Occhi d'Oro

di Duff Rose
(/viewuser.php?uid=498527)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come tutto ebbe inizio ***
Capitolo 2: *** In viaggio ***
Capitolo 3: *** Arrivati a destinazione ***
Capitolo 4: *** La lotta ***
Capitolo 5: *** La ragazza misteriosa ***
Capitolo 6: *** Fortuna e... fiducia ***
Capitolo 7: *** Cambiamenti-parte 1- ***
Capitolo 8: *** Cambiamenti-parte 2- ***
Capitolo 9: *** Piccoli passi ***
Capitolo 10: *** Qualcosa non quadra ***



Capitolo 1
*** Come tutto ebbe inizio ***


Nda. Salve a tutti,
Questa è la mia prima fanfiction che pubblico qui su Efp e l'ho messa perché volevo condividerla con voi.
Questa storia è un pò diversa dalle altre, lo si capisce dal protagonista, ossia Zarbon. Perché proprio lui?
Perché è un CATTIVO, e a me i bad boys sono sempre piaciuti, perciò mi sono detta "perché non tentare?"ed è uscita questa "cosa" qua.
Beh... detto questo... Buona lettura!;-)



CAPITOLO 1

Invadere. Uccidere. Distruggere. Servire.
Questo era il mestiere di Zarbon: il suo scopo era invadere nuovi pianeti di tutta la Galassia, uccidere gli abitanti dei pianeti presi di mira, distruggere tutto ciò che trovava tra i piedi. Tutto questo per servire il suo padrone, un essere molto più forte di lui: era il padrone dell'intero Universo. Tutto e tutti si trovavano sotto il suo cospetto, e nessuno poteva farci niente. 
Lui era Freezer. Un mostro a cui non mancava nulla, ma a lui mancava sempre qualcosa e non si accorgeva mai di tutto ciò che possedeva.
Era un alieno senza scrupoli, un essere così egoista da fregarsene di chiunque.
E nonostante il suo carattere menefreghista, era riuscito ad avere tutti quanti ai suoi piedi, e questo non solo per la sua infinita forza. Era un tiranno a tutti gli effetti, un mercenario così temuto da tutti i pianeti da far venire i brividi anche ai guerrieri più coraggiosi.
Era un alieno molto conosciuto, tutti sapevano il suo nome anche se alcuni non lo avevano visto in faccia.
Sempre pensieroso, Freezer si trovava nella sua immensa sala a sorseggiare il suo solito bicchiere di vino, con lo sguardo perso in un altro mondo.
A farlo tornare alla realtà fu Zarbon, suo fedele consigliere e servitore. Se c'era qualcuno di cui si fidava, o meglio dava più confidenza, quell'essere era proprio lui. Certo, lo considerava sempre di basso livello come tutto il resto dell'Universo, ma la ferrea fedeltà di Zarbon lo portava a dare più fiducia, solo verso di lui.
L'alieno verde, puntuale e composto come sempre, si avvicinò al suo padrone, lasciando sempre un pò di distanza per non avvicinarsi a lui, come se fosse una vera e propria divinità.
"Mi ha chiamato, Signore?" si inginocchiò Zarbon.
Il tiranno finì di bere il suo bicchiere di vino.
Si voltò verso il suo servitore e lo fissò con il suo solito sguardo indecifrabile.
Finalmente il Freezer di sempre era caduto dalle nuvole, atterrando di piedi.
"Anche questa volta te la sei cavata molto bene. Adesso però voglio che tu parta sul pianeta Zort"
Zarbon, sorpreso dalla decisione del suo Signore, sgranò gli occhi.
"Il Pianeta Zort? Ma non è quello che suo fratello aveva intenzione di conquistare?"
Il lucertolone rosa ghignò.
"Esatto, ma ho deciso di sfidarlo e voglio averlo per prima io, perciò ti concedo sei giorni, non di più.
Con te verranno anche alcuni soldati, anche se credo che tu possa farcela anche da solo. Partirete oggi pomeriggio."
Come al solito, Freezer voleva mostrare a suo fratello che non era un incapace e che lui non solo era il favorito del padre, ma anche che aveva più capacità di lui in tutto.
C'era sempre stata molta competizione tra lui e il suo fratello maggiore, fin quando erano piccoli e questa volta voleva essere lui il vincitore della loro ennesima sfida. Suo padre, Re Cold, sarebbe stato orgoglioso dei suoi risultati. Ovviamente, non gli bastava essere il favorito di suo padre, no!
Voleva di più, aveva sempre voluto di più, ma il tiranno non aveva mai pensato al detti "chi troppo vuole, nulla stringe"?
Zarbon si limitò ad annuire.
"Sarà  fatto, mio Signore. Non la deluderò."
Credendo che la conversazione fosse finita, Zarbon stava abbandonando la Sala, ma, proprio quando era vicino alla porta, il tiranno si ricordò di un piccolo dettaglio e fermò appena in tempo l'alieno con una delle sue solite esclamazioni.
"Ah,e un'ultima cosa"
Zarbon si voltò, senza opporre resistenza.
"Verrà con te una nuova recluta, è nuova ed è ancora alle prime armi, però è piuttosto in gamba. Le mostrerai come si conquista un pianeta, dato che tu sarai il Generale in questo viaggio."
"Lo farò, Grande Freezer" concluse così la conversazione Zarbon e così abbandonò finalmente la Sala.
Come al solito, Dodoria incrociò Zarbon per il corridoio e, offeso per non essere stato salutato, lo seguì "Ehi, che cosa ti ha detto Freezer?" Chiese con una nota di pettegolezzo nella voce.
"Il solito ficcanaso" si disse Zarbon, poi gli rispose senza guardarlo e continuando a camminare.
"Non sono affari che ti riguardano."
Ma Dodoria, prepotente com'era, non si arrese .
"Avanti, che ti prende?"
L'alieno verde lo ignorò e, avvicinandosi verso la navicella, si fermò e gli rispose fugacemente.
"Invece di farmi il quarto grado, perché non vai a perdere tempo dalle tue schiave?"
"Saranno scioccate per uno come lui. Non è forte in combattimento e probabilmente nemmeno a letto" pensò tra sé e sé Zarbon.
L'altro ringhiò come un animale e divenne più fucsia del normale.
"Ma guarda questo" disse in tutta risposta senza pensarci due volte, ma poi vide il lato positivo nella domanda del suo compagno e fece uno sguardo malizioso.
"Lo sai? Forse non hai tutti i torti" e se ne andò.
Zarbon finalmente fece un bel sospiro:almeno non avrebbe visto per sei giorni quel mostro rosa.
Tra tutti, quello per lui era il personaggio più squallido di tutto l'esercito di Freezer, oltre i Sayan, ovviamente.
Non riusciva a capire il motivo per cui Lord Freezer dovesse avere come guerriero un alieno così poco elegante, puzzolente e sconcio nelle parole.
Se non fosse così importante quanto lui nell'esercito, l'avrebbe paragonato ai sayan, anche se fisicamente non gli assomigliasse proprio.
Dopo dieci minuti, sei soldati lo raggiunsero.
Cinque di loro erano piuttosto anziani ed erano esperti nel combattimento, si poteva vedere dal loro portamento coraggioso e orgoglioso, mentre uno era il più giovane di tutti. Quando Zarbon lo vide capì che era quello nuovo di cui stava parlando prima il suo Signore.
Il nuovo combattente era piuttosto alto, il suo fisico non era molto scolpito.
Aveva la carnagione rosea, come quella dei saiyan. Aveva i capelli neri e lunghi raccolti da una coda. La cosa che notò di più Zarbon erano i suoi occhi color porpora, così intensi. Portava una battle-suit che faceva sembrare la propria silhouette di qualche chilo in più. Stava a braccia conserte e si avvicinò subito verso il Capitano.
"Lei dovrebbe essere Lord Zarbon, il nostro Capitano, esatto?" chiese il ragazzo.
Zarbon sorrise "Vedo che ti sei informato molto bene, dato che sei nuovo. Si, sono io e vedi di non disubbidirmi. Quello che io dico è legge e se non la rispetti te la vedrai con me e..."
Il ragazzo lo interruppe "Ho capito, ho capito. Non c'è bisogno di scaldarsi molto"
L'altro fece un sorriso beffardo "Allora cerca di essere utile in qualche modo e di non essere un peso morto per me, perché non ho tempo da perdere con gli scarti, intesi?"
L'altro annuì.
"Ottimo, allora cominciamo a entrare dentro la navicella" ordinò il Lord e tutti entrarono.
La nuova recluta quando entrò nella navicella cercò di creare una sorta di legame con il suo Comandante, perciò guardò il suo Generale e gli allungò la mano "Comunque io sono Andor"
L'altro per tutta risposta gli scansò la mano disgustato "Non ti ho chiesto di fare la tua conoscenza."E detto questo si allontanò lasciando il ragazzo con uno sguardo interrogativo.
"Mai e poi mai stringerò la tua mano sporca" rabbrividì Zarbon al solo pensiero di avere le sue mani così curate diventare sporche per una stretta di mano.
Infuriato, Andor si sedette vicino a un soldato. "Cominciamo bene" pensò tra sé e sé e capì che lì la vita non era come se l'era aspettato e che per stare al passo con gli altri doveva dare il massimo.
Sfortunatamente per lui, il viaggio sarebbe durato molto e, soprattutto, in compagnia dI Zarbon.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** In viaggio ***


Nda. Ed ecco qui il secondo capitolo! Ringrazio davvero tanto Animaga Lupetta per avermi aiutata con il mio problema sul pubblicare le storie!
Ringrazio tutti colori che hanno letto, messo nelle seguite la mia stramba storia e, specialmente, tutte le ragazze che hanno recensito la storia, ossia Ms_Fly la quale (non so come) sono riuscita a far incuriosire e itachiforever che, come me, è una malata di questi bonazzi cattivoni 
Non preoccupatevi: non ci metterò molto tempo a pubblicare l’altro capitolo che ho già scritto, devo solo ricopiarlo sul pc.
Alla prossima! 
PDT


Correva. Correva come non aveva corso in tutta la sua vita. I suoi lunghi capelli viola svolazzavano col vento in quel bosco così buio. Era abituata a correre per quei boschi, ma non le era mai capitato di percorrerli per sfuggire a degli assassini. Si fermò di colpo:non udiva più i passi di quei tizi. S’accasciò per terra:era esausta, aveva corso almeno tre ore buone, ma non le importava più di tanto. Dopotutto, correre era la sua natura. Correre faceva parte della sua routine, ormai era come un'abitudine che però non voleva togliersi. Era scampata per un pelo alla morte certa, ma doveva sbrigarsi:doveva raggiungere suo fratello, e alla svelta. Lui era l’unico in grado di proteggerla. I suoi genitori erano morti e lei era l’unica sopravvissuta, insieme a lui.
Lui era tutto ciò che le era rimasto. Lui era il suo unico punto di riferimento. Come avrebbe fatto se lo avesse perso? Non voleva interrogarsi su queste domande, preferiva non pensarci, le andava più a genio pensare che lui sarebbe vissuto per l'eternità solo per non farla sentire sola. E adesso che quegli alieni avevano rapito suo fratello, ossia la sua unica famiglia, doveva solo andare a riprendersi ciò che aveva. Con le buone o con le cattive, non le importava. Quello che voleva era lui di nuovo accanto a lei ad affrontare tutti gli ostacoli della vita insieme, aiutandosi e supportandosi a vicenda, come una vera e propria famiglia. La giovane inspirò ed espirò sempre più lentamente, per riprendere il battito standard del suo cuore. 
“M-maledetti…” sussurrò prima di ricominciare a correre. Adesso aveva solo una meta, una sola missione, un solo obiettivo:salvare colui che per lei era tutto. Avrebbe fatto fiamme e fuoco pur di rivederlo. Su una cosa era fermamente certa:il viaggio sarebbe stato molto lungo.
                                                     ***
“Ma quando arriviamo?”
Andor stava per uccidere il suo compagno di viaggio.
Era circa mezz’ora che si stava lamentando.
Non riusciva a dormire tranquillamente a causa di quel pazzo che continuava a lamentarsi inutilmente. Sembrava che agli altri compagni non importasse, probabilmente erano abituati alle lagne dell'alieno, ma Andor no: non lo sopportava, ed era sicuro che se non avesse finito di lamenarsi l'avrebbe disintegrato, fregandosene degli eventuali rimproveri di Zarbon. Dopo un paio di minuti, il soldato smise di parlare. Andor, contento, fece un bel sospiro e finalmente chiuse i suoi occhi troppo stanchi per vedere qualcosa. Quando stava per arrivare il tanto atteso sonno, però, il guerriero brontolone si guardò intorno e poi tornò all'attacco.
“Uffa, ma come mi è venuto in mente di fare questo viaggio…”.
Andor, persa la lucidità ed anche il sonno, sbraitò come non mai.
“Ma si può sapere che cosa ti aspettavi? Qui non siamo in vacanza, né tanto meno per lamentarci. Ora tappati quella fogna di bocca e vedi di non parlare più”.
Finalmente era riuscito a dirgliene quattro. Non ne poteva davvero più di lui.
L’altro, però, non ebbe l'effetto che si aspettava Andor, infatti egli rise. “Perché, sennò che mi fai?” lo provocò.
La nuova recluta lo guardò minaccioso “Non provocarmi:potresti pentirtene! Ma se tanto vuoi conoscere le mie idee, beh,mi basta prendere quella schifosa lingua che hai e strozzarti per bene”.
Dopo quella minaccia, tutti i guerrieri guararono stupiti Andor e cominciarono a ridere. Il ragazzo non ne capì il perché, ma poi udì una voce apparentemente tranquilla dietro di lui.
“Complimenti Andor, belle parole”
Zarbon era davanti a loro e nonostante il suo sguardo rilassato non sembrava molto contento.
Andor, ovviamente, diede delle spiegazioni al Generale.
“Se questo tizio qui non la smette di borbottare, trasformerò le mie parole in fatti” sbuffò furioso.
Zarbon si fece scappare una risatina.
“Ti consiglio vivamente di non farlo. Sai, Lord Freezer non sarebbe soddisfatto del tuo comportamento”.
Che cosa? Ma che importava Freezer! Qui c'era uno sfaticato buono a nulla che non faceva altro che lamentarsi e adesso doveva importargli di quel tiranno? Ma anche no! “Come se mi importasse!” rispose il ragazzo, ma ormai Zarbon si era già allontanato da loro. Forse l'aveva sentito, ma Andor non ricevette alcuna risposta.
Il suo compagno cominciò a ridere. “Ahahah, che scemo che sei! Lord Freezer non sarà soddisfatto del tuo comportamento, quindi occhio! Ahah”.
“Si, si, ridi, ridi con tutti i tuoi denti, finché li hai” rispose Andor.
Dopo circa due ore(finalmente senza lamentele)tutti quanti si radunarono nella piccola mensa della navicella e cominciarono a cenare.
Andor si sedette nel posto più isolato di tutti; non aveva proprio voglia di parlare con nessuno.
Non era mai stato un tipo socievole, anzi, in quella navicella era meglio non legare con nessuno. Quei combattenti erano anche troppo burberi e pensavano solo alla lotta, mentre lui non era fatto così.
In più, lui era una recluta, un principiante, quindi partiva già col piede sbagliato con loro.
Mentre Andor stava mangiando, però, tre soldati si misero accanto a lui, anzi, più che accanto gli avevano preso tutto lo spazio che prima aveva a disposizione e in men che non si dica si ritrovò a terra.
“Ma che…” pensò, e, senza perdere tempo, si alzò e guardò in cagnesco i tre scostumati.
“Toglietevi da qua, c’ero prima io!” esclamò.
Come al solito, Andor poteva sembrare minuto per quei pochi muscoli che aveva, ma nessuno, NESSUNO doveva disturbarlo, e quando si metteva qualcosa in testa era molto complicato dargli degli ordini, cocciuto com’era.
“Adesso ci sono io” rispose tranquillo uno.
Andor con un colpo secco scaraventò il soldato per terra.
Solo perché era uno alle prime armi, non voleva dire che fosse anche un fesso che non sapeva difendersi. “Bene, ti ringrazio per avermi ridato il MIO posto” disse senza degnarlo di uno sguardo, e in poche mosse tolse di mezzo anche gli altri due.
Il secondo soldato andò in escandescenza e prese per il bavero il ragazzo.
“MA COME TI PERMETTI?” urlò irritato e gli lanciò la prima cosa che aveva in mano:un pezzo di coscia aliena.
Andor si liberò facilmente dalla presa del guerriero e schivò in tempo il cibo il quale, al suo posto, beccò in pieno viso un altro soldato intento a mangiare.
Egli, arrabbiato per l'accaduto, guardò il responsabile.
“Haxur, come osi?!” esclamò e lanciò una fetta di pane che però colpì in testa un suo amico.
L'altro cominciò a ringhiare. “Ma si può sapere cosa ti viene in mente? Sei un buono a nulla!” urlò e in poco tempo tutti i soldati presenti nella mensa fecero la lotta a suon di cosce aliene e pane.
L'unico che non era unito nella lotta era proprio Andor. “Questi sono matti forte” si disse.
Non si aspettava tutti quei combattenti con molta esperienza dietro che si divertivano a lanciarsi tra di loro il cibo.
"Speriamo che non toccheranno anche la scorta che abbiamo in cucina" pensò Andor sospirando. “Tranquillo. Non sono molto normali, ma almeno non prenderanno le scorte di cibo in cucina”. Come se gli avesse letto nel pensiero, Zarbon si sedette di fronte a lui e cominciò a mangiare in tutta tranquillità.
“Non sanno essere composti nemmeno quando mangiano” continuò il Generale “Almeno tu non sei così… infantile, come loro”.
“Perché dovrei farlo?” chiese Andor “Non riesco ancora a capire come facciano a perdere tempo così.”
“Sono cresciuti fisicamente ma non mentalmente.” rispose il Generale.
"Ma sanno combattere, vero? Non è che conquisteranno il pianeta lanciando cibo agli abitanti?”
"Beh, questo è tutto da vedere” affermò Zarbon mentre stava per alzarsi dalla sedia.
Poche ore… poco tempo, e il giovane avrebbe dimostrato a tutti di che pasta era fatto.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Arrivati a destinazione ***


Nda. Dopo un paio di giorni di ritardo eccomi qua! Scusate per l’attesa, ma prima di tutto veniva il mio compleanno, poi (ma proprio poi) lo studio e… insomma, ora sono incollata a casa malata! Ieri mi sa che mi sono abbuffata troppo di cibo… ho esagerato, lo ammetto, ma era la mia festa, se non mangiavo lì… comunque ecco qui il terzo capitolo della mia pazza, strana storia. Poco per volta i capitoli diventeranno sempre più lunghi, non preoccupatevi. Ringrazio sempre Animaga Lupetta che mi sostiene sempre e che ha anche messo la mia storia tra le preferite... come farei senza di te?!?!
Un grazie va anche a Ms_ Fly e itachiforever che hanno recensito; ringrazio anche Katun92 che ha messo la storia tra le seguite.
State diventando sempre più numerose, sono contenta che vi piaccia questo racconto, mi date la forza per continuarlo!
Non mi sarei mai aspettata tutte queste persone.
Ringrazio anche chi legge in silenzio, anche se, però, mi piacerebbe sentire il commento di qualche persona nuova, giusto per sapere cosa ne pensa!
Questo è il mio ultimo aggiornamento, dopo Natale dovrei aggiornare.
Vi lascio al capitolo. Buona lettura
P.S. se voi lettrici avete magari capito qualcosa di più sul segreto di Andor e su chi sia davvero questa ragazza sconosciuta di cui non si conosce nemmeno il nome potete commentare, voglio proprio vedere chi riuscirà a sciogliere questo intreccio che ho fatto; magari questo capitolo potrà esservi utile per chiarirvi un po’ le idee!!

*********


Nda. Dopo un paio di giorni di ritardo eccomi qua! Scusate per l’attesa, ma prima di tutto veniva il mio compleanno, poi (ma proprio poi) lo studio e… insomma, ora sono incollata a casa malata! Ieri mi sa che mi sono abbuffata troppo di cibo… ho esagerato, lo ammetto, ma era la mia festa, se non mangiavo lì… comunque ecco qui il terzo capitolo della mia pazza, strana storia. Poco per volta i capitoli diventeranno sempre più lunghi, non preoccupatevi. Ringrazio sempre Animaga Lupetta che mi sostiene sempre e che ha anche messo la mia storia tra le preferite... come farei senza di te?!?!
Un grazie va anche a Ms_ Fly e itachiforever che hanno recensito; ringrazio anche Katun92 che ha messo la storia tra le seguite.
State diventando sempre più numerose, sono contenta che vi piaccia questo racconto, mi date la forza per continuarlo!
Non mi sarei mai aspettata tutte queste persone.
Ringrazio anche chi legge in silenzio, anche se, però, mi piacerebbe sentire il commento di qualche persona nuova, giusto per sapere cosa ne pensa!
Questo è il mio ultimo aggiornamento, dopo Natale dovrei aggiornare.
Vi lascio al capitolo. Buona lettura
P.S. se voi lettrici avete magari capito qualcosa di più sul segreto di Andor e su chi sia davvero questa ragazza sconosciuta di cui non si conosce nemmeno il nome potete commentare, voglio proprio vedere chi riuscirà a sciogliere questo intreccio che ho fatto; magari questo capitolo potrà esservi utile per chiarirvi un po’ le idee!!
****
 
ARRIVATI A DESTINAZIONE
 
La ragazza stava man mano raggiungendo il nascondiglio segreto del fratello e non vedeva l’ora di abbracciarlo forte e sentire dentro di sé che c’era ancora qualcuno che le voleva bene e che l’avrebbe sempre protetta qualsiasi cosa le fosse successo.
Si fermò all’improvviso e vide due guerrieri che stavano perlustrando la zona. La giovane si nascose dietro a un albero e cercò di respirare il meno possibile pur di fare poco rumore.
Trattenne a lungo il fiato fino a quando un soldato accese un aggeggio che rilevò all’istante la sua aura.
“C’è qualcuno qui!” esclamò.
“Hai ragione: ha un ki intorno ai 500” affermò il suo compare.
La ragazza tentò di allontanarsi da lì piano piano, ma calpestò per sbaglio una foglia e i due la videro.
“Eccola! Deve essere lei!” esclamò il guerriero viola.
“Prendiamola” ordinò l’altro.
La ragazza corse velocissima, tentando di trovare qualche posto in cui nascondersi, ma invano.
I due guerrieri sembravano molto forti, infatti lei si fermò un istante credendo di averli seminati, invece se li ritrovò davanti.
“Ma… come è possibile?” si chiese stupita.
“Basta correre” fece scricchiolare le dita l’alieno di colore blu.
La ragazza indietreggiò lentamente, ma si accorse troppo tardi di avere dietro di sé un enorme roccia: era in trappola!
“Aspetta… una roccia! La Roccia!” sorrise contenta l’aliena.
“Ma cosa le prende?” domandarono all’unisono i due assassini.
Lei li guardò, toccò con una mano la roccia e sussurrò qualcosa che nessuno riuscì a capire per quanto il tono era basso.
Nemmeno un secondo di più e la ragazza venne trascinata da una luce abbagliante, per poi scomparire insieme ad essa.
Dove si trovava adesso? Nei sotterranei. Si poteva entrare lì solo se si toccava la Grande Roccia e se si diceva la parola d’ordine perfettamente.
Quei sotterranei dovevano essere pieni di esseri della sua specie, compreso suo fratello, ma…
“COSA?” urlò spaventata la ragazza “ma qui non c’è nessuno…”
                                           ***
“Svegliati, recluta. Siamo atterrati”.
Andor si era svegliato malissimo: con tutti quei soldati che parlavano ad alta voce tra loro gli toglievano il sonno.
“Mh?”
Aprì gli occhi. Improvvisamente tutti quanti erano scomparsi. Tutti. Tranne Zarbon.
Gli altri erano già fuori dalla navicella.
“Un guerriero non dovrebbe mai svegliarsi mezz’ora dopo l’atterraggio” affermò Zarbon con il suo tono da saccente.
Andor, però, era ancora troppo intontito dal sonno per dargli una delle sue risposte arroganti.
“Ah…”
“Dovresti saperlo” aggiunse il Generale.
Subito Andor tornò in sé e si alzò dal suo piccolo letto e, senza cacare minimamente Zarbon uscì dalla navicella.
L’aria era davvero molto fresca e con un panorama mozzafiato. Respirò a pieni polmoni.
“Vuoi sbrigarti o vuoi dire le tue ultime preghiere già da adesso?” chiese il Capitano.
“Come, scusi?” chiese nervoso Andor.
“Seguimi” rispose l’altro alzandosi in volo.
La nuova recluta, però, rimase lì fermo dov’era.
Zarbon, accortosi di ciò, tornò immediatamente da lui.
“Allora? Che ti prende?” chiese spazientito.
Il ragazzo sospirò “Ci sarebbe un problema…”
“Ossia?”
“Io… io non so volare”.                                  
    
****
 
Continuò a correre sempre più disperata.
“Dove siete?” urlò la ragazza.
Aveva cercato ovunque, ma della sua gente nessuna traccia.
Aveva percorso tutto il nascondiglio senza trovare nemmeno una persona. Nulla. Il vuoto.
“M-ma dove sono finiti? Cazzo!” pensò “ho cercato dappertutto e non ho trovato anima viva”.
Si fermò un secondo, giusto per prendersi una pausa.
Respirò a pieni polmoni per riprendersi sia dalla stanchezza sia dallo shock, fino a che non vide delle scalette accanto a lei.
“Ma… ma se fino a prima non c’erano!!” esclamò e dopo poco tempo notò che stavano scomparendo.
La giovane si affrettò a prendere quelle strane scalette che la portarono a una stanza che si trovava più sotto in cui si trovava prima lei.
Appena mise piede nella stanza, qualcosa la spaventò a morte.
                                              
****
 
Dopo qualche minuto, i due raggiunsero gli altri.
“Ecco il signorino che si prende la briga di dormire mezz’ora in più degli altri” si lamentò un soldato, anzi, il soldato, quello che Andor aveva fatto cadere per terra.
“Vuoi farmela pagare, pagliaccio” pensò Andor. Voleva tanto dirgliene quattro a quel buffone, ma capì che doveva tenersi la bocca chiusa quando c’era il Capitano con lui; quello era già pazzo di suo!
Andor aveva creduto per un nanosecondo che Zarbon sgridasse a quell’idiota, invece no. Evidentemente, ci era rimasto male sul fatto che la nuova recluta non sapesse volare.
Infatti, lui ignorò qualsiasi cosa il suo esercito disse contro il ragazzo.
Dopo pochi minuti il Generale zittì tutti quanti con lo sguardo severo e s’infilò in fretta lo scouter.
“Ci hanno sentiti. È arrivato il momento di passare all’attacco” disse e dopo indicò ognuno “Lyod e voi due nella zona est; tu e voi cinque nella zona ovest. Tu, invece..” e guardò in malo modo il ragazzo “tu va dove meglio credi, e cerca di fare qualcosa anche se ti sarà difficile, dato che non sai VOLARE” e scoppiò in una risata fragorosa.
Andor strinse i pugni “Anche se pensi che siccome non so ‘volare’ non posso fare nulla, invece posso rompere il cazzo(nel vero senso della parola) meglio di chi vola come un coglione”.
Finalmente. Aveva promesso a sé stesso di non far comparire il suo lato “da stronzo”, ma Zarbon provocava troppo.
Tutto l’esercito era rimasto sgomento: tutti quanti smisero di chiacchierare e guardarono Zarbon e la nuova recluta. Ammirarono (anche se per un attimo) il coraggio di Andor. Loro erano troppo vigliacchi per rispondere in quel modo al loro generale.
Il Capitano rimase sbalordito: quel ragazzo aveva fegato per parlare in quel modo a un essere superiore come lui.
Zarbon fece uno sguardo davvero inquietante.
“Se continui a darmi del tu, ti faccio volare più veloce di quanto tu possa immaginare” e scosse la testa “e modera il tuo linguaggio volgare”.
Andor non rispose, non era ancora il momento giusto per dargli il colpo di grazia.
Zarbon, non ricevendo alcuna risposta, disse “mi sono spiegato. Ora vai a distruggere da qualche parte, ma NON entrare nel palazzo in cui vi sono il Re e la Regina, te lo proibisco” e si voltò verso gli altri “e questo vale anche per voi”.
Tutto l’esercito acconsentì annuendo.
“E adesso fate quello che vi ho detto”.
Velocemente, tutti quanti si sparpagliarono e rimase solo Andor.
“E ora che faccio?” si domandò perso, ma poi fece uno sguardo maligno.
“Uhuhuh… mi prendete per il culo perché non so volare? Vediamo un po’ se vi farò cambiare idea” e cominciò a correre a massima velocità verso la capitale.
 


 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** La lotta ***


Nda. Salve a tutte quante. Oggi sono riuscita a pubblicare il quarto capitolo! Siete fortunate, oggi sono magnanima :) scherzo. Pubblicarlo mi è costato tanto tempo, però ne è valsa la pena. E pensare che io avevo detto che lo pubblicavo dopo Natale... certo, a Natale del 2014! E' quasi da un mese che non mando avanti la storia. 
Chiedo venia, non mi ammazzate. Purtroppo siamo alla fine del quadrimestre perciò è proprio un casino, e non so come oggi io sia riuscita a pubblicare il quarto capitolo... sono Wonder Woman u.u   Non sono solo veggente.
Vabbè, arriviamo dritte al sodo, ja.
Ringrazio come sempre tutte le persone che recensiscono (Ms_Fly, Animaga Lupetta e itachiforever) e tutte le altre che mettono la storia nelle seguite e nelle preferite. Un grazie va anche a chi legge ma non lascia una sua "orma" per far capire che il capitolo lo ha letto e lo trova bello o orrendo e quant'altro. Ragazze/i (nel caso ci fossero, non
vorrei essere femminista), state diventando davvero molte/i, sono contenta.
Allora... speriamo che questo nuovo capitolo sia di vostro gradimento e spero (non invano, però!) che qualche
persona nuova inizi a commentare, a dire la sua. In questo capitolo (da come avete letto nel titolo) abbiamo una battaglia. 
Avvertenze: descrivere scene di lotta non è il mio pezzo forte. Dato che sono una che arriva sempre dritta al sodo,
qui ho deciso di allungare il capitolo e di farvi attendere ancora un po’ per svelare l'identità di questi due nuovi individui inventati da me. Voglio tenervi sulle spine. Muahahahhah. Sono cattiva, I know.
Nessuno ha un'idea su quali siano i segreti di questi due giovani? Se magari avete già capito qualcosa potete commentare ;D anche se avete qualche dubbio ecc. Io rispondo sempre e volentieri!
Detto questo buona lettura a tutte.

Prima di cominciare vi lascio un piccolo riepilogo del capitolo precedente (dato che è passato un po’ di tempo).
Ps. appena avrò tempo aggiusterò meglio i primi tre capitoli e di allungarli un po’ di più.
Il prossimo capitolo non so quando lo pubblicherò, spero il più presto possibile (non prometto nulla, però!)

NEL CAPITOLO PRECEDENTE:
Andor è finalmente atterrato sul pianeta Zort con Zarbon e i suoi compagni di squadra. Il ragazzo svela a Zarbon
che lui non sa volare e il Capitano la prende male.
Nel frattempo, la ragazza sconosciuta riesce a scampare da degli assassini ed entra in un luogo segreto. Lì vi devono abitare esseri della sua razza, ma, con grande sorpresa della ragazza, il nascondiglio è vuoto. Trova, però, delle scalette che la portano in un luogo in cui incontra una persona.
Intanto, Zarbon da ordini a tutti quelli della ciurma, eccetto Andor, poiché inizia a trovarlo debole per il suo difetto.
Il giovane per mostrare a tutti la sua potenza si dirige verso la capitale, nonostante il divieto (per tutti) di andarci da parte di Zarbon.

*******


LA LOTTA

La capitale del pianeta Zort non era un granché: vi erano solamente un mucchio di capanne messe insieme.
Andor osservò attentamente la città, nonostante non gli piacesse più di tanto visitare posti nuovi. 
Gli abitanti del posto erano davvero esseri primitivi: si poteva notare dalle loro capanne e dalla loro scarsa tecnologia che erano dotati di ben poca intelligenza.
Di donne se ne vedevano poche, la maggior parte degli alieni che erano in giro pr la città erano uomini.
Quelle poche donne che si potevano vedere erano tutte per la strada a vendersi. Uno schifo di pianeta, in poche parole.
L'unica cosa era che quegli alieni erano delle belve selvagge, molto probabilmente era per questo che Freezer aveva intenzione di sterminarli: troppo stupidi ma allo stesso tempo molto forti e temibili come avversari in battaglia; ma non ne valeva la pena.
Andor scosse la testa e si convinse a pensare al suo scopo. Corse velocemente verso l'edificio più grande ed importante.
Il giovane arrivò subito: l'edificio era davvero sontuoso. Si distingueva non solo per la sua altezza, ma anche perché era tutto d'oro.
Andor sorrise "però... niente male. Forse forse potrei riportarmi qualcosa in ricordo di questo viaggio" disse contento.
Si avvicinò al portone, anch'esso d'oro. Con un solo (e potente) pugno il ragazzo distrusse il portone.
"Mph. Niente di più semplice" rise con aria strafottente ed entrò nel palazzo.
Ad attenderlo c'erano diversi soldati armati.
"FATEVI SOTTO!" urlò Andor e in poche mosse li mise KO.
Per rendersi conto del posto, cominciò a guardarsi intorno: ad occhio e croce dovevano esserci ben sette piani lì, perciò avrebbe dovuto sconfiggere un po’ di quegli orridi alieni.
"Che il riscaldamento cominci, allora" si disse tra sé e sé e cominciò a salire le scale.
In poco tempo riuscì a sconfiggere tutti gli esseri presenti lì dentro, eccetto quelli più importanti.
Contento della sua potenza, Andor salì le ultime scale che lo separavano dal suo obiettivo principale.
Arrivato davanti ad una porta colma di diamanti incastonati nell'oro, fece un respiro profondo ed entrò nella stanza.
Finalmente trovò quello che cercava da quando era entrato dentro quel castello: il re e la regina.
Loro due erano i più forti di tutto il pianeta: non esistevano altri di classe alta così potente come loro.
Il re e la regina non avevano previsto l'arrivo di assassini, infatti la regina si avvicinò sempre di più al re per cercare protezione.
"Allora..." cominciò Andor "voi dovreste essere quelli più forti? Wow, sembrerebbe tutto il contrario".
Il re cominciò a chiamare con una lingua sconosciuta qualcuno. Evidentemente, cercava le sue guardie del corpo.
"Spiacente" ghignò il giovane e mostrò al re e alla regina cosa teneva in mano: la testa mozzata di un soldato.
La regina urlò spaventata e disgustata e nascose il suo viso nel petto del marito.
Il re guardò l'invasore con disprezzo.
"Eh, già" rise Andor "non sono venuto in pace. Preparatevi" disse mettendosi in posizione d'attacco.
Raggiunse i due con una velocità spaventosa. Fece volare in aria il re e dal basso gli lanciò diverse sfere blu che lo colpirono ovunque.
Nel frattempo, la regina cercò di fuggire spaventata, ma Andor fu più rapido subito la raggiunse.
"Regina, non vai a salvare il tuo Re? Certo che su questo Pianeta siete tutti dei vigliacchi..." disse arrabbiato e cominciò a tirare pugni e calci alla donna. Non riusciva a schivarne nemmeno uno, anzi, dopo pochissimo tempo era già completamente esausta. La Regina cadde a terra sfinita, segno di sconfitta.
Andor sorrise e prese la donna per i capelli, provocando un urlo dolorante della vittima.
"Ma come? Già stanchi?" chiese sorridendo il ragazzo e la trascinò vero il Re, che non riusciva ad alzarsi.
La mise accanto al marito.
"Mph, ma vedi tu che schifo" ghignò l'invasore "mi aspettavo di meglio da voi. Siete dei buoni a nulla".
Dalla sua mano fece uscire qualcosa di luminoso, come il Sole.
Il Re notò la mano lucente e sgranò gli occhi impaurito. Si fece forza e si allontanò di qualche passo dal ragazzo.
Andor fece una risata maligna "ma dove pensi di andare?" e con la mano lucente indicò la Regina "vuoi forse vedere tua moglie ridotta in cenere?"
L'uomo capì all'istante le sue intenzioni, anche se non capiva la lingua.
Egli apparve per un attimo terrorizzato, ma poi l'atmosfera cambiò immediatamente.
Velocemente si avvicinò alla moglie e, vedendo che anch'ella era viva, cominciò a ridacchiare.
Andor si stupì del suo comportamento "Che cosa ti fa ridere?" chiese curioso.
Subito dopo, si sentì anche la risata della Regina.
Il ragazzo si spazientì "va bene, volete morire? Eccovi accontentati!" e, dopo aver caricato l'energia, lanciò la sua arma più potente.
Essa prese in pieno sia il Re che la Regina.
Il giovane rise di gusto "niente di più semplice" ammise col sorriso a trentadue denti.
Purtroppo, però, la mossa di Andor non fece effetto.
Qualcosa non andava.
"C-cosa vuol dire?" domandò Andor preoccupato.
Non fece in tempo nemmeno a rifletterci un attimo, che un mostro gigantesco piombò davanti a lui.
Il ragazzo lo osservò "E ora da dove è spuntato questo?"
"Semplice" rispose qualcuno con una voce molto familiare.
A pochi metri da Andor apparve Zarbon.
La recluta lo guardò stupito "Ehi, mi spiega chi è questo... coso qua?"
"Uhuhuh... sei proprio uno sciocco" disse Zarbon toccandosi la sua treccia.
"C-che cos...?"
"Devi sapere che gli abitanti del pianeta Zort hanno questo piccolo potere: possono fondersi" spiegò con aria saccente il Lord.
"Quindi questa qui sarebbe una fusion tra il Re e la Regina?"
"Bravo! Vedo che hai capito. Ti dico solo che non sarà una passeggiata... per uno come te, ovviamente".
"Saprò cavarmela. E lei che fa, intanto? La cheerleader?"
"Io preferisco andarmene via da qui, sennò mi annoio..."
Andor non poté controbattere, perché il mostro lo prese e lo strinse forte.
La recluta tentò in tutti i modi di ribellarsi, ma invano.
Il mostro gigante cominciò a tirare pugni al ragazzo con la sua mano gigantesca.
Andor cercò inutilmente di respingerla.
"Diavolo! E' troppo... troppo... forte!" si disse il giovane.
L'avversario mostrò alla sua vittima i suoi enormi e potenti denti e in meno di un secondo lo inghiottì.
Questa era davvero la fine per Andor.
Intanto, Zarbon uscì allo scoperto e disse "Lo sapevo! Lo sapevo che quel ragazzo era proprio una femminuccia".
Il mostro salterellava per la stanza contento della sua vittoria, ma si fermò di colpo.
Si toccò lo stomaco con le due mani e cominciò a lamentarsi per il dolore.
Dopo un po’ cominciò a lamentarsi sempre di più, fino a che apparì una luce al suo interno che lo fece esplodere in mille pezzettini.
Con grande sorpresa di Zarbon, Andor era riuscito a sconfiggere il mostro.
Il vincitore si avvicinò al suo Comandante e disse "Già, sono ancora vivo" e immediatamente corse verso la navicella.
Zarbon lo inseguì.
"Non vantarti: è stata tutta fortuna" ammise il Lord.
"Beh, se è così di fortuna devo averne tanta" rispose felice Andor.
"Era una missione per principianti, pivello".
"Non importa, fatto sta che ho vinto comunque".
Andor si sedette un attimo su una roccia e guardò Zarbon "quanto tempo ci mettono ancora gli altri?"
"Loro ogni volta ci impiegano un giorno".
"Wow, ma complimenti. Io gli avrei fatti fuori molto prima".
"Non te la ricredere, moccioso. Ripeto: è stata solo fortuna".
"Ok, se questa lei la chiama fortuna..."
Andor ebbe una domanda per il Generale.
"Ma lei non va a sterminare la popolazione?"
"Eh? E per fare che cosa?"
"Non so, non è il suo lavoro?"
"Il mio incarico è quello di guidare un esercito di guerrieri e di dargli degli ordini. Questo è quanto. E se poi voglio sfogarmi in qualche modo distruggo".
"E ora non ha voglia di distruggere?"
La recluta si pentì subito d quello che aveva appena detto. Gli aveva chiesto troppo.
Zarbon lo guardò in malo modo "Io faccio quello che voglio e quando voglio" ed entrò nella navicella.
Non se ne erano accorti, ma il tempo era trascorso, e anche molto.
Lo stomaco di Andor cominciò a borbottare.
"Mamma mia che fame! Direi... prima non ho pranzato" pensò e raggiunse la cucina della navicella per prendere "qualcosina".
Entrato, cominciò a mangiare di tutto (tra poco anche l'intera mensa!). Dopo un'ora, la recluta andò in bagno per farsi una bella doccia e per rilassarsi.
Dopo un paio di ore, Andor andò in camera sua e si distese sul letto esausto.
Erano successe così tante cose in pochi giorni: non credeva di essere così forte, nonostante il suo corpo fosse davvero minuto.
"Certo che sono davvero migliorato in battaglia" pensò "pian piano sto cominciando a diventare sempre più potente. Non mi lamento".
Guardò il soffitto pensieroso "Chissà gli altri come se la staranno cavando... e poi Zarbon, che fine ha fatto? Non l'ho visto nemmeno più!".
Poi, però, tornò il suo lato strafottente "Di sicuro si starà facendo qualche trattamento estetico per mantenere la sua pelle morbida e delicata..." cominciò a ridere "possibile che non ci sia qualcuno sano di mente?!"
Senza rendersene conto, Andor cadde in un sonno profondo.
Il giorno seguente, Zarbon si alzò alla buon'ora e, dopo circa due ore di trattamenti estetici, uscì finalmente dalla navicella.
Non sentì né vide Andor nella navicella.
"Forse quel marmocchio starà dormendo ancora come un sasso".
Ma il Generale si sbagliò, infatti trovò la recluta si trovava fuori ad osservare l'orizzonte.
Zarbon si avvicinò a lui e vide una strage.
Il paese era circondato da un fumo e da una puzza di morto nauseante.
Improvvisamente un'ombra si avvicinò a loro: era uno del loro equipaggio.
Era ferito ovunque: sanguinava al braccio destro e aveva perso una gamba.
La battle-suit era scomparsa del tutto.
L'uomo si sforzò a parlare "Sono tutti morti... la nostra... squadra... gli abitanti... tutti..." e si inginocchiò a Zarbon "L-Lord Zarbon... la prego... mi porti nella mediacal-machines... la supplico...".
Andor guardò il Generale "Lord Zarbon, dobbiamo aiutarlo".
Zarbon, però, non era affatto d'accordo "Eheheh, sciocco ragazzino" e con un ki-blast uccise l'alieno.
Andor era immobilizzato: sapeva perfettamente che Zarbon era uno stronzo, ma non si sarebbe mai aspettato nulla del genere.
Il giovane era arrabbiato "Perché ha fatto una cosa simile?" 
Zarbon lo guardò stupito "e me lo chiedi pure? Dimmi tu a che cosa poteva servire quello lì. Sarebbe stato solo una palla al piede, un buono a nulla".
"Che cosa? Un buono a nulla? Ma come si permette..."
"Senti, ragazzo. Morte tua vita mia, intesi?"
E così il Lord entrò nella navicella.
Andor al contrario, rimase fermo senza muovere nemmeno un muscolo: era ancora sotto shock per l'accaduto di qualche minuto prima.
Da dietro, sentì il Comandante parlare "se vuoi restare ancora lì impalato a guardare il nulla, puoi anche rimanere lì".
La recluta, senza farselo ripetere due volte, entrò velocemente nel veicolo, senza calcorare minimamente il Generale.
L'alieno verde fece un sorriso tirato "Mph, hai fatto bene a tornare. Ottima scelta" e mise in moto la navicella.



 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** La ragazza misteriosa ***


Nda. Finalmente sono riuscita a pubblicare il quinto capitolo, wow.
Ero eccitata quanto voi di pubblicare il quinto capitolo, che è davvero ricco di sorprese.
Qui scopriamo davvero molte cose, ma non montatevi troppo la testa: siamo ancora all'inizio, il bello deve ancora venire!!!
Comunque ringrazio come sempre Ms_Fly, Animaga Lupetta e itachiforever che recensiscono sempre. Grazie, ragazze
Un grazie va anche a chi legge ma non commenta e tutte le persone nuove che hanno messo nelle seguite.
Tra questi che ho pubblicato, questo è il mio preferito perché qui prevale la verità. Siete pronte????
Eccolo qui!!! Resta a voi lettori commentare. I SEGRETI SONO DESTINATI A SCOMPARIRE.


******


Trascorse un giorno e nella navicella regnava il silenzio.
Nessuno parlava, litigava... niente.
Andor era davvero contento di questo, non poteva chiedere di meglio. Viveva nella solitudine, è vero, ma ci stava facendo l'abitudine.
"Almeno non mi mette il bastone tra le ruote" ammetteva sempre tra sé e sé.
Il ragazzo era ancora arrabbiato con Zarbon; quello che aveva fatto il giorno prima era davvero imperdonabile. Nonostante Andor odiasse ancora adesso gli uomini della sua squadra non si sarebbe mai permesso di ucciderli, nei momenti di difficoltà, ovviamente.
Evidentemente, lui non aveva ancora capito bene come funzionavano le cose lì.
Si allungò sul letto e rimase a pensare un po’ al suo passato: non si era dimenticato nulla, si ricordava tutto e anche bene.
Poi, stranamente, nei suoi pensieri arrivò anche Zarbon, quell'alieno verde.
Andor digrignò i denti "E la miseria, pure qua stai?" urlò nervoso.
Cosa diavolo ci faceva Zarbon nei suoi pensieri? Non gli bastava averlo dentro una navicella spaziale?
Ma forse, forse quello non era il suo pensiero...
"Che problema hai, ragazzo?"
Oh oh... Andor preferì non averlo detto: quello non era un suo pensiero, era proprio Zarbon che si trovava davanti a lui.
Come aveva fatto a non rendersene conto?
Come un fulmine il giovane si alzò dal letto e si avvicinò al Generale camminando rigido rigido.
L'alieno verde lo guardò in malo modo "Allora? Adesso hai perso la lingua?"
Andor pensò un attimo a qualcosa da dire, che non fosse ovviamente come quella stupidaggine che aveva sparato prima.
Tornò immediatamente in sé e ripose cercando di essere il più freddo possibile "Io avrò perso anche la lingua, ma non gli occhi, infatti vedo che lei sta violando la mia privacy. Cosa vuole?"
Zarbon rise per finta "Rilassati ragazzo, volevo dirti che tra poche ore atterreremo, perciò cerca di presentarti bene davanti a Lord Freezer e abbassa la cresta: sai, al nostro padrone non piacciono i tipi che fanno gli svelti e i sapientoni. E' un consiglio che ho voluto darti, fanne tesoro" e così abbandonò la stanza.
La recluta seguì con gli occhi il Comandante che si stava dileguando, dopo ce se ne fu andato si buttò di nuovo sul letto.
"Mph, aspettatelo te che io diventa il cagnolino tuo e di Freezer" si disse Andor "anche se involontariamente lo so già diventato..."


*****

(La giovane si affrettò a prendere quelle strane scalette che la portarono a una stanza che si trovava più sotto in cui si trovava prima lei.
 Appena mise piede nella stanza, qualcosa la spaventò a morte…)

 
La ragazza sgranò gli occhi tutta contenta e lo guardò felice "ANDOR!!!" urlò colma di gioia e lo abbracciò forte.
Mise la testa nel petto del giovane "Andor! Andor! Mammamia, sono così contenta di vederti. Menomale che ci sei tu! Credevo fossero morti tutti quanti" continuò e lo guardò estasiata "invece siete tutti vivi!"
Lei finalmente si sentiva a casa, dal suo migliore amico, non poteva chiedere di meglio.
Se lì c'era lui, voleva dire che lì si trovava anche il suo adorato fratello, no?
Era al settimo cielo, si sentiva al sicuro.
Andor, però, non era così contento come la ragazza, infatti sembrava immerso nei suoi pensieri, serio in viso.
Proprio in quel momento, l'amica si guardò attorno sperando di vedere qualcuno, ma oltre a loro due non vedeva nessun'altro.
Istintivamente guardò il ragazzo e notò il suo viso incupito.
"Andor" chiese titubante, ma ancora piena di speranze "dove sono tutti?"
Il giovane la guardò sempre con il solito sguardo, ma non le diede alcuna risposta.
Questa volta l'aliena cominciò a preoccuparsi e si staccò da Andor "E dove si trova mio fratello? Andor, devi dirmelo!" esclamò sull'orlo del pianto.
Quello sguardo la preoccupava non poco: se l'aveva, voleva dire che qualcosa non andava.
Andor continuò a fissarla, poi scosse la testa.
Si avvicinò a lei, la prese e la attaccò crudelmente al muro.
L’aliena tentò in tutti i modi possibili di liberarsi, ma il ragazzo era davvero troppo forte.
Con un forte schiaffo la fece cadere per terra.
La giovane si massaggiò la testa, poi si accorse di una cosa che prima non aveva notato.
“Ma perché porti quello strano aggeggio all’occhio come quegli invasori?” domandò spaventata.
Andor la guardò tristemente “mi dispiace Kelass, ma non ho altra scelta”.
In meno di un secondo il traditore prese per i capelli la ragazza e la tirò su.
Nonostante le urla di dolore di Kelass, il ragazzo continuò “so perfettamente che tu e tuo fratello mi volevate bene. Ci conosciamo da quando eravamo piccoli, lo sai, ci conosciamo da molto tempo, ma gli altri mi vedevano sempre come la ‘pecora nera’ di tutto il villaggio per quello che è accaduto anni fa. Per quello stupido motivo tutti mi odiano, così appena ho saputo i piani del Grande Freezer ho deciso di creare un’alleanza con lui”.
Kelass rimase basita: il Grande Freezer? Chi era mai?
Andor aumentò la presa “perdonami, non è colpa tua” confessò infelice.
L’amica non se l’era mai aspettata: era il suo migliore amico, come poteva ucciderla? Probabilmente avevano ragione i suoi amici: era un vigliacco, ha deciso di diventare un loro nemico. E chissà se aveva già ucciso tutti gli altri? E forse anche… suo fratello?
Prima che Kelass potesse fare qualcosa, Andor le lasciò i capelli. La giovane cadde a terra, facendosi ulteriormente male.
L’alieno le avvicinò la sua mano “sai Kelass, forse posso lasciarti vivere” ammise “ma questo solo se accetterai di vivere con me”.
La ragazza scansò la mano di Andor e si alzò da sola “cosa intendi dire?” chiese colma di rabbia.
“Lo sai, lo sai” sorrise Andor “sai bene che tra me e te c’è sempre stato qualcosa… che noi abbiamo sempre ignorato”.
“MA DI COSA STAI PARLANDO?!”
Il traditore le prese la mano “Kelass, io sono sempre voluto stare con te, ma ogni volta non ho mai avuto il coraggio di dirtelo e… se accetterai di metterti con me, ti prometto che convincerò il mio padrone di tenerti con me e ti giuro che ti proteggerò in qualunque situazione…” non riuscì a terminare la frase che Kelass gli lanciò una sfera viola.
Andor cadde a terra dolorante.
“INFAME!” tuonò Kelass “pensi che io con queste due parole accetti? Non mi sei mai piaciuto, in specialmente adesso. Hai fatto fuori tutti quanti per pararti il culo. Non ti perdonerò mai per questo!”
Il ragazzo preparò uno dei suoi potenti raggi dalla sua mano “peccato tesoro, hai avuto una buona occasione”.
Kelass, invece, preparò un cerchio magico “MUORI BASTARDO!” urlò e contemporaneamente due attacchi andarono nelle direzioni desiderate: uno a sinistra, l’altro a destra.
I due colpi furono davvero potenti. Andor schivò alla svelta il colpo della ragazza e, vedendo tanta nebbia davanti a lui rise “ahahah, hai fatto male i tuoi conti dolcezza” esclamò al massimo della felicità.
La ragazza era morta, ma a lui importava poco, dopotutto l’avrebbe trattata solo come un oggetto.
Nessuno poteva competere contro di lui: aveva ucciso tutte le persone del villaggio, compreso il fratello di Kelass.
Aveva ucciso davvero tutti quanti, si, tranne una persona.
Una luce luminosa prese possesso di tutto lo spazio che aveva a disposizione. Quando si spense, prese il sopravvento un mucchio di cenere.
Kelass non credeva ai suoi occhi: lei non era mai stata un granché nella lotta, nemmeno le importava più di tanto, eppure era così arrabbiata che aveva sprigionato una forza spaventosamente enorme. Era bastato un colpo solo. L’aveva fatto diventare cenere.
Scosse ripetutamente la testa: come diavolo era possibile tutto questo?
Mentre pensava, però, si udirono delle voci che mano a mano si stavano avvicinando a lei.
Qualcuno stava per raggiungerla. Chi poteva mai essere?
Kelass cercò di sentire meglio le voci.
“Chissà che fine avrà fatto quell’Andor” disse uno.
“Se se l’è svignata, lo trovo e lo disintegro” disse un altro.
“Nessuno può scappare. I nostri scooter rintracciano chiunque” spiegò una terza voce.
Sfortunatamente per la giovane, erano due guerrieri che cercavano Andor.
Kelass era sempre più agitata “E ora… cosa faccio?”***Erano passate un paio di ore, eppure non erano ancora arrivati.
Andor si svegliò di colpo: senza accorgersene si era addormentato.
Ora che non era più stanco, voleva ammazzare il tempo; la noia era il suo peggior nemico.
Rimase allungato a pensare a qualche idea, poi gli venne un lampo di genio “Già! Me ne ero completamente dimenticato!” disse felice e si precipitò velocemente nella stanza desiderata.***Non sapeva cosa fare. Secondo quelli lì, anche se lei fosse fuggita da qualche parte non avrebbe avuto speranze.
Restava solo una cosa da fare…Tre soldati raggiunsero la stanza.
Si guardarono intorno, ma non trovarono nessuno.
“Perfetto. Quel bastardo ci ha ingannati” ringhiò uno.
“Sapevo io che non dovevamo fidarci” disse il secondo.
“Andor! Andor!” urlò il terzo esaurito “lo so che sei qui. Conto fino a tre, se non spunti fuori ti prendo io e ti farò soffrire”.
“UNO” urlò il primo soldato.
Non uscì nessuno.
“DUE” urlò il secondo.
Ancora niente.
L’ultimo uomo stava per urlare, ma qualcosa lo bloccò.
Un uomo si avvicinò ai tre: era Andor.
“Eccoti qua. Ci voleva così tanto a venire fuori?” domandò il primo “Muoviti che siamo in ritardo”.
Senza farselo ripetere due volte, la nuova recluta seguì i tre uomini.
Kelass aveva questo potere: poteva trasformarsi in qualsiasi alieno di tutta la Galassia che uccideva, però questo sprecava davvero molte energie.
Lei non aveva deciso di diventare la recluta di quel Freezer perché vigliacca come Andor, no, lo aveva fatto perché sperava di diventare così potente da poter far fuori quell’alieno per vendicare gli abitanti del suo villaggio e suo fratello.
“State tranquilli: vi vendicherò per tutto quello che avete subito” giurò Kelass “tutti voi. Anche tu, fratello mio”.
Con questo giuramento la ragazza partì verso il pianeta di Freezer.***Zarbon non ne poteva più: aveva bisogno di un bel bagno caldo, e al più presto.
Si avvicinò alla porta del bagno ed entrò senza problemi, ma quello che vide lo sorprese a dir poco.
In quel bagno vi era una ragazza con l’accappatoio e i capelli viola bagnati: aveva fatto il bagno lì, nella SUA navicella.
Chi diavolo era quella sconosciuta?
“Cosa ci fai tu qui dentro?” chiese sorpreso e infuriato allo stesso tempo.
Le persone anonime che trovava sul suo veicolo lo uccideva senza esitazione, ma lo sguardo interrogativo e spaventato di quella ragazza gli impediva di muovere un muscolo.
A Kelass venne un colpo: non credeva che Zarbon entrasse lì dentro.
“Ehi, e tu non sai bussare?” chiese lei cercando di nascondere l’imbarazzo e la paura.
Non solo era carina la ragazza, aveva pure un bel caratterino.
“Questa navicella non t’appartiene” ammise lui mettendosi a braccia conserte.
“Oh, si, invece” ribatté lei.
“Ah si? Qui non ci sale nemmeno una donna”
“Davvero? Allora questo accappatoio rosa da donna di chi è?” domandò lei indicando l’accappatoio ridendo.
 Zarbon sembrò arrossire un attimo “non sono affari che ti riguarda e… aspetta, ma che stai facendo?” interpellò lui basito.
Kelass, senza accorgersene, si era trasformata in Andor.
Vedendo la faccia di Zarbon chiese “Che c’è?” poi, sentendo la sua voce, capì che si era trasformata in Andor.
“Diamine! Perché non riesco ancora a gestire bene questo mio potere?” si domandò tra sé e sé.
Purtroppo questo suo potere sballava e poteva capitare che qualche volta involontariamente potesse trasformarsi.
“Ups…” riuscì solo a dire.
Zarbon, però, stava cominciando a capire qualcosa e, quando pensò di aver fatto due più due guardò il ragazzo e disse “ma tu… in realtà…”.
In quel momento Kelass voleva scomparire per sempre “aiuto! E adesso?”
Notando lo sguardo perso di Andor, Zarbon capì di aver fatto centro e, tornando ricreduto e calmo come sempre, cominciò a guardare beffardo la recluta.
La ragazza capì che per lei si sarebbe messa male.
“Ora si che sono nei guai…” pensò.
“Ora si che sei nei guai” rise Zarbon chiudendo la porta del bagno.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Fortuna e... fiducia ***


Nda. Salve a tutti.
Ci ho messo un po’, però alla fine sono riuscita ad aggiornare. Stavolta pubblicare questo capitolo è stato proprio una ‘Mission Impossible’, perché non ho mai tempo (e certe volte preferisco leggermi "cinquanta sfumature di grigio" perché era da secoli che volevo leggerlo), ma non volevo farvi attendere molto, dopotutto dopo quello che è successo nel capitolo precedente... insomma... Va beh, bando alle ciancie.
Ringrazio prima di tutto Ms_Fly e itachiforever che recensiscono ogni volta e devo ringraziare anche la new-entry Zigo che ha recensito e a messo la mia storia nelle seguite.
Sono davvero contenta che la storia piaccia abbastanza, dopotutto è la mia prima fan fiction, la prima in assoluto.
... va beh, parliamo un po’ di questo nuovo capitolo: abbiamo appena scoperto che Andor in realtà è una ragazza chiamata Kelass la quale, però, non riesce a controllare molto i suoi poteri, infatti viene sgamata da Zarbon. Cosa accadrà mai adesso?

*******

 
CAPITOLO 6
 
Kelass era spaventata: che Zarbon la potesse scoprire no, non lo aveva calcolato.
'che stupida che sono stata, una sciocca impulsiva'.
Guardava Zarbon con uno sguardo indecifrabile, non voleva mostrargli la paura che aveva, sarebbe stata come una vittoria per il Comandante, e lei non voleva dargliela.
'peccato, però, che oltre a questo mio potere non possa cancellare la memoria degli altri' pensò infelice Kelass.
Adesso il suo piano di vendicarsi era andato in fumo:  Zarbon era il famoso servitore di Freezer, lui non ci avrebbe pensato due volte ad eliminarla.
'ma guarda tu che razza di guaio...'
Non c'era speranza per lei, il Generale non l'avrebbe mai e poi mai risparmiata.
Zarbon, invece, era stupito, non solo per il fascino della ragazza, ma anche per il suo potere, soprattutto per quello.
Lui, Lord Zarbon, affascinante e potente guerriero di Freezer, si era fatto prendere in giro così bene da una donna? No, non esisteva proprio.
Che figura ci avrebbe mai fatto? Come se non bastassero le voci che girano su di lui, ci mancava solo questa!
'se lo sapesse Lord Freezer...'
Già. Lui aveva paura dell'idea del suo padrone riguardo questa faccenda. Molto probabilmente lo avrebbe prima di tutto cacciato, poi mandato in prigione e dopo squartato vivo.
Quello era il peggior incubo di Zarbon. Così facendo la sua reputazione sarebbe andata a puttane, insieme alla sua bellezza che lui tanto amava e curava.
Quella ragazza, nonostante i suoi forti e curiosi poteri, andava eliminata. Uno spreco, insomma.
"Ora si che sei nei guai..." le disse con tono minaccioso.
Prima di ucciderla, voleva stuzzicarla un po’ e, soprattutto, voleva la verità.
Andor cercò in tutti i modi di essere determinato nel parlare "Io non ho nulla da dirti, perciò non sono nei guai".
Zarbon, dopo aver chiuso la pota del bagno, si mise a braccia conserte "Lo sei, invece".
A quel punto, Kelass non sapeva davvero più cosa fare. Se avesse continuato a discutere così con lui, avrebbe solo risparmiato pochi minuti dalla morte certa. Non poteva continuare così.
Cominciò a spostare lo sguardo per tutta la stanza in cerca di una via di fuga.
Ma quale via di fuga, poi? In quale posto dell'astronave poteva ancora nascondersi? E poi Zarbon l'avrebbe trovata immediatamente, perciò era meglio scartare a prima opzione.
Che altro poteva fare? Magari lottare contro di lui? No, pessima idea. Lui, volente o nolente l'avrebbe uccisa, sia che si fosse scontrata con lui e sia che sia nascondendosi in qualche parte della navicella.
Forse, però, avrebbe potuto dirgli la verità. Ma poi lui che avrebbe fatto? No, non poteva andare nemmeno questa.
Alla fine bisognava solo pregare e attendere l'Altro Mondo.
Zarbon, non ricevendo alcuna risposta da parte della ragazza, si decise (a malincuore) ad avvicinarsi a lei, pronto a ucciderla.
Mentre lentamente si avvicinava, Kelass(trasformata in Andor) non muoveva alcun muscolo. Aveva capito che non c'erano vie di fuga, e che prima o dopo sarebbe morta per mano del Capitano.
Lui continuò ad avvicinarsi fino a quando, inaspettatamente, si sentì un forte botto. Proprio in quel momento la navicella era atterrata!
Kelass si sentì estremamente felice: si trovavano su un Pianeta, perciò poteva mettere in atto un piano che aveva scartato sin dall'inizio.
Come un razzo, Andor prese i suoi indumenti e corse via da lì.
Zarbon rimase basito.  '... Che velocità...'
Senza che se accorgesse, Andor in unbattito di ciglia era già scomparso.
Se l'era fatto sfuggire, mai successo in vita sua.
Immediatamente uscì dalla stanza e urlò "Dove sei andato?" ma, ovviamente, il ragazzo era già fuori dal veicolo.
Senza perdere tempo anche lui uscì dalla navicella  cominciò a camminare a passo lento, pensoso.
'Possibile che quella ragazzina dai capelli viola fosse davvero quella recluta?' si chiese dubbioso 'Forse no. Eppure prima era quella donna e dopo il ragazzo. Come avrà fatto?'. Come poteva aver cambiato aspetto cosi repentinamente?
In quel momento, senza accorgersene, Zarbon sbatté contro un guerriero che stava passando.
"Ehi!" esclamò il soldato furioso ma Zarbon era troppo immerso nei suoi pensieri per farci caso.
Continuò a pensare a quella bella ragazza: non era niente male, aveva i capelli lunghi e viola lisci, ma di un viola che lui non aveva mai visto; gli occhi erano neri e profondi come la pece, erano così belli che Zarbon poteva perdersi guardandoli soltanto per un secondo.
Era davvero carina la fanciulla, peccato che la sua carnagione rosea gli ricordasse quei Saiyan che lui tanto odiava.
All'improvviso, il Generale tornò in sé e si accorse proprio in quel momento di trovarsi nella Sala del suo padrone.
Proprio in quel momento entrò Freezer seduto sulla sua poltroncina.
"Ooh, ma che bella sorpresa!" cominciò il discorso il tiranno con la sua falsa aria contenta e felice.
Zarbon si inginocchiò "Sono tornato, Lord Freezer".
Freezer fece il suo solito sorrisetto "Mmh, vedo, vedo. Ma gli altri dove si trovano?"
Zarbon rispose guardando negli occhi il Lord "Sono tutti morti, mio Signore".
Il lucertolone fece finta di essere sorpreso "Oh... morti? Peccato, forse potevano servire a qualcosa quelli lì".
Proprio in quel momento, a Freezer tornò in mente qualcuno "Ma quella nuova recluta?"
'Ecco. Ottimo' pensò Zarbon. Possibile che il suo padrone non capisse la parola 'tutti'?
A questo punto, Zarbon, che si era dimostrato sicuro delle sue parole, cominciò a balbettare per paura di essere scoperto "V-veramente... io...".
"Sono vivo, Lord Freezer. Vivo e vegeto".
Spaventato Zarbon riconobbe la voce: a pochi passi da lui c'era Andor, la recluta, in carne ed ossa.
Il Generale divenne confuso: si stava perdendo nei suoi dubbi, cosa nuova per lui. In un solo giorno era riuscito a provare emozioni che aveva sempre cercato di ostacolare, ma questa volta esse erano riuscite a prendere il sopravvento.
Andor guardò Zarbon e sorrise: se credeva che lui sarebbe scappato su qualche Pianeta prima di essersi vendicato aveva fatto male i suoi conti.
"M-ma come..." sussurrò Zarbon dubbioso e il tiranno, notando la sua perplessità chiese "Qualcosa non  quadra, Zarbon? Perché non mi hai detto questa buona notizia?"
Prima che l'alieno verde potesse rispondere, Andor aprì bocca "Beh, Grande Freezer, Lord Zarbon è ancora sorpreso dalle mie capacità: ho ucciso gli esseri più potenti del Pianeta Zort senza l'aiuto di nessuno".
Lord Freezer, udendo quelle parole, rise "Ohohoh, ma che bravo. Meriti proprio una ricompensa".
Andor era al settimo cielo, mentre Zarbon stava diventando matto per tutti quegli eventi 'Addirittura una ricompensa...' pensò Zarbon.
Possibile che ad Andor (anzi, alla ragazza) il suo padrone  desse una ricompensa mentre lui che lavorava per il suo padrone da anni e aveva compiuto perfettamente tutte le missioni assegnatogli non aveva mai ricevuto nulla come premio? No, la cosa non gli andava giù.
"Mi scusi, mio Signore" cominciò a parlare Zarbon, ma Freezer non lo fece continuare "Zarbon, non interrompermi. Sto per dire qualcosa di molto importante. Non osare disturbarmi più, mi hai sentito?"
'Purtroppo si' pensò l'alieno verde e rispose soltanto con un "Mi perdoni, mio Signore".
Guardando tutta la scena, Andor cominciò a ridacchiare e questo Zarbon non lo sopportò.
"Si può sapere cosa ti fa tanto ridere?" chiese cercando di mantenersi senza mettere le mani al collo del ragazzo.
Kelass era fatta così: le piaceva fare dispetti e provocare gli altri, era la sua natura. Che poteva farci?
"Lord Zarbon, ma lo capisce che deve smetterla di parlare? Sta disturbando tutti" rispose continuando a ridere.
A quel punto, il Generale stava per scatenare una lotta verbale infinita però Freezer gli vietò anche questo "Smettetela di litigare! Dovrete andare d'accordo voi due, dato che vi vedrete sempre da domani" confessò il tiranno.
Zarbon non capì il senso di quella frase.
"Cosa intende dire?" domandò curioso.
Il lucertolone sorrise "Dato che la nuova recluta è stata a dir poco eccezionale, ho deciso che sarai tu a fargli da guida per il suo inizio" e tutto d'un fiato disse "Tu sarai il suo maestro. Dovrai insegnargli tutto sulla lotta. Voglio che diventi un vero guerriero senza timore di niente e nessuno e pronto a esaudire ogni desiderio del sottoscritto".
 
BUM. Nessuno osò parlare.
Zarbon divenne una statua pietrificata mente Andor non trovò alcuna parola da dire.
Dopo qualche secondo di silenzio da parte di entrambi, tutti e due dissero la loro allo stesso secondo. Da una parte c'era Andor che era davvero entusiasta e non faceva altro che ringraziare Freezer, dall'altra c'era Zarbon che trovava ogni scusa per opporsi dalla decisione del suo padrone.
"Basta! Parlate uno alla volta!" ordinò i tiranno per cercare di capire cosa avevano da dire tutti e due (anche se gli importava ben poco).
Il primo a parlare fu Andor "Lord Freezer, la sua è davvero una grande idea. Con Lord Zarbon come maestro potrò diventare un guerriero migliore!" esclamò contento.
Dopo di lui, parlò Zarbon "Mio Signore, la sua è una bella pensata -non c'è dubbio- ma non ha visto che la recluta è già in gamba di suo? Non ha bisogno di me, dopotutto ha ucciso da solo il Re e la Regina del Pianeta Zort, no?" cercò in tutti i modi di opporsi.
Il tiranno, però, non volle sentire le parole del suo servitore e lo squadrò in malo modo "Quindi intendi dire che io non so cosa faccio? Vuoi dire che io non so prendere scelte adeguate? E' questo?"
Il Comandante cominciò a sudare "M-ma no. Certo che no!".
"Allora è deciso: lui sarà il tuo allievo a partire da domani. E' ancora un principiante e deve saper gestire al meglio la sua potenza".
Andor si inginocchiò "La ringrazio, Lord Freezer".
Anche il Comandante fece come la recluta, anche se in realtà lui avrebbe voluto fare tutt'altra cosa.
"Ottimo. Potete andarvene, adesso" ordinò il tiranno e così i due si dileguarono.
Il Generale era stupito: quel giorno erano successe davvero molte cose  che lui stava impazzendo. Non ci avrebbe mai creduto, ma lui, Lord Zarbon, stava per uscire fuori di senno per una scemenza simile.
Quello per lui era stato un mix di emozioni: all'inizio, quando aveva incontrato la ragazza; poi, quando aveva scoperto che lei era anche Andor e poi quando Freezer aveva premiato il ragazzo. Lo AVEVA PREMIATO!
Era quella la cosa che gli rodeva di più: un nuovo arrivato finto in tutto e per tutto che si meritava addirittura un maestro.
E lui che per avere un maestro aveva dovuto fare i salti mortali!
 
Quando vide Andor che si stava allontanando, pensò a una cosa che prima gli era sfuggita: perché mai non aveva rivelato a Freezer la vera identità di quell'alieno?
Ma ormai che senso aveva dirglielo? Non gli avrebbe mai creduto! A meno che...
Prima che Andor si allontanasse troppo da lui lo prese per il bavero e lo incollò al muro.
"Ma che diavolo stai facendo?" domandò Andor senza capire il motivo di tutta quella rabbia.
Zarbon rispose senza peli sulla lingua "Piantala con questa farsa! Fammi vedere chi sei realmente".
Andor fece il finto tonto "E chi vuoi che sia?"
"Una ragazza, ad esempio".
Non era stupido Zarbon. Kelass capì che lui aveva intenzione di scoprire tutto su di lei.
Lei continuò a far finta di nulla "Non so cosa tu ti sia bevuto, ma... ahia!"
Non ricevendo le risposte volute, il Lord cominciò ad aumentare la presa.
"Stai zitta! Altrimenti racconterò tutto a Freezer!" esclamò.
'O mio Dio, come i bambini piccoli' pensò la giovane.
"Ma vattene! E con quali prove?" domandò Andor.
A quel punto, Zarbon ghignò "Oh, tranquilla, io ho sempre un asso nella manica".
Beh, esatto. Kelass dovette crederci. Sapeva che Zarbon se la cavava sempre in tutto.
'Anche se poco fa in Sala non sapeva che pesci prendere'.
"E se invece hai il due di coppe?" chiese nervosa la recluta.
Zarbon, non ricevendo ancora una degna risposta alla sua domanda aumentò ancora di più la presa "Non provocarmi. Se non ho le prove ti taglio la testa".
OK. Fine dei giochi. Kelass decise d arrendersi. Era meglio non stuzzicarlo, anzi, le era già andata bene: lui non aveva ancora riferito nulla.
E poi, adesso, aveva anche un maestro. Che altro voleva di più? Tutto stava procedendo secondo i suoi piani.
All'improvviso Zarbon mollò la presa: dall'espressione che aveva fatto il ragazzo capì che aveva vinto lui.
Immediatamente lo trascinò verso una stanza lontana da tutto e da tutti.
Entrati, l'alieno verde decise di parlare "Qui non ti sentirà né ti vedrà nessuno" disse più che convinto di quello che aveva appena detto.
Kelass, ormai decisa a raccontargli tutto in un battito di ciglia cambiò aspetto: adesso era lei, Kelass. Non era più quell'insopportabile di Andor.
Lei, però, non capì perché aveva deciso di dirgli la verità. Lei a prima vista non si sarebbe mai fidata, eppure sentiva, sentiva dentro di sé che lui non avrebbe detto nulla né a Freezer né a qualcun'altro.
Sarebbe stato un loro segreto, solo loro avrebbero saputo tutto.
Zarbon vide finalmente quella ragazza che avrebbe voluto rivedere ancora una volta. Era davvero bella, anche se non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce.
Dopo un lieve sospiro da parte della ragazza, Kelass cominciò a raccontare "Se proprio vuoi sapere qualcosa su di me, allora sarà meglio che ti spieghi tutto..."

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Cambiamenti-parte 1- ***


*Cammina in punta di piedi. Cade per terra e si fa scoprire dai lettori con le fiamme agli occhi e i forconi in mano*.
Ehm ehm... sono tornata! Anzi, resuscitata! Dopo ben 8 mesi senza postare un capitolo, mi sento un pò in colpa. Come può ben succedere, allo scrittore può anche non piacere più una propria storia e lasciarla a sé stessa per quasi un anno. È stato difficile riprenderla dopo tutto questo tempo, ma il solo pensiero di aver fatto aspettare così tanto quel poco di persone interessate a questa stramba lettura mi ha fatta "tornare in me" per modo di dire.
Comunque sia, sta di fatto che questa fanfiction un giorno la finirò, costi quel che costi;-) ovviamente sempre se è rimasto qualche lettore affezionato alla storia. Avviso già da adesso che se la fanfiction non piacerà più a nessuno sarò costretta a cancellarla! Inoltre, spero che col tempo conoscerò qualche nuovo recensore: a me fa davvero piacere sentire nuove persone che commentano il mio lavoro:D
In più, se c'è qualche errore grammaticale avvistati, perché oggi l'ho scritto in fretta e furia. Spero che riusciate a capire qualcosa in questo capitolo, anche qui se c'è qualcosa che non va commentate! Soprattutto spero che questo seguito sia di vostro gradimento. Tanti commenti!!
Bene, adesso vi lascio al tanto atteso capitolo. Buona lettura!^^


CAMBIAMENTI
"... capisco..."
Erano passati diversi minuti da quando Kelass cominciò a parlargli per filo e per segno chi fosse, da dove proveniva e gli raccontò soprattutto quell'orrendo episodio che le cambiò la vita.
Inizialmente Kelass faceva fatica a parlare con Zarbon perché non si fidava molto di lui, ma pian piano che la conversazione andava avanti riuscì a parlare molto più rilassata.
Per tutto il tempo il Lord rimase a braccia conserte ad ascoltare la ragazza, senza interromperla nemmeno una volta.
Kelass, dopo aver svuotato tutte le sue preoccupazioni, cominciò a sentirsi meglio dentro. Mentalmente ringraziò Zarbon per averla fatta sfogare un pò, dopotutto lei per tutto quel tempo non aveva potuto mai trovare qualcuno con cui poteva confidarsi.
Quando la ragazza terminò di parlare, Zarbon espresse la sua opinione "Beh, per essere una ragazzina ne hai passate, ma dopotutto ho visto casi peggiori" e chiuse gli occhi "Sai bene che rischio stai correndo, vero?"
Kelass annuì convita "Ovviamente, ma ormai quel che è fatto, è fatto. Non si può più tornare indietro, ed è una cosa che non ho nemmeno intenzione di fare. Non mi pento di ciò che sto facendo, anzi, fino ad adesso sembra che vada tutto per il meglio, no?"
Zarbon scosse la testa "Devi essere proprio una sciocca per dire una cosa simile. Qui non sei né potrai mai essere al sicuro, non so come ti sia venuto in mente di fare un'assurdità del genere. E poi il tuo piano non è al sicuro, dato che adesso lo conosco io".
Kelass sgranò spaventata gli occhi: non si era aspettata una risposta simile.
"Alla faccia della sicurezza" sbottò "io confido tutta la mia vita a te, che comunque rimani sempre un perfetto sconosciuto, e adesso hai intenzione di raccontare tutto a quel mostro di Freezer?"
Zarbon ignorò l'ultima frase detta dalla ragazza e rispose tranquillo "La tua vita non è una scusa per tenerti ancora qui, e se Lord Freezer scoprisse chi sei in realtà ci andrei di mezzo anche io, dato che adesso so tutto di te" poi la guardò dritto negli occhi "Dammi un buon motivo per farti restare."
La ragazza sgranò gli occhi basita: stava facendo davvero sul serio?
Kelass gli si avvicinò "Cosa vuoi che ti dimostri? Sono solo una principiante. Il massimo che posso fare adesso è trasformarmi, non so nemmeno volare. Tutto ciò di cui ho bisogno è di diventare più forte! E per questo motivo ho bisogno di qualcuno che mi aiuti".
Guardando Zarbon che non le faceva recepire nulla di buono con lo sguardo, l'aliena abbassò lo sguardo. Si aspettava un netto "no" provenire dalle sue labbra verdi, ne era più che convinta.
Almeno, lei ci aveva provato. Aveva tentato di realizzare un sogno, ma fallendo.
Sarebbe presto diventata una delle tante vittime di quel mostro rosa, questo solo per poter diventare più forte, per non farsi mettere più in piedi in testa a nessuno.
La ragazza, però, si fece coraggio un'ultima volta e disse al Lord "Tutto ciò che voglio fare adesso è lottare, vivere quella gioia che ti porta una vittoria, tutta quell'adrenalina che ti fa uscire fuori di testa, tutta quella felicità nel possedere una forza stratosferica e lottare con qualcun altro facendo di tutto per avere la meglio. Tu non provi queste cose? O almeno, le hai mai provate? Se capisci di cosa sto parlando, concedimi un'occasione, e vedrai che non te ne pentirai".
Zarbon la guardò ancora un attimo, poi cominciò a ridere "Lieto di sentire queste parole, ma io ero già convinto dall'inizio di cosa volevo fare".
Kelass perse un battito. Lo sapeva già? Ma allora, si era divertito per tutto il tempo a vederla in difficoltà. Bastardo!
La ragazza digrignò i denti "Posso meritarmi una risposta, allora?"
Zarbon non disse niente, semplicemente la prese per un braccio e la trascinò verso un'altra stanza.
L'aliena arrossì "Ehi, lasciami andare! Ma come ti permetti di... mhmmhmm!"
Il Lord le tappò la bocca con la sua mano e il suo viso si avvicinò al suo"Vuoi stare zitta e seguirmi o preferisci farti scoprire da tutti e farti ammazzare seduta stante?"
Kelass capì e preferì starsi zitta "Almeno non trascinarmi!" Esclamò cercando di fare meno rumore possibile.
"Vogliamo andare a spasso per i corridoi, ragazzina? Ti ricordo che adesso sei molto sospetta sotto questa forma".
La ragazza si ricordò di non essere trasformata e, in pochi secondi, diventò subito Andor.
"Adesso posso avere l'onore di camminare da solo o mi deve prendere in braccio, Lord Zarbon?" Chiese Andor e si fece anche scappare una risatina" Questo si che sarebbe molto sospetto".
Zarbon scosse la testa con un sorriso stampato sul volto e disse "Muoviamoci, non c'è tempo da perdere con queste stupidaggini. Ma come ti vengono in mente certe cose?!" E si avviarono entrambi in una palestra gigante.
Andor rimase a bocca aperta.
La stanza poteva ospitare un intero esercito per quanto era immensa.
Era completamente grigia con il pavimento di un grigio metallico. Era davvero molto triste, però, poiché era vuota e aveva un colore che metteva davvero a disagio, ma nonostante tutto era un ambiente che profumava di pulito ed era perfetto per un allenamento con i fiocchi.
Zarbon accese le luci "Gurda che puoi puoi tornare 'normale', non ti scoprirà nessuno".
Kelass, senza farselo ripetere due volte, tornò allo stato normale.
Il Lord, guardando la trasformazione della ragazza, sorrise "Adesso è arrivato il momento di fare sul serio. Non sarò clemente con te solo perché sei una donna, sono stato chiaro?".
La ragazza dai capelli viola annuì "In poche parole... sono sotto la tua ala protettrice, adesso?" Chiese per essere sicura di aver scampato il pericolo.
Zarbon le rispose "Non montarti troppo la testa, posso anche cambiare idea".
Ma Kelass in cuor suo si sentiva che lui non diceva sul serio.
Infatti, Zarbon non sapeva nemmeno il motivo per cui avesse accettato di nascondere il segreto per... lei? Una ragazza arrivata lì solo per combattere con un passato di cui lui sinceramente aveva capito ben poco, anche se comunque era stato ben attento nell'ascolarla. Sapeva bene solo una cosa, lui: aveva accettato di aiutarla dopo aver visto i suoi occhi illuminarsi di una strana luce.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Cambiamenti-parte 2- ***


Salve ragazzi, per farmi perdonare ho deciso di pubblicare il prima possibile il seguito di questa storia.
So bene che questi capitoli possono risultare davvero noiosi perché infatti sto mandando pian piano la storia, infatti ci sono poche scene importanti. Tranquilli, però: già a partire dai prossimi capitoli sarà tutto più movimentato.
Bene, bado alle ciance
Buona lettura


CAMBIAMENTI parte 2
Passarono un paio di settimane da quando Kelass aveva raccontato tutta la sua vita al Comandante, e la differenza di lì ad adesso si vedeva.
"Basta, allenamento terminato per oggi"
Zarbon aveva appena concluso la lotta con la sua allieva dopo ben due ore.
Kelass, piena di sudore, prese un asciugamano nero e si asciugò la testa "Ammettilo, però" disse con fatica.
"Ammettere che cosa?" Chiese Zarbon con sguardo interrogativo.
La ragazza fece l'occhiolino "Che sono migliorata".
Il Lord la guardò prima dall'alto in basso, poi guardò altrove.
Aveva notato che un lieve cambiamento nella ragazza c'era, ma lui, che tanto era 'gentile' con lei, che poteva risponderle...?
"Non mostrati troppo la testa, ragazzina" rispose con tono altezzoso "Per notare già dei risultati bisogna lavorare molto di più. Il tuo addestramento in confronto a quello degli altri guerrieri non vale niente".
Kelass se la prese un pò a male per quella risposta. Poteva almeno farle un complimento? Anche semplicemente dirle che i suoi raggi energetici erano sempre più pericolosi e fatali, no?
"È passato comunque molto tempo, e tu comunque potresti almeno riconoscere il fatto che pian piano il mio potere stia aumentando" parlò Kelass, stanca di non riceverere nulla di positivo dal Generale.
Quest'ultimo ghignò "A parte che tu dovresti imparare meglio a volare, la prima cosa che puoi iniziare a far pratica è darmi del 'lei'".
Ebbene si:lei non ne voleva sapere che doveva parlare con gesto di cortesia ad un suo coetaneo come se fosse un anziano, non le andava per niente a genio.
Che fosse il suo Maestro ok, ma lei era sempre stata una ragazza terra terra.
In più, il suo tallone d'Achille era il volo. Stava davvero diventando molto pratica nello schivare gli attacchi dell'avversario ed anche a creare sfere luminose dalla sua mano in pochissimo tempo, ma non riusciva proprio a spezzare il livello di gravità, nonostante Zarbon si stava impegnando molto a farle capire come doveva procedere. Il perché di questo problema lei proprio non lo capiva. Poteva davvero essere così stupida da non capire come 'spiccare il volo'?
"Ti darò del 'lei' solo se ammetterai che la mia forza sta aumentando"confermò lei aggiustandosi la battle suit.
Zarbon rise "mi stai ricattando? Casomai dovrei essere IO a ricattare te, dopotutto non dimenticarti che so quel che sei veramente".
Kelass alzò gli occhi al cielo e fece finta di niente. Nonostante siano passate diverse settiamane i due continuavano a stuzzicarsi tra di loro e lei, in quel momento, non aveva alcuna voglia di battibeccare con lui.
Andò in direzione della porta e, trasformandosi immediatamente in Andor uscì fuori dalla palestra.
Zarbon la seguì, però andò in direzione della sua camera. Si guardò immediatamente allo specchio e, vedendo che la sua treccia era tutta spettinata a causa dell'allenamento, legò i capelli e cominciò a pettinarli. Erano così morbidi da fare invidia. Mentre li pettinava, la sua mente era altrove.
Era rivolta verso quella ragazza, a quella grinta che quel giorno aveva visto nei suoi occhi. In qualche modo, si rivedeva a quella ragazza, anche se per lei è una sua voglia, per lui quello è il suo lavoro.
Nonostante ci fosse una forte differenza tra i due, lui involontariamente riusciva a capirla, poteva sentire il desiderio di lei. Quello era stato il motivo per cui aveva deciso di darle una mano.
Dopo aver fatto la sua meravigliosa treccia, focalizzò la sua attenzione allo specchio: era bello, e gli piaceva cosa vedeva. Sorrise contento e andò verso l'armadio, fino a quando...
"Lord Zarbon, è lì?" Il Comandante aprì velocemente la porta "Che vuoi?" Gli chiese, più che nervoso per averlo disturbato in momenti che per lui erano 'imoortanti'. "Devo parlarle" rispose sicuro la guardia.

Kelass corse velocemente e andò direttamente in camera sua. Tornò sé stessa e si fece una bella doccia rilassante. Quello era un altro luogo in cui poteva tornare normale, poiché nessuno si azzardava ad entrare di soppiatto nella stanza di qualcuno, perciò si sentiva sicura di quello che stava facendo.
Dopo la doccia, si mise sul letto e cominciò a pensare a tutto quello che le era accaduto, ed anche a tutto quello che le accadrà. Avrebbe accettato il fatto di mentire a degli alieni che la ritengono un'altra persona? Era giusto prenderli in giro? E fino a quanto avrebbe sopportato questo suo travestimento? Niente era per sempre, e lei l'aveva capito bene.
Chiuse un attimo gli occhi. Era difficile per lei tenere questo segreto, ma come aveva detto a Zarbon "quel che è fatto, è fatto" e lei doveva riuscire a continuare questa bufala per il tempo necessario, poi se ne sarebbe andata via. Che avrebbe fatto in seguito? Non lo sapeva, né voleva saperlo. Per il momento le altre domande avevano la precedenza.
Stava per cadere nel sonno più profondo, quando...
"Andor? Ci sei?"
Kelass aprì velocemente la porta, cosciente di chi ci fosse lì davanti.
Zarbon entrò frettolosamente e chiuse immediatamente la porta.
Dopodiché, si girò e la guardò irritato "Si può sapere perché non ti trasformi? Vuoi mettere entrambi nei guai, ragazzina? Non è il momento di essere pigre o superficiali" sbottò il Generale.
"Sapevo che eri tu, ho preferito non trasformarmi" si giustificò la ragazza.
Lui alzò gli occhi al cielo.
Possibile che quella ragazza doveva sempre ribattere? Non ne poteva più. Credeva fosse più attenta e matura, invece era così irresponsabile e prepotente che avrebbe preferito non aiutarla. O almeno, solo una sua piccola parte di lui voleva non aver mai accettato quella simile proposta.
Guardò la ragazza e arrivò dritto al sodo "Basta con le chiacchiere! Ho bisogno di Andor, adesso".
Kelass lo guardò interrogativa "Che intendi dire, scusa?"
Lui si toccò nervosamente la treccia "Ordini di Lord Freezer. Dobbiamo partire io e te. Da soli".


Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Piccoli passi ***


PICCOLI PASSI
Kelass rimase basita a quelle parole:erano appena passate due settimane dal loro allenamento, e già dovevano partire? Incredibile!
"Sei sicuro che... devo venire anche io?" Chiese pensierosa.
Zarbon annuì "Devi per forza venire, è stato tutto progettato per te. Lord Freezer vuole metterti alla prova, vuole vedere i progressi che hai fatto".
"Progressi? Hai idea di quanto tempo sia passato??".
Il Generale ghignò "Queste sono missioni da principianti, non dovresti nemmeno lamentarti. Molti guerrieri in erba non si sono mai meritati questo tipo di esperienza, ritieniti fortunata".
Kelass, però, non era ancora molto sicura.
"Io ho il ruolo di un semplice alieno, non capisco il motivo per cui debba meritarmi tutto questo. E poi, su quale Pianeta dovremo andare?".
Zarbon si lasciò scappare una risata: che ignorante che era quella ragazza!
"Andremo su Tifht, un Pianeta molto bramato dai bambini guerrieri, perciò in questo momento sei considerata al livello di un moccioso. E poi, se tu non te ne fossi accorta, ti permetti questo lusso solo perché hai ME come Maestro. Dovresti baciarmi i piedi, poteva capitarti uno di basso livello come Dodoria".
La giovane era stupita, ma allo stesso tempo contenta per la notizia: quel posto poteva insegnarle molte cose, e si sentì anche sicura per il fatto che precedentemente sul pianeta Zort era riuscita facilmente a sconfiggere i due sovrani. Perché non poteva farcela anche quella volta?
"Va bene" sorrise Kelass "Non vedo l'ora! A proposito, quando si parte?". "Domani mattina" rispose Zarbon "Ci metteremo ben due giorni per arrivare, il pianeta non dista molto da qui. Dovrai mettere in atto tutto ciò che ti ho assegnato, prendila per una verifica" e andò verso la porta, ma Kelass lo fermò prendendolo per un braccio.
Non seppe nemmeno perché lo disse, la bocca prese vita da sola "Non te l'ho mai detto, ma: grazie!" Esclamò con tutta la riconoscenza possibile.
Zarbon si voltò e la guardò per un secondo che valse per lui a molto di più.
Senza nemmeno pensarci, si tolse di mezzo la ragazza "Non devi ringraziarmi, non ho scelto io di farti fare questo viaggio" e se ne andò.
La ragazza rimase per diversi minuti ferma come una statua a recepire cosa fosse accaduto poco prima. Lei lo aveva bloccato, lo aveva toccato, lo aveva ringraziato per l'aiuto... e lui come aveva ricambiato? Con un bel 'non è stata una scelta mia, non ho voluto essere io il tuo Maestro'. In poche parole, il significato era quello.
Kelass si accasciò a terra. Come le era venuto in mente solo per un istante di poter interagire con lui? Era proprio una stupida se non aveva capito come funzionavano le cose dopo che si trovava lì da diverse settimane.
Da quel momento non le restò che fare solo una cosa:pensare alla lotta, alla forza, non c'era spazio per nient'altro, non ne aveva bisogno.
Zarbon, nel frattempo, tornò in camera sua, pensieroso su ciò che era accaduto prima:non avrebbe voluto risponderle in quel modo, ma era stato più forte di lui. "Maledetto me!" Esclamò dando un pugno sul letto. Ci era rimasto male per il fatto di aver reagito in quel modo. Una parte di lui voleva sin dall'inizio quelle parole da parte della ragazza, e lui non aveva risposto come avrebbe voluto.
Cosa stava diventando adesso, Zarbon? Un alieno che andava cercando qualcosa che non aveva mai provato nella sua vita, qualcosa che voleva provare da quando aveva conosciuto la vera identità di Kelass.
Cercò di dormire spensierato quella notte, ma con scarsi risultati.
Quattro ore dopo, Kelass si svegliò:era ora di partire. Si vestì velocemente e, dopo essersi guardata un attimo allo specchio, in meno di un secondo si trasformò in Andor e uscì dalla stanza.
Senza aspettare Zarbon, si diresse verso l'uscita del palazzo. Lì trovò una serie di navicelle pronte all'uso.
Ce ne erano di diversi tipi:probabilmente lei e il Generale avrebbero preso la navicella più grande che si trovava a destra della sua visuale.
"...vedo che oggi sei puntuale". Dopo pochi istanti, Zarbon raggiunse Andor.
"Si..."rispose il ragazzo guardando l'orizzonte.
Il Generale guardò per un attimo il suo allievo e si rese conto che Andor si stava distaccando da lui. Non lo degnò nemmeno di uno sguardo.
Zarbon, però, era troppo orgoglioso per rivolgergli la parola, per questo si diresse verso la loro navicella e vi entrò.
Andor lo raggiunse poco dopo, chiudendo l'entrata. Zarbon accese i motori e così partirono verso lo spazio, senza proferire parola.
***
Dopo ben un giorno di puro silenzio, Kelass, tornata allo stato normale dall'inizio del viaggio, si trovava distesa su una specie di divano con una birra aliena non ancora aperta accanto. I suoi occhi erano rivolti verso lo spazio, ma in realtà era sovrappensiero.
Un rumore la fece tornare alla realtà.
Zarbon si trovava poco distante da lei e aveva appena tirato fuori dal frigorifero del cibo.
Si avvicinò a Kelass "Fammi spazio, ragazzina".
Wow, dopo che non aveva più parlato con lei per ben un giorno adesso le dava anche gli ordini. Non esisteva proprio!
"Tornatene da dove sei venuto" rispose lei con lo sguardo rivolto altrove.
Il Maestro, senza proferire parola, se ne andò.
Kelass alzò la testa per guardare dietro di sé:si era dileguato per davvero!
La ragazza tornò a pensare ai fatti suoi contenta che il Maestro l'avesse lasciata in pace.
Dopo nemmeno un minuto Kelass sentì qualcosa:Zarbon l'aveva appena presa... in braccio!
La ragazza arrossì "M-ma che stai facendo? L-lasciami andare!!".
Zarbon ubbidì alla sua richiesta e la lasciò... per terra!
Kelass si sedette a gambe incrociate e si massaggiò la testa "Ma sei scemo?" Chiese nervosa.
Zarbon, nel frattempo, si sedette sul divano e prese la lattina di birra di Kelass "A mali estremi, estremi rimedi. Dovresti impararlo, Kelass".
Che cosa? E adesso come se n'era uscito con questa cosa?
La ragazza, per tutta risposta, si alzò e usando la sua velocità si riprese la lattina. Lo guardò e gli fece la linguaccia "Ti sarai preso il divano, ma non la mia birra. Se ne vuoi una, vai a prenderla".
Zarbon cominciò a sghignazzare "Ma quanto puoi essere insolente? Cosa ti ho sempre insegnato?".
E con uno scatto si avvicinò alla ragazza e le prese rapidamente la lattina dalla mano "Che io non mollo mai" le disse e cominciò a ridere, contento della sua vittoria.
Kelass cominciò a innervosirsi "Non la passerai liscia, contaci!"
Dopotutto, quanto doveva metterci Zarbon per prendere un'altra lattina? Possibile che doveva farla innervosire sempre?
Kelass gli andò contro e cercò in tutti i modi di prendere la lattina dalle mani del Comandante.
Quest'ultimo, però, era molto agile, infatti la sua allieva non riusciva mai nemmeno a sfiorare la bevanda.
Dopo diversi minuti passati solo per toccare l'aria, la ragazza si fermò.
Zarbon ghignò e aprì la lattina "Ti sei arresa, ragazzina? Era ora" è così il Comandante stava per gustarsi la birra, finché...
"Ridammi subito la lattina, Zarbon".
Bastò un secondo di distrazione da parte dell'alieno che Kelass acciuffò la birra e, entusiasta, la bevve tutta senza lasciare una sola goccia.
"Mhm, era buonissima" ammise la giovane "Te la sei persa, sapeva di vittoria".
Zarbon scosse la testa "Saprà di quello che vuoi, ma qui abbiamo combinato un disastro".
In effetti era così: nessuno dei due si erano accorti che mentre cercavano di aggiudicarsi la birra, la stanza era diventata tutta disordinata.
E Zarbon odiava il disordine.
Kelass, dopo aver buttato la lattina, vide un cuscino per terra e lo prese per metterlo a posto, ma quella fu anche l'idea di qualcun altro.
Anche Zarbon voleva prendere quel cuscino, infatti involontariamente le loro mani si sfiorarono.
Kelass arrossì e tolse immediatamente la mano.
"S-scusa..." disse la ragazza e tentò di dilettarsi, ma prese una storta e cadde tra le braccia di Zarbon, che d'istinto la teneva stretta a sé, come se fosse stato un abbraccio(involontario, ovviamente).
"Tutto bene?" Domandò solamente Zarbon con una voce mononota.
Kelass, diventata più rossa di prima e stordita dall'accaduto, si dileguò senza dir nulla.
Anche il Lord rimase spiazzato per un pò, e capì anche per la prima volta l'azione della sua allieva.
Anche lui sentiva di aver provato qualcosa, ma ben prima di Kelass:lei prima lo aveva chiamato per nome, e questo gli aveva fatto perdere un battito.

Note dell'autrice. Ehm... allora... cominciamo a capirci qualcosa in questi capitoli, anche se per il momento questi non mi soddisfano molto(infatti dato che non ho riletto questo capitolo scommetto che ci sono diversi errori grammaticali). Ammetto che i prossimi capitoli(alcuni già scritti) saranno molto ma molto più avvincenti ;)
Nel frattempo, ringrazio itachiforever e Ms_Fly che non mi abbandonano mai scrivendo sempre una recensione. Ricordo sempre che chi vuole può anche dirmi la sua lasciando un commento oppure può anche mandarmi un messaggio privato:)
Au revoir!


Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Qualcosa non quadra ***


CAPITOLO 9
Passarono le ore da quell'episodio. Kelass era in bagno e si stava facendo una bella doccia fredda, mentre Zarbon era al comando della navicella.
Mancava poco all'arrivo sul Pianeta, ci voleva ancora un'ora.
Dopo tutto quel tempo, i due alieni erano persi nei loro pensieri. La cosa più buffa, era che entrambi pensavano alla stessa cosa!
Kelass, dopo essersi asciugata, uscì dal bagno. Guardò per un attimo cosa stesse facendo Zarbon e poi andò nella sua camera.
Il Generale guardò il punto in cui si trovava prima Kelass e sospirò. Ma che situazione era mai quella? In fondo non era successo niente di scandaloso tra loro, non doveva provocare quello strano effetto! Non era da lui, non era da Lord Zarbon. Che stava succedendo?
Kelass si sedette un attimo sul letto e si mise a riflettere:quando conoscette Zarbon all'inizio non provava nulla per lui. Adesso... cos'era cambiato? Possibile che dopo due settimane insieme a lui lei cominciasse a... percepire qualcosa?
Mentre lei pensava, Zarbon fece irruzione nella sua stanza, suscitando lo sgomento della ragazza.
Il Maestro abbassò il tono della sua voce, probabilmente per scusarsi per averla spaventata.
"Mancano dieci minuti all'atterraggio. Preparati!" La informò.
La ragazza non osò nemmeno rispondergli. Si avvicinò a lui e se ne andò. Non voleva nemmeno ringraziarlo, dopo quel fatto accaduto. Niente. Questo voleva fare con lui. Il nulla.
Zarbon la seguì nervoso. Che aveva fatto? L'aveva toccata involontariamente. Perché tutto questo casino?
"Kelass" le si parlò davanti.
Kelass questa volta rimase confusa. Perché continuava a chiamarla per nome? Dannazione! Impazziva quando la chiamava col suo vero nome. Perché le faceva del male?
Riuscì soltanto a guardarlo negli occhi, mantenendo la calma.
Lui era talmente vicino a lei che se avesse voluto avrebbe anche potuto baciarla. Ma per il momento, quello non rientrava nelle idee del Lord.
Quella posizione era scomoda, a tutte e due, però ovviamente c'era sempre qualcuno che doveva "rompere il ghiaccio".
"Si può sapere..." lui la guardò ancora più intensamente.
Kelass stava per diventare matta per quella situazioni. I loro visi si quasi si sfioravano.
Occhi contro occhi. Era una lotta. Nessuno dei due aveva intenzione di guardare altrove.
Zarbon assottigliò lo sguardo "...cosa ti ho fatto...?"
La ragazza in quel momento aveva la gola secca, le parole erano tutte bloccate all'interno del suo corpo, e non riuscivano a venire fuori.
Kelass stava per rompere la distanza tra i loro visi, quando un rumore molto forte la fece tornare alla realtà:erano appena atterrati!
La ragazza riprese la lucidità e tornò fredda. Distolse lo sguardo da Zarbon e si trasformò in Andor "Non è il momento di pensare a certe cose" confermò "sono venuto qui per combattere, ed è esattamente la cosa che farò".
Zarbon lo guardò tra il sorpreso e il divertito e strappò un bel sorriso in faccia "Nessuno ti chiede altro" e si congedò.
"Ah, a proposito" tornò un secondo il Generale "questa è una tua prova, perciò io rimarrò qui a fare 'altre cose'. Tu, nel frattempo, non farti ammazzare" e dopo aver fatto l'occhiolino, scappò correndo a passo veloce muovendosi come... una femmina!
Andor si mise la mano agli occhi "Ma che razza di personaggio è questo?"si chiese mentalmente, poi finalmente toccò terra... ma terra per modo di dire!
Il Pianeta era davvero bizzarro:quella sotto i suoi piedi non era terra, ma un tipo di solido scuro che lei non aveva mai visto. Il cielo era pieno di righe, come delle rette rosse che si intrecciavano tra loro. Il pedaggio era tutto dire: case composto da più quadrati messi insieme, o di altre figure geometriche.
"Questi abilitanti dovrebbero essere dei nerd" pensò Andor.
Infatti, era vero. Erano quasi il contrario deI saiyan. Diciamo che questi ultimi erano il braccio e loro la mente. Si sa che si può combattere anche senza la forza fisica.
"Sento già che sarà una dura prova, questa".

***

Dopo una buona e rinfrescante doccia, Zarbon andò in camera a prendere la battle-suite pulita, quando ad un tratto si fermò:sentiva qualcosa.
Cercò di percepire l'aura, poi improvvisamente scomparì così com'era venuta.
"Buona fortuna, Kelass" riuscì solo a dire, poi focalizzò l'attenzione su cosa mettersi quel giorno.

***

La giovane perlustrò un pò la zona. Correva velocemente per non farsi notare, e per lei le risultò scomodo perché non riusciva a vedere molte cose a distanza di secondi.
"Se sapessi volare, non sarebbe tutto questo problema. Così non ci capisco niente..." pensò "Ma... come fare?"
Dopo diversi minuti di riflessione, le arrivò un'idea "Ci sono! L'allenamento può aspettare!" Esclamò entusiasta.

Non sapeva come le fosse venuto in mente prima un'idea simile. Perché porsi così tante domande inutili quando si ha la risposta sotto il naso?
Kelass raggiunse immediatamente la piazza e, senza andare troppo nell'occhio, rubò una Mastella in un negozio e se la mise addosso. Gli esseri che vivevano su quel Pianeta erano ancora più strani dello spazio che li circondavano:bassi, pelati, con diverse varietà di carnagione(nda. Ora che ci sto pensando, per rendere meglio l'idea si possono paragonare a Pilaf in Dragon Ball xD).
Andor trovò il modo di sembrare più basso possibile, il problema era che il suo modo di camminare(ossia a granchio) lo metteva in evidenza davanti a tutti. E lui che non cercava di passare inosservato!
Senza perdere ancora più tempo del previsto, Andor cominciò a correre a passo più veloce nel punto della piazza in cui c'era più folla. Subito individuò un alieno "Mi scusi... scusa" fece il ragazzo, e l'alieno si voltò immediatamente "Di cosa hai bisogno?"
"Starei cercando un negozio tecnologico, quello più fornito che avete. Puoi dirmi dove posso trovarlo?"
L'abitante corrugò la fronte "Beh, a est della piazza sono presenti diversi i negozi adatti alle esigenze di tutti. Dovresti trovare tutto quello che cerchi per quei negozi. Non so di cosa tu abbia bisogno, ma se ti serve qualcosa di elettrico puoi trovare tutto lì".
Andor prese la rincorsa e partì il più velocemente possibile. Al Diavolo se la gente lo guardava:ormai aveva trovato ciò che cercava.
Entrò immediatamente nel negozio.
"Cosa vuole?" Chiese il commesso.
Andor sorrise "So che ce l'avete. Datemi uno strumento adatto per volare".

***

Zarbon decise di farsi un giro per il pianeta, giusto per fare qualcosa. O almeno, questo era quello in cui credeva. In realtà era in pensiero per Kelass, erano tre ore che era partita e non era ancora accaduto niente. In più, prima aveva sentito un'aura davvero forte e decisa che sapeva anche essere controllato.
"Se ti azzardi a perdere questa prova non so che ti faccio..."
Quando si avvicinò alla piazza, comincio a udire delle urla.
Immediatamente raggiunse la piazza e finalmente lo vide.

Non sapeva che cosa dire, ne era davvero scioccato.
Vide solo una scia di sangue viola ovunque. Le urla erano appena cessate. Ma che stava succedendo?
"Andor!" Cominciò a urlare Zarbon "Dove ti trovi?" Tecnicamente non doveva affatto preoccuparsi per Andor, anzi, ma era come se si sentisse che stava per accadere qualcosa che non avevano previsto.
Giunse immediatamente nella piazza. Quello che videro i suoi occhi erano solo sangue. Dappertutto.
Che fosse stata Kelass a fare quel mattatoio?
"Andor!" Urlò il Generale.
Nessuna risposta.
"Andor!"
Dopo minuti di perlustrazione, si avvicinò accanto a lui il tanto cercato Andor.
"Eccoti" esclamò il Lord scuotendo il guerriero.
"Ma che fine avevi fatto? Eh? Si può sapere?"
"Ho fatto il mio dovere" rispose freddo il ragazzo, e si spostò da Zarbon, lasciando quest'ultimo allibito.
"Scusami se mi sono preoccupato, allora" incrociò le braccia il Generale.
Andor lo ignorò e raggiunse la navicella.
Qualcosa doveva essere accaduto alla recluta, Zarbon lo notò bene. Era troppo distante e strano dal solito. Che cosa aveva fatto? Anzi, che cosa gli avevano combinato?

-...eccomi qui con il nuovo capitolo. Spero possa piacere più di quello precedente, dato che ha ricevuto solo 1 recensione .-. Se la storia continua a questi ritmi, penso proprio di cancellarla! Inoltre, se volete, potete dare un'occhiata a una mia storia romantica che ho creato ieri. Ecco il link:http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2897654
Si chiama "Gli opposti si attraggono come calamite". Anche se non ha ancora ricevuto delle recensioni, molti lettori hanno già messo questa storia tra le seguite ed ha ricevuti tante visualizzazioni. Fateci un salto, quando volete. A presto!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2208646