Reincarnazione

di kamisama_says
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 + epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo. 
Sono trascorsi oramai due anni da quando Naraku è stato sconfitto, ma nessuno ancora sa quale sia il desiderio che ha chiesto alla sfera dei quattro spiriti prima di morire.
Dopo la grande battaglia tutti gli abitanti hanno continuato a vivere allegramente, senza preoccuparsi di una nuova minaccia perché oramai il pericolo era stato scampato.
Ma da qualche parte qualcuno continuava a chiedersi cosa fosse successo dopo quel giorno, nonostante fosse.. morto.
Byakuya continuava a vagare nel regno dei morti senza sosta apparentemente annoiato.
“Eccetto un’infinità di ossa di demoni non vedo nulla di interessante qui” disse passeggiando tra i cadaveri “devo trovare qualcosa che mi tenga impegnato per..” smise di camminare e sospirò “..sempre”.
Una volta superata l’ennesima carcassa decise di fermarsi e si perse nei suoi pensieri “per quanto tempo sono stato qui? Mesi? O forse anni? Beh poco importa..”
Fu una voce che mai si sarebbe aspettato di sentire ancora a chiamarlo
Byakuya.
Dopo pochi secondi una visione lo colse impreparato..
 
Naraku sorrideva malignamente osservando la sfera nera che aveva assorbito dentro di sé
Oramai è finita per voi poveri illusi, pensava.
“sfera dei quattro spiriti” disse dentro di sé “esaudisci il mio desiderio”.
Immediatamente una voce profonda gli rispose “qualunque desiderio tu esprimerai, la sfera lo esaudirà”.
Pensando che oramai per lui fosse la fine esclamò “voglio che anche dopo la mia morte la battaglia non abbia fine. Voglio che qualcuno continui ciò che io ho realizzato finora distruggendo quei miseri mortali e quel mezzo demone”
Finì appena in tempo di parlare che una freccia sacra trafisse la sfera dei quattro spiriti purificandola.
Pochi attimi dopo del suo corpo era rimasta solo la testa che continuava a fluttuare accanto a una sfera ormai pura, ma appena giunse il momento per lui di morire sorrise consapevole sarebbe presto tornato indietro.
 
In una pianura attraversata da un ruscello sotto una pianta in fiore stava un uomo di bell’aspetto appisolato.
O almeno così sembrava.
Fu il rumore dell’acqua contro le rocce a fargli aprire gli occhi di scatto.
Byakuya si guardò intorno più volte sorpreso e diffidente chiedendosi dove si trovasse e come ci fosse finito.
Arrivò a convincersi di trovarsi in un posto sperduto nel regno dei morti finché una voce ben nota gli riecheggiò nella testa.
Byakuya. Finalmente sei sveglio.
Si alzò in piedi colto alla sprovvista. Naraku?
Non è possibile; credeva che fosse morto, anzi in quanto sua emanazione ne era più che sicuro.
Non riuscendo a trovare una spiegazione a tutto ciò che stava succedendo non rispose.
Ci furono minuti di silenzio finché l’uomo si decise a parlare “dove ti trovi ora? Credevo fossi morto”
E infatti è così. Come potrei non esserlo?, rispose la voce alquanto spazientita.
“ho bisogno di una spiegazione” si limitò a dire chiaramente Byakuya.
Credevo avessi già capito attraverso la visione che ti è apparsa poco fa, sospirò, tu sei la rappresentazione del desiderio che ho espresso alla sfera dei quattro spiriti.
La mia battaglia continuerà grazie a te per molto tempo, scoppiò in una risata maligna.
L’uomo dai capelli neri raccolti in una lunga coda sospirò “avevo il sospetto che non ti saresti arreso così facilmente ma perché hai scelto di continuare a combattere attraverso di me? Avresti potuto chiedere semplicemente di rinascere una volta morto”.
La voce inizialmente sembrò non rispondere ma poi scoppiò in un’altra risata, molti demoni hanno tentato di esprimere desideri simili alla sfera e spesso sono finiti assorbiti dentro di essa. La sfera non sempre esaudisce esattamente ciò che si chiede e spesso può deformare i desideri di una persona per questo è meglio rimanere sul vago; ma per ora questo non deve interessarti.
Byakuya ebbe improvvisamente la sensazione che la voce disturbante nella sua testa se ne fosse andata perciò si sedette nuovamente sospirando “infondo da uno come lui c’era da aspettarselo”.
 
 
Angolo dell’autrice:
ciao a tutti J
 ho appena finito di vedere l’anime di inuyasha e l’ho adorato; per questo ho deciso di fare una fan fiction su un personaggio secondo me ben caratterizzato nell’anime cioè Byakuya dell’illusione.
Allora, questa è la prima fan fiction che scrivo quindi con i generi o altro mi trovo un po’ spaesata.. se avete qualche consiglio da darmi li accetto volentieri.
Poi visto che non conosco bene i vari generi come UV o altri se vi sembra che non abbia segnato uno di questi ditemelo e la modificherò, e se credete stia andando verso l’OOC ditemelo subito così lo aggiungo ai generi.
Scusate ma non sono molto pratica di qui.. comunque grazie se state leggendo la mia fan fiction e sentitevi liberi di recensirla positivamente o negativamente; cercherò di pubblicare un capitolo a settimana ma i tempi possono variare. Grazie a tutti e al prossimo capitolo! 

(ho appena aggiornato il font perchè ero incapace haha)

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

Erano trascorsi già alcuni giorni dalla rinascita di Byakuya dell’illusione ed ora l’uomo camminava all’interno di un bosco con un atteggiamento alquanto annoiato, portando sulle spalle una pelliccia probabilmente ricavata uccidendo un demone nei dintorni.
Sul fianco portava una spada inserita in un fodero, apparentemente forgiata da poco.
I capelli raccolti in una lunga coda ondeggiavano ad ogni suo passo ma lui sembrava non farci caso, di sicuro perso nei suoi pensieri.
“E’ stata una buona idea uccidere quel demone. Anche se non è stato facile ora indossando questa pelliccia potrò limitare i danni che riceverò durante gli attacchi” fece un sorriso compiaciuto “ammesso che qualcuno riesca a colpirmi”.
Byakuya fu riportato alla realtà da un dolore alla testa ormai fin troppo frequente e prima di essere chiamato da una voce ormai nota, disse: “Naraku, cosa c’è adesso?”
Vedo che oramai riesci ad accorgerti di me ancor prima che io parli, scoppiò in un’amara risata.
L’uomo si sedette a terra bruscamente, la schiena poggiata su una roccia fredda “cosa hai bisogno che io faccia?” chiese alquanto seccato.
Dovrai occuparti di un demone drago che da molto tempo occupa la cima della montagna ad est.
Devi procurarti uno dei suoi denti, in grado di celare l’aura demoniaca.
Byakuya sospirò: “potrei almeno saperne il motivo?”.
Ogni cosa a suo tempo, Byakuya.
Una risata riecheggiò nella sua testa, e subito dopo la voce disturbante scomparse concedendo al demone il dovuto riposo.
Chiuse gli occhi per alcuni momenti e dopo aver bevuto qualche sorso d’acqua dal ruscello vicino si rimise in marcia.
 
 
Dalla sua sosta nel bosco erano trascorsa solamente una giornata, ma Byakuya già si trovava sulla cima del monte dell’est.
Accanto a lui c’era il corpo di un demone drago oramai morto.
I suoi occhi sbarrati e le fauci aperte mostranti due fila di denti bianchi e appuntiti eccetto uno, tenuto in mano dal demone dell’illusione.
Byakuya continuava a rigirarsi l’oggetto tra le mani “mi aspettavo uno scontro più difficile, invece si è rivelato fin troppo monotono” sospirò annoiato.
Lanciò il dente in aria e lo riprese al volo “possibile che questo sia un oggetto così importante?”
Certo che lo è, altrimenti non ti avrei ordinato di prenderlo.
Una voce seccata lo colse di sorpresa “questa volta non l’ho sentito arrivare. Che mi sia abituato al dolore?” pensò.
Si riprese subito dalla sorpresa e chiese “adesso mi dirai a cosa mi servirà?”
Abbi pazienza, Byakuya. Poiché sei destinato a continuare la mia battaglia, la sfera dei quattro spiriti ti ha dotato di alcune capacità necessarie per accrescere la tua potenza.
Sei infatti in grado di assorbire al tuo interno demoni potenti che ti daranno più forza.
Naraku si fermò per alcuni istanti durante i quali Byakuya rifletté sulle informazioni appena ottenute.
Ciò significava che ora lui era tale e quale a Naraku? No, in quanto sua emanazione non avrebbe mai potuto raggiungere la forza del suo creatore.
Ma allora perché era stato dotato di questa capacità? Cosa aveva intenzione di fare ora Naraku?
All’improvviso una domanda attraversò la sua mente “Naraku, come fai ad essere così certo che io non ti tradirò? Potrei semplicemente rifiutarmi di diventare un demone potente per realizzare il tuo desiderio”
Byakuya, mi credi davvero così sciocco? Nonostante mi trovi nel regno dei morti ora e indipendentemente da quanto potente tu potrai diventare ricordati che sei e rimarrai solamente una mia emanazione.
Se ora sei in vita è solo grazie a me; credi davvero che io nutra così tanta fiducia in te da non aspettarmi di poter essere tradito?
Il suo discorso fu interrotto da una secca risata, ma non credo che oserai opporti a me.
Anche se ora sono morto, esercito sul tuo corpo un controllo tale da poterti togliere la vita in qualunque momento. Se fossi in te continuerei a fare come dico.
Anche se Byakuya non poteva vederlo, immaginò un sorriso perfido dipingersi sul volto di Naraku.
Trascorsero alcuni minuti di silenzio dopo i quali il demone dell’illusione, certo che la presenza maligna se ne fosse oramai andata, si mise il dente nella veste e si incamminò verso la foresta.
 
Ma la sua era solo una semplice supposizione, infatti dopo pochi istanti la voce da lui tanto odiata tornò a tormentarlo.
Non hai intenzione di chiedermi perché ti ho ordinato di prendere il dente di drago?
Byakuya oramai infastidito dalla giornata fin troppo stressante sbottò: “se hai intenzione che faccia qualcosa per te prima o poi me lo dirai”
Bene, finalmente potrai saperlo.
Il demone smise di camminare per concentrarsi sulle parole che stava per sentire.
Qui vicino c’è un piccolo villaggio protetto da una barriera molto potente.
Byakuya volse lo sguardo di fronte a se e vide in cima alla collina una fila di piccole abitazioni allineate accanto alle quali sorgeva un edificio, probabilmente un tempio.
In quel villaggio vive una sacerdotessa chiamata Misato, dotata di un grande potere curativo.
Dovrai riuscire ad assorbirla al tuo interno, la sua forza spirituale ti renderà invincibile ed immune agli attacchi di molti demoni.
Byakuya si sedette ed un sorriso divertito gli increspò le labbra “una sacerdotessa, eh? Le cose iniziano finalmente a farsi interessanti”
 
Angolo dell’autrice:
ed eccomi qui con questo nuovo capitolo.
Spero che ad alcuni di voi la storia stia piacendo e se avete consigli da darmi fate pure <3
Ringrazio kirara99 per aver recensito la mia storia e al prossimo capitolo! :*

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
Era mattina presto, tutti nel villaggio ancora dormivano eccetto due persone che si stavano dirigendo verso il tempio. Due donne per l’esattezza.
Una era decisamente più anziana dell’altra che la seguiva a passi lenti e indecisi guardando a terra.
Indossavano entrambe un lungo kimono bianco decorato con piccole linee rosse e dei braccialetti formati da piccole perle di colore blu.
Le due donne camminavano con un’andatura piuttosto svelta anche se la più giovane appariva più impacciata e titubante.
All’improvviso la prima si fermò e voltandosi verso l’altra disse: “Misato, so che in questo momento sei molto agitata ma dobbiamo fare in fretta altrimenti non arriveremo in tempo”.
L’altra abbozzò un leggero sorriso “non preoccuparti per me, Eiko, andiamo pure avanti” così dicendo ricominciò a camminare seguita poi dalla sua compagna con un sospiro.
Impiegarono solo pochi minuti ad arrivare al tempio. Era un edificio non molto grande coperto da un tetto che andrebbe riparato in alcuni punti e avente un giardino con un bel lago artificiale al centro.
 “Vai a riempire un secchio” disse Eiko alla giovane donna che corse subito verso il pozzo tornando dopo alcuni attimi con un recipiente colmo d’acqua.
“Chi è il malato di cui mi hai parlato?” chiese Misato quando oramai avevano ripreso a camminare.
Vedendo un uomo correre loro incontro Eiko si limitò a dire “ora ti spiegherà la situazione questo signore. Il ferito è suo fratello”.
“Venerabile Eiko!” gridò il giovane non appena le fu abbastanza vicino “la sua situazione fisica è peggiorata, per favore aiutatelo!”.
Sembrava avere circa venticinque anni, il suo volto segnato dal dolore e dalla disperazione.
A quella vista a Misato si strinse il cuore e non riuscì a trattenersi dal posargli una mano sulla spalla “stia tranquillo, farò il possibile per aiutarla ma la prego di spiegarmi bene cosa è successo a suo fratello”
Il volto dell’uomo sembrò brillare nella speranza che qualcuno fosse in grado di aiutarlo perciò decise di dirle tutto ciò che sapeva “E’ tornato ieri sera dopo essere stato a caccia nel bosco durante il pomeriggio.
Non so con esattezza cosa sia successo, ma uno degli abitanti del villaggio l’ha trovato svenuto mentre tentava di tornare a casa.
Ha una profonda ferita sulla schiena e credo sia stato un demone a procurargliela”.
Misato lo ascoltò con attenzione dopo di che si lasciò guidare verso la sua abitazione all’interno della quale trovò un uomo steso su della paglia.
La sua veste ricoperta di sangue e il corpo in preda a spasmi causati dal dolore acuto.
Eiko gli si avvicinò con cautela e tentò di farlo sdraiare in posizione prona, ma non appena tentò di girarlo il volto gli si contrasse e provò una fitta di dolore.
Eiko allora gli sussurrò “questa sarà la parte più dolorosa, cerca di resistere per un po’ dopo di che il dolore lentamente passerà” fece una piccola pausa in cui l’uomo annuì, allora riprovò a rigirarlo stavolta con la massima collaborazione del malato.
La donna gli tagliò via la maglietta per evitare di sottoporlo a degli sforzi e vide un taglio lungo e profondo attraversare la schiena dell’uomo.
Si fece passare il secchio dalla ragazza e gli ripulì con delicatezza il sangue dalla schiena, una volta finito si rialzò e disse: “Misato, ora tocca a te”.
La giovane ragazza rimase all’inizio nauseata dalla vista della profonda ferita ma si riprese subito pensando alle sofferenze del ferito.
Gli si avvicinò e si inginocchiò accanto a lui, e disse con dolcezza “il peggio oramai e passato, da adesso ti sentirai meglio”.
Un sorriso sincero le increspò le labbra mentre allungava le mani verso la ferita posandole su di essa.
L’uomo emise un urlo di dolore al contatto con le mani della ragazza che rimase in quella posizione ad occhi chiusi decisamente concentrata.
Più il tempo passava più appariva evidente che la ferita stava iniziando a richiudersi e quando la schiena del ferito apparve completamente guarita la ragazza fece ricadere le braccia lungo i fianchi sfinita.
 
 
Nonostante si fosse lavata le mani più volte continuava a sentire il sangue scorrere sulle sue dita.
Se le guardò ancora per essere certa che fossero pulite, e lo erano.
Fu Eiko a riportarla alla realtà “è normale che tu sia ancora agitata, anzi sono sorpresa per come te la sei cavata. Non è da tutti riuscire a sopportare così bene la vista del sangue, soprattutto considerando il fatto che questa è la prima volta che ti occupi di una ferita così grave” si fermò un attimo per rivolgerle un sorriso sincero “poi ricorda la felicità nei volti di quei due fratelli quando si sono riabbracciati”.
Misato ripensò a quante volte l’avessero ringraziata quei due uomini e sulle labbra le comparse un grande sorriso.
Pensò anche a quanto volesse bene ad Eiko che da quando erano morti i suoi genitori l’aveva accudita e sempre incoraggiata, finché non venne rivelato il suo enorme potere curativo.
Solo allora decise di diventare una sacerdotessa; lo fece per aiutare gli altri e si sottopose a dei lunghi periodi di studio per migliorare la sua resistenza alla stanchezza che si provava una volta curato qualcuno.
“Eiko, se vuoi puoi andare avanti senza di me. Preferisco fermarmi un po’ al tempio a riposarmi” disse appena si trovarono di fronte all’edificio.
La donna anziana non smise di camminare e le disse “va bene, ma non tornare troppo tardi”
Misato si fermò a ripensare alla faticosa giornata trascorsa e si sdraiò nel giardino del tempio.
Chiuse gli occhi e ricominciò a pensare alle piccole ferite che aveva curato in precedenza confrontandole con quella appena guarita.
Sorrise sentendosi soddisfatta di sé stessa e si appisolò ripensando ai ringraziamenti sinceri che aveva ricevuto.
Sentendo un rumore aprì gli occhi all’improvviso e si voltò verso la fonte del trambusto. Davanti ai suoi occhi c’era un adorabile palla di pelo che la guardava incuriosito.
“un cucciolo di volpe” sussurrò la ragazza a fior di labbra per non spaventare l’animale che inclinò appena la testa e mosse la lunga e folta coda.
Tentò di allungare la mano verso la dolce creatura che evitò delicatamente il contatto con lei e si allontanò verso l’uscita del tempio.
“ah, è forse una sfida? Riuscirò ad accarezzarti stanne certo” Misato rise divertita e si affrettò a rincorrere l’animale, del tutto ignara del fatto che anche volendo non sarebbe mai riuscita a toccarlo essendo solamente una semplice illusione.
 
 
Angolo dell’autrice:
questo capitolo è venuto un po’ più lungo degli altri, spero che vi piaccia ;)
mi piace molto scrivere quindi non appena ho del tempo libero mi affretto a continuare questa fan fiction e in questo modo pubblico i capitoli abbastanza in fretta.. considerate il fatto che questa settimana non ho molto da fare quindi ho più tempo per pubblicare ma dalla prossima i capitoli impiegheranno qualche giorno in più ad uscire. Un bacio a tutti quelli che stanno leggendo questa storia e al prossimo capitolo <
3

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3:
Byakuya sbadigliava annoiato sotto il fusto di un albero mentre il vento gli faceva oscillare i capelli da una parte all’altra. Continuava a guardare il dente di drago che era diventato il ciondolo di una collana molto semplice, celata dagli sguardi altrui essendo nascosta sotto la veste dell’uomo.
Sospirò spazientito “continuo a ripeterti che essendo una sacerdotessa molto potente, almeno da come mi hai detto, non credo abbocchi al vecchio trucco di un adorabile animaletto per trarla in inganno”.
Tu continua ad aspettare, mi sono mai sbagliato forse?, rispose Naraku alquanto scocciato.
Il demone dell’illusione avrebbe voluto rispondergli “no, in fondo non sei tu ad aver perso contro un mezzo demone e alcuni umani, giusto?” ma lasciò perdere.
Chiuse gli occhi per alcuni istanti ma fu costretto a riaprirli perché sentì una presenza che lentamente si stava avvicinando.
Naraku avrebbe voluto rinfacciare al demone il fatto che la sua supposizione si era rivelata esatta e anche Byakuya si sarebbe aspettato dal cinico mezzo demone una reazione del genere, ma essa non arrivò.
L’uomo sentì che improvvisamente la presenza di Naraku era scomparsa.
Che fosse stata l’enorme potere spirituale della ragazza a cacciarlo?
Byakuya vide uscire dal cespuglio il cucciolo di volpe da lui creato e in pochi secondi lo fece sparire.
Trascorsero pochi minuti in cui il demone iniziò a credere che la donna si fosse accorta dell’inganno e fosse quindi tornata indietro, ma non fu così.
Sentì dei passi che lentamente si stavano avvicinando e dopo un lieve frusciò proveniente dal cespuglio, da esso emerse una ragazza.
Si trovava distante dal demone di pochi metri ma all’inizio parve non accorgersi di lui, forse a causa del dente di drago.
Byakuya rimase molto sorpreso nel vedere che la donna che aveva di fronte era tutto il contrario di come se l’era immaginata. Pensava fosse molto più vecchia, dato che per avere una forza spirituale così grande molte sacerdotesse impiegavano gran parte della loro vita.
Era una ragazza magra e slanciata, e il lungo kimono bianco e rosso appena stretto in vita risaltava la sua figura. I capelli erano neri come la cenere e molto lunghi, quasi fino ai fianchi, raccolti lateralmente da una lunga treccia anche se alcune ciocche sfuggivano all’elastico rosso.
Portava al collo una collana impreziosita da un ciondolo bianco candido, dal quale il demone percepì una lieve aura demoniaca.
“deve essere stata realizzata con le ossa di un demone potente, anche se una volta lavorate dovrebbero perdere la loro aura demoniaca” pensò l’uomo leggermente perplesso.
Fu riportato alla realtà dalla dolce fanciulla che ora si stava guardando intorno un po’ delusa. Fu allora che vide il demone seduto al di sotto della grande pianta.
La sorpresa la fece sobbalzare appena e un lieve rossore ricoprì le sue guance.
Quella vista sorprese non poco il demone dell’illusione sul quale si era posato il timido sguardo della ragazza che abbassando i suoi magnetici occhi verdi a terra disse “scusatemi.. avete per caso visto un cucciolo di volpe passare di qui?”.
Il suo sguardo speranzoso si intrecciò con quello del demone che ne rimase catturato “no, mi dispiace non credo che sia venuto qua”
Ma cosa sto facendo? Questo non è il momento per iniziare una conversazione e fare amicizia. Devo farla avvicinare a me per svolgere il mio compito.
Improvvisamente il demone si ricordò cosa avrebbe dovuto fare.
“oh.. allora scusatemi per il disturbo” non appena sentì quella frase uscire dalle labbra della ragazza Byakuya sobbalzò appena ma notò che la ragazza non faceva cenno di volersene andare.
Anzi ora lo stava osservando preoccupata “ma voi siete ferito!”
Byakuya si guardò il punto indicato dalla ragazza e notò uno spacco sulla sua veste e un piccolo taglio sulla sua spalla.
“e questo quando è successo? Deve essere stato quando ho combattuto contro il demone drago. E’ talmente poco profondo che neanche me ne sono accorto” pensò il demone e si affrettò a dire “è solo taglietto” alla giovane.
Ma oramai lei gli si era avvicinata piena di interesse e si era inginocchiata accanto a lui.
Le sue guance si colorarono di un rosa tenue mentre lei si affrettava a dire “nel mio villaggio sono una guaritrice”. Non sapendo cosa aggiungere posò le sue dita con dolcezza sulla ferita dell’uomo che sobbalzò appena.
La ragazza credé che il motivo fosse il dolore causato dal contatto delle sue mani, in realtà l’uomo era stato sorpreso dal sentire una forte aura spirituale provenire da lei e temette di poter essere purificato dal suo tocco. Ma così non avvenne.
Anzi, una sensazione piacevole stava attraversando il suo corpo e dopo pochi istanti la sua ferita era scomparsa.
D’altra parte la ragazza per una ragione che neanche lei seppe spiegare, si sentì molto in imbarazzo e abbassò delicatamente le sue mani sporche di sangue.
Era però molto felice di averlo aiutato, perciò rivolse all’uomo un dolce sorriso.
Byakuya alla vista delle rosee labbra della ragazza incresparsi lievemente e delle sue guance farsi rosse, distolse lo sguardo imbarazzato.
Lui stesso si meravigliò del suo atteggiamento nei confronti di quella donna che in fondo aveva appena conosciuto. All’improvviso si ricordò della sua missione ma decise di aspettare ancora un po’.
Quella ragazza, anche se non ne sapeva il motivo, lo incuriosiva e voleva osservarla per capirla meglio.
Lei si alzò per avvicinarsi al fiume a lavarsi le mani e il demone la seguì “perché hai voluto aiutarmi? In fondo hai visto anche tu che era solo una lieve ferita”
La ragazza lo guardò dubbiosa “perché non avrei dovuto?”
“non si risponde ad una domanda con un’altra domanda” disse il demone lievemente irritato.
La reazione di lei non fu negativa come Byakuya si sarebbe aspettato, anzi scoppiò in una risata squillante in seguito alla quale smise di parlargli con tono formale “scusami, non credevo parlassi sul serio” smise di ridere per guardarlo negli occhi “è solo ciò che mi ha detto il cuore in quel momento”.
Stavolta era lui a guardarla interrogativo e ciò la fece ridere di nuovo “non sembri abituato a ricevere una gentilezza, ma non dovresti trovare strano che qualcuno cerchi di aiutarti senza ricevere nulla in cambio”.
L’espressione del demone era alquanto sorpresa. Non solo quella ragazza lo aveva aiutato senza conoscerlo ma aveva in pochi momenti capito il suo modo di pensare e la sua diffidenza verso gli altri.
All’improvviso lei alzò gli occhi al cielo per notare che era oramai quasi notte “dovrei affrettarmi a tornare al villaggio”.
Si asciugò le mani sulla veste e fece per andarsene quando si voltò per sorridere al demone “ah, scusami. Comunque io sono Misato”.
Erano trascorsi solo pochi minuti e quella ragazza si era già scusata almeno quattro volte.
Lei continuava a guardarlo come se attendesse una risposta finché sussultò dicendo “Scusa, non volevo costringerti a dirmi il tuo nome”.
Ora erano cinque. Il demone capì solo allora che lei stava aspettando solo per sapere il suo nome e si maledisse per essere così poco socievole.
“Byakuya dell’ill..” si interruppe all’improvviso dandosi dell’idiota perché stava per rivelarle subito di essere un demone “Byakuya”.
“Byakuya..” ripetè la ragazza in un sussurro “allora spero di rivederti prima o poi” continuò a sorridergli per alcuni secondi dopo di che si voltò e si diresse verso il cespuglio che aveva attraversato per incontrarlo.
 
 
Angolo dell’autrice:
eccomi con questo terzo capitolo (:
spero che la storia vi stia piacendo e vi sembri interessante; continuate a seguirmi!
Ciao e al prossimo capitolo <3

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4:
In una calma giornata di primavera, un demone stava all’ombra di una grande pianta.
Nonostante la sua posizione rilassata mentre stava con la schiena poggiata al fusto dell’albero, aveva un’espressione irritata sul volto resa evidente dalle sopracciglia aggrottate e dal naso arricciato.
Byakuya si diede uno slancio grazie al quale si trovò in pochi secondi sulla cima, seduto su uno dei rami. Questo suo gesto non servì ad allontanare da lui l’oggetto della sua rabbia che continuò a parlare come se niente fosse.
Come hai potuto lasciarla andare così? Era un’occasione imperdibile per acquisire il suo potere curativo e tu l’hai sprecata!, a quanto pare il demone dell’illusione non era l’unico ad essere furente.
“in qualche modo riuscirò a rivederla” tentò di mantenere un tono pacato ma la sua voce si incrinò appena.
E come? Devo forse ricordarti che il villaggio è protetto da una barriera potentissima?, il suo tono era lo stesso che si rivolge ad un bambino quando ha appena fatto qualcosa di sciocco.
Rimase in silenzio per alcuni istanti in cui Byakuya realizzò che ancora non aveva idea di come fare a rincontrarla ma una domanda interruppe quegli attimi di riflessione.
Non ti sarai mica interessato a lei?
“in parte è così” confessò il demone “la ragazza mi incuriosisce, voglio conoscerla meglio. Non sono impazzito, ricordo bene i tuoi ordini ma intendo svolgere questo lavoro a modo mio. Con i miei tempi”.
Credo che il mio concetto di “interessato” sia diverso dal tuo. Comunque non serve che ti ricordi che potrei ucciderti in qualunque momento, giusto?
Byakuya sorrise con amarezza “e allora cosa ne guadagneresti tu?”
Naraku prima di andarsene scoppiò in una secca risata che lasciò il demone perplesso.
 
 
Una brezza leggera portò via uno dei panni che una ragazza stava stendendo ad asciugare. Non appena se ne accorse fece per rincorrerlo ma vide che si era intrecciato nel ramo di una pianta bassa.
Si avvicinò piano per riprenderlo ma Eiko la precedette e glielo porse “ti vedo pensierosa, Misato.
Non è da te distrarti in questo modo”.
La ragazza afferrò il panno frettolosamente e forzò un sorriso “deve essere solo la tua immaginazione. Sono la stessa di sempre”
Eiko che la conosceva da quando aveva sette anni, non si fece ingannare dalla sua finta espressione ma decise comunque di non chiedere. Quando Misato decideva di non parlare era meglio non fare domande, perciò si allontanò senza chiedere altro.
La giovane era a conoscenza del fatto che il suo comportamento stava preoccupando Eiko e questo la fece sentire in colpa. Ma ciò non l’avrebbe spinta a parlarle dello strano incontro fatto il giorno precedente.
Da quando si era svegliata quella mattina non faceva altro che pensare all’uomo su cui si era posato il suo sguardo poco tempo fa.
Ricordò che i suoi capelli neri erano raccolti in una lunga coda e che la sua pelle era di un bianco quasi irreale. Indossava un lungo abito celeste sopra al quale portava una tunica viola.
Portava una spada all’interno di un fodero alle sue spalle mentre un’altra era al suo fianco.
Ciò che colpì di più la ragazza però furono i suoi occhi violacei dai quali non riuscì a distogliere lo sguardo, erano di un colore che lei non aveva mai visto prima d’ora.
Ripensando a quanto l’uomo fosse attraente le sue guance diventarono rosse come due pomodori tanto che scosse la testa per scacciare quel pensiero.
Non ne sapeva il motivo, ma desiderava rincontrarlo ancora una volta per parlargli. Aveva molte domande che avrebbe voluto fargli, ad esempio come si fosse procurato quella ferita.
“Misato!” una ragazza le venne incontro con un secchio ed alcuni kimono da sacerdotessa “scusami ma sono davvero molto impegnata ora. Non è che potresti lavarmi questi, per favore?” le rivolse uno sguardo speranzoso.
Misato pensò che, anche se normalmente l’avrebbe aiutata comunque, in questo modo avrebbe potuto incontrare Byakuya perciò si affrettò a dire “certo lascia fare a me” e rivolse alla giovane uno sguardo colmo di gratitudine.
La ragazza, conosciuta per la sua loquacità, non riuscì a trattenersi dal dirle “ti vedo particolarmente energica oggi”
Misato la guardò con aria innocente “tu dici?” le rivolse un sorriso dopo il quale le diede le spalle per incamminarsi verso il fiume sperando in un piacevole incontro.
 
Oramai la ragazza aveva raggiunto il torrente e non tentò affatto di nascondere la delusione provata quando vide che l’uomo non si trovava lì.
Si inginocchiò accanto al fiume ed iniziò a lavare a mano i kimono, dopo di che li lasciò a bagno nel secchio per alcuni minuti. Lo sollevò poi da terra e lo trascinò verso la pianta dove il giorno precedente era seduto Byakuya e si sdraiò a terra chiudendo gli occhi.
“ci rincontriamo di nuovo a quanto pare” una voce familiare le fece spalancare le palpebre all’improvviso, e vide che l’uomo da lei aspettato era seduto sul ramo proprio sopra di lei.
Per la sorpresa si alzò di scatto e con le guance rosse per l’imbarazzo iniziò a lisciarsi il kimono.
Con un salto l’uomo scese dal ramo fino a trovarsi proprio di fronte alla ragazza, che lo guardava perplessa. L’improvviso arrivo dell’uomo l’aveva agitata non poco ma l’aveva resa anche felice perciò gli sorrise “buongiorno”.
Il demone si sedette con la schiena contro l’albero e le disse “non immaginavo di rivederti così presto”.
A quel punto Misato non riuscì a trattenersi dal chiedere “ma durante la notte dormi accanto a questo albero?”
Byakuya rimase sorpreso dall’interesse della ragazza per lui ma provò una strana e piacevole sensazione che addolcì il suo tono di voce “fino ad ora ho fatto così, ma per me non è un problema”.
La ragazza sembrava un po’ agitata “ma in inverno non è freddo?” si sedette anche lei nell’erba.
Il demone fece spallucce “ti ci abitui” sospirò e poggiò la testa al tronco per rivolgere lo sguardo verso le foglie dell’albero “non è male stare qui”.
A quel punto lei esitò ma decise di chiedergli “come ti sei procurato quella ferita?” dopo pochi secondi di silenzio si affrettò a dire “scusa, non volevo essere invadente. Sono solo curiosa ma non sei obbligato a rispondermi”.
Lui sospirò “potresti evitare di scusarti così spesso? Se preferisco non rispondere te lo dirò io” disse con tono pacato “comunque, la ferita mi era stata procurata da un demone che ho incontrato mentre passavo per il bosco. Tutto qui”.
La ragazza sorrise notando che l’uomo iniziava a fidarsi di lei. Byakuya si voltò verso di lei e le disse “è da un po’ che mi chiedo dove hai trovato quelle ossa di demone” indicò il ciondolo che Misato portava al collo.
La ragazza strinse il pendente nel suo pugno esitando appena “beh, ecco..”.
Non finì di parlare che si ritrovò alle spalle del demone, scattato in piedi non appena sentì una minaccia avvicinarsi. Tra gli alberi si sentiva infatti un rumore di passi pesanti e in pochi minuti comparve di fronte a loro una creatura uguale in tutto e per tutto a un essere umano, fatta eccezione per delle squame presenti sul dorso delle sue mani e sul suo collo.
“sento un’aura demoniaca ed una spirituale provenire da qui” esclamò il demone acquatico.
Byakuya sussultò sicuro di essere stato scoperto e maledisse se stesso per aver creduto che un semplice dente di drago lo avrebbe difeso.
Il demone si voltò verso Misato “e provengono entrambe da te, ragazzina”.
Iniziò ad avvicinarsi a lei finché il demone dell’illusione le si parò davanti istintivamente dicendo “qualcuno qui ha bisogno di rilassarsi un po’”.
L’intruso lo guardò irritato “cosa vuole dal sottoscritto un misero umano?” fece per spazzarlo via ma Byakuya estrasse la spada parando con facilità il suo attacco.
Il demone fece un balzo indietro e sorrise con disprezzo per poi scomparire.
L’avversario rimase spiazzato e non si accorse che era ricomparso alle spalle della giovane “mi dispiace ma non sei tu il mio obiettivo” con un gesto fulmineo della mano le tagliò la collana che cadde pesantemente a terra insieme al ciondolo.
La ragazza iniziò a tremare, i suoi canini si allungarono e le sue pupille si restrinsero.
Il kimono si gonfiò e si strappò sul retro per permettere ad una folta coda di muoversi liberamente.
Misato tentò di trattenere la sua trasformazione e riuscì a non far spuntare le sue orecchie da lupo.
“allora era proprio come avevo immaginato, è un mezzo demone” il demone acquatico rimase rapito dal cambiamento della giovane e non si accorse di essere stato bloccato da Byakuya che gli impediva ogni movimento tenendogli la spada fissa sulla gola.
“ne ho avuto abbastanza di te” il volto del demone dell’illusione era colmo di rabbia e con un rapido movimento del polso fece rotolare il capo dell’avversario a terra.
La ragazza, troppo presa dal trattenere la sua trasformazione, non fece caso allo scenario raccapricciante che aveva di fronte ma allungò la mano per afferrare il ciondolo caduto a terra.
Non appena esso si trovò nel suo palmo, tornò alle sue sembianze umane.
Si sedette a terra sfinita e svenne riuscendo a sentire solo una voce familiare che la chiamava.
 
 
Angolo dell’autrice:
eccomi con il 4° capitolo nuovo di zecca! Spero che questa storia vi piaccia e sentitevi liberi di dirmi se c’è qualcosa che non va o se ho sbagliato nel compilare la scheda.
Grazie per leggere questa fan fiction e al prossimo capitolo! <3

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5:
Un vento leggero le scompigliò i capelli ma lei non ci fece caso. Aveva gli occhi chiusi ed era distesa nell’erba con la testa appoggiata sulle gambe di un uomo.
Lui, anche se tentava di non darlo a vedere, aveva un’espressione preoccupata e continuava a guardarla in attesa che si svegliasse. Ogni tanto si lasciava catturare dalla bellezza del suo viso rilassato e dalle sue labbra rosse e carnose.
Inoltre a quanto pareva la vicinanza della ragazza allontanava la fastidiosa voce nella sua testa che ogni tanto tornava a tormentarlo.
La mano di lei era l’unica parte del corpo non rilassata, stretta attorno ad un oggetto e appoggiata al suo petto. Il bel kimono da sacerdotessa era strappato sul retro e parte di esso le era sceso appena dalla spalla mostrando la sua pelle di porcellana.
Byakuya era lì con lei ormai da un po’ di tempo, e con l’aumentare dei minuti trascorsi senza che lei si svegliasse diventava maggiore la sua preoccupazione.
Lui stesso si chiedeva come potesse essere così agitato soltanto per la vita di una ragazza umana.
Le sue riflessioni furono interrotte da un piccolo movimento del corpo di lei che attirò l’attenzione del demone. Le palpebre della ragazza tremarono appena, finché non aprì gli occhi.
Si accorse subito di essere sotto la cima dell’albero che negli ultimi giorni aveva visto fin troppe volte e nonostante la sua vista fosse ancora offuscata iniziò pian piano a ricordare cosa era accaduto poco prima del suo svenimento.
Preoccupata per la sorte del suo protettore si alzò di scatto ma vide davanti a se il corpo del demone acquatico decapitato circondato da un’enorme pozza di sangue.
Lo spavento la fece sussultare e cadde indietro per la sorpresa.
Si aspettava di cadere con la schiena a terra ma si ritrovò appoggiata al petto di Byakuya seduta tra le sue gambe.
Il demone non appena l’aveva vista sbilanciarsi l’aveva subito afferrata e tirata verso di lui.
Misato, che non aveva ancora notato data la sua confusione la presenza dell’uomo dietro di lei, si rese conto della sua posizione e indietreggiò di scatto posando le mani sul suo petto per allontanarlo da sé.
Si rese conto anche del fatto che fino ad allora aveva dormito sulle gambe dell’uomo e si imbarazzò al pensiero che Byakuya aveva probabilmente visto il suo viso mentre riposava.
Non riuscendo a guardare il demone negli occhi si voltò appena verso la sua destra diventando rossa come un pomodoro “..per quanto tempo.. ho dormito?” gli chiese titubante.
Lui sorrise pensando a quanto la ragazza fosse adorabile mentre arrossiva “non molto” si limitò a dire.
“non molto quanto?” chiese lei ancora più allarmata.
Il demone ci pensò su per alcuni secondi lasciandola in attesa “direi.. per un’oretta”.
La ragazza avvampò al solo pensiero e abbassò ancora di più lo sguardo “scus..” si tappò la bocca ricordandosi che l’uomo le aveva chiesto di smettere di scusarsi con lui “deve essere stato noioso aspettare che mi svegliassi..”.
Tentò di nascondere l’imbarazzo alzandosi in piedi di scatto ma si accorse dell’enorme spacco presente nel kimono all’altezza della sua schiena, perciò la appoggiò immediatamente al fusto dell’albero.
Lui non riuscì a trattenersi dal ridere e la ragazza reagì gonfiando le guance fingendosi offesa.
“potresti usare uno di quelli” disse Byakuya indicando i kimono che aveva appena lavato.
Misato decise di accettare il suo consiglio ma si chiese immediatamente dove avrebbe potuto andare a cambiarsi.
Vedendo la sua perplessità lui capì il problema che l’affliggeva “sono giorni che mi trovo qui e eccetto te e lui” indicò il corpo morto del demone “non ho mai visto nessuno arrivare. Potresti semplicemente andare dietro quell’albero, io ti aspetterò qui”.
La ragazza gli sorrise con gratitudine e prese il secchio che gli porse il demone per poi nascondersi dietro il grande albero.
Lui si sedette in attesa e, ammettendo a sé stesso che l’ipotesi di osservare la ragazza mentre si cambiava gli era balenata in testa, mantenne il suo solito autocontrollo aspettandola impazientemente.
Dopo poco la ragazza lo raggiunse, bella come la prima volta che l’aveva vista.
Lei lo guardò negli occhi e lui si perse in quei due smeraldi ma Misato aveva un’espressione molto seria e anche un po’ agitata “immagino che ora vorrai sapere cosa.. sono, vero?”.
Byakuya le rispose con tono pacato “lui aveva ragione, sei un mezzo demone” la ragazza annuì ancora più preoccupata.
Alla vista del suo fragile corpo tremare appena lui addolcì il tono “non voglio che tu me lo dica se non è quello che desideri”.
A quanto pare questo era ciò che Misato voleva sentire perché gli rivolse un sorriso e la sua espressione si rilassò “ora sono ancora più certa di volertene parlare”.
Il demone rimase stupito dalla grande fiducia che la giovane aveva nei suoi confronti perciò le rivolse la massima attenzione quando lei iniziò a parlare.
 
Tutto è iniziato molti anni fa quando mia madre si innamorò di un demone.
Lei era una grande sacerdotessa, la più potente nel suo villaggio e per questo presa di mira da molti demoni. Mio padre era uno di loro.
Tentò di ucciderla mentre dormiva ma con sua grande sorpresa mia madre aprì gli occhi di scatto e dopo aver sussurrato alcune parole lui si trovò con le spalle al muro. Non riusciva più a muoversi.
Mia madre mi disse anni fa che mio padre si era innamorato di lei perché attratto dallo sguardo magnetico che aveva quel giorno e per le parole che gli rivolse.
“cominciate ad essere in tanti.. forse sbaglio anche io a lasciarvi in vita, ma uccidere un demone senza che abbia attaccato il mio villaggio non è nel mio stile” gli rivolse un sorriso malinconico “ora vattene, per favore” all’improvviso il demone lupo ricominciò a muoversi ma non sentiva più il desiderio di attaccarla.
“un giorno riuscirò a sconfiggerti sacerdotessa Himeko. Continua ad aspettare” e dopo averle lanciato questa sfida se ne andò.
Mio padre era un uomo di parola ed ogni sera tornò da mia madre e nonostante non fosse mai riuscito a sconfiggerla continuò ad andare da lei ogni notte per mesi.
Mia madre ormai lo considerava una grande compagnia e apprezzava il tempo che trascorrevano insieme.
Ovviamente finì per innamorarsi di lui. Se ne rese conto quando una sera il demone non venne, perché provò un gran senso di solitudine e si sentì preoccupata per quell’uomo con cui finiva per parlare tutte le notti. Mi raccontò che la notte dopo si presentò con una ferita sul petto che lei gli curò in pochi secondi.
Lui le sollevò il mento e la baciò, la schiena di lei poggiata contro il muro e le sue braccia bloccate da quelle muscolose del demone.
“ho vinto” le sussurrò lui poco dopo.
Mia madre non capiva a cosa si riferisse “nel momento in cui ti ho baciata le tue mani erano immobilizzate e non avresti potuto fermarmi con le tue parole come hai fatto l’altra volta” disse lui sorridendo compiaciuto “avrei potuto ucciderti in quel momento”.
Lei lo guardò con aria di sfida “e perché non l’hai fatto?”.
Il demone fece finta di pensarci “forse perché ciò che desidero non è la tua morte”.
Mia madre credendo di essere stata ingannata lo guardò ferita ed una lacrima scivolò lentamente sulla sua guancia “cosa vuoi allora?”.
Lui la guardò sorridendo appena “ancora non ci ho pensato bene, ma per ora credo mi basterai tu” le disse impedendole poi di parlare con un altro bacio.
Quella stessa notte mia madre rimase incinta di lui.
 
Misato smise di parlare perché i suoi occhi si erano oramai colmati di lacrime.
Il demone che aveva ascoltato tutto il suo discorso con attenzione rimase in silenzio in attesa.
Lei sospirò “tutto ciò che so è che pochi mesi prima che io nascessi mio padre rimase ucciso da un demone potente di nome Naraku e il suo corpo non fu mai ritrovato”.
Byakuya perse la sua compostezza e sussultò nel sentire il nome dell’uomo da lui tanto odiato, ma pensò che la forza del mezzo demone si basava sul gran numero di demoni che aveva assorbito dentro di sé.
“mia madre riuscì a crescermi anche da sola nonostante soffrisse per la mancanza di mio padre. Mi parlava ogni sera di lui” rivolse a Byakuya un sorriso malinconico “finché quando io raggiunsi i sei anni iniziai a manifestare la mia forma demoniaca involontariamente. Mio padre era un demone potente e mia madre mi spiegò che di conseguenza anche io emanavo una forte aura demoniaca.
Per permettermi di vivere serenamente realizzò questo per me” aprì il palmo per mostrargli il ciondolo “questo pendente realizzato, come mi hai detto quando ci siamo incontrati, da ossa di demone mi permetteva di trattenere la mia forma demoniaca.
Un anno dopo mia madre venne a conoscenza del fatto che Naraku intendeva uccidere anche lei per ottenere i suoi poteri spirituali.
Mi disse di non togliere mai questo pendente finché non fossi stata abbastanza grande da controllare la trasformazione e mi lasciò nel villaggio dove vivo ora, affidandomi ad Eiko cioè l’anziana sacerdotessa del villaggio. Neanche lei è a conoscenza della mia natura demoniaca..” sussurrò quest’ultima frase lasciando trapelare una grande tristezza.
Lei gli sorrise “mia madre mi aveva avvertito che la prima volta che il ciondolo fosse stato tolto non sarei stata capace di trattenere la mia vera natura e sarebbe stato molto doloroso, ma disse anche che in seguito sarei potuta riuscire a controllarmi con facilità”.
Lei rimase in attesa di una risposta da parte di lui che in seguito a tutte quelle scoperte non seppe cosa dire.
Il silenzio fu coperto da una domanda che Misato gli rivolse “tu sei.. un demone, giusto?”.
Byakuya sobbalzò “lo sapeva? Allora perché si è fidata così tanto di me fin dall’inizio? A questo punto non ha più senso negare. È tutta colpa di questo stupido dente di drago” gridò queste frasi nella sua mente.
“da quanto tempo te ne sei accorta?” si limitò a chiedere.
Lei sorrise, soddisfatta di aver indovinato “fin da quando ci siamo incontrati ho sentito provenire da te una leggera aura demoniaca ma non ci ho fatto molto caso.
Però quando ti ho visto combattere contro quel demone ho capito che stavi trattenendo il tuo potere demoniaco per evitare di farti scoprire da me. In quel momento mi sono ricordata di aver già visto il ciondolo che porti al collo molte volte, essendo i denti di drago usati per celare l’aura demoniaca oltre che a quella spirituale. I nostri pendenti svolgono all’incirca lo stesso compito”.
Lui sospirò rassegnato “a questo punto non ha più senso tenere questo oggetto del tutto inutile” ruppe con un semplice gesto la sua collana come aveva fatto il demone con quella di Misato sprigionando una grande aura demoniaca.
Lei gli sorrise ancora “come pensavo, sei un demone potente. In genere per i demoni minori il dente di grado è sufficiente a nasconderli. Ma avendo percepito lo stesso del potere demoniaco provenire da te nonostante lo stessi celando non può significare altro che la tua aura è troppo forte per essere trattenuta da esso.”
Si sentì soddisfatta per la sua spiegazione “allora i miei anni di studio non sono stati del tutto inutili” pensò sorridendo compiaciuta.
“Misato!” sentì qualcuno che la chiamava da lontano e si accorse che era la ragazza che prima le aveva chiesto di andare a lavare i kimono.
Misato fece un sospiro di sollievo pensando che era solo da pochi mesi che la ragazza stava studiando come sacerdotessa, quindi sicuramente non era ancora in grado di percepire l’aura demoniaca.
Decise però di stare più attenta in futuro nel caso in cui fosse venuta Eiko a chiamarla.
La ragazza le corse incontro guardandola maliziosamente quando si accorse della presenza del bell’uomo ma poi notò il cadavere del demone ed emise un urlo.
“Misato ma cosa ti è successo? Stai bene? Chi è quest’uomo?” nonostante non si conoscessero molto bene la giovane aveva già iniziato a tartassarla con delle domande.
“Yuko una domanda alla volta. Ero venuta a lavare i Kimono come mi avevi detto quando sono stata attaccata da quel demone” indicò il corpo morto insanguinato “ma fortunatamente mi sono imbattuta in quest’uomo” si avvinghiò al braccio di Byakuya che la guardò in leggero imbarazzo e lo tirò vicino a sé “che ha ucciso il demone, come puoi vedere”.
L’ascoltatrice sembrava più interessata al contatto fisico appena creato da Misato con il misterioso sconosciuto ché alla storia che le aveva appena raccontato.
“se potessi vi lascerei da soli ancora un po’ ma Eiko ti cerca” le sorrise maliziosamente guadagnandosi un’occhiataccia da Byakuya.
Intanto Misato per nascondere l’imbarazzo tentò di cambiare discorso “comunque quando il demone mi ha attaccata mi ha rotto parte del kimono, si trova nel secchio” prima che l’altra potesse chiederglielo aggiunse “non sono ferita, si sono solo rovinati i vestiti”.
Fece per andarsene ma prima sorrise a Byakuya “non ti ho ancora ringraziato per avermi salvato la vita quindi.. beh grazie” non sapeva bene come rivolgersi a lui davanti alla giovane sacerdotessa perciò si voltò di scatto e si allontanò.
L’altra si incamminò con lei ma prima rivolse un occhiata d’intesa al demone dell’illusione.

Angolo dell'autrice:
ciao a tutti e scusate il ritardo per l'uscita di questo capitolo ma ho avuto molti impegni e non ho potuto >.<
è la prima fanfiction che scrivo quindi spero vi stia piacendo, altrimenti siete liberi di darmi consigli.

grazie a tutti e al prossimo capitolo :*

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6:
“Misato, dai non fare così! Voglio sapere tutto!” Yuko continuava a seguirla come un cucciolo fedele osservando ogni suo movimento e guardandola speranzosa.
La ragazza sospirò e si voltò verso di lei rivolgendole un occhiata seria “ti ho già detto che non è successo nulla; o almeno tutto ciò che è successo lo hai saputo pochi giorni fa.”
Non si conoscevano ancora molto bene ma la curiosità di Yuko le rendeva molto facile farsi degli amici.
A Misato la sua compagnia non dispiaceva, anche se doveva ammettere che la petulanza dell’amica era a volte fin troppo forte da sopportare anche per lei.
“Per favore, adesso non posso parlare. Ho molte cose da fare e dopo devo aiutare Eiko” tentò di giustificarsi la mora.
L’altra che invece aveva i capelli biondi e corti sbuffò “un giorno riuscirò a farti parlare. E’ fin troppo evidente che sei interessata a quell’uomo”.
Misato arrossì fino alla punta dei capelli “n-non è come pensi tu! Mi piace passare il tempo con lui ogni tanto, tutto qui” si voltò per nascondere l’imbarazzo.
L’altra ridacchiò “sei come un libro aperto, non riesci proprio a nascondere le emozioni. Per oggi ti lascio stare, anche perché mi stanno chiamando” si voltò per far cenno alla donna che le stava chiedendo di avvicinarsi di aspettare un momento “ma sappi che non ti lascerò in pace così facilmente”.
Corse via saltellando e Misato, nonostante la lieve irritazione, rise nel vederla così felice senza alcun evidente motivo.
 
Byakuya, non so con esattezza cosa sia successo tra te e quella ragazza ma è ovvio che ancora non ti sei deciso ad assorbirla al tuo interno.
L’uomo sospirò scocciato “lo farò, vuoi deciderti a lasciarmi in pace ogni tanto?” si accoccolò meglio sul ramo dell’albero.
Mi stai prendendo con troppa leggerezza, tuonò il mezzo demone, nonostante sia morto non sono impotente. Faresti meglio a fare come ti dico la prossima volta che la incontrerai.
Il demone non badò molto alle sue parole di sfida “certo, ora lasciami riposare” sbuffò dando le spalle nella sua mente alla voce fastidiosa.
Hai un’ultima possibilità.
Byakuya sospirò “altrimenti? Mi ucciderai?”.
Subito dopo la sua domanda, si rese conto che da quando era stato riportato in vita non aveva mai dato così tanto peso alla sua morte.
Anzi, morire non gli sarebbe importato affatto. Infondo era il suo destino.
 
“…grazie”
 
Si ritrovò all’improvviso a ripensare a quando la ragazza prima di andarsene lo aveva ringraziato.
Era stata la prima volta che qualcuno gli si era rivolto così. In effetti il suo atteggiamento non era di certo favorevole alla gratitudine.
Eppure in quel momento si era sentito strano.. felice?
Si rese conto che la stessa sensazione l’aveva provata molte altre volte da quando era tornato dal regno dei morti. Tutte quante insieme a lei.
Solo con lei si sentiva strano, incapace di farle del male. Quella ragazza era capace di fargli abbassare la guardia e di mandarlo in estasi solo con uno sguardo.
Morire.. non aveva mai riflettuto davvero sul significato che aveva.
Ora credeva di capirlo. Significa andarsene senza poter più tornare indietro, e per la prima volta il pensiero lo rese triste.
Mentre tentava di dare un senso a tutte le nuove emozioni provate fu interrotto dalla solita voce, in risposta alla sua domanda.
Meglio che tu non lo sappia, rise malignamente Naraku per poi andarsene.
Si rese conto che la presenza del mezzo demone era scomparsa, perciò si stese nel prato a riposare.
Trascorsero alcuni minuti in cui ricominciò a pensare a lei e a quando avrebbe potuto rivederla, ma fu costretto a rialzarsi di scatto percependo l’avvicinamento di un’aura.
Dopo pochi secondi si rese conto che si trattava di un potere spirituale che oramai aveva imparato a conoscere bene, e sorrise nel vedere la ragazza avvicinarsi.
Non si accorse subito di lui ed iniziò a lavare i kimono sulla riva del fiume mettendoli poi a bagno nel secchio, come la volta precedente.
Lui le si avvicinò con cautela e nonostante Misato avesse percepito una forte aura demoniaca rimase comunque sorpresa nel vedere il volto dell’uomo riflesso nello specchio dell’acqua.
Sobbalzò appena e si voltò con un sorriso “buongiorno Byakuya..”.
Lui non rispose “ti occupi sempre tu di questo?” indicò il secchio di legno.
Misato annuì appena “quasi sempre. Non è un lavoro pesante, e devo farlo solo una volta a settimana”.
Byakuya si mise seduto accanto a lei che dopo pochi attimi si alzò per mettere i kimono ad asciugare su un ramo del grande albero.
Si asciugò le mani sul tessuto che indossava, lisciando le poche pieghe che si erano formate e si avvicinò all’uomo per potergli parlare ancora.
Decise di sedersi accanto al demone ma inciampò nel secchio pieno d’acqua. Stava per cadere con la schiena contro il prato quando Byakuya le afferrò una spalla tirandola verso di lui.
Il brusco movimento fece cadere il fermaglio che aveva utilizzato per fermare una ciocca ribelle che le scivolò sullo zigomo incorniciandole il volto.
Lui rimase estasiato dalla sua bellezza ma Misato imbarazzata si affrettò a raccogliere il fermaglio dorato e a rimetterlo tra i capelli.
Lei cercò di nascondere la timidezza dicendo “ci siamo sempre incontrati sotto quest’albero.. non preferiresti andare da qualche altra parte?” il volto le si illuminò in un sorriso “ci sono molti prati pieni di fiori da queste parti, ma..” smise di parlare per un attimo “forse in fondo a te non interessa..”.
Misato gli sorrise nuovamente “non intendevo obbligarti è soltanto che.. sarebbe bello andare da qualche altra parte insieme, tutto qui”.
Byakuya sorrise appena, felice che la ragazza desiderasse spendere del tempo con lui “non mi hai lasciato ancora dire nulla”.
Lei scoppiò a ridere “mi dispiace” gli sorrise contenta.
Lui poggiò i gomiti a terra e divenne pensieroso “forse conosco un posto che potrebbe piacerti..”.
Il volto della ragazza si illuminò e si voltò di scatto verso di lui “davvero? Di che si tratta?”.
La curiosità di Misato fece sorridere Byakuya che rotolò su un fianco dandole le spalle “potremmo andarci dopo, ora sono un po’ stanco”.
Non cogliendo il tono ironico, la ragazza si rattristò “come vuoi..”.
L’uomo non resistette al desiderio di voltarsi per vedere che espressione aveva in quel momento il volto della ragazza e quando vide che aveva gonfiato le guance sbuffando non riuscì a trattenere una risata.
Lei lo guardò perplessa ma dopo pochi secondi spalancò gli occhi sorpresa “ti stavi prendendo gioco di me?”
Il sorrisetto del demone la convinse di aver indovinato “non è carino..” distolse lo sguardo dal suo fingendosi offesa.
Lui sbuffò e dopo alcuni attimi si alzò di scatto e si allontanò da lei. Vedendo che Misato non lo stava seguendo si voltò e la vide guardarlo interrogativa mentre sedeva nel prato.
Lui incrociò le braccia “allora? Non volevi vedere un bel paesaggio?”
Lei scattò in piedi e scoppiò in una risata squillante, per poi seguire il demone che già si era incamminato.
 
 
Angolo dell’autrice:
ciao a tutti :D è da molto che non pubblico un capitolo ma ho avuto molti impegni quest’anno.
Ho deciso di ricominciare questa storia e la terminerò sicuramente quest’estate.
Grazie a tutti per seguirla e sentitevi liberi di farmi notare i miei errori (:

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7:
Erano trascorsi alcuni minuti da quando i due si erano incamminati in direzione opposta a quella del villaggio della ragazza.
Misato continuava a sorridere fra sé e sé seguendo il demone in silenzio.
Lui camminava più lento del solito: il suo passo deciso si era trasformato in una camminata leggera, per permettere alla ragazza di non stancarsi.
Ma d’altra parte voleva che il viaggio durasse più a lungo possibile; stare con lei sembrava scacciare la presenza da lui tanto odiata e in questo modo poteva rilassarsi senza alcuna pressione.
Inizialmente era stato questo uno dei motivi che avevano aumentato il suo interesse impedendogli di ucciderla, o almeno così credeva.
Rifiutava di ammettere che fosse stato soggiogato dalla bellezza della donna e dal suo soave sorriso che aveva fatto sparire il desiderio di compiere la sua missione.
La ragazza aveva un carattere solare, capace di far sorridere anche un demone diffidente come lui.
Mentre era perso tra i suoi pensieri fu riportato alla realtà dal sospiro della giovane.
“Sei già stanca?” la stuzzicò lui.
Misato, che indossava dei sandali inadatti a delle lunghe passeggiate, arrossì “certo che no..”.
La ragazza si trattenne dal chiedere quanto mancasse per arrivare, non volendo sembrare troppo petulante.
Byakuya, ignorando la risposta di Misato, le si avvicinò e le si inginocchiò davanti.
Lei sorpresa indietreggiò di un passo ma si fermò quando lo sguardo magnetico del demone si incrociò con il suo “non andrai molto lontano così” disse il demone riferendosi ai piedi della ragazza.
Lei arrossì ma non fece in tempo a replicare che Byakuya, ancora inginocchiato, le diede le spalle e le afferrò le gambe sollevandola sulla sua schiena.
“Reggiti” si limitò a dire.
Misato colta di sorpresa circondò il collo dell’uomo con le sue braccia “cosa stai facendo?” gli chiese rossa come un pomodoro.
“Evito che tu ti faccia male” rispose lui con un sorriso che la ragazza non poté vedere.
“Non ti lascio scendere neanche se ti opponi” la zittì il demone quando Misato riprovò a obiettare.
Lei mise il broncio e non gli rivolse la parola, almeno per i successivi dieci passi.
“Scusami, devo essere pesante..” sussurrò la giovane.
Il demone sorrise pensando a quanto invece il corpo della ragazza fosse leggero ma le disse “sì, molto” per poi scoppiare in una risata che non era riuscito a trattenere.
“Oggi ti diverti a prenderti gioco di me” disse la giovane in tono offeso.
Lui sospirò “e comunque, ti ho già detto che non devi scusarti per ogni cosa che fai. In una situazione del genere sarebbe meglio ringraziare, non credi?”.
Misato rimase in silenzio per alcuni secondi dopo i quali sussurrò “grazie..”.
L’uomo sorrise pensando a quanto le parole della ragazza lo rendessero felice e proseguì il suo cammino.
Dopo alcuni secondi fu la giovane a rompere il silenzio “la prima volta che ci siamo incontrati, quando ti ho chiesto il tuo nome ti sei preoccupato”.
L’uomo sobbalzò sorpreso “sembravi voler nascondere qualcosa;” continuò la ragazza “il tuo nome si riferisce al tuo potere demoniaco?”.
Byakuya rimase in silenzio “non devi per forza rispondermi” si affrettò a dire Misato “mi ha solo incuriosito, e dato che hai cercato di nascondermi di essere un demone ho pensato che non mi avessi detto il tuo nome per non essere scoperto”.
Lui stavolta rispose subito “infatti è così”.
La sua risposta fece sfoggiare alla giovane un sorriso trionfante “il mio vero nome è Byakuya dell’illusione, perché durante i combattimenti preferisco la tattica illusoria a quella offensiva”.
Lei rimase piuttosto sorpresa dalla risposta e decise di non fargli altre domande, credendo di averlo offeso con la sua curiosità.
Il demone al contrario temeva che la ragazza potesse scoprire il suo legame con Naraku ed iniziare ad odiarlo in quanto sua emanazione, ma nonostante ciò non riusciva a mentirle.
Dopo pochi minuti Byakuya la posò delicatamente a terra e le comunicò “siamo arrivati”.
La ragazza fece una lenta giravolta osservando estasiata che lo stretto sentiero che avevano percorso si apriva in un vasto prato con un perimetro di alberi in fiore.
Si avvicinò verso la distesa verde con rose di diversi colori e piante di cui neanche sapeva il nome “meraviglioso..” sussurrò.
Il demone sorrise ripensando alla lunga camminata che avevano fatto “ne è valsa la pena” pensò.
Trascorsero pochi attimi che la ragazza sentì una squillante risata provenire da poco lontano seguita da un dolce richiamo “Momoka, non allontanarti”.
Byakuya sobbalzò riconoscendo la voce familiare, e afferrò Misato per un polso.
La giovane si voltò di scatto guardandolo interrogativa “che succede?” gli chiese guardandolo negli occhi.
Fu distratta dalla dolce risata che si faceva sempre più vicina, e voltandosi vide una bambina correre per i prati, seguita da una donna sorridente.
Il volto di Misato rimase turbato “sento la presenza di un mezzo-demone” affermò voltandosi verso Byakuya che annuì distratto.
La donna sembrò percepire qualcosa e si voltò verso Misato sorpresa. Le sorrise per un attimo ma il suo volto fu colmo di terrore quando scorse la figura di Byakuya accanto a lei.
“Momoka vieni qui!” urlò la madre afferrando la bimba per un braccio e ponendola dietro di sé.
Estrasse con un movimento fulmineo una freccia dalla faretra alle sue spalle e la puntò sull’uomo.
Stava per scoccarla ma esitò vedendo la figura di una sacerdotessa accanto al demone “allontanati da lui!” le gridò.
Misato rimase perplessa e iniziò ad avvicinarsi alla donna ma fu trattenuta da Byakuya che le afferrò un braccio tirandola a sé.
“Lasciala andare!” gridò la donna puntando la freccia verso il demone.
Byakuya nascose la ragazza dietro di sé facendole scudo con il suo corpo “non sono qui per combattere” disse.
La donna rimase sorpresa dalla gentilezza dell’uomo verso la sacerdotessa ed abbassò l’arco per alcuni secondi “Kagome! Che succede? Sento la sua presenza ma è impossibile che sia ancora vivo!”.
Lo scontro fu interrotto dall’arrivo di un mezzo-demone dai lunghi capelli color argento e con un paio di orecchie da cane sul capo.
“non lo so” rispose la donna “ma sembra che non voglia fare del male alla ragazza” la indicò con la freccia, di nuovo tesa nell’arco.
L’uomo appena arrivato guardò la donna “posa l’arco. Non credo voglia attaccare”.
La donna guardò la bambina e poi di nuovo il ragazzo dai capelli argento “Inuyasha, credi davvero che potrei abbassare la guardia così facilmente quando siamo con nostra figlia?”.
Lui la guardò spazientito “sto dicendo soltanto che in caso decidesse di attaccare vi difenderei io”.
Misato si schiarì la gola interrompendo la discussione tra i due “non siamo qui per attaccarvi, potreste per favore spiegarmi la situazione?” fece alcuni passi per avvicinarsi alla coppia.
L’uomo estrasse la spada “allontanati, donna! Non credo tu sia una vera sacerdotessa, emani una forte aura demoniaca.”
Byakuya allungò un braccio di fronte a Misato in atto di protezione “non credevo che ora attaccassi anche le sacerdotesse” disse sarcastico.
L’uomo chiamato Inuyasha ringhiò “ancora non hai finito di servire Naraku come un servo?”.
Misato sussultò a sentire il nome del mezzo-demone e guardò Byakuya interrogativa.
Il demone percepì su di sé lo sguardo della ragazza ma lo ignorò “non sono tenuto a risponderti. Ero venuto per riposarmi ma mi state rovinando la giornata”.
Rivolse loro un sorriso sarcastico ed estrasse dal suo abito una sorta di foglio che in pochi secondi divenne un origami a forma di cigno.
La ragazza, impietrita per le troppe sorprese, non oppose resistenza quando Byakuya la sollevò tra le sue braccia e salì sull’origami che prese il volo.
“Fermati!” gridò il mezzo-demone, ma fu trattenuto da Kagome che gli sussurrò qualcosa mentre i due si stavano allontanando.
Misato era sorpresa ed ancora tra le braccia dell’uomo che per la prima volta da quando si erano incontrati aveva un’espressione seria, quasi triste.
 
 
Angolo dell’autrice:
ringrazio tutti quelli che stanno seguendo la mia storia e che l'hanno recensita <3
spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto (: e che continuerete a seguirla <3

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8:
Era pomeriggio tardo quando due figure, una in piedi e l’altra tra le sue braccia, terminarono il loro viaggio al di sopra di un origami a forma di cigno.
Il demone non aveva rivolto la parola alla ragazza da quando erano partiti e anche Misato non aveva mai tentato di iniziare una conversazione.
La giovane, che oramai si era adattata alla situazione, circondò il collo dell’uomo con le sue braccia e nascose il suo viso nel petto di Byakuya. Rimase così per alcuni attimi ascoltando il battito del cuore del demone che si faceva sempre più rapido.
L’uomo era in ansia ma tentava di non lasciarlo trapelare dalla sua espressione. Quando la ragazza se ne rese conto sollevò il viso dalle gote rosse e aprì la bocca per dire qualcosa ma fu preceduta dal demone dell’illusione “siamo tornati”.
Lei abbassò lo sguardo notando che l’origami stava delicatamente atterrando e, subito dopo che l’uomo mise i piedi a terra, esso tornò alla sua forma iniziale: un semplice foglio di carta.
La ragazza, che poco prima era stata troppo agitata per vedere la trasformazione, rimase sorpresa e si strinse al corpo del demone istintivamente.
Lui le accarezzò i capelli per alcuni secondi e si fermò di scatto quando si rese conto di quello che stava facendo. Quando Misato se ne accorse sollevò lo sguardo che si incrociò con quello del demone.
Dopo pochi attimi Byakuya si costrinse a guardare altrove e dopo aver attirato l’attenzione della ragazza con un colpo di tosse la posò delicatamente a terra.
Lei che fino al allora era stata occupata a pensare a tutt’altro arrossì all’improvviso rendendosi conto di essere stata portata in braccio per tutto il viaggio “p-potevi poggiarmi a terra anche una volta saliti sul..” si bloccò non sapendo come chiamarlo “insomma, m-mi dispiace di avert-“.
Si tappò la bocca ricordandosi di ciò che il demone le aveva detto in precedenza “..ti ringrazio” disse infine.
Byakuya mantenne l’espressione seria che aveva fin da quando avevano incontrato il mezzo-demone e ciò preoccupò la ragazza “tutto bene?”.
Gli si avvicinò di scatto e stavolta fu lui ad indietreggiare di qualche passo “non hai intenzione di chiedermi quale sia il mio legame con Naraku?”.
La ragazza impallidì e spalancò gli occhi tutto d’un tratto. Adesso fu il demone ad agitarsi: si avvicinò a lei accarezzandole una guancia.
Quando i suoi polpastrelli entrarono in contatto con la pelle di porcellana della ragazza sentì che stava tremando. Alzò gli occhi al cielo e notò che era quasi notte.
Lei lo imitò e quando si accorse che era oramai tardi si allontanò da lui di scatto “devo tornare al villaggio”.
Byakuya le afferrò un polso mentre la giovane stava per andarsene, ma quando gli occhi verdi della ragazza lo guardarono nei suoi non seppe cosa dire.
Sentì come se lei potesse scrutare nella sua anima con un semplice sguardo, e perse ogni parola.
Lei gli sorrise, ma i suoi occhi tradivano una forte preoccupazione “domani troverò una scusa per tornare, visto che mi sono già giocata la principale” sollevò il secchio con i kimono che teneva nella mano sinistra “così potrai.. spiegarmi tutto”.
La presa del demone sul braccio di Misato si allentò e lei ne approfittò per allontanarsi.
Dopo pochi passi si voltò “..a domani” sussurrò credendo di non essere stata sentita dal demone che oramai era salito sul ramo del ‘loro’ albero.
Lui sorrise con dolcezza “a domani” pensò.
 
 
“Misato! Mi hai fatta morire di preoccupazione!” gridò Eiko abbracciando la ragazza appena tornata a casa “dove sei stata?”
La giovane distolse lo sguardo “ero andata a lavare i kimono al fiume..”.
Eiko la guardò spazientita “sì, questo lo so. Come mai ci hai messo tanto?”.
In quel momento entrò Yuko, appena in tempo per sentire la domanda appena fatta dalla donna “sarà uscita con il suo ‘amico’” disse sorridendo scherzosa all’amica.
Misato la fulminò con lo sguardo per poi voltarsi verso Eiko che la scrutava preoccupata “sì è così” si limitò a dire.
Yuko afferrò la cesta della ragazza e si allontanò saltellando con i kimono appena lavati.
“Perché non mi hai detto niente? Se fosse stato un ragazzo del villaggio ad accompagnarti sarei stata più tranquilla” sospirò la donna.
Misato rimase in silenzio.
“Non è del nostro villaggio?” chiese Eiko interpretando così il silenzio della ragazza “è un forestiero? Vorresti dirmi che vi incontrate al fiume? Ma allora ha un posto in cui vivere?”
“Eiko per favore..” disse Misato con un sorriso triste “domani ne parleremo meglio”.
La donna si agitò ancora di più e circondò ancora la ragazza con le sue braccia “cosa ti è successo..?”.
La ragazza rimase in silenzio e sussultò quando Eiko si allontanò da lei di scatto, il suo volto colmo di ansia e paura “le tue vesti odorano di demone! Sei stata attaccata?” le fece fare una giravolta per poi emanare un sospiro di sollievo quando si accorse che non aveva ferite.
“Voglio sapere cosa ti è successo” il viso della donna serio come non mai.
Misato distolse lo sguardo da quello della donna “non sono stata attaccata..”.
Eiko cercò di decifrare il volto di Misato osservandola attentamente per alcuni attimi, dopo i quali spalancò gli occhi come se avesse trovato la soluzione “l’amico di cui Yuko stava parlando..” si zittì per pochi secondi “..è un demone?”.
La ragazza sussultò tradendosi con la sua innocenza “come sospettavo” concluse Eiko.
“Misato, non devi fidarti di lui. I demoni sono a caccia del potere spirituale delle sacerdotesse e lui di sicuro non è da meno. Sta’ lontana dai demoni”.
Misato rimase in silenzio, gli occhi le si colmarono di lacrime.
Eiko sussultò vedendola piangere “come puoi dirlo senza neanche conoscerlo? Non ha mai provato a farmi del male! Sì, in precedenza sono stata attaccata da un demone e lui mi ha difesa! Disprezzi i demoni così tanto?” si accasciò a terra singhiozzando.
Eiko era pietrificata “no, Misato io..” la ragazza sollevo il volto di scatto “quindi disprezzi anche me adesso?”.
La donna si riprese in pochi attimi “come potrei odiarti? Cosa stai dicendo? Non capisco..”.
La ragazza si alzò e si sollevò una manica mostrando il ciondolo che aveva sempre portato, che dopo essere stato rotto era diventato un bracciale.
“Questo è ciò che sono!” si sfilò il bracciale e lo lanciò a terra, stavolta non tentò neanche di controllare la trasformazione. Un paio di orecchie da lupo le spuntarono sul capo, le si allungarono i canini ed un secondo kimono fu lacerato da una lunga coda.
Eiko cadde a terra sconvolta e Misato ne approfittò per fuggire con passi fulminei.
 
 
Byakuya, sono stufo del tuo atteggiamento. Dovrai iniziare a comportarti come dico.
Il demone sbuffò “sono stanco delle tue lamentele. Continui a minacciarmi senza renderti conto che oramai non hai potere su di me” lo provocò.
Naraku sogghignò.
Il demone sentì una fitta al cuore e precipitò dal ramo dell’albero sbattendo la testa a terra.
Si girò su un fianco dolorante e tossì alcune volte.
Alzandosi in piedi lentamente notò che il punto in cui aveva posato la bocca si era colorato di rosso.
Ti serviva una semplice dimostrazione per ricordarti che la tua vita è nelle mie mani.
Il demone appoggiò la schiena all’albero e attese che il suo battito tornasse normale “allora sai fare altro oltre a lamentarti di come svolgo la mia missione” sogghignò dolorante.
Sorprendentemente non ricevette risposta accorgendosi che la presenza del mezzo-demone era scomparsa. Il suo volto si illuminò per un attimo sentendo la presenza della ragazza avvicinarsi ma allo stesso tempo si preoccupò chiedendosi cosa stesse facendo a notte fonda.
Vide una figura che si muoveva con ampi passi avvicinarsi alla riva del fiume.
Sorrise per un attimo andandole incontro quando la ragazza si tuffò nell’acqua cristallina.
L’uomo istintivamente scattò verso di lei, e quando si accorse che non era riuscito a prenderla si gettò in acqua. La corrente non era forte ed era sorprendentemente molto calda.
Si aspettò di vederla affondare ma Misato riemerse in pochi secondi e si avvicinò alla riva opposta nuotando lentamente.
Stava per toccare la sponda quando sentì delle forti braccia avvolgerla e senza poter replicare si trovò con la schiena contro una parete del fiume a pochi centimetri dal viso di un uomo.
Le bastarono pochi attimi a riconoscerlo, i suoi occhi fissi su di lei e il volto colmo di agitazione.
Lei distolse subito lo sguardo ma lui le sollevò il mento per costringerla a guardarlo negli occhi.
La ragazza avvampò e non sapendo cosa dire gli spinse le mani contro il petto cercando di allontanarlo da sé. Lui non si allontanò neanche di un centimetro ma la sollevò per farla sedere in una rientranza della sponda del fiume.
Misato aveva ancora il suo aspetto originale. I capelli erano spettinati e bagnati, le orecchie da lupo arruffate ed il kimono bianco aveva assunto una leggera trasparenza.
Accorgendosi del dettaglio, Byakuya sogghignò arrossendo appena e si tolse la parte superiore della veste con la quale le circondò il corpo.
“Grazie..” sussurrò lei rossa da capo a piedi.
Il demone la guardò per alcuni secondi dopo i quali si decise a parlare “cosa ti è successo?”.
Lei sorrise “sei la seconda persona a chiedermelo oggi..”.
Lui la guardò accigliato “è forse strano che mi preoccupi per te?”.
Misato arrossì e distolse lo sguardo dal suo “no.. ma non dovevi per forsa buttarti nel fiume con me”.
Byakuya decise che non era il caso di farle troppe domande “mi hai sorpreso”.
Restarono così per alcuni minuti dopo i quali fu il demone a rompere il silenzio “dovremmo uscire dall’acqua.. hai delle vesti con cui cambiarti?”
La ragazza distolse lo sguardo “non credevo che ne avrei avuto bisogno”.
Byakuya le sorrise “a quanto pare ti sbagliavi” le disse uscendo dall’acqua.
Uscì di scatto anche lei preoccupata “fermo!” lui si voltò sentendo che la ragazza lo aveva tirato per una manica.
Sogghignò “ora sei tu che ti preoccupi per me” la ragazza avvampò “starò bene. Sono un demone infondo”.
Lei lo guardò sorridendo malinconica “già..”.
Il demone si accorse che la ragazza stava tremando per il freddo “vieni” la prese per un braccio e la condusse sotto l’albero “non credo tu voglia tornare al villaggio così” la scrutò da capo a piedi.
Lei arrossì e non disse altro.
Il demone si sedette a terra con un tonfo e la tirò verso di sé. Misato cadde a terra gridando appena “smettila di spaventarmi così!”.
Si rese conto di essergli caduta tra le gambe “c-cosa stai facendo?” gli chiese rossa come un pomodoro.
“Evito che tu ti ammali” le disse in tono pacato, anche lui in imbarazzo, circondandola con le sue braccia.
“Ora dormi” le sussurrò in un orecchio chiudendo gli occhi.
La ragazza arrossì fino alla punta dei capelli “come se potessi” pensò sbuffando.
 
 
Angolo dell’autrice:
eccomi con questo nuovo capitolo ^^ grazie a tutti per aver letto la mia storia :*
al prossimo capitolo <3

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9:
Quando Misato si svegliò si ritrovò circondata dalle forti braccia che le avevano permesso di dormire al caldo per tutta la notte.
Aprì gli occhi lentamente, sotto il ritmo di battiti regolari. Si rese conto poco dopo che si trattava del cuore di Byakuya, sul cui petto aveva poggiato il capo il giorno precedente.
Il suo viso divenne subito rosso come un pomodoro appena si rese conto di aver dormito accoccolata al demone che aveva anche permesso al suo corpo freddo di scaldarsi.
Quando si toccò i vestiti notò che oramai si erano asciugati ma si erano formate molte pieghe sul tessuto, soprattutto sulle vesti del demone che erano ancora bagnate nei luoghi entrati a contatto con il corpo della ragazza.
Misato sobbalzò appena vide l’uomo, ancora mezzo addormentato, ruotare il capo verso di lei e lentamente sollevare le palpebre.
Per un attimo, ancora intontito dal sonno, sembrò confuso ma quando iniziò a ricordare gli avvenimenti della notte precedente un lieve rossore si formò sul suo viso. Nonostante tutto non allentò la presa delle sue braccia che cingevano il corpo di Misato alla quale accennò un sorriso “dormito bene?”.
La ragazza non capì se la sua fosse una provocazione o una semplice curiosità “sì” disse con le guance ancora color pomodoro.
Misato fece un lungo sospiro “non so davvero cosa dire..” gli sorrise “ti ringrazio.. di tutto”.
Lui la guardò interdetto “per cosa con esattezza?”.
La ragazza gli rivolse uno sguardo di sfida ed iniziò a contare sulle dita di una mano “allora, vediamo.. mi hai salvato da un demone che stava tentando di uccidermi, mi hai mostrato un paesaggio stupendo, hai cercato di difendermi dai due sconosciuti, quando mi hai visto gettarmi nel fiume ti sei buttato senza pensarci due volte..” si zittì per alcuni secondi arrossendo improvvisamente “..hai evitato di farmi tornare al villaggio in quelle condizioni e.. mi hai abbracciata per evitare che avessi freddo”.
Quando ebbe finito abbassò lo sguardo ma quello di Byakuya rimase fisso su di lei.
Dopo alcuni attimi di incertezza gli prese una mano nelle sue e gli rivolse un dolce sorriso “davvero.. ti ringrazio”.
Il demone rimase sorpreso da tale gesto e si perse nel volto della donna chiedendosi perché la sua influenza su di lui fosse tale da fargli perdere la sua razionalità e la sua calma.
Fu quando i suoi occhi si persero negli smeraldi della ragazza che finalmente tutto gli fu chiaro.
Lei era l’unica capace di capirlo, l’unica in grado di stargli vicino senza timore mostrando il suo bel sorriso.
Solo lei lo considerava un essere umano.. no. Lei era consapevole della sua essenza demoniaca, ma lo accettava così com’era. Per lei lui era Byakuya, e questo le bastava.
Misato.. in grado di imbarazzarsi per un solo sorriso o per una parola gentile.
In grado di preoccuparsi di uno sconosciuto e di accorrere in suo aiuto senza pensarci due volte.
In grado di rimanere offesa quando non era presa sul serio, e ferita quando non aveva nessuno a cui confidare un segreto che lentamente le stava per sfuggire di mano.
Un segreto del quale fino a poco prima, solo Byakuya era a conoscenza.
Le passò dolcemente la mano sul capo toccandole le morbide orecchie da lupo.
Si divertì a vedere la reazione della giovane che in imbarazzo aveva distolto lo sguardo volgendolo al fiume.
Era ognuno di questi gesti, grandi o piccoli che siano, che la rendevano Misato.. la donna per cui anche il demone dell’illusione aveva perso la testa.
La mano dell’uomo le scese lungo la guancia accarezzandola con i polpastrelli con la stessa cautela con cui si porta un gioiello prezioso e fragile per paura di poterlo rompere essendo troppo bruschi.
La amava.
Amava ogni parte di lei: le sue labbra dello stesso colore dei fiori di ciliegio sempre schiuse in un sorriso o in una risata, i suoi occhi magnetici dai quali era impossibile distogliere lo sguardo, i suoi lunghi capelli setosi spesso legati in una treccia o raccolti da graziosi fermagli, per non parlare delle dolci curve del suo corpo che aveva potuto ammirare di sfuggita la notte precedente quando il kimono trasparente le aveva aderito addosso.
La sua mano le accarezzò a lungo le guance fino a posarsi sotto al suo mento mentre il pollice cominciava a sfiorarle il labbro inferiore.
Il rossore del volto della ragazza continuava ad aumentare ma sollevò lo sguardo incrociando quello del demone. Da quel momento Misato rimase immobile non sapendo cosa fare, incantata dallo sguardo dell’uomo ed estasiata dalle sue carezze.
Non era l’unica ad essere indecisa. Byakuya continuò a guardarla con dolcezza temendo il rifiuto.
Non devo perdere la concentrazione. Se la baciassi ora sarebbe la fine: so che non riuscirei più a fermarmi.
Misato radunò tutto il suo coraggio per rivolgergli un sorriso.
Sto perdendo il mio solito controllo. Non posso rovinare tutto adesso.
La ragazza in imbarazzo si passò una mano fra i capelli sfiorando involontariamente quella del demone poggiata sulla sua guancia e sobbalzando al contatto.
È adorabile.. scosse la testa per allontanare quel pensiero e sapendo di non poter reprimere completamente i suoi istinti scelse la via che gli parve più fattibile.
La mano che le stava accarezzando il viso si fermò sulla sua guancia e gli posò con delicatezza il palmo dell’altra dalla parte opposta.
In pochi secondi le sue labbra si posarono sul capo di Misato. Sentì il corpo della ragazza sussultare per un attimo per poi subito rilassarsi.
Sorrise mentre inspirava il dolce profumo dei capelli della giovane e dopo pochi secondi interruppe ogni contatto con lei, facendo cadere le braccia lungo i fianchi e alzandosi di scatto.
Le porse una mano facendola alzare ma gli occhi di Misato rimasero fissi verso il prato rifiutandosi di guardare l’uomo in volto.
Il viso della ragazza era oramai color porpora e Byakuya non riuscì a trattenersi dal ridere.
Lei, ancora rossa fino alla punta dei capelli, gonfiò le guance come suo solito.
Ecco cos’altro amo di lei, pensò sorridendo.
“Non smetterai mai di prenderti gioco di me?” sbuffò.
“Oramai è un’abitudine” alzò le spalle “e poi è divertente” rispose con la massima sincerità possibile.
Misato rise di gusto per poi spalancare gli occhi agitata “Eiko deve essere preoccupata, devo andare”.
Lui la trattenne per un braccio “aspetta”.
La ragazza tentò di nascondere un sorriso “ci vedremo dopo..”.
Lui non allentò la presa “sul serio devo sbrigarmi” lo pregò lei.
Byakuya oramai non riusciva più a rimanere serio e finì col lasciar trapelare un sorriso “forse dovresti ridarmi la mia giacca prima, se non vuoi che si insospettiscano”.
Lei abbassò lo sguardo e si accorse di portare ancora la veste che l’uomo le aveva fornito la notte precedente “hai ragione!”.
Gli sorrise riconoscente porgendogli l’indumento per poi mettere il broncio “mi stai davvero facendo arrabbiare ultimamente”.
Si voltò senza salutare e si allontanò.
Lui sorrise “a dopo” le gridò.
Misato si voltò all’improvviso “a dopo” sussurrò ancora parzialmente irritata.
 
 
La ragazza era oramai arrivata al villaggio e si stava dirigendo verso il tempio.
Strinse nel palmo l’osso di demone che era stato usato per la collana, che aveva raccolto poco prima di scappare dal villaggio e messo nella tasca del kimono.
Poco prima di varcare l’ingresso si fermò per aggiustarsi i capelli e sospirò consapevole di non poter far niente riguardo il rossore sul suo viso.
Ripensò alla serietà del volto del demone mentre le si avvicinava e al sorriso che le aveva invece rivolto in seguito. Si schiaffeggiò costringendosi a tornare con i piedi per terra.
Non è il momento per pensare a lui.
Nonostante si costringesse a non pensarlo la sua mente vagava liberamente ricordandole lo sguardo dell’uomo e le sue carezze sul suo viso.
Misato avvampò e si sedette a terra all’ingresso del tempio.
Aspetterò alcuni minuti, poi andrò a tranquillizzare Eiko.
Si portò le ginocchia al petto abbracciandole e poggiando il mento su di esse.
Non riesco a smettere di pensare a lui.
Arrossì ancora di più.
Possibile che io sia..
 “Misato!” fu interrotta da una Yuko più energica del solito che le corse incontro abbracciandola “ci hai fatto rimanere in pensiero! Dove sei stata?”.
Ricambiò l’abbraccio con un sorriso “dopo parleremo, ora devo sapere dov’è Eiko”.
Yuko si accarezzò il mento pensierosa “mi pare avesse detto che stava uscendo per un’emergenza”
Misato si preoccupò “che tipo di emergenza?”.
La bionda la guardò con un sorriso amichevole “nulla per cui preoccuparsi, la venditrice di gioielli sta per avere un bambino”.
Misato sorrise alla notizia e l’altra approfittò del suo silenzio “visto che Eiko è impegnata potresti intanto raccontarmi cosa ti è successo. Ero preoccupata anche io, sai?”.
La mora le sorrise “va bene.. ma prima andiamo a sederci”.
Yuko la accompagnò all’interno del tempio e si accomodarono in ginocchio accanto ad un tavolino.
Gli occhi della bionda brillavano di curiosità “ora dimmi”.
La giovane sospirò, incerta su quali dettagli nascondere e quali rivelare “ho avuto un litigio con Eiko..”.
“che genere di litigio?” le chiese l’altra sorpresa che una donna tranquilla come Eiko potesse arrabbiarsi.
Misato le sorrise “preferisco non parlarne..”.
L’altra annuì comprensiva “se hai bisogno di parlarne sappi che puoi contare su di me”.
La mora la guardò riconoscente “grazie.. comunque a causa del litigio sono scappata e mi sono appisolata vicino al fiume. Tutto qui.”.
L’altra era insospettita dall’evasività di Misato “sicura? Perché hai il kimono umido e pieno di pieghe?”.
La giovane distolse lo sguardo “è per l’umidità della foresta, è normale che si rovini il tessuto”.
La bionda parve soddisfatta dalla spiegazione ma era ancora dubbiosa sull’esito della serata “hai incontrato l’uomo dell’altra volta?”.
Misato sobbalzò e il suo volto tornò rosso pomodoro. L’amica le sorrise complice “sei fin troppo ovvia, non provare neanche a negare. Cosa vi siete detti?”.
La mora abbassò lo sguardo “niente di importante. Ci siamo incontrati nel bosco per pochi minuti”.
“E cosa ci faceva lui nel bosco di notte?” continuò l’altra senza demordere.
“..Non lo so” mentì Misato sentendosi immediatamente in colpa per la bugia.
La bionda sospirò capendo di non poter ottenere altro da lei in quella giornata “lascia solo che ti dica questo: ci conosciamo poco ma ti considero già una mia amica quindi ci sarò se ne avrai bisogno.”
A Misato si inumidirono gli occhi e le sorrise riconoscente.
Yuko le rivolse un sorriso furbo “mi è bastato il poco tempo insieme a te per capire che tipo di persona sei e come ti comporti e sappi che hai delle reazioni pure e ingenue.” Notando lo sguardo interrogativo della ragazza si affrettò a spiegarsi meglio “quello che voglio dire è che non serve essere cresciuti insieme a te per capire cosa ti passa in testa: è chiaro come il sole che ti sei innamorata di lui”.
Misato la guardò a bocca aperta: come poteva averlo capito prima Yuko della diretta interessata?
Si fermò e ripensò alle parole dell’amica arrossendo fino alle orecchie.
Lei innamorata di Byakuya? Non si era mai fermata a pensarci ma probabilmente era così.
Questo avrebbe spiegato la sua felicità nel vederlo, le sue reazioni ancora più eccessive ed ovvie quando era vicino a lui e la felicità che aveva provato quando le labbra del demone le si erano posate sul capo.
Sì. Si era innamorata di lui.
 
 
 
Angolo dell’autrice
Scusate davvero per il lungo periodo di vacanza.. sono tornata ora con un nuovo capitolo! Spero che vi piaccia e che non smettiate di seguirmi! <3

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10:
Misato, stanca di aspettare che Eiko tornasse, si diresse verso il pozzo per riempire d’acqua un secchio da portare all’interno del tempio.
Mentre tirava la corda sollevando il recipiente di legno ormai colmo si perse tra le sue preoccupazioni e i suoi dubbi. Tra le tante una in particolare.
Come ho fatto a non capirlo? Sospirò. Ora che ci penso deve essere per forza così, io.. sono innamorata di lui. Forse lo sono fin da quando ci siamo incontrati.
Si sedette per alcuni attimi poggiando il capo sulle pietre del pozzo e volgendo lo sguardo al cielo “sono un’idiota”.
Perché sono così ottusa?
La sua irritazione fu poi sostituita dall’ansia e dall’agitazione.
Cosa dovrei fare adesso? Dovrei forse.. dirglielo?
Si schiaffeggiò con forza lasciando dei segni rossi sul suo viso. Non mi sono mai trovata in una situazione del genere, è la prima volta che mi sento così. Dovrei ignorare i miei sentimenti, mantenendo il nostro rapporto intatto? Infondo non credo lui provi qualcosa per me..
Le tornò in mente l’atto del demone del giorno precedente, quando lui aveva posato le sue labbra sui suoi capelli.
Che mi stesse solo prendendo in giro? No, non credo.. non lo farebbe mai. Allora forse.. ho qualche speranza?
Uno dei suoi tanti sospiri richiamò l’attenzione di Yuko che si stava recando al pozzo. La bionda le rivolse un sorriso amichevole trattenendosi dal chiederle quale fosse il problema, per paura di sembrare troppo assillante.
Ma stavolta fu Misato la prima a parlare “Yuko..”
La ragazza, che si era affrettata a tornare verso il tempio, si voltò al richiamo “sì?” le chiese palesemente felice “vuoi dirmi qualcosa?”.
Misato le fece cenno di sedersi accanto a lei “ti ringrazio per quello che mi hai detto ieri”.
La bionda si sedette sul punto indicato dall’altra e la guardò interrogativa.
“senza di te non avrei capito di.. essere innamorata” sorrise arrossendo.
Yuko era raggiante, emozionata dalla confidenza che la mora le stava mostrando “ti serve un consiglio?”.
Misato annuì timorosa “non sono mai stata innamorata prima.. cosa dovrei fare?”.
La bionda continuava a non capire “è ovvio, devi dirglielo”.
L’altra sussultò “dovrei..?”.
Yuko si alzò di scatto tirando a sé Misato facendola alzare “certo che sì! Come farai a sapere cosa prova lui altrimenti?” le sorrise amichevole.
La mora era ancora dubbiosa “ma così.. se dovesse rifiutarmi.. non potremmo più stare insieme come prima. Non voglio che la situazione tra noi diventi.. imbarazzante”.
Yuko le diede una pacca sulla spalla “come potrebbe rifiutarti? Guardati.” le fece fare una giravolta “sei una ragazza splendida, non solo esternamente ma anche interiormente e.. credo che lui l’abbia capito”.
Misato, commossa fino alle lacrime, la cinse in uno stretto abbraccio “grazie..”.
L’amica ricambiò la stretta “di niente”.
 
 
“Eiko, finalmente sei tornata!” Yuko corse incontro alla donna non appena varcò l’ingresso del tempio “Misato è dentro, ti sta aspettando”.
Eiko sobbalzò alla notizia “grazie Yuko, ora vado a parlarle” e si diresse in fretta e furia nella stanza dove la giovane la stava aspettando.
Quando Misato la vide arrivare non fece in tempo a dirle niente che fu circondata dalle braccia della donna.
“Sono così felice che tu stia bene! Se ti fosse successo qualcosa io..”.
Misato sorrise “Eiko.. mi dispiace, io.. ci sono alcune cose che devo dirti”.
La donna la lasciò andare e rivolgendole uno sguardo triste le fece cenno di accomodarsi.
“Eiko, ascolta..” il tentativo di spiegarsi della ragazza fu interrotto dalla mano della donna posatasi sulle labbra della giovane.
“lascia parlare me, per favore” Eiko sospirò “come sai, sono una sacerdotessa da molto più tempo di te”.
Misato annuì. “E doti come la saggezza o l’esperienza si acquisiscono solo con il passare degli anni” la donna si asciugò una goccia di sudore sulla fronte con la manica del kimono “quello che sto cercando di dirti  è che.. io avevo percepito dal momento in cui sei giunta qui un’aura demoniaca proveniente da te”.
La bocca di Misato si aprì per mostrare un’espressione evidentemente sorpresa ma la donna la ignorò continuando il discorso “tuttavia, non gli ho dato tanta importanza.. e per questo mi dispiace. Avrei dovuto capire che in te c’era qualcosa di diverso, avrei dovuto prestarti più attenzione”.
Una lacrima attraversò la guancia della donna ma fu rapidamente asciugata da un fazzoletto che Misato le aveva avvicinato al volto.
“Eiko.. non è affatto colpa tua. Ho sempre saputo della mia natura ma avevo paura di non essere accettata per come sono realmente. Dopo averti conosciuta avrei dovuto capire che non mi avresti giudicata diversamente dopo averlo saputo.. sono stata un’idiota, perdonami”.
Anche la mora iniziò a piangere e non si preoccupò di asciugare le lacrime che continuavano a moltiplicarsi; si limitò a stringere Eiko in un lungo abbraccio.
 
 
Dopo aver sorseggiato una tazza di tè, Misato si affrettò a comunicare ad Eiko che se il suo aiuto fosse stato necessario per aiutare qualche ferito sarebbe stata più che felice di intervenire.
La donna abbozzò un sorriso ma le comunicò che avrebbe preferito che si fosse riposata per il resto della giornata.
La giovane, dopo aver appreso la notizia del giorno precedente, decise di andare a congratularsi con la venditrice di gioielli per aver dato alla luce un bambino.
Mentre percorreva la strada principale incrociò un uomo che le parve familiare. Lo riconobbe quasi subito: era il marito della partoriente.
Lo fermò appena lo vide “mi scusi signore!” gli corse incontro con un sorriso.
“Oh, Misato! Devi aver sentito la notizia!” l’uomo era raggiante “immagino che tu voglia vedere mia moglie, seguimi”.
La ragazza annuì e si fece guidare dal signore in una piccola abitazione poco distante. Fece un breve inchino prima di varcare l’ingresso e, appena l’interno del luogo le fu visibile, scorse una giovane donna sdraiata su delle stuoie che reggeva tra le braccia un fagottino.
“Misato!” la venditrice di gioielli la chiamò appena la vide “che bello rivederti! vieni pure, siediti accanto a me” le indicò uno spazio libero.
Misato si inchinò nuovamente e si accomodò “signora, sono venuta a sapere da Eiko dell’emergenza e sono davvero spiacente di non essere potuta venire ad assisterla. Le faccio le mie congratulazioni” rivolse una dolce occhiata al neonato “è un bimbo adorabile”.
La donna le rivolse un gran sorriso “una bimba” la corresse cullando la neonata che aveva iniziato a piangere ma che si calmò all’istante.
Le due chiacchierarono del più e del meno finché la giovane partoriente le porse tra le braccia la sua bambina “vuoi tenerla per un po’?”.
Misato era raggiante e rivolse un enorme sorriso alla nuova nata che parve amare le attenzioni che le erano state rivolte poiché allungò la manina per stringere con le dita il naso della ragazza.
Le due donne si guardarono e scoppiarono in una fragorosa risata.
Dopo averle restituito la figlia, Misato si congedò.
Stava per tornare al tempio quando una frase colse la sua attenzione.
“Non crederete mai a quello che ho visto!”
Misato si fermò e ascoltò le parole pronunciate dall’uomo “mentre stavo tornando dalla caccia sono passato accanto al fiume e ho visto un uomo sopra ad uno dei tanti alberi”.
La ragazza sgranò gli occhi.
Byakuya? Era davvero lui? Se anche un semplice uomo era riuscito a vederlo non deve aver celato la sua presenza, ma.. perché?
“E non è finita qui!” l’uomo continuò attirando l’interesse di alcuni passanti che si fermarono ad ascoltare “All’inizio lo ignorai ma poi sentii un gran rumore così mi voltai per capire cosa fosse successo. L’uomo era caduto dall’albero e aveva iniziato a sputare sangue.”
Gli ascoltatori emisero suoni di stupore “mi preoccupai e mi avvicinai per vedere se si fosse fatto male ma quando incrociai il suo sguardo vidi che i suoi occhi erano rossi e impregnati di sangue. Mi immobilizzai per la paura ma quando mi rivolse un sorriso spaventoso non feci altro che scappare”.
I passanti scoppiarono in una fragorosa risata “non penserai forse che crederemo a tutto questo? Deve essere stata la tua immaginazione”.
“No! Vi giuro di averlo visto!” gli uomini continuarono a discutere ma Misato oramai non li stava più ascoltando.
La ragazza iniziò a correre cercando di raggiungere il luogo destinato a i suoi incontri con il demone.
 
 
Angolo dell’autrice:
spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e che continuiate a seguirmi <3 al prossimo capitolo (che non arriverà tardi)

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11:
Byakuya si rialzò dal prato sul quale giaceva prono fino a pochi attimi prima. Si pulì le labbra bagnate dal denso liquido rosso con il lembo della veste e rivelò uno sguardo palesemente irritato.
Mentre sorrideva malignamente per scatenare la sua ira verso il colpevole delle sue sofferenze si accorse di essere osservato, ma fece appena in tempo a sollevare lo sguardo per vedere un uomo fuggire via evidentemente spaventato a morte.
Non sembrò curarsi del particolare poiché mantenne la stessa aria irritata di poco prima “devi seriamente smetterla con i tuoi scherzi”.
Un sospiro seccato richiamò la sua attenzione, non sto affatto scherzando. Continuerò a torturarti riducendoti sempre peggio finché non capirai che non potrai mai opporti a me. La prossima volta che vedrai quella ragazza dovrai assorbire il suo potere spirituale e non osare disobbedirmi.
Se solo proverai ad andare contro i miei ordini te la farò pagare e inizierò ad agire a modo mio.
Byakuya tentò di nascondere la preoccupazione con uno sguardo sprezzante “e cosa credi di fare? Non puoi nuocermi quando sono con lei”.
Naraku scoppiò in una lunga risata, non ti è mai passato per la testa che fino ad ora io mi sia trattenuto? Ho voluto darti fin troppe opportunità e tu le hai sprecate.
“Secondo me ti stai solo sopravvalutando, non puoi competere con il suo potere spirituale”.
Cercò di convincersi della sua affermazione e si sdraiò sul prato tentando di riposare.
Non riuscì molto nel suo scopo a causa della voce cantilenante del mezzo demone, dei dolori che egli gli aveva inferto e delle preoccupazioni che gli aveva portato.
Dopo alcune ore trascorse nella più totale agitazione e ansia Byakuya avvertì un’aura che aveva ormai imparato a riconoscere e vide Misato correre verso di lui.
Fece un sospiro di sollievo, ma si accorse subito che qualcosa era andato storto.
Percepiva ancora l’essenza da lui tanto odiata appartenente all’essere che lo aveva generato, e fu certo della sua presenza quando sentì la sua amara risata.
Abbiamo finito con i giochi.
Misato oramai lo aveva quasi raggiunto “Byakuya!”.
Non fece in tempo ad avvicinarsi ulteriormente o a dire altro che fu interrotta dal demone “Misato, devi andartene da qui subito!”.
La ragazza non accolse l’avvertimento dell’uomo anzi si avvicinò a lui preoccupata “stai bene? Oh! È sangue quello sulla tua veste? Allora le voci erano vere! Cosa ti-”.
Il demone le posò i palmi delle mani sulle spalle “Misato, devi ascoltarmi. Per favore, vattene”.
Lei continuava a non ascoltarlo ma notò lo sguardo serio e preoccupato dell’altro “vuoi spiegarmi cosa sta succedendo? Mi stai spaventando”.
“Non ho tempo per spiegare, dev-” non fece in tempo a finire la frase che percepì una forte fitta al collo ed emise un gemito di dolore.
“Byakuya!” la ragazza gli si avvicinò ulteriormente posandogli le mani sulle guance “spiegami cosa sta succedendo, ti prego”.
Era agitata quasi quanto lui, e i suoi occhi trasmettevano ansia e preoccupazione come quelli del demone.
Quando la ragazza incrociò lo sguardo di Byakuya rimase sorpresa nel vedere i suoi occhi lentamente cambiare colore.
Le iridi viola come topazi si stavano trasformando in sfere rosse come il sangue.
La mente del demone era in confusione. Anche lui non aveva idea di cosa stesse accadendo e sentiva le spalle della ragazza che stringeva con le mani farsi sempre più distanti.
Si accorse di non riuscire a muovere bene il corpo e di avere anche difficoltà a parlare. Sentì che le gambe che da sempre lo avevano sorretto oramai non gli appartenevano più, e le braccia erano tese e indolenzite. Era come se fosse immerso in una palude fino al busto incapace di muoverlo a proprio comando mentre faticava a muovere la parte superiore del corpo come trattenuta da delle funi invisibili.
Misato era sconvolta e non aveva idea di cosa avrebbe dovuto fare.
Naraku..” riuscì a mormorare il demone.
Senza accorgersene spinse la ragazza a terra e le si fiondò sopra stringendole il collo tra le mani.
Misato era stretta in una morsa d’acciaio e non aveva alcuna possibilità di movimento.
Nonostante le difficoltà tentò comunque di farlo tornare in sé “Byakuya! È Naraku che ti sta facendo fare tutto questo? Per favore, riprenditi!”.
Con le mani del demone ancora strette attorno alla gola allungò le braccia verso di lui e lo tirò verso di sé stringendolo in un abbraccio “Ti prego..”.
“Mi.. sa.. to…” gli occhi del demone tornarono viola per alcuni attimi per poi iniziare ad ondeggiare tra le due tonalità di colore.
Dannata donna! Perché non ti decidi a mollare? Anche Misato riuscì a sentire provenire da Byakuya la voce colma di frustrazione del mezzo demone.
“Sei tu Naraku?” chiese lei colta dal dubbio.
Non riuscì a fare altre domande perché Byakuya l’aveva già sollevata da terra ricambiando l’abbraccio per qualche istante.
Tuttavia la spinse quasi subito lontana da lui “Misato, devi.. andartene ora.. non so se riuscirò più a controllarmi…”.
“Per questo non posso andarmene! Non posso lasciarti così!” gli occhi della ragazza erano colmi di lacrime.
“Per.. favore…” il demone cadde ginocchia a terra stremato. La sua voce aveva assunto un tono supplichevole.
Reprimendo i suoi desideri, la giovane voltò le spalle al demone e corse verso il tempio nel villaggio.
 
 
L’improvviso cambiamento in Byakuya aveva sconvolto Misato che, colta alla sprovvista, era ritornata nella sua forma iniziale: quella di mezzo demone.
Sia le orecchie che la coda erano visibili e ciò le permise di raggiungere il villaggio molto più velocemente tramite lunghi ed agili balzi.
Non si curò di nascondersi poiché, data la velocità con cui stava correndo, sarebbe stato difficilmente notato il suo cambiamento da un qualunque essere umano.
Allora dopotutto c’era Naraku sotto tutto questo.. sono stata una sciocca. Anche quella donna, credo si chiamasse.. Kagome, aveva accennato a Naraku. Avrei dovuto chiedere subito a Byakuya delle spiegazioni!
Ultimamente non ho fatto altro che pensare a lui, a chi sono veramente e ai miei sentimenti che non mi sono fermata a pensare ad altro. Avrei dovuto parlare con lui tempo fa..
Non appena varcò l’ingresso del tempio si trovò faccia a faccia con Yuko che fece cadere il secchio d’acqua per portarsi le mani alla bocca, spaventata dal nuovo aspetto dell’amica.
“M-Misato? Sei tu?” balbettò la bionda.
L’altra si scusò per averla colta di sorpresa “Sì, Yuko.. mi dispiace non avertelo detto prima. Sono un mezzo demone”.
Le rivolse un breve sorriso “scusa, ho qualcosa di davvero importante da fare”. Detto questo voltò le spalle all’amica ancora incapace di muoversi e corse verso la stanza in cui credeva si trovasse la donna di cui tanto si fidava.
“Eiko!” gridò il suo nome appena la vide seduta accanto al tavolo a sorseggiare un tè “Eiko, aiuto non so cosa fare”.
Vedendo che Misato era nella sua forma da mezzo demone la donna si preoccupò “cosa ti è successo?”.
Le si avvicinò e le accarezzò una guancia per poi stringerla in un abbraccio materno.
“Ancora niente.. ti prego, ho bisogno di un consiglio”
La donna emise un sospiro di sollievo dopo di che la lasciò andare e le si sedette di fronte in ascolto.
Misato la imitò accomodandosi e stringendosi le mani con ansia “vedi.. riguarda il demone di cui ti ho parlato. Lui è.. controllato da un altro demone, anzi credo sia un mezzo demone.. molto più forte di lui.
Il suo nome è Naraku”.
Eiko sussultò nel sentire il suo nome. Misato le rivolse uno sguardo serio “è lo stesso uomo che ha ucciso mio padre”.
La ragazza si prese la testa tra le mani “cosa posso fare per aiutarlo? Sono solo un mezzo demone..”.
Eiko continuò a guardarla in silenzio per alcuni attimi con la massima serietà dopo i quali si decise a parlare “Misato, rispondi alla mia domanda. Cosa sei tu?”.
La ragazza rispose alla domanda che considerava di enorme ovvietà “un mezzo demone”.
Eiko sospirò “No, Misato. Non ‘cosa sei’ ma..” si portò una mano al cuore “cosa senti di essere”.
La giovane era ancora più confusa ma la donna si affrettò a specificare “in tutti questi anni non sei mai stata trattata come un mezzo demone, e questo perché non hai vissuto come tale. Ti vedevano tutti in un’altra luce, in un altro ruolo. Il modo in cui sei cresciuta ha fatto di te quella che sei ora. Dunque, Misato, cosa sei tu?”.
Con le sue parole Eiko fu in grado di aprire il pesante portone di pietra che Misato continuava a spingere da tutta la sua vita senza riuscire a muoverlo neanche di un centimetro.
Finalmente tutto le fu chiaro.
La ragazza sorrise fiera “Io sono Misato. La sacerdotessa.” Si alzò in piedi di scatto “e in quanto tale sono in grado di fare ciò che nessun altro può fare. Salvare una vita.”
 
 
Angolo dell’autrice:
grazie a tutti per aver letto anche questo capitolo <3 a presto con il prossimo ;)

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12:
Maledetto! Stupido idiota!
Byakuya sputò ancora sangue macchiando nuovamente il prato che fino a pochi giorni prima era sempre stato immacolato ma che oramai aveva assunto un colore rosso che si confondeva con il marrone del terreno.
Mi sarebbe bastato solo un attimo per ucciderla e tu cosa fai? Le dici di andarsene!
Il demone tossì ancora.
Invece di strozzarla la spingi via! Non credere di averla vinta così, appena quella ragazza tornerà non potrai fare più nulla contro di me!
Byakuya tentò di sorridere ma le sopracciglia aggrottate e lo sguardo sofferente mostravano il dolore che stava provando in quel momento “Credi davvero che lei tornerà? Non credo vorrà avvicinarsi più a me dopo quello che è successo. Non è stupida come credi”.
Un mucchio di bugie. Sapeva che tutto quello che stava dicendo non era altro che un cumulo di menzogne.
Misato non era il tipo di persona che si allontana da qualcuno per paura.
Misato era una ragazza gentile, che si preoccupava per gli altri più che per sé stessa. È proprio per questo che non lo avrebbe mai abbandonato anche dopo essere stata pregata di andarsene.
La conosceva bene, ed era per questi tanti motivi che era innamorato di lei.
Naraku rise di gusto, credi davvero di potermi ingannare? Quella ragazza tornerà, e quando lo farà andrà incontro alla sua morte.
Byakuya non sapeva più cosa fare “devo andarmene di qui” pensò.
Se solo avesse potuto allontanarsi da lei, non le avrebbe potuto fare del male.
Non gli importava non doverla vedere mai più o morire per questo. Se solo avesse potuto renderla felice.. ricompensarla in qualche modo per quello che aveva fatto per lui, allora lo avrebbe fatto.
Diede le spalle al villaggio e fece qualche passo. Subito sentì il dolore che le ultime vendette di Naraku gli avevano procurato ma lo ignorò.
Riuscì ad allontanarsi per pochi metri finché una risata del mezzo demone fu accompagnata da una lunga fitta allo stomaco.
Il demone dell’illusione cadde ginocchia a terra. Aveva il respiro affannoso e quando si portò le mani nel punto danneggiato da Naraku sussultò per il dolore.
Allontanò i palmi dalla zona che aveva toccato poco prima e notò che erano ricoperti di sangue.
Tentò ancora una volta di rialzarsi ma non riuscì a fare neanche un passo prima di trovarsi nuovamente sdraiato nel prato che aveva ormai tinto di un profondo rosso cremisi.
Qualcosa mi dice che la tua “amata” non tarderà ad arrivare.
 
 
“Misato!” Yuko accorse nella stanza nella quale le due donne avevano appena terminato la loro discussione “mi dispiace averti dato una brutta impressione prima, ero solo.. sorpresa. A me non interessa se sei una sacerdotessa, un mezzo demone, un demone.. tu sei la mia amica Misato. E spero di non aver rovinato tutto poco fa..”.
La mora che si era da poco alzata in piedi sorrise alla ragazza dandole un dolce abbraccio “tranquilla, Yuko. Non sono arrabbiata con te, anzi ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per me. Sono felice di avere un’amica come te”.
Detto questo, sciolse la sua stretta attorno alla bionda affrettandosi ad uscire dalla stanza. Si fermò sull’uscio per scusarsi con Yuko “mi dispiace non poterne parlare meglio ora.. ma tornerò presto. Aspettami”.
Corse verso il bagno per sciacquarsi il volto rigato dalle lacrime e segnato dallo stress.
Si schiaffeggiò con entrambe le mani per ritornare ai propri sensi.
Devo riprendermi. Questo non è il momento per agitarmi, se voglio aiutarlo devo agire in fretta e con.. sicurezza.
Corse verso la propria camera e si avvicinò al proprio comò sopra al quale era posata una scatola di forma ovale in legno, decorata con pezzi di stoffa viola e pietre di un rosso vivo.
Non avrei mai pensato che prima o poi sarebbe giunto il momento di usarlo ma.. non ho altra scelta.
Tolse il coperchio lentamente con le mani che le tremavano appena rivelando all’interno del contenitore un pugnale dalla struttura molto semplice e con un pesante manico di pietra.
Al centro del manico era visibile una pietra rossa che ricordò a Misato il colore degli occhi di Byakuya nell’attimo in cui era stato spinto ad attaccarla.
Scosse la testa per allontanare il pensiero e si perse per alcuni attimi a guardare quella gemma che, nonostante fosse identica alle altre che ricoprivano la confezione, appariva molto più luminosa.
Mentre la accarezzava con i polpastrelli le tornò alla mente un ricordo della sua infanzia, di poco prima che incontrasse Eiko.
 
 
“Misato! Non allontanarti troppo!” una donna giovane e di rara bellezza sedeva all’interno di una capanna di fronte ad un uomo.
I due erano separati da una cattedra e nonostante stessero discutendo di un argomento di grande importanza la donna non poteva evitare di voltarsi ogni tanto per vedere la figlia giocare nel prato, spaventata che potesse scomparire da un momento all’altro.
“Himeko!” la donna sussultò “ma mi sta ascoltando?”.
L’uomo sospirò voltandosi verso la bambina a cui era indirizzato lo sguardo della persona che gli sedeva di fronte.
“È una bimba davvero vivace..”
Si fermarono ad osservare per alcuni minuti la giovane con le orecchie e la coda da lupo ben in mostra, e con dei lunghi capelli neri.
“Ma può stare tranquilla, non può succederle nulla qui”
La donna sospirò “non posso evitare di preoccuparmi per lei..”
L’uomo, che sembrava avere una certa età data lunga barba bianca, la guardò comprensivo “la capisco..”.
Tossì per attirare la sua attenzione “stavo dicendo: ho qui ciò che mi ha richiesto. Mi ci è voluto più del previsto ma sono soddisfatto del mio lavoro”.
Himeko accettò il cofanetto che le era stato porto e consegnò al signore un sacchetto dal quale si poteva intravedere un bel numero di monete.
“La ringrazio” disse la giovane donna alzandosi con un sorriso. L’uomo ricambiò il gesto “sono io che ringrazio lei”.
Non appena vide che la madre era uscita dalla capanna la bambina le corse incontro “hai fatto, mamma?”. Le si aggrappò con le mani alla veste costringendola a sedersi con lei nel prato “allora? Cosa dovevi prendere?”.
Vedere gli occhi di Misato brillare di curiosità fece sorridere la giovane donna “è un regalo per te”.
Così dicendo le mostrò il cofanetto che la piccola prese tra le mani rigirandolo più volte estasiata. Si fermò a guardare le decorazioni dubbiosa “ma queste..”.
Himeko sorrise “sono le pietre del mio bracciale sacro.. sono contenta che tu le abbia riconosciute. Credevo si abbinassero bene con le altre decorazioni così ho chiesto di aggiungerle”.
Misato sorrise felice del gesto della madre e mentre muoveva la scatola si accorse che c’era qualcosa al suo interno.
Guardò la donna chiedendole con lo sguardo il permesso di aprirla e appena Himeko le rivolse un cenno del capo sollevò il coperchio. Non appena vide di cosa si trattava il suo sguardo si fece confuso e continuò a fissare l’oggetto cercando di capire il motivo di quel dono.
In quel momento scorse nel manico una pietra rossa di poco più grande delle altre e molto più brillante “mamma.. ma questa..”.
La donna sorrise “è la gemma che mi regalò tuo padre quando mi chiese di sposarlo. Io.. voglio che l’abbia tu, Misato”.
Si inginocchiò e strinse la figlia in un abbraccio “voglio che ogni volta che guardi questo pugnale tu pensi a me e a tuo padre. Non dimenticare che noi ti ameremo sempre, tesoro”.
Mentre la tirava forte a sé le sue braccia tremarono appena ma cercò di non darlo a vedere.
Allentò subito la presa per guardare Misato negli occhi “amore, devi ascoltarmi ora. Dovrai fermarti al prossimo villaggio dove un’anziana donna di nome Eiko si prenderà cura di te. So che sarà difficile da affrontare ma presto ci rivedremo”.
La bambina che fin da piccola era cresciuta trattenendo le lacrime per poter essere forte, fece così anche stavolta ma la sua sofferenza era visibile dalle sopracciglia aggrottate e dalle labbra tremanti.
“È una promessa, mamma?” la voce di Misato era tremante.
La donna le sorrise accarezzandole la guancia con dolcezza “è una promessa”.
Fecero per incamminarsi ma Himeko si fermò subito per prendere qualcosa dalla tasca.
Ne tirò fuori un bracciale che reggeva l’osso di un demone e lo legò al polso della figlia.
La bambina lasciò sfuggire un gridolino di sorpresa quando vide che le orecchie e la coda stavano lentamente scomparendo.
“Con questo indosso avrai l’apparenza di una qualunque bambina umana. Devi promettermi che non dirai a nessuno di essere un mezzo demone e che non toglierai mai questo bracciale”.
La piccola guardò la madre negli occhi continuando a trattenere le lacrime “lo prometto”.
Vedendo la figlia sull’orlo del pianto la donna non poté trattenersi dal darle un veloce bacio sulla fronte “ricorda che ti amo più di ogni altra cosa al mondo”.
 
 
Una lacrima scese dolcemente lungo la guancia di Misato, ma si affrettò ad asciugarla ricordandosi di quante ne avesse trattenute nel momento in cui aveva dovuto dire addio a sua madre.
Prese dal cassetto un fodero per pugnali che le era stato donato da Eiko pochi anni prima e vi inserì l’arma.
Lo strinse nel palmo fissandolo per alcuni attimi.
È arrivato il momento di usarlo.  
 
 
Angolo dell’autrice:
vi ho fatto aspettare con questo capitolo? ci ho messo più di quanto pensassi ma alla fine eccomi qua ;)
spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e che continuiate a seguire la storia <3

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13
Misato inserì il pugnale nel fodero ma non sapendo dove poterlo mettere rimase a guardarlo perplessa per alcuni attimi.
Scrutò con diffidenza il kimono che stava indossando “così non va bene.. questo non è adatto” mormorò.
Era abituata a portare il kimono in quanto sacerdotessa ma sapeva quanto l’indumento potesse essere pesante e limitante nei movimenti.
Si guardò alle spalle notando che l’abito era già stato in parte strappato durante la sua trasformazione, quando era emersa la sua coda da lupo che aveva nascosto in parte il grande squarcio.
Non essendo più nella sua forma da mezzo demone, in quel momento erano visibili in parte le cosce della giovane.
Quando se ne accorse la ragazza arrossì e si affrettò a togliersi il kimono e a indossarne un altro identico, dopo aver poggiato la sua arma sul mobile.
Si guardò ancora insoddisfatta “Eiko.. mi dispiace rovinarti un altro kimono ma devo proprio farlo..”.
Tirò fuori il pugnale dal suo fodero e tagliò l’abito all’altezza delle ginocchia notando con piacere che, nonostante così fosse visibile più pelle di quanto desiderasse, le era anche possibile muoversi con più facilità. Con la lama tagliò anche le maniche che caddero a terra pesantemente insieme alla gonna.
Soddisfatta, ripose il pugnale nel fodero e lo inserì in una delle tasche del kimono.
Non ho proprio degli abiti adatti ad una situazione del genere, sospirò, non che questo sia il momento per fare compere.. spero solo che il pugnale non mi cada dalla tasca, devo stare attenta.
Si tirò indietro i capelli raccogliendoli con un fermaglio e si precipitò in fretta verso il luogo in cui aveva  visto l’uomo di cui era innamorata con un’espressione di profonda sofferenza.
Naraku.. aspettami, ti sconfiggerò.
 
 
Misato tentò di trattenere la trasformazione per evitare di ridurre in brandelli anche quel kimono, e ci riuscì con facilità.
Oramai si era abituata a non indossare il bracciale che la madre le aveva donato, ed era in grado di usare i suoi poteri demoniaci anche senza assumere la forma di mezzo demone.
Infatti nonostante agli occhi di tutti fosse solamente una semplice umana si mosse con rapide e lunghe falcate che le permisero di raggiungere il luogo da lei desiderato in pochi attimi.
Non appena fu vicino al fiume sentì un forte odore di sangue, e prima di poter confermare se si trattasse o meno di Byakuya notò che il prato era tinto di rosso per un lungo tratto.
Erano inizialmente semplici macchie che poi si trasformavano in lunghe strisce fino a portare ad un’enorme pozza di sangue al centro della quale era visibile un corpo steso a terra immobile.
Misato sentì le gambe paralizzarsi e gli occhi le si spalancarono nel terrore “Byakuya..” riuscì a mormorare.
La vista del corpo del demone inerme fece smettere il suo cuore di battere per alcuni insanti che a Misato sembrarono interminabili.
Nonostante sapesse che doveva essere una semplice trappola di Naraku, che fosse impossibile che il mezzo demone avesse ucciso l’unico demone su cui esercitasse il suo controllo, il pensiero di averlo perso la portò a credere al peggio.
Sono arrivata troppo tardi.. perché ho dovuto trattenermi così a lungo? Non sarei dovuta fuggire la prima volta.. è solo.. tutta colpa mia..
Un rumore la riscosse dai suoi pensieri tetri.
Sentì un fruscio e si accorse che le dita del demone si erano mosse impercettibilmente. Spostò quindi il suo sguardo sul petto dell’uomo che vide alzarsi e abbassarsi a ritmi regolari.
Era ancora vivo.
“Byakuya!” gridò stavolta, riacquistando la sensibilità delle gambe e correndo incontro al ferito.
Gli prese dolcemente una mano tra le sue e la strinse con forza sussurrando ancora il suo nome “svegliati, ti prego..”
Come richiamato dalle sue parole, il demone sollevò lentamente le palpebre “Misato..” le sorrise per un attimo e allungò la mano ad accarezzarle la guancia finché non si ricordò quello che era accaduto nelle ultime ore, cosa che lo costrinse a spingerla lontana da sé.
Tossì ancora sangue che gli scese dalle labbra lungo il mento macchiandogli la veste “perché sei.. tornata?” riuscì a dire in una smorfia di dolore.
Lei si affrettò a posargli una mano sulle labbra zittendolo e gli asciugò con un fazzoletto la goccia rossastra che era scesa dal suo volto.
“Io.. non potrei mai fuggire lasciandoti così. Voglio aiutarti” posò i palmi delle mani sulle ferite dell’uomo iniziando a curarle.
Lui spalancò le palpebre stupefatto “cosa stai facendo? Smettila! Stai forse cercando di ucciderci entrambi? No.. preferirei morire in questo momento, ma non posso guardarti gettare via la tua vita così. Non hai capito che è solo un ingan-”
“Lo so” lo zittì nuovamente Misato guardandolo con la massima serietà “ma riuscirò a salvare entrambi. Devi fidarti di me”.
So cosa hai in mente Naraku. Volevi lasciarmi curare le sue ferite per poi costringerlo ad uccidermi. Peccato che non sia sciocca come credi. Avrei dovuto ignorare completamente il suo stato fisico ma conciato in questo modo morirà di sicuro.. devo solo.. trattenermi.
Misato si occupò di alleviare il dolore del demone curandolo parzialmente, badando soltanto alle ferite più profonde e pericolose, evitando cioè di guarirlo completamente.
In casi normali Byakuya è fin troppo forte per me.. ma se è ferito forse ho qualche possibilità.
Allontanò le mani dal corpo del demone e si alzò in piedi aspettando che il mezzo demone mettesse in atto il suo piano.
“Misato.. sei ancora in tempo.. vattene” mormorò Byakuya.
Lei gli sorrise tristemente “non lo farò mai”.
La risata di Naraku non tardò a farsi sentire.
Vedo che non sei sprovveduta come credevo, ragazzina. Ma questo non basterà a salvarti la vita.
Gli occhi di Byakuya abbandonarono in un attimo il viola che Misato tanto amava per tornare rossi come il prato che li circondava.
Sei solo un’inutile sacerdotessa, non sarai mai in grado di sconfiggermi.
Vedere queste parole uscire dalle labbra dell’uomo che amava la sorprese e la fece tentennare per un attimo.
Sentì il cuore stringersi e si portò una mano al petto stringendola in un pugno.
No. Quello non era Byakuya. Lui non avrebbe mai detto cose simili su di lei, e di questo ne era certa.
Quel momento di esitazione permise al demone di estrarre la sua spada e di prendere lo slancio in modo da trovarsi faccia a faccia con Misato.
La ragazza riuscì a riprendersi appena in tempo per fare un agile balzo all’indietro, ma il nemico riuscì comunque a tagliare parte del tessuto che copriva il corpo della ragazza all’altezza del petto.
È veloce, e i suoi movimenti sono fluidi ma.. si muove in modo innaturale.
È come una marionetta controllata da dei fili che rendono rigido ogni suo movimento. Nonostante ciò non sono cresciuta come una guerriera, ma come una sacerdotessa. Ora come ora sarà difficile batterlo.
Si ritrovò sul ramo dove il demone spesso si appisolava e si ritrovò a scrutarlo dall’alto in basso.
“Puoi continuare a scappare se vuoi. Ma non ti sarà tanto utile” le disse Byakuya.. no.. Naraku.
Quello non era più Byakuya: era Naraku nel corpo di Byakuya. Era una persona completamente diversa.
“Pensala come vuoi” gli rispose Misato schivando un altro dei suoi colpi che era stato accompagnato da un balzo. Lo slancio preso per allontanarsi da lui la costrinse a scendere dal ramo su cui si trovava.
Naraku non parve sorpreso, anzi le rivolse uno dei suoi peggiori sorrisi.
Con il salto di pochi attimi prima il nemico si ritrovò di fronte al tronco dell’albero al quale diede subito le spalle usandolo come trampolino per darsi lo slancio verso la giovane che stava scendendo verso terra.
Grazie alla forza delle sue gambe Naraku fu più veloce e riuscì, usando la spada per la terza volta, a colpirle la spalla sinistra.
La ragazza trattenne a stento un urlo di dolore e lasciò che il suo corpo cadesse lentamente a terra.
Si ritrovò in pochi attimi sormontata da Naraku “sai solo parlare a quanto pare. Credevo fossi in grado di fare qualcosa ma sei durata meno di quanto pensassi”.
Le sollevò il mento costringendola a guardarlo negli occhi “ma non si può dire che tu mi abbia annoiato. Infondo mi piacciono le vittorie facili”.
Mentre teneva lo sguardo fisso negli occhi della ragazza non si era accorto che la mano con la quale lei si teneva la spalla ferita le era scesa lungo il fianco tirando fuori dalla tasca del kimono il suo amato pugnale.
Quando vide le labbra della giovane incresparsi in un sorriso capì quale fosse il suo intento ma oramai era troppo tardi.
La ragazza teneva l’arma per il manico ed era pronta a colpire.
E colpì.
 
 
Angolo dell’autrice:
ecco a voi il nuovo capitolo, come al solito più tardi del previsto.. spero che vi sia piaciuto e che continuiate a leggere ;)

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14:
Posso farcela. Devo concentrarmi.
La lama del pugnale della giovane era  conficcata nel petto dell’avversario.
Non avevo mai provato ad eseguire una mossa del genere.. me ne aveva solamente parlato una volta mia madre..
 
“Misato.. quando crescerai sarai una grandiosa sacerdotessa, ne sono certa.
E c’è una cosa che ogni sacerdotessa di alto livello deve saper eseguire, anche se è una pratica molto complessa e che si impara a controllare solo con gli anni: l’esorcismo.
Si esegue su qualcuno o qualcosa che è stata posseduta da una creatura demoniaca.
La difficoltà di questa tecnica sta nel concentrarsi sulla presenza maligna che si percepisce e non su chi o ciò si ha di fronte.
Per molti risulta impossibile fare una cosa del genere, non riuscendo a vedere oltre la fisicità dell’oggetto o della persona.
L’esorcismo si esegue focalizzandosi solamente nella creatura demoniaca ignorando ogni altra cosa.
Concentrandosi su di essa, si deve trovare il centro della presenza che appare come una sorta di vortice oscuro e che va colpito con un’arma sacra o concentrando in una qualsiasi arma la propria energia spirituale”
Vedendo il volto confuso della bambina, Himeko le accarezzò i capelli “non preoccuparti sono sicura che un giorno ci riuscirai anche tu”
 
Naraku urlò di dolore portandosi la mano al petto.
Devo avercela fatta.. non posso aver commesso un errore.
La vedo! È una massa nera e irregolare e si sta.. contorcendo. Devo averla colpita.
Mentre il nemico gridava incapace di muoversi Misato tentò di concentrare la sua energia spirituale nel palmo della mano in modo da trasmetterla alla sua arma.
Con un movimento veloce affondò nuovamente il pugnale nella concentrazione di materia nera e tentò di tenere la mano immobile nonostante essa si stesse ribellando allontanandola da sé.
Continuò a spingere con tutte le sue forze, unendo anche l’altra mano all’atto raddoppiando l’intensità dell’attacco.
Vide il centro della massa brillare per alcuni secondi emanando luce propria che venne lentamente trasmessa al resto dell’area.
La trasformazione respinse l’arma della ragazza che cadde a terra con un tonfo.
Naraku continuava a gridare di dolore “Non è possibile! Una semplice sacerdotessa non può essere stata in grado di farmi questo! Tu.. stupida ragazzina.. non finisce qui..”
Il mezzo demone riuscì ad alzare lo sguardo nonostante il dolore per rivolgergliene uno carico di odio “tornerò.. per ucciderti come ho fatto con tua madre. Stanne certa”.
In un ultimo urlo la presenza di Naraku iniziò a farsi meno evidente fino a scomparire completamente.
Misato indietreggiò dal punto in cui si trovava il nemico fino a pochi attimi prima e si accasciò sulle ginocchia tremando come una foglia.
“Mamma.. l’avevi promesso..” iniziò a singhiozzare “come ha potuto farti questo?”.
Si riscosse dandosi alcuni colpi sulle guance e trovando la forza di trattenere altre lacrime “almeno.. adesso ha avuto quello che si meritava..”
Continuò a tremare mentre un’ultima lacrima le solcava la guancia “mamma.. sono riuscita a vendicarti”.
Rimase alcuni istanti immobile con lo sguardo fisso nel vuoto finché non si ricordò del motivo che l’aveva spinta a combattere mettendo a rischio la sua vita.
“Byakuya..” sussurrò sollevando lo sguardo ancora sconvolta.
Il demone dell’illusione era accasciato a terra senza dare alcun cenno di movimento.
“Byakuya!” urlò stavolta correndogli accanto. Gli posò le mani sul petto, e non sentendo alcun battito gli prese il polso.
Ancora niente.
“Non puoi andartene adesso.. non puoi lasciarmi anche tu..” continuava a mormorare piangendo.
Con le mani ancora sul petto dell’uomo tentò di trasmettergli le sue ultime energie rimaste, curando le ferite profonde che gli si erano riaperte durante il combattimento.
Sorrise nella fatica, notando che la pelle del demone stava iniziando a riprendere colore. Le braccia di Misato stavano cominciando a tremare per la mancanza di forza.
Continuò in ogni caso a trasmettergli quanta più energia potesse finché non vide gli occhi dell’uomo spalancarsi.
Si alzò di scatto per paura che l’esorcismo non fosse stato efficace, ma notò che le iridi del demone erano tornate del colore che tanto amava.
Gli sorrise spostando lo sguardo al suo petto, dove era ancora visibile un fascio di luce dorata che però si disperse nell’aria in pochi secondi.
Solamente parte di essa cadde sul pugnale di Misato, facendo brillare per un attimo la pietra rossastra sul manico dell’arma.
La ragazza sorrise stringendolo nel palmo della mano finché non inizio ad avere la vista offuscata.
Sorrise al demone che oramai aveva preso coscienza e che si era alzato per avvicinarsi a lei.
“Finalmente.. sei tornato” riuscì a sussurrare prima di svenire tra le braccia dell’uomo di cui era innamorata.
L’ultima cosa che riuscì a sentire era la voce del demone che la chiamava.
Questo mi ricorda qualcosa.. pensò sorridendo prima di perdere completamente i sensi.
 
 
Byakuya era seduto a terra, la testa dell’amata poggiata sulle sue gambe.
Le sopracciglia del demone erano aggrottate e le iridi continuavano a spostarsi di luogo in luogo in un suo tentativo di distrarsi.
Respira.. il cuore batte.. sta bene..
Nonostante seguitasse a ripetersi le stesse frasi, era incerto e preoccupato. Continuava a controllare le pulsazioni della ragazza che, anche se erano ormai tornate regolari, non smettevano di agitarlo.
Misato aveva perso i sensi da nemmeno un minuto, ma Byakuya non riusciva più a vederla tenere gli occhi chiusi.
Voleva solo che aprisse gli occhi all’istante, dicendogli che andava tutto bene e che aveva semplicemente avuto un breve mancamento.
Continuava ad aspettare rifiutandosi di muoversi dalla posizione in cui si trovava, per paura che un suo minimo spostamento potesse danneggiare la giovane.
La sua inutilità in quel momento lo rendeva frustrato e irritato.
Sbuffò alcune volte per poi spostare per l’ennesima volta una ciocca di capelli che continuava a cadere sul viso della ragazza.
Per quanto ancora vorrai dormire? Non ti sei ancora stancata di farmi preoccupare?
Sorrise nel vedere un leggero movimento del capo di Misato che doveva aver percepito il tocco delle dita di Byakuya sulla sua guancia.
Ti stai divertendo, eh? In fondo ti stai riposando comodamente mentre io invece non so cosa fare..
Il demone guardò le proprie vesti macchiate di sangue, e si ricordò delle ferite infertogli da Naraku.
Non sentiva più niente.
Da quando aveva aperto agli occhi.. da quando era tornato sé stesso, non aveva più provato alcun dolore.
Le ferite non erano del tutto scomparse, si rendeva conto che il suo corpo era ancora danneggiato ma rispetto a prima si sentiva molto meglio.
Rivolse un’occhiata sorpresa a Misato che continuava a emettere respiri profondi.
Cosa ti è saltato in mente? Non ti è bastato curarmi la prima volta? Dovevi per forza spingerti a tanto? Spingerti al punto in cui hai perso ogni forza rimasta nel tuo corpo?
Strappò una manica della sua veste oramai danneggiata dai segni della battaglia e la usò per avvolgere la ferita, fortunatamente lieve e superficiale, sulla spalla sinistra della ragazza.
“Prima di occuparti degli altri prenditi cura di te stessa, stupida” borbottò il demone accarezzandole nuovamente la guancia.
Stavolta la reazione della giovane fu più evidente.
La mano del demone sul viso di Misato venne raggiunta da quella della ragazza che la strinse nella sua.
“Byakuya..” sussurrò lei mentre apriva gli occhi ancora stordita.
Il demone la aiutò a tirarsi su lentamente sostenendola con le proprie braccia.
“Cosa..” la ragazza ancora lievemente confusa iniziò a ricordarsi dei fatti appena accaduti.
“Stai bene?” gli chiese rivolgendogli uno dei suoi soliti sguardi preoccupati.
“Dovrei essere io a farti la stessa domanda” le rispose lievemente seccato, per poi accarezzarle i capelli dolcemente “hai una vaga idea di come mi sia sentito quando ti ho vista cadere a terra?”.
“Non sono caduta a terra, mi hai presa in tempo” si affrettò a precisare la giovane.
Lui le rivolse un’altra occhiata frustrata “ha davvero importanza?”
“Certo che ha importanza! Mi sarei fatta male se fossi caduta a terra!” esclamò lei come se fosse ovvio.
Lui non riuscì a trattenere una lieve risata che fu però seguita da un profondo sospiro.
Ma non un semplice sospiro.
Un sospiro che conteneva tutta l’ansia e la preoccupazione che l’uomo aveva dovuto sopportare negli ultimi minuti, e che ora stava lasciando andare nel vedere la ragazza che amava ridere ancora una volta davanti a lui.
Il demone la tirò dolcemente a sé in un abbraccio, poggiando il mento sulla spalla sana della ragazza.
Continuò ad accarezzarle i capelli per alcuni istanti nei quali Misato tratteneva il respiro non sapendo cosa fare.
Lentamente gli cinse la vita ricambiando la stretta, nascondendo il viso nell’ampio petto di Byakuya e strofinando il naso sulla sua veste.
Lui sbuffò nuovamente “cosa devo fare con te?” continuò a mantenere salda la presa attorno al corpo della giovane come spaventato che potesse scomparire da un momento all’altro, mentre le braccia della ragazza che lo cingevano lo rassicuravano del contrario.
“Sono solo.. felice che tu stia bene”
“anche io..” gli rispose in un sussurro.
 
 
Angolo dell’autrice:
scusatemi tutti per il ritardo con questo capitolo, ma mi si sono accumulati molti impegni recentemente! Vi assicuro che il prossimo richiederà meno tempo..
Come al solito vi ringrazio per aver letto questo capitolo, e per seguire o recensire la mia storia <3 a presto con il prossimo capitolo
 
 

 

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Capitolo 16
*** capitolo 15 ***


Capitolo 15:
 
Erano entrambi ancora confusi riguardo i fatti appena accaduti e nessuno dei due riusciva a sciogliere l’abbraccio.
Misato si sentiva sicura mentre le braccia del demone la cingevano.
Sentiva su di sé il calore del corpo del demone mentre strofinava il viso sul suo petto, ancora incapace di allentare la presa attorno alla vita dell’altro.
Le sembrava quasi di poter dimenticare ogni cosa e di potersi finalmente rilassare, protetta dall’uomo che amava.
Byakuya invece non riusciva a credere di poter stringere di nuovo a sé il corpo della ragazza, che durante la battaglia le era sembrato così distante.
Si era sentito impotente, incapace di aiutarla nell’unico momento in cui la giovane aveva avuto davvero bisogno di lui. Aveva davvero creduto di averla persa, e in tal caso non avrebbe mai potuto perdonare sé stesso per aver lasciato che tutto ciò accadesse.
Ogni suo pensiero sembrava però disperdersi mentre inspirava il suo profumo e le accarezzava dolcemente il capo con una mano e la schiena con l’altra.
Sentiva il corpo tremante di Misato rilassarsi sotto le sue carezze e, quando la giovane lo strinse ancora di più a sé, Byakuya poggiò il mento sulla sua testa emettendo un sospiro.
“Hai una minima idea di quanto mi hai fatto preoccupare?” le chiese tentando di mantenere un tono di voce calmo per non agitare ulteriormente la ragazza.
Lei parve cogliere lo stesso l’agitazione del demone che, nonostante avesse tentato, non era riuscito a celare completamente “mi dispiace..”.
Vedendola strofinare nuovamente il volto sulla sua veste si affrettò a tranquillizzarla “non preoccuparti.. è tutto passato oramai”.
La ragazza ruppe l’abbraccio allontanandosi da lui, ma solo di pochi centimetri, per mostrargli un sorriso sincero.
Lui notò subito il rossore sotto gli occhi della giovane che erano anche piuttosto gonfi e lucidi.
Gli bastò lanciare un’occhiata alla sua veste per avere la conferma che la ragazza non era riuscita a trattenersi dal piangere.
Le accarezzò una guancia e ricambiò il suo sorriso “va tutto bene adesso.. davvero”.
Lei gli prese la mano e la strinse tra le sue “lo so..”.
 
 
 
Misato aveva appena messo piede nella sua abitazione quando fu circondata da due figure, schiacciata da loro in entrambi i lati.
“sono così contenta che tu stia bene!”
“non hai idea di quanto fossimo in pensiero per te”.
La ragazza confusa riconobbe subito la voce della sua amica Yuko seguita da quella dell’anziana Eiko e circondò i loro corpi in un grande abbraccio.
“mi dispiace di avervi fatto preoccupare, ma sto bene. Non sono neanche ferit..” il dolore proveniente dalla sua spalla risvegliato dalla stretta delle due la interruppe e le fece comparire sul viso una smorfia.
Eiko la lasciò andare immediatamente seguita da Yuko “ma non dire sciocchezze! Lascia che ti medichiamo!”
Nonostante il tono irritato la condusse con dolcezza attraverso l’ingresso e la fece accomodare mentre Yuko si affrettò a recuperare il necessario.
Tornò dopo pochi attimi con il respiro affannoso e porse il materiale a Eiko che iniziò a medicarla in silenzio.
“… So che ti aspetti delle spiegazioni e hai tutto il diritto di averle” fermò Yuko che aveva iniziato ad andarsene per lasciare le due donne sole “puoi restare ad ascoltare; in fondo avevo detto che ti avrei spiegato ogni cosa”.
E così in poco tempo la ragazza aveva raccontato tutto quello che le era accaduto da quando aveva incontrato il demone; come quest’ultimo fosse controllato da Naraku e come era stata costretta a combattere contro di lui.
“Eiko c’è qualcosa che devo dirti e voglio che mi ascolti con attenzione. Da quando ci siamo incontrate ti sei presa cura di me senza pretendere nulla in cambio. Mi sei stata sempre vicina e oramai ti considero come una seconda madre”.
Gli occhi della donna anziana si inumidirono ma la lasciò continuare senza interromperla.
“Non farei mai nulla che andasse contro la tua volontà per tutto quello che hai fatto per me, per questo voglio essere sincera con te riguardo i miei sentimenti.
So cosa pensi riguardo i demoni e nonostante ciò mi sono innamorata di uno di loro, ma non mi pento affatto di questo. Anzi sono felice di averlo incontrato.
In questo poco tempo ho imparato ad accettarmi per quello che sono e a non sentirmi inferiore a nessun altro, per questo ti chiedo di fidarti di me.
Fidati della mia capacità di giudicare chi mi circonda e di distinguere il bene dal male perché so che scegliendo di stare con lui farei la scelta giusta.”
Si chinò in ginocchio fino a toccare terra con la fronte “fidati di me”.
Dopo infiniti attimi di silenzio la ragazza sollevò il volto certa di non essere riuscita a convincere la donna che invece la circondò all’istante con le sue braccia.
“Se davvero quest’uomo è riuscito a farti innamorare deve essere una persona meravigliosa. Spero che presto me lo farai conoscere”.
Misato sorrise tra le lacrime “certamente”.
Yuko emise un gridolino di felicità “sono contenta che finalmente voi due stiate insieme! Sono così felice per te!”
Misato rimase in silenzio e si guardò intorno in imbarazzo. L’amica la guardò sbalordita “non è forse così?”
“Non gli ho ancora rivelato i miei sentimenti, e non sono sicura provi lo stesso per me” prima che l’amica potesse ribattere continuò “ed è proprio per questo che intendo dirglielo”.
Yuko le sorrise “certe volte la tua ingenuità mi sorprende davvero. Ovviamente ricambia i tuoi sentimenti, dopo tutto quello che ha fatto per te!”
Misato sospirò “potrebbero essere semplici sentimenti di amicizia e non d’amore, ma ho comunque intenzione di confrontarmi con lui”.
“cosa stai aspettando allora? Corri da lui!” l’amica la spinse contro l’uscio ma l’altra sembrava esitare “qual è il problema? Non volevi rivelargli quello che provi?”
“si ma non conciatà così!” sbottò l’altra.
Yuko la guardò per alcuni istanti: il kimono era parzialmente strappato, il viso arrossato, i capelli spettinati.
“forse non hai tutti i torti. Vai a farti un bagno, ai tuoi capelli ci penserò io più tardi” le fece un occhiolino.
Misato le sorrise grata e si diresse verso la vasca.
 
 
 
Byakuya sedeva ai piedi del solito albero con un sorriso stampato sulle labbra.
Finalmente la voce che da sempre lo tormentava se ne era andata, la sua mente era vuota o se non altro libera da quell’irritante risata. Si sentiva libero, dopo tanto tempo.
Abbassò gli occhi al petto dove era stato pugnalato dalla giovane e si tastò con attenzione, sorpreso ancora una volta dall’assenza di ferite eccetto alcuni graffi superficiali.
Sorrise al ricordo della ragazza “è straordinaria, non credevo avesse tutta quella forza” pensò.
Ben presto il sorriso svanì quando ripensò al corpo della ragazza cadere improvvisamente tra le sue braccia, al suo viso pallido e stanco.
“se è stata ferita in quel modo non è altro che colpa mia. Fin da quando ci siamo incontrati non ho fatto altro che provocarle dolore e sarà così anche in futuro se continuerò a starle accanto.”
Strinse la mano in un pugno “non ho il diritto di dirle i miei sentimenti, né merito di essere amato da qualcuno.
La mia presenza nella sua vita non sarebbe altro che un peso, un intralcio. Forse farei meglio a non rivederla.. ma allora che senso avrebbe vivere? La mia vita è nelle sue mani. Se esisto come me stesso e non come semplice emanazione è solo grazie a lei”.
Indeciso sul da farsi si alzò in piedi di scatto “ma almeno per oggi farei meglio ad allontanarmi. Non credo di avere la forza di allontanarla se la rivedessi ancora”.
E così dicendo se ne andò dal posto in cui da sempre si incontrava con la giovane.
Non si allontanò molto però, date le ferite ancora non del tutto guarite e andò in un altro dei luoghi carichi di ricordi di lei da quando era tornato in vita.
Nel luogo in cui aveva incontrato ancora i suoi vecchi nemici per cui ora non nutriva alcun sentimento di odio. Si sdraiò nel prato tra i fiori in cui lei aveva volteggiato sfoggiando un sorriso estasiato.
Sorrise al ricordo e tentò di appisolarsi.
Ma non ci riuscì; perché subito fu chiamato da una voce che era certo non avrebbe risentito ancora.
“Byakuya!”
 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 + epilogo ***


Capitolo 16:

“finalmente ti ho trovato!”
Il demone riaprì gli occhi per ritrovarsi di fronte il viso della ragazza attraversato da un sorriso “non ti libererai di me così facilmente!”
Byakuya era esterrefatto, non riusciva a capire cosa stesse accadendo. Niente stava andando secondo i suoi piani e non poteva esserne più felice.
Stava per sorriderle e stringerla in un abbraccio quando si ricordò delle sue intenzioni perciò la allontananò con una dolce spinta e si sollevò sui gomiti “come hai fatto a trovarmi?” chiese con tono freddo fingendo disinteresse.
Lei non vi badò affatto “non potrai mai nasconderti da me, ti conosco troppo bene ormai” rispose scoppiando in una squillante risata.
Il demone finalmente posò lo sguardo sulla sua figura: i capelli erano legati in una lunga treccia che le ricadeva su una spalla, attorno al collo una collana argentea che si intonava con il nuovo fermaglio inserito nella treccia, il lungo kimono cerimoniale stretto in vita da una decorazione dello stesso colore che faceva risaltare ancora di più il colore dei suoi occhi e il rossore sulle gote.
Era stupenda, tanto che il demone perse la sua solita compostezza e si sciolse in un sorriso gentile.
Scosse la testa immediatamente e riprese a guardarla freddamente “ero venuto qui per riposarmi e avevo intenzione di incontrarti domani per parlarti. Credo sia meglio non rivederci più”.
Il sorriso sul volto di lei morì in un istante e colta di sorpresa dalle parole del demone gli si avvicinò inginocchiandosi “cosa succede? Non è da te comportarti così.. c’è qualcosa che ancora non mi hai detto?”
“nulla che ti riguardi. Ti chiedo solo di rispettare la mia scelta. Rivedermi non avrebbe alcun senso per entrambi”.
Misato era sempre più confusa “cosa intendi dire con questo?” la voce le si spezzò improvvisamente e il demone dovette trattenersi da stringerla a sé.
“non voglio più vederti. Dopotutto l’unico motivo per cui mi sono avvicinato a te era per ucciderti come Naraku mi aveva ordinato. Sei davvero sicura di poterti fidare di un demone spregevole come me?” le rivolse un amaro sorriso.
“non voglio sentirti parlare così!” gridò lei guadagnando la voce perduta poco fa e stringendo i pugni “se davvero avessi voluto uccidermi avresti potuto farlo in qualunque momento! Ma non l’hai fatto! Non puoi cercare di ingannarmi, se davvero mi detesti così tanto da non volermi rivedere potrei accettarlo ma non crederò alle tue bugie! Dimmi qual è la vera ragione del tuo comportamento!”
Oramai Byakuya aveva un’ultima possibilità, sapeva che l’avrebbe ferita ma non poteva fare altro per allontanarla da sé definitivamente.
“hai ragione, non ha alcun senso mentirti oramai. Non voglio trascorrere le mie giornate con un’inutile sacerdotessa che oltretutto non è altro che un mezzo demone, creatura inferiore ad ogni altra esistente. Se non ti ho uccisa prima è stato perché mi rifiuto di seguire gli ordini di un buono a nulla come Naraku. Non provo né proverò mai nulla per te tranne un profondo disprezzo”.
Non riuscì a voltarsi verso di lei perché sapeva che se l’avesse vista piangere non avrebbe resistito, le avrebbe detto tutto quello che provava veramente.
Aspettò con impazienza una risposta ma quando non la sentì arrivare si decise a guardarla e quello che vide lo ferì più di quanto avrebbe mai potuto immaginare.
Sorrideva.
Ma non come sempre, non uno dei suoi soliti sorrisi sinceri e dolci. Per la prima volta odiò vederla sorridere perché era il sorriso più finto che gli avesse mai rivolto.
La ragazza alzò lo sguardo con difficoltà e si rivolse a lui con voce tremante ma decisa “alla fine non sei riuscito a dirmi altro che bugie, ma per essere arrivato a tal punto significa davvero che non vuoi più vedermi. Non so per quale motivo ma devo aver davvero fatto qualcosa di sbagliato”.
Iniziò a singhiozzare ma mantenne il sorriso e impedì alle lacrime di solcargli il viso coprendolo con le maniche del kimono “ e nonostante ciò non ti chiederò scusa, perché so che non ti piace quando lo faccio”.
Scoppiò in una risata interrotta da singhiozzi “perciò ti dirò solo grazie per tutto questo tempo, per tutto quello che hai fatto per me..” si interruppe per spostare le maniche dal suo volto che ora divenne visibile.
I suoi occhi erano arrossati e le guance rigate da lacrime ma nonostante ciò sulla sua bocca rimase sempre curvata in un sorriso.
Allungò le mani e le posò sulle guance del demone che sembrava incapace di comprendere cosa stesse accadendo. Si avvicinò a lui e gli diede un dolce bacio sulla fronte che durò per un istante “e per avermi fatta innamorare per la prima volta”.
Gli sorrise per l’ultima volta, ma stavolta era un sorriso autentico “addio”.
La ragazza si alzò in fretta e furia ed iniziò a correre lontana da lui, ma la vista le era annebbiata dalle lacrime perciò non potette vedere il masso di fronte ai suoi piedi e cadde fragorosamente a terra.
Ignorò il dolore e si affrettò ad alzarsi ma prima di poterlo fare venne sollevata tra due forti braccia che la strinsero così forte a sé che la ragazza credé di soffocare.
Il demone la poggiò a terra con dolcezza e la strinse in un profondo abbraccio “mi dispiace..” la sua voce era incerta e persino le sue braccia tremavano credendo di ferirla “mi dispiace..”.
La ragazza lo allontanò e gli riprese il viso tra le mani. Vedendo la sua espressione sofferente gli sorrise con dolcezza “non sei l’unico a cui non piacciono le scuse”.
Il demone era senza parole. Tutto quello che aveva fatto finora per allontanarla era stato inutile; era riuscita a togliere la maschera di menzogne che aveva indossato fino a poco fa, era riuscita a farlo tornare sé stesso.
Scoppiò in una risata secca “come riesci a farmi agire in maniera così irrazionale.. non sai a cosa stai andando incontro. Non sarai mai felice stando con me, non ti porterò altro che dolore”.
“non mi importa. Tutto quello che so è che senza di te non potrò mai essere felice. Nessuno può conoscere il proprio futuro, te incluso. Perciò smettila di avere una visione così negativa e concentrati sul presente”.
Il demone sorrise “è per questo che mi sono innamorato di te” le disse incrociando il suo sguardo.
Il volto della ragazza divenne color porpora “stai dicendo che..” non riuscì a finire la frase che un paio di labbra si posarono sulle sue.
Un bacio dolce e rapido dal quale lei non si scostò affatto, anzi appena il demone temendo di averla spaventata tentò di allontanarsi da lei ci riuscì solo per alcuni centimetri prima che le esili braccia della ragazza gli cinsero il collo tirandolo a sé in un bacio goffo nel quale i nasi dei due si scontrarono.
Lui sorrise della sua tenerezza e si affrettò ad approfondire il bacio passandole la lingua sul labbro superiore.
La ragazza sorpresa lo spinse via coprendosi con le maniche le labbra e le guance color pomodoro.
Lui sorrise divertito “hai ragione, il resto è meglio farlo altrove. Questo non è certo il luogo adatto”.
“c-cosa ti salta in mente?” Misato ancora più rossa di prima si alzò dandogli le spalle “seguimi”.
Appena il demone aprì le labbra per obiettare si affrettò ad aggiungere “in silenzio”.
Lui sbuffò “dove vorresti portarmi? Hai dimenticato la grandezza della mia aura demoniaca? Il tuo villaggio è coperto da una barriera”.
La giovane si fermò e si voltò a guardarlo “lo so, è per questo che ho fatto questo per te” gli circondò il collo con una collana con appeso un ciondolo di ossa di demone “è fatto con un demone antico, me lo ha dato mia madre in passato in caso di necessità. Rende l’aura di un demone benevola consentendogli l’accesso alle barriere protettive” gli prese un polso e si affrettò a camminare “e ora sbrigati, c’è una persona che voglio farti conoscere!”
 
 
 
Misato raggiunse Byakuya al tempio con una cesta di kimono tra le braccia “cosa ci fai qui? Non dovevi andare a caccia per il vecchio venditore di spezie?”
L’uomo sospirò “c’è ancora tempo, e poi non è colpa mia se la tua amica ha deciso di trattenermi” indicò Yuko seduta accanto a lui.
Misato la guardò sospettosa “di cosa gli volevi parlare?”
“oh Misato, perché mi guardi in quel modo? Gli volevo solo chiedere se aveva intenzioni serie nei tuoi confronti! Che male c’è ad essere preoccupati per la propria amica?”
La mora era ancora più confusa “e vorresti chiederglielo dopo un anno che vive nel villaggio..?”
La bionda sorpresa si affrettò ad inventare una scusa “beh, sì in effetti è così. Resterei volentieri a parlare con te ma credo che Eiko mi stia chiamando, a dopo” e così si affrettò fuori dal tempio.
Misato scoppiò a ridere “e poi sono io l’ingenua!” si rivolse quindi a Byakuya “di cosa stavate parlando? Onestamente stavolta”.
Lui la guardò incuriosito “gelosa?”
La giovane arrossì “perché credi che io sia gelosa?” distolse lo sguardo per riposarlo su di lui “in effetti.. forse è così”.
Byakuya le sorrise con dolcezza per poi sospirare “certo che non posso mai nasconderti nulla.. mi stava solo dando consigli su quando avrei dovuto parlarti di una cosa”.
Misato lo guardò confusa “che cosa?”
L’uomo si alzò e la sollevò tra le braccia “ma cosa stai- hey, mettimi giù!”
“Misato” la guardò così serio che la ragazza smise di divincolarsi “vorresti venire a vivere con me e costruire insieme una famiglia?”
la giovane rimase talmente sorpresa che non riuscì a proferire parola e si limitò a guardarlo con gli occhi sbarrati. Il demone la posò a terra “se non ti senti ancora pronta non-”
“ma certo che voglio vivere con te!” la ragazza gli getto le braccia al collo e l’uomo scoppiò a ridere cingendola in un dolce e lungo abbraccio.
 
 
 
Angolo dell’autrice:
onestamente mi ero dimenticata dell’esistenza di questa fic, ma non mi piace lasciare un lavoro incompleto perciò con molto ritardo ho deciso di finirla.
Spero che vi sia piaciuta almeno un po’ e alla prossima fic (forse)

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