Lost

di Gleetar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fantasmi dal passato ***
Capitolo 2: *** Come posso respirare senz'aria? ***
Capitolo 3: *** Say something, I'm giving up on you... ***
Capitolo 4: *** Vivere nel passato ***
Capitolo 5: *** Prendere le distanze ***
Capitolo 6: *** Un bacio per una sigaretta ***
Capitolo 7: *** Insieme? Insieme. ***
Capitolo 8: *** Mangia, prega ... AMA! ***
Capitolo 9: *** Kiss me hard before you go ... ***
Capitolo 10: *** Memories ***
Capitolo 11: *** Your name, forever the name on my lips. ***
Capitolo 12: *** I'm so hollow. ***
Capitolo 13: *** Faking it ***
Capitolo 14: *** What seemed like a good idea... ***
Capitolo 15: *** ... Has turned into a battlefield ***
Capitolo 16: *** We are tethered ***
Capitolo 17: *** We've got tonight ***
Capitolo 18: *** The hardest word to say is Goodbye. ***
Capitolo 19: *** Bound to you ***
Capitolo 20: *** Lost... & Finally Found. ***



Capitolo 1
*** Fantasmi dal passato ***


 
Sono sudata ed ho il fiato corto. Sto correndo da svariati minuti nelle corsie di quel maledetto aeroporto in quel maledetto giorno. Nonostante io sia stanca, continuo a correre: non mi posso fermare. Quell’aereo non deve partire ed allora tutto andrà bene, tutto ritornerà come prima. Ma il tragitto sembra prolungarsi ad ogni mio passo. Riesco a vedere il suo volto, riesco a sentire la sua voce che mi implora di aiutarlo ed io continuo a correre, ormai le lacrime mi rigano il volto. Cosa farò senza di lui? Lo devo salvare.
Finalmente riesco a salire sull’aereo e lo vedo. È seduto tranquillamente alla sua postazione, ha delle cuffiette alle orecchie: sta ascoltando della musica. Io grido il suo nome a pieni polmoni ma lui non si gira. Gli corro incontro, gli sono quasi vicina ma improvvisamente l’aereo si divide in due parti: siamo separati, siamo distanti. I nostri occhi si incontrano per un attimo prima che lui precipiti nel vuoto. Non ci sono riuscita nemmeno questa volta. La nostra ultima conversazione sarà per sempre una litigata.
Mi getto a terra e singhiozzo. Qualcuno mi cinge le spalle come se volesse consolarmi ed improvvisamente mi sento chiamare.
“Lea, Lea!” mi dice la voce lontana. È una voce maschile ma non è la sua, non è quella del mio amore perduto.
Apro gli occhi e mi ritrovo nella mia camera ancora scossa dal pianto. La voce maschile adesso è ben udibile e riconoscibile.
Matthew mi stringe in un abbraccio e mi sussurra parole dolci e comprensive.
Era solo un brutto sogno, era solo  l’incubo che mi assale da ormai quasi dieci mesi. Quando non ho più lacrime da versare mi giro verso il mio ragazzo ed incontro i suoi profondi occhi blu che mi scrutano con preoccupazione.
“Un’altra volta lo stesso incubo?” mi chiede allarmato.
Io annuisco, al momento non riesco a parlare. Sono troppo sconvolta ma d’altronde lo sono ogni volta che mi capita di sognarlo.
Scosto lentamente le lenzuola dal mio corpo sudato e mi nascondo in bagno: ho bisogno di stare sola.
 
Dopo una doccia rigenerante mi reco in cucina.
Matthew è ai fornelli e nella stanza si respira la flagranza  di pancakes e caffè appena preparati. Tutti i miei sensi si risvegliano grazie al profumo di questi  aromi.
Mi siedo su uno sgabello, di fronte all’isola al centro della cucina. Matt mi versa pazientemente del caffè bollente in una tazza e io gli sorrido timidamente. Mi sembra ancora strano avere un altro uomo che si aggira nella mia casa, che occupa i miei spazi.
“Ti ho chiamato diverse volte al cellulare questa mattina ma tu non mi rispondevi, per questo sono voluto passare da casa per controllare che tutto andasse bene. Mi dispiace per il tuo incubo. Odio vederti sconvolta” mi spiega quasi scusandosi della sua presenza nella mia cucina.
Io lo zittisco e gli accarezzo la guancia sentendo un piacevole formicolio sul palmo della mano provocato dalla sua barba incolta. “Non devi chiedermi il permesso per venire qui, lo sai. Ti ringrazio per essere passato e per avermi preparato la colazione” finalmente gli dico.
Egli mi acceca con il suo sorriso brillante e si china verso di me per darmi un bacio casto.
Non pensavo di poter avere di nuovo questo: una persona con cui condividere momenti di tristezza e di felicità. Una persona con cui svegliarsi la mattina, con cui litigare e ridere.
 Da quando ho ricevuto quella chiamata, il 13 Luglio, in cui un agente mi informava che l’aereo del mio fidanzato era precipitato, che c’erano delle vittime ma anche dei dispersi e il mio uomo era fra questi ultimi, il mondo mi è caduto addosso. I primi mesi sono stati i peggiori. Era solo disperso, questo non significava che fosse morto. Ma quando cinque mesi dopo le ricerche furono messe al termine, ogni briciolo di speranza che si era costruito dentro di me venne nuovamente sepolto.
Non pensavo che sarei mai riuscita ad aprirmi nuovamente ad un’altra persona, non pensavo che sarei stata in grado di raccogliere i cocci del mio cuore ed andare avanti con la mia vita. Ma ci sono riuscita, certo molto lentamente. Matthew è una così brava persona: mi supporta ed ha molta pazienza con me. Sa che penso ancora a lui la maggior parte del tempo ma nonostante ciò lui continua a starmi accanto. Non pretende troppo da me, non mi spinge troppo oltre i limiti e mi rispetta. Strana come relazione la nostra. Ma al momento non riesco a pensare ad un altro modo per riavere una vita sentimentale.
Sono convinta però che un giorno riuscirò ad amare di nuovo, ad amare come amavo lui. Il mio Cory.





 
Angolo autrice: Ciao a tutti! Spero che questa introduzione alla storia vi sia piaciuta. Voglio sentire il vostro parere, devo continuare a scrivere? 
Ci tengo a precisare che questa è una storia sui Monchele ma non ho niente in contrario nei confronti di Matthew Paetz per questo non sono graditi insulti su di lui.
Ho intenzione di pubblicare il prossimo capitolo mercoledì 22 Ottobre! A presto!
 

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Capitolo 2
*** Come posso respirare senz'aria? ***


È una fresca mattinata primaverile. Il sole è ormai alto nel cielo, c’è una leggera brezza che scuote gli alberi ma è un venticello caldo e piacevole. Uno di quelli che accarezza il viso, uno di quelli che ti permette di respirare.
Ed è proprio di questo che ho bisogno: respirare. Può sembrare assurda come cosa da dire, chiunque è in grado di respirare altrimenti non si potrebbe vivere, ma io non respiro da un po’ di mesi. Sono in costante apnea, la vita mi passa davanti come un treno che non sono riuscita a prendere … forse perché sono arrivata troppo tardi … e questo pensiero mi riporta al sogno che mi ha tanto turbata la settimana scorsa.
Su quell’aereo dovevo esserci anche io, ma sono arrivata troppo tardi, non sono riuscita a salirci. E così mi sono salvata la vita. Forse il destino vuole che io resti in apnea, che io non viva pienamente perché  quel giorno sarei dovuta morire, quel giorno sarei dovuta essere con il mio innominabile lui. Ed invece sono ancora qui, inerte, a chiedermi cosa farne della mia esistenza.
Forse dovrei parlare con qualcuno di come mi sento. Ma ho paura che mi prenderebbero per pazza e allora cerco di non pensarci.
Ho bisogno di distrarmi. Prendo il mio trench beige, lo indosso e mi immergo nelle strade di Los Angeles.
L’aria fresca mi colora le gote di un rosa chiaro, il vento mi abbraccia e mi spinge a camminare. Vago senza meta per svariati minuti ed improvvisamente il mio corpo si ferma.
Come ci sono arrivata qui? Non mi ero nemmeno accorta di star percorrendo questa strada.
Osservo con attenzione il piccolo bar che ho di fronte. Attraverso la vetrina scruto che molti tavoli sono liberi. Oh, anche il nostro quello in fondo sul lato destro da cui è possibile vedere la gente che passa. Improvvisamente sento la mia vocina, quella che ogni tanto decide di parlarmi, dirmi “No, non ci pensare nemmeno Lea Michele. Non puoi entrarci, ci sono troppi ricordi in questo posto.”
Io la zittisco e prima che riesca a ragionarci meglio, spingo aperta la porta del bar e mi ci fiondo dentro.
 
Ce l’ho fatta, ci sono entrata. Mi do il cinque da sola, mi guardo attorno ma nessuno ha apprezzato il mio grande gesto. Certo, non è tanto difficile aprire una porta (anche se ricordo perfettamente che una certa persona non ne era capace) ma per me era estremamente complicato riuscire ad aprire quella. Riuscirci avrebbe significato aprire tante ferite non ancora del tutto emarginate ed entrare in un mondo di ricordi. Cammino verso IL tavolo rosso che sembra aspettare soltanto me.
Mi  siedo al mio solito posto e tiro un sospiro di sollievo. Subito una cameriera mi raggiunge e prende la mia ordinazione: un crumble alle pesche ed una tazza di tè.
La cameriera mi sorride gentilmente e dopo mi lascia ad i miei pensieri.
Pochi minuti dopo vedo un uomo sulla ventina entrare nel locale. Subito noto che la ragazza altrettanto giovane seduta al tavolo alla sinistra del mio, alza lo sguardo e sorride non appena nota la presenza del suo cavaliere.
Quante volte ho compiuto anche io gli stessi gesti?! Improvvisamente un ricordo mi invade la mente.
 
Sono seduta in un bar e sfoglio nervosamente le pagine del copione che ho recitato meno di un’ora fa davanti a numerosi produttori. L’ansia mi divora. Appoggio la testa sul braccio e metto il broncio. Guardo la gente che passa attraverso la vetrata. Un ragazzo molto alto che si aggira con aria goffa intorno al bar si dirige verso l’entrata del locale. Cerca maldestramente di aprire la porta tirandola verso di se ma questa non si scosta. Sul suo viso si forma un adorabile cipiglio che mi fa sghignazzare. Ecco, questo ragazzo è stato capace di farmi sorridere con i suoi gesti impacciati.
Improvvisamente alza lo sguardo ancora intontito e i nostri occhi si incontrano. Io gli mimo di spingere la porta  e lui subita fa come gli ho suggerito.
Appena entrato esulta in silenzio ed io inizio a ridere sommessamente. Egli si accorge del mio sorriso e mi raggiunge.
“Ciao, grazie per … beh, avermi spiegato come aprire la porta!” dice evidentemente in imbarazzo ma riesco  a percepire nella sua voce una nota di ironia.
“Penso che dovrebbero metterci un cartello in cui spiegano come aprirla” replico io, sentendomi improvvisamente audace ed esilarante.
Vedo che le sue guance si tingono di rosso e senza chiedermi il permesso si siede di fronte a me.
“Piacere, sono Cory Monteith, non so se ti ricordi di me ma questa mattina eravamo allo stesso provino” dice porgendomi la mano che scuoto con piacere.
Ecco dove lo avevo visto. Questa mattina era così nervoso che non smetteva di camminare nemmeno per un secondo.
“Si, mi ricordo di te. Allora anche tu sei un attore! Comunque io sono Lea, Lea Michele. È un piacere conoscerti Cory!”
Dopo aver superato lo scoglio delle presentazioni noto che sta fissando la mia tazza di caffè e la sua fronte si corruga impercettibilmente.
“C’è qualcosa che non va con il mio caffè?” gli chiedo curiosa.
Egli sembra essere stato colto con le mani nel sacco, sul suo viso si stampa un sorriso mozza fiato. Quelle fossette, cavolo, già le adoro e so che farei qualsiasi cosa pur di rivederle ricomparire sul suo volto.
“Nulla di che. Solo che qui il caffè fa abbastanza schifo. Se posso darti un consiglio io ordinerei un crumble e del tè. Sono le specialità della casa”
Lo guardo negli occhi e sento una fitta allo stomaco. La semplicità di questo ragazzo mi disarma e mi incanta allo stesso tempo.
 
Vengo distratta dall’arrivo della cameriera al tavolo con la mia ordinazione. Mi getto a capofitto sul crumble e ne assaggio un cucchiaino. Come mi era mancato il suo sapore così delicato.
Mangio tranquillamente il dolce e mi ritrovo a guardarmi intorno. Il mio sguardo si sofferma per un attimo sulla figura di un uomo seduto su uno sgabello posto di fronte al bancone al centro del bar.
Deglutisco e sento il cuore salirmi in gola.
Improvvisamente sono in piedi e cammino verso l’uomo. Adesso lo vedo meglio, adesso posso vedere il suo profilo.
Con un filo di voce dico “Cory” ed il giovane si gira verso di me. È lui. È vivo.





 
Angolo autrice: ed ecco completato il secondo capitolo. Vi lascio con la suspance ahahah ... spero che vi stia piacendo la storia, fatemi sapere cosa ne pensate :) prossimo capitolo lunedì 27 ottobre! a presto :)

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Capitolo 3
*** Say something, I'm giving up on you... ***


 
I nostri sguardi si incontrano per la prima volta dopo mesi di astinenza. Occhi d’ambra contro occhi color cioccolato. Per un attimo mi sembra che nulla sia mai accaduto, che tutto fosse stato solo un incubo da cui mi sono finalmente risvegliata. Ma non è così.
Lui è qui, di fronte a me e sorseggia tranquillamente del tè, come se fosse la cosa più normale del mondo. Non capisce che in questo momento sto morendo dentro?! Non capisce che tutte le barriere che si erano create in me stanno cedendo sotto il peso del suo sguardo vuoto?
Devo assolutamente uscire di qui, non posso restare in questo bar per un altro secondo, non posso continuare a guardarlo senza dire una parola.
Mi volto di scatto  e corro verso l’uscita. Appena metto piede in strada delle goccioline di pioggia mi bagnano il viso. Il tempo è cambiato come il mio stato d’animo: il venticello che prima mi accarezzava e mi accompagnava nella mia passeggiata adesso è stato sostituito da una pioggia di emozioni e ferite.
Le mie calde lacrime si confondono con la pioggia. Più cammino e più il suo viso mi tormenta.
Mi fermo in uno stretto vicolo fra due palazzi e mi siedo contro il muro portando le gambe verso il petto.
Sono ancora scossa dai singhiozzi quando sento una mano accarezzarmi i capelli. Dopo poco quella stessa mano mi stringe in un abbraccio caldo e finalmente mi sento protetta.
So che è lui, so che è Cory. Mi aggrappo a lui con tutta la forza che possiedo. Non importa che prima io sia scappata, adesso che ho riassaporato la sensazione di essere fra le sue braccia non ho più intenzione di abbandonarla.
Il mio pianto comincia a placarsi e finalmente riesco a sentire il suo respiro regolare, la sua cassa toracica che si alza e si abbassa, il suo inconfondibile profumo. Strofino il viso sul suo petto maestoso e un sorriso compare sulle mie labbra.
Alzo lo sguardo e anche lui mi sta fissando, quasi timidamente.
“Ciao” mi dice pochi secondi dopo. Oh, la sua voce. La sua calda e profonda voce, come mi è mancata!
“Ciao” gli rispondo sorridendogli e improvvisamente mi chiedo se per caso mentre correvo per strada, qualcuno non mi abbia investito uccidendomi e adesso fossi in paradiso.
Mi divincolo leggermente dal suo abbraccio e mi pizzico una mano. Ahi! Fa male, allora sono ancora viva. Allora questa è la realtà.
Cory mi sorride osservando i miei gesti. “Non è un sogno. Sono qui, sono con te”
I nostri visi si avvicinano impercettibilmente.
“non farlo, tu hai un fidanzato” mi dice la mia vocina guastafeste, ma anche questa volta non ho intenzione di ascoltarla.
I nostri nasi si sfiorano e Cory continua a guardarmi negli occhi assaporando ogni istante della nostra ritrovata vicinanza. Lo osservo attentamente, è sempre il mio uomo anche se è un po’ diverso.
I suoi occhi non sono più ingenui e  luminosi come prima ma sembrano più vissuti, sembrano gli occhi di qualcuno che ha avuto un’esistenza difficile.
Allungo la mano verso le famigliari lentiggini che gli ricoprono le guance e le accarezzo una ad una.
Sento il suo respiro affannarsi contro le mie labbra e so che mi desidera.
Non indugio ancora e chiudo definitivamente la distanza fra le nostre bocche.
Le sue labbra sono come una carezza leggera e premurosa. Il suo bacio risveglia tutti i miei sensi e improvvisamente mi sento come una principessa dormiente salvata dal suo coraggioso cavaliere.
I nostri cuori battono all’unisono e il tempo sembra come essersi fermato. Ci siamo solo io e lui, siamo come un’unica persona. Quando ci separiamo posso ancora sentire il suo respiro infrangersi sul mio volto.
Cory appoggia la fronte contro la mia ed inspira profondamente.
La nostra quiete viene interrotta dallo squillo di un cellulare. Oh, è il mio.
Ci guardiamo per un attimo negli occhi e dopo frugo nella mia borsa alla ricerca del telefono.
La foto ed il nome di Matthew compaiono sullo schermo ed il mio cuore perde un battito.
Alzo di nuovo lo sguardo e vedo che gli occhi di Cory si incupiscono.
Rifiuto la chiamata. Dopo aver visto la sua espressione non posso di certo rispondere e parlare con il mio attuale ragazzo.
 
“è per questo che non ti ho cercata” dice lui con voce dura. Lo guardo intontita e lui continua a parlare.
“So che sei andata avanti con la tua vita, so che hai un ragazzo e io non voglio farti soffrire più di quanto ho già fatto. La nostra ultima conversazione non è stata molto pacifica e a dirla tutta negli ultimi mesi del nostro rapporto non sapevo nemmeno se stessimo più insieme. Mi sembrava di averti persa. Quindi magari non ti importa più di me”
Una fiamma inizia a riscaldarmi il petto, la rabbia si dirama nel mio corpo ed un impulso mi spinge a schiaffeggiarlo. Non appena la mia mano sfiora la sua guancia mi pento di quello che ho fatto, ma la rabbia è ancora troppa.
 “Tu non sai nulla, okay? Tu non sai quanto sono stata male. Non sai come ogni notte mi addormentavo piangendo pensando a te, pensandoti morto. Non sai cosa ho dovuto passare prima di riuscire ad aprire il mio cuore, o almeno quel che restava di esso, ad un’altra persona. Quindi non puoi dirmi di non avermi cercata per non farmi soffrire perché io non lo posso accettare. Se oggi non fossi entrata in quel bar, probabilmente non ti avrei più rivisto e non avrei mai saputo che sei ancora vivo.
Non sai nulla di me, io non sono più la ragazza di dieci mesi fa e quindi non puoi prendere decisioni per me come facevi una volta.”
 
Le lacrime cominciano a bagnarmi nuovamente il viso. Non in questo momento, non adesso. Non posso affrontare ora questo argomento con lui. Ho bisogno di andarmene, ho bisogno di riflettere altrimenti la mia anima ed il mio cuore si sbricioleranno di fronte a lui.
Lo guardo ancora un attimo e dopo corro via, ma questa volta lui non mi segue.




 
Angolo autrice: purtroppo non posso dilungarmi, volevo solo ringraziare tutti coloro che stanno seguendo questa storia, quelli che l'hanno aggiunta ai preferiti e un grazie ancora maggiore a chi mi supporta recensendo. è sempre un piacere sentire il vostro parere! Prossimo capitolo lunedì 3 Novembre.
Corro a studiare, a presto... Aspetto i vostri commenti :)

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Capitolo 4
*** Vivere nel passato ***


 
Chiudo la porta alle mie spalle e tiro un sospiro di sollievo. Sono a casa, sono al sicuro anche se non so esattamente da cosa stessi fuggendo. Dalla realtà? Dal passato? Sinceramente mi sembra di non capirci più nulla. Ma almeno adesso avrò un po’ di tempo per stare sola e riflettere, ne ho davvero bisogno.
 
Il suono di alcuni passi in casa mia mi fanno trasalire. Matthew compare nell’ingresso ed ha uno sguardo strano dipinto in volto.
“Ehi” mi dice avvicinandosi e cercando di baciarmi sulle labbra ma io mi scosto leggermente porgendogli la guancia. Noto subito la sua espressione confusa, è ovvio che sia intontito: prima non rispondo alle sue chiamate e dopo non gli permetto di baciarmi. Non merita questo trattamento da me, ma proprio non riesco a far finta che nulla sia appena accaduto. Ho visto Cory, ho parlato con lui, l’ho baciato e dopo sono tornata a casa dal mio ragazzo che mi stava aspettando pazientemente. Mi sento una schifezza, sono una persona spregevole, sono spazzatura.
“Qualcosa non va?” mi chiede lui con tono pacato, troppo pacato.
È il momento della verità: glielo devo dire, non glielo devo dire? Sinceramente non so cosa pensare. Non voglio perderlo dicendogli bugie ma penso che lo perderei ugualmente anche se gli dicessi la verità.
Nel mio cervello comincia a svilupparsi l’idea che in qualunque modo finirà questa storia, io ne rimarrò ferita … d’altronde succede sempre così.
Per ora non ho voglia di affrontare questo argomento con lui quindi decido di omettere alcuni dettagli essenziali della mia giornata.
“Oh si, è solo che ho un po’ di mal di testa!” dico mentendo e sfoggiando le mie doti di attrice.
Matt annuisce, sembra … deluso?!
“Come è andata la tua giornata? Ci sono novità?” mi chiede poi, sembra aver riacquistato speranza. Ma speranza per cosa?
“Niente di che, la solita vita” dico e la voce mi trema leggermente. Cavolo, questa indecisione nel mio tono mi metterà nei guai. Devo uscire immediatamente da questa camera e devo mettere termine a questa conversazione prima che le cose si complichino maggiormente.
“Ho bisogno di fare un bagno, tu se vuoi continua pure a vedere la tv” dico e mi congedo girando i tacchi, ma Matthew parla di nuovo ed il mio corpo si immobilizza.
 
“So che lo hai visto. La televisione non parla d’altro.” Appena sento pronunciare quella frase capisco che Matt sperava che gli dicessi la verità. Mi volto lentamente verso di lui e mi mordo il labbro guardando il pavimento.
“Io, beh … non avevo intenzione di mentirti su questo … è solo che non mi va di parlarne!”
 
E invece adesso ne stiamo parlando e siamo distanti, terribilmente distanti. Non solo fisicamente, ma anche le nostre anime sembrano essere separate.  Cosa ho combinato? Perché il mondo mi si deve sempre rivoltare contro in ogni cosa che faccio?
 
“Lea, so che questo è un argomento duro per te ma io sono il tuo ragazzo e credo di avere il diritto di sapere cosa ti stia succedendo. Soprattutto se riguarda il tuo ex. In questo momento  vorrei farti tantissime domande, credimi, ma cerco comunque di non opprimerti perché so che quando sarai pronta verrai tu da me ma… “ tentenna per un attimo, sembra non riuscire a finire la frase. Forse perché quello che sta per dire è troppo doloroso da pronunciare.
Dopo pochi secondi alza lo sguardo e mi guarda negli occhi. Cavolo, i suoi sono lucidi.
“Io cosa dovrei fare adesso che lui è tornato? Mi vuoi ancora con te o preferisci far finta che gli ultimi due mesi in cui siamo stati insieme non fossero mai esistiti?”
Lo ha detto, ha appena gettato la bomba. Dice di volermi comprendere ma con poche parole ha centrato il problema.
Cosa voglio? Chi voglio? Con chi voglio stare? Beh questa decisione non dovrebbe essere solo mia. Non sono senza cuore e so che inevitabilmente la mia scelta ferirebbe qualcuno.
Voglio vivere nel passato?  voglio stare con Cory e cercare di recuperare il nostro rapporto in memoria del periodo più bello della mia vita ma per certi versi anche il più brutto?
Oppure voglio guardare al futuro ed impegnarmi con una persona con cui spero di innamorarmi prima o poi?
La testa inizia davvero a farmi male e sento la bile salirmi alla gola.
“Matt, ti prego, ho avuto una giornata dura. Ho bisogno di pensare, ho bisogno di stare da sola” dico con tono disperato e le lacrime ricominciano a scorrermi sulle guance.
 
Matthew annuisce, si avvicina a me, mi dà un bacio sulla guancia e dopo esce dalla porta di casa mia.
Sono sola, un’altra volta. Mi sento vuota.
Entro in camera da letto e mi stendo sul materasso cercando di riposarmi.
 
Sono in bagno e da svariati minuti osservo il bastoncino rosa poggiato sul lavandino. Sono incinta.
Sento bussare alla porta. “Amore, sei qui?” mi chiede Cory allegramente.
Sobbalzo, cavolo, cosa devo fare? Glielo devo dire?
Prima che io riesca a prendere una decisione la porta si spalanca e Cory si avvicina a me dandomi un bacio profondo. Così profondo da farmi accidentalmente urtare il bastoncino facendolo cadere per terra.
Il leggero tonfo provocato dalla sua caduta fa fermare Cory.
Lui guarda in basso ed osserva in confusione il test, poco dopo si china e lo prende in mano.
Ci guardiamo negli occhi, deglutisco pesantemente e dopo quella che sembra un’eternità, finalmente dico
“Aspettiamo un bambino”.
Le sue sopracciglia si alzano per lo stupore e la sua bocca si spalanca. L’iniziale shock viene però subito sostituito da un sorriso a trentadue denti. Cory mi prende nuovamente fra le braccia e mi fa volteggiare insieme a lui. La sua contentezza e spensieratezza mi fanno sorridere. Temevo tanto per quale sarebbe potuta essere la sua reazione e adesso scopro che non mi sarei dovuta preoccupare.
 
Mi sveglio improvvisamente piangendo. Ultimamente non c’è altro modo in cui io riesca ad alzarmi.
Perché la mia testa mi ha riportata proprio a questo ricordo? Eravamo così felici ed innamorati …
Strano come le cose possano cambiare tanto velocemente. Cory oggi mi ha detto che gli era sembrato di avermi persa nell’ultimo periodo del nostro rapporto e di certo non posso dargli torto. Se ripenso a come ero diventata non mi sarei riconosciuta nemmeno io. Ma d’altronde è il prezzo che ho dovuto pagare per aver perso il mio bambino, il nostro bambino.
Calde lacrime mi rigano il viso. Stringo le braccia intorno alla mia pancia e penso a come sarebbe potuto essere abbracciare il mio bambino in questo momento.
Controllo la data sul cellulare e improvvisamente mi rendo conto che, esattamente un anno fa, ho avuto un’interruzione di gravidanza che ha stravolto la mia vita.
Non voglio vivere più nel passato. 





 
Angolo autrice: e con questo capitolo avete degli indizi su cosa è successo a Lea e Cory prima dell'incidente, cosa ha rovinato il loro rapporto.
Volevo informarvi che i flashback o i sogni in questa storia saranno indicati con il corsivo. Questi sono essenziali per ricostruire l'ordine degli avvenimenti quindi saranno quasi sempre presenti.
Ringrazio infinitamente @polly84, @FrancyF, @GiovaneBarbra e @monteithsmile per aver recensito l'ultimo capitolo! Davvero ragazze, non immaginate quanto mi fanno felice i vostri commenti!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto; non vi preoccupate, le cose si aggiusteranno e Lea e Cory troveranno il modo di tornare nelle rispettive braccia! 

PROSSIMO CAPITOLO LUNEDì 10 NOVEMBRE! a presto <3

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Capitolo 5
*** Prendere le distanze ***


Avviso: In questa storia Lea e Cory NON hanno mai preso parte a Glee. Loro e gli altri attori si sono incontrati sul set di un film qualsiasi. Ci tenevo solo a precisarlo! 
Buona lettura! :)




È già trascorsa una settimana dall’ultima volta che l’ho visto. Nonostante lui abbia cercato invano di contattarmi, di vedermi, di parlarmi.
Ho deciso di dover prendere le distanze da lui per un po’ di tempo.
 E forse, solo forse, in questi ultimi giorni le cose sono migliorate. Mi sento più serena ed in pace con me stessa. Sono pronta ad andare avanti con la mia vita.
In questi ultimi mesi della vera me non era rimasto che un guscio. Una corazza che esternamente sembra tanto forte e coraggiosa ma che in realtà all’interno si sente vuota ed indecisa.
Fortunatamente sono riuscita a non gettare completamente all’aria il mio rapporto con Matthew. Abbiamo parlato della mia conversazione con Cory, gli ho raccontato del nostro bacio e di come tutto il mondo mi sia crollato addosso quando l’ho visto seduto in quel bar.
Lui non sembrava arrabbiato, in realtà sul suo viso si è formato uno sguardo di pietà nei miei confronti che mi ha leggermente infastidita.
Ma adesso non devo pensarci, è decisamente troppo presto per far formulare al mio cervello tali pensieri filosofici.
Sono le otto del mattino: faccio una doccia, mi vesto, mangio e alle otto e quarantacinque sono fuori casa pronta ad iniziare positivamente questa giornata.
Il sole caldo di Los Angeles mi abbraccia, penso che sia di buon auspicio e diciamocelo, in questo periodo ho davvero bisogno di un po’ di fortuna.
 
Finalmente, dopo mesi di pausa, ho il coraggio di rigettarmi nel mondo della recitazione: poche settimane fa ho fatto un provino per il ruolo di Fanny Brice nel film remake di “Funny Girl”.
Non riesco ancora a credere di aver ottenuto la parte, in questo periodo della mia vita ho davvero bisogno di distrarmi ed ho intenzione di mettere tutta me stessa nell’interpretazione della giovane ed ambiziosa Fanny.
Oggi ho un appuntamento con i registi del film per una lettura dei copioni. So che stavano cercando ancora il protagonista maschile, ma a quanto pare l’hanno trovato.
Alle nove in punto sono ai Paramount Studios e incontro i produttori.
“Lea, finalmente sei qui!” Ryan Murphy, il regista, mi accoglie calorosamente.
“Abbiamo una grande sorpresa per te. Sono sicura che sarai entusiasta di conoscere colui che interpreterà l’interesse amoroso di Fanny, Nick Arnstein.”
“Certo, non vedo l’ora di fare la conoscenza con il mio co-protagonista!” dico felice ed esaltata dall’idea di collaborare con qualche grande attore hollywoodiano!
Ryan mi conduce in una sala più grande gremita di gente. Io lo seguo come un cagnolino tra l’enorme folla. Ad un certo punto egli si ferma e non so come mi ritrovo di fronte a Cory.
Il mio cuore perde un battito quando sento le successive parole di Ryan:
 “Ecco il tuo co-protagonista. Credo che voi due vi conosciate già.”
 
Improvvisamente il mio cervello mi riporta a quel giorno, quando quattro anni prima vivemmo la stessa scena.
 
Ho lo stomaco sottosopra, le mani sudate e la testa mi gira. Questo non è da me, non sono mai stata così nervosa per l’incontro con gli attori con cui lavorerò.
Mi convinco che la mia preoccupazione è dovuta alle novità: sono in una città che non conosco, sono un’attrice di teatro e ora sto per prendere parte al mio primo film, in più non conosco nessuno che mi possa prendere la mano e incoraggiarmi a non darmela a gambe.
Il produttore, un uomo sulla cinquantina con una folta barba, mi presenta uno ad uno tutti gli attori. Li saluto con un sorriso ed una stretta di mano e fra loro riconosco una ragazza che ha fatto il provino con me, per la stessa parte che invece ho ottenuto io. Anche lei mi stringe la mano e mi sorride, sorriso che non raggiunge gli occhi. Mi scruta attentamente con uno sguardo di invidia.
Perfetto, a quanto pare questo progetto non sarà tanto piacevole da mettere in pratica.
L’uomo barbuto mi annuncia che il protagonista maschile è in ritardo. Spero che almeno lui sia una persona normale.
Sento un gran vociferare provenire dalla stanza accanto e subito nel mio campo visivo entrano due guardie che scortano un ragazzo alto. Aspetta un attimo, ma io lo conosco. È lo stesso ragazzo che ho incontrato in quel bar, l’uomo che non riusciva ad aprire la porta.
“Signore, quest’uomo dice di far parte della produzione ma non è stato in grado di fornirci un documento di riconoscimento per questo lo abbiamo bloccato ma ha cercato di scappare” afferma uno degli omoni in divisa.
“Oh, non vi dovete preoccupare. Il ragazzo è davvero un attore di questo film. Sono sicuro che la prossima volta porterà con se un documento” dice Josh, il produttore, guardando con rimprovero Cory che si gratta la nuca in imbarazzo.
Guardo la scena divertita. Questo ragazzo entra in scena sempre in maniera goffa e simpatica ed ogni volta è capace di farmi sorridere.
Quando le guardie si allontanano scusandosi, Josh mi conduce verso Cory. Non abbiamo bisogno di presentarci nuovamente ma ci stringiamo ugualmente la mano senza scambiarci una parola. I nostri occhi non si staccano dagli altri nemmeno per un secondo. Ecco, finalmente sono felice. Finalmente so che questa sarà un’esperienza stupenda.
 
Ritorno con i piedi per terra e mi sento nuovamente sprofondare. Non è possibile, perché la vita mi si deve sempre ritorcere contro?!
 Cory continua a fissarmi ma io distolgo lo sguardo non riuscendo a reggere il peso dei suoi occhi luminosi.
Mi schiarisco la voce “Mi scusi signor Murphy, ho bisogno di parlare in privato con Cory. Se ci vuole scusare” dico e afferro Cory per il bicipite e lo trascino in una stanza vuota.
Cerco di respirare per calmarmi e non iniziare ad urlare istericamente. Mi sento come un vulcano sul punto di eruttare. Quando penso di essere ritornata in me comincio il mio discorso:
“Cosa diavolo ci fai qui? Sai perfettamente che ho bisogno di prendere le distanze da te, che ho bisogno di spazio.”
“Ho fatto un provino ed ho ottenuto la parte. Non ho altro da aggiungere” dice lui con tono tranquillo.
“Sei scorretto e l’hai fatto apposta. Sapevi che ti avrebbero sicuramente preso, d’altronde quale produttore si farebbe scappare l’occasione di guadagnare tantissimi soldi riportando in scena l’attore che era tragicamente scomparso?!  Vuoi rovinarmi la vita?” gli chiedo alzando la voce e lui sembra leggermente offeso.
“Ho ottenuto la parte perché me la merito. Non tutto il mondo gira intorno a te Lea!”
“Voglio che rinunci, voglio che tu non prenda parte a questo film” gli spiego chiaramente.
Cory ride sommessamente. Mi sta prendendo in giro?!
“Ti dirò come andranno le cose: non solo io non rinuncerò alla parte, ma impiegherò tutte le mie forze per far si che questo film sia un capolavoro. Sta a te la scelta se essere mia complice in questo progetto o la mia antagonista. Mi conosci Lea e sai che quando voglio una cosa, non rinuncio tanto facilmente ad essa!” Cory si avvicina impercettibilmente a me e cerca di intimidirmi con la sua grande stazza.
Indietreggio di un passo. “E cosa vorresti?” gli chiedo sarcastica.
Sul suo viso compare un ghigno diabolico. Avanza ulteriormente verso di me, ormai le nostre fronti si toccano.
“Te” mi risponde con un sussurro capace di farmi arricciare le dita dei piedi.
“E sappiamo tutti e due che prima o poi sarai di nuovo mia” Mi stampa un bacio sulla guancia e dopodiché esce dalla stanza lasciandomi sola e stordita.
Da quando ha acquisito tutta questa fiducia in se?! È snervante e … sexy … tremendamente sexy.
Cerco di allontanare certi pensieri dalla mia mente e ritorno dagli altri: mi aspetta un duro lavoro da compiere ma, se Cory pensa che la sua presenza mi farà rinunciare al ruolo che sogno di ottenere da quando avevo otto anni, lui si sbaglia di grosso.
È giunta l’ora di lottare.
 



 
Angolo autrice: Allora? Cosa ne pensate? Le cose iniziano a farsi interessanti per questi due! Chissà se riusciranno a lavorare insieme e cosa comporterà questa loro nuova vicinanza! 
Volevo ringraziare infinitamente chi recensisce (se continuo a scrivere è solo merito vostro che mi motivate sempre), chi ha aggiunto la storia tra le preferite o la segue... grazie, grazie, grazie!!!!
PROSSIMO CAPITOLO LUNEDì 17 NOVEMBRE! A presto <3

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Capitolo 6
*** Un bacio per una sigaretta ***


 
Sfoglio distrattamente le pagine di una rivista di moda mentre sorseggio del caffè fumante.
“Quindi, per questa sera è confermato? Ceniamo all’Arco Fiorito?” mi chiede improvvisamente Matthew ancora masticando il suo toast.
Alzo lo sguardo dal giornale, cosa ha detto? Lo guardo con aria interrogativa, avevo la testa fra le nuvole.
“Ti ho chiesto se stasera ceneremo all’Arco Fiorito!” replica Matt gentilmente.
“Oh si, si prenota pure!” Almeno avrò una buona scusa per distrarmi questa sera. Ne avrò bisogno considerando la data che è segnata oggi sul calendario.
È il compleanno di Cory. Mi chiedo pigramente se ha intenzione di festeggiare, se Ann lo verrà a trovare come tutti gli anni o se uscirà con i suoi amici. Non mi soffermo maggiormente su questi pensieri. Non mi deve interessare, in questa ultima settimana la sua immagine mi ha assillata non solo nei sogni ma anche nei momenti di riflessione.
Cory che è ancora vivo, Cory che mi bacia, Cory che lavorerà con me, Cory che dice di volermi riconquistare, Cory che mi perseguita. Cory.
Penso che il mio cervello si stia trasformando in poltiglia e se prima credevo che non sarebbe stato poi così difficile averlo sempre intorno durante le riprese, dopo una settimana trascorsa con lui sul set posso dire che mi sbagliavo di grosso.
 
Matthew mi prende per mano e mi aiuta a scendere dall’auto con cavalleria.
 Perché ho pensato di indossare dei tacchi così alti? Ah già, sono alquanto bassa e sembro essere perseguitata da fidanzati che non hanno un’altezza inferiore al metro e novanta. Sorrido amaramente.
Appena entrati nel locale, un cameriere ci accoglie e ci fa accomodare.
Questo posto è stupendo: fiori variopinti in vasetti di terracotta decorano abilmente le arcate all’interno del locale, dalle cucine proviene il meraviglioso odore del cibo preparato e una musica soft colora l’ambiente.
Dopo aver ordinato mi scuso momentaneamente con Matthew e mi reco in bagno. Attraverso il locale per raggiungere la toilette ma improvvisamente un gran starnazzare di risate attira la mia attenzione.
A quanto pare un gruppo di giovani si sta divertendo, osservo la scena con malinconia ricordando che esattamente un anno fa anche io ero con i miei amici a festeggiare il compleanno del mio fidanzato.
La mia fronte comincia a corrugarsi quando vedo Chris e dopo Amber, aspetta ci sono anche Chord, Dianna, Mark e Jenna. E poi vedo lui, che a capotavola riesce a conquistare l’attenzione di tutti gli invitati con i suoi gesti tanto goffi.
Sta festeggiando il suo compleanno. Ed io non sono stata invitata. Proprio oggi ho parlato con Amber chiedendole se ci fossero novità e lei non mi ha raccontato nulla.
Sono allibita. Giro i tacchi e corro verso la toilette: non posso rischiare che mi vedano.
Sono così confusa da non riuscire a decifrare il mio stato d’animo. Sono … delusa?! Offesa?! Amareggiata?!
Non lo so, in questo momento ho solo voglia di rompere qualcosa quindi giungo alla conclusione di essere arrabbiata.
Ma arrabbiata per cosa, poi? Se mi avesse invitato alla sua festa sicuramente non avrei saputo come comportarmi quindi non dicendomelo mi ha risparmiato una bella scocciatura. Ma qualcosa, vedendo quella scena, vedendolo così felice e spensierato con i nostri amici, continua a ronzarmi nel cervello e mi disturba.
Alla fine le nostre strade sembrano sempre ricollegarsi inevitabilmente, quante sono le probabilità che questa sera anche lui avesse scelto questo ristorante per festeggiare?!
Ebbene, sono pochissime ma come al solito la mia vita non può essere mai facile.
 
Esco dal bagno con lo sguardo basso sperando che nessuno dei miei amici si accorga della mia presenza. Appena giro l’angolo per ritornare al mio posto, mi imbatto nella figura di un uomo grande e ci scontriamo.
Quando alzo lo sguardo, sospiro sconsolata. Accidenti.
Ma almeno non sono l’unica sorpresa di vederlo. Noto che le sue sopracciglia si alzano per lo stupore e la sua bocca si spalanca formando una perfetta “O”.
“Lea, ehi … ehm, cosa ci fai qui?” Solo allora mi accorgo che una gigantesca macchia di vino gli ricopre il petto e finalmente capisco il motivo per il quale egli stesse ridendo così fragorosamente in precedenza.
“Io sto cenando con Matt, qui!” rispondo troppo velocemente. Cory annuisce e tra di noi cala un silenzio dovuto all’imbarazzo.
Improvvisamente, vedendo una scalinata che conduce alle terrazze, mi fiondo verso di essa e scappo dal mio colloquio con l’ultima persona che avrei voluto incontrare questa sera.
 
Mi rendo conto di essere una vigliacca. Ogni volta che le cose fra di noi si fanno più complicate o imbarazzanti, fuggo senza guardarmi alle spalle.
Dall’ampio terrazzo ammiro la splendida vista di una Los Angeles alle prime ore notturne. L’aria fresca primaverile mi fa rabbrividire e mi stringo le braccia attorno alla vita cercando di recuperare un po’ di calore.
Dalla borsetta che porto con me estraggo una sigaretta e un accendino. Non fumo spesso ma ultimamente il nervosismo mi ha condotta a questo brutto vizio.
Sento dei passi avvicinarsi a me e con la coda dell’occhio lo vedo. Non ho nemmeno bisogno di girarmi per capire che è Cory.
E poi succede qualcosa che non mi aspettavo: Cory mi sfila la sigaretta dalle dita e mi costringe a guardarlo negli occhi.
“Questa” dice indicando la sigaretta “non fa bene alla tua voce e al tuo corpo ed io non posso permettere che tu ti rovini in questo modo barbaro.”
“Tu fumi” dico io affermando il vero. Lui annuisce sorridendo.
 “Perché fai la predica a me, allora?”
“Perché io sono adulto, tu invece sei ancora una ragazzina impaurita che è in grado solo di scappare. Non sapevo di farti così tanta paura!” dice Cory mentre mi ruba anche l’accendino dalle mani e si accende la mia sigaretta.
Dopodiché si sfila la giacca di pelle e me la poggia sulle spalle.
Un cipiglio mi segna il volto. “Io non ho paura di te”sibilo con voce impercettibilmente bassa.
Perché improvvisamente sembro essere tornata alle scuole elementari? Non sono una bambina e non sto parlando con un maestro severo eppure il mio tono di voce tradisce questo dato di fatto.
Non l’ho mai temuto, sono sempre stata a mio agio accanto a lui, ma ora? Cosa è cambiato? Cosa ci ha cambiati così tanto? Non pensavo che un incidente potesse combinare così tanti guai. Ed oggi è la prima volta che ripenso a come la vita ci ha messi l’uno contro l’altro. Prima con la gravidanza interrotta, poi con l’incidente ma il destino sembra comunque volerci dare una seconda opportunità.
“Bene, perché non c’è alcun motivo che tu ne abbia” si ferma un attimo e prende una boccata di fumo  “ a meno che tu non tema che io possa rubarti le sigarette, in quel caso si, faresti meglio ad avere paura” mi dice con un sussurro.
Come mi è mancato il suo senso dell’umorismo squallido e buffo.
“A proposito di fumo, rivorrei indietro la mia sigaretta” lo sfido.
“Beh, anche io rivorrei indietro le tue labbra sulle mie ma non possiamo avere tutto dalla vita” dice lui con un ghigno.
“Facciamo una cosa, ti restituisco la tua preziosa sigaretta in cambio di un bacio” propone lui improvvisamente e sento il mio respiro bloccarsi in gola.
Siamo così vicini da non riuscire nemmeno più a distinguere dove finisco io e dove inizi lui.
 
“Lea” mi sento chiamare e sia io che Cory ci allontaniamo come se fossimo stati appena punti da una tarantola.
Matthew ci osserva per qualche secondo e dopo si avvicina a me circondandomi la vita con un braccio in maniera possessiva.
“Ti stavo cercando, la cena è in tavola” mi dice Matt. Io annuisco, in questo momento non riesco proprio a parlare.
“Cory, lui è Matthew” dico improvvisamente. I due si guardano e percepisco la tensione che divampa dai loro corpi.
Matt gli allunga la mano e Cory la scuote.
“Bene, penso che dovremmo tornare a mangiare” mi propone Matt e praticamente mi trascina al piano di sotto. Prima di scendere le scale mi volto verso Cory che mi sta osservando deluso e gli mimo due semplici parole:
 “Buon Compleanno”.




 
Angolo autrice: scusatemi se non posso intrattenermi ma sono sommersa dai compiti, per questo vi ringrazio solo per il vostro supporto nei confronti di questa storia!
Prossimo capitolo LUNEDì 24 NOVEMBRE! A presto <3

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Capitolo 7
*** Insieme? Insieme. ***


Angolo autrice (1) : Questo capitolo è il seguito di quello precedente. L'ambientazione è sempre nel ristorante. La canzone cantata da Cory è Goodbye my lover di James Blunt. Ovviamente come testo ho utilizzato la traduzione della canzone perchè magari non tutti capiscono l'inglese. Detto questo, buona lettura!



Sposto svogliatamente il cibo nel mio piatto: ciò che prima mi sembrava così delizioso da assaggiare adesso ha perso ogni singolo sapore.
Matthew sta parlando da svariati minuti, ma non so di cosa. Ho l’impressione che tutto intorno a me sia come paralizzato. Sono dentro una bolla immaginaria che non mi permette di sentire ciò che gli altri stanno dicendo. Mi guardo attorno e le persone si muovono a rallentatore. E poi la sento chiaramente: è la sua splendida voce, che proviene dall’altra parte del locale. Mi alzo improvvisamente in piedi percependo il bisogno di guardarlo negli occhi mentre canta. Credo che Matthew mi abbia chiesto perché mi sia alzata ma in questo momento non ha importanza. Lo devo raggiungere.
 
Cory è su un piccolo palco seduto su uno sgabello. Dietro di lui un uomo sulla cinquantina è impegnato a suonare le note struggenti di una canzone bellissima. Mi nascondo dietro ad una colonna in penombra e cerco di ascoltare attentamente le parole che Cory sta cantando.
 
Ti ho delusa o abbandonata?
Dovrei sentirmi in colpa o lasciare che i giudici mi guardino male?
Perché ho visto la fine prima che iniziassimo
Si, ho visto che eri cieca ed ho capito di aver vinto.
Così ho preso ciò che mi spettava di diritto,
ho preso la tua anima durante la notte.
E forse è finita ma non si fermerà lì,
sono qui per te se solo te ne importasse.
 
La sua voce è dolce e rude allo stesso tempo, è malinconica e straziante e le sue parole mi giungono come un forte schiaffo sulla guancia che mi riporta sulla terra ferma ma al contempo mi fa ricordare.
Lui sta cantando per me, lo posso leggere nei suoi occhi lucidi.
La sua bocca semiaperta emette un sospiro disperato, lui si passa una mano fra i capelli disordinati e dopo alza la testa e continua a cantare ciò che la sua anima gli suggerisce.
Nella stanza affollata non viene emesso un rumore, tutti sono incantati dalla sua esibizione.
 
Hai toccato il mio cuore, hai toccato la mia anima
Hai cambiato la mia vita e tutti i miei obiettivi
E l’amore è cieco ed io l’ho capito quando il mio cuore è stato accecato da te.
Ho baciato le tue labbra e stretto al petto la tua testa,
ho condiviso i tuoi sogni, ho condiviso il tuo letto.
Ti conosco bene, conosco il tuo profumo
Sono diventato dipendente da te.
 
E in quel momento capisco: non ho mai veramente pensato a quanto questa situazione possa essere difficile per lui. Non sono l’unica che sta soffrendo, per lui deve essere anche peggio. Ma sin dal primo momento in cui l’ho rivisto, egli si è presentato a me come una roccia ed è come l’ho sempre considerato, il mio eroe . Solo adesso mi rendo conto che anche lui come me si nasconde dietro ad una corazza, troppo orgoglioso per ammettere di stare male. In fondo siamo sempre stati molto simili.
 
Addio amore mio, addio amica mia
Tu sei stata l’unica, l’unica per me
 
Cory pronuncia queste parole aggrottando la fronte e stringendo gli occhi insieme. Cosa significa? È un addio? Solo pochi minuti fa mi ha detto che avrebbe fatto di tutto per riavermi indietro, ma adesso?
 
Sono un sognatore ma quando mi sveglio
Non puoi spezzare il mio spirito, sono i miei sogni che prendi con te
E visto che stai andando via, ricordati di me
Ricordati di noi e di tutto ciò che siamo stati.
 
Lacrime amare cominciano a rigarmi il volto al ricordo di pomeriggi trascorsi abbracciata a lui: la mia testa sul suo petto, gentili parole sussurrate alle orecchie e la condivisione di sogni e di speranze.
Agli arbori la nostra era una relazione genuina, ricca di sguardi intensi e gesti affettuosi. Mi rendo conto però che da quel punto in poi il destino ci ha sfidati e purtroppo la guerra l’ha vinta lui.
 
Ti ho vista piangere, ti ho vista sorridere
Ti osservata mentre dormivi per un po’
Sarei stato il padre di tuo figlio
Avrei passato il resto della vita con te
 
La sua voce si inclina leggermente. “Sarei stato il padre di tuo figlio”.
Già, ma ancora una volta la vita ci ha voltato le spalle. Ripenso a quanto eravamo diventati tossici l’uno per l’altro, a quante frasi impronunciabili ci siamo scambiati, a quanti insulti e a quanti litigi. E poi un giorno, abbiamo perso tutto, anche la speranza. Speranza che la nostra relazione potesse essere ancora recuperabile. Ma non era così. E adesso, in questo ristorante, mi ritrovo a riflettere su come vorrei iniziare tutto daccapo per cercare di non commettere gli stessi errori.
 
Conosco le tue paure e tu conosci le mie
Abbiamo avuto i nostri dubbi ma adesso stiamo bene
Ed io ti amo, giuro che è vero
Non posso vivere senza di te.
 
Cory si volta e i nostri occhi si incontrano nuovamente. Per un momento sembra essere sconvolto dall’idea che io lo stia guardando, ma poi si rassegna. Porta una mano verso il petto e stringe in un pugno la maglia là dove si trova il cuore.
 
Ed io ancora stringo la tua mano nella mia quando mi addormento
E sopporterò la mia anima nel tempo quando mi inginocchierò ai tuoi piedi
Addio amore mio, addio amica mia
Tu sei stata l’unica, l’unica per me
Sono così vuoto, tesoro, così vuoto.
 
Vuoti. Ci siamo trasformati in questo. Non siamo più persone, ma il riflesso di esse. Siamo una semplice proiezione di noi stessi, di ciò che abbiamo dentro. Siamo delle anime tormentate e mi chiedo se mai troveremo pace.
 
Un fragoroso applauso riecheggia nella stanza. Cory sorride leggermente alla folla adorante e con molta modestia scende dal palco e mi passa accanto.
Non sono capace di dire nulla, nonostante lui abbia appena aperto il suo cuore a me, nonostante lui si sia esposto così tanto.
Sta sfuggendo da me, si sta allontanando.
“Cory” dico con voce titubante e lui si gira di scatto.
“Andiamo a fare un giro? Solo io e te?” gli chiedo speranzosa. Lui tentenna per qualche secondo ma dopo annuisce.
 
Siamo in strada, camminiamo l’uno accanto all’altro con la testa bassa. Nessuno dei due ha il coraggio di avviare la conversazione ma so che questa volta tocca a me.
“Quella canzone, beh, mi ha fatto riflettere molto” dico all’improvviso e i nostri occhi si incontrano per qualche secondo prima che lui abbassi nuovamente la testa e colpisca con il piede un sassolino sul marciapiede.
Cavolo, si aspetta che io adesso continui a parlare. Come continuo?
 
“Odio che le cose fra di noi siano diventate così difficili. E odio me stessa per aver permesso che ci trasformassimo in questo. So che abbiamo un passato complicato, so che tu vuoi di più di una semplice amicizia ma in questo momento è tutto ciò che posso offrirti. Ti propongo un accordo: cerchiamo di non guardarci più alle spalle e iniziamo tutto daccapo, come amici … Vedremo in seguito dove ci portano le nostre strade!”
Cory smette di camminare e sembra valutare la mia proposta.
“Lea, i-io …” respira affannosamente, i suoi occhi sembrano reprimere delle lacrime ma queste vincono e gli scorrono in viso.
“Va bene, un nuovo inizio! È ciò di cui abbiamo bisogno. Ma entrambi sappiamo che sarà estremamente difficile non ricordare il passato. Abbiamo molta storia alle spalle.” Dice lui con un mezzo sorriso.
“Lo so, ma dammi tempo! Ho bisogno di rimettere in ordine i pezzi della mia vita. Solo allora potrò andare avanti”
“Ci sarò sempre per te! Lo sai, vero?” mi chiede con sguardo serio e preoccupato.
Chiudo la distanza fra noi e lo stringo in un abbraccio che lui ricambia immediatamente. Sembriamo essere aggrappati l’uno all’altro, come se la nostra vita dipendesse da quel contatto tanto intimo.
“Lo so” sussurro nel suo collo.
“Iniziamo questa nuova vita: insieme” dice lui staccandosi dalla mia morsa.
“Insieme” ripeto io. E so che questa volta le cose andranno meglio.
O almeno lo spero.
 



 
Angolo autrice (2): Lo so, è stato uno dei capitoli più deprimenti di questa storia ahahah ma alla fine vi ho lasciato un bel segnale che le cose tra loro due non possono che migliorare (o magari peggiorare, chissà muahaha). No davvero, sono la prima a volerli vedere di nuovo insieme ma sto cercando di affrontare i fatti nella maniera più realistica possibile e quindi devono ricostruire dall'inizio il loro rapporto e questo richiede tempo! Voi non perdetela mai la speranza! vi prometto che la vostra pazienza verrà ripagata...
Grazie a tutti coloro che mi supportano! PROSSIMO CAPITOLO LUNEDì 1 DICEMBRE! A presto <3

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Capitolo 8
*** Mangia, prega ... AMA! ***


 
Sono trascorse esattamente tre settimane dall’ultima volta che ho parlato con lui. Anche se in effetti il verbo parlare non è il più adeguato. Diciamo che “urlare” rappresenta meglio l’ideale della nostra ultima conversazione.
Strano da dirsi, ma non mi sto riferendo a Cory, ma a Matthew.
Non avevamo mai litigato ma d’altronde il detto ‘C’è sempre una prima volta per tutto nella vita’ non si sbaglia.
La cosa peggiore è che adesso mi sento un’idiota perché so di essere dalla parte del torto. La sera del compleanno di Cory, in quel ristorante, sono successe tante cose. Un mare di sentimenti mi hanno travolta come un’onda si schianta sugli scogli. E fra tutte queste emozioni mi sono scordata di lui: del mio fidanzato.
Quella sera, Cory mi ha accompagnata a casa: abbiamo passeggiato a lungo e chiacchierato molto come non facevamo da secoli. È stato davvero bello scoprire che il nostro rapporto di amicizia fosse ancora così vivo. Perché prima di essere fidanzati, noi siamo sempre stati amici. Ci siamo sempre fidati l’uno dell’altro.
Peccato che la nostra conversazione mi ha stordita a tal punto da farmi completamente scordare che Matthew mi stava aspettando al ristorante.
Cosa di cui mi sono resa effettivamente conto solo quando una certa persona si è presentata in piena notte dietro la porta di casa mia, puzzando di alcool, e accusandomi che non me ne fregasse nulla di lui.
E da allora di certo le cose non sono migliorate. Nonostante io abbia provato a chiamarlo per scusarmi con lui, non ha risposto a nessuno dei miei messaggi.
D’altra parte, però, le cose con Cory vanno alla grande. Lavorare al suo fianco si sta rivelando davvero piacevole e come al solito riesce sempre a farmi ridere a crepapelle con la sua goffa ironia.
Proprio come in questo momento. L’attenzione di tutti i presenti sul set è su di lui, che da oltre mezz’ora tenta di accennare un semplice passo di danza. Si ferma improvvisamente e mette il broncio dopo essersi asciugato la fronte sudata con una mano. Non credo che in questo mondo esista un uomo più adorabile, l’ho sempre definito il mio personale orsacchiotto e devo ammettere che questo sua sfumatura mi era mancata: il ruolo del rude non gli si addice.
Zach, il coach di danza sembra arrendersi “Bene Cory, so che hai fatto del tuo meglio. Continuiamo domani”.
E il volto di Cory si illumina sentendo queste parole. La pancia mi fa ancora male per tutte le risate di questa mattina.
Ci muoviamo insieme verso le nostre rispettive sedie, Cory è stranamente silenzioso, come se qualcosa lo turbasse.
“Ehi Lee, sai, volevo chiederti una cosa!” annuncia lui con un tono insicuro.
Lo guardo negli occhi annuendo e incoraggiandolo a parlare.
“Beh, ho appena finito di arredare casa e mi chiedevo se … se ti andasse di venire a cenare da me questa sera. Qualche giorno fa mi hai promesso che mi avresti aiutato ad imparare a cucinare così…”
Cory lascia la frase in sospeso e si morde la parte interna del labbro. Un sorriso spontaneo raggiunge il mio viso.
“Hai già finito di sistemare tutto? Sono felicissima per te! Certo, ci vediamo stasera. Faccio la spesa e compro tutto il necessario per la nostra prima lezione di cucina” gli dico  facendogli l’occhiolino.
Aspetta, cos’è quello? Rossore?! Cory Monteith è appena arrossito alle mie parole! Dovrei sentirmi realizzata!
Prendo la mia borsa e mi avvicino all’uscita non prima di voltarmi e accorgermi che Cory mi sta ancora fissando.
“A stasera” mi mima lui.
 
Non credi che questo vestito sia troppo scollato? E diavolo, non hai nemmeno indossato un reggiseno! Ricorda che non è un appuntamento, siete solo amici. Tu hai già un fidanzato!
Ed ecco che la vocina ficcanaso ritorna e si annuncia sempre in sottoforma delle mie insicurezze. Forse questo vestito è davvero troppo rivelatore. Ma no, è semplicemente un prendisole bianco che mi dona e non ho intenzione di cambiarmi nuovamente.
Prendo le buste della spesa e raggiungo l’auto nel vialetto. Sospiro e metto in moto.
 
“Ciao!” dico allegramente quando Cory scosta leggermente la porta per farmi entrare in casa.
“Ciao, sei bellissima!” e non posso fare a meno di sentirmi accaldata sentendo il suo gentile complimento.
“Grazie” sussurro abbassando lo sguardo. Subito mi guardo attorno cercando una scusa per cambiare discorso e per rompere la bolla di imbarazzo che si è creata fra di noi.
“Wow, la casa è bellissima!” Sono davvero sorpresa dal suo gusto nell’arredare.
“Beh si, devo ammettere che il merito non è solo mio. Sam, il mio agente immobiliare mi ha aiutato davvero tanto. Siamo anche diventati amici”
Sono assolutamente entusiasta dall’apprendere questa notizia, in fondo ha bisogno di coltivare nuove amicizie, soprattutto maschili.
Cory guarda la busta che ho in mano.
“Bene, vogliamo andare in cucina?” mi chiede sfilandomi in modo cavalleresco la busta pesante dalle braccia.
Cory mi fa strada verso l’enorme stanza. Non posso fare a meno di reprimere una leggera risata.
Questa cucina è meravigliosa e decisamente sprecata nelle mani di un uomo che non riesce nemmeno a condire correttamente un’insalata. Mi aspetta un duro lavoro.
 
Circa un’ora più tardi, siamo in cucina ancora intenti a preparare la nostra cena: ravioli ai funghi, una frittata di asparagi con un contorno di purea di patate e crumble alle pesche.
Osservo divertita Cory che indossa il mio grembiule rosa. La sua fronte è corrugata e guarda silenziosamente il fungo davanti a lui. Probabilmente si sta chiedendo come tagliarlo.
Mi avvicino a lui e prendo la sua mano facendogli impugnare il coltello e mostrandogli come affettare il fungo.
Cerco di ignorare la scossa di elettricità creatasi dal contatto delle nostre mani.
Quando lo riesce a tagliare correttamente si gira verso di me e mi guarda con un sorriso a trentadue denti.
“Ce l’ho fatta!” annuncia pompando il pugno in aria in segno di vittoria.
“Non per smorzare il tuo entusiasmo, ma dobbiamo ancora preparare la pasta, che è sicuramente la parte più difficile!” lo avviso.
Il suo volto si rabbuia momentaneamente ma poi un lieve sorriso torna a colorare il suo bel viso.
“Beh, per questo ci sei tu!”dice lui.
 
Sto ancora impastando il composto di farina e acqua quando Cory si avvicina a me porgendomi un calice di vino rosso.
“Grazie, lo berrò dopo. Devo finire l’impasto” gli dico segnalandogli di poggiare il bicchiere sul bancone.
Qualcosa inizia a brillare negli occhi del mio canadese e so che sta tramando qualche piano maligno.
Muovendosi con passi da felino, Cory raggiunge la busta della farina, ne prende un po’ nella mano, e prima che io me ne riesca anche ad accorgere la scaglia scherzosamente verso di me.
“Tu non l’hai appena fatto!” gli dico ridendo e pulendomi la farina dal volto.
“Ops” Cory fa spallucce. Prendo anche io una manciata di farina e gliela tiro addosso in un fragore di risate.
Iniziamo la nostra lotta di cibo e ci rincorriamo per tutta la cucina.
Improvvisamente Cory si allontana dalla stanza e corre per la casa.
Lo cerco spaesata per qualche minuto. Dove diavolo si è nascosto?! E quando esco in giardino, finalmente lo vedo e le mie pupille si dilatano alla vista di tanta bellezza.




 
Angolo autrice: CLIFFHANGER!!! hahahaha mi dispiace lasciarvi con la curiosità ma ho dovuto concludere qui questo capitolo! Perchè mai Lea sarà rimasta tanto scioccata dalla vista di Cory?! Lo scoprirete presto! Ringrazio come sempre coloro che stanno seguendo questa storia e soprattutto chi recensisce!

PROSSIMO CAPITOLO LUNEDì 8 DICEMBRE (il Natale si avvicina! *.*) A presto e aspetto i vostri commenti ;)

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Capitolo 9
*** Kiss me hard before you go ... ***


 
Il respiro mi si blocca in gola quando vedo Cory galleggiare tranquillamente nella sua immensa piscina. I suoi vestiti sono sparsi disordinatamente sul prato e attraverso l’acqua vedo il suo petto maestoso e muscoloso.
Mi ci vuole qualche secondo per riuscire a riprendermi da tale visione.
“Davvero? Ti sembra il momento adatto per  farsi un bagno?!” gli chiedo cercando di sembrare arrabbiata ma il sorriso che proprio non mi si cancella dal  volto, tradisce le mie intenzioni.
“Beh, ero sporco di farina. Avevo bisogno di ripulirmi” dice lui arricciando le labbra in quel modo che ho sempre trovato adorabile e sexy allo stesso tempo.
Scuoto la testa sorridendo.
“Ehi, mi puoi passare il telo?” Cory mi indica un asciugamano ben piegato su una sdraio. Lo prendo, mi avvicino alla piscina e glielo porgo.
Una mano bagnata mi blocca la caviglia e subito mi rendo conto di ciò che ha intenzione di fare.
Mi piego sulle gambe cercando di divincolarmi dalla sua presa ma questa è troppo resistente. Guardo Cory, i nostri occhi sono quasi allineati e gli lancio uno sguardo di avviso “Assolutamente no, lasciami andare”.
“mmh, no” e prima che termini la frase io sono già stata trascinata in acqua.
Cory si allontana da me quando emergo dalle acque relativamente profonde.
“Ma sei davvero dispettoso” gli grido schizzandolo con dell’acqua.
La risata di Cory riecheggia nella notte tranquilla.
“Ti ho fatto un favore! Anche tu eri sporca!” Sentendo le sue parole mi fiondo su di lui cercando di affogarlo.
Inizialmente mi illude di starci riuscendo ma ben presto mi ritrovo con la schiena attaccata alle pareti della piscina e il suo enorme corpo che mi contrasta e  blocca ogni via di uscita.
“Sai che è una battaglia che non riuscirai a vincere” mi sussurra Cory. Il suo respiro mi solletica il collo ed un brivido di piacere mi percorre la schiena.
Mi ritrovo a chiedermi a cosa si riferisca: se al mio vano tentativo di affogarlo o al cercare di convincermi che una semplice amicizia fra noi due possa bastare.
Vedo la sua mascella serrarsi, come se stesse cercando di trattenersi dal fare qualcosa. E io so cosa.
I nostri petti si toccano, lui si allontana leggermente abbastanza da riuscire ad intravedere il mio seno attraverso il tessuto sottile e fradicio del prendisole. Cavolo, avrei dovuto ascoltare quella maledetta vocina ed indossare un reggiseno. Adesso non mi troverei in questa situazione.
Il suo sguardo si blocca sul mio petto per svariati secondi. Quello che ho imparato a classificare come un’espressione di desiderio, gli attraversa il volto.
Alza nuovamente il capo e con una mano mi scosta i capelli bagnati che mi ricadono sul viso. Si sofferma pazientemente sulla guancia destra che accarezza con cura. Non riesco a distogliere lo sguardo dalle lentiggini che gli colorano il volto e dai suoi profondi occhi ambrati. Restiamo a guardarci per svariati minuti, come se ci stessimo scoprendo per la prima volta. So che questo nostro contatto è sbagliato, eppure la nostra vicinanza sembra così giusta.
Il suo sguardo cade verso le mie labbra carnose. La mia lingua passa attraverso di esse anche solo al pensiero di pregustare la sua bocca sulla mia.
Le sue labbra si schiudono rilasciando un sospiro . I nostri nasi sono così vicini da riuscire a sfiorarsi, proprio come le nostre labbra. Cory indugia ancora per qualche secondo e quando penso che finalmente mi stia per baciare, si allontana di scatto ed esce dalla piscina avvolgendo l’asciugamano attorno alla vita.
A che gioco sta giocando? Mi seduce, mi illude e poi scappa.
 Perfetto, Michele, vincerai il premio dell’idiota dell’anno.
“Scusami, io… non dovevo! Mi sono lasciato trasportare. Spero che questo non rovini la nostra serata”
Dice lui evidentemente in imbarazzo.
Reprimo le lacrime che mi stanno raggiungendo gli occhi e mi costringo a far finta che nulla sia appena successo, non gliela posso dare vinta!
Esco anche io dalla piscina e subito Cory mi avvolge in un telo colorato.
“Entriamo! Ti presto una mia maglia fino a quando il tuo vestito non si asciuga” mi propone lui fissando il prato, non riesce proprio a guardarmi negli occhi.
 
E se prima mi sentivo troppo esposta nel mio prendisole bianco, per ironia della sorte la situazione è anche peggiorata. Sto indossando una maglia di Cory. Certo, è abbastanza grande da coprire le parti necessarie ma non posso fare a meno di ripensare ai momenti del nostro rapporto in cui prendevo in prestito le sue robe.
Siamo riusciti a terminare di cucinare in relativo silenzio, non che io avessi tanta voglia di parlare. D’altronde l’imbarazzo è ancora tanto. Nessun uomo è mai riuscito ad esercitare una tale influenza sul mio stato d’animo. Ho sempre avuto un carattere forte e schietto ma, quando sono di fronte a lui, il mondo sembra crescere a dismisura ed io divento più piccola di una formica. Eppure non rinuncerai mai alla sensazione di adrenalina che mi invade a causa di un suo semplice sguardo. A quella sensazione di calore nel petto e nello stomaco che mi raggiunge ad ogni suo semplice tocco.
Sono confusa ed imbarazzata: mi rendo conto che, in quella piscina, le sue labbra rappresentavano una calamita per me, una forza di attrazione ma allo stesso tempo la mia più grande debolezza.
 
I miei pensieri vengono interrotti quando Cory mi porge il piatto di pasta, e si siede di fronte a me.
Dopo alcuni istanti di silenzio, lui posa la forchetta e si schiarisce la voce.
Mi preparo al peggio.
“Lea” pronuncia il mio nome in un sussurro affannato. Alzo lo sguardo ed incontro i suoi occhi. All’interno di essi posso distinguere un moto di dibattito e di confusione.
“Io … mi dispiace davvero per quello che è successo. Sai, a volte dimentico che siamo solo amici e penso di poter essere assolutamente spontaneo con te, invece devo trattenermi.”
Lo guardo attonita. Questa sua bruciale sincerità mi ha sempre spiazzata.
Capisco che stia aspettando un mio commento quando lui mi fissa senza distogliere lo sguardo. Deglutisco.
“Succede la stessa cosa anche a me … Devo ammettere che certe volte è difficile starti accanto perché non sempre riesco a controllare le pulsioni del mio corpo”.
 
Accidenti, non posso avergli appena detto che me lo voglio praticamente portare a letto. Colpo basso Lea, colpo basso.
Ed ecco di nuovo quelle fossette, sta ridendo di me. Chi non lo farebbe in questo momento!
“Beh, non volevo dirlo proprio in questo modo ma penso che hai centrato il punto!” dice lui ridacchiando, una leggera sfumatura di rosa gli colora le gote.
Torniamo a mangiare.
 
“Grazie per avermi accompagnata a casa, non ce n’era bisogno”
Io e Cory siamo in piedi nel vialetto di casa mia.
“Ho bisogno di fare una passeggiata, non devi ringraziarmi!”
“Beh grazie per la cena e …” la mia frase rimane sospesa quando noto che l’attenzione di Cory è rivolta verso la porta di casa mia.
“Credo che tu abbia visite” mi dice lui indicandomi la porta.
Mi giro di scatto e vedo Matthew che si sta incamminando verso di noi con la testa bassa. Oh, a volte ritornano.
“Ciao” dice Matt quando è abbastanza vicino.
“Matt, cosa ci fai qui?” Lui sembra … in imbarazzo?!
“Beh, credo che abbiamo bisogno di parlare, quindi …”
Sento il sangue gelarsi nelle vene.
“Allora io vado, buona serata!” dice Cory facendomi un cenno. E prima che io possa anche replicare, lui si è allontanato.
 
Sospiro delusa e guardo Matt. “Okay, parliamo!”






 
Angolo autrice: Un grazie immenso va a tutti quelli che commentano ed anche a tutti coloro che leggono, perchè avete tanta pazienza e mi supportate sempre! Grazie! ecco svelato il mistero finalmente ahahah quei due si sono quasi baciati ... ho l'impressione che le cose diventino sempre più complicate e, perchè no, riscaldate fra di loro!

PROSSIMO CAPITOLO LUNEDì 15 DICEMBRE! A presto e fatemi sapere cosa ne pensate ;)

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Capitolo 10
*** Memories ***


“Tutto bene?” mi chiede Cory facendomi distrarre dai miei molti pensieri.
Mi sta scrutando con il suo immancabile mezzo sorriso che mi contagia e mi fa ridere.
“Si, tutto bene” gli rispondo.
 
In realtà in questi ultimi periodi le cose sono andate alla grande, fin troppo bene, il che mi preoccupa. So di sembrare paranoica, ma ho imparato che nella mia vita le cose belle non durano mai per troppo tempo.
 
Sono trascorse quasi due settimane da quello che ho denominato “incidente di percorso”, quel quasi bacio che io e Cory ci siamo scambiati in piscina. Anche solo al pensiero di quello che sarebbe potuto accadere quella sera, un tremore raggiunge il mio stomaco facendomi sussultare.
Smettila Lea Michele, non è il momento più adatto per certi pensieri sporchi!
E questa volta non posso dare torto alla mia amata vocina che ultimamente mi parla spesso e giudica ogni comportamento sbagliato della mia vita.
 
“Allora, uhm, con chi andrai alla premiere di domani?” mi chiede Cory casualmente, ma so per certo che pronunciare quella domanda avrà provocato in lui una battaglia interiore.
Mi schiarisco la voce: “Con Matthew” dico con voce impercettibilmente bassa.
“Oh” Il suo sguardo cade sulle mie mani, non mi ero nemmeno accorta di starmi toccando il dito anulare della mano sinistra. Quando noto che i suoi occhi si soffermano troppo a lungo sulla mia mano, cerco di riavviare la conversazione.
“E tu? Chi porterai con te?” lo vedo sorridere, ben fatto!
“Beh inizialmente pensavo di venire da solo ma poi ho pensato di portare Sam, almeno qualcuno mi farà compagnia” dice facendo spallucce.
Devo ammettere di essere sorpresa dalla sua scelta, ma in fondo Sam è un suo amico, è normale che voglia portare qualcuno con cui poter parlare liberamente.
“Bene, finalmente potremo conoscerci!” dico sorridendo. Sorriso che Cory ricambia immediatamente.
“Penso che ti piacerà!” aggiunge lui infine.
 
Chiudo la porta alle mie spalle e tiro un sospiro di sollievo. Ho avuto una giornata così lunga! Non vedevo davvero l’ora di ritornare dal mio bel divano e dalla mia Sheila.
Detto fatto, la mia gatta mi raggiunge nel salotto e mi accarezza una gamba con il suo morbido pelo.
Le parole che ieri sera Matthew ha pronunciato mentre cenavamo insieme, continuano a ronzarmi in testa e proprio non vogliono lasciarmi sola.
 
“Cosa pensi del matrimonio?” mi chiede Matt improvvisamente facendomi quasi strozzare con il gambo di sedano che sto sgranocchiando.
“Matrimonio? Cosa, perché questa domanda?” credo che i miei occhi stiano per uscire dalle orbite a causa dello shock.
Matt mi prende gentilmente la mano sinistra tra le sue e dà ad essa una leggera stretta.
“Beh, nulla. È solo che un giorno mi piacerebbe essere sposato e beh, credo che tu sia la persona giusta” dice lui timidamente.
Il respiro mi si blocca in gola e sento la bile attraversarmi la laringe.
“I-io non lo so, non ci avevo mai pensato!” dico troppo velocemente e riesco a distinguere un velo di incertezza e di delusione materializzarsi nei suoi occhi.
“Hai ritirato lo smoking?” chiedo io cercando di cambiare discorso …
 
Il sogno di tutte le ragazze è quello di avere un matrimonio da sogno e vivere per sempre felici e contenti con il proprio marito. Allora perché io ho reagito in quel modo?
La risposta non è tanto difficile da comprendere; quando si parla di matrimonio, o di proposte, il mio cervello giunge sempre solo e solamente ad un certo ricordo.
 
Io e Cory siamo seduti alla nostra solita postazione all’interno del solito bar, quello in cui l’ho incontrato per la prima volta.
“Non capisco proprio perché tu abbia ordinato anche per me! Non mi vanno i biscotti per colazione!” dico mettendo il broncio. Cory mi sorride dolcemente e si sporge verso di me stampandomi un bacio sulle labbra.
“Credimi, penso che ti piaceranno tanto!” mi assicura lui, è così misterioso questa mattina! Sembra anche leggermente nervoso, non ho idea di quello che stia succedendo nella sua testa e questo mi disturba.
Beth, la nostra solita cameriera ci porta la colazione e fa l’occhiolino a Cory che però continua a guardarmi.
Appena abbasso lo sguardo sul tavolo per iniziare a mangiare la mia colazione, noto che i biscotti che Cory ha ordinato per me sono a forma di lettere e compongono una semplice parola: “Sposami”.
I miei occhi cominciano ad appannarsi ma riesco ad alzare lo sguardo per capire che Cory è piegato su un ginocchio proprio alla mia destra.
“Ho voluto farti questa domanda speciale nel posto in cui ci siamo incontrati. Tante cose sono cambiate da quel giorno. Oggi riesco ad aprire una porta senza fare brutte figure; riesco a parlarti senza sembrare un patetico stalker, qualcuno che si siede al tuo tavolo senza che ti abbia chiesto il permesso per farlo; ma soprattutto oggi sono una persona completa perché so di aver finalmente trovato la mia anima gemella, la persona con cui ho intenzione di passare il resto della mia vita. Ti amo Lea Michele, ed è per questo che ora sono inginocchiato di fronte  a te in questo bar chiedendoti di diventare mia moglie. Quindi, cos’altro devo dire? Ah giusto, mi vuoi sposare?”
Non posso fare a meno di ridacchiare allegramente. Solo lui sarebbe stato capace di una cosa simile: farmi ridere anche in un momento così importante per le nostre vite.
Osservo ancora per qualche secondo la fascia in oro impreziosita da un bellissimo diamante posto nella scatolina di fronte a me.
Il mio sguardo ritorna su quello speranzoso di Cory e finalmente lo dico “Si”
E prima che me ne possa anche accorgere, le braccia del mio futuro marito sono attorno alla mia vita e le sue labbra sono sulle mie. Non sono mai stata più felice in vita mia.
 
Non so quale forza mia abbia improvvisamente convinta a fare una cosa del genere, ma mi incammino verso la mia camera da letto. Apro con diffidenza il cassetto del comodino e subito uno scintillio attira la mia attenzione.
 Prendo l’anello in mano e mi siedo sul pavimento con la schiena appoggiata al muro. Tiro le gambe al petto e osservo la fascia in oro tra le mie mani, la accarezzo, la passo sulle labbra rievocando una serie di emozioni che non avevo provato in un lungo periodo di tempo.
 E finalmente la rimetto al dito. Anche se potrò tenerla solo per poche istanti, voglio riassaporare di nuovo quei momenti. Voglio ritornare  a quei giorni in cui eravamo solo io e lui contro il mondo, prima che questo ci crollasse letteralmente addosso.
Finalmente mi lascio andare e soccombo alle lacrime. Basta, voglio ritornare alla mia vecchia vita.






 
Angolo autrice: Grazie mille a tutti per il supporto! Aspetto di sentire il vostro parere per questo capitolo.
 PROSSIMO AGGIORNAMENTO LUNEDì 22 DICEMBRE! A presto ;)

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Capitolo 11
*** Your name, forever the name on my lips. ***


Accarezzo lievemente la sottile stoffa della maschera che mi coprirà il viso questa sera alla premiere.
 Già, una serata in maschera: fa tanto Romeo e Giulietta e, a dire la verità, mi rivedo in quella meravigliosa tragedia romantica. La trama  della storia ultimamente mi è molto famigliare, spero solo che la mia, non finisca come l’opera di Shakespeare.
La maschera è nera e si abbina perfettamente al mio abito. Pizzo e stoffa si alternano per creare degli ornamenti classici ed eleganti che delimitano i miei occhi e il mio naso lasciando in bella vista anche le mie labbra.
Respiro profondamente osservandomi allo specchio e dopo raggiungo Matthew che mi sta aspettando nel soggiorno, anche lui mascherato.
 
La sala del ricevimento è assolutamente meravigliosa: non so come, ma sono riusciti a ricreare quei classici saloni che hanno ospitato ogni tipo di festa aristocratica: sono senza fiato, sono per sbaglio finita in un libro di Jane Austen?!
Mi guardo attorno e il mio sguardo e il mio respiro vengono immediatamente catturati dalla visione di un bellissimo uomo alto. Il suo volto è per metà coperto ma posso ancora intravedere i suoi occhi e beh, quelli potrei riconoscerli ovunque.
 
Respira Lea Michele, il tuo cervello ha bisogno di ossigeno perché è chiaro che stai impazzendo!
 
Mi incammino verso Cory e quando siamo abbastanza vicini ci salutiamo.
“Sei stupenda” mi dice lui scrutandomi attentamente.
Ricambio il suo sorriso smagliante “Anche tu” e non posso fare a meno di abbassare la testa per l’imbarazzo.
“Sei qui da sola o … “ mi chiede lui rompendo il silenzio.
“Beh no, Matt è in bagno. E tu?” mi affretto a rispondere.
“Sam non è ancora qui. Aveva del lavoro da sbrigare quindi arriverà più tardi”. Annuisco interessata.
“Allora –“ la nostra conversazione viene interrotta da una voce metallica che giunge da un microfono.
“Le danze hanno inizio! Unitevi in coppie e diamo il via a questa festa!” annuncia la voce.
Improvvisamente la gente comincia a muoversi attorno a me e Cory e solo allora mi rendo conto di essere praticamente al centro della sala! Non c’è via di fuga con questa moltitudine di gente che ci circonda.
La musica è soft e lenta, Cory mi porge cavallerescamente la mano e mi invita a ballare.
Lo osservo per qualche secondo intontita ma poi accetto la sua proposta.
Non siamo mai stati dei grandi ballerini, ma in questo momento sento di essere completa, di avere tra le braccia tutto ciò che mi serve nella vita per essere felice.
Affondo il viso nel suo petto e ne inspiro il famigliare odore muschiato.
Cory mi accarezza la schiena tracciando dei cerchi. Il tutto è davvero rilassante e mi avvicino ancora maggiormente a lui.
Ondeggiamo tranquillamente a ritmo della musica ed è come se tutto ciò che ci circonda si fosse fermato. È come se in quel grande salone ci fossimo solo noi, abbracciati.
Appoggio una mano sul suo petto e l’altra sulla sua scapola. Il cuore gli rimbomba nella cassa toracica e mi accorgo che i nostri battiti sono sincronizzati.
 
Tu lo ami ancora e lo sai, non hai mai smesso di amarlo: nemmeno durante tutti quei litigi, neanche quando hai perso il bambino. C’è ancora una possibilità per voi, coglila!
 
La mia coscienza mi starà suggerendo la cosa giusta da fare? Oppure mi condurrà soltanto ad un altro inevitabile crepacuore?
Alzo lo sguardo e i miei occhi incontrato quelli ambrati e passionali di Cory. All’interno di essi posso distinguere soltanto amore e accettazione.
E poi osservo le sue labbra socchiuse che esalano un sospiro di desiderio.
Questa volta non mi sfuggite!
Per fortuna questa sera ho deciso di indossare dei tacchi altissimi, questo mi permette di raggiungere più facilmente la bocca di Cory.
Ed ecco: siamo di nuovo una cosa sola, le nostre labbra come le nostre anime sono unite in un bacio dolce ma appassionato.
Schiudo leggermente la bocca per permettere l’ingresso della lingua di Cory che gentilmente accarezza ogni angolo del mio palato.
Un piacevole formicolio mi attraversa la spina dorsale e giunge fino alle dita dei piedi.
Cory mi prende il viso tra le mani e approfondisce il nostro bacio.
Da quanto tempo non ero così felice? Sinceramente non riesco a ricordarlo.
Ci diamo un ultimo lieve bacio prima di staccarci per riprendere aria.
“Wow. Solo …” la fronte di Cory si corruga in concentrazione per trovare un aggettivo adatto a descrivere ciò che è appena successo, ma subito sorride e aggiunge “wow”.
Anche io sono senza parole. E adesso lo so, so che il mio posto è fra le braccia di quest’uomo meraviglioso. So che devo concederci un’altra possibilità.
Continuiamo a sorriderci ignari del fatto che, dall’altra parte della stanza, degli occhi blu ci stanno guardando con dolore.
“Cory, sono qui” dice gentilmente una voce femminile. Sia io che Cory ci giriamo per osservare una seducente mora vestita in abito da sera. Lei è alta, quasi quanto Cory, ha un corpo incandescente e due seni che sono, beh, grandi. Ma soprattutto, il suo naso è sottile e perfetto.
Diciamo che lei è tutto ciò che io non sono.
“Sam, ehi, sei arrivata” dice Cory in segno di saluto, ma la mora non si accontenta e gli si avvicina stampandogli un veloce bacio sulle labbra.
 
Sam. Lei è Sam. Samantha, forse. La persona che hai sempre pensato fosse maschio in realtà è una donna avvenente che ha appena baciato l’uomo che TU come un’idiota hai baciato meno di cinque minuti fa.
E poi guardala, è bellissima ed è perfetta per Cory. Lui voleva presentarti la sua nuova fidanzata questa sera, ma TU gli sei saltata addosso e l’hai baciato. Complimenti.
Oltre al premio dell’idiota dell’anno vincerai anche quello dell’illusa. Puoi anche ritirarti, Lea Michele!
 
Cory si gira verso di me e capisco che sta per presentarmi ufficialmente la donna. Non posso stare qui ad osservare la scena come una stupida.
“Scusatemi, non mi sento tanto bene, i-io vado un attimo in bagno” dico allontanandomi velocemente.
Recandomi verso la toilette passo accanto a Matthew e solo allora mi rendo conto che lui deve essere stato lì per tutto il tempo, lui deve aver visto tutto. Sono una persona davvero orribile.
Invece di andare in bagno esco fuori negli immensi giardini e prendo una boccata di aria fresca.
Il mio corpo comincia a tremare a causa dei singhiozzi che sto cercando di reprimere, senza successo. Ben presto scoppio a piangere disperatamente sedendomi su una panchina vicina.
Perché la mia vita deve fare così schifo? Cosa mi è rimasto di essa? Nulla. Sono una persona vuota destinata a soffrire eternamente.
Delle calde braccia mi stringono ma non sono quelle dell’uomo che amo, sono quelle dell’uomo che dovrei amare.
Dopo qualche minuto mi tranquillizzo e sono in grado di guardare Matt negli occhi.
È sempre così dolce con me. Un improvviso moto di rabbia mi raggiunge e mi alzo in piedi per affrontare Matthew.
“Come puoi fare questo? Essere sempre la mia seconda scelta, eppure riuscire a perdonarmi? “ gli chiedo gridando. Sono sicura di aver attirato l’attenzione di più di una persona ma questo non mi importa.
Matt abbassa il capo e una lacrima gli attraversa il viso.
“Magari tu pensi che io sia uno stupido. Ma non riesco proprio ad odiarti per farmi del male, non riesco a farlo quando ti amo così tanto. So che devo avere pazienza, perché col tempo riuscirò a farmi amare anche da te” mi dice lui semplicemente.
Sono a corto di fiato e parole. Adesso mi sento anche peggio perché so che il mio cuore apparterrà sempre e solo ad una persona, e quella persona non è lui.
 
Matthew si bagna le labbra secche e si alza in piedi guardandomi direttamente negli occhi.
“Lea, io ti amo tantissimo e ti prometto che ti starò sempre accanto, nella buona e nella cattiva sorte. Ti aiuterò a superare le tue paure e non rinuncerò mai al nostro rapporto, qualunque cosa accada. Ma voglio che tu sia soltanto mia, per sempre”
Noto che Matt inizia a frugare nel taschino della sua giacca ed improvvisamente da esso ne estrae un prezioso anello.
“Questa è la mia promessa, di amarti  e rispettarti. Prometto che ti renderò la donna più felice del mondo se solo tu me lo permetterai. Vuoi sposarmi?” dice lui infine.
 
Una proposta di matrimonio, giunta in uno dei momenti più infelici della mia vita. Una promessa di rendermi contenta e di farmi trovare la pace. Ed è davvero tutto ciò che desidero in questo momento. Voglio che il dolore e la confusione scompaiano immediatamente. Ho bisogno di distrarmi e di andare avanti. Questo è ciò che mi suggerisce il cervello, nonostante il mio cuore mi stia gridando senza fiato di non rinunciare a Cory, di combattere per riprendermelo.
Ma la verità è che sono stanca. La verità è che per troppo tempo ho seguito il mio cuore e questo mi ha condotto solo ad un sacco di delusioni e ferite.
Sarebbe così sbagliato iniziare ad ascoltare la ragione?
“Si, ti sposerò” l’anello scivola scomodamente al mio dito.
 Finalmente volterò pagina.

 
Angolo autrice: Sono consapevole del fatto che questo sia stato un capitolo davvero impegnativo, sia da leggere che da scrivere. Beh vediamo prima i lati positivi, no? Finalmente è giunto il bacio che tanto aspettavate e finalmente Lea si è resa conto di amare ancora Cory.
I lati negativi sono facili da trovare: Lea ha accettato la proposta di matrimonio di Matthew e a quanto pare anche Cory ha trovato qualcuno.
Vi aspettavate che Sam fosse in realtà il nome di una ragazza? o anche voi siete rimasti scioccati come Lea?
Prometto che le cose si sistemeranno e i nostri Monchele troveranno ognuno la strade per ritornare nelle braccia dell'altro, questo non significa però che prima non debbano affrontare qualche difficoltà.

Comunque a malincuore vi annuncio di dovermi prendere una breve pausa. In questi giorni di vacanze non avrò con me il pc e per questo non potrò aggiornare. Ci risentiremo presto però con un nuovo capitolo che sarà:

LUNEDì 12 GENNAIO 2015.

Quindi ci sentiamo ufficialmente l'anno prossimo! per questo Buon Natale a tutti e felice anno nuovo! Aspetto di sentire i vostri pareri su questo capitolo! ;) a presto!

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Capitolo 12
*** I'm so hollow. ***


Vago per la casa senza saper cosa fare. Le giornate sono diventate così noiose da quando ho scoperto di essere incinta! In più Cory mi tratta come una bambola di porcellana e mi segue ovunque, è troppo protettivo nei miei confronti e in quelli del bambino. Sbuffo per la duecentesima volta da quando mi sono svegliata questa mattina e cerco di pensare a qualche attività che sia in grado di distrarmi.
Idea! Potrei incollare le foto nell’album dei ricordi, mi sono sempre ripromessa di farlo ma non avevo mai abbastanza tempo. Adesso invece ne ho troppo di tempo! 
Ma dove avrò messo l’album? Ah già, nelle mensole alte dell’armadio, mi serve una sedia per arrampicarmi!
Apro l’armadio, pongo di fronte ad esso una sedia e ci salgo sopra iniziando immediatamente a frugare tra le mensole per trovare l’album.
Oh eccolo, l’ho visto! Ma è nascosto da questa enorme valigia che proprio non riesco ad estrarre dall’armadio. Strattono la valigia con più forza del previsto ed improvvisamente perdo l’equilibrio. La sedia cigola e prima che me ne accorga finisco per terra con un grande tonfo.
Mi ritrovo il cuore in gola e una strana sensazione mi invade lo stomaco. Oh no, oddio, no no no no! Il mio bambino, lui deve stare bene, la mia caduta non può averlo danneggiato.
Mi alzo subito in piedi ma le vertigini mi trascinano di nuovo giù, questa volta però riesco a non cadere bruscamente. Accarezzo la mia pancia e mi metto seduta sul pavimento, ma poi subito noto che qualcosa non va. Una macchia rossa inizia a bagnarmi i pantaloni ed in quel momento capisco che qualcosa di molto grave deve essere successo. Indosso una giacca e corro subito in ospedale, senza nemmeno preoccuparmi di chiedere aiuto al mio fidanzato. Devo risolvere questo problema da sola, perché l’ho creato io, è stata colpa mia; e se qualcosa dovesse succedere al mio bambino, allora sono sicura che Cory non me lo perdonerebbe mai. In realtà non me lo perdonerei nemmeno io.
 
In ospedale vengo immediatamente soccorsa e, dopo due lunghe ore di agonia, un medico dalla faccia cupa entra nella stanza in cui mi hanno fatto accomodare. Per tutto questo tempo credo di aver dormito, perché non ricordo cosa sia successo precisamente appena sono arrivata qui. Ma so che adesso mi sento vuota e sola.
“Non c’è una maniera carina per dare notizie del genere, quindi arriverò dritto al punto signorina Michele!” annuncia il dottore. Il cuore mi si ferma in gola e so che le prossime frasi che usciranno dalla bocca del medico cambieranno nuovamente la mia vita.
“In seguito ad una forte caduta lei ha perso il bambino. Mi dispiace” 
“NOOOOOOOO” strillo e piango, cerco di alzarmi dal letto ma dei tubi mi tengono collegata ad esso.
“NON POSSO AVERLO PERSO, IL MIO BAMBINO” urlo ancora. E poi lo vedo, Cory entra nella mia stanza con le lacrime agli occhi, si fionda su di me e mi tiene stretta al suo petto mentre io continuo ad urlare e a disperarmi. 
 
“Lea, Lea, svegliati” mi dice una voce in lontananza. Svegliarmi da cosa? Qualcuno inizia a scuotermi ed improvvisamente apro gli occhi.
 
Sono nel mio trailer, sdraiata sul divano e le lacrime mi bagnano il viso. Cory mi guarda preoccupato, devo essermi addormentata e devo aver rivissuto quel giorno attraverso un incubo.
Lo sapevo, sapevo che girare sul set quella scena mi avrebbe riportato a tali ricordi. Fingere di essere Fanny Brice, avere accanto a me mio marito Nick Arnstein (Cory) e recitare la parte della famigliola felice tenendo fra le braccia la nostra bambina appena nata.
Ricordo di essere corsa subito nel trailer non appena ho finito di girare quella scena. Ricordo di essermi addormentata con le lacrime agli occhi e ovviamente il mio cervello mi ha portata a tali pensieri che ben presto si sono trasformati in incubi.
 
“Lea, va tutto bene! Non piangere” Cory mi abbraccia strettamente percependo il mio stato d’animo. Era da tanto che non lo abbracciavo!
 Un mese. È passato un mese da quella sera, da quando ho accettato la proposta di matrimonio di Matthew e da quando ho chiuso tutti i rapporti che non fossero strettamente professionali con Cory. È stato un mese di tormenti e di accettazioni. In questo mese ho imparato ad accettare che la mia nuova vita non può contenere la presenza di Cory, almeno che io non voglia impazzire completamente.
Ed invece adesso eccomi qui, a piangere fra le sue braccia come un’idiota e a riflettere su quanto mi siano mancati i suoi abbracci.
“è stato solo un brutto sogno” mi tranquillizza Cory cullandomi dolcemente e baciandomi la testa.
Il suo battito cardiaco regolare è in grado di calmarmi e appena mi sento più tranquilla mi divincolo dal suo petto e lo guardo negli occhi, i suoi sono così ricchi di emozioni represse e sono convinta che in questo momento siano un perfetto specchio dei miei.
“Hai sognato quel giorno, non è vero?” mi chiede lui, ha già capito tutto.
Annuisco abbassando il capo.
“Sai, c’è sempre stata una cosa che avrei voluto chiederti” dice Cory incuriosendomi.
“Cosa?” gli chiedo io con un filo di voce.
“Perché mi hai chiuso fuori? Perché da quel giorno ti sei allontanata da me così tanto? Avremmo potuto affrontare quella situazione insieme, invece tu hai preferito fare tutto da sola!” nella sua voce c’è una leggera vena di accusa, ma d’altronde non posso dargli torto. Se ci troviamo in questa situazione adesso, è solo per colpa mia.
“Vuoi parlarne ora? Dopo tutto quello che è successo fra di noi?” gli chiedo leggermente irritata.
“Beh si, tanto cos’altro abbiamo da perdere? Ormai non potremmo essere più distanti” mi dice posando abilmente lo sguardo sul mio anello di fidanzamento.
“E poi mi hai sempre detto di voler andare avanti e di non farti influenzare dal passato. Quello che mi chiedo è: come fai ad iniziare una nuova vita se non hai avuto una chiusura di quella passata? Come fai ad andare avanti se non sei sicura di aver risolto tutti i grattacapi in precedenza?”mi chiede lui facendomi riflettere.
In effetti ha ragione, lui vuole delle risposte e penso che in fondo le meriti.
“Bene, ne vuoi parlare? Parliamone. So solo che da quando hai scoperto che fossi incinta, mi hai segregata dentro casa facendomi annoiare a morte. So solo che ogni giorno che passava mi sentivo sempre più depressa chiedendomi se sarei stata una buona madre e temendo di non poterlo essere. So di aver causato la morte di nostro figlio, per una stupida mancanza di attenzione e di buon senso e credimi quando ti dico che non mi perdonerò mai per aver fatto una cosa simile. Per molte settimane, dopo aver perso il bambino, sono stata convinta che tu mi avresti lasciata, ero convinta che tu mi odiassi quindi era più facile odiare me stessa, giusto per sentirmi più vicina a te.” Riprendo fiato per un attimo ma appena Cory accenna a commentare ciò che ho appena detto, mi affretto a parlare nuovamente. Ho così tante cose da dire!
“Ma poi ho capito che la colpa non era solo mia quindi oltre ad odiare me, ho iniziato ad odiare anche te. E poi in tutta questa situazione c’eri tu, che non eri mai a casa e che quando c’eri cercavi di farmi divertire senza capire che io fossi in lutto. Mi parlavi di viaggi, mi parlavi di trasferirci in Canada, ignorando completamente lo stato di depressione che pian piano mi stava inghiottendo. E poi beh, è arrivato il 13 Luglio, il giorno in cui ci saremmo dovuti trasferire nella nostra nuova casa. La casa che tu avevi scelto per noi, un luogo in cui cominciare tutto da capo.
Non hai mai capito, non ti sei mai nemmeno sforzato di capire quanto la questione del trasferimento mi terrorizzasse. Non ho mai voluto abbandonare la nostra casa, non ho mai voluto lasciarmi alle spalle certi ricordi. In realtà volevo solo affrontarli, ma non ero abbastanza forte per farlo.
E dopo l’ennesima litigata, tu hai preso quell’aero. Non mi hai aspettata, non hai lottato per rimanere con me. Ed immagina come sono potuta stare quando ho ricevuto una chiamata in cui  mi avvisavano che il tuo aereo era precipitato. Da allora mi sono convinta che fosse stata colpa mia, oltre aver ucciso il mio bambino, avevo ucciso anche te.” Ormai non mi sforzo nemmeno più di reprimere le lacrime. In questo momento sto letteralmente mettendo a nudo la mia anima ed il mio cuore e non potrei sentirmi più leggera.
“Ma pian piano sono riuscita ad andare avanti, ad affrontare la situazione. Ho incontrato Matthew, che mi ha sempre compresa e rispettata. Appena le cose si stavano aggiustando, sono entrata nel nostro bar, e lì ti ho rivisto. Tutte le convinzioni, tutti i muri che avevo costruito nei mesi in cui ti credevo morto, mi sono improvvisamente crollati addosso ed è da quel giorno che non so più cosa fare. Accettando la proposta di matrimonio di Matthew, ho voluto mettere un punto a tutta la sofferenza che mi hai fatto provare.
E credo che il discorso che stiamo affrontando in questo momento sarà in grado di mettere un punto definitivo alla nostra storia.” Dico tutto d’un fiato e poi finalmente guardo Cory che sta piangendo.
“Voglio sapere solo un’altra cosa” mi dice lui fra le lacrime.
“Mi hai amato anche in quei mesi bui?” mi chiede speranzoso.
Gli sorrido amaramente.
“Allora proprio non capisci! Il vero problema in tutta questa storia è che i miei sentimenti per te non sono mai cambiati! Anche quando cercavo di convincermi di odiarti, in realtà ti amavo. La verità è che non ho mai smesso di amarti” e con queste ultime frasi la mia confessione è davvero completa.
“Anche adesso?” Cory trova il coraggio di chiedermi.
Farfalle mi svolazzano nello stomaco ma le sopprimo immediatamente.
“Si, anche adesso.” Ammetto io, in imbarazzo.
“Quindi hai deciso di sposare un uomo che non ami, solo per allontanarti da me” riflette lui ad alta voce.
“Fai tutto questo perché io ti ho portato solo sofferenza e sembra che tu abbia dimenticato tutti i momenti felici che abbiamo trascorso insieme. Bene, se le cose stanno davvero così, allora ti lascerò in pace.
Ci vediamo in giro, Lea. Ti lascerò vivere la tua vita. Ti auguro solo tanta felicità.” Cory si avvicina alla porta, prima di aprirla si gira verso di me ed aggiunge “Ah, un’ultima cosa: scusami se non sono morto in quell’incidente”
E prima che io possa anche replicare, Cory è fuori dal mio trailer sbattendosi la porta alle spalle.
Era quello che volevo ottenere, giusto? Allora perché mi sento così vuota?





 
Angolo autrice: Primo capitolo del 2015!!!! bene, come avete notato, finalmente in questo capitolo vengono spiegate tante cose, in modo che possiate avere una visione più completa della storia! So che magari in questo momenti vi sentiate depressi dopo aver letto questo capitolo, ma tutto ciò è necessario per lo sviluppo della trama! Ringrazio tutti per il vostro supporto! 
PROSSIMO CAPITOLO LUNEDì 19 GENNAIO! a presto <3

 
 

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Capitolo 13
*** Faking it ***


Cory mi stringe con dolcezza la mano sul tavolo mentre continua a parlare animatamente con sua madre, seduta di fronte a noi. Non presto molta attenzione alla conversazione, più che altro mi trovo a riflettere su come io mi possa trovare in questa situazione.
Beh, tutto è cominciato circa tre giorni fa, quando Cory mi ha improvvisamente fermata nel parcheggio degli studios per parlare con me.
 
“Lea, aspetta” una voce giunge dalle mie spalle mentre sto per entrare in macchina dopo un’estenuante giornata sul set.
Mi volto appena in tempo per vedere Cory corrermi incontro. Sembra nervoso ed agitato, sarà successo qualcosa di grave?
“Cory, che succede?”  gli chiedo io sentendomi immediatamente preoccupata.
“Lo so che in queste ultime settimane non abbiamo parlato molto, e so di averti detto che ti avrei lasciata in pace ma ho bisogno che tu mi faccia un favore enorme” mi dice ancora con il fiatone.
“Bene, allora dimmi” lo esorto a parlare.
Il suo volto si colora di un rosso intenso: si vergogna. Ha paura di chiedermi qualcosa.
“Beh, tra due giorni mia madre verrà a trovarmi dal Canada, giusto per controllare che io stia bene.” Annuncia finalmente lui.
Io gli sorrido senza sapere esattamente quale sia il problema in questione.
“è una bella notizia” gli dico.
“Si ma, il punto è: lei crede che tu sia ancora la mia ragazza! Ho parlato con Shaun e ha detto che dopo il mio incidente, mia madre ha avuto una specie di crollo mentale. È entrata in depressione e non usciva più di casa, né tanto meno parlava con qualcuno. Adesso si sta riprendendo ma è ancora molto fragile”.
“oh, mi dispiace. Ma cosa centro io in tutta questa situazione?” gli chiedo ancora intontita.
Il suo viso si colora maggiormente.
“Beh, lei verrà a cena venerdì e mi chiedevo se tu potessi fingere di essere la mia fidanzata” dice in un sussurro.
“Okay, mi stai prendendo in giro Cory? Penso che tua madre sia a conoscenza del fatto che io mi stia per sposare con un altro uomo. Non legge i giornali di gossip o guarda la tv?”. Adesso sono davvero sconvolta, come può chiedermi una cosa del genere?!
“Lo pensavo anche io, ma Shaun mi ha chiamato giusto pochi minuti fa avvisandomi che lei è convinta che il nostro rapporto è ancora in piedi. Dice che non parla d’altro!” Cory si porta la mano nei capelli e li tira leggermente. Cavolo, sembra davvero disperato.
“Ti prego, ho bisogno del tuo aiuto. Non te lo avrei chiesto se non fosse importante. Ho bisogno di più tempo per dirle che non siamo più insieme, se lo facessi ora lei ne rimarrebbe sconvolta e non voglio causarle maggiori problemi”
Osservo Cory negli occhi per qualche istante riflettendo sul da farsi. Io voglio aiutarlo, io devo aiutarlo se ci tengo ad una nostra possibile riconnessione amichevole. In queste settimane mi ha davvero lasciata in pace come aveva detto. Ha mantenuto  la parola e questo mi ha ferita immensamente. Mi manca così tanto poter parlare e scherzare con lui. Glielo devo, non posso lasciarlo in una simile situazione senza aiutarlo.
L’unico problema è Matthew. Non credo che sarebbe tanto felice di apprendere una notizia del genere.
Ma posso anche non dirgli nulla. In questo modo aiuterò Cory e non turberò il mio futuro marito. Diciamo che è un piano.
“D’accordo, ti aiuterò” gli dico con il cuore in gola. “Fingerò di essere la tua ragazza”
Cory mi sorride maestosamente e mi prende fra le braccia stritolandomi al suo petto.
E non posso fare a meno di sentirmi felice dal solo vederlo così contento.
 
“Allora, avete completamente abbandonato l’idea del matrimonio?” la domanda di Ann mi riporta sulla terra ferma e noto che Cory si è quasi strozzato con dell’acqua al sentir pronunciare quella frase.
Mi assicuro che lui stia bene prima di rispondere “Beh, noi stiamo cercando di fare le cose con calma. Di iniziare tutto daccapo.”
Ann sembra soddisfatta dalla mia risposta e continua a tagliuzzare il branzino nel suo piatto.
Cory mi sorride, sollevato dal fatto che Ann non continui a fare domande sull’argomento ‘matrimonio’.
“Non aspettate troppo però, voglio diventare nonna” aggiunge subito dopo.
Una sensazione di nausea inizia ad invadermi lo stomaco. Lei non sapeva nulla della mia gravidanza fallita. In realtà né lei né i miei genitori erano a conoscenza del fatto che io fossi incinta. Lo sapevamo solo io e Cory, e ripensandoci sono grata della decisione che prendemmo. In questo modo non abbiamo fatto soffrire più persone del dovuto.
“Vado un attimo in bagno” annuncio e lascio immediatamente la mia postazione. Ho bisogno di prendere un po’ d’aria.
Mi accosto alla finestra vicino al lavandino e noto che sta piovendo. Forte. Molto forte.
Il mio telefono emette un segnale acustico annunciando la presenza di due messaggi.
Il primo è di Matt che mi chiede se io sia al riparo dalla pioggia. Gli rispondo subito affermativamente, attenta a non farlo preoccupare.
Il secondo è di Cory:
Mi dispiace.
E so che si riferisce a ciò che ha appena detto sua madre. Ma lei non ha colpe, né tanto meno ne ha Cory.
Prendo coraggio e ritorno nella sala da pranzo, giusto in tempo per vedere Cory sparecchiare la tavola.
“Allora Lea, tu vivi qui?” mi chiede Ann avviando la conversazione.
Cory si avvicina a me e mi accarezza la spalla confortandomi, ovviamente ha capito il mio precedente stato di disagio.
“Beh, diciamo che praticamente vivo qui. Ma ho ancora la mia casa” dico io come avevo preventivamente accordato con Cory.
“Ragazzi, sono davvero contenta che siate riusciti a mantenere saldo il vostro rapporto, nonostante tutto quello che è successo. Non siete stati codardi, ed avete lottato per il vostro amore.” Dice Ann con orgoglio.
Questa serata si sta trasformando in una vera e propria tortura. Sembra che tutte le frasi pronunciate da quella donna siano state studiate in precedenza per riuscire a ferire i miei sentimenti.
Io e Cory annuiamo tenendoci ancora per mano.
“Ah, dimenticavo” aggiunge Ann avvicinandosi alla sua borsa ed estraendo qualcosa da essa.
“So che manca ancora un po’ per il Natale, in effetti siamo più vicini ad Halloween, ma vi ho portato una piantina di vischio. Porta bene”
Oh no. Ed ecco l’ennesima botta.
“Su, venite qui! Datevi un bacio” ci esorta Ann. Cory mi osserva inebetito senza sapere cosa fare.
Prendo fiato e lo trascino sotto al vischio, mi alzo sulle punte e raggiungo le sue labbra dove pongo un casto bacio.
Quando ci separiamo siamo entrambi accaldati e arrossiti. Spero solo che Ann non l’abbia notato.
Cory si schiarisce la voce osservando l’orario.
“Beh mamma, si è fatto un po’ tardi. Lascia che ti accompagni in hotel” le dice Cory.
“Hotel? Con questa pioggia? Spero che tu stia scherzando, figlio mio. Rischiamo di prenderci un bel raffreddore uscendo con questo tempo, o ancora peggio potremmo fare un incidente” gli risponde prontamente Ann.
E adesso so che la mia condanna a morte è ufficialmente firmata.
Il piano era: Cory riaccompagna Ann in hotel e io sono libera di tornare a casa mia senza destare sospetti. Ma adesso non posso e sono costretta a rimanere da Cory. Accidenti.
 
Finalmente Ann è sistemata nella camera degli ospiti e io sono in piedi di fronte a Cory indossando solo una sua maglia gigante, nella sua camera da letto. Non ci credo che sia potuta succedere una cosa del genere.
“Andiamo a dormire?” mi chiede timidamente Cory. Annuisco in imbarazzo e scosto le coperte per entrare nel letto.
“Grazie per tutto quello che hai fatto Lea, so che questo deve essere molto difficile per te e apprezzo veramente il tuo coraggio” mi dice Cory quando ormai siamo distesi sul materasso.
Mi giro su un fianco verso di lui, guardandolo direttamente negli occhi.
“Non devi ringraziarmi. Hai fatto tanto per me e non posso fare a meno di ricambiare.”
Cory mi sorride e mi accarezza una mano.
“Ora fammelo tu un favore” gli dico io improvvisamente.
Lui mi guarda come un falco ed annuisce.
“Dormi abbracciato a me” gli chiedo con un sussurro.
Cory spegne la luce e si avvicina al mio corpo. Mi stringe fra le sue braccia e sprofondiamo insieme in un sonno pacifico.
 
Il mattino dopo mi sveglio felice e riposata come non mai. Subito l’aroma del caffè proveniente dalla cucina mi invoglia ad alzarmi.
Entrata nella stanza, ancora nel mio pigiama provvisorio, noto Cory alle prese con la macchinetta del caffè.
Gli cammino incontro e lo abbraccio da dietro inalando il profumo della sua maglietta che aderisce perfettamente alla schiena.
“Buongiorno” gli dico gioiosa. “Dov’è tua madre?”
“Buongiorno anche a te, lei è in salotto” mi risponde Cory girandosi tra le mie braccia. In questo modo siamo l’uno di fronte all’altro e siamo ancora abbracciati.
In quel momento Ann entra in cucina e ci sorride.
“Buongiorno ragazzi! Mi dispiace aver interrotto le vostre coccole” ci dice Ann felice.
“Oh no, noi …” cerca di dire Cory ma Ann è troppo distratta dal suono del campanello alla porta.
“Non vi preoccupate, vado io” annuncia lei e scompare dalla cucina.
Dopo qualche minuto la voce di Ann ci richiama dall’ingresso.
“Lea, Cory, smettetela per un secondo di fare i piccioncini e venite alla porta. C’è un giovanotto che chiede di voi”. Sia Cory che io facciamo spallucce e ci incamminiamo verso l’ingresso tenendoci per mano.
Smetto immediatamente di camminare quando lo vedo in casa.
“Matt” sussurro imbarazzata, lasciando immediatamente la mano di Cory. Ann osserva la scena intontita dall’improvviso cambio di umore all’interno della stanza.




 
Angolo autrice: e questo capitolo si chiude con un colpo di scena! Ahia, prevedo guai! ahahah 
Come sempre vi ringrazio tutti, 
PROSSIMO CAPITOLO LUNEDì 26 GENNAIO, a presto <3

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Capitolo 14
*** What seemed like a good idea... ***


 
Cosa diavolo ci fa qui Matt? Come ha fatto a sapere che ero qui? Cosa succederà adesso? E se Ann dovesse scoprire della farsa che abbiamo messo in scena io e Cory?
Una serie di domande confuse continuano a ronzarmi per la testa e mi rendo conto di non essere in grado di rispondere a nessuna di esse.
Il mio sguardo non si muove da quello di Matthew, ed i suoi occhi sono ben saldi sopra i miei, come se solo guardandoci stessimo comunicando silenziosamente.
“Qualcuno mi presenta a questo giovanotto?” chiede Ann leggermente irritata. È chiaro che è molto confusa dalla situazione.
Subito mi faccio avanti per cercare di risolvere le cose. “Matthew, lei è Ann, la madre di Cory. Ann, lui è Matthew. Lui è … “ improvvisamente non so come terminare la frase.
Non voglio turbare Matt, ma non posso permettere che la salute mentale della mia ex-suocera venga messa in pericolo a causa di una bugia finita male.
“Sono un loro amico” dice Matthew stupendomi. Affianco a me, Cory sembra aver ripreso a respirare. Come me, fino a questo momento, era stato in apnea.
“beh, è un piacere conoscerti, ragazzo!” Ann gli stringe la mano più a lungo del dovuto, sta praticamente sbavando dietro ad uomo che potrebbe benissimo essere suo figlio, ma in fondo Matthew fa questo effetto a molte donne.
“Allora che ne dite di prenderci un caffè tutti insieme?” propone entusiasta Ann.
Perfetto. La tortura sembra continuare.
Ci rechiamo tutti nel soggiorno ed Ann va in cucina a prendere il caffè.
Mi avvicino immediatamente a Matthew e gli sussurro.
“Grazie per quello che stai facendo, prometto che ti spiegherò tutto più tardi” Matt annuisce comprensivo, ma so benissimo che dietro ai suoi occhi si nasconde un impeto di frustrazione e rabbia.
Ann ritorna con il caffè.
Io e Cory ci sediamo insieme sul divano più grande del salotto, mentre Matthew ed Ann si accomodano di fronte a noi.
Nella stanza cala di nuovo il silenzio fino a quando Ann non ricomincia a parlare.
“Allora ragazzi, come vi siete conosciuti? Voi e Matthew, intendo.”
“Amici in comune” dico la prima cosa che mi viene in testa.
“E tu Matt? Hai una ragazza?” chiede questa volta Ann rivolgendosi adesso al mio fidanzato.
Imploro Matthew con gli occhi di stare al gioco.
“Si, in realtà fra due mesi la sposerò. Il 24 dicembre.”
“Oh, è così romantico. Non pensate ragazzi?” Ann chiede a me e Cory che ci limitiamo ad annuire.
“A proposito del Natale, Matt, guarda cosa ho portato a questi piccioncini direttamente dal Canada” dice la donna alzandosi di scatto in piedi pronta a raggiungere il vischio.
Quando torna verso di noi, si avvicina subito verso me e Cory e fa ondeggiare il vischio sopra le nostre teste.
“Mamma basta, non puoi costringerci a baciarci davanti ad un nostro amico” dice Cory e finalmente parla dopo minuti e minuti di silenzio.
“Baciatevi pure, non mi disturba” dice Matt acutamente. Io lo guardo di traverso chiedendomi cosa stia cercando di fare.
Io e Cory ci scambiamo un veloce bacio privo di ogni emozione, tranne forse l’imbarazzo.
“Aww, non sono carini?! Si vede che sono così innamorati! Non pensi anche tu, Matt?” dice Ann.
In questo momento vorrei davvero scavarmi una buca e scomparire dalla faccia della Terra.
“Si, sono fatti l’uno per l’altro” dice Matt osservando il tavolino di fronte a lui. Sembra essersi arreso, ed aver ceduto all’ovvio.
“Beh, io dovrei andare. È stato un piacere conoscerla Ann. Cory, Lea … ci vediamo più tardi” dice Matthew non staccando mai lo sguardo da me.
Tutti insieme accompagniamo Matt vicino alla porta e con un ultimo sguardo lui è fuori di essa. Mi chiedo silenziosamente se io non lo abbia appena costretto fuori dalla mia vita.
 
Per fortuna la mattinata sembra trascorrere velocemente ed Ann è pronta per recarsi in aeroporto e tornare in Canada.
“Lea, mia madre ha scordato sul tavolo il suo passaporto, lo puoi portare in camera sua?” mi chiede Cory gentilmente.
“Certo” dico io e subito mi reco verso la stanza degli ospiti dove la porta è semi-aperta ed Ann sembra essere impegnata in una conversazione telefonica.
Sto per bussare alla porta quando sento pronunciare una frase che mi paralizza.
“Oh si, il piano è riuscito a meraviglia. Vedrai, tra poco quei due torneranno insieme. Devo ammettere però che mi è dispiaciuto vedere la faccia da cane bastonato del fidanzato di Lea. Sembrava un ragazzo simpatico.”
Lascio cadere il passaporto e sento le lacrime cominciare ad inumidirmi gli occhi.
Era tutta una trovata, era solo un modo per convincermi a ritornare sui miei passi. Era un modo per allontanarmi da Matthew e farmi tornare nelle braccia di Cory.
Corro immediatamente per il lungo corridoio e appena mi trovo di fronte a Cory , lo schiaffeggio con tutta la forza che possiedo.
“Come hai potuto prendermi in giro in questo modo?” gli urlo io, frenando momentaneamente le lacrime. Non voglio che mi veda in tutta la mia fragilità. Per una volta nella mia vita, voglio essere io quella forte e voglio affrontarlo.
“Che dici Lea? Calmati” mi dice lui preoccupato dalla mia improvvisa reazione.
“Ho fatto finta di essere la tua ragazza solo perché volevo aiutarti, solo perché mi fidavo di te e ho pensato che mai mi avresti sfruttata solo per farmi litigare con il mio fidanzato e farmi tornare da te. Sei patetico” dico ancora.
In quel momento Ann ci raggiunge in stanza e sembra essere confusa dalla situazione.
“Mamma, che diavolo sta succedendo?” le chiede Cory arrabbiato. Ma io non voglio sentire le loro inutili scuse. Sono stanca di sentirmi presa in giro, sono stanca di essere sempre troppo generosa e buona con gli altri. Forse, se fossi più stronza, allora la gente non si prenderebbe gioco di me così facilmente.
Mi avvicino verso l’uscita e prima che uno dei due sia in grado di fermarmi, sbatto la porta e corro senza sosta verso casa mia.
Vicino al mio vialetto, Matthew è seduto tranquillamente e sembra osservare il cielo. Quando nota la mia presenza, si alza in piedi, mi guarda negli occhi e poi finalmente dice : “Dobbiamo parlare!”





 
Angolo autrice: Ma cosa ha combinato la nostra Ann? e Cory sarà stato sua complice oppure anche lui come Lea non era a conoscenza del piano della madre? Matthew ha capito una cosa molto importante in questo capitolo: i Monchele non si possono separare! e per questo credo che tutti voi vogliate leggere il prossimo capitolo! ahaha non aggiungo altro. Vi annuncio a malincuore che questa storia sta per terminare, mancano ancora circa quattro capitoli (più o meno).

PROSSIMO AGGIORNAMENTO LUNEDì 2 FEBBRAIO! A presto <3

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Capitolo 15
*** ... Has turned into a battlefield ***


 
“Prima che tu possa dire qualcosa lasciami spiegare, ti prego” dico seguendo Matthew come un cagnolino in cucina.
Ancora rivolgendomi le spalle, lui mi dice un freddo “Sentiamo”.
Cavolo, non l’avevo mai visto così arrabbiato, devo proprio averla combinata grossa questa volta!
“Quella a cui hai assistito questa mattina era solo una farsa. È un favore che Cory mi aveva chiesto di fargli” gli spiego io sperando che lui mi creda.
“Una farsa … vuoi farmi credere che stavate solo fingendo? Pensi davvero che io sia così stupido?!!” Matthew si gira di scatto verso di me e finalmente posso guardarlo negli occhi.
“Ti prego, fammi finire di spiegarti” praticamente lo supplico cercando di avvicinarmi a lui ma Matt subito indietreggia.
Considero il suo silenzio come un invito a parlare, per questo mi affretto a raccontargli tutto.
“L’altro giorno Cory mi ha chiesto di fargli un favore: sua madre sarebbe venuta a visitarlo e lei credeva che noi fossimo ancora fidanzati e Cory per non turbarla non le ha detto che ormai non stiamo più insieme. Mi ha chiesto di fingere di essere la sua ragazza per una serata, ma poi a causa del tempo sono rimasta anche per la notte. Ho cercato solo di aiutarlo in buona fede senza sapere che in realtà quella è stata solo una messa in scena ideata per mettermi contro di te e per farmi ritornare da Cory. Ma non è così, Matthew credimi” dico tutto d’un fiato.
Matthew scuote la testa esasperato.
“Avete fatto sesso?” la sua domanda tanto schietta mi stordisce.
“Cosa? Ti sembra tanto strano? Pensi che io non sappia che l’unico motivo per cui noi non siamo stati ancora intimi è perché tu vuoi ancora lui? Allora, rispondi alla mia domanda: ci sei andata a letto?” nei suoi occhi si accende un fuoco che non avevo mai visto prima, il suo sguardo intimidatorio non mi abbandona per un secondo.
“Ovviamente no, non avrei mai potuto tradirti” la mia voce diventa improvvisamente roca.
Matthew sbuffa divertito.
“Lea, tu mi hai tradito senza nemmeno rendertene conto” mi dice lui con voce più calma.
“I-io no-“ cerco di dire con le lacrime agli occhi ma Matthew mi interrompe.
“Vi ho osservato, ho visto come vi guardate, ho visto come interagite e ho notato che anche un vostro semplice bacio forzato può ancora essere carico di passione. Tu lo ami ancora Lea, devi ammetterlo!”
Matt mi prende per un braccio e mi conduce dolcemente verso il divano, dove entrambi ci sediamo.
Ormai non riesco più a parlare, non faccio altro che piangere.
“Sai, quando ti ho chiesto di sposarmi ti ho detto che non avrei mai e poi mai rinunciato a te, perché ti amo tantissimo e non potrei mai lasciarti andare” dice lui prendendomi il viso tra le mani e costringendomi a guardarlo negli occhi.
“Ma sai, oggi ho capito un’altra cosa: proprio perché ti amo così tanto, sono costretto a lasciarti libera. Hai il diritto di essere felice e per quanto io mi possa sforzare di renderti tale, tu non lo sarai mai con me perché ci sarà sempre lui nei tuoi pensieri”
Abbasso il capo con vergogna. È possibile che queste cose me le debba dire il mio futuro marito? È possibile che io sia così codarda da non riuscire ad ammettere una cosa così palese?
“Io ti voglio davvero bene, Matt! Sei una persona stupenda e non sai nemmeno quanto il tuo costante supporto mi abbia aiutato in questo periodo.” Trovo finalmente il coraggio di dire.
“Lo so, ma purtroppo ci si deve amare per sposarsi e il mio amore per te non è corrisposto. Ho cercato in tutti i modi di conquistarti,ma penso che abbia vinto lui”
Le sue parole mi confondono. Vincere? Cos’era? una gara?
Ma prima che io gli possa chiedere altro, Matthew si alza in piedi sovrastandomi con la sua altezza.
“Adesso sei libera. Prendi le scelte giuste e torna da lui. Meritiamo tutti una seconda occasione. Fai un favore a te stessa, renditi felice” mi dice infine lui abbracciandomi strettamente.
Dopo qualche minuto trascorso ognuno nelle braccia dell’altro, Matt si allontana da me e si reca verso la porta.
Arrivati vicino ad essa mi dà un ultimo casto bacio sulle labbra e dopo esce, dalla mia porta e dalla mia vita.
 
‘Fai un favore a te stessa, renditi felice’ . Le parole di Matthew continuano a ronzarmi in testa. Magari fosse tutto così facile. È vero, tendo sempre a complicare tutto ma questa volta la colpa è anche di Cory.
Non avrebbe mai dovuto mentirmi in quel modo. Mi ha ingannata, lo ha fatto solo per farmi tornare da lui. Ha giocato slealmente.
Esausta, mi stendo sul divano ancora piangendo. Senza accorgermene, cado in un sonno inquieto.
 
Un forte bussare alla porta riesce a svegliarmi. Chi diavolo è? E perché ha deciso di buttare a terra la mia porta? Prima che io possa aprirla una voce giunge dal di fuori di essa.
“Lea, ti prego, aprimi!”
Cory. Lo avrei dovuto immaginare, ovviamente è venuto per scusarsi.
Ripenso ancora una volta alle parole di Matthew. Ha ragione, ma credo solo che in questo momento ho soltanto bisogno di un po’ di tranquillità.
Cerco di ignorare i continui colpi alla porta seguiti dalle urla che mi pregano di aprire.
Mi reco in camera da letto, chiudo la porta alle mie spalle e con essa cerco di lasciare fuori tutti i pensieri negativi.
Mi estraneo dal mondo, in questo momento non c’è niente di più importante della mia sanità mentale e so che se in questo momento dovessi affrontare Cory, essa subirebbe dei gravi colpi.
 
Sono le dieci di sera, i colpi alla porta sono cessati dopo qualche ora ed io ho finalmente il coraggio di abbandonare quel rifugio della mia camera da letto.
Passando per l’ingresso noto subito la presenza di un foglio di carta bianco poggiato sul pavimento vicino alla porta.
Una lettera. Una SUA lettera.
Ho davvero il coraggio di leggerla?
Rimuovo subito questa idea dalla mia mente, la raccolgo e la custodisco nel cassetto della cucina senza leggerla.
Mi preparo una tisana alla menta cercando di distogliere l’attenzione dal cassetto, cercando di allontanare i miei pensieri da quella lettera.
Ma non riesco proprio a farlo: la prendo tra le mani, la apro, e finalmente inizio a leggere le sue parole scritte insieme disordinatamente.





 
Angolo autrice: Ebbene si, le cose vanno per il verso giusto... Matthew si è dimostrato più utile del dovuto consigliando cosa fare a Lea! Cosa le avrà scritto Cory nella lettera? e come reagirà Lea? Saprete tutto nel prossimo capitolo! Grazie ancora a tutti!
PROSSIMO CAPITOLO LUNEDì 9 FEBBRAIO! A presto <3

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Capitolo 16
*** We are tethered ***


So che in questo momento mi odi, so che stare qui a chiedere il tuo perdono è assolutamente inutile e hai tutte le ragioni del mondo per essere arrabbiata con me.
Non mento quando ti dico di essere stato assolutamente ignaro del piano elaborato da mia madre per farci tornare insieme, nemmeno io sarei in grado di arrivare a tanto pur di farti tornare da me, anche se lo desidero immensamente.
Beh, penso che questa è stata davvero l’ultima goccia. Penso che ormai tu non voglia più saperne nulla di me. Ha vinto lui, e ti merita come tu meriti di essere felice con lui.
Ho sempre voluto il meglio per te e riconosco che in questo momento io non sono il massimo che la vita ti possa offrire. Spero solo che tu possa trovare finalmente la pace e la serenità, anche se questo significa lasciarti andare.
Per quanto riguarda me, fra un paio di giorni ritornerò in Canada. Ora che le riprese sono terminate non c’è motivo per cui io rimanga a Los Angeles. Ho solo bisogno di ritornare alle mie radici per cercare di ritrovare me stesso. Spero davvero di riuscirci, voglio essere un uomo migliore e questo è solo merito tuo.
Il motivo per cui è così difficile separarmi da te è che le nostre anime sono collegate. Magari lo sono sempre state e sempre lo saranno. Magari noi abbiamo vissuto un migliaio di vite prima di questa ed in ognuna di esse ci siamo sempre ritrovati. E magari, ogni volta, siamo stati costretti a separarci per qualche ragione.
Ciò significa che questo addio è sia un addio per i prossimi dieci mila anni, sia un preludio di ciò che verrà. Quando ti guardo, vedo bellezza e grazia e so che queste sono aumentate con ogni vita che hai vissuto. Ed io so di aver trascorso ogni vita prima di questa a cercare te. Non qualcuno come te, ma te, perchè la tua anima e la mia sono destinate ad essere insieme. E dopo, per una ragione che nessuno dei due riesce a comprendere, siamo stati costretti a dirci addio. Vorrei tanto dirti che tutto sarà apposto per noi due, e prometto di fare tutto ciò che è in mio potere perché ciò accada. Ma se non ci dovessimo davvero incontrare di nuovo e questo dovesse essere veramente un addio, so che ci vedremo in un’altra vita. Ci troveremo di nuovo, e magari il destino sarà cambiato, e non solo ci ameremo in quel periodo, ma in tutti i periodi precedenti.
 
Poggio la lettera stropicciata sul bancone della cucina e mi asciugo gli occhi colmi di lacrime con il dorso della mano.
Sta succedendo un’altra volta, si sta allontanando da me, questo perché ho incasinato tutto. Perché non ho potuto aprire quella maledetta porta?!
Matthew mi ha detto che con lui non sarei felice, Cory mi ha scritto che merito di meglio. Sono stanca di farmi dire dagli altri cosa è meglio per me e per la mia vita, devo saper prendere le mie decisioni e non lasciarmi influenzare dalle opinioni altrui.
Basta, ho deciso. Da domani cambierò la mia vita.
 
“Lea, ehi, entra pure. Sono tutti nel salone” Amber mi accoglie abbracciandomi caldamente e prendendo il mio cappotto.
Ci voleva proprio questa serata tra amici! È il giorno del Ringraziamento e, come ogni anno dal nostro incontro, io ed i miei amici storici che mi hanno accompagnata nella mia prima esperienza cinematografica, ci riuniamo e festeggiamo.
Mi guardo attorno leggermente imbarazzata e mi immergo nella marea di gente che non fa altro che ridere e ballare.
Quanto mi piacerebbe avere quella spensieratezza e vivacità che provavo qualche anno fa.
Mi chiedo se lui abbia intenzione di partecipare a questa festa. Non è mai mancato, ci andavamo sempre assieme, ma in giro non l’ho ancora visto. Mi chiedo con terrore se per caso non abbia cambiato i suoi piani e sia già partito.
 
Se l’idea della sua partenza ti spaventa così tanto, allora perché non ti dai una mossa e fai in modo che lui rimanga con te?!
 
E rieccoci! Devo ammettere che la voce della mia coscienza mi era davvero mancata. Sempre lì ad osservarmi e a giudicare ogni mio passo falso!
Mentre io rifletto silenziosamente, Amber si siede di fronte a me su uno sgabello e mi porge un bicchiere con dell’acqua ghiacciata.
“Bevi, hai una faccia! È successo qualcosa?” mi chiede lei sorridente.
“La vita è successa” dico con  tono depresso prima di bere una grande sorsata di acqua.
Amber mi fissa con un leggero broncio simpatico e mi prende una mano fra le sue.
“Lea, sei completamente innamorata di quel ragazzo. Perché non lasci il passato alle spalle e ricominciate daccapo?” Amber fa sembrare tutto così facile.
“Beh, anche se lo volessi cosa dovrei fare? Mi ha scritto questa fantastica lettera in cui mi ha detto addio. È lui che ha rinunciato a noi e non è nemmeno interessato a riallacciare i rapporti. Sapeva che sarei venuta a questa festa e lui non si è nemmeno presentato!” dico esasperata.
“Okay, calmati ragazza bianca. Cory non è venuto alla festa perché ha un febbrone tremendo. Mi ha chiamato stamattina scusandosi e sembrava che stesse davvero male. Quasi non riusciva a parlare” mi confessa Amber e subito io inizio a preoccuparmi per la salute del mio … come lo dovrei definire? Ex-fidanzato? Amante? Quasi marito o quasi padre di mio figlio? Oh al diamine, del mio Cory!
Improvvisamente scatto in piedi come una molla e chiedo ad Amber di restituirmi il  cappotto. Ho bisogno di raggiungere immediatamente un posto, o qualcuno.
Amber mi osserva come se fossi pazza e, dopo qualche lamentela, mi accompagna verso la porta porgendomi la giacca.
La bacio sulle guance ringraziandola e subito dopo mi immergo nelle strade fredde di una notte di Novembre a Los Angeles.
 
Sono immobile davanti alla sua porta da svariati minuti. Ho provato a chiamarlo, a bussare, a suonare il campanello ma non ho ricevuto nessuna risposta. Adesso sono davvero preoccupata. Mi guardo attorno alla ricerca di un vaso e quando trovo una piccola piantina nascosta poco lontana dalle scale, esulto silenziosamente.
Come pensavo, all’interno del vasetto c’è una chiave. La prendo e finalmente riesco ad aprire la porta.
Sono in casa sua, di nuovo. Cammino intimidita verso la camera da letto, scosto leggermente la porta ed immediatamente il mio cuore affonda nello stomaco nel vederlo così malaticcio e triste disteso sul letto.
“Cory” sussurro dolcemente avvicinandomi al letto.
Cory mi guarda con un’espressione scioccata ma subito dopo mi sorride e mi abbraccia.
Seppellisce il suo viso nel mio petto e prima che io me ne possa accorgere, lui inizia a singhiozzare fra le mie braccia.
 





 
Angolo autrice: Allooora, prima di tutto vi dico che il testo della lettera non è completamente opera mia, un bel pezzo è una citazione trovata su tumblr. Era davvero troppo bella per non essere inserita in questo capitolo!
Seconda cosa: non vedo davvero l'ora che tutti voi leggiate il prossimo capitolo... Ho già terminato di scriverlo e posso dire che, secondo il mio parere, sarà il capitolo più bello di tutta la storia *.* Spero che per ora questo vi sia piaciuto... Secondo i miei piani questa storia dovrebbe avere 19 capitoli compreso l'epilogo, quindi ci stiamo avvicinando alla fine !

Vi aspetto tutti al PROSSIMO AGGIORNAMENTO che sarà LUNEDì 16 FEBBRAIO! A presto <3

 

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Capitolo 17
*** We've got tonight ***


 Attenzione: Capitolo dal rating sicuramente arancione... Se questo vi disturba, siete pregati di non leggere! ;) 



Gli accarezzo leggermente i capelli mentre lui continua a piangere nel mio abbraccio. Dopo un po’ le sue lacrime terminano e si scosta da me guardandomi direttamente negli occhi. Ha il naso arrossato, gli occhi gonfi e bianchi, il viso pallido e i capelli scompigliati. Nonostante tutto è ancora l’uomo più bello del mondo per me, ma sembra che si sia preso un febbrone.
“Hai la febbre?” gli chiedo subito io mettendomi in movimento per curarlo.
“Forse” mi risponde lui con voce roca facendo spallucce.
Lo guardo leggermente irritata e mi reco in bagno per cercare un termometro nell’armadietto delle medicine.
“Apri la bocca” gli dico indicandogli il termometro adesso nelle mie mani. Lui obbedisce e si lascia pazientemente misurare la temperatura.
“Mmh, 38 e 5! Sembra che ti sei preso una bella influenza Monteith! Come diavolo hai fatto?” gli chiedo io con tono di rimprovero materno.
Cory mi sorride prima di rispondere.
“Beh sai, credo di essere stato davvero sciocco ad aspettare fuori dalla tua porta per più di tre ore. Alla fine tutto ciò che ho ottenuto è stato lasciarti una stupida lettera che molto probabilmente hai gettato” dice lui mettendo su un broncio adorabile degno di un bambino di cinque anni.
“In realtà” dico sedendomi sul letto accanto a lui “Ho letto quella lettera e l’ho trovata molto bella. Quindi è vero che te ne vai?” gli chiedo fissandolo acutamente.
“Si, me ne vado. Ormai nessuno ha più bisogno di me” sembra davvero convinto dalle sue parole ma nei suoi occhi si distingue una luce. Sembra che mi stia chiedendo con lo sguardo di smentire la sua frase.
“Credo proprio che la febbre ti stia facendo delirare” gli dico alzandomi in piedi e rimboccandogli le coperte. “Riposati, vado a prepararti una zuppa che ti farà subito stare meglio”. Prima di uscire dalla camera, lo bacio dolcemente sulla fronte e non posso fare a meno di notare il suo sorriso affettuoso e grato al mio gesto.
 
Dopo circa un’ora ritorno in camera con un piatto fumante di brodo di pollo, una spremuta di arancia, del pane e qualche medicina per la febbre.
Lo trovo ancora disteso sul letto ma adesso sonnecchia beatamente.
È così adorabile, non riesco proprio ad essere arrabbiata con lui.
Appoggio il vassoio sul comodino e gli accarezzo dolcemente il viso per cercare di svegliarlo. I suoi occhi si aprono quasi immediatamente, mi fissa per qualche secondo guardandosi intorno. È ancora intontito, avrà pensato che la mia presenza nella sua camera da letto sarà stata solo un sogno.
“Ti ho portato da mangiare, hai bisogno di metterti in forze” gli porgo il vassoio e lui annusa con piacere l’odore del cibo.
“Grazie, ma non dovevi” mi dice con la bocca già colma di pane.
Non sapendo cosa fare, prendo il cucchiaio dalle sue mani e lo aiuto a mangiare la zuppa pulendogli di tanto in tanto la bocca con il tovagliolo. Continuiamo questo nostro gioco in silenzio, ci guardiamo, ogni tanto ridiamo insieme. È tutto così intimo e famigliare, la nostra sintonia come coppia non si è mai dissolta.
Quando ha terminato di mangiare, si pulisce la bocca sorridendomi subito dopo “Era davvero tutto ottimo, mi è mancata così tanto la tua fantastica cucina.”
Abbasso il capo arrossendo in volto per il suo complimento.
Noto che ha ripreso colorito ed i suoi occhi sono più luminosi, sembra quasi che non abbia più nulla.
“Che ne dici di misurare di nuovo la febbre?” gli chiedo rompendo il silenzio.
Lui annuisce e prende il termometro.
“37 e 2, va molto meglio. E questo è tutto merito della mia bellissima e bravissima infermiera” dice lui con il suo classico mezzo sorriso.
“Sta’ zitto” dico scuotendolo leggermente per un braccio.
Ma il buon umore sembra allontanarsi dalla stanza non appena Cory mi fa una domanda.
“E Matthew?” mi chiede lui semplicemente.
“Beh, diciamo che non ha funzionato. Lui ha preferito lasciarmi libera perché ha capito che il mio cuore era da un’altra parte” Cory annuisce apprendendo queste informazioni, tirandosi leggermente il labbro inferiore tra i denti.
Prende un profondo respiro e dopo mi chiede ancora “E dove si trova esattamente il tuo cuore?”
Questa volta sono io a mangiucchiarmi il labbro. “Beh, penso che si trovi in questa stanza. Penso che tu lo abbia nascosto da qualche parte e penso che tu non voglia più restituirmelo” gli sorrido.
Il volto di Cory si colora dalla gioia, sembra così felice in questo momento.
Mi tira sopra di se, facendomi sedere a cavalcioni sulle sue gambe.
Inspira sul mio collo, mandandomi brividi lungo la schiena.
“Domani dovrei partire” mi dice ponendo un sensuale bacio dietro al mio orecchio destro.
Non so perché me lo stia dicendo adesso, ma in questo momento sono troppo stordita dalle sensazioni che la sua bocca sta creando su di me per pensare correttamente.
“So che tanto è successo tra di noi, ma abbiamo ancora stanotte” si allontana leggermente da me fissandomi negli occhi.
“Vuoi dirmi che, non importa quello che succede, avremo sempre questa notte?” gli chiedo incuriosita dalla sua proposta.
“Esatto, se tu sei d’accordo, ovviamente” gli rispondo baciandolo appassionatamente sulle labbra ma quasi subito lui si allontana nuovamente da me.
“Non voglio farti ammalare” mi dice ancora senza fiato.
“Non mi importa, e poi mi ammalo raramente. Tutto merito della frutta e verdura che consumo su base giornaliera”
Cory annuisce e riprende a stuzzicarmi, alternando baci e leggeri morsi sul mio collo fino ad arrivare alla spalla.
Dopo poco lui ribalta le nostre posizioni in modo che io sia ingabbiata fra il materasso ed il suo corpo.
La sua mano ruvida si infiltra sotto la mia maglietta e comincia a tracciare una sequenza di cerchi sul mio stomaco esposto. È una sensazione così piacevole ed erotica, che fa in modo che tutto il calore presente nel mio corpo si raduni verso il basso ventre.
Intanto la sua bocca continua a torturarmi vagando tra la clavicola e la parte superiore dei miei seni, ma appena si avvicina ad essi, ricomincia daccapo tutti i movimenti atti a farmi impazzire.
“Ti prego” gli sussurro senza fiato. Lui si ferma per qualche secondo per osservarmi, si scosta leggermente da me e piano mi sfila la maglietta dal corpo. Tutto questo senza mai allontanare lo sguardo dal mio.
Velocemente, rimuove anche la sua t-shirt nera gettandola al lato del letto. Mi fa sedere in posizione eretta, raggiunge la chiusura del mio reggiseno e con fare esperto lo rimuove senza problemi. Osserva il mio petto nudo con desiderio e subito dopo si avventa su di me appoggiandomi di nuovo sul materasso.
E poi riprende i suoi abili giochi ma questa volta scende verso il mio petto e mi stuzzica con i denti. Intanto la sua mano sbottona i miei jeans ed inizia a muoversi all’interno di essi. Mi accarezza una coscia, avvicinandosi sempre di più al centro del mio desiderio.
Stanco di giocare, si inginocchia sul letto di fronte a me ed inizia a disfare i miei pantaloni. Estrae da essi prima una gamba ed in seguito l’altra ponendo ogni volta dei baci umidi sulle  caviglie. Velocemente rimuove dal mio corpo anche gli slip grigi in cotone.
Subito riesco ad intravedere la sua eccitazione formarsi all’interno dei pantaloni e non posso fare a meno di sentirmi orgogliosa di avergli provocato certe reazioni solo con la mia forma nuda.
Alzandosi in piedi, lascia cadere per terra sia i pantaloni del pigiama, sia i boxer.
Adesso siamo completamente nudi, l’uno di fronte all’altro. Non abbiamo niente da perdere, siamo due anime completamente esposte pronte ad amarsi come non mai.
Si sistema fra le mie gambe, intreccia una mano con la mia e con l’altra si mantiene in equilibro su di me per evitare di schiacciarmi. Mi bacia, la sua lingua viaggia immediatamente nella mia bocca assaporando ogni angolo di essa. La sua erezione preme contro la mia coscia e quando non ce la facciamo più, lui entra dentro di me con una spinta veloce.
E dopo tanto tempo siamo di nuovo insieme. Stiamo facendo di nuovo l’amore e compiere questo atto non è mai sembrato più giusto.
Pelle a pelle, respiro contro respiro. Ci prendiamo ognuno cura dell’altro. Questo è molto più di semplice sesso. In questo momento ci completiamo, come delle tessere di un puzzle. Cory appoggia la fronte sopra la mia e mi fissa continuando a spingersi dolcemente dentro di me.
Ogni tanto si possono sentire dei gemiti, il rumore di respiri spezzati dal piacere e dolci parole che vengono pronunciate dalle nostre bocche quando non siamo impegnati a baciarci.
Arrivati entrambi  al culmine, Cory crolla con un gemito sopra di me. Mi sento così rilassata e felice in questo momento.
Quando il suo respiro si regolarizza, riusciamo a sentire i nostri cuori battere nel petto all’unisono. Insieme stiamo creando una sinfonia stupenda.
Lui si sposta sul suo lato del letto accarezzandomi il volto e tenendomi fra le sue braccia.
Dopo qualche minuto di silenzio, lui mi guarda e dice “Ed ora?”
“Ed ora facciamo tutto daccapo” dico sentendomi coraggiosa. Lui mi sorride e prima che me ne accorga è di nuovo sopra di me.
Non importa quello che succede, avremo sempre questa notte’. E questa notte è stata perfetta.




 
Angolo autrice: Anche voi avete caldo in questo momento?! ahahah finalmente quei due si sono decisi a saltarsi addosso! Fatemi sapere cosa ne pensate! voglio sentire il vostro parere! 

PROSSIMO CAPITOLO LUNEDì 23 FEBBRAIO! A presto <3

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Capitolo 18
*** The hardest word to say is Goodbye. ***


 
Apro leggermente gli occhi e subito sono inondata da una scia di luce che proviene dalla finestra accanto al letto. Mi giro su un fianco e osservo Cory, che è ancora beato nel mondo dei sogni. Il suo viso è così tranquillo ed angelico, dorme come un bambino.
Era da tanto che non mi sentivo così felice ed appagata. Questa notte è stata la più bella della mia vita, non importa quello che abbiamo passato in questi mesi difficili, ma come abbiamo affrontato insieme quella tragica situazione. So che probabilmente oggi avremo tante cose di cui discutere ma non posso fare a meno di sentirmi positiva nei confronti del futuro, del nostro futuro come coppia.
 
Una vibrazione mi distrae momentaneamente dai miei pensieri, ma in un primo momento non ci faccio tanto caso. Non è il mio telefono comunque, quindi non ho intenzione di distrarmi dall’ammirare il mio meraviglioso Cory.
Il telefono continua a vibrare sul comodino posto proprio accanto a me. Esasperata, decido di prenderlo e di spegnerlo.
Ma qualcosa mi impedisce di farlo, un nome in particolare che brilla sul display annunciando la presenza di un messaggio: Samantha.
Cerco di non pensarci troppo, infondo nel letto di Cory ci sono io e non lei, la mia gelosia è del tutto irrazionale. Ma poi il telefono squilla di nuovo e questo manda tutto il mio sangue direttamente al cervello. Afferro il telefono, lo sblocco e, con un forte respiro, apro i messaggi e comincio a leggerli.
 
Cor, come stai?
So che pensi ancora a lei ma non puoi dirmi che l’altra notte non ha significato nulla per te.
Avanti rispondimi, non essere codardo.
 
Il respiro mi si blocca in gola. Cosa? Sicuramente sarà solo un malinteso. L’altra notte? Quale altra notte? Cosa è successo?
Mi alzo di scatto dal letto e afferro i miei vestiti prima di recarmi in bagno.
Mi appoggio al lavandino scrutando la mia immagine riflessa nello specchio, sono proprio uno spettacolo: le guance rosse, le labbra gonfie, i capelli sfatti e dei piccoli lividi su tutto il collo e la spalla.
Il buon umore sembra avermi già abbandonata con la stessa velocità con cui è arrivato.
Che stupida che sono stata, mi sono presa cura di lui, gli ho dato tutto, anima  e corpo per farlo stare meglio e come un’idiota ho pensato che le cose sarebbero cambiate una volta per tutte. Invece, per quanto io sappia che la scorsa notte sarà indimenticabile per me, ho commesso un errore imperdonabile: mi sono fidata di lui ancora una volta.
Mi reco in cucina per prendere la mia borsa e per uscire da questa casa ma, la sua presenza seduta tranquillamente su uno sgabello, blocca ogni mio movimento.
“Ehi, dove vai così frettolosamente? Mi sono svegliato e non eri più accanto a me!” mi dice lui con voce rilassata.
Abbasso lo sguardo per qualche secondo, serrando la mascella.
“Beh, tu hai un aereo da prendere. Non voglio farti fare tardi” gli rispondo con poco più di un sussurro cercando di esprime nel mio tono tutta l’amarezza che provo nei suoi confronti.
“Aereo? Di che parli? Dopo ieri notte pensavo che fosse chiaro che non voglio partire più” afferma Cory con un cipiglio confuso.
“Ah no? E quale sarebbe il motivo esattamente?” questa volta alzo la voce di qualche ottava.
Cory si incammina verso di me e cerca di afferrarmi per un braccio ma io mi scanso.
“Okay Lea, adesso mi stai seriamente spaventando. Non puoi negare quello che è successo fra di noi ieri sera, non ti permetterò di sminuire ciò che abbiamo fatto” mi dice lui con tono più duro.
“Beh, sei tu che hai rovinato tutto, sei tu ad aver sminuito per primo le nostre azioni” affermo impassibile guardandolo direttamente negli occhi.
“E quando lo avrei fatto, scusa?” Mi chiede confuso.
“Credo di essere stata solo un altro nome da aggiungere alla tua lista, non è così? Il mio nome è scritto proprio sotto quello di Samantha, vero?” inizio ad alterarmi sul serio.
“Cosa centra adesso Samantha in tutto questo discorso?” dice lui gridando sempre più forte.
“Ci sei andato a letto, ecco cosa centra. Nonostante dicevi di amare me, nonostante mi hai promesso la tua fedeltà. Mi hai tradita” una lacrima mi bagna il volto.
Cory rimane in silenzio per qualche secondo.
“Te la prendi tanto con me, vuoi dirmi che tu e Matthew non avete mai-“ lui non riesce a terminare la sua domanda che subito io gli rispondo.
“NO! Non siamo mai stati intimi, perché non ci sarei riuscita. Perché ho sempre immaginato che doveva accadere con te”
“Lea, senti, il mio è stato un momento di debolezza. Ero triste, ubriaco e non ricordo nemmeno di averlo fatto. So solo che il mattino seguente ho chiesto a Sam di non fraintendere ciò che era successo” la sua voce adesso è molto più morbida ed i suoi occhi mi implorano di credergli.
“Non mi interessa, ormai non possiamo cancellare quello che è successo tra di noi. Ieri è stato un errore, meglio cercare di dimenticare e di andare avanti con le nostre vite come stavamo cercando di fare. Diciamo che ci siamo detti addio per l’ultima volta” propongo io, sentendo immediatamente una fitta di dolore al petto.
“Quindi per te è stato solo un errore? Perché io sono convinto di aver fatto l’amore con te, e questo lo sai anche tu!” i suoi occhi cominciano a brillare a causa delle lacrime trattenute.
Riempio i polmoni di aria prima di rispondere. Questo è il momento, hai l’occasione di chiudere fuori una volta per tutte il dolore che quest’uomo continua a procurarti. Non sbagliare questo colpo, Lea. Inizialmente farà male, ma poi ti riprenderai. Sarai di nuovo felice.
“Ieri è stato solo sesso per me. Solo un po’ di divertimento tra amici. Niente di più” dico con lo sguardo chino dalla vergogna provocata dalla mia menzogna. In realtà so benissimo che non è affatto così. Penso di non averlo mai amato tanto come ho fatto ieri sera.
“Perfetto, bene. Quindi penso che … è meglio che io vada. Ho uhm- un aereo da prendere” dice Cory dandomi le spalle ed asciugandosi gli occhi ed il naso gocciolante con il dorso della mano.
Odio vederlo ridotto così, ma lo giuro: questa è l’ultima volta che ci facciamo del male.
Cory afferra il borsone accanto alla porta, la valigia, la giacca e le chiavi.
Si gira verso di me e mi fissa con dolore. “Addio” dice infine.
“Addio”.



 
Angolo autrice: So di avervi detto che questa storia avrebbe avuto 19 capitoli compreso l'epilogo, ma vi annuncio che ne avrà 20. Questo perchè questo capitolo è in realtà diviso in due parti. 
Giuro, è l'ultimo capitolo deprimente! ahahah ci stiamo avvicinando sempre più al lieto fine e prometto che vi piacerà (lo spero). Grazie a tutti coloro che continuano a sostenermi lasciandomi recensioni o brevi commenti! mi fa sempre piacere sentire la vostra! 

Non perdete il prossimo capitolo che sarà l'ultimo, prima dell'epilogo!

PROSSIMO AGGIORNAMENTO LUNEDì 2 MARZO! A presto <3

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Capitolo 19
*** Bound to you ***



 Attenzione: Volete entrare nello spirito di questo capitolo? Allora vi consiglio vivamente di ascoltare questa canzone stupenda, magari mentre state leggendo. Bound to you, Christina Aguilera https://www.youtube.com/watch?v=S5RAATO3rTE
 


Cory sbatte la porta alle sue spalle ed io mi ritrovo di nuovo da sola, con i miei pensieri e con la mi angoscia. Finalmente posso soccombere alle lacrime e lentamente mi accascio sul pavimento e scoppio a piangere.
‘Questa è l’ultima volta’, continuo a ripetermi. Ma ciò non riesce a confortarmi, anzi, al pensare di non vederlo più, la gola mi si secca ed il cuore minaccia di sfuggire dal mio petto.
Sono in casa sua, ma senza di lui. Lui sta prendendo quell’aereo che già qualche mese fa aveva minacciato di portarmelo via per sempre. Ma il destino ha parlato chiaro questa volta: non possiamo stare insieme. Finiamo sempre per farci del male, siamo tossici l’uno per l’altro.
 
Entro in macchina, pronta a ritornare a casa. La testa continua a brulicare di pensieri, di immagini e di frasi che fanno male.
Decido di lasciar fuori tutto, non voglio pensare a nulla. Accendo la radio cercando di escludere tutti i miei ragionamenti.
Ma poi le note di una canzone che conosco, mi riportano al suo bel viso sconvolto ed ho bisogno di fermarmi sul ciglio della strada per evitare di fare un incidente.
 
 
Sweet love, sweet love   (Dolce amore, dolce amore)
Trapped in your love    (Intrappolata nel tuo amore)
I’ve opened up, unsure I can trust  (Mi sono aperta, incerta se mi potessi fidare)
My heart and I were buried in dust  (Io ed il mio cuore siamo stati sepolti dalla polvere)
Free me, free us    (Libera me, libera noi)

You’re all I need when I’m holding you tight (Tu sei tutto ciò di cui ho bisogno quando ti stringo forte)
If you walk away I will suffer tonight ( Se tu te ne vai, io soffrirò stanotte)

 
La radio mi sta praticamente parlando, questa canzone ha qualcosa di speciale, sembra che stia descrivendo la mia storia con Cory. Ciò che inizialmente era un amore puro si è trasformato in polvere che pian piano mi ha soffocata non facendomi più respirare. Abbiamo cercato di allontanarci l’uno dall’altro, ma ogni tentativo è sempre stato vano. Lui mi ha preso per mano e mi ha aiutata ad affrontare le mie insicurezze, ma appena ho cominciato a fidarmi maggiormente di lui, mi sono ritrovata di nuovo schiacciata dai miei muri. Ripenso alle sue forti braccia, a come sembravano perfette avvolte attorno a me ieri notte, e a come mi sento in pericolo quando lui non mi è vicino.
 
I found a man I can trust  (Ho trovato un uomo di cui mi posso fidare)
And boy, I believe in us    (Amore, io credo in noi)
I am terrified to love for the first time  (Ma sono spaventata dall’amare per la prima volta)
Can you see that I’m bound in chains   (Non riesci a vedere che sono legata da catene?)
I finally found my way   (Ho finalmente trovato la mia strada)
I am bound to you         (Sono legata a te)
I am bound to you        (Sono legata a te)

 
Ed il problema è sempre lo stesso: la fiducia. Come posso fidarmi di una persona che più volte mi ha ferita? Come posso dimenticare tutte le pene ed il dolore che ho provato quando ci siamo allontanati? All’immenso dolore che sto provando anche adesso. Ed è questa la verità: sono veramente terrorizzata dall’idea di amarlo. Il mio cuore mi spinge ad essere sincera sui miei sentimenti, ma ecco che la mente mi suggerisce di non dargli un’altra occasione, perché finirò solo per farmi male.
Ma non bisognerebbe sempre ascoltare il cuore?! Forse questa volta ho interpretato male ciò che mi sta dicendo il destino: esso mi ha riportato nuovamente ad una situazione che noi due abbiamo già vissuto, forse per concederci un’altra occasione. Per molte notti dopo l’incidente ho pensato a quanto avrei voluto impedire la sua partenza e farlo rimanere con me. Beh, adesso ho l’occasione per farlo, ma la sto sprecando a causa del mio troppo pensare e del mio maledetto orgoglio.
Prima che possa rifletterci maggiormente, metto in moto l’auto e mi avvio verso l’aeroporto.
Perché in fondo lo so: io appartengo a lui, ogni fibra del mio essere è legata a lui!
 
So much, so young       (Così tanto, così giovane)
I’ve faced on my own   (Ho affrontato tutto da sola)
Walls I built up became my home  (I muri che ho costruito sono diventati la mia casa)
I’m strong and I’m sure there’s a fire in us (Sono forte e sono sicura che ci sia un fuoco in noi)
Sweet love, so pure  (Dolce amore, così puro)

I catch my breath with just one beating heart (Riprendo fiato con un solo cuore che batte)
And I brace myself, please don’t tear this apart (E mi preparo, ti prego non distruggere tutto questo)

 
La vita ci ha messi contro più volte, ma io sono più forte. Abbiamo affrontato tante cose e siamo comunque rimasti in piedi, feriti e lacerati, ma pur sempre in piedi. Il fuoco che ci brucia dentro è alimentato dalla passione e dall’amore che proviamo nei confronti dell’altro. Non basterà di certo una tormenta di pioggia a spegnere i nostri sentimenti.
Ripenso alla sua bocca sulla mia, alle sue carezze ed ai nostri cuori che battono all’unisono. Spero solo che questa volta la vita ci sorrida e mi permetta di trovarlo e di fermarlo prima che riesca a salire su quell’aereo che vuole portarlo lontano da me.
 
Suddenly the moment’s here   (Improvvisamente il momento è qui)
I embrace my fears                   (Raccolgo I miei timori)
All that I have been carrying all these years (E tutto ciò che ho portato avanti in tutti questi anni)
Do I risk it all                              (Posso rischiare tutto)

Come this far just to fall, fall  (Sono arrivata fino a questo punto solo per cadere, cadere)
 
Spingo il piede sul pedale del gas e velocemente mi avvicino all’aeroporto. Dopo pochi minuti sono arrivata: lascio la macchina casualmente nel parcheggio e corro in maniera disperata lungo il perimetro dell’aeroporto.
Non mi ero nemmeno accorta che intanto è iniziato a piovere.
E poi eccolo lì, è lui, e sta per varcare le porte che lo porteranno via da me.
“Cory” grido con tutto il fiato nei polmoni. Lui si ferma improvvisamente sui suoi passi e si volta verso di me.
Mi scruta da lontano e anche da qui vedo la sua bocca spalancarsi dallo shock.
Inizio a piangere. Ma le mie sono lacrime di gioia, finalmente sono riuscita a fermarlo, questa volta non ho più  intenzione di lasciarlo andare.
Gli inizio a correre incontro e dopo poco lui fa la stessa cosa abbandonando le valigie pesanti lungo il suo percorso.
Finalmente vicini, lui mi prende fra le sue braccia e mi alza dal pavimento. Avvolgo le gambe attorno alla sua vita e stringo la sua testa vicino al mio cuore che in questo momento sta facendo un concerto nella cassa toracica.
“Scusa, scusa, scusa” ci sussurriamo silenziosamente a vicenda, baciando in seguito ogni angolo di pelle che riusciamo a raggiungere.
“Non te ne andare” lo supplico ancora avvolta tra le sue braccia. “Non lasciarmi sola” gli dico ancora.
“Mai” mi rassicura lui dandomi un casto bacio sulle labbra.
Il nostro momento tanto intimo e privato viene interrotto da un clacson e da un omone che dal finestrino ci urla di “Levarci dalle scatole” senza tante cerimonie.
Io e Cory ci sorridiamo e lui mi riappoggia a terra continuando a tenermi stretta la mano.
 
Dopo aver recuperato i suoi bagagli,  ci avviamo verso la mia auto e lui sale dal lato del conducente.
Seduti in macchina, finalmente soli, il silenzio incombe nuovamente su di noi.
“Andiamo a casa?” mi chiede Cory. Non so se si riferisca al mio oppure al suo appartamento, ma questo non mi interessa: la mia casa è dovunque lui sia.
Annuisco con la testa e continuo a fissarlo mentre lui mette in moto. Quando siamo in strada, la mano libera di Cory trova la mia e le nostre dita si intrecciano automaticamente.
 
Cory mi apre la porta del suo appartamento cavallerescamente permettendomi di entrarvi. Gli sorrido grata.
Sto per iniziare a parlare quando una furia si schianta sulle mie labbra baciandomi con passione.
Cory mi solleva fra le sue braccia conducendomi nella sua camera da letto.
“Ti amo” mi sussurra, portando di nuovo la bocca sulla mia.
Tutte queste emozioni improvvise cominciano ad avere la meglio su di me ed inizio di nuovo a piangere.
“Ehi, non piangere. Va tutto bene” mi dice Cory gentilmente prendendomi il volto fra le mani accarezzandomi le guance.
“Credevo di averti perso” dico io tra i singhiozzi.
“Shh, sono qui, sono con te” questa volta le sue mani raggiungono la mia schiena iniziando a tracciare dei cerchi che mi fanno rilassare immediatamente.
“Ti amo così tanto, non posso vivere senza di te. Sono stata davvero stupida ad averlo capito soltanto adesso”
Cory mi sorride comprensivo. “Diciamo che hai fatto di tutto pur di cacciarmi dalla tua vita, senza capire che noi siamo destinati a stare insieme”
Mi accarezza le labbra con il pollice prima di aggiungere “Tu sei mia, e lo sarai per sempre”
“Non permetterò mai più che questo succeda ancora, sarai mio per tutta la vita” gli dico io in risposta prima di abbracciarlo strettamente.
“Scusami, per tutto ciò che ho fatto in questo periodo. Sono stata solo sciocca, soprattutto questa mattina. Per me ieri è stato davvero speciale, lo è ogni volta che sto con te in quel modo. Facciamo sempre l’amore, anche quando possiamo pensare che sia semplicemente sesso”
Cory annuisce in risposta e dopo distoglie per pochi secondi lo sguardo dal mio. “Sai, per quanto riguarda Sam, mi dispiace. Non era davvero mia intenzione ferirti, sono stato davvero stupido. Io amo e desidero solo te e voglio che questo sia chiaro” mi rassicura lui dolcemente, accarezzandomi i capelli bagnati dalla pioggia.
“Ti credo, ed anche per me tu sei l’unico. Non volevo ammetterlo ma lo sei sempre stato!”
Lui mi sorride contento prima di tirare fra i suoi denti il mio labbro inferiore, avviando nuovamente i nostri baci surriscaldati.
“Sai, dovremmo sbarazzarci di questi vestiti, prima che ci ammaliamo, o nel mio caso, riammaliamo!” propone Cory, inarcando abilmente il sopracciglio.
“Beh, avrai sempre me come infermiera e credo di aver fatto proprio un buon lavoro con te ieri sera!” gli rispondo caricando il mio tono di malizia.
“Oh, si! E sai quale è stata la parte migliore?”
Scuoto la testa negativamente.
“Allora lascia che te lo mostri”. E prima che possa emettere anche un respiro, Cory è sopra di me in una furia di baci, di mani che mi toccano e di abiti che vengono rimossi.
 
 
Sono sudata e senza fiato. Sto correndo da svariati minuti nei corridoi dell’aeroporto. Devo impedirgli di partire, di prendere quell’aereo. Questa volta lo devo salvare, questa volta non lo posso abbandonare. Finalmente riesco a salire sull’aereo, e lo vedo. È seduto al suo posto ed ha le cuffiette nelle orecchie. Ho quasi paura di avvicinarmi a lui, ricordando un mio sogno passato e temendo che il veicolo si possa dividere a metà.
Ma poi Cory alza lo sguardo, mi sorride e mi porge la sua mano.
Riesco quasi a vedere le crepe formatesi sul pavimento. Quelle crepe sono le mie paure, il mio orgoglio e la mia rabbia. Ma non sono da sola, l’amore sarà in grado di liberarmi dai mio dolori e dalle mie incertezze. Tenendo fissi i miei occhi su quelli di Cory, inizio a camminargli incontro e quando non succede nulla, mi getto fra le sue braccia e lo stringo forte a me.
Ce l’ho fatta, adesso sono libera.
 
Mi sveglio di soprassalto sentendomi accaldata. Mi accorgo che questa mia condizione è dovuta al fatto che Cory mi sta praticamente soffocando con il suo corpo rovente. Mi scosto leggermente cercando di trovare una posizione più comoda.
Il mio movimento sveglia Cory, i cui occhi iniziano ad aprirsi lentamente.
“Ehi” mi dice con voce assonnata.
“Ciao” gli rispondo ponendo un dolce bacio sulla sua spalla nuda.
“Perché sorridi?” mi chiede lui dopo poco.
“Nulla, ho solo fatto un bel sogno, per questo mi sono svegliata. Apro gli occhi e mi ritrovo te che mi blocchi con il tuo corpo gigante” gli dico ridendo.
Cory mi rivolge un mezzo sorriso “Lo sai, non ci puoi fare nulla, sei legata a me”
 
“Si, sono legata a te.” E lo sarò per sempre.




 
Angolo autrice: Sarà forse questo un lieto (quasi)fine?! si, lo è! Ne hanno passate tante in questa fanfiction, ma vi prometto che stavolta si sono ritrovati per davvero, per sempre e sono più forti di prima ... Beh, penso che questo lo capirete soprattutto nel prossimo capitolo che sarà l'ultimo, l'epilogo! 
Un piccolo #fact su questa storia? Le scene descritte in questo capitolo sono state la mia prima idea di questa fanfiction. Non sapevo come iniziarla, cosa raccontare nel mezzo, ma sapevo già come doveva finire! è folle, lo so ahahahah 
Spero tanto che vi sia piaciuto questo capitolo, così come la canzone (io semplicemente l'adoro ed era perfetta per descrivere il momento di "conversione" di Lea). Alzi la mano chi  ha nototato i collegamenti con il sogno del primo capitolo! ahahahah

Un grazie infinito a tutti! Vi aspetto la settimana prossima con l'epilogo!

PROSSIMO AGGIORNAMENTO LUNEDì 9 MARZO! A presto <3

 

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Capitolo 20
*** Lost... & Finally Found. ***


CINQUE ANNI DOPO…

Mi muovo lentamente a carponi sull’erba del parco. Credo di aver appena sentito un movimento provenire dall’albero proprio alla mia destra e quindi mi avvicino ad esso cercando di non fare rumore. Mi basta accostarmi al salice per sentire una risatina.
Balzo in piedi e finalmente li trovo! Charlie e Dakota, le mie adorabili gemelline quattrenni si dimenano fra le braccia di Cory per cercare di scappare, ma il mio splendido marito le trattiene al suo petto solleticandole la pancia.
“Ho vinto io, vi ho trovati” urlo euforica.
Abbiamo trascorso quasi tutta la mattina a giocare in questo parco. Finalmente dopo numerose giornate uggiose, il sole ha deciso di fare la sua comparsa regalandoci una splendida mattinata.
“Non è giusto, è stata colpa di Charlie! Lei si è messa a ridere e tu ci hai trovati!” dice Dakota mettendo il broncio.
È proprio mia figlia, devo dire che quell’espressione l’ha ereditata da me.
Charlie sorride  a sua sorella in segno di scusa. Subito i suoi occhi si illuminano e delle meravigliose piccole fossette le abbelliscono le guance.
Bene, mi sbagliavo: sono identiche a Cory. Non che io mi possa lamentare di questo.
 
“Voi non avete fame?” chiede Cory improvvisamente, distraendomi dai miei pensieri.
Proprio in quel momento il mio stomaco comincia a ringhiare e mi rendo conto che è già giunta l’ora di pranzo.
“Siii” gridano le mie bimbe in coro, iniziando a lamentarsi e a sbuffare rumorosamente.
“Allora andiamo a mangiare! Andiamo al Magic?” chiede Cory rivolgendosi a me con un sorriso affettuoso.
“Certo, ma lascia che la porta la apra io” gli dico ridendo incominciando ad avviarmi verso il locale mano nella mano con la mia famigliola perfetta.
 
“Perché veniamo sempre qui?” Charlie chiede rivolgendosi a me e Cory.
Le pulisco il viso ricoperto di sugo prima di rispondere.
“Beh, questo è un luogo molto importante sia per me che per vostro padre. Noi ci siamo conosciuti qui, e qui lui mi ha anche chiesto di sposarlo. Per due volte in realtà” dico gettando uno sguardo a Cory che mi sta fissando con amore, prendendo la mia mano e baciandone le nocche.
“Che cosa romantica” afferma Dakota emettendo un sospiro contento.
“Diciamo che io e vostra madre definiamo la nostra come una storia di Crumble e caffè”dice Cory attirando l’attenzione su di sé.
“E di porte” aggiungo io prontamente.
“Mi prenderai in giro a vita per quel fatto, vero?!” le guance di Cory si colorano dall’imbarazzo ed abbassa la  testa sul suo piatto.
Gli accarezzo dolcemente i capelli e subito il suo broncio viene sostituito da un sorriso smagliante.
 
“Che ne dite ragazze, guardiamo un film?” propongo quando torniamo a casa.
Le mie piccole comunicano silenziosamente fra di loro prima di emettere all’unisono un “No”. Cavolo, a volte la loro telepatia mi spaventa.
“E cosa vorreste fare?” chiede immediatamente Cory prevedendo guai dalle loro corrispondenti espressioni furbe.
“Battaglia di cusciniii” urlano a squarcia gola avviandosi già verso la nostra camera da letto.
Io e Cory ci affrettiamo a raggiungerle prima che siano in grado di distruggere qualcosa.
“Lo sai che è colpa tua vero?” mi dice Cory ridendo della scena di fronte a noi. Sia Charlie che Dakota sono impegnate in una gara di salti, colpendosi ogni tanto con dei cuscini.
“Io?! E perché sarebbe colpa mia?” chiedo fingendo di non sapere.
“Sul quel materasso ci sono dieci cuscini. Mi dici a cosa servono dieci cuscini?” chiede Cory esasperato.
“Beh, sono decorativi. E poi servono anche per questo” dico afferrandone uno ed iniziando a colpire Cory scherzosamente.
Subito anche lui accetta la sfida che si estende a tutta la famiglia ed in poco tempo iniziamo a divertirci tutti insieme.
 
Le troppe risate ci costringono a bloccarci per riposare sul letto.
Quasi istantaneamente le mie bimbe si addormentano fra le mie braccia e quelle di Cory.
Restiamo distesi, così, per un po’ di tempo senza emettere un suono.
Non posso fare a meno di sentirmi estremamente felice: ho un marito perfetto e due figlie adorabili.
La vita procede alla grande, non avrei mai pensato che un giorno avrei potuto ritrovare la contentezza persa da ormai un bel po’ di tempo.
Ma pensandoci, da quando ho conosciuto Cory la mia vita è stata un alternarsi di salite ripide e di discese.
 
Se mi dovessero chiedere come mi sono innamorata di lui, penso che la mia storia li farebbe divertire.
Spesso si sente parlare di colpi di fulmine, di attrazione fisica e di sguardi che colpiscono.
Per me è stato diverso, mi sono innamorata della sua goffaggine e del suo comportamento da immaturo.
Mi sono innamorata prima dei suoi difetti e quando sono riuscita a conoscere anche tutte le sue qualità, allora lì ho capito di essere fregata.
 
L’ho conosciuto sul set di un film. Che poi fa tanto di storia patetica, ma per noi non è stato così.
Io ero la giovane ragazza impaurita che custodiva dentro di sé un grande sogno. Lui era quello che non riusciva ad aprire le porte.
Io ero quella che non riusciva a stringere amicizia con nessuno e preferiva stare da sola, lui era quello circondato da persone che gli volevano bene e che pian piano è riuscito a far apprezzare anche me.
Ma insieme eravamo qualcosa di unico: eravamo quelli dei “Ti amo” sussurrati sottovoce, per paura di ammetterlo per primi e rischiare che l’altro non sentisse la stessa cosa.
Eravamo gli incasinati, i folli, gli orgogliosi; quelli che litigano senza motivo ma che poi nemmeno cinque minuti dopo si ritrovano a fare l’amore in segno di pace.
Eravamo i “persi”. Che poi lui era davvero un disperso, ma il destino ha voluto che ritornasse comunque da me.
Invece io per molto tempo sono stata quella “persa”, non fisicamente ma mentalmente.
Pensandoci è anche divertente. Lui era il disperso ma ha ritrovato la sua casa, io ero la persa e finalmente ho ritrovato me stessa.
E guardando al passato, ho finalmente capito: non ho avuto paura di toccare il fondo, perché ho sempre capito che solo nel luogo più buio si può vedere la luce più splendente. E quella luce, per me, si chiama Cory.

 
Fine
 

 

Angolo autrice: Non ci credo che è finita!  Davvero, mi sono divertita tanto a scrivere questa storia, il che è strano da dire dato che la maggior parte delle volte le scene descritte erano drammatiche. Spero comunque di essere riuscita a rendere giustizia alla storia che avevo in mente. Tante volte si pensa alla trama ma poi non è molto facile trasportarla in parole.
Ringrazio tantissimo tutti coloro che hanno aggiunto questa storia ai preferiti o ai seguiti e a tutti quelli che hanno letto in silenzio. Ma un grazie ancora maggiore va a: @FrancyF, @Polly84, @GiovaneBarbra, @monteithsmile e @GiulyMonchele (spero di non aver scordato nessuno) per avermi accompagnata in questo percorso recensendo ed incoraggiandomi a continuare a scrivere. Se questa storia ha avuto la sua conclusione, è anche merito vostro! Vi adoro ragazze <3
 
Un po’ di avvisi: so che molti mi hanno chiesto se avessi intenzione di continuare la mia altra ff “Le date del nostro amore”. Ebbene si, non ho intenzione di essere uno di quegli autori che iniziano una ff e poi l’abbandonano per sempre. In questo periodo la scrittura di Lost mi ha ispirata maggiormente ma posso dire che adesso l’ispirazione è tornata anche per l’altra fic.
Ho bisogno di tempo per scrivere un po’ di capitoli in modo da non ritrovarmi ad aggiornare dopo mesi e mesi. Quindi segniamo una data? Prometto che a partire da VENERDì 1 MAGGIO aggiornerò settimanalmente “Le date del nostro amore”. Spero che riusciate ad avere pazienza fino a quel giorno e che continuiate a leggere le mie storie e a recensire!
 
P.s. qualcuno è interessato a vedere i visini dei due angeli di Lea e Cory in questa storia? Allora vi lascio un’immagine di Charlie e Dakota! Qualcuno riconosce queste due adorabili attrici? <3
 
 

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