I Owned Every Second That This World Could Give

di OneRepublicLover
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** C Prompt Chocolate&Comfort ***
Capitolo 2: *** A Prompt Alcool & Angry ***
Capitolo 3: *** P Prompt Pants & Passion ***
Capitolo 4: *** T Prompt Trick & Trust ***
Capitolo 5: *** A Prompt Accord & Apologize ***
Capitolo 6: *** I Prompt Internet & Interest ***
Capitolo 7: *** N Prompt Night & Need ***
Capitolo 8: *** S Prompt Storm & Sadness ***
Capitolo 9: *** W Prompt Wood & Warmth ***



Capitolo 1
*** C Prompt Chocolate&Comfort ***


I Owned Every Second That This World Could Give
Captainswan - [Chocolate & Comfort]

Agitazione, già proprio questo che Emma stava provando. Da quando stamattina aveva rinvenuto sotto alla porta un semplice bigliettino, aveva trovato molto difficile concentrarsi su qualsiasi cosa.
“Al porto,
alle 20
K.”
Al porto… Alle 20.. Com’era possibile che queste due semplici frasi le avessero scombussolato l’intera giornata? “Maledetto Killian Jones”. Non appena aveva pensato al suo nome, un sorriso spontaneo era sbocciato sul suo viso e l’agitazione si era trasformata in trepidazione. Le costava ammetterlo ma non vedeva l’ora di uscire di nuovo con lui. Il loro primo appuntamento non era andato per niente male, era da tanto che un uomo non la faceva sentire così viva, per questo non vedeva l’ora di scoprire cosa aveva in serbo per lei il pirata.
Alle 20 precise Emma era al porto. Killian la stava aspettando nella stessa banchina in cui lei aveva confessato di voler tornare a New York, una volta sconfitta Zelena. “Come sei cambiata Emma da allora” pensò, e non le pesava nemmeno ammettere che questo cambiamento era avvenuto anche grazie a Killian che l’aveva accompagnata lungo il suo viaggio nel passato e che le aveva permesso di capire quale fosse realmente la sua casa.
Scosse la testa, questi pensieri le avevano invaso la mente per troppo tempo e ora voleva solamente godersi la sua serata con Killian, quindi avanzò. Non vi erano navi ormeggiate al porto, perciò la sua idea di una gita romantica nel mare si era rivelata sbagliata. “Ciao Killian” la voce di Emma tremò appena, rivelando l’agitazione che l’attanagliava. Killian se ne accorse e sorrise, “Buona sera Emma” le disse prendendola per mano e conducendola al tavolo lungo la banchina che aveva preparato per lei. “Sai, devo ammettere che mi hai sorpreso.. Pensavo a un’escursione in mare con tanto di arrembaggi e invece trovo un tavolo apparecchiato per due. Non starai invecchiando Capitano?” lo provocò. “Niente di tutto questo, Swan. Ho pensato che vista la piccola incomprensione con il ladro, per la nostra seconda uscita dovessimo stare da soli” le rispose ammiccando. Emma sorrise, non poteva essere più d’accordo con lui.
Cenarono, mentre lui le raccontava delle mille avventure che aveva vissuto in mare. Emma poteva vedere come gli si illuminavano gli occhi quando parlava della Jolly Roger e inevitabilmente pensava a quando Killian le aveva confessato di averla scambiata per lei. Le si strinse il cuore al pensiero e d’istinto gli prese la mano e iniziò ad assaporare la sensazione che la mano calda di lui le infondeva, non era più spaventata dal suo contatto, anzi lo esigeva e le dava conforto.
Appena ebbero concluso la cena, Killian si alzò “Vieni con me Emma, il nostro appuntamento prosegue da un’altra parte”. Non poté fare a meno di pensare al doppio senso che poteva scaturire da quella frase, dopotutto era sempre un uomo, ma con stupore Emma si accorse che la stava conducendo da Granny. “Avevo capito che saremmo stati soli, cosa che al Granny non saremo mai… “ non nascose la punta di fastidio nella voce, ma lui la ignorò e continuò a guidarla verso il locale. Il fastidio che aveva provato, così come era arrivato altrettanto velocemente si dissipò quando entrando vide che il locale era illuminato ma vuoto. Aprì la bocca per commentare ma lui la anticipò “ho chiesto a Granny se poteva riservarci il locale per questa sera e così è stato” “Davvero? E come avresti fatto? Lei non abbandonerebbe mai il locale”. Killian rispose stizzito “Ho i miei assi nella manica Swan, ora per favore siediti”. Emma fece come le era stato detto mentre lui andava ad armeggiare dietro al bancone. Dopo qualche minuto la raggiunse con una tazza di cioccolata calda che posizionò davanti a lei. “Per voi Swan” le disse. Emma sorrise e si portò la tazza alle labbra. Dopo un sorso la sua espressione mutò, facendo crollare la spavalderia di Killian per fare posto all’insicurezza. “So che è la vostra bevanda preferita, quindi mi sembrava una degna conclusione del nostro appuntamento. Ci ho messo anche la cannella, so che non la prendete senza, perdonatemi se non è di vostro gradimento”. Aveva detto tutto d’un fiato, con lei era così. Non c’erano fltri, quello che pensava era quello che poi diceva. Emma era stata in silenzio mentre le parlava, si alzò si sedette vicino a Killian e lo baciò. Era un bacio dolce, pieno di promesse e di speranze. Aveva il sapore di lei, di casa. Lei non era mai stata brava con le parole, perciò con quel gesto voleva fargli capire cosa aveva provato bevendo la sua cioccolata.. Amore.
“Grazie Killian”.
 

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Capitolo 2
*** A Prompt Alcool & Angry ***


I Owned Every Second That This World Could Give

Captainswan - [Alcool&Angry]
Era stato incastrato ancora una volta, e ancora una volta non voleva parlare per paura di perdere le persone che amava.
“Se minaccerai ancora una volta il mio amore, quasi certamente perderai il tuo”.
Era furioso con l’Oscuro, in un qualche modo riusciva sempre a rigirare le situazioni a suo favore.
“Hai minacciato il mio matrimonio, ora mi sarai debitore per la vita”.
Ma soprattutto era furioso con se stesso, come poteva anche solo aver sperato di avere in pugno Gold per ben due volte? Aveva funzionato la prima volta, infatti aveva aiutato lui ed Elsa a trovare la strega, ma lui aveva tirato troppo la corda e ora era suo schiavo.
Bevve un sorso dalla fiaschetta. Il rum era proprio quello che ci voleva, aveva un disperato bisogno di dimenticare e l’unico modo che conosceva era ubriacandosi. Era stato nell’ufficio dello sceriffo quella mattina, dopo aver aiutato Gold. Emma gli aveva ribadito di quanto fosse stata bene al loro appuntamento, e lui aveva sorriso. Era un sorriso vuoto, però. Quelle parole gli avevano scaldato il cuore, ma il non poterle dire la verità glielo aveva congelato. Aveva trascorso tutta la giornata alla ricerca della strega, ma non era stato trovato nulla di rilevante. Così, alla sera, si era recato al porto e appoggiato alla ringhiera si godeva la compagnia della fiaschetta e della rabbia che lo tormentava. Era perso nei suoi pensieri, per questo non la sentì arrivare.
“Eccoti finalmente, ti ho cercato ovunque. Che ci fa qui da solo? Eravamo tutti da Granny e mancavi solo tu!” Il pirata sospirò “Non avevo voglia di compagnia Swan, e sinceramente non ce l’ho nemmeno ora.” Non voleva ferirla ovviamente, era l’ultima cosa che desiderava. Trattarla male però era l’unico modo per allontanarla e non rivelarle cosa lo turbava. “So cosa stai facendo” gli disse, “mi tratti male sperando che me ne vada. So come funziona, di solito sono sempre io a farlo. Quindi Killian non me andrò finchè non mi dirai cosa ti passa per la testa, è tutto il giorno che sei strano.” Lui la ignorò e bevve un altro sorso di rum. “Killian…” ripetè lei.
Stava per bere di nuovo Emma gli prese la fiaschetta dalla mano e la gettò in terra “Smettila di bere e dimmi una volta per tutte cosa c’è che non va!” “Cosa c’è che non va Swan? C’è che ho rovinato tutto, ancora una volta. Se solo non avessi parlato con il maledetto signore Oscuro!!!” urlò. “Cosa? Cosa diavolo c’entra Gold?” Emma era sorpresa, si era immaginata qualunque cosa. Era arrivata pure a pensare che il pirata non aveva gradito la sua compagnia, dopotutto era la prima volta che uscivano solo loro due, senza mostri di neve o ladri da acciuffare. “Parli della mano? Avevi detto che ti aveva restituito ciò che ti aveva tolto.. cosa è successo?”. Finalmente Killian distolse lo sguardo dal mare e lo posò su i lei. I suoi occhi tradivano le emozioni che provava. Stava male a vederlo così, voleva aiutarlo. Questo gli diede la spinta a raccontarle tutto. All’inizio non fu facile ma poi le parole vennero fuori da sole, come un fiume in piena. Le raccontò di come pensava di aver in pugno Gold quando aveva scoperto del pugnale e di come ora la situazione si era ribaltata grazie alla sua ingenuità. Le aveva detto tutto, anche dove era stato quella mattina, questa volta non c’erano segreti tra di loro e ora si sentiva svuotato. Emma aveva ascoltato impassibile la sua confessione. Lo guardava e vedeva che sotto alla dura corazza che si era costruito c’era un uomo vulnerabile, che aveva sofferto e stava soffrendo tutt’ora. Ancora una volta lui aveva agito non pensando alle conseguenze, per lei, perché al loro appuntamento voleva abbracciarla con entrambe le mani. Sospirò e fece un passo verso di lui, annullando la distanza che li separava e lo abbracciò. Killian rimase interdetto dal suo gesto, ma non appena lei si strinse a lui le sue braccia la circondarono automaticamente, come animate da vita propria. “Riusciremo a trovare una soluzione insieme. Non sei solo, io non ti lascerò solo. Non mi arrenderò mai con te, come tu non ti sei arreso quando ero a New York”. La rabbia di Killian era svanita non appena le braccia della salvatrice lo avevano circondato. Sciolse l’abbraccio e la guardò. Nei suoi occhi vi era riflessa la determinazione con la quale aveva pronunciato quelle parole, e per la prima volta in quella maledetta sera sorrise.
Killian era proprio come lei, agiva da solo perché pensava di esserlo, quando in realtà era circondato da persone che gli volevano bene. Anche lei ci aveva messo molto per capirlo, ma con il tempo lo avrebbe fatto capire anche a lui. Gli diede un bacio sulla guancia “Forza ora, torniamo in città, magari gli altri sono ancora da Granny”. Si presero per mano e insieme si avviarono verso il locale.
 

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Capitolo 3
*** P Prompt Pants & Passion ***


I Owned Every Second That This World Could Give
Captainswan - [Pants & Passion]
Emma odiava stare al centro dell’attenzione, ma era in corso una festa e lei era la festeggiata. Era il suo compleanno e da Granny c’erano tutti. Per fortuna la torta era appena arrivata e la serata stava per finire. Quando sua madre le aveva detto che le avrebbe organizzato qualcosa, lei non era riuscita a farle cambiare idea. Dopotutto erano pochi i compleanni che avevano potuto festeggiare a causa di streghe e maledizioni varie.
Mentre mangiava la torta lasciò vagare lo sguardo per il locale. I suoi genitori stavano coccolando Neal, Regina parlava con Henry mentre invece Killian era solo. Sembrava assorto nei suoi pensieri, per questo si concesse il lusso di osservarlo. Da quando aveva cambiato look era diventato maledettamente sexy e i nuovi pantaloni di pelle che portava fasciavano il suo fisico asciutto alla perfezione. Come se sentisse di essere osservato alzò lo sguardo verso di lei e i suoi meravigliosi occhi blu si incatenarono nei suoi. “Tesoro noi andiamo, si è fatto tardi e dobbiamo mettere a letto il piccolo.” Emma distolse svogliatamente lo sguardo dal pirata e si voltò per salutare i suoi genitori. Prima di uscire David le diede un bacio sulla fronte “Ancora tanti auguri Emma”, la ragazza sorrise “Grazie papà”.
“Swan?” Killian l’aveva raggiunta “Posso darti il mio regalo?”. Emma sbuffò, era stata chiarissima: la festa andava bene ma dei regali non doveva essercene nemmeno l’ombra. Questi ti legano a una persona, ma il legame che si instaura non è sempre vincolante. Infatti lei stessa era piena di regali di persone che per un motivo o per un altro poi l’avevano lasciata sola. Aprì la bocca per ribattere, ma lui la anticipò “Lo so, la regola era niente regali.. ma io sono un pirata e per me le regole non valgono. Seguimi Emma”. A questo non ci aveva pensato, aveva ancora molto da imparare sul conto dei pirati. Riluttante, lo seguì e si incamminarono verso il parco.
Quella sera soffiava un vento gelido ed Emma rabbrividì. Prontamente Killian si tolse la giacca e gliela mise sulle spalle. Il profumo del ragazzo le arrivò prepotentemente, misto all’odore di pelle che la giacca nuova non aveva ancora perso. Si sedettero su una panchina e Killian tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un sacchettino. Si avvicinò al suo orecchio “Buon compleanno Emma” le alitò con la sua voce calda. Brividi che non avevano nulla a che fare con il freddo la attraversarono mentre prendeva dalla sua mano il regalo. Nel sacchettino c’era un portachiavi raffigurante un elleboro giallo. Emma conosceva la storia dell’elleboro. Un fiore fragile all’apparenza, ma che riesce a resistere alle rigide temperature invernali e che non ha bisogno di particolari cure per sopravvivere perché riesce a cavarsela da solo. Emma era sbalordita, quel fiore la rappresentava sotto ogni aspetto e lui, regalandoglielo, aveva dimostrato di conoscerla meglio di quanto lei stessa pensasse. “Killian è bellissimo” sussurrò la ragazza. “Per giorni ho cercato qualcosa di adatto da portarti e non appena ho visto questo portachiavi ho capito che era il regalo giusto.. vedi è forte, indipendente e bellissimo, proprio come te Emma.”
Lei si avvicinò e appoggiando le labbra sulle sue iniziò a baciarlo. Era impaziente di baciarlo, moriva dalla voglia di farlo da quando aveva sentito il suo profumo attraverso la giacca. Si staccarono per riprendere fiato mentre lui iniziava ad sfiorarle lentamente il collo con le labbra mentre proseguiva verso il lobo dell’orecchio. Emma piegò la testa all’indietro per facilitargli il compito e prese ad accarezzargli i capelli. Killian si scostò dal collo riprese a baciarla. Il bacio era diverso ora, la passione stava iniziando a prendere il sopravvento e l’aria era carica di desideri non ancora espressi. Emma si alzò e si sedette sulle gambe del pirata, socchiudendo la bocca e accogliendo la lingua calda di lui. Le sfuggì un gemito quando le prese il labbro tra i denti. A quel suono Killian si interruppe bruscamente e la guardò “Perdonami amore, mi sono fatto prendere la mano” aveva il fiato corto, le guance arrossate e gli occhi che brillavano. “Meglio fermarsi ora che ne sono ancora capace” dicendo questo si allontanò di qualche centimetro da lei. “”Stupida Emma” pensò, era stato così facile perdere il controllo, neanche fosse un’adolescente in preda all’ormone della sua prima cotta. Distolse lo sguardo dal ragazzo e lo posò sul portachiavi che nella foga del momento era rimasto dimenticato.
Ripensò alle innumerevoli volte che lo aveva respinto e allontanato.. e anche a quanto era felice ora che era entrato nella sua vita. Killian era la reincarnazione della seconda opportunità, lui aveva deciso di cambiare vita per dimostrarle che si sbagliava sul suo conto. Forse ora toccava a lei darsi quella seconda chance che si era sempre negata. Dopotutto lui non era Neal e le circostanze lo avevano dimostrato. Se non poteva ricominciare con Killian, con chi doveva farlo? “Cosa c’è pirata? Pensi di non riuscire a gestirlo?” si alzò, lo prese per mano e si avviarono verso il centro.
Dopotutto era ancora il suo compleanno e aveva ancora un desiderio da esprimere.



 

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Capitolo 4
*** T Prompt Trick & Trust ***


I Owned Every Second That This World Could Give

Captainswan [Trick & Trust]
Finalmente ci era riuscita, aveva trovato il rifugio della Regina delle Nevi. Si avvicinò all’ingresso della grotta e vi guardò dentro. L’ambiente era enorme e cosparso di vari oggetti libri, tavoli, portacandele e perfino una elegantissima chaise longue al centro della stanza, ma non vi erano tracce della regina. Emma entrò e si mise alla ricerca di informazioni su quella donna misteriosa.

“Swan?” “Maledizione Killian, mi hai spaventato” gli aveva dato la ricetrasmittente, così che potessero essere sempre in contatto. “Ho trovato la tana della Regina di Panna. Si trova a nord del laghetto.” “Ben fatto amore, ti raggiungo subito. Non fare niente di avventato e aspetta rinforzi, quella non scherza.” La preoccupazione di saperla da sola nel covo del nemico traspariva dalla sua voce “Agli ordini capitano”. Emma sorrise e riprese a guardarsi intorno e un grosso oggetto coperto da un telo catturò la sua attenzione. Era combattuta.. attendere gli altri o fare da sola? Dopotutto la regina non c’era ed era tutto così tranquillo.. “Al diavolo” si avviò verso l’oggetto e lo scoprì. Il cuore perse un battito quando Emma si ritrovò a fissare se stessa. Era uno specchio, un semplicissimo specchio. La ragazza sbuffò e si impose di darsi una calmata, aveva i nervi a fior di pelle ma doveva rimanere lucida.
Si voltò per uscire dalla grotta e attendere Killian quando sentì una voce, era poco più che un sussurro ma era persistente. Ascoltando attentamente capì che la voce proveniva dallo specchio, quindi gli si avvicinò nuovamente. L’immagine riflessa però era diversa, infatti non mostrava più Emma ma un gruppo di persone riunite nell’ufficio del sindaco. C’erano tutti gli abitanti di Storybrooke, i suoi genitori con Henry e Neal, Regina e Robin, Killian parlava con Elsa e vicino a loro c’era Aurora, mancava solo lei. Il clima nella stanza era rilassato, tutti si stavano divertendo. Mary Margaret stava coccolando il piccolo Neal canticchiando una canzoncina, sotto l’attento sguardo di David. Alla ragazza si scaldò il cuore, era felicissima che i suoi genitori avessero una seconda opportunità di veder crescere il proprio figlio, visto che con lei non ci erano riusciti.

“Proprio un bel quadretto, non è vero?” si voltò di scatto, era Killian “Come hai fatto ad arrivare? Ho visto che stavi parlano con Elsa” il pirata si avvicinò a lei “Dovresti ascoltare quello che dice tua madre invece che preoccuparti per me.” Il suo tono la sorpresa ma si voltò ugualmente. Sua madre aveva messo il piccolo nel passeggino e ora stava parlando con Aurora “Sai spero davvero che Neal non abbia la magia come Emma, sarebbe solo una complicazione. Sto iniziando a rendermi conto solo ora della fortuna che abbiamo avuto quando il sortilegio l’ha portata via” “Hai ragione tesoro, inoltre spero si sbrighi a trovare un posto tutto suo, così che noi possiamo vivere la nostra vita tranquillamente” s’intromise David. Tutti e tre scoppiarono a ridere, la ragazza invece era basita, non si aspettava delle parole così cattive da parte dei suoi genitori. Loro erano sempre stati i primi a coinvolgerla e a farla sentire parte della famiglia, questa situazione non poteva essere reale. Doveva essere un trucco architettato dalla regina, dopotutto lo specchio era suo e lei poteva benissimo averci gettato un incantesimo sopra. Eppure…eppure avrebbe mentito a se stessa se non avesse ammesso che un po’ era gelosa del piccolo Neal per tutto l’amore che riceveva da parte dei suoi genitori. Anche se ora li aveva trovati una parte di lei non sarebbe mai riuscita a perdonarli e quello specchio aveva rivangato quella parte di lei che non sarebbe mai riuscita a lasciare andare. Una lacrima silenziosa le rotolò lungo la guancia. “Perché piangi Emma? Non si meritano le tue lacrime, anzi dovresti essere contenta che ti abbia mostrato le cose come stanno realmente.”

Era come in trance, non voleva credere che le parole del pirata fossero vere. Eppure il suo istinto le diceva che c’era qualcosa che non andava.. com’era possibile che fra tutti proprio Killian, che l’aveva sempre spronata a lasciarsi andare, le dicesse quelle cose? Inoltre David e tutti gli altri erano alla ricerca del rifugio della regina, quindi non potevano essere nell’ufficio del sindaco. Emma fece un bel respiro, molte volte aveva dato ascolto al suo istinto e anche questa volta voleva fidarsi di lui. “Spero veramente di non sbagliarmi” disse la ragazza e come le aveva spiegato Regina incanalò la magia e la spedì contro al pirata. Poco prima di essere colpito, svanì.
“Complimenti Emma” la ragazza si voltò, alle sue spalle si era materializzata la regina delle nevi “non più così facile ingannare i tuoi sentimenti come un tempo. Ora la fiducia che nutri nelle persone la utilizzi come arma.. sono colpita, ma troverò comunque il modo di portarti dalla mia parte” detto questo sparì.

“Swan, stai bene? Ho sentito delle voci, era la Regina?” Killian aveva il fiatone, doveva essersi precipitato nella grotta. La ragazza sorrise e gli andò incontro “Sì, sto bene. Sono riuscita a tenerle testa, ma la prossima volta non sarà così facile temo” disse sospirando. Era stanca, l’inganno a cui era stata sottoposta l’aveva distrutta, ma era anche soddisfatta di se stessa! Ancora una volta la fiducia nel suo istinto l’aveva premiata.
Si incamminarono fuori “andiamo, dobbiamo mostrare agli altri questo posto.”
 
Salve a tutti gente!
Volevo ringraziare di cuore chi ha letto, seguito e recensito le storie
E ringraziare le ragazze che hanno creato questa fantastica iniziativa!!!
Siete geniali!
Grazie a tutti e alla prossima!
OneRepublicLover  

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Capitolo 5
*** A Prompt Accord & Apologize ***


I Owned Every Second That This World Could Give

Captainswan [Accord & Apologize]
“Tocca a te Swan” “Assolutamente no! Avevamo  fatto un accordo. La prossima volta che Sophie si fosse messa a piangere ci saresti andato tu! Quindi pedala capitano, lo sai cosa non succede se rompi gli accordi..” Emma lasciò la frase in sospeso. Le cose, a Storybrooke, si erano messe tranquille. Nessuna minaccia all’orizzonte e nessun nuovo nemico in vista. Emma aveva trovato casa vicino al porto e dopo qualche mese Killian si era stabilito definitivamente da lei e la sua vita aveva preso una piega decisamente perfetta. Poi era arrivata Sophie e finalmente tutti i pezzi della sua vita si erano incastrati al posto giusto. Emma aveva ancora gli occhi chiusi quando Killian uscì dal letto.”Finalmente! vuoi che la bambina svegli tutto il vicinato?” disse la ragazza. ”Almeno potresti accompagnarmi” e dicendo questo Killian tirò via il piumone e la scoprì completamente. Un brivido percorse il corpo di Emma, era inverno e fuori nevicava pigramente.

La ragazza si coprì nuovamente mente Killian lasciava la stanza, attese qualche minuto poi lo seguì. In punta di piedi raggiunse la stanza di Sophie e sbirciò dentro. Il lettino era al centro della stanza, sormontato dalla giostrina con gli unicorni che un tempo le era appartenuta. Killian era in piedi davanti al lettino con la piccola in braccio, ma non era ancora riuscito a calmarla. Amava guardarlo di nascosto quando cullava la loro bambina, poteva rimanere a fissarlo per ore. Sorrise e si avvicinò a loro “Sophie tesoro cosa succede?” Killian si voltò verso di lei “Mi dispiace amore, ma non riesco a calmarla.” Emma accarezzò la spalla di Killian poi prese una mano della bambina tra le sue e iniziò a canticchiare una ninna nanna, assecondando i movimenti del ragazzo. Lui sorrise, ogni giorno che passava l’amore verso Emma e verso sua figlia cresceva a dismisura. Ricordava ancora quando avevano fatto l’amore per la prima volta, quanto erano stati felici insieme. Poi Emma gli aveva dato la notizia che stavano aspettando il loro primo figlio e lui l’aveva baciata, coccolata e avevano fatto l’amore, con una consapevolezza diversa.. Stavano per diventare una famiglia a tutti gli effetti. Poi era arrivata la paura, la paura di quello che era stato, la paura di non essere un buon padre per Sophie e soprattutto di deludere Emma, la donna che amava. Più volte le aveva chiesto scusa per quello che era e per quello che era stato, ma lei aveva sorriso e lo aveva rassicurato. Avrebbero imparato pian piano a essere dei bravi genitori per la piccola, ma soprattutto lo avrebbero fatto insieme, sostenendosi reciprocamente. Posò i suoi occhi sulla bambina, finalmente si era calmata. Depose un leggero bacio sulla fronte di Sophie e la appoggiarono delicatamente sul lettino. Rimasero a vegliare su di lei finché non si riaddormentò.

Tornarono nella loro camera, il letto era freddo ora. Emma si rannicchiò vicino a Killian e iniziò a baciarlo. “Dimmi pirata..” disse Emma posizionandosi sopra di lui “ come pensi di farti perdonare per l’accordo che ai quasi fatto saltare?” lui rise e iniziò a sollevarle la maglia del pigiama per accarezzarle la schiena, con un movimento lento, quasi ipnotico. “Conosco un paio di modi per chiedere scusa Swan.. e sono tutti molto piacevoli” Si misero a sedere sul letto e tra un bacio e l’altro iniziarono a spogliarsi. Fecero tutto lentamente, senza fretta. La foga e l’urgenza che li aveva contraddistinti le prime volte avevano lasciato il posto alla calma di assaporare il momento carezza dopo carezza. Killian ribaltò la posizione, le accarezzò una guancia e dolcemente entrò in lei. Quando facevano l’amore le loro anime si univano ed esistevano solo loro. Quando finirono l’atto rimasero abbracciati “Ti amo Killian” Emma aveva ancora il respiro corto, lui la guardò.. era bellissima con le guance arrossate e i capelli incollati alla fronte ancora sudata ”Anche io ti amo Emma. Grazie per avermi permesso si entrare nella tua vita.”

Emma fissò l’uomo sdraiato accanto a lei, il suo respiro si era regolarizzato e probabilmente si era già addormentato. Sorrise e chiuse gli occhi, attendendo di addormentarsi nuovamente.
Dopotutto non portava sempre conseguenze negative rompere gli accordi…

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Capitolo 6
*** I Prompt Internet & Interest ***


I Owned Every Second That This World Could Give

Captainswan [Internet & Interest]
“Avanti Swan, non credo di chiederti molto.. solo di restare qua in compagnia di un pirata ammalato..” Emma sbuffò, erano tre giorni che Killian aveva la febbre e la ragazza non ne poteva più, fortunatamente stava uscendo e per un po’ si sarebbe lamentato da solo. “Killian smettila di fare il bambino! Nemmeno Henry si lamenta così tanto quando è ammalato!”. Il tono di Emma era esasperato, non pensava sarebbe mai arrivata a rimpiangere le battutine sarcastiche e piene di doppi sensi che era solito indirizzarle. Invece ora quando si rivolgeva a lei era per lamentarsi di qualsiasi cosa… le medicine facevano schifo, il the era troppo caldo, il rhum non c’era… Emma si avvicinò al divano dove giaceva il pirata e lo guardò, era incredibile quanto fosse bello anche da ammalato.. la febbre aveva reso i suoi occhi ancora più brillanti e l’intensità con cui la stava guardando non contribuiva al suo intento di lasciarlo solo. E questo lui lo sapeva, eccome se lo sapeva.. 

“Non guardarmi così, sul tavolino hai il telecomando della televisione, qui c’è il portatile che hai finalmente imparato ad usare e l’acqua per il the si sta scaldando. Neanche la Regina di Inghilterra è così riverita quando sta male.” Dubitava fosse veramente così, ma sospettava che del fatto che Killian non conoscesse l’Inghilterra quindi.. “La Regina di cosa?” la ragazza sorrise “Lascia perdere. Allora ti ricordi come si fa ad andare su internet? O hai bisogno di un ripassino veloce?”
“Si Swan, me lo ricordo. Ma come ti ho già detto non mi interessa cercare cose su internet quando quello che cercavo l’ho già trovato qua con te.” Emma trattenne il fiato, era incredibile come da qualsiasi banalissima conversazione lui fosse capace di sfornare una dichiarazione o una frase particolarmente romantica. “Lo sai che dicendo queste cose non mi farai rimanere qui vero?”

Killian  si avvicinò alla ragazza “Ho altre armi per convincerti a rimanere amore, ormai dovresti averlo capito.” Un brivido attraversò il suo corpo. Doveva staccarsi dal pirata altrimenti non sarebbe mai andata ad aiutare suo padre alla centrale. Mentre si alzò dal divano riprese a respirare, non si era nemmeno accorta di aver trattenuto il fiato. Si impose di darsi una calmata, prima o poi, sperò, si sarebbe abituata all’effetto che le faceva. Si diresse in cucina per preparate il the prima di uscire cercando qualcosa da dire per alleviare la tensione “Sai Killian potresti ampliare i tuoi interessi e guardare su internet dove si trova l’Inghilterra.” 

Tornò in soggiorno e appoggiò la tazza sul tavolino “Ora devo andare ma ci vediamo tra qualche ora” Nonostante le continue lamentele non voleva lasciarlo solo, ma aveva fatto una promessa a suo padre per cui si costrinse ad andare. Si avvicinò alla fronte ancora bollente del pirata e gli depose un leggero bacio. Fece per allontanarsi quando la mano di lui la bloccò riavvicinandola a se, ora con le labbra poteva sfiorarle il lobo dell’orecchio. “Sai Emma, credo di conoscere un modo migliore per esplorare i miei interessi. E senza dover andare su internet.” La sua voce era roca e il suo respiro le accarezzava dolcemente il collo “Per favore Killian lasciami andare, pensa come si arrabbierà David se non ci vado”. La voce di Emma non era uscita per niente in modo convincente, Killian aveva già vinto.

“Sai a cosa penso io invece Swan? Penso che ti stia per venire la febbre”


Salve a tutti!!!
Dunque volevo solo ringraziare i lettori di questa piccola raccolta di storie!
Siete moltissimi e devo dire che non me lo sai mai aspettata!
Un ringraziamento particolare a chi recensisce e a chi ha inserito la storia nelle varie categorie!
Grazie di cuore!

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Capitolo 7
*** N Prompt Night & Need ***


I Owned Every Second That This World Could Give

Captainswan [Night & Need]
Emma si svegliò di soprassalto terrorizzata, con il cuore che batteva fortissimo minacciando di uscire dal petto. Prese il cellulare dal comodino, segnava le 03:15. Mancavano ancora molte ore alla sveglia ma la ragazza aveva paura a riaddormentarsi, l’incubo che l’aveva svegliata era ancora impresso nella sua mente. Nel sogno una delle sue paure più grandi era tornata a bussare violentemente alla sua porta ed Emma non aveva potuto fare nient’altro che venirne investita in pieno. Sì perché nel sogno veniva abbandonata dalla sua famiglia ancora una volta, tipica costante della su vita. “È solo un sogno Emma” pensò, ed era vero. I suoi genitori le volevano bene e non l’avrebbero mai abbandonata, aveva ritrovato anche Henry infine c’era Killian… Eppure..

Eppure le vecchie abitudini sono vecchie a morire ed l’essere abituata a contare solo su se stessa avrebbe fatto sempre parte di lei. Si alzò dal letto, aveva bisogno di muoversi o il terrore l’avrebbe sopraffatta di nuovo. Come uscì dalle coperte il freddo la svegliò completamente. Era Dicembre e le temperature si erano abbassate di molto. Si adagiò sulla seduta della finestra per guardare fuori, tutto sembrava sospeso e immobile nell’oscurità. Aveva sempre preferito la notte rispetto al giorno, con il buio potevi nasconderti e passare inosservato, mentre con la luce del giorno tutti potevano osservarti e giudicarti.

“Basta Emma” questa volta si rimproverò a voce alta, tanto la casa era vuota e non avrebbe corso il rischio di svegliare involontariamente Henry. Era andato a dormire da Regina dopo aver passato la serata con lei e Robin. Regina era cambiata molto dopo aver sconfitto la Regina delle Nevi, aveva aperto il suo cuore a Robin e cercava di fare sempre la cosa giusta. Anche Emma però si sentiva molto cambiata, aver preso coscienza dei suoi poteri l’aveva fatta crescere e anche il suo rapporto con Killian si era spostato su un altro livello. Non le mancava niente, doveva riconoscerlo, ma le parole di Ingrid sul fatto che prima o poi i suoi cari l’avrebbero vista come un mostro e il fatto che era praticamente successo quando aveva ferito Henry, le si erano radicate nella mente come un tarlo e difficilmente sarebbe riuscita a eliminarle. Non era importante che ora la regina era stata sconfitta  e che quindi erano in pace perché Emma non si sentiva in pace con se stessa.
Il panico che l’aveva svegliata stava tornando e da sola non riusciva a superare questi continui attacchi che la angosciavano. Il suo corpo si mosse come animato da volontà propria, andando verso il telefono che aveva abbandonato sul letto. Doveva chiamare qualcuno, non riusciva a stare più da sola in quella casa. Compose il suo numero e attese. Al terzo squillo la voce assonnata di Killian rispose “Swan? Tutto bene?” una lacrima le rigò la guancia “No Killian, non va tutto bene. Ho bisogno di te” l’ultima frase era uscita rotta dal pianto “Arrivo, amore”.

Emma si sedette di fianco alla porta in attesa per poter aprire non appena sarebbe arrivato. E non dovette attendere molto perchè dopo poco lo sentì bussare. Si alzò e per aprirgli la porta e lo abbracciò, talmente forte da fargli male, ma non le importava. Aveva bisogno di sapere che era lì per lei e che ci sarebbe sempre stato. Killian si staccò da lei solo il necessario per poterla guardare negli occhi “Cosa è successo Emma?” “Ho fatto un incubo, la situazione mi è sfuggita di mano…” lui non rispose ma si limitò a raggiungere la posizione di prima. La capiva, stava affrontando i suoi demoni interiori proprio come lui aveva fatto in precedenza. Le diede un bacio sulla fronte e insieme raggiunsero il letto, ormai diventato freddo.  “Kiilian ho bisogno di sapere che ci sarai sempre e che non mi lascerai mai” c’era disperazione negli occhi della ragazza e un bisogno estremo di essere rassicurata, per questo lui le sorrise “ Swan io ti amo, quindi come potrei mai abbandonarti?” lei sorrise e si avvicinò ancora di più a Killian. “Lo so che mi ami, ho solo bisogno di qualcuno che me lo ricordi” lui le baciò dolcemente le labbra “Ti amo Emma Swan e te lo ricorderò ogni volta che vorrai”.

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Capitolo 8
*** S Prompt Storm & Sadness ***


I Owned Every Second That This World Could Give
Captainswan [Storm & Sadness]

Emma non si era mai resa conto di quanto lo stato d’animo di una persona potesse essere mutevole. Un attimo prima sprizzi felicità da tutti i pori e un secondo dopo pensi che la tristezza ti possa annientare; pensi di essere sollevata perché hai sconfitto l’ennesimo nemico di turno e invece la consapevolezza che la tua vita da questo momento non sarà più la stessa ti piomba addosso come un macigno. Le emozioni che stava provando erano come le giornate estive colpite da violente tempeste, non te le aspetti e quando arrivano ne vieni completamente investito.

Erano passati mesi da quel terribile momento, mesi che sembravano minuti per quanto il dolore di Emma fosse ancora così vivo. La maggior parte delle volte desiderava semplicemente che il suo cuore smettesse di battere, non voleva provare più niente. Perché non ha senso provare emozioni se colui che te le fa provare non c’è più, e non ha senso continuare a vivere se colui per cui vivevi non vive più. Sì perché Killian Jones era morto e una parte di lei era morta con lui.

Troppo tardi avevano scoperto il piano di Gold, del suo tradimento e del ruolo di Killian in tutta questa storia. Si era sentito in colpa, le aveva detto prima morire, per questo aveva deciso di redimersi non permettendogli di portarsi dietro Henry a New York, infatti solo lui e Belle avevano lasciato Storybrooke… Forse proprio per questo motivo Gold gli ha sbriciolato il cuore prima di attraversare il confine.. forse se non lo avesse fatto lo avrebbe lasciato in vita.. o forse no, dopotutto era l’Oscuro.

Emma si rigirò nel letto, si prospettava un’altra notte insonne. Non le rimaneva niente di Killian se non i ricordi che avevano creato insieme e che ora custodiva gelosamente dentro di sé, perché era l’unica cosa che poteva fare. Ripensare ai momenti che avevano condiviso era diventato come una droga ed Emma ne era diventata dipendente. Non importava quanto stesse male una volta tornata alla realtà perché lo sballo di perdersi nelle sue parole, negli sguardi che le riservava e nei caldi baci che le donava era irrefrenabile. Era diventata talmente brava a selezionare i ricordi migliori che non si doveva nemmeno sforzare per farli riaffiorare, arrivavano e basta, ed era ironico il fatto che la maggior parte dei ricordi che amava da star male riguardavano il suo cuore. Perché lui lo nominava sempre come se ne fosse ossessionato, ed era stato proprio il cuore ad ucciderlo.

“..Così quando vincerò il tuo cuore Emma, perché lo vincerò, non lo farò con l’inganno. Sarà perché lo vorrai tu stessa..”

E l’aveva vinto eccome il suo cuore, l’aveva conquistata un paso alla volta come se avesse tutto il tempo del mondo. Ricordava tutto di quel momento all’Isola che non C’è, come si era avvicinato a lei, come aveva abbassato la voce e come l’aveva guardata.. lei aveva trattenuto il fiato e quando aveva ripreso a respirare si sentiva come se lui avesse appena finito di baciarla. Le parole di Killian avevano questo effetto su di lei.. 

La sua mente passò al ricordo successivo, quando cercavano le tracce di Zelena nel bosco, era talmente vivido che poteva sentire l’odore della pioggia e degli alberi

“..Se il tuo cuore si può spezzare vuol dire che funziona ancora..”

“Balle Killian” urlò nella stanza vuota, il cuore di lui era stato letteralmente spezzato e lui era morto e contemporaneamente anche il cuore di Emma era andato in frantumi. Quanto desiderava che lui fosse lì con lei nella stanza per poterglielo dire in faccia che si era sbagliato. Urlargli che una volta che il tuo cuore si frantuma anche tu vai in mille pezzi.. ma non poteva farlo, non lo avrebbe fatto mai più.. La tempesta interiore raggiunse il suo picco quando la mente vagliò il ricordo più doloroso, quello che teneva sempre per ultimo, la ciliegina sulla torta. L’universo sembrava prendersi gioco di lei in quanto allora furono le parole che le diedero la spinta definitiva a darsi una possibilità con Killian mentre ora erano diventate le parole che non avrebbe mai voluto sentire

“..Amore mio non devi preoccuparti per me.. Se c’è una cosa in cui sono bravo è sopravvivere..”

Ed era stato vero fino a quando non aveva incontrato lei, fino a quando aveva messo se stesso al primo posto e non lei.. Le lacrime avevano iniziato a scendere copiose, non pensava ne potesse avere altre, ma a quanto pareva il dolore e le lacrime nella sua vita erano sempre in produzione. Ma questa volta non ne sarebbe più uscita, questa volta il dolore l’avrebbe annientata così come il rimpianto.
Il rimpianto di non averlo potuto ringraziare per aver salvato Henry dalle grinfie di Gold, il rimpianto di essersi accorta troppo tardi che qualcosa non andava e il rimpianto di non avergli detto che lo amava, perché lo amava con tutta se stessa.. perché lui non era più accanto a lei perché era morto e perché lei aveva lasciato che vincesse il suo cuore troppo tardi.


Ciao a tutti!
Per favore non uccidetemi.. XD
Dopo tante shot romantiche e dolci (e complice la puntata
che mi ha lasciato tristissima per la morte della SQ (questa si che è redenzione!!!))
dovevo scriverne una piena di angst! E questo era il prompt ideale per farlo!
Grazie a chi recensirà, leggerà silenziosamente e non mi lancerà maledizioni con il wi-fi! :)




 

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Capitolo 9
*** W Prompt Wood & Warmth ***


I Owned Every Second That This World Could Give
Captainswan [Wood&Warmth]

Il vapore creava ampie volute nell’aria e una densa nebbia permeava la stanza. Emma era immersa nella vasca da bagno, gli occhi chiusi e solo la testa spuntava dal livello dell’acqua. Si era ritagliata un po’ di tempo per lei, era da molto che non si dedicava solo a se stessa, così si era chiusa in bagno ed era entrata nella vasca. Gli avvenimenti dei giorni precedenti l’avevano provata molto, sia fisicamente che emotivamente e aveva bisogno di rifletterci su.
Neanche 24 ore prima erano finalmente riusciti a dare un volto alla Regina delle Nevi e dopo aver scoperto di avere un legame con lei si era ritrovata in strada a rivelare una delle sue più grandi paure a Killian. Dopo quello che gli aveva confessato non poteva tornare indietro, aveva preso una posizione nel rapporto che stava creando con lui e forse era stato proprio questo a spronarla. Infatti la mattina successiva aveva dato appuntamento a Killian alla tavola calda e gli aveva chiesto di uscire. Il pensiero la fece sorridere. Se qualcuno, quattro anni fa, le avesse detto che avrebbe trovato i suoi genitori, suo figlio e avrebbe chiesto di uscire niente meno che a Capitan Uncino in persona, gli avrebbe riso in faccia e consigliato di farsi curare da uno bravo.
Aprì gli occhi, i vetri erano appannati e l’aria era satura del profumo di bosco selvatico dei sali minerali che sua madre le aveva consigliato, diceva che le ricordavano il profumo della Foresta Incantata. Uscì dalla vasca e dopo essersi data una veloce asciugata e raccolto i capelli in un asciugamano si mise la biancheria intima. Aveva già deciso cosa indossare e come acconciare i capelli, non voleva qualcosa di esageratamente complicato o vistoso, non era certo il suo genere, eppure aveva voglia di stupire Killian con qualcosa di diverso dal suo stile, sperando di lasciarlo a bocca aperta. Così i soliti pantaloni e la solita giacca che indossava tutti i giorni erano stati sostituiti da un vestito, i colori scuri che era solita portare avevano lasciato spazio al rosa e i lunghi capelli da sciolti com’erano di solito li avrebbe raccolti in una elegante coda. Iniziò ad asciugarsi i capelli e dopo avergli dato una piega che la convinceva passò al trucco, ma non impiegò molto tempo, mascara, matita e un leggero velo di cipria erano più che sufficienti.
Iniziava a sentire l’agitazione, era positiva e voleva godersi appieno la serata con Killian, inoltre era anche molto curiosa di sapere cosa le aveva organizzato. Gli aveva messo in chiaro che non avrebbero fatto cose in stile pirata, anche se magari sarebbero state divertenti. Un colpo leggero alla porta la distrasse dai suoi pensieri “Emma tutto bene? Hai bisogno di una mano a prepararti?” era sua madre “No tranquilla, ho quasi finito” si mise un paio di tacchi sui toni del vestito, due gocce di profumo e uscì. Mary Margaret e David erano in salotto con Elsa e stavano esaminando i registri della città per cercare qualche informazione sulla nuova nemica. “Ok, voglio un’opinione sincera, che ne dire?” disse avvicinandosi. Dai loro sguardi capì di aver fatto un buon lavoro “Wow” disse Mary Margaret, seguito da un “Come ha detto tua madre” di suo padre.
Sembravano stupiti e mentre sua madre posava delicatamente Neal nel lettino gli parlò “Tua sorella ha un appuntamento molo importante questa sera” era eccitatissima, come se con Killian ci sarebbe dovuta uscire lei. Emma però non voleva affrettare le cose, stava ancora imparando a gestire i sentimenti che provava  per Killian ”Non esageriamo..” minimizzò, era imbarazzata ma lo fu ancora di più quando sua madre le scattò a tradimento una fotografia. “Forse è ora che mi trovi un posto tutto mio” non voleva dirlo ad alta voce ma le era scappato. Anche se era da un po’ che ci pensava in effetti, con l’arrivo di Neal l’appartamento era diventato un po’ stretto e le sarebbe piaciuto avere un posto tutto suo con cui vivere con Henry, come il periodo a New York. “Porta pazienza con tua madre, non siamo mai riusciti ad accompagnarti neanche ad un ballo.” “Sicuri di non volere una mano? Magari posso chiedere ad Uncino di rimanere qui”, una piccola ed egoistica parte di lei sperava che dicessero di no, aveva voglia della sua serata con Killian. Fu Elsa a risponderle dicendole che non era venuta a Storybrooke per fare in modo che tutti smettessero di vivere la loro vira per aiutarla.
La parte egoistica di Emma esultò intimamente, ma non fece in tempo a risponderle perché tre colpi alla porta ruppero il silenzio. Una sorta di calore, una sensazione che non provava da molto tempo, partì  dallo stomaco e la scaldò fino al cuore. Si voltò per raggiungere la porta e a malapena sentì sua madre canticchiare un “Ci siamo!!”. Mise la mano sulla maniglia e spalancò la porta..

….. Lo so che sono passati secoli dal mio ultimo aggiornamento ma la mia vita da
Universitaria disperata mi ha travolto in pieno e questa sessione invernale mi sta uccidendo
(compagne universitarie capitemi).. detto questo ho scritto questa storia sia per malinconia da CaptainSwan,
Sia perché mi sarebbe piaciuto molto che A&E approfondissero un po’ di più la questione dell’appuntamento
Da punto di vista di Emma, visto che sappiamo benissimo come ha affrontato l’attesa Killian. Quindi ho scritto una mia Versione!
Grazie a chunque leggerà a chi lascerà un commento! Mi fa sempre piacere leggervi!
Un bacio e a presto

A- L’universitaria         




 

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