Capitolo 2

“Amichevoli confidenze”

 

Ero sola in casa con i bambini. Come tutti i martedì sera Jacob era uscito per la consueta riunione settimanale con i ragazzi del branco. Ne avevo approfittato per dedicarmi alla lettura di un libro mentre i miei tre figli stavano riguardando il dvd di un film di animazione. Vennero a darmi la buonanotte e dopo una mezzoretta circa sentii il rumore dell’auto di Jake che stava parcheggiando davanti casa. Avvertii i suoi passi sulle scale che portavano lì al piano superiore, dove si trovava la nostra camera. “Ciao amore ancora sveglia?” mi chiese “Ti aspettavo, volevo sapere com’era andata la riunione” risposi. Mio marito mi raccontò che tutto era nella norma e che quella sera avevano riso tantissimo ripensando ai vecchi tempi, a quando il branco si era formato da poco e il capo era Sam.

“Tesoro domani passo a trovare nonno Charlie e Sue quando esco dal lavoro, vai tu a prendere Jeremy a scuola?” chiesi “Certo nessun problema.” Avevo sempre adorato il mio nonno materno, così fragile e così disinteressato al mondo del soprannaturale. Anche lui aveva sempre ricambiato il mio affetto fin da quando ero neonata e anche se non ci frequentavamo spesso, ci sentivamo tantissime volte per telefono. Nonno Charlie era letteralmente innamorato di Jacob. Certo era il figlio del suo migliore amico e non potevo biasimarlo, Jake era adorabile con tutti. Bella mi aveva più volte raccontato che Charlie avrebbe tanto voluto che nascesse qualcosa tra lei e Jake, ma ero stata fortunata…mia madre aveva scelto Edward lasciando a me l’uomo più interessante e bello sulla faccia della Terra.

Il giorno seguente come promesso lasciai la scuola dove lavoravo e partii verso casa Swan. Trovai il nonno seduto in veranda che leggeva il giornale. Scesi di macchina e gli corsi incontro “Ciao nonno, come va?” dissi abbracciandolo “Renesmee ciao, tutto bene e tu?” rispose un po’imbarazzato. Charlie non era molto abituato ai baci e agli abbracci calorosi “Anche io sto bene. Ciao Sue” dissi notando che Sue ci aveva raggiunti in veranda invitandoci ad entrare. Mi sistemai sul divano e presi uno dei biscotti che Sue aveva preparato in occasione della mia visita. “Jacob e i bambini?” chiese il nonno “Stanno bene anche loro. Sai le feste di Natale si stanno avvicinando e avevo intenzione di organizzare una cena della Viglia a casa mia e invitare tutti…i Cullen, i ragazzi di La Push con mogli e figli, Billy e ci terrei ad avere anche te e Sue” affermai. “Beh…non so cosa dire…penso di accettare” concluse Charlie. Restai ancora un po’ a parlare con loro, poi presi la mia auto e guidai in direzione di casa. Trovai Jake sulla veranda, così lo salutai con un bacio e mi sedetti con lui sulla panchina. “Missione compiuta, avremo anche Charlie e Sue alla cena della Viglia” “Wow, ci sei riuscita…” rispose Jacob sorridendo. Entrammo in casa e cenammo insieme ai nostri figli. Sarah mi aiutò a sistemare la cucina poi insieme a lei salii in camera sua.

Chiuse la porta e si mise a sedere sul letto a gambe incrociate. La guardai pensierosa, ma mia bambina stava attraversando il classico periodo critico dell’adolescenza: si sentiva brutta, aveva l’autostima sotto ai piedi e tutto le sembrava un problema insormontabile. Così mi avvicinai e mi misi seduta accanto a lei. “Cosa c’è che non va?” le chiesi “Tutto…numero uno: mi sono venuti un sacco di brufoli in faccia e domani a scuola sai che ridere quando all’ora di storia devo esporre la mia ricerca…” “Mmm sì, è proprio una catastrofe” le risposi sorridendo “Numero 2: non ho niente di decente da mettere per la festa di Natale che vuoi fare qui a casa” “Beh sono sicura che le tue ziette Rosalie e Alice sapranno aiutarti…poi c’è altro?” domandai “Certo, c’è anche un numero 3: mamma…da qualche settimana mi sento strana…cioè è una bella sensazione, ma mi spaventa” “Strana in che senso amore? Fisicamente?” chiesi già nel panico “No, è che c’è un ragazzo che mi sta facendo ammattire…ogni volta che lo incontro mi va in panne il cervello e il cuore…beh sembra impazzito” affermò con il viso che stava piano piano prendendo colore. “Ohoh, questa sì che è una bella notizia” “Ssshhh fa piano, non voglio che ci sentano dal piano di sotto mamma” “Ok, e…lo conosco? E uno di La Push?” “Mamma non te lo dico chi è…” “Puoi darmi solo qualche piccolo indizio, non ti chiedo di dirmi il nome” proposi. Era bello quel clima di confidenze con Sarah, apprezzavo tantissimo che lei mi stesse rivelando i suoi sentimenti, probabilmente sarebbe stata la prima volta in cui si sarebbe innamorata, la conoscevo bene e in passato quando aveva avuto delle semplici cotte unidirezionali, ossia senza mai farlo sapere ai ragazzi che le piacevano, lei non mi era mai sembrata così preoccupata e felice allo stesso tempo. Non volevo sapere chi fosse il ragazzo misterioso, almeno per il momento, tanto un giorno l’avrei scoperto o l’avrei piano piano persuasa a dirmelo.

“Va bene, allora ti dico che…sì è di La Push e lo conosci” “Ha la tua età?” “No, è un po’ più grande di me” “E dimmi…è un bonazzo da paura?” “Mammaaa, dai ti prego…è bello, molto bello…” disse con uno splendido sorriso, in quel momento mi ricordò Jake. “Wow, sono così contenta…e il suo carattere? Ti piace anche quello?” “Certo, di lui mi piace tutto…” sostenne mia figlia con gli occhi sognanti “Però mamma ho paura, paura di non piacergli, di vederlo con un’altra ragazza, di illudermi e stare male” confessò “Oh amore, è assolutamente normale, fa parte della vita ed è il rischio che tutti corrono ad amare qualcuno, ma non devi avere paura è il sentimento più ricco, completo e meraviglioso che ci sia” la confortai. Lei mi guardò sempre dubbiosa e disse “Se solo fossi bella quanto te, io…beh sarei sicura di piacergli” “Sarah, tu sei bellissima, molto più di me…te l’assicuro e poi sei una ragazza d’oro, la ragazza che ogni mamma vorrebbe avere per suo figlio” “Sì ma lui è troppo bello e io…” “Sarah, anche se tu fossi perfetta avresti comunque paura di non piacergli…sai anche io mi sentivo come te quando capii di essermi innamorata di tuo padre. E tutt’oggi penso che lui sia troppo più bello fisicamente e caratterialmente di me” le dissi sorridendo. “Ascolta, anni fa ho scritto un diario sulla storia tra me e tuo padre…ho sempre pensato di fartelo leggere quando saresti stata grande e adesso mi sembra che quel momento sia arrivato. Potrai confrontare il modo in cui ti senti con quello che sentivo io e magari imparerai anche a non fare qualche errore che io ingenuamente ho fatto” dissi.

Andai in camera mia, presi il diario e tornai da mia figlia. La baciai e l’abbracciai dicendole “Leggilo, ti farà bene e non permettere mai a nessuno di sentirsi migliore di te…sarò qui quando vorrai riparlare di lui o di chiunque altro” “Grazie mamma”. Uscii dalla sua camera e trovai per le scale Jessie e Jeremy che stavano andando a dormire, gli diedi la buonanotte e raggiunsi mio marito in salotto per parlare un po’. Stava guardando la tv, così mi accoccolai a lui sotto al plaid “Allora tra una settimana tutti a cena da noi…ce la fai a preparare tutto?” “Sì tranquillo, tanto i Cullen non mangiano nulla e per il resto degli invitati mi faccio aiutare da Rachel, Emily, Kim e Claire” non feci in tempo a finire la frase che di colpo le mie labbra furono impegnate in un altro genere di conversazione molto interessante. Baciare le labbra morbide e saporite di Jacob era ancora sconvolgente per me e per i miei ormoni impazziti. Possibile che mi facesse ancora uscire di testa così? Accarezzò i miei boccoli e ne approfittai per intrecciare la mia mano alla sua. Adoravo la morbidezza della sua pelle e il suo odore.

Rimasi ancora a parlare con lui sul divano, ma decisi di non dirgli nulla di Sarah, almeno per il momento. Jacob stava diventando sempre più geloso di lei e non mi sembrava giusto dirgli ciò che mia figlia mi aveva appena confessato, magari l’avrei fatto tra qualche giorno o settimana. Prima avevo bisogno di sapere se quello che provava Sarah era importante davvero o se si trattava ancora di una semplice e leggera infatuazione.

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Capitolo 6

“Cosa ci succede?”

POV Jacob

Mi svegliai abbastanza presto nonostante fosse sabato mattina e mi girai verso mia moglie…stava dormendo ed era bellissima come sempre. Notai che stava tutta raggomitolata su se stessa, probabilmente aveva freddo dato che era mezza scoperta. Presi la coperta e gliela risistemai, non appena lo feci la vidi distendersi e mugugnare qualcosa. La lasciai lì, andai in bagno e poi scesi giù, volevo prepararle la colazione e portargliela a letto. L’avevo fatto tante volte quando da fidanzati restava a dormire da me e nei primi momenti da sposati. Poi i bambini, il lavoro e tanti altri impegni avevano fatto diradare tutte le cose. Appena entrato in cucina vidi mio figlio seduto al tavolo che stava inzuppando i biscotti nel cappuccino. “Buongiorno Jessie, già in piedi?” “Sì papà, buongiorno” “Che hai? Non ti senti bene?” chiesi un po’ preoccupato. La sera prima era uscito con Katy ed era andato a letto più tardi quindi mi aspettavo che dormisse di più. “No, sto bene…è che mi sono svegliato e non riuscivo a riprendere sonno” “Vuoi che ti racconti una favola come quando eri piccolo?” domandai per farlo sorridere “No grazie…pensavo a ieri sera” iniziò a dire. Magari aveva voglia di confidarsi, quando era piccolo parlava sempre con Nessie, ma ultimamente lo faceva solo con me…forse il fatto che fossi un maschio come lui gli dava l’impressione che lo potessi capire meglio. “È andata bene la serata? Sei stato carino con lei?” “Sì…siamo stati a cena e poi abbiamo fatto un giro a Port Angeles” “E a lei è piaciuta la tua idea?” “Sì, le è piaciuta…e sono stato carino con lei, le ho anche portato un pelouche proprio come mi avevi consigliato. Ho scelto il lupo” rispose Jessie sorridendo. Lo guardai e sorrisi, dicendo “Ottima scelta” poi in ricordo di quando era piccolo versai del latte in un bicchiere e aggiunsi la polvere di cacao. Mescolai bene e porsi al mio bambino cresciuto il suo latte al cioccolato. Lui sorrise e mi ringraziò dicendo “Resterà sempre il migliore latte al cioccolato del mondo”, quante volte avevo compiuto quel gesto per coccolare lui e gli altri due miei figli in passato…“Papà…ieri sera…insomma lei mi piace molto, ormai lo sanno anche i sassi…e anche lei negli ultimi tempi mi ha fatto capire che le piaccio, quindi…ci siamo baciati” “Wow sono contento per te. Quindi adesso come siete messi?” “Beh penso che stiamo insieme, cioè per me è così anche perché a me non interessa nulla delle altre, per me c’è solo lei” “Ammazza stai già messo così male???” chiesi divertito “Non sono messo male, io sono innamorato e voglio solo stare con Katy, per me non esisterà mai nessun’altra. Forse sto affrettando le cose ma lo sai come sono fatto…quando decido una cosa non me la levo più dalla testa” “Sì Jess lo so, ma…insomma diciamo che vi siete messi insieme ieri sera e…anche se vi conoscete da sempre come amici, stare insieme è diverso” dissi, anche se sapevo bene che Jessie aveva ragione, quando decideva una cosa non c’era verso fargli cambiare idea, l’aveva ereditato da me.

“Sì lo so che è diverso, ma credimi io andrei già a dire a Sam e Emily che è la mia ragazza ufficiale, le comprerei qualsiasi cosa per farla felice, vorrei avere una casa per vivere insieme e avere dei figli e…” “Oh, ehi, fermo, Jess stai decisamente correndo troppo, addirittura dei figli…se lo dici a tua madre muore…già ieri diceva che sei cresciuto troppo in fretta, se le dici questo le fai prendere un colpo” “Sì, hai ragione è che…lei è così bella e amo il suo carattere…poi si mette quei mini vestitini e quelle minigonne che…” “Jessie frena subito! Punto primo: anche se ti sembro un tuo coetaneo sono sempre tuo padre, quindi questi discorsi di ormoni impazziti falli con i tuoi amici; punto secondo: cerca di controllare i tuoi istinti, se davvero la ami…e” “Papà, è solo che io la amo totalmente e la voglio amare totalmente” alle parole di mio figlio mi irrigidii. Accettavo di buon grado che avesse una ragazza, che si baciassero, che avesse dei desideri verso di lei ma…il sesso ancora no, volevo che la conoscesse un po’ meglio. E se la sera precedente l’avessero già fatto? “Ascolta Jessie, dimmi la verità…non è che ieri sei andato oltre vero?” “Che intendi per oltre?” “Oltre…il consentito” “Che cosa è consentito e cosa non lo è?” “Jessie è consentito baciarla, tenerla per mano, abbracciarla…non è consentito…beh dai hai capito” “Cosa vorresti sapere papà?!?!?” “Hai fatto sesso con lei???” chiesi “No, ma secondo te??? Dai ti pare poi che Katy ci sarebbe stata?” affermò. Bene, mi sentivo enormemente sollevato.  “Ok, spero che aspetterete il momento giusto” dissi e mi voltai vedendo Nessie affacciarsi alla porta della cucina “Certo, ne riparliamo papà” rispose Jessie troncando il discorso. Avevo ragione non voleva parlare di questo con sua madre. “Buongiorno a tutti e due” disse Nessie, così noi rispondemmo al suo saluto. “Adesso vado a prepararmi, devo andare a studiare da David” disse nostro figlio “Ok, torni per pranzo?” domandò mia moglie “Sì, torno verso le 13.00, vado in bicicletta” detto questo andò in camera sua a vestirsi e poco dopo uscì di casa.

“Insomma, tu e Jess riparlerete di cosa?” chiese Nessie “Di lui e Katy, ieri si sono baciati” risposi mentre bevevo il mio cappuccino “Ohoh ci avrei scommesso che sarebbe successo” “Sì, per ora è successo solo questo…” “Jake, che intendi?” “Nostro figlio già pare uscito di testa per lei, in pratica mi ha detto che già andrebbe da Sam e Emily a dire che stanno insieme ufficialmente, che comprerebbe una casa per loro e via dicendo” dissi. “Ma dai ha solo 16 anni e mezzo, non vorrà correre così!” “Lo spero, ma…boh forse era l’entusiasmo del primo bacio con lei, era troppo su di giri…e…ricordi quello che ti ho detto ieri sera sul diventare nonna presto?” “Oh mio Dio JJ non dirmi che ti ha detto che vuole fare l’amore con lei” “Beh, non me l’ha detto esplicitamente ma me l’ha fatto capire…” “Non posso crederci…” “Non è così strano che lui abbia certi desideri, vorrei solo che ci riflettesse meglio…insomma lo dico per Katy e per Sam” “Non è strano, ma stanno insieme solo da un giorno e poi…scusa dovrebbe rifletterci anche per se stesso e comunque Sam che centra?” “Nessie so che per te è assurdo pensare che il tuo bambino abbia desideri sessuali, ma…ha quasi 17 anni ed è del tutto normale…insomma è stato così anche per me! E Certo che centra Sam…Katy è sua figlia. Posso accettare abbastanza serenamente che Jessie faccia sesso, ma non accetterei mai che lo facesse Sarah” spiegai “Ah ok, quindi se il tuo figlio maschio fa sesso va bene, ma guai se lo fa tua figlia…complimenti Jake un pensiero molto progressista ed equo” “Non sarà progressista, ma non voglio che una qualunque testa di cazzo vada a letto con mia figlia” “Wow, direi che non sono d’accordo, se il ragionamento va bene per Jessie, deve andare bene anche per Sarah” “Beh, quando sarà il momento di parlare di questo in riferimento a Sarah allora litigheremo, mi dispiace ma proprio non ti capisco” “Siamo in due a non capirci, ma da chi hai preso lezioni di modernità? Da Edward Cullen?” domandò mia moglie “Beh può essere, non è sempre stato l’uomo perfetto per voi donne?” “Smettila Jake, stai dicendo delle cavolate” “Allora facciamo così: se il futuro ragazzo di Sarah vorrà fare sesso con lei allora prima dovrà passare sul mio cadavere” “Piantala e non fare discordi idioti” disse facendomi infuriare, così urlai “Sai che ti dico? Che sei ipocrita, se l’avesse detto tuo padre sarebbe andato bene, ma dato che lo dico io…” “No, ti sbagli è un ragionamento da idioti e basta, chiunque lo faccia” rispose mentre mi sentivo sempre di più accendere dalla rabbia “Beh allora dato che la pensi così allora forse hai sbagliato a sposarti con me Nessie” dissi. “Cerca di calmarti, stai uscendo di testa per una cosa che non è nemmeno all’orizzonte, Sarah ancora non ha un ragazzo” “Non dirmi cosa devo fare, sei mia moglie, qui non siamo a casa Cullen dove sei la principessa Renesmee” le urlai dietro “Beh anche tu non dirmi che cosa devo fare, io non sono un membro del tuo stupido branco!” rispose. Sentivo la rabbia salire sempre più su, non volevo arrivare a trasformarmi ma sentivo ancora l’impulso di controbattere “Oh scusi tanto principessa Renesmee Cullen, le porgo le mie scuse e, dato che sono uno stupido idiota, tolgo il disturbo” dissi “Non chiamarmi principessa Renesmee perché sai che mi da fastidio” “Sarà meglio che ora esca da questa casa e da questa discussione perché non sopporto più di essere il tuo stupido cagnolino, così come non sopporto più te” dissi sbattendo la porta di casa e prendendo la moto…volevo schiarirmi le idee e il vento sulla faccia mi avrebbe aiutato.

POV Nessie

Non potevo credere che Jacob mi avesse detto quelle cose. Ogni tanto mi aveva chiamato principessa Renesmee durante i nostri litigi, alludendo al fatto che a casa Cullen tutti mi trattassero con i guanti e che me le dessero sempre tutte vinte…ma la sua frase “Sarà meglio che ora esca da questa casa e da questa discussione perché non sopporto più di essere il tuo stupido cagnolino, così come non sopporto più te” mi aveva letteralmente turbata. Lui non era il mio cagnolino, non lo avevo mai considerato così, per me era il mio uomo, il migliore che potessi avere, era il padre dei miei figli, il mio migliore amico e il mio amante. E non lo avevo mai considerato stupido. Jake era intelligente e perspicace! E poi aveva detto che non mi sopportava più…

Iniziai a piangere, io lo amavo come il primo giorno e sapere che lui non mi sopportava era un supplizio. Continuando a piangere lavai le stoviglie con cui poco prima io, Jake e Jessie avevamo fatto colazione e non facevo che ripensare a quelle semplici e dirette 4 parole: NON TI SOPPORTO PIÙ. Risuonavano nella mia testa e mi colpivano dritte al cuore come pugnalate. Avevamo litigato per un banale scambio di punti di vista su Sarah e come eravamo riusciti a infuriarci tanto l’una con l’altro??? In breve mi ritrovai a singhiozzare. Mi voltai di scatto sentendo arrivare Jeremy e Sarah in cucina e nascosi il mio viso pieno di lacrime con i miei lunghi boccoli. Li salutai brevemente con un buongiorno e sicuramente loro notarono il tono turbato della mia voce. Poi salii subito in camera mia…avevo bisogno di riprendermi, quindi chiusi a chiave la porta e andai nel bagno a sciacquare il viso. Lo asciugai e mi guardai allo specchio: avevo gli occhi arrossati ed ero veramente sconvolta. “Ok Nessie, ora riprenditi e vedrai che tutto si sistemerà” mi dissi per tranquillizzarmi e farmi coraggio. Scesi di nuovo in cucina, parlai con i bambini e per tenermi occupata con il pensiero iniziai in anticipo a cucinare. Quell’attività aveva il potere di calmarmi…forse avrei dovuto chiedere a zio Jasper di usare il suo potere su di me, o avrei potuto distrarmi andando a fare compere con zia Alice e zia Rosalie, oppure avrei potuto chiedere consiglio a nonno Carlisle e nonna Esme, loro ne sapevano di rapporti di coppia visto che stavano insieme da secoli…magari mamma Bella che conosceva così tanto Jacob poteva darmi una dritta e papà Edward poteva dare una sbirciatina ai pensieri di mio marito per aiutarmi…certo c’era anche l’opzione che consisteva nel chiedere a zio Emmett di difendermi con una bella scazzottata tra lui e JJ, ma quest’ultima ipotesi la scartai…non volevo che Jake si facesse male. Mentre pensavo a tutto questo avevo preparato tantissimi buoni piatti italiani: pasta al pesto, roastbeef, purè di patate e perfino una meravigliosa torta panna e fragole. In quell’istante Jessie rincasò. Apparecchiai la tavola e temporeggiai per aspettare che mio marito tornasse per il pranzo, ma il tempo passava e lui non arrivava.

Ma che razza di stronzo, aveva iniziato lui a litigare e non si presentava nemmeno per pranzo. Almeno avrebbe potuto avvertire! Dopo pranzo provai a chiamare Rachel, ma lei mi disse che da loro non era passato. Feci lo stesso con Leah…in fondo suo marito Embry era il migliore amico di Jacob e suo fratello Seth aveva sempre avuto con mio marito un rapporto speciale, ma Leah mi disse che nemmeno loro lo avevano sentito. Passai il pomeriggio davanti alla tv aspettando che mettesse piede in casa per dirgli che si era comportato come un ragazzino deficiente, ma non tornò nemmeno per cena…Caspita mi stavo preoccupando sul serio, dove poteva essere finito? Certo poteva essere andato da Billy, ma non volevo telefonare a mio suocero per poi sentirmi dire che non l’aveva visto e quindi farlo preoccupare. Presi il cellulare e gli scrissi un messaggio: “Potresti pure comportarti da adulto e tornare a casa tua ogni tanto, quando ti sarai stancato di fare il lupo solitario fammelo sapere” lo rilessi e meditai se inviarlo o meno…sì, doveva sapere che ero arrabbiata per il suo comportamento e la frase del lupo solitario magari sdrammatizzava un po’. Pigiai il tasto invio. Ovviamente non si degnò di rispondermi, così alle 23.00 circa mi addormentai sul divano.      

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Capitolo 7

“Una nuova dote”

Stavo passando dal sonno al dormiveglia, lo avvertivo chiaramente. Intorno a me vedevo molta più luce, forse era già mattina, sentivo odore di caffè e lievi rumori provenire dalla cucina…con i miei pensieri ancora assonnati sperai che Jacob volesse portarmi la colazione a letto. Poi quel nome, JACOB, fece accendere una lampadina nel mio cervello e una consapevolezza si fece strada in me: avevamo litigato e per tutta la giornata precedente lui non era tornato a casa. A quel punto spalancai gli occhi, accorgendomi di aver dormito sul divano. Era mattina e forse lui era tornato. Mi alzai in piedi e andai verso la cucina; non mi sbagliavo lui era lì, fissava la tv e mordeva una fetta biscottata con burro e marmellata. Aveva lo sguardo triste e assente. Entrai in cucina e vidi i suoi occhi incontrare i miei, era impossibile ma dopo tutti quegli anni i suoi occhi erano ancora capaci di incatenare i miei e rendermi schiava di lui…gli avrei dato qualsiasi cosa desiderasse. Ma non ero più una giovane ragazzina e ricordai che comunque avevamo litigato “Buongiorno, mi hai fatta preoccupare ieri” esordii. Lui non rispose “Posso sapere cosa hai fatto tutto il giorno?” domandai “Avevo bisogno di aria fresca” si limitò a rispondere. “Non ti è venuto in mente che qui a casa avevi una moglie e tre figli che magari ti aspettavano?” “No, del resto sono uno stupido idiota” “Jake perché non la pianti? Lo sai che per me tu non sei stupido né idiota, ieri abbiamo esagerato per nulla, non volevo litigare con te…ti chiedo scusa se ho detto delle cose sbagliate” dissi. Volevo fare pace, non riuscivo a stargli lontana e a sentire tutta quella freddezza tra noi. Lui mi guardò e disse “Anche io chiedo scusa se ho dato di matto aggredendoti in quel modo” “Jake, smettiamola, io sono stata male ieri, ho pianto, ho riflettuto e sono stata in pensiero per te…io ti amo” “Ti chiedo ancora scusa e ti amo anche io” disse, così lo abbracciai e poggiai la testa sulla sua spalla, molto vicina al suo collo, avevo bisogno del suo odore. Con le braccia tenevo strette le sue spalle e con le mani accarezzavo i suoi capelli e il suo collo. “Non voglio litigare mai più con te” dissi mentre lui mi sorrideva e iniziava a baciarmi. “Scusa davvero, lo sai che quella frase che ho detto, ossia che non ti sopporto più è una enorme bugia, una cazzata che mi è venuta fuori con la rabbia e che non penso affatto” disse “Sono contenta che tu non lo pensi perché non saprei proprio che fare senza di te…dove sei stato tutto il giorno?” “Da mio padre…mi ha detto che sono un imbecille…” disse e poi riprendemmo a baciarci.

“Ohh papà meno male che sei tornato, la mamma ieri stava per impazzire” disse Jeremy entrando in cucina e vedendoci “Sì infatti, ma dovete ancora litigare come due ragazzini?” chiese Sarah “Per poco non ha chiamato la polizia e la protezione animali per ritrovarti…” disse Jessie. “Ehi voi tre, siamo i vostri genitori, calma con i rimproveri” dissi divertita, loro scoppiarono tutti e 3 a ridere “Ma se ieri assomigliavi a quelle ragazzine delle soap opera che piangono e si disperano?!?!?” disse Jessie “È vero, sei stata tutto il giorno a cucinare e davanti alla tv ad aspettare papà” disse Jeremy “Esatto e tu papà sembravi uno di quei ragazzini che scappano e fanno perdere le loro tracce per farsi desiderare, lo volete capire che siete vecchi e la dovete piantare?” disse Sarah. “Vecchi a chi signorina? Noi non dobbiamo chiedere il vostro permesso per litigare o fare pace” dissi divertita, sapendo bene che i nostri figli volevano solo aiutarci, ma dovevo comunque mostrare un po’ di autorità, ero la loro madre. Scoppiarono di nuovo a ridere poi anche Jake mi spalleggiò “Beh che c’è da ridere??? Un po’ di rispetto e poi dato che noi abbiamo litigato a causa vostra…beh Nessie potremo anche dargli una punizione perché ci hanno fatto discutere” “Giusto amore non ci avevo pensato” dissi “Ora non penserete di rifarvela con noi vero?” disse Sarah “Mmmm, per esempio tu Sarah oggi potresti preparare il pranzo, mentre Jeremy si occuperà di apparecchiare e sparecchiare la tavola così io e tua madre ce ne andiamo a fare un giro soli soletti” “Cosa? Voi litigate e ci dobbiamo rimettere noi?” domandò Jeremy “Sì, dato che ci prendete in giro…e Jessie non pensare di farla franca, oggi sistemerai la bici di tuo fratello al posto mio” concluse Jake. Tutti e 3 iniziarono a protestare “Basta non voglio sentire lamentele, noi usciamo tra 10 minuti, quindi mettetevi all’opera, torniamo per pranzo!” affermò mio marito.

Mi vestii in fretta e uscii con lui. Andammo a fare una passeggiata sulla spiaggia di La Push, come ai vecchi tempi. Il nostro litigio ormai sembrava lontano anni luce, parlavamo, scherzavamo, ci prendevamo in giro a vicenda. Tornati a casa trascorremmo la giornata in totale armonia. Nel tardo pomeriggio andai con Jeremy a casa Cullen; i miei parenti furono felici di accoglierci e trascorrere un po’ di tempo con noi. Ero andata da sola con Jeremy perché volevo farlo visitare da nonno Carlisle e nel frattempo approfittare per confidarmi con mamma. Il tempo passò in fretta così prendemmo la macchina per tornare a casa. Accesi la radio e cominciammo a parlare “Allora Jeremy novità a scuola?” “No, nessuna. Ma che ti ha detto nonno Carlisle di me quando siete rimasti soli?” “Niente di che, stai crescendo sano e forte e ti avvicini a diventare un ragazzo” dissi, ma lui non parve convinto. “Sì ma perché mi vengono quei dolori alla testa?” “Beh, il nonno pensa che sia un po’ di stress e un effetto della crescita, stai tranquillo tesoro” “Mah sarà come dite voi, ma io mamma mi sento strano quando mi prendono quelle fitte” “Non devi stare in pensiero, cerca di rilassarti” dissi ma in realtà sapevo di mentire. Carlisle mi aveva appena detto che i dolori alla testa potevano essere il segnale che presto mio figlio avrebbe potuto sviluppare un potere sovrannaturale come noi vampiri, nonostante il nonno affermasse con totale convinzione che Jeremy sarebbe diventato un lupo come Jake. Forse aveva mischiato ai geni di suo padre una parte di eredità vampirica trasmessa da me. Chissà cosa sarebbe successo una volta cresciuto.

Parcheggiai l’auto davanti casa ed entrai insieme a mio figlio. Solo quando i bambini andarono a letto raccontai a Jake quello che mi aveva detto il nonno. “Sono preoccupata, ma non voglio che il bambino lo sappia” “Nessie fidiamoci di tuo nonno, lui ha sempre gestito alla grande tutto ciò che riguarda noi esseri soprannaturali, quindi sono sicuro che Jeremy stia davvero sviluppando un potere ed è fantastico. Qualunque sarà il suo potere vampirico sarà anche un lupo, il primo in assoluto ad avere una dote in più rispetto agli altri. Certo adesso è piccolo ma quando crescerà non vedrai più nel senso negativo questa cosa” “Lo so, ho solo paura per lui, come ho paura per Jessie e per Sarah. Almeno sappiamo che i maschietti saranno lupi, ma lei?” “Tesoro penseremo a tutto al momento opportuno, lo affronteremo insieme!” disse. Jacob aveva sempre avuto la meravigliosa capacità di tranquillizzarmi e il suo ottimismo nell’affrontare tutto mi contagiava. Aveva ragione, saremo sempre stati insieme e questo era l’importante. Dormii serena quella notte e sognai Jacob che in forma di lupo dal pelo rosso ruggine mi guardava con accanto a sé un lupo rossiccio un po’ più scuro, ma altrettanto grosso e un lupo ancora cucciolo di un’altra sfumatura di rosso. Sapevo inconsciamente che quelli erano i miei figli, Jessie e Jeremy, ma non so per quale ragione provai un sentimento di paura quando mi vennero vicino allontanandosi da Jake/lupo. Il lupo cucciolo ululò in modo strano e l’altro lupo mi mostrò le zanne e mi guardò minacciosamente. A quel punto aprii gli occhi e mi sentii sollevata, i miei figli non erano ancora lupi e non mi volevano fare del male…ma che andavo a pensare, ero la loro madre, sapevano tutto su di me e sulla mia natura. Erano cresciuti circondati anche dai miei parenti, ben 8 vampiri e ci amavano. Ben presto cominciai la mia giornata e dimenticai il sogno.   

NOTE:

Ciao ragazzi, il litigio tra Jake e Nessie si è risolto per fortuna, ma ora altri pensieri affollano la loro mente...cosa sta accadendo a Jeremy? Carlisle avrà ragione? Lo scopriremo nei prossimi capitoli!

Intanto fatemi sapere le vostre impressioni e supposizioni!!!! Aspetto le vostre recensioni e soprattutto vi aspetto al prossimo capitolo! Un bacio e a presto <3

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Capitolo 8

“Provocazioni”

Erano passati alcuni mesi e la mia vita era continuata tra alti e bassi. I mal di testa di Jeremy, dovuti allo sviluppo del suo potere che ancora non conoscevamo, erano continuati e scoppiavano sempre più spesso. Sarah diventava sempre più una signorina e non ero ancora riuscita a scoprire a chi fosse rivolto il suo amore segreto per un ragazzo della Riserva. Ma con Sarah e Jeremy tutto sommato le cose andavano bene. Invece non funzionavano con Jessie: era sempre più vicino alla trasformazione e non riuscivamo più a fare un discorso tranquillo. Per ogni minima cosa si arrabbiava, ci diceva continuamente di lasciarlo perdere e sembrava che ce l’avesse con me. Con me più che con suo padre. Forse Jacob riusciva a capirlo meglio di me, ma io odiavo vederlo così. Era sempre stato solare, gentile, spiritoso e adesso non c’era verso stargli accanto. Speravo che una volta diventato licantropo a tutti gli effetti gli sarebbe passata. Oramai erano mesi che stava insieme a Katy ed erano una bella coppia, non volevo che per colpa dei suoi sbalzi d’umore il loro rapporto si rovinasse. Anche con Jacob le cose non andavano benissimo. Eravamo sempre presi dai problemi di Jessie e spesso litigavamo. Lui diceva che stavo troppo addosso a Jess, che dovevo essere più flessibile con lui in questo periodo, ma era più forte di me…non ce la facevo a non sgridarlo, a non discutere…e questo mi portava costantemente a litigare anche con mio marito.

La sera precedente avevamo toccato il culmine: ero in cucina con Jake, Jessie, Sarah e Jeremy ed eravamo persi nell’ennesima discussione scoppiata per niente durante la cena. Il clima si era scaldato molto, così dopo aver fatto uscire dalla stanza Jeremy e Sarah mi ero avvicinata a Jessie per cercare di tranquillizzarlo e lo abbracciai. Lui mi allontanò e pronunciò la serie di frasi più brutte che mi abbia mai rivolto “Il tuo odore da vampiro mi disturba” affermò “Jessie, ma che dici?” domandai “Ho detto che tu e tutti i vampiri con il vostro odore mi fate schifo” continuò “Jessie, piantala! Non parlare così a tua madre” disse Jacob. “Andiamo papà non dirmi che li difendi” “Non difendo proprio nessuno, il suo odore non è per niente simile a quello dei vampiri, stai dicendo delle cose senza senso…lei è tua madre ti ha portato in pancia per 9 mesi, ti ha partorito e ti ha cresciuto…merita tutto il tuo rispetto” affermò Jake mentre anche lui stava perdendo le staffe “Ma certo! Mi ha partorito perché tu hai voluto mischiare il tuo sangue con quello dei vampiri soltanto perché eri attratto da lei” disse mio figlio con un totale sdegno nella voce. Poi successe tutto in fretta. Sentii lo schiocco sonoro della mano di Jacob sulla guancia di nostro figlio. In casi molto rari avevamo dato uno schiaffo ai nostri figli, in quel momento se lo meritava tutto, anche se sapevo che erano i suoi geni di lupo ad urlare quelle frasi contro di me “Non permetterti mai più di parlare in questi termini a tua madre e a me. Tu non sai niente di noi, della nostra storia e credimi…quella che tu definisci attrazione è tutt’altro. Ti auguro solo che tu possa provare per qualcuna quello che io provo per tua madre!” disse Jacob, poi continuò e avvertii chiaramente un cambiamento nella sua voce, stava usando il doppio timbro dell’alfa con Jessie “Adesso chiedile scusa, vai in camera tua e dato che sei in vacanza da scuola da domani invece che startene a casa verrai con me al lavoro tutti i giorni per un mese, così vediamo se impari l’educazione” disse. Jessie chiese scusa e poi fece esattamente quello che Jake gli aveva detto, o meglio ordinato.

Quella sera quando arrivò l’ora di andare a dormire mi infilai nel letto e andai ad abbracciare Jacob. Piansi a lungo, mi sfogai mentre lui cercava di consolarmi e farmi coraggio, dicendo che dopo la prima trasformazione tutto si sarebbe sistemato e Jess sarebbe tornato quello di prima.

Quel giorno di inizio luglio mi trovavo in casa da sola. Ormai erano due settimane che Jake si portava dietro Jessie al lavoro. Gli altri miei due figli invece avrebbero trascorso la giornata a casa Cullen. Feci le pulizie, la lavatrice e stesi il bucato. Poi, dato che dovevo uscire con Leah andai a farmi una doccia rinfrescante, ne avevo proprio bisogno. Scelsi un vestitino bianco aderente fino alla vita e poi lievemente scampanato. Mi arrivava sopra il ginocchio ed era di stoffa leggera e in alcuni punti semitrasparente, inoltre aveva uno scollo bello profondo. Infilai i sandali neri, mi truccai e appuntai i miei rigogliosi boccoli rossi.

Sentii suonare il campanello. Strano, non aspettavo nessuno, così scesi al piano inferiore e aprii la porta “Ciao Renesmee” “Ciao David” risposi al figlio di Kim e Jared nonché migliore amico di Jessie. “Non mi aspettavo la tua visita, sai che Jessie non c’è…lavora con Jacob!” dissi “Sì lo so, volevo solo lasciare questo” disse porgendomi un pacchetto “Oh, è per mio figlio?” “Sì…lui sa che glielo dovevo portare” “Ok David, vuoi entrare un attimo in casa?” gli proposi, poteva essere una bella idea per parlare un po’ con lui di mio figlio. Erano sempre stati migliori amici e inoltre David si era trasformato da due mesi quindi poteva capirlo meglio di chiunque altro. Accettò di entrare, quindi lo feci accomodare sul divano “Posso offrirti qualcosa da bere? Coca cola, aranciata, succo di frutta, acqua…” “Prendo un’aranciata, grazie Renesmee” andai in cucina e presi dell’aranciata fresca “Puoi chiamarmi anche Nessie lo sai” dissi sorridendo, sapendo che David fin da quando era piccolo aveva sempre avuto una cotta per me e aveva sempre cercato di mantenere le distanze evitando di chiamarmi con il mio soprannome. Anche lui sorrise alle mie parole e assunse un lieve rossore nel viso “Ascolta David, visto che non ho mai l’occasione vorrei chiederti qualcosa su Jessie…” “Che vorresti sapere?” “Come sta, cosa pensa…io non riesco più a parlargli” “Non devi preoccuparti, è del tutto normale, anch’io ho passato un brutto periodo con i miei prima di trasformarmi, ma poi è passato tutto” “Lo so ma vorrei che parlasse con me come faceva prima! Parlagli anche tu, dagli qualche consiglio” “Lo farò Renesmee, te lo prometto” lo ringraziai, era proprio un bravo ragazzo, sapevo che di lui avrei potuto fidarmi. “Tu come stai? A scuola come va?” “Tutto bene, a scuola tutto ok” rispose e notai che posò brevemente il suo sguardo sul mio seno, caspita ero imbarazzata, anche se sapevo che per David come per tutti i ragazzi della sua età era naturale.

“E dimmi hai trovato una nuova ragazza?” “No, non ancora” rispose sorridendo “Aspetta sai che mi è venuto in mente??? Qualche giorno fa abbiamo trovato una vecchia foto di te e mio figlio da piccoli, ne ho due, quindi una puoi portarla a tua madre” dissi prendendo una scala per arrivare in alto, nell’ultimo scaffale del mobile del salotto. Salii sopra e cominciai a spostare delle cose, mi girai e notai che David guardava le mie gambe, in quel momento Jake e Jessie rientrarono in casa, dopo una giornata di lavoro. Entrambi salutarono David, poi mio figlio gli disse di aspettarlo tanto sarebbe stato libero subito dopo una doccia. Finalmente trovai la foto quindi scesi dalla scala e la porsi a David, che mi  ringraziò. Parlò con Jacob allora andai a recuperare la mia borsa e li salutai apprestandomi ad uscire con Leah.

POV Jacob    

Mia moglie era appena uscita, ma non mi era sfuggita l’occhiata di David al suo sedere…certo non potevo biasimarlo, era molto giovane e mia moglie era decisamente bella e attraente, lo era sempre anche appena si svegliava la mattina, figuriamoci quando si sistemava per uscire. “Di che hai parlato con Nessie?” “Mi ha chiesto delle cose su Jessie” “Ahhh ho capito, ho notato che la conversazione con lei ti è piaciuta” dissi riferendomi al suo viso lievemente arrossato e allo sguardo che le aveva dato prima che lei uscisse. “In che senso Jake?” “Ho visto che le hai guardato il culo…ti pregherei di non farlo soprattutto in mia presenza” dissi sapendo che in mia assenza di sicuro aveva posato gli occhi sul altro, dato che quel vestitino bianco che indossava lasciava scoperte tante zone del suo corpo. “No ti sbagli” tentò di dire “Oh dici davvero?!?!? David non ti sto rimproverando, è bello guardare le ragazze…magari guardane una libera, che non abbia già un marito e dei figli…” dissi e poi continuai “E che non sia mia moglie…sai che magicamente domani alla riunione del branco Leah modificherà i turni di ronda e pensa…so già che io sarò con te” dissi, sapendo che così gli avrei letto nella mente guardando tutto quello che aveva sbirciato di mia moglie. “Allora tanto vale che tu sappia che ho guardato un po’ troppo quando non c’eri” disse David “E dove avresti buttato gli occhi?” “Sulle gambe e…” “E?” “Sul seno, scusa Jacob, Renesmee è davvero bella, ma non succederà più” disse “D’accordo David, lo spero per te” affermai mentre Jessie ci raggiunse “Ah David, prima che tu e Jessie usciate…ricordati bene quello che ti ho detto e soprattutto gradirei che da oggi in poi tu la chiamassi signora Black” conclusi. Li salutai e andai a farmi la doccia. Ero consapevole che la bellezza di Nessie attirava e avrebbe continuato ad attirare gli sguardi di David e di tutti gli altri uomini del mondo e che io ne sarei sempre stato geloso. Lei era mia e solo mia. Nessuno avrebbe dovuto pensare di avvicinarsi a lei per portarmela via, nessun essere umano, vampiro o licantropo o lo avrei ammazzato con le mie stesse mani. Il discorso non era riferito a David, la sua era sempre stata una cotta…ma se un giorno qualcun altro si fosse intromesso tra noi due, io sul serio avrei potuto perdere la testa, perché in passato credevo di poter  essere tutto per lei: un amico, un compagno, un amante, un protettore, ma in realtà da quando lei aveva scelto di amarmi e di sposarmi, da quando avevamo avuto dei figli e creato la nostra famiglia io avevo cambiato idea. Io volevo essere suo marito, punto e basta, lei doveva essere per sempre mia.

NOTE:

Ciao, evidentemente il sogno che Nessie aveva fatto nel capitolo precedente aveva un fondo di verità viste le parole che Jessie le ha riservato all'inizio di questo capitolo. Non fraintendetelo però, facendolo reagire in quel modo ho voluto soltanto far capire come potesse sentirsi un ragazzo che sta per trasformarsi in licantropo vivendo accanto a una persona che per metà ha dei geni che sono nemici mortali dei lupi. Inoltre Jessie ha quasi 17 anni e l'adolescenza è il tipico momento di ribellione di ogni figlio verso i genitori...comunque tutto si è placato e presto dovrà chiedere scusa a sua madre...

E poi un po' di sana gelosia di Jacob che torna alla ribalta, io adoro vederlo geloso ^_^

Continuate a leggermi in molti e vi ringrazio ancora, ma non dimenticate di recensire!!!! Vi aspetto al prossimo capitolo e su facebook (Taylor Lautner my sweet love), a presto

SUNLIGHT'S RAY PART 2 FANFICTION

Capitolo 9

“Padre e figlio”

POV Jessie

Anche quella settimana di lavoro con mio padre stava per concludersi, ormai mancava poco e avrei finito di scontare la mia punizione. Papà era proprio irremovibile quando prendeva una decisione e tutto sommato me l’ero meritata…avevo detto delle cose bruttissime a mia madre nel nostro ultimo litigio. Sapevo bene che per papà sua moglie era il bene più prezioso del mondo e che avrebbe fatto qualsiasi cosa per difenderla e fare in modo che nessuno la ferisse né fisicamente né moralmente. Certe volte mi stupivo ancora della forza del loro legame, che dopo tanti anni era sempre stato solido, erano così innamorati che stando vicino a loro si poteva respirare un alone di felicità.

Anche a me Katy faceva quell’effetto, certo io non avevo avuto l’imprinting, nessuno della seconda generazione (figli dei membri del branco) l’aveva avuto, era un altro dei tanti misteri che aleggiavano intorno alla nostra specie. Ero fidanzato con Katy da 6 mesi e la sera precedente mi era successa la cosa più bella della mia vita, ed era accaduta insieme a lei. Avevamo fatto l’amore. Era stato fantastico, ovviamente era la prima volta per entrambi e sperai di essere stato all’altezza delle sue aspettative. Ero rimasto solo con mio padre all’officina, dato che Embry era uscito per consegnare un auto riparata, così ne approfittai per parlargli. Lui era sempre stato molto comprensivo e ovviamente era la persona di cui mi fidavo più al mondo insieme a mia madre…negli ultimi tempi però preferivo confidarmi con Jacob perché pensavo che potesse capirmi meglio e con lui certi argomenti mi mettevano meno in imbarazzo. “Papà…posso chiederti una cosa?” “Certo che puoi” disse senza smettere di lavorare “Prima della mamma tu avevi mai…fatto l’amore con una ragazza?” “No, mai. Perché vuoi saperlo?” “Semplice curiosità. E dopo quanto tempo che stavate insieme è successo?” “Dovrei raccontarti la mia vita intima con tua madre?!?!?” disse ridendo “No, se non vuoi” risposi. “Diciamo che tuo nonno Edward mi aveva imposto un limite temporale da rispettare…quindi ho aspettato…è successo per il nostro primo anno di fidanzamento” disse “Ah beh nonno Edward…è stato difficile aspettare?” “Direi di sì…e dimmi Sam ti ha dato delle scadenze o la pensa diversamente?” “Niente scadenze…” risposi. Volevo dirgli che ieri avevo fatto l’amore con lei, ma era molto più difficile dire queste cose, più difficile di quanto pensassi, sebbene mio padre fosse uno moderno, in gamba, abituato a stare con i ragazzi giovani…tutti i miei amici, figli dei membri del branco mi invidiavano, dicendo che avevo la fortuna di avere un padre che apparentemente sarebbe rimasto per l’eternità un fratello.

“Wow niente scadenze! Ma che fortunato” disse mostrandomi quel sorriso che alla mamma piaceva molto, allora ricambiai il sorriso “Papà…secondo te dopo quanto tempo arriva il momento giusto per fare l’amore con la tua ragazza?” “Ohhh, non c’è un momento giusto in assoluto. Quando arriva lo senti…Jess ho come l’impressione che tu voglia dirmi qualcosa” “In realtà sì…ieri sera io e Katy…abbiamo…” “Fatto l’amore…ci avrei giurato! È così vero?” chiese “Sì, è così” “Spero che il momento giusto fosse arrivato” “Esatto era arrivato e…è stato bello” dissi tralasciando i particolari, quelli li avrei raccontati a David, in fondo lui era mio padre non volevo esagerare. “Bene…fantastico” disse con il suo modo ironico “Almeno spero che abbiate usato le dovute precauzioni Jessie” “Certo, certo le abbiamo usate” dissi “Ok, direi che non voglio sapere altro, voglio solo che tu stia attento, siete ancora così giovani…” “Staremo attenti papà, lo giuro” dissi. Mio padre si rimise al lavoro, forse voleva solo avere un motivo per non pensare a quello che gli avevo confessato. “Papà, anche se volevi punirmi facendomi venire al lavoro con te…in realtà è stato bello” “Sul serio?” “Sì, poter stare da soli io e te…come quando ero più piccolo…è fico” dissi. Anche se i miei sbalzi d’umore continuavano, così come esplodeva sempre più il mio sviluppo fisico, il contatto con mio padre mi aveva fatto riequilibrare. “Mi fa piacere, anche a me è piaciuto averti qui, parlare con te, vederti più tranquillo…” disse, poi insieme andammo a prepararci per tornare a casa “Papà…io sono stato seriamente un idiota con la mamma” “Beh direi un idiota colossale” “Sì hai ragione le chiederò di nuovo scusa e…volevo dirti che io…lo so che non te lo dico da tanto tempo…ma…papà…ti voglio bene” dissi. Da piccolo era sempre stato facilissimo esprimere i miei sentimenti per i miei genitori, ma adesso non era più la stessa cosa. Mio padre mi venne vicino e mi abbracciò. Lì tra le sue braccia mi sentii di nuovo piccolo e indifeso. Quel contatto fisico mi era mancato, me ne resi conto solo in quell’istante. Mi sarei sempre sentito come un bambino vicino a lui; lui che mi raccontava le favole, mi portava in spiaggia a giocare, mi faceva salire sulla sua schiena quando era in forma di lupo e andavamo nel bosco, lui che mi tranquillizzava se facevo degli incubi. Lui che insieme a mia madre mi aveva fatto crescere, dandomi tutto ciò di cui ha bisogno un bambino. “Anche io ti voglio bene Jess, non dimenticarlo mai” disse.

Uscimmo dall’officina e tornammo a casa. Cenai con la mia famiglia e uscii con David, Katy, i miei cugini Matt e Thomas, altri amici e amiche della seconda generazione del branco e portai con noi anche mia sorella Sarah. Andammo in un pub di Forks, lasciammo le ragazze al tavolo e ordinammo da bere al bancone. Quando tornai indietro vidi due tipi mezzi ubriachi al nostro tavolo che ci provavano con mia sorella e con la mia ragazza. Iniziai a vedere rosso dalla rabbia, mia sorella era off-limits, mio padre mi aveva sempre insegnato a proteggerla e la sua forma di gelosia per le donne della nostra famiglia era passata anche a me. Per non parlare di Katy poi. Quei due dovevano solo provare a sfiorarla e erano morti, morti e sepolti. Notai che le due ragazze erano infastidite così a grandi passi mi avvicinai al tavolo e rivolgendomi ai due tipi dissi “Loro sono con noi, sarà meglio che facciate un giro altrove”. Uno dei due mi guardò con aria di sfida “Altrimenti? Che succede?” disse. Se volevano fare a botte io ero pronto, più che pronto, non so quanto di loro sarebbe rimasto se avessi usato un briciolo della mia forza. “Altrimenti ti spacco la faccia” dissi minacciosamente, mentre Katy già si era alzata venendomi vicina per cercare di tranquillizzarmi. “Jess, calmati” disse Sarah “Sì, calmati ragazzino” disse uno dei due ma già mi ero scagliato contro di lui e lo avevo colpito con un pugno. A quel punto Matt e Thomas si misero nel mezzo e quei due tipi se la diedero a gambe. Io sentivo dentro di me una rabbia crescente, tanto grande che il mio corpo non riusciva a contenerla. Facevo fatica a respirare e mi sembrava di impazzire.

Uscii dal locale con i miei cugini e David, mentre gli altri ci aspettarono dentro. Entrammo nel bosco e lì accadde tutto all’improvviso. Cercai di sfogare la mia rabbia con un pugno contro il tronco di un albero, ma non funzionò, anzi mi ferii la mano. Quando pensai di aver raggiunto il culmine sentii uno strappo secco e in un attimo mi ritrovai a quattro zampe. Cazzo mi ero trasformato e tutto mi sembrava diverso: le mie percezioni sensoriali mutarono e si affinarono, notai che gli altri tre ragazzi si trasformarono e iniziai a sentire una grande confusione nella mia testa. Erano i loro pensieri, che adesso potevo conoscere grazie alla lettura nel pensiero, strumento che riusciva a collegare le menti del branco. Ora sì che potevo avere un piccolo assaggio di quello che nonno Edward viveva quotidianamente. Gli altri tre ragazzi mi dissero di stare tranquillo, che avrebbero chiamato mio padre e che sarebbero restati lì con me per aiutarmi a mantenere la calma. Ma io non ero arrabbiato, non più…dai loro pensieri potei vedere la mia immagine riflessa. Ero un lupo dal pelo color rosso tiziano, ossia per intendersi una tonalità appena più scura di quella di mio padre. Pensai a quanto potessi aver spaventato Katy e Sarah con il mio comportamento e ne ebbi conferma nei pensieri di David. Seguii i loro consigli e mi distesi sul terreno sotto un grosso albero. Sapevo che papà sarebbe arrivato presto ad aiutarmi, avevo bisogno di lui, non conoscevo nulla della mia nuova vita da lupo. Proprio come aveva fatto quando ero bambino, avrebbe dovuto di nuovo insegnarmi a mangiare, correre, abituarmi ai miei sensi e a ritrasformarmi in umano. Ma non ero impaurito, papà sarebbe stato lì con me ogni volta che ne avrei avuto necessità.

Capitolo 10

“Una serata per noi”

QUALCHE ORA PRIMA…

Quando mio marito e mio figlio tornarono a casa dopo il lavoro io e Sarah avevamo quasi già finito di preparare la cena. Jeremy, invece, era voluto rimare a dormire a casa Cullen. Mangiammo e ci raccontammo un po’ di cose, poi Jessie e Sarah uscirono con i loro amici. Rimasi sola in casa con mio marito, era una vita che non avevo una serata in casa da sola con lui. Sistemai la cucina e lo raggiunsi in salotto dove stava guardando la tv. Mi sistemai a sedere vicino a lui e mi feci abbracciare. In breve tempo iniziammo a baciarci “Finalmente una serata libera” dissi “Sì, ci voleva eh?!?!?” “Potremmo vedere la tv in pace” “Mmmm carotina, vuoi davvero vedere la televisione? Io avevo altri programmi da proporti” disse con la sua voce roca e sensuale. In realtà anche io avevo altri programmi, ma volevo che fosse lui a propormeli. “Ah sentiamo, che programmi avevi?” chiesi facendo la finta tonta “Adesso te li faccio vedere” rispose prendendomi in braccio e salendo le scale che portavano al piano superiore. Varcò la porta della nostra camera da letto e mi fece sdraiare sul letto a pancia insù. Mi baciò come solo lui sapeva fare, mentre io pensavo che lo desideravo da morire. Mi fece sollevare a sedere sul letto e tolse la mia maglietta e i pantaloncini, lasciandomi in biancheria. Tolsi anche io la sua maglietta e rimasi incantata a guardare i muscoli del suo torace e gli addominali, lui rimaneva sempre uno spettacolo, nonostante lo avessi osservato milioni di volte. Salì a cavalcioni sopra il mio bacino e mi fece stendere di nuovo a pancia insù. Poi si chinò su di me e iniziò a baciare ogni centimetro del mio corpo.

Stavo già cominciando a perdere la mia lucidità, così di scatto mi alzai a sedere costringendo anche lui a tirarsi su con me e ricambiai i baci che lui aveva dato al mio corpo facendo altrettanto con il suo. Era stupendo baciare i muscoli del suo torace e della sua pancia piatta, per poi giungere al collo dove l’odore di mio marito era inebriante. “Devi sdraiarti e stare ferma Nessie” disse sganciando il mio reggiseno e buttandomi di nuovo giù. Si chinò ancora su di me, però questa volta posò le sue labbra carnose e sensuali sul mio seno. Quando prese a baciarmi e leccarmi i capezzoli mandai in vacanza il cervello e mi abbandonai a lui. Sentii poi la sue labbra sulle mie, allora ricambiai i baci passionali che mi stava dando. Ad un certo punto mi fece sedere e mise una mano dietro alla mia testa “Quanto sei stupenda amore? Quanto? Io penso di morire solo guardandoti” disse “Lo sono solo un decimo di quanto invece lo sei tu” risposi posando una mia mano sul suo viso e usando il mio potere. Gli mostrai l’immagine di noi due che facevamo l’amore e gli feci sentire il desiderio che avevo di lui e che aveva fatto crescere con i suoi baci. Jake sorrise e continuò a baciare le mie labbra, poi mi fece alzare in piedi e tolse i suoi pantaloni. Adesso io avevo addosso solo le mutandine e lui solo i boxer. Mi abbracciò e riuscii chiaramente a sentire che pure il suo desiderio di me era forte. Mi fece voltare e mi abbracciò di nuovo. Adesso avevo la schiena appoggiata al suo torace e le sue braccia muscolose mi stringevano intorno alla vita. Continuò a baciarmi il collo in quella posizione e questo fece scaturire mille brividi di piacere sulla mia pelle. “Jake io…ti voglio” dissi con la testa già sulle nuvole “Anche io, ma non subito…siamo soli e voglio che mi desideri di più” rispose. Stavo per rispondergli che era praticamente impossibile ma non lo feci. Mi rigirò verso di lui e mi spinse a sdraiarmi sul letto sempre a pancia insù.

Lui si sistemò sopra di me e portò le mie gambe intorno ai suoi fianchi. Iniziò a muoversi come se stessimo facendo l’amore anche se in realtà indossavamo ancora le mutande. Dopo un po’ gli dissi “Amore ti prego…io ti voglio, non ce la faccio più”. Lui sorrise, tolse i suoi boxer e mi sfilò le mutandine. Dopo essersi di nuovo sistemato sopra di me, riprese a baciarmi e finalmente lo sentii nel mio corpo. Finalmente soli in casa e liberi di fare l’amore, cominciai nel giro di poco ad avere il respiro affannato proprio come lui e a sospirare. Quella danza d’amore era la sensazione più bella della mia vita, che provavo ogni qual volta facevamo l’amore. “Ti voglio per tutta la notte” disse al mio orecchio “Puoi avermi ogni volta che vuoi per tutto il tempo che desideri” risposi senza un briciolo di lucidità. Il modo in cui prese a muoversi dentro di me divenne praticamente illegale e nel giro di poco raggiungemmo la vetta di tutte le sensazioni.

Dopo aver fatto l’amore Jacob restò sdraiato sopra e dentro di me quindi io cominciai ad accarezzargli la schiena e baciargli la spalla sinistra. “Vorrei essere tua come stasera più spesso” sussurrai al suo orecchio “Ti vorrei sempre in questo modo anch’io tesoro” mi rispose. Poi ci staccammo, lui andò in bagno e poco dopo lo seguii. Avevo ancora voglia di lui. Riprendemmo a baciarci e ci infilammo sotto la doccia. Lì sotto l’acqua, i suoi baci, le sua carezze, il vapore…presto era di nuovo dentro di me e tutto ricominciò con la stessa intensità. Dopo che il piacere estremo ci travolse, ci lavammo e infilammo i nostri accappatoi. Mi porto in braccio sul letto e restammo distesi con addosso gli accappatoi a coccolarci e sussurrarci parole dolci e promesse d’amore. Persi continuamente lo sguardo nel suo e navigai nella profondità dei suoi occhi.

“Ti amo Jake” “Ti amo anche io Nessie” “Non vedo l’ora della nostra prossima serata insieme tutti soli” dissi sorridendo “Mmmm, allora il mio programma ti è piaciuto?!?!” “Direi di sì” risposi baciandolo. “Hai ragione dobbiamo farlo più spesso” disse “Sì, molto più spesso” confermai. “Tesoro ti devo raccontare una cosa…” cominciò a dire, io lo incoraggiai a proseguire con uno sguardo “Oggi Jessie mi ha detto molte cose, tipo che si è reso conto di aver esagerato con te, che gli è piaciuto lavorare con me e…mi ha parlato anche di Katy” “Che ti ha detto?” “Vedi Ness lui mi ha confessato che ieri sera hanno…fatto l’amore” “Oh cazzo” dissi incredula. “Sì, ma non la prendere male…per lo meno me ne ha parlato, gli ho detto di stare attenti e mi ha assicurato che hanno preso delle precauzioni” affermò “Sì, ma resta il fatto che è stato con una ragazza…mi spieghi come ha fatto a crescere così in fretta?” chiesi. Mio marito rispose con un sorriso dei suoi, poi sentimmo lo squillo del cellulare. Mi impaurii subito. Erano le 23.30, chi poteva telefonare a quell’ora??? Ero sicura che fosse successo qualcosa a qualcuno dei nostri tre figli, avevo un brutto presentimento. Jacob prese il cellulare e rispose subito vedendo il numero di Matt “Matt?? Tutto ok?” chiese anche lui impaurito. Evidentemente nostro nipote non gli dette una buona notizia a giudicare dagli sguardi di mio marito e dalle sue espressioni. “Come sta adesso?” chiese e poi “Avete fatto benissimo, restate lì che arrivo subito” concluse e poi riattaccò. Lo guardai spaventata, volevo sapere cos’era successo, ma dall’altro lato avevo paura di quello che mi avrebbe detto. “Devo andare al pub in centro a Forks” disse “Che succede Jake?” chiesi “Jessie si è trasformato” rispose mentre prendeva un paio di pantaloncini e già stava per buttarsi giù dalla finestra. “Vengo anch’io” dissi “No amore, ti prego stai qui…sei sua madre, lui è abituato a te, ma si è trasformato per la prima volta e non sappiamo come potrebbe reagire…sei una mezza vampira” disse. Volevo insistere, ma sapevo che aveva ragione, forse se fossi andata con lui avrei messo in difficoltà Jessie invece di aiutarlo.

“Ok, starò qui…ma ti prego Jake aiutalo!” dissi “Stai tranquilla, lo sai che per lui farei qualsiasi cosa” disse. Poi lo lasciai andare. Il nostro bambino aveva bisogno di qualcuno che lo guidasse nella sua nuova vita soprannaturale, qualcuno che lo facesse sentire al sicuro nonostante i cambiamenti che aveva subito e che avrebbero caratterizzato la sua vita da lì in avanti. E chi meglio di Jacob poteva farlo? Mi fidavo ciecamente di lui, sapevo che presto Jess sarebbe stato in buone mani. 

SUNLIGHT'S RAY PART 2 FANFICTION

Capitolo 11

“Impressioni di un lupo”

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Capitolo 12

“Desiderio e dubbio”

Jacob era uscito ormai da 2 ore e ancora non era tornato a casa con i nostri figli maggiori. Ero terribilmente in pensiero per Jessie, chissà come si sentiva…si era trasformato per la prima volta ed era successo mentre non era con noi! Ovviamente pensavo anche a Sarah, non sapevo se lei lo aveva visto mutare, se si era impaurita…

Ero in salotto e non facevo altro che andare avanti e indietro: dal divano, alla finestra, al tavolino su cui avevo appoggiato il cellulare. Poi sentii il rumore di alcune macchine in avvicinamento, allora uscii sulla veranda e nel giro di qualche secondo vidi arrivare un auto. C’era Sarah con altri ragazzi e ragazze che erano uVsciti con loro. Appena scese di macchina insieme a David mi avvicinai a lei e la abbracciai. “Sarah stai bene?” le chiesi preoccupata “Adesso sì mamma, sto bene, anche se mi sono un po’ impaurita per Jessie” rispose. “Stai tranquilla Renesmee anche Jessie sta bene, sta per arrivare, è nell’altra macchina” affermò David “Grazie David, so che sei stato vicino a Jessie in quel momento e grazie anche per esserti preso cura di Sarah” risposi con totale sincerità, avevo sempre saputo di potermi fidare di David e non avevo sbagliato. Ci salutammo e poco dopo arrivò anche l’altra auto dove c’erano i miei nipoti Matt e Thomas insieme a mio figlio e mio marito, che scesero di macchina. Jacob li ringraziò per tutto e ricordò a Matt di guidare con prudenza fino a casa. Avrei voluto correre ad abbracciare Jessie, ma avevo paura di infastidirlo…così una volta rientrati in casa gli chiesi come stava e poi aggiunsi “Vorrei tanto abbracciarti amore” mio figlio mi guardò e poi fece un mezzo sorriso “Puoi farlo mamma”. Non me lo feci ripetere due volte, gli andai vicino e lo tenni tra le mie braccia. “Mi dispiace tanto per tutto quello che ho fatto e che ti ho detto in tutti questi mesi mamma” “Oh Jess, io ho già dimenticato tutto, stai tranquillo”.

Restammo tutti e quattro a parlare in salotto, anche se era notte fonda, ma i cambiamenti subiti da Jessie coinvolgevano ognuno di noi, anche se in maniere diverse.

Ero contenta di vedere Jessie molto più tranquillo e inoltre non aveva preso la sua trasformazione come un fatto negativo, come invece molti anni prima era accaduto a mio marito. Forse il fatto di essere cresciuto con la consapevolezza di diventare un giorno un licantropo aveva cambiato le cose. Forse la certezza di affrontare tutto questo insieme a suo padre lo faceva sentire più al sicuro, più compreso. Purtroppo Jacob non aveva avuto questa fortuna, gli era successo tutto all’improvviso, nessuno lo aveva informato sui cambiamenti che avrebbe subito. Anche Sarah era abbastanza tranquilla. Dopo lo spavento iniziale per il fratello, aveva preso la cosa positivamente. Quando andammo a dormire parlai brevemente con JJ che mi confermò che i miei figli stavano bene e che in ogni caso avrebbero sempre avuto il nostro appoggio, così anch’io mi rilassai.

Era passato un mese da quella notte, il mese di agosto stava finendo e l’aria di settembre cominciava a farsi sentire nella cittadina di Forks. Tutto procedeva bene nella mia famiglia. Quel giorno andai con Sarah a fare shopping, le servivano delle cose per il nuovo anno scolastico che sarebbe iniziato tra pochi giorni, quindi decisi di portarla a Port Angeles e di passare un pomeriggio tra donne. Mancava solo qualche mese al suo quindicesimo compleanno e volevo comprarle anche qualche vestito più carino. Entrammo in vari negozi e chiacchierammo molto. Poi le proposi di fermarci a fare uno spuntino in un bar, lei accettò, allora ci sedemmo al tavolino e facemmo le ordinazioni. “Allora Sarah come va con mister X?? Ti piace ancora?” “Ovvio che mi piaccia ancora…diventa sempre più bello per me!” “E lui sa che sei innamorata?” “Scherzi mamma?!?!? No che non lo sa” “E perché non glielo fai capire scusa?” “Perché non penso di piacergli…e ho paura che poi lui cerchi di evitarmi” “Ma non puoi mai saperlo, se almeno non fai un tentativo…anche io avevo paura di dirlo a tuo padre ma…” “Lo so mamma l’ho letto dal tuo diario che tra l’altro è bellissimo e devo rendertelo…ma tra te e papà era diverso…” disse un con tocco di tristezza. “Sarah, io l’ho scoperto dopo che tra noi era diverso, avevo le tue stesse paure” “Sì mamma, lo so nel diario lo descrivi bene ma…se lui poi non volesse vedermi mai più, io che faccio?” “Sono sicura che non sarà così…sei bellissima e hai un carattere stupendo, non è possibile che tu non gli piaccia!” risposi, poi aggiunsi “Senti ma…abbiamo detto che è di La Push e che io lo conosco…posso avere altri indizi su chi è?” vidi mia figlia sorridere “Beh posso dirti che ha i capelli neri e gli occhi scuri” rispose.

“Mmm Sarah non è un grande aiuto, tutti i ragazzi di La Push hanno i capelli neri e gli occhi scuri, dai dimmi qualcosa che possa aiutarmi” “Ok, allora…ha una sorella” “Vediamo…potrebbe essere Andrew o Ben oppure Seth o David…” dissi e notai mia figlia  sorridere “Dimmi almeno se è in questa lista” le proposi e lei disse che era uno di loro. Smisi di torturarla e tornammo a casa. Nel viaggio non feci altro che pensare al famoso mister X…potevo escludere Andrew perché aveva due anni meno di lei e l’ultima volta che avevo parlato con mia figlia mi aveva detto che era un ragazzo un po’ più grande, tra l’altro me l’aveva confermato anche mio padre al cenone della Viglia. Pensandoci bene anche Ben era da escludere perchè quella sera della Vigilia andò via prima che io parlassi con Edward e mio padre invece mi disse che era presente alla festa. La mia mente da mezza vampira era infallibile, quindi ero riuscita a ridurre la lista, potevano essere solo Seth o David. Entrambi erano più grandi di lei, entrambi erano alla festa di Natale, tutti e due avevano capelli neri e occhi scuri così come tutti e due avevano una sorella. Avrei dovuto indagare ancora per scoprire chi fosse. Decisi di non dire ancora niente a Jake sull’innamoramento di Sarah.                 

Arrivate a casa restai in giardino con Jacob, che aveva appena finito di tagliare l’erba. Era bellissimo con la salopette di jeans e la maglietta a maniche corte verde, come sempre del resto. “Bisogno di aiuto lupacchiotto?” “No carotina, ho appena finito” “Mmm…non puoi farti trovare così a quest’ora del pomeriggio…” dissi alludendo alla sua sensualità quando era sudato e indaffarato e alla quantità di voglia che mi aveva fatto nascere. Lui sorrise “Ah non posso? E perché?” “La risposta è molto semplice e la sai…ci sono i bambini, tutti e tre tra l’altro” risposi. “Perché scusa che volevi fare?” chiese fingendo di non aver capito “Volevo chiuderti in camera e…hai capito” “No, non ho capito, dimmelo meglio” “Puoi anche smetterla di provocarmi, sono abbastanza su di giri…” cominciai a dire avvicinandomi alle sue labbra e poi continuai “Stai attento o ti ci porto ugualmente in camera anche se è pomeriggio e ci sono i nostri figli e poi ti chiudo dentro e ti violento” dissi senza contegno per poi baciarlo. Mi soffermai a lungo sulla sua bocca, trasmettendo nei baci tutta la passione che mi stava divorando. Poi dolorosamente dovetti staccarmi da lui e mi avviai verso la veranda senza guardarlo, avevo davvero bisogno di fare l’amore adesso, ma non potevo, avrei dovuto aspettare il momento in cui i nostri figli sarebbero andati a letto, ma non sapevo come tenere impegnata la mia mente fino a quell’istante. “Se decidi di mettere in atto il tuo piano io ci sto” sentii dire dalla sua voce, allora fui costretta a voltarmi verso di lui “Vorrei metterlo in pratica ma non posso farlo fino a stasera…credimi, lo farei molto volentieri” risposi lanciandogli degli sguardi molto eloquenti. Cercai di riprendermi dallo sconvolgimento interiore e entrai in casa. Andai al piano superiore e feci una doccia per rinfrescarmi le idee…possibile che dopo tutto quel tempo lo desiderassi ancora in quel modo??? Certo, non ero pazza, era normale desiderarlo così tanto, lui era sempre attraente e sexy in qualsiasi situazione, era impossibile non rimanerne sconvolta. Cercai di non pensarci, altrimenti la doccia non sarebbe servita a nulla. Mi concentrai sull’acqua che scorreva sulla mia pelle e immaginai che a solcare il mio corpo non fossero le gocce d’acqua bensì le mani di mio marito… “Dio Nessie smettila” dissi a me stessa, alla fine ce la feci e mi calmai un po’. Uscii dalla doccia e infilai l’accappatoio, poi andai in camera per vestirmi. Scelsi una maglietta a maniche corte e un paio di pantaloni lunghi fino al ginocchio, abiti comodi per stare in casa, poi notai alcuni vestiti sporchi miei e di Jacob, così li presi e andai a metterli in lavatrice. Infilai prima i miei, poi misi le sue magliette e infine presi i suoi pantaloni. Controllai che non ci fosse niente in tasca prima di metterli a lavare…ma trovai un foglio ripiegato. Sapevo che non dovevo aprirlo, magari era solo un foglio che conteneva qualcosa di lavoro…però la curiosità era tanta. E se invece fosse stato scritto da una donna? Mi guardai intorno…ero sola, tutti erano al piano inferiore, era sbagliato aprirlo ma tanto lui non lo avrebbe saputo!

Decisi di aprirlo e notai la scrittura precisa tipicamente femminile, allora cominciai a leggerlo. Era una specie di lettera d’amore che una stronza di prima categoria gli aveva dato, probabilmente a lavoro. Diceva che lei aveva perso la testa da anni per lui, che ogni volta andava lì con una scusa per vederlo, per parlargli e che sperava tanto che potessero uscire insieme a prendere qualcosa da bere. Guardai la firma e lessi che la stronza si chiamava Sally. Perché mio marito aveva tenuto la lettera invece di dargli fuoco? Forse anche lui era interessato a lei…sperai che non fosse così, ma ero gelosa e avevo paura di perderlo. E questa Sally, che tra l’altro non era di La Push, dato che nessuna che abitava lì si chiamava così, addirittura veniva da fuori per vederlo…ma dico, questa scema non aveva un ragazzo o un marito??? Doveva proprio piacerle il mio? No, la stronza voleva guerra e io ero pronta a fargliela. Però dovevo anche indagare con Jake su chi era e su cosa pensava lui di lei. Santo cielo non bastava avere tra i piedi Maggie da anni, che nel frattempo anche se si era sposata continuava a provarci con Jacob, adesso ci si metteva anche questa!

NOTE:

Rieccomi qua ragazzi! Allora Jessie ormai è a tutti gli effetti un membro del branco e sembra che le cose procedano bene. Nessie è riuscita a scoprire qualcosina in più sul misterioso ragazzo che piace a sua figlia Sarah...voi che dite? Chi sarà mister x? Si accettano scommesse :P

E questa Sally? Sarà solo una preoccupazione passeggera per Nessie oppure no? Insomma sono molto curiosa delle vostre supposizioni, quindi spero che recensirete! A presto!

P.S.= Una piccola curiosità: quello nella foto è veramente Taylor Lautner nel video Fields of dreams 2, un corto che ha girato qualche anno fa. Se non l'avete visto ricercatelo perchè merita o venite a vederlo sulla mia pagina facebook Taylor Lautner my sweet love, l'ho postato di recente!

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Capitolo 13

“Aria di novità”

Dopo aver ragionato a lungo nella camera da letto sulla lettera che avevo trovato, cercando di capire se era il caso o meno di parlarne con Jake, fui obbligata a scendere al piano inferiore. Rimasi turbata e intristita per tutta la sera, quasi non parlai con mio marito e i miei figli, poi quando rimasi sola con lui mi sdraiai sul divano e evitai il suo sguardo. Sapevo che si stava chiedendo cosa mi potesse essere successo per farmi essere così taciturna, infatti ruppe il silenzio “Che ti prende? Ti senti bene?” mi chiese. “All’incirca…a te va tutto bene?” “A me sì, sei tu quella strana stasera” “No Jake…ti prego dimmi se va tutto bene tra noi…” implorai quasi con le lacrime agli occhi “Certo che va tutto bene, perché me lo chiedi?!?” abbassai gli occhi e decisi di dirglielo, non aveva senso trattenere per me i miei pensieri e stare male. Ormai ero una donna e dovevo affrontare i problemi anziché eluderli.

“Jacob…prima in camera ho preso i tuoi vestiti da lavare e nella tasca…ho trovato un foglio…sapevo che non era giusto leggerlo ma…l’ho aperto” dissi “Ahhh ora capisco, l’hai trovata!” disse sorridendo “Io non ci trovo da ridere Jake, sì ho trovato la lettera e non è stato bello vedere quello che c’era scritto” spiegai “È solo una lettera senza nessun significato Ness” disse prendendomi il viso tra le mani. “Amore io…odio sapere che le altre ti guardano” “Allora ammettilo che sei gelosa” disse e io sapevo che a lui piaceva quando mostravo il mio lato possessivo su di lui. “No, non sono gelosa…io semplicemente odio le stronze che guardano i mariti delle altre!” “Il marito delle altre oppure il tuo?” “Beh…il mio! Devi andare a lavoro conciato male JJ, conciato malissimo” dissi mentre lui scoppiava a ridere e cominciò a farmi il solletico. Dopo avermi fatto ridere a crepapelle mi prese in braccio e mi portò in camera “Adesso mi metti giù lupastro da strapazzo” dissi “Ah sì? Perché dovrei vampirastra?” “Perché tu devi fare tutto quello che ti ordino” “Guarda che io non devo rispettare gli ordini di nessuno, sono io che do gli ordini agli altri” disse con quella sua aria da sbruffoncello. In quel momento tornai a qualche ora prima, quando sentii il forte desiderio che provavo per lui. Tutto riaffiorò improvvisamente, così avvicinai la mia bocca alla sua per baciarlo, ma mi limitai a sfiorarlo. “E invece tu mi metti giù e rispetterai gli ordini perché io…sono la tua femmina alfa, quindi…obbedisci” lui mi lasciò sul letto e si chinò sopra di me. “Ok, allora obbedisco subito” rispose, mentre io già toglievo i suoi vestiti e i miei. Ribaltai le nostre posizioni e salii a cavalcioni su di lui. Mi abbassai per baciarlo e poi provocarlo con dei baci sul collo. Poi mi rimisi a sedere restando a cavalcioni su di lui e lo feci alzare a sedere con me. Dio quanto era bello, ogni centimetro del suo corpo perfetto lo era. E tutto in lui mi richiamava: l’odore, il sapore, il calore. Scelsi di baciarlo nel punto in cui gli piaceva di più…così come lui sapeva che il mio punto più sensibile era il collo io sapevo che il suo era sulla schiena, proprio sulla spina dorsale che dal mezzo delle scapole scendeva verso il sedere.

“Adesso ti alzi in piedi qui al lato del letto e stai di spalle verso di me” dissi “Ogni tuo desiderio è un ordine” rispose. Si mise proprio nella posizione richiesta da me e io mi alzai in ginocchio sul letto avvicinandomi alla sua schiena. Iniziai a baciarlo sulla spina dorsale e poi sempre in quel punto lo leccai partendo dal basso per risalire su. Notai i brividi sulla sua schiena, ovviamente erano brividi di piacere così lo feci voltare e lo tirai su di me sopra il letto. Sprofondai nella profondità del suo sguardo e mi sentii arrossire…quella bellezza disarmante era troppa per i miei occhi. “Sei così stupenda che mi sento morire” mi disse “No amore…quello meraviglioso sei tu…io sto per morire” “Non dire scemenze” disse con quel sorriso alla Jacob Black “Non sono scemenze e poi smettila di sorridere in questo modo abbagliante…” “E perché?” “Perché quando sorridi diventi irresistibile e io potrei rimanere incinta solo guardandoti” “Mmm davvero? Allora starò serio” disse e poi iniziò a baciarmi in un modo tanto profondo da farmi perdere l’orientamento. Era incredibile quanto fossimo compatibili nonostante una parte dei miei geni fossero nemici giurati dei suoi. Quando cominciammo a fare l’amore me ne resi conto per l’ennesima volta. Non ero mai stata con un altro uomo, ma ero più che sicura che nessuno sarebbe mai stato capace di farmi provare quelle cose. Ero certa che il mio Jake fosse perfetto anche in quello ed era praticamente impossibile che ci fosse qualcuno più bravo a fare l’amore…

Ogni volta che si muoveva dentro di me perdevo la testa…seguivo i suoi movimenti, su e giù, alzando di tanto in tanto la mia testa verso la sua, nel tentativo di seguire le sue labbra per tenerle incollate alle mie. Adoravo il modo in cui mi toccava, sfiorando qualche volta il mio naso con il suo. Le sue labbra erano così roventi e sensuali che volevo catturarle, quindi certe volte trattenevo il suo labbro inferiore tra le mie. E mi diceva delle cose dolcissime…mi faceva sentire donna, femminile, attraente. Sentivo che il piacere finale si stava avvicinando e quasi mi sembrava di impazzire per contenerlo, allora mollai la presa sulla sua schiena e strinsi nella mano sinistra il lenzuolo. Fu in quel momento che la nostra anima si unì nel vortice della passione più grande, facendomi sospirare ardentemente per poi donarmi quel senso di calma e pace interiore. Restammo a coccolarci un po’ poi ci addormentammo ancora abbracciati.

I mesi trascorsero in fretta, era una mattina di metà novembre quando mia madre telefonò per dirmi di passare da casa Cullen con Jacob. Quella sera lasciammo i nostri figli in casa e andammo da loro per sentire cosa avessero da dirci. Durante il viaggio in macchina facemmo varie supposizioni, ma nessuna di queste si rivelò essere giusta. Jake parcheggiò l’auto e insieme scendemmo andando verso i miei parenti che ci aspettavano sulle scale. Ci salutammo ed entrammo in salotto. Carlisle prese la parola “Allora ragazzi vi ho voluti entrambi qui perché devo comunicarvi una cosa che ho saputo stamattina” disse. Chissà di cosa si trattava…sperai che fossero notizie positive, ormai era tanto che nessuno veniva a disturbarci e non volevo che quell’idillio si rompesse. “Ha chiamato un nostro conoscente di lunga data dicendo che voleva passare a farci una visita, noi ovviamente abbiamo accettato dato che lui in passato è stato gentile e disponibile con noi” continuò a dire, quando Esme si intromise nel discorso “Esatto, chi si comporta da amico con noi è il benvenuto qui in qualsiasi momento”. Io e Jacob ci guardammo brevemente cercando di immaginare di chi potesse trattarsi. “Vi abbiamo fatto venire per dirvelo perché si fermerà qui per un mesetto, forse due” affermò Alice “Quindi Jake è bene che tu e il branco lo sappiate, nel caso in cui intercettaste la sua scia” precisò Jasper. “E dato che viene qui per conoscere meglio le nostre abitudini ci sarà bisogno anche di voi” continuò Rosalie. “In effetti viene qui per conoscere meglio anche noi e soprattutto te Renesmee” disse mio padre Edward “Eh sì, all’epoca eri piccola e lui venne ad aiutarci contro i Volturi, quindi adesso vorrebbe sapere come stai” sostenne mia madre Bella. “Insomma possiamo sapere chi è?” chiesi, dato che ci stavano girando intorno senza dire il suo nome. “Si tratta di Nahuel, ti ricordi? Il mezzosangue che ha convinto Aro” disse il nonno. Certo che lo ricordavo, era stato anche grazie a lui che i Volturi avevano capito che io non sarei stata pericolosa per i vampiri e che per questo mi diedero la possibilità di vivere. “Ah Nahuel, sì mi ricordo” dissi e poi mi voltai verso Jake, feci appena in tempo a vedere che alzò gli occhi al cielo per poi girarsi dall’altro lato con un espressione scocciata. Ero stupita JJ faceva così con chi non sopportava, o con i succhiasangue (come li chiamava lui), ma non pensavo che ce l’avesse con Nahuel “Ti ricordi di lui amore?” gli domandai “Sì, certo” rispose. “Dai se viene per imparare le nostre abitudini di vita dobbiamo aiutarlo, non sei contento che forse smetterà di bere sangue?” dissi “Ohhh, contentissimo, non vedo l’ora di rivederlo” disse in modo ironico. Non capivo il suo fastidio verso Nahuel, mi ricordavo che era un ragazzo educato e che ci aiutò senza procurare nessun tipo di problema, così mi rivolsi ai miei familiari “Io vi aiuterò, insomma gli darò una mano dato che lui è praticamente un ibrido come me, quindi gli farò vedere come si può vivere in maniera diversa” “Eh sì Nessie infatti è ciò che serve, tu sei esattamente la persona che può insegnargli meglio perché sei come lui” disse mia madre. Sentii la risata fragorosa di Emmett “Del resto viene qua solo per te nipotina, per controllare come fai a vivere così e soprattutto per dare una controllata da vicino alla tua carrozzeria” disse. Lo guardai alzando un sopracciglio, mentre i miei nonni lo richiamavano per la sua battutaccia e la sua allusione. “E dai…lo sapete benissimo che ho ragione e che Nahuel viene qua per lei. Pensate seriamente che lo faccia per le abitudini di vita??? Ma dai…lui mira a Nessie e quando vedrà quanto è diventata bella e sexy non credo che ce lo scolleremo più di torno” disse. Quando lo zio finì Jake si alzò e andò in giardino scusandosi “Jake?!?!? Aspetta” dissi cercando di seguirlo, ma papà mi bloccò “Lascia che vada io” disse, per poi sparire fuori dalla casa.

Rimasi dentro con tutti gli altri e riflettei su quello che Emmett aveva detto. Forse era per questo che mio marito aveva sbuffato solo sentendo il nome del nostro ospite, forse anche lui la pensava come lo zio. Io non ero della stessa opinione, ero felice che altri volessero abbracciare lo stile di vita dei Cullen. E poi non pensavo che Nahuel avesse interesse per me, altrimenti perché non era venuto prima delle mie nozze? Ma comunque non mi importava, ero sposata e amavo Jacob, gli altri uomini non mi erano mai interessati perché lui era perfetto in tutto. Io ero sua e lui era mio, nient’altro aveva importanza. Nessuno avrebbe mai potuto portarmi via da lui.

NOTE:

Renesmee ha avuto il coraggio di domandare a Jake chi fosse Sally, è evidente che rispetto alla prima parte di Sunlight's Ray è cresciuta come personaggio, infatti prima non avrebbe mai avuto la forza di chiedere esplicitamente spiegazioni a suo marito.

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Capitolo 14

“Supposizioni e evidenze”

POV Jacob

Quando sentii l’allusione di Emmett sul perché Nahuel voleva venire a Forks, ebbi la conferma di quello che già pensavo per conto mio. Emmett aveva ragione, perché un mezzosangue che per secoli aveva vissuto in una certa maniera adesso improvvisamente voleva far visita ai Cullen e addirittura studiare le loro abitudini? La risposta era chiara, sapevo che fin da quando vide Nessie per la  prima volta molti anni prima lui ne era rimasto incuriosito, dato che lei era l’unica al mondo uguale a lui, con i suoi bisogni e le solite particolarità genetiche. Mi misi nei suoi panni…se io non avessi mai conosciuto un licantropo come me e sapessi dove vive quell’unico esemplare, certamente avrei voluto conoscerlo meglio. Da un lato potevo capire Nahuel, se poi ci aggiungiamo il fatto che lei è l’unica femmina della sua specie…beh tutto è molto più chiaro. Nessie inoltre non era una femmina qualunque, era bella tanto da rimanerne abbagliato con un semplice sguardo, era intelligente, leale, dolce, attraente da morire…ma soprattutto era mia moglie. Avrei voluto sfogare la mia rabbia contro tutto quello che incontravo ma fui attirato da un odore familiare. Era l’odore di Edward, probabilmente era dietro di me, non capivo perché fosse lì invece che con sua figlia, tuttavia mi fermai e mi voltai nella sua direzione. Lui si avvicinò sedendosi su un grosso masso. Eravamo a un centinaio di metri da casa Cullen, intorno a noi la vegetazione del bosco ci  avvolgeva.

“Jacob so quello che pensi, ma non possiamo saltare subito alle conclusioni” disse “Sono conclusioni ovvie” “Ascolta…Nahuel è stato pronto ad aiutarci anni fa contro i Volturi, non tutti l’avrebbero fatto e adesso lui chiede alla nostra famiglia di poter venire qui e imparare…noi non ce la sentiamo di dirgli di no”. Distolsi lo sguardo e scossi la testa “Edward io non ho detto che gli dovete dire di no, sono scelte che dovete fare voi, non mi riguardano” “Invece sbagli, ti riguardano perché lui lo ha chiesto alla nostra famiglia e tu ne fai parte…sei il marito di mia figlia e il padre dei miei nipoti quindi sei parte integrante della famiglia” rispose. Ero grato a mio suocero per come mi avevano accettato e accolto nella loro casa e nel loro gruppo, ma desideravo solo che nessuno venisse da mia moglie con certe pretese “Ok allora va bene…ma…che tenga le giuste distanze da Nessie” dissi. “Perfetto, spero che lo accoglierai nel modo giusto e non avere subito pregiudizi sul fatto che venga solo per mia figlia…aspetta prima di giudicare…ah Jake mi piacerebbe che nei tuoi pensieri mi chiamassi Edward e non tuo suocero” disse prima di girarsi e invitarmi a seguirlo a casa Cullen. Sorrisi alla sua frase “Grazie per avermi seguito e aver parlato con me” dissi. Caspita pensare che Edward fosse venuto dietro a me per dirmi ciò che pensava mi faceva piacere, significava che davvero teneva anche a me e ovviamente a Renesmee. Quando varcai la soglia di casa Cullen gli altri sembravano aver già deciso tutto e mia moglie era pronta per tornare a casa nostra, allora salutammo e andammo in auto. Mi sistemai alla guida e misi in moto accendendo la radio. Non avevo molta voglia di parlare di quello che pensavo, la musica avrebbe evitato a entrambi l’imbarazzo di un viaggio in totale silenzio.

Notavo che cercava di guardarmi senza che io me ne accorgessi, andò avanti per un po’ poi mi chiese “Dai non penserai che quello che ha detto zio Emmett sia vero?!?!?!” “No, non lo penso, lo so” risposi. Rimase dubbiosa per la mia risposta “Andiamo Jake viene qua solo per imparare a vivere diversamente perché dovete pensare male?” “Noi non pensiamo male, siamo realisti…e tu invece sei troppo ingenua” “Non è vero, sono solo supposizioni diamogli del tempo prima di giudicarlo” “D’accordo, vedremo se avevo ragione io o no” risposi. Continuai a guidare in silenzio “E quando arriverebbe mister Sud America?” chiesi “Tra due giorni” “Wow non perde tempo” risposi.

Trascorsi i successivi due giorni pensando a quello scocciatore. Quando arrivò a Forks i Cullen ci chiamarono così io e Nessie tornammo da loro per salutarlo. Per quel primo incontro avevamo stabilito di non portare i nostri figli, glieli avremo fatti conoscere in seguito. Stavo aspettando mia moglie in salotto per dirigermi a casa Cullen, quando scese dalle scale mi prese un colpo. La squadrai più volte da capo a piedi e viceversa da quanto era bella. Aveva messo un vestito verde molto carino, calze e stivali con tacco alto. Salutammo i nostri figli e andammo in macchina. “Potevi anche scegliere qualcosa di più brutto da indossare” dissi “Perché? Così non va bene?” “Va più che bene, ma se non lo hai capito Ness lui non deve guardarti” dissi. Entrammo in casa Cullen e lo vidi in piedi vicino al divano con gli occhi fissi su mia moglie. Lei gli si avvicinò e allungò la mano per presentarsi dicendo “Ciao sono Renesmee Cullen ma puoi chiamarmi Nessie” lui invece che stringerle la mano gliela baciò e lei sorrise. “Ti ricordi di Jacob?” chiese mia moglie “Certo, ciao Jacob” disse Nahuel rivolgendosi a me, risposi al saluto e restai sulle mie.

“Insomma sei arrivato oggi! Il viaggio è andato bene?” chiese Nessie “Sì, un po’ stancante ma devo dire che ne valeva la pena” rispose quell’idiota poggiando i suoi occhi sullo scollo di mia moglie e poi guardandola negli occhi in un modo molto intenso. Lei rise proprio come tutte le donne che rimangono lusingate dai complimenti. Ma che razza di spudorato?!?! Era mia moglie e io ero presente, poteva anche limitarsi un po’. I due rimasero a parlare tutta la sera della loro natura, del bere sangue, del vivere stabilmente in un luogo, dell’avere degli amici, del contatto con gli umani e bla bla bla. Finalmente alle 23.00 ci congedammo e lasciammo Nahuel con i Cullen. Non facevo che pensare a come si era comportato con lei. Se aveva passato tutta la sera a farle complimenti e darle quelle occhiate con me presente, figuriamoci cosa avrebbe fatto quando io non sarei stato con loro. Proprio per questo avevo avuto l’idea di farmi un alleato all’interno della famiglia Cullen per sorvegliare la situazione in mia assenza. Mentre i due erano distratti, infatti, avevo parlato con Emmett spiegandogli la situazione e lui aveva capito, promettendomi il suo appoggio. Avevo scelto Emmett perché tra i vampiri maschi era quello che la pensava in modo più simile a me. Non è che non mi fidassi di mia moglie, anzi lei era sempre stata onesta e leale con me e con tutti coloro che conoscevamo, ma io non mi fidavo per nulla di Nahuel. Veniva a Forks bello bellino a fare il figo sudamericano per andare a letto con mia moglie? Beh se davvero voleva ottenere questo doveva passare sul mio cadavere. E poi…si era presentato tutto rivestito con un completo elegante e camicia e non pensavo proprio che a casa sua girasse conciato in quel modo, lo aveva fatto per piacerle. Figuriamoci a Renesmee piaceva quel tipo di eleganza, mi diceva sempre che sarei stato bellissimo vestito in quel modo, ma non era il mio stile e solo in rarissime occasioni mi ero messo quel genere di abbigliamento. Poi la stronzata del regalo…le aveva dato un pacchettino contenente a suo dire una scemenza per il disturbo che aveva creato. Erano un paio di orecchini con brillanti e oro bianco…alla faccia del pensierino! Lei era tutta contenta mentre se li provava, quasi non riconoscevo mia moglie. Che cosa le era preso? Doveva mandarlo al diavolo e invece arrossì quando lui le disse che gli orecchini le stavano bene e che sembrava una dea. Quindi mister Sud America era subito partito in quarta per ingraziarsi mia moglie e per far girare le palle a me. Ma sbagliava persona, Nessie era mia e lui doveva tenere giù le zampe…stava invadendo il mio territorio…non Forks, non me ne importava nulla, il mio territorio era lei e nessuno poteva pensare di toccarla. Ok voleva la guerra, allora guerra avrebbe ricevuto.

NOTE:

Ciao a tutti! Ho pensato che sarebbe stato carino far parlare Edward e Jacob, i loro rapporti sono molto cambiati già nel corso della Saga e lo sono ancor di più da quando Renesmee ha sposato Jacob! Cosa ne pensate?

E poi...Nahuel è appena arrivato a Forks e già ha suscitato la gelosia di Jacob, come si evolverà la situazione?? Semplice vi basterà leggere i prossimi capitoli :P

Come sempre vi aspetto al prossimo capitolo e sulla mia pagina facebook (Taylor Lautner my sweet love). A presto e recensite!!!! 

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Capitolo 15

“Stili di vita”

Nahuel era arrivato a Forks da circa due mesi e in quel tempo avevo cercato di insegnargli a comportarsi nel modo più umano possibile. I miei insegnamenti avevano avuto buoni frutti, del resto per noi mezzosangue era più facile  che per i vampiri nascondersi tra le gente comune. Anche lui aveva smesso di bere il sangue umano, basando la sua alimentazione sul cibo e di tanto in tanto sul sangue animale. Gli avevo parlato di cosa significasse avere una famiglia, ossia dei nonni, dei genitori, degli zii e anche del valore dell’amicizia. Avevo anche tentato di fargli capire il significato profondo dell’amore verso un partner fisso, ma questo concetto per lui era alquanto difficile. Mi aveva raccontato di aver avuto molti rapporti nel corso della sua vita, ma tutti brevi e occasionali, per cui la sua concezione dell’amore era più che altro legata al rapporto fisico con una persona dell’altro sesso, non alla complicità certamente fisica ma anche mentale a cui invece alludevo io. Nahuel si era ambientato bene a casa Cullen e aveva istaurato un buon rapporto con tutti i miei parenti e anche con me, nonostante ci provasse in maniera spudorata. Mi lusingava sapere che qualcuno mi ritenesse bella e intelligente, ma il mio cuore era soltanto di Jacob, il quale tra l’altro non faceva che lamentarsi per il comportamento di Nahuel nei miei riguardi.

Aveva pienamente ragione, cercava sempre di essere comprensivo ma Nahuel continuava a farmi regali e complimenti. Molte volte andavo dai Cullen da sola e in quei momenti il nostro ospite mi corteggiava ancor di più, io cercavo di essere educata così come mi avevano insegnato fin da piccola, ma dovevo mantenere le distanze o avrei ferito Jake. Certo anche mio marito ci metteva del suo esagerando sempre…sembrava che in alcuni casi non si fidasse di me e questo mi feriva e ci portava a litigare. Anche quel giorno dovevo andare a casa Cullen. Prima accompagnai Jessie a casa del suo migliore amico David, portai Sarah alla lezione di danza e infine Jeremy da Rachel. Mi diressi poi verso la mia meta. Appenai arrivai Nahuel mi venne incontro per salutarmi e immancabilmente disse che ero bellissima. Entrammo in casa e salutai i miei parenti, che mi lasciarono sola con lui. Intraprendemmo nuovamente il discorso sull’amore. Volevo che capisse anche quell’aspetto delle nostre abitudini di vita, ma lui non faceva che guardarmi tanto intensamente da farmi imbarazzare. “Non penso che mi convincerai sai??? Ho concepito l’amore in modo molto diverso da te per tantissimi anni e non è facile cambiare idea” disse “Non è difficile, basterebbe che tu trovassi la persona giusta e lo capiresti automaticamente” risposi. “Lo capirei solo se quella persona fossi tu, per te farei qualsiasi cosa, sei talmente attraente” disse sorridendo e sistemandomi una ciocca dei capelli dietro l’orecchio “E tu Renesmee hai trovato la persona giusta?” “Sì, lui è sempre stato quello giusto” “Come fai a saperlo?” “Semplice, perché lo amo!” risposi. In quel momento intravidi zio Emmett dietro alla porta. Ma che diavolo faceva lì? Ci sbirciava per caso? Non volli interrompere il nostro discorso, magari un’altra volta gliel’avrei chiesto.

“Renesmee lo ami perché ti è sempre stato accanto, fin da quando sei nata” “Non è così, ti assicuro che mi sento morire se lui non c’è e che non posso vivere senza i suoi baci, le sue coccole…” “Ma solo perché siete sempre stati insieme, ma dimmi hai mai baciato o hai mai fatto l’amore con un altro uomo?” “No e non ne ho mai sentito l’esigenza” “Beh sbagli, come puoi davvero sapere se l’amore che senti è reale o solo frutto di un amicizia profonda?” domandò. Io non avevo dubbi sui miei sentimenti, non ce l’avevo mai avuti, amare Jake per me era del tutto naturale…come avrei potuto evitare di innamorarmi di lui? Non avevo mai visto un ragazzo tanto bello e attraente quanto mio marito. Non avevo mai conosciuto nessuno che io ritenessi più intelligente e in gamba di lui. Nessuno che mi capisse tanto bene e che mi facesse divertire in quel modo. Nessuno che mi trasmettesse sicurezza e mi facesse sentire a casa ogni volta che mi abbracciava. “Nahuel io sono sicura di quello che provo per mio marito, io lo amo e non amerò mai nessuno così, nemmeno se lui mi lasciasse o se morisse potrei sostituirlo. Non ho bisogno di conferme” “Se solo tu mi lasciassi provare…dammi un appuntamento, se davvero sei sicura di te e di ciò che provi non accadrà nulla” propose. “Non mi sembra il caso, so che per te è incomprensibile ma se glielo dicessi si arrabbierebbe e io non voglio litigare di nuovo con lui”. Nahuel sorrise dicendo che prima o poi avrei dovuto accettare e prima di andare via mi diede l’ennesimo regalo: una maglia firmata molto raffinata e del mio colore preferito. Lo ringraziai dicendo che doveva smettere di comprarmi regali, poi lo salutai e tornai a La Push. Arrivata a casa trovai soltanto Sarah che se ne stava in cucina e osservava il cucchiaino che aveva in mano dopo averlo inzuppato nel barattolo della marmellata di fragole. Le andai vicino e le accarezzai la testa “Mmm quanta dolcezza tesoro mio” le dissi e lei rispose con un sorriso e un sospiro. “Va tutto bene?” “Sì mamma…oggi sono contenta, mi ha abbracciata e mi ha baciata sulla guancia” “Il tuo innamorato segreto?” “Sì, è così bello e tenero” disse.

Era stupendo vedere mia figlia tanto serena e coinvolta. Aveva 15 anni e diventava ogni giorno più bella. Meritava di conquistare il ragazzo che le piaceva, perché era una ragazza meravigliosa, sebbene io non sapessi ancora a chi fosse rivolto il suo amore. David o Seth? Purtroppo non avevo scoperto niente di nuovo, ma comunque ero un bel pezzo avanti dato che il mio dubbio riguardava solo due ragazzi. Lei non immaginava che io fossi tanto vicina alla soluzione e io non glielo dissi. “Ci sono stati progressi tra voi?” “No mamma, nessuno, io mi vergogno troppo a dirglielo, anche se sabato sera quando esco con Jessie e gli altri lui ci sarà e questo mi basta” “Wow, potrei aiutarti a farti carina e poi tu potresti dargli qualche indizio” dissi e lei accettò la mia proposta. Poco dopo arrivarono anche gli altri miei figli e mio marito. Preparai la cena e sgridai Jeremy perché da quando era entrato alle scuole medie aveva iniziato a disobbedire. Ultimamente dopo aver fatto i compiti passava tutto il tempo con i suoi amici, oppure parlava con loro dal computer. Ne aveva già combinate quattro o cinque a La Push che avevano fatto infuriare me e suo padre. Dopo cena Jacob dovette sedare la lite scoppiata tra Jessie e Jeremy che per poco non arrivarono a tirarsi anche qualche pugno. Quando finalmente andarono a letto mi sistemai sul divano con Jake. “Allora oggi che ha fatto il tuo nuovo amico?” chiese riferendosi a Nahuel “Ho tentato di chiarire la questione dell’amore fedele ma lui sembra non capire…” “E ti ha provocata ancora?” “Mi ha regalato una maglia e…dice che la mia visone dei sentimenti è sbagliata perché sono sempre stata solo con te, ho baciato solo te e ho…fatto l’amore solo con te” dissi. Jake alzò le sopracciglia e disse “Ma sentitelo, viene qui per imparare e vuole dare lezioni agli altri! Che gli hai risposto tu?” “Che non è così, che io ti amo e lui mi ha proposto di uscire insieme per fare una prova e vedere se davvero è così” “Beh digli che non siamo in tribunale e le prove le vada a fare con qualcun’altra, oppure gli do una bella prova io una volta per tutte e lo rispedisco da dove viene” disse.

Si alzò dal divano con uno scatto di rabbia e io gli andai vicino per tranquillizzarlo. “Mamma quanto mi resta sul culo! Io te lo dico se continua gli spacco la faccia” “Jake ti prego, non ha fatto nulla di male” “Ah no?! Secondo te allora cos’altro deve organizzare per farmi girare i coglioni?” “Lui non ha fatto nulla di concreto” “Ma fammi il piacere, perché lo difendi?” “Non difendo nessuno, è la verità” “Oh sì che lo difendi, ti riempie di regali, di complimenti ti sembra poco? O forse hai bisogno davvero che lui ti baci per sapere se mi ami o no???” “Stai dicendo delle assurdità” “No, quella assurda sei tu! Per difendere lui stai rovinando tutto con me” mi urlò dietro. Ma cosa ci stava prendendo? Da quando Nahuel era arrivato non facevamo altro che litigare…“Ti sbagli Jake sei tu che stai rovinando le cose, non io” “Ah sarei io? Quello stronzo ti dice che devi provare a baciarlo e andare a letto con lui per sapere se mi ami e tu lo difendi…” “Ti comporti come un bambino, io non ho accettato” risposi.

“Beh dovresti farlo, non hai sentito mister simpatia? Com’è possibile che una ragazza sia andata a letto solo con suo marito???” “Jake non diceva sul serio, la sua era solo una provocazione” “Ma certo, quanto sei ingenua? Possibile che non ci arrivi? Quello non desidera altro che intrufolarsi tra le tue gambe” sbraitò Jake. “Non darmi della stupida, possibile che per te chiunque voglia venire a letto con me?” “Non ho detto che sei stupida è che sei troppo ingenua, non sono io quello malizioso, Nahuel è solo l’ultimo della lista che vuole portarti a letto” “Beh se per te sono tanto ingenua e forse volevi anche dire infantile, allora tu sei uno scemo perché non capisci le mie ragioni” “Ok allora sono scemo” disse avviandosi sulle scale verso il piano superiore. Lo seguii e gliene dissi quattro “Ascolta non fare il ragazzino, ti stai comportando come uno scemo e io odio quando mi tratti così, io voglio un uomo non un bambino. Non mi piace quando fai lo stronzo con me” “Beh allora sai che puoi fare? C’è un perfetto uomo maturo che ti aspetta dai Cullen, vai da lui visto che continui a difenderlo e se lo preferisci a me…fatti scopare da lui una buona volta e finiamola!” mi disse. Alle sue parole rimasi interdetta e arrabbiata. Gli tirai uno schiaffo sulla guancia sinistra con tutta la forza che avevo, poi andai in camera e chiusi a chiave la porta senza proferire parola.

NOTE:

Ciao a tutti, qualche piccolo progresso tra Sarah e mister X, lo so vi sto tenendo sulle spine per quanto riguarda la sua identità...però la suspance rende sempre tutto più bello!

Tra Nessie e Jacob le cose non si stanno mettendo proprio bene, in fondo hanno ragione entrambi (lui di più), ma questo Nahuel sta davvero diventando antipatico :P

Ho usato un linguaggio un po' forte alla fine per descrivere meglio il litigio di Nessie e Jake e per far capire meglio lo stato d'animo di entrambi, spero non vi abbia dato fastidio...anche se i termini coloriti sono assolutamente naturali nei momenti di rabbia!

Vi aspetto al prossimo capitolo e spero di trovare molte recensioni!!!!!!

P.S: Per chi non lo sapesse quello nella foto è J.D. Pardo, l'attore che nella Saga ha interpretato Nahuel, ho voluto rimanere fedele al personaggio originale.

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Capitolo 16

“L’amore”

La mattina dopo il nostro litigio scesi giù in cucina e lo vidi seduto sul divano. Aveva dormito lì. Appena si accorse di me si alzò e mi venne dietro in cucina. “Nessie, ascolta sono veramente un idiota scusami” io proseguii nel preparare la colazione senza nemmeno voltarmi verso di lui. “Ieri sera ero troppo arrabbiato e ho detto delle cose che non penso, ho esagerato” continuò a dire e poi mi abbracciò da dietro appoggiando la sua testa sulla mia spalla. “Mi parli amore?” domandò mentre cercavo di controllarmi. Avevo voglia di fare pace, ma la sera prima mi aveva davvero detto delle cose grosse e quindi prima di perdonarlo volevo che si sentisse ancora in colpa. “Amore ti prego, ti chiedo scusa in ginocchio” disse staccandosi da me e mettendosi in ginocchio “No Jake non serve questo, alzati” “Solo se mi perdoni” “Ok ti perdono, ma promettimi che non mi parli più in quel modo” dissi. “Te lo prometto, ho solo paura di perderti” disse prendendosi le mie labbra.

Gliele donai volentieri, erano sue e nessun mezzovampiro poteva pensarla diversamente. “Vorrei tanto fare pace con te” disse “Abbiamo già fatto pace” “Solo a parole io invece…vorrei scusarmi come si deve” disse in modo malizioso e allusivo. In genere quando litigavamo facevamo pace con una bella notte di passione, ma era mattina e i bambini stavano per scendere per la colazione. Restammo a parlare e in breve tempo mio marito scappò al lavoro.  La settimana passò in fretta e ci ritrovammo al sabato pomeriggio. Come promesso aiutai Sarah a prepararsi per l’uscita serale con i suoi amici, tra i quali c’era il ragazzo misterioso che le aveva fatto perdere la testa. La aiutai a truccarsi e acconciarsi i capelli, poi le consigliai i vestiti. Scegliemmo insieme una maglia di lana nera e una minigonna di jeans. Poi calze e scarpe di camoscio con il tacco alto, in abbinamento alla borsetta. Era bellissima e sicuramente quella sera di febbraio qualcuno ci sarebbe rimasto secco guardandola. La lasciai libera di ultimare i preparativi e andai in salotto con mio marito e Jeremy. Jessie ci raggiunse poco dopo e aspettò la sorella per uscire insieme a lei. Quando Sarah scese le scale tutti la guardarono stupiti e a bocca aperta.

“Wow Sarah sei bellissima” disse Jeremy “Super bellissima” precisò Jessie. Lei ne fu felice e sorrise raggiante, anche io rinnovai i miei complimenti e andai ad abbracciarla. “Papà? Tu che dici?” chiese Sarah “Dico che la maglia mi piace molto e anche le scarpe, ma hai dimenticato il pezzo di sotto” rispose JJ. “Ma dai lo vedi che ha la minigonna?” chiesi divertita “Ah quella sarebbe la gonna?!?!?!” chiese “Non dire così, lo sai che questa è una gonna” “Mi auguro che tu non voglia uscire così Sarah” disse mio marito “Ma papà…se la mettono tutte” “Ma hai idea della quantità di adolescenti maschi che ti sbaveranno dietro? Almeno mettine una un po’ più lunga” disse “Andiamo Jake smettila. Jessie e Sarah andate e divertitevi” conclusi portandoli alla porta di casa e mandandoli fuori.

Quando Jeremy andò a letto continuai con Jacob il discorso sull’abbigliamento di nostra figlia “Sei veramente convinta di averla fatta uscire vestita in quel modo?” mi chiese. “Certo, è solo una minigonna, tutte le ragazze la usano e la usavo anch’io” “Sì ma tuo padre non voleva” “Mmm però a te piaceva” dissi sospingendolo verso il muro che divideva la nostra camera dal bagno privato e avvicinando la mia bocca alla sua. Lui morse il suo labbro inferiore e disse “Però era diverso, io ero il tuo ragazzo non tuo padre” “Esatto, quindi non fare il puritano, mi sembra che quando uscivo con te ed eravamo in macchina le mani sotto alla gonna ce le mettevi sempre” “È per questo che non voglio, nessuno deve toccare le gambe di mia figlia” disse. Lo baciai profondamente e intrecciai la mia mano alla sua portandola vicino al mio viso “Dobbiamo pensare a Sarah adesso?” “No Nessie, ci penserò dopo” “E ora che fai?” chiesi e per provocarlo infilai in bocca un dito della sua mano. “Che bambina cattiva! Ti meriti una punizione” disse sollevandomi per la vita e io prontamente accavallai le mie gambe intorno al suo bacino. Mi portò sul letto e dopo avermi tolto i vestiti iniziò a farmi il solletico. Ridevo come una pazza e cercavo di farglielo a mia volta ma non ci riuscivo. “Non pen-sa-vo che vo-les-si pu-nir-mi co-sì” dissi singhiozzando per il troppo ridere, mentre lui mi fece rotolare dal letto e mi tenne imprigionata tra le sue braccia sopra il pavimento della camera. “Ah no?! E che punizione ti aspettavi?” “Qualcosa di diverso” dissi facendo la maliziosa “Ma come siamo spudorate signorina Cullen, se la sentisse suo padre…” disse togliendosi la maglia e i pantaloni, mostrandosi con quel corpo da urlo a pochi centimetri da me “Non mi importa signor Jacob quantosonofigo Black” risposi sentendomi avvampare da un calore colmo di passione. Si mise a ridere “E se la mia punizione fosse questa? Ossia ti faccio credere che mi concederò a te e poi nulla?” lo guardai sperando che scherzasse, non poteva farmi eccitare in quel modo e cavarsela così “Jake non dire cazzate, ti muovi o ti serve un invito scritto?” dissi “Accipicchia come siamo volgari signorina Cullen e che furia…che hai sei in calore?” “Può essere, ora o ti sbrighi e lo fai tu oppure faccio da sola” dissi togliendo i miei slip e i suoi boxer e salendo a cavalcioni su di lui. Non sapevo perché mi fosse presa quella voglia così forte di lui, ma ne avevo bisogno. Mi calai sopra di lui e lo sentii dentro di me. Sospirai per il piacere che avevo provato e mi avventai sulle sue labbra cominciando a muovermi abbastanza velocemente “Mi piaci quando sei così aggressiva gattina in calore” disse con la sua voce estremamente sensuale. Spinsi le sue spalle sul pavimento e rimasi lì con le mie mani, facendo leva su di lui per muovermi meglio. Sentii le sue mani sulla schiena, erano roventi e morbide, passavano sulla mia pelle lasciando scie infuocate. Lo sentivo talmente dentro di me quasi da impazzire, più lo sentivo più lo desideravo, inoltre quella posizione e il mio ritmo mi mandavano al manicomio. Aiutandosi con le braccia si sollevò a sedere sul pavimento e mise le sue mani sulla mia vita aiutandomi a muovermi meglio. Quello spostamento mi destabilizzò, mi avvinghiai a lui appoggiando i gomiti sulle sue spalle e mettendo le mani tra i suoi capelli neri. Ci baciammo e quasi non ci staccammo neppure per respirare, i nostri gemiti iniziarono a sincronizzarsi “Non so che ti sia preso Ness…ma sei così spinta stasera” disse. Riacquistai un briciolo di lucidità collegando quella parola SPINTA a quello che mi aveva detto Nahuel il giorno prima (Tutte le donne di buona famiglia con cui sono stato erano sempre le più spinte di tutte. Scommetto che anche tu lo sei sotto quell’aria da innocentina). Non era logico che in quel momento di piacere comparisse nella mia testa Nahuel, lo rimisi nel dimenticatoio e mi immersi nuovamente in quel vortice di passione.

Durante quell’unione gli feci più volte giurare di amarmi e letteralmente dimenticai che mio figlio Jeremy dormisse in casa con noi. Jacob si spostò ancora e da seduti mi ritrovai semisdraiata in terra sotto di lui. Tenevo su la schiena sorreggendomi sulle braccia e in quella posizione ebbi la sensazione di morire dal troppo piacere che mi procurò quell’orgasmo. Mi accasciai sul pavimento trascinandolo sdraiato su di me. Era febbraio, fuori era freddo ma io ero sudata e altrettanto lo era lui. Restammo lì per 5 minuti poi lui si staccò da me e andò in bagno, allora mi alzai, cercai di ricompormi infilando la biancheria e sistemandomi i capelli. Poi mi infilai sotto alle coperte proprio in tempo per vederlo uscire dal bagno con indosso i boxer. Mi raggiunse e si sistemò di lato sotto al piumone, mi girai verso di lui e misi la mia testa sul braccio che aveva allungato dietro di me, restando faccia a faccia con lui. Ci baciammo e gli ripetei mille volte che lui era magnifico, che adoravo il suo sapore e il suo odore, che mi aveva fatto provare delle cose bellissime poco prima e che lo amavo. “No Ness, tu mi hai fatto provare le cose più belle del mondo, lo fai ogni volta e io non so mai come poter ripagare l’amore che provi per me” disse, gli sorrisi, morsi il mio labbro inferiore e sentii le farfalle nello stomaco. Possibile che non si rendesse conto di quante donne avrebbero voluto essere al posto mio? Jake avrebbe potuto avere chiunque sulla faccia della Terra, ma per qualche assurda ragione amava me. “Jake…tu non capisci…se solo tu me lo chiedessi io morirei per te, potrei fare qualsiasi cosa, darti qualsiasi cosa, portarti qualsiasi cosa” “Davvero qualsiasi?” “Sì amore, chiedimi tutto ciò che vuoi” dissi. Lui sorrise “Sarei davvero felice se adesso tu mi portassi…un bel bicchiere d’acqua” scoppiai a ridere anch’io “Per così poco…vado mio signore” risposi, scendendo dal letto e infilando la felpa di mio marito.

Scesi in cucina, misi l’acqua in un bicchiere e presi dal frigorifero anche dei pasticcini che avevo preparato nel pomeriggio. Misi tutto in un piccolo vassoio a forma di cuore e mi avviai in salotto per risalire su, ma sentii la chiave girare nella serratura e mi voltai verso la porta d’ingresso. Erano Jessie e Sarah che tornavano dopo la serata con i loro amici. Furono sorpresi di vedermi, mi squadrarono da capo a piedi e sicuramente notarono che sotto alla felpa di JJ, che comunque mi faceva anche da minigonna, avevo solo degli slip sexy. “Mammaaa ma dai, se volete fare l’amore perlomeno quando uscite da camera vostra non vi fate vedere” disse Sarah “Basterebbe mettersi i pantaloni del pigiama” continuò Jessie. Diventai rossa per l’imbarazzo ma risposi “Beh anche se fosse come dite voi, che male ci sarebbe? Guardate che siamo sposati” “Sì ma in casa non siete soli, avete tre figli” disse Jessie “Volete forse averne un altro?” domandò Sarah “No, nessun altro, ma ci brontolate come se voi foste i nostri genitori…guardate che siete nati così tutti e due eh!” dissi e poi per l’imbarazzo relativo all’argomento di cui stavo parlando con i miei figli corsi su in camera e chiusi la porta. Raccontai a mio marito la simpatica scenetta e anche lui si mise a ridere. Poi gli porsi il vassoio con i pasticcini e l’acqua “Wow che servizio, addirittura mi offri tutto su questo cuore?” “No, mio signore ti offro tutto il mio cuore, fanne ciò che vuoi” “Allora se è così terrò il tuo cuore in un posto sicuro e impedirò a chiunque di avvicinarsi e di ferirlo” rispose. Lo baciai e gli ripetei che lo amavo. Poi ci sdraiammo a letto, mi accoccolai nell’incavo della sua spalla e in breve ci addormentammo felici.

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Capitolo 17

“Sul piatto della bilancia”

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Capitolo 18

“Una pessima idea”

Il giorno della partenza di Jacob arrivò in fretta. Lui continuava a sostenere che si trattava di un viaggio di lavoro, io non sapevo ancora se credergli oppure no. Non avevo avuto la forza di dirgli ciò che mi turbava e rimasi dubbiosa e triste. Sarebbe stato molto più semplice dirgli quello che Nahuel mi aveva rivelato e sentire direttamente da mio marito se quella era la verità o una bugia, ma il mio timore di scoprire che Nahuel aveva ragione non me lo permise. Mi stavo comportando da codarda, una tremenda codarda, ma non volevo sentirmi dire che questa Sally si era frapposta tra noi. Certo anche questa scelta aveva delle conseguenze…per quanto tempo avrei potuto fingere con Jacob? Avrei davvero accettato di sapere che lui stava con me e con lei? In realtà sapevo che la risposta era negativa. Non lo avrei mai accettato. Io non lo meritavo. I nostri figli non lo meritavano. Avevamo giurato di vivere nell’onestà e di amarci per l’eternità. Dovevo superare quella mia mancanza di coraggio.

Passai la giornata al lavoro e nel pomeriggio tardi mi fermai a parlare con Sarah. Mi raccontò ancora di Seth dicendo anche che lui aveva iniziato a comportarsi diversamente con lei. Le diedi qualche consiglio e rinnovai la mia disponibilità a essere la sua confidente. Mia figlia ne fu felice quindi ci abbracciammo. Dopo cena feci compagnia a Jessie che si mise in salotto a suonare. Adorava suonare la chitarra e fin da piccolo avevamo sempre assecondato la sua passione. Era davvero bravo e ogni volta che lo ascoltavo mi rendeva felice. Mi misi al pianoforte e lo accompagnai. Eseguimmo alcuni brani che tante volte avevamo provato insieme. Era stupendo suonare con lui, mi faceva completamente estraniare dalla realtà e allontanava ogni mio problema. Avevo trasmesso la mia passione per la musica, ereditata da mio padre, a lui e a mio figlio Jeremy, Sarah invece preferiva la danza e si dilettava nel cantare. Per Jessie la chitarra era stata per molto tempo la sua valvola di espressione. Aveva anche composto insieme a mio padre dei pezzi, mentre Jeremy aveva preferito seguire le orme mie e del nonno Edward suonando il pianoforte. Condividere quel momento musicale con Jessie mi diede conforto e l’impressione che quando Jake sarebbe tornato tutto si sarebbe sistemato. Quando finimmo il “nostro concerto” sorrisi a mio figlio e lui venne ad abbracciarmi. I miei occhi diventarono lucidi “Mamma stai bene?” “Sì Jessie, va tutto bene” “Non sono più un bambino, lo vedo che mi stai dicendo una bugia” “Sono un po’ preoccupata per papà” dissi sapendo benissimo che mio figlio aveva ragione, dovevo trattarlo da adulto. “Perché sei preoccupata?” “Ho solo paura che dopo tutti questi anni insieme…” dissi lasciando la frase a metà “Mamma non devi nemmeno pensarle queste sciocchezze, lui è completamente perso per te” gli sorrisi, gli accarezzai una guancia e lo strinsi nuovamente tra le mie braccia “Grazie Jess, ti voglio tanto bene” gli dissi. Quando andai a letto riflettei sulla situazione e decisi che quando mio marito sarebbe tornato gli avrei parlato.

La mattina dopo andai dai Cullen con Jeremy. Lo lasciai in sala con mio padre e andai con mamma in un’altra stanza. Le raccontai tutto “Mamma devo chiedere la verità a Jake anche se dovessi ricevere una brutta notizia, ma io lo devo sapere” “Certo che dovete parlare, ma stai tranquilla. Jacob ti ama e sono sicura che Nahuel ha frainteso” “Lo spero mamma, ma se scopro che è tutto vero io…non lo so che faccio…ammazzo lui e lei” “Smettila tesoro, tuo marito non ti tradisce” disse. Continuai a sfogarmi con lei e a chiederle consigli. Poi uscii dalla stanza e tornai in sala ad ascoltare le meravigliose note del pianoforte suonato da Edward e Jeremy. Il mio piccolino era il ritratto di Jacob, sia fisicamente sia caratterialmente. Aveva come lui la passione per i motori ma aveva anche la passione di Edward per il piano. Che stana la genetica! Mi faceva piacere sapere che la netta differenza caratteriale tra mio padre e mio marito si era sintetizzata in Jeremy. Ero rapita nell’ascolto di quel bellissimo duetto, quando Nahuel sfiorò il mio braccio. Mi voltai e sentii il suo sussurro che mi invitava ad uscire. Lo seguii in giardino “Perché stasera non andiamo insieme da qualche parte?” “Nahuel non sto molto bene e non ho voglia” “Hai bisogno di distrarti, lo so che pensi a Jacob che ora è a Seattle con Sally” “Ti prego, smettila” “Ceniamo insieme e basta, poi potrai tornare a casa tua” “Non stasera, i miei figli sono soli a casa” “Sono grandi ormai” “Sì ma…” “Renesmee…sì, devi solo dire sì” disse. Ero confusa, debole, non volevo pensare a Jake e a quella stronza “Io non lo so Nahuel” “Dimmi di sì, sarà una bella serata e non parleremo di lui” precisò; non sapevo che fare ma…perché rifiutare mentre Jake in quel momento poteva essere con lei? Magari cenavano e si divertivano insieme, magari dopo avrebbero trascorso la notte insieme. Immaginai un’altra donna che baciava mio marito, che metteva le sue mani su di lui, sul suo viso perfetto, sul suo corpo muscoloso e provai un enorme fastidio. “Va bene, accetto” “Perfetto, ti passo a prendere alle 20 a casa tua” disse e poi rientrò. Feci lo stesso anch’io e incrociai lo sguardo di mio padre, che ovviamente aveva ascoltato tutto e aveva anche letto nei miei pensieri le mie indecisioni. Non disse nulla ma in quello sguardo mi sembrò di intravedere un rimprovero, come se non appoggiasse la mia decisione. A mia volta non dissi niente, mi limitai a riprendere Jeremy e tornare a La Push. Radunai i miei figli e gli comunicai che quella sera per cena sarei andata fuori. Anche loro non parvero contenti della mia decisione. Poi mi andai a preparare.

Feci un bagno rigenerante, mi truccai e sistemi i miei capelli in una pettinatura particolare. Indossai un paio di pantaloni neri eleganti e un maglione bianco. Scelsi scarpe di pelle nere con tacco alto e una borsa abbinata. Scesi al piano inferiore e trovai i miei figli con Nahuel. Era già arrivato, eppure non lo avevo sentito… “Complimenti sei bellissima” mi disse. Sorrisi e lo ringraziai. Feci in tempo a vedere Jessie che alzò gli occhi al cielo storcendo la bocca, Sarah che fece una smorfia alle spalle di Nahuel e Jeremy che silenziosamente imitò la frase di Nahuel aggiungendo un tu invece no. Li salutai e gli ricordai di fare i bravi, tanto sarei tornata presto. Uscii di casa con Nahuel e presi la mia macchina, dato che lui era venuto a piedi. Pensavo che papà gliene avesse prestata una, ma non l’aveva fatto. Ci avevo visto giusto nel pomeriggio, Edward non approvava quell’uscita. Ma era un’uscita innocente e lo avrei raccontato a Jake il giorno dopo. La mia intenzione era solo quella di trascorrere la serata senza pensare a lui e alla puttanella che facevano sesso.

Salimmo in auto e partimmo verso un ristorante di Forks. Rimasi persa nei miei pensieri per tutto il tempo. Arrivati nel ristorante ordinammo e cominciammo a parlare “Allora questa sera sono molto fortunato” “Perché?” “Innanzitutto hai accettato il mio invito e poi perché sono a cena con la donna più bella del mondo” “Addirittura?” chiesi sorridendo. “Certo, non vedi che chiunque qui dentro ti guarda? Io non sono abituato a tutti questi sguardi indiscreti rivolti alla donna con cui esco” “Perché pensi che guardino me? Scusa potrebbero guardare te” “Renesmee…sei troppo modesta, guarda gli uomini…non notano certo me” disse; io in realtà non notavo mai gli sguardi che gli uomini mi rivolgevano quando uscivo con Jacob. Ero troppo impegnata a contare quante donne guardavano mio marito. Ed eccolo lì nei miei pensieri JAKE. Uscire con Nahuel era stata una pessima idea.

Quando finimmo di cenare erano già le 22 quindi dissi a Nahuel che era giunta l’ora di tornare a casa. “Potremmo fare un giro” propose “Nahuel ho detto ai miei figli che sarei tornata e poi…non  mi sembra il caso di esagerare” spiegai. Presi la macchina e tornai a casa mia, avrei salutato Nahuel che poi sarebbe tornato a casa Cullen a piedi. Una volta scesi dall’auto venne ad abbracciarmi e mi disse che era stata una bellissima serata e che avremmo potuto uscire di nuovo insieme quando sarei stata disponibile. “E spero che la prossima volta mi darai la possibilità di trascorre più tempo insieme a te lontano da tutti” io sorrisi imbarazzata, non volevo che lui fraintendesse “Mmm Nahuel io…lo sai” “Ma siamo stati bene no?! E se tu ti lasciassi andare ti farei passare una bellissima serata. Ti amerei come meriti, ti farei sentire una donna” disse. “Buonasera” sentii dire dalla voce di mio marito, quindi entrambi ci voltammo e vedemmo Jake avvicinarsi a noi. Cazzo aveva sentito tutto e temevo la sua reazione. Non volevo nascondergli quell’uscita, ma glielo avrei detto con calma, non volevo assolutamente che lui ci vedesse insieme e si facesse starne idee! Soprattutto dopo quello che Nahuel aveva appena detto.

“Jacob ciao” dissi avvicinandomi a lui “Ma che bello, sono felice che ti sia divertita in mia assenza” disse. Lo sapevo aveva frainteso “Amore non è come pensi, ora ti spiego” dissi e poi mi rivolsi a Nahuel “Ascolta adesso è meglio che tu vada, buonanotte”. “Buonanotte Renesmee, buonanotte anche a te Jacob” rispose, poi dato che mio marito non gli rispose ma si limitò a guardarlo come se gli volesse saltare addosso, Nahuel gli disse “Noto che la buona educazione non è una tua qualità, potevi almeno rispondere” a quel punto Jake lo guardò e rispose “La buona educazione è quella che mi trattiene dal venire lì a riempirti di botte” “Nahuel è meglio che tu vada, ciao” dissi e poi rimasi sola con mio marito.

NOTE:

Ciao ragazze, grazie per tutte le vostre letture ai miei capitoli, siete davvero in tante e mi fa piacere, anche se devo bacchettarvi un pochino...siete in poche a recensire! Va beh...so che migliorerete vero?

Veniamo al capitolo: come dice il titolo quella di uscire con Nahuel è stata proprio una pessima idea. Renesmee non l'ha fatto con cattive intenzioni, ma ovviamente doveva rifiutare!!!! Comunque...Jacob è tornato prima e li ha trovati lì insieme, adesso ci sarà da ridere...vedremo cosa accadrà nei prossimi capitoli!

Vi aspetto, una bacio

Vanessie

P.S: RECENSITE!!!!!!!!

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Capitolo 19

“Un piano B”

POV Jacob

Non ci potevo credere, trovarli lì insieme mi aveva ferito, non me lo sarei mai immaginato. Nahuel era appena andato via, non prima di avermi rivolto una frase poco carina alludendo al fatto che non ero educato dato che non avevo risposto al suo buonanotte. Ma che credeva, che mi sarei comportato come un babbeo, dopo che lui era uscito con mia moglie mentre non c’ero? Non sapevo cosa fosse successo tra loro quella sera, ma l’ultima frase che lui le aveva detto prima che io facessi notare la mia presenza era stata chiara: lui voleva uscire ancora con lei e andare oltre…adesso eravamo soli io e lei.

“Jake adesso lasciami spiegare, so che può sembrare quello che non è” “Lasciarti spiegare? Cosa? Che mentre io ero fuori tu ne hai approfittato per stare con quel mezzo uomo?” “Ascolta abbiamo solo cenato insieme in un locale pubblico, non c’è stato nient’altro tra noi” “Soltanto? Ti sembra poco? E poi chi me lo dice che c’è stato solo questo?” “Amore lo sai che non ti tradirei mai” “Beh lui era di un’altra opinione…ma comunque, perché hai accettato? E perché l’hai fatto proprio mentre non c’ero?” “Tesoro non c’è niente sotto” “Questo lo dici tu, sai che io non avrei mai accettato di farti uscire con lui se tu me lo avessi chiesto, non ti avrei mai gettato tra le braccia di quel bastardo” risposi urlando. “Calmati, non urlare” disse Nessie guardando verso la finestra, a quel punto notai anch’io che i nostri tre figli stavano lì a sbirciare quello che facevamo. “Amore ho sbagliato, lo so, ma credimi non avevo intenzione di ferirti” “Amore un cazzo!” “Jacob chiediti perché l’ho fatto piuttosto, forse solo per non pensare a quello che facevi tu nel tuo viaggio di lavoro” “Ma che diavolo dici? Io sono in piedi dalle 6 e sono stato tutto il giorno a trattare per lavoro e poi invece che riposare e tornare domani, mi sono messo alla guida per ore per tornare dalla mia famiglia prima! E cosa trovo? Quel viscido che è uscito con te e che ti sbava dietro” “Jake io ho accettato solo perché…beh tu eri con lei a Seattle” “Con lei chi?” “Con quella Sally” “Nessie stai vaneggiando, ero solo, completamente solo” “Non dirmi ancora bugie, so che sei andato con lei a Seattle” “Ma chi ti ha detto queste stronzate?” dissi urlando. “Nahuel è venuto all’officina con Carlisle l’altro giorno e vi ha sentiti, così me l’ha detto” “Ma certo il signor perfezione ti ha riempito la testa di scemenze” “Basterebbe che tu mi dicessi la verità, perché tanto io sono sempre la solita idiota che ti ama” “La verità Renesmee è che lui non sta facendo altro che provarci con te e che ti sta convincendo a fare quello che vuole lui” “Non è così” “Ah no? Prima non volevi uscirci, poi hai accettato, la prossima volta magari ti convinceva a baciarlo e quella ancora dopo a andare a letto con lui” “Jacob non è vero! Sai che per me ci sei solo tu” disse venendomi vicina e appoggiando le sue mani sul mio petto. Ma io ero troppo arrabbiato, odiavo che lei mi avesse mentito e che avesse trascorso la serata con lui “Ascolta Nessie io ho bisogno di rinfrescarmi le idee, quindi vado a fare un giro e a riflettere” “Aspetta amore ti prego…non andartene, mi dispiace per quello che ho fatto” “Dispiace anche a me, non sai quanto” dissi e poi presi la macchina e andai via. Avevo notato che Nessie aveva gli occhi lucidi e che stava per scoppiare a piangere, ma non ce la feci a restare lì.

Avevo sempre davanti agli occhi l’immagine di loro due, nelle orecchie sentivo le frasi che quel deficiente le aveva detto: la prossima volta ti farei passare una bellissima serata. Ti amerei come meriti, ti farei sentire una donna…ma per favore mi faceva ridere, io l’amavo già come lei meritava, io amavo tutto di lei e non solo il suo corpo. Quello invece voleva solo scoparsela e non gliene fregava niente del suo carattere, della sua dolcezza, del suo bisogno di sentirsi protetta. Avevo voglia di spaccargli la faccia, ma dovevo trattenermi. Guidai senza una meta precisa e dopo vari giri mi ritrovai a casa di Seth. Scesi e bussai alla porta. Quando venne ad aprire fu sorpreso di vedermi ma mi invitò ad entrare. Gli raccontai tutto, lui mi capì e cercò di darmi qualche consiglio. Poi aprimmo una birra, che presto diventarono due e poi tre. Facemmo tardi, mentre lui cercava di farmi calmare ricordando i vecchi tempi. “Seth dimmi la verità…secondo te io sono abbastanza per Nessie?” “Jake sì, certo che lo sei, siete sempre stati una bellissima coppia” “Mmm, forse ora non è più così per lei” “Smettila di sparare cazzate” disse e poi aprimmo la quarta birra a cui fece seguito la quinta. Iniziava a girarmi la testa, stavo esagerando, ma non mi importava “Seth vorrei andare da quel bastardo e fare una di quelle cose da ragazzino di 16 anni…tipo…lasciala stare o ti riempio di botte” “Beh sarebbe grandioso, ti accompagnerei per farmi quattro risate ma…la vedo più una cosa che potrebbe fare tuo figlio Jessie, non tu” “Lo so, mi trattengo solo per rispetto della mia condizione di padre e per rispetto verso i Cullen che lo ospitano” “Giusto! A proposito dei Cullen…ma Edward che gli legge nel pensiero apprezza le idee di Nahuel?” “Sinceramente non lo so, non c’avevo mai pensato. Ma Emmett è dalla mia parte, te l’avevo detto che è la mia spia in casa Cullen?” “Sì e che ti dice?” “Che quando non ci sono…Nahuel diventa ancor più spudorato con lei” dissi e poi aprii la sesta birra. Quando la finii provai ad alzarmi in piedi dal divano e mi sentii completamente smarrito. La testa mi girava ancor più forte, l’equilibrio scarseggiava e ci vedevo molto peggio del solito, tutto mi sembrava più distorto.

Seth era nelle mie identiche condizioni, quindi cominciammo a ridere a crepelle come due scemi. Ricordammo insieme i tempi in cui lui era diventato un lupo, di quando rimase con Edward e Bella e si scontrò con Victoria e Riley, mentre noi avevamo a che fare con l’esercito di vampiri neonati. In quello scontro mi ferii gravemente per salvare sua sorella Leah e rimasi a letto per un po’, sotto l’effetto della morfina che Carlisle mi somministrava. In quel periodo avevo avuto bisogno dei miei fratelli di branco per tutto: mangiare, lavarmi, andare in bagno…ripensammo a quando Seth mi accompagnava in bagno a fare la pipì e lì giù di nuovo a ridere. “Oh Dio Jake…dai dimmi la verità, io ero l’addetto alla pipì perché speravi di conquistarmi eh?!?!?!” “Certo Seth, l’hai capito solo ora?” “Ahahahaha dai potevi dirmelo esplicitamente prima di sposare Nessie” “Speravo che lo capissi da solo” “In effetti…oh non fraintendere lo sai che mi piacciono le donne ma…se fossi gay mi sarei innamorato di te” “Ah sì?! E perché?” “Sei quello più carino” “Beh anche Paul è un bel ragazzo” dissi…ormai eravamo proprio andati! “Sì ma tu a quanto dicono le ragazze sei più attraente” disse. Io lo guardai trattenendo una risata “Sei ubriaco” “Almeno quanto te Jacob” rispose. Dopo un minuto di silenzio Seth riprese a parlare dicendomi “E comunque siamo così ubriachi che non è la serata giusta per dirtelo ma…mi piace una ragazza da matti” “Chi è? La conosco?” “Sì” “È bella?” chiesi e Seth annuì. “Vai a letto con lei?” “No…mi piace sul serio, è un amore puro, da ragazzini” disse. La testa mi girava troppo per scoprire chi fosse questa ragazzina che lo aveva fatto innamorare. Comunque notai i suoi occhi raggianti quando aveva accennato a lei. Ne avremo riparlato…

Andammo avanti con i ricordi…il mio ritorno per il matrimonio di Bella, il periodo in cui lui e gli altri del branco mi erano stati accanto mentre Bella e Edward erano in luna di miele, la gravidanza di Bella, io che mi ribellavo a Sam. Poi Seth che mi seguì lasciando il branco di Sam, l’arrivo di Leah a darci una mano, il parto di Bella. Ogni ricordo sotto l’influsso delle sei birre a testa che ci eravamo scolati portava con sé nuove risate. L’imprinting per Nessie, la nostra amicizia, il nostro fidanzamento, il matrimonio.

Seth c’era sempre stato per me, in ognuno di quei momenti belli o brutti che fossero. “Seth…non so se sono tanto lucido, credo di no, ma volevo dirti…grazie” “Per le birre?” “No scemo, per essermi sempre stato accanto come un amico vero” dissi e lui sorrise “Grazie anche a te Jake…” detto questo ci abbracciammo “Credo proprio di essere ubriaco” dissi “Oh sì lo sei, alla grande…e lo sono anch’io se siamo riusciti a dirci grazie a vicenda” rispose Seth. “Ascolta ora è meglio che vada, non so dove ma devo andare…” “Jake non è il caso che tu guidi…” “Non voglio tornare a casa da Nessie, almeno non stanotte” “Sono le 3 di notte, mi spieghi dove vai allora?” “Boh, magari vado davvero a spaccare la faccia a Nahuel” “Ok allora è meglio che ti fermi a dormire qui da me” propose. “Dici davvero? Non voglio disturbare” “Il mio amico che io ho sempre considerato un fratello maggiore non disturba mai” “D’accordo, grazie Seth” risposi. Salimmo in camera sua a prendere un cuscino e una coperta. Quella notte sarei rimasto a dormire sul divano di casa sua. Poi una volta preso tutto scesi e mi sistemai sul divano. Mentre stavo lì disteso a riflettere su quello che era accaduto con mia moglie, mi arrivò un messaggio sul cellulare. Lo presi e controllai il mittente…era Nessie. Aprii l’ sms e lessi: ‘So che sei arrabbiato con me per la mia scelta di cenare con lui, ma vorrei che ti ricordassi che io amo solo te. Ti ho sempre amato e sempre ti amerò…stasera non mi aspetto che tu torni a casa, ma spero solo che non farai cavolate e che tu stia bene. Ti aspetto appena vorrai tornare da me!’

Sospirai e poggiai il cellulare sul tavolino davanti al divano. Sapevo che Nessie mi amava, non avevo dubbi su quello, ma ero tremendamente geloso di lei. Avevo sempre avuto paura che un giorno qualcuno le facesse la corte e che magari lei si lasciasse corteggiare. Lei era mia! Nahuel poi non solo le andava dietro, ma per corteggiarla faceva di tutto per screditarmi, non aveva nemmeno un’argomentazione personale per piacerle, ma si limitava a buttare fango su di me sperando che mia moglie gli concedesse quello che lui desiderava. Meditai anche su quello che mi aveva consigliato Seth, parlare con Edward sarebbe stata una bella idea, forse mi avrebbe aiutato a tenere Nahuel alla giusta distanza da lei, se anche il padre di Nessie glielo avesse detto poteva anche accadere che Nahuel si decidesse a tirarsi indietro. Certo mi serviva un piano B, nel caso in cui non fossimo riusciti a convincerlo. Pensai a varie possibilità ma alla fine la più plausibile era quella di dichiarare guerra aperta a quel bastardo. Sì…gli avrei detto in faccia tutto quello che pensavo di lui e…dato che lui la corteggiava perché non avrei potuto farlo anch’io? È vero, io e Nessie eravamo sposati ma…avrei reso le cose più difficili a mister sud America. Non avrei potuto farle i costosi regali di Nahuel ma per conquistare una donna non sono certo i soldi a essere importanti. Sarebbe stata Renesmee a scegliere chi tra i due preferiva. Dalla mia parte avevo il fatto che lei mi amava e che se mi aveva sposato un motivo per farlo l’aveva avuto. Poi io la conoscevo molto meglio di lui, sapevo quello che le piaceva, che la rendeva felice, in fondo l’avevo già corteggiata tanti anni fa, dovevo solo ricordare come si faceva…

SUNLIGHT'S RAY PART 2 FANFICTION

Capitolo 20

“Una vera famiglia”

La mattina seguente mi alzai e proprio come avevo immaginato Jacob non era tornato a casa, il letto dalla sua parte era vuoto. Lo capivo, era rimasto deluso dal mio comportamento, non sarei dovuta uscire con Nahuel. Però era anche vero che tra noi non era successo nulla e Jake mi conosceva bene, sapeva perfettamente che non sarei mai stata capace di tradirlo…dall’altro lato tuttavia la cosa poteva apparire losca: ero uscita con uno che mi stava dietro da mesi proprio quando mio marito non era a casa. Se fosse stato Jacob a farmi una cosa del genere mi sarei infuriata, gli avrei fatto una di quelle scenate…e gli avrei tenuto il muso per tanto tempo.

Mi decisi ad alzarmi dal letto e andai in bagno, poi misi i pantaloni di una tuta e una maglia di Jake. Mi mancava troppo avevo bisogno di annusare il suo odore perfetto. Quanto ero stata immatura a uscire con Nahuel? Come avevo fatto a credere a quello che Nahuel mi aveva raccontato a proposito di Jake e Sally? Mentre ragionavo tra me e me sentii la portiera di una macchina chiudersi. Corsi alla finestra e vidi che si trattava di Jacob. Dovevo farmi perdonare, così corsi giù per le scale, spalancai la porta d’ingresso e gli andai incontro. Lo abbracciai stretto e iniziai a dirgli che mi dispiaceva e che non sarebbe mai più successo. Lui però rimase abbastanza freddo, i suoi abbracci solitamente erano molto più calorosi. “Jake?!? Sei ancora arrabbiato vero?” “Nessie…io ho solo paura di perderti e di soffrire” “Ma tu non mi perderai mai, lo sai che noi siamo una cosa sola” “Non voglio che Nahuel continui a riempirti la testa di cose senza senso…che poi ci fanno litigare e mi fanno soffrire” “Amore io non voglio farti soffrire, è l’ultima delle mie intenzioni e lo so che mi sono comportata come una stronza viziata ma…non lo farò mai più” dissi e poi mi avvicinai a lui, stringendolo di nuovo in un abbraccio, ma quando mi avvicinai per baciarlo, lui mi respinse. Mi sentii morire…e se fosse stato lui a non volermi più? Se quello che avevo fatto fosse stato troppo da sopportare? Non volevo nemmeno pensarci. “Ascolta Nessie io non ho ancora digerito la cosa e…prima di fare pace con te voglio parlare  con lui” “Parlare con Nahuel? Jacob non fare cose avventate” “Nulla di avventato Nessie, voglio mettere le cose in chiaro. Se lui non l’ha capito glielo dico io che sei mia moglie e che ti deve lasciare stare” “Non voglio che litighiate, niente scenate” “Voglio solo parlare con lui e…basta” disse. Gli presi la mano e intrecciai le mie dita alle sue. Poi lo guardai e gli sorrisi dicendo che ero d’accordo con lui e che appoggiavo la sua idea. Gli chiesi se potevo accompagnarlo a casa Cullen e stare lì mentre lui e Nahuel parlavano, ma lui mi rispose che era meglio di no. Voleva essere solo. Cercai di convincerlo ma fu irremovibile. Ci salutammo e lo vidi salire in moto e andarsene.

POV Edward 

Stavo suonando il piano e Bella era lì accanto a me. Lei diceva sempre che amava sentirmi suonare. Sentivo i pensieri di Alice e Jasper che stavano progettando un viaggio d’amore in Australia, udivo i rumori che Esme e Carlisle stavano facendo per cambiare la sistemazione dei mobili dello studio al piano superiore, ascoltavo le chiacchere tra Rosalie e Emmett che dalla loro camera discutevano a proposito del fatto che Emmett fosse la spia ufficiale di Jacob. E poi vedevo Nahuel seduto sul divano, ma soprattutto sentivo i suoi pensieri che non mi piacevano affatto. Avevo capito che la sera prima lui e mia figlia avevano solo cenato insieme, ma che lui le aveva fatto capire di volere di più. Poi arrivati a casa di Renesmee erano stati visti da Jacob che era tornato in anticipo dal suo viaggio di lavoro. Non apprezzavo che mia figlia avesse deciso di uscire con Nahuel, ma sapevo che per lei non era stata una tentazione, lei amava solo suo marito.

Poi avvertii in lontananza l’odore di Jacob e il rumore della sua moto in avvicinamento. Sperai che non volesse fare una scenata a Nahuel, anche se in realtà se la meritava ma non volevo che arrivassero a litigare. Smisi di suonare e uscii in giardino proprio in tempo per vederlo arrivare e parcheggiare. Bella mi seguì. “Ciao Jacob” dissi “Ehy Jake tutto ok?” chiese mia moglie sempre felice di vedere il suo migliore amico “Ciao…non è tutto ok ma…volevo parlare con te Edward. Bella ti dispiacerebbe lasciarci soli?” domandò Jacob. Bella rientrò in casa e così io e Jacob ci allontanammo un po’ da casa per parlare liberamente.

“Senti Edward non sono venuto qui per litigare con lui ma…vorrei sapere che cosa ne pensi del comportamento di Nahuel” “Mi conosci abbastanza per sapere che non approvo il suo modo di fare” “Quello deve tenersi un po’ a distanza o giuro che faccio una strage” “Hai ragione, quando lui le ha chiesto di cenare insieme io credevo che lei rifiutasse, ma poi…tutte quelle bugie che Nahuel le ha raccontato su di te l’hanno convinta ad accettare” “Edward io voglio parlare con Nahuel e ricordargli che lei è già sposata, vorrei che tu fossi presente e magari…che mi aiutassi” disse Jacob e io sorrisi. Ero davvero d’accordo con lui, dovevamo parlarne con Nahuel, fargli capire che a noi faceva piacere la sua visita, il suo desiderio di imparare il nostro stile di vita, ma doveva capire che Renesmee era impegnata e amava suo marito, non c’era posto per un altro uomo, non c’era mai stato in passato e la conoscevo così bene da sapere che non ci sarebbe mai stato in futuro. “Va bene Jacob, ti aiuto, parliamogli” dissi. Lui mi ringraziò e mi spiegò anche il suo piano B, nel caso in cui Nahuel non avesse capito. Voleva ripagare con la stessa moneta. Se Nahuel voleva continuare a corteggiarla anche Jacob voleva farlo e anche se non sapevo nei dettagli quali sarebbero state le sue intenzioni, gli diedi fiducia.  

Tornammo in casa Cullen e chiamai Nahuel dicendogli che volevamo parlargli. Con noi rimase solo Bella, tutti gli altri andarono nelle varie stanze della casa, anche se in realtà sapevamo bene che il super udito dei vampiri gli avrebbe permesso di ascoltare tutto. Lasciai che fosse Jake a prendere la parola e lui lo fece “Nahuel ascolta vorrei chiarire una cosa molto importante con te…mi sta bene che tu sia venuto qui per imparare un nuovo stile di vita e che tu abbia fatto amicizia con Nessie, ma devi ricordarti che lei è sposata con me e noi abbiamo una famiglia” “Lo so già Jacob” “Beh allora vedi di ricordartelo soprattutto quando le chiedi di uscire con te” “Io non ho fatto nulla che lei non volesse” “Di questo non ne sono molto sicuro” “Jacob capisco che tu sia geloso di lei, ma non puoi imporle la tua volontà dicendole che non deve uscire con me” disse Nahuel.

A quel punto mi sentii di intervenire in aiuto di Jacob, mi piaceva come stava esponendo a Nahuel le sue opinioni, lo stava facendo in modo molto pacato, così presi la parola “Nahuel, quello che Jacob sta dicendo è che lui non vuole vietare a Renesmee di vederti, ma vorrebbe soltanto che tu ricordassi che per lei sei solo un amico” “Ma Edward io mi sono sempre comportato bene con lei” “Sì Nahuel ma non puoi negare che tu provi un certo interesse per mia figlia ed è ovvio che a suo marito non faccia piacere” dissi e poi Jacob riprese la parola “Nahuel sinceramente a me non importa nulla se tu le fai dei regali, dei complimenti o altro, sta a lei ricordarsi che è impegnata, ma vorrei che tu per…diciamo per corteggiarla…non le mettessi in testa cose assurde su di me per screditarmi” “Guarda Jacob che io non le metto in testa proprio nulla, lei ha dei dubbi su di te e basta una piccola parola detta diversamente per crearle sospetti” “Lei non ha dubbi su di me, io sono sempre stato chiaro e onesto su tutto con lei. Sei tu che con il tuo modo di fare fai disastri” “Ahahahahah Jacob se siete davvero innamorati come dite di essere, perché lei crede più a me che a te?” “Ascolta Nahuel mettiamo bene in chiaro le cose, non ti devi permettere di parlare del mio rapporto con mia moglie. E credimi ti conviene smettere di infastidirla” “Non ti viene in mente che forse anche lei vuole conoscermi meglio dato che apparteniamo alla stessa specie?” “No, non mi viene in mente” “Dovresti lasciarla più libera di scegliere…meglio un ibrido come lei che ha le sue stesse esigenze o un tenero lupacchiotto che magari le ha già dato tutto quello che poteva darle?” “Tutto l’amore che tu non avresti mai potuto darle e che non potrai mai darle” “Ma dai…sei un lupetto romanticone eh?!?!?! L’amore, ahahahah e se lei non volesse tutto quest’amore ma desiderasse solo la passione?” “Tu non sai niente di lei” disse mio genero.

Intanto avevo notato il cambiamento dei suoi pensieri e avevo notato il leggero tremore che lo stava cogliendo “Dai lupacchiotto, direi che l’hai amata a sufficienza dopo tutti questi anni, lasciala una settimana con me, ti assicuro che non la riconosceresti più” “Sei solo un illuso arrogante, toglitela dalla testa o io…io” “Altrimenti? Che fai Jake?” A quel punto mi intromisi. Tentai di appoggiare Jacob con le parole e feci capire a Nahuel che quei discorsi su mia figlia non erano di mio gradimento. Cercai anche di far calmare Jacob insieme a Bella, non volevo che si trasformasse, ma lo vedevo molto irritato. Richiamai Emmett e Jasper in giardino, meglio chiamare rinforzi nel caso in cui i due avessero avuto intenzione di scontrarsi. I miei fratelli furono lì in un attimo.

“Sei proprio buffo sai? Un tenero lupacchiotto dal cuore d’oro ma che non sa controllarsi…guarda quanto tremi! Un ragazzino…Renesmee ha bisogno di un uomo” “E tu pensi di essere un uomo mister simpatia? Ma fammi il piacere, sei solo un mezzo uomo ricordatelo” “Nahuel, Jacob basta calmatevi” dissi, ma ormai la lite era nell’aria. “Un mezzo uomo adatto alla donna che voglio e che presto sarà mia” “Sì certo, sarà tua nei tuoi sogni” “E se la tua Nessie ti avesse raccontato una bugia?? Se lei fosse già mia, magari non ha voluto dirtelo ma…” “Ma cosa? Che vorresti insinuare?” “Se io fossi già stato a letto con lei tu cosa faresti? E se a lei fosse piaciuto?” “Stai dicendo delle cazzate” “No Jacob, nessuna cazzata. Io me la sono già scopata la tua dolce mogliettina” a quel punto accadde tutto all’improvviso. Jacob tirò un cazzotto molto forte a Nahuel, facendogli anche uscire il sangue dal naso. Poi prese a tremare fortissimo, allora Jasper usò il suo potere su di lui per calmarlo, mentre Emmett trattenne Nahuel per impedirgli di farlo scontrare con Jake. Bella andò vicina al suo migliore amico di sempre e prese a parlargli dicendogli che Renesmee non avrebbe mai fatto una cosa del genere e che noi eravamo dalla sua parte. Io mi misi in mezzo a loro due e rimproverai Nahuel dicendogli che non accettavo quel linguaggio riferito a mia figlia. Tutto quel rumore attirò in giardino anche Alice, Rosalie ed Esme che come previsto si schierarono dalla parte di Jacob e ben presto ci raggiunse anche Carlisle. Anche lui non approvò quello che Nahuel si era inventato e nonostante la sua proverbiale ospitalità e cortesia affermò “Nahuel non voglio mai più sentire delle assurdità simili su mia nipote. E sappi che qui noi sosterremo sempre Jacob. Non approvo nemmeno che tu ti rivolga a lui senza un minimo di rispetto. E se proprio vuoi accusare qualcuno di essere un ragazzino…beh ti assicuro che non è il caso di Jacob, di ragazzino qui vedo solo te”. Mi trovavo pienamente d’accordo con Carlisle “Spero che ti scuserai con lui quando ti sarai calmato, se invece non vuoi farlo allora puoi anche andartene. In casa mia chiunque è il benvenuto ma il rispetto per i membri della mia famiglia è il presupposto fondamentale” concluse Carlisle.

Rientrai in casa con Bella e Jacob mentre tutti gli altri Cullen rimasero fuori con Nahuel. Jacob ci ringraziò per il sostegno che gli avevamo dimostrato, lo invitai a restare con mia moglie in cucina per parlare un po’. Erano sempre stati amici e lui aveva bisogno di sfogarsi. Poi mi allontanai e telefonai a mia figlia. Le spiegai velocemente l’accaduto e le chiesi di raggiungerci a casa Cullen. Nahuel aveva detto delle cose che la riguardavano da vicino ed era giusto che lei potesse esserne al corrente. Presto sarebbe arrivata e non avevo dubbi sul fatto che avrebbe preso le distanze da Nahuel e sarebbe stata dalla parte di Jake. Anche quella volta.

NOTE:

Ciao a tutti :D allora c'è stato il tanto atteso confronto tra Jacob e Nahuel con l'appoggio di Edward. Nahuel ha fatto proprio una bella figura!!!! Beh finalmente si è rivelato agli occhi di tutti per quello che è! Edward ovviamente è sempre stato dalla parte di Jacob e credo che nella parte finale del capitolo abbia preso la giusta decisione decidendo di telefonare a Renesmee...è giusto che lei affronti la situazione che in fondo ha contribuito a creare per non essere scortese con Nahuel (quest'ultimo si meritava tutt'altro).

Vi aspettavate che il confronto Nahuel/Jake prendesse questa direzione?

Ringrazio tutte le lettrici silenziose che sono tantissime e anche tutte le lettrici che recensiscono (vi adoro <3). A presto!

SUNLIGHT'S RAY FANFICTION

Capitolo 21

“Prendere le distanze”

Avevo appena riagganciato il telefono dopo la chiamata di mio padre e corsi in camera a vestirmi con le prime cose che mi capitarono sottomano. Dovevo assolutamente arrivare a casa Cullen il prima possibile per dirgliene quattro a Nahuel. Lui e Jacob avevano litigato e quello scemo aveva detto a mio marito delle cose senza senso. Gli aveva raccontato una bugia e anche se papà mi aveva detto che adesso Jake stava bene, in realtà io avevo bisogno di constatarlo con i miei occhi. Volevo essere sicura che Jacob non avesse creduto a quella bugia enorme. Dopo essermi vestita alla velocità della luce, corsi in salotto e dissi a Sarah di badare a Jeremy mentre io non c’ero. Presi la macchina e sfrecciai verso Forks, nel tragitto non facevo che pensare a quello che avrei fatto e detto una volta arrivata a destinazione. Non volevo assolutamente che Nahuel rovinasse la mia perfetta vita matrimoniale, non glielo avrei permesso, non più. Ero stata molto più che idiota a dargli corda fino a quel momento. Se solo lui avesse provato a ferire Jake in qualsiasi modo io l’avrei ucciso. Non si meritava di soffrire, nella sua vita aveva già patito abbastanza: la morte della madre quando era piccolo, la malattia del padre che era costretto sulla sedia a rotelle, la storia con Bella e poi la perdita della memoria che l’aveva portato lontano da me e dai bambini.

Svoltai nel sentiero per casa Cullen e parcheggiai. Scesi di corsa e salutai in modo sfuggente zio Jasper e Alice, che mi erano venuti incontro e poi zio Emmett e zia Rosalie in veranda. Entrai in salotto e vidi nonna Esme e Carlisle con Nahuel seduti sul divano. I nonni mi sembrarono per la prima volta un po’ infastiditi. Salutai di proposito solo i nonni, non volevo che Nahuel pensasse che andasse tutto bene “Ciao nonni, Jake dov’è?” “Ciao Renesmee, lui è in cucina con i tuoi genitori” rispose Esme. Mi diressi in quella stanza e vidi mio padre seduto, Jacob in piedi appoggiato al tavolo e mia madre gli stava accanto e strofinava su e giù la sua mano sulla schiena di Jake. Entrai nella stanza di corsa e mi fiondai verso di lui, alzandomi sulle punte dei piedi per stringere le mie mani dietro alla sua testa e abbracciarlo. Lui ricambiò l’abbraccio e questo mi fece ben sperare. Forse non aveva creduto a quello che Nahuel gli aveva detto, ossia che io ero andata a letto con lui. “Noi adesso vi lasciamo un po’ soli” disse Bella uscendo dalla stanza con Edward.

Adesso ero sola con lui. Mi staccai da quell’abbraccio e lo guardai negli occhi “Lo sai che non è successo nulla tra me e Nahuel vero?” “Sì, lo so” “Te l’avevo detto che non dovevi venire qui a parlargli, era inevitabile che avreste litigato” “Non mi importa, almeno si è rivelato per quello che è” “Mi dispiace amore è solo colpa mia…se io non avessi accettato di cenare con lui ora…” “No Ness, non è solo colpa tua, è lui che è un completo idiota” disse mio marito. Vi avvicinai e lo baciai. “Amore non sai quanto mi dispiace. Non voglio farti soffrire, non te lo meriti” “Nessie stai tranquilla, io non ce l’ho con te” “Dopo parliamo solo noi due, ora voglio parlare con Nahuel” dissi e lo trascinai in salotto dove c’erano al gran completo tutti i miei parenti. “Ciao Nahuel, dimmi è stato bello raccontare un mucchio di cavolate alle mie spalle?” “Renesmee devi lasciarmi spiegare” “Spiegare cosa? Che volevi far credere a mio marito che io sono una emerita zoccola?” dissi e poi guardai papà scusandomi mentalmente per il linguaggio. Lui non aveva mai approvato che io dicessi parolacce o usassi termini coloriti, ma in quel caso mi ci voleva proprio. “Non ho mai detto questo” “Certo che no Nahuel, ma lo hai lasciato intendere. Sia chiaro che io e te non abbiamo mai fatto nulla e mai farei qualcosa con un altro. Adesso ti sogni la mia amicizia, da oggi io non ho più nulla a che fare con te” “Ma Renesmee vedi che ti fai condizionare da lui? Solo perché lui non vuole, tu tronchi i nostri rapporti” “Ti sbagli, io tronco i rapporti perché a me non va più di darti confidenza, perché tu non ti comporti affatto da amico con me” “Andiamo…lo difendi quando lui mi ha tirato un pugno” “Beh ha fatto bene, se ti rompeva un braccio ero più contenta” “Ma Renesmee non puoi comportarti così, io e te dobbiamo dirci ancora tante cose…” disse prendendomi per un braccio e tirandomi verso di lui “Lasciami Nahuel, ti ripeto che io non ho proprio niente da dirti” “Io scommetto di sì” disse Nahuel, a quel punto Jacob appoggiò la sua mano sul braccio di Nahuel e disse “Ti ha già detto che non vuole parlarti, adesso lasciala”. I due si guardarono con una reciproca aria di sfida “Tu Jacob non ti intromettere” “No, Nahuel sei tu che devi farti da parte, lasciala stare” appena mollò la presa sul mio braccio appoggiai la mia schiena sul petto di Jake, che mi abbracciò da dietro e salutai Nahuel con un freddo addio. Poi salutammo i Cullen e me ne andai in auto seguita da mio marito in moto. Ad un certo punto mi sorpassò e lo seguii tenendo la solita bassa velocità…Jacob era sempre preoccupato, mi ripeteva di continuo di guidare con prudenza e figuriamoci se si sarebbe lasciato sfuggire l’occasione di guidare davanti a me per obbligarmi ad andare piano!

“Oh andiamo Jake” bisbigliai tra me e me. Poi arrivammo a casa e quando scesi dissi “Sai che pensavo?” “No cosa?” “Che ad un certo punto le due formiche alla nostra destra ci sorpassassero” “Ahah che ridere” mi rispose con il suo modo ironico. Entrammo in casa e i nostri tre figli seduti sul divano ci guardarono preoccupati. “Tutto ok” dissi, loro sorrisero e facendo finta di nulla ripresero le loro attività. Jessie e Jeremy continuarono la loro sfida ai videogiochi e Sarah recuperò un libro e andò a leggere in camera sua. Sapevo bene che io e Jake dovevamo parlare da soli, allora andai al piano superiore, in camera nostra e lo aspettai seduta sul letto. Poco dopo entrò e chiuse la porta. Venne a sedersi vicino a me e mi guardò “Mi dispiace sul serio per quello che è successo” dissi e lui invece di rispondermi mi accarezzò il viso, scostandomi i capelli dalla faccia. Poi mi baciò e io mi persi in quel vortice di emozioni che ogni volta sapeva provocarmi. “Ti sei già scusata abbastanza” “No amore, non è vero, mi sono comportata come una ragazzina…se solo fossi stato tu a comportarti così io mi sarei infuriata” “Ora basta, ieri sera mi sono arrabbiato più del dovuto quando vi ho visto insieme” disse e io cominciai ad accarezzare i suoi capelli neri e gli sorrisi.

“Sei troppo buono, amore” “Lo faccio solo perché ti amo” “Ti amo anch’io Jake…posso sapere dove sei stato stanotte dato che non sei tornato?” “Perché dovrei dirtelo?” mi domandò con la sua aria furbetta. “Non posso saperlo?” “Che mi dai se te lo dico?” “Nulla…” “Allora carotina non te lo dico, se vuoi saperlo devi darmi qualcosa in cambio” “Ti do tutto il mio amore, ti basta?” “Ehhh, mi hai fregato, volevo tirarmela un po’ ma…come faccio a dirti di no?” disse sdraiandosi sul letto. Sorrisi e anch’io mi sdraiai accanto a lui. “Sono stato da Seth” disse, lo abbracciai e lui mi baciò sulla testa. Per fortuna tra noi era tutto risolto e ne ero felice, non avrei mai voluto che qualcuno mettesse in pericolo il nostro rapporto. Continuammo a baciarci per un po’ poi scendemmo al piano inferiore e trascorremmo una bellissima giornata con i nostri figli.

NOTE:

Ciao a tutti, era l'ora....Renesmee è riuscita ad allontanare Nahuel anche se lui fino all'ultimo secondo ha continuato a comportarsi da vero idiota! Finalmente Jake e Nessie si sono riappacificati e speriamo che Nahuel si si tolto definitivamente dalle scatole :P

Scusate se il capitolo non è molto lungo, ma ogni tanto questi capitoli di passaggio ci vogliono! Continuate a seguirmi perchè devono succedere ancora mooooolte cose!

Vi aspetto al prossimo capitolo, grazie a tutti e a presto

Vanessie

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Capitolo 22

“I figli crescono”

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Capitolo 23

“Spiegami perché!”

POV Jessie

Tornati a casa dopo la nostra uscita familiare Sarah volle salire con me in camera mia, mentre i miei genitori erano in salotto con Jeremy. Sapevo cosa voleva dirmi…in macchina avevo rivelato a papà che Sarah era innamorata e gli avevo anche detto che il ragazzo in questione era Seth. Di sicuro adesso lei voleva chiedermi perché l’avessi fatto.

Entrammo nella mia stanza e lei chiuse a chiave la porta. Mi guardò in cagnesco strizzando gli occhi come faceva mia madre quando era arrabbiata e cominciò a parlare “Quindi?? Sei contento?” mi domandò “Sarah perché te la prendi tanto?” “Volevo essere io a dirlo a papà quando sarei stata pronta” “Non lo saresti mai stata, ti conosco” “Non è vero, avevo intenzione di dirglielo presto” “Beh hai avuto mesi per farlo” “Questi non sono affari tuoi” rispose. Mi misi seduto sul letto mentre lei cominciò ad andare avanti e indietro per la stanza “Poi non ti sei limitato a dirgli che ero innamorata di qualcuno, hai anche dovuto dire che è Seth! Spiegami perché!” “Perché tu non riuscivi ad essere sincera e papà merita di saperlo non credi?” “No” “Insomma tu non glielo dici, Seth nemmeno” “Seth non lo sa” “Andiamo Sarah non puoi essere così sprovveduta, ma certo che Seth lo sa, se ne è accorto da un bel pezzo” “Tu come fai a sapere tutte queste cose?” “Lettura nel pensiero del branco…ti dice niente questo concetto?” dissi. Sapevo ormai da un po’ che Seth lo sapeva e nella sua mente in forma di lupo avevo visto che anche lui nutriva interesse per mia sorella. Mio padre non se era mai accorto perché Seth era in gamba a tenere nascosti i suoi pensieri più intimi, in realtà tutti i membri del vecchio branco che ancora si trasformavano erano bravi a farlo, a me restava ancora molto difficile. L’avevo scoperto un giorno in cui ero di ronda da solo con Seth e lui, forse rilassato al pensiero che papà non fosse lì, si era lasciato sfuggire la verità.

Ero protettivo verso mia sorella, eredità genetica di mio padre, ma sapevo che Seth non voleva farle del male, nessuno fa mai del male ad amare qualcuno, tantomeno lui che era sempre stato un ragazzo sincero e rispettoso verso chiunque. Non avevo mai detto a mio padre quello che avevo scoperto perché doveva essere Sarah a farlo, ma lei da mesi non si decideva e quindi avevo preso la decisione di essere io a dirlo al posto suo, solo per darle una mano. Non avevo agito con cattiveria, forse lei non l’aveva apprezzato ma in realtà volevo solo aiutarla, toglierle l’imbarazzo. Magari mi sarebbe stato di lezione, avrei dovuto restarne fuori, ma ormai non potevo certo tornare indietro per cambiare le cose. “Papà mi ucciderà Jessie lo sai?” “Ma che dici?! Sei impazzita?” “Sai quanto è geloso e protettivo…non gli sarà piaciuto sapere che sua figlia è innamorata di qualcuno” “Prima o poi sarebbe successo” “Sì ma tu non capisci…mi sono innamorata del suo migliore amico e poi…lui è molto più grande di me” “Vedrai se ne farà una ragione” “Jessie io…” disse preoccupata “Dai vieni qua” le dissi prendendola per un braccio e trascinandola verso di me. La abbracciai stretta e lei ricambiò, per fortuna non se l’era presa più di tanto con me. “Andrà tutto bene” le sussurrai. “Credo che quando elaborerà tutto ciò che ha saputo oggi mi metterà in punizione per evitare che io esca e incontri Seth, oppure mi spedirà fuori di casa” disse Sarah. “Ma dai che diavolo dici!! Non lo farebbe mai, credo che la sua idea sia più quella di mandarti in convento” le risposi “Giusto…non ci avevo pensato”.

Sentimmo bussare alla porta della mia camera, sciolsi l’abbraccio e sentii la voce di nostro fratello Jeremy che ci chiedeva di farlo entrare. Girai la chiave e gli feci capire di entrare, poi richiusi la porta.

“Sarah sei sul serio innamorata di Seth?!” domandò Jeremy “Sì perché? Che c’è di male?” “No niente è che…oh mamma quando lo sapranno tutti!!!” disse nostro fratello Jeremy con la sua aria da ragazzino “Chiudi il becco Jeremy o ti ammazzo con le mie mani, nessuno deve sapere nulla ok?” disse mia sorella. Scoppiai a ridere fragorosamente, era bello assistere a quello spettacolo. “Tu non ridere Jess e dammi una mano” mi implorò mia sorella, ma non avevo intenzione di intervenire, risi ancora di più sdraiandomi sul letto. “Ecco perché ultimamente stai sempre delle ore chiusa in bagno a farti bella prima di uscire…” continuò a dire Jeremy “Smettila” rispose Sarah. “E mi raccomando Sarah prendete delle precauzioni” continuò a dire Jeremy. Non riuscivo più a contenere le mie risate, Jeremy assomigliava del tutto a papà, sempre con la battuta pronta ma Sarah si arrabbiò di brutto saltandogli addosso “Scemo, deficiente piantala subito! Hai solo 12 anni cosa vuoi saperne tu?” disse lei acciuffandolo da dietro e trattenendo le sue braccia “Sarah e Seth si amano uhhhhhhh” continuò a dire quel cretino di mio fratello per prenderla in giro. Presi il cuscino e mi avvicinai a loro “Piantatela ora!” dissi cominciando a tirare cuscinate a Jeremy e Sarah. Loro presero dei cuscini e cominciò una lotta sfrenata all’ultimo sangue, tutti contro tutti. Ovviamente cercavo di dosare la mia forza di licantropo altrimenti avrei fatto del male ad entrambi. Fu divertentissimo, mi sembrava di essere tornato piccolo. Come chiunque altro amavo mio fratello e mia sorella, anche se litigavamo e ci prendevamo in giro. Ma nessuno poteva permettersi di prendersi gioco di loro, o se la sarebbe vista con me. Con loro c’era un legame che non aveva bisogno di parole o gesti, un legame profondo che ci avrebbe permesso di volerci bene e di aiutarci per tutta la durata della nostra vita.

Smettemmo la lotta dei cuscini quando diventammo esausti per il troppo ridere. Ci sedemmo tutti e tre per terra e riprendemmo fiato. Sarah fece promettere ad entrambi che non ne avremmo parlato con nessun altro e noi ovviamente giurammo. Era giusto che fosse lei a decidere a chi dirlo e quando, avevo capito la lezione. “Uffa però, Sarah ama Seth, tu Jessie ami Katy e io…” disse Jeremy all’improvviso “Ne hai di tempo per trovare qualche ragazza” gli rispose Sarah “Sì infatti, che fretta hai? Ora ti puoi permettere di fartene piacere almeno una al giorno” dissi ricordando che a 12 anni sia io che i miei amici prendevamo una decina di cotte al mese, considerando anche le cotte per le cantanti o attrici che vedevamo in tv. Jeremy parve convincersi, allungai una mano e gli scompigliai i capelli, lui sorrise e poi diede nuovamente avvio ad un secondo round di lotta con i cuscini.

Ci decidemmo a farla finita quando papà bussò alla porta. Jeremy aprì e a papà venne quasi un colpo vedendo la stanza ridotta in quel modo.

“Spero che rimetterete tutto in ordine” disse “Certo, non preoccuparti” risposi. “Posso parlare un momento con te?” mi domandò papà. Accettai, feci uscire Sarah e Jeremy dalla mia camera e rimasi lì con mio padre. “Tu lo sapevi quindi” affermò papà riferendosi al discorso Sarah/Seth. Annuii, Sarah aveva ragione nostro padre non l’aveva digerita. “Come fai a sapere che a Seth interessa tua sorella?” “Papà gliel’ho letto nella mente e comunque si vede lontano un miglio”. Non rispose, sospirò e si mise seduto sul mio letto. “Devi dare un occhio in più a tua sorella da oggi in poi quando io non ci sono” “Perché dovrei farlo?” domandai sorridendo. “Perché è tua sorella” “Beh? È grande abbastanza per cavarsela e poi Seth non vuole mica farle del male” “Non è grande abbastanza” “Papààààà daiii…ma che vuoi che succeda?!” “Magari Seth…sai è più grande e potrebbe avere certe idee che a lei non piacciono o per le quali non è pronta” disse con un’espressione tipica di nonno Edward. “Non credo che voglia rapirla e obbligarla a fare niente” “Jessie non sto dicendo questo ma…tu lo sai…noi uomini siamo diversi…insomma…” “Non vuole mica saltarle addosso!” “Ok ma…promettimi che le dai un’occhiata in più, a te non costa niente e io sarei più tranquillo” disse. Lo accontentai dicendogli che ci avrei pensato io. Uscì dalla mia camera e dopo qualche minuto uscii anch’io e bussai alla stanza di Sarah. “Che vuoi ora Jess?” “Sempre carina e gentile eh!! Dai fammi entrare” “Allora?!?!?” “Papà mi ha chiesto di tenerti d’occhio quando lui non c’è, ha paura che tu ti metta nei guai o che Seth faccia qualcosa che a te non va” le rivelai. Non mi andava di fare il fratello maggiore spione, non ce n’era motivo. Seth non avrebbe mai ferito mia sorella e anche se capivo le gelosie di mio padre e le sue preoccupazioni, in realtà non volevo spalleggiarlo troppo. Sarah era grande abbastanza e proprio come avevo fatto io era giusto che fosse libera di fare le sue esperienze.

“Lo sapevo che avrebbe reagito così…cavolo, adesso spero che non vada a fare la predica a Seth” rispose. “Non credo che lo farà…almeno per il momento ma…tu cerca di non creargli troppe preoccupazioni oppure non gli mancherà il coraggio di parlarne con Seth” precisai. “OK, grazie per avermi informata” “Di nulla Sarah” dissi apprestandomi ad uscire dalla stanza, ma lei mi fermò “Jessie ti prego, vedi di tappare la bocca a Jeremy perché non credo che sappia tenersi il segreto” “Vedrò di fare qualcosa” le promisi. Mi chiese di accompagnarla nella camera di Jeremy per parlargli di nuovo ed io accettai. Entrammo chiudemmo a chiave e Sarah prese la parola “Jeremy non sono sicura che tu riesca a stare zitto su me e Seth” “Beh che credete! Non sono mica un bambino!” rispose lui. “Non devi dirlo a nessuno, né ai nonni, né agli zii, né ai tuoi amici” “Lo so Sarah, ho capito” “Se vengo a scoprire che qualcuno lo sa io…ti spezzo le gambe Jeremy” “Sì, ho capito anche se…non sei forte abbastanza da spezzarmi le gambe” disse lui ridendo. A quel punto mi intromisi. Mi fidavo di mio fratello, ma era ancora un ragazzino e certe cose proprio non si riescono a capire alla sua età. “Te le spezzo io le gambe se lo dici in giro” dissi con la faccia più minacciosa che riuscii a fare. Capii dallo sguardo di Jeremy che questa volta aveva capito sul serio. “Ok, sarò muto come un pesce” rispose. 

NOTE:

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Capitolo 24

“L’espressione di un potere”

Stavo sistemando la camera di Jeremy quando sentii suonare alla porta. Scesi al piano inferiore e andai ad aprire. Mi trovai di fronte Nahuel “Ciao Renesmee sono qui per salutarti, sto per partire” “Ciao, buon viaggio” “Non essere così fredda con me” “Nahuel scusa che ti aspettavi?” “Se mi fai entrare te lo spiego” disse. Lo guardai tentando di capire dove volesse andare a parare, poi in nome dell’educazione di casa Cullen lo feci accomodare in salotto. Si mise a sedere sul divano mentre io mi limitai a restare in piedi davanti a lui. “Voglio chiederti scusa se l’altra volta ho esagerato con i termini, ma…non sono pentito di quello che ho detto a Jacob” “Quindi fammi capire…ti dispiace per il linguaggio utilizzato, ma pensi ancora che io sarei stata con te” “Se avessi accettato di uscire di nuovo con me sì, ma tu vuoi assecondare il tuo lupacchiotto” “Nahuel ti prego smettila di chiamarlo così. E comunque ti sbagli di grosso, per me tu non eri nient’altro che un amico” dissi e poi notai mio figlio Jeremy che ci spiava. Ero sola in casa con lui e naturalmente capivo la sua curiosità. Mi rivolsi a mio figlio dicendogli di rimanere con noi, non c’era nessuna discussione segreta con Nahuel.

Jeremy mi venne accanto e guardò in modo scontroso il nostro ospite. “Nessie voglio solo che tu sia felice” disse Nahuel baciandomi la mano e poi mi tirò verso di sé, mi cinse la vita con le braccia “Potresti essere molto più felice di così” “Nahuel ora lasciami” dissi iniziando a divincolarmi per sciogliere l’abbraccio in cui mi aveva costretta. Sentii la mano di Jeremy sulla mia, mentre con l’altra mano tentò di spingere Nahuel lontano da me. “Senti mia madre ti ha già detto di lasciarla, quindi smettila di trattenerla” disse mio figlio. Che dolce, voleva difendermi! “Jeremy questa è una cosa tra me e tua madre, perché non vai da qualche altra parte ora?” disse Nahuel “No è meglio che sia tu a andare da un’altra parte, dico sul serio” rispose Jeremy. Poi si portò entrambe le mani alla testa e iniziò a lamentarsi per il dolore. Era uno dei suoi soliti mal di testa dovuti al potere che stava sviluppando. Spinsi Nahuel con tutta la forza che avevo liberandomi dalla sua stretta e abbracciai mio figlio. Gli chiesi più volte come stesse, mentre lui continuava a ripetere che gli scoppiava la testa. “Ascolta Renesmee un giorno sarai mia, ricordatelo” disse Nahuel riprendendomi con la forza tra le sue braccia. “Mio figlio sta male, mollami” “Ricordatelo mia e solo mia” disse tentando poi di strapparmi un bacio. Iniziai a muovermi per liberarmi di nuovo, ma quando sentii la mano di mio figlio che mi tirava a sé cambiò tutto: improvvisamente avvertii una specie di protezione intorno a me.

Più stringevo Jeremy, più mi sentivo protetta. “Ora vattene e non avvicinarti più a mia madre” disse mio figlio. Quando Nahuel provò ad avvicinarsi a noi, lo vidi quasi rimbalzare all’indietro. Guardai mio figlio che sembrava del tutto guarito dal mal di testa e allora capii: aveva usato per la prima volta il suo potere. Il mal di testa che lo affliggeva da mesi era dovuto ad una specie di scudo che lui poteva creare intorno a sé e agli altri. Un po’ come mia madre Bella, ma il potere di Bella era più impalpabile. Il suo scudo non si vedeva e lei poteva proiettarlo anche lontano da sé. Lo scudo di mio figlio invece proteggeva lui e coloro che gli stavano accanto fisicamente mantenendo il contatto con una mano, un abbraccio…il mio piccolo Jeremy! Era riuscito a usare il suo dono per la prima volta poiché desiderava proteggermi, non vedevo l’ora di dirlo a Carlisle, agli altri Cullen e soprattutto volevo dirlo a Jake. Ma prima di tutto dovevo far calmare mio figlio, oppure sarei rimasta imprigionata all’interno delle pareti del suo scudo insieme a lui. “Tesoro ora calma, non è successo niente, sto bene…sono sicura che se ti tranquillizzi l’effetto del tuo potere svanisce” dissi accarezzandolo sulle spalle e stringendolo a me da dietro. “Devi mandare via Nahuel o non ci riesco a calmarmi” rispose mio figlio. Guardai il nostro ospite sperando che avesse capito che era indesiderato “Nahuel, ci siamo salutati, ora ti prego vai e fai buon viaggio” “D’accordo Renesmee, ma ricordati che un giorno ci rivedremo” disse e poi lasciò la mia casa. Sperai che la sua promessa di rivederci in futuro non si avverasse. Nel tempo in cui era rimasto a Forks mi aveva creato non pochi problemi con Jake e sinceramente dopo il nostro litigio non avevo più voglia di avere contatti con lui.

“Ok Jeremy, ora siamo soli io e te, siamo al sicuro” “Cerco di liberarti mamma” disse e poi dopo qualche minuto riuscì a far svanire lo scudo che ci avvolgeva. “Sei stato bravissimo amore” “Devo imparare a controllarlo meglio, devo farmi insegnare da nonna Bella” “Lo faremo, andremo ad allenarci ogni volta che lo vorrai” “Mamma…perché proprio io devo avere un potere? Insomma Sarah e Jessie non ce l’hanno!” “Piccolo mio non lo so il perché, ma è una bella cosa, non vederla come un problema, è un dono” “Sì, ma un giorno diventerò anch’io un lupo e…che diranno gli altri? E che dirà papà?” “Saranno felici, ne sono sicura” “Non vorrò essere il diverso del branco” “Jeremy, tu sarai diverso perché avrai una capacità in più…” dissi e lo strinsi forte tra le mie braccia. “Se ho un potere significa che io più di Sarah e di Jessie ho ereditato i geni da vampiro e…mamma io ti voglio tantissimo bene e ne voglio anche ai nonni e agli zii, ma…voglio essere un lupo” “Ma tesoro lo sarai, un lupo speciale” dissi. Capivo le sue perplessità…era sempre cresciuto con la consapevolezza che un giorno sarebbe stato come Jacob e Jessie, adesso questa novità lo aveva colto di sorpresa. E poi il desiderio di essere come tutti gli altri era comprensibile alla sua età. A 12 anni nessun ragazzino vuole sentirsi diverso, ma ero sicura che crescendo avrebbe cambiato idea. Sicuramente gli avrebbe fatto bene parlare con suo padre, era il suo punto di riferimento e in quel momento ne aveva bisogno. Proprio quando finii di pensare sentii mio marito rincasare.

Lo salutammo e lo invitammo a sedersi con noi. “Che succede?” chiese Jake “Proprio qualche minuto fa è venuto Nahuel a salutarmi perché parte e…diciamo che ha continuato a insistere con me. Jeremy era lì e voleva proteggermi quindi per la prima volta ha usato il suo potere” spiegai. Vidi Jacob tranquillizzarsi e rivolgere un bellissimo sorriso dei suoi a nostro figlio “Wow ben fatto Jeremy! Dimmi un po’ che potere hai? Spari fuoco, lanci fulmini dagli occhi o incenerisci chi ti da fastidio?” chiese mio marito con la sua solita voglia di scherzare “Niente di tutto questo” rispose in modo triste nostro figlio “Peccato mi sarebbe piaciuto vedere Nahuel incenerito…ma perché sei così triste?” chiese mio marito “Papà…io non so se essere contento del mio potere” “Jeremy devi essere contento, è una dote” spiegò Jacob “Sì ma tu e Jessie non avete poteri e nessun altro del branco ce l’ha” “Ma tesoro pensa che forte?!?!? Avremo nel branco un lupo con un potere da vampiro, sarai il primo in assoluto” “Io non voglio essere diverso, voglio essere come te, tutti ti vogliono bene e ti rispettano” disse Jeremy e poi andò ad abbracciare suo padre. Jake mi guardò stupito e cercò di trasmettere in quell’abbraccio tutto l’amore che provava per nostro figlio. “Vorrei essere come te papà” “Ma tu sei già migliore di me e sarai più forte” disse mio marito. Era stupendo vederli insieme abbracciati, Jake era davvero il più bravo padre che avrei mai potuto desiderare per i miei figli. Sapeva essere autorevole ma dolce, dargli il senso di protezione, di fiducia nel futuro e nelle loro potenzialità di cui avevano bisogno.

“Ora mi vuoi dire che potere hai?” “Ho una specie di scudo come nonna Bella” “Sul serio??? È fantastico” disse Jacob tutto felice, ero sicura che già pensava a quanto sarebbe stato utile per il branco quel dono che nostro figlio aveva sviluppato. Intervenni nella loro conversazione e spiegai meglio a Jake quello che il nostro bambino era in grado di fare. Gli spiegai nel dettaglio le differenze tra lo scudo di Jeremy e quello di Bella, sottolineando che Bella poteva avvolgere chiunque con lo scudo, indipendentemente dalla distanza a cui si trovava da lei, mentre Jeremy per il momento riusciva a proteggere solo chi manteneva un contatto fisico con lui. Lo scudo di Jeremy però funzionava anche contro gli attacchi fisici, quindi sembrava essere più potente di quello di Bella. Jacob continuò a far capire al bambino quanto potesse essere bello avere il suo potere e alla fine lo convinse. Anche Jessie e Sarah tornarono a casa e, dopo avergli spiegato l’accaduto, anche loro si complimentarono con il fratello. Jeremy in quel momento mi apparve sollevato, riuscì anche a scherzare con JJ. Quando venne l’ora di andare a dormire accompagnai Jeremy in camera e gli spiegai che sarebbe stato utile farsi visitare dal nonno Carlisle, per assicurarsi che tutto andasse bene. Inoltre avremo potuto condividere quella bella notizia con i Cullen e poi andarcene io, lui, Jacob, Jessie e Sarah a cena fuori per festeggiare. Jeremy ne fu felice, gli diedi la buonanotte e lo lasciai libero di riposarsi. Era stata una giornata piena di emozioni!

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Capitolo 25

“Una cena per festeggiare”

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Capitolo 26

“Pranzo in famiglia”

POV Jacob

Era domenica mattina e stavo guardando il baseball in tv con Jessie e Jeremy. Sentivo Nessie in cucina insieme a Sarah e avvertivo i buonissimi profumi dei cibi che stavano preparando. Avremo fatto un pranzo in famiglia al quale sarebbero stati presenti anche mio padre Billy insieme a Charlie e Sue. Andai a controllare a che punto erano arrivati i preparativi, poi andai in macchina a prendere mio padre, mentre Jeremy e Jessie pensarono ad apparecchiare la tavola.

Arrivai in pochi minuti a casa di mio padre e bussai alla porta. Venne ad aprirmi e mi fece entrare. Presi i pasticcini che aveva comprato per il pranzo e lo aiutai a raggiungere la mia auto, spingendo la sua sedia a rotelle. Lo aiutai a salire e misi la sedia a rotelle nel bagagliaio. “Come va papà?” “Insomma, tra alti e bassi come sempre” “Hai preso le medicine stamattina vero?” “Sì certo, ma non sono più un ragazzo…e tu come stai?” “Tutto bene” “Ieri sono stato al cimitero a trovare la mamma” “Ti ha accompagnato Rachel?” “No, sono andato da solo” “Papà ma quante volte dobbiamo dirti che andare laggiù da solo è faticoso? Devi farti accompagnare sempre da qualcuno, non puoi stancarti così tanto” “Ma Jacob, sai che voglio essere indipendente” “Niente ma! Devi farti portare” “D’accordo papà Jacob…guarda che non devi sgridarmi, io sono tuo padre e non viceversa” disse Billy. Sorrisi e cambiai argomento. Era normale che fossi preoccupato per lui, era mio padre e ci tenevo alla sua salute, soprattutto adesso che era anziano. Ben presto arrivammo a casa mia. Lo aiutai a scendere e sedersi sulla sedia a rotelle, poi entrammo e trovammo la mia famiglia con Sue e Charlie. Trascorremmo un po’ di tempo a parlare poi pranzammo. Nessie ricevette le consuete congratulazioni per la sua abilità culinaria. Restammo seduti al tavolo a raccontarci le ultime novità, ad aggiornarci reciprocamente su quello che era successo. I miei figli si intrattennero un po’ con nonno Billy e nonno Charlie, poi a metà pomeriggio Jessie uscì per andare da Katy, la sua ragazza, Sarah invece accompagnò Jeremy a casa di Alex, il figlio di Quil e Claire e poi uscì con alcune amiche.

Restai in casa con mia moglie, mio padre, Sue e Charlie. “Ancora complimenti per la torta di frutta Nessie, devi darmi la ricetta” disse Sue “Ma certo, vieni in cucina così te la scrivo” rispose lei. Ci lasciarono dirigendosi in cucina.

“Avete visto la partita di baseball stamattina?” chiese Charlie “Sì l’ho vista, dai tutto sommato è stata un’ottima partita” risposi. Ci intrattenemmo parlando del baseball e poi del football. Condividevo con Charlie la stessa passione per lo sport, di qualunque genere fosse. Durante la conversazione però notai che mio padre tossiva frequentemente, chissà magari il giorno prima andando al cimitero dalla mamma si era affaticato e bastavano una sudata e colpo di vento per prendere la tosse o il raffreddore, soprattutto una volta sperata la mezza età. Verso le 17.30 salutammo i nostri ospiti e rimasi in casa con mia moglie. Charlie avrebbe riaccompagnato mio padre a casa sua. “Vado a sistemare la cucina” disse Nessie avviandosi in quella stanza. La seguii imbambolato dall’oscillare del suo fondoschiena mentre camminava. “E se io non volessi fartela sistemare?” chiesi cingendola da dietro e scostando la un lato i suoi lunghi capelli rossi e cominciando a baciarla. “Jake dai…guarda che confusione…” “Lasciala stare la confusione, rimettiamo in ordine dopo” dissi voltandola verso di me e trovandomi faccia a faccia con lei. La baciai intrecciando la mia lingua alla sua e scendendo giù lungo il suo collo. La desideravo e conoscevo bene il suo punto debole… “Jacob ma…i bambini” “Sono fuori e torneranno per cena” “Ma se invece arrivassero prima?” “Smettila di pensare, rilassati e basta” dissi e poi la sollevai prendendola in braccio. Lei avvolse il mio bacino con le sue gambe e allora la portai sul divano. Mi chinai sul divano facendola sdraiare e restai sopra di lei. Continuammo a ridere e baciarci, sussurrandoci che ci amavamo. Poi lei tolse la mia maglietta e i pantaloni, mentre io facevo altrettanto con i suoi. Indossava della semplice e comoda biancheria che nel giro di poco feci cadere sul pavimento insieme alla mia. Cominciammo a fare l’amore senza preoccuparci di altro se non di appartenerci, del resto potevamo permettercelo, i nostri figli non erano a casa. Adoravo vedere sul suo viso le espressioni di piacere che la facevano diventare ancora più bella e sexy. Amavo il modo in cui mi guardava in quei momenti, come se fossi parte di lei e la spontaneità con cui mi dichiarava i suoi sentimenti. Scesi a baciarle le spalle e risalendo su verso il collo sentii le sue mani affondare sulla mia schiena. Baciai la sua bocca carnosa soffocando così un gemito di piacere e intrecciai entrambe le nostre mani sopra la sua testa. Continuai a muovermi per regalare a me e a lei quelle incredibili sensazioni fisiche, ogni volta erano tanto forti da farmi sembrare che anche le nostre anime si stessero intrecciando e unendo.

Desideravo talmente tanto guardarla mentre perdeva il controllo, che mi trattenni fino a quando non si abbandonò completamente a me, anima e corpo, e solo quando riuscì a riprendere il controllo su di sé mettendo da parte i gemiti e i sospiri mi lasciai andare a mia volta. Rimasi sdraiato sopra di lei, così inebetito che non sentii nemmeno il mio cellulare suonare. Non era facile riprendermi dopo quelle unioni così piene di desiderio con lei. “Amore…il telefono” “Sì, ora lo guardo” dissi ancora sopra e dentro di lei. La baciai ancora, accarezzandole i rigogliosi boccoli e divertendomi a percorrere con un dito i perfetti lineamenti del suo viso. Dopo un po’ mi staccai da lei e andai in bagno a sistemarmi. Prima di uscire dal bagno mi sciacquai la faccia e osservai il mio viso allo specchio. Ogni volta dopo aver fatto l’amore mi ritrovavo con il viso rosso e gli occhi lucidi, sperai che quell’effetto passasse in fretta dato che tra poco sarebbero tornati Jessie, Sarah e Jeremy. Non era il caso di farmi vedere in quello stato da loro. Tornai in salotto e rivolsi un sorriso a Nessie che, distesa sul divano con il plaid che la copriva fino al seno, sembrava uno di quei quadri custoditi nei più famosi musei del mondo. Era troppo stupenda, un giorno la sua infinita bellezza mi avrebbe ucciso, lo sapevo. Ma ero masochista, volevo farmi del male, quindi non riuscivo mai a distogliere lo sguardo da lei.

Mi ricordai dell’sms ricevuto, allora presi il cellulare e aprii il messaggio. Era Maggie Sullivan, ma che caspita voleva da me?? Lessi il messaggio ‘Oggi ricorre l’anniversario del giorno in cui ci siamo baciati per la prima volta! Ricordo quel momento con tanto affetto e dolcezza. Sarebbe bello se un giorno di questi ci potessimo vedere e trascorrere del tempo insieme’ misi il telefono sul tavolino e mi sdraiai vicino a mia moglie un po’ turbato. Maggie addirittura ricordava il giorno preciso in cui ci eravamo baciati dopo tutti quegli anni. Rimasi pensieroso, perché non riusciva a staccarsi dal passato e lasciarmi in pace? Ormai eravamo adulti e entrambi avevamo una famiglia. “Amore che succede? Brutte notizie?” chiese Nessie alludendo al mio umore dopo la lettura del messaggio. “No, stai tranquilla…sto solo riflettendo” “Su cosa? Posso saperlo?” “Nulla di importante amore” dissi. Non volevo rovinare quel momento post-aver fatto l’amore a causa di Maggie, ma prima o poi sapevo che lei me lo avrebbe chiesto. “Di chi era l’sms?” “Devo dirtelo?” “Non è un obbligo ma…mi piacerebbe saperlo!” “Di Maggie Sullivan” “E che vuole quella di domenica?” presi il telefono e le feci leggere il messaggio, non volevo mentirle e rischiare di farla arrabbiare ancora di più nel momento in cui l’avrebbe scoperto! Non appena ebbe finito di leggerlo mi guardò stupita e lievemente arrabbiata “Ma dico non ce l’ha una vita questa? Ma che vuole ancora da te?” “Non prendertela Ness” “Mamma che nervi…” disse. Mi avvicinai a lei e la baciai “Non hai motivo di arrabbiarti, per me lei non significa niente, io amo soltanto te, sei l’unica donna della mia vita” “Lo so che mi ami Jake, ma…non posso negarti di essere gelosa” disse.

La baciai ancora cercando di rassicurarla e scherzando per farle dimenticare tutto. Poi iniziai a farle il solletico e la stanza si riempì delle sue risate fragorose e genuine, unite alle sue richieste di smetterla. Cercava di liberarsi dalla mia presa ma l’avevo imprigionata per bene, quindi non ci riuscì. “Jake ti pre-go ora ba-sta sto per mo-ri-re” disse singhiozzando dalle risate “Non ci penso nemmeno” risposi e continuai a farle il solletico nei punti in cui lo soffriva maggiormente. Ad un certo punto però sentimmo qualcuno che si stava avvicinando a casa, dall’odore capii che si trattava di Jessie “Ti salvi solo perché c’è nostro figlio, carotina” “Oh grazie al cielo!” esclamò. Ci rivestimmo in fretta e mettemmo da parte quel nostro lato adolescenziale per tornare ad essere adulti, per riprendere il nostro ruolo di genitori.

NOTE:

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Capitolo 27

“Negare, negare, sempre negare”

POV Sarah

Quel giorno, il 14 luglio, era il compleanno di mio fratello Jessie. I nonni Edward e Bella avevano organizzato un pranzo in famiglia per festeggiare, al quale avrebbero preso parte tutti i Cullen, nonno Charlie e Sue, nonno Billy, zia Rachel e zio Paul, i cugini Matt e Thomas e ovviamente la mia famiglia. La sera invece Jessie avrebbe festeggiato con gli amici e anch’io ero invitata. Ero abbastanza nervosa perché a quella festa ci sarebbe stato anche Seth. Era strano ma più i giorni passavano più mi innamoravo di lui. Contro le mie aspettative papà non aveva fatto tante storie…prima che lui venisse a sapere dei miei sentimenti mi sarei aspettata che andasse su tutte le furie o che mi facesse uno dei suoi discorsi per persuadermi a lasciar stare Seth, ma non l’aveva fatto.

Mi preparai e andai in macchina per raggiungere casa Cullen. Zia Alice aveva addobbato la villa a festa e, anche se aveva esagerato come al suo solito, dovevo ammettere che il risultato era magnifico. “Ciao zia Alice, è tutto così stupendo qui” dissi andando ad abbracciarla “Ciao Sarah grazie mille, sono contenta che ti piaccia” “Non fare la modesta zia, sapevi benissimo che sarebbe piaciuto a tutti il tuo lavoro, è la cosa più bella che abbia mai visto” “Non bella quanto te nipotina! Questo vestitino bianco ti sta da Dio” disse “Merito di mamma, me l’ha comprato lei” “Merito tuo che lo indossi alla perfezione” concluse Alice. Poi con il resto dei parenti andammo in salotto, dove Jess iniziò a scartare i suoi regali, che come previsto erano tutti magnifici. Prima di pranzo andai a parlare un po’ con Esme e Carlisle, che come tutti i nonni del mondo, non facevano che ripetermi che ero cresciuta e che stavo diventando sempre più bella. Chissà perché ma i nonni sono sempre troppo di parte. Dopo fu la volta di zia Rosalie “Tesorooo!! Il prima possibile devi venire con me e Alice a fare shopping. Abbiamo visto delle borse e dei cappelli bellissimi per te e poi della biancheria che ti piacerà un sacco ne sono sicura, quando sei libera?” disse “Non so zia” “Dai pensaci e ti veniamo a prendere a casa così passi un bel pomeriggio con le tue ziette” affermò “Sarah, se ti infastidisce ancora con la storia dello shopping dimmelo ok?” disse zio Jasper avvicinandosi a noi. “Oh zio, grazie al cielo sei qui” dissi sorridendo e abbracciandolo “Ma Sarah?!?!? Che dici?” replicò Rosalie “Lascia stare la mia nipotina adorata ok? Altrimenti dovrai vedertela con me” disse scherzando Jasper. Rimasi ancora con loro a scherzare, poi ci richiamarono nella sala da pranzo.

Prima di sistemarci a tavola dedicai del tempo a nonno Billy. Ultimamente non stava molto bene. I miei genitori dicevano sempre che stava invecchiando e che era inevitabile per un umano avere qualche malessere. Ma io non volevo accettare l’idea che lui stesse male, avrei sempre voluto vederlo forte e in salute…mi faceva preoccupare. Mi piegai dietro alla sedia a rotelle e lo abbracciai da dietro appoggiando il viso sulla sua spalla “Nonnino come stai?” “Sto bene Sarah, non preoccuparti” rispose. Billy era un tipo autoritario, ma sapeva essere molto dolce con chi lo conosceva bene, in particolare lo era con i suoi nipoti. Non nego di aver sempre avuto una predilezione per nonno Billy, non che nonno Carlisle, Charlie o Edward non mi piacessero, anzi, ma Billy era quello che mi ricordava in forma molto più debole e bisognosa mio padre e forse per questo motivo era il mio prediletto. “Uno di questi giorni vengo a casa tua a prepararti i biscotti alla nocciola alla Sarah Black ok? Mi ospiti?” “Ma certo che ti ospito, soprattutto se mi cucini quei biscotti buonissimi e io ti faccio trovare il thè freddo aromatizzato alla rosa che ti piace tanto” disse. Gli diedi un bacio sulla guancia, poi fummo tutti chiamati a tavola.

C’erano tantissime cose buone…iniziai a mangiare e di tanto in tanto scambiavo quattro chiacchere con gli altri. Prima mi concentrai su nonno Edward “Non devi fare quei brutti pensieri su Billy” bisbigliò Edward, alludendo alle cose che mi frullavano in testa e al mio malumore ogni volta che pensavo allo stato di salute di Billy “Lo so, ma…è naturale” “Sarah, stai tranquilla, è un giorno di festa, siamo qui tutti insieme e non capita tanto spesso, goditi la giornata” “Hai ragione nonno” risposi con un sorriso “Sai per le vacanze estive dobbiamo leggere dei classici della letteratura e…nonno adorato mi aiuti???” dissi facendo gli occhi da cucciolo abbandonato. Mi piaceva da matti leggere, ma ogni volta in cui Edward leggeva per me a voce alta era incommensurabilmente più bello. L’intonazione della sua voce e il modo in cui leggeva le battute dei vari personaggi rendevano sempre tutto più magico. “Nipote adorata…come potrei dirti di no???” “Allora è un sì nonno adorato?” “Sì Sarah, va bene” disse chiudendo il discorso con il sorriso sghembo che aveva fatto innamorare nonna Bella.

Scherzai con Matt e Thomas e con i miei fratelli, scambiai qualche battuta con zio Paul e poi fu la volta di nonno Charlie e Sue. “Come vanno le tue lezioni di danza Sarah?” chiese nonno Charlie “Benissimo, ora avrò le ultime lezioni e poi c’è la pausa estiva” “Tua madre mi ha detto che andrai a aiutare Quil e Claire al negozio di souvenir” disse il nonno “Sì infatti, solo tre giorni a settimana, sai in estate ci sono più turisti e a loro serviva una mano” risposi sorridendo “Ma che brava mia nipote!” esclamò Charlie tutto orgoglioso, così io e Sue sorridemmo. Il sorriso di Sue mi fece subito ripensare a quello di suo figlio Seth…diventai rossa poco a poco, ogni volta che pensavo a lui non riuscivo a controllarmi. Ma dovevo farlo, nonno Edward mi leggeva nei pensieri e già intravedevo sul suo viso un mezzo sorriso trattenuto a fatica. Mi voltai a destra e vidi gli occhi di Jessie e Jeremy fissi su di me, mentre entrambi facevano i finti tonti. Mi girai a sinistra e incrociai gli occhi di mio padre, che non rideva affatto. Sembrava voler capire perché fossi tanto imbarazzata e mi analizzava con quel suo sguardo profondo e indagatore. ‘Sarah riprenditi, Sarah riprenditi’ continuavo a dire nella mia testa ‘Cazzo Sarah se qualcuno se ne accorge sei fregata’ ripetevo. Lentamente il battito accelerato del mio cuore rallentò, anche se la faccia restava comunque un peperone. “Ma che hai Sarah???” domandò zio Emmett “Niente, ho solo…caldo” “Caldo??? Dai dicci la verità pensavi a qualcosa” “No zio” “Allora pensavi a qualcuno! Sarah…su dai non ti vergognare, chi è?” chiese divertito. Con un rapido sguardo notai che tutti, ma proprio tutti mi osservavano. Lanciai un’occhiata SOS a mia mamma, sperando che mi salvasse. “Emmett??? Siamo all’FBI o alla CIA per caso?” domandò mamma “Nessie, per favore silenzio, non vedi che siamo qui tutti curiosi ad aspettare che tua figlia ci dica il nome del fortunato?” rispose Emmett, mentre io non facevo che sprofondare per l’imbarazzo. “Non c’è nessun lui” dissi “Ma certo, come no…lo conosciamo?” continuò “Io…” “Dicci se è di La Push” propose “Ma veramente zio…” dissi, mentre Emmett cominciò a ridere e tirare pacche sulla spalla di mio padre, che non era per nulla divertito “Oh Jacob…tua fi-glia si sta ar-rampi-can-do sugli spec-chi” disse sghignazzando dal ridere. Papà gli diede uno sguardo scocciato “Emmett falla finita” disse “Jake, che ti prende?” “Niente Emmett, non mi sembra il caso di parlare di questo adesso” “Ma dai Jake, che c’è? Forse non vuoi che a lei piaccia qualcuno?” “No, non è così” “Ora capisco…sei geloso” concluse Emmett “No, ti sbagli” concluse papà.

Zia Rachel tirò fuori un argomento a caso per fare in modo che si smettesse di parlare di me e del mio innamoramento. Dopo l’avrei ringraziata a dovere, mi aveva salvata. Il pranzo era finito e tutti ripresero a parlare a piccoli gruppi. Nonna Bella mi si avvicinò e con lei mi allontanai per parlare “Non preoccuparti Sarah, lo sai che Emmett è fatto così” “Sì ma io ho fatto la figura della totale idiota” “Non dire sciocchezze, chiunque si sarebbe imbarazzato” “Nonna il fatto è che c’è davvero uno che mi piace alla follia e quindi non sapevo cosa inventare allo zio per farlo stare zitto” dissi. Bella mi accarezzò la testa e sorrise “Non ti devi giustificare, hai il diritto di tenere per te questo segreto e di dirlo solo quando vorrai tu” “Tu sì che mi capisci nonna” dissi e poi l’abbracciai “Tranquilla, sai quante volte ha fatto le sue battutine a me o a tua madre?!” disse. Il tempo volò in fretta, così ci preparammo per tornare a La Push. Prima di andare via però dovevo fare una cosa. Cercai con lo sguardo zia Rachel e la vidi intenta a parlare con mamma. Mi avvicinai a loro “Mamma, potrei parlare da sola con la zia?” chiesi, lei accettò e ci lasciò sole. “Zia non so come ringraziarti per prima, hai cambiato argomento alla velocità della luce” “Ma figurati, è normale aiutarsi tra noi no?!” “Grazie mille, ti voglio bene” dissi abbracciandola “Tesoro ti aiuterò ogni volta che ne avrai bisogno” “Spero di poter ricambiare anch’io zia” “Ma dimmi…allora è vero! Ti piace uno di La Push” “Sì, mi piace molto” “Mmmm ma che bello, la mia nipotina sta crescendo!” “Non vuoi sapere chi è?” “Non ne ho bisogno io lo so già” “Te l’ha detto mia madre?” “No” “Allora Jessie o Jeremy?” “Ma no Sarah” “Ok è stato papà” “No, ti conosco bene e ho capito da sola” disse sorridendo. “E chi sarebbe secondo te?” domandai curiosa di sapere se ci aveva indovinato “Uno il cui nome inizia per S e finisce con ETH, giusto?” “Zia ma come hai fatto? È proprio lui, ma dai sei una maga” “No, è solo che sei diventata rossa proprio quando Sue ti ha sorriso e ho capito” disse. “Mmm secondo me papà è un licantropo e tu una maga” dissi, poi salutai lei e gli altri parenti. Era stata una bellissima festa, salii in auto con i miei fratelli e i miei genitori partendo verso casa.

NOTE:

Ciao!!!!! Finalmente vi offro un POV Sarah che vi faccia capire meglio la situazione! Alloooora...in casa Cullen vengono fuori gli altarini!!!! Emmett l'ha beccata in pieno e Jacob non ha saputo nascondere la sua gelosia per la figlia <3 Ma Sarah non è pronta per rivelare a tutti i suoi sentimenti e nonno Edward che le legge i pensieri, sembra essere felice del fatto che Jacob sia geloso di Sarah, proprio perchè adesso può capire quanto lui in passato sia stato geloso di sua figlia Renesmee! Ha avuto la sua piccola rivincita ;)

Comunque sono venute fuori anche altre cose, tipo la predilezione di Sarah per il nonno Billy e l'orgoglio di nonno Charlie verso sua nipote (verso tutti i suoi nipoti in realtà). La zia Rachel è stata proprio un amore di zia e nonno Edward non è da meno <3

Ora lascio a voi la perola, sperando di trovare moltissime recensioni.

Un bacio a tutte

Vanessie

P.S: Vi svelo un segreto, il 14 luglio, data di compleanno di Jessie è la mia data di compleanno :)

SUNLIGHT'S RAY PART 2 FANFICTION

Capitolo 28

“Un misterioso pacco”

Stavo accompagnando Jeremy a casa di Alex, il figlio di Quil e Claire, si vedevano per fare i compiti e per trascorrere un pomeriggio insieme. “Mamma domani volevo passare all’officina  da papà, sai è un po’ che non vado lì e vorrei imparare qualcosa di nuovo” “E papà è d’accordo?” “Sì certo, mi accompagnerai tu o mi lasci andare in bici?” “Vediamo Jeremy, domani decidiamo” “Lo sai che sto costruendo una moto con papà?” “Ah sì? Sul serio? Non ne sapevo nulla…” “Sì, mi sta insegnando come fare. Abbiamo già montato tanti pezzi, domani voglio andare da lui proprio per continuare il lavoro” “Beh complimenti allora! E dimmi questa moto è per un cliente di papà?” “No, la costruiamo noi per passione”

“Ahhhh capito…ma tuo padre vuole tenerla per sé o la vuole far usare a altri?” “Penso entrambe le cose. Vuole usarla lui ma principalmente vuole farla usare a un’atra persona” “A Jessie?” “Mmm no…sai che a Jessie piace un altro modello e quindi papà vuole mantenere la promessa di regalargliela insieme a te” “E allora per chi è?” “La costruiamo per me” “Per teeeee? Ma se ancora non puoi nemmeno guidarla?!” “Lo so, ma noi non abbiamo fretta. La facciamo con calma e io la guiderò quando avrò l’età giusta, nel frattempo la userà papà!” “Beh mi sembra presto per affrontare questo discorso. Ancora l’idea di te e una moto mi sembra moooolto vaga” dissi, voltandomi a guardare mio figlio. Assunse un espressione matura e alzò le sopracciglia proprio come quando Jake era perplesso. “Mamma lo so che è presto, ma prima o poi avrò l’età per guidarla e…sai che vorrò averla” “Amore non sto dicendo che non l’avrai, sto solo dicendo che ci penseremo al momento giusto” “Ok…mamma pensi a me ancora come a un bambino vero?” “Oh Jeremy no! Penso che stai crescendo e nell’ultimo periodo stai diventando ogni giorno di più un ragazzino, ma cerca di capirmi…per me tu, Sarah e Jess sarete sempre un po’ bambini” dissi. Poi ci salutammo, lo vidi entrare in casa di Quil e Claire e me ne andai prendendo la via del ritorno.

Arrivai a casa e parcheggiai l’auto. Mi avviai verso la veranda ma già da lontano mi ero accorta che davanti alla porta di casa c’era un pacco. Chi poteva averlo mandato? Forse era un regalo di Jake. Mi avvicinai e lo presi tra le mie mani. Era una scatola grande di colore nero ed era abbastanza leggera, guardai il nome del destinatario e non potei far altro che ammirare la splendida calligrafia con la quale era scritto.

To Mrs Renesmee Carlie Cullen

10, Greenwood Street

La Push, WA 98350

United States  USA

Non era stato Jacob a metterlo lì, quella non era la sua scrittura, ma non avevo idea di chi potesse essere il mittente, né di cosa potesse contenere il pacco. Aprii la porta di casa e entrai in salotto. Lasciai il pacco sul tavolo, sistemai le mie cose e decisi di aprirlo. Notai subito una specie di libro, lo aprii e mi accorsi che in realtà si trattava di un album fotografico. C’erano alcune mie fotografie in vari periodi della mia vita, alcune fotografie di Jake e altre dei miei tre figli. Sotto a ogni foto era riportato il nome e l’anno, come se qualcuno avesse voluto fare una specie di didascalia in merito ai membri della mia famiglia. Ero confusa, perché raccogliere quelle foto e poi consegnarmele in un pacco? Andai avanti e controllai di nuovo nella scatola. Trovai una busta con dentro la partecipazione al matrimonio mio e di Jacob, che tanti anni fa avevo inviato ad amici e parenti per comunicare ufficialmente la data e l’ora delle nostre nozze. Poi trovai un cofanetto color ambra, sembrava prezioso. Lo aprii e capii che in realtà era un carillon che conteneva anche un regalo, dentro ad una bustina di velluto infatti c’era un ciondolo d’oro bianco e rubini. Era molto bello, anche se non sembrava affatto moderno. Era stato fabbricato con un gusto classico e retrò…c’era anche un biglietto d’auguri, scritto con la medesima calligrafia che diceva:

Bianco come la tua pelle, rosso come i tuoi capelli... un piccolo pensiero per una meravigliosa creatura!

Con i migliori auguri per il tuo matrimonio

davvero non capivo il motivo per cui qualcuno mi aveva inviato quel pacco. Sicuramente doveva essere qualcuno che mi conosceva, anche se io non l’avevo invitato al matrimonio, dato che solo adesso ricevevo il suo regalo di nozze. Esclusi dalla lista dei probabili e misteriosi mittenti tutti gli abitanti di La Push e gli amici umani, che avevo conosciuto nel mio percorso scolastico e universitario…nessuno di loro parlava con un linguaggio tanto elegante e raffinato. Esclusi anche i clan di vampiri che erano venuti in mio soccorso moltissimi anni fa, perché loro mi avevano già recapitato i propri regali al tempo delle nozze. Meditai anche sul fatto di parlarne con Jacob…e se avesse frainteso e avesse cominciato a essere geloso? Non ce n’era motivo, ma comunque a pensarci bene la scatola conteneva un regalo dedicato solo a me, quindi mio marito avrebbe potuto benissimo esserne geloso. Era un regalo prezioso che proveniva da un anonimo mittente. Decisi di aspettare a dirglielo, avrei nascosto la scatola fino a quando non avrei scoperto qualcosa di più.

Nel pacco non c’era nient’altro…rimisi dentro tutte quelle cose e andai a sistemare la scatola nell’armadio della mia camera da letto. Poco dopo rientrarono anche i miei figli. Continuavo a pensare al mittente del pacco, perché mandare il regalo e il biglietto d’auguri ma non firmarlo? Non aveva molto senso…più tardi tornò anche Jacob.

“Che hai stasera?” mi chiese quando rimanemmo soli in cucina “Niente, perché?” “Sei così silenziosa…” “Ma no Jake non c’è nulla” risposi e poi troncai la conversazione andando ad abbracciarlo. “Mamma, papà?! Disturbo?” domandò Sarah entrando in cucina “No tesoro, dicci tutto” la esortai notando quanto fosse carina. Aveva indossato un paio di pantaloni bianchi aderenti e un top nero impreziosito da pietre bianche e lucenti. Era legato dietro al collo ed era abbastanza scollato sulla schiena. Ai piedi portava dei sandali neri. Si era truccata e aveva raccolto i capelli “Hai detto già a papà che stasera esco, vero?” chiese tutta sorridente. Dio!!!! No, non l’avevo fatto…ero stata presa dai pensieri sul pacco misterioso e avevo dimenticato di dire a mio marito che stasera la nostra bambina era stata invitata ad uscire da Seth. Quando Sarah nel pomeriggio me l’aveva detto ero stata molto contenta, finalmente il ragazzo di cui era innamorata le aveva dato un appuntamento, sarebbe stata la prima volta che loro uscivano insieme da soli. Le avevo promesso che ci avrei pensato io a convincere suo padre, ma non l’avevo fatto. “Sarah, hai ragione, mi dispiace tanto, ma…non gliel’ho ancora detto” dissi, poi mi voltai verso Jake “Hai capito? Stasera Sarah e Seth escono insieme e vanno al cinema” “Ah perfetto e io quando avrei dovuto saperlo?” disse Jacob in tono ironico “Mi sono dimenticata di dirtelo amore, scusa” mi giustificai.

“Sai che devi tornare entro mezzanotte e mezzo vero Sarah?” domandò Jake “Certo papà” “Sarete solo voi due?” “Mmm…sì papà” “Non potevate invitare anche qualcun altro?” “Ma dai Jake” gli dissi con un’occhiataccia, per fargli capire di smetterla. Doveva capire che Sarah stava crescendo, avrebbe compiuto 16 anni tra 3 mesi ed era molto carina e simpatica. Era assolutamente normale che prima o poi un ragazzo l’avrebbe invitata ad uscire. Sentimmo suonare alla porta, Jeremy andò ad aprire e lo sentimmo salutare Seth, che poi si intrattenne con lui e Jessie. Sarah li raggiunse in salotto e anche noi ci avviammo là, prima però volevo assicurarmi che mio marito l’avesse presa bene “Che hai intenzione di fare ora?” “Niente Nessie, farò solo il mio dovere di padre” “Jake ti prego, comportati come si deve” dissi. “Tranquilla non voglio fare scenate…voglio solo capire quanto è seria quest’uscita tra loro” “Non mettere in imbarazzo Sarah” “Ma no, non lo farò” “Dai conosciamo Seth da così tanto tempo…” “È per questo, proprio perché lo conosco che le permetto di uscire da sola con un ragazzo, ma…è sempre mia figlia per quanto io voglia bene a Seth” disse mio marito. Gli sorrisi e mi alzai sulle punte dei piedi per baciarlo avvolgendo le mie braccia intorno al suo collo. “Sono sicura che andrà tutto bene, sappiamo che Sarah è una ragazza intelligente e Seth non la prenderebbe in giro, non è nel suo stile. E poi se lo facesse rovinerebbe anche il suo rapporto con me e con te, quindi non penso che sia sua intenzione!” “Lo so Ness…ma voglio soltanto assicurarmene. Non voglio che nessuno possa pensare di prendere in giro mia figlia e non ho nemmeno intenzione di litigare con Seth. Tranquilla davvero, niente scenate” “Ok paparino, mi fido di te” dissi, ammirando quel fantastico sorriso che stava spuntando sulle sue bellissime labbra. Ci scambiammo un altro bacio e poi raggiungemmo Seth e i nostri figli.

NOTE:

Ciao a tutti!!!! Prima di tutto voglio dirvi che siete fantastiche! Ho ricevuto i vostri auguri per il mio compleanno per messaggio privato e mi ha fatto tanto piacere sapere che mi avete pensata <3

Veniamo al capitolo. Allora nelle scorse recensioni alcune di voi mi hanno scritto che erano curiose di sapere come sarebbe andata la festa di compeanno di Jessie con gli amici, alla quale avrebbero partecipato anche Sarah e Seth. Ma come vedete in questo capitolo siamo già oltre, non dimenticate che la storia è principalmente narrata dal punto di vista di Renesmee, quindi lei sa soltanto ciò che Sarah decide o meno di raccontarle. Tra madre e figlia c'è un bel rapporto, ma Sarah ha 16 anni e com'è logico che sia, non dice sempre tutto a sua mamma. Comunque non disperate, arriverà il momento di parlarne!

Allora, Nessie ha ricevuto un pacco misterioso a casa sua, chi sarà il mittente? Qualche idea? Su sono curiosa...e poi c'è la prima uscita della coppia Sarah/Seth...sempre che Jacob non gleilo impedisca, dato che alla fine del capitolo ha detto che vuole parlare con Seth...cosa gli dirà??? Geloso com'è c'è da aspettarsi di tutto!

Aspetto le vostre recensioni con ansia! :D

Vanessie

P.S: Al momento di pubblicazione del capitolo su EFP non so se il sito mostrerà la calligrafia con la quale sono scritti i biglietti che Nessie trova nel pacco misterioso...spero di sì, perchè vedere la scrittura rende meglio l'idea, ma se così non fosse, allora immaginatevi una scrittura molto precisa e piena di riccioli, molto morbida e fluida.

SUNLIGHT'S RAY PART 2 FANFICTION

Capitolo 29

“La mia piccola principessa”

POV Jacob

Raggiunsi i miei figli e Seth in salotto, stavano parlando del più e del meno. Mi sentivo abbastanza agitato…certo mia figlia Sarah era ormai diventata una ragazza, ma ai miei occhi rimaneva ancora una bambina indifesa. Sapevo che Seth era un bravo ragazzo, lo conoscevo da tanti anni e molte volte ci eravamo confidati, ero al corrente del suo modo di pensare e di vedere le cose. Tuttavia questo non bastava a farmi stare tranquillo, Seth stava uscendo con mia figlia e prima di lasciarli andare avevo bisogno di parlare con lui, desideravo capire meglio le sue intenzioni. “Ciao Nessie, ciao Jake” ci salutò Seth vedendoci arrivare “Ciao Seth” rispondemmo in coro io e mia moglie. “Tutto bene?” gli domandò Nessie “Sì, tutto ok” “Seth ti dispiacerebbe venire un attimo fuori con me?” gli chiesi indicandogli la porta d’ingresso “No, andiamo” mi rispose. Diedi una rapida occhiata ai miei familiari: Jeremy cercava di trattenere una risata, Jessie sorrideva, Renesmee tentava di ricordarmi con lo sguardo di non esagerare e Sarah cominciò a diventare rossa. Nei suoi occhi leggevo solo il timore per quello che avrei potuto dire al ragazzo di cui si era innamorata da un po’.

Uscii subito dopo Seth e chiusi la porta alle mie spalle. Insieme scendemmo le scale che dalla veranda portavano al grande spazio erboso davanti a casa. Era una serata tranquilla, il cielo era pieno di stelle e una bella luna piena scintillava e illuminava i nostri corpi. Ci allontanammo di qualche passo e poi ci fermammo l’uno di fronte all’altro. Lo scrutai bene prima di iniziare a parlare, indossava un paio di jeans e una maglietta bianca. Si era sistemato i capelli con il gel e aveva un’espressione rilassata e serena. Per me era un segnale positivo, infatti un ragazzo che esce con una che gli piace e che si ritrova a parlare solo con il padre di lei dovrebbe sentirsi in imbarazzo, o a disagio…probabilmente usciva con Sarah con le migliori intenzioni. Certo era anche vero che tra me e lui c’era sempre stato un rapporto speciale e questo rendeva tutto più semplice “Seth?! Io…” tentai di cominciare a dire, ma storsi la bocca in un sorriso “Vuoi farmi le raccomandazioni Jake?” rispose sorridendo “Il fatto è che…per me è difficile dire qualsiasi cosa adesso” “Jake, avanti dai…è normale, dimmi tutto quello che diresti a un altro ragazzo che esce con tua figlia” “Mmm…in realtà vorrei solo sapere che intenzioni hai con lei” “Beh lei mi piace molto, non sai quanto ho aspettato per chiederle di uscire, quanto c’ho pensato, perché è tua figlia…mi dicevo di continuo che dovevo essere sicuro dei miei sentimenti prima di fare qualsiasi gesto” “E sei sicuro Seth?” “Penso di sì. Mi piace molto il suo carattere e il suo modo di fare” “Mmm capisco…ma ti ricordi che lei ha solo 16 anni vero?” “Certo che me lo ricordo” “Ok, quindi ti piace il suo carattere ma fisicamente? Sei…come dire, attratto da lei?” dissi. Seth sorrise e guardò in alto, verso la luna “Che vuoi che ti dica Jacob? È logico che mi piaccia anche in quel senso. È una ragazza molto bella e con un bel fisico” “Posso sapere una cosa?” “Sì” “Voi due vi siete già, cioè se non vuoi dirmelo va bene lo stesso, vi siete già…baciati?” “No” “Ah…quindi è possibile che succeda stasera o nei prossimi giorni” “È possibile! Non lo so, insomma dipende anche da lei” rispose.

Il pensiero che un essere di sesso maschile potesse avvicinarsi così tanto a mia figlia mi diede un po’ fastidio, ma dovevo abituarmi all’idea. Sarah era una meravigliosa sedicenne e se non fosse stato Seth prima o poi qualcun altro l’avrebbe corteggiata. Preferivo di gran lunga che fosse Seth a starle accanto. Di lui mi ero sempre fidato ad occhi chiusi e di sicuro non voleva prenderla in giro, se solo l’avesse fatto avrebbe compromesso per sempre il suo rapporto con i Cullen, Nessie e anche con me. Era una sciocchezza, Seth mi aveva sempre considerato un fratello non potevo credere che volesse rovinare questo legame. “Jake, io cerco di capirti, anche se non ho figli e non posso comprendere fino in fondo quello che provi ora, ma credimi…mi comporterò con Sarah in modo eccellente, non voglio assolutamente prenderla in giro o farla soffrire. Tu mi conosci molto meglio di tanti altri, sai come la penso su questo genere di cose, in fondo anche se ora sono qui davanti a te come un qualsiasi altro ragazzo a renderti conto del perché voglio uscire con tua figlia io…Jake beh sono sempre Seth, non è cambiato nulla” disse. Mi resi conto pienamente che aveva ragione, allora sorrisi e mi avvicinai per dargli una pacca sulla spalla “Lo so Seth, lo so e scusami se ho voluto parlare da solo con te, ma lei…vorrei solo che nessuno la ferisca, voglio solo proteggerla anche se sa farlo da sola” “Non devi scusarti, davvero” “Me la riporti tutta intera per mezzanotte e mezzo?” “Promesso” disse e poi si avvicinò a me abbracciandomi. Ricambiai con affetto sincero quell’abbraccio. Volevo bene a Seth, eravamo cresciuti insieme e avevamo affrontato ogni genere di situazione: momenti belli e brutti della nostra vita umana, pericoli in battaglia e avventure al limite del pazzesco nella nostra vita da licantropi. Era sempre stato un alleato prezioso, in fondo dentro al mio cuore sapevo che Sarah sarebbe stata al sicuro con lui, ma ancora questa consapevolezza non riusciva a prendere il sopravvento. Sarah era la mia bambina, quella che mi aveva sempre visto come il suo principe azzurro e ancora era difficile immaginarla come una ragazza. Ma piano piano ce l’avrei fatta, mi serviva solo del tempo e avevo bisogno di Nessie, lei era sempre stata capace di aprirmi gli occhi e aiutarmi a superare i miei limiti.

Ci staccammo da quell’abbraccio e ci stringemmo amichevolmente la mano “Ti conviene andare prima che ci ripensi” dissi con un sorriso “Devi continuare a fidarti di me” mi rispose. Poi ci avviammo verso casa, quando entrammo le espressioni di mia moglie e dei miei figli si rilassarono all’istante vedendo me e Seth sorridere. Qualche minuto dopo Nessie e io accompagnammo Sarah in veranda, mentre Seth si era recato alla macchina e la stava mettendo in moto. Anche Nessie fece a nostra figlia le sue raccomandazioni “Tesoro mi raccomando state attenti e tornate entro l’orario stabilito” disse “Sì mamma tranquilla” “E dì a Seth di andare piano con la macchina” “Ok mamma” rispose iniziando a scendere le scale “Sarah aspetta” “Sì papà? Dimmi” “Se per caso ti annoiassi o…se succedesse qualcosa che non ti piace beh…chiamami! Ti vengo a riprendere ovunque tu sia” dissi sentendo rimbombare il mio cuore che batteva all’impazzata. Nessie mi si avvicinò, prese la mia mano tra le sue e iniziò ad accarezzarmela. Mia figlia sorrise e in quell’espressione rividi il mio volto, poi mi venne incontro “Papà non devi preoccuparti, andrà tutto bene” disse avvolgendo le sue mani intorno alle mie spalle. Lasciai la mano di Nessie e accolsi Sarah tra le mie braccia, stringendola forte “Scusa se sono così preoccupato, è che stai crescendo in fretta e…tra noi è tutto così diverso” “Papà, non è cambiato nulla e non cambierà mai tra noi. Io ti voglio bene, rimarrai sempre l’uomo più importante della mia vita” disse ancora abbracciata a me con la voce tremolante, stava quasi per piangere dall’emozione. I miei occhi si inumidirono, le lacrime mi pungevano gli occhi e volevano tracimare, ma non volevo che accadesse, così allontanai mia figlia e feci due passi indietro salutando lei e Seth con la mano. Nessie se ne accorse e augurò buona serata a Sarah e Seth. Lei salì in auto e partirono verso il cinema.

Mi ritrovai in un baleno con lo sguardo di mia moglie addosso. Sorrideva e aveva un’espressione dolce mentre mi guardava asciugare le due lacrime che, prepotenti, erano volute uscire dai miei occhi. Mi venne incontro e avvolse le sue braccia intorno alla mia vita. Si alzò sulle punte dei piedi e mi baciò la punta del naso “Oh quanto sei dolce zuccherino mio” mi disse. Le sorrisi e aggiunsi “Sto diventando un vecchio pappamolla romanticone” “Non sono d’accordo! Sei solo un padre molto legato alla sua piccola principessina” precisò. Le diedi un bacio sulla fronte e respirai il suo odore magnifico “Lo trovi troppo sdolcinato?” “Jake no, è normale” “Dimmi la verità…con gli anni sto prendendo i modi di fare di Edward vero?!” “No, stai diventando peggio di lui, in realtà mio padre non l’ha fatta così lunga…” disse sorridendo. Sorrisi anch’io notando che aveva ragione, ma non volevo ammetterlo.

“Ti stai trasformando amore” “In che senso?” “Da sexy uomo che non deve chiedere mai a…tenero cucciolo di lupo” “Ah sì?” “Sì” “Questa te la faccio pagare” dissi in tono malizioso “E come me la fai pagare?” “Tu non ti preoccupare, ti faccio rimangiare ogni parola che hai detto…aspetta di essere sola con me in camera da letto e vedrai” dissi sorridendo. “Vedremo Jacob voglioessereancorafigo Black” disse allontanandosi da me e apprestandosi ad aprire la porta per tornare dentro casa. Mi avvicinai velocemente a lei, scostandole i capelli da un lato e baciandole il collo. Poi sottovoce le bisbigliai “Ok lo vedremo molto presto signora Renesmee quantomipiaceprovocaremiomarito Cullen, oppure preferisci Renesmee gliormoniimpazzisconoancoraperJakemanonvogliochelosappia Black?” dissi. Lei fece un sorriso trattenendosi il labbro inferiore tra i denti e poi mi baciò mentre con le mani stringeva il mio fondoschiena. “Sarà meglio rientrare” disse aprendo la porta e varcando la soglia della nostra casa.

NOTE:

Eccomi qua! Insomma c'è stato il discorsetto Jacob/Seth e ovviamente preoccupazioni a parte, Jacob ha capito perfettamente che di Seth si può fidare. Certo è geloso e gli ci vorrà un po' per accettare che Sarah è cresciuta, ma intanto ha già fatto un primo passo avanti. Ora lo so che voi volevate leggere dell'appuntamento, ma cercate di capire...tutto in capitolo non andava bene. Dovrete aspettare il prossimo capitolo :P me malefica!

Comunque intanto fatemi sapere che ne pensate della reazione di Jake, che poi si è anche commosso con sua figlia quando lei gli ha detto che resterà sempre l'uomo più importante della sua vita :')

A presto!

Vanessie

SUNLIGHT'S RAY PART 2 FANFICTION

Capitolo 30

“L’appuntamento”

POV Seth

Ero alla guida della mia auto e accanto a me sul sedile del passeggero c’era Sarah, colei che da alcuni mesi occupava la mia mente giorno e notte…soprattutto notte. Ero così attratto da lei come non mi era mai successo in tutta la mia vita, ma non era semplicemente attrazione fisica, lei mi piaceva sul serio…era bella, intelligente, dolce, simpatica e divertente quanto Jacob.

Già Jacob…il mio migliore amico di sempre, il fratello maggiore che non avevo mai avuto, ma era anche il padre di Sarah. Dovevo ringraziarlo per la sua amicizia, per essermi stato sempre accanto e per aver creato quella meravigliosa ragazza.

Prima di lasciarci andare al cinema Jake aveva voluto parlarmi da solo, era logico, sapevo quanto tenesse ai suoi figli e tante volte in forma di lupo avevo letto i suoi pensieri, dunque sapevo bene quanto lo spaventasse l’idea di dover concedere sua figlia a qualcuno. In fondo quando mi aveva parlato era stato carino, credevo che volesse saltarmi addosso quando ero entrato in casa sua, invece era stato un dialogo amichevole. Comunque avrei avuto modo di chiarirmi ancora meglio con lui. Abbandonai i miei pensieri su Jacob quando Sarah cominciò a parlare: “Mi dispiace per mio padre…cioè voglio dire per il fatto che abbia voluto parlarti e sicuramente riempirti la testa di raccomandazioni” disse. Sorrisi “Non c’è problema” risposi e vidi spuntare sulle sua labbra carnose quel sorriso che milioni di volte avevo visto sul volto di Jake. Parlammo durante tutto il tragitto e sentivo che era lievemente a disagio nelle piccole pause di silenzio e ogni volta in cui la guardavo. Arrivammo al cinema e parcheggiammo l’auto. Scendemmo ed entrammo. Avevamo già stabilito quale film vedere, quindi comprai i biglietti e poi bibite e popcorn per due. Sarah voleva pagare il conto, ma figuriamoci se glielo avrei mai permesso. Pagai tutto e prendemmo posto nella nostra sala. Per tutta la durata del film non feci che distrarmi a osservare le sue magnifiche espressioni, non seguii la trama, non ce la facevo proprio con lei lì seduta così vicina a me. Feci qualche pensiero poco casto su noi due, ma misi nel dimenticatoio quelle idee ben presto, Sarah aveva 16 anni mentre io ero molto più grande, anche se il mio aspetto non lo dimostrava, inoltre sapevo che quando saremo stati in forma di lupi, alla prima occasione, Jacob ne avrebbe approfittato per controllare i miei pensieri su sua figlia. Finito il film le proposi di fare un giro in centro a Forks e lei accettò. Raggiungemmo il centro cittadino e cominciammo a girare per le vie.

“Ti è piaciuta la serata?” le chiesi titubante “Certo che sì, è stata una bellissima serata” rispose. “Credi che potremo uscire di nuovo insieme?” “Sì, mi piacerebbe molto. Sempre che a te non dispiaccia uscire con una più piccola” disse imbarazzata. “A me non dispiace, non ti avrei chiesto di uscire altrimenti…e poi…tu non sembri come tutte le altre sedicenni” “Beh…nemmeno tu Seth” “Hai ragione”. Le cinsi le spalle e continuammo a camminare abbracciati per un po’. “Vorrei fare una cosa…” mi propose “Se non è pericoloso va bene”. Sarah corse per la via del centro in cui ci trovavamo e io le andai dietro, era un’immortale e con grazia riusciva a schivare ogni ostacolo che incontrava, senza affaticarsi e lo stesso valeva per me. In quel momento mi sentii un sedicenne spensierato, cominciammo a ridere e ogni tanto la superavo per poi farmi di nuovo riacciuffare. La superai di nuovo e mi voltai di scatto fermandomi. Lei mi venne addosso rimbalzando contro il mio petto, chiusi le braccia e la tenni stretta a me. Sentii il suono della sua risata fragorosa e il rimbombo del suo cuore galoppante. Ci guardammo intensamente, occhi negli occhi e mi persi in quella bellezza disarmante, la desideravo come ogni ragazzo sulla faccia della Terra, avrei voluto baciarla, ma aspettai, non era ancora il momento giusto.

Le proposi di sederci su una panchina a parlare. “Sarah io…beh ho aspettato molto per chiederti di uscire nonostante ci pensassi da mesi” “Perché l’hai fatto? Anche io volevo uscire con te” “Sai volevo essere sicuro…io e tuo padre siamo sempre stati molto amici e sapevo quanto lui fosse geloso di te” dissi. Lei sorrise “Allora perché adesso sei riuscito a chiedermelo?” “Perché ora sono sicuro di quello che provo per te” “Ah…” sospirò emozionata e poi aggiunse “E cosa provi?” “Io sono innamorato di te Sarah, come non mi è mai capitato in vita mia con nessun’altra” “Ne sei sicuro Seth?” mi domandò. Era questo che adoravo di Sarah, sapevo che in quel momento era imbarazzata e emozionata, lo capivo dal battito del suo cuore e dal colore rossastro delle sue gote, ma nonostante questo era capace di mettermi all’angolo, di tenermi testa con le parole, di farsi valere. “Ne sono più che sicuro Sarah, tanto sicuro da aver rischiato la vita presentandomi a casa tua, tanto sicuro da aver rischiato di incrinare l’amicizia con tuo padre per uscire con te, tanto sicuro da desiderare soltanto che tu sia felice e che nessuno possa farti del male. Ma vorrei sapere cosa ne pensi tu adesso” risposi spostandole una ciocca dei suoi capelli e avvicinandomi pericolosamente a quelle labbra sensuali che aveva ereditato da Nessie. “Penso che…tu sia il ragazzo più bello dell’universo intero e che sei molto coraggioso se hai avuto la forza di parlare di me con mio padre” “Per te farei cose molto più azzardate e coraggiose che parlare con tuo padre, sempre che tu lo voglia” dissi sempre più vicino alla sua bocca e con gli occhi immersi nei suoi. Non mi ero mai sentito così, mi faceva tremare le gambe, avevo il battito accelerato e letteralmente credevo di morire sentendo da vicino il profumo della sua pelle. “Io lo voglio Seth, vorrei che tu facessi tutto ciò che desidero” rispose. Le sorrisi, capii che voleva essere baciata e con delicatezza le presi il viso tra le mani e lentamente avvicinai le mie labbra alle sue. Lo feci tanto lentamente per notare se da parte sua ci fosse stata la minima esitazione, mi sarei tirato indietro all’istante poiché non volevo far qualcosa che a lei non andasse o per la quale non era pronta. Ma nessun cenno di ripensamento mostrò sul suo viso, così finalmente dopo mesi in cui non facevo che immaginare quel momento e fantasticare sull’immagine di noi due, poggiai le mie labbra sulle sue. Aveva un sapore meraviglioso, era un po’ impacciata, soprattutto quando con la lingua cercai la sua, ma si lasciò andare e restammo incollati per un bel po’. Il bacio da dolce e innocente si trasformò in passionale e travolgente. Mi mancava quasi il respiro e sentendo le sue mani avvolgere le mie spalle ebbi la sensazione di non essere mai stato più felice di come mi sentivo in quell’istante.

Ci staccammo a fatica e entrambi restammo un po’ imbarazzati a guardarci. “Scusa se sono stata una frana” disse “Non lo sei stata” “Beh è la prima volta che bacio qualcuno e non sapevo esattamente come si facesse” “Credo che avrai la possibilità di fare pratica se davvero vuoi uscire ancora con me!” dissi scherzando. “Beh la pratica è importante e credo di aver bisogno di molto tempo per imparare” rispose baciandomi all’improvviso. Fu di nuovo un bacio lungo e impetuoso, quando ci staccammo precisai “Beh posso darti delle ripetizioni se vuoi” lei rise e mi abbracciò poggiando la sua testa sulla mia spalla. Era bello sentirla un po’ mia, tenerla tra le mie braccia e respirare il suo odore che già era diventato come una specie di droga di cui non potevo più fare a meno.

“Sarah, voglio solo che tu sappia che non voglio prenderti in giro o giocare con te per farti soffrire. Non lo farei mai a nessuna e soprattutto a te. La mia amicizia con Jacob è sacra e mai e poi mai vorrei rovinarla con una stronzata del genere. Sono sul serio innamorato di te” “Lo sono anch’io Seth, tu non immagini nemmeno quanto” ripresi le sue labbra e per tutta la serata le tenni incollate alle mie. Purtroppo il tempo volò troppo in fretta e dovemmo riprendere la macchina per riportarla a casa entro l’orario. Scherzammo e parlammo durante il viaggio, poi mi fermai davanti a casa sua e scesi di macchina per accompagnarla alla porta. Percorremmo a piedi una parte del giardino davanti a casa sua, poi Sarah mi fece deviare un po’…sapeva o aveva il timore che qualcuno potesse spiarci dalle finestre. “Seth…è stata la serata più bella della mia vita” “Anche per me Sarah, la più bella in assoluto” le risposi. Ci baciammo e poi le dissi “Non vedo l’ora di passare di nuovo del tempo da solo con te” “Anche io”. Le diedi un ultimo bacio e poi la lasciai andare a malincuore. Salì i gradini della veranda, infilò le chiavi nella toppa e mi rivolse un ultimo sguardo mandandomi un bacio. Le sorrisi e la salutai con la mano, poi richiuse la porta di casa dietro di sé.

Per la prima volta nella mia vita avvertii la sensazione di essermi separato dalla metà del mio cuore. Già sentivo la sua mancanza, quella piccola donna mi aveva già rubato il cuore. Ero felice, finalmente avevo trovato la persona giusta, non era imprinting, ma qualcosa di simile anche se del tutto umano. La consideravo la mia anima gemella e non vedevo l’ora di passare di nuovo del tempo con lei.

NOTE:

Finalmente il capitolo che aspettavate con ansia!!!! Spero che sia stato all'altezza delle vostre aspettative, perchè non è stato facile da scrivere. Volevo che si capisse quanto feeling c'è già dalla prima uscita tra questi due ragazzi e volevo anche che Sarah, per quanto dolce e inesperta visti i suoi 16 anni, si mostrasse diversa da Renesmee. Più sicura di sè, più spigliata. Avremo occasione di riparlare di questa nuova coppia, ma seriamente ora mi piacerebbe conoscere le vostre opinioni!!!!

Adesso vi saluto e vi aspetto al prossimo capitolo!

Vanessie

P.S: Per quanto riguarda la foto, vi avevo già detto che Boo Boo Stewart (Seth) e Sasha Pieterse (Sarah)si conoscono nella realtà e l'immagine è tratta da un loro servizio fotografico. Per me sono adorabili! Ma ditemi voi!

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Capitolo 31

“La spia”

QUALCHE ORA PRIMA

POV Jacob

Passai la serata a parlare con Nessie. Ovviamente l’argomento della conversazione erano Sarah e Seth che uscivano insieme. Raccontai a mia moglie tutte le mie preoccupazioni e lei fece altrettanto con me. Lei però non sembrava tanto in apprensione quanto lo ero io. Proprio come avevo immaginato il dialogo con Nessie mi stava aiutando a farmi una ragione del fatto che la mia piccolina fosse cresciuta, anche se sarebbe servito molto tempo prima di arrivare ad accettarlo definitivamente. Verso mezzanotte Nessie mi propose di andare a letto…dal modo in cui me lo chiese capii che non voleva dormire, ma occupare la serata diversamente. Era difficile resisterle, Renesmee era una ragazza molto dolce, ma sapeva essere sexy nei momenti giusti…però quella sera avevo altro per la testa. Volevo aspettare Sarah, certo non volevo farmi vedere da lei, ma mi sarei messo in un angolo e avrei aspettato il suo rientro. Feci capire a Nessie che non ero in condizioni di fare l’amore quella sera, non volevo che lo prendesse come un rifiuto, ma semplicemente le dissi che non sarei stato capace di rilassarmi e godermi la serata. Lei mi guardò e abbozzò un sorriso, sicuramente aveva capito.

La vidi salire le scale per recarsi al piano superiore dove c’era la nostra camera, così mi sistemai sul divano e accesi la tv. Di tanto in tanto guardavo l’orologio, il tempo sembrava non passare mai. A 00.20 sentii un auto avvicinarsi e fermarsi. Eccoci, erano loro. Mi avvicinai a una piccola finestrella che si affacciava davanti a casa, nel tentativo di vedere perché mia figlia ci mettesse tanto a rincasare. Cercai di nascondermi nel buio e scostai le tende, quel poco che serviva per sbirciare fuori. Vidi la macchina di Seth e rapidamente diedi un’occhiata intorno per vederli…ma dove cavolo erano? Probabilmente erano fuori dal mio campo visivo. Ma porca miseria! Inutile rimanere lì, andai a nascondermi in un angolo del salotto, approfittando di una porta e un mobile che mi permettevano di vedere senza essere visto, anche grazie al fatto che la casa era completamente al buio. Dopo circa due minuti sentii ruotare una chiave nella serratura. Mia figlia entrò e richiuse a chiave, i battiti del suo cuore erano accelerati. Andò in cucina, accese la luce e dai rumori capii che stava bevendo un bicchiere d’acqua, poi spense la luce e al buio tornò in salotto avvicinandosi al divano per lasciare la sua borsa e il coprispalle. “Buonanotte papà” disse, ecco mi aveva beccato! Cazzo…a quel punto uscii allo scoperto “Buonanotte Sarah, è andata bene la serata?” “Sì, bene…volevi controllare che fossi puntuale?” “No, è che stavo cercando una cosa” “Ahhh capisco…cerchi le cose al buio e dietro ad una porta?? Dai lasciamo stare, buonanotte papy” disse e poi salì in camera sua. Che figura di merda…ma come mi era venuto in mente di dire che ero lì a cercare una cosa??? Va beh stavo davvero rincretinendo. Andai a dormire anch’io.

POV Nessie

Mi svegliai verso le 8.30 e mi stiracchiai nel letto. Osservai mio marito dormire beato, così mi alzai cercando di non svegliarlo. Andai in bagno e poi scesi in cucina per fare colazione. Mi preparai un bel cappuccino con schiuma e presi dalla dispensa delle fette biscottate e della cioccolata spalmabile. Mi sistemai al tavolo e cominciai a mangiare. Poco dopo vidi Sarah entrare in cucina. “Buongiorno amore” “Buongiorno mamma” disse con la voce assonnata “Tutto ok?” “Sì, tutto bene…mi sono svegliata e ho capito che eri in piedi, quindi mi sono catapultata giù per parlarti di ieri sera” disse con un bel sorriso mentre si sedeva al tavolo.

“Allora??? Dai non sto nella pelle” “È stata una serata stupenda mamma. Quando siamo arrivati al cinema Seth ha voluto pagarmi il biglietto d’ingresso e poi ha comprato i pop corn e le bibite” “Beh gentile, un bel gesto” dissi condividendo con lei l’emozione della prima uscita con il ragazzo di cui si è innamorate. “Il film mi è piaciuto anche se…ero un po’distratta con lui lì accanto. Poi siamo andati a fare un giro per Forks e abbiamo parlato. Sai cosa mi piace di lui? Il fatto che non sia così immaturo come gli altri ragazzi della mia età e che a differenza di quest’ultimi sappia parlare anche di altro a parte i videogiochi” “Beh tesoro lui non ha propriamente la tua età, lo sai” “Sì, certo, lo so. E poi ovviamente mi piace tutto di lui…è così bello…ha un sorriso bellissimo e quando ride anche i suoi occhi ridono” disse con l’aria sognante. Ero felice per lei, molto felice, ma ero anche curiosa di sapere altri dettagli. Sorrisi a mia volta e le accarezzai la testa “Amore sono contenta. Senti ma poi che è successo?” “Che vorresti sapere mamma?” “Dai lo sai…vi siete…baciati?” “Mamma tu corri troppo, aspetta il mio racconto non è finito. Quando eravamo a Forks dopo il giro a piedi siamo andati a sederci su una panchina e lui mi ha detto che c’ha pensato molto prima di chiedermi di uscire, perché voleva essere sicuro su quello che prova” “Oh mio Dio, ha detto così?” “Sì mamma, proprio così. Sai mi ha anche detto che per lui la sua amicizia con papà è sacra e non vorrebbe rovinarla per niente al mondo. Quindi ha giurato che lui non vuole prendermi in giro, dice che in tutta la sua vita nessuna gli è mai piaciuta tanto quanto gli piaccio io e…” “E…andiamo Sarah pendo dalle tue labbra” “E…mi ha baciata” disse alzando sulla sedia i piedi e piegando le ginocchia, poi si abbracciò le ginocchia e ci nascose il viso. Io rimasi praticamente a bocca aperta. Poi superato lo shock incrociai il suo sguardo e la abbracciai “La mia bambina è una ragazza a tutti gli effetti” dissi. “Sarah…sei felice vero?” “Certo, super felice” “Lo sono anch’io, Seth è davvero un bravo ragazzo e hai ragione, è anche molto bello” “Sì infatti…mamma posso chiederti un piacere?” “Certo” “Vorrei dirlo io a papà…ho sbagliato a non dirgli subito che mi ero innamorata di lui, almeno voglio dirgli questo” “Tesoro mi fa piacere sentire queste parole, sono d’accordo con te” dissi e la abbracciai nuovamente. “Sai che ieri sera papà l’ho beccato mentre si nascondeva tra la porta e il mobile e stava lì al buio a spiare cosa facevo?” “Dici sul serio?” “Sì mamma, io ho fatto finta di nulla all’inizio, ma poi non ce l’ho fatta mi faceva troppo ridere…e gli ho detto buonanotte per poi chiedergli se fosse lì per controllare se ero puntuale, ma lui ha detto di no, anzi ha aggiunto che era lì per cercare qualcosa” disse. Scoppiai in una fragorosa risata, non ce lo vedevo proprio Jake in versione spia, ma ripensando a quanto era geloso per la figlia mi sembrò una situazione plausibile.

“Papà si sta comportando in modo molto strano, ti assicuro che quello nascosto dietro alla porta ieri sera non era Jacob…ti giuro che non so come fare a guardarlo in faccia appena si alzerà senza scoppiare a ridere!” “Dovrai trattenerti mamma” “Dai però spezzo una lancia a suo favore…è solo geloso, gli passerà” dissi e poi sentii qualcuno che scendeva le scale. Troncammo subito la nostra conversazione e vedemmo spuntare Jake. Entrambe lo salutammo poi Sarah mi chiese di restare sola con lui. Li lasciai lì, sapevo perfettamente che dovevano parlare di quello che era successo tra lei e Seth. Salii al piano superiore, mi vestii e andai a fare un giro da Rachel. Avevo voglia di chiacchiere tra donne e tra l’altro dovevo anche andare a fare delle spese…avevo voglia di sentirmi sexy e un bel completino intimo tutto pizzi era quello che mi ci voleva.

NOTE:

Ciao! Vi ringrazio per il fatto che nonostante l'estate inoltrata e le vacanze stiate continuando a leggere i miei capitoli!!!

Ho deciso di cominciare con un POV Jacob tornando a qualche ora prima del ritorno a casa di Sarah dopo l'appuntamento, perchè volevo mostrare l'inquietudine di un padre che per la prima volta vede uscire sua figlia con un ragazzo. Jacob ha fatto anche una discreta figuraccia facendosi beccare da Sarah, ma è tenerissimo anche per questo suo lato così impacciato. Poi Sarah racconta la sua uscita a Nessie e decide di dire a suo padre che la sera prima ha baciato Seth...spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e che mi lasciate i vostri commenti <3

A presto

Vanessie

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Capitolo 32

“Come ai vecchi tempi”

POV Nessie

Arrivai a casa di Rachel e bussai alla porta. Venne ad aprirmi Thomas, ci salutammo e mi intrattenni con lui e Matt chiedendogli come andassero le cose. Poi ci raggiunse anche Paul “Cognatina come stai?” “Ciao Paul, sto bene e tu?” “Bene…ma come siamo carine…” disse riferendosi al mio vestito svolazzante di colore blu. “Grazie!” “Posso offrirti da bere?” “No sto bene così, davvero…cercavo Rachel” dissi. Appena finii la frase mia cognata sbucò dalla cucina. Ci salutammo e ci ritirammo in cucina a parlare sole solette. Ci raccontammo gli ultimi pettegolezzi di La Push, per poi passare a parlare dei nostri figli. La conversazione poi andò sulla salute di Billy che sembrava sempre più precaria. Si ammalava frequentemente e i tempi di ripresa erano sempre più lunghi. Sia lei che Jacob erano preoccupati e lo ero anch’io. Le diedi un abbraccio consolatorio e poi lei cambiò argomento “Sai che il tuo vestito mi piace un sacco?” “Grazie Rachel” “Con i tuoi capelli sta da Dio…sei bellissima!!! E poi lo indossi così bene, magari avessi il tuo fisico” “Che esagerata che sei, hai un bel fisico anche tu” “Beh lo avevo qualche anno fa, invecchiando sono ingrassata un po’” “Ma Rachel stai benissimo smettila e poi sai…in questi giorni non mi sento così bella come dici, anzi dopo vado a comprarmi qualcosa di sexy” “Problemi con Jake?” “No, in realtà no, ma…sai la routine, vorrei stupirlo un po’. Qualche consiglio?” “Mmm non saprei, visto che ci sei ci andrei giù pesante, tipo…guepiere e calze autoreggenti?” “Beh è molto pesante, a lui piacerebbe ne sono sicura, ma in realtà non lo so…più che altro mi servirebbe un diversivo. Pensavo tipo a una serata fuori casa soli io e lui, comprensiva di cena e dopocena, devo farmi venire un’idea” “Che ne dici di un centro wellness? Massaggi, sauna, bagno turco, piscine riscaldate” “Wow Rachel questa sì che è una bella idea” “Hanno aperto da poco il centro wellness Waterfall e dicono tutti che è stupendo, tra l’altro hanno anche alcune camere bed and breakfast, quindi cena e dopocena assicurato” disse mia cognata strizzandomi l’occhiolino e facendo un sorrisetto malizioso. La ringraziai per la dritta che mi aveva dato e poi la salutai. Salii in macchina e andai al centro commerciale. Parcheggiai, scesi dall’auto e entrai. Feci un bel giro per i negozi ammirando le vetrine e notai gli sguardi di alcuni ragazzi indirizzati a me. Mi sistemai a sedere su una panchina e telefonai al centro wellness che mi aveva consigliato Rachel. Prenotai anche per la notte per la settimana successiva. Ma che bello, non vedevo l’ora di passare una serata con Jake, relax, risate, provocazioni reciproche e…non volevo fare l’amore con lui, volevo letteralmente andare a letto con lui. Come se non fossimo stati marito e moglie, quel desiderio mi faceva sentire un po’ porca, ma non me ne vergognai…Jacob era talmente attraente…quegli addominali scolpiti, il petto ampio e accogliente, le spalle larghe e forti, la schiena muscolosa, i bicipiti in evidenza…e poi il colore della sua pelle, il suo odore, il suo sapore…quei capelli neri e folti, gli occhi scuri e profondi, le labbra carnose e i denti bianchissimi…

“Ciao disturbo?” chiese un ragazzo risvegliandomi dallo stato di ebetismo in cui ero caduta pensando a mio marito. “Ciao” risposi “Mi chiedevo che ci fa una ragazza tutta sola qui” “Sto facendo shopping” “Non dovresti stare sola sei talmente bella…” “Ti ringrazio” dissi alzandomi e feci per andarmene “Aspetta, posso offrirti qualcosa?” “No, sei gentile ma…sono sposata” dissi e poi lo salutai con la mano e entrai nel negozio di intimo. Prima scelsi un costume nuovo. Per la mia serata con JJ me ne serviva uno. Ne presi uno molto carino di colore rosso. A lui invece comprai un costume azzurro, quel colore era in grado di renderlo ancora più bello. Poi trovai un reggiseno a balconcino abbinato al perizoma. Erano di pizzo nero ed esagerai comprando anche il babydoll dello stesso modello. Sì erano carini e quando mi guardai allo specchio mi sentii davvero molto sensuale. Sicuramente sarebbero piaciuti anche a Jake.

POV Jacob

Quando finii di parlare con Sarah, che mi aveva rivelato di essersi baciata con Seth, diedi il buongiorno a Jeremy e Jessie e poi uscii in veranda. Avevo bisogno di aria fresca. Portai con me il cellulare e una brioche alla marmellata. Mi accomodai sul dondolo e mi immersi nei miei pensieri. Poco dopo mi arrivò un sms. Presi il telefono e vidi che si trattava di Seth ‘Ieri sera mi è successa una cosa favolosa, ho bisogno di parlarti…ti aspetto dove ci siamo presi la prima sbronza P.S: voglio parlare con mio fratello, non con il padre di Sarah’ sorrisi e infilai il telefono in tasca. Che diavolo stava architettando Seth? Dissi ai miei figli che dovevo fare una commissione, poi infilai il casco e partii con la moto. Raggiunsi il luogo stabilito e vidi Seth in piedi ad aspettarmi. “Jake…grazie per essere venuto” “Ciao Seth” “Lo sai già vero?” “Sapere cosa?” “E dai non fare finta di nulla, volevo dirtelo io…ma in fondo è più giusto che tu lo abbia saputo da Sarah” disse. Rimasi in silenzio a guardarlo “Jake ascolta te l’ho detto, vorrei parlare come amici” “Lo so, ci provo…quindi Seth? Racconta, sei uscito con una?” “Sì, è stata una serata bellissima, all’inizio ero un po’ nervoso…pensa che suo padre mi ha fatto il discorsetto” disse, io mi misi a ridere “Ma davvero? E lui com’è?” “Sì davvero, lui mi è sembrato uno in gamba…” “Mmmm e lei gli somiglia?” “Hanno lo stesso colore degli occhi e la stessa carnagione, quando ride lei gli somiglia, però la ragazza assomiglia di più a sua madre” “Anche la madre è una gnocca?” “Super gnocca…ma intendiamoci a me piace la figlia” disse. Risi ancora, era strano parlare di me, Nessie e Sarah come se fossimo degli estranei, ma aveva un qualcosa di divertente. “Comunque Jake…a me lei piace da morire e a fine serata ci siamo baciati” “Mmmm e la rivedrai?” “Certo, te non hai capito, io non la mollo più” disse tirandomi una pacca sulla spalla. “Seth sei davvero innamorato di mia figlia?” “Sì, come non lo sono mai stato di nessun’altra” “Per cui ora frequenterai casa mia più spesso?” “Molto più spesso, ti dispiace?” “No…sempre che a te non dispiaccia avermi come suocero, Dio questa parola suona davvero male…” “No, non mi dispiace” “Ok…però dovrai ricordarti  3 cose fondamentali: 1 ricordati quanti anni ha mia figlia quindi niente cazzate o ti uccido, 2 l’amicizia tra noi rimane esattamente invariata, puoi raccontarmi tutto, ma non raccontarmi mai e poi mai i particolari intimi di quello che fai con mia figlia e 3…non ti azzardare mai a chiamarmi suocero” dissi “Penso di poter rispettare tutto senza problemi” “Perfetto Seth” dissi dandogli la mano.

“Prendiamo un hamburger?” mi propose Seth “Buona idea” dissi. Poi entrammo in un fast food e trascorremmo il resto della mattinata a parlare come ai vecchi tempi. Tra cavolate successe a La Push, affari del branco e battute sceme le ore volarono. Mi sentii ancora un ragazzino in compagnia di uno dei miei migliori amici.

NOTE:

Buongiorno, oggi pubblico prima del solito! In questo capitolo Seth e Jacob provano a mantenere il loro rapporto d'amicizia inalterato dopo l'uscita con Sarah. Sia lei che Seth hanno avuto la stessa idea, ossia quella di dire subito a Jake cosa fosse successo tra loro e in fondo Jacob lo accetta senza remore, ma non manca di fare qualche piccola raccomandazione a Seth :P

Vi ricordo che potete trovarmi anche su facebook alla pagina: Taylor Lautner my sweet love  

A presto

Vanessie

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Capitolo 33

“Il mio universo”

Il sabato dedicato alla serata per me e Jacob era arrivato. A lui non avevo detto niente, sarebbe stata una sorpresa. Dopo colazione preparai alcune cose per i miei figli, poi aspettai che mio marito si mettesse alla tv per controllare i risultati delle partite di basket del giorno precedente e chiamai a raccolta Jessie, Sarah e Jeremy al piano superiore. Gli spiegai che saremmo stati fuori per tutta la giornata e la notte, avremo fatto ritorno a casa il pomeriggio del giorno successivo. Mi raccomandai che si comportassero bene, li informai che nel frigorifero avevo lasciato delle cose già pronte da mangiare, che dovevano essere solo riscaldate e gli ricordai che per qualunque esigenza la famiglia Cullen sarebbe stata disponibile, così come lo zio Paul e la zia Rachel.

Dopo sistemai in due borse sportive tutto il necessario per noi due: costumi, infradito, asciugamani e soprattutto il completino intimo e il babydoll che mi ero comprata appositamente per quella serata. Indossai un paio di jeans strettissimi, una camicetta verde scuro e ballerine nere. Scesi in salotto e dissi a Jake che avevo bisogno di lui per sbrigare una commissione. Aggiunsi che doveva accompagnarmi in un posto, quindi lo mandai in camera a cambiarsi, dicendogli di prendermi le due borse sportive che avevo lasciato sul letto. Dopo poco tornò giù, gli feci caricare le borse in macchina e salutai i miei figli. Mi sistemai in auto al lato passeggero, dicendogli di imboccare la strada per Tacoma, una città a sud di Forks. Gli comunicai tutte le indicazioni stradali necessarie per raggiungere la nostra meta. Arrivati nei pressi nel centro wellness gli dissi di parcheggiare. “Si può sapere che devi fare?” “Te l’ho detto amore devo fare una commissione importante, però dato che è ora di pranzo prima potremmo fermarci da McDonald’s, ti va?“ “Certo, lo sai che non rifiuto mai il cibo” “Ohhh lo so, per fortuna sei un licantropo e non ingrassi, altrimenti con la quantità di cibo che mangi…” “Già, per fortuna” rispose sorridendo. Entrammo da McDonald’s e ordinammo panini, patatine fritte e bibite, poi ci sedemmo e pranzammo tra mille risate. Appena finito ci incamminammo nel centro wellness. Jake mi guardava un po’ stupito “Una commissione qui?” “Sì proprio qui” “Passiamo il pomeriggio io e te da soli?” domandò felice all’idea di restare con me e staccare la spina. “Non esattamente…ci restiamo fino a domani a pranzo” “Vuoi dire anche tutta la notte?” mi chiese, io annuii e sorrisi “Tutta la notte, è una piccola sorpresa” “Beh…wow, non so cosa dire” “Dimmi che mi ami” “No non ti amo, ti adoro” disse e poi ci baciammo.

Andammo negli spogliatoi a indossare i nostri costumi e poi insieme ci recammo nelle piscine riscaldate. Tra jacuzzi, sauna e bagno turco iniziammo a rilassarci e parlare proprio come una coppia di giovani ragazzini. Mi piaceva tantissimo il nostro rapporto, serio e profondo da un lato ma anche scherzoso e adolescenziale dall’altro. Dopo entrammo nelle piscine riscaldate a 34 gradi, in cui potevamo muoverci tra zone con getti d’acqua scrosciante che cadevano sulle spalle per massaggiarle, altre in cui c’erano dei lettini sempre immersi nell’acqua che massaggiavano i muscoli delle cosce e dei fianchi e altre ancora. Per finire in bellezza il pomeriggio uscimmo dalle piscine e andammo nella sala massaggi. La stanza era calda e accogliente, tutto lì dentro era studiato appositamente per indurre i clienti al relax: i colori, la musica di sottofondo, l’arredamento. Sia io che Jake ci togliemmo gli accappatoi rimanendo in costume e ci sdraiammo su due lettini vicini l’uno all’altro a pancia ingiù. Pochi minuti dopo entrarono due massaggiatrici. La mia era una signora di mezz’età con l’espressione cordiale e amichevole, quella di Jacob invece era una ragazza molto più giovane e bella. La ragazza in questione prese in mano gli oli profumati e ne versò una certa quantità sulla schiena di mio marito. Iniziò a massaggiarlo toccando la sua schiena dappertutto, con movimenti rapidi e vigorosi, necessari a far sciogliere i muscoli contratti per lo stress e le fatiche della vita quotidiana. La signorina mi sembrava molto soddisfatta…di sicuro aveva notato la perfezione dei lineamenti e del corpo di JJ. Mi stavo innervosendo, solo io avevo il diritto di toccarlo e con la mia solita fortuna io avevo la signora di mezz’età, lui la ragazza avvenente. Anche la mia massaggiatrice cominciò a cospargere la mia schiena di oli profumati e a toccarmi in modo energico. Era semplice abbandonarsi a quelle sensazioni piacevoli, anche se un piccolo tarlo nel mio cervello mi impediva di rilassarmi totalmente. Non riuscivo a staccare gli occhi dalle mani della giovane ragazza che andavano su e giù sulla pelle abbronzata di mio marito. Ad un certo punto Jake si voltò verso di me e mi sorrise facendomi l’occhiolino. Abbozzai un sorriso e vidi le sue labbra muoversi e pronunciare silenziosamente un Ti Amo. Il mio sorriso si allargò e rimasi occhi negli occhi con lui, dimenticando tutto il resto compresa quella che lo toccava. Riuscii a rilassarmi e godermi quell’estasi.

Quando le due massaggiatrici finirono il loro lavoro si congedarono, lasciandoci soli. Indossammo nuovamente i nostri accappatoi e le infradito e poi riprendemmo le nostre borse negli spogliatoi. Salimmo in camera ancora stravolti, chissà perché ma dopo quell’intero pomeriggio di relax mi sentivo stanca e lo stesso valeva per mio marito. Ci facemmo una doccia e poi indossai un vestito corto color sabbia, infilai le calze e le ballerine nere. Mi sistemai in capelli e mi truccai, poi rientrai in camera e notai quanto fosse bello…aveva messo i vestiti che avevo preparato per lui nella borsa: pantaloni neri che fasciavano quell’incantevole fondoschiena, maglietta bianca con scollo a V e giacca nera. Inutile dire che era meraviglioso. Talmente bello da far male agli occhi. Andammo a cena e parlammo di tantissime cose relative alla nostra vita privata, ai nostri amici e alla nostra esperienza vissuta quel pomeriggio. “Hai avuto un’ottima idea nello scegliere questa sorpresa per noi carotina” “Beh me l’ha consigliato Rachel” “Allora la ringrazierò” “Pensavo che avevamo bisogno di una giornata lontani dagli impegni familiari” “Sì hai ragione, ci serviva proprio amore” disse e si avvicinò alle mie labbra per regalarmi un bacio dolcissimo. Finita la cena andammo in camera. Appena chiusa la porta tolsi la sua giacca e la lasciai cadere sul pavimento. Lo abbracciai tenendo la sua schiena stretta a me e lo baciai sul collo. Jake prese il mio viso tra le mani e intrecciò la sua lingua alla mia. Era un bacio talmente profondo che quasi mi mancò il respiro. Sbottonai i suoi pantaloni e li calai, mentre lui sfilò il mio vestito e le calze. “Devi aspettarmi un attimo amore” “Dove vorresti andare?” “Devo mettere una cosa che ho comprato solo per stanotte” dissi allontanandomi da lui. Il suo sguardo era lievemente scocciato “Non possiamo fare finta che l’hai messa?” “No Jake, dai faccio in un attimo e ti assicuro che ti piacerà” dissi baciando la mia mano e poi soffiando il bacio verso di lui. Entrai nel bagno, misi il reggiseno a balconcino abbinato al perizoma di pizzo nero e infilai il babydoll. Tornai in camera e lo vidi sdraiato sul letto, si voltò verso di me e sorrise. Ricambiai il sorriso “Ciao bel maschiaccio che ne dici?” chiesi alludendo al mio completino “Dico che è molto sexy e che ti sta da dio…” disse. Mi avvicinai a lui e mi misi a sedere sul letto “Sai l’ho comprato perché mio marito ogni tanto si lamenta dicendo che sono invecchiata e quindi…beh volevo fargli vedere che si sbagliava” “Tuo marito dev’essere pazzo per dire una cosa del genere” “Non sei d’accordo con lui?” domandai in modo provocatorio mettendomi in ginocchio sul letto e togliendo il babydoll, rimanendo in reggiseno e perizoma. Jacob posò le sue mani sulla mia vita e si avvicinò come se le nostre bocche avessero dovuto sfiorarsi. Lo fece più volte, facendomi continuamente sospirare nella speranza di ricevere quel bacio, ma voleva solo rispondere alla mia provocazione “Non sono per niente d’accordo con lui, lascia perdere tuo marito ora” “Perché dovrei?” “Perché adesso sei mia” disse baciandomi con trasporto e passione. La testa iniziò a girarmi dall’emozione “Ma sono sposata” “Lo sono anch’io” disse. Sfiorai il mio naso con il suo e bisbigliai “Fai l’amore con me come se non ci conoscessimo” lui sorrise e mi accarezzò i capelli. Mentre eravamo occhi negli occhi spostò i miei boccoli da un lato e affondò le sue labbra sul mio collo. Il modo in cui mi baciava il collo e le spirali che disegnava in quel punto con la lingua mi fecero sospirare, provocando mille brividi sulla mia pelle. Nel frattempo tenevo le mie mani sui suoi fianchi e giocavo con l’elastico dei suoi boxer. In modo molto veloce passò a sganciare il mio reggiseno e togliere il perizoma che presto finirono in terra, poi mi ritrovai sdraiata sotto di lui. Allargai le mie gambe e piegai le ginocchia per accoglierlo dentro di me, ma non fece ciò che mi aspettavo. Sollevò la mia gamba sinistra e iniziò a baciarla, poi si piegò a baciare la mia pancia per risalire su verso il seno. Leccò i miei capezzoli e io infilai le mie dita tra i suoi capelli. Quando si staccò da me cercai la sua bocca e lo baciai a lungo. Quando finalmente entrò dentro di me sospirai e cominciai a seguire il ritmo dei suoi movimenti, ipnotizzata da quelle labbra carnose e dai suoi occhi profondi. Sul suo volto vedevo riflesse le mie stesse espressioni di piacere.

Ogni suo movimento lo portava sempre più vicino a toccare la mia anima, quella più pura e intima, che soltanto a lui avevo permesso di vedere. Come tutte le altre volte era impossibile descrivere ciò che sentivo fisicamente: lui dentro di me, io che lo avvolgevo in ogni forma possibile e desiderabile, lui e io che diventavamo un Noi, quel Noi perfetto e insostituibile che mi faceva praticamente perdere i sensi e mi mancava se non riuscivo a fare l’amore in quel modo tanto spensierato e libero. Tornai ad acquistare un momento di lucidità, lo baciai sussurrandogli che lo amavo e che avrei voluto rimanere con lui in quella stanza per almeno un anno intero. Lo feci sorridere per un attimo, distraendolo solo brevemente da ciò che stavamo facendo, per poi iniziare ad abbandonarmi gradualmente a mio marito quando prese a muoversi con più forza. Intrecciai la mia mano nella sua stringendola forte e quando avvertii i suoi gemiti gli feci eco, perdendo il mio autocontrollo di donna adulta e responsabile e trasformandomi in una ragazzina folle e fuori controllo. Rimanemmo sconvolti ancora avvinghiati l’uno all’altra per un po’. Aveva appoggiato la sua guancia destra sulla mia spalla, io invece con entrambe le braccia lo tenevo stretto a me e le mie mani accarezzavano la sua schiena dall’alto al basso. Facevo finta di non vedere che mi stava guardando, fino a quando non sentii la sua voce roca “Sei dannatamente bella” disse. Lo guardai e sorrisi, era talmente semplice sprofondare nei suoi occhi che dovetti trattenermi per non farlo “È stata una sorpresa stupenda poter stare da solo con te” “È stato un regalo anche per me amore” dissi ripensando al bisogno che anch’io avevo di passare del tempo con mio marito, lontano da chiunque altro.

Ci staccammo l’uno dall’altra e mi sdraiai su un fianco per continuare a guardarci reciprocamente negli occhi. “Mi dispiace che questi momenti così nostri siano una rarità Jake” “Dispiace anche a me, ma è naturale, l’importate è sapersi ritagliare i propri spazi ogni tanto” “Sì…è vero, ma è così difficile…” “Lo so Ness, ma in fondo sono tanto belli proprio perché sono pochi” “Mmm hai ragione” dissi e poi andai a posare la mia testa nell’incavo della sua spalla, quel posto tanto meraviglioso che sembrava essere stato progettato per far sì che potessi accoccolarmi a lui. Quell’incavo perfetto che mi faceva sentire a casa in qualunque luogo io fossi, in qualsiasi momento e che sapeva donarmi serenità e protezione, le uniche due cose di cui avevo bisogno per essere felice, le uniche due cose che soltanto una persona in tutto l’universo possedeva e avrebbe posseduto per l’eternità…Jacob.

NOTE:

Buongiorno a tutte e buon 1 agosto!!! In questo capitolo Renesmee e Jacob si sono presi una pausa dai loro impegni familiari e credo che sia salutare per qualsiasi coppia umana o soprannaturale potersi concedere del tempo. Ma...dopo tutta questa romanticheria cosa accadrà? Continueranno a godersi la loro vita tranquilla, oppure è solo la quiete prima della tempesta???? Continuate a seguirmi e lo scoprirete! :P

Vi ricordo che potete trovarmi anche su facebook alla pagina Taylor Lautner my sweet love e auguro buone vacanze a tutti coloro che in questi giorni partiranno! Ma non dimenticatevi di me!!!!! Recensite se vi va e alla prossima

Vanessie

SUNLIGHT'S RAY PART 2 FANFICTION

Capitolo 34

“Condizionamenti”

Recuperai Jeremy da casa Cullen dove era andato per allenarsi a gestire il suo scudo insieme a nonna Bella e per fare esercizio al pianoforte con nonno Edward. Tornammo a casa e in lontananza, in veranda, notai un pacco color marrone scuro. Jeremy corse verso la porta d’ingresso e si chinò per leggere il destinatario del pacco “Mamma è per te, io vado a finire i compiti” disse entrando in casa. Che strano, di nuovo un pacco indirizzato a me…soltanto tre settimane prima ne avevo ricevuto un altro, mi chinai anch’io per leggere e notai la stessa magnifica calligrafia che la scorsa volta mi aveva colpita, senza però farmi capire chi fosse il mittente.

Lo presi e entrai in casa. Mi tolsi il giubbotto e andai in cucina, appoggiando il pacco sul tavolo. Per fortuna Jeremy era andato in camera sua e potevo liberamente aprirlo. Gli altri miei due figli e Jake infatti erano fuori casa. All’interno dello scatolone trovai un libro, leggendo il titolo e la trama scritta sul retro della copertina capii che riguardava i vampiri, i licantropi e i mezzosangue in genere. Chi diavolo era la persona che mi spediva quella roba? Se aveva deciso di inviarmi quel libro evidentemente conosceva i segreti della mia famiglia, dato che mio marito era un licantropo, i miei figli erano mezzosangue e io ero per metà vampira. Cominciai sul serio ad inquietarmi, frugai nello scatolone e trovai un secondo libro dedicato unicamente al mondo dei lupi mannari. Poi vidi una busta, così l’aprii e non potei far altro che osservare la raffinata carta da lettere sulla quale spiccava la meravigliosa calligrafia misteriosa.

Mia cara Renesmee

la lettura di questi due libri ti permetterà di scoprire particolari tanto profondi del mondo soprannaturale che nemmeno immagini. Ti consiglio di analizzare soprattutto il volume sui lupi mannari al fine di comprendere meglio le mie intenzioni…

Presto capirai tutto e riceverai maggiori  dettagli  in merito allo scopo della nostra corrispondenza.

Confidando nella tua intelligenza e perspicacia ti consiglio di mantenere la massima riservatezza con i tuoi familiari , almeno fino a quando non avrai ricevuto tutte le informazioni.

A presto

Andai in camera a nascondere anche quel pacco insieme al precedente. Non so per quale motivo, ma colui che scriveva quella lettera mi aveva convinta, non ne potevo parlare con nessuno dei miei familiari, avrei aspettato il momento opportuno. Presa dalla curiosità iniziai a leggere il libro sui lupi mannari. Conteneva una serie di appunti scritti da una giovane ragazza di nome Clara, su un branco di licantropi con il quale lei era venuta a contatto. Lessi la prima parte del libro tutta d’un fiato. La descrizione che ne usciva fuori era quella di esseri del tutto spietati e sanguinari, che non si facevano scrupoli ad uccidere gli esseri umani. Clara per quanto fosse impaurita da questi licantropi, non poteva far altro che continuare a frequentarli, poiché si era innamorata di uno di loro, Patrick. La ragazza diceva che perfino da umano Patrick aveva continuamente scatti d’ira e le faceva paura il modo in cui la guardava. I comportamenti descritti da Clara non erano per niente simili a quelli di Jacob e del suo branco. Jake e gli altri non avevano mai ferito nessun umano, anzi il loro compito era proteggerli. Jake non era quel mostro descritto nel libro, era un ragazzo gentile e premuroso, lo era sempre stato sia con me, che con i nostri figli e anche con chiunque incontrasse.

Era ancora presto, allora lessi anche la seconda parte del libro, in cui non era più Clara a parlare, bensì l’autore del libro. I licantropi venivano definiti degli esseri immondi, privi di buon senso e violenti assassini. L’autore affermava che da numerosi documenti analizzati i lupi mannari potevano essere ritenuti ancor più pericolosi dei vampiri, a causa dei loro istinti animaleschi che tendono a prevalere sul raziocinio umano.

Si sosteneva inoltre che l’unico modo per tenerli a bada era quello di picchiarli proprio come delle bestie e di asservirli ai vampiri, gli unici in grado di poterli gestire grazie a degli strumenti particolari di costrizione.

Chiusi il libro schifata e sdegnata per tutto quello che avevo letto. Il contenuto di quel volume era pieno di pregiudizi e bugie, immaginare mio marito comportarsi come una bestia feroce mi fece venire il voltastomaco e saperlo asservito ai vampiri mi provocò una rabbia violenta che cercai a tutti i costi di tenere sotto controllo, dato che sentii rincasare anche Sarah e Jessie. Nascosi il libro e scesi al piano inferiore. “Sarah non mi sento molto bene, ti dispiacerebbe preparare la cena?” “Tranquilla mamma ci penso io, ma che hai?” “Un tremendo mal di testa e ho bisogno di un bagno caldo” “Ok, qui ci penso io” disse. Salii in camera mia e andai nel bagno privato. Riempii la vasca con l’acqua calda, mentre l’acqua scorreva iniziai a pensare. Perché un misterioso sconosciuto voleva che io leggessi quel libro? Forse per farmi cambiare idea su Jacob? Nella lettera poi aveva scritto che avrei dovuto leggere entrambi i libri per arrivare a capire quali fossero le sue intenzioni…io non ci capivo più niente. Mi spogliai, appuntai i miei lunghi capelli per non bagnarli ed entrai nella vasca. Mi distesi e continuai a rimuginare sul perché qualcuno voleva contattarmi per infangare la reputazione dei lupi mannari. Chi poteva essere? La mia mente analizzava molti dati e faceva scorrere davanti ai miei occhi le immagini di varie persone…che fosse opera di Nahuel? Non ci eravamo salutati nel migliore dei modi e mi aveva promesso che un giorno sarebbe tornato alla carica…poi il fatto di screditare Jacob ci poteva stare…ma più che screditarlo quel libro voleva mettermi paura, alludendo al fatto che qualsiasi licantropo fosse pericoloso. Boh…interruppi i miei pensieri quando qualcuno bussò alla porta del bagno “Nessie, posso entrare?” sentii domandare dalla voce di mio marito “Sì” risposi. Lo vidi fare capolino dalla porta “Tutto ok? Sarah ha detto che hai mal di testa” “Sì è così Jake” “Posso fare qualcosa per te? Magari ti porto una medicina per fartelo passare” “No Jake, no. Non voglio nessuna medicina, tra poco ceno e vado a dormire” “Sei sicura?” “Sì una bella dormita basterà” “Ok…ti aspetto giù?” “Sì, voglio rilassarmi un po’, lasciami sola” dissi. Mio marito richiuse la porta e di nuovo mi trovai sola con i miei pensieri. Li abbandonai presto, mi lavai, poi mi asciugai e infilai il pigiama.

Scesi in cucina e insieme a tutti gli altri cenai. Rimai silenziosa mentre Jeremy raccontava a Jake la sua giornata. Feci lo stesso mentre Jessie parlava delle solite ragazzate che avevano avuto come protagonisti alcuni ragazzi della Riserva. La mia assenza continuò anche quando Sarah chiese il permesso di uscire con Seth la sera successiva. Finita la cena, diedi la buonanotte a tutti, mio marito si avvicinò per abbracciarmi, ma lo respinsi fingendo ancora dei dolori alla testa “Sei sicura che sia solo per la testa? Insomma sei così fredda…” affermò JJ, aveva ragione ero stata glaciale con lui, ma quella sera proprio non riuscivo a distrarmi dai dubbi che avevo “Sì, è solo per la testa” dissi e poi andai a letto. Cercai di allontanare tutti i pensieri e prima del previsto mi addormentai.

POV Jacob 

Quando entrai in camera vidi mia moglie dormire. Sperai che il suo mal di testa passasse e cercai di fare il meno rumore possibile per non svegliarla. Entrai nel letto e la osservai. Era bella come al solito e la dolcezza che la contraddistingueva era ancor più evidente quando dormiva. La coprii meglio con la coperta, stanco com’ero anche io mi addormentai velocemente.

Lo sapevo di essere nel dormiveglia e sentivo in lontananza qualcuno che si lamentava e piangeva sommessamente. Ma ero talmente stanco che non ce la facevo ad aprire gli occhi, le palpebre pesavano come macigni, la voglia di lasciarmi di nuovo andare tra le braccia di Morfeo era irresistibile. Tuttavia qualcosa catturò la mia attenzione, il lamento in lontananza si fece più vicino e iniziai anche a sentire una voce che mi ricordava qualcuno. Quella voce piano piano mi fece risvegliare, ancora inebetito capii che era Nessie, mi girai verso di lei e compresi che stava sognando. Si agitava e piangeva mentre pronunciava frasi senza senso in mezzo alle quali riconoscevo il nome Jacob. Sicuramente stava facendo un incubo, così provai a chiamarla con la voce bassa per farla svegliare, ma niente. Allora accesi la lampada sul mio comodino e mi tirai su a sedere sul letto, poi mi piegai verso di lei sorreggendomi con il braccio destro. La chiamai più forte e con la mano sinistra smossi il suo braccio per cercare di svegliarla.

POV Nessie

Jacob mi rincorreva in forma di lupo e aveva sul muso la stessa espressione inferocita di quando attaccava i vampiri. Cercavo di scappare per trovare rifugio da qualche parte, mentre piangevo impaurita. Entrai in una casa abbandonata ma non feci in tempo a chiudere la porta, lui si ritrasformò in un umano e entrò. Non l’avevo mai visto tanto arrabbiato, mi diceva cose bruttissime, tipo che ero soltanto una sporca vampira e che meritavo di morire per aver trasmesso i miei geni malati ai nostri figli. Lo pregavo di calmarsi e di non farmi del male. Cominciai a sentire una voce in lontananza che mi chiamava, la voce si fece sempre più insistente, così aprii gli occhi abbandonando quel sogno, ma non appena vidi che Jacob era lì vicino a me lanciai un urlo di terrore. “Hey amore calmati ti prego” disse abbracciandomi, mentre io ancora piangevo “È soltanto un brutto sogno ed è finito, ci sono io adesso, nessuno ti farà del male” disse. Ripresi il controllo delle mie facoltà mentali e abbandonai la testa sulla sua spalla, cingendolo intorno alle spalle in un abbraccio. Era stato un sogno, sciocco e insensato “Tranquilla, nessuno vuole farti del male” cercò di rassicurarmi, così cercai di calmarmi e smisi di piangere. Mi fece sdraiare sotto alle coperte e allungò un braccio dietro alla mia testa. Mi voltai su un lato verso di lui e rimanemmo faccia a faccia. Jake mi accarezzò il viso e sorrise “Si può sapere che hai sognato di tanto spaventoso?” chiese, ma come spiegargli che nel sogno avevo paura proprio di lui che in quel momento era tanto dolce e voleva rassicurarmi? Non potevo dirglielo, così alzai le spalle e risposi “Non voglio parlarne, voglio solo scordare tutto” lui sorrise e mi baciò. Mi strinsi ancora di più a lui e realizzai che quel maledetto libro letto nel pomeriggio mi aveva condizionata, mio marito non mi avrebbe mai fatto del male, noi ci amavamo e non mi avrebbe mai rivolto quelle brutte frasi.

Qualsiasi fosse l’intenzione del mittente misterioso dei pacchi, non gli avrei permesso di riempirmi la testa di bugie. I lupi mannari che conoscevo non erano feroci assassini e soprattutto non lo era Jacob, lui era la mia casa, il mio rifugio felice e sempre lo sarebbe stato.

NOTE:

Eccomi qua!!! Allora prima cosa credo che questa settimana posterò 3 capitoli invece di 2 perchè dal 10 al 17 agosto compresi andrò in vacanza e quindi per far perdonare la mia assenza di una settimana, vorrei darvi un capitolo in più...ma dipende anche da voi, se vedo che le letture saranno poche allora lascerò perdere e ne posterò solo 2. Comunque oltre a oggi, la mia intenzione sarebbe di postare mercoledì e sabato.

Veniamo al capitolo. Il mistero sui pacchi si infittisce, anche se ancora non conosciamo il mittente inizia a farsi più chiara l'intenzione di voler mettere paura a Nessie e di screditare ai suoi occhi i licantropi. Ho deciso di fare uno sreen shoot (foto allo schermo :P) per mostrarvi la calligrafia del mittente, dato che qui su efp non si riusciva a vedere altrimenti. Supposizioni?????

Renesmee dopo aver letto il libro rimane turbata e addirittura sogna che Jacob vuole farle del male, salvo poi svegliarsi tra le sue braccia e capire quanto fosse sciocco quel sogno. Jacob è l'antitesi del malvagio, è super adorabile e dolcissimo!

Dopo questo papiro di note lascio a voi la parola, spero che mi facciate sapere qualcosa con delle recensioni! Ringrazio chi recensisce sempre e che mi ha permesso di superare le 100 recensioni <3 grazie!

Forse a mercoledì allora!

Vanessie

SUNLIGHT'S RAY PART 2 FANFICTION

Capitolo 35

“Meditare”

POV Jacob

Quel sabato mattina dopo colazione andai da mio padre, i suoi malanni di salute erano peggiorati ultimamente. Aveva fatto molte visite in ospedale e le analisi confermavano che lentamente la malattia stava peggiorando. Anche Carlisle aveva confermato a me e a Rachel che l’unica strada percorribile era quella di continuare con le medicine. Arrivato davanti a casa sua bussai alla porta e aspettai che papà venisse ad aprirmi.

“Ciao Jacob, entra” “Ciao papà, come stai?” chiesi entrando in casa e seguendolo in cucina “Come sempre, Sue mi ha portato dei biscotti, ne vuoi?” “Certo, un biscotto non lo rifiuto mai” dissi e ne presi uno dal vassoio che mio padre mi porgeva. Ultimamente era invecchiato molto, non solo per le rughe che solcavano la sua pelle e per i capelli bianchi, ma anche nello spirito. Era sempre stato un uomo all’apparenza molto autoritario ed era forte, deciso, ma da un po’ di tempo a questa parte si era addolcito molto. “Nessie ti manda questi” dissi mostrandogli il contenuto del sacchetto che avevo portato, in cui erano riposti alcuni vestiti lavati e stirati. Papà mi ringraziò, poi parlammo del più e del meno. Quando venne l’ora di andare via gli ricordai “Lunedì passo a prenderti per andare alla visita ok?” “Non capisco perché continuare con queste visite” “Papà sono importanti” “Per cosa? Per sapere che la situazione non cambia?” “Per tenerla sotto controllo” “Oh Jacob…quando un uomo arriva alla mia età è naturale che si ammali, è il ciclo della vita. Si nasce, si cresce e si muore…e in fondo, sai ho voglia di rivedere tua madre” “La rivedrai quando sarà il momento, non adesso” dissi, gli diedi una pacca sulla spalla e lo salutai. Mentre tornavo a casa ripensai alle parole di mio padre. Anche se ormai ero un uomo con una sua famiglia non ero pronto a dire addio a mio padre, nessuno è mai pronto per farlo. Un giorno sarebbe morto lo sapevo, ma desideravo che quel giorno fosse il più lontano possibile. Rientrai in casa mia e dopo pranzo andai con Jessie a fare un giro sulla spiaggia. Mio figlio mi aveva fatto capire di aver bisogno di parlare con me, quindi approfittai di una delle rare giornate di sole per fare una passeggiata con lui.

Iniziammo a passeggiare sulla spiaggia di La Push, lo scrosciare delle onde del mare ci teneva compagnia, ogni tanto incrociavamo qualcuno ma la spiaggia era quasi deserta. “Papà senti io, Sarah e Jeremy volevamo organizzare una festa per il compleanno di nonno Billy…ci pensiamo da un po’ e dato che il suo compleanno sarà tra due settimane volevo sapere cosa ne pensavi” disse guardandomi titubante. Gli sorrisi e gli diedi una pacca sulla spalla, ero contento che i miei figli avessero preso quella decisione, avrebbe reso felice mio padre e rendeva contento anche me “È una bella idea, gli farà piacere” “Vogliamo che sia una festa a sorpresa, nessuno lo dovrà sapere, infatti non lo sa nemmeno la mamma, per questo ti ho chiesto di parlare da soli…pensiamo a tutto noi: Sarah farà la spesa e cucinerà dei dolci, Jeremy preparerà le decorazioni e io mi occuperò degli invitati, ovviamente ci saranno solo i familiari e gli amici più stretti, non voglio far affaticare il nonno” “Beh, direi che va bene…e io che ruolo avrei in tutto questo?” chiesi, ero curioso di sapere perché mio figlio mi aveva informato della festa “Tu dovrai portare il nonno fuori casa, così noi tre prepariamo tutto, ci aiuterai?” “Jess certo che vi aiuterò, è il minimo che possa fare. Lo porterò via con una scusa, poi ci organizziamo meglio, insomma mi farai sapere a che ora devo portarlo fuori e a che ora rincasare…” dissi. Restammo ancora un po’ a parlare, poi tornammo a casa nostra. Jessie uscì poco dopo per andare a fare un giro con Katy, la sua ragazza. Anche Sarah uscì con Seth, che ancora nella mia testa faticavo a classificare come il suo ragazzo. Nessie ed io invece accompagnammo Jeremy e Alex, il figlio di Quil e Claire, in centro a Forks, dove volevano andare per incontrare alcuni loro amici. Sperando che Jeremy non ne combinasse un’altra delle sue…era indisciplinato. I nostri figli erano cresciuti e ormai il sabato pomeriggio uscivano sempre con i loro coetanei, io e mia moglie ne approfittavamo ogni volta per restare da soli a raccontarci i nostri piccoli segreti e per farci quattro risate in intimità. Quel pomeriggio decidemmo di andare a prenderci qualcosa in una tavola calda di Forks. Entrammo nel locale, che era pieno di persone e trovammo un tavolo per noi due. La cameriera arrivò per le ordinazioni, Nessie prese una cioccolata calda con biscotti, io invece scelsi un cappuccino. L’autunno era ormai cominciato da un po’ e la temperatura si stava facendo sempre più fresca.

“Allora come hai trovato tuo padre stamattina?” “Come al solito Nessie, ogni volta per me è uno strazio vedere che non migliora” dissi abbassando gli occhi, mia moglie appoggiò la sua mano sulle mie “Mi dispiace amore” disse. Le feci una carezza sulla guancia e le diedi un bacio a fior di labbra. Sapevo che anche a lei dispiaceva per mio padre, lo conosceva da quando era nata e tra loro si era creato un legame speciale nel corso degli anni. “Quando gli ho ricordato della visita di lunedì lui mi ha risposto che andare alle visite gli sembra inutile e che è normale per uomo della sua età ammalarsi. Pensa che ha anche detto che ha voglia di rivedere mia madre…come se ormai si fosse rassegnato all’idea di un peggioramento continuo e fosse consapevole che…” “No Jake, ti prego non dire quella parola, non voglio che tu sia così negativo”

“Tesoro ma lo sai anche tu che i medici dicono che potrebbe aggravarsi da un giorno all’altro” “Lo so, ma non è detto che quel giorno sia imminente, devi trascorrere con lui tutto il tempo che gli rimane nel modo migliore possibile, se tu sei pessimista in questo modo non riuscirai a goderti gli ultimi anni con lui ed è sbagliato” disse. La abbracciai e mi sentii avvolgere dalle sue braccia e dal suo profumo. La cameriera ci interruppe per servirci ciò che avevamo ordinato, così abbandonai quell’abbraccio e entrambi bevemmo le nostre bevande calde. Riuscimmo a cambiare argomento, alleggerendo un po’ l’atmosfera che si era creata. Mi dispiaceva renderla triste, soprattutto nel weekend, ossia negli unici momenti in cui potevo dedicare a lei e alla nostra famiglia tutto il mio tempo.

Il pomeriggio trascorse in fretta, così dopo una breve passeggiata tornammo a casa. In macchina ridemmo e scherzammo; Jessie e Sarah telefonarono per dire che non sarebbero tornati per cena, quindi avrei trascorso la serata con mia moglie e Jeremy, che ci avrebbe raggiunti a casa più tardi. Parcheggiai l’auto e scendemmo avviandoci in veranda. Notai una busta voluminosa nella cassetta della posta, quindi dissi a Nessie di avviarsi in casa e mi fermai a prendere la posta. La busta voluminosa era color avorio, a mala pena riusciva a stare nella cassetta della posta. La rigirai tra le mani per capire a chi fosse indirizzata e rimasi affascinato dalla calligrafia perfetta e raffinata che riportava la scritta:

 

 

Dunque era per mia moglie. Mi incamminai dentro casa e appoggiai la busta sul tavolino del salotto, mentre andavo a togliermi il giubbotto. Raggiunsi Nessie in camera nostra e la abbracciai da dietro mentre si stava legando i capelli. “Qualcuno ha voglia di dolcezza?” mi domandò, mentre io le voltai il viso verso di me e la baciai “Più che di dolcezza avrei voglia di altro” risposi facendole capire che avrei voluto sentirla mia fino in fondo “Sono quasi le 19.00 e tra poco torna Jeremy” “Lo so Ness, lo so” dissi perdendomi in un altro bacio profondo. La feci sdraiare sul letto a pancia insù e mi chinai sopra di lei, continuammo a baciarci e le sussurrai che l’amavo. Sentire il suo profumo mentre la baciavo era stupendo, ma lo era ancor di più vedere nei suoi occhi la stessa voglia di noi che avevo io “Sai quanto vorrei Jake” “Lo so” dissi. Poi sentimmo la voce di Jeremy che dal piano di sotto urlò “Sono tornatoooo” per cui ci alzammo dal letto e cominciai a scendere al piano inferiore, poi mi tornò in mente della busta “Ah Ness, c’è una busta per te, me ne stavo quasi dimenticando, l’ho lasciata in salotto” dissi.

Oh cazzo! Una busta per me…la mia mente da mezza vampira elaborò i dati. Erano trascorse esattamente 3 settimane da quando avevo ricevuto il pacco misterioso e ormai avevo capito che ogni tre settimane il mittente anonimo si faceva vivo. Scesi in salotto e mi precipitai verso il tavolino su cui era appoggiata, salutai di sfuggita mio figlio e afferrai la busta. Tentai di fingere indifferenza ma il mio cuore palpitava frenetico, cercai di controllarne i battiti, altrimenti Jake avrebbe capito che qualcosa mi preoccupava. Andai in bagno e mi chiusi dentro con la chiave. La busta color avorio sulla quale risaltava la solita calligrafia impeccabile mi avrebbe riservato altre inquietanti sorprese, lo sapevo, il desiderio di scoprire qualcosa di nuovo e la paura tuttavia si bilanciavano perfettamente. Feci un respiro profondo e l’aprii.

Presi subito il foglio ripiegato e iniziai a leggere il messaggio:

La curiosità era enorme, frugai nella busta e trovai due cartoncini gialli…erano due biglietti aerei. Il primo riportava il mio nome, il secondo invece era senza nome, quindi il mittente voleva davvero che io portassi con me uno dei miei figli. La data della partenza era il 5 dicembre, esattamente tra tre settimane. Quando lessi la destinazione del viaggio mi sentii morire: Firenze. Collegai tutte le informazioni e compresi che in realtà la meta era Volterra…il mittente si era firmato A, ossia Aro e la sua astuzia era talmente grande che non aveva mai menzionato la cittadina di Volterra, in modo tale che se qualcuno avesse visto i biglietti aerei non avrebbe sospettato che sarei andata dai Volturi. Sì, perché ci sarei dovuta andare, se non l’avessi fatto me l’avrebbero fatta pagare in qualche modo e io non volevo assolutamente che nessuno si facesse male.

Ma mi serviva del tempo per decidere se dirlo o no a Jake o ai Cullen e anche per stabilire se sul serio avrei fatto venire con me uno dei bambini. La consapevolezza che Aro sarebbe stato spietato con i miei familiari se gli avessi rivelato tutto era terrificante. In ogni caso stavo esponendo la mia famiglia a un grande pericolo, non sapevo con esattezza ciò che Aro voleva da me e se sarei stata in grado di concederglielo. Ma mi serviva tempo per meditare e tre settimane non erano sufficienti.

Eccomi qua! Sono riuscita nel mio intento di postare anche di mercoledì, tutto grazie a voi, al vostro impegno e alla vostra passione che mi avete dimostrato nella lettura del capitolo scorso e di tutti quelli precedenti!!!!

Un terzo pacco fa capire finalmente a Renesmee chi è il mittente misterioso e quali siano le sue intenzioni...qualcuno di voi se lo aspettava già, spero di aver sorpreso qualcun altro invece :) Adesso Nessie dovrà decidere se coinvolgere le sue famiglie oppure se seguire ciò che Aro le ha chiesto per evitare che qualcuno si faccia del male!

All'inizio del capitolo inoltre avete visto un Jacob premuroso con suo padre Billy, la cui salute sta peggiorando, del resto è un essere umano...che ne dite dell'idea di Jessie, Sarah e Jeremy di fargli una festa di compleanno a sorpresa? Carini no?!?!?!

Aspetto le vostre impressioni e a sabato per il prossimo capitolo!!!

Vanessie

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Capitolo 36

“Le decisioni migliori”

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Capitolo 37

“Il compleanno di Billy”

POV Sarah

Mi incamminai con Jeremy e Jessie verso la casa di nonno Billy. Il gran giorno era arrivato, oggi avremo festeggiato il suo compleanno. Papà era riuscito a portare fuori casa il nonno con una scusa, dunque avremo avuto tutto il tempo per organizzare tutto alla perfezione. Jessie prese dalla sua tasca la chiave e aprì la porta.

Jeremy mi aiutò a portare le buste della spesa in cucina e a sistemare tutti gli ingredienti necessari a preparare un buffet ricco e variegato. “Jeremy grazie, ora vai a sistemare le decorazioni” gli dissi, lui si avviò nel soggiorno e iniziò ad appendere striscioni e cartelloni insieme a Jessie. Mi misi all’opera cominciando con le pizzette e le tartine. Appena ebbi finito vidi apparire Jessie in cucina “Ho attaccato tutte le decorazioni da sistemare in alto, posso aiutarti ora?” mi domandò e io accettai volentieri. Gli diedi i panini, passandogli tutti gli ingredienti necessari a riempirli, mentre io passai alle torte più elaborate e difficili: torta della nonna, tiramisù, torta panna e fragole, crostata di frutta e un dolce al cocco. Avevo preso tutte le ricette da mia madre, che in cucina era una vera maga e per fortuna anche i miei fratelli mi aiutarono poiché le cose da fare erano davvero molte. “Spero che verranno tutte buone come alla mamma” disse Jeremy “Ma sì, le ho provate tante volte, fidatevi una buona volta” risposi. “Sarà meglio che io e Jeremy restiamo qui a controllare, non vorrei che avvelenassi qualcosa” disse Jessie “Ah ah simpatico” dissi in modo ironico e rivolgendo a mio fratello maggiore una linguaccia. Poi sentimmo suonare alla porta, Jessie andò ad aprire. I nostri cugini Matt e Thomas erano arrivati a darci una mano. Ci salutammo e diedi ad ognuno dei nuovi compiti culinari. Passai a Jeremy i sacchetti dei pop corn, delle patatine e dei salatini e gli chiesi di sistemare tutto nelle apposite ciotole. Affidai a Jessie e Thomas il compito di preparare i biscotti al doppio cioccolato, mentre io avrei preparato i famosi biscotti alla nocciola che al nonno piacevano tanto. Matt avrebbe sistemato il soggiorno disponendo le sedie e il tavolo, che poi avrebbe apparecchiato e addobbato per il buffet. Quando noi in cucina avemmo finito i preparativi andammo a dare una mano a Matt, portando sul tavolo apparecchiato tutti i cibi che avevamo preparato e le bevande. “Che facciamo ora?” chiese Jeremy “Noi guardiamo un po’ di tv” dissero sia Matt che Jessie “Ok ci sto” disse Thomas, così mi sistemai anch’io a sedere, ma poco dopo cominciai a sbuffare “Uffa ma che noia, non sapete guardare qualcosa di diverso dal football, dal basket o dal rugby?” chiesi. “No, ci piace questo” rispose Jessie “Non è giusto” risposi “Ma che vorresti guardare Sarah?” domandò Jeremy “Boh, non lo so ma…qualsiasi cosa tranne lo sport” “Mettiamola ai voti” disse Matt “Sì certo, pensate che sia stupida? Siete un branco di maschiacci e io sono la sola femmina qui, quindi votare sarebbe ridicolo” dissi “E allora Sarah accontentati dello sport e facci sentire” disse Thomas. “Maschilisti” risposi fingendo di essermela presa “Femminuccia” risposero in coro. Per fortuna suonarono alla porta, così spensero la tv e ricevemmo i primi ospiti. A poco a poco arrivarono tutti i ragazzi del vecchio branco con le loro mogli e figli, poi i Cullen, Sue e Charlie, zio Paul e i miei genitori.   

Salutai tutti e andai ad abbracciare Seth “Sei bellissima” mi disse dando uno sguardo al mio abbigliamento. Avevo messo un paio di pantaloni neri strettissimi e una maglia grigia molto carina, poi avevo scelto stivaletti neri a metà gamba. Alle sue parole il mio cuore iniziò a battere più forte e sorrisi. Lo trascinai in cucina e lo baciai a fior di labbra, mi vergognavo ancora a farlo davanti ai miei genitori, soprattutto di fronte a mio padre. Non appena la mia bocca fu invasa dalla sua lingua iniziai ad avere il respiro affannato. Ricambiai quel bacio udendo in sottofondo il pulsare frenetico del mio cuore, quando ci staccammo gli dissi “Sei bellissimo anche tu”. Mi sorrise e mi accarezzò il viso “Non vedo l’ora di rimanere da solo con te stasera” disse “Anch’io…hai già pensato a cosa fare?” “Sì, pensavo di andare a casa mia, se per te va bene” “Certo che va bene Seth” risposi e quasi mi bloccai all’improvviso notando che mio padre era entrato in cucina. “Ciao papà” “Ciao, ho interrotto qualcosa?” domandò “No, stavamo solo decidendo cosa fare stasera” rispose Seth “Mmmm…e che avete deciso?” “Andiamo a vedere un film a casa di Seth” dissi “Ah, a casa di Seth…siamo sicuri che vedrete solo un film?” chiese alludendo alla possibilità che tra me e Seth, da soli in casa sua, potesse succedere altro. Arrossii e risposi “Papàààà non cominciare” poi lo lasciai in cucina con Seth e ritornai nel soggiorno. Diedi una rapida occhiata a tutti gli invitati e mi parve di scorgere un sorriso compiaciuto sul volto di nonno Edward. Forse aveva ascoltato l’allusione di mio padre rivolta a me e ci trovava un non so che di divertente, magari gli ricordava le allusioni che lui faceva verso sua figlia quando era ancora giovane. Già, mia madre…la cercai con lo sguardo e non potei far altro che riscontrare che anche quella volta fosse la più bella di tutte le donne presenti, che fossero umane o vampire. Indossava un abito color bordeaux che le arrivava al ginocchio, calze nere velate e scarpe nere, come al solito con tacco altissimo. Era perfettamente truccata e aveva raccolto i lunghi capelli in una treccia laterale che finiva sul seno sinistro.

Il rumore di un auto mi riportò al presente. Tutti gli invitati si disposero davanti alla porta d’ingresso, per accogliere nonno Billy accompagnato da zia Rachel. Appena aprirono la porta tutti insieme gridammo ‘Buon compleanno’. Il nonno sorrise emozionato e si commosse. A turno tutti gli invitati andarono a porgere i loro auguri e consegnare un regalo. Zia Rachel volle precisare al nonno che l’idea di fare quella sorpresa era stata mia e che poi il merito della preparazione della festa andava attribuito solo ai 5 nipoti: Matt, Thomas, Jessie, Sarah e Jeremy. Il nonno ci ringraziò e poi scartò tutti i suoi regali. Tutti gli invitati gradirono il buffet che avevamo preparato e ci fecero i complimenti. Poi al momento della torta finale con le candeline tutti chiesero al festeggiato un discorso. Il nonno emozionato prese la parola “Voglio ringraziarvi per essere qui. Prima di tutto grazie ai miei nipoti che hanno organizzato tutto questo, erano anni che non festeggiavo il compleanno così in grande, poi ovviamente grazie ai miei figli Rachel e Jacob che mi sono sempre stati accanto in tutto questo tempo e ai miei figli acquisiti Paul e Renesmee, è anche grazie a voi che oggi ho questi splendidi nipotini. Ringrazio tutti gli amici e le amiche di La Push che negli anni sono entrati a far parte della mia famiglia allargata e sono felice e onorato di avere qui anche la famiglia Cullen. Infine grazie a Sue e Charlie i miei migliori amici, che con me hanno condiviso tanti momenti importanti” quando il nonno finì di parlare, tutti applaudirono. Fu un bellissimo discorso, l’emozione era palpabile negli occhi e nelle espressioni di tutti. La festa proseguì, parlai con tutti gli invitati e mi divertii moltissimo. Mamma e papà vennero a complimentarsi per come avevo cucinato e per la bella idea che avevo avuto. Adoravo la mia famiglia composta da persone tanto diverse per carattere e soprattutto per natura, essendo formata da vampiri, licantropi, mezzosangue e umani, ma comunque unita e caratterizzata da valori condivisi da tutti indistintamente come la lealtà, l’aiuto reciproco, il dialogo e il rispetto.

Verso le 22.30 gli invitati cominciarono a tornare a casa propria, per il nonno era stata una serata emozionante e non volevamo affaticarlo troppo. Salutai il nonno e i miei genitori e come stabilito andai via con Seth. Era sabato sera e volevo trascorrere tutto il tempo possibile con lui. Uscimmo di casa, ci prendemmo per mano e nel buio di una fredda serata piovosa tipica di Forks, ci avviammo a piedi verso casa sua. 

NOTE:

Ciao! Sono tornata dalle vacanze e come promesso ecco il nuovo capitolo. Billy è stato felicissimo che i suoi nipoti abbiano organizzato una festa a sorpresa per il suo compleanno e ne ho approfittato per descrivere ancora una volta il rapporto tra i tre fratelli Black e anche con i cugini. Povera Sarah, sola tra un branco di maschiacci :P

Ho anche voluto mostrare che Sarah prova ancora vergogna per i suoi sentimenti verso Seth quando Jacob è nei paraggi, è la cocca di papà in effetti e continuerà ad avere sempre quella specie di adulazione per suo padre che invidio moltissimo! Nel prossimo capitolo parlerò della vostra coppia preferita Sarah/Seth...spero che recensirete e che il capitolo vi sia piaciuto, così come la foto che ho scelto. Per recuperare la mia assenza posterò anche mercoledì.

A presto

Vanessie

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Capitolo 38

“Ti va di ballare?”

POV Sarah

Andai a casa di Seth insieme a lui dopo aver lasciato la festa di compleanno di mio nonno Billy. Seth abitava da solo dato che Leah si era sposata con Embry e che sua madre Sue abitava con nonno Charlie. Lì avremo potuto starcene tranquilli lontani da tutto e tutti. Ci sedemmo sul divano e trascorremmo la prima mezz’ora a baciarci. Non c’era niente di più bello che perdermi sulle sue labbra, accarezzarlo, abbracciarlo e sussurrargli parole dolci, anche se sinceramente era molto più bello sentire le sue parole dolci rivolte a me. I miei ormai si erano abituati all’idea che avessi un ragazzo e anche papà stava cercando di migliorare e lasciarmi un po’ più libera.

“La festa è andata benissimo” disse Seth “Sì, è vero credo che sia piaciuta a tutti” “E soprattutto è piaciuta a tuo nonno Billy, era commosso, gliel’ho letto negli occhi” aggiunse. L’argomento mi intristiva, mio nonno non stava bene da un bel pezzo e avevo il costante timore che la situazione peggiorasse “Vorrei vederlo sempre felice come stasera” “Sarah…dai non fare così” disse asciugando una lacrima che era uscita dai miei occhi. Lo abbracciai stretto “Seth non voglio che gli accada nulla di brutto” dissi mettendomi a piangere “Sarah…ti prego…fai commuovere anche me se fai così” disse. Mi staccai da lui e intrecciai le mie dita alle sue “Non sono pronta a perderlo” “Nessuno è mai pronto per questo piccolina” precisò con la sua aria saggia. Dio…l’avevo reso triste, sicuramente stava ripensando a quando lui perse il padre molti anni prima “Scusami Seth, non volevo” “Anche per me è stato difficile e ti prometto che qualunque cosa accada ti starò vicino” “Grazie” risposi abbracciandolo. Restai lì tra le sue braccia accoglienti e ritrovai la serenità. Scacciai i brutti pensieri e gli sorrisi. Riprendemmo a baciarci e una coccola dopo l’altra ci ritrovammo reciprocamente con il respiro affannato. Ben presto mi trovai sdraiata sul divano sotto di lui. Facemmo l’amore, non era la prima volta che accadeva, il nostro rapporto si era già evoluto in quel senso da alcuni mesi e ogni volta restavo sconvolta dalla sua bellezza, dalla perfezione del suo corpo, dalla dolcezza con la quale mi toccava e dalle meravigliose sensazioni che scaturivano da quei momenti di intimità.

“Tuo padre mi ucciderà prima o poi, ogni volta che siamo in forma di lupi non fa che controllare i miei pensieri su di te e ha già visto da un pezzo che c’è dell’altro oltre i baci” disse mentre eravamo a coccolarci ancora nudi sotto al plaid sul suo divano. “Lo sa? E ti ha detto qualcosa? Si è arrabbiato?” domandai in ansia. Temevo il giudizio di papà, a me non aveva detto nulla ma di sicuro non era contento di sapere che facevo l’amore con un ragazzo. “Non si è arrabbiato…ha detto che…se solo provo a fare qualcosa che a te non va lui mi spezza le ossa…tutto qua” disse finendo la frase con un sorriso. “Allora sei al sicuro perchè a me va” “Per fortuna” rispose. “Seth non voglio rovinare la vostra amicizia, so quanto ci tieni a papà” “Tu non la rovini, anzi grazie a te sia io che tuo padre abbiamo capito che la nostra amicizia è capace di superare gli ostacoli. E poi Sarah tu non potresti mai rovinare nulla, sei la cosa più bella che mi sia capitata nella vita” concluse. Riprendemmo a baciarci, mi sentivo completa con lui, era sempre capace di farmi sentire importante. Dopo un po’ Seth si alzò dal divano e prese una bottiglia di birra dal frigorifero “Ne vuoi una anche tu?” mi chiese “Non ho ancora l’età per farlo, nello stato di Washington dobbiamo avere 18 anni per bere e tu lo sai” “Beh qui non siamo in un locale pubblico, non credo che la polizia entri a casa mia per controllare se qualcuno beve illecitamente” “Sì…è vero…beh forse…ok, ma non voglio un bottiglia intera, dammene un po’ della tua” “Ok, come vuoi” rispose prendendo l’apribottiglie dal cassetto e togliendo il tappo.

Tornò a sedersi sul divano e mi porse la bottiglia. Ne bevvi un sorso e mi piacque molto, così ne bevvi ancora, poi passai la bottiglia a Seth. “Ti è piaciuta vedo” “Sì è buona e dissetante” “Mi farai passare dei guai…ti sto portando sulla cattiva strada” disse ridendo e poi aggiunse “Sesso, alcool e rock and roll”. Risi anch’io “Beh il rock and roll no…non mi porti mai a ballare” “Sai che non mi piace Sarah” “Ma io vorrei tanto” dissi facendo l’espressione di un cucciolo. Lui mi guardò interdetto e dopo qualche secondo di esitazione si alzò in piedi, raggiunse lo stereo e lo accese. Scelse una canzone carina e poi porgendomi la mano disse “Signorina Black mi concede questo ballo?” sorrisi alla sua proposta, sapevo che Seth odiava ballare, ma lo aveva fatto per me, per accontentarmi e quindi accettai subito. Cominciammo a ballare, ridendo a crepapelle e fu davvero un momento stupendo. Poi purtroppo dovemmo prendere la macchina, avevo un orario di rientro da rispettare. Ci fermammo davanti casa e restammo a scambiarci qualche bacio della buonanotte “Sarah stasera quando a casa mia hai pianto io…non me lo aspettavo e ho capito che non voglio vederti triste, mai più” “Lo so, mi dispiace ma conosci la situazione e…vorrei dirti che non sarò più triste ma so che non sarà così” “Cercherò in ogni modo di farti essere felice amore” disse con una dolcezza disarmante. Era la prima volta che mi chiamava amore, c’eravamo già detti ti amo almeno un miliardo di volte, ma lui mi aveva sempre chiamata per nome e sentire che invece adesso per lui non ero Sarah ma amore, mi fece sentire ancor più sua di quanto non lo fossi già. Lo baciai “Non mi avevi mai chiamata amore” “Ma lo sei, sei il mio amore” rispose “Ti amo Seth, tantissimo” precisai. Scesi dall’auto e lui mi seguì per accompagnarmi alla porta. Non volevo salutarlo, ma purtroppo dovevo farlo, ci scambiammo un ultimo bacio “Buonanotte amore” disse prendendomi il viso tra le mani. Sorrisi, ero al settimo cielo “Buonanotte anche a te amore mio” risposi.

NOTE:

Eccomi di nuovo qua! Un capitolo dedicato alla vostra nuova coppia preferita :P Prima di tutto abbiamo scoperto che Sarah e Seth hanno già approfondito il loro rapporto, infatti Sarah dice che già da un po' fanno l'amore, tengo a precisare che sono passati già dei mesi da quando si sono messi insieme! Avete visto come reagisce lei quando Seth le dice che Jacob sa che tra loro ci sono rapporti intimi??? :D è preoccupata di ciò che il padre può pensare, ma alla fine Jake non l'ha presa così male...

Sarah è dispiaciuta per la salute di Billy e Seth cerca di consolarla. Ho cercato di mostrare quanto Seth sia innamorato di lei e quanto sia dolce nei suoi confronti, spero di esserci riuscita!

Al prossimo capitolo, che posterò sabato

Vanessie

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Capitolo 39

“Saper fingere”

Due giorni dopo la magnifica festa di compleanno di Billy fui presa dalla tremenda consapevolezza di dover parlare con mio figlio Jeremy. Era necessario che lo facessi, che gli raccontassi la verità, spiegandogli che tra soli 5 giorni sarebbe dovuto venire via con me verso Volterra, senza però poter rivelare a nessuno la vera meta del nostro viaggio. Per parlare con lui però avrei dovuto aspettare il momento opportuno.

Dopo aver finito la mia giornata lavorativa tornai a casa e lì trovai tutti i miei figli. Jake era al lavoro e sarebbe tornato per cena. Tuttavia mi serviva una scusa per stare da sola con Jeremy. Gli proposi di andare a comprare delle cose che gli servivano e lui accettò. In pochi minuti mi disse di essere pronto ad uscire, allora salutammo Jessie e Sarah e prendemmo la macchina. Guidai silenziosa e piena di preoccupazioni verso il centro di Forks, mentre mio figlio smanettava sull’autoradio fermandosi ogni qual volta trovava una canzone che gli piaceva. Parcheggiai e una volta scesi dall’auto ci incamminammo per le vie del centro. Prima andai a comprare tutto quello che serviva a Jeremy, poi tornati all’aria aperta mi fermai sistemandomi a sedere su un muretto. “Sei stanca mamma?” “No tesoro, è che volevo parlare con te” dissi, così mio figlio si mise a sedere accanto a me e mi guardò “È per quello che ho fatto ieri? Ho già chiesto scusa a papà e a te e…non lo rifarò” disse alludendo ad una delle sue solite bravate “No amore, non è per questo” “Dimmi allora” disse.

“Ascolta Jeremy quello che devo dirti non è bello, ma devo dirtelo…è un segreto, nessuno ne è a conoscenza, né tuo padre, né Jessie e Sarah, né gli altri familiari” “Mmmm quindi è una cosa seria” “Molto seria e devi promettermi che non racconterai nulla a nessuno” “D’accordo mamma, sarà il nostro segreto” “Sai nell’ultimo periodo sono stata contattata…dai Volturi e mi hanno detto che devono parlarmi e che devo andare da loro” “Cosa? I Volturi? Che vogliono da te?” “Non lo so amore, me lo diranno solo quando sarò lì” “Non puoi andare lì mamma e soprattutto non puoi pensare di andarci da sola” “I Volturi vogliono che vada con uno dei miei figli” “Mamma è uguale, devi dirlo a nonno Edward e a papà, loro ti proteggerebbero, se vai da sola potrebbe accaderti qualcosa” “Jeremy non posso dirlo a nessuno, loro me la farebbero pagare facendo del male a qualcuno della nostra famiglia” dissi. Capivo perfettamente mio figlio, era naturale che si preoccupasse per me, ero sua madre. E inoltre i Volturi erano pericolosi, nessuno poteva pensare di fronteggiarli da solo, tanto meno io che non avevo la forza dei vampiri e nemmeno quella dei licantropi. Mio figlio voleva fare in modo che almeno avessi al mio fianco i miei genitori, oppure mio marito.

“Amore ascolta non possiamo dirlo a nessuno…ho deciso di portarti con me perché grazie al tuo potere sei l’unico che sarà immune ai poteri dei Volturi” “Mamma io…non so cosa dire…se non vuoi che lo dica starò zitto e…sarò contento di accompagnarti, almeno ti potrò difendere” “Jeremy non dovrai proteggermi, vedrai che vorranno solo parlare! E ti ringrazio per aver accettato di venire con me” dissi abbracciandolo. Lo tenni stretto a me, baciandolo sulla testa e lo accarezzai “Sei diventato così grande…dove hai messo il mio piccolo bambino?” “Tra un mese compirò 13 anni mamma” “Hai ragione” dissi. “Mamma quando partiremo?” “Il prossimo sabato” “E cosa diremo a papà?” “Che andiamo a Seattle per delle commissioni, non preoccuparti ho già organizzato tutto” “Ok…non hai paura che in realtà i Volturi non vogliano soltanto parlare?” “Jeremy, dobbiamo essere ottimisti e fiduciosi, ma ti prego se non te la senti devi dirmelo, non ti porterò con me” “No, io voglio venire e devo farlo per proteggerti” disse, ci abbracciammo nuovamente e mi sentii meglio. Avevo condiviso quel segreto tanto importante con qualcuno e anche se lui era soltanto un ragazzino non importava. Certo se avessi detto tutto a Jacob o a mio padre mi sarei sentita meglio, più protetta, più al sicuro…loro avrebbero di sicuro pensato a fronteggiare la situazione senza mettermi in pericolo, ma era meglio così. Ero adulta e questa volta toccava a me prendermi cura di loro, fare in modo che la loro incolumità fosse tutelata.

“Ricorda amore non lasciarti mai sfuggire niente con nessuno, sarebbe troppo rischioso” “Tranquilla mamma, te lo prometto” disse. Salimmo di nuovo in macchina e tornammo a La Push. Sapevo che Jeremy era ormai cresciuto e sperai che davvero tenesse per sè il segreto. Povero bambino, lo avevo appena caricato di un grosso peso, molto più grosso di lui, ma non avevo avuto altra scelta. Tornati a casa preparai la cena e apparecchiai la tavola. Quando Jake arrivò non avevo ancora finito, venne a darmi un bacio e poi andò a farsi una doccia. Aspettammo che avesse finito e poi ci mettemmo a tavola. I nostri figli raccontarono a Jacob come era andata la loro giornata e anch’io gli chiesi come fosse andata al lavoro. Lanciavo occhiate furtive a Jeremy ogni qual volta gli rivolgevano la parola, ma il mio piccolo bambino sembrava totalmente a suo agio. Nemmeno il più bravo attore di Hollywood avrebbe saputo fingere meglio di lui e probabilmente anch’io non ero brava quanto lui. Meglio così! Approfittai di quel momento in cui eravamo tutti riuniti per comunicare del nostro imminente viaggio. Volevo prendere la parola, ma ogni volta mi bloccavo…e se non fossi stata credibile?

Presi un bel respiro e mi armai di tutto il mio coraggio “Amore sabato prossimo vorrei andare con Jeremy a Seattle” dissi a mio marito “A fare cosa?” “Jake sai che devo sistemare delle cose…devo andare a ritirare dei documenti all’università che ho frequentato, te ne avevo parlato, ricordi?” “Sì certo…e perché ti porti Jeremy?” “Ha sempre voluto vedere Seattle e ho pensato che sarebbe stata una bella occasione” “Mmm e con la scuola come farà?” “Amore staremo fuori solo 4 giorni e partendo di sabato in realtà nostro figlio perderà solo due giorni di scuola” dissi. Mi stupii di me stessa, ma come avevo fatto a parlare con voce ferma e tranquilla senza lasciar trapelare titubanze o tentennamenti? Boh…la mia buona stella mi stava assistendo. I bambini si alzarono da tavola per andare a vedere la tv lasciandomi sola con JJ. Cominciai a sparecchiare, almeno avrei avuto la mente impegnata “E io che farò qui da solo?” “Ma Jake ti lascio con Jess e Sarah” “Sì, ma lo sai che il weekend si dileguano…tutto il giorno fuori con i loro innamorati e io?” disse venendo ad abbracciarmi. Gli sorrisi accarezzandogli il viso “Potrai dedicarti alle cose che ti piacciono. Pensa che bello un intero fine settimana a vedere lo sport, senza nessuno che ti preghi di cambiare canale. Poi potrai stare con tuo padre o con qualche amico senza impegni familiari…” dissi dandogli anche un bacio a fior di labbra “Ok mi hai convinto, ma saranno i quattro giorni più lunghi della mia vita” disse. Abbracciai la sua vita e nascosi il viso nell’incavo del suo collo, chissà come sarebbero stati lunghi per me quei quattro giorni e che paura avrei avuto per Jeremy e per me. Ma non potevo dirglielo, dovevo fingere. Chissà se da qual viaggio sarei tornata viva e se avrei riabbracciato gli altri miei figli e mio marito. Presi un bel respiro e mi staccai da Jake sfoggiando un finto sorriso, ci baciammo e anche se mi sentivo in colpa per tutte quelle bugie che gli stavo raccontando, convinsi me stessa che fossero necessarie e che lo facevo per il suo bene e per quello della mia intera famiglia.

NOTE:

Buongiorno! In questo capitolo Renesmee dice a Jeremy la verità e lui accetta di andare con lei a Volterra, senza prima averle proposto di informare i Cullen o suo padre Jacob! Renesmee tuttavia è convinta di agire come programmato e si crea un alibi con Jake per giustificare la sua assenza dei prossimi giorni!

Nella foto vi ho fatto vedere anche Jeremy un po' più cresciuto rispetto all'ultima volta che ve l'ho mostrato, quello non è ancora il suo aspetto finale che manterrà per il resto dell'eternità, avrete ancora modo di rivederlo! Ma che ve ne pare per adesso??? Sta crescendo bene? Carino no? Inoltre comincia a delinearsi meglio il suo carattere e il fatto che sia un ragazzino più ribelle e combinaguai rispetto ai suoi fratelli...Spero di ricevere le vostre impressioni su tutto il capitolo. A martedì!

Vanessie

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Capitolo 40

“Paura di non tornare”

Quel giovedì programmai la mia giornata in modo tale da essere libera nel tardo pomeriggio poiché dovevo assolutamente andare a parlare con Rachel. Tra due giorni avrei lasciato Forks diretta a Volterra e come avevo stabilito, dovevo avvertire mia cognata che sarei stata fuori casa, ma soprattutto dovevo darle l’incarico di consegnare a Jake la lettera che gli avevo scritto nel caso in cui non avessero ricevuto mie notizie, o non fossi tornata a La Push entro 4 giorni. Le telefonai e le domandai se aveva voglia di uscire e scambiare un po’ di confidenze. Accettò volentieri, così fissammo di vederci alle 17.00.

Andai a prenderla a casa all’ora stabilita, poi ci incamminammo sulla spiaggia di La Push e cominciammo a parlare. Era necessario che rimanessi sola con lei, non volevo certo correre il rischio che uno dei miei nipoti sentisse tutto e corresse a dirlo a Jacob…inizialmente la nostra chiacchierata si incentrò sui soliti problemi familiari, poi sul lavoro, su Billy, sui pettegolezzi. “Rachel ti va se ci sediamo qui e ci riposiamo un po’?” le domandai indicandole un grosso tronco portato sulla spiaggia dall’oceano durante l’ultima mareggiata “Certo, va bene” rispose. Era il momento fatidico, dovevo farle capire che sarei partita per una missione importante e legata al mondo soprannaturale, senza però spiegarle nei dettagli la verità. “Senti Rachel, in realtà c’è una ragione ben precisa del perché oggi ti ho chiesto di uscire con me” “Sentiamo” “È una ragione veramente importante e…avevo bisogno di una persona molto fidata a cui spiegare tutto” “Quindi hai pensato a me?” “Sì. In tutti questi anni lo sai quante volte ci siamo confidate per qualsiasi problema e credimi, tu sei una delle poche persone di cui mi fido ciecamente e ogni volta che parlo con te mi sento sicura, perché so che non vai a spifferare nulla alle altre persone e che…per fortuna Jacob non ti legge nella mente” dissi con un sorriso. Anche mia cognata sorrise e appoggiò la sua mano sulla mia spalla per poi cominciare a darmi coraggio strofinando su e giù la sua mano lungo il mio braccio “Sono contenta che pensi questo di me perché è praticamente identico a ciò che io penso di te. Quindi adesso dimmi tutto” “Sei la sola persona a cui lo dico, nemmeno Jake lo sa e credimi, lo riguarda molto da vicino” “Ma tu stai bene?” “Credo di sì, ma…ho paura di quello che accadrà quando tuo fratello lo verrà a sapere” “Nessie ma ci sono dei problemi con Jake?” “No, nessun problema, il fatto è che questa cosa riguarda la nostra famiglia” “Sei di nuovo incinta?” “No Rachel no!” risposi, quella sua domanda mi fece sorridere, magari fosse stato quello il problema. Cercai di spiegarmi meglio.

“Sabato dovrò partire con Jeremy per uno scopo molto importante, direi vitale” “Jacob mi ha detto che andrai con il bambino a Seattle per ritirare dei documenti dell’università” “Rachel…non è così, gliel’ho detto solo per non farlo preoccupare in realtà…non vado a Seattle, ma in un altro posto più lontano” “Dove?” “Purtroppo non posso dirti dove, ma è un viaggio che devo fare improrogabilmente e l’unico che posso portare è Jeremy” “Perché è così top secret?” chiese mia cognata. Morsi il mio labbro inferiore, distolsi lo sguardo indirizzandolo verso il mare e poi la guardai dritta negli occhi “Riguarda l’altra parte di me, quella che cerco di nascondere a tutti i costi e che mi fa essere tanto diversa da te” “Ho capito. Nessie dimmi solo che non sarà pericoloso” “Non posso dirtelo perché nemmeno io lo so” dissi con gli occhi che si stavano inumidendo “E quello che mi ferisce di più è dover far correre a Jeremy un probabile pericolo” finii di dire mentre le lacrime avevano traboccato, scivolando giù dagli occhi e solcando le gote. Rachel mi abbracciò dicendo “Oh Ness quanto vorrei poterti aiutare, mi dispiace. Ma perché non lo dici ai tuoi genitori o a Jacob? Sono sicura che ti aiuterebbero” “Non posso, se glielo dicessi li metterei in pericolo e non voglio” dissi ancora in lacrime. Mia cognata mi abbracciò nuovamente e mi accarezzò i capelli “Renesmee c’è qualcosa che io posso fare per non far correre a te e Jeremy questo pericolo?” “Purtroppo no, ma c’è una cosa che tu puoi fare e che mi farebbe stare più tranquilla” “Dimmela, farò qualunque cosa” “Rachel però non voglio obbligarti, ora te la spiego e poi tu mi dici se te la senti o no di farlo ok?” dissi, lei annuì.

Asciugai le mie lacrime e presi un bel respiro, tirai fuori dalla mia borsa la lettera per Jake che avevo riposto in una busta e gliela mostrai “Qui c’è una cosa che dovrai dare a Jacob se io e mio figlio non torniamo a casa o non telefoniamo entro quattro giorni. Esattamente martedì Rachel, non un giorno prima né un giorno dopo. Contiene tutte le informazioni necessarie affinché mi possa aiutare, ma fino a quel momento non dovrai rivelare a nessuno il contenuto della nostra conversazione, te la senti?” “Sì, me la sento” “Rachel davvero è importante, ti prego giurami che non ne parlerai con nessuno…né con Paul, né con i tuoi figli, insomma con nessuno” “Te lo giuro. Stai tranquilla, darò la lettera a Jake martedì, ma spero di non dover arrivare a dargliela, altrimenti vorrà dire che tu e Jeremy siete in un guaio bello grosso” “Lo spero anch’io…ascolta quando gli darai la lettera che ti prego di non leggere per nessun motivo al mondo, dovrai obbligare Jake ad aprirla e scoprirne il contenuto anche in presenza di mio padre” “Ok, farò tutto come mi hai detto e appena torno a casa la nascondo in un posto segreto” “Grazie Rachel” dissi abbracciandola e stringendola forte “È il minimo che possa fare per te” rispose.

Ci incamminammo di nuovo verso casa sua, l’avevo resa triste e malinconica e mi dispiaceva, ma lei era la mia unica salvezza. Ognuna delle due rimase in silenzio immersa nei propri pensieri. Prima di avvicinarci troppo alla sua casa però Rachel si fermò, mi prese per un braccio e tirandomi a sé sussurrò “Voglio che tu sappia che qualsiasi cosa accada io sono con te e ci sarò sempre, spero solo di consegnare la lettera in tempo, spero che quando lo farò mio fratello possa ancora aiutarti altrimenti non me lo perdonerei mai…rispetterò le tue direttive ma spero che tu abbia calcolato bene i tempi, non voglio che ti succeda niente e non voglio in nessun modo dare cattive notizie ai miei nipoti e a mio fratello” “Stai tranquilla Rachel, ho organizzato tutto nei minimi dettagli, mi stai davvero facendo un piacere enorme” “Spero che continueremo ad aiutarci a vicenda ancora per molto tempo…ricordati che ti voglio bene” disse. Ci abbracciammo ancora, ma non fu come le altre volte, era come se lo stessimo facendo per l’ultima volta, come se le emozioni che ci stavamo trasmettendo a vicenda fossero l’ultimo ricordo che lasciavamo l’una all’altra. Quando ci staccammo avevamo entrambe gli occhi gonfi di lacrime “Ti voglio bene anch’io Rachel, sei la sorella che non ho mai avuto” dissi e poi mi allontanai in tutta fretta prendendo la strada di casa. Avrei voluto voltarmi e rivolgerle ancora uno sguardo, ma l’emozione era troppa. Avrei conservato nei miei ricordi l’ultima immagine di Rachel che piangeva e non quella del suo meraviglioso sorriso tipico dei Black. Ma sarebbe comunque stato un bellissimo ricordo, pieno di affetto e comprensione reciproca. Deviai il mio percorso verso casa, non volevo farmi vedere piangere dai miei figli, non avrei saputo giustificare il mio comportamento, ma non riuscivo a farne a meno. Ora che la data della partenza si avvicinava cresceva la paura di non rivedere mai più la mia casa, la mia cittadina, i miei amici e la mia famiglia. E avevo una grande voglia di piangere.

NOTE:

Ciao ragazze! Renesmee sta ultimando i dettagli del suo piano prima di partire per l'Italia e in questo capitolo ha parlato con Rachel per darle l'incarico di messaggera della lettera per Jacob. Ho voluto focalizzare l'attenzione sulla profondità del loro rapporto e sull'amicizia sincera che si è creata tra loro negli anni. L'idea di questo legame mi piace molto <3

Adesso staremo a vedere come si evolveranno i fatti, vi aspetto sabato per il prossimo capitolo!!!!!

Vanessie

P.S: Vi ricordo di passare a trovarmi sulla mia pagina facebook se vi va (Taylor Lautner my sweet love)e di lasciarmi una recensione al capitolo ^_^

Capitolo 41

“Ti lascio il mio cuore”

Ciao a tutte!!! Ultima giornata e nottata a Forks per Renesmee e Jeremy prima della partenza...voi al posto di Nessie come avreste impiegato la serata??? Io esattamente come lei :P

Per adesso ce l'ha fatta, nessuno ha scoperto il suo piano e il momento della partenza è sempre più imminente. Spero che passione a parte sia riuscita a mostrarvi lo stato d'animo di Renesmee e l'ansia che prova. Dovrei aggiornare martedì!

A presto

Vanessie

SUNLIGHT'S RAY PART 2 FANFICTION

Capitolo 42

“Partenza”

Mi svegliai dolcemente dopo che avevo dormicchiato nel dormiveglia. Mi sentivo rilassata e serena, intorno al mio corpo sentivo la coperta che aderiva al mio seno e alle gambe. Ero nuda ma la sensazione di tepore era avvolgente e bellissima, nonostante fossimo a inizio dicembre. L’odore di Jacob mi circondava…tutto sapeva di lui: le coperte, il cuscino, la mia pelle. Mi decisi ad aprire gli occhi e mi accorsi che ero sola nella stanza. Provai a chiamare Jake, forse era in bagno, ma non rispose. Provai a concentrarmi su ogni piccolo rumore per capire se fosse in casa o meno, captai qualcosa provenire dal piano inferiore, ma ero troppo assonnata per capire che tipo di rumore fosse o da che cosa fosse stato provocato. Il mio olfatto da mezza vampira però era infallibile, l’aroma del caffè era persistente e si mescolava insieme a qualcosa di dolce. Mi sollevai sui gomiti e dopo qualche minuto mi alzai dal letto, lo stomaco brontolava troppo. Fuori dalle coperte la temperatura era decisamente freddina, così mi affrettai a infilare di nuovo la biancheria intima e mettere il pigiama.

Andai in bagno e mi lavai il viso, poi sistemai i capelli e scostandoli da un lato notai una macchiolina più scura sul lato sinistro del mio collo…era un succhiotto?! Sì. Scesi le scale e mi affacciai alla porta della cucina. Mio marito non mi aveva sentita arrivare, continuava a spalmare sulle fette biscottate la cioccolata alla nocciola, la mia preferita tra l’altro ossia la Nutella. “Buongiorno” dissi “Buongiorno amore, non ti avevo sentita” rispose. Sistemò la fetta biscottata sul vassoio insieme alle altre e mi sorrise. Mi avvicinai e vidi che con la cioccolata alla nocciola aveva scritto sulle fette biscottate I LOVE YOU <3 lo guardai e sorrisi “Ti amo anch’io” dissi abbracciandolo e baciandolo. Ci sedemmo a tavola e Jake mi passò una tazza con il cappuccino caldo, con tanto di schiuma come piaceva a me. Facemmo colazione tra baci e carezze, era talmente dolce che riusciva a battere la Nutella che avevo in bocca. Ma c’era dell’altro, avevo scoperto ormai molti anni fa che baciare le sue labbra sporche di cioccolato rendeva il sapore della Nutella ancor più fantastico. “Mi hai fatto un succhiotto ieri sera…e si vede” dissi “E allora?” “E allora cosa dico ai nostri figli?” “Non sei tenuta a dare spiegazioni” “Sì ma comunque lo noteranno, io non ti lascio mai segni” “Sei sicura? Vuoi vedere che mi hai fatto ieri sera?” chiese con aria divertita “Io non ti ho fatto proprio niente” “Mi hai graffiato la spalla, ma non mi dispiace…anzi” disse tutto soddisfatto “Non è vero, lo so che vuoi prendermi in giro” risposi, ma mio marito scoprì la spalla sinistra e mi fece vedere i segni. O cazzo aveva ragione, ma se nemmeno mi ero accorta di averlo ferito??? “Scusa” “Andrà via tra al massimo tra un’ora e non devi scusarti…sai questi graffi cosa vogliono dire?” “No, sentiamo le tue teorie fantasiose” “Dimmelo tu cosa vogliono dire Nessie” “Non ne ho idea” “Che ti è piaciuto un po’ troppo” disse per poi allontanare la sua sedia dal tavolo, giusto in tempo prima che arrivassi a colpirlo affettuosamente. Era ovvio che mi fosse piaciuto, mi piaceva sempre, ma non ero il tipo di ragazza che dice al suo lui: sei stato fantastico o roba simile.

“Mi mancherai in questi quattro giorni principessa” disse cambiando argomento “Mi mancherai anche tu” dissi piombando immediatamente nella triste realtà. “Era proprio necessario questo viaggio?” “Sì amore lo sai” “Uff…quattro giorni da solo” “Jessie e Sarah saranno con te” “Mmmm, vuoi dire che combineranno guai con me” “Andiamo Jake non sono più dei bambini piccoli, andrà tutto bene” “Lo spero e spero che martedì arrivi in fretta per rivederti” “Questo lo spero anch’io” dissi sorridendo. Mio marito prese la mia mano e la baciò, mentre dentro di me non facevo altro che augurarmi che la mia missione a Volterra andasse nel migliore dei modi. Finita la colazione andai a vestirmi e sentii rincasare i miei tre figli. Quando scesi al piano di sotto con le 2 valigie trovai tutti riuniti in salotto. Baciai e abbracciai Jessie e Sarah e lo stesso fece anche Jeremy, poi andammo in auto con Jake che ci avrebbe portati alla stazione. Mentre la macchina si allontanava dalla mia casa e da La Push la tristezza prese campo e si mescolò all’agitazione. Ben preso arrivammo alla stazione, sia io che Jeremy salutammo Jacob e prendemmo i nostri bagagli. Successivamente ci avviammo dentro la stazione e prendemmo il treno diretto all’aeroporto di Port-Angeles. Prendemmo posto e cominciai a parlare con mio figlio “Tesoro come ti senti?” “Sono triste mamma ma…non ti preoccupare non ho detto niente a nessuno e ce la faremo” “Sì ce la faremo” “Pensi che qualcuno sospetti qualcosa?” “No non credo, siamo stati bravi” “Mamma…vedrai ti proteggerò se volessero farti del male” disse.

“Oh tesoro non devi stare in ansia per me, sono grande da un bel pezzo e poi…io sono tua madre, dovrei proteggerti io” “Sei mia madre è normale che io sia preoccupato, non voglio che ti facciano del male” disse e in quel momento assunse l’espressione protettiva di suo padre. Arrivammo all’aeroporto e ci imbarcammo sul volo diretto a Parigi. Jeremy si addormentò durante il viaggio, io invece non ci riuscii. Cercai di non pensare a quello che sarebbe successo una volta giunti in Italia, così ascoltai un po’ di musica, ma anche in quel modo non ce la feci a distrarmi. Pensai ai miei genitori, all’amore che provavo per loro e a tutti gli episodi felici della mia infanzia e adolescenza. Poi mi vennero in mente tutti i momenti divertenti vissuti con gli zii e le zie e i momenti di tenerezza condivisi con i miei nonni. Mi concentrai poi sui legami d’amicizia che avevo instaurato e sul rapporto d’amore che mi aveva coinvolta anima e corpo con Jacob. Mi sentii tremendamente in colpa per avergli mentito, ma purtroppo l’avevo fatto. Inutile piangere sul latte versato, la mia menzogna era stata necessaria. Mi voltai verso Jeremy che dormiva tranquillo accanto a me e lo accarezzai delicatamente, cercando di non svegliarlo. Il mio piccolo cucciolo stava crescendo, anche se ancora era soltanto un ragazzino, ma fisicamente sembrava più grande della sua età. Già in lui rivedevo il coraggio di Jake e il forte senso di protezione che aveva ereditato da lui e da mio padre Edward.

L’annuncio del pilota che informava del nostro arrivo a Parigi mi destò dai miei pensieri e svegliò anche mio figlio. Appena atterrati entrammo in aeroporto e in fretta andammo a prendere un altro aereo per Firenze. Salimmo a bordo e parlai un po’ con mio figlio. Firenze…già l’ultima volta in cui ero stata lì era per una situazione completamente differente. Jake ed io eravamo stati a Firenze per l’ultima tappa del nostro viaggio di nozze, uno dei periodi più felici della mia vita. Non volevo rischiare di ripensare a quel momento per poi cominciare a piangere davanti a Jeremy, quindi accantonai nella mia mente il ricordo. Presto, molto presto il pilota annunciò l’atterraggio. Entrammo nel piccolo aeroporto di Firenze e andammo a ritirare i bagagli. Poi prendemmo un taxi per Volterra. Mentre eravamo a bordo provai ad immaginare come si fosse sentita mia madre molti anni prima, quando insieme a zia Alice andò dai Volturi per salvare mio padre. In fondo non doveva essere molto diverso da come mi sentivo io in quel momento.

Il costo della corsa in taxi fu molto caro, ma pagai senza titubanze. Insieme a Jeremy mi incamminai verso la piazza con la torre campanaria. Arrivati lì davanti rimasi stupita per la bellezza del luogo, ma non era il caso di mettersi a fare i turisti, il nostro stato d’animo era tutt’altro che propenso ad una gita di piacere. Presi per mano mio figlio e ci avvicinammo all’entrata. La porta si aprì di scatto, qualcuno che restava nella penombra ci stava aspettando. Guardai Jeremy negli occhi e varcammo insieme la soglia d’entrata. Due uomini incappucciati e avvolti in mantelle nere ci diedero il benvenuto…che sfacciati, facevano i gentili come se noi fossimo andati lì di nostra spontanea volontà. Senza chiederci altro ci fecero segno di seguirli e si incamminarono per corridoi infiniti, impreziositi da colonne e archi di stile classico. Passammo di stanza in stanza, tutte riccamente decorate con affreschi e sculture, poi l’atmosfera cambiò. Scendemmo verso i sotterranei dove la luce del sole non riusciva a entrare. Le stanze e i corridoi sempre bellissimi erano più bui e anche paurosi. Il mio cuore cominciò a palpitare sempre più velocemente man mano che proseguivamo verso la nostra destinazione. Arrivammo vicini ad una stanza chiusa, davanti alla quale quattro vampiri facevano una sorta di guardia. Frugai rapidamente nella mia mente per associare i loro volti al nome corretto…li avevo già visti, sicuramente quando tanti anni prima erano venuti a Forks per causa mia. Ma sì…la ragazza era Jane, ricordavo che mia madre parlava sempre del suo potere malefico: poteva provocare dolore a chiunque solo guardandolo. Il ragazzo accanto a lei invece era Alec, suo fratello, anche lui aveva un potere pericoloso, poteva accecare con la nebbia che sapeva creare e togliere le percezioni sensoriali. Dall’altro lato invece c’erano due uomini più corpulenti, erano Felix e Demetri, la loro principale dote era la forza fisica. Non dissero niente, limitandosi a guardarci e ci fecero entrare nel salone principale. Ci fermammo all’incirca a metà stanza e puntai i miei occhi sui tre troni che accoglievano i grandi capi. A destra Marcus aveva un’aria annoiata, al centro Aro si alzò in piedi sorridendo e a sinistra Caius ci guardò incuriosito.

Aro scese i gradini che separavano i troni dal resto del salone e si avvicinò a me e Jeremy. Strinsi la mano a mio figlio e sperai che tutto andasse bene. Aro si fermò a tre passi da noi, ci squadrò da capo a piedi e sorrise nuovamente. Fece segno a Felix, Demetri, Jane e Alec di retrocedere e posizionarsi in fondo all’immensa stanza e poi tornò a concentrarsi su di noi. “Carissima Renesmee benvenuta a te e a tuo figlio” disse con la sua voce affabile e cortese. Non risposi, odiavo quella falsità, ma lo guardai negli occhi, lui prese la mia mano tra le sue e disse “Permetti cara?” 

NOTE:

Ciao ragazze!!! Ho voluto cominciare il capitolo con una piccola conversazione divertente tra Renesmee e Jacob sui segni della loro notte di passione :P per poi concentrarmi sul lungo viaggio verso l'Italia. Renesmee sta lentamente capendo che deve smettere di pensare a Jeremy come ad un bambino, si sta preparando a diventare adolescente. Ora...so che ho interrotto proprio sul più bello, ma sapete quanto mi piaccia tenervi sulle spine ^_^ sono cattivissima! Vi prometto comunque che mi farò perdonare in qualche modo!

A venerdì per il prossimo capitolo e mi raccomando recensite!!!!!

Vanessie   

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Capitolo 43

“L’incontro”

POV Jeremy

Aro guardava mia madre in attesa di una sua risposta, lei fece un cenno con la testa, allora il gran capo dei Volturi prese tra le sue mani quella della mamma e fu rapito da una specie di trance, simile a quella in cui ogni tanto cadeva zia Alice quando aveva una delle sue visioni sul futuro. Tutti nella stanza erano immobili, compreso me. Il cuore mi batteva all’impazzata, quei tipi mettevano davvero paura, erano strani forte! E io che pensavo di averne vista di gente fuori dal comune…a cominciare da zio Jasper, proseguendo con zia Rosalie e tutti gli altri. Quello che mi stupì maggiormente in quei vampiri italiani erano gli occhi color rosso cremisi assetati di sangue, ovviamente umano. Erano i primi vampiri non vegetariani che vedevo dal vivo. Jessie e Sarah ne avevano già visti altri quando erano piccoli, ma da quando ero nato io per fortuna nessun altro era venuto a Forks a creare problemi, così nonostante i racconti di mio fratello e mia sorella e gli insegnamenti di mio padre, ero cresciuto con l’immagine fasulla dei vampiri buoni con gli occhi dorati.

Quando Aro lasciò la mano di mia madre sorrise compiaciuto. Sapevo che con quel gesto aveva potuto leggere nella sua mente e scandagliare ogni ricordo grazie al suo potere. “Oh Renesmee ho sempre sostenuto che sei una creatura meravigliosa!” disse e poi guardò me e riferendosi a mia mamma chiese “Permetti che legga nella mente di tuo figlio?” lei era impaurita, glielo vedevo chiaro in faccia, però acconsentì, era logico che non si sarebbe potuta rifiutare.

Aro prese la mia mano, la strinse tra le sue, ma alzai lo scudo, non mi andava di mostrargli i miei ricordi, io non volevo obbedire alle regole di nessuno e non mi importava se Aro se la sarebbe presa. Dopo pochi secondi mi osservò stupito e rise come un pazzo. “Ma non mi dire…il piccolo mezzosangue sembra aver ereditato un potere vampirico” disse rivolto a Marcus e Caius che erano ancora seduti sui loro troni “Che tipo di potere?” chiese Caius “Molto simile a quello di Isabella Cullen, non riesco a leggere nella sua mente infatti” precisò Aro. “Un futuro licantropo con una dote da vampiro…interessante, molto interessante” disse Marcus. I tre si scambiarono uno sguardo complice, chissà a cosa stavano pensando nelle loro menti diaboliche. “Ma che bella notizia! Renesmee non finisci di stupirmi, che ne dici adesso di parlare da sola con noi?” domandò Aro, girai lo sguardo rapidamente su mia madre, non volevo che accettasse, non doveva rischiare di rimanere da sola con loro, erano imprevedibili e anche se per il momento non mostravano atteggiamenti ostili non volevo separarmi da lei. Il mio scudo l’avrebbe protetta, ma se mi facevano allontanare non avrebbe avuto effetto. Il mio potere non mi permetteva di proiettare lo scudo lontano da me come invece faceva nonna Bella, a me serviva il contatto fisico con la persona da difendere. “Certamente, a patto che non farete del male a mio figlio” rispose mia madre “Stai tranquilla, non potremo mai fare del male a un essere tanto particolare quanto unico, non è nelle nostre intenzioni” “D’accordo Aro” rispose lei. “Ma…mamma cazzo no! Non ci possiamo separare!” “Jeremy va tutto bene, tra poco saremo nuovamente insieme. E non dire parolacce!” disse e poi mi abbracciò, baciandomi la testa e facendo tre passi indietro. Voleva fare la coraggiosa, mostrarsi forte ai miei occhi, ma io la conoscevo troppo bene ed ero certo che in realtà avesse paura, soprattutto per me.

Aro chiese a Felix e Demetri di accompagnarmi nella sala d’attesa, così i due vampiri mi vennero vicini e mi scortarono fuori dal salone. La porta si chiuse dietro di me e persi la visuale su mia madre. Felix e Demetri in totale silenzio mi portarono in una stanza non molto lontana da lì e mi dissero di sedermi. Feci come dicevano, prendendo una sedia dal gusto antico e classico e mi appoggiai al tavolo con entrambi i gomiti. Non sapevo cosa le stessero dicendo, ma ripensai agli ultimi istanti passati con loro. Quando Aro aveva comunicato a Caius e Marcus che non poteva leggermi nella mente e che avevo un potere, avevano fatto delle facce stupite e anche la loro voce dimostrava sorpresa, ma dietro alle loro maschere di freddezza e falsità mi era sembrato che in realtà fossero già al corrente di tutto. Come potevano saperlo? Non erano mai venuti a Forks e noi non eravamo mai stati lì…che avessero mandato una spia? Ma no…nessun estraneo era arrivato nella nostra cittadina e sicuramente nessuno di noi aveva mai rivelato i segreti della famiglia Cullen/Black. E se invece fosse stato uno di noi a spifferare tutto ai Volturi? Non volevo nemmeno pensarci, un tradimento da parte di qualcuno che conoscevo mi avrebbe fatto male, molto male e ancor di più ne avrebbe fatto a mamma e papà. Provai ad affinare il mio udito per origliare qualsiasi rumore o parola che i Volturi stavano dicendo a mia madre, ma non riuscii a captare niente. Dopo un po’ Demetri e Felix ricevettero un ordine da Jane che ci aveva raggiunti: dovevano portarmi nella mia stanza. A quelle parole rimasi sconvolto! La mia stanza?!?!?!? Quindi non era stata una semplice chiacchierata con mia mamma, loro avevano già organizzato tutto fregandosene altamente di quello che noi potevamo dire. Dunque avevano previsto che io avessi una stanza dentro alla loro cazzo di fortezza e chissà per quanto tempo ci sarei dovuto rimanere. I miei due accompagnatori mi vennero vicino e mi fecero cenno di alzarmi. Obbedii, non era il caso di mettermi contro di loro. Mi scortarono per lunghi corridoi, fino ad arrivare ad una porta. Demetri utilizzò la chiave che teneva in tasca e l’aprì. La stanzetta era piccola e arredata in modo essenziale. La sfarzosità che caratterizzava l’intero edificio era sparita.

Mi fecero entrare e richiusero a chiave la porta lasciandomi solo. All’interno c’erano due letti, un piccolo armadio e una cassettiera, inoltre la stanza era provvista di un piccolo bagno. Quindi se c’erano due posti letto la loro intenzione era quella di farmi stare lì con mia madre. Mi misi a sedere per terra prendendo la mia testa tra le mani…perché eravamo andati lì senza dire niente a papà? Capivo che mia madre era stata obbligata a farlo, ma sapere di avere mio padre vicino mi avrebbe fatto sentire meglio. Avrebbe potuto aiutarci insieme al suo branco e magari se l’avessimo detto anche ai Cullen, tutto questo non sarebbe mai successo. Ma non era il caso di colpevolizzare mamma, l’avrei fatta stare peggio, in fondo aveva agito così per cercare di tutelare la nostra famiglia. Pensai a Sarah e Jessie…mi mancavano, così come Alex e gli altri amici. Il tempo passava ma lei non mi raggiungeva, sperai che non le avessero fatto del male. Ripensai a quando nella stanza dei troni lei non si era lasciata sfuggire l’occasione di rimproverarmi per il fatto che dicessi parolacce. E aveva ragione ne dicevo molte…lei mi riprendeva sempre, papà invece le tollerava di più. Sorrisi, se fossimo riusciti ad uscire da lì avrei cercato di controllarmi e imparare a dirne meno. Poi dei passi catturarono la mia attenzione, il rumore sul pavimento sembrava avvicinarsi a me. Qualcuno infilò la chiave nella toppa e la porta si aprì, ma il volto che vidi non era quello che speravo. “Tieni, questa è la cena per te e tua madre” disse una vampira che non conoscevo, porgendomi un vassoio che conteneva una bottiglia d’acqua, due bicchieri e due piatti con carne e verdure. Poggiai il vassoio sul tavolino della stanza, mentre la vampira richiudeva la porta.

Beh, almeno ero sicuro che prima o poi avrebbero portato lì anche mia madre e che non volevano farci morire di fame…o obbligarci a farci bere schifosissimo sangue umano. Avrei vomitato se solo lo avessero fatto!

NOTE:

Ciao! Ho deciso di pubblicare il primo capitolo con un POV Jeremy, era necessario per farvi vedere le cose anche con i suoi occhi e per farvi capire meglio come pensa e quale sia il suo carattere. Renesmee ce lo descrive sempre come un ragazzino molto simile a Jacob ma anche ribelle, ho voluto però mostrarvi anche altro. Ha un gran coraggio a sfidare i Volturi e ad alzare lo scudo per nascondere i suoi pensieri ad Aro, dicendo che a lui non importava se Aro si sarebbe arrabbiato. Il difetto di dire parolacce l'ho inserito per tenervi sempre presente il fatto che ha 13 anni e a quell'età dire parolacce è un piccolo modo di sfidare i genitori. Comunque credo che sia maturo per la sua età.

Che ne pensate delle sue supposizioni? Cioè del fatto che in realtà i Volturi sapessero già del suo potere vampirico? Cosa vorranno realmente i Volturi da Renesmee??? Lo scopriremo nel prossimo capitolo, ma per favore RECENSITE, mi fa piacere leggere le vostre supposizioni, poi vedere i vostri commenti mi aiuta a capire se sbaglio qualcosa o se do per scontato dettagli che invece andrebbero approfonditi!

Dopo tutto questo papiro :P vi informo che il prossimo capitolo lo pubblicherò martedì! Grazie a chi mi ha inserito tra le storie preferite, ricordate e seguite!

Vanessie

P.S: Vorrei consigliarvi la lettura di un'altra fanfiction su Jacob e Renesmee che a me piace moltissimo: Eternity di SweetLuna. Correte a cercarla e non ve ne pentirete!

SUNLIGHT'S RAY PART 2 FANFICTION

Capitolo 44

“Un sogno irrealizzabile”

QUALCHE ORA PRIMA

Ero rimasta sola con Aro, Caius e Marcus, mentre il mio bambino veniva portato fuori, dato che dovevamo avere una conversazione privata. Ero proprio curiosa di sapere che cosa volessero realmente dopo tutti quei misteri che avevano caratterizzato i mesi precedenti, quando ricevevo i loro pacchi nella mia casetta di La Push.

“Renesmee cara, finalmente possiamo parlarci senza nascondere nulla. In questi mesi non potevo illustrarti i dettagli rischiando che qualcuno intercettasse i miei pacchi mandando a monte il progetto di incontrarti di persona” disse Aro “Beh allora dimmi, spero che stavolta riuscirai ad essere chiaro” “Ma certo! Sai in tutti questi anni abbiamo lasciato a te e ai Cullen la completa libertà nella scelta dello stile di vita, nelle amicizie, nei rapporti più stretti, ma adesso è il momento di renderne conto a noi” “Non dobbiamo rendere conto di niente, poiché nessuno è a conoscenza dei nostri segreti e non abbiamo commesso nessun’azione sbagliata” dissi risoluta. “Calma mia cara, calma. Intendevo dire che la tua famiglia ha stretto un’alleanza con i licantropi e che per sancire quell’alleanza ha deciso di donare te in pegno al loro capo…o per meglio dire, mmm come lo chiamano, al loro alfa” “Cosa?” “Ma sì, cosa c’è di meglio di un matrimonio per rendere ufficiale un’alleanza?” “Non penserai che…no Aro, non è così. Non ho sposato Jacob Black per ragioni di convenienza e la mia famiglia non mi avrebbe mai trattata come merce di scambio. Ci siamo sposati per amore” dissi alterata. Nessuno poteva dubitare dei sentimenti reciproci miei e di Jake, nemmeno il capo dei Volturi poteva prendersi quella libertà.

“Non credevo che tenessi così tanto a lui. Pensavo che la tua fosse soltanto attrazione fisica” “No ti sbagli, io sono innamorata di lui, di ogni suo aspetto fisico e caratteriale, non sai niente del nostro amore e pretendi cosa?” “Non c’è bisogno di prendersela tanto, credevo che una donna intelligente e perspicace come te avesse chiara la differenza tra noi e loro” “Quale sarebbe questa differenza?” “Come avrai letto dai libri che ti ho inviato i licantropi sono esseri inaffidabili e rabbiosi, il loro lato animale li fa essere irrazionali e aggressivi” “Non è come pensi, Jacob non è così, lo conosco da sempre e non si è mai comportato come dici tu e nemmeno gli altri ragazzi del branco sono così. Inoltre loro sono mutaforma non veri licantropi” “Renesmee cara, mi accorgo solo adesso di ferirti quando parlo di lui, sul serio non credevo che l’amassi tanto ma…sono creature inferiori” “Smettila! Non ti permetto di parlare in questo modo!” urlai rabbiosa. Non era giusto, parlava di cose che non conosceva e offendeva l’amore della mia vita. Non me ne importava che lui potesse ordinare ai suoi scagnozzi di farmi del male, doveva capire chi aveva di fronte, non sarei stata lì ad ascoltare quelle assurdità. “Vedo che non vuoi capire, allora agiremo diversamente” disse Aro e poi ordinò a Jane di riferire il messaggio a chi sapeva lei. Tremai per paura che la sua intenzione fosse quella di fare del male a Jeremy, che era uscito dalla stanza poco prima. Jane obbedì e a grandi passi si diresse verso la porta, l’aprì e poi la chiuse.

“Se solo fai del male a mio figlio io…io” “Non faremo del male a Jeremy, ho qualcos’altro in mente” “Dimmi cosa vuoi una volta per tutte” dissi spazientita. “Sai, mi ha sempre affascinato l’idea di avere dei cani da guardia, i licantropi in fondo incarnano questo ruolo per i Cullen e credimi ci ho provato, ho catturato dei lupi mannari, ho cercato di ammaestrarli e istruirli, ma ho capito che per avere un branco di guardia come quello dei Cullen non basta obbligare dei licantropi con la forza, ma serve la loro volontaria dedizione allo scopo” disse come se stesse parlando di bestie quando si riferiva ai licantropi e gli sembrasse naturale asservirsi a lui e ai Volturi, come se la libertà fosse soltanto un privilegio riservato a pochi eletti e soprattutto come se i Cullen avessero la stessa loro concezione di superiorità nei confronti dei lupi. Ma non era affatto così. “Aro sai cosa penso? Che mi fa schifo il modo in cui ti riferisci ai licantropi, a come parli di loro paragonandoli a delle bestie e odio il modo subdolo con cui lasci pensare che i Cullen trattino i membri del branco come se fossero dei loro sottoposti, anzi come degli schiavi” “Non dovresti parlarmi con questo tono, sono il capo dei Volturi” “Non mi importa, fino a quando continuerai a insultare le mie famiglie io continuerò a rivolgermi a te come mi pare e piace” dissi.

Aro perse la pazienza e mi colpì con uno schiaffo. Non mi aspettavo quella reazione da lui, nonostante lo schiaffo fosse stato forte, finsi di non provare dolore e puntai il mio sguardo indignato su di lui. Quando riprese il controllo su se stesso tornò a parlare “Ho catturato un licantropo ormai da qualche mese, ho reso innocuo il suo branco e ora voglio che tu lo convinca a asservirsi a me. Lo incontrerai domani e continuerai a farlo ogni giorno fino a quando non riuscirai a piegare la sua volontà a me” “Non lo farò mai” “La mia non era una richiesta Renesmee, è un ordine. Potrei diventare molto scortese con tuo figlio Jeremy e potrei anche fare del male alla tua famiglia di lupi e vampiri a Forks. Per cui se vorrai rivedere i tuoi tre figli e tuo marito allora dovrai raggiungere l’obiettivo” appena finì la frase indietreggiò, tornò a sedersi sul suo trono in mezzo a Caius e Marcus e disse ad Alec di accompagnarmi nella mia stanza. Seguii Alec senza protestare, sarebbe stato inutile e avrei corso il rischio di subire i potere di qualche componente della guardia dei Volturi o la loro forza fisica, con la quale non potevo assolutamente competere.

Mentre mi conduceva tra i vari corridoi del palazzo dei Volturi pensavo a cosa potesse essere accaduto a Jeremy, chissà se mi stavano portando nello stesso luogo in cui si trovava lui, chissà se lo avevano impaurito e cosa stesse pensando il mio bambino. Dopo un’interminabile camminata arrivammo davanti a una porta. Alec l’aprì con la chiave a mi fece capire di entrare. Obbedii e il mio cuore riprese a battere quando all’interno vidi Jeremy. Alec richiuse la porta a chiave mentre andavo ad abbracciare mio figlio, non mi sembrava impaurito, piuttosto si era preoccupato per me. Parlammo e gli raccontai quello che i Volturi mi avevano detto mentre cenavamo. Spiegai a Jeremy che non avrei fatto quello che loro mi chiedevano, non potevo comportarmi come una traditrice con un povero ragazzo che poteva essere benissimo mio marito o mio figlio Jessie. Anche se non conoscevo quel ragazzo in realtà mi sentivo sua alleata, dato che condivideva con mio marito e Jessie la stessa particolarità genetica, cioè quella di trasformarsi in un lupo. Cercai di apparire calma e serena agli occhi di Jeremy, anche se non lo ero affatto. Ma tentavo di fingere per lui, per non farlo agitare e permettergli di restare agganciato a un minimo di normalità. Restammo a parlare molto, ormai doveva essere tarda serata, così mio figlio si mise a letto. Lo accarezzai e gli diedi la buonanotte, poi andai anch’io nel mio letto, ma non riuscii a dormire facilmente. Mi guardai intorno nella stanza in penombra, i Volturi l’avevano predisposta in maniera tale da accoglierci con il minimo indispensabile. Non volevo restare lì a lungo e di sicuro non volevo farci restare mio figlio. Meritava di crescere nella casa in cui era nato, nel suo paesino, circondato dall’affetto dei familiari e degli amici. Desideravo che continuasse la sua vita normale, senza essere coinvolto in questioni soprannaturali più grandi di lui ed estremamente pericolose. Erano passati già due giorni…cercai di immaginare come stesse procedendo la vita a La Push. Avevo il cellulare spento dal momento della partenza, non potevo accenderlo e non potevo farmi sentire. Jacob doveva essere preoccupato, non era mai successo nella nostra vita insieme che io mi allontanassi senza mai farmi sentire, lo immaginai mentre andava dai Cullen a sentire se loro avessero avuto mie notizie e poi andare a chiedere agli altri amici di La Push. Sperai che Rachel tenesse il segreto ancora per due giorni, sì perché di sicuro tra due giorni non sarei stata libera di tornare a casa o di farmi sentire. I Volturi mi avrebbero tenuta lì per chissà quanto…ma avrei resistito, non avrei mai assecondato il loro sogno irrealizzabile, i miei genitori, i nonni e gli zii sarebbero arrivati lì a salvare me e mio figlio e al loro fianco ci sarebbero stati anche i ragazzi del branco. Ma quello che mi faceva avere la speranza di poter riabbracciare tutti era il fatto che anche Jake sarebbe venuto, sì è vero se tutto si sarebbe risolto nel migliore dei modi avremmo litigato per il fatto che gli avevo tenuto nascosto tutto, ma sapere che lui sarebbe arrivato ad aiutarmi mi faceva ben sperare, il mio principe azzurro sarebbe venuto a salvarmi!

NOTE:

Ecco qua un altro capitolo! I Volturi cominciano a svelare a Renesmee alcuni dei motivi per i quali hanno voluto parlarle, ma vedrete che con i prossimi capitoli capirete sempre meglio e la situazione si farà più chiara. Ho voluto mostrare come Renesmee nonostante conosca perfettamente la pericolosità della situazione in cui si trova riesca a controbattere ad Aro con risoluzione quando lui allude all'inferiorità dei lupi e al fatto che le nozze tra lei, figlia dei Cullen, e Jacob, l'alfa del branco, possa essere stato solo un modo di sancire un'allenza.

Vi aspetto venerdì per il prossimo capitolo!

Vanessie   

SUNLIGHT'S RAY PART 2 FANFICTION

Capitolo 45

“Il primo contatto”

Sentii qualcuno avvicinarsi alla porta della stanza in cui io e Jeremy eravamo rinchiusi. Ancora non ero capace di distinguerli dall’odore o dalla voce. Una chiave girò nella serratura mentre mi avvicinavo a prendere per mano mio figlio. Mi trovai davanti Demetri e Felix che mi dissero di seguirli, Jeremy invece doveva rimanere nella stanza e aspettare. Con uno sguardo lasciai intendere a mio figlio che non mi sarebbe accaduto niente e che poteva aspettarmi lì senza preoccuparsi. Uscii dalla stanza con i miei due accompagnatori, Felix richiuse a chiave e poi mi disse che mi avrebbero portata a incontrare il licantropo di cui Aro mi aveva parlato il giorno precedente. Durante il tragitto che mi avrebbe portata alla mia meta fui presa da una discreta agitazione. E se questo licantropo non fosse stato come quelli che avevo conosciuto io? Se sul serio fosse stato un ragazzo aggressivo e senza cuore? Se la sua vita non fosse stata orientata ad aiutare gli esseri umani bensì a fargli del male? In fondo io avevo conosciuto solo i lupi di La Push, chi mi garantiva che tutti gli altri lupi mannari si comportassero come loro? Magari Aro voleva che io incontrassi questo licantropo per farmi cambiare idea, per impaurirmi e quindi per costringermi subdolamente ad aiutarlo. Quando svoltammo in un corridoio buio e stretto il battito del mio cuore divenne frenetico, le gambe presero una leggera tremarella e la mia mente si affollò di timori e ansie. Demetri aprì la porta e mi spinse ad entrare. Richiusero subito a chiave, mi guardai intorno e notai che l’intera stanza era avvolta nella penombra. Riuscivo soltanto a vedere le sagome degli oggetti che mi circondavano, ma neppure la mia vista da mezza vampira era in grado di riconoscere colori o oggetti ben definiti. Intorno a me regnava un silenzio inquietante, l’atmosfera era piuttosto fredda. Percepii un odore particolare, riconoscevo l’odore tipico dei licantropi, simile a quello che sentivo sulla pelle di Jake e Jessie, ma quell’odore che mi era sempre sembrato meraviglioso, era inquinato da un altro odore che non riuscivo a associare a nessuna fragranza mai sentita in vita mia. “C’è nessuno?” domandai con voce tremolante e incerta.

Non udii nessuna risposta, allora mi feci un po’ di coraggio e a piccoli passi mi addentrai nella stanza. Quando arrivai all’incirca a metà, vidi la sagoma di qualcuno che si alzava da terra proiettando la sua ombra sul muro retrostante. Mi bloccai istintivamente e avvertii la forte tentazione di correre indietro verso la porta e tentare di scappare, ma sapevo bene che sarebbe stato inutile, quella porta era chiusa e se il licantropo avesse voluto farmi del male mi avrebbe certamente raggiunta prima che io potessi accorgermene. Quindi rimasi lì impalata, la sagoma del ragazzo si mosse verso di me di tre passi e poi si fermò. Dalla penombra potevo capire che doveva essere un ragazzo alto quanto Jacob e altrettanto muscoloso. Portava i capelli corti e indossava dei pantaloni lunghi e una maglia a maniche lunghe. Provai a superare le mie paure e gli rivolsi la parola “Ciao” dissi, ma lui non rispose, forse non parlava la mia lingua… “Capisci cosa sto dicendo?” continuai “Sì” disse con la voce profonda e leggermente roca. Mi avvicinai a lui facendo qualche passo avanti, ma tenendo comunque una certa distanza di sicurezza. “I Volturi vogliono che io parli con te, ma credimi non voglio fare niente di tutto ciò che mi hanno chiesto” dissi cercando di mettermi nei suoi panni. Doveva essere lì in ostaggio da un bel po’ e sicuramente aveva capito che non ero una normale umana e nemmeno una vampira. “Non voglio farti del male” “Nemmeno io” rispose “Se mi darai il tempo di spiegare capirai perché il mio odore e il battito del mio cuore sono tanto diversi da qualsiasi creatura che tu abbia incontrato” dissi e mi avvicinai tendendo una mano verso di lui “Mi chiamo Renesmee” dissi.

Strinse la mia mano con delicatezza, quasi come se stesse toccando un oggetto di cristallo al quale non voleva fare del male. Percepii il tipico calore della sua pelle, che tanto mi era familiare e mi tranquillizzai un po’. “Posso sapere il tuo nome?” chiesi “Per il momento preferisco non dirtelo, chiamami solo Willy” “Ok Willy…da dove vieni?” “Dagli Stati Uniti” “Anch’io e non è l’unica cosa che abbiamo in comune” dissi. Mi sistemai a sedere su una sedia che avevo intravisto alla mia destra e anche lui fece lo stesso. “Come ti ho detto non voglio aiutare i Volturi, mi tengono qui in ostaggio proprio come te, ma so che i miei familiari verranno a salvarmi. Non voglio aiutarli per tanti motivi, ma se te li dicessi forse non capiresti bene…dovrei cominciare dal principio quindi…ti va di ascoltare la mia storia?” proposi e lui rispose di sì. Cominciai parlandogli di Edward e Bella, del momento in cui si conobbero e che li portò ad innamorarsi. Raccontai ogni dettaglio della loro storia, inclusa l’amicizia di mia madre con Jake e i vari eventi che avevano coinvolto i miei genitori e mio marito ad allearsi. Narrai del momento in cui Bella scoprì di essere incinta e della sua lotta per sopravvivere fino al momento in cui mi partorì. Il ragazzo mi ascoltò in silenzio, senza proferire parola, di tanto in tanto avvertivo il suo cuore accelerare e poi calmarsi, il cambiamento di velocità del suo respiro, ma tuttavia rimase immobile sulla sedia. Non pensavo che avesse mai sentito una storia simile alla mia e sperai che non mi giudicasse troppo in fretta, prima volevo che ascoltasse tutto. Ripresi il racconto spiegandogli che ero metà vampira e metà umana, chiarendo il fatto che per tutta la vita avevo sempre cercato di nascondere e addirittura negare la differenza tra me e le altre ragazze umane, perché il mio desiderio era sempre stato quello di vivere una vita normale. Passai poi a spiegare il mio rapporto di amicizia con Jacob e che con il passare degli anni avevo mutato i miei sentimenti per lui, iniziando a vederlo non più come un amico ma a desiderare qualcosa di più.

Chiarii che solo quando Jake capì che mi ero innamorata di lui mi raccontò di aver avuto l’imprinting con me e da quel momento cominciò la nostra bellissima storia d’amore, che ci portò alle nozze e alla nascita dei nostri 3 stupendi figli. Solo in quell’istante sentii il mio stomaco brontolare e compresi di aver passato in quella stanza buia tutta la mattina e il pomeriggio. Il tempo era volato, ma non avevo ancora finito il racconto, per cui misi da parte la fame che avevo e descrissi al ragazzo ognuno dei miei figli, soffermandomi sulle loro particolari capacità e sull’amore che io e Jake provavamo per loro. “È stupendo sentire una mamma che parla così dei suoi figli” disse Willy rompendo il silenzio. Ero contenta che mi avesse ascoltata e che non avesse dato giudizi affrettati sulla mia storia. “Adesso potrai capire meglio perché sono dalla tua parte, perché io non voglio assecondare l’idea di Aro di renderti suo schiavo. Aro vuole far credere che i miei parenti, i Cullen, abbiano reso schiavi i componenti del branco di mio marito considerandoli dei cani da guardia, ma non è così” dissi. “Dopo aver ascoltato la tua storia posso crederti, cosa pensi di fare? I Volturi ti faranno del male se non obbedirai” disse Willy “Non lo faranno, vedrai verranno a salvarmi e gli dirò di salvare anche te” “Renesmee e se non arrivassero in tempo?” “Oh Willy, tu non conosci le mie famiglie! Fidati di me, saranno qui prima del previsto” dissi con un sorriso sulle labbra. Rimanemmo in silenzio poi chiesi “Ora perché non mi parli di te?” pensando che in realtà non sapevo niente di lui, anche se per il momento si era comportato bene con me, volevo conoscere meglio chi fosse e capire se davvero potesse diventare un nuovo amico.

“Voglio raccontarti chi sono a poco a poco, potrebbe essere difficile per te capirlo, l’importante è che tu sappia che io non ti farei mai del male, nemmeno se mi costringessero” disse, mentre venivo catturata dalla bellezza della sua voce profonda, che per certi tratti mi ricordava assurdamente quella di Jacob…era strano che io notassi quella leggera somiglianza, forse dipendeva dal fatto che lui era sempre nella mia mente, da quando ero partita per l’Italia non avevo fatto altro che pensare a lui…o forse tutto ciò era dovuto ad una suggestione: Willy era un licantropo proprio come Jake. Scacciai quei pensieri e cominciai a fidarmi di Willy, aveva appena detto che non mi avrebbe mai fatto del male. “Pensi che ti costringeranno a farmi del male?” chiesi “Non lo so, ma piuttosto che fare del male a te lo farò a me stesso” disse. Quella sua frase mi sembrò eccessiva, in fondo ancora non ci conoscevamo così bene da rischiare la vita per me, ma tenni per me quel pensiero. “Di te per ora so solo che vieni dagli Stati Uniti, che sei un lupo mannaro e che vuoi farti chiamare Willy perché mi dirai in futuro il tuo nome…dai comincia a dirmi qualcos’altro” dissi invitandolo a parlare, ero molto curiosa. “Posso cominciare dicendoti che ho ereditato il gene da lupo da mio padre, così come mio fratello maggiore…la tua storia non mi è sembrata strana anche i miei genitori sono una coppia fuori dal normale e ci sono tante somiglianze tra la tua e la mia famiglia. Anche mia madre è una mezzosangue” “Sul serio?” chiesi stupita “Sì, io e mio fratello siamo licantropi, mia sorella no, ma ha un potere ereditato dai vampiri” disse lasciandomi senza parole. La sua famiglia era veramente simile alla mia: sua madre era una mezzosangue come me, suo padre era un lupo come Jake, il fratello maggiore di Willy era un lupo come Jessie, la sorella di Willy non era un lupo come Sarah, anche se lei al contrario di mia figlia aveva un potere da vampiro e Willy era un lupo, proprio come lo sarebbe stato Jeremy da grande.

“Cosa è successo a te e al branco? Perché ti hanno preso in ostaggio?” domandai, ma nell’istante in cui Willy stava per rispondere qualcuno aprì la porta con la chiave. Willy si alzò in piedi di scatto e anch’io feci lo stesso. Ci voltammo entrambi verso la direzione dalla quale proveniva il rumore e una voce, che riconobbi appartenere a Jane, mi disse di andare con lei. Salutai Willy e la seguii, fino a che non mi ritrovai nella mia stanza dove Jeremy mi aspettava. Gli raccontai del mio incontro con il licantropo e mio figlio mi ascoltò con attenzione. Quando terminai il racconto provammo insieme a fare delle supposizioni in merito a cosa avrei potuto fare per aiutare quel ragazzo. Scompigliai i capelli di mio figlio e gli sorrisi “Scusa se ti ho trascinato quaggiù” dissi “Non importa mamma” “Non devi preoccuparti di niente. Ti prometto che torneremo a casa nostra e potrai riabbracciare tuo fratello, tua sorella, papà, i tuoi amici. Cercherò di smetterla di vederti come un bambino, sei cresciuto e ne ho avuto conferma da quando siamo partiti. Continuerai a crescere, a studiare, a divertirti, ti innamorerai e ti sposerai un giorno. Come un qualsiasi ragazzo normale” “Mmmm non credo di volermi sposare sai?!” “E perché? Non vorrai avere una moglie, dei figli…” “Non credo di essere il tipo da moglie” “Lo dici adesso, ma il giorno che incontrerai la ragazza giusta cambierai idea” “Forse. O forse no. Non voglio avere obblighi” disse. Lo guardai perplessa “Sposarsi non significa avere obblighi tesoro” “Sì invece. Insomma le ragazze ti dicono sempre cosa devi o non devi fare…e a me non va” “Hai un’idea distorta dell’amore Jeremy” “No invece. Jessie è diventato dipendente da Katy e anche Seth è dipendente da Sarah…per non parlare di papà” affermò. “Tuo padre non è dipendente da me” spiegai “Sì che lo è. Fa qualsiasi cosa tu gli chieda” disse. Mi misi a ridere e lui mi seguì. Beh in realtà poteva avere un po’ di ragione ma sapevo che un giorno avrebbe cambiato idea, incontrando la ragazza che gli avrebbe fatto perdere la testa ed ero sicura che questa ipotetica futura ragazza non avrebbe avuto difficoltà ad innamorarsi di lui. Stava diventando ogni giorno più bello e nonostante la sua grande somiglianza fisica con Jacob stava assumendo dei tratti fisici che mi facevano ricordare anche mio padre Edward. E poi la sua indole ribelle era parte della sua bellezza. Sarebbe stato uno di quei tipi belli e dannati e avrei dovuto presto lottare per dirimere la lunga schiera di ragazzine che gli sarebbero andate dietro. Quel dialogo con mio figlio mi aveva leggermente distratta dalla questione Volturi, ma appena tutto sarebbe finito avrei dovuto parlare con Jake e chiedergli di affrontare con Jeremy il discorso amore. 

SUNLIGHT'S RAY PART 2 FANFICTION

Capitolo 46

“La sua storia”

Aprii gli occhi richiamata dalla voce di Jeremy che bisbigliava “Mamma svegliati! Dai apri gli occhi!” feci come diceva, se mi stava svegliando voleva dire che c’era qualcosa che non andava. “Che succede?” “Ascolta mamma…lo senti questo rumore?” drizzai le orecchie e captai in lontananza delle urla. Ma che stava accadendo? Mi impaurii e vidi che anche mio figlio provava il mio stesso terrore “Calmiamoci Jeremy, non facciamoci prendere dal panico!” dissi. Mi alzai dal letto, andai in bagno a sciacquarmi la faccia e poi avvicinai il mio orecchio alla porta, per cercare di sentire meglio. Distinsi delle voci maschili dal tono arrabbiato e un’altra voce maschile che sembrava rispondere a tono. Quella voce mi sembrava che fosse quella di Willy, nonostante lo avessi conosciuto solo il giorno prima e lo avessi sentito parlare poco, la sua voce era rimasta ben impressa nella mia mente, dato che ne avevo associato qualche tratto alla voce di Jacob. Sperai che non stessero facendo del male a quel povero ragazzo, ma i Volturi non erano certo ispirati dalla pietà, quindi sicuramente per ottenere i loro scopi lo torturavano. Che razza di bastardi!

Mi allontanai dalla porta e andai a sedere sul letto accanto a mio figlio “Tesoro mi dispiace averti trascinato in questa situazione” “Mamma non devi sentirti in colpa” “Oggi zia Rachel darà la lettera a tuo padre. In quella lettera gli ho spiegato tutto e vedrai che molto presto verrà qui con i Cullen per aiutarci a scappare. Sempre che non se la prenda troppo con me per il fatto che gli ho mentito” “Sono sicuro che verrà anche se si arrabbiasse” “Sì certo, anche se ce l’ha con me deve salvarti” “Salverà anche te, pensi che ti lascerebbe qui?” “No ma…sarà arrabbiato a vita con me” “Sai che non è così, non riuscite proprio a stare lontani voi due e poi te l’ho detto anche ieri…è dipendente da te” disse. Sorrisi e strinsi un braccio intorno alle sue spalle. Dopo qualche minuto sentimmo dei passi avvicinarsi alla nostra stanza, la porta si aprì e Alec mi disse di seguirlo. Sperai che mi portasse di nuovo da Willy, volevo assicurarmi che stesse bene, che non l’avessero ferito e volevo parlare ancora con lui e scoprire la sua storia. Seguimmo lo stesso percorso del giorno precedente e proprio come avevo sperato Alec mi fece entrare nella stanza di Willy, sempre avvolta nella penombra. Chiuse la serratura e si allontanò. Camminai con cautela, a piccoli passi per essere sicura di non urtare niente, ma perché ogni volta dovevamo incontrarci senza luce? “Willy, sono io Renesmee, stai bene?” chiesi “Sto bene, vieni avanti” mi rispose. Vidi la sua sagoma seduta sulla sedia del giorno prima e mi accomodai davanti a lui. “Ho sentito delle urla, ti hanno fatto del male?” domandai, lui ci mise qualche secondo prima di parlare “No, non possono farmi del male” disse con un tono quasi ironico. Chissà cosa ci trovava di divertente…

“Ti va di ricominciare da dove eravamo rimasti ieri?” “Sì” “Ok allora…perché sei qui? Cosa è successo al branco?” chiesi. Anche questa volta Willy prese del tempo prima di rispondermi “Sai Renesmee, come ti ho detto ieri la mia famiglia è composta da persone molto diverse tra loro e dotate di qualcosa che i Volturi vogliono. Ci sono state varie battaglie con loro, nelle quali alcuni membri della loro guardia sono morti e purtroppo anche alcuni di noi non ce l’hanno fatta” “Mi dispiace molto!” “Ho perso degli amici, dei fratelli di branco per causa loro e tutti ne siamo rimasti sconvolti. All’inizio non capivamo cosa volessero da noi, poi lo scontro con i Volturi ha preso un senso…volevano sottomettere il branco, renderlo schiavo e portarci qui a Volterra per aiutarli nei loro scopi meschini” “È la stessa ragione per cui sono qui! Mi hanno obbligata a venire a Volterra e ora mi tengono prigioniera insieme a mio figlio perché vogliono che ti convinca e di sicuro non si fermeranno qui. Vorranno anche che un giorno obblighi mio marito a fare lo stesso” dissi, rendendomi davvero conto solo in quell’istante del motivo per il quale mi trovavo là. Jake sarebbe venuto con il branco e i Cullen, sicuramente Aro gli avrebbe detto che avrebbe liberato me e Jeremy solo se lui fosse rimasto asservendosi a loro. “Non succederà Renesmee, le tue famiglie combatteranno unite e i Volturi non riusciranno a vincerle” “Lo spero” “I Volturi avevano anche altri progetti con noi. Oltre a rendere schiavo il branco di mio padre volevano anche mia sorella. Ti ho già detto che lei ha un potere vampirico, un potere che nessuno tra la guardia dei Volturi possiede e che quindi desiderano avere” disse. Ripensai ai racconti di mio padre Edward, tante volte mi aveva descritto gli innumerevoli poteri di cui era dotata la guardia di Aro, Caius e Marcus. Erano tutti poteri strabilianti, la sorella di Willy doveva avere un potere davvero forte per essere tanto desiderata e innescare una guerra. “Che potere ha?” “Per il momento non posso dirtelo…mi dispiace essere così misterioso, tu mi hai raccontato la tua storia a cuore aperto e io invece ti nascondo tante cose: il mio nome, il potere di mia sorella, il luogo esatto da cui provengo…” “Non importa Willy, so che un giorno mi dirai tutto” dissi allungando una mano per toccare la sua. Volevo fargli capire che mi fidavo di lui con quel gesto affettuoso.

“Mi mancava il contatto umano, sono qui da tanto tempo” “Da quanto sei stato catturato?” “Da 6 mesi” “Sul serio? Così tanto? Perché i tuoi non vengono a salvarti?” “Vedi il fatto è che lo stanno già facendo, so che ti sembra impossibile, ma fa parte delle cose che per ora non posso dirti” “Raccontami meglio cosa è successo nella battaglia in cui sei stato preso” “I Volturi sono arrivati con la guardia al completo, noi li aspettavamo con un piano ben preciso, ma loro ci hanno spiazzati. Hanno ucciso altri membri del branco  e…” “E?” chiesi sempre più curiosa. “Hanno tentato di rapire mia sorella, mio padre si è messo nel mezzo per difenderla e…quei bastardi l’hanno…ucciso” disse. La sua voce era adesso alterata dai singhiozzi del pianto. Ricordare la morte del padre l’aveva commosso e ferito. In un certo senso mi sentii in colpa, ero stata io a spingerlo a parlare, ma non potevo sapere che quella parte della sua storia lo feriva tanto… “Scusa, non volevo ferirti chiedendoti di raccontarmi tutto” “Non è colpa tua, tu non c’entri nulla” disse appoggiando la sua mano sul mio braccio e muovendola su e giù per consolarmi. “I Volturi si sono ritirati dopo la morte di papà e ci hanno lasciti lì in preda alla disperazione. Mio fratello maggiore è diventato il nuovo alfa, ma la cosa più difficile è stata reagire alla sua morte. Mia madre è impazzita dal dolore, tutta la famiglia è rimasta affranta e io cercavo di essere forte ma ero distrutto e lo sono tutt’ora. Per alcune settimane non si sono fatti vivi, poi un giorno sono tornati alla carica, hanno ucciso altri di noi e mia madre per aiutarmi si è praticamente fatta ammazzare. Lo ha fatto per me, lo so e in fondo penso che lo abbia fatto anche un po’ per se stessa. Non riusciva a vivere senza mio padre, almeno adesso si saranno rincontrati. È l’unica consolazione che ho per sentirmi meglio, per non impazzire” continuò a spiegare piangendo “Mi dispiace tanto Willy, è una storia molto triste la tua. Quando le mie famiglie arriveranno qui potrai venire con noi e potrai chiedere anche ai familiari che ti sono rimasti di seguirti, vedrai sarai il benvenuto” dissi con le lacrime agli occhi. La sua era sul serio una storia strappalacrime e cominciai a sentirmi protettiva verso di lui. Aveva già sofferto molto e non volevo che soffrisse ancora, il mio istinto materno prese il sopravvento. Lo avrei accolto come un figlio in casa mia. Rimanemmo in silenzio per qualche minuto.

“Ci fu un’altra battaglia dopo quella. Noi eravamo affranti dal dolore che i Volturi ci avevano procurato, distrutti dalla morte dei nostri genitori e degli amici. Lottammo in inferiorità netta, quando Aro mise le sue mani su mia sorella non capii più nulla. Realizzai che stava per catturarla e ottenere i suoi scopi, capii che se ci fosse riuscito anche la morte di mio padre sarebbe stata inutile, così come quella di mia madre, allora mi scagliai su di lui, liberai mia sorella e praticamente mi feci prendere in ostaggio. Da allora vivo qui” “Per cui ti sei fatto catturare per salvare tua sorella?” “Sì, loro non avranno mai la soddisfazione di prenderla, di dotarsi del suo potere…se lo facessero il loro predominio diventerebbe assoluto e sarebbe la fine” disse. Rimasi in silenzio, ora che conoscevo la sua storia gli avrei portato ancora più rispetto, mai l’avrei tradito obbedendo agli ordini dei Volturi. “Quando mi dirai tutta la verità su di te? Cioè quando potrò chiamarti con il tuo vero nome?” “Al momento opportuno” ripose. “Mi togli una curiosità?” “Certo, dimmi” “Ma tu vivi sempre al buio?” “No, ci hanno fatto incontrare al buio per questi due giorni perché di sicuro volevano che ci raccontassimo le nostre storie senza che tu potessi vedere i miei lineamenti. Credimi loro sono molto arguti” disse. In effetti era andata proprio così…e mi sarebbe piaciuto adesso vederlo in volto, sapere chi fosse il mio nuovo amico, arrivare a capire perché non voleva dirmi il suo vero nome e quello dei suoi familiari. Ma avrei aspettato, se Willy aveva pensato che per il momento era meglio così un perché ci doveva essere.

“Ho un’altra curiosità” “Chiedimi tutto” “La prima volta che sono entrata nella tua stanza ho avvertito l’odore tipico dei licantropi ma…è un odore diverso, che non mi so spiegare, è come se fosse inquinato da qualcosa…da un odore che non riesco ad associare a niente” “L’odore di vampiri e licantropi è molto diverso, dovresti saperlo e ai Volturi da noia il mio odore. Per di più sto sempre rinchiuso qui, quindi i Volturi hanno messo nella stanza delle apposite sostanze che si mescolano al mio odore. Non so dirti che razza di sostanze siano, anch’io non riesco a riconoscerle, ma hanno effetto” “Ah capisco” dissi. Il mio tempo con Willy era finito anche quel giorno, Alec infatti era tornato a prendermi. Salutai Willy e tornai nella mia stanza.

NOTE:

Ehy eccomi qua! Renesmee incontra Willy per la seconda volta e lui le racconta la sua triste storia e il motivo per il quale si trova prigioniero a Volterra. Certo, continua a mantenere il mistero su un sacco di dettagli della sua vita, ma questo dialogo è servito a Renesmee per capire cosa in realtà i Volturi vogliono da lei. Non si tratta solo di convincere Willy ad asservirsi a loro, come hanno voluto farle credere, Aro vuole impadronirsi del potere di sua sorella e vuole anche cercare di rendere schiavo il branco di Jacob! Altre idee sull'identità di Willy???? Mi ha fatto molto piacere leggere le vostre supposizioni nelle recensioni al capitolo precedente, quindi...continuate a recensire! Con calma poi vi svelerò il mistero :P

Posterò venerdì!

Vanessie

SUNLIGHT'S RAY PART 2 FANFICTION

Capitolo 47

“La consegna della lettera”

POV Jacob

Erano quattro giorni che mia moglie e mio figlio Jeremy erano partiti per Seattle. Lei mi aveva detto di dover sbrigare delle commissioni per ritirare dei documenti universitari, ma da quel giorno non l’avevo più sentita. Non mi chiamava e ogni volta in cui le telefonavo sentivo la tipica vocina fastidiosa che diceva ‘Il cliente non è al momento raggiungibile’. Renesmee non si era mai comportata così, quelle rare volte in cui non eravamo insieme ci sentivamo, mi stava facendo preoccupare…non è che le era successo qualcosa? Stufo di quell’attesa snervante presi la moto e andai dai Cullen. Parcheggiai la moto nel vialetto e bussai alla loro porta. Esme venne ad aprirmi “Ciao Jacob come stai?” “Così così, Bella è in casa?” “Certo, penso che stia per arrivare” disse. Entrai nella grande casa e mi sistemai a sedere sul divano togliendomi il giubbotto. Bella mi raggiunse nel giro di pochi secondi “Ciao Jake, perché dici che non stai bene? Che ti succede?” disse avendo già ascoltato tutto quello che avevo detto a Esme con il suo udito da vampira. “Avete sentito Nessie al telefono per caso?” “No, perché scusa?” “Lei e Jeremy non si sono fatti vivi dal giorno della partenza e…ho cercato di aspettare, di non allarmarmi cercando mille scuse per le quali lei non mi telefona, ma…ora sono ufficialmente fuori di testa” dissi gesticolando e sentendo crescere la mia agitazione. Appena conclusi la mia frase anche Edward ci raggiunse in salotto, mettendosi al fianco della moglie.

“È strano, Renesmee non si comporterebbe mai così” disse Bella “Lo so che diavolo le sarà successo? E se avesse avuto un incidente?” domandai “Facciamo così Jacob, adesso telefono all’ospedale di Seattle e a quelli limitrofi, se le è successo qualcosa l’avranno portata lì” disse Edward “Sì, tu intanto prova a sentire a La Push, magari si è scambiata qualche messaggio con le amiche…tipo Leah o Rachel” propose Bella. Accettai di fare come dicevano, uscii di casa, ripresi la moto e li salutai dicendo “Fatemi sapere qualcosa” “Anche tu Jake, siamo preoccupati” rispose Bella. Guidai ad alta velocità verso la Riserva, superai casa mia e andai a casa di Rachel.

Scesi dalla moto, tolsi il casco e corsi a bussare alla sua porta. Mia sorella venne ad aprirmi e mi invitò ad entrare “Jake ciao, stavo giusto per venire da te” disse. Mi invitò a sedermi, ma la mia agitazione era alle stelle e le dissi che preferivo stare in piedi. “Rachel per caso hai notizie di Nessie? Sto impazzendo, non la sento da quattro giorni e ho paura che sia successo qualcosa di brutto” “Jake vedi…lei è venuta qui il giorno prima di partire e mi ha fatto dei discorsi strani. Mi ha detto che non sarebbero andati a Seattle ma in un altro posto” “Dove Rachel?” “Non lo so, lei mi ha fatto capire che non poteva dirmelo, perché riguarda quelle questioni soprannaturali che è meglio non sapere…” “E si può sapere perché non me lo hai detto? Potrebbero essere in pericolo” dissi urlando “Mi ha fatto promettere che avrei aspettato quattro giorni dalla loro partenza Jake, non potevo tradirla” “Ma capisci che così l’hai messa in pericolo?” “Io…mi dispiace…non potevo fare altrimenti. Mi ha detto di darti questa” disse porgendomi una lettera sulla cui busta spiccava il mio nome scritto con la sua calligrafia. Allungai la mano per prendere la busta ma mia sorella ritirò il braccio “Nessie vuole che tu la legga in presenza di Edward” affermò. Non volevo perdere un minuto di più, presi il cellulare e chiamai Bella, quando rispose le dissi che Nessie aveva lasciato a mia sorella una lettera per me e che dovevo leggerla solo in loro presenza. Aggiunsi che era importante e che dovevano raggiungerci subito. I dieci minuti che impiegarono per arrivare mi sembrarono interminabili, andavo su e giù per la stanza, mentre Rachel continuava a scusarsi e a cercare di ricordare ogni dettaglio dell’ultima conversazione con Nessie. “Ha detto che andavano in posto molto più lontano e che…se sarei arrivata a darti la lettera voleva dire che lei e Jeremy erano nei guai” ripeteva. Qualcuno bussò alla porta, avevo già riconosciuto dall’odore Bella e Edward, mia sorella li fece entrare e si scusò anche con loro per non aver detto nulla fino a quel momento, ma la sua amicizia con Nessie gliel’aveva impedito. Bella la abbracciò dicendole di non preoccuparsi, loro capivano la sua situazione, io invece no. Cazzo ero contento che avesse un bel rapporto con mia moglie, ma io ero pur sempre suo fratello!

Tolsi la lettera dalla busta e cominciai a leggere a voce alta:

Mi bloccai nella lettura, volevo che quel pezzo dedicato solo a me rimanesse personale. “Scusate” dissi, uscii di casa e feci una corsa allontanandomi un po’ da casa di Rachel…era inutile Edward avrebbe comunque letto nei miei pensieri, ma distanziandomi da loro avevo l’illusione di non far conoscere a nessuno quei pensieri che Nessie mi aveva dedicato. Ripresi la lettura da dove l’avevo interrotta:

Rimisi la lettera nella busta, tornai in casa di Rachel e dissi a Edward che ci saremo ritrovati tutti a casa Cullen per organizzare un piano contro i Volturi. Sarei andato lì con il branco e immediatamente saremo partiti per l’Italia. Bella e Edward si avviarono a casa loro, abbracciai Rachel dicendole che le volevo bene e poi corsi a casa mia. Telefonai a Leah dicendole di avvisare dell’accaduto tutti i lupi della vecchia generazione che ancora facevano parte del branco (Embry e Seth) e poi il figlio di Sam. Parlai poi con mio figlio Jessie e gli dissi di informare altri lupi della seconda generazione del branco (i miei nipoti Matt e Thomas figli di Paul, David ossia il figlio di Jared). Il branco ora era composto da 9 lupi, uno in più rispetto a quando avevamo rischiato di combattere con i Volturi tanti anni prima, cioè quando scoprirono l’esistenza di Nessie che era appena una bambina. Prendemmo la macchina e ovviamente anche Sarah volle venire con me e suo fratello. Arrivammo in un battibaleno a casa Cullen e via via arrivarono anche tutti gli altri licantropi. Ci sistemammo in salotto, Carlisle prese la parola e sotto la guida dello stratega del gruppo, Jasper, decidemmo nei minimi dettagli come agire. Spiegai a Sarah che mi sarei sentito più sicuro se lei fosse rimasta a La Push. “Perchè papà? Voglio venire anch’io” “Sarah è pericoloso e poi saremo già in tanti…8 Cullen e 9 lupi sono sufficienti no?” “Potrei dare una mano” “Sarah credimi…saperti lì mi farebbe essere ancora più preoccupato, stai qua, ti coinvolgerò in una battaglia quando sarai più esperta” dissi per convincerla. “Ma io, papà voglio aiutare Jeremy e la mamma” “Lo so tesoro, ma per una volta fai come ti dico. Anche Seth si sentirebbe meglio sapendoti qui al sicuro” dissi “Tuo padre ha ragione Sarah” intervenne Edward “Stai qui e dai una mano a nonno Billy” disse. Sarah accettò a malincuore. La lasciavo sola e senza protezione dato che alla Riserva non sarebbe rimasto nessun lupo, ma comunque sarebbe stata ospite a casa di Rachel e Paul che erano i suoi zii. Avrebbe aiutato mio padre, sarebbe stata circondata dall’affetto delle famiglie di Sam, Jared e Quil e di loro mi fidavo. La salutai tenendola stretta tra le mie braccia e dicendole quando le volevo bene “Torneremo presto a casa, vedrai andrà tutto bene” le dissi. Sarah andò poi a salutare suo fratello e Seth, che l’avrebbe riportata a La Push e poi sarebbe venuto da noi in aeroporto.

Scambiai un’occhiata di intesa con Edward, ringraziandolo mentalmente per avermi aiutato a convincere mia figlia ad aspettarci a casa. Lui sorrise; Emmett distribuì le chiavi di quattro delle auto dei Cullen, tutti presero posto e ci avviammo all’aeroporto di Port Angeles. Rosalie aveva pensato a ordinare per telefono i biglietti aerei, mentre Alice aveva recuperato dall’armadio i finti passaporti per ognuno di noi. Li tenevano sempre pronti per ogni evenienza. Ero in auto con Jessie, Bella e Edward, avrei coinvolto per la prima volta mio figlio in una battaglia, ma sapevo che aveva tutte le capacità per combattere, lo avevo allenato a dovere. Mi voltai verso di lui, gli diedi una pacca sulla spalla e gli sorrisi “Ce la faremo” dissi per incoraggiarlo “Non ho mai avuto dubbi su questo papà” mi rispose.

NOTE:

Buon pomeriggio a tutti!!! In questo capitolo niente Renesmee, Jeremy e Willy. Scopriamo invece cosa sta accadendo nel frattempo a Forks. Jacob scopre la verità e logicamente reagisce male verso la sorella in un primo momento, ma come sempre il branco e i Cullen sono una squadra e si mettono all'opera per andare a Volterra. Commenti su Rachel? Aveva un'ardua scelta da compiere...essere sincera con suo fratello oppure comportarsi da amica con Renesmee?

Colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che hanno cominciato a leggere la prima parte della mia fanfiction e che adesso stanno seguendo la seconda parte! Vi aspetto per il prossimo capitolo martedì!!!!

Vanessie

SUNLIGHT'S RAY PART 2 FANFICTION

Capitolo 48

“Scoprendo una parte di te”

Camminavo nel corridoio che ormai dopo 5 giorni mi sembrava familiare, diretta nella stanza di Willy. Quel giorno oltre a Jane e Felix che mi accompagnavano c’era anche Aro. Ci fermammo davanti alla stanza del mio nuovo amico e Aro prese la parola “Sono stato paziente con te e con lui, nei due incontri precedenti vi ho lasciati parlare…ma quanti sentimentalismi! Ricordati che hai una missione ben precisa, non devi compatirlo, ma far sì che diventi mio schiavo” non risposi, mi limitai a mantenere il mio sguardo su di lui ripetendo a me stessa che non l’avrei mai accontentato “Renesmee andiamo, non farti convincere da lui, è solo un essere inferiore” “Smettila” risposi. “D’accordo vuoi fare la dura con me? Allora il tuo amichetto dovrà iniziare a dirti di più, deve farti capire chi è davvero” disse, poi con un cenno della testa fece capire a Felix di aprire la porta. Felix obbedì e mi spinse dentro con forza. Caddi a terra e per poco non andai a sbattere la testa sul pavimento. Richiusero in fretta la porta, ma prima di farlo accesero la luce. Mi guardai intorno spaesata, ero già stata lì per ben due volte, ma la stanza era sempre avvolta nella penombra, quella era la prima volta che vedevo ogni singolo oggetto contenuto lì dentro e i colori che contraddistinguevano ogni cosa. Mi rialzai in piedi, esaminai le mie ginocchia e i palmi delle mani per vedere se la caduta mi avesse procurato qualche ferita, ma la mia pelle risultava perfetta. “Willy, ci sei?” chiesi prima di muovermi “Sì ci sono” ripose. Iniziai a camminare verso il tavolo e le due sedie dove solitamente avvenivano le nostre conversazioni e lo vidi in piedi girato di spalle.

Aveva i capelli neri e folti, era alto proprio come Jacob e indossava dei pantaloni lunghi marroni con una maglietta a maniche corte nera. La maglietta aderiva perfettamente al suo corpo, lasciando intravedere le spalle larghe e la schiena muscolosa. “Ciao” dissi “Ciao, come stai?” “Bene e tu?” domandai impaziente che si voltasse mostrandomi per la prima volta il suo volto, ma esitava, continuava a restare in quella posizione. “Sto bene” rispose, presi una sedia e mi sistemai a sedere proprio come avevo sempre fatto “Continuiamo a parlare Willy?” “Certo” “I Volturi vogliono che tu mi racconti realmente chi sei, scendendo nei dettagli” “Non obbedisco ai loro ordini Renesmee. Non obbedisco agli ordini di nessuno” “Non mi fraintendere, non volevo obbligarti a farlo” “Lo so, ma come ti ho detto ieri ti racconterò tutto al momento opportuno” disse. “Ok…intanto però potresti cominciare mostrandomi il tuo aspetto, abbiamo parlato ma non conosco ancora la tua faccia” dissi. Lui rimase in silenziò, passò una mano tra i folti capelli neri ed esitò. Perché non voleva farsi vedere in volto? Cosa c’era di tanto segreto sotto? Dopo un po’ di indecisione si girò verso di me. Il suo viso e i suoi lineamenti erano perfetti e bellissimi…Dio assomigliava a Jacob tanto da mettermi paura! Non solo gli stessi capelli, ma anche lo stesso taglio allungato degli occhi, lo stesso colore, la stessa bocca e il solito colore della carnagione…era un ragazzo davvero stupendo e anche se era un po’ trascurato dato che era prigioniero da 6 mesi, risultava bello e seducente. Non provai attrazione fisica per lui, lo trovavo sexy, ma il mio corpo non reagì in quel senso, non mi sentii pervadere da quel calore che mi coglieva ogni volta in cui Jacob mi guardava o mi sorrideva. Ma Willy gli somigliava sul serio…mi sentii confusa. “A cosa pensi Renesmee?” “Al fatto che assomigli così tanto a mio marito…” dissi, lui sorrise e voltò lo sguardo a destra. Quell’espressione l’avevo vista milioni di volte sulla faccia di Jake e quel sorriso era suo, era come se Willy avesse rubato i connotati e le espressioni a Jacob. Tutto mi ricordava Jake: l’aspetto, la voce, le espressioni…quasi mi impaurii per quelle somiglianze. Ma aveva anche qualcosa sul viso che mi faceva pensare a Edward.

Willy mi venne vicino ma io mi tirai indietro di qualche passo, ero ancora sconvolta “Non avere paura di me” disse abbracciandomi. Posai le mie mani sulla sua schiena forte e muscolosa e annusai il suo odore…anche quello mi era familiare…Willy si staccò da me e si mise a sedere. Lo imitai ancora incapace di riprendermi da quel caos che avevo nella mente. “Sei bellissima, proprio come ricord…come immaginavo” disse, ma era tardi avevo fatto caso a quella parola lasciata a metà. Voleva dire proprio come ricordavo, quindi lui mi aveva già vista. Ma dove? Ero sicura di non averlo mai incontrato prima. Rimasi a fissarlo, concentrando il mio sguardo su tutto il suo corpo. Willy rimase in silenzio e anche lui mantenne lo sguardo fisso su di me. Qualcuno aprì la porta, entrambi ci girammo e Aro fece il suo ingresso nella stanza “Ma che bello, finalmente cara Renesmee hai potuto vedere in faccia il tuo interlocutore, che ne pensi?” disse “Non sono cose che ti riguardano Aro” ribattei. Lui rise come un pazzo poi aggiunse “Una notte qui con lui ti insegnerà a rivolgerti a me con più rispetto” e se ne andò. Eravamo di nuovo soli. Willy prese delle cose da mangiare e me le porse. Mangiammo in silenzio, poi cominciai a piangere. Willy mi venne vicino abbracciandomi “Oh ti prego non fare così, stai tranquilla non ti farei mai del male” “Non è per questo, è che…mio figlio Jeremy mi starà aspettando nella nostra stanza e se non mi vede tornare cosa penserà? Magari potrebbe immaginare che mi abbiano fatto del male o che ci vogliono tenere separati…sarà impaurito” dissi. Willy mi avvolse completamente tra le sue braccia “Se la caverà” disse “Odio me stessa, che razza di madre porterebbe a Volterra suo figlio?” “Sei stata costretta” “Sì, ma se fossi stata più coraggiosa sarei venuta da sola, l’ho messo in un guaio più grande di lui” “Non dire questo, sei una brava madre, sono sicuro che tuo figlio capisce le tue scelte” disse. Ricambiai l’abbraccio, avevo bisogno di essere consolata, di sentirmi protetta e lì tra le sue braccia cominciai a stare meglio. Mi staccai da lui e puntai i miei occhi nei suoi “Jeremy è così piccolo ancora…” “Quanti anni ha adesso?” “Tra meno di un mese ne compirà 13, anche se fisicamente sembra più grande, sembra un ragazzo di almeno 15 anni” “Sta crescendo…” “Sì, troppo in fretta, l’ho sempre considerato il mio piccolo cucciolo, forse perché è l’ultimogenito e ora…pensare che sta per diventare un adolescente mi disarma” dissi.

Willy rise “Se tu potessi cambiare una cosa di lui, un comportamento che non ti piace, un tratto del suo carattere, cosa cambieresti?” “È super pestifero, un vero combina guai ma…non cambierei nulla di Jeremy, è mio figlio e lo adoro così com’è!” “Anche lui ti ha sempre adorato” disse. Lo guardai interdetta “Non lo conosci nemmeno, come fai a saperlo?” “Ogni figlio adora sua madre” precisò con una scrollata di spalle. “Non sono sicura che mi reputi una brava madre” “Perché dici questo?” “Perché l’ho trascinato in questo inferno e perché…Dio sono sempre così impegnata…il lavoro, la casa, mio marito, i miei parenti e poi…Jessie e Sarah sono già adolescenti e negli ultimi periodi mi hanno dato tanti pensieri, così l’ho un po’ trascurato, ho dato meno spazio a Jeremy e ho sbagliato, lo so” dissi. Willy mi accarezzò il viso e mi guardò in un modo tanto profondo e carico di affetto che per un momento mi sembrò di vedere Jacob “Sono sicuro che Jeremy ti reputi la madre migliore del mondo!” “Lo spero” dissi. Sentii la stanchezza pervadermi, sbadigliai e Willy mi propose di usare il suo letto per dormire. Non volevo approfittarmi dei suoi modi gentili, così rifiutai ma lui disse che non mi avrebbe lasciata dormire su una sedia. Mi sdraiai nel suo letto e Willy si sdraiò accanto a me, spegnendo la luce. Mi coprì con il plaid, ma nonostante la coperta e il suo calore corporeo continuavo a sentire freddo. Tolse la maglietta e me la porse “Mettila, io non ne ho bisogno” disse mentre se ne stava al buio seduto sul letto a guardarmi. Mi alzai anch’io a sedere e la infilai ringraziandolo, poggiai gli occhi sul suo bellissimo corpo. Aveva i pettorali in evidenza, gli addominali perfettamente scolpiti e i bicipiti muscolosi, li vedevo anche nella penombra. Notai un tatuaggio sulla sua spalla destra proprio all’altezza del punto in cui anche mio marito portava il suo tatuaggio che simboleggiava l’appartenenza al branco, ma con quella poca luce non riuscii a capire cosa rappresentasse il suo tatuaggio.

Se avessi visto Jacob mezzo nudo in quel modo mi sarei sicuramente fatta prendere certe voglie e gli sarei saltata addosso, ma questo non avvenne con Willy. Per quanto fosse bello e con un fisico favoloso, per lui riuscivo solo a provare un grande senso di protezione, simile all’istinto materno. Mi girai su un fianco e continuai a tremare per il freddo, Willy mi abbracciò da dietro, così appoggiai la mia schiena su quel meraviglioso torace e in poco tempo mi riscaldai. Lì tra le sue braccia mi addormentai.

NOTE:

Buon pomeriggio ;) rieccoci ancora a Volterra. Mentre Jacob e i Cullen stanno viaggiando verso l'Italia, Renesmee incontra ancora Willy e per la prima volta riesce a vedere il suo aspetto....che vi ho mostrato nella foto in alto!!!! Commenti? Bel ragazzo eh?!?!?! Ovviamente Renesmee nota subito la somiglianza tra Willy e qualcun altro che conosce molto bene (Jacob) e comincia ad accorgersi anche di altri dettagli che la incuriosiscono. Aspetto le vostre recensioni per sapere cosa ne pensate dell'intera faccenda! A venerdì per il prossimo capitolo!!!!

Vanessie

SUNLIGHT'S RAY PART 2 FANFICTION

Capitolo 49

“Cambiamento di rotta”

Ancora nel dormiveglia mi crogiolai in quella sensazione di tepore che mi avvolgeva. Il suo odore mi circondava e le sue braccia forti e vigorose mi stringevano a sè. Mi sentivo a casa, al sicuro. Dopo qualche minuto però allentò la presa e iniziò a muoversi, il mio cervello ancora mezzo addormentato capì che stava per lasciarmi e alzarsi dal letto. Emisi un mugolio di protesta, non volevo interrompere il contatto con lui, ma si alzò ugualmente. Rimasi nel sonno ancora un po’ poi lo chiamai “Jake ho bisogno di te torna qua” dissi. Appena finii di pronunciare quella frase mi resi conto di tutto e spalancai gli occhi. Io non ero nella mia casa, nella mia camera e nel mio letto, colui che mi abbracciava non era JJ ma Willy. Era in piedi e mi guardava sorridendo “Mi dispiace, ma non sono Jacob” disse “Scusami” risposi. Mi alzai dal letto e gli restituii la maglietta, lui però ne indossava un'altra a maniche corte. Notai che aveva un altro tatuaggio più piccolo sull’interno del polso sinistro, un simbolo che non conoscevo e accanto una A. Aveva la fede all’anulare sinistro, a differenza della sera prima. Mi passò due biscotti, li mangiai ma mi sentii un po’ in colpa, i Volturi razionavano il suo cibo, quindi mangiando la sua scorta gli avrei fatto patire la fame ancor di più. “Purtroppo non è una colazione completa, ma…dobbiamo accontentarci” disse “Mi dispiace approfittare” “Tranquilla. Mi mancano le colazioni, i pranzi e le cene di mia mamma sai? Era un’ottima cuoca” “Qual’era il tuo piatto preferito cucinato da lei?” “Mmmm è difficile sceglierne uno, ma direi il tiramisù” “Mmmm buono…è anche il piatto preferito di mio figlio Jeremy” dissi sorridendo. Feci finta di nulla ma ripensai alle parole che avevo appena pronunciato e alla reazione di Willy appena le aveva sentite. Aveva sorriso in quel modo tanto aperto e luminoso proprio come faceva Jacob e aveva giocato con i suoi capelli. Il mio Jeremy giocava con i suoi capelli proprio nello stesso modo. Lo faceva ancora, portandosi dietro anche nella crescita quel vizietto infantile che fin da quando aveva 1 anno usava come modo per rilassarsi. Quante coincidenze: Willy condivideva con Jeremy il suo piatto preferito e il modo infantile di toccarsi i capelli! La mia mente già si affannava a cercare spiegazioni impossibili…forse stavo impazzendo…

Ma le mie elucubrazioni mentali furono interrotte dall’arrivo di Demetri. Mi prelevò da lì per riportarmi da Jeremy. Me ne andai con mille dubbi e ben presto arrivai nella mia stanza. Mio figlio mi venne incontro preoccupato appena mi vide entrare. Lo rassicurai dicendogli che stavo bene e raccontandogli tutto, ma proprio tutto quello che Willy mi aveva detto. Dopo circa mezza giornata Demetri tornò. Questa volta tuttavia disse sia a me sia a Jeremy di seguirlo. E ora cosa avevano in mente??? Noi obbedimmo e ci ritrovammo nel grande salone dei troni. Aro, Caius e Marcus ci aspettavano seduti là. Presi per mano mio figlio e raggiungemmo la metà del salone per poi fermarci. In fondo alla stanza, dietro di noi, Felix e Demetri facevano la guardia alla porta d’ingresso. “Mia cara Renesmee, mio piccolo Jeremy che gioia rivedervi ancora!” disse Aro avvicinandosi a noi e poi aggiunse “Tua madre ti avrà raccontato dei suoi incontri con il licantropo, vero Jeremy?” “Sì” rispose mio figlio. “Non sei curioso di incontrarlo anche tu?” “C’è un motivo per cui dovrei esserlo Aro?” domandò Jeremy e dal modo in cui parlò capii che dovevo piantarla di considerarlo un bambino, era già un ragazzino. Aro fece un gesto in direzione di Demetri e Felix, che aprirono la porta lasciando entrare Jane e Alec. Quest’ultimi scortavano Willy e si collocarono alla nostra sinistra. “Eccolo qua il nostro licantropo” disse Aro afferrando per un braccio Willy e posizionandolo davanti a me e Jeremy. Salutai il mio amico con un sorriso, poi Willy concentrò lo sguardo su mio figlio e si scrutarono a vicenda. Willy sorrise dolcemente e accarezzò i capelli di Jeremy sussurrandogli di non avere paura. “E adesso che si sono fatte le presentazioni…veniamo al dunque” cominciò a dire Aro. Ordinò a Felix e Demetri di prendere in consegna Willy, loro fecero esattamente quello che gli era stato ordinato mettendosi uno a destra e l’altro a sinistra del mio nuovo amico, poi lo portarono in fondo alla stanza, davanti alla porta chiusa. “Jane” disse Aro, mi voltai verso di lei e notai che la vampira rivolse il suo sguardo verso mio figlio. Probabilmente stava usando il suo potere, ma per fortuna Jeremy era immune. Jane allora distolse lo sguardo e lo rivolse a me dicendo “Dolore”, ma fu in quel preciso momento che Jeremy urlò “No! Non le farete del male” e poi strinse la mia mano. Il suo scudo ci avvolse entrambi, facendomi sentire al sicuro e provocando la stizza di Jane. Lo stesso accadde quando anche Alec usò la sua nebbia paralizzante su di noi. Nessun effetto.

Aro fece quella risata da pazzo che usava spesso “Magnifico! Davvero magnifico!” esclamò, poi con due dita fece cenno a Willy di avvicinarsi. Willy fece qualche passo incerto verso di noi e si fermò quando Aro disse “Jane, Alec insieme”. Capii nella frazione di un secondo che aveva appena ordinato a Jane e Alec di utilizzare insieme i loro poteri contro Willy “Noooo!” gridai, ma con grande sorpresa constatai che i loro poteri non provocarono nessun danno al mio amico. Willy rimase in piedi senza subire nemmeno il minimo dolore, guardai mio figlio alla mia destra, per un istante mi chiesi se non avesse imparato ad espandere e proiettare il suo scudo come faceva Bella. Jeremy non mi aveva mai detto niente in merito. Aro ordinò ai due vampiri di smetterla e di nuovo rise “Ma che simpatico quadretto, tre mezzosangue immuni ai poteri di due tra i vampiri più forti al mondo” disse. In realtà non ero riuscita a capire come Willy avesse potuto evitare i poteri di Jane e Alec, ma ne fui felice. “Andiamo, lasciamo Renesmee e il suo nuovo amichetto qui” disse Aro rivolgendosi a tutti coloro che erano presenti nel salone. Tutti se ne andarono portando con sè mio figlio e richiusero la porta. “Perché non ti sei trasformato quando hai avvertito il pericolo?” chiesi a Willy “Non posso farlo” rispose indicandomi il braccialetto che portava al polso “Questo dannato aggeggio mi impedisce di mutare. I Volturi me l’hanno messo al polso quando mi hanno catturato e da quel momento mi impediscono di trasformarmi” precisò. “Come hai fatto a non subire i poteri mentali di Jane e Alec?” “Renesmee…è una storia lunga” disse “Mi sono stufata dei tuoi misteri! Voglio la verità Willy, ti sto aiutando e vorrei che tu fossi sincero fino in fondo” urlai disperata e irritata, ma purtroppo Aro rientrò nel salone e ci interruppe. “Lascerò che tuo figlio viva da solo nella stanza in cui siete stati tu e lui fino ad oggi Renesmee, ma ci starà da solo. Non accetto che tu voglia disertare i miei ordini quindi abiterai da sola in una stanza del tutto simile a quella di Willy e dovrai accontentarti del poco cibo che ti daremo” disse Aro rivolgendosi a me. “Quanto a te bastardo, continuerai a vivere in maniera analoga a come hai fatto finora, ma verrà il giorno in cui riuscirò a mettere le mani sul potere della tua adorata sorellina e allora te la farò pagare per tutta la tua fierezza, la tua arroganza…e ti ucciderò” disse poi rivolgendosi a Willy. Mi sentii in colpa per come avevo trattato Willy poco prima, mi ero infuriata con lui perché continuava a volermi tenere nascosti molti particolari della sua storia, ma in fondo che diritto avevo io di conoscerli? Con quale presunzione avevo preteso di sapere la verità? Quel poveretto aveva subito chissà cosa per colpa dei Volturi e invece che aiutarlo avevo assecondato la stupida volontà di Aro di metterci l’uno contro l’altra.

Aro richiamò Alec dicendogli di portare via Willy, ma prima che uscisse dalla stanza volevo fargli capire che mi dispiaceva “Willy sono con te” urlai, lui si girò verso di me, mi fece l’occhiolino. Si divincolò dalla presa di Alec e scoprì il suo bicipite destro tirando su la manica della sua maglietta. Mi sentii sprofondare…aveva il tatuaggio del branco di Jacob. Cosa stava accadendo? Perché Willy portava quel tatuaggio? Ero sicura di non averlo mai incontrato prima del mio arrivo a Volterra, quindi come poteva far parte del branco se io non l’avevo mai visto? E perché aveva deciso di mostrarmi quel tatuaggio così significativo in quel momento? Il destino mio e di Willy dunque si incrociava in maniera profonda e inestricabile, creando un rompicapo micidiale. Volevo e dovevo venirne a capo, capire quali misteri aleggiavano intorno alla sua storia e alla mia. Solo così avrei potuto aiutarlo, solo così avrei potuto salvare me e Jeremy.

NOTE:

Buon pomeriggio a tutti!!! Capisco le vostre curiosità e la vostra impazienza di arrivare a comprendere la verità su Willy e prometto che nel giro di due capitoli vi svelerò tutto!!! Fidatevi di me, c'è sempre un perchè dietro ad ogni situazione e se siete arrivate a leggere fino al 49° capitolo della seconda parte della mia fan fiction significa che almeno un pochino sono riuscita a colpirvi con gli eventi della mia storia ^_^

In questo capitolo Renesmee scopre ancora cose nuove su Willy e per la prima volta anche Jeremy lo incontra, ma non c'è ancora modo di chiarirsi e parlare, Aro e i Volturi interrompono sempre sul momento più bello...

Vi ricordo di passare a trovarmi sulla mia pagina facebook: Taylor Lautner my sweet love. Vi aspetto martedì per un nuovo capitolo!!! Grazie a tutti voi che continuate a seguirmi con passione!

Vanessie

SUNLIGHT'S RAY PART 2 FANFICTION

Capitolo 51

“La vera identità di Willy”

Ero felice che Jake fosse arrivato a salvarmi. Lui, il branco e i Cullen erano lì e in un modo o nell’altro ero sicura che presto ci saremo liberati dei Volturi e saremo tornati a casa nostra. Prima di andare da Jeremy però convinsi Jacob a fermarsi per liberare anche Willy. Glielo dovevo, lui era stato gentile con me e come gli avevo promesso le mie famiglie lo avrebbero aiutato a fuggire. Seth aveva appena aperto la porta della sua stanza. Willy rimase impietrito a guardarci, passava i suoi occhi da Jessie, a Seth, a David, a Jacob e a me, ma era Jacob ad incuriosirlo o ad affascinarlo di più. Volevo tranquillizzarlo così glieli presentai rapidamente “Piacere sono Jacob, grazie per averla aiutata” disse mio marito allungando la sua mano per stringere quella di Willy. Avevo notato però che anche Jake lo guardava insistentemente, di sicuro aveva fatto caso a quanto gli somigliasse. “Piacere mio” rispose Willy e mi parve di scorgere nei suoi occhi una certa commozione. Era una mia impressione o aveva gli occhi lucidi mentre stringeva la mano di Jacob? “Ti portiamo via di qui” dissi al mio nuovo amico. Uscimmo in fretta e furia dalla stanza e riprendemmo a vagare per i corridoi. Ogni tanto incontravamo qualche vampiro della guardia, qualcuno del branco li uccideva e poi proseguivamo. Anche Willy cercava di aiutarci bruciando i corpi dei vampiri e lottando in forma umana. Giusto, dovevo ricordarmi di dire a Jacob che avrebbe dovuto togliere il braccialetto che impediva la trasformazione a Willy. L’avrei fatto in un momento di maggiore calma.

Proprio mentre riflettevo però svoltammo in un altro corridoio e ci imbattemmo in Caius e Marcus accompagnati da Jane, Demetri, Felix e altri componenti della guardia. Era evidente che fossero venuti a prenderci! Fummo praticamente obbligati a non combattere, in caso contrario Jane ci avrebbe uccisi tutti con il suo potere. Ci portarono nel grande salone dei troni. Quando entrammo Marcus e Caius si posizionarono sui loro troni proprio dove Aro ci stava aspettando. Anche gli altri membri del branco erano stati portati lì, venivano guardati a vista e tenuti sotto controllo da molti vampiri. Felix e Demetri andarono a dare man forte alla guardia dei Volturi nella sorveglianza dei licantropi e lasciarono al centro della stanza soltanto Jacob, Willy e me. Alec e Jane invece si misero di fronte a noi, a pochi passi dai troni. Dei Cullen non c’era traccia, mi augurai che non li avessero già fatti fuori. “Eccoli qua, i licantropi sono venuti in tuo soccorso” disse Aro rivolgendosi a me “Jacob vuoi davvero rischiare la vita per una creatura che è tua nemica mortale?” “Non parlare così di lei, è mia moglie” disse JJ. Alec e Jane mi vennero vicini prendendomi per le braccia “Non toccarla!” urlò mio marito riferendosi ad Aro “Ma certo, non le farò del male. Noi adesso dobbiamo parlare” rispose Aro mentre venivo scortata vicino a Caius.

“Se vuoi che non faccia del male alla tua Renesmee però dovrai darmi in cambio qualcosa” “Io non tratto con te” “No no Jacob, così non va…ascolta la mia proposta almeno” “Parla” “Lasceremo liberi tua moglie e tuo figlio Jeremy a patto che il tuo branco si allei a noi” disse Aro. Jacob guardò verso i ragazzi del branco, tutti erano ammutoliti “Non accetto” rispose. Tirai un sospiro di sollievo, non volevo che per salvare me rinunciasse a tutto. “Mi aspettavo questa risposta…Alec” disse Aro, Alec indirizzò la sua nebbia paralizzante verso mio marito “Nooo! Aro smettila, lascialo perdere, farò tutto quello che vuoi ma lascia stare Jacob” urlai per paura che accadesse qualcosa di ben più grave a mio marito. Aro ordinò ad Alec di fermarsi e parlò di nuovo “Oh Renesmee, sei così pazza di lui da mettere a repentaglio la tua libertà e la tua vita per salvarlo?” mi chiese. “Sì certo, lo amo” “Che bello l’amore! Rischiare tutto per colui che ti fa battere il cuore…” affermò Aro.

“Facciamo così allora Jacob…ti darò un’altra possibilità. Il tuo branco sarà libero di andarsene ma tu resterai qui con noi” “Non accettare papà” gridò Jessie e dopo di lui anche gli altri ragazzi urlarono a JJ di non lasciarsi convincere. Jacob rivolse il suo sguardo a me, lasciai che sentisse tutta la paura che avevo e captai nei suoi occhi la volontà di accettare soltanto per me e Jeremy. Non volevo che lo facesse… “Giurami che non farete del male a nessuno del branco e nemmeno a Jeremy e a lei” disse Jacob “Certamente, hai la mia parola” disse Aro. “Se tu me lo garantisci…io…” “Noooo Jake, no! Ti prego non farlo!” lo pregai, ma sapevo quanto era risoluto. Scoppiai a piangere e cercai di sfuggire alla presa di Alec per andare ad abbracciarlo, ma fu impossibile. Tutti ragazzi del branco rimasero sconvolti quanto me e perfino Willy era pietrificato. “Non puoi giocare così subdolamente Aro, perché non dici a Jacob cosa vuoi davvero? Tu offri la libertà di Jeremy e Renesmee ma cosa vuoi davvero in cambio?” intervenne Willy “Fa silenzio bastardo!” rispose Aro “No, devi dire la verità o lo farò io” continuò Willy. A quel punto anche Jacob rimase interdetto “Cos’altro vuoi?” gli chiese “Che tu resti qui Jacob e…per non farti sentire solo ti darò la possibilità di far restare con noi anche tua figlia Sarah”. La mia mente cominciò ad elaborare qualcosa…mi tornarono in mente le parole di Willy, i racconti sulla sua famiglia…ma Willy cominciò a dire “Ma certo, vuoi che resti qui con Sarah solo per fargli un piacere vero? Per non farlo sentire solo! Sei ridicolo Aro” e Jake gli disse “Mai, mia figlia non verrà mai in questo posto. Non permetterò che tu ti avvicini a lei” “Va bene, allora…avrò il piacere di farti conoscere il potere di Jane” disse Aro, che girandosi la invitò a raggiungerlo. Cominciai a urlare pregandolo di non farlo, ma Aro fece finta di non sentirmi e richiamò Felix e Demetri dicendo loro di trattenere Willy. Jane si parò davanti a Jacob, erano soli al centro del salone. “Dolore” pronunciò Jane, ma dall’altro lato della stanza Willy si liberò della presa di Felix e Demetri e corse verso mio marito, urlando “No! Papà! Non gli farai del male” per poi raggiungere Jacob e afferrarlo per un braccio. Il potere di Jane non ebbe nessun effetto, Aro cominciò a sbraitare, proprio come un bambino piccolo che fa i capricci perché non ha ottenuto quello che vuole.

Ero esterrefatta…ma in un attimo compresi…Willy si era rivolto a Jacob chiamandolo papà e il motivo per cui Jane non aveva fatto del male a entrambi era chiaro! Willy aveva usato uno scudo per proteggersi…dunque quel ragazzo che aveva le sembianze di un ventenne e che assomigliava così tanto a mio marito non era altro che il mio piccolo Jeremy! Di questo ero sicura, anche se ancora non riuscivo a capacitarmi del fatto che lui fosse lì con noi, avesse incontrato e parlato con il piccolo Jeremy tredicenne e fosse cresciuto così tanto… “Oh Willy adesso dovrai spiegare il tuo comportamento, non trovi?” chiese Aro “Spiegherò tutto” cominciò a dire e mi guardò “Come ti avevo detto Renesmee…mamma…è stato così difficile chiamarti per nome…adesso è arrivato il momento di dire tutta la verità: il mio vero nome è Jeremy, sono io…tuo figlio” disse. Corsi ad abbracciarlo e mi capacitai di tutto: la sua voce con qualche tratto simile a quella di Jake, il suo odore familiare, l’istinto di protezione materno che provavo da quando l’avevo incontrato per la prima volta. Anche Jake ci raggiunse e ci abbracciò entrambi “Papà, mamma non permettete che prendano Sarah, quando tutto sarà finito vi spiegherò meglio…” ci disse. “Non lo permetterò mai Jeremy” disse Jake.

“Non crederete che io resti a guardare questo simpatico quadretto!” disse Aro, ma proprio in quell’istante i Cullen entrarono nel salone, vidi che mia madre Bella teneva per mano il mio piccolo Jeremy, quindi l’avevano salvato! “Arriva la cavalleria” disse Emmett e tutti i lupi si liberarono trasformandosi. Iniziammo un corpo a corpo con la guardia dei Volturi, tutti eravamo impegnati nello scontro: zio Emmett, zio Jasper e mio padre Edward si occuparono dei vampiri con maggiore forza fisica, ossia di Felix e Demetri. Nonno Carlisle, nonna Esme, zia Rosalie e zia Alice invece si scontrarono con altri vampiri della guardia che non avevano grandi poteri, la stessa cosa fecero anche alcuni lupi giovani come Samuel, Thomas, Matt, David e mio figlio Jessie, per fortuna con loro rimasero anche Leah ed Embry. Ma la cosa più divertente fu vedere mia madre Bella proteggere Jacob e Seth con lo scudo mentre uccidevano Alec e Jane. Anch’io mi diedi daffare contro alcuni vampiri, senza dovermi preoccupare per il piccolo Jeremy. Lui infatti era in grado di proteggersi con il suo potere e aiutava gli altri, così come Willy…ossia Jeremy cresciuto che proteggeva se stesso e gli altri. Quando la guardia venne sterminata Carlisle costrinse Aro, Caius e Marcus a un dialogo, spalleggiato da tutti i Cullen e dal branco. Prima però il nonno disse a me, Jacob e al grande Jeremy di uscire, avevamo bisogno di parlarci e capire meglio…ringraziai mio nonno e uscimmo dal salone.

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Capitolo 52

“Passato, presente, futuro”

Ci fermammo in una stanza vicina al salone dei troni. Jake ed io eravamo ancora frastornati, quel ragazzo che avevamo di fronte era il nostro Jeremy cresciuto. Ero curiosa di sapere com’era stato possibile il nostro incontro. Presi per mano mio marito e Jeremy si mise davanti a noi, aveva di nuovo gli occhi lucidi, anche per lui doveva essere un’emozione enorme. “Lasciatemi raccontare tutto, so che vi sembra di vivere in un sogno, ma non è così” cominciò a dire nostro figlio. Sia io che Jacob lo incoraggiammo a parlare con lo sguardo “Mamma nei giorni passati avrei voluto dirti tutto, ma non potevo. È stato difficile ma non sai che piacere ho provato nel rivederti…ti ricordi che ti ho raccontato che mio padre e mia madre sono morti? Beh vedervi qui entrambi mi riempie il cuore…mi siete mancati tanto” disse e poi venne ad abbracciarci. “Ma state tranquilli, con il nostro incontro adesso, nel presente, abbiamo cambiato la storia, nel futuro non morirete” disse. Guardai Jake alzando un sopracciglio, ero ancora molto perplessa. Mio marito lo invitò a spiegarsi meglio “Avete ragione vi sto confondendo…allora…io sono qui nel vostro tempo, che per me appartiene al passato, perché sono tornato indietro nel tempo. Dovevo impedire la vostra morte e far sì che Aro fosse sconfitto per proteggere Sarah…per fortuna ci sono riuscito, nemmeno i Volturi hanno potuto prevedere niente, il potere di Sarah è grandioso!” “Ma…che intendi per poter di Sarah? Lei non ha poteri” disse Jacob “Papà non ce l’ha adesso…lei quanti anni ha ora?” “Ne ha 16” “Beh papà, a 17 anni svilupperà il suo potere vampirico” “E che potere avrebbe?” chiesi.

Jeremy sorrise “Ha il potere di viaggiare nel tempo, o di far compiere questo viaggio a qualcun’altro” “È meraviglioso” disse JJ “Sì infatti, ma state tranquilli, ora che Sarah mi ha rispedito nel passato per cambiare le cose, Aro non cercherà più di impossessarsi di lei” “Come è stato possibile che tu abbia incontrato te stesso a 13 anni?” gli domandai alludendo al fatto che nei giorni passati il Jeremy adulto aveva incontrato e parlato con il Jeremy tredicenne. Lui si grattò la testa, come se non sapesse come spiegarsi “Questo fa tutto parte del potere di Sarah. Purtroppo non posso essere dettagliato, ma sappiate solo che lei può decidere in che modo far compiere il viaggio nel tempo. Poteva scegliere se farmi entrare in contatto con te e con me stesso, oppure se fare in modo che voi combatteste i Volturi senza incontrare me. Secondo lei tutto questo avrebbe avuto maggior effetto se io avessi parlato con te mamma e quindi…così è stato” disse.

“E tu ora che farai?” chiesi a mio figlio. “Mamma adesso lei mi riporterà nel futuro, ma prima di andarmene voglio salutarvi come si deve” disse. Sia io che Jacob andammo ad abbracciarlo nuovamente “Papà…è stato così brutto vederti morire…senza nemmeno avere la possibilità di dirti che sei una delle persone più importanti al mondo per me. Quando ero piccolo era tanto facile dirtelo…ma crescendo non è stato più così, per cui te lo dico adesso: ti voglio bene” disse Jeremy. Mi commossi e le lacrime mi bagnarono il viso, anche mio marito aveva gli occhi lucidi e immaginai lo sforzo che stava facendo per contenere le sue lacrime. “Papà, mamma, non posso rivelare molto sul futuro, ma voglio darvi dei piccoli suggerimenti…prima di tutto dovrete stare tranquilli sul futuro di Jessie. Vi chiedete sempre cosa succederà se sposerà una ragazza mortale, se deciderà di invecchiare con lei e se un giorno lo vedrete morire…beh tranquilli. Sposerà Katy Uley e…papà avremo un nuovo membro del branco…lei dopo aver fatto dei figli diventerà un lupo” “Katy sarà un lupo? Dici davvero?” “Sì, sarà così, ma ricordate che non potete rivelare a nessuno quello che vi dico” “Tranquillo amore, terremo il segreto” dissi a mio figlio. “Papà quanto a Sarah…mi hai detto che adesso ha 16 anni vero? Quindi esce già con Seth?” “Sì, ci esce già” ripose Jake mostrando involontariamente quella sua gelosia per lei. “Non devi essere geloso e preoccupato…sposerà Seth e lui la amerà come merita. Seth instaurerà un legame molto profondo con Jessie e con me e…diventerà il tuo più grande amico” “Lo è già” “Sì papà, ma lo diventerà ancora di più. Condividerete un evento importante insieme, che vi legherà in modo indissolubile” disse nostro figlio. Mio marito sorrise e lo ringraziò per i suoi suggerimenti. “Mamma, non pensare mai di avermi trascurato, sei la madre migliore del mondo e lo sarai sempre. E non sentirti in colpa per niente, non ne hai motivo. Ti adoro e nessun evento potrà mai cambiare tutto questo” mi disse. Lo abbracciai di nuovo “Sei così grande e maturo…non sono abituata a vederti in questo modo! E sei davvero bello amore, hai anche tu una ragazza?” chiesi. Jeremy morse il suo labbro inferiore trattenendo un sorriso “Sì, ce l’ho. Siamo…sposati” “Chi è? Io e papà la conosciamo già adesso nel nostro tempo?” “No, arriverà a Forks quando io avrò 17 anni” “Come si chiama? È un’umana?” “Allison…lei è la figlia…questo proprio non posso dirvelo” “Allora hai cambiato idea sul matrimonio e sull’amore” gli dissi ridendo, ripensando a ciò che pochi giorni prima mi aveva detto il Jeremy tredicenne. Sorrise “Sì, ho cambiato idea” “Tesoro perché mi hai detto di chiamarti Willy nei giorni passati?” chiesi a mio figlio ripensando al nome con cui lui si era presentato a me per nascondermi la sua identità. Lui sorrise e poi spiegò “È il nome del nonno. William anche se tutti lo chiamano Billy” disse, poi fummo interrotti dall’arrivo dei Cullen e del branco nella nostra stanza.

Il mio Jeremy abbracciò e salutò tutti i Cullen e tutti i membri del branco, soffermandosi in modo particolare con Seth e con suo fratello Jessie. Mi ricordai improvvisamente del braccialetto che mio figlio portava al polso, quello che gli impediva di trasformarsi in un lupo. Chiesi a Jacob di aiutarlo a toglierlo, allora lui chiamò Seth dicendogli di utilizzare quegli strumenti che aveva con sè per aprire le porte. Seth armeggiò un po’ con i suoi ferretti e finalmente liberò mio figlio da quel maledetto braccialetto. 

“Mamma vorrei parlare da solo con te adesso” disse, tutti gli altri capirono e uscirono dalla stanza lasciandoci soli. Ero impaziente di sapere cosa volesse dirmi di tanto importante e intimo…non aveva permesso di rimanere neppure a suo padre… “Mamma, volevo dirti di non essere tanto gelosa di papà, lui è davvero innamorato di te, nessuna donna potrà mai allontanarlo da te. È talmente bello il modo in cui vi amate…il vostro rapporto maturo e profondo che sa essere anche adolescenziale e divertente, le vostre prese in giro a vicenda…il vostro modo di amarvi non cambierà sai?” “Grazie amore, grazie per tutti i tuoi consigli e…ti voglio bene” dissi prendendo la sua mano tra le mie. “C’è un’altra cosa mamma…quando tornerete a Forks…stai accanto a papà, avrà bisogno di te” disse con le lacrime che gli rigarono il volto bellissimo e perfetto. “Mi stai facendo preoccupare…che gli succederà?” “Questo non posso proprio dirtelo ma…fidati di me, fagli sentire che non è solo e amalo ancor di più ogni volta in cui papà sarà triste o scostante con te. Promettimelo” disse. Chissà cosa ci avrebbe aspettato a Forks… “Te lo prometto” dissi. Poi Jeremy mi porse una perlina di colore celeste che tirò fuori dalla tasca dei suoi pantaloni. Sembrava una di quelle perline che si usano per fare collane o braccialetti. L’avevo già vista da qualche parte, mi era familiare ma non ricordavo bene. “Cos’è?” domandai a mio figlio “L’hai già vista tante volte, è un…cimelio di famiglia” “Spiegami meglio” “Mamma…non posso proprio…scusami! Fa parte di un cimelio di famiglia che nel mio tempo, cioè nel futuro…papà ha trasmesso a me. Voglio che tu lo tenga, vedrai un giorno capirai che cos’è, ma ora non farla vedere a papà” disse. Annuii, non avrei mostrato a Jake quella perlina, ma nonostante fossi molto curiosa lasciai perdere, Jeremy non poteva dirmi molto ed io non volevo metterlo in difficoltà.

“Chiama papà, ora me ne vado” in un attimo Jacob ci raggiunse chiudendo la porta della stanza in cui ci trovavamo. Jeremy ci  ripeté ancora che ci voleva bene, mio marito avvolse il suo braccio sotto al mio collo cingendo le mie spalle, con l’altro braccio mi cinse la vita. Appoggiai la mia testa sul suo torace e insieme cominciammo a vedere dei fasci di luce intorno al corpo di nostro figlio. La sua figura divenne sempre più sfocata, fino a dissolversi completamente. Lui non c’era più, aveva fatto ritorno al suo tempo, mi sentii inspiegabilmente malinconica. Sapevo che fuori da quella stanza c’era il mio piccolo Jeremy tredicenne ad aspettarci, che avrei continuato a crescerlo, a educarlo, ma provai dispiacere per aver perso l’opportunità di poter vedere mio figlio già adulto.

Mi girai verso mio marito, lo baciai e godei delle sue carezze al mio viso. Finalmente potevo toccarlo di nuovo, parlargli, baciarlo e sprofondare nei suoi occhi. Lui mi guardava con dolcezza infinita, aveva capito il mio stato d’animo per nostro figlio e probabilmente provava i miei stessi sentimenti. “Davvero non sei arrabbiato con me perché ti ho nascosto tutto?” “No Ness, non lo sono. Come potrei esserlo con la donna che mi ha dato tutto questo?” sorrisi e presi un altro bacio dalle sua labbra. “Mi hai dato tutto ciò che ho sempre desiderato tesoro, ti amo” “Ti amo anch’io Jake e anche tu hai fatto avverare tutti i miei sogni” risposi. Tornammo dagli altri, strinsi tra le braccia Jessie e poi il Jeremy tredicenne che avevo trascinato a Volterra. Ero stata fortunata ad averli, ognuno dei miei tre figli mi aveva regalato gioie e soddisfazioni. Nonno Carlisle informò me e Jacob di quello che era successo con i Volturi mentre noi non c’eravamo. Li avevano messi alle strette ora che la loro guardia era sterminata e che nessuno era lì pronto a proteggerli. Zia Alice con il suo potere gli aveva mostrato quanto fosse forte il nostro grande clan formato da vampiri e lupi e quanto sarebbe stato inutile provare a sfidarci. Aro rimase impressionato e capì che se solo avesse fatto anche una sola mossa sbagliata gli si sarebbe ritorta contro. Mi dispiaceva non aver assistito alla scena e lo stesso valeva anche per mio marito, ma del resto eravamo impegnati a risolvere quel mistero che ci legava a Willy/Jeremy. La supremazia dei Volturi era finita, la fortezza dei Volturi non sarebbe esistita mai più, adesso a sostituirli ci avrebbero pensato i Cullen. Avremo accolto a Forks tutti i vampiri bisognosi d’aiuto e avremo tenuto la situazione sotto controllo per evitare che chiunque altro potesse farsi venire l’idea di prendere il potere. Carlisle, Esme e Edward avrebbero assunto il ruolo di capo, gli altri Cullen e il branco sarebbero stati degli assistenti per risolvere qualsiasi problema. Una volta tornati a casa si sarebbero organizzati tutti nei minimi dettagli…già dovevamo tornare a casa…lì ci sarebbero state tante persone ad accoglierci: amici, nonno Charlie e Sue, i miei cognati Paul e Rachel, Billy e poi lei. Colei che aveva permesso tutto questo, che ci aveva spinti a liberarci dei Volturi che per secoli avevano approfittato del loro potere, colei che aveva cambiato le sorti della nostra intera famiglia: Sarah. Avrei vissuto il mio futuro diversamente ora che ne conoscevo qualche piccolo segreto. Ma di una cosa ero certa, la famiglia era il bene più prezioso che si potesse avere e riuscire a trovare la persona giusta da amare che sappia riempire il tuo cuore, la tua anima e ogni tuo singolo pensiero era un privilegio che a me era stato concesso. Jacob mi aveva resa la donna più felice dell’universo.

NOTE:

Eccomi! Capitolo necessario a spiegare il perchè Willy/Jeremy adulto abbia potuto incontrare se stesso e Renesmee. Spero sia chiaro: Sarah svilupperà presto il suo potere vampirico, ossia quello di viaggiare nel tempo o permettere a qualcun altro di farlo. Il motivo per cui Jeremy adulto è tornato indietro nel tempo sta nel fatto che doveva impedire la morte di Renesmee e Jacob e quindi il suo compito era quello di modificare gli eventi del passato per fare in modo che nel futuro i suoi genitori non morissero e che Aro non avanzasse le sue pretese su Sarah.

Jeremy non può dire molto sul futuro, ma svela qualche piccolo segreto *_* anticipando a sua madre alcune cose che accadranno nel lungo e breve periodo, tra cui qualcosa che non vuole rivelare e che riguarderà Jake. Cosa avverrà quando tornernno a Forks?

Nessie e Jacob sono ovviamente sbalorditi per l'incontro con una versione adulta del loro ultimo figlio e anche se Nessie ha nascosto a suo marito il viaggio a Volterra, lui sembra aver scordato tutto e aver capito le buone intenzioni di lei.

Vi aspetto venerdì per il prossimo capitolo!

Vanessie

P.S: Ho constatato con piacere che il ragazzo scelto da me per interpretare Jeremy ha riscontrato un grande successo anche tra voi lettrici! Ne sono molto felice! In questa foto poi, messo vicino a Jacob si vede proprio la somiglianza!

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Capitolo 53

“In viaggio verso Forks”

Ero in treno, appoggiavo la mia testa sulla spalla di Jacob e mi stavo rilassando guardando fuori dal finestrino. Tutti i ragazzi del branco erano con noi, dislocati a sedere nella nostra stessa carrozza. Dalla mia posizione vedevo a sinistra Jessie, Jeremy, David e Thomas ridere e scherzare, a sinistra invece Matt, Samuel e Seth parlavano di lavoro. Più avanti Leah e Embry si stavano baciando e scambiando carezze. La normalità delle nostre vite cominciava a riaffiorare, stavamo tornando dei semplici ragazzi come tutti gli altri umani che ci circondavano. I Cullen erano rimasti a Volterra, volevano organizzarsi prima di tornare a Forks e recuperare degli importanti documenti che i Volturi avevano raccolto nel corso dei secoli. Era necessario aver chiara la situazione se volevano prendere il loro posto. Sarebbero tornati nel giro di una o al massimo due settimane. Nel frattempo il branco di Jake avrebbe garantito la calma e la protezione a Forks, nel caso in cui fosse avvenuto qualcosa. Arrivati alla stazione di Firenze, prendemmo il bus navetta per l’aeroporto, dove ci aspettava il volo diretto a Lisbona, dove avremo fatto scalo per tornare negli Stati Uniti. Salimmo a bordo dell’aereo e mi sistemai a sedere accanto a Leah, parlammo e ci confidammo come eravamo solite fare. Notai che Jake era accanto a Seth…chissà cosa gli stava dicendo. Da quando aveva visto nella mente di Seth in forma di lupo che lui e Sarah avevano rapporti intimi, mio marito si era un po’ irritato. Ne avevamo parlato a lungo e come mi aveva promesso non aveva fatto scenate, ma anche se lentamente stava iniziando a farsene una ragione sapevo che per lui era una consapevolezza un po’ pesante da sopportare.

POV Jacob

Sorrisi a Seth quando incrociò il mio sguardo, era stata una giornata lunga e difficile quella che ci aveva coinvolti nello scontro con i Volturi. Mi ero seduto in aereo accanto a lui, volevo parlargli e quale miglior occasione? Mia figlia non era nei paraggi. “Grazie per esserti occupato dei lupi più giovani” esordii, lui sorrise ancora. “Seth…possiamo parlare sinceramente?” gli domandai “Certo” “Sono contento di saperti felice e di sapere che anche Sarah lo è quando sta insieme a te ma…” iniziai a dire, ma notai che lui si era incupito, probabilmente immaginava dove volessi andare a parare. Sbuffai “Lo so Seth sono un rompicoglioni” lui rise “Jake io…so perfettamente che non hai digerito quello che mi hai letto nella mente, insomma che io e Sarah…hai capito” disse. Annuii. Restammo in silenzio qualche minuto. “Vedi Jacob…non è facile parlarne per me, è imbarazzante, lei è tua figlia. Il fatto è che tu sai bene quanto lei mi piaccia, quanto la ami e credimi…ho fatto uno sforzo enorme per trattenermi il più possibile, sia perché è tua figlia, sia perché è ancora una ragazzina. Ma è così…mi vergogno quasi a dirtelo” “Avanti Seth, abbiamo detto di essere sinceri, quindi dimmi esattamente cosa mi avresti detto se lei non fosse stata la mia bambina” lo spronai. Fu un po’ incerto nel continuare il discorso, ma si decise “Ok. Sono molto attratto da lei e credimi ho lottato contro me stesso finchè ho potuto. Tu sai che non l’ho fatto contro la sua volontà, è stato reciproco” “So bene che Sarah è una ragazza molto carina e so anche che la rispetti e la ami come si merita ma cerca di capire, è mia figlia e sapere che fa l’amore con qualcuno mi colpisce come una lama nel petto. Ora tu starai pensando che sto esagerando, che dovrei farmene una ragione e seriamente ci sto lavorando anche se è molto difficile” “Lo immagino Jacob, non devi darmi spiegazioni. Ti prometto che continuerò a trattarla nel migliore dei modi e che non farò mai niente che lei non voglia o che la metta in pericolo” disse.  Apprezzai la sua sincerità, era sempre stata una delle sue doti più grandi. Gli sorrisi “Mi auguro che continuerai a farlo perché se solo provi a comportarti male con lei io ti uccido” “Lo terrò presente” iniziò a dire ridendo “Comunque Jake devo dirti una cosa su Sarah e dato che siamo amici ci tengo a fartela sapere” “Mi auguro per la tua salute fisica e mentale che sia una notizia positiva, perché se ora mi spari una cosa del tipo che è incinta, allora prega che il pilota dell’aereo faccia un atterraggio d’emergenza perché altrimenti spacco un finestrino e ti butto giù!” esclamai serio. “Ammazza credevo che fossimo amici noi due! Comunque non è questo ciò che devo dirti. Credi che rischierei la vita mettendola incinta prima del matrimonio? Non voglio certo morire, so che mi uccideresti!” “Mmm bene sei consapevole” dissi “No quello che volevo dirti è una cosa che credo ti faccia piacere sapere. Sarah è così pazzamente folle per te. Ti adora in un modo che quasi mi fa provare gelosia. È logico, sei suo padre ma…credo che sia più innamorata di te che di me e te lo dico sinceramente e con un po’ d’invidia” confessò. Sorrisi, ero felice che la mia bambina mi volesse tanto bene perché anch’io ne volevo a lei, così come a Jeremy e Jessie. “Sono sicuro che in un futuro moooolto lontano quando avrai dei figli, anche loro proveranno le stesse cose per te. Ma sottolineo che lo capirai solo tra moltissimi anni, non provare a chiederle di sposarti fino a quando Sarah non avrà almeno 35 anni” precisai. Lui scosse la testa sorridendo “Sei incorreggibile” mi rispose.

POV Nessie

Atterrati a Lisbona dovemmo fare una corsa per riuscire a prendere l’aereo per Port Angeles, ma per fortuna ci riuscimmo. Questa volta scelsi di sedermi accanto a Jacob. Stavo sfogliando una rivista quando lui mi toccò la mano e la accarezzò, intrecciai le mie dita alle sue e incrociai il suo sguardo. “Sei bellissima” disse con tono dolce e soave.

Sorrisi e gli dissi che lui era molto più bello di me. “Ness…cosa ti ha detto Jeremy quando sei rimasta nella stanza da sola con lui?” “Niente di importante” “Non vuoi dirmelo?” “No davvero, non ha detto nulla di così rilevante…” “Ma dai Ness ha voluto restare da solo con te, qualcosa avrà pur detto” “Amore, non posso dirtelo” “Mmm ok, resterò con la curiosità” disse. Mi allungai verso di lui e posai la testa sulla sua spalla, mentre con la mano accarezzavo la sua maglietta all’altezza del petto. Sperai che una volta arrivati a Forks non accadesse niente di tanto grave. Jeremy mi aveva fatto capire che sarebbe successo qualcosa che riguardava Jake, ma non aveva specificato cosa. “Come festeggeremo il Natale? Ormai mancano solo due settimane” “Jake non ci ho proprio pensato, con i Volturi di mezzo ho scordato che manca così poco…direi che un pranzo classico in famiglia è quello che ci vuole” “Sì, hai ragione” disse. “Amore secondo te dobbiamo dire a Jeremy che Willy in realtà era lui da grande?” “Nessie, penso che sia meglio di no. Se glielo dicessimo forse gli toglieremo il gusto di scoprire il futuro poco alla volta” “Mmm è vero” “Saprebbe già quale sarà il suo aspetto fisico una volta cresciuto, conoscerebbe il nome della sua futura moglie e…non avrebbe nessuna sorpresa dalla vita” “Hai ragione, lasciamo le cose così come stanno” risposi. “Hai visto quanto è bello? Ti somiglia tantissimo Jake” “In effetti…sì, è impressionante!”

Restai in silenzio, godendomi il calore del corpo di mio marito e il senso di pace interiore che finalmente avevo raggiunto. Non so esattamente come feci, ma mi addormentai. I miei sogni furono tranquilli e sereni: paesaggi bellissimi, momenti di tenerezza con i miei figli, coccole con Jacob, ogni nuovo sogno era un invito a non svegliarsi e a rimanere in quello stato di perfetta armonia. La voce di JJ però mi portò lentamente a risvegliarmi. Mi diceva che stavamo per arrivare, a fatica ripresi coscienza e mi risistemai sul mio seggiolino. Guardai fuori dal finestrino, l’aereo stava abbassando la sua quota, l’aeroporto doveva essere nei paraggi. Guardai l’orologio che avevo al polso, era tardo pomeriggio, questo voleva dire che avevo dormito per la maggior parte del tempo di viaggio. Nel giro di un quarto d’ora l’aereo toccò terra e tutti i passeggeri scesero. Andammo verso le auto e prendemmo posto. Arrivati a La Push Jacob andò a casa di Rachel, dove dovevamo riprendere Sarah. Scendemmo dall’auto e bussammo alla porta. Paul venne ad aprire. Matt e Thomas erano rincasati da poco e avevano già raccontato tutto quello che era successo a Volterra, senza ovviamente accennare alla presenza di Willy/Jeremy e al futuro potere di Sarah. Sarah ci corse incontro, abbracciò Jacob, i suoi fratelli Jessie e Jeremy ed infine me. Era contentissima di rivederci e lo eravamo anche noi ovviamente. Jake ed io ringraziammo Paul e Rachel per averla ospitata e poi salimmo di nuovo in auto per tornare finalmente a casa nostra.

Lasciai che Jessie e Jacob andassero per primi a farsi una doccia, restando in salotto con Sarah a parlare. Poi quando ebbero finito Jake disse che sarebbe andato a prendere qualcosa da mangiare, dato che era ora di cena e noi eravamo super affamati. Decidemmo per pizza e bibite, quindi mio marito prese la macchina per andare al negozio in centro a Forks. Jessie si catapultò al telefono, voleva chiedere a Katy se dopo cena potevano vedersi. A quel punto era arrivato il mio turno e quello di Jeremy per fare la doccia. Andai nel bagno privato della mia camera e mi infilai sotto l’acqua bollente. Ero stata lontana per una settimana e la doccia era una delle tante cose che mi mancavano. Utilizzai il bagnoschiuma e lo shampoo alla mela verde, quando i miei muscoli si rilassarono sotto il getto caldo mi sciacquai e infilai l’accappatoio. Asciugai i capelli e tornai in camera. Scelsi dall’armadio una tuta comoda e calda, a Forks faceva davvero freddo quel giorno. Scesi al piano di sotto e vidi Jeremy e Jessie che apparecchiavano la tavola, mentre Sarah tutta contenta venne a dirmi che dopo cena sarebbe uscita con il suo ragazzo, Seth.

Jacob arrivò con le pizze e le bibite, ci sedemmo a tavola e cenammo. Ero molto soddisfatta, avevo di nuovo la mia bella famiglia felice e stare con loro mi riempiva il cuore di gioia. Ridemmo e scherzammo come se tutto quello che era accaduto nei giorni precedenti non fosse mai avvenuto. In realtà ci pensavo ancora, ma dovevo accelerare il ritorno alla normalità, dovevo farlo per i miei figli. Quando finimmo la cena Sarah si offrì di sparecchiare la tavola e fare la lavastoviglie, la ringraziai e andai sul divano con mio marito a vedere la tv, avevamo bisogno di riposarci! A causa del fuso orario eravamo ancora in confusione, Jeremy infatti preferì andare subito a letto. Jessie uscì per andare da Katy e Seth venne a casa nostra a prendere Sarah. “Finalmente un po’ di relax” disse Jake “Già, finalmente” risposi. Ci sdraiammo sul divano avvinghiati l’una all’altro coprendoci con il plaid. Alla tv non trasmettevano nulla di interessante, ma non mi importava molto, ero talmente stanca che non protestai nemmeno quando mio marito decise di fermarsi su un canale in cui trasmettevano uno di quei film tipicamente maschili sulle arti marziali. In genere avrei sbuffato, pregandolo di cambiare canale, ma quella sera non ce la feci. Nel giro di poco mi addormentai e ripresi quei sogni sereni e tranquilli che mi avevano accompagnato nel viaggio aereo. Qualcuno ad un certo punto aprì la porta di casa, ma non riuscii a capire se si trattasse di Sarah o Jessie. Poi due braccia forti mi avvolsero sollevandomi dal divano, mi accoccolai a quel corpo e capii di essere in camera solo quando sentii la mia schiena appoggiata sul materasso. Colui che mi aveva portata a letto mi coprì con il piumone e prima di entrare nel letto con me, mi baciò la fronte. Quel corpo caldo mi venne vicino e ricreò quel magnifico tepore che mi aveva permesso di addormentarmi sul divano. Anche questa volta non impiegai molto a tornare tra le braccia di Morfeo.

La mattina successiva Jacob mi svegliò con carezze e baci. Quanto mi piacevano le sue coccole! Ogni volta riusciva a stupirmi per quanto sapeva essere dolce con me. “Amore vado a trovare mio padre, voglio vedere come sta. Non ti dispiace vero?” “No tesoro, vai da lui, sarà stato in pensiero mentre eravamo a Volterra” dissi pensando al fatto che tante volte i dottori ci avevano detto di non far stancare Billy e di evitargli situazioni spiacevoli o troppo stressanti. Purtroppo però non avevamo potuto risparmiare a mio suocero il nostro viaggio in Italia…guardai Jacob togliersi il pigiama e indossare i vestiti. Lo salutai e mi augurai che la salute di suo padre non fosse peggiorata durante la nostra assenza.

NOTE:

Ciao a tutte ;) capitolo tranquillo, i nostri beniamini tornano a Forks arricchiti dalle esperienze vissute in Italia e con nuove consapevolezze. Jacob curioso chiede a Renesmee cosa le abbia rivelato Willy/Jeremy in sua assenza, ma lei seguendo il volere di suo figlio non glielo dice...

Ho pensato che sarebbe stato carino dopo le preoccupazioni per i Volturi inserire un simpatico dialogo tra Jacob e Seth a proposito del rapporto "intimo" che lui ha con Sarah @_@ a me piace troppo quando Jacob lo mette alle strette! Ma quel bravo ragazzo di Seth dimostra ancora una volta la sua maturità e la sua amicizia verso Jake dicendogli di provare addirittura un po' di gelosia per il modo in cui Sarah è legata e quasi innamorata di suo padre <3

Che dire???? Vi aspetto martedì!

Passate a trovarmi sulla mia pagina facebook: Taylor Lautner my sweet love. A presto e recensite!

Vanessie

SUNLIGHT'S RAY PART 2 FANFICTION

Capitolo 54

“Una piccola sorpresa per te”

POV Jacob

Era quasi arrivato Natale e quel giorno mi decisi a parlare con mia figlia. Nessie era occupata con Jeremy, lo aveva portato a Forks per delle commissioni. Jessie invece era fuori con Katy, dunque ero solo in casa con la mia bambina. La raggiunsi sul divano, stava facendo zapping alla televisione, ma evidentemente non aveva niente di interessante da vedere. Mi misi seduto accanto a lei e restai in silenzio. Venne a poggiare la sua testa sulla mia spalla e così la abbracciai e le baciai la fronte. Era cresciuta, ma avrei tanto voluto farle le coccole come quando era piccola. Cercai di trattenermi. “Sarah” “Uhm?!” “Ti va di parlare un po’? Non lo facciamo da tempo” “Certo papà” rispose rimettendosi seduta composta e guardandomi negli occhi. “Come stai?” le chiesi “Sto bene” “A scuola come va?” “Benissimo, i miei voti sono tutti molto positivi” rispose felice “E…con Seth?” le domandai facendo il vago, lei abbassò gli occhi e poi mi guardò con un sorriso abbagliante. Aveva negli occhi lo stesso scintillio che appariva nello sguardo di Nessie quando mi guardava. “Anche con Seth va tutto benissimo” “Mi fa piacere!” esclamai facendole una carezza sul viso. “Sarah…la mamma ti ha spiegato…insomma…come sia facile poter avere conseguenze indesiderate quando si sta con un ragazzo?” domandai imbarazzato. Mamma che frase da idiota cavernicolo del seicento! “Papa?! Che stai cercando di dirmi?” mi chiese con un tocco di vergogna “Sto parlando delle conseguenze che si possono avere con dei…rapporti sessuali” “Papààààààààà ho sedici anni. Credi che non lo sappia?” domandò rossa in viso. Oh cazzo che vergona! Non mi ero mai sentito tanto imbecille e retrogrado. “No Sarah…io…intendevo…cioè…immagino che tu sappia da un bel pezzo come nascono i bambini, ma…” “Infatti lo so” “Sì certo è che…insomma…spero che almeno usiate…i preservativi” “Oh.Mio.Dio non posso credere che tu me lo abbia chiesto!” esclamò coprendosi il volto con entrambe le mani. “Papà io credo di non essermi mai vergognata tanto quanto in questo momento” “Vale lo stesso per me, ma sarei molto felice se mi rispondessi” dissi. Lei si alzò dal divano con la faccia in fiamme, andò avanti e indietro per la stanza mordicchiandosi le unghie “Sì…ok…li usiamo” ammise, mi sentii sollevato. Le sorrisi “Sono contento di sentirtelo dire” “Papà non voglio mai più affrontare un discorso del genere con te nè con chiunque altro” “Ok. Felice di averne parlato” dissi, lei scosse la testa trattenendosi dal ridere “Io non ne sono per niente contenta invece. Scusa ma credo di aver bisogno di prendere una boccata d’aria per riprendermi dallo shock adesso!” esclamò aprendo la porta di casa e andando in veranda.  

POV Nessie

Trascorremmo le feste di Natale in famiglia, nessuna grande festa, ma giornate passate in armonia con i parenti e gli amici. La ragione di tutto questo era Billy, volevamo coinvolgerlo ma non potevamo esagerare e rischiare di farlo stancare. La sua malattia andava peggiorando e aveva trascorso tre giorni all’ospedale prima della fine dell’anno, tutti eravamo preoccupati. Vedevo Jacob e Rachel sempre più abbattuti e tristi, cercavo di fare qualsiasi cosa per rallegrare mio marito, ma ottenevo scarsi risultati. Era logico, anche io ne soffrivo ma capivo che per un figlio era ancora più difficile. Festeggiammo il compleanno di Jeremy e meditai di organizzare qualcosa per il compleanno di Jake. Se lo meritava anche se non sapevo se lo avrebbe apprezzato, cioè se sarebbe stato in grado di rilassarsi e staccare la spina.

Il 14 gennaio quando mi svegliai scesi al piano inferiore per la colazione e lo vidi mentre lavava la sua tazza e si apprestava ad uscire di casa. Aveva lo sguardo triste e assente, come ultimamente gli accadeva spesso.

“Buongiorno amore” “Buongiorno Nessie, non ti ho sentita arrivare” “Hai già fatto colazione?” “Sì, non riuscivo a riprendere sonno e mi sono alzato” “Volevo fare colazione con te. Perché non rimani qui ancora un po’?” domandai cingendo la sua vita e alzandomi sulla punta dei piedi dei baciarlo, ma non ci riuscii “Ness devo andare al lavoro, aspetto dei clienti importanti oggi” disse allontanandosi da me e prendendo il giubbotto per uscire. “Amore volevo che rimanessi solo per farti gli auguri di buon compleanno” “Grazie, scusa ma devo scappare” rispose con quel tono freddo che aveva cominciato ad avere. Chiuse la porta e se ne andò. Rimasi alla finestra a guardarlo, non volevo che soffrisse…tornai in cucina, preparai la colazione per me e i miei figli, tra poco infatti sarebbero arrivati in cucina. Intanto ripensai alla sorpresa che avevo preparato per il compleanno di mio marito e che avrei messo in atto a partire dal tardo pomeriggio.

La giornata lavorativa volò, andai a casa di Billy, parcheggiai e bussai alla porta. Venne ad aprirmi e mi salutò. Pulii la sua casa, feci la lavatrice e stesi il bucato. Rimasi a fargli un po’ di compagnia “Sei un tesoro” mi disse “Figurati per così poco” “Non è scontato quello che fai per me Nessie e lo apprezzo molto” “Invece è scontato! Siamo una famiglia” risposi. Portai a Billy un plaid e glielo sistemai sulle gambe, diceva di avere freddo, poi gli preparai anche un thè caldo. Lo bevemmo insieme “Oggi festeggerete il compleanno di mio figlio?” “Mmmm sì” “Perché quella tristezza nella voce?” “Jake non ha molta voglia di perdere tempo con queste cose” “Nessie è per me? Lo vedo anch’io che è sempre distratto” “Ma no tranquillo” dissi toccando le mani di mio suocero, non volevo che si sentisse in colpa. Lui sorrise “Non sei mai stata brava a dire bugie” “Non è una bugia Billy” “Oh conosco bene mio figlio…anche mia moglie reagiva come lui quando c’era qualcosa che non andava” disse. Gli ripetei di non preoccuparsi, poi lo lasciai. Tornai a casa, mi presi cura dei miei figli e andai a sistemare tutto il necessario per la sorpresa di JJ. Avevo organizzato una specie di caccia al tesoro, gli avrei fatto trovare dei bigliettini con delle indicazioni che alla fine lo avrebbero portato da me. Misi il primo biglietto attaccato allo specchio della nostra camera, poi mi truccai, sistemai i capelli con una pettinatura molto carina e indossai un reggiseno a balconcino e un perizoma blu. La biancheria intima era una delle mie più grandi passioni insieme a quella per le scarpe, con gli anni ne avevo collezionate tantissime. Avevo ereditato una parte della passione di zia Alice per la moda. Infilai un abito corto nero, collant, stivali alti fino al ginocchio e cappotto. Presi la borsetta e uscii di casa, andando a nascondere tutti gli altri bigliettini che mio marito avrebbe dovuto cercare. La caccia al tesoro avrebbe riguardato la nostra storia d’amore. Misi in auto anche una bottiglia di spumante, due calici e una torta che avevo preparato per lui. Avevo fatto la sua preferita, la torta al cioccolato, portando con me anche una candelina. Sopra la torta avevo disegnato un cuore e la scritta ‘Auguri amore mio’. Finii di nascondere tutti i bigliettini e prima di andare nel luogo in cui l’avrei aspettato, ossia nel ristorante di Port Angeles in cui tanti anni prima mi aveva fatto la proposta di matrimonio, andai a preparare il posto in cui saremo andati per il dopocena, sempre sperando che Jake ne avesse voglia.

Avevo infatti spiegato la situazione alla signorina che lavorava alla reception di un albergo di Port Angeles e lei mi aveva consigliato di prenotare la dependance, dove avremo potuto usufruire di tutti i confort dell’hotel, ma avremo avuto una maggiore privacy. Entrai nella dependance e misi la torta con la candelina, lo spumante e i due calici in un posto riparato, in cui mio marito non li avrebbe visti. Poi disposi le candele profumate e appoggiai il suo regalo sul letto. Gli avevo comprato un bellissimo maglione che avrebbe messo in risalto le sue spalle magnifiche e un paio di pantaloni stretti che avrebbero evidenziato quel sedere da urlo che si ritrovava. Li avevo confezionati in pacco regalo blu, il suo colore preferito, aggiungendo un bel nastro argentato.

Tutto era pronto, ripresi la macchina e andai al ristorante. Il cameriere fu molto cortese con me, in alcuni momenti mi sembrava che ci stesse provando, ma non gli diedi molto peso. Mi fece accomodare al tavolo e lì aspettai l’arrivo del mio amore. Certo non sarebbe stato un compleanno spensierato come quelli degli anni precedenti, era normale che lui fosse in ansia per il padre, ma non era giusto che io lasciassi correre quel giorno tanto importante senza festeggiarlo. Era uno di quei giorni che aveva un grandissimo valore nella mia vita, il momento in cui era nata la persona che più amavo e che mi aveva concesso una vita straordinaria. Tutte le cose e le persone più favolose che mi circondavano le avevo grazie a lui. Non potevo permettere che quella giornata non venisse festeggiata a dovere.  

NOTE:

Ciao!!!! Dopo il discorsino a Seth.....non poteva mancare quello a Sarah! Ovviamente ancora molto più imbarazzante. Al posto di Sarah mi sarei sotterrata :P

Siamo arrivati al giorno del compleanno di Jacob e Renesmee gli ha preparato una bellissima sorpresa per festeggiare e soprattutto per cercare di farlo distrarre un po' dai problemi causati dalla salute di Billy. Ci riuscirà? Jacob saprà apprezzare il suo gesto? Nel prossimo capitolo lo scoprirete, quindi vi aspetto venerdì! Intanto mi raccomando recensite!!!!

Alla prossima

Vanessie

SUNLIGHT'S RAY PART 2 FANFICTION

Capitolo 55

“La caccia al tesoro”

POV Jacob

Chiusi l’officina e presi la moto per tornare a casa. Feci una sosta da mio padre, volevo controllare che non avesse bisogno di aiuto. Quando arrivai mi fece gli auguri per il compleanno, lo ringraziai, mi assicurò che era tutto ok quindi lo lasciai e ripartii. Parcheggiai la moto e aprii la porta di casa mia. I miei figli erano tutti in salotto, anche loro mi fecero gli auguri e mi diedero un regalo. Mi faceva piacere che si fossero ricordati del mio compleanno, anche se non ero proprio nello spirito giusto per festeggiare data la malattia di papà. Aprii il pacchetto regalo e trovai delle scarpe molto belle, di sicuro doveva esserci lo zampino di mia moglie. Già mia moglie…dov’era? Chiesi ai bambini, che mi dissero di andare a cercarla in camera nostra. Salii le scale, aprii la porta di camera ma…lei non c’era. Un bigliettino rosso attaccato allo specchio catturò la mia attenzione, mi avvicinai e notai la sua calligrafia:

Nessie era sempre stata una ragazza fantasiosa e romantica! Voleva festeggiarmi in modo speciale e anche se in quel periodo non mi sentivo felice, lei voleva comunque starmi vicina. Il biglietto diceva che dovevo raggiungerla nel luogo in cui ci eravamo baciati per la prima volta, cioè sulla spiaggia di La Push. Feci una doccia veloce, aprii l’armadio e presi dei pantaloni neri e una camicia azzurra, li indossai, presi il cappotto e misi le scarpe che i miei figli mi avevano appena regalato, poi uscii. Camminai verso il luogo indicatomi da mia moglie, ma più mi avvicinavo più mi rendevo conto che lei non era lì. Sul tronco d’albero che giaceva sdraiato sulla sabbia però notai un altro bigliettino rosso:

Ma certo, lo ricordavo perfettamente, era successo alla festa di Halloween che si era svolta a casa di Leah e Seth. Renesmee si era arrabbiata perché Maggie le aveva detto senza mezzi termini che le piacevo. Mentre camminavo verso la casa che ormai era abitata solo da Seth, dato che sua madre Sue viveva con Charlie e che Leah viveva con Embry, pensai che mia moglie avesse organizzato una festa di compleanno capace di intrigarmi, come solo lei sapeva fare. Mi stava perfino facendo dimenticare dei problemi che mi affliggevano. La caccia al tesoro era incentrata sulla nostra storia d’amore e ripensare a tutti i momenti importanti vissuti con lei, mi permetteva di far riaffiorare alla memoria ricordi meravigliosi. Arrivato a casa di Seth bussai alla porta, lui venne ad aprirmi e mi accolse dicendo che mi stava aspettando. Entrai nel salotto e vidi l’ormai consueto bigliettino rosso appoggiato allo schienale del divano:

Sorrisi leggendo quel messaggio e lo stesso fece Seth “Non potevi leggerlo scusa, era per me” “Lo so, scusa Jake, ma quando Nessie è arrivata qui e ha sistemato il biglietto non ho resistito” disse. Lo salutai e ripartii verso la tappa successiva. Il posto in cui avevamo fatto l’amore per la prima volta era a casa di mio padre, precisamente in quella che era la mia ex camera da letto. Bussai alla porta e papà venne ad aprirmi con un bel sorriso sulle labbra. Di sicuro era così di buonumore perché sapeva che ero lì per cercare il bigliettino di Nessie. Mi diressi nella mia ex camera e sul letto vidi qualcosa di rosso, lo presi e lessi:

Lasciai mio padre e corsi a casa mia. La caccia al tesoro aveva accresciuto la voglia che avevo di lei, accendendo il mio corpo e la mia anima. Salii in macchina e guidai velocemente per raggiungere il ristorante di Port Angeles in cui le avevo chiesto di sposarmi. Sperai che questa volta non ci fosse un bigliettino ad attendermi, bensì lei in carne e ossa. Volevo baciarla, stringerla tra le mie braccia, ringraziarla per quel modo carino che aveva trovato per festeggiarmi e dirle che l’amavo. Trovai un parcheggio libero e mi ci fiondai. Corsi verso l’ingresso del locale e chiesi al cameriere se ci fosse un tavolo prenotato a mio nome. Lui disse di sì e mi fece capire di seguirlo. Svoltammo in una saletta e la vidi seduta al tavolo. Si alzò vedendomi arrivare, sorridendo solo per me. Dio quanto era fantastica! Indossava un vestito nero corto, aveva sistemato i capelli con una pettinatura particolare e calzava degli stivali alti fino al ginocchio che…mi fecero eccitare. Sognai di andarle vicino, sdraiarla sul tavolo e spogliarla per poi fare l’amore. Ma ripresi lucidità, non potevo farlo…purtroppo. Il cameriere si allontanò “Mi hai trovata” disse con la voce sensuale “Sei favolosa, grazie per tutto questo” “Grazie a te, ti amo Jake” “Ti amo anch’io” “Tanti auguri” disse, ma la interruppi per baciarla. Era uno di quei baci capaci di farmi impazzire, passionale, lungo, profondo. Mi staccai dalle sua labbra a malincuore e ci sedemmo. Il cameriere servì le portate a base di pesce che lei aveva prenotato. Per tutta la durata della cena non facemmo che amoreggiare, ridere come due ragazzini e scherzare. Chiedemmo il conto e il cameriere ce lo portò, mi alzai per andare alla cassa a pagare “Amore mi metto il cappotto e arrivo” disse Nessie. Arrivato alla cassa pagai il conto, ma lei tardava ad arrivare. Il cameriere mi recapitò un suo messaggio, scritto su un bigliettino rosso:

Mi conosceva molto bene, ad un certo punto del suo messaggio avevo frainteso sul serio. Uscii dal ristorante e entrai in macchina. L’hotel più lussuoso? E dotato di una scalinata? Ma certo, era sempre lì a Port Angeles. Guidai verso la mia meta, inutile negare a me stesso che avevo voglia di raggiungere quel luogo il più in fretta possibile per trascorrere la notte con lei. La amavo molto, adoravo il suo desiderio di coccole e baci, ma ero pur sempre un uomo! Immaginai il suo corpo coperto solo dalla biancheria intima sexy, le sua forme strepitose, il suo seno, il fondoschiena e i fianchi in evidenza rispetto alla vita stretta. Cercai di controllarmi e scesi dall’auto dopo aver trovato parcheggio. Entrai nella hall dell’albergo e chiesi alla ragazza della reception se ci fosse una camera prenotata a mio nome. “Ma certo signor Black, la accompagno” disse incamminandosi per il corridoio, la seguii e rimasi stupito quando la ragazza aprì la porta alla sua destra che portava nel giardino. Continuai a camminare dietro a lei fino a quando non mi disse che eravamo arrivati, indicandomi una piccola dependance. La ragazza tornò indietro lasciandomi lì. Provai ad aprire la porta semplicemente afferrando la maniglia e ci riuscii. La stanza era tutta illuminata dalle candele profumate, notai che erano a forma di cuore. Sul letto vidi un pacco regalo blu con fiocco argentato, mi avvicinai e l’aprii, conteneva un paio di pantaloni e un maglione entrambi molto carini. Si vedeva che Nessie mi conosceva bene, rientravano perfettamente nel mio stile. Quando alzai gli occhi dal mio regalo la vidi in piedi che mi fissava. Mi avvicinai a lei e senza dire niente la baciai “Grazie per il ristorante, il regalo e la caccia al tesoro” dissi. Nessie sorrise e mi disse di sedermi sul letto e aspettare un momento…chissà ora cosa voleva fare!

POV Nessie

Tornai davanti al letto dove mio marito mi aspettava con in mano il vassoio contente la torta per il suo compleanno con la candelina accesa, cantando la classica…Tanti auguri a te…Jacob sorrideva, finalmente il suo sguardo crucciato per la salute di Billy era scomparso. “Esprimi un desiderio” dissi prima che spegnesse la candelina. Lui mi guardò intensamente mentre lo esprimeva, facendomi arrossire. Non so perché ma quel modo di guardarmi mi fece sospettare che l’oggetto del desiderio che aveva appena espresso fossi io. Tagliai la torta, mettendo le fette in due pattini. Feci aprire a lui lo spumante che avevo portato e glielo feci versare nei due calici. “Un brindisi al mio bellissimo marito” dissi facendo ticchettare il mio calice contro il suo. Mangiammo la nostra fetta di torta, poi andai a mettere un po’ di musica di sottofondo.

Tornai da lui, che nel frattempo si era alzato e mi aspettava in piedi di fronte al letto con i nostri calici di nuovo riempiti di spumante. Bevemmo di nuovo e cominciammo a baciarci. Alternavamo baci a fior di labbra ricchi di sensualità e desiderio a baci profondi e intensi, di tanto in tanto le sua labbra scendevano sul mio collo e poi risalivano verso la mia bocca. Rimasi occhi negli occhi con lui, era sempre stato bravo ad accendermi di desiderio con le sue carezze, i baci, quel modo di guardarmi…mise le mani sulle mie gambe, afferrando il mio vestito e lo fece salire su, sempre più su, fino a togliermelo. Iniziai a sbottonare la sua camicia lentamente e ogni volta in cui aprivo un nuovo bottone toccavo il suo torace o gli baciavo il petto. Buttai per terra la sua camicia, ma prima che potessi fare qualsiasi altro gesto lui tolse i miei stivali e i collant. Rimasi con il perizoma e il reggiseno a balconcino blu coordinati e sentivo i suoi occhi correre sul mio corpo, poi con le mani ne percorse ogni centimetro facendomi sospirare. Tolsi le sue scarpe e i pantaloni, lasciando anche lui con l’intimo addosso. Jacob mi sollevò per i fianchi, mi aggrappai a lui cingendo la sua vita con le mie gambe e ricambiai quei baci ardenti di passione che accelerarono i nostri respiri. Mi ritrovai con la schiena appoggiata al muro. Dopo un po’ tolse il mio reggiseno e mi baciò il seno, mentre ogni secondo passato portava via un pezzetto della mia lucidità e del mio autocontrollo. Mi sdraiò sul letto togliendomi il perizoma e ben presto anch’io tolsi i suoi boxer. Infilò le mani sotto ai miei capelli, appoggiandone una sulla mia nuca e l’altra sulla base del collo. Allargai le mie gambe come in un riflesso condizionato e le richiusi sul suo sedere, tenendolo così schiacciato contro il mio corpo. Entrò dentro di me e accompagnai i suoi movimenti senza smettere di baciarlo. Quando raggiungemmo il normale ritmo i nostri respiri reciproci si ravvicinarono, accarezzai la sua schiena dal basso verso l’alto e sfiorai il mio naso con il suo. Jake incrociò le dita delle mie mani alle sue e cominciò a muoversi più velocemente dentro di me. Sospirammo sempre più persi l’uno per l’altra, sempre più una cosa sola, fino a quando quel ritmo incalzante divenne tanto fantastico da svenire. I gemiti riempivano la stanza e mi lasciai andare completamente a lui quando si sollevò sui polsi e affondò ancora di più dentro di me. Il culmine del piacere ci raggiunse entrambi in un modo talmente intenso da perdere i sensi. Jacob si accasciò su di me, mettendo la testa sul cuscino e voltandola verso la mia spalla sinistra, alla quale dava ogni tanto dei bacetti. Intrecciò la sua mano destra alla mia mano sinistra, mentre restavo a guardare il soffitto cercando di regolarizzare il mio respiro affannato e con l’altra mano accarezzavo la sua schiena ampia e muscolosa. Voltai la testa verso di lui e lo baciai. Era ancora più bello dopo aver fatto l’amore e diventava così tanto dolce… “Buon compleanno amore mio” “Grazie Ness, per ogni singola cosa che fai” “Grazie a te per avermi scelta e per essere qui con me” dissi, ma poi le mie labbra vennero ricatturate dalle sue.

“Voglio che tu sappia che capisco le tue difficoltà e che sono pronta ad ascoltarle in qualsiasi momento” “Lo so Ness” “Vorrei che tu ti aprissi di più con me, parlami, sfogati, io lo faccio sempre con te” dissi. Lui mi accarezzò la testa poi ci staccammo e andò in bagno. Lo aspettai sotto alle coperte, quando tornò mi venne vicino e mi abbracciò “Hai ragione sai?” “In che senso Jake?” “Mi tengo sempre tutto dentro e…mi sembra di scoppiare” “Parlami sono qui” “Sto male per mio padre, ho paura che peggiori ancora e che muoia…e sto trascurando te e i bambini” “Non devi preoccuparti per noi, pensa soltanto a lui tesoro” “Non meritavo tutte queste attenzioni: il regalo, la caccia al tesoro, la cena, la dependance e…” “E?” “Il sesso” “Perché dici questo?” “Perché da quando siamo tornati da Volterra non ci sono mai per te e anche quando sono in casa beh…ci sono con il corpo ma non ci sono con la testa” “Jake qualunque persona agirebbe come te se suo padre stesse male, non devi sentirti in colpa” “Sì ma…tu saresti diversa al mio posto” “Tu dici? Io penso di no” “Sì invece, ma io non ci riesco. Mi dispiace” “Stai tranquillo non ce l’ho con te” dissi girandomi su un fianco e accarezzandogli dolcemente il viso. Sapevo che soffriva.

“Ho paura, tanta paura” “Jake…temi che lui muoia?” “Sì, ma ho paura anche di restare solo. Dopo la morte di mia madre mi sono così legato a lui…le mie sorelle erano lontane e papà era l’unica persona che mi restava. Certo adesso Rachel è tornata ma…” “Non sarai mai solo, ci sono io con te e i nostri tre figli. Non ti abbandoneremo mai” dissi allungandomi verso di lui per abbracciarlo. Jake mi accolse tra le sue braccia “Scusa non riesco mai a credere al fatto che ho qualcosa di mio” “Abbiamo una famiglia solo nostra amore, mia e tua, non ti lasceremo mai solo e io…ci sarò sempre per te” dissi. Ci baciammo, feci ripuntare il sorriso sulle sua labbra e mi rilassai con le sue coccole. Ogni volta in cui mi accarezzava la schiena con la punta delle dita mi faceva venire la pelle d’oca. “È stata una serata favolosa, ma sai qual è stato tra tutti il regalo di compleanno più bello?” “Non saprei Jake, dimmelo tu” “In realtà i regali più belli sono stati due…il primo e il più importante sei tu. Averti al mio fianco, sapere che mi ami, vedere quanto ti dai daffare per me” disse. Sorrisi e mi sentii felice, solo lui era in grado di provocarmi quelle emozioni. “Sei la cosa più bella che potesse capitarmi nella vita Ness” “Anche tu amore” risposi appena in tempo per sentire le sue labbra sulle mie e assaporare la sua lingua in cerca della mia. “E quale sarebbe il secondo regalo più bello della serata?” chiesi curiosa “Mmm non sono sicuro di potertelo dire” “Perché?” “Non so se è il caso che tu lo sappia” “Ora devi dirmelo sono troppo curiosa” “Ok va bene, ma prometti di non arrabbiarti” disse alzandosi a sedere sul letto “Ok” dissi cercando di immaginare cosa stesse per dirmi. Si alzò dal letto allontanandosi verso la porta del bagno “Il secondo regalo è stato poter fare l’amore con te in quel modo e…” “E cosa?” chiesi, tornò da me, mi prese in braccio e mi fece sdraiare sul tavolino che si trovava poco più in là “So che non è nel tuo stile ma mi piacerebbe se lo rifacessimo qui” disse. Era vero non era nel mio stile, ma con uno schianto assoluto come Jacob Black non riuscivo a tirarmi indietro. Perché mai avrei dovuto arrabbiarmi? Eravamo sposati ed era normale che ci desiderassimo a vicenda. Non risposi a parole, ma con lo sguardo gli feci capire che andava anche a me. Rifacemmo l’amore e fu incredibile come sempre. Tanto intenso da farmi perdere la testa. Poi tornammo a letto, questa volta per dormire.

Mi svegliai colpita da un raggio di sole. Ero ancora rilassata e felice per tutto quello che era accaduto la sera prima. Aprii gli occhi e vidi mio marito accanto alla finestra. Guardava fuori indossando soltanto un paio di pantaloni. Non si era accorto del mio risveglio e non lo chiamai, volevo continuare a osservare la meravigliosa perfezione del suo viso e del suo corpo illuminati dalla luce del sole. Scrutai la sua espressione provando a capire cosa stesse pensando. Mi sembrò rilassato e sereno, certo i fatti che riguardavano Billy non gli consentivano di essere totalmente felice, ma ero riuscita per una sera a distrarlo e questo era sufficiente. Mi alzai cercando di non fare rumore, sopra al reggiseno e al perizoma infilai la sua camicia lasciandola aperta e mi avvicinai a lui, abbracciandolo da dietro. “Buongiorno, ti ho svegliata io?” “No Jake, buongiorno anche a te” baciai la sua schiena e respirai il suo profumo “Hai dormito bene?” “Sì Nessie, molto bene” “Sai che purtroppo dobbiamo tornare a casa?” “Lo so, ma anche se è durata poco, questa piccola fuga d’amore è stata meravigliosa” disse girandosi verso di me. Lo baciai e ringraziai il Signore per averlo fatto tanto bello. Poi ci rivestimmo entrambi, prendemmo le nostre cose e andammo a fare colazione nell’apposita sala dell’hotel.

NOTE:

Buon pomeriggio a tutte! Jacob ha saputo lasciare in un angolo le sue preoccupazioni per una sera e ha apprezzato molto la sorpresa che Renesmee ha organizzato per il suo compleanno! Ma nel mezzo a tutta la dolcezza e passione che ha contraddistinto la serata, Jake ha anche cercato di aprirsi con sua moglie, confessandogli le sue paure per la salute di Billy. Era doveroso che lo facesse, nonostante il suo carattere, del resto amare vuol dire anche condividere!

Questa volta vi ho messo un capitolo più lungo del solito, spero lo abbiate apprezzato...Vi devo bacchettare un pochino :P mi lasciate poche recensioni ultimamente! Leggete in modo silenzioso in tantissime e questo mi fa molto piacere, ma fate un piccolo sforzo per farmi sapere le vostre impressioni sui capitoli o le vostre previsioni sulla storia!!!! A martedì per un nuovo capitolo,

Vanessie

SUNLIGHT'S RAY PART 2 FANFICTION

Capitolo 56

“Vizi da adolescenti”

POV Jacob

La sorpresa che mia moglie aveva organizzato per il mio compleanno fu favolosa e l’avevo apprezzata moltissimo. A causa dei problemi di salute di papà infatti mi accorgevo di dedicare poco spazio a Renesmee. Non lo facevo con cattiveria, ma purtroppo per me era difficile staccarmi dalla dura realtà e isolarmi con lei in una sfera d’amore e tenerezze. Sapevo che mi amava e mi capiva nonostante tutto. Sapevo che mi era vicina e mi consolava solo la certezza che lei sarebbe rimasta al mio fianco qualsiasi cosa sarebbe accaduta. La lasciai sul divano a vedere la tv e le dissi che volevo uscire un attimo per andare in garage a prendere delle cose. Jessie era fuori con gli amici e Sarah anche. Avevamo lasciato che Jeremy e Alex andassero da soli in centro a Forks con gli altri loro amici. Stava frequentando la terza media e a settembre avrebbe cominciato il liceo, quindi di comune accordo io e mia moglie avevamo deciso di dargli più spazio. Certo…era rischioso, Jeremy era diventato sempre più irrequieto e disobbediente, ma dovevamo fare un tentativo e dargli un po’ di fiducia. Chiusi la porta di casa e andai verso il nostro garage, poco distante dalla casa. Entrai, presi tutto ciò che mi serviva e poi…ma che diamine era quell’odore di fumo? Uscii e decisi di controllare intorno al perimetro del garage. Ma quando svoltai l’angolo capii da dove provenisse il fumo. “Cosa diavolo state facendo????” dissi arrabbiato a Jeremy e Alex. Stavano fumando una sigaretta. Buttarono per terra il mozzicone di sigaretta pestandolo e mi guardarono sconvolti. “State fumando?!?!?” domandai, ma non mi diedero risposta “Jeremy! Fila in casa” “No non ci vado” mi rispose “Cooosa? Hai tredici anni e farai ciò che dico io” “Appunto ho tredici anni, non sei” “Vai in casa prima che mi arrabbi sul serio” gli intimai e lui obbedì “E tu Alex…vai subito a casa tua. Devo informare tuo padre, sappilo. È una cosa che non mi piace affatto ciò che stavate facendo!” dissi al migliore amico di mio figlio. Seguii Jeremy verso casa. Questa non doveva farmela! Capivo che alla sua età si volessero provare cose nuove, che ad ogni ragazzino davano l’impressione di essere più grande, ma non volevo che mio figlio prendesse il vizio del fumo. Gli avevamo dato un briciolo di fiducia in più, ma l’aveva appena tradita.

Lo raggiunsi e lo trascinai per un braccio dentro casa. Nessie si alzò dal divano vedendoci entrare e vedendomi furioso. “Sei impazzito?” gridai a mio figlio “Che succede?” chiese mia moglie. Jeremy mi guardava negli occhi, non mi degnava di una risposta. “Allora?!?!?! Cosa vi è venuto in mente a tutti e due?” gli domandai. Volevo avere una spiegazione. “Volevamo provare papà” “Jake! Cosa ha fatto?” incalzò mia moglie “Ho appena trovato lui e Alex dietro il garage a fumare” spiegai. “Jerry!” disse allibita a nostro figlio. “E allora? Non abbiamo mica commesso un reato!” esclamò lui. Iniziai a sgridarlo, un botta e risposta tra me e lui, mentre Nessie ascoltava “Mio figlio non fuma ok?” “Papà, lo fanno tutti. Non mi sembra così grave” “Non ti sembra così…ohhhhh a me non importa se gli altri lo fanno. Tu non lo farai mai più! Era la prima volta?” “Sì” “Beh sarà la prima e l’ultima” “Ma quanto la fai lunga…non mi stavo mica facendo una canna!” “Una canna???????? Dovevi solo provare a fumare una canna e ti chiudevo in casa fino ai 40 anni! Beh considerando che era una sigaretta direi che…un mese in punizione sarà sufficiente. Uscirai di casa solo per la scuola, niente uscite con gli amici” “Quanto sei antico!” “Antico a chi ragazzino?!” “Sì sei antico papà. Nemmeno nonno Edward la farebbe tanto lunga” “Hai ragione! Ho sbagliato! I mesi di punizione sono due e…” dissi facendogli cenno di aspettare. Salii su in camera sua e presi il portatile. Scesi di nuovo in salotto e aggiunsi “Due mesi in casa. Solo scuola e compiti. Niente amici, niente ragazzine e niente computer” “Ti odio” mi disse. Salì le scale di corsa ma lo fermai “Non ti ho ancora dato il permesso di andare, torna qui” gli gridai. Riscese le scale e mi guardò con uno sguardo di sfida. Sapevo che essere ribelle era nella sua indole, ma finchè era in casa mia, avrebbe obbedito alle mie regole. Mie e di sua madre.

“Non voglio che mio figlio diventi uno schiavo del fumo. È un vizio che ti fa solo perdere soldi e salute. Credi di essere grande con una sigaretta in bocca, non è così?? Ma ti sbagli. Non è omologandoti al resto dei ragazzini della tua età che fanno cose sconsiderate che sarai grande. Io…non capisco. Sei intelligente, simpatico qual è il problema? Perché fai così?” “Volevo solo provare a fumare una sigaretta. Nient’altro. Se vuoi saperlo mi ha fatto pure schifo e non lo rifarò” “Bene, questo mi consola. Comunque Jeremy…sei in punizione per due mesi” “Bene. Starò in casa. Farò il monaco di clausura. Che problema c’è? Starò senza computer. Che mi importa! Vorrà dire che me li farai tu i compiti di informatica o le ricerche! Sai che me ne frega” “Jeremy non parlare così a tuo padre!” esclamò Nessie. “Non preoccuparti, non gli parlerò mai più” disse lui “Fila in camera tua” gli ordinai “Ok. E comunque…ti odio!” disse arrabbiato. Restai in cucina con mia moglie e cercai di calmarmi. Renesmee mi rassicurò dicendomi che gli sarebbe passata prima o poi e che in ogni caso lei appoggiava ogni singola cosa che avevo detto a Jeremy.

POV Jeremy

Chiusi a chiave la porta di camera mia e mi buttai a pancia in su sul letto. Mi isolai nel mio scudo, avevo bisogno di calmarmi. Ok, potevo anche aver sbagliato provando a fumare, soprattutto provando a fumare vicino al garage con il rischio che ci beccassero, che idioti eravamo stati, ma mio padre l’aveva fatta troppo lunga. Di sicuro alla mia età l’aveva fatto anche lui, era inutile che facesse tanto il santarellino. Volevo proprio chiedere a nonno Billy o a zia Rachel per averne conferma. Quanto lo odiavo! Mi aveva fatto fare brutta figura con Alex e mi aveva trattato come un bambino. Possibile che nessuno capisse che stavo crescendo?! Che palle! Non avevo nemmeno il pc! Ahhh ma non gliel’avrei data vinta. Lui credeva che io mi sarei andato a lamentare prima o poi, ma non l’avrei fatto. Presi il cellulare e mandai un sms a Alex. Anche suo padre lo aveva messo in punizione, dato che il mio aveva chiamato casa sua per informare Quil. Ma a differenza mia, Alex sarebbe stato in punizione solo per un mese. Avrebbe avuto il computer…a differenza mia. Certo suo padre gli aveva vietato sempre per un mese di frequentare gli allenamenti di basket, io invece potevo farli. Noi adoravamo quello sport, facevamo parte della squadra da quando avevamo 7 anni. Uffa…che cosa avrei fatto per due mesi? Sì ok la scuola, ok i compiti ma per il resto del pomeriggio? Il sabato? La domenica? Mamma che noia.

Il giorno dopo andai a scuola. Ero al settimo cielo quando papà mi disse che mi avrebbe portato lui. Sì come no. Nel tragitto fui costretto a parlargli e dentro di me sapevo che nei giorni successivi ci avrei fatto pace. Lui sarebbe rimasto irremovibile sulla punizione, ma nonostante l’arrabbiatura volevo troppo bene a mio padre e non sarei stato capace di tenergli il muso. Magari lo avrei fatto stare sulle spine solo per un po’. Percorsi il corridoio della scuola fino al mio armadietto. C’era una ragazza che mi piaceva da un po’. Non era di La Push, ma di Forks. Era molto carina e ogni volta che in palestra giocavamo a basket lei mi fissava. Alex e Timothy, i miei amici più intimi dicevano che secondo loro io le piacevo. Ma non ero molto convinto. Andai in classe e notai che lei era già lì. Avevamo alcune lezioni in comune, tra cui matematica.

Feci il compito in classe e mi chiese di passargli la soluzione di un esercizio. Lo feci. Quando la campanella suonò rimisi i libri nello zaino e la trovai in piedi davanti al mio banco “Ciao. Grazie per l’esercizio” mi disse “Prego” “Jeremy vero?” mi chiese per avere conferma su come mi chiamassi “Sì, piacere” le dissi tendendole la mano “Ashley” disse. Restò a fissarmi “Verrai alla festa domani sera?” mi chiese “Ehm…” mio padre mi aveva messo in punizione per due mesi. Fantastico! Non potevo uscire e lei mi aveva appena chiesto se io sarei stato presente. “No, non ci sarò” le dissi “Che peccato! Sei bravo in matematica e sei…carino. Una combinazione perfetta” disse, sorrisi. “Hai davvero 13 anni Jeremy?!” “Sì. Perché?” “Sembri più grande” “Lo so” “Beh era un complimento!” “Grazie” “Magari ci vediamo qui a scuola…mi dai qualche ripetizione di mate” mi propose “Uhm…ok. Ci vediamo” dissi, mi sentivo un po’ a disagio. Non sapevo esattamente cosa dire e come dirlo “Ciao Jeremy” “Ciao Ashley”. Nei giorni successivi continuai a parlarle e ogni volta mi accorgevo di fissare la sua bocca. Iniziai a sentirmi strano, come non mi ero mai sentito prima. Ogni volta che la vedevo mi sentivo…come dire…su di giri, in agitazione, anzi forse il termine più corretto era…eccitato. Mentalmente e…fisicamente.

Dopo gli allenamenti di basket quel pomeriggio rimasi da solo nel giardino della scuola, non mi andava di tornare a casa mia, nella mia prigione, a scontare la punizione. Mi sdraiai sull’erba a pensare. “Ciao amore mio” disse qualcuno scompigliandomi i capelli e sedendosi accanto me. Era Julia, la mia migliore amica. Mi chiamava sempre così, tra noi non c’era mai stato nulla, solo amicizia. L’avevo conosciuta all’asilo, quando avevamo 3 anni. Mi era subito restata simpatica. Era una bambina timida e spesso la prendevano in giro. Una volta l’avevo difesa e da quel giorno eravamo diventati amici. In prima elementare era stata la mia ragazza, se così vogliamo dire. “Ciao piccola Julia” la salutai come di consueto. “Che fai qui tutto solo e senza i tuoi amici?” “Pensavo” “A cosa?” “Al fatto che mi sono rotto di essere in punizione” le dissi. “Se posso dirti la verità…tuo padre ha ragione” “Non ti ci mettere anche tu, per favore” “Ok. Cambiamo argomento…che peccato che sei da solo senza i tuoi amici!” esclamò facendomi sorridere. Julia mi aveva detto già da qualche settimana che le piaceva Alex e voleva che io glielo presentassi. “Domani alla mensa aspettami. Facciamo finta di trovarci per caso e ti siedi al nostro tavolo così te lo presento” le proposi e lei accettò felice. Mi diede un bacio sulla guancia e disse “Grazie! Lo farai sul serio?” “Sì…se ti piace tanto” “Mi piace tanto!” esclamò. Mi tirai su a sedere e le diedi un abbraccio, le volevo bene ed ero contento che lei mi avesse parlato dei suoi sentimenti per Alex. “Facciamo insieme la strada di casa?” mi propose ed io accettai. Parlammo un po’ delle nostre cose e della scuola. La lasciai al bivio. Lei avrebbe proseguito a destra verso casa sua, io a sinistra verso casa mia. “Allora a domani alla mensa” “Va bene, a domani” “Ohhhh non sto nella pelle. Non sai quanto mi piace” “Julia calmati. Ti ho già detto com’è fatto Alex…beh lui è un bravo ragazzo sotto sotto, ma…non lo so…insomma” “Sì me l’hai detto. Lui non cerca fidanzate ma solo avventure” disse lei. Annuii “Sì ma Jerry io devo provare a fare un tentativo. Almeno presentamelo e poi…chi vivrà vedrà” “Ok” “Adesso vado, devo studiare per domani. Ciao amore mio” “Ciao piccola Julia” dissi. Tornai a casa ripensando alla situazione. Dovevo combinare un incontro tra il mio migliore amico e la mia migliore amica. Che roba! Sarei stato felice se tra loro fosse sbocciato qualcosa ma…conoscevo Alex, era del tutto simile a me…

NOTE:

Ciao a tutte ;) ehhhh avere figli adolescenti non è semplice, nemmeno per degli esseri soprannaturali come Nessie e Jacob, che si trovano ad affrontare una delle tante situazioni che accadono nella vita quotidiana di noi comuni mortali :P

Jeremy e Alex (il suo migliore amico, figlio di Quil e Claire) sono stati beccati in flagrante mentre provavano a fumare...certo che potevano anche scegliersi un posto migliore, lontano dagli occhi dei genitori! Comunque tutto questo ha portato ad un bel rimprovero e ad una punizione. Approvate la punizione che Jacob decide di dargli? Vi è piaciuto in queste vesti di papà? 

Volevo mostrarvi come Jeremy, con il carattere forte e ribelle, stia crescendo tenendo testa ai rimproveri di suo padre e poi anche come inizi a provare per la prima volta attrazione per una ragazza della sua scuola. Inoltre ho voluto parlarvi anche di Julia, un'amica della Riserva, dato che Jeremy è un tipo molto socevole e simpatico per cui ha molti amici e lo vedrete sempre di più via via che la storia proseguirà!

Nella foto di inizio capitolo non ho messo l'attore che lo interpreta da grande (Wade Poezyn), perchè Jeremy sta crescendo e il suo aspetto attuale non è ancora quello definitivo...secondo me sta crescendo parecchio bene *_*

Vi aspetto venerdì per il prossimo capitolo, alla prossima

Vanessie

SUNLIGHT'S RAY PART 2 FANFICTION

Capitolo 57

“La chiamata”

POV Jacob

Dal giorno del mio compleanno le cose erano andate sempre peggio. Mio padre era stato ricoverato all’ospedale per 3 volte nel giro di due settimane. La mia vita seguiva lo stesso ritmo da tempo: mi svegliavo, andavo al lavoro, trascorrevo tutto il tempo restante con papà, andando a casa sua per aiutarlo nelle commissioni quotidiane o per fargli compagnia,  per accompagnarlo alle visite mediche, oppure andavo all’ospedale quando veniva ricoverato. Mi alternavo principalmente con Rachel, ma anche Nessie, Sue, Charlie e altri amici di La Push davano il loro contributo. Trascuravo completamente la mia famiglia, non perché lo volessi, ma solo perché non avevo il tempo materiale per stare insieme a loro. In quelle due settimane mi ero sempre più chiuso in me stesso, ormai avevo la certezza che un giorno mi sarei svegliato e avrei avuto la brutta sorpresa…la morte di mio padre sarebbe stata un fatto inevitabile, con la quale avrei presto dovuto fare i conti. Ma nonostante la mia consapevolezza non riuscivo ad accettarla. Stavo diventando sempre più nervoso e irritabile, non sopportavo niente e nessuno, possibile che non capissero che stavo male? Avevo delegato a Leah il ruolo di capobranco, almeno temporaneamente volevo che le responsabilità del branco non gravassero su di me, non ce la facevo a occuparmi di tutto.

Tornai a casa dopo il mio turno all’ospedale con papà. Aprii la porta e trovai Sarah e Jessie che litigavano, mentre mia moglie cercava di fare da mediatrice. Mi buttai sul divano e cercai di capire il motivo della discussione, anche se ero talmente stanco da desiderare solo di andare a dormire. Cominciarono ad urlare tra loro mentre Nessie continuava a ripetermi “Ma Jacob digli qualcosa” “Piantatela!” dissi esasperato alla quinta sollecitazione di mia moglie. Tutti si ammutolirono voltandosi verso di me “Sono stufo di queste discussioni inutili” precisai e poi andai al piano superiore. Entrai in camera mia, misi il pigiama e mentre stavo per infilarmi nel letto Nessie mi raggiunse chiudendo la porta. Si mise a sedere sul letto e mi guardò incerta se dirmi qualcosa o meno, si autoconvinse a parlarmi “Avresti potuto intervenire nella loro lite” disse “Sono grandi devono imparare a risolvere da soli le loro cose” “Sì ma stavano esagerando” “Non ho voglia di discutere con nessuno e nemmeno adesso ho voglia di parlarne con te” dissi con tono freddo e assente accendendo la tv su un canale qualsiasi. “Jake invece devi parlarne” “Non c’è nulla da dire” “Possibile che tu non capisca? Sono i tuoi figli” “Ti ripeto che non è serata Nessie, lasciami perdere” “Ma certo, per te non è mai serata” disse alzandosi dal letto e mettendosi il pigiama. “Ma che ti prende Jake? Sei sempre lontano anni luce da quello che succede in questa casa e non puoi lasciare che mi occupi di tutto io” “Ti chiedo solo di lasciarmi in pace in questo periodo” “Questo periodo? E nel frattempo i tuoi figli che faranno? Pensi che staranno lì ad aspettare che tu ritorni te stesso?” mi domandò gridando. Mi alzai dal letto e senza dire niente uscii dalla nostra camera e andai in salotto. Dopo poco lei mi seguì “Abbi almeno la decenza di rispondermi quando ti parlo” disse “Basta! Vuoi capire che non ce la faccio più?” urlai “Puoi cercare di capire la situazione? Mio padre sta morendo cazzo…dammi tregua” “Ma Jake…non volevo dire questo” rispose con tono dispiaciuto “Non puoi pretendere che ignori questo e mi comporti come se nulla fosse, lo so, vi sto trascurando ma tu continui a fare la bambina capricciosa invece di comprendermi” continuai ad urlare.

“Mi dispiace se hai frainteso…volevo solo che mi aiutassi con i bambini. Se solo tu mi parlassi di quello che provi, delle tue paure io ti aiuterei” “Ma certo credi di potermi capire? Beh ti sbagli! Non potrai mai capire ciò che provo, i tuoi genitori sono immortali così come i tuoi parenti, non hai la minima idea di cosa significhi perdere qualcuno che ami” risposi urlando “Così sei ingiusto Jacob, è vero quello che dici ma anch’io voglio bene a Billy e sto male a vederlo in quel modo e anche a vederti soffrire” “Hai detto bene, anche tu vuoi bene a mio padre ma capisci la differenza? Lui è mio padre e tra poco morirà. Cosa vuoi che mi importi di una sciocca discussione tra Jessie e Sarah quando devo accettare questo? Accettare di passare con lui gli ultimi istanti, prendere consapevolezza del fatto che non potrò più vederlo, avere i suoi consigli…ho bisogno di staccare la spina da tutto il resto Nessie” spiegai con le lacrime agli occhi. Lei mi venne vicina e mi abbracciò. La strinsi a me e le sussurrai di scusarmi se l’avevo ferita poco fa con le mie parole. Si alzò sulle punte dei piedi, sorrise dicendo che era tutto a posto e ci baciammo a fior di labbra. Tornammo in camera e ci sistemammo a letto. Mia moglie spense la luce e rimasi immobile a fissare il soffitto. Era diventato difficile anche prendere sonno per me; ad un tratto lei si mise su un fianco e appoggiò la testa sulla mia spalla. Rimase in silenzio, sapevo che entrambi soffrivamo per la situazione ma ero tanto egoista da pensare che la mia sofferenza superasse tutte le altre.

Lo squillo insistente del telefono mi svegliò di soprassalto, non sapevo nemmeno come avevo fatto ad addormentarmi. La sveglia segnava le 5.00 di mattina, risposi e venni informato da mia sorella che papà si era sentito male nuovamente e che era stato portato da lei e Paul all’ospedale. Le dissi che l’avrei raggiunta al più presto. Mi alzai dal letto e spiegai a Nessie che dovevo andare da lui, mentre infilavo jeans e felpa. In un baleno uscii di casa, presi la macchina e partii verso l’ospedale. Era una fredda mattina d’inverno e le strade erano deserte. A quell’ora infatti tutti dormivano…già tutti tranne me. Guidai superando per tutto il tempo il limite di velocità, parcheggiai e corsi all’ingresso dell’edificio. Un’infermiera all’accettazione mi comunicò dove andare per trovare mio padre e i miei parenti. Terzo piano settore B. Entrai in ascensore, quando uscii seguii le frecce che indicavano la direzione da prendere per il settore B, camminai svelto per i lunghi corridoi fino a quando vidi in lontananza Rachel e Paul. Erano abbracciati, lei piangeva mentre Paul le accarezzava la testa. Li raggiunsi, quando mia sorella mi vide lasciò Paul per venire ad abbracciarmi “Come sta papà?” “Lo stanno ancora visitando, gli hanno fatto delle analisi ma…oh Jake è sempre peggio” disse senza smettere di piangere. Rimasi in silenzio e la tenni stretta a me, solo Rachel sapeva come mi sentivo. Stavamo condividendo lo stesso dolore. “Senti Jake io penso che dovremo dire a Rebecca di venire qui. Ogni giorno che passa papà si aggrava e…è giusto che abbiano la possibilità di vedersi un’ultima volta” “Sì…hai ragione. Vuoi che la chiami io?” “Se ci pensi tu mi sento meglio…non ce la faccio a parlare di papà e della sua morte” “Tranquilla Rachel lo faccio io, la chiamerò oggi stesso” dissi. Aspettai con mia sorella e Paul che i dottori venissero a dirci qualcosa, i minuti sembravano interminabili. Finalmente un medico ci venne incontro, ci spiegò che la situazione era ancora peggiorata e che era meglio che restasse in ospedale per monitorarlo meglio. Mi organizzai con Rachel per i turni, non potevamo lasciarlo solo.

Erano trascorse due settimane, quel giorno era San Valentino e avevo appena staccato dal lavoro. Tornai a casa per una doccia veloce, diedi un bacio sfuggente a mia moglie facendole gli auguri e risalii in auto per andare in ospedale da mio padre. Trovai Rebecca al suo fianco. Mia sorella Rebecca ci aveva raggiunti a Forks due giorni dopo la mia chiamata. Era ospite a casa di Rachel e si era dimostrata subito disponibile a fare i turni per assistere papà. Quando mio padre la vide arrivare all’ospedale per la prima volta, si mise a piangere per la commozione. Rebecca abitava alle Hawaii e la vedevamo solo nelle grandi occasioni speciali. Billy era sicuramente felice di averla al suo fianco in quelli che ormai anche lui aveva capito essere gli ultimi giorni della sua vita. Diedi il cambio a Rebecca e restai solo con papà. Cercavo di mostrarmi sereno e tranquillo anche se dentro avevo l’inferno. Gli raccontai qualche fatto divertente accaduto alla Riserva, lo aiutai a cenare, guardammo insieme la tv che aveva nella sua stanza d’ospedale. Poi venne il momento di dormire, restai lì finchè non chiuse gli occhi e cominciò a respirare profondamente. Solo quando ebbi la certezza che dormisse raccolsi le mie cose e lasciai l’ospedale. Guidai per tornare a casa, che razza di marito ero diventato? Non avevo nemmeno avuto il tempo di comprare un regalo a Nessie per San Valentino…e oltretutto quel giorno avevo passato con lei meno di cinque minuti del mio tempo. Entrai in casa cercando di non fare troppo rumore, ma vidi mia moglie addormentata sul divano. Forse mi aveva aspettato lì nella vana speranza di stare un po’ con me. Tolsi il mio cappotto e le andai vicino. Stava dormendo profondamente, allora la presi tra le braccia e la sollevai portandola sul letto. Le sistemai le coperte poi anch’io mi preparai per dormire. 

POV Nessie  

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Capitolo 58

“Una promessa segreta”

Presi la macchina e andai in ospedale dove Billy era ancora ricoverato. Dovevo dare il cambio a Rachel. Attraversai i lunghi corridoi e mi diressi all’ascensore che mi avrebbe portata al terzo piano. Rimasi ferma sulla porta guardando Rachel che teneva la mano a suo padre, erano commossi entrambi, ed ero incerta se interrompere o meno quel momento tanto intimo tra un padre e una figlia. Bussai alla porta già aperta, mia cognata vedendomi si alzò in piedi e mi fece cenno di entrare. Ci salutammo brevemente, poi lei andò via. Chiesi a Billy come stava e cercai di distrarlo raccontandogli qualcosa di Jessie, Sarah e Jeremy. L’infermiera arrivò per distribuire il pranzo. Mise nel vassoio del riso in bianco, carne ai ferri, purè e una mela, poi uscì dalla stanza. “È il momento di mangiare adesso” dissi a mio suocero, mentre lui già storceva la bocca “Non ho fame” “Su Billy qualcosa devi pur mangiare” dissi prendendo in mano il piatto con il riso in bianco e avvicinandone un boccone alla sua bocca. Lo imboccai come si fa con un bambino piccolo, poi tagliai la carne e continuai ad imboccarlo per fargli mangiare anche il secondo e il contorno. Notai che voleva ricominciare a protestare, così adottai la tattica da mamma che avevo imparato molti anni prima con i miei tre figli: portai la sua attenzione su altro, parlandogli delle novità di La Push e ci riuscii. Infine sbucciai la mela e la tagliai a spicchi, porgendogliene uno alla volta.

“Non c’è verso di fregarti Renesmee eh?!?! Ora capisco come hai fatto con tre figli” disse alludendo al fatto che ero riuscita a fargli mangiare tutto il suo pranzo. Sorrisi e gli accarezzai una mano, poi gli chiesi se voleva che gli leggessi il giornale, lui mi indicò la pagina alla quale era arrivata Rachel nel corso della mattinata, allora mi sistemai a sedere e proseguii da quel punto. Lessi vari articoli ma dopo un po’ lui mi interruppe “Ti ringrazio tanto per tutto ciò che fai per me” disse. Posai il quotidiano sul suo letto e mi avvicinai “Non devi ringraziarmi di niente, siamo una famiglia ed è naturale aiutarsi” “Sì, ma non è scontato” “Billy, dovrei ringraziarti io per tutto quello che hai sempre fatto per me e i bambini e anche per avermi dato Jacob. Se non fosse stato per te e tua moglie io non avrei mai avuto un marito così” risposi “Siete proprio una bella coppia” disse accarezzandomi l’avambraccio “Belli e innamorati” aggiunse. Sorrisi e quasi arrossii. “Sono tanto contento che abbiate la vostra famiglia e che il vostro rapporto sia tanto speciale” “Ne sono felice anch’io Billy” “Mi avete regalato tre nipotini fantastici ma…Renesmee ti va di farmi una promessa?” chiese con aria seria e preoccupata. Annuii e lo incoraggiai a proseguire “Sai quanto Jacob sia legato a me, dovrà affrontare dei giorni difficili quando me ne andrò…” “Billy ti prego, non voglio sentire questi discorsi” “Lo sai anche tu che succederà e vorrei soltanto che mi promettessi di restargli accanto e aiutarlo a superare tutto” “Ma Billy…” “Jake è sempre stato un ragazzo forte, capace di superare mille difficoltà ma è molto chiuso. Non vuole mai ferire chi gli sta intorno e per questo tiene per sè tutto il suo dolore. Avrà bisogno di confidarsi con qualcuno, di sfogarsi” “Ci sarò sempre per Jake” “Sì ma vedi, lo conosci abbastanza da sapere che quando qualcosa lo fa soffrire diventa freddo e distante…promettimi che gli starai vicina anche se lui ti respinge” “Te lo prometto Billy” “Mi fa stare meglio sapere che lo lascio con te” disse. Vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime, ma proprio come sapeva fare Jacob, riuscì a trattenerle. Erano lì, pungevano i suoi occhi, ma non tracimarono. Non accadde la stessa cosa a me invece. Le sue parole fecero sgorgare delle lacrime sulle mie guance “Sei sempre stata quella giusta per mio figlio e sono felice che vi siate incontrati. Non tutte le persone hanno la fortuna di incontrare la loro anima gemella, ma a voi è successo. Grazie a te e ai vostri figli riuscirà a stare meglio” “Non so se sarò capace di farlo stare meglio” dissi con la voce rotta dal pianto, che ormai era diventato impetuoso “Ma sì che ce la farai, sei la sua forza” disse Billy. Appoggiai la testa sul suo braccio e lui mi consolò accarezzandomi i capelli con l’altra mano. Piano piano riuscii a calmarmi, quindi mi sollevai e lo guardai negli occhi “Saresti piaciuta moltissimo a mia moglie…vi guarderemo dal cielo” disse, mi limitai a far spuntare sulle mie labbra un sorriso abbozzato e posai la mia mano sul suo viso. Volevo usare il mio potere, non l’avevo mai fatto con mio suocero, ma in quel momento provai la forte necessità di comunicare con lui in quel modo. Gli feci sentire quanto lui era stato importante nella mia vita, quante volte avevo avuto bisogno dei suoi saggi consigli. Poi gli mostrai le immagini di lui con i miei tre figli in vari momenti della loro crescita, era stato un nonno speciale e aveva trasmesso ai nipoti dei valori molto profondi. Infine gli mostrai quanto Jacob fosse essenziale per me e quanto fosse grande l’amore che provavo per lui. Lo ringraziai mentalmente per averlo fatto tanto perfetto e gli ricordai che avrei mantenuto a tutti i costi la promessa che gli avevo fatto poco prima. Poi staccai la mia mano dal suo volto e rimasi in silenzio a guardarlo. Billy sorrise quando tornò alla realtà “Grazie per tutte le emozioni che mi hai trasmesso con il tuo potere” disse. Rimanemmo entrambi immobili e ammutoliti a guardarci. Piano piano mio suocero si addormentò, sul viso aveva un’espressione serena e tranquilla. Sperai che la nostra promessa lo avesse calmato, era ovvio che per suo figlio ci sarei sempre stata…lo amavo e nessun evento mi avrebbe fatto cambiare idea.

Quando fui certa che stesse dormendo profondamente mi lasciai andare ad un pianto liberatorio. Con il viso pieno di lacrime cercai di non far sentire i singhiozzi del mio pianto, non volevo svegliarlo e non volevo farmi vedere in quello stato. Ormai era chiaro a tutti che sarebbe morto, quella consapevolezza si radicò in me e cominciai a conviverci. I ricordi di Billy mi avrebbero accompagnata per l’eternità, ma per la prima volta in vita mia avrei perso qualcuno per sempre. Nessun amico o familiare era morto dal momento della mia nascita, lui sarebbe stato il primo e purtroppo prima o poi avrei dovuto rinunciare anche ad altre persone importanti. Gli umani che mi circondavano un giorno mi avrebbero lasciata, anche se io non ero affatto pronta. Nonno Charlie, Sue, nonna Reneè, i componenti del branco che avevano deciso di invecchiare, le loro mogli…avrei dovuto dire addio a tante persone che in modo o nell’altro mi erano state accanto e mi avevano aiutata. Cercai di scacciare quel pensiero, per concentrarmi su Billy. Asciugai le mie lacrime e mi appoggiai allo schienale della sedia su cui mi trovavo. Provai a calmarmi e con grande fatica ci riuscii, ero persa nei miei pensieri e inspiegabilmente mi trovai a pregare. Nonno Carlisle fin da piccola mi aveva sempre insegnato a rivolgermi a Dio per trovare conforto e in quel momento ne avevo davvero bisogno. Ero talmente concentrata nelle preghiere da non sentire nemmeno arrivare Rebecca e Jacob. Me ne accorsi soltanto quando Jake mi sfiorò la spalla. Mi alzai e lo abbracciai. Giusto, il turno era finito e Rebecca mi avrebbe sostituita, mentre mio marito era venuto con lei per farmi compagnia nel viaggio di ritorno a casa. Salutammo Rebecca, presi le mie cose e insieme a Jake andai alla macchina. Restammo silenziosi, appoggiai la mia testa sulla sua spalla quando entrammo in auto e rimasi in quella posizione per tutto il tempo, fino a casa nostra. Non parlai a Jake della promessa che avevo fatto a suo padre, sarebbe stato un piccolo segreto tra me e Billy. Cenammo con i nostri figli e non mi staccai da lui neppure un secondo, seguendolo sul divano mentre vedeva la tv. “Ti amo” fu l’unica cosa che dissi all’improvviso, spinta da un’impellente necessità sorta quasi inconsciamente. Jacob mi accarezzò, avvicinò il suo viso al mio e fece sfiorare i nostri nasi “Ti amo anch’io piccola” disse facendomi navigare nell’immensità dei suoi occhi scuri. “Ho paura Jake” “Di cosa?” “Di perdere le persone che amo” “Ho paura anch’io” rispose baciandomi. “Impareremo ad affrontare ogni cosa” disse staccandosi dalle mie labbra, annuii e gli accarezzai i capelli “Ness…ti prego stammi accanto” “Jake…sarò qui sempre” dissi. Ci baciammo nuovamente, ma non erano baci di passione e desiderio, erano baci complici e intimi, proprio quella complicità e intimità che eravamo riusciti a instaurare nel corso di tutti quegli anni passati insieme. “Amore promettimi che non ti perderò mai” chiesi “Te lo giuro tesoro, non me ne andrò mai, a meno che non sia tu a chiedermelo” disse “Non te lo chiederò mai Jake” risposi. Lo abbracciai e avvolsi con la mie braccia e le mani la sua schiena forte e muscolosa. Lì, nel mio rifugio felice, mi sentii di nuovo al sicuro. Sarei stata capace di affrontare ogni difficoltà se Jacob Black mi fosse rimasto accanto, se avesse continuato per l’eternità ad essere mio marito, il mio amante, il mio migliore amico, il padre dei nostri figli. Mi fidavo di Jacob, aveva sempre mantenuto le sue promesse e anche quella volta lo avrebbe fatto.

NOTE:

Ciao! Capitolo intimo e malinconico tra Billy e Renesmee. Volevo che Billy dicesse fino in fondo quello che pensa sull'amore tra suo figlio e Nessie e che riuscisse a strappare a lei la promessa eterna di restare accanto a Jacob. Ho pensato inoltre che sarebbe stato carino se Renesmee avesse utilizzato per la prima volta il suo potere su Billy. Lui ha apprezzato molto i ricordi che lei ha deciso di mostrargli! Renesmee si sta rendendo davvero conto di cosa significa soffrire per l'imminente perdita di qualcuno e si ritrova anche a piangere e pregare. L'idea di una mezza vampira che prega è un po' strana, ma sappiamo quanto Carlisle nei libri della Saga abbia rispetto per la fede e credo che verosimilmente un nonno abbia insegnato alla nipote a credere in Dio.

Nella parte finale del capitolo ho inserito di nuovo un momento di confidenze tra Jake e Nessie che comprendono quanto sia importante starsi accanto reciprocamente in una situazione come quella, che entrambi vivono per la prima volta.

Vi aspetto venerdì!!!!! Recensite eh!

Vanessie

SUNLIGHT'S RAY PART 2 FANFICTION

Capitolo 59

“Il Consiglio degli Anziani”

POV Jacob

Stavo girando per la città di Forks senza una meta precisa. Avevo preso la macchina ed ero uscito di casa mosso da un’inspiegabile desiderio di non pensare. La mia mente era sovraccarica: lavoro, famiglia, salute di papà…soprattutto quest’ultimo pensiero non mi abbandonava mai. Negli ultimi tre giorni mio padre era ancora peggiorato e sul suo volto stanco e sofferente vedevo scritta ogni volta la parola dolore. Quando andavo a trovarlo in ospedale ero preoccupato del fatto che quella potesse essere l’ultima volta in cui lo vedevo. Misi da parte le mie riflessioni e feci inversione con l’auto, basta girare a vuoto, volevo andare in ospedale e trascorrere insieme tutto il tempo che gli rimaneva. Guidai a velocità spedita, parcheggiai, mi recai nella sua stanza e lo salutai con un sorriso appena varcai la porta. Billy ricambiò il sorriso e mi fece cenno di entrare. Gli chiesi se avesse bisogno di qualcosa e lui disse che voleva un bicchiere d’acqua. Presi il bicchiere e versai l’acqua per poi avvicinarmi alla sua bocca e aiutarlo a bere. Poi mi misi seduto sul suo letto, mi sembrava ancor più indebolito e affaticato quella mattina. Restai ad osservarlo, occhi negli occhi con lui, per scrutare ogni più piccolo cenno di sofferenza sul suo viso.

“Sono contento che tu sia passato a trovarmi, volevo parlare da solo con te” disse con voce tremolante e sottile. Lo invitai a proseguire, non avevo idea di cosa volesse dirmi “Jacob voglio che tu prenda il mio posto nel Consiglio degli Anziani” disse afferrandomi la mano destra “Papà…non è il momento di parlare di questo” “Invece sì Jacob, voglio essere sicuro che quel posto sia tuo” “Perché? Sono già capobranco, potresti affidare quell’incarico a qualcun altro” “No, tu sei mio figlio e quell’incarico è tuo, un giorno lo tramanderai ai tuoi figli…” disse. Non sapevo se accettare o meno, essere il capobranco implicava un sacco di responsabilità, non me la sentivo di assumermi anche quelle relative a membro del Consiglio “Potresti chiedere a Rachel” “Tua sorella non conosce bene quanto te la nostra tribù e non è dentro al soprannaturale quanto lo sei tu” “Papà…non so…possiamo riparlarne in un altro momento?” “Figliolo non so se avrò un'altra opportunità per chiedertelo” “Non parlare così” “Lo sai meglio di me, sto male e voglio andarmene sapendo che tutto è sistemato” “Non te ne andrai” dissi. Mi alzai dal letto e cominciai ad andare avanti e indietro per la stanza “Jake, so che è difficile, ma per me è necessario parlarne ora…non vorrai lasciar morire il tuo vecchio senza averlo accontentato!” disse quasi sorridendo. Mi bloccai di scatto e lo guardai, come faceva ad aver voglia di scherzare anche in quell’istante? “Non morirai, non adesso” “Ascolta so cosa vuol dire perdere un padre, ho sofferto anch’io quando morì tuo nonno, ma sono sicuro che ce la farai, sei un uomo forte e molto più maturo di come ero io alla tua età” “Non è così papà, non sono affatto forte né maturo” “Sì che lo sei e sono sereno sai? Tu, Rebecca e Rachel avete la vostra famiglia e tanti amici, che vi aiuteranno sempre nel momento del bisogno” “Non credo di poter affrontare questo argomento” “Perché Jacob? Lo sai quanto soffro e credimi la morte per me sarebbe la fine della sofferenza, vedila da questo punto di vista” “Beh non ce la faccio a pensarla così, non sono abbastanza altruista e poi non capisco perché continui a vedere la tua morte come una cosa imminente” dissi quasi arrabbiandomi. Non volevo sentire quelle parole, non volevo salutare per sempre mio padre, anche se ero grande avevo ancora bisogno di lui.

“Succederà presto…sai lo so perché stanotte ho sognato tua madre e lei me lo ha detto. Era seduta nel salotto di casa e mi guardava. Era bellissima e tendeva la sua mano verso di me. Mi ha detto che non vede l’ora di rivedermi e che mi aspetta…e anch’io voglio riabbracciarla” disse con gli occhi lucidi. Sentire quelle parole e vederlo commosso mi fece calmare e anche i miei occhi si gonfiarono di lacrime, così mi sistemai a sedere sulla sedia al lato del suo letto. “Sarai un perfetto membro del Consiglio degli Anziani, non avrei mai potuto trovare un successore migliore di te” disse afferrando nuovamente la mia mano “Sei sempre stato un figlio perfetto, non mi hai mai dato preoccupazioni, sei sempre stato ubbidiente e affidabile…sono molto orgoglioso di te” disse, procurandomi una forte scarica di emozioni. Sapere che mio padre era fiero di me mi riempiva il cuore di gioia, alcune lacrime tracimarono dai miei occhi e mi rigarono il viso. “Tu sei il figlio che ho sempre desiderato…e pensare che quando tua madre scoprì di essere incinta di te eravamo così preoccupati!” disse facendo spuntare un sorriso sulla mia bocca. Sapevo che i miei genitori non desideravano un altro figlio dopo la nascita di Rebecca e Rachel. Ero stato un incidente di percorso, ma ovviamente mamma e papà mi avevano sempre amato. “Dimmi che mi farai contento Jake. Accetterai di diventare membro del Consiglio?” alzai lo sguardo, con le lacrime che continuavano a scorrere sulle mie guance e con voce commossa risposi “Certo che accetto papà, come potrei dire di no!” “Grazie, ora che tutto è sistemato mi sento meglio” disse e poi mi chiese di prendere una cosa dal cassetto del mobile accanto a lui. Aprii il cassetto, presi in mano una bustina di cuoio e gliela porsi. “Questa è per te” disse papà tirando fuori dalla bustina di cuoio una collana di tipico stile Quileute, che riconobbi immediatamente. Era la collana dei membri del Consiglio. Papà infilò la collana al mio collo e sorrise “Direi che il rito di passaggio è stato fatto” disse Billy, sorrisi e mi alzai in piedi per avvicinarmi a lui ed abbracciarlo.

“Ti voglio bene papà e te ne vorrò sempre” dissi staccandomi da lui e continuando a piangere, di rimando i suoi occhi tradirono l’emozione per le mie parole riempiendosi ancora una volta di lacrime “Ti voglio molto bene anch’io” rispose. Mi rimisi a sedere sulla sedia e mi sporsi verso di lui andando ad appoggiare la testa sulle sue gambe. Rimasi lì in quello stato di beatitudine, triste perché il destino mi stava privando di una delle persone più importanti della mia vita e felice allo stesso tempo per aver trovato l’occasione per dire a mio padre che gli volevo bene, non lo facevo da molto tempo…dopo un po’ mi alzai e volsi il mio sguardo su papà. Era immobile, ad occhi chiusi, aveva ancora il sorriso sulle labbra e la mano stretta nella mia, lo chiamai più e più volte, ma lui non rispose. “Papà?” “Papà, rispondimi” continuavo a dire piangendo e scuotendolo “Papà ti prego, dimmi qualcosa…” “Non puoi lasciarmi…perché?!?!?” Era ovvio che fosse successo, dovevo solo accettarlo. Accarezzai e baciai la sua mano, “Resterai sempre nel mio cuore e nei miei pensieri” sussurrai piangendo a dirotto. Mi alzai in piedi, lasciai la sua mano e restai a guardarlo, mio padre non c’era più, quello lì davanti a me era il suo corpo, ma ero sicuro che la sua anima stesse già volando verso il paradiso, dove mia madre lo stava aspettando da tempo. Si sarebbero di nuovo abbracciati e amati dopo tutti quegli anni di lontananza, ma ero egoista, avevo tenuto mio padre con me per molto tempo e avrei voluto che restassimo insieme per l’eternità. Uscii a fatica dalla stanza, asciugai le mie lacrime e chiamai l’infermiera. Poi chiamai le mie sorelle e mia moglie, dovevo comunicargli la brutta notizia, avrei dovuto stare accanto a loro e ai miei figli, aiutandoli a superare il dolore di quella perdita, ma non sapevo se ne sarei stato capace. Era dura accettare quello che era appena accaduto, io stesso mi sentivo distrutto e non sapevo se sarei stato in grado di andare avanti…da solo senza papà, che nel bene e nel male c’era sempre stato, in ogni occasione.

NOTE:

Buon Halloween! Non è un capitolo adatto ai festeggiamenti, lo so... Purtroppo è arrivato il triste momento della morte di Billy. Sappiate che mi è costato molto scriverlo, Billy è un personaggio che mi piace molto, ma è irreale che dopo tutti questi anni gli umani siano sempre in buona salute. A questo punto della storia infatti Jacob avrebbe circa 52 anni, di conseguenza suo padre ne avrebbe almeno 85. Spero di essere riuscita a rendere al meglio lo stato d'animo di Jake in quella dolorosa circostanza, personalmente ogni volta che rileggo questo capitolo non riesco a evitare di piangere, forse perchè in un certo senso rivivo qualche simile esperienza della mia vita.

Prima di morire Billy gli passa il testimone di membro del consiglio degli anziani, che diritto va a lui e poi si trasmetterà di generazione in generazione. Spero che mi lascerete molte recensioni e che, anche se magari vi ho rese tristi, sia comunque riuscita a trasmettervi delle emozioni!

A martedì!

Vanessie

Capitolo 60

“Perdere qualcuno”

Jacob era appena tornato a casa ed eravamo tutti seduti sul divano dispiaciuti e commossi. Billy era morto e anche se sapevamo che prima o poi sarebbe successo, quello era un duro colpo per ciascuno di noi. I miei tre figli erano molto legati al loro nonno, ma tra Billy e Sarah c’era sempre stato un rapporto speciale. Mia figlia era seduta accanto a Jacob, che la teneva stretta a sé, mentre lei piangeva e cercava di soffocare il suo pianto sul petto di suo padre. Dall’altro lato c’era Jeremy, anche lui piangeva e Jacob cercava di consolarlo accarezzandogli la testa. Li guardavo e facevo scorrere sul mio viso un mare di lacrime…era la prima volta che vedevo morire qualcuno a cui tenevo. Jessie invece era seduto accanto a me sull’altro divano, ma a differenza mia e dei suoi fratelli non piangeva, proprio come Jacob. Mio marito e Jessie erano davvero uguali per quanto riguarda l’espressione dei sentimenti. Entrambi si tenevano sempre tutto dentro e questo li faceva stare ancora peggio perché non gli consentiva mai di sfogarsi. Strinsi la mano di mio figlio e poi lo abbracciai. Trascorremmo due ore in quel modo, tra pianti, consolazioni reciproche e rassicurazioni che cercavamo di dare ai nostri figli. Katy suonò alla porta e dopo aver fatto le condoglianze a mio marito lei e Jessie uscirono di casa. Sperai che almeno con la sua ragazza riuscisse a aprirsi più che con noi e che Katy gli regalasse quel sostegno di cui aveva bisogno in quell’istante. Poco dopo anche Alex, il figlio di Quil e Claire, nonché miglior amico di Jeremy, venne a casa nostra e diedi il permesso a Jeremy di uscire con lui. Era giusto che anche lui potesse trascorrere quel momento difficile con un amico. Poi fu la volta di Seth, ci fece le condoglianze e abbracciò Sarah, ma prima di uscire con lei volle andare fuori con Jacob. Rimasi in casa con mia figlia e cercai di farle capire che quella situazione difficile l’avremmo affrontata e superata tutti insieme, che dovevamo aiutarci tutti, gli uni con gli altri e che soprattutto dovevamo stare vicini a Jake.

POV Seth

Uscii di casa insieme a Jacob, volevo consolare Sarah e farle capire ancora di più che l’amavo e che ci sarei sempre stato per lei, che l’avrei sostenuta per superare la morte di suo nonno, ma prima volevo parlarne con Jacob. Lui per me era sempre stato un fratello maggiore e ricordavo ancora molto bene che mi era stato accanto quando molti anni prima avevo perso mio padre. Facemmo in silenzio il giro della casa e raggiungemmo una zona abbastanza appartata per parlare indisturbati. “Jake mi dispiace così tanto, sai che sono qui vero? Se vuoi parlarne, se vuoi uscire di casa per evadere un po’…” “Sì Seth, lo so…grazie” “So che adesso non vuoi parlarne, purtroppo conosco bene come ci si sente a perdere il proprio padre, ma sappi che mi puoi chiamare a qualsiasi ora del giorno e della notte” dissi dandogli una pacca sulla spalla. Jake annuì e sospirò profondamente “Grazie davvero Seth, sei uno dei pochi che può capire il mio stato d’animo…ti chiamerò…prima o poi” “D’accordo ma non farmi aspettare troppo, non ti fa bene tenerti tutto dentro come fai di solito, hai bisogno di buttare fuori il tuo dolore” dissi. Ci guardammo e mi parve di scorgere delle lacrime che facevano capolino dai suoi occhi, ma che Jacob anche in quell’occasione così dolorosa per lui seppe tenere sotto controllo. Si avvicinò a me e mi abbracciò, ricambiai con affetto e spirito di fratellanza. Anche per me non era mai stato semplice esprimere i miei sentimenti con gli altri, ci riuscivo solo con Jacob che da sempre riusciva a capirmi molto bene e con Sarah che aveva rapito il mio cuore con quell’allegria e spensieratezza che tanto ricordavano suo padre, nonché il mio migliore amico. Cercai di esprimere tutta la mia comprensione in quell’abbraccio e capii che Jacob aveva voglia di sfogarsi ma non era ancora arrivato il momento opportuno. Ci scambiammo uno sguardo ricco di commozione e complicità, poi tornammo in casa. Sarah mi venne vicina e racchiusi tra le mie braccia quella piccola e sofferente meraviglia della natura. Presi tra le mie mani il suo dolce visetto e le baciai la fronte. Volevo portarla fuori di casa, parlarle, farla sentire al sicuro anche in quel momento tanto doloroso, allora la invitai a recuperare la sua borsa e il giubbotto e insieme salutammo i suoi genitori prima di uscire.

POV Nessie

Restai sola in casa con mio marito, meglio…avrei avuto la possibilità di parlargli liberamente, senza dover stare attenta a nascondere i miei reali sentimenti per proteggere i bambini. Lo guardai da lontano mentre se ne stava semisdraiato sul divano e aveva il viso triste e sconvolto dalle emozioni che lo travolgevano. Mi avvicinai e presi posto accanto a lui. “Amore…è così difficile che non so cosa dire” esordii, lui restò impassibile, non una lacrima sul suo volto perfetto “Hai voglia di parlarne? Di sfogarti?” “Non voglio parlarne Ness” “Ok, forse ora non è il momento, ti capisco, ma sai che quando vorrai farlo mi trovi qui al tuo fianco” dissi e lui annuì. Posai la mia mano sulla sua, il dolore che provavo mi travolgeva e avrei tanto voluto parlarne con Jake, ma ovviamente rispettai la sua volontà…se soffrivo io immaginai come poteva sentirsi lui, Billy era suo padre. Per un momento ipotizzai la morte di Edward, non riuscivo a pensarci, se solo fosse successa una cosa simile sarei impazzita. “Vado da Rachel e Rebecca, dobbiamo organizzare il funerale” disse con tono assente e distante “Vengo con te, non voglio lasciarti solo” “Non preoccuparti, resta pure qui” rispose alzandosi e infilandosi il giubbotto. Lo seguii, avrei potuto dare una mano, non tanto per organizzare la cerimonia, quanto per il buffet in tipico stile americano che avremo dovuto preparare per coloro che avrebbero preso parte al funerale. Inoltre non volevo lasciare mio marito da solo, in quel momento avrei dovuto stargli ancor più vicina. Io stessa non volevo restare da sola, avevo bisogno di pensare il meno possibile e impegnarmi in qualsiasi cosa restando a contatto con altre persone era la soluzione migliore. “Davvero amore lasciami venire con te, posso aiutarvi” “Ti prego Nessie, non insistere, so di essere scorbutico in questo momento, ho bisogno di stare solo, cerca di capire” “Ma Jake…” “Non voglio litigare con te, cerca di sopportarmi così come sono” disse afferrando le chiavi di casa, il portafogli, il cellulare e uscendo di casa.

Rimasi in silenzio a guardarlo sulla porta, salì in moto, mise il casco e partì. Restai lì ancora qualche minuto, sentii inumidirsi le guance, stavo piangendo. Chiusi la porta, salii in camera e mi buttai sul letto. Mi lasciai andare ad un pianto liberatorio, il cellulare squillò varie volte, ma non risposi, non ne avevo voglia. Perché Billy ci aveva lasciti? Era una delle colonne portanti della nostra famiglia, mi aveva sempre aiutato con i bambini, fin da quando erano piccoli e tante volte mi aveva offerto il suo sostegno. Essere immortali era una fregatura, avrei dovuto abbandonare tutte le persone a cui mi ero affezionata e imparare a vivere senza di loro. Quando arrivai a sentirmi stremata il pianto si fermò, dentro di me c’era uno stato di calma adesso, il dolore si stava radicando più in profondità, aggrappandosi al mio cuore e alla mia mente e restando lì sempre presente. Presi il cellulare e trovai varie chiamate senza risposta, erano di mamma e papà. Sicuramente erano preoccupati, quindi li richiamai dicendo che sarei andata da loro. Stare lì da sola non mi faceva bene, almeno i miei genitori, i nonni e gli zii mi sarebbero stati accanto e mi avrebbero dato un po’ di quel conforto che momentaneamente non potevo ricevere da Jacob. Andai a sciacquarmi il viso, misi le scarpe, presi giubbotto e borsetta e andai verso la mia macchina. Misi in moto ma prima di andare verso la mia meta decisi di fare una passeggiata sulla spiaggia. Camminare sulla sabbia e sentire il rumore del mare era tranquillizzante, mi fermai a sedere sulla spiaggia e restai a guardare il cielo. Era una giornata di sole, ma dentro di me c’era la tempesta, una di quelle giornate con tuoni e fulmini, in cui il temporale fa quasi paura per la sua potenza. Dopo un po’ tornai in auto e guidai verso la mia meta con la mente distratta. Alla radio purtroppo continuavano a trasmettere canzoni tristi e strappalacrime…sembrava che tutti avessero capito il mio stato d’animo. Decisi di spegnere la radio e abbandonarmi al silenzio che riecheggiava nella mia mente. Svoltai nel sentiero che portava alla mia vecchia abitazione e spensi l’auto. Tutti mi aspettavano in veranda. Corsi ad abbracciare mamma e papà e di nuovo mi lasciai andare alle lacrime, mentre loro mi consolavano. Entrammo in casa e ci sedemmo in salotto, cominciai a sfogarmi con tutti loro che a turno mi venivano vicini e nonostante il freddo gelido della loro pelle mi trasmettevano il loro calore, quel calore familiare, quell’affetto e quella sensazione di protezione che nessun altro poteva donarmi in quel brutto periodo. Restai lì qualche ora, poi il mio dovere di madre mi ricordò di dover tornare a La Push, avrei dovuto essere a casa prima del ritorno dei miei figli e di Jake e dovevo preparare qualcosa per cena, anche se il mio stomaco non aveva certo voglia di mangiare. Presi altri abbracci consolatori da tutti i Cullen e li salutai. Durante il viaggio in macchina riflettei sulla promessa che avevo fatto a Billy pochi giorni prima della sua morte: dovevo restare accanto a Jake anche se lui per combattere il suo dolore mi avrebbe respinta e tenuta alla larga da sè stesso. Certo, l’avrei fatto, avevo sempre rispettato le promesse e poi per Jake avrei sempre fatto di tutto. L’amavo e desideravo soltanto che lui si sentisse compreso e spalleggiato sempre e comunque.

NOTE:

Ciao! Jacob, Renesmee, Jessie, Sarah e Jeremy devono affrontare il dolore per la perdita di Billy in questo capitolo. Dopo un primo momento insieme, ho pensato che Sarah e Jessie avrebbero dovuto condividere la loro sofferenza anche con i rispettivi partner (Seth e Katy), mentre Jeremy avrebbe potuto sfogarsi un po' con il suo migliore amico (Alex). Jacob invece ha una reazione che Billy aveva immaginato qualche capitolo fa, ossia cerca di restare solo per non far soffrire troppo Nessie e quindi decide di andare dalle sue sorelle per organizzare il funerale. Non preoccupatevi, Jake e Nessie avranno modo di parlare, ma prima è giusto che elaborino ciò che è successo.

Anche Seth è evidentemente preoccupato per il suo amico Jacob e mi sembrava carino che Seth avesse l'occasione di mostrare la sua vicinanza a Jake, anche perchè Seth sa esattamente cosa sta provando, dato che anche lui molti anni prima aveva perso il padre. Renesmee nel frattempo cerca rifugio dai Cullen per alleviare le sue sofferenze, poichè capisce che suo marito ha bisogno di un po' di solitudine.

In questo weekend siete aumentati molto sia come lettori silenziosi, sia tra coloro che mi hanno inserita nelle storie seguite, ricordate e preferite però...devo dirvelo...sinceramente ci sono rimasta un po' male: il capitolo precedente, cioè quello della morte di Billy, è un capitolo molto importante e mi aspettavo un bel po' di recensioni. Non è semplice far morire un personaggio e avrei voluto sapere le vostre opinioni, ma hanno recensito solo in due! Io mi impegno molto per scrivere la storia e per essere puntuale nella pubblicazione del capitolo e non è semplice. Anche se capisco che abbiate i vostri impegni e credetemi, ce li ho anch'io, penso che possiate fare un minimo di sforzo in più, anche solo per lasciarmi un commento di due righe!

Scusate lo sfogo, ma sono sincera e volevo dirvelo! Detto questo, vi aspetto venerdì per un nuovo capitolo!

Vanessie  

Capitolo 61

“L’ultimo addio”

POV Jessie

La chiesetta di La Push era piena di persone che erano lì per dare l’ultimo saluto a nonno Billy. Insieme a mia madre e mia sorella Sarah ricevevo le condoglianze che tutti ci porgevano e tenevo una mano sulla spalla di Jeremy, che non riusciva ancora a mascherare l’emozione che provava in quel momento e spesso ricominciava a piangere. Papà ci avrebbe raggiunti con zia Rebecca e zia Rachel, dovevano accompagnare l’ingresso della bara in chiesa. C’erano davvero tutti: i Cullen, gli altri parenti da parte di papà, nonno Charlie e Sue, gli amici dei miei genitori con i loro figli e i cittadini della Riserva. Katy mi guardava frequentemente, sapevo che era preoccupata per me, ma cercai di mascherare il mio stato d’animo per non farla soffrire. Il suono delle campane annunciò l’arrivo della bara, quindi abbandonai la mia posizione e andai verso l’ingresso della chiesa per trasportare la bara verso l’altare. Quel compito spettava ai maschi della famiglia. Mio padre si posizionò in alto a destra e io accanto a lui sul lato sinistro. Dietro papà c’era zio Paul e dietro ancora mio cugino Matt, dietro di me invece c’era mio cugino Thomas e infine Jeremy. Una volta raggiunto il punto giusto ci allontanammo e prendemmo posto a sedere. Il sacerdote cominciò la cerimonia funebre. Sempre più prendevo consapevolezza del fatto che mio nonno non c’era più, mi sentivo profondamente afflitto e triste, vedevo tutti piangere intorno a me, ma non era nel mio carattere scoppiare in lacrime, anche se mi avrebbe fatto stare meglio. Proprio non ce la facevo a mostrare i miei sentimenti, voltandomi alla mia destra notai che anche papà aveva lo sguardo impassibile, non c’era neppure una lacrima sul suo volto, anche lui soffriva in silenzio.

A fine della messa nonno Charlie volle prendere la parola per salutare il suo vecchio amico e anche nonno Edward, Sue e mio padre fecero lo stesso. Finita la cerimonia andammo tutti a casa di zia Rachel dove si sarebbe tenuto il buffet in tipico stile americano in onore di Billy. Le zie Rachel e Rebecca, mia madre e mia sorella si erano occupate di preparare il cibo e anche nonna Bella e Esme avevano contribuito. Riuscii a malapena a mettere sotto i denti qualche tartina e dei panini perché continuamente arrivava qualcuno a farmi le condoglianze. Katy rimase con me per tutto il tempo e mi mostrò la sua vicinanza tenendomi per mano, con i suoi abbracci, con la sua dolcezza. Mi conosceva bene e sapeva che ne avevo tremendamente bisogno, anche se cercavo a tutti i costi di controllarmi. Mi assicurai più volte che Jeremy stesse un po’ meglio e notai che era stato preso in consegna da nonno Edward e nonno Carlisle, che talvolta lo lasciavano con nonna Esme o zio Jasper. Sarah invece era con Seth e zio Emmett, zia Rosalie e zia Alice le facevano compagnia. Cercai con gli occhi papà e lo vidi con le sue sorelle e i ragazzi del branco, poi cercai mia madre. Non era nel salotto, andai in cucina ma anche lì non c’era, in veranda nemmeno, poi mi venne in mente il giardino sul retro. Aprii la porta che conduceva lì e finalmente la vidi. Era seduta con nonna Bella, stavano parlando e notai la tristezza che aleggiava. Anche loro si accorsero della mia presenza “Jessie vieni pure” disse la nonna, feci come diceva e mi avvicinai a loro. “Vi lascio un po’ da soli” aggiunse per poi rientrare in casa e lasciarmi insieme a mia madre. La osservai in silenzio: era seduta sull’altalena che i miei cugini usavano quando erano piccoli e si dondolava lentamente. Indossava un abito nero a maniche lunghe che le arrivava sotto al ginocchio, calze nere velate e scarpe con il tacco sempre nere. Teneva i capelli raccolti e i suoi occhi tristi e addolorati si notavano da chilometri.

Non ero abituato a vederla così, fin da quando ero piccolo avevo sempre desiderato di vederla felice e il suo stato d’animo era capace in ogni occasione di condizionare anche il mio. Certo ero cresciuto ormai, ma il legame tra mamma e figlio sarebbe rimasto per l’eternità. Mi inginocchiai davanti a lei e fermai l’oscillare dell’altalena sulla quale era seduta. Ci guardammo occhi negli occhi e mi sollevai leggermente per abbracciarla. Quando ci staccammo i suoi occhi erano colmi di lacrime “Non dovresti essere tu a consolare me Jessie” affermò con voce tremolante “So che sei triste, lo siamo tutti ma…odio vederti così mamma” “Lo so tesoro, prometto che passerà ma ci vorrà del tempo” “Anche per me non sarà facile superare la morte del nonno” “Vedrai Jessie con un po’ di pazienza e aiuto reciproco ce la faremo” disse facendo spuntare un flebile sorriso. Mi avvolse tra le sue braccia e per la prima volta in quella giornata mi sentii bene. “Dovremmo rientrare adesso” aggiunse e mi condusse in casa. Per dare un ultimo addio a nonno Billy avevo deciso insieme a Jeremy di suonare un brano. Al nonno era sempre piaciuto ascoltarmi mentre suonavo la chitarra e soprattutto a lui piaceva ascoltare Jeremy al piano. Avevamo scelto ‘Fix you’ dei Coldplay, perché aveva una melodia triste che richiamava il nostro stato d’animo e anche il testo della canzone era perfetto per l’occasione. Andai da mio fratello e ci sistemammo con gli strumenti musicali per una versione acustica del brano…senza le parole, che proprio non servivano. Eravamo entrambi molto emozionati, ma nonno se lo meritava e sapevo che Jeremy sarebbe stato perfetto al pianoforte, nonostante fosse più emozionato di me…ma del resto era bravissimo. Nonno Edward gli faceva sempre mille complimenti. (Ecco la versione di ‘Fix you’ di Jessie e Jeremy http://www.youtube.com/watch?v=R7t4h1Hoi-c). Tutti ci ascoltarono in silenzio e notai quanto fossero commossi. Al termine del pezzo facemmo tutti un applauso alla memoria del nonno.

Le ore volarono, gli ospiti cominciarono a salutarci e la casa pian piano si stava svuotando. Salutai anch’io coloro che erano rimasti e uscii con Katy. Avevo bisogno di aria, di svagarmi un po’, di tornare alla realtà. Facemmo un giro a piedi per le strade della Riserva e poi con la macchina andammo a Forks. Le strade quella sera erano quasi deserte. “Jessie posso fare qualcosa per te? Per farti stare meglio?” “Puoi starmi vicina” risposi “Sai che ti sono già vicina e ci starò sempre amore mio” “Certo che lo so, spero che mi scuserai se in questo periodo non sarò proprio il massimo dell’allegria” “Non devi preoccuparti, voglio solo che un giorno tu possa regalarmi ancora il tuo splendido sorriso” “Avrai la pazienza di aspettarmi?” chiesi fermandomi e cingendo la sua vita con le mie mani. Lei impiegò un attimo prima di rispondermi “Certo, non voglio perderti Jessie Black” “Voglio che tu resti per sempre con me Katy” “Lo farò Jess” rispose appena in tempo prima che la baciassi con trasporto. Cercai di trasmettere in quei baci tutto l’amore che provavo per lei e allo stesso tempo il bisogno di averla accanto per superare la morte di mio nonno. Portai le mie mani sulla sua schiena mentre lei si aggrappò con le braccia alle mie spalle.

“Ti amo Katy” dissi pieno di emozione nell’anima e nella voce e mi accorsi di avere gli occhi carichi di lacrime che cercavano di uscire “Oh Jess ti amo tantissimo anch’io” rispose accarezzandomi il viso. Fu in quell’istante che quelle gocce strabordarono e scivolarono sulle mie gote. Stavo piangendo, lontano da tutti non sentii l’impulso di ricacciare indietro il pianto. Con Katy potevo essere me stesso fino in fondo, non avevo quel desiderio di apparire forte e controllato che di solito avevo davanti a chiunque altro. Piangere mi avrebbe fatto bene, avrei buttato fuori il mio dolore condividendolo con colei che amavo e mi sarei in parte liberato da quell’oppressione che si era impadronita di me. Appoggiai il viso sulla spalla della mia ragazza e bagnai il suo abito, mentre lei restava in silenzio e accarezzava i miei capelli e la mia schiena. Tornammo in auto e lì continuai a piangere, anche Katy lo fece e soltanto quando entrambi ci sentimmo completamente esausti decidemmo di tornare a casa. Nel viaggio di ritorno meditai nella mia testa sul fatto che con la morte di nonno Billy il capostipite della famiglia Black non c’era più e mio padre avrebbe preso il suo posto, sia all’interno della nostra famiglia che nella nostra tribù, mentre il ruolo di giovane componente della famiglia Black che fino ad allora era stato ricoperto da Jacob adesso l’avrei ereditato io, Jeremy era ancora troppo piccolo per aiutarmi. Ero sicuro che papà sarebbe stato ampiamente all’altezza del suo nuovo compito, tutti lo stimavano e conoscevano le sue capacità, al contrario invece io non mi sentivo per niente pronto, non sarei mai stato il nuovo Jacob Black, non avevo le sue doti di autorevolezza e determinazione e probabilmente non le avrei mai avute.

NOTE:

Buongiorno. Ho deciso di narrare il funerale di Billy con il punto di vista di Jessie, prima di tutto perchè credo che sia giusto conoscere i fatti anche con gli occhi di uno dei figli di Nessie e Jake, poi perchè era tanto che non mettevo un POV Jessie. Spero che abbiate condiviso la mia scelta ;)

Nella prima parte del capitolo Jessie ci racconta come si sente e come si sentono i suoi familiari in questa triste occasione. Da bravo fratello maggiore si preoccupa per Sarah e Jeremy prima che per se stesso. Nella parte finale invece rimane solo con la sua ragazza, Katy. Con lei riesce finalmente a sfogarsi, riuscendo a piangere, cosa che non era avvenuta nè quando Jacob gli aveva comunicato la morte di Billy, nè durante la messa funebre. Cosa ne pensate del suo atteggiamento?

Ho voluto anche ritagliare un piccolo momento fraterno di Jessie e Jeremy in cui suonano una canzone per ricordare il nonno. Entrambi sono musicisti e mi sembrava carino che organizzassero qualcosa in onore di Billy. Se qualcuno di voi non avesse ascoltato la loro versione musicale di 'Fix you' dei Coldplay durante la lettura, vi consiglio di farlo adesso, è molto commuovente e si addice perfettamente alla situazione. Ditemi se vi piace eh! Ecco di nuovo il link:

http://www.youtube.com/watch?v=R7t4h1Hoi-c

Vi aspetto martedì con il nuovo capitolo!

Vanessie

P.S: Sappiate che avete rischiato molto e soprattutto ho rischiato moltissimo io, dato che qualche giorno fa la mia chiavetta usb con la fanfiction ha deciso di mollarmi e ho dovuto formattarla -_- Per fortuna avevo un'altra copia della fanfiction, anche se ho perso due capitoli e qualche piccola modifica che avevo apportato ultimamente, ma non preoccupatevi...sto lavorando per riscrivere ogni cosa!

SUNLIGHT'S RAY PART 2 FANFICTION

 
 
     

Capitolo 62

“Tornare lentamente alla vita”

Era trascorso un mese e mezzo dalla morte di Billy, maggio era cominciato da qualche giorno e la primavera aveva contagiato tutta la città. Gli alberi erano rigogliosi di foglie verdi, i fiori erano sbocciati e con i loro colori mettevano allegria. Anche la temperatura era diventata più mite, facendo riempire le strade cittadine di persone desiderose di passare qualche ora all’aria aperta, dopo il lungo freddo dell’inverno. La spiaggia di La Push era adesso popolata di mamme che giocavano con i loro figli, di anziani a passeggio, di giovani coppie innamorate, di comitive di amici. Tutti sembravano aver dimenticato la perdita di Billy, o perlomeno l’avevano messa da parte, tutti tranne Rachel e soprattutto Jacob. La loro sorella Rebecca era tornata alle Hawaii dalla famiglia, io invece cercavo ogni giorno di inventare qualcosa per far distrarre mio marito e anche i suoi amici mi aiutavano. Ma non era affatto semplice. Dal canto suo Jacob da qualche giorno aveva provato a superare le sue difficoltà nell’espressione dei propri sentimenti e mi aveva sorpresa quando una sera in cui eravamo in camera nostra, spense la tv e cominciò ad aprire il suo cuore, raccontandomi come si sentiva adesso che entrambi i suoi genitori l’avevano lasciato. La dolcezza con cui mi parlò fu devastante e il risultato fu che scoppiai a piangere al posto suo e a Jake toccò poi consolarmi. Quella sera mi chiese anche di fare l’amore, questo significava che qualche piccolo ingranaggio che si era bloccato dentro di lui con la malattia e la morte del padre, ora si stava rimettendo lentamente in funzione. Certo, non potevo pretendere di riavere subito il mio Jacob, ma quei passi avanti mi fecero capire che un giorno non tropo lontano l’avrei riabbracciato.

Anche quel fine settimana accompagnai mio marito al cimitero. Comprammo dei fiori gialli molto belli e poi andammo a sistemarli sulla lapide di mio suocero. Pregammo per lui e restai al fianco di Jake in silenzio per tutto il tempo, anche quando lui come al solito sembrò iniziare una conversazione muta con la fotografia di suo padre. “Sarà meglio andare ora” mi disse prendendomi per mano. Feci come voleva e uscimmo dal cimitero. “Non mi va di stare in casa oggi, è una bellissima giornata e vorrei trascorrerla con te” “Ma certo Jake, dove vuoi andare?” “Non lo so…mmm forse potremmo andare in centro” “Ok io ci sto” risposi con un bel sorriso, finalmente era stato lui a proporre di fare qualcosa di diverso dal solito. Quando arrivammo in centro girammo per negozi e mi fermai in profumeria per comprare dei trucchi che avevo quasi finito, mi divertii a spruzzare addosso a Jacob i più vari profumi da donna e fui felice di vederlo ridere e non solo sorridere. Mi mancava quel suono fragoroso della sua risata che da sempre era riuscita a contagiarmi mettendomi di buon umore. Comprammo poi due gelati e ci sedemmo al tavolino per gustarceli. Avevo una voglia matta di scherzare con lui, di essere spensierata e comportarci come due ragazzini, ma non sapevo come fare a dirglielo. Meditai di fare qualcosa di divertente per ottenere il mio scopo e…trovato!! Avvicinai la mano alla punta del suo cono gelato e lo spinsi su, facendogli sporcare la bocca e il naso di cioccolato. Era davvero buffo, così iniziai a ridere e anche lui fece lo stesso “Questa me la paghi” disse mentre con la mano si puliva, ma invece di usare il fazzoletto di carta che gli stavo porgendo, si allungò verso di me e posò la sua mano sul mio viso macchiando anche me. “Ma no Jake dai!” “Sei bella anche sporca di cioccolato” disse venendomi vicino per baciarmi.

La morbidezza delle sue labbra mi avvolse e il contatto della mia lingua con la sua mi provocò i brividi. Avrei voluto che quel bacio non finisse mai, ma lui si staccò da me e con il fazzoletto di carta mi aiutò a pulirmi il viso. Sorrisi e intrecciai la mano alla sua. Poi ci alzammo e andammo in un negozio di abbigliamento per uomo. C’erano tante belle cose e di sicuro al mio maritino sarebbero state bene, allora prendemmo due t-shirt e una camicia di jeans e andammo verso i camerini per provarli. Jacob chiuse la tendina e si provò la prima t-shirt di colore verde scuro. Quando aprì per farmi vedere come stava sorrisi e alzai il mio pollice per manifestare la mia approvazione. Richiuse la tenda ma dopo qualche secondo feci capolino, giusto in tempo per vederlo a torso nudo. Dio quanto mi mancavano quei pettorali e quegli addominali scolpiti…per non parlare della sua schiena forte e possente…e che caldo! Mi sentii avvampare in tutto il corpo, avevo voglia di lui. Anche la seconda maglietta di colore bianco gli stava bene, quando la tolse mi sentii nuovamente mancare il fiato e persi l’orientamento appena mi tirò dentro al camerino insieme a lui e richiuse la tenda. Mi fece appoggiare contro il muro e mi baciò come da tempo non faceva più. Erano quei baci ricchi di passione e desiderio che adoravo e che mi facevano desiderare di fare l’amore con lui. Indossò anche la camicia di jeans e dato che lo faceva sembrare il dio greco della bellezza decidemmo di comprare tutto. Pagammo e tornammo a casa. Mi trascinò per le scale e per la fretta facemmo l’amore appoggiati alla porta di camera nostra. Fu meraviglioso, in realtà volevo rifarlo ancora ma non glielo dissi, quel giorno Jake aveva fatto fin troppi progressi. Dopo una serata serena in famiglia andammo a dormire. Non impiegai molto per sprofondare nel sonno. C’era qualcosa che mi infastidiva, un brivido sulla mia pelle che insistentemente mi faceva compagnia. Ero nel bel mezzo del dormiveglia e non volevo aprire gli occhi per capire cosa fosse. Ma non mi dava pace, per cui fui costretta a svegliarmi. Ecco cos’era: mi ero scoperta e avevo la schiena fredda. Mi girai e notai che Jacob non era a letto. Controllai la sveglia e vidi che erano le 1.30. Mi alzai e infilai una camicia a quadri di JJ, poi scesi al piano inferiore a cercarlo. La luce del salotto era accesa ma lui non c’era né lì, né in cucina. Aprii la porta e lo vidi in veranda seduto sul dondolo. “Hey ti ho svegliata?” chiese “No, ma che ci fai qui?” “Stavo pensando” disse. Mi sistemai a sedere accanto a lui e poggiai la testa sulla sua spalla, ero preoccupata “A che pensavi amore?” “A quanto sono stato assente e distratto da quando mio padre si è sentito male e poi da quando è morto” “Perché? Non devi preoccuparti” “Invece sì, ho lasciato che ti occupassi di tutto tu…i figli, la casa, le commissioni” “Siamo una coppia ed è naturale appoggiarci l’uno all’altra e viceversa” risposi. Lui mi guardò e sorrise prendendo il mio viso tra le mani “Questa non è una buona ragione per delegare tutto a te…ma soprattutto è te che ho trascurato e mi dispiace tanto Ness” “Non fa niente” “Voglio che tu sappia che ti amo” disse con la sua voce roca e sensuale “Ti amo anch’io tesoro” risposi. Mi trovai impegnata in un lungo e dolce bacio al termine del quale Jake mi sollevò in braccio e mi riportò in camera, dove restammo a coccolarci per poi addormentarci insieme.

NOTE:

Ciao a tutti :D I nostri personaggi stanno cercando di superare la sofferenza per la morte e Billy, anche se ovviamente resterà sempre nei loro cuori, la vita deve andare avanti! Jacob sembra rendersi conto pian piano del fatto che Renesmee ha fatto molto per restargli accanto e per continuare a dare alla loro famiglia l'appoggio e l'amore necessari. Ho voluto mostrare qualche piccolo episodio scherzoso tra Jake e Nessie (tipo lei che gli spruzza il profumo, lei che lo sporca di gelato...), come non ce ne sono stati da un po' di tempo e dei quali Renesmee confessa di aver sentito la mancanza.

Grazie ancora per il vostro affetto, siete in tantissime e leggere e soprattutto grazie alle ragazze che recensiscono sempre e a chi si è sforzato per farlo almeno una volta <3 è grazie a voi che ho raggiunto e superato le 200 recensioni!!!!

Ricordatevi di passare a trovarmi anche su facebook se ne avete voglia, mi trovate sulla pagina: Taylor Lautner my sweet love. A venerdì per un altro capitolo!

SUNLIGHT'S RAY PART 2 FANFICTION

Capitolo 63

“Serata tra vecchi amici”

POV Jacob

Stavo tornando lentamente alla vita dopo la morte di mio padre. Non era stato facile soprattutto con il mio carattere. Avevo sempre avuto la tendenza a tenermi tutto dentro, fin da piccolo e crescendo questa mia caratteristica si era accentuata. Non lo facevo con cattiveria, volevo solo tenere fuori dai miei brutti pensieri le persone che amavo, per proteggerle. Tutti avevano cercato di starmi ancora più accanto: Nessie, mia sorella Rachel, i miei figli, gli amici e per questo gliene sarei sempre stato grato. Quel giorno decisi di distrarmi un po’, avevo bisogno di una serata tra amici e mia moglie fu molto comprensiva. Telefonai a Seth nel pomeriggio e ci accordammo per la sera. Avevamo stabilito di cenare fuori e poi fare un giro. Seth ormai stava insieme a mia figlia da un po’ e avevo fatto l’abitudine a vederlo girare per casa intorno a lei. Ogni tanto provavo ancora fastidio soprattutto quando li beccavo a baciarsi, ma era normale, in fondo non facevano nulla di male. Certo avevo anche letto nei pensieri di Seth quando eravamo in forma di lupi e sapevo che da un bel pezzo non si limitavano a baciarsi, ma avevano anche già fatto l’amore. All’inizio ci ero rimasto un po’ male, poi parlando con Nessie me ne iniziai a fare una ragione. Mi preparai per uscire, infilai jeans e maglietta a righe e salutai la mia famiglia “Uscita tra uomini come ai vecchi tempi papà?” domandò Jeremy “Sì, come ai vecchi tempi” risposi “Non bevete troppo e andate piano con la macchina” disse scherzando Jessie, imitando quello che io dicevo sempre a lui quando usciva. Sorrisi poi mio figlio Jessie aggiunse “E mi raccomando occhio a non esagerare con le ragazze” “Jess, falla finita” risposi. Mia moglie mi baciò e sorridendo mi augurò di trascorrere una bella serata. Lei sapeva quanto ne avessi bisogno ed era contenta che avessi chiesto a Seth di uscire. Salutai anche Sarah e uscii.

Stavo per salire in macchina quando Sarah mi raggiunse “Papy!!! Aspetta” disse raggiungendomi. “Che farete dopo la cena?” “Non lo so Sarah, decideremo lì per lì. Perché?” “No è che…insomma…sarà una serata tranquilla?” “Credo di sì. Perché tutte queste domande?” le chiesi sorridendo. In realtà conoscevo già la risposta. Sarah assomigliava molto a Renesmee in questo, era preoccupata per quello che avrebbe fatto Seth. “Non darete confidenza a qualche ragazza vero?” “Tesoro devi avere fiducia nel tuo ragazzo” “Ma io ce l’ho, ho fiducia in lui è solo che…me lo controlli tu?” “Ma certo tesoro, non preoccuparti” le risposi baciandole la testa. La salutai e a bordo della mia auto andai a prendere Seth a casa sua. Ben presto arrivammo al locale in cui avevamo prenotato per la cena. Ci rimpinzammo come al solito e parlammo ridendo e scherzando. Abbandonai i miei pensieri negativi, mi stavo sul serio divertendo “Grazie Seth per la serata, mi ci voleva proprio” “Figurati e poi anche a me ha fatto piacere uscire insieme a te”. Decidemmo di trascorrere il resto della serata a Port Angeles. Ci infilammo in un pub e notai subito quante ragazze non facevano altro che guardarci, ma noi ovviamente non eravamo interessati.

“Come va con Nessie?” mi domandò “Va bene, come sempre del resto. Sai che non desidero altro che stare con lei” “Certo che lo so” “E a te Seth? Come vanno le cose con quella ragazza con cui esci?” domandai cercando di essere il Jacob migliore amico di Seth e non Jacob il padre di Sarah. Lui sorrise, aveva capito che in quel momento non volevo fare il padre geloso della figlia che cerca di indagare, ma volevo semplicemente essere il suo amico di sempre. “Con lei va bene, molto bene. Ho perso davvero la testa per lei” “Mi fa piacere per te, te lo meriti” “Grazie Jake” “E con il padre di lei come va? Rompe ancora i coglioni?” “No si è calmato” rispose ridendo “Sai credo che lo capirai il giorno in cui avrai dei figli” “Sì credo di sì” “Senti ma lei è gelosa di te?” chiesi. Sorrise e alzò gli occhi al cielo, avevo toccato un punto dolente forse “Gelosa? Sì un po’ lo è, anche se non ne ha motivo. Dovrei essere io quello geloso. Quando usciamo non fanno che guardarla” “Io credo che entrambi non ne abbiate motivo, siete innamorati” dissi. Abbandonai il discorso su mia figlia. Non volevo essere troppo invadente.

Tornammo a ridere e scherzare come due deficienti. “Tra poco ci sarà il Consiglio degli Anziani e per la prima volta dovrò prendere il posto di mio padre” dissi “Già, è vero…hai scelto di raccontare qualche leggenda in particolare?” “Sono ancora indeciso tra tre o quattro, spero di fare presto la scelta definitiva” risposi. “Vuoi che ti presti il copricapo con le piume degli Indiani d’America di mio padre per quella serata?” chiese Seth cominciando a ridere, feci un’espressione buffa e cominciai anch’io a ridere “Quasi quasi ci faccio un pensierino” “Grande capo Jacob…augh” “Se me lo presti mi faccio dare da Embry il costume di carnevale completo da pellerossa” “Jake ci sarebbe da sbellicarsi, non dico di farlo sul serio la sera del Consiglio degli Anziani però…dai organizziamo una serata da cretini” “Ahahah hai ragione, dovremo farlo. Ti immagini noi tutti vestiti da pellerossa poi un bel falò, cibo e bevande tipiche e…oh quella bevanda alcolica della tradizione, la water on fire, ci vorrebbe” dissi pensando a una bevanda tramandata di generazione in generazione tipica delle nostre origini dagli Indiani d’America, talmente alcolica da mandarti fuori di testa. “Giusto Jake, cazzo da quanto tempo non la beviamo??? Da una vita, ricordo ancora la prima volta…se non sbaglio tu avevi 20 anni e io 18! Io, te, Embry, Quil e Jared eravamo proprio di fuori” “Sì e poi ti ricordi? Avevamo fatto la festa con l’altra tribù Indiana vicina, Embry andò a letto con quella strafica che se la tira, non so nemmeno come fece” dissi iniziando a ridere di gusto “Jacob…come fece…lei era più fuori di lui! Invece Jared si prese quella partaccia da Kim…si mise a piangere come un poppante con Sam e Emily che lo consolavano” disse. Riaffiorarono un sacco di ricordi bellissimi e divertenti “E invece Seth…oddio ti ricordi Quil??? Voleva fare a botte con uno dell’altra tribù perché gli aveva fregato il suo hamburger…ahahahah e Rachel a urlare dietro a Paul per dirgli di intervenire e allontanare Quil” dissi. “Sì va beh Jacob…ma scusa noi due? Fuori come due terrazzi con quelle due cesse che ci si strusciavano addosso. Volevamo scappare ma non capivamo più nulla, poi ti ricordi che siamo saliti sull’albero per togliercele dalle palle?!” “Oddio è vero, che imbecilli, con Leah che ti cercava e io a inventare cazzate dicendo che eri con una e che non ti doveva disturbare” risposi.

Continuammo a ridere su quella serata di follia poi mi venne un’idea “Se davvero organizziamo la serata Quileute in stile pellerossa potremo chiedere a Rachel di preparare la water on fire, lei sa prepararla…è da sballo totale” dissi “Oh dai!!! Facciamola questa serata! Niente figli di nessuno solo vecchio branco e mogli” “Per me va bene ma…la tua ragazza Seth? La consideri figlia di o vecchio branco?” “Uhm…è vero! Non ci avevo pensato” “Non mi va che la beva, è mia figlia, non voglio che faccia stronzate dettate dalla sbronza” precisai subito. “Va beh, dai pensiamo a una soluzione e poi ne riparliamo” rispose. Si era fatto tardi, ci alzammo dal tavolo e andammo alla mia auto per tornare a casa. Arrivato a casa di Seth scesi dalla macchina per salutarlo “Grazie della serata Seth è servita proprio” “Figurati, quando vuoi ci sono e grazie anche a te” gli diedi un abbraccio amichevole e una pacca sulla spalla. Stavo per rientrare in macchina quando lui mi fermò dicendo “Jacob io mi ricordo perfettamente quando morì mio padre e tu mi sei sempre stato vicino…ne avevo tanto bisogno, ero molto giovane e ora…io voglio ricambiare tutto ciò che hai fatto per me. Io ci sono sempre per te, quando vuoi, noi due siamo uguali, non ammettiamo di aver bisogno degli altri ma…Jake se hai bisogno di me non serve che tu me lo chieda, basta uno sguardo, un cenno e io sarò lì” “Grazie Seth, lo sapevo già, ma grazie per avermelo ricordato” dissi sinceramente grato a quel ragazzo con il quale ero cresciuto e che pure adesso era sempre disponibile per me. Ora sì che ero pronto, Seth era l’unico al quale avrei affidato mia figlia, non mi aveva mai tradito e non l’avrebbe mai fatto con lei. Sapevo che l’avrebbe protetta e che la rendeva felice, questo era l’essenziale. E poi ero contento anche per lui, da quando stava con Sarah era diventato davvero felice, era maturato e tutto questo mi faceva piacere. Seth era stato, era tutt’ora e sarebbe rimasto per l’eternità l’amico migliore che avessi mai potuto desiderare e sapere che la sua vita era finalmente serena e appagata mi rendeva ancora più soddisfatto.

NOTE:

Ciao a tutti ;) Jacob ha deciso di trascorrere una serata con il suo migliore amico Seth, è l'occasione per fare quattro risate, per ricordare qualche episodio che i due hanno vissuto insieme anni prima. Prima che Jake uscisse di casa però Sarah fa apparire la sua piccola gelosia per Seth e Jacob ne approfitta un pochino per chiedere a Seth come procede la loro relazione, anche se lo fa in modo scherzoso e da amico, non da suocero rompiscatole!

Alla fine Seth ricorda a Jacob che può sempre contare su di lui, per qualsiasi cosa e ho voluto concludere proprio con questo dialogo di fratellanza tra loro due e con una nuova consapevolezza di Jacob: capisce finalmente che deve smettere di preoccuparsi tanto per la relazione tra Sarah e Seth. Lui sa benissimo starle accanto, rispettandola e amandola come merita. <3 Insomma è sempre lo stesso Seth che ha conosciuto da ragazzino, con il quale ha condiviso tante esperienze e che gli è sempre stato leale. E' Seth e basta, anche se è il ragazzo di sua figlia.

Spero che abbiate apprezzato questo capitolo dedicato all'amicizia, aspetto le vostre RECENSIONI :P , a martedì!!!!!

Vanessie

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Capitolo 64

“Il falò”

Aiutai Leah a portare in casa alcune buste della spesa e ci strappammo la promessa reciproca di uscire di nuovo insieme per continuare le nostre chiacchere e le confidenze. Era stato un bel pomeriggio e ogni tanto era necessario anche per me evadere dal ruolo di moglie e madre e passare del tempo con un’amica. Salutai Leah e mi incamminai verso casa. Passai davanti ai negozi di La Push e mi soffermai a guardare le vetrine. Incontrai vari amici e conoscenti e scambiai quattro chiacchere con loro. Tornata a casa aiutai Jeremy con i compiti e aiutai Sarah a scegliere un vestito per quella sera. Tra qualche ora infatti ci sarebbe stata la riunione del Consiglio degli Anziani, la prima alla quale Jacob avrebbe preso parte come membro.

Jessie rientrò a casa con Jacob, così dato che tutti i miei figli erano impegnati ne approfittai per seguire mio marito al piano superiore. Era in camera e si stava preparando per fare la doccia. “Allora…tutto ok?” “Perché me lo chiedi Nessie?” “Beh per stasera, ci sarà la prima riunione e…immagino tu sia un po’ nervoso anche se cerchi di non darlo a vedere” dissi. Mi guardò sorridendo e disse “Beh sì…non so esattamente cosa dire stasera e come comportarmi” “Sono sicura che andrà benissimo amore” dissi per rassicurarlo e gli baciai una spalla “Come fai ad esserne sicura?” “Perché ti conosco e so che sarai bravissimo” “Sei di parte Nessie” “Nient’affatto, è la verità” dissi. Jake poi andò a farsi la doccia e io invece cercai di scegliere dall’armadio dei vestiti adatti alla moglie di un membro del Consiglio degli Anziani. Ne tirai fuori alcuni, ma alla fine scelsi una gonna blu lunga fino al ginocchio, una maglia bianca con scollo a V, ballerine blu e borsa bianca. Mi guardai allo specchio e rimasi abbastanza soddisfatta dalla mia scelta. In quel momento Jacob tornò in camera con un asciugamano legato intorno alla vita e i capelli bagnati “Stai benissimo” mi disse, riferendosi al mio abbigliamento. Sorrisi felice del suo complimento, anche se in realtà quello bello dei due era lui. Rimasi davanti allo specchio per mettermi il profumo, la collana e gli orecchini non perché ce ne fosse bisogno, ma soltanto per continuare a guardare Jacob senza che lui se ne accorgesse. Tolse l’asciugamano dalla vita e cominciò a vestirsi mentre il mio cuore palpitava sempre più forte. Infilò i boxer neri e i pantaloni scuri, poi restò indeciso davanti all’armadio per scegliere cos’altro mettersi. Ovviamente quell’indecisione comportò che restasse a petto nudo e mi facesse fare qualche pensiero poco casto. Alla fine scelse una maglia grigia e andò ad asciugarsi i capelli e sistemarli con il gel. Tornò in camera per mettere al collo la collana che suo padre gli aveva dato prima di morire, quella dei membri del Consiglio “Sei il membro più giovane che il Consiglio degli Anziani abbia mai avuto” dissi “Sì hai ragione” “E direi anche il più bello in assoluto” aggiunsi avvicinandomi nuovamente a lui. Mio marito mi abbracciò e mi regalò il suo luminoso sorriso “Beh allora direi che sono anche l’unico membro tanto fortunato da avere una moglie meravigliosa quanto te” concluse per poi baciarmi.

“Aspetta” dissi a mio marito avvicinandomi al mio portagioie e prendendo una cosa che tempo fa a Volterra avevo ricevuto dal mio Jeremy cresciuto. La perlina celeste che lui mi aveva consegnato chiedendomi di non mostrarla a suo padre e che mi aveva spiegato essere parte di un cimelio di famiglia. Dopo la morte di Billy avevo capito cosa fosse. Era una delle perline che compongono la collana dei membri del Consiglio degli Anziani. Jacob la prese dalle mie mani e la avvicinò alla collana che poco prima aveva indossato. “Come fai ad avere questa perlina?” mi chiese curioso, gli spiegai che mi era stata data da Jeremy a Volterra. “Jeremy ha detto che sei stato tu nel futuro a trasmettere il cimelio di famiglia a lui, cioè gli hai affidato il ruolo di membro del Consiglio” spiegai a mio marito. “Dunque lui a Volterra ti aveva detto che mio padre sarebbe morto!” “No Jake, lui mi aveva solo pregato di starti vicino perché presto sarebbe successa una cosa spiacevole a te e alla nostra famiglia, ma non mi ha detto nient’altro” precisai. Ci abbracciammo, il ricordo della morte di Billy era sempre un punto dolente.

Scendemmo al piano inferiore dove i nostri tre figli ci aspettavano, anche loro pronti per la serata. Tutti augurammo buona fortuna a JJ e ci incamminammo sulla spiaggia di La Push dove si sarebbe svolta la riunione davanti ad un bel falò, come da tradizione Quileute. Quando arrivammo c’erano già tutti: la famiglia di Sam, di Jared, di Quil, di Rachel e Paul, di Embry e Leah, poi c’erano Seth e Sue. Jacob prese posto accanto agli altri membri del Consiglio, ossia Sue e Quil che aveva sostituito suo nonno quando quest’ultimo era morto. Jessie, Sarah, Jeremy ed io ci sedemmo da un’altra parte, quasi di fronte a Jacob. Da quella posizione privilegiata potevo guardarlo e osservare il suo nervosismo, tradito solo da piccoli gesti che potevano notare solo coloro che lo conoscevano molto bene. Io ovviamente li riconoscevo, si mordicchiava le labbra, sorrideva in modo forzato e gli dovevano sudare le mani a giudicare dal fatto che le sfregava frequentemente sui pantaloni. Quella tensione la captai nella sua voce anche quando cominciò a parlare, ma poi pian piano scomparve. Jacob era adesso rilassato e a suo agio, sembrava che fosse nato per quell’incarico che Billy gli aveva lasciato e che lo avesse esercitato da sempre. Tutti ascoltarono con attenzione le leggende che Jake, Sue e Quil avevano scelto di raccontare quella sera. La riunione finì dopo circa un’oretta, i partecipanti andarono a congratularsi con mio marito per il suo nuovo incarico e lui ne fu molto felice. Lo conoscevo bene e sapevo che ci teneva a soddisfare sempre tutti coloro a cui voleva bene e, proprio come avevo previsto, si era mostrato all’altezza del compito. I ragazzi e le ragazze eredi della prima generazione del branco ci salutarono e andarono a Forks per trascorrere la serata insieme, portarono anche i più piccoli che sarebbero rimasti sotto la custodia dei più grandi. In questo modo noi genitori e gli altri adulti potemmo goderci una serata libera tutti insieme. Ad una certa ora tornai a casa con Jacob, i bambini erano ancora fuori, lui mi prese in braccio e io circondai la sua vita con le mie gambe “Hai visto? Sei stato fantastico, te l’avevo detto” “Mmm…sì dai è andata bene” “Bene? Ma Jake è andata benissimo, tutti erano ammirati e la cosa più bella è che quel bel nuovo membro del Consiglio è già impegnato, ed è tutto mio” dissi sorridendo e sbaciucchiandolo. Anche lui sorrideva tranquillo e felice “Ah sì? Tu lo conosci quello nuovo?” “Sì, molto bene” “E com’è? Simpatico?” “Molto simpatico e molto figo” risposi, era bello parlare di lui fingendo che fosse un estraneo. “E…se dovessi dirmi una sola cosa che ti fa impazzire di lui, quale sceglieresti?” “Ehhh è difficile sceglierne una, mi piace tutto di lui, proprio tutto ma…intendi qualcosa di fisico o caratteriale?” domandai indecisa se optare per una delle sue innumerevoli doti caratteriali o puntare invece su qualche particolare fisico che mi faceva impazzire. “Diciamo che vorrei sapere qualcosa di fisico che ti piace di lui o comunque una sua particolare abilità fisica che gli riesce bene” “Adoro i suoi occhi e le sue spalle, è così tanto maschio” dissi quasi vergognandomi di quello che stavo confessando e poi avvicinandomi al suo orecchio come per non farmi sentire da nessuno aggiunsi “E adoro il modo in cui…fa l’amore” conclusi sentendo le mie gote avvampare. Jacob cercava di trattenere il sorriso e d’improvviso si girò su sè stesso, mi fece sdraiare sul divano, si tolse la maglia e sollevò la mia fino a scoprirmi il reggiseno, poi lo sganciò e mi baciò. In men che non si dica cominciammo a fare l’amore, finalmente di nuovo noi, sentivo che Jacob era tornato se stesso. Lo capii dal modo passionale con cui si muoveva, da come mi guardava, dal suo magnifico sorriso spensierato e libero. Non potei far altro che godermi quel momento di intenso amore, che quell’uomo aldilà di ogni concezione di perfezione sapeva regalarmi e che sussurrando di adorarmi, continuava a farmi esplodere il cuore come una ragazzina al suo primo appuntamento.  

NOTE:

Eccomi qua!!!! Puntuale con un nuovo capitolo! Jacob deve partecipare come membro al suo primo Consiglio degli Anziani, dopo la morte di Billy. Ovviamente è un momento emozionante per lui e la sua famiglia! Mentre si prepara per il falò indossando la sua collana del Consiglio, scopriamo anche un piccolo particolare a cui Renesmee aveva accennato quando erano a Volterra. Willy/Jeremy adulto, infatti, le aveva dato un perlina celeste, dicendole di non mostrarla a Jake e spiegandole che faceva parte di un cimelio di famiglia che nel futuro avrebbe posseduto proprio Jeremy. Sarà Jacob a tramandare al figlio quell'incarico, con il proseguire della storia lo vedremo nei dettagli!

Ho voluto concludere con un simpatico quadretto tra Nessie e Jake, in cui scherzano un po' parlando del nuovo membro del Consiglio degli Anziani come se stessero parlando di un estraneo e poi...ciliegina sulla torta, torna finalmente alla luce il vecchio Jacob, per la felicità di sua moglie e di tutte noi <3

Vi aspetto venerdì!!!! Recensite!!!

Vanessie

P.S: Volevo accennarvi che la storia di Nessie e Jake, così come la conoscete da mesi, sta quasi per giungere alla fine. Adesso la loro storia d'amore è abbastanza completa e ho pensato che non sarebbe stato giusto proseguire, rischiando di annoiare o cadere nel banale. Purtroppo una "scrittrice" deve sapere quando farla finita per non rovinare tutto l'intero lavoro :')

Tra un po' di capitoli tuttavia la fanfiction proseguirà da un altro punto di vista. Mi spiego meglio: sarà uno dei tre figli della nostra amata coppia a diventare protagonista, narrandoci le sue avventure. Questo non significa che abbandoneremo gli altri personaggi! Semplicemente la storia sarà incentrata su qualcun altro (Jessie, Sarah o Jeremy, lo scoprirete se deciderete di seguirmi), ma comunque ci saranno sempre Nessie, Jacob, i Cullen e tutti gli altri personaggi della Saga. Volevo avvisarvi di questo cambiamento importante che sta per avvenire, precisamente dal capitolo 70 in poi. Ognuna di voi sarà libera di decidere se seguirmi anche in quella nuova parte della storia o meno...

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Capitolo 65

“Un importante traguardo”

Rachel venne a prendermi quel sabato mattina e insieme andammo a fare colazione in un bar. Il programma era di accompagnarla a sbrigare delle commissioni e in cambio lei mi avrebbe aiutata a trovare un regalo per Jacob. Tra soli tre giorni infatti avremmo festeggiato il nostro 20esimo anniversario di matrimonio. Già…chiunque ci avesse incontrato per strada ci avrebbe scambiati per i coetanei dei nostri figli, ma le cose stavano diversamente. Jessie avrebbe compiuto 19 anni tra pochissimi mesi e sarebbe presto andato al college, Sarah ne compiva 17 e Jeremy ne aveva 13 e mezzo. Avere dei figli così grandi significava che noi non eravamo più tanto giovani, nonostante le apparenze dimostrassero altro. Prima andai con mia cognata a comprare delle nuove tende per casa sua, poi ci fermammo per scegliere un paio di scarpe che le servivano, infine ci dedicammo alla ricerca del regalo per Jacob. Volevo qualcosa di romantico per celebrare quell’importante traguardo, ma avevo ancora le idee confuse su cosa comprare. “Tu che mi consigli?” “Beh è difficile Nessie, ma non avevi già qualche idea?” “Qualcosina mi era venuta in mente…ho già fatto realizzare un album con tutte le nostre foto, partendo dalla mia nascita, alla mia crescita insieme a lui, documentare la nostra amicizia, poi il fidanzamento, il matrimonio e ovviamente mettere foto di questi 20 anni insieme…noi due, i nostri figli…insomma come se dovessimo ripercorrere la nostra storia da dove è cominciata” dissi sperando di essere stata chiara nella spiegazione. “Penso che sia proprio una bella idea” “Grazie, però manca qualcosa…diciamo che questa potrebbe essere la parte romantica del regalo, quella più sdolcinata, ma vorrei aggiungere a tutto questo anche un regalo vero e proprio che lui possa utilizzare” “Mmmm, certo…vediamo…che ne dici di un orologio? Almeno potrai fare una specie di collegamento…l’orologio segna il tempo, l’album dei vostri ricordi lo ripercorre a ritroso…insomma sottolineare il fatto che nonostante il tempo passi voi siete e sarete sempre insieme” “Wow, Rachel è meraviglioso! Mi piace da morire” “Davvero?” “Non so che avrei fatto senza di te” dissi andandole a dare un bacio e un abbraccio. “Beh sono contenta di averti aiutata” “E io sono contenta di avere un’amica che mi capisce così bene e intuisce tutto quello che penso” risposi sinceramente grata a quella ragazza ormai diventata una donna adulta, che fin da quando ero una piccola adolescente mi era stata accanto, anche nei primi tempi in cui Jacob mi portava a La Push e tutti gli abitanti della Riserva sapendo che ero una Cullen mi guardavano un po’ con sospetto, legati com’erano alle loro leggende.

Andai in gioielleria e presi un bell’orologio per il mio amore, poi comprai un bigliettino adatto alla ricorrenza e insieme a Rachel tornai alla macchina diretta a casa. Nascosi tutto dentro alla borsa capiente che avevo portato quel giorno, di sicuro Jake non si sarebbe accorto di niente. Era stata proprio una bella mattinata, proficua perché ero riuscita a trovare quello che cercavo e piena di serenità e gioia perché l’avevo trascorsa con Rachel. Arrivata davanti a casa scesi dall’auto, salutai mia cognata e la ringraziai ancora una volta per il suo aiuto “Mi raccomando non raccontare nulla del regalo a Matt e Thomas, non vorrei che in questi giorni si trasformassero e Jake leggesse nelle loro menti, voglio che sia una sorpresa” “Tranquilla, sarò muta come un pesce” rispose lei strizzandomi l’occhiolino. Mi allontanai e aprii la porta di casa. “Ciao mamma” mi salutarono Sarah e Jeremy “Ciao tesori miei, che fate?” “Stiamo finendo di fare i compiti” “Che bravi. Ok allora non vi disturbo” dissi vedendo scendere Jessie dalle scale del piano superiore. “Ciao mamma” “Ciao amore e tu dove stai andando?” “Devo accompagnare delle persone in un posto” “Dove?” “All’aeroporto” “E chi sono queste persone?” “Ehm…” “Mamma perché non vai in cucina? Papà ti sta aspettando lì” intervenne Sarah. Annuii e mi diressi in cucina anche se ero davvero curiosa di sapere chi fossero le persone che Jessie doveva accompagnare. Quando entrai nella stanza vidi mio marito con in mano un bicchiere d’acqua. Andai a salutarlo con un bacio e lui mi chiese se la mattinata con Rachel era andata bene. Risposi evitando di farmi scoprire, nella borsa avevo ancora il suo regalo da nascondere. “Ascolta Ness hai impegni oggi?” “No perché?” “Ho pensato di stare un po’ di tempo con te, noi due da soli…negli ultimi tempi non ne abbiamo mai avuto occasione” disse. “Ma certo” risposi, ero felice di poter trascorrere del tempo con mio marito, proprio come lui aveva appena detto avevamo passato dei momenti duri durante la malattia di Billy e poi dopo la sua morte e avevo sentito molto la mancanza di Jake. “Perfetto, allora andiamo in camera a prepararci e poi usciamo” “Ma amore è quasi ora di pranzo, ormai andiamo fuori nel pomeriggio” replicai “Non se ne parla, vieni” disse prendendomi per mano e trascinandomi su per le scale. Sentii i nostri figli sghignazzare ed ero sicura che Jeremy avesse bisbigliato qualcosa, ma Jessie prontamente gli disse di stare zitto. Ma che stava succedendo? Non ci capivo più niente…

Quando entrai in camera vidi due valigie appoggiate sul letto e zia Alice era lì in piedi “Alice! Ciao non sapevo che fossi qui” dissi ancor più confusa “Ciao, non preoccuparti, stavo proprio andando via” disse con il suo sorriso stampato in faccia e poi aggiunse “Tutto a posto Jacob, ciao ciao nipotini”. Guardai mio marito che sorrideva “Si può sapere cosa sta succedendo qui?” “Beh…le vedi queste due valigie? Sono per noi” “Contengono qualche segreto scottante?” “Ma no Nessie. Mi hai appena detto che anche a te piacerebbe passare del tempo da sola con me e…” “E quindi?” “Stiamo per partire per un viaggio, noi due come ai vecchi tempi” disse cingendomi la vita. Mi lasciai andare a quel bacio ricco di amore e desiderio. “Dove stiamo andando?” chiesi curiosa “All’aeroporto” “Stai scherzando???” “No Ness, andiamo in un posto lontano da tutto e da tutti” “Cioè? Los Angeles?” chiesi emozionata. Quella città che già avevo visitato molte volte era una delle mie preferite. “No pensa più in grande” “New York?” “No amore, ancora più in grande” rispose sorridendo “Beh non saprei, dammi un indizio Jake” “È una città molto famosa, ci sono i battelli che passano nel fiume…” “Qualche altro indizio?” “Ti darò altri indizi a patto che tu ora prenda le tue ultime cose, le altre le ha già sistemate Alice in valigia, però in fretta, Jessie deve portarci all’aeroporto” disse. Annuii, quando mi lasciò sola nella stanza scrissi il biglietto d’auguri che avevo comprato poco prima, presi l’album che avrei allegato al suo regalo e sistemai tutto nel bagaglio a mano. Scesi al piano inferiore, salutai Jeremy e Sarah e gli feci mille raccomandazioni. Poi andammo in macchina con Jessie e continuai l’interrogatorio a mio marito. Mi disse che la città verso la quale eravamo diretti era piena di monumenti famosi, che una delle sue chiese aveva ispirato un cartone animato che tanto amavo da piccola, ma nonostante questo non riuscii a capire di quale città stessimo parlando. Jessie ci lasciò all’aeroporto, lo salutai e anche a lui raccomandai di stare attento e di badare a sua sorella e suo fratello. Restai con mio marito, andammo a fare il check in ma lui disse alla ragazza che si stava occupando di imbarcare i nostri bagagli che io non dovevo sapere la meta del viaggio. Sapevo solo che per il momento il nostro aereo sarebbe andato a Washington, poi il resto restava un mistero. Ci imbarcammo e ne approfittai per parlare con lui del più e del meno. Scoprii che il viaggio sarebbe durato due settimane e ne rimasi quasi sconvolta. Non avevamo mai lasciato da soli i bambini così a lungo… “Ma dai amore…bambini…ormai sono grandi…19, 17 e 13 anni e mezzo, direi ragazzi. Forse Jeremy è ancora piccolo ma comunque non sono soli. Ci sono i Cullen ad aiutarli, i ragazzi della Riserva, mia sorella, Paul, i loro amici, i cugini e poi Jessie ha una fidanzata, sarà contento di non averci tra i piedi…e pure Sarah ha il fidan…ragazzo” disse soffermandosi. Risi, Jake faceva ancora fatica con la storia di Sarah e un individuo di sesso maschile, poi lui aggiunse “Anche a lei farà piacere non avere me tra le scatole”. Mi tranquillizzai, aveva ragione, alla loro età anche a me sarebbe piaciuta l’idea di restare sola con Jacob.

“Insomma Rachel non mi ha chiesto di andare fuori con lei per caso…sapeva tutto” “Sì, esatto” rispose. Sbarcammo a Washington, ci dirigemmo verso il gate presso il quale sarebbe partito il secondo aereo che avremmo preso e restai senza fiato quando scoprii la meta del nostro viaggio. Jake doveva essere impazzito per scegliere un posto tanto lontano da Forks, oltretutto era una città magnifica, ma anche molto cara… “Insomma ti piace la mia sorpresa? Ho scelto bene?” “Mi piace moltissimo, la adoro, abbiamo sempre detto di doverci andare prima o poi, ma a cosa devo questa sorpresa?” domandai “Sbaglio o tra pochissimi giorni è il nostro anniversario?” “Beh sì Jake ma…mi sento quasi in imbarazzo. Io ti ho comprato un regalo insulso al confronto con il tuo…” “Non direi…tu sei il più bel regalo della mia vita, non potrò mai ripagarti, darti quello che mi hai sempre dato tu” disse. Lo baciai ripetendogli che l’amavo e che la mia vita senza di lui non avrebbe avuto senso. Poi tornai alla realtà, uscendo dalla bolla d’amore nella quale sapeva sempre trascinarmi, il volo stava per partire e ci avrebbe portati in un posto in cui avremmo festeggiato l’anniversario alla grande, il luogo dell’amore con la A maiuscola.

NOTE:

Ciao a tutte!!!! Caspita, 20 anni di matrimonio! Il tempo è volato per Renesmee e Jacob e pensare che a guardarli dimostreranno una ventina d'anni! Nessie ha comprato dei regali per suo marito accettendo anche il consiglio di Rachel, con la quale ormai c'è un'intesa perfetta. Lui invece ha pensato di regalarle un bel viaggio da innamorati in una città lontana da Forks, della quale ancora non vi ho svelato il nome...di che città starò parlando? Non vi resta che scoprirlo nel prossimo capitolo, che posterò martedì! Lo so...è un po' corto il capitolo ma non potevo accorparlo al successivo perchè altrimenti sarebbe diventato troppo lungo, quindi vi chiedo la pazienza di aspettare un po'!

Approfitto ancora una volta per ringraziarvi del vostro affetto, mi seguite in tantissime, vi vedo anche se siete silenziose <3_<3 se vi va, passate anche sulla mia pagina di facebook: Taylor Lautner my sweet love.

Vi ricordo che come ho anticipato nel capitolo precedente, questi saranno gli ultimi capitoli dedicati alla coppia Jacob-Renesmee, dal n°70 infatti, per chi vorrà continuare a seguirmi, inizierà una nuova parte della storia in cui sarà protagonista uno dei tre figli della nostra amatissima coppia! Spero che recensirete questo capitolo e magari fatemi sapere le vostre supposizioni su chi sarà il nuovo narratore di Sunlight's Ray (Jessie, Sarah o Jeremy?).

Alla prossima

Vanessie

SUNLIGHT'S RAY PART 2 FANFICTION

Capitolo 66

“L’anniversario di nozze”

Appena giungemmo a destinazione prendemmo il treno e andammo a lasciare i nostri bagagli all’hotel. Il fuso orario si faceva sentire con prepotenza, così anche se lì era notte fonda andammo a letto. Ci addormentammo molto velocemente e restammo a letto fino alle 11.00. La stanchezza era passata, scendemmo nella sala colazione e ci rimpinzammo di cibo. Non volevamo perdere tempo, quindi lasciammo l’hotel e con la metropolitana raggiungemmo il centro città. Parigi era meravigliosa. Le vie erano colme di turisti e persone indaffarate, l’atmosfera che si respirava era tipica di una fiaba. Andammo subito a visitare l’Arco di Trionfo e gli Champs Elysée. Torturai Jake, facendogli vedere le vetrine di tutti i negozi di grandi firme che affollavano quei viali ed entrammo anche in alcuni di questi. Adesso capivo perché zia Rosalie e zia Alice facevano spesso ritorno a Parigi…lì lo shopping era un must. Quando notai che mio marito non ne poteva più di vedere abiti, profumi, scarpe, borsette ecc…mi scusai e mi feci perdonare con un bacio. Visitammo un famoso giardino parigino e poi tornammo in albergo. Il giorno seguente invece andammo in giro per molte piazze famose e osservammo anche palazzi ed edifici storici. Facemmo tappa alla cattedrale di Notre Dame, quella che tantissime volte da piccola avevo visto nel cartone animato del Gobbo di Notre Dame. Sorrisi con Jacob al ricordo di quei momenti in cui lo guardavamo insieme. Anche quella giornata era finita. Mi svegliai la mattina successiva e iniziai a sfiorare la pelle di Jacob che ancora dormiva beato. Mi accorsi dal cambiamento del suo respiro che si stava svegliando. “Buongiorno” sussurrai mentre continuavo ad accarezzare il suo braccio. Lui socchiuse leggermente gli occhi e mugugnò qualcosa, forse aveva ancora sonno e non era nei suoi programmi l’idea di svegliarsi. “Su amore, hai dormito abbastanza e adesso è ora di alzarsi, dobbiamo fare tantissime cose oggi” dissi dolcemente, Jake mi sorrise e probabilmente si ricordò che quel giorno era il nostro anniversario di nozze “Hai ragione…tanti auguri amore mio” disse sollevandosi su un gomito e raggiungendo le mie labbra per poggiarci le sue. Ricambiai il bacio e gli auguri, ci preparammo e partimmo per un’altra avventura parigina. Ci dirigemmo al museo del Louvre, dove potemmo ammirare bellissimi quadri e sculture. Era incredibile quante meraviglie contenesse quel luogo. La visita al museo ci tenne impegnati per tutta la mattina fino alla prima parte del pomeriggio.

Ci incamminammo alla stazione della metro e ne approfittammo per telefonare ai bambini. Parlai un po’ con tutti e tre e fui felice di sentire che le cose procedevano al meglio. Certo, mi mancavano ma in fondo io e Jake non ci eravamo mai allontanati da loro da quando erano nati, quindi era giusto che adesso dedicassi un po’ del mio tempo esclusivamente a mio marito. Salutai i bambini e mi raccomandai ancora dicendo loro di darsi un’occhiata reciproca, poi riattaccai. Saliti a bordo della metro diretti all’hotel parlai con Jacob. “Cosa ti piacerebbe fare stasera?” mi chiese riferendosi a come avrei voluto festeggiare il nostro anniversario. “Beh non saprei…cena fuori?” “Sì certo…secondo te dove ti porterò?” mi domandò sorridendo “Come faccio a indovinare, Parigi è enorme e non la conosco così bene da fare previsioni” dissi. “Prova…dove potrei portare la mia principessa per un’occasione tanto speciale?” “In un posto romantico” dissi con il tono di voce di una ragazzina su di giri. Mio marito rise e contagiò anche me in quel momento di allegria “Ho scelto un posto molto romantico! Quindi scegli un vestito elegante dalla valigia che ti ha preparato Alice, tanto lei sapeva che stasera avremo festeggiato proprio in questo posto segreto” “Ok Jake, indosserò l’abito più elegante che zia Alice ha preparato per me” risposi. Arrivati all’hotel lasciai che Jake si facesse per primo una doccia mentre decidevo cosa indossare quella sera. Trovai un abito super elegante di pizzo nero. Era a mezze maniche e aveva lo scollo rotondo. La stoffa aderiva sul seno e sul corpo fino alla vita, poi si allargava leggermente e arrivava al ginocchio. Era ricco di zone vedo e non vedo, oltre ad essere elegante era davvero sexy. Preparai degli orecchini e una collana da mettere per la serata e scelsi anche delle scarpe rosse con tacco alto abbinate alla borsa dello stesso colore, che avrebbero spiccato sull’abito nero. Sentii che Jacob aveva acceso l’asciugacapelli, quindi mi affrettai a prendere anche la biancheria intima prima che lui uscisse dal bagno. Trovai nella valigia un reggiseno e un perizoma coordinati anche questi di pizzo nero, nascosi tutte le cose che avevo deciso di indossare, volevo che fosse una sorpresa per Jacob e infilai il regalo che gli avevo comprato nella borsetta. Feci appena in tempo per vederlo spuntare dalla porta del bagno tutto pulito e profumato, con i capelli già ingelatinati nel suo solito e perfetto look da ragazzo figo. Soffermai il mio sguardo su quell’asciugamano che teneva legato in vita e fantasticai abbondantemente sulla curva del suo fondoschiena, sui muscoli degli addominali e dei pettorali. “Il bagno è libero, ti conviene andarci altrimenti facciamo tardi per la cena” disse dopo aver messo il deodorante. Scacciai le mie fantasie semi erotiche, le avrei tirate fuori più tardi dopo la cena e andai in bagno. Feci una bella doccia e mi lavai i capelli, li asciugai e poi tornai in camera. Rimasi interdetta quando notai Jake in piedi vicino alla finestra, era magnifico. Lui mi piaceva sempre con qualsiasi look, ma quando si vestiva elegante mi faceva proprio impazzire, forse perché non ero abituata a vederlo in quel modo. Aveva messo un completo di pantaloni e giacca neri con una camicia bianca. Teneva i primi due bottoni della camicia aperti e anche la giacca era sbottonata, fasciando perfettamente la sua vita stretta. “Dove hai messo il mio Jacob?” chiesi divertita e eccitata all’idea di uscire con quella versione ancor più sensuale di mio marito. Anche lui sorrise “Ti piaccio vestito così?” “Oh sì che mi piaci, mi piaci moltissimo” dissi palpandogli il sedere e baciandolo “Il completo l’ha scelto Alice” disse alzando gli occhi al cielo “Ottima scelta” conclusi. Proposi a Jake di lasciarmi sola nella stanza per fare in modo di potermi preparare per la serata senza che lui mi vedesse. Accettò e disse che mi avrebbe aspettata nella stanza relax al pian terreno dell’hotel. Quando mi lasciò sola indossai subito la biancheria, poi infilai il vestito, misi il profumo, la collana, gli orecchini e mi truccai. Acconciai i miei capelli, indossai le scarpe, presi la borsa e scesi al pian terreno per raggiungere Jake. Lo vidi seduto su una poltroncina e notai gli occhi di vari uomini diretti verso di me, ma non ricambiai nemmeno uno sguardo, i miei occhi erano rivolti soltanto verso l’unica meraviglia di sesso maschile presente in quella stanza.

Quando mio marito incrociò il mio sguardo, lo vidi spalancare gli occhi e alzare leggermente le sopracciglia. Sorrise e si alzò venendomi incontro “Sei…sei…così…” balbettò “Così come?” chiesi. Jake scuoteva la testa come se non sapesse quale aggettivo utilizzare “Ok non ti piaccio vero? Io…vado a cambiarmi se…” dissi arretrando di un passo, ma lui mi afferrò per il polso e precisò “Stai scherzando?!?! Sei così bella e perfetta da avermi lasciato senza parole” lo abbracciai e fui rincuorata nel sentire dalla sua voce che mi trovava bella. Ci avviammo con la metro verso la nostra meta, ossia il ristorante romantico di cui mio marito mi aveva parlato poco prima. Rimasi interdetta quando mi disse che eravamo arrivati alla nostra fermata. Scendemmo alla stazione ‘Trocadero’ e non appena risalimmo le scale del sottopassaggio che portavano in superficie, vidi la Torre Eiffel, che si stagliava maestosa sul cielo parigino. Seguii Jacob, ogni passo mi conduceva sempre più vicina alla torre. Mi disse che dovevamo fare la fila, che per fortuna scorreva abbastanza rapidamente “Ceniamo qui?” “Sì Nessie, ti piace come idea?” “Beh secondo te? Sì certo che mi piace” risposi entusiasta. Mi aveva parlato di un posto romantico, ma mai avrei pensato a uno così tanto romantico. Prima visitammo la torre salendo con l’ascensore e soffermandoci ad ognuno dei tre piani. Il panorama era bellissimo e ogni nuova tappa ci permetteva di ammirarlo sempre da più in alto, era mozzafiato! Facemmo qualche foto e mi allontanai da Jake di qualche passo per guardare meglio senza nessuna persona davanti a me. Appena mi voltai verso di lui però mi infastidii un po’, due ragazze gli si erano avvicinate e gli avevano chiesto se poteva scattare loro una foto. Con uno stentato accento inglese lo ringraziarono e gli fecero i complimenti per l’eleganza. Mi affrettai a tornare vicino a lui, non volevo che quelle due ci provassero. Appena lo raggiunsi le ragazze si congedarono e se ne andarono. Cercai di abbandonare subito quella sensazione di gelosia che mi aveva colto, non era successo niente e non volevo sciupare la serata del nostro 20esimo anniversario di matrimonio. Tornammo al secondo piano della torre Eiffel, entrammo nel lussuoso ristorante e un cameriere ci accompagnò al tavolo prenotato a nostro nome. L’ambiente era molto elegante e raffinato, la sala del ristorante, l’abbigliamento del personale, il modo in cui erano apparecchiati i tavoli…tutto era impeccabile. Il menù era ricco e variegato e ogni singolo piatto aveva un costo esagerato, per non parlare dei prezzi esorbitanti delle bottiglie di vino. Sorridevo e scherzavo con Jacob sul nome francese dei piatti e sul loro costo. Il cameriere tornò e facemmo le ordinazioni. Mangiammo da favola, i sapori erano tanto buoni da morire, in effetti non eravamo abituati a quei sapori tanto diversi dalla cucina americana, ma anche le cose apparentemente più strane risultarono eccellenti.

Poco prima che arrivassero i dolci, tirai fuori dalla borsetta il pacchetto con il regalo per mio marito, o meglio una parte del regalo. Avevo portato con me solo l'orologio, l’album con le nostre foto era troppo grande e non sarebbe mai entrato nella mia borsa, così lo avevo lasciato all’hotel e glielo avrei consegnato non appena saremo tornati. “Buon anniversario” dissi porgendogli il pacchetto, lui lo scartò e volle metterselo subito al polso sostituendo quello più vecchio che indossava “Wow veramente è bellissimo! Mi piace il cinturino argentato d’acciaio e il fondo blu del quadrante…il mio colore preferito” disse regalandomi quel suo bellissimo e luminoso sorriso. “Sono contenta che ti piaccia, comunque sappi che c’è una seconda parte del regalo che però non riuscivo a portare qui al ristorante e che ti aspetta in hotel” precisai. “Ah sì? Guarda che l’orologio era più che sufficiente, non dovevi aggiungere altro” “Beh è solo una sciocchezza e comunque…i miei regali non pareggeranno mai il tuo…mi hai portata a Parigi, hai scelto di cenare sulla Torre Eiffel e…mi hai permesso di fare una vacanza da sola con te. Non potrò mai ripagare” dissi. Jacob rimase in silenzio e puntò i suoi occhi scuri nei miei “Sono io che non potrò mai ripagare per tutto quello che fai per me e per il fatto che tu sei la cosa migliore che potesse capitarmi nella vita” disse per poi baciarmi. Me ne fregai delle persone che sedevano ai tavoli vicini al nostro e mi lasciai andare con trasporto in quel bacio ricco d’amore. “Adesso è il mio turno” disse porgendomi a sua volta un pacco regalo “Ma Jake…insomma ancora un altro regalo?” domandai perplessa. Non mi rispose, si limitò a sorridere e depositare nelle mie mani il pacchetto. Lo scartai e rimasi letteralmente senza fiato quando aprii la scatola che lo conteneva: c’era dentro il primo disegno che gli avevo regalato quando ero piccola. Rappresentava me e Jacob e ricordavo in modo chiaro che quel disegno mi piaceva così tanto che avevo pensato di regalarlo a Jake, per fargli vedere quanto gli volevo bene. All’epoca ero una bambina di 8 anni e mi ero disegnata con un vestito da principessa mentre tenevo per mano Jacob sulla spiaggia di La Push. Guardai mio marito con le lacrime che avevano appena inumidito i miei occhi, era emozionante sapere che Jake aveva tenuto quel disegno per tanto tempo e che lo aveva considerato importante. “Ce l’hai ancora!” “Certo, è stato il tuo primo regalo e per me è importantissimo. Ma guarda meglio dentro alla scatola” disse. Feci come diceva e trovai una busta su cui spiccavano le parole ‘Per Jacob’ scritte con la mia calligrafia. Tirai fuori la carta da lettera e ricordai subito di cosa si trattasse: era la prima letterina d’amore che gli avevo dato per il nostro primo mese di fidanzamento. L’avevo scritta mentre mio padre era a caccia, non volevo che lui sentisse i miei pensieri mentre scrivevo quelle parole d’amore per Jake, dovevano rimanere un nostro segreto. Rilessi velocemente la lettera e arrossii per le parole dolci e adolescenziali che avevo usato. Lasciai la lettera sul tavolo e mi avvicinai per abbracciare mio marito, tenendo la testa sulla sua spalla “Grazie” “Grazie a te principessa, sappi che il disegno e la lettera le conserverò io, volevo solo farti rivivere le emozioni di quando me li hai regalati. Però se controlli meglio nella scatola c’è anche un’altra cosa che invece puoi tenere tu” disse. Riguardai nella scatola e in fondo vidi una piccola bustina di stoffa decorata in tipico stile Quileute. La presi, l’aprii e ne tirai fuori una esatta copia del braccialetto che Jake tantissimi anni fa mi aveva regalato per il primo Natale. Successe pochi giorni prima della battaglia dei Cullen contro i Volturi per proteggermi, quando credevano che fossi una bambina immortale. Quel braccialetto Jake l’aveva fatto per me seguendo le tradizioni della sua tribù e l’avevo sempre tenuto al polso, fino a quando una sera in cui ero a Seattle per frequentare il college, mi si era rotto. Ricordavo di esserci rimasta talmente male da essere scoppiata in un pianto senza fine, per me era stato come un brutto presagio, come se con quella rottura, tra me e Jacob potesse accadere da quel momento qualcosa di brutto. “Amore è il più bel regalo che tu mi abbia mai fatto” dissi commossa “Ho pensato che fosse l’occasione giusta per rendertelo” “Jake l’hai rifatto tu per me?” “Sì certo, non l’ho comprato in un negozio della Riserva, l’ho intrecciato di nascosto mentre tu eri impegnata con i bambini” disse. Ci baciammo, lo ringraziai ancora e lasciammo quel bellissimo ristorante per tornare all’hotel. Dovevo dargli anch’io la seconda parte del suo regalo e poi…volevo dargli molto ma molto di più, volevo dargli ancora tutta me stessa.

NOTE:

Eccomi!!! Ma brave, qualcuna di voi aveva già capito che la città verso la quale erano diretti Renesmee e Jacob era Parigi. Credo che sia in assoluto la città dell'amore e quindi è perfetta per un regalo di anniversario così importante (20 anni!), inoltre la nostra coppia non c'era mai stata e di sicuro non potevano perdersela!

Come se non fosse abbastanza...la cena sulla torre Eiffel <3 che romanticone che è Jacob, sempre più adorabile! Nessie è felicissima anche per il fatto che lui le ha mostrato dopo tanti anni il primo disegno che lei gli aveva regalato da bambina e la prima lettera d'amore che gli aveva scritto...e per concludere...Jake le regala di nuovo il bracialetto Quileute che le aveva donato nel libro Breaking Dawn. Che dire...spero che il capitolo vi sia piaciuto e che vi abbia fatto sognare un po' <3 <3 <3 A venerdì,

Vanessie

P.S: Come promesso questa volta il capitolo è più lungo!

SUNLIGHT'S RAY PART 2 FANFICTION

Capitolo 67

“Un desiderio nascosto”

Scendemmo alla stazione metro più vicina all’hotel, ma i miei piedi in quelle scarpe alte non ne potevano più, così Jacob mi prese in braccio e mi portò a destinazione risparmiandomi lo sforzo ed evitandomi delle vesciche che sicuramente sarebbero spuntate se avessi continuato a camminare. Mi lasciò sul letto e subito mi tolsi le scarpe mentre lui rideva “Maledette scarpe alte!” esclamai “Chi bella vuole apparire una pena deve soffrire” “Adoro le scarpe ma quando iniziano a farmi male i piedi mi viene la voglia di camminare in ciabatte” dissi. Ridemmo un po’ ed ebbi il tempo di riposarmi. Jacob si tolse la giacca e le scarpe e si buttò sul letto; improvvisamente ricordai di dovergli ancora consegnare la seconda parte del regalo di anniversario. Mi alzai dal letto e andai a prenderlo “Eccolo qui” dissi porgendoglielo. Jake l’aprì e insieme lo sfogliammo, osservando e commentando ogni singola foto. Mamma quanti ricordi! Ognuno di essi era importante e ricco di significato per noi e la nostra storia “Grazie mille Nessie, davvero è un’idea bellissima” “Prego” “Ma dimmi la verità, dopo tutti questi anni non ti sono venuto a noia?” “Stai scherzando?” domandai seria. Non avevo capito se me l’avesse chiesto per scherzare oppure se me lo stesse domandando seriamente. “Ti sto sempre intorno da quando sei nata e…boh” “Io non mi stancherò mai di te Jacob Black, mai. Nemmeno quando mi prendi in giro o quando mi fai arrabbiare” “Davvero?” “Certo” risposi sorridendo. Mi faceva tenerezza pensare a quanto mio marito fosse dolce e bisognoso di rassicurazioni su ciò che io provavo per lui. Era chiaro a tutti e perfino Jake sapeva perfettamente che ero sempre stata pazza di lui, ma quel suo modo di fare per cui ogni tanto voleva sentirsi dire che per me non esisteva nessun altro, mi faceva tenerezza. Gli feci il solletico e ben presto la stanza si riempì del suono della sua risata contagiosa. Quando gli uscirono le lacrime per il troppo ridere gli concessi una tregua e mi sistemai a sedere a cavalcioni sopra di lui.

Mi abbassai per baciarlo e ripetergli mille volte che l’amavo, poi tornai nella mia posizione e lentamente sbottonai la sua camicia. Ogni volta in cui un bottone si apriva un pezzetto della sua pelle abbronzata si mostrava in tutta la sua bellezza. Spostai la camicia verso le braccia ma non gliela tolsi, adoravo sentire l’effetto che aveva sui miei ormoni femminili tutta quella mascolinità. Mi abbassai e baciai il suo petto e la pancia piatta, poi risalii verso la bocca e lo baciai in profondità. Tornai di nuovo seduta, restando a cavalcioni su di lui e gli feci capire di tirarsi su. Jacob si mise seduto sorreggendosi sulle mani, allora ne approfittai per lasciar scivolare la camicia e toglierla definitivamente. Accarezzai la sua schiena e le spalle e cominciai e lasciarmi andare mentre sentivo i suoi baci roventi sul mio collo. Mi spinse all’indietro, così mi ritrovai sdraiata a pancia insù sotto di lui e automaticamente incrociai le mie gambe intorno alla sua vita. Ci baciammo e ben presto sentii le mani di Jake sulla schiena, la cerniera lampo del mio abito si aprì e il vestito finì per terra. Si girò di scatto e mi fece tornare seduta a cavalcioni sopra di lui. Sbottonai i suoi pantaloni e glieli tolsi per poi continuare a baciarlo. I baci diventavano sempre più lunghi e infuocati, adoravo sentire come il mio corpo si stesse accalorando e preparando ad accoglierlo dentro di me. La mani di mio marito correvano su e giù lungo la mia schiena e mi provocavano la pelle d’oca. Sganciò il reggiseno e tolse il perizoma mentre anch’io toglievo i suoi boxer. Mi accarezzò il seno e giocammo un po’ a provocarci reciprocamente. Quando lo sentii entrare in me accompagnai i suoi movimenti e l’atmosfera cominciò a surriscaldarsi dell’amore che provavo per lui. Pensai per la trecentomilionesima volta che non poteva esistere al mondo qualcuno bravo quanto lui a fare l’amore e mi lasciai andare alle bellissime sensazioni che pervadevano tutto il mio corpo. Mi ritrovai sotto di lui, infilai le mie dita tra i suoi capelli neri e ansimai più e più volte quando le sue spinte iniziarono a essere più profonde. Cercai di immergermi nel suo sguardo, che tuttavia era appannato dal desiderio e dal piacere, quindi chiusi gli occhi e lo baciai. Mi ritrovai ben presto a baciare la sua spalla tra un gemito e l’altro che puntualmente faceva eco a quelli di Jake. Persi definitivamente il controllo e raggiunsi quel piacere immenso che poco dopo colse anche lui.

“Resta ancora un po’ qui” sussurrai quando capii che Jake si era ripreso dalla nostra unione e voleva spostarsi. Continuammo a baciarci e alla fine lo lasciai andare in bagno. Lo aspettai a letto ancora sudata e con i capelli completamente in disordine, appagata e felice. Tornò da me e si sdraiò su un lato tenendo un braccio sotto alla mia testa, mi piegai anch’io da un lato e rimanemmo faccia a faccia. Jake poggiò l’altra mano sul lenzuolo cingendomi la vita. “Quanto sei bello amore” “Anche tu” rispose, intrecciai la mia mano alla sua e soffermai i miei occhi sul braccialetto che quella sera mi aveva nuovamente donato. Ero felice, a me bastava stare con lui per sentirmi bene. Non desideravo nient’altro che lui. “Spero che l’anniversario sia stato all’altezza delle tue aspettative Ness” “È stato molto più che all’altezza, ogni cosa è stata perfetta” dissi sorridendo. Gli accarezzai il viso e gli passai un pensiero con il tocco della mia mano dicendogli ti amo. “Anch’io ti amo lo sai” “Sì ma adoro sentirtelo dire” risposi. Restammo in silenzio, le parole non servivano a nulla, ci bastava continuare a guardarci dritti negli occhi per comunicarci la nostra reciproca gioia di stare insieme e il desiderio di trascorrere ogni giorno della nostra esistenza in quel modo. “Ness…c’è qualcosa che desideravi e che non sono riuscito a darti in questi 20 anni di matrimonio?” “Amore…no…” “Puoi essere sincera, dimmelo” “Non c’è nient’altro che io desideri. E tu invece? Vorresti qualcos’altro che non ti ho ancora dato?” domandai curiosa. Jacob fece un respiro profondo “In realtà c’è una cosa” “Beh non devi far altro che dirmela, ti darò tutto quello che vuoi Jake” “Vorrei che tu avessi potuto conoscere mia madre” disse. “Tesoro…ti amo! Sarebbe piaciuto molto anche a me” “Di sicuro le saresti piaciuta molto” “E lei sarebbe piaciuta a me. Tutti coloro che l’hanno conosciuta non fanno che dire che era una donna meravigliosa e che tu le somigli così tanto” dissi. Jake sorrise, appoggiò la testa sul mio petto come se avesse bisogno di sentirsi amato e io subito lo abbracciai. Restammo in silenzio, sperai che un giorno avrei potuto far avverare anche quel suo desiderio…

Il Jeremy cresciuto che avevo conosciuto a Volterra mi aveva detto che Sarah a 17 anni avrebbe sviluppato il suo potere, ossia quello di viaggiare nel tempo in prima persona o far viaggiare qualcun altro nel tempo. Magari lei avrebbe potuto aiutarmi, sarebbe stato possibile far incontrare nuovamente Jake con sua madre e anche con me. Tenni per me quei pensieri, non li comunicai a mio marito, se tutto questo un giorno fosse diventato possibile avrei fatto qualsiasi cosa pur di accontentarlo.

NOTE:

Buon pomeriggio a tutti!!!! Mi scuso subito per il fatto che il capitolo è corto, ma fa parte della sorpresa per l'anniversario e non potevo postare tutto insieme perchè sarebbe stato troppo lungo, quindi sono stata costretta a dividere i capitoli!

La serata dell'anniversario non poteva che concludersi con un po' di passione :P e con qualche riflessione di coppia. Jacob chiede esplicitamente a Renesmee di dirgli se in quei 20 anni d'amore le sia mancato qualcosa e lei ovviamente risponde di no, ha avuto tutto ciò che aveva sempre sognato. Lui invece le confessa il suo desiderio nascosto e irrealizzabile: far sì che Nessie potesse incontrare la madre di Jake, morta moltissimi anni prima. Ma Renesmee pensa che questo in realtà non sia un desiderio irrealizzabile per loro due, essere creature soprannaturali ha i suoi vantaggi...così come avere dei figli con poteri particolari...chissà se in futuro potrà far avverare il sogno di suo marito grazie a Sarah...

Vi ricordo che ormai mancano solo 2 capitoli alla fine della storia di Nessie e Jacob, dal capitolo 70 inizierà una terza parte di Sunlight's Ray, narrata da uno dei tre figli della coppia! Ricordate di RECENSIRE, vi aspetto martedì con un nuovo capitolo!

Vanessie

SUNLIGHT'S RAY PART 2 FANFICTION

Capitolo 68

“Un regalo insolito”

Eravamo a settembre, domani sarebbe stato il mio compleanno e in quel momento mi trovavo in cucina a preparare un fantastico pranzo della domenica. Non era una domenica come le altre, avrei riunito a tavola i miei 3 figli insieme a me e Jake. Le cose erano un po’ cambiate…

Erano passati due anni dal nostro ventesimo anniversario di matrimonio. Tra noi le cose andavano sempre alla grande e quel viaggio a Parigi mi aveva fatto capire di smetterla con le mie paranoie e gelosie verso mio marito. Lui mi amava come il primo giorno e non ci sarebbe mai stata nessuna in grado di portarlo via da me. Ovviamente questa consapevolezza ce l’aveva anche Jacob. Io ero sempre stata sua e lo sarei rimasta per l’eternità. Mio marito ormai aveva superato il dolore per la perdita del padre Billy, non era stato facile ma insieme ce l’avevamo fatta.

I nostri figli erano cresciuti ancora. Jessie aveva 21 anni, stava per cominciare a frequentare il terzo anno di college a Seattle e con lui c’erano anche il suo migliore amico David, la sua ragazza Katy e suo cugino maggiore Matt che era al quarto anno, ma comunque era lì pronto a dare una mano in caso di bisogno. Una piccola delegazione del branco quindi non era a La Push, bensì a Seattle. Tutti eravamo abbastanza tranquilli dato che in quella città c’erano ben tre licantropi, che in caso di emergenza non avrebbero avuto problemi contro eventuali vampiri nemici. Jessie spesso tornava a casa a farci visita, ma tuttavia non era stato semplice per me accettare di vederlo andare via. Per ogni madre i figli anche se crescono rimangono sempre dei bambini da accudire, un pensiero sciocco lo so, Jessie era grande e responsabile, ma alla fine ero riuscita a capire e ad abituarmici.

Jeremy aveva 15 anni, finiti gli ultimi giorni di vacanze estive avrebbe iniziato il secondo anno di liceo, mio Dio…era già un adolescente e come tutti i ragazzi di quell’età aveva fatto un evidente sviluppo fisico, assomigliando sempre più al Jeremy adulto che avevo incontrato a Volterra. Era diventato più alto e il suo corpo si stava preparando a trasformarsi in quello di un ragazzo. La sua voce era cambiata assumendo tante nuove sfumature che la facevano assomigliare a quella del padre. Fisicamente adesso sembrava il perfetto incrocio tra Jake e mio padre Edward. Alcune volte pettinato e vestito in un certo modo mi sembrava di vedere il lui mio marito, altre volte invece mi sembrava di vederci mio padre. Per il momento non era ancora diventato un lupo, speravo che tutto succedesse tra un po’ di anni. Aveva portato avanti la sua bella amicizia con Alex e sapevo che aveva anche già cominciato a frequentare le ragazze. In realtà me ne ritrovavo sempre una lunga schiera fuori dalla porta di casa…ci sarebbe proprio stato bisogno di un vigile urbano a controllarne il traffico. Ma non potevo certo biasimarle, Jeremy era davvero bellissimo. Con l’aiuto di nonna Bella e degli altri Cullen aveva sviluppato il suo potere, cioè lo scudo che sapeva creare intorno a chi toccava, proteggendolo dagli attacchi fisici e mentali degli avversari. Ne era felicissimo, aveva compreso che una dote come quella non lo avrebbe fatto sentire diverso dagli altri membri del branco al quale tra poco tempo sarebbe appartenuto, ma al contrario era una risorsa che tutti avrebbero apprezzato.

Sarah aveva 19 anni ed era pronta per il college. Era proprio diventata una bellissima ragazza, sempre più matura e aveva già sviluppato il suo potere. Proprio come mi aveva detto nel nostro incontro a Volterra il mio Jeremy cresciuto, Sarah aveva il potere di viaggiare nel tempo, sia tornando nel passato per modificare alcuni avvenimenti, sia andando nel futuro. Poteva anche decidere che il viaggio fosse compiuto da una persona diversa da lei. Era un potere straordinario, senza precedenti, almeno così diceva nonno Carlisle dopo i suoi numerosi studi. Anche lei aveva avuto bisogno di allenamento, ma adesso era totalmente in grado di gestire questa sua dote. Non era e non sarebbe diventata una ragazza-lupo, sarebbe stata un’immortale con un potere vampirico.

Continuava la sua relazione con Seth e ogni giorno diventavano sempre più uniti. Tra loro non c’era imprinting, bensì un sentimento totalmente umano ma altrettanto bello e profondo. Erano felici insieme e questo mi faceva piacere sia per mia figlia, sia per Seth, che da sempre avevo ritenuto un amico.

I Cullen ormai si erano organizzati con il branco e Forks era diventata la nuova Volterra. Erano loro i nuovi Volturi, gestivano le situazioni difficili aiutati anche di tanto in tanto dai vampiri che tantissimi anni prima si erano alleati con i Cullen per fare da testimoni. Ovviamente le cose erano cambiate, la mia famiglia non operava con le stesse modalità dei Volturi, cercavano sempre di fare del loro meglio e di affrontare le difficoltà con onestà e spirito di comprensione.

Sentii suonare il campanello di casa, Jessie doveva essere appena arrivato. Jeremy andò ad aprire seguito da Sarah e saltarono al collo del fratello non appena aprirono la porta. Non avevo avuto né fratelli né sorelle e invidiavo i miei figli. Anche se litigavano, tra loro tre c’era un legame speciale. Erano sempre pronti a proteggersi a vicenda, a spalleggiarsi ed ero sicura che per sempre sarebbero rimasti uniti. Insieme a Jake raggiunsi il salotto e salutammo nostro figlio. Anch’io lo abbracciai, mi era mancato come sempre accadeva. Ci facemmo raccontare le ultime novità sui suoi studi, sui suoi nuovi amici e su quello che faceva a Seattle, poi anche noi gli raccontammo le piccole novità di La Push. Finalmente eravamo tutti e cinque insieme. Trascorremmo la giornata in compagnia, la sera i miei figli uscirono con gli amici. La mattina dopo mi svegliai serena e rilassata. Jacob era già sceso al piano inferiore per preparare la colazione e poco dopo lo raggiunsi.

“Buon compleanno amore!” disse appena entrai in cucina. Lo ringraziai per gli auguri, lo baciai e lui mi diede un pacchetto regalo. Lo scartai, conteneva un paio di orecchini che indossai subito. Jacob sapeva sempre scegliere il regalo giusto per me. Poco dopo arrivarono anche i nostri figli, anche loro mi fecero gli auguri e tutti insieme facemmo colazione. Durante il resto della mattinata anche i Cullen e gli amici della Riserva mi telefonarono per gli auguri. Per festeggiare andammo noi cinque a pranzo in un ristorante di una cittadina vicina. “Mamma noi avremo un regalo per te” disse Jeremy “Ma no dai…avevamo detto niente regali!” ricordai ai miei figli e poi aggiunsi “Lo sapete che il regalo più bello per me è quello di trascorrere del tempo con tutti voi. E poi non mi va che spendiate dei soldi per queste sciocchezze”. Loro sorrisero, sapevano come la pensavo “Non preoccuparti mamma, non abbiamo speso dei soldi, abbiamo fatto tutto noi” disse Jessie porgendomi un pacchetto incartato con carta regalo rosa. Lo aprii e quasi mi commossi trovandoci dentro un album con tutte le loro foto da quando erano neonati fino ad allora. Li ringraziai uno per uno, erano stati davvero carini!!! “Però mamma ci sarebbe anche una seconda parte del regalo, sempre a costo zero” aggiunse Sarah. “Beh l’album era più che sufficiente” risposi. Mi dissero tuttavia che per ricevere la seconda parte del regalo saremmo dovuti tornare a casa. Lasciammo il ristorante e ci avviammo in macchina. Durante il viaggio mi chiedevo proprio in cosa consistesse questa parte del regalo. Entrammo in casa, mi fecero sedere sul divano e cominciarono a spiegarmi.

“Vedi mamma abbiamo pensato che sarebbe stato bello ricordarti alcuni momenti felici che hai vissuto con noi e per questo abbiamo ideato l’album di foto, ma volevamo anche fare dell’altro” disse Jessie “Sì, abbiamo pensato infatti di farti rivivere quei momenti sul serio, usando il mio potere” disse Sarah “Vogliamo anche farti vedere qualcosina del futuro mamma” precisò Jeremy. Ero stupita, Sarah non aveva mai usato prima il suo potere su di me, l’aveva già fatto su Jacob e io ne ero sempre stata incuriosita. Ero felice! Quale altra madre avrebbe mai potuto rivedere i suoi figli piccoli? E poi vederli anche se brevemente in un momento del loro futuro? Beh certo, io non ero una madre normale come tutte le altre e anche i miei 3 figli non erano come gli altri comuni mortali. Accettai volentieri. Jeremy disse che tutti e tre insieme a Jake avevano scelto i momenti del passato da farmi rivedere e poi sarei andata nel futuro, avrei visto alcuni eventi che sarebbero accaduti tra una decina di anni. Jessie mi chiese se volevo affrontare quel viaggio temporale da sola o se invece volevo portare qualcuno con me. Ci pensai brevemente e scelsi di andare con Jacob. Lui meritava di ricordare i bei momenti insieme a me e di scoprirne anche alcuni del futuro. Inoltre aveva già viaggiato nel tempo e con lui mi sarei sentita più al sicuro. “Ok, ora sedetevi vicini sul divano e rilassatevi chiudendo gli occhi” disse Sarah. Nel giro di pochi secondi mi trovai per mano a Jacob nella nostra casa, ma non aveva l’aspetto attuale, eravamo tornati indietro nel tempo. Vidi i miei tre bambini piccoli giocare nel giardino di casa, poi risentii l’emozione di quando impararono a scrivere e leggere, ripercorsi pian piano tutti gli anni che erano trascorsi dalla loro nascita fino ad allora. Li vidi crescere, cambiare esigenze, fare le prime amicizie, innamorarsi, maturare. Poi rividi quel pranzo al ristorante che avevamo fatto e lentamente una luce gialla ci avvolse. Jake mi disse di non avere paura, adesso saremo andati nel futuro. Il cuore mi batteva all’impazzata. Non sapevo cosa avrei visto, se mi sarebbe piaciuto, se avrei scoperto qualcosa di brutto…anche Sarah stessa non sapeva cosa avrei visto nel futuro. Ma ero curiosa, strinsi ancor di più la mano di Jacob e mi lasciai andare.  

NOTE:

Ciao a tutte ;)salto temporale, che ci ha portate dal viaggio a Parigi a due anni dopo. Jessie, Sarah e Jeremy sono cresciuti, raggiungendo rispettivamente l'età di 21, 19 e 15 anni. Jessie ormai frequenta il college e anche Sarah è in procinto di lasciare la casa dei suoi genitori per l'università. Dato che si sta festeggiando il compleanno di Renesmee, i suoi tre figli pensano di farle un regalo davvero speciale e unico nel suo genere! Sarah infatti ha ormai sviluppato il suo potere di viaggiare nel tempo e quindi di comune accordo anche con Jacob, decidono di regalare alla loro madre proprio un viaggio temporale. In questo capitolo la rimandano nel passato, facendole rivivere momenti bellissimi della loro infanzia, nel prossimo capitolo invece andà nel futuro e.....vedremo cosa la attende!!!! Curiose??? Dovrete aspettare fino a venerdì per scoprirlo :P intanto fatemi sapere con una recensione cosa pensate che Nessie vedrà nel futuro!

A presto,

Vanessie

P.S: Vi ricordo che il prossimo sarà l'ultimo capitolo dedicato alla storia di Renesmee e Jacob!!!!!! Dal cap.70 inizierà la terza parte della storia narrata da un nuovo protagonista!

SUNLIGHT'S RAY PART 2 FANFICTION


 

Capitolo 69

“Istanti del nostro futuro”

Mi ritrovai per mano a Jacob nella nostra camera. Eravamo nel futuro, erano di colpo trascorsi 10/15 anni e infatti la camera era diversa, alcuni mobili erano cambiati, le foto attaccate alle pareti si erano arricchite, gli oggetti e i vestiti erano differenti. Guardai Jacob con il cuore palpitante e percepii nel suo sguardo le mie stesse emozioni. Alcune voci provenivano dal piano inferiore e catturavano la nostra attenzione, voci familiari e altre che non conoscevamo. Entrambi eravamo presi dal desiderio di scendere giù e controllare con i nostri occhi, ma allo stesso tempo la curiosità lasciava spazio anche al timore. Chissà quale parte del nostro futuro avremo visto e scoperto! Ci convincemmo ad aprire la porta della camera e raggiungemmo la soglia delle scale. “Ho paura” dissi a mio marito “Di cosa?” mi chiese “Di vedere qualcosa di brutto” “Ness non ci sarà nulla di brutto vedrai…abbiamo sempre costruito la nostra vita con amore e non credo che troveremo niente di sconvolgente” affermò con voce calma e sicura. Il suo ottimismo come sempre fu capace di coinvolgermi e mi sentii più tranquilla. Scendemmo le scale e raggiungemmo il salotto. C’erano due bambini maschi che giocavano e poi un ragazzo e una ragazza seduti sul divano che li osservavano con amore. Ci avvicinammo e immediatamente diedi un nome ai due ragazzi: Jessie e Katy. “Nonno, allora andiamo in spiaggia?” sentii dire dalla voce di uno dei bambini che corse verso Jacob. Subito dopo anche l’altro bambino si avvicinò e allungò le sue piccole braccia verso di me come per farsi prendere in braccio “Nonna mi fai vedere i paesaggi con il tuo potere?” disse rivolgendosi a me. Quei due bellissimi angioletti erano i figli di Katy e Jessie. Avevano all’incirca sette e cinque anni. Posai lo sguardo sul mio bellissimo figlio Jessie, il suo aspetto era identico a quello che aveva attualmente nel presente, ma qualcosa in lui era cambiato. Lo sguardo era adesso più apprensivo e allo stesso tempo più dolce, di sicuro era stata la paternità a modificarlo. Prese a parlare con Jake dicendo “Papà ho fatto io l’ultima ronda con Thomas e ho anche già comunicato tutte le nostre decisioni al branco” “Grazie Jessie” rispose mio marito anche se di sicuro non sapeva a cosa si stesse riferendo nostro figlio. “Vuoi che faccia qualcos’altro papà?” “No…fai già abbastanza” rispose Jake “Beh, è il mio compito di beta” rispose Jessie. Io e Jacob ci guardammo, anche senza bisogno di parole avevamo capito tutto. Jake negli anni futuri avrebbe dato a Jessie il ruolo di secondo in comando nel branco, l’incarico di beta, che nel presente spettava a Leah. Certo, Jessie era nostro figlio, l’erede dell’alfa, chissà perché Leah aveva rinunciato. Non chiedemmo nient’altro a Jessie, non potevamo sapere troppo sul futuro. Mi bastò vederlo felice insieme a sua moglie Katy e ai loro due figli, non avevamo bisogno di sapere altro. Sentimmo altre voci avvicinarsi alla porta di casa, con il cuore in fibrillazione attendemmo che la porta si aprisse per conoscere altri particolari che avrebbero coinvolto noi e la nostra famiglia negli anni a venire.

Seth entrò nel nostro salotto con in braccio una bellissima bambina che era la sua esatta fotocopia. La piccola aveva circa quattro anni e se ne stava avvinghiata al collo di Seth, suo padre. Dietro di loro spuntò Sarah, la mia meravigliosa bambina che ormai era una donna, tra le sue braccia un piccolo fagottino dormiva beato, era un maschietto a giudicare dalla tutina blu che indossava e all’incirca doveva avere 9/10 mesi. Quindi avevamo altri due nipotini! Sarah era esattamente identica, non era cambiato il suo aspetto, ma la maturità e la dolcezza dei suoi occhi erano esattamente quelli tipici di tutte le madri del mondo. Seth si avvicinò a Jake e gli sorrise porgendogli la bambina che aveva in braccio dicendo “Ecco qua, era triste perché voleva stare con nonno Jacob”. Mio marito la prese con delicatezza e mi diede l’ennesima conferma della sua tenerezza. Era strano pensare a lui in versione nonno, ma non avevo alcun dubbio sul fatto che gli sarebbe riuscito benissimo. “Papy ho fatto la riunione con i Cullen e ho riportato tutte le novità al branco” disse Sarah “Bene, che novità ci sono?” chiese Jake “Niente di particolare, solo le solite informazioni che i Cullen prendono come nuovi capi del mondo dei vampiri e che il branco deve conoscere” rispose lei. Dunque anche a Sarah era stato dato un incarico. Era la tramite tra i Cullen e il branco, chi meglio di lei poteva farlo? Era una mezzosangue con l’eredità genetica dei Cullen e anche con l’eredità genetica dei lupi, dato che nonostante non fosse una ragazza-lupo, era pur sempre la figlia del capo alfa dei licantropi, la sorella di due membri del branco e la moglie di un altro componente dei lupi.

Ancora qualcun altro stava arrivando a casa nostra. Il rumore di un auto che aveva appena spento il motore ne era la testimonianza. Non sapevo cosa pensare, ma sperai che si trattasse del nostro ultimogenito, Jeremy, così la famiglia sarebbe stata davvero al completo. La porta si aprì lentamente.

Non avevo sbagliato, era il mio splendido figlio Jeremy insieme a una ragazza che lo teneva per mano. Jeremy aveva completato il suo processo di crescita ed aveva l’aspetto che avevo conosciuto anni prima a Volterra. Portava al collo la collana dei membri del Consiglio degli Anziani, era la prova che Jacob negli anni futuri aveva ceduto a lui quell’incarico. La ragazza era affascinante e bellissima, aveva capelli castano-biondi lunghi e lisci, occhi castani e subito ricordai ciò che anni prima a Volterra mi aveva rivelato Jeremy: aveva una ragazza…anzi era sua moglie. Si chiamava Allison, figlia di qualcuno che era giunto a Forks di cui però non ci aveva svelato l’identità. Non ci misi molto a notare che la ragazza aveva la fede al dito e che sotto l’abito largo di colore blu aveva la pancia pronunciata, era incinta. “Abbiamo ufficialmente scelto i nomi dei bambini” disse felice Jeremy “Dei bambini?” domandò perplesso Jacob “Sì dei gemelli” precisò nostro figlio “Per il maschio eravamo già sicuri da tempo, ma l’indecisione era per la femmina, però abbiamo trovato una soluzione perfetta” concluse Jeremy. Che bello! Quindi presto saremo stati nonni ancora una volta. Sei nipotini, wow! Non potevamo che essere più contenti, anche Jeremy e Allison stavano bene e fra non molto avrebbero avuto la gioia più grande della vita, ossia quella di diventare genitori.

Jessie, Sarah, Jeremy e tutti i componenti delle loro famiglie ci salutarono, dicendoci che ci avrebbero aspettato in spiaggia per il falò della riunione del Consiglio degli Anziani. Sia io che Jake ci avvicinammo ad ognuno di loro, li abbracciammo e li baciammo. Restammo soli in casa, non dicemmo nemmeno una parola, limitandoci a sederci sul divano abbracciati. Avevamo visto alcuni istanti del nostro futuro e la mia iniziale paura si era rivelata del tutto ingiustificata. Come aveva detto Jake, niente di brutto poteva essere scaturito da tutto ciò che insieme avevamo creato. L’amore era stato alla base di ogni singola azione con la quale avevamo creato e cresciuto la nostra famiglia. I nostri tre bambini, ormai diventati adulti, ne erano la prova. Ben presto fasci di luce avvolsero i nostri corpi ancora avvinghiati, Sarah ci stava ripotando nel nostro tempo, il presente. Chiusi gli occhi e mi abbandonai per farmi avvolgere completamente. Quando riaprii gli occhi tutto era già finito. Eravamo seduti sul divano di casa, esattamente nella stessa posizione in cui io e Jake ci eravamo messi prima che Sarah ci portasse nel passato e poi nel futuro. I nostri tre figli ci guardavano curiosi, non erano più gli adulti che avevo visto fino a pochi istanti prima, erano i miei ragazzi di 21, 19 e 15 anni, ancora ignari del futuro che presto li avrebbe attesi. Né io né Jake avremo mai rivelato loro ciò che avevamo visto, era giusto che potessero scoprire tutto al momento opportuno, senza fretta. La vita è meravigliosa proprio perché riesce sempre a stupirti e non avrei mai privato i miei tre figli della facoltà di meravigliarsi e sorprendersi per i doni che la vita avrebbe saputo offrirgli.

Mi alzai dal divano, li abbracciai tutti uno ad uno, poi con voce commossa “Grazie, è stato il regalo di compleanno più bello della mia esistenza!” esclamai. Ma i regali non erano finiti. I miei tre figli avevano deciso di suonarci e cantarci una canzone, solo per me e Jacob. Jessie si sistemò alla chitarra, Sarah avrebbe cantato e Jeremy avrebbe suonato il pianoforte e aiutato Sarah a cantare. Ero stupita per quest’ultima sorpresa e anche per il fatto che Jeremy avesse deciso non solo di suonare il pianoforte, ma anche di cantare, sapevo bene che era timido nel cantare davanti agli altri, anche se non ne aveva affatto motivo, visto che aveva una voce favolosa, musicalmente era il più completo dei miei tre figli. Quando cominciarono non sapevo se sorridere o piangere per la gioia. Non solo erano tutti e tre bravissimi nell’esecuzione del pezzo, ma avevano scelto ‘A thousand years’ di Christina Perri e Steve Kazee (potete ascoltare la versione dei fratelli Black qui http://www.youtube.com/watch?v=9RbcR_KSRB8). Jacob mi porse la mano per invitarmi a ballare con lui un lento, sulle note di quella stupenda canzone. Era stato il compleanno più bello della mia vita…forse…o forse no…l’eternità mi avrebbe riservato chissà quali altre sorprese belle e brutte. Ma non avevo nessun timore di affrontarle insieme a Jake e ai nostri tre figli. Avevo una famiglia tutta mia, creata con l’amore della mia vita e con loro ero sicura che tutto sarebbe sempre andato per il meglio.

NOTE:

Ciao a tutte!!!!! Ecco a voi l'ultimo capitolo della fanfiction...o meglio l'ultimo capitolo della storia narrato dal punto di vista di Renesmee. Come molte di voi avevano previsto nelle recensioni al precedente capitolo, nel futuro Nessie e Jacob vedono i loro figli e i loro nipoti! Certo, è solo una fetta del loro futuro, molti altri dettagli li troverete da ora in poi, in quella che sarà una specie di terza parte di Sunlight's Ray, narrata dal prossimo capitolo da uno dei figli.

Ho voluto inserire alla fine un piccolo elemento che ci fa ricordare gli attimi finali della Saga della Meyer, ossia la canzone "A thousand years part 2" cantata e suonata da Jessie, Sarah e Jeremy. Ecco di nuovo il link per riascoltarla, se non l'avete già fatto prima mentre leggevate!

http://www.youtube.com/watch?v=9RbcR_KSRB8

Che dire??? Vi ringrazio enormemente per avermi seguita con affetto fino a questo punto, per avermi inserita tra le autrici preferite, o nelle storie seguite, ricordate e preferite! Ringrazio coloro che hanno già deciso di proseguire a leggere anche questa nuova parte della storia, che comincerà la prossima settimana, ma ringrazio ugualmente anche coloro che invece decideranno di fermarsi qui!!!! Spero di avervi fatto compagnia in tutti questi mesi <3

Mi auguro che in questo capitolo mi lasciate una RECENSIONE, soprattutto chi non l'ha mai fatto, credo sia il punto di svolta della fanfiction quindi....a voi la parola!
Vi aspetto martedì, puntuale come sempre, per il cap.70 in cui scoprirete chi sarà il nuovo protagonista ^_^

Vanessie

P.S: Buona festa dell'Immacolata, anche se in anticipo :P

Capitolo 70

“Il valore dell’amicizia”

SUNLIGHT'S RAY FANFICTION PART 3

Capitolo 71

“Pazza gioia”

POV Jeremy

Uscii in fretta da casa e presi la moto per andare a scuola. Ero in ritardo, cavolo! Mancavano due mesi al mio diciassettesimo compleanno e stavo frequentando il terzo anno di liceo. Ancora non avevo avuto la prima trasformazione in lupo, ma fisicamente ero parecchio cambiato: più alto, più muscoloso, più forte. Anche il viso non era più lo stesso di prima e sapevo che mancava poco al grande evento. Varcai la soglia della scuola e feci una corsa fino al mio armadietto per prendere i libri necessari alla lezione di musica. Mi catapultai in classe “Buongiorno” dissi al professor Whitty e mi misi seduto accanto ad Alex e agli altri amici. Era giorno di interrogazione. Non ero affatto un secchione come mia sorella e mio fratello, ma adoravo chimica, matematica e soprattutto musica, visto che studiavo pianoforte con nonno Edward da quando avevo 6 anni. Il professore cominciò a dire “Allora…vediamo, oggi interrogo…” mentre con il dito indice andava su e giù lungo la lista degli studenti, per scegliere sadicamente le sue vittime sacrificali. Per me musica non era un problema, ma il resto dei miei compagni non la pensava così. Lui non ci chiedeva nulla di difficile, il punto era che loro non studiavano e quindi… “Alex Ateara” disse il professore. Guardai il mio migliore amico seduto accanto a me e capii dalla sua espressione che non era affatto preparato. “Cosa sono le alterazioni?” gli domandò “Le alterazioni…sono…” iniziò a rispondere. Per aiutarlo disegnai sul mio quaderno due simboli e Alex colse il mio aiutino “Sono tipo il diesis e il bemolle” disse “Ce ne sono anche altre, ma visto che le hai citate dimmi a cosa servono” proseguì Whitty. “A cosa servono? Mmm…a leggere le note?” chiese incerto “Vediamo…Sullivan prosegui tu” disse ad un altro allievo “A riempire il pentagramma?” rispose quello ironicamente e tutti scoppiarono a ridere. Whitty si arrabbiò di brutto “Cosa??? Stai scherzando? Possibile che qui nessuno studi? Siete troppo impegnati a giocare con i videogiochi per caso? Ma io dico…la musica è tutto, è arte, è passione, ha una storia millenaria e voi con le vostre battute la state riducendo ad un gioco infantile. Ma come la conquistate una ragazza eh?! Giovani d’oggi!” esclamò tutto infervorato. Aveva ragione, i miei compagni si erano comportati da idioti. Stavano sempre a lamentarsi dicendo che Whitty era un bastardo, ma se solo paragonavo lui al mio vero maestro di musica, ossia nonno Edward, mi scappava da ridere. Edward era molto più severo e per un momento provai ad immaginarmelo in classe. “Black, ti prego almeno tu, rispondi correttamente e salvami da un infarto certo” mi disse il professore, sapendo che avrebbe ricevuto la risposta giusta da me. “Le alterazioni sono simboli posti accanto alle note. Indicano che quelle note hanno una diversa tonalità. C’è il bemolle, il diesis, il bequadro, il doppio bemolle e il doppio diesis” “Finalmente! Qualcuno studia! Ora vieni alla lavagna. Disegna il pentagramma e io ti detto chiavi, note musicali, alterazioni” “Va bene” mi alzai e feci esattamente ciò che mi aveva chiesto. Quando l’interrogazione finì lui disse “Ottimo Black. Ti meriti un bel 10” la lezione terminò.

Uscii nei corridoi con Alex e ci dirigemmo alla successiva lezione. “Fai schifo Jeremy” “Perché scusa Alex?” “Sei un secchione” “Non è vero e lo sai” “Hai appena preso 10” “Erano cose semplicissime” risposi sorridendo. “Ok, lasciamo perdere. Stasera usciamo?” “Ehm…Alex non posso. Stasera vado a Port Angeles con Timothy” ammisi. Alex infatti era fidanzato con Julia da un bel po’ e ogni tanto mi piaceva uscire con loro e gli altri, ma altre volte preferivo andare con Timothy o altri ragazzi a fare cavolate o a conoscere ragazze. Timothy era il figlio minore di Kim e Jared, lo conoscevo da una vita, ma in realtà avevamo fatto davvero amicizia soltanto alle medie. “Ahhh già. Oggi Timothy esce con quella…come si chiama? Ah sì, Lisa dagli occhi blu e tu hai la sua amica bionda da spupazzarti” disse, facendomi ridere. “E se è un cesso?” mi domandò “No, è carina, l’ho vista su facebook” “Serata interessante allora?” “Vedremo” affermai “Bastardi tutti e due. Ve la spassate troppo!” esclamò. La nostra giornata scolastica proseguì. Tornai a casa e mi preparai per la serata. Feci una doccia e scelsi qualcosa di carino da mettermi. Timothy venne a prendermi in auto all’ora stabilita e insieme andammo a Port Angeles. Là trovammo Lisa dagli occhi blu, come piaceva chiamarla a noi. Era insieme ad altre tre amiche. Lisa e Tim si baciarono, si frequentavano da tre settimane infatti. Lisa ci presentò le sue amiche “Ciao sono Jessica” mi disse la ragazza bionda di cui Tim mi aveva parlato “Piacere io sono Jeremy” “Finalmente ci conosciamo!” esclamò. Sorrisi, sapevo che lei aveva insistito parecchio con Timothy per fare in modo che io e lei ci incontrassimo. Mi aveva visto in foto su facebook, tra gli amici di Tim e…ok, era carina, per una sera si poteva fare. Non cercavo una ragazza fissa, volevo solo divertirmi, almeno fino a quando non mi sarei innamorato. Entrammo tutti in un pub e poco dopo gli altri si dileguarono lasciandomi solo con Jessica. “Prendiamo da bere?” le proposi, lei accettò, così ci sedemmo sugli sgabelli del bar e ordinammo. Aveva un vestito nero cortissimo e da seduti era ancora più corto. Mi faceva fare certi pensieri molto poco educati. “Anche tu di La Push come Timothy?” mi chiese “Sì, perché?” “Beh merita davvero farci un giro, se ci sono tutti ragazzi belli come voi” disse ed io sorrisi. “Sei più bello dal vivo che in foto Jeremy” “Grazie” risposi quasi imbarazzato. Non mi sentivo affatto bello, nemmeno un cesso, diciamo un ragazzo nella media. “Sei imbarazzato? Non credo di essere la prima che ti dice che sei un bel ragazzo” affermò “Io…non sono uno che guarda molto all’aspetto fisico” risposi “Dio…hai anche un sorriso fantastico!” “Ok, basta complimenti adesso” conclusi. Certo che mi faceva piacere sentire che mi trovava carino, ma non mi piaceva essere troppo adulato. “Hai ragione basta. Ma mi piaci…parecchio” ammise. Sapevo di interessarle, l’avevo capito dall’insistenza di Timothy che mi aveva tartassato perché lo accompagnassi quella sera, tuttavia non credevo che Jessica fosse tanto diretta. Anche lei era carina, mi sarebbe piaciuto combinarci qualcosa, ma non ero tanto stronzo da prenderla in giro facendola illudere. Non volevo una fidanzata. “Anche tu sei molto carina Jessica ma…sono sincero, non cerco una storia” “Lo so” “Non vorrei che tu poi pensassi che io” “Non voglio mica sposarti! Tranquillo!” “Sicura?” domandai e lei annuì sorridendo. Mi avvicinai a lei e ne respirai il profumo a pochi centimetri dalla sua pelle. Ma sì…voleva solo divertirsi e anch’io lo volevo.

La baciai. Da quando tra me e Ashley era finita, ormai da un anno, andavo avanti passando da una ragazza all’altra. Non volevo storie serie, papà mi diceva sempre “Jeremy non darti troppo alla pazza gioia” e aveva ragione, lo facevo di continuo. Ogni cosa però ha i suoi lati negativi. Ogni volta che baciavo una ragazza provavo belle sensazioni fisiche, ma non mentali, non ero innamorato e forse non lo sarei stato mai più. Un po’ mi mancava sentire le farfalle nello stomaco. Beh per il momento avevo quasi 17 anni e andava bene così. Quando i nostri baci finirono lei esclamò “Cavolo, baci anche bene!” sorrisi. Finimmo le nostre bevute “Ti va di uscire un attimo Jeremy?” “Ok” risposi. Fantastico, voleva altro oltre ai baci. Uscimmo dal locale e lasciamo perdere quello che successe…non andammo a letto insieme, ma quasi. Quando la serata finì, tornai con Timothy in auto, diretti a La Push. Nel tragitto parlammo. “Allora com’è andata la serata?” mi domandò “Bene” “Bene o bene bene?” “Bene bene” ammisi. “La rivedrai?” “Non credo” “Mmm, comunque Jeremy lasciatelo dire, hai un culo sfacciato” “Perché?” “Perché non fai mai nulla per conquistare una ragazza e ti cadono tutte ai piedi!” disse facendomi scoppiare a ridere. Aveva ragione, non avevo mai dovuto corteggiare una ragazza, erano sempre loro a farmi capire che gli piacevo, che volevano essere baciate o che volevano fare di più. Ma del resto non c’era mai stata nessuna che mi avesse davvero fatto perdere la testa. “Tim io…non è che mi ci fidanzo” “Questo lo so, però le cose stanno così. Hai un gran culo!” “Non direi, insomma…non sembrano anche a te sempre tutte troppo facili? Cioè, ne conosci qualcuna con dei valori eccetto le nostre tre amiche?” “A dire il vero no” “Nemmeno io. Sembrano tutte così eccitate, quasi più di noi ragazzi” “Infatti, sembra sempre che vogliano saltarci addosso! Ma anche se sono soltanto avventure non importa…per te è tutto troppo semplice!” esclamò. Restammo in silenzio poi gli chiesi “Timothy…vorresti innamorarti seriamente?” “Sì e tu?” “Non lo so. Da una parte sì. Vorrei avere un bel rapporto come quello di Alex e Julia ma dall’altre parte…mi spaventa un po’…” confessai. “Ti passerà la paura quando troverai quella giusta che non ti cadrà ai piedi. Quella con la quale dovrai faticare per uscire, per baciare” disse “Staremo a vedere…” “Cambiamo discorso. Mia mamma rompe le palle con l’orario di rientro a casa” affermò “Anche la mia in effetti” risposi. “Beh Renesmee la posso capire. Jessie e Sarah alla nostra età erano obbedienti e responsabili, tu non lo sei per nulla” “Ohhhh grazie Tim, non mi aspettavo tutti questi complimenti” “Prego. Comunque avere dei genitori eternamente giovani come Nessie e Jacob deve essere una figata” “Ah sì?! Tu credi?” “Sì” “Timothy…non lo so. Da un lato sì, sembra sempre che ti possano capire meglio dato il loro aspetto da coetanei, ma…beh non è bello quando vado in giro con mia mamma e i ragazzi della mia età le fanno i complimenti e le dicono ogni genere di idiozia. Mio padre e mia madre sono sempre adolescenti nell’aspetto fisico e questo ha due conseguenze negative. La prima è che sembrano giovani, ma rompono le palle esattamente come i genitori più vecchi. La seconda conseguenza negativa è che…essendo giovani nel fisico…flirtano sempre come due ragazzini ed è bello vederli innamorati, però certe volte…è un po’ fastidioso, tipo quando li becco a baciarsi in quel modo o quando si fanno le loro battute reciproche, credendo forse che io sia ancora un bambino piccolo che non capisce certe allusioni” dissi con un sorriso. “Sì forse hai ragione, ma l’idea di avere un padre e una madre come i tuoi mi è sempre piaciuta” disse. Quando arrivammo davanti a casa mia, lo salutai e entrai. Trovai mio padre in salotto davanti alla tv. Mi stava aspettando. “Ciao papà” “Alla buon’ora!” disse controllando il suo orologio da polso. Erano le 2.00. Papà mi seguì in cucina, dove ero andato a prendere un bicchiere d’acqua e come sempre mi si avvicinò annusandomi. “Almeno non hai fumato e non hai bevuto troppo” disse. Era fissato. Ogni volta che tornavo a casa mi controllava. Aveva paura che io mi ubriacassi anche se non era mai successo, o che fumassi, ma da quella prima volta in cui ci avevo provato, non era più accaduto. “Sento odore di ragazze!” “Adesso è vietato anche quello, papà?” “Certo che no” “Meno male” risposi divertito. “La rivedrai?” “No” “Ancora solo pazza gioia?” “Sì, pazza gioia” confessai. Lui sorrise e mi scompigliò i capelli “Buonanotte Jerry” “Buonanotte papà” dissi prima di salire in camera mia.

NOTE:

Buon pomeriggio a tutte voi ;) prima di tutto GRAZIE MILLE!!! Il numero dei lettori del precedente capitolo è quasi pari al numero dei lettori soliti della mia fanfcition, questo significa che tutti voi avete deciso di continuare a seguirmi anche nella terza parte della storia! Dalle recensioni che ho ricevuto ho potuto constatare che avete apprezzato la scelta di Jeremy come protagonista e ho anche letto che non vedete l'ora di conoscere Allison. Beh, prometto che nel prossimo capitolo la troverete :P ancora qualche giorno di attesa!

Nel capitolo che avete appena letto ho preferito descrivervi meglio il carattere di Jeremy, le sue passioni, le sue amicizie e anche la sua attuale poca voglia di avere una ragazza fissa, nel parlare con il suo amico Timothy confessa infatti di aver voglia di innamorarsi davvero, ma anche di essere spaventato dalla profondità di quel sentimento, che Jeremy conosce ancora poco. Inoltre non dimentichiamo che è rimasto scottato dalla delusione ricevuta dalla sua prima ragazza, Ashley. Jeremy è uno a cui piace divertirsi parecchio sia con i suoi amici, che con le ragazze...ma spero di aver passato il messaggio che lui non è un tipo presuntuoso che si crede chissà chi o che se la tira, lui stesso afferma che non si sente un bel ragazzo, ma uno nella media e il suo comportamento da "rubacuori" è comunque accompagnato dalla sua sincerità (è lui stesso a dire a Jessica che non vuole una storia e che non vuole prenderla in giro). Continuerà a comportarsi così o cambierà con il trascorrere del tempo? Vedremo che cosa accadrà!!!! Come sempre vi invito a lasciarmi una recensione, per un'autrice è importante sapere cosa ne pensate! E vi aspetto anche sulla mia pagina facebook: Taylor Lautner my sweet love.

A martedì

Vanessie

P.S: Nella foto vedete finalmente "l'attore" che interpreta Jeremy, ossia Wade Poezyn.

SUNLIGHT'S RAY PART 3 FANFICTION

Capitolo 72

“Nuovo incontro”

POV Jeremy

Negli ultimi quattro mesi erano successe tantissime cose. Avevo compiuto 17 anni e avevo subito la prima mutazione in lupo, per fortuna era successo una sera in cui ero uscito con mio fratello Jessie e i miei cugini Matt e Thomas. Il mio sviluppo fisico che era accelerato parecchio si era arrestato, questo era l’aspetto che avrei mantenuto per l’eternità. Mio fratello poi era ripartito per il college e cominciai il mio addestramento da licantropo insieme a mio padre e a Seth. Mi potevo ritenere abbastanza soddisfatto, avevo fatto molti progressi e il mio potere da vampiro era utilissimo anche in forma di lupo. Frequentavo il terzo anno di liceo e avevo tantissimi amici, non solo della Riserva ma anche altri compagni di scuola. Ero sempre stato un tipo compagnone e mi piaceva moltissimo uscire con gli amici e divertirmi. I miei genitori erano un po’ preoccupati, soprattutto quando facevo tardi la sera, ma del resto anche i genitori dei miei coetanei facevano lo stesso. Diciamo che tra i tre figli di Renesmee e Jacob ero il più indisciplinato, ma non lo facevo di proposito, era il mio carattere. Mia madre diceva sempre che ero un ironico ribelle, un misto tra zio Emmett e mio padre Jacob. Quel giorno stavo girando per i corridoi della scuola insieme al mio migliore amico di sempre, Alex. Stavamo raggiungendo la classe di biologia per assistere alla lezione. Entrammo e una volta salutati i compagni di corso, Alex andò a sedersi accanto a Julia, la sua ragazza. Mi misi ai banchi alla loro sinistra, il posto accanto a me era vuoto. Al contrario di Alex non avevo la ragazza…o meglio, non ce n’era una fissa e alcune volte non ce n’era soltanto una, uscivo anche con più ragazze contemporaneamente. Sì beh, poco carino, ma volevo divertirmi, non c’era ancora stata una persona in grado di farmi davvero innamorare. Dovevo ammettere di aver sempre avuto un certo successo con le ragazze, soprattutto perché tutte mi dicevano che ero simpatico e poi avere i geni e l’aspetto fisico di mio padre sicuramente aiutava.

Mi guardai intorno e intravidi gli sguardi maliziosi di alcune compagne di corso rivolti a me, parlavano sottovoce coprendosi la bocca con una mano per non far leggere il labiale e sghignazzavano. Poi una voce femminile si rivolse a me “Scusa posso sedermi qui?” mi voltai e trovai in piedi accanto al banco vuoto di fianco a me, una ragazza con i capelli lunghi e lisci di colore castano-biondo e gli occhi castani. Era di altezza media, magra, con un fisico atletico e mi fissava aspettando la mia risposta. “Certo, siediti pure” le dissi, quindi lei si sistemò a sedere, dispose il libro di biologia e un quaderno per gli appunti sul banco, prese la penna e con bella calligrafia scrisse sulla prima pagina:

CORSO DI BIOLOGIA prof. Altman

“Sei nuova?” le chiesi, dato che quella era la prima volta in cui la vedevo. Nella scuola di La Push ci conoscevamo tutti almeno di vista e poi mi sarei sicuramente ricordato di una ragazza tanto bella e allo stesso tempo attraente. “Sì, mi sono trasferita a Forks da una settimana, ma al liceo di Forks non c’era posto e quindi sono venuta qui” rispose con una voce armoniosa e angelica. Notai il suo accento inglese particolare. Non era accento americano, non sapevo da dove venisse ma il suo modo di parlare era molto sexy. Le sorrisi e mi presentai “Piacere sono Jeremy Black” “Piacere mio, mi chiamo Allison Miller” rispose. “Da dove vieni?” “Dal Canada” “Wow, fantastico” “Ci sei mai stato?” “No ma mi piacerebbe” risposi. La lezione cominciò ma non potei far altro che distrarmi continuamente ad osservare la mia compagna di banco cercando di non farmi vedere da lei. Aveva un odore buonissimo, i capelli le profumavano di shampoo all’albicocca e potevo anche sentire il profumo della sua pelle con il mio olfatto sviluppato. Era un profumo buonissimo che mi attirava inconsapevolmente, anche se aveva delle note che potevo ricondurre all’odore dei lupi. La lezione finì e la campanella suonò. Allison si alzò e anch’io feci lo stesso “Potresti dirmi dov’è la mensa della scuola?” mi chiese “Al piano terra, in fondo al corridoio. Vuoi che ti accompagni?” “Sei molto gentile Jeremy, ma non importa” rispose sorridendo. Il suo volto sorridente era ancora più bello “Come preferisci” “Ci vediamo” mi disse “Ok” risposi. Uscì dalla classe ed io restai con Alex, ci incamminammo alla mensa e lì ci sedemmo al nostro solito tavolo con altri amici.

Vidi Allison mangiare da sola ad un tavolo, alcuni ragazzi tentavano di avvicinarla e invitarla a sedersi con loro, ma lei rifiutava. “Jeremyyyyyy sei con noi?” mi chiese Alex “Sì, scusate” risposi riprendendomi dai miei pensieri “Che c’è? Ti sei imbambolato con quella nuova?” “No Alex ma che dici?!” “Mmmm…ti conosco troppo bene, che c’è? Ti piace?” “Beh lei è…carina” risposi cercando di non dare a vedere il mio interesse per quella ragazza, anche se ero seriamente curioso di conoscerla meglio. “Carina?!?!? Vorrai dire bellissima! Perché non vai lì al suo tavolo?” “Nooo figurati. Non vorrei che credesse che sono interessato, perché non è così Alex” “Ceeeerto come no. Facciamo finta che a te non interessi, anche se sappiamo entrambi che non è vero” “Non mi interessa, lo sai…non cerco una ragazza” “Oh sì lo so, magari questa volta è diverso, perché altrimenti non vai lì a parlarle?!” “Vuoi che ci vada?” domandai al mio migliore amico con aria di sfida. In realtà lui aveva ragione, lei mi piaceva eccome, ma non mi andava che gli altri lo sapessero. “Ok, vado a parlarle” dissi. Mi alzai e raggiunsi il suo tavolo. Aveva finito di mangiare e stava scrivendo qualcosa su una specie di agenda. “Tutta sola?” le chiesi “Beh sì…sono quella nuova!” “Vuoi un po’ di compagnia?” provai a dire con tono leggermente malizioso. Allison sorrise “Forse” disse. Mi misi a sedere davanti a lei e buttai lo sguardo verso il tavolo di Alex e degli altri amici, che mi stavano guardando.

“E così…hai scelto il corso di biologia” dissi per iniziare a parlarle “Sì, lo frequentavo anche nella vecchia scuola e mi piaceva continuare…” “Ti piacciono le scienze?” “Mmmm…non è proprio la mia materia preferita, ma non mi dispiace. E a te?” “Sì mi piacciono le materie scientifiche” risposi. Pausa di silenzio imbarazzo alle stelle. “Quanti anni hai Jeremy?” “17 tu?” “Anch’io” “Che bel medaglione” le dissi osservando la collana che indossava “Ti piace? È un cimelio di famiglia” “Molto bello e sembra antico” “Hai ragione, ce lo passiamo di generazione in generazione. Bel tatuaggio, cosa significa?” disse alludendo al tatuaggio del branco che spuntava dalle maniche corte della mia maglietta. “Beh…in un certo senso anche il mio è un cimelio di famiglia” risposi “Sei figlio unico Jeremy?” “No, ho un fratello e una sorella più grandi, tu?” “Ho un fratello minore”. “Posso chiederti perché vi siete trasferiti proprio a Forks?” “Diciamo che l’attività di mio padre ci ha portati qui” “Capisco…non è il massimo come cittadina, voglio dire piove sempre, è umido, non ci sono molti divertimenti, però con la compagnia giusta ci si sta bene” “Mmmm e dimmi…saresti tu la compagnia giusta per me?” mi domandò con un’espressione furba. “Se vuoi uscire con dei ragazzi della tua età puoi aggregarti al mio gruppo di amici, ci sono anche delle ragazze” “Ti ringrazio, cosa fate di solito?” “Andiamo in spiaggia, in centro, nei pub, nelle città vicine, al centro commerciale, solite cose” “Ci penserò” rispose “Ok, adesso devo proprio andare, ci vediamo” “Sì, a presto”. La salutai e tornai a casa. Studiai per il compito di matematica e poi uscii in giardino. A casa c'era solo mia madre, Jessie e Sarah erano al college a Seattle, papà era fuori per una commissione. Mi misi seduto sulle scale. Inspiegabilmente mi tornò in mente il mio incontro con Allison. Dio, quella ragazza mi piaceva sul serio. Di solito ero semplicemente attratto dalle ragazze ma nulla di più, lei invece non era un’oca come la maggior parte delle altre, era una persona semplice e al contrario della stragrande maggioranza delle ragazze con le quali avevo parlato, non sembrava per nulla interessata a me. Per questo mi intrigava ancor di più. Nelle settimane successive continuai a incontrarla a scuola, tentavo di avvicinarmi ogni volta con una scusa per parlarle, ma lei non mi dava corda.

NOTE:

Buon pomeriggio a tutte voi! Finalmente vi ho presentato Allison! Spero di aver fatto capire  che  Jeremy ne è rimasto colpito già dal primo sguardo, ma non soltanto perchè è una bellissima ragazza, lo ha colpito anche per la sua semplicità e per il fatto che lei non lo ha praticamente calcolato, al contrario di quanto invece hanno sempre fatto con lui tutte le altre ragazze. Il fatto che Allison non lo consideri più di tanto è per Jeremy una sorta di sfida con se stesso, lei gli piace e vorrebbe che Allison nutrisse un briciolo d'interesse per lui!!! Alex si è accorto subito che  Jeremy era parecchio interessato e infatti lo ha spronato a parlare con lei....ma ancora Jeremy non vuole ammettere a se stesso che lei gli piace davvero! Beh spero di avervi incuriosito, ovviamente ci sarà modo di riparlarne sempre meglio nei prossimi capitoli!!!!!! A venerdì, aspetto le recensioni!

Vanessie

SUNLIGHT'S RAY PART 3 FANFICTION

Capitolo 73

“Provare a capire”

POV Jeremy

Chiusi il mio armadietto e mi avviai in classe con i libri sottobraccio per la lezione di letteratura. Entrai nell’aula e mi misi seduto accanto a Elizabeth salutando alcuni ragazzi che conoscevo. Elizabeth era una delle ragazze più carine della mia scuola, aveva un gran bel sedere, non faceva troppe domande e soprattutto era una alla quale piaceva divertirsi e che non ricercava un fidanzato. In pratica era perfetta per me, certo non l’avrei mai scelta come madre dei miei figli ma…per i miei 17 anni era l’ideale. Ogni tanto ci eravamo divertiti insieme e dopo il sesso non mi aveva mai fatto promettere amore eterno. Era solo una delle tante ma l’unica che mi vedeva esattamente per quello che ero, ossia un ragazzo al quale non chiedere ciò che non avrei mai potuto darle. E del resto Elizabeth non voleva altro, anche per lei io ero solo uno dei tanti.

“Ciao cattivo ragazzo di La Push” disse facendomi sorridere “Ciao Elizabeth” “Eliza, Liz, Beth…come vuoi ma non Elizabeth e lo sai” rispose alludendo al fatto che non voleva essere chiamata con il suo nome completo. Sorrisi. “Belli i pantaloni di Armani! Che fighetto con abiti firmati!” esclamò, scoppiai a ridere “Grazie…sono nuovi. Me li hanno regalati le mie zie…ovviamente io non comprerei mai roba di Armani…o di altre grandi firme!” dissi “Vorrei poter avere io delle zie tanto gentili e amanti della moda!” esclamò. Si voltò a sinistra e immediatamente si rigirò verso di me alzando gli occhi al cielo “Facciamo finta di parlare per favore!” “Perché? Che ti prende?” “Perché tre giorni fa ho fatto l’enorme errore di uscire con quello lì con la maglia blu, è successo e…beh lui crede che io sia innamorata” spiegò. Mi misi a ridere “Capisco!” “Che fai stasera?” mi domandò “Vado con gli altri in spiaggia, tu?” “Oh non lo so ancora” “Se vuoi puoi venire con noi Liz” “Ok” rispose dandomi un bacio sul braccio. Quando la lezione cominciò mi accorsi che Allison, la ragazza che avevo conosciuto giorni prima e che mi aveva colpito tanto, era in classe. Mi fece un sorriso quando incrociai il suo sguardo ed io ricambiai. Era bellissima, ancor di più quel giorno. Non feci che guardarla mentre il professore parlava di non so cosa dato che non seguii per niente la lezione. “A dopo allora Jerry” disse Liz salutandomi alla fine dell’ora “Ok” “Mi riporti tu a casa poi?” mi chiese ed io annuii. La salutai e poco dopo mi ritrovai nel corridoio a camminare dietro a Allison. Mi incantavo sull’oscillare del suo fondoschiena e sentii quanto ne fossi attratto. Non volevo ammettere che lei mi piaceva molto più delle altre. Quando si fermò all’armadietto mi fermai appoggiandomi al muro “Ciao” “Ciao…non ti avevo visto” rispose “Come va nella nuova scuola?” “Bene Jeremy” “Wow ti ricordi il mio nome” dissi per scherzare, lei sorrise, era troppo bella.

Parlammo di cavolate e cercai ogni scusa per farla ridere, mi piaceva il suono della sua risata. “Stasera esci?” le domandai “Non so…tu che fai? Esci con la tua ragazza?” “Non ho una ragazza. Esco con i miei amici” “Credevo che quella accanto alla quale eri seduto prima fosse la tua ragazza” disse riferendosi a Liz. “No, è un’amica” risposi. Lei sorrise in modo un po’ allibito “Mmm ho capito, sei il classico ragazzo che ha più di un’amica” disse, beh aveva già capito quanto fossi stronzo con le ragazze. Non risposi, mi limitai a sprofondare nei suoi occhioni dolci. “Ti va di venire con noi Allison?” “Ehm…io stasera…mi piacerebbe ma non posso…ho un impegno” “Non puoi rimandare?” chiesi, lei rise “No, mi dispiace…magari un’altra volta” disse. Timothy passò dietro di me e si fermò a fare il cretino “Ciao Jerry, ciao bellissima” disse riferendosi ad Allison. “Non mi presenti la mia futura moglie?” mi domandò il mio amico, mentre io scuotevo la testa “Faccio da solo, piacere, sono Timothy Cameron” “Piacere Allison” “Senti come suona bene Allison Cameron, la mia futura sposa” continuò a dire Timothy associando il nome di Allison al suo cognome. Allison rise di gusto, io invece lo guardai male “Hai finito di fare il deficiente Tim?” “Ok Jeremy, ho capito, vi lascio soli” iniziò a dire lui e poi proseguì “Allison piacere di averti conosciuta e…non spezzare il cuore di Jeremy, è un bravo ragazzo…sotto sotto…” “Grazie del consiglio” rispose lei divertita “Timothy…vattene” dissi. Restai un po’ a parlare con lei, poi mi salutò e io tornai a casa. La sera andai con il mio gruppo di amici sulla spiaggia di First beach, oltre a noi c’era anche Elizabeth che io avevo invitato. Ci divertimmo tutti insieme, bevemmo qualcosa e ridemmo tanto. Poi mi allontanai con Liz e restammo a baciarci per un bel po’. Mi accorsi di baciarla mentre nella mia mente faceva costantemente capolino l’immagine di Allison. Smisi di baciarla…ma che diavolo mi succedeva? “Che hai? Sei strano stasera…distratto” disse Liz, scrollai le spalle “Non lo so” dissi sinceramente. “Pensi a qualcuna?” “Noooo ma figurati!” esclamai. Non è che volessi nascondere a lei la verità. Noi non stavamo insieme, ci divertivamo solo qualche volta e con Liz non avevo bisogno di mentire. La realtà era che io volevo mentire a me stesso. “Ti piace qualche ragazza?” mi domandò “No” “Dai Jerry a me puoi dirlo” “No…non lo so” “Chi è? Dai racconta” “Nessuno” “La ragazza nuova per caso? L’ho visto come la guardavi stamattina a lezione” “A me non piace, è solo carina” dissi. Lei trattenne un sorriso. Cambiammo argomento e poi la riportai a casa sua. Mi chiese di entrare e lo feci. Andammo in camera sua e…non fu logico pensare continuamente a Allison mentre andai a letto con Liz. Restai sdraiato “Ti deve piacere molto quella nuova” disse lei alludendo al fatto che continuai a essere piuttosto distaccato anche mentre facemmo sesso. Non risposi “Jeremy…forse sarebbe meglio che tu capissi te stesso e cosa provi per lei. Non sei lo stesso di sempre stasera e…credo che tu non possa fare come se nulla fosse” “Io non lo so perché…” “Devi provare a capire Jerry. Magari ci vorrà del tempo, ma devi essere onesto con te e con lei” disse. Sbuffai, aveva ragione e anche se non volevo ammetterlo Allison mi aveva colpito parecchio “Mi dispiace per stasera” le dissi riferendomi al mio comportamento “Jeremy…non devi preoccuparti per me. Se fossi una brava ragazza ti sposerei ma…non lo sono” disse. Ci mettemmo a ridere poi lei aggiunse “Sono felice se trovi una che ti piace. Anche se vuoi fare il cattivo ragazzo tu…non sei adatto a fare lo stronzo. Sei troppo dolce e credimi…invidio la ragazza che un giorno riuscirà a farti innamorare” disse. Le accarezzai i capelli e le diedi un bacio. Mi rivestii “Prometto che ci rifletterò” le dissi prima di uscire da casa sua. Ci salutammo e tornai a casa mia. Quella notte sognai Allison, era bellissima. Indossava un lungo abito elegante e mi sorrideva porgendomi la mano. Mi avvicinai a lei e la baciai. Aveva un sapore meraviglioso e guardarla negli occhi mi faceva quasi svenire. Slacciai il suo abito e lei rimase nuda davanti a me. Cominciai a sentirmi eccitato, molto eccitato. Poi aprii gli occhi di scatto.

Era stato un sogno, solo un sogno. Ero parecchio sudato e mi accorsi che l’eccitazione del sogno era presente anche nella vita reale. Mi alzai e andai a farmi una doccia veloce per rinfrescarmi prima di andare a scuola. Mi lavai e cercai di rilassarmi. Era stupido e insensato che lei fosse tanto presente nella mia mente, la conoscevo appena e non sapevo se il suo carattere mi sarebbe piaciuto. Fisicamente era perfetta e speravo che anche il suo modo di fare e il suo carattere fossero in grado di controbilanciare il suo aspetto esteriore. Scesi a fare colazione e restai silenzioso “Che hai?” mi domandò papà “Nulla” “Pensieri? Sei così taciturno stamani” disse. “Che c’è? Pensi a qualche ragazza?” “Ma nooo dai, ma ti pare?” risposi infastidito. Mamma ci raggiunse “Ho capito bene? Sei innamorato?” mi domandò “Ohhhhh ma che vi prende oggi?! Non c’è nessuna ragazza ok?” dissi seccato. Mi alzai e presi lo zaino “Beh non prendertela! Che male ci sarebbe Jeremy?” disse mia madre “La tua reazione comunque dimostra che abbiamo ragione. Chi è? Come si chiama?” domandò mio padre. Sia lui che mamma si misero a ridere, li guardai malissimo “Smettetela di perseguitarmi” dissi. Uscii di casa in fretta, non volevo sentire i miei genitori. Forse mi conoscevano troppo bene. Non forse…di sicuro. Andai a scuola e mi girai a guardare Allison quando mi salutò passando nel corridoio. Perché era tanto sfuggente?! Feci dietrofront e le andai dietro. Mi avvicinai e le parlai “Buongiorno” “Buongiorno, ma non stavi andando dalla parte opposta?” mi chiese “Mmmm forse” la feci ridere “Che lezione hai Jeremy?” “Inglese. Tu?” “Matematica” rispose. Restammo in silenzio imbarazzati. “Buona lezione” mi disse “Pranzi con me dopo alla mensa?” le proposi “Fai così con tutte?” “Non direi” “Sei gentile e carino ad invitarmi ma…magari un’altra volta” “Ti convincerò prima o poi” le dissi. Lei sorrise “Vedremo” disse quasi come per sfida “Vedrai” risposi con quello sguardo che feci appositamente per apparirle carino. Dio quanto mi accendeva di passione! Ci separammo e la giornata proseguì con la solita routine.

Poi un giorno improvvisamente lei al termine della lezione di biologia mi chiese “Jeremy aspetta! Mi chiedevo se il tuo invito ad uscire con te e il tuo gruppo di amici fosse ancora valido?” “Ma certo, se vuoi noi stasera andiamo a Port Angeles, è una città qui vicino, andiamo a giocare a bowling” risposi sorpreso. Questa proprio non me l’aspettavo! “Perfetto, posso venire in macchina con voi?” domandò “Sì, passiamo a prenderti se mi dici dove abiti”. Fissammo l’orario e il luogo di ritrovo. Ero su di giri, quella sera avrei potuto vederla al di fuori della scuola e conoscerla meglio. Tornato a casa mi vestii, scelsi qualcosa di carino e avvertii chiaramente l’ansia che mi aveva colto. Volevo che lei cominciasse a considerarmi, volevo apparirle interessante. Lei mi piaceva davvero molto e avrei tanto voluto che lei avesse per me, anche solo un briciolo dell’interesse che io avevo per lei.

NOTE:

Buongiorno, finalmente è venerdì!!!! In questo capitolo Jeremy capisce che Allison è per lui un pensiero fisso ormai e che non riesce a togliersela dalla testa nemmeno se sta con altre ragazze. Sarà il capitolo di svolta per lui, per il suo modo di affrontare la vita e le relazioni sentimentali. Jacob e Renesmee hanno capito che qualcosa sta cambiando nel loro figlio, ma Jeremy si affanna a smentire tutto ;) almeno per adesso!

Allison è schiva e sfuggente, questo dipende dal suo carattere, dalla sua storia personale e dalle sue esperienze passate, scopriremo via via il perchè del suo comportamento e comunque spero che abbiate capito che anche a lei sotto sotto interessa Jeremy, ma non vuole darglielo a vedere. Adesso però lei si è convinta ad accettare l'invito ad uscire con Jeremy e il suo gruppo di amici. Ovviamente se mi conoscete avevate già immaginato che sarei stata tanto cattiva da aver interrotto proprio sul più bello la storia :P per scoprire cosa accadrà vi aspetto martedì!!!!!

Vanessie

P.S: Dimenticavo!!!! Nella foto vi ho mostrato l'aspetto di Allison, interpretata dalla modella Nina Agdal, molto famosa negli USA. L'ho scelta perchè secondo me è bellissima e ha esattamente i tratti somatici di Allison, inoltre ha lavorato per varie campagne pubblicitarie proprio con colui che interpreta Jeremy, ossia il modello Wade Poezyn!

SUNLIGHT'S RAY PART 3 FANFICTION

Capitolo 74

“Un’affascinante sfida”

POV Jeremy

Ci ritrovammo alle 21.00 e tutti insieme andammo a prendere anche Allison. Eravamo un bel gruppo di 10 ragazzi e ragazze. Raggiungemmo il bowling di Port Angeles e facemmo una sfida. Conquistai il massimo dei punti, ero proprio forte a quel gioco e quindi vinsi la partita contro i miei amici, ottenendo una bevuta gratis per la mia vittoria. Andai al bancone ad ordinarla e infilai una mano tra i miei capelli per sistemarli. Di solito li portavo corti, erano più pratici e lisci, ma erano allungati e mi si arricciavano, l’avevo ereditato da mamma. Poco dopo sentii alle mie spalle il profumo di Allison. Inutile dire che quella sera era ancora più fantastica. Si era truccata e vestita in modo molto carino e si era arricciata i capelli. “Potevi dirmelo che volevi qualcosa da bere, te l’avrei preso io. Cosa vuoi ordinare?” le dissi “Una coca cola” “Ok, te la prendo, se vuoi puoi aspettarmi a sedere al tavolo e te la porto” “No, aspetto qui con te”. Al bancone c’era una gran calca di persone, eravamo tutti attaccati e c’erano anche dei tipi un po’ su di giri. Allison venne subito avvicinata da alcuni di questi e lei mi si appiccicò addosso, sentivo il suo cuore galoppare contro la mia schiena. Aveva timore di loro. Un timore che aveva un po’ verso tutti gli individui di sesso maschile, tranne che di me. Chissà perché quella paura, chissà cosa aveva vissuto…Quando riuscii a prendere dalle mani del barman le nostre due bevute, si staccò da me e insieme tornammo al tavolo. Gli altri poco dopo si alzarono, Alex mi fece l’occhiolino, aveva trovato una scusa per lasciarci soli.

“Ti stai divertendo?” le domandai “Sì molto, siete tutti simpatici” “Mi fa piacere” “E siete anche tutti così…abbronzati! Ti fai le lampade Jeremy?” “Cosa?? No, non sono proprio il tipo, è il mio colore naturale” mi affannai a rispondere. Lei sorrise e morse il suo labbro inferiore “Non agitarti, ho capito non sei il tipo da lampade e quindi…che tipo saresti?” “Un tipo…naturale” “Ah sì? Quindi vuoi dirmi che anche questi muscoli qui sono naturali?” disse per provocarmi toccandomi i bicipiti. Risi, mi piaceva il modo in cui mi sfidava “Certo, sono naturali, ovviamente faccio sport ma tutto quello che vedi su di me è di natura, non prendo roba strana” “Wow!” “E tu invece? Sei tutta naturale?” “In che senso scusa?” “Il colore dei capelli” “Sì, sono nata così e non mi sonno rifatta niente” “Super wow” risposi imitandola. La guardai intensamente dritto negli occhi e sulle sue gote apparve un velo di rossore. Poi qualcuno ci interruppe, avrei voluto uccidere chi lo aveva fatto “Ciao bellissimo!” disse una ragazza venendo ad abbracciarmi. La riconobbi subito, era Jessica una con la quale qualche mese prima mi ero baciato e…non solo. La salutai e cercai il modo più carino possibile di togliermela di mezzo. Ci riuscii quindi mi rimisi a sedere di nuovo davanti a Allison, da solo con lei. “Sai Jeremy, credo di aver capito che tipo sei…naturale ma anche…come potrei dire…beh ti piace giocare eh?!” “Che vuoi dire?” “Sai di essere bello e ti piace fare lo stronzo con le ragazze” mi disse con uno sguardo provocatorio. “Mmmm, non credo affatto di essere bello e non credo che tu mi abbia capito molto sai Allison?” “Ah no? Preferisci che io ti definisca come uno a cui piace divertirsi, piuttosto che come uno stronzo?” “Beh, questo è già più appropriato, però devo anche dirti che al contrario dei così detti stronzi con cui forse tu hai avuto a che fare, io lo faccio con sincerità” spiegai. Lei rimase colpita da quello che le avevo appena detto, non si aspettava una risposta come la mia, mi stava sfidando e a me piacevano le sfide, mi avevano sempre affascinato. “Sei bravo con le parole, non me lo aspettavo, stronzo sincero” disse giocando con una ciocca dei suoi capelli e divertendosi a lanciarmi sguardi maliziosi.

“Sai credo che tu ti comporti così con le ragazze perché in fondo non hai mai trovato nessuna che ti dica no. Sono tutte pronte a sbavarti dietro e…una volta ottenuto ciò che tutti gli uomini vogliono…ti stufi, ti vengono a noia. Non ti sei mai innamorato sul serio vero?” “Possibile e invece te che tipo sei? Una che ha provato l’amore vero, ma lui ti ha preso in giro e quindi giochi a fare la ragazza solitaria che fa la difficile con tutti?” risposi. “Perché non lo scopri tu Jeremy che tipo sono?” “Se ti lasci scoprire…ok” “Mi lascerò scoprire se mi renderò conto che tu sei in grado di farlo”.

Da quel giorno in cui innescò quella sfida per me tanto eccitante cominciai ad invitarla più spesso ad uscire con me e i miei amici. Feste, centro commerciale, passeggiate, ogni volta lei si faceva conoscere sempre meglio e ogni dettaglio che scoprivo mi piaceva terribilmente. Non c’era una singola cosa che avrei cambiato in lei, anche se sapevo che c’era ancora molto da scoprire. Aveva ragione, nessuna ragazza mi aveva mai rifiutato, lei era la prima che mi faceva resistenza e proprio per questo mi stregava. Volevo dimostrarle che dietro l’apparenza non ero affatto uno stronzo, ero un ragazzo per bene. Il suo atteggiamento cambiava sempre di più con me, adesso cominciava a fidarsi di me e a raccontarmi anche dettagli più personali di se stessa e della sua famiglia. Anch’io mi ero aperto con lei, le avevo mostrato il lato più nascosto del mio carattere, la mia parte più dolce e affettuosa. Ci divertivamo, mi faceva stare bene e il tempo con lei volava, ne desideravo sempre di più. Non sapevo se quello che provavo fosse amore, ma di sicuro era qualcosa che non avevo mai provato prima. Scoprii una Allison sensibile, generosa, dolce, con una grande solitudine nel cuore e un grande bisogno di protezione. Ogni tanto avevo l’impressione che volesse dirmi qualcosa di importante, ma che ancora non riuscisse a trovare le parole giuste per farlo, non importava, avrei aspettato.

Anch’io avrei dovuto dirle la verità sul mio conto, lei mi piaceva davvero e non volevo avere segreti. Prima o poi avrei dovuto affrontare il discorso lupo mannaro. Non volevo farlo però, non volevo rischiare che lei si impaurisse o che non volesse vedermi mai più. Senza contare che la legge dei Quileute impediva di rivelare il segreto. Lasciai in un angolo quelle preoccupazioni e trascorremmo un bellissimo pomeriggio passeggiando fino al Berries Lake. Lì l’atmosfera era sempre stata meravigliosa, andai più volte vicino a baciarla, ma nonostante volessi farlo con tutto me stesso mi trattenni, perché negli occhi di Allison vedevo il desiderio di baciarmi ma allo stesso tempo anche un certo nervosismo. Forse non lo voleva tanto quanto lo sognavo io. Ci scattammo tante foto poi lei disse “Credo che adesso tu debba riportarmi a casa” “Va bene, come vuoi” “Non voglio, però…lo sai mio padre vuole che sia a casa per le 19.00 altrimenti…” sorrisi e poi le dissi divertito “Altrimenti cosa fa?” “Mi mette in punizione e quanto a te…potrebbe sbranarti” “Non potrebbe mai fare una cosa del genere” risposi ridendo, pensando al fatto che con il mio potere vampirico di cui Allison non era ovviamente a conoscenza, nessuno avrebbe mai potuto farmi del male. “Ohhh tu non conosci mio padre, potrebbe fare molto peggio!” aggiunse lei “Perché non mi fai conoscere la tua famiglia, almeno starebbero più tranquilli quando sei fuori con me” le proposi. “Non è tanto semplice Jeremy! Vorrei ma…magari intanto posso farti conoscere mia madre” “Ok”. Salutammo i nostri amici, la accompagnai a casa e mi chiese di entrare per conoscere sua mamma. Lo feci volentieri, entrai; la casa era in ordine, pulita e organizzata. Allison mi lasciò un momento in salotto andando a chiamare la madre in cucina e bisbigliandole di venire a conoscermi. Nonostante il profumo di pulito tuttavia nella casa percepii più chiaramente un tratto del profumo della pelle di Allison. Fin dal nostro primo incontro avevo notato un sentore olfattivo su di lei che mi richiamava l’odore dei lupi e nella casa ce n’era ancora di più. Strano, non ne capivo il motivo. “Mamma ecco lui è il mio amico Jeremy” disse “Piacere signora” dissi a quella donna “Piacere, Allison mi ha parlato molto di te” disse la signora. “Spero che abbia parlato bene di me” le dissi sorridendo, anche sua madre sorrise “Sì, ne ha parlato bene e…sei più carino dal vivo che in foto” disse. Restai a parlare un po’ con lei, poi anche il fratello di Allison scese in salotto e venne a stringermi la mano “Ciao mi chiamo Ethan” “Ciao io sono Jeremy” “Sì lo so, mia sorella non fa che parlare di te e ho visto le tue foto al computer” disse. Mi voltai verso Allison trattenendo un sorriso. Dunque lei parlava di me, spesso. Allison andò in camera sua a prendermi alcuni appunti di scuola che mi servivano e sua madre tornò in cucina. Rimasi con Ethan in salotto per qualche minuto.

“Sai che lei ti ama? Non fa che guardare le tue foto al computer e la notte quando dorme ti sogna, perché dice il tuo nome” bisbigliò il ragazzino di circa 13 anni. Mi fece sorridere ricordandomi me stesso alla sua età, quando scoprii che mia sorella Sarah era innamorata di Seth. “Ah sì? Dici davvero?” “Sì, certo, ma ricordati che io le voglio molto bene e se la fai soffrire ti vengo a cercare” aggiunse. Feci più volte cenno di sì con la testa come per dire che avevo capito “Ok, lo terrò presente” risposi divertito. Ally tornò in salotto con gli appunti, me li diede e poi ci salutammo, il giorno successivo ci saremo visti a scuola.

NOTE:

Buon pomeriggio! Devo dirvi parecchie cose su questo capitolo, quindi ora preparatevi a leggere :P

Prima cosa nella foto in alto ho messo le iniziali J e A per identificare Jeremy e Allison in mezzo agli altri amici. Ci tengo a precisare che sono proprio gli attori che ho scelto per interpretali (Nina Agdal e Wade Poezyn). Ci sono anche Alex (il ragazzo con la pelle più scura) e Julia (la ragazza con la maglia bianca). Che ve ne sembra?

Ora parliamo del capitolo: primo appuntamento, anche se in compagnia di amici, ma questa è stata la prima volta in cui hanno potuto vedersi fuori dalla scuola e parlare meglio. Allison ha capito molto bene il modo di essere di Jeremy e da un lato l'affascina, ma dall'altro il fatto che lui sia così stronzetto con le ragazze la intimorisce un po'. Tuttavia lei ha la forza di carattere necessaria a dirglielo e metterlo davanti all'evidenza. Jeremy ama il modo in cui lei lo mette alle strette e in un certo senso in cui lo sfida, sta lentamente perdendo la testa per lei, ma anche lui mette lei davanti alla realtà dei fatti dicendole che gioca a fare la ragazza solitaria che fa la difficile con tutti. Il gioco della seduzione è cominciato e da quella sera al bowling lei comincia ad uscire più spesso con lui e i suoi amici, iniziando a mostrargli la sua vera personalità. Forse in questo capitolo vi sareste aspettate un bacino tra loro due, ma Allison non è come tutte le altre ragazze con le quali ha avuto a che fare Jeremy e non gli concede proprio nulla, lo tiene sulle spiene e per questo Jeremy riesce finalmente a perdere la testa per una ragazza e a cambiare atteggiamento.

All'inizio del capitolo Jeremy ci dice che Allison ha come una specie di paura degli uomini, poi scopriremo il perchè! A fine capitolo poi Jeremy conosce la madre e il fratello di Allison, che immaturamente gli rivela un po' di cose su Allison e sui sentimenti di sua sorella!!!!

Aspetto le vostre recensioni, spero siano tante, dai non siate timide, fatemi sapere che ne pensate! Vi aspetto come sempre venerdì e vi auguro BUON NATALE!!!!!

Vanessie

P.S: Piccolo regalo di Natale!!!! In questo video vi mostro l’aspetto dei nostri personaggi. Il ragazzo che si chiama Jamahl è Alex, la ragazza che si chiama Rachel è Julia. Poi c’è Nina Agdal, ossia la mia Allison, e infine avrete riconosciuto Wade, cioè Jeremy.

http://www.youtube.com/watch?v=DyZHPZVuI8g

SUNLIGHT'S RAY PART 3 FANFICTION

Capitolo 75

“Un nuovo branco?”

POV Renesmee

Era accaduto qualcosa a Jeremy. Qualcosa di bello. Da qualche mese aveva smesso di passare da una ragazza all’altra e un motivo ci doveva essere. Era sempre stato il più irrequieto dei miei tre figli, il più ribelle e lo sarebbe sempre stato, faceva parte della sua indole, ma ultimamente era cambiato. Sapevo che aveva conosciuto una ragazza a scuola, per il momento sapevo grazie a mio padre che gli leggeva nel pensiero che erano solo amici, anche se lui provava qualcosa di più. Mio padre Edward non era stato felice della mia richiesta esplicita di leggere la mente di Jeremy e riferirmi ciò che vedeva, ma volevo solo essere sicura che mio figlio stesse bene. Papà mi disse che la ragazza in questione si chiamava Allison. Mi tranquillizzai, anni prima quando Sarah aveva fatto compiere a me e Jake il viaggio nel futuro avevo visto Jessie, Sarah e Jeremy felici e contenti con le loro famiglie. Ricordavo bene che Jeremy era sposato con una ragazza di nome Allison. Certo non potevo essere sicura del fatto che si trattasse proprio di lei, magari era un’altra Allison, ma avevo una sensazione positiva.

Jacob tornò a casa agitato, eravamo soli e mi chiese di parlare. Aveva fatto già una riunione con i Cullen e con i componenti del branco. “Renesmee qui a Forks già da qualche mese abbiamo captato qualcosa di nuovo. I Cullen hanno indagato e abbiamo finalmente scoperto di cosa si tratta. C’è un branco di lupi. Non sappiamo chi siano tutti i membri, ma sappiamo che sono qui” “Quindi? Cosa vogliono da noi? Siamo in pericolo?” “Calmati amore, no, per ora non ci sono pericoli, ma dobbiamo capire meglio” “Come avete fatto a saperlo?” “Abbiamo trovato le loro impronte nella foresta e poi il beta del loro branco ha ululato ieri notte, l’hanno sentito i nostri di ronda e sai…il linguaggio dei lupi è universale anche se apparteniamo a branchi diversi noi riusciamo comunque a capirci quando ululiamo” “Che avete intenzione di fare?” “Intensificheremo le ronde, i Cullen ci daranno una mano e cercheremo indizi per capire meglio” “Cosa posso fare per aiutarvi?” “Tieni gli occhi aperti e avvisami se vedi o senti qualcosa di strano” rispose. Certo, Jake aveva ragione, avrei fatto come mi aveva detto. Stabilimmo di aspettare a richiamare a Forks Jessie, Sarah e Seth. Li avremo lasciati in pace a Seattle fino a che non fosse stato necessario, dovevano proseguire i loro studi e meritavano di vivere con serenità. Quando finimmo di parlarne Jeremy tornò a casa dopo il turno di ronda. Mio marito lo aveva già informato della novità. Li lasciai soli a parlare e poco dopo quando ebbero finito, tornai da loro in cucina.

“Tu Jeremy hai notato qualcosa di strano in questi mesi?” gli chiese Jake “No mi sembra di no. Cosa vorranno secondo te papà?” “Credo che siano arrivati qui sapendo perfettamente dell’alleanza tra il nostro branco e i Cullen, non credo che vogliano farci del male, l’avrebbero già fatto a quest’ora. Forse sanno di voi, di te, Jessie e Sarah. Forse qualcuno gli ha rivelato dei poteri tuoi e di Sarah” “Come potremo riconoscerli se li incontriamo?” “Non si mostreranno in giro così facilmente. Raccoglieranno informazioni in altri modi, senza farsi vedere, con l’aiuto di qualcuno…” “Credi che abbiano un segno di riconoscimento? Tipo il nostro tatuaggio?” “Non posso affermarlo con sicurezza ma…probabilmente sì” rispose Jake. Restammo tutti e tre in silenzio. “Domani sera nonostante questo nuovo branco possiamo comunque fare la festa a casa di Mary?” chiese nostro figlio “Sì, per il momento non ci sono pericoli, fate la festa e divertitevi” rispose Jake.

Il giorno successivo Jeremy andò ad allenare un po’ il suo scudo con nonna Bella. Andai con lui, volevo fargli compagnia e trascorre del tempo insieme. Mia madre fu molto contenta di aiutare mio figlio. Col tempo era diventato sempre più bravo e aveva imparato a gestire meglio lo scudo, riuscendo a proteggere anche più di una persona alla volta. Certo aveva comunque bisogno del contatto fisico diretto con coloro da proteggere, ma secondo Carlisle il potere di Jeremy poteva crescere ancora. Ci intrattenemmo con i Cullen. Rosalie ed Alice non persero occasione per far provare a mio figlio alcune magliette che gli avevano comprato e nonna Esme continuò tutto il tempo a ripetergli che era bellissimo. Mio padre si avvicinò a noi “Jeremy come vanno le cose?” “Abbastanza bene nonno” mio padre sorrise, probabilmente aveva appena ascoltato ciò che Jeremy aveva pensato e disse “Non te lo chiedo per impicciarmi, lo so benissimo che in questo periodo stai bene, molto bene”. Anche zio Emmett si avvicinò “Eccolo qua, tu sì che sei il mio nipotino preferito! Ahhh se avessi la tua età, farei esattamente come te, non me ne farei scappare nemmeno una…divertiti con tutte quelle pollastre finchè puoi e non ascoltare tutti questi santarellini che ci circondano” “Zio…per favore!” “Ahhh non c’è nulla da nascondere lo sanno tutti che sei lo sciupafemmine di casa, l’unico che la pensa come me” “Dobbiamo proprio affrontare questa conversazione davanti a mia madre?” domandò Jeremy “Hai ragione, ne riparliamo quando siamo soli io e te” concluse mio zio.

Tornammo a casa e lasciai che mio figlio andasse a prepararsi per la serata con i suoi amici. Avrebbero fatto una festa a casa di Mary, un’amica della Riserva. Andò al piano superiore a farsi la doccia, poi impiegò un po’ per scegliere cosa mettersi e per sistemarsi i capelli. Era talmente un bel ragazzo che non aveva bisogno di niente per sembrare più carino, ma era naturale che come tutti i suoi coetanei e come avevamo fatto anche io e suo padre alla sua età, volesse cercare di apparire perfetto agli occhi della ragazza di cui era innamorato.

Scese le scale e tornò in salotto. Indossava pantaloni neri, una maglietta bianca con sopra una camicia e ai piedi aveva un paio di Converse. “Non tornare troppo tardi amore” “No pensavo di rincasare verso le 5 che dici?” “Sei impazzito??? Domani ti butto giù dal letto alle 8 se provi a tornare a quell’ora!” “Mamma sto scherzando” “Me lo auguro” “Cercherò di non fare troppo tardi!” “Impegnati!” “Ok” “Jeremy…stai attento, sei grande lo so, hai 17 anni, però sei sempre il mio bambino” “Mamma a cosa dovrei stare attento?” “Non bere troppo e poi…comportati bene con quella ragazza” “Quale ragazza?” “Lo sai a chi mi riferisco” dissi pensando ad Allison. Sapevo che mio figlio era un bravo ragazzo, però alla sua età siamo ancora inesperti nelle relazioni con l’altro sesso e soprattutto non sapevo a che punto fossero i loro rapporti, cioè se nonostante fossero solo amici non sapevo se si erano già baciati o se addirittura erano ancora più avanti. “Non ho nessuna ragazza, sono libero, come dice zio Emmett” “Jeremy per favore, guarda che lo so che ti piace una ragazza, in modo diverso da come ti sono piaciute le altre fino ad ora” “E anche se fosse?” “Cerca di comportarti bene con lei e di…” “Di?” “Stare attento a quello che fate” dissi. Mio figlio fece quel sorriso alla Jacob Black che aveva ereditato da mio marito “Mamma, sul serio vuoi farmi educazione sessuale?” “Ma nooo” risposi imbarazzata con le gote arrossate “Guarda che ho già parlato di teoria con papà molti anni fa e poi…per la pratica sei arrivata un po’ tardi” disse. Mmmm mio figlio, l’ultimo dei tre, il mio piccino, quindi aveva già fatto sesso con qualche ragazza, non con Allison per ora, ma con altre ragazze. L’avevo sempre detto che era il più precoce e il più scaltro dei miei figli. “Dio Jeremy, non voglio sapere altro!!!! Spero che tuo padre ti abbia insegnato ad usare le dovute…accortezze” “Mammaaa, ma dai sei imbarazzata?!” “Certo che sì! È difficile parlarne per me, so che per te non è così, sei del tutto uguale a tuo padre. Comunque attento!” “Tranquilla, stasera non ho intenzione di fare proprio nulla ma…” “Ma cosa? Non dimenticarti mai delle conseguenze a cui andresti incontro” “Lo so…ma senti da che pulpito! Io non ci sarei se tu e papà foste stati attenti” disse alludendo al fatto che io e Jake non avevamo programmato l’arrivo di Jeremy, era stato il più bell’incidente di percorso della nostra vita e ringraziavo Dio per aver dimenticato di usare le precauzioni quella sera in cui lo concepimmo. “Hai ragione ma io e tuo padre eravamo sposati, tu non lo sei quindi prenditi delle precauzioni” “Ma certo. Mi fai ridere lo sai? Le accortezze, le precauzioni…mamma si chiamano preservativi” disse Jeremy senza il minimo imbarazzo. Avvampai al pensiero di aver intrapreso quell’argomento con mio figlio “Sì lo so, ci siamo capiti” “Ok mamma, ora vado…non vorrei far tardi per andare a comprare le accortezze” disse mio figlio, non faceva sul serio, voleva solo prendermi in giro. Gli lanciai il cuscino che era sul divano colpendolo in pieno sulla schiena. Si mise a ridere e lo raccolse da terra.

Mi rilanciò il cuscino che afferrai prontamente e disse “Stai tranquilla mamma” “Ve bene tesoro, vai e divertiti” risposi sorridendo al mio bellissimo figlio. Ogni suo atteggiamento mi ricordava Jacob, ogni espressione, ogni gesto. Ripensai a quella sera in cui, sbadatamente e senza desiderarlo davvero, rimasi incinta di Jeremy. Perché mai ero stata tanto preoccupata? Se lui non fosse mai nato adesso mi mancherebbe qualcosa. Avevo bisogno di ognuno dei miei tre figli, ciascuno con i suoi pregi e difetti. Solo così mi sentivo completa, soltanto con i miei tre angioletti.

NOTE:

Ciao! Trascorso bene il Natale? Come promesso oggi vi ho postato il nuovo capitolo! Intanto ho inserito un POV Renesmee, serve per cambiare punto d'osservazione della vicenda e anche per fare un richiamo nostalgico alla precedente parte della fanfiction, in cui era lei la protagonista. Grossa novità a Forks! Oh Oh! Ci sono altre creature soprannaturali nei paraggi...un nuovo branco di lupi?! Jacob è convinto di sì e crede che non abbiano intenzioni malvage, visto che in realtà non li hanno ancora attaccati!!! Per il momento terranno gli occhi aperti e chissà...vedremo cosa succederà! Intanto vorrei sapere: commenti? Supposizioni?

Nella seconda parte del capitolo Renesmee e Jeremy hanno un dialogo divertente e imbarazzante, soprattutto per la povera Nessie ^_^ spero di avervi strappato qualche sorriso :D e ora Jeremy andrà alla festa con i suoi amici, alla quale sarà presente anche Allison! Dato che sono sempre cattiva ad interrompere nel momento più importante...beh vi anticipo che ci sarà una sorpresa nel prossimo capitolo! Cosa succederà? Recensite!!!!

Visto che non l'ho mai fatto volevo ringraziare alcune delle ragazze che recensiscono sempre, fin dall'inizio, le mie più assidue lettrici: Frafra9, SweetLuna e saretta98SS, grazie davvero <3 ma grazie anche a tutte le altre che comunque ogni tanto mi lasciano un commento! Ora vi saluto, passate a salutarmi su facebook alla pagina: Taylor Lautner my sweet love. A martedì!!!!

BUON SANTO STEFANO!!!

Vanessie

SUNLIGHT'S  RAY PART 3 FANFICTION

Capitolo 76

“Farfalle nello stomaco”

POV Jeremy

Ero in moto e stavo raggiungendo la casa di Mary dove ci sarebbe stata la festa. Ripensavo allo scambio di idee che avevo appena avuto con mia madre, era stato buffo. Era una donna adulta nonostante il suo aspetto da ragazza, ma tutt’ora si vergognava a parlare di argomenti relativi al sesso. Papà avrebbe sicuramente detto che era tutta colpa di nonno Edward e del suo modo ottocentesco di educarla. Parcheggiai la moto ed entrai in casa di Mary. C’erano già tanti invitati, sia ragazzi della Riserva sia di altre zone. Salutai Hilary, Anthony, Jasmine, Nathan, Timothy, Alex e Julia, ossia gli amici di La Push e compagni di scuola con i quali uscivo sempre e poi l’organizzatrice della festa. Riconobbi altri compagni di scuola e li salutai velocemente poi tante facce nuove, conoscenti di qualcuno che era alla festa. Mi allontanai un momento dal gruppo con Alex “Come ti senti?” mi chiese riferendosi al fatto che tra poco sarebbe arrivata anche Allison e tra noi le cose si erano fatte più intime anche se ancora non c’era stato quel bacio che aspettavo. “Agitato” “Non dovresti esserlo, lo sai di piacerle” “Sì ma…non lo so, è strano non mi sono mai sentito così” precisai. Alex sorrise e mi diede una pacca sulla spalla “Te lo dico io perché ti senti così: sei andato, cotto e stracotto di lei” disse. Sorrisi a mia volta, non risposi, Alex aveva ragione e anche se non volevo ammettere davanti a tutti che una ragazza era riuscita a farmi cambiare idea in merito al fatto che era il massimo per me restare single, con Alex non potevo mentire. Eravamo cresciuti insieme. Tornammo dagli altri e presi una birra, ridevamo e scherzavamo come al solito poi lei arrivò. Si guardava intorno un po’ confusa, non conosceva tutte quelle persone, tutti i ragazzi la guardavano…era meravigliosa! Iniziai ad avere il battito accelerato. Julia la chiamò, quindi Allison ci raggiunse.

Dopo i saluti andò con Jasmine e Hilary a prendere qualcosa da bere. Parlò con le ragazze mentre io mi intrattenevo con Timothy e Nathan, ma ogni tanto incrociavo il suo sguardo. Dopo un po’ si avvicinò a me “Bella festa vero?” mi domandò “Sì è vero, c’è il pieno di gente” “Stasera ho chiesto a mio padre se potevo fare più tardi del solito e ha accettato” “Wow” risposi. Lei sorrise “Balliamo?” “Certo” dissi prendendola per mano e raggiungendo la zona della casa in cui altri ragazzi e ragazze ballavano. Ci scatenammo un po’ e altri nostri amici ci raggiunsero. Poi si allontanarono, la musica divenne più lenta, era la canzone tipica per un lento. Appoggiò le sue braccia sulle mie spalle allora le cinsi la vita e mi ritrovai a pochi centimetri da lei. Mise la testa sulla mia spalla sinistra e respirai il suo perfetto profumo. Quando sollevò la testa e mi guardò negli occhi ebbi una sensazione di disorientamento, come se cominciasse a girarmi la testa. Le accarezzai i capelli, mi sembrava felice di essere insieme a me o almeno quella era la mia impressione. La reclinai all’indietro e poi le feci fare una giravolta, sorrideva e anch’io lo facevo. Si avvicinò come se volesse baciarmi però si ritirò, al mio minimo movimento teso verso di lei. Rise, la seguii e morsi il mio labbro inferiore. Voleva giocare, farmi credere che mi avrebbe concesso quel bacio. Provai ad avvicinarmi alla sua bocca e intravidi nei suoi occhi una certa emozione, dischiuse le labbra, ma questa volta fui io a tirarmi indietro. Ridemmo ancora, poi decisi di farla finita, poggiai la fronte sulla sua e mi persi nei suoi occhioni castani. Non ero molto lucido e razionale ma avevo l’impressione che anche lei fosse persa nei miei occhi. Era dolcissima la sua espressione! Le presi il viso con una mano e la accarezzai. Si avvicinò impercettibilmente a me e fece sfiorare la punta dei nostri nasi. Mi tremavano quasi le gambe dall’emozione, poggiai con delicatezza le mie labbra sulle sue e lei rimase lì immobile, quindi voleva quel bacio…giocammo a sfiorarci reciprocamente le labbra e poi…con la mano la attirai a me e finalmente diedi retta al mio istinto e mi avventai sulla sua bocca sensuale. Ci stavamo baciando, in modo profondo, passionale, assaporandoci l’un l’altra. Ci stavamo baciando in modo folle, sconsiderato, come se non avessimo desiderato altro da tutta la vita e in effetti per me era così. Avevo sempre avuto voglia di innamorarmi, ma una piccola parte di me era sempre stata intimorita da quel sentimento. Ma la paura ora era magicamente sparita, esattamente dal giorno in cui avevo incontrato Allison per la prima volta. Continuammo a baciarci a lungo, con sempre maggiore intensità fregandocene di chi ci era intorno. Era sciocco, avevo baciato molte altre ragazze prima di lei, ma…era diverso. Ogni volta che toccavo la sua lingua mi sentivo le farfalle nello stomaco. Quando ci staccammo mi guardò lievemente imbarazzata. Mi abbracciò di nuovo e bisbigliò al mio orecchio “Non volevo cascarci, non volevo essere come tutte le altre che cadono ai tuoi piedi perchè sei bello e come dici tu fai lo stronzo sincero, ma…ho scoperto che in te c’è molto altro. Ho cercato in ogni modo di resistere però…mi sono innamorata di te, in modo terribilmente veloce e assurdamente folle”. Presi il suo viso tra le mani, le sorrisi, quello che mi aveva appena rivelato mi aveva fatto enormemente piacere, anch’io ero innamorato, ma ancora non ce la facevo a dirglielo, era la prima volta per me. La baciai di nuovo, con passione, poi con dolcezza “Anche tu mi piaci così tanto come non mi era mai successo con nessuna…e te l’avevo detto che non ero uno stronzo come potevi credere all’inizio” risposi.

Tornammo dagli altri che erano tutti al corrente della novità tra me e Allison, ci avevano visto baciarci, ma non dissero niente. Riprendemmo da bere e insieme al mio gruppo di amici ci accodammo al resto degli invitati quando iniziarono a delirare sporcandosi a vicenda con la torta. Allison sporcò la mia faccia e io la baciai attaccando anche al suo viso pezzi di torta. Ridemmo tutti a crepapelle, la serata fu fantastica.

Stavamo insieme da una settimana e quei 7 giorni erano stati i migliori della mia vita. Sì…forse stavo esagerando, ma nessuna prima di lei mi aveva mai fatto stare tanto bene. Con Allison ero a mio agio, mi sentivo sereno e avevo continuamente la pazza voglia di vederla, di parlarle e di baciarla. I miei genitori dovevano essersi accorti di qualcosa…soprattutto mia madre. Non faceva che alludere ai rapporti tra ragazzi e ragazze quando parlava con me. Insomma…parlavamo di scuola, o dei Cullen, o commentavamo qualcosa sentito in tv e lei ci infilava sempre in mezzo quel discorso sul rispetto reciproco, sul fatto che alla mia età si doveva stare attenti…non volevo dirle di me e Allison, almeno non ancora, ma ugualmente doveva aver capito con la sua famosa super intuizione. Quel sabato pomeriggio avevo appuntamento con Allison. Avevamo deciso di fare un giro a Forks, sarebbe stato il nostro primo appuntamento. In quei 7 giorni infatti ci eravamo visti a scuola e al massimo ci eravamo trattenuti una decina di minuti dopo la campanella, ma tra poco avrei potuto trascorrere con lei l’intero pomeriggio. Mi preparai indossando jeans e camicia a quadri blu, nulla di particolare, quello era il mio stile. Andai nel luogo stabilito in moto. Parcheggiai la moto e tolsi il casco. Mi misi seduto su un muretto ad aspettarla. Sì ok…ero in anticipo di 15 minuti, ma ero agitato e su di giri al pensiero di trascorrere il pomeriggio con lei. Cercai di distrarmi guardando il mio profilo di facebook dal cellullare. Alcuni amici avevano cambiato l’immagine del profilo, altri avevano condiviso link scemi, altri avevano scritto post divertenti. Andai a sbirciare sul profilo di Allison. Aveva una foto a dir poco bellissima…beh non era difficile che venisse bene in foto, era davvero fantastica. Mi incuriosì il suo ultimo post pubblicato due ore prima, in cui c’era una foto di noi due e delle nostre amiche Julia, Jasmine e Hilary di qualche tempo fa. Tutte le ragazze avevano commentato dicendosi reciprocamente che erano venute bene in foto, che si volevano bene e bla, bla, bla. Julia aveva poi commentato scrivendo: “*_* Allison! È arrivato il giorno che desideravi! In bocca al lupo per oggi pomeriggio!!! Vi voglio bene!” probabilmente la mia amica alludeva al fatto che oggi sarebbe stato il primo sabato da quando stavamo insieme, in cui io e Allison saremo usciti insieme da soli. Lei aveva risposto: “Lo so!!! Sto sclerando da quando mi sono svegliata stamattina! Panico assoluto!” era nervosa quindi. Beh lo ero anch’io tanto quanto lei. Chiusi facebook e guardai l’orologio. Cinque minuti di ritardo. E se avesse deciso di darmi buca? Non mi era mai capitato con nessuna ragazza prima, ma non sapevo cosa aspettarmi. Eccola, la vidi camminare nella mia direzione. Avevo il cuore a duemila, la mani sudate e mi sentivo del tutto impacciato e eccitato. Mi alzai in piedi e aspettai che mi raggiungesse, mentre la mia mente malata non pensava ad altro se non al fatto che lei fosse così attraente da farmi svenire. A scuola ero abituato a vederla vestita sportiva o semplice…Dio…era perfetta! Indossava un vestito aderente nero che arrivava a circa metà coscia, sopra portava una maglia gialla, scarpe con il tacco e…le sue gambe erano in assoluto le più belle che avessi mai visto in giro. Si era truccata e aveva i capelli sciolti. Mi stava per venire un infarto, avevo le palpitazioni, letteralmente. Si fermò davanti a me sorridente e capii che anche lei doveva essere imbarazzata tanto quanto lo ero io. “Ciao” disse “Ciao” risposi inebetito. “Scusa se ho fatto tardi” aggiunse riferendosi al fatto che fosse 10 minuti in ritardo. Scrollai le spalle “Oh non preoccuparti” dissi. Sorrise e strofinò il suo labbro superiore su quello inferiore come per sistemarsi il rossetto. Che cazzo dovevo fare?! Volevo darle un bacio, ma…boh magari baciarla così dal nulla non era carino, forse era meglio aspettare un momento migliore. Rimasi lì come uno stoccafisso. Allison sorrise di nuovo e restò dubbiosa sul da farsi, guardò in basso e poi alla sua sinistra. ‘Jeremy!!!!! Ti vuoi svegliare????’ Sentii dire da una lontana vocina nella mia testa. Ma non sapevo nemmeno cosa dire di preciso. Ero davvero impietrito davanti a tanta perfezione e allo stesso tempo sapevo di dover aprir bocca, per non apparire un totale rincoglionito.

“Facciamo una passeggiata?” le domandai “Sì volentieri” rispose. Ci incamminammo in una via del centro, una delle poche in cui c’erano più negozi e camminai lentamente, magari lei voleva vedere le vetrine di cui a me non importava nulla…ma forse una ragazza la pensava diversamente. “Hai già studiato?” fu la prima domanda che mi balenò in mente per evitare di apparirle davvero un deficiente. “Mmm sì” rispose. Cioè…ma quanto ero idiota? Tra tutti gli argomenti di discussione possibili e immaginabili, andavo a chiederle della scuola. “In realtà non ho studiato molto Jeremy, ero un po’ deconcentrata” affermò guardandomi “Ah sì, perché?” “Beh perché…dovevamo uscire insieme” ammise. Le sorrisi, dunque avevamo lo stesso stato d’animo. Quella confessione mi fece sciogliere un po’, cominciammo a parlare con più tranquillità di mille cose. A lei non interessavano le vetrine dei negozi, non le guardava nemmeno e questo mi piaceva, non era una di quelle ragazze fissate con la moda. Non sarei mai potuto uscire con una come zia Rose o zia Alice, mi avrebbero fatto ammattire, Allison era esattamente ciò che incarnava il mio ideale di ragazza. Ridemmo insieme per ogni sciocchezza e avevo la costante voglia di baciarla, ma ancora non era arrivata l’occasione adatta. La presi per mano mentre camminavamo e lei senza voltarsi a guardarmi, fece un’espressione un po’ imbarazzata ma anche felice. Continuammo a parlare e a camminare mano nella mano. “Ci sediamo al bar?” le proposi dopo un bel po’ “Sì, come vuoi” rispose “Ti offro qualcosa da bere” “Al bar mi ci siedo volentieri, ma non importa che tu mi offra da bere Jeremy” “Dai ma che dici? Mi fa piacere! Cosa ti prendo? Cosa ti piace?” “Mmm tu cosa prendi?” mi chiese “Prendo un’aranciata. Qual è la tua bevanda preferita?” “Il thè al limone” rispose. “Ok, devo scoprire un sacco di cose su di te e…spero che mi darai il tempo di conoscerti meglio Allison” dissi. Lei si morse il labbro inferiore e vidi sulle sue gote un lieve rossore “Ne devo scoprire molte anch’io su di te, in effetti” “Vado a fare le ordinazioni, se mi aspetti qui al tavolo…poi iniziamo a parlarne” le proposi. “Ok, ti aspetto qui” disse sedendosi. Andai al bar, ordinai e aspettai che il barista mi servisse tutto. Non vedevo l’ora di tornare da lei per parlarle di me, per farle mille domande sulla sua vita, per accarezzarla e finalmente anche per baciarla.

NOTE:

Eccomi qua ;) Finalmente avete scoperto la sorpresa a cui avevo accennato nel precedente capitolo!!! Allison e Jeremy si sono baciati finalmente!!! Spero davvero che la sorpresa vi sia piaciuta. Ho cercato di descrivere il loro primo bacio mettendomi nella testa di un ragazzo che descrive il primo bacio con una ragazza che gli piace parecchio da tanto tempo, spero di aver reso l'idea e di avervi trasmesso qualche emozione! Inoltre ho cercato di farvi capire che Jeremy ha il più totale sconvogimento emotivo quando la bacia e quando sta solo con lei, è come se fosse la prima volta che si innamora <3

Anche il titolo che ho scelto per il capitolo, ossia "Farfalle nello stomaco", vuole richiamare lo stato d'animo di Jeremy, che in uno dei capitoli precedenti diceva che quando baciava le ragazze riusciva solo a provare belle sensazioni fisiche ma non mentali, dato che non ne era innamorato. Adesso con Allison le cose sono notevolmente diverse!

E ora....dopo il primo bacio avranno il loro primo appuntamento dopo che si sono messi insieme. Sia Jeremy sia Allison sono un po' imbarazzati e impacciati, ma hanno cominciato a parlare e nel prossimo capitolo vedremo cosa si diranno e se Jeremy si deciderà a baciarla nuovamente! Previsioni???? Ci vediamo venerdì!!!!

BUON ULTIMO DELL'ANNO E BUON 2015!!!!!

Vanessie

P.S: Ci sono tante nuove lettrici sia di Sunlight's Ray part 1 sia della part 2, GRAZIE della vostra attenzione e se ce la fate lasciatemi qualche recensione, lo so che vi rompo sempre con la stroria delle recensioni, ma per me sono davvero importanti per capire cosa vi piace!

SUNLIGHT'S RAY PART 3 FANFICTION

Capitolo 77

“Oscar Wilde”

POV Jeremy

Era il nostro primo vero appuntamento da quando una settimana prima ci eravamo messi insieme. Tornai verso il tavolino del bar al quale mi aspettava Allison, con in mano le nostre bibite. Certo il totale imbarazzo iniziale era passato, ma mi sentivo ancora molto emozionato all’idea di trascorrere del tempo da solo con lei. Poggiai le bevute sul tavolo e mi sistemai a sedere. Avvicinai la mia sedia alla sua e lei sorrise per il mio gesto. Da quella posizione potevo respirare meglio il suo profumo che mi mandava in estasi, potevo guardarla negli occhi e immergermi nel suo sguardo dolce e sexy allo stesso tempo. “Grazie, quanto sei gentile!” esclamò quando le porsi il suo thè al limone dopo averle già bucato il brick con la cannuccia. “Prego” risposi “Scusa se oggi sono un po’ strana…è che…mi sento agitata” “Per cosa?” le domandai facendo il finto tonto “Perché…sono qui con te, mi sento quasi in imbarazzo” “Davvero? In realtà vale lo stesso per me Allison” dissi. Restai a guardarla negli occhi, poi calai lo sguardo sulle sue labbra vellutate e carnose. C’era una voce nella mia testa che non faceva che ripetermi ‘Baciala Jeremy, baciala! Lo vedi che vuole essere baciata? Datti una mossa’ ma ero titubante, non sapevo se seguire l’istinto o meno. “Mi piace la tua camicia a quadri” disse lei risvegliandomi dai miei sogni erotici “Oh grazie, anche a me piace molto il tuo look. Sei molto…molto…” iniziai a farfugliare. Come potevo completare la mia frase? Sei molto sexy? Attraente? Provocante? Volevo scegliere un aggettivo che risultasse per lei un complimento e che non le facesse pensare che ero pronto a saltarle addosso. “Sei molto carina e seducente” dissi, lei si mise a ridere “Cioè Allison…io volevo dire che…sei” “Grazie è un complimento, mi fa piacere che ti piaccia il mio look” affermò. Pausa di silenzio, avevo di nuovo puntato lo sguardo su quelle labbra. Mi avvicinai lentamente a lei. Rimase immobile ad osservarmi, mi sbilanciai un po’ dalla mia sedia e poggiai le mie mani sulla sua testa. “Non ho fatto altro che pensare a te stanotte e quasi non ho chiuso occhio” confessai a pochi centimetri dalla sua bocca. Lei sorrise e mi guardò in un modo che…

Mi avvicinai alle sue labbra e ci poggiai le mie. Dopo qualche superficiale bacio mi presi con più foga le sue labbra e lei mi seguì, permettendomi di arrivare a toccarle la lingua con la mia. Iniziammo a baciarci sul serio, in modo sempre più profondo, assaporandoci l’un l’altra. Senza staccarci sentii che aveva appoggiato la sua mano sinistra sul mio viso. Per una frazione di secondo lasciai la sua lingua e aprii gli occhi per guardarla. Era così eccitante…richiusi gli occhi e mi ripresi le sue labbra, dalle quali avevo cominciato già a togliere il rossetto con i nostri baci. Credevo che con nessun’altra mi sarei mai più sentito le farfalle nello stomaco dopo che con Ashley era finita, ma…in realtà il modo in cui mi sentivo con Allison era del tutto fuori controllo e irrazionale, molto più fantastico di qualsiasi altra cosa che avessi mai provato prima. Baciava bene. Era dolcissima, ma sapeva provocarmi al punto giusto. Dopo un bel po’ di tempo ci staccammo.

Finimmo di bere le nostre bibite tra un bacio e l’altro. “Parlami un po’ di te, dimmi qualcosa che non so” mi propose lei. “Non c’è molto da sapere…” “Secondo me ti sei fatto la fama di cattivo ragazzo, ma non lo sei affatto” affermò “Mmm sì dai…sono un bravo ragazzo!” “Abiti nella Riserva Indiana per cui sei discendente degli Indiani d’America?” mi domandò. “Sì da parte di mio padre” “Wow che figata” scoppiai a ridere. “Alex mi ha detto che avete anche una vostra lingua oltre all’inglese, è vero?” “Sì” “Dai ti prego dimmi qualcosa nella tua lingua” “Ok…vediamo…” dissi pensando a qualcosa da dirle in Quileute. Potevo dirle qualsiasi cosa tanto lei non avrebbe capito “Sei la più bella che abbia mai incontrato in vita mia e credo di essere innamorato di te” le dissi in lingua Quileute. “Wow! Sono un’appassionata di lingue straniere! Che cosa vuol dire la frase che mi hai appena detto?” “Allison è un segreto, non posso dirtelo!” “Dai!!!” mi supplicò, ma figuriamoci se mai glielo avrei tradotto in inglese! Rincarai la dose e sempre in Quileute le dissi “Vorrei fare l’amore con te” “Traducimelo! Non aggiungere altre cose!” esclamò. “Meglio di no” risposi “Hai detto qualche idiozia per prendermi in giro?” mi chiese “No, ho detto solo cose vere, cose sincere” precisai. Mi sorrise e ne approfittai per rubarle altri baci. Sapeva di thè adesso. Sperai che non venisse mai a sapere cosa significassero le mie due frasi in Quileute. “Ora parlami di te Allison” “Di me? Escluse le cose che sai già…posso aggiungere che…credo che tu sia molto bello” “Io?” “Sì Jeremy” “Credo che tu sia molto più bella di me” “Perché un ragazzo carino come te, simpatico, alla mano, divertente non ha una ragazza?” “Sei tu la mia ragazza” precisai. Lei sorrise “Prima che ti mettessi con me intendo” “Beh…mi piaceva divertirmi, non mi interessava nessuna così a fondo da pensare di mettermici insieme” “Se non sono indiscreta…ti sei mai innamorato?” “Sì…della mia prima ragazza, ma ora come ora credo che forse nemmeno quello fosse stato amore, in confronto a…” “A cosa?” “A questo” le dissi prendendole la mano e poggiandogliela sul mio cuore. Avevo i battiti super accelerati. Cercò di trattenere il sorriso, ma non le riuscì “Sei anche così dolce?” mi chiese, sorrisi anch’io. “Come si chiamava la tua ragazza?” “Ashley” “Ti da fastidio che io ti faccia tutte queste domande?” “No figurati. Siamo stati insieme un anno e mezzo, dai 14 e mezzo ai 16 anni, anche se ci siamo lasciti e rimessi insieme almeno quattro volte in quel periodo. È stata la prima che ho baciato e…con la quale ho fatto l’amore, insomma è stata una storia importante” spiegai. “L’hai lasciata tu?” “In un certo senso sì. Si è trasferita con i suoi genitori e ogni tanto tornava a La Push…ci vedevamo…uscivamo, ci baciavamo e tutto il resto. Un giorno mi ha detto che aveva trovato il ragazzo e quindi l’ho piantata lì. Non volevo farmi prendere in giro” chiarii. “Beh non si è comportata molto bene con te” disse, sospirai “Credo che…non fosse seriamente innamorata di me. Le piacevo esteriormente, ma penso che tutto si limitasse a quello” “Sei serio Jeremy?” “Sì” “Mi dispiace davvero che lei ti abbia trattato così, ma secondo me…voglio dire…non credo che lei sia stata con te solo per l’aspetto!” esclamò. “Come puoi saperlo?” “Perché non è proprio possibile. Non fraintendere, sei davvero bellissimo ma da quando ti conosco credo di poter dire con certezza che…hai un carattere favoloso, sei scherzoso e intrigante, ma sei anche dolce e sensibile” disse. “Intrigante?!” “Sì” rispose arrossendo parecchio, sorrisi e abbassai gli occhi. La consapevolezza che Ashley era stata con me solo perché le piacevo fisicamente mi aveva sempre ferito. Le avevo donato cose che non sarebbero mai più tornate…il mio primo bacio, il mio primo ti amo, la prima volta con una donna…ma ormai l’avevo superata. Non ero più legato ad Ashley da un anno e mezzo e non mi importava più nulla del passato. Mi importava solo di Allison. Sollevai il mio sguardo su di lei, mi stava fissando chiedendosi forse a cosa stessi pensando. Mi abbracciò e lo feci anch’io. Mi inebriai del suo splendido profumo, della morbidezza della sua pelle. Mi baciò e anch’io ricambiai. “Solo una pazza può considerarti solo bello, tu sei molto molto di più” bisbigliò, le accarezzai i capelli e sentii il mio cuore prendere il volo, sapeva catturarmi con una semplicità disarmante.

“E tu invece? Storie importanti?” domandai “Sì, in realtà ho avuto solo un ragazzo, Bryan. Abitavamo nella stessa cittadina prima che io mi trasferissi qui” “Quanto siete stati insieme?” “Un anno e 8 mesi” “Perché è finita?” le chiesi “Perché è stato un pezzo di merda e ti prego di non chiedermi il motivo” disse. “Ok” “Scusa se non voglio parlartene. Un giorno ti racconterò e capirai” spiegò. Annuii, intrecciai le mie dita alle sue e restai lì a osservarla. Ci alzammo e finimmo la nostra passeggiata. Il tempo insieme finì, Allison doveva tornare a casa per le 19.00 e purtroppo fui costretto a salutarla. “Ci vediamo domani?” le proposi “Sì” “Sono stato bene con te e…non mi capitava da tanto con nessuna ragazza” “Jeremy…grazie io…non so cosa dire, mi fa piacere. Anch’io sono stata benissimo con te, mi sono lasciata andare anche se non è nel mio carattere e…spero che avrò il modo e il tempo di farmi conoscere da te fino in fondo” “Lo spero” risposi. “Tutto quello che ho passato nella mia vita Jeremy è…molto difficile da spiegare…ci sono tanti segreti che tu non conosci e che…vorrei un giorno confessarti. Ma è complicato, la mia vita è un casino…” “Ognuno ha i suoi segreti” risposi pensando al fatto che anch’io ne avevo uno bello grosso con cui fare i conti…il fatto di essere un licantropo con poteri da vampiro, era sicuramente un segreto assai più grande di qualsiasi altro segreto che lei poteva avere. “Non lo so…sei un tipo interessante Jeremy…molto interessante e vorrei che…” “Sogna come se dovessi vivere per sempre, vivi come se dovessi morire oggi” dissi citando una famosa frase di Oscar Wilde.

Rimase sorpresa a guardarmi. “Oscar Wilde!” esclamò sorridendo, annuii “Non devi credere che i tuoi problemi del passato si trascinino anche nel presente o nel futuro Ally. Credo che ogni persona debba fare i conti con i suoi segreti, i suoi casini ma…siamo due ragazzi di 17 anni, è giusto che possiamo permetterci di sognare in grande, come se dovessimo vivere per sempre. Dall’altro lato penso che alla nostra età ogni giorno vada vissuto pienamente, senza farsi abbattere o limitare, proprio come se dovessimo morire oggi stesso” dissi. “Ci proverò…voglio davvero sognare in grande, o meglio voglio ricominciare a farlo. Vuoi aiutarmi?” mi propose. “Certo” dissi facendola avvicinare a me e stringendola tra le mie braccia. Mi sorrise e mi accarezzò il viso “Wow, un ragazzo di 17 anni che cita Oscar Wilde…bello, intelligente e intrigante” disse. Sorrisi e piegai la testa da un lato per baciarla. Avevo finalmente trovato il mio più grande sogno da inseguire…Allison. Non mi importava quanto difficile sarebbe stato inseguirla, ci sarei riuscito, non volevo lasciarmi scappare una ragazza tanto fantastica.

Il tempo volava con lei. Erano già trascorsi due mesi. La relazione con Ally andava alla grande, ogni giorno era sempre meglio, diventava sempre più difficile allontanarmi da lei. Inoltre per me diventava sempre più uno strazio dover controllare i miei impulsi maschili…non ero molto abituato all’astinenza, prima di conoscerla passavo da una ragazza all’altra, ma non ero più andato a letto con nessuna da quando l’avevo incontrata per la prima volta, ormai 7 mesi fa. Quella sera andai a prenderla a casa, la aspettai fuori perché Allison non voleva ancora presentarmi suo padre, diceva che lui era un tantino geloso e per il momento preferiva aspettare. La capivo, anche mio padre era stato così verso mia sorella. Anch’io non l’avevo ancora portata a conoscere i miei genitori, ma volevo farlo. Uscì da casa, mi salutò con un bacio e salì dietro di me sulla mia moto. Andammo ad una festicciola di inaugurazione della stagione estiva, che si svolgeva alla piscina pubblica di Tacoma. Arrivammo lì, ci separammo un momento per andare a metterci il costume ognuno nel proprio spogliatoio, poi ci incamminammo verso la piscina. C’erano tante persone di tutte le età e un deejay animava la festa con alcuni brani musicali noti. Facemmo il bagno in piscina facendo qualche gara di nuoto, di velocità, ci facemmo reciprocamente degli scherzi e mi divertii a schizzarla più volte. Sembrava proprio un pulcino bagnato mentre annaspava per rimanere a galla quando tentavo di spingerla sott’acqua! Indossava il suo bikini verde e al collo portava sempre la sua collana con il medaglione che fin dal primo giorno mi aveva colpito per la sua bellezza e classicità di stile. Non se lo toglieva mai, mi aveva spiegato che era una specie di cimelio di famiglia. Inutile dire che in costume era divina, il suo fisico perfetto e atletico mi spinse continuamente a fare certi pensieri che cercavo in ogni modo di controllare. Poi fu Allison a farmi qualche scherzo, dopo avermi avvicinato con la scusa di baciarmi aveva provato a tirarmi giù i boxer del mio costume, ma per fortuna avevo i riflessi pronti e avevo evitato quella figuraccia davanti ad una gremita folla di sconosciuti.

Uscimmo dall’acqua e ci sdraiammo su due lettini ad asciugarci. Restammo a parlare, a dirci frasi sdolcinate e a ridere di ogni sciocchezza. Poi Ally tolse la sua collana col medaglione e la mise sul lettino sul quale era sdraiata. La asciugò accuratamente con l’asciugamano e si affrettò a rispondere al telefonino che le squillava. “Scusa è mio padre, cerco di fare veloce” mi disse alzandosi e allontanandosi per parlargli. Buttai lo sguardo sul medaglione che aveva lasciato lì accanto a me. Ero curioso di vedere cosa contenesse…guardai Allison, era di spalle impegnata a parlare al cellulare. Velocemente presi la collana e feci scattare il meccanismo per aprire il ciondolo. Dentro al medaglione su un lato c’era un simbolo strano, che non sapevo ricondurre a niente, sull’altro lato invece c’era inciso un nome: Dalkey. Non avevo idea di cosa significasse. Mi affrettai a rimettere la collana sul lettino nella sua posizione originaria. Lei tornò e subito infilò al collo la sua collana. Non le dissi che l’avevo presa e che l’avevo aperta. “Scusa Emy è che mio padre è un po’ apprensivo…” mi disse chiamandomi con quel diminutivo che mi aveva dato utilizzando le ultime tre lettere del mio nome (Jeremy: Emy). “Non c’è problema” risposi. La ammirai sdraiata accanto a me e rimasi per interminabili minuti ad osservarla. Riuscivo ad imbambolarmi ogni volta in cui la guardavo. “Ally pensavo…ti va di conoscere i miei genitori?” “Dici sul serio?” “Sì, certo, vorrei farti conoscere anche mio fratello Jessie e mia sorella Sarah ma…sono al college” dissi. Lei sorrise “Mi piacerebbe” “Ok allora intanto lo dico ai miei e la prossima volta te li presento” conclusi. “Perfetto” disse lei. Restammo in silenzio poi aggiunsi “Vorrei dirti tutto di me, ma ci sono alcuni aspetti che ancora non conosci…ho quasi paura a parlarne perché penso che poi tu possa…non accettarli o comunque non capirli”. Mi stavo riferendo alla mia natura di lupo. Ero innamorato di lei, volevo che lei sapesse, volevo essere sincero fino in fondo, ma temevo che si spaventasse, che si allontanasse da me, che non volesse vedermi mai più. “Credo che qualsiasi cosa di te mi piaccia. Non esiste nulla che possa farmi cambiare idea su di te Jeremy” “Al momento giusto ti dirò tutto…anche se penso che non sarà facile per te capire e che forse tu potresti volermi allontanare” “Sei il ragazzo più puro e fantastico che abbia mai incontrato, non hai niente da temere” “E se non fosse così? Voglio dire se…tu associassi l’altra parte di me che ancora non conosci a qualcosa di malvagio?” “Tu non sei malvagio. Non ho paura di te!” disse. “Ah no?!” “No” “Io invece ho paura di te Allison” le confessai e mi riferivo a ciò che mi faceva provare. Era bello quel sentimento, ma mi spaventava sentirmi tanto coinvolto. Mi sorrise accarezzandomi il viso. Le sorrisi “Posso farti una domanda?” mi chiese dopo “Sì” “Perché non hai più il taglio sul braccio che ti eri fatto ieri?” domandò. Cazzo! Cosa potevo inventare ora? Esaminai la mia pelle, era perfetta, la guarigione accelerata dei lupi aveva già guarito tutto. “Ohhh in realtà era un taglietto superficiale” “Beh ricordo che hai perso del sangue, tanto superficiale non era”. Dio, mi affannavo a trovare una cosa da dirle per non farla insospettire. “No era un piccolo taglio superficiale e poi…sai mio nonno è un medico, mi ha dato una crema che velocizza la cicatrizzazione” “Ah ho capito!” disse. Per fortuna non ne parlammo più. Per quanto altro tempo avrei potuto fingere? Come sarei riuscito a dirle la verità sul mio conto senza spaventarla a morte? Ancora non ne avevo idea ma una cosa era certa, prima o poi avrei dovuto affrontarla, la amavo e non volevo che tra noi ci fossero segreti. Dovevo dirglielo in tutti i modi, anche a costo di rischiare che lei mi rifiutasse per sempre.

NOTE:

Prima di tutto buon 2015!!!! Ho voluto cominciare l'anno regalandovi un capitolo più lungo e ricco di emozioni, almeno spero :P

Allison e Jeremy al loro primo appuntamento sono riusciti a baciarsi ancora e sono stati bene insieme <3 Jeremy le ha raccontato qualche cosa in più sulla sua vita passata: del suo primo amore con Ashley, del perchè è finita, della sua piccola insicurezza dovuta al fatto che lui crede che Ashley sia stata con lui solo per l'aspetto fisico. Allison è molto innamorata di Jeremy e scoprire che dietro l'apparenza da duro lui in realtà ha delle piccole insicurezze gli è piaciuto, così come gli è piaciuto il fatto che Jeremy non abbia voluto forzarla nel farla parlare del suo passato, del suo presente e del motivo per il quale si è lasciata con il suo ex ragazzo. Allison ha molto da raccontare, ma ancora non ce la fa ad aprirsi con Jeremy...per paura o per timidezza...chissà! Ad Allison è piaciuto anche che Jeremy le abbia fatto quella citazione di Oscar Wilde per spronarla a lasciarsi andare, a non restare aggrappata ai problemi del passato. Le ha fatto capire che in realtà lui è probabilmente più maturo di quello che sembra...insomma questo primo appuntamento ha dato sia a Allison sia a Jeremy la conferma che vogliono continuare a vederesi, a uscire insieme, continuare a conoscersi meglio, ad innamorarsi! Davvero spero che vi sia piaciuto!!!

Ho poi fatto un salto temporale, sono trascorsi due mesi e la nostra nuova coppia continua a stare insieme, a divertirsi. Ma entrambi sanno che reciprocamente hanno dei segreti che ancora non si sono confidati. Jeremy vorrebbe dirle che lui è un licantropo, ma ha paura di perderla, di impaurirla. Ha anche provato a prendere il medaglione di Allison e ad aprirlo di nascosto per capire cosa contenesse. Cosa sarà il simbolo in esso contenuto? E la parola Dalkey???

Continuate a leggermi per scoprirlo, vi aspetto martedì!

Vanessie

P.S: Nella foto in alto vedete Allison e Jeremy al loro primo appuntamento! Mi sembravano carinissimi entrambi...non so se lo avete capito ma io li adoro, sono perdutamente innamorata di questa coppia <3 :D

E poi ho deciso di inserire una Gif (immagine animata) di loro, due tratta dal film "Cappuccetto rosso sangue". Ne inserirò altre in seguito, ho appena scoperto come si fa e sono elettrizzata! Spero vi piaccia l'idea. Fatemi sapere!

SUNLIGHT'S RAY PART 3 FANFICTION

Capitolo 78

“Primi indizi”

POV Renesmee

Andammo tutti a casa Cullen. Jacob, Jeremy, io, i componenti del branco. Jake voleva comunicarci le ultime novità a proposito dell’altro branco di lupi che era arrivato in città. Ci radunammo nel salotto della mia vecchia casa, nonna Esme aveva predisposto delle sedie poiché eravamo tanti e sul divano non c’era posto per tutti. Mi misi in mezzo a mia madre a mio padre e ascoltai le parole di mio marito. “Hanno capito chi siamo esattamente. Non so come ci siano riusciti ma ce l’hanno fatta. Nella cassetta della posta ho trovato questa lettera. L’hanno scritta utilizzando delle lettere ritagliate dai giornali” disse Jake porgendo a nonno Carlisle la busta contenente la lettera. “Quando te l’hanno consegnata?” chiese mio nonno “Stamattina” disse Jake. “Come hanno fatto ad avvicinarsi a casa tua nonostante le ronde?” chiese Alice “Sì infatti, perché nessuno ha intercettato la loro scia?” domandò Emmett. “Non lo sappiamo” affermò Embry “Ma lo scopriremo” precisò Leah. “Non è così semplice, nessuno per il momento ha notato niente di sospetto” aggiunse Rosalie “Sì ma sono sicuro che prima o poi commetteranno qualche errore” affermò Jasper “E noi li beccheremo” precisò Alex. “Credi che ci siano pericoli?” chiese Esme “No per ora, a giudicare da quello che dice la lettera. Leggila ad alta voce Carlisle” disse Jake. Mio nonno la aprì e cominciò a leggere quel messaggio cifrato scritto in rima:

“Vampiri, licantropi, mezzosangue un’intesa speciale

della quale da tempo sentiamo parlare.

Da un posto lontano noi siamo arrivati

per capire se tra voi ci sono alleati.

Abbiam bisogno di aiuto ma prima vogliamo capire,

quale sia il vostro modo di agire.

Qualcuno ci ha narrato di poteri particolari

che riescono a fare cose spettacolari.

Uno di voi in particolare

ci potrebbe proprio aiutare.

Abbiamo scelto chi tra di noi doveva cercare

le informazioni necessarie con cui sperare.

Ma le cose qui si son complicate notevolmente,

la persona da noi incaricata si è fatta coinvolgere terribilmente.

Prima di svelarvi la nostra identità

dobbiamo vagliare ogni possibilità.

Ben presto arriverà il momento

di porre fine al nostro tormento.

Ma dopo quel che è successo non sappiamo immaginarci

se vorrà darci una mano colui che tra di voi poteva aiutarci.”

Carlisle ripose la lettera nella busta. Era piuttosto enigmatica ma una cosa l’avevamo capita. Questo branco di lupi non aveva cattive intenzioni, era giunto a Forks da lontano per chiederci aiuto. Conosceva l’alleanza tra i Cullen e i Quileute, la presenza tra di noi di creature con poteri vampirici particolari e sapeva che uno tra di noi era in grado di aiutarli. Ma non si fidavano, volevano studiare le nostre mosse, capire chi fossimo e come operassimo prima di mettersi a rischio, prima cioè di svelarci la loro identità. Avevano dato il compito a qualcuno tra di loro di documentarsi, ma qualcosa doveva essere andato storto, o comunque c’era stato qualche evento inaspettato che aveva sconvolto i loro piani. Tra di loro qualcuno si era lasciato coinvolgere, probabilmente con colui che tra i nostri avrebbe potuto aiutarli e adesso il loro timore era che noi non fossimo disposti ad allearci con loro. “Si parla di un coinvolgimento tra uno dei nostri e uno dei loro nella lettera” disse mia madre Bella “Esatto” disse Jake “Dobbiamo capire di chi si tratta” disse Jeremy “E quando l’avremo capito dobbiamo anticipare le loro idee, in modo tale da conoscere quali siano le loro prossime mosse” precisò mio padre Edward. Tutti annuimmo, eravamo concordi ma non era affatto facile capire. Non sapevamo chi tra noi fosse in contatto con loro, colui che ne era coinvolto ne era per primo all’oscuro. Ma mi ero sempre fidata delle mie famiglie, erano state capaci di affrontare tutte le difficoltà e anche quella volta ci saremo riusciti. Restammo ancora a parlarne poi insieme al branco tornai a La Push. Telefonai a Sarah e Jessie, mi mancavano tanto, ma non dissi loro del nuovo branco. Fui felice di sentire che stavano bene e che tutto procedeva con regolarità.

Mi fermai ad ascoltare il bellissimo pezzo che Jeremy stava suonando al pianoforte. Lo stava creando lui, era diventato bravissimo con il passare degli anni. Gli diedi qualche spunto e lui fu contento del mio aiuto. Era un brano molto dolce e non feci fatica a capire che lo stava componendo pensando alla sua ragazza. Mi piaceva quella versione di mio figlio, in un modo o nell’altro Allison, che ancora non avevo il piacere di conoscere, lo aveva cambiato in meglio. Aveva fatto emergere il suo lato tenero che sempre aveva tentato di nascondere agli altri per mostrarsi forte. Ma sapevo che sotto alla sua corazza si nascondeva un animo dolce e sensibile, lo conoscevo bene il mio cucciolotto. Jake ci raggiunse in salotto quindi lasciai mio figlio al piano e andai a sedermi vicino a mio marito sul divano. Mi abbracciò, ci scambiammo qualche bacio e carezza, forse un po’ troppo lunghi a giudicare dal fatto che Jeremy si schiarì in modo forte la voce, come per dirci senza usare le parole che lui era lì ad assistere. Jacob si voltò e gli sorrise divertito dicendo “Abbiamo capito”. Anche nostro figlio sorrise e poi venne a sedersi sull’altro divano. Voleva dirci qualcosa, lo capivo dalla sua espressione e infatti non ci mise molto a cominciare a parlare “Volevo farvi conoscere Allison se per voi va bene” “Certo che ci va bene” rispose JJ. “Domani sera?!” “Sì Jeremy, quando vuoi” aggiunse mio marito. Ero contenta, avevo voglia di conoscere questa ragazza, doveva essere una in gamba per essere riuscita a tener testa a Jeremy. “Mamma, papà è importante per me” aggiunse lui “Lo so amore, l’ho capito” gli risposi. Lui abbassò gli occhi e sorrise. Gli feci una carezza sul viso “Io e papà siamo felici di conoscerla” affermai ed ero davvero sincera. Lui venne a sedersi in mezzo a me e a Jake “Mi fa stare un po’ in ansia l’idea di portare una ragazza qui da voi per farvela conoscere ma…credo proprio di essere innamorato e mi sembrava giusto che voi almeno sapeste chi è, com’è fatta” disse “Come ha detto tua madre siamo felici della tua scelta di farcela conoscere Jerry. Non devi essere in ansia, sai che io e mamma ti vogliamo bene e ovviamente siamo felici se tu sei felice” gli disse Jacob. Nostro figlio sorrise e annuì, ci diede un abbraccio per uno e poi ci diede la buonanotte. Andò in camera sua al piano superiore lasciandoci soli. Riprendemmo le nostre coccole, adesso potevamo farcene quante ci pareva visto che nella stanza nessuno era presente. Parlammo di ciò che nostro figlio ci aveva detto, ci scambiammo le nostre reciproche impressioni, ma come sempre io e Jacob la pensavamo allo stesso modo, eravamo fieri di come lui stesse crescendo e maturando, stava diventando sempre più un ragazzo responsabile.

“Tesoro chi credi che sia la persona che senza saperlo è in contatto con quelli dell’altro branco?” “Non lo so Ness, davvero. Potrebbe essere chiunque. C’è da dire una cosa però…sono in gamba quelli dell’altro branco. Sono riusciti a fregare sia noi sia i Cullen e non è così semplice” “È vero, però hanno scritto nella lettera che la persona che avevano inviato a raccogliere informazioni ora è rimasta troppo coinvolta…questo può significare che forse non vuole più aiutarli, che per qualche ragione sta dalla nostra parte” dissi, comunicando a mio marito quella riflessione che avevo maturato nel viaggio in auto di ritorno verso la Riserva. Anche lui parve convincersi della mia idea, mi disse che ne avrebbe parlato con tutti gli altri, poteva essere d’aiuto ciò che avevo ipotizzato. Salimmo in camera nostra, si era fatto tardi. Mi spogliai per indossare la camicia da notte, ma ci ripensai. Mi avvicinai a Jacob, lo baciai facendogli capire che volevo andare oltre. Mi capì al volo, in men che non si dica restammo entrambi nudi. Ammirai la bellezza del suo corpo nella penombra, gli sussurrai che lo amavo e ben presto cominciammo a fare l’amore. Cercammo di fare meno rumore possibile, non eravamo soli in casa e Jeremy non era più un bambino piccolo che non capiva ciò che stava accadendo…quando la nostra unione finì restammo nudi sotto alle lenzuola a farci le coccole. 

NOTE:

Buongiorno e BUONA EPIFANIA! Torniamo ad un POV Renesmee, in cui si scoprono nuovi dettagli sul secondo branco presente a Forks. Sono riusciti a capire chi siano i componenti del branco dei Quileute e per il momento non hanno atteggiamenti ostili. Qualcuno ha recapitato a casa di Jacob una misteriosa lettera, in cui in modo un po' enigmatico fanno capire che hanno bisogno d'aiuto e che per ora vogliono mantenere segreta la loro identità, almeno fino a quando non avranno capito meglio il modo di operare dei Quileute e dei Cullen. Renesmee ha fatto le sue considerazioni e le ha dette a Jake, il quale sembra convincersi delle ipotesi di Nessie. La persona incaricata dal secondo branco per ricercare informazioni forse non vuole più aiutarli...è rimasta coinvolta in qualcosa che gli ha fatto cambiare idea! Chi sarà questa persona e cosa vorranno quelli del secondo branco?

Jeremy inoltre dice ai suoi genitori che vorrebbe portare Allison da loro per fargliela conoscere. Riesce anche a dire "Credo di essere innamorato" ed è un enorme passo avanti per lui, che negli ultimi tempi non ha fatto che giocare con le ragazze senza mai farsi coinvolgere veramente da nessuna. Nessie e Jake sono felici di conoscere Allison! Come andrà quest'incontro???

Lascio la parola a voi, largo alle recensioni ;) vi aspetto sulla mia pagina facebook (Taylor Lautner my sweet love). A venerdì per il prossimo capitolo!

Vanessie

P.S: Grazie ancora a chi mi legge e mi dedica il suo tempo! E ultima cosa, poi vi lascio davvero...oggi 6 gennaio è il compleanno di Jeremy!

SUNLIGHT'S RAY PART 3 FANFICTION

Capitolo 79

“Per la prima volta”

POV Jeremy

Allison bussò alla porta di casa mia. Ero in tensione, stavo per presentarla ai miei genitori. Le avevo inventato che i miei si erano sposati quando erano molto giovani, non potevo certo spiegarle che avevano l’aspetto di due ragazzi da almeno 25 anni, per fortuna non mi aveva fatto troppe domande. “Ciao” le dissi sorridendo aprendo la porta “Ciao, sono un pochino in anticipo, ero nervosa” mi confessò. Le diedi un bacio veloce poi chiamai mamma e papà ai quali avevo detto di aspettare in cucina. Ci raggiunsero in salotto e si presentarono tendendo la mano alla mia ragazza e dicendole i loro nomi. “Siamo contenti di conoscerti” disse mia madre “Sono contenta anch’io” rispose Allison “Jeremy ci ha detto che sei canadese” affermò mio padre “Ehm…sì” “Ti sei ambientata bene a Forks?” continuò a chiederle “Sì, è stato più facile del previsto” rispose lei voltandosi a guardarmi. Le sorrisi quando incrociò il mio sguardo. “Sediamoci sul divano” propose mamma, tutti noi ci accomodammo e mia madre non perse l’occasione per offrirci biscotti preparati da lei e succo di frutta. “Complimenti i biscotti sono davvero buoni” affermò Allison e mia mamma ne fu felice. “Jeremy ci ha parlato molto di te” continuò a dire mia madre “Anche a me ha parlato molto di voi” rispose “Eravamo parecchio curiosi di conoscerti Allison! In poco tempo sei riuscita a far cambiare a Jeremy alcune sue brutte abitudini del passato…” disse mia mamma. Allison rise “Spero che siano cambiate in meglio!” esclamò “Sì sono miglioramenti e ne siamo felici” disse mio padre. Restammo ancora con loro a fare due chiacchere, poi uscimmo. Salii nell’auto di Allison, lei mi chiese di guidare al suo posto e io acconsentii. Andammo verso il luogo in cui avevamo stabilito di trascorrere la serata, ossia al cinema del centro cittadino. “Non si direbbe che quello che ho appena conosciuto è tuo padre” disse improvvisamente “No?!” “No perché è così diverso da te…sto scherzando, cavolo sei identico a lui! Avete perfino la voce simile” “Lo so, ce lo dicono tutti” “Gli assomigli anche di carattere?” “Abbastanza…perché?” “Così…bei tipi hai in famiglia” disse. Sorrisi e la guardai mentre guidavo “Che vorresti dire?” “Ora capisco mooolte cose…dopo aver visto i tuoi genitori” “Tipo?” “Ecco perché riesci a essere sempre così figo anche con una semplice t-shirt, con i capelli in disordine, anche quando sei sudato…con quei genitori lì ci credo” affermò. Le baciai la mano e cercai di concentrarmi su ciò che stavo facendo, ossia guidando. “Tuo padre è…è così…” disse cercando le parole giuste “Così come?” le domandai curioso “…così spaventosamente bello” “Devo essere geloso?” “Nooo a me piaci tu amore” rispose. Sorrisi poi lei disse “Stasera i miei genitori e Ethan sono andati a trovare alcuni parenti…sono sola in casa” “Ah davvero? Non me lo avevi detto” “Te lo sto dicendo” disse con uno sguardo strano, che definirei malizioso. Restai in silenzio fissando l’attenzione sul mio respiro affannato, sognai di trascorrere la notte con lei “Mi vuoi fare compagnia?” domandò poi. Mi voltai di nuovo a guardarla, era lievemente in imbarazzo per ciò che mi aveva detto, forse desiderava la mia stessa cosa… “Sì…se ti fa piacere, se vuoi” “Voglio!” rispose. Cazzo ero su di giri, parcheggiai la sua macchina e mandai un sms a papà, dicendogli che avrei dormito da Alex.

Scendemmo, ci incamminammo nell’atrio del cinema dove trovammo Alex e Julia ad aspettarci, avevano già preso i biglietti per tutti e quattro, restituii i soldi al mio migliore amico sia per me che per Ally. Andai con lui a comprare bibite e popcorn mentre le ragazze rimasero a parlare. “Mi ha chiesto di farle compagnia perché i suoi sono fuori città” dissi ad Alex “Grandioso” mi rispose con una pacca sulla spalla. Sorrisi e cercai di non mostrare il mio nervosismo “Ho detto ai miei che dormo da te” “Va bene…confermerò il tuo alibi. Credi che lei voglia…” “Non lo so Alex, non lo so” “Non sarebbe la sua prima volta vero?” “No, mi ha raccontato che ha avuto un ragazzo per un anno e mezzo e che è successo con lui” precisai. “Domani mi chiami vero?” “Forse” risposi ridendo “Mi chiamerai, è pazza di te e quindi credo che non ti abbia invitato a vedere la sua collezione di francobolli…credo che voglia proprio approfittarsi di te” rispose anche lui ridendo e poi aggiunse “Lo sa che sei in astinenza da 7 mesi? Cioè sa a cosa va incontro?” “Sì” “Le chiederò di trattare bene il mio migliore amico, insomma…di non saltarti addosso perché di solito sei tu a farlo con le ragazze. Non fraintendermi ma Allison pur essendo una bravissima ragazza mi da proprio l’idea di una che ti mette sotto, cioè secondo me non è una gattina ma una pantera” disse. Lo guardai con una smorfia buffa sul viso dicendo “E da cosa te la sei fatta quest’idea?” “Boh…cioè è dolcissima con tutti ma con te…ti guarda sempre in un modo…come se fossi di sua proprietà. Non intendermi male, è naturale, sei il suo ragazzo però…credo che se qualcuna ti si avvicinasse soltanto per chiederti dov’è il bagno lei le salterebbe addosso!” concluse. Ridemmo entrambi, beh anch’io avrei fatto lo stesso con lei. “Alex…visto che questa notizia mi ha colto così di sorpresa…posso chiederti un favore?” “Spara” “Io non immaginavo proprio che stasera lei volesse…fare sesso e quindi…sai non vorrei fermarmi con lei in farmacia e sembrare quello presuntuoso che ha capito di concludere…quindi…ne hai qualcuno da regalarmi?” “Ti servono dei preservativi?” “In effetti sì” “Ok tieni, li avevo appena comprati” disse porgendomi una scatola intatta “Grazie, a buon rendere” risposi infilandoli nella tasca posteriore dei miei jeans.

Tornammo dalle ragazze, raggiungemmo la sala in cui proiettavano il nostro film e prendemmo posto. Non seguii per niente la trama, ero in agitazione, pensavo continuamente a quello che sarebbe potuto succedere dopo il cinema. Finito il film tornammo alle macchine, salutammo Alex e Julia e senza farsi vedere il mio migliore amico mi strizzò l’occhiolino. Mi misi di nuovo alla guida, in breve raggiunsi casa di Allison. Entrammo, mi offrì qualcosa da bere e parlammo un po’. Mi mostrò la casa, era molto carina, ben arredata. Mi fece entrare nella sua camera, avrei riconosciuto da solo la sua stanza, parlava di Allison, della sua personalità, era piena di oggetti che la rappresentavano. C’era una nostra foto in una cornice disposta sul comodino. “Ecco sei il primo estraneo alla mia famiglia a cui mostro la mia stanza” disse. La baciai, le accarezzai i capelli e pensai che non era giusto mentirle sulla mia natura di lupo “Devo dirti una cosa Ally” “Non adesso” disse baciandomi di nuovo e rendendo quei baci carichi di passione. Le squillò il cellulare, era suo padre, le chiese dove fosse e lei mentì rispondendo che era fuori con gli amici. Si allontanò lasciandomi solo in camera. Mi misi ad osservare i quadri e le foto appese alla parete. Descrivevano la crescita di Allison, poi un piccolo quadretto attirò la mia attenzione. Mostrava una cittadina per me sconosciuta affacciata sul mare. Era molto carina, con le case tutte colorate. Assomigliava ad uno di quei villaggi di origini medievali che si vedono sui libri di storia. In basso a sinistra c’era scritto Dalkey. Avevo già sentito quel nome…era inciso all’interno del medaglione che Allison portava al collo. Forse era il nome del luogo, o forse no. “Cosa hai visto di tanto interessante?” mi chiese baciandomi da dietro sul collo “Niente, guardavo solo le tue foto e i quadri” “Mmmm ti piacciono?” “Non quanto mi piaci tu miss Miller” le risposi chiamandola con il suo cognome. Lei rise, mi voltai e posai le mie mani sui suoi fianchi. Mi guardò in uno modo tanto intenso da mandarmi a fuoco le parti intime…sfiorò il mio naso con il suo e mi sussurrò “Ti amo”. La baciai, prese ad accarezzarmi la testa infilando le mani tra i miei capelli folti. I baci divennero sempre più lunghi e infuocati. Mi spinse a sedere sul letto, buttandomi giù sdraiato e salendo a cavalcioni su di me. Mmmm Alex aveva ragione, non era una ragazzina impacciata, ma una a cui piaceva provocare.

Tolse la mia maglia e rimase seduta su di me a guardarmi “Non ho mai visto nulla di così perfetto” mi disse per poi abbassarsi a baciare ogni centimetro del mio corpo. Tolsi anch’io la sua maglia e mi tirai su a sedere. Continuammo a baciarci, poi lei si alzò, rimasi seduto mentre mi toglieva le scarpe e i pantaloni. Sbottonai i suoi jeans e glieli calai. Tornò a sedere sopra di me facendomi sdraiare di nuovo. Mentre ci baciavamo tolsi il suo reggiseno e il perizoma e lei tolse i miei boxer. Notai un piccolo tatuaggio su un fianco, un simbolo che avevo già visto ma che in quel momento di poca lucidità non ricordavo dove. Ci provocammo un po’ a vicenda, poi ribaltai le nostre posizioni. Presi dalla tasca dei pantaloni, che si trovavano sul pavimento, la scatola di preservativi che mi aveva dato Alex “Sei sicuro di te eh?!?” disse mentre ne indossavo uno “Perché?” “Sapevi che avresti concluso?” disse alludendo al fatto che avevo una scatola pronta all’uso “Nooo, non è così!” risposi, non volevo che lei si facesse strane idee su di me. Si alzò in piedi, venendomi vicina, avvolse le mie spalle con le sue braccia dicendo “Hai fatto bene a pensarlo, sei troppo bello e non so resistere”. Fece un piccolo salto, afferrai le sue gambe che avvolse intorno ai miei fianchi e con delicatezza mi chinai verso il letto facendole appoggiare la schiena sul lenzuolo. Avevo una voglia matta di fare l’amore, la baciai, sfiorai con la punta delle dita la sua pelle morbida e setosa. Vidi comparire la sua pelle d’oca nei punti in cui la toccavo. Ci baciammo e poi chinai il capo per baciarle le spalle, le clavicole e mi calai verso il seno. Lei mi accarezzò la testa e io continuai a far esplodere la mia voglia di lei proseguendo a baciare ogni centimetro del suo corpo sinuoso. Tornai a guardarla negli occhi, intravidi la mia stessa emozione. Entrai in lei. La guardai per capire se avessi fatto troppo in fretta, ma la sua espressione felice e colma di desiderio mi fece capire di no. Cominciai a muovermi all’inizio con dolcezza poi sempre con maggior vigore, non era come con le altre, di solito dovevo regolarmi un po’ a causa della mia natura di licantropo e della mia forza fuori dal comune, ma con lei non ci riuscivo. Non sembrava che le facesse male, anzi…allargò di più le sue gambe e strinse la presa sulla mia schiena. Avevamo una perfetta intesa fisica, ma anche mentale. Non riuscivo a smettere di baciarla mentre mi muovevo su di lei, capii che adorava essere baciata sul collo. Era fantastico sentirla mia in quel modo, mi faceva impazzire di passione. Adoravo sentire le sue mani sulla mia schiena, sulle mie spalle.

Non riuscii più a riflettere quando ansimò in quel modo tanto intenso e feci appena in tempo a vedere sul suo volto bellissimo una smorfia di piacere più prolungata delle altre. Poi non capii più nulla…sentii la sua mano accarezzare la mia pelle sudata e solo in quell’istante ripresi coscienza su di me. Avevo raggiunto il culmine del piacere e mi ero completamente accasciato su di lei. Sorrisi e mi rialzai un pochino, mi baciò e bisbigliò nuovamente “Ti amo Jeremy” “Credo di non averlo mai detto a nessuna ma…ti amo anch’io” dissi rendendola felice.

Andai in bagno, mi risistemai e tornai da lei a letto. Mi sdraiai su un fianco per guardarla, era ancor più bella dopo aver fatto l’amore. Trascorremmo del tempo a baciarci in modo dolce e ad accarezzarci. “Tutto bene?” le domandai “Sì” “Non ti ho fatto male vero?” chiesi bisbigliando come se qualcuno potesse sentirci. Ero solo un po’ preoccupato per il fatto che la mia forza da lupo potesse averla ferita in qualche modo. “Non mi hai fatto male Jeremy ma…” iniziò a rispondermi anche lei bisbigliando. Si avvicinò al mio orecchio per concludere la sua frase “…ma ti confesso che…non ho mai fatto l’amore così con nessuno” “Nemmeno io Ally” “Ti volevo così tanto…ma prima di fare una cosa così importante volevo anche essere sicura dei miei sentimenti e di…potermi fidare di te” confessò. Sorrisi lievemente e la accarezzai “Puoi fidarti di me, non ti farei mai del male e non ti sto prendendo in giro” affermai “Sei dolcissimo!” “Sai da quanto tempo non facevo l’amore con una ragazza?” “Mi hai detto che l’ultima volta è stata 7 mesi fa!” esclamò. Scossi la testa e la baciai a fior di labbra “Quello era sesso non amore” spiegai. Lei sorrise “E quindi…con me è stato amore Jerry?” “Non hai bisogno che io ti risponda, ma se vuoi sentirtelo dire…sì è stato amore. Ma non semplice amore, proprio amore amore” rivelai. Lei mi baciò e mi accarezzò. Ero davvero felice. Restammo a coccolarci, poi mi sentii sempre più tranquillo…mi addormentai con lei tra le braccia.   

NOTE:

Buon venerdì!!! Capitolo ricco di passione *___* Allison ha conosciuto i genitori di Jeremy, facendo una bella impressione sia a Renesmee che a Jacob. Ho voluto inserire un dialogo tra Allison e Jeremy in cui lei gli dice della somiglianza che lui ha con suo padre.

Nel tragitto verso il cinema Allison da a Jeremy una notizia bomba...lei è sola a casa e lo invita a farle compagnia, stanno insieme da quasi tre mesi ma lui non si aspetta per nulla quella notizia e inizia ad avere la mente parechio confusa. Quando la nostra coppia arriva a casa di lei, Jeremy nota un po' di foto e quadri alla parete, tra cui un quadro che riporta la scritta Dalkey, che Jeremy aveva già letto all'interno del medaglione di Allison...per la prima volta fanno l'amore e non ho voluto descrivere molto la scena perchè il capitolo è da un punto di vista maschile e credo che gli uomini abbiano una diversa concezione di quel momento, riuscendo ad avere una minore lucidità mentale per narrare e ricordare quello che succede o quello che provano.

Ho voluto concludere con un po' di dolcezza, Jeremy le confessa che ciò che c'è stato con lei è stato amore e non sesso. Detto questo, spero che vi sia piaciuto! <3

A martedì

Vanessie

P.S: Il prossimo capitolo sarà un POV Allison. Ho bisogno di farvi capire davvero anche il suo pensiero, il suo modo di vedere Jeremy e magari chissà...scoprirete anche qualcosa di nuovo!

SUNLIGHT'S RAY PART 3 FANFICTION

Capitolo 80

“Amore e odio”

POV Allison

Stava dormendo nel mio letto, sembrava un dolce e tenero cucciolo ed io mi ero tirata su, rimanendo appoggiata su un gomito ad osservarlo. Avevamo fatto l’amore ed era stato semplicemente stupendo, più di quanto avessi immaginato. Non avrei mai più voluto lavare quelle lenzuola, intrise del suo odore e del mio mescolati insieme. Quelle lenzuola sulle quali eravamo distesi mentre lo avevo accolto dentro di me, mentre ero diventata definitivamente sua, anche se in realtà era già così che mi sentivo da tempo. Non avevo mai incontrato uno come lui, tanto perfetto fuori e dentro, tanto divertente, tanto sexy da farmi girare la testa, tanto intelligente da farsi provocare da me e sapermi rispondere a tono, tanto forte e affascinante da saper raccogliere le mie continue sfide e renderle attraenti. Ammirai la sue pelle abbronzata, i suoi meravigliosi pettorali, gli addominali scolpiti, i suoi bicipiti e quel tatuaggio che aveva sulla spalla destra. Era di quel tatuaggio e del suo significato che voleva parlarmi poco prima…ma io non avevo bisogno di spiegazioni, sapevo già quale fosse il suo segreto inconfessabile, di cui però aveva tentato di informarmi più volte. Mi sentivo in colpa, anche la mia vita era piena di segreti, ma non potevo dirglieli, altrimenti si sarebbe sentito tradito da me, altrimenti mi avrebbe allontanata per sempre. Ma io non volevo, lo amavo follemente e non avrei saputo vivere lontana da lui. Un giorno in un modo o nell’altro avrei dovuto confessargli tutto, anche a costo di perdere la mia famiglia…Mentre poco prima stavamo facendo l’amore avevo avuto il timore che lui avesse capito, quando aveva visto per la prima volta il piccolo tatuaggio che avevo e che nessuno poteva scorgere a meno che non fossi nuda, quando ci eravamo entrambi lasciati completamente andare, senza trattenere quella nostra reciproca forza fisica fuori dal comune. Ma lui non aveva intuito niente, forse era troppo preso da ciò che avevamo provato per rendersene conto.

Senza riuscire a capire come avessi fatto mi addormentai tra le sue braccia. Aprii gli occhi ancora assonnati, era mattina, allungai una mano per toccarlo ma lui non era a letto. Mi girai e ne ebbi conferma, ero sola nella stanza. Per terra tuttavia c’era la sua maglia, quindi non era andato via…infilai i vestiti e scesi al piano inferiore. Indossava soltanto i pantaloni e le scarpe ed era a petto nudo. Il caffè era sul fornello e Jeremy nel frattempo era tutto preso ad osservare alcuni oggetti tipici della mia tribù, che si trovavano in cucina. Mi affrettai a far notare la mia presenza, non volevo che capisse qualcosa sulle mie origini. “Buongiorno, credevo che fossi scappato la mattina successiva al sesso, come fanno tutti gli stronzi come te” dissi per scherzare, ricordando ancora quando i primi tempi in cui l’avevo conosciuto mi ero fatta un’idea sbagliata di Jeremy, aggrappandomi al luogo comune che tutti i ragazzi fighi come lui fossero soltanto dei grandi stronzi che se la tirano. Mi mostrò quel sorriso abbagliante e luminoso capace di farmi sciogliere “Io non scappo” “Attento…vuoi farti incastrare da una ragazza?” “Può darsi” “Sul serio?” “Mmmm proprio sul serio signorina” rispose prendendosi le mie labbra. Facemmo colazione insieme e scherzammo come al solito, senza imbarazzo, come se la sera prima non ci fosse stata così tanta intimità tra noi. Poi ci salutammo. Nelle due settimane successive diventammo praticamente inseparabili. A scuola, a casa, fuori con gli amici…e facevamo l’amore di continuo. Ogni rapporto mi sembrava sempre più perfetto del precedente, salvo poi arrivare al giorno successivo e dover cambiare idea. “Dovrei studiare per il compito di matematica” mi disse ridendo quando gli feci capire di volerlo rifare per la terza volta consecutiva. “È vero, scusa” risposi rivestendomi. Aveva ragione, a me non serviva studiare, ero una cosiddetta secchiona. “Ally…cos’hai qui?” chiese indicando un livido che avevo sulla spalla sinistra e che mi ero procurata due ore prima. “Non preoccuparti è solo un livido” risposi baciandolo e affrettandomi a coprire la spalla. Se non l’avessi fatto molto presto si sarebbe accorto che non ero una ragazza come le altre. “Domani Jessie e Sarah torneranno a La Push per farci visita. Trascorrerò un po’ di tempo con loro” mi disse “Ma certo” risposi, mi aveva detto quanto gli mancassero. “Magari dopo cena te li faccio conoscere” “Ok, mi piacerebbe molto” risposi.

Finì di rivestirsi e si alzò in piedi “Mi mancherai” disse baciandomi, alludendo al fatto che avremo trascorso la serata e il giorno dopo separati “Anche tu mi mancherai Emy”. Lo lasciai e tornai a casa mia. Cenai con mia mamma, mio papà e mio fratello Ethan. Parlammo della situazione e ribadii per l’ennesima volta a mio padre che non avrei fatto più niente di ciò che mi aveva chiesto molti mesi prima. Il motivo lo sapevano tutti benissimo, non ce l’avrei fatta, le cose erano notevolmente cambiate. “Dove sei stata oggi?” mi chiese papà “In giro” risposi “Con lui?” “Sì” “Ti farai scoprire, hai la mente annebbiata” “Non è così” dissi alzandomi da tavola e avviandomi verso il salotto, non volevo parlarne con loro. “Allison…ci starai male, ti sei fatta coinvolgere in un modo assurdo da lui” “Lasciami stare papà, basta” “Perché non ti allontani finchè sei in tempo?” mi chiese. Non risposi, come se per me fosse facile. Jeremy era la mia droga, non riuscivo a farne a meno neppure per un giorno, figuriamoci se avrei potuto allontanarmi da lui. Mamma sapeva come mi sentivo, mi ero sfogata tante volte con lei. Non avevo amiche con cui parlare, c’era solo mamma. Certo le amiche del gruppo di Jeremy le adoravo, ma non erano le persone adatte con le quali parlare di quell’argomento. “Non sono in tempo” urlai a mio padre “Ally…non reagire così” lo supportò mamma. Papà si calmò un po’ poi aggiunse “Tesoro all’inizio dicevi che era solo uno stronzo ricordi? Uno a cui piaceva giocare e prendere in giro le ragazze” “Mi sbagliavo, lui non è affatto così” “Ma Allison cos’ha di tanto speciale? È riuscito a sconvolgere i piani…Perché ti sei fatta prendere così?” “Perché lo amo” dissi fregandomene delle guance arrossate per aver detto a voce alta alla mia intera famiglia cosa provavo per Jeremy. Papà rimase interdetto. Pensò a lungo a cosa dirmi poi parlò “Lo ami? Si dimenticherà in fretta dei baci che vi siete dati quando comincerà ad odiarti per ciò che abbiamo fatto. Quando non vorrà vederti mai più. Quando la sua famiglia di licantropi e vampiri ci distruggerà” “Smettila papà!!! Non voglio ascoltarti!!! Tra noi non ci sono stati solo dei baci come credi tu, c’è stato molto, molto di più. Se lui mi odierà saprò come farla finita” dissi scoppiando a piangere all’idea di perdere Jeremy e di vedere distrutto l’amore che provavo per lui. Abbandonai la stanza, salii in camera mia, chiusi a chiave la porta e mi buttai sul letto a piangere.

Jeremy si sarebbe infuriato quando avrebbe scoperto il mio segreto e il motivo per il quale all’inizio mi ero avvicinata a lui. Ma era cambiato tutto da quando mi accorsi di amarlo e ci mettemmo insieme. Non avevo più voluto assecondare mio padre, nonostante conoscessi le sue buone ragioni. Speravo che Jeremy sarebbe stato capace di perdonarmi, non avrei mai voluto farlo soffrire, non avrei mai accettato di vederlo con un’altra. Studiai nei dettagli cosa fare nel caso in cui lui realmente avesse iniziato ad odiarmi. Non avrei opposto resistenza, la sopravvivenza di una parte della mia famiglia era agli sgoccioli…avrei dovuto occuparmi di Ethan ma…se per vivere avessi dovuto sopportare per l’eternità l’odio dell’unico ragazzo al mondo che amavo e che mi stava insegnando cosa volesse dire essere amata…beh avrei di gran lunga preferito morire.

NOTE:

Ciao!!! Primo capitolo descritto da Allison, ce ne saranno altri in seguito. Prima di tutto abbiamo scoprerto cosa lei pensa di Jeremy, ci ha descritto i suoi sentimenti, sembra parecchio innamorata di lui, di ogni suo aspetto fisico e caratteriale e...sa che Jeremy è un licantropo!

Allison vi ha dato qualche altro indizio su se stessa, dicendo che ha una forza fisica fuori dal comune, parlando del suo piccolo tatuaggio al quale Jeremy non ha fatto caso più di tanto. Ho voluto soffermarmi anche sulla famiglia di lei, con un dialogo tra Allison e suo padre. Il padre è preoccupato per lei, le consiglia di lasciar perdere Jeremy, ma lei è ormai troppo presa da lui per rinunciarci. Dice una frase forte ad un certo punto, alludendo al fatto che se Jeremy la odierà quando verrà a scoprire la verità, lei sarà disposta ad allontanarsi dalla sua famiglia, addirittura dice che preferirebbe morire piuttosto che sopportare l'odio di lui. Insomma credo che si sia capito che è proprio Allison la persona incaricata dal secondo branco a ricercare informazioni.

Beh a voi la parola adesso...in questo capitolo mi sono scoperta abbastanza :P ora cosa accadrà? Allison dirà la verità a Jeremy? O sarà lui a scoprire tutto? E cosa succederà al loro rapporto? A venerdì!

Vanessie

SUNLIGHT'S RAY PART 3 FANFICTION

Capitolo 81

“Il prescelto”

POV Jessie

Papà e mamma avevano richiamato a La Push me, Sarah e Seth. Ci avevano informati del fatto che c’era un nuovo branco e che da qualche giorno avevano fiutato nuove scie di vampiri sconosciuti. Era necessario tornare a casa, dovevamo unire tutte le forze possibili e proteggere le nostre famiglie. Nonno Carlisle e papà ci avevano convocati a casa Cullen dove ci comunicarono di aver ricevuto altre richieste d’aiuto dal nuovo branco, tuttavia per ora non conoscevamo nei dettagli chi fossero e cosa volessero di preciso da noi. Dopo averci riassunto tutta la situazione e aver chiarito che per il momento non c’erano pericoli in agguato, tornammo a casa nostra. Trascorsi del tempo con mio fratello Jeremy, al contrario di Sarah che era con me a Seattle per il college, lui non lo vedevo da un po’ e mi mancava. Anche se eravamo cresciuti ci piaceva ancora fare la lotta come due ragazzini e picchiarci senza in realtà farci davvero male. Sciocco e infantile, ma solo con il mio fratellino mi sentivo totalmente libero di esprimermi senza essere giudicato. Ci chiamavamo sempre con Skype, ci scambiavamo sms, ma vedersi dal vivo era tutta un’altra cosa. Sapevo che negli ultimi mesi era cambiato qualcosa in lui, lo trovavo più maturo dell’ultima volta, più responsabile e con meno voglia di fare casini in giro. Mi aveva raccontato di Allison, mostrandomi anche qualche sua foto…non potevo biasimarlo era una ragazza molto bella e fisicamente era proprio la tipa per Jeremy. Mi aveva detto che gli sarebbe piaciuto farla conoscere anche a me e Sarah, nel momento in cui saremo tornati a La Push. Ovviamente sia io che mia sorella avevamo accettato ben volentieri. Eravamo curiosi di conoscere colei che aveva fatto cambiare così tanto Jeremy, inoltre eravamo sempre stati molto uniti e ciò che rendeva felice uno di noi tre, automaticamente rendeva felici anche gli altri.

“Jeremy, ricordi quando scopristi che ero innamorata di Seth?” domandò mia sorella raggiungendoci in cucina. “Ohhh io lo ricordo benissimo” dissi divertito, ripensando alla scena “Certo che me lo ricordo” rispose Jeremy “Ahhhh ho sempre sognato di vendicarmi!” disse scherzosamente Sarah “Che intenzioni hai?” domandò Jeremy “Uhm ci sto pensando ma…forse potremo raccontarle delle cavolate che facevi e dicevi da piccolo…tu che ne pensi Jess?” “In effetti…potremo farlo” dissi spalleggiando mia sorella. Lui si mise a ridere e noi lo seguimmo a ruota. “Tipo…ti ricordi quando Jeremy piangeva e strillava come un poppante perché aveva paura del buio?” disse Sarah “Sììì è vero, ha continuato ad avere paura fino ai 7 anni…ahahahahah ogni volta lo prendevamo in giro! E poi…quando diceva che lui da grande voleva diventare Batman?” ricordai “Ahahah oltre che uomo lupo voleva essere uomo pipistrello!” affermò Sarah. Jeremy ci osservava con un’espressione un po’ buffa un po’ scocciata “Ahahahah molto divertenti” disse con tono ironico. “Per non parlare della fama di cattivo ragazzo che si è fatto dai 14 ai 16 anni” dissi continuando a prenderlo in giro “Sì tipo quando si fece beccare da nonno Carlisle e nonna Esme a fare graffiti in giro per la città” disse Sarah “O quando a soli 14 anni, andando contro la legge, con zio Emmett si scolò un bel po’ di birra e andò di fuori come un terrazzo” aggiunsi “Beh come…quando stracciò la camicia di Dolce e Gabbana che zia Alice e zia Rosalie gli avevano comprato perché voleva farne una camicia/gilet che mostrasse i suoi muscoli” disse Sarah “Per non parlare di quando noi due lo coprimmo con mamma e papà andando a riprenderlo a Port Angeles dove era andato con Alex senza il permesso” dissi “E quando nonna Bella e nonno Edward lo trovarono a baciarsi appassionatamente con quella più grande di lui di due anni?” ricordò Sarah. Jeremy continuava a guardarci e ad ascoltare scuotendo la testa e sorridendo, poi ci chiese “Avete finito? Credete di essere divertenti?” “Ohhhh non abbiamo nemmeno cominciato Jerry” disse Sarah. “Scusa vuoi mettere quanto ci divertiremo quando diremo ad Allison che mamma ti trovò a fare a botte con quella gente poco raccomandabile alla festa del 4 luglio completamente su di giri? Avevi 16 anni!” gli ricordai “E poi dulcis in fundo…non dimenticheremo di raccontarle quando papà ti mise in punizione per due mesi per averti beccato mentre provasti a fumare per la prima volta una sigaretta” concluse Sarah. “Ok ho capito!!!! Vi chiedo umilmente scusa per tutte le bastardate che vi ho fatto quando ero più piccolo” disse Jeremy. “Mmmm per questa volta Jerry ti perdoniamo e non racconteremo nulla a quella povera ragazza che ti sopporta!” dissi.

Prendemmo la macchina e raggiungemmo un pub di Forks. Eravamo in  cinque: Sarah, Seth, Jeremy, Katy ed io. Allison ci avrebbe raggiunti lì poco dopo. Ordinammo delle bevute e tutti insieme ridemmo e scherzammo, era bella quell’atmosfera familiare tra noi. Poi con la coda dell’occhio la notai. Era entrata nel pub e si stava guardando intorno per vederci. Allison era ancora più carina di persona e capii come mai mio fratello avesse smesso di passare da una donna all’altra…ci credo, con una figa del genere!!!! “C’è la tua ragazza” dissi a Jerry. Lui si voltò e le andò incontro. Si scambiarono un bacio veloce poi lei gli sorrise. Erano una bella coppia! Si avvicinarono a noi e tutti ci presentammo. Non era solo bella ma anche intelligente e simpatica. Sapeva stare allo scherzo ed era capace di tener testa a mio fratello e di metterlo alla prova continuamente. Mi sembrava che Allison avesse fatto una buona impressione anche a Sarah, Katy e Seth. Jeremy era seriamente diverso da come lo conoscevo quando stava con lei. Mi piaceva vederlo tanto coinvolto. Nel locale cominciarono a ballare, anche Katy, Sarah, Seth e Allison andarono in pista, mentre io rimasi al tavolo con Jeremy. “Allora? Che te ne pare?” mi domandò “Mi sembra completamente il tuo tipo fuori e dentro” “Credi di sì?” “Sì, perché?” domandai a Jeremy. “Così, mi interessa il tuo parere” “È la prima volta che ti vedo tanto coinvolto” “Lo so, con lei è…diverso” “Sono contento per te!” “Grazie Jess” rispose. Restammo un momento in silenzio poi aggiunse “Credi che potrò dirle il nostro segreto?” “Aspetta ancora un po’” “Non voglio mentirle, mi piace sul serio!” “Sta a te capire come dirglielo e quando” “Non ho osato chiedere il permesso a papà” “Jerry…papà lo capirà…ti do una mano io” risposi dandogli una pacca sulla spalla. Fu felice della mia risposta e mi ringraziò. La serata continuò alla grande, poi però venne l’ora di rincasare. La mattina seguente feci un giro di perlustrazione con mio padre. Eravamo noi di ronda. Non notammo nulla di strano, poi però un’idea mi balenò in testa. Gliela mostrai, da lupi non avevamo bisogno di trovare le parole adatte, papà scrutò i miei pensieri e annuì con la sua testa da lupo. “Hai ragione, non ci avevo pensato!” disse nella mia mente “In fondo nell’ultima lettera che l’altro branco vi ha recapitato hanno scritto che i vampiri sconosciuti che si aggirano qui sono arrivati per loro…” “Potremo seriamente proporre all’altro branco di uscire allo scoperto in cambio del nostro aiuto” disse papà. “Loro hanno bisogno di uno di noi, uno in particolare ma…riflettiamo…non possiamo essere né io, né Sarah, né Seth perché siamo arrivati solo ieri” “Esatto, non credo che siano i Cullen perché hanno sempre detto che avevano bisogno di uno del branco e…possiamo escludere le donne perché fanno sempre riferimento ad un lui” “Papà…se vogliono uno di noi in particolare e non un componente qualsiasi del branco forse…vogliono colui che oltre alle doti di lupo ha anche altro…tipo un potere” “Jeremy!!! Dio, come ho fatto a non pensarci da solo!” esclamò papà. Dunque una parte del mistero era risolto, o almeno speravamo che fosse così…era Jeremy il prescelto, colui del quale avevano bisogno, colui che a sua stessa insaputa aveva avuto contatti con qualcuno dell’altro branco, colui dal quale avevano preso le informazioni su di noi che gli servivano. Restava da scoprire chi gli si fosse avvicinato, cosa gli serviva, come, quando e perché. 

NOTE:

Buon venerdì! Cambiamo punto di vista e guardiamo un po' i fatti con gli occhi di Jessie. Lui e Sarah sono tornati dal college per aiutare il resto del branco a risolvere la questione del secondo branco, che ha continuato a inviare lettere anonime richiedendo l'aiuto dei Quileute. Dopo una prima parte di capitolo abbastanza scherzosa in cui Jessie e Sarah si divertono a prendere in giro il loro fratellino Jeremy, c'è l'incontro anche con Allison. Jessie consiglia a Jeremy di aspettare ancora un po' prima di rivelarle che lui è un licantropo...

Quando Jessie resta solo con suo padre Jacob però ci esterna i suoi pensieri su chi secondo lui è il prescelto di cui il secondo branco parla nelle lettere e del quale avrebbe bisogno. Si tratterebbe proprio di Jeremy. Il suo ragionamento non fa una piega, probabilmente al secondo branco serve qualcuno che abbia qualcosa in più dell'essere un lupo e il potere di Jeremy potrebbe essere utile. Condividete il ragionamento di Jessie? Noi sappiamo già che la spia che ha carpito le informazioni è Allison, adesso sta a Jacob e agli altri Quileute arrivare a capirlo!

A martedì

Vanessie

SUNLIGHT'S RAY PART 3 FANFICTION

Capitolo 82

“L’infiltrato”

POV Jeremy

Mio padre, Jessie, tutto il branco e i Cullen mi avevano spiegato che il prescelto del secondo branco ero proprio io. Riflettei a lungo per capire chi potesse essere l’infiltrato che aveva carpito da me le informazioni, ma non riuscii a venirne a capo. Avrei riconosciuto di sicuro un altro licantropo se lo avessi incontrato, ma ciò non era accaduto. Ero solo in casa, tutti erano usciti a divertirsi o per sbrigare delle commissioni. Sentii suonare il campanello, strano non aspettavo nessuno. Scesi al piano inferiore ed andai ad aprire. “Allison…che succede?” le chiesi in apprensione perché non mi aspettavo minimamente la sua visita e perché stava piangendo a dirotto. “Possiamo uscire?” “Certo, perché stai piangendo?” le chiesi avviandomi verso la mia macchina. Entrammo, ci sistemammo a sedere e lei cominciò a parlare non appena misi in moto e partii verso una meta che io stesso non conoscevo. “Ho litigato con mio padre, di brutto…” “Perché?” “Lui…non approva il mio…comportamento” “Ma è per me?! Non vuole che noi usciamo insieme?” le chiesi. Non volevo che fosse arrabbiata con il padre, che stesse male, che soffrisse. Lei però non rispose…quindi avevo beccato il punto. A suo padre non ero mai piaciuto, lo sapevo anche se lei non me lo aveva mai detto esplicitamente. Non aveva mai voluto conoscermi. Mi fermai vicino a First beach, scendemmo e passeggiammo in silenzio sulla spiaggia. “È complicato Jeremy!” “Spiegami…posso fare qualcosa per riuscire a piacergli almeno un pochino?” lei fece un lieve sorriso.

“Sei così carino a preoccuparti…però non si tratta del fatto che tu gli piaccia o meno” “Allora di cosa?” “Non accetta che io mi sia allontanata tanto dalla mia famiglia per stare con te” “Ma io non voglio portarti via da loro, non lo farei mai…non ti ho mai costretta a scegliere tra me e la tua famiglia e non lo farò” dissi stringendola in un abbraccio. Mi strinse forte anche lei. La baciai sulla testa, poi a lungo sulle labbra. Odiavo vedere quell’espressione triste sul suo magnifico volto, volevo farle tornare il sorriso. Le feci il solletico e dal troppo ridere lei si sdraiò sulla sabbia trascinando anche me. La tristezza era sparita, o almeno era accantonata. “Farei qualsiasi cosa per stare con te!” esclamò.

Le accarezzai il viso e le sorrisi. Ricominciai a farle il solletico e lei si alzò in piedi per riuscire a sfuggirmi, mettendosi a correre sulla spiaggia, così la seguii. La acciuffai poco dopo, la sollevai tra le mie braccia e ancora con i vestiti addosso la buttai nell’acqua. Si rialzò in piedi completamente fradicia e con la bocca spalancata perché l’acqua era freddina “Me la paghi” disse e cominciò a schizzarmi, aveva ragione era piuttosto freddo da bagnati. Si avvicinò e mi tirò verso di lei per un braccio. Mi ritrovai anch’io bagnato fradicio. Continuammo a schizzarci e buttarci a vicenda sotto l’acqua. Giocammo per un po’ poi la bloccai tra le mie braccia e la baciai. Andammo ad asciugarci sulla spiaggia, ma il vento ci metteva ancora più freddo. La abbracciai facendole appoggiare la schiena sul mio petto per cercare di riscaldarla. Quando riuscimmo ad asciugarci era già ora di cena. Andammo a mangiare da McDonald’s e continuammo a ridere e scherzare.

Poi tornammo in macchina “Ally domani sarò impegnato” le dissi per giustificare il fatto che non sarei potuto uscire con lei. Il giorno successivo infatti avevamo il tanto atteso incontro con quelli dell’altro branco, che avevano accettato di vederci. “Non ci sarò nemmeno io. Impegni con la famiglia” rispose. “Vuoi che ti riporti a casa ora?” “Nooo, ti prego voglio stare ancora con te” mi supplicò “Ok e dove vuoi andare?” “Ti dico io la strada” propose. Misi in moto e seguii le sue indicazioni. Credevo proprio che avesse perso l’orientamento quando mi fece addentrare ancora di più nelle stradine del bosco. “Svolta a sinistra e ci siamo” disse, feci come diceva e mi ritrovai in una piccola area di sosta nel fitto della vegetazione. Era uno di quei luoghi appartati per avere un po’ di intimità. Fermai la macchina e mi voltai a guardarla dicendo “Potevi dirmelo che volevi cercare un posto tranquillo” lei sorrise e mi baciò. Mise le mani sotto alla mia maglietta accarezzandomi la schiena e poi il torace “Cosa vorresti fare?” le domandai in tono passionale “Voglio approfittarmi di te” “E come vorresti farlo?” “Ora te lo faccio vedere” mi rispose sfilandomi la maglietta e baciandomi il collo. La fermai un attimo, scesi dalla macchina, abbassai il sedile posteriore e le dissi di raggiungermi lì dietro. Ripresi a baciarla, le sfilai i vestiti e passai le mie mani su e giù sulla sua schiena e sui fianchi, facendole venire la pelle d’oca. La feci sdraiare sotto di me e togliendo la nostra biancheria intima allungai le sue braccia sopra alla sua testa, tenendole ferme con una mano. Mi abbassai per baciarle il ventre piatto, il seno e il collo. Avevo già smarrito la mia lucidità e la stessa cosa vedevo nei suoi occhioni castani che seguivano ogni mio minimo spostamento. Ci baciammo mandando definitivamente in vacanza il cervello, poco dopo diventammo un corpo e un’anima. Teneva le gambe sollevate e attaccate ai miei fianchi, sentivo quanta voglia avesse di me, di noi, teneva stretta a sè la mia schiena e talvolta si aggrappava alle mie spalle. Quando raggiungemmo la più bella delle sensazioni restammo uno di fianco all’altra a guardarci, a dichiararci i nostri reciproci sentimenti. Era così bella…mi rendeva il ragazzo più felice del mondo.

Riprese a baciarmi, il nostro bisogno d’amore non si era ancora appagato. Ricominciammo a fare l’amore ancora meglio di prima, poi smettemmo e ci appartenemmo ancora un'altra volta. Era sopra di me e la guardavo muoversi perfettamente sul mio corpo, come se sapesse esattamente cosa stessi desiderando. La aiutavo a muoversi tenendola per i fianchi, i sospiri erano saliti d’intensità, lasciando spazio ai primi gemiti che a stento riuscivamo a trattenere. Non volevo che finisse di nuovo, sarei voluto rimanere a vita dentro di lei…sentivo che l’apice del piacere si stava avvicinando sempre più, vedevo le espressioni di Ally mutare, diventando sempre meno controllate e più istintive. Continuavo a perdere lucidità ogni volta in cui il suo respiro diventava tanto affannato e piccoli lamenti di piacere le uscivano dalla bocca. Capii che stavo per esplodere per la frenesia con la quale presi a muovermi sollevando la schiena verso di lei…uno, due miei sospiri un po’ più forti, le sue labbra dischiuse in un una O di piacere e…wow! Io non c’ero più, lei neppure, esisteva solo un fantastico noi. Eravamo sudati fradici, la temperatura in macchina era calda, i vetri appannati…sarei voluto restare lì per l’eternità. Restammo in silenzio, quando ci riprendemmo un po’ mi voltai a ammirare quella stupenda creatura ancora nuda al mio fianco. Mi sorrise dolcemente e accarezzò il mio viso. “Ti amo” le confessai a cuore aperto “Anche io ti amo e lo farò sempre, qualsiasi cosa accada” mi rispose. “Scusa…non è molto romantico farlo in macchina” le dissi “Non mi importa, non ho bisogno di un posto romantico se ci sei tu” rispose, la baciai.

“Mi dispiace per quello che pensa tuo padre su di me” “Jeremy…non è colpa tua” “Vorrei darti tutto quello di cui hai bisogno, vorrei renderti felice” “Ma tu mi rendi già felice amore! Spero solo che continuerai ad amarmi così per sempre” mi disse. Certo che l’avrei fatto, non volevo tornare ad essere lo stronzo che ero stato, non dopo averla incontrata e aver capito la differenza tra sesso e amore. Non dopo averle donato il mio cuore, non dopo averle dato tutto me stesso. “Mio padre…è soltanto preoccupato per me…lui è malato” confessò. Mi sollevai su un gomito, era la prima volta che mi parlava della salute del padre. “Mi dispiace Ally, non lo sapevo. Che cos’ha?” “È una malattia rara…da cui non si guarisce” le accarezzai la testa, rividi i suoi occhi lucidi. “Mio nonno è un medico molto bravo potrei chiedergli di visitarlo” “Sei gentile ma…sappiamo già che manca poco” “Ally” dissi stringendola tra le mie braccia, adesso capivo tante cose in più di lei, del suo atteggiamento. “Ti prego non giudicarlo troppo in fretta e…” cominciò a dire “Io non giudico nessuno amore” “No ti prego ascolta Emy, non so se potrò dirtelo di nuovo…mio padre ha sbagliato con te, forse io ho sbagliato ancora di più ma ti supplico…non lasciarmi sola” disse scoppiando in un pianto che mi mise quasi paura per la sua intensità. La abbracciai forte “Sarò sempre qua, non ti lascio scappare!” risposi. Lasciai che si calmasse, restammo a baciarci, poi ci rivestimmo. Sistemai il sedile posteriore facendolo tornare nella sua posizione originale e tentai di ricompormi. Aiutai Allison a sistemarsi i capelli che prima avevo contribuito a scompigliarle. Ridemmo perché la cosa non era affatto semplice.

“Scusa ma devo fare pipì” mi disse prendendo dei fazzolettini di carta dalla sua borsa e allontanandosi di qualche passo per mettersi dietro un cespuglio. Mi cadde l’occhio sulla sua borsa aperta sul seggiolino passeggero. C’era una piccola agenda, la presi, capii che la usava come una specie di diario segreto, sul retro di copertina notai di nuovo quel simbolo…il suo piccolo tatuaggio e…mi resi conto in quell’istante che era anche lo stesso simbolo inciso dentro al medaglione che portava al collo. Sentii i suoi passi avvicinarsi a me, infilai in tasca la piccola agenda e feci finta nulla. Arrivato a casa sua la accompagnai come di consueto alla porta, ma questa volta lei sembrava non volesse farmi andare più via. Tornai a casa, salii nella mia stanza e buttandomi sul letto aprii l’agendina. Notai che in realtà erano scritte solo le prime sei paginette. Cominciai a leggere quello che aveva scritto con la sua bellissima calligrafia:

Dalkey…quindi era il nome della città da cui veniva ma non solo…dopo avrei guardato su Google. Andai avanti con il successivo pensiero:

A cosa o a chi si stava riferendo?

Non capivo quei pensieri confusi…

Stava parlando di me…

Credo parlasse della prima volta in cui avevamo fatto l’amore.

Chiusi l’agendina frastornato. Perché avrei dovuto odiarla? Era l’unica che avessi mai amato…accesi il pc, entrai su Google e digitai Dalkey. Scoprii entrando su alcuni siti che si trattava di una cittadina irlandese, facente parte della provincia di Dublino. Perché mi aveva mentito? Allison mi aveva detto di essere canadese…osservai le foto della cittadina, erano stupende. Poi un sito attirò la mia attenzione. Diceva che anticamente gli abitanti di Dublino tacciati di stregoneria o legami con il soprannaturale venivano esiliati a Dalkey. Si parlava di vampiri, licantropi, streghe…notai quel simbolo che mi perseguitava e che sembrava caratterizzare la vita di Allison.

Di colpo tutto fu chiaro. Perché? Perché non avevo capito…ero stato uno stupido! Il secondo branco…qualcuno che agiva senza farsene accorgere…l’infiltrato…la lettera parlava di un prescelto tra di noi…ma certo! Allison non era affatto innamorata di me! Ero un idiota! Un idiota che si era perdutamente innamorato di una persona che non esisteva, di una losca e bugiarda approfittatrice! Spensi il computer, mi buttai a pancia in giù sul letto. Cominciai a piangere cercando di non svegliare nessuno…volevo soltanto morire, lentamente, perché la ferita che avevo nel cuore non si sarebbe mai più rimarginata!

NOTE:

Ciao a tutte! Vi ho tenute un po' sulle spine in questi giorni passati?!?!? Beh cominciamo a parlare del capitolo: all'inizio Allison chiede a Jeremy di parlare e gli racconta che ha litigato con suo padre. Motivo del litigio è il fatto che il padre di Allison non vuole che lei esca con Jeremy e non accetta che sua figlia si sia fatta coinvolgere tanto da un ragazzo contro il quale non ha niente, ma che fa parte di un altro branco al quale dovevano chiedere aiuto! Allison è stata sul punto di raccontare a Jeremy la verità su se stessa e la sua famiglia, ma non ne è stata capace alla fine, perchè ha un timore enorme di perderlo e veder distrutto il loro amore. Tuttavia dice a Jeremy che suo padre soffre di una malattia incurabile che lo sta facendo morire lentamente.

A fine serata Jeremy prende dalla borsa di Allison una specie di agendina e una volta tornato a casa la legge, scoprendo intanto che in realtà Ally non è canadese bensì irlandese. Inizia quindi ad avere dei sospetti su di lei, grazie ad una ricerca su Internet scopre che la parola misteriosa che ci fa compagnia da un po' di capitoli (Dalkey) è il nome del luogo da cui proveniene Allison...ed era il posto in cui venivano esiliati nell'antichità vampiri, streghe e licantropi.

Adesso fare 1+1 è davvero semplice per Jeremy. Allison è la spia del secondo branco e chissà, forse è lei stessa parte del branco! Jeremy si sente tradito, non solo lei gli ha mentito, ma inizia a credere che in realtà Allison abbia finto su tutto con lui, anche sui suoi sentimenti. Colpo duro...ora che si era innamorato davvero di una ragazza questo proprio non ci voleva!

Cosa accadrà adesso? Quali saranno le decisioni che Jeremy prenderà in seguito a ciò che ha scoperto? Jeremy definisce Allison come una persona che non esiste, una losca e bugiarda approfittatrice...la perdonerà o deciderà di lasciarla? Vi aspetto venerdì per nuovi sviluppi!

Scusate se mi sono dilungata nelle note, ma questo è stato un capitolo ricco di news! Mi raccomando RECENSITE!

Vanessie

SUNLIGHT'S RAY PART 3 FANFICTION

Capitolo 83

“Falsità e menzogne”

POV Jeremy

Avevo informato tutti su ciò che avevo scoperto a proposito di Allison. Lei era l’infiltrata, io il prescelto. Avevo passato l’intera notte a piangere, svegliando Sarah. Mi tenne tra le sue braccia tentando di consolarmi per tutto il tempo. Raggiungemmo il luogo stabilito per l’incontro. Avevamo deciso reciprocamente di mostrarci gli uni agli altri in forma umana, per non innescare fin da subito un clima di sfiducia. Per primo si mostrò un uomo che doveva essere l’alfa…era il padre di Allison, lo avevo riconosciuto perchè l’avevo visto in foto a casa loro. “Grazie per aver accettato di incontrarci, sono Kevin” disse con voce ferma e decisa a mio padre, l’altro alfa. “Vi presento il mio branco, se così vogliamo chiamarlo. Lei è mia moglie, non è un lupo” disse facendo cenno ad una donna di raggiungerlo. Era la madre di Allison, l’avevo conosciuta. Ecco la prima coltellata. “Lui è mio figlio Ethan, non è ancora un lupo ma lo diventerà un giorno” disse quando anche Ethan si mostrò ai nostri occhi. Seconda coltellata. “E poi c’è soltanto un ultimo membro, perché come vi spiegherò in seguito hanno distrutto il resto del mio branco. La mia beta, mia figlia Allison” disse. Allison entrò a testa bassa, sapeva che ero lì, non aveva il coraggio di guardarmi negli occhi, di guardare i miei genitori che aveva conosciuto, mio fratello, mia sorella, Alex…quando alzò gli occhi e incrociò i miei notai che stava piangendo. Abbassai di scatto lo sguardo, cercando di controllarmi. Non era stata una terza coltellata…no. Era stata una pugnalata dritta al cuore, come se qualcuno non solo avesse infilato il pugnale, ma lo avesse anche rigirato più volte per torturarmi. Mamma che era accanto a me mi strinse la mano. Ogni madre sa quando e quanto soffra il proprio figlio.

“Se abbiamo cercato informazioni su di voi licantropi, vampiri e mezzosangue è stato solo perché non avevamo altra scelta. I vampiri sconosciuti giunti qui a Forks, che vi ringraziamo per aver ucciso, sono una parte di coloro che hanno fatto a pezzi il mio branco. Veniamo da Dalkey, in Irlanda. È il luogo in cui anticamente venivano esiliati coloro tacciati di far parte del soprannaturale: vampiri, streghe, licantropi. Con il gruppo dei vampiri che ci ha attaccato più volte abbiamo combattuto finchè è stato possibile poi…ci sono giunte alle orecchie notizie di voi, del vostro grande clan e dei particolari membri che lo compongono. Ci siamo detti di venire fin qui per avere un’ultima possibilità. Purtroppo quei vampiri hanno capito e presto arriveranno a Forks. Vi chiediamo di aiutarci, siamo solo due lupi e…voglio proteggere mia moglie e i miei figli” spiegò Kevin, il padre di Allison. “Siamo disposti ad aiutarvi ma…spiegami perché hai preferito carpire le informazioni da mio figlio Jeremy, invece di chiedermi un incontro amichevole proprio come stiamo facendo adesso” disse mio padre “Hai ragione, ti sentirai tradito e…più di tutti credo che sia Jeremy a sentirsi usato…ho sbagliato, la colpa è solo mia, Allison non c’entra nulla. Il motivo è semplice, Jeremy è il prescelto, sappiamo che è colui che possiede un potere in grado di aiutarci…non abbiamo cattive intenzioni, voglio solo sconfiggere quei vampiri e se sarete d’accordo vi mostro ciò di cui sto parlando” “Spiegami meglio” lo incalzò mio padre. “Mentre mia figlia è stata vicina a tuo figlio ha provato a…verificare se le nostre supposizioni fossero giuste o meno. Ti ho detto che a Dalkey in passato si sono radunate molte creature fantastiche e tra i miei antenati, proprio come nella tua famiglia, ci sono dei mezzosangue. Mia madre era una strega. Mia figlia Allison è un lupo con dei poteri da strega ereditati da lei” “Che genere di potere?” chiese papà incuriosito. “Sa trasferire l’energia da una creatura all’altra, ossia può prendere l’energia vitale di un essere molto potente e trasferirla su chi lei vuole, ma è un potere infido, che le causa ripercussioni fisiche se non riesce a gestirlo nella maniera adatta. Uno di quei vampiri nei primi scontri utilizzò su di me il suo potere, trasmettendomi una sorta di maledizione che ha provocato una malattia mortale degenerativa. Da quel momento sto lentamente morendo, ogni giorno che passa. Allison ha provato ad aiutarmi ma…non abbiamo ancora trovato una soluzione. Lei non può utilizzare pienamente il suo potere, perché rischierebbe di morire a sua volta per lo sforzo mentale che dovrebbe compiere. Tuo figlio, lui ha uno scudo…mentale e fisico, potrebbe aiutarla, non solo per me, per chiunque in futuro ne abbia necessità. Avevo chiesto ad Allison di capire quanto forte fosse il potere di Jeremy, di provare ad utilizzare il suo potere in combinazione a quello di tuo figlio ma lei…le cose si sono complicate!” “Capisco, penseremo a quello che ci hai detto e ti daremo una risposta. Noi agiamo tutti uniti, non sono solito prendere autonomamente decisioni così importanti, voglio confrontarmi con la mia famiglia allargata e capire cosa è meglio per noi tutti” affermò mio padre.

“Toglimi una curiosità Kevin. Come ha fatto Allison a nascondere il suo odore a mio figlio? Lui avrebbe dovuto capire che lei è un lupo e invece…” disse mio padre “Jacob ti ho detto che lei ha dei poteri da strega. Beh ha usato un incantesimo per mascherare l’odore e tuo figlio non poteva accorgersene” spiegò. Tutti iniziammo ad allontanarci, noi da un lato, il secondo branco dall’altro. Ero sconvolto, Allison mi aveva soltanto usato, certo voleva aiutare il padre, non farmi del male, ma restava il fatto che quello che credevo amore si fosse rivelato soltanto come la brutta copia di una soap opera romantica. “Jeremy!” disse Allison avvicinandosi a me. Mi voltai di scatto, con un sentimento di rabbia negli occhi “Mi dispiace, non volevo prenderti in giro!” mi disse. Tutti gli altri se ne andarono, ci lasciarono lì da soli, capivano che dovevamo parlare. Ma io non volevo più parlarle, lei mi aveva ferito, non volevo aiutarla… “Devi lasciarmi spiegare, all’inizio è vero, mi sono avvicinata a te per uno scopo ben preciso ma poi…mi sono innamorata”.

“Allison puoi anche smettere di recitare, credi che sia stupido? Tutte quelle belle parole che mi hai detto erano solo bugie, sei falsa, approfittatrice e meschina” “Non puoi dirmi questo, tu sai come mi sentivo, cosa provavo, non ho mentito sui miei sentimenti per te” disse cominciando a piangere sommessamente. “Certooo dai dovrebbero darti un premio! Sei da Oscar davvero…complimenti…una perfetta attrice!” dissi ironicamente applaudendola e poi aggiunsi “Dovresti fare un provino ad Hollywood, perché devo ammettere che eri credibile sul serio nel ruolo della ragazza divertente, dolce, nelle scene comiche, in quelle drammatiche…” le dissi con totale disprezzo. La amavo e la odiavo allo stesso tempo. Poi tirai fuori dalla tasca la sua agendina, quella che le avevo preso dalla borsa il giorno precedente e che avevo letto. Gliela tirai “Ah a proposito, riprenditi questa e chiariamo una cosa, non sei mia, non lo sei mai stata, mi sono solo divertito con te. Davvero credevi di avermi fatto innamorare? Davvero  pensavi che io ti volessi per sempre al mio fianco? Sei un’illusa…mi sono soltanto divertito un po’, sei bella, sexy, avevo solo voglia di venire a letto con te, basta soltanto questo” dissi mentendo più a me stesso che a lei. Non rispose, forse non si aspettava quella mia reazione, forse avevo esagerato con le parole, ma volevo ferirla, tanto quanto lei aveva ferito me.

Me ne andai lasciandola lì, impietrita. Alex mi aspettava poco più avanti, era rimasto ad ascoltare tutto, lui sapeva la verità. Senza fermarmi continuai a camminare, lui mi seguì, mise un braccio sulle mie spalle, come per consolarmi e senza dire niente mi guardò piangere.

Nei giorni successivi Jessie e Sarah provarono in ogni modo a farmi distrarre, senza risultati. Il mio cuore stava diventando freddo e duro come una pietra. Erano trascorsi 15 giorni. Papà ancora non aveva dato una risposta in merito alla loro richiesta, ma avevo sentito passando distrattamente durante una delle riunioni che facevano per prendere una decisione sul da farsi, che volevano accettare di aiutarli. Trascorrevo tutto il tempo in camera mia, scendevo giù solo per mangiare e per suonare il pianoforte in salotto. Adoravo suonare, nonno Edward mi aveva insegnato tanti pezzi classici famosi, ma dalla prima adolescenza mi ero specializzato in pezzi moderni che mi piacevano molto di più. Non lo facevo di proposito, ma da quando avevo scoperto la verità su Ally, mi veniva spontaneo suonare solo canzoni tristi…

Quel pomeriggio avevo passato il tempo a vedere un programma televisivo con vecchi successi del passato. Avevano trasmesso quella canzone di Adele ‘Someone like you’. Era una delle canzoni più tristi che conoscessi. Scaricai da internet lo spartito per suonarla al pianoforte e scesi in salotto. Mi sistemai al piano e iniziai a suonarla e cantarla. Inizialmente notai quanto la mia voce fosse più incerta e tremolante del solito. Poi mi lasciai andare e mi dedicai completamente all’unico amore della mia vita che non mi avrebbe mai tradito: la musica (ecco la versione di Jeremy: http://www.youtube.com/watch?v=eFv6i5C70Lc). Mamma passò dal salotto e rimase un po’ a guardarmi con uno sguardo compassionevole. Sì…ero messo piuttosto male e non me ne fregava nulla di mostrarlo agli altri. Probabilmente mia madre capì che preferivo stare da solo, così si allontanò. Quando terminai l’esecuzione del pezzo mi alzai e tornai in camera mia. Suonare mi aveva permesso di scaricarmi un po’, alleviando leggermente le mie sofferenze. Mi accadeva sempre, quando suonavo mi sentivo meglio e ne avevo estremamente bisogno, soprattutto in quel periodo di merda.

Qualcuno bussò alla porta della mia stanza. “Posso?” chiese Alex facendo capolino.

“Entra” “Si può sapere che cazzo stai facendo rinchiuso qui da due settimane?” “Alex…non ho voglia di parlare” “Ma io non voglio parlare di lei, voglio parlare di te” “Non ho nulla da dirti, anzi sì una cosa c’è, guarda” dissi concentrandomi. In quei giorni di solitudine avevo scoperto una nuova sfaccettatura del mio potere vampirico. Alzai la mia mano destra, disegnai nell’aria un piccolo cerchio e come per magia dalla mia scrivania si sollevò una corda…di quelle per saltare, che ci avevo messo io per allenarmi. Sempre con la mano destra feci cenno a quell’oggetto di avvicinarsi, ben presto fu nelle mie mani. Quindi ora con il mio potere difensivo potevo anche attrarre oggetti intorno a me per proteggere me o gli altri. “Wow Jerry è…fantastico! Come diavolo hai fatto?” sorrisi “Per evitare di impazzire ho concentrato le energie sul mio potere” “Niente male, l’hai detto ai tuoi?” “Non ancora” “Ora basta però! Non posso più vederti qua dentro come un recluso! Stasera si esce, serata da uomini. Roba forte” “Alex…non mi va” “Oh sì che ti va. Ritiriamo fuori il cattivo ragazzo che è in te. E poi sei un vero spreco per l’umanità! Sai quante donne vorrebbero consolarti? Non lascerò che tu ti butti via così” disse il mio migliore amico. Scossi la testa. “Alzati, vai a farti la doccia, muoviti” mi ordinò, feci come diceva anche se non ne avevo voglia. Tornai pulito nella mia camera con l’accappatoio “Mettiti questa roba” disse indicandomi dei pantaloni di jeans e una camicia nera che aveva appoggiato sul letto “Ora sì che riconosco il tuo odore, scusa se te lo dico Jerry ma…avevi proprio bisogno di una doccia” “Se non ti ostinassi a volermi far uscire non ne avrei avuto bisogno” “Non replicare, fai come ti ho detto” “Ok papà” risposi a quegli ordini di Alex.

Mi vestii, Alex mi spruzzò tanto di quel profumo da farmi tossire. Era il mio profumo preferito, una fragranza fresca e buona, ma ne aveva spruzzato davvero troppo. Mi trascinò giù dalle scale “Noi usciamo, non aspettatelo stanotte” disse rivolgendosi a mia madre e a Sarah, che erano felici di vedermi giù in salotto dopo 15 giorni. Poi guardando papà e Jessie aggiunse “Andiamo a fare festa, Se…uhm, droga e rock and roll stasera” poi mi trascinò nella sua auto. 

NOTE:

Eccomi qua! Lo so...sarete deluse dal fatto che Jeremy ha trattato in quel modo Allison...ma le incomprensioni che ci sono al momento tra i due, portano Jeremy a fare la scelta sbagliata di interrompere la loro relazione. Ogni amore ha le sue difficoltà, solo se sarà vero amore riusciranno a superarle. E come accade in ogni litigio la colpa è sempre di entrambi...spero comunque di avervi fatto capire che in realtà sia Allison sia Jeremy sono molto innamorati l'uno dell'altra e che questa scelta di lasciarsi li sta facendo soffrire!

Il secondo branco, ormai formato solo da Allison e suo padre Kevin, ha richiesto l'aiuto dei Quileute per sconfiggere i vampiri che da tempo gli stanno alle costole, ma c'è anche un secondo motivo (in realtà è il vero e unico motivo che fa nascere in Jeremy la paura che Ally sia stata falsa con lui anche nei suoi sentimenti): uno dei loro nemici ha fatto una specie di maledizione a Kevin, padre di Allison, che lo sta facendo morire. Avrebbero bisogno di Jeremy per far sì che con il suo potere possa far scudo a Allison per curare il padre. La paura di Jeremy è che Allison abbia fatto finta di amarlo, per far sì che poi Jeremy facesse tutto ciò che lei gli avrebbe chiesto, ossia aiutarla con il suo scudo per curare il padre. Spero che abbiate capito la spiegazione :P

Dunque anche Allison è una mezzosangue come Jeremy, ma lui è metà lupo metà vampiro, lei è metà lupo metà strega. Sul finire del capitolo Alex va a consolare Jeremy e lo obbliga ad uscire di casa, scopriamo anche che in quei giorni di solitudine, Jeremy ha accresciuto il suo potere vampirico. Adesso cosa accadrà? Jeremy e Allison si rivedranno presto? Come reagiranno incontrandosi? Vi aspetto martedì!!!

Vanessie

P.S: So che molte di voi amano la coppia Jeremy-Allison...dai siate fiduciose :P lo sapete che li amo anch'io alla follia <3

P.S.2: Vi rimetto il link della canzone che Jeremy canta e suona al pianoforte, nel caso non l'aveste sentita prima http://www.youtube.com/watch?v=eFv6i5C70Lc

SUNLIGHT'S RAY PART 3 FANFICTION

Capitolo 84

“Agire d’istinto”

POV Jeremy

Alex aveva fissato di portarmi fuori da casa insieme ai miei storici amici della Riserva, ossia Timothy, Nathan e Anthony. Mi trascinarono in una discoteca molto nota di una città vicina. Quando entrammo notai la quantità esorbitante di gente che c’era. “Dio, guarda che roba, è pieno di fighe qui!” esclamò Timothy “Oh stasera ci si diverte” lo supportò Anthony. “Sono andato in farmacia e ho fatto scorta per tutti tranne che per Alex” disse Nathan tirandomi una gomitata di complicità. Prima ero esattamente identico a loro, sempre a pensare alle donne, sempre con la voglia di andare con qualcuna. “Sì, Alex ci sta a guardare perché è impegnato!” precisò Tim. Mi portarono subito al bancone a prendere da bere. La barista era carina, mezza nuda ma carina. “Allora…un Gin Tonic per Anthony, un Cuba Libre forte per Tim, un Mojito per Alex e uno per Nathan” disse la barista che aveva già imparato i nostri nomi, poi rivolgendosi a me aggiunse “E per te tesoro? Che ti faccio? Preferisci un long drink tipo…un sex on the beach…” tutti quei cretini dei miei amici ridevano alla sua allusione, la barista proseguì andando a scegliere dal menù roba da bere con nomi adatti a creare richiami di tipo sessuale “Oppure amore preferisci cominciare con uno shot tipo…un orgasmo?” “Ehm…un Cuba Libre va bene” dissi, cazzo mi aveva messo in imbarazzo. Bevemmo, anche se a differenza dei miei amici non riuscivo ad essere su di giri alla vista di tutte quelle ragazze che c’erano nel locale. Pensavo sempre ad una sola…non volevo pronunciare il suo nome. Andammo a ballare e Nathan dopo un po’ vide che avevo finito il mio cocktail dunque me ne portò un altro diverso. Lo bevvi per accontentarlo, non volevo guastare la serata a tutti. Dopo un’oretta Tim si presentò con un altro cocktail ancora “Mi fate andare di fuori ragazzi!” “Infatti è lo scopo della serata, sei troppo teso, devi rilassarti un po’” disse Alex.

Oh Signore! Era molto forte, non so che miscugli di alcool contenesse, ma fece effetto. Cominciò a girarmi la testa, iniziai ad abbassare i miei freni inibitori, a ridere più facilmente, a scherzare. Ci facemmo delle foto, “Guarda come sei venuto bene quiiii, oh ammazza che figo che sei” mi disse Anthony mostrandomi dal telefonino uno scatto e in tempo reale postò tutte le foto su facebook…voleva che tutti gli amici in comune, tra cui Allison, le vedessero. Ma lì per lì non feci questo semplice ragionamento. “Sembro un devastato…ho un’espressione da cretino, gli occhi rossi e lucidi…praticamente si vede lontano un miglio che sono mezzo di fuori” risposi riguardando la mia immagine nella foto che Anthony aveva sul cellulare. Alcune ragazze si avvicinarono per ballare con noi. Facemmo gli scemi, me compreso, non perché lo volessi sul serio, ma avevo una confusione in testa…colpa dei tre cocktail. Come se non bastasse le ragazze ci offrirono due shot a testa. Ora sì che ero lustro! Una di loro mi si strusciò addosso ballando in modo molto sensuale, le sorrisi come un ebete, si girò di schiena e continuando a ballare mi poggiò il sedere sulle parti intime.

I miei amici mi fecero gesti di intesa incitandomi a continuare. La ragazza forse si era accorta che ero di fuori come un terrazzo, mi diede un po’ della sua birra, che buttai giù senza pensarci. Mi trascinò verso il bagno. Mi spinse dentro e chiuse a chiave. Ridevo come un cretino e in breve mi trovai con la bocca impegnata  a pomiciare in maniera seria con quella sconosciuta. Ci staccammo un attimo, tirò giù la zip dei miei pantaloni e fece per chinarsi. “No, scusami io…” “Che c’è? Cosa vuoi che faccia?” mi domandò, ma io non volevo che facesse proprio nulla…l’avevo baciata pensando a Allison ma mi ero reso conto improvvisamente che lei non era Ally, non provavo nulla per quella sconosciuta. “Scusami ma…io non posso” dissi aprendo la porta e tornando nella sala dai miei amici. Cominciai ad avere voglia di vomitare, avevo esagerato con gli alcolici. Uscimmo dal locale. Feci una corsa verso un’aiuola e cominciai a buttare fuori tutto, con Timothy che mi teneva la testa. Scherzando mi disse “Dio…che schifo Jerry! Avevo immaginato una serata diversa” “Scusa Tim” risposi. Mi ci volle un pochino, ma mi ripresi. “Mi dispiace avervi rovinato la serata ragazzi” “Ma che dici?!?!? Tu non hai rovinato proprio niente Jerry” mi consolò Nathan.

Tornammo a La Push, dormii a casa di Alex. Due giorni dopo un numero a me sconosciuto fece squillare il mio cellulare. Risposi “Jeremy?!” “Sì, chi parla?” “Ciao, scusa se ti disturbo…sono Ethan…Miller” disse. Era il fratello di Allison. “Chi ti ha dato il mio numero?” “L’ho preso dal telefonino di mia sorella. Io non volevo disturbarti ma…ho bisogno del tuo aiuto!” “Per cosa Ethan?” “È che…mia sorella ha visto le tue foto e quelle dei tuoi amici su facebook e…è uscita con uno…dovresti vedere che faccia!” “E io cosa dovrei fare scusa?” “Mi ha mandato un sms e dice che lui…è ubriaco e sta cominciando a darle fastidio” “Tua sorella è grande e vaccinata e credo sappia difendersi da sola” “Per favore Jeremy! Non può certo trasformarsi davanti a tutti e…dice che lui la…tocca e lei non vuole” mi disse. Sentii la rabbia salirmi su, fino alla testa. Odiavo Allison, non volevo avere nulla a che fare con lei ma…nessuno doveva toccarla senza che lei volesse. Dissi a Ethan che ci avrei pensato io. Ero con i miei amici che mi chiesero spiegazioni, gliele diedi e nonostante loro mi consigliassero di lasciarla perdere io non ce la facevo. Mi seguirono nel luogo indicatomi da Ethan. La cercai velocemente con lo sguardo e la vidi con quel deficiente che visibilmente ubriaco le teneva ferme le braccia e le si avvicinava per baciarla. Iniziai ad avvicinarmi a loro. Lei tentò di tirargli uno schiaffo, ma lui lo schivò e le disse “Dai non fare la santarellina, ti sei messa una minigonna che dice tutto” arrivai dietro di loro, lo agguantai per le spalle, con estrema facilità lo spinsi lontano da lei. “E te chi cazzo sei? Fatti i cazzi tuoi!” disse provando a tirarmi un pugno, ma ero troppo più veloce e più forte di lui. Lo presi a botte “Prenditela con quelli della tua taglia” dissi, ma i miei amici mi tirarono su in piedi “Oh ma che stai facendo? Piantala o lo ammazzi” mi disse Anthony. Avevo esagerato, il tipo perdeva sangue dal naso e a fatica respirava. Diedi uno sguardo ad Allison, era impaurita, senza dirle nulla mi avviai verso la porta del locale. Sentii una mano piccola e sottile poggiarsi sulla mia spalla “Grazie” mi voltai riconoscendo la voce angelica dell’unica ragazza che mi avesse mai fatto innamorare. “Non l’ho fatto per te, l’ho fatto per Ethan” lei sorrise “Grazie comunque”.

“Sei carino nelle foto su facebook” “Non sono cose che ti riguardano, non più” le dissi con un tono di voce tranquillo ma colmo di rabbia “Hai ragione”. Ero stato non scortese ma…uno stronzo completo! “Jeremy…spero solo che un giorno mi lascerai spiegare. Mi dispiace per quello che ti ho fatto!” disse. Le sue parole mi colpirono dritto al cuore, lo facevamo sempre, ogni qual volta la guardavo, ogni qual volta sentivo la sua voce. Avrei sul serio voluto darle un’altra possibilità, ma avevo paura che mi prendesse in giro, che di nuovo mi dicesse bugie, che mi ferisse ancora. “Forse lo farò…un giorno, non adesso, non chiedermelo ti prego!” le risposi.

Erano trascorse altre due settimane…non era più mia da un mese e mi mancava tutto di lei. Papà aveva comunicato a Kevin, l’altro alfa, il padre di Allison, che la nostra famiglia li avrebbe aiutati contro i vampiri che gli davano la caccia. Mettemmo a punto una strategia, zia Alice aveva avuto una premonizione delle sue e sapeva esattamente quando i nemici sarebbero giunti a Forks. Ci facemmo trovare pronti, schierati. Ero in forma di lupo e per la prima volta vidi Allison in versione lupo. Era bellissima anche il quel modo, con la sua pelliccia bianca e folta, il corpo sottile con la muscolatura diversa da quella di noi lupi maschi. I vampiri arrivarono, erano molti, cominciai a lottare contro alcuni di loro, ormai ero bravo nei combattimenti. Atterrai un vampiro più forte e resistente degli altri, Jessie venne in mio soccorso aiutandomi a farlo fuori. Poi ne rincorsi uno che puntava verso nonna Esme, appena in tempo e lo morsi facendolo morire. Provarono ad attaccarmi in due ma Seth e Alex li fecero fuori rapidamente. Mentre stavo finendo di uccidere un vampiro che aveva attaccato mia madre, vidi Allison in difficoltà. Lì vicino a me c’era nonno Edward, lesse nei miei pensieri la preoccupazione per Ally e mi invitò ad andare da lei, dicendo che avrebbe pensato lui a finire il vampiro che aveva attaccato mamma. Scattai nella sua direzione, la raggiunsi rapidamente, era caduta a terra e il vampiro le si stava per scagliare contro. Con un salto sovrastai Allison, facendo sì che il suo corpo da lupa restasse sdraiato tra le mie zampe anteriori e posteriori, per proteggerla. Ringhiai a quel vampiro, attivai il mio scudo e lui non riuscì a farci del male. Lo uccisi e poi diedi uno sguardo ad Ally per assicurarmi che stesse bene. Si era alzata in piedi, strofinò il suo muso sul mio fianco, come per ringraziarmi e mi leccò la pelliccia in quel punto. Ero imbarazzato, di colpo la battaglia non era più il mio pensiero predominante. Non mi era mai capitato ma…avevo proprio l’impressione che il mio corpo da lupo stesse provando eccitazione. Ripresi lucidità e mi allontanai. Continuammo tutti insieme a lottare e alla fine ne uscimmo vittoriosi. Tornammo tutti umani, andai ad assicurarmi che i miei fratelli e i miei genitori stessero bene. Per fortuna nessuno si era fatto del male, solo qualche membro del branco aveva riportato lievi ferite, che comunque sarebbero guarite nel giro di tre/quattro ore. Da lontano mi assicurai anche che Allison e suo padre Kevin stessero bene.

Incrociai il suo sguardo, mi voltai subito e mi incamminai verso il luogo in cui avevamo parcheggiato le auto e le moto. Infilai il casco, salii sulla moto e avviai il motore. “Aspetta” sentii dire dalla sua soave voce “Volevo ringraziarti per prima” mi disse alludendo al fatto che l’avevo protetta con il mio scudo dal vampiro che la stava attaccando “Di nulla”. Mi si fiondò tra le braccia, rimasi immobile in quell’abbraccio, respirando il suo odore di cui avevo una tremenda nostalgia. Seguii il mio istinto, dovevo essere un po’ meno razionale e ricambiai l’abbraccio. Restammo in quel modo per un po’, poi imbarazzati ci staccammo “Mi dispiace aver coinvolto la tua famiglia in questo scontro…spero che non arrivino altri vampiri” disse “Non stare a preoccuparti” risposi voltandomi per andarmene. “Jeremy…se ci fossero altri scontri…voglio che tu stia attento. Non voglio rischiare di perderti” “Allison” dissi scuotendo la testa e allontanandomi un po’ da lei. Si era avvicinata così tanto a me e alla mia bocca che avevo paura di perdere la razionalità e baciarla. “Non credo ci saranno altri scontri, li abbiamo battuti” dissi scostante “Scusa se ti ha dato fastidio il mio atteggiamento. È che io…ti amo” affermò, cazzo mi tremava il cuore, ma non volevo darle la soddisfazione di pensare che io ero il povero piccolo cucciolo con il cuore in frantumi per lei e così mi inventai una risposta da stronzo “Ci siamo solo divertiti, è stato solo questo, niente di più” dissi e salii sulla moto accendendola “Non ti credo, non è stato solo quello e lo sai” affermò. Non aggiunsi altro, distolsi a fatica i miei occhi da lei e tornai a casa mia.

NOTE:

Ciao a tutti! Noto con piacere che i lettori delle mie due fanfiction stanno crescendo <3 non finirò mai di dirvi grazie <3 siete migliorati anche nel numero delle recensioni, ma si sa...quelle non sono mai abbastanza :P quindi invito anche chi non lo ha mai fatto a lasciarmene una!

Veniamo al capitolo. Vi giuro che per scrivere la prima parte ho dato tutta me stessa, descrivere una serata di follia tra maschi adolescenti è proprio fuori dalla mia portata...ho cercato di fare del mio meglio con il mio cervello da ragazza :P

Gli amici di Jeremy lo hanno fatto esagerare con gli alcolici e lui stava per commettere più di un errore, ma per fortuna si è fermato in tempo. Volevo precisare che solo alcuni degli amici di Jeremy solo lupi come lui, ossia Alex (figlio di Quil e Claire) e Timothy (figlio di Jared e Kim), gli altri due invece, Anthony e Nathan, sono comuni mortali. Quando Jeremy riceve la telefonata di Ethan, fratellino di Allison, è combattutto nella scelta di andare ad aiutarla o meno, ma alla fine lui ne è innamorato ed è anche un po' geloso che qualcuno la tocchi, oltretutto senza il consenso di lei, per cui decide di seguire il suo cuore. Allison tenta di richiedergli un momento per parlare, ma lui ancora non riesce a darle questa possibilità. I Cullen, i Quileute e il secondo branco poi si scontrano con alcuni vampiri giunti a Forks e riescono facilmente a sconfiggerli, data la superiorità numerica. In questa occasione Jeremy aiuta Allison durante la battaglia e in seguito hanno un breve dialogo, in cui Allison di nuovo gli dice di amarlo e ovviamente lui ricambia e si emoziona sentendoglielo dire...ma si sa i ragazzi sono un po' stronzetti (e anche Jeremy lo è, forse è parte del suo fascino) e quindi...le risponde inventandosi una grossissima bugia alla quale però Allison sa rispondere alla perfezione.

Vi aspetto venerdì...

Vanessie

P.S: Qui potete vedere un video di Allison e Jeremy nel loro ultimo dialogo dopo la battaglia. Proprio come le gif (immagini animate) è tratto dal film "Cappuccetto Rosso Sangue", che di nuovo vi consiglio, è un film molto carino. Tra l'altro l'attore era nella rosa dei quattro candidati per interpretare Edward Cullen, ma poi il ruolo lo ha avuto Robert Pattinson!

Mi raccomando guardate il video, perchè è parte integrante della storia, i due attori sono perfetti per Jeremy e Allison:

https://www.youtube.com/watch?v=jkHrHAKwPZk&index=1&list=PLD61858892C07E721

SUNLIGHT'S RAY PART 3 FANFICTION

Capitolo 85

“Il consiglio di un’amica”

POV Jeremy

Avevamo sconfitto i vampiri che davano la caccia alla famiglia di Allison. Certo per noi era stato semplice, il nostro clan era numeroso e forte, avevamo tanti poteri su cui contare…adesso che nessuno stava più minacciando il secondo branco, c’era la seconda  parte della loro richiesta d’aiuto da assolvere. Kevin aveva chiesto a papà di far provare Allison ad utilizzare il suo potere da strega in combinazione al mio scudo, per vedere se insieme potevamo guarirlo dalla terribile malattia degenerativa di cui era affetto, a causa della maledizione che un vampiro con particolari poteri gli aveva trasmesso anni prima. Questo era il punto…papà era d’accordo ma io non ero pronto ad avvicinarmi nuovamente ad Allison. Mi faceva stare male, anche se in realtà il mio desiderio era quello di perdonarla e provare di nuovo a stare insieme a lei. Era trascorso un altro mese, eravamo a metà ottobre. La scuola era già ricominciata dopo la pausa estiva e ogni giorno incontravo Allison nei corridoi o ad alcune lezioni. Cercavo di non guardarla e non le parlavo, poiché era in grado di destabilizzarmi ogni volta. Era sabato sera, uscii insieme al mio gruppo di amici, ossia con Anthony, Jasmine, Nathan, Timothy e Alex. Andammo ad un falò sulla spiaggia di First beach. Hilary e Julia ci avrebbero raggiunti a breve. A La Push eravamo soliti trascorrere alcune serate in spiaggia. Parlavamo, ascoltavamo musica, incontravamo amici e conoscenti, bevevamo qualche birra intorno al fuoco. Ero preso a parlare con Nathan e Jasmine, quando un odore a me molto familiare catturò la mia attenzione. Il cuore cominciò la sua corsa, la mente mi si annebbiò “Ciao ragazzi” disse Hilary che ci aveva raggiunti in spiaggia “Stasera abbiamo invitato ad uscire con noi anche lei” aggiunse Julia. In mezzo alle mie amiche c’era Allison. Bella come non mai. “Ciao a tutti” disse, avrei voluto uccidere le mie amiche, che diavolo avevano in testa per aver pensato di invitare la mia ex ragazza, sapendo benissimo quanto io ancora la amassi?

Tutto il mio gruppo di amici si radunò e bevemmo una birra insieme. Mi tenni a distanza da Allison, non potendo tuttavia fare a meno di notare continuamente quanto fossi attratto da lei, quanto mi mancassero i nostri scherzi, le risate. Quanta nostalgia avessi dei suoi abbracci, dei suoi baci, delle carezze…avrei voluto alzarmi, avvicinarla, portarla via e fare l’amore con lei per tutta la notte. Cercai di distrarmi parlando con gli altri, poi vidi Julia allontanarsi un pochino, mi alzai e la raggiunsi “Julia? Posso parlarti?” le domandai “Certo, dimmi” “Perché l’avete invitata?” “Jeremy…è sempre sola. A scuola cerchiamo di farle un po’ di compagnia, ma lo sai che non ha altri amici” disse. Mi toccai la fronte e sospirai “Lo so però…io ci sto male” “Infatti l’ho invitata anche per questo motivo. Perché non vai a parlarle? Lei vorrebbe tanto spiegarti le sue ragioni e poi Jeremy se posso darti un consiglio da amica…lei ha sbagliato con te, ti ha avvicinato solo per convenienza all’inizio ma poi, beh era chiaro a tutti che fosse innamorata di te e lo è tutt’ora. Perché non vuoi darle un’altra possibilità? Stavate benissimo insieme, ora che tutto è venuto alla luce non dovete nemmeno tenervi più nascosti i vostri reciproci segreti…” “Io vorrei darle una seconda possibilità ma…ho paura di soffrire” “Perché scusa? Non stai già soffrendo lontano da lei?” “Sì però…” cominciai a dire, ma mi fermai. Julia aveva ragione in un modo o nell’altro soffrivo. “Non ti dico che stasera dovete rimettervi insieme ma almeno comincia a darle l’opportunità di parlarti…poi le cose verranno da sole, se il destino vi vuole insieme non potrai remargli contro” precisò. La abbracciai, le volevo bene e mi aveva aperto gli occhi. Avrei fatto come mi aveva consigliato. Tornammo dagli altri intorno al falò. Guardai insistentemente Allison, aspettando che lei incrociasse il mio sguardo e capisse che stavo richiedendo la sua attenzione. Quando ci riuscii mi alzai senza smettere di osservarla e le passai accanto, andando a sedermi vicino ad un grosso tronco portato dalla marea a una ventina di passi dietro di lei. Volevo che mi raggiungesse lì per parlare lontano dagli altri.

Mi sistemai a sedere sulla sabbia con la schiena appoggiata al tronco. “Posso sedermi qui con te?” mi domandò raggiungendomi. Le feci cenno di sì con la testa. Mi aveva portato la bottiglia di birra che stavo bevendo prima e che avevo lasciato al falò. Le diede un sorso prima di porgermela. Dio, mi sembrava di avere 14 anni, ero su di giri all’idea di bere da quella bottiglia sulla quale aveva appena poggiato le sue labbra. Sulla quale aveva di nuovo fatto mescolare le nostre salive. “L’ho fatto per due settimane” esordì “Cosa?” “Spiarti, carpire da te le informazioni che mi servivano poi…da quella sera al bowling quando per la prima volta sono uscita con te e i tuoi amici io…mi sono accorta di provare qualcosa per te. Cercavo di ricacciare quel sentimento, ma era più forte di me, ogni volta in cui ti vedevo, in cui parlavamo, ti amavo sempre di più. Ho cominciato ad adorare tutto di te, allontanandomi dalla mia famiglia” “Perché non mi hai detto niente?” “Non è una cosa che si può dire con tanta facilità Jeremy! Dovresti saperlo” “Sì però…io mi sono sentito tradito da te per il fatto che tu mi hai spiato. Ti chiedo scusa Allison…anch’io non ti ho mai detto la verità sul fatto che sono un lupo mannaro e…” “Lo capisco, so che volevi farlo. Non voglio che tu mi chieda scusa Jeremy. Comunque…l’agendina che mi hai preso di nascosto dalla borsa quella sera io…l’avevo messa lì di proposito. Volevo che la leggessi, sono stata codarda a non dirti la verità ma…speravo che leggendo l’agenda tu…potessi almeno capire che ti amavo davvero e che…sì…ho tradito la tua fiducia ma…mi dispiace…non devi pensare che io abbia finto. Quello che ti dicevo, che provavo, era reale” “Era reale anche per me. Quando ho scoperto la verità ti ho detto delle stronzate…non è vero che sono stato con te solo perché provavo attrazione fisica, io…ti amavo” le dissi guardandola negli occhi. “Anche io Jeremy e…ti amo ancora esattamente come prima o forse…più di prima. Non so come scusarmi” disse appoggiando la testa alla mia spalla “Ti sei già scusata abbastanza, ora direi che…basta non importa che tu aggiunga altro” risposi allungando un braccio sopra le sue spalle e abbracciandola stretta. “Come sta tuo padre?” le domandai “Male…” mi rispose. Sospirai…restammo così, mi sentivo bene con lei tra le braccia, ma ancora non volevo esagerare, nonostante fossi stato vicino a baciarla quando mi aveva sorriso in quel modo tanto dolce.

Non la rividi per due settimane, la incrociavo soltanto a scuola. Quella sera era Halloween, stavo finendo di indossare il mio costume da Dracula fatto da zia Alice per la festa a casa di Julia. Mi guardai allo specchio, il costume era composto da pantaloni neri eleganti, camicia bianca con merletti sul torace, giacca nera elegante. Un completo che sembrava uscito da un altro secolo, poi scarpe nere lucide, mantello nero lungo. Avevo ingelatinato i miei capelli neri e messo i guanti bianchi. Mamma mi aveva sbiancato un po’ il colore del viso, poi aveva accentuato il colore delle mie labbra e con una matita rossa per labbra aveva disegnato un rivolo di sangue che mi usciva dalla bocca. Misi i denti appuntiti che avevo comprato e… “Oh ammazza sei uguale a tuo nonno Edward” disse papà con evidente voglia di scherzare. Mamma rise e lo feci anch’io. Mi augurarono una buona serata ed io uscii. Presi la macchina e andai a casa di Julia. Alla festa in maschera c’erano tutti i ragazzi e le ragazze che abitavano alla Riserva, anche se feci un po’ di fatica a riconoscerli, dato che quella sera sembravamo tutti mostri, vampiri, streghe, mummie, lupi mannari, zombie…parlai con Anthony e Tim, accompagnai Hilary e Nathan al banco delle bibite, scherzai con Jasmine e Julia e poi mi misi da una parte con Alex a commentare le maschere provocanti di due ragazze “Hai visto quella che culo?” mi disse il mio migliore amico “Eh…ho visto, certo che ho visto! E quella là? Ha uno scollo…” dissi indicandogli un'altra ragazza che aveva un vestito con uno scollo tanto profondo da arrivarle quasi all’ombelico. “Eh ma te non hai ancora visto il pezzo forte!” “Cioooè Alex?!” “La vedi quella laggiù con quelle gambe stratosferiche?” mi chiese. Mmm aveva ragione, era di spalle e indossava una maschera con un vestito molto corto di colore nero. Dalla minigonna del suo vestito si vedeva chiaramente spuntare il pizzo delle calze autoreggenti che contornavano le sue cosce. “Vai là dai! Chiedile se vuole bere qualcosa!” mi spronò sospingendomi in quella direzione. “Non so…” “Ohhhh Jerry non fare tante storie, sei single, divertiti un pochino” mi disse. Mi convinsi ad avvicinarmi “Ciao” dissi, ma quando si voltò verso di me, nonostante il perfetto travestimento e trucco da vampira sexy la riconobbi in un istante. Era Allison. “Ciao, bel costume!” “Grazie…anche il tuo” dissi esaminando da vicino la sua maschera. Aveva un miniabito nero molto corto, con le maniche lunghe svasate e uno scollo rotondo abbastanza ampio. Calze autoreggenti nere velate e stivaletti alla caviglia con tacco…uhm 12/14 cm? Indossava una collana bellissima, si era sbiancata il viso e raccolta i capelli in modo particolare, lasciando libero un lato del suo collo. Con la matita aveva disegnato sul lato libero del collo due evidenti forellini, che simboleggiavano l’impronta dei canini allungati dei vampiri penetrati nella pelle. Aveva truccato gli occhi con ombretto nero brillantinoso, rimmel, matita nera, rossetto rosso fuoco. Anche dalla sua bocca, così come dalla mia, usciva un rivolo di sangue disegnato con la matita e spuntavano i canini appuntiti. Era troppo attraente, ero geloso che tutti la guardassero, beh era inevitabile…la sua maschera era così sexy che…“Mi hanno invitata Julia e Alex” disse distraendomi dai miei pensieri, annuii sorridendo, ecco perché Alex era tanto su di giri quando mi aveva spronato ad andare a parlare con la ragazza dalle belle gambe, che sapeva benissimo essere Ally. “Bella festa!” esclamai. Che diavolo avevo detto, sembravo uno di quei deficienti rintronati che vuole rimorchiare, ma non sa cosa dire. “Sì molto bella…vuoi bere qualcosa?” “Va bene” risposi avviandomi con lei al tavolo delle bevande, questa volta alcoliche. Salutai due ragazze della scuola che si voltarono a guardarmi mentre passavo. Versai in due bicchieri il cocktail rigorosamente rosso sangue che Julia aveva preparato e porsi uno dei bicchieri ad Allison. Bevemmo, era buonissimo, dovevo complimentarmi con Julia, era fruttato e si sentiva anche l’alcool. “Un po’ forte!” disse lei riferendosi al cocktail, sorrisi “Gli irlandesi di solito non sono abituati a bere?” dissi riferendomi alle sue origini “Beh…dipende chi…io non tanto”. Mi si avvicinò molto, troppo, voleva sistemarmi il mantello ma dissi a me stesso di non pensare, volevo e dovevo seguire il mio istinto.

“Ti va di ballare?” le proposi. Sorrise e annuì, ci buttammo in mezzo alla mischia, c’erano musiche da discoteca. Ci divertimmo, come non mi accadeva da troppo tempo. Ci spostammo dalla zona della casa in cui tutti ballavano e ci mettemmo seduti su un divano. Mamma mia quanto era bella…ci guardammo un po’ a disagio, non sapevamo cosa dirci. Alcuni ragazzi vennero a sedersi lì accanto a Allison e lei si spostò avvicinandosi a me. Si voltò dall’altra parte a guardare cosa avesse provocato quel suono stupido che imitava il verso di un pipistrello e voltandosi i suoi lunghi capelli toccarono la pelle del mio braccio. Mi bastava così poco per farmi palpitare il cuore…ero ridotto male! Si rigirò sorridendo e di rimando le sorrisi anch’io. “Che ne dici di uscire fuori a parlare Jeremy?” “Ok” mi prese per mano e mi guidò in giardino. Ci sedemmo sui gradini della veranda. Mi batteva forte il cuore e avevo una leggera tremarella. Ero solo con lei. Con lei vestita in quel modo tanto sexy…con lei che nonostante gli avvenimenti passati continuava a farmi perdere la testa.

NOTE:

Buongiorno e buon venerdì! Jeremy dietro il consiglio della sua amica di sempre Julia, capisce di dover dare ad Allison l'opportunità di spiegarsi. Durante il loro chiarimento Allison gli dice anche che la famosa agendina che lui le aveva preso di nascosto era stata messa lì di proposito, affinchè lui la leggesse! Jeremy finalmente comprende che dietro le loro reciproche bugie c'era e c'è tutt'ora del sentimento, che non è cambiato per niente nonostante i fatti accaduti e anche lui le chiede scusa per il suo comportamento, riuscendo ancora una volta ad aprire il suo cuore e a mostrare tutta la sua dolcezza ad Ally.

Piccolo salto temporale e arriviamo alla notte di Halloween. Alex e Julia hanno invitato di nascosto alla festa anche Allison e quindi i due hanno ancora una volta l'occasione per parlarsi da soli. Jeremy così spavaldo con chiunque, riesce sempre a intimorirsi davanti a lei ed è quasi impacciato nell'intrattenere la conversazione <3 questo perchè con lei si sente in confusione, è emozionato e poco lucido. Il capitolo finisce con la richiesta di Allison di uscire fuori a parlare...adesso cosa si diranno? A martedì per saperne di più!!!!

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Vanessie
P.S: Dimenticavo di precisare che Julia è la ragazza di Alex e quindi sa perfettamente che sia Alex che Jeremy sono mutaforma, ovviamente sa anche la verità su Allison.