Giallo a Fairy Tail!

di RomanticaLuna
(/viewuser.php?uid=430838)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Romanzo Di Lucy! ***
Capitolo 2: *** Missione Angy! ***
Capitolo 3: *** Sotto Processo! ***
Capitolo 4: *** Diamo Il Via Alle Indagini! ***
Capitolo 5: *** Il Tradimento Di Levy-chan! ***
Capitolo 6: *** Qualcosa Da Nascondere! ***
Capitolo 7: *** Grazie, Fairy Tail! ***



Capitolo 1
*** Il Romanzo Di Lucy! ***


 
1 - IL ROMANZO DI LUCY!

 
 
Era una giornata normale a Fairy Tail. Sempre che si possa considerare normale una rissa alle 9 di mattina! Natsu e Gray avevano iniziato ad offendersi appena messo piede in Gilda.
“Prova a ripeterlo, Fiammifero Ambulante!” o “Vuoi prenderle, Ghiacciolo Pervertito?” erano solo alcune delle frasi che, almeno per loro, non potevano mancare per fare di un giorno un “buongiorno”! E una cosa tira l’altra, un membro alla volta aveva fatto una full immersion nella battaglia.
Lucy se ne stava in disparte, in un’attesa eccitata e terrorizzata al tempo stesso. Non erano passati nemmeno venti minuti da quando aveva consegnato il suo romanzo a Levy.
La maga dello Scripter leggeva ad una velocità supersonica e ad ogni riga la sua espressione cambiava. Un momento era sorpresa, qualche secondo dopo restava senza fiato, fino ad inarcare le sopraciglia in alcuni passaggi che, secondo Lucy, le sembravano incomprensibili. Non era ancora una scrittrice e si vergognava a mostrare le sue opere. Ma l’amica aveva insistito tanto per leggere quel fantomatico romanzo, frutto di enorme fatica, che non aveva saputo resistere ed aveva ceduto alle sue continue suppliche.
Quel particolare manoscritto parlava di una detective molto intelligente e scaltra, solitaria e tenace. Mentre scriveva, la giovane poliziotta le era subito piaciuta. Si era descritta praticamente da sola. Ma, ora, era insicura di averle dato tutti i pregi che nella sua mente l’investigatrice aveva o se aveva dato troppo rilievo ai difetti. Insomma, ripensandoci in preda all’angoscia, avrebbe cambiato praticamente tutto il libro!
Levy lesse ancora alcune pagine, poi raccolse i fogli, lisciandoli con le mani. La sua espressione era indecifrabile. Lucy non riusciva a capire se le erano piaciuti quei primi capitoli oppure avrebbe voluto lanciarle dietro tutto il manoscritto. Dopo qualche secondo (parso mezzo secolo alla bionda), Levy aprì la bocca.
“Non so come dirtelo, Lu-chan” cominciò, senza far trapelare nessuna espressione sul viso da bambina.
Il cuore della Maga degli Spiriti Stellari perse un battito, per poi accelerare in tutta fretta. Un po’ come un treno in partenza dalla stazione!
Un altro sguardo, poi sul volto della Scripter apparve un sorriso che partiva da un orecchio e arrivava perfettamente all’altro.
“E’ fantastico! Il modo in cui cambia la situazione! All’inizio ho pensato che il colpevole fosse la figliastra, perché non mi stava molto simpatica e litigava spesso con il padre. Però poi è cambiato tutto e solo grazie ad un misero indizio! Fenomenale, davvero! Non vedo l’ora di finirlo!” parlava a macchinetta mentre il cuore dell’amica faceva i salti di gioia.
Non riusciva a credere di aver avuto così tanto successo quando si aspettava il più completo fallimento!
“Ti dispiace se lo porto a casa e te lo ridò domani?” continuava imperterrita Levy, schiacciandosi contro il tavolo appena in tempo al passaggio di uno sgabello volante.
“No, fai pure!” riuscì solamente a dire Lucy che, un po’ più lenta di riflessi, lo sgabello l’aveva preso in piena faccia.
Furibonda e offesa e con la faccia rossa (un po’ per la botta e un po’ per il sentimento del momento), si alzò in piedi sul tavolo ed estrasse dall’astuccio una delle sue inseparabili chiavi.
“Come avete osato” urlò cercando di trattenere le lacrime che le salivano agli occhi a causa della rabbia “Ah! Adesso vedrete!”, girò la chiave nella serratura trasparente che divideva i mondi. Poi fu un attimo. I combattenti non ebbero nemmeno il tempo di capire cosa stava succedendo. Si trovarono sommersi dall’acqua che turbinava vorticosamente fino al soffitto e sbatacchiava tutti contro i muri. Lucy aveva evocato il suo Spirito più combattivo: la temibile Aquarius!
Probabilmente dimenticandosi che avrebbe sicuramente sommerso anche lei. Infatti, la bella sirena sghignazzava mentre con un singolo gesto della brocca creava mulinelli che facevano rimbalzare tutti i Maghi ovunque. Solo dopo essersi divertita sufficientemente, Aquarius decise di tornarsene a casa. Quando l’acqua si ritirò, si poterono stabilire i danni (povero Master Makarov, per fortuna che non aveva assistito alla scena!). c’erano molti dei tavoli spezzati a metà, le finestre si erano sbriciolate e su una parete era comparsa una vistosa crepa. Increspatura che, dopo l’attento studio di Natsu, si trasformò in un vero e proprio varco! Nonostante ciò, Lucy vide che la sua amica dai capelli turchini aveva ripreso a leggere imperterrita. Non aveva addosso nemmeno una goccia d’acqua ed anche il libro era intatto e, miracolosamente, asciutto! Sfogliava le pagine tranquilla, probabilmente non si era nemmeno accorta della valanga che li aveva travolti.
“Lu-chan! Senti un po’! Secondo te è possibile riuscire a risalire al colpevole partendo dal minimo indizio di un appuntamento in agenda? Insomma…alla fine non è detto che la vittima sia veramente andata all’appuntamento!”. Lucy sapeva che non le stava davvero rivolgendo la parola. Era più un monologo che Levy spesso faceva a se stessa. Pensava e ragionava, si immedesimava nel personaggio e non alzava più gli occhi dal libro. Non le rispose, intenta com’era a guardarsi intorno. Ovviamente, il solito battibecco tra “Uomini” come diceva Elfman, aveva ripreso. Sorrise. Quella Gilda non cambiava proprio mai! È vero che praticamente tutti i Maghi erano giovani, ma più che altro sembrava il ritrovo di bambini scatenati e molto violenti! Quando riportò la sua attenzione su Levy, fu sorpresa di trovarsi davanti agli occhi le iridi castane dell’amica. La guardava in modo malizioso, cosa che fece venire la pelle d’oca alla prosperosa Maga bionda.
“Ne, Lu-chan! Puoi dirmi una cosa?” cominciò la turchina e, vedendo sul viso dell’amica l’espressione che tanto desiderava vedere, continuò “Chi sarebbe il bel tenebroso che aiuta Linda? O per meglio…cosa c’è tra loro?”
“E’ solo un collega, perché?”. Nella sua mente Linda doveva essere un detective solitario, chiuso e si, forse, anche un po’ asociale. Ma bravo e professionale! Non si lasciava distrarre da nulla quando lavorava ad un caso e ci metteva anima e corpo per trovare il colpevole. Il personaggio di Roman, quello che Levy aveva descritto come il “bel tenebroso”, era nato dal nulla. Era un personaggio, almeno secondo Lucy, senza troppa importanza. Doveva fornire alla protagonista solo un indizio che le era sfuggito, così da metterla sulla pista giusta. Non aveva pensato a niente di più per lui. Né tanto meno pensava che Linda potesse ritagliarsi uno spazio per una storia d’amore. No, impossibile! C’era un altro personaggio che era entrato in gioco senza il via libera di Lucy. Era un vigile urbano, il primo a trovare il cadavere. Sin dal primo momento si era infiltrato nella vita di Linda, chiedendo la possibilità di avere una parte maggiore nel caso o di poter aiutare in qualche modo. Le stava appiccicato ovunque, dava le sue opinioni (spesso non ragionate) e si divertiva a scombinarle la vita.
D’altronde si sa, le idee dello scrittore spesso contano solamente per dare un input al testo. Poi ogni personaggio prende vita e si scrive da solo la propria storia. Ora, l’immaginazione di Levy volava già lontano, oltre al caso d’omicidio ed il romanzo dell’amica. Pensava ad un finale alternativo che avrebbe potuto essere scritto più avanti.
“Oh si, come no! Penso che sarebbe una bella lotta tra il misterioso Roman ed il maniacale Jules. Mi chiedo perché non hai pensato anche ad una storia d’amore. Magari ad un duello tra i due, all’ultimo sangue. L’ultimo a restare in piedi avrebbe potuto chiedere un appuntamento a Linda!”
“Oh si! Così invece che un omicidio avrebbe dovuto risolverne due!” rise Lucy.
“Lu-chan!” continuò la Scripter. Aveva appoggiato il manoscritto sul tavolo ed aveva appoggiato la testa sulle braccia conserte. “Ti sei ispirata a qualcuno per i personaggi?”
A qualcuno…no, erano nati nella sua mente per caso! O per meglio. Lei si immaginava un po’ come Linda! Magari non era intelligente, non aveva le sue virtù ed aveva il triplo dei suoi difetti! Però, un po’ per lo meno, si divertiva ad identificarsi in lei!
Comunque, scosse la testa.
“Ah no? Perché le descrizioni mi sembrano abbastanza familiari!”
“Davvero?” era sorpresa. Non pensava di aver preso ispirazione dai suoi nakama per i suoi personaggi. E poi, a chi potrebbero assomigliare?
“Sai come la penso?” ovviamente, non attese risposta per continuare “Penso che saresti una splendida detective! E avresti due affidabili…no, non affidabili…due eccellenti compagni che ti aiuterebbero ad arrivare alla verità! Anzi, direi che ne manca uno! Dovresti inserirlo, altrimenti si offende!”. Rideva tra sé mentre ragionava. Lucy ascoltava in silenzio. Non riusciva a capire cosa quella testolina arruffata stesse macchinando.
“Comunque, non penso sia stata Emily ad uccidere il signor Reed. Ha troppo buon cuore! Penso invece che la figliastra, Leila, si fosse messa d’accordo con qualcuno per lasciare indizi che incolpassero lei!”. Bene, aveva ricominciato a parlare da sola. Ma era talmente seria mentre parlottava che faceva quasi tenerezza!
“Eppure, Leila ha un buon alibi!” le fece notare Lucy.
“Ah…non mi convince! Insomma! D’accordo, può essere stata ripresa dalle telecamere del centro commerciale! Ma magari era in combutta con qualcuno! Aveva un complice!”
Effettivamente, anche Lucy voleva inizialmente far andare così le cose. Ma non era riuscita nel suo intento.
Aveva iniziato a descrivere l’omicidio del signor Reed, uomo ricco e potente, vedovo con una figlia teenager, Emily, risposato con una donna stupida ed avida, anch’ella con una figlia viziata e molto gelosa di tutto (Leila)!
La sua idea era quella di dare a Leila un alibi, ma farle commettere comunque l’omicidio con l’aiuto di un complice misterioso. Sfortunatamente, alla storia quell’idea non piaceva. Leila ne era uscita pulita grazie alla registrazione di un centro commerciale, che confermava che lei era rimasta a fare shopping con la madre da mattina a pomeriggio. L’unica nella famiglia a non avere alibi era Emily e tutti gli indizi portavano a lei. La ciocca biondo cenere tra le nocche del signor Reed, il profumo di fragola sulla sua cravatta, le macchioline di sangue sul vestito dell’adolescente. Anche il fatto che mentisse continuamente all’interrogatorio la rendeva colpevole agli occhi del lettore. Ma no! Troppo semplice!
“A che punto sei arrivata del libro?” chiese Lucy ripensando a tutte quelle notti perse a scrivere ed accartocciare fogli, cercando di lottare invano contro la storia.
“Linda e Roman stanno interrogando Emily. Perché mente? Insomma! È normale che non sia lei la colpevole! I veri colpevoli si dichiarano subito innocenti, come hanno fatto Leila e sua madre! Lei no!” fece una pausa “E poi…perché? Emily non avrebbe motivo di uccidere il padre!”
“C’è pur sempre il fatto dell’eredità. Come unica erede avrebbe tutta la casa e le ricchezze del padre” fece notare Lucy. Ma no, nemmeno quest’idea piaceva a Levy.
La Maga degli Spiriti Stellari era riuscita a creare una certa suspense, dando gli indizi uno alla volta. Però doveva ammettere che Levy era intelligente! Sarebbe senz’altro arrivata alla soluzione e velocemente!
“C’è un’altra parte che non capisco” disse riprendendo in mano i fogli e girandoli fino ad arrivare al punto esatto.
“Qui dice che Linda ha trovato il diario segreto di Emily. Scrive: -Da quando ho scoperto il grande segreto di papà, non sono più riuscita ad avere pace. Come ha potuto? E soprattutto, perché? La mamma lo sapeva? O ne era completamente all’oscuro? Oggi lo vedrò con i miei occhi! Sono curiosa. E se fosse come me lo immagino? E se, invece, non riuscissi a riconoscerlo? D’altronde, ho solamente un nome e un vecchio indirizzo. Chissà se si trova ancora lì!- e termina la pagina. Insomma, cos’è questo grande segreto?”
“Oh, Levy, come sei precipitosa! Lo scoprirai alla fine!”. Lucy lanciò un sorriso all’amica, le fece l’occhiolino ed uscì, seguita subito da Natsu ed Happy. Dovevano tornare al lavoro, l’affitto non si pagava mica da solo!
***
 
L'angolo di *L*
Okay, allora! Inanzitutto....adoro Fairy Tail ma non ho mai osato distruggere il suo buon nome con le mie schifezze!
Questo capitolo è stato frutto della follia di mezzanotte e 36 minuti!
Non so nemmeno perchè l'ho scritto! Ovviamente non mi convince! E' la prima volta che scrivo un poliziesco! Insomma, li adoro! Ma sono un genere lontanissimo dal mio! Quindi, spero che esca qualcosa di carino alla fine! 
Come ho già detto, questo capitolo è il frutto della follia di mezzanotte, non era pensato nè niente, quindi per ora non ha un seguito. Devo dire che mentre lo scrivevo la storia mi si è formata in testa, ma avrò qualche problema a portarla avanti...spero di riuscire a pubblicare almeno una volta a settimana =P
Spero almeno di essere riuscita ad impiantarvi il dubbio! Cosa succederà? Dove vuole arrivare quella rimbambita di un'autrice?
Beh, seguitemi e scopritelo! 
Oyasuminasai, minna! 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Missione Angy! ***


2- MISSIONE ANGY!
 
 
Il lavoro era stato estenuante. Erano stati veramente due giorni di inferno! E fortuna che erano partiti solamente lei e Natsu, perché se si fossero aggregati anche Gray ed Erza si sarebbe sicuramente scatenato il putiferio!
Eppure la richiesta era semplice: scortare la figlia di un nobile dal palazzo in cui viveva fino ad una cerimonia, che si teneva qualche paese più a nord. Il viaggio era stato tranquillo, tutto sommato. Happy dormiva, Natsu stava male e Lucy leggeva con Plue che si scioglieva sulle sue ginocchia. Arrivarono davanti al grande palazzo del signor Fleur alle quattro in punto e non si fermarono nemmeno a riposare! Anzi, in realtà il nobiluomo non fece loro nemmeno gli onori di casa. Indicò loro la carrozza e le borse da viaggio sull’uscio, poi chiuse loro la porta in faccia. Stizzita, Lucy strascicò i piedi fino ai cavalli bianchi come la neve, che aspettavano pazientemente l’arrivo della padrona. Natsu, che non aveva considerato il fatto che il viaggio della principessina venisse effettuato con un mezzo di trasporto, cominciò subito a lamentarsi.
“Io lì non ci salgo!” sbraitava continuamente, lanciando in aria le borse della cliente che, pian piano, iniziarono ad aprirsi. Un nuovo volo verso il cielo ed ecco che iniziarono a piovere vestiti. In particolar modo, i primi indumenti che caddero in faccia a Natsu furono quelli intimi. Il ragazzo li prese tra le mani e li esaminò senza capire a cosa potessero servire quei miseri pezzi di stoffa bianca circondata da pizzo. Ma non fece in tempo a chiedere consiglio a Lucy che si trovò a ruzzolare nel fango, qualche metro più avanti. La sua accompagnatrice, infatti, rossa in viso, gli aveva lanciato uno dei suoi calci portentosi e si era affrettata a rimettere tutto nella borsa.
Ebbe appena il tempo di caricarla sulla carrozza che la porta principale del grosso palazzo si aprì di nuovo. Una bambina ne uscì saltellando. Aveva lunghissimi capelli mori e lisci e sembrava una bambolina con indosso quel vestitino ricoperto di pizzo. Subito dietro alla piccola, una bella ragazza faceva capolino. Il vestito da cameriera, i capelli raccolti ed il viso aggraziato. Non osava alzare gli occhi da terra per paura di mancare di rispetto. Non doveva avere più di sedici anni. Con fare galante, Lucy si fece avanti per prendere gli ultimi bagagli e coprire un Natsu ancora disteso a terra. Dimenticò però l’inchino! La bambina la fulminò con lo sguardo. Si, ricordava bene come venivano educate le fanciulle di buona famiglia, a cosa venivano abituate e cosa venisse loro insegnato. E, soprattutto, ricordava come si sentivano superiori rispetto agli altri! Avrebbe voluto riportare al suo livello quella mocciosa spocchiosa! Però, doveva anche ricordare che in quel momento lei non era la figlia ereditaria degli Heartphilia, era solamente Lucy e, se voleva pagare l’affitto quel mese, avrebbe dovuto sottoporsi alla piccoletta viziata!
Per fortuna che non dovette sopportare le sue continue lamentele durante il viaggio! Infatti, a lei non era stato concesso il privilegio di entrare nella carrozza. Da buona guardiana avrebbe dovuto proteggerla da fuori, quindi si era accomodata vicino al cocchiere. Natsu, al contrario, era piaciuto talmente tanto alla bambina che non se ne voleva più separare e, con il più vivo divertimento della bionda, era diventato il suo giocattolo personale. Lo sentiva gemere all’interno della vettura. Povero Natsu, quella missione non piaceva nemmeno a lui!
Il viaggio fu tranquillo per due ore buone. Ma, mentre il sole tramonta all’orizzonte e i nostri eroi si avvicinavano ad un piccolo villaggio, Lucy captò un suono. Strappò le redini dalle mani del cocchiere e fece fermare i cavalli con un brusco strattone. No, non poteva sbagliarsi! Aveva sentito un uomo urlare ordini ai suoi sottoposti. Riabilitato dalla sosta, Natsu scese dalla carrozza. Anche lui aveva sentito quel suono.
“Lucy, stai vicino ad Angy” le urlò allontanandosi.
“Angy? E chi diavolo è Angy?”. Ma chiedere era inutile, ormai non si vedeva più!
“Sono io Angy!” esclamò stizzita la bambina “Brutta oca bionda, dovresti portare rispetto invece che guardare chi ti è di tanto superiore con curiosità!”
Okay, quella bambina le stava mandando il sangue al cervello! Con uno sforzo immane riuscì a sorriderle, prima di tornare al suo posto. Uno scricchiolio.
Qualcuno si stava avvicinando! Non fece nemmeno in tempo ad afferrare la chiave del Toro che un energumeno volò dal cielo come una rondine, bloccandole le braccia dietro la schiena con una sola mano. E mentre lei se ne stava lì immobile, pensando a cosa fare, un altro uomo, più gracile del primo, si avvicinava alla carrozza. Sentì urlare la piccola cliente e si lasciò sfuggire un sorriso. Ma no, non poteva lasciare che le facessero del male! Lei era una Maga…anzi LA Maga che aveva accettato quella missione! E ora, volente o dolente, doveva portarla a termine! Cercò di usare il suo sex-appeal, sperando di far sciogliere quella presa ferrea. Ma non aveva considerato un fattore essenziale: spesso, quando un uomo ha tra le mani una bella ragazza, è pressoché irreale che la lasci andare tanto facilmente! Infatti il rozzo selvaggio fece un ghigno apprezzando ciò che la biondina metteva in mostra. Lucy sentì scivolare sul suo corpo le mani grezze del suo rapitore. Sapeva già cosa le stava per succedere. Le venne un conato di vomito al solo pensarci. L’energumeno le mordicchiava il collo niveo, chinandosi su di lei con fare possessivo. In quella posizione, oltre a sentirsi schiacciata, la Maga degli Spiriti Stellari sentiva il fetore dell’uomo. Puzzava come un animale morto da mesi ed in decomposizione! Cercò di divincolarsi, inutilmente. Sentiva le unghie rigarle la pelle della pancia mentre si muovevano lentamente verso il suo seno. Alla ragazza sembrò per un attimo che il bruto stesse facendo il gentiluomo e cercasse di godersi quel momento. Faceva tutto talmente piano che Lucy non si stupì più di tanto di vedere tornare Natsu. Appena vide la scena si fermò, paralizzato. Aveva una faccia stranamente seria.
“Lucy, ma che stai facendo? Ti sembra il momento giusto per giocare?” sbottò alla fine. Che testa di rapa, come riusciva ad uscirsene con una frase simile? Lucy aveva voglia di piangere. La mano ruvida che le stringeva il seno si stava facendo sempre più forte. Si, l’unica cosa che la giovane Maga desiderava in quel momento era piangere! Cadde a terra nello stesso momento in cui il colpo di Natsu colpì in piena faccia l’energumeno. Sentì sotto le unghie la terra, senza accorgersi di ciò che accadeva intorno. Sentiva solamente le urla del nakama che l’aveva appena salvata. Gli era grata. Come sempre, d’altronde!
“Ehi, oca bionda! Non ti pago mica per startene lì in terra a fare niente! Devi proteggermi!” urlò la piccola demone, riportando alla realtà Lucy.
Si sistemò la canotta e si rimise in piedi, evocando Taurus senza pensarci due volte.
La solita frase accompagnò la sua comparsa “Niccee boddyy! Muuu!!” Ormai non sapeva più se vergognarsene o fare finta di non sentire. Osservò comunque con piacere lo Spirito che si tuffava nella mischia, sbattendo qualche decina di selvaggi contro gli alberi come se fossero pesati pochi grammi.
Natsu, intanto, continuava la sua lotta contro l’energumeno che si era impossessato di Lucy poco prima.
“Sai, piccolo, potrei pensare di risparmiarti la vita in cambio della tua amichetta bionda!” ghignò.
Il Mago del fuoco strinse maggiormente i pugni, sentendo le unghie perforare nella carne.
“Bastardo!” riuscì solo a dire, prima di scagliarsi contro di lui. Colpo facile da parare proprio perché prevedibile! Quel rozzo individuo ci sapeva fare con la lotta corpo a corpo! Riusciva a mettere in difficoltà persino i riflessi allenati del Dragon Slayer.
“Natsu giù!”. Non ci pensò due volte ad obbedire. Da tempo aveva imparato a non controbattere agli ordini di Lucy.
Una freccia volò a tutta velocità sopra la sua testa e si impiantò perfettamente nella fronte del capo dei briganti. Con un occhio tremulo il Mago si girò verso l’amica. Lucy rideva, soddisfatta di sé, mentre ringraziava Sagitarius.
“Beh, che c’è? Quel tipo mi ha aggredita!” urlò felice. Doveva ammetterlo, quella ragazza era fenomenale! In pochi secondi aveva preso in mano la situazione e ricordandosi del suo buon udito gli aveva dato l’ordine parlando normalmente, così che il nemico non la sentisse.
“Bene, procediamo? Manca ancora…” non riuscì a finire la frase. Lucy si rese conto troppo tardi che il capo era stata solamente un’esca. Probabilmente non era nemmeno il vero capo…li avevano presi in giro per tutto il tempo! Il resto della banda ora correva veloce come la luce verso il villaggio, con la piccola Angy nel mezzo.
“Natsu, no!” riuscì ad urlare ma…troppo tardi! Il Mago del fuoco si era catapultato verso di loro, incurante del fatto che si trovassero ormai all’interno del villaggio. Portò la mano alla bocca e sputò fiamme incendiando, praticamente, tutto. Spiazzati, i banditi lasciarono libera la bambina, ma la reazione dei cittadini fu istantanea. Si gettarono contro i maghi di Fairy Tail prendendo ogni sorta di arma o bastone che si trovava lungo la strada.
Il resto del viaggio fu movimentato. Lucy prese in mano le redini pronta a sfrecciare via, mentre Natsu correva a più non posso con la piccola attaccata alla schiena. Si gettò nella carrozza che già si stava muovendo e via a tutta birra, lontani da quel posto!
 
Lucy si trascinò all’interno della Gilda con passo pesante. Non era riuscita a chiudere occhio quella notte a causa di Natsu che russava e le tirava calci. Sentiva male praticamente ovunque. Le dava fastidio persino vederlo ridere, mentre faceva colazione. Erano tornati solo da qualche minuto e quella zucca rosa era già tornata in forze! L’ultima cosa che ricordava di quella missione, oltre ovviamente alle urla della piccola peste, era la paga dimezzata a causa dei danni combinati da Natsu. Ma ovviamente, tutte le prediche le aveva sentite lei, grazie alla mocciosa. Odiava quella bambina! L’aveva chiamata “ochetta bionda” per tutta la missione e le aveva fatto fare tutti i lavori più umilianti e brutali, mentre lei giocava serenamente con Natsu. E se lui provava ad aiutarla, il demone rincarava la dose! Prendeva lui per mano per allontanarlo e chiedeva cose stupide a lei. Lucy ricordava di averle visto lanciare la palla dentro ad un fosso solo per poi chiederle di andare a recuperarla. E che schifo quel pozzo! Era viscido e puzzava di letame. Non si stupì più di tanto di trovare uno strato morbido e di sentirsi affondare lentamente. Non voleva sapere in cosa si trovasse.
“Lucy!” gridò il rosato, alzando il calice ripieno di fuoco in segno di brindisi. La Maga aveva ancora la nausea, non riuscì neanche a salutarlo. Si diresse verso un tavolo isolato dove sapeva di trovare la sua migliore amica.
“Levy-chan” “Lu-chan”. Si abbracciarono, ma la turchina aveva già fretta di confrontarsi con lei. Aveva terminato di leggere il manoscritto e non poteva certo starsene zitta e buona!
“Lu-chan, è incredibile! Non posso credere che tu abbia inserito una scena simile! È…è...aaah quanto sono stupidi gli uomini!” sembrava al settimo cielo! Beata lei, pensò la bionda.
“Insomma…un po’ mi dispiace per Emily. Poverina, tutte a lei! Però, Lu-chan! È incredibile! Insomma, grazie solamente ad un’intuizione geniale Linda è riuscita ad arrivare al vero colpevole e a svelare il segreto del signor Reed! Beh, devo dire che l’aiuto di Roman è stato fondamentale! Senza di lui non ce l’avrebbe mai fatta! E anche Jules ha avuto un ruolo fondamentale!” Lucy ascoltava l’amica senza sentire veramente le sue parole. Le era talmente piaciuto il libro che lo stava raccontando nei minimi dettagli a lei, l’autrice, come se non fosse già a conoscenza di ogni cosa.
“Si, sai, era impossibile immaginare che sarebbe stato un messaggio sul cellulare di Emily a mettere Linda sulla pista giusta. E poi la sua faccia durante l’interrogatorio. Era scossa ed impaurita! Ha praticamente confessato che Linda era sulla strada giusta.
“E poi, Lu-chan! Il modo in cui Louis è stato catturato e portato in centrale! La sua fuga fuori dalla finestra, il modo in cui Jules l’ha fermato, bloccandolo! Wow, è stato favoloso! Per fortuna che Jules non si staccava mai da Linda, altrimenti l’avrebbero sicuramente perso!”
Si, Lucy si ricordava di ciò che aveva scritto. Aveva perso una notte di sonno a causa di quell’idea malsana che, però, aveva dato un tocco di classe all’omicidio.
Ricordava di come avesse descritto anche la scena dell’interrogatorio. Linda che torchiava il giovane Louis a ferro e fuoco e della confessione di Emily.
-Louis ha confessato l’omicidio- aveva mentito l’investigatrice -Emily, sappiamo che tu sei innocente. Ma, allora, perché hai mentito per così tanto tempo? Cosa ti lega a quel ragazzo?-. Ricordava di aver descritto Emily che scoppiava in un pianto convulso e le urlava in faccia –Io lo amo!-
E poi il colpo di scena finale. L’interrogatorio a Louis.
-Louis, sappiamo che tu ed Emily vi frequentavate. Cosa è successo quella notte? Perché hai ucciso il signor Reed? Ha alzato le mani sulla figlia e tu sei intervenuto? O ti ha scoperto mentre facevi qualcosa che non dovevi fare? Perché hai permesso che Emily si prendesse tutta la colpa?-
E la risata canzonatoria del ragazzo. –Frequentiamo. Ma non spariamo stronzate! Quella piccola viziata ha fatto bene il suo lavoro! Ha creduto a tutto quello che le ho detto, ci è cascata proprio come una pera cotta! E non ha avuto nemmeno il buon senso di farsi i fatti suoi dopo aver saputo la verità!-
-Quale verità, Louis?-
Il ragazzo sputò –Quel bastardo era mio padre- si guardava in giro per vedere l’effetto delle sue parole. Nessun cambiamento nell’espressione della detective, allora continuò –Si, ero il figlio bastardo di un bastardo! Ironico, no? Fu Emily a dirmelo! Sapevo che mio padre non mi voleva perché mia madre era una sgualdrina e lui era già sposato. Ho giocato un po’ con la mia sorellina, facendole credere che la trovassi irresistibile! Ci ha creduto. Come può aver anche solo pensato che noi due potessimo anche lontanamente amarci? Abbiamo lo stesso sangue bastardo nelle vene!- sputò di nuovo –Che schifo-
-Emily ti ha detto che tuo padre era ricco e tu ne hai approfittato. Hai fatto finta di essere innamorato di lei per poterti avvicinare alla famiglia. Fermami pure se sbaglio. Appena Emily ti ha portato a casa tu hai sgraffignato qualcosa. I suoi gioielli, qualche manciata di banconote…cose così. Non ti sei nemmeno vergognato di rubare i soldi dal portafoglio di un morto!- Lucy ricordava come quella scena si era presentata prepotente nella sua mente. Le era subito piaciuta e la rivedeva ancora. Vedeva lì, al posto di Levy, Linda che cercava di riprendere il controllo di sé –Appena hai visto il signor Reed ti sei presentato come suo figlio. Hai chiesto che ti riconoscesse. Ma no, un uomo ricco e potente come lui non poteva prendersi la responsabilità di un figlio bastardo. Allora gli hai chiesto del denaro, per farti tacere. Ma Reed era furbo e ci vedeva lungo, giusto?-
-Già. Quel bastardo aveva capito che avrei sfruttato la figlia. Ha rifiutato di darmi anche solo un centesimo e che avrebbe chiamato la polizia. Mi ha mostrato la porta. Non ci ho più visto. Ho preso la prima cosa che trovai e la picchiai con forza sulla sua testa. Quel pervertito si divertiva ad andare a puttane e poi non voleva prendersi nemmeno la responsabilità di un figlio. È stato il suo essere così tirchio ad ammazzarlo!-
-Quando Emily ha visto cosa era successo ha cercato subito di rimediare. Ha cercato di prendersi la colpa solo perché ti amava e a te andava bene così. Inoltre, lei non aveva un movente e tu, ovviamente, non esistevi!-. Wow, era come essere al cinema. Grazie all’accurata ricostruzione di Levy, la Maga bionda riusciva persino a vedere l’investigatrice sfilare la busta ingiallita dal giaccone e buttarla sul tavolo.
-Questa era la busta che il signor Reed inviava ogni mese a tua madre per il tuo mantenimento. Si era preso le sue responsabilità!- disse piatta. –Ora, oltre alla libertà, dovrai rinunciare anche a tutti gli agi esterni che potevate permettervi tu e tua madre-
-Mia madre lavora, non abbiamo mai ricevuto niente da nessuno, sta mentendo!-
-Tua madre è malata e anche gravemente. Non lavora da quando sei nato. Tuo padre, quello che tu chiami bastardo, le stava pagando le cure e vi permetteva di vivere decentemente- poi, con uno sguardo, ordinava a Roman di portarlo via.
“Oh si, Lu-chan, stavo proprio pensando che dovresti scriverne subito un altro! Su, cosa stai aspettando? Mettiti subito al lavoro!” urlava Levy.
“Eeee? Sono appena tornata dal lavoro! E sono stanca!” si lamentò la bionda. Poi vide Levy ridere e si lasciò andare.
Stavano ancora ridendo quando la porta della Gilda si aprì di botto ed un uomo entrò. “Lucy Haertfilia di Fairy Tail e Natsu Dragneel di Fairy Tail. Seguitemi senza opporre resistenza, prego”
***
 

L'angolo di *L*
Oyasumi minna!! Pensavate che mi dimenticassi di voi, eh? E invece no! Un po' in ritardo sull'orario, forse, ma sono riuscita a pubblicare!!
Tatatadan!!!! E con questo capitolo la fase iniziale del romanzo di Lucy è terminata ed è iniziato il vero mistero!!! Perchè mai i membri del Concilio sono intervenuti? Cosa mai avranno combinato i nostri eroi? (ancora una volta, si intende!)
Spero di avervi messo l'ansia del tipico lettore di gialli!!
Spero anche di riuscire a rapire completamente la vostra immaginazione e di riuscire a dare un buon finale alla storia!!
Per ora, buona notte! Ci risentiamo martedì prossimo!!
Kiss Kiss, Gossip Girl...-.-

PS_ Arigatou a tutti, comunque, belli e brutti, a coloro che mi seguono in silenzio e a coloro che lasciano il proprio ultra gradito pensiero! Mi date fiducia in me stessa, spero di essermela meritata e di poter continuare a generare questo sentimento in voi!! 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Sotto Processo! ***


3- SOTTO PROCESSO!
 
 
All’inizio non capirono. E ovviamente Natsu si era subito rifiutato di seguire il Capitano delle guardie del Concilio, mandandoli a quel paese e scatenando il putiferio. Ora li stavano trascinando di peso per le viuzze trafficate di Magnolia. Ma perché? Cosa avevano combinato, questa volta? O, per meglio dire, cosa aveva combinato Natsu e perché se l’erano presa anche con lei?
Si sentiva un po’ spaesata. Vedeva l’amico contorcersi, lo sentiva urlare e gemere ad ogni nuovo colpo che gli veniva sferrato. Il Master aveva ordinato agli altri membri della Gilda di non muoversi e a loro due di non preoccuparsi. Ci avrebbe pensato lui! Non riusciva a spiegarselo, ma non se la sentiva di credere completamente a quelle parole. Insomma…il Mater era una grande persona. Ma non aveva poteri illimitati e Natsu e gli altri ne avevano combinate già abbastanza, negli ultimi mesi.
 “Sono quelli di Fairy  Tail!” diceva qualcuno, mettendosi la mano davanti alla bocca.
“Sapevo che non avrebbero combinato nulla di buono, l’avevo detto, io!” continuava un altro.
I cittadini si giravano uno dopo l’altro verso quel piccolo corteo, parlottando tra loro. Ogni volta che succedeva qualcosa, gli abitanti di Magnolia puntavano il dito contro Fairy Tail. Eppure, non si tirava indietro nessuno se la Gilda più famosa di Fiore organizzava una festa. Non erano poi così male quando salvavano loro la vita. Ipocriti!
Lucy ascoltava i commenti a testa bassa. Sapeva che anche Natsu stava pensando a quelle parole. Impossibile non sentirle. Lo vide stringere i pugni.
Finalmente, dopo un cammino che parve infinito, i due Maghi di Fairy Tail arrivarono al palazzo di giustizia. Furono scortati fino ad una cella.
La bionda si rannicchiò su se stessa. Era ancora stanca per la missione da poco finita ed aveva sonno. Lottava contro se stessa per non chiudere gli occhi ed addormentarsi. Si, sarebbe riuscita a dormire anche con Natsu che urlava a squarciagola e scagliava fuoco per tutta la cella. Si rincuorò al pensiero di essere con lui. Almeno non era da sola! Sorrise. No, lei non era da sola! Non lo era più da molto tempo, ormai! Da quando si era unita a Fairy Tail. Ricordava perfettamente come l’avessero difesa i suoi nakama durante la battaglia contro Phantom Lord. Si sarebbero sacrificati per lei!
Una lingua di fuoco la colpì sul braccio, facendola urlare di dolore.
“Baka! Natsu! Come fai ad essere così idiota?”. Il ragazzo si fermò senza capire le parole dell’amica. Insomma, lui stava lavorando anche per lei, cercando di sciogliere le sbarre con le sue fiamme di drago!
Notò che Lucy bofonchiava qualcosa rannicchiata su se stessa, con una mano che si proteggeva il braccio destro. Magari l’aveva colpita con un sasso mentre si muoveva. Decise di scusarsi. Aveva imparato che con una donna è sempre meglio scusarsi per tutto, anche se non hai fatto niente.
“Smettila di dare fuoco a tutto! Altrimenti finisce che ci casca tutto addosso! Fidati delle parole del Master, ci aiuterà lui!”. Come darle torto. Natsu vedeva che si stava aggrappando con le unghie e con i denti a quella briciola di speranza. Si, lei era sempre stata così! Si aggrappava alla speranza! Però sapeva che nemmeno lei credeva molto a ciò che aveva detto il nonnetto. Non sapevano nemmeno il motivo per cui si trovavano lì, come avrebbe fatto ad aiutarli.
Dopo qualche minuto si sentì il rumore di passi e di metallo. Le guardie stavano ritornando. Come c’era da prevedere, si fermarono davanti alla cella in cui soggiornavano i due Maghi di Fairy Tail. Uno di loro sogghignò. A Magnolia erano in tanti che non vedevano di buon occhio la loro Gilda. Non c’era da stupirsene più di tanto! Avevano combinato più disastri loro in pochi anni di vita che le grandi guerre magiche dei tempi passati! E poi erano diversi da tutte le altre Gilde. Avevano qualcosa di pericoloso che li univa e che rendeva Fairy Tail indistruttibile. Però nessuno di coloro che volevano vederla definitivamente distrutta aveva ancora capito di cosa si trattasse.
“Lucy di Fairy Tail. Sei pregata di seguirci e di restare in silenzio. Ogni parola detta verrà usata contro di te, se cercherai di fuggire useremo le cattive maniere”. La voce era robotica, non aveva nessun tono, nessuna melodia. Lucy si alzò piano, senza mai alzare la testa. Aveva appena messo piede fuori dalla cella quando sentì qualcosa stringersi attorno al suo polso. Natsu non voleva mollare la presa. Non potevano portarla via così, voleva stare con lei a tutti i costi. Con gli occhi sfidava le guardie, silenziose, serie, immutabili. Solamente quella che aveva parlato ghignò.
“Portateli via insieme. nessuna obiezione!”. Come un mucchio di robot, i soldati si mossero tutti insieme. Nessuna parola. Destro, sinistro, destro, sinistro. Andavano avanti sincronizzati, con le armature che cozzavano e producevano un rumore metallico.
Nemmeno durante quel breve percorso Natsu lasciò la mano di Lucy. Probabilmente non l’avrebbe lasciata per nessun motivo nemmeno se gli avessero detto che era tutto uno scherzo, un bluff per fare scena, come era successo solamente qualche mese prima, con Erza.
La ragazza traeva da quella stretta calore e sicurezza. Però doveva confessare che era una situazione un po’ imbarazzante. Insomma, si, Natsu le piaceva, ma voleva vederlo a tutti i costi solo come amico. Sentiva un calore strano pervaderle tutto il corpo quando pensava a quella mano grande stretta alla sua.
Quando arrivarono davanti al grande portone che li avrebbe portati nella stanza del tribunale, Lucy emise un gemito strozzato. Sentì l’amico farsi più vicino, eppure quella strana sensazione di pericolo non la lasciava nemmeno un secondo. Era da quando aveva visto le guardie in Gilda che quel peso le attanagliava il cuore. Cos’era? Perché erano lì? Perché loro due?
Nella grande sala i pilastri del Concilio Magico erano già accomodati ai loro posti. Li guardavano e bisbigliavano tra loro. I ragazzi furono scortati fino al banco degli imputati, nel bel mezzo della stanza. Guardandosi intorno di sfuggita, Lucy riuscì ad individuare anche il signor Fleur. Cosa ci faceva lui lì?
“Signorina Lucy, Signor Natsu” esordì uno dei vecchi maghi “Sapete perché vi trovate al nostro cospetto?”
La giovane Maga si sentiva paralizzata, non riusciva nemmeno a parlare. Il che era strano, perché di solito non era timida, né aveva nessun problema ad esporre il suo pensiero e la sua opinione. Soprattutto se doveva difendersi!
“E come facciamo a saperlo?” urlò Natsu, senza pensare alle conseguenze che avrebbe senza dubbio causato quella semplice frase. Se avesse potuto, Lucy stessa l’avrebbe strozzato per la sua idiozia.
“No, signore” riuscì a biascicare la bionda, lottando contro il macigno che le bloccava la gola.
“Bene. Giovani Maghi, siete accusati della distruzione di un villaggio, dell’attacco agli abitanti del suddetto villaggio, di furto e, soprattutto, di rapimento”. Ovviamente, Lucy aveva pensato che quella povera gente a cui Natsu aveva tolto la casa potesse denunciarli. Anche se, dagli accordi presi, il signor Fleur aveva tolto una buona parte della loro parcella per ripagare tutti i danni.
Ma…rapimento! E chi avrebbero rapito? Una specie di insetto in via d’estinzione che si era incastrato nei loro vestiti?
Comunque, leggendo tra le righe di quel silenzio, il Capo del Concilio continuò.
“Negate, giovani Maghi, di avere preso parte nel rapimento della nobile Angy Fleur?” seguì un attimo di silenzio in cui i due ragazzi cercarono di assorbire la nuova informazione.
“Certo che lo neghiamo” sbottarono in coro. Ma quale rapimento? Lucy quella piccola peste non la voleva vedere mai più, figuriamoci rapirla per averla sempre in mezzo ai piedi!
“Mentono!”. La voce rotta dall’emozione arrivava forte ed acuta dal fondo del tribunale. Non serviva girarsi per sapere a chi appartenesse quella voce: il signor Fleur si era alzato in piedi e puntava il dito tozzo contro i due Maghi che avevano lavorato per suo conto solamente il giorno precedente.
“Silenzio in aula, prego. Comprendiamo il suo turbamento, signor Fleur, ma questi due giovanotti hanno il diritto di scagionarsi!”. Wow, Lucy non riusciva a credere che nel Concilio ci fosse qualcuno che li vedeva di buon occhio e, si, li proteggeva.
“Confermate di aver conosciuto la giovane Fleur e di aver lavorato per lei?”
Fu Lucy a parlare. Aveva deciso di prendere in mano la situazione, cercando di difendere lei stessa ed il suo compagno dalle accuse infondate del Magistrato. Anche perché, se Natsu avesse aperto ancora la sua boccaccia senza collegare il cervello, chissà in quali altri guai sarebbero finiti!
“Si, lo confermiamo, signore”. Sin da quando era piccola le era stato insegnato come comportarsi in una stanza di tribunale, in presenza di un Giudice. A quel tempo, però, i suoi istitutori speravano di poterla indirizzare verso il ruolo dall’altra parte del bancone. Ma la conoscenza della legge e del diritto, le buone maniere e il linguaggio, le permettevano comunque di potersi difendere nel migliore dei modi.
“Bene. Per favore, spiegate alla Corte che tipo di lavoro avete svolto per il signor Conte e per sua figlia”
“Io ed il mio compagno siamo stati assunti dal nobile Fleur per scortare la figlioletta ed una domestica ad una festa che si teneva nel Principato di Veronica. Appena prima di arrivare a destinazione, siamo stati attaccati da una banda di briganti che ha cercato di rapire la giovane Angy. Fu in quel momento che il mio compagno distrusse accidentalmente il villaggio.
“Terminammo la missione questa mattina presto, riportando la bambina e la sua domestica alla villa del signor Fleur, prima di tornare alla nostra vita di tutti i giorni”
“Angy non è mai tornata a casa!” urlò ancora il Conte.
“Suvvia, silenzio, stiamo cercando di capire cosa sia successo!”. Il Mago anziano batté tre volte il martelletto.
“Dopo aver portato la piccola a casa siete tornati alla Gilda?”
“Si, signore. Siamo tornati per mangiare qualcosa” avrebbe voluto aggiungere che non era passato molto tempo dal momento in cui erano arrivati al momento che erano venuti ad arrestarli. Ma Lucy aveva imparato che nei tribunali l’accusato deve sempre parlare il meno possibile, rispondendo alle domande in modo essenziale e con tono calmo.
Una lampadina si accese nel cervello della ragazza, ripensando a quella mattina. Già, come aveva fatto a non pensarci subito? Era passato TROPPO poco tempo dal momento in cui avevano terminato la missione a quello in cui erano stati arrestati. E, inoltre, il signor Fleur aveva anche visto la figlia rientrare quando aveva aperto loro la porta d’ingresso.
“Siete stati pagati per la missione nel modo pattuito?”. Ah, giusto, l’interrogatorio. La Maga degli Spiriti Stellari cercò di scostare momentaneamente dalla mente tutti i fatti poco chiari che si erano verificati solo poche ore prima.
“No, signore. Il nostro onorario è stato dimezzato a causa dell’incidente al villaggio. Il Conte ci disse che avrebbe dovuto risarcire gli abitanti del villaggio e che, quindi, non poteva pagarci per intero”
I saggi del Concilio iniziarono a parlottare tra loro.
Una donna anziana prese la parola schiarendosi la voce “Quindi voi avete deciso di rapire la piccola Angy per avere dal padre quello che vi doveva. Per vendicarvi, in poche parole”
Lucy era allibita e sconvolta da quell’affermazione “Certo che no! Noi capimmo subito di aver sbagliato ad attaccare i banditi nel villaggio ed era giusto che i cittadini venissero ripagati del danno subito. Non abbiamo fatto resistenza, certi che il signor Conte avrebbe adempiuto ai suoi doveri. Non avremmo mai potuto rapire sua figlia”
Il Capo sfogliò alcuni fogli che aveva sulla scrivania. Lucy avrebbe riconosciuto ovunque il suono delle pagine che stridevano le une sulle altre.
“Mi risulta che non aveva buoni rapporti con la piccola, signorina”
La giovane Maga rimase di sasso di fronte a quella affermazione. E ora, come doveva rispondere?
“No, signore, la bambina non mi piaceva molto. La cliente ha fatto di tutto sin dall’inizio per mettermi i bastoni tra le ruote. Ma la mia missione era quella di proteggerla e scortarla fino al palazzo di Giada, non mi era stato chiesto di badare a lei, quindi i miei sentimenti non contano”. Sentì la mano di Natsu stringersi alla sua per darle coraggio ed appoggiarla. Si era dimenticata che lui fosse ancora lì.
“L’ha rapita lei, la odiava!”. Ma il povero signor Fleur fu di nuovo messo a tacere.
“Proprio a causa dei miei sentimenti di astio nei confronti della piccola non l’avrei mai rapita” tutti la ascoltavano e sembravano curiosi di sapere il motivo di quel commento
“Insomma, la bambina non mi piaceva, mi aveva trattata da schiava per tutto il viaggio e si credeva superiore a tutti. Sono stata felice di averla riportata a casa e lasciata lì. Di certo non avevo voglia di rivederla ancora una volta, nemmeno con l’intenzione di rapirla per chiedere un riscatto”
Il Concilio sembrò pensare e soppesare le parole della giovane imputata.
“Bene. Reputiamo che la linea difensiva di questi due Maghi sia solida. Ora, signor Fleur, può dire alla Corte su quali prove si è basato per denunciare questi due giovani?”
I ragazzi videro il loro vecchio cliente avanzare fino al banco dell’accusa.
“Ho trovato dei loro oggetti nella camera di mia figlia quando se ne sono andati. Viene da pensare che siano sgattaiolati di sopra dopo aver ricevuto il loro compenso ed abbiano rapito Angy per qualche strano motivo”
Cosa? No, no, fermi tutti! Qui c’era qualcosa di strano. Che oggetti aveva trovato il Conte e, se davvero erano loro, come ci erano finiti nella camera della bambina?
“Potrebbe mostrarci i suddetti oggetti?”. L’uomo si avvicinò al banco della giuria e delicatamente vi pose un fazzoletto bianco. Conteneva una collana sottile, il cui ciondolo era un anello d’argento.
“Riconoscete questa collana?” questa volta il vecchio Mago aveva usato un tono gentile nei loro confronti.
Lucy sgranò gli occhi, non riusciva a crederci “Quella è mia!”. Ma come poteva essere? Non la indossava nemmeno lungo il viaggio! Eppure non poteva sbagliarsi, era sicuramente sua! L’anello d’argento era un ricordo di sua madre, teneva in modo particolare a quel ciondolo.
La guardarono tutti con gli occhi sgranati, mentre al Conte apparve in viso l’espressione tipica delle persone che stanno per dire la fatidica frase –Te l’avevo detto!-
***
 

Konnichiwa minna!!
Sono tornata (muahahahahah) con il nuovo capitolo! Pian piano si crea l'intricato crimine che da il titolo alla storia...e nuove domande sorgono spontanee:
Cosa è successo veramente? Chi ha rapito la bambina? E soprattutto...come è finita la collana di Lucy in camera di Angy?
Se vi ho incuriosito almeno un pochino, spero di trovare qualche piccola recensioncina quando riaccenderò il computer! =)
Nel frattempo ARIGATOU minna! A tutti, nessuno escluso! Anche solo perchè perdete tempo a leggere questa schifezzuola che oso chiamare storia!
E visto che è l'una e mezza passata ed il mio stomaco brontola per la fame vi auguro buon appetito!
Itadakimasu!
Alla prossima settimana!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Diamo Il Via Alle Indagini! ***


4-DIAMO IL VIA ALLE INDAGINI!
 
 
C’era aria di tensione in quell’aula di Tribunale. Nemmeno i pochi Saggi del Consiglio che si impegnavano nel difendere Fairy Tail riuscivano a dire qualcosa, in quella situazione. Lucy guardava il gioiello ancora nelle mani del Magistrato con gli occhi sgranati ed un immenso peso che le schiacciava il cuore. D’un tratto si sentiva sola, immersa in una bolla di buio senza suono. Non riusciva a sentire la voce dell’amico che urlava il suo nome, né vedeva la sua faccia preoccupata. Ormai il nero aveva preso il sopravvento. E poi, d’un tratto, non riuscì più nemmeno a reggersi in piedi e sentì il suo corpo scivolare a terra.
La prima cosa che vide una volta ripresi i sensi fu il viso di Natsu. La guardava con occhi preoccupati e le sussurrava parole per lei ancora incomprensibili. Fu solo in quel momento, girando la testa di lato, che si accorse dove si trovava. Diventò immediatamente rossa quando anche il suo corpo cominciò a tornare sensibile e sentì le braccia di Natsu stringerla.
“Tutto bene?” fu in grado di distinguere nel continuo ronzio che la circondava.
“Mm” fu l’unico suono che riuscì a pronunciare. Si sentiva esausta e pesante. Le era difficile persino parlare o tenere gli occhi aperti troppo a lungo. Natsu l’aiutò ad alzarsi, facendola accomodare su una seggiola che era stata portata appositamente per lei.
Le portarono un bicchiere d’acqua e, mentre si riprendeva lentamente, la raggiunsero i sussurri dei Saggi del Concilio. Chi sa cosa si stavano dicendo così in segreto. La imputavano colpevole? Oppure era riuscita a convincerli della sua innocenza? E come cavolo aveva fatto la sua collana ad arrivare nella camera della piccola peste? Tutti i quesiti frullavano vertiginosamente nella testa della povera Maga che si sentì nuovamente male.
“Stai tranquilla, hanno deciso di spostare il processo ad una data da definire. Hanno anche detto che possiamo tornare a Fairy Tail perché non ci sono abbastanza prove contro di noi” le sussurrò Natsu all’orecchio. Da quando erano stati prelevati dalla cella non l’aveva mollata un momento. Anche ora le teneva un braccio stretto attorno alla vita, nella paura che l’amica avesse un nuovo mancamento. Non l’aveva mai visto così premuroso e doveva ammettere che le piaceva!
“Ma la mia collana?”. Il flebile sussurro fu accolto da una smorfia dal giovane rosato.
“Bé, quello resta un enorme dubbio. Però uno di loro ha fatto notare che chiunque potrebbe averla messa nella camera della bambina, dopo avertela sottratta. Non è un indizio di fondamentale importanza”
“Mm…ma quando me la ridanno?”
“Non so. Improbabile in questo momento…era importante per te?”. Lucy sorrise. Un sorriso di gratitudine per quel nakama che la sorprendeva giorno dopo giorno.
“E’ uno dei pochi ricordi che ho di mia madre. L’anello appeso alla catenina era il suo”. Sospirò. Non vedeva l’ora di tornarsene a casa, fare una doccia e buttarsi sotto le coperte. A si, e soprattutto non vedeva l’ora di buttarsi quella storia alle spalle!
“Mi dispiace, ma non credo che te la ridaranno prima della fine del processo” sorrise “E’ arrivato il Master insieme a Gray ed Erza. Volevano testimoniare in nostro favore”. A questa notizia, la Maga degli Spiriti girò la testa. Era bello poter rivedere i suoi amici. Stavano in piedi vicino alla porta, bloccati da due guardie armate. Chissà perché non erano entrati a forza? Non ci avrebbero messo più di tre secondi a sbattere le guardie dall’altra parte della stanza ed andare da loro. Anche se, doveva ammetterlo, sarebbe stata una cosa molto stupida!
“Natsu” bofonchiò la biondina bevendo un ultimo sorso d’acqua. Lui la guardò con i suoi occhi verdi pieni di preoccupazione.
“Andiamo a casa?”. Un sorriso comparve sulle labbra sottili del compagno che, senza aspettare il via libera, se la caricò sulle spalle e si diresse verso la porta. Verso la loro famiglia.
“Ragazzi!”. La voce del vecchio Capo li riportò all’ordine, provocando l’accelerazione del battito cardiaco dei due accusati “Tenetevi a disposizione. Sappiate che se provate a scappare o lasciare il Paese vi troveremo e non vedrete mai più la luce del giorno!”. Lucy poté giurare di avergli visto fare l’occhiolino prima che sparisse dietro al battente del grande portone.
Poi, esausta e senza forze, si lasciò cullare dalle braccia di Morfeo, addormentandosi con la testa sulla scapola del Dragon Slayer.
Era notte fonda quando Lucy aprì di nuovo gli occhi. Si trovava nella sua camera da letto e tra le mani stringeva il suo morbido piumino. Profumava di lavanda. Emanava un calore irresistibile e russava in modo sommesso. No, un momento! I piumini mica russano! Si girò molto lentamente verso la sua sinistra. Sapeva già, anche senza controllare, che i suoi timori erano perfettamente fondati. E, infatti, a qualche centimetro da lei si trovava un Natsu profondamente addormentato. Ed Happy non doveva essere troppo lontano, quei due erano sempre stati inseparabili! Lucy si accorse che era lui ad emanare tutto quel calore, non il suo morbido piumino rosa. Sembrava così sereno mentre dormiva! Probabilmente non voleva lasciarla sola per paura di una ricaduta. Si, però…quello era comunque il suo letto! Si sentì terribilmente in imbarazzo quando notò (chissà come aveva fatto a non accorgersene prima!) la mano dell’amico adagiata sul suo fianco. Se fosse stato un cartone animato, probabilmente ora le sarebbero uscite nuvolette di fumo dalle orecchie tanto la sua temperatura si era alzata! Con cautela allontanò l’arto da sé e si diresse in bagno. Aveva bisogno di sistemare le idee e nulla l’avrebbe aiutata a pensare meglio della sua vasca!
Si immerse nelle bollicine e a contatto con l’acqua calda sentì la pelle distendersi ed i muscoli rilassarsi. Si, ne aveva un assoluto bisogno. Chiuse gli occhi per godersi quella sensazione per qualche istante, poi si concentrò sui fatti di quella giornata.
Ricordava perfettamente di aver riportato a casa la bambina, lei e la sua domestica erano entrate nel grande palazzo scortate da due valletti che trasportavano le loro cose. Cosa le sfuggiva? Cosa era successo dopo? Lei e Natsu avevano parlato a lungo con il Conte a causa della parcella dimezzata e della missione che, secondo il cliente, era stata un vero e proprio fallimento! –Siete solo dei Maghi scadenti, non capisco come possano esultare le vostre abilità e le vostre imprese tutti i cittadini di Magnolia! A parer mio, dovrebbero arrestarvi tutti e farvi chiudere bottega!-. Le saliva ancora la rabbia pensando a quel momento. Natsu avrebbe voluto uccidere quel vecchiaccio scorbutico per aver offeso la loro famiglia, mentre lei avrebbe voluto prenderlo a pugni perché non voleva pagar loro nemmeno un centesimo. Ma, alla fine, si erano trattenuti ed avevano negoziato un nuovo accordo.
A quanto aveva appreso dalla Corte, la piccola era stata rapita subito dopo la loro partenza per tornare a casa. Ma com’era finita la sua collana nella camera di Angy se non aveva visto nessun’altra stanza all’infuori del salotto? Ricordava di non averla addosso durante il viaggio. Però la portava sempre con sé, avvolta da un sottile panno di cotone all’interno della valigia. Certo, tutti avrebbero potuto rubargliela senza troppi problemi, ma non poteva sapere nessuno che la conservava lì! E poi, perché prendere una cosa senza valore come quella? Non era d’oro, né c’erano incastonate pietre preziose. Era semplicemente una fedina di argento liscia e senza decori di alcun genere.
Su un altro punto aveva parecchi dubbi. Perché mai il Conte, che li aveva accompagnati alla porta sbattendogliela in faccia subito dopo, aveva accusato proprio loro? Insomma, era impossibile per loro rapire una bambina in piena luce del giorno dopo essere stati buttati fuori malamente di casa! Va bene che il vecchiaccio non vedeva di buon occhio la loro Gilda, ma non poteva avere la certezza che fossero stati loro due i colpevoli. Senza parlare del fatto che la collana poteva essere di chiunque, perché lui non gliel’aveva mai vista addosso! Aaah! Non ci capiva più niente! Cosa avrebbe fatto la detective Linda al suo posto? Avrebbe indagato, ovviamente! Magari con l’aiuto del suo misterioso collega Roman, come lo definiva Levy. O servendosi dell’aiuto del appiccicoso Jules! Si, ma lei non era Linda. L’investigatrice e i suoi compagni di avventura erano solo frutto della sua fantasia. Lei non avrebbe mai potuto investigare su una scena del crimine…non sapeva nemmeno da che parte cominciare!
Cercare delle prove sul luogo del delitto le venne subito in mente. Aveva letto molti libri da quando era bambina. Amava i gialli e spesso riusciva ad arrivare al colpevole con lo stesso procedimento logico descritto dall’autore. Però i libri sono semplicemente libri! Storie inventate per tenere impegnata la mente del lettore. Quella era la realtà! Nulla in confronto a tutte quelle fantastiche e misteriose avventure.
Sbuffò, immergendosi più in profondità nella vasca. Era talmente rilassante quel caldo abbraccio profumato che avrebbe potuto addormentarsi nuovamente.
Interrogare le persone coinvolte. Cavolo, doveva essere proprio esausta per sentire la voce di Linda nella sua testa! Aprì gli occhi per concentrarsi meglio. Le persone coinvolte…lei e Natsu erano i primi della lista, almeno secondo l’opinione comune. Poi c’erano anche il signor Fleur e la domestica della bambina. E magari anche la servitù! Ricordava che quando abitava ancora nella tenuta degli Heartphilia era controllata a vista dai suoi carissimi domestici. A ben pensarci, probabilmente si preoccupavano più loro del suo stesso padre!
Analizzare la situazione mettendo insieme tutti i pezzi del puzzle. Pensa Lucy, pensa. Cosa c’è di strano in questa storia? Beh, tutto! La sua collana nella stanza della piccola Angy prima di tutto! E poi il fatto che sono stati arrestati nello stesso istante in cui sono arrivati alla Gilda. Insomma, non avevano proprio perso neanche un secondo di tempo!
Qualcuno bussò alla porta ed il cuore della giovane Maga saltò fino in gola. Chi poteva essere a quell’ora di mattino?
“Lucy, stai bene?”. Era la voce di Natsu. Ma certo, che stupida, aveva dormito lì da lei quella notte! Si doveva essere svegliato e non vedendola si era preoccupato!
“Si, ora esco!” rispose. Si staccò riluttante da quell’abbraccio ormai tiepido, avvolgendosi nel lungo accappatoio rosa confetto appeso alla parete. Con una salvietta si strofinò i capelli bagnati, guardandosi allo specchio. La prima cosa che notò furono le occhiaie marcate e gli occhi rossi. Sospirò davanti a quell’immagine che l’osservava dall’altra parte dello specchio. Non sembrava neanche lei, sembrava una persona stanca e segnata dalla vita. Ripensò a Natsu che non l’aveva mai lasciata sola e sorrise a quella Lucy invecchiata. Finì di darsi un contegno, indossando una minigonna blu cielo ed un top bianco e azzurro.
Quando uscì, il Dragon Slayer non si vedeva da nessuna parte. Un profumo dolce le giunse però alle narici. Possibile che quell’imbranato stia cucinando? pensò e, incuriosita, si diresse a grandi balzi verso la cucina. Quell’odore di miele e caramello le faceva venire l’acquolina in bocca. Effettivamente era un giorno intero che non mangiava niente! Sbirciò dalla porta prima di entrare, non voleva che l’improvvisato cuoco si fermasse per accoglierla. Vide con sorpresa l’amico che indossava il suo grembiule rosa a fiorellini arancio. Le scappò una risatina che riuscì a soccombere mettendosi una mano davanti alla bocca. Sembrava sereno mentre rigirava due pancake e faceva sfrigolare qualche pesciolino. Sulla tavola erano ammucchiati biscotti fatti a mano, piccoli doni ed un piatto di pasta. Probabilmente i loro nakama erano passati a vedere le sue condizioni ed avevano portato qualcosa che sapevano le avrebbe fatto piacere. Poteva immaginare anche chi aveva lasciato quei doni. Gli spaghetti al sugo erano sicuramente frutto delle mani esperte di Mirajane; quel libro abbandonato sulla penisola era un segno del passaggio di Levy-chan, mentre i biscotti le ricordavano Lluvia, con quella forma a goccia. C’era anche una bottiglia di pregiato sakè, appena vicino ad un mazzo di fiori. Cana, pensò Lucy sorridendo. E i fiori…i fiori dal Master! Erza aveva lasciato un pezzo della sua golosissima torta con le fragole e quella scatola ormai vuota doveva contenere dei cioccolatini. Quelli non riusciva a ricondurli a nessuno.
“Oh! Sei qui. Non ti avevo sentita arrivare” disse Natsu masticando l’ultimo di quei succulenti cioccolatini che dovevano essere per lei. “Ti ho preparato la cena”
“Si, lo vedo. Quando sono passati gli altri?”
“Mentre dormivi. Mira aveva cucinato praticamente tutto quello che c’era nel frigo della Gilda. È arrivata con un cestino pieno di ogni prelibatezza! Pasta, pesce, dolci!” e si leccava le labbra ricordando quel ben di Dio che, ovviamente, era finito tutto nel suo stomaco.
“Chi ha portato i cioccolatini?”
Il ragazzo guardò la scatola con la coda dell’occhio. Non arrossì né chiese scusa per averli finiti. “Oh, quelli vengono da Gray. Ha pensato che ti servisse dello zucchero per riprenderti. Erano veramente molto buoni!”.
A Lucy scappò una risatina. Si sentiva felice di tutte quelle attenzioni. Addentò un pezzettino del pancake ricoperto di sciroppo al caramello che l’amico le aveva messo nel piatto. Di primo acchito le sembrò squisito. Ma, assaporandolo meglio, sentì qualcosa di sbagliato. Bevve un lungo sorso d’acqua.
“N..Natsu…cosa ci hai messo dentro?” chiese. Si era fidata pensando che Natsu, abitando da solo con Happy, sapesse di sicuro cucinare. E poi per cucinare un pancake non ci voleva di certo un genio culinario!
“Non ricordo. Mi sembra uova, burro, miele e zucchero” elencò lui.
La bionda scosse la testa. “Credo tu abbia confuso lo zucchero con il sale!”
Il Dragon Slayer sgranò gli occhi e, per verificare, ingurgitò un intero pancake.
“Si, forse hai ragione! Però tu metti tutto in barattoli identici!”. Risero entrambi, scartando quel piccolo pasticcio culinario e dedicandosi ad altro.
Verso le nove di mattino, quando il sole era già alto nel cielo azzurro e privo di nuvole, qualcuno bussò alla porta.
“Lu-chan apri!” era la voce di Levy. Senza pensarci due volte, la padrona di casa corse a togliere la sicura e la turchina si fiondò all’interno dell’appartamento. Lucy la squadrò con gli occhi sgranati e la bocca spalancata.
La piccola Maga, infatti, indossava un lungo cappotto beige chiuso da un nastro sul davanti, con due grandi tasche che traboccavano di oggetti. In testa portava un cappellino con visiera, sempre beige, ed in mano teneva una lente di ingrandimento.
“L..Levy-chan, perché sei vestita così?” le chiese sconcertata la bionda. A quanto le risultava, non c’era nessuna festa a tema in quei giorni!
“Ma non è ovvio, Lu-chan? Guardami bene..” e fece un giro su se stessa “Non ti ricordo proprio nessuno?”
La Maga degli Spiriti Stellari la guardò. Sembrava una barbona con quell’impermeabile troppo grande per il suo fisico gracile.
“Dove hai preso quei vestiti? Te li ha prestati Erza? Comunque non capisco proprio chi dovresti essere!”
Levy sbuffò. “Ma insomma! Sono un’investigatrice! Impermeabile lungo, cappello, lente d’ingrandimento per gli indizi!”
Lucy ci pensò un momento. E da quando i detective andavano in giro conciati in quel modo? Probabilmente solo nei troppi libri letti dalla sua amica!
“Ho pensato che visto che il Concilio ha lasciato in sospeso il caso per mancanza di prove, potevamo metterci d’impegno noi per trovarne e scagionarvi completamente! Che ne pensi?”
“Penso che non sia una buon’idea! Il signor Fleur non ci lascerà mai curiosare in giro per la sua casa!”. Doveva ammettere che, comunque, l’idea dell’amica le piaceva da morire!
“Bé, se non ci permette di cercare prove ci sono solo due motivi: o ha qualcosa da nascondere, o non vuole indietro veramente la figlia…o tutti e due!”. Sembrava divertirsi un mondo con quella storia. Giocava alla piccola  detective senza sapere nemmeno da dove cominciare.
“Lasciamo fare agli adulti, Levy-chan! Questo non è un gioco, hanno rapito veramente una bambina!”. Lucy sospirò. Ma chi voleva prendere in giro, lei non era un’investigatrice! Non aveva idea di come risolvere un caso VERO!
“A me sembra una buona idea”. Le ragazze sobbalzarono al suono di quella voce. Natsu era comparso all’improvviso dalla cucina, sempre indossando il grembiule a fiori. Levy non riuscì a trattenere le risate vedendolo conciato così.
“Ahahah Natsu, come ti sei conciato!” si asciugava le lacrime e continuava a sogghignare.
“Ti sei guardata allo specchio questa mattina? No, perché sembri una barbona con quel coso addosso!” reagì d’istinto lui, ricevendo una gomitata in pancia dalla padrona di casa.
Levy cercò di darsi un contegno, schiarendosi la voce.
“Bene, se anche Natsu è d’accordo non puoi tirarti indietro! È come nella tua storia! L’ispettore che cerca la verità ed i suoi due validi aiutanti!”. Sorrise al pensiero. Si, insomma, forse Levy non somigliava molto a Roman, ma Natsu era perfetto nel ruolo di Jules! E lei…bé, lei aveva sognato di essere Linda da quando l’aveva creata!
“So che me ne pentirò molto presto ma…va bene, ci sto!” acconsentì alla fine.
Gli occhi della turchina brillavano come piccole stelle, si vedeva che era al settimo cielo!
“Bene” esultò “Allora diamo al via alle indagini!” e, immersa completamente nel personaggio, tirò fuori dalle profonde tasche un taccuino ed una penna, pronta per appuntarsi ogni singola cosa sospetta che incontrava per la sua strada. Si stavano inoltrando per una nuova, grande avventura che, sicuramente, li avrebbe condotti dritti, dritti in un mare di guai!
***
 



L'angolo di *L*

Oddio....Gommen!! Non riesco a credere nemmeno io che nonostante tutto stia continuando a pubblicare sto schifo!! Giuro che mancano pochi capitoli e che poi mi dileguerò nel nulla!!
So che dovevo pubblicare ieri (anche se effettivamente non credo che ne abbiano sofferto in molti, per questo ritardo! Probabilmente gli unici coraggiosi che sono arrivati fino a qui avevano tirato un sospiro di sollievo!)
Non sapevo come andare avanti, quindi possiamo dire che questo è un capitolo di passaggio...(Praticamente non ha senso di esistere)
Comunque...
Devo dire di essermi sorpresa di vedere che siete comunque in tanti a seguire sto coso...Arigatou!! <3 
Anche se....(e si, ci deve essere per forza un "anche se...") siete mooooooooooooolto silenziosi!!
Ho un dannato bisogno delle vostre opinioni, anche perchè sono ferma all'ultimo capitolo e non so più come andare avanti!! -.-
In ogni caso....Alla prossima settimana, minna!!
Kiss

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Il Tradimento Di Levy-chan! ***


5-IL TRADIMENTO DI LEVY-CHAN!

 
 
Era già alto il sole quando Natsu e Lucy uscirono finalmente dall’appartamento della giovane Maga. Non incontrarono molta gente per strada, il paese sembrava deserto. Eppure era strano, di solito c’era sempre qualcuno che la salutava durante il tragitto o quei due simpatici pescatori che si preoccupavano per lei. Niente, non girava anima viva!
Svoltarono l’angolo ed arrivarono nel centro di Magnolia. Nessuno dei due aveva molta voglia di parlare. E quel silenzio iniziava a pesare.
Videro una bambina per strada che correva per cercare il suo pallone di stoffa. Natsu sorrise, correndo verso quel giocattolo caduto troppo in alto per lei. Lo prese e stava per rivolgersi alla piccola consegnandole il pallone quando la madre uscì in strada e, sgridando la bimba, la riportò indietro. Nessuno dei due perse le parole di quella donna.
“Cosa ti ho detto cento volte questa mattina? I tipi di Fairy Tail sono pericolosi, hanno già rapito una bambina, vuoi fare la stessa fine?”. L’aveva bisbigliato, ma Lucy era vicina alla coppia e l’udito di Natsu era sempre stato infallibile. Quando i loro occhi si incrociarono, il Mago del Fuoco vide delle lacrime rigare le guance dell’amica. Come potevano i cittadini pensare che Fairy Tail fosse colpevole di tale crimine? Su che base li accusavano? Loro, una delle poche Gilde che li aveva sempre difesi e che spesso si fermava a giocare con i loro figli! Loro che in onore della popolazione organizzavano feste e banchetti. Loro che lavoravano per i loro amati cittadini!
Natsu prese Lucy per mano e si allontanò. Era colpa loro se la loro amata Gilda ora veniva diffamata? Colpa di quella stupida missione? Eppure loro erano innocenti! Avrebbe voluto urlarlo al mondo, ma tanto nessuno gli avrebbe creduto. Solamente i suoi nakama avrebbero potuto aiutarlo. E Levy. Si, lei aveva avuto una splendida idea decidendo di investigare sulla scomparsa della piccola Angy. E con il cervello delle sue due amiche, avrebbero di sicuro risolto il caso ed i cittadini si sarebbero poi ricreduti!
“Lucy…” bisbigliò. Vedeva già il cancello della sua amata Gilda.
“Tranquillo, sto bene! Quando scopriremo come sono andate le cose, quella donna dovrà ricredersi. Tutti ci dovranno delle scuse!”
Natsu le sorrise. Nonostante tutte le volte che la vedeva piangere, sapeva che la sua amica era forte e che si sarebbe ripresa anche da quel colpo.
Quando entrarono videro subito che qualcosa era cambiato nell’aria. C’era tensione, nessuno parlava. Mira asciugava i bicchieri senza il suo adorabile sorriso, Gray se ne stava completamente vestito stravaccato su un tavolo, Lluvia non apriva bocca e se ne restava in disparte, Macao e Wakaba smisero di parlottare quando li videro entrare ed Erza…beh, effettivamente lei non la videro proprio! Così come non videro Levy o gli Shadow Gear!
Con passo pesante Lucy si trascino fino al bancone. Mirajane non alzò nemmeno gli occhi per salutarla, come faceva sempre. Non notò che lei e Natsu si tenevano per mano, cosa che di solito avrebbe generato in lei curiosità e domande maliziose.
“Mira-san…cosa sta succedendo a tutti?” chiese titubante
“Oh Lucy. Non preoccuparti! Riusciremo a superare anche questa come facciamo sempre!” le sorrise, ma si vedeva che era un sorriso forzato. Possibile che le voci si fossero diffuse? Quelle voci maligne che li credevano responsabili di quel crimine?
“Cosa è successo, Mira-san? Dimmelo, per favore!” ripeté la domanda.
La bella barista alzò gli occhi e, mettendo da parte bicchieri e strofinacci, si appoggiò al bancone in modo stanco.
“Tutta Magnolia vi crede colpevoli del rapimento di quella bambina. Puntano Fairy Tail a dito, tenendo lontani i bambini da ognuno di noi. Ci ritengono una Gilda di criminali”. Aveva parlato piano, come in un sussurro. Forse aveva paura anche lei di quello che stava dicendo, non lo accettava.
Lucy strinse i pugni. Che ingrati! Non poteva crederci!
“Mira-san, dov’è Levy-chan?”
“Lei e gli Shadow Gear sono partiti per una missione qualche ora fa” rispose l’albina in modo meccanico.
“Come? Ma…questa mattina…” non riuscì a finire la frase. La Maga degli Spiriti Stellari ripensò a poche ore prima. Levy le aveva chiesto di indagare su quella storia ed era entusiasta come un bambino che scarta i doni a Natale quando lei aveva accettato la proposta! E allora…perché era andata in missione se si era già impegnata con loro? Perché non l’aveva avvisata che non si sarebbe fatto niente di quell’idea?
Sentì una mano sulla spalla. Non si girò, pensava che Natsu stesse cercando di risollevarle il morale in qualche modo.
“Levy-chan ha chiesto a me di prendere il suo posto”. Quella voce…si girò di scatto, rischiando di cadere dallo sgabello. Loki era vestito con il suo solito completo nero, la sua solita camicia bianca e profumata ed i soliti occhiali da sole scuri.
“Tu?” chiese allibita Lucy. No, impossibile! Con Levy era una cosa, lei era intelligente ed il fatto che avesse letto moltissimi gialli la aiutava non poco! Ma Loki? Lei, Loki e Natsu…doveva ammettere che somigliavano molto ai personaggi della storia. Però lei non era un’investigatrice e non poteva prendersi la responsabilità di quel ruolo!
“Si, perché? Sono qui grazie alla mia magia, non peserò sulle tue forze. Levy non mi ha detto cosa dovevo fare, ma farei di tutto per te, Lucy!” mentre parlava gli si illuminavano gli occhi dietro le lenti scure. Le venne un brivido che le percorse tutta la colonna vertebrale.
“Lasciamo perdere. Rinunciamo a questa stupidaggine, troveremo un altro modo per uscire da questo pasticcio e ripristinare la fama di Fairy Tail!” si accasciò pesantemente su quel bancone appena lucidato e che profumava di birra e sakè.
 Natsu e lo Spirito del Leone si guardarono e urlarono quasi in coro, offesi dal tono della bionda “Non ti fidi di noi?”
“No, ovviamente! Non per questo genere di cose!”. Era stata sincera, ma si pentì subito di quello che aveva detto. Loki era il suo Spirito più leale e teneva alla sua amicizia e Natsu, a parte il fatto che si trovava nella sua stessa situazione, le era sempre stato vicino e l’aveva sempre tirata su di morale. Certo, quelle doti non le sarebbero servite a niente in una missione come quella, ma era stata irriconoscente verso loro due.
“S..scusate. E’ solo che…ho paura!”
“Noi siamo con te, Lucy” entrambi fecero sentire la loro vicinanza, stringendosi a lei. La giovane Maga ci pensò qualche secondo, poi sorrise decidendo di provarci.
“Perché no! Potremmo anche riuscirci, proprio perché sembra un’impresa impossibile!”
“Bene ma…cosa dobbiamo fare, esattamente?” chiese Loki, con qualche dubbio.
“Dimostrare a tutti che io e Natsu non abbiamo rapito quella piccola peste! Indagheremo su questo crimine misterioso!” sembrava così felice e sicura di sé mentre lo diceva. E anche gli altri sembravano aggrapparsi a quella speranza, gettando loro occhiate piene di affetto e sentimento.
 
Già da mezz’ora stavano seduti su quel divano di pelle scura. Lucy aveva preso in mano la situazione ed aveva deciso di incominciare ad indagare ascoltando ciò che avevano da dirle gli abitanti di quel grande palazzo.
Avevano bussato alla porta di casa Fleur con eccitazione e paura che si scontravano e con il cuore che batteva a mille. Il maggiordomo li aveva fatti accomodare in salotto, dicendo loro che potevano fare quel che volevano, perché il Conte non sarebbe uscito dalla sua stanza fino all’ora di cena. Era molto scosso per la perdita della figlia.
Quel vecchietto simpatico era stato il primo ad essere interrogato. Le domande di Lucy e Loki avevano fatto si che il maggiordomo raccontasse loro tutto di quella fatidica giornata. Si era alzato verso le sette per dare ordini di preparare la colazione ai cuochi e di pulire la stanza della padroncina alle domestiche, perché la piccola sarebbe tornata quella stessa mattinata. Quando poi aveva visto la carrozza fermarsi sul viottolo, era andato a chiamare gli stallieri, per riporre i cavalli nei loro box. Era rientrato in casa e aveva visto i due ragazzi intenti a contrattare con il padrone. Però non aveva visto la bambina. Aveva accompagnato i due Maghi alla porta ed era andato ad occuparsi dei suoi affari. Quando, poi, aveva portato i bagagli della piccola nella sua camera, aveva notato che era vuota ed aveva dato l’allarme. Ricordava che la finestra era aperta, ma non c’era nessuna scala. L’albero di sicomoro ondeggiava e ballava a contatto con il vento e l’uomo aveva notato che per terra c’erano dei rami spezzati. Probabilmente qualcuno l’aveva usato per arrampicarsi! Aveva visto la collana sul letto della padroncina e l’aveva portata subito al padrone. Poi furono chiamate le guardie del Concilio, che fecero loro domande. Verso sera, poco prima di cena, aveva visto il padrone uscire di casa di corsa. Aveva la sua solita ventiquattrore che usava quando doveva concludere un affare. Era tornato mezz’ora più tardi. Verso mezzanotte, dopo essersi assicurato che porte e finestre fossero chiuse e che tutti fossero andati a dormire, si era coricato.
Lucy ringraziò il domestico, chiedendogli se gentilmente poteva riunire i domestici e prepararli al fatto che sarebbero stati interrogati quel pomeriggio. Il maggiordomo annuì, inchinandosi e poi se ne andò.
La giovane guardò i due compagni per un momento. Sarebbe stata una lunghissima giornata.
“Cosa ne pensate?” chiese loro. Loki sfogliò le pagine di appunti che aveva preso, con aria dubbiosa.
“Non saprei, Lucy. Forse è ancora troppo presto per farsi delle idee chiare”. Lei annuì. Poi guardò Natsu che studiava la stanza con occhio attento, inconsapevole di cosa cercare veramente.
“Bo, questa storia non mi convince!” disse solamente, piegandosi su un grande pianoforte. Passò un dito sulla tastiera, notando che un filo di polvere copriva i tasti bianchi.
“Non sembrano molto ferrei sulla pulizia! Tra libri e pianoforte, sembra che non passino uno straccio da un’eternità!” esclamò nello stesso istante in cui una donna robusta entrava dalla porta del salotto.
“Bé, è perché questa stanza di solito è chiusa” bisbigliò intimorita. Si guardava intorno con un sospiro. Probabilmente in quella stanza aveva rinchiuso tanti ricordi ormai lontani.
“Prego, si sieda. Mi dica, perché di solito questo salotto resta chiuso? È così bello e confortevole!”. Anche Lucy si guardò intorno mentre poneva la domanda. Quando erano stati accompagnati lì, non ci aveva fatto molto caso. Pensava di trovarsi nello stesso salotto in cui avevano parlato con il Conte qualche giorno prima. Si sbagliava! Quella stanza era leggermente più piccola, con grandi finestre da cui entrava una marea di luce, scaffali lungo le pareti rivestiti completamente da libri, il pianoforte, vasi di fiori in tutti gli angoli e, soprattutto, c’era colore da tutte le parti. Invece, l’altro salotto era completamente bianco. I muri erano bianchi, il sofà era bianco, lo stesso Conte sembrava bianco! Ed era spoglio, come se non fosse mai stato vissuto prima di quel momento. Questo era…vivo! Con i suoi quadri che sorridevano loro ed i disegni infantili alle pareti. Con quella macchia di tempera sul tappeto ed i libri da colorare sparsi sul tavolino in fondo alla sala. Con i suoi colori caldi che passavano dal rosa all’arancione, fino al rosso vivo delle rose.
“Bé, vedete, questo era il salotto preferito dalla signora. Lei e la piccola passavano qui dentro la maggior parte del loro tempo, cantando, danzando, colorando. Erano così felici! E la casa sembrava viva! Era un periodo molto felice” sembrava perdersi nei suoi ricordi, guardando i muri famigliari, il pianoforte che suonava allegramente, i libri che al tempo venivano sparsi sul pavimento.
“Cos’è successo alla signora?” chiese gentilmente la bionda. Sapeva già che quello era un argomento molto difficile e delicato.
“Morì tre anni fa. Angy aveva otto anni. Morì a causa di alcuni Maghi che fecero irruzione in una banca, prendendo tutti in ostaggio. La mia padrona era buona di cuore e cercò di aiutare un’anziana signora che si era ferita al braccio. Diceva ai ladri di lasciare andare la signora, che aveva bisogno di un medico. A quanto raccontarono gli ostaggi, fu un attimo solo! Uno dei rapinatori mosse una mano ed il corpo della mia padrona fu trafitto con una lastra di ghiaccio. Morì all’istante” si fermò nella frenetica ricerca di un fazzoletto. Grosse lacrime le rigavano il volto paffuto. Loki le avvicino il suo fazzoletto di stoffa, aggiungendo che poteva tenerlo. “Da…da quel giorno la bambina non fu più la stessa. Cambiò radicalmente! Non giocava più, non sorrideva mai. Iniziò a dare ordini a tutti ed urlare come un’ossessa che non sapevamo fare il nostro lavoro. Povera piccola, era sempre sola! Il padrone non poteva seguirla molto. È sempre così impegnato! E poi non ha mai imparato a fare il padre! Faceva tutto la padrona, quando era in vita.” Lucy aveva ascoltato tutto in silenzio, trattenendo le lacrime. Le si era formato un macigno che le schiacciava il cuore e le bloccava la gola, impedendole quasi di respirare. Alla fine, quella che lei chiamava “demonio” era così simile a lei. O, per lo meno, la loro storia era così simile! Si, perché lei non era diventata una piccola viziata dopo la morte di sua madre. Però la capiva! Lei aveva trovato una nuova famiglia in Fairy Tail, ma Angy non aveva ancora trovato nessun vero amico, a causa di quel suo caratteraccio. Povera piccola! Aveva ragione sua madre quando le diceva che prima di giudicare una persona bisogna prima conoscere la sua storia!
“Mi dica, lei sa se per caso ci fosse qualcuno che odiava il signor Fleur o sua figlia tanto da rapirla?”. Lucy continuava le sue domande, cercando di essere più gentile e delicata possibile. Non era il caso di calcare la mano, come vedeva fare nei film. Quella famiglia ne aveva già viste tante, aveva bisogno solamente di essere capita e consolata.
“Bé, si, c’è tanta gente che vorrebbe vedere il padrone andare in bancarotta. Diciamo che i suoi affari non sono proprio sempre leciti. Molti dei suoi clienti si lamentano e più di una volta abbiamo trovato nella posta una lettera di minaccia. Però, non credo che nessuno di loro fosse disposto a rapire una bambina!”
“La ringrazio, signora. È stata molto utile e gentile nel parlare con noi. Può tornare alle sue faccende!” la salutò la Maga. Controllò gli appunti schematizzati di Loki, rileggendo le parole dei due domestici appena interrogati, cercando di unire i pezzi. Ma ancora non potevano sapere con sicurezza cosa fosse successo.
Seguirono il cuoco, il giardiniere, le cameriere e le domestiche, ma non portarono nulla di nuovo le loro risposte. Era ancora tutto così confuso! Chi avrebbe potuto rapire Angy e, soprattutto, perché? A quanto avevano capito, non era stato richiesto nessun riscatto. Possibile che quel sequestro si fosse trasformato in qualcosa di più grosso? In un omicidio, magari? Da un po’ le frullava per la testa la pesante sensazione che non avrebbe mai più rivisto la bambina in vita. Ma la scacciava dalla sua mente come una mosca fastidiosa.
L’ultima interrogata fu la cameriera personale di Angy. Come aveva potuto vedere durante il viaggio, la domestica era giovane. Non poteva avere più di 15, 16 anni. Come poteva una ragazza così giovane essere la balia di una bimba di 11 anni. Magari poteva essere la sorella maggiore, ma di certo non poteva prendersi la responsabilità di una bambina!
“Si accomodi, signorina” disse gentilmente Lucy. Notò che era molto bella. Persino Loki ne era rimasto affascinato! Lo sentiva rigido sul sofà di pelle, probabilmente la stava studiando e spogliando con quegli occhi costantemente coperti dagli occhiali da sole.
“Mi dica, da quando lavora per la piccola Angy?”
“Dall’anno scorso. Mia madre era la domestica della padrona e quando è morta la padrona mi ha come adottato. Mi ha sfamato e vestito e ha pensato alla mia educazione. Quando è morta anche lei, il padrone ha detto che se volevo rimanere dovevo guadagnarmi il pane” fece una pausa, guardandosi le lunghe dita affusolate. Erano perfette per una pianista! “Iniziai a lavorare come sguattera in cucina. Pulivo, andavo a fare la spesa, aiutavo le cuoche e davo persino da mangiare agli animali. Poi, l’anno scorso, la piccola mi ha vista ed ha subito voluto che diventassi la sua cameriera personale!”
“Com’è lavorare per Angy?”. Non avrebbe voluto immischiarsi tanto, ma Lucy aveva notato che nel tono della giovane c’era una nota di rammarico. Non le piaceva quel lavoro. Ma perché? Probabilmente lo sapeva già, ma aveva bisogno di sentirlo dire da lei!
“Diciamo che non è proprio un paradiso! È una bambina viziata, che ama comandare. Rende la vita impossibile alle cuoche chiedendo da mangiare piatti di cui nessuno sa nulla, rovescia e rompe i vasi di fiori solo per vedere le domestiche ripulire il pavimento, da ordini di sellarle il cavallo decidendo poi di non aver voglia di cavalcarlo quando è pronto”. Mentre ascolta la testimonianza della ragazza, Lucy la osserva. Come le altre cameriere indossa un lungo abito grigio chiaro, i capelli raccolti in una crocchia ed un grembiule bianco che le ricopre l’abito dal ventre alle ginocchia. È perfettamente in ordine e pulita. Indossa una collana molto fine, d’argento probabilmente, alla cui estremità dondola un piccolo ciondolo a forma di cuore. All’anulare porta un anello con cui ora sta giocando. Se lo gira e rigira sul dito, senza darsi pace.
“Prima non era così, sapete. Quando c’era mia madre Angy era felice e molto buona. Le piaceva giocare con me. Eravamo le uniche due bambine di questa grande casa e andavamo molto d’accordo!” sorrise al ricordo, smettendo per un attimo di torturarsi le dita. “Io suonavo il piano tutte le sere e loro cantavano e ballavano. Quante risate! C’era aria di felicità e tutti sorridevano sempre”
“Senta, può gentilmente raccontarci cosa è successo il giorno del nostro ritorno alla villa?” chiese Lucy, spezzando i ricordi che aleggiavano a mezz’aria.
“Quando siamo scese dalla carrozza, ho subito accompagnato la signorina in camera sua, preparandole la sala da bagno. Preparai i suoi vestiti sul letto mentre lei si lamentava e diceva che non aveva voglia di fare il bagno. Con il tempo si impara ad avere pazienza, sapete? Sono andata a controllare il bagno e dalla finestra ho visto che voi –ed indicò Lucy e Natsu- stavate andando via. Avrei voluto ringraziarvi e scusarmi per quello che vi aveva fatto passare Angy. Comunque, quando il bagno era pronto, sono andata a chiamare Angy. Sono entrata in camera ma lei non c’era più. L’ho cercata ovunque, ho guardato fuori dalla finestra, anche se sapevo che non sarebbe mai riuscita a saltare fino all’albero. Sono tornata in bagno pensando che lei fosse già lì, ma niente. Ho controllato in giardino, nelle stalle, nella serra. Ma di Angy non c’era traccia. Quando sono rientrata in casa l’allarme era già stato dato. Poco dopo sono arrivati anche quelli del Concilio per interrogarci”. Si, le testimonianze per ora coincidevano.
“Posso farti un’ultima domanda? Secondo te Angy potrebbe essere scappata per conto suo, stanca della vita che stava facendo?”. Bé, alla fine era quello che aveva fatto anche lei, no?
La giovane scosse la testa “No! Angy amava troppo comandare e fare la padrona per lasciare tutto! Non se ne sarebbe mai andata se non ne fosse stata costretta!”
“Okay, grazie mille. Senta, ancora una cosa. Non sarebbe possibile parlare con il signor Conte?”
“Se posso dirlo, oggi non è in gran forma. Ma cercherò di persuaderlo a parlare con voi” disse sorridendo gentilmente. Uscì dalla stanza lasciando, nuovamente, soli i tre ragazzi. Natsu sbuffò, insieme al suo stomaco. Erano le cinque del pomeriggio! Mangiucchiava i rimasugli dello spuntino che le cuoche avevano portato loro. Un piatto di riso al curry, un po’ di pesce, del pane. Erano state talmente buone con loro che Lucy si sentiva praticamente in dovere di arrivare fino in fondo a quel mistero! Loki sembrava spossato da tutto quello scrivere e star seduto. Così si alzò stiracchiandosi ed andò ad aprire le finestre. Che bello il panorama, lì fuori! Era tutto un susseguirsi di colline verdi che si univano con il cielo azzurro! La bionda, invece, era persa nei suoi pensieri. Dov’era Angy? Se non era scappata da sola, chi l’aveva costretta ad allontanarsi? Aveva da qualche tempo scartato l’idea del rapimento. Secondo quanto aveva ascoltato, nessuno dei nemici del signor Fleur lo odiava così tanto da compiere un delitto! Ed i domestici sembravano affezionati alla bambina, nonostante tutto l’astio e la rabbia che lei gettava su di loro. In più il fatto che il rapitore non si era ancora fatto sentire rendeva l’idea del rapimento illogica. Insomma…in tutti i film che aveva visto e in ogni libro giallo che aveva letto, che la vittima fosse morta oppure viva, il rapitore chiedeva sempre un riscatto. O lasciava degli indizi. Alla fine, i criminali vogliono sempre essere scoperti! Non per il piacere di essere catturati, ma per la gloria di far sapere al mondo la loro impresa! L’idea che fosse scappata era più plausibile. Anzi, sentiva che era l’unica strada che avrebbero dovuto seguire. Forse perché sentiva la bambina così simile a sé. Forse perché riconosceva dietro tutte quelle urla e quegli ordini una grande paura. Paura di essere abbandonata da tutti, oltre che da sua madre. Li legava a sé dando loro ordini perché quello era l’unico modo che conosceva per non perderli. Però, senza amici che potevano ospitarla, dove sarebbe potuta andare? No, c’era qualcosa che non quadrava in quella storia!
Qualcuno bussò alla porta, facendola tornare al presente. La giovane domestica che avevano interrogato solo pochi minuti prima era tornata “Il padrone dice che parlerà con voi” annunciò.
***
L'angolo di *L*
waaaaaaaaa!!!!!! NON ci credo!!!! Dopo un mese che non riuscivo più a scrivere nemmeno una parola, sono riuscita seriamente a finire sta...non so nemmeno come considerarla!!
Coooooooomunque....goumen per il ritardo, so che teoricamente dovrei aggiornare il martedi, ma impegni di lavoro e corsi vari me lo hanno impedito
Anyway....sono tornata con il nuovo capitolo (nessuna voce, nessun coro, nessun applauso...rotola una palla di fieno sul fondo e i grilli canticchiano...)
Se riesco spero di riuscire ad aggiornare con il prossimo (penultimo) capitolo mercoledì, per poi pubblicare l'ultimo (siiiiiiii) sabato prossimo!
Spero che almeno voi che siete ormai arrivati fin qui non mi molliate proprio ora!! Sto ancora aspettando i pomodori e le verdure marce che non sono ancora arrivati!! (sospiro di sollievo)

So che non l'ho mai fatto, ma vi metto un pezzettino del prossimo capitolo:


“Erano molto legate, non è vero?”. Quell’immagine le ricordava troppo lei e sua madre. Il loro legame, la loro somiglianza. Quella bambina stessa le ricordava la sua infanzia. La felicità sottratta a causa della scomparsa della madre tanto cara, un padre che non c’era mai o che non poteva nemmeno tenerle compagnia, i giochi in solitario, le lacrime…tante lacrime. E la voglia di fuggire lontano da tutto e da tutti!

A presto!!
Luna-chan

 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Qualcosa Da Nascondere! ***


6-QUALCOSA DA NASCONDERE!

 
 
La stanza del padrone di casa poteva dirsi grande quanto l’intero appartamento di Lucy…se non di più! I tre ragazzi si guardavano intorno cercando di orientarsi in quel buio che ricopriva tutto come una coperta invernale.
“Signor Fleur. Ci hanno riferito che avrebbe risposto alle nostre domande” biascicò la giovane Maga con il cuore che le martellava nel petto. Voleva uscire da lì, quell’ambiente le faceva venire i brividi. Sentirono il soggetto in questione schiarirsi la voce.
“Si, è esatto” disse nello stesso istante in cui una candela iniziò a schiarire la stanza. Non era niente di più di un misero alone di luce, ma era comunque meglio del profondo buio di prima!
Lucy osservò il vecchio signore ancora in pigiama, con la cuffietta da notte ben calata sulle tempie ormai prive di capelli. Aveva grosse occhiaie e gli occhi gonfi e rossi. Si vedeva che aveva pianto e non aveva dormito. Strano! Non le era parso così preoccupato quando in tribunale li accusava di aver rapito la figlia!
“D…dovete aiutarmi! La..la mia Angy!” ed i Maghi sentirono i singulti tipici di una persona che piange.
Fu Natsu, infine, a porre la tanto bramata domanda “Ma scusi, perché ora è preoccupato? Non ha versato neanche una lacrima in tribunale”
Il viso del padrone di casa si contrasse, poi biascicò qualcosa di incomprensibile ed infine balbettò “Mi..mi sono fatto forza –e tirò su col naso- non potevo mica mostrarmi debole di fronte a tutti. I miei nemici avrebbero subito approfittato di me!” l’ultima parte della frase, però, l’aveva urlata ai tre ragazzi e, una volta terminato di parlare, gli era comparso un sorrisetto fiero sul volto. Anche senza aver letto tutti quei libri o guardato tutti quei telefilm, Lucy avrebbe dedotto che stava mentendo! Ma perché? Cosa aveva da perdere? E cosa aveva da nascondere, soprattutto?
“Dovrebbe dirci la verità, signor Fleur, altrimenti non riusciremo mai a ritrovare sua figlia!” disse, infatti, la Maga degli Spiriti.
Il vecchio la guardò con espressione spaventata e confusa, poi si schiarì la voce e con tono burbero le urlò che quella era la verità e che una ragazzina non poteva mettere in dubbio le parole di un gentiluomo come lui!
Si, insomma, le solite scuse di un uomo colpevole! Ma colpevole di cosa? Che ruolo aveva quel tipo in tutta quella storia? Magari sapeva dov’era la figlia ma cercava comunque di incastrare loro? Sapeva che era scappata da lui? O, ancora peggio, l’aveva rapita lui stesso?
Le ipotesi si susseguivano nella mente di Lucy e tutte vedevano come unico colpevole di quella messinscena quel “gentiluomo” che aveva di fronte. Continuò a guardarlo, in silenzio, mentre Loki gli poneva le solite domande di rito. Cosa stava facendo quando la figlia era scomparsa, possibile che non avesse sentito rumori sospetti, possibile che fosse scappata…
Ma il signor Fleur continuava sulla stessa lunghezza d’onda. Lui stava sbrigando i suoi affari in ufficio e non aveva visto né sentito nulla se non l’allarme dato dai domestici! E poi la cameriera personale della figlia gli aveva mostrato la collana e lui l’aveva riconosciuta in quella della giovane Maga che aveva assunto il giorno prima.
A quella risposta, Lucy sussultò.
“Mi scusi, signor Fleur, come l’ha riconosciuta?” chiese infatti.
“L’ho vista su di te, ovviamente!” sbuffò lui. Che domanda stupida, pensò probabilmente.
“Ma io non la indossavo!”. Una frase. Bastò questo per far boccheggiare il povero e preoccupato padre.
“Si, invece!” disse ricomponendosi subito “Di la verità, piccola bugiarda! Ti è caduta mentre rapivi mia figlia!”
“Ma non crede che se fosse stata rapita Angy avrebbe urlato? Invece nessuno dei domestici ha sentito nulla!” era stato Loki a parlare e sembrava anche piuttosto sicuro di sé con quel ghigno beffardo che si era creato sul suo viso.
“L’avrete immobilizzata e le avrete tappato di sicuro la bocca!” replicò lui. La sapeva lunga, non c’era dubbio!
Lucy osservò il gentiluomo, pronta a prendere in mano la situazione. “Si, ma avrebbe urlato prima. Vedere qualcuno entrare dalla finestra non succede tutti i giorni –almeno non a tutti, pensò intanto la bionda-, avrebbe di sicuro dato l’allarme prima di venire bloccata!”
Anche alla tenue luce della candela si vedevano delle goccioline di sudore imperlare la fronte del nobiluomo. La piccola squadra di investigazioni, nonostante fosse alle prime armi, stava facendo le giuste osservazioni, stava distruggendo tutte le barriere di quel piccolo uomo che si difendeva come poteva con le coperte.
Anche Natsu si era fermato nell’esaminare la stanza ed era stato rapito da quel battibecco così pungente. Riconosceva in quello scambio di parole un combattimento vero e proprio. Certo era diverso da quelli che iniziava lui in Gilda che comprendevano l’utilizzo esclusivo di mani, piedi e si, anche morsi! In quella battaglia silenziosa entravano in gioco il tono di voce e gli sguardi eloquenti. E anche i gesti delle mani. Riusciva anche a riconoscere che Lucy era in vantaggio sull’avversario, aveva la partita in pugno!
“Quindi? Ha perso l’uso della parola?” intervenne Loki, rompendo il lungo silenzio che si era creato. Si sistemò gli occhiali sul naso –Come diavolo faceva a vederci al buio con addosso quegli affari, lo sapeva solamente lui- e sogghignò. “O forse ha terminato il suo repertorio di bugie!”
Il viso del padrone di casa si rabbuiò ulteriormente. “Come osi, piccolo farabutto! Fuori! Uscite immediatamente da casa mia e non fatevi più vedere!” urlò in preda all’isterismo. Punto sul vivo! Loki aveva fatto centro!
“Come facciamo a ritrovare Angy se non ci dice la verità! Perché ci sta mentendo, signor Fleur? Cosa ha a che fare con il rapimento di sua figlia?” disse calma Lucy, alzatasi dalla sedia per mettere in risalto il suo corpo e, soprattutto, per riuscire ad avvicinare il suo viso a quello dell’uomo. Occhi negli occhi. Espressioni dure! L’una indagatrice, l’altra colpevole, ma testarda.
“Ho detto di uscire se non volete che chiami le guardie del Concilio! Siete già nella lista degli indagati, con un altro richiamo finirete di sicuro in galera! E questo sarebbe una macchia nel suo curriculum, vero signorina Heartphilia?”
Lucy si sentì punta sul vivo. Si, l’uomo aveva ragione. Nessuno della sua famiglia era mai finito in prigione! Se è per questo nessuno era mai stato convocato nemmeno in tribunale o era stato accusato di delitto!
Ma la vera domanda che galoppava indomabile nel cervello della ragazza era “Come sa il mio cognome?”
Di nuovo l’espressione vittoriosa sul viso dell’interrogato scomparve. Silenzio. Non lo si sentiva nemmeno respirare.
“Mi risponda, signor Fleur, come sa il mio cognome?”
“Era scritto sul contratto che avete firmato!” sbraitò ritrovando un po’ di sicurezza.
“Non metto mai il mio cognome! Non mi rappresenta e quindi non mi segue nelle missioni! Guardi pure, ma io firmo solamente con il nome!”
Di nuovo quel silenzio carico di colpevolezza. Nell’estremo tentativo di sottrarsi a quell’interrogatorio così pressante che l’aveva messo spalle al muro, il padrone tirò una cordicella.
Qualche manciata di secondi più tardi la porta si aprì ed entrò un energumeno tutto muscoli e, almeno così sembrava, niente cervello.
“Ha chiamato, signore?” domandò con un vocione cadaverico. Osservandolo bene, sembrava un cavernicolo che giocava a vestirsi elegante. La bocca storta, un dente che spuntava dalle labbra sottili, il naso grosso e schiacciato, sopracciglia marcate e capelli indomabili. Si intravedevano anche dei peli che spuntavano dai polsini della giacca scura. Lucy era sicura che se avesse allentato di un poco la cravatta ne sarebbero comparsi altri!
“Si. Porta questi ragazzi alla porta ed assicurati che non ci diano più fastidio!” disse in tono pacato.
A nulla servirono il fuoco di Natsu e i pugni di Loki. Era come se quell’energumeno respingesse la loro magia. E cosa avrebbe potuto fare una ragazza come Lucy? Si lasciò trasportare fuori dal palazzo mentre elencava nella sua mente tutti gli indizi che avevano raccolto quel pomeriggio e cercava di ricostruire il complicato puzzle.
La certezza che il signor Fleur stesse loro nascondendo qualcosa era ormai fondata! Però non riusciva a capire cosa di preciso. Aveva rapito la figlia? L’aveva nascosta? Ma perché dare la colpa a loro? E poi, come faceva a conoscerla? E come sapeva che quella collana era proprio sua?
Le venne il dubbio che più che Fairy Tail, quella sottospecie di uomo stesse cercando di incastrare proprio lei! Possibile? Bé, magari cercava una vendetta verso Jude! Probabile come ipotesi, suo padre aveva molti nemici a causa del suo lavoro. Provò a ripensare agli ultimi periodi che aveva vissuto nel palazzo di famiglia. Per averla riconosciuta, per averle visto al collo quel ciondolo, doveva pur essere entrato in casa loro! Doveva averlo già conosciuto da qualche parte! Ma non riusciva a ricordarsi di lui o del suo nome. Cavoli, una faccia così sarebbe stata difficile da dimenticare!
Alla fine, dovette riscuotersi dai suoi pensieri quando raggiunsero la porta e l’energumeno li lanciò fuori. Provò a coordinarsi per cadere in piedi, ma non era mai stato il suo forte. Così investì Loki ed atterrò su uno sconcertato Natsu. Poverino, quante volte le aveva già fatto da cuscino nei suoi innumerevoli voli?
“State bene?” chiese poi, rialzandosi e cercando di sistemarsi al meglio la minigonna ed il top che poco lasciava all’immaginazione. Tese una mano ai suoi nakama e lanciò uno sguardo alla villa. La finestra della camera di Angy dava sul giardino. Là, dove i rami del sicomoro si allungavano fino a sfiorare il vetro. Ma erano troppo deboli per poter fare da ponte anche solo per un bambino! No, da lì non si poteva né scendere né salire.
“Ed  ora cosa facciamo?” chiese Loki guardandosi attorno. La montagna umana che li aveva poco gentilmente scortati fuori era in attesa alla finestra. Il grosso muso appiccicato al vetro.
“Dobbiamo tornare in quella casa. Vorrei vedere una cosa!” disse sicura Lucy. Tra tutto, non aveva ancora visto la stanza della bambina. Probabilmente ciò che li avrebbe aiutati più di tutto a capire dove fosse andata!
“Ma non riusciremo nemmeno a varcare la soglia che ci ritroveremo subito culo a terra!” fece notare lo Spirito del Leone.
Natsu si coprì i pugni di fiamme “Sono tutto un fuoco!” disse  soltanto.
Fu Lucy a colpirlo in testa, facendogli sbollire l’entusiasmo “Ricordi che la magia non funziona contro quello?” ed indicò la guardia del corpo.
“Ah, già! Quindi che si fa?” domandò massaggiandosi la testa dolorante.
“Dobbiamo pensare a qualcosa. Introdurci in casa senza fare rumore!” pensò la bionda. Non ebbe nemmeno il tempo di pensare a qualcosa di concreto che si sentì alzare da terra.
Si guardò intorno, arrossendo quando si accorse di essere tra le braccia del rosato. Lui le sorrise, esclamando sicuro “Ci penso io!”. Si, certo, come no! Ora si che doveva iniziare a preoccuparsi seriamente! Quella testa dura li avrebbe fatti scoprire subito, senza ombra di dubbio!
“Natsu, cosa vuoi fa…” ma non ebbe il tempo di finire la frase che sentì l’aria nei polmoni abbandonarla. Il compagno aveva saltato e si trovavano a qualche metro da terra. La ragazza notò che i suoi piedi erano diventati una sorta di razzi, un po’ come quelli dei cartoni animati! Ma lui non era un cartone animato, lui era Natsu! Però doveva ammettere che aveva avuto un’idea brillante. Atterrarono sulla terrazza della camera della bambina sani e salvi. Felice di poter di nuovo toccare terra con i piedi, Lucy tirò un sospiro di sollievo. Spinse la porta-finestra ma…era chiusa. Erano praticamente bloccati su quella terrazza. Di nuovo i pugni del Mago del Fuoco si riempirono di fiamme e, di nuovo, sulla sua testa comparve un bernoccolo colossale.
“Vuoi mandare il vetro in frantumi?” e, vedendolo annuire poco convinto, spiegò “Sentirebbero tutti ed accorrerebbero in massa! Siamo contro la legge, questa si chiama violazione di domicilio! Non servirà una condanna per rapimento poi, finiremmo dentro comunque!”
Il compagno sembrò pensarci. Intanto, si sentì il chiavistello della finestra sbloccarsi. Entrambi i Maghi si girarono verso quel rumore e videro Loki che baciava galantemente la mano alla giovane cameriera di Angy.
“Vi aiuterò! È vero che non mi piace badare a quella peste, ma non si merita di certo una cosa del genere!” disse, con un dolce sorriso sulle labbra. Anche Lucy le ricambiò quel sorriso, riconoscente del gesto. Esaminò la stanza: c’erano libri, dizionari ed enciclopedie, un grosso tavolo di legno massiccio con una piccola candela consumata sopra, quaderni e diari, un mappamondo e molte carte geografiche. Un grande letto rosa confetto nella parte opposta della stanza, con le tendine di pizzo bianco legate ai lati con dei fiocchetti variopinti. Qualche pupazzo, pochissimi giocattoli. Non sembrava la camera di una bambina. Le pareti completamente bianche e vuote, spoglie di qualunque foto o quadro. Mancava persino lo specchio ed il tavolino da toilette. Aprì la cabina armadio e ben disposti vide i vestiti della piccola. Su uno scaffale più basso c’erano le scarpe. Nell’angolo in fondo alla stanza vide anche qualche scatolone ancora sigillato. Con delicatezza tolse lo scotch e spiò al loro interno. C’erano libri da colorare e disegni variopinti, fotografie e spartiti musicali. C’era anche una scatolina rosa con il fiocco d’oro dentro cui era adagiata una sottile collana d’oro giallo, con una piccola rondine che dondolava al centro.
“Questa camera…da quando la bambina è stata trasferita qui?” chiese senza prestare troppa attenzione alle proprie parole. Non poteva credere che quella stanza così anonima fosse sempre appartenuta ad Angy. Non la rappresentava per niente.
“Da quando è morta la signora” rispose piano la cameriera “Prima la sua camera era vicina a quella dei padroni. Ma il padrone, dopo la dipartita della moglie, ha preferito trasferirla qui”
Lucy afferrò una foto e la osservò incuriosita e rapita. Rappresentava le due donne di casa Fleur. La signora era splendida. Lunghi capelli di un castano chiaro, gli occhi verdi che sprigionavano gentilezza e sicurezza, il sorriso sulle labbra ed un’espressione beata. Quella donna, per lei era così famigliare... Angy rideva tra le sue braccia, innocente come solo i bambini sanno essere. Si vedeva che era felice. Si somigliavano come due gocce d’acqua e se non fosse stato per il colore dei capelli, si poteva pensare che fosse la stessa persona invecchiata nel tempo. Forse era per quello che l’uomo non la voleva più vicina a sé! Gli ricordava troppo la moglie scomparsa.
“Erano molto legate, non è vero?”. Quell’immagine le ricordava troppo lei e sua madre. Il loro legame, la loro somiglianza. Quella bambina stessa le ricordava la sua infanzia. La felicità sottratta a causa della scomparsa della madre tanto cara, un padre che non c’era mai o che non poteva nemmeno tenerle compagnia, i giochi in solitario, le lacrime…tante lacrime. E la voglia di fuggire lontano da tutto e da tutti!
La Maga si sedette sul letto della piccola, appoggiandoci anche lo scatolone e studiando tutti i ricordi di un tempo ormai passato e perduto. Un piccolo orsetto di peluche, i disegni infantili, i libricini colorati, i lavoretti che anche sua madre le faceva fare per tenerla occupata. Giochi di pomeriggi bui e senza sole.
“Erano sempre insieme” sentì la voce della giovane arrivarle da lontano. Si era dimenticata di averle posto una domanda.
Si, lo immaginava! Anche a lei mancava tanto la sua mamma!
Un momento. Lucy alzò lo sguardo con la strana consapevolezza di aver trovato la soluzione.
“Credo di sapere dove si trova Angy!”
***

Penultimo capitolo di questa vomitevole creazione!! 
Fiuu...mi sono ricordata di aggiornare!! =P
Alla prossimo e ultimo capitolo, quando mi ricorderò di avere ancora una storia in sospeso chiusa in una cartella sul computer!!
Un bacio a tutti
Luna-chan

 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Grazie, Fairy Tail! ***


7-GRAZIE, FAIRY TAIL!

 
 
Lucy entrò piano in quel luogo consacrato, osservando le lapidi disposte ordinatamente. Non c’era nessuno oltre a loro. Sospirò piano ed avanzò di qualche passo.
Dietro di lei, Loki e Natsu si guardavano senza capire le intenzioni della loro nakama. Era forse impazzita? Perché li aveva portati fino a lì? E poi, perché si erano fermati al negozio per prendere quei mazzi di fiori che ora dovevano portarsi tra le braccia loro due? In più, lo Spirito Stellare si domandava anche perché Lucy non avesse permesso alla dolce e splendida cameriera di seguirli. Insomma, era un suo compito badare alla bambina e poi gli sarebbe piaciuto poter continuare la loro conoscenza!
Lucy si fermò causando un tamponamento a catena, che le fece perdere l’equilibrio. Per fortuna che il braccio libero dell’amico Drago fu pronto a sorreggerla! Ogni volta che succedeva, ad ogni missione o in Gilda, si meravigliava dei riflessi pronti di Natsu!
“Perché ti sei fermata così?” le fecero notare i due. Lei, senza nemmeno aprire bocca, si portò l’indice vicino alla bocca, per farli stare zitti. Dopotutto, erano in un luogo sacro, possibile che loro non capissero di avere rispetto per le anime che riposavano?
No, decisamente non lo capivano! Il Dragon Slayer aveva ricoperto i pugni di fuoco pronto a distruggere tutto e si mise ad urlare come un ossesso contro l’amica che lo aveva zittito. E Loki fece la parte dell’offeso e cercò di farsi perdonare agli occhi della padrona stringendola per la vita con un braccio.
Fu così che entrambi si ritrovarono stesi a terra, l’uno con un bernoccolo in testa e l’altro con il segno rosso e pulsante della mano di Lucy sul viso.
“Siamo in un cimitero. Abbiate rispetto per coloro che dormono!” spiegò la ragazza massaggiandosi la mano nivea.
“Ma se sono morti!” ringhiò Natsu, ricevendo in cambio un’occhiataccia dell’amica. Di una di quelle che se avessero potuto ti avrebbero fulminato all’istante! La Maga dovette ringraziare Loki per la quiete che si creò dopo quelle poche parole. Lo Spirito sapeva cosa stava passando per la testa della bionda, forse per il legame magico che condividevano o forse perché era comunque più intelligente e sveglio di Natsu. Lucy li vide scambiarsi un’occhiata carica di parole, ma non ne udì neanche una. Prese uno dei due mazzi di fiori dalle braccia dei due “colleghi” di sventura e si avvicinò ad una lapide bianca e pulita. A terra era stata posata una rosa rossa ed il disegno di una rondine in volo. Un quadretto conteneva la fotografia di una donna castana, quasi bionda, gli occhi che sembravano due smeraldi scintillanti, le labbra rosse e ridenti che mostravano i denti perfetti. Non si vedeva il busto perché era stato tagliato, ma Lucy non ebbe problemi a riconoscere in quell’immagine la stessa donna che stringeva la piccola Angy sorridente. Posò i fiori a terra, con delicatezza, guardandosi intorno con la coda dell’occhio. Come tutte le tombe che appartenevano alle famiglie nobili, anche quella della signora Fleur aveva una grande statua che si innalzava sopra di essa, come per farle ombra. Raffigurava un angelo, le ali spiegate, la veste mossa ed il volto gentile. Era inarcato in avanti, come per fare un inchino, e teneva un braccio teso. In parte ad esso, la ragazza notò un cespuglio di fiori rossi che nascondeva una grossa crepa nel muro che cingeva l’intero cimitero. Quel lato della terra consacrata si appoggiava ad una grande montagna arida e sassosa. Era un panorama mozzafiato per gli occhi, perché le sue pietre bianche come la neve risplendevano sotto il sole, creando piccoli scintillii, come se fossero ricolme di diamanti. Lucy ricordava le leggende di quella montagna. Sua madre le raccontava quasi ogni sera, ridendo delle espressioni della figlioletta che pendeva dalle sue labbra. Si sedette, appoggiando la schiena contro il muro, vicina a quel cespuglio morbido che non emanava nessun odore.
“Sai, alcuni pensano che questa montagna sia abitata da gnomi e fate che, in gran segreto, lavorino le pietre apposta per farle scintillare” sorrise al pensiero, senza accorgersi che i suoi nakama si guardavano allibiti, chiedendosi il perché di quelle parole al vento. Con chi stava parlando? Era impazzita totalmente? Loki si alzò lentamente per avvicinarsi all’amica e controllare le sue condizioni, ma fu trattenuto dal Mago del Fuoco, che scosse la testa. Cosa stava succedendo in quel cimitero? Perché i suoi due nakama erano diventati d’un tratto così strani? Nascondevano qualcosa che lui ancora non riusciva a capire, ma cosa?
Lucy continuò con il suo monologo “Una leggenda dice che nei tempi passati molti uomini si avventurarono su di essa per poter estrarre dalle pietre i diamanti, ma che nessuno di loro fece mai ritorno. La gente si spaventò e si diffuse la voce che la montagna era stata maledetta o che c’era una creatura magica e maligna che la difendeva! Voci che trovarono fondamenta solide viste le diverse caverne che si possono vedere anche da lontano. Ricordo che quando mia madre mi portava qui per dire una preghiera a mia nonna, mi nascondevo sempre in una di esse. Era solo un cunicolo minuscolo, ma era ben nascosto e nessuno mi trovava se volevo stare sola. Però non riuscii mai ad incontrare quell’antica creatura di cui parlavano le leggenda. Gli unici abitanti di quelle piccole caverne erano i vermi” con sommo piacere sentì un debolissimo “Hic”, segno che la sua voce veniva effettivamente ascoltata. Senza urlare estrasse una delle sue amate chiavi ed aprì il portale del piccolo Plue, sentendo poi un urlo vero e proprio quando lui strusciò all’interno del nascondiglio.
“Brutta oca scema! Cosa volevi fare, uccidermi?” urlò isterica la voce di una bambina.
“No di certo, siamo venuti a prenderti per riportarti a casa!”. Non credeva nemmeno lei di essere stata tanto gentile nel pronunciare quelle parole. Però le faceva tenerezza quella piccola creatura che vedeva rannicchiata in fondo al cunicolo, prima nascosto dal finto cespuglio.
“Io non vengo da nessuna parte insieme ad un’oca come te!” rispose secca quella, creando un brivido che percorse la colonna vertebrale della bionda.
Fece un profondo respiro e riprese a parlare, “Ah, per me non c’è nessun problema, fai quello che vuoi! Però così fai del male solo a te stessa e non cambia nulla!”
“Cosa può saperne una come te? Tu hai i tuoi amici ed una vita splendida!”. La voce proveniva da lontano, era bassa, quasi fosse un sussurro, ma Lucy riuscì a distinguere perfettamente il suono dei singhiozzi, seppur sommessi.
“Hai ragione, in parte. E’ vero, io ho i miei amici, ora. Ma prima ero come te. La mia famiglia era ricca, ero figlia unica e come tale sono stata educata per diventare la proprietaria di grandi beni. Ma dopo la morte di mia madre, diventai sola e triste, e pensavo che non sarei più stata felice.
“Anche io ho perso la mia mamma quando ero poco più piccola di te. Ero molto legata a lei. Eravamo una famiglia felice, prima. Ma quando lei se n’è andata, mio padre ha iniziato a non curarsi più di me. Ora so che non riusciva a capacitarsi della morte di mia madre e non riusciva a fare il padre perché gli faceva troppo male. Non l’ho mai perdonato per questo e anche dopo che sono scappata da casa e ho trovato una nuova famiglia, ho continuato ad odiarlo. Ma ora ho capito che continuando ad odiare mio padre non riavrò mai indietro mia madre, che sto solo perdendo un altro genitore”
“Zitta! Tu non sai niente di me! Sei solo un’oca senza cervello!”
“Era molto bella, la tua mamma” sospirò la giovane Maga, senza arrabbiarsi, con il tono dolce che aveva tenuto per tutto il pomeriggio. “Tu le somigli molto”
Silenzio. Sembrava quasi che tutti e quattro stessero tenendo il fiato, imitando gli abitanti di quel luogo. Poi si sentì il rumore dei sassolini che rotolano e la testolina della piccola Angy sbucò dal buco nel muro. Aveva le guance e gli occhi rossi e gonfi, il vestito macchiato e strappato e stringeva tra le braccia tremanti il piccolo Plue.
“Ah, ora ho capito perché non tornavi più da me!” sorrise Lucy, accarezzando lo Spirito e sorridendo alla piccola, sempre imbronciata.
“Da…davvero anche la tua mamma è morta?” chiese incerta, dopo l’ennesimo singhiozzo. La bionda annuì, sorridendo e aprendo le braccia. Come le sembrava fragile quella bambina! Aveva quasi paura che si potesse spezzare da un momento all’altro, come un cristallo che cade sul pavimento dopo esser sopravvissuto a diversi colpi.
“Anche la tua mamma era bella come te?”. Lucy si aspettava che la piccola ereditiera avrebbe accettato l’offerta di pace, ma di sicuro non avrebbe mai sospettato che le avrebbe rivolto quella domanda.
“Si, direi di si. Ti va di vederla?” le accarezzò dolcemente i capelli, lisciandoli tra le sue dita come ricordava faceva sua madre quando lei aveva paura. Sentì il capo di Angy muoversi su e giù, segno che quell’idea la allettava. Fecero una piccola preghiera davanti alla lapide della bella signora Fleur, sorridente e serena. Tutti e quattro si alzarono da terra contemporaneamente, ma né Natsu né Loki si avvicinarono all’amica, che ora stringeva amorevolmente la mano della bambina. Capivano entrambi che quello era un momento tutto loro e che non sarebbero dovuti intervenire, così rimasero qualche decina di passi indietro, limitandosi ad osservarle.
“Ne, Nee-san, ma quei due sono i tuoi fidanzati?”. Una piccola ed innocente frase bisbigliata in gran segreto alla nuova amica, che bastò per far arrossire la bionda. Natsu la guardava, divertito dall’espressione confusa che era comparsa sul volto della sua nakama ed un sorriso gli si inarcò sul viso.
Lucy, sorpresa sia per il nuovo nomignolo che per la domanda, si voltò di scatto verso il Mago che si trovava alle sue spalle. Sapeva che l’orecchio fine del Dragon Slayer aveva captato quella domanda, lo capiva anche dal sorriso timido che gli era spuntato. Arrossì ancora di più, nella ricerca frenetica di qualcosa da dire.
“No, sono solo i miei nakama” dei nakama a cui sono molto legata, pensò intanto, cercando di nascondere le nuove emozioni.
“E allora perché sei diventata tutta rossa? Ti piace uno di loro?”. La Maga rimase di sasso. Quella piccola peste stava cercando di metterla in imbarazzo con la sua curiosità!
“B..bé…N…non…non sono rossa! Ti…ti stai immaginando cose che non ci sono!” quasi l’urlò, tappandosi la bocca subito dopo, dandosi mentalmente della stupida. “E comunque, da quando mi chiami nee-san? Non ero un’oca bionda, per te?” cercò di cambiare argomento.
La bambina rideva, compiaciuta di quella risposta, di quella reazione. Ora doveva solamente capire chi fosse tra i due il ragazzo della sua nuova Nee-san. Quello con i capelli rosa no, era già il suo! E l’altro non era un brutto ragazzo, anche se continuava a tenersi stretti gli occhiali da sole anche ora che si stava per mettere a piovere.
“Bé si…sei una nee-san oca e bionda!” rise ancora, stringendo di più la mano della Maga degli Spiriti.
“Vieni, siamo arrivate” bisbigliò la bionda, indicando una lapide bianca su cui si innalzava un bellissimo Arcangelo che suonava la tromba. “Lei è la mia mamma”
La piccola sciolse la stretta dalla mano della più grande e si avvicinò per poter esaminare la piccola immagine della donna. “Le somigli” disse soltanto, prima che una lacrima sfuggisse al suo controllo.
Anche Lucy guardò in direzione della tomba. Era da tanto che non andava a trovarla. Da quando suo padre aveva venduto la villa ed aveva dovuto trasferirla nel cimitero comune. Sentì una fitta al cuore, ma si trattenne dal piangere. Il suo compito era quello di far forza alla piccola Angy e non poteva cedere ai suoi sentimenti. Indietreggiò e si voltò verso Loki che, con un sorriso dolce sulle labbra, le allungò il mazzo di fiori.
Ciao mamma, mi manchi tanto, sai? Vorrei che fossi qui con me, in questo momento. Vorrei poter ridere ancora con te e presentarti i miei amici. Hai visto come è cresciuta Angelica? Si è fatta bella, vero? Spero che tu sia fiera di me. Ti prego, stammi vicina e proteggimi da lassù.
Posò i fiori e piano si diresse verso l’uscita di quel luogo stracolmo di lacrime.
“Somiglia un po’ anche alla mia mamma, non trovi?” chiese d’un tratto la ragazzina. L’altra si girò, le fece l’occhiolino e con un sorriso le disse “Già!”. Un gesto che fece ridere di nuovo la bambina, ma che rese ancora più confusi i due Maghi, che si guardarono negli occhi senza capire niente di quella storia.
Poi se ne andarono, diretti verso casa Fleur.
 
“Vi avevo detto di non tornare più!” urlò il padrone di casa, vedendosi ricomparire alla porta i tre Maghi di Fairy Tail. “Ora chiamo le guardie del Concilio, così imparate a prendervi gioco delle persone!” si avviò a passi lunghi e ben distesi verso la Lacrima che teneva sul tavolino di vetro, ma Natsu lo precedette, bloccandogli la strada. “Cosa state facendo, piccoli disgraziati? Levati di lì!”. Inutili furono i tentativi di spostare il Mago dai capelli rosa, immobile e con le braccia incrociate davanti al petto muscoloso.
“Mi dica, signor Fleur. Prima che il Concilio venga interpellato, non ha nulla da dirci sulla scomparsa di sua figlia?” disse Lucy, il tono controllato, l’espressione dura.
“N..no! Ve l’ho detto! Siete stati voi, è colpa vostra! Tutta colpa vostra! E ora giustizia sarà fatta, verrete messi in prigione! Tutti e due…tre…” con uno scatto si fermò davanti a quell’individuo elegante, con i capelli tendenti al rossiccio e gli occhiali da sole neri. Da quando era lì? Balbettava. Quel ragazzo gli metteva i brividi e non riusciva più a parlare.
“Ha perso le parole?” chiese Loki, beffardo.
“Chi è questo qui? Non c’era l’altra volta!” riuscì infine a dire. La mascella dello Spirito del Leone si spalancò di colpo, bloccandosi a pochi centimetri dal pavimento.
Lucy si scrollò, preferendo non rispondere a quella domanda. Tornò a guardare fisso negli occhi il padrone di casa, prima di assumere un’espressione di vittoria. Allungò un braccio, un gesto concordato in precedenza con Angy. Proprio lei, infatti, con il vestito bianco immacolato che avevano comprato per strada, entrò con passo sicuro, affiancandosi ai Maghi. L’espressione sbalordita del gentiluomo bastò per confermare le parole che la piccola le aveva detto, la confessione che le aveva fatto durante il tragitto.
Con uno scatto il nobile raggiunse la figlia e la stritolò in un abbraccio soffocante, dimenticandosi di avere compagnia.
“Dov’eri finita? Ero stato chiaro, dovevi rimanere nella casetta in montagna! Mi hai fatto preoccupare!”
Fu un bisbiglio impercettibile, che il suo orecchio non riuscì a distinguere. La giovane bionda si girò verso il Mago del Fuoco, la cui espressione di rabbia le assicurò che non si era perso nemmeno una parola.
“Papà, ora dimmelo! Perché volevi far andare in prigione i Maghi di Fairy Tail? Loro sono stati così buoni con me! E nee-san mi ha raccontato delle storie molto divertenti!”. Angy guardò di scatto la ragazza, che le sorrise. Notò che con una mano teneva il polso di quello che considerava il SUO amato ragazzo dai capelli rosa e, con un’espressione imbronciata, si scrollò il padre di dosso e si diresse sicura verso di loro.
“Lascialo andare, lui è mio, non lo toccare, oca bionda!”.
L’aveva chiamata di nuovo in quel modo odioso e sentiva le dita formicolare intorno al polso di Natsu. Avrebbe volentieri usato quella mano per schiaffeggiare la piccola peste, invece che dover bloccare la furia distruttiva del compagno. Inspira, espira, Lucy, calmati! Si impose. Con un’occhiata eloquente fece capire all’amico di calmarsi e nello stesso istante in cui lo lasciò, la bambina gli saltò al collo. Bene, almeno non avrebbe dovuto sorbirsi le sue lamentele da piccola innamorata. Spostò la sua attenzione sull’uomo che stava sgattaiolando via. Il signor Fleur aveva aperto la porta, sicuro che avrebbe potuto farla franca. Sentì solamente l’aria spostarsi di fianco a sé e poi un botto. Ci vollero diversi minuti prima che Lucy capisse cosa fosse successo. Natsu si era mosso rapidamente, aveva raggiunto il nobiluomo e l’aveva steso in un solo movimento. Ora, ghignante, lo teneva bloccato con il peso del suo corpo, seduto comodo sulla schiena del povero malcapitato. Angy rideva della scena, anche se era un po’ preoccupata per il padre semi-svenuto.
“Vedi, papà, ora hai fatto arrabbiare Fairy Tail!”
“Tsk” riuscì solamente a dire lui, divincolandosi e cercando di alzarsi.
“Allora, perché ha cercato di screditare il nome di Fairy Tail?”. Natsu guardava il viso che compariva sotto al suo braccio, in attesa di una risposta.
“Ma chi se ne frega di una Gilda di Maghi!” sbottò quello, tappandosi la bocca subito dopo.
Lucy rise. Gli altri, invece, rimasero interdetti di fronte a quelle parole.
“Ma…ma allora perché volevi mandarli in prigione?” domandò ancora Angy, gli occhi ricolmi di lacrime.
La Maga degli Spiriti Stellari si schiarì la voce. Era finalmente arrivato il suo momento. Ora si che si sentiva esattamente come Lidia quando si accingeva a spiegare l’intricato caso, fino a mettere tutti di fronte alla più evidente delle soluzioni. Gli altri la guardavano mentre si gongolava e si atteggiava a grande ispettore.
“Non cercava di mettere nei guai Fairy Tail” pausa ad effetto in cui tutti gli occhi erano puntati su di lei “Gli bastavo io. Non è vero, zio Klaus?”. Ora, alla mascella di Loki che sfiorava il pavimento, si aggiunsero quelle di Natsu ed Angy, che continuavano a spostare lo sguardo dalla ragazza all’uomo, senza un attimo di tregua.
“Co..come zio?” si schiarì la voce Loki, sistemando l’articolazione uscita di posto con la mano.
“Il mio papà non si chiama Klaus, si chiama Wainn!” urlò Angy, strozzando ancora di più il Mago del Fuoco, che aveva assunto una colorazione verdognola.
“Si. All’inizio non ti ho riconosciuto, quando ci hai parlato del lavoro, intendo. Sei cambiato molto da quando ti ho visto l’ultima volta. Ero solo una bambina, allora, ma tu eri più alto. Eri giovane e bello, gentile e divertente. Hai fatto qualche intervento, scommetto! Con la Magia medicale ormai si può fare di tutto!”
Mentre parlava, notò che il suddetto zio Klaus venne alzato da terra per il colletto della giacca e buttato malamente sul divano da un Natsu alquanto innervosito. Lucy ipotizzò che la bambina che non accennava a staccarsi da lui cominciasse ad irritarlo.
“Brava. E come hai capito che ero io? È da un po’ di tempo che Klaus Fleur è scomparso dalla circolazione”
“Si, da quando tu e papà avete litigato. Aveva capito che tu…” si bloccò, istintivamente. Cercò di comunicare a Natsu tramite gli occhi, ma lui non riusciva a comprendere. Poi, colta da un’idea improvvisa, sussurrò di portare via la bambina, in modo che solo lui potesse sentirla. Lui la guardò un po’ spaesato, ma poi acconsentì e chiese alla piccola se aveva voglia di giocare in giardino. Richiesta che suscitò una grande felicità nella contessina, che si catapultò fuori tirandosi dietro il povero Mago.
“Ma che ragazza di buon cuore, ti preoccupi di una bambina che nemmeno conosci! Non è un segreto che fossi innamorato di tua madre. Si, sin dai tempi in cui lavoravamo tutti insieme alla Love&Lucky mi ero innamorato di Layla. Era una donna splendida, intelligente e spettacolare sotto tutti gli aspetti. All’epoca io e Jude eravamo legati da un’antica amicizia che risaliva ai tempi dell’infanzia. Ma quando vidi che anche lui si interessava a Layla iniziai ad allontanarmi da lui, studiando un modo per poter fare innamorare lei di me! Ma alla fine vinse lui, come in ogni altra cosa. Io dovetti accontentarmi della sorella minore di lei, Leanne”
“Che parolona, accontentarsi! Zia Leanne era una donna splendida, dolce e gentile, intelligente ed educata. Non capisco ancora come possa aver acconsentito a sposarti!” sbottò Lucy, guardando in cagnesco l’uomo. Si ricordava di sua zia. L’aveva vista spesso a casa, era raffigurata in molte fotografie che prendevano polvere in soffitta, gliela descriveva sua madre. Ricordava che erano molto legate, Layla e Leanne. Erano considerate due vere bellezze, nel paese in cui erano cresciute. Due diamanti, brillanti, perfetti, bellissimi! Sua madre le aveva raccontato che Leanne era stata costretta a sposarsi con Klaus Fleur dai genitori, ormai in bancarotta. Non avrebbero più potuto occuparsi di lei e volevano assicurarsi che la loro ultima figlia fosse maritata ed economicamente sicura come la maggiore. Però, ogni volta che la zia andava a trovarli a casa, vedeva nei suoi occhi quel velo di tristezza e solitudine, nonostante si fosse abituata e si, forse anche infatuata del marito. Le si ripresentò in mente anche l’immagine dell’ultima volta in cui aveva visto Leanne. Lei era ancora piccola, aveva si e no sei anni. Sua madre era morta da qualche mese e la zia era andata alla villa Heartphilia per poter stare accanto a lei. Fu in quella stessa occasione che partorì. Non aveva mai visto un bambino così piccolo e brutto in vita sua. Tutto pieno di sangue, la pelle raggrinzita, la vocetta già fastidiosa.
Dopo quella volta, Klaus e Jude avevano litigato più del solito e Lucy non poté più vedere la zia perché il padre la rinchiuse nella villa.
La giovane si riprese quando un braccio le cinse la vita. Ma questa volta non era Loki, come si era aspettata. Lui era scomparso, probabilmente il suo potere magico si era consumato ed era tornato nel mondo degli Spiriti. Il braccio che la teneva ancorata alla realtà era quello di Natsu.
“Hai sentito tutto, non è vero?” gli chiese in un bisbiglio. Si toccò la guancia, era umida. D’istinto si sfregò gli occhi. Non si era neppure resa conto di essersi messa a piangere. Lui la strinse ancora più a sé.
“Dov’è Angy?”
“In camera sua con la cameriera. Era stanca”
La giovane Maga riuscì ad alzare nuovamente lo sguardo e lo puntò verso il fantomatico parente, ancora disteso sul divano, la testa tra le mani.
“Come hai potuto fare finta che tua figlia venisse rapita? Non sai cosa le hai fatto? Hai riaperto in lei una ferita profonda, l’hai fatta sentire ancora più sola!”
“Non ho potuto fare altrimenti. Ero sicuro che Jude sarebbe arrivato in tuo soccorso, per tirarti fuori dai guai, insabbiando tutto come faceva sempre. Volevo provare a fargli perdere un po’ dell’orgoglio degli Heartphilia! Vendicarmi di lui e del fatto che mi aveva rubato la donna!”
Fu un gesto veloce quello che ne seguì. Un rumore che riecheggiò per la stanza. Il volto girato dell’uomo assunse un’espressione divertita, mentre la guancia gli pulsava, rossa per il colpo che gli aveva sferrato Lucy.
“Sei proprio come tua madre. Metti sempre in gioco i tuoi sentimenti” sorrise. Poi la guardò negli occhi “Bene, ora chiamate pure il Concilio. Non ho più niente da perdere, sono pronto per la prigione”
La ragazza si trattenne per non mollargli un altro schiaffo. “Non chiameremo il Concilio. E se dovessero chiedercelo, diremo che Angy era scappata di sua iniziativa. Prenditi le tue responsabilità, per una volta. Fai il padre!”
Dopo quelle parole, si girò e si diresse verso l’uscita. Sperava con tutto il cuore che da quel giorno in poi la piccola Angy sarebbe stata felice con quel padre ora un po’ più cosciente di ciò che stava perdendo. Pregava la madre e la zia di vegliare su di loro e proteggerli.
“E comunque…mia madre mi ha sempre raccontato una storia diversa sul vostro rapporto. Mi disse che un giorno, dopo il lavoro, tu sparisti e tornasti solamente un anno dopo, trovando i miei genitori già sposati e in attesa di un bambino. Alla mia nascita conoscesti zia Leanne che ti fece compagnia e ti restò accanto, cosciente del tuo amore per sua sorella” si schiarì la voce.
“Ci vediamo” mosse la mano in segno di saluto, il marchio di Fairy Tail sembrava brillare di fronte a quel tramonto che portava la parola “fine” ad una giornata piena di paura ed emozioni contrastanti. Un tramonto che poneva fine alle inquietudini e alle falsità. Il nome degli Heartphilia era stato riscattato, ma, cosa più importante, tutti avrebbero avuto fiducia in Fairy Tail di nuovo! Sorrise Lucy, osservando quel tramonto, passeggiando sul viale di ciottoli che portava al cancello di quell’immensa villa. Si sentì chiamare e si girò di scatto.
Angy si stava sbracciando dal terrazzo della sua camera, felice come non mai.
“Addio nee-san, ci vediamo presto! Addio Natsu-nii, tratta bene la mia nee-san! Grazie di tutto, Fairy Tail!”
 
Tornarono alla Gilda solo a pomeriggio inoltrato del giorno dopo, esausti e ancora un po’ scossi per il pericolo appena concluso, per le infamie da poco screditate. Magnolia sembrava silenziosa, quasi disabitata. Possibile che fossero ancora tutti spaventati da loro? A pochi passi dall’entrata incontrò Natsu ed Happy, che la salutarono l’uno con un sorriso a trentadue denti e l’altro offrendole un pesce.
“Volevo venire anche io, siete stati cattivi a non portarmi! E poi…Lucy è strana oggi…” continuava a bisbigliare il gatto, svolazzando qua e la per non essere preso dalle mani della Maga, in cerca di vendetta per quelle parole.
Varcarono insieme la soglia di casa, pronti a raccontare tutta quella stramba avventura ai loro nakama, rassicurandoli sul lieto fine.
Silenzio.
Poi urla.
Tante urla che si univano, che li accoglievano.
Sorrisi, risate, braccia che li stringevano. Pacche calorose, abbracci stritolatori.
Mira-san, con un bicchiere in mano, le mostrava il solito sorriso, accompagnato dalla solita frase “Okaeri”. Si, erano tornati ancora una volta.
D’un tratto vide uno striscione che ondeggiava sopra la sua testa. Diceva semplicemente Grazie, Fairy Tail!
In un tavolo contro la parete, un po’ distaccati dagli altri, due figure attendevano pazientemente. Lucy salutò Levy prima di andare da loro. “Lu-chan, sapevo che ci saresti riuscita! È come nel tuo libro! Hai risolto il caso insieme ai tuoi due fidati compagni!” urlò eccitata. Il libro. Si, quel libro da cui era partito tutto, che aveva dato loro sicurezza di riuscire a portare alla luce la verità nascosta, di riuscire a portare a termine quel caso avvolto nel mistero.
“Si, Levy-chan! Scusami, ora devo andare un attimo da quelle due persone là! Parliamo dopo, giuro!” le sorrise, abbracciandola.
Come aveva sospettato, i due ospiti sconosciuti altri non erano che quei parenti lasciati da poco.
“Siamo venuti a ringraziarti di persona” iniziò zio Klaus. Sembrava diverso..era diverso. Era alto, magari un po’ stempiato, ma sempre un bell’uomo, come quello che Lucy ricordava da bambina. Il viso dolce e ben rasato, persino le rughe erano sparite! Possibile un cambiamento così radicale? In una sola giornata era diventato tutt’un'altra persona! Lucy era rimasta a bocca aperta.  Probabilmente, capendo i pensieri della nipote, l'uomo sorrise, annunciando "Questa è la mia magia: la Metamorfosi!" e le fece un esempio allungando il collo di un metro e mezzo, allargando una mano fino a farla sembrare un piccolo lenzuolo e rendendo il naso rosso.
“Ho seguito il tuo consiglio e mi tengo stretto ciò che mi è rimasto. Non voglio perdere anche lei!” un altro sorriso. Tutti e due sorridevano. Angy si guardava intorno. Sapeva che stava cercando Natsu con gli occhi. Ma lui si era già tuffato in una nuova rissa con Gray, non sarebbe potuta andare da lui, in quel momento.
“E poi dovevamo chiedere scusa a Fairy Tail” aggiunse la bambina.
“Ma quando siete arrivati?”
“Questa mattina. Siamo partiti con la carrozza mooolto presto per farti una sorpresa! Ma poi tu non arrivavi più! Hai dormito fino a tardi, vero?” le puntò il dito contro Angy “Insieme al mio Natsu, magari! Di la verità, nee-san!”
Lucy arrossì, cercando di placare le urla della piccola peste che attirava su di sé gli sguardi curiosi dell’intera Gilda. Possibile che riusciva sempre a crearle qualche problema quella bambina?
Riuscì a sentire anche la voce di Gajeel che chiedeva all’amico di rissa se fosse vero, che aveva dormito con la Bunny Girl. Odiava quello stupido soprannome!
Vide Angy cercare qualcosa in tasca, la lingua tra  i denti, l’espressione concentrata.
Tese il pugno verso la ritrovata cugina e, con gli occhi da cucciolo che chiedevano perdono, la aprì. Ingarbugliata, trovò la sua catenina. Con un sorriso di gratitudine si girò tra le dita l’anello della madre.
“Mi…mi dispiace” sembrava triste, la piccoletta, non conosceva ancora questo lato del suo carattere “L’ho vista nel tuo borsone e mi piaceva. E così l’ho presa”. Lucy stringeva i pugni, ma si era ripromessa di dare il buon esempio, quindi si trattenne da qualsiasi atto di rabbia.
“Non pensavo ci tenessi. Sembrava un banalissimo anello senza valore! Mi spiace di averti messa nei guai…” non continuò. Ora grosse lacrime scendevano sulle sue guance. La giovane Maga si addolcì, arrivando persino a sorridere, ma quando vide quella scintilla brillare negli occhi della contessina, dovette costringersi a trattenere il pugno.
“Sei un’attrice nata…ma non me la dai a bere!” disse a denti stretti
Angy scoppiò a ridere “Ma se ci eri caduta come una pera cotta! Ho visto che stavi per abbracciarmi!”
Di nuovo cercò di contenere la sua ira. Non poteva picchiare una bambina di fronte a tutti i suoi nakama…l’avrebbero presa per un mostro!
“Avete intenzione di rimanere a lungo?” chiese, cercando di mantenere un tono gentile, ma non riuscendoci. Aveva quasi paura della risposta. Temeva un si!
“No…ma Magnolia è molto carina, pensavamo di rimanere giusto una settimana per visitarla. Così magari riusciamo a conoscerci meglio!” rispose l’uomo, con un sorriso. Un incubo. Si, quello era un incubo. Un altro!
***
 
L'angolo di *L*

Woooooooooooooooo!!!!!!!!! Lungo, lunghissimo capitoloooooooo!!!!!!! Coooooomunque......chi ha tirato il pomodoro? Bastardo mi si è splaccicato tutto in faccia!!
Ehi, tu, non ci provare!! Non si può tirare frutta/verdura che pesi più di qualche grammo!!
No, comunque....sono riuscita ad arrivare alla fine!!
Siate sinceri,  chi si aspettava un finale del genere? Iooooooooo no!
Però...però bo, non so più cosa stavo scrivendo....è arrivata mia mamma ad interrompere i miei pensieri... -.-
Vaaaaa beh....ora che sto obbrobbrio ha avuto la parola fine (a no, aspetta, non l'ho ancora messa!!)...in ogni caso....ora che la mia storiella raccapricciante è terminata, spero che non mi uccidiate a bastonate!! Devo ancora cercare di togliere rimasugli di pomodori, insalata e verdure varie (che non saprei nemmeno nominare) e smacchiare la mia adorata felpina bianca (solo io sono così scema da presentarmi in una piazza piena di inferociti fans armati di frutta e verdura marcia vestita di bianco)....si comunque...qualcuno mi consiglia un buon antimacchia?? =)
Vaaaa bene, ho sparato abbastanza stro....cavolate!! =)
Un bacione a tutti, credo che questa sia la prima e ultima volta che rovino questa bellissima family con le mie vomitevoli idee!! Ma resterò a leggere, in ogni caso!! =)
Oyasumi minna!! 
Luna-chan
 
 
FINE

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2819285