How to save a life di JulsPadFoot (/viewuser.php?uid=139750)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Chapter 1 ***
Capitolo 3: *** Chapter 2: Do you know your enemy? ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Prologo
L’estate
era ormai finita e
quelle rare giornate in cui il Sole scaldava la pelle stavano lasciando
il
posto a giorni umidi e freddi. Selene aveva finito da un pezzo di
svuotare le
valigie e stava poltrendo nella sua stanza,in attesa che la sua
migliore amica
Beth arrivasse: come al solito era sempre la prima ad arrivare a scuola
e
quest’anno,il suo ultimo anno,era in anticipo di parecchie
ore. Guardando fuori
dalla finestra poteva vedere il giardino ancora vuoto,fatta eccezione
per
qualche ragazzino del primo anno che probabilmente si era perso. Mentre
stava
osservando il paesaggio Irlandese che si estendeva oltre i confini del
college,la porta si aprì e fecero il loro ingresso due
figure. “Sapevo che ti
avremmo trovata qui,già bella che sistemata!” A
parlare era stato un ragazzo moro
e dagli occhi neri come l’ebano,che
sorrideva raggiante alla ragazza: Hyperion. Selene lo strinse in un
abbraccio
caloroso,lanciando un sorriso anche al ragazzo castano dietro di
lui,Justin.
“Mi sembra di ricordare che vi sia vietato entrare nel
dormitorio femminile!”
fece notare la ragazza,con un sorriso che tradiva il suo tono di
disappunto.
“Oh
non iniziamo a borbottare già
da oggi,visto che dovrò sopportarti per tutto
l’anno!” una voce femminile
proveniva da fuori e faticosamente entrò Beth,trascinando
una quantità di
valigie superiore all’utile. Selene
sospirò,l’anno era definitivamente
iniziato.
Dopo aver
aiutato a sistemare i
bagagli i due ragazzi uscirono dalla stanza femminile,dirigendosi verso
la Sala
da Pranzo; era quasi ora di cena e ci sarebbe stato il classico
benvenuto ai
nuovi studenti e il bentornato a quelli vecchi. Selene, dal canto
suo,non
vedeva l’ora che iniziassero le lezioni,poiché
quest’anno avrebbero studiato
molte cose nuove. “Sono così elettrizzata per
quest’anno Beth! Ci credi?
Passati questi mesi ci sarà l’esame e poi ognuno
prenderà la propria strada!” “Oh
Sel ti prego non cominciare! Per questa sera non voglio affatto pensare
alla
scuola,all’esame e a tutto il resto!” rispose
l’amica,mentre si sistemava i
capelli neri tenendoli indietro con un cerchietto. “Io sto
scendendo,vieni con
me?”
“Ti
raggiungo tra poco,mi do una
sistemata anche io!”. Quando l’amica fu
uscita,Selene si guardò allo specchio:
non lo faceva spesso ma era proprio il caso di darsi una sistemata,dopo
il
lungo viaggio in treno. Osservò i suoi lunghi e indomabili
capelli rosso
fuoco,cercando di capire come metterli: non erano male in fondo,erano
lunghi e
formavano delle morbide onde sulla sua schiena,il vero problema era il
colore,che odiava. Decise alla fine di lasciarli
sciolti,truccò poco e
velocemente gli occhi color caramello e scese per la cena.
Una volta
entrata nella sala si
ritrovò davanti lo stesso familiare spettacolo: cinque
lunghissime tavolate
erano disposte l’una vicina all’altra ed erano
occupate rispettivamente da
tutti i ragazzi divisi per ogni anno scolastico. Individuò i
suoi migliori
amici e si sedette al loro fianco,lanciando sguardi e cenni di saluto
alle
persone in sala. La cena era abbondante e piacevole e mangiarono fino a
scoppiare,parlando di come avevano passato le vacanze estive e di quali
progetti avevano in serbo dopo la scuola; Selene ascoltava educatamente
le
chiacchiere dei suoi amici ma senza esserne troppo coinvolta,vagava con
gli
occhi per la sala,scorgendo volti conosciuti e osservando i nuovi
arrivati. Lo
sguardo le si posò un po’ più
giù,nella sua stessa tavolata,ma dall’altro capo
di essa: un ragazzo dai capelli color biondo cenere fissava il suo
piatto con
sguardo vacuo,ignorando deliberatamente le chiacchiere dei compagni che
lo
circondavano. In quel momento Eltanin Gray alzò lo sguardo e
i suoi occhi color
grigio tempesta inchiodarono quelli color caramello della ragazza.
Imbarazzata
la diciottenne distolse velocemente lo sguardo,concentrandosi di
più sulle
parole dei suoi compagni.
“Allora
Beth hai qualche
pettegolezzo da raccontare? Non so..Sai perché Gray se ne
sta sempre così
isolato dal resto del mondo?” Selene cercò di
rimanere il più indifferente
possibile,nel porgere all’amica quella domanda. In
realtà non le era mai
importato molto di quel ragazzo,idolatrato costantemente da tutto il
genere femminile
appartenente al Mercy College,ma lo sguardo con il quale fissava il
vuoto aveva
risvegliato in lei l’istinto indagatore.
“
Beh in realtà so poco e niente
su di lui,a parte che è un gran bel fusto,ma questo lo puoi
vedere da te, e che
è un gran libertino. So che adesso abita solo con il padre
ma per il resto non
parla tanto di sé.” Rispose l’amica
mora: fortunatamente la domanda non le
aveva fatto scattare ‘L’allarme
pettegolezzo’ perciò per quella sera Selene
l’aveva scampata!
Dopo cena
salirono tutti ai loro
dormitori e mentre si addormentava Selene non pensò
più ad Eltanin Gray,per
quella sera.
Eltanin’s point of view
Tornare in
quella scuola era
stato uno strazio: le solite facce,le solite chiacchiere inutili,i
soliti
posti. Aveva ritrovato la compagnia del suo migliore amico Cole,ma per
il resto
era come se tutto gli scivolasse addosso come l’olio. Nulla
lo attirava e nulla
lo incuriosiva,tranne che quella ragazza dai capelli buffi che aveva
sorpreso a
spiarlo,durante l’ora di cena. L’aveva vista nei
corridoi,come ignorarla
d’altro canto con quei suoi capelli rosso fuoco,ma a malapena
si ricordava il
suo nome. Mentre cercava di prendere sonno ripensava a cosa
l’avesse
incuriosita a tal punto da fissarlo così spudoratamente,ma
nonostante cercasse
di trovare qualcosa di diverso in lui,gli tornava sempre il pensiero
che in
realtà lui non era “interessante” per
niente: bello,certo,o almeno così gli
dicevano tutti,ma nello sguardo di quella ragazza senza nome non
c’era
ammirazione né venerazione. “Quella ragazza senza
nome..” pensava “eppure io
penso di sapere come si chiami..”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Chapter 1 ***
Chapter I
La sveglia
del cellulare
squillò,diffondendo nell’aria una martellante
musica rock. “Porca misera Sel!
Spegni quell’affare,mi sta trapanando i timpani!”
la voce assonnata di Beth
tuonò da sotto le coperte. La rossa spense in fretta la
musica,sorridendo sotto
i baffi. “Conviene che ti alzi; se non fosse per me e per la
mia musica spacca
timpani tu arriveresti a lezione con un’ora di
ritardo!” scese dal
letto,rischiando di inciampare nelle sue stesse pantofole. Borbottando
maledizioni contro la sua roba si diresse in bagno a vestirsi;
quell’anno aveva
dovuto far cambiare la propria divisa,poiché era parecchio
cresciuta,purtroppo
non in altezza,e quella che aveva ordinato le stava a malapena.
Indossò la
gonna a scacchi,camicetta e maglioncino,tutto sui toni del verde; si
guardò
allo specchio e arricciò il naso. “Sembro un
maledettissimo elfo,come ogni
anno!” pensò tra sé. Non
si prese neanche la briga di legarsi i capelli,non avrebbe
risolto nulla. Quando uscì dal bagno notò che la
sua migliore amica stava
ancora deambulando per la stanza,come se si fosse appena ripresa da una
sbronza; non appena la notò le si dipinse in volto un
sorriso dolce.
“Bentornato piccolo elfo! Per
quante tu ne possa dire,sai che rimango del parere che tu sia
bellissima!”
“Ti prego Beth,non cominciare! Se
fosse per me tingerei i capelli seduta stante; mi ferma il solo fatto
che
andrei incontro all’ira funesta tua,di Hyperion e di mia
madre!” nel dire
queste cose la rossa stava sistemando la sua borsa, riempiendola di
libri,quaderni,fogli e foglietti. “Scendo a fare colazione,ti
aspetto giù!” le
scoccò un bacio sulla guancia e uscì di corsa.
Salutò alcune ragazze che
incrociò all’uscita del dormitorio e si diresse
verso la Sala da Pranzo.
Seduti al loro solito posto trovò
Hyperion e Justin,quest’ultimo intento a riempirsi lo stomaco
di cibo.
“Buongiorno Sel! Dove hai lasciato quella perdigiorno di
Elizabeth?”
Hyperion
si era alzato e le aveva lasciato un bacio sulla fronte,come faceva
ogni
mattina da cinque anni. Mentre Selene prendeva posto,regalando un
sorriso ad
entrambi i suoi amici,ripensò a quei primi giorni di scuola
in cui incontrò i
suoi due migliori amici.
Era
piccola,sola e impaurita: si chiedeva perché i genitori
avessero deciso di
mandarla in un collegio come quello,lontana da casa per mesi. Non
poteva
frequentare una scuola pubblica come tutti,tornando a casa il
pomeriggio e
ricominciando tutto il giorno dopo? La sera prima era riuscita a non
farsi
notare e a starsene per tutta la cena rintanata in un angolino,ma
quella
mattina sarebbe stato diverso: le lezioni sarebbero
iniziate,così come le
interrogazioni e gli inevitabili scontri-incontri con i suoi compagni.
Non era
mai stata tanto socievole,si limitava sempre a qualche chiacchiera
durante
l’intervallo o tra una lezione e l’altra,ma non si
può dire che lei avesse mai
avuto una migliore amica,nonostante i suoi 15 anni. Aveva indossato
orgogliosa
la sua divisa,senza pensare a quanto i ragazzi in
quell’età sanno essere
cattivi e dispettosi. Dovette fare i conti con la realtà
durante l’ora di
Geografia,quando una ragazzina del primo anno,probabilmente sperando di
fare
colpo,le fece notare sgarbatamente la sua somiglianza con un elfo. Da
quella
battuta ne scaturirono altre una dietro l’altra,per
un’intera settimana. Solo
due ragazzi avevano preso le sue difese,in un Sabato pomeriggio,quando
ormai al
limite della sopportazione la povera rossa era crollata in una crisi di
pianto
nel bel mezzo del giardino. “E’ meglio che tutti
voi vi leviate di torno,se non
volete che vi prenda a calci io.”A parlare era stato uno dei
due,quello moro.
L’altro,quello castano,le aveva allungato un fazzoletto
bianco candido,con le
iniziali J.F, e le sorrideva. “Ti va di andare nelle cucine a
chiedere un thè?”
le chiese il moro. La piccola annuì impercettibilmente,con
gli occhi spalancati
e rossi per il pianto. “Io sono Hyperion e lui è
Justin”indicò il ragazzo
castano alla sua sinistra.
“Io..”tirò
su con il naso “Io sono Selene”
“Bene
Selene” iniziò il castano,Justin. “Non
penso che tu debba farti prendere in
giro così,perché non reagisci la prossima
volta?”
La
ragazza si asciugò le ultime lacrime che le rigavano il
viso,e alzò il
mento,cercando di riprendere contegno perduto. Aveva ragione,era sempre
stata
in grado di badare a se stessa e voleva dimostrare ai suoi genitori che
nonostante l’avessero mandata via da casa,lei sapeva vivere
anche senza di
loro. “Hai ragione,”disse “La prossima
volta lo farò”
E lo aveva
fatto,procurando una
frattura al setto nasale ad un tizio del primo anno, e sorbendosi una
settimana
di punizione. Da quella volta nessuno osava più prendersi
gioco di lei,tranne
quello stesso ragazzo al quale aveva rotto il naso, e in compenso
lei,Justin e
Hyperion erano diventati inseparabili.
***
Aveva
varcato la soglia della
sala con uno sguardo annoiato e sprezzante,maledicendo ogni secondo la
sua
naturale bellezza e il suo fascino,che attiravano orde di ragazzine
urlanti.
Prese posto e si versò del caffè nero; i suoi
occhi non si soffermavano mai più
di due secondi su qualcuno ma una risata cristallina attirò
la sua attenzione.
Tre figure si erano alzate dal tavolo e stavano procedendo verso la
porta,probabilmente verso la prima ora di lezione: in mezzo a due
ragazzi si
ergeva,nonostante l’altezza ridotta,la figura di una ragazza
sui 18 o 19 anni
che camminava a passo svelto,con sguardo fiero. E come succede nei
cartoni animati,nella
mente di Eltanin si accese una lampadina: era lei! La tizia dai capelli
rossi
che lo fissava la sera prima,era la stessa che anni fa gli aveva rotto
il naso!
Era la Brown,dannazione! Non aveva mai fatto caso né ai suoi
occhi né tanto
meno al suo viso,e senza quella divisa che la faceva sembrare un elfo
non l’aveva
proprio riconosciuta. Pensandoci in
effetti,alla sua destra e sinistra si trovavano le sue due guardie del
corpo:
Parker e Flynn gli davano davvero sui nervi,erano cinque anni che li
sopportava
a malapena. D’altra parte la Brown gli aveva rifilato una
bella operazione al
naso e lui gliel’aveva fatta pagare,tormentandola per tre
anni. Gli ultimi due
anni di Gray erano stati un completo disastro,sul fronte privato,e da
quel
momento niente lo aveva più
interessato,all’infuori di Parker e Flynn,e di
conseguenza si era quasi dimenticato chi lei fosse.
Ma in quei tre anni non aveva
affatto dato tregua alla rossa, allora perché diavolo ieri
lo stava fissando in
quel modo?
Un moto di irritazione gli salì
dallo stomaco e gli occhi si ridussero a due fessure,mentre i tre
varcavano la
soglia e sparivano dietro l’angolo; quell’insulso
elfo lo aveva tenuto sveglio
per tutta la notte e di certo lui non era uno che si preoccupava di
cosa
pensassero gli altri. “Ehy Bello Addormentato,chi stai
fissando?” Un ragazzo dai
capelli neri e gli occhi verdi si era seduto dall’altro lato
del tavolo,e
sventolava la mano per richiamare l’attenzione
dell’amico.
“Cole.” Lo salutò il biondo
“Parker e Flynn sono di nuovo in circolazione” Gli
occhi verdi del moro
ruotarono verso l’altro,per poi tornare a posarsi su quelli
grigi dell’amico di
fronte a lui. “Non alzare gli occhi al cielo con me Hyde!
Sono già parecchio
irritato di prima mattina: quel piccolo elfo della Brown non mi ha
fatto
chiudere occhio. Proprio ieri sera doveva mettersi a
fissarmi!” Eltanin mandò
giù un altro po’ di caffè,mentre
l’amico moro lo fissava a sua volta,incredulo.
“Momento
momento momento! Perché ti interessa
tanto se la Brown ti fissava,addirittura da perdere il sonno? Non ti
è mai
importato di nulla Gray,che ti succede?”
“Mi succede che non sopporto
quando qualcuno mi fissa,come stai facendo tu ora Cole! E visto che
questa mattina
sono parecchio scontroso,andrò a sfogarmi sulle due guardie
del corpo della
rossa,con permesso.” Il biondo si alzò dal
tavolo,lisciandosi i pantaloni verdi
della divisa e si diresse a passo svelto verso
l’uscita,lasciando l’amico in un
misto tra l’incredulo e il divertito. “Ah
Gray,chissà se l’impertinenza della
rossa non ti faccia dimenticare questi due anni.”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Chapter 2: Do you know your enemy? ***
Chapter
2: Do you know your
enemy?
Ci mancava solo il suo migliore
amico a dargli sui nervi,come se quella mattina non avesse avuto
già abbastanza
grattacapi. Non aveva avuto le prime due ore di
lezione,poiché non era stata
ancora assegnata la cattedra di Storia e Filosofia,quindi aveva passato
la
mattinata sdraiato sull’erba del giardino,con il tiepido sole
di un irlandese
Settembre a scaldargli il volto. Si udì impercettibilmente
il suono della
campana,che suggeriva ad Eltanin di avviarsi lungo il giardino,per
seguire la
lezione introduttiva di Astronomia. Fortunatamente (o
sfortunatamente,dipende dai punti di vista)
per lui incrociò gli oggetti dei suoi pensieri: Parker,Flynn
e la Brown stavano
uscendo dall’edificio,verso la sua stessa meta.
“ Purtroppo il fato non ci ha
voluto privare della tua presenza costante in questa scuola,Parker!
Oh,e c’è
anche la ruota di scorta: che piacere rivederti Flynn!” fece
un impercettibile
inchino di scherno: la voce del biondo era fredda e tagliente.
“Potrei dire lo stesso di te
Gray. Gira voce che te la stai passando male,peccato che tu abbia
deciso di
tornare qui.” Hyperion era abituato alle insulse frecciatine
del biondo e aveva
capito come rispondergli a tono.
Un flusso di rabbia salì lungo le
vene Eltanin: che diavolo ne sapevano gli altri di quello che stava
passando e
di quello che aveva passato? “Non osare rivolgerti a me con
quel tono Parker,ti
avverto.” Il ragazzo si era avvicinato al moro con passo
svelto e ormai lo
sovrastava almeno di una spanna. Hyperion non si ritrasse.
“Oh e che faresti?
Chiami mammina e papar..”
“Basta!”
Il moro non aveva fatto in tempo a finire la
frase che la voce nervosa della rossa lo bloccò.
“Ora basta
Hyperion,andiamocene.” Gli occhi color caramello di Selene
erano stati fissi
sulla figura del biondo per tutto il tempo della discussione e non le
fu
difficile notare la reazione avuta dal ragazzo alle parole del suo
migliore
amico: se avesse continuato a parlare,di sicuro si sarebbe ritrovato
con la
mascella rotta.
Eltanin rimase incredulo di
fronte alla scena che gli si era presentata davanti; la Brown,per
qualche
strana ragione,aveva impedito che Parker continuasse con le sue
stupide,e
quanto meno fuori luogo,battutine. Cosa sapeva? Osservò il
volto sorpreso dei
due ragazzi senza sapere come ribattere. “Beh..ti
è andata bene Gray.” Si
intromise Flynn e,dopo avergli rivolto uno sguardo sprezzante,si
allontanarono
verso la lezione di Trigonometria,lasciando la loro migliore amica in
giardino,diretta anch’essa verso Astronomia.
“Non credere che l’abbia fatto
per fare un favore a te,Gray; volevo solo evitare che Hyperion e Justin
si
mettessero nei guai per averti picchiato.” I due ragazzi
erano arrivati al
luogo dove si sarebbe dovuto tenere la lezione,ma non trovarono posti
distanti
l’uno dall’altra e,costretti,si sedettero vicini,in
attesa che professore
parlasse. Eltanin osservò con la coda dell’occhio
la ragazza,seduta affianco a
lui e si accorse di non aver mai fatto caso al cambiamento,seppur
impercettibile,della Brown: la sua memoria lo aveva lasciato ad un
ragazzina
piccola,con i capelli rossi arruffati e del tutto simile ad un elfo,con
le
orecchie leggermente appuntite e il naso minuscolo. La situazione non
era
particolarmente cambiata,Selene aveva le stesse orecchie e lo stesso
naso,spruzzato di lentiggini,ma i suoi capelli non erano più
arruffati e
disordinati,bensì lunghi e all’apparenza
morbidi,che le davano un’aria molto
più adulta e matura,nonostante la sua altezza si fosse
fermata al metro e
mezzo. Lo sguardo della rossa lo incenerì in un
istante
“ Vuoi un autografo o
hai intenzione di continuare a fissarmi?”
In un lampo di pura pazzia suicida il
ragazzo esordì “Sei rimasta bassa. Quanto sarai
alta,un metro e mezzo?”
Si
pentì subito della sua stupidità: a che cavolo
stava pensando? Non erano
amici,lui era stato un mostro con lei e odiava i suoi amici
cretini,perché
stava intavolando una conversazione? Di sicuro ora lo avrebbe fatto
fuori.
Selene sbarrò gli occhi e la punta delle sue orecchie
cominciò a colorarsi di
rosso.
“Per la cronaca non sono una nana,sono più di un
metro e mezzo!” Notando
il sopracciglio alzato del ragazzo,come a volerla prenderla in giro,si
scaldò
ancora di più. “ E tra parentesi sono cinque anni
che stiamo nella stessa
scuola,e ti accorgi solo ora che sono bassa? Dove sei stato con il
cervello,ammesso e concesso che tu ne abbia uno,in questi ultimi
anni?”
Era
sicura di non aver parlato in modo diverso da quello in cui gli si
rivolgeva di
solito,ma lo scurirsi del volto di Grey la fece sentire stranamente in
colpa.
“Senti..mi dispiace non avrei dovuto..”
“Zitta. Non mi importa.” La voce di
Eltanin era più tagliente,fredda e cupa del solito.
“Non mi importa di te,di
quanto sei bassa o delle tue stupide scuse.”
Selene non avrebbe dovuto sentirsi
offesa e in effetti non lo era: si sentiva ferita. E arrabbiata. Era
stato lui a
cominciare con le domande,lui a provocare lei e suoi amici,lui ad aver
scelto
il suo stesso corso di Astronomia. Un momento,questo cosa
c’entrava? Nulla,ecco
cosa,ma doveva cercare tutto quello di cui poteva incolparlo.
“Non ti ho
chiesto io di parlarmi,di farmi delle domande,di sederti vicino a me!
Hai fatto
tutto da solo e ora cosa vuoi da me?” il tono di voce della
rossa si era alzato
di un’ottava.
“Signorina Brown,Signor Grey,siete pregati di lasciare la
lezione
e tornarvene nel vostro dormitorio: è dall’inizio
della lezione che state
disturbando tutti con il vostro chiacchierare.”
***
Non ci
poteva credere. Era stata
cacciata dalla lezione che aspettava da mesi! E tutto per colpa di
quell’imbecille con qualche disturbo bipolare! Selene
percorreva a passo svelto
i corridoi,diretta verso la Sala da Pranzo per cenare. Era rimasta
chiusa in
biblioteca tutto il pomeriggio,cercando di smaltire la rabbia con pochi
risultati,senza nemmeno aver incontrato i suoi amici,che probabilmente
l’avevano data per dispersa. Erano le 20 passate quando
entrò in sala,sedendosi
alla destra di Hyperion.
“Chi ti ha riesumata? Dove sei stata tutto il
pomeriggio? Hai abbandonato me e Justin al nostro crudele
destino!” il moro le
diede una piccola spinta con la spalla,mentre indicava con la testa
l’amico
castano seduto davanti a lui.
“Ho avuto una discussione con Eltanin Grey e il
prof ci ha cacciati dalla lezione! Sono stata in biblioteca cercando un
modo
per ucciderlo senza far ritrovare il cadavere.”
“Che cosa vuole ancora da te?
Non aveva smesso di darti il tormento due anni fa?”
brontolò Justin,azzannando
una coscia di pollo.
“Ha ragione Justin, sono anni che non ti prende
più di
mira; anzi a dirla tutta da due anni a questa parte se la prende solo
con noi”
ridacchiò Hyperion. Avevano ragione,pensò la
ragazza. Perché aveva smesso di
darle il tormento,così di punto in bianco? Non ci aveva mai
pensato prima in
effetti; con lo sguardo cercò il ragazzo ma
incontrò un paio di enormi occhi
verdi. Cole Hyde la fissò sorridente e fece spallucce: il
posto di fronte al
suo era l’unico vuoto.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=2593401
|