Slice of life

di Mave
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** UNO ***
Capitolo 2: *** DUE ***
Capitolo 3: *** TRE ***
Capitolo 4: *** QUATTRO ***
Capitolo 5: *** CINQUE ***
Capitolo 6: *** SEI ***
Capitolo 7: *** SETTE ***
Capitolo 8: *** OTTO ***
Capitolo 9: *** NOVE ***
Capitolo 10: *** DIECI ***
Capitolo 11: *** UNDICI ***



Capitolo 1
*** UNO ***


Le ginocchia sbucciate avevano preso a sanguinarle ma Candy non se ne curava. Aveva corso alla cieca, per sfuggire all'ennesima angheria di Iriza, all'ennesima umiliazione, con il solo desiderio di allontanarsi dalla famiglia Legan e non tornare mai più.

Quella famiglia nella quale aveva sperato di trovare amore e che , invece, le aveva inflitto solo cattiverie gratuite.

Senza fiato e con gli occhi che bruciavano per il troppo piangere si era lasciata cadere, carponi, sull'eremo della collina.

Avrebbe voluto raggiungere la Casa di Pony, farsi cullare tra le braccia confortevoli di Suor Maria e, allora, tutto le sarebbe stato sopportabile.

Ma non poteva. Ed era proprio questa crudele consapevolezza a trasformare la sua disperazione in un dolore quasi fisico.

Annaspando si tirò su a sedere. Fu allora che lo vide: un magnifico cancello ornato di rose.

Stava forse sognando?

Si stropicciò gli occhi e allora udì quel riso. Una risata infantile, allegra, per nulla scortese.

Fu quando incrociò quegli occhi azzurri che arrossì rendendosi conto di essere in condizioni pietose: i nastrini attorno ai riccioli setosi si erano allentati e i capelli erano una massa informe e stropicciata che le ricadeva, disordinatamente, sulla fronte; chiazze di terra e di erba sparse sul suo corpo e sui vestiti la facevano sentire sporca. Portava su di sé i segni della corsa selvaggia ma a quella strana e bellissima figura sembrava non importare.

Il ragazzo se ne restava appoggiato ad un pilastro ma Candy non ne fu disturbata. Quegli occhi così profondi e sinceri riuscivano ad infondere lo stesso calore delle carezze materne di Miss Pony. Senza che se ne accorgesse le sue lacrime si trasformarono in un sorriso.

"Lo sapevo. Sei più carina quando sorridi, ragazzina!"

Lei boccheggiò per lo stupore. Si voltò ma lui era sparito oltre il cancello ornato di rose.

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Capitolo 2
*** DUE ***


-Valzer da sogno!

Anthony non avrebbe saputo scegliere titolo più appropriato per quella musica che, provvidenziale e a tema, si era diffusa nell'ampio salone.

Ballare quel valzer era un must alle feste degli Andrew.

E lui, sempre restio ad aprire le danze, ora calcava sicuro la scena. Nel suo doppiopetto blu si sentiva decisamente più a proprio agio che non con indosso il kilt.

Si erano cambiati per lei. Per essere degni di lei: lui, Archie e Stear.

Candy!

Finalmente poteva stringere tra le braccia, accertare l'umanità, di quella diafana creatura che gli era apparsa davanti qualche giorno prima.

Com'era bella, semplice, pura con indosso i gioielli della sua defunta mamma! Mai a nessun'altra avrebbe imprestato simili preziosi ma allungare quello scrigno verso di lei era venuto naturale.

La sua Candy sorrideva e si stringeva a lui mentre la musica proseguiva, finché Archie o Stear non venivano a reclamarla e a sottrarla al suo cavaliere.

La sua Candy!

Arrossì dandosi dell'idiota per quei pensieri che lo sconvolgevano.

"Però ad Anthony non li pesti i piedi!"

La recriminazione di Stear lo strappò a quel tenero sentimento che stava sbocciando nel suo cuore. Il cugino si teneva un piede, con aria eccessivamente tragicomica, mentre la ragazza aveva abbassato la testa, mortificata o pentita. Non avrebbe saputo dirlo.

No, aveva chinato il capo imbarazzata. Proprio come lui.

E, forse, anche nel giovane cuore di Candy albergavano gli stessi, dolci, tumulti.

**** ***

Ringrazio chi ha letto fin qui, soprattutto Tetide per la recensione e per aver dato una possibilità alla storia.

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Capitolo 3
*** TRE ***


"Osservando le mani di una persona si può capire la sua estrazione sociale!"

Le parole di Suor Maria le pulsavano nelle orecchie come un ronzio doloroso, veritiero e irreparabile.

E forse, in fondo in fondo, nella sua cattiveria Iriza aveva ragione: come poteva Anthony innamorarsi di lei che dormiva nelle stalle?

Il suo principe era destinato a restare nient'altro che una fantasia.

Candy sorrideva amara e fatalista mentre si rimirava, con una pulsione di ribrezzo, le mani ossute ma forti. Screpolate, rovinate ma incredibilmente belle.

Ad Anthony non interessava se non erano mani perfette. Erano le mani di una ragazza che lavorava sodo, che meritavano tutta la sua stima e il suo rispetto.

Non si curò affatto di sminuire Candy quando, di sorpresa, si presentò nella misera stalla. Dietro la schiena nascondeva una rosa.

Le mani crepate e ruvide accolsero il bocciolo incuranti delle spine.

"La prossima volta te ne regalerò una più bella. Festeggeremo il tuo compleanno!"

La promessa, fanciullesca e fiabesca, di Anthony abbatte tutte le barriere. Una promessa che sa di amore.

Amore capace di abbattere tutte le difficoltà.

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Capitolo 4
*** QUATTRO ***


La mano formicolava ancora al ricordo di quello schiaffo partito d'impulso e un velo di pentimento gli aveva offuscato le iridi azzurre per un momento. Anthony non si era mai sentito tanto meschino in vita sua.

Il sorriso sereno di Candy contribuiva soltanto a renderlo più misero. Certo erano stati tutti in pensiero per la ragazzina, lui, Stear ed Archie, ma tutto quel tribolare non poteva giustificarlo.

Come aveva potuto mollare un manrovescio a Candy? Alla sua Candy?

Avvampò, con il cuore in tumulto, mentre porgeva la mano a Candy per aiutarla a salire in groppa al suo cavallo bianco.

C'era un solo modo per farsi perdonare...

L'effluvio delicato e persistente del roseto degli Andrew li accolse gentilmente.

Era una sera di maggio calda e leggermente ventosa, incantevole. Sembrava essere stata fatta apposta per loro!

Pensò Anthony mentre il nasino di Candy si arricciava sui petali rintagliati e candidi di quella rosa speciale. Della rosa a lei dedicata.

"Com'è bella! Come si chiama Anthony?"

Oh ingenua, dolce, dolce Candy!

"Si chiama dolce Candy! Te la regalò perché oggi festeggiamo il tuo compleanno!"

E lo sguardo grato, puro, della ragazzina sottendeva quella conferma di cui Anthony aveva un disperato bisogno: lei lo aveva già perdonato. E forse di più.

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Capitolo 5
*** CINQUE ***


Si sentiva come una principessa uscita dalla penna di Charles Perrault in sella a quel cavallo bianco. Aggrappata stretta, stretta al petto di Anthony.

Così vicina che Candy temeva lui potesse accorgersi. Accorgersi del suo respiro corto e vibrante di emozione pura e del suo cuore che accelerava, che batteva forte, forte.

Finché restavano insieme tutti gli ostacoli potevano essere valicati...

Finché restavano insieme nessuna difficoltà era insormontabile...

Lei ed Anthony: così diversi eppure così uguali. Soli e abbandonati.

Giusti ed ingannati. Anthony aveva fatto di tutto per farla accettare dalla zia Elroy, per sottrarla alle angherie dei Legan...Se solo Iriza...

No, nemmeno quella viziata ragazzina poteva rovinare un momento tanto incantevole!

Nonostante tutto Candy era felice. Felice di avere Anthony.

"Anthony facciamo una promessa!"

Si erano fermati ad abbeverare il cavallo e lei aveva esordito con fanciullesca pomposità.

"Quando ci sentiremo, ancora, soli e avremmo bisogno di un amico ci cercheremo l'un l'altra. In fondo noi due ci bastiamo, giusto?"

Anthony l'aveva fissata colpito, come se solo in quel momento la vedesse sotto una luce nuova, nonostante l'occhiolino d'intesa e il tono giocoso con cui Candy aveva reso tutto più complice.

"Si hai ragione Candy, noi due ci bastiamo!"

E lei non ebbe il coraggio di dire altro. Di esigere che quel momento perfetto durasse per sempre.

**** ***

Confesso che quando rivedo la scena di Candy ed Anthony a fare quelle passeggiata a cavallo piango sempre: è di una romanticheria unica e quasi struggente con il senno di poi!

Ringrazio chi continua a seguire la storia e, soprattutto, chi ha la pazienza di recensire^^

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Capitolo 6
*** SEI ***


"Tu mi piaci, Candy!"

Dirglielo era stato semplice. Non aveva trincerato i suoi tumulti e l'indecisione dietro ad imbarazzanti balbettii.

Anthony aveva accompagnato quella confessione con un caldo, rassicurante, sorriso; poi si era voltato tenendo le spalle ben dritte.

Si sentiva meravigliosamente libero, alleggerito da tutte le perplessità e i sentimenti soffocati fino ad allora.

Inarcò appena la schiena quando le mani di Candy lo cinsero, vibranti di sincera emozione, attorno ai fianchi.

La ragazzina non rispose nulla. Quella ragazzina capace di stupirlo ogni giorno e timorosa di sfigurare agli occhi di lui ad ogni recondito lato del suo essere che veniva svelato.

Si era vergognata anche ad ostentare la sua bravura con il lazzo per timore che Anthony la considerasse un maschiaccio.

Ma il giovane Andrew le aveva sorriso ammirato e disinvolto.

Candy le piaceva proprio perché era un pozzo inesauribile di sorprese e di bellezze. E lui non chiedeva altro se non scoprirla poco a poco...

****** *******

Ringrazio chi continua a seguire questa storia. Un grazie particolare a tetide e bacionero per le loro recensioni!

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Capitolo 7
*** SETTE ***


Aveva stretto forte il fusto spinoso e si era morsa le labbra per non uscire allo scoperto.

Candy non avrebbe saputo spiegare, senza dispiacere e senza esporsi troppo, cosa ci facesse lì. Così era rimasta acquattata come un gatto nello splendido giardino degli Andrew a farsi riscaldare il cuore dalle risate di Anthony, Stear ed Archie.

Avrebbe serbato il ricordo semplice e spassionato degli amici anche nel lontano, temutissimo, Messico.

Non ce l'aveva fatta però a rivelarsi, a dire addio per sempre ad Anthony.

Scivolare via, in punta di piedi, dalla sua vita le sembrava la decisione più giusta e indolore...Per entrambi.

Era bastato poco, però, perché la rassegnazione si trasformasse in una rabbia repressa.

"Vi proibisco di parlare con Candy d'ora in poi. Quella bambina è una ladra!"

Aveva tuonato l'arcigna zia Elroy. Candy si era ferita con gli aculei delle splendide rose e aveva sperato che il dolore frenasse la sua indignazione.

Raggirata, ingannata, seviziata dai Legan...Come sempre. E forse per sempre.

I tre ragazzi avevano obiettato prontamente, difendendo l'onore dell'amica o, perlomeno, ci avevano tentato: non era facile vincere le remore della bigotta zia Elroy!

Quello che nessuno si aspettava, tantomeno Candy, era l'obiezione forte e decisa, sprezzante, del pacato Anthony.

"Preferisco non rivolgere mai più la parola a te, zia Elroy, piuttosto che obbedire al tuo assurdo divieto!"

Era la prima volta che il ragazzo si ribellava alla matriarca, la prima forma di ribellione che animava l'animo mite ma passionale di un ragazzo innamorato.

Candy, accovacciata dietro la siepe, aveva sussultato al pari della zia: Anthony era pronto a cacciarsi nei guai per lei.

Finalmente qualcuno era pronto a difenderla anziché accusarla. E quel qualcuno era Anthony...Nonostante tutto si sentiva protetta.


*** *****

Grazie a chi continua a leggere. Un grazie speciale a Tetide e bacionero per le loro preziose recensioni!

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Capitolo 8
*** OTTO ***


"Continuiamo a suonare!"

La voce di Anthony aveva dettato, ferma, quell'invito ad Archie e a Stear mentre il suo cuore si frantumava in mille pezzi al passaggio del carro del signor Garcia.

Quel carro che si stava ormai allontanando verso il Messico...

Le mani di Anthony avevano tremato, di rabbia e di impotenza sulle canne di bordone mentre la melodia delle cornamuse si trasformava in un canto d'addio.

Lui e i cugini ci avevano provato fino alla fine a smascherare Neal, a salvare Candy da un pericoloso destino...Tutto invano.

Una lacrima era scivolata, dispettosa e inarrestabile, sul tartan del kilt di famiglia. Anthony non si era preoccupato di nasconderla.

"Verrò in Messico. Aspettami, Candy!"

Aveva sussurrato quasi contro sé stesso.

"Hai detto qualcosa?"

Alla domanda di Archie aveva replicato con un segno di diniego, poi aveva accarezzato la sacca di pelle.

"Riprendiamo a suonare. Suoniamo per Candy!"

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Capitolo 9
*** NOVE ***


Lo sbrilluccicare di quei petali parve a Candy una visione da sogno.

Forse era un'illusione, la sua mente che si prendeva gioco di lei. Si sentiva un po' come quei nomadi del deserto assetati che hanno visioni di oasi inesistenti.

Lasciò cadere in terra la valigia, scostò i capelli appiccicati alla fronte febbricitante e portò le mani sugli occhi stanchi per stropicciarli.

Il cancello delle rose si ergeva davanti a lei in tutta la sua magnificenza.

"Candy?"

Quella voce, incredula, sollevata, amorevole, le fece ritrovare tutte le energie.

Era tornata! Era tornata dal suo Anthony!

Il Messico, le mille peripezie, il pericolo scampato, la fuga e il vagare senza meta per giorni: tutto appariva ormai lontano.

"Anthony!"

Lui già le correva incontro. E quando l'avvolse nel suo rassicurante abbraccio, Candy avvertì finalmente aria di casa.

"Oh Candy sono stato così in pena. Ti abbiamo cercata in lungo e in largo..."

Lei aveva alzato le luccicanti iridi color giada stupita.

"Tu mi hai cercata?"

Anthony le aveva sorriso anche se sul suo dolce viso erano ancora evidenti i segni della tensione e del turbamento di quei giorni di incertezza. Le aveva messo due dita sotto il mento sollevandole il viso.

"Non pensiamoci più Candy! Ora sei qui e non ti lascerò più andare via. Mai più!"

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Capitolo 10
*** DIECI ***


"Non sembro una signora?"

Candy sembrava rivolgere tacitamente ai commensali quella domanda mentre prendeva posto a capotavola alla cena organizzata dalla zia Elroy in suo onore.

"Non sembro una signora?"

Sembrava quella la provocazione velata con cui la bella e dignitosa ragazza aveva zittito, con fare garbato, le velenose battute di Iriza e di Neal. Modi affabili che avevano portato Archie e Stear a sghignazzare divertiti dal fatto che Candy, con due battute, fosse riuscita a rimettere al proprio posto quella vipera.

Anthony no. Non aveva riso, non aveva parlato, non aveva approvato.

Se ne era rimasto immobile, quasi incantato. Ammaliato dalla figura perfetta della ragazza bionda fasciata nel suo abito di velluto verde giada.

Stregato dal paragone con la figura immortale, diafana, di una mamma che ricordava a malapena.

"Non sembro una signora?"

Sembrava chiedergli Candy con il suo sorriso puro e sincero.

Oh si che era una signora. Lo sarebbe stata.

E, per un momento, la immaginò con un frusciante abito bianco e un velo setoso sui riccioli ribelli. Al suo fianco.

La immaginò signora. Signora Brown.


**** *****

Grazie a chi continua a seguire questa piccola storia. Chiedo scusa per non aver aggiornato da tanto tempo.

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Capitolo 11
*** UNDICI ***


I nitidi contorni delle nuvole cambiavano, si deformavano, fino ad assomigliarsi tutti. Fino ad assumere le strane sembianze di un viso umano, di un viso tanto caro a Candy.

I fili d'erba, ogni singolo filo d'erba, che le solleticava le gambe mentre correva a perdifiato aveva il profumo leggero di lui. Di lui e di quel bacio furtivo che le aveva stampato sulla guancia, poco prima, nel giardino delle rose.

Candy, sospesa in una dimensione di gioia totale, portò entrambe le mani agli angoli della bocca a 'mo di megafono e con tutto il fiato che aveva in corpo ripeté più e più volte quel nome:

"Anthony! Anthony!"

La dolce pronuncia si estendeva, si perdeva nella vallata di Lakewood facendo trillare il suo giovane cuore innamorato.

Lo avrebbe urlato al mondo intero: le piaceva Anthony, le piaceva per i suoi modi gentili e cortesi, le piaceva per i suoi occhioni blu dolci e malinconici.

Le piaceva non perché le ricordasse il suo sogno fanciullesco.

Candy aveva trovato il suo principe. Anthony le piaceva perché era Anthony.

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