sottovalutare il mio robot. Distrarti potrebbe risultarti fatale.-
Approfittando di quegli istanti, E-1000 si era portato davanti a lei più in fretta di quanto i suoi oltre due metri d’altezza lasciassero pensare e alzò il braccio destro, pronto a colpirla, ma ancora una volta lei si scansò di lato senza problemi.
-E’ troppo lento.- dichiarò birbante.
Il robot puntò stavolta il braccio sinistro verso di lei e caricò un missile di piccole dimensioni che sparò verso di lei.
Ancora una volta, Bell schivò l’attacco prendendo il volo, ma capì che l’attacco non era finito quando vide che, anziché schiantarsi contro il muro, l’arnese svoltò direzione, costringendola a volare per tutta la stanza per evitare di essere colpita.
-Boom boom.- mimò un’esplosione il suo piccolo amico, attaccato alla schiena di lei, mentre ancora volava a tutta velocità con il missile alle calcagna.
Il dottor Eggman se la rideva, convinto che stesse per sbarazzarsene.
-HA, è inutile che scappi, quel missile è guidato meccanicamente dallo stesso E-1000, finchè non ti colpirà non smetterà mai di pedinarti!-
Eppure non c’era il minimo segnale d’allarme sul volto della ragazzina albina.
-Allora qualcosa di buono lo sa fare.- decretò divertita, ma quel gioco non le stava piacendo più, era troppo noioso.
Con un rapido sprint aumentò la velocità e andò in direzione del robot di Eggman, ma anche il dottore se la rise.
-Povera sciocca, credi che non abbia capito cosa vuoi fare: vuoi portarti vicino ad E-1000 e scansarti all’ultimo, così che finisca per distruggersi col suo stesso attacco. Mi dispiace dirtelo, ma…- il dottore non ebbe il tempo di finire la sua spiegazione che la ragazzina si fiondò sul robot colpendolo con un calcio ben piazzato al centro del petto metallico, abbastanza forte da sfondare il rivestimento e creare un buco, dove numerosi cavi, alcuni dei quali spezzati in seguito all’impatto, facevano da scenario.
Seriamente danneggiata dal colpo, l’unità robotica non riuscì a tenere il controllo sul suo missile, che finì per disattivarsi e crollare al suolo, ormai privo di pericolosità alcuna.
Senza il minimo accenno di paura, d’altronde la sua programmazione non la prevedeva, il robot puntò nuovamente le braccia-fucile verso la sua avversaria, questa però le afferrò saldamente mentre queste caricavano il colpo.
-Il gioco è finito!- decretò lei, piegando le canne dei fucili verso il volto del robot, questi inviò troppo tardi il segnale di interrompere l’attacco e finì per colpirsi da solo.
Con il sistema centrale ormai ridotto a colabrodo, l’unità robotica E-1000 crollò al suolo inerme.
Il dottor Eggman rimase basito: quella ragazzina aveva sconfitto senza problemi uno dei suoi robot e, a giudicare dal fatto che non mostrava il minimo cenno di stanchezza, non doveva neanche essersi impegnata più di tanto.
-Avrei potuto fare prima, ma volevo divertirmi un po’.- glielo confermò involontariamente, rivolgendogli un occhiolino derisorio, unito alla pernacchia del suo robot-pupazzo.
-Ma si può sapere chi sei davvero, ragazzina?-
 
 
 
-“Testa d’uovo ne è uscito con le ossa rotte dalla faccenda di Chaos, credo che per un po’ non farà sentir parlare di se.” dicevi, brutto idiota deficiente. Lo abbiamo visto come non ha fatto niente, abbiamo rischiato di farci fregare il Chaos Emerald come degli scemi.-
Il gancio destro di Knuckles the Echidna si abbatté impietoso sul cranio di Sonic the Hedgehog, lasciandolo dolorante a terra a massaggiarsi la testa in preda ai lamenti.
-Ma fate così spesso?- chiese sarcastica Buttercup all’indirizzo dei due mobiani.
I due animali antropomorfi e le sorelle  Utonium erano riuniti nel salotto di casa loro e stavano discutendo tranquillamente, tenendo esclusi i tentativi di Knuckles di strangolare Sonic mentre gli mollava insulti.
L’oggetto della discussione era il Chaos Emerald blu che in quel momento era in mano a Bubbles.
La ragazzina non aveva avuto troppi problemi a sconfiggere l’E-1000 che le era stato mandato contro e prendere la gemma che stata inizialmente trovata da Courage e quando Tails era arrivato sul posto la battaglia era già terminata. (Knuckles: E meno male che dovevamo aiutare la sua autostima, autore del c***o.; Io: Ma fatti i fatti tuoi, impedito!)
L’unica cosa che il volpino dovette fare fu avvisare rapidamente i suoi due amici per spiegargli le cose; tempo cinque minuti che Sonic e Knuckles erano già arrivati.
-Credo di soffrire il mal di Sonic.- aveva biascicato l’echidna, verde in volto, quando erano arrivati; aveva avuto modo di imparare che farsi dare un passaggio da Sonic quando questi correva a velocità a dir poco esagerate non era una buona pensata, e soprattutto non faceva bene allo stomaco.
Il problema era che la situazione non si sbloccava, in quanto Sonic e Knuckles passarono i successivi minuti a bisticciare come bambini sotto gli sguardi confusi delle tre sorelle (e i commenti sarcastici di Buttercup).
-Ehm, scusate, non dovevamo discutere riguardo il Chaos Emerald?- chiese gentilmente Blossom, attirando l’attenzione dei due mobiani che si stavano tirando i capelli a vicenda.
Fu Knuckles a schiarirsi la gola e prendere la parola.
-Allora, innanzitutto mi scuso per il comportamento vergognoso che abbiamo tenuto…-
-Scusati per te stesso e basta.- ribattè offeso Sonic, ricevendo un pestone.
-Taci, citrullo! Secondo, ringrazio vostra sorella per avere recuperato il Chaos Emerald prima del robot di Eggman, non che avessimo dubbi sul nostro amico Tails, ma per questione di tempistica saremmo stati fregati. Grazie ancora, Sonic.- non mancò di biascicare all’indirizzo del blu che rispose con una linguaccia.
Secondo il pensiero di Bubbles c’era qualcosa di tenero nel loro litigare, ma più probabilmente era dovuto al fatto che le piacevano gli animali, che poi si trattasse di animali antropomorfi era irrilevanti, sempre animali erano.
-Non li trovate carini?- le sue sorelle non erano della stessa opinione.
-Ehm… in un certo senso.- cercò di uscirsene Blossom senza far capire che il pensiero non l’aveva neanche sfiorata.
-A me sembrano ridicoli. Il rosso poi mi sembra davvero messo male- lo spirito orgoglioso di Knuckles ne uscì scalfito.
-Messa male sarà tua sorella… senza offesa. Sentiamo, perché sarei messo male?- si scusò con le altre due, poi lui e Buttercup cominciarono a lanciarsi sguardi al veleno.
-Di certo uno che litiga come un bambino, dimostrandosi incapace di gestire la situazione non mi pare uno che sta bene.-
-Se ti ritrovassi ad avere a che fare con gente come Sonic tutti i giorni, tu saresti già finita in un ospedale per esauriti mentali.-
-Perché deve sempre tirarmi in mezzo, mi chiedo.-
Si confidò il riccio blu con le altre due, intanto che l’assurdo dibattito, nato senza ragione ma destinato a protrarsi per le lunghe, andava avanti.
-Certo, è la classica scusa che usano i perdenti senza spina dorsale per non ammettere che sono patetici.-
-Ah sì, lo vedi questo?! E’ il mio pugno, continuiamo così e percorrerà una traiettoria che lo porterà ad avere un “incontro di cortesia” col tuo zigomo, a quel punto vedremo chi sarà patetico.-
Per un attimo, ai tre spettatori sembrò di vedere saette guizzare dagli occhi di entrambi e scontrarsi a metà strada.
-Sai Sonic, credo che il tuo amico Knuckles dovrebbe andare alle lezioni di meditazione del professor Jack, potrebbero essergli utili, certo, se ha la stessa soglia d’attenzione di Buttercup  stiamo messi bene.- aggiunse Bubbles spiritosa.
 
 
 
-Devo ammettere che di rado mi è capitato di imbattermi in un tale prodigio della meccanica.- ammise compiaciuto Dexter, rimirando la maestosa figura metallica del Tornado X.
Senza nemmeno il bisogno di parlarsi, tra lui e Tails, non appena si erano incrociati, si era come creata una specie di intesa psicologica, Buttercup l’aveva chiamata “Attrazione reciproca tra nerd”.
Motivo per cui, mentre gli altri erano intenti a discutere della faccenda del Chaos Emerald, i due geni precoci si erano temporaneamente stabiliti nel giardino di fronte casa Utonium, dove Tails stava illustrando al giovane scienziato tutte le caratteristiche del suo orgoglio meccanico.
-E pensa che l’ho dotato pure di una seconda forma, attivando la modalità Terra il Tornado X assume un aspetto più antropomorfo, poggiandosi su due sistemi simili a gambe, perfettamente in grado di sostenerne il peso e con cui è possibile muoversi anche su terreni molto accidentati.-
-Non lo nego, la cosa mi affascina non poco.- confermò il ragazzino dai capelli rossi, dentro di se al settimo cielo per aver trovato qualcuno che condivideva le su stesse passioni e con cui poteva parlare ricorrendo a termini scientifici senza essere guardato come uno psicopatico.
I due sospirarono estasiati ed enunciarono in contemporanea -Grande cosa la meccanica.-
Era senza dubbio un’intesa-lampo.
I due poi si voltarono in direzione della casa.
-Si saranno messi d’accordo?- chiese Tails.
Dexter si sistemò gli occhiali con aria riflessiva.
-Dipende… per caso tra i tuoi amici c’è qualche… testa calda amante delle scazzottate.?-
-Ci sarebbe Knuckles, non che lui sia il tipo da fare a pugni senza ragione, ma è estremamente irritabile, quindi provocarlo assicura la sua reazione.-
Tails sentì il bisogno di preoccuparsi dopo che Dexter si chiuse in un breve silenzio.
-E’ una brutta cosa?-
-Lui e Buttercup a quest’ora saranno già diventati “grandi amici”… il tuo amico Knuckles è forte?-
-Potrebbe spaccare in due una montagna se volesse.- e a quell’ammissione il genio con gli occhiali sorrise compiaciuto.
-Molto bene.- se le sue previsioni si fossero rivelate esatte, entro qualche minuto avrebbero visto uscire l’echidna  e la ragazzina mora pronti a suonarsele e cantarsela in ogni modo.
E, dentro di se non riusciva a negarlo, non gli sarebbe dispiaciuto vederla stremata al suolo dopo un bel pestaggio.
In effetti, non era esattamente un segreto che tra lui e Buttercup non scorresse buon sangue, lui la riteneva una violenta manesca, lei non sopportava di vederlo vicino a sua sorella.
Le sue previsioni sembrarono sul punto di concretizzarsi quando la porta si spalancò di botto e le due figure interessate si fermarono sulla soglia per rivolgersi uno sguardo astioso.
Tails strinse i denti preoccupato, Dexter si sistemò gli occhiali, pronto per lo spettacolo.
Ma, contro le su previsioni, nessuno dei due alzò mano sull’altro.
Anzi, la ragazza e l’echidna ora si stavano rivolgendo un ghigno complice.
-Sei tosta ragazzina, si vede che non sei una che si fa mettere i piedi in testa.-
-Anche tu non sei male, rosso. Da come me l’hai descritto, per sopportare uno come quel Sonic bisogna avere dei nervi d’acciaio temprato, e sicuramente tu li hai.-
In seguito fecero incontrare i pugni in segno d’intesa.
Dexter era immobile, Tails invece si voltò verso un immaginario schermo.
-Giusto per spiegarvi come stanno le cose; in base a quanto ho appena visto, posso formulare questa seguente ipotesi: gli elementi in questione, tali Buttercup e Knuckles, hanno dimostrato, dopo un’iniziale atteggiamento di reciproco allontanamento, una forte intesa tra di loro, meglio riassumibile come “amicizia istantanea”; la motivazione di tale rapporto instauratosi in un lasso di tempo estremamente ridotto va ricercata, con un’alta percentuale di probabilità, nel comune accordo nel ritenere un soggetto un possibile mezzo di fastidio, che va ricercato nella figura di Sonic the Hedgehog. Detto più semplicemente: il ritenere Sonic uno scemo gli ha dato un punto di comunicazione, ora si sono presi in simpatia.-
-DIAMOCI UN TAGLIO CON LE SPIEGAZIONI DA NERD!- urlarono i due soggetti in questione, interrompendo l’illustrazione del volpino.
Il riccio blu e le altre due supereroine avevano visto la scena dalla finestra della cucina.
-Mi fa piacere vedere che non vi hanno buttato giù la casa, ancora più piacere mi da il sapere che il merito è mio.- si vantò sorseggiando una tazza di caffé.
-Per il Chaos Emerald siamo d’accordo allora?- gli domandò poi Blossom.
-Ovviamente sì: ve lo lasciamo fino a domani in modo che vostro padre possa analizzarlo e costruire un radar per rintracciare gli altri. Così avremo un radar a gruppo e, quando la scuola ve lo permetterà, ci aiuterete a cercarli.- i due si strinsero la mano per siglare quella temporanea alleanza.
-EVVAI, UNA NUOVA AVVENTURA E’ ALLE PORTE!-
L’urlo entusiastico di Bubbles rischiò di assordare tutto il quartiere.
-Bubbles, dannazione, non gridare, o ci romperai i timpani uno di questi giorni.-
 
 
 
-Promettimelo…ti prego, fallo per me.-
La lieve vibrazione della ricetrasmittente lo costrinse ad interrompere il flusso dei suoi pensieri.
-Sì?- sapeva già chi c’era dall’altra parte, ma fu comunque sgarbato nel rivolgersi a lui.
-Ehy, non parlarmi con questo tono! Tanto per cominciare: tu prima ti eri accorto che c’era quella misteriosa ragazzina che ci stava pedinando; perché non mi hai avvisato o non te ne sei occupato direttamente?-
-Lei non me l’ha chiesto.- sentì uno sbuffo contrariato dall’altro lato.
-Ad ogni modo, perché mi sta chiamando, il piano ha subito modifiche?-
-Vedo che sei perspicace, ci hai azzeccato. Devi andartene da Station Square, il nostro obbiettivo non è più lì, prima di raggiungerlo, comunque, recati a Radical Highway. Lì verrai raggiunto da due nostri nuovi alleati, hanno qualcosa da consegnarti.- la voce del dottor Eggman si interruppe.
Spense anche lui la ricetrasmittente, poi si voltò in direzione della luna piena che illuminava le strade della città, salvandole dalla totale oscurità.
Ma se davvero gli abitanti di quello stupido pianeta pensavano che la luce della luna fosse un’ancora di salvezza contro l’oscurità, avrebbero avuto da ricredersi.
-Voi neanche immaginate cosa siano le vere tenebre, ben presto, avrete modo di rendervene conto.-
Lasciò il vicolo nel quale si trovava, scattando a razzo verso il suo nuovo obbiettivo.
Intanto, nell’oscurità del vicolo da cui era appena uscito, due occhi rossi come le fiamme dell’Inferno scintillarono sinistri, accompagnati da un molesto suono di chele che scoccavano.
-Sembra che, tra non molto, ci sarà da divertirsi.-
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Allora, non so se vi aspettavate un po’ più d’azione in questo capitolo, ma posso dirvi soltanto di non avere fretta.
Innanzitutto, che ne pensate di Bell? Se  avete già letto il fumetto di cui vi ho lasciato il link nel primo capitolo, allora saprete già chi sono lei e il suo robot, in caso contrario… andatevelo a leggere, sfaticati! A parte gli scherzi, se volete chiedere fate pure.
Sembra inoltre che i due gruppi coinvolti abbiano trovato una comune intesa, Buttercup e Knuckles più di tutti (non so voi, ma io c’è li vedo ad andare d’accordo, sarà perché, essendo due patiti della forza bruta, hanno un bel punto di comune accordo), ma ciò non significa che le cose siano destinate a proseguire bene.
Il nuovo emissario di Eggman sta raggiungendo la nuova destinazione indicatagli, dove troverà questi due nuovi alleati; chi saranno? E chi lo stava osservando alla fine?
Ve lo state chiedendo? Se sì, dovete solo aspettare i prossimi capitoli per sapere le risposte.
Arrivederci.
 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** In fuga dalle autorità. ***


-Vi diamo il benvenuto a quest’edizione speciale pomeridiana del nostro notiziario: l’esercito è ancora sulle tracce di Sonic the Hedgehog, ma le ricerche non hanno ancora dato alcun risultato. Il riccio blu, reo di aver raso al suolo il quartiere di Radical Highway, ieri notte, sembra essersi volatilizzato senza lasciare alcuna traccia di se. L’esercito dei G.U.N ha annunciato che continuerà le ricerche del riccio blu fino alla sua cattura. Per ricordare a chi eventualmente fosse ancora all’oscuro di tale scenario, il riccio blu, ritenuto da tutti un eroe che stava acquisendo sempre più fama, ieri è stato protagonista di un vero e proprio massacro: il quartiere di Radical Highway è ormai un cumulo di macerie e centinaia di persone sono morte, senza tener conto dei numerosi feriti, gravi e non. Che il grande paladino della giustizia in realtà fosse solo una maschera per ingannarci così da agire indisturbato una volta deciso di mostrarsi per quello che è veramente?! I fatti sembrano dimostrare questo. Vi terremo informati se ci saranno ulteriori aggiornamenti, intanto vi lasciamo con le riprese del tragico evento avvenuto ieri sera, consigliamo ai più deboli di cuore di astenersi dall’osservare.-
Malgrado il telecronista avesse cercato di essere freddo e controllato durante il suo reportage, la sua voce tradiva un accenno di tensione e paura, unita ad un qualcosa che sembrava rabbia; rabbia che, ne era convinto, era condivisa da tanti altri
Il loro grande idolo, colui che molti ritenevano il loro protettore, che li avrebbe sempre difesi dal male e dai pericoli, si era rivelato in realtà il pericolo più grande.
-Sonic the Hedgehog è stato ufficialmente etichettato come “nemico pubblico”!-
 
 
 
Knuckles the Echidna sbattè il pugno sul tavolo, trattenendo notevolmente la sua forza per non romperlo come nulla, ma in quel momento avrebbe voluto spaccare tutto per la rabbia.
-NON CI POSSO CREDERE, E’ UN QUALCOSA DI ASSURDO!-
L’echidna era davvero fuori di se, non riusciva a credere che quegli ingrati cambiassero idea per così poco, dopo tutto quello che Sonic aveva fatto per loro.
-Knuckles, per favore, cerca di calmarti.- cercò di riportarlo alla ragione Tails.
-Come faccio a calmarmi, guarda quelle immagini e dimmi cosa vedi!-
Le immagini del notiziario mostravano i cumuli fumanti di quelle che, fino alla sera prima, erano i grattacieli e le autostrade di Radical Highway, ormai ridotta ad un ammasso di sassi e metalli, un vero cimitero.
I video della sera precedente mostravano una figura dalle fattezze irsute lanciare raggi d’energia che radevano al suolo tutto ciò che incontravano e che non risparmiavano eventuali civili sulle loro traiettorie.
A Tails facevano male quelle scene, stesso dicasi per i membri della famiglia Utonium, che non riuscivano a credere che fosse davvero Sonic l’artefice di quell’atto malvagio e crudele.
Doveva esserci per forza qualcosa sotto, del resto le immagini non mostravano chiaramente l’identità dell’assassino, si vedeva una figura che ricordava quella di Sonic, ma niente di certo.
-Lo ammetto: Sonic è pieno di difetti, niente da eccepire su questo, ma ha sempre combattuto per il bene e la giustizia, non si è mai tirato indietro quando si trattava di aiutare gli altri. Mi fa veramente incazzare vedere come certe persone siano così volubili: prima lo ammiravano, ora lo odiano e lo vorrebbero morto perché lo ritengono colpevole senza avere alcuna prova.- si sfogò ancora il rosso.
Buttercup brontolò disgustata, era perfettamente d’accordo con lui, bastava davvero così poco? Per cancellare tutto quello di buono che uno faceva bastava davvero il sospetto di un crimine, si violento, ma non dimostrato?
-E’ un vero schifo: non hanno nessuna prova, ma non ci hanno messo un attimo a puntare il dito contro.-
-Ma allora chi potrebbe essere quella figura? Se non è Sonic, non si può negare che gli somigli davvero molto.- ragionò Blossom ad alta voce, dando suono ai pensieri di tutti.
Era la domanda da un milione di dollari (ring, per i mobiani): chi diavolo era quell’essere così simile a Sonic?
-Il dottor Eggman.- se ne uscì all’improvviso il padre delle tre ragazzine.
-In che senso, mi scusi?- cercò di capirci meglio il volpino.
-Potrebbe essere sua la responsabilità di tutto ciò. Dopo tutto, è uno scienziato la cui intelligenza è alquanto nota, sarebbe perfettamente capace di creare un robot le cui fattezze ricordino quelle del vostro amico per incastrarlo e farlo finire sotto una luce negativa.- si spiegò poi il padre/creatore delle tre, e la sua era una soluzione che Tails non si sentì di trascurare, anzi, vi erano alte probabilità che fosse corretta.
Non potè esprimere il suo assenso che un trillò proveniente da una delle sue code lo costrinse.
-Ehm… scusate.- infilò una mano e ne tirò fuori il suo cellulare.
-Pronto?!-
-TAILS, COME STA IL MIO SONIC?- l’urlo femminile giunto dall’altra parte dell’apparecchio lo mandò a terra e venne udito anche dagli astanti nel salotto.
-Amy?! Hai saputo anche tu, vero?!-
Mentre il volpino cominciò a discutere con la stalker personale di Sonic, gli altri cercarono di accordarsi su come agire.
-Allora? Come dovremmo agire? Perché se il vostro intento è stare fermi a non far nulla, vi dico già da ora che io sono assolutamente contraria.- brontolò Buttercup, con le braccia incrociate.
-Beh…- cominciò Blossom, mettendosi una mano sotto al mento per riflettere -… potremmo andare alla ricerca dei Chaos Emerald. Dopo tutto, ieri Bubbles è stata attaccata da un robot di Eggman che voleva prenderlo, quindi bisogna presumere che li stia cercando.-
-In questo modo si potrebbe avere l’occasione di incontrare questo misterioso “clone” di Sonic e cercare le prove che lo riabiliterebbero agli occhi di tutti.- concluse il professore, intuendo il ragionamento della figlia artificiale.
-In questo modo aiuteremo Sonic e salveremo anche il mondo.- concluse la biondina.
Knuckles annuì accordante.
-Molto bene, Tails, qui abbiamo deciso come agire. Io e le ragazzine andiamo a cercare il primo Chaos Emerald che si manifesterà; tu e il professore, intanto, completate la costruzione dell’altro radar, così la prossima volta potremo dividerci in due gruppi.-
Il volpino annuì, ancora al telefono.
-Ok Amy, qui stiamo per entrare in azione. No, ti ho detto, non posso passarti Sonic perché non è qui. Dopo che stamattina abbiamo visto il primo notiziario lo abbiamo convinto, non è stato poi così difficile, a non stare fermo nello stesso posto per troppo tempo, in questo modo non lo avrebbero catturato. Ora sarà chissà dove a correre, mi auguro solo che non faccia un colpo di testa tipico dei suoi. Già la sa situazione è grave, se la peggiora rischia grosso.-
 
 
 
 
-Ditemi un po’ se un eroe del mio calibro deve ridursi a questo, ma per favore.- si lamentò il riccio blu lanciando un sasso nell’acqua stagnante.
Si soffermò per qualche istante a osservare i cerchi concentrici che si allargavano dal centro in cui la pietra era caduta, come se in essi avesse potuto trovare la risposta ai suoi problemi.
Poi sospirò frustrato e andò a sedersi vicino al muro fognario, stando attento all’eventuale presenza di ratti, scarafaggi o altre creaturina alquanto disgustose.
In quel momento c’è l’aveva con se stesso per essersi fatto venire in mente di spostarsi di zona in zona attraverso le reti fognarie.
Se da un lato si era rivelata una strategia efficace, che gli aveva permesso di restare occultato senza concedere il benché minimo avvistamento (e trovò la forza di complimentarsi con se stesso per la pensata), dall’altra parte lo faceva sentire costretto.
Non che li non potesse correre alla velocità della luce, ma il buio quasi totale, che li era perenne per ovvie ragioni, rendeva molto complicato il riuscire a vedere subito eventuali svolte, il che sarebbe equivalso a farsi un tuffo fuori programma in quell’acqua putrida.
Il solo pensiero lo disgustava: già lui con l’acqua aveva un rapporto non esattamente idilliaco, se poi questa era pure condita con rifiuti e materiali di scarto (sulla cui identità o provenienza era meglio restare all’oscuro... scusate il gioco di parole), allora l’invito a buttarsi era “gentilmente” declinato.
Per non tirare in ballo l’argomento panorama: o muri, o fiumi di acque ripugnanti, questi erano i possibili spettacoli che gli si protraevano allo sguardo, niente a che vedere con i fantastici paesaggi di montagna a cui era abituato da tempo.
E, per concludere, l’aria irrespirabile che appestava quel posto; per lui poi, abituato alla fresca e salutare aria dei monti e delle campagne, era un vero invito a desiderare di non avere il senso dell’olfatto.
Fu anche tentato di andare a rubare uno di quegli alberelli profumati che la gente metteva nelle proprie auto e legarselo al naso, ma avrebbe significato scoprirsi, e dare nell’occhio era l’ultima cosa che doveva fare in quel frangente, andando contro il suo grande esibizionismo.
A conti fatti, muoversi attraverso le fogne non era stata un’idea tanto brillante.
“Stupido cervello! Ora ho un motivo in più per lasciare spazio all’impulsività durante le lotte.” Pensò rammaricato.
Diamine, quanto stava odiando quella situazione, ma di certo non sarebbe rimasto con le mani in mano.
Era ovvio che ci fosse lo zampino di Eggman in quella faccenda, probabilmente c’entrava di nuovo Metal Sonic, il suo “gemello” di metallo.
Gli somigliava moltissimo, in fondo, quindi c’era la possibilità che fosse lui l’artefice di quel gesto malvagio e spregevole.
Ma senza prove non avrebbe dimostrato niente, con le parole ci avrebbe ricavato poco o nulla, quindi tanto valeva mandare al diavolo la prudenza e gettarsi nella mischia.
E che cavolo, si stava nascondendo da mezza giornata, era stato nelle retrovie troppo a lungo.
Si alzò in piedi con uno scatto e andò alla ricerca della rampa di scale più vicina; che i G.U.N lo cercassero pure, il difficile per loro sarebbe stato riuscire a prenderlo.
-Mi dispiace ragazzi, ma il grande Sonic the Hedgehog non può restare dietro le quinte, il palcoscenico principale mi aspetta… e vada come deve andare.-
Alla fine aveva prevalso l’istinto.
 
 
 
-Non so voi, ma credo di essermi fatto un’idea del perché la chiamano White Jungle.- mugugnò infastidito Knuckles, tirando fuori dal nulla un ombrello rosso che aprì all’istante per proteggere la testa da una sostanza bianca non meglio identificata che aveva minacciato di finirgli addosso.
Dietro di lui Buttercup e Bubbles (Blossom aveva deciso di recarsi da Dexter per analizzare insieme a lui le immagini del notiziario e cercare eventuali indizi che magari, nella fretta, prima non avevano notato; Buttercup aveva storto il naso, Bubbles aveva sospirato qualcosa riguardo l’amore), ombrello verde per la prima, giallo per la seconda.
Era già da qualche ora che si aggiravano per i fitti meandri della foresta e le piante intricate rendevano difficile spostarsi, motivo per cui spesso l’echidna e la mora avevano fatto ricorso ai loro fedeli ganci per buttare giù qualche vegetale di troppo.
-Già, quegli stupidi uccellacci che sorvolano queste zone, sarei tentata di abbatterli uno per uno e mangiarli a cena.- si aggregò presto al suo nuovo amico nel loro odio comune per quelle bestiacce, anche se Bubbles si chiese se quegli uccelli simili ad avvoltoi fossero commestibili, pensando poi che quei due non ci avrebbero neanche badato a quel dettaglio.
All’inizio se l’erano chiesto il perché del nome White Jungle, poi, dopo pochi minuti, Knuckles venne bersagliato sulla testa da una strana sostanza bianca puzzolente.
Quando i tre alzarono lo sguardo e videro i volatili, Knuckles lanciò un urlo imbestialito, dovuto all’essersi reso conto di quale fosse la “provenienza” di quella schifezza.
In un primo momento Bubbles aveva suggerito di spostarsi in volo, e l’idea era anche sensata, ma ebbero modo di verificare che non era applicabile per due motivi, di cui si erano resi conto al loro arrivo.
Il primo: gli alberi di quella foresta erano troppo fitti e non lasciavano intravedere un fico secco del paesaggio sottostante.
Il secondo: quegli uccellacci bastardi, oltre che bravi “bersaglieri”, avevano anche un alto senso della territorialità e spostarsi troppo in alto attirava le loro ire e loro tre non volevano problemi, non più di quanti già non ne avessero.
-Che cosa dice il radar?- alla domanda di Bubbles, l’echidna diede un’altra occhiata al congegno elettronico, non che fosse mai stato un asso nell’utilizzare certi apparecchi, ma, per sua fortuna, Tails gli aveva quelle poche nozioni necessarie.
-Siamo vicini, ormai non manca molto.-
E infatti, dopo pochi minuti, il trio giunse in una radura spoglia di alberi dove faceva capolino una costruzione in pietra di ridotte dimensioni, dall’aspetto vagamente simile ad un tempietto di qualche popolazione sudamericana.
Knuckles diede un’altra occhiata -Pare proprio che sia li dentro.-
Ma non ebbero il tempo di andare a verificare che, nell’arco di qualche secondo, vennero accerchiati da una quindicina di figure robotiche che riconobbero presto come gli E-1000, i robot da combattimento di Eggman basati sul modello di E-102 Gamma, sebbene, in fatto di forza e sentimenti, non avessero nulla da spartire col prototipo originale.
Alcuni di loro erano sporchi in più punti della stessa “sostanza” che aveva minacciato le loro teste per tutta la durata del tragitto, chiaro segno che gli uccelli li in alto non avevano gradito neanche la loro di presenza.
Buttercup, dopo un breve istante di sorpresa, sorrise gasata e si sgranchì le nocche.
-Finalmente meniamo un po’ le mani.- e si gettò sparata sul robot più vicino, trapassandogli la testa con un gancio destro ben piazzato.
-Fuori uno!- esultò.
Knuckles, per quanto seccato dal fatto che Eggman fosse un’eterna rottura di scatole, non resistette al richiamo della battaglia e si gettò nella mischia, lasciando il radar a Bubbles e chiedendole di andare alla ricerca del Chaos Emerald mentre loro stendevano quei rottami.
Con una rapidità sorprendente, l’echidna scavò un buco nel terreno in cui andò ad infilarsi per sfuggire ad una raffica di proiettili.
Scavando con grande velocità e maestria, si portò sotto uno dei robot e lo afferrò per i piedi, trascinandolo giù.
Il rumore di metallo che veniva ripetutamente percosso lasciava intendere cosa stesse accadendo.
Subito dopo fuoriuscì alle spalle di un altro robot e gli fracassò il cranio metallico con un colpo a mani unite, nel mentre Buttercup staccava un braccio ad un altro robot mentre questi caricava un raggio d’energia, che puntò subito verso il petto di questi distruggendolo.
Brandendo poi lo stesso arto metallico come una mazza, lo suonò in testa ad un altro E-1000.
Un terzo dei robot era già crollato a terra.
Knuckles e Buttercup si ritrovarono spalle contro spalle, accerchiati dal resto delle unità robotiche.
Tutti e dieci i robot caricarono un razzo nel cannone sinistro e puntarono verso di loro.
I due si rivolsero uno sguardo di intesa e si presero istantaneamente per mano.
Non appena i robot fecero fuoco, Buttercup prese il volo portando l’echidna con se, i missili si scontrarono creando una piccola esplosione.
Il polverone che ne scaturì oscuro lievemente la vista degli automi, ma i loro avversari, dall’alto, avevano una buona visuale.
-Lanciami adesso!- con un rapido volteggio, la mora lanciò il rosso a tutta velocità; questi a pugni protesi, stese un altro dei robot, mentre lei ne atterrava un altro con calcio ad ascia.
-Ehy Buttercup, sei brava a giocare a calcio?-
Capì il senso di quella domanda quando vide l’echidna arrotolarsi su stesso e cominciare a girare velocemente.
Prontamente lo raggiunse e lo spedì con un calcio destro verso uno dei robot ancora in piedi.
La forza combinata dei due portò la sfera rossa a trapassare il corpo dell’automa.
Sfruttando il rimbalzo, Knuckles stese altri due di loro, Buttercup intanto, con un calcio basso fece inciampare un altro robot, poi lo fece volare con un calcio dal basso sulla schiena, il robot finì a terra con un forte schianto.
Poi, dopo aver evitato un manrovescio, la ragazza caricò il pugno destro di un’aura di energia verde e ne colpì un altro, staccando la parte superiore del corpo da quella inferiore.
In seguito entrambi sollevarono un E-1000 di peso e li fecero cozzare l’uno contro l’altro.
Quando i due automi crollarono disattivati al suolo, si voltarono verso l’ultimo rimasto.
-Insieme?-
-Insieme.-
Partirono all’unisono, schivando agilmente una raffica di proiettili con un rapido balzo; scesero in picchiata e, praticamente all’unisono, colpirono l’ultimo automa con un montante che lo scaraventò in aria e, dopo avergli fatto percorrere una traiettoria ad arco, lo portò a scavare un solco nel suolo, dove si spense definitivamente.
I due si lanciarono uno sguardo d’inteso e fecero scontrare i pugni.
-Ottimo lavoro, collega, non avevano nessuna speranza contro di noi!-
-Puoi dirlo forte!-
La soddisfazione dei due aumentò ancora di più quando notarono la familiare figura di Bubbles uscire dal tempietto stringendo tra le mani una gemma di colore azzurro.
-Ragazzi, l’ho trovato!- annunciò entusiasta, guadagnando un pollice alzato da parte della sorella.
Al che Knuckles si lasciò andare ad un sospiro di sollievo.
-Molto bene. Dai, lanciamelo e torniamo a Megaville. Sta per tramontare il sole e di certo non voglio passare qui la notte.- la incitò prontamente.
Malgrado tutto, quella giornata era stata proficua.
Era quello che tutti e tre stavano pensando mentre la biondina lanciava la gemma in direzione dell’echidna, ma quel pensiero fu presto rimpiazzato da un senso di sorpresa quando la gemma non arrivò mai tra le mani del rosso, poiché una figura apparì di soppiatto e lo sgraffignò al volo.
I tre si voltarono verso la misteriosa figura che stava sospesa in aria grazie ad un paio d’ali membranose, una figura che Knuckles aveva già avuto il dispiacere di incontrare.
-TU?!-
-Io.-
Rouge the Bat, cacciatrice di tesori e ladra di gioielli, la donna più odiosa che Knuckles affermava di aver mai conosciuto, stringeva il Chaos Emerald tra le mani.
-Si può sapere chi diavolo è questa? E perché ci ha rubato il chaos Emerald?- si montò furiosa Buttercup, indicando (in barba alle buone maniere che lo vedevano come maleducazione) indignata la pipistrella che li fissava con un sorrisetto malizioso e derisorio.
-Rouge the Bat, non immagini che dispiacere rivederti. Stai lavorando per Eggman, dico bene?! Sei la solita sporca ladra!- biascicò acido il rosso.
-Anche se fosse?! Credimi, faccio più i miei interessi che quelli di Eggman, tesorino. E poi non parlarmi così, sai che ci resto male.- fece la finta offesa, facendolo arrabbiare ancora di più.
Buttercup non era però propensa a perdere tempo -Mi sono stufata! Ora io vengo lì e ti gonfio di botte!-
Ma Rouge si dimostrò previdente; prima che i suoi tre opponenti potessero agire, tirò fuori una bomba fumogena e la buttò a terra.
Il mobiani e le due supereroine tossirono per il fumo e per alcuni istanti non riuscirono a vedere niente; quando il fumo si diradò, di Rouge non c’era più traccia, si era dileguata con sorprendente velocità.
Buttercup sbattè un pugno a terra ringhiando furiosa.
-Accidenti.-
Knuckles non era certo di meno, stava stringendo i denti e trattenendosi per non esplodere in uno sfogo di immense proporzioni.
-Wow Knuckles, non immaginavo che la tua fidanzata fosse tua avversaria.- a quel commento sorpreso di Bubbles, divenne tutto rosso e, pochi secondi dopo, mandò al diavolo quel poco di autocontrollo che si era imposto.
-MA CHE CAZZO DICI?! FIGURARSI SE UNA COME LEI POTREBBE MAI ESSERE LA MIA FIDANZATA. CHE TI PASSA PER LA TESTA?-
 
 
 
-D’accordo, anche seguire l’istinto non è stata poi questa gran bell’idea.- constatò Sonic the Hedgehog mentre correva per le strade di Station Square inseguito da un gruppo di Mecha che recavano la scritta G.U.N. sul fianco destro.
Malgrado l’imponente mole quei robot giganti erano sorprendentemente rapidi, merito dei reattori che avevano impiantati di dietro.
Non che non fosse in grado di sconfiggerli, ma voleva evitare di ferire i piloti di quegli affari, alla fin fine loro credevano che lui fosse il cattivo, non erano malvagi.
Di certo però non poteva continuare a scappare in eterno, o si inventava un modo per seminarli, o si fermava a combattere.
“Beh, non è il caso di attaccare, se già mi vedono sotto una cattiva luce, una mia reazione non farà che convincerli ulteriormente che sono davvero io il cattivo di questa storia.”
Dunque la soluzione era soltanto una.
Con un repentino scatto tipico dei suoi, il riccio blu prese notevolmente le distanze dai suoi inseguitori, che tentarono invano di stargli dietro.
Accertatosi di essere ad una distanza sufficiente affinché non lo vedessero, si infilò lestamente dentro un anfratto fra due edifici, aspettando che lo superassero.
Una volta che li vide allontanarsi, Sonic uscì fuori e rivolse una linguaccia verso la direzione per cui si erano allontanati.
-Ci si vede, banda di stupidi, ne deve passare ancora di tempo prima che qualcuno possa mettere nel sacco il grande Sonic.-
Ma non appena si voltò si trovò davanti l’imponente mole metallica di un Mecha rimasto indietro, apposta per aspettarlo.
Al riccio blu scese una goccia di sudore stilizzata lungo la tempia.
-Accidenti, non immaginavo che avrebbero previsto quella mia mossa.- prima che reagisse venne colpito da un calcio dell’automa che lo spinse a terra.
-Cavoli, fa più male del previsto.- constatò, mentre si massaggiava il volto dolorante, nel tanto che la figura imponente incombeva su di lui.
“D’accordo, se proprio non si può evitare, allora gli darò una lezione che non dimenticherà mai!” decise, determinato a vendere cara la pelle.
Il robot alzò il piede per cercare di schiacciarlo, ma il riccio era troppo veloce per farsi colpire.
Scansato il colpo, Sonic tirò fuori il Ring che teneva nascosto nei capelli.
Non era necessario distruggere il Mecha, bastava colpire la cabina di comando posta al di sopra del busto, il colpo avrebbe dovuto far svenire il guidatore senza fargli del male.
Sentendo l’energia dell’anello dorato scorrergli in ogni muscolo del corpo, il riccio blu si lanciò in azione rotante verso il robot.
Schivando magistralmente un gancio destro, la palla di spine blu si abbatté a tutta velocità sulla cabina di comando, causando una piccola esplosione a seguito dell’impatto.
Sonic atterrò agilmente sulla strada rivolgendo uno sguardo sprezzante verso il pilota che doveva esserci li dentro.
-Senza offesa amico, ma hai cominciato tu.- sorrise provocatorio.
Fece per rimettersi in cammino, ma all’improvviso percepì un’alta concentrazione di energia.
Il sorriso gli sparì definitivamente dal volto quando si rese conto che proveniva proprio dalla testa fumante del robot che l’aveva attaccato.
Una figura indistinta si stava muovendo in mezzo al fumo.
-Si può sapere chi diavolo sei?- cercò di sembrare minaccioso, ma, per quella che forse era la prima volta nella sua vita, stava provando una strana sensazione che, se non “paura”, poteva essere riconosciuta come “timore”.
Il fumo cominciò a diradarsi, i tratti della figura cominciarono a delinearsi, gli occhi di Sonic si sgranarono, sul volto dell’altra figura fece capolino un ghigno.
-Sonic the Hedgehog… finalmente ci incontriamo di persona.-
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, io, da parte mia, mi sono impegnato molto per scriverlo.
Ovviamente avrete ormai capito tutti chi è la misteriosa figura che Sonic si è trovato davanti a fine capitolo, non c’è neanche bisogno che ve lo chieda.
In questo capitolo ha anche fatto la sua entrata in scena Rouge the Bat, la ladra di gioielli causa di travaso biliare di Knuckles. Per chi ha visto l’anime, o conosce il videogioco, saprà quale sarà il suo ruolo in questa storia, ma intanto sta dalla parte di Eggman.
Ci sono ancora molte cose da scoprire, nel mentre le parti in lotta si contendono i Chaos Emerald.
Il prossimo capitolo, vi avviso già da ora, sarà quasi tutto incentrato sul combattimento e potete già immaginare chi saranno i protagonisti, più qualche aggiunta che potrebbe sorprendervi.
Alla prossima gente, arrivederci.
 
 

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Capitolo 5
*** In lotta con... me stesso?! ***


Sonic the Hedgehog era scioccato come mai lo era stato prima di quel momento.
Sulla cima fumante del Mecha che aveva appena abbattuto, stava un riccio mobiano che, per i tratti fisici che presentava, era praticamente identico a lui.
Ciò che impediva di confonderlo era il pelo, nero e striato di rosso.
Una cosa che il riccio blu notò subito dopo era l’espressione del suo “alter-ego”, che presentava un cipiglio arrabbiato malgrado il ghigno che svettava sul volto.
-Sonic the Hedgehog… devo riconoscerlo, la nostra somiglianza è impressionante, purtroppo per te, si limita solo all’aspetto fisico. Ma si è rivelato sufficiente.- lo provocò questi, parlando con tono calmo e tranquillo.
Sonic drignò i denti, in pratica quel maledetto stava ammettendo, lì davanti a lui, di essere il responsabile del massacro di Radical Highway.
-Quindi hai ucciso tu quegli innocenti! Maledetto faker!- gli si gettò addosso per colpirlo con un pugno.
Questi però sparì misteriosamente, facendo sì che il riccio blu colpisse solo l’aria; fece una capriola in aria e ratterrò a terra sconvolto.
Come diavolo aveva fatto?
Il sangue gli si gelò nelle vene quando sentì una presenza alle sue spalle.
-Io sarei il faker?! Credimi, rivaluterai il destinatario di quella parola dopo stasera.- gli sussurrò maligno all’orecchio, il suo doppio.
Sonic cercò di colpirlo con un calcio rotante, ma questi, aspettandosi quella mossa, alzò il braccio destro e parò il colpo, lasciandolo con un pugno di mosche in mano.
Questa volta però, non c’era nessun ghigno sul volto del riccio nero, vi era anzi la più totale atonia.
-Mi auguro che questo sia solo il riscaldamento.- annunciò deluso.
Stavolta Sonic trovò la forza di ghignare in risposta.
Con un rapido movimento della testa, lo schiaffeggiò in faccia con i suoi aculei, approfittando dell’occasione gli sferrò un destro in pieno volto, che lo spostò di qualche centimetro, ma non riuscì a metterlo al tappeto.
-C’è ancora molto da vedere, te lo posso assicurare.- lo sfidò determinato.
Questi rimase immobile e a testa bassa, facendogli venire il dubbio su quale sarebbe stata la sua prossima mossa.
All’improvviso si ritrovò la mano di questi davanti al volto.
Il riccio nero lo afferrò per la faccia e lo scagliò contro il muro dell’edificio più vicino, causando un piccolo botto.
-Me lo auguro.-
 
 
 
Un sorriso ampissimo si stendeva da una guancia all’altra sul volto del Dr Eggman, che stava ringraziando mentalmente il suo istinto che gli aveva suggerito di piazzare delle cimici che riprendessero i movimenti del suo alleato, pedinandolo costantemente.
Seduto nella sua sala comandi, lo scienziato se la rideva soddisfatto, finalmente quel riccio blu stava avendo ciò che meritava.
-Mi sembra incredibile, che stavolta il piano del dottore abbia delle serie probabilità di riuscita?- mormorò Decoe al suo collega argentato.
-Ovvio che sì, pezzo di ferraglia arrugginita.- il dottore stesso li anticipò dall’esprimere commenti, senza perdere il suo sorrisone.
-Cavoli, poi avete visto la faccia che ha fatto Sonic quando lo ha visto? Un’espressione che non ha prezzo! In effetti, devo ammetterlo, anche io ho avuto la stessa reazione la prima volta, per un attimo avevo seriamente pensato che fosse Sonic che voleva prendermi per il culo. A proposito, le nostre alleate come se la passano? fammi rapporto Bokkun!- ordinò prontamente all’indirizzo del piccolo robot.
Questi lo raggiunse subito e lo informò degli ultimi dettagli -Dunque: Rouge ci ha contattato da poco e ci ha confermato di essere entrata in possesso del Chaos Emerald che si trovava a White Jungle, facendo salire a tre il numero in nostro possesso.-
-Eccellente! Certo, c’è sempre quel quarto a Megaville che ci siamo fatti sfuggire, ma la situazione è nettamente a nostro favore, possiamo recuperarlo in un secondo momento. E… la ragazzina?-
-Bell è sul posto, pronta ad agire se dovesse ritenersi necessario.-
Tutte ottime notizie insomma.
Il dottore pigiò un tasto sulla sua tastiera ed entrò un robot cameriere che gli portò rapidamente una confezione grande di pop-corn e una bibita gigantesca.
-Benissimo, ferri vecchi. Accomodiamoci e godiamoci lo spettacolo!-
 
 
 
Due scie luminose, una azzurra e una nera, sfrecciavano a velocità folle per tutta Station Square, scontrandosi ripetutamente creando onde d’urto che frantumavano i vetri e spaccavano i muri nelle loro vicinanze.
Sonic salì sulla cima del grattacielo più vicino e lanciò uno sguardo sprezzante al suo avversario, appostato su quello di fronte, che lo osservava di rimando col suo sguardo perennemente arrabbiato.
-D’accordo, ammetto che sei veloce e neanche la forza ti manca, anzi, oserei dire che la tua forza fisica è superiore alla mia. Ma dimmi, sono scortese se ti chiedo qual è il tuo nome?- gli sorrise in segno di sfida.
-Saperlo non ti servirà a niente.- il riccio nero spicco un balzo e lo raggiunse in azione rotante, ma il riccio blu si scansò all’ultimo secondo, mandandolo a schiantarsi contro il tetto.
Dovette però scendere di fretta, in quanto la cima dell’edificio venne demolita dall’impatto.
Spiccò un balzo fortissimo, tenendo gli occhi puntati su dove il suo avversario avrebbe dovuto trovarsi.
Ma all’improvviso venne colpito da un forte calcio ad ascia in faccia e precipitò verso il suolo, si evitò uno spiacevole incontro col terreno aggrappandosi ad un lampione.
Non ebbe neanche il tempo di sospirare che dovette scansarsi e gettarsi a terra per non essere travolto dal suo avversario che distrusse il lampione in azione rotante, al suo posto avrebbe potuto esserci lui.
Il riccio nero uscì dal polverone senza un graffio.
-Come hai diavolo hai fatto a portarti alle mie spalle tanto in fretta? –
Questi non rispose, si limitò ad andargli addosso cercando di colpirlo con un sinistro che Sonic parò, cercando di colpirlo a sua volta ma venendo anch’egli parato.
Avendo le mani occupate, entrambi pensarono bene di ricorrere alle gambe, ma ogni tentativo di ginocchiata che veniva tentato si scontrava con quello dell’altro.
Ma se il riccio nero sembrava non curarsi dello scontrarsi ripetuto delle loro gambe, il riccio blu non riusciva a nascondere un certo fastidio, gli parve addirittura di sentire le sue ossa scricchiolare.
Venne poi colto di sorpresa da una testata che lo fece volare per qualche metro.
Si rialzò rapidamente ma dovette tenere la guardia alzata per parare la scarica di pugni che l’altro gli indirizzò contro.
Dentro di se, Sonic stava seriamente prendendo in considerazione l’idea che, forse, vincere non sarebbe stato affatto facile quella volta.
Approfittando di una piccola apertura, colpì il suo nemico con un calcio sul fianco e ne approfittò per distanziarsi e massaggiarsi un po’ la testa, ancora dolorante per il calcio ricevuto prima.
-Che succede, Sonic, hai il fiato corto?- lo provocò questi, non ottenendo il risultato sperato di causargli una reazione d’istinto.
-Ti piacerebbe vero?- lo provocò di rimando.
Questi si limitò ad alzare le spalle, come se per lui non facesse alcuna differenza.
-Poco importa, puoi metterci tutta la forza che ti pare, tanto non riuscirai mai a battermi.-
-Questo è quello che vedremo.-
Arrotolandosi su stesso, Sonic cominciò a girare velocemente in cerchio attorno al riccio nero, creando un autentico tornado in miniatura al cui centro stava l’avversario.
Questi non sembrò molto impressionato, ma si lasciò scappare una lieve espressione di sorpresa quando una lama di vento partì dal vortice d’aria e gli causò un taglio sulla guancia destra.
Inizialmente non giudicò quella mossa di alta pericolosità, dovette rivalutarla in seguito, quando gli causò un altro taglio sul fianco destro, senza dargli il tempo di reagire.
-Visto, non puoi sapere da dove arriverà il prossimo colpo, voglio vedere che ti inventerai per…- Sonic non riuscì a terminare la frase che un pugno in pieno lo volto lo sbattè contro un muro, facendogli scavare il solco della sua figura.
-La tua mossa era valida, questo è vero, ma se pensavi bastasse quella per sconfiggermi, allora sei un povero illuso.- il riccio nero smontò subito le sue speranze.
Sonic si sentì leggermente offeso e si gettò alla carica, ma il riccio nero si scansò di lato e lo colpì con un colpo a taglio sul collo, buttandolo di nuovo a terra.
-Stai cominciando a perdere colpi Sonic.-
Il riccio blu strinse i denti mentre si rimetteva in ginocchio, cercò di sferrargli un gancio destro, ma venne prontamente evitato e fu di nuovo spinto a terra da un pugno sul mento.
Il suo avversario non mostrava alcun cenno di stanchezza, niente paragonato alle condizioni di Sonic: col fiatone e il labbro sanguinante, che si affrettò a pulire col guanto.
-Lo sai, sono davvero deluso. Mi aspettavo di meglio da te, ma evidentemente ti ho sopravvalutato. Che peccato!- annunciò questi, caricando la mano destra di elettricità.
-CHAOS SPEAR!- e lanciò numerose frecce elettriche che si diressero a tutta velocità verso il riccio blu.
Sonic trovò le forze per saltare e cercare di schivare i colpi, malgrado uno di essi rischiò di colpirlo di striscio, ma così facendo perse di vista il suo avversario, misteriosamente sparito.
-E ora dove si è cacciato?-
All’improvviso percepì una presenza alle sue spalle.
Non appena si voltò si ritrovò afferrato per la gola dal suo avversario.
Questi, senza sforzo apparente, lo sollevò in aria e lo guardò disgustato.
-Che pena. Il grande Sonic the Hedgehog, l’eroe acclamato da tutti, fino a poco tempo fa, ora ridotto a uno stato pietoso e braccato come il più crudele degli assassini. La vita sa essere davvero crudele, dico bene?- nella sua voce però non c’era accenno di provocazione, vi era quasi comprensione mista a critica verso gli uomini.
Senza apparente motivazione, il riccio nero, lasciò andare Sonic, una volta a terra questi si mise una mano sul collo per massaggiarlo, ma trovò la forza per fissarlo stordito.
-Perché mi hai risparmiato?- pensava seriamente che sarebbe morto.
Ma il riccio nero non gli stava più prestando attenzione, era troppo occupato a tenersi la testa fra le mani, come se avesse avuto un improvviso giramento.
Sonic si rese conto che non avrebbe potuto avere occasione migliore.
Gli afferrò una mano e, con un’ abile proiezione di lotta, lo sbattè a terra con forza, poi, tenendolo stretto per il braccio, lo fece ruotare per qualche secondo, per poi scagliarlo contro un palo della luce contro cui sbattè la schiena.
Il riccio nero cadde al suolo, continuando a contorcersi per il dolore alla testa, da quello Sonic si rese conto che il suo attacco non l’aveva neanche sentito.
Vedendolo in ginocchio decise di approfittarne per attaccare ancora.
Si avvicinò sparato, ma fini per ritrovarsi sbattuto al muro, quando il suo avversario, rialzatosi di colpo, e con una luce folle nello sguardo, lo colse alla sprovvista sparendo all’improvviso e riapparendo alle sue spalle per colpirlo con una ginocchiata alla schiena.
Ma non ci fu tempo per riprendere fiato da nessuna delle due parti, i due ricci si scontarono a velocità folle, scatenando una potente onda d’urto che scavò un solco nel terreno sotto di loro.
Entrambi facevano pressione per prevalere sull’altro, ma sembravano perfettamente alla pari.
Un attento osservatore avrebbe però capito che la situazione stava volgendo a svantaggio di Sonic: lui era stanco, il suo avversario, dopo quel breve attimo di confusione inspiegato, era tornato serio e lucido.
-Si può sapere chi diavolo sei?- una ginocchiata al mento lo buttò di nuovo a terra.
-Come ho già detto, non ha alcuna importanza, ma visto che sembri tenerci molto… il mio nome è Shadow the Hedgehog. Ti consiglio di tenerlo bene a mente, perché è il nome di colui che ti ha fatto scendere dal piedistallo, “eroe”- quasi sputò nel pronunciare l’ultima parola, come se si vergognasse di averla pronunciata.
-E per rispondere a quell’altra tua domanda…- tirò fuori dai suoi capelli un oggetto di colore viola, che Sonic conosceva benissimo.
-Un Chaos Emerald?! Riesci a usare il Chaos Control con uno solo?!- era sorpreso e spaventato; quello Shadow era un mostro.
Lasciando perdere per un attimo lo scontro in atto, Shadow si concentrò sul gioiello che teneva in mano.
-Non lo trovi sorprendente e al tempo stesso assurdo?! Un gioiello tanto piccolo che contiene un tale potere, un potere che chiunque vorrebbe. C’è gente che, per un potere del genere, sarebbe disposta a pagare una fortuna. Ma nessuno capisce il potenziale racchiuso in una di queste gemme, esso è così grande che, nelle mani sbagliate, causerebbe solo cose sbagliate.-
-E tu ti ritieni uno che sta facendo la cosa giusta? Hai ucciso degli innocenti l’altra sera, per quale motivo poi?- sbottò furioso.
-Semplice… dovevano pagare. Tutti gli umani devono pagare… e lo faranno morendo. Quelli che ho già ucciso hanno solo anticipato il loro incontro con la morte… ben presto toccherà anche a tutti gli altri.- annunciò il suo obbiettivo con una naturalezza tale da far paura.
Come poteva parlare con così tanta scioltezza di uccidere delle persone? E per cosa avrebbero dovuto pagare poi?
-Tu, secondo me, sei solo pazzo.- Sonic gli puntò il dito contro.
-Può darsi, ma ho fatto una promessa… all’unica persona che mi abbia mai voluto bene. Non ho mai detto che uccidere gli umani sia la cosa giusta, sto solo mantenendo una promessa che ho fatto.-
-Ma chi potrebbe essere tanto squilibrato da farti promettere una cosa tanto ignobile?-
L’espressione di Shadow cambiò di colpo, divenendo furiosa.
Cogliendo di sorpresa Sonic, lo centrò con il pugno che teneva lo smeraldo al centro del petto con tutta la forza di cui disponeva.
Sonic sputò sangue per il contraccolpo interno… poi crollò al suolo svenuto.
-Non osare mai più insultarla, tu non la conoscevi!-
Sentì dei rumori nelle vicinanze che assimilò ben presto a quelli di una lotta, si concentrò un attimo e li percepì in cielo, stavano combattendo in aria.
Notò anche un elicottero di un’emittente televisiva, probabilmente avevano ripreso alcuni attimi della loro lotta.
Prese per un istante la mira e lo centrò con un Chaos Spear ben centrato, sicuramente il collegamento era stato interrotto e chi stava li dentro era morto.
Si voltò un’altra volta verso il corpo immobile del rivale svenuto.
-I G.U.N arriveranno tra breve. Ti auguro un buon soggiorno a Prison Island.-
Strinse ancora più forte il Chaos Emerald che teneva in mano e sentì il suo potere scorrergli nelle vene.
-Chaos Control!-
 
 
 
Le due ragazzine atterrarono sulla cima del palazzo più vicino, continuando a squadrarsi in cagnesco.
-Non immaginavo ti avrei rivista in quest’occasione… Bell.- dichiarò inviperita Blossom Utonium all’indirizzo dell’albina.
Mentre lei e Dexter stavano controllando le immagini del massacro di Radical Highway aveva fatto capolino in televisione il video in diretta che mostrava due ricci in lotta.
Riconoscendo immediatamente la figura del riccio blu, la leader delle Powerpuff Girl non aveva esitato a volare a supervelocità a Station Square per andare in soccorso di Sonic.
Tutto avrebbe immaginato tranne che, ad ostacolarle il cammino, sarebbe apparsa proprio la stessa ragazzina che, solo qualche giorno prima, l’aveva attaccata senza motivo per poi rapirla insieme a Mandark.
Si tastò un attimo l’ingessatura del braccio sinistro, maledicendo il fatto che dovesse tenerla ancora per due giorni; già Bell si era dimostrata più forte di lei, con un arto superiore fuori uso in aggiunta era stato davvero difficile attaccare, anzi che qualche colpo era riuscita a mandarlo a segno.
Ma il fatto che Bell, a parte un po’ di fiatone, presentasse solo qualche lieve livido mentre lei ne presentava una quantità notevolmente maggiore lasciava intendere che quello scontro era stato a senso unico.
-Ritorno al futuro.- Bell sgranò leggermente gli occhi per la sorpresa, quando Gir sbucò dalle sue spalle, pronunciando quelle tre parole, apparentemente prive di significato.
-Dobbiamo rientrare?! Beh, non mi stavo divertendo poi così tanto. Questa volta mi hai fatto divertire poco, Blossy.-
La rossa alzò un sopracciglio, infastidita da quel soprannome e confusa su quali fossero le sue intenzioni.
-Blossy, fossi in te me ne andrei, sta per arrivare l’esercito, non vorrei ti credessero un’alleata di Sonic e arrestassero anche te, io con chi giocherei altrimenti?-
Blossom però capì solo che il riccio blu era in grossi guai.
-Come sarebbe? Sonic non si farebbe catturare così facilmente.-
-Ma lo so bene. Ci ha pensato Shady-shady.-
-Ti ho detto di non usare quel soprannome, mi da fastidio.-
Blossom non ebbe il tempo di voltarsi al sentire quella voce misteriosa che un colpo alla base del collo le fece perdere i sensi.
Alle sue spalle stava Shadow the Hedgehog.
Rivolse a Bell uno sguardo leggermente infastidito.
-Andiamo!- il suo era un ordine chiaro e conciso, ma lei lo sfidò senza paura facendogli la linguaccia.
-Antipatico.-
-Antipatico, antipatico!- le fece eco il suo robot da compagnia.
Ma decise comunque di raggiungerlo e il riccio usò il Chaos Control per teletrasportarli via.
Intanto il rombo degli elicotteri si faceva sempre più vicino.
 
 
 
-COME HAI POTUTO, PEZZO D’IDIOTA? HAI PERMESSO A MIA SORELLA DI ANDARE A COMBATTERE MALGRADO AVESSE UN BRACCIO INGESSATO, E TI DEFINISCI UN GENIO, EPPURE NON MI SEMBRA TU LO STIA USANDO MOLTO IL CERVELLO.-
Dexter non ricordava di aver mai visto Buttercup così furiosa e probabilmente, se Bubbles, Tails e Knuckles non l’avessero trattenuta di forza, non ne avrebbe avuto più l’occasione.
-Mi dispiace, non sono riuscito a fermarla.- fu l’unica cosa che riuscì a dire, sentendosi terribilmente in colpa e senza cercare giustificazioni.
Non dubitava delle capacità di Blossom, ma il ricordo di lei rinchiusa in quella capsula, dopo essere stata presa in ostaggio da Mandark, era ancora vivido dentro la sua testa e avrebbe mentito se avesse detto che la cosa non lo faceva sentire ancora colpevole.
Se le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato.
-Non pensare che con te abbia finito, nerd.- lo ammonì prontamente la mora dopo essersi leggermente calmata, pur continuando a fissarlo astiosa.
-Sono sicura che nostra sorella ha tutto sotto controllo. Magari tra poco la vedremo entrare dalla porta di casa insieme a Sonic e ci diranno che stanno bene e tutta questa brutta storia prenderà una buona piega.- cercò di essere positiva Bubbles, ma neanche lei sembrava molto convinta.
-Tails… almeno siete riusciti a completare il radar per la ricerca dei Chaos Emerald?-
Alla domanda di Knuckles il volpino annuì, almeno una buona notizia c’era.
Purtroppo, pochi minuti dopo, ebbero modo di rendersi conto che le notizie successive erano talmente disastrose da eclissarla.
Blossom tornò stanca e leggermente ferita e i rimproveri da parte della sorella mora non mancarono e tutti rimasero negativamente sorpresi quando Blossom gli diede quella notizia.
-Lo hanno arrestato, non sono riuscita a fare a nulla.
 
 
 
Coriandoli e festoni partirono per tutta la sala comandi e un gigantesco striscione con su scritto “Vittoria” capeggiava per tutta la parete della base.
Il Dr. Eggman era felice come una Pasqua e saltellava felice per tutta la sala sotto gli sguardi abituati dei suoi tre assistenti, quello leggermente confuso di Bell, che poi abbandonò ogni indecisione e si unì a lui in un improbabile trenino di conga, e quello serio e noncurante di Shadow.
Dopo aver festeggiato ancora qualche minuto, l’uomo baffuto strinse calorosamente la mano al riccio nero, riempiendolo di lodi ed elogi e celebrando la sua grande impresa, ma questi replicava freddamente che non era stato molto difficile, avvisandolo con lo sguardo che, se si fosse azzardato a stringergli di nuovo la mano, gliel’avrebbe staccata.
-Dottore…- Shadow interruppe nuovamente i festeggiamenti dell’uomo, attirando la sua attenzione mostrandogli il Chaos Emerald viola che gli porse.
-…Mi assicura che porteremo a termine il nostro obbiettivo.-
L’uomo sorrise tranquillo mentre riponeva la gemma viola nell’apposita teca, accanto a quella bianca, regalo che Rouge gli aveva portato come segno di fiducia prima di partire per White Jungle.
-Certo, Shadow: useremo il potere dei Chaos Emerald per schiavizzare la razza umana e portarla sotto il nostro dominio… esattamente come voleva mio nonno.- nella voce di Eggman vi era un tono serio misto ad ammirazione verso l’unica persona che avesse mai ritenuto più intelligente di lui.
-Ci divertiremo un mondo!- annunciò Bell, imitata da GIR.
Decoe, Bocoe e Bokkun, dal canto loro sembravano scettici.
-Non so voi ragazzi, ma io penso che non dovremmo fidarci di quel riccio.-
-Non che la ragazzina sia più degna di fiducia, a mio parere.-
-E voglio tenere in conto anche Rouge? Dopo tutto, non è certo nota per la sua onestà.-
Insomma, i tre assistenti avevano tutte le ragioni per dubitare e le varianti a quel piano erano più di quante il Dr. Eggman avesse previsto o volutamente ignorato.
Quando alcuni minuti dopo anche Rouge fece il suo trionfale ritorno con il Chaos Emerald azzurro, la felicità dello scienziato sprizzò alle stelle.
-Molto bene, tre Chaos Emerald sono in mano nostra, uno solo è in mano a nostri nemici e con Sonic fuori dalle scene non sarà difficile prenderlo. Ma penseremo dopo se occuparci di quello o cercare gli altri, perché… ora c’è un’altra cosa che dobbiamo fare.-
La notizia successiva fu presa con indifferenza solo da Shadow, ma anche lui notò un luccichio di follia nello sguardo dell’uomo.
-Distruggeremo la copia originale del “Progetto Shadow”, così che quella in mio possesso resti l’unica, e ci libereremo definitivamente di Sonic una volta per tutte… Faremo saltare in aria Prison Island!-
 
 
 
Sonic the Hedgehog osservò quelle quattro mura con frustrazione, odiava di doversi trovare in uno spazio tanto ristretto, quasi quasi erano meglio le fogne.
Una stupida cella non poteva contenere tutta l’energia che pulsava dentro di lui in quel momento e che premeva per essere scaricata, magari su un certo riccio nero.
Purtroppo a Prison Island erano stati previdenti nei suoi confronti.
Un’immensa cupola d’acqua circondava la stanza sotterranea in cui la sua cella era situata, se avesse sfondato la porta o rotto le sbarre, cosa che, lo sapevano anche loro, poteva fare benissimo, avrebbero attivato l’apertura degli oblò e tutta l’acqua si sarebbe riversata lì dentro e non c’era bisogno di un genio per capire quale sarebbe stato l’esito.
Ma ciò che più stava dando fastidio a Sonic era sicuramente il fatto di essere stato a dir poco umiliato da un suo “sosia”, da un faker.
Deciso più che mai a far sì che tale episodio non si ripetesse, il riccio blu cominciò a fare piegamenti su una mano sola, alternando la mano di appoggio ogni volta che ne completava un certo numero.
Se mai avesse avuto l’occasione di incontrare nuovamente il suo doppio, lo avrebbe affrontato preparato.
Un ghigno di sfida trovò la forza di spuntargli in faccia e di resistere al bruciore che il sangue causava a contatto con le ferite.
-Non hai ancora vinto, Shadow: Sonic the Hedgehog non si piega e non si spezza!-
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Evvai, sono riuscito a completare il capitolo e a pubblicarlo prima che iniziasse Aprile, anche perché, se l’avessi pubblicato domani(1° Aprile), probabilmente avreste pensato ad uno scherzo.
Dunque, in questo capitolo vi siete potuti godere la mia personalissima versione del primo incontro/scontro tra Sonic e Shadow ma l’esito è stato lo stesso: Sonic umiliato e sconfitto, ma non per questo deciso ad arrendersi.
Il riccio blu è anzi determinato a farla pagare al suo nuovo nemico, ammesso che Eggman non lo faccia esplodere insieme a Prison Island, ma è ovvio che neanche Blossom, Tails e gli altri staranno con le mani in mano, purché Buttercup non ammazzi Dexter; sì lo ammetto, ha le sue ragioni, ma mi servirà  per fare un altro viaggio introspettivo sul nostro genio occhialuto e, perché no, sul suo rapporto con la leader delle tre supereroine.
E, a proposito, avete capito chi era il misterioso personaggio apparso di sfuggita a fine capitolo3?
Se sì, non ne sarei troppo convinto, fossi in voi; se no… non pensate che ve lo dica, eh?
Però posso dirvi che nel prossimo capitolo farà un’altra sporadica apparizione e forse riuscirete a farvi meglio un’idea sulla sua identità.
Alla prossima gente.
 

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Capitolo 6
*** Due(o tre?) in uno! ***


-Si può sapere dov’è Bell? Sono alcuni giorni che non si fa vedere?- si chiese il Dr X, passeggiando tranquillamente per gli oscuri corridoi del Black Eden.
Non che fosse preoccupato, sua figlia aveva tutte le capacità per difendersi da qualunque aggressore, ma non nascondeva di provare un certo fastidio per il fatto di essere all’oscuro della sua locazione.
Una volta raggiunta la sala principale si accomodò sulla sua poltrona e cominciò a grattare nervosamente il bracciolo destro.
-Samantha!- la sua voce imperiosa si fece presto spazio nei meandri di tutto il luogo e ben presto la ragazza fu al suo cospetto.
-Cosa c’è?- chiese questa, non nascondendo un leggero fastidio per essere stata disturbata nel bel mezzo di un allenamento, doveva prendersi la sua rivincita su quell’odiosa powerpuff girl mora che le aveva staccato un dente.
-Sono alcuni giorni che non abbiamo notizie di Bell e non nego che la cosa mi lascia leggermente perplesso.-
-E allora?-
-Allora… tu dovrai scoprire dove si è cacciata e, se eventualmente ci fosse, il perché!-
-Per quale motivo dovrei mettermi alla ricerca di quella stupida perditempo. Non ci può andare quell’altro perdigiorno di Zim?- sbottò poi inviperita, non riusciva a capire perché dovesse essere lei a sobbarcarsi un compito tanto ingrato.
Sentendosi chiamato in causa, l’alieno invasore apparve da dietro la porta del dottore puntandole il dito contro, visibilmente arrabbiato per essere stato tirato in mezzo.
-Ehy, non cercare di trascinarmi nello schifo con te, la mocciosa la devi cercare tu e la cerchi tu!-
-In verità, Zim…-
Le antenne nere dell’alieno vibrarono in segno d’allarme al sentire il tono calmo, ma celante una velata minaccia, del suo capo.
-… Bell è sempre in compagnia di GIR e, se non vado errato, lui è sotto la tua responsabilità, quindi Samantha ha ragione, anche tu andrai con lei!-
-Cosa?! Ma a me a me cosa vuoi che importi di quella specie di rottame ambulante?-
Bastò uno sguardo da parte del Dr X, però, per fargli venire i brividi lungo la schiena.
-Dicevi?-
-Beh, in effetti, un pò la sento la mancanza di GIR, magari ha bisogno di me, il piccoletto. Vado anche io!- fece il finto tonto, per poi aggregarsi ad una Sam ancora ringhiante di rabbia.
Quando i due si furono allontanati, l’uomo potè lasciarsi andare ad un sospiro liberatorio.
-Quella ragazzina è una vera peste, mi auguro non si sia cacciata in qualche guaio.-
In seguito si voltò verso la grande quantità di computer che teneva allestiti nella sala, cominciando a digitare alcuni dati.
-Sarà il caso di aggiornare il mio status: solo nel covo con la figlia chissà dove a fare chissà quale casino… ammesso che esista questo status.-
 
 
 
-Dunque, come ci organizziamo per liberare Sonic?- chiese Knuckles all’indirizzo di Tails e Dexter, gli unici che, a detta sua, potessero farsi venire un’idea buona su come tirare fuori il riccio blu da Prison Island.
Seduti l’uno di fronte all’altro, i due cervelloni del gruppo stavano rimuginando su tutte le possibili soluzioni, verificando varie ipotesi e tenendo in conto tutte le possibili varianti che sarebbero potute entrare in gioco.
In quella situazione sembrava però che l’unica a prestare attenzione ai due che si scervellavano fosse Blossom , finalmente libera del gesso al braccio sinistro, ma col braccio ancora leggermente intorpidito.
-Non vorrei sembrare scortese, ma se per voi non è un problema, io andrei dal professor Jack per giocare un po’ con Courage, è da un po’ che non lo vedo.- nessuno ebbe la voglia di protestare quando Bubbles espresse il desiderio di andare a trovare il suo amico peloso, anzi la ritennero legittimata a farlo: in quei pochi giorni ne erano successe di cose e prendersi una piccola distrazione sembrava una cosa giusta, tanto che poco dopo, sotto esortazione degli stessi Tails e Dexter, anche le altre due sorelle e Knuckles si aggregarono alla biondina, nella speranza di svagarsi un po’ e tenere la mente sgombra da inutili preoccupazioni.
Ma dopo una mezz’ora buona passata a rimuginare su piani, idee e soluzioni, entrambi sbatterono la testa sul tavolo.
-Ci rinuncio, sembra che non ci sia modo per entrare a Prison Island senza essere scoperti, per ogni tipo di piano che abbiamo analizzato c’è sempre un qualche sistema di sicurezza che riuscirebbe a segnalare la nostra intrusione.- dichiarò mortificato il volpino.
Gli sembrava tutto così strano senza Sonic in giro a rallegrare l’atmosfera con qualche battutina tipica del suo repertorio o a fare i capricci perché non aveva potuto mangiare chili-dog a colazione (ci provava spesso, ma lui gliel’aveva  sempre impedito; non era affatto salutare!) e, doveva ammetterlo, senza di lui, si sentiva spaesato.
Era abituato fin troppo alla presenza del suo “fratellone”, lui c’era sempre stato in un modo o nell’altro, per sostenerlo o per dargli qualche consiglio, sempre a modo suo.
In un certo senso, si poteva dire che Sonic l’aveva viziato, abituandolo al fatto che lui sarebbe sempre stato al suo fianco nelle situazioni critiche.
Ma in quel caso non era possibile, non con il riccio blu chiuso in gattabuia in una delle prigioni più sofisticate di tutto il mondo.
Eppure era già successo di dover affrontare da solo una situazione disperata e non era nemmeno andata male; insomma, non tutti sarebbero stati capaci di disinnescare una bomba che avrebbe potuto radere al suolo tutta Station Square, ma lui c’era riuscito, a dimostrazione del fatto che, malgrado tutto, un po’ d’ indipendenza aveva cominciato ad acquisirla.
Ma, essendo sempre stato uno dall’autostima bassa, Tails non trovava confortante quel ricordo, il pensiero poi del suo migliore amico dietro le sbarre non lo faceva neanche ragionare con lucidità.
Quando poi diede un’occhiata a Dexter, notando un’aria, se possibile, ancor più abbattuta della sua, capì che, in quelle condizioni, non avrebbero mai cavato un ragno dal buco.
Alla fine sospirò affranto.
-Che giornataccia!-
 
 
 
Knuckles mollò un pugno ad un albero per scaricare la tensione accumulata.
Il nervosismo che lo attanagliava era palese e aveva tutti i motivi per essere arrabbiato: Sonic era in prigione per colpa di un crimine che non aveva commesso, era ovvio che non fosse colpa sua e, come se non bastasse, quella maledetta ladra di Rouge gli aveva fregato un Chaos Emerald da sotto il naso.
Quindi non trovò metodo migliore che prendere a pugni quel povero vegetale, colpevole di stargli davanti, per calmarsi.
Bubbles, poco più in là, accarezzava distrattamente Courage, accoccolato sulle sue ginocchia.
La ragazzina era in uno di quei rari momenti in cui sembrava che la sua vitalità fosse completamente sparita nel nulla, sostituita da un velo di preoccupazione.
Il cucciolo capì subito lo stato d’animo dell’amica, ma non sapeva come fare per aiutarla a stare meglio.
Eh sì che anche lui ne aveva affrontate di situazioni al limite dell’assurdo (forse, riflettendoci bene, anche oltre), ma non gli era mai capitato di dover risollevare il morale ad una persona abbattuta.
Quella possibilità, in effetti, non gli si era mai presentata con i suoi vecchi padroni: Muriel era sempre stata una vecchietta tranquilla e gentile e Eustace… beh, di lui preferiva non ricordare nulla.
Non era mai riuscito a capire quale fosse il motivo dell’astio di quell’uomo nei suoi confronti e forse neanche gli interessava saperlo.
Aveva provato a legare con lui, ma non c’era stato mai verso.
Ma a quel punto non aveva più senso preoccuparsi, seppur a volte gli tornava alla mente il ricordo della sua dolce padrona e sperava solo che stesse bene anche senza di lui.
-E’ un’ingiustizia! Un eroe finisce dietro le sbarre e noi non abbiamo nessun’idea per aiutarlo.- dichiarò sconsolata Blossom, ancora mortificata per non essere riuscita ad andare in aiuto del riccio blu la sera prima.
Tutta colpa di quello Shady-Shady, almeno, gli pareva che Bell l’avesse chiamato così, che l’aveva tramortita come nulla.
Una cosa certa era che, chiunque fosse quel tipo, doveva essere davvero forte per essere riuscito a mettere Sonic al tappeto.
-Speriamo che Tails e Dexter riescano a farsi venire un’idea.-
Nel frattempo, dentro al dojo del professor Jack, Buttercup stava cercando di mettere a frutto gli insegnamenti del sensei.
-Ricorda cosa ti ho detto Buttercup: un bravo guerriero deve essere in grado di mantenere un perfetto equilibrio tra corpo e mente: se si eccede col corpo, la mente resta vuota, se si eccede nella mente, il corpo resta indifeso.-
Per quanto quel genere di discussioni sembrassero una sorta di lingua arcaica per lei, la mora era seriamente intenzionata a capire il significato delle parole dell’uomo, non che non avesse capito davvero il senso, ma non comprendeva come applicarlo.
E lei, inoltre, era un disastro a meditare, non era proprio cosa che lei masticava, la sua “dieta” era a base di cazzotti e calci nel sedere dei nemici.
L’uomo dai tratti orientali era perfettamente conscio delle difficoltà della sua allieva in quell’ambito, per tale ragione pretendeva da lei il massimo impegno, sapeva che, con la forza di volontà, sarebbe riuscita a trovare il suo equilibrio.
-Basta così!-
Rimase sorpresa da quell’ordine, non doveva allenarla per migliorare.
-Stai stressando troppo la mente, non sei ancora in grado di trovare il tuo equilibrio.-
-Non riesco a capire cosa lei stia intendo?- sbottò leggermente alterata, salvo calmarsi e arrossire di botto quando l’uomo le poggiò le mani sulle spalle con fare paterno.
-Buttercup, sei una ragazza con una grande forza d’animo e questo è importante, ma in questo momento il tuo spirito è troppo condizionato da fattori esterni che ti impediscono di gestire il tuo potenziale. Sei riuscirai a far sì che tali condizionamenti non influiscano sul tuo spirito, esso troverà la strada per raggiungere il tuo corpo e creare tra loro il collegamento giusto. Non ci arriverai con la fretta, ma con la calma e la costanza.- le spiegò saggiamente il suo insegnante.
In realtà alcune parti le erano sfuggite perché si sentiva inspiegabilmente in imbarazzo, ma sembrava aver afferrato il concetto.
-G-grazie sensei.- borbottò a testa bassa per non far vedere il lieve rossore che le aveva tinto le guance di nuovo.
-Allora… se non le dispiace… i-io vado.-
Una volta raggiunte le sorelle e l’echidna fuori nel cortile notò che Tails e Dexter li avevano raggiunti.
-Avete escogitato un piano? Mi auguro non sia una roba da femminucce, un combattimento almeno vorrei farlo.-
Ma l’espressione del volpino lasciava intendere che l’argomento era da rimandare e pensare ad altro.
-Purtroppo Sonic dovrà aspettare. Sono apparsi due Chaos Emeralds in una volta e sicuramente anche Eggman concentrerà la sua attenzione su di essi, dobbiamo anticiparlo!-
-Beh, una scazzottata ci scappa sempre. Dove si trovano?-
 
 
 
-Uno è a “Pumpkin Hill” e l’altro a “Sky Rail”.- dichiarò soddisfatto il dottor Eggman dinanzi a Bell e Rouge, mentre Shadow se ne stava in disparte a braccia conserte, come se tutto ciò non lo riguardasse.
Lo scienziato doveva ammettere che avrebbe preferito occuparsi della distruzione di Prison Island prima, ma la possibilità di ottenere altri due Chaos Emeralds in una volta sola e far salire a cinque il numero in suo possesso era troppo allettante per lasciarsela scappare.
E con Sonic tenuto a freno dietro le sbarre era pressoché impossibile che non cadessero nelle sue mani.
-Allora, come ci muoviamo?- chiese distrattamente Rouge.
Bell si era distratta a fissare estasiata le luci intermittenti di uno dei tanti computer della sala, finendo per non prestare più attenzione.
-Ovvio, c’è ne impadroniamo prima che eventuali seccature vengano a rompere le uova nel paniere! Rouge, tu e la ragazzina andate a “Pumpkin Hill” e portate con voi una decina di E-1000 perché non si può mai sapere.-
-Ma che c’è ne facciamo di quei ferri arrugginiti, si piegano come un tonno oltrepassato da un grissino.- lo prese in giro la ragazzina albina, facendogli fare un verso di fastidio, non si arrabbiava perché tanto non aveva senso sprecare tempo con lei e il suo piccolo robot da compagnia.
-E a “Sky Rail” ci mandiamo Shadow, presumo.-
-Esatto Rouge! Shadow non ha bisogno di aiuti, chiunque cercherà di ostacolarlo verrà miseramente eliminato dalla sua forza ineguagliabile.-
-Certamente.- asserì quest’ultimo, come a voler sottolineare che non esisteva nessuno in grado di impensierirlo.
-Allora?! Ancora qui?! Potete andare se non l’avete capito, la conquista del mondo mi attende!- li liquidò prontamente per tornare a crogiolarsi nella sua sicurezza di vittoria.
Rouge replicò svogliatamente che non c’era bisogno di avere fretta e poi si trascinò dietro una Bell che, non avendo prestato attenzione più del dovuto, non aveva capito bene cosa dovessero fare.
Shadow aveva imboccato un’altra uscita.
Mentre camminava per i corridoi bui, illuminati da qualche lieve luce al neon, si ritrovò a pensare all’ingenuità di quell’uomo.
Si illudeva davvero che lui lo stesso umilmente servendo per raggiungere i suoi scopi di conquista?!
Tsk, poteva anche essere un Robotnik, ma il suo desiderio di potere era uguale a quello di qualunque altro essere umano.
Si sarebbe servito di lui fino a quando ne avrebbe necessitato, una volta raggiunta la sua destinazione, si sarebbe liberato anche di lui.
Avrebbe compiuto la sua missione.
-Shadow…-
Un lampo improvviso gli passò per la testa.
-Promettimelo Shadow…-
Il riccio crollò a terra tenendosi la testa, di nuovo quelle maledette fitte.
Continuava a vederla, continuava a ricordare, sapeva cosa le aveva promesso, perché allora c’erano dei brevi istanti in cui sembrava che stesse facendo la cosa sbagliata?
Shadow the Hedgehog si rialzò e scosse la testa per calmarsi, tornando più serio di prima.
No, non stava facendo nessun errore.
Era sbagliato e immorale ciò che stava facendo? Forse, ma non gli interessava, la sua promessa sarebbe stata mantenuta.
-Te l’ho promesso Maria… vendetta!-
 
 
 
-Non ho idea di chi sia stato a costruire questo posto, ma avrei tanto voluto conoscerlo.-
-In effetti è un capolavoro meccanico di non trascurabile capacità intellettiva.-
Tails e Dexter erano estasiati nell’ammirare il paesaggio che costituiva la zona di Sky Rail.
Il luogo era caratterizzato da grandi costoni di roccia, alti a tal punto che, se si guardava di sotto, non si riusciva a vedere niente per colpa delle nuvole, ciascuno dei quali presentava una cima pianeggiante, ma sicuramente il dettaglio che aveva attirato l’attenzione dei due non era tanto quello, quanto piuttosto le rotaie da treno che collegavano tutti quegli isolotti altissimi.
Non erano neanche rotaie lineari, alcune di esse si diramavano in complessi movimenti geometrici che, tuttavia, riuscivano a presentare una complessa armonia, senza intralciare il percorso degli altri.
Un vero capolavoro della meccanica, secondo loro due.
Blossom invece non riusciva a vederci tutta questa genialità e complessità, a lei sembravano solo dei lunghi ferri disposti in modo che si potesse passare da un’isola di terra all’altra, seppur anche lei non potè fare a meno di pensare che ci volesse dell’ingegno non trascurabile dietro ad una costruzione del genere.
Tails consultò il suo radar cercando di rintracciare il segnale del Chaos Emerald situato in quella zona, mentre Dexter si sistemava gli occhiali, riflettendo sul fatto che non aveva ancora avuto la possibilità di “scambiare due parole” con Otto e Blossom che stiracchiava leggermente il braccio sinistro, nel tentativo di riabituarlo al movimento.
-Ok, dobbiamo andare per di là! Credo proprio che non potremo usare il Tornado X per spostarci, Dexter, le rotaie ostacolerebbero troppo il volo e non sono sicuro di riuscire a mantenere l’assetto in mezzo ad esse. Quindi le possibilità sono: o ti fai portare in volo da me e Blossom, o scendi giù per le rotaie stesse.-
Il genio dal ciuffo rosso si sporse un attimo per dare un’occhiata di sotto, era proprio un bel salto.
Non era mai stato un grande atleta, per quanto negli ultimi anni avesse affinato le sue abilità nel combattere, e l’idea di sfracellarsi e diventare una “frittella di scienziato” non lo allettava.
-… Sceglierò la prima opzione, è la più sicura.-
Mentre i tre cominciarono ad avviarsi verso il costone più vicino, una luce abbagliante apparì all’improvviso dove prima stavano loro, smorzandosi dopo pochi secondi e rivelando una figura irsuta.
“Quei tre?! Tsk, sarà più facile del previsto!”
 
 
 
Courage aveva affrontato di tutto e di più durante la sua vita: gatti psicopatici, volpi mangiatrici di uomini, hippie rompiscatole e maledizioni varie.
L’unica cosa che collegava tutte quelle avventure assurde del suo passato era l’immensa paura che esse suscitavano in lui.
Era un codardo di natura, se ne rendeva conto e quello era un dato di fatto, eppure l’affetto per la vecchia Muriel lo spingeva, con quello che ormai si poteva definire il suo motto -Che cosa non si fa per amore?-, a compiere imprese al limite dell’impossibile per lei, la donna che lo aveva preso con se e che gli aveva voluto bene come se fosse stato suo figlio, più che il suo animale da compagnia.
Quando era stato costretto a lasciarla ne aveva sofferto, ma Jack si era preso cura di lui e lo aveva curato dalle ferite della sua ultima follia e gli sarebbe sempre stato grato.
E poi aveva conosciuto Bubbles; la supereroina aveva dimostrato sin dall’inizio una grande simpatia nei suoi confronti e poco per volta si stava rendendo conto che l’affetto che pensava potesse trovare solo nel caldo abbraccio della vecchia Muriel lo stava ricevendo anche dalla sua nuova amica.
Per questo, quando lei gli aveva chiesto se voleva accompagnarle nella loro missione il cucciolo, dopo un attimo di titubanza, aveva acconsentito ad andare con lei e Buttercup nella zona di “Pumpkin Hill” per cercare il Chaos Emerald che era stato rilevato lì.
Non l’avesse mai fatto.
A osservare quel luogo gli sembrò di essere finito di nuovo in una di quelle situazioni paranormali che lo avevano spesso coinvolto tempo addietro.
Un immensa distesa di terra secca e circondata da costoni rocciosi, molti dei quali, per mezzo di chissà quale fenomeno naturale, avevano assunto una forma che ricordava molto una zucca di Halloween nel suo sguardo più terrificante.
Ad aggiungere ulteriore pepe al posto, un castello diroccato faceva capolino a qualche decina di metri da dove si trovavano loro e la sua aria inquietante e sinistra contribuiva a far venire al botolo rosa ancor più la pelle d’oca.
“Ma chi me l’ha fatto fare?” pensò distrattamente, senza staccarsi dalla gamba di Bubbles.
-Non avere paura, Courage, ci sono io con te e non permetterò che ti accada nulla.-
-Tsk, ancora non capisco perché c’è lo siamo dovute portar dietro? Almeno ci fosse stato anche Knuckles, ma avuto quell’impegno dell’ultimo minuto che, se ho capito giusto, era molto importante.- mormorò svogliatamente la mora, un po’ dispiaciuta per il fatto che l’echidna non fosse lì.
Dopo tutto avevano dimostrato di possedere una grande intesa, dovuta molto probabilmente alla loro comune passione per la lotta, e non poter lottare di nuovo in squadra con lui le dispiaceva.
Se aveva capito giusto, il rosso aveva spiegato di non poter andare con nessuno di loro perché doveva tornare di fretta a Angel Island, la sua isola volante, per accertarsi di una cosa importante, senza però dare ulteriori spiegazioni.
Anche se aveva sentito Tails borbottare -In effetti erano tre giorni che non parlava di Master Emerald e di fargli la guardia… wow, un nuovo record.- ma preferì lasciar perdere.
-Forza voi due, il Chaos Emerald non aspetta altro che essere trovato. Se qualcuno ci sbarrerà la strada, avrà un incontro ravvicinato con il mio destro.- si sgranchì già le mani nell’eventualità fosse necessario.
Le due ragazze, più cane, si incamminarono dunque verso il castello, con l’animale che, sempre attaccato alla gamba dell’amica, stava scrivendo, su un papiro, un qualcosa di poco chiaro ma di cui si intravedeva il titolo “Le mie ultime volontà.”
 
 
 
Knuckles the Echidna aveva tirato un forte sospiro di sollievo quando, già in lontananza, aveva intravisto la sua isola continuare a fluttuare sopra il mare del porto di Station Square.
Ma essendo sempre stato molto fiscale quando l’argomento in questione era la protezione del Master Emerald, stabilì con se stesso che non si sarebbe ritenuto soddisfatto e tranquillo finchè non avesse visto di persona la gemma al suo posto sull’altare del suo tempietto.
Certo, Eggman era concentrato sulla ricerca dei Chaos Emeralds, ma ciò non escludeva che potesse tentare qualche mossa delle sue.
E poi c’era sempre Rouge, Chaos quanto poco la tollerava, anche se, doveva ammetterlo, avrebbe preferito vedere il Master Emerald in mano a lei che a Eggman.
Non che l’idea di vedere il suo gigantesco smeraldo mostrato come un banale gioiello ornamentale gli piacesse, ma sempre meglio che vederlo usare per conquistare il mondo.
Man mano però che si avvicinava, sentiva la tensione diminuire, forse si stava preoccupando troppo.
Giunto in cima all’altare capì che era vero: si era preoccupato troppo… troppo poco!
-E tu chi diavolo sei?- la strana aura demoniaca che percepiva in quell’essere non lo faceva stare tranquillo.
Questi si voltò.
-Oh, il guardiano del Master Emerald… aspettavo proprio te.-
-E perché, di grazia?-
-Ehy, mantieni la calma, è meglio per te. Ti consiglio d collaborare se non vuoi avere guai.-
Ma chi diavolo s credeva di essere quel tipo impellicciato di tutto punto.
Knuckles capì che quella situazione non si sarebbe risolta a parole.
-Non so chi sei e non mi interessa, ma io ora ti rompo il culo!-
Si gettò addosso al nemico, nella foga del momento non notò la gemma rossa che risplendeva in una delle sue chele.
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Ehilà, sono tornato!
Per fortuna sto riuscendo a mantenere un buon ritmo con questa long-fic, tanto che ormai potrei seriamente pensare di portarla a termine prima di ritornare a concentrarmi sulle altre long.
Spero sarà così.
Dunque, come avete potuto vedere, in questo capitolo abbiamo visto i nostri dividersi per andare alla ricerca di due Chaos Emeralds in una volta e le cose, almeno al momento, sono stabili.
Ma non lo resteranno ancora per molto.
Direi che è meglio non aggiungere altro, tranne che, entro breve, dopo che sarà avvenuta la liberazione di Sonic, ci sarà un piccolo cambio di rotta: ebbene sì, una saga dentro la saga (sia chiaro che non sarà da considerarsi filler),  che muoio dalla voglia di scrivere, perché ho già alcune idee su come gestirla e che potrebbe anche strapparvi parecchie risate, malgrado la serietà.
Detto questo, vi saluto gente!
 


 

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Capitolo 7
*** Battaglia su due fronti. ***


Quand’è che quella giornata aveva cominciato ad assumere una brutta piega? Quando aveva preso la decisione di farsi coinvolgere nella ricerca di quelle pietre magiche che avrebbero potuto decidere il destino del mondo intero? O piuttosto quando aveva visto il luogo in cui una di esse si trovava?
Courage era completamente indeciso tra le due alternative, ma l’avere vicino la sua amica e la sorella di lei (per quanto quest’ultima non lo avesse mai preso in simpatia) gli aveva dato un briciolo di sicurezza, quel tanto che bastava per lasciarlo attaccato alla gamba di Bubbles e non spingerlo a correre via, con una velocità che avrebbe potuto quasi rivaleggiare con quella di Sonic, per mettersi al sicuro.
Poi capì che il motivo che lo aveva portato a non fare una scelta era il fatto che ve ne fosse una terza di opzione, presentatasi quando ormai era tardi per fare dietrofront e scappare via da lì.
Vedere quella decina di robot accerchiarli quando erano ormai a pochi metri da quel lugubre maniero fece salire un brivido lungo la schiena del cane, che, se possibile, si strinse ancora di più alla gamba della biondina.
-Sono di nuovo quei robot!-
-Evidentemente questo Dr Eggman non deve essere molto sveglio. Li abbiamo fatti a pezzi già una volta i suoi ferri vecchi, stavolta non sarà diverso. Ma visto che ciò mi darà l’occasione di menare un po’ le mani, di certo non mi lamento.-
Buttercup sbattè i pugni l’uno con l’altro, ansiosa di cominciare, ben presto anche la sorella si mise in posizione di combattimento.
Tutti e dieci gli E-1000 puntarono il braccio destro verso di loro, caricando in esso uno dei loro razzi teleguidati.
Buttercup ghignò, sicura che non avrebbero creato troppo problemi, sarebbe bastato spiccare il volo al momento giusto e approfittare della visione aerea per localizzare gli automi e distruggerli mentre questi erano ostacolati dal fumo.
Ma le cose andarono diversamente da come si erano svolte a White Jungle.
I robot, all’ultimo istante, puntarono le braccia verso l’alto, facendo in modo che i missili seguissero una traiettoria arcuata prima di cadere verso le loro vittime.
Accidentaccio, in quella maniera scappare in aria avrebbe significato fare boom.
-Bubbles, stacca un masso bello grande!- facendo pressione con tutta la loro forza, le due sorelle infilarono le mani nel terreno e ne staccarono un pezzo consistente a testa, che piazzarono sopra le loro teste per farsi scudo.
I razzi cozzarono contro la loro difesa improvvisata ed esplosero, per fortuna i tre restarono illesi.
Dal polverone uscì una furiosa Buttercup che si fiondò sul nemico più vicino centrandolo in pieno petto con un destro.
Rimase sorpresa nel notare di non essere riuscita a sfondare il petto del robot come era accaduto a White Jungle, ma di essere riuscita solo a causargli una lieve ammaccatura.
-Questa volta non sarà tanto facile.- annunciò una voce maliziosa sopra di loro.
A svolazzare in cielo stava la stessa ragazza pipistrello che avevano incontrato il giorno prima.
-Ehy, tu sei quella ladra che ieri ci ha fregato il Chaos Emerald!-
-Vedo che vi ricordate di me, mi fa piacere. Tornando a quanto ho detto prima, ti illudevi davvero che il Dr Eggman non avesse preso alcuna precauzione contro la vostra superforza?! Dopo che ieri li avete distrutti senza troppe difficoltà, il dottore ha rivestito tutti gli altri E-1000 con uno strato di gomma trasparente in grado di assorbire i vostri colpi e smorzarne così l’effetto.-
Le due ragazze sgranarono gli occhi a quella rivelazione, allora sarebbe stato più difficile del previsto.
-Molto bene. E-1000, usate la strategia che il dottore ha inserito nei vostri database!-
Gli occhi degli automi si illuminarono per qualche istante, segno che stavano cercando l’informazione richiesta.
Una volta confermata la procedura, cinque di loro si posizionarono di alcuni metri più indietro rispetto all’altra metà.
La prima fila caricò il cannone laser sul braccio sinistro e facendo fuoco, facilmente schivato dalle due che spiccarono il volo.
Era stato troppo facile.
Capirono che non era finita quando i cinque messisi più dietro cominciarono a lanciare i loro missili a raffica nel tentativo di abbatterle, costringendole di nuovo a terra, dove tornarono ad essere vittima dei laser del primo cerchio, mentre quello più esterno tornò a caricare le munizioni.
-È ovvio cosa vogliono fare, ci attaccano in base alla nostra posizione mentre l’altro cerchio si ricarica. Anche se non dovessero mai colpirci, stanno puntando a farci stancare.- Bubbles riuscì a capire al volo la strategia semplice ma, purtroppo per loro, efficace adottata dal nemico, mentre Courage, aggrappato a lei con le sole gambe, teneva le zampe anteriori giunte in preghiera verso tutte le divinità che conosceva.
-Beh, allora sarà il caso di trovare una soluzione, io non intendo fare per sempre da bersaglio mobile!- dichiarò furiosa la sorella mora mentre schivava un laser che aveva minacciato di colpirla alla spalla.
I robot continuavano imperterriti nel loro assalto, apparentemente senza fine, sotto la costante supervisione di Rouge, seppur ogni tanto questa volgesse leggermente lo sguardo verso il castello dietro di lei.
“Ok, ragazzina, sarà bene che tu non fallisca e trovi il Chaos Emerald. Per quanto questa strategia sia buona, dubito che queste mocciosetta si faranno sconfiggere così.”
In tutto quel marasma nessuno fece caso ad un certo batuffolo di pelo rosa che, approfittando del fatto che nessuno dei robot sembrasse prestargli attenzione, evidentemente non lo reputavano una minaccia, sgusciò sotto le loro gambe e, riuscendo a non farsi avvistare nemmeno da Rouge, si diresse spedito verso il castello diroccato.
Courage non potè fare a meno di chiedersi perché diavolo doveva cacciarsi sempre in situazioni del genere, ma poi si ricordo che Bubbles, portandolo con se, aveva dimostrato di avere fiducia in lui e non voleva deluderla.
Andando contro la sua codardia tipica, il cucciolo entrò dall’ingresso principale, un vecchio portone mezzo rotto e cigolante, e cominciò ad orientarsi nell’entrata di quel luogo, all’interno ancora più lugubre e tetro di quanto non sembrasse visto da fuori.
Insomma, roba da film horror.
“Che cosa non si fa per amore?” pensò disperato, per poi cominciare a cercare.
 
 
 
Dexter aveva imparato, nel corso degli anni, ad essere sempre cauto.
Era una lezione che, incredibile a dirsi, era convinto di aver appreso non attraverso una complessa sessione di studi e prove, ma grazie a sua sorella.
Del resto  fino a pochi anni prima lei era l’unica minaccia a minare la sua sanità mentale.
Con Dee Dee sempre nei paraggi aveva imparato a stare sempre sul “chi vive”, senza mai abbassare la guardia, lusso che non poteva permettersi, vista la consapevolezza che quella bionda iperattiva che era la sorella maggiore sarebbe potuta spuntare all’improvviso e in qualunque momento, con sommo dispiacere suo e delle sue invenzioni.
Si, alcune volte aveva il presentimento che perfino le sue macchine, malgrado fossero esseri non dotati di vero intelletto, avessero imparato a percepire la presenza di Dee Dee e che la cosa le mandasse in allarme.
Con lei insomma, non poteva permettersi distrazioni di alcun genere.
Tralasciando il dispiacere del rievocare la figura ormai non più presente della sorella, Dexter sentì anche un senso di gratitudine nei suoi confronti quando, percependo il pericolo, attivò all’istante i suoi Powergloves e innalzando una barriera d’energia a difesa sua e dei suoi compagni di viaggio contro la freccia d’elettricità che aveva minacciato di colpirli.
-Accidenti, qualcuno ha cercato di fulminarci.- constatò Tails mentre Blossom assumeva già la posa da combattimento, pronta ad andare addosso a qualunque nemico si fosse presentato.
Ma nessuno dei tre avrebbe immaginato di ritrovarsi di fronte quello che a prima vista sembrava Sonic; Tails non corse ad abbracciarlo perché, notando all’istante il colore scuro del pelo, arrivò istantaneamente a capire chi fosse davvero quel riccio che avevano davanti.
-Quel ragazzino è riuscito a parare il mio Chaos Spear: o l’ho calibrato con poca energia, o siete semplicemente molto fortunati.- constatò Shadow the Hedgehog, una volta mostratosi dinanzi ai tre.
-Tu devi essere senza ombra di dubbio l’autore del massacro di Radical Highway e qualcosa mi dice che sei anche quello che ieri sera mi ha messa al tappeto colpendomi alle spalle!-
- “Complimenti” per l’intuito,ragazzina.-
-Che cosa vuoi?- Dexter sapeva che la sua era una domanda stupida, ovvio che quel riccio nero fosse lì per lo stesso motivo che avevano loro: cercare il Chaos Emerald.
Pose quella domanda con intento strategico: guadagnare tempo in attesa che i suoi Powergloves caricassero la loro potenza al massimo; con un po’ di fortuna, forse sarebbe riuscito ad arrecargli qualche danno.
L’unica cosa di cui era certo era che, se davvero quel tizio aveva battuto Sonic, allora doveva riuscire ad andare a colpo sicuro e con la forza massima, altrimenti non avrebbe ottenuto nessun risultato.
-Mi hai preso per uno stupido, ragazzo? Credi che non abbia capito cosa vuoi fare? Tu vuoi solo guadagnare secondi nella speranza di farti venire un’idea, ma vi avviso già da adesso che, qualunque trovata possa venirvi in mente, non funzionerà! Pertanto vi lascio la possibilità di scelta: o vi togliete dai piedi adesso e ve ne tornate a casa con le vostre gambe, oppure ci tornerete sulla sedia a rotelle… nel migliore dei casi. Nel peggiore… a casa non ci tornerete affatto!-
Dexter si scambiò un rapido cenno di intesa con Blossom e Tails ed entrambi capirono all’istante, c’era bisogno di qualche altro secondo.
-D’accordo… scegliamo la prima! Torneremo a casa… dopo che avremo preso il Chaos Emerald e avertela fatta pagare per aver incastrato Sonic!-
Blossom e Tails si lanciarono frontalmente all’attacco del riccio, spostandosi ai suoi lati verso la metà del percorso, provando a costringerlo a voltarsi verso uno solo dei due e lasciarlo all’oscuro sui movimenti dell’altro.
Il riccio nero invece mantenne lo sguardo fisso su Dexter e non calcolò minimamente gli altri due e quando questi gli si gettarono addosso, parò i loro destri alzando le braccia.
Sia Blossom che Tails ebbero un iniziale momento di smarrimento.
Tails in realtà non si aspettava di ottenere risultati, sapeva di possedere una forza fisica minima, ma era convinto che Blossom avrebbe potuto ottenere qualche risultato.
-Come inizio è deludente.-
-Davvero?!- Blossom  e Tails approfittarono di quell’attimo di distrazione e gli bloccarono le braccia con entrambe le mani.
Shadow sembrò leggermente sorpreso.
-Dexter, colpisci adesso!- e quando il ragazzo con gli occhiali corrergli incontro pronto a colpirlo con un doppio colpo, capì la loro strategia: avevano previsto sin da subito che avrebbe parato i loro colpi laterali (in effetti, erano stati troppo prevedibili), perciò avevano approfittato della sua eccessiva sicurezza per bloccargli le braccia e diminuire la sua mobilità.
-Intelligente, devo riconoscerlo.-
Dexter allineò i pugni davanti al suo petto, col riccio ancora tenuto fermo.
-Beccati quest’onda d’urto… LASCIATELO ORA!- e, al momento giusto, rilasciò il suo attacco.
Il riccio nero venne scagliata ad alcuni metri di distanza e, dopo aver rimbalzato qualche volta al suolo, stette a terra, fermo e apparentemente sconfitto.
-C’è… c’è l’abbiamo fatta?- chiese Tails speranzoso.
-Me lo auguro, anche perché ci vorranno parecchi minuti perché i miei guanti si ricarichino completamente.-
-Sarà il caso di allontanarci e cercare il Chaos Emerald, prima che si risvegli, non credo resterà svenuto a lungo.- Suggerì la ragazzina, trovando subito il consenso degli altri due; erano stati fortunati a colpirlo, ma era il caso di fare in fretta.
-Addirittura farmi svenire?! Dovette essere davvero ottimisti… oppure soltanto degli illusi.-
La cruda realtà sbattè in faccia ai tre quando sentirono la voce del riccio che li sbeffeggiava mentre si rialzava senza alcun problema, sgranchendosi leggermente il collo.
-Ribadisco, avete avuto una bella pensata, ma ora avrete anche capito che lo stesso trucchetto non funzionerà di nuovo. Sono curioso adesso: cercherete di inventarvi qualcos’altro, o mi attaccherete frontalmente?-
Blossom gli diede la sua risposta con i fatti, prese il volo posizionandosi sopra di lui, prese fiato e lanciò verso di lui un soffio d’aria gelida.
Il riccio lo schivò facilmente e la parte di terreno dove prima si trovava venne ricoperta da uno strato di ghiaccio.
-Andate a cercare il Chaos Emerald, lo tengo occupato io!-
Dexter e Tails non se lo fecero ripetere due volte, il volpino prese il ragazzo per le braccia e spiccò il volo verso l’isola di terra successiva.
Peccato per loro che Shadow non fosse intenzionato a lasciarli andare.
Il riccio attivò le sue scarpe a reazione e cercò di partire all’inseguimento, ma venne intercettato da Blossom che lo colpì alla guancia con un pugno ben diretto, ma che ebbe solo l’effetto di infastidirlo.
Per niente turbato dall’attacco, si appallottolò su se stesso e travolse la rossa spingendola a terra.
In seguito, quando giunse sul bordo del costone di roccia si gettò su uno dei binari di collegamento stando alle calcagna dei due.
-Accidenti.- mormorò Dexter fra i denti.
Il riccio caricò un Chaos Spear che lanciò verso di loro e avrebbe fatto centro se i raggi laser oculari di Blossom non l’avessero intercettato, causando un’esplosione.
-Non illuderti che mi farò mettere al tappeto tanto facilmente anche stavolta!-
Shadow vide Blossom affiancare i suoi due amici e mandargli un’occhiataccia di sfida.
Sfida che fu ben lieto di accogliere, migliorò l’aderenza delle sue scarpe sul freddo metallo, scivolando ancor più in fretta e continuando a bersagliare i tre con le frecce di energia, che venivano o schivate o intercettate da Blossom.
In seguito ad uno degli attacchi, fu la Powerpuff girl a tentare l’offensiva, ma il riccio innalzò una barriera d’energia contro cui i suoi raggi oculari si scontrarono, ma senza riuscire a penetrarla.
A quel punto fu Dexter a prendere l’iniziativa: dopo aver detto a Tails di reggerlo per un solo braccio, il ragazzo genio, notando che aveva recuperato abbastanza energia puntò il suo Powerglow destro in direzione dei binari, in un punto che il riccio nero doveva ancora raggiungere, distruggendolo con un missile.
Shadow fu alquanto infastidito da quel gesto e spiccò un salto per aggrapparsi ad un costone di roccia sporgente ed evitando così un tuffo nel vuoto.
Osservò quei tre ragazzini che si avvicinavano al costone di roccia successivo, quando misero piede a terra e cominciarono ad andare alla ricerca del Chaos Emerald, approfittando di quei pochi minuti che avevano guadagnato, si fece scappare un grugnito.
-Tsk, siete proprio cocciuti!-
 
 
 
-Si può sapere che diavolo ci fai qui Bell? Hai idea di che rottura di palle sia stato venire a cercare te e quel pupazzo ambulante?- sbottò Sam all’indirizzo della ragazzina albina, mentre Zim cercava di gettarsi al collo di GIR per strozzarlo venendo prontamente bloccato dalla stessa albina.
Il fatto che si trovassero nel salotto di un vecchio castello abbandonato non sembrava minimamente turbare nessuno di loro, anzi, Bell sembrava non farci neanche caso.
Ebbe un leggero moto di rabbia quando intimò alla castana di non azzardarsi mai più a chiamarlo “pupazzo ambulante”, poi tornò svampita come al solito.
-Che diavolo significa che stai aiutando questo scienziato, come hai detto poi che si chiama, Eggman?!-
-Che nome di merda!- commentò l’alieno in tono da sfottò.
-Tralasciando il fatto che è un nome penoso, perché?- il tono di Sam era arrabbiato solo per il fatto che era stata lei a doverla andare a cercare, altrimenti sarebbe stato annoiato.
-Perché mi sto divertendo… e poi il piano di papà in questo momento è in fase di preparazione ancora, quindi volevo passarmi un po’ il tempo.- spiegò semplicemente con la sua logica semplicistica.
-Ma neanche per scherzo! Se non ti riporto indietro, il Dr X ci spacca il culo, a me e a Zim. Quindi non fare storie, si torna al Black Eden!-
-Uffa, e pensare che c’è anche la Powerpuff girl mora che ti ha fregato il dente.- nel tono di Bell non c’era malizia, solo ingenuità, ma tanto bastò perché la castana si immobilizzasse.
-Stai… stai dicendo sul serio?-
Quando Bell annuì con la testa, si lascio scappare un sorriso sadico che metteva in mostra la parte rimasta vuota dopo il pugno di Buttercup.
-Zim… mi sa che il caro Dr X aspetterà! Lei dov’è?-
-Hm… penso che lei e sua sorella siano ancora fuori a lottare con Rouge e i robot che ci siamo portate dietro.-
La castana si era fiondata verso la prima finestra dopo la parola “fuori” e l’aveva sfondata per dirigersi verso il suo obbiettivo.
Zim fissò il punto in cui Sam era sparita con espressione annoiata.
-Mi sa che dovrò aspettare ancora un pò prima di tornare alla playstation.- e pensare che lui e il dottore avevano una partita di PES ancora in sospeso.
All’esterno la situazione per le sorelle Utonium non era migliorata molto: gli E-1000 continuavano con il loro assalto doppio e la costante situazione di pressione a cui le costringevano impediva ad entrambe di prendere bene la mira, lanciando colpi a caso.
Per tale ragione solo tre robot su dieci giacevano al suolo fumanti, mentre gli altri sette continuavano l’assalto.
Rouge, mentre continuava a sorvolare la zona, pensò che quelle due dovevano avere davvero una bella resistenza per non essere ancora stramazzate per la stanchezza.
Sembrava comunque che la situazione stesse volgendo a vantaggio suo, ma dovette rimangiarsi quel pensiero quando vide una ragazza castana arrivare dal castello e fiondarsi su uno degli E-1000, spaccandogli il cranio con un destro caricato al massimo.
Quell’improvvisa intromissione finì per giovare alle sorelle Utonium.
Percependo la presenza di un terzo elemento nella loro zona d’attacco, i robot di Eggman si voltarono in sua direzione, dando a Buttercup e Bubbles il tempo di reagire.
Accortasi che le mosse fisiche avrebbero richiesto uno sforzo maggiore del solito, la biondina optò per un attacco sonoro.
Usando il suo urlo sonico (tra le tre sorelle, lei era la più esperta), Bubbles lanciò un urlo in direzione di due robot e l’alta frequenza mandò in fumo i loro circuiti interni.
Ormai la strategia degli automi era andata in fumo, i quattro rimasti vennero presto abbattuti: due da Buttercup che usò la sua forza portata al massimo, seppur non riuscì a sfondare i rivestimenti dei robot, il contraccolpo riuscì a distruggere i loro circuiti interni e gli ultimi due vennero abbattuti da Sam che li trafisse con gli artigli delle sue braccia meccaniche, disattivandoli.
Neanche il tempo di prendere fiato, però, che Buttercup dovette difendersi dall’attacco della castana che le si gettò contro con calci e pugni, con uno sguardo da predatore che si appresta ad andare all’attacco.
-Mi auguro che tu non avessi pensato che io vi sia venuta in aiuto per spirito di solidarietà, vero?! Buttercup, io soltanto ti posso uccidere, hai capito? Non avrei permesso ad uno di quei rottami di privarmi di questo piacere!- chiarì subito il concetto, mentre continuava ad attaccare la mora, costringendola sulla difensiva.
-E chi l’ha mai pensato?-
Le due ragazze continuavano la loro lotta a suon di calci e pugni, mentre Rouge, comicamente seccata da quell’intrusione fuori programma, si sbatteva una mano in faccia.
“Perché ho come il presentimento che sia un’amica di quella ragazzina? Tutti gli svitati capitano a me?” pensò mortificata.
Intanto Bubbles si stava guardando e la paura cominciò a crescere in lei.
-COURAGE… DOVE SEI?- come aveva potuto essere così sciocca da perderlo di vista, se gli fosse accaduto qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato.
 
 
 
Tails stramazzò al suolo, ormai privo di qualunque riserva di energia.
“Non c’è niente da fare, è troppo forte… d’altronde, se ha sconfitto Sonic, che speranze pensavo d’avere?” pensò mortificato, cercando dentro di se ancora un briciolo di forze per rimettersi almeno in piedi.
Shadow the Hedgehog stava ancora combattendo poco più in la contro Blossom e Dexter, ma se i due ragazzi erano ormai al limite delle forze, il riccio nero sembrava potesse continuare ancora per delle ore.
Approfittando di quei pochi minuti guadagnati, il trio aveva esplorato l’intera zona di Sky Rail e immensa fu la loro gioia quando trovarono il Chaos Emerald giallo.
Ma il tempo per gioire fu breve, vennero presto raggiunti dal riccio nero e la battaglia fu quasi a senso unico.
Seppur qualche loro attacco fosse andato a segno, il loro avversario non cadeva, a ogni loro mossa lui si rialzava, a ogni sua mossa le loro forze si abbassavano sempre, solo Blossom sembrava ancora in grado di reggere per via della sua alta resistenza, perché ormai Dexter sembrava sul punto di crollare.
Le supposizioni di Tails si rivelarono corrette quando anche il genio dai capelli rossi cadde al suolo stremato, la superiorità del loro nemico era netta.
“Perché combattiamo? Che senso ha andare avanti? Sonic, perché non sei qui ad aiutarci? Mai come adesso… abbiamo bisogno di te!” il suo stato d’animo era ormai nero.
Blossom si distanziò dal riccio e cercò di colpirlo ancora col suo soffio di ghiaccio, riuscendo stavolta ad ottenere qualcosa.
Il riccio nero dovette incrociare le braccia davanti per non incassare al massimo l’effetto del colpo, ma un leggero strato di brina cominciò a ricoprire il suo pelo.
Sarebbe anche potuto finire congelato, ma era certo che la ragazzina avrebbe esaurito il fiato a breve e la sua supposizione si rivelò esatta.
Approfittando di quegli istanti, la colpì in azione rotante e sembrò che a quel punto la battaglia fosse davvero finita, malgrado i tentativi di quest’ultima e di Dexter di rimettersi in piedi.
Tails, ancora a terra e con gli occhi vitrei, aveva ormai mollato la presa sul Chaos Emerald che giaceva a terra, a pochi centimetri dalla sua mano.
“Tanto, senza Sonic non abbiamo nessuna speranza di farcela. Tanto vale arrenderci.”
E infatti, quando Shadow si avvicinò al suo corpo inerme e prese la gemma, il volpino non cercò nemmeno di fermarlo.
Shadow lo degnò di uno sguardo deluso e, dopo essersi accertato che anche gli altri due non potessero più costituire una seccatura, si apprestò ad andarsene, non valeva nemmeno la pena ucciderli.
-Chaos Control!-
Dexter e Blossom non riuscirono ad intervenire e il riccio nero se ne andò indisturbato.
Riuscirono solo a fissare il punto in cui era sparito come se farlo lo avesse fatto riapparire.
Poi si concentrarono su Tails, immobile e incapace di spicciare parola.
Dexter si sistemò tristemente gli occhiali.
-È stata una disfatta… sotto tutti i punti di vista!-
 
 
 
-Fermati, stupido cane!-
Zim stava davvero esaurendo la pazienza.
Aveva accettato di andare a cercare Bell, rinunciando alla sua dose quotidiana di videogiochi, aveva accettato di aiutare a cercare quel Chaos Emerald che quel tizio dal nome idiota aveva ordinato a Bell di cercare, togliendogli la possibilità di pensare ai fattacci suoi, ma dover anche inseguire una palla di pelo rosa urlante che scappava da tutte le parti come u proiettile impazzito per i corridoi di un castello diroccato che sarebbe potuto franargli sulla testa era veramente il culmine e la sua pazienza, già di per se scarsa, era ormai prossima ad esaurirsi.
“Quando tornerò al Black Eden, chiederò un prolungamento dei miei giorni di ferie.” contando che passava le sue giornate a oziare, mangiare e giocare ai videogame a prescindere… non sarebbe cambiato poi tanto.
Non che Courage se la passasse meglio di lui.
Stringendo a se il Chaos Emerald verde che aveva trovato in seguito ad un breve viaggio nelle cantine del castello, tra ragnatele, polvere e rimpianti dovuti al fatto che ormai ne era passato di tempo da quando aveva smesso di portare il pannolino, il cucciolo schizzava come una scheggia per i corridoi, pregando tra se di non essere raggiunto.
Se non altro le lunghe fughe dai cattivi stavano servendo a qualcosa, grazie ad esse aveva acquisito una velocità impressionante per un cane, perciò tirò un sospiro di sollievo quando si rese conto di essere riuscito a seminare quella specie di alieno con le antenne.
Sollievo che passò all’istante quando percepì una presenza alle sue spalle e una mano toccarlo sulla testa.
L’urlo che lanciò fu abbastanza potente da infrangere quei pochi vetri rimasti ancora intatti.
-Courage, calmati! Sono io.- quando si rese che si trattava di Bubbles le si gettò tra le braccia senza nemmeno pensarci, tremando come una foglia per lo spavento.
-Che spavento che mi hai fatto prendere, non lo fare mai più, hai capito?- l’apparente severità delle sue parole era dettata dalla preoccupazione derivata dal fatto di sapere il suo amico dentro quel posto spaventoso, in cui sarebbe potuto morire di paura.
Ma si fece prendere dalla gioia e lo strinse in un altro abbraccio quando il cucciolo le mostrò la gemma verde che teneva fra le zampe.
-L’hai trovato! Bravissimo Courage, lo dicevo che ci saresti stato di grande aiuto!- anche lui riuscì a sorridere, davvero felice per essersi reso utile ed aver dimostrato che la fiducia di Bubbles non era stata malriposta e, sotto sotto, voleva anche godersi la faccia di Buttercup quando avrebbe visto che anche lui aveva saputo fare la sua parte.
-Allora forza, andiamo a recuperare Buttercup e andiamocene da questo postaccio. Ma per quanto sia felice che tu abbia trovato il Chaos Emerald, promettimi che non entrerai mai più in un posto del genere da solo!-
Il cane rosa guaì in segno d’assenso, tutto quello che restava da fare era tornare a Megaville… ammesso che fossero riusciti a staccare Buttercup dalla faccia di Sam, che stava prendendo a pugni.
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Mi ritengo davvero soddisfatto di me stesso per come ho gestito questo capitolo.
Soprattutto per un motivo: ho fatto cadere Tails in depressione!
Voi penserete magari “Hai fatto deprimere quel poveraccio, cosa c’è da essere fieri?” e io vi ribadisco che godo come un bastardo a torturare i miei personaggi preferiti e, tra i miei personaggi preferiti di Sonic, Tails sta al primo posto.
Una giornata dolce/amara per i nostri eroi, se da un lato Courage ha dimostrato che Bubbles ha fatto bene a portarlo con lei, dall’altro abbiamo avuto modo di vedere un’altra volta la schiacciante superiorità di Shadow the Hedgehog, avversario apparentemente invincibile.
E se pensate che io sia stato crudele con i buoni, aspettate di vedere cosa ho ancora in serbo per loro.
Quanto mi piace essere sadico… MUAHAHAHAHAH!
Alla prossima gente! ^_^
 


 

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Capitolo 8
*** Andiamo a salvare Sonic! ***


-Ottimo lavoro, Shadow! Come previsto, quegli idioti non avevano nessuna chance contro di te e infatti mi hai portato il Chaos Emerald, come ti avevo ordinato!-
Rouge si lasciò scappare un verso stizzito al sentire l’ennesima lode che lo scienziato rivolgeva al riccio nero, quanto odiava non essere almeno un po’ al centro dell’attenzione.
-Quello lì sarebbe il dottor Eggman?! È ancora più patetico di quanto pensassi.- constatò Sam nell’osservare l’uomo baffuto che ancora si stava perdendo in elogi e celebrazioni verso Shadow.
Si lasciò andare ad un ben poco elegante verso di rabbia al pensiero di non essere riuscita a prendersi la sua tanto agognata vendetta contro Buttercup e, anzi, di averci ricavato solo altri cazzotti.
-Per quanto riguarda voi, invece…- la voce di Eggman mise in allerta Rouge e Bell, il tono era completamente diverso.
Da accomodante ed estasiato era diventato severo e deluso.
-… mi aspettavo di meglio da voi due, ragazze, se poi mi venite addirittura a dire che questi altri due (indicò Sam e Zim) si sono uniti a voi nella ricerca del Chaos Emerald, allora avrebbe dovuto essere un gioco da ragazzi prenderlo, ancora più facile di rubare le caramelle ad un bambino. E malgrado questo, vi fate fregare, da un cane, rosa per giunta, e tornate qui a mani vuote.-
-Ehy, quella palla di pelo aveva il pepe sulla coda, era un razzo.- sbottò acido Zim all’indirizzo dell’uomo.
-Tsk.- si limitò a rispondere questi.
D’altronde, dopo che aveva avuto a che fare con Sonic the Hedgehog per tanto tempo, tutti gli altri gli sembravano delle lumache.
Il pessimo umore dell’uomo durò comunque una manciata di secondi, per poi essere sostituito dal sorrisone che era ormai tipico sul suo volto in quegli ultimi giorni.
-Bè, pazienza, tanto, con Shadow dalla nostra, non abbiamo nulla da temere, al momento opportuno andrà lui a recuperarli. Adesso direi che possiamo tornare a concentrarci sull’obiettivo di distruggere Prison Island… assicurandoci che Sonic sia li dentro quando accadrà.-
 
 
 
Dopo aver riaccompagnato a casa Courage e averlo ringraziato ancora per il suo aiuto (Buttercup dovette fare uno sforzo notevole per riconoscergli i suoi meriti), le due sorelle si aspettavano di trovare un clima allegro, una volta tornate a casa.
Nel loro immaginario, sarebbero state accolte con sorrisi felici da parte di Blossom e Tails e cenni affermativi di Dexter.
Gli avrebbero detto che anche loro avevano avuto successo e che i Chaos Emerald in loro possesso erano diventati tre e, con il morale alle stelle, avrebbero progettato un perfetto piano di fuga per aiutare Sonic ad evadere da Prison Island.
L’atmosfera che trovarono, invece, era così spessa che si poteva tagliare con un coltello, un clima di tensione generale, acuito dagli sguardi seri e concentrati di Dexter e Blossom che, al loro ritorno, non avevano perso tempo per cominciare a studiare un piano, attività i cui erano concentrati ancora.
Tails, invece, restava in un angolo, triste e abbattuto.
-Oh andiamo, questo riccio è davvero così potente?- chiese scettica Buttercup dopo che le venne spiegato com’erano andati i fatti a Sky Rail.
-Credimi sorella, lo è anche di più. Da quanto abbiamo potuto vedere, non è un avversario che possiamo sconfiggere, non senza un piano ben congeniato e, soprattutto, non senza Sonic ad aiutarci.-
Era la consapevolezza a cui i due erano arrivati subito: era vero che anche Sonic era stato sconfitto, ma era anche quello che sembrava averlo impegnato più di tutti, se lo avessero affrontato tutti insieme e con una strategia valida, allora avrebbero anche potuto avere una minima possibilità di stendere quel riccio apparentemente invincibile.
-E… cos’è successo a Tails?- chiese Bubbles, preoccupata per il volpino che non aveva ancora spicciato parola, restando nel suo angolino con le ginocchia al petto e le code ad avvolgerlo, come se avesse voluto creare uno scudo protettivo che lo separasse dal resto del mondo.
-Ragazzi… mi dispiace.-
Quando finalmente i volpino parlò, nella sua voce sentirono il rimorso e il dispiacere.
-Per cosa ti dispiace?-
-Per… per quello che è successo oggi pomeriggio. Non… non sono stato in grado di fare nulla, sono stato inutile e, quando quel riccio mi ha preso il Chaos Emerald, non ho neanche cercato di fermarlo. Ero… ero immobilizzato dalla paura. Vi chiedo scusa.-
Tutti e quattro i ragazzi compresero bene il senso d’impotenza che in quel momento stava attanagliando Tails, anche a loro era capitato.
Le sorelle Utonium si erano confrontate con esso tutte le volte che avevano affrontato un nemico che all’apparenza non credevano di poter sconfiggere e più volte erano rimaste affrante dalla prospettiva di non riuscire a proteggere Townsville e, seppur Buttercup non lo avrebbe mai ammesso, stavano provando quel sentimento anche in quel momento, al pensiero di quello stesso riccio nero che aveva ridotto, seppur involontariamente, Tails in quello stato.
E Dexter non era certo da meno, la morte di sua sorella non avrebbe mai smesso di tormentarlo e l’impotenza di quel momento, il non essere riuscito a salvarla, non si sarebbe mai liberato completamente dal senso di colpa e ne era consapevole.
Vedere Tails in quel momento li stava portando a confrontarsi con loro stessi e con la paura che, da un giorno all’altro, quel riccio nero avrebbe potuto ucciderli tutti e permettere a quel folle scienziato di dominare il mondo.
-Direi che è ovvio cosa fare: completiamo il piano d’evasione per Sonic e poi penseremo al resto.-
-Per una volta mi trovo d’accordo col nerd quattrocchi.-
Tails si alzò in piedi e si riunì agli altri, magari quel senso d’impotenza era dovuto al fatto di non avere Sonic vicino, senza contare che neanche…
-Ehy, ora che ci penso: dov’è Knuckles? Sarebbe dovuto tornare già da un pezzo.-
 
 
 
Si sistemò meglio la cravatta, che minacciava di strozzargli il collo.
Chi diamine li aveva inventati quegli strumenti di tortura? Se l’avesse scoperto, non ci avrebbe messo un attimo a cercarlo.
Però, in fondo, ne valeva la pena di sopportare un tale fardello d’abbigliamento, visto che si trattava del giorno più bello della sua vita.
E poi non stava neanche tanto male in smoking, magari avrebbe cominciato ad indossarlo più spesso.
Ad un tratto partì la musica nuziale e la vide, lì all’ingresso.
Era bellissima, più del solito.
La felicità che stava provando in quel momento era un qualcosa di unico, forse anche più delle sue folli corse intorno al mondo… ok, ora non esageriamo.
Felicità che svanì in un attimo quando si rese conto di una cosa: lui stava tra gli invitati, non era li sull’altare ad aspettarla.
Quando Amy Rose giunse dinanzi a colui che sarebbe diventato suo marito, Sonic sgranò gli occhi… lui?!
-Io vi dichiaro marito e moglie. Ora può baciare la sposa.-
Cosa? E dov’era finita tutta la tiritera del “Siamo qui riuniti oggi per ecc.” e, soprattutto, dov’era “Se qualcuno è a conoscenza di un motivo per cui questo matrimonio non debba essere celebrato, parli ora o taccia per sempre!” perché lui lo conosceva eccome un motivo: su quell’altare, lì con lei, doveva esserci lui, non “quello lì”.
-NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!-
Sonic the Hedgehog si svegliò sul freddo pavimento della sua cella con un urlò belluino e grondante di sudore.
-Accidenti, sono chiuso qui dentro da troppo tempo, ora ho anche gli incubi!- constatò tirandosi comicamente le orecchie.
Quanto tempo era passato da quando era stato buttato in quel freddo spazio angusto? Una settima? Un mese? Un anno?
-Ma da quanto sono qui?- stava ufficialmente sclerando. Ormai pure i sogni lo torturavano.
Diamine, aveva appena fatto un sogno in cui c’era Amy, Amy!
Cosa non avrebbe dato per essere in aperta campagna, così da poter dare finalmente sfogo al suo desiderio di velocità, sentire il vento carezzargli il viso e vedere il paesaggio sbiadire, troppo lento per tenere il passo con lui.
Quanto gli mancavano quelle emozioni.
Stava seriamente prendendo in considerazione l’idea di fregarsene di non saper nuotare e sfondare la porta della sua cella.
Non appena l’acqua avrebbe cominciato ad entrare… avrebbe improvvisato.
Ma che cosa andava pensando? Non gli andava proprio di morire giovane, il cupo mietitore avrebbe aspettato ancora parecchio prima di venire a prendere la sua anima.
C’erano ancora tante avventure da vivere, nuovi amici da incontrare,nuove sfide da affrontare e limiti da superare, non poteva permettersi di morire in una squallida cella come un criminale, che non era.
Si sdraiò di nuovo per terra e cominciò a picchiettare col dito indice a ritmo.
Che poi stare in una cella era una vera noia, non c’era mai niente da fare, non solo non gli permettevano di correre, non gli avevano neanche portato qualche passatempo (leggere qualche fumetto non gli sarebbe dispiaciuto, chissà cos’era accaduto nell’ultimo numero de “Gli amici della giustizia”)e, la cosa peggiore, il rancio faceva schifo. Dov’erano i suoi amati chili-dog?
Le disperazioni del riccio si interruppero all’improvviso al sentire un suono che ricordava vagamente il tintinnio di un oggetto che cadeva a terra.
Si voltò verso la fonte del suono e rimase sinceramente stupito quando, vicino ai suoi piedi, vide rotolare un Chaos Emerald, quello rosso.
Come aveva fatto la gemma a finire lì?
Era troppo strano che fosse arrivato lì improvvisamente, i Chaos Emerald non si potevano muovere da soli, l’unica eccezione era quando si disperdevano dopo essere stati usati, ma non era assolutamente quello il caso.
E poi perché gli stava apparendo solo in quel momento? La cosa puzzava quasi, anzi, sicuramente, di trappola, come se qualcuno avesse gettato lì la gemma di proposito, perché voleva che Sonic la trovasse.
Ma pensate che tali riflessioni possano avere anche solo sfiorato il cervello di Sonic?
La tipica impulsività, unita al sempre più premente desiderio di tornare a respirare aria pura e vedere la luce del sole lo portarono a prendere la gemma senza farsi tante domande.
Il riccio rimirò il sasso magico, che ora stringeva nel palmo della mano, e ghignò trionfante.
Col potere del Chaos Emerald sarebbe stato in grado di schizzare a velocità folle fuori da quel postaccio e poter riassaporare la libertà che tanto gli era mancata in quei giorni.
E infatti, circa pochi secondi dopo, Sonic the Hedgehog stava schizzando più veloce di un missile per i corridoi della prigione, sfondando muri e sbaragliando la strada da eventuali guardie che lo intralciavano, senza mai andarci troppo pesante, ovviamente.
Quando arrivò al portone centrale lo buttò giù con un’azione rotante, la cui forza era stata notevolmente amplificata dal Chaos Emerald.
Incurante degli allarmi ripetuti che erano scattati, il riccio blu si fermò un attimo per osservare gli agenti di sicurezza che correvano verso l’uscita nella vana speranza di raggiungerli.
-Alla prossima, sfigati!- li salutò il riccio blu con una pernacchia, per poi riprendere la sua folle corsa.
Mentre le sue gambe lo portavano sempre più avanti, il riccio blu non faceva che aspirare a pieni polmoni la fresca aria dell’alba che stava sorgendo.
-FINALMENTE, SONO LIBERO!-
Poi dovette fermarsi di colpo per non rischiare di cadere giù dalla scogliera.
Solo in quel momento a Sonic tornò in mente che si trovava su Prison Island che, come diceva il nome, era un’isola.
-FANCULO!-
La libertà avrebbe dovuto aspettare ancora un po’.
 
 
 
-Sentite, voi mi conoscete e sapete che, se bisogna andare a mollare quattro sberle ai nemici, ci vado con piacere fregandomene di come ci arrivo. E posso anche capire che, per arrivare a Prison Island, non possiamo usare l’aereo di Tails perché gli apparecchi volanti rilasciano un segnale che verrebbe localizzato, o andare direttamente in volo perché ci avvisterebbero… ma andare in questo modo era proprio necessario?- sbottò furiosa e imbarazzata Buttercup.
Alla fine, la sera precedente, il gruppo era riuscito ad architettare un piano per attuare l’evasione di Sonic. Grazie a ciò, erano andati a dormire tutti con l’animo un po’ più sereno, anche Tails era riuscito a risollevarsi il morale, la speranza di poter presto riabbracciare il suo fratellone lo aveva motivato quel tanto che bastava per convincerlo ad alzarsi dal suo angolino e fare la sua parte.
Era anche un buon piano il loro, e non era previsto il correre rischi eccessivi o incontrare qualcuno di poco raccomandabile; infine il gruppo, al fine di evitare che gli agenti di sicurezza del G.U.N. gli fosse addosso sin da subito, aveva scelto all’unanimità di usare un mezzo semplicistico per raggiungere l’isola.
-Continuo a chiederlo… PERCHE’ COSI’?-
-Andiamo Buttercup, poteva capitarci qualcosa di più imbarazzante.-
-Più imbarazzante?! Cosa c’è di più imbarazzante di un pedalò a forma di cigno?!-
La mora aveva protestato fin da subito sulla scelta di ricorrere a quello, ma Tails e Dexter si erano giustificati dicendo che era tutto ciò che erano riusciti a trovare.
L’avevano convinta a salire a bordo solo perché aveva promettere a tutti che, per il ritorno, avrebbero ricorso al volo.
Una cosa che poi li aveva incuriositi sin dall’inizio era il rumore che ricordava il verso di un allarme provenire dall’isola che, una volta arrivati alla scogliera, appurarono essere proprio quello.
Non appena raggiunsero la cima, il suo sembrò ancora più forte.
Sembrava che l’intera isola fosse in subbuglio.
-Ma si può sapere che sta succedendo qui?- Alla domanda di Dexter seguì un’esplosione nei pressi della struttura che attirò la loro attenzione.
-Ok, sto zitto.-
-Sarà il caso di andare a vedere, ma stiamo attenti a non farci scoprire.-
 
 
 
Sonic the Hedgehog fece una capriola all’indietro per evitare che il gancio destro di Bell gli frantumasse una mascella.
-Te lo scordi Sonic. Non ti permetteremo di scappare, tu salterai in aria insieme a quest’isola!- lo minacciò il dottor Eggman con un ghigno arrogante stampato in faccia.
-Tsk, questo è quello che vedremo, doc.- lo sfidò apertamente, cercando di apparire sicuro di se, ma dentro era furente per come si era svolta quella mattinata.
Aveva passato tutto il suo tempo a correre a vuoto, perché non vi erano ponti di terra o strutture naturali che collegassero Prison Island alla terraferma e non c’era la minima intenzione da parte sua di prendere uno dei battelli dei G.U.N. per andarsene da lì, non sapeva pilotarli.
Pensava sinceramente che quella giornata fosse stata uno schifo, quando poi la sua strada si incrociò quella di Eggman cambiò il pensiero… quella giornata era stata una merda.
L’unica cosa che lo consolava era il fatto che solo quella misteriosa ragazzina albina stava combattendo contro di lui, mentre Shadow se ne stava in disparte come se non fosse interessato a nulla.
A scapito di fraintendimenti, non aveva paura di confrontarsi col riccio nero, in quei giorni passati in cella aveva fatto molto esercizio al fine di affinare la sua resistenza.
Ma, per quanto desideroso di vendicarsi di lui, aveva capito che anche quella ragazzina albina era un avversario di tutto rispetto e gestirli tutti e due sarebbe stato alquanto difficile.
Il Dr Eggman invece si lisciava i baffi compiaciuto per poi rivolgersi a Sam e Zim.
-Voi due, venite con me! Andiamo a piazzare le bombe!-
I due non se lo fecero ripetere, estasiati all’idea di causare un’esplosione con i fiocchi.
“Non ho nulla da temere, Bell terrà impegnato Sonic per tutto il tempo necessario e, con Shadow a tenerla d’occhio, anche se tentasse qualche colpo di testa lui la fermerebbe all’istante e Rouge e sempre appostata nelle vicinanze per bloccare eventuali interferenze.”
Sembrava che lo scienziato avesse previsto ogni eventualità, per cui si addentrò dentro la struttura carceraria tranquillo e sicuro, senza incontrare alcun ostacolo da parte delle guardie, tutte messe al tappeto da Sonic quando questi era uscito da lì dentro… involontariamente il suo nemico gli aveva spianato la strada.
Tornando al riccio blu, questi tentò di colpire Bell in azione rotante, ma la ragazzina portò le mani avanti e lo afferrò.
Ma la forza di Sonic non era da sottovalutare, infatti il suo impeto non venne rallentato e i piedi dell’albina cominciarono lentamente a scavare solchi nel terreno.
Trattenne anche un verso di dolore e dovette lasciare andare via la palla rotante blu quando questa, col suo roteare frenetico, aveva cominciato a scorticarle le mani.
Sonic atterrò a pochi metri da lei, distraendosi un attimo per rivolgere uno sguardo sprezzante al riccio nero poco più in la, come a volergli dire -Visto, sono più forte di prima. Non sottovalutarmi!-
Quell’attimo di distrazione fu rischioso, il calcio laterale di Bell rischiò di colpirlo sul volto, ma si difese in tempo alzando le braccia e parandolo, ma sentendo ugualmente un brivido lungo la schiena per il contraccolpo.
“Per Bacco, la ragazzina picchia forte!”
-Non è una buona idea prendermi sottogamba!- lo avvertì questa facendogli una pernacchia derisoria, imitata dal piccolo GIR, sempre appostato sulla sua spalla.
Un ghignò arrogante apparì sul volto di Sonic.
-Hai ragione, mi auguro però che questo errore non lo commetta tu.-
In seguito si arrotolò su se stesso e sembrò sul punto di partire in azione rotante, ma la direzione presa non fu quella della sua avversaria.
Sonic si diresse sparato verso il muro della prigione, sfondandolo col suo attacco.
In un primo momento Bell non capì il significato di quel gesto, le fu tutto chiaro quando il riccio blu cominciò a calciare le rocce staccatesi dal muro come fossero state palloni da calcio, lanciandole verso di lei a velocità folle.
Avendo anch’essa una grande agilità dalla sua parte, schivò la grande maggioranza dei sassi, quelli che si avvicinavano troppo venivano frantumati dai suoi pugni.
Eppure, malgrado Sonic stesse dimostrando una maggior tenacia e capacità di sfruttare l’ambiente, Shadow non sembrò molto interessato a quella lotta.
-Allora, Rouge?- si rivolse alla ragazza pipistrello appena atterrata vicino a lui.
-Non si riesce proprio a sorprenderti alle spalle eh, dolcezza?! Comunque, ci sono gli amichetti di Sonic diretti qui: tre ragazzine, un nerd e una volpe.-
-Ho capito… ci penso io!-
-Perché? Pensi possano crearci qualche problema?- chiese questa, per niente spaventata dallo sguardo serio del riccio.
-No… semplicemente mi sto annoiando. Da che parte stanno arrivando?-
-Vai dritto e li incrocerai a breve.-
 
 
 
Dopo alcuni istanti di corsa, il riccio nero decise di fermarsi nel mezzo della boscaglia che circondava il penitenziario e iniziò a guardarsi intorno con circospezione.
C’era qualcosa di strano in quella situazione e quel silenzio quasi innaturale non gli piaceva affatto.
Se Rouge gli aveva detto il vero, avrebbe dovuto incrociare gli amichetti di Sonic già da un po’, eppure non se n’era vista l’ombra.
Che Rouge gli avesse mentito? Era una possibilità che non andava esclusa, non sapeva se poteva fidarsi ciecamente di quella ragazza.
Mentre si concentrava sulle sue riflessioni non manco di tenere i sensi sempre all’erta, nel caso qualcuno avesse cercato di colpirlo alle spalle, ma nessun suono giunse alle sue orecchie.
Eppure continuava a non interpretare quel fatto come un qualcosa di positivo.
All’improvviso tre paia di raggi laser (verde, giallo e rosa) partirono da tre alberi diversi e andarono tutti in direzione del riccio nero, causando un’esplosione.
Il punto era stato centrato, Blossom, Bubbles e Buttercup uscirono allo scoperto e osservarono la colonna di fumo che si innalzava verso il cielo.
-Bella mossa sorelle, lo abbiamo annientato.- Buttercup si passò fieramente un dito sotto il naso.
-Non abbassate la guardia, ho visto di cosa è capace quel riccio e posso dirvi per certo che, malgrado il nostro attacco combinato, non è ancora sconfitto. Anzi, non mi sorprenderei se ne uscisse illeso. L’importante comunque è che Dexter e Tails riescano a raggiungere la prigione.-
Approfittando infatti dell’occasione presentatagli, il ragazzo genio e il volpino avevano continuato la loro corsa per raggiungere il penitenziario e mettere in atto la parte successiva del loro piano.
-Guardate!- Bubbles indicò un punto al centro della quasi diradata colonna di fumo, dalla quale uscì fuori la figura di Shadow.
Il riccio nero stava dando le spalle alle tre sorelle, cosa che causò le ire di Buttercup: cos’era? Quel tizio le stava sottovalutando o era un trucco per colpirle a tradimento.
-Non c’è verso che voi vi arrendiate, dico bene?-
-Puoi dirlo forte, brutta copia di Sonic che solo un daltonico non riuscirebbe a distinguere.- Buttercup gli rispose di rimando, sgranchendosi le nocche e preparandosi a combattere, si preannunciava una lotta molto impegnativa.
-Uccidere degli innocenti e dare la colpa a qualcun altro è stato un gesto spregevole. Anche per questo noi oggi ti daremo una lezione.- lo avvertì Bubbles.
Ma se le tre sorelle cercarono di sembrare minacciose, il riccio nero trovava divertenti le loro rampogne.
-Vedo che voi eroi siete degli inguaribili ottimisti. Voglio vedere come reagirete quando…- non appena si voltò verso di loro, sgranò gli occhi per qualche secondo.
Cosa le tre supereroine notarono ma a cui non seppero dare un perché.
Non ebbero neanche il tempo di chiederselo, che Bubbles si ritrovo sbattuta per terra con Shadow che le premeva una mano sulla gola.
La biondina cercò di liberarsi ma, malgrado la sua superforza, non riusciva a spostare di un millimetro la mano del riccio, che la fissava con uno sguardo che sembrava indemoniato.
Mentre la teneva con la mano sinistra, alzò la destra, tenendola aperta e con le dita unite, e la circondò di un’inquietante aura elettrica.
Non riuscì a compiere l’affondo perché Buttercup scattò verso di lui e lo colpì con un calcio laterale sul volto che lo allontanò di qualche metro, ma senza infliggergli danni.
Blossom intanto aiutava la sorella  rialzarsi, mentre questa tossiva per la mancanza d’aria.
Shadow alzò di nuovo la testa verso di loro, il suo sguardo era sempre più furioso.
Con un gesto secco, si tolse i bracciali che aveva i polsi.
-Non ve ne andrete vive da quest’isola!-
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Allora , che ve ne pare, dite che è venuto bene questo capitolo?
Io non mi ritengo pienamente soddisfatto, ma evidentemente doveva venirmi così.
Insomma, pare che il piano di evasione di Sonic non sarà più necessario, lui è già fuori dal carcere e le cose non sono migliorato di molto, però.
Come avete avuto modi di vedere, Sonic è tenuto impegnato da Bell con Rouge che li osserva, ma Tails e Dexter potrebbero presto giungere in suo aiuto, anche se credo che saranno le Powerpuff girls ad avere più bisogno d’aiuto, Shadow si è tolto i bracciali fin dall’inizio.
Cosa ha provocato il suo scatto d’ira? Quasi sicuramente vi siete già fatti un’idea.
Vi auguro una piacevole attesa fino al prossimo capitolo.
Arrivederci.
 

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Capitolo 9
*** Minaccia nascosta. ***


Shadow the Hedgehog rivolse alle sue avversarie lo sguardo più furioso di cui fosse capace.
Nessuna di quelle tre ragazzine sarebbe sopravvissuta quel giorno, non lo avrebbe permesso, il suo piano non doveva essere intralciato, soprattutto a quel punto che era così vicino a portarlo a termine.
Fu con questi pensieri che si scagliò all’attacco verso le sorelle Utonium, deciso a non avere la minima pietà.
Tutto quello che Blossom e le altre riuscirono a vedere però fu solo un lampo nero che scattava a folle velocità verso di loro, ma non colpì nessuna delle tre, fece solo uno scatto per oltrepassarle, le tre vennero sbalzate via dal solo spostamento d’aria, ruzzolando rovinosamente per terra.
Buttercup fu la prima a rialzarsi e lanciò i suoi raggi oculari verso il riccio, ma questi alzò una mano e creò una barriera difensiva che lo protesse, poi partì a tutta birra, travolgendola con una spallata che la ributtò al suolo.
Bubbles gli si avvicinò alle spalle e cercò di destabilizzarlo col suo urlo sonico, ma il riccio nero non sembrò turbato più di tanto dalle onde sonore ad alta frequenza, limitandosi ad un lieve grugnito di fastidio.
Fece un gesto con la mano e scagliò via Bubbles con la sola onda d’urto, poi partì in quarta verso Blossom e le sferrò un calcio laterale.
La rossa riuscì ad alzare le braccia per parare il colpo, ma venne ugualmente sbalzata via, rotolando per qualche metro.
Si rialzò dopo alcuni secondi e cominciò ad ingaggiare con questi una battaglia ravvicinata a suon di calci e pugni, venendo presto affiancata dalle sorelle.
Eppure, malgrado fossero in tre contro uno, il riccio nero non aveva alcun problema a gestire la situazione: parava e schivava con una naturalezza che aveva dello spaventoso.
Incrociò le braccia per parare un triplo gancio, poi fece forza e le spinse lontano.
Buttercup gli andò nuovamente addosso e lo colpì alla testa con un colpo a mani unite, questi reagì con una ginocchiata allo stomaco e con destro in faccia che la stese temporaneamente.
Blossom e Bubbles cercarono di approfittarne e colpirlo dai lati, ma il riccio schivò il colpo bi-direzionale con un salto e si piazzò sul ramo dell’albero più vicino.
Lanciò un Chaos Spear con la mano che Blossom intercettò con i suoi raggi oculari.
Bubbles si infiltrò nella cortina di fumo, sbucandogli davanti all’improvviso, colpendolo con una testata che minacciò di spedirlo a terra, ma il riccio trovò l’equilibro e atterrò elegantemente.
Sembrò che le cose stessero volgendo a favore delle sorelle quando Buttercup lo sorprese alle spalle bloccandogli le braccia in un “abbraccio” letale, ma l’illusione durò pochi istanti, il riccio si liberò e posizionò il palmo aperto all’altezza dello stomaco della mora, spingendola via con l’onda d’urto.
“Accidenti, non c’è verso di metterlo al tappeto, questo riccio sembra davvero invincibile.” Pensò Blossom col fiatone, notando che anche le sue sorelle erano nelle sue medesime condizioni.
Possibile che il loro avversario fosse inarrestabile? Davvero non c’era alcun modo per batterlo? Davvero l’unica possibilità era arrendersi?
No! Non poteva essere davvero così! E anche se lo fosse stato, se davvero il loro nemico era imbattibile, poco le importava, lei non si sarebbe arresa, avrebbe lottato fino all’ultimo, fino a quando ne avrebbe avuto modo.
Sarebbe morta piuttosto che arrendersi ed era convinta che anche le sue sorelle la pensassero come lei. Approfittando di quegli attimi di stallo, le Powerpuff girls cominciarono a discutere tra loro, nella speranza di farsi venire un’idea, tenendo sempre d’occhio il riccio nel caso questi fosse tornato alla carica.
-Cazzo, questo animale è uno che sa come dare le botte! Sentite, io di solito sono una che carica a testa bassa e lo sapete, ma se avete qualche piano sono pronta a sentirlo.-
Se persino Buttercup era disposta a rinunciare all’attacco diretto in favore di una strategia ragionata, c’era da scommetterci sulla serietà con cui aveva preso lo scontro.
-È questo il problema, sembra che niente possa sconfiggerlo, anzi, non vorrei sembrare pessimista o roba simile, ma in questo momento mi sembra addirittura più forte di ieri. Ho il presentimento che c’entrino qualcosa quei bracciali che si è tolto. Probabilmente erano degli inibitori di potenza.-
-Se quello che dici è vero, allora siamo fregate!- drignò Buttercup a denti stretti.
Se il potere di quell’essere era davvero così elevato che lui stesso doveva tenerlo sigillato, allora era probabile che non avesse usato ancora i suoi poteri al completo.
“Accidenti, ma quanto è potente questo rognoso?”
-Ma se è così, prima o poi dovrà stancarsi.-
Rapida, come un fulmine a ciel sereno, fu l’intuizione di Bubbles che fece virare verso di lei gli sguardi curiosi delle sorelle.
-Che vuoi dire?-
-Beh, se deve sigillare la sua vera forza, allora vuol dire che forse non può gestirla troppo a lungo. Potremmo approfittare della cosa.-
Allora forse una speranza c’era ancora, forse avevano trovato la soluzione per battere il loro avversario; se l’intuizione di Bubbles era esatta, allora avevano ancora possibilità di farcela.
-Va bene, a questo punto tanto vale fare un tentativo. Però non possiamo permettergli di metterci al tappeto nel frattempo, altrimenti sarà tutto inutile. Limitiamoci ad attacchi a distanza, gli attacchi diretti ci scoprirebbero troppo. Perdiamo più tempo che possiamo e, se dovesse cominciare ad accusare segni di stanchezza, lo colpiremo tutte e tre insieme.- decretò infine la leader del trio.
-Che diavolo confabulate voi tre? Rassegnatevi mocciose, nessuna di voi tre sopravvivrà a questa lotta!-
Per tutta risposta Blossom gli lanciò contro il suo soffio ghiacciato, ma questi innalzò una barriera d’energia per difendersi.
-Fossi in te, non ne sarei certa!-                                                                          
Shadow non sembrò turbato dall’avvertimento.
-Come volete.- ma si bloccò all’improvviso.
C’era qualcosa di strano nell’aria, una presenza oscura e tremendamente potente.
Sotto gli sguardi sempre vigili delle sorelle, Shadow andò a raccogliere i suoi bracciali e li rimise ai polsi, poi si voltò nuovamente verso di loro, fissandole con uno sguardo diverso rispetto a prima: sembrava quasi volesse metterle in allerta.
-Mi sa che dovremo rimandare. Quello che sto per darvi è un consiglio disinteressato, quindi fareste meglio ad ascoltarmi: risparmiate le energie!-
-Si può sapere di che diavolo stai parlando? Prima cerchi di ucciderci e adesso ci dici di fermarci senza motivo? Ma tu non hai le rotelle a posto.- lo aggredì Buttercup.
-Se non volete ascoltarmi e continuare a darmi addosso fate pure, tanto vi respingerei. Ma come ho già detto: risparmiate le energie! Ho percepito una potenza elevatissima e non ha buone intenzioni ne verso di voi, ne verso di me.-
Blossom sembrò dare credito alle sue parole e si concentrò un attimo.
Dopo qualche istante intimò alle sorelle di non tornare all’attacco.
-Non sta mentendo, c’è una forza malvagia qui vicino e non mi è nemmeno estranea, anzi, pensandoci meglio, è qualcuno che conosciamo.-
-Qualcuno che conosciamo?! Pensi che potrebbe trattarsi di…-
Blossom annuì in direzione di Bubbles.
-Lo ritengo molto probabile.-
-Sì, e mentre voi due discutete su chi e sul perché, quello se ne sta andando.- Buttercup, con gli occhi comicamente socchiusi, indicò la direzione verso cui il riccio nero si era diretto.
-Seguiamolo, sta andando in direzione del penitenziario!-
-Non è la stessa direzione che hanno preso Tails e Dexter prima?-
 
 
 
-Meglio di “Pallottole cinesi”!- esclamò entusiasta GIR mentre mangiucchiava pop-corn godendosi lo spettacolo della lotta tra Sonic e Bell.
In quel momento i due erano impegnati in un acceso scontro ravvicinato a suon di calci e pugni, malgrado entrambi prediligessero l’uso delle gambe per attaccare.
Bell parò un calcio ad ascia e rispose con una ginocchiata che Sonic parò con la mano, poi  due si distanziarono per riprendere fiato.
-Lo sai, mi sto proprio divertendo.- annunciò l’albina entusiasta.
-Se non fosse che sei mia nemica, ti troverei simpatica.- rispose questi con un ghigno.
In effetti la ragazzina era un’avversaria di tutto rispetto, per quanto la sua velocità non fosse paragonabile alla sua, riusciva a stare al passo con lui e a intercettare molti dei suoi attacchi.
Apparentemente sembrava svampita, ma si vedeva che stava sempre vigile in attesa di cogliere il minimo varco nell’avversario.
Non era un’avversaria con cui andarci piano, anzi, forse era anche il caso di giocare d’astuzia, poteva approfittarsi della sua ingenuità.
All’improvviso il riccio blu indicò allarmato alla sua destra.
-Guarda, un asino che vola!-
-Wow, non sono mai riuscita a vederne uno.- Bell ci cascò in pieno e venne stesa a terra da un destro in faccia.
Rouge, appollaiata su un albero per tenerli d’occhio, si sbattè una mano in faccia.
“E io che pensavo che a trucchetti del genere potesse cascarci solo Knuckles.” Evidentemente si era illusa.
Poi, riflettendoci meglio, si rese conto di una cosa: perché, in quegli ultimi due giorni, Knuckles non si era fatto vedere? Che gli fosse successo qualcosa?
“Ma… ma che me ne importa?” si autocriticò per poi scuotere la testa.
L’unico motivo per cui la cosa le dava fastidio era che in quel modo non avrebbe potuto provocarlo con frasi studiate e ridersela delle sue facce isteriche.
“Non… non sono preoccupata!” cercò di autoconvincersi.
Intanto Bell si rialzò massaggiandosi la guancia offesa.
-Tu mi hai imbrogliato! È sbagliato mentire!-
-Davvero?! Sai, quando a farti la predica moralista è una che sta collaborando con uno scienziato ciccione e malvagio che vuole conquistare il mondo, è un “tantino” difficile prenderla sul serio.- la sbeffeggiò il riccio blu.
Quando Bell si rialzò ringhiando furiosa, Sonic sorrise sicuro: a quanto pare ci aveva visto giusto, era una ragazzina suscettibile e cadeva facilmente preda della rabbia, un fattore che poteva sfruttare a suo vantaggio.
Le fece il gesto di farsi avanti e la ragazzina ci cascò, gettandosi alla carica.
Quando fu prossima a colpirlo con una testata, Sonic saltò in avanti e la superò poggiandole le mani sulla schiena per darsi la spinta, come se avesse saltato la cavallina.
Bell si voltò furiosa verso di lui e cercò di colpirlo con un calcio laterale, ma il riccio abbassò leggermente la testa e schivò facilmente, aiutato anche dal fatto di essere più basso, e le picchiettò l’indice sul naso per provocarla.
Stava andando proprio come previsto, mentre riprese a schivare i suoi attacchi, Sonic notò che si erano fatti più potenti ma, al contempo, più lenti e, quindi, prevedibili.
Mentalmente fu contento di ciò: quando aveva affrontato Shadow non aveva avuto modo di sfogare la sua ironia, in quell’occasione invece poteva; per fortuna che la ragazzina si offendeva facilmente.
Intanto che il riccio continuava a schivare i colpi, Rouge cominciò seriamente a pensare che in quel momento quella assomigliava più ad una corrida senza toro, il fatto che GIR si fosse vestito da matador, con tanto di mantello e di -Andale!- distribuiti a destra e a manca, avvallò la sua ipotesi.
In quel momento, dalla boscaglia sbucarono fuori la familiare figura di un volpino e di un ragazzo dai capelli rossi, quest’ultimo col camice leggermente strappato.
-Chi si immaginava che su quest’isola ci fosse un’intera sezione occupata dai rovi?-
-Non dirmelo, se non avessimo smarrito la strada saremmo arrivati qui molto prima.- aggiunse Tails mentre si staccava una spina clandestina dalla testa.
Ma il disagio per quella breve disavventura durò solo pochi istanti, nel momento in cui Tails posò lo sguardo verso la figura blu che in quel momento combatteva.
Quello… quello era…
Il volpino sentì gli occhi inumidirsi e, fregandosene se qualcuno lo avrebbe giudicato un piagnucolone, si gettò sul riccio blu trascinandolo a terra, lasciandolo ancora frastornato.
-Amico mio, stai bene! Non sai quanto mi sei mancato in questi giorni.- ammise il volpino senza trattenere le lacrime per quanto era contento.
Sonic, dopo un’iniziale confusione per l’abbraccio improvviso, si lasciò andare ad un sorriso e poggiò una mano sulla testa dell’amico con fare consolatorio.
Dexter si aggiustò gli occhiali fingendosi disinteressato, ma non riuscì ad impedire ad un lieve sorriso di spuntargli in volto.
-Anche io sono felice di rivederti Scheggia! Però potresti lasciarmi adesso, sai, c’è una ragazzina pazza che sta cercando di farmi la pelle.- disse poi, indicando Bell, che batteva comicamente un piede a terra, seccata per l’interruzione.
Decisa a non aspettare i loro comodi, si gettò nuovamente all’attacco.
Sonic e Tails si scambiarono un rapido sguardo, intendendosi al volo, e si scansarono ciascuno da un lato.
Il volpino andò addosso all’albina ma, quello che inizialmente sembrava un attacco, si rivelò una finta per dare spazio a Sonic che la stese con un calcio laterale.
Bell si rialzò col fiatone, Sonic e Tails si scambiarono un altro sguardo d’intesa.
-È ora di mostrare il nostro gioco di squadra!- i due cominciarono a girare intorno all’avversaria muovendosi in cerchio, così da confonderla.
Non riuscendo a capire chi dei due avrebbe attaccato per primo, ne l’angolazione dalla quale l’avrebbe fatto, Bell optò per una mossa di forza; pensò dunque di alzare le mani per sbatterle sul terreno, così da colpirli con la scossa tellurica che ne sarebbe scaturita.
Proprio quello che Sonic e Tails volevano.
Al momento giusto, Tails si avvicinò prendendola alle spalle, usando una coda per legarle le braccia e l’altra per le gambe.
Quando poi vide Sonic prepararsi a colpirla in azione rotante, capì di essere caduta in pieno nella trappola: l’avevano costretta in una posizione in cui, per attaccare avrebbe dovuto tenere le mani vicine così da bloccargliele insieme alle gambe, rendendola così un bersaglio fermo e senza difese.
L’impatto della sfera blu sul suo addome fu micidiale, il volpino alle sue spalle che continuava a tenerla ferma faceva anche in modo che, non muovendosi, l’impeto dell’attacco si caricasse.
Quando Tails capì di non poter reggere ancora, mollò la presa e Bell venne spinta a tutto razzo verso il muro della prigione, con Sonic che ancora le premeva sull’addome.
Neanche il muro resse alla forza dell’impatto e, dopo alcuni istanti, crollò sopra di lei, sommergendola sotto un cumulo di macerie.
Dexter dovette riconoscere che l’intesa di squadra di quei due, che in quel momento si stavano scambiando il cinque, era qualcosa di eccezionale, e forse era anche un po’ brutale, non erano certo stati gentili con la loro avversaria.
Tails osservò sconcertato il cumulo di sassi sotto cui Bell era rimasta.
-Sonic, ho paura che ci siamo andati pesante. Non vorrei che l’avessimo…-
-Tranquillo, ho visto di cos’è capace questa ragazzina, non basteranno dei sassi troppo cresciuti per metterla al tappeto. Si riprenderà tra un’ora credo, se le dovesse andare male.- lo calmò subito il riccio blu, avvisandolo in maniera sottintesa che non doveva commettere l’errore di sottovalutarla.
-Solo per curiosità, Knuckles dov’è?-
-Ehm… in realtà, è sparito misteriosamente il giorno dopo che sei stato arrestato. Aveva detto che stava tornando ad Angel Island per controllare il Master Emerald, poi però non è più tornato.-
Sonic alzò un sopracciglio confuso.
-Questo in effetti è strano… comunque, c’è l’ho io una bella notizia!-
Sotto lo sguardo curioso del volpino e del ragazzo, Sonic esibì con orgoglio il Chaos Emerald rosso, attirando anche l’attenzione di Rouge, rimasta nascosta ad osservarli.
-Sonic, ma come hai fatto a trovarlo?-
-Non l’ho trovato! Anzi, si può dire che mi ha trovato lui, ero in cella quando questi è come sbucato fuori dal nulla; infatti è grazie ad esso che sono riuscito a scappare.-
Dexter si grattò leggermente la testa, dubbioso.
-Ehm… non vorrei fare la parte di quello che mette il pelo nell’uovo, Sonic, ma non ti sembra strano che il Chaos Emerald sia apparso così all’improvviso dentro la tua cella? Per come la vedo io è sospetta la faccenda; è possibile che qualcuno abbia voluto farti scappare per qualche ragione a noi sconosciuta.-
-In effetti, Sonic, Dexter potrebbe avere ragione, come mai non ci hai pensato?-
Questi alzò le spalle con strafottenza.
-Non credo ragazzi. Voglio dire, sono qua, tutto intero e senza alcun problema, ho avuto semplicemente una botta di fortuna. Ci sono anche gli altri qui?-
Non appena i tre presero la direzione opposta da cui Tails e Dexter erano venuti in precedenza (con una piccola deviazione necessaria), Rouge uscì allo scoperto e poggiò GIR a terra.
-Senti, piccoletto, tu resta qui e assisti la tua amichetta, io intanto seguirò quei tre per vedere se riesco a prendergli il Chaos Emerald, ci siamo capiti?-
GIR andò verso le macerie in cui si trovava Bell mimando la sirena di un’ambulanza.
-… Lo prendo per un “sì”.-
 
 
 
-COME SAREBBE A DIRE CHE ERA GIÀ FUORI QUANO SIETE  ARRIVATI?! QUINDI SIAMO STATI SVEGLI PER ORE IERI PER PREPARARE UN PIANO E QUESTO QUI È SCAPPATO DA SOLO?! ALLORA HO PEDALATO SU UNO STUPIDO PEDALÒ A FORMA DI CIGNO PER NIENTE!-
Buttercup non era brava quanto Bubbles nell’urlo sonico, ma l’effetto del suo sfogo fu comunque sentito.
Era stata la sua prima reazione quando i due gruppi si erano ricongiunti.
Sonic però aveva cominciato un’intensa gara di sguardi con Shadow che non sembrava volesse avere fine.
-Come mai ti trovo qui con le ragazze, Shadow? Per quanto ne so, dovrebbero essere tue nemiche e tu non mi sembri il tipo che con i suoi nemici ci va leggero.-
-Non ti illudere, faker, la faccenda con loro non è conclusa e neanche con te. Ho solo deciso di accantonarla per riprenderla in seguito.-
-Davvero?! E sono scortese se ti chiedo perché?-
La tensione tra quei due era chiara a tutti gli altri: Sonic sentiva ancora il bruciore della sconfitta che Shadow gli aveva inferto e quest’ultimo non cercava certo di migliorare la situazione.
-Abbiamo avvertito una presenza, Sonic.- Blossom si inserì nel discorso.
-Una presenza?! E chi sarebbe?-
-Credo di avere un’idea, il potere oscuro che ho percepito ha un qualcosa che non mi è nuovo. Lo stesso Shadow ha detto di non continuare a combattere per restare in allerta e, in tutta onestà, non credo ci stia mentendo.-
Sonic fissò scettico la sua controparte.
-E hai qualche idea di dove si trovi?-
-Esattamente… nella tua mano!- e, tra lo stupore generale, indicò il Chaos Emerald che il riccio blu teneva stretto tra le dita.
-Ma che diamine stai dicendo? È un Chaos Emerald questo!-
-Evidentemente tu non ci hai fatto caso, ma io so riconoscere il potere del Chaos meglio di tutti voi e posso assicurarti che quello non è un Chaos Emerald.-
-Però, sei arguto.- una voce misteriosa si complimentò con il riccio, ma ciò che sorprese tutti fu il fatto che sembrasse provenire proprio dalla gemma che Sonic teneva in mano.
Le Powerpuff girls sembrarono le più allarmate lì in mezzo, avevano riconosciuto quella voce.
-Powerpuff girls! Era da un po’ che non vi vedevo.-
E un lampo abbagliante accecò i presenti e una cupola di luce si levò per alcuni metri.
Non appena svanì erano tutti spariti.
A terra era rimasto solo il falso Chaos Emerald che, dopo alcuni istanti, si dissolse in una colonna di fumo rosso.
 
 
 
Angolo dell’autore:
Quando sembrava che tutto fosse destinato a migliorare, ecco che accade qualcosa di inaspettato.
Sembrava che il difficile, liberare Sonic, fosse stato superato, ma i nostri eroi stanno per affrontare qualcosa di ben peggiore di un’evasione.
E Shadow the Hedgehog (e forse qualcun altro)  è con loro, sarà saggio fidarsi di lui?
2”
Alla prossima gente!
 


 

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Capitolo 10
*** La sfida di un vecchio nemico. ***


-Sonic, Sonic, mi senti?-
La prima cosa che Sonic the Hedgehog riuscì a vedere, dopo aver riaperto le palpebre, fu il volto preoccupato di Blossom.
La seconda cosa che notò, dopo essersi messo a sedere, fu che si trovavano in un luogo buio ma dove, per chissà quale arcano motivo, riuscivano a vederci benissimo.
La terza cosa di cui si rese conto, dopo essersi alzato ed essersi guardato intorno, fu che, oltre a Blossom, non c’era nessun altro dei loro amici.
-Dove sono tutti gli altri?-          
-Non ne ho idea. Quando mi sono risvegliata c’eri soltanto tu.-
La situazione non sembrava affatto delle migliori: erano in un luogo sconosciuto e avevano perso le tracce degli altri.
-Secondo te di che posto si tratta?- chiese ancora il riccio, non ricordando di essere mai stato in un posto simile prima.
-Mi dispiace, ne so quanto te, ma come ho già detto prima, ho dei forti sospetti.- Blossom cominciò a guardarsi intorno con estrema circospezione.
Quel buio/non buio era un qualcosa di innaturale e se davvero era opera di chi stava pensando, allora guardarsi costantemente intorno era d’obbligo.
Conoscendolo sarebbe potuto apparire in qualunque punto ed in qualunque momento.
-Sonic, tieni gli occhi bene aperti! Se il nostro avversario è davvero chi immagino, e ti garantisco che di dubbi ne ho pochissimi, non possiamo permetterci la minima distrazione, potrebbe ucciderci senza darci neanche il tempo di rendercene conto.-
-Giusta osservazione, Blossom. Ma visto che mi conosci bene, sai che non lo farei mai, altrimenti dove sarebbe il divertimento? Molto meglio torturarvi e uccidervi tra atroci sofferenze, no?-
Una densa colonna di fumo rosso si levò vicino ai due, dopo aver vorticato freneticamente per qualche istante, cominciò ad assumere dei contorni delineati: figura umanoide simile ad un diavolo, pelle rossa, chele, pizzetto lungo, abiti impellicciati, ormai non c’erano più dubbi.
-HIM! Allora è colpa tua se ci ritroviamo in questo posto?!- la ragazzina additò severamente quello che, ormai da molti anni, era uno dei nemici più pericolosi che lei e le sue sorelle avessero mai affrontato.
-Blossom! Come ho già detto, non ci vedevamo da parecchio. Sai, ci sono rimasto male quando tu e le tue sorelle avete lasciato Townsville per trasferirvi a Megaville, ho addirittura pensato che non mi ritenevate più un nemico alla vostra altezza.- fece il finto dispiaciuto, ma il tono viscido che serpeggiava nella sua voce lasciava intendere le sue intenzioni.
-Dacci un taglio, fratello “travestito” di Satana! Piuttosto, dove ci hai portati e dove sono i nostri amici?-
Il demone concentrò la sua attenzione sul riccio blu.
-Giusto, mi stavo quasi dimenticando di te… il famoso Sonic the Hedgehog, l’eroe di Station Square, almeno, fino a qualche giorno fa. Dopo gli ultimi eventi, le tue quotazioni sono scese molto.-
-E tu come fai saperlo?-
-Vi ho tenuti d’occhio dall’inizio della faccenda e so come si sono svolti i fatti. Dimmi, che si prova a pagare per un reato non commesso? Rabbia, frustrazione, impotenza? Te lo chiedo perché, se funziona bene, potrei pensare di giocarmi anche io questa carta, in futuro.-
-Non sono affari tuoi!- replicò acidamente il mobiano, pur mantenendo un sorrisetto di sfida in sua direzione.
Quel tizio se la cavava con le provocazioni, sicuramente era più bravo di Eggman.
-Parlando dei vostri amichetti, non temete, stanno bene… per il momento. Si trovano in una situazione analoga alla vostra, in uno spazio come questo, divisi un gruppetti come ho fatto con voi. Ma tranquilli, li rivedrete presto. E, chissà, se sarete fortunati in maniera spropositata, potreste addirittura arrivare a rivedere il vostro amico echidna.-
Knuckles?! Dunque c’era lui dietro la misteriosa sparizione del guardiano del Master Emerald.
-Perché l’hai fatto Him?-
-Perché, mia cara Blossom, per quanto io sia potente, c’è una cosa che non posso fare: controllare il potere del Caos!-
-E allora come mi spieghi quel Chaos Emerald che ci ha trasportati qui?-
Il demone rispose con un ghigno melenso.
-Quello?! Era solo un falso, che ho creato personalmente grazie ai miei poteri. Ho cercato di modellarlo in modo che rimembrasse un Chaos Emerald autentico, ma ne ho ottenuto solo un’imitazione che, per quanto simile, non era paragonabile all’originale.-
-Allora hai pensato di rapire Knuckles per costringerlo a lavorare per te, considerando che la sua stirpe ha avuto a che fare con questo potere per tanto tempo.-
-Deduzione corretta, riccio. Essendo il guardiano del Master Emerald, Knuckles the Echidna può tenere a bada il potere di quelle gemme grazie ad esso. Pertanto mi sono recato ad Angel Island e, non appena questi si è presentato, l’ho catturato. Ammetto che non è stato facile come credevo, si è rivelato un avversario di tutto rispetto, ma, come potete capire dal fatto che io ora vi stia parlando, l’esito è stato quello che avevo previsto.- si vantò spudoratamente il demone dinanzi ai due.
-E adesso Knuckles dov’è?-
-Risponderò alla vostra domanda in una maniera che vi farà rendere conto di come stanno le cose.-
Senza dare alcuna spiegazione, Him eseguì un movimento ad arco con la chela destra e creò uno squarcio nel buio di quel luogo indeterminato.
-Se avrete il coraggio di attraversare questo portale, comincerete la vostra prova. Avete mai sentito parlare dei… sette peccati capitali?-
Sonic alzò un sopracciglio dopo quella domanda, il termine non gli sembrava del tutto nuovo, forse Tails si era fatto sfuggire qualcosa a riguardo durante una delle sue tante letture e lui l’aveva sentito.
Nomina a parte, però, non aveva idea di cosa fossero.
-I sette peccati più gravi di cui un essere umano può macchiarsi: lussuria, gola, invidia, ira, ignavia, avidità e superbia e credimi se ti dico che tu la superbia la rispecchi anche molto bene.- ci pensò Blossom a dare la spiegazione che a Sonic mancava.
-Grazie per il complimento, mia cara. Come stavo dicendo, se avrete il coraggio di cominciare la prova, entrerete nel mio regno: la landa delle anime tentate. Lì risiedono le anime di tutti coloro che, in vita, si sono resi colpevoli di uno dei sette peccati capitali. Tranquilli, nessun’anima interferirà col vostro cammino, perché l’unica cosa di cui dovrete avere paura sarete voi stessi.-
-Che cosa intendi? Spiegati meglio!-
-Lo capirete quando sarete lì, comprenderlo sarà più semplice di quanto immaginate, ma non vi faciliterà le cose. Se riuscirete ad arrivare fino alla fine, potrete giungere al mio cospetto e rivedere il vostro amico.-
Giungere al suo cospetto? Ma se era già lì, davanti a loro?
Sonic non ebbe il tempo di porre la domanda che Him, intuendola, rispose con il suo solito sorriso ambiguo.
-Nel caso non l’abbiate capito, e a giudicare dall’espressione confusa che vedo sul tuo volto, Sonic the Hedgehog, è così, questa è solo una mia proiezione, ennesima prova della grandezza dei miei poteri. In questo momento sto parlando a voi e anche a tutti gli altri vostri amici, spiegando anche a loro la prova a cui dovrete andare incontro se sceglierete di accettare la mia sfida. Beh, riflettendoci meglio, dovete accettare: il rifiuto comporterebbe restare in questo buio per sempre e non credo che ne abbiate voglia, eheheh.-
Bastardo, altro che opportunità di scegliere, erano costretti ad accettare se non volevano restare in eterno in quella specie di limbo.
-E chi ci garantisce che oltre quel portale non ci sia in realtà una trappola?- chiese dubbiosa Blossom; aveva avuto modo di constatare più volte che Him era un esperto ingannatore e che quella non fosse altro che una messinscena per trarli in inganno era altamente probabile.
Questi ghignò sadico.
-Nessuno, non avete nessuna garanzia! Ma come ho detto, l’alternativa è restare qui fino alla fine dei vostri giorni, e dubito fortemente che vogliate morire qui. Potete soltanto rischiare. Una volta attraversato questo portale, vi riunirete ai vostri amici nel primo “girone capitale”. Ha, solo perché voglio essere magnanimo, vi informo che il primo girone che dovrete superare è quello della lussuria. Gentile da parte mia informarmi prima, no?-
Si capiva lontano un miglio che stava godendo molto a dargli informazioni che non sarebbero servite a niente per il semplice gusto di aumentare la loro ansia.
-Bene, direi che posso anche ritirarmi. Se riuscirete, ci vedremo alla fine del vostro percorso.-
-Aspetta un attimo, ho un’ultima domanda da farti: hai detto che, se attraverseremo quel portale, ci riuniremo con gli altri per affrontare il primo girone, quindi che senso ha avuto separarci in gruppi più piccoli per discutere con noi? Non potevi lasciarci tutti insieme fin dall’inizio?-
Non appena Sonic ebbe terminato la sua domanda gli occhi di Him scintillarono di una luce folle e con una chela scostò la parte impellicciata del suo vestito per lasciar intravedere meglio il suo ghigno, in quel momento ancor più accentuato.
-Sapete, speravo davvero che qualcuno di voi mi facesse questa domanda. Credevo che l’avreste capito da soli, ma così è molto meglio, potrò dirvelo personalmente. Perché vi ho separati tutti se tanto poi vi farò riunire mi chiedi? Perché… posso farlo!- esclamò questi estasiato.
-Sono io a decidere dove voi dovrete apparire ad ogni girone successivo. In uno potreste essere tutti insieme, nel successivo tutti separati, o magari potrei separare uno solo di voi dal resto del gruppo. Avete capito? Sono io che decido! Già mi immagino l’espressione confusa che potrebbe spuntare sul volto di uno di voi. Un attimo prima sei in compagnia dei tuoi amici, sempre al tuo fianco per aiutarti, l’attimo dopo, senza alcun motivo, ti ritrovi da solo in un posto in cui tutto e tutti ti sono avversi, senza nessuno a cui appoggiarti. Vi è chiaro il concetto: finchè siete nel mio regno, le vostre vite sono nelle mie mani… anzi, chele!- e con un’ultima risata gutturale, la proiezione del demone svanì in una nube di fumo rosso.
Sonic e Blossom restarono alcuni minuti in silenzio a contemplare lo squarcio luminoso che Him aveva aperto in precedenza.
-Sai, avevo sempre pensato che Eggman fosse messo male, ma dopo aver visto lui, il vecchio panzone mi sembra quasi normale.- la buttò sull’ironico il riccio blu, pur ostentando una certa serietà.
-Già, Him non è un essere che definiresti sano, anzi, è completamente folle e malvagio. Fidarsi di lui è proprio impossibile!- confermò Blossom, assottigliando gli occhi, seria come non mai.
-Quindi che si fa, Sonic? Te l’ho detto, Him è un bugiardo e manipolatore, non abbiamo nessuna certezza che attraversare questo portale non ci conduca ad una trappola.-
Sonic si limitò a scrollare le spalle con un sorrisetto e cominciò a muovere qualche passo in direzione dello squarcio luminoso.
Osservò per qualche istante la luce che emanava, non era calda e rassicurante, tutto il contrario, irradiava malignità e freddezza.
-Direi che restando imbambolati qui non otterremo un fico secco. E poi non abbiamo altre alternative, indipendentemente dal fatto che sia una trappola o meno, noi dobbiamo andare avanti!-
Senza nemmeno aspettare che la ragazzina replicasse ulteriormente, il riccio blu fece uno scatto in avanti gettandosi all’interno del portale, sparendovi dentro.
Blossom rimase ferma ancora qualche secondo.
-In fondo hai ragione, non abbiamo altre possibilità se non questa.-
Dopo un ultimo sospiro, anche lei si lanciò.
Dopo alcuni secondi, il portale svanì, sapendo che coloro che dovevano oltrepassarlo erano tutti presenti all’appello.
 
 
 
Him si strinse nel suo abito impellicciato, mentre i tacchi dei suoi stivali battevano lentamente sul terreno roccioso.
Stava andando tutto come previsto e la cosa non poteva non rallegrarlo.
Il suo ghigno venne scalfito per un attimo da un verso di fastidio e dolore; alzò leggermente il suo abito, osservando la lieve ferita che faceva mostra di se sul suo fianco sinistro.
Era un “regalo” di Knuckles the Echidna.
Se non l’avesse sottovalutato probabilmente avrebbe evitato quel taglio indecoroso, la sua indole narcisista non gli permetteva di osservarlo troppo a lungo, perché la rabbia che provava osservandolo lo avrebbe potuto far incazzare a tal punto da uccidere senza pietà colui che gliel’aveva inferta.
Ed era una cosa che, sapeva bene, non poteva e non doveva fare, o avrebbe potuto dire addio alla possibilità di controllare il potere del Caos in tutta la sua totalità.
Osservò il Chaos Emerald rosso, stretto nella sua chela destra, beandosi del potere immenso che quella gemma emanava.
Ne era entrato in possesso da pochi giorni, ancora non era in grado di sfruttare appieno il suo potere: era stato in grado di servirsi della forza del caos per aumentare le sue prestazioni fisiche e la sua resistenza, ma non si era minimamente avvicinato alla capacità di usare il Chaos Control.
Da quanto ne sapeva, neanche Sonic the Hedgehog ne era in grado, ci riusciva solo se era in possesso di tutte le gemme.
Però, c’era quell’altro riccio, Shadow, lui aveva dimostrato un’abilità superiore.
-Però, potrei aver trovato un nuovo alleato. Tu che ne pensi, Knuckles?- ghignò beffardamente all’indirizzo di una gigantesca voragine nera che, come un fossato, aveva la sua cima proprio sulla formazione rocciosa su cui il demone si trovava.
All’interno di essa, sospeso nel buio, come se vi galleggiasse dentro, Knuckles stava immobile e con gli occhi chiusi.
Sapeva che non era morto solo perché la massa nera che lo circondava era opera sua e perché il suo compito era un altro.
-Dici che, se glielo proponessi, Shadow the Hedgehog accetterà di unirsi a me? Io scommetto di sì, con te che mi insegnerai e gestire il Chaos Control grazie alle tue conoscenze e alla straordinaria potenza di Shadow dalla mia parte, non solo ucciderò le Powerpuff girls una volta per tutte, ma potrei anche pensare di conquistare il mondo. È una bella trovata, non pensi anche tu?-
Sapeva bene che non avrebbe potuto ricevere alcuna risposta, ma lo divertiva fare quei discorsi a senso unico con le sue vittime.
A giudicare da quanto stava vedendo, il suo processo di lavaggio del cervello stava funzionando alla perfezione, ancora un po’ di tempo e l’echidna sarebbe diventato suo fedele servitore.
Gettò un’occhiata al Master Emerald, adagiato lì vicino su un rudimentale altarino.
Dopo aver catturato Knuckles, aveva deciso di portarsi dietro anche il suo sassolino gigante; meglio essere previdenti, anche se Knuckles era l’unico che poteva usare il suo potere, non gli andava di rischiare che qualcun altro lo prendesse per tentare mosse a sorpresa.
E poi, con quello Knuckles poteva manovrare e calibrare i poteri dei Chaos Emeralds, un motivo in più per tenerlo con se.
Si, non aveva alcun dubbio, progressivamente avrebbe imparato a controllare quel potere.
Nel frattempo, tanto valeva approfittar di quella parte di potere a cui già riusciva ad attingere.
Finalmente si sarebbe sbarazzato delle tre sorelline Utonium e solo lui sapeva quanto lo desiderava.
Gli veniva quasi il senso di vomito a ripensare a tutte le sconfitte che aveva subito in passato e la consapevolezza che le sue avversarie non erano altro che ragazzine allo sbaraglio acuiva la sua ira.
Ma ormai il passato era un lontano ricordo e niente di più.
Sotto sotto, sperava che almeno quelle tre mocciose sopravvivessero ai sette gironi capitali, non certo per pietà nei loro confronti, ma perché solo in quel modo se ne sarebbe potuto occupare personalmente ed era un piacere a cui difficilmente avrebbe rinunciato.
-Powerpuff girls… oggi regoleremo i conti. Vi farò pagare per tutte le umiliazioni che mi avete inflitto negli ultimi anni.-
 
 
 
Tails da piccolo aveva sempre avuto paura del buio.
Era sempre stato l’occultatore di creature maligne, leggende spaventose, orribili leggende sinistre.
Il buio non gli piaceva.
Eppure stava pensando di rivalutare la sua convinzione, perché il luogo in cui erano finiti (il girone della “lussuria”, aveva detto così quel demone che si faceva chiamare Him) non aveva la benché minima traccia di ombre o di oscurità, ma la sensazione di terrore e malignità che emanava era un qualcosa che nessuno avrebbe potuto discutere.
Aveva come la sensazione che, in qualunque momento e in qualunque istante, sarebbe sbucata fuori dal nulla una creatura mostruosa dalle intenzioni ostili verso di loro.
Certo, quel demone aveva detto che nessun’anima avrebbe cercato di attaccarli, ma non gli aveva dato l’aria di una persona onesta (ammesso che lo si potesse ritenere una persona), anzi, dava una sensazione di meschinità non trascurabile e, se l’aveva notato lui, se ne sarebbe accorto chiunque.
Alla fin fine quel luogo cos’era se non un ammasso disordinato di rocce e percorsi scoscesi, intervallato qualche volta da un fiume di lava in cui sperava di non doverci mai finire?
Forse era anche quella una motivazione per cui l’insicurezza non lo aveva abbandonato: forse le anime non avrebbero tentato di ucciderli, ma chi garantiva che non ci avrebbe pensato quello stesso luogo a farlo?
“Oh basta Tails, non devi avere aura, finchè ci saranno gli altri non avrò nulla da temere. Sono certo che riusciremo a cavarcela.” Pensò infine, cercando di farsi coraggio.
Si diede due leggeri schiaffetti in faccia per caricarsi e non farsi prendere dal nervosismo, poi si voltò verso gli altri.
-Ok, gente, so di non essere il più coraggioso o il più intrepido, ma credo che dovremo cominciare ad andare.-
-Bravo Scheggia, questo è lo spirito!- Sonic diede una pacca sulla spalla dell’amico.
Per passare al girone successivo sicuramente avrebbero dovuto trovare una specie di passaggio segreto, o magari superare una qualche prova, ma erano pronti ad affrontarla, avevano un amico da salvare.
Gli unici che rimasero indietro furono Shadow e Rouge.
La ragazza pipistrello stava rimpiangendo di aver seguito Sonic,Tails e Dexter mentre erano ancora a Prison Island, se non l’avesse fatto non sarebbe finita in quel posto orrendo.
-Intendi darti una mossa o preferisci essere lasciata qui?- la riprese Shadow, anch’egli aveva cominciato a muovere qualche passo stando dietro a quelli che erano suoi nemici ma temporaneamente alleati.
Per quanto l’idea di fare gioco di squadra non l’allettasse minimamente, anche lui era stato costretto a riconoscere che l’aiuto di faker, il suo amico bi-coda e di quei quattro ragazzini avrebbe sempre potuto far comodo, specie contro quel demone.
Rouge potè solo sospirare, alternative diverse non ve n’erano, aveva ormai deciso di superare il portale e si trovava ufficialmente coinvolta in quel gioco perverso, quindi doveva giocare.
E, in aggiunta, era per salvare quell’idiota di Knuckles.
-Mi auguro solo che quel cretino sia ancora tutti intero… perché, dopo che l’avremo salvato, ci penserò io a mandarlo su un letto d’ospedale!-
Una volta che tutto lo squadrone fu riunito, Bubbles non potè fare a meno di esprimere un piccolo commento divertito.
-Non è ironicamente strano: fino a qualche attimo fa cercavamo di ucciderci a vicenda con voi due (indicò Shadow e Rouge), ora invece stiamo collaborando per salvarci tutti.- si lasciò scappare un risolino.
-Non farci l’abitudine, ragazzina! Quando questa faccenda sarà finita torneremo nemici come prima.- la avvisò prontamente il riccio nero.
Forse non sarebbe stata una collaborazione disastrosa, sperava solo che nessuno di loro dicesse o facesse qualcosa di palesemente idiota.
Poi il riccio blu se ne uscì con una delle sue -Allora, gente, chi conosce una barzelletta divertente per passarci il tempo?-
“… Cazzo!” Shadow si sbattè esasperato una mano in faccia, già stava rimpiangendo di non averlo ucciso, quella sera a Station Square.
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
“Finalmente! Finalmente si è deciso a mostrarci chi era quell’essere apparso di sfuggita prima nel capitolo 3 e poi nel 5 e su cui ci siamo fatti assurde seghe mentali per capire chi era!” starete pensando.
Se lo avete pensato… ringraziate che ho deciso di non prolungarvi ulteriormente l’attesa.
Tralasciando gli scherzi, chi di voi aveva, anche solo lontanamente, pensato che potesse trattarsi di “Him”?
Forse indovino se dico “nessuno”.
 Comunque, con questo capitolo è ufficialmente cominciata la mini-saga di cui vi avevo parlato, credo che la chiamerò “Saga dei peccati capitali”, un po’ banale, ma fa capire che le imprese che i nostri eroi (più Shadow e Rouge, quest’ultima cascata lì nel mezzo assolutamente per sbaglio)dovranno superare non saranno facili.
Contate che già il primo girone è quello della lussuria, quindi potete farvi un’idea di cosa attenderà Sonic, Blossom e gli altri qui.
Ci tengo inoltre ad informarvi di un’altra cosa: dal 22 al 29 di Aprile sarò assente, causa forza maggiore.
Questa forza maggiore risponde al nome di “Gita scolastica”, Crociera, per essere preciso.
Dubito che vi interessi sapere i dettagli, sappiate solo che sarà questo il perché della mancanza di aggiornamenti durante quel lasso di tempo.
Vi sto avvisando ora per ogni evenienza, forse riuscirò a pubblicare un altro capitolo prima di partire, ma visto che non si può mai sapere, ve lo sto dicendo adesso.
Alla prossima gente!
 


 

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Capitolo 11
*** I sette peccati capitali: Lussuria! ***


Era difficile intendere le parole di uno come Him.
Essendo egli un esperto nell’arte dell’inganno non si poteva mai prevedere cosa sarebbe uscito dalla sua bocca e ancor più difficile sarebbe stato giudicare se ciò che diceva fosse veritiero oppure no.
Per quanto Blossom e le sue sorelle avessero avuto a che fare con quel demone praticamente da quando avevano cinque anni, pure loro avevano ancora molte difficoltà a cogliere il senso nascosto che serpeggiava tra le sue parole.
Se gli avessero chiesto chi era il peggiore tra i loro nemici non avrebbero risposto “Mojo Jojo”, bensì “Him”.
A discapito di quanto il suo modo di vestire lasciava intendere, Him non era affatto uno che non si sporcava le chele se necessario; preferiva ricorrere alle sue illusioni, ma se c’era da picchiare non faceva discussioni di alcun genere.
Potevano ufficialmente ritenerlo il più forte tra i loro nemici; certo, poi era spuntato fuori Shadow the Hedgehog, ma essendo un alleato di Eggman lui rientrava, sempre parlando ufficialmente, nella lista dei nemici di Sonic.
Bubbles gettò un’occhiata perplessa nei confronti del riccio nero; questi era stato il più silenzioso possibile e, se qualcuno cercava di intrattenere un discorso con lui, si limitava a risposte monosillabiche o non rispondeva affatto.
L’unica variazione al tema fu quando minacciò di strozzare Sonic quando questi propose di cantare una canzoncina tutti insieme per cementare il loro spirito di squadra.
La proposta fu respinta all’unanimità.
Bubbles però era convinta che l’atteggiamento di Shadow, tutta quella freddezza e indisponibilità, non fosse lì solo per pura casualità.
La biondina non sapeva se fosse merito della sua grande empatia con gli animali che le permetteva di percepire il loro stato d’animo (il fatto che l’animale in questione fosse un riccio umanoide non rendeva vano il suo potere, sempre un animale era), ma aveva sentito provenire da lui una forte malinconia mista a rabbia.
Chissà quali pensieri vorticavano dentro la complessa mente di Shadow the Hedgehog; ovviamente non lo sapeva e l’unica cosa di cui era certa era che, se mai avessero scoperto qualcosa, sarebbe stato solo perché Shadow stesso avrebbe voluto rivelargliela, anche questa una possibilità molto remota.
Intanto Dexter si sistemò gli occhiali, dandosi un’occhiata intorno.
Onestamente, basandosi solo su quanto stava vedendo, non avrebbe mai espresso un giudizio favorevole al ritenere quel posto il girone della “Lussuria”.
Ma, essendo un uomo di scienza, sapeva che la prima impressione poteva essere ingannevole e che ciò che apparentemente sembrava privo di un senso logico aveva solo necessità di un’analisi più approfondita.
-Rispecchia bene il peccato assegnatogli.- decretò infine.
-Di che stai parlando, quattrocchi?- malgrado l’apparente scortesia, anche Buttercup era interessata, come gli altri, a capire il senso di quelle parole.
-Secondo quanto ci ha detto quel demone, Him, questo è il girone della lussuria, ovvero il peccato capitale relativo all’incapacità di trattenere i propri impulsi carnali o, comunque, i propri desideri fisici. Se si osserva con attenzione, si possono notare dei parallelismi: il terreno roccioso su cui stiamo camminando, resistente e al tempo stesso friabile, simboleggia l’animo umano, mentre i fiumi di lava che sgorgano dalla roccia sono gli impulsi che l’uomo non riesce a trattenere e che esplodono con fragore bruciante. Come la lava distrugge le rocce più friabili, così la lussuria infiamma gli animi umani più deboli, incapaci di resistere e ragionare secondo razionalità.-
La spiegazione di Dexter era perfettamente sensata, almeno pensava lo fosse, ma Tails e Blossom sembravano condividerne l’idea, gli altri sembrarono non badarci troppo.
-Indipendentemente da cosa mi simboleggi questo posto, a me non interessa: raggiungiamo quel demone, rompiamogli il culo, recuperiamo quell’echidna e andiamocene da questo schifo!- decretò Shadow, con tutta l’indifferenza di cui era capace.
Allungando il passo, il riccio nero si distanziò leggermente dagli altri, voleva stare da solo.
Immediatamente gli occhi di tutti si puntarono su Rouge, che alzò le spalle noncurante.
-Non fate domande! Anche se ci lavoro insieme, non sono riuscita minimamente a capirlo… sta molto sulle sue!-
Tutti sembrarono voler accettare la sua spiegazione.
-Comunque, non vi sembra strano? Voglio dire, per essere il girone della “Lussuria”, non ho visto chissà cosa di lussurioso. Non è che quel tizio ci ha imbrogliato e in realtà questo è un altro girone?- chiese ad un certo punto Sonic, facendo sorgere il dubbio a chiunque, anche se Dexter sperava non fossero dubbi fondati, perché ciò avrebbe significato che la sua spiegazione precedente era completamente sballata e ci avrebbe fatto una figuraccia davanti a Blossom.
-Non ti preoccupare, Sonic the Hedgehog. È vero che di solito sono un esperto oratore che si serve delle sue parole per mettere nel sacco, ma quando la verità è più divertente della menzogna, come in questo caso, perchè dovrei ricorrere ad essa?- la voce meschina e derisoria di Him attirò all’istante l’attenzione di tutto il gruppo.
-Him?! Dove sei, maledetto, esci fuori e combatti se non sei un codardo!-
-Buttercup, sempre la solita impulsiva. State sentendo la mia voce dentro la vostra mente, finchè sarete nel mio regno potrò comunicare con voi telepaticamente, oh giusto, non ve l’avevo ancora detto.- li prese in giro.
-Ritornando alla domanda del nostro riccio blu: l’unico motivo per cui la situazione per voi è tranquilla è che non siete ancora in quella zona del girone.-
-Di che zona stai parlando?- chiese ancora Sonic, per nulla intimorito.
-Se guardate davanti a voi, potrete notare una sorta di canyon, se volete andare avanti, dovete passare per forza da lì… il problema però sarà in ciò che vi accadrà una volta che sarete lì. Ma preferisco non dirvi niente, vi rovinerei la sorpresa, avrete modo di scoprirlo da soli.- e con un’ultima risata, la sua voce smise di echeggiare nelle loro teste.
Tutto il gruppo cominciò ad osservare nella direzione che Him gli aveva indicato e notarono che vi era davvero una mastodontica formazione rocciosa spaccata in un punto, quindi sarebbero dovuti passare da lì.
Quando finalmente giunsero all’entrata diedero un’attenta occhiata al luogo.
-Non so voi, ma l’idea di passare la in mezzo non mi convince.- Rouge fu la prima ad esprimere la sua opinione.
-Incredibile a dirsi, ma sono d’accordo. E poi lo sappiamo bene che Him è un maledetto bugiardo. Io dico di spiccare il volo e passare da sopra!- senza nemmeno aspettare l’opinione degli altri, Buttercup spiccò un balzo e poi prese il volo.
Raggiunta la cima del canyon, la mora si diede un’occhiata intorno.
-Ma che diamine, cos’è tutto questo caldo?- chiese frastornata facendosi aria con le mani.
Atterrò sulla cima della formazione rocciosa per cercare di capirne di più, ma dovette tornare in aria in un istante quando sentì il calore magmatico del terreno passare attraverso le scarpe e giungerle fino ai piedi.
-ACCIDENTIIIIIIIIIII!- urlando per il dolore, la ragazzina tornò immediatamente dal resto del gruppo.
-Allora?-
-D’accordo, l’opzione “cima” è da gettare al vento. L’aria la sopra è calda come quella della fornace di un vulcano e il terreno là in cima brucia come la lava.- spiegò rapidamente tenendosi ancora il piede destro, dolorante.
A quel punto Tails prese la parola.
-Allora direi che non abbiamo scelta, dobbiamo passare da sotto per forza! Dell’aria eccessivamente calda è a dir poco deleteria per l’organismo e di certo camminare su un terreno magmatico non lo è di meno. Non voglio sembrare un capetto, ma direi che è l’unica scelta.-
Nessuno ebbe niente da ridire.
Qualche minuto dopo, gli otto membri del gruppo stavano camminando in costante circospezione in mezzo all’apertura del canyon.
-Mi sembra troppo facile.- sentenziò ad un certo punto Dexter.
-Him avrà sicuramente preparato delle trappole o comunque avrà ideato una delle sue folli idee per fermarci. Quindi, non distraiamoci!- aggiunse Blossom in seguito.
Tails si guardava intorno leggermente intimorito.
Quel luogo era spaventoso nel suo silenzio religioso, aveva un qualcosa di sinistro e maligno.
Il volpino si avvicinò il più possibile a Sonic, come se temesse che questi sparisse nel nulla da un momento all’altro e, considerando le parole di Him, sarebbe anche potuto accadere.
Anche Rouge, malgrado ostentasse sicurezza, era leggermente intimorita da quel posto, e la consapevolezza di non poter nemmeno ricorrere al volo come mezzo di fuga in caso d’attacco non aveva certo un effetto tranquillizzante su di lei.
Buttercup faceva saettare lo sguardo da un punto all’altro ininterrottamente, pronta a saltare addosso a qualunque cosa fosse apparsa dal nulla mostrando un atteggiamento offensivo.
-Ehy Shadow, non allontanarti troppo, restiamo vicini.- fu quello che disse Bubbles al riccio nero, quando notò che questi aveva accelerato ulteriormente il passo, salvo poi fermarsi di colpo e intimando anche a tutti gli altri di restare immobili.
-Che c’è ora?- ma il riccio non rispose alla domanda di Sonic, prese anzi a far saettare lo sguardo tra i numerosi anfratti che vi erano nelle pareti rocciose.
-Ehy, Shady, non dirmi che hai paura e che vuoi tornare indietro?- lo prese in giro il riccio blu con un ghigno beffardo, ma l’altro roditore lo ignorò deliberatamente.
Dopo qualche altro istante d’attesa, Shadow saettò alla velocità della luce verso uno spaccato nella parete, infilandosi dentro.
Gli altri non capirono il motivo di quel gesto, ebbero le idee più chiare quando sentirono rumore di pugni e calci sferrati con grande potenza.
C’era qualcuno che li stava osservando.
Ad un tratto parte della parete esplose, dal fumo ne uscì la figura di Shadow the Hedgehog che, con una mano, trascinava una creatura umanoide.
-Era da un po’ che ci osservava, probabilmente è una delle creature che popolano questo girone.- spiegò rapidamente lasciando la creatura svenuta per terra.
Tutti si fermarono per osservarla meglio: era una creatura femminile che non poteva essere scambiata per una donna umana solo per via delle ali membranose, come quelle di un pipistrello e la coda che terminava con una punta a lancia.
Anche se il particolare che saltò più all’occhio (soprattutto per i ragazzi) fu un altro: la quasi totale assenza di vestiti della creatura e le forme generose che, per via dello scarso vestiario, erano in bella mostra.
Se per le ragazze la cosa fu indifferente, non lo fu altrettanto per i maschi: Tails si coprì gli occhi imbarazzato, Shadow si limitò a guardare altrove, Sonic si lasciò scappare un fischio (e ringraziò mentalmente che Amy non fosse lì, altrimenti la sua testa avrebbe avuto uno spiacevole incontro col martello di lei)e Dexter rimase imbambolato con un leggero rivolo di sangue che gli colava dal naso.
-Wow, certo che il vostro caro amico Him si tratta bene!- Sonic trovò di nuovo la voglia di scherzare.
-In verità io nutro dei seri dubbi sul fatto che sia etero… basta guardare come si veste.- borbottò Buttercup.
-Ma questa creatura cos’è, di preciso?- chiese poi Bubbles.
Tails, tenendo sempre una mano davanti agli occhi, alzò l’altra per chiedere la parola.
-Ehm, forse mi sbaglio, ma una volta ho letto un libro sulle creature mitologiche e credo che questa sia una succubus. In base a quanto ho letto, le succubus seducono gli uomini per farli cadere nel peccato della lussuria, quindi, pensandoci bene, non è strano trovarne una qui.- spiego brevemente il volpino; sapeva che c’era da dire di più a riguardo della creatura, ma preferì omettere altri particolari perché li reputava osceni.
Blossom, dopo aver riflettuto qualche secondo, schioccò le dita per far partecipi tutti della sua intuizione.
-Ecco cosa intendeva Him dicendo che avremmo dovuto preoccuparci di noi stessi! I vari gironi sono tutti delle prove! Noi dobbiamo riuscire a resistere ai vari peccati capitali, solo così riusciremo ad andare avanti, se invece cederemo ad essi resteremo bloccati per sempre.-
Trovando che la spiegazione fosse plausibile e temendo per la presenza di altre succubus nella zona, il gruppo si rimise in marcia per raggiungere la fine del canyon, anche se Blossom dovette andare da Dexter, rimasto a fissare la succubus svenuta, e trascinarlo via tirandolo per un orecchio con un’espressione comicamente accigliata e borbottando qualcosa che suonava come un -Tu le altre non devi guardarle!-
Dopo alcuni minuti passati a camminare, Shadow fermò di nuovo il resto della comitiva.
-Che c’è stavolta?- chiese Sonic.
Il riccio nero si limitò ad indicare la cima del canyon, quando tutti alzarono lo sguardo furono colti dal senso d’allarme non appena videro che la cime era stata, da entrambi i lati, occupati da un alto numero di deponesse.
-Accidenti, sono un esercito!- constatò Tails coprendosi nuovamente gli occhi.
-Già, ma che bell’esercito.- aggiunse Sonic maliziosamente, salvo pronunciare un -Ehy?!- di protesta quando il volpino gli coprì gli occhi con una coda, cosa che anche Blossom fece rapidamente con Dexter togliendogli gli occhiali e ignorando di proposito le sue lamentele sul fatto che senza ci vedesse poche bene.
-L’intento è questo!- asserì lei.
Nel frattempo Rouge cominciò a discutere con Shadow riguardo un possibile piano d’azione.
-Allora, hai qualche idea? E tieni giù la testa!- la ragazza prontamente abbassò la testa al “doppione” di Sonic, non le andava di vedere degli uomini che perdevano la testa solo un paio di tette grosse; certo, lei non era mai stata una santa, questo lo riconosceva, ma nemmeno lei raggiungeva certi livelli trasgressivi e se a volte lo faceva era perché c’era sempre qualche oggetto di enorme valore di mezzo.
Shadow, a capo rigorosamente chino, ci riflette alcuni istanti.
-Io dico di prenderle tutte a calci e poi andare avanti!- Buttercup sbattè i pugni, pronta a usare la forza, malgrado Bubbles le stesse consigliando di essere meno impulsiva.
-Non faremo assolutamente nulla!- l’ordine perentorio di Shadow attirò l’attenzione di tutti.
-Non percepisco istinti aggressivi in queste creature, dubito che vogliano attaccarci. Non ha alcun senso provocarle, sprecheremo solo le forze per una lotta che possiamo benissimo evitare. Proseguiamo, reagiremo soltanto se cercheranno di fare qualcosa di sospetto!-
Mentre Shadow spiegava il suo ragionamento, le succubus avevano cominciate a fare strani versi, vagamente somiglianti al gracchiare dei corvi, apparentemente privi di significato, ma, se ascoltati attentamente, sembravano una sorta di coro.
Non ritenendolo un tentativo d’attacco nei loro confronti, i membri della strana comitiva ripresero a camminare.
Ad un certo punto Tails prese Sonic in disparte.
-Sai Sonic, per essere un solitario, bisogna riconoscere che Shadow possiede una grande attitudine alla leadership. Probabilmente è bravo quasi quanto te.- mormorò questi, guardando il riccio nero con aria leggermente ammirata.
Sonic rimase leggermente sorpreso da quell’ammissione e anche lui gettò un’occhiata alla sua controparte.
Non poteva negare, almeno a se stesso, che fosse vero: tutte le decisioni che erano state prese, da quando erano in quel posto, erano state opera o di Shadow o di Blossom, anche la ragazzina aveva dimostrato grandi capacità di ragionamento e attitudine al comando, glielo si doveva riconoscere.
E lui? Lui cosa aveva fatto per aiutare il gruppo?
-Ma figuriamoci.- sbottò infine all’indirizzo di Tails e distanziandolo un po’, ma con alcune domande che gli avevano cominciato a girargli in testa.
Dopo altri minuti di camminata, il gruppo intravide finalmente la fine del canyon.
-Ragazzi, ci siamo finalmente!- esclamò estasiata Bubbles correndo felice verso la fine del percorso.
Una volta raggiunta la fine, la biondina trovò una sorta di buco nero per terra, ci guardò dentro e vide un ammasso di nero sul cui fondo si intravedeva una luce.
Si voltò estasiata verso gli altri comunicarglielo.
-Eccolo ragazzi, è il passaggio per la prossima zon...AAHH?!!- la ragazzina non riuscì a trattenere un urlo spaventato e sorpreso quando si rese conto di ciò che era accaduto ai suoi amici, eccetto Tails: erano stati scambiati di sesso.
Anche il volpino lanciò un urlo sorpreso e corse a rifugiarsi dietro la biondina, guardando confuso e smarrito il suo migliore amico, trasformatosi in una riccia dai lunghi capelli blu e vestita in maniera sportiva.
Anche gli altri avevano subito la stessa sorte: Buttercup era diventata una sorta di samurai dall’aria composta e seria, Blossom era un giovane scienziato dall’aria saccente, Dexter una ragazza dalla lunga coda di cavallo che sprizzava determinazione da tutti i pori, Rouge era un ragazzo vestito in tuta con i capelli lunghi che sembravano gli aculei di un’echidna (riferimenti a Knuckles sono “puramente” casuali) e Shadow era diventato una ragazzina dallo sguardo dolce e gentile, con lunghe extension rosse e un davanzale spaventoso, fortuna che gli erano apparsi anche i vestiti.
-Ma si può sapere che cazzo è successo?- sbottò esasperato Rouge, osservando disgustato il suo nuovo corpo.
-E’ probabile che tutto ciò sia frutto di un sortilegio o di una qualche arcana magia, probabilmente il “canto” di quelle succubus.- propose Buttercup, con le mani nascoste dentro le maniche del kimono,  con serietà e calma.
-Una specie di rituale mistico che si è attivato attraverso la realizzazione di suoni programmatamene emessi seguendo una precisa sequenza vocale. Interessante.- dichiarò Blossom sistemandosi il camice.
-Giuro che non appena metterò le mani addosso a quelle succubus le concerò molto male.- sbottò istericamente la nuova versione di Sonic, tirando fuori dal nulla un martello di gomma dalle spropositate dimensioni e colorato in blu.
La persona che più di tutte sembrava aver subito l’effetto di quello strano incantesimo era sicuramente Shadow, la sua nuova versione si stava infatti inchinando con aria dispiaciuta ripetutamente, cosa che lo Shadow normale non avrebbe mai fatto.
-Mi dispiace, se avessi saputo che ci avrebbero fatto questo sarei stata più favorevole a combattere, ma solo a scopo difensivo. Scusate tanto!-
-Non hai motivo di scusarti, non potevi saperlo. Ora l’importante è cercare una soluzione!- decretò infine la nuova Dexter, prendendo all’istante le redini della situazione, ma il fatto che tutti loro stessero esprimendo improvvisamente i loro pensieri attraverso una personalità del tutto nuova rendeva la cosa comica e al contempo spaventosa agli occhi di Tails e Bubbles.
-Io non capisco, perché i maschi sono diventati femmine e viceversa? E perché sembrano avere un carattere diverso?-
Tails e Bubbles erano sempre più disorientati, in loro “aiuto” giunse nuovamente la voce provocatoria di Him.
-Piaciuto il giochetto, ragazzi? Quello che avete sperimentato era l’incantesimo delle succubus, come aveva intuito poco fa il nostro nuovo Buttercup. L’effetto direi che l’avete potuto vedere, ma ve lo spiegherò comunque: il loro canto trasformo quelli che l’ascoltano in ciò che… desiderano, quello che ricercano nell’altro sesso. In pratica, vi trasforma in ciò che vi attira di più, nel vostro “tipo”, come sono soliti dire gli umani.-
-E potrei sapere perché Tails e Bubbles sono rimasti uguali senza subire nessun cambiamento?- chiese la nuova Sonic arrabbiata.
-Ci stavo arrivando. L’effetto del canto non è permanente, la sua durata dipende da voi. Ciò su cui esso si basa è… la perversione, dopo tutto siamo nel girone della lussuria. Il livello di perversione dei vostri due amichetti evidentemente era così basso che l’effetto del canto non è durato che qualche istante. Più la vostra perversione è alta, più resterete così! Vedetela come un’occasione per mettervi nei… “panni” dei vostri amici, eheh. Oh, un’ultima cosa, mi complimento con voi per essere arrivati fino alla fine di questo girone tutti interi. Solo per pura magnanimità, il prossimo sarà quello della “Gola”. Ci vediamo.- dopo la spiegazione, il demone cacciò una grassa risata e interruppe il collegamento mentale con il gruppo.
Con gli occhi socchiusi e un’espressione comicamente seccata, Rouge prese la parola.
-Chi di voi, oltre a me, si sente preso per il culo?- chiese, alzando una mano.
Ben presto tutti gli altri “trasformati” lo imitarono.
Era ben palese che Him si stesse prendendo gioco di loro e sicuramente in quel momento stava ridendo di loro.
-Ehm… ragazzi?- Bubbles e Tails attirarono l’attenzione dei loro compagni e gli indicarono il passaggio per il girone successivo.
-Mi rendo conto la cosa è sconvolgente, probabilmente sono più scosso di voi, ma come ha detto Him, è solo una cosa temporanea, non abbiamo motivo di preoccuparcene, andiamo avanti, no?- propose Tails cercando di essere ragionevole e pacificatore.
Malgrado tutto, nessuno volle mettere in discussione la logica del suo ragionamento e, seppur alcuni avessero espresso un gran malcontento per essersi ritrovati in un corpo “estraneo”, acconsentirono tutti a saltare dentro il buco per passare al livello seguente.
Tails e Bubbles furono gli ultimi e prima di buttarsi si guardarono in faccia.
-Sconvolgente… non trovi, Bubbles?-
-Già… chi immaginava che a Shadow piacessero le ragazze con le tette grosse?- disse lei con un’espressione comicamente sovrappensiero, facendo socchiudere gli occhi a Tails.
-…Non era esattamente questo che intendevo.-
Alla fine anche loro seguirono i loro amici, il viaggio era ancora molto lungo, ma di cose ne erano già successe.
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
SONO TORNATO!
Salve a tutti lettori, si è sentita la mia mancanza? Se mi rispondete no, tranquilli, vi capisco, neanche io sentirei la mancanza di me stesso.
Sono tornato si e no tre ore fa dalla crociera, ma vi sto il desiderio di continuare questa storia non ho resistito alla tentazione di mettermi subito alla tastiera, cercando di ignorare il fatto di sentirmi ancora dondolare come se fossi ancora sulla nave, ma dopo una settimana direi che è normale che mi fossi abituato a quel modo.
Comunque, non siamo qui per parlare di me, se mai voleste sapere qualcosa riguardo il mio viaggio chiedete pure e vi risponderò.
Parlando del capitolo… bè, direi che non c’è niente da spiegare, parla già da se.
Ora scusate se vi lascio, ma ho ragione di pensare che Shadow stia venendo qui per linciarmi; dopo il capitolo 25 di “Life’s moments” gli avevo giurato (con le dita incrociate dietro la schiena)che non lo avrei mai più gender benderizzato (termine che sicuramente non esiste, ma che me ne frega), invece è successo di nuovo.
Quindi alla prossima!
Alcuni minuti dopo la porta della stanza crolla al suolo e un riccio nero armato di mitra e bazooka irrompe all’interno.
-LURIDO BASTARDO, MI AVEVI GIURATO CHE NON SAREBBE SUCCESSO  MAI PIÙDOVE SEI BASTARDO?-

 
 

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Capitolo 12
*** I sette peccati capitali: Gola e Invidia! ***


Him si lasciò scappare un lieve risolino ironico, dovuto all’aver pensato alla reazione che avevano avuto poco prima i suoi “ospiti”.
-Cavolo, l’espressione sulle loro facce era impagabile! Eh sì, è proprio divertente prendersi gioco di loro, non annoia mai! Sei d’accordo, Knuckles?-
L’echidna si trovava ancora dentro l’abisso nero in cui era stato rinchiuso dal demone, ma stavolta stava in una posizione diversa: non più fetale, bensì rannicchiato su se stesso, con la testa tra l ginocchia, come se stesse riflettendo.
Him si concesse felicemente un ghigno, ormai mancava poco, il processo di corruzione stava giungendo al termine, magari avrebbe anche potuto sfruttare la cosa se si fosse concluso in tempo.
-Miei cari ragazzi, non avete ancora visto nulla… certo, se continuerete a mangiare così non avrete mica l’opportunità di vedere altro.-
Il demone si sistemò meglio sul suo trono di pietra e si preparò a gustarsi il resto dello spettacolo.
 
 
 
-Sc-scusate.- la voce di Shadow, una volta forte e decisa, era ora stata sostituita dal sussurro timido e pauroso di una ragazzina.
La nuova versione del riccio nero stava cercando di attirare l’attenzione di Sonic, Bubbles e Rouge.
I tre erano infatti seduti su una tavola imbandita e si stavano ingozzando di tutto ciò che essa offriva.
Quando erano arrivati nel girone della “Gola” avevano trovato ad accoglierli quella che, a tutti gli effetti, era una via di ristoranti, lunga apparentemente all’infinito e dove il mangiare si sprecava.
I tre sopraccitati, evidentemente quelli più inclini a cedere alla fame, si erano gettati a capofitto sul primo locale che gli era capitato a tiro e avevano cominciato a riempirsi lo stomaco.
Il resto del gruppo si limitava a fissarli stranito, con Shadow che cercava di attirare l’attenzione dei tre per farli smettere, ma la sua voce timida e sottomessa non arrivava neanche alle loro orecchie.
Tails lanciò un sospiro.
-Di questo passo non andremo più avanti!- si lamentò a bassa voce.
-È davvero sorprendente come certi soggetti, se sottoposti a particolari stimoli, in questo caso la fame, perdano completamente coscienza dei propri propositi e concentrino le loro attenzioni esclusivamente sulla consumazione degli alimenti.- dichiarò saccente il nuovo Blossom.
La versione maschile di Buttercup restava in disparte, in un angolo, a meditare con grande serietà e concentrazione, cosa che la Buttercup femmina non sarebbe riuscita a fare data la scarsità dell’ultima dote citata.
Capendo che di quel passo avrebbero solo sprecato tempo, Dexter decise di prendere in mano le redini della situazione.
La ragazza andò a piazzarsi davanti ai tre con le mani severamente poggiate sui fianchi e parlò col tono più autoritario di cui disponesse.
-Ascoltatemi voi tre!- immediatamente la rossa ottenne l’attenzione della riccia, della biondina e del pipistrello.
-Non siamo venuti qui per ingozzarci come maiali, il nostro obbiettivo è liberare Knuckles e andarcene da qui una volta che l’avremo fatto. Sono stata chiara?- sembrava quasi un discorso che avrebbe fatto Blossom.
Sonic, con ancora la bocca piena, la fissò per alcuni istanti, poi si scambiò uno sguardo con Bubbles, che si era bloccata mentre succhiava un lungo spaghetto, e Rouge, la cui bocca si era fermata a pochi centimetri da un invitante trancio di pizza.
Pochi istanti dopo i tre tornarono a mangiare come se nulla fosse, lasciando Dexter sconvolta e basita.
Intanto, fuori dal ristorante, Shadow continuava a scusarsi ininterrottamente.
-Perdonatemi, se fossi stata più decisa forse mi avrebbero ascoltata.-
Con un’espressione di perfetta tranquillità, Buttercup abbandonò la meditazione e decise di entrare dentro il locale e affiancare Dexter di fronte ai tre che stavano ancora mangiando.
-Conoscete la leggenda del “Maiale Bianco”?- chiese all’improvviso il samurai con aria di mistero, attirando la loro attenzione.
-Si narra che in questa zona viva un gigantesco suino albino, bipede, la cui carne è ritenuta essere la più buona che sia mai esistita e in grado di saziare l’appetito di chiunque la mangi. Che ne dite, dunque, di andarlo cercare e catturarlo?- nemmeno il tempo di finire che tutti e tre erano già fuori dal locale pronti per mettersi alla ricerca del fantomatico “Maiale Bianco”.
-Scusa, ma tu questa leggenda come fai a conoscerla?- gli Dexter mentre uscivano e si riaggregavano al gruppo.
-Non esiste, l’ho inventata!- spiegò semplicemente il suo astuto inganno.
Il gruppo camminò per alcuni minuti con Rouge, Bubbles e Sonic che continuavano a guardarsi intorno freneticamente con la speranza di trovare il tanto agognato suino e assaggiarne le carni, all’oscuro del fatto che Buttercup gli avesse raccontato una menzogna.
Dopo un altro po’ di tempo passato a gironzolare per la zona e a bloccare i tentativi di Sonic di partire alla carica ogni volta che vedeva un chiosco di chili-dog, il gruppo giunse su una strada alla cui fine si intravedeva un grande cerchio nero che sembrava non avere fine.
-È il portale del girone successivo!- esclamò felice Bubbles.
Sembrava che superare quel girone non fosse stato poi così complicato, ma il gruppo capì che le insidie non erano terminate quando un rumore di passi pesanti cominciò ad echeggiare nel luogo, facendosi sempre più vicino, la terra cominciò addirittura a tremare lievemente.
Da una larga strada laterale in prossimità del varco, sbucò fuori una mastodontica figura bipede alta almeno tre metri.
Dei pesanti zoccoli lasciavano le loro orme sul terreno mentre si spostavano e il corpo color bianco opaco, grasso, ma che dava l’impressione di essere ugualmente robusto, si mostrò definitivamente.
Il grugno del suino gigante sbuffava fumo e dalla mandibola inferiore fuoriuscivano due zanne affilate e minacciose.
Un dettaglio che tutti notarono poco dopo era la coda dell’animale, non corta e arricciata com’era solita essere nei maiali comuni, bensì lunga e srotolata, intenta a guizzare e battere il terreno come una frusta.
Senza contare l’enorme mazza ferrata che la bestia stringeva negli zoccoli anteriori.
Non c’era ombra di dubbio che quello fosse…
-Il Maiale Bianco?! Ma non dicevi di essertelo inventato?- Dexter si voltò verso Buttercup sperando potesse dargli qualche spiegazione, ma il samurai si limitò ad un’alzata di spalle.
Fu in quel momento che la voce di Him tornò a farsi sentire nelle loro menti.
-Salve ragazzi, ho notato che siete rimasti sorpresi dal vedere il vostro avversario. I vantaggi dell’avere grandi poteri e il controllo su tutte le anime che si trovano in questo regno possono tornare utili, non trovate? Beh, vi lascio alla lotta contro il guardiano, battetelo e potrete accedere al girone successivo, quello dell’Invidia. “Buona fortuna”, eheheheh.-
-Questo demone mi sta sempre più sui coglioni!- dichiarò Rouge, la sua versione maschile non si faceva problemi ad essere volgare.
Il gruppo, o quantomeno, quelli che se la sentivano di combattere perché non si sentivano limitati dalla loro trasformazione, assunse presto la posa di battaglia.
Il gigantesco suino grugnì di nuovo e si caricò la mazza su una spalla, sollevandola come se non pesasse nulla.
Avvenne tutto nell’arco di un istante, un improvviso suono echeggiò nell’aria, il suono di uno squarcio, di pelle tranciata.
Tutti all’improvviso sentirono gelarsi il sangue nelle vene, non capendo da dove, o piuttosto da chi, provenisse quel suono spaventoso.
Il maiale albino era rimasto immobile, ma la sua espressione non presentava più un cipiglio minaccioso, bensì scioccato.
Una linea zigzagante cominciò a delinearsi verticalmente al centro suo corpo, un attimo dopo il gigantesco suino si divise in due in uno squarcio secco e le due metà crollarono al suolo.
Alle spalle della carcassa divisa in due, con la mano destra avvolta da scariche elettriche e il corpo macchiato da alcune chiazze di sangue, sicuramente della creatura appena uccisa, stava una figura irsuta che si ergeva fieramente.
-Shadow?! Sei… sei tornato normale?- chiese Bubbles titubante e lo divenne ancora di più quando il riccio nero si voltò rivolgendole uno sguardo glaciale.
L’effetto del canto delle succubus su di lui era terminato, Shadow the Hedgehog era di nuovo lui.
-Nessuno dovrà farne parola, o giuro che lo uccido!- ed era chiaro a cosa si stesse riferendo.
Senza nemmeno aspettare gli altri, Shadow si avvicinò al portale per il girone successivo, squadrandolo per qualche secondo.
“Him, scommetto che puoi sentire i miei pensieri, sappi che questa me la pagherai con gli interessi!” lo avvisò mentalmente, certo del fatto che il demone stesse ascoltando.
Beh, mio caro Shadow, tutto dipenderà dal fatto che tu voglia farmela pagare davvero.” Il demone lo provocò, sperando di istigarlo.
Il riccio rispose con un verso di disgusto e si lanciò dentro il portale.
Gli altri restarono immobili ancora per qualche istante.
-Quando è arrabbiato fa ancora più paura.- constatò Tails, ringraziando mentalmente il fatto che, almeno in quel frangente, il riccio nero fosse loro alleato.
Gli venne anche un leggero groppo in gola al pensiero che, se anche a Sky Rail, quando lo aveva affrontato insieme a Dexter e Blossom, avesse provato quella rabbia, lui avrebbe fatto la stessa fine del maiale che ora giaceva al suolo tagliato in due, se non peggiore.
-B-beh, direi di non lasciarlo andare da solo e… Sonic?! Ti stai mangiando la carne del maiale?! Cruda?!-
La riccia blu mordicchiava un pezzo di coscia bianca senza curarsi minimamente del fatto che non fosse cotta.
-È più buona di quanto possa sembrare. Volete favorire?- tutti rifiutarono più o meno gentilmente l’offerta, persino Bubbles e Rouge che prima non ci avrebbero pensato due volte.
-Non perdiamo tempo, gente. Mai lasciare da solo un alleato, Shadow potrebbe aver bisogno di noi, andiamo!- e sotto la guida della leader Dexter, il gruppo andò dietro al riccio nero, tuffandosi dentro il passaggio.
Li attendeva il girone dell’Invidia.
 
 
 
Il suo mostro era stato sconfitto nell’arco di tempo necessario a sbattere le ciglia.
Chiunque avrebbe potuto pensare che la reazione più logica che ci si potesse aspettare fosse uno scoppio di rabbia, seguito dall’annientamento di qualcosa per scaricare la tensione.
Ma Him non stava facendo niente di tutto questo; il demone, al contrario, si leccava il labbro superiore soddisfatto.
-Proprio come immaginavo: la forza di Shadow the Hedgehog è spaventosa e pressoché inarrestabile! Basterà toccare i giusti tasti, smuovere i giusti ricordi, affinché essa esploda come l’eruzione di un vulcano, inesorabile e distruttiva. Ovviamente controllarla potrebbe essere un problema, ma ho ragione di pensare che farà di tutto per portare a termine la sua vendetta, allearsi con me gli faciliterebbe solo le cose.-
Ne era convinto, una volta che gli avrebbe fatto vedere ciò che doveva essere visto, il riccio nero avrebbe accettato senza indugi di schierarsi dalla sua parte e con già Knuckles the Echidna nel suo schieramento a controllare il potere dei Chaos Emeralds sarebbe stato invincibile.
Abbandonando le sue elucubrazioni mentali, il demone tornò a concentrare la sua attenzione agli otto che avevano appena raggiunto il terzo girone.
Afferrò il suo pizzetto con una delle chele e cominciò a giocherellarci.
-Bene bene… bene. Pare che ci sia qualcuno che potrebbe essere particolarmente soggetto al peccato dell’Invidia. Divertiamoci un po’ con lui. Voglio vedere se riuscirai a cavartela… eroe.-
 
 
 
Correre era sempre stata la sua ragione di vita, era il bisogno essenziale che gli permetteva di continuare a vivere.
A lui non bastava respirare, la corsa per lui era altrettanto vitale.
Era la sua soluzione ai vari problemi che gli si paravano davanti, “Quando hai qualche problema, fai una bella corsa! Ti farà sentire meglio e ti darà la soluzione alle tue problematiche! Funziona sempre!” era sempre stato fermamente convinto di quella frase, perfetto specchio del suo stile di vita, libero e indipendente.
Non avrebbe mai scommesso un centesimo sull’eventualità che un giorno quella sua “massima” non si rivelasse corretta.
Avrebbe perso la scommessa alla grande.
Mentre correva per i freddi corridoi di un edificio non ben identificato, Sonic the Hedgehog stava seriamente cominciando a pensare di interrompere il frenetico movimento delle sue gambe.
Benché il suo fisico fosse scattante e carico, era la sua mente a sentirsi appesantita e debole, probabilmente per la prima volta nella sua vita.
Fermarsi? Davvero Him lo stava riducendo al punto da fargli smettere di correre? Il potere di quel demone era davvero così grande da far desiderare a Sonic the Hedgehog di rinunciare al suo istinto vitale?
Il riccio puntò le suole delle scarpe a terra, strisciò per qualche centimetro ancora per via dell’attrito, poi si fermo, nel bel mezzo di uno di quei corridoi, privi di porte.
Sonic sentì il fiatone all’improvviso, mai come in quel momento correre gli era sembrata la cosa più faticosa del mondo, per un attimo penso addirittura di odiare quell’azione.
-Ma che mi sta succedendo? Perché mi sento così strano?-
La domanda restò senza risposta.
All’improvviso una sezione laterale del muro si spalancò, mostrando l’entrata di una stanza buia.
Il riccio blu non sapeva come comportarsi, si stava ritrovando spiazzato, non aveva idea di come agire.
Alla fine pensò di entrare.
Inizialmente la sala era avvolta nel buio più totale, non ci vedeva ad un palmo dal naso.
Poi si accesero le luci, dove esse fossero non ne aveva idea, si ritrovò all’interno di un teatro, o almeno, sembrava fosse un teatro, non era mai stato un patito di lirica e robe simili.
Si guardò intorno cercando di notare la presenza di eventuali nemici, ma sembrava che, oltre a lui, non vi fosse anima viva in quel luogo.
In seguito si rese conto di una presenza sul palco.
La raggiunse correndo, ma non con la sua solita velocità, con una corsetta lenta e quasi stremata.
Per quanto tra loro due non scorresse buon sangue, era sempre meglio che continuare a stare da solo.
-Ehy Shadow, vedo che sei arrivato anche tu qui.-
Il riccio nero continuava a dargli le spalle e restare in silenzio.
-Ti sei incantato?- cercò di prenderlo in giro per nascondere il lieve nervosismo, ma non cambiò nulla.
-È dura la vita di un attore teatrale, lo sapevi?-
A quella domanda, un sopracciglio del riccio blu guizzò verso l’alto; che senso aveva quella domanda.
-Imparare bene le proprie battute, eseguire i giusti movimenti con la giusta coordinazione, riuscire a reggere alla pressione dell’avere di fronte un immenso pubblico che ti guarda quando ti esibisci, sapendo già in partenza che il minimo errore rovinerebbe per sempre la tua carriera.- spiegò il riccio nero, anche con una certa teatralità.
-Mi spieghi dove vuoi arrivare?-
Ma Shadow sembrò ignorare la sua domanda, anzi, riprese il discorso apparentemente insensato.
-La carriera teatrale è piena di ostacoli e insidie insomma, ma non è certo finita. Basta che arrivi qualcuno che presenta delle abilità superiori alle tue e tutto l’impegno che ci hai messo finisce giù per lo sciacquone, insieme ai tuoi sogni e alle tue aspettative. Tutto quello che pensavi di poter diventare svanisce come una bolla di sapone, tutto in un istante. Mentre l’altro comincia ad ottenere sempre più consensi e approvazioni, tu finisci sempre più ai margini, fino a sparire definitivamente; tutto quello che puoi limitarti a fare e guardare l’altro dal basso e pensare “Perché non sono come lui?”-
Sonic non riusciva proprio a capire dove il suo doppio volesse arrivare con quel discorso che a lui sembrava campato per aria e completamente staccato dal problema in cui erano invischiati.
-Shadow, finiscila con queste sciocchezze, dobbiamo trovare gli altri e raggiungere il prossimo girone.-
Shadow lo fissò con uno sguardo a metà tra l’annoiato e il crudele.
-Perché non accetti la realtà? Perché non ammetti come stanno le cose?-
-Non capisco di cosa tu stia parlando.- cercò di sembrare menefreghista come al solito, ma una leggera titubanza della voce tradiva il suo nervosismo.
Sul volto di Shadow spuntò un ghigno feroce.
-Tu vorresti essere come me! Da quando siamo entrati in questo luogo, sono stato quasi sempre io a prendere le decisioni e tutti mi hanno seguito, ammirando le mie capacità di leader. E tu? Tu cos’hai fatto? Te lo dico io? Niente! Stavi all’angolo ad osservarmi, chiedendoti perché le mie trovate non fossero venute a te. Il motivo è semplice: sono un leader migliore di te! È l’Invidia quella che stai provando Sonic the Hedgehog, perché sai che non potrai essere come me. Accetta il fatto: il tuo tempo è finito, è il momento che tu esca di scena e lasci il palco al nuovo protagonista, Shadow the Hedgehog!- concluse il suo discorso cominciando a ridere, dapprima una risata bassa poi sempre più forte e sadica.
Sonic non sapeva cosa rispondere a quel discorso, crollò in ginocchio e poggiò le mani a terra, guardando il pavimento con sguardo spento.
Dunque, era quella l’Invidia? Aveva davvero il potere di farti sentire inerme, incapace, di desiderare di essere come qualcun altro?
-Sonic!-
Un momento, conosceva quella voce!
Lo scenario cambiò di colpo, la sala teatrale svanì all’improvviso, sostituita da una foresta.
Il riccio blu si rimise in piedi e vide davanti a lui una figura familiare, Shadow era sparito, ora davanti a lui stava la figura del suo migliore amico.
-Sonic, vedo che sei tornato normale, ammetto che pensavo che la trasformazione sarebbe durata un po’ di più.- il volpino ridacchiò gentilmente, cercando di non sembrare derisorio.
Ciò che lo sorprese fu la mancata reazione dell’amico.
-Sonic?!-
Il riccio blu era rimasto in ginocchio, lo sguardo privo della solita vitalità e allegria.
-Amico, che ti succede?-
-Tails… secondo te io sono un bravo leader?-
-Perché questa domanda? Certo che lo sei! Ci hai guidati tante volte in passato e siamo sempre usciti vincitori da tutte le sfide che abbiamo affrontato, non capisco il motivo di questa tua domanda.-
Mente!” suadente e serpeggiante, la voce di Him cominciò a rimbombare nella mente di Sonic.
“No, Tails è il mio migliore amico, lui… lui non mi direbbe mai una bugia!”
Sei davvero convinto delle tue parole? Hai dimenticato l’ammirazione che si vedeva nel suo sguardo rivolto a Shadow. Il tuo amico lo crede un capo migliore di te, esattamente come tutti gli altri, di te non gli importa nulla. Sei destinato a stare all’angolo, ormai Shadow ricoprirà quel ruolo, perché tu non sarai mai bravo come lui.”
Lo sguardo del riccio divenne ancora più spento.
-Tails… mi stai imbrogliando!- affermò atono.
-Cosa?! Ma cosa dici?- il volpino non riusciva davvero a crederci, quello davanti a lui era davvero Sonic? Lo stesso Sonic che gli aveva sempre detto di non arrendersi mai e che l’amicizia era un valore imprescindibile, che degli amici ci si poteva sempre fidare?
-Sonic, ascoltami! Qualunque tu possa aver visto, o aver sentito, era tutta un’illusione di Him, ricordi cosa ci hanno detto le ragazze: Him è un esperto di illusioni e le usa per confondere i suoi nemici, sicuramente deve aver usato il suo potere su di te per abbatterti.-
-Finiscila! So bene che ritenete Shadow un capo più capace e che presto vi libererete di me perché lui possa sostituirmi.- il riccio sputò parole al veleno, Tails sentì gli occhi inumidirsi, cos’era successo al suo fratellone?
“Him… è colpa tua, non è vero?! Sonic non si abbatterebbe mai così!”
Il volpino sentì la risata derisoria del demone risuonargli nella testa.
Però, ci sei arrivato subito, è proprio vero allora che sei un genio precoce. Eh già, forse ho “dimenticato” di dirvelo, ma il mio potere pervade l’intera Landa e amplifica tutti i sentimenti correlati al peccato capitale da cui siete afflitti. Quella di Sonic non era niente di più che un’Invidia passeggera, ma è stato abbastanza perché il mio potere lo logorasse dentro, consumandolo spiritualmente. Ogni vostra debolezza qui è elevata, anche la persona più coraggiosa dell’universo qui può trasformarsi in un gattino pauroso. Sappilo, Miles Tails Prower, non ve andrete da questo luogo, le vostre anime qui troveranno la perdizione eterna!”
Tails, stringendo i denti e trattenendo le lacrime, cercò di ignorare le sghignazzate di Him e concentrarsi solo sul suo amico.
-Sonic.-
Fece un piccolo sorriso quando questi gli prestò la sua abbattuta attenzione.
-Tu sei il mio migliore amico e ti voglio bene! Sei un grande leader e per me sei come un fratello! Io so quanto sei forte e so che non permetterai che Him giochi con i tuoi pensieri e le tue emozioni ancora a lungo. Ricordati questo: Shadow non è migliore di te! E anche se lo fosse, non importa, noi ti amiamo per ciò che sei e non sogneremmo mai di rimpiazzarti. Tu sei insostituibile!-
Il riccio fissava l’amico con sguardo atono, ma sembrava che una piccola luce avesse cominciato a brillare nei suoi occhi, ma era molto lieve, il riccio stava lottando per liberarsi dal condizionamento di Him.
Tails sospirò e gli rivolse un lieve sorriso dispiaciuto.
-Scusami!-
Cogliendolo di sorpresa, il volpino si portò alle sue spalle, unì il pugno al palmo e lo colpì col gomito alla base del collo.
Sonic the Hedgehog crollò al suolo svenuto.
Tails fissò affranto il corpo svenuto dell’amico, rimproverandosi per il gesto appena compiuto, ma gli era sembrata la soluzione più giusta: da svenuto, Sonic avrebbe potuto affrontare meglio la sua battaglia interiore senza interferenze e condizionamenti esterni.
-Sonic, se fossi stato in te, non sarei mai riuscito a coglierti alla sprovvista, figurarsi metterti al tappeto, con un colpo solo per giunta. Vinci la tua battaglia, amico mio, e, quando c’è l’avrai fatta, raggiungici.-
Seppur a malincuore e con profonda tristezza, il volpino lasciò da solo l’amico, doveva riuscire a ricongiungersi al resto del gruppo e raggiungere il girone successivo, ma Him avrebbe pagato anche per quello.
Confidava, anzi, aveva l’assoluta certezza, che Sonic li avrebbe raggiunti.
-Mi fido di te Sonic! Ci vediamo presto!-
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Allora, avete capito quanto è seria la faccenda? Se nel girone della Gola c’è stato ancora spazio per un po’ di ilarità, da quello dell’Invidia in poi potete star certi che sarà molto difficile trovare qualcosa per cui ridere.
Come avete letto, non solo i gironi mettono a dura prova la forza spirituale di chi è particolarmente affetto dal peccato capitale, ma in aggiunta c’è anche il potere di Him che affievolisce la forza d’animo dei nostri.
E il primo a farne le spese è stato il nostro Sonic! Non fate domande sul fatto che qui Sonic sia sembrato arrendevole! Lo so che Sonic non crollerebbe mai, ma ritengo di aver già dato una spiegazione.
E poi, quale modo migliore se non far uscire di scena uno degli elementi più forti del gruppo per far capire quanto i poteri di Him siano spaventosi?
Se sono riuscito a rendere chiara la cosa… bene.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto ragazzi, ci vediamo al prossimo.
 
 

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Capitolo 13
*** I sette peccati capitali: Ignavia e Ira! ***


Ad osservare quei corridoi cosparsi di porte, ciascuna delle quali dava su una stanza da letto, Blossom non si faceva nemmeno domande su quale fosse il peccato che avrebbe dovuto affrontare nel quarto girone: l’Ignavia!
Anche se il luogo sembrava apparentemente tranquillo, la ragazzina sapeva che non doveva permettersi il lusso di distrarsi, considerando soprattutto che si trovavano nel territorio di Him.
-Coraggio, prode collega, due ragazze pronte e scattanti come noi non si fanno tentare da un morbido letto e sedie confortevoli! Proseguiremo dritte per la nostra strada!-
E doveva anche ammettere che trovarsi in compagnia di un/una Dexter completamente diversa dal solito era strano e bizzarro.
Anche se visto da un punto di vista del carattere ora sembrava più aperto e carismatico, lo preferiva nella sua tipica versione: ragazzo genio silenzioso e razionale.
Avrebbe tanto voluto che tornasse normale in quel momento stesso, ma era cosciente che la cosa non dipendeva da lei.
Però non credeva che Dexter avesse un livello di perversione tanto alto, quindi era convinta che la sua trasformazione si sarebbe sciolta a breve.
Quindi tanto valeva tornare a concentrarsi sul trovare il passaggio al girone successivo, sperando che Him non avesse in serbo qualcuna delle sue sorprese.
 
 
 
-Mia cara Blossom, speraci pure se ti fa stare meglio, ma ne ho ancora di sorprese per voi e il tuo caro fidanzatino sarà il prossimo a verificare quanto esse siano potenti!- ghignò il demone mentre osservava le sue nuove vittime.
Se non fosse che si trovava in un regno oscuro e maligno che non aveva niente da invidiare all’Inferno, e di cui era il sovrano indiscusso, in cui un’esclamazione del genere sarebbe stata completamente fuori luogo, avrebbe anche potuto esclamare di sentirsi al settimo cielo.
Sonic the Hedgehog, uno dei nemici che più avrebbe potuto costituire una seccatura, era stato tolto di mezzo, quindi ora poteva dedicarsi a destabilizzare gli altri suoi ospiti, e far uscire di scena quelli che non occupavano il centro dei suoi pensieri.
-Mio caro ragazzo-genio, vediamo come te la caverai contro il guardiano dei sogni!-
 
 
 
-Sai, Dexter, mi fa piacere che tu sia tornato te stesso, era così strano vederti come ragazza.-
Dexter abbassò il capo imbarazzato, l’idea che Blossom avesse visto quali fossero i suoi desideri più reconditi gli mise una leggera agitazione.
Non ci voleva certo un genio per capire quale, anzi, chi, fosse il tipo di ragazza che gli piaceva e parlando da un punto di vista che andava ben oltre la semplice amicizia.
Dal canto suo, Blossom aveva inteso eccome e condivideva il suo stesso pensiero.
Involontariamente, si erano dati la conferma dei sentimenti che provavano, ma l’imbarazzo che li caratterizzava, unito al fatto che non si trovavano nella situazione più adatta per parlarne, li portò ad un tacito accordo che prevedeva di non tirar fuori quell’argomento.
Un accordo silenzioso e non firmato, dato solo dalla consapevolezza che anche l’altro la pensasse a quel modo.
Almeno per un po’, non ne avrebbero nemmeno fatto cenno.
Improvvisamente l’aria sembrò diventare pesante, non una pesantezza intesa come calura, ma quasi come se il solo respirare fosse stato un’azione faticosa e sfiancante.
Nessuno dei due ragazzi aveva idea di che sistema avesse adoperato per fare ciò, ma erano certi che Him avesse le sue responsabilità dietro quel cambiamento così inaspettato.
“Accidenti, sembra quasi di respirare metallo, non mi era mai successo di arrancare solo per portare aria ai polmoni.” fu il pensiero preoccupato di Blossom.
Non ricordava che Him potesse fare certe cose, evidentemente il demone doveva aver accresciuto notevolmente i suoi poteri, o forse aveva preso il comando su creature che erano state capaci di farlo.
D’altronde, dopo essersi imbattuta nelle succubus nel girone della Lussuria e in un maiale gigante in quello della Gola (ed era pronta a scommetterci che anche in quello dell’Invidia ve ne fossero; probabilmente non ne aveva incontrate perché nel terzo girone non era stata la vittima designata) l’idea di dover aver a che fare con altre creature strane e pericolose non la sorprendeva più, anzi, si aspettava che, da un momento all’altro, spuntasse fuori un qualche mostro pronto ad attaccare.
“E meno male che Him aveva detto che le anime non ci avrebbero intralciato.” Si lamentò mentalmente la leader delle Powerpuff girls, ricordandosi poi che Him aveva presentato quei mostri non come anime, bensì come guardiani.
Il solito Him, insomma, “tralasciava” le parti importanti.
Ad un certo punto, la rossa si rese conto di un’altra cosa: Dexter non aveva ancor detto una parola sul fatto.
E pure non mancava di esporre la sua teoria sui fattori improvvisi come quello.
Solo in quel momento si accorse che il ragazzo accanto a lei stava cominciando ad arrancare e respirava sempre più faticosamente.
-Dexter, stai sudando moltissimo, sarebbe meglio se ci fermassimo per riposare un po’.-
-Non preoccuparti, posso… posso continuare… senza problemi.- ma lo tradiva la difficoltà con cui stava parlando.
Assumendo un cipiglio dolce e severo, Blossom gli sbarrò la strada.
-Ascolta, si vede chiaramente che sei affaticato. Pure io che ho la super-resistenza sto avendo complicazioni a respirare. Per favore, fermiamoci solo un po’, così che tu possa riprenderti.-
Il ragazzo non se la sentì di farla preoccupare più del dovuto, e poi, di fronte a quel sorriso che gli stava rivolgendo, non sarebbe mai riuscito a dire no.
I due entrarono nella prima stanza che gli capitò a tiro, nemmeno a volerglielo fare apposta, era una stanza con letto matrimoniale.
Si fissarono un attimo e arrossirono all’istante all’idea di dormire insieme (NIENTE PENSIERI SCONCI, MANIACI, HANNO SOLO 11 ANNI.), non ci pensarono più e si convinsero che lo stavano facendo solo per riposare e recuperare le forze.
Dopo essersi sdraiati, i due fissarono il soffitto per alcuni minuti, ammesso che quella distesa bianca che stava sopra di loro fosse davvero un soffitto.
-Va meglio?- gli chiese lei ad un certo punto.
-Sì, alla fine avevi ragione tu, bastava solo fermarsi un po’.- rispose lui in tono strascicato e stanco.
Blossom socchiuse leggermente gli occhi e si voltò verso di lui preoccupata.
-Dexter, che ti prende? È da quando siamo entrati in questo girone che mi sembri distratto, se c’è qualcosa che ti turba, puoi parlarne con me.-
Il ragazzo però si limitò a sospirare e continuò a fissare il soffitto con aria sperduta.
-Non è niente di importante, non c’è bisogno che ti preoccupi per me.-
Lo sguardo della ragazza stavolta si accigliò davvero.
Un attimo dopo Dexter si ritrovò Blossom a cavalcioni sopra di lui con le mani che gli bloccavano le braccia.
-Che.. che stai facendo?- le chiese rosso in faccia.
La ragazza, cercando di ignorare il rossore che aveva preso posto anche sulle sue di guance, dovuto alla posizione “compromettente” in cui si trovavano, lo fissò furibonda.
-È ovvio direi: ti tengo bloccato finchè non ti deciderai a parlare! E guai a te se mi dici un’altra volta che non è importante. Da quando conti meno degli altri?-
-Blossom, non abbiamo tempo da perdere con questioni secondarie, tutto quello che deve interessarci ora è recuperare le forze e poi trovare il passaggio per il prossimo girone.-
-LA TUA SALUTE NON È UNA QUESTIONE SECONDARIA! NON CAPISCI CHE MI FA STAR MALE VEDERTI IN QUESTO STATO?- gli urlò in faccia senza vergogna e con gli occhi lucidi.
In quel momento, il ragazzo si sentì peggio di quanto non stesse prima: non solo si stava crucciando per un problema che forse non era grave come immaginava, ma stava rischiando di far piangere quella che era una delle persone più importanti della sua vita.
Si sentiva un verme.
-Per favore, dimmi qual è il problema.-
-… Io. Io sono il problema!-
-Tu… tu sei… il problema?! Che vuoi dire?-
Il ragazzo sospirò affranto, non avrebbe voluto parlarne, ma non voleva tenerla all’oscuro e farla preoccupare ancora di più.
-Blossom, tu mi hai mai ritenuto un incapace?- chiese all’improvviso.
-Come puoi chiedermi una cosa del genere? Perché mai avrei dovuto pensare questo d te?-
-Ne avresti tutti i motivi. Che cosa ho mai fatto io? Da quando siamo entrati in questo girone, nella mia mente sono tornati molti ricordi, non so per quale motivo adesso, ma è accaduto. Riguardandoli, mi sono reso conto che quando la situazione lo richiedeva, io non riuscivo mai a fare nulla. Sono un fallito, un inutile, incapace di prendere le decisioni. Ironico, non trovi? Mi sono reso conto di tutto questo, proprio nel girone dell’Ignavia.-
Blossom non riusciva a credere a ciò che stava sentendo.
-Dexter, smettila, per favore. Non capisci? È tutto un trucco di Him, è lui che ti sta facendo credere queste cose. Non permettergli di avere la meglio, liberati dalla sua influenza.-
Il ragazzo non sembrò ascoltarlo; sentiva solo le palpebre farsi sempre più pesanti.
-Blossom… lasciami dormire… sono stanco.-
Ignorando i richiami della ragazzina che lo stava implorando di non cedere, il ragazzo-genio chiuse le palpebre e sprofondò tra le braccia di Morfeo.
Alcuni minuti dopo sarebbero giunte Bubbles e Buttercup, quest’ultima ancora trasformata in maschio.
-Blossom?! Cos’è successo?-
-Dexter non sta bene, Him deve avergli fatto qualcosa!-
-Allora dobbiamo proseguire! Se riuscissimo a sconfiggerlo, il suo sortilegio, o qualunque arcano incantesimo abbia usato, si dovrebbe rompere.- il ragionamento di Buttercup era perfettamente sensato (aveva cominciato a usare parecchio la testa da quando era un maschio).
Blossom quotava pienamente il ragionamento della sorella(?), ma non se la sentiva di lasciare Dexter da solo.
-Ragazze, andate avanti senza di me! Rimarrò qui con lui finchè non si sveglierà!-
-Ma Blossom, avremo bisogno anche del tuo aiuto per fronteggiare Him.-
La rossa fece alla sorella un sorriso.
-Non preoccuparti Bubbles. Ho fiducia in Dexter, sono convinta che riuscirà a liberarsi dell’incantesimo che Him gli ha fatto. Gli resterò accanto finchè non si sveglierà, a quel punto vi raggiungeremo, tutti e due. Anzi, tutti e tre, sono convinta che anche Sonic arriverà presto, Tails ha detto di avere fiducia in lui e lo conosce meglio di chiunque altro.-
Tutte e tre ricordavano il breve momento di ricongiungimento al portale del terzo girone.
Quando chiesero spiegazioni sul perché dell’assenza di Sonic, Tails aveva fornito le dovute spiegazioni.
In un primo momento avevano proposto di aspettarlo, ma il volpino aveva garantito che il riccio blu li avrebbe sicuramente raggiunti.
-Andate! Ci vedremo al momento giusto, ve lo prometto!-
 
 
 
 
-Però, meglio di quanto pensassi. Anche la cara Blossom è fuori dai giochi, forse solo temporaneamente, ma per il momento, la cosa va a mio vantaggio.-
Him si leccò il labbro superiore soddisfatto.
Tutto stava procedendo secondo i suoi piani, il gruppo si stava progressivamente smembrando e, se le cose avessero continuato a andare come da previsione, alla fine sarebbe stato soltanto un membro di quel gruppo a giungere da lui sulle sue gambe.
Poi tutto sarebbe finito in mano a quel qualcuno, se avesse accettato o meno, ma se avesse rifiutato, lo avrebbe prontamente ucciso.
Lo sguardo del demone si fece ancora più sadico e si caricò anche di eccitazione.
Era il momento del girone che più stava attendendo, quello che avrebbe portato alla sua mercè colui che doveva schierarsi dalla sua parte, senza ombra di discussioni.
-Molto bene, Shadow the Hedgehog, è il momento di dare sfogo alla tua Ira!-
 
 
 
Shadow the Hedgehog si muoveva con la massima circospezione all’interno di quel complesso di gallerie sotterranee, seguito, poco dietro, dal resto del gruppo.
-Strano che Him ci abbia riuniti, nel terzo e nel quarto girone aveva diviso il gruppo così che qualcuno di noi cadesse vittima del peccato capitale che vigeva lì.- il sospetto espresso da Tails era condiviso dal resto del gruppo, con Rouge, ancora in versione maschile, come Buttercup, che borbottava e grugniva.
-Non ritengo opportuno abbassare la guardia. Anzi, vi inviterei a prestare più attenzione del solito, la scarsa visibilità e l’intrico di gallerie rendono questo posto una trappola mortale. Se non riuscissimo a trovare il portale e restassimo bloccati qui, sarebbe la fine!- dichiarò il moro con la sua solita espressione stoica.
Bubbles allungò leggermente il passo, quel tanto necessario ad avvicinare il riccio nero; sembrava si fosse calmato dopo aver sfogato sul quel gigantesco suino che avevano incontrato nel secondo girone la rabbia accumulata per essere stato trasformato in femmina, quindi forse sarebbe stato almeno un po’ propenso a parlare.
-Ehy Shadow, perché non resti più vicino, così non rischiamo di dividerci per sbaglio?-
Non la degnò neanche di uno sguardo, ma se pensava che lei avrebbe demorso, allora non la conosceva.
-Senti, so che tu magari non vorrai parlarne, però io non credo che tu stia dalla parte del Dottor Eggman senza motivo. Potresti dirmi quindi perché vuoi aiutarlo a conquistare il mondo?-
Era conscia che il riccio avrebbe, molto probabilmente, fatto ancora scena muta, ma non voleva mollare con lui.
Sentiva che quel riccio, apparentemente invincibile ed insensibile a tutto, nascondeva in realtà qualcosa, qualcosa di profondo e tragico; qualcosa che, però, si ostinava a tenersi dentro.
-Ascoltami bene ragazzina! Solo perché siamo temporaneamente alleati, non vuol dire che tu possa prenderti queste confidenze con me!- l’ordine perentorio, unito ad un velo di rabbia nel suo timbro vocale, fecero sobbalzare la biondina, che non aveva previsto una reazione del genere.
-Io vorrei soltanto…-
-Non mi interessa cosa vuoi! Io ho scelto di percorrere la strada su cui mi trovo e se mai dovessi deviare su un’altra sarà per mia scelta, non certo perché una mocciosa come te vuole giocare a fare la buona Samaritana! Una volta che l’alleanza sarà terminata, se tenterete ancora di mettervi sul mio cammino, sarai la prima che ucciderò!- si sfogò così il riccio nero, poi, lasciandola sconvolta e sorpresa, velocizzò il passo e prese nuovamente distanza.
Bubbles non seppe cosa pensare dopo aver sentito quelle parole.
Quelle parole erano state come coltelli caldi che si conficcavano nel burro, dolorosi e penetranti.
Non immaginava che Shadow potesse essere così feroce quando si alterava, eppure stava temendo di non aver visto nulla della sua personalità.
Ma, in fondo, non sapeva praticamente niente di lui, aveva solo inteso che soffriva dentro, ma non aveva idea per quale fatto.
Chi era lei per immischiarsi in faccende che non la riguardavano?
Interruppe i suoi pensieri quando sentì la mano della sorella (ancora maschio) sulla spalla.
-Non badarci, Bubbles. Ricordati che è un nostro nemico, malgrado tutto, non farti scalfire da ciò che ti ha detto! Quando questa storia di Him sarà finita, penseremo anche a lui.- gli promise il moro, ma la biondina si limitò ad annuire poco convinta.
Rouge decise di affiancare Shadow e parlargli.
-Senti un po’, amico, so che sono nostri avversari formalmente, ma non credi di aver esagerato con la ragazzina?- se la solita Rouge avrebbe cercato un approccio più calmo e ragionato, il Rouge maschio gli diede addosso senza paura.
Paura che avrebbe dovuto provare, invece, considerando lo sguardo assassino che il riccio rivolse nella sua direzione.
Quando poi la mano destra di questi cominciò a crepitare di elettricità, Rouge pensò seriamente che il riccio avrebbe lanciato un attacco.
Ma la sua versione maschile aveva una testardaggine più sciocca rispetto a quella femminile, pertanto il pipistrello continuò a sfidare il riccio con lo sguardo, per fargli capire di non temerlo.
Il riccio alzò il braccio, poi lanciò il Chaos Spear; questi tuttavia, non colpì Rouge come questi aveva creduto, bensì sfrecciò alla sua destra andando a ghermire una creatura che, furtiva, si nascondeva nell’ombra.
Un verso gutturale giunse dal punto in cui l’attacco si era consumato, la creatura non era ancora al tappeto.
-Andatevene!- fu l’ordine perentorio del riccio nero.
Il riccio si scansò all’ultimo istante per evitare uno strano filo bianco che aveva cercato di attaccarsi al suo braccio e lo afferrò con entrambe le mani.
In quegli istanti potè saggiarne la consistenza appiccicosa e resistente, arrivando presto alla conclusione che si trattava del filo di un ragno.
Shadow diede un forte strattone e tirò giù colui che l’aveva attaccato.
Mostrando una forza non certo comune, al riccio bastò un colpo solo per portare allo scoperto la bestia: era un ragno gigante, fisicamente non aveva molto di diverso da un comunissimo aracnide, l’unica differenza fisica notabile erano le zampe spropositatamente lunghe.
L’essere ad otto zampe si dimenò qualche istante e poi sciolse la tela con cui il riccio lo aveva portato allo scoperto, poi si rimise sulle zampe e rivolse al gruppo un verso intimidatorio.
-Che diavolo è quell’affare?- chiese Rouge ancora fermo ad osservarlo.
-Vi ho detto di andarvene! Non è un nemico molto potente, ma il luogo in cui ci troviamo lo favorisce. Voi andate avanti, me ne occupo io!- e il tono usato dal riccio lasciava intendere che non avrebbe ammesso discussioni.
Rendendosi conto che non ci sarebbe stato verso di fargli cambiare idea, Tails convinse il resto del gruppo a seguirlo.
Bubbles sembrava l’unica a mostrare preoccupazione, per quanto il riccio l’avesse trattata male qualche minuto prima.
-Forse dovremmo restare, potrebbe avere bisogno d’aiuto.- propose alla sorella che correva accanto a lei.
-Credimi Bubbles, se c’è una cosa di cui quel riccio non necessita, è sicuramente il nostro. E fino a prova contraria resta un nostro nemico, se lo scontro con quella bestia lo vedrebbe uscirne sconfitto, per noi sarebbe solo un guadagno.-
-Come puoi dire una cosa del genere?-
-Non per sembrare un insensibile dal cuore di pietra, ma quel riccio ha cercato di ucciderci, è malvagio, quindi dovremo cercare di ucciderlo, o comunque renderlo inoffensivo, prima o poi, per non permettergli di portare avanti i suoi malvagi propositi. Quindi ribadisco: se morisse contro quella bestia per noi sarebbe un guadagno!- fu il ragionamento a mente fredda del samurai.
Il gruppo che si stava ritrovando a correre per il girone successivo era ormai dimezzato, erano rimasti solo in quattro.
Bubbles fece un piccolo sospiro, poi sbattè i piedi a terra e frenò la sua corsa.
-Perché ti sei fermata?- le chiese Tails.
La ragazzina squadrò attentamente i tre compagni e rivolse loro un sorriso triste.
-Scusate, ma non posso lasciarlo da solo. Io torno indietro!-
-Ma che diavolo dici? Devo tirare fuori la tiritera di poco fa un’altra volta? E poi perché vuoi aiutarlo dopo il modo in cui ti ha trattata?-
A seguito delle parole di Buttercup, Rouge si lasciò scappare un grugnito; non le piacevano molto le parole che il moro aveva riservato per quello che, per quanto diffidente e freddo, era pur sempre un suo alleato. Non cominciò ad urlargli contro perché era certo che il riccio nero ne sarebbe uscito indenne e perché era consapevole che, col gruppo che già aveva perso alcuni componenti, un litigio tra di loro avrebbe ulteriormente peggiorato la situazione.
Bubbles, invece, si limitò a scuotere leggermente la testa come per contraddire le parole del/la sorella/fratello.
-Buttercup, so che le tue parole non sono dettate dall’egoismo, ma solo dal desiderio di proteggere il mondo da ciò che reputi una minaccia, ma ti sbagli su di lui. Non sappiamo niente su di lui e sul perché si comporti così. All’apparenza potrà sembrare l’ennesimo cattivo come tanti altri, eppure io credo che, nel profondo, non sia il mostro che abbiamo immaginato.-
Senza aggiungere altro, la biondina riprese a correre, ma stavolta nel senso da cui erano provenuti, con i rumori della lotta che giungevano fin lì.
Buttercup rimase diviso in due: andare dietro alla sorella, o rispettare la sua decisione e proseguire al girone successivo?
Alla fine il moro riuscì solo a chinare la testa e intimare a Tails e Rouge di ricominciare a correre.
-Fa attenzione!-
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Salve a tutti, ecco qui il capitolo tredici!
Allora, cosa ne dite? Un calvario vero e proprio quello dei nostri eroi, e pensate che ci sono ancora i gironi dell’Avidità e della Superbia.
Aggiungiamo il fatto che il gruppo si è ormai sgretolato: Sonic nell’Invidia, Dexter e Blossom nell’Ignavia e Shadow e Bubbles nell’Ira e i tre rimasti (Tails, Rouge e Buttercup) ad andare avanti.
Riuscirà il gruppo a ricomporsi, o qualcuno resterà vittima eterna del suo peccato, dicendo così addio alla sua anima?
Questo solo io posso saperlo, come solo io so quando Buttercup e Rouge torneranno normali.
Al prossimo capitolo gente!
 


 

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Capitolo 14
*** I sette peccati capitali: Avidità e Superbia! ***


Tails continuava a far saettare lo sguardo prima verso Buttercup poi verso Rouge.
“Non voglio essere io, non voglio essere io!” pensavano entrambe, non gli andava di subire gli sbeffeggiamenti dell’altra.
Anche il volpino era curioso di vedere chi delle due sarebbe stata l’ultima, conscio che la cosa poteva essere frutto di derisione per la “sconfitta”.
Entrambe strinsero i denti.
-Lo sento… lo sento… SIII!- urlò Rouge al colmo della gioia, e pensare che era convinta che sarebbe toccata a lei la sorte.
Buttercup la fissava sconvolta, completando il ritorno alla normalità qualche secondo dopo.
Non era possibile, era lei la più pervertita del gruppo?! Meno male che quel quattrocchi di Dexter non era lì, altrimenti l’avrebbe sfottuta a vita e punzecchiata sul fatto che lei lo accusava di farsi pensieri sconci su Blossom.
-P-Per favore, solo perché qualche volta mi sono ritrovata a pensare al professor Jack, e ci tengo a precisare che lo faccio solo da un punto di vista umanitario, non vuol dire che io mi faccia “certi pensieri”. È… è sicuramente un imbroglio di Him!- il rossore delle guance e la lieve titubanza della sua voce bastavano a tradirla.
Rouge non perse l’occasione, la fissò di sottecchi con sguardo furbo e sussurrando in tono canzonatorio -Pervertita… pervertita!- con la mora che arrossiva ancora di più e si tratteneva dal colpirla violentemente.
Tails preferì allora concentrarsi sul sesto girone.
A giudicare dalle gigantesche statue raffiguranti dei maneki neko, i famosi gatti della fortuna giapponesi, e i dobloni che sembravano cadere dal cielo ammucchiandosi in tante montagnole, doveva trattarsi del girone dell’Avidità.
“Accidenti, Rouge è tornata normale nel momento meno adatto!” constatò mentalmente, temendo che di lì a poco sarebbero rimasti solo lui e Buttercup a proseguire.
Infatti, dopo il piccolo intermezzo comico con l’ultima rimasta delle Powerpuff girls, la pipistrella si rese conto del luogo in cui si trovavano, gli occhi cominciarono a brillarle e un leggero rivolo di bava cominciò a caderle dall’angolo della bocca.
-FATE LARGO!-
Tails dovette scansarsi rapidamente per non essere tramortito come un povero malcapitato ritrovatosi per caso nel mezzo di una partita di football americano.
La ragazza si gettò alla carica per impadronirsi di quello che sarebbe stato un bottino facile.
Ma venne bloccata nel suo intento dalla mora che la bloccò per le spalle.
-Fermati! Già il gruppo è ridotto all’osso, se te ne vai anche tu la situazione andrà definitivamente al diavolo!-
Peccato che la mobiana albina ormai non stesse più ascoltando, troppo desiderosa di impossessarsi di quel tesoro.
-Andiamo, lasciatemene prendere almeno un po’, non ci creeranno problemi.-
-Rouge, se comincerai a raccogliere quei dobloni non ti fermerai più, devi trattenere l’impulso e pensare alla nostra missione: dobbiamo salvare Knuckles!- Tails si pentì mezzo secondo dopo di aver tirato fuori il nome dell’echidna; da quanto ne sapeva, tra quei due scorreva un pessimo rapporto, anche se Sonic diceva spesso che fosse il contrario, quindi nominarlo avrebbe potuto peggiorare le cose.
In un istante lo sguardo di Rouge si fece serio; con uno strattone si liberò della presa di Buttercup e rivolse uno sguardo al veleno a lei e Tails.
-Vorreste dirmi che davvero avete pensato che a me e Shadow interessasse così tanto salvare quell’idiota? Sarà il caso che vi chiarisca alcune cose: se stiamo collaborando con voi, è perché dobbiamo raggiungere quel bastardo impellicciato che ci ha trasportati qui, in modo da andarcene.
Il salvataggio di Knuckles è un fattore secondario, se non riuscisse, per noi non cambierebbe niente, considerando che siamo pur sempre nemici. Anzi, è come hai detto tu prima, ragazzina: se muore, un nemico in meno!- li fissò severamente, per poi rincamminarsi verso il suo obbiettivo.
-Voi fate quello che preferite, io mi prenderò un po’ di quest’oro e poi mi rimetterò in marcia. Io e Shadow, poi, prenderemo quel demone a calci e ci faremo riportare a Prison Island; vi consiglio di essere lì quando ciò avverrà, se vorrete avere qualche possibilità di andarvene. Quindi, solo eventualmente, ci si rivede, ammesso che il girone successivo non vi uccida.-
Tails la fissò sconvolto.
-Stupida! Beh tanto meglio, magari siamo fortunati e ci crepa qui dentro.- mormorò Buttercup a denti stretti.
-Non voleva essere cattiva, purtroppo è l’influsso negativo che alberga in questo posto a portare chi ne cadde vittima a comportarsi diversamente.- quello di Tails non era un tentativo di giustificare Rouge, parlava per esperienza: dopo aver visto il suo Amico Sonic trasformarsi in una sorta di depresso cronico, poteva dire con certezza che era sicuramente quella la causa del modo in cui Rouge li aveva trattati.
-Tsk, tu sei troppo buono. Sai che ti dico?! Che si arrangi! Andiamo avanti! All’ultimo girone!-
 
 
 
Non riusciva a crederci nemmeno lui, ma era stato ancora più fortunato di quanto avesse immaginato: non solo il gruppo si era sciolto come aveva previsto, ma il morale dei componenti era anche a terra.
-Sta andando anche troppo bene! Cavolo, sembra che vogliano che io vinca.- dichiarò sghignazzando il demone rosso.
Beandosi della sua posizione di vantaggio, il demone prese ad osservare il Chaos Emerald rosso stretto nella sua chela.
-Ancora non riesco a gestire bene il suo potere, ma ho ottenuto un potere interessante, chissà, potrebbe capitarmi l’occasione di usarlo, ma ne dubito, visto come stanno andando. Oh, pare che gli ultimi due rimasti stiano per entrare nel girone della Superbia, l’ultimo prima di giungere qui. Beh, sarebbe scortese farli aspettare troppo… va, mio guerriero, dai ai nostri ospiti una “bella accoglienza”!-
 
 
 
Buttercup assottigliò lo sguardo, i suoi occhi saettavano da un punto all’altro, ma la visuale era sempre la stessa: bianco.
Lei e Tails stavano come fluttuando in mezzo ad un ammasso di bianco, indefinito e misterioso, senza nemmeno il bisogno di ricorrere al volo.
Quello era l’ultimo girone, la Superbia, se fossero riusciti a superarlo, avrebbero raggiunto il luogo dove si trovava Him.
-D’accordo, suggerisco di cercare subito il passaggio e lasciare questo posto, prima che appaia qualche assurda creatura da pessimo carattere.- suggerì Tails, non certo desideroso di avere a che fare con qualche altra strana bestia che sembrava uscita fuori da un racconto dell’orrore.
-Buttercup! Tails! Mi complimento con voi due per essere riusciti ad arrivare fin qui, il girone della Superbia!- la fastidiosa e irritante voce di Him tornò a farsi sentire nei loro padiglioni auricolari.
-Che cosa vuoi, maledetto? Mi auguro per te che ti sia preparato, perché una volta superato questo girone verrò da te a romperti il culo!-
-Quanta fretta. Sei davvero così ansiosa di venire qui da me?! Beh, in questo caso…-
I due non capirono il significato dell’improvviso silenzio del demone.
Che avesse architettato una delle sue trappole? Che volesse fargli perdere tempo?
I loro dubbi non fecero che aumentare quando sentirono il rumore di quello che sembrava un piccolo squarcio, che si rivelò essere un piccolo buco in mezzo al nulla che costituiva quella zona; buco che andò ad allargarsi, assumendo delle dimensioni sufficienti affinché una persona potesse passarci entro.
-Quello, ragazzi miei, è il passaggio per arrivare nel mio territorio finale: il fondo della “Landa delle anime tentate”.-
A entrambi la cosa puzzò di bruciato.
-Vorresti dire che, oltrepassando quel portale, giungeremo da te? Mi riesce difficile fidarmi, sai? È alquanto sospetto che tu ci mostri il passaggio che ci permetterebbe di giungere a te con tanta leggerezza.-
-Dubbi perfettamente fondati, Tails! In effetti c’è una cosa che non vi ho ancora detto: vi piacerebbe… salutare un caro amico?-
Quando Him terminò di parlare, dal passaggio che si era aperto in quel nulla infinito, sbucò fuori una mano guantata, seguita subito dopo da un’altra e in seguito da una testa ricoperta di aculei rossi.
Tails e Buttercup sgranarono gli occhi man mano la figura si mostrava, riconobbero all’istante chi gli stava davanti, mentre i suoi occhi viola cominciarono a squadrarli inespressivamente.
-Knuckles?! Sei proprio tu?! Amico, ti abbiamo ritrovato!- annunciò Tails al colmo dell’entusiasmo.
Ma se il sorriso si stanziava sul suo volto, su quello di Buttercup durò solo alcuni istanti, per essere poi sostituito da un’espressione seria e arrabbiata.
La ragazzina mise un braccio davanti al volpino per intimargli di non muoversi.
-Non ti avvicinare!-
-Che ti prende Buttercup? Abbiamo ritrovato Knuckles, non dovremmo essere felici per questo?-
-Guarda i suoi occhi e capirai!-
Il volpino fece esattamente ciò che la mora gli aveva detto e rimase basito nel constatare che nello sguardo dell’amico non vi era niente.
Non un solo sentimento si riusciva a leggere nei suoi occhi, ogni traccia di qualsivoglia emozione sembrava essere stata cancellata completamente.
Knuckles the Echidna era lì davanti a loro solo fisicamente.
-D’altronde sarebbe stato troppo facile, era ovvio che dovesse esserci qualche ultimo ostacolo. È “merito” tuo, vero, bastardo di un demone?-
-Allora quando vuoi sai essere perspicace, Buttercup. Ebbene si, Knuckles the Echidna ha avuto l’onore di ricevere il mio “Trattamento speciale”. Al termine di esso, ha abbracciato la mia causa e adesso mi aiuterà a prendere il controllo sul pianeta Terra e su quella sciagurata specie che è la razza umana.-
Ecco spiegato l’improvviso assenteismo emozionale del rosso, ormai era solo un burattino nelle mani di Him e quest’ultimo poteva dargli qualunque ordine, certo che tanto questi gli avrebbe obbedito.
-Presumo che possiate immaginare quale sarà il mio prossimo ordine per lui: Knuckles, uccidi Buttercup! Mi raccomando, deve essere una cosa lenta, voglio che soffra, prima di esalare l’ultimo respiro!-
-Ricevuto, padrone!-
L’echidna posizionò immediatamente i pugni in avanti assumendo la sua tipica posa da combattimento.
Tails, tuttavia, si ritrovò a pensare ad alcune cose: perché aveva dato a Knuckles l’ordine di eliminare solo Buttercup? Anche lui era un suo opponente e avrebbe dovuto ordinargli di pensare anche a lui; e poi, perché non aveva richiuso il portale da cui l’echidna era giunto?
In un baleno un pensiero gli balenò in mente: che Him l’avesse lasciato aperto di proposito per…?
Ma allora forse avrebbe potuto sfruttare la cosa.
“Ma certo! È a dir poco una follia, ma devo almeno provarci.” Si autoconvinse mentalmente, era il momento di fare la sua parte.
-Buttercup, pensi di potertela cavare contro Knuckles da sola?- si rivolse alla mora per verificare che per lei non ci fossero problemi.
Questa rispose con un ghigno.
-Io non penso di potermela cavare! Ne sono convinta! Stai tranquillo, credo di aver stabilito una certa intesa con lui, sono certa di poterlo far rinsavire con una bella dose di pugni e calci. Cercherò di non ammaccarlo troppo.-
I due si scambiarono un cenno d’assenso, poi il volpino si diresse verso il portale volando.
“Spero solo di non pentirmi di questa decisione.”
Knuckles non tentò di impedirgli di oltrepassarlo, non lo degnò nemmeno di uno sguardo.
Evidentemente il presentimento di Tails era giusto: Him voleva che lui passasse.
Dopo aver preso certezza che fosse passato, Buttercup tornò a concentrare la sua attenzione su Knuckles.
-Tutto potevo immaginarmi, ma di certo non avrei mai pensato che mi sarei ritrovata a dover affrontare colui che ero venuta a salvare.- gli si rivolse in tono di sfida, nella speranza che questi rispondesse, ma fu un tentativo vano.
Ma la mora era sempre stata una gran testarda, avrebbe cercato in ogni modo di sollecitare il suo spirito combattivo affinché riemergesse il vero lui.
-Allora Knuckles, mettiamocela tutta e rendiamolo uno scontro che non dimenticheremo mai.- annunciò scroccandosi le nocche.
Ma l’echidna continuava a fissarla con quello sguardo atono.
All’improvviso una forza misteriosa cominciò a trascinarli verso il basso.
Buttercup si sentì come paralizzata, non riusciva a muoversi e dopo sentì qualcosa di umido bagnarle le scarpe, per poi risalire lungo tutto il corpo.
Stavano sprofondando in quella che era a tutti gli effetti un’enorme massa di acqua scura.
La ragazzina trattenne il fiato temendo di annegare, salvo poi rendersi conto di poter respirare benissimo malgrado il luogo in cui si trovavano.
Osservò per alcuni istanti il luogo in cui si trovavano ora: ad ogni lato si vedeva soltanto la massa liquida in cui erano stati trascinati e sul fondo vi era una formazione rocciosa con uno spacco che portava ad un abisso dove l’oscurità faceva da padrona; sicuramente lì sarebbe stato quasi impossibile riuscire a vedere.
Si voltò nuovamente verso Knuckles.
-Allora non ne vuoi proprio sapere di parlare? Vorresti davvero dirmi che uno come te a permesso a Him di controllarlo?- finse di sbeffeggiarlo sperando di fargli avere uno scatto d’orgoglio.
-Il padrone Him è l’unico essere che sa cosa è giusto è cosa è sbagliato, sotto la sua guida questo pianeta entrerà in una nuova era!-
-Si… l’era degli Okama.- borbottò lei sarcastica.
-Stermineremo la razza umana e i pochi superstiti avranno l’onore di servire il maestro nel suo glorioso dominio.-
Buttercup a quel punto abbandonò ogni parvenza provocatoria, assottigliò gli occhi e lo fissò astiosa.
-Knuckles, sei veramente un’idiota! E va bene, se le parole non funzionano, allora saranno i miei pugni a spiegarti come stanno le cose!- non si fece alcuno scrupolo a mostrare la sua aggressività.
Prendendo lo slancio, la mora si fiondò verso il suo insperato avversario cercando di colpirlo con un gancio destro, che l’echidna schivò facilmente scansandosi di lato.
Virando come un pesce, tenendo le braccia lungo il corpo, la mora svoltò rapidamente e cercò di sferragli un calcio che venne evitato.
Knuckles cercò di rispondere con una testata che Buttercup parò incrociando le braccia, per poi spingerlo via. Senza perdere tempo, i due contendenti ripresero la lotta scambiandosi un serie di pugni calci che venivano quasi sempre parati e evitati solo di rado; ciò era dovuto all’attrito con l’acqua che se rendeva più lenti gli attacchi, altrettanto faceva con le schivate; pertanto i due contendenti preferivano difendersi, in quanto azione meno dispendiosa.
Ad un certo punto, Knuckles scovò un varco nella difesa di Buttercup e la colpì con una ginocchiata al fianco, strappandole un grugnito di fastidio.
Ma reagì prontamente stringendolo in un abbraccio d’acciaio e, approfittando di quella sua momentanea immobilità, gli diede anche una forte testata, che l’echidna ricambiò un istante dopo, liberandosi.
Buttercup tentò di sperimentare una mossa che le era venuta in mente in quel momento: caricò di energia la mano destra, che si manifestò sotto forma di scosse che crepitavano intorno ad essa.
Poi sferrò il pugno in avanti e l’onda d’urtò che ne conseguì, muovendosi attraverso l’acqua, colpì Knuckles, stordendolo per qualche
“Sì! Quasi come la Kamehameha. E dicevano che guardare “Dragon Ball” era una perdita di tempo.” Esultò mentalmente.
Presa dall’euforia decise di ritentare il colpo, non immaginando che Knuckles avrebbe eseguito la stessa mossa; i due attacchi si scontrarono creando un effetto d’urto che minacciò di spingerli via.
Buttercup si gettò verso il suo avversario lanciandogli i suoi raggi oculari, questi alzò le braccia e parò il colpo, ma era quello che voleva lei.
Approfittando di quell’istante, lo aggirò e lo colpì alla testa con un colpo a mani unite, facendolo precipitare verso le rocce che stavano sotto di loro e contro cui andò a schiantarsi.
La ragazzina scese al suo stesso livello e poggiò i piedi sulla roccia; dopo qualche istante, Knuckles si rialzò.
-Allora, quest’ultima botta ti ha smosso qualche rotella facendola tornare al suo posto?-
Questi non diede alcuna risposta, si lanciò nuovamente addosso cercando di sferrarle un pugno che schivò.
-Sembrerebbe di no.-
All’improvviso una strana aura viola si levò attorno al corpo dell’echidna, segno che stava portando al massimo la sua forza.
Buttercup decise di ricambiargli il favore e massimizzò la sua energia, con un’aura verde che si materializzò attorno a lei.
-E va bene Knuckles, vogliamo fare sul serio già da ora?! Bene!-
 
 
 
Quando Tails uscì dal portale, la prima cosa che vide dinanzi a se fu un corpo alto almeno il triplo del suo (lui gli arrivava all’incirca al ginocchio), un abito femminile impellicciato e un volto ghignante che lo fissava con superiorità.
Si era aspettato di trovarsi Him davanti non appena avesse messo piede nel livello finale del suo regno, ma l’aspetto del demone era comunque inquietante abbastanza da fargli scappare un sobbalzo con conseguente salto all’indietro per distanziarsi da lui.
-Miles Tails, mi complimento nuovamente con te. È sorprendente il fatto che colui che è riuscito ad arrivare per primo da me sia stato l’elemento debole del gruppo; com’è ironica la sorte, non trovi?- lo prese in giro il demone, fingendosi cordiale e accomodante.
-Perché hai voluto che fossi io a raggiungerti per primo?- gli chiese il volpino.
Non appena questi alzò un sopracciglio, fingendo di non aver capito il senso della sua domanda, questi provvide a spiegarsi.
-Sai bene cosa intendo. Io qui non ci sono arrivato per caso, sei tu che hai voluto così, questo spiega perché Knuckles non ha minimamente tentato di fermarmi quando ho passato il portale.-
Him non diede alcuna risposta, anzi, gettò all’indietro la testa, lasciandosi andare ad una grossa ed inquietante risata.
Nel frattempo che il demone era occupato a ridersela, Tails si diede un’occhiata in giro per studiare quell’ultima zona: una grande quantità di formazioni rocciose, alcune appuntite, altre piatte, come quella su cui si trovavano loro, che emergevano da un immenso fiume di lava incandescente in cui di certo non sarebbe mai voluto cadere.
“Hm… la zona potrebbe favorirmi, speriamo che la mia idea si riveli fondata.” Pregò mentalmente.
Se aveva paura in quel momento?! Come non ne aveva mai provata in vita sua, tremava come una foglia e sentiva le gambe molli.
Dava per scontato di non avere nessuna possibilità di uscire vincitore (o vivo) da uno scontro contro il demone, ma si impose di mantenere la calma e cercare di portare avanti la sua strategia.
-Perché ti ho permesso di arrivare qui mi chiedi? Molto semplice in realtà… Miles Tails, voglio proporti di unirti a me!-
A quell’ammissione, il volpino si lasciò scappare un’espressione a dir poco stupita.
Unirsi a lui?! Aveva sentito giusto?! Quel demone gli aveva proposto di… schierarsi dalla sua parte?!
Si fermò a rifletterci per qualche istante; che avrebbe rifiutato era ovvio, non avrebbe mai accettato di unirsi ad un folle smanioso di potere.
Però… avrebbe potuto sfruttare la cosa, in qualche modo poteva rigirare a suo vantaggio quella domanda.
Già, ma sarebbe stato il caso di prestare attenzione, se Him avesse intuito il suo piano sarebbero stati grossi guai.
-Allora, Miles Tails… qual è la tua risposta?-
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Ora, rispondetemi in tutta onestà: chi di voi immaginava che nell’ultimo girone Buttercup si sarebbe ritrovata ad affrontare Knuckles? O che Him proponesse a Tails di schierarsi dalla sua parte, dimostrando così che Shadow non è l’unico a interessargli?
Beh, se volete una risposta, dovrete solo aspettare, intanto, nel prossimo capitolo ci concentreremo anche su qualcuno che è rimasto indietro, oltre a vedere quale sarà la risposta di Tails.
Ci sarà tanto da vedere, quindi state pur certi che le sorprese non sono ancora finite.
Arrivederci a tutti!
 
 

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Capitolo 15
*** Lotte infernali! (Parte 1) ***


Sonic the Hedgehog si rimise in piedi con un grugnito di fastidio, cominciando a massaggiarsi il collo.
-Cavolo, Scheggia non sarà molto forte fisicamente, ma cavolo se sa sfruttare bene quella poca forza che ha.- constatò continuando a passarsi la mano sulla parte offesa.
-Ma quanto tempo sono rimasto svenuto? E perché sono di nuovo dentro questa specie di teatro?- si chiese dandosi un’occhiata intorno, notando di essere di nuovo sul palcoscenico con cui aveva avuto una “piacevole discussione” con Shadow.
Ci riflette per qualche minuto; in effetti, quanto tempo era passato da quando aveva perso i sensi? Gli altri quasi sicuramente erano andati avanti senza di lui, quindi era inutile stare fermo lì a non far nulla, tanto valeva raggiungerli in fretta e furia, o comunque avanzare nei gironi successivi.
-Sei di nuovo in piedi?! Però, allora non hai ancora accettato il fatto di dover deporre le armi.- una voce derisoria occupò presto il suo campo uditivo e dal retro del palcoscenico sbucò fuori la figura di Shadow the Hedgehog.
Sonic lo fissò con sguardo apparentemente basito, come se si stesse chiedendo che ci facesse lì, provando al contempo qualcosa che suonava come noia.
Mai come in quel momento, Shadow gli era parso così poco pericoloso.
-Non hai ancora capito che hai chiuso?! Hai finito, è qui che devi restare, tu ormai non conti più niente.-
Sonic adesso lo fissava annoiato.
-Di un po’, ne avrai ancora per molto? Perché se la risposta è sì, mi rimetto a dormire.-
Il riccio blu sembrava aver ripreso la sua solita sfacciataggine, la cosa sembrò irritare il riccio nero.
Eppure prima si era trovato davanti un rammollito spaesato che non sapeva dove sbattere la testa, perché all’improvviso sembrava che fosse diventato addirittura più pimpante di quanto non fosse normalmente.
Shadow gli rivolse allora un ghigno beffardo, ma il suo tentativo di ostentare sicurezza era smorzato dal leggero titubare della sua voce.
-Tu… tu, piccolo bastardo, tu che non vali più niente, osi parlarmi con tanta sfacciataggine e arroganza?-
-Ah tranquillo, lo faccio con tutti.- replicò questi alzando le spalle.
Sonic di certo non aveva mai negato di essere un po’ presuntuoso, era una parte di se e non avrebbe mai rinnegato ciò che era. E poi non ci vedeva niente di male nel provocare un nemico per farlo cadere in fallo.
-Ehy, “Shady”, datti un po’ di contegno, rischi di diventare più rosso delle tue striature.- continuò a sbeffeggiarlo, convinto che di li  poco avrebbe perso le staffe.
-Maledetto stronzo, moccioso arrogante, tu non sei nulla paragonato a me. Ricordati che io sono…- non riuscì a terminare quell’assurdo sproloquio perché il riccio blu lo scaraventò a terra con un calcio sul volto.
-Direi che può bastare così, ora mi faresti il favore di mostrarmi chi sei veramente?-
Se ne era accorto?! Accidenti, non sarebbe dovuto accadere.
Si rialzò e cercò di recuperare terreno sfoggiando il più serio e crudele dei ghigni, ma ormai ne aveva perso troppo per riguadagnarlo.
-Cos’è, sei diventato cieco? Io sono…-
-Shadow the Hedgehog?! Tsk, per favore. Ormai conosco abbastanza bene quel riccio per capire che non sei tu: il vero Shadow non è così logorroico, anzi, riuscire a intrattenere un discorso con lui senza essere liquidati a male parole è un’impresa; il vero Shadow non avrebbe reagito così istericamente alle mie provocazioni e, soprattutto, il vero Shadow avrebbe schivato il mio calcio e mi avrebbe insultato dicendomi che con un colpo del genere non avei mai avuto nessuna speranza di colpirlo. Quindi, in definitiva, tu… non sei… Shadow!- concluse il tutto agitando il dito indice in senso di diniego, come un maestro lezioso che spiega ad un alunno testardo.
Il falso Shadow sospirò rassegnato, era inutile continuare quella farsa.
-Molto bene, Sonic the Hedgehog, ma voglio vedere come te la caverai adesso!-
Sonic trattenne un verso di disgusto quando la pelle del suo finto clone cominciò a liquefarsi, trasformandosi sempre più in una massa informe di materia umidiccia di colore verde.
Non aveva più una forma precisa, un ammasso indistinto di qualcosa di non definito, che a prima vista poteva sembrare gelatina, ma era più che ovvio che non si trattasse di quella, con due braccia e mani rudimentali e mostruose, un paio di occhi vuoti e una bocca viscida e appiccicosa.
Si trattava di un blob.
-Cavolo, che schifo, lo sai che anche solo a guardarti mi viene la nausea?!- dichiarò Sonic con un verso di assoluto disgusto.
-Davvero? Bene, allora risolverò il tuo problema… facendo in modo in modo che i tuoi occhi rimangano chiusi per sempre!-
Da quella che doveva essere la schiena del mostro si dipartirono un numero non ben precisato di tentacoli che si agitavano come fruste impazzite; ciascuno di essi partì all’attacco. cercando di colpire il riccio blu con una sferzata, ma la velocità supersonica gli permetteva di schivare quegli attacchi con relativa facilità.
-Di un po’, è tutto qui quello che sai fare? È proprio vero che al giorno è difficile trovare un avversario che sia bravo sia con le parole che con i fatti.- Sonic provocò ancora il suo nemico, scatenando le sue ire.
L’ammasso verde ruggì infastidito e aumentò la quantità di tentacoli da mandare all’attacco, ma nonostante ciò il riccio schivava senza difficoltà, facendosi talvolta scudo dietro i sedili della sala, che venivano puntualmente distrutti dagli attacchi del blob, ma lasciando sempre illeso il loro bersaglio.
Sonic evitava agilmente ogni colpo, accompagnando il tutto con provocazioni e pernacchie varie, poi, decidendo che era proprio il caso di smetterla di divertirsi e che raggiungere gli altri era più importante, decise di passare alla fase offensiva.
Lasciando di stucco l’essere, si portò velocemente dietro di lui e lo colpì con un gancio destro.
Tuttavia l’attacco non andò a buon fine, il suo pugno si invischiò nel corpo melmoso dell’avversario e Sonic lanciò un breve urlo di dolore quando cominciò a sentire un’orripilante sensazione di bruciore all’arto superiore.
Con un rapido scatto riuscì ad allontanarsi e osservò la sua mano destra: il guanto era stato completamente bruciato e la mano era in parte ustionata.
Quella volta fu il turno del blob ridersela.
-Povero stupido, il mio corpo ha un tasso di radioattività altissimo, è altamente corrosivo. Anche se io non riuscirò a colpirti, tu non potrai colpire me, e prima o poi dovrai stancarti… e credimi, non ho nessuna fretta.-
Sonic dovette ricominciare a saltare e schivare gli attacchi del suo nemico.
“Porca miseria, questo fenomeno da baraccone ha detto bene: ci vorrà ancora tantissimo prima che io esaurisca le forze, ma se lui non si stanca allora a quel punto per me sarà la fine! Ha detto che non posso toccarlo… vediamo allora se funziona in questo modo.”
Non era mai stato un genio della strategia, ma con un avversario del genere non aveva altra scelta se non smorzare un po’ la sua impulsività; in fondo, non era vero che lui strategie semplici non sapeva idearle, semplicemente preferiva gettarsi nella mischia e lottare.
Quindi, in quel raro caso, la sua mente gli suggerì di usare quella stessa mossa che aveva provato nel suo scontro con Shadow (certo, poi non era finita bene… ma erano solo dettagli minimi).
Evitò agilmente un tentacolo che gli aveva sfiorato una gamba e cominciò a correre a tutta velocità in cerchio attorno al suo avversario.
Il blob rimase disorientato quando un autentico tornado in miniatura lo circondò e non riuscì a reagire quando alcune lame di vento cominciarono a dipartirsi verso di lui e a staccare parti del suo corpo.
Il riccio blu mantenne quel ritmo per un paio di secondi e le lame ventose continuarono a tartassare il mostro, fino a trasformarlo in un ammasso di melma riversa al suolo.
Sonic si fermò di colpo e osservò soddisfatto il risultato del suo lavoro.
-Bene, direi che ci salutiamo qui.-
Il riccio si avviò a passo di marcia verso l’uscita della sala, l’obbiettivo primario era andare avanti, con la speranza di incrociare qualche compagno durante il cammino.
-Il sipario non è ancora calato!- Sonic sgranò gli occhi al sentire una voce beffarda prenderlo in giro, ebbe solo il tempo di voltarsi per vedere che una delle poche poltrone rimaste integre dallo scontro era stata staccata a forza dal suo posto e lanciata verso di lui; colto alla sprovvista, non riuscì a schivarla e venne colpito in pieno e sbattuto contro il muro, con la poltrona a bloccarlo dall’altro lato.
Fece forza per togliersela di mezzo e davanti a lui vide il mostro gelatinoso perfettamente integro.
-Davvero ti eri illuso di aver vinto?! Povero coglione. Il mio corpo è capace di riunirsi anche dopo essere stato smembrato in particelle minuscole, figurarsi quindi se ridotto semplicemente in pozzanghere. Non puoi sconfiggermi, Sonic the Hedgehog! Arrenditi e rinuncia alla tua anima!- lo provocò il mostro verde con voce roboante.
Ma il riccio blu non aveva alcuna intenzione di arrendersi: aveva già commesso l’errore di cedere al peccato e, se non fosse stato per Tails, non avrebbe ritrovato la strada; di certo non ci sarebbe cascato di nuovo.
Cominciò a squadrare l’ammasso indistinto con attenzione: un punto debole doveva avercelo per forza, ma quale?
“Andiamo, non esistono avversari imbattibili, ci deve essere per forza un modo per… un attimo!” il riccio interruppe il flusso dei suoi pensieri non appena notò quello che sembrava essere un particolare interessante: una piccola parte del corpo del blob era ricoperta da uno strato di ghiaccio sottile, di cui tuttavia non si liberava, che non ne fosse capace?
“Non può sciogliere il ghiaccio. Vuoi vedere che…?” rifletté alcuni stanti mentre un sorrisetto da furbo cominciò a farsi largo sul suo volto.
Se non ricordava male, una volta Tails gli aveva detto qualcosa riguardo il fatto che l’aria calda fosse più leggera di quella fredda e tendeva a salire lasciando quest’ultima in basso e sembrava proprio che quel blob non potesse liberarsi del ghiaccio.
Quindi, doveva semplicemente correre talmente veloce da far salire tutta l’aria calda in alta e far abbassare la temperatura della sottostante a tal punto da congelarlo.
-Allora, Sonic the Hedgehog, hai deciso di arrenderti?-
Un ghignò arrogante fu la risposta che ricevette.
-Mi dispiace per te, ma se davvero rinunciassi a combattere non sarei più me stesso e non me lo perdonerei mai!-
Il blob cacciò un riso basso e arrogante quando vide il suo avversario venirgli addosso e cominciare a correre intorno a lui un’altra volta.
-Ci stai provando di nuovo. Sei diventato sordo, idiota?! Ti ho già detto che non funziona!-
Il suo ghigno di superiorità svanì quando cominciò a sentire una strana sensazione di freddo intorpidire il suo corpo molliccio.
Dalla sorpresa passò alla paura quando si rese conto che la base del suo corpo era ricoperta da uno strato di ghiaccio che stava gradualmente salendo.
-NO, NON PUÒ ESSERE! COME HAI FATTO A CAPIRLO, BASTARDO? TU… TU NON PUOI SCONFIGGERMI! TU SEI SOLO…- il mostro non ebbe mai modo di terminare quell’ingiuria, lo strato di ghiaccio aveva rapidamente preso il controllo ricoprendolo interamente, congelandolo per sempre con la sua espressione di rabbia non celata.
Sonic the Hedgehog diminuì sempre più la velocità fino a fermarsi, scuotendo poi la testa per liberarsi di un leggero strato di brina rimastogli negli aculei.
Rivolse un sorrisetto saccente al ghiacciolo gigante che era diventato il suo nemico.
-Chi sono lo decido io! Beh, non credo che abbiamo altro da dirci. Addio, gelatina!-
Sostituendo rapidamente il suo sguardo divertito con uno più serio, il riccio blu uscì di corsa dalla sala.
Aveva vinto la battaglia, ma c’era ancora una guerra da portare avanti e lui, cosa inaccettabile, era rimasto troppo indietro.
Era il momento, per il grande Sonic, di tornare alle prime linee.
 
 
 
Knuckles the Echidna sferrò un pugno al terreno della scogliera sottomarina e l’effetto d’urto si dipartì verso Buttercup travolgendola.
La mora resto a terra solo per qualche secondo, si rialzò e riprese a nuotare, sempre tenendo lo sguardo fisso sul rosso.
Erano già parecchi minuti che stavano lottando usando la loro forza al massimo, ma nessuno dei due dava eccessivi segni di stanchezza, a prova della loro non trascurabile resistenza.
Non per questo Buttercup era intenzionata a far andare quella storia avanti ancora per le lunghe, o non avrebbe avuto modo di andare a pestare Him come era giusto che fosse; la cosa più importante, comunque, restava far tornare Knuckles in se.
“Possibile che Him gli abbia cancellato ogni singola emozione?! No, io non ci credo! Basterà andarci ancora più pesante.
Con i pugni crepitanti di energia, la ragazzina si gettò in picchiata sull’echidna e ingaggiò con lui una dura schermaglia a suon di calci e pugni.
-Knuckles, allora, vuoi darti una svegliata oppure no?- quasi urlò mentre schivava un gancio destro, a cui rispose con una gomitata allo stomaco.
Knuckles non la ascoltò e reagì con una ginocchiata alla testa, poi i due contendenti fecero scontrare i pugni e cominciarono a fare pressione, nel tentativo di primeggiare sull’altro.
-Vedo che la tua forza non ha risentito del controllo mentale, io scommetto che nemmeno la tua volontà è da meno.-
-Io devo obbedire agli ordini del mio padrone!-
-Ma piantala di uscirtene con queste stronzate! Non è quell’idiota di Him a decidere come devi combattere, o come devi reagire ai miei colpi, o come attaccarmi. Sei tu che prendi queste decisioni: Him non ti ha privato della volontà, l’ha solo nascosta così bene da farti credere di essere completamente in sua balia. Ma io ho visto di cosa sei capace: in quel poco tempo che abbiamo fatto squadra, mi sono resa conto di avere a che fare con un combattente formidabile, un guerriero tosto che non si fa piegare da nessuno. Dov’è adesso quel grande guerriero? DIMMELO!-
Terminata la frase lo colpì con una poderosa testata che lo spinse via, ci aveva messo così tanta forza che il contraccolpo le aprì un piccolo squarcio sulla testa, l’acqua intorno a lei si macchiò lievemente di rosso per via del sangue perso.
Ma lei non ci fece nemmeno caso, troppo occupata a fissare il rosso, che in quel momento si stava massaggiando il cranio, seria come non lo era mai stata.
-Dimmelo Knuckles… dimmelo!-
L’echidna ricambiò il suo sguardo, sembrava quasi che un briciolo di vitalità fosse tornato in essi, poi il rosso si arrabbiò.
-Tu non osare intrometterti! Il padrone ha dato a me l’ordine di ucciderla.-
Buttercup sgranò gli occhi allarmata; in un primo momento aveva pensato stesse parlando con lei, invece la frase lasciava intendere che quel breve scatto di rabbia era indirizzato a qualcun altro.
Voltandosi la mora venne colpita da un manrovescio che le fece fare alcuni giri in acqua prima che ritrovasse l’equilibrio e poter vedere chi l’aveva colpita.
Davanti a lei stava ora un essere alto all’incirca sul metro e mezzo, con mani e piedi palmati, squame verdi su tutto il corpo, becco e capelli che sembravano piuttosto delle alghe: un Kappa.
-Il padrone mi aveva già dato l’ordine di intervenire se la cosa si fosse protratta per le lunghe ed è quello che sta accadendo. Riuscirò ad eliminare questa mocciosa in men che non si dica, quindi ora puoi anche farti da parte perché…- quello che la creatura non aveva previsto era che l’echidna si sarebbe scagliato contro di lui colpendolo al volto con un doppio montante.
Il mostro prese le distanze e cominciò a massaggiarsi la parte offesa.
-Che diavolo stai facendo, traditore?-
-Non sono un traditore! Ribadisco: il padrone ha dato a me l’ordine di ucciderla e dunque sarò io ad occuparmi di lei. E comunque, ormai questa battaglia è mia, intromettiti e mi occuperò anche di te!- minacciò il rosso, malgrado lo sguardo vacuo, vi si leggeva ora un barlume di rabbia ed orgoglio.
Buttercup non potè non ghignare soddisfatta per quello.
“A quanto sembra, c’è ancora un pò di “Knuckles” in superficie. È già qualcosa!”
 
 
 
-Allora, Miles Tails, qual è la tua risposta?- chiese il demone col suo immancabile sorriso sardonico.
Il volpino inghiottì la saliva che aveva in bocca; non doveva far capire il suo gioco, la parola d’ordine era “calma”, se fosse riuscito a mantenerla, avrebbe guadagnato tutto il tempo necessario.
-Dimmi una cosa però… perché stai chiedendo proprio a me di diventare un tuo alleato? Voglio dire, nel nostro gruppo, non sono certo il più forte, quindi, perché io?-
Him inclinò la testa di lato, trovando divertente il suo dubbio.
-Ti chiedi perché? Credevo che un genio precoce come te potesse arrivarci anche da solo, ma dopo tutto, lo stress accumulato durante il viaggio nel mio regno deve essere stato parecchio. Beh, in fondo, non vedo perché non darti le dovute spiegazioni. Perché ti voglio come alleato?! Semplice, tu, Miles Tails, possiedi un cervello fuori dal comune! In quanti possono vantarsi di possedere un ingegno e talento come il tuo? Di certo non molti! Quando partirò alla conquista della Terra, una volta che avrò imparato a controllare definitivamente i poteri del Caos, gli umani cercheranno sicuramente di opporsi e un bravo stratega potrebbe sempre farmi comodo. E poi, riflettici, la cosa gioverebbe anche a te: sotto la mia guida potrai diventare più forte, acquisterai un potere inimmaginabile, diventeresti una perfetta macchina da combattimento e tutto questo, unito alla tua poderosa intelligenza, ti renderebbe un avversario ostico per chiunque, un guerriero potentissimo! E così, noi pochi eletti, noi creature straordinarie, schiacceremo la razza umana e prenderemo il posto che ci spetta come sovrani della Terra! Unisciti a me, Miles Tails, e avrai… il potere!-
Se non fosse che, essendo scampato senza esitazione a tutti e sette i peccati capitali e se non avesse saputo che il suo interlocutore era un esperto oratore, il volpino sentiva che quelle parole avrebbero anche potuto convincerlo a mandare tutti al diavolo e schierarsi davvero dalla parte di Him.

-E ci terrei ad aggiungere anche questo: una volta assoggettata la Terra, niente ci impedirebbe di prendere di mira anche il vostro pianeta, Mobius. Non ti piacerebbe vendicarti di tutti coloro che ti hanno maltrattato, insultato, picchiato ingiustamente e senza ragione? Prima che tu chieda, sappi che è da quando sei qui che sto spiando nei tuoi ricordi e nel tuo passato e ho visto com’è stata la tua vita fino ad oggi, non certo una meravigli. Quindi, io ti sto dando anche l’opportunità di ottenere una vendetta che sarebbe anche meritata: meriti che quegli idioti paghino! Alleati con me e avrai il potere per farlo!- il demone concluse il suo discorso ammaliatore, convinto che ben presto avrebbe avuto un nuovo servitore ai suoi ordini.
Tails stava a capo chino ed in silenzio.
-Per molto tempo, sono stato solo, nessuno voleva avere a che fare con me, tutti mi allontanavano dandomi del mostro. Ero solo, triste e piangevo sempre, credevo che la mia vita sarebbe stata un continuo susseguirsi di sofferenza e dolore.-
Him ghignò soddisfatto, sembrava che il suo discorso avesse ottenuto l’effetto sperato.
-Però… poi c’è stato qualcuno che mi ha teso la mano… qualcuno che non mi ha giudicato solo dal mio aspetto… qualcuno… che ha voluto essermi amico. E poi… dopo di lui ne sono arrivati altri.-
Mentre parlava, un sorriso sincero si formava sul suo volto.
-Loro mi hanno fatto capire che anche io potevo avere una vita, che la paura di restare solo per sempre era infondata, che ci sarebbero sempre stati per aiutarmi… e tutto è cominciato grazie a lui, grazie a Sonic. Lo stesso Sonic che tu stai cercando di uccidere. Se c’è una cosa a cui tengo, sono i miei amici e farei di tutto per loro. Ammetto che quando hai detto che, stando al tuo fianco, avrei avuto il potere, ero rimasto leggermente persuaso, ma subito dopo ho capito una cosa: quello che cerco io… è il potere per aiutare le persone a me care, per stare loro accanto nei momenti bui, per essere la spalla su cui potranno appoggiarsi quando saranno in difficoltà. Quel potere, Him… tu non potrai mai darmelo!- concluse il discorso fissando il demone negli occhi, serio e per nulla intimorito dalla differenza d’altezza e dallo sguardo leggermente alterato di questi.
-Bene, se la tua risposta definitiva è questa…- Him alzò in alto la sua chela destra e poi la agitò violentemente, come se avesse voluto colpirlo con uno schiaffo.
Intuendo i suoi intenti, Tails si scansò in tempo per evitare che l’onda d’urto lo travolgesse, andando oltre e frantumando in briciole una formazione rocciosa come se fosse stata fatta di pasta frolla.
-…allora non mi resta che ucciderti. È un peccato, saresti stato un grande stratega.- ringhiò astioso e leggermente arrabbiato: quel ragazzino aveva osato rifiutare la sua generosa offerta, peggio per lui! Avrebbe sperimentato sulla sua pelle le conseguenze.
Tails dal canto suo potè ritenersi soddisfatto: aveva guadagnato abbastanza tempo, a quel punto tanto valeva impegnarlo per quel tempo necessario per dargli il tempo di trovarlo.
E scelse di farlo in un modo che non era nelle sue corde, ma che sicuramente avrebbe distratto Him: attaccare senza un piano preciso!
-Non sarà facile come credi!- il volpino prese il volo e attaccò il demone frontalmente con una rapida serie di pugni, che il demone schivava senza problemi spostandosi con leggeri saltelli.
-Davvero credi di avere qualche chance contro di me?! Povero ingenuo!- Him si portò vicino a una formazione rocciosa e, all’ultimo momento, saltò aprendo le gambe, lasciando che il pugno di Tails colpisse la pietra; poi dopo aver spiccato un balzo, mosse rapidamente un braccio per lanciare un’altra onda d’urto.
Tails riuscì ad evitare il colpo e ripartì all’attacco, ma il demone evitava ogni suo colpo saltando tra i massi e portandosi in alto.
Giunto sulla cima, Him spiccò un alto e lungo balzo in avanti, con Tails che continuava a seguire la sua traiettoria, schivando agilmente tutti gli attacchi d’urto che Him gli inviava.
Him dovette riconoscere che, malgrado tutto, il piccoletto aveva delle potenzialità; eh sì, era proprio un peccato doverlo eliminare.
Questo pensò mentre continuava ad agitare le chele, una delle sue onde d’urto tagliò in due una piccola montagna, ma Tails riuscì a schivare anche quella.
I due atterrarono nello stesso momento, Ma Tails, non certo abituato a sostenere scontri con avversari di tale portata, aveva già il fiatone, mentre Him non accusava nessun cenno di stanchezza.
Quest’ultima si rivelò fatale per il volpino, perché al successivo attacco di Him, non riuscì a scansarsi in tempo.
L’onda d’urto lo travolse, il volpino sentì come se i suoi organi interni fossero stati spappolati da una pressa, il dolore era lancinante, eppure restò in piedi.
Him calò nuovamente un braccio, il volpino incassò il secondo colpo, ma non crollò neanche quella volta, stringendo.
-Una resistenza non trascurabile la tua, ma è tutto inutile!- e alla terza onda d’urto, dopo aver mantenuto l’equilibrio per qualche secondo, Tails capì che era giunto al suo limite.
Crollò a terra di spalle, respirava con grande affanno e sputò sangue.
Ma Him non era soddisfatto, quell’impudente meritava di essere finito.
Con una crudeltà e un sadismo unici, Him raggiunse il volpino, gli schiacciò lo stomaco con il ginocchio e gli afferrò la testa con la chela sinistra, il suo avversario non aveva più le forze per reagire.
-Avresti dovuto accettare, invece hai scelto la strada più difficile. Ho solo sprecato il mio tempo con te! Miles Tails…- una vena si gonfiò sulla tempia di Him, segno di rabbia verso quel ragazzino che aveva osato opporglisi; alzò la chela destra…

-È GIUNTA LA TUA ORA!- … e l’abbassò velocemente per assestargli il colpo di grazia.
-EHY!- la chela si fermò a pochi centimetri dal volto di un Tails inerme.
-Sì, stronzo, parlo con te! Lascialo andare!-
Him obbedì all’ordine e liberò la testa del volpino, per poi voltarsi iroso verso la figura irsuta che si trovava dietro di lui, che mostrava negli occhi la sua stessa rabbia.
-E ora allontanati… dal mio amico!-
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Dunque, ci tengo a chiarire che a scuola in questi giorni stanno calcando la mano, e anche pesantemente, quindi sarà per questo se gli aggiornamenti richiederanno più tempo.
Parlando di questo capitolo, ammetto che mi è piaciuto molto scriverlo, soprattutto la parte finale.
Sì, forse ho un pò  ingigantito l’importanza d Tails ma, a parte gli scherzi, io lo vedo per davvero come un genio precoce, uno di quelli che ne puoi trovare uno ogni dieci milioni di persone, se non di più.
È anche vero che non potevo all’improvviso renderlo fortissimo; dobbiamo essere onesti, lui non è un granché come combattente, era ovvio che non potessi farlo vincere contro Him, forse penserete che l’ho reso estremamente resistente (insomma, riuscire ad incassare due onde d’urto di Him senza crollare non è roba da poco), ma io rispondo che anche questa è una dote di cui Tails è in possesso secondo me: la stamina! Non dimentichiamoci che nella seconda serie di “Sonic X” riesce  a rimettersi in piedi dopo aver preso “due cazzotti”, e ribadiamo “due”, da Shadow, che poco prima aveva steso Sonic e Knuckles con un colpo a testa.
Insomma, spero di non avervi delusi con questo capitolo e che vi sia piaciuto come gli altri.
Alla prossima!
 


 

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Capitolo 16
*** Lotte infernali! (parte 2) ***


Pensava che sarebbe stata questione di pochi minuti, era certa che dopo un po’ si sarebbe risvegliato e insieme sarebbero andati a cercare i loro amici.
Ma era ormai da parecchio che Dexter si era addormentato e il fatto che negli ultimi minuti avesse cominciato a sudare copiosamente e il suo respiro fosse diventato più affannoso di prima non erano segnali positivi per Blossom.
La ragazzina continuava a stargli accanto stringendogli la mano, ma tutto quello che poteva fare era incoraggiarlo incessantemente e pregare che, qualunque fosse il problema che stava impedendo al ragazzo di riprendersi lui, lo risolvesse al più presto.
-Dexter, non so cosa ti sta accadendo, ma ti prego, svegliati.-
 
 
 
Il ragazzo-genio cadde in ginocchio col fiatone, non ne poteva più di rivedere quella scena, faceva troppo male.
Come un video registrato e impostato per ripartire dall’inizio una volta terminato, all’infinito, davanti a lui si ripresentava sempre quella maledetta visione del passato.
-Fa male, non è vero?- sussurrò una voce infida da un punto non ben precisato.
Il rosso non riusciva a prestargli troppa attenzione, tanta era la rabbia che in quel momento stava provando verso se stesso.
Una nube di fumo violacea cominciò a vorticare alle sue spalle, fino ad assumere le forme di una creatura dalle sembianze animali: in verità, se ci si fosse limitati ad osservare la parte superiore del corpo, non si sarebbe visto niente di più che un normalissimo tapiro, eccezion fatta per uno strano simbolo simile ad un kanji disegnato sulla sua testa; la parte inferiore invece, era costituita dalla stessa nube con cui era apparso, dando di fatto una consistenza incorporea alla creatura dalla cintola in giù e permettendogli di volare.
-Da quel che so, ragazzino, la tua mania di conoscenza e brama di sapere ti avrebbero, normalmente, portato immediatamente a chiederti cosa io fossi, ma le circostanze in cui ti ritrovi hanno fatto passare tutto in secondo piano. Pazienza, mi presenterò ugualmente: sono il baku, guardiano dei sogni!- si presentò educatamente la creatura, ma il tono svogliato con cui parlò lasciava da pensare su quanta voglia avesse davvero di essere lì.
Ritrovando un briciolo di concentrazione, Dexter riuscì a rivolgergli la sua attenzione.
-Perché… perché rivedo sempre questa scena?- chiese in tono spento e con lo sguardo smarrito, sembrava un animale impaurito che non sapeva più come orientarsi.
-I ricordi non sono poi così diversi dai sogni. I miei poteri mi danno il totale controllo sulla mente delle mie vittime, posso proiettarci tutto quello che mi pare, anche installare dentro di essa uno squarcio del passato della vittima e farglielo rivivere finchè mi va. E gli ordini del padrone sono stati chiari. Pertanto, ragazzo, rivivrai la sofferenza che la perdita di tua sorella ti ha causato… ancora per molto. E il bello è che all’esterno passano solo pochi minuti, la tua sarà una tortura breve ed eterna al contempo.- spiegò svogliatamente la creatura, ma il pizzico di sadismo che sentì verso la fine del discorso lasciava intendere che gli stava piacendo torturarlo.
E stava funzionando fin troppo bene, perché il rosso tornò a concentrare le proprie attenzioni su quella visione; per quanto dolorosa, non riusciva ad ignorarla e a fingere di non vedere.
L’assenza di voci, il mutismo probabilmente voluto dal baku, non costituiva affatto un punto a favore, perché le parole di quel giorno le ricordava tutte a memoria, non le avrebbe potute dimenticare neanche volendo.
La scena partì dall’inizio ancora una volta e lui non poteva impedirlo.
-Smettila!- ordinò distrutto il ragazzo, ma il tono che aveva usato lo faceva sembrare più una supplica.
-Oh, guarda, la tua sorellina ti ha appena fatto scudo col suo corpo. Sta cadendo a terra, guarda come la stringi tra le braccia mentre l’alito vitale l’abbandona progressivamente. Oh guarda, ora è morta. E tu… tu cos’hai fatto per impedirlo?- chiese il demone che avrebbe voluto sogghignare in quel momento, impedito dal fatto di avere solo una miniproboscide.
-Io… io non ho… non ho fatto niente.- mormorò distrutto.
Mai come in quel momento si stava sentendo colpevole, mai come in quel momento stava per gettare alle ortiche ogni sua convinzione che vedeva Mandark come unico responsabile di quella triste perdita.
E se fosse stata davvero colpa sua, se l’incolpare Mandark di tutto fosse stato solo un espediente suggeritogli dall’inconscio per mantenere a distanza i rimorsi?
In fondo era vero, lui non era stato capace di fare nulla per salvare Dee Dee, era rimasto fermo, incapace di agire, esattamente come in quel momento.
A che scopo continuare ad arrancare in quell’incubo senza fine come un’anima in pena, era meglio se tutto finisse lì.
-Che senso ha andare avanti? Non ho fatto nulla per lei, non merito di vivere.-
Il baku rimase estasiato da quelle parole e più lo sconforto della sua vittima aumentava, più lui si fortificava.
-Molto bene, direi che sei prossimo a raggiungere il limite, credo proprio di poterti concedere il lusso di una morte rapida… oh aspetta, ma in quel caso dove sarebbe il divertimento?- biascicò viscidamente la creatura. Parte del fumo che costituiva la sua parte inferiore si distaccò e andò a formare un cerchio intorno al ragazzo, trasformandosi di colpo in una gigantesca colonna di fumo violaceo.
Il baku non vedeva cosa stava accadendo all’interno, ma le urla di dolore che sentiva era sufficienti come conferma al pensiero che il ragazzo stesse soffrendo.
-Patisci il dolore, paga per ciò che hai fatto!-
La cosa veramente assurda era che il ragazzo, mentre continuava ad essere circondato da quella nube che sembrava penetrargli nelle viscere per distruggerlo dall’interno, stava pensando che quelle parole non fossero sbagliate, come se ciò che stava subendo in quel momento fosse la giusta punizione per ciò che aveva fatto.
Eppure c’era qualcosa che gli diceva di dover reagire, quel bisogno insito in ogni essere vivente che lo portava a rischiare il tutto per tutto quando ormai la situazione sembrava decisa e definita.
“Davvero vuoi lasciare che finisca così?” il ragazzo sgranò gli occhi all’improvviso; quella voce… sembrava proprio quella di…
“Fratellino, se ti azzardi a morire qui pensando di espiare una colpa che non hai commesso, ti giuro che anche in Paradiso passerò le mie giornate ad infiltrarmi nel tuo laboratorio nuovo che costruirai tra le nuvole, perché ti conosco abbastanza bene da poter dire che lo farai. Non è mai stata colpa tua, e pensare che Blossom te l’ha già detto, ma ti ostini ancora a ritenerti responsabile, allora la testardaggine del vecchio te è rimasta.” Benché il tono della voce misteriosa fosse sarcastico, il possessore non poteva essere più serio.
Non permettere ai rimorsi di fermarti, tira fuori la stessa determinazione che avevi quando cercavi di buttarmi fuori dal tuo laboratorio. Oh, e un’ultima cosa… anche una mente razionale deve lasciarsi andare qualche volta, mi pare di aver cercato di insegnartelo… non avere paura di essere istintivo qualche volta.”  e improvvisamente, così come era arrivata, la voce si interruppe. Ma il ragazzo-genio si sentiva meno confuso rispetto a prima, impegnato a riflettere su quelle parole, ignorando quasi inconsciamente il tornado magico che ancora lo martoriava.
“Che stupido sono stato!”
All’improvviso Dexter non vide più nulla.
Il baku si lasciò sfuggire per un istante un’espressione sorpresa, quando la nube si dissolse all’improvviso e il ragazzo si rimise in piedi, fissandolo con sguardo vacuo.
-Cosa c’è, moccioso? Stai cercando di ribellarti? In effetti non mi sorprende che tu abbia dissolto la mia nube tossica, siamo pur sempre nella tua mente, hai ancora un po’ di controllo. O, a giudicare dal tuo sguardo spento, è più corretto dire che hai perso ogni controllo.-
Onestamente non immaginava l’avrebbe fatto, considerato che, in base alle sue informazioni, quel ragazzino era solito osservare ogni fenomeno da un punto di vista scientifico e razionale, evidentemente le sorprese potevano sempre esserci.
Dunque aveva deciso di farsi cadere in uno stato di incoscienza e affidarsi totalmente al suo istinto, povero stupido.
Il rosso spiccò un balzo nella sua direzione e fece partire il pugno sinistro, ma il corpo evanescente del baku lo fece passare attraverso.
-Come previsto.- si limitò a dire questi, mantenendo un’invidiabile calma e senza nemmeno cercare di schivare tutti i colpi che il ragazzo cercava di assestargli.
-Non puoi colpirmi, ma in fondo a che scopo dirtelo in questo stato? Idiota, ti sei affidato al tuo istinto anziché sfruttare le tue conoscenze per cercare una strategia per provare a battermi, a quanto pare ti ho sopravvalutato.- concluse la sua predica mentre un calcio laterale gli passava attraverso il busto.
Il mostro decise di sbarazzarsi di lui subito, non gli andava di perdere altro tempo; usando i suoi poteri, creò un’immensa nube di vapore tossico che cominciò ad addensarsi come un nuvolone di tempesta e ad incombere su Dexter.
Questi non sbattè ciglio e materializzò tra le sue mani un autentico bazooka e sparò all’istante un colpo.
Quando questi esplose, l’onda d’urto dissolse completamente la nuvola velenosa, lasciando lievemente impressionata la creatura.
-Però, nonostante lo scarso utilizzo, il tuo istinto è alquanto sviluppato…- un altro colpo di bazooka lo attraverso senza ferirlo per andare a disperdersi negli infiniti meandri della mente del ragazzo.
-… ma non ti servirà a niente.- concluse saccente, convinto che sarebbe rimasto illeso.
D’altronde, qualunque cosa l’istinto gli potesse suggerire, quel ragazzino non poteva colpirlo in nessuna maniera, non c’era alcun motivo per preoccuparsi.
La sua imprescindibile sicurezza fu la principale causa del suo sbigottimento quando si ritrovò a provare dolore alla testa dopo che il ragazzo-genio l’aveva colpito con una testata.
Il baku sgranò gli occhi sconvolto: quel ragazzino si era reso intangibile come lui?! Possibile che il suo istinto funzionasse in una maniera tanto rapida ed efficace?!
Per la prima volta si stava ritrovando ad aver paura, aveva sempre fatto un fatto della sua intangibilità il suo vanto, ritenendo impossibile che qualcuno potesse mai anche solo sfiorarlo, possibile dunque che quel moccioso, che fino a qualche attimo prima era in sua completa balia, in quel momento avesse trovato la soluzione per sconfiggerlo affidandosi per altro al puro istinto di sopravvivenza?
E lui che non si era mai preoccupato di potenziarsi fisicamente, convinto che non ne avrebbe mai necessitato, si stava rendendo conto che invece avrebbe dovuto farlo eccome.
Il baku ebbe solo il tempo di pentirsi per la sua svogliatezza prima che Dexter, con un movimento del braccio che imitava un fendente, lo colpisse con un fascio d’energia intangibile. L’effetto d’urto fu inarrestabile e il corpo gassoso della creatura si sparse come polvere, fino a sparire.
Gli occhi di Dexter tornarono normali e questi si guardò intorno leggermente spaesato.
-Agire d’istinto… un’esperienza strana e onestamente, spero di non doverla mai ripetere. Beh, comunque ho riacquistato il controllo della mia mente.- malgrado l’iniziale smarrimento, alla fine potè lasciarsi andare ad un sospiro di sollievo.
Un lieve sorriso gli increspò le labbra.
-Non so se sia stato tutto un frutto della mia immaginazione o se fosse davvero il tuo spirito ma… grazie, sorella!-
 
Non capì cosa era accaduto effettivamente e non avrebbe neanche saputo spiegare se fosse successo realmente. Tutto quello che Dexter riuscì a registrare con la sua mente fu il fatto di avere Blossom che lo stava abbracciando felice perché si era risvegliato.
-Grazie al cielo, grazie al cielo stai bene!- la ragazzina sentì gli occhi inumidirsi per quanto era felice in quel momento, aveva seriamente temuto di averlo perso; non arrossì nemmeno per l’eccessiva vicinanza col ragazzo che le piaceva, in quel momento tutto quello che le importava era che lui fosse li, tra le sue braccia e che stesse bene.
Il problema stava nel fatto che ci stava mettendo troppo entusiasmo in quell’abbraccio, motivo che spiegava perché il volto del ragazzo avesse cominciato ad assumere una leggera tonalità blu.
-Blossom… non riesco… a respirare.- mormorò sofferente, cercando di richiamare l’attenzione della ragazzina che se ne accorse e lo lasciò andare poco prima che l’aria dei suoi polmoni finisse.
Qualche minuto dopo, dopo essersi accertata che stesse bene, la ragazzina gli chiese se voleva rimettersi in cammino o riposare ancora un po’.
-Non preoccuparti, possiamo proseguire e stavolta non lo dico tanto per dare aria alla bocca.- assicurò, conscio che se avesse di nuovo mentito sulle sue condizioni Blossom lo avrebbe fatto riposare ancora, anche usando la forza.
-Molto bene, allora possiamo andare. Senti, non voglio sembrare invadente, ma cos’è successo, all’improvviso avevi cominciato ad agitarti convulsamente e non credo stessi avendo un incubo? Se vuoi parlarmene, s’intende.-
-Beh, è qualcosa di così assurdo che potrebbe essere stato tutto un frutto della mia immaginazione, potresti addirittura non credermi.-
E mentre i due uscivano dalla stanza per riprendere il cammino, due figure evanescenti vi apparvero all’interno.
-Dee Dee… ti rendi conto che questa è già la seconda volta che ti permetto di andare contro il corso degli eventi?- domandò seriamente la figura ammantellata di nero che brandiva una falce nella mano destra.
-Certo, ma so anche che sei un mio amico e che mi vuoi bene, Grim.- replicò birbante la figura alata, ormai conosceva abbastanza bene lo scheletro vivente e sapeva che non era affatto arrabbiato con lei per il suo gesto.
-E poi, tecnicamente, io non ho interferito nello scontro di mio fratello, mi sono limitata a dirgli qualche parola di incoraggiamento.- aggiunse poi allargando il suo sorriso, mentre i lunghi capelli biondi erano sospinti da una forza sconosciuta, considerando l’assenza di vento in quel posto.
Il Cupo Mietitore potè solo sospirare, apparentemente seccato.
-Non hai tutti i torti. Ma è già la seconda che faccio uno strappo alla regola per venirti incontro e, a meno che non succeda qualcosa di veramente grave, non mi sarà concesso farlo ancora. Sarò anche “La Morte”, ma ci sono delle leggi a cui pure io devo irrimediabilmente sottostare.- spiegò il non morto all’angelo accanto a lui.
La ragazza, malgrado la sua indole terrena da giocherellona non l’avesse abbandonata del tutto, comprese la situazione; Grim aveva già fatto molto per permetterle di andare in soccorso del fratello, ma correva non pochi rischi nel farlo. A meno che non fosse sul punto di avverarsi una catastrofe, sarebbe stato meglio non metterlo nuovamente di fronte alla scelta tra i suoi obblighi di Cupo Mietitore e la loro amicizia.
Le due figure cominciarono a svanire, la ragazza rivolse un ultimo sorriso nella direzione in cui suo fratello si era diretto prima di disperdersi in un turbinio di piume bianche.
-Buona fortuna, fratellino.-
 
 
Him alzò una chela per parare il calcio frontale che minacciò di colpire il suo volto, ma la forza del colpo fu sufficiente a spingerlo via di qualche metro, anche se non riuscì a ferirlo o arrecargli danni.
Il demone abbassò il braccio e ricambiò lo sguardo astioso del suo opponente; dall’altro lato, Sonic the Hedgehog lo fissava con gli occhi che esprimevano solo una cosa: rabbia.
-Sonic… non immaginavo saresti riuscito a liberarti dell’Invidia che ti stava corrodendo, maledetto roditore.- sibilò questi tra i denti, non riuscendo a nascondere una certa frustrazione.
Sonic non lo degnò nemmeno di una risposta; stando sempre attento ai movimenti del demone si avvicinò al corpo del migliore amico per sincerarsi delle sue condizioni.
Questi aprì leggermente gli occhi e ricambiò il suo sguardo, ebbe la forza per fare un debole sorriso.
-Sonic… sapevo che… saresti arrivato.- mormorò, respirano con difficoltà.
-Non ti affaticare amico, quel bastardo ti ha conciato piuttosto male, se fossi arrivato prima avrei potuto evitarlo. Scusami.-
-Non… non ne hai motivo. Sapevo… sapevo dei rischi… che correvo… stupido io che… ho voluto rischiare. Però… ne è valsa la pena.- lo rassicurò subito il più giovane.
-C’è la fai a rimetterti in piedi?- chiese speranzoso.
-Ora come ora… credo che… non riuscirò a… muovere un singolo muscolo… almeno fino a domani.- ammise questi senza preamboli inutili.
Sonic non disse nulla di rimando, si limitò a prenderlo sulle spalle e a portarlo su un altura distante.
-Rimani qua e riposa, ci penso io a quel maledetto!- gli raccomandò, facendo intendere di non accettare obiezioni.
-Sonic… per caso… per caso hai incontrato… qualche mostro mentre… venivi qui?- gli chiese Tails ad un certo punto.
-Beh, a parte la gelatina che ho “freddato!” nel girone dell’Invidia, no. Negli altri non incrociato nessuna strana bestia. Anche se superare il girone precedente è stato un trauma, era pieno d’acqua.- concluse, tremando al pensiero di essere stato circondato dal mare, fortuna che non lo era a tutti gli effetti o per lui sarebbe stata la fine.
-Allora… il mio… il mio piano funziona.- disse questi sollevato, ma lasciando leggermente confuso il riccio blu.
-Che vuoi dire?-
-Sonic… avevo intuito che… per mandarci contro i suoi mostri… Him doveva mantenere su di noi… la sua attenzione. Tenendolo occupato… lui si è distratto… capisci? Se lo terrai occupato… non riuscirà a concentrarsi… sui nostri compagni… e non potrà inviare altri dei suoi servi… a rallentarli. E poi… nel caso non l’avessi notato… Knuckles è sotto il suo controllo… ma potrebbe perderlo… se lo si tenesse occupato… a sufficienza.-
-Mi stai dicendo che ti sei fatto massacrare affinché lui si concentrasse solo su di te e permettere a noi di arrivare fin qui tutti interi?! … Cavolo, amico, ti ho contagiato un po’ troppo con la mia pazzia.- Sonic si lasciò scappare una delle sue battute, ma non nascondendo un profondo senso d’orgoglio nei confronti dell’amico.
Incredibile, sapeva di non poter battere Him, ma lo aveva sfidato lo stesso per non dare ulteriori problemi a loro.
-D’accordo, allora ci penserò io al resto. Se è come dici, gli altri arriveranno a breve. Rimani qui e non muoverti!- si raccomandò per l’ultima volta, per poi saltare giù e riposizionarsi di fronte al demone, che lo guardava con sufficienza.
-Cosa facevate? Uno di quei toccanti discorsi tra amichetti del cuore?! Tsk, patetico.-
-Non mi aspetto certo che uno come te possa comprendere cos’è l’amicizia. E di certo non posso perdonarti per ciò che hai fatto al mio amico!- la voce del riccio era ora seria e accusatoria.
In quel momento non aveva la minima intenzione di scherzare, voleva solo prendere a calci lo stronzo che aveva ridotto Tails in quello stato.
-Non intendo certo giustificarmi. E ora che farai, mi darai una lezione?!- lo sbeffeggiò di proposito Him, ma il suo sorriso sghembo lasciò posto ad un ghigno frustrato quando un calcio laterale lo colpì al volto spingendolo indietro.
Riuscì a tenersi in piedi ma sentì forte e chiaro il dolore alla faccia.
-Darti una lezione?! No, io voglio solo spaccarti quel brutto muso! Fare del male al mio amico Tails è stato il più grosso sbaglio della tua vita e, come ho già detto, non ti posso perdonare!-
Him fissò quasi stupito lo sguardo del riccio, privo della solita ilarità, che aveva lasciato posto al disprezzo verso di lui.
-Preparati Him, perché sto arrivando!-
 
 
 
Mentre osservava Knuckles che stava, a tutti gli effetti, prendendo il Kappa a sberloni urlando come un isterico, Buttercup non potè fare a meno di chiedersi se davvero l’echidna fosse ancora sotto il controllo di Him.
-HAI CAPITO, BASTARDO? DEVO OCCUPARMENE IO, TU NON TI DEVI INTROMETTERE!- e tra urla isteriche e vari schiaffoni (o cazzotti, era variabile), il volto del Kappa aveva preso così tanti di quei lividi che ormai non lo si riconosceva più, Buttercup provò quasi pietà per lui.
“Si, come no.” Pensò sarcasticamente ghignando.
-Ehy Knuckles, lasciamene un po’ anche a me, non ti costa niente.- lo implorò sarcasticamente, sperando di ottenere la reazione sperata.
-NON ROMPERE BUTTERCUP, PENSERÒ DOPO A TE, FAMMI FINIRE CON QUESTO QUI!- insomma, aveva pure ripreso a darle del tu, era alquanto complicato pensare che il potere del demone stesse ancora soggiogando la sua mente, o magari si stava indebolendo poco per volta.
L’echidna stese il mostro marino rifilandogli una capocciata nel pieno dello stomaco, seguita da un manrovescio in faccia che lo portarono a scontrarsi con la scogliera sottomarina, dove rimase inerme e svenuto.
Liquidando la creatura con un gesto noncurante, il rosso tornò a concentrare le sue attenzioni sulla ragazzina.
-Allora, vogliamo riprendere da dove abbiamo interrotto?- le chiese rivolgendole un ghigno di sfida, che la mora ricambiò.
Il ghigno di quest’ultima si allargò ancora quando notò che intorno all’echidna era apparsa una strana aura nera che, man mano, cominciava a sbiadire.
“A quanto pare il suo spirito battagliero sta spingendo fuori il potere oscuro di Him. Qualcosa mi dice che è solo questione di pochi minuti”.
I due contendenti si fiondarono a razzo l’uno verso l’altra e fecero scontrare i rispettivi destri e facendo pressione per vincere sull’altro.
Si spinsero via a vicenda e tentarono nuovamente un affondo; i rispettivi ganci, stavolta, si sfiorarono soltanto, ed entrambi si ritrovarono col pugno dell’altro in faccia che premeva.
Quello che però doveva essere uno scontro mortale sembrava in quel momento un amichevole scazzottata tra amici.
“Coraggio Knuckles, ci siamo quasi!”
 
 
 
Rouge era seriamente tentata di etichettare quel giorno come “Il più bello della mia vita!”.
Lì, nel girone dell’Avidità, c’erano tutti i gioielli e i tesori che una cacciatrice come lei potesse desiderare, forse anche più di quanti ne avrebbe potuti rubare in un’intera vita.
Era questo che pensava mentre, sdraiata su una collinetta di dobloni, rimirava il suo bottino facile.
-Ditemi se può esserci qualcosa di meglio?- chiese retoricamente ad un interlocutore immaginario mentre si crogiolava nella sua ultima conquista.
Avrebbe potuto passare lì il resto della sua vita, sentiva che sarebbe stato tutto perfetto.
Eppure, c’era una fastidiosa “pulce nell’orecchio” che le continuava  dire che quello non era ciò che lei voleva davvero, che se fosse rimasta lì non avrebbe realizzato niente.
In un primo momento tentò di ignorarla, ma quella fastidiosa vocetta continuava a tormentarla, come se non si fosse ritenuta soddisfatta se prima non l’avesse portata a riflettere su ciò che gli stava dicendo.
“Davvero vuoi accontentarti di questo, Rouge? Sei disposta a gettare via ciò che sei sempre stata per questo?” la fastidiosa vocina continuava a martellarle in testa.
“E ti pare poco questo?! Qui c’è tanto di quell’oro che non saprei nemmeno come usarlo tutto. Meglio di così si muore!”
“Ed è quello che sta accadendo al tuo spirito. Dov’è finita la Rouge amante dei rischi, quella che ama conquistare i gioielli e i tesori che desidera con l’impegno perché vuole godersi il frutto del proprio lavoro?”
Quelle ultime parole la portarono a riflettere.
Era vero, lei era altezzosa e anche un po’ snob certe volte, non lo avrebbe mai negato, anzi, probabilmente se ne sarebbe pure vantata, ma guai a dirle che era una che preferiva ricevere gratis ciò che voleva piuttosto che conquistarlo con le sue forze, se fosse stato vero avrebbe rinunciato a tentare di impadronirsi del Master Emerald dopo aver conosciuto la scorbutica echidna che ne era a guardia.
E parlando di “quella scorbutica echidna”: davvero avrebbe potuto abbandonare Knuckles al suo destino?
“Si onesta Rouge, ammettilo, almeno a te stessa, che ti mancherebbe. Finiamola con le sciocchezze: recuperiamo Knuckles e andiamocene da qui!” concluse, imperativa e categorica, la vocina interiore.
La ragazza rifletté ancora qualche istante, poi mise su l’espressione più determinata di cui era capace.
-È vero, che gusto c’è ad avere un tesoro se non l’hai rubato a qualcuno?! E poi Knuckles sarà anche idiota, imbecille, stupido, manesco e tanti altri difetti che per illustrarli tutti ci metterei una settimana, ma senza di lui poi non ci sarebbe più gusto ad impadronirmi del Master Emerald. Da non credere come quel rosso ormai mi debba sempre assillare.- sbottò infastidita, capendo che aveva bisogno, eccome, del guardiano del Master Emerald… per ragioni lavorative, ovvio.
Nemmeno lei se n’era accorta, ma al pensiero di non rivedere mai più l’echidna il suo cuore aveva perso un battito.
 
 
 
Il braccio del demone sbattè violentemente sul terreno, l’onda d’urto unita alla sabbia scatenò una mini-tempesta che si diresse verso il riccio blu, esplodendo in un turbinio di polvere.
Him sorrise sardonico, convinto di essersi liberato del suo opponente.
Il ghigno gli sparì dalla faccia quando una palla di aculei blu uscì fuori dal polverone minacciando di colpirlo.
Incrociò le braccia per intercettarla, ma dovette presto spingere via la sfera in cui Sonic si era appallottolato perché i suoi aculei avevano minacciato di scorticargli la pelle.
Sonic, continuando a roteare, si portò rapidamente alle sue spalle e cercò di colpirlo alla schiena ma il demone evitò agilmente il suo attacco.
Sfruttando il terreno per darsi la spinta, la palla spinosa tornò rapidamente alla carica, venendo intercettata da una ginocchiata che colpì Sonic sul mento, costringendolo a fermarsi.
Il riccio rivolse uno sguardo astioso al demone, massaggiandosi intanto la parte offesa.
-Allora, Sonic?! Dov’è finita tutta la spavalderia che mostravi poco fa? Affronta la realtà dei fatti, non puoi sconfiggermi!-
Per far capire che le sue parole non servivano solo per dare aria alla bocca, Him conficcò le chele nel terreno, estraendo un grosso masso che lanciò verso il riccio blu.
Questi non tentò di evitare il colpo, si appallottolò nuovamente su se stesso e si gettò frontalmente verso il masso, sbriciolandolo in sassolini e proseguendo la sua avanzata.
O almeno, Sonic avrebbe continuato l’attacco se ci fosse stato un bersaglio davanti a lui da colpire.
“Accidenti, anche quel maledetto non se la cava male in fatto di velocità. Chissà dove si è cacciato?”
Tenendo le orecchie tese e pronte a percepire ogni minimo movimento, il riccio sentì una presenza alle sue spalle e, con un salto laterale, riuscì a scansare il tacco dello stivale di Him che aveva minacciato di trafiggergli la testa.
Dandosi lo slancio, Sonic saltò verso il demone e lo colpì con un destro in faccia; approfittando del breve attimo di confusione del suo nemico, il riccio scaricò sul suo stomaco un’intera compilation di calci sferrati alla massima velocità che costrinsero Him in ginocchio a tenersi la pancia dolorante.
-Adesso chi è che non fa più lo spavaldo?- fu l’ironica provocazione di Sonic.
Him, tuttavia, non sembrava preoccupato, anzi, ghignava felicemente.
-Lo ammetto, mi sono distratto e ne ho pagato le conseguenze. Ma non commetterei l’errore di sottovalutarmi, Sonic the Hedgehog; non hai ancora la minima idea… di cosa sono capace.-
Sonic alzò un sopracciglio quando vide il suo avversario puntare la sua chela destra verso di lui, con una sfera di energia rossa che cominciò a crearsi al suo interno; quando raggiunse le dimensioni che il demone ritenne necessarie, partì l’attacco.
-Energy blast!- un raggiò di energia partì dalla chela del demone, dirigendosi impietoso verso il riccio blu, già pronto a schivare quel nuovo attacco.
Ma ciò non si rivelò necessario, in quanto una saetta apparì all’improvviso intercettando l’attacco e causando un’esplosione che costrinse Sonic a coprirsi gli occhi con le braccia.
Lo stesso Him alzò un sopracciglio, curioso di sapere chi fosse l’autore di quell’intromissione.
Dal polverone cominciarono ad intravedersi degli aculei neri striati di rosso; Sonic sorrise.
-Sei tu Shadow! Beh, considerate le circostanze, mi fa piacere vederti. Sai, il caro gamberone qui davanti è un avversario tosto, che ne dici di darmi una mano, visto che sei qui? Non che non possa farcela da solo, ma se collaboriamo sarà tutto più facile.-
Lo sguardo sicuro di Sonic si incrinò leggermente quando il polverone si diradò del tutto: tra le braccia Shadow stringeva una svenuta Bubbles, sul petto della biondina faceva mostra di se una voluminosa macchia di sangue.
Sonic non riuscì a non pensare al peggio.
-Ma cosa…?-  non riuscì a terminare la domanda perché Shadow, lasciata cadere malamente la ragazzina, si voltò verso di lui e lo fulminò con uno sguardo indemoniato.
-Tu non alzerai più un dito su di lui!- che stesse parlando di Him era sottinteso.
Il demone non potè fare a meno di ghignare sornione; alla fine il suo piano era andato a buon fine, il suo servo aveva svolto bene il suo compito.
Shadow the Hedgehog era ormai un suo alleato e lo avrebbe seguito alla conquista del mondo.
Ciò che accadde in seguito fece sparire la sicurezza dagli occhi di Him e la fece tornare in quelli di Sonic: con una velocità che colse il demone impreparato, il riccio nero gli rigettò addosso e gli strinse la mano destra attorno alla testa; l’impeto del suo attacco gettò Him, con Shadow che troneggiava sopra di lui e con la sua mano che ancora minacciava di stritolargli il cranio.
-Questo bastardo… devo ucciderlo io!-
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Non c’è bisogno che vi dia spiegazioni, sapete già il perché di questo ritardo di oltre un mese. Sappiate che mai come prima d’ora nella mia vita mi sono sentito stressato… l’effetto degli esami. Il lato positivo è che gli scritti sono ormai cosa fatta (sperabilmente fatta bene) e Venerdì 27 Giugno sosterrò finalmente gli orali e poi potrò tornare a concentrare su questa storia. Da quanto ne so, anche alcuni miei lettori hanno quest’importante impegno da sostenere, quindi possono capire sicuramente perché proseguire questa storia sia temporaneamente passato in secondo piano; lo studio ha eccome la sua importanza.
Parlando del capitolo: quale parte vi è piaciuta di più? Parlando per me, la parte che più mi è piaciuto scrivere è stata l’ultima, visto che è tornato in scena Shadow… e conoscendo una sua “certa fan”, scommetto che anche lei la penserà così.
Alla prossima, arrivederci a tutti!
 

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Capitolo 17
*** Shadow vs Him ***


Him fissava Shadow the Hedgehog, la cui mano era ancora stretta attorno alla sua testa, con uno sguardo misto tra indignazione e rabbia.
-A giudicare da quello che hai appena fatto, direi che lo Tsuchigumo non è riuscito a convincerti.-
-Purtroppo per te… no! E se davvero speravi che io potessi aver bisogno di uno come te per attuare la mia vendetta, ti informo che l’idea di un’alleanza con te mi causa il voltastomaco. Non mi serve un fallito come te, proseguirò il mio piano per conto mio!- dichiarò laconicamente il riccio striato, che non sembrava minimamente intenzionato a mollare la presa sulla testa del demone.
Questi tuttavia, malgrado un iniziale sdegno, tornò a ghignare sardonico, come se la prospettiva di morire non lo spaventasse.
-E credi che sarà così facile uccidermi?-             
-Per niente! Mi stavo chiedendo, anzi, quando ti deciderai a liberarti, perché so che tanto ne sei capace.- il riccio dimostrò di non star sottovalutando la situazione e Him sorrise soddisfatto.
-Ci avevo visto giusto con te, sei davvero parecchi gradini sopra gli altri…- all’improvviso il demone svanì, ma Shadow non fu minimamente scosso dalla sua sparizione.
Come se avesse previsto lo svolgersi degli eventi, il riccio nero si voltò all’istante e bloccò con le mani la chela del demone che si era minacciosamente avvicinata al suo collo.
-… ma comunque più in basso di me.-
Him caricò un altro Energy Blast nella chela che il riccio aveva bloccato, questi beccò l’attacco in pieno, venendo trascinato dal raggio energetico che esplose dopo pochi metri.
Il demone si godé il risultato del proprio attacco, convinto che non avesse ancora vinto, malgrado ciò.
Si girò di scatto e lanciò un altro raggio d’energia in direzione di Sonic, intuendo l’intenzione del riccio blu di tornare alla carica, costringendolo a gettarsi di lato per evitarlo.
-Ti consiglio di farti da parte, Sonic the Hedgehog, lo dico per il tuo bene. Se ti intrometti, Shadow si arrabbierà molto.- lo redarguì viscidamente.
Shadow, intanto, si rimise in piedi incolume.
Him sparì nuovamente dalla sua visuale senza lasciare traccia di se.
“Chi se l’immaginava che fosse anche in grado di teletrasportarsi? Quanti trucchi conoscerà ancora questo buffone?” pensò Sonic, sorpreso dalle capacità nascoste del loro avversario.
Shadow sembrava più calmo rispetto a lui; teneva lo sguardo fisso in avanti, conscio che la vista sarebbe servita a ben poco contro un avversario che spariva e appariva dove voleva.
Avvertendo una presenza alle spalle, spiccò un balzo e, con una semi-capriola, fece conoscere alla faccia di Him la suola della sua scarpa, spingendolo via.
Il demone si passò una chela sul volto sorridente.
-Sei proprio un combattente fuori dal comune. Sei ancora in tempo per ripensarci: unisciti a me, Shadow the Hedgehog, insieme saremo inarrestabili!-
Ma questi non battè ciglio, caricò un Chaos Spear e lo lanciò all’indirizzo del demone, che si teletrasportò di alcuni centimetri per evitare l’attacco.
-Immagino tu abbia capito qual è la mia risposta.-
Benché il sorriso sul volto di Him non fosse sparito, entrambi i ricci notarono che era enormemente tirato, evidentemente il demone era più furioso di quanto volesse far intendere.
-Che peccato, ti sei giocato la tua ultima possibilità di evitarti una morte orrenda.-
Con una mossa che lasciò i ricci sconcertati, la spina dorsale di Him fuoriuscì dal corpo, permettendo alla sua testa di scattare verso Shadow a bocca spalancata.
-Shadow, stacci attento!-
Il riccio reagì portando il pugno destro in avanti facendo in modo che l’anello inibitore che teneva al polso cozzasse con i denti del demone.
Questi fece pressione con i canini nel tentativo di infrangere il Ring; Shadow tentò di trovare presto una soluzione, se quel maledetto fosse riuscito a romperlo avrebbe potuto rimetterci la mano.
-Senti faker! Prendi la ragazzina e portala in una zona sicura e aspetta lì che arrivino gli altri!-
Sonic alzò un sopracciglio, contrariato dall’ordine appena ricevuto.
-Cosa?! Te lo puoi scordare che ti lascio qui da solo, io ti aiuterò a gonfiare questo svitato e poi penseremo al resto.-
Il riccio nero sferrò una ginocchiata sul naso del suo nemico, costringendolo a riportare la sua spina dorsale nella sua naturale sede.
-Non accetto discussioni! Muoviti!-
Sonic decise che era il caso di assecondarlo, le condizioni di Bubbles sembravano serie, per fortuna, però, non in maniera eccessiva.
In effetti, si ritrovò a pensare, era meglio evitare che la biondina venisse coinvolta.
La prese in braccio e si apprestò a portarla dove aveva già lasciato Tails.
-Senti…- si fermò quando sentì il richiamo della sua controparte; questi diede un’ultima occhiata alla ragazzina svenuta per poi distogliere lo sguardo.
-… niente. Lascia perdere.- concluse lì il discorso, con un sospiro e col riportare la sua attenzione sul demone che lo fissava arrogante, dopo essersi accertato che Sonic se ne fosse effettivamente andato da lì.
-Non ti preoccupare, tanto se non morirà da sola, ci penserò io dopo che avrò finito con te.-
-Fossi in te non ci metterei la mano sul fuoco, anche io ho ancora parecchie carte da giocare.-
Il riccio si appallottolò in azione rotante, Him credette che volesse sferrare un attacco frontale, ma questi andò contro le sue aspettative, continuando a roteare sul posto.
Il demone non aveva idea di cosa avesse in mente il suo avversario, ma decise di porre fine a quell’attacco prima che partisse.
Caricò un altro Energy Blast e lo sparò verso la palla rotante, l’attacco non raggiunse l’obbiettivo, venendo improvvisamente attirato verso l’alto, dove si disperse.
Solo in quel momento Him notò le saette e i fulmini che circondavano la sfera in cui si era appallottolato Shadow.
-Un campo elettrico repulsivo, impressionante.- constatò il demone, capendo subito la mossa del suo avversario.
Il riccio nero interruppe la rotazione e si rimise in posizione eretta, scariche elettriche che continuavano a guizzare attorno al suo corpo.
-Credi sul serio che basterà questo a fermarmi, Shadow the Hedgehog? Sarà sufficiente applicare una forza maggiore del tuo campo elettrico per trapassare le tue difese.-
-In teoria hai ragione, vediamo, però, se riuscirai a farlo anche in pratica.-
I due contendenti scattarono l’uno verso l’altro, entrambi col pugno sinistro alzato e pronto per scontrare sulla faccia del nemico.
Ma la previsione di Shadow si rivelò corretta: sottovalutando la situazione, Him non usò la sua forza massima e la sua chela venne spinta verso l’esterno dal campo elettrico che circondava il riccio, mentre il pugno di questi colpì impietosamente il suo volto, gettandolo a terra.
Il riccio si arrotolò nuovamente e partì all’attacco, Him tentò di contrastarlo infilando le chele nel terreno ed estraendo un gigantesco masso che gli lanciò addosso, ma lo scudo elettrico di Shadow si rivelò ancora una volta più efficace, trapassando la roccia al centro e, ormai libero da ostacoli, il riccio cozzò sul petto del demone, trascinandolo verso la montagnetta più vicina, dopo lo fece sbattere violentemente e scavare la forma del suo corpo nella roccia.
Shadow osservò i risultati del suo lavoro,pronto a rispondere ad un’eventuale ripresa del nemico.
-Allora è questo che il “potente” Him è in grado di fare.- commentò il riccio con fredda ironia, facendo drignare i denti al rosso.
-Ancora non capisco: perché combatti al fianco di quelli che, fino a quando vi trovavate a Prison Island, erano tuoi nemici e che torneranno ad esserlo se doveste riuscire ad andarvene da qui? Perché il fatto che quella mocciosetta di Bubbles sia praticamente spacciata ti da tanta rabbia? Te la ricorda davvero così tanto, la tua cara Maria?-
Quando Him terminò le sue domande si ritrovò colpito sullo stomaco dal ginocchio del riccio, lo sguardo di quest’ultimo sembrava quasi alienato.
-Per rispondere alla tua prima domanda: tu sei in possesso dell’ultimo dei sette Chaos Emerald ed entrambe le nostre fazioni sono interessate ad entrarne in possesso, quindi, onde evitare che si aggiunga una terza fazione alquanto scomoda, ti sconfiggiamo adesso. È solo questione di convenienza, nient’altro. Per quanto riguarda la ragazzina: non sono cazzi tuoi! Il tuo caro aracnide, nel girone dell’Ira, ha già sperimentato cosa succede a provocarmi seriamente… e adesso stai per sperimentarlo anche tu, bastardo.- spiegò il riccio nero, senza intenzione alcuna di protrarre ulteriormente quel discorso.
Il campo elettrico che lo circondava subì come uno sbalzo, quasi a voler rimarcare l’intento del riccio di chiudere lì la questione.
-Bene, tanto vale chiuderla qui!- dichiarò infine Him, caricando un altro Energy Blast e lanciandolo verso il riccio nero, ma come era accaduto al precedente venne deviato verso l’alto.
Him tuttavia non cambiò modo d’agire, continuando a lanciare i suoi raggi d’energia, tutti venivano indirizzati verso l’alto.
-Mi sa che la ginocchiata di poco fa ti ha scombussolato più del previsto. Questi attacchi non ti porteranno a nessun risultato!- disse laconicamente Shadow, che stava prendendo in considerazione l’ipotesi che il demone si fosse ammattito.
Solo quando notò uno strano bagliore azzurro risplendere nei suoi occhi verdi cominciò a sospettare qualcosa.
Come se avesse avuto una rivelazione, Shadow alzò lo sguardo verso l’alto dove ebbe modo di scoprire una cosa che lo lasciò quasi spiazzato.
Gli Energy Blast che Him aveva usato contro di lui non si erano dissolti dopo che il suo campo difensivo li aveva deviati, si erano come raggruppati in una gigantesca sfera d’energia, avvolta da una strana aura azzurra, come brillava negli occhi del demone.
-Telecinesi?!- probabilmente per la prima volta, Shadow sgranò gli occhi sorpreso.
-Telecinesi.- confermò Him.
-Shadow the Hedgehog, sei stato un degno avversario, ma è giunto il momento di porre fine a questa battaglia, neanche il tuo campo elettrico stavolta riuscirà a salvarti!-
Con un cenno deciso delle braccia, Him fece scendere la gigantesca sfera esplosiva verso il suo avversario, quest’ultimo fissava l’attacco con tutta la frustrazione di cui era capace.
La figura del riccio nero venne inghiottita dalla sfera d’energia, la quale si conficcò parzialmente nel terreno poco prima di esplodere in una colonna di luce, di piccole dimensioni, poiché Him usò nuovamente i suoi poteri per contenerla, o il danno sarebbe stato a ben più ampio raggio.
-Addio, Shadow the Hedgehog!-
 
 
 
-Ma che cavolo è quell’affare?- chiese Buttercup alzando la voce per farsi sentire malgrado il frastuono causato dalla colonna di luce apparsa poco distante dalla sporgenza rocciosa in cui il resto del gruppo si era finalmente ricongiunto.
Non appena tutti si riunirono, la prima cosa degna di nota che avvenne fu il pugno in testa che Rouge rifilò a Knuckles dandogli dell’imbecille, seguito dal battibecco tra i due, su come non si potessero vedere e di cosa pensassero dell’altro. Volarono anche parecchi insulti, ma nessuno degli “spettatori” ci fece troppo caso, a parte Sonic che commentò sarcasticamente -Scommetto che il giorno del matrimonio il loro assenso non sarà “Si, lo voglio!”, ma “Si, mi fa schifo!”- per poi venire steso da un pugno dell’echidna e un calcio della ragazza pipistrello.
Gli altri, Blossom e Buttercup soprattutto, erano corsi al capezzale di Bubbles per accertarsi delle sue condizioni, che, ebbero presto modo di appurare, non erano gravi come avevano temuto.
Lei e Tails vennero rimessi in sesto da Knuckles, grazie ad una speciale tecnica curativa; Sonic rimase alquanto sorpreso dal vedere il rosso poggiare i palmi delle mani sul capo dei due feriti che vennero in seguito circondati da una strana aura viola; questa si dissolse dopo pochi secondi e Tails e Bubbles ne uscirono guariti perfettamente.
Quando il riccio blu gli chiese dove avesse imparato a fare una cosa del genere, l’echidna rispose che si trattava di una tecnica che i suoi antenati si tramandavano da generazioni, ma che lui aveva imparato ad usare solo di recente e, pertanto, non voleva azzardare ad usarla, a meno che, come in quel caso, non si trattasse di una situazione seria.
L’attenzione del gruppetto fu poi completamente distolta da quella novità non appena Buttercup indicò la colonna di luce che svettava non troppo distante dalla loro postazione.
-Certo che ne stanno combinando di casino, quei due. Mi auguro solo che non ci sia Shadow sul fondo della voragine che si verrà a creare.- commentò Rouge con amaro sarcasmo.
La torre di luce  si dissolse dopo alcuni minuti, gettando la zona nel silenzio.
-Ok, e adesso?- chiese Blossom impaziente, sperando di non ricevere brutte sorprese.
Che puntualmente arrivarono, sotto forma di una nube rossa che apparì dinanzi a loro, assumendo in seguito una forma umanoide che non tardarono ad identificare.
-Salve ragazzi, vi sono mancato?-
-Him, maledetto. Era ora che ti facessi vedere.- Buttercup non perse tempo a mostrare la sua rabbia nei confronti del demone appena giunto.
-Shadow dov’è?- chiese Rouge a bruciapelo, cercando di sembrare minacciosa.
-Il riccio solitario?! La colonna di luce di poco fa dovrebbe rendere chiara l’idea.- rispose questi, sibilando malvagiamente.
La cosa che lo sorprese fu la mancata reazione di rabbia da parte dei suoi interlocutori.
-Cos’è?! Lo shock è stato così forte che non riuscite neanche a spicciar parola?-
-In verità, ci sembra così assurdo che quel tizio si sia fatto uccidere da uno come te, che non la consideriamo neanche vera quest’ipotesi.- commentò Dexter, cercando di sembrare razionale, benché la loro fosse semplicemente una convinzione.
Him aggrottò le sopracciglia di fronte all’arroganza di quei patetici pivelli.
Davvero si illudevano che il riccio nero fosse ancora vivo solo perché non reputavano lui abbastanza forte da ucciderlo.
Il demone tutto ciò estremamente esilarante.
-Poveri stupidi, la vostra è solo una mera ipotesi priva di fondamento. Volete convincervi che Shadow sia ancora vivo per non cadere vittime della disperazione.-
A quel punto entrò in gioco, sorridendo sornione -In verità non ci disperiamo per due ragioni; la prima: perché anche senza Shadow potremmo romperti il culo senza troppi preamboli e la seconda: dietro di te c’è qualcuno estremamente incazzato. Indovina chi è?- concluse indicando comicamente alle sue spalle.
Him non seppe spiegarselo, ma sentì un brivido lungo la schiena, che poi si tramutò in dolore quando sentì il gomito del riccio cozzare sulla sua spina dorsale e spingerlo via.
Il gruppo si scansò per evitare il corpo del demone, che rotolò per qualche metro prima di fermarsi.
Shadow the Hedgehog lo fissava impietoso, qualche macchia di polvere sul corpo, ma niente di più.
-Tu?! No, è impossibile, come hai fatto a cavartela stavolta?- sibilò tra i denti, trattenendosi per non urlargli contro tutta la sua frustrazione.
-Il tuo attacco era estremamente potente. Mi sono reso conto che avrei dovuto ricorrere a tutto il mio potere per fermarlo, pertanto ho temporaneamente tolto i bracciali inibitori, ho creato una barriera difensiva abbastanza forte da proteggermi, il campo elettrico che avevo innalzato in precedenza ha fatto il resto!- lo stesso demone notò che non vi erano più scariche elettriche a guizzare sul corpo del riccio, lo sforzo doveva averle consumate.
Bubbles ebbe la seria idea di andare ad abbracciarlo, contenta che fosse tutto intero, per sua fortuna Rouge la fermò intimandole che non le conveniva.
-È in uno dei suoi momenti negativi, se ci avviciniamo è capace di aprirci in due la testa a mani nude.-
Il riccio nero continuava a fissare il demone, una luce furiosa gli brillava negli occhi rossi, malgrado la sua apparente calma.
Him , troppo arrabbiato, non ci fece caso.
-Maledetto bastardo, non illuderti… NON E’ ANCORA FINITA!-
Ormai preda di una furia cieca, il demone caricò un Energy Blast e mirò alla testa del riccio, questi spostò di poco la testa per evitarlo.
Non curandosi più di nulla, il demone continuò a lanciare i suoi raggi d’energia senza calibrare la loro forza, per Shadow non era un problema evitarli o deviarli con le mani.
Him, non ragionando più, continuò il suo inutile bombardamento mentre Shadow cominciò ad avvicinarsi lentamente.
-Chaos Boost!- un’aura rosso scarlatto apparve attorno al riccio, mentre questi continuava la sua marcia, continuando evitare o deviare i raggi energetici di un Him ormai allo sbando.
-La rabbia ci porta ad agire impulsivamente, così facendo non riusciamo più a controllare noi stessi. Perdere di vista ciò di cui siamo capaci è un’arma a doppio taglio: da un lato può portarci a scoprire capacità che neanche sapevamo d’avere, ma può anche condurci all’autodistruzione. Nel tuo caso, ti porterà alla rovina.-
Il riccio chiuse la mano a pugno.
-Preparati!-
Il riccio diede la sua sentenza, ormai a pochi passi dal demone.
Questi drignò i denti e con urlo esasperato lanciò un ultimo, disperato, Energy Blast; Shadow non si degnò nemmeno di schivarlo, prendendolo in faccia.
Uscito indenne da quel colpo, il riccio saltò fino a superare Him in altezza e sferrò un destro micidiale.
Per Him fu come ricevere un tir in piena faccia, mentre la potenza dell’attacco di Shadow lo spingeva sempre più giù fino a conficcarlo nel terreno.
La sua figura si impresse e, con un ultimo e decisivo affondo, Shadow spinse ancora di più il pugno sul volto del nemico, abbattendolo; la forza dell’impatto fu così forte da buttare in aria sassi e detriti, che poco dopo ricaddero a terra.
Shadow the Hedgehog si issò trionfante sulla figura demoniaca riversa sotto di lui, fissando senza la minima pietà il bastardo che aveva osato fargli rivivere quei ricordi maledetti che alimentavano il suo desiderio di vendetta.
-Hai avuto quello che ti meritavi!- fu l’impassibile giudizio finale del carnefice.
Si distanziò di qualche metro dal corpo inerme e, mentre l’aura attorno a lui si dissolse, si lasciò cadere seduto col fiatone, aveva speso più energie di quanto avesse previsto.
Il gruppo si avvicinò al suo membro appena uscito vittorioso.
-Wow, Shadow, sei stato davvero incredibile!- fu il commento, con tanto di pollice alzato, da parte di Sonic.
Non mancarono complimenti neanche da parte degli altri, seppur Buttercup commentò a bassa voce il fatto che la cosa fosse uno svantaggio per loro, dato che sarebbero ben presto tornati ad essere nemici.
-Ci penseremo una volta che c’è ne saremo andati da questo postaccio. Him dovrebbe avere il Chaos Emerald ancora con se, prendiamolo e andiamocene!- Blossom stabilì subito quali erano le loro priorità e tutti si trovarono subito d’accordo.
-Eheheh…-
Ma quando tutto sembrava ormai giunto al termine, rapida come un fulmine a ciel sereno, giunse alle loro orecchie la risata di scherno di Him.
Il demone, ammaccato ma ancora intenzionato a creare problemi, si rialzò a fatica e si rimise stancamente in piedi.
-… e così… pensiate che sia finita?!... Poveri idioti… sfortunatamente per voi… ho ancora… un asso nella manica.-
Sotto gli sguardi perplessi di tutti, il demone estrasse da una delle piaghe del suo vestito l’oggetto che tanto stavano cercando: il Chaos Emerald rosso, l’ultimo che mancava all’appello, era ora stretto nelle sue chele.
-E grazie a questo gioiellino, sarà anche più potente. OSSERVATE E TREMATE!- e dinanzi agli occhi disgustati dei ragazzi, il demone si infilò il potente artefatto del Caos in bocca, ingoiandolo.
L’energia del Chaos Emerald venne assorbita dal corpo di Him, all’improvviso la sua massa muscolare cominciò ad aumentare, stracciando le sue vesti.
-Oh cazzo, sta passando alla forma “Speed Demon”, e io che speravo di evitare quest’ulteriore rottura.- si lamentò Buttercup ad alta voce.
-Senza contare che, inghiottendo il Chaos Emerald, ha incrementato ulteriormente le sue prestazioni fisiche.- aggiunsero Tails e Dexter, parlando quasi all’unisono.
Il corpo di Him continuò ad ingrandirsi fino a raggiungere un altezza mastodontica, venticinque metri d’altezza minimo.
Le orecchie si erano notevolmente appuntite, i denti erano ora così lunghi da fuoriuscire dalla bocca, un folto collare di pelo bianco gli circondava il collo e una lunga lingua serpentina sibilava minacciosa dentro la sua bocca.
Un paio di occhi verdi luminosi era ora fisso sul gruppetto, fissandolo con un misto di superbia e arroganza.
Prima che si scatenasse il Caos, Sonic riuscì a commentare sarcasticamente -In questo momento… mi manca la prigione.-
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Allora, che ve ne parso? Parlando dal mio punto di vista, forse avrei potuto fare meglio, ma non è certo un capitolo da buttare, anzi, penso di essere stato abbastanza bravo; certo, non si finisce mai di migliorare, ma non sono  tanto male, no?
Non immaginate quanto io abbia goduto a scrivere questa lotta, volevo tantissimo arrivare al punto in cui Shadow avrebbe inforcato Him di mazzate e so per certo che c’è anche qualcun’altra che aspettava con trepidante attesa questo momento.
Se non fosse che i guai per i nostri eroi non sono ancora finiti: Him, decidendo di giocarsi il tutto per tutto, ha mangiato il Chaos Emerald così da assorbirne i poteri e rendere più forte la sua forma “Speed Demon”.
(http://img4.wikia.nocookie.net/__cb20120203150251/bleedmancomics/images/2/20/HIM_SPEED_DEMON.png ; in questo link potrete vedere la forma “Speed Demon” di Him così come appare nei fumetti di Bleedman; personalmente, lo trovo inquietante.)
Certo, forse vi starete chiedendo come mai non vi ho mostrato cos’è accaduto a Shadow e Bubbles quand’erano nel girone dell’Ira, ma è una “mancanza” programmata, servirà in seguito per permettere a Sonic, Blossom e tutti gli altri di capire in parte l’oscuro passato di Shadow the Hedgehog.
E con questo ho finito.
Arrivederci.
 


 

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Capitolo 18
*** The Demon's fall! ***


Sembrava che per il gruppo di Sonic l’oscurità fosse letteralmente calata.
La minacciosa ombra di Him in forma “Speed Demon” troneggiava su di loro, come a voler sottolineare la loro inferiorità rispetto ad esso.
Il demone ghignava languido, mentre la lingua serpentina sibilava fuori dalla sua bocca, come se li stesse minacciando di catturarli e infilarli dentro la bocca del gigante.
-Qualcuno ha qualche idea per tirarci fuori da questa situazione?- chiese Knuckles con estrema serietà mentre osservava il colosso, chiedendosi quanto fosse effettivamente la sua altezza.
Dexter alzò silenziosamente la mano.
-Un’idea c’è l’avrei, è vecchia e collaudata, funziona sempre!- concluse aggiustandosi professionalmente gli occhiali.
-Bene, allora sentiamola.- lo esortò Rouge fissandolo con intensità, così come tutti gli altri.
-…SCAPPIAMO!- urlò poi.
E in un delirio di grida isteriche e piedi che pestavano il terreno per portare i rispettivi proprietari lontano dal molosso di fronte a loro, gli otto eroi furono costretti ad una poco onorevole ritirata strategica, l’unico che non si lasciò andare ad urletti da femminuccia con le mestruazioni fu Shadow che si limitò a ritirarsi con gli altri, seppur in lui fosse nato il sospetto che i suoi temporanei compagni di squadra fossero dei ritardati mentali.
E dunque Sonic e company si ritirarono temporaneamente dal luogo della lotta, schivando i piedi di Him che tentò ripetutamente di schiacciarli come formiche.
 
 
 
-Nascondetevi pure se volete, tanto vi troverò, pidocchi!-
Knuckles si ritirò dalla sporgenza in cui si era arrampicato per osservare la situazione trattenendo un groppo in gola; certo che quel gigante faceva impressione e la sua voce, diventata cavernosa e bassa in seguito alla sua trasformazione, si sentiva forte e chiara malgrado il colosso fosse ad alcuni chilometri di distanza.
-Allora, com’è la situazione?- chiese Blossom speranzoso sul fatto che magari l’echidna avesse notato qualche dettaglio che potesse rivelarsi utile nell’elaborazione di un piano.
Anche la minima sciocchezza avrebbe potuto essere determinante.
-Di certo non è buona per noi. Quel bastardo si sta muovendo lentamente, ma chiunque arriverebbe a capire che una lentezza studiata. Stiamo giocando al “Gatto e topo”… e purtroppo siamo noi i topi. Si sta muovendo con calma per farla perdere a noi; sicuramente si aspetta un nostro passo falso, che ci scopriamo, così da essere un bersaglio facile. Se ci dovesse mettere all’angolo, le nostre possibilità di salvezza caleranno, e anche di molto.-
-Detto in breve, ho ci inventiamo un piano infallibile o rischiamo di farci ammazzare.- spiegò in breve Rouge, rivolgendo al rosso uno sguardo di giocoso rimprovero per averci messo tanto a spiegare le cose.
-Io non ci vedo nulla di difficile.- sarcastica e megalomane, arrivò come al solito la voce di Sonic the Hedgehog a fargli guadagnare l’attenzione di tutti.
-Vuoi dire che hai un piano?!- lo guardò Tails sorpreso; non per mancare di rispetto al suo “fratellone”, ma Sonic non era mai stato un tipo molto propenso ad usare il cervello e sentirlo uscirsene dicendo di avere un piano era alquanto sorprendente.
Ma il volpino provò anche un moto di felicità nel vedere la determinazione che brillava negli occhi del riccio blu; era ovvio che quel breve attimo di sbandamento che aveva avuto nel girone dell’Invidia era stato solo un caso.
-Dobbiamo farci mangiare!-

Farsi mangiare?! Avevano sentito bene?
-Scusa, hai detto che… dobbiamo lasciare che… ci mangi?- chiese Bubbles, poco convinta, così come gli altri, della serietà delle sue parole.
-Avete capito benissimo!- esclamò Sonic, con un sorrisone a trentadue denti e il pollice alzato, mentre in lontananza si sentivano i rumori di Him che distruggeva la zona nella sua lenta e studiata ricerca.
Tutti restarono in silenzio e con gli occhi ridotti comicamente a due puntini neri, finchè Shadow non prese la parola.
-D’accordo, è evidente che sta delirando. Fatevi da parte, adesso lo sopprimo!- scariche elettriche avevano già iniziato a guizzare nella mano destra del clone di Sonic.
-Oh andiamo, gente, non c’è bisogno di un genio per arrivarci: Him ha ingoiato il Chaos Emerald per rendere ancora più potente la sua trasformazione, quindi se vogliamo recuperarlo non abbiamo altra scelta. Mi sorprende, anzi, che non ci abbiate pensato.- il riccio blu alzò il naso in aria con spocchia, per una volta sentendosi estremamente intelligente.
-Scusa, è che stavamo cercando di trovare una soluzione per sani di mente.- lo smontarono Knuckles e Buttercup con gli occhi comicamente socchiusi.
-Però, riflettendoci…- fu il turno di Blossom prendere la parola -…ha ragione, l’idea è folle, ma è anche l’unica cosa che possiamo tentare se vogliamo prendere il Chaos Emerald. Il problema poi sarebbe uscire, non tanto entrare, per quello un modo lo troviamo.-
-Anche per l’uscita non c’è problema. Il “caro simpaticone” qui accanto…- Sonic riprese in mano il discorso indicando Shadow -… sa usare il Chaos Control anche con un solo Chaos Emerald e potremo usarlo per andarcene da qui; di conseguenza, l’unica parte impegnativa è trovare il Chaos Emerald dentro lo stomaco di quella versione imbruttita di Godzilla.-
 
 
 
-Solo per curiosità, faker, ma c’era qualche droga nel cibo che ti hanno portato durante la tua permanenza a Prison Island?- fu la critica domanda di Shadow the Hedgehog.
Dopo aver trovato la soluzione ai vari problemi di circostanza, il gruppo aveva deciso chi sarebbero stati i “fortunati” che sarebbero entrati dentro lo stomaco di Him, anche se Knuckles si escluse istantaneamente e scappò via urlando che stava andando a cercare il Master Emerald per evitare che i mastodontici piedi del demone lo calpestassero; non gli andava di trattenersi ulteriormente in quel posto per cercarne i pezzi.
Alla fine vennero “democraticamente” scelti Sonic, Shadow e Blossom, fermi su una sporgenza in attesa che Him li scovasse e andasse a prenderli.
-Sarò onesto con te: primo, se sono finito in prigione la colpa è tua, so che non c’entra niente, ma volevo rinfacciartelo; secondo, in prigione la sbobba era una vera schifezza, mi sono fatto passare il telefono e ho ordinato una pizza.-
-…Allora, per aver partorito una tale stronzata senza l’ausilio di sostanze stupefacenti, devi essere messo piuttosto male.-
-Ha parlato lo psicopatico che vuole distruggere la Terra.- replicò sarcastico il riccio blu.
-Potremmo per favore concentrarci su questioni serie?! Him ci ha appena visti, speriamo che il piano funzioni.- Blossom sedò rapidamente l’accenno di rissa tra i due, quello non era proprio il momento di litigare.
I tre portarono la loro attenzione unicamente sulla massiccia figura in avvicinamento.
Il mastodontico essere aveva raggiunto un’altezza considerevole, probabilmente superiore ai cinquanta metri e il suo peso aveva raggiunto una quantità così eccessiva che il terreno non riusciva a sostenerlo, motivo per cui dovette saltare giù dalla roccia e spostarsi camminando nel fiume di lava sottostante; non sembrava minimamente danneggiato da ciò.
Una volta avvicinatosi alle sue tre prede, il demone sorrise sadico, mettendo in mostra la lunga sfilza di zanne che albergavano nella sua bocca.
-Guarda chi c’è, tre pesciolini hanno deciso di sfidare la sorte e gettarsi all’attacco del grande squalo.-
-Piercing ai capezzoli?! Cavolo: okama e pure metallaro, a questo punto fatti i capelli a cresta e dicci che sei anche punk.- lo sbeffeggiò Sonic, indicando i due anelli incastonati nei capezzoli del demone, chiedendosi come facesse a sopportarli.
-Fare lo sbruffone adesso non è una bella pensata, Sonic the Hedgehog. Se pensi di ritardare la tua ora facendo così, sappi che io non ho fretta; siete destinati a morire tutti quanti, presto o tardi.-
Blossom non fu minimamente impressionata dalle minacce del suo acerrimo nemico.
-Tanto non ci fai paura. Io e le mie sorelle ti abbiamo già sconfitto mentre eri in questa forma, cosa ti fa credere che non lo rifaremo ora che siamo in otto?-
-Il semplice fatto che non sono più quello di tanti anni fa, Blossom. Sono finiti i tempi in cui ci andavo leggero con te perché eri solo una bambina, oggi morirai come tutti gli altri.- la viscida predizione di morte non scalfì minimamente l’animo della leader delle Powerpuff Girls, ormai abituata alle minacce di morte dei cattivi.
-E guarda un po’ chi è il terzo… Shadow the Hedgehog, colui che ha rifiutato la più grande opportunità della sua vita, non accettando di allearsi con me. Dal tuo silenzio posso dedurre che stai rimpiangendo di non aver accettato la mia proposta d’alleanza, ho ragione?- la lingua biforcuta del colosso sibilò minacciosa all’indirizzo del riccio nero.
Questi, senza alcuna impressione per la nuova imponente forma assunta dal demone, mostrò svogliatamente il dito medio, tanto per rendere chiara l’idea che non gliene stava importando nulla.
-Bene, se la mettiamo così…- Him alzò la sua mastodontica chela destra, calandola violentemente sui tre, ma Blossom agì rapidamente col suo soffio congelante, creando intorno ai tre uno strato di ghiaccio che assorbì il colpo frantumandosi.
I due ricci, come se avessero intuito l’uno i pensieri dell’altro, saettarono all’unisono verso due pezzi di ghiaccio abbastanza grandi e, con un calcio, li lanciarono verso la faccia del demone, mirando agli occhi e centrandoli in pieno.
Him lanciò un urlo disumano quando i pezzi  freddi gli entrarono dentro le pupille, costringendolo a chiudere le palpebre ripetutamente nel tentativo di liberarsene.
-È la nostra occasione… Bubbles!-
Seguendo rapidamente l’ordine della sorella, la biondina prese il volo portandosi sopra la testa dell’imponente gigante e utilizzò il suo urlo sonico.
Considerato l’aumento totale delle sue dimensioni, era logico ritenere che anche gli organi e apparati interni di Him avessero subito un ingrandimento parallelo, pertanto l’attacco sonico di Bubbles avrebbe dovuto essere ancora più efficace; la previsione fu azzeccata, Him cercò di pararsi le orecchie alla bell’è meglio con le chele.
-Adesso, dentro la bocca.- Blossom prese per mano Sonic e Shadow e spiccò il volo verso il loro obbiettivo.
Him , malgrado lo svantaggio di essere stato temporaneamente accecato e di avere le mani occupate per colpa di Bubbles, tentò un’ultima mossa difensiva agitando violentemente la lingua nel tentativo di respingerli.
-Adesso ragazzi.- peccato che avessero messo in conto anche quell’eventualità.
Al momento giusto, Dexter materializzò una corda di energia al plasma con i suoi Powergloves e spiccò il volo, grazie ai razzi che aveva impiantato negli stessi, affiancandosi a Buttercup, Rouge e Tails.
Quando furono abbastanza vicini, Buttercup, improvvisandosi cow-girl, afferrò la corda e, con una perfetta coordinazione, l’avvolse attorno alla lingua biforcuta del gigante; i quattro cominciarono a tirare verso il basso, mettendo fuori gioco l’ultimo mezzo di difesa rimasto ad Him.
-A capofitto, YAHOOO!- l’urlo entusiasta di Sonic fu l’ultima cosa che si sentì prima che lui, Shadow e Blossom sparissero giù per la gola del titano.
A quel punto bisognava solo tenerlo impegnato il tempo necessario che trovassero il Chaos Emerald nel suo stomaco.
-Continuiamo così!- gridò Buttercup euforica, continuando a tenere a lazo la lingua del mostro.
Il problema giunse quando Bubbles, ormai a corto di fiato, dovette interrompere il suo urlo sonico per rifiatare, permettendo così ad Him di avere di nuovo disponibili le chele; il demone, inoltre, riuscì a liberarsi del ghiaccio che gli infastidiva gli occhi, tornando a vederci perfettamente.
-Accidenti.- fu tutto quello che i quattro che tenevano la lingua di Him riuscirono a dire quando lo sguardo furioso di questi si puntò su di loro.
-DISPERDERSI!- fu il rapido ordine di Buttercup quando gli occhi del demone si illuminarono, scagliando due raggi laser verso di loro; furono costretti a lasciar andare la sua lingua per salvarsi dai suoi raggi laser, che distrussero una sventurata montagnetta che fu colpita al loro posto.
I cinque scesero tutti a terra.
-Beh, il difficile l’abbiamo fatto, ora dobbiamo solo sperare che non ci mettano troppo a trovare il Chaos Emerald.- nessuno ebbe il tempo di replicare a Rouge, perché Him scagliò di nuovo il suo attacco laser e dovettero scansarsi rapidamente per non finire abbrustoliti.
-Piccoli stronzetti, la pagherete cara!-  
Il demone sfruttò i suoi poteri telecinetici per infrangere la cima di una montagna che scompose in tante rocce, che in seguito, manovrandole con i suoi poteri, scagliò verso i ragazzi che si ritrovarono sotto una gigantesca pioggia di rocce acuminate.
-Tutti dietro di me!- accertatosi che tutti si fossero messi alle sue spalle, Dexter attivò la speciale barriera dei suoi guanti, su cui i massi si infransero violentemente, senza danneggiare nessuno.
In seguito, al termine della pioggia rocciosa, il gruppo si disperse nuovamente, ciascuno si nascose in un anfratto che il territorio roccioso forniva, trovando così riparo dalle possenti chele di Him, che avevano cominciato a battere violentemente sul terreno per scovare quei luridi mostriciattoli.
-Tanto vi troverò!- Nessuno di voi…- Him dovette interrompere le sue minacce quando sentì una strana pressione nel suo stomaco.
Con un verso di dolore si portò le braccia all’altezza di esso, evidentemente i tre infiltrati avevano cominciato a colpirlo da dentro.
-Eccellente, ora prendiamolo da fuori!- sull’onda dell’entusiasmo, Buttercup spiccò il volo, facendo cenno a Rouge di seguirla.
Le due si portarono ai lati della faccia del gigante e lo colpirono all’unisono da entrambi i lati, appiattendogli il volto in una comica espressione di dolore.
Furioso per l’attacco subito, il mostro fece nuovamente saettare la lingua per colpire, prendendo Buttercup allo stomaco; la ragazzina evitò un violento scontro col terreno perché afferrata in tempo dalla sorella.
Rouge fu invece afferrata per un piede e messa a testa in giù, penzolante di fronte agli occhi furiosi di Him.
-Che schifo, hai idea di quanto mi ci vorrà per ripulirmi lo stivale dalla tua lurida bava?!- sbottò furiosa al suo indirizzo.
-Fossi in te scherzerei meno. Stai per avere un incontro ravvicinato con i miei denti.-
La ragazza fissò disgustata i denti seghettati della forma “Speed Demon” di Him che apparivano sempre più vicino man mano che il demone ritraeva la lingua.
Ben presto venne anche colta dalla paura; non voleva morire in quel modo, tranciata da dei denti acuminati.
-Cazzo, sono troppo giovane e bella per morire così.- si lamentò.
-Addosso ragazzi!-
Le sorelle Utonium, il ragazzo-genio e il volpino si gettarono subito all’attacco per soccorrere la loro alleata, ma le chele del demone ostruirono loro la strada.
Fortunatamente per Rouge, c’era ancora qualcuno che aveva da dire la sua: Knuckles the echidna, col Master Emerald saldamente tenuto sopra la testa, a quella vista accelerò il passo per raggiungere gli altri.
Spiccato un enorme balzo, fece in seguito qualcosa che non avrebbe mai pensato di fare nella sua vita: usandolo come una gigantesca palla da bowling, lanciò il Master Emerald verso lo stomaco di Him, con una forza tale da farlo urlare dal dolore e fargli perdere la presa su Rouge.
L’echidna, sfruttando la sua abilità nel planare, riuscì a raggiungere e ad afferrala tra le braccia, riuscendo ad atterrare in piedi.
Quando finirono a terra, lui la teneva ancora in braccio, in una scena che ricordava vagamente quella di un film, dove la bella principessa stava serena tra le braccia del suo cavaliere dopo che questi l’aveva salvata da un feroce drago; se non fosse che la “principessa” era in realtà una ladra, il “principe” un’echidna isterica  e il “drago” era un mal riuscito e meno cazzuto emulo di Godzilla.
Rouge fissava Knuckles con sguardo quasi sognante, mai come in quel momento gli era sembrato un grandissimo…
-Oh santi numi!- l’echidna la lasciò comicamente cadere malamente a terra per gettarsi sul Master Emerald ed evitargli la collisione col terreno.
… un grandissimo idiota.
Motivo per cui il suo pugno sulla sua testa non ebbe il minimo accenno di pietà.
-Ahia, perché l’hai fatto, maledetta?-
-Ti sembra questo il modo di trattare una signora, brutto zotico?-
-Credimi, so come trattare una signora, ma in questo momento non ne vedo nessuna.-
Nell’arco di mezzo secondo, quello che poteva sembrare una sorta di magico momento tra due anime (molto) tormentate si era trasformato in un litigio stile “marito contro moglie”.
-Non li trovate dolci insieme?- sospirò sognante Bubbles, con la sorella, Dexter e Tails che la fissavano chiedendosi se non fosse più svitata di quegli altri due.
La chela di Him che si infranse sul terreno poco dopo fece tornare la loro attenzione verso il bestione; tuttavia, il suo si rivelò non essere un tentativo d’attacco.
Il mostro aveva poggiato una chela a terra per sostenersi, mentre l’altra premeva sullo stomaco, come a voler placare un grande dolore.
Il mostro sentì all’improvviso un forte crampo all’altezza del petto… poi un’esplosione interna.
Mentre Him lanciava un urlo di dolore ad una quantità di decibel che non aveva nulla da invidiare ad un razzo al momento del decollo, una luce rossa cominciò a brillare ai cinque membri del gruppo rimasti fuori.
Quando si dissipò divennero ben visibili le figure di Blossom, Sonic e Shadow… ricoperti di una viscosa sostanza verde.
-È stato orribile… sembrava di stare dentro l’acqua… un’acqua verde, putrida e limacciosa. Stanotte avrò gli incubi.- dichiarò il riccio blu con gli occhi sgranati, tremando come una foglia e avvolgendosi con le braccia a mo di coperta, col riccio nero che lo fissava indignato.
-Finiscila, sei patetico!-
Blossom si voltò verso le sorelle rivolgendo loro il pollice alto, per far capire che la missione era stata un successo.
-Sei stata grande Blossom, se non fosse che non faccio queste cose, e se non puzzassi come un branco di maiali dopo che si sono rotolati nel fango, ti abbraccerei.- la voce di Buttercup risultò diversa per via della dita che portò rapidamente al naso per non respirare il tanfo che la castana e i due ricci emanavano.
Ripreso il controllo di se, Him riportò la sua attenzione sui ragazzi.
Non poteva crederci, quei tre bastardi erano riusciti a trovarlo.
No, non avrebbe permesso che se ne andassero così.
-Maledetti, non lascerò che finisca così!- in un turbinio di fumo rosso, il gigante cominciò a ridursi di dimensioni; poco a poco, i suoi muscoli divennero meno pulsanti, le orecchie si accorciarono e le dimensioni cominciarono a tornare normali, fino a quando Him non riprese il suo solito aspetto.
Tutti ormai lo issavano come si osservava un idiota che non voleva accettare la realtà dei fatti.
-Him… è finita, arrenditi e conserva un po’ di dignità, se ne hai mai avuta.- gli consigliò Blossom.
Questi drignò i denti furioso, come si permetteva quella mocciosa di dargli lezioni.
Senza pronunciare una parola, il demone alzò le braccia e aprì le chele, da esse uscì un fumo bianco che cominciò a condensarsi in aria.
Sonic però era ormai stufo.
-Certo che questo qui non lo capisce quando è ora di finirla. Tails, Knuckles: palla di cannone!-
-La palla di cannone?! Dobbiamo proprio?- si lamentò il volpino.
-ANDIAMO!-
Con un sospiro rassegnato, il volpino cominciò a ruotare vorticosamente su se stesso, con Sonic e Knuckles che presero bene la mira, per poi alzare, rispettivamente, la gamba sinistra uno e la destra l’altro e calciare violentemente Tails.
La sfera gialla passò attraverso la cortina di fumo bianco, che si dissolse, per poi abbattersi violentemente sulla faccia di Him.
C’era la forza di tutti e tre in quel colpo.
Ormai senza più forze, Him non riuscì a difendersi e crollò al suolo, svenuto e definitivamente sconfitto.
-Era proprio necessario farlo?- mormorò Tails tenendosi la testa con le mani, aveva un capogiro da paura.
-Beh, c’è ne siamo sbarazzati, l’importante è questo.- Sonic alzò le spalle per minimizzare la cosa.
Dopo gli ultimi discorsi di rito, più qualche insulto e gestaccio verso il corpo svenuto di Him e la lamentela di alcuni che non volevano toccare Shadow perché ricoperto della schifosa sostanza che ricopriva anche Sonic e Blossom, alla fine tutti si misero in cerchio attorno al riccio e poggiarono una mano ciascuno su di lui.
-Guai a chi si prende troppo di confidenza. Chaos Control!-
Una luce abbagliante, dissolta dopo pochi istanti.
Gli otto “visitatori della “Landa delle anime tentate” avevano appena iniziato il viaggio di ben accetto ritorno.
Him era rimasto solo, a terra… e ghignava folle.
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Bene, e con questo mettiamo la parola fine sulla “Saga dei Peccati Capitali”!
Wow, otto capitoli, pensavo di sbrigarmela prima, poi però sono venute le idee ed diventata così, ma figuriamoci se mi lamento, mi ci sono dilungato con piacere.
Ora i nostri hanno finalmente lasciato il regno di Him… e ciò sta a significare che l’alleanza temporanea con Shadow e Rouge è finita.
Come si svolgeranno gli eventi futuri, ora che tutti i Chaos Emerald sono presenti all’appello?
Beh, direi che potete accontentarvi di questo, perché non dirò altro.
Alla prossima.


 

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Capitolo 19
*** Breve pausa. ***


-COME SAREBBE A DIRE CHE SONIC È RIUSCITO A SCAPPARE?!-
L’urlo furioso del dottor Eggman riecheggiò per tutta la struttura della Techno Base, costringendo i suoi ascoltatori a tapparsi le orecchie per proteggere i rispettivi timpani dalla voce dell’uomo.
-Quello che ho detto, lui è il suo amico volpino mi hanno sconfitta. Posso dunque arrivare alla conclusione che poi se ne siano andati.- disse Bell in tutta tranquillità mentre giocherellava con GIR, come se i rimproveri del grasso scienziato non la toccassero minimamente.
-E posso sapere perché non me l’hai detto subito?-
-Perché lei non me l’ha chiesto. E poi non vedo perché lamentarsi, Prison Island è stata distrutta, come da programma.- spiegò l’albina con la sua solita aria svampita.
Il dottor Eggman sospirò sconsolato, con quella ragazzina non c’era proprio verso di discutere.
A conti fatti, aveva ragione, la loro missione primaria era stata portata a termine con successo.
Ora gli unici dati riguardanti il “Progetto Shadow” erano in mano sua e non c’era alcun rischio che qualcun altro venisse a conoscenza di scomode verità.
Ma era l’idea che la sua odiata nemesi, quel maledetto riccio blu che era diventato la sua spina nel fianco da ormai molto tempo, fosse riuscita a salvarsi a dargli la nausea.
C’aveva seriamente sperato, che Sonic restasse bloccato su quell’isola al momento dell’esplosione, ma avrebbe dovuto tenere a mente che il riccio blu era, come si è solito dire, “duro a morire”.
Senza contare che, per qualche tempo, aveva completamente perso contatto con Shadow e Rouge.
Neanche le ricetrasmittenti sembrarono funzionare per un lasso di tempo di qualche ora, quando cercò di sintonizzarsi sulla loro frequenza, come se ci fosse un elemento esterno a disturbare
Quando l’isola era esplosa aveva seriamente temuto il peggio: aver perso il più potente alleato che avesse mai avuto.
Quella nefasta ipotesi era svanita quando il riccio nero e la ragazza pipistrello erano apparsi, tramite Chaos Control, nella sala comandi della sua base.
A quel punto il dottore potè sentirsi felice nel vedere che non solo il riccio era perfettamente integro, seppur sembrasse leggermente affaticato, ma aveva anche trovato un Chaos Emerald, il rosso, per la precisione.
In quel momento il numero in loro possesso era di cinque, gli altri due erano in mano ai loro nemici e, secondo le ottimistiche, o piuttosto arroganti, previsioni di Eggman, non sarebbe stato un problema sottrarglieli.
-Bah, sai che ti dico, ragazzina?! Lasciamo perdere, puoi andare dove ti pare, basta che stai dentro la base e che ti presenti quando avrò bisogno di te. Domani stesso attaccheremo Sonic e la sua combriccola, prenderemo i due Chaos Emerald che mancano e, a quel punto, entreremo nella fase cruciale.-
-Non sarà necessario andare da loro. Possiamo, piuttosto, fare in modo che siano loro a venire da noi.-
Una terza voce si intromise nella discussione; come un predatore che aspetta il momento propizio, quello in cui la preda commette l’errore di scoprirsi troppo, per attaccare, Shadow the Hedgehog era rimasto nascosto nell’ombra in attesa che il discorso vertesse su un argomento che gli avrebbe permesso di mostrarsi e giocare le sue carte senza far nascere sospetti; per quanto arrogante e montato, Eggman sapeva essere perspicace se voleva.
-Oh, Shadow, che piacere vederti, mio prode guerriero. Posso dedurre, da quello che hai appena detto, che hai un’idea in mente. Beh, sarei davvero curioso di sentirla.- il tono di Eggman divenne all’istante celebrativo e accomodante; era sempre così, quando col suo “campione”.
-Ho avuto modo di capire che Sonic the Hedgehog non è uno che si arrende facilmente, anzi, direi che non sappia proprio cosa significhi “resa”. Se gli rubiamo i Chaos Emerald, lui e i suoi amichetti si riorganizzeranno e verranno nuovamente a metterci i bastoni tra le ruote. Quindi, portiamoli direttamente sul luogo dell’ultima fase e sistemiamo li la faccenda.-
-Stai suggerendo… di rivelargli dell’ARK?!- per la prima volta Eggman non fu pienamente certo di voler ascoltare il riccio, per quanto la sua presenza gli desse la garanzia che Sonic non potesse fermarlo, non voleva correre quel rischio.
Shadow percepì subito il dubbio dell’uomo.
L’aveva previsto; ora stava tutto nello spiegargli la situazione con le giuste parole, così da fare leva sul forte ego di Eggman.
-Esattamente. Credo di aver dato prova di essere nettamente superiore a Sonic o a chiunque altro dei nostri avversari, non sarà un problema per me sconfiggerli e prendere i due Chaos Emerald che possiedono. A quel punto potremo subito dare via alla fase finale, trovandoci già sull’ARK e Sonic e i suoi amici non avranno il tempo materiale per organizzarsi nuovamente. Il nostro successo, se agiamo così, è assicurato!-
Eggman sembrò rifletterci qualche attimo, ma il suo grugno di dubbio venne presto sostituito da un sorriso di soddisfazione.
Shadow aveva ragione, si ritrovò a pensare; sconfiggendo Sonic direttamente sull’ARK, non c’era il rischio che questi si riorganizzasse in tempo e avrebbe portato a termine il suo piano di conquista senza più intoppi.
Avrebbe finalmente dato il via all’Eggman Empire e, non vedeva perché no, avrebbe detto a Shadow di risparmiare la vita a Sonic, voleva prendersi la soddisfazione di averlo come schiavo personale.
-Sai una cosa, Shadow? Il tuo piano mi piace, faremo così. BOKKUN! QUI E SUBITO!-
Nell’arco di mezzo secondo il piccolo robot era già al suo capezzale.
-Ha chiamato dottore?-
-Certo, piccolo rottame. Tira fuori il registratore, hai un messaggio da recapitare!- ordinò l’uomo con un tono di voce così maligno da far tremore il piccoletto.
Alcuni minuti dopo, con l’ormai tipica borsa a tracolla, Bokkun si dirigeva verso l’uscita della Techno Base per andare alla ricerca del suo obbiettivo.
Lungo il corridoio incrociò Decoe e Bocoe.
Gli sguardi che i tre automi si rivolsero facevano trasparire tutta la noia che nutrivano per come quella situazione si stava svolgendo.
-Stiamo entrando nella fase finale, almeno così ho capito.- dichiarò sconsolato il piccolo messaggero.
-Si è fatto abbindolare da qualcuno dei nostri “alleati” che ha fatto magistralmente leva sul suo spropositato ego?!- chiese retoricamente l’automa più alto.
Ormai quei tre, a furia di svolgere il ruolo di assistenti del dottor Eggman, avevano capito come funzionavano le cose nella fazione “Oscura”: non ti potevi fidare mai di nessuno, anche l’alleato all’apparenza più fedele poteva aspettare il momento più adatto per pugnalarti alle spalle.
Eh già, uno degli svantaggi dell’essere cattivi, ciascuno dei tre, se non fosse che si conoscevano troppo bene, avrebbe sospettato anche degli altri due.
-Ci hai preso.-
Bocoe per un attimo fu tentato di chiedere perché non avessero ancora reso partecipe il dottore dei loro dubbi riguardo Shadow, Rouge, Bell e gli ultimi due arrivati, salvo poi ricordarsi che il dottore non prestava mai attenzione ai loro pensieri “negativi”, eccetto quando la situazione era ormai rovinata.
-Allora, chi pensate ci stia tradendo? Io punto su Rouge.- Fu la scommessa del robot argentato.
-Shadow.-
-La ragazzina albina e i suoi due compari.- concluse Bokkun, prima di salutarsi con gli altri due e iniziare la sua consegna.
Intanto, in uno dei numerosi corridoi della base, illuminati dalle luci al neon, Shadow the Hedgehog, spalle al muro e braccia conserte, rimuginava sul procedimento del suo piano.
Era andato esattamente come aveva previsto, ben presto avrebbe compiuto la sua promessa.
Se aveva dei rimorsi per quanto stava facendo? Assolutamente no.
Che fosse la cosa giusta da fare? Non gliene importava, la promessa che le aveva fatto, prima che lei gli venisse portata via, era più importante.
Un rumore di passi giunse alle sue orecchie; non ci penso neanche a mettersi sulla difensiva, non percepiva intenzioni ostili.
-Ciao, Shady-Shady.- lo salutò allegramente la ragazzina albina con l’inseparabile GIR che in quel momento le stava aggrappato alla spalla sinistra.
-Ti ho già detto che questo soprannome mi da fastidio, smettila di usarlo!- Shadow non ci mise molta enfasi nel suo ordine, ormai si era rassegnato all’idea che quella ragazzina lo avrebbe continuato a chiamare in quel modo.
Sin dall’inizio gli aveva dato l’idea di una mocciosetta svampita che usa poco il cervello e lei non aveva certo fatto molto per smentire il suo pensiero.
-Dunque ci apprestiamo ad andare nello spazio, lo sai che tra qualche giorno io dovrò andare sulla Luna?- chiese Bell estasiata dalla prospettiva, ricevendo dal riccio solo un verso di stizza, evidentemente per lui era un delirio dei suoi.
Senza dire una parola, Shadow cominciò ad allontanarsi, intenzionato a non parlarle, tanto, tempo un giorno e non l’avrebbe più rivista.
Lo sguardo dell’albina fissò il riccio con ingenua curiosità, poi però il suo sorriso divenne quasi provocatorio.
-Shady-Shady, io fossi in te starei attenta; credo che tu stia macchinando qualcosa, se dovesse interferire con i nostri piani, dovrò fermarti.-
 
 
 
-Sonic, mio “simpatico” sorcio blu, ho saputo che sei ancora vivo, non sai quanto ciò “mi faccia piacere”.- nel tono di voce di Eggman si sarebbe potuto sentire il sarcasmo a miglia di distanza.
Dopo essere finalmente tornati su Prison Island, la “separazione” con Shadow e Rouge fu immediata, con i due mobiani che, tornati ad essere nuovamente nemici, avevano lasciato l’isola grazie al Chaos Control, non prima che Rouge li avesse avvisati che, di lì a poco, sarebbe esploso tutto.
Pertanto la ragazza pipistrello gli aveva prontamente raccomandato di andarsene in fretta da lì, a meno che non volessero diventare cadaveri, lanciando a Knuckles un malizioso augurio al quale il rosso rispose invitandola ad andare in un certo posto.
E dunque si erano ritrovati, come quando si erano conosciuti, a casa delle sorelle Utonium per riposarsi dopo quella che era stata una giornata sfiancante.
Neanche il tempo di riprendere fiato, però, che alla porta bussò il piccolo Bokkun.
Dopo aver assunto per breve tempo un’espressione terrorizzata alla vista di Dexter che lo fissava con uno sguardo strano e le lenti degli occhiali che luccicavano sinistramente, probabilmente stava pensando di smontarlo per studiarlo dall’interno, il piccolo robot aveva tirato fuori il suo immancabile televisore; dopo averlo accesso, il brutto grugno di Eggman fece presto capolino sullo schermo.
-Tralasciando ciò, ritengo che, per quanto possa essere fossilizzato, il tuo cervello sia abbastanza funzionante da fare un semplice calcolo. Io ho cinque Chaos Emerald, tu e il tuo gruppetto di fenomeni da circo ne avete due, puoi dunque arrivare alla conclusione che tutti i Chaos Emerald sono ormai stati trovati. Vedi, sono del parere che non ci sia motivo di tergiversare, tanto vale chiudere la questione il più presto possibile.-
-Incredibile, mi trovo d’accordo.- commentò il riccio con sarcasmo, parlando con se stesso.
-Pertanto ci tengo a dirti che domani sera sarà il momento della resa dei conti. Non so se avete mai sentito parlare della “Space Colony ARK”, ma non è rilevante. Sarà lì che dovrete venire, tu e i tuoi amichetti, se volete assistere al mio trionfo dalla prima fila. E vi consiglio di portare i vostri Chaos Emerald con voi; voglio dire, ve li sottrarremo in ogni caso, ma con quelli potreste tentare una resistenza un po’ degna di nota, senza vi faremo a pezzi senza discussione. Ora Bokkun vi consegnerà un foglietto con su scritte le coordinate spaziali dell’ARK. Vi aspettiamo… e nel caso pensiate di non presentarvi, sappiate che sull’ARK esiste una speciale arma, “L’Eclipse Cannon”, abbastanza potente da distruggere la Terra. Immagino che abbiate capito cosa accadrebbe se domani sera non vi farete vedere. Arrivederci, se sarete fortunati vi lascerò vivere e, una volta divenuto il sovrano assoluto del pianeta, potrete essere i miei servi.-
Non appena il messaggio si interruppe , il piccolo robot estrasse un foglietto dalla tasca che consegnò a Tails, dove erano scritte le coordinate.
-Bene, direi di aver fatto il mio lavoro, ci vediamo domani sera.-
Non appena il messaggero volante se ne andò il gruppo si chiuse in un silenzio che aveva del sollevato, più che dell’allarmato.
-D’accordo, direi che ovvio, a questo punto, quale sarà la nostra prossima mossa.- enunciò Blossom, che non aveva alcun dubbio di vedere tutti gli altri annuire.
-Domani sera metteremo la parola “Fine” a questa storia!- Buttercup sbattè tra loro i pugni, desiderosa di prendere i suoi nemici a pugni, ma l’espressione seria lasciava intendere che non stava sottovalutando la cosa.
-Però ci sarebbe un problema.-
-Che intendi Tails?-
-Beh, il Tornado X non è equipaggiato per viaggiare nello spazio, o meglio, potrebbe farlo, ma solo per un periodo relativamente breve e dubito che quello di domani sarà un viaggio che durerà poco.-
Quello poteva essere un problema.
-E non sei in grado di, che so, apportare qualche modifica per permettergli di resistere per un tempo più lungo?- fu la domanda di Knuckles, mentre teneva stretto a se il Master Emerald, dopo che Him gliel’aveva rubato, l’echidna non l’aveva mollato un secondo, e probabilmente non l’avrebbe fatto fino alla fine della questione.
-Se vogliamo metterla su quel piano, penso di poterlo fare, ma non credo proprio che ci riuscirei entro domani sera, anche se cominciassi ora e lavorassi ininterrottamente.- concluse il volpino, dispiaciuto di dover dare brutte notizie.
-Non preoccupatevi, so come risolvere questa complicazione, o meglio, so chi ci permetterà di risolverla.- Dexter si aggiustò gli occhiali con professionalità, attirando l’attenzione di tutti.
-Non dirmi che intendi rivolgerti a quel grassone dell’altra volta?- sbottò Buttercup, a metà tra il sarcastico e lo scettico.
-Conosci qualcun altro che possiede un robot superveloce in grado di muoversi a velocità supersonica nello spazio senza alcun problema? Posso garantirvi che grazie a lui giungeremo all’obbiettivo al massimo in un’ora.-
-Allora direi che questa l’abbiamo risolta. Ma resta sempre il problema “Shadow”.-
Bubbles ebbe un sussulto quando Blossom mise in banco il nome del riccio nero; non aveva ancora trovato il momento giusto per raccontare agli altri ciò a cui aveva assistito quando lei e Shadow erano rimasti da soli nel girone dell’Ira, ma sentiva che doveva raccontarlo prima della resa dei conti, sentiva che poteva essere importante per capire chi era davvero Shadow the Hedgehog.
-Ormai è inutile tirare fuori il discorso su come sia forte e apparentemente imbattibile, tanto ormai lo sappiamo. Quello che dobbiamo fare è decidere come comportarci con lui. Non possiamo permetterci di fare errori con lui.- chiarì subito le cose Blossom, con la serietà che la situazione richiedeva.
Sonic però non sembrava preoccupato quanto lei.
-State tranquilli, a Mr. “Sono troppo figo per sorridere” ci penso io, d’altronde ho un conto in sospeso con lui e vi garantisco che stavolta non gli darò vita facile.- nello sguardo del riccio blu si poteva notare, però, il desiderio di fermare Eggman e i suoi folli piani.
-Sembri molto sicuro di te Sonic, hai qualche idea che pensi ti permetterà di batterlo?- gli chiese serio Knuckles, che aveva già deciso con se stesso che lui si sarebbe occupato di una certa ragazza pipistrello che gli urtava il sistema nervoso, non lo disse a voce per evitarsi commentino ironici o simili.
-Nemmeno mezza!- dichiarò Sonic sorridendo felice, come se il fatto di affrontare colui che era riuscito a fare il sedere persino a Him non lo toccasse minimamente, causando a tutti i presenti la classica caduta comica in stile anime.
-Sei un caso perso!- dichiarò sommessamente Buttercup con una mano in faccia, malgrado anche lei non fosse mai stata un’esperta stratega, per non dire che si buttava a capofitto in ogni situazione; persino lei non potè non biasimare l’eccessiva fiducia del riccio blu nelle sue capacità.
-E comunque non preoccupatevi, Shadow dovrebbe essere l’unico avversario difficile che ci troveremo davanti, se riuscirò a battere lui dovrebbe essere tutto in discesa, da quel momento in poi.- per quanto eccessivamente ottimista, la logica del riccio blu non era certo da scartare.
-Bene, allora mi sa che agiremo davvero così.  Ora come ora, tentare il tutto per tutto è l’unica scelta che ci resta. D’accordo Sonic, ci affidiamo a te per sconfiggere Shadow.-
-Grande!- il riccio blu poi si guardò intorno come se si fosse dimenticato qualcosa.
Notò un’ombra fuori dalla finestra e riconobbe la figura del piccolo Bokkun che ghignava.
-Cazzo!- come se avesse avuto un’epifania, il riccio blu si precipitò sul televisore in miniatura che il messaggero aveva lasciato lì di proposito, riuscì solo ad afferrarlo, ma non compì nemmeno un passo che questi esplose, inondando la stanza di fuliggine.
Mentre il diavoletto robotico se la filava, ridendosela della grossa, Sonic, Blossom e tutti gli altri si ritrovarono coperti di polvere e con delle comiche espressioni di sorpresa stampate in faccia, il riccio blu aveva ancora le mani in avanti, nel punto in cui aveva afferrato la bomba e un piede alzato e puntato verso la finestra.
-Come abbiamo fatto a dimenticarcene?- si chiese Tails, ancora comicamente immobile.
 
 
 
Zim camminava cautamente tra i corridoi bui della Techno Base.
Per quanto megalomane e pieno di se, il piccolo alieno, riferendoci alla statura, era abbastanza intelligente da non abbassare la guardia quando non si sentiva tranquillo, cosa che, dato il suo menefreghismo per gli altri e del grande interesse che nutriva per la sua di sicurezza, tendeva a fare spesso.
Ancora non riusciva a credere di essersi trovato invischiato in una situazione in cui lui non avrebbe dovuto nemmeno esserci, ne come presenza diretta e neanche per “sentito dire”.
Se pensava ai suoi amati videogiochi, lasciati a marcire in un buio e polveroso angolo del Black Eden o peggio, che fossero utilizzati solo dal Dr X, si sentiva male.
Magari si stava approfittando della sua assenza per portare avanti i suoi giochi preferiti e godersi così i momenti più divertenti e salvando partita.
“Ho no, a PES sono finalmente riuscito ad arrivare in finale di Coppa con livello di difficoltà “Campione”, non posso lasciare che mandi al diavolo mesi e mesi di duro lavoro.” Si disperò mentalmente l’alieno, mentre le sue antenne gli si afflosciavano sul capo, come se condividessero la sua disperazione.
Ma cosa l’aveva portato a seguire Sam alla ricerca di Bell? Oh giusto, il Dr X aveva implicitamente fatto capire che l’avrebbe pagata cara se si fosse rifiutato.
Beh, almeno lo consolava un po’ il fatto che, insieme al loro temporaneo alleato (sì, il panzone col nome di merda), avrebbero conquistato il mondo.
In effetti, una volta terminato quel piccolo “impegno extralavorativo”, se lo si poteva definire in quel modo, e fatto ritorno al Black Eden avrebbero ripreso il piano originale e non aveva la minima idea di cosa ne sarebbe stato della Terra, ma il suo ego era molto grande, abbastanza da non fargli rinunciare all’opportunità di diventare, seppur per poco, uno dei nuovi padroni del pianeta.
Il nanetto extraterrestre interruppe il filo dei suoi pensieri quando uno strano rumore d ferraglia giunse ai suoi timpani e le sue antenne si drizzarono, guardinghe quanto il loro proprietario.
Individuando la provenienza del suono, l’alieno non resistette alla curiosità di andare a dare un’occhiata e trovandovi all’interno…
-Sam?! Ma con che cavolo stai armeggiando?- chiese alla castana, intenta a montare e fissare varie componenti metalliche che sembravano appartenere ad una macchina di grandi dimensioni.
-Che sto facendo?! Mi pare ovvio, mi preparo per accogliere quegli stronzetti nel modo più opportuno.- dichiarò con un sorrisetto obliquo che lasciava intendere la scarsità di buone intenzioni nei suoi pensieri.
Zim, decidendo che quella spiegazione poteva bastargli, anche perché non gli andava di farla arrabbiare, i sarebbe sfogata su di lui ed era l’ultima cosa che voleva.
Si soffermò per un attimo ad osservare le componenti che stava fissando, a prima vista sembrava un enorme braccio metallico di colore rosso, con una placca metallica circolare a collegare le due parti dell’arto in quello che doveva essere il gomito, che terminava con una mano guantata.
-Aspetta, non dirmi che stai riparando…?-
Sam ghignò, crudelmente soddisfatta.
-Già, sto riparando Megabee. Domani sera… ci sarà da divertirsi!-
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Bene, questo capitolo è stato relativamente tranquillo, sia dal lato dei buoni che da quello dei cattivi, ma chi può biasimarli, dopo un viaggio “Infernale” chi non sentirebbe il bisogno di un lungo riposo?
Comunque, la pausa dei nostri eroi non durerà a lungo, la battaglia finale si sta già profilando all’orizzonte e di certo non sarà una passeggiata.
Bubbles riuscirà a trovare il momento per parlare agli altri di ciò che ha visto su Shadow? E ciò influirà sul loro modo di affrontarlo?
Se volete scoprirlo, non vi resta che attendere.
Alla prossima ragazzi!


 

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Capitolo 20
*** Nel passato di Shadow the Hedgehog! (Parte 1) ***


Una bella corsa serale, era di questo che Sonic the Hedgehog aveva bisogno.
Poco gli importava che magari i GUN, sospettando che non fosse morto nell’ esplosione di Prison Island, lo stessero nuovamente cercando, voleva sentire nuovamente il vento scorrergli tra gli aculei e carezzargli il volto e quella sera si stava rivelando davvero piacevole come poche.
Forse questa considerazione andava ad affondare le sue radici nel fatto che avesse trascorso alcuni giorni chiuso dentro una stretta ed umida cella; magari qualcuno avrebbe trattato la cosa con leggerezza, affermando che in fondo erano stati solo pochi giorni e che non era il caso di farne un dramma, ma era una frase che sarebbe potuta uscire solo dalla bocca di qualcuno che non conosceva quel riccio blu smanioso del movimento che era lui.
Indipendentemente dalla motivazione, Sonic sentiva di averne bisogno in maniera quasi maniacale, anche perché ciò che Bubbles aveva rivelato a tutti poche ore prima gli aveva dato qualcosa su cui riflettere.
 
 
 
-Sentite ragazzi, non so se questo è il momento più adatto per dirvelo, magari avrei dovuto farlo prima, ma dovete saperlo per forza perché potrebbe cambiare il nostro modo d’agire domani.-
Se tutti stavano cercando di tenersi impegnati in qualche modo pur di non pensare a cosa sarebbe potuto accadere la sera seguente, il modo in cui Bubbles aveva focalizzato su di se l’attenzione lasciava presagire che ben presto, quella che probabilmente sarebbe stata la loro ultima lotta contro Eggman ed i suoi alleati, sarebbe tornata ad occupare prepotentemente il centro dei loro pensieri.
-Buttercup, ti ricordi che, mentre avanzavamo nei gironi del regno di Him, io mi sono staccata dal gruppo nel Girone dell’Ira per restare con Shadow?-
-Si…e quindi?- chiese la sorella, assottigliando gli occhi e parlando con tono quasi sibilante.
Se sua sorella le avesse rivelato che quel bastardo le aveva fatto qualcosa sarebbe andata a cercarlo in quello stesso istante pur di pestarlo di persona, altro che aspettare la sera dopo.
-Beh… credo sia giusto parlarvi di quello che è successo in quel posto.-
 
 
 
Quella sera non ci stava proprio riuscendo a dormire.
Tentando di non svegliare le sorelle, benché avesse il sospetto che Blossom l’avrebbe sentita in ogni caso fingendo il contrario, Bubbles uscì dalla sua camera e scese giù nel salotto di casa.
Spalancata la finestra, si lasciò carezzare dalla fresca brezza che tirava quella sera, seppur la cosa non l’aiutò granché dal punto di vista mentale.
Si sentiva come divisa in due: da un lato si diceva che era stata la cosa giusta raccontare a tutti cosa era accaduto in quel luogo infernale, ma d’altro canto il saperlo avrebbe potuto portare Sonic a non concentrarsi a dovere nella sua prossima lotta col riccio nero, anche se il riccio blu non sembrava il tipo che si faceva certi problemi.
Si chiese piuttosto se non sarebbe stata lei a crearseli; sarebbe riuscita a mantenere la concentrazione necessaria per non mandare tutto a monte? Oppure i dubbi e l’ipotesi, in continua crescita dentro di lei, che Shadow the Hedgehog non fosse quel mostro crudele che era sembrato fino a quel momento, ma solo un inconsapevole strumento, l’avrebbero condizionata al punto tale da non permetterle di agire lucidamente.
Più ripensava a quello che era successo nel Girone dell’Ira più tutto le sembrava confuso: davvero Shadow the Hedgehog esisteva solo per sterminare la razza umana? E anche volendo dare questa ipotesi per vera, poi di lui… che ne sarebbe stato?
 
 
 
Shadow the Hedgehog faceva saettare lo sguardo da un angolo all’altro, in ogni anfratto, in tutte le spaccature nella roccia in cui quel maledetto aracnide avrebbe potuto trovare nascondiglio.
Bisognava riconoscere che, malgrado le grandi dimensioni, quell’essere era bravo a celare la sua presenza, sfruttando il favorevole scenario.
Ma difficilmente ciò sarebbe bastato per impensierire lui, il suo creatore non lo aveva ribattezzato “Forma di vita perfetta” per nulla.
L’importante era mantenere la calma e i sensi sempre attivi, prima poi quel ragno, le cui zampe sembravano essere uscite da uno spiacevole incontro con una qualche macchina di tortura medievale, avrebbe commesso un errore.
Le orecchie del riccio, ritte e guizzanti per captare il minimo rumore sospetto, sentirono un suono provenire dalle sue spalle, ma l’eco che rimbombava  era troppo lieve per essere quello delle grosse zampe del ragno.
-Ti prego, dimmi che non…-
Voltatosi vide le sue preghiere infrangersi.
-Shadow, sono venuta ad aiutarti!-
-Accidenti a…-
Approfittando di quello che sembrava un attimo di distrazione, il mostro fece saettare una delle sue mostruose zampe verso la schiena del riccio; questi si scansò senza problemi, lanciando un Chaos Spear verso il mostro, ma questi evitò il colpo infilandosi celermente dentro una galleria sul soffitto.
-Che diavolo ci fai qui, ragazzina? Vi avevo detto di andare avanti!- dire che era irritato sarebbe sembrato riduttivo.
-Non ti potevo lasciare qui da solo.- protestò gentilmente la biondina.
-Non ho bisogno del tuo aiuto, mi pare avertelo già detto, o sbaglio?- domandò sarcastico, per poi tornare a concentrarsi sull’individuazione del suo nemico.
-Me l’hai detto, ma non mi interessa.- replicò lei.
Un sibilo improvviso li avvisò del successivo attacco del mostro e la biondina si abbassò di colpo per evitare un filo di ragnatela che minacciava di prenderla alla testa.
Il filo venne poi afferrato da Shadow che tirò con un forte strattone e trascinò il ragno gigante allo scoperto, facendolo schiantare al suolo.
-Mi sa che questo aracnide è un vero idiota, è già la seconda volta che si fa fregare così. Non credevo che il requisito principale per diventare scagnozzi di Him fosse il ritardo mentale.- commentò questi con fredda ironia, mentre Bubbles sferrava un pugno sulla testa del bestione per tenerlo a terra.
In seguito al colpo ricevuto, il mostruoso aracnide rimase immobile al suolo, apparentemente morto.
 
 
 
-Di un po’, Blossom, perché non le sei andata dietro per chiederle come stava?-
La ragazzina dai capelli rossi smise di fissare il soffitto e spostò leggermente lo sguardo in direzione della sorella mora, rimasta voltata di spalle.
-Buttercup, quindi anche tu l’hai sentita?!-
Solitamente Buttercup era una di quelle persone che, per svegliarle, occorrevano le cannonate, ma se persino lei era riuscita a sentire Bubbles che sgattaiolava fuori dalla loro camera, c’era poco da dire sulla serietà con cui anche lei stava considerando la faccenda generale.
La mora difficilmente mostrava apprensione, ma il suo attaccamento alle sorelle era fuori discussione; quelle domanda apparentemente disinteressata, ancora più svogliata nel tono di voce per via del sonno di lei, nascondeva una forte preoccupazione per la sorella bionda.
Ma non sarebbe mai andata di persona a consolarla, Blossom, sotto quel punto di vista, era sempre stata più brava di lei e se neanche lei si alzava, allora non era necessario farlo.
-Stavolta non c’è niente che io possa dirle per farla star meglio. È convinta che Shadow the Hedgehog non sia malvagio malgrado i fatti finora non siano stati a favore di ciò, ma lei non è certo una stupida, saprà come comportarsi e cosa fare. Dobbiamo avere fiducia in nostra sorella!-
Buttercup aveva prestato attenzione ad ogni singola parola e non poteva trovarsi più d’accordo: Bubbles sapeva quello che faceva ed era perfettamente in grado di risolvere i suoi dubbi interiori anche da sola.
Era un po’ come il professor Jack faceva con lei, tentando di insegnarle come usufruire della sua forza.
“Puoi anche rivelare ad un’anima dubbiosa la strada giusta da seguire, ma dovrà superare da se gli ostacoli che le si pareranno davanti.”
In quel momento la mora fu contenta di star dando le spalle alla sorella, altrimenti questa avrebbe visto la sua espressione scioccata, causata da quell’ultimo pensiero.
Da quando aveva cominciato a diventare filosofa?
 
 
 
Quando Bubbles riaprì gli occhi, si ritrovò in un posto completamente diverso dalla caverna buia e piena di cunicoli in cui lei e Shadow si trovavano fino a poco prima.
Come ci era arrivata in quel lungo corridoio dalle pareti metalliche non riusciva a spiegarselo, però sentiva una strana sensazione, come se non fosse finita lì per caso.
E Shadow dov’era finito?
Sperava solo che non gli fosse accaduto qualcosa.
La biondina, dando un’occhiata in lontananza, vide una porta ad una delle due estremità, decise pertanto di raggiungerla.
La porta automatica però non si aprì quando lei vi fu davanti.
La sorpresa iniziale fu sostituita da un leve senso d’allarme quando essa si aprì per mostrare due figure in camice da laboratorio che stavano uscendo dalla stanza.
Non avendo il tempo necessario per nascondersi, pensò di doverli tramortire per evitare di essere scoperta, ma l’opzione non si rivelò necessaria quando questi le passarono attraverso, facendole provare un brivido lungo la schiena.
Sembrava di essere stata attraversata da un fantasma.
Ripresasi dall’incertezza iniziale, la biondina portò in avanti le mani, verso la porta che si era richiusa e il risultato non fu diverso rispetto a quando gli uomini le passarono attraverso.
Con un sorriso tranquillo la biondina entrò dentro la sala successiva.
Ma ciò che vide glielo fece sparire.
Rinchiusi dentro quelle che sembravano delle grandi capsule di vetro e immersi in una sorta di liquido amniotico, stavano animali di piccole dimensioni.
Sembravano incoscienti, ma i loro volti erano contratti e sembrava che tutte le creature stessero stringendo i denti per il dolore.
Come si poteva sottoporre quelle creature indifese a quelli che sembravano esperimenti genetici e se provavano tanto dolore solo nello stare immersi in quello strano liquido, chissà com’erano gli esperimenti veri e propri.
-È… è una barbarie!-
-“Sacrifici necessari”. Era così che giustificavano le torture che questi animali erano costretti a subire.-
Shadow era ora accanto a lei e fissava con crescente disgusto gli scienziati che controllavano dati e dati sui vari computer della sala.
-Che posto è questo? E come ci siamo arrivati?- chiese la ragazzina, sperando che il riccio potesse fornirle le risposte che cercava.
Questi si incamminò per la stanza, facendole segno di seguirlo.
Non se lo fece ripetere una seconda volta.
-Ci siamo distratti. Quello schifoso ragno non è morto! Approfittando del fatto che ci eravamo distratti, ci ha intrappolati in un groviglio di ragnatele e ci ha trascinato dentro un’illusione. Anche se, in questo caso, è più corretto definirla una “visione del passato”.-
-Che intendi dire?-
Bubbles intendeva vederci chiaro.
Cercando di non prestare attenzione agli animali nelle capsule (vedere quelle povere bestie soffrire le faceva provare il loro stesso dolore), la biondina si concentrò solo su Shadow.
Aveva risposto solo ad una delle due domande che aveva posto, che stesse volontariamente tacendo a proposito dell’altra?
 
 
 
-Allora, Dex, come procedono le cose con la tua ragazza?-
Benché fosse una conversazione in chat, al ragazzo-genio sembrò quasi di sentire la voce del suo interlocutore parlargli con quel misto di ironia e malizia che assumeva sempre quando intavolavano (contro la volontà del rosso, sia beninteso) quel tipo di discussione.
Dopo aver lasciato casa Utonium, il ragazzino dai capelli rossi si era diretto il prima possibile alla scuola di Megaville.
Accertandosi di non essere seguito o visto da nessuno, raggiunse la biblioteca e, una volta davanti allo scaffale giusto, sposto il libro che fungeva da meccanismo di apertura e arrivò così al laboratorio che aveva costruito nei sotterranei, all’insaputa di tutti.
Una volta dinanzi al suo computer, si mise in contatto con chi, almeno secondo il suo parere, era l’uomo più adatto per accompagnarli sull’ARK.
Questa convinzione non era dettata esattamente dalla persona in se (ormai lo conosceva abbastanza da poter dire che il suo “amico” era uno squilibrato amante dei mecha e del cibo; in sintesi, nessuna garanzia di sicurezza), quanto dal fatto che lui fosse l’unico a saper pilotare il mezzo necessario al loro viaggio; d’altronde, c’aveva installato la propria auto come centro di comando, se non avesse saputo pilotarlo lui allora non avrebbero avuto alcuna speranza.
-Non abbiamo tempo da perdere in chiacchiere, Harold, devo discutere con te di una faccenda seria!- ribattè il ragazzino, leggermente rosso in volto.
Sapeva che il suo interlocutore non amava essere chiamato per nome, ma il tirare in ballo l’argomento Blossom rendeva difficile a Dexter mantenere la calma.
Aveva il presentimento che questo continuo provocarlo (seppur non vi fossero mai stati veri intenti maligni; i loro erano amichevoli battibecchi) fosse un modo per vendicarsi dell’atteggiamento di quasi sufficienza con cui il vecchio Dexter (per inciso, quello arrogante e pieno di se che si riteneva l’unico essere intelligente sulla faccia del pianeta; in quei momenti si rendeva conto di come la morte di sua sorella l’aveva aiutato a maturare, anche se avrebbe preferito farlo in un modo meno doloroso) era solito rivolgersi a lui, con il costante “apprezzamento” ciccione.
-Una faccenda seria?! Quando dici così di solito c’è in ballo qualcosa di veramente figo.-
Il ragazzo si aggiustò pacatamente gli occhiali prima di dare la conferma.
-Dimmi: ti interesserebbe un viaggetto nello spazio?!-
La domanda fu volutamente retorica, la risposta avrebbe dovuto essere scontata.
 
 
 
-Questi scienziati stavano lavorando ad un progetto classificato come “Top secret”, in quanto avrebbe scatenato non poche contestazioni o perplessità se fosse stato reso pubblico. Erano davvero in pochi a sapere dell’esistenza di quest’operazione.-
Benché non fosse mai stata un’appassionata di scienze e materie affini, ormai la curiosità aveva catturato Bubbles; la biondina voleva capirci di più su quella faccenda, in quanto aveva ormai compreso che non si trovavano lì per puro caso; quell’essere gli stava facendo vivere quel ricordo perché, evidentemente, era quello che Him voleva.
-Che genere di progetto?-
Shadow mantenne il silenzio per alcuni secondi, Bubbles pensò di aver commesso un grave errore a porgere quella domanda.
Ma la risposta del riccio fece intendere che non aveva involontariamente schiacciato un tasto dolente, o che Shadow era bravissimo a mascherare l’irritazione con quella perenne facciata impassibile.
-Prevedeva di creare un essere. Non una creatura come le altre, bensì la “Forma di Vita Perfetta”, immortale e immune ad ogni forma di morbo o malattia; i geni di quella creatura, una volta studiati, avrebbero permesso all’umanità di trovare le cure per ogni virus o forma di malattia. Senza ombra di dubbio sarebbe stato un evento rivoluzionario.-
-Ma questa era una cosa buona, no? Cioè, se il progetto fosse riuscito, anche oggi se ne vedrebbero i risultati.-
La ragazzina ammutolì quando il riccio le scoccò un’occhiataccia che le fece capire di non interromperlo più.
-Non ho mai detto che il progetto sia fallito.-
Bubbles rimase confusa da quell’ammissione: il progetto era riuscito?
-L’operazione fu completata bene, la “Forma di Vita Perfetta” era nata!-
Shadow oltrepassò una porta scorrevole, seguito a ruota dalla ragazzina, che vedendolo fermarsi fece altrettanto.
Si soffermò un attimo su di lui: lo sguardo era perennemente serio e composto come al solito, ma le mani strette fin quasi a minacciare di sbiancamento le nocche (indossava i guanti, ma si poteva intuire) lasciavano intendere che il riccio era preda di un leggero nervosismo.
E quando voltò lo sguardo verso la direzione in cui era puntato il suo capì perché.
Quando vide la creatura immersa in quella capsula, in uno stato di apparente catalessi, le sembrò tutto più.
-Tu… tu sei…-
Lui, Shadow the Hedgehog, era lui “La Forma di Vita Perfetta”!
Intanto i ricordi scorrevano, la capsula si svuotò del liquido che avvolgeva il riccio nero, per poi aprirsi.
Quando il riccio aprì gli occhi, la prima cosa che vide fu un volto giovane, incorniciato da una lunga chioma bionda e due occhi azzurri, gentili e sinceri.
-Benvenuto, Shadow the Hedgehog.-
Lo Shadow del presente si morse il labbro inferiore.
-Questa è la “Space Colony ARK”! Cinquanta anni fa, in questo luogo… è qui che sono nato!-
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Ok, magari vi aspettavate qualcosa di diverso, ma sappiate che non è affatto facile cercare di trattare un argomento così serio come il passato di Shadow the Hedgehog, io per giunta sto intrecciando flashback e presente, devo essere matto. (vi giuro che non assumo sostanze di alcun genere, tutte queste cavolate che scrivo le partorisce la mia mente da sola… pensate quindi che succederebbe in caso lo facessi.)
Comunque, come già il titolo del capitolo fa capire, ci sarà un altro capitolo che tratterà di quest’argomento e cercherò di fare un buon lavoro, quello che vi assicuro è che mi impegnerò.
Al prossimo capitolo gente, arrivederci.
 

 

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Capitolo 21
*** Nel passato di Shadow the Hedgehog! (Parte 2) ***


Shadow the Hedgehog sentì una strana fitta all’altezza del petto, come se avesse avuto il cuore stretto in una morsa micidiale.
Esternamente non lasciava intravedere nulla, ma dentro di lui vi era un tale subbuglio di emozioni contrastanti che gli venne da chiedersi se il suo corpo non sarebbe esploso per il surriscaldamento.
-Allora, Shadow, te la senti di farlo?-
Un uomo sulla cinquantina, calvo e dai lunghi e folti baffi grigi era occupato  in una discussione con il se stesso del passato.
Già ad una prima occhiata sarebbe saltata all’occhio l’incredibile somiglianza dell’uomo con un certo scienziato megalomane desideroso di conquistare il mondo.
E non era un caso, in quanto quell’uomo intento a discutere con Shadow rispondeva al nome di Gerald Robotnik, era il nonno di Eggman.
Ma, se si fosse guardato oltre il semplice aspetto fisico, le differenze tra il nonno e il nipote erano palpabili.
Non vi era alcuna traccia di arroganza o presunzione nel volto di Gerald, le rughe che avevano cominciato a manifestarsi con l’avanzare dell’età sembravano conferirgli un aria da nonno gentile e disponibile e lo sguardo rilassato che si poteva notare dietro quelle piccole lenti tonde faceva trasparire la totale assenza di malvagità.
Lo Shadow del passato sostenne  con determinazione lo sguardo dello scienziato; sapeva che Gerald soffriva tanto quanto lui nel sottoporlo a quei test, ma era l’unico modo possibile per studiare il suo DNA e capire come renderlo compatibile con quello degli esseri umani al fine di usarlo come cura.
Bubbles trattenne il fiato nell’osservare il riccio nero di quel flashback in live-action mentre entrava dentro un cilindro di vetro posto verticalmente al centro della sala; una volta chiuso cominciò a riempirsi di uno strano gas verde.
-È un anestetico, dovrebbe abbassare la tua percezione del dolore. Shadow, se dovesse diventare troppo doloroso, dimmelo subito e interromperò tutto.- gli spiegò Gerald.
Il porcospino si limitò ad annuire.
Una quantità incalcolabile di aghi lo circondò dentro la capsula, poi ciascuno di loro penetrò in un pezzo di carne; Shadow the Hedgehog strinse i denti, Bubbles portò le mani alla bocca, sconvolta.
 
 
 
 
-Allora, tanto per essere sicuri, passiamo in rassegna.-
Con un’aria da severo maestro delle elementari, Eggman cominciò a camminare avanti e dietro dinanzi alla fila orizzontale in cui aveva fatto disporre, non certo senza obiezioni, i suoi alleati.
Unico astenuto da quella pratica che, considerando la situazione, era più ridicola che altro era Shadow the Hedgehog, che mai avrebbe accettato di prendervi parte.
Non che gli altri fossero stati consenzienti al cento per cento, ma loro potevano essere gestiti e, soprattutto, non erano la “Forma di Vita Perfetta”.
-Ragazzina albina beota?!-
-Sono io!- rispose allegramente Bell alzando la mano e ignorando l’aggettivo con cui era stata apostrofata, non ne conosceva il significato.
-Robot da compagnia della ragazzina beota?!-
GIR, sempre attaccato alla spalla della sua padroncina non ufficiale, rispose con un verso affermativo che ricordava un campanello.
-Alieno nano dal pessimo carattere e le antenne antiestetiche?!-
-L’unica cosa antiestetica qui dentro è la tua panzona… e smettila di darmi del nano!- ribattè Zim, stufo del fatto che tutti lo bersagliassero facendogli notare la sua scarsa altezza che gli era valsa una posizione priva di rispetto tra i suoi simili.
-Isterica?!-
Sam non rispose a parole, si limitò ad alzare il dito medio.
-Ladra patentata?!-
-Presente.- rispose Rouge, col tono più svogliato di cui fosse capace.
-Pezzi di ricambio?!-
-Ci riteniamo offesi.-
-Bene, direi che l’appello è finito. Rouge, va a chiamare Shadow! Siamo pronti per la partenza.-
Con un sospiro, la ragazza pipistrello si incamminò, aveva una vaga idea di dove trovarlo.
-E intanto voi altri dirigetevi al razzo. Arriveremo sull’ARK in men che non si dica!-
Mentre cominciarono a dirigersi verso il loro mezzo di trasporto, Sam ghignò soddisfatta.
-Che motivo hai di ridertela tanto?- le chiese Zim, camminandole di fianco.
-Domani sera ci sarà da divertirsi! Megabee arriverà non appena gli invierò il segnale. I nostri nemici avranno una bella accoglienza.-
Bell trottava sorridente stringendo l’immancabile GIR tra le braccia, ma non per questo indifferente a ciò che accadeva intorno.
Se avesse notato anche la minima cosa che avrebbe dimostrato che i piani di Eggman (o meglio, Shadow) avrebbero intralciato quelli del padre, sapeva già come comportarsi.
 
 
 
 
-Quindi i test non hanno dato risultati positivi?-
Dinanzi ad una grande vetrata che consentiva una grande visuale dello spazio circostante, stavano la figura di Shadow the Hedgehog e di una giovane.
-Niente di niente. Per quanto il professore si impegni, non riesce a trovare la formula giusta affinché il mio DNA possa entrare in contatto con quello umano con effetti positivi. Mi dispiace, Maria.-
Bubbles sgranò gli occhi, non avrebbe mai pensato di sentire Shadow scusarsi con qualcuno.
Sul volto della nipote di Gerald apparve un piccolo, radioso, sorriso.
-Non è colpa vostra! Voi state facendo del vostro meglio, tu più di tutti.-
Maria Robotnik era affetta da una grave quanto sconosciuta malattia.
Non se ne conoscevano le cause scatenanti ne il livello di contagio; pertanto la giovane fu costretta in quarantena, lì sulla Space Colony ARK.
Gerald avrebbe fatto di tutto per aiutarla, anche a costo di tentare tutta la vita, avrebbe trovato una cura per aiutare la nipote.
Shadow the Hedgehog non era da meno.
Sin da quando poteva contare sulla facoltà del ricordo, era stato guardato con sguardi carichi di aspettative, misti ad un sentimento che poi aveva scoperto rispondere al nome di “paura”.
Almeno così gli aveva spiegato il professore.
-Purtroppo è nella natura dell’essere umano: teme ciò che è diverso, ciò che non è sicuro di poter controllare.- così gli aveva detto.
Lo Shadow del presente assottigliò gli occhi: in quel punto del flashback, Maria gli stava chiedendo di smetterla di sottoporsi a quei test massacranti, che non era necessario che si martoriasse in quel modo.
-Non posso, lo devo al professore… e a te!-
Si, perché Maria e Gerald erano gli unici nel cui sguardo non aveva mai intravisto “paura”.
Agli inizi della sua vita credeva che non tutti gli esseri umani potessero provare ogni sentimento di sorta; pensava che l’unico motivo per cui anche loro due non lo osservassero in quel modo era perché erano incapaci di provare la “paura”, ma aveva appurato di essersi sbagliato.
Loro non lo guardavano in quel modo semplicemente perché non ne avevano motivo.
Ora arrivava la parte che lo portava ad odiare se stesso.
-Shadow, mi prometti che un giorno ci andremo?-
Lo sguardo di Maria era puntato su di un immensa sfera di terra e acqua che orbitava intorno al sole insieme agli altri pianeti.
-Andremo su quel pianeta: passeggeremo per i campi, visiteremo le città, conosceremo posti sempre nuovi. Non sarebbe bello se potessimo andarci… insieme?-
Lo sguardo della giovane mostrava la stessa curiosità di un bambino che aveva visto un giocattolo nuovo e voleva imparare tutto su di esso.
Non vi era traccia di impurità in lei, solo il genuino desiderio di vedere quel posto per lei così lontano e al contempo vicino, un posto che avrebbe dovuto essere la sua casa, ma che un male crudele gli aveva ingiustamente precluso.
Shadow abbassò gli occhi affranto; Bubbles, osservando quella bellissima scena, che sembrava quasi uscita da un film tanto era perfetta, si rese conto che, in passato, Shadow the Hedgehog aveva provato affetto per qualcuno.
E il riccio nero del passato fece qualcosa che il “lui” del presente probabilmente non sarebbe mai più riuscito a fare.
Sul suo volto si formò un sorriso, non forzato, non tirato, lieve… ma sincero.
-Te lo prometto Maria!-
Ancora ignorava che il futuro aveva previsto per loro una sorte ben diversa.
 
 
 
-Immaginavo che ti avrei trovato qui.- nella voce di Rouge the Bat non vi era il minimo accenno di malizia.
Ignorandola di proposito, il riccio nero continuò a tenere lo sguardo puntato verso l’alto, verso il cielo notturno.
Apparentemente era intento ad osservare le stelle, in realtà non stava osservando nulla.
-Lo stai facendo di nuovo.- quella di Rouge non era una domanda, ma una pura e semplice constatazione.
Da quando aveva avuto modo di conoscerlo, Shadow the Hedgehog le aveva dato l’impressione di essere un tipo forte, uno che sapeva cosa voleva e come ottenerlo.
Niente di quanto era accaduto fino a quel momento sembrava smentire ciò.
Mai che avesse mostrato segni di insicurezza o titubanza, non si piegava di fronte a nessuno e non temeva niente.
Ma aveva modo di scoprire che non era così.
Aveva scoperto per puro caso che tutte le sere il riccio nero si recava sulla cima della Techno Base ad osservare il manto stellato della notte.
Niente di strano, pensò la prima volta, un’azione che ci si può aspettare da un tipo solitario come lui.
Eppure, dopo averlo osservato minuziosamente nelle sere successive, benché fossero state poche (in fondo, non si conoscevano da nemmeno una settimana), aveva notato qualcosa.
In quei momenti avrebbe potuto dirgli di tutto, fargli di tutto, ma non avrebbe corso nessun rischio e, in ogni caso, non l’aveva mai fatto, forse per rispetto per la sua condizione.
Shadow the Hedgehog, durante quelle sere in cui si perdeva a guardare tutto e niente, lo era solo di nome.
Non vi era traccia di odio nel suo sguardo, ne rabbia, era come intento in un tuffo nel passato, a rimembrare momenti che non sarebbero più tornati, passati insieme a persone che lo accettavano, momenti in cui ancora nutriva fiducia verso il prossimo.
Durante quegli istanti, Shadow the Hedgehog mostrava di soffrire, mostrava il dolore causatogli dalla perdita di coloro che gli avevano voluto bene; dolore che negli altri momenti si tramutava in rabbia.
E lei, unica spettatrice dei suoi momenti di debolezza, si rese conto che ciò che aveva passato era davvero terribile.
Non sapeva spiegarsi perché fosse ancora viva, più volte aveva temuto che questi l’avrebbe uccisa per aver osato guardarlo durante quegli attimi nefasti in cui si abbandonava a sensazioni vecchie che probabilmente non sarebbe più stato capace di provare, eppure non era mai accaduto.
Era impossibile che non l’avesse mai notata; probabilmente Shadow le aveva tacitamente proposto un accordo: il suo silenzio per la sua vita risparmiata.
Accordo a cui aveva tacitamente acconsentito.
-Ho promesso a quella mocciosetta di pensare a ciò che mi ha detto!-
Rouge non capì se stava parlando con lei o con se stesso, preferì non saperlo.
-È ora di andare!- si limitò a dire.
Shadow the Hedgehog smise di fissare le stelle.
-Bene.- nei suoi occhi tornò a divampare il fuoco della rabbia.
 
 
 
Rumore di spari che riecheggiava per tutti i corridoi dell’ARK.
Shadow the Hedgehog correva a perdifiato, tenendo la mano di Maria stretta nella sua, come temendo che potesse sparire da un momento all’altro.
Li stavano ancora inseguendo.
Chi diavolo erano quei soldati e cosa volevano da loro?
Anche Bubbles si stava ponendo quella domanda nel vedere il riccio e la ragazzina scappare da quegli uomini armati, braccati come animali selvatici durante una battuta di caccia.
-Era qui che Him voleva arrivare fin dall’inizio.- la voce di Shadow era ora incrinata dalla rabbia e dalla fatica che il riccio stava esercitando su se stesso per non gettarsi addosso a quei soldati e trapassarli da parte a parte.
L’unica cosa che lo tratteneva era la consapevolezza che stavano vivendo un ricordo.
Bubbles non se la sentì di parlare, sentiva come se il farlo avrebbe spezzato lo scorrere di quegli eventi, impedendole di vedere cos’era accaduta e quale fu la conclusione di quella vicenda.
Si ritrovarono improvvisamente nella sala di lancio, era rimasta un’unica capsula.
Shadow the Hedgehog era dentro, la ragazza stava digitando il timer per il lancio così da poterlo raggiungere.
Uno scoppio improvviso, la porta venne aperta, un soldato teneva la pistola puntata verso di lei.
-Ferma dove sei ragazzina, allontana le mani da quella leva!- fu l’ordine categorico.
Lasciare quella leva avrebbe significato lasciare Shadow in mano ai GUN.
-Maria, fa come ti dice. Per favore, non hai motivo di rischiare per me.- cercò di convincerla anche Shadow.
Ma lo sguardo della giovane faceva trasparire tutta la determinazione possibile.
Aveva preso la sua decisione.
-Shadow, promettimelo. Vendicami!-
Un sorriso dolce e gentile, in contrasto con la richiesta.
Maria abbassò la leva.
L’ultimo suono  che Shadow the Hedgehog sentì fu quello di uno sparo.
L’ultima cosa che vide fu il corpo di Maria che cadeva a terra e giacere immobile in una pozza di sangue.
 
 
 
-Accidenti, questo sì che è un robot spettacolare!- fu l’entusiasta voce di Tails a dire ciò.
Dinanzi al gruppo stanziava un gigantesco mecha che doveva essere alto almeno venti metri, colorato prevalentemente di blu e con motivi a fiamme, con possenti braccia a parallelepipedi, come le gambe, costituite di un metallo così ben trattato da dare subito l’idea che fosse tenuto in grande considerazione dal suo proprietario.
Anche se l’elemento che più saltava all’occhio del gigantesco essere metallico era sicuramente l’auto che era stata posizionata dove doveva esserci la testa, in funzione di sala comandi.
All’interno di essa vi era già un imponente figura in attesa che i suoi passeggeri salissero a bordo.
-Sei stato puntuale Coop, proprio all’orario che avevamo concordato.- commentò soddisfatto Dexter aggiustandosi gli occhiali.
Era certo il suo amico panciuto si sarebbe presentato senza neanche un secondo di ritardo, d’altronde non si tirava mai indietro quando gli si prospettava la possibilità di andare nello spazio.
-Il grassone, hai davvero chiesto aiuto al grassone.- mormorò Buttercup sbattendosi una mano in faccia.
-Ti rifaccio la domanda di ieri sera: conosci qualcun altro in possesso di un robot in grado di viaggiare nello spazio a gran velocità?- la schernì Dexter, che se aveva l’opportunità di vendicarsi per tutti i “Secchione” e “Nerd” che riceveva quotidianamente da lei non si lasciava certo pregare.
Sonic diede una completa occhiata all’enorme robot e fischiò interessato.
-Però… chissà quanto ti ci sarà voluto per costruirlo amico? Roba che potresti rivaleggiare con Tails.- si premurò di alzare la voce quel tanto che bastava perché il corpulento ragazzo lo sentisse.
-In verità l’ho trovato in una discarica e l’ho acquistato alla vantaggiosa cifra di 2 dollari.-
Il riccio blu pose poi la sua attenzione su un altro componente del gruppo.
-Devi proprio portartelo dietro?-
Knuckles The Echidna teneva il Master Emerald legato sulla schiena, assicurandosi che tutte le corde fossero tese e solide, voleva evitare che il prezioso sasso avesse uno scontro spiacevole col suolo.
-Certo che sì, non posso mica lasciarlo qui e correre il rischio che i nostri nemici lo rubino.-
-Considerando che i nostri nemici sono tutti dove stiamo andando, sarebbe più logico se lo lasciassi qui e se ci arrivo io ad un ragionamento del genere…- concluse Sonic con sguardo saccente, far notare a Knuckles i suoi sbagli madornali era sempre uno spasso.
Questi si limitò a stringere meglio le corde.
-Tsk, dettagli.- il Master Emerald spariva solo quando lo perdeva di vista, quindi voleva tenerselo stretto.
-D’accordo, basta con le chiacchiere, io sono ansiosa di prendere a calci qualche culo nemico.- irruppe Buttercup entusiasta, finalmente un buon modo per far volare calci e pugni.
-Datti una calmata sorella, quando vai in escandescenze poi fai sempre brutte figure.- la redarguì gentilmente Blossom, sapendo che la mora non avrebbe gradito ma che, al contempo, si sarebbe data una calmata. Una volta che Coop diede gli ultimi controlli per accertarsi che tutto fosse in ordine, diede il consenso per salire su Megas.
Poco dopo, i razzi posizionati sotto i piedi del gigantesco automa si attivarono ed esso partì sparato verso le coordinate che Tails vi aveva immesso poco prima.
Il loro obbiettivo era la Space Colony ARK.
Lì si sarebbe deciso il destino del pianeta.
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Ecco qui che si conclude temporaneamente il nostro viaggio nel passato di Shadow, vi è ancora una parte assente, ma tranquilli, anche l’ultimo pezzo del puzzle verrà incastonato al suo tassello, non appena sarà il momento.
E come si è concluso il viaggio dentro i ricordi del riccio nero, così entrambe le fazioni hanno ultimato i preparativi, seppur i cattivi siano partiti con un giorno d’anticipo.
Ma entrambi gruppi hanno la medesima destinazione, sull’ARK vi sarà lo scontro decisivo.
Come andrà a finire?
La sentenza ai prossimi capitoli.


 

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Capitolo 22
*** Space Colony ARK! ***


Mechanized Earth Guard Attack System, ai più noto col nome abbreviato Megas, era un robot proveniente dal futuro; prototipo di robot da guerra costruita dalla razza aliena dei Glorfth, venne rubato dalla razza umana al fine di essere analizzato.
Il piano che prevedeva il suo utilizzo era semplice a parole: inviarlo nel passato attraverso una macchina del tempo, quando la guerra tra Uomini e Glorfth era ancora agli inizi e le tecnologie da guerra degli alieni non abbastanza avanzate da fronteggiarlo, così che l’umanità potesse disporre di un mezzo di difesa altamente avanzato e respingere l’invasione.
A causa di varie vicissitudini il viaggio di Megas a ritroso nel tempo fu più lungo del previsto, portando il robot a schiantarsi in una discarica negli Stani Uniti, dove rimase, nascosto alla vista di tutti, fino ai giorni nostri, quando venne ritrovato da un corpulento ragazzo noto come Coop.
Da quando era finito in mano all’appassionato di Mecha, che aveva anche rimpiazzato la sua testa, distrutta a causa di un’interferenza nel trasferimento temporale, quel robot, oltre a dover fermare l’invasione di quelli che, a conti fatti, erano stati i suoi creatori, aveva dovuto affrontare le minacce più disparate ed era stato testimone involontario di vicende assurde. 
Ma mai, e urge sottolineare mai, gli era capitata una cosa del genere.
-PORCA MISERIA, QUALCUNO MI STA PESTANDO IL PIEDE!-
- QUELLA È UNA DELLE MIE CODE!-
-DANNAZIONE, HO PERSO GLI OCCHIALI!-
Dentro l’auto/abitacolo/centro di comando del gigantesco automa si stava verificando una scomoda situazione nota come “Ingarbugliamento”.
Tutto perché, a detta sarcastica di Sonic, Knuckles e il Master Emerald dovevano stare “vicini vicini”.
E dunque, col corpulento Coop e il mastodontico smeraldo ad occupare le postazioni davanti, il resto del gruppo aveva dovuto fare una lezione rapida di contorsionismo (Tails e Dexter preferirono rimembrare le loro partite a Tetris)  per riuscire ad entrare tutti e sette dentro i sedili posteriori.
Così, dopo una mezz’ora di casini vari, il gruppo riuscì finalmente a posizionarsi a bordo del robot e il guidatore potè partire, salvo scendere di nuovo a terra cinque minuti dopo perché Sonic si era scordato di prendere i due Chaos Emerald in loro possesso (con conseguente sganassone in testa da parte di Knuckles), costringendoli ad un altro ambaradan per recuperare i posti; erano partiti con un’ora di ritardo sulla tabella di marcia.
Knuckles fu attraversato dal pensiero che, dopo tutto, portarsi dietro il Master Emerald fosse stata un’immane cazzata… per mezzo secondo.
Ricacciò indietro quella pensata molesta immediatamente; lui era il guardiano del Master Emerald, proteggerlo era il suo compito fin da tempo immemore (c’erano delle volte in cui aveva il sentore di non aver fatto altro dalla nascita) e sarebbe sempre rimasto fedele ai suoi principi, ne andava del suo onore.
-Knuckles… TOGLI IL PIEDE DALLA MIA TESTA!- fu la “gentile richiesta” di Buttercup a riportarlo alla realtà, quello non era decisamente il momento adatto per distrarsi.
E in mezzo alle imprecazioni o ai sussulti del gruppo misto sui sedili posteriori, sul sedile anteriore Coop sorrise divertito.
-Ah… se ci fossero anche Jamie e Kiva.-
 
 
 
Mai come in quel momento, il dottor Eggman si sentì ad un passo dal trionfo.
Per ogni Chaos Emerald che incastonava nell’apposita fessura del cilindro di controllo dell’Eclipse Cannon, il suo sorriso si allargava di qualche centimetro, portandolo quasi a ringraziare che gliene mancassero ancora due perché altrimenti gli si sarebbe potuta squarciare la faccia.
Provava un’insperata sensazione di gioia in quel frangente, causata dal legittimo motivo di essere ormai ad un passo dal realizzare il suo obbiettivo.
Una volta che anche i due Chaos Emerald rimanenti sarebbero entrati in suo possesso, si sarebbe servito di quella formidabile arma per il suo ricatto: la Terra in cambio della salvezza degli uomini.
Già si immaginava, avvolto nel suo mantello da imperatore del Mondo, con tutti a servirlo e riverirlo e, gioia più grande di tutte, Sonic the Hedgehog in ginocchio dinanzi a lui, a implorarlo di risparmiargli la vita e di concedergli l’onore di essere suo schiavo.
Si, era proprio un megalomane e amava sguazzare nel suo autocompiacimento, specie in quel momento che tutto sembrava dargli il diritto di farlo.
E c’era anche d’aggiungere che la prospettiva di vedere il tanto odiato riccio blu e (perché no?) i suoi sciocchi amichetti trasformati in umili servi, le cui vite sarebbero state completamente nelle sue mani, era davvero allettante, al punto tale da fargli desiderare che la sua nemesi arrivasse lì il più presto possibile.
E poi non trovava motivi per cui non avrebbe dovuto essere il supremo dominatore del pianeta; Eggman era sempre stato del parere che l’intelligenza avesse più importanza rispetto ai muscoli, era grazie ad essa che si andava avanti nella vita.
Secondo la sua visione, il mondo doveva essere governato da qualcuno che fosse in possesso di un’intelligenza superiore, qualcuno che sapesse analizzare tutte le situazioni, confrontare la varie possibilità, non trascurare neanche i dettagli minimi o apparentemente futili e prendere conseguentemente le scelte più fruttuose per mandare avanti il progresso; e, secondo la sua arrogante mentalità, lui era l’unico che possedesse un cervello adatto a tale compito.
Detto in breve, avrebbero dovuto sentirsi onorati di nominarlo Grande Imperatore della Terra.
“Anche se, ovviamente, il nome del pianeta verrà cambiato in Eggman Empire.”
Sì, “Grande Imperatore dell’Eggman Empire!” suonava decisamente meglio.
Mentre verificava di aver incastonato correttamente le cinque pietre, non potè non provare per qualche attimo anche un profondo senso di gratitudine verso suo nonno Gerald.
Aveva sempre visto nella figura del nonno un vero e proprio modello da seguire, l’unico che lui avesse mai ritenuto essere degno del suo rispetto e della sua ammirazione, qualcuno da riuscire a raggiungere.
E si poteva dire che fosse quello il motivo principale del suo continuo mettersi in gioco nella conquista di Mobius prima e della Terra in seguito al Chaos Control che c’è l’aveva portato.
Riuscire nell’impresa che nessuno aveva mai attuato: sottomettere sotto il proprio potere un intero pianeta; azione che, a memoria d’uomo, mai era accaduta, prima di quel momento.
Perché lui era ormai prossimo a farlo, grazie anche a ciò che suo nonno gli aveva lasciato: Shadow the Hedgehog.
Ignorava se aiutarlo a completare la sottomissione del pianeta fosse il compito prefissato del riccio o se fosse un istinto nato in lui dal desiderio di vendicare sua cugina Maria, dopo che questa venne uccisa anni or sono; lui, personalmente, sperava nel secondo caso.
Era un’ulteriore conferma della genialità di suo nonno; creare un essere vivente che prova emozioni, Gerald Robotnik era riuscito anche in questo, quando lui si era fermato a dare una personalità ai suoi robot grazie a piccoli mobiani impiantati dentro di essi.
Doveva riuscire a conquistare il pianeta; voleva dimostrarsi degno del cognome che portava.
Improvvisamente Bokkun giunse trafelato al suo cospetto.
-Dottore… sono arrivati!-
Perfetto.
Il ghignò di Eggman si manifestò più largo di prima.
Era ora di dare il via alla battaglia finale.
-Allora falli atterrare nella sala per gli sbarchi. E vedi di richiamare tutti, Shadow in primis. Nessuno vorrà perdersi lo spettacolo.-
 
 
 
 
Mentre Megas atterrava in piedi sulla rampa di lancio, il portello d’entrata si chiudeva e gli occupanti si sgranchivano per far riprendere le membra intorpidite dal poco spazio, Eggman cominciava ad avvicinarsi ad esso con studiata lentezza, con tutti i suoi alleati che lo affiancavano..
-Dov’è la ragazzina?-
Bokkun fece una rapida rassegna, notando solo in quel momento l’assenza di Bell, con GIR annesso, essendo questi sempre in compagnia dell’albina.
-Aveva detto di avere una piccola faccenda da sbrigare e che sarebbe arrivata presto.-
Sbuffo lieve da parte del dottore.
-Tsk, poco importa, l’importante è che Shadow sia qui per mettere quegli idioti al tappeto e prendere ciò che mi occorre.-
Il primo a scendere dall’imponente robot fu ovviamente il suo odiato arcinemico.
-Testa d’uovo! Che bello rivederti amico! È qui la festa allora?-
Il baffuto scienziato si limitò ad un verso di sufficienza; non si aspettava niente di diverso da Sonic the Hedgehog, era solito introdursi a lui con battute di spirito, in un certo senso, era ormai prevedibile.
Accanto a lui, Shadow squadrò con sguardo affilato tutti i neo-arrivati, attenuandolo leggermente solo quando lo puntò su Bubbles, che non volle ricambiare, voltandosi di lato.
-Buttercup, hai deciso di portare il culo fin qui, vedo. E io che credevo te la facessi addosso all’idea di vedertela con me.-
La mora rispose al ghigno di Sam con uno altrettanto bellicoso.
-Ehy, ti ricordi di lui?- tirò fuori dalle piaghe del vestito un piccolo oggetto bianco; Sam sentì montare in lei una grande collera.
Istintivamente si passò la lingua nello spazio vuoto tra il canino destro e l’incisivo di centro-sinistra dell’arcata superiore.
Quella stronza si stava divertendo a mettere il dito nella piaga.
-Sai, si sente così solo, pensavo che stasera gli avrei potuto procurare un amico.-
In un attimo, il suo tentativo di provocazione era stato ribaltato, toccava a lei mantenere la calma.
L’avrebbe pagata; di nascosto infilò la mano destra nella tasca, lì premette il bottone di richiamo; Megabee sarebbe arrivato a breve, quel pensiero l’aiutò a star tranquilla.
E intanto Rouge cominciò a fissare il Master Emerald con occhi luccicanti.
-A quanto vedo c’è un ospite in più stasera, ma è più che gradito, a parer mio.-
-NO, MIO MASTER EMERALD!- come un bambino capriccioso, Knuckles alzò le braccia a difesa del suo protetto, facendo calare delle comiche gocce di sudore sulle teste dei suoi amici.
-Tralasciando questi momenti assurdi-comici, presumo sappiate perché vi ho convocati qui sotto gentile richiesta, giusto?-
Avrebbero voluto sostituire il “gentile richiesta” del baffuto scienziato con “minaccia armata”.
Sonic alzò la mano come uno studente che non si è reso conto che la domanda del professore è retorica.
-Io lo so! Siamo qui per prendervi tutti a calci nelle chiappe e tornarcene felici e contenti alle nostre casette dopo che l’avremo fatto.-
I due acerrimi nemici si scambiarono un ghigno.
Era quello il rapporto di inimicizia venutosi a creare tra Sonic ed Eggman sin da quando si erano conosciuti: insulti e provocazioni continue, oltre ad accanite lotte che avevano sempre visto il riccio blu trionfare.
Ma stavolta, pensò lo scienziato, ci sarà un risultato diverso.
Con uno schiocco di dita, l’uomo diede il segnale, per poi uscire dalla sala a passi lenti e cadenzati e intimando ai suoi tre assistenti robot di seguirlo.
-Fateli a pezzi!-
Inconsapevolmente, aveva dato il via libera al vero piano di qualcun altro nella sala.
Spiccando il volo, Rouge estrasse dal suo vestito una gran quantità di bombe fumogene che lanciò al centro ella sala; la nube che ne scaturì bloccò temporaneamente la visuale di tutti.
Diradatasi la coltre, tutti cominciarono a guardarsi intorno, ma niente di diverso vi era nella sala, eccetto che la pipistrella era misteriosamente sparita da un’altra porta che finì di chiudersi in quel momento.
Nessuno inizialmente capì il motivo del suo agire.
-Tappatevi le orecchie!- fu l’ordine categorico di Knuckles, a cui tutti obbedirono quando si resero conto che il Master Emerald non era più legato alla sua schiena.
-MALEDETTA STRONZA, IO TI AMMAZZO!- con un pugno contenente tutta la sua isterica furia, il rosso sfasciò il muro accanto la porta da cui la mobiana albina era filata, gettandosi all’inseguimento, sotto gli sguardi perplessi di tutti e quello di indifferente di Shadow.
-Ma non poteva semplicemente passare dalla porta?-
-Andiamo Tails, passare dalla porta è troppo “MainStream”, sfondare il muro è decisamente più figo.- replicò Sonic con un’alzata di spalle.
Il breve momento comico venne presto infranto dal rumore del portellone esterno che si apriva.
Sam ghignò soddisfatta, era arrivato prima del previsto.
-EHY, GRASSONE IN CIMA AL ROBOT, QUI C’È UN VECCHIO AMICO ANSIOSO DI CANTARTELE!-
Immediatamente l’imponente figura di un’ape robotica gigante rossa, con papillon al collo e cappello da cuoco in testa, fece la sua apparizione sulle scene.
-Lo avevo preimpostato affinché ci raggiungesse qui al mio segnale, ora Megabee è ansioso di vendicarsi di quel rottame che lo ha sconfitto l’altra volta.-
-Ahah, adesso voglio vedere come la mettiamo, belli. Sam, pronta a farli a pezzi a bordo del tuo bestione?-
La castana rivolse a Zim un sorriso obliquo che gli fece gelare il sangue nelle vene.
-E quando ho detto che l’avrei guidato io?-
Mezzo secondo dopo il piccolo alieno si ritrovò afferrato e lanciato, mentre urlava come un disperato, verso l’imponente ape gigante, sbattendo pesantemente sulla faccia di questa.
-Ahi, non hai preso bene la mira.- biascicò mentre cercava di staccarsi dal volto del Medabot.
-L’ho fatto di proposito!-
-…Maledetta!-
Sistemato quel problema, la castana tornò a concentrarsi sul suo obbiettivo primario.
-Allora, Buttercup, sistemiamo la faccenda!-
La mora non le diede il tempo di finire che la travolse in volo, spingendolo fino al muro dove l’impatto aprì un altro varco, perché quello causato da Knuckles nell’altro evidentemente non bastava.
Nell’arco di pochi minuti i gruppi si erano sfoltiti per un motivo o per l’altro, eppure il fatto che dal lato “Buio” fosse rimasto Shadow the Hedgehog (rimasto indifferente per tutto il tempo) non permetteva di stare tranquilli.
Con calma e sicurezza che erano tipiche di lui, Sonic mosse qualche passo verso il riccio nero.
-Allora, Shadow, siamo qui e presumo che questo sarà l’epilogo della faccenda.-
La sua controparte non battè ciglio, il suo sguardo divenne, anzi, ancor più serioso.
Vi era una velata minaccia nei suoi occhi, che Sonic ignorò bellamente.
-Visto che finirà tutto qui, in questo posto, toglimi una curiosità: quello che ci ha raccontato Bubbles è vero?-
Alla domanda del riccio blu il suo doppio volse lo sguardo verso l’alto, sul muro di sinistra: vi era una telecamera accesa che li stava riprendendo.
Che il faker volesse fargli ammettere il suo vero obbiettivo allo scopo che anche Eggman li sentisse e cercasse anche lui di fermarlo?
Il pensiero non lo preoccupò. Il riccio nero si fece scappare un lieve ghigno.
-Come avevo previsto, la ragazzina ve l’ha detto. Beh, indipendentemente dal fatto che tu lo stia facendo di proposito o meno, ormai ho fatto il grosso del lavoro, non posso più essere fermato!-
Rivolse uno sguardo sprezzante nei confronti della telecamera.
-Stai ascoltando, vero, dottore?- era certo che, seduto sulla sua sedia in sala comandi, il vecchio pancione fosse rimasto sorpreso dal suo tono e che in quel momento sui sentisse il cuore in gola.
-Ebbene sì, non mi è mai importato di aiutare Eggman a conquistare il pianeta. Ho collaborato con lui esclusivamente perché era l’unico in possesso dei mezzi materiali per permettermi di tornare qui, sull’ARK. È bastato mostrarmi fedele e pronto ad esaudire i suoi capricci, accondiscendere a ciò che mi diceva così che il suo ego lo portasse ad un tale autocompiacimento da non sospettare minimamente che in realtà ero io a giostrare tutto.-
-Tipico.- scrollata di spalle da parte di Sonic; in effetti era un classico, che Eggman fosse intelligente non si poteva negare, ma quel suo ego smisurato giocava sempre contro di lui.
A quel punto fu Blossom a farsi avanti.
-Quindi è vero, vuoi usare l’Eclipse Cannon per distruggere la Terra!- e non era una domanda, solo un dato di fatto ormai.
-Proprio così! E così manterrò la promessa che le feci: la razza umana pagherà per ciò che ha fatto, moriranno tutti!-
-Ma non hai riflettuto su ciò che Bubbles ti ha detto? Forse ciò che stai facendo non è davvero quello che lei ti ha chiesto cinquant’anni fa.- fu il turno di Tails.
Lo sguardo di Shadow si incupì.
Aveva pensato a ciò che la biondina gli aveva detto nel girone dell’Ira, ben più di una volta.
Si era posto la domanda, molto spesso, aveva cercato di rimembrare i vari momenti del passato, ma tutto quello che era accaduto lo portava a quella conclusione.
-I miei ricordi non sono ancora molto chiari, seppur abbia cominciato a ricordare qualcosa in questi ultimi giorni… e quel ricordo, quella richiesta di vendetta, è una delle poche cose che non mi appaiono sfocate nella mente. Se davvero fosse un ricordo falso, perché allora sarebbe così nitido? E in ogni caso, ormai sono arrivato fin qui, non posso più tornare indietro!-
Il riccio nero mosse qualche passo verso Sonic.
-Ora prenderò i due Chaos Emerald che mancano, a quel punto, dopo che li avrò posizionati nel cilindro di controllo, per la Terra giungerà la fine!-
Ben presto l’agitazione si fece spazio nell’animo dei giovani eroi: Shadow the Hedgehog era più che mai deciso a non cambiare idea e anche se loro erano in cinque non avevano dubbi che in uno scontro sarebbe stato lui ad avere più possibilità di prevalere.
Ma, sorprendendo tutti, Sonic andò incontro alla sua controparte con sguardo deciso.
Poi estrasse dai capelli una gemma blu e una verde: i Chaos Emerald.
-Dunque ti occorrono questi per ultimare il tuo obbiettivo.-
Con un gesto a sorpresa, li lanciò a Shadow.
A Tails, Blossom e Dexter schizzarono gli occhi fuori dalle orbite.
Ma si era bevuto il cervello? Persino sul volto impassibile di Shadow si formò una lieve espressione di stupore.
-Avanti, vai! Io ti starò dietro, pronto a fermarti, visto che sembra non esserci verso di farti ragionare.- e disse tutto con un ghigno arrogante, tipico di lui.
-Ma a che gioco stai giocando? Se raggiunge il comando del cannone la razza umana sarà condannata!-
-Dexter ha ragione, perché un gesto così estremo Sonic?-
Bubbles mise un braccio davanti agli altri, intimando di non agitarsi; rivolse poi a Shadow il sorriso più dolce e comprensivo di cui fosse capace.
-Shadow, sono certa che, al momento opportuno, tu saprai fare la cosa giusta, come avrebbe voluto anche Maria.-
Il riccio si voltò indignato, Sonic sorrise; sembrava che Bubbles avesse capito cosa voleva fare.
Il riccio nero si incamminò verso una porta scorrevole.
-Una volta che avrò distrutto il pianeta, mi occuperò di voi! E vi giuro… che non avrò riguardi.-
La porta si chiuse alle sue spalle.
Sonic si affrettò a illustrare i passi successivi, avevano i minuti contati.
-Ok ragazzi, se agiamo con discrezione, ne usciremo vincitori in ogni caso. Tails, Dexter…- i due interpellati si misero quasi istintivamente sull’attenti. -… Voi raggiungete la sala comandi dell’ARK, disattivate la corrente, o almeno il sistema di trasmissione dei segnali, insomma, robe del genere, siete voi che ve ne intendete. In questo modo, anche se Shadow non ritrattasse le su idee, non potrà attivare il cannone. Bubbles, tu accompagnali, sempre meglio avere un supporto del tuo calibro, non si sa mai che ci siano delle trappole.-
-Signorsì.- la biondina rispose col saluto militare.
Anche Dexter sembrò convinto; per un attimo aveva pensato che Sonic fosse seriamente impazzito, era felice di doversi ricredere.
-Ok. Coop, tu pensi di cavartela lassù?- urlò poi all’indirizzo del ragazzone.
Questi aveva fatto posizionare il suo robot in posa da combattimento, pronto a ricevere qualsiasi attacco arrivasse da Megabee.
-Tranquillo, io me la caverò alla grande, sono contento di avere qualcosa da fare, mi sarei annoiato a morte.-
-Ok, lui è a posto. Allora forza andiamo!-
Non appena Blossom e Sonic rimasero da soli, questi si diedero le ultime direttive.
-Presumo che, come abbiamo concordato ieri, tu voglia confrontarti con Shadow da solo. Sei sicuro di riuscire a farlo ragionare?-
Sonic si grattò il collo. -In verità, non ne sono sicuro.- ma il sorrisone non abbandonò mai suo volto.
-Per questo vorrei che tu cercassi una strada alternativa per giungere alla stanza di comando, in cui si trova l’apparecchio che attiva il cannone. Nell’evenienza in cui Shadow dovesse sconfiggermi, ci sarai sempre tu a rallentarlo, il tempo necessario affinché Tails e gli altri rendano il cannone inutilizzabile.-
Blossom annuì, sinceramente colpita.
-Devo ammettere che stai dimostrando un vero temperamento da leader, ecco perché mi sembra strano che sulla Terra ti considerino un criminale.- il riccio blu scrollò le spalle.
-Una volta che avremo dimostrato che era Shadow e non io, tutti capiranno come stanno le cose.-
I due amici si batterono amichevolmente i pugni per augurarsi buona fortuna.
Blossom e Sonic si avviarono verso due porte differenti.
-Allora andiamo! Però, toglimi una curiosità: tu e Shadow avete più o meno la stessa velocità, quindi non puoi raggiungerlo avendogli lasciando un vantaggio, come pensi di bloccargli la strada?-
Sonic sorrise fiducioso.
-Non avrò bisogno di raggiungerlo: mi sta aspettando lungo il percorso!-
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Ci siamo, siamo finalmente giunti al momento clou della storia, le fazioni sono giunte sul campo di battaglia e già vi siete fatti un’idea di quali saranno gli scontri a cui assisterete.
Shadow the Hedgehog ha gettato la maschera, ora il suo vero piano non è più un segreto, lo porterà a termine? O ciò a cui Bubbles gli ha chiesto di pensare lo porterà ad un “cambio di rotta?” E soprattutto, cosa gli ha chiesto Bubbles, in quel fatidico luogo che era il Girone dell’Ira?(a dimostrazione del fatto che Him ha condizionato eccome gli eventi della storia e non avete idea di cosa accadrà in futuro, quando arriverà il sequel. Ops, spoiler.)
Ormai siamo prossimi alla fine ragazzi (rimangono solo 3 o 4 capitoli) e vi garantisco che andrò fino in fondo.
Alla prossima.


 

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Capitolo 23
*** Infuria la battaglia! ***


-Mi hai aspettato davvero?! Molto gentile da parte tua!- il riccio blu riuscì a simulare perfettamente la sorpresa nel suo tono di voce.
Shadow the Hedgehog sbuffò, staccando la testa dell’ultimo E-1000 ancora rimasto in piedi.
Come aveva previsto, una volta venuto a conoscenza delle sue reali intenzioni, il dottore non aveva perso tempo ad inviare il segnale ai suoi robot.
-Uccidere Shadow the Hedgehog!- ordine categorico, peccato che fosse qualcosa di impossibile da applicare, almeno per automi basilari e scarsamente resistenti come gli E-1000.
Eggman aveva dato per scontato il suo successo, la sicurezza di avere Shadow come servo fedele lo portò a non considerare l’opzione di creare automi meglio armati da usare come forza d’attacco per eventuali imprevisti e quello era stato il risultato.
Sonic ebbe la completa attenzione della sua controparte.
-Diciamo che il dottore mi ha fornito un piccolo passatempo. Ritieniti fortunato ad essere arrivato, avrei potuto stancarmi di aspettare senza far nulla.-
-Già, nemmeno a me sta simpatica la noia.- asserì il riccio blu, come se stesse chiacchierando con un amico.
Scariche elettriche cominciarono a guizzare tra le mani del riccio nero.
-C’è una cosa che vorrei chiederti.-
Sopracciglio alzato da parte di Sonic, non si aspettava una continuazione del dialogo, quanto piuttosto un rocambolesco attacco.
-Cosa ti spinge a proteggere quel pianeta? Mettiamo anche che riusciate a fermarmi, se non dimostrerete che sono stato io a causare il massacro di Radical Highway l’opinione degli uomini nei tuoi confronti non cambierà!-
Dove voleva arrivare, precisamente?                                                
-È bastata una sola azione perché tutti ti si rivoltassero contro, a dimostrazione di quanto sia volubile la razza umana e di come agisca solo per la propria convenienza. Cosa ti spinge, dunque, Sonic the Hedgehog? Perché lottare per degli ingrati che ti hanno voltato le spalle al minimo sospetto?-
In quella domanda Sonic percepì tutta la frustrazione del suo doppio.
L’aver visto la propria migliore amica morire dinanzi a lui aveva cancellato ogni minima fiducia verso gli uomini; non se la sentiva di biasimarlo.
-Posso capire perché odi le persone.-
Ma il suo sguardo serio venne presto soppiantato dal suo solito sorriso spontaneo e allegro.
-Ma io lo faccio soltanto perché voglio farlo!-
E stavolta fu Shadow a non comprendere.
-Io non mi comporto da eroe per ricevere lodi o elogi, mentirei se dicessi che non le accetto con piacere, anche perché sono la riprova della mia figaggine, ma anche se tutti mi odiassero io non cambierei il mio atteggiamento. Quello che più mi importa è fare la cosa giusta: io voglio fare ciò che è giusto… perché questo sono io!-
-Quindi si può dire che la tua è tutta una questione di… indole?-
Sonic alzò le spalle.
-Non saprei. Ribadisco: non aiuto gli innocenti o salvo il pianeta dalla distruzione per il piacere di essere acclamato, semplicemente non sarei “io” se non lo facessi.-
Per la prima volta nella sua vita, Shadow si sentì spiazzato da tanta semplicità: davvero quel riccio blu era disposto a sacrificarsi pur di fare ciò che riteneva giusto? Anche se tutti perdevano fiducia in lui, non demordeva dal suo scopo.
Perché sorprendersi, in fondo non era quello che stava facendo anche lui? Aveva fatto una promessa a Maria e la stava mantenendo perché era stata quella la sua decisione, allora perché continuava a sembrargli diverso? Che in realtà stesse davvero sbagliando?
Shadow crollò in ginocchio, una violenta fitta alla testa lo aveva colpito.
 
-Shadow… promettimi… che aiuterai quelle persone. Aiutali… a guardare avanti… per il futuro.-
 
-Shadow, che ti è preso?- la voce di Sonic lo ricondusse alla realtà.
I fulmini tornarono a crepitare tra le sue dita.
-Sonic the Hedgehog…-
Con un balzo partì all’attacco.
-… IO VOGLIO CAPIRE!-
 
 
 
-Possiamo darci una mossa per favore, così non mi diverto.- si lamentò Coop mentre batteva aritmicamente un dito sul volante della sua auto/centrale di comando.
Dall’altro lato della sala, nel centro di controllo, situato dentro il cappello da cuoco, di Megabee, Zim sfogliava frettolosamente un manuale d’istruzioni alquanto spartano che Sam si era miracolosamente degnata di mettere; doveva aver pensato fin dall’inizio di scaricare su di lui la questione… maledetta.
-Accidenti, saranno anche istruzioni semplici, ma sono tantissime, dannazione, non riuscirò mai a ricordarle tutte. ACCIDENTI!-
In quel momento stava giurando: se fosse riuscito a tornare alla base tutto intero, non avrebbe mai più (e urge sottolineare “mai più”)preso parte ad una missione che prevedesse di collaborare con quella svitata.
Continuando a girare pagina su pagina, l’alieno giunse alla fine del manuale; le sue antenne si drizzarono.
-Se arrivato a questo punto non ci hai capito una beneamata mazza di come funzionano i comandi (altamente probabile, visto che sei uno scemo), premi il pulsante rosso che svetta davanti a te, attiverà un sensore vocale che ti permetterà di dare ordini a Megabee con la voce. Almeno questo lo capisci, tappo sfigato?! Brutta stronza, ma metterla a prima pagina quest’informazione no?-
Denti drignati, antenne che non stavano ferme e occhi in preda al tic nervoso.
L’Irken schiacciò furiosamente un gigantesco bottone rosso che faceva bella mostra di se tra tutti gli altri, venendo poi rimpiazzato da un pannello vocale.
-DAGLI ADDOSSO CON UN GANCIO DESTRO, HO BISOGNO DI SFOGARMI!-
Detto fatto, Megabee partì all’attacco sferrando un pugno in direzione di Megas, ma la prontezza di riflessi di Coop gli permise di far posizionare il suo robot in posizione di difesa e parare così il colpo incrociando le braccia.
-Finalmente possiamo dare il via alle danza.-
Facendo pressione, Megas spinse indietro la gigantesca ape metallica, per poi darle addosso con un calcio sul fianco, seguito rapidamente da un montante sul mento.
Megabee crollò al suolo.
-Tutto qui? Credevo ci saremmo divertiti di più.- mormorò Coop deluso.
Si rese conto che la battaglia era ben lontana dal terminare quando il pungiglione di Megabee si staccò dal corpo ospitante, partendo a razzo verso il petto del suo automa.
Megas afferrò l’arma tra le mani, ma il doverla tenere ferma per bloccarne la spinta propulsiva lo lasciava scoperto ad altri attacchi.
-COLPO DI GOMITO ALLE SPALLE!-
Ma a sorpresa, Megas evitò anche quel colpo, abbassandosi con una perfetta spaccata; Coop trovò un altro motivo per ringraziare Dexter per aver installato nel suo robot le mosse di un’esperta danzatrice.
Ancora in spaccata, Megas mollò la presa sul pungiglione, reindirizzandolo verso l’ape gigante, che colta di sorpresa non riuscì ad evitare che gli si conficcasse nella spalla sinistra.
Zim imprecò sottovoce.
Diede l’ordine di staccarsi il pungiglione e rimetterlo a posto, intanto che l’avversario si rialzava.
-Siamo solo all’inizio.-
 
 
 
Il pugno di Sam sfiorò il volto di Buttercup prima di demolire lo schermo di una console.
Dopo averla trascinata in volo per alcuni metri, le due ragazze si erano ritrovate in una stanza piena di monitor e apparecchiature varie, probabilmente una delle vecchie sale di lavoro dell’ARK, e li avevano dato il via ad una lotta furiosa.
La mora mandò a segno una poderosa testata che allontanò la castana da lei, poi afferrò una delle sedie girevoli abbandonate per terra, usandola come corpo contundente per assestarle un colpo sul fianco.
Ma Sam riuscì a pararlo con le braccia e non accennava a mollare.
La mora mollò la sua arma improvvisata gettandosi di peso sulla nemica, schiacciandola contro il muro e incastrandocela dentro.
-Maledetta.- biascicò Sam a denti stretti.
-Tutto qui quello che sai fare? Immaginavo qualcosa di più stimolante.-
-Grrr… non hai ancora visto nulla!-
La castana uscì dal muro e si gettò sulla mora a suon di calci e pugni a cui Buttercup rispondeva con altrettanto vigore.
Le due si bloccarono poco dopo in una sfida di forza, ma ben presto la superiore forza fisica di Buttercup si fece notare; Sam cominciò ad indietreggiare sotto la spinta della mora.
Niente da fare, sul piano fisico non c’era storia, tanto valeva ricorrere ai mezzi che più le concernevano, quelli sleali.
Fingendo di cedere alla sua spinta, Sam si lasciò scivolare all’indietro, per poi scansarsi all’ultimo secondo quando Buttercup tentò la spinta finale.
Come risultato la mora cade rovinosamente per terra.
-Ehy, non si gioca sleale!-
-Devo forse ricordarti che sto dalla parte dei cattivi, io non mi faccio problemi dovuti alla moralità.- ghignò la ragazza più grande, facendo infuriare la mora.
Buttercup afferrò saldamente una vecchia console staccandola dal muro e la lanciò con tutte le sue forze, ma la sua avversaria fu lesta a scansarsi e fu il muro a subirne le conseguenze.
-Già questo posto è vecchio e malridotto, ma se ti ci metti anche tu.- gli stava rendendo pan per focaccia con le provocazioni.
La mora decise di non scherzare più; sbattè i pugni, un’aura crepitante d’energia apparve attorno a lei.
-Facciamo sul serio adesso!-
Sam rispose con un ghigno arrogante: si strappò la manica destra della felpa e con le unghie si fece dei tagli sul braccio; da lì però non uscì sangue, bensì scintille.
-Ma che diavolo…?-
-Sorpresa?! Sono una cyborg! E come hai detto tu… ora si gioca seriamente!-
 
 
 
-Non vi sembra fin troppo facile? Da quando abbiamo cominciato a cercare la sala comandi non un solo robot ha cercato di intralciarci.-
-Evidentemente Eggman deve averli indirizzati tutti contro Shadow dopo aver saputo la verità, ecco perché il campo è sgombro.- fu la rapida spiegazione di Dexter alla domanda di Bubbles.
Un raggio laser gli passò a pochi centimetri dalla testa, sotto gli sguardi attoniti di Tails e Bubbles.
-… Ha dimenticato di disattivare alcune trappole, mi sa.-
I tre continuarono a correre per i corridoi dell’edificio spaziale ancora a lungo, evitando a volte alcune trappole dimenticate e cercando di trattenersi per il fatto di aver più volte percorso la stessa strada.
Dopo un po’ Tails fece cenno di fermarsi.
-Ok, basta. Continuando così sprechiamo solo tempo prezioso, dobbiamo trovare un modo per evitare di girare in tondo.-
-Ci lasciamo dietro briciole di pane?- fu l’ingenua proposta della biondina.
Dexter per un attimo la guardò storto.
-Tsk, come si vede che vi occorre l’aiuto di uno come me per spostarvi in un posto del genere.-
Una voce che mischiava arroganza, boria e un pizzico di rabbia si fece presto sentire.
-Sono io, idioti, Eggman, vi sto parlando dagli altoparlanti del corridoio.-
-E che cosa vorresti da noi?-
-Mi sembra ovvio: volete raggiungere la sala comandi, allora seguite le mie istruzioni! Mi sto dirigendo li anche io.- fu la pronta replica del dottore.
-E perché dovremmo fidarci di te?- nella voce di Dexter vi era tutto il dubbio di questo mondo.
Li credeva davvero sciocchi al punto da ascoltare lui, che era loro nemico?
-Ehy, sbaglio o volete fermare Shadow?! Beh, anche io. E considerando che odio essere ingannato, voglio fare in modo di farla pagare cara a quel riccio della malora. Sì, anche a costo di stringere una temporanea alleanza con voi. QUINDI NON ROMPETE E ASCOLTATEMI!- urlò furioso lo scienziato.
Dexter e Bubbles rivolsero a Tails uno sguardo dubbioso; aspettavano la sua opinione, considerando che lo conosceva meglio di loro.
-Beh… Eggman è un tipo molto orgoglioso, lo avrete capito. In effetti, è il tipo che si vendicherebbe di chi gli farebbe un torto grave e quello di Shadow gli sarà venuto sicuramente indigesto. Ora come ora, non dovremmo correre rischi.-
Le parole di Tails sembrarono fare effetto.
-Ok, Eggman, siamo tutt’orecchi!-
 
 
 
Digitò una serie di dati sul computer della sala, sperava solo non dovesse richiedere troppo tempo quell’operazione.
Il Master Emerald scintillava accanto a lei, ogni tanto si lasciava scappare qualche occhiata adorante per poi riconcentrarsi sul lavoro.
Doveva ammetterlo, mai come allora, fare il doppio gioco le era sembrato difficile; quando i GUN l’avevano convocata per una missione, immaginava fosse per una delle classiche sciocchezze di routine, ma di certo non credeva che le avrebbero chiesto di infiltrarsi nella base di Eggman per indagare.
Secondo quanto le avevano riferito, Eggman aveva violato i computer di sicurezza di Prison Island, rubando un file sconosciuto.
Il suo compito? Scoprire di cosa si trattasse.
Non le ci volle molto per trovare il modo più adatto per accattivarsi la fiducia dell’uomo; ma gli aveva consegnato quel Chaos Emerald con uno sforzo di volontà immenso.
Ed ecco come aveva finito per ritrovarsi lì.
Beh, per lo meno ne era valsa la pena, si sarebbe portata il Master Emerald come ricompensa.
E ormai non aveva più dubbi che ciò su cui stava indagando riguardasse quel misterioso riccio nero con cui aveva dovuto collaborare in quei giorni.
Una volta che i GUN sarebbero entrati in possesso di quel file, la verità sarebbe venuta a galla e Sonic the Hedgehog sarebbe stato scagionato da ogni accusa e riabilitato agli occhi di tutta l’umanità, o almeno di chi sapeva dell’esistenza dei Mobiani.
Quel riccio blu le doveva un grosso favore.
La barra di download era al cinquanta per cento del processo, quando il portone metallico della sala venne brutalmente spalancato.
Un’echidna alquanto arrabbiata fece il suo ingresso.
-Ridammi… il… Master Emerald!- ordine che non accettava obiezioni.
Sorriso malizioso da parte di Rouge.
-Incredibile, tesorino, non riesci proprio a starmi lontano vero?-
-Preferirei cavarmi le palle degli occhi piuttosto che stare vicino ad una come te! Se la cosa non mi intralciasse col mio lavoro. Bando alle ciance, restituiscimelo, o dovrò ricorrere alle maniere forti.-
Rouge non fu per niente impressionata.
-Se ci tieni tanto, vienitelo a riprendere.-
Un attimo dopo il pugno dell’echidna e il calcio della pipistrella si scontrarono.
I due contendenti si distanziarono brevemente.
-Non mi tratterrò minimamente.-
-Bene, io non te l’ho chiesto.-
 
 
 
Era stata una faticaccia riuscire a trovarlo, ma se le mappe disseminate per quel piano non erano più incasinate di quanto non sembrassero già, allora era giunta davanti al portone giusto.
Li dietro doveva esserci la sala comandi per l’Eclipse Cannon.
-Bene, allora andiamo.-
La leader delle sorelle Utonium spalancò solennemente il portone, la sala davanti a lei era… strana, forse anche inquietante, ma soprattutto strana.
Le pareti erano ricoperti di uno strano materiale marrone, probabilmente una sconosciuta lega metallica, che rivestiva tutte le pareti fino al centro esatto del soffitto, dove una sorta di piccola montagnola fatta del medesimo materiale cadeva a picco fino a metà altezza.
Sotto di essa, si innalzava dal suolo una sorta di piccolo tempio spartano, costruito in pietra; il comando del cannone doveva essere in cima alla scalinata.
Blossom si avviò, trovò una sorpresa sulla cima.
Seduta tranquillamente a giocare col suo piccolo robot da compagnia, vi era una familiare ragazzina albina.
-Che ci fai tu qui?-
Bell si voltò col più svampito dei suoi sorrisi.
-Ciao Blossy, come mai ti trovi qui?-
-Ti ho fatto la domanda per prima?-
Bell si poggiò un dito sotto al mento, con fare pensieroso.
-Eppure dovresti immaginarlo, pensavo fossi più intelligente.-
Tralasciando il modo gentile di insultarla, Blossom ebbe come l’impressione che l’albina non l’avrebbe attaccata, non sembrava intenzionata; tuttavia restò guardinga.
-Voglio fermare Shady-Shady!-
-Anche tu? Quindi hai sentito quando ha rivelato le sue vere intenzioni?!-
-Certo. Diciamo che se lui distruggesse la Terra, io non potrei più divertirmi, quindi ho pensato di aspettarlo qui, eppure non è ancora arrivato. Sto cominciando ad annoiarmi.-
-La noia non fa bene alla salute!- aggiunse GIR saltellandole vicino.
-Quindi… non intendi attaccarmi?-
Bell inclinò la testa di lato, come a volersi chiedere il perché di quella domanda.
-Vogliamo entrambe la stessa cosa, no?-
Ragionamento semplice, ma inoppugnabile.
Blossom si guardò un po’ intorno, si sfregò un braccio imbarazzata, non sapeva cosa dire.
Alla fine optò per sedersi accanto a lei, sulla cima della scalinata.
-I cinque Chaos Emerald sono tutti in quella specie di cilindro al centro?-
-Sì, però non si riescono a togliere, forse la loro energia è così alta da non poter essere spostata finchè sarà attivo il cannone.-
-Ehm… bene.-
 
 
 
Sonic dovette eseguire un’azione degna di un ballerino di Freestyle per evitare la raffica di Chaos Spear che Shadow gli scagliò contro.
In seguito, dandosi lo slancio, il riccio blu ridusse le distanze e sferrò un gancio destro che spinse indietro Shadow di alcuni centimetri, ma senza farlo cadere.
Sonic imprecò sottovoce, sembrava che ci fosse ancora un bel distacco tra di loro, non che si aspettasse di averlo colmato con quei pochi giorni d’allenamento in prigione.
Ma la sua controparte presentava una sostanziale differenza rispetto al loro primo scontro: se a Station Square Shadow si era dimostrato freddo e calcolatore, stavolta era nervoso, lo si intendeva dai denti stretti che si intravedevano, sembravano due tenaglie che pressavano l’una contro l’altra in attesa che una prevalesse.
Dentro di lui doveva esserci davvero un gran diverbio di opinioni e pensieri vorticanti.
Ma Sonic decise di non pensarci a sua volta e si rigettò all’attacco, ingaggiando con l’avversario una battaglia a suon di calci e pugni; l’unica ragione per cui erano alla pari era la condizione psicologica di Shadow.
I due contendenti si colpirono entrambi con un destro in volto, ma ripresero la faida subito dopo con un sonoro cozzare di ginocchia.
Poi Sonic prese le distanze e si guardò intorno, constatando che, trovandosi in una sala circolare spoglia, non aveva eventuali oggetti da usare come arma improvvisata o scudi per difendersi.
Se fosse andata per le lunghe temeva proprio di sapere quale sarebbe stato l'esito, doveva trovare un modo per finirla al più presto.
Fu Shadow a dargli lo sbroglio della matassa.
-Faker, è inutile andare avanti così, perciò ti propongo una cosa.-
Sonic inizialmente non comprese le sue intenzioni, ma tutto gli fu chiaro quando il riccio nero gli lanciò il Chaos Emerald giallo, tenendo il verde per sé.
-Interessante, la chiudiamo con un colpo decisivo, eh?-
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Ed eccoci dunque agli scontri finali di questa storia, tutti i contendenti non si stanno risparmiando e chi non è impegnato a pestarsi con qualcun altro non è comunque in una situazione tranquilla.
Devo dire che non mi ritengo molto soddisfatto di questo capitolo, forse avrei potuto farlo meglio, ma al contempo credo che non dovrei cambiare nulla.
Sorpresi dalla mia decisione finale? Ebbene sì, ho deciso di non far scontrare Sonic e Shadow in una lotta lunga e sfiancante, bensì di fargli chiudere i giochi con un unico, decisivo attacco.
Onestamente, mi sono chiesto più volte perché i due contendenti coinvolti in una lotta non sfoderano fin da subito tutta la loro potenza e la chiudono in un attimo.
Quindi, almeno per stavolta, ho deciso di agire così.
Al prossimo capitolo la sentenza: chi vincerà tra Sonic e Shadow?
Considerando come dovranno andare le cose e a che punto ci troviamo, potete farvi un’idea, anche pensando a come solitamente si svolgono i fatti negli anime in certe situazioni.
Non ho altro da dire gente, ci si vede.
 

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Capitolo 24
*** E quando tutto sembra risolto... ***


A conti fatti, non poteva che dare a se stesso la colpa di quella situazione.
Non era mai stato nel suo stile scaricare le responsabilità sugli altri e sapeva quando era il caso di rivolgersi autocritica in seguito alla scelta di un opzione che non si era rivelata giusta.
Se avesse dato retta a Sonic avrebbe lasciato il Master Emerald in un posto sicuro  e avrebbe affrontato la battaglia con animo più leggero.
E non poteva certo lamentarsi con il riccio blu, considerando che l’avviso era giunto proprio da lui.
Definitivamente… era colpa sua.
Ecco perché era ora invischiato in una lotta furiosa dove i suoi pugni si scontravano con i calci di Rouge violentemente.
E dire che non la riteneva così ben allenata, non che avesse avuto intenzione di trattenersi, ma non immaginava che avrebbe dovuto metterci tutta la sua forza nel colpire, perché i calci che la pipistrella rifilava erano potenti quasi quanto i suoi ganci.
Parò un calcio laterale, ma Rouge con una rapida giravolta lo colpì con l’altra gamba spingendolo a terra.
-Allora tesorino, sei già stanco? Non dirmi che in realtà ti stai trattenendo perché non vuoi farmi male?- lo provocò lei in tono melenso.
L’echidna si rimise in piedi ringhiando.
-Sembra che la risposta sia no.- disse semplicemente lei, schivando agilmente un gancio destro e cercando di tramortirlo con una ginocchiata che il rosso parò con il braccio libero.
Poi, sorprendendola, le rifilò una poderosa testata che la scaraventò a terra, per poi sedersi sopra di lei e bloccarle i polsi.
-Arrenditi Rouge e restituiscimi il Master Emerald!- le urlò.
Verso di sufficienza da parte della ragazza. -Come si vede che sei un uomo, se non ti mostri virile non sei contento.-
Il suo sguardo venne poi illuminato da una scintilla di malizia.
-E poi ricorri a certi trucchetti per starmi così vicino. Mi desideri davvero così tanto?-
Solo in quel momento Knuckles si rese conto della sconvenienza della loro posizione, arrossendo di botto.
-Fottiti!- era più rosso per l’imbarazzo che per la rabbia in ogni caso.
La sua attenzione venne poi attirata da uno strano rintocco proveniente dal computer al centro della sala.
Approfittando della sua distrazione, Rouge se lo scrollò di dosso, alzando poi una mano per fargli cenno di non tornare all’attacco.
-Alt! Aspetta qualche attimo!-
-Ma che accidenti…?-
Ignorando le proteste del rosso, la ragazza si rimise ad armeggiare con la console, ritirando il CD in cui aveva scaricato tutte le informazioni riguardanti il “Progetto Shadow”.
-Che diavolo hai scaricato in quel disco? Stai tramando qualcuno dei tuoi loschi piani, vero?-
-Rilassati tesorino, per una volta non nascondo intenzioni personali. Che tu ci creda o no, in questo dischetto c’è la prova definitiva che dimostrerà l’esistenza di Shadow.-
Knuckles sgranò gli occhi a quella rivelazione; Rouge sorrise soddisfatta.
-Quindi…-
-Esatto, una volta che i GUN, di cui io sono un’infiltrata, (non sorprenderti più di tanto, pagano bene) entreranno in possesso di questo disco, Sonic potrà tornare alle sue folli corse senza correre il rischio che qualcuno gli spari addosso.-
Poi, senza aggiungere altro, la ragazzo superò Knuckles apprestandosi ad uscire.
-Dove stai andando?-
-Alle navette di salvataggio. Approfitterò del putiferio generale per andarmene indisturbata.-
-Te ne vai così?!-
Scrollata di spalle. -Beh, il mio compito era scoprire informazioni sul piano di Eggman, o meglio, sulle informazioni che aveva rubato; ora le ho trovate, non ho più motivo per restare. Comunque…-
Per un attimo Knuckles notò un barlume di tristezza nei suoi occhi. -… mi auguro che Sonic riesca ad aiutare Shadow. Ha sofferto abbastanza, merita di ricordare.-
Knuckles lanciò poi un’occhiata obliqua al Master Emerald accanto a lui; era troppo strano che Rouge stesse davvero abbandonando un gioiello come quello, che tramasse qualche trucco per rubarglielo nuovamente?
Un attimo dopo se la ritrovò a mezzo centimetro dal volto, maliziosa come al solito.
-Se ora mi prendessi il Master Emerald, non avrei più motivo di venirti a trovare, invece così avremo ancora tante occasioni per… divertirci insieme. Ti saluto tesorino.-
Gli diede un bacio a sorpresa sul naso  per poi ancheggiare sensualmente verso l’uscita soddisfatta e divertita, vederlo arrossire e con quell’espressione rintontita era un vero spasso.
Dopo qualche minuto Knuckles si riscosse dal suo stato di simil-shock.
-IO TI DETESTO!- 
 
 
 
-Ginocchiata bassa, vai!-
Zim era ormai sull’orlo dell’esasperazione, quella maledetta ape gigante in cui si era ritrovato a fare il guidatore improvvisato non mandava a segno un singolo colpo.
Medesima sorte tocco al suo ultimo attacco, schivato da Megas con un’elegante giravolta.
-Amico, non riuscirai mai ad ottenere la massima efficienza da un robot con quel metodo.- lo redarguì Coop dalla cabina di pilotaggio di Megas.
-Pilotare un robot con le tue mani ti fa stabilire con lui una sorta di empatia che si sviluppa col tempo. Molti li riterranno anche esseri freddi e privi di vita, ma per me Megas è un fedele compagno che mi ha sempre accompagnato nelle mie avventure. Se riesco a pilotarlo al meglio e a permettergli di rendere al pieno delle sue capacità, è solo a questa grande intesa che c’è tra noi.-
Non che Zim non avesse inteso il suo punto di vista, ma quel tipo di discorso sarebbe stato più giusto rivolgerlo a Sam, era lei la proprietaria di Megabee a conti fatti.
-Ehy, a me non potrebbe importarmene meno.-
L’Irken fece tornare l’ape robotica all’attacco, ma esattamente come era accaduto fino a quel momento, gli attacchi erano frettolosi e mal coordinati, Megas non aveva troppe difficoltà a schivarli o pararli, per poi rispondere con pugni e calci ben assestati.
Dopo alcuni era chiaro che Megabee era ormai alla frutta e Megas aveva subito al massimo qualche lieve rigatura che il suo polita avrebbe potuto facilmente sistemare.
-Senti piccoletto, ormai è inutile che continuiamo, ti consiglio di arrenderti, di andare a cercare i tuoi amici e andarvene. Tanto la Terra non salterà in aria.- fu il suggerimento del ragazzone, che cercò di sembrare amichevole e accomodante.
Commise, però, l’involontario errore di dargli del nano e chiunque conoscesse Zim (lui non rientrava tra questi) era cosciente del fatto che sentire certi epiteti lo mandasse in bestia.
Il piccolo alieno venne colto da un tic nervoso all’occhio e cominciò a tremare, Coop per un attimo pensò che avesse contratto il Parkinson.
-…SPARA IL PUNGIGLIONE, ADESSOOOOO!- fu il suo ordine, dettato da un’istintiva rabbia più che da un vero desiderio offensivo; probabilmente se non avesse sentito il termine “piccoletto” avrebbe ascoltato il consiglio del suo avversario e se ne sarebbe andato con tutto il piacere, lui lì non ci voleva neanche stare, a conti fatti ci era finito solo per caso invischiato in quella situazione.
Con un rapido movimento, Megas blocco il pungiglione vagante con una mano sola, poi con una perfetta giravolta di danza ridusse le distanze con Megabee e conficcò l’arma esattamente al centro tra la spalla e la testa, non essendo Megabee in possesso del collo.
In seguito al colpo subito, il robot cominciò a perdere scintille dal punto danneggiato e dopo qualche breve movimento tremolante crollò al suolo, i suoi occhi gialli smisero di lampeggiare, oscurandosi.
-Scusa bello, ma tu non mi hai lasciato scelta.- concluse Coop, facendo sbattere i pugni al suo robot.
Da sotto il cappello da chef dell’ormai spento Megabee ne uscì Zim; l’Irken non sembrava particolarmente arrabbiato per la sconfitta, malgrado il suo animo isterico, anzi, era più probabile che fosse sollevato della cosa.
-Bene, almeno abbiamo finito con questa pagliacciata.-
Probabilmente qualcun altro al posto suo avrebbe tremato, essere bassi come lui e ritrovarsi davanti ad un robot gigante come Megas doveva essere qualcosa di sconvolgente, ma lui ci prestò molta attenzione.
Ignorando completamente il mecha che avrebbe anche potuto schiacciarlo in qualsiasi momento, ma il guidatore non era il tipo da attaccare in quel modo sleale, cominciò a dirigersi verso il buco nella parete metallica che Buttercup e Sam avevano lasciato.
-Una volta che questa storia sarà finita, chiederò le ferie pagate e non prenderò parte personalmente ad una missione per moooolto tempo!- se il cervello gli suggeriva giusto, sarebbe bastato seguire i buchi dei muri per rintracciare le due ragazze.
-Bah, togliamoci anche quest’ultimo pensiero.- e con un verso seccato, l’alieno verde uscì dalle scene.
A quel punto Coop dovette decidere il da farsi.
-L’imponente mole di Megas non permette di farlo addentrare dentro questo posto. Quindi dovrei scendere e cercare Dexter e gli altri a piedi, però, considerando il tipo di situazione in cui ci troviamo, ci sarà da correre. Beh, potrebbe tornarmi utile fare una camminata.- rifletté tra  sé e sé, osservandosi per un istante la strabordante pancia.
Mezzo secondo dopo rinsavì e tirò fuori dal nulla un pacco di patatine.
-Ma piantiamola di dire scemenze! I ragazzi se le caveranno alla grande, senza contare che avranno bisogno di me per andarsene, visto che Megas so pilotarlo solo io. Aspetterò qui il loro ritorno!-
 
 
 
Buttercup si ritrovò schiantata all’interno di una console.
La mora ne uscì ringhiando furiosa all’indirizzo della sua avversaria, che la incitava a farsi sotto.
-Allora, ti sei già stancata?-
Sam non diede il tempo alla ragazzina di tornare in azione che infilò il braccio metallico scoperto dentro uno dei computer ancora intatti, estraendone una gran quantità di fili rivestiti in gomma, per poi gettarsi all’attaccò della giovane in verde.
Schivò il suo gancio destro e le si portò alle spalle; con un rapido movimento le avvolse i fili attorno al collo, poi cominciò a stringere.
Nell’arco di pochi secondi, Buttercup si ritrovò senza fiato e ansimante.
-Fa male, vero? E non ti illudere, non sono uno di quei cattivi che magari ti lascia andare se l’eroe di turno gli chiede pietà, quindi pensa le tue ultime preghiere, perché sta per giungere la tua ora!- le urlò impietosamente la castana, aumentando la stretta.
La supereroina cercò di dibattersi in ogni modo, con pugni sulla testa della avversaria alternati a gomitate, ma quest’ultima non accennava a mollare la presa.
Dopo un’altra manciata di secondi parsigli un’eternità, la vista della mora cominciò a farsi sfocata e i suoni più indistinti, perfino l’odiosa risata di Sam e i suoi sbeffeggiamenti cominciarono a sembrarle echi lontani.
Era dunque quello il suo destino? Morire in quella maniera così miserabile?
“Ma col cazzo!” fu questo tutto ciò che la mora pensò.
Lei non intendeva rinunciare, c’erano tantissime cose che doveva fare e tantissime persone da cui non voleva separarsi.
Ne sarebbe passato ancora moltissimo di tempo prima che l’alito vitale l’abbandonasse.
Stringendo i denti, la mora sbattè il piede a terra per far capire che la sua indole battagliera non si era minimamente affievolita.
Con un balzo, prese il volo e, con una capriola a mezz’aria, buttò Sam a terra schiacciandola di peso, liberandosi la gola.
Gattonò lontano dall’avversaria portandosi una mano alla gola, dove sentiva un lieve bruciore, per riprendere fiato.
Sam intanto cominciò a rialzarsi, fortuna per lei che non si sente dolore quando si è un cyborg.
-Stronza! Non illuderti, morirai lo stesso.-
La castana si portò nuovamente avanti colpendo l’avversaria con un destro in volto mentre questa era ancora in ginocchio, ma la powerpuff girl non si spostò di un millimetro.
Sam contrasse il volto in un’espressione di furiosa irritazione, colpì di nuovo, ma Buttercup non accennava a cadere a terra.
-Perché non vuoi crepare?-
Nessuna risposta, la mora si limitò ad alzarsi continuando a tenere lo sguardo basso, mentre la castana le sferrò un altro destro in volto, ma sembrava che questa non li sentisse.
Perché non cadeva a terra, perché non si decideva a morire? Sam strinse i denti furiosa.
-CREPA, DANNAZIONE!-
Buttercup alzò la mano e parò il colpo, stringendo forte.
-Non credo proprio che accadrà.-
E con potenza inaudita, Buttercup colpì l’avversaria a mano aperta al centro dello stomaco.
Il tempo sembrò scorrere al rallentatore per alcuni istanti, finchè l’effetto del colpo non si manifestò e Sam si ritrovò scaraventata a metri di distanza, la sua corsa si interruppe quando sfondò una delle console, restandoci dentro, sconfitta.
Buttercup alzò la testa mostrando il suo ghigno più sicuro e determinato.
-Ho delle persone care da cui non intendo separarmi.-
“Ma quanto sono mitica?!” se solo qualcuno l’avesse vista… probabilmente non avrebbe parlato, sarebbe stata presa per una sentimentale e la sua immagine da dura sarebbe stata irrimediabilmente compromessa.
-Bene, ora andiamo a sistemare qualche altro nemico.-
 
 
 
Sentiva l’energia del Chaos scorrere in ogni singola cellula del suo corpo.
“È un qualcosa di straordinario!” Sonic non riuscì a trattenersi dal pensarlo, benché non fosse la prima volta che stringeva tra le mani uno di quei smeraldi, sentire quella forza inesauribile attraversargli le membra fin dentro le viscere era sempre qualcosa di eccitante e terrificante al tempo stesso.
Chissà se anche Shadow provava quella sensazione?
-Ogni volta è come la prima… sì, lo penso anche io.- fu la conferma di ciò che pensava.
-Pensi che ciò ti aiuterà davvero, Shadow? Credi che così recupererai i tuoi ricordi?-
Il riccio nero abbassò lo sguardo.
-Questo non lo so. Forse lo sto facendo più per una questione di ideologia. Se ciò in cui credi è davvero ciò che tu hai scelto, allora non puoi essere fermato da nessuno, giusto? Se non vado errato è questa l’ideologia di voi eroi.-
Sonic si lasciò andare ad un sorriso amichevole.
-Ammetto di non essermelo mai chiesto, il perché del mio agire te l’ho già spiegato. Se davvero questo potrà servire a qualcosa, non vedo perché non fare un tentativo. Ma sappi una cosa…- e lo sguardo del riccio blu divenne sorprendentemente serio -Io voglio proteggere la Terra ed i suoi abitanti e ne sono fermamente convinto, per questo farò il possibile per uscire vincitore. Non credo ci sia bisogno d’aggiungere altro.-
-Mi trovi d’accordo. È tempo di chiudere la faccenda!-
Nella sua testa aleggiava ancora la confusione, non riusciva a stabilire quale dei due ricordi che gli vorticavano dentro fosse quello reale.
Qual’era quello che sentiva come suo? Quale memoria era quella vera, quella che il suo animo e il suo cuore avevano scelto?
Poi si ricordò del suo avversario: Sonic the Hedgehog aveva dato prova di una cosa, l’istinto, in certe occasioni, è il miglior tramite delle proprie ideologie.
“Ho scelto! Questo è il ricordo a cui voglio affidarmi!”
L’energia del Chaos aveva ormai inondato al massimo i corpi dei due contendenti, era il momento di scoprire chi seguiva il sentiero più giusto, chi era più fermamente convinto.
-SONIC!-
-SHADOW!-
I due contendenti urlarono all’unisono, scattarono in corsa.
Ridussero in breve le distanze.
Alzarono rispettivamente il pugno destro, col rispettivo Chaos Emerald ben stretto.
E poi colpirono.
 
 
 
-Bisogna disattivare questo server!-
-No, prima bisogna infiltrarsi in questa cartella, così da disabilitare l’eventuale antivirus.-
-Ma quell’antivirus non è programmato per questo tipo di intrusioni informatiche, possiamo anche non preoccuparcene.-
Sopra la bionda testolina di Bubbles apparì un gigantesco punto interrogativo.
Era ormai da parecchi minuti che Tails, Dexter ed il dottor Eggman stavano con le dita che pigiavano sui tasti della console centrale, ma lei non aveva capito un accidente delle loro parole, anche perché la maggior parte di esse facevano parte del gergo informatico/tecnologico, argomento in cui lei non aveva la minima efferatezza.
-Forse la questione a voi due mocciosi non è del tutto chiara, se vogliamo infiltrarci nel sistema di distribuzione della corrente al fine di interromperla e causare un temporaneo black-out, dobbiamo prima assicurarci di eliminare l’antivirus, o quanto meno annichilirlo il tempo necessario ad agire, altrimenti non caveremo un ragno dal buco.-
-Ma lo ripeto, quel tipo di antivirus ha delle specifiche mansioni a cui assurgere; se riusciamo ad infiltrarci con un metodo che nella sua programmazione non è registrato, esso non ci percepirà come una minaccia.- fu il turno di Dexter dire la sua.
-Ma quell’antivirus dipende da quel server che vi ho fatto notare prima, se riusciamo a interrompere la connessione con quel server, ci sbarazziamo dell’antivirus e non dovremmo preoccuparci del modo in cui infiltrarci nel sistema.- benché stesse mantenendo un tono calmo, si sentiva nella voce di Tails un forte cenno di determinazione, a riprova che quando si trattava di argomenti in cui era esperto, non mancava di spiegare le sue opinioni.
Ma Bubbles continuava a non capirci niente, aveva compreso solo che bisognava staccare la corrente per disattivare l’Eclipse Cannon.
Alzò timidamente la mano.
-Scusate… se l’Eclipse Cannon viene disattivato, il problema è risolto, ho capito giusto?-
Annuirono tutti e tre.
-E... se tagliassimo il filo che gliela porta non andrebbe comunque bene?-
Silenzio generale.
Mezzo secondo i tre geni si ritrovarono a confabulare.
-Come cazzo abbiamo fatto a non pensare a questa tipologia di azione? È la più semplice ed al contempo la più efficace. Che nessuno di voi due ne faccia parola, se si scopre che una ragazzina che di tecnologia ne capisce quanto ne capisce Sonic di nuoto ha trovato la soluzione prima di noi faremo la figura dei fessi.- fu il serio avvertimento di Eggman.
Tails e Dexter annuirono comicamente seri.
Si voltarono nuovamente verso la biondina.
-Ottima idea, mocciosetta. In realtà c’eravamo già arrivati, volevamo solo verificare la tua prontezza di pensiero.- Eggman mise su la miglior faccia da schiaffi di cui fosse capace quando raccontò quella balla.
Cercando di nascondere l’imbarazzo, i tre simil-secchioni cominciarono ad ispezionare i vari cavi che si dipartivano dalla console al fine di identificare quella che fosse correlata al trasferimento dell’energia all’Eclipse Cannon.
Ci vollero un bel paio di minuti per rintracciarla, ma alla fine ci riuscirono.
Tails stringeva tra le mani un filo color rame e un piccolo paio di forbici.
-Ok, quindi se lo taglio blocchiamo direttamente l’apparecchio che trasferisce la corrente all’Eclipse Cannon, giusto?-
-E non perdere tempo, taglialo!- gli mise fretta Eggman.
Tails, sudando freddo, lo fece.
-…Ha funzionato?-
Gli altri tre controllarono la situazione sul monitor.
 Dopo qualche secondo, Eggman si accomodò meglio sulla poltrona, sorridendo lievemente.
-Tutto come previsto.-
Ma le esultanze non ebbero neanche il tempo di cominciare che lo schermo del computer centrale si annerì.
Bubbles alzò un sopracciglio confusa.
-Ehm… è normale che faccia così?-
Dexter si sistemò gli occhiali, stringendo i denti. -No, non dovrebbe farlo affatto!-               
Gli altri deglutirono, che altro dovevano aspettarsi?
La risposta arrivò quando una cartella apparì solitario in mezzo al nero dello schermo, aprendosi da sola.
Partì un video, unico protagonista un uomo incatenato su una sedia.
Eggman ebbe quasi un mancamento.
-Nonno?!-
 
 
 
-Bell si annoia!- parlottò l’albina, facendo voltare Blossom verso di lei.
-Vedila come una cosa positiva, la nostra attesa intendo. Vuol dire che Sonic sta riuscendo a trattenere Shadow.- la redarguì la rossa.
Anche se ciò non migliorò l’umore della nemica/temporaneamente alleata, che gonfiò comicamente le guance soffiando fuori una nuvoletta a forma di fungo stilizzato.
-Però anche io volevo divertirmi un po’, così non c’è gusto. Giusto, GIR?-
-Sissignore, signore!- annui questi in posa militare.
Come a voler esaudire la richiesta dell’albina, nella sala cominciò a manifestarsi uno strano rumore, più che altro, uno strano verso.
Le due ragazze, più piccolo robot, scattarono sull’attenti.
-Lo avete sentito, vero?-
-Certo che sì, forse sta per accadere qualcosa di interessante.- mormorò Bell speranzosa.
Blossom non poteva ritenersi dello stesso umore, non aveva certo voglia di incontrare ulteriori complicazioni, la situazione era già in stallo, figurarsi se giungeva qualcos’altro a peggiorarla.
Gran parte della sala venne oscurata da una gigantesca ombra.
Poco dopo una massa mastodontica atterrò, spaccando il terreno dove le sue zampe si poggiarono.
Bell sgranò gli occhi, Blossom strinse i denti.
-Che diavolo è quest’affare?-
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
E siamo ormai giunti alle battute finali gente, se le mie previsioni sono giuste, allora nel prossimo capitolo (che, in tal caso, sarebbe il penultimo)potrete assistere alla fine delle ostilità.
È anche vero che vi avevo detto che avreste assistito alla fine dello scontro tra Sonic e Shadow… e in effetti così è stato, ma ho deciso di rimandare la sentenza decisiva al prossimo capitolo.
Inoltre vi mostrerò finalmente il pezzo finale del “Girone dell’Ira”, ciò che Bubbles disse a Shadow al termine del loro viaggio nei ricordi di quest’ultimo, probabilmente avrei dovuto mostrarvelo prima, ma sono sicuro che sarà il momento più idoneo.
E Blossom e Bell se la caveranno contro la misteriosa creatura improvvisamente apparsagli davanti, almeno il tempo necessario affinché arrivino i rinforzi?
Non serve che vi faccia altre domande, tanto sapete benissimo di che creatura parliamo.
Alla prossima gente!
 


 

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Capitolo 25
*** Apocalisse nello spazio. ***


Verde nel rosso, gli sguardi dei due contendenti si fissavano imperscrutabili.
La lotta era terminata, ma chi di loro sarebbe rimasto in piedi?
Nessuno dei due volle aprire bocca, forse perché non sapevano cosa dire o, più correttamente, perché non c’era altro da aggiungere.
Si lanciarono uno sguardo d’intesa, poi vi fu un tonfo.
 
 
 
Col Master Emerald saldamente sulle spalle, Knuckles continuava a correre per le varie stanze dell’ARK nella speranza di incrociare una faccia amica.
La fortuna sembrò volergli dare, dal momento che alcuni minuti dopo si ritrovò in compagnia di una certa ragazzina mora.
-Mi par di capire che gliele hai suonate di brutto a quella tizia.-
Il sorrisone sul volto di Buttercup confermava quanto lei gli aveva appena raccontato.
-Avresti dovuto vedere la sua faccia nel momento in cui le ho sferrato il colpo di grazia, uno spettacolo che non ci si dovrebbe perdere. Anche a te è andata bene direi, visto che hai ripreso la tua pietra.-
Le guance dell’echidna divennero leggermente rosse al ricordo di come si erano svolti i fatti.
-Già.- e non aggiunse altro.
Alcuni minuti dopo i due amici stavano ancora infilando un corridoio dietro l’altro senza risultati.
-Che palle gente, ma quanto è grande questo posto?- si lamentarono all’unisono.
-RAGAZZI, DA QUESTA PARTE!- li richiamò da lontano una voce che riconobbero come quella di Bubbles.
Seguendo l’eco capirono la direzione da seguire.
Quando raggiunsero la sala, notarono che, oltre a bubbles, Tails e Dexter, vi era anche Eggman.
-Che diavolo ci fa lui qui?- chiese Knuckles con “grande educazione”.
-Tranquilli, ora come ora, non è una minaccia.- li rassicurò la biondina, anche se il suo sguardo, che aleggiava anche nei volti degli altri presenti, era tutto fuorché rassicurante.
Ma nessuno sembrava battere quello dello stesso Eggman, che sembrava a metà tra l’incredulo e l’affranto..
Un rumore di interferenza giunse dallo schermo della console davanti a cui i tre geni erano appostati.
Anche Tails prestò la sua attenzione ai due nuovi arrivati.
-Il video sta per ripartire. Se lo guardate, capirete sicuramente.- gli consigliò vivamente.
In un altro momento, forse,Buttercup ci avrebbe scherzato su, chiedendo se ci fossero stati i pop-corn in allegato, ma capì subito che non era il caso di fare battute.
Quando la mora e l’echidna si misero davanti allo schermo, notarono la figura di un uomo, straordinariamente somigliante ad Eggman, legato ad una sedia, in quella che doveva essere una cella.
-Se state osservando questo video, allora significa che il processo è già stato avviato ed è ormai prossimo a concludersi. Io e il mio team abbiamo lavorato anni per trovare una cura a tutte le malattie del mondo; ogni tentativo si concludeva con un nulla di fatto. Pensammo addirittura di ricorrere all’ingegneria genetica al fine di creare di un essere le cui cellule sarebbero state immuni ad ogni virus presente sul pianeta Terra; studiata la creatura, avremmo potuto rendere il suo DNA compatibile con quello umano, al fine di dotarlo delle stesse capacità.-
Tutti ascoltavano come rapiti la lunga spiegazione dello scienziato; ad intuito, stava parlando di come Shadow era venuto al mondo.
-Il primo tentativo si rivelò fallimentare: il prototipo, che ribattezzammo BioLizard, era altamente instabile e violento. Il risultato era tutto fuorché ciò che speravamo di ottenere. Poi, però, le cose, grazie ad un aiuto “esterno”, sembrarono migliorare. L’esperimento stavolta ebbe successo: nacque così Shadow the Hedgehog! Ma non intendo dilungarmi oltre in spiegazioni che distaccheranno la vostra attenzione dal contesto principale di questo video. È molto semplice: l’umanità riceverà la punizione che merita! Maria, la mia cara nipote, avrà la vendetta che merita di avere! La razza umana si è dimostrata stolta e indegna, anche questa sola motivazione è sufficiente! Attraverso i computer di Prison Island ho modificato i ricordi di Shadow, installando la sua nuova missione primaria: vendetta!-
A quella rivelazione, i due sgranarono gli occhi; ecco la spiegazione dietro i ricordi confusi di Shadow e la sua brama di vendetta.
-Shadow cercherà una fonte d’energia abbastanza potente da alimentare l’Eclipse Cannon, che ho personalmente modificato affinché la sua traiettoria fosse indirizzata verso la Terra. E anche nell’evenienza in cui qualcuno riesca a disattivarlo… mi spiace deludervi, ma ho previsto anche questo: la BioLizard è stata sigillata all’interno dell’ARK, se l’Eclipse Cannon verrà in qualche modo disattivato, essa si risveglierà, e collegandosi all’ARK stessa, la trascinerà in rotta di collisione con la Terra. L’impatto genererà un’onda d’urto così potente che si estenderà su scala globale, portando all’estinzione immediata di ogni singola forma di vita sul pianeta. Era questo che pensavo sarebbe accaduto, considerato che il videomessaggio si è attivato, allora il prototipo si starà caricando. Maria, nipotina cara… presto avremo la nostra vendetta!-
E il video finì così.
 
 
 
Blossom si spostò con un salto laterale per evitare la gigantesca zampa della creatura che aveva minacciato di schiacciarla.
Inspirando profondamente, la rossa usò il suo soffio ghiacciato per congelare l’enorme zampa, sperando così di bloccare la creatura, ma questa infranse il ghiaccio senza il minimo sforzo, tornando a pestare il terreno per metterla sotto.
Bell intanto si portò in volo sul fianco della bestia e partendo in quarta la colpì di lato a pugni chiusi.
L’enorme lucertola fece un verso di fastidio e cercò di frustare l’albina con la sua lunga coda, mancandola di striscio poiché quest’ultima si scansò all’ultimo.
-BELL! DOBBIAMO FARE IN MODO DI RESTARE AI LATI, COSI’ DA IMPEDERLE DI TENERCI SOTTO CONTROLLO ENTRAMBE. IN QUESTO MODO UNA LA COLPISCE MENTRE L’ALTRA LA DISTRAE, ALTERNIAMOCI!- Blossom urlò la sua idea affinché l’albina potesse sentirla dal fianco opposto della mole imponente che le separava.
-RICEVUTO!- fu l’urlo di rimando.
Bell cominciò a bombardare il fianco della bestia con attacchi rapidi e fulminei, che seppur poco efficaci, stavano adempiendo all’intento di tenere la lucertola gigante impegnata.
Blossom, nel mentre, osservava ogni singolo punto del gigantesco rettile artificiale, nella speranza di trovare un punto scoperto, che potesse rivelarsi più vulnerabile.
-Per il momento non mi viene in mente niente. Proviamo a limitarne i movimenti.-
Dopo aver preso un gran respiro, la rossa volò basso e usò il soffio congelante per bloccare le zampe di destra dentro due colonne di ghiaccio, facendo fare a quest’ultima un verso irritato.
Bell approfittò della distrazione del bestione per infliggergli un colpo a mani unite sul fianco.
L BioLizard ruggì rabbiosa e con uno scatto si liberò le zampe congelate.
-Facciamo attenzione, non sappiamo cosa ci riserverà.-
Delle strane sfere di energia cominciarono a materializzarsi attorno al lucertolone, non appena questi lanciò un grido queste scattarono all’impazzata, costringendo le due ad un folle slalom in aria.
-GIR, reggiti forte!- il piccolo robot rafforzò la presa sulla maglietta della padroncina facendole il segno dell’ok.
Al termine della scarica le due salirono in alto per portarsi fuori portata dal raggio d’azione della creatura.
-D’accordo, evidentemente dobbiamo approciarci alla cosa in maniera più diretta.- suggerì Blossom.
-Allora facciamo così!-
Ancor prima che Blossom potesse richiamarla, Bell scattò verso il basso, avvolta da un’aura d’energia bianca e colpì la BioLizard sullo strano cerchio metallico che occupava gran parte della sua schiena; dalla bocca della gigantesca uscì quello che poteva essere paragonato ad un verso di dolore.
La coda saettò rapida verso l’albine, colpendola con una poderosa frustata, spedendola contro il muro, dove si sarebbe schiantata se Blossom non le si fosse messa dietro per rallentarla.
-Bell, si può sapere che ti dice la testa? Potevi farti ammazzare.- la redarguì.
-Ma non è successo. E ho pure trovato quello che sembra il suo punto debole.- replicò questa con una faccia da innocentina, facendo sospirare la rossa.
Beh, per lo meno sapevano dove sferrare gli attacchi successivi.
-E va bene, allora direi di evitarci troppe cerimonie e sferriamo insieme un colpo al massimo della forza. Chiudiamola in fretta!-
Le due ragazze volarono il più alto possibile, una volta raggiunta una posizione che ritennero abbastanza sicura dagli attacchi della creatura, cominciarono ad assimilare le forze, che si manifestarono sotto forma di un’aura rossa per Blossom e bianca per Bell.
-Ehy Blossy…-
La rossa storse il naso a quel soprannome che non le era mai piaciuto.
-Che c’è?-
-Immagino tu sappia che, una volta risolta la questione, torneremo nemiche come al solito. Volevo solo dirtelo.- disse questa con un sorrisetto.
-Certo che sei strana.- commentò la rossa.
Una volta accumulate tutte le forze, le due sfrecciarono a razzo in picchiata, schivando i raggi laser che la bestia sparò verso di loro dalla bocca.
Le due frecce di energia si intrecciarono e perforarono la creatura alla schiena, scatenando un’esplosione di luce.
La BioLizard ruggì irosa, cercando di resistere alla pressione.
Dopo alcuni minuti si dissolse in uno scoppio di luce.
Le due ragazze misero piede a terra per riprendere fiato.
-Pare che… abbiamo vinto.- Blossom si passò una mano sulla fronte per asciugare il sudore, aveva consumato quasi tutte le sue energie per sferrare quell’attacco.
-È finita!- festeggiò Bell insieme al piccolo GIR, ignorando completamente la stanchezza.
-Non è finita!- la voce di Shadow the Hedgehog le riportò istantaneamente alla realtà.
Blossom sudò freddo, senza avere il coraggio di voltarsi; già Shadow si era rivelato più forte di loro in condizioni normali, che speranze avevano ora che erano stanche.
Blossom tentò di risolvere la cosa col dialogo.
-Ormai… Tails e gli altri avranno disattivato il cannone. Non ha… alcun senso… combattere ancora.- boccheggiò per colpa della stanchezza.
Bell le toccò leggermente la spalla, indicandole poi di voltarsi.
Ciò vide non era esattamente quello che si aspettava: Sonic e Shadow erano appena entrati nella sala sorreggendosi a vicenda, benché il riccio blu avesse un’andatura più zoppicante e malandata.
Quei due avevano combattuto, l’esito doveva essere stato a favore di Shadow.
Anche se c’era da chiedersi perché questi fosse in compagnia di Sonic.
-Va tutto bene gente. Shadow è dei nostri ormai.- garantì il riccio blu con un occhiolino d’intesa a Blossom, guadagnandoci un insulto dalla sua controparte.
Ma Shadow riprese all’istante il suo discorso.
-Come stavo dicendo: la BioLizard è ancora integra. Sta adempiendo al compito che le era stato inserito.-
Un forte scossone fece traballare l’intera struttura, Shadow assottigliò gli occhi.
-Ha cominciato!- lasciò andare malamente il riccio blu e si indirizzò verso il tempio al centro della sala.
Lanciò un’ultima occhiata alle due ragazzine.
-Bisogna dire che, per essere riuscite a tenere testa alla BioLizard, siete meno pietose di quanto credessi.- era un complimento detto da lui.
-Che cosa intendi fare?- gli chiese Blossom mentre questi cominciò a salire la scalinata, senza degnarla di una risposta.
Bell, nel frattempo, scrollò le spalle e cominciò a trotterellare fuori dalla sala con l’inseparabile GIR.
-Bene, allora, visto che Shady-Shady sta per risolvere tutti i problemi, direi che posso recuperare gli altri e andarmene. Ciao ciao.-
Se ne andava in quel modo?
-Quella ragazzina è strana forte!- commentò Sonic ripresosi leggermente.
Lui e Blossom raggiunsero in fretta Shadow sulla cima del tempio.
-Che volete ancora?-
Sonic gli fece un ghigno di rimando e gli lanciò il Chaos Emerald giallo che era rimasto in mano sua.
-Ti eri scordato questo. Ammetto che il mio ego mi odierà a morte per questo, ma presumendo che tu voglia cavartela da solo, per stavolta ti lascerò il palcoscenico. Vedi di vincere, o ti vengo a prendere a calci.- e gli fece il segno del pollice in su.
Shadow accettò l’ultimo smeraldo, che posizionò insieme agli altri in un immaginario cerchio in cui lui stava al centro.
Poi si rivolse a Blossom.
-Senti, devi dire una cosa a tua sorella, quella bionda, da parte mia!-
-Cosa?-
Un mezzo sorriso apparve sulle labbra di Shadow.
-Grazie.- si limitò a quello, poi chiuse gli occhi, per concentrarsi meglio.
Un brivido di eccitazione gli attraversò la schiena quando sentì il potere del Chaos attraversare ogni singola cellula del suo corpo; già con uno solo era qualcosa di incredibile, con tutti e sette era davvero inebriante.
Un’esplosione di luce, e il pelo nero di Shadow assunse una tonalità dorata splendente, seppur le striature rosse rimasero uguali.
Rivolse un ultimo sguardo alla ragazzina e al riccio blu, poi sparì in un lampo di luce.
 
 
 
Collegatasi all’Eclipse Cannon, la BioLizard stava letteralmente nuotando nello spazio.
Era quella la missione per cui era stata reimpostata: portare in collisione con la Terra; e non avrebbe fallito.
O così pensava, prima che un puntino luminoso cominciasse a splendere in mezzo alle stelle, per poi tramutarsi in una scia di luce che le sfrecciò addosso, squarciandole parte del collo e portandola a ruggire furiosa.
Si concentrò sul suo nuovo avversario: un riccio dorato e striato di rosso, il cui sguardo sembrava un misto tra rabbia e determinazione.
-Non andrai oltre, bastarda!-
 
 
 
Bubbles aveva letteralmente gli occhi incollati al vetro della finestra che dava sullo spazio immenso.
Insieme a lei Dexter, Tails e un silenzioso e arrabbiato Eggman.
A causa dell’angolazione non si riusciva a vedere bene, ma la scia luminosa che sfrecciava per il vuoto illuminandolo a giorno e i botti della battaglia erano sufficienti a tenere alto il suo livello di adrenalina.
Inutile dire quale fosse l’esito che speravano; anche Eggman, suo malgrado, sperava che Shadow trionfasse, d’altronde senza più la Terra lui non avrebbe dominato su nulla.
E Bubbles sperava più di tutti che il riccio nero c’è la facesse.
-Coraggio Shadow!-
 
 
 
-Si può sapere cosa sono questi continui rumori che vengono da fuori?- sbottò un seccato Zim mentre trascinava una malconcia Sam per i corridoi dell’ARK.
Erano già alcuni minuti che si sentivano rumori simili a scoppi, ma il piccolo alieno verde non aveva idea sulla loro provenienza.
-Ma dove cavolo si è cacciata Bell, non c’è mai quando serve!-
-Veramente ci sono.-
Le antenne di Zim si drizzarono per la sorpresa quando scoprì l’albina con l’immancabile GIR volargli sopra la testa con delle tute d’astronauta tra le mani.
-È ora di tornare a casa! Papino si starà chiedendo dove siamo finiti.-
 
 
 
Shadow the Hedgehog si appallottolò su se stesso colpendo la BioLizard al collo, strappandole un altro verso di dolore.
Si distanziò da essa per evitare di finire sotto la sua morsa, benché non avesse denti, sapeva che era in possesso di una forza di schiacciamento micidiale.
Il riccio dorato esaminò la situazione: la pelle artificiale della gigantesca lucertola era squarciata in più punti, lasciando intravedere i fili metallici e le varie componenti robotiche da cui era costituita.
Era decisamente il momento opportuno per sferrare il colpo decisivo.
Chiuse la mano destra a pugno, convogliando in essa le forze necessarie.
Chiuse gli occhi per alcuni istanti.
 
 
 
Bubbles era rimasta sconvolta da tutto ciò che i suoi occhi le avevano mostrato.
Davvero Shadow aveva dovuto subire tutto ciò nella sua vita?
-Ora capisci?- le si rivolse questi. -Comprendi ora perché l’umanità deve essere sterminata? Lei non aveva commesso nessun’azione sbagliata, mi era sempre stata accanto, mi aveva trattato come un essere vivente e non come una cavia per esperimenti. Non meritava la morte! Ho promesso che l’avrei vendicata… e sarà quello che farò!-
Il tempo intorno a loro si era come fermato, probabilmente non c’era altro che Him volesse far ricordare al riccio, il suo piano era evidente.
-Quello stronzo, si aspetta che adesso io accetti di unirmi a lui per completare la mia vendetta. Tsk, come se ne avessi bisogno, è una cosa che devo fare da solo!- annunciò il riccio, osservando freddamente il nero tetro in cui si erano ritrovati.
Poteva dire di aver visto abbastanza, ora doveva solo spezzare l’illusione di quell’aracnide troppo cresciuto e rimettersi in marcia.
-Credi che lei… ti abbia davvero chiesto questo?-
-Cosa intendi?-
Rivolse la sua attenzione alla biondina.
-Davvero lei potrebbe averti chiesto di vendicarla? Perché a me ha dato l’impressione di essere una persona fantastica e dolce.-
-Infatti lo era. Anche per questo motivo la promessa che le feci necessita di essere mantenuta.-
Bubbles gli si piazzò davanti cercando di essere più chiara.
-Quello che voglio dire è che lei non avrebbe mai potuto chiederti una cosa del genere. Era una persona troppo buona per volere sofferenza per altri. Forse… forse la tua memoria è confusa?-
Ringhiò nervoso da parte di Shadow.
-Stai forse insinuando che non merita giustizia?! Il professor Gerald aveva gli intenti più altruisti quando cominciò i test su di me, voleva aiutare l’umanità, e hai visto qual è stato il “ringraziamento”. Maria avrebbe avuto tutte le ragioni per chiedermi vendetta.-
Bubbles scosse la testa in senso di diniego; non riusciva a credere che una ragazza come Maria potesse chiedere qualcosa di ignobile come lo sterminio della razza umana.
-So di non poterla conoscere come te, Shadow,ma sono certa che fosse una persona a dir poco meravigliosa, non avrebbe mai potuto voler questo. Ricorda cos’era lei per te, sarebbe come offendere la sua memoria se…-
La biondina non riuscì a terminare la frase.
Per un attimo, il tragico dolore del passato si ripresentò davanti agli occhi di Shadow the Hedgehog.
Mentre osservava la ragazzina cadere al suolo, a tratti gli sembrò di rivedere Maria trafitta dal proiettile.
Non poteva essere, stava accadendo di nuovo?!
-Stupida mocciosa, non avrebbe dovuto interferire.-
Tutto intorno a Shadow vorticò per alcuni, poi il paesaggio tornò ad essere quello freddo e buio della caverna del Girone dell’Ira.
Lo Tsuchigumo, il mastodontico ragno che li aveva attaccati, reggeva tra le zampe una tela, la stessa con cui li aveva precedentemente intrappolati in quell’illusione onirica.
Shadow notò uno dei suoi lunghi artigli sporco di sangue.
Era il sangue che usciva anche dal petto di Bubbles.
-Il piano del capo era alquanto semplice: farti rivivere gli eventi tragici del tuo passato e poi sfruttare la tua debolezza psicologica per fuorviarti e accettare di allearti con noi. Questa mocciosa stava rischiando di rovinare tutto… ha avuto ciò che si meritava.-
Shadow the Hedgehog stava a testa china e in silenzio, concentrato solo sulla ragazzina esanime a terra e in una pozza di sangue.
-Shadow…- la sentì mormorare -…lei… non avrebbe… voluto. Ti prego… pensaci… pensa a chi lei era.-
L’aracnide si ritrovò a fare un verso di sufficienza.
-Tsk, riesce ancora a parlare. Direi che è il caso di finirla qui!- alzò l’artiglio per l’affondo decisivo e scattò.
L’attacco non riuscì.
Shadow, frapponendosi tra la zampa del mostro e la biondina, la bloccò con le mani.
Non una parola fuoriusciva dalle sue labbra, lo Tsuchigumo si innervosì.
-Non interferire, Shadow the Hedgehog, io e te abbiamo da discussione da fare, prima però devo sbarazzarmi di questa palla al piede.- quelle furono le sue ultime parole.
Con un tiro netto, il riccio strappò letteralmente via la zampa del mostro dal resto del corpo, prima ancora che questi potesse urlare dal dolore spiccò un balzo e lo infilzò alla testa col suo artiglio.
Con un’espressione di terrore congelata sul volto, il gigantesco ragno crollò al suolo, ormai morto, fulminato dallo sguardo di Shadow.
Col nemico ormai eliminato, la sua attenzione tornò sulla ragazzina.
Il riccio le si avvicinò, un lieve, ma significativo, cenno di preoccupazione nel suo sguardo.
La prese in braccio e cominciò a correre; era necessario arrivare alla fine di quel luogo il più presto, se si fosse sbrigato avrebbero ancora potuto salvarla.
-Te lo prometto!-
 
 
 
-Promettimelo Shadow… promettimi… che aiuterai quelle persone. Aiutali a guardare avanti… per un futuro migliore.- il corpo della giovane cadde al suolo.
-TE LO PROMETTO!-
 
 
 
Aprì gli occhi di scatto.
La BioLizard lanciò un attacco frontale, mostrando il buio tetro della sua bocca minacciosa.
“Per la promessa che ti ho fatto!”
E l’attacco di Shadow partì!
-CHAOS CONTROL!-
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Scrivere questo capitolo è stato alquanto complesso, anche perché, trattandosi della battaglia decisiva, volevo riuscire a renderla memorabile e ho pensato che farla breve e concisa fosse la soluzione migliore.
Ebbene sì, signore e signori, questo era il penultimo capitolo e immagino sappiate cosa significhi ciò: il prossimo sarà il capitolo che metterà l’epilogo a questa storia.
L’unica ragione per cui non mi deprimo è perché questo è solo il primo tassello del mio folle progetto.
Ovviamente non intendo lasciarmi scappare alcunché a proposito, a parte quanto ho già rivelato a taluni e non sperate che mi lasci andare ad altri atti di generosità… o sadismo, dipende da quale motivazione vedete il mio rivelare certi dettagli a metà.
Io punto sul sadismo, sapere che “alcuni” di voi si fanno mille filmini per immaginarsi come proseguirà questa serie, di cui ho già in mente il nome, ma che non rivelerò prima del momento giusto, soddisfa profondamente il mio essere un infame senza gloria.
Detto questo, vi saluto e vi do appuntamento al prossimo, e ultimo, capitolo di “Sonicpuff Adventure Doujinshi 2”.
 


 

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Capitolo 26
*** Epilogo: guardando al futuro! ***


Quel giorno a Megaville spirava un vento molto forte, questo avrebbe pensato chi non si sarebbe soffermato sul dettaglio, non certo poco rivelante, che questo “vento” si presentava solo a scatti e solo in una via alla volta.
Chi avesse provato ad aguzzare la vista avrebbe potuto scorgere delle scie blu che venivano lasciate indietro.
Perché quello chiaramente non era il vento, era Sonic the Hedgehog.
Il riccio blu aveva sentito il bisogno impellente di una corsa, cioè, più del solito.
Non aveva un particolare motivo per farlo, d’altronde lui correva a velocità folle tutte le volte che ne aveva voglia, era solo il suo modo per dare il bentornato alla normalità.
Anche perché quella che si era conclusa la sera precedente era stata sicuramente una delle avventure più folli in cui si era ritrovato coinvolto e probabilmente quella in cui, almeno fino a quel momento, aveva  rischiato maggiormente di rimetterci la pelle.
Benché non fosse mai stato uno che amava guardare al passato, in quanto a sua detta impediva di concentrarsi nel vivere il presente, anche lui non riusciva a impedire agli eventi appena conclusisi di abbandonare la sua mente.
Sfrecciando a velocità supersonica, il riccio blu raggiunse, dopo aver fatto un centinaio di giri della città, la cima di una collinetta fuori città, dove decise di fare una piccola pausa per ammirare il paesaggio.
-Anche tu qui?- lo richiamò una voce familiare.
Comodamente seduta sul ramo di un albero li vicino vi era Blossom Utonium, che rivolse al riccio un gesto di saluto.
Sonic con le rispose con un sorriso.
-Già. Per quanto non sia nel mio stile, volevo fermarmi a riflettere un po’ su tutto ciò che è accaduto  in queste giornate, dopo tutto non possiamo negare che siano state a loro modo sconvolgenti. Questo posto mi sembrava il più adatto per farlo.-
La giovane volò giù dal ramo e lo raggiunse, sedendoglisi affianco.
-Sono qui per la stessa ragione.-
Per i successivi minuti restarono in un silenzio quasi religioso, dovuto non tanto al non sapere cosa dire, ma piuttosto al fatto di non voler infrangere la pace creatasi.
Quando si ritennero pronti per iniziare, fu Blossom ad avviare la discussione.
-Questa esperienza non la scorderò mai, con tutte le cose assurde che sono accadute.-
-Hai ragione. D’altronde, non capita tutti i giorni di incontrare qualcuno fisicamente identico a te che ti fa sbattere in galera per crimini che non hai commesso.- continuò Sonic con una risatina.
-Beh, come non era prevedibile che un nostro vecchio nemico si mettesse in mezzo in una questione nella quale non era implicato, portandoci tutti quanti a fare un viaggio assurdo in una sorta di versione moderna dell’Inferno Dantesco.-
La discussione procedette per i successivi minuti sul ricordo delle varie esperienze vissute in quei giorni.
Poi arrivò il momento della parte più seria.
-Secondo te, Sonic… che ne è stato di lui? Pensi che… sia morto?- a quella domanda, il riccio blu si lasciò andare ad un sospiro.
Dopo la grande esplosione causata dal Chaos Control tutta l’ARK venne avvolta in un bozzolo di luce.
Quando si infranse, la struttura era tornata magicamente al suo posto iniziale.
Dopo alcuni istanti di confusione, Sonic e gli altri arrivarono alla conclusione: Shadow aveva vinto!
Furono veri attimi di festa per loro e non vedevano l’ora che il riccio tornasse per fargli i dovuti ringraziamenti.
Ma Shadow the Hedgehog non tornò!
-Beh, un essere normale non avrebbe avuto nessuna speranza di sopravvivere. Ma Shadow ci ha dato prova più volte di essere tutto fuorché normale. Non mi stupirei se in realtà fosse vivo e vegeto. Probabilmente ha deciso di isolarsi per stare da solo con se stesso.-
-Pensi che… voglia fare ulteriore chiarezza nei suoi ricordi?-
Sonic sorrise noncurante, non poteva certo sapere quali pensieri vorticassero nella testa del suo doppio.
-Chi lo sa. O forse, semplicemente, perché se avesse accettato di ripresentarsi a noi, avrebbe rovinato la sua immagine da figo tenebroso con noi che gli facevamo le congratulazioni. Sai com’è, “Sono troppo figo per voi!”.- concluse con una scadente imitazione messa lì tanto per buttarla sul ridere.
Blossom ridacchiò e gli diede un leggero colpetto sul braccio.
-Ma dai, non è certo egocentrico come te!-
-Egocentrico io?! Non posso farci niente se sono un grande!- replicò questi con falsa modestia e ironia.
 
 
 
-… e alla fine abbiamo visto, mentre tornavamo, Shady-Shady che spaccava la faccia alla lucertolona e impediva che la Terra venisse distrutta.- Bell concluse il suo racconto.
Il Dr. X sospirò, e pensare che si era limitato a chiederle dov’era stata in quei giorni d’assenza, non il resoconto completo raccontato con la stessa enfasi con cui si decantava una lode, senza contare che la figlia era accompagnata da un GIR che ad ogni sua parola gesticolava per enfatizzare ulteriormente la storia.
Alla fine, però, potè dire di essere contento che le cose si fossero concluse in quella maniera.
-A conti fatti, questo Shadow ci ha fatto un favore! Se la Terra fosse stata distrutta il nostro piano non avrebbe più potuto essere realizzato. E almeno questo spiega anche perché Sam e Zim hanno l’umore sotto i tacchi.-
Anche se, più che altro, sembrava che i due si stessero approfittando della cosa.
Ricordava che, quando avevano finalmente fatto ritorno, nessuno dei due aveva proferito parola per ore.
Da quel momento Sam si era ritirata, solo lei sapeva dove, affermando che doveva allenarsi per “Fare il culo a Buttercup!”, sue testuali parole  che non voleva essere disturbata.
Zim, invece, si era spaparanzato davanti alla postazione videogame con snack e bibite borbottando qualcosa sul fatto che avrebbe giocato fin quando non si sarebbe sentito.
Ma era sempre stato cosciente del fatto che la cyborg non rifiutasse mai una missione a meno che questa non prevedesse il fare a botte con qualcuno e che Zim alla console ci avrebbe potuto passare anche tutta la vita senza stancarsi.
A conti fatti, quella dell’umore a terra era tutta una gran castroneria per non ricevere la seccatura di doversi alzare per rispondere “no” ad un’eventuale convocazione.
Sì, se ne stavano decisamente approfittando.
Pazienza, ci sarebbero volute ancora parecchie settimane prima di attuare il test e, in ogni caso, Bell e GIR da soli erano più che sufficienti.
Deciso ad ignorare quei due (ogni scusa era buona per bigiare il lavoro) preferì concentrarsi sulla figlia, impegnata ad esporre un ulteriore resoconto dell’avventura che aveva vissuto; non si era nemmeno accorta che non la stava più ascoltando.
-A conti fatti, se Shady-Shady non avesse cambiato idea, ora saremmo tutti morti stecchiti, non pensi anche tu?- gli chiese ad un certo punto.
-Si, certo.- l’assecondò per evitarsi altre discussioni.
Tra l’altro, di che stava parlando.
-Ad ogni modo, Bell, al momento non ho missioni di alcun genere da affidarti, dovrai recarti sulla Luna solo tra alcune settimane, quindi, sino a quel momento, sei libera.- decise di concederle del tempo per se stessa, sperando non si andasse a cacciare in altri casini tipo quell’ultimo.
-Hai sentito GIR?! Andremo sulla Luna! Magari avremo il tempo di esplorarne tutti i crateri.- la ragazzina saltellò verso l’uscita felice come una Pasqua, col piccolo robot da compagnia stretto tra le braccia.
Il Dr. X potè solo sbattersi una mano in faccia.
-Oh cielo!-
 
 
 
-Mi sembra incredibile che tu riesca a sorridere così tranquillamente. Credevo che tra noi tu fossi quella che avesse preso più seriamente di tutti la questione di Shadow, e riesci a essere così allegra malgrado la sua probabile morte?!-
Il sorriso della piccola Bubbles si affievolì leggermente una volta che Knuckles terminò quella frase.
-Perché, come hai detto tu, non abbiamo nessuna certezza che lui sia davvero morto. Ma, soprattutto, sono felice perché, a prescindere, lui era riuscito a ricordarsi chi era davvero, a recuperare i suoi ricordi e a scegliere la strada da seguire affidandosi a ciò in cui lui credeva.-
Osservandola mentre carezzava Courage, comodamente accoccolato tra le sue braccia, Knuckles non potè fare a meno di pensare che quella ragazzina fosse più matura di quanto non sembrasse.
Forse la persona di cui lei aveva preso tanto a cuore la situazione era deceduta, eppure lei aveva mantenuto la forza di sorridere.
Ovviamente la sera precedente era scoppiata in lacrime al pensiero che il riccio nero potesse essere morto, ma era bastato che sua sorella Blossom le riferisse l’ultimo messaggio di Shadow, quel “Grazie” che nascondeva più di quanto potesse apparentemente dire, affinché lei ritrovasse il sorriso.
-Shadow aveva ritrovato se stesso. Indipendentemente dalla sua sorte, ha lottato per una scelta che aveva fatto lui. Però, sono convinta che sia ancora vivo e che il suo ruolo nel mondo sia determinante.- concluse.
Intanto, pochi metri più in là, la porta del dojo si aprì e ne uscirono una Buttercup assonnata e un Tails che invece sembrava ringiovanito di metà dei suoi ancora pochi anni.
-Sai, le lezioni di meditazione del tuo sensei sono davvero interessanti, peccato che debba ripartire oggi, mi sarebbe piaciuto seguirne qualcun'altra.-
-Tu non sei normale, e te lo sto dicendo io.- sospirò la mora strofinandosi gli occhi.
Knuckles scosse bonariamente la testa, ecco una differenza tra lui e Buttercup.
Era pur vero che il suo stile di vita era molto diverso da quello della supereroina, avendo lui trascorso tutta la sua vita su un’isola volante per fare la guardia al Master Emerald; in situazioni come quella dell’echidna ogni cosa era ben accetta pur di ammazzare il tempo e aveva trovato nella meditazione una buona alleata nonché aiutante che gli permetteva di mantenere la calma… finchè non aveva conosciuto Sonic, da quel giorno la tranquillità andò a farsi benedire.
Bubbles raggiunse la sorella tenendo sempre Courage stretto tra le braccia, quest’ultimo sorrideva lievemente alla vista della mora mezza addormentata, non tanto per sadismo personale (non era certo il tipo), semplicemente perché, in quelle condizioni, non si sarebbe concessa ad insulti verso di lui.
Buttercup lo fissò per un istante.
-Stupido cane!-
Come non detto.
Bubbles ridacchiò leggermente. -Malgrado tutto, non ti smentisci.-
Buttercup trovò la forza di fare un leggero ghigno. -Ovvio che no!-
Knuckles a quel punto prese la parola. -Se avessi avuto tempo ti avrei dato anche io qualche lezione.-
L’espressione di Bubbles si rattristò leggermente, Buttercup sorrise mesta.
-Dovete proprio andarvene? Perché non vi fermate qui per qualche giorno?-
Tails sorrise affabile spiegando le loro ragioni. -Non è che non ci piacerebbe restare ancora a Megaville per un po’ di tempo, è solo che non possiamo permettercelo. Eggman è ancora in circolazione e non sappiamo quando tornerà alla carica.-
-Già, dobbiamo essere sempre pronti a riceverlo.- concluse Knuckles per lui sbattendosi i pugni.
Le due ragazzine non poterono che dirsi d’accordo; era il lato negativo della carriera di un eroe, il non potersi adagiare sugli allori neanche per poco tempo perché la prossima minaccia sarebbe potuta giungere in qualunque istante.
-Come si dice, d’altronde… ah giusto: “Il male non dorme mai!”- se ne uscì Buttercup con una citazione che sapeva più di frase fatta mista di filosofia.
Bubbles ridacchiò gentilmente, portando la sorella ad alzare un sopracciglio dubbiosa.
-Perché ridi?-
-Non prendertela sorellina, è solo che è strano sentirti parlare così.-
La mora incrociò le braccia al petto fingendosi offesa.
-Anche io so essere saggia, quando e se voglio.-
-Beh, diciamo che il professor Jack ha avuto un buon ascendente su di te.- la biondina rise nuovamente, anche Courage si lasciò scappare un risolino, nel vedere la sorella arrossire di botto, succedeva sempre quando il professore veniva chiamato in causa.
La cosa che Tails notò in seguito era l’assenza di alcuni membri del gruppo.
-A proposito, avete idea di dove siano Dexter e Blossom? Voglio dire, noi tra poco, una volta che Sonic sarà tornato dalla sua corsa mattutina, dovremo partire, penso sia giusto salutarli.- quello che non immaginava era che la sua innocente domanda avrebbe scatenato i pensieri più assurdi nella mente della mora.
Se quei due non erano lì, allora poteva darsi che quel nerd maledetto stesse cercando di…
-ANDIAMO DEX, TI PREGO NON FARLO, E’ ROBA ANNI ’80!-
Tutti si voltarono in direzione della scuola media che stava a pochi metri di distanza, giusto in tempo per vedere un geyser d’acqua sfondare la parte del tetto soprastante ad esso.
-Ma che cavolo…?- Knuckles si grattò la testa confuso.
Pochi minuti dopo, dalla porta principale, ne uscì il genio dai capelli rossi; sul volto aveva stampata la classica espressione stoica che lo contraddistingueva, ma un attentato osservatore avrebbe notato la soddisfazione che luccicava dietro le lenti dei suoi occhiali.
-Che hai combinato, sottospecie di nerd? Perché ci scommetto che quella colonna d’acqua è frutto di una tua cazzata.-
-Grazie per l’educazione.- si aggiustò gli occhiali riprendendo la mora con sarcasmo. -Diciamo che Otto si è “offerto volontario” di fare un test scientifico per conto mio: cosa succede se tiri lo sciacquone dopo averlo intasato di carta igienica  e con la testa di una persona?-
Sgranarono gli occhi nell’apprendere che il rosso aveva praticamente eseguito una nuova forma di tortura su quel povero disgraziato del suo amico.
Certo, se avessero saputo che Dexter aveva giurato fin dal giorno in cui si erano conosciuti con Sonic e gli altri che con Otto ci avrebbe “scambiato due parole” perché quest’ultimo aveva mostrato il suo passato a Blossom senza averlo consultato, forse avrebbero giustificato almeno un po’ la sua azione, ma lui non ne fece parola.
-Quindi quell’urlo di poco fa era suo?!-
-Esattamente!-
Poco dopo due scie luminose si avvicinarono a loro: una blu via terra e una rosa via aria.
Blossom e Sonic li avevano appena raggiunti.
-Dove eravate?-
-In giro.- rispose il riccio restando sul vago.
-Allora, pronti per i saluti?- alla domanda di Blossom tutti riacquistarono la serietà.
-Bene, andiamo allora!-
Knuckles sentì improvvisamente una strana sensazione, come se un osservatore esterno li stesse spiando.
Mentre gli altri cominciavano ad incamminarsi, l’echidna restò per qualche istante fermo a guardarsi intorno.
Poi chiuse gli occhi e sorrise lievemente.
-Non so dirti se Shadow the Hedgehog è sopravvissuto, ma abbiamo avuto conferma che ha fatto chiarezza sui suoi dubbi. Io non mi sorprenderei se lo dovessimo incontrare di nuovo in futuro, ma indipendentemente da ciò, lui è riuscito ad essere in pace con se stesso.-
Era sicuro che lo avesse sentito, a prescindere da quanto lontano fosse nascosta.
-Ehy Knuckles, datti una mossa o il Master Emerald avanzerà richiesta di licenziarti dal tuo lavoro; lo hai lasciato sul Tornado X senza curarti di lui.- rapida e sbeffeggiante, la voce di Sonic lo riportò alla realtà.
-NON ROMPERE, BASTARDO!-
E mentre anche il rosso si incamminava, una figura snella e sinuosa uscì lievemente dal suo nascondiglio.
La missione era stata un successo, il dischetto era stato consegnato e la notizia dell’innocenza di Sonic the Hedgehog sarebbe presto stata diffusa, pertanto aveva deciso di mettersi alle loro calcagna per scoprire se magari sapessero qualcosa a proposito di colui che per un po’ era stato un suo alleato.
Rouge the Bat si concesse un piccolo sorriso prima di spiccare il volo.
Knuckles, se voleva, sapeva essere un tipo rassicurante.
 
 
 
Una cosa che Decoe, Bocoe e Bokkun facevano spesso era mettere in guardia il loro creatore sui rischi che certe azioni o decisioni comportavano; non ricordavano una sola volta che non l’avessero fatto, così come non vi era mai stata una singola occasione in cui Eggman li avesse ascoltati.
E puntualmente l’esito era il medesimo: il piano di Eggman falliva miseramente e tutti loro erano costretti ad una ritirata che aveva ben poco di onorevole.
A conti fatti, quell’ultima volta gli era andata bene, visto che, se non fosse stato per il sacrificio di Shadow, nessuno di loro sarebbe stato lì a parlarne.
Ma il fatto di non essere morto e di essere riuscito a riportare la pellaccia alla Techno Base non sembrava di grande conforto ad Eggman; era come se il baffuto scienziato fosse caduto in uno stato catatonico da quando aveva visto il video lasciato dal nonno quando questi era ormai prossimo ad essere giustiziato.
Dal loro ritorno non aveva sbraitato, non aveva mandato nessuna maledizione nei confronti di Sonic e addirittura non li aveva nemmeno insultati.
-Dite che stavolta la situazione è grave?- chiese Decoe ai due colleghi mentre, nascosti dietro un angolo della sala di comando, osservavano il loro creatore spaparanzato sulla sua poltrona e immerso nel totale silenzio, altro elemento a sfavore, quando Eggman restava in silenzio per troppo tempo non era mai un buon segno.
-Forse dovremo provare a parlargli. Magari è una depressione passeggera?- suggerì un poco convinto Bokkun, non che gli altri due lo fossero.
Dopo aver discusso per alcuni minuti presero la decisione di tentare.
Camminando quatti, non si poteva mai sapere con Eggman, ridussero la distanza che li separava dall’immensa poltrona in cui l’altrettanto imponente figura del dottore era seduta dandogli le spalle.
E se li avesse smontati pezzo per pezzo per aver osato parlargli?
-Era davvero un genio!- mormorò all’improvviso e di colpo l’aria sembro farsi meno pesante.
-Dico davvero, nell’arco di quei pochi minuti in cui tutto stava cambiando, mio nonno è riuscito a farsi venire in mente di modificare i ricordi di Shadow al fine di dargli un nuovo obbiettivo e addirittura a preparare un piano di riserva. Non c’è altro da dire se non ripetere che era un genio.-
I tre robot si guardarono confusi per un attimo; quindi quel silenzio prolungato non era derivato da quello pensavano, da come stava parlando il dottore sembrava tutto fuorché depresso.
Bokkun ebbe il coraggio di chiedere -Ma quindi, dottor Eggman, lei non è arrabbiato con suo nonno? Voglio dire, questi aveva ideato un piano per distruggere la Terra mentre lei vuole conquistarla, non la fa infuriare questa consapevolezza?-
Lo scienziato non battè ciglio, anche se non si sarebbe potuto notare in ogni caso per via degli spessi occhiali.
-Ammetto di essere rimasto un po’ deluso inizialmente, mi chiedevo perché una mente geniale come la sua avesse preso una decisione così drastica. È anche vero che non avevo provato a mettermi nei suoi panni e dopo averci provato mi sono reso conto che, in seguito a quanto gli era accaduto, non era poi così impensabile che volesse far saltare in aria il pianeta.-
Il panciuto uomo si alzò dalla sua comoda poltrona e camminò tranquillamente per la sala, gettando ogni tanto occhiate distratte ai suoi tre assistenti, come se in quel momento stesse più parlando con se stesso che con loro.
-Il contesto ha sempre ascendenza sul modo d’agire e mio nonno si è ritrovato in questa situazione: si è sbattuto tanto al fine di aiutare questo pianeta per guadagnarci cosa?! Non solo lo hanno arrestato con l’accusa di cospirazione e intenti criminosi, ma hanno anche ucciso sua nipote, nonché mia cugina. In virtù di ciò, non gliene posso fare una colpa.-
I tre rimasero sorpresi da quel discorso, davvero il dottor Eggman era in grado di uscirsene con discorsi seri e, in un certo senso, volti a comprendere i sentimenti di qualcuno che non fosse lui? La stima che provava nei confronti di suo nonno doveva essere davvero immensa.
Ma i tre non ebbero il tempo di riflettere su quel breve istante di maturità che l’uomo lanciò a ciascuno di loro un’immensa cassetta degli attrezzi; Bokkun precipitò al suolo.
-E ora forza, vecchi rottami i cui pezzi sono buoni solo per giocarci a “Shanghai”, mettetevi al lavoro! Avete una miriade di macchine da costruire che serviranno per il mio trionfale ritorno sulle scene. Quando sarò tornerò all’opera e stavolta Sonic e la sua combriccola di svitati non mi fermeranno!- annunciò entusiasta ridendosela della grossa.
I tre poveri assistenti non poterono far altro che sospirare.
-Discorsi edificanti o meno, non imparerà mai dalle sue sconfitte.- mormorò Bocoe.
-Beh, sempre meglio del dottor Eggman silenzioso e taciturno. A me, personalmente, inquietava.- dichiarò Bokkun, sorreggendo a fatica la sua cassa.
E mentre i tre si sobbarcavano il lavoro, il baffuto scienziato rioccupò la sua postazione, ancora una volta pronto a creare problemi.
-FORZA, L’EGGMAN EMPIRE NON SI COSTRUIRA’ CERTO DA SOLO!-
 
 
 
Un senso di intorpidimento gli attraversò i muscoli, dovette aspettare alcuni minuti affinché questi si riprendessero e gli dessero di nuovo la facoltà di potersi muovere.
Il riccio nero e striato di rosso si issò stancamente in piedi, cercando di fare mente locale sulla situazione.
Che razza di posto era quello in cui si trovava? A giudicare dai grandi alberi fitti, dalla pesante umidità che si avvertiva nell’aria e dall’apparentemente totale assenza di segni di civiltà, sembrava che si trovasse in una foresta tropicale.
Come ci era arrivato lì?
L’essere si poggiò una mano sulla tempia, nel tentativo di trovare nei suoi pensieri ingarbugliati quella che avrebbe potuto essere la motivazione che lo aveva portato a ritrovarsi in un posto del genere.
Perché se si era risvegliato lì allora ci si doveva essere recato sulle proprie gambe e in luoghi del genere non ci si andava senza una ragione ben precisa.
L’aria ostile e primitiva che quel luogo emanava rafforzò la sua convinzione, doveva esserci per forza qualcosa sotto.
Il problema era proprio questo: perché era andato lì?
Cercando nel vortice confuso e scoordinato che gli vorticava in testa si rese conto anche di un’altra importante cosa: non solo non ricordava perché si trovava lì, ma neanche come aveva fatto a giungervi.
Provò a scavare ancora più a fondo nei suoi ricordi nel tentativo di capire, ma giunse ben presto alla consapevolezza che dentro la sua testa si ammassavano nient’altro che immagini confuse e sfocate, nessuna delle quali era abbastanza chiara da fornirgli risposte adeguate o anche solo indizi che potessero essergli utili.
I suoi occhi rossi saettarono da un angolo all’altro della zona, confusi ma non spaventati.
Cos’era accaduto prima che si ritrovasse lì? Qual’era stata la catena di eventi che lo aveva visto protagonista e che aveva avuto l’esito di portarlo lì? E soprattutto…
-Io chi sono?-
 
 
 
-Se mi è concesso dire la mia, voi ve ne approfittate troppo della mia amicizia.- fu il commento dello scheletro ammantato di nero rivolto alla giovane accanto a lui.
-Me ne rendo conto Grim, e mi dispiace dovermi approfittare così della tua disponibilità; ma Shadow meritava una vera opportunità per dimostrare la sua redenzione.-
Grim sospirò; eh sì, erano decisamente finiti i tempi in cui si diceva “La morte non aspetta nessuno!”.
Ora, oltre a Dee Dee, anche lei gli aveva chiesto di sorvolare sulla mietitura di un’anima.
Non che non comprendesse il perché la giovane glielo avesse chiesto, sperava solo che la cosa non si rivelasse controproducente.
-Non ti preoccupare, ci ho già fatto l’abitudine.- mormorò rigirandosi la falce tra le mani svogliatamente. -E’ pur vero che non mi aspettavo che avrebbe perso la memoria, questo potrebbe rivelarsi un problema serio.-
La giovane socchiuse gli occhi, il “Cupo Mietitore” aveva tutte le ragioni per essere sospettoso.
-Non dico che non potresti aver ragione, ma sono certa che lui sarà in grado di superare anche quest’ostacolo. Confido che riesca a recuperare i suoi ricordi e che scelga di seguire ciò che il suo cuore gli suggerirà; certo, se sceglierà di essere fedele alla nostra promessa, ne sarei più che felice. Ho fiducia in lui!- un sorriso dolce e sincero, era tutto ciò che era necessario per far trasparire il sincero affetto e l’amore fraterno che la giovane creatura angelica nutriva per lui.
-Beh, spero che sia come dici tu.- poco dopo la “Morte” socchiuse gli occhi annoiata quando sentì il cellulare vibrargli in una piega della tunica.
-Accidenti, chissà che diavolo vorrà Mandy stavolta. Io devo andare, in caso dovessi avere ancora bisogno di me, sai dove trovarmi. Comunque, ci tengo a dire a te ciò che dissi a Dee Dee qualche giorno fa: sarò anche “La Morte”, ma anche io ho delle leggi a cui sottostare, per cui, ti chiedo per favore, di non chiedermi un’altra volta qualcosa del genere.-
-Sta tranquillo. E mi scuso ancora per averti disturbato.- riuscì a fargli le sue sincere scuse prima che sparisse in un vortice di oscurità.
Un altro vortice, stavolta di soffici e delicate piume bianche, cominciò ad avvolgerla, era il momento per lei di andare.
-Ci saranno ancora molti ostacoli che attenderanno te e tutti gli altri in futuro, ma tu non dimenticare mai di guardare sempre avanti e di lottare sempre per ciò in cui credi e sono sicura che riuscirete a farcela in ogni occasione. Niente ti sarà impossibile, amico mio! Ora devo andare. Sayonara, Shadow the Hedgehog, ti voglio bene.-
 
 
 
Sonic the Hedgehog e Blossom Utonium si strinsero fraternamente la mano, come gesto di chiusura di quell’avventura emozionante che avevano vissuto insieme in quei giorni.
-Anche se per poco, è stato un vero piacere lavorare insieme a voi!-
Sonic pensò bene di uscirsene con una delle sue battute per rendere più allegri gli animi.
-E ci credo, chi non si sentirebbe onorato di lavorare insieme al grande “Me”?-
-Piantala di fare lo sborone!- lo redarguì Knuckles, anche se nemmeno lui riuscì a trattenere una piccola risata.
-Comunque…- riprese il discorso la giovane dai capelli rossi -… non commettiamo la sciocchezza di dirci addio. Chissà, magari un giorno ci rincontreremo, sperabilmente in circostanze favorevoli.-
-Se un giorno vorrete mai venirci a trovare a Station Square, per noi sarà un piacere accogliervi.- garantì il piccolo Tails, alzando il pollice in segno di intesa. Intuendo che probabilmente si sarebbero dilettati in discorsi alquanto lunghi, Buttercup si mise in mezzo e alzò teatralmente le braccia.
-Ok ora basta! Sapete che detesto i saluti sdolcinati, quindi fatemi il favore di piantarla qui.- anche se si vedeva che stringeva gli occhi per non lasciarsi scappare qualche lacrima.
I tre mobiani decisero che sarebbe stato meglio così e salirono a bordo del Tornado X, anche se Sonic e Knuckles si dovettero accontentare delle ali, dal momento che il posto passeggeri, dietro a quello da pilota, ovviamente occupato da Tails, era stata prenotato da Knuckles per il Master Emerald.
-Uno di questi giorni, quel sassolone ci farà finire male.- scherzò Sonic, scatenando le ironiche proteste dell’echidna.
Tails sistemò gli ultimi controlli e poi diede il segnale che erano pronti a partire.
Tutti e tre si scambiarono un gesto di saluto con i quattro ragazzini, più Courage ancora accoccolato tra le braccia di Bubbles, rimasti a terra (Buttercup però non salutava con la mano, era roba da pappemolli, ma gli rivolgeva un sorriso incoraggiante).
Pochi secondi dopo, il Tornado X si sollevò da terra.
Ancora un ultimo saluto, poi il veicolo da battaglia partì a tutta birra per la strada di ritorno.
-QUANDO TORNERA’, PORGETE I MIEI SALUTI A SHADOW!- grazie alla potenza conferita dall’urlo sonico, i tre amici riuscirono a sentire l’ultima richiesta della piccola Bubbles.
Sonic sorrise felice, lo avrebbe fatto con piacere.
-FORZA RAGAZZI, SI TORNA ALLA BASE! E SEMPRE PRONTI PER UNA NUOVA AVVENTURA!-
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:





E’ finita?!



E’ finita! Cioè, ancora non mi sembra vero! Mi sembrava ieri che per la mia testa malata frullava questo pensiero: “Hm… quasi quasi faccio un cross-over tra il fumetto di Bleedman ed una delle varie avventure di Sonic e company.”
Ancora non immaginavo che avrei optato per “Sonic Adventure 2”, cosa che mi avrebbe portato a fare la mia personale introduzione del personaggio di Shadow the Hedgehog, figuriamoci poi ad inventarmi la “Saga dei peccati capitali”, a cui inizialmente non avevo minimamente pensato, e che da quella mi sarebbe venuta l’idea che ha fatto nascere in me il desiderio di creare un sequel. Insomma, quello che doveva essere un cross-over come tanti altri, è diventato invece la base di quello che probabilmente sarà il mio più folle progetto da quando mi sono iscritto su Efp.
Ora, solo perché sono estremamente pignolo, vorrei fare un chiarimento a proposito del fatto che ho fatto perdere la memoria a Shadow.
Se fosse stato per me non l’avrei fatto, ma visto che sto cercando di mantenere il legame con la continuum ufficiale ho dovuto.
Come ben sapete, questa storia ricalcava gli eventi di “Sonic Adventure 2”, in seguito ai quali si svolge “Sonic Heroes”, dove non è presente il vero Shadow; per chi non ricordasse, durante quel gioco, nella scena in cui Rouge e Omega scoprono la sala piena di cloni di Shadow, il robot afferma che anche quello che sta viaggiando con loro due è un falso e che quello è nascosto chissà dove.
Il vero Shadow riappare poi in “Shadow the Hedgehog” dov’è nuovamente privo di memoria; non volendo dunque creare uno sconvolgimento che avrebbe potuto alterare la trama sostanzialmente ho dovuto fargli perdere la memoria e farlo risvegliare in un posto sconosciuto.
Un’altra cosa che ci tengo a dire: non aspettatevi che il sequel arrivi tanto presto!
Ho preso infatti la decisione di prendermi un periodo di pausa, nel quale mi limiterò a scrivere one-shot quando le idee mi verranno e quando l’università me lo permetterà.
Dopo questo periodo rileggerò le mie long-fic lasciate incomplete e riprenderò quella per cui mi tornerà per prima l’ispirazione. Nell’evenienza in cui ciò non avvenga, allora mi concentrerò sul sequel, ma solo in quel caso.
Ok…dannazione, non so più che dire.
Allora direi che è inutile protrarre le cose ancora a lungo.
Ringrazio coloro che hanno inserito la storia tra le seguite (FallingStar e SuperWiki) e chi tra le preferite (Adda95, ceci the hedgehog e l’immancabile Phantom13).
Parlando di Phantom13, porgo un ringraziamento speciale a lei e a Shinichi e Ran amore per essere riusciti nell’ardua impresa di recensire tutti i capitoli della storia senza mai tentare il suicidio per lo schifo che li ho praticamente costretti a leggere.
E stavolta basta davvero!
Cavolo però, non mi sembra ancora vero!
No, dico sul serio, stavolta la chiudo.
Questa era “Sonicpuff Adventure Doujinshi 2” signore e signori, io sono F9v5,  vi saluto calorosamente e mi auguro che questo schifo che ho il fegato di chiamare “LONG-FIC” via sia piaciuto.
Alla prossima!


 

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