Un nuovo amico

di AlyxF1
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nuova conoscenza ***
Capitolo 2: *** A scuola (che c**o...) ***
Capitolo 3: *** La casa di Mike ***
Capitolo 4: *** Da più punti di vista ***
Capitolo 5: *** Lezioni di basso ***
Capitolo 6: *** Terrore notturno (parte 1) ***
Capitolo 7: *** Terrore notturno (parte 2) ***
Capitolo 8: *** Il bacio spiato ***
Capitolo 9: *** L'ostacolo più grande ***
Capitolo 10: *** Lacrime amare ***
Capitolo 11: *** Cattivi presagi ***
Capitolo 12: *** Corey ci riprova... ***
Capitolo 13: *** Tutto cambiò quel giorno (parte 1) ***
Capitolo 14: *** Tutto cambiò quel giorno (parte 2) ***
Capitolo 15: *** Incubo contro Realtà: Qual è la peggiore adesso? ***



Capitolo 1
*** Una nuova conoscenza ***


Primo capitolo – Una nuova conoscenza

Era una domenica come tante nella vecchia e cara Peaceville, e la Grojband nel loro solito garage stavano trascorrendo un tranquillo fine settimana, visto che per l’indomani non erano previsti compiti scolastici.
Corey era nell’intento di cercare di scrivere un testo ma, come al solito, si bloccò non appena prese la penna in mano.
Era inspiegabile come riusciva ad intortare sempre la sorella Trina con le sue parole, ma mai a creare dei testi propri.
Laney, vedendolo in difficoltà, gli appoggiò una mano sulla spalla e lo consolò: -Lascia stare Core. Tanto per un po’ non saranno previsti concerti qui a Peaceville.- -Appunto!- rispose Corey -Volevo approfittarne una buona volta per scrivere qualche testo interessante, ma come al solito….Niente!- Alla fine il leader della band si arrese e prese la sua chitarra in mano: -Che ne dite se facciamo un po’ di allenamento, ragazzi?-
-Certo, sono pronto!- risposero Kin e Kon all’unisono.

I quattro della band stavano per cominciare uno dei loro pezzi migliori, I’m the Frontman, quando all’improvviso sentirono delle note di un’altra chitarra provenire da fuori del garage. E, ad un certo punto, si sentirono pure delle parole. Kin disse –Ma chi è che canta?- -Non so…- rispose Corey un po’ perplesso. I quattro uscirono dal garage, e cominciarono a sentire quelle note in modo più distinto, e riconobbero anche il pezzo che qualcuno stava cantando dall’altra parte della strada: il brano era Snow dei Red Hot Chili Peppers, e veniva cantato in maniera egregia.
-Ma quella casa non era disabitata?- Kon ruppe il silenzio, e gli altri tre membri annuirono. Così decisero di “curiosare” vicino quella casa per scoprire chi cantava quel brano così bene. Attraversarono la  strada e videro che nella casa di fronte a quella dei Riffin vi era il garage aperto, come il loro, e da lì provenivano le note. Sbirciarono nel garage e videro un ragazzo che, con la sua chitarra, stava cantando all’impazzata quella canzone; era così indaffarato che non si accorse dei quattro ragazzi all’interno del suo garage. Era un ragazzo di media statura, aveva capelli lunghi e un po’ spettinati di color castano, come i suoi occhi. Portava una maglietta rossa con disegnato un teschio sopra, e su uno degli amplificatori, c’era una camicia a quadri; portava anche dei jeans scuri un po’ strappati e un paio di Converse tutte nere.

Finito il suo pezzo, si stava dirigendo tutto sorridente in casa sua, quando di svista vide i quattro spettatori arrivati nel suo garage.
-Eh?! CHI SIETE?! CHE CI FATE IN CASA MIA?!- urlò il ragazzo, brandendo in mano un mocio come arma.
Era lì per scagliarsi contro i quattro, quando Corey lo fermò:-ASPETTA! Ehm..scusaci per essere entrati  senza il tuo permesso ma…volevamo sapere chi era che cantava così bene- disse con il capo chino.
Il ragazzo, ancora sospettoso, si presentò comunque alla Grojband:- Beh, mi presento: mi chiamo Mike, e mi sono appena trasferito da Toronto. Ho 14 anni- disse sorridendo.
Si presentarono anche Kin, Kon, Corey e, per finire, la ragazza della band, Laney. Quando si strinsero la mano, Mike arrossì leggermente, ma per sua fortuna Laney non se ne accorse.

Mike chiese come mai i quattro erano curiosi di sapere chi stava cantando e suonando la chitarra. Laney rispose che loro erano la Grojband, la “Band più forte di Peaceville”. Il nuovo ragazzo chiese se poteva sentire uno dei loro pezzi, visto il suo amore per il rock ‘n’ roll. E, in tutta risposta, loro lo portarono al loro garage e cominciarono a suonare I’m the Frontman. Alla fine della loro canzone, la Grojband si prese un caloroso applauso…da una persona sola. –Grandiosi! Che bravi!-.
Sorridendo, Laney chiese a Mike: - Grazie. Tu hai mai scritto un testo?-
Mike si imbarazzò un po’: - Ehm…s-si, però sono tutti testi basati sui sentimenti e sull’amore, tutte cose da femminuccia insomma.- -Non hai mica da vergognarti, sai. Alle ragazze piacciono i tipi amorosi.- rispose subito Laney, forse anche con una punta di ilarità. Kon si chiese –Ma davvero anche i maschi parlano di amore?-
A quella domanda, Mike gli rispose, mentre alzava un sopracciglio, che lui quei testi li aveva scritti prima di partire da Toronto e che li aveva scritti quando la ragazza l’aveva lasciato. Comunque, a quanto pareva alla band, l’aveva totalmente superato.

Mike si era anche iscritto alla scuola media di Peaceville, la stessa che frequentava la Grojband, e quindi i 5 si salutarono per il giorno dopo. Quando Mike salutò Laney, arrossì di nuovo leggermente, ma a differenza di prima stavolta  qualcuno se n’era accorto del suo cambiamento: quel qualcuno era Corey.





-Alyx

Salve signore e signori, vi volevo chiedere cosa ne pensavate di questa mia nuova e PRIMA FF su questo sito.
Ditemi cosa ne pensate e cosa dovrei cambiare J
Alla prossima, Alyx

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Capitolo 2
*** A scuola (che c**o...) ***


Secondo capitolo – A scuola (che c**o…)


Era lunedì, e lunedì, come tutti gli adolescenti sanno, di base è un giorno terribile. Però quella mattina c’era qualcosa di differente nell’aria e, soprattutto, nell’atmosfera della Grojband. Corey, infatti, quella mattina sembrava un po’ più serio del solito, e Kin, Kon e Laney se ne accorsero subito quando i quattro andarono a scuola con l’autobus; Laney gli chiese:-Qualcosa che non va Core?- -Tranquilla, Pulce, va tutto bene- rispose il frontman della Grojband, ma in realtà c’era qualcosa che lo turbava. Quando ieri i membri della Grojband hanno incontrato Mike per la prima volta, Corey ha subito visto gli sguardi di “imbarazzo” tra il loro nuovo amico e Laney e, se in quel momento non ci fece troppo caso, quando tornò a casa ci pensò moltissimo. Non sapeva perché, ma questa cosa gli dava un leggero fastidio; possibile che lui fosse…… no, era impossibile! Lui innamorato di Laney? SEEEEEEEH!
Eppure, c’era questa vocina nella testa che gli ripeteva giorno e notte: “Guarda, qualcuno te la sta portando via! Digli che provi qualcosa per lei da tanto tempo ormai! FORZA!”
Comunque, tutto questo “pensare a Laney” ha fatto volare via il tempo del viaggio tra casa sua e la scuola.

Uscita dal bus, la Grojband si aspettava di trovare Mike all’ingresso, ma non lo videro da nessuna parte. Forse, a causa del freddo autunnale del periodo, aveva deciso di aspettarli all’interno della scuola. Entrarono a scuola a 5 minuti dall’inizio delle lezioni, ma non videro il ragazzo da nessuna parte.
Alle 8:02, quando ormai le lezioni erano iniziate, ed il prof. di matematica era già entrato in classe, qualcuno bussò alla classe; era proprio Mike, con la sua solita pettinatura mezza spettinata.
-Buongiorno, tu sei Ghebler Michael?- Il prof subito chiese al ragazzo con tono severo. –Ehm, si, sono io. Scusi per il ritardo.- -Ascolta, ti farò entrare in classe solo perché ho sapute che ti sei appena trasferito; trova un posto a sederti e prendi il libro di matematica.- -Grazie, prof.-  rispose il ragazzo in modo educato, nonostante era lui il colpevole del suo ritardo.
Mike entrò in classe, e vide che il posto vicino a Laney era libero, probabilmente perché il suo compagno di banco era assente. Neanche fosse Flash, si proiettò sul suddetto posto, e subito Laney gli fece una risatina sotto i baffi (che non ha, perché lei è una ragazza -_-) –Non credevo che il tuo nome fosse Michael….- -Si, ma a me non piace per niente. Mike è solo un’abbreviazione, ma è molto meglio, non trovi?- rispose Mike alla battutina della ragazza. Laney gli chiese come mai era in ritardo, ma prima che lui potesse rispondere il prof lì rimproverò subito: -Penn e Ghebler, basta chiacchierare, e cominciate a scrivere le espressioni!-
Mike subito si dimostrò bravissimo in matematica, e non ci metteva quasi nessun impegno nelle espressioni, però gli riuscivano benissimo; al contrario Laney (come anche Corey), non  ci stava capendo niente. Subito Mike, per essere gentile, gli porse i suoi appunti e le soluzioni che era riuscito a trovare.

Laney non sapeva cosa pensare del nuovo arrivato a Peaceville, nel senso che non capiva come considerarlo: ovviamente era felice di averlo trovato come amico, ma… sentiva una strana sensazione, molto simile a quando guarda Corey mentre compone musica o mentre suona la sua chitarra rosso-gialla. In fondo, per lei era palese che Core non era attratto da lei, mentre Mike, ogni volta che la guardava, arrossiva leggermente. E questo le faceva un grande piacere.  Forse era davvero ora di una scelta: o dire a Corey dei propri sentimenti, o voltare pagina.

***DOPO SCUOLA…***

Quando i 5 finirono le loro lezioni, si recarono a passo sicuro verso la strada dove abitavano Corey, Trina e Mike.
Corey aveva invitato Mike a venire più tardi a casa sua insieme agli altri, ma quando i 5 si incontrarono davanti al garage della casa dei Riffin, trovarono una bruttissima sorpresa.
Trina aveva organizzato una festa per fare colpo su Nick Mallory per l’ennesima volta, e quindi aveva scaricato tutti gli strumenti dei quattro fuori dal garage, in giardino.
-Piaciuta la sorpresa, Corey?- disse sarcasticamente Trina; poi vide anche Mike per la prima volta:-E tu chi sei, perdente?-
-Mike, ti presento mia sorella Trina, nonché malata psicotica con manie di grandezza.- si intromise Corey.
-Povero tu…- gli bisbigliò Mike nell’orecchio. Ad un certo punto, Laney chiese a Corey: -Ma dove andremo a provare Core?- -Mmm… potremmo provare a casa dei gemelli…- disse Corey, ma subito Kin lo corresse –Mi dispiace amico, ma la nostra casa è inagibile dopo il mio ultimo incidente con la macchina delle bolle di settimana scorsa…- disse sconsolato. –Già, casa nostra praticamente è diventata una bolla gigante!- continuò Kon.

A quel punto, intervenne Mike: -Beh, se volete, io ho gli amplificatori ed il resto dell’attrezzatura. Se volete potete provare a casa mia.-
I quattro membri subito annuirono e loro ringraziarono (Kon lo abbracciò addirittura, quasi stritolandolo) e un minuto dopo erano già davanti alla porta di casa Ghebler. Ad aprire fu un signore di mezza età, magro ma molto basso.-Ciao Mike. Com’è andata scuola?- -Bene, pà. Ti volevo presentare Laney, Corey, Kin e Kon. Loro suonano come me.- disse sorridendo al padre.
-Buongiorno ragazzi, io sono Nicholas, il papà di Mike- disse il signore di mezza età, che strinse la mano ai quattro ospiti.
-Beh…- intervenne il ragazzo castano –Magari volete fare un giro della casa prima di iniziare a suonare?- I membri della Grojband annuirono, e il ragazzo castano cominciò a fare da guida ai quattro.


-Alyx




Buonasera ragazze e ragazzi. Ho scritto subito questo secondo capitolo perché avevo una grande voglia di scrivere. Purtroppo penso che il terzo capitolo non lo vedrete prima di Venerdì, a causa di impegni scolastici :/
Ricordo che potete scrivermi anche le vostre idee per portare avanti i racconti, e ditemi se vi sta piacendo.
Buonanotte e sogni d’oro, da Alyx

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Capitolo 3
*** La casa di Mike ***


Terzo capitolo – A casa di Mike

Mike invitò la Grojband ad entrare in casa sua, per fare un piccolo “tour” della casa, prima di iniziare a suonare. La casa di Mike, dopo l’ingresso presentava un corridoio lungo e mediamente largo, con tre porte che conducevano ad un salotto molto grande, una camera da letto e la cucina. Alla fine del corridoio, anche se era poco illuminata, vi era una scala che conduceva al piano di sopra. Vi era ancora un po’ di confusione, a causa del trasloco avvenuto pochi giorni fa da Mike e il padre Nicholas. Mike, seguito da Corey, Laney e i gemelli Kin e Kon, si stava dirigendo proprio verso quelle scale –State attenti, il primo scalino è scivoloso potreste inciamp…-. Neanche il tempo di finire la frase che Laney ci inciampa e casca sul naso: -Ouch!- -Tutto OK Laney?- chiese subito Mike. Corey, prendendo la mano a Laney, l’aiutò a rialzarsi –Stai bene Lanes?- chiese preoccupato. –Apposto. Grazie Core.- rispose la rossa, anche se in realtà aveva una guancia rossa e un po’ gonfia. –Aspetta, ti prendo una pomata.- disse Mike salendo il resto delle scale di corsa. Nel frattempo i gemelli Kin e Kon osservavano la scena.
-Hai male qui, vero?- Corey gli stava massaggiando la guancia dolorante; ora anche la guancia sinistra era molto rossa, ma non per il dolore: infatti tutta quell’attenzione di Corey verso di lei la stava facendo diventare rossa fuoco, come il colore dei suoi capelli. Significa che allora non era solo la “guastafeste” del gruppo per lui, ma anche una persona a cui lui voleva davvero bene.
Nel frattempo, Mike aveva trovato la pomata e stava osservando la scena scendendo le scale di fretta, e così “curarono” Laney nel soggiorno.
Quando Laney non aveva più il dolore alla guancia, continuarono il giro della casa, tornando a salire le scale; il piano di sopra era molto diverso, infatti il corridoio, oltre ad essere decisamente più stretto, era anche solo illuminato dalla luce del Sole che proveniva da fuori. C’erano due porte, una per il bagno ed una per una camera con la tettoia, ovvero la camera di Mike.

La camera di Mike era molto disordinata, con un po’ di vestiti buttati su una sedia e la sua valigia del viaggio ancora lì accanto all’armadio, però allo stesso tempo c’erano tutti i mobili montati, come la scrivania, il letto, gli armadietti e il già citato l’armadio. Per di più, sul letto, vi era anche un gatto nero.-Ciao Johnny. Lui è il mio gatto.- -Aw….<3- Laney subito si innamorò di quel felino. –Beh, questa è la mia stanza.- disse Mike, mentre la Grojband notò un grande numero di fogli sulla scrivania; ad una prima occhiata sembravano dei fogli scolastici, ma quando Kin e Kon ne presero uno in mano, restarono senza fiato.-Che c’è ragazzi?- chiese Corey ai due. –T-tu conosci le leggende magiche del Rock, Mike?- chiesero all’unisono al ragazzo nuovo, e lui rispose –Si, mio padre me le raccontava quando ero piccolo.- Il duo fraterno era al settimo cielo nel sapere che qualcuno condivideva la loro passione per le leggende sul Rock dell’Antica Grecia.
Anche Corey e Laney notarono quei fogli: erano tutti disegni su personaggi di videogiochi, cartoni e persino gruppi Rock, come AC/DC o i Fozzy. –Bellissimo questo disegno. Non hai mai pensato di andare a scuola d’arte?- chiese Corey a Mike, tenendo in mano un ritratto degli Skillet, copiato da qualche copertina dell’album. Mike scosse la testa, anche perché lui disegnare è semplicemente un hobby.

-Ok, che ne dite se ora cominciamo a montare l’attrezzatura e a suonare?- chiese sorridendo. –Non vedo l’ora.- rispose Corey immediatamente.
Così, i cinque si avviarono fuori dalla camera di Mike. Ad un certo punto però Laney, mentre gli altri erano già usciti dalla camera, notò un foglio sporgere da un cassetto, così lo tirò fuori e….il contenuto la lasciò di stucco: era un ritratto PROPRIO di LANEY, disegnato davvero in maniera certosina tanto che per lei sembrava come guardarsi allo specchio. Pensava che allora Mike era davvero cotto di lei, e lei sorrise pensando che, probabilmente, era la prima volta che qualcuno si innamorava di lei segretamente. Mentre navigava nei suoi pensieri, venne risvegliata dalla voce di Mike:-Laney, ti sei persa?!- Decise di piegare il foglio e metterselo in tasca, come ricordo. Forse non era propriamente giusto, ma quel suo ritratto le piaceva davvero tantissimo.

I cinque passarono tutto il pomeriggio tra risate, rock ‘n’ roll, canzoni della Grojband e di gruppi molto più famosi (come AC/DC), pazzie di Kin e Kon e ANCORA RISATE!
Alla fine la Grojband salutò Mike e si diederono appuntamento per il giorno dopo a scuola. -Mi raccomando, in orario.- disse Laney rimproverandolo scherzosamente.
Ormai, c’era da dire, che Mike era quasi diventato un membro “onorario” della Grojband, tanto che era il suo legame instaurato con i quattro in così poco tempo.


-Alyx

Buonasera Ladies and Gentlemen. Eccovi il terzo capitolo, spero vi piaccia J
Voi per chi tifate? Corey o Mike? Vi invito sempre a scrivermi qualche idea per continuare la storia xD
Un saluto, Alyx

*PS: SONO UNO SCRITTORE MASCHIO, vero marti_penn? xD
 

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Capitolo 4
*** Da più punti di vista ***


Quarto capitolo – Da più punti di vista

***Era la sera di quello stesso lunedì, e a casa Penn…***

-LANEY! Vieni a mangiare, è pronto in tavola!- era la madre della ragazza dai capelli rossi, la signora Penn, che chiamava sua figlia per cena.
Laney, immersa nei suoi pensieri, disse: -Mangio più tardi mamma! Ora non ho proprio fame!- La madre era un po’ spazientita, ma alla fine lasciò perdere e non apparecchiò a tavola per la ragazza.
Come detto, Laney era immersa nei suoi pensieri, un po’ come ogni sera in realtà; ma stavolta non pensava solo al suo sentimento nascosto verso Corey, ma anche a questo nuovo “protagonista”, questo suo nuovo amico, questo suo nuovo… beh, non sapeva ancora ben inquadrare. Di una cosa però era abbastanza sicura: Mike, il ragazzo conosciuto domenica, era cotto di lei.
Laney, mentre pensava a tutto questo, guardava l’orizzonte, e dalla sua minuscola finestrella scorgeva un tramonto che pitturava, come un quadro ad olio, il cielo di colori come il rosso, il porpora e l’arancione; tutto questo non faceva che immergerla sempre più nei suoi pensieri.
Non capiva come mai questa persona, Mike, si era inserita così bene nelle vite dei membri della Grojband, e in soli due giorni! C’era qualcosa di diverso in lui, sia nel suo comportamento, sia addirittura nel suo modo di suonare: quando suona la sua chitarra, Mike ci mette l’anima, non importa quale sia la canzone in questione, ma lui vuole cantarla e suonarla al massimo delle sue capacità.
Adesso Laney si era sdraiata sul letto, e adesso pensava a Corey, al suo amore per lui sin da quando andavano a scuola alle elementari, ma era ormai da anni con questo peso nel suo cuore. In più loro due, da quando si conoscono, non hanno mai avuto un appuntamento (escluso quello per cercare di fregare Barney al matrimonio di sua figlia).
Loro due si erano anche baciati a Capodanno ma… per Corey era come se non fosse successo nulla.
Forse era lei che doveva fare il primo passo…tutti questi pensieri le stavano facendo scoppiare la testa!
Poi prese il foglietto che aveva recuperato a casa dei Ghebler, nella camera di Mike, ovvero il suo ritratto: il solo guardarlo gli faceva venire tenerezza, e pensava come il ragazzo castano oggi la trattava con i guanti; le faceva complimenti, favori, e mostrava sempre il sorriso quando parlava con lei. Era davvero nel pallone quella sera Laney, e stava cominciando davvero ad avere fame. Guardò l’orario…ed erano le 21.30! Aveva riflettuto su questa storia per un ora intera?! Ci avrebbe pensato allora domani, e magari ne avrebbe parlato con Corey, Kin e Kon.

***A casa Riffin…***

Ormai erano le 21:30 e Corey era in casa sua, sul suo divano del soggiorno, a guardare la TV. Ma in realtà non era per niente interessato a guardare la televisione quella sera. Era piuttosto turbato quella sera e, come la sera prima, stava pensando alla sua compagna del gruppo, Laney. Lei è la ragazza della band, e se si fosse messa con un altro ragazzo che suonava come lui, magari avrebbe potuto lasciarlo...ehm….lasciare la band!
Corey però non poteva mentire a se stesso: lui sapeva che Laney non avrebbe lasciato la band per un ragazzo, visto che la musica era la sua più grande passione, ma il frontman della Grojband era preoccupato che qualcuno gli “rubasse” la sua Laney.
Quando il ragazzo dal berretto arancione rimaneva da solo con la rossa, non riusciva ad esprimere i suoi sentimenti; è come se la sua bocca si rifiutasse di far uscire le parole “Ti amo.” “Mi piaci.” “Mi sono innamorato di te.” “Sei la più bella di tutte.” e tutte queste frasi che vorrebbe dire alla sua amica.
Corey rientrò nel suo garage, e vide la finestra della camera di Mike, dove vi era la luce accesa.
Questo Mike gli assomigliava tantissimo: dalla passione per il rock, la gentilezza, e, soprattutto, i sentimenti che condividevano per Lanes.
Anche se si penserebbe il contrario, lui ci andava molto d’accordo, molto probabilmente perché erano sulla stessa lunghezza d’onda. Però Corey continuava a pensare alla peggiore delle ipotesi, almeno per lui: Mike insieme a Lanes.
Per di più, la sua mente viaggiava anche oltre: magari Mike e Lanes non si sarebbero più lasciati, si sarebbero trasferiti insieme, si sarebbero sposati ed avrebbero avuto dei figli! E invece lui, senza una bassista, non avrebbe nemmeno avuto successo nel mondo della musica, e magari anche i due gemelli avrebbero lasciato la band e…!!!
Alla fine, si ridiede una svegliata con una sberla in faccia –Ehi Riffin! Basta piagnucolare! E’ ora di essere uomo!- si ripeteva a se stesso. Doveva capire che, se Lanes avesse scelto qualcun altro, lui non doveva starsene in un angolo a piangere, e doveva accettare quello che era giusto per lei. (Ma ci sarebbe riuscito davvero? Mah…)



-Mike, abbassa la musica! Potresti svegliare i vicini!- era il padre di Mike. –Ok, pà. Scusa.- subito il ragazzo abbassò la musica del cellulare. Stava ascoltando The Good Life dei Three Days Grace. Quella canzone era incredibile.
Comunque, se si conosceva bene Mike, si sapeva che, a seconda del tipo di musica che ascoltava e suonava, si poteva percepire il suo umore. Ascoltando la canzone in questione, il padre capì che Mike era pensieroso, ma allo stesso tempo fiducioso per il futuro.
Il ragazzo con la camicia a quadri era stato molto felice di riuscire subito a trovare, da appena arrivato, quattro nuovi amici. E, la cosa che lo rendeva ancora più felice, era aver trovato una persona che, con la sola presenza, lo faceva stare bene: inutile dire che questa persona era Laney.
Era da quando l’aveva lasciato la sua ex a Toronto (che oramai lui chiama con suo padre “stronza del ca**o”) che non stava così bene, ed in più, questa ragazza condivideva la sua passione per il rock, proprio come lui. Ma stava sognando oppure lei era un angelo venuto per lui sulla Terra?
Mike, sul suo letto, si mise ad osservare il cielo stellato dalla sua tettoia, ed era una cosa che lo faceva sia riflettere, sia calmarsi. Gli era parso persino di vedere una stella cadente, così gli fu naturale esprimere un desiderio nella mente –Desidero che Lanes si innamori di me!- Lo voleva urlare, più che solo pensarlo.
Questo suo pensiero lo trasportò anche sul pensiero della Grojband per intero: Kin e Kon sembravano due nerd, un po’ come lo era lui in fondo, e le loro pazzie lo facevano sempre divertire. Per Corey, invece, il discorso era un po’ diverso; gli era simpatico, ci mancherebbe, ma forse…rivedeva un po’ troppo di lui nel ragazzo dalla capigliatura blu.
Però il problema più grosso era palese: Corey era innamorato di Laney  o no? E Laney? Provava qualcosa per Corey forse?
C’è da dire che all’inizio non lo pensava minimamente, ma dopo aver visto ieri pomeriggio la scena di soccorso per Laney quando era inciampata…beh, i dubbi gli erano venuti.
La cosa che desiderava di più in quel momento era stare con Laney, insieme a lei, però non voleva rovinare l’amicizia con Corey e con il resto della Grojband
-Va bene, aspetterò allora. Vedrò se Laney è innamorata di lui o viceversa. A me basta stare con lei, anche se per ora solo da amico.- Così Mike si tolse la camicia, la maglietta e i jeans per mettersi il pigiama e cominciare ad andare a dormire.


-Alyx


Buonasera Messiurs et Mademoiselles. Ho scritto questo quarto capitolo per “riepilogare un po’ la situazione” :)
Però credo che nel prossimo capitolo ci sarà una svolta e, vi dico da subito, sarà ambientato qualche settimana dopo gli avvenimenti raccontati fino ad adesso.
Un saluto, Alyx

 

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Capitolo 5
*** Lezioni di basso ***


Quinto capitolo – Lezioni di basso

Erano passate ormai due settimane dal primo incontro tra Mike e la Grojband, e le cose andavano a gonfie vele. Il rapporto di Mike con i suoi nuovi amici migliorava di giorno in giorno… soprattutto con quello con Laney. Però l’argomento di quel giorno era l’influenza che stava dilagando in città. E purtroppo Corey, dopo che il giorno prima era uscito insieme ai suoi amici, si è beccato il raffreddore ed una febbre a 38. Quando i cinque ragazzi erano tornati a casa Riffin, Corey si mise subito a letto, malato e dolorante alla testa.
Quindi, quel giorno, a scuola, il suo banco era vuoto. Ma forse aveva fatto bene a stare casa: quella mattina c’era la verifica di matematica, e lui si era salvato per quell’occasione.
Ma a lui non importava: voleva vedere se Laney e Mike avrebbero unito ancora di più il loro rapporto. Aveva il terrore che mentre lui non c’era…NON CI VOLEVA PENSARE PROPRIO!

Quel giorno, appunto, a scuola c’era la verifica di matematica ma, incredibilmente, Mike e Laney l’avevano superata senza troppe difficoltà. Per il ragazzo castano era abbastanza scontato: lui era molto bravo con le espressioni, ma quando la rossa disse a Kin e Kon che lei era andata bene durante la suddetta verifica, loro risposero con un “EH?!” che risuonò in tutta la scuola. –Ma stai bene?! Da quando capisci matematica?- chiese Kin alla compagna. –Devo ringraziare Mike, mi ha aiutato tantissimo in queste due settimane.- Lo disse abbracciandolo, mentre lui aveva un sorriso a 36 denti e una faccia rossa dall’imbarazzo.-P-Prego!- rispose euforico. Purtroppo per Mike, però, la sua euforia si sarebbe spenta a breve.
Era l’ultima ora di scuola, e l’ultima materia di quel giorno era musica. Di base sarebbe una passeggiata per la Grojband e per Mike, ma quel giorno…
-Buongiorno ragazzi. Oggi faremo lezioni su uno strumento nuovo: il basso.- Mentre Laney era fiduciosa di se, Mike era preoccupatissimo. –Cosa c’è, Mike?- subito gli chiese l’amica, e lui rispose –Ehm…io…sono proprio negato per il basso. Ho provato tante volte a suonarlo, ma ogni volta sono un disastro.-
-E ragazzi, mi raccomando, tra 10 giorni ci sarà la verifica sul basso. Dovreste preparare anche un pezzo.- continuò la prof; -Oh mio dio!- La preoccupazione di Mike stava per trasformarsi in terrore.
Vedendolo così preoccupato, Laney ebbe un idea, che le avrebbe cambiato tutta la giornata: -Ascolta Mike, potresti venire a casa mia. Io suono il basso, quindi potrei darti qualche dritta.- -Davvero lo faresti?! SEI GRANDE LANEY!- urlò in risposta il ragazzo con la camicia a quadri, attirando l’attenzione della professoressa e di tutti gli altri studenti su loro due.

Alle 15:00 del pomeriggio, nonostante una terribile pioggia ed una nebbia fitta, Mike si presentò di fronte alla porta della casa dei Penn, coperto dal suo ombrello rosso e nero. Aveva portato un basso dal suo garage per cominciare ad allensarsi, ma quel basso non era in condizioni perfette: oltre ad essere molto impolverato, si vedeva che non era utilizzato da tantissimi anni.
Suonò il campanello, e quasi immediatamente la signora Penn aprì la porta.
-Oh ciao Mike! Era da un po’ che non ci vedevamo! Come va?!- La madre di Laney accolse così il ragazzo castano nella sua casa, mentre si stava guardando intorno e cercava di adattarsi alla nuova casa, visto che era la prima volta che visitava la casa di Laney; -Buongiorno, signora Penn. Sto molto bene, grazie. Lei?-
-Non c’è male…aspetta, ti vado a chiamare Laney, probabilmente non ti ha sentito arrivare.-
In effetti la ragazza stava aspettando di sopra col suo basso tra le mani, mentre strimpellava qualche nota.
Stava tra l’altro proprio pensando a Mike, al fatto che ormai passavano tantissimo tempo insieme, sia scuola che durante i pomeriggi con il resto della Grojband; il pensiero di Corey, invece, non le stava nemmeno sfiorando la mente in quel momento: per la prima volta, si stava facendo largo spazio qualcun altro nel suo cuore.
Guardava fuori, ma a causa della nebbia insistente, non vedeva ad un palmo di naso.

Mentre continuava a strimpellare, sua madre bussò la porta della sua camera:-Laney, è arrivato Mike: è giù all’entrata che t’aspetta!- -Ok mamma, digli di aspettare un minutino, che mi cambio.- rispose Laney, mentre si toglieva i vestiti per vestirsi adeguatamente all’arrivo dell’ospite.
Mike, recepito il messaggio della signora Penn, decise di dare un’occhiata alla reggia della sua “cotta”: Il colore della pareti era di un azzurro chiarissimo,e vi erano due porte laterali che portavano ad un soggiorno e alla cucina, ed entrambe erano due stanze molto grandi; dopo l’ingresso, vi era una scala col cordimano che portava al piano superiore, dove vi era la stanza di Laney. Mike non vedeva l’ora di vedere Laney scendere da quella scala per salutarla.
Un paio di minuti dopo, la ragazza dai capelli rossi, anche se più spettinata del solito, stava scendendo: -Ciao Mike. Pronto per fare da mio studente?- chiese sorridendo. Quel sorriso aveva acceso gli occhi di Mike dalla gioia –Ciao. Si, sono pronto ma…Cos’è successo ai tuoi capelli?- gli chiese scherzosamente. –Lascia stare, non ho avuto il tempo di pettinarmi; forza, sali su! Cominciamo.-

Salite le scale, i due “svoltarono” alla seconda porta a destra, ovvero la camera di Laney. Questa stanza sembrava ancor più colorata dell’intera casa: oltre alla solita parete azzurrino, vi erano tantissimi poster su gruppi rock e soprattutto star femminili, come per esempio il gruppo degli Halestorm, ed anche un poster sul “Festival delle Rockstar Femminili”; il lettone della ragazza era di un color rosa acceso, e c’era un tappeto azzurro-giallo proprio davanti al suddetto letto. Appena entrati, Laney prese il suo basso e cominciò a suonare il suo strumento. Mike gli disse –Tu la fai facile ad usarlo. Senti me invece…- Il ragazzo prese il suo basso malconcio, e, noncurante della figura di polenta che avrebbe fatto, cominciò a suonare. Non si poteva davvero sentire.
Nonostante questo, Laney, sin dal primo momento, capì più o meno il problema:-E’ ovvio che fai disastri! Lo suoni come una chitarra. Tu devi suonarlo come se fossi accarezzando una pianta, oppure la tua ragazza, non essere bruto come con la chitarra.-
A quel punto Mike ci riprovò a suonare il basso e, nonostante era ancora un po’ traballante, ora la musica era orecchiabile. –Si, ci sto riuscendo!-
Laney e Mike passarono il resto del pomeriggio ad allenarsi col basso, e insieme passarono più di due ore a divertirsi: -Grazie mille, Laney. Non so come avrei fatto senza di te.- e detto questo, abbracciò l’amica con tutta la sua forza (e probabilmente l’amore) che aveva. Laney ricambiò l’abbraccio –Non te la tirare troppo, hai ancora tanto da imparare.-

I due avevano terminato il loro abbraccio, ma quando i loro occhi si incrociarono, scattò qualcosa. Una scintilla, o una fiammata dal cuore forse. Si guardarono rispettivamente nei loro occhi, di color verde smeraldo per lei, marrone castano per lui.
I loro visi si avvicinavano sempre di più, così come le loro labbra, che ormai pronte a scambiarsi un bacio memorabile, tutto suggellato dalla pioggia e da un cielo coperto, che però stava mostrando, proprio allora, dei bagliori di sole e, contemporaneamente, un accenno di arcobaleno. I due avevano chiuso i loro occhi per suggellare quel momento al massimo, ma quando ormai le loro labbra erano a pochi centimetri dal concretizzare quel “sogno ad occhi aperti”, uno squillo di un cellulare li riportò alla realtà.
Era il cellulare di Mike, che si era messo a rovinare quel momento. Schiarendosi la voce, Mike rispose:-E-ehm…si?...P-papà?...dimmi…si, sono ancora a casa sua e…o-ok, ci vediamo tra 10 minuti.- -Qualcosa che non va, amo…CIOE’, M-Mike?- chiese Laney, che intanto prese una tonalità di colore che si avvicinava più ad un peperoncino che ad una persona imbarazzata.
-Beh, mio padre mi ha telefonato e, per il ritardo, mi vuole subito a casa.-
-Oh, è un peccato… cioè, che devi andare via intendo!- rispose ancora Laney.
-Ok, Laney. C-ci vediamo…-
Mike stava per uscire dalla stanza della ragazza, quando si bloccò sulla porta bianca della camera, per poi tornare indietro. E prima che se andasse, diede un grosso bacio, affettuoso, sulla guancia ancora rossa della ragazza. Dopodichè la risaluto.
Laney, mezza imbambolata, ricambiò ancora il saluto, mentre era tutta emozionata.
Mike usciì fuori dalla casa dei Penn, mentre le nuvole rimanenti si stavano spostando per fare spazio ad un sole abbagliante. E con questo clima, tra gioia, risate, e vera passione tra lui e Laney, si stava dirigendo verso casa.


-Alyx

Buongiorno Vecchi e giovani! Vi è piaciuto questo capitolo? Mi scuso per la poca presenza di Corey in questo capitolo, però avevo già deciso da tempo di comporlo così questo capitolo. Datemi suggerimenti per come fare il “momento magico” tra, a questo punto, Mike e Laney [NON VUOL DIRE che Corey non esisterà più, anzi! Per ora la storia andrà verso il nuovo personaggio, poi Corey farà vedere che ci terrà davvero alla sua Lanes!] :)
Un saluto, Alyx

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Capitolo 6
*** Terrore notturno (parte 1) ***


Sesto capitolo – Terrore notturno (parte 1)

Qual è la notte più paurosa dell’anno? Beh, c’è bisogno di chiederlo?

Era la notte del 31 ottobre, la notte più oscura dell’anno, la notte che tutti i bambini temono quando vanno a dormire: era la notte di Halloween. Per l’occasione speciale la Peaceville Middle School ha organizzato una festa al vecchio campeggio di Peaceville, vicino alla palude. Era una festa in maschera, con tanto di concerto messo in sesto dalla band ufficiale della scuola: ovviamente stiamo parlando della Grojband, accompagnata in questo caso pure da Mike.
Purtroppo per i cinque amici, Trina era stata indetta, dal preside della scuola, come l’organizzatrice dell’evento, così aveva assunto due body-guard all’ingresso degli accampamenti per impedire loro di entrare.
Così, Corey, Laney, Kin, Kon e Mike si ritrovarono fuori dal loro stesso concerto, presi a calci nel sedere, e senza nemmeno un testo pronto per l’occasione. Decisero, a quel punto, di sistemare la faccenda in seguito e di spostarsi nella zona lì adiacente, vicino all’ex-faro abbandonato (che non c’era più, visto che Blade Stubbinton l’aveva fatto trasformare in un razzo per tornare nella sua vera casa, il pianeta Panicopoli).
Kin e Kon ricordavano quell’epica giornata come se fosse ieri: l’aver incontrato la leggenda dei Falò Metal, l’aver avuto un testo ed aver battuto i Newman; decisero di raccontare quell’impresa anche a Mike, così i cinque amici si misero attorno ad un falò fatto da loro e, a quel punto, Kin e Kon raccontarono la storia al “novellino”.

Mike, mentre ascoltava la loro storia, pensava che in quel postaccio lugubre tirava un aria davvero “pesante”. Era come se qualche bestia, magari un lupo oppure un orso, sarebbe uscito allo scoperto per sbranare lui e i suoi amici.
O magari aveva solo visto troppi film horror, boh…
Ascoltava la storia con interesse, però in alcuni attimi si imbambolava: non tanto per il fatto che era in una foresta buia e spaventosa, ma perché osservava, di tanto in tanto, Laney. La sua chioma rossa, come il fuoco che li scaldava, brillava nella notte, al chiaro della luna piena. Era consapevole del loro momento di “intimità” a casa Penn della settimana scorsa, però, probabilmente per il bene della band, non ne avevano più parlato.
Forse era giusto così, doveva parlarne con lei quando erano soli, e magari avrebbe dovuto esprimerli concretamente i suoi sentimenti…
-Mi stai ascoltando, Mike?- Kon lo risvegliò dal suo pensiero per continuare il suo racconto, e Mike disse –Si Kon: voi quattro avete cantato per la prima volta “Welcome to my Nightmare” e avete stracciato i Newman davanti a tutto il campus.- -Si, ma non solo. Poi Blade si è volatilizzato sul suo razzo-faro per partire verso lo spazio infinito.-Kin continuò. Mike rimase a bocca aperta…e stavolta non mentre osservava Laney.

Corey chiese, per continuare la loro attesa prima del concerto: -Avete qualche storia paurosa? Avrei un idea per mettere paura a Trina…- -Io si! Potremmo raccontargli che degli zombie hanno invaso Peaceville e…- Kon stava rispondendo tutto eccitato, quando Laney lo interruppe –Kon! E’ successo l’anno scorso!-. In tutta risposta, Kon sbuffò seccato. Mike intanto, mentre si era sdraiato a guardare le stelle, intervenì.
-Mmm…io avrei un racconto da raccontarvi…potrebbe farvi tremare fino all’età adulta…- disse sicuro di sé, mentre tutti gli altri erano piuttosto scettici.
-Ok, spara. Di che racconto si tratta?- Corey sfidò Mike a fare del suo meglio, così il ragazzo castano prese una torcia, e cominciò il racconto.

-Questa leggenda risale ad una trentina di anni fa…- si puntò la torcia sul viso, per mostrare uno sguardo truce e minaccioso. –E’ una leggenda dell’isola di Montreal, e di due giovani ragazzi metallari che, insieme, suonavano in un duetto: erano chiamati i Double Masters. Per quella sera avevano previsto uno dei loro concerti provinciali, un po’ come voi Grojband…- Kin e Kon cominciarono a tremare fin da subito, mentre Corey e Laney erano ancora tranquillissimi.
-I due ragazzi, John e Harold, erano vicini al fiume San Lorenzo, che circondava tutta l’isola, come le sbarre di una prigione infinita. Si stavano preparando al loro duetto sotto la luce della luna piena, quando una forza oscura, un demone, li spinse in acqua, insieme a tutti i loro strumenti. Quando erano in acqua, subito una forza enorme li tirò giù fino al fondale marino, impedendo ai due qualsiasi reazione…- -E questa storia dovrebbe spaventare Trina?- chiese Corey grattandosi la testa.
-Non è mica finito qui il racconto…- continuò Mike –…si dice che i due avessero cantato un motivetto prima di quell’incidente…- Mike prese la sua chitarra e continuò il racconto –Stavano osservando la luna piena, quando cominciarono a cantare questo ritornello…- Mike a quel punto cominciò a suonare una melodia angosciante, come se la musica che Corey e gli altri stessero ascoltando fosse suonata al contrario. Ora anche Laney cominciò a rabbrividire.
E poco dopo, Mike cominciò pure a cantare:

There is no grave that can hold my body down.
The Killer inside of me,
can make your souls SCREAM!


Appena finì la strofa, il falò si spense. Oramai il sangue stave gelando nei membri della Grojband.

There is no grave that can take my soul back.
My voiceless scream,
isn’t a surprise for him.


Kin e Kon stavano per chiedere di smetterla, ma ormai lui finì con la terza strofa:

There is not a good place for my goodness spirit.
Only darkness around me,
if you want survive: LEAVE!


Mike ricominciò la storia –Se si pronuncia questa canzone, con la luna piena, si dice che il demone che uccise John ed Harold verrà evocato, e cercherà vendetta per quella notte. Nessuno sa com’è fatto però… Magari, è proprio qui….-
AAAAAAAAAAHH!!!!!!

Il castano riaccese la luce della torcia e, con la maschera del diavolo spaventò i quattro amici: -Ahahahah. Tranquilli, è solo una leggenda…o forse no…chi lo sa.-
Corey era super angosciato, ma allo stesso tempo contento: -Q-Q-Questo si che può spaventare Trina…andiamo a cercarla, così potrà scrivere un bel brano per stanotte.-
-V-Va bene, C-Core.- Laney era terrorizzata, anche se mai quanto Kin e Kon, visto che loro due erano bianchi come lenzuoli stesi.
-Forza andiamo!- incitò Corey i suoi quattro amici.
Mike si sentiva leggermente in colpa…LEGGERMENTE però. Aveva spaventato a morte gli altri…ma è la notte di Halloween, su! Se non ci si prende uno spavento ogni tanto…

Prima però di andarsene dalla zona, vide un qualcosa nei cespugli. Era abbastanza sicuro che loro erano da soli prima della storia, ma quindi che… va beh, avrà visto male. Così lasciò perdere e si riagganciò al gruppo per tornare al campus.

Però, quegli occhi rossi che lo osservavano, gli avrebbero fatto passare una brutta serata…


-Alyx

Buonasera Vampiri e Mostriciattoli. Questa specie di “SPECIAL di HALLOWEEN” mi era venuto in mente per continuare comunque la storia di Laney e Mike, però verrà suddiviso in due parti. Vi invito sempre a recensire la storia e magari darmi qualche spunto se siete interessati.

Un saluto, Alyx

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Capitolo 7
*** Terrore notturno (parte 2) ***


Settimo capitolo – Terrore notturno (parte 2)

***DOPO ESSERSI ALLONTANATI DALLA ZONA DEL VECCHIO FARO…***

I cinque ragazzi, dopo la storia terrificante raccontata da Mike qualche minuto prima, si stavano avviando verso il campus, visto che Corey aveva un piano per ottenere un testo nuovo di zecca: raccontare la storia paurosa di Mike a Trina per farla spaventare ed ottenere un testo a tema “Halloween”.
Il piano sembrava convincere tutti, e così i cinque ragazzi si avviarono verso il sentiero indicato…o almeno, così pensavano…
Durante la loro camminata, Laney si avvicinò di soppiatto a Mike: -Toglimi una curiosità: chi ti ha raccontato quella leggenda sul rock?- chiese incuriosita.
-Me la raccontò mio nonno quando avevo cinque anni. Ricordo che per tre mesi di evitai avvicinarmi alla vasca da bagno.- Il castano le rispose, nonostante l’immediata risatina di Laney subito dopo.
-Beh, certamente una ragazza tosta come te non si sarà mica spaventata per una storiella di provincia, vero?!- disse quasi con un tono tra la sfida e il divertimento; Laney ruotò gli occhi: -Era tutta scena prima…- mentì la ragazza, che era ancora leggermente sconvolta. Così vedendola ancora pensierosa, Mike la strinse a sé:
-Tranquilla, il demone non esiste Laney. E se esistesse, comunque esiste una soluzione per cacciare via quel mostro.- Lei gli sorrise in tutta risposta, prendendogli la mano che era appoggiata sulla sua spalla. Corey, intanto guardava tutta la scena affettuosa dei due e, pensando al loro rapporto sempre più stretto, stava rosicando dentro di sè. Però il “momento” di Laney e Mike venne interrotto.
-Ma che cavolo…?!- esclamò Corey.

I cinque, inspiegabilmente, si trovarono davanti al molo delle canoe, illuminate da quattro torce su dei pali intagliati.
-Amico, perché ci hai portato qui? Non dovevamo andare al campus?- Kin gli chiese il motivo della loro deviazione, ma Corey era sconvolto –M-Ma…io avevo preso il sentiero giusto! Ero andato a destra prima!-
I quattro non si capacitavano della situazione: come mai erano finiti lì?
La palude emanava un odore terribile, ma non era la cosa che preoccupava maggiormente Corey e gli altri: il moto ondoso dell’acqua paludosa stava aumentando, ma non si vedevano canoe in movimento in quel momento, e i ragazzi erano da soli. Ad un certo punto, il fuoco dei pali si spense con un soffio di vento.
Ad un certo punto Kin esclamò: -Sentite, torniamo indietro e torniamo verso il campus, forza!- Era palesemente impaurito, e voleva assolutamente andarsene da quel postaccio, come tutti del resto.
Stavano per fare dietrofront, ma quando erano in procinto di andarsene, cominciarono a sentire un sibilo nelle orecchie; era partito come un semplice fastidio, ma in pochi secondi cominciò ad assordare i cinque musicisti. –MA COS…ANDIAMOCENE!- Corey stava provando a parlare con i suoi amici, ma loro non riuscivano a sentirlo.
Erano sul procinto di arrendersi al frastuono assordante, quando finalmente il rumore infernale si spense.
Ma quello che successe dopo non sarebbe stato per niente meglio: dall’acqua paludosa spuntò una figura oscura e gigantesca, alta almeno tre metri, con un paio di ali nere. La creatura fluttuava sull’acqua, ed era a capo chino che osservava la sua immagine riflessa nell’acqua; però dopo qualche secondo la bestia demonica mostrò le sue fauci mostruose quando sollevò lo sguardo: il suo corpo era interamente di colore nero, ed ancora bagnato dall’acqua paludosa da cui era uscito, ed emanava un fetore nauseabondo. Sembrava una Valkyria oscura.

Al ruggito della bestia, i cinque urlarono a squarciagola. Mike prese per mano Laney e urlò –SCAPPIAMO!- I cinque cominciarono a correre ripercorrendo il sentiero preso in precedenza, ma in senso contrario.
Al bivio che portava al campus presero la strada opposta per tornare alla festa, ma i cinque erano inseguiti a brevissima distanza dalla Valkyria. I suoi ruggiti continuavano a risuonare per l’intera foresta ed a spaventare chiunque nel raggio di venti chilometri.
I ragazzi cominciarono a correre come non mai, stavano sudando per la fatica, ma il terrore che quell’incubo vivente aveva instaurato nel loro cuore li faceva correre senza sosta.
I cinque raggiunsero l’entrata del campeggio, e subito si precipitarono all’entrata, dove però non potevano entrare a causa degli ordini della sorella di Corey, Trina, ai bodyguard all’ingresso.
-Mi dispiace ragazzi, vi è vietato l’accesso.- Disse il bodyguard di colore sulla sinistra, ma la Grojband stava provando a dirgli che qualcosa li stava seguendo e…
-Scusate, cosa vi starebbe seguendo?- il bodyguard indicò il sentiero da dove la Grojband e Mike erano spuntati, ma non vi era più alcuna traccia del demone alato.
-Ragazzi, voi avete bisogno di tornare a casa. Siete troppo suggestionabili.- continuò il secondo bodyguard, che era di carnagione chiarissima, ma appena finì la frase si sentirono delle urla provenienti dalla strada di montagna che portava al parcheggio del campus.
I cinque ragazzi corsero subito al luogo incriminato e videro un auto ribaltata sotto sopra: era l’auto del signor Mellow, il sindaco di Peaceville, con dentro lo stesso Mellow che chiedeva aiuto; Kin e Corey aiutarono Mellow ad uscire dal veicolo, mentre Kon e Mike ribaltarono l’auto nella sua posizione. –Grazie ragazzi. Quella creatura mi ha ribaltato la vettura senza difficoltà.- -Sa per caso dov’è andata?- Mike chiese al sindaco, ma la risposta non era per niente rassicurante –C-Credo verso Peaceville…-
I ragazzi si interrogavano sull’origine di quella sottospecie di Valkyria, ma non ne riuscivano a venirne a capo, finché Kin non ebbe un illuminazione: -EHI! Potrebbe essere sul serio il demone della storia di Mike…- -Quindi questa storia esiste davvero?! TROPPO FICO!- esclamò Kon in tutta risposta, battendo il cinque al fratello.
-Allora potremmo riuscire a risolvere la situazione: quel demone dovrebbe essere attratto dalla musica. Per questo aveva attaccato quella band.- ricordò il ragazzo con la camicia a quadri
Corey non ci pensò mezzo secondo per escogitare un piano: -Ho un idea geniale! Kin e Kon, andate a prendere al nostro garage l’amplificatore maledetto. Quello, insieme ad un buon testo dal diario di mia sorella, dovrebbe riuscire a riportarlo da dove è venuto. Noi tre invece dovremo andare a cercare Trina.- -Si ma… dove si trova in questo momento Trina?- chiese Laney.
I ragazzi si erano divisi per effettuare il piano, ma dovevano fare in fretta: la Valkyria probabilmente stava disseminando il panico per tutta la città!

Kin e Kon si mossero subito verso il garage della loro band a prendere “L’Ampli da paura col teschio sopra CHE SI ILLUMINA AL BUIO” , mentre Corey, Laney e Mike ritornarono all’interno del campus per cercare Trina, ma non riuscirono a trovarla da nessuna parte. Finchè Corey non scorse la voce inconfondibilmente furente della sorella.
La ragazza dai capelli rosa era infuriata con Mina sul fatto che Nick non si era ancora presentato: -Mina, è tutta colpa tua! Se tu avessi preparato più plum-cake in stile Halloween mentre stavi facendo le decorazioni per la mia festa ora Nick sarebbe qui e  mi stringerebbe tra le sue braccia! E INVECE NON LO RIESCO NEMMENO A CHIAMARE!- La ragazza dai capelli rosa stava guardando con occhi di fuoco “l’amica”, che stava tremando al suo cospetto.
Ad un certo punto però gli occhi di Trina si sciolsero quando vide il suo quasi-fidanzato all’ingresso del campus –Ciao Nick eccetera! Hai visto che bella festa ho messo in piedi DA SOLA?!-
In tutta risposta, il biondo rispose con un secco “Niente male, Nick approva le feste di Halloween.” Corey si stava chiedendo come far arrabbiare ora Trina, ma non ebbe nemmeno il tempo di pensare: il demone, la Valkyria oscura, ERA TORNATA AL CAMPUS!
Tutti gli studenti cominciarono a scappare, compresi i tre amici, che si nascosero dietro ad un cespuglio. –Come mai è qui?! Nessuno sta suonando!- sussurrò Corey a Mike. –Non lo so! Forse sta cercando noi perché l’abbiamo evocato.- rispose Mike con una faccia tra lo sconvolto e lo spaventato.
Il demone stava distruggendo tutte le bancarelle e le attrazioni, e si stava dirigendo verso il cespuglio in cui i tre erano nascosti. Mike stava cercando di pensare ad un piano…
-Trovato, io lo distrarrò, mentre voi cercate di far scrivere a Trina qualcosa di utile e…-  Appena stava per finire la frase, la Valkyria scaraventò via tutti e tre con un colpo d’ala, e divise Mike da Corey e Laney. Il castano si ritrovava a pochi centimetri dal palco, e dagli strumenti per suonare.
Corey e Laney invece si trovavano a tu per tu con il mostro, ed erano senza via d’uscita.
Si stavano abbracciando, ma nel frattempo tremavano dal terrore; Corey, sempre stringendo forte l’amica, gli sussurrò:-Andrà tutto bene Laney, capito?! Andrà tutto bene…- ma lui stesso sapeva che erano a pochi secondi da fare una brutta fine. Mentre il mostro stava per sferrare il suo attacco sui due, si sentì una melodia che gli fece distogliere l’attenzione da Corey e Laney.
Era Mike che suonava quella melodia, e Laney la riconobbe: era la melodia che suonava mentre raccontava la loro leggenda, ed il mostro ruggì infuriato nel sentire quelle note; la ragazza capì il piano a quel punto: Mike cercava di dare un po’ di tempo ai due ed anche a Kon e Kin (che ormai erano all’entrata del campus con l’amplificatore).
Corey allora si diresse verso Trina e cominciò a “lavorarsela”: -Hai visto questo mostriciattolo da due soldi? Non solo non ti ha permesso di conquistare il tuo fidanzato, ma oltretutto sta distruggendo la tua festa. E indovina chi si prenderà la colpa di tutto questo macello? Tu mia cara!-
La ragazza dai capelli rosa non ebbe nemmeno il tempo di ragionare, che andò subito in modalità “Diario”.

Finalmente Corey e Laney avevano il testo, ed anche Kin e Kon erano arrivati finalmente. Però i quattro dovevano fare in fretta, perché Mike era ancora inseguito dalla Valkyria, ed era ormai quasi senza forze il ragazzo.
In tutta fretta, i quattro agganciarono i loro strumenti all'amplificatore e Laney prese il microfono ed esclamò: -Ehi mostro, ascolta un po’ questo testo!- Così stavolta fu Laney a cantare:

Don’t run, don’t scream,
this isn’t a night mare, this isn’t a dream.
This is: HALLOWEEN!

The night is colder,
but my soul is stronger,
AND YOU ARE NOT GONNA LIVE LONGER!

Pumpkins, bats and pop corn,
All this is good for,
To let you go or beat on!

Don’t run, don’t scream,
this isn’t a night mare, this isn’t a dream.
This is: HALLOWEEN!


La bestia si stava contorcendo dal dolore, e mugugnava per la sofferenza. Si stava sciogliendo come un gelato al sole!
Era stata sconfitta dalla voce di Laney e dalla musica della Grojband!

La Grojband venne acclamata da tutti (tranne Trina e Mina) e applaudita da tutti, ed avevano passato una fantastica avventura Horror quella sera. Kin e Kon però erano un po’ dispiaciuti che non hanno combattuto faccia a faccia con la Valkyria.

Stanchi morti, i cinque se ne tornarono a casa, ma prima che Mike rientrasse a casa sua, ricevette un messaggio dalla ragazza che amava segretamente: “Vieni al parco, volevo parlare con te.”
Il ragazzo, anche con un po’ di preoccupazione, si presentò all’appuntamento, e trovò Laney su una panchina vicino all’ingresso ad aspettarla. Era assonnata e, probabilmente per il freddo, indossava anche una giacca di pelle nera che aveva preso a casa. Mike si sedette vicino a lei: -Beh…per cominciare ti devo delle scuse…- disse Mike per rompere il ghiaccio. –Di cosa dovresti scusarti?!- lo rimproverò Laney –Se parli del mostro, non potevi sapere che quella leggenda fosse vera.-
Mike effettivamente era un po’ sconsolato, così alzò la testa al cielo, e scorse una “tavola” di stelle luminose e spettacolari, ed una luna piena che, con la sua luce, rendeva più romantica quell’incontro. Poi, anche la rossa alzò lo sguardo alle stelle: -Grazie per avermi salvato la vita. Se non avessi cominciato a suonare quel motivetto…- disse la ragazza. –Beh, tu non sei da meno: se non avessi cominciato a cantare...con la tua splendida voce…-
Gli occhi di Mike erano spalancati, come se avesse visto un angelo scendere sulla terra, e quell’angelo si chiamava Laney; anche Laney si stava godendo il momento, vedendo che per la prima volta era al centro delle attenzioni di un ragazzo. E così, partì di nuovo quella scintilla, la stessa dell’ultima volta, solo che questa volta si concretizzò in un bacio appassionato, al chiaro di luna, sotto un cielo coperto di stelle e luci.
Finito quel momento magico, Mike cominciò ad accarezzare i capelli rossi del suo angelo, dopodiché le diede un altro bacio sulla fronte, come un bacio di buonanotte: -Fai sogni d’oro, bellissima.- -Anche tu, mi raccomando…- rispose Laney che lo abbracciò prima di salutarlo definitivamente.

L’anima di Mike era diventata di fuoco, e lui era al settimo cielo! Non era così felice da….ANZI, NON E’ MAI STATO COSI’ FELICE! Cantando e gioendo però, mentre tornava a casa, non si accorse che qualcuno l’aveva seguito….una sua conoscenza, ovvero il ragazzo dai capelli blu.

-Alyx

Buonasera Angeli e Demoni. Questo capitolo ci ha messo un giorno in più ad arrivare, e mi scuso per questo :/ .
Era anche un po’ più lungo di quel che pensavo, e spero che vi piaccia. Come ormai da prassi, vi invito a dire i vostri suggerimenti su come continuare la storia :)

Un saluto, Alyx

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Capitolo 8
*** Il bacio spiato ***


Ottavo capitolo – Un bacio “spiato”

Corey, dopo la spaventosa avventura di quella notte, se ne stava per tornare a casa. Prese le chiavi della porta a lato del garage, entrò e subito si posò, manco fosse una farfalla che si posava su un fiore, sul proprio divano. Era stanco morto e l’unica cosa che avrebbe voluto fare era dormire in quel momento. Ma nemmeno il tempo di chiudere gli occhi, che sentì dei passi fuori dal garage, e il blu si chiedeva chi cavolo starebbe sveglio a quell’ora di notte per farsi una passeggiata.
La risposta era presto detta: quel qualcuno era Mike, che si stava dirigendo alla fine della strada, allontanandosi dalla sua abitazione. Corey lo riconobbe immediatamente dalla sua camicia a quadri rossa, bianca e blu.
Si chiedeva per quale ragione l’amico non era ancora andato a dormire come tutti gli altri, ma il suo sesto senso gli diceva che forse questa soluzione centrava con la ragazza della sua band: Laney.

Corey era tutta la sera che pensava a quando erano faccia a faccia col pericolo, o meglio, con la Valkyria, e Laney si strinse a lui con tutta la sua forza. Il frontman aveva sentito tutto il calore della ragazza che lo stringeva per la paura.
Ma ogni volta che vedeva Mike dirigersi verso casa di Laney, gli veniva la paranoia: possibile che il suo comportamento con Laney nell’ultimo anno, quando la “zittiva” se lei cercava di rovinare i piani suoi e dei fratelli Kujira, l’aveva infastidita così tanto da allontanarsi dai suoi amici e cercare il vero amore? Lui non voleva essere scortese con lei, LUI CREDEVA NEL BUON SENSO DI LANEY!
Anzi, adorava quando faceva la ragionevole del gruppo, ma adorava ancora di più quando anche lei scioglieva le briglie delle sue preoccupazioni e si univa alla pazzia dei suoi tre amici (come quando desiderava una tigre dorata di nome Esmeralda nel loro video “sogno-musicale”).
Forse aveva sbagliato sin dall’inizio con Laney?! Doveva scoprirlo!
Si rimise in fretta e furia la sua maglietta ed un jeans lungo, e in più anche un cappotto scuro per non farsi notare; non indossò però il suo berretto arancione, visto che sarebbe stato troppo visibile alla luce della Luna.
Comincio a pedinare il novellino di Peaceville ad una cinquantina di metri, nascondendosi vicino ai cespugli. Faceva un freddo bestiale, ma voleva sapere a cosa stava portando la passeggiata di Mike!

Dopo 10 minuti di lenta camminata (e, nel caso di Corey, di cespugli con spine in cui nascondersi) Mike era arrivato al parco di Peaceville, mentre Corey si mise subito nei cespugli appena fuori dal parco, e scoprì di non averci visto sbagliato quando vide la rossa Laney seduta sulla panchina ad osservare Mike che camminava verso di lei, per sedersi lì vicino. Anche Corey era ad osservare la scena a una ventina di metri, ma non riusciva a sentire nemmeno una parola. Ma poi vide un gesto che vale più di un milione di parole: le labbra di Mike e Laney si erano unite in quel bacio di fuoco, appassionato, sotto un cielo stellato spettacolare.
Corey era ad occhi spalancati, ed era rimasto a bocca aperta: non ci poteva credere! Stava quasi per svenire dalla disperazione, ma in pochi secondi passarono mille emozioni per la testa del leader della Grojband: delusione, domande, gelosia e, soprattutto, rabbia! Rabbia per non aver avuto il coraggio di cercare di conquistare Laney prima, rabbia per aver conosciuto qualcuno che ora gli sta rubando la ragazza che amava, rabbia per non aver impedito ai due di darsi quel bacio!
Eppure, stranamente, non era il bacio sulle labbra il momento che lo fece diventare rosso di rabbia, ma il bacio stra-mega  affettuoso sulla fronte di Laney; non sapeva perché, ma lo faceva ribollire dalle viscere (anzi, sembrava quasi che i cespuglio in cui era nascosto stava andando in fiamme quasi).
Quando Mike uscì dal parco cantando e danzando sulle ali della gioia e dell’amore, Corey era intento a seguirlo, anche se non sapeva se dargli una badilata, una testata o una “chitarrata” sulla fronte.
Stava per riprendere il pedinamento, ma non si accorse che Laney, che si era alzata a sua volta, l’aveva beccato a fare il ficcanaso: -Ciao Core.- disse con una faccia che era ancora condizionata dal bacio di pochi minuti prima, ma che era anche arrabbiata per la furbata del suo amico.

-Ehm, avevo perso qualcosa che non so esattamente…- disse Corey ancora in trance per il momento amoroso tra Laney e Mike, e la ragazza rispose subito: -SI PUO’ SAPERE CHE CI FAI QUI?!- gli urlò, ma non ricevette nessuna risposta, per l’imbarazzo o per la rabbia ancora repressa.
-Ascoltami Core, come mai mi hai seguito?- -Non lo so! E’ solo che… non volevo che qualcuno ti facesse allontanare dalla band…- Si cercò di giustificare, anche se era il suo modo di dire: -Mi piaci!-
Laney sembrava aver capito il vero senso della frase, e non poteva ancora credere alle sue orecchie! Corey Riffin, il ragazzo per cui ha sempre provato un amore incontrollabile, le stava dicendo che era innamorata di lei!
Ma forse Laney aveva capito un’altra cosa: Corey parlava così perché era accecato dalla gelosia, e soprattutto, ha cominciato a vederla così solo perché c’era qualcun altro nei pensieri della rossa.
-Mi dispiace Core… dovevi accorgerti di me prima…- Laney si voltò e si diresse verso il casa, lasciando Corey di sasso: era in una trance psicologica, in un loop di pensieri che gli stavano incasinando la mente.
Ormai il blu sembrava uno zombie in cerca di sangue e vendetta, e, a passo di lumaca, si avviò verso la sua casa e quella di Trina.

***QUANDO LANEY TORNO’ A CASA…***

Laney subito posò la sua giacca appesa all’attaccapanni dell’ingresso, e si diresse verso la sua camera, salendo la scala col corrimano che aveva percorso anche Mike la settimana prima. Ormai era tardissimo, forse era addirittura l’una di notte.
Accese la luce, e si tolse i vestiti per entrare nel suo bagno e farsi una doccia, vista la giornata piena di emozioni e sudore di quell’Halloween. La ragazza entrò nella doccia e cominciò a sciacquarsi la testa ed a farsi lo shampoo. Stava ancora pensando al sogno ad occhi aperti con Mike, ma anche al fatto che Corey, nel momento in cui ha mostrato i suoi sentimenti, lei l’ha respinto, in favore del suo nuovo amore: il ragazzo con la camicia a quadri, Mike.
Poi cominciò ad insaponarsi e a sciacquarsi e finì la doccia. Uscì e si mise il suo accappatoio rosa, e cominciò ad asciugarsi i suoi capelli col phon e a lisciarseli con la piastra.
Dopo tutto questo “stress” per sistemarsi i capelli, si mise il pigiama, ma prima di andare a letto…..prese il suo diario:

Caro Diario,
Per la prima volta, Corey si è accorto di me oltre qualcosa maggiore di un amica. E io… ho detto che oramai era troppo tardi. E per di più non sono per niente perplessa dalla mia scelta. Ho deciso… di fare questa scelta, cioè stare insieme a qualcuno che mi desidera ardentemente, Mike. Scusami caro diario, ma ora sono davvero assonnata: è l’una di notte passata e sto per crollare a terra dalla stanchezza.”


Dopo aver scritto queste parole sul suo diario rosa-nero (di cui nessuno sapeva l’esistenza) si infilò tra le calde coperte del suo lettone e spense la bajour che aveva acceso. Quelle coperte erano calde come le braccia di Mike quando l’aveva stretta prima del bacio (e anche in tutte le altre occasioni). E come gli aveva suggerito il castano, quella sera avrebbe fatto sogni d’oro.

-Alyx


Buonasera Streghe e Stregoni. Io mi sento in colpa per come sto trattando Corey xD
Mike e Laney, allora che ne dite? Cosa vi aspettate dal prossimo capitolo? Vi invito sempre a scrivere dei vostri suggerimenti per la storia. :)

Un saluto, Alyx
 

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Capitolo 9
*** L'ostacolo più grande ***


Nono capitolo – L’ostacolo più grande

-NO! MAI! Io non mi schiodo da qui!- urlò Mike.
-Non provare a rispondermi così! SONO TUO PADRE!- rispose di rimando il signor Nicholas.
-NON VOGLIO LASCIARE PEACEVILLE! CHIARO?!- urlò ancora più forte il ragazzo di 14 anni. Si vedeva che aveva preso dal padre questo carattere tranquillo ma che, in certe occasioni, esplodeva come una bomba ad orologeria.
-PIANTALA DI FARE IL BAMBINO! E’ una questione di lavoro, non posso ribellarmi al capo! Il mio lavoro è la cosa che ti fa andare a scuola, mangiare ed avere una casa dove dormire!- ormai la ragione era stata persa da entrambe le parti del discorso. Sembrava una gara a chi urlasse più forte, o a chi diventasse più rosso di furore.
-PREFERISCO NON MANGIARE E DIGIUNARE, CHE LASCIARE I MIEI AMICI. NOI NON CE NE ANDIAMO!-
-PRENDI LA TUA VALIGIA ADESSO! E comincia a prepararla, torniamo a Toronto!- entrambi erano disposti a tutto pur di avere ragione. Ormai stavano disturbando anche il vicinato.
-NON LASCIO LANEY QUI! IO LA AMO E…- Mike stavolta non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase, che il padre aveva perso la pazienza, tirandogli una sberla.
-Adesso basta Mike! Prepara la tua roba, forza.- Ma Mike non si era ancora rassegnato.
-Ah si?! Prepara tu tutto, VISTO CHE TE NE VUOI ANDARE!- E detto ciò, il ragazzo uscì di casa sbattendo con una forza incredibile la porta.
-Mike…!- ormai il ragazzo era furente col padre, aveva le orecchie sorde al suono della sua voce.
Il ragazzo con la camicia a quadri attraversò la strada: sapeva dov’era la sua prossima destinazione.

***COME MAI PADRE E FIGLIO STAVANO LITIGANDO? SCOPRIAMOLO!***

Il padre di Mike, Nicholas, si era appena svegliato, e stava scendendo per prendere il solito caffè mattutino: due zollette di zucchero e un po’ di latte.
Però in cucina vide suo figlio che, forse per la prima volta, si era svegliato prima di lui. Gli aveva anche preparato il caffè,  e tutto ciò era strano: ieri era il primo di Novembre, e Mike aveva passato tutto il pomeriggio con i suoi amici a suonare e cantare, quindi come faceva ad avere le energie per svegliarsi così presto?
-Ciao pà!- esclamò Mike vedendo il padre attraversare il corridoio che portava alla cucina.
-Ciao Mike, ma a che ora ti sei svegliato?- chiese di rimando il genitore.
Mike rispose con una faccia divertita, ed indicò il suo gatto che stava mangiando nella sua ciotolina –Johnny mi ha svegliato alle 6:30. Ma visto che non ero stanco, ho fatto colazione adesso.-
6:30?!!!! Ma quello era suo figlio? Bah… era felice però di vedere il suo ragazzo così pieno di energie e soprattutto con un sorriso così naturale; si capiva la sua felicità anche dalla canzone che ascoltava, e forse si intuiva pure il perché: stava ascoltando Blurry dei Puddle of Mudd, una delle sue canzoni preferite in assoluto, ma era anche molto diversa dalle solite canzoni che ascoltava solitamente…
-Hai per caso incontrato qualcuno di speciale?- chiese incurante il padre.
-L’hai notato adesso?- Mike rispose in quel modo per far capire che, la persona che stava influendo più la sua vita in quel momento, l’aveva incontrata già il mese prima. Sappiamo di chi sta parlando…
-Ok, vado a vestirmi.- disse Mike, che effettivamente era ancora in pigiama.

Il castano aveva in parte mentito a suo padre: si era svegliato per colpa del suo gatto che voleva mangiare, ma anche perché era stramega eccitato di andare a scuola. E se avesse detto quest’ultima cosa al padre, di certo avrebbe dovuto chiamare un ambulanza per l’immediato svenimento del genitore.
A dir la verità, ormai era eccitato di uscire TUTTI I GIORNI, perché sarebbe significato incontrarsi con il suo angelo, ovvero Laney.
Anche il giorno prima era uscito pieno di energia proprio per incontrare la ragazza: visto che ieri era festa, era andata a prenderla a casa sua di mattina presto, erano andati al bar a fare colazione insieme e a “farsi le coccole”, per poi andare insieme al garage di Corey per provare insieme agli altri i brani per il prossimo concerto: il concerto “Foglie d’Autunno” che si sarebbe svolto di lì a fine mese.
Il ragazzo si vestì con calma e si preparò per andare ad incontrare la sua amata; ormai la scuola, rispetto a quello, aveva una secondaria importanza.
Alle 7:40 partì col padre da casa, ed erano partiti 5 minuti prima del solito. Nicholas accompagnava sempre il figlio a scuola, visto che la strada per andare a lavoro passava vicino alla Peaceville Middle School.
Terminato il tragitto, Mike salutò il padre con un cenno della mano e si avviò verso l’ingresso che, per la prima volta, non vedeva con disprezzo, ma con gioia.
Superò diverse classi camminando attraverso il corridoio, che aveva da ambo le parti gli armadietti per il proprio materiale; lui non voleva posare nemmeno la sua roba, nonostante lo zaino era stracolmo. Superato il primo corridoio, svoltò alla prima classe del secondo corridoio, ed aprì la porta. La prof di inglese non era ancora arrivata, ma non gli importava: guardò verso la quarta fila, colonna centrale di banchi, e la vide.
Come faceva a sembrare ogni giorno più bella quella ragazza? Faceva qualche incantesimo?

Laney vide aprirsi la porta della classe, e sperava che entrasse qualcuno con la camicia a quadri. E infatti fu così.
-Ciao Mike!- Laney quando arrivò si alzo in piedi, senza nemmeno volerlo. I suoi occhi, verdi come smeraldi sfaccettati, brillavano dalla gioia.
-Ciao Laney…e ciao ragazzi!- Mike salutò anche gli altri: Kin, Kon e Corey, che stavano discutendo insieme. Avrebbe tanto voluto stringere Laney a se, e lo stesso lo voleva anche la rossa, ma insieme avevano deciso di non mostrarsi fidanzati finchè non l’avessero deciso insieme di dirlo agli altri membri della Grojband (anche se uno di loro già lo sapeva…)

Le ore delle lezioni passarono velocemente come non mai, almeno per Mike. Venne anche interrogato alla prima ora in inglese ma, tranquillo e beato, non ebbe alcuna difficoltà e prese 8. La sola presenza della ragazza gli metteva serenità e tranquillità nei suoi mezzi.
Invece per un’altra persona presente in quella classe, quella giornata sembrava non finire più, ma non tanto perché era una giornata noiosa per le lezioni, ma perché il cervello gli stava per scoppiare nel vedere Mike e Laney insieme, sempre vicini.
Corey non ce la faceva più: non solo Mike era riuscito a fare colpo su Laney, ma adesso stava pure mettendo a rischio la sua amicizia con la sua migliore amica Laney! Ogni tanto lanciava qualche occhiataccia a Mike, come per lanciargli incantesimi, sciagure o stregonerie, però quando lo faceva Laney ogni tanto gli lanciava qualche occhiataccia, a metà tra il rimprovero e il fastidio.

Usciti dalla scuola, i cinque si organizzarono per dopo pranzo di fare le prove sempre per il concerto di fine mese lì a Peaceville, così,mentre la Grojband prese il pullman per andare a casa, Mike venne riportato a casa dal padre che tornava per la pausa di lavoro.
Tornati a casa, i due membri della famiglia Ghebler cominciarono a raccontarsi le loro rispettive giornate:
-Allora Mike, com’è andata?- chiese il padre per cominciare il loro “rito giornaliero”
-Da DIO! 8 in inglese, e senza manco studiare.- disse Mike con un sorriso che farebbe invidia al Joker –Tu invece?-
-Nah, niente d’importante, te lo dico dopo pranzo.- mentì il padre, perché sapeva che la notizia giunta non sarebbe piaciuta al figlio.
Finita di mangiare la pasta col ragù che amava, Mike chiese al padre –Allora, cosa mi dovevi dire?-
Mike, con quel suo volto sempre raggiante, rendeva sempre più difficile il compito del padre:
-Figliolo, ho una notizia che non ti piacerà.- -Dai su, spara!- rispose con euforia Mike, pensando che niente potesse rovinare quel momento di grazia che aveva. Sarebbe stato meglio non pensarlo…

-Mike, domani….noi….- -Si pà?- -Dobbiamo…DOBBIAMO TRASFERIRCI!- lo disse tutto di un fiato.
Mike, sentendo quello, svenne dallo shock. Si risvegliò 5 minuti dopo sdraiato a terra, col volto bagnato. Il padre gli aveva versato dell’acqua per farlo riprendere.
-Tutto bene?- il padre cercò di farlo riprendere ma… -NO! NON VA PER NIENTE BENE!- Da lì in poi sarebbe iniziato il litigio forse più brutto tra i due.
In un solo secondo, Mike passò dalla gioia alla disperazione più nera: possibile che il lavoro del padre doveva per forza rovinare la sua vita?! COSA CENTRAVA LUI?!!!

Mike, quando uscì di casa, stava per mettersi a piangere, ma si stava trattenendo, seppur a stento. A capo chino, si stava dirigendo verso casa Riffin. Ma il suo umore era nero pece!  E la cosa che gli avrebbe fatto prendere a calci il globo era che non poteva fare nulla!
Si stava dirigendo dalla Grojband per dare quella triste notizia.


-Alyx

Buonasera Mici e Miciette :) Eccovi il nuovo capitolo (con un giorno di ritardo, grande Alyx…)
Che ve ne pare di ‘sto colpo di scena? Non ve l’aspettavate :) ?
Vi invito, come sempre oramai, a scrivere i vostri suggerimenti.

Un saluto, Alyx

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Capitolo 10
*** Lacrime amare ***


Decimo capitolo – Lacrime amare


Mike stava per esplodere come un vulcano in eruzione, era scuro in volto e delle lacrime di rammarico gli sarebbero uscite dai suoi bulbi oculari di lì a poco. Anzi, a dirla tutta, non sapeva come faceva ancora a resistere a quella voglia di sfogarsi.
Aveva in mano la sua chitarra, nella sua custodia, e si stava dirigendo verso il classico garage della Grojband. Non sapeva se loro, per le urla, avevano sentito il discorso tra lui e suo padre, ma non gli importava.
Andava dritto a passo pesante: la cosa che lo faceva più imbestialire era il fatto che era impotente; lui e suo padre dovevano tornarsene a Toronto, al loro “punto di partenza” del mese scorso, per colpa del suo stupido lavoro da venditore. Era infuriato nero, e non si degnò nemmeno di voltarsi verso casa sua durante il brevissimo tragitto.

La Grojband, che aveva sentito quelle urla quasi disumane da casa Ghebler, avevano sentito tutto il litigio (anche se la porta del loro garage era chiusa, per far capire il casino che proveniva da lì…).
Non sapevano come reagire, però Corey suggerì di non dire nulla riguardo al discorso.
Mike finalmente arrivò, ma chiese l’ingresso dalla porta sul lato bussando pesantemente: non era mai stato così, e i quattro non riuscivano a riconoscerlo.
Quando Mike entrò, l’atmosfera fu molto diversa dal solito: era molto più silenziosa rispetto a, per esempio, ieri, e quindi Mike percepì che Corey, Laney, Kin e Kon sapevano la situazione.
Ad un certo punto, il ragazzo con la camicia a quadri prese parole, con un tono di voce totalmente diverso dal solito Mike tranquillo che Corey e gli altri conoscevano: -Ragazzi, ho due cose molto importanti da dirvi.- Disse mettendosi sul palco, e la voce sembrava già più schiarita di prima: -La prima è una notizia buona: che la Grojband, il prossimo mese, farà uno dei concerti migliori della storia del rock ‘n’ roll ragazzi!- -SI!- dissero Kin e Kon all’unisono, e si batterono un cinque atomico. Ma Laney e Corey avevano capito che era solo un modo per sviare il discorso e sollevare il morale della situazione.
-La seconda cosa che volevo dirvi è…- Mike diventò ancora più scuro in volto, e più triste di quanto non lo fosse già -…che…-
A quel punto Laney salì sul palco del garage e gli diede un grosso bacio sulle labbra, davanti ai loro tre amici. I ragazzi (compreso Mike!) avevano spalancato gli occhi dalla sorpresa, e non credevano a quello che stavano vedendo. E, nel caso di Corey, sperava che non succedesse.
-L’altra cosa è che io e Mike ci siamo…fidanzati!- da quelle parole sembrava che Laney fosse super eccitata dopo quel bacio, ma la realtà era ben diversa… . Laney stava trattenendo anche lei le lacrime, visto che, da lì a domani, non avrebbe più visto Mike, e non avrebbe più riso con lui, suonato il basso con lui, fatto colazione con lui o semplicemente stata bene col…si, COL SUO RAGAZZO! Ne era convinta e non voleva nasconderlo a nessuno, tantomeno a Corey.
A quel punto, Mike diede un altro bacino sulla guancia della rossa, e le bisbigliò nell’orecchio un sincero “Grazie”.
Però sapeva che ora doveva annunciare la seconda notizia: -Purtroppo vi devo annunciare…che domani mi trasferirò nuovamente.- A quel punto Corey, Laney, Kin e Kon, si strinsero attorno a lui in un abbraccio caldo ed affettuoso. In quel momento Mike voleva che quel momento non finisse mai più… Però non c’era solo lui che provava emozioni contrastanti.

Corey, durante l’abbraccio al suo amico, aveva un pensiero che si spaccava in due: la sua parte amichevole con Mike era giustamente triste, visto che in fondo loro erano due ragazzi molto simili nelle passioni e nel carattere; ma dall’altre parte c’era la metà che bruciava di passione per Laney, quella che voleva, senza mezzi termini, Mike fuori dai cogl****, per cercare di conquistare Lanes; non voleva più litigare insieme a lei, com’era successo due notti prima al parco. Pensava, seriamente, che Mike era una delle motivazioni del loro litigio.

Cercandosi di tirarsi su di morale, Mike chiese ai suoi amici di cominciare a suonare.
Lui ci provava a fare finta di niente quel pomeriggio, cercando di suonare al meglio che poteva in quelle condizioni, ma era come se stesse cercando di forzarsi nel suonare la sua chitarra. Per di più, qualche volta cannava qualche nota, tanto che alcune volte costringeva tutti a ricominciare il pezzo.
Fare queste figuracce lo faceva sentire pesante, stressato, ed anche un peso per tutti gli altri. Ogni tanto Laney lo rassicurava, dicendogli che non era per niente un problema, ma questo aiutava solo in parte. Il castano, quando aveva questo peso, si sentiva come un macigno nello stomaco, un macigno che era impossibile da mandar giù.
Finite le prove alle 18:00 del pomeriggio, i cinque si salutarono, anche se sapevano che, per il giorno dopo, il loro gruppo di sarebbe ridotto di un unità. Mike si offrì di accompagnare Laney a casa, per vederla l’ultima volta prima di partire la mattina dopo. La tristezza che gli dava questa frase era infinita.

Laney e Mike si incamminarono verso la casa della ragazza, ma neanche il tempo di allontanarsi dal garage dei Riffin, che Mike si fermò. –Mike, cosa c’è?- le chiese la sua fidanzata, e Mike rispose: -Ho un idea! Vieni!- Mike prese quindi per mano la rossa (ed entrambi arrossirono come pomodori) e si portarono di fronte al suo garage. A quel punto Mike tirò fuori le sue chiavi di casa ed aprì il suo garage.
-Prima di riaccompagnarti, volevo dedicarti una canzone prima del mio addio.- le disse, e così tirò fuori il suo strumento, cioè la sua chitarra, e cominciò a suonare. –Signore e Signori, eccovi questa canzone, dedicata alla ragazza più dolce dell’Universo.- disse scherzando, mentre Laney si mise comoda su una sedia per sentire la canzone fatta apposta per lei.

You have never disappointed me, and that makes me think.
Now I know why I have come here, for your smiles and amazing laughs.
Your kindness warms me, even your red hair is a sweet dream.
Now that I know you, I will never leave your heart alone.
Because for you, I would even sacrifice myself for you own good.


Laney aveva gli occhi lucidi dalla commozione. Non riusciva quasi più a trattenersi  lontana dal ragazzo che stava cantando.
I…WILL DO…ANYTHING…FOR…YOU…
I will kiss, I will laugh, I will care,
I will fight, I will hug, little babe…
I…WILL DO…ANYTHING…FOR…YOU…


Laney, finita la canzone, si precipitò al collo del ragazzo, per riempirlo di baci e di coccole. Si lanciò talmente forte da farlo cascare come una pera cotta. I due erano sdraiati sul palco del garage di Mike, e la situazione cominciava ad essere…beh, diciamo imbarazzante.
Laney, che ormai aveva un viso più rosso dei suoi capelli, lo ringraziò: -E’ fantastica! Sei un mito Mike, grazie…- disse perdendosi nei suoi occhi castano-scuri.
Mike le rispose: -G-Grazie a te per l’abbraccio!- Quel momento quasi gli faceva scordare la brutta notizia del giorno dopo. Quasi però.
Laney si alzò e lo stesso fece Mike, nell’imbarazzo del momento: -O-ok, mi sa che è un po’ tardi…- disse Mike per cambiare discorso e distogliersi dall’imbarazzo del momento. –Andiamo allora!-

Arrivati a casa di Laney, Mike la salutò con un altro abbraccio, probabilmente l’ultimo che si sarebbero scambiati: -Ciao Laney.- -Ciao Mike…-
Purtroppo, quando stava per rientrare nella sua abitazione, Laney cominciò a piangere. Mike non riusciva a vederla così: -Ti prego Laney, no…altrimenti finisce che mi metto a piangere anch’io…- e in effetti, pure sul volto del ragazzo si scorgeva un lacrima –Ti prego, Laney!-
Mentre il mascara nero stava colando sulle sue dolci guancie, disse quasi come un incitazione: -Ti prego, vienimi a trovare appena puoi…e SCRIVIMI!- -Lo farò, giuro!- Detto questo, i due ricominciarono a sorridere, e anche a smettere di singhiozzare. Si salutarono definitivamente.

Mike, tornato a casa, incontrò suo padre:  -Mike! Dov’eri?!- chiese subito il padre, ma poi vide che la faccia del figlio era ricoperto di lacrime: -Scusa…- disse il padre. Finalmente la situazione si era raffreddata tra i due. Ad un certo punto l’adulto si inginocchiò di fronte al ragazzo, e gli fece una promessa: -Ascolta, figliolo, ti faccio una promessa: chiederò al mio capo di farmi spostare, e cercherò di fare tutto il possibile per farti tornare qui a Peaceville.-
Finalmente Mike alzò lo sguardo, e singhiozzando: -Sniff…promettilo!- -Te lo giuro!-


-Alyx


Buonasera Fratelli e Sorelle (Ma cosa sono? Il Papa xD ?) Oggi ho fatto un capitolo un po’ più lungo, forse troppo…
Spero che vi piaccia. Questa storia durerà altri 2/3 capitoli, forse quattro se si prolunga. Ma in realtà ci sarà un seguito, sempre col personaggio di Mike nella storia :)

Un saluto, Alyx

 

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Capitolo 11
*** Cattivi presagi ***


Undicesimo capitolo – Cattivi presagi

Mike si svegliò in un campo di girasoli sterminato. Non ricordava né cos’era successo, né come mai si trovava lì, e nemmeno  come ci era arrivato in quello strano campo.
Quello stesso campo gli dava una sensazione strana: gli dava serenità ma… allo stesso tempo lo faceva sentire spaesato ed insicuro.
Si guardava attorno, in cerca di un segnale, un riferimento, un qualcosa di quantomeno diverso da tutti quei girasoli.
Il cielo sopra di lui era soleggiato e limpido, con qualche nuvoletta bianca che lo attraversava. Avrebbe tanto voluto avere la capacità di volare per sedersi su quei “pezzi di zucchero filato”, come li chiamava lui.
Però in quel momento era più preoccupato a guardarsi intorno per cercare qualcuno o qualcosa. Vide ad un certo punto, molto in lontananza, un ciliegio, che con la sua altezza e le sue foglie di color rosa spiccava in quel paesaggio giallo. Mike perciò cominciò ad incamminarsi verso il suddetto albero, e più di avvicinava, più sentiva un rumore.
A quella distanza però non riusciva a capire di cosa si trattasse. Allora cominciò ad andare più di fretta, era curioso di sapere anche la più minima informazione di quel posto sconosciuto.

Mike si avvicinava al ciliegio, finchè… non comincio a sentire più chiaramente il rumore che aveva attirato la sua attenzione precedentemente. Lo riconobbe subito: era il suono di un arpa, ed era piacevole ed incantevole, come una farfalla che si posa su un fiore delicato.
Mike finalmente si ritrovò fuori da quel campo di girasoli e si ritrovò in uno spazio aperto, come un perimetro attorno al ciliegio; dietro l’albero vi era qualcuno che suonava l’arpa con delicatezza, e subito Mike notò un particolare: l’uomo o la donna che suonava aveva i capelli rossi.
Mike, in pochi istanti, ricondusse il pensiero ad una persona che conosceva bene: “E se fosse… ma come fa ad essere lei? Cosa ci farebbe qui?”
Si avvicinò con cautela, a passo lento-lento, sempre rimanendo ad ascoltare la melodia che arrivava da lì.
Appena vide il volto della ragazza che stava suonano, Mike non poteva credere ai suoi occhi: era proprio lei, Laney!
Mike era completamente imbambolato: la rossa che tutti conosciamo era sdraiata per terra, con la schiena appoggiata sul tronco del ciliegio, con gli occhi chiusi a beare le orecchie di Mike con la sua musica; era letteralmente circondata dai petali caduti del ciliegio, e sorrideva alla luce del sole che le illuminava il viso. Inoltre, non era vestita come suo solito, cioè pantaloni rossi e maglietta a strisce: era vestita elegantissima, con un vestito da “ballo di fine anno scolastico” di color rosso brillante, ed aveva anche una piccola rosa nera come ornamento nei capelli. Per il resto era la solita Laney, con mascara nero ed i suoi inconfondibili capelli a caschetto di color rosso fuoco.

La ragazza girò lentamente lo sguardo finchè non aprì i suoi occhi verdi e fissò Mike. Quando lo vide, scattò in piedi: -Mike! Finalmente!- disse con un tono tra il rimprovero e la felicità. Mike, oltre ad essere imbarazzato, era anche molto, anche troppo confuso. La ragazza, appena alzatasi, prese per mano Mike e lo portò dov’era seduta lei un istante prima, mentre lei si mise poco più in là. Mike notò che la rossa era scalza.
-Senti un po’ qui, ho imparato ad usare l’arpa.- Laney lo invitò ad ascoltare un’altra melodia, ancora più dolce ed armoniosa di prima. Mike però aveva diverse domande da chiederle:
-Si Laney, sei bravissima ma… dove diavolo siamo?!- cominciò con la prima domanda.
-Mike, proprio non lo riconosci?!- Laney rispose in questo modo enigmatico, non era da lei rispondere così però.
-No, non capisco dove…- -Siamo nella tua testa sciocchino. E’ un tuo sogno!- Mike ci capiva sempre meno!
-M-Ma, perché tu sei qui?- Mike insistette, ma la ragazza era sempre misteriosa –Tu mi hai voluto qui, Mike!-
Laney stavolta continuò il discorso: -Mi hai voluto insieme a te per l’ultima volta, visto che domani…- Ancora Mike non capiva, ma ad un certo punto si ricordò di botto! Domani sarebbe dovuto tornare a Toronto, ed effettivamente non l’avrebbe più vista…
Laney ad un certo punto cominciò ad accarezzargli i capelli (cosa che Mike adorava alla follia), e gli diede un bacio sulle labbra, sempre sotto quel ciliegio in cui erano rimasti fino ad ora. Mike era davvero rosso come non mai.
Ad un certo punto, Laney gli disse: -Scusami Mike per quel che succederà.- -Ma che…?!-
Mike non capì nuovamente, quando ad un certo punto si alzò il vento in maniera poderosa, ed il cielo limpido di prima era stato rimpiazzato da un cielo nero come la tempesta.
Mike provò a ripararsi dal vento nel campo di girasoli, ma fu sconvolto nel vedere che il campo era bruciato all’improvviso. Perché stava succedendo tutto questo?
Ad un certo punto, un fulmine colpì il ciliegio, bruciandolo in men che non si dica. Sotto vi era ancora Laney, impassibile ed immobile. Vedendola in pericolo, Mike la prese per mano per portarla via da lì, ma…
-Come ti ho detto Mike, mi dispiace!- Laney reagì così, e Mike continuò ad esortarla ad andarsene da lì.
All’improvviso, Laney si alzò, e col suo braccio si infilò nel corpo di Mike, come se gli passasse attraverso.
Mike sentì all’improvviso una fitta al petto: Laney le aveva preso il cuore DIRETTAMENTE DAL CORPO, e senza esitazione, lo tirò fuori di netto!
-Di cosa ti lamenti Mike? Non mi hai mai detto che mi avresti “donato il tuo cuore”? Non sei felice?!- Quella che Mike aveva davanti a sé non era Laney, e lui si inginocchiò di fronte a lei dal dolore nel torace. Ad un certo punto la ragazza cominciò a stringere forte l’organo che aveva in mano; esso si stava gonfiando a tal punto che stava per…
BOOOOOOOOM!

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHH!- Mike si svegliò nella sua stanza, completamente al buio. Accese nervosamente la lampada del comodino, e si tastò il petto dallo spavento. C’era ancora?! S-Si, c’è ancora!
Non aveva mai fatto un incubo simile, e probabilmente non ne avrebbe mai più fatti. Era sudato in fronte e tremava.
Di solito lui non è un tipo superstizioso, ma quel sogno era così….impressionante, che pensò di essere ancora nell’incubo.
Si diede un pizzicotto per sicurezza, e lo sentì. In quel momento il battito del suo cuore si calmò.
-Mike?- -CHI VA LA?!- Mike si spaventò nuovamente. –MIKE, SONO IO!- Era il padre di Mike, Nicholas, che si era svegliato per lo spavento.
-T-Tranquillo, ho fatto solo un brutto sogno, torna pure a dormire.- Mike lo rassicurò.
-Va bene, però ti conviene dormire stasera: domani ci dobbiamo svegliare presto, ricordi?-
Mike si rese conto di quello che diceva il padre, e forse, in fin dei conti, sarebbe stato meglio stare nel sogno a farsi sbranare il cuore dalla propria ragazza piuttosto che non vederla più.

***LA MATTINA DOPO…***

Mike si svegliò per cominciare a vestirsi per la partenza indesiderata. Nonostante la promessa del padre del giorno prima, non voleva comunque parlargli per il momento, né tantomeno discutere su chi avesse ragione o torto.
Appena sveglio, andò a fare colazione con latte e biscotti, e si avvicinò alla porta d’ingresso.
Vide che davanti alla porta vi era una lettera portata dal postino una mezz’oretta prima, e il destinatario era lui.
La aprì, e dentro vi erano scritte quattro frasi, con quattro rispettive firme:

Ciao Mike! E’ stato un onore suonare con te, mi raccomando torna presto. [Corey]

Ciao Mike! Fate buon viaggio tu e tuo padre! [Kin]

Ehi Mike! Mi mancherai! Torna con altre storie sulle Leggende del Monte RockOlimpo! [Kon]

Ciao Mike! Ti scriverò ogni giorno, spero che tu faccia lo stesso! Voglio già rivederti! E fai sogni d’oro <3 ! [Laney]

Apparte la frase finale di Laney che gli fece venire i brividi, Mike era felicissimo di quel messaggio, quindi lo prese e, quando si vestì per la partenza, lo mise nella tasca sul petto della camicia, come un vecchio ricordo di famiglia.

Purtroppo, dopo così poco tempo, doveva lasciare Peaceville. La salutò nei suoi pensieri guardando dal finestrino il panorama. Vide il parco, la piazza centrale, il municipio, e anche la scuola. Vedendola gli venne spontaneo un sorriso.
Lui e suo padre imboccarono l’autostrada, direzione: Toronto.

-Alyx

Buonasera Agnelli e Lupetti :) Che ne pensate? Forse c’è troppa violenza, spero che vi piaccia ugualmente.
Un grazie a tutti coloro che seguono questa storia, e un invito sempre a scrivere i vostri suggerimenti xD

Un saluto, Alyx
 

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Capitolo 12
*** Corey ci riprova... ***


Dodicesimo capitolo – Corey ci riprova…


Erano passati ormai 15 giorni dall’addio di Mike da Peaceville e dal resto della Grojband, 15 giorni quasi interminabili per due persone in particolare.
Mike e Laney sentivano la loro reciproca mancanza nelle rispettive vite. Si sentivano durante le giornate (nel dopo-scuola, o anche giornate intere durante i weekend) tramite SMS, chiamate tramite webcam e, in alcuni casi, anche tramite lettera (soprattutto la ragazza, che ci teneva ad esprimere i propri sentimenti con carta e penna, più che su uno schermo di un cellulare), ma nessuno di questi metodi era comparabile col guardarsi negli occhi faccia a faccia.
A scuola erano già cominciate a girare delle voci, riguardo al perché Mike se n’era andato: c’era gente che diceva che si era trasferito perché Laney l’aveva lasciato, oppure perché suo padre era un mafioso che aveva dei lavori “puliti” da fare a Toronto. Insomma, cose sensate…
Queste dannate voci davano molto fastidio non solo alla ragazza, ma anche al resto della Grojband, Corey compreso.
Al blu tali voci davano fastidio per due motivi: il primo era che comunque Mike era suo amico, nonostante era riuscito a conquistare il cuore la sua migliore amica (nonché ragazza amata); il secondo motivo era anch’esso collegato a Laney, ma, da molti punti di vista, era diametralmente opposto.

Corey, in quel periodo, stava elaborando un piano per ottenere un testo il più presto possibile prima del concerto di fine novembre, al “Festival delle Foglie d’Autunno”, un pomeriggio all’insegna del rock a Peaceville.
Come detto, Corey faceva pressioni su Trina per ottenere qualche testo che parlasse della stagione autunnale, ma visto che non sapeva nemmeno se effettivamente la sorella avrebbe partecipato a quella manifestazione, per il momento effettivamente il leader della Grojband non poteva fare nulla (se non provare a convincere Nick Mallory, e di conseguenza Trina, a partecipare all’evento mensile).
Ma quindi qual’era il secondo motivo sul perché gli davano fastidio quelle voci su Mike e, soprattutto, su Laney?
La motivazione stava nel fatto che, finalmente, si era deciso di provare a mostrare SERIAMENTE i suoi sentimenti alla rossa, che gli è stata sempre, SEMPRE, a fianco in questi anni.
Il problema principale però era sempre quello: non poteva di certo dirle “Oh Laney, lo sai? Sono innamorato di te fin dalle elementari, vuoi stare insieme a me?” , quindi come avrebbe dovuto fare? Non poteva, e non voleva, fare un’altra figuraccia come quella fatta quella fatidica notte al parco!

Quindi aveva pensato ad una soluzione estrema. Era impossibile strappare da Trina due testi differenti nello stesso momento, quindi doveva cercare di ricavarne uno subito ed uno durante il festival stesso. Sembrava una missione davvero impossibile, anche per lui, ma doveva provarci.
E durante le ore di scuola di quella giornata (in cui non aveva mai ascoltato l’insegnante), stava cercando di effettuare ADDIRITTURA UN PIANO “B”!
Visto che non era appunto sicuro della riuscita del piano “A”, cercava un'altra soluzione, quella soluzione che Laney le suggeriva ogni singolo giorno: scriversi il testo di una canzone DA SOLO!
Per cinque, interminabili, ore di scuola, Corey cercò di scrivere qualche verso su misura per la canzone di Laney, ma non gli usciva niente. Ogni singola volta che era in quella situazione, il risultato non cambiava.


***FINITA SCUOLA…***

Corey, arrivato a casa col pulmino della scuola insieme ai suoi quattro amici, appena entrò nella sua reggia si mise sul palco della Grojband con carta e penna e cominciò a spremersi le meningi. Era deciso a scrivere qualcosa stavolta, costi quel che costi!
Cercò di andare a ristroso con la mente, pensando a tutte le volte che, finito un concerto, si metteva a blaterare cose sulla vita umana o sui sentimenti che gli esseri umani provano; lui sapeva di cosa aveva bisogno, cioè un testo sull’amore. Si concentrò ancora di più, e trovò, in un angolo remoto della sua mente, una riflessione che poteva essere adatta:
“Grazie, ma i matrimoni non fanno per noi dopotutto. Sai cosa si dice sull’amore, no? …gnam… Quando parte da dentro …gnam… si manifesta al di fuori di noi …gnam… Om nom gnom gnom, gnomgnom nom om.”
Ok, quella riflessione sarebbe stato meglio dimenticarsela…
Corey allora si concentrò all’inverosimile, e trovò un’altra riflessione, magari adatta al suo scopo:
“Ottima osservazione. Perché i sentimenti sono ovunque in noi. In ogni abbraccio, volto felice o “Punque” con Nick. Ma non sono mai, mai e poi mai nei nostri denti. Se lo sono, dovreste andare da un dentista.”
Questa, se si taglia l’ultima parte, potrebbe essere perfetta. Così cominciò a scriversi su un lato del foglio quella riflessione filosofica e dall’altra parte il testo che, per la prima volta, sembrava prendere forma.
Ma ce n’era ancora di lavoro da fare…

***A CASA PENN…***

Ormai da prassi nell’ultimo periodo, Laney, quando tornava da scuola, si fiondava sul PC per accenderlo ed utilizzare Skype. Neanche le leggessero nel pensiero, lì ad aspettarla c’era Mike pronto a parlare con la rossa di qualsiasi cosa passava loro per la mente: scuola, musica, futuro, gusti, incontri, QUALCUNQUE COSA.
Laney accese perciò il computer, cliccò sull’icona del programma e cominciò la videochiamata. Mike ci mise pochi secondi in più a connettersi.
La bassista vide il chitarrista piuttosto raggiante, nonostante la loro separazione forzata: -Ciao Mike. Ti vedo bene!-
Mike rispose con euforia: -Ciao angelo. Oggi ho una sorpresina per te.- disse misterioso, ammiccando alla ragazza.
Laney si chiedeva cosa mai poteva essere; Mike di certo non poteva subito arrivare a Peaceville (anche se il padre aveva richiesto al suo datore di lavoro di essere nuovamente trasferito in quel paesino) quindi cosa mai poteva…

DING DONG!
-Mamma, vado io!- Laney, sentito il campanello, si avvicinò all’entrata e girò la maniglia. All’ingresso vi era un fioraio di carnagione scura che attendeva all’ingresso con un mazzo gigantesco di rose, alcune di colore rosso, altre di colore nero. Erano stupende, ma per chi erano? Forse per la madre?
-Buongiorno signorina. Stavo cercando… Penn Laney. Abita qui?- disse quel fioraio.
-Si, sono io.- rispose Laney con sorpresa. Era quello il regalo di Mike? UAOH!
-Ecco a lei, queste sono sue. Da un certo…. Mike Ghebler. Dev’essere un ammiratore segreto…- disse lui, anche facendo l’occhiolino di complicità alla ragazza. Vi era anche un bigliettino per lei.
-Grazie mille. Arrivederci.- disse la rossa imbarazzatissima. Era la prima volta, a memoria, che gli regalavano qualcosa di così… espansivo? Romantico? Gigantesco?
Non aveva le parole per descrivere il gesto di Mike. Posò le rose sul tavolo della cucina, poi prese il biglietto e lo portò con se su in camera.
Lo lesse quando entrò, mentre Mike l’aspettava ancora davanti alla webcam:

Il sole e la luna son lampadine in confronto,
rispetto a te tutti han torto,
quando a te son vicino mi sento innamorato e tonto.

Il calore che mi emani oltre ogni limite va,
chi ti apprezza questo già lo sa,
e ahimè io invece lontano sto qua.

Se questa poesia hai apprezzato,
un bacio il tuo amato forse si è meritato,
per venir da te lui ora vorrebbe esser “alato”.


Laney lo ringraziò di cuore, poi prese quel biglietto e lo incollò sul suo diario. Doveva essere assolutamente un ricordo indelebile, indimenticabile, insuperabile!

-Alyx


Buonasera Sonnambuli e Sonnambule. Vi pare normale scrivere qualcosa alle 23 di sera?!
Va beh, vi dico solo buonasera e buona lettura :) Consigli cercasi xD

Un saluto, Alyx
 

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Capitolo 13
*** Tutto cambiò quel giorno (parte 1) ***


Tredicesimo capitolo – Tutto cambiò quel giorno (parte 1)

Mike si agitava malamente nel lettone della sua camera. Era continuamente stressato, e sudava dalla paura del momento. Era in preda agli incubi anche quella notte!
-Uff…uff…n-no……AAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHH!- si svegliò anche quella notte in preda ai brutti sogni, o per meglio dire, al vero e proprio terrore.
Anche stavolta svegliò il padre per l’urlo lanciato. Ormai era una costante durante le notti. Suo padre accese la luce del corridoio del piano in cui era presente la stanza di Mike, e subito chiese al figlio: -Mike, tutto apposto?!-
Mike rispose mentre era ancora ansimante: -….Si pà, tutto apposto, tranquillo.-
A quel punto il padre si mise seduto accanto al figlio, sul lettone in cui aveva le gambe infilate dentro le coperte. Cominciò a prendere parola: -Mike, ascolta, forse dovremmo davvero andare da un dottore…- disse Nicholas riguarda a quella strana, anzi, insensata situazione.
Il figlio rispose come la notte prima: -Papà, non c’è bisogno. Le dormite posso farmele benissimo durante il giorno, chi se ne importa di qualche incubo notturno…- disse sorridendo il figlio. Ormai ci aveva fatto quasi l’abitudine con quei dannati incubi, però provava sempre una strana paura riguardo ad essi, una paura che mascherava al meglio.
Il padre sospirò –Va bene, parliamone domani quando torni da scuola, ok?- ed il ragazzo, in tutta risposta, fece un cenno con la testa.

Appena il genitore gli spense la luce del corridoio, lui accese la lampada da comodino della sua camera.
Notò che la sua mano stava tremando leggermente…
Mike si alzò in piedi, e si mise le ciabatte, per avvicinarsi alla finestra ed ammirare il panorama: un cielo spettacolare di stelle, che facevano da cornice ad una luna piena brillante come un cristallo.
Purtroppo quel panorama non l’avrebbe aiutato per niente, in quel momento aveva troppe cose in mente, di cui una che non riusciva a capacitarsi: perché faceva quegli incubi terrificanti? Perché?!
Oramai ogni sera era la solita solfa, ovvero faceva l’incubo del campo di girasoli, dove Laney gli “rapiva” il cuore.
Qualche volta era presente anche il resto della Grojband a guardare lo spettacolo, senza reagire.
Ma perché faceva questo maledetto sogno ormai da 20 giorni? Perché sognava la sua ragazza che lo uccideva ogni volta?
 Il fatto che sognasse questo lo faceva stare male dal profondo, ma non solo per il terrore dell’incubo in sé (e, a tal proposito, Mike si stava ancora tastando il petto per vedere se ci fosse effettivamente il suo organo principale), ma perché….cominciava ad avere PAURA della sua ragazza. Lui non è un tipo troppo suggestionabile, ma allora perché si sentiva così?
Non poteva sopportare quella situazione. E così, come le precedenti nottate, decise di mettersi sulla sua scrivania, prendere un foglio ed una matita e cominciare a disegnare. Gli era chiaro in mente che disegno fare: un disegno di lui e Laney che si tenevano la mano davanti al tramonto. Ci avrebbe messo tutto l’impegno possibile in quel disegno; infatti, il giorno dopo avrebbe finalmente…

***30 NOVEMBRE, FESTIVAL DELLE FOGLIE D’AUTUNNO***

La Grojband al gran completo stava nel proprio garage per preparare il materiale per suonare quel tardo pomeriggio. Presero tutti i loro strumenti e tutto il necessario per il concerto. Era molto importante la riuscita di questo concerto, anche per il morale dei quattro, visto l’allontanamento forzato di uno dei loro compagni.
Il più concentrato per quel giorno era Corey: visto che, come sempre oramai, mancava un testo per una delle sue canzoni, doveva assolutamente storcere a Trina il testo sulla “poesia dell’autunno” (insomma, una cosa che lui non ha mai considerato più di tanto quando suona o canta).
C’è da dire che, per una volta, Corey un testo ce l’aveva, ma era per tutt’altra cosa. Voleva suonare una canzone d’amore a Laney, e ieri era riuscito a concludere un testo fatto su misura per i suoi sentimenti rivolti alla rossa.
Anzi, ieri sera era sul punto di arrendersi mentre componeva il testo, ma il pensiero di stare insieme a Laney, di essere il suo fidanzato, lo fece andare avanti, costi quel che costi!
Laney aveva notato quello sguardo concentratissimo di Core, e qualche volta il frontman si girava verso l’amica e le sorrideva. E lei diventava leggermente più rossa dall’imbarazzo; non poteva farci nulla, quando Corey la guardava coi suoi occhi blu zaffiro, le veniva automatico e spontaneo un sorriso.

Quando i quattro stavano per partire per il parco, entrò nel garage Trina, la sorella di Corey, insieme a Mina, la sua schiavett….ehm…..amica.
-Sentite, Grojschifo, oggi pomeriggio potete anche farvi un giro per Peaceville invece che venire al parco. Tanto la vostra sconfitta è assicurata!- disse minacciosa, ma Corey rimase impassibile –E perché mai?- chiese spavaldo il ragazzo. Trina si stava già scaldando: -Nick sarà lì ad ascoltare le poesie d’amore di tutta Peaceville, in qualità di giudice. Appena sentirà la mia poesia, mi bacierà di fronte a tutta la città. Quindi ora vattene insieme ai tuoi perdenti.-
La poesia di Trina (scritta poi tra l’altro da Mina sotto minaccia) era nelle mani della ragazza dai capelli rosa. Corey l’adocchiò subito, e cominciò ad elaborare un piano per qualche ora dopo.
-E inoltre, un tipo sfigato come te che non ha una ragazza come potrebbe qualcosa di romantico per qualche ragazza? Forse per la nanetta che ti sta a fianco?! Muahahahah!- disse la rosa pungentemente, prendendo di mira Laney.
Corey alzò gli occhi per ignorarla, mentre Laney stava furendo! Avrebbe tanto averla voluta tra le mani per…!
-Addio, perdenti! BAM!- Trina si era già allontanata dalla sua abitazione. –BAM due volte.- replicò come un pappagallo Mina.
Corey disse a Laney di ignorare la sorella…l’avrebbe pagata più tardi al concerto.

Così la Grojband si avviò verso il parco a piedi. Non distava un granchè dalla casa di Corey, e questo lui lo sapeva. Anzi, se lo ricordava fin troppo bene! Il ricordo di quella notte, la notte del bacio tra Mike e Laney era ancora fresco nella sua memoria, ed era come un marchio a fuoco nel suo cervello: atroce ed indelebile.
Anche Laney si ricordava di quella serata, forse una delle più belle della sua vita. Aveva baciato per la prima volta il suo attuale ragazzo, sotto le stelle, e se lo sarebbe ricordato per sempre. Per sempre…
Anche se purtroppo adesso Mike non c’era, sentiva come la sensazione che lui era in realtà molto più vicino di quanto Corey, Kin, Kon e lei stessa pensassero.
Magari era solo un impressione… magari no… chi lo sa…

Senza nemmeno accorgersene, i quattro arrivarono davanti alle porte del parco, dove erano stati messi tantissimi striscioni colorati con su scritto “Rock Festival: Foglie d’Autunno”. I colori di tali striscioni ricordavano, appunto, quelli delle foglie che cadono dagli alberi ad Ottobre o a Novembre: il rosso, il verde, il giallo e l’arancio.

La Grojband era pronta, ce l’avrebbe fatta a strappare l’ennesimo testo a Trina?

-Alyx


Buonsera Recensori e Recensiste (non so se si dice così, boh…) :) . Eccovi il capitolo che doveva uscire IERI!
Ma ‘sto sito dimm….ehm….grandissimo sito è crashato giustamente, e allora eccolo oggi. :D
Spero vi piaccia! Ormai siamo quasi alla fine della storia :) Come andrà a finire?

Un abbraccio, Ad…ehm…Alyx :’)
 

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Capitolo 14
*** Tutto cambiò quel giorno (parte 2) ***


Quattordicesimo capitolo – Tutto cambiò quel giorno (parte 2)


All’entrata del parco dove si sarebbe svolto il festival, la Grojband trovò i Newmans a dare loro un caloroso benvenuto. Se…come no…
-Ciao mio caro Corey, sei pronto a perdere insieme alla tua banda di amichetti?- Carrie prese parola. Era piuttosto sicura di se quel pomeriggio. Nel frattempo Larry l’ascoltava con molta attenzione.
Corey rispose alla sua versione femminile con disinteresse, e questo di solito non era da lui: -Certo, certo… Però siete voi quelli che hanno perso durante la Battaglia al Carling Estremo, o sbaglio?!- disse ammiccando a Kin e Kon.
I due si scambiarono un cenno di intesa ed un cinque, alla faccia dei loro contrari, Kinnie e Konnie.
Carrie, in tutta risposta, prese di nuovo parola: -Hai vinto solo grazie ad uno stupido zainetto fatto dal tuo geniaccio.- disse punzecchiando Kin –E soprattutto, oggi pomeriggio suoneremo una canzone degna del nostro nome. Addio miei cari, ci vediamo alla fine del festival.- concluse con una pernacchia all’indirizzo della Grojband.
Corey la ignorò di nuovo. Non aveva né tempo né voglia di litigare con Carrie, per quella giornata aveva altri piani.

Il concerto dei Newman (che come la Grojband, aveva un esibizione musicale piuttosto che il racconto di una poesia) veniva prima di quello dei loro opposti, e prima anche del racconto di Trina con la sua poesia.
Corey e Laney stavano cercando senza sosta la sorella del ragazzo dai capelli blu, ma si era come volatilizzata! Dove diavolo si è andata a cacciare?! Possibile che non sia venuta?
Mentre Corey e gli altri tre amici discutevano sul da farsi e su che piano utilizzare per far infuriare Trina, l’esibizione dei Newman cominciò. Al microfono c’era Carrie.
Le tre ragazze e Larry continuarono la loro esibizione davanti a tutta Peaceville, e continuarono per circa 10 minuti la loro performance; alla fine dell’ultima canzone, il pubblico si alzò in piedi esaltato: erano stati bravissimi sotto ogni punto di vista!
Nick Mallory, che era il giudice della competizione, prese parola: -Nick è davvero contento di questa performance. Gli da un bel 8,5 come voto.- Disse sorridendo alla band. Per la Grojband sarebbe stato davvero difficoltoso batterli stavolta.

Corey capiva che era il momento di trovare Trina, adesso o mai più! Ma dove cavolo si era cacciata stavolta?!
Ad un certo punto, fortunatamente, Corey intravide una ciocca di capelli rossa uscire fuori dal telone del palco; doveva essere lei, per forza!
Corey in tutta fretta prese per mano Laney e si diresse verso il palco; andò nel “backstage” del palco e vide la sorella discutere con Mina: aveva in mano la poesia che avrebbe letto di lì a poco, ed in più era vestita molto diversa dal solito. Indossava un vestito da sera color nero come la notte, ed un copri spalle di color rosa acceso.
Corey doveva ammettere che la sorella, vestita in quel modo, sembrava più… umana (?!) La ragazza non aveva nemmeno il suo mega elastico per capelli, ma quel pomeriggio li portava lisci fino alla schiena.
Si stava dirigendo verso il palco per la presentazione della sua poesia, e i quattro della Grojband dovevano fare presto se volevano avere un testo. Così Corey incaricò Kon di prendere un ventilatore e portarlo a fianco del palco, e gli disse di fare il più presto possibile.
-Ma Corey, cos’hai in mente adesso?- chiese Laney al suo migliore amico. –Tranquilla pulce, ho un piano che funzionerà.- disse toccandole il naso. E lui adorava farlo…

Trina prese un microfono –Signore e Signori…e Nick soprattutto, sono qui per recitare questa poesia, dedicata al mio amato.- disse sorridente ed eccitata la ragazza, mentre Kon attaccò il ventilatore vicino ad una presa sul palco, e cominciò a metterlo ad alta velocità. Quando Trina stava per leggere il primo verso, un forte vento le fece letteralmente spazzare via quel brano dalle mani; subito lei urlò: -ARGH! MINA! PRENDILO FORZA!- e ai suoi ordini, Mina si lanciò per prenderlo.
Però Kin prese il ventilatore e, puntandolo sempre verso il foglietto svolazzante, aumentò la potenza a “Razzo ipersonico”. Quel turbine fece volare Mina a parecchi metri di distanza, ed il foglietto finì nello stagno centrale del parco.
Nick a quel punto prese il suo microfono: -Mi dispiace Trina Riffin, ma Nick Mallory ti deve comunicare che, dato che non hai più un testo, ti dovrò squalificare da questa competizione.-
Sentite queste parole dal suo amore proibito, Trina cominciò a schiumare di rabbia –CHE COSA?! SQUALIFICATA?! DA NICK?!!!!!! E’ una presa IN GIRO?!!!!!- ed in pochi secondi, Trina andò in “Modalità Diario”.

Il piano di Corey era funzionato anche stavolta, ed ecco servito un testo su un piatto d’argento per lui ed i suoi amici.
A quel punto la speaker del festival annunciò il momento della Grojband, che doveva presentarsi sul palco; era il loro turno!
Ormai il sole dietro al palco stava tramontando, e regalava uno scenario suggestivo agli spettatori dell’evento.
Ad un certo punto, Corey si avvicinò a Laney, e nel mentre le porse un microfono apposta per lei –Ascolta Laney, vorresti fare un duetto con me? Solo così potremmo battere i Newmans.-
Laney, sorpresa, imbarazzata e pure eccitata dalla richiesta, fece un cenno di consenso al amico. E così prese il microfono per cominciare il brano:

I was in your hands like a baby doll
but you take my love where i fall
And you dumped it into an hole.


I have passed a nightmare year
between jealousy, angry and fear
But now I see it CLEAR!


And now you will hear me,
now you will listen me
NOW YOU WILL BE AFRAID OF ME!


Or now you will apologize to me,

you will take care of me,
OR YOU WILL KISS ME!


Il pubblico, esaltato, si alzò in piedi estasiato. Nick votò la Grojband con un tondo 10. Ce l’avevano fatta anche stavolta! Laney, Kin e Kon si tuffarono nel mare di spettatori accorsi alla loro esibizione. Tutti, tranne appunto Corey che era rimasto sul palco, con in mano la sua chitarra.
Erano tutti strafelici della vittoria per la Grojband (eccetto Trina e i Newmans) e c’era il delirio a due passi dal palco principale. Era diventata una bolgia di gente!
Laney, vedendo Corey sul palco, gli urlò: -Ehi Core! Dai su, vieni! Tutti ti aspettano, buttati nella misc…- La rossa stava per concludere la frase, quando lo speaker la interruppe: -E’ il turno adesso della penultima esibizione della serata: Corey Riffin signore e signori!-
Quando tutti sentirono quelle parole, la gente rimase scioccata: perché voleva fare un esibizione da solo?!

Corey prese il microfono, e tirò fuori un bigliettino dalla tasca –Questa canzone è dedicata a Laney Penn, cari spettatori. La ragazza più coraggiosa, decisa, simpatica, affascinante, attraente….E SEMPLICEMENTE SPETTACOLARE DEL PIANETA! Mi vergogno di me stesso quando non l’ascoltavo, ma stasera è diverso: ho scritto personalmente questa canzone per te, pulce! Io volevo dirti che…Ti amo!- disse quest’ultima frase con una lacrima sul viso, una lacrima di liberazione.
Laney, dal canto suo, si mise la mano sinistra sul petto, e sentì il suo cuore; stava battendo forte come non mai, come se stesse per liberare tutti i sentimenti repressi di questi anni.
Ormai il sole era tramontato, e il cielo era in fase di crepuscolo. Corey cominciò a suonare una dolce melodia:

During every good moment,
during every bad moment,
you were next to me,
to say what was good for our gig.

But a demon was born inside of me,
and now he is talking across my song.
Trust, this isn’t a joke,
The name of the demon is Love.

I have never learned the lesson,
and I will never do,
but with your presence near I can go on,
and try to kiss you.

Fire and magma are so much hot
But in this moment my heart is going to explode.
It’s also screaming your name, Laney.
And it will do for ages and ages.


Corey finì il concerto sotto un cielo che era divenuto stellato. Laney si avvicinava a passo spedito verso il palco, scansando le persone  che la separavano da Corey. Il suo cervello le diceva di stare ferma, perché Mike era ancora il suo fidanzato, ma ormai era sorda a quel richiamo. Il suo cuore batteva sempre più forte ad ogni passo che si avvicinava al suo amato, ovvero Corey in questo caso.
Salì gli scalini del palco ad una velocità inaudita, e non diede a Corey nemmeno il tempo di parlare! Si fiondò su di lui, quasi gli saltò addosso dalla veemenza; lui la prese in braccio, ed i loro occhi si incrociarono. A quel punto le labbra dei due si unirono. Laney aveva sognato quel momento per tutta la sua giovane vita, e Corey, dal bacio dell’anno prima a Capodanno, aveva sognato di ripetere quell'istante ogni giorno. Ed ogni istante di attesa era valso la pena.

Tutti applaudirono al loro bacio, e qualcuno fece partire pure i fuochi artificiali! I due proseguirono i loro momento di intimità continuando l’abbraccio e baciandosi nuovamente.

Per tutti era come una favola che si realizzava…
Tutti, tranne qualcuno… un qualcuno che stava a fianco del palco, a parecchi metri dalla folla.
Qualcuno che sperava di essere in un incubo in realtà.
Qualcuno che sperava che tutto finisse.
Qualcuno che piangeva.
Qualcuno con un disegno di lui stesso e una ragazza dai capelli rossi di fronte al tramonto. Un qualcuno che stava anche strappando quello stesso disegno.


-Alyx

Buonasera Romanticoni e Romanticone <3 . Questo è l’ultimo capitolo “ufficiale” di questa storia. :)
Domani (o dopodomani, vedremo.) ci sarà un capitolo extra per concludere definitivamente questa storia del triangolo tra Mike, Laney e Corey.
Buona lettura e buona serata. xD

Un abbraccio, Alyx

 

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Capitolo 15
*** Incubo contro Realtà: Qual è la peggiore adesso? ***


Quindicesimo capitolo – Incubo contro Realtà: Qual è la peggiore adesso?

Mike era vestito elegante, con una giacca nera presa in prestito dal padre per quell’occasione.
Indossava una camicia di color bianco perla e un papillon rosso sangue. Si era messo in ghingheri apposta per Laney quella sera; solo per lei, nient’altro che per lei.
Era a circa 150 metri dal palco del festival, ed aveva in mano la sua chitarra, nella sua custodia.
Si stava avvicinando il momento per lui di esibirsi al festival, con l’ultima esibizione della serata. Doveva essere il sorpresone della serata, il punto focale del concerto, e soprattutto, per lui una serata da passare da solo con Laney. Tutto questo quella notte non arrivò.
Mike infatti vide tutto. Vide Corey che prese in braccio la rossa, nonché sua ragazza. Vide gli sguardi appassionati tra i due, molto simili a quelli che lui stesso e Laney si scambiavano meno di un mese fa. Vide il bacio.
SOPRATTUTTO, SPECIALMENTE il bacio.
Appena vide la scena, cominciò a sentire freddo. Non il classico freddo invernale, era un freddo che veniva dall’interno, dall’interno del suo corpo, precisamente dal lato sinistro del petto.
Poi cominciò a tremare… e a pregare con tutta la sua volontà. A pregare che tutto ciò che stesse vedendo fosse un incubo, niente di più. Un pizzicotto e tutto si sarebbe smaterializzato.
Allora provò con un pizzico sul braccio. Niente.
Ne provò due più forti sempre sullo stesso braccio. Niente, quel bacio continuava senza sosta.
Se ne diede un terzo sulla guancia, che diventò rossa. Nulla da fare…
Quando Mike si rese conto della situazione, le sue pupille cominciarono a sgorgare lacrime di pura disperazione sul suo viso. Ora voleva davvero tornare al campo di girasoli bruciato, a farsi strappare il cuore dall’amica. Preferiva stare con lei in quella maniera piuttosto. Voleva ANDARSENE!
La sua custodia scivolò dalla sua mano e finì per terra, nell’erba del parco. Nell’altra mano portava il disegno che voleva regalare a Laney quella sera, il disegno fatto nella notte prima…

***30 NOVEMBRE, ORE 7:00, TORONTO***

Mike aveva puntato la sera prima la sveglia alle 7:00, ma alla fine non è servita. Quella notte aveva fatto nuovamente quegli strani incubi, e quindi non aveva minimamente dormito. Aveva passato le ore di sonno avanzate per finire il disegno per Laney.
Perché, quel giorno, sarebbe FINALMENTE TORNATO A PEACEVILLE! Suo padre era riuscito a farsi promuovere e a farsi trasferire nuovamente. Il giorno prima aveva parlato col figlio riferendogli la buona novella, e lui… è uscito di casa ed ha cominciato a correre all’impazzata per tutto il quartiere ad urlare con le braccia al cielo “SI! SI! SI!”
Dopo due giri del quartiere a festeggiare finalmente si era calmato ed era rientrato in casa.
Il giorno dopo sarebbero partiti prestissimo per tornare nella città dove si trovava la Grojband.

Mike, nonostante le pochissime ore di sonno, sembrava pieno di energie. Dopo aver preso un caffè per svegliarsi, andò nella sua camera per vestirsi alla velocità della luce. Voleva partire SUBITO, così svegliò il padre:
-Forza pà, sveglia! Dobbiamo cominciare a prepararci per il viaggio.- disse il castano più giovane al più vecchio, che cominciò a sbattere le palpebre per svegliarsi: -Uff…giorno Mike. Ma… quanto hai dormito ‘stanotte? Chiese il padre vedendo le occhiaie evidenti del figlio, che sembrava sul punto davvero di svenire dal sonno.
-Tranquillo, dormirò durante il viaggio al massimo. Ora bevi il caffè, vestiti e prendi la valigia.- Mike era sempre più euforico, e così, dopo la colazione e il cambio-vestiti del padre, i due membri della famiglia Ghebler cominciarono il loro viaggio in macchina. Destinazione: Peaceville (di nuovo).

Durante il viaggio, si sentiva la felicità non solo di Mike, ma anche di Nicholas: hanno cantato canzoni come It’s My Life o Have a Nice Day, entrambe di Bon Jovi. Durante il viaggio, Mike pensò che quel giorno c’era anche il Festival Musicale “Foglie d’Autunno”, infatti Laney gliel’aveva ricordato proprio ieri tramite videochiamata.
Perciò Mike aveva pronta una sorpresa non solo per Laney, ma per tutti gli abitanti di Peaceville. Così, chiamò gli organizzatori dell’evento e decise di iscriversi anche lui: sarebbe entrato come ultimo cantante della serata, e avrebbe cantato il testo di una canzone d’amore a Laney. Si pregustava già il momento il ragazzo. Povero lui…

Padre e figlio arrivarono in ritardo, a causa del traffico sull’autostrada. Ormai erano le 18:00, e lui si doveva ancora preparare apposta per il grande evento. Ridefinì la canzone, si mise la giacca sotto consiglio del padre e provò a pettinarsi al meglio che poteva. Ora erano le 18:30, doveva assolutamente partire. NON POTEVA FARE TARDI STAVOLTA!
Prese al volo il suo strumento, il disegno che voleva dare a Laney e cominciò a dirigersi verso il parco. Aveva come la sensazione che doveva fare il più presto possibile.
Con in mano il suo strumento, si diresse all’entrata, dove un poliziotto (o un bodyguard qualunque, non sapeva come descriverlo Mike) lo bloccò all’entrata, chiedendogli: -Nome?- -Mike Ghebler, devo fare il mio…uff… concerto…- disse ansimante per la corsa fatta da casa sua al parco.
Il poliziotto gli disse a quel punto che il festival era ormai agli sgoccioli e che erano arrivati al penultimo pezzo della giornata. Mike immaginò che molto probabilmente i penultimi ad esibirsi sarebbero stati Corey e gli altri, così decide di stare per il momento “alla larga” dal palco, aspettando l’occasione ideale per rientrare sulla scena.

Mike entrò nel parco, ed in lontananza vide Corey, solo sul palco, nella sola compagnia della sua chitarra giallo-rossa.
Mike si chiese cosa stava succedendo, poi cominciò a sentire una lenta melodia proprio dal palco; Corey che suonava qualcosa di simile?! Non era da lui…
Il castano cercò di avvicinarsi con cautela, ma a quella distanza non riusciva proprio a sentire cosa stava cantando il blu.
Ormai era ad un centinaio di metri circa, forse un po’ di più. Vide una chioma rossa salire sul palco in tutta fretta, proprio quando la melodia si fermò: era la sua chioma rossa preferita, era Laney! Ma quindi, c’era anche il resto della Grojband…e perché non stavano suonando tutti insieme allora?!
Mike era sempre più confuso, ma quel sentimento si sarebbe trasformato in qualcos’altro di lì a poco. Vide Laney in braccio a Mike e lei che si era aggrappata al suo collo. E poi successe…

***FINITA LA MANIFESTAZIONE…***

Corey e Laney si stavano dirigendo all’uscita avvinghiati tra loro, mentre discutevano sul loro bacio e sul loro momento di fuoco. Ad un certo punto, un organizzatore dell’evento fermò i due piccioncini e anche i fratelli Kujira –Scusate ragazzi, per caso avete visto un altro cantante nei paraggi?- chiese l’organizzatore ai quattro, ma i membri della band scossero la testa. A quel punto il ragazzo fece vedere loro una custodia di una chitarra e la aprì: -Siete sicuri che non sapete di chi sia questa?-  insistette. Laney, osservando quella chitarra, ebbe un brivido che gli percorse tutta la schiena. Era la chitarra di Mike! Ma dove l’aveva trovata quel tizio?! E DOV’ERA MIKE?!
Corey, alzando un sopracciglio, intervenne: -Mmm…si, sembra la chitarra di un nostro amico, o comunque ci assomiglia tanto.- Anche lui l’aveva riconosciuta, e anche i fratelli. Solo Laney faceva finta di essere scettica –Non so ragazzi, a me non sembra quella sua…- e Kin le rispose –Ma come, non la riconosci? E’ la chitarra di Mike.-
A quel punto il ragazzo disse loro che avrebbe cercato questo Mike e, nel caso non l’avesse trovato, chiese anche se potevano informarlo loro. La Grojband acconsentì.
Prima però di lasciarli andare, porse a Laney anche un foglietto –Ah, mi stavo per scordare… il mio collega a trovato anche questo… Questa ti assomiglia non è vero?- l’organizzatore le fece vedere un disegno strappato a metà, dov’era raffigurata lei che guardava verso l’orizzonte, probabilmente verso un tramonto. Era molto curato, e Laney allora capì che si trattava ufficialmente di Mike… e capì anche di averla fatta grossa. Aveva tradito Mike, e se ne stava accorgendo solo in quel momento!
Prese il foglietto e se lo mise in tasca. Poi tornò dai suoi amici, ormai prossimi all’uscita dal parco. Vedendola con una faccia abbastanza pensierosa, Corey mise un braccio sulla spalla dell’amica –Che c’è, pulce? E’ successo qualcosa con quel tipo?- disse sorridente. Si vedeva che era ancora felicissimo per il bacio con la rossa.
Laney a quel punto venne rassicurata dal suo sorriso smagliante e dai suo occhi blu cielo. Sorrise in tutta risposta e gli mentì dicendo che la chitarra non era quella di Mike, infatti l’aveva vista meglio e si accorse di qualche differenza. I tre ragazzi si fidarono della loro bassista e continuarono il loro tragitto verso casa di Corey.
Laney pensò “Ok, se Mike è veramente tornato, domani gli vado a parlare, costi quel che costi!”

Lei non sapeva ancora che non avrebbe più rivisto Mike per un bel po’, nonostante lui fosse a Peaceville.
E quando l’avrebbe rivisto, sarebbe stato del tutto diverso rispetto al loro primo incontro.


-Alyx

Buonasera Illuminati o meno :) Eccovi l’ultimo (si, ultimo) capitolo di questa storia. :)
E vi annuncio ufficialmente il continuo di questa storia. Comincerò a scriverla tra una settimana, quindi tenetevi pronti. Se invece vorreste un nuovo tipo di storia, terminando perciò definitivamente questa, scrivetemelo nelle recensioni :).

Un abbraluto, Alyx

 

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