Hidden Love

di SashaJohnson
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***







 
Se amate le torride giornate con un sole che spacca le pietre, la casa vicino alla spiaggia, il mare, i gabbiani, i surfisti abbronzati e tutto quello che ci si aspetta da un normalissimo posto con un normalissimo clima mediterraneo, Londra non è per voi. Se invece amate passare i pomeriggi sotto la pioggia o sotto un ombrello, con una temperatura che raggiunge appena i 15°, senza mare né spiaggia, con più piccioni che persone, i ragazzi bianco mozzarella, Londra è quello che cercate.

Scherzi a parte, Londra è favolosa, quasi come se fosse un altro modo: certo, ci sono sempre gli strip club, i casinò, i barboni che cercano di venderti gli ombrelli falsi o rotti ogni minuto, ma non è come vivere in un piccolo paese dell’Inghilterra. A Londra trovi persone di ogni etnia, gente di ogni tipo, che fa quello che vuole, che si veste come le pare, che è libera di essere se stessa senza la paura di essere giudicata. Perché quello che dalle altre parti è “diverso”, a Londra è “normale”.

Poi dovete stare attenti al quartiere dove scegliete di abitare: se amate vivere in periferia, lontani dal trambusto del traffico cittadino, scegliete posti come Stratford o Wembley, dove in quest’ultimo avete addirittura lo stadio a pochi passi da casa, che si trovano una ad est e una ad ovest della città, peccato che non mi ricordi quale delle due sia a est e quale a ovest. Ehy, non sono il vostro navigatore satellitare! E poi scusatemi se ancora non riesco a distinguere la destra dalla sinistra. Si è strano, ma io sono strano, fateci l’abitudine. Se invece amate l’aria del centro storico, cercate un quartiere al centro, sono troppi e l’unico che ricordo è Piccadilly Circus.

Se invece preferite una via di mezzo scegliete Notting Hill, dove abito io, dove ci sono una sfilza di case di tutti i colori: passiamo dal turchese all’arancione, dal giallo fosforescente al rosa shocking. Io abito esattamente in quella casa col portone blu… Nah, non siamo nel film “Notting Hill”. La mia piccola casa è verde. I vantaggi di Notting Hill? Oltre ad avere una lunga catena di negozi e ristoranti aperti tutti i giorni della settimana, c’è il mercato il sabato! Ci pensate? Il mercato, dove si trova di tutto a basso prezzo. Ritornando a me, nella mia casetta verde convivo con un lugubre scopa-femmine, che sfortunatamente è anche il mio migliore amico dai tempi del liceo: ha dei buffi capelli ricci che porta all’indietro continuamente, a quanto pare questa mossa fa sbavare tutte le ragazze che gli sono accanto. Ho provato anch’io a farlo, ma, chissà perché, non funziona, forse è riservato solo a lui. Se poi aggiungiamo dei magnifici occhi verdi e delle fossette agli angoli della bocca quando sorride… PUFF! abbiamo un mix di ragazze con gli ormoni a mille per Harry Styles. Una volta gli ho addirittura chiesto come facesse ad essere così irresistibile per le ragazze, e lui ha semplicemente affermato di essere bellissimo. Molto modesto il ragazzo.

Io e Harry frequentiamo la St. George’s University e siamo al secondo anno in quella scuola: ci sono i giocatori della squadra di football, le ragazze cheerleader, le zoccole della scuola, i ragazzi punk, i vegetariani, gli ecosostenibili, i secchioni; e poi ci siamo io, Harry e altri tre ragazzi, nonché nostri amici dal liceo, che formiamo un gruppo nostro. Noi siamo “Gli Altri”, difficilmente classificabili nelle categorie prima elencate, però siamo conosciuti in tutta la scuola: Harry, lo sciupa femmine; Niall, un biondino dagli occhi azzurri di origini irlandesi, il più allegro di tutti; Liam, un castano dagli occhi color cioccolato, il più studioso; Zayn, il ragazzo che porta sempre l’ultimo taglio alla moda, un moro dagli occhi marroni intensi, con l’aria da cattivo ragazzo, ma non è così; e poi… e poi ci sono io, Louis Tomlinson, meglio conosciuto come “il pagliaccio”, non solo dal mio gruppo, ma da tutta la scuola. Se devo dire la verità nessuno resiste alle mie battute. Beh, Harry sarà pure bello e figo, ma le sue battute sono squallide.

Oggi stranamente è una bella giornata, si intravede un po’ di sole attraverso le nuvole, gli uccellini cantano e tutte quelle altre cose belle che capitano in queste giornate, fatta eccezione per un piccolo e minuscolo particolare: oggi è il primo giorno di scuola. Ed io mi ritrovo qui ad aspettare sotto casa quell’idiota di Harry che ha intenzione di farmi arrivare in ritardo a scuola come sempre, perché deve aggiustare quei ricci di merda; a volte sono tentato di rasarglieli, così la smette di fare il playboy. Lo vedo scendere le scale con lo zaino in spalla.
–Ah, sei qui! Speravo fossi caduto nel cesso!- esclamo io ironizzando con un sorriso finto stampato in faccia.
–No Lou, e poi ti mancherei troppo.- ribatte lui.
–Già, come la febbre in pieno luglio.- continuo io. Ci fissiamo per un secondo, uno sguardo d’intesa, con il quale comprendiamo che lui non è in grado di rispondere alle mie battute e dopo aver chiuso la porta di casa, rimaniamo fermi sul pianerottolo, ci fissiamo, e dopo esserci dati una pacca sulla spalla iniziamo a corre verso la metro.

La metro è il mezzo più veloce in un posto come Londra, soprattutto quando ti ritrovi come coinquilino quell’idiota di Styles, che ti fa fare sistematicamente tardi a scuola. Prendiamo la Central Line e dopo qualche fermata scendiamo e partiamo di nuovo a razzo, diretti al college. Appena arriviamo noto con sollievo che ci sono ancora parecchi ragazzi in giro per il cortile, chiaro segno che la campanella ancora non è suonata.
–Visto? Tanta fretta per niente! I miei ricci si sono pure spettinati tutti!.- si lamenta Harry cercando di aggiustarsi i capelli con le dita.
–I tuoi ricci sono sempre spettinati!- sbotto mentre ci incamminiamo verso Liam, Zayn e Niall che ci attendono di fianco il portone della scuola. Ci passano accanto diverse ragazze, che ogni volta si fermano a fare gli sguardi provocanti nella direzione di Harry, sguardi a cui lui ricambia con troppo fervore. Io alzo gli occhi al cielo. –Si signore, lui è Harry Styles, il ragazzo più bello eccetera eccetera. Per il momento è occupato, ma non vi preoccupate, il mio amico troverà il tempo per voi!- dico trascinando Harry. Lui sbuffa.
–Mi rovinerai la reputazione.- borbotta.
–Sarebbe anche ora!- ribatto io. Fa una smorfia in segno di dissenso.

Raggiungiamo gli altri; come ci è solito fare ci salutiamo con una pacca sulla spalla, anche se oggi è più di un saluto, è anche un gesto per darci forza e coraggio in vista del nuovo anno scolastico.
–Ehy ragazzi!- ci saluta Liam.
–Dai, anche quest’anno possiamo cavarcela!- dice con un senso di falsa speranza Niall. Io faccio spallucce.
–Dai ragazzi, l’anno scorso non è finita tanto male.- ribatto io. Zayn mi fulmina con lo sguardo.
–Certo, perché tu hai quell’amica secchiona che ti fa copiare tutto. E noi invece… ragazzi, come ce la siamo cavati l’anno scorso?- chiede lui agli altri tre. Liam alza la mano.
–Io studiando.- tutti si voltano verso di lui incenerendolo con lo sguardo.
–Io facendo qua e là qualche favore.- risponde Harry disconnesso con lo sguardo malizioso mentre osserva le nuove arrivate.
–Già Harry, conosciamo tutti i tuoi sistemi.- lo rimbecco io. Lui sorride compiaciuto.
–E noi Niall? Come ci siamo salvati l’anno scorso?- chiede Zayn ancora.
–Uhm… botta di culo?- chiede Niall ironicamente.

–Un gran bel culo.- dice Harry mentre fissa il sedere di una ragazza che non si è mai vista prima, il che mi fa pensare o che sia una matricola oppure che sia una nuova: ha dei capelli lunghi, lisci e biondi che le scendono lungo la schiena; il suo corpo ha delle curve perfette e riesco ad intravedere i suoi occhi, azzurri color del mare. Non mi sorprende che Harry l’abbia già puntata.
–E addio Styles.- sospira Liam e tutti scoppiamo a ridere, tranne il riccio che è ancora concentrato a spogliare con gli occhi la bionda.
–Louis!- grida una voce femminile alle spalle, e io mi giro,anche se riconoscerei quella voce tra mille.

La vedo arrivare verso di me, con i suoi ricci castani curati, gli occhi verdi e un sorriso a trentadue denti stampato sulla faccia, le braccia spalancate per un abbraccio che sa già che riceverà; indossa un maglioncino grigio aderente con una piccola scollatura coperta dalla sua sciarpa leggera, dei jeans aderenti blu e delle Tom’s ai piedi. Non sarà vestita nel migliore dei modi o come una puttanella, ma gli la trovo lo stesso magnifica. Lei è Rachel, ed è la mia migliore amica. E credo di avere una cotta per lei. Beh, si credo. In realtà non lo so. E lei comunque non lo sa. Quando arriva a pochi centimetri da me si butta su di me in un abbraccio che ricambio sollevandola da terra e facendole fare un giro in aria. Quando finalmente poggia i piedi a terra, i nostri sguardi si incrociano per qualche secondo, ma veniamo interrotti dai miei amici che iniziano a fischiare. Rachel si stacca da me e li liquida con un gesto della mano.
–Finitela, idioti!- li intima, poi ritorna a fissarmi.

–Dio Lou, mi sei mancato così tanto in questi tre mesi.- mi dice lei. Io sorrido, anche lei mi è mancata, ma non glielo dico, non servono le parole con Rachel.
–Com’è andata in Francia?- le chiedo per tenermi aggiornato sulle sue vacanze estive.
–Bene, diciamo. Zia Prudence me l’ha fatta visitare quasi tutta, è bellissima, davvero!- dice con gli occhi che brillano. Sono contento di vederla così felice, ma mi lascio scappare una battutina.
–E non potevi rimanere là per sempre?- le chiedo e lei in tutta risposta mi dà un pugno sul braccio. Io fingo di farmi male, quando in realtà, minuta com’è, non mi ha minimamente scalfito.
–Wow Tomlinson! Ma che sono questi? Bicipiti?- chiede tastando quasi meravigliata i me nuovi muscoli, fino all’anno prima praticamente inesistenti.
–Si.- le dico fiero di me stesso. In realtà è stata tutta opera di Harry, che durante l’estate mi ha costretto a fare esercizi su esercizi. Fosse stato per me avrei passato ogni giorno steso sul letto a dormire o seduto sul divano a giocare con la XBOX.
–E comunque la Francia è bella, ma non è come stare qua. E poi i francesi sono antipatici.- mi racconta ancora facendomi l’occhiolino. Io gonfio il petto.
–Beh, certo, non tutti sono Mister Simpatia come me.- dico. Lei trattiene una risata e vorrei che non sia così. Mi piace il suono della sua risata, non è né sguaiata né da ochetta.

Il suono della campana interrompe i miei pensieri, riportandomi alla realtà. Mi abbasso verso Rachel per farmi sentire meglio.
–Che materia abbiamo a prima ora?- quasi urlo per sovrastare gli altri rumori che ci circondano.
–Louis, oggi è il primo giorno di scuola, il discorso del preside, ti ricordi?- mi risponde lei.
–Ah, il discorso del preside… non possiamo saltarlo? L’abbiamo già sentito l’anno scorso!- la prego io annoiato. Rachel scuote la testa esasperata. Vedo avvicinarsi una ragazza a Rachel, la sua migliore amica.
–Ciao Louis.- mi saluta lei.
–Ciao…- Cat? Caroline? Come diavolo si chiama? Eppure è sempre insieme a Rachel! Il nome inizia per la “C”. Candy? No, troppo sdolcinato.
–Chloe.- dice lei intuendo che non mi ricordo come si chiami. Bella figura di merda Louis. –Andiamo Rachel, ti devo raccontare una cosa.- dice lei a Rachel trascinandola in mezzo alla folla di ragazzi che si dirigono verso la palestra, dove ogni anno si tiene il discorso del preside. Rachel mi fa un segno delle mani, per dirmi che ci vediamo dopo e io ricambio. Ritorno dai quattro sgangherati, e tutti mi guardano con uno sguardo d’intesa; io scuoto ripetutamente la testa e insieme ci avviamo verso la palestra, confondendoci tra la massa.




Note dell'autrice
Buongiorno! 
Allora, eccomi qui con questa nuova FF. Prima di tutto, voglio precisare che la storia NON E' MIA, ma bensì di una mia amica, che è stata costretta a cancellare questa FF dal suo account, ma siccome ci teneva troppo a pubblicarla mi ha chiesto se poteva usufruire del mio account, e io ho accettato. 
Questa storia ha subito diverse modifiche, questa è la terza volta che viene pubblicata: la prima questa mia amica (che preferisce rimanere anonima), l'aveva postata senza dirmi niente, ma i capitoli erano abbastanza corti, lei non usava l'HTML di EFP e poi erano scritti quasi in lingua "bimbo-minchia"; dopo essersi accorta che la sua storia avesse bisogno di una "scossa" ha deciso di eliminarla e di riscriverla in chiave più matura, cambiando anche un pò della trama e il rating, che da giallo è diventato arancione.
Allora, la storia, esattamente come è specificato nei generi, è romantica e comica, anche se per un secondo sono stata tentata di mettere "demenziale". I protagonisti maschili sono chiaramente Harry e Louis. 
Sinceramente non ho molto da dire riguardo questo primo capitolo, e visto che questa mia amica risulta del tutto irraggiungibile (al che mi chiedo a che diavolo le servano internet o il telefono) sono costretta a postare questa storia senza qualche vera e propria "nota dell'autrice". 
Adesso devo scappare.
Baci,
SashaJohnson

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 






Pov's Louis.
La campanella non la smette di suonare, mentre tutti ci dirigiamo verso la palestra. Mi chiedo ancora perché abbia questo suono così stridulo e insopportabile, non credo al fatto che se più fastidiosa è, più alunni entreranno in classe; ma questi sono solo dettagli. Classe, uhm si a proposito di classe, non ho mai avuto così tanta voglia di trovarmi lì in questo preciso momento, invece di dirigermi in palestra, per ascoltare il discorso del preside, del quale so già che mi annoierò.

Ma sembra che ha nessuno sia passata questa idea per la testa, sembrano tutti così eccitati. Eccitati è il termini giusto?Non saprei, ma mi piacerebbe avvicinarmi ad ognuno di loro e confidargli che il preside in realtà è subdolo e li abbindolerà come delle marionette, ma per fortuna io ho già tagliato i miei fili.

La palestra è colma di studenti e sul lato destro è posizionato un palchetto, se così vogliamo chiamarlo. Io e i ragazzi ci posizioniamo in un posto più o meno lontano da dove si terrà il discorso, in attesa. E’ come se da un momento all’altro dovesse scoppiare la terza guerra mondiale. Intravedo il preside salire sul quel misero palchetto, a male pena riesce a muoversi, indossa: un completo blu e un buffo cravattino con sopra stampato un mouse e il suo filo.

- Buongiorno ragazzi io sono il direttore della St. George’s University e come ogni hanno salgo su questo palchetto per farvi un discorso in cui presenterò la scuola e dirò le regole che si dovranno rispettare. Intanto saluto i ragazzi degli anni precedenti che anche quest’anno ascolteranno nuovamente il mio discorso.- parte un clamoroso applauso e io non capisco il perché. Appena i ragazzi sembrano zittirsi il preside parla ancora. -Spero abbiate passato delle belle vacanze-dice, non ce la faccio più a vedere quel sorriso compiaciuto sul suo volto.

–Vedo che anche lei ha passato bene la vacanze signor direttore. La vedo in forma.- la mia voce sarcastica rimbomba in tutta la palestra e gli studenti non evitano di ridere, notando anche loro che il direttore è più impostato del solito. Un sorriso si forma sulle sue labbra .
- Sono felice che lei l’abbia notato signor Tomlinson.- mi risponde con un ghigno sotto i baffi.- E sono ancor più felice che anche quest’anno mi intratterrà con le sue battute.- mi dice ancora. Io sorrido compiaciuto
– E’ sempre un onore per me!- esclamo facendogli un inchino. Lui sorride ancora e si rivolge a tutti gli studenti.

- Bene ragazzi, la St. George’s University offre un livello altissimo di istruzione ; voi ragazzi avete la possibilità di seguire tutte le lezioni che vi servono per dare le materie a fine anno. I compiti che vi lasceranno i professori serviranno per allenarvi e inoltre coincideranno con il voto finale. Potete prendere il vostro orario recandovi in segreteria dove ci saranno le lezioni che avete richiesto di seguire. Inoltre, la nostra università offre lezioni in più sullo sport, la cucina, yoga e così via, se volete saperne di più recatevi in segreteria. Eh bene…- il direttore come ogni anno comincia a presentare i professori.

Mi guardo intorno non sapendo cosa fare e intravedo Rachel seduta su una di quelle panchine delle cheerleader con acconto… la sua amica. Anche lei mi vede e mi saluta con un mano, io le sorrido e mi ficco le mani in tasca. Sta ancora sorridendo. Io continuo a guardarla e simulo con le mani che mi sto rompendo le palle e lei ride; ecco la risate che volevo vedere, la SUA risata. E’ bello veder ridere le persone soprattutto quando sei tu la causa di quel sorriso. Rido anch’io e continuo a scherzare simulando con le mani una pistola che mi punto in testa, facendo finta di premere il grilletto fingo di morire e lei ride ancora.

–Signor Tomlinson!- mi richiama il preside, forse quel posto non era così poco visibile.
-Signor direttore.- rispondo io ironicamente.
-Vogliamo iniziare bene l’anno giusto?- mi chiede alzando un sopracciglio.
-Giusto!- rispondo io alzando il pollice. Lui scuote la testa divertito.

- Allora ragazzi, volevo precisare ai nuovi e ricordare ai vecchi, di non farvi trovare a pomiciare negli spogliatoi o nei camerini dei bidelli, potete pomiciare dove volete, ma non qui a scuola. Giusto signor Styles?- chiede il direttore con un occhiataccia al mio amico, che giocherella con la manica della sua giacca. Harry alza subito il capo per incontrare lo sguardo del direttore e fa un sorrisino malizioso.
-Può contare su di me signor direttore!- esclama Harry mostrando il miglior sorriso falso della sua vita al preside e alzando il pollice. Il preside annuisce, poi continuando a sorride al preside. -Tanto lo farò lo stesso.- sussurra a me Harry sotto i denti. Io scuoto la testa ridendo fra me e poi volto ancora lo sguardo verso Rachel sta ancora ridendo e ne sono fiero.

Quando finalmente il direttore ci lascia liberi: io, Harry e gli altri ci dirigiamo verso gli armadietti. Il direttore mi passa accanto e si ferma.
-Ehm… Signor Tomlinson?!- mi richiama, già quel suono mi sta dando la nausea e siamo solo al primo giorno.
-Si?- gli rispondo con un tono pressoché seccato.
–Spero che quest’anno inizi bene l’anno scolastico e credo che lo voglia anche lei, dico bene?- mi chiede inarcando le sopracciglia
.-Si- rispondo io poco convinto, più che una risposta sembra una domanda non capendo dove vuole arrivare.
-Bene, allora credo che quest’anno voglia farmi meno visite, giusto?- mi chiede ancora.
-Non le piacciono le mie visite?-rispondo io con un’altra domanda sarcastica.
-Oh, certo che si, ma credo che lei abbia già intuito dove volevo arrivare. Comunque le auguro un buon inizio.- mi dice, dandomi una pacca sulla spalla e facendomi l’occhiolino. Lo vedo camminare goffamente per la presidenza. E’ veramente ingrassato.

-Colpito e affondato.- dice una voce dietro di me. Il biondino sa essere spiritoso a modo suo, ma a volte è a dir poco irritante.
-Nah,siamo solo all’inizio.- dico io guardando in basso per… Oddio non ho l’orario, dov’è Rachel?Senza di lei sono perso. Continuo a passarmi freneticamente le mani sui capelli e volto lo sguardo in ogni direzione.
-A chi cerchi?- chiede Niall notando il mio improvviso cambio di umore.
-Hai visto la mia amica, sai… Rachel!- urlo io vedendola.
-Louis!-dice lei alzando gli occhi al cielo notando il mio stato di panico.
-Meno male che ti ho trovata.- dico con il fiatone e non capisco il perché.
-Tieni questo è il tuo orario: sono riuscita a prendere tutte le lezioni insieme tranne una.- mi dice consegnandomi il foglio con sopra scritto il mio orario.
-Cosa farei senza di te?- le chiedo felice che mi supporti sempre. Prendo il suo viso nelle mie grandi mani e gli stampo un bacio sulla guancia. Lei alza nuovamente gli occhi al cielo.
-Andiamo o faremo tardi.- mi rimbecca.
-Si, signor capitano- esclamo io, sull’attenti, facendo il saluto dei militari. Lei ride e mi tira per il polso trascinandomi in una classe di cui non so la materia.

La classe, come tutte le altre, ha un insegna in alto di cui non riesco a capire la scritta,dovrei farmi gli occhiali, la porta è di legno scuro ridipinta di bianco. Molti degli alunni si trovano già al suo interno, noi per non perdere i posti ci fiondiamo dentro, posizionando le nostre cose all’ultimo banco: ovviamente. C’è un profondo chiacchierio tra gli studenti, anche io e Rachel chiacchieriamo, fin quando il professore entra in classe.
-Buongiorno ragazzi, io sono il vostro professore di lettere antiche, mi chiamo John Sabber, ma voi chiamatemi signor Sabber.- dice a tutti noi, alcuni lo osservano ammirati, altri come me sbuffano.
-Dovevamo per forza prendere lezioni di lettere antiche?- chiedo a Rachel ancora sbuffando, disegnando sul mio quaderno un omino con in mano una palla.
-Si Louis, per la laurea in medicina bisogna avere conoscenze sulle lettere antiche.- mi risponde con tono severe e secco, io sbuffo ancora.
-Allora ragazzi, dalla prossima lezione iniziamo il nostro programma e inoltre lo consegnerò ad ognuno di voi, così per chi vuole anticipare gli argomenti può anche farlo. Intanto, per oggi, possiamo iniziare con le presentazioni, così per conoscerci meglio.- dice il professore alzandosi dalla sedia e mettendosi davanti alla cattedra.

Presentazioni? Ma questo è uno scherzo.
-Scusi signor Sabber, ma non le sembra un po’ ridicolo presentarsi,a questa età, oh andiamo, magari adesso prendiamo una palla, ci mettiamo in cerchio e ce la passiamo a vicenda? Di certo questo sarebbe più divertente.- dico io al professore con un tono di disprezzo. Si sente qualche risatina, ma tutti vengono subito zittiti; come immaginavo.
–Bhè signor…- tentenna non sapendo,ovviamente,il mio nome.
- Tomlinson. – lo aiuto io.
- Signor Tomlinson, se crede che questa sia una bambinata, può anche uscire dalla classe.- risponde con tutto il veleno che ha in corpo. Che persona spregevole, non si può neanche fare una battutina sul momento, che si infervora come una bestia. Bhè di certo voglio evitare scontri il primo giorno di scuola, ma mi divertirebbe una sacco. Gli studenti dell’aula cominciano a presentarsi e a parlare un po’ di loro.

-Giuro, mi sento all’asilo.- sbuffo a Rachel.
-Stai zitto, voglio ascoltare!- mi rimprovera.
-Sei seria?No dico, cosa c’è di interessante nel sentire gli affari altrui?- le rispondo alzando un po’ la voce e gesticolando con le mani. Il professore ci adocchia, abbassando gli occhiali sul naso e ci guarda con uno sguardo truce.
-Signor Tomlison e signorina…- abbuffa ancora con le parole,non so perché, ma voglio ancora aiutarlo.
- Lewis.- lui annuisce, il nervosismo è chiaro nel suo volto poco abbronzato.
-Signor Tomlinson e signorina Lewis potreste smetterla di chiacchierare?- ci rimprovera, oscillando un po’ con la testa. Io avrei voluto rispondergli di “no” ma Rachel mi precede.
-Si, ci scusi signor Sabber.- dice abbassando lo sguardo imbarazzata. Lo sguardo compiaciuto del professore mi fa venir voglia di andare li spaccargli qualche dente.

La “lezione” continua,il professore fa diverse domande sembra molto interessato, alcuni ragazzi sembrano in soggezione e ci credo, sembra un poliziotto che sta indagando su un delitto.
-Quando sarà il mio turno e mi farà la domanda: “Quali sono i tuoi hobby” io gli risponderò : “Amo scopare in tutti modi” vorrei vedere che faccia interessata fa.- dico sarcasticamente a Rachel, lei avvampa per il mio uso di parole ma poi ride.
-Louis!- mi richiama ma continua a ridere.
-La volete smettere voi due, un’altra interruzione e andate fuori.- dice severo e questo mi diverte. La vena, del professore, sul collo pulsa velocemente e io ho paura che primo o poi scoppi.

La presentazione continua e tra qualche momento, sarà il mio turno. Non penso dirò nulla
.-Mi chiedo cosa si aspetti che io gli dica alla domanda “Cosa ti piace fare” magari un risposta tipo: “Amo leggere libri di alta cultura filosofica” non so.- dico a Rachel, lei nuovamente non si trattiene dal ridere e rido anch’io.
–Basta! Signor Tomlinson e signorina Lewis vi potete accomodare fuori , avete interrotto abbastanza.- dice il professore cercando di mantenere il controllo.
–Mah…- fa per dire Rachel, ma io la precedo.
- Certo!- esclamo sembrando più felice che mai, prendo Rachel per il polso e prendendo le nostre cose, la trascino fuori dalla classe. Quando la porta si chiude dietro di noi, entrambi lasciamo un sospiro, io scoppio a ridere per la situazione e Rachel mi guarda male.
-Hai idea di cosa hai fatto?- mi chiede Rachel a bassa voce, pure se so che vorrebbe urlare.
-Si, ovvio, avresti dovuto vedere la tua faccia, eri sconvolta!- esclamo io ridendo più forte al ricordo. Lei accenna un sorriso e poi scuote la testa ridendo.
-Ti farai sospendere se continui così!- mi ricorda come una mamma. Io faccio spallucce e poi le avvolgo un braccio attorno alle spalle stringendola a me, mentre insieme ridiamo.



Pov’s Harry.
La medesima routine si stava ripetendo per tutte le ore di questo noioso giorno di scuola. Presentazioni di professori, presentazione del programma e poi… Non ricordo, per il semplice fatto che mi ero addormentato ogni dannatissima volta. Louis,oggi, mi aveva svegliato troppo presto e poi la sera prima era stata molto movimentata. In breve: era stato come un addio al celibato, alcol, ragazze seminude che si strusciano su di te, alcol, ragazze seminude. E se devo essere sincero, mi ero trattenuto.

Mi ripetevo nella mia cara testolina , che l’indomani avrei trovato di meglio, sarei stato con una pollastrella del primo anno, chiuso in uno sgabuzzino o in uno spogliatoio, a pomiciare con lei e a palparle il culo. Ma come era ben chiaro, in tutta la mattinata già trascorsa, non era successo nulla e non credo che nulla succederà. Non perché le ragazze del primo anno sono poco desiderabili, tutt’altro. La verità è che nessuna mi è interessata particolarmente, forse perché, d’altronde, oggi è solo il primo giorno di scuola. Forse dovrei smetterla, forse sarebbe meglio seguire i suggerimenti del preside. Ma che cazzo sto dicendo? Non potrei mai rinunciare a tutto questo, sarebbe impossibile.

Ritornando al presente, tutt’ora sono seduto qui, con accanto una mia cara “amica”, se così vogliamo chiamarla. L’unica comunicazione tra me e lei erano i rapporti sessuali, lei é una specie di “scopa-amica”, pure se di amica non ha un bel niente. E’ come una riserva, niente nuove prede? C’é lei, Angel.

Sento finalmente il suono di quella maledetta campana, così con calma mi dirigo verso la mia ora successiva, la quinta. Il mio passo si può paragonare a quello di una lumaca in corsa, con la delicatezza di un elefante apro il mio armadietto, pure se so già che non troverò nulla; sta tutto nella tattica di perdere tempo. Osservo le ragazze del primo anno, ma per mia sfortuna, non riesco a rivedere quel culo mozzafiato di stamattina. Deluso, mi dirigo con piccoli e incessanti passi verso la mia lezione, “storia”. Gli studenti son quasi tutti dentro, così anch’io entro.

Finalmente dopo un’intera giornata a cercarla la vedo, oppure dovrei dire lo vedo. Sta seduto, volevo dire seduta, sola soletta al secondo banco a destra. Quindi perché non approfittarne? Harry non si mai fa scappare queste possibilità. Mi dirigo verso il suo banco, questa volta il mio passo assomiglia più a quello di una volpe. L’istinto da predatore mi chiama. Appena mi siedo, la ragazza dal culo mozzafiato, mi rivolge uno sguardo annoiato, prende le sue cose e le allontana verso il muro.

–Oh, andiamo, non ho mica la lebbra.- sbuffo io, con il tono leggermente offeso. Eh si ,mi sono offeso, non sono mica un nerd con degli occhiali che gli esce il muco dal naso. Lei scuote la testa divertita, mi rivolge uno sguardo altezzoso e poi riporta lo sguardo verso la finestra. –Ciao.- le dico io sventolandole la mano davanti. Lei sbuffa e si gira verso di me alzando un sopracciglio.
–Per caso ci conosciamo?-dice con sarcasmo nella voce. Dove ho già sentito quella risposta? Una sensazione si Deja Vu mi sta invadendo letteralmente. –No, Harry Styles.- dico porgendole la mano. Lei guarda la mia mano con sufficienza, poi mi rivolge un falso sorriso.
- Se non ci conosciamo già, ci sarà sicuramente un motivo.- mi dice con tutto l’acido che ha in corpo. Perché mi sembra ancora, che tutto questo l’ho già vissuto? Tutto mi sembra uguale, tranne la ragazza davanti a me, è tremendamente sbagliata. Scuoto la testa eliminando i miei pensieri.

–Stronza, acida.- sussurro tra me e me.
–Scusa?- mi chiede alzando leggermente il tono della voce e sbattendo le palpebre più volte.
-Il mondo non gira intorno a te, baby.- le dico facendo girare le mani in alto
.- Ma se..- la interrompo.
- Prima che tu possa rovinare il momento con le tue acide parole, lascia che ti dica che hai un culo veramente sexy.- le dico facendole l’occhiolino. Lei spalanca la bocca come se volesse dire qualcosa, ma poi la richiude subito.- Senza parole eh?- le dico dandole un piccola gomitata le sbuffa e scuote più volte la testa.

Nel mentre il professore entra in classe, si presenta come al solito, fa una presentazione del programma e… NON MI SONO ADDORMENTATO! Wow Styles complimenti, stai facendo progressi. Nella lezione intera le uniche informazione rilevanti sulla bionda accanto a me, che sono riuscito a scoprire è il suo nome : Emily Smith. E’ già una meta. L’ora passa più velocemente del solito, così la campanella suona e tutti gli studenti si dirigono all'esterno del aula, anch’io li imito. Il mio istinto mi dice di seguire Emily, per gli armadietti dell’università.

Arrivati all’ altezza di uno sgabuzzino di un bidello, prendo Emily per un polso e la trascino dentro. Lei mi guarda confusa, mentre io la tengo stretta e le lascio morbidi baci sul collo, e con una mano le palpo il fondo schiena. Lei avvicina le sue labbra al mio orecchio e con la voce più sexy che abbia mai sentito mi sussurra.
-Credi che sia così facile Styles?.- io non rispondo mi limito a mugolare, continuando a fare quello che stavo facendo prima. Succede tutto nell’ arco di pochi secondi, io credo che lei sia una facile che si sta concedendo a me tanto facilmente e una ginocchiata arriva imminente nelle mie parti basse. Emetto un gemito di dolore, e lei si scansa da me. Mi sorride compiaciuta, mentre si avvicina alla porta.- Ciao Styles.- mi saluta con la mano, con una voce fin troppo sdolcinata. Poi apre la porta dello sgabuzzino, andandosene sculettando troppo esageratamente.





Note della falsa autrice
Ciao ragazze, come va?
A me sinceramente non tanto bene, insomma, la scuola mi sta stressando, già sono previsti tre compiti in classe, di cui versione di greco e di latino e vi giuro che vorrei morire. Ok, morire proprio no, ma vorrei che fosse già Natale. 
Ci tengo sempre a precisare che NON sono io l'autrice della storia, ma una mia amica che mi ha chiesto di usare il mio profilo per pubblicarla, ed io, che sono molto generosa e caritatevole (amichetta mia, amami), ho accettato di buon grado di pubblicargliela anche perchè questa è una storia che mi piace abbastanza, sulla quale anche io ho fantasticato e diciamo che, anche se in minima parte, ho contribuito alla formazione definitiva della storia. Questo sarebbe un modo più carino per dirvi che io so come continua e finisce la storia e voi no, però dettagli. Ho scritto inoltre "note della finta autrice" perchè, non essendo io l'autrice, non so cosa pensa la vera autrice di questo capitolo, se è un obbrobrio o se le piace, credo che l'unica cosa che mi contesterà sarà il fatto che mi ha inviato questo capitolo un mese fa esatto e io invece lo sto pubblicando solo ora, ma è già tanto se ho trovato il tempo di pubblicarlo. 
Beh, che dire? Io adoro il rapporto di Louis e Rachel, e Harry il puttaniere, con queste strane sensazioni di Deja-vu che io so a cosa... NO, BASTA! Me ne vado prima che mi scappino degli spoiler per cui mi ucciderete.
Baci, 
SashaJohnson
P.S. : Amichetta cara, questo è un commento che serve a ricordarti che la prossima volta che mi  dai il capitolo da pubblicare sarebbe carino se tu mi dessi anche qualche tuo commento o nota, che ne so! Non posso fare tutto io. 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***







Pov’s Louis
La mensa, si, proprio la mensa. Questa parola può essere intesa come quel solito periodo della giornata, in cui la gente consuma i propri pasti. Forse qualcuno potrebbe anche alludere al fatto che la mensa è un luogo in cui ci si ciba a lavoro o addirittura a scuola. Beh, se fosse così, sicuramente quel qualcuno non sarei io. Più che altro, io lo riterrei un idiota. Non che io sia più intelligente di lui, ma questi sono solo dettagli. Comunque, che stavo dicendo? Ah si, la mensa.. Beh per me la mensa è quel luogo in cui mi ritrovo a fare le cose che mi piacciono di più: mi rincontro con il mio caro gruppo di amici sgangherati, mi accomodo al mio solito posto rilassando gli arti, discuto del più e del meno con i ragazzi dimenticando per un’intera ora che mi trovo a scuola, rilasso i neuroni del mio cervello e vago con lo sguardo verso i nuovi volti che la scuola ha accolto. Hanno ancora tutti quello sguardo perso di un liceale. Se devo essere sincero, ho pena per loro, perché so con fermezza che alla fine di quest’anno il loro sguardo non sarà più lo stesso, e questo mi dispiace. Diciamo che il college ti cambia, o almeno per me è stato così.

Continuo a vagare con lo sguardo, osservandoli tutti per bene, poi poso gli occhi sui soliti gruppi che ogni scuola che si rispetti si ritrova ad avere: gli sfigati, con quella faccia tremendamente da sfigati, che per la loro troppa sfiga il mondo non ha sorriso a loro nemmeno una volta; i secchioni, che casualmente sono tutti seduti a parlare con un libro di chimica, o qualunque cosa sia, in mano; i vegetariani, che se trovano un pezzo di carne nel loro pasto incominciano ad urlare; i ragazzi punk, che solitamente fanno parte di una confraternita, con i capelli tutti colorati, i tatuaggi e robe simili; gli ecosostenibili, che se fosse per loro vivremmo tutti ai tempi dell’antica preistoria, e se ne vanno in giro predicando quanto il mondo è inquinato e blah blah blah; le ragazze cheerleader, che, insieme ai ragazzi della squadra di football, sono le più famose della scuola; le troie, che non sto qui a spiegarvi come sono. E poi ci sono altri gruppi di cui la gente non si è neanche presa il disturbo di dargli un nome.

Noi invece, che siamo soprannominati “Gli altri”, in principio eravamo in 5, poi sono arrivati altri intrusi: Rachel, che se non fosse per me sarebbe nel gruppo dei secchioni; la sua amica con la “C” , che con i suoi capelli biondi, gli occhi verdi e i suoi modi di fare sarebbe finita in uno di quei gruppi in cui predicano la politica, di cui non ricordo il nome; l’altra amica di Rachel, con quegli odiosi capelli neri e le punte rosa, i piercing e i tatuaggi, sicuramente adesso farebbe parte dei punk; poi c’è la ragazza di Zayn, una cheerleader che non lo abbandona nemmeno un secondo, non si capisce perché questa ragazza sia cosi possessiva, non è come tutte le cheerleader, quindi bionda e occhi azzurri, lei è castana con un paio di occhi color nocciola; e poi c’è una ragazza ecosostenibile che va dietro a Liam dall’anno scorso, cosa di cui lui non si è minimamente accorto, è carina d’altronde, con la sua pelle olivastra, i capelli scuri e gli occhi castani, di un castano profondo e intenso, ma Liam è troppo impegnato ad ascoltare i suoi pazzi discorsi, per rendersi conto di cosa ha davanti. Siamo in dieci perora e io non ho nessuna intenzione di far entrare un qualcun altro sgangherato, per rendere il gruppo più sgangherato di com’è.

E’ passato già più di un mese dall’inizio della scuola, e intanto le facce dei nuovi arrivati sono sempre le stesse, felici e contente. Come mi è solito, prendo posto accanto a Rachel, e, sedendomi, acchiappo la pagnotta sul mio vassoio e le do un morso. Tutti stanno parlando fra di loro e sgranocchiano qualcosa, quando Rachel se ne esce: -E se organizzassimo una festa nella mia villa?- dice eccitata, come i bambini di 5 anni eccitati per la loro festa al parco giochi.
–Oh, la cara verginella ha parlato.- la schernisce Zayn, con ancora sulle gambe la cheerleader, che adesso ha smesso di strusciarsi su di lui. Io lo fulmino con lo sguardo, odio quando la chiamano così. Lei invece, per niente scossa, continua a girare fra le dita la forchetta con un pezzo di carne conficcato, poi alza lo sguardo malizioso su di lui e con voce al quanto sexy: -Verginella..- ripete pensierosa con ancora la forchetta fra le mani. -Uhm, se fossi in te non ne sarei tanto sicura.- conclude per poi mangiare il boccone.

Tutti sono sconvolti e diverse cose succedono contemporaneamente: Zayn fa cadere rumorosamente sul piatto la forchetta che ha in mano, restando a bocca aperta; Niall, con il boccone pieno finisce quasi per affogarsi; Liam rigetta l’acqua nel bicchiere da dove stava bevendo e io sputo con tutta la mia forza l’acqua che stavo bevendo, che va a finire a addosso a Harry. -Grazie amico.- mi dice alquanto scocciato per averlo bagnato tutto, prendendo un tovagliolo cercando di rimediare. Io non bado a lui, mi limito ad urlare un enorme "CHE COSA?" in grado di far voltare tutta la mensa verso il nostro tavolo. Lei non è minimamente scomposta, pure se sa che ha tutti gli sguardi del tavolo su di lei, e continua a mangiare indisturbata la sua fetta di carne.

Poi tutti, come se un angelo caduto dal cielo ci abbia dato questa intuizione, ci voltiamo verso Harry, che durante la rivelazione è stato l’unico che non si è minimamente scomposto. Sentendo lo sguardo di tutti puntato su di lui, alza il capo impaurito, e alza le mani. -Ehi, ehi, ragazzi, calma , non sono mica stato io l’artefice di questo.- dice indicando Rachel, ma noi continuiamo a incenerirlo con lo sguardo. -E poi , avanti ragazzi, non doveva mica rimanere vergine per sempre.- dice con nonchalance. Ma tutti continua a guardarlo male e lui impaurito non sa come uscire dalla situazione. -E poi può confermarlo Rachel, non è vero? Non mi hai mica supplicato di venire a letto con te, vero?- dice rivolgendosi a Rachel. Lei fa una faccia disgustata.
- Ovvio che no. Non sarei mai venuta a letto con te Styles, e poi da quel che mi dicono, non sei così bravo come dici di essere.- dice lei ammiccando un sorriso malizioso. Lui spalanca la bocca per ribattere ma io interrompo il loro dibattito.

-Ok, ok, ma perché non me l’hai detto?- dico con lo sguardo frustrato a Rachel, sono arrabbiato, non so per cosa, forse perché Rachel per me è come una sorella e io mi sento come un fratello geloso, ma sono arrabbiato.
–Te lo sto dicendo ora.- dice facendo spallucce.
-Si ma non potevi dirmelo prima? Magari con un preavviso? E poi con chi?- le rispondo con le prime domande che mi vengono in mente, ma in realtà sono molte di più.
-E’ un francese.- dice con lo sguardo perso. I nervi salgono sempre di più.
-Ah si, un francese? E in tutto questo mese che mi hai parlato della Francia, ti sei proprio dimenticata questo piccolo dettaglio?!- dico io nervoso, frustato, arrabbiato, giuro non so a quale il mio stato d’animo si avvicini di più.
-Non pensavo fosse importante.- dice cercando di sviare il discorso.
-Ah certo, tanto poco importante da spiattellarlo a tutti, senza prima parlarne con il tuo migliore amico.- dico ancora, in questo momento mi sento escluso, come l’ultima ruota del carro e diamine se fa male.
-Dai Louis non te la prendere troppo, non è poi una gran cosa .- dice con voce leggera.

Faccio per ribattere ma qualcosa mi ferma, forse il suo “non te la prendere troppo” mi fa pensare ad altro e il discorso cade lì, pure se mille domande mi salgono per la testa, ma non voglio litigare, soprattutto qui ,nell’ora di mensa. Continuiamo a parlare della festa proposta da Rachel e finiamo con il decidere che si terrà per Hallowen. Harry non partecipa completamente alla discussione, anzi cerca con lo sguardo qualcosa o qualcuno, poi ad un tratto, senza dire niente, si alza e si dirige al bancone delle bibite. Non bado a lui, continuo a ripensare alla scoperta su Rachel, facendo così lavorare i neuroni del mio cervello, senza più rilassarmi e ciao ciao bella mensa del cazzo. Ancora mi chiedo perché la medicina mi insegna tutti questi termini strani.


Pov’s Harry
Organizzare feste non è il mio forte, anzi, se devo essere sincero, è proprio una cosa che detesto fare, quindi quando alla mensa tra i miei amici si intraprende questo discorso non bado minimamente al loro, ma cerco con lo sguardo un qualcuno che possa essere rilevante per i miei scopi. Non lo trovo, o forse neanche lo stavo cercando. Ho la gola secca e farei di tutto pur di alzarmi da questo tavolo. Mi dirigo verso il bancone delle bibite, faccio vedere il mio cartellino e prendo una bottiglia d’acqua. Poco più là c’è qualcuno di familiare, o almeno riconosco il suo fondoschiena.

Emily Smith, la ragazza che mi ha rifiutato con un calcio nelle parti basse, facendomi sentire una merda. Durante il mese non c’eravamo neanche rivolti la parola, capitava che i nostri sguardi si incrociassero, ma mi sentivo troppo umiliato per riprovarci. A volte rimanevo a pensare chi di tanto familiare mi ricordasse con il suo modo di fare, cercavo in ogni modo un collegamento, ma il mio cervello non ne voleva sapere di aiutarmi. Tutt’ora osservandola non mi ricorda proprio nessuno, il suo profilo è del tutto nuovo. Eppure ora, avendola quasi accanto, ho voglia di riprovarci. Con riprovarci non intendo riprovare a pomiciare con lei, ma riprovare a conoscerla. Sono spinto dalla voglia di capire chi mi ricorda, e quindi, pur essendo umiliato, mi decido a parlare.

-Ehi.- dico accennando un mezzo sorriso, con il tono di un bambino innocente.
–Ancora tu! Mi sembrava di essere stata chiara la prima volta.- dice sbuffando. Io la ignoro.
-Ricominciamo d’accapo okay? Harry Styles.- dico porgendole la mano. Lei guarda prima me e poi la mano scettica, poi alza gli occhi al cielo stufa e mi ignora. –Forse non è proprio così il modo giusto di iniziare.- sussurro, pensando a voce alta e con un movimento veloce ritiro la mano. –Beh, scusami…- dico abbassando il capo leggermente imbarazzato, ma poi mi ricompongo. -Adesso possiamo ricominciare d’accapo?- le chiedo, rivolgendole un sorriso a trentadue denti, mostrando le mie fossette. Lei scuote la testa leggermente e poi si degna di guardarmi.
-Quando ti renderai conto che non l’avrai mai vinta Styles?- mi chiede con un tono derisorio.
-Avanti, concedimi un’uscita con te.- la prego supplicandola.
-Cosa? No.- mi dice al quanto scioccata.
-Un’uscita per farmi perdonare.- lei continua a scuotere la testa. -Potremmo andare a cena oggi, o domani, o nel weekend.- Continua ancora a scuotere quella maledetta testa. -Oppure a pranzo, o un caffè, o una brioche, qualsiasi cosa che comprenda l’argomento “socializzazione”.- le dico ancora, speranzoso. Lei fa per pensarci su, ed io mi aspetto nuovamente che scuoti la testa, sembra che sia l’unica cosa che sappia fare, a parte dare calci ,ovviamente. Ma invece mi rivolge un sguardo annoiato.
-Okay.- risponde, e dentro di me mi sento come se avessi vinto la coppa del mondo. -Oggi dopo le lezioni al bar della scuola.- dice, per poi scomparire tra la folla che sta ritornando a lezione, perché la campanella che segna l’orario di fine ora è suonata.

Mi dirigo anch’io a lezione, piuttosto allegro. Sono soddisfatto, perché finalmente potrò capire chi diamine mi ricorda questa tipa bionda, ma anche perché forse, prima o poi ,cadrà ai miei piedi. Le lezioni passano in fretta, ed io non sto ad ascoltare nemmeno una parola di quello che di cui blaterano gli insegnanti. Continuo imperterrito a girare la mia penna fra le mani. E poi mi chiedo che diamine ci faccio con questa penna. E’ ridicolo, io non ho mai preso un appunto a scuola. Se devo studiare chiedo ad Ellen gli appunti, e lei con tanta gentilezza me ne fa una fotocopia. Non sono nemmeno costretto farmela, perché già il solo fatto che io le parli la fa eccitare tutta. Certo, sono felice che lei non mi costringa. E’ decisamente orribile: brufolosa, occhiali rettangolari, apparecchio che quasi gli prende l’intera faccia, occhi addormentati e un naso enorme. Per giunta puzza! Infatti sono felice di stare nella mia posizione.

Finalmente la campana che segna la fine delle lezioni suona ed io svelto mi dirigo verso il bar aspettandomi di essere in anticipo. Invece, no. Lei è già lì, seduta su uno sgabello al bancone, che sorseggia un bicchiere d’acqua. Io avanzo verso di lei e mi siedo nello sgabello accanto.-Sei in anticipo!- dice osservandomi chiaramente stupita, finendo di bere il suo bicchiere d’acqua.
-Come te, d’altronde- la schernisco io accennando un piccolo sorriso. Lei ghigna.
-Io sono sempre in anticipo.- precisa con un tono di voce piatto. Posa per un secondo lo sguardo su di me e poi lo sposta su un punto indefinito del bar. Io approfitto della sua momentanea distrazione per attirare l’attenzione del barista, che indossa un grembiule nero, sul quale a caratteri cubitali è scritto il nome del bar.
–Mi scusi, ci può portare due..- lascio la frase a metà scrutando la ragazza accanto a me. Lei mi fa un cenno come per dire: “Prendi quello che vuoi”, ed io mi rivolgo nuovamente al barista. -Ci porti due caffè per favore.- finisco di dire al barista, che è un po’ accigliato perché lo sto facendo aspettare. Nell’attesa dell’arrivo dei nostri ordini, mi volto verso Emily osservandola bene. Indossa un maglione aderente azzurro, un paio di jeans e degli stivaletti ai piedi. Quegli stivaletti mi ricordando qualcosa. Se non ricordo male, la persona, se è una persona o un personaggio inventato dalla mia testa riccioluta, che mi ricorda Emily odiava terribilmente gli stivaletti, diceva che le soffocavano i piedi. E se… Ma che diavolo? Ma da dove le prendi queste cazzate, Styles? Oddio sto diventando pazzo. Devo andare da uno psicologo immediatamente, prima che sia troppo tardi. Fortunatamente i miei pensieri li sento solo io, perché altrimenti Emily mi avrebbe preso per un ritardato. Nel volto di Emily è presente un piccolo cipiglio, mentre mi osserva attentamente. –Allora…- inizio, anche se in realtà non ho la minima idea di come cominciare a comunicare con lei, quindi spero in un aiuto divino, che purtroppo non arriva. Infatti rimaniamo fermi a fissarci le dita delle mani, in un silenzio imbarazzante, quasi straziante aggiungerei. Arriva finalmente il barista,dopo una arco di tempo che sembrava infinito, poggia i nostri caffè e si dirige verso una nuova ordinazione.

Versiamo entrambi qualche bustina di zucchero nella miscela cremosa, mescoliamo con un cucchiaino e lentamente portiamo la tazzina alle labbra coordinati, come se entrambi seguissimo le azioni dell’altro. L’odore del caffè mi inebria le narici, e il suo gusto amaro si diffonde nella mia bocca. –Okay.- dice lei all’improvviso, sobbalzo un po’ a sentirla parlare, soprattutto perché non mi sarei mai aspettato che avrebbe detto un semplice, ma in quel momento strano, “Okay”. –Quindi tu, Harry Styles, vorresti conoscermi?- mi chiede, facendo le virgolette sull’ultima parola.
-Già.- le rispondo non curante, prendendo un altro sorso dalla tazzina.
–Cosa ti aspetteresti da una come me esattamente?- mi chiede ancora, alzando un sopracciglio sospettosa. I pensieri non poco casti che appaiono nella mia mente vengono messi da parte, e cerco di concentrarmi sulla domanda. Cosa mi aspetto realmente io da lei? Non lo so. A dirla tutta, non so nemmeno perché voglio conoscerla. La verità è che quando faccio una cosa evito di ragionarci troppo e la faccio.
-Non so.- le rispondo alla domanda alquanto strana che mi ha posto. -Tu, invece?- le chiedo, forse questo è il primo tentativo di fare conversazione. Complimenti Styles, davvero mi congratulo. –Niente.- risponde con tranquillità osservando la miscela dentro la sua tazzina. Devo dire che stiamo avendo una conversazione molto interessante, la prossima volta prima di fare cazzate dovrei pensarci su magari.

–Quindi ti piacciono gli uccelli?- se ne esce alla fine lei. Io a quella domanda rimango intontito, più che altro basito.
-Gli uccelli?- chiedo, sperando di aver capito male.
-Si.- mi dice lei con curiosità nello sguardo. Non dirmi mica che crede che io sia gay.
–Gli uccelli? No. Preferisco i fiori io.- le dico facendole l’occhiolino. Lei non sembra aver afferrato il concetto, infatti mi guarda interrogativa.
-Ma sono due cose estremamente diverse.- precisa lei con fare da “so tutto io”.
-Oh lo so, ma anche molto simili a volte.- le dico ancora con un tono malizioso. Lei sembra continuare a non capire, quindi io spero che lasci andare quel discorso, prima che io dica o faccia qualcosa che sicuramente non migliorerebbe il nostro rapporto. Fortunatamente non continua, ma abbassa lo sguardo delusa verso un libro che tiene con se da quando sono arrivato, mi sembra di aver intravisto la parola psicologia, e così mi affretto ad aprire nuovamente conversazione. -Secondo me tu studi psicologia.- le dico. Lei sembra stupita dalla mia costatazione.
-Come lo sai?- mi chiede, ed io istintivamente poso lo sguardo sul libro che tiene fra le braccia.
-Uhh…ehm…Bhè… Sono un ottimo osservatore io.-rispondo con modestia, continuando a tenere gli occhi sul libro. Lei intercetta il mio sguardo, e capisce ovviamente come l’avevo scoperto.
-Ah…- risponde leggermente delusa. Dannazione, faccio schifo.

Nel bar intorno a noi sembra tutto tranquillo, una ragazza dai capelli neri e le punta rose entra, ora che la osservo meglio credo che sia una delle amiche di Rachel. Ma che diavolo ci fa qui? Distolgo lo sguardo da quella ragazza e lo riporto su Emily. Lei ora sembra alquanto in imbarazzo, non capisco il perché, guarda l’orologio e sembra che in lei scatti qualcosa . Si agita un poco e mi sorride. Sorride? Mi ha seriamente sorriso? -Oh s’è fatto tardi, io dovrei andare.- dice alla fine, facendo sparire dal suo volto l’imbarazzo di prima.
–Uhm… Okay, allora , ci possiamo rivedere?- le chiedo. Lei sembra alquanto sorpresa dalla mia domanda, ma stavolta non scuote la testa.
-Uhm… si okay. Facciamo domani qui, alla stessa ora?- mi chiede con un accenno di imbarazzo nella voce.
-Okay.- le rispondo solamente e adesso l’unica cosa che desidero è allontanarmi da qui il più possibile, c’è troppa tensione e io rischio di fare una figura di merda. Emily prende le sue cose, mi saluta con un cenno che io ricambio e se ne va. Io invece rimango a fissarla andare via e guardando quelle spalle ricordi di sofferenza a me sconosciuta riaffiorano nella mia mente.






Note della falsa autrice
Buonasera ragazze!
Si, intanto per  me è "buonasera" visto che sto scrivendo alle 21:08, ma magari voi leggerete stanotte o domani pomeriggio, quindi non prendete il mio saluto magari come un segno di maleducazione. Certo, magari posso fare un miscuglio di "buongiorno" e "buonasera" e formare "buonsergiorno", che, ora che ci penso, mi piace molto di più delle semplici paroline sopra citate.
Allora, chi già conosce la storia saprà che l'autrice non sono io, SashaJohnson, ma una mia amica, che usufruisce del mio account per rendere pubblica la sua storia. Come noterete tutti, queste sono le "note della falsa autrice". Avevo chiesto alla mia amichetta di lasciarmi scritte le sue note, ma lei è talmente vile e pigra che non ha accettato e ha detto "Pensaci tu". E in effetti credo che le mie note siano più d'effetto. Voi chiaramente non conoscete la mia amica e quindi non potete dare giudizi, ma io la conosco, e credetemi, lei dice praticamente niente nelle sue note. Io forse scrivo anche troppo, parlando adirittura di cose che non c'entrano 'na beata minchia, ma lei mi ha lasciato il compito di fare le note, quindi purtroppo dovrete sopportarmi, ma non è colpa mia, ma sua.
Sono anche immensamente felice di annunciare che non è colpa mia se sto aggiornando solo ora, dopo non so quanti mesi di ritardo, ma è colpa della mia amica in questione che non era ispirata, mentre ora l'ispirazione le è venuta sola sola. Vi giuro che avrei voluto tirarle qualcosa in testa quando me l'ha detto, ma l'unica cosa che avevo a portata di mano era il mio cellulare, ma io ci tengo al mio telefono, anche perchè se si rompe i miei non me ne comprano un altro, quindi io sarei a dir poco fottuta. 
Comunque, che ne pensate del capitolo?
A me piace, il POV di Louis mi fa ridere perchè... perchè è Louis! Insomma, come si fa a non ridere quando si parla di Louis? La scena di Rachel che confessa di non essere più vergine è fantastica, e poi la scenata di gelosia di Louis è akjhdfakjfnaknh. Però ho sinceramente amato il POV di Harry. Perchè? Intanto perchè io AMO Harry, un amore incondizionato mi lega a quel coglione dai capelli ricci. Poi mi piacciono i pensieri sgangherati che fa e le sue sensazioni di deja-vu. C'è da dire che io so pure quale sarà il corso della storia, e quindi ho un motivo in più per amare sia i POV di Harry che ci sono stati, sia quelli che verranno, e se voi avete la pazienza di stare appresso a me e alla mia amica capirete e amerete come me i POV di Harry. Quelli di Louis si amano fin da subito, quindi non c'è bisogno di aspettare. 
Grazie, da parte della mia amica e da parte mia, alle persone che hanno recensito, che hanno messo la storia tra le seguite e a coloro che l' hanno messa tra le preferite.
Spero di non avervi cagato troppo il cazzo.
Baci,
SashaJohnson 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


 




Pov’s Louis
Siamo alla fine di Ottobre, i ragazzi dell' università camminano per i corridoi in trepidazione per la festa imminente da Rachel e compagnia organizzata. C’è chi ha ricevuto un invito a solo il suo primo anno, c’è chi dopo 5/6 anni in questa dannata università si è ormai rassegnato, c’è chi corrompe altri anche solo per un invito, c’è chi strappa inviti. Ci sono tante categorie di gente quando si organizza un festa. Decisamente se volete evitare le feste delle confraternite venite alle nostre che sono altrettanto belle. Anche se io non sono un amante delle feste. Io sono un’amante delle attenzioni, senza un pubblico non sono nessuno. Alle feste se non sei ubriaco fradicio non attiri l’attenzione di nessuno.

Ed io odio essere ubriaco, ogni volta mi dimentico completamente tutto, non ricordo una virgola del giorno prima, il che mi ha portato a non bere, oppure a fermarmi quando divento brillo. E per quanto la gente dica che sia una bella sensazione essere ubriachi, per me è qualcosa di orribile. Rachel dice che sono più buffo del solito da ubriaco, il che mi rincuora. Ma odio venire a scoprire il giorno dopo che ho combinato qualche cazzata. Siamo all’inizio dell’orario scolastico, come sempre sono in ritardo, non proprio in ritardo, ma in ritardo per Rachel. La vedo in lontananza con un piccolo cipiglio sul volto, perché, come sempre, non arriverà con 15 minuti di anticipo, come era abituata a fare prima di conoscermi.

A dir la verità non so proprio da come un semplice compito insieme sia sbocciata l’amicizia. Ricordo che prima pensavo a lei come la ragazza abbastanza carina che mi passava i compiti. Eppure eccoci qui. Mi sto dirigendo a passo svelto verso di lei, mi vede e mi sorride, il cipiglio scompare sul suo volto ed io cerco di trattenere il mio sorriso da ebete. Mi fa un cenno con la mano come saluto, ed io affretto il passo. Mi imbatto in qualcosa o qualcuno che evidentemente mi fa cadere. “Fottuto tu e la tua testa sulle nuvole” mi schernisce una vocina dentro di me. E non posso non concordare con lei, sono caduto come un idiota sopra qualcosa, e sicuramente non ho fatto una bella figura.

L’unica cosa di cui sono grato è che la cosa su cui sono atterrato sia morbida. Mi alzo velocemente da sopra la cosa e riporto lo sguardo su Rachel, dannazione non si degna neanche di venire qui ed aiutarmi, sta parlando con quella Chloe, perché non mi sta cagando? Cado sul qualcosa e dato che ho fatto una figura di merda mi abbandona solo. Che razza di amica è? Proprio in quel momento mi accorgo che la “cosa” su cui sono caduto è una ragazza, che adesso sta cercando di alzarsi. Che stronzo che sono, neanche mi sono preoccupato per lei. Allungo una mano cercando di tirarla su, lei l’accetta e si alza. -Mi devi scusare, non ti avevo visto.- le dico. Nel modo di tirarla su, finisce decisamente troppo vicina a me, il che mi imbarazza un tantino.

-Tranquillo.- sussurra decisamente troppo vicino. Mi allontano da lei cercando di mantenere un specie di distanza di sicurezza. Speriamo che non se ne accorga, sono un idiota, cosa c’è che non va in me? Ora che la guardo meglio, è la ragazza che ha rifiutato Harry, quella del calcio del palle e dal bel culo. Mi sembra che si chiami Emily. Lei mi guarda con un sorriso imbarazzato e delle guance color porpora. Sto vedendo bene? E’ arrossita? Mi sembrava una tipa tosta, non una di quelle che arrossisce se la squadri dalla testa ai piedi. Lei sembra un po’ disorientata poi si abbassa per raccogliere i libri che le sono caduti. Io mi abbasso anch’io, è il minimo che possa fare avendola trattata di merda.

Mentre l’aiuto a raccogliere i libri intravedo una scritta, credo che sia il titolo di un libro. -Scienza della psicologia.- leggo a voce alta senza neanche accorgermene.  
–Già..- risponde lei leggermente imbarazzata.
-Quindi una futura psicologa?Dovrei preoccuparmi?- chiedo io sarcasticamente. Lei ride, dannazione anche la sua risata è odiosa come le altre. Perché nessuna ragazza riesce ad avere un risata decente come Rachel? A proposito di Rachel, riporto lo sguardo al suo armadietto e non c’è più. Se ne è andata.
–Tu dovresti essere il pagliaccio della scuola, giusto?- mi riporta all’attenzione Emily, accennando una piccola e odiosa risata.
–E così che mi hanno presentato?- le chiedo ironicamente facendo un faccia buffa e lei ride di nuovo.
-Bhe si.- dice continuando a ridere.
–Almeno te l’hanno detto il mio nome?- le chiedo ghignando.
-Si, Louis Tomlinson, giusto?- chiede sorridendo.
-In persona.- rispondo sull’attenti, lei ride ancora. Sto seriamente pensando di aver qualcosa che non va sulla mia faccia.
-Comunque Emily Smith.- si presenta porgendomi la mano. Io la stringo. Che stronzo, neanche mi sono preso la briga di domandarglielo. Però devo essere fiero di me stesso, ho ricordato il suo nome correttamente. Sto facendo progressi. Emily mi sorride ancora una volta. -Ci vediamo in giro.- mi dice salutandomi con la mano, poi corre via verso la sua ora di lezione.

La giornata passa in fretta, niente liti con gli insegnanti, qualche battutina puntata ad ogni lezione. L’unica cosa che non capisco è perché Rachel mi abbia evitato tutto il tempo, non mi ha neanche riservato il posto a nessuna lezione, si è sempre seduta con le sue amichette, un po’ con quella Chloe, un po’ con quella odiosa dalle punte rosa, liquidandomi sempre con la stessa scusa: “Sto troppo tempo con te Louis, non credi lo debba passare anche con le altre mie amiche?” Oggi non ha fatto altro che ripetermelo. Che diamine. Non si è mai posta tutti questi problemi. Non capisco cosa le sia successo, in una sola giornata sembra si sia rivoluzionata. Mentre usciamo tutti dalla scuola perché l’orario delle lezioni è finito, mi passa accanto a passo svelto, scendendo con fretta le gradinate all’entrata della scuola.

Riesco a fermarla per un polso giusto al cancello.-Ehi, mi vuoi spiegare cosa ti è successo?- le chiedo con un velo di preoccupazione nella voce, lei si volta irritata.-Nulla, cosa mi doveva succedere?- mi chiede acida.
-Non lo so, dimmelo tu, dato che oggi sembra che per te io non esista, e hai nervi a fior di pelle.- le rispondo con altrettanta acidità. Lei non risponde,si dirige di nuovo verso il bus. Io la blocco nuovamente.-A meno che tu non abbia le tue cose, cosa di cui avevamo già detto che mi avresti avvisato prima, non capisco quale sia il motivo di questo tuo comportamento scontroso e indifferente nei miei confronti.- le dico ancora io con un tono secco. Lei sbuffa.
-Sono solo preoccupata per te.- dice.
-Bel modo di preoccuparsi, evitarmi credo che sia il metodo migliore.- ironizzo io. Lei sbuffa ancora.
-Louis tu per me sei come un fratello..- continua.
-Non riesco a comprendere il punto...- chiedo io confuso.
-E.. non mi piace quella ragazza .- dice buttando giù uno sbuffo.
-Quale ragazza?- chiedo ancora.

–Quella di oggi, si dice che sia un' oca, e per giunta anche una troia.- dice abbassando la voce all’ultima parola, anche se con tutta questa confusione non ci può sentire nessuno.
-Allora?- chiedo ancora confuso, giuro che per la prima volta non la capisco. Lei alza gli occhi al cielo, lo fa sempre quando è seccata, ed io adoro quando lo fa.
- Louis, le sue intenzioni non mi piacciono per niente.- dice, ed io strabuzzo gli occhi.
-Le sue intenzioni? Ma se non la conosci nemmeno.- le rispondo, irritato.
-Ho visto come ti guardava Louis.-dice lei fra i denti.
-Ma se anche fosse? Non sei la mia fottuta fidanzata gelosa, cazzo.- le urlo quasi. Okay ho decisamente esagerato, ma che mi prende? Lei sembra che ci sia rimasta decisamente male e fa per andarsene di nuovo, ma la blocco nuovamente. -Scusa ho esagerato.- le dico triste. Lei non sembra per niente toccata.
-Come sempre Louis, tu esageri sempre! Poi quando fai scenate di gelosia, se do retta a ragazzi che non ti piacciono, io non mi devo minimante infastidire. Poi la fidanzata gelosa sono io? Sei come mio fratello, ci siamo ripromessi che possiamo dirci tutto.- mi risponde lei urlando e gesticolando con le mani.
- Io geloso? Non ti ho neanche chiesto il nome del ragazzo francese che ti sei giustamente scopata. Io mi preoccupo per te, non sono mica tuo padre.- le rispondo di rimando.
-Mi sembrava che la faccenda del ragazzo francese l’avessimo accantonata, dopo che tu mi hai sgridato davanti a tutti.- mi dice ancora.

-Sgridato? Ci sono solamente rimasto male che tu non mi abbia detto nulla, e comunque no, non l’ho superata, sono ancora incazzato con te.- le dico parecchio arrabiato.
-Uhh, non ti sopporto.- mi ringhia.
-Neanch’io.- le rispondo di rimando.
-Allora possiamo anche andarcene ognuno per la sua strada.- conclude dirigendosi verso la fermata del bus. Non arriva in tempo e l’autobus parte, io la seguo non voglio restare in guerra con lei, mi da troppo fastidio.-Ti odio, mi hai anche fatto perdere il bus.- mi dice con voce sprezzante puntandomi il dito contro.
-Meglio, così torni a casa a piedi e la smetti di lamentarti dicendo che hai la cellulite.- scherzo io. Lei alza gli occhi al cielo, ma so perfettamente che sta cercando di non ridere.-Credo che se giocassimo a chi ride prima perderesti a primo colpo.- la rimbecco io e lei sorride. Io allargo le braccia come un segno di resa. E lei ci si fionda dentro. Assaporo il suo profumo stringendola forte a me e il peso sul mio petto scompare. La mia testa accoccolata sulla sua spalla e la sua sul mio petto, adoro restare così con lei.
-Sei odioso, avolte.- mi dice alzando la testa dal mio petto e guardandomi negli occhi.
-Solo a volte.- le rispondo e lei ride. Rimaniamo abbracciati per un arco di tempo indefinito, come se il tempo intorno a noi si fosse come fermato.


Pov’s Harry
Come ogni primo pomeriggio dopo le lezioni sono seduto al bar ad aspettare Emily, oggi è stranamente in ritardo. Ormai da quasi un mese ci vediamo tutti i giorni in questo piccolo bar. Abbiamo instaurato una specie di rapporto di amicizia: lei mi chiama “idiota” ed io la chiamo “nana”. Mi ero praticamente dimenticato quanto fosse bello imparare a conoscere le persone, oramai mi ero limitato alla mia stretta compagnia di amici, della quale tutti maschi. Avevo decisamente scordato cosa significasse avere un rapporto di “non sesso” con un individuo del sesso opposto, è bello poter parlare con lei. Non che ormai lei mi interessi più così tanto, forse mi piace stare con lei perché mi ricorda qualcuno con cui prima stavo bene.

Mi distolgo dai i miei pensieri e la vedo arrivare tutta in fretta con i libri in mano. -Ciao idiota.- mi saluta lasciandomi un bacio sulla guancia: è l’unico contatto fisico che ho con lei.
-Ciao nana.- ricambio il saluto con il mio nomignolo.
-Scusa se ho fatto tardi, il professore di scienze umane ci ha intrattenuto perché doveva darci degli appunti.- mi dice mentre prende posto nello sgabello accanto a me. Il cameriere ci raggiunge. -Il solito.- dice lei a Frank, ormai abbiamo fatto amicizia con lui, dato che ha super giù la nostra età. Lui annuisce e si dirige verso la caffettiera.
-Vabbè sei sempre la solita secchiona.- la sfotto io riprendendo il discorso di prima.
-Harry se non prendo la laurea in tempo chissà quando riuscirò a lavorare. Anche tu dovresti pensare a studiare.- mi dice con fare autoritario, mi sembra mia madre.
-Ma io studio, solo che non prendo appunti in classe, ho un registratore e gli appunti di Ellen, la ragazza che prende sempre i premi per prima studentessa della settimana, non ho neanche bisogno di andare a lezione.- le rispondo strafottente. Lei sbuffa sonoramente non sapendo come ribattere. Il cameriere arriva con i nostri caffè. Verso qualche bustina di zucchero nella miscela cremosa, mescolo con il cucchiaino e porto la tazzina alle labbra. Noto con stranezza che Emily non sta sorseggiando il caffè ma il suo sguardo è fisso su qualcosa o qualcuno alle mie spalle. Io provo ad intercettare il suo sguardo ma non riesco capire dove stia guardando Emily, dietro di me c’è così tanta gente.

–Allora..- mi richiama all’attenzione lei, essendo stata colta distratta. -Quando ci siamo incontrati la prima volta qui, ti ricordi?- mi chiede lei con fare indagatorio. Io alzo gli occhi al cielo, certo che me lo ricordo, è stato il pomeriggio più imbarazzante di tutta la mia vita.
-Si.- dico solamente sperando che lasci cadere il discorso. Ovviamente non lo fa.
-Mi dicesti che non ti piacciono gli uccelli, allora perché ne hai tatuati due sul petto?- mi chiede lei curiosa. Io quasi risputo il caffè nella tazzina. Mi accorgo che oggi ho una felpa un po’ più scollata che lascia intravedere l’evidente tatuaggio.
-Uhm… Bhe… Credevo ti riferissi al mio orientamento sessuale.- borbotto io spiazzato dalla domanda. Lei si copre la bocca con le mani e spalanca gli occhi.
-Sei gay?- mi chiede a bassa voce. Io strabuzzo gli occhi.
-Cosa? No.- quasi urlo.
-Non c’è niente di male ad essere gay.-ribatte lei.
- Non sto dicendo questo, non ho nulla contro i gay.- le spiego gesticolando.
-E allora..- comincia, ma io la interrompo.
-E allora niente, mi piacciono le donne, due buchi e curve varie. Possiamo smettere di parlare di questo argomento adesso?- le chiedo io imbarazzato sperando di sviare il discorso. Lei annuisce e riprende a parlare con me di cose idiote. Facciamo sempre così, io ascolto lei, lei ascolta me. Parliamo del più del meno come vecchi amici che non si vedono da tempo e poi le alla fine di ogni nostro discorso se ne esce con una frase filosofica. Emily adora la filosofia, anche io credo che non sia male, era l’unica materia dove non andavo male al liceo. Il liceo per me non è stato dei migliori, soprattutto negli ultimi due anni, avevo incominciato a frequentare brutta gente e avevo quasi abbandonato il mio gruppo.

Da lì ho incominciato ad avere la nomina di puttaniere, ho incominciato a fare scommesse su tutto, soprattutto su ragazze. Ho ancora la nomina di puttaniere ma non faccio più quella merda. Una ragazza mi distoglie dai i miei pensieri e mi passa accanto con fare a dir poco provocante. -Che culo.- dice Emily. Ed io rimango intontito, qualcosa dentro di me mi dice che si stava riferendo alla ragazza.
-Cosa?- chiedo io al quanto scioccato.
-La ragazza che è passata ha un bel culo.- dice lei con non curanza. Io la guardo sbalordito e lei pone fine alle mie domande.-Sono bisex.- mi dice. Io strabuzzo gli occhi ancora di più per lo stupore.
-C…c…cosa?- chiedo io balbettando.
-Hai sentito bene.- risponde lei annoiata.
-Quindi… a te… piacciono… anche le donne?- chiedo pure se lei è stata alquanto chiara.
-Già.- mi risponde con fare ovvio, arricciando un po’ il naso. Io la guardo sbalordito. -Harry smettila di fare l’idiota. E paga il conto.- mi dice Emily sbuffando. Io faccio come dice ma la guardo ancora sconvolto. -Ora io devo andare.- mi congeda Emily, prende le sue cose, mi lascia un bacio sulla guancia e se ne va. Io sono ancora troppo sconvolto dalla sua rivelazione che ci metto più tempo ad alzarmi dallo sgabello. Emily Smith, la ragazza dal bel culo, è bisex. A volte le novità ti prendono proprio alla sprovvista.






Note della falsa autrice
Hello! 
Ciao popolo! Come state? Qualcuno è stato di esami quest'anno? Esami di terza media oppure esami di stato? Spero di no e spero anche che la vostra pagella sia stata soddisfacente come lo è stata la mia, e se qualcuno se lo stesse chiedendo (ma non penso proprio) anche la pagella della vera autrice è andata una bomba. Non che io glielo abbia chiesto, ma conoscendola avrà tutti 8, 9 e da qualche parte anche 10.
Ma non siamo qui a parlare di quella merda di scuola, ne parliamo giù 9 mesi all'anno, credo che dovremmo passare ad altro.
Allora, io mi scuserei per l'enorme ritardo se solo fossi la vera autrice della storia, ma non lo sono, quindi vi farò delle immense scuse da parte sua che in questo momento vorrebbe farsi fustigare da quanto si sente in colpa (non è vero niente, cercavo di rendere il tutto molto più tragico). Comunque, sembra che l'estate la stia ispirando, perchè è già passata a scrivere il POV di Louis del prossimo capitolo, e le manca solo il POV di Harry, anche se ha già delle idee che io, musa ispiratrice, le ho fatto venire in mente. Sono seria, io sono la sua musa, e lei è il mio mulo, credo che questo sia il più bel rapporto della mia vita.
Comunque, che ne pensate del capitolo? Allora, io ho amato il litigio tra Louis e Rachel. E ora voi penserete "Ma sei cogliona che ti piacciono i litigi?" Ebbene si, sono cogliona, ma non perchè mi piacciono i litigi, ma per altri motivi che non sto qui a spiegarvi. Comunque, stavo dicendo che io personalmente ho amato il litigio dei due perchè in questo litigio si vede quanto entrambi tengano all'altro/a, e anche perchè riusciamo a intravedere quel piccolo presentimento che tra loro non sia solo amicizia, ma qualcosa di più (eh eh eh). Poi inutile dire che amo come si sta evolvendo il rapporto tra Emily e Harry. Credo che il loro rapporto d'amicizia sia più bello di quello tra Louis e Rachel, a parer mio, ma la mia cara amica deve sbrigarsi a scrivere, perchè io sono in attesa del capitolo 6, per motivi che so io (perchè io può) e di cui verrete a conoscenza anche voi. 
Adesso vado, vi ho spaccato le palle, lo capisco, anche io mi sono rotta da sola.
Un bacione e fatemi sapere che ve ne pare.
Un abbraccio!
Sasha Johnson






 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


 




Pov’s Louis
Quando dicevo che non sono un amante delle feste non scherzavo, anzi se devo essere sincero le odio proprio. Come previsto ieri si è tenuta la festa di Halloween nella villa megalomane di Rachel, i suoi genitori sono dei straricchi, suo padre è sempre fuori per via di lavoro, e torna a casa solo la sera tardi e a volte neanche ; sua madre è casalinga. Con una villa del genere non poteva essere altro. I suoi genitori sono partiti ieri, per fare un weekend soli dato che non stanno mai insieme, e hanno affidato la casa a Rachel dal momento che è abbastanza grande e “responsabile” per stare da sola. Poichè è figlia unica ha avuto la casa a disposizione per tutta la notte. Non ho idea di come Rachel possa ripulire lo schifo che si è creato a casa sua, soprattutto perché questa volta al contrario delle altre non ha chiesto l’aiuto del nostro gruppo. Bhe comunque io non ho mantenuto la mia promessa, mi sono ubriacato, sono rientrato a casa barcollando, e ho urtato un vaso facendolo cadere a terra, frantumandosi in mille pezzi.

Adesso sono le nove e mi gira terribilmente la testa. Oggi dato che deve venire mi cugina ho detto ai ragazzi di non venire. Solitamente vengono qui a studiare, ma il più delle volte finiamo per giocare alla play. E’ bello passare il tempo con loro: studiamo, scherziamo, giochiamo alla playstation e poi se c’è bel tempo andiamo tutti e cinque a giocare a basket di strada. Harry e Liam sono quelli che se la cavano di più, poi ci siamo io e Zayn che siamo bravi nel palleggiare e poi c’è Niall che con i suoi salti enormi schiaccia sempre.

Mentre rifletto sul più e il meno, suonano il campanello, dopo una sbronza il suono è ancora più assordante del normale. Mi alzo di malavoglia dal divano in cucina e mi dirigo, come uno zombie con una coperta addosso, alla porta. Apro e mi ritrovo davanti una cugina molto sorridente, tanto sorridente che quasi il suo sorriso mi abbaglia e io porto una mano sugli occhi. Odio la troppa luce. Sally mi saluta con un caloroso abbraccio, anche se è solo una settimana che non ci vediamo. Poi si incupisce un po’. -Lui è qui?- mi chiede, la solita domanda che fa ormai da due anni che ho una casa mia. -No- rispondo, a dir la verità non so dove sia, ieri alla festa non l’ho visto completamente, comunque sia gli ho inviato un messaggio con scritto di non azzardarsi ad avvicinarsi qui. Lei sembra rilassarsi ed entra in casa.

Sally è la mia cugina preferita, io e lei siamo cresciuti insieme, siamo come fratello e sorella. Ha dei lunghi capelli castani sul rossiccio, ora legati in una crocchia disordinata, un piccolo naso all’insù e degli occhi castano scuro. Indossa un paio di leggins neri, una felpa enorme che le fa da vestito quasi e delle Nike ai piedi. Ogni domenica viene qui a dare una sistemata alla mia casa: pulisce, fa la spesa, mi lava i vestiti e me li stira. In cambio le do una piccola ricompensa, niente in confronto alla cifra che vogliono le signore delle pulizie. Se non ci fosse lei la casa sarebbe un disastro, perché di certo io non mi metto ne lavare i piatti ne a scopare per terra, con la scopa intendo. A Sally poi non fa neanche tanto dispiacere venire qui, passa quasi tutto il tempo sui libri, ed avere un po’ di compagnia la fa rallegrare. -Questa casa puzza.- dice lei subito dopo essersi guardata intorno, facendo un faccia inorridita, io faccio spallucce e con la delicatezza di un elefante mi butto di peso sul divano. Sally si siede sopra le mie gambe e io butto un verso di lamento.-Hai bevuto?- mi chiede lei alzando un sopracciglio. -A te che sembra?- chiedo io sarcasticamente portandomi la coperta più in alto per coprirmi meglio la faccia. Lei ride. -Vuoi qualcosa? Non so, un the?- mi chiede lei apprensiva. -No, voglio solo dormire.- le dico con la voce strascicata. Le ride di nuovo e si alza dal divano per incominciare il suo lavoro.

Quando mi risveglio la casa quasi splende, mi guardo intorno per vedere dove sia Sally, ma non c’è traccia di lei. Sarà sicuramente andata a fare compere. Ogni volta perde tempo a lavare e stirare i miei vestiti e quelli di Harry, perché per pulire la mia casa non ci vuole nulla, è un buco. Al piano terra si entra da un piccolo corridoio, una minuscola cucina-soggiorno sulla destra, poi le scale che portano sopra dove c’è la mia stanza condivisa con Harry, e un misero bagno. E per ultimo abbiamo un minuscolo sottoscala, dove Sally tiene tutte le cose per pulire. La testa mi continua a fare male, ma meno di prima. Sono le 12.00 e ho una fame tremenda. Il mio cellulare squilla ed io contro voglia mi dirigo verso esso, è Rachel.

-Pronto?- rispondo. -Buongiorno Louis.- mi dice lei con la voce squillante, io allontano leggermente il telefono. -Come mai così felice oggi?- le chiedo con la voce ancora impastata dal sonno. -Bhè, perché per la prima volta dopo una festa organizzata da me non devo ripulire tutto, dato che ieri prima della festa ho chiamato una signora delle pulizie chiedendole di venire oggi a pulire tutta la casa. Non è straordinario?- mi chiede lei eccitata, ecco perché non aveva voluto aiuto. -Si.- le rispondo sbadigliando. -Hai ancora gli effetti della sbronza di ieri.- afferma ridacchiando. Io sbuffo. -Quanto ho bevuto?- le chiedo un po’ confuso. -Abbastanza- ride ancora lei. Io faccio un verso di lamento. -Ho fatto qualche cazzata?- le chiedo ancora preoccupato, lei non risponde, per un attimo credo che la linea sia caduta. -Rachel.- la chiamo. -Oh scusa, mi era caduto il cellulare, comunque no stai tranquillo.- mi risponde alla fine, io butto un sospiro di sollievo. Continuiamo a parlare del più e del meno, finché non mi dice che deve staccare perché la signora delle pulizie non trova il detersivo per pavimenti. Ridicola come scusa, ma faccio finta di niente.

Dopo aver poggiato nuovamente il telefono sul mobiletto della cucina suonano al campanello, ed io con la lentezza di un bradipo,  porto le mie chiappe sode alla porta. Ovviamente è Sally, con le braccia gremite di sacchetti, credo che si aspetti che l’aiuti, ma non ci penso neanche, già faccio fatica a reggere me stesso, pensa portare altro peso. -Aiutami, razza d’idiota.- mi dice lei alquanto irritata. -La cucina è qui vicino, se c’è l’hai fatta dal supermercato a qui,non vedo perché non dovresti farcela da qui alla cucina.- le rispondo io strafottente e incrociando le braccia. Lei mi fulmina con lo sguardo, entra in casa e mentre mi passa accanto mi urta con una spalla. Io devo tenermi ben saldo all’appendi-abiti per non cadere a terra, oggi il mio equilibrio è alquanto precario. - Louis!- mi richiama mia cugina dalla cucina. Ritornando sempre con lenti passi in cucina, mi accorgo che Sally ha già sistemato tutto negli appositi scaffali. -Bhè io ho finito qui, ecco lo scontrino della spesa.- mi dice lei esausta, lo posso intuire dal tono di voce. -Okay, ecco i soldi e anche la tua mancia mia amata cuginetta.- le dico sorridendo, uscendo dal portafoglio qualche banconota da 10 sterline. Lei prende i soldi e li infila nel suo portafoglio. -Grazie.- dice. -Stronzo.- aggiunge. Io mi limito a ridacchiare, poi la saluto con un bacio sulla guancia e lei se ne va.

Adesso che sono solo, chiamo Harry per capire che fine ha fatto, mi sto decisamente preoccupando per lui. Non risponde ovviamente, mi chiedo a cosa diavolo gli servi quel dannato cellulare. Annoiato prendo il telefono e scrivo sul gruppo di WhatsApp, dove ci siamo: io, Liam, Niall, Zayn e Harry, di farsi trovare davanti casa mia verso le tre. Dato che Harry non si fa vivo, mi cucino qualcosa e mangio da solo come un depresso. Poi verso le tre sento suonare il campanello e svogliato mi dirigo alla porta. -Ehi bello!- mi saluta Zayn con una pacca sulla spalla ed entrando dalla porta. Ho detto ai ragazzi di venire qui perché mi sentivo un po’ solo e avevo voglia di giocare a FIFA o Call of duty. Uno dopo l’altro i ragazzi arrivano alla mia porta e tra questi c’è Harry.

-Diamine ti ho chiamato trecento volte, dov’eri finito?- chiedo io ad Harry alzando leggermente il tono della voce infastidito. - Ehi Lou, avevo il silenzioso, calmati.- mi dice lui strafottente entrando in casa. Il che mi fa innervosire. -Io sono calmo, mi vuoi dire che fine hai fatto?- chiedo ancora io, puntandogli un dito contro. -Mi sono addormentato nella mansarda di Rachel ubriaco, e oggi la sua donna delle pulizie mi ha trovato lì verso l’una, credo.- mi risponde tranquillamente grattandosi la nuca, insicuro sull’orario. -Che diavolo ti è saltato in testa?- chiedo ancora furioso, quasi rimproverandolo. -Ero ubriaco, non ricordo.- precisa portandosi all’indietro un riccio ribelle. -Potevi anche tornare ad ora di pranzo invece che lasciarmi solo come un depresso.- insisto ancora io. -Ma sapevo che a casa non c’era nulla.- mi risponde, con un leggero sarcasmo. -Oggi veniva mia cugina.- gli ricordo con tono secco. Lui sobbalza un po’. -Oh, non lo sapevo.- mi dice confuso. -Ma se ti ho anche mandato un messaggio.- lo rimbecco io. Lui alza le spalle. - Ti ho già detto che avevo il silenzioso.-  adesso sembra che si stia irritando anche lui. -E come mai sei arrivato qui all’orario che avevo dato sull’appuntamento di WhatsApp?- chiedo ancora con fare indagatorio. -Dio! Cos’è un interrogatorio? Mi sento come se avessi commesso un delitto. Comunque mi ha chiamato Zayn per ricordarmi di prendere il controller che avevo lasciato nella mia macchina.- risponde lui tra i denti. -Avete finito voi due? E' da tre ore che discutete di cose senza senso.- ci richiama Niall dalla cucina. Io allora termino il mio, come ha detto Harry, “interrogatorio”, ci guardiamo in cagnesco e poi insieme ci dirigiamo in cucina.

Noto che i ragazzi hanno già preso posto sul divano e Liam e Zayn hanno iniziato già una partita di FIFA. Io ed Harry ci sediamo uno accanto all’altro nello spazio di divano rimasto. Poi Niall ci richiama all’attenzione. -Ragazzi vi ricordate qualcosa di ieri? Io non ricordo niente ero ubriaco fradicio. Mi ricordo solo di Louis che si è messo a ballare come un pazzo su un tavolo.- Niall e gli altri ridono forte al ricordo, invece io emetto un verso di lamento,  il  bello è che non avevo fatto cazzate. - Cos’altro ho combinato?- chiedo io con un tono pressoché disperato. -Bhè, non dirlo a me, io ero troppo impegnato con Stacy, per dare conto a te.- spiega Zayn. Stacy è la sua la ragazza la cheerleader. -Oh, Bhe sappiamo tutti a cosa eri impegnato a fare.- lo schernisce Harry con aria maliziosa, e tutti fischiano. -Io credo di aver fatto colpo con una tipa.- ci dice Liam fiero, tutti fischiano di nuovo per sfotterlo.

-Liam che fa colpo, non sarà mica l’ecosostenibile della mensa?- ammicco io, e vedo Liam arrossire leggermente. -Chi quella pazza?- chiede lui facendo il finto tonto, ma so perfettamente che sta mentendo. - Da quel che vedo a mensa, non mi sembra che tu la prenda tanto per pazza.- Interviene Niall. - Niall ha ragione, a mensa sembra che tu penda dalle sue labbra.- aggiunge Zayn sgranocchiando un cracker ed esultando per un goal. –E’ simpatica si, ma rimane sempre pazza.- cerca di concludere Liam, si vede che è sottopressione. -C’è da dire che è anche sexy.- continua Harry concentrato sulla partita. Tutti concordiamo con lui e vedo Liam sbuffare. -Okay è sexy, è simpatica, ma è una pazza ed io non mi metto con le pazze.- precisa Liam esausto. Poi interviene Niall. -Sarà sexy si, ma secondo me sarà una di quelle ancora vergini … dai chi se la prende una così?- constata ancora, noto con chiarezza che Liam sta perdendo la pazienza. -Esatto, poi con tutti quei discorsi senza senso.- continuo io concordando con Niall, ma Harry ci ferma. -Vi sbagliate di grosso, me la sono fatta io all’inizio dell’anno scorso, e poi è anche …- fa per dire Harry, ma viene interrotto da Liam. -Tu cosa?- gli chiede urlando alquanto scioccato. Adesso la partita è stata bloccata e tutti stiamo guardando Harry increduli. Non so se l’ha detto per far ingelosire Liam o solo perché c’ha distrattamente pensato. -Stavo dicendo che me la sono fatta l’anno scorso. E poi a te che importa? Non era troppo pazza per te?- gli chiede Harry inarcando un sopracciglio. Solo in questi momenti mi rendo conto di quanto geniale sia quel riccio. Adesso Liam sembra furioso. - Si, okay, ma non ti da comunque il diritto di fartela: E’. Una. Mia. Amica.- risponde Liam scandendo bene l’ultima frase. - Primo: quando me la sono fatta non la conoscevi; secondo: sei perfettamente a conoscenza della mia regola di non toccare le “amiche” dei miei amici; e terzo: amica? Fino a pochi secondi fa la consideravi una pazza da cui bisogna stare lontano.- continua a pizzicarlo Harry ed io mi sto seriamente divertendo, sono tentato di prendere i popcorn. Liam sembra che lanci saette dalla sguardo, ma poi, come se qualcuno dall’alto gli abbia fatto cambiare idea, si calma.

-Comunque, ieri non sono stato con lei.- conclude Liam sbuffando, cercando di sviare il discorso. So quanto Liam non ami litigare, quindi lo capisco.  Harry sembra leggermente deluso di non averlo fatto scoppiare e prende una caramella dal suo pacchetto. Riprendono a giocare. -Okay, bhe, invece tu Harry cosa hai combinato?- chiede Zayn rimettendosi nell’argomento “cazzate della festa di ieri”; lui fa spallucce. - Mi sono fatto una tipa.- risponde con ovvietà. -Ovviamente.- ridacchia Niall. - Mi sorprendo dal fatto che la donna della pulizie non ti abbia trovato nudo.- lo sfotto io facendo ridere gli altri. -Uhm, bhe, ero sobrio quando me la sono fatta è il dopo che non ricordo.- ammette lui con innocenza. Gli altri ridacchiano ancora, io invece non posso fare a meno di pensare quanto stupido sia il ragazzo che ho accanto.

Pov’s Harry 
Il tempo passa in fretta stando con i ragazzi, parliamo delle peggio scemenze di tutta la terra e ci prendiamo in giro in continuazione. Continuiamo così per l’intero pomeriggio, fino alle 5:00, poi io interrompo il nostro rito di cazzate, mi devo incontrare con Emily oggi, abbiamo deciso di incontrarci più tardi perché lei aveva delle faccende da sbrigare. -Ciao ragazzi, io vado.- dico raccogliendo la mia giacca dalla sedia in cucina. -Di già?- mi chiede Niall deluso, facendo il finto broncio da cucciolo di panda smarrito. Io annuisco, Zayn invece inarca un sopracciglio. -E dove vai di preciso?- chiede con un tono malizioso. Io faccio per rispondere con una cazzata ma Louis mi precede. -E' ovvio, no? Va dalla bionda, futura psicologa.- dice facendo un sorrisino malefico, io lo fulmino con lo sguardo. -Ah si, quella che non te la da, giusto?- mi schernisce Zayn puntandomi un dito contro. Io faccio spallucce. -Ahh, quella del calcio nelle palle?- chiede ironicamente Liam, abbastanza divertito, sapevo che non dovevo raccontargli niente ma era inevitabile. -Quella dal bel culo?- chiede ancora Niall ridacchiando. - Okay adesso basta.- dico io un po’ stufo. -Amico, noi lo diciamo per te, non puoi continuare a vederla, finirai per diventare impotente.- mi dice Zayn con ovvietà parlando a nome di tutti. -Ah scusami, mi ero dimenticato che tu sei quello che con la tua cara ragazza, Stacy, l’unica comunicazione che hai è il sesso.- dico io pontificando con sarcasmo. -Ehi bello, non mettere di mezzo Stacy per sviare il discorso!- mi ordina Zayn leggermente arrabbiato.- E tu non mi rompere le palle.- dico io stufo uscendo dalla stanza per andarmene.

Mentre vado via sento Louis. -Mi sa che è passato dall’altra sponda.- dice con un pizzico di ironia e un fare sconfitto. -Tu dici?- chiede Zayn. –Magari ha trovato una specie di stabilità.- continua Liam. –Ma se ieri si è scopato una tipa.- dice Niall ridacchiando, perché ride sempre quel ragazzo?. -Magari le piace.- conclude Louis. -Può darsi.- concorda Zayn. Decido di non origliare più perché sono già abbastanza in ritardo. “Magari le piace” queste parole mi rimbombano nella testa, e non vogliono uscire. Magari mi piace sul serio. Potrei provare ad avere qualcosa di serio, per una volta, anche se qualcosa dentro di me mi dice che non sarebbe la prima volta. Ma che cazzo? Cosa mi prende? Perché il mio cervello fa pensieri disconnessi? Non nego che forse mi piace, in realtà non lo so. Come faccio a capire se una persona mi piace sul serio? Mi piace stare con lei. Si, ma non lo so. Sto delirando, tutto per colpa di quello ha detto Louis.

Arrivo al bar e trovo Emily già seduta, stranamente non al bancone, ma in un tavolino più appartato lì vicino. Prendo posto sulla sedia di fronte a lei intenta a leggere una rivista. -Ciao nana.- la saluto baciandola sulla guancia. Distoglie lo sguardo dalla rivista e mi rivolge un sorriso. -Ciao idiota.- ricambia il nomignolo. Arriva come al solito Frank che prende i nostri ordini e poi si dirige al banco. -Lo sapevi che se ti fa un bagno nell’aranciata ti passano i brufoli?- mi dice continuando e guardare la rivista. -Non credi a queste stronzate, vero?- le chiedo io ironicamente. Lei mi guarda con sguardo confuso. -Perché, l’hai già fatto?- mi chiede. -No certo che no, ma si sa che è una stronzata.- le rispondo con ovvietà, accomodandomi meglio sulla sedia. -Ma non ne sei sicuro.- mi schernisce alzando un sopracciglio. -Si, cioè, no. Scusami, cosa ha di tanto importante?- le chiedo sconcertato. -Nulla, solo che se fosse vero potresti usarlo per te.- dice facendomi un sorrisetto, alludendo al fatto che ho dei piccoli brufoli sulla fronte. -Sei una stronza.- rispondo con un tono finto offeso. Lei ridacchia. -Lo so.- mi dice con un sorriso maligno stampato in volto. Sorrido anch’io scuotendo leggermente la testa.

Rimaniamo un po’ in silenzio guardandoci, questo mi basta per farmi ricordare le parole di Louis: “Magari le piace”.  – Sai, forse tu mi piaci.- dico alla fine, non so perché l’ho fatto, ma l’ho fatto.  Adesso lei mi guarda confusa, come se stesse cercando di capirmi. Okay, ho fatto una grossa cazzata. Lei continua a guardarmi in silenzio, accenna un piccolo sorriso e poi scuote la testa. -Io non ti piaccio Harry: noi siamo amici che insieme si trovano bene.- mi risponde, trattandomi come un bambino che non capisce un cazzo. Ora quello confuso sono io. –Credo sul serio che tu mi piaccia Emily.- dico io convinto. Lei piega leggermente la testa di lato e fa una mezzo sorriso. -Harry, tu ti vuoi solo infilare nelle mie mutande.-dice lei con fare da so tutto io. - Ammetto che provo attrazione fisica per te, ma dico sul serio, mi piace passare del tempo con te.- continuo con la mia tesi, sicuro di me. Lei fa un sorriso timido e forse per la prima volta la vedo leggermente arrossire. -C’è solo un modo per capire se una persona ti piace per davvero.- mi dice convinta alzando l’indice davanti al suo viso.-Bhè, dimmi quale.- le rispondo, leggermente agitato. Lei sorride, come si sorride ai bambini quando imparano a camminare o qualcosa del genere. Poi si sporge in avanti sul tavolino e poggia le sue mani sul mio viso. -Questo.- sussurra a pochi centimetri dalla mia bocca.

Io la guardo confuso e prima che possa capire cosa sta facendo poggia le sue labbra sulle mie. Non è chissà che cosa. Non sono labbra carnose come quelle che io ricordavo, non sono morbide come le sue. Sono delle semplici labbra umide. Aspetta… come le sue? Ma di quali labbra sto parlando? Dio, sto uscendo pazzo. Labbra carnose? Ma che cazz ...? La ragazza che credo che mi piace, mi bacia, ed io penso alle labbra carnose e morbide di chissà quale creatura? Sono un malato, mi devono ricoverare, ho dei seri problemi al cervello. Emily si allontana da me e mi guarda curiosa. -Allora?- mi chiede sorridendo, io la guardo basito, non mi aspettavo se ne uscisse con un “Allora?” - E’ stato un semplice bacio a stampo.- rispondo io con ovvietà. Lei alza entrambe le sopracciglia. -E come è stato?- mi chiede ancora scrutandomi. -Umido?- dico dubbioso io. Non ho mai pensato di descrivere un bacio. -Non hai provato nulla?- mi chiede ancora incatenando i suoi occhi ai miei. -Cosa dovevo provare, scusa?- chiedo io leggermente infastidito dal suo fare invadente. -Non lo so, le solite sciocchezze: farfalle nello stomaco, cuore che batte forte…- dice ed io la interrompo.-Hai detto bene, sono delle sciocchezze.- preciso io, lei mi scruta ancora. -Quindi non hai mai avuto queste sensazioni?- mi chiede ancora con un pizzico di delusione. -Non a quanto io ricordi.- rispondo stranito.

-Okay.- dice alla fine lei portando lo sguardo altrove. -Okay cosa? Spiegami, perché sono confuso.- continuo io gesticolando con le mani. -Harry, io non ti piaccio, ti piace stare con me come un' amica, provi attrazione fisica per me, ma nient’altro. Quando ti piace qualcuno ricordi tutto di lei, ogni sfioramento, ogni sguardo, tutto.- mi spiega lei con lo sguardo serio. -Credi che sia superficiale?- chiedo ancora abbassando lo sguardo sulle sue mani secche e lunghe. -No Harry, credo solo che a te non piaccio e basta.- conclude con un tono di voce fermo. -Come fai ad esserne sicura?- chiedo ancora.- Lo so e basta Harry.- dice severa e la situazione sembra stia degenerando. -Secondo te perché sono iscritta in psicologia?- mi chiede lei ironizzando, cercando di alleggerire l’atmosfera. Io sorrido, e mi rendo conto che Louis ha detto una cazzata, in realtà lei è solo un' amica, come Louis ha Rachel, mi rendo conto che per lei non smetterei con la mia nomina da puttaniere, mi rendo conto che Emily è una amica, una delle migliori che mi potesse capitare.

Lei adesso mi sta guardando comprensiva, poi come al solito guarda l’orologio e qualcosa scatta in lei. -Ora devo proprio andare.- mi dice alzandosi dal tavolo. Prende la sua borsa e mi lascia un bacio sulla guancia. Fa per andarsene ed io la fermo per un polso. -Mi vuoi realmente lasciare solo, dopo tutto quello che è successo, e con tutta la confusione in testa che mi ritrovo?- le chiedo sarcasticamente. Lei mi sorride. -Ce la farai anche da solo, ed io sono in ritardo.- mi incoraggia scrollandosi la mia mano di dosso. -Almeno paga il conto.- le dico io facendo il broncio. Lei fa per rispondere, ma poi chiude subito la bocca e scuote la testa, come fece il primo giorno di scuola. -Sei un grande tirchio, Signor Styles, proprio un grande tirchio.- mi rimbecca lei scherzosamente. Io ridacchio e resto fermo sulla mia sedia mentre la guardo pagare il conto ed andare via.





Note della falsa autrice
Ehilà! Come va? Tutto bene? 
Ok, rieccoci con questo nuovo capitolo, che io personalmente stra amo, ma vabbè. Come ben sapete io sono la musa della vera autrice, e lei, per essere più ispirata, è venuta a casa mia e stiamo pubblicando il capitolo insieme, anche se lei si rifiuta categoricamente di lasciare delle sue note. Prima o poi farò firmare una petizione contro questo sfruttamento nei miei confronti. 
Comunque, in questo capitolo è comparsa Sally... che ve ne pare? Tenetela d'occhio, perchè è molto importante, e soprattutto perchè manderà fuori di testa uno dei nostri ragazzi eh eh eh eh. E voi credete sul serio che Louis non abbia commesso cazzate? Io non ne sarei tanto sicura... E del bacio tra Harry e Emily? Che ve ne pare? Io ero troppo intrippata, e poi le sensazoni di  deja-vù mi fanno sciogliere! Di chi sono le labbra che ricorda Harry? Io lo so! AHAHAHAHAHAH, MALEFICENT!
Insomma, fatemi sapere che ne pensate. Si, direttamente a me, non a quella scansafatiche della vera autrice che si limita a scrivere la storia.
Ora vado, che mia madre è pronta con froconi e torce se non spengo il computer.
Bacioni!
Sasha Johnson

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