I ragazzi e i loro giocattoli [Traduzione di miseichan]

di jibrailis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***



Capitolo 1
*** 1 ***




Note:
Inception. Arthur & Eames. 

Dunque, probabilmente la maggioranza di voi sta pensando: “Ehi, ho visto il film, ma non ricordo l’esistenza di questa coppia.” 
Avete ragione. Questi due baldi giovani condividono lo schermo per un totale di sì e no 2 minuti (in un film che ne dura 148), ma ciò non ha impedito a noi fangirl di creare un vero e proprio fandom solo per loro. 
Perché sono dolci, adorabili e si incastrano alla perfezione. 
(E Eames con il suo accento inglese e i suoi darling ci ucciderà tutte)
Io me ne sono innamorata e spero con tutto il cuore di riuscire a farli amare anche a voi. 

 

Ovviamente sono alle prime armi in quanto a traduzioni, per qualsiasi nota, consiglio, correzione o lavata di capo, non stateci neanche a pensare: scrivetemelo. Del tipo: prima sparate, poi fate domande.
E, sempre ovviamente, se ve la cavate con l’inglese la storia originale resterà sempre e comunque migliore: ci sono giochi di parole, frasi e concetti a cui l’italiano, purtroppo, non può rendere giustizia. 

 

Link della storia originale: http://archiveofourown.org/works/224636
Link account autrice: http://archiveofourown.org/users/jibrailis/pseuds/jibrailis
Link account traduttrice: http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=87678

 

Grazie a tutti per l’attenzione, 
Miseichan



 


 




I ragazzi e i loro giocattoli

 

 

autrice: jibrailis
traduzione di miseichan

 

Riassunto: Ad Arthur piace inventare le cose. E farsi crescere i baffi. E’ un uomo dalle molte sfaccettature. 

 

 

Il problema comincia quando Arthur si fa crescere i baffi. 
“Arthur, hai i baffi,” commenta Eames quando si incontrano per caso a San Salvador. 
La giornata è talmente calda da far quasi sciogliere il sorriso sulle labbra di Arthur non appena intravede le familiari spalle di Eames in un affollato mercato. Quasi. 
“Non dire niente,” dice Arthur. “Non cercare di reprimere l’ambizione dei miei follicoli.”
“Sai che non farei mai niente di così crudele,” dice Eames, ma sulla strada di ritorno verso l’appartamento di Arthur continua a fissare la striscia di peli sul labbro di Arthur. 
Arthur sa che ci sono tre possibili spiegazioni per l’improvviso interesse di Eames.
 

  1. E’ follemente innamorato di Arthur e vuole averlo lì sul marciapiedi, 
  2. Non gli piacciono i baffi, e
  3. In realtà non sta guardando i baffi di Arthur ma il suo ombrello/specchio/tosaerba.

 

“Vuoi vedere come funziona?” chiede Arthur mentre girano l’angolo. 
“Vediamo, Pinocchio, quando un ragazzo diventa un uomo il suo ipotalamo comincia a produrre una certa quantità di ormoni e...”
“Mi riferivo” dice Arthur, “all’ombrello.”
Gli occhi di Eames scintillano in direzione dell’ultima invenzione di Arthur. 
“E’ quello che è.”
“Cos’altro potrebbe essere?” chiede Arthur, facendo ondeggiare due volte l’ombrello per avere maggiore enfasi. “La forma a cupola e il tessuto di nylon chiaramente lo identificano come un ombrello. Quel tanto dovrebbe essere ovvio, anche qualora venissi distratto dal rivestimento riflettente, è così che l’ombrello può anche essere utilizzato per controllare lo stato dei tuoi capelli mentre sei sotto la pioggia. O il manico, in cui ho installato un tosaerba di buona qualità, completo di motore a combustione interna.”
Aspetta la solita risposta. Ma Arthur, perché dovresti aver bisogno di un ombrello con un rivestimento riflettente e un tosaerba con motore a combustione interna? Arthur è stufo di quella domanda e delle sue simili, ma ha la risposta pronta sulla punta della lingua: perché l’innovazione è progresso, perché l’efficenza è il segno caratteristico della mentalità moderna, e perché a lui piace davvero, davvero tanto. La prossima volta che qualcuno sarà sotto la pioggia, impossibilitato a tagliare l’erba o a controllarsi i capelli, Arthur avrà la sua rivalsa. 
Eames, ad ogni modo, non ride. Non mette in mostra neanche quel sorriso odiosamente insincero che Cobb ha ormai perfezionato per tutte le volte in cui Arthur parla delle sue invenzioni. Invece allunga una mano e tocca l’ombrello, le dita che scorrono sul tessuto. 
“Il taffeta di nylon ha 190 filettature per pollice,” lo informa Arthur. 
“E’ adorabile,” dice Eames, “Segnami per uno.”
“Perché non per... sei?” chiede Arthur. “Sa che è da disperati cercare di ricavare un profitto dalle sue invenzioni ma ciò non gli impedisce di tentarci. Ha già messo una svendita sul suo sito (compra un articolo, un altro è gratis, spedizione inclusa), ma non ha intenzione di dirlo a Eames se può convincerlo a comprare diversi pezzi a prezzo intero. 
“Cosa dovrei farci con sei...”
“TosaOmbrelli,” lo aiuta Arthur.
“Cosa dovrei farci con sei TosaOmbrelli?” chiede Eames. 
“Cosa non puoi fare con sei TosaOmbrelli?” replica Arthur. “Non hai nipotine e nipotini a cui devi comprare regali di Natale? Non hai conquiste di una notte che devi corrompere per far sì che dimentichino la tua sbronza villania?”
“Niente dice ‘grazie per il pompino’ e ‘scusa per aver urlato il nome sbagliato a letto’ come un TosaOmbrello, devo ammetterlo,” dice Eames. 
“Io ne sarei incantato,” dice Arthur.
“Arthur, anche due pezzi di metallo lucente riuscirebbero a incantarti,” puntualizza Eames. “Sono sorpreso che tu mi abbia ingannato per così tanto tempo facendomi credere che fossi uno forte. Dev’essere stata l’overdose di Somnacin. Normalmente sono bravissimo nel giudicare le persone.”
“Io sono forte,” dice Arthur.
Eames lancia un’occhiata affettuosa al sole. 
Arthur chiude il TosaOmbrello e lo sistema sottobraccio. La vendita promozionale dovrà essere rimandata a un altro momento. 
“Che stai facendo qui in San Salvador?” chiede. “Credevo dovessimo volare basso dopo l’incidente con Lash Miller.” E con incidente ovviamente intendeva dire che erano ricercati dalle agenzie governative di ben cinque diverse nazioni.
“Volare basso non è una delle mie capacità,” ammette Eames. “Ho un lavoro qui. Un lavoretto,” aggiunge quando vede Arthur alzare gli occhi al cielo. “Una cosa veloce veloce, con possibilità di essere scoperti quasi pari a zero. Se non lo avessi accettato, sarei seduto in un pub da qualche parte, annoiato a morte. Non possiamo avere tutti degli hobby come te.”
“Giusto,” dice Arthur. “In ogni caso, se devi entrare nel giro di dreamsharing in questa città, tanto vale che tu salga a prendere un tè e un po’ di informazioni. Conosco questa zona meglio di te.”
Sogghigna nel vedere l’espressione di Eames, che è di per sé una sorta di regalo, perché Eames può nascondere benissimo le proprie emozioni quando vuole - semplicemente sceglie di non farlo quando è con Arthur, un segno del maturare della loro amicizia nel corso degli anni, fin da quando erano stati rinchiusi in un congelatore e costretti ad accoccolarsi per un po’ di calore. 
“Cosa?” chiede Arthur. “Credi che non abbia accettato anch’io dei lavori, qui? Devo tenermi in allenamento per quando tornerò al vero lavoro.”
Mentre salgono le rampe di scale cigolanti dell’appartamento di Arthur, chiede:
“E quale nome urli a letto, se è quello sbagliato?”
Eames sorride. “Immagino sia un segreto che dovrai scoprire.”

 

***

 

Arthur siede a gambe incrociate, circondato da cinque ventilatori. Sta lavorando al tavolino da caffè, il sudore che gli scivola lungo la schiena. Il portatile è quasi troppo caldo per essere toccato, ma vuole vedere se oggi è riuscito a portare a termine qualche nuova vendita su www.invenzionidiarthur.com. Ha buone speranze, ma con il compra-uno-e-uno-in-regalo si aspetta come minimo uno o due compratori, anche se sono solo tizi entusiasti e non un’utenza maggiore. Va bene. Conquista una piccola collina oggi, una montagna domani. 
Si aspetta uno o due ordini. Ne ha uno. Arthur cerca di placare la solita delusione mentre clicca sui dettagli dell’ordine, pensando già all’imballaggio della confezione e alla discesa all’ufficio postale. Quando vede in cosa consiste l’ordine, comincia a sorridere. 
Arthur non ha idea di chi sia Jefferson Smithy, ma Jefferson Smithy di Vancouver è il suo cliente più affezionato, acquirente di grandi quantità di nove delle ultime dieci invenzioni di Arthur (la maschera/reggiseno non era stata, col senno di poi, una delle sue idee più brillanti). I suoi acquisti sovvenzionavano da soli i costi dei server di Arthur, e se Arthur avesse mai occasione di incontrarlo di persona, lo inviterebbe a bere qualcosa. 
Oggi Jefferson Smithy ha ordinato dieci TosaOmbrelli con un commento che dice “La tua idea migliore, finora! :D :D”
Arthur si chiede se l’estasi è un effetto del caldo. 
Arthur si chiede se dovrebbe rintracciare la carta di credito di Smithy e scoprire qualcosa di più su di lui. 
Arthur si chiede se il volare basso non lo stia rendendo un folle, romantico stalker. 
Ma è solo che - ecco, Arthur non sa come spiegarlo senza suonare come se fosse il protagonista di una commediola romantica, ma il padre di Arthur era uno scienziato e un inventore. Le prime memorie di Arthur sono quelle di un bambino sempre fra i piedi del papà, nel suo laboratorio, mentre tira leve e ingerisce sostanze colorate e gommose con il padre che lo rincorre con un kit per controllare i veleni. Il padre di Arthur aveva fatto parte della prima squadra di sperimentazione del PASIV, che aveva finito per rovinare lui e spedire il figlio sotto le cure di militari professionisti che avevano insegnato ad Arthur come sparare, come sopportare il dolore, come vendicarsi. 
Sono passati quindici anni, e Arthur ha sparato a un mucchio di persone, sopportato più dolore di quando vorrebbe, e ha ottenuto la sua vendetta. E’ rimasto nell’industria del dreamsharing perché vuole, perché non vede alternative. Questa è la vita per cui la sua infanzia lo ha formato, e alle volte, quando giace sul letto la notte, lo sguardo fisso sulle mosche che volano in cerchio, si chiede se si possa sognare così intensamente da dimenticare come si vive. 
Così, Arthur inventa. Inventa la sua nuova identità, inventa i suoi nuovi gadgets, reinventa se stesso dieci volte di seguito, baffi occasionalmente inclusi. 
Scende all’ufficio postale per comprare l’imballaggio per i TosaOmbrelli. Fa un salto al Da Michele dove prende una fetta di manzo per la cena. Arthur porta gli acquisti al suo appartamento, e comincia a incartare i TosaOmbrelli per spedirli. Fa una pausa dopo aver scarabocchiato per la quinta volta l’indirizzo di Jefferson Smithy. 
Fa più caldo che mai, nonostante la sera stia calando, ma Arthur è preparato. Non solo ha cinque ventilatori sul pavimento, ma ne ha altri installati negli oggetti di tutti i giorni. Il coltello da carne che usa per affettare il manzo in piccoli pezzetti ha un ventilatore nel manico che soffia aria fresca dritto in faccia ad Arthur. La pentola sul fuoco ha ventilatori in entrambi i manici. Le due stampe di Joseph Cornell sul muro sono provviste di eliche rotanti proprio nel centro. 
Ha invitato Eames a cena, perché è ciò che gli amici normali fanno, anche se Arthur deve ammettere di essere un po’ carente in fatto di amicizie nella norma dato che o cerca di finire a letto con i suoi amici (Arianna, quel bacio) o li segue lealmente ovunque vadano (Cobb). Questa nuova cosa che ha con Eames può solo essere un buon passo avanti nel suo sviluppo psicologico, pensa. E se alle volte immagina Eames nudo, o si chiede che forma abbiano i suoi fianchi, niente di male. Neanche Freud aveva sempre successo, e almeno lui non confondeva Eames con sua madre. 
Quando Eames arriva per la cena, si toglie la camicia e la appende all’attaccapanni. Si inginocchia davanti al tavolino da caffè dove Arthur ha sistemato due scodelle di cibo saltato in padella. 
Gli occhi di Arthur si contraggono alla vista dei muscoli sudati di Eames ma non trova un modo sottile di dire, La tua bellezza mi sta mettendo seriamente in difficoltà, smettila per favore.
“Questo cucchiaio ha un ventilatore incorporato,” dice Eames.
“Sì,” dice Arthur. “Io lo chiamo Ventiaio.*
“La tua faccia ha ancora dei baffi incorporati,” dice Eames. 
“Lo chiamo nascondersi dall’Interpol,” dice Arthur. “Dio, limitati a mangiare con il tuo Ventiaio.”

 

***

 

Il lavoro di Eames in San Salvador include un'ex prostituta diventata chirurgo, uno zoo, e la carta del Mago dei tarocchi. Arthur non ha curiosato troppo nei dettagli, ma sa che non ci sarà nessun sogno perché sarebbe troppo rischioso al momento usare il PASIV senza attirare attenzioni non volute. Il problema con l’incidente Lash Miller è che ha lasciato quelli del loro ambiente incerti su chi sia degno di fiducia, e Arthur sa che scissione durerà più a lungo di qualsiasi cacciatore di taglie. Quando tornerà al suo vero lavoro, il mondo sarà diverso, la sua orbita retrograda. 
“Ho una piccola parte per te nella truffa,” dice Eames, facendo sollevamento pesi nel salotto di Arthur mentre Arthur rimugina sull’inventare una tunica traspirante per coprire opportunamente la silhouette del corpo di Eames. 
“Quale?” chiede Arthur. 
“Ho bisogno di qualcuno che distragga Candelaria mentre noi le riprogrammiamo l’auto,” dice Eames. “Qualcuno con una bella faccia e un eccezionale senso dell’umorismo.”
“Oh, okay, se la metti così,” dice Arthur. 
“E visto che Cobb non risponde più alle mie chiamate perché convinto che finirò per trasformare i suoi figli in inguaribili ribelli, la parte è tutta tua.” Eames prosegue accennando alla quota che gli spetterà, una piccola quota che Arthur reputa adeguata alla facilità della sua parte. Nella sua testa sta già facendo i calcoli, cercando di valutare quanti TosaOmbrelli sarà in grado di fare con la paga di quella truffa.
“Certo,” dice, “Lo farò.”
“Proprio come i vecchi tempi,” dice Eames, e quando Arthur lo guarda meglio capisce come il vivere in modo poco appariscente stia veramente strappando via una parte di Eames, Eames che ama sognare in grande e scatenarsi alla grande.
“Non durerà ancora per molto,” dice pacatamente Arthur. “Alla fine saranno a corto di risorse, o l’interesse pubblico calerà. Si dimenticheranno di noi.”
“Non dimenticheranno mai,” replica Eames. “Ci saranno periodi in cui non ricorderanno con tale intensità, solo. Ma non dovrei lamentarmi. Mi verranno le rughe, altrimenti.” 
Scivola più vicino ad Arthur, nonostante il caldo umido, e Arthur abbassa lo sguardo sul ghirigoro di inchiostro che preme contro il bordo dei pantaloncini di Eames. 
“Su, a cosa stai lavorando adesso? Fammi pensare a qualcos’altro.”
“Ti piacerà,” fa un gran sorriso Arthur. “E’ alta sartoria per donne, ma è al tempo stesso appariscente e pratica.” 
Mostra a Eames come sta ripiegando assieme pezzi di carta igienica. 
“E’ una borsa che puoi portare con te, ma è anche un rotolo di carta igienica. Così se mai dovessi ritrovarti in un bagno senza carta, o se avessi bisogno di un fazzoletto per qualsiasi ragione, non dovrai fare altro che srotolare un pezzo della tua borsa. Voila!”
“E’ la cosa più meravigliosa che abbia mai visto,” dice Eames. “La mia intera esistenza mi ha condotto a questo sublime momento.”
“Non c’è bisogno di fare lo stronzo,” dice Arthur, ma sta ridendo. E’ una cosa che fa ora con Eames; può ridere senza voler prenderlo a pugni in faccia o il sospetto di essere preso per i fondelli. Eames è... per molti versi un idiota fatto e finito, ma è il tipo di idiota che una volta era stato disposto a sacrificare la propria vita per quella di Arthur, e chi lo avrebbe mai immaginato. Avere ancora dei segni vitali davvero ti fa pensare meglio di una persona. 
Quello, e il fatto che Eames sia il suo quinto miglior cliente. Compra le invenzioni di Arthur anche quando non avrebbe modo di usarle, anche se d’altro canto, ad Arthur vengono in mente venti ragioni per cui Eames potrebbe beneficiare di una borsetta che è anche un rotolo di carta igienica. Il tutto è avere una mentalità aperta e un naso gocciolante. 
“Dovresti chiamarla Purse Nurse**,” suggerisce Eames. Arthur fa una smorfia alla vista di come le dita di Eames stanno strappando la carta. 
“Attento,” dice. “Devi trattarla come se fosse una bomba da disinnescare.”
“Quante pensi che ne comprerà Jefferson Smithy?” chiede Eames, subdolo. Il suo tono di voce fa arricciare il naso ad Arthur perché non è come se lui e Jefferson Smithy stiano portando avanti chissà quale torrida storia tale da giustificare il suo comportamento da domestica pettegola del piano di sotto.  
“Non ne ho idea,” dice Arthur. “Di solito non compra i miei articoli femminili, perciò sono dell’opinione che nessuna donna faccia parte della sua vita. Ma forse la genialità della Purse Nurse lo convincerà comunque.”
“E’ come portare il bagno con te ovunque vai,” dice Eames. 
“In realtà, questo mi dà un’altra idea,” dice Arthur. “Cosa ne pensi di cappelli doccia? Non cappelli che indossi sotto la doccia, ma cappelli che ti fanno la doccia?”
“Arthur, ti amo,” dice Eames, e il respiro di Arthur si blocca a metà strada lungo la gola. 
“Uh, certo,” dice Arthur. “Anche io. Credo sia una grande idea. Passami la colla.”

 

 

 

§

 

 

 

*Ventiaio. - Questo mi ha messo in difficoltà, sì. In Inglese è Foon, gente, e rende mille volte meglio. (da Spoon, cucchiaio, e Fan, ventilatore). In italiano era o Ventiaio o Cucchiaore. ... cucchiatore? - 

 

**Purse Nurse: purse = borsetta e nurse = infermiera. - (borsetta infermieretta? ^^)

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** 2 ***





I ragazzi e i loro giocattoli

 

 



 

“Eames,” Arthur cerca di allettarlo, lisciandosi i baffi. “Cosa te ne pare di girare un video promozionale per me? Puoi mettere in mostra il TosaOmbrello e io lo metterò sul mio sito.”
“E’ una possibilità,” dice pigramente Eames. “O potrei passare i prossimi giorni dormendo sul tuo divano, assorbendo i raggi solari e lavorando alla mia abbronzatura.”
Potresti,” concorda Arthur. “Così come io potrei improvvisamente sentire l’urgenza di usare il mio TosaOmbrello per colpire... qualcuno.”
Eames lo guarda da sotto gli occhiali da sole. Arthur non chiede nemmeno perché indossi gli occhiali da sole dentro casa. Le tende di Arthur hanno sofferto una temporanea mancanza di esistenza, il che significa che non c’è alcun filtro tra l’estate Salvadoriana e loro. Arthur ricambia lo sguardo, immobile. 
“Solo se scrivo io il copione,” dice alla fine Eames, e questo dà ad Arthur la possibilità di sorridere come uno squalo e tirare fuori la maglietta che ha appena fatto, nera con una scritta bianca attraverso il petto che dice Invenzioni di Arthur
“E’ come se non stessi aspettando altro che il sottoscritto,” dice Eames. 
“Infatti,” dice Arthur. “Forza. Ti piace stare di fronte alle telecamere. Allora vai a stare davanti alla telecamera.”
Posiziona Eames di fronte alla webcam con due TosaOmbrelli, un lenzuola dipinto per dare l’impressione delle stelle come sfondo, e tutti gli altri materiali promozionali disposti sul tavolino da caffè. Non è proprio il massimo, ma Arthur pensa che avrà quel pittoresco fascino casalingo che tutti gli inventori pazzi dovrebbero possedere.
Mette Eames dove vuole che sia (non in mezzo alle sue cosce, e perché quel pensiero gli è venuto proprio ora?) prima di arretrare di un passo ed esaminare il quadro completo. 
“Credo,” annuncia Arthur, “che sarebbe nel nostro miglior interesse professionale se tu cominciassi indossando la maglietta dell’azienda, e poi te la togliessi.”
“Vuoi che mi spogli davanti alla videocamera, così, a metà discorso?” chiede Eames, scettico. 
“Lo fai sembrare sordido,” dice Arthur, incrociando le braccia. “Ricerche di mercato dimostrano che le pubblicità contenenti messaggi subliminali sul cambiamento fruttano un incremento del 35% nelle vendite.”
“Se è il mercato che vuole vedermi mezzo nudo, allora va bene.” Eames lancia un’occhiata insolente ad Arthur che Arthur non ricambia. 
“Il mercato ti ringrazia per il tuo contributo. Inoltre,” mente “non è che tu abbia poi qualcosa di così interessante sotto quella maglietta.”
Quando Arthur inizia a registrare, Eames prende il TosaOmbrello e guarda direttamente in camera. Resta un attimo in silenzio e poi sorride. Gli angoli della sua bocca di sollevano, come se fosse divertito, ma il modo in cui culla il TosaOmbrello è pieno di tenerezza. 
Arthur ha chiesto a Eames di farlo perché se qualcuno può vendere un prodotto bizzarro alla cinica popolazione, quel qualcuno è Eames. Se Eames può vendere un’idea, allora può senza problemi guardare in camera e vendere i prodotti di Arthur con una sensualità di cui Arthur, onestamente, non credeva potesse essere capace un TosaOmbrello.
E’ come se Eames volesse fare l’amore con l’oggetto, e Arthur è al tempo stesso eccitato e leggermente geloso. Le mani di Eames corrono sulle superfici che Arthur ha impiegato tanto a disegnare e calibrare, rigirandole per esporle al pubblico come se stesse mostrando loro un segreto, svelando qualcosa di intimo. 
“Dovrò alterare la tua faccia per il video finale,” dice più tardi Arthur. “Non voglio che qualcuno ti riconosca sul mio sito.”
“Non dovrebbe essere un problema,” dice Eames, spaparanzandosi sul divano e bevendo una limonata gelata, il suo premio per un lavoro ben fatto. “Il tuo sito non è molto visitato e dubito che anche solo un’agenzia governativa abbia una mia foto decente. Solo le persone che mi hanno incontrato sanno che aspetto ho.”
“Ma possiamo fidarci di quelli che ti hanno incontrato?” commenta Arthur. “Scusa, no. Non ho intenzione di correre il rischio.”
Non importa, comunque. Anche dopo essere ricorso alla magia dei ritocchi digitali per cambiare alcune caratteristiche di Eames, tutte le loro comuni conoscenze visitano il sito con aria d’intesa. Quando controlla i commenti al video, trova i loro commenti allineati in attesa. 

 

meravigliadell’architettura scrive: Comprare TosaOmbrelli garantirà un fidanzato sexy e sudato anche a me? 

 

cobb214 scrive: Mi sento male.

 

meravigliadell’architettura scrive: Vuoi dire sedotto?

 

cobb214 scrive: Mi sento male e sedotto. 

 

mombasaman scrive: Se vuoi un motore a combustione interna più efficace vieni a trovarmi. Ho dei suggerimenti per delle migliorie. In più, il gatto sente la tua mancanza. 

 

ilcavalierenero scrive: Sono incuriosito. Continua. 

 

Il video ha quaranta ‘mi piace’, tutti provenienti dallo stesso indirizzo IP. Arthur lo identifica come l’ultima posizione conosciuta di Nash e preme il pulsante di ban il più in fretta possibile. 

 

***

 

Nel mese successivo accadono due incidenti che fanno realizzare ad Arthur che è bello che fottuto nel suo piano per non innamorarsi di Eames. 
Il primo succede in una giornata di pioggia, quando Arthur sta aspettando che Eames gli fornisca maggiori dettagli sulla piccola truffa a cui stanno lavorando. E’ alla sua solito posizione, seduto nella posizione del loto al suo tavolino da caffè mentre crea nuove Purse Nurse, quando sente l’impulso di guardare fuori dalla finestra. Arthur non è sopravvissuto così a lungo nella sua professione ignorando i suoi impulsi, così mette giù la carta igienica e si alza in piedi. Si piega in direzione della finestra, sentendo il calore del suo corpo spargersi sul vetro come vapore. 
La pioggia cade leggera, e può vedere Eames procedere lungo la strada per l’appartamento di Arthur. Eames sta portando due buste della spesa con il nome del negozio di alimentari locale, senza dubbio la loro cena. Ha anche la borsa di un computer appesa alla spalla, e un TosaOmbrello con la cupola aperta. 
Arthur trattiene il respiro. 
Eames sta usando un TosaOmbrello. Senza che Arthur gli abbia detto di farlo. Senza sapere che Arthur lo sta guardando, il petto stretto in una morsa. 
Arthur ripensa a suo padre, al laboratorio in cui è cresciuto, alla sensazione di metallo contro le dita e al ronzio di un buon motore a combustione. Poi pensa a Eames, che guarda su all’ultimo momento e vede Arthur che osserva. Cerca di salutare, ma le mani sono occupate con le buste e il TosaOmbrello, così finisce per stringersi nelle spalle, sorridendo con aria contrita. 
Arthur tenta di sorridere a sua volta, ma è certo di essere apparso folle perché nessuno dei suoi muscoli sta funzionando adeguatamente, al momento. Che cosa strana. 
Il secondo incidente è una telefonata. Arthur sta controllando lo stato del suo sito web dalla camera da letto mentre Eames è nel salotto, chiacchierando con Arianna. 
“No, no, non mi sente,” dice Eames. “Credo stia facendo un sonnellino. Essere un grande imprenditore e un genio folle lo sta sfinendo.”
C’è una pausa, durante la quale Arthur si solleva sui gomiti e chiude il portatile. 
“Oh, i baffi.” Eames ride rocamente. “Sì, sono tremendi. Orribili. Come una giungla porno che ha deciso di crescergli sul viso.”
Arthur si acciglia. 
“Ma sai,” continua Eames, “è di Arthur che stiamo parlando. Se non avesse questi capricci, se non provasse continuamente cose nuove, non sarebbe più lui. Per come la vedo, l’impulso di farsi crescere peli facciali e poi inventare un taglia-baffi che è anche un evidenziatore è lo stesso impulso che lo ha spinto a mettere l’esplosivo nel pozzo dell’ascensore.” La voce di Eames diventa più sommessa. “E’ la persona più creativa che conosco, ma non dirgli che l’ho detto.”
Um, pensa Arthur. 
Primo di tutto, i baffi sono perfettamente pettinati e puliti, grazie al suo TagliaTore. Non c’è niente che assomigli a una giungla. 
Secondo: 
Eames è il mio Mr.Darcy, cosa faccio? manda il messaggio ad Arianna. 
La risposta di lei è istantanea. 
Cavalca il suo orgoglio senza alcun pregiudizio. 
Arthur fissa il cellulare. 
Per tua informazione, con ‘orgoglio’ intendevo dire ‘pene’, aggiunge lei

 

***

 

Dopo il lavoro, pensa. Dopo il lavoro, quando avranno tempo, quando avranno tutto quello che l’estate ha ancora da offrire. Se deve sbagliarsi, che sia poi. 

 

***

 

L’ultima invenzione di Arthur è un paio di lucenti scarpe marroni che hanno un sistema refrigerante installato all’interno, così da tenere le sue dita dei piedi fresche e felici mentre cammina sull’asfalto bollente. Ne offrirebbe un paio a Eames mentre si preparano per truffare Candelaria Santos, ma ha solo quel paio. 
Arthur si arma, due pistole che scivolano nelle fondine nascoste. Si accorge che Eames lo guarda mentre lo fa, così si raddrizza. “Che problema c’è?”
“Quelle sono semplici pistole, giusto?” chiede Eames. 
“Cos’altro dovrebbero essere?” replica Arthur. 
“Non trasmettono segnali radio, vero?”
“No.”
“O emettono fasci di luce?”
“No.”
“O dispensano caramelle?”
“Sono solo pistole,” dice Arthur. “Sparano proiettili fatti di metallo. Fanno boom boom. Sul serio.”
“Mi sembra impossibile immaginare che alcunché di tuo possa essere così banale,” dice Eames, e c’è un momento quando si avvicina e Arthur riesce a sentire il suo acuto odore di polvere sa sparo. Chiude brevemente gli occhi, ma poi Eames si allontana. 
“Se tu sei pronto, io sono pronto.”
“Andiamo,” dice Arthur. Non potrà mai negarsi questo: l’adrenalina di fare qualcosa in cui è bravo, appoggiato da qualcuno di cui si fida pienamente. Sorride mostrando la punta dei denti, e Eames ricambia il sorriso. Boom boom. Si comincia. 
Candelaria Santos sta uscendo dall’ospedale quando Arthur la raggiunge e fa scivolare le dita nella sua borsetta mezza aperta. “Mi scusi,” dice in Spagnolo, guardandola mentre si gira. “Le è caduto il portafoglio.”
“Oh!” dice lei. Lo ispeziona e lui la lascia fare, perfettamente conscio di cosa veda. 
Un affascinante giovane uomo, rispettabile, con indosso un camice da dottore. Un collega che probabilmente è sempre stato nei paraggi, non notato. E’ così difficile ricordarsi di tutti, oggigiorno. 
“Grazie,” dice, prendendo il portafoglio. “Non ho idea di come sia caduto. Immagino di essere goffa a quel punto. Mio marito mi dà sempre il tormento per quello.”
E’ una chiacchierona. Ottimo.
Nel parcheggio, Eames e i suoi ragazzi stanno manovrando con la sua macchina per passare al livello successivo del raggiro, ma Arthur sfodera il suo luminoso sorriso e dice, “Non credo di conoscerla. Sono il dottor Radisson. Oncologia.”
“Dr. Radisson,” dice lei. Abbassa lo sguardo. “Ha delle scarpe davvero belle.”
“Buffo che lo abbia detto,” dice Arthur. “Lascia che gliele mostri.”
E comincia a sfilarsele. 

 

***

 

“Le hai dato le tue scarpe,” dice Eames. 
“Le ho dato le mie scarpe,” conferma Arthur. “Per essere più esatti, le ho dato le mie scarpe così che potesse darle al marito. Abbiamo lo stesso numero, a quanto pare. Mi ha pagato per averle. Così, tutto considerato, una truffa e una vendita andate a buon fine.”
Si stiracchia sul divano, il sapore del vino celebrativo ancora forte dietro i denti.
Eames ride. “Solo tu.”
“Mi sembra di ricordare una volta in cui sei riuscito a rivendere arte rubata dal valore di un milione di dollari mentre chiedevi informazioni per il bagno,” dice Arthur, “Ho imparato dal migliore.”
“Aspetta. Metti in pausa questo momento.” Eames alza le mani, posizionando i pollici ad angoli di novanta gradi come se stesse immaginando una cornice. “Vorrei poter tornare indietro nel tempo e dire al giovane me stesso che un giorno quel grandissimo arrogante di Arthur ammetterò di aver imparato qualcosa dal sottoscritto.”
E’ il turno di Arthur di ridere. Forse è il vino e forse è il successo (un lavoro così piccolo, e comunque portato a termine alla perfezione, e da qualche parte in città Candelaria Santos sta dormendo con un messaggio sotto il cuscino che la riunirà con il figlio che credeva di dover abbandonare), ma si sente ottimista. Si sente come se non avesse niente sotto la pelle a parte questa immensa, incredibile leggerezza. 
Niente carne, nessun passato. Scivola più vicino a Eames finché le loro spalle non si toccano, e coglie il sorriso interrogativo di Eames, anche se Eames si gira all’ultimo istante per nasconderlo. 
“Ti dirò quello che vuoi,” dice Arthur, “se compri un altro TosaOmbrello.”
“Ne ho già undici,” dice Eames. “Non c’è alcun limite alla tua avidità?”
“Che vuoi dire?” chiede Arthur, e il sorriso di Eames scompare del tutto. E’ il tramonto, e tutto nel suo piccolo salotto è immerso nel fuoco. “Ne hai comprato solo uno,” dice Arthur. “Dove hai preso gli altri dieci?”
“Arthur,” dice Eames, e Arthur ricorda le altre volte in cui Eames ha detto il suo nome con quella stessa intonazione, sommessa e insicura (la volta in Praga, quella in Singapore, quella nel congelatore in Missouri quando le labbra di Eames erano congelate e Arthur aveva voluto baciarlo se avesse significato che sarebbero sopravvissuti e baciarlo se avesse significato che non ce l’avrebbero fatta.) 
Arthur capisce, allora, da dove arrivano gli altri dieci. 
“Sarai arrabbiato,” dice Eames, “e lo capisco. Non voleva essere un gioco. E’ solo che non volevo farti sentire come se le uniche persone che compravano le tue invenzioni erano tuoi amici, come se fosse un obbligo.”
“Ma lo era, non è vero?” dice Arthur. “Jefferson Smithy. Avrei dovuto controllare le carte di credito, davvero avrei dovuto.”
“Non ti avrebbe portato a me,” dice Eames. “Me ne sono assicurato.” 
Alza lo sguardo su Arthur, non esattamente timido, o triste, ma come se si aspettasse un sentito gancio destro da cui non aveva intenzione di difendersi. Un singolo pensiero si fece strada nella mente di Arthur: non abbiamo niente da temere l’uno dall’altro.
“Incorreggibile stronzo,” dice Arthur. “Perché dovrei essere arrabbiato con te? Hai comprato undici TosaOmbrelli, dodici Purse Nurse, e così tanti altri prodotti che ho perso il conto. E’ più di quanto chiunque altro abbia fatto per me.” 
Affonda le dita nei capelli sulla nuca di Eames, e poi lo tira a sé per un bacio, morbido e ridente, perché Arthur non ha mai avuto prima una relazione che non includesse denaro sonante e macchine lanciate a cento all’ora, figuriamoci la promessa di un giorno dopo. Non c’è niente di malizioso nel modo in cui la bocca di Eames si apre per la sua, nel gemito che sale lungo la gola di Eames quando Arthur gli si sistema in grembo. 
“Quando è stato?” chiede Arthur, lasciando baci sulla mascella di Eames, sorridendo per il modo in cui Eames rabbrividisce. 
“Vuoi che ti sussurri smancerie? E’ questo che vuoi?”
“Quando?” ripete Arthur, premendo gentilmente il ginocchio sulle cosce di Eames. Eames lo afferra e lo allontana, tenendo Arthur e le sue macchinazioni a distanza di braccio. 
Arthur non è contento di questo cambiamento, per niente, ma può sopportarlo fin tanto che Eames continua a parlare. 
“Quando mi hai offerto quella gomma che è risultata essere anche un preservativo.”
“La mia GommaTivo!*” dice Arthur. 
“Probabilmente sono l’unica persona al mondo a perdere un battito per una GommaTivo,” dice Eames. “Dio mi aiuti, sei una minaccia. Come diavolo farò a portarti a casa dai miei genitori?”
“Faccio le pulizie in modo carino,” dice Arthur. 
“A proposito,” replica Eames, “dal momento che stiamo avendo questo adorabile momento, lascia che ti ricordi che per amore le persone fanno cose selvagge, spontanee, orribilmente sexy. Come, per dirne una, radersi i peli facciali.”
Arthur assottiglia lo sguardo. “E dire che è un così buon travestimento. Non credi che i baffi mi facciano sembrare un sofisticato europeo?”
“No,” Eames dice tristemente. “No. Solo... no. No. No.”
“Smettila di parlare e ci penserò,” dice Arthur, facendo sdraiare Eames sulla schiena con un solo dito. Eames allarga le ginocchia con un ghigno leonino, dicendo senza dirlo, cosa stai aspettando. Niente, davvero, realizza Arthur mettendosi a cavalcioni dei fianchi di Eames per scoprire con esattezza come li sente fra le mani, prima con i jeans e poi senza.
Non sta aspettando niente che non abbia avuto per tutto il tempo. 

 

***

 

“Ho un’altra idea,” dice Arthur. “Cazzo, sì, no, ascoltami. Ho un’... hgnnn, idea. Preservativi che possono anche...”
“Tu creali e poi li proviamo,” promette Eames. “Gesù, cazzolatualingua.  Sì, li proveremo tutti.”

 

***

 

(“Volevo,” dice Eames. “Ecco perché. Lo volevo così tanto.”)

 

 

 

 

§

 

 

 

* GommaTivo, gente, puro genio. In Inglese è Cum Gum --> Cum: sperma, o venire (senso sessuale, ovviamente) - Gum: gomma.








 

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