La Stregona Bianca e la completa Spada Celeste

di Haxel_12
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo capitolo ***
Capitolo 2: *** Secondo Capitolo ***
Capitolo 3: *** Terzo capitolo ***
Capitolo 4: *** Quarto Capitolo ***
Capitolo 5: *** Quinto Capitolo ***
Capitolo 6: *** Sesto Capitolo ***
Capitolo 7: *** Settimo Capitolo ***
Capitolo 8: *** Ottavo Capitolo ***
Capitolo 9: *** Nono Capitolo ***
Capitolo 10: *** Decimo Capitolo ***
Capitolo 11: *** Undicesimo Capitolo ***
Capitolo 12: *** Dodicesimo Capitolo ***
Capitolo 13: *** Tredicesimo Capitolo ***
Capitolo 14: *** Quattordicesimo Capitolo ***
Capitolo 15: *** Quindicesimo Capitolo ***
Capitolo 16: *** Sedicesimo Capitolo ***
Capitolo 17: *** Diciasettesimo Capitolo ***
Capitolo 18: *** Diciottesimo Capitolo ***



Capitolo 1
*** Primo capitolo ***


- addio Keld, buona fortuna- disse Steel allo gnomo mentre lo abbracciava
- addio Steel, riportaci in trionfo- disse il chierico, poi si mise ad abbracciare il mezzorco che stava lacrimando- addio amico mio, spero di rincontrarti un giorno-
- Keld, se tu me lo chiedi, io ti seguirò anche per questa avventura- disse il monaco che ancora piangeva
- non fare il bambino Gersh, questa è una cosa che ho scelto di fare da solo, e solo quelli come me possono fare, e che mi è stata affidata, ora ti chiedo ti aiutare Steel a fare il suo dovere, proteggilo se è necessario, anche se probabilmente non c’è ne sarà bisogno- disse Keld sorridendo al suo compagno più fidato, ma il mezzorco non voleva saperne di lasciare l’amico, dopotutto si conoscevano da quando erano giovanissimi
- è ora di andare- disse un chierico che si occupava di controllare gli ormeggi, di quella che sarebbe stata una delle navi della flotta  delle chiese dell’occidente
- buona fortuna allora, che il tuo dio ti aiuti- disse Gersh
Lo gnomo sorrise all’amico e si imbarcò, non passarono nemmeno cinque minuti che gli ormeggi erano già stati levati, e la nave stava lasciando il porto, era una serata serena, e il viaggio si prospettava non molto lungo, e tutti i presenti sulla nave, che comprendevano umani, nani, elfi gnomi ecc erano tesi per la missione, dopotutto si trattava di combattere i non morti, creature, che solo i chierici e i paladini potevano sconfiggere facilmente. Lo gnomo si mise a guardare gli amici fino a che non li vide sparire dalla sua vista, e solo in quel momento che si mise a piangere anche lui, come continuava il suo più caro amico che è rimasto al porto di Noupol a fare compagnia a Steel  
 
Era sera e Steel si mise a fumare una pipa, non era difficile da trovare il tabacco necessario in un luogo di transito per i commerci, e in più ad Erevantor non era solo difficile da trovare, ma costava anche parecchio, quindi si mise a guastare il sapore del tabacco serenamente, i giorni a venire sarebbero stati duri, era quindi meglio assaporare quella serenità che tanto gli mancava tra un criminale e l’altro quando era solo un cacciatore di taglie. L’unica cosa che captava  dalla sua stanza d’albergo, era quello di sentire Gersh che si allenava dalla camera a fianco, smise di fumare la pipa e si rimise a dormire, era meglio che anche lui si dava da fare, possedere la sua spada dopotutto, non doveva essere l’unica garanzia di invincibilità
 
La mattina dopo il mirilith si mise su una collina poco distante dal porto della città e si mise ad allenare lì insieme a Gersh, Steel mise da parte la spada celeste utilizzando dopo tanto tempo le sue due piccole spade che aveva brandito prima di arrivare al castello dei druidi, da quella collina i due potevano vedere le navi arrivate la notte prima, degli alleati di Amafran, il porto era diventato un caos infernale, non che non lo era prima, ma adesso il baccano sembrava quasi insopportabile
- basta così Gersh- disse Steel- andiamo a conoscere i nostri nuovi alleati, ma soprattutto andiamo a vedere come se la cavano Morthond e i suoi-
Il duo si incamminò in direzione del porto, e appena arrivati videro un vero e proprio miscuglio di razze, c’erano umani, aviani, tolari, shanodin, tritoni, e sirene anche, Steel e Gersh rimasero impressionati, era la prima volta che vedevano delle donne soldato,con indosso armature composte di un metallo particolare,  sembravano diverse dalle armature tradizionali, e dovevano essere leggere e resistenti, e riuscivano a tenersi in piedi con la loro unica pinna. Le uniche donne che avevano visto combattere erano solamente Orhen e Beany, ma non erano neanche soldati . Decisero di proseguire dritto fino a raggiungere la nave di Morthond, lo shanodin stava a terra e parlava con uno della sua ciurma
- buongiorno Morthond- disse Gersh
- ragazzi- disse lo shanodin- è vero che Keld è partito? Perché non me lo avete detto?-
- è stata una sorpresa anche per noi credimi, appena ha potuto è partito subito, e infatti ti chiedeva scusa quando ci riferì la sua volontà – disse Steel
- spero che avrà la fortuna dalla sua, ma non parliamo di questo, come vi paiono le nostre alleate sirene? Non sono graziose?- disse Morthond
Steel si voltò di nuovo verso le guerriere- beh insomma, e vero che assomigliano per metà agli umani, ma questa bellezza io non c’è la vedo, dopotutto anche il loro aspetto nella parte umana sono più simili ai pesci- rispose il mirilith
- bah, non so come la pensate voi della terra ferma, ma io le trovo stupende, anche se hanno una bocca poco più grande del normale, i loro capelli sembrano alghe di colore blu e hanno un piccolo naso, come anche le  orecchie simili a come c’è li abbiamo noi shanodin, e una pelle meno azzurrognola della nostra, ma più simile al colore degli umani di qui, rosa appunto e hanno piccole branchie- disse il capitano pirata toccandosi le sue orecchie che sono però praticamente due piccole fessure ed altre parti del suo corpo per far notare la differenza
-  a me non mi dicono niente- disse Gersh
- bah, lasciamo perdere non avete proprio occhio voi, piuttosto non volete mangiare con noi? Oramai siamo ufficialmente corsari della corona, quindi non più criminali e possiamo muoverci all’interno del porto e della città come ci pare, e vogliamo festeggiare con voi per questo, dopotutto non è merito anche vostro che ci avete dato questa speranza di vittoria contro Doust?- disse Morthond dando una pacca ai compagni dopo che si è messo in mezzo tra di loro per accompagnarli a bordo della sua nave 
Era già sera quando Steel e Gersh lasciarono la Saint Malo di Morthond dopo  che  hanno festeggiato come a un matrimonio, e dopo un altro torneo tra i migliori componenti della ciurma, dopotutto sia il mirilith che il mezzorco facevano ancora parte degli uomini del capitano
- senti Gersh- disse il cacciatore- io vado a farmi una passeggiata sulla spiaggia qui vicino, se vuoi andare da qualche altra parte vai-
- si vado giusto in palestra ad allenarmi ancora, tu però non ti scordare che anche la tua spada non è tutto- disse il monaco
- tranquillo, e poi lo hai visto anche tu oggi no? anche senza spada celeste sono diventato il campione-
- si, ma in finale ti sei comunque trasformato- e dopo questo si salutarono, e il mirilith si avviò verso la spiaggia cittadina, dove da lì era possibile vedere solo i piani alti dei palazzi della città, visto che è stata costruita sopra il livello del mare, e poi gli abitanti, hanno costruito un grande muro, che non serviva poi tanto per proteggersi dagli attacchi nemici, ma per i maremoti, il cacciatore si voltò verso il mare, il sole stava scendendo e aveva preso il colore di un rosso fuoco, che sembrava avrebbe bruciato anche il mare per via di quell’intensa luce, era uno spettacolo bellissimo, e cominciava ad amare quel luogo, poi sentì che non era solo in quel posto, poco davanti a lei c’era una donna molto giovane, forse più di lui con una spada nella sua mano palmata che cercava di agitarla, anche se in modo impacciato, la donna era vestita con le armature delle sirene che aveva visto quella mattina, ma aveva gambe umane
- hai bisogno di aiuto?- domandò Steel
la ragazza si fermò e la fisso strano- come scusa?-
- intendevo dire che dovresti migliorare la tecnica di movimento della tua arma, sei troppo scoordinata –
- si è vero, e che non mi sono mai allenata bene con le armi di superficie, e poi lo so bene, ma nessuno adesso dei miei superiori mi può seguire- disse la ragazza che guardava Steel con i suoi occhi di un celeste molto chiaro, anche il mirilith la scrutò, la ragazza aveva lunghi e lisci capelli bianchi e la pelle chiara, caratteristiche che non aveva visto dalla gente di Amafran che erano più scuri e mori
- piuttosto chi sei tu?- domandò la giovane- non sembri un umano-
- se per questo neanche tu, o per meglio dire, non sembri una di qui – disse Steel- io sono un mirilith, e vengo dalle terre del nord-
- guarda che ci sono umani come me, ma hai detto giusto, io sono una mezzasirenide, e vengo da una delle isole di questo oceano-
- quindi sei una unione tra una sirena e un umano?- domandò il cacciatore- ecco perché il tuo aspetto è diverso dalle altre- il suo dito puntò le gambe della ragazza 
- si esatto, ma anche se ti sembro una umana, in realtà  quando mi trovo in acqua ho imparato ad assumere la mia parte di sirena, trasformando le mie gambe in una unica pinna, mentre tu cosa saresti, una unione tra un umano e un gatto? Dal tuo aspetto sembrerebbe, soprattutto per i tuoi occhi- 
Steel assunse una faccia offesa- come osi, non è vero, noi non siamo mezzosangue come te-
Rimasero in silenzio a fissarsi per qualche istante
- senti ho visto come ti muovevi con la spada, io non ho niente da fare, quindi se ti va ti posso insegnare-
- cosa è una dichiarazione?- disse la giovane
- o insomma, tu sei qui per combattere giusto? Pensi veramente di uccidere qualche nemico con la tua tecnica? Moriresti prima di aver sferrato il primo colpo- disse il cacciatore
La ragazza abbassò gli occhi- è la stessa cosa che mi dicevano i miei superiori quando entrai in armi, ma nessuno di loro seppe addestrarmi a dovere, o meglio nessuno voleva insegnarmi perché sono una mezzosangue, però è vero che le sirene non sono abili in combattenti con armi terrestri, per questo ho sentito che staremo nelle retrovie-
- abbiamo due giorni, anche se è poco, io sono in grado di abbassare la percentuale della tua morte in battaglia-
La ragazza ci pensò su, e rispose subito dopo- va bene se sei davvero in grado, dimostramelo-
- prima le presentazioni, io sono Steel – disse il mirilith allungando la mano
- io sono Semjase- disse la ragazza stringendo la mano del ragazzo con la sua
 
Gersh la mattina dopo si svegliò presto, non era nemmeno l’alba, e decise di iniziare subito il suo riscaldamento mattutino, si preparò ed uscì dalla sua stanza, quando vide Steel che stava aprendo le porte della sua camera
- dove sei stato fino a quest’ora Steel?- disse il mezzorco
- niente mi sono solo allenato fino a tardi- disse il mirilith
- ricordati però che anche il riposo è importante, dovresti lavorare di più di giorno e meno di notte-
- si, lo so non fare il papà,sono un combattente esperto dopotutto no? Buonanotte- disse secco il cacciatore
- buongiorno vorrai dire- e il monacò uscì fuori lasciando il mirilith solo con i suoi pensieri, era tanto che non addestrava nessuno, dai tempi che aveva conosciuto Orhen e Ember, ed era soddisfatto, anche se poco in una sola notte era riuscito a far imparare bene alla ragazza le basi di scherma, quel giorno si sarebbero rincontrati per continuare, e doveva riposarsi almeno un po’
 
Era già mattina tardi e mancavano poche ore a pranzo, e Steel stava uscendo dalla sua stanza per incontrarsi con Semjase, quando all’uscita incontrò Morthond che lo stava aspettando
- salve capitano come va?- disse il mirilith
- sto bene, senti vado subito al sodo, oggi pomeriggio ci sarà una riunione con i generali della marina, ci sarò anche io, e ovviamente ci dovrai essere anche tu, dopotutto le nostre speranze sono riposte in te- disse lo shanodin
- e dove precisamente?- domandò Steel
- al palazzo reale subito dopo pranzo, vedi di essere puntuale- disse il capitano con un sorriso amichevole- non vedo l’ora, di entrare in azione, anche se la battaglia non mi è mai piaciuta-
Lo shanodin era eccitato, voleva la sconfitta del nemico che gli aveva portato via tutto, il mirilith rimase lì dove era tenendo gli occhi bassi, lui non aveva tutta questa voglia, era la guerra che gli aveva portato via tutto
- cosa c’è Steel?- domandò Morthond
- niente spero che andrà davvero tutto bene, tutto qui- i due si diedero delle pacche sulle spalle e se ne andarono ognuno per i fatti suoi, ora il mirilith si era preso un compito che gli mancava da tempo, e che gli ricordava i suoi bei tempi e voleva rispettarlo, arrivato in spiaggia trovò la ragazza che si stava allenando da sola, ora i suoi movimenti erano più lineari, si muoveva già bene, stava imparando in maniera velocissima
- c’è ne hai messo di tempo, ma dove eri finito?- domandò Semjase
- scusami, ma io non sono poi tanto mattiniero come te, che ne dici se proviamo un piccolo combattimento?- domandò Steel tirando fuori le sue due spade
- perché non usi quell’altra? Secondo me ti muoveresti anche meglio- disse la ragazza
- no saresti in svantaggio davvero-
- non sono così debole io- disse la mezzosirenide riponendo la spada come per protesta
- senti, avrai sentito forse del ritorno di un guerriero con una spada considerata invincibile giusto?- la ragazza annuì
- bene quel guerriero sono io- disse Steel        

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Capitolo 2
*** Secondo Capitolo ***


La sala reale era piena di gente di tutte le razze del sud, stavano tutti su un tavolo ovale, Morthond e Steel si trovavano a capotavola, e tutti stavano aspettando la venuta del re di Amafran George, dall’altra parte di dove stavano lo shanodin e il mirilith c’erano due sedie, uno era già occupata dal principe e figlio del re, l’altra ancora vuota, nella sala c’era un chiassoso brusio che innervosì parecchio il capitano pirata, solo lui e Steel stavano in silenzio, erano nervosi, non avevano mai partecipato a niente del genere, poco dopo entrò nella sala il re dopo che è stato annunciato ai presenti  la sua venuta, solo dopo che il sovrano si mise a sedere incominciò a parlare
- benvenuti a Noupol amici ed alleati, vi ringrazio di essere venuti qui da me, come sapete oggi decideremo l’attacco, la nostra vittoria ci potrà consentire tempo per una ulteriore rimonta causata dalla perdita di numerosi dei nostri territori, caduti dalla forza dell’impero sottomarino dei cefalidi e dei suoi alleati, ho pensato cari signori di partire stasera stessa per raggiungere in tempo i nemici, le navi spie hanno indicato la posizione, sono a poche miglia da qui, rotta nord-est in direzione di Emor, oggi conosceremo la nostra forza attuale, e vi dirò secondo le analisi delle mie navi spia, il numero delle imbarcazione nemiche-
Così ogni generale si alzò dalla sedia per definire le navi a sua disposizione e i suoi uomini
- Morthond, mi volevi dire una notizia importante che ti è arrivata proprio questa mattina?- domandò il sovrano appena tutti finirono la loro versione  
- si maestà- disse il pirata e tutti si misero ad ascoltare- i pirati erranti si sono finalmente coalizzati, stanno riunendo le forze, se noi riusciremo nell’impresa loro avranno via libera, e potranno conquistare l’isola Tortuga e sconfiggere definitivamente gli uomini di Doust il re dei pirati –
-Molto bene, io avverto voi che se noi riusciremo a vincere la guerra, faremo in modo che nessuna nave alleata attaccherà  quell’isola  per farla propria, abbiamo fatto un patto e lo rispetteremo, sempre se ovviamente loro lo rispetteranno- disse il re guardando lo shanodin – per quanto riguarda la disposizione delle navi aggiungerei che la nave del capitano Morthond sia tra la prima fila-
- ma signore noi siamo in pochi rispetto alle altre imbarcazione- disse il pirata
- ma è anche vero che siete voi che avete la spada celeste – disse il sovrano guardando per un attimo il mirilith, lo shanodin fece per protestare, ma il re voleva continuare la seduta
- i nemici sono di trecento unità, noi invece di centocinquanta circa, ci metteremo subito in una disposizione per sfruttare al meglio la nostra forza, poi possiamo solo che pregare, per questa operazione ho chiamato mio figlio che è stato educato nelle strategie militari, e ci potrà dare una mano, ma ora decidiamo la strategia -  
 
Steel appena finì la riunione volle andare da Gersh per spiegargli cosa era stato deciso, quando passò vicino alle navi delle sirene, erano diverse dalle altre, sembravano conchiglie, probabilmente, pensò il mirilith erano state progettate per andare anche sott’acqua, dopotutto sono creature sottomarine, poi sentì delle conversazioni in una lingua a lui sconosciuta, poco distante da una di quelle navi c’erano una sirena e Semjase che parlavano, la mezzosirenide stava urlando, aveva una faccia arrabbiata, ad un certo punto la sirena le voltò di spalle e salì a bordo, allora la ragazza disse quello che doveva essere una imprecazione e incominciò ad andare via
- aspetta Semjase – disse Steel
- ah sei tu- disse la giovane con gli occhi piene di lacrime
- cosa è successo?- domandò il cacciatore
- mi hanno cacciata dalla flotta, dicono che non sono adeguata- disse la mezzosirenide tra le lacrime- io mi sono impegnata per arrivare qui, la mia famiglia soffre per questa guerra, voglio anche io dare il mio contributo –
Il mirilith rimase in silenzio ad ascoltarla e poi la abbracciò
- forse posso aiutarti, ma dovrai mostrare tutta la tua volontà e la tua bravura- disse Steel
- grazie, ma tu stai già facendo abbastanza per me, forse hanno ragione loro, forse sono una inetta-
- non devi neanche pensarlo, abbiamo ancora oggi, prima di sera ti porterò da una persona e ti farò esaminare da lui –
Verso sera Steel portò l’amica verso la Saint Malo, il mirilith gli indicò di salire, ma la ragazza non si mosse
- non posso farlo Steel, è una nave pirata, io non voglio essere un pirata- disse Semjase
- non dovrai per forza diventare una pirata, ma per combattere dovrai stare sotto le dipendenze di un pirata, in fondo lo sono stato anche io fino a che non sono arrivato qui-  e detto questo salirono
- ciao Steel, cosa mi porti oggi?- domandò Morthond guardando prima l’amico e poi la ragazza
- vorrei che tu prendessi sotto la tua dipendenza questa ragazza, è mia amica, perciò vorrei che ne prendessi cura- disse Steel
- piano, piano, prima dimmi cosa è successo è poi vedrò il da farsi- allora Steel si mise a raccontare tutta la storia di come aveva conosciuto la mezzasirenide, di come l’aveva addestrata e perché l’aveva portata lì
- perché vuoi combattere? La guerra non è divertimento lo sai, non ti dà certezze- domandò Morthond alla ragazza
- perché voglio proteggere la mia terra, i miei familiari- disse Semjase
- non ci siamo. Solo per motivi patriottici non mi stanno bene- disse lo shanodin
- ma è questo, io voglio questo come scopo della mia vita, proteggere la mia nazione-
- una nazione che ti ha considerata superflua per questo compito, e perché io non dovrei dire lo stesso?-
- Morthond..- disse Steel come sconvolto
- non interrompermi- disse il capitano- mio fratello era più buono, vi ha trovato subito interessanti, ma io oltre all’allenamento, voglio vedere la determinazione e i motivi dei miei sottoposti che combattono-
- io non ho altro scopo, sono nata con una spada in mano, perché la guerra era ad un passo da casa, i miei genitori, soprattutto mio padre hanno cercato di addestrarmi al combattimento, perché era necessario, ma mi hanno mandato qui-
- e tuo padre dove è?- domandò lo shanodin
La ragazza abbasso gli occhi- non lo vedo da tempo-
-  combatti per vendetta?-
-no! Non è questo- urlò la ragazza, lo shanodin rimase a guardarla senza mostrare nessuna espressione
- le tue motivazioni non sono tutto, è vero ci troviamo in una situazione orrenda, ma tu non devi odiare, sei giovane, più di me sicuramente, e preferirei che tu ritornassi alla spensieratezza della tua età-
- non sono una bambina, io voglio la fine della guerra-
Lo shanodin rimase in silenzio per alcuni istanti – va bene possiamo iniziare, dopotutto tu assomigli a me quando decisi di fare l’impresa che stiamo facendo, tutti vogliamo la fine di questa schiavitù- 
Detto questo iniziarono a combattere, e Steel non poté non provare ammirazione per quella ragazza che in pochi giorni aveva imparato a combattere come una vera guerriera, ma soprattutto si muoveva con determinazione, doveva avere per forza un talento naturale per il combattimento, Orhen ci mise un mese per imparare bene, solo allora gli venne un dubbio è capì, e la soluzione non poteva essere altrimenti   
- mi sei piaciuta, ma ora sarà meglio prepararsi, tra pochi minuti dovremo lasciare Noupol, benvenuta a bordo- disse Morthond, e Semjase lanciò un grido di eccitazione
- però io non sarei così contento, scommetto che non hai mai ucciso nessuno e non hai mai partecipato ad una battaglia, se riuscirai a sopravvivere voglio che tu prenda una decisione su quello che vedrai nei campi di battaglia, ovvero continuare a combattere o no – disse il capitano
 
Il giorno di navigazione era tranquillo, il mare era calmo e il vento a favore, i soldati delle rispettive navi  ne approfittavano per prepararsi alla battaglia, Steel si allenò con Gersh e Semjase per tutto il giorno, andando a dormire presto per svegliarsi riposati, l’ora della battaglia era imminente. Fu Morthond a svegliare il cacciatore, era appena l’alba e tutti stavano già in piedi, Steel si era appena messo la sua armatura leggera, e teneva questa volta ancora dentro il suo fodero, la spada Celeste, i soldati stavano guardando nella direzione del nemico, come aveva detto il re erano tantissime le navi nemiche, si vedeva da lì le bandiere dell’impero cefalide, degli uomini squalo, dei sahuagin, di Gerdar e dei pirati del re Doust    
- buongiorno- disse Semjase dando un bacio a tradimento sulla guancia del cacciatore, il mirilith arrossì
- buongiorno- disse Steel e la mezzasirenide sorrise
Steel si guardò intorno, tutti erano pronti per la battaglia ed erano ovviamente tutti tesi, anche Gersh era pronto, la sua faccia seria gli trasmise sicurezza, ma anche Semjase era tesa, la ragazza cercava di nasconderlo ma si capiva benissimo che era ansiosa, ma i suoi occhi non mostravano paura, e questo lo tranquillizzava,  Morthond stava vicino a Merp, e tutti gli uomini della nave attendevano la battaglia  e qualcuno aveva già le armi  in mano   
- bah, una ragazza a bordo, non porta sfortuna?- domandò improvvisamente Merp al suo capitano a bassa voce
- io non credo a queste scemenze, lo sai bene, e poi io sono del parere che non averle è peggio- disse Morthond 
 
le navi di entrambe le fazioni erano ormai vicine e si stavano allineando per il combattimento
- Signori- disse il re di Amafran ai suoi uomini- oggi stiamo affrontando una grande prova, se ne usciremo vittoriosi, il nostro sacrificio non sarà vano, oggi abbiamo una nuova speranza, la speranza di poter sconfiggere i nostri nemici, la speranza di dire la nostra nei confronti di chi vuole allungare le mani su di noi, oggi combattiamo per la nostra libertà nei confronti di un male che pare inalienabile, un nuovo giorno sta per incominciare, quello della vittoria che tanto ci manca-
E i soldati tirarono fuori le armi dal fodero, incoccarono le frecce, e si preparavano a buttare i corvi e preparare le corde per l’arrembaggio, anche Steel e i componenti della ciurma di Morthond fecero lo stesso  e l’arma incominciò il suo effetto sulla volontà e sulla forza dei soldati alleati, dandogli nuovo vigore
- attacchiamo- ordinarono i capitani delle navi, e iniziò il putiferio, i corvi vennero gettati e i soldati combattevano tra una nave e l’altra, le frecce colpirono i primi bersagli incendiando il legno delle navi o colpendo i nemici, ma chi era una vera e propria furia lì in mezzo era Steel che con un balzo andò a finire su una nave nemica iniziando la strage, mentre Gersh e Semjase rimasero dove erano fronteggiando i nemici sulla Saint Malo, il mezzorco e la mezzasirenide stavano combattendo bene resistendo agli attacchi nemici, anche grazie all’aiuto della spada magica, ma i nemici erano davvero tanti, e anche loro utilizzavano i corvi per poter passare da una nave all’altra, anche in zone dove i combattimenti non c’erano ancora, per assicurarsi così uomini ed armi quando e dove c’era bisogno, e lo stesso fecero gli alleati, i nemici sembravano in vantaggio, ma i soldati alleati stavano reggendo bene, ancora nessuna delle loro navi era finito in mani nemiche, Steel aiutò i pirati di Morthond a combattere meno nemici possibili, molti erano i soldati che gli si paravano davanti, ma a lui bastava fare dei semplici movimenti, per sconfiggerli, i nemici allora cercarono di utilizzare le frecce, ma lui si muoveva molto velocemente, riuscendo a schivarle, in più riusciva anche a pararle, per lui tutti quei soldati si muovevano troppo lentamente, sembrava proprio che riuscisse a prevedere le mosse. Morthond ringraziò quello che il mirilith gli stava facendo, purtroppo dopo quella battaglia dove era morto suo fratello, aveva perduto molti soldati validi, e avevano bisogno di un aiuto, Gersh e Semjase combattevano a fianco a fianco, sembravano due furie, la ragazza si muoveva agilmente tra gli attacchi nemici, invece Gersh sembrava proprio che danzasse, Merp invece era impegnato a coprire le spalle del suo capitano, la magia alchemica era forte si, ma impegnava comunque delle energie, e per questo che ogni tanto lo shanodin si fermava per qualche istante per richiamare a se le forze necessarie per un nuovo incantesimo, ma nonostante il buffo aspetto del tolaro, quest’ultimo riusciva ad emanare una musica dolcissima, che aumentava ancora di più la forza dei suoi compagni, e gli permise di evocare magie diverse quando ne aveva bisogno. Nel frattempo Steel aveva quasi finito di sterminare gran parte dei componenti della nave nemica, e stava cercando di passare per un’altra nave, ma i nemici erano davvero troppi, ma fortunatamente i rinforzi non si facevano attendere, già i primi soldati di Amafran stavano per assalire le navi nemiche, e l’orgoglio e la sfrontatezza dei soldati di Daemortius cominciava a scemare
- forza incominciamo a salire sulle navi nemiche- urlò Gersh portandosi dietro alcuni uomini di Morthond su per il corvo che collegava la Saint Malo con la nave nemica, lasciando che Semjase finisse gli ultimi nemici rimasti sull’imbarcazione
- “ stk queste cose le dovrei dire io”- pensò Morthond- Seguiamo Gersh, avanti- urlò il capitano        
Gersh era appena salito su un corvo con alcuni uomini e stava per assalire i primi nemici che Steel gli aveva lasciato. Una forte esplosione apparve sul corvo, facendo cadere in acqua i pirati, anche Steel sentì quell’esplosione e si voltò in direzione del suono
- no dannazione, Gersh- urlò Merp e allora Steel capì, si guardò intorno per capire chi aveva creato quell’esplosione, e vide su una nave a poca distanza da lui un cannone, dove dalla bocca usciva del fumo, a Steel  gli si iniettarono gli occhi di rabbia, aveva già visto quelle armi tempo fa a Erevantor, e quindi già li conosceva, ma non avrebbe mai immaginato di vederne uno lì, i soldati che avevano sparato si stavano già preparando a fare di nuovo fuoco, il mirilith reagì subito e con pochi salti raggiunse la nave nemica, mentre saltava vide la bandiera della nave, era la stessa che aveva visto mentre combatté contro l’uomo squalo, quindi la nave doveva essere di Doust. Appena a bordo i soldati sciamavano verso di lui, ma con pochi fendenti riusciva ad aprire tanta strada quanto gli bastava per raggiungere il cannone ed uccidere i soldati che stavano per fare fuoco, i nemici reagirono ma anche loro furono in breve tempo sconfitti, sentì però un dolore lancinante, era stato colpito da una freccia su una spalla che tolse subito
- combatti contro di me maledetto- il cacciatore sentì una voce poco distante, Steel vide un uomo alto e robusto, con una corta barba nera come il suo vestito
- io re Doust sovrano dei pirati ti sfida- disse il nemico, e il mirilith non se lo fece ripetere due volte 
 
- non può essere, Geeersh- urlò Merp- è ancora vivo lo sento, bisogna salvarlo-
- vado io, tu lanciami una corda appena ho fatto d’accordo?- disse Semjase, e il tolaro annui
- sei pazza cosa vorresti fare?- disse Morthond
- voglio salvare una persona- disse la ragazza e si buttò in acqua dopo aver riposto la sua spada nel fodero, Semjase essendo per metà sirena, aveva la possibilità di vedere bene sott’acqua, e nonostante l’armatura poteva muoversi bene, le armature erano studiate anche per quello, e per aiutarsi aveva trasformato le sue gambe in una unica pinna con un incantesimo che solo la sua razza poteva fare, in più ovviamente era in grado di respirare, usando le branchie che di solito le teneva chiuse quando stava fuori dall’acqua, per questo non si notavano quasi per niente.    
Quello che vide gli causò un volta stomaco, i corpi colpiti dall’esplosione alcuni erano mutilati, la mezzosirenide girò intorno i corpi immersi che stavano lentamente sprofondando, e solo poco dopo riconobbe quello del mezzorco, si avvicinò ma il monaco non  stava dando segni di vita, con la forza di volontà Semjase prese il compagno e lo riportò in superficie
- la corda sbrigati- urlò la ragazza, e il tolaro ubbidì all’istante e la mezzosirenide si fece trascinare su, tenendo legato Gersh, più di una volta la ragazza rischiò di farsi colpire da una freccia, ma Morthond usò i suoi incantesimi per proteggere la giovane facendola così raggiungere il ponte della nave
Merp si mise subito ad analizzare l’amico, tentò a sentire il cuore, il respiro, provò con la bocca a bocca, ma fu tutto inutile
- è morto- disse il tolaro in lacrime
 
Steel attaccò il nemico con una velocità sorprendente, ma nonostante tutto, il re dei pirati, riuscì a parare con la sua spada, che però si spezzò
- quell’arma deve essere davvero resistente, ma non mi fai paura- disse l’uomo tirando fuori un coltello, Steel  menò un altro fendente evitando il coltello e trapassando da parte a parte il nemico   
- no.. nessun…- e il pirata sputò sangue prima di spirare 
I pirati rimasti sulla nave erano terrorizzati, nessuno si muoveva tutti aspettavano e si tenevano a debita distanza, ma il mirilith stava guardando altrove, in direzione della sua nave, e vide i suoi compagni in ginocchio che guardavano in basso, Merp si stava muovendo freneticamente . Decise di raggiungerli in mezzo al caos della battaglia, abbattendo nel frattempo qualche nemico, e in poco tempo raggiunse gli amici
- Gersh, dove è Gersh?- domandò il mirilith appena arrivò
- Steel mi dispiace – disse Morthond indicando il corpo del mezzorco che giaceva a terra, anche Semjase guardava Steel tristemente, la sua pinna nel frattempo era scomparsa lasciando il posto alle gambe
- non è possibile- disse il cacciatore, e una nuova rabbia lo assalì, e tutti gli alleati la sentirono perché captarono una nuova forza dentro di loro, il mirilith si era trasformato e stava letteralmente coprendo di rosso il mare, anche i suoi amici si erano alzati e avevano ripreso a combattere, spinti dalla rabbia  per la perdita dell’amico 

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Capitolo 3
*** Terzo capitolo ***


Aveva passato una notte agitata Keld, aveva sognato l’apparizione dell’angelo a Noupol, che gli diceva ancora di parlare con i capi della spedizione che aveva preso parte solo la sera prima, aveva quattro giorni a disposizione, al quinto sarebbe stato già troppo tardi, perché sarebbe uscito dalla rotta che avrebbe portato verso la colonia delle fate ad est, che per quanto sapeva, era un piccolo territorio usato per degli esperimenti, ma non erano le fate gli unici che si trovavano su quelle terre, c’erano folletti e anche siriani, ed è considerato quella postazione come strategica, lui non ci è mai stato lì, sapeva solo che c’era la terra santa, diventato già da cento anni terra dei non morti. Decise di uscire dalla sua cabina per farsi quattro passi, sarà meglio conoscere l’ambiente prima di parlare direttamente con i superiori, l’angelo aveva ripetuto di dire a loro che c’erano scienziati che lavoravano per un’arma, in più stavano tessendo alleanze che gli umani di Emor avevano fallito, lo gnomo ci pensò su, si doveva trattare forse dei mezzowolfen, ovvero gli uomini lupi, in più è stato riscontrato che ci sono degli ent in quella zona, dopotutto, la terra santa confina con la foresta nera di Benetrice, o detto dagli wolfen Piromuschio, dove si racconta di grandi creature che marciano per quelle terre.  Si mise a guardare intorno, la maggioranza dei chierici era composto da umani, c’erano poi alcuni elfi, halfing, siriani  e gnomi e pochissimi nani, stando sul ponte vide più o meno, che anche le altre navi dovevano contenere la stessa percentuale di persone, le navi erano tutte uguali, e domandando in giro lo gnomo scopri che erano tutte costruite su Amafran, e poi vendute alle varie chiese, dopotutto le navi di quel regno sono le migliori, ma chissà quanto dovevano costare però

- stasera tutte le navi verranno attraccate a vicenda, ci sarà la messa per augurare che la battaglia contro le creature oscure vada a buon fine e che possa essere la volta buona – disse un chierico umano

- si ho sentito che verrà celebrato dai capi di questa spedizione, i maggiori capi spirituali umani, e i Gran  Vescovi delle razze presenti sulla flotta- disse un chierico gnomo

-  e quale sarà il vostro rappresentante?- disse l’umano

- si chiama Glim di Garrick, è un cardinale, o meglio era, adesso è la più alta carica della chiesa di Garl- disse lo gnomo

- a un Garrick, è parante del vostro re allora?- disse l’umano

 Keld rimase sorpreso, non pensava di trovare lo stesso Gran Vescovo per la quale lavorava prima di svolgere la missione che gli è stata affidata a Erevantor, se riusciva a parlare con lui, una possibile mediazione con gli altri superiori si prospettava più facile   

 

La sera arrivò presto, e le navi vennero unite da molte corde, era possibile così passare da una nave all’altra, e quella dove si trovava Keld era molto vicina  alla nave dove si trovavano i più alti prelati delle chiese. I vescovi conducevano le messe uno su ogni nave aiutati da pochi assistenti, e dalla sua imbarcazione Keld riconobbe subito il cardinale Glim, ma non poteva ancora muoversi, fino a che non finiva la messa, e solo quando il vescovo stava pronunciando le ultime parole che Keld si mosse verso la nave dei superiori

- cardinale Glim, cardinale Glim- urlò lo gnomo mentre a messa finita tutti si stavano dirigendo nelle loro cuccette

- o ma guarda un po’, Keld che piacere vederti- domandò il Gran Vescovo

- l’avevo vista da lontano e sono venuto a salutarla, sono qui per partecipare a questa missione- disse il chierico

- sono contento per te ragazzo, e sono compiaciuto che sei venuto a salutarmi- disse Glim

- o be non sono un vostro sottoposto e fidato compagno dopotutto?- domandò Keld

- si sei sempre stato il più laborioso dei miei uomini, e soprattutto uno dei migliori, ma dimmi come te la passi?- disse il Gran Vescovo

- potremmo fare due passi mentre parliamo?-

- con piacere- 

Per quella sera Keld rimase con il suo superiore a parlare, riuscendo ad ottenere il permesso di stargli a fianco per quel viaggio, il cardinale voleva un po’ di compagnia fidata, quindi fu felice di lasciare una delle stanze a sua disposizione per lo gnomo, la nave maestra era molto grande, e possedeva gigantesche vele, erano presenti a bordo i reali finanziatori della spedizione, nonché i comandanti principali della Sacra Lega, l’alleanza clericale che comprende le chiese delle terre alleate contro Daemortius, il giorno dopo Keld ebbe la possibilità di conoscere di vista i maggiori capi spirituali degli umani, ed altri delle razze principali dell’ovest, e in alcuni casi anche altri personaggi di spicco, di persona. Glim era uno gnomo molto rispettato, questo dovuto anche dal fatto che era un principe degli gnomi, il Gran Vescovo disse a Keld che ogni sera fino a che non si sbarca si terranno delle riunioni, dove i maggiori capi, e chi  stava sulla nave ne voleva far parte, discutevano delle strategie militari, Keld già sapeva queste pratiche, e non vedeva l’ora di dire la sua, non poteva certo partire subito a parlare della sua missione divina, sarebbe stato blasfemo, e per questo che mentalmente per tutta la giornata si preparò al discorso che aveva intenzione di affrontare, sperando anche che Glim gli dia una mano.

 

- nel nome di Collerion, di Moradin, di Yondalla, di Garl, di Sirth, e dell’Unico. Che ci possano assistere a questa seduta- disse un chierico umano in celestiale, pronunciando gli dei rispettivamente degli elfi, dei nani, degli halfing, degli gnomi, dei siriani, e degli umani, tutti si misero seduti sulle panche della grande sala al centro della nave, adibito proprio per quei tipi di adunanze, al centro della sala c’era un tavolo dove erano seduti i rappresentanti delle chiese che fanno parte della Sacra Lega    

- iniziamo dunque la seduta- continuò il chierico mettendosi seduto anche lui   

I chierici parlarono delle forze a loro disposizioni, della forza di fuoco, e dell’abilità media dei chierici, i soldati dovevano essere circa ottomila lance circa, un esercito numeroso, ed erano tutti esperti in magia divina, la maggior parte  di guarigione, seguiti poi da quelli di protezione, poi da quelli delle forze della natura, e poi gli illusionisti. Avrebbero percorso alcuni chilometri verso la capitale dei non morti, e lì sarebbe iniziata la battaglia, per cercare una buona volta di conquistare la città

- qualcuno ha qualcosa da dire a proposito?- domandò un capo spirituale umano

- io signore- disse Keld alzandosi- ho pensato che sarebbe meglio sbarcare più a sud di quello che il piano prevede, in modo da raggiungere la colonia delle fate-

Un brusio rumoroso si alzò nella sala, e il capo spirituale vestito di rosso e di bianco che aveva parlato prima lo interruppe

- e perché mai gnomo dovremmo scendere più giù? Allungheremo solo la strada-

- io so signore, che lì troveremo un aiuto in più per vincere la battaglia- disse Keld

- che tipo di aiuto?- domandò un altro capo spirituale umano vestito di bianco con un turbante in testa

- so che lì stanno creando un’arma che ci può aiutare a sconfiggere più facilmente i non morti signori- disse lo gnomo

- non è certo su quello che stanno lavorando, come non è certo che troveremo qualcuno lì- disse un altro umano vestito di bianco e di nero con uno strano e piccolo copricapo in testa

- invece sono sicuro che c’è ancora qualcuno lì, in molti lo dicono, e sono gli unici che ancora resistono nonostante siano isolati, perché questo non lo so, ecco perché penso che dobbiamo andare lì- disse Keld 

- un motivo per cui si trovino lì è che non sono una reale minaccia- disse un siriano che era un capo spirituale  

- non è un motivo ragionevole per chi vive di distruzione e considera i nemici tutti uguali- disse sempre lo gnomo

- basta, ne ho abbastanza- disse il capo nano- questa discussione mi sta venendo sui nervi, perché dovremmo andare lì? A perdere tempo?-

- qualunque cosa abbiano loro, non ci interessa, noi continueremo sulla nostra missione, ora basta però, continueremo la discussione domani, partendo da altre proposte-disse il capo halfing

- signori- disse Glim- la serata è ancora lunga e siamo qui da poco, è inutile finire così la seduta, altrimenti perché farla?-

- capo Glim penso che la maggior parte di noi non importa più di continuare- disse il capo siriano

- io invece invito tutti voi di continuare ancora ad ascoltare le parole del mio assistente- disse Glim- lui è il nipote del grande padre Fonster, colui che ha creato questa lega-

Tutti si voltarono a guardare Keld, Fonster suo nonno, era colui che ha creato la prima unione nella storia delle chiese, la prima alleanza religiosa contro Daemortius, ed era uno dei pochi eroi ad aver sfidato da solo lo stregone nero, facendo però una brutta fine     

- e anche se fosse? Cosa significa, lui anche se è suo parente non è Fonster- disse il capo umano che aveva parlato per primo

- ma è uno gnomo di fiducia, garantisco io, e penso che quello che dice sia il vero- disse Glim

- capo siriano- disse il capo elfo- è vero che ci sono esponenti della vostra razza lì?-

- sono sicuro che sono presenti anche fate e folletti- rispose   

- sono certo che loro hanno bisogno di noi, è giunto il momento che religione e scienza si alleino per il bene comune- disse Keld

I capi si misero a discutere animosamente tra di loro, e solo dopo circa una decina di minuti, si fermarono

- questa proposta sarà vista domani, abbiamo un giorno di tempo per valutare la proposta, domani la decisione, se per voi va bene mastro Keld- disse il capo elfo

- no va bene così, basta che si prenda la decisione domani sera stessa- disse lo gnomo

- molto bene, c’è qualche altra proposta?-

 

La mattina dopo Keld si svegliò di buon umore, la sua proposta era l’unica seria, tutti gli altri guardavano solo la battaglia per conquistare la città santa, e da come aveva detto Glim, doveva essere ottimista per questo, il Gran Vescovo già sapeva tutto della sua proposta, non rilevandogli però l’apparizione, dicendogli semplicemente che erano informazioni prese dai druidi, e ormai solo i druidi sono l’unica organizzazione con una buona fitta rete di mediatori e diplomatici, capaci di ottenere molte rapide notizie, se c’era una speranza per il mondo libero, si deve grazie a loro. Lo gnomo camminò per tutto il ponte della grande nave ideata proprio da suo nonno, la Grande Madre era probabilmente la nave da guerra più grande che ci sia, e aveva anche alcuni di quelle nuove invenzioni degli umani, i cannoni, generano un gran polverone, ma avevano una grande potenza distruttiva, da dove si trovava lo gnomo poté vedere quasi tutte le navi della flotta, compresa dove si trovava il primo giorno di viaggio, in tutto dovevano essere cinquanta navi, gli uomini però erano troppo pochi per poter conquistare la città a suo avviso, i non morti si diceva erano molto di più, infatti di recente, le battaglie della Sacra Lega servivano più per perdere tempo che  dare un contributo concreto alla guerra, e pensava che i grandi rappresentanti lo sapevano, che almeno la sua anche se una flebile speranza, era meglio di niente, la Lega doveva rischiare, lui aveva fede in quell’angelo che gli apparve alcuni giorni fa, se questo era la volontà di Garl, doveva seguirla, sperando che anche l’Unico sia con lui, ormai mancavano solo due giorni, e domani  era il giorno massimo per emanare il verdetto

 

La sera arrivò e di nuovo si dovette presentare tutti in sala

- iniziamo la seconda seduta- disse il chierico che aveva iniziato a parlare la sera prima

- Keld di Bern, la tua proposta e troppo vaga, non ci sono condizioni per poter andare in quella colonia, oggi sono state raccolte tutti i motivi , ma non bastano- disse il capo spirituale vestito di rosso e bianco, ovvero il Sommo Sacerdote  

- se per voi una flebile speranza in più e un possibile rafforzamento delle nostre forze contro un nemico la quale ora come ora non potremmo affrontare, non bastano?- domandò Keld

- no, non ci convincono, e poi io non direi che le nostre forze non bastino, certo siamo in pochi, ma non deboli, tutti noi siamo in  grado di affrontare il nemico- disse il secondo capo umano, il Traduttore

- c’è troppa fiducia nel nostro esercito, e sappiamo poco dei nemici, loro sono forti, e già sanno la nostra forza, mentre noi non sappiamo la loro- disse lo gnomo

- e qui che ti sbagli, invece noi ne siamo consapevoli- disse sempre il secondo capo

- io mi aggiorno sempre sull’andamento della Sacra Lega, i nostri uomini muoiono e diventano nuovi spiriti, che grazie alle magie del nemico rafforzando le forze avversarie, e voi tutti lo sapete, ma non volete credervi, pensate che la nostra magia basti, ma non è vero, sapete che la città santa pullula di nemici, che saranno il quadruplo di noi, ma non lo temete, è qui che sbagliate, io non vi sto chiedendo di lasciar perdere e di aver timore del prossimo, ma di ragionare su ciò che siamo e su ciò che siamo capaci, per evitare un inutile sacrificio in nome della fede, io penso che i nostri Dei non vogliono la fine dei propri fedeli, non vogliono sacrifici inutili per il loro nome, non vogliono che i loro figli vogliano essere ricordati così, come semplici martiri, la priorità di nuove alleanze è dovuta- disse Keld, e Glim era commosso, era proprio affezionato al suo sottoposto, e il suo discorso lo aveva toccato nel profondo

- nessuno ha una proposta migliore e nessuno ha tanto fervore come lui- disse allora Glim alzandosi dalla su panca

- la tua supposizione si fonda dal fatto che siete della stessa razza- disse il capo spirituale siriano

- invece penso che sia ragionevole, forse lo gnomo non ha tutti i torti- disse il capo elfo

- anche io la penso così, ci penseremo su e domani daremo il nostro verdetto- disse il capo umano vestito di bianco e di rosso- se dobbiamo sfruttare al meglio la possibilità di riavere la nostra santa città, e sia-

- ci penseremo anche noi- dissero gli altri capi umani

 

Era già giorno, e Keld aveva appreso al meglio chi fossero finalmente tutte le cariche alte presenti in quella sala, c’era il Sommo Sacerdote che era a capo della chiesa di Emor, il Maestro, e il Traduttore, che sono a capo degli uomini, ci sono però anche altri capi umani; poi i Pontefici degli elfi dei nani e delle altre razze lì presenti, solo gli umani quindi avevano nomi differenti delle varie cariche religiose    

 

Quella riunione venne anticipata per il tardo pomeriggio

- abbiamo rivalutato la tua proposta Keld di Bern- disse il capo spirituale umano che aveva parlato per primo la sera scorsa, ovvero  il Sommo Sacerdote

- ieri notte, mentre pensavamo, abbiamo sentito una voce che ci diceva di tentare, anche gli altri hanno avuto la stessa esperienza, quindi se è davvero la volontà divina noi la seguiremo-

Nella sala si alzò un forte brusio

- inoltre- continuò sempre l’uomo- siamo consci che abbiamo bisogno di una mano anche noi, e che una alleanza che ci possa aiutare per la nostra crociata è possibile e necessaria-

Keld non credette alle proprie parole c’è l’aveva fatta

- ma se non si verificherà nulla di ciò che hai detto, verrai messo a morte- disse un altro capo spirituale- inizieremo subito a virare la rotta verso sud-est-                

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Capitolo 4
*** Quarto Capitolo ***


La Grande Madre fece rotta verso sud, in direzione della colonia delle fate, o meglio dove probabilmente doveva stare, poiché nessuno, nemmeno Keld aveva mai visto quel luogo, ora la sua vita dipendeva dalla missione, se falliva il disonore avrebbe distrutto la sua famiglia, una delle più fedeli ai sovrani gnomi, che per la cronaca, i suoi antenati avevano partecipato alla guerra di riunificazione della razza gnomica a fianco del re, quindi la famiglia Bern ha un sacco di onori e appoggi, ma tra non molto perderà anche quella di amicizia, visto che il suo Stato si stava trasformando in una repubblica, la famiglia reale non ha più eredi, il re di recente è morto, Glim è l’ultimo degli eredi rimasti, visto che i Garrick non hanno fatto nemmeno eredi femmine, ed è stato consacrato alla chiesa, e per legge non poteva diventare re, e il popolo ha scelto una repubblica, sebbene amassero molto i Garrick, quindi gli gnomi si stanno preparando per le elezioni presidenziali.

La navigazione durò un giorno, fortunatamente era estate, quindi non c’era pericolo di tempeste in quel periodo, non ci volle molto in realtà a trovare la base alleata

- c’è del fumo, ed il fumo è molto alto, probabilmente è un incendio- urlò un chierico addetto agli avvistamenti

- speriamo solo che non siamo arrivati tardi- disse Glim a Keld, ma appena si avvicinarono di più si sentivano le grida e si vedevano i movimenti della resistenza

- no, grazie al cielo sembra che non tutto è perduto – disse Keld     

Le navi incominciarono a remare velocemente, ormai mancavano pochi metri alla riva, e qualcuno da lì notò l’arrivo delle navi della chiesa

- sono la Sacra Lega, grazie al cielo i rinforzi- si sentì urlare da lì, le navi gettarono l’ancora e tirarono giù le scialuppe per poter sbarcare, per tutto il tempo Keld stette accanto a Glim, fino a che non sbarcarono anche loro, tirando fuori le loro asce sacre  a Garl per combattere, i chierici erano già abituati a vederli, molti erano i non morti in giro, c’erano molti zombie, nessun vampiro poiché era giorno, ma incontrarono un nemico che non si aspettavano di vedere, infatti c’erano anche i demoni, pochi fortunatamente, ma ne bastava uno solo per tenere quattro o cinque uomini, ma i soldati avevano dalla loro la superiorità numerica, e in più avevano dalla loro l’esperienza necessaria ad evocare magia abbastanza potenti, in più un buon addestramento militare, durante la battaglia Keld vide che molti edifici erano messi a ferreo e fuoco, e sperava che non fossero proprio quelli che servivano per la missione, dove si studiava l’arma contro i non morti, la vittoria fu totale, la colonia non disponeva di un buon esercito, quindi per la battaglia erano stati impiegato pochi soldati nemici, che dovettero battersi in ritirata. Iniziarono subito le operazioni di guarigione per i feriti, e si contavano i morti, a terra i chierici erano pochissimi, non raggiungevano le dita di una mano, mentre molti erano le fate, e qualche folletto e siriano, e naturalmente molti nemici. I capi spirituali della Lega stavano parlando con colui  che doveva essere il capo colono, era un siriano , e quest’ultimo stava ringraziando per l’intervento provvidenziale

- è stata una fortuna- disse Glim- noi inizialmente non volevamo nemmeno essere qui, poi abbiamo cambiato idea, ed è stato un bene-

-avete salvato molte vite, in più anche una ricerca importante- disse il siriano

- cerchiamo di verificare i danni, ne parleremo tutto stasera- disse il Sommo Sacerdote

Grazie alla abilità dei chierici i feriti vennero curati quasi subito, mentre venivano seppelliti i morti  

-abbiamo una richiesta da fare- disse il Traduttore al siriano dopo cena in una sala ancora intatta del palazzo di governo della colonia

- qualunque richiesta – disse il siriano

- sappiamo che state facendo una ricerca su una possibile arma contro il nemico, noi della Sacra Lega siamo interessati ad essa, e vorremmo sapere se ci può essere d’aiuto per la battaglia che noi abbiamo intenzione di utilizzare contro di loro – disse il Maestro

- be, non è proprio un’arma, è un incantesimo, noi maghi scienziati stiamo lavorando sullo stesso piano di come lavorano i nemici-

- in che senso?- disse Glim, il cardinale aveva portato con sé Keld, dopotutto era lui l’ideatore di quell’impresa, lo gnomo stava ascoltando con interesse e pensava nello stesso tempo

- nel senso, se non oso darvi una blasfemia, stiamo evocando spiriti che ci aiutano nella guerra- disse il siriano

- spiriti? Come quelle creature schifose?- disse il capo elfo

- no niente di tutto questo, sono si anime dei morti, ma la loro permanenza qui è limitata di qualche giorno, circa cinque al massimo, e sono come dice la parola stessa puro spirito, prendendo però la forma di quando erano in vita-

- la Chiesa non può accettare questo, come si può ridurre allo stesso livello di Daemortius?- disse il Sommo Sacerdote e tutti erano d’accordo

- però si tratta di poco tempo, solo il necessario per poter evocare un esercito per riprenderci la città santa- disse Keld

- e sarebbe questa la missione santa, una missione che va contro gli dei?- disse il Traduttore

- no se fatto per buon fine, se è vero quello che dice il capo colono, l’incantesimo non durerà a lungo, in più fermeremo la blasfemia di Daemortius, e l’equilibrio potrà tornare in questo mondo- disse Keld alzandosi in piedi

- noi non possiamo accettarlo, ci dovrà essere un altro modo?- disse il Maestro

- forse con delle alleanze, questa non è solo una regione umana o diabolica no?- domandò Glim

- no, abbiamo delle amicizie con i mezzowolfen e gli ent della foresta a est da qui, ma senza nulla in cambio non penso che verranno, inoltre, non penso neanche che anche loro abbiamo forze tali da aiutarci a vincere- disse il capo colono

- signori, io vi prego di tentare questa carta, è l’unica, sono sicuro che i nostri dei ci perdoneranno per questo- disse Keld

- vedremo bene di cosa si tratta questa diavoleria- disse il capo nano- anche se non vorrei vederla, giusto per dare un giudizio-     

 

I capi della Lega vennero portati dentro una sala che si trovava sotto il palazzo

- questa camera funge da sala ricerche, è qui che si trova il cuore dei nostri studi- disse il siriano che nel frattempo si era presentato con il nome di Hace

- qui davanti a voi avete l’oggetto che ci interessa- disse il capo colono- uno dei miei dipendenti, un folletto per la precisione è riuscito ad intrufolarsi nel castello di Kazam ed impossessarsi  di questa pietra ora grigia a forma di uovo, era di Ilsim il primo stregone Bianco,e serviva per evocare proprio gli spiriti –

L’uovo sembrava un semplice oggetto da tavolino, non sembrava emanare niente di magico

- ma perché allora Daemortius non lo aveva mai utilizzato prima?- domandò Keld

- non gli serviva, aveva già i non morti- disse Glim

- so che vi sembra assurdo, ma questo è un altro degli oggetti di quei stregoni, creato proprio da quel potentissimo stregone Ilsim- disse Hace – c’è un problema però, noi non siamo in grado di evocare gli spiriti-

- e come siete in grado di sapere che sia davvero quel leggendario artefatto?- domandò il Sommo Sacerdote  

- ho già provato l’incantesimo di evocazione, non ci sono riuscito, ma l’oggetto ha dato i segni che speravamo, se notate bene ci sono delle parole scritte in una antica lingua- disse Hace- e siamo riusciti a decifrarlo facilmente visto che è la lingua delle fate di tanto tempo fa ed è ancora conosciuta dai loro posteri-

- e noi cosa dovremmo fare?- domandò il Traduttore

- dovete unire le vostre forze per evocare- disse il siriano- solo l’unione di grandi possessori di magie riescono ad evocare i poteri dell’artefatto- 

- quanti ne possiamo evocare?- disse Keld

- dipende dalla vostra forza magica- disse Hace

I capi spirituali decisero di fare una prova , se funzionava avrebbero accettato di utilizzarla come arma contro il nemico, i chierici si misero in cerchio e pronunciarono le parole sconosciute scritte sulla pietra, compreso Keld , il palazzo si riempì totalmente di spiriti, compreso l’aerea intorno, ci volle quasi una intera notte per contarli tutti, gli spiriti avevano anche messo in allarme le sentinelle del capo colono

- sono circa mille soldati, se non di meno, secondo gli ultimi rapporti, non sembrano avere qualche sentimento, sembrano vuoti- disse un folletto al suo superiore all’alba

- è normale, dopotutto questa è semplicemente l’evocazione di immagini dei morti, io vedo molti dei miei che sono caduti durante la battaglia di questa mattina- disse Hace

- quindi più o meno vengono evocate le persone che si trovavano qui al momento del loro decesso?- domandò Keld

- probabilmente è così- disse il siriano

- mille soldati, con noi fanno diecimila, c’è la dovremmo fare- disse il Sommo Sacerdote

- i non morti sono molti di più, lo so grazie alle mie spie fate- disse Hace

- allora dobbiamo tentare una alleanza con i mezzowolfen e gli Ent – disse Keld

- non sarà facile, cosa gli diamo in cambio? Loro sicuramente non verranno con noi solo perché abbiamo un nemico in comune – disse Glim

- ma abbiamo i mezzi per facilitarci le cose, io sono un druido, anche se mi spaccio per mago- disse Hace

Keld rimase di sasso, era un druido proprio come Arnon, e quasi sicuramente era stato inviato lì proprio da quell’ordine  

- allora organizziamo una spedizione, forse so come convincerli, anzi ho la soluzione- disse il Sommo Sacerdote

 

La foresta di Piromuschio, non distava lontano, pochi erano i chilometri da percorrere, a soli due ore dalla colonia, partirono quella mattina stessa, i capi spirituali della Sacra Lega, Keld e Hace accompagnati da una scorta composta da dieci soldati della Lega e della colonia. La foresta si presentava agli occhi dei visitatori come un mare di alberi con le foglie rosso sangue , si diceva che durante l’alba e il tramonto sembrava grazie al colore delle foglie che la foresta bruci

- bene e ora?- domandò il capo nano

- intanto andiamo avanti, sono anni che nessun umano mette più piede qui, ora questa terra è totalmente sotto loro controllo, ci sarà qualcuno che controlla i confini – disse Hace, e infatti una freccia cadde a poca distanza da loro facendo spaventare i cavalli

- per Moradin, ma cosa …-

- chi siete?- disse una voce

- siamo in pace, vorremmo parlare con i vostri superiori- disse Glim

- non c’è dialogo per nessuno, andate via o vi uccidiamo-

- sappiamo che siete sotto scacco anche voi dalle creature di Daemortius, perciò vorremmo parlare di alleanza, se non mi riconoscete sono Hace il capo colono-                 

Due soldati si presentarono andando allo scoperto

- nobile Hace non vi abbiamo riconosciuto, porgiamo le nostre scuse, ma non siete comunque il benvenuto qui- disse un soldato mezzowolfen

- ripeto sono venuto per una alleanza, porto notizie che ci porteranno alla vittoria-

- ma anche se i nemici venissero sconfitti, chi ne guadagnerebbe dopo? Solo gli umani- disse l’altro soldato mezzowolfen

- no, questo non accadrà vedrete, tre importanti umani stanno con me, e loro sapranno influenzare per bene il re di Emor- disse Hace

- tutti i territori sotto il controllo della Lega sono della Lega, questo dice il nostro accordo con Emor- disse il Sommo Sacerdote- se noi riusciremo a conquistare la città santa di Mirtan noi daremo la terra santa a Emor per il riconoscimento di questa foresta come vostra-

I mezzowolfen guardavano gli umani con attenzione

- seguiteci saranno i nostri superiori a decidere-   dissero infine

 

Il capo villaggio si trovava poco lontano dalla terra santa di Mirtan, i soldati erano tutti stanziati al confine per scongiurare una possibile conquista da parte dei non morti, appena i visitatori arrivarono all’accampamento militare, vennero subito guardati con astio, ma appena scoprirono che venivano dalla colonia, cambiarono subito atteggiamento, tranne nei confronti degli Umani, perché li consideravano ancora gli invasori della foresta, a Keld risultò impossibile che i mezzowolfen non fossero trascinati dall’odio verso i regni umani come le altre razze, ma poi Glim gli disse che appena loro furono costretti a fare un patto con i non morti e orchi, si rifiutarono, ecco perché combattono contro Daemortius non potendo rimanere neutrali

Il capo villaggio li stava aspettando fuori dalla sua tenda, a poca distanza da lui c’era un ent, un uomo albero, fedele alleato dei mezzowolfen e degli elfi, che era il rappresentante della sua razza in quella foresta

- cosa ci fanno dei non Amanti qui?- disse il capo villaggio che si faceva chiamare Gardmirt

- i non Amanti sarebbero coloro che non vivono per i boschi, che tendono a distruggerli, come gli umani- disse Glim a Keld a bassa voce

- veniamo per fare una alleanza, tra la Lega e voi, e abbiamo le condizioni per farla- disse il Traduttore

- quale alleanza potrete mai fare con me?- disse Gardmirt

- abbiamo la possibilità di far riconoscere la vostra sovranità a Emor – disse il Maestro

- ma voi siete solo capi spirituali, chi decide se riconoscerci l’indipendenza spetta al re di Emor- disse il mezzowolfen

- tutte le terre in nostro possesso sono nostre, se voi ci aiuterete a conquistare Mirtan e le sue terre, Emor non avrà più la forza di attaccarvi – disse il Sommo Sacerdote 

- e come potremmo conquistare la città se ci unissimo? – domandò il capo villaggio

- unendo le nostre forze con quelle della colonia, abbiamo un esercito grande e abbastanza da sconfiggere i nemici- disse Keld

- e quanto ammontano le vostre forze?- domandò Gardmirt

- a circa novemila lance-

 Avrete le prove con voi? Mi sapete dimostrare quello che avete detto appena vi siete presentati a me?- disse il mezzowolfen

E la Sacra Lega mostrò i documenti che servivano, in più un documento che attesti la quantità dei soldati, anche Hace spiegò la sua situazione al suo interlocutore

- noi disponiamo di circa quattromila soldati, in più circa altri mille con gli ent- disse il capo villaggio

- che uniti con voi fanno circa una quindicimila- disse l’ent

- se ci darete solo oggi saremo pronti  per la battaglia, ma prima vorrei fare un trattato con voi che garantisca i nostri diritti- dissero l’ent e Gardmirt 

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Capitolo 5
*** Quinto Capitolo ***


La compagnia ritornò subito nella colonia, i mezzowolfen avevano detto loro di andare avanti, che sarebbero giunti più tardi

- siamo sicuri che verranno?- domandò Keld

- si, dopotutto è la loro occasione, se noi conquistassimo la città senza di loro, non gli daremo nessun appoggio per la loro indipendenza- disse il Sommo Sacerdote

- adesso preparerò anche io gli uomini per combattere, ne ho almeno cento, duecento soldati io, abbondare le fila non fa mai male, per domani saremo già pronti per combattere- disse Hace

- almeno possiamo finalmente dare l’avvio alla riconquista- disse il Traduttore

- si ma questo ritardo è stato necessario- disse il Maestro- in questo modo siamo più sicuri di conquistare la nostra amata città di Mirtan-

Anche la Lega si preparò per combattere, le fila vennero organizzate, la partenza era per l’indomani, sapevano che i mezzowolfen e i loro alleati li avrebbero raggiunto dopo l’inizio della battaglia.

Keld stette davanti a una icona del dio Garl a pregare quella sera, parlava in celestiale e ringraziava l’aiuto divino da loro concesso

- o mio signore, la nostra vittoria sarà la tua vittoria, grazie per il consiglio che mi hai dato, se abbiamo una speranza è grazie al tuo intervento-

- che la tua luce non ci abbandoni nell’ora della nostra fine- Keld sentì una voce familiare, era Glim che stava concludendo la preghiera iniziata dall’amico, e si stava avvicinando a lui  

- ti dobbiamo ringraziare Keld, grazie al tuo dibattito, abbiamo ottime possibilità per riscattarci nei confronti dei nostri nemici- disse il cardinale

- io ho parlato solo per mezzo per Garl, è lui che mi ha ispirato- disse il chierico

- preghiamo allora, ringraziamo il nostro dio per quello che ci ha dato- disse Glim

 

Il sole era alto, quella mattina d’estate, gli eserciti erano pronti a lasciare la colonia, la Lega si presentava con tutta la sua  magnificenza, i soldati sembravano creature celestiali, per via della loro armatura che brillava alla luce del sole, la città santa distava per circa due giorni di cammino, un falchetto arrivò mentre l’esercito aveva già iniziato la marcia, l’uccello si posò al braccio di Hace portandogli una lettera, c'era scritto che gli alleati della foresta di Piromuschio erano partiti e li stavano raggiungendo, il primo giorno fu tranquillo, tranne di notte, dal fatto che gli eserciti avevano visto le sentinelle vampiri , grazie alla scurovisione di gran parte dei soldati, i vampiri gli gridarono di arrendersi e di tornarsene indietro, ma prima i capi e poi tutti gli altri lanciarono un urlo di guerra tirando fuori le armi, come per avvertimento ai nemici di stare attenti, che non hanno paura di nulla, i vampiri scapparono, il secondo giorno verso pomeriggio incontrarono qualche zombie che vennero abbattuti senza subire perdite, il mattino presto del giorno dopo l’esercito arrivò vicino alla città di Mirtan, dove ad aspettarli c’erano già numerosi i non morti, appena i due eserciti furono a debita distanza, l’esercito si schierò per il combattimento, Keld stette nella terza fila, mentre i capi spirituali, alla prima, i nemici erano stati avvertiti sicuramente dalle sentinelle vampiri

- nel nome dell’Unico, di Collerion, di Moradin, di Yondalla, di Garl, e di Sirth- dissero i capi della Lega- noi combattiamo, per la riconquista di Mirtan, cara agli umani, ma che è diventata città dell’odio e della malvagità, noi vi preghiamo o dei, di guidare le nostre mani e i nostri cuori, che non vacillino davanti alle vie del male, vi preghiamo quindi di non abbandonarci, perché la vostra parola, non si dimentichi-

- o Unico- dissero i capi umani in coro- che hai scelto Mirtan come tua città e casa, dove i tuoi figli si incontravano a gioire e testimoniare con te la tua gloria, consenti noi di entrare nella tua dimora, e permetti a noi di vivere in  futuro, la pace tra quelle mura, permetti a noi di portarti nella tua casa dove il male ti ha sfrattato e maledetto le tue opere e i tuoi luoghi, permetti che i popoli che noi abbiamo guidato vivano in pace insieme-

- per la pace e la libertà, contro un tiranno assetato di distruzione, noi combatteremo per la nostra salvezza, per la nostra amata colonia, per Elysium, per la sua prosperità- disse Hace che diede l’ordine di attaccare, e l’esercito si mosse all’unisono, cantando testi sacri e mostrando la loro determinazione contro i nemici

L’impatto dei due eserciti fu tremendo, molti caddero ai primo colpi d’armi, ma i chierici utilizzarono subito i loro poteri, che erano altamente letali per i nemici, in più utilizzarono anche i loro sacri amuleti, per facilitare il combattimento, e anche gli spiriti ci stavano dentro, come aveva detto Hace, gli spiriti, combattevano come un esercito regolare, ed essendo di puro spirito non subirono gli attacchi dei nemici, continuando senza fermarsi ad uccidere chi gli si parava contro, infatti bastavano forse solo loro per sconfiggere i nemici. Keld aveva notato che solo chi gli attaccava subiva dei danni, era stato confermato proprio quando erano apparsi la prima volta nella colonia, uno dei coloni, aveva assalito le presenze, finendo ucciso, ma essi erano totalmente sotto la volontà di chi li aveva evocati, lo gnomo notò che non erano solo anime dei soldati caduti della colonia, ma anche guerrieri della Lega caduti probabilmente in una battaglia del luogo, il chierico combatteva egregiamente, aiutato di tanto in tanto da Glim che gli stava sempre a fianco, i due avevano già avuto più di una volta esperienze con i morti, ed erano stati addestrati ad ucciderli, poco dopo l’inizio del combattimento si udirono delle corna, erano arrivati anche i mezzowolfen e gli ent, che incominciarono la loro decimazione, però i morti erano davvero tanti, forse il doppio delle loro forze o anche molto più, non si riusciva a contare, continuavano ad uscire dalle porte della città a centinaia, e fu proprio un bene ad attaccare all’alba, dove il potere dei chierici poteva essere al culmine, infatti a mezzogiorno la forza nemica scemava, ma non lasciavano ai rivali la possibilità di riposarsi, la battaglia continuò anche nel pomeriggio, ogni tanto i soldati più freschi combattevano al posto delle prime linee per lasciarli riposare un attimo, ma i capi spirituali, vedevano ormai già la notte, il sole stava tramontando, e presto sarebbero saltati fuori le vere forze nemiche, unica consolazione, è che ormai stavano alle porte della città, i non morti avevano chiuso le porte, ma gli spiriti avevano la possibilità di superare le mura trapassandole, facendo strage di non morti, e permettendo agli ent di abbattere i cancelli con grosse pietre usandole come arieti

- dobbiamo sbrigarci ad entrare, o saremo perduti- disse Glim

- oramai i nemici stanno sotto scacco, c’è la faremo ad entrare- disse Keld

- non intendevo per quello, dobbiamo uccidere i vampiri appena entriamo, o sarà finita- 

Gli ent riuscirono a sfondare i cancelli, mentre i soldati uccisero finalmente gli ultimi nemici rimasti fuori, ma ora anche gli ultimi raggi solari stavano svanendo, e nella città regnava già l’ombra, nuovi corni si sentivano, provenendo dal centro della città, creature, si stagliavano in cielo, alzandosi da un punto di Mirtan, e dirigendosi verso il luogo della battaglia, erano arrivati i vampiri

- “ ora inizia il difficile”- pensò Keld

I vampiri erano tantissimi, calarono giù in picchiata assalendo e mordendo i chierici e i mezzowolfen, e non era possibile rispondere con i poteri d’attacco divini, perché erano già utilizzati in gran parte

- utilizzate l’amuleto e gli incantesimi di protezione- ordinò il Sommo Sacerdote, ma un ombra stava calando su di lui, e se non fosse per il Maestro e il Traduttore, che fecero un attacco unisono sarebbe morto

- maledetti, come osate- disse il vampiro, i capi umani lo riconobbero immediatamente, era il sovrano dei Vampiri, il Necromante di Mirtan

- vi ucciderò come ho fatto con i vostri predecessori- disse la creatura, e gli umani insieme iniziarono a sfidarlo, e il vampiro si stava muovendo molto bene, riuscendo a tenere testa a tutti e tre, con il suo stocco

- voi umani siete troppo deboli, guardate come solo io vi metto in difficoltà- disse il Vampiro

- ma la nostra unione ti ucciderà comunque Male di Mirtan – dissero in coro gli umani utilizzando le loro spade

I soldati della Lega si stavano riprendendo, ma i nemici erano davvero terribili, infatti li stavano indietreggiando, Glim venne ferito da un attacco di un vampiro, ma il Gran Vescovo riuscì comunque ad ucciderlo

- mio signore state bene?- domandò Keld preoccupato precipitandosi dal suo superiore per proteggerlo

- si Keld, ma devo ritirarmi fuori città, non credo che adesso riuscirò a combattere- disse Glim

- vi porto alle mura, li vi guarirò- disse Keld, il cardinale voleva protestare, ma lo gnomo era irremovibile, trascinando l’amico fuori dalla portata dei nemici

- Keld i tuoi incantesimi non sono esauriti?- domandò Glim

- si ma ho una pozione che mi porto da molto tempo, vi guarirà in fretta- disse lo gnomo, e il suo superiore bevve, e non passarono neanche due minuti che già era in grado di muoversi bene, le ferite erano quasi del tutto cicatrizzate

- che diavoleria è Keld?-

-una pozione di mia invenzione, ho copiato alcuni appunti da mio padre e da  mio nonno-

Due zombie tentarono un agguato alle spalle del chierico, ma venne avvertito in tempo dall’amico, e Keld poté utilizzare l’ascia in tempo per ucciderli, riscontrando però alcune ferite, ma lo gnomo volle continuare comunque la battaglia. La Lega nel frattempo, stava riutilizzando gli incantesimi di protezione, e grazie alla forza degli ent stavano resistendo, ma molti erano caduti in battaglia, ed altri si erano trasformati in vampiri, ma il problema venne risolto dagli spiriti, che uccisero da soli parecchi nemici. Keld e Glim si erano ormai già avviati verso la battaglia, quando una luce accecante li investì per poi scomparire subito dopo, gli gnomi corsero quanto più potevano, e videro da lontano tre corpi a terra, in abiti da soldati della Lega e uno vestito di blu e nero ancora in piedi, Glim temette il peggio, ma il corpo ancora in piedi prese fuoco, diventando polvere. La battaglia si fermò per qualche istante, e gli gnomi ne approfittarono avvicinandosi di più verso i corpi a terra, videro i tre capi umani morti, erano riusciti pagando con la vita ad uccidere il re dei vampiri. La battaglia riprese, fino all’alba, i chierici della Lega e i loro alleati erano esausti, e avevano subito numerose perdite, molti si rifugiarono da qualche parte, per riprendersi dalla stanchezza e dalle ferite, fortunatamente, gli Ent i Mezzowolfen e gli spiriti erano molto più resistenti delle altre razze, riuscendo a dare un contributo grandioso agli alleati, alle prime luci, i vampiri e i fantasmi per non morire dovettero ritirarsi nei palazzi bui della città concedendo una tregua, gli ultimi zombie si muovevano in ritirata, essendo troppo pochi per contrastare i nemici, anche se comunque vennero lo stesso sterminati dagli spiriti dei morti   

- presto servono cure immediate- disse un chierico elfo, stava tenendo tra le braccia il capo elfo moribondo, ma i chierici avevano tutti esaurito le proprie forze

- usate questo- disse Keld porgendo una boccetta- non lo guarirà del tutto ma sarà almeno fuori pericolo, almeno fino a che qualcuno di noi non si riprenda- la pozione infatti salvò da morte cerca il capo elfo

Per tutta la mattina  gli eserciti alleati si riposarono, si contavano i morti e i feriti, da quindicimila soldati che erano partiti, erano rimasti solo tremila e cinquecento circa, molti dei comandanti erano morti, oltre i tre principali capi spirituali degli umani, anche il capo halfing e quello siriano erano caduti in battaglia, Glim era sopravvissuto ma ferito, e non poteva muoversi. Verso il pomeriggio, iniziò una vera e propria caccia al vampiro, prima di sera infatti si doveva sterminare i vampiri approfittandone della loro debolezza, il rappresentante nano a capo della caccia, ne risultò ferito, ed altri morirono, solo Hace ne risultò alla fine della battaglia sano tra tutti i comandanti, e al crepuscolo, i vampiri si alzarono in volo e scapparono, mentre i fantasmi sparirono dalla circolazione, per quell’operazione ne morirono altri mille  

Ora per quella sera dopo tanto tempo la città di Mirtan era in mano della Lega e dei suoi alleati, la mattina dopo i sopravvissuti e i feriti che riuscivano ancora a muoversi, seppellirono i loro morti, dandogli degna sepoltura con un grande funerale celebrato da Glim che ancora, sebbene a fatica, riusciva a parlare, mentre accatastavano per bruciare quelli del nemico. Però nella città di Mirtan ancora albergava il male, venne deciso così per quel giorno di iniziare una processione per benedire la città, e visto che i capi della Lega erano tutti feriti o morti, il compito di benedire la processione fu affidato a Keld

- Keld ho una cosa da chiederti- disse Glim all’amico- sono innanzitutto contento di come ti sei comportato questi giorni, se abbiamo vinto è soprattutto merito tuo, ci hai uniti tutti e ci hai portato alla vittoria, oggi è un grande giorno per la Lega, tuo nonno sarebbe fiero di te-

Lo gnomo arrossi di piacere, si sentiva orgoglioso

- Keld- disse sempre Glim- essendo io il capo della chiesa di Garl, ho il piacere di nominarti cardinale seduta stante, per l’opera che hai fatto-

- mio signore io…- disse Keld imbarazzato

- non dire così, ci conosciamo da tanto tempo in fondo no? Questo è il mio ringraziamento per te-

- grazie Glim, di cuore- disse Keld

- un’altra cosa- disse Glim- ti devo affidare un ultimo compito, organizza una processione di benedizione per la città, da tanto tempo è stata calpestata e maledetta da quei esseri, è giusto per i  nostri morti-

- eseguirò ciò che mi hai ordinato- disse Keld dando un bacio all’anello di Glim come atto d’onore 

Così la processione venne preparata e incominciata in poche ore, e per circa tre, quattro giorni, i chierici fecero il giro della città, cantando le lodi agli dei delle razze della Lega, in particolar modo l’Unico, ed essendo Keld la più alta carica a  fare la processione, nessuno obiettò la scelta di Glim alla fine di quella impresa, perché si prevede sempre, che chi doveva fare le funzioni spirituali, siano le più alte cariche presenti, nel frattempo i messaggi volavano verso la città di Emor per avvertire la liete notizia, ma anche la morte del capo della chiesa di quella città

- dopotutto questa sarà sempre una città degli umani giusto vostra eminenza?- domandò un elfo chierico addetto a mandare gli uccelli messaggeri       

- si, ma è stato l’Unico dopotutto a volere che questa fosse la città dei suoi figli, speriamo solo che un giorno possano vivere veramente insieme pacificamente, noi di altre razze, abbiamo solo dato un contributo a questo progetto, sperando che i rapporti tra di noi non si chiudano mai-  

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Capitolo 6
*** Sesto Capitolo ***


Orhen si svegliò frastornata, ci mise un po’ per capire quello che era successo, lo scontro contro quel demone, il raggio di energia che la colpì in pieno, e una voce che gli parlava, ma non capiva di chi era e che cosa diceva. Si alzò per guardarsi intorno, si doveva trovare sopra quella collina dove si erano rifugiati la notte prima, anche se non sapeva per certo quanti giorni erano passati, ma vedendo il sole, pensò che forse era passato circa una giorno da quell’incidente, ma la sua attenzione cadde su un uccello, un gufo per la precisione che la fissava, ed improvvisamente vide quello che era successo mentre era svenuta, si ricordò delle parole di Arnon e dove doveva andare per non perdersi, con sollievo il druido scoprì che l’elfa respirava ancora, anche se non capiva come era possibile, vedendo il demone che si divincolava in modo violento per cercare di liberarsi dalla presa del mostro evocato, gli venne un idea sul momento, e pronunciò della parole all’elfa  

- dovrai andare da sola a Brada, faremo finta che tu sia morta per davvero, quindi non dirò a nessuno che sei viva- Arnon prima di scappare via evocò un gufo che si mise a fianco di Orhen, mentre quest’ultima veniva circondata da rocce e inghiottita dalla terra per proteggerla dalla frana, l’uccello lo avrebbe aiutata a trovare Brada da sola

 Arnon aveva avuto una buona idea, sempre se funziona, facendo finta che era morta, Daemortius avrebbe forse abbassato la guardia, nel frattempo il gufo spari improvvisamente. Orhen decise di scendere dalla collinetta, stando attenta a dove metteva i piedi, e solo dopo una oretta o due riuscì a scendere, aveva appena iniziato a camminare per lasciare quel posto, quando sentì dei rumori di battaglia, qualcuno stava combattendo, corse verso il luogo dove dovevano provenire i rumori, e vide tre uomini, nessuno di loro lo aveva vista, e l’elfa pensò bene di nascondersi dietro una roccia e osservare, uno degli uomini lo riconobbe immediatamente, si trattava di Ieyatsu, ma anche gli altri li aveva visti, erano quei due ralcloss che aveva visto mentre si trovava nelle montagne di Caftarel e durante la battaglia di Gervais, che combattevano contro Johan e Judan, guardando meglio Orhen vide che a terra c’erano altri due umani morti, mentre quelli rimasti erano un po’ feriti, e stavano ansimando 

- arrenditi capitano Ieyatsu, e forse noi non ti uccideremo subito- disse uno dei ralcloss con i capelli argentei ridendo

-  Zephir, Devral, maledetti, non mi lascerò sconfiggere da voi- disse il ninja nel tentativo di fare una tecnica magica

- allora sei stupido, non puoi batterci- disse Devral muovendosi per bloccarlo, ma improvvisamente non riuscì a muoversi, come se fosse paralizzato, allora Ieyatsu tentò la sua tecnica, utilizzando prima dei calci roteanti colpendo Devral ripetutamente

- maledetto che cosa hai fatto, cosa succede Devral?- domandò Zephir cercando di menare con la spada contro il ninja per fermarlo, ma venne colpito da un attacco magico, il ralcloss vide che da dietro una roccia era spuntata fuori una elfa, la stessa che sarebbe dovuta essere morta

- non è possibile tu…- disse il guerriero mentre cadeva a terra per aver subito il colpo, tuttavia questo non era mortale, e si rialzò quasi subito, ma Ieyatsu aveva finito di fare la serie di calci roteanti contro Devral, si alzò per aria, e riuscì a colpire in picchiata il suo nemico con una magia che sembrava di elettricità che scaturiva dal suo pugno trapassando l’uomo da parte a parte  uccidendolo sul colpo

- maledetti vi ucciderò- disse Zephir attaccando il ninja, ma quest’ultimo riuscì a scomparire in tempo per apparire ad una debita distanza, allora il guerriero tentò di attaccarlo di nuovo, ma venne nuovamente bloccato, allora Ieyatsu con grande velocità, utilizzò un suo kunai colpendo il cuore del nemico uccidendolo

 

- mi sei stata di grande aiuto, forse senza di te sarei morto- disse Ieyatsu mentre si bendava le ferite a scontro finito, si stupì di vedere l’elfa in giro da sola appena la riconobbe

- di nulla ho visto che stavi combattendo e ti ho voluto aiutare- disse Orhen

- ma i tuoi compagni? Non dovevi stare con loro?- domandò Ieyatsu

- è successo un incidente e ci siamo separati, ora sono costretta a continuare da sola- Orhen gli raccontò ciò che gli era successo, e dove doveva andare

- ti accompagnerò io a Brada, dopotutto non è lontano da qui, e poi ho un favore da darti- disse il ninja

- ma chi erano quei due?- domandò Orhen indicando i punti dove erano sepolti i nemici- è da quando sono entrata in queste terre che li incontro-

- loro erano guardie speciali ralcloss, loro due erano tra i più forti, sono un soldato speciale e un assassino esperto, danno la caccia a quelli come me, nemici pericolosi per il dittatore-

Quel giorno si riposarono, perché era già tardi, sarebbero partiti la mattina dopo, mancava solo un giorno di viaggio per Brada, sperando di non incontrare nessuno

- molti nemici se ne sono andati- disse Ieyatsu il giorno dopo- grazie alla vittoria a Gervais i nemici stanno facendo la ritirata, tra pochissimi giorni faremo un’altra grande battaglia, se vinceremo, la Coalizione sarà gran parte di nuovo libera-

infatti la giornata era tranquilla, trovarono però corpi di soldati sia alleati che nemici a terra, molti dovevano essere stati i combattimenti quei giorni, e da lontano videro altre scaramucce, ma non corsero un pericolo serio per tutto il tempo. Verso sera raggiunsero la piccola pianura di Brada, che era più una valle che una pianura, da dove si erano appostati era possibile vederla quasi tutta. Quella sera intorno al fuoco Orhen si mise a raccontare al compagno la sua storia, sapeva di potersi fidare di lui, il suo sesto senso lo diceva e non aveva mai sbagliato, era stato così per Arnon, per Ashus, per lui non ci sarebbe stata differenza. Gli raccontava di come aveva incontrato Steel e di come era partita alla volta di diventare una Bianca, gli disse anche di non parlare di quest’incontro con nessuno, il ninja seguiva interessato la storia e accettò il consiglio, non poteva immaginare di avere a che fare con una leggendaria stregona, ecco perché era riuscita ad utilizzare degli incantesimi piuttosto difficili da gestire dove era necessario una notevole concentrazione

- domani ci separeremo- disse Orhen- devo percorrere da sola Brada, solo io posso raggiungere il luogo da me indicato, gli altri non possono non lo troverebbero mai- finirono il pasto che aveva preparato Ieyatsu e iniziarono i turni di guardia, iniziò quella sera proprio Orhen, l’elfa per quasi tutta la notte si mise a vedere le stelle, ora doveva voltare pagina, ora doveva iniziare il suo apprendistato finalmente   

La mattina dopo si alzarono presto, si salutarono e proseguirono ognuno per la sua strada

- spero che un giorno ci vediamo Orhen, così potrai raccontarmi meglio la tua storia,e magari se possibile aiutarti- disse Ieyatsu prima di lasciarsi

- lo spero anche io, buona fortuna per la vostra battaglia- disse Orhen

Orhen stette di nuovo sola, ma sapeva che avrebbe trovato il luogo sacro tra non molto, lo sentiva, anche se da dove si erano appostati non si vedeva niente di qualsiasi possibile costruzione, camminò per una intera mattinata, fino a che non si fermò per mangiare qualcosa, era stanca e cominciava a dubitare delle sue certezze, possibile che in una valle così piccola non si vede nulla? ci sono addirittura pochissimi alberi. Improvvisamente sentì un rumore, e l’elfa si girò di scatto con la spada in mano in direzione del rumore, dietro di lei era apparso una strana creatura, sembrava un cavallo ma aveva qualcosa di umano, in più riusciva a reggersi con solo due zampe. La creatura si mise a correre dalla sua posizione inversa, e la stregona d’istinto si mise a rincorrerla, ma la creatura era più veloce, e alla fine Orhen dovette fermarsi un attimo, appoggiando un braccio su un tronco di un albero vicino cercando di prendere fiato e guardando a terra, appena alzò gli occhi vide che davanti a lei c’era una costruzione su una risalita che prima non aveva visto, era apparsa improvvisamente, l’edificio era molto grande sembrava proprio un tempio, con una serie di colonne che facevano da entrata, una porta di legno grande, e due finestre piccole sopra sia a destra della porta che a sinistra, per raggiungerla bisognava salire delle ampie scale, sembrava una casa di un antico imperatore visto da vicino, Orhen con un po’ di esitazione entrò aprendo il portone che era stato lasciato socchiuso, come se qualcuno la stesse aspettando.

L’elfa si trovò in una grande salone, con finestre dove era possibile vedere il cielo, e alcune colonne che sorreggevano il soffitto, poco distante a destra di chi entra nell’edificio c’era una scala a chiocciola che doveva portare nei piani alti, ma non c’era traccia di anima viva

- c’è qualcuno?- domandò Orhen urlando- sono Orhen la stregona Bianca che voi avete scelto-

Ma nessuno rispose, allora l’elfa decise di girare per l’edificio incominciando a salire le scale a chiocciola, alla fine delle scale si trovò davanti un corridoio largo, con molte porte, la stregona si mise ad aprire ad una a una, ma molte erano chiuse, anzi erano praticamente tutte chiuse, le uniche aperte erano una stanza da letto, una sala che fungeva anche da studio, una cucina dove era possibile mangiare alcuni piatti già pronti e fumanti.

Orhen non resistette dalla tentazione, e iniziò a mangiare voracemente, fece una grande mangiata, e solo quando ebbe finito decise di andare nell’unica camera da letto disponibile, si sedette sul letto, e improvvisamente gli venne un colpo di sonno violento che la fece sdraiare completamente, e per la stanchezza si addormentò di colpo.

 Orhen si sveglio sentendosi riposata, c’era poca luce nella stanza, pensò che era già sera, apri gli occhi lentamente e si spaventò non era sola, c’era un uomo, di mezza età circa, che la guardava, aveva gli occhi azzurri, una barba corta e grigia come i pochi capelli che aveva, e indossava un abito bianco

- pensavo che prima di dormire, ti sarebbe piaciuto consultare qualche libro in studio- fece l’uomo- ma viaggiare a quanto pare stanca parecchio, io non ne faccio uno da secoli-

- lei chi è?- domandò Orhen ancora spaventata

- sono Silasio, il guardiano di questo luogo, tu dovresti essere Orhen giusto?- domandò questa volta lo sconosciuto

- si, sono Orhen di Reghat, al vostro servizio, quindi sarà lei che mi addestrerà sulla magia?-

L’uomo annui- ti inizierò domani, ora è sera prima mangiamo, e poi ti dovrò fare un rituale-

- un rituale?- domandò Orhen

- si, con questo, sarai ufficialmente una Bianca –

Silasio accompagnò Orhen in cucina, dove ad aspettarli c’erano dei cavalli come quello che aveva visto appena era entrata a Brada, e alcuni gufi, gatti e cani, che si comportavano e si muovevano come se fossero umani, l’elfa rimase sbalordita

- loro sono guardiani, proteggono luoghi e persone importanti, è stato uno di loro a dirmi che eri finalmente arrivata, erano cento anni che ti aspettavo- disse Silasio

- cento anni, ma come è possibile…- disse Orhen stupita, come poteva un umano vivere così a lungo  

- è stato lo scettro, mi ha concesso l’eternità, in cambio avrei protetto questo luogo, ma non potrei mai uscirne, altrimenti morirei, prima però mi reincarnavo in continuazione, infatti o circa molti secoli-

- tu sei un Bianco vero?- domandò Orhen

L’uomo annui e si sedette a mangiare le porzioni di arrosto di pollo che le strane creature gli avevano portato, anche Orhen fece lo stesso, aveva ancora molta fame, e quei piatti  erano un sogno. Orhen si mise a raccontare la sua storia, fu lo stesso Silasio a domandarglielo, e seguì con interesse. Dopo cena venne portata in una stanza, il soffitto sembrava che non ci fosse, era fosforescente e si muoveva come l’acqua increspata, prima di raggiungerla però passo in un corridoio, dove erano presenti le statue dei grandi eroi di Elysium durante la guerra contro Daemortius, l’elfa li guardò per alcuni istanti, ne riconobbe qualcuno al volo e volle osservarli meglio appena avrà tempo,  

- qui inizierà il tuo cambiamento radicale- disse Silasio- come lo era stato per i tuoi fratelli, non sarai più una semplice stregona, ma una Bianca, una detentrice di magia arcana superiore-

Nella stanza stette da sola, così gli aveva ordinato Silasio, era molto curiosa di quel soffitto, e ogni tanto gli parve di vedere alcune persone incappucciate che la fissavano, ma non ebbe paura, anzi, si sentì orgogliosa, come se stette davanti a eminenti personaggi, qualche immagine gli ricordava Ilsim.

Improvvisamente si sentì avvolta da un grande potere, si staccò da terra e incominciò a fluttuare, molte palle lucenti danzavano intorno a lei, l’elfa continuò a guardare in alto, e capì che le immagini che vedeva erano veramente i Bianchi defunti, infatti vide anche Elbrus e Ilutan. Gli spiriti cantavano una litania con una lingua sconosciuta per Orhen, e allungavano la mano verso di lei, l’elfa si sentì invasa da nuovo potere, e rimase con gli occhi sbarrati  come in trans, alla fine scese, e si mise i ginocchio esausta e le immagini prima nitide scomparvero, il soffitto diventò uguale a tanti soffitti normali, poi guardò il suo abito, era diventato di un bianco candito.

 Improvvisamente si sentì la porta aprire, era entrato Silasio

- allora come è andata?- domandò l’uomo

- cosa mi è successo?- domandò invece Orhen

- sei stata iniziata, ora hai la capacità di apprendere le magie segrete che solo un Bianco può ricevere- disse Silasio- ora sei ufficialmente una Bianca, il tuo nuovo vestito lo dimostra-

- ma il soffitto allora?..- domandò Orhen

- quel soffitto prende sempre una strana forma quando c’è uno stregone da iniziare, è stato in questo stato per cento anni-

 

Era già mattina, e Orhen dopo aver fatto colazione si precipitò subito verso il corridoio dove c’erano le statue dei grandi eroi della guerra che si sta combattendo tuttora, c’era la statua di  Flick Fonster, lo gnomo chierico  che creò la Sacra Lega, Lorep, o soprannominato Pelor, l’umano monaco,  il mezzodrago Hilucha,  il paladino d’oro Halmnstad e di sua figlia Agar o chiamata anche Noriko la grande guaritrice, a sua volta nipote di Lorep fratello di Halmnstad   

- eccoti dove eri finita- disse Silasio apparendo improvvisamente- vieni, c’è tanto da fare-

Orhen però rimase a guardare le statue come incantata

- sembra quasi che c’è li hai davanti per davvero- disse Orhen

- si, sono stati loro a darci una speranza quando non c’eri né tu né Steel- disse Silasio- sono loro ad aver sconfitto il cavaliere di drago githyanki Eiclan Faer-oer, il monaco demone della sabbia Chaise Yung , e il malvagio mirilith Sid, i terribili seguaci di Daemortius, ma forse quella che per poco ci ha dato più di una speranza contro il nostro nemico era Noriko, poiché lei riuscì a trovare una leggendaria lampada magica con un genio ai suoi ordini, quest’ultimo non poteva uccidere Daemortius o distruggere lo scettro, ma i suoi desideri ci hanno permesso di ritrovare la spada Celeste perduta per colpa di tuo fratello e i suoi diamanti per Halmnstad e aveva permesso a Hilucha di essere uno dei guerrieri più forti che Elysium abbia mai avuto, purtroppo morì anche lui-

- come morirono tutti quanti? – domandò Orhen

- furono tutti uccisi da Daemortius o dai suoi grandi seguaci, compreso Halmnstad, fortuna volle che la spada la raccolse il nonno di Arnon, Hilucha invece fu ingannato, un sicario del nostro nemico che si finse un nostro soldato gli si avvicinò e lo uccise con un dito, un incantesimo chiamato “dito della Morte” in quel momento Hilucha non era attento e morì sul colpo, fu una tragedia, quel soldato lo conosceva da molto tempo, e passò dalla parte del nemico, fu un umano di nome Gilmor, venne infine ucciso da Ashus che tu già conosci-

Silasio gli insegnò alcuni incantesimi di guarigione, che sono la base per un Bianco, per poi passare a incantesimi di protezione, di trasmutazione, del bene ecc.. e Orhen seguiva attentamente tutti i dettagli indicati dal suo maestro

- tu devi volere il bene della persona per fare queste magie- disse Silasio ogni volta- concentrati sul tuo amore verso la persona e ricordati, che lo dovrai fare indiscretamente a chiunque anche a uno sconosciuto, devi tendere per l’amore verso il prossimo quindi-   

Orhen sembrava davvero portata per quei incantesimi, ma la strada era ancora lunga, e gli incantesimi da imparare erano davvero tanti.

Durante un momento di pausa Orhen trovò Silasio seduto su una poltrona che stava fumando una pipa e guardava assorto un quadro che rappresentava Ilsim,  l’elfa si sedette accanto a lui a guardare il quadro, sembrava che il leggendario stregone si trovava davvero lì davanti a loro, tutto ciò che si trovava dentro quell’edificio, quadri, statue, busti, sembravano rappresentare persone vive, l’elfa si mise a guardare la finestra . Fuori pioveva, ma era una pioggia strana, il cielo era sereno, ma cadeva comunque l’acqua, e il sole era splendente  

- strano il tempo qui vero?- gli aveva detto una volta Silasio- non è una illusione, è tutto vero qui, ci troviamo in una dimensione parallela, ed anche questa è opera dello scettro, ecco perché Daemortius non ci potrà trovare qui- Orhen era infatti rimasta stupita di quello strano fenomeno, ma per il tempo che rimase lì ci fece alla fine l’abitudine

Orhen si rimise a guardare il quadro

- tu lo conoscevi vero?- domandò Orhen indicando il leggendario stregone

- o si che lo conoscevo, eravamo molto amici io e lui- disse Silasio

- come mai sei stato scelto te come maestro per i Bianchi iniziati come me?- domandò Orhen

- era stato un patto, io volevo solo stare lontano dalla realtà, ma nello stesso tempo dare un contributo al progetto che io e Ilsim avevamo in mente quella volta-

- sei stato tu a creare lo scettro?-

- si, insieme a Ilsim, insieme abbiamo costituito il consiglio dei Bianchi, per portare la pace e per trecento anni, abbiamo evitato guerre catastrofiche, forse l’unica che ci è davvero sfuggita di mano era la guerra che portò alla fine dell’unico impero degli umani, creando Amafran, Emor, Madani ecc –

- me se l’avete creato voi  lo scettro, perché Daemortius è diventato malvagio? Non doveva essere un artefatto votato al bene delle persone?- domandò Orhen

- tutti gli oggetti se usati in una certa maniera portano il bene o il male per le persone, e questo vale per le persone stesse, ognuno di noi può essere buono o malvagio a seconda dei punti di vista- disse Silasio – Daemortius significa “demone fantasma della morte” un essere così lo puoi fermare con un piano accurato e con grande forza e solo i druidi al momento si sono avvicinati a questi due aspetti. Anche lo scettro ha qualcosa di malvagio, io l’ho conosciuto questo potere e va distrutto ogni piano del nemico per impossessarsi di quest’ultimo, visto che lui prende il potere da esso. L’animo di Daemortius era pieno di rancore e odio per quello che è successo, lo scettro attinge tutte le forze presenti nel mondo ma non tutte sono buone, le malvagie lo hanno corrotto ed è diventato quello che è, ma niente può giustificare le sue azioni, troppo è stato il dolore che ha causato-

Orhen era rimasto ad ascoltare, era rimasta sconcertata, se davvero Daemortius prendesse il potere dallo scettro un’altra volta sarebbe la fine

- è per questo che ti sto allenando, c'è poco tempo, ma se ci dice fortuna riusciremo a fermarlo, ora riprendiamo l’allenamento- disse Silasio- però prima una considerazione-

Orhen assunse una faccia interrogativa

- ti piacerebbe sapere come sei sopravvissuta?- domandò l’uomo- è stato grazie al pendaglio del tuo amico aviano a salvarti, è magico, ed è stato un bene che te lo ha dato, forse probabilmente sapeva dei suoi poteri- Orhen domandò come poteva sapere cosa era successo fuori dalla sua casa

- ogni tanto ho dei flash, e vedo cosa fai o cosa ti succede, ho visto il tuo scontro contro quel demone, e ho notato il potere del pendaglio-                                                 

 

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Capitolo 7
*** Settimo Capitolo ***


A Emor il tempo era soleggiato, il cielo sereno, e l’odore dell’estate si sentiva predominante, Ember stava facendo una passeggiata nei giardini reali, accompagnato da Lesha e Glissa, era entrato in confidenza ormai con loro, parlavano delle loro avventure e del loro lavoro, Glissa gli aveva detto che in realtà si chiamava Tessa, ma oramai ci aveva fatto l’abitudine a chiamarsi per quel nome, ma non voleva dire per quale motivo lo portava ancora. Il mezzelfo scoprì anche che le due ragazze non erano del luogo, vengono dalla Coalizione, e tutte e due sono già fidanzate di altri uomini, una occasione persa per Ember, anche se non passava giorno che non pensava a Orhen, tutte e due però facevano i mestieri che Swikel gli aveva detto, ovvero Lesha era una stregona e Tessa una ex cacciatrice di taglie che svolgeva il ruolo di ladra su commissione, ora per soldi hanno deciso di diventare le guardie del corpo dei sovrani di Emor. Quella settimana il mezzelfo la passò così, la mattina si allenava con Uran, Swikel non si faceva mai vedere, troppo occupato a stare con il re e i suoi generali, mentre il pomeriggio parlò con le ragazze in compagnia anche qualche volta con Uran, che di solito non smetteva di allenarsi, e poi di recente gli ultimi giorni era stato invitato a giocare una partita di uno sport a squadre, molto famoso nel mondo degli umani.  Si chiama Palla Confronto, era un gioco composta da circa otto giocatori per squadra, che devono tenere per mano una palla, e correre per tutto il campo, e arrivata ad una certa distanza da quello che viene chiamato “porta”( due pali uniti da una traversa legati con una rete), si deve calciare con il piede e farla mettere dentro, battendo il Difensore che ha il compito di difenderla, tutti i giocatori hanno il compito di attaccare e difendere l’aera avversaria, c’erano gli Assistenti, ovvero gli aiutanti del Difensore della porta che lo aiutano a difenderla, i Mediatori, coloro che si trovano al centro del campo, e che hanno il compito di difendere o attaccare a seconda dei casi, e i Segnatori, coloro che il principale compito è quello di mettere la palla dentro, erano presenti le punizioni, quando un giocatore fa un gioco scorretto, eccole assegnate, e si tirano con i piedi nel punto dove si è svolta la scorrettezza, ed e possibile da questo colpire di testa. Come avevano detto, Rafiant e Lena erano giunti a Emor con alcuni soldati, i due giovani conoscevano già Lesha e Tessa, erano compagni di avventure e tutti e quattro provenivano dalla stessa terra

Erano già passati tre giorni di permanenza nel palazzo reale quando arrivarono Rafiant e Lena, i due guardiani ebbero l’onore di essere presentati dal re, e fu in quell’occasione che si incontravano

- Ember, Uran ciao, come state- disse Rafiant abbracciando gli amici

- noi bene, praticatemene è come stare in vacanza, viviamo come nobili- disse Uran che ricambiava gli abbracci 

-  avete trovato problemi?- domandò Lena agli amici, poi il suo sguardo si posò poco distante da loro- o cielo Lesha, Glissa ciao, Rafiant guarda chi ci sono qui -

 Gli amici si salutarono, e solo un attimo dopo Ember capì cosa intendevano dire i due guardiani la prima volta che si incontravano, quando dissero che avevano degli amici a Emor che facevano un compito importante, Rafiant disse che erano compagni di viaggio, erano partiti tutti e quattro per il sud e hanno trovato lavoro in questo regno, lasciando altri due compagni nella Coalizione, che si facevano chiamare Judan e Johan

Un giorno Ember stava da solo con Lesha e fu lì  che gli venne la domanda

- come vi siete conosciuti te, Tessa e gli altri della tua compagnia?-

- è una storia lunga- disse la stregona e si mise prima a parlare dei componenti del suo gruppo

-è iniziato tutto per caso, io in realtà ero una nemica prima, combattevo per i ralcloss, ma ero più loro prigioniera che una loro sottoposta, furono Judan, Lena e Rafiant a liberarmi, e portarmi via da quella prigione, Glissa si è incontrata per caso con Judan in un bosco, lei stava per soccombere contro dei briganti, e Judan la salvò, mentre Rafiant e Lena si conoscevano prima della mia liberazione, stavano in missione insieme, e alla fine non ci siamo più separati, è stato Johan a farci conoscere, tutti noi siamo figli di persone che hanno collaborato con Johan quando era giovane, ecco perché già ci conosceva, pensa che invece Glissa combatteva con i ralcloss, ma poi questi hanno ucciso i suoi genitori perché stavano combattendo per i ribelli, e quindi anche lei alla fine combatté contro i ralcloss, allenandosi con un altro amico di Johan, Cristian, ex cacciatore di taglie proprio come lei. Dopo una serie di combattimenti contro i ralcloss ci siamo separati, noi siamo venuti qui, mentre Johan e Judan sono rimasti dove erano-        

 

Rafiant  era un buon giocatore di Palla Confronto, e conosceva anche alcuni dei giocatori rimasti di quello sport a Emor, molti dei giocatori infatti erano morti in guerra, conosceva anche un leggendario giocatore, considerato anche un buon guerriero, Damavand, segnatore e capitano dei Rossi, e Marco, un altro forte giocatore. Quest’ultimo organizzò una partita insieme ai Celesti, un’altra squadra della città, capitanata da Cervant, e Sirdan, che era invece capocannoniere e vice capitano. Damavand conosceva Rafiant, ed essendo quest’ultimo simpatizzante dei Rossi lo invitò a giocare con lui, e fu lo stesso guardiano a chiamare Ember perché giocasse con lui

- vieni con noi Ember ti allenerai un po’ a correre, anche questo può essere un allenamento-

- va bene, ma io sono un tifoso dei Celesti, quindi giocherò contro di te – disse Ember, ma nulla da fare per Uran, a lui quello sport non piaceva, o meglio non gli interessava. La partita venne giocata in un campetto d’erba della città  

I primi ad incominciare il possesso palla erano i Celesti, Sirdan cercò di avanzare, ma venne bloccato subito da un rosso, che la passò a Damavand che avanzò e lo passo a Rafiant, che stava già a pochi metri dalla porta e stava tirando, fortunatamente per i Celesti, Ember riuscì ad intercettarlo, passandolo a Cervant, che correndo sulla fascia, riuscì ad eludere molti giocatori, fino che non incontrò Marco che la rubò e la passò a Damavand, il giocatore corse verso la porta, ma Ember fece un brutto tackle buttandolo a terra in modo non grave, ma era fallo e si doveva tirare la punizione, era lo stesso Damavand a tirare la punizione, si concentrò tirò e riuscì ad insaccarla, Ember si maledisse ma non si scoraggiò, dopotutto Damavand era bravo in tutto anche nelle punizioni, toccò di nuovo ai Celesti ad iniziare la partita, visto che avevano subito la rete, Cervant chiese ad Ember di avanzare, e il mezzelfo ubbidì stando ad una certa distanza, e correndo sulla fascia, Sirdan che aveva la palla vide il ranger libero, fece un passaggio lungo lanciando la palla verso il mezzelfo che riuscì ad intercettarla, e corse quanto più poteva, e Marco gli stava alle calcagna e lo stava raggiungendo, ma Ember vide Sirdan che correva e si trovava già in zona d’attacco, Ember lanciò la palla verso di lui, e Sirdan ricevette, e visto che la porta stava lì a due metri, fece un tiro con il piede che insaccò dentro il pallone, ma non era ancora finita. I Rossi incominciarono a giocare, Damavand era bravo a smarcarsi alcuni giocatori, e lo passò a Marco, che era molto bravo nei dribbling, e riuscì a smarcarsi sia Ember che Cervant, il giocatore ebbe il portiere davanti e tirò, ma miracolosamente il portiere parò e la palla fini nei piedi di Cervant che lo prese e lo crossò per errore verso Marco che stava a un metro dal portiere, la palla riuscì ad eludere Ember e Marco poté colpire la palla mettendola dentro. Toccò di nuovo i Celesti a giocare per primi, i Celesti avanzavano tutti, e molte volte rischiavano di perdere il pallone, ma poi riuscirono sempre a riconquistarla, Ember per non rischiare più la passò indietro al portiere che vedendo Cervant completamente libero lo buttò su di lui e il giocatore che ricevette corse per tutta la fascia fino a trovarsi a pochi metri dalla porta, purtroppo per i Rossi, i giocatori stavano lontano dal capitano dei Celesti, solo un Assistente lo raggiunse ma Cervant lo superò subito  e tirò, il portiere parò, ma per sua sfortuna la palla rimbalzò sempre verso Cervant che colpì di testa un attimo prima dell’arrivo di Marco mettendola dentro. La partita finì così in parità                

 

Finita la partita, Ember si fece un bagno negli spogliatoi del campetto, e se ne andò una volta salutati i giocatori. Decise di farsi una passeggiata per la città, vide i monumenti simbolo della città, una antica arena, e i resti della costruzioni dell’antico impero di Emor, un monumento alla nazione dove troneggiava un re di Emor a cavallo, e un palazzo dove si affacciava tanto tempo fa un console del regno. Andando avanti vide in mezzo alla folla due persone, e una di queste gli ricordava una persona conosciuta, possibile che fosse lei dopo così tanto tempo? decise di seguirli ascoltando le conversazioni, ma riuscì a sentire poche frasi

- sai Ithil, il portinaio…. E poi dopo….- sentì dalla voce della donna che stava a fianco a quella, ora che aveva sentito il nome, era  sua madre

- non ti preoccupare, pensa che…- e continuarono così per tutto il tempo, fino a che non si separavano e sua madre cercò di aprire quello che doveva essere la porta di casa sua  

- madre- disse Ember con un filo di voce, la donna si voltò e non nascose il suo stupore

- Ember sei tu…- disse la madre con lacrime agli occhi- come è possibile- e i due si lasciarono in un unico e caloroso abbraccio, entrambi pensavano di aver perduto per sempre il loro legame, perché ognuno di loro pensava che l’altro fosse morto

- come va Ember, come te la stai cavando?- domandò la madre dentro la cucina del suo appartamento – per tutti questi anni avevo pensato che alla fine non ti avrei mai più rivisto-

- sono stato a Watnit, avevo trovato lavoro lì come cameriere- ed Ember raccontò tutta la sua storia

- sono contento che ti stai dando da fare, se è vero quello che mi stai dicendo finalmente… - e la madre incominciò a lacrimare

- madre..- Ember si mise ad abbracciare la donna

- tuo padre sparì, non è mai più tornato, forse è morto, forse si è dimenticato di me, ma non fa niente, l’importante e che  ho rivisto almeno te-

- mamma se sei arrabbiata con me per averti abbandonato dimmelo ti prego- disse il mezzelfo

La donna scuote la testa osservandola con occhi gonfi di lacrime lasciando la presa delle sue braccia dal corpo del figlio

- non sono arrabbiata, siamo in due, pensa che io ho dovuto lasciare per un po’ di giorni insepolto tuo nonno, quella tragedia è stata terribile per tutte e due, non devi rimproverarti- disse la donna

- che cosa ti è successo?- domandò il mezzelfo

- mi sono rifugiata in un convento per una settimana circa, poi io ed altri sopravvissuti, siamo andati nel nostro villaggio, era tutto distrutto, abbiamo sepolto i morti e ci siamo divisi ognuno per la sua strada, io sono venuta ad abitare qui, perché è il luogo più sicuro, anche io come te ho disertato, ma a differenza di te non ho trovato il coraggio di combattere più, ma ora sto diventando vecchia e chissà, io mi sto ripetendo che ho fatto la scelta giusta-

Rimasero per alcuni istanti in silenzio, poi fu la madre a parlare di nuovo 

- ti prego torna da me quando avrai finito- disse la donna

- questa volta non scapperò mamma te lo prometto- e ritornarono ad abbracciasi     

 

Era l’alba, e nel palazzo reale dominava il silenzio, solo dei passi lo disturbava, Uran stava camminando con la tenuta da battaglia dei nomadi verso la stanza di Ember, l’aviano provò a bussare, ma il mezzelfo non diede segni di vita, decise allora di aprire la stanza con le chiavi che Lesha gli aveva gentilmente dato, ed aprì, il mezzelfo stava ancora dormendo, e della grossa anche

- Ember svegliati presto- Uran si mise a scuotere l’amico, che si svegliò di soprassalto

- sono loro, i nemici stanno arrivando, Swikel ti vuole, devi venire con me sbrigati a vestirti- disse l’aviano, ed Ember si alzò, mangiò qualcosa e si vestì il più velocemente possibile per la battaglia imminente, e solo quando fu pronto i due amici si misero a correre per raggiungere il luogo della battaglia, dentro il palazzo non c’era nessuno, segno che anche i soldati di guardia al palazzo reale stavano alle mura insieme al loro re   

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Capitolo 8
*** Ottavo Capitolo ***


Uran ed Ember raggiunsero le mura il più velocemente possibile, ci misero un po’ per arrivare nel punto dove li stava aspettando Swikel, perché non lo trovavano subito, lo githzerai stava su una risalita non troppo distante dalla prima linea del muro e il resto della città, facilmente raggiungibile da una scala di pietra. Appena lo psionico li vide gli sorrise, Ember rimase sbalordito, lo githzerai non gli aveva mai sorriso, quella era la prima volta

- ciao ragazzi, siete pronti?- domandò Swikel

- si signore- dissero in coro i due ragazzi

- bene, come potete vedere, da qui possiamo vedere la battaglia, e non stiamo neanche tanto sotto tiro, le  prime file reggeranno, non dovete combattere nemmeno con le spade, ma se siete capaci potrete dare un contributo con le frecce- disse Swikel e i ragazzi annuirono

- ho preparato per i nostri ospiti un’arma, creata già a Madani ma utilizzata molto anche qui, si tratta della polvere da sparo, se guardate intorno, Emor oltre che le catapulte ha anche dei cannoni, ho mandato i miei assistenti folletti a controllare la polvere- 

I giovani si guardarono intorno, vedevano le armi di Emor, e che le quantità di polvere da sparo era sorvegliato da folletti, ma non si limitarono a guardare le armi, ma anche i soldati, le mura erano letteralmente coperte da una miriade di persone, chiamate probabilmente da tutto il regno, Ember vide innumerevoli soldati di Emor, poi molti soldati halfing, probabilmente coloni in quel regno, addirittura qualche mezzodemone e  mezzocelestiale come mercenari, in tutto quattro e molti soldati siriani e mezzelfi, ed infine molti soldati nomadi, il mezzelfo si mise a guardare l’orizzonte, vide chiaramente una grande scia nera, era sicuramente l’esercito nemico che avanzava, e dovevano essere tantissimi, forse molto più di loro. Ember vide il sovrano di Emor in seconda fila e coperto dalla prima e guardava la situazione sia fuori che dentro le mura, e ogni tanto impartiva ordini ai comandanti

- hai avuto molto da fare vero Swikel?- domandò Uran allo psionico

- solo il solito routine di strategie, forse non c’era neanche il bisogno che io venivo fino a qui, queste mura sono solide, e i soldati abituati a questo tipo di battaglie- disse Swikel

Uran osservò un altra volta i soldati della città, vide i suoi amici Rafiant e Lena che lo salutavano, e poco più avanti Lesha e Glissa che avevano il compito di proteggere il principe Hennet e il re

Passò un’ora circa quando l’esercito nemico stava ormai a una distanza di sicurezza dalle frecce di Emor, i nemici erano composti da orchi, goblin, non morti, troll e alcuni demoni, ed erano sicuramente il doppio dei difensori, a comandarli doveva essere proprio un demone, perché uno di loro si mise davanti a tutti e annunciò l’attacco, facendo incominciare la battaglia   

 

I nemici utilizzavano subito le scale per attaccare, ma i difensori, non si limitavano solo a lanciare una raffica di frecce contro i nemici, ma utilizzarono anche l’olio bollente, le catapulte e i pochi cannoni a disposizione contro i nemici, che falciarono innumerevoli soldati. Però qualcuno di loro riusciva a superare le mura e cercava di lasciare gli spazi per permettere ai suoi compagni di salire, ma erano troppo pochi, e spesso morivano per un colpo di spada o per una freccia, ma anche il nemico utilizzava frecce, ecco perché gli arcieri alleati spostarono i loro tiri contro di loro per permettere agli emoriani di utilizzare l’olio bollente, ma i soldati dovevano vedersela anche con le catapulte nemiche che causarono grossi danni bruciando alcune case della città, e per questo che i cannoni fecero un buon lavoro, distruggendo gran parte gli artefatti nemici, Uran e Ember stavano a fianco di Swikel e solo ogni tanto utilizzarono le frecce che colpirono con precisione le teste dei nemici, giusto per dare un contributo alla battaglia. Le mura sembravano davvero inespugnabili, nonostante le forze in campo, le difese ressero benissimo, le mura furono costruite in quel  modo proprio durante la guerra, quando pareva chiaro che sarebbe stato questione di tempo che i nemici avrebbero provato ad attaccare la città, questo gli disse Lesha, il mezzelfo non si stupì della bravura in questo campo degli umani, sono la razza che più di tutte ha avuto esperienze di guerra, e sapeva come affrontarla, nonostante non avessero maghi o stregoni nelle loro file come gli elfi. Swikel si guardò intorno, la polvere da sparo che aveva ordinato era stata messa in tutti i punti importanti, e presto sapeva che l’avrebbe utilizzata, per sconfiggere definitivamente i nemici, e annunciò ai suoi folletti di tenersi pronti. Intanto però i nemici cominciarono a ritirarsi, tante erano le perdite che stavano subendo, e le loro strategie d’attacco non stavano funzionando, gli emoriani sapevano che la battaglia non sarebbe durata poi così a lungo

- stanno scemando, forza c’è la possiamo fare – disse il re di Emor, fu in quel momento che Swikel fece un cenno ai suoi di svolgere il loro compito, e i folletti  accesero le micce delle bombe

Nessuno nella foga della battaglia se ne era accorto, ma Uran che casualmente posò lo sguardo proprio lì decise di avvertire subito lo githzerai

- Swikel ma cosa stanno facendo i tuoi assistenti?- domandò l’aviano girandosi verso il compagno, ma al posto dello psionico vide che c’era un’altra persona, era sempre umanoide, ma aveva occhi grandi e gialli, una bocca e un naso piccolissima, testa calva, e la sua pelle era grigia.

Lo sconosciuto evocò una spada che colpì Uran provocandogli una ampia ferita dalla pancia fino al torace e facendolo cadere delle mura, e lo stesso provò con Ember che però se ne era accorto del pericolo anche lui, e stava poco più distante dalla strana creatura, riuscendo in tempo a parare con la sua spada, ma non ad evitargli di cadere anche lui dalle mura, fortunatamente il mezzelfo cadde su un carro pieno di fieno.

Cominciarono le prime esplosioni, che sbalzarono in aria le pietre delle mura cadendo sia da una parte che dall’altra della battaglia, aprendo ampie brecce, solo una fece cilecca, quella davanti al portone della città, Rafiant ripreso dalla sorpresa utilizzò una freccia che colpì in pieno petto il folletto che cercava disperatamente di farsi saltare in aria anche lui come gli altri, Swikel sorrise, era destino che doveva usare la sua vita per il grande progetto di Daemortius, e si toccò la sua cintura esplosiva, iniziando a fluttuare verso il portone.

Ember era riuscito ad uscire da quella montagna di fieno, era stato davvero fortunato a caderci sopra, decise di avvertire del pericolo, ma aveva sentito le esplosioni, e allora capì solo adesso le intenzioni di Swikel, o chiunque egli sia, fece il giro della torretta dove solo un attimo prima si trovava insieme ai suoi compagni, e trovò Uran ridotto malissimo che stava provando ad alzarsi, grazie alle sue ali era riuscito ad attenuare la caduta, ma la ferita era profonda e stava perdendo litri di sangue

- Uraan- gridò Ember appena lo vide, cercando poi di sorreggerlo tra le sue mani per farlo sdraiare a terra iniziando così la cura

- fermati Ember, devi avvertire del pericolo, presto- disse l’aviano

- ci sono già state delle esplosioni, non so cosa è successo, ma adesso devo aiutarti- disse il mezzelfo, l’aviano non voleva sentire ragioni, ma il ranger si mise lo stesso a curarlo, ma la ferita non accennava a guarire, era troppo profonda, Ember si stava mettendo a piangere, se ci fosse stato Keld non avrebbe avuto questo problema

- vedrai che andrà tutto bene, vedrai- ma Ember vide che l’amico oltre che ad aver subito la ferita, era stato addirittura avvelenato dal colpo

 

Swikel raggiunse il portone numerosi furono le frecce che andavano nella sua direzione, ma lui neutralizzò tutti gli attacchi, e sbalzò in aria i soldati che lo attaccavano, era stato il principe Hennet ad urlare di ucciderlo

- è un doppelgenger, un nemico uccidetelo-

La strana creatura arrivò a toccare le bombe e attivò la cintura esplosiva, che combinata con i suoi poteri avrebbe distrutto tutto intorno a lui, intanto i nemici erano già entrati, e il re di Emor aveva ordinato la resistenza

- fermati bastardo chi sei?- domandò Rafiant, seguito da Lena, la creatura si voltò verso di loro

- o è naturale che non mi conosciate, ma forse avrete sentito il mio nome, Besrekh-

Rafiant attaccò il nemico, mentre Lena rimase dov’era con gli occhi sbarrati e la bocca aperta, aveva già sentito quel nome, e non poteva essere che fosse ancora vivo

- siete noiosi- disse il doppelgenger, e utilizzò i suoi poteri per sbalzare via i due ragazzi, che fortunatamente fecero una caduta morbida grazie all’aiuto di un incantesimo di Lesha che proprio in quel momento la stregona li stava osservando

- uh uh uh, per questa città oramai è la fine- disse la creatura, furono le sue ultime parole prima di saltare in aria, causando una esplosione gigantesca causando molte morti dei soldati di Emor e alleati, ed aprendo un’altra breccia per i nemici  

 

Ember era ancora con le prese di Uran, l’aviano non smetteva di perdere sangue, era preso alcune volte dalle convulsioni e si agitava

- resisti ti prego, resisti- gli ripeteva Ember- puoi farcela-

Ad un certo punto il nomade si fermò e spirò, ma il mezzelfo non voleva lasciarlo era ancora convinto di salvarlo  

- non morire- urlò e solo in quel momento smise di curarlo, aveva esaurito i suoi poteri curativi, il ranger si mise comunque a controllare la respirazione e il cuore, ma il battito cardiaco era assente e non respirava più, e solo in qual momento capì e si mise a piangere per la perdita dell’amico

 

Rafiant e Lena si rialzarono subito, ringraziando mentalmente l’aiuto di Lesha, lo sbalzo causato dal doppelgenger gli aveva salvato la vita dall’esplosione, i due si guardavano intorno, il botto aveva causato molti danni materiali, e innumerevoli morti e feriti, videro che anche il principe era stato colpito perché vedevano Glissa che lo stava portando via verso il palazzo reale dove avrebbe ricevuto le cure, il principe era ricoperto di sangue ed era svenuto, il re invece era salvo grazie ad uno scudo protettivo evocato da Lesha, i nemici nel frattempo erano ormai entrati dentro da tutte le brecce

- Lena vai a cercare Uran ed Ember e portali qui, combatteremo insieme- disse il ragazzo all’amica, e quest’ultima ubbidì, allontanandosi dai luoghi di combattimento, ci mise un po’ a superare i soldati di Emor che sciamavano verso le brecce, ma riuscì a raggiungere le scale che portavano alla risalita dove si trovavano all’inizio della battaglia gli amici, e finalmente li vide, Ember era inginocchiato davanti ad Uran che stava sdraiato, la ragazza corse per quanto fiato aveva e solo arrivata li che capì quello che era successo, Uran non c'è l’aveva fatta, era morto

-Ember- urlò la giovane, ma il mezzelfo stava lì a osservare il cadavere dell’amico con occhi sbarrati- mi dispiace se fossi arrivata prima forse…-

- chi era quello, chi era quella creatura che ha preso il posto di Swikel, perché non credo fosse Swikel- disse Ember con un filo di voce  

La ragazza scosse la testa e lacrimò, neanche lei ci voleva credere a quello che era successo

- dobbiamo andare Ember dobbiamo combattere o moriremo- disse la ragazza, ma il ranger non volle muoversi, voleva vegliare l’amico

- Ember non penso che Uran vorrebbe questo se fosse ancora vivo-

- infatti è morto- rispose il ragazzo

- lo saremo anche noi se non ci muoviamo- e la giovane strattono l’amico facendolo alzare e portarlo via da lì

I due raggiunsero Rafiant il più velocemente possibile, il guerriero stava già combattendo contro i nemici, la chierica continuò a condurre l’amico verso di lui, ma venne attaccata da un orco, che però riuscì ad ucciderlo con la sua magia, ma se ne accorse troppo tardi che un altro orco stava attaccando Ember che non dava segni di vita, la ragazza temette il peggio, quando improvvisamente il mezzelfo reagì, tiro velocemente fuori la sua spada, parò il colpo e lo scansò e fece un affondo uccidendo il nemico, gli occhi del ranger erano iniettati di rabbia, e ora voleva combattere per vendicare il suo compagno ucciso a tradimento

- dove è Uran, Lena?- domandò Rafiant

- è morto, ucciso da Besrekh- disse la chierica, e Rafiant imprecò continuando a combattere  

Il nemico ora era ovunque, e gli emoriani stavano difendendo eroicamente la città mentre veniva dato l’ordine di evacuazione, perché ora che i nemici avevano superato le mura, ed erano ancora tantissimi sarebbe stato ben difficile cacciarli  e salvare i cittadini

- resistete, per Emor, per la sua nazione- gridò il re che incitava i suoi uomini, e i soldati cercarono di organizzarsi come meglio potevano per combattere, riuscendo a contenere in parte l’avanzata dei nemici a stento

Ember combatteva come una furia, si teneva sempre accanto Rafiant e Lena, nel frattempo era tornata anche Glissa, che tornò ad occuparsi della protezione del sovrano come stava facendo Lesha, che con i suoi incantesimi stava svolgendo un ottimo lavoro, ad un certo punto però Ember venne isolato dagli amici, non che ne gli importava qualcosa, non li vedeva neanche, c’erano solo lui e il nemico che stava affrontando, ma anche da solo riusciva ad ucciderne parecchi, gridando a squarciagola la sua rabbia, che venne azzittita da due frecce che gli colpirono la spalla e il costato

- Ember- gridò Lena, che aiutato da Rafiant riuscì a raggiungere il mezzelfo, che non curante delle ferite si stava già rialzando

- rifugiamoci da qualche parte un attimo Ember, ti devo curare- disse la ragazza mentre abbatteva un nemico

- no, non posso scappare, non questa volta- disse il ranger

- guardati sei ferito- ed infatti il mezzelfo cominciava a sentire le sue forze che lo stavano abbandonando e un dolore acutissimo  

- no non posso- disse Ember tenendo i denti stretti

Rafiant raggiunse l'amico e lo trascinò in un punto un po’ coperto ordinando ai suoi uomini rimasti di coprirli, Lena effettuò l’incantesimo di guarigione mentre il guerriero teneva fermo il ranger, la ferita al costato non era profonda fortunatamente, e solo una volta finita l’operazione  Rafiant diede un pugno non forte a Ember

- ti sei svegliato stavolta o ti devo portare via?- disse il guerriero

- lasciami perdere- ribatte il mezzelfo

- non stai bene, così creerai solo danni a noi lo capisci?- Ember si calmò, ma i suoi occhi trasmisero comunque rabbia

- adesso torniamo ma non impazzire- disse Lena, che aiutò gli amici ad alzarsi, ed insieme ripresero a combattere, e questa volta  Ember combatte più lucidamente, ma i soldati emoriani stavano per lasciare le mura, e mancava poco che dovranno combattere nelle vie della città, Ember venne di nuovo ferito, alla gamba stavolta, proprio quando i soldati stavano per essere messi alle spalle al muro, proprio quando il sole era già alto nel cielo ad indicare il mezzogiorno

Improvvisamente si sentì un corno e un ruggito, e i soldati non capirono subito chi fosse arrivato, sapevano soltanto che lingue di fuoco erano scese sulla città bruciando i nemici

- i draghi, sono arrivati i draghi- gridò un soldato, le creature alate apparvero in cielo a centinaia con tutta la loro magnificenza, dopo circa cinquanta anni i draghi erano tornati in  guerra e si stavano abbattendo sul nemico, mentre nella città entravano altri soldati mezzelfi con alcuni ent che provenivano sicuramente dall’ovest, i nemici reagirono utilizzando anche le frecce infuocate, e abbattendo alcuni ent, ma i draghi con le loro zanne e unghie, e i loro getti di fuoco uccisero molti nemici, e i difensori stavano per ottenere il controllo di tutte le mura, mentre i feriti, tra cui Ember venivano portati al sicuro per essere guariti, al mezzelfo gli si stava di nuovo aprendo le ferite di prima causati dalle frecce

 

Nerual osservava la battaglia nervosamente, era convinto che avrebbe ottenuto la vittoria immediata, ma l’arrivo dei draghi non era prevista, ma non voleva arrendersi, incitò  i suoi soldati a continuare l’avanzata e ad utilizzare le catapulte rimaste per colpire la città, sapeva che tra non molto sarebbero dovuti arrivare l’esercito dal mare ed altri rinforzi dei non morti, ed era arrabbiatissimo per il ritardo, come mai i suoi alleati ci stavano mettendo così tanto?

- signore stanno venendo dei soldati dal sud- disse un soldato goblin al suo comandante, Nerual sorrise, finalmente erano arrivati gli alleati, vide infatti  delle navi attraccate vicino al porto di Emor

- forza continuate la battaglia che la città è nostra- urlò il demone

Il condottiero si  spostò per venire incontro ai soldati dei mari appena sbarcati, ma più l’esercito di provenienza dal sud si avvicinava, più capì che non ritrattava dei suoi alleati ma di nuovi nemici, vide infatti chiaramente che portavano la bandiera di Amafran  e dei suoi alleati

- tutti in posizione di difesa nell’ala sinistra, prepararsi a combattere – ordinò il demone arrabbiato più che mai, cos’era che non era andato nei piani d’attacco? Non importava, ora era pronto a combattere di nuovo con la sua spada maledetta che gli era stata donata gentilmente da  Daemortius  

 

Steel correva a fianco di Morthond e i suoi, compresa Semjase, era passato già un giorno da quella terribile battaglia, ed era già stato proclamato eroe di giornata, ora però c’è da difendere Emor, che vedeva, stava in grosse  difficoltà per il fumo che usciva dalla città, il mirilith tirò fuori la spada, si sentiva carico, e con la sua arma lo sarebbero stati tutti coloro che stavano al suo fianco, e con un urlo di guerra iniziò l’attacco

 

Nerual fendette le armature nemiche, uccidendo parecchi nemici, anche i suoi soldati rispondevano bene, ma i nemici avevano dalla loro una strana forza, Nerual già l’aveva sentita parecchi anni fa questa forza, ma non se ne curò, ma i sospetti aumentarono quando incontrò due pirati umani che gli venivano incontro, da quando dei pirati avevano siglato un patto con il nemico? Poi si ricordò ed incominciò a menare di più, ed alla fine lo vide che uccideva degli orchi, il demone lanciò un urlo spaventoso, che impietrì per un attimo sia i nemici che gli alleati, Steel guardò da dove proveniva quell’urlo e i loro sguardi si incrociavano

- ti ricordi di me vero?- disse Nerual, ed il mirilith per tutta risposta attaccò il nemico

- come posso dimenticare- disse il cacciatore

- non mi sconfiggerai mai, lo sai che io sono più forte- ripete il demone  

- ma io di più- disse Steel che agitò l’arma per colpire i punti vitali dell’avversario, il demone per un attimo vide i diamanti della spada, c’erano tutti, ma non per questo era preoccupato, lui non era un normale demone , era superiore, non solo grazie alla sua spada, ma anche per le sue arti marziali e per le sue magie che erano fuori dal comune, i due combattevano solo con la spada, Steel capì che quell’arma aveva qualcosa di magico, allora cercò di evocare maggiore potere, facendo diventare di colore rosso la lama della sua spada, ma il demone per ogni colpo ricevuto rideva, si stava divertendo, allora con un fendente cercò di richiamare altra forza, riuscendo a rompere la lama dell’avversario e ferendo anche se lievemente il nemico

- pensi di avermi battuto così- disse Nerual, che evocò lingue di fuoco che si avventavano sul mirilith e su chi gli stava intorno, Steel utilizzò la spada per proteggere se stesso e i suoi compagni che rischiavano di venire colpiti, e poi con una mossa fulminea riuscì a colpire di nuovo il nemico, questa volta causando una ferita più profonda, la sua lama era diventata verde    

- maledetto- disse il demone, che incominciò ad utilizzare le arti marziali, con calci e pugni cercava di colpire il nemico che riusciva a parare tutti gli attacchi, allora Nerual cercava di diventare più veloce utilizzando il teletrasporto, ma Steel riusciva a fermare anche quelli come se prevedeva le sue mosse, parando ogni colpo e ferendo l’avversario con brutti tagli  

- maledetto ma non vincerai lo sai- disse Nerual che stava evocando una magia proibita potente, ma Steel riuscì a neutralizzare il colpo, capendo che se non l’avesse fatto sarebbero morte molte persone tra i suoi, e riuscì a lanciare la sua spada colpendo il cuore del nemico proprio un secondo prima dell’evocazione in modo da ucciderlo. Steel si avvicinò al corpo del suo nemico che lo guardava con odio prima di spirare, sfilò l’arma dal suo corpo e fece un urlo di vittoria attaccando altri nemici. I soldati di Nerual già avevano subito moltissime perdite con l’arrivo dei draghi, poi con l’arrivo anche del possessore della spada celeste stavano diminuendo sempre più, infatti erano già stati cacciati dalla città, in più ora che gli mancava un condottiero, si ritrovarono nel caos più totale, alcuni comandanti ordinavano di rimanere, ma oramai sapevano che era questione di tempo prima di ritirarsi, infatti i soldati venivano sempre più allontanati dalla città, e solo poco prima che il sole cominciava a sparire verso l’orizzonte che i soldati nemici si ritirarono

- vittoria- gridò Steel a squarciagola 

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Capitolo 9
*** Nono Capitolo ***


La battaglia era finalmente finita, e i soldati del sud entrarono trionfanti a Emor, acclamati come eroi, e tutti i soldati gridarono la loro gioia nell’aver vinto quell’importantissima battaglia, anche se c’era poco da restare felici, alla fine la battaglia ha mostrato tutto il suo terrore.
Il re si presentò in nome di tutti per ringraziare l’aiuto concessogli, sia ai draghi, che si erano trasformati in umani, comandati da Ashus, sia agli ent e ai soldati dei mari, in particolar modo a Steel
- ne siamo riconoscenti del vostro prezioso aiuto, se non fosse per voi, ora la mia città sarebbe perduta per sempre- disse il re di Emor Osvald
- tante sono le cose successe anche a noi - disse il generale Charlse che comandava le truppe di Amafran – noi abbiamo combattuto una battaglia navale che ci ha portato via il re e il principe di Amafran, il nostro dolore si unisce al vostro per la perdita dei nostri caduti-
- domani daremo riposo ai nostri caduti, ora occupiamoci dei feriti- disse il re
Anche Steel ricevette le lodi del re, ma il mirilith ribatte che era suo dovere, ma Steel non poté non imbarazzarsi quando vide le facce piene di rispetto e gratitudine dei soldati emoriani nei suoi confronti
L’unica ad avere una faccia sconvolta era Semjase, la ragazza era stanchissima, e ora che aveva visto l’orrore della guerra, capiva le parole di Morthond quando si sono incontrati la prima volta, e non poté non mettersi le mani sulla bocca e piangere per l’orrore dei soldati morti e mutilati, fu Steel a consolarla, mentre  camminavano per lasciare le mura della città   
I comandanti vennero tutti ospitati nel palazzo reale, compreso Steel e Ashus, che ancora non si conoscevano, era presente anche Morthond, il capitano aveva chiesto a Merp di occuparsi dei suoi uomini, ora la Saint Malo, che era riuscita a sopravvivere dalla battaglia navale era composta di pochissimi uomini, ora non avevano la possibilità di combattere più un’altra battaglia, quindi non poteva lasciare subito Emor per dirigersi verso Tortuga e combattere a fianco degli altri alleati per la riconquista dell’isola
I comandanti vennero tutti accomodati in una sala, seduti a un tavolo rettangolare, Steel non vide né  Swikel né Ember ed Uran, e la cosa lo preoccupò  
Fu il re ad incominciare a parlare, ringraziando ancora una volta i presenti per l’aiuto, iniziò a parlare delle forze a sua disposizione prima della battaglia, continuò raccontando di come i suoi soldati si stavano comportando, fino alla pugnalata alle spalle di un nemico
- siamo stati ingannati da un nemico che era stato presente con me per tutto questo tempo, in questo modo sapeva la nostra strategia, e l’ha sfruttata a suo favore, forse qualcuno di voi avrà sentito parlare di Swikel il Difensore vero?- domandò il re, e Steel tese le orecchie per ascoltare ed annuì, vide che anche qualche comandante lo conosceva
- ebbene, in realtà il nostro alleato era un nostro nemico, un doppelgenger, e si è sacrificato per cercare di portare l’esercito nemico alla vittoria, si è fatto saltare in aria distruggendo parte delle nostre mura insieme ad altri nemici, folletti per la precisione, che combattevano per la causa di Daemortius-  Steel non credette a quelle parole, come poteva essere che Swikel era un nemico in realtà, ha aiutato il suo gruppo quando dovevano raggiungere il regno degli elfi, se lo era davvero, perché non lo aveva ucciso lui e Orhen quando poteva? Quando è successo che il githzerai era stato sostituito da quel doppelgenger, e come?
- signore avrei una domanda- disse Steel alzandosi in piedi, i presenti lo stavano ad ascoltare- ci sono stati due persone in compagnia di Swikel o chiunque egli sia, ne sa qualcosa?-
- non so che fine hanno fatto, ma sono sicuro che c’erano delle persone al suo fianco, ma se sono ancora vive, li dobbiamo catturare perché sono persone sospette, ma ora basta così, c’è ne occuperemo più tardi, prego si risieda- il mirilith si costrinse a sedere, pregando che i suoi amici non fossero stai uccisi da quell’essere, ma doveva fare finta di nulla al momento, doveva tenere la missione di Orhen segreta, se avessero capito che conosceva Swikel e che stava con lui di recente gli avrebbero fatto un mucchio di domande, rischiando di dover dire che c’era una elfa con loro che corrispondeva a quella che stava nel taccuino dei ricercati come possibili alleati di Daemortius. Il re si mise a raccontare di quando i draghi e gli ent erano arrivati, fino a che non arrivarono i soldati dei mari del sud.
Questa volta fu il generale Charlse che parlò e raccontò la battaglia navale, parlando delle forze presenti in campo e dell’importantissimo contributo della spada celeste indicando Steel, era stata una battaglia terribile, molti soldati erano morti, il re e il principe erano morti combattendo insieme, perché furono isolati dagli altri soldati combattendo da soli contro il nemico, e ci fu poco tempo per salvarli, vennero sopraffatti immediatamente, ma per il resto era stata una grande vittoria, il nemico era rimasto schiacciato, le loro forze completamente distrutte, e il generale ringraziò Morthond per aver portato a Noupol le notizie di quell’immensa flotta diretta verso Emor, contribuendo alla difesa della città
- grazie per questa illustrazione generale- disse il re- chiudiamo questa riunione con un annuncio, domani si svolgeranno i funerali per i caduti di queste due battaglie, voi tutti sarete miei ospiti per quanto tempo vorrete-                                               
 
- cosa farai adesso Morthond?-domandò Steel appena tutti i comandanti erano usciti dalla sala
- io mi ritiro nella mia stanza a pensare, devo decidere il futuro dei miei uomini rimasti, non penso che andremo subito a Tortuga, invierò una lettera per sapere se le acque sono passate lì, solo allora lasceremo la città –  disse lo shanodin
-io penso che andrò a cercare dei mie amici che si trovano qui- disse il cacciatore, fuori dal palazzo reale c’era ad aspettarlo Semjase che guardava nella piazzetta reale, la città
- eccomi Semjase- la ragazza si voltò nel sentire la voce dell’amico, e gli sorrise
- le città umane sono davvero stupende, molto più belle delle nostre- disse la mezzosirenide
- e perché qui è più soleggiato che da voi, ed è più facile costruire palazzi in superficie che sott’acqua – disse Steel- piuttosto, ti andrebbe di accompagnarmi da una parte, devo incontrare degli amici- la ragazza accettò di accompagnarlo
Percorsero quindi la strada che conduceva per le mura, dove è diventato luogo di ritrovo per cercare i feriti, Steel aveva la sensazione che si dovevano trovare lì Ember e Uran, e forse gli avrebbero detto qualcosa su Swikel e poi, doveva avvertirli che sono in pericolo dalla giustizia di Emor
- Steel ti devo dire una cosa- disse Semjase improvvisamente
- cosa c’è dimmi- disse il cacciatore
- io in realtà già sapevo combattere, mio padre mi ha addestrata nel combattimento con le spade…-
- questo lo sapevo- disse Steel- era troppo strano che riuscissi ad imparare a combattere in soli due giorni, combattevi come una esperta…-
- io ti amo Steel – i due giovani si fermarono improvvisamente, la ragazza guardava il mirilith con fare speranzoso
- cosa…io..- disse Steel
- tu mi piaci Steel, davvero, io mi trovo bene con te..- Steel le mise una mano sulla spalla azzittendo Semjase, la ragazza abbasso gli occhi
- vedi Semjase, penso che a me piace un’altra persona, non che io non stia bene con te, ma ti considero come migliore amica, nient’altro, perdonami se i miei sentimenti non sono corrisposti –
La ragazza si mise a piangere guardando Steel con occhi pieni di lacrime, il cacciatore si mise ad abbracciare la mezzosirenide
- possiamo almeno rimanere amici?- domandò il mirilith, e Semjase gli fece gesto di si, Steel per consolarla gli asciugò le lacrime e la accompagnò  a bere qualcosa, la ragazza nella locanda dove entrarono gli parlò di come era nato il suo amore per lui e quando, ma era contenta lo stesso che sarebbero rimasti amici, alla fine dopo essersi calmata Semjase decise di andare alle mura per trovare gli amici del cacciatore
 
Le mura erano piene di soldati feriti, c’erano alcuni soldati di guardia, che avevano il compito di vegliarli, insieme a loro numerosi popolani che andavano e venivano per dare un contributo alla guarigione di chi si è impegnato per salvargli la vita, Steel parlò con un soldato se aveva visto un mezzelfo e un aviano, il soldato gli rispose che per i mezzelfi doveva andare nella parte est delle mura, mentre per l’aviano non ne sapeva nulla, nessun aviano a suo avviso aveva combattuto quella battaglia, Steel e Semjase percorsero un sentiero che portava per la parte est delle mura, la ragazza non poté non provare pietà per i feriti, ma preferì andare avanti stando sempre al fianco del cacciatore. C’erano altri soldati mezzelfi che facevano la veglia ai feriti, il mirilith fece la stessa domanda di prima a uno di loro, e quest’ultimo gli indicò un punto dove poteva trovare l’amico, e alla fine lo trovò, stava sdraiato, ed era bendato per tutto il petto e la gamba, e stava in compagnia con alcune persone, tre umani
 
Ember non riusciva a dormire, era  a pezzi, ma non ci riusciva a riposarsi, era felice di avere al suo fianco la madre, ed era contento di avere Lena e Rafiant al suo fianco, lo hanno davvero aiutato per tutta la durata della battaglia e dopo, Lena era brava come guaritrice, le ferite già stavano guarendo, e non mancava molto che si sarebbe rialzato, così aveva detto la ragazza, Rafiant invece si vedeva in volto che era triste anche lui, era stata una terribile giornata
- guardate sta venendo qualcuno da questa parte- disse Ithil indicando due giovani che camminavano verso di loro, Ember alzò la testa,  e uno di quelle persone lo conosceva molto bene
 
- Steel, sei davvero tu?- domandò Ember che provava ad urlare ma gli uscì solo una voce roca
- grazie al cielo sei vivo Ember- disse Steel inginocchiandosi a fianco del mezzelfo, nessuno dei due giovani nascose la propria felicità, il mezzelfo presentò al cacciatore chi gli stava intorno, presentando prima sua madre poi i due giovani ragazzi al suo fianco, anche il mirilith presentò Semjase ai presenti,  ma poi Steel tornò a farsi serio
- cosa è successo a Uran e Swikel?- domandò il mirilith,  Ember  tornò triste 
Il mezzelfo si mise a raccontare cosa era successo durante la battaglia, da quando Swikel si mostrò chi era veramente all’uccisione di Uran, ed ogni tanto interveniva pure Lena, che spiegava che quello non era Swikel, ma un suo vecchio rivale Besrekh, probabilmente in un combattimento Swikel venne sconfitto, e il doppelgenger ne approfittò per prendere il suo posto, e svolgere il ruolo di spia per Daemortius, anche Steel raccontò la sua storia raccontando di come aveva combattuto e girato per i mari, annunciando che era morto pure Gersh, e che Keld era andato a est con la Lega Sacra, ma anche che era riuscito a riunire i diamanti della spada, e quella forse era l’unica consolazione, infine il pericolo di finire in prigione che il mezzelfo correva perché stava con Swikel
- sapete dove si trova il corpo di Uran?- domandò improvvisamente Steel
Fu Rafiant ad accompagnarlo, dicendo a Lena di tornare ad occuparsi dei feriti, mentre Ithil la madre di Ember sarebbe rimasta con suo figlio. Il mirilith invitò Semjase a tornare da Merp, andando da solo con il guerriero, il corpo dell’aviano stava insieme ad altri morti della battaglia, non fu difficile riconoscerlo, era l’unico aviano insieme a tanti umani, Steel notò subito la brutta ferita mortale, e non poté non commuoversi
- domani allora daremo sepoltura ai nostri due compagni- disse a bassa voce il cacciatore
 
Il funerali si svolsero la mattina del giorno dopo, Steel volle che sia Uran che Gersh venissero sepolti insieme, quindi Uran venne sepolto nel punto dove erano attraccati le navi dei regni alleati del sud, anche perché Uran era un aviano, e gli aviani vivono a contatto con il mare nonostante lui era stato cresciuto dai nomadi, insieme a loro vennero sepolti anche tutti  i soldati caduti della battaglia navale, compreso i molti della Saint Malo, erano presenti anche Ember, che già era in grado di stare in piedi e anche Lena e Rafiant, mentre Lesha e Glissa dovettero restare a Emor, era presente ai funerali anche la principessa Sofia, figlia del re di Amafran e promessa sposa del principe Hennet, ed era ospite a Emor in quel periodo. Da quel giorno diventò la nuova regina, la principessa era sconvolta, e da tutto il giorno prima  era rimasta chiusa nelle sue stanze a piangere il suo lutto, che sarebbe continuato ancora per alcuni giorni    
 
Su Kazam il sole stava calando, e nelle finestre dell’imponente castello le luci del sole cominciarono a sparire, Daemortius stava sul suo trono che spettava a tutti i capi del consiglio degli stregoni più forti, ovvero i Neri, e stava ascoltando un comandante goblin che riferiva quanto riguarda la battaglia di Emor, il goblin non solo riferì che Emor non era stata distrutta, ma che era arrivato pure un potente guerriero con una spada magica e pareva invincibile, e che aveva già sconfitto la Flotta Invincibile nei mari del sud, le navi cefalidi e dei pirati del re Doust erano stati annientati, Amafran e Emor avevano ottenuto una grande vittoria, in più anche la Coalizione aveva vinto una importantissima battaglia, scacciando i ralcloss da quel territorio, in più Mirtan era caduta nelle mani della Lega Sacra scacciando i non morti da quell’area, e Madani, gli elfi e i nani avevano resistito   
- va bene basta così, puoi ritirarti- e il goblin se ne andò
 Daemortius rimase da solo con i suoi pensieri, come aveva immaginato i suoi eserciti avevano perso su tutti i fronti, il mirilith era riuscito nel suo compito, e anche per quanto riguarda le notizie dalla Coalizione, quell’umano, Ieyatsu era riuscito a sconfiggere i suoi uomini migliori dei ralcloss, e ha dato un importante contributo a quella battaglia a Margavasan, grazie al suo ruolo di spia, che gli permise di ottenere importanti informazioni sui ralcloss e delle loro forze in campo, in più a Emor aveva perso altri due uomini importanti
Il drow si mise a guardare la sua scrivania che stava poco distante alla sua destra, l’incantesimo che aveva intenzione di utilizzare per riprendersi lo scettro ancora non era completo, e gli serviva ancora tempo, anche se i suoi nemici avevano superato una dura prova, avevano ancora la forza di resistergli, e potevano contrattaccare, prese allora due decisioni, quella di concedere una tregua, e quella di preparare un possente esercito per tenere per quanto era possibile occupato il mirilith dandogli più tempo e possibilità per completare la formula                          

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Capitolo 10
*** Decimo Capitolo ***


Ember si trovava nelle mura della città ad assistere ancora i feriti rimasti, ora era quasi del tutto guarito, riuscì a camminare perfettamente grazie alle cure ricevute da Lena, e anche lui seppur poco  rispetto alla chierica, stava aiutando i feriti a guarire, insieme a Lena e Semjase, la mezzosirenide sapeva cavarsela con le fasciature, e visto che non aveva niente da fare decise di aiutare i feriti anche lei, erano ormai passati tre giorni dalla battaglia di Emor. Quel giorno era un giorno di gioia ma anche di lutto, sono arrivate delle notizie  da Mirtan la città santa per gli umani, i non morti sono stati sconfitti, la Lega Sacra, la coalizione di chierici di tutto il mondo contro Daemortius era riuscito a conquistarla, però sono morti anche i capi spirituali degli umani, e le chiese della città stavano in lutto, e Emor si stava preparando per l’elezione del nuovo vescovo della città, Ember sapeva da Steel che Keld aveva partecipato alla conquista della città e pregò che almeno lui tornasse vivo, sarebbe sicuramente triste nel sapere che Gersh non c’è più. Ad un certo punto arrivarono delle guardie che si misero in un punto per osservare quanta più gente possibile intorno a loro, Ember già sapeva che lo stavano osservando da tempo, lo stavano adocchiando già dal giorno del funerale, l’aveva detto Rafiant

- chi di voi si chiama Ember da Watnit?- domandò uno di loro

- sono io- disse il mezzelfo, sapeva che prima o poi sarebbe successo, Steel lo aveva avvertito, le ragazze al suo fianco lo guardarono preoccupato

- deve venire con noi, ordine del re- disse un soldato che andò verso di lui per mettergli le manette, Ember si voltò verso le ragazze e fece un cenno che sarebbe andato tutto bene, le ragazze però volevano reagire

- con quale accusa lo arrestate?- fece Semjase

- questi sono affari che non ti riguardano donna- disse un emoriano

- ma è ingiusto arrestare una persona così – disse Lena

- gli ordini non si discutono, non causate guai per voi-

Ember fece uno sguardo severo nei confronti delle ragazze facendo capire di lasciar perdere  e venne scortato verso il palazzo reale con le mani incatenate

 

Steel passeggiava con Morthond in quelle ore nelle vie della città, appena passavano per ogni vicolo la gente di Emor guardava Steel con gratitudine e ammirazione, molte erano le ragazze che ridacchiavano e lo guardavano al suo passaggio, e qualcuno gridò le sue lodi come eroe di Emor e di Noupol 

- ho lasciato Merp con i miei uomini, ora staranno aggiustando la barca- disse lo shanodin

- cosa farai adesso Morthond? Andrai allora a Tortuga?- domandò Steel

- non ancora, non ho uomini a sufficienza per una battaglia, ho inviato una lettera ai pirati erranti per farmi sapere se sono riusciti a conquistare la nostra isola, solo allora partirò con i miei uomini-

- ti porterai dietro anche Semjase?- domandò Steel

- non lo so, dipende da lei, la vita di un pirata può essere miserabile, e io non la vedo come pirata quella ragazza, sarà meglio che si trovi una vita a Amafran, è meglio-

- quindi non hai deciso di rimanere dalla nostra parte- disse Steel

- no, ma non per questo saremo nemici Steel, ormai penso che la guerra per noi pirati sia finita- disse Morthond

- Steel, Steeeel- il mirilith sentì gridare il suo nome, era Semjase che correva verso il cacciatore ed alcune ragazze gli stoccarono sguardi di rabbia

- hanno preso Ember, lo hanno arrestato-

Steel rimase di stucco, alla fine il re aveva deciso di arrestarlo, non perse tempo e corse immediatamente al palazzo reale, dove era ancora ospite del sovrano, ci mise un po’ per essere ricevuto da re Osvald, visto che aveva molto da fare per le politiche militari

- maestà, e vero che avete catturato un mezzelfo?- domandò Steel

- certamente, era considerato pericoloso, stava in compagnia di Besrekh, e quindi potrebbe essere un suo alleato- disse il sovrano

- non è vero quello che state dicendo, il mezzelfo è un mio amico, lo conosco da tanto tempo, non può essere un nemico- disse il cacciatore ad alta voce

- mirilith- disse il re con sguardo truce- se vuoi testimoniare a suo favore lo farai domani mattina durante il processo, se sei venuto per disturbarmi solo per questo era meglio che non venivi proprio oggi- detto questo il re se ne andò, Steel cercava di ribattere standogli dietro, ma il sovrano ordinò a due guardie di allontanarlo da lui, e il mirilith furente se ne andò dalla sala delle visite

 

La mattina dopo si svolse il processo nel tribunale della città, il giudice sarebbe stato il re in persona, visto che era anche la più alta carica giuridica, e il processo era importante, erano presenti molti comandanti compreso Morthond e Steel nelle panche d’onore insieme a Lesha e Glissa, e i popolali invece si trovavano più vicini alla porta d’ingresso della sala, seduti con le sedie che si erano portati da casa per assistere al processo, tra di loro c’erano Semjase, Lena, Rafiant e la madre di Ember

L’imputato venne condotto in catene, non era conciato bene, gli avevano messo il vestito che di solito lo si dà ai prigionieri, una semplice tunica a mezze maniche grigia, e aveva dei segni nelle braccia e sulla faccia, segno che è stato picchiato, Steel si innervosì nel vedere il suo amico conciato in quel modo, ma venne tranquillizzato da Morthond che gli mise una mano sulla spalla. Tutti si alzarono in piedi quando il re si alzò per pronunciare lo stato di accusa

- lei è Ember nato e cresciuto nel villaggio di Flouscent da una famiglia di ranger composta da suo nonno Daniel e sua madre Ithil?- domandò il re e Ember rispose positivamente 

- Ember di Flouscent, sei stato portato qui in questa corte per rispondere a codeste accuse, favoreggiamento ai nemici di Emor e sospetta diserzione in periodo di guerra, la pena se codeste accuse sono fondate, in nome del re e del popolo emoriano sono tenuto a condannarti alla massima pena, la morte per impiccagione –

Si sentirono nell’aula dei brusii, e qualcuno dal popolo protestò per le parole pronunciate dal re, si trattava di Lena, ma il re batte il martello per chiedere ordine, Ember rimase di sasso, alla fine sapevano pure della sua diserzione, ed era naturale, non è stato trovato il suo corpo in quella battaglia di tanti anni fa, e temette per sua madre, anche se gli aveva rilevato che non era mai stata messa in stato di accusa per questo, forse veniva considerata non idonea al combattimento, o forse non l’hanno proprio considerata come soldatessa    

- si inizi il processo, ricordo che in questa aula e permesso intervenire sia per l’accusa che per la difesa, inizierà l’imputato che racconterà al sua versione e risponderà riguardo inizialmente l’accusa di favoreggiamento al nemico- disse il re 

Ember si mise a raccontare il suo viaggio, con Uran e Swikel per raggiungere Emor, parlava a voce stanca, ma i suoi occhi erano ancora vivi, di chi vuole ancora lottare, dopo che Ember concluse la sua versione il re gli fece cenno di sedersi

- ora iniziano le domande, sia per la difesa che per l’accusa- disse il sovrano

- lei si trovava nel regno degli elfi quindi, e come si è unito a queste due persone?- domandò un comandante umano

- me lo ha chiesto una druida del luogo, io ho accettato-

- quindi lei è stato per tutto il tempo dagli elfi?- domandò sempre lo stesso umano

- no, sono stato a Watnit- disse Ember, il comandante ne voleva sapere di più, ed Ember dovette raccontare cosa faceva a Watnit e perché e andato nel regno degli elfi, il mezzelfo parlò tutto citando anche Orhen ma non la sua missione

- quindi lei conosce l’eroe di Emor?- disse il re indicando Steel, Ember annui

- si signore, lui ha contribuito perché io abbia adesso la spada nel pieno della sua forza- disse Steel, ma il re lo zittì

- ci racconti  per favore di nuovo della battaglia di Emor, cosa è successo?- domandò sempre il re

Ember raccontò per filo e per segno ciò che era successo, indicando come testimoni Lena e Rafiant, i due vennero chiamati a giudizio

- è vero quello che dice il mezzelfo?- domandò il re, i due risposero positivamente, raccontando la loro esperienza in battaglia, anche Lesha e Glissa vollero parlare, e il re lo concesse

Le due ragazze parlarono delle giornate passate con il mezzelfo, raccontando che non avevano avuto nessun sospetto nei suoi confronti, ad un certo punto si alzò Morthond

- Maestà vorrei che adesso sia l’eroe di Emor a parlare, penso che ne abbia diritto- disse lo shanodin e il re acconsentì

Steel si mise a raccontare di come aveva conosciuto Ember e raccontò dello stesso viaggio che i due avevano affrontato, concludendo, ancora che non poteva essere in alcun modo un nemico, ma ammettendo anche che, come il ranger, anche lui era stato ingannato da Besrekh

- ed è possibile che nessuno di voi se ne è accorto dell’inganno?- domandò il re, nessuno delle persone che avevano parlato rispose di si

- allora può essere anche lui un doppelgenger- disse un umano tra i popolani

-  ma anche se lo fosse perché non si è unito quando poteva con il nemico- disse Lesha- loro non sapevano dei draghi, altrimenti Besrekh non si sarebbe mai rilevato-

- forse perché gli era stato ordinato di non rilevarsi- disse sempre l’umano

- rimane il fatto che non si è unito a loro, combattendo invece al nostro fianco, perché? Besrekh si è rilevato, perché non lo ha fatto pure lui? comunque c’è un modo per levare tutti i dubbi- disse sempre Lesha- il sangue dei doppelgenger è nero come la pece-

Glissa si mostrò volontaria nel mostrare la prova, prese un coltellino e graffiò il braccio di Ember, il suo sangue era di un rosso vivo

- non è dunque un doppelgenger- disse Glissa   

- allora può essere un mezzelfo che si è unito a loro ingannandoci tutti- disse il comandante di prima

- però troppi sono le testimonianze a suo favore- disse Glissa   

- ma neanche uno straccio di prova- disse il re

- e poi maestà è caduto proprio su un mucchio di fieno, per raccontarne una bella poteva dire almeno letame- disse il popolano di prima ridendo

- questo è un fatto irrilevante, questa è l’unica parte della testimonianza non accertata, le altre combaciano tutte- disse Steel

- basta così, se non ci sono altri testimoni si passerà al secondo stato di accusa, la diserzione- disse il re

Il re chiese quando era avvenuta, e come, ed Ember raccontò la battaglia del suo villaggio natale, Ithil era preoccupata per il figlio, voleva  intervenire

- c’è nessuno che può dire il contrario di questa versione?- domandò il re

- vostra maestà, mio figlio era molto più giovane di adesso, era terrorizzato, è per questo che scappò dal villaggio- disse Ithil     

- è lei come lo sa?- disse sempre il re

- sono sua madre stavo con lui quel giorno-

Il re gli domandò se non aveva mai denunciato il fatto, la madre disse di no

- signora lei riceverà una pesante tassazione per questo, se non ci sono altri commenti per oggi chiudiamo qui, nuova seduta a domani, se non ci saranno prove o nuove testimonianze domani emanerò la sentenza- nell’aula salirono i brusii e parole di commento, sia a favore che contro, Ember venne ricondotto nelle segrete, mentre il resto dell’aula venne svuotata, solo Steel rimase con i pugni strettissimi e con occhi infuocati, non c’erano prove contro Ember, e nemmeno testimonianze, tutto questo potrebbe bastare per la sua scarcerazione, doveva pensare a qualcosa, a quanto pare il suo titolo “eroe di Emor” non vale assolutamente niente nei confronti del re  

 

Fuori il tribunale si riunirono Steel e tutti quelli che conoscevano Ember

- domandi diremo con forza tutti insieme l’innocenza di Ember- disse Semjase- sono sicuro che è innocente anche se lo conosco da poco-

- rimane il fatto dell’accusa di diserzione- disse Steel

- chiederemo se sarà possibile la commutazione della pena, nel frattempo sarà meglio cercare delle prove o qualche altro testimone a suo favore- disse Morthond

- bene allora fatemi sapere- disse Steel

E tutti si separarono per cercare qualcuno che conoscesse di vista il mezzelfo, cercando tra i soldati sopravvissuti dalla battaglia  

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Capitolo 11
*** Undicesimo Capitolo ***


La mattina dopo si svolse nuovamente il processo,  in tribunale c’erano tutti le persone presenti il giorno prima, e c’era anche qualche nuovo personaggio, il re si rimise nel suo posto, con Ember ancora incatenato al suo fianco poco distante, il sovrano riassume tutto quello che era successo il giorno prima
- continuiamo per quanto riguarda l’accusa per favoreggiamento- disse il re
- maestà abbiamo nuovi testimoni che possono confermare l’innocenza di Ember su questa accusa- disse Steel
Il re concesse la parola ai testimoni indicati da Steel, i giocatori di Palla Confronto Damavand e Sirdan, e un soldato che poteva affermare la caduta di Ember su un carro pieno di fieno, perché era presente lì vicino in quella situazione, il soldato non era sicuro al cento per cento che fosse proprio lui, ma dalla descrizione sembrava proprio di sì. i due giocatori invece affermarono di aver visto Besrekh colpire prima l’aviano e poi il mezzelfo, e poi di fluttuare verso il portone centrale, affermando quindi che Ember non poteva stare dalla parte del nemico  
- terremo in conto queste testimonianze, per quanto riguarda le accuse?- domandò il re
Nessuno pronunciò parole concrete contro il mezzelfo, Steel si sentì rassicurato, almeno per quanto riguarda la prima accusa forse era salvo
- sire ci sono delle possibilità però che durante la diserzione avesse avuto contatti con il nemico- disse un umano nobile
-  non ci sono prove per verificare se sia vero o meno, rimane il fatto che per tutto il tempo Ember non abbia dato segni di comunanza con il nemico- disse  Lesha che stava sempre di più assumendo il ruolo di avvocato difensore
- bene, se non ci sono altri stati di accusa, passiamo subito al secondo punto, difensori avete trovato uno straccio di prova a favore dell’imputato?- domandò il re
Purtroppo nessuno di loro aveva una prova, anche perché non c’erano veramente, l’unica testimonianza possibile era Ithil e qualche Ranger chiamato dal re per rendere noto ciò che successe quel lontano giorno a Flouscent, e quelle testimonianze poterono andare solo contro di lui, sebbene la madre facesse di tutto per nascondere la colpevolezza del figlio, cercando di inventare qualche scusa
- signora, lei sta rischiando davvero grosso, mi dica cosa è successo veramente quel giorno senza farfugliare o dando risposte che si contraddicono da sole, è vero o no che suo figlio se ne andò via da quella battaglia?- domandò il re
La donna annuì piangendo e venne scortata fuori da un soldato
- penso che non c’è più nulla da dire per oggi, quindi emanerò una sentenza provvisoria, che diventerà definitiva entro una settimana massimo per accertamenti- disse il sovrano, e tutti si prepararono ad ascoltare le parole del re
- Ember di Flouscent- disse il sovrano ad alta voce- in nome del re e del popolo di Emor, considerato le innumerevoli testimonianze a suo favore per quanto riguarda l’accusa di favoreggiamento, viene assolto per riconoscimento di inganno ai danni vostri dal nemico- e Steel tirò un sospiro di sollievo, ma ora rimaneva l’altra accusa, ed aveva paura 
- ma per quanto riguarda la diserzione, devo comunicarla che sarà condannato all’ergastolo per non adempimento del dovere massimo di un cittadino del proprio Stato, in guerra contro un’altra forza, per la difesa della propria nazione; questa pena è stata commutata perché ho riconosciuto il vostro impegno nella battaglia di Emor, ed essere quindi tornato alla difesa della Capitale-   
Urla di proteste e di giubilo coprirono l’intera sala, Ember venne portato in prigione, mentre lacrimava, Steel si mise davanti al re per fargli cambiare idea
- mi dispiace, ma è stato anche troppo, io non so nulla della giustizia dei mirilith, ma qui la diserzione è punibile con la morte, se per il momento lo commutata è anche per il vostro appoggio, ma non ci sono testimonianze abbastanza forti per salvargli la vita dalla prigione- disse il sovrano 
Steel uscì dall’aula del tribunale arrabbiato, doveva trovare un modo per salvare Ember dalla prigione, aveva circa una settimana, doveva farcela
 
Arnon era mezzo addormentato, il viaggio sopra degli gith era massacrante, anche se era sicuramente meglio che camminare a piedi con tutti i pericoli che ci sono, volavano per tutto il giorno, solo la sera scesero per riposarsi, da lassù poteva vedere le valli di Elysium, al suo fianco, altri due gith che portavano Barg e Beany, la ragazzina era tremendamente scossa
- promesso…. lo avevi promesso….- diceva in continuazione la ragazzina, senza dire altro
Anche Barg era scosso per il fallimento della missione, ad Arnon gli pianse il cuore e avrebbe voluto  dire come stavano in realtà le cose, ma preferiva tenerseli per sé
La sera si misero sempre nei punti difficilmente raggiungibile da dei nemici, quindi non c’era bisogno di fare nemmeno la guardia, il viaggio per Emor durò poco, circa cinque giorni di volo, ma i gith erano davvero stanchi e fu un sollievo per loro quando videro la città
- mio signore si vede Emor- disse un gith al druido, Arnon sorrise, da lassù poteva vedere che era ancora salva la città, chissà forse aveva fatto in tempo per dare una mano a una possibile arrivo dei nemici, ma poi guardando meglio, capì che la battagli già ci è stata, e aveva causato grandi danni, l’uomo ordinò di scendere, e i gith planarono davanti le porte della città sotto gli occhi sbalorditi di alcune guardie cittadine
- grazie infinite per il passaggio- disse Barg ai gith- questo è per voi, se volete potrete riposarvi in una locanda della città- il nano diede loro  dei soldi, e si portò in spalla la bambina
- alt, chi siete voi ?- domandò un soldato che faceva il turno davanti quello che rimaneva delle porte cittadine, e appena vide lo stemma del consiglio dei druidi, un semplice albero di quercia verde e oro li fece passare
 
Arnon e Barg camminavano per le strade di Emor, con Beany ancora sulle spalle del nano, il druido si mise a parlare con un soldato che incontrò per caso, e gli disse cosa sapeva di quello che era successo in città, il soldato gli racconto della battaglia, e della loro vittoria sul nemico grazie all’aiuto dei draghi e del possessore della leggendaria spada Celeste, e dell’inganno di un nemico, Arnon chiese se sapeva dove si trovava il possessore della spada, e il soldato gli disse che si doveva trovare ancora nel palazzo reale, mentre Barg chiese ad un’altra persona se sapeva qualcosa a livello internazione, e seppe della vittoriosa campagna a Mirtan e della vittoriosa battaglia nei territori della Coalizione, che era giunta un giorno prima del loro arrivo. Il gruppo andò verso il palazzo
- mi chiedo chi possa aver ingannato i difensori, temo il peggio, non ci è stato nessun riferimento su Swikel, ma solo su Steel, e l’unica buona notizia sembra che quel mirilith abbia completato la spada- disse Arnon
- speriamo solo che lo troviamo subito- disse Barg
Al palazzo reale il druido fece il nome di Steel, ma i soldati dissero che in quel momento non c’era era uscito, e non sapevano quando sarebbe tornato, Arnon allora gli diede una lettera e li pregò di consegnarla al mirilith appena si farà vivo
- dove andremo adesso Arnon? È stato un viaggio durissimo sarebbe meglio che ci riposiamo- disse Barg
- si, andremo in una locanda di mia conoscenza, ci sono già stato, e lì che ho scritto a Steel di raggiungerci –
 
Steel stava tornando a palazzo di cattivo umore, aveva incontrato delle persone indicate dalla madre di Ember che conoscevano il mezzelfo, e cercava di convincerli a testimoniare a favore del ranger, ma nessuno voleva farlo, nessuno voleva mettersi la giustizia contro per una persona che aveva commesso un reato, arrivato a palazzo uno dei soldati di guardia lo fermò
- mio signore, è passato da poco una persona che la cercava-
- e chi è?- domandò Steel
- sembrava un druido, e stava in compagnia di un nano e di una halfing, voleva che le davo questa- disse il soldato consegnando la lettera al mirilith
Al cacciatore gli si illuminavano gli occhi, era Arnon, era tornato finalmente così avrebbe avuto notizie da Orhen, che forse aveva raggiunto Brada, ecco forse perché non era stata citata
Steel corse per quanto poteva verso la locanda indicata, “ il lupo bianco” e chiese all’oste se aveva visto delle persone che corrispondevano al druido e al guerriero con una bambina, l’oste gli disse che si trovavano nella loro camera a riposare, e Steel salì il più velocemente possibile nei piani superiori, battendo fortissimo la porta della stanza indicatogli
- santi numi e chi è?- si sentì da dietro la porta la voce di Barg che aprì e assunse una voce stupita
- Barg sei tu- disse Steel abbracciando il nano
- è bello vederti Steel- disse Arnon da dietro e Steel andò ad abbracciare anche lui, il mirilith volle abbracciare Beany e la trovò sotto le coperte, ma appena vide gli occhi dell’halfing il suo entusiasmo sparì, Steel aveva capito che era successo qualcosa alla bambina
- che cosa è successo a Beany?- domandò Arnon
- è impazzita, mi dispiace- disse Arnon
- Perché?- domandò ancora Steel il druido non rispose, e il cacciatore lo pregò di dirgli quello che era successo, e come sta Orhen
- ho brutte notizie da darti – disse Arnon che si mise a raccontare ciò che è successo nella loro avventura, Steel non ci voleva credere, Orhen morta per colpa di un demone, Steel si mise a lacrimare
- mi dispiace davvero, so che abbiamo perso una importante amica- disse Arnon
- lascia perdere, è da un po’ che ci stanno capitando cose brutte- disse Steel, e si mise a raccontare della morte di Gersh, continuando poi a parlare dell’inganno di Besrekh e della morte di Uran, e anche il nano scoppiò a piangere, raccontò anche della partenza di Keld a Mirtan e dell’arresto di Ember, Arnon sapeva di Besrekh
- era un rivale di Swikel- disse- un giorno i due si scontrarono, e dallo scontro ne uscì vincitore Swikel che bruciò il corpo dell’avversario rendendolo irriconoscibile, forse è da lì che Besrekh ha preso il suo posto, ma ci ha ingannati tutti, compreso me che conoscevo Swikel da moltissimo tempo, e il suo comportamento non sembrava per niente cambiato, sapeva a quanto pare recitare molto bene-
- sta di fatto comunque che Ember è stato condannato all’ergastolo al momento, dobbiamo liberarlo, o potrebbero anche ucciderlo- disse Steel
- per quello vedrai non sarà un problema, portami dal re, avrò bisogno di te per questo, siamo due autorità importanti, non ci potrà ignorare, Barg te la senti di badare te Beany?- disse Arnon
Barg annuì che ancora lacrimava per la perdita del suo più fidato compagno
 
Arnon venne portato a palazzo, e chiese subito udienza, il re arrivò dopo un po’, visto che aveva ancora da fare con i vertici militari della sua nazione, alla vista del re il druido si inchinò, e lo stesso fece Steel, che nelle volte precedenti non lo aveva fatto
- voi siete Arnon del Consiglio dei Druidi suppongo- disse il re
- si Maestà, sono venuto per dirvi una richiesta e un consiglio-
- dica pure- disse il re , e Arnon gli rammentò di Ember
-maestà è stato dalla parte del consiglio per tutto questo tempo, anche se ha disertato da voi, non ha dimenticato di combattere per la nostra causa, lui per molto tempo ha protetto una persona importante per noi, ed ha aiutato l’eroe di Emor a completare la spada celeste-
- questo non cambia che non ha combattuto per me però- disse il re
- si Maestà, ma quello che voglio dirle e che indirettamente ha combattuto anche per voi, lui era comunque tornato pur sapendo che rischiava, per continuare a combattere contro il nemico che ci ha portato via tutto, perciò le chiedo di cambiare la pena in qualcos’altro in modo che noi druidi, e il possessore della spada possiamo usufruire della sua utilità-
- lei è sicuro che non possa essere un pericolo per noi e per voi, può garantirmi questo?- disse il re
- si maestà, lo garantisco, è stato una delle persone più fedeli alla nostra causa, ha combattuto per una persona a lui cara, ed ho altre persone pronte a testimoniare questo, compreso tutto il mio   consiglio- disse Arnon
Il re ci pensò un po’, tenendo la testa abbassata come per pensare, alla fine la alzò per parlare  
- domani emanerò la sentenza definitiva, vi annuncio però che sarà esiliato per sempre da Emor e dal suo regno, e che la responsabilità dei fatti presenti e futuri cadranno a voi, e che sia sotto osservazione sempre del possessore della spada Celeste- disse il re
- sarà mio scudiero e non lo perderò di vista- giurò Steel
- bene, ora mi scusi signor Arnon, oggi sono particolarmente stanco, mi parlerà del suo consiglio domani dopo l’emanazione della sentenza- e detto questo si congedarono
 
-vieni Arnon ti voglio presentare delle persone che sono state con me in questi momenti, e che hanno aiutato anche Ember, forse a quest’ora li incontriamo- disse Steel
- prima però andiamo da Barg- disse Arnon
I due andarono da Barg e gli annunciarono la notizia, Barg sorrise mentre toccava la schiena di Beany, la ragazzina stava dormendo della grossa
- ho chiesto all’oste se poteva portare su qualcosa da mangiare, è stato gentile a portarla, poi lei si è coricata da sola e si è messa a dormire- disse il nano
- allora non disturbiamola, vieni con noi anche tu Barg, ti voglio far conoscere delle persone- disse Steel  chiedendo poi all'oste di controllare la ragazzina
I tre lasciarono la locanda e si diressero verso la casa di Ithil, era stata Semjase a indicare a Steel dove si trovava, la mezzosirenide aveva trovato ospitalità lì, ad un passo alla piscina comunale, che non è altro che una terme, e dove la ragazza andava spesso per nuotare. Arrivati lì Steel bussò, fu  la mezzosirenide ad aprire
- Steel che piacere vederti come mai qui con queste persone?- disse la ragazza guardando prima il mirilith e poi i due sconosciuti
- prima fammi entrare e poi ti racconterò tutto, ho buone notizie- disse il cacciatore
Nella casa c’erano praticamente tutti, non solo la padrona di casa e Semjase, ma anche Lena, Rafiant, Lesha e Glissa, Steel sapeva che da quando era arrivato a Emor questi ragazzi stavano praticamente sempre insieme, ma c’erano pure Morthond e Merp, che probabilmente erano venuti per parlare con la mezzosirenide. Steel presentò a tutti Arnon e Barg, il nano Lena e Rafiant già lo conoscevano, e gli fecero subito le condoglianze per Uran, invece Arnon si stupì di vedere la figlia di Johan in quella casa, Arnon fece la conoscenza di Morthond, Merp e di Ithil, per poi passare a Lesha e Glissa
- perché non rimanete tutti per cena? Io sono sola, è un po’ di compagnia non fa mai male- disse Ithil e Arnon, Steel e Barg accettarono di buon grado.
Arnon a tavola raccontò che per Ember è tutto finito, che sarà presto libero, e tutti ne furono contenti, Ithil ringraziò il druido per quello che aveva fatto per suo figlio, poi il druido si mise a parlare con Lena e gli raccontò di aver visto suo padre e suo zio, alla conversazione si unì anche Glissa, poiché era fidanzata di Judan zio di Lena, mentre Barg si mise a parlare con Rafiant  e si raccontarono le loro avventure,  Steel invece si mise a parlare con i restanti facendoli divertire con alcune battute, il mirilith capì da Lesha che già lei si conosceva da tanto tempo con Glissa,Lena e Rafiant, perché facevano parte dello stesso gruppo,  il cacciatore sentì dal racconto di Semjase che stavano tutti facendo una colletta a favore della madre di Ember perché lei doveva pagare una tassazione per non aver denunciato la diserzione del figlio, Lesha si lamentò molto dell’ingiustizia del re, poi si mise a parlare con Arnon quando quest’ultimo parlò di Ieyatsu, alla stregona piaceva quell’uomo, ed era prossima al fidanzamento con lui.
Finita la cena Arnon e Barg volevano subito tornare alla locanda, provati ancora dal lungo viaggio
- grazie infinite signora, per quanto riguarda la sua punizione, farò il possibile per aiutarla- disse il druido
- lei ha già fatto tanto per mio figlio, non deve disturbarsi per questo- disse Ithil, e se ne andarono tutti nelle proprie abitazioni  
- è un peccato che Beany non stia bene, si sarebbe divertita- disse Barg
- almeno Steel non è impazzito come lei, ora tocca da vedere Ember se riesce a superare questa notizia, ha subito delle giornate pesantissime- disse Arnon       

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Capitolo 12
*** Dodicesimo Capitolo ***


La mattina dopo il druido si presentò al tribunale accompagnato da tutte gli amici di Ember e di Steel, c’erano poche persone rispetto alle altre udienze, questo anche perché l’adunanza è stata emanata solo la sera prima, Ember sgranò gli occhi appena vide Arnon e gli lanciò degli occhi supplichevoli, ma Arnon con una mano gli fece cenno di stare calmo

- proclamo ora la sentenza definitiva- disse il re ai presenti- in nome del re e del popolo di Emor, la sentenza verrà commutata grazie alla presentazione di nuove testimonianze a favore dell’imputato direttamente dal consiglio dei druidi, è stato riscontrato che, nonostante la diserzione ai danni di Emor, è stato riconosciuto l’azione che l’imputato agiva comunque indirettamente per gli interessi del governo reale sotto la dipendenza dei druidi, imputato Ember si alzi-   e il mezzelfo ubbidì

- lei è stato condannato all’esilio da codesta città, e ha tempo circa un mese per lasciare definitivamente il  regno, pena la morte se viene arrestato da un soldato  di Emor, continuerà pertanto a restare sotto responsabilità del consiglio dei druidi e sotto la vigilanza del possessore della spada Celeste- e il re se ne andò ordinando di liberare dalle catene il mezzelfo, Ember non ci credeva finalmente era libero ed andò ad abbracciare Arnon per il prezioso aiuto, e poi tutti gli altri

- Arnon, Barg che sorpresa rivedervi, vi devo la vita- disse il mezzelfo

- da oggi però sarai mio scudiero - disse Steel, ed Ember sorrise per la prima volta all’amico, non considerato più un rivale

- allora c’è l’avete fatta, Orhen è diventata una Bianca, e Beany?- domandò Ember

- prima hai bisogno di mangiare qualcosa e di riposarti- disse Ithil, e Arnon concordò, non aveva nessuna intenzione di dire ora cosa era successo, anche se doveva mentire di nuovo, purtroppo il re aveva da fare, non poteva parlare con lui, riguardo la guerra contro Daemortius  

Ember venne accompagnato a casa della madre insieme a Arnon, Barg, Steel e sua madre, gli altri avevano un lavoro da fare, compresa Semjase che doveva parlare con Morthond, Ember venne cambiato d’abito e mangiò con voracità tutto ciò che gli dava sua madre sotto il piatto, e solo quando si sentì sazio che parlò

- allora raccontatemi tutto della vostra avventura- disse Ember

- vuoi qualcos’altro tesoro?- disse la madre che cercava di distrarlo con il cibo, questo gli aveva detto Arnon, che nel frattempo aveva fatto finta di non sentire, così come Barg e Steel, che si voltarono dall’altra parte per non mostrargli il loro sguardo triste

- mi volete dire cosa è successo?- domandò di nuovo Ember, e Arnon fece gesto di voler prendere la parola, assumendo uno sguardo amareggiato

Il druido gli raccontò tutto riguardo la sua avventura con Orhen, compresa la sua scomparsa, Ember non ci voleva credere, non voleva credere che Orhen non ci fosse più, si mise a piangere fino a sentirsi male, e per questo si sdraiò sul letto

- non è possibile Arnon, no- disse il mezzelfo in continuazione, anche la madre si mise a lacrimare cercando di consolarlo in qualche modo

 

Era nuvoloso quel giorno, e il tempo sembrava minacciare pioggia, ma si sapeva che era già passato da un pezzo il mezzogiorno, Keld sospirò, erano finalmente arrivati a Emor, e presto sarebbero stati accolti da eroi, e le terre di Mirtan verranno consegnate al re Osvald, Glim stava ancora al suo fianco su un pony come lui, ed era contento di tornare vittorioso, ma l’entusiasmo della Lega scemò quando videro le mura della città,  erano quasi del tutto distrutte, e per un attimo temettero il peggio, fortunatamente videro però dei soldati emoriani su quello che rimaneva della mura cittadina e qualche soldato davanti ai resti del portone d’entrata. Vennero suonate le trombe, e la città si preparò a ricevere i vittoriosi di Mirtan, Keld sperò che dalla folla potesse vedere Swikel, Ember e Uran che ormai dovevano già stare da tempo in città, e pregò di incontrare anche Steel e Gersh. La Lega venne scortata verso il palazzo dove ad attenderli  c’era il re, e due dei tre capi spirituali degli umani, per il terzo la nomina è ancora più lunga, nel frattempo i corpi dei tre precedenti capi spirituali umani vennero portati nella chiesa più grande della città, la Madre dell’Unico, seguiti da una grande folla commossa   

-benvenuti a Emor, questa città vi deve molto del vostro sacrificio e coraggio- disse il re

- io, Glim, rappresentante unico  della Lega per volontà unanime dei suoi vertici, ho il piacere di consegnare alle Maestà vostre, la città e i territori di Mirtan, a una condizione però- disse lo gnomo

- e quale sarebbe?- disse il re in un tono vagamente irritato

- che riconosciate la sovranità dei mezzowolfen- disse sempre lo gnomo

- e sia, riconosco l’indipendenza di quella regione a est, a patto che ci sia un’alleanza tra i due popoli- disse il re, e l’umano e lo gnomo siglarono il patto

- stasera ci sarà una grande festa in onore delle recenti vittorie militari, e in onore dei caduti, che ci siano cento di questi giorni- disse il re

 La folla urlò la sua gioia , i soldati della Lega vennero tutti ospitati nelle chiese della città, mentre i vertici vennero ospitati nel palazzo reale, Keld venne scortato in una chiesa non molto lontano dal palazzo reale, lo gnomo era stanchissimo, e decise di riposarsi per tutto il giorno, andando a mangiare solo la sera, si stupì che nessuno dei suoi compagni lo avesse trovato, ma non sarebbe stato un problema, li avrebbe trovati lui

 

Il giorno dopo Keld si alzò di buon mattino, fece colazione, e avvisò che sarebbe andato a fare una passeggiata, lo gnomo volle andare al palazzo reale per sapere qualcosa di Swikel, dopotutto era una persona importante che aveva salvato le città alleate in parecchie situazioni, magari Emor era salva proprio grazie a lui

- Keld ciao- era Morthond, lo gnomo non credeva assolutamente che avrebbe trovato lo shanodin in città, e gli volle domandare subito ciò che era successo

- parecchie cose sono accadute, la storia è lunga, ti piacerebbe parlarne mangiando qualcosa?- domandò il pirata, e il chierico accettò

Morthond gli raccontò tutto, compreso la morte di Gersh, lo shanodin non voleva dirlo, ma il chierico insisteva su Gersh e voleva sapere di lui, il volto di Keld si fece triste, dopotutto era il suo migliore amico, anche se per metà era un orco, Morthond accompagnò Keld dal resto dei suoi compagni dicendo che era arrivato anche un druido e un nano

Keld venne accompagnato nella casa di Ithil, lo gnomo poté finalmente vedere Arnon, Barg che si erano ormai trasferiti in quella casa e c’era anche Steel, lo gnomo fece la conoscenza di Semjase e della madre di Ember, fu triste nel vedere Ember e Beany conciati mentalmente male, ma ancora di più nel sapere che la missione di Orhen era fallita

- ora Daemortius non avrà più rivali vero?- domandò Keld

- no in realtà c’è ancora una possibilità, ma è rischiosissima – disse Arnon

- allora è la nostra unica speranza- disse il chierico

- comunque auguri per la tua promozione cardinale- disse Barg sorridendo allo gnomo che ringraziò.

Keld e Arnon si misero a cercare qualcosa per risollevare il morale degli amici, tentarono con incantesimi, con pozioni, ma niente sortì l’effetto sperato, dopo pranzo lo gnomo volle portare i suoi amici a conoscere Glim, mentre Steel chiamò anche Lena e Rafiant che già stavano andando nella chiesa Madre dell’Unico, perché c’era la messa di celebrazione per le vittorie militari ottenute, e per la nomina del nuovo Sommo Sacerdote, e per l’annuncio che il re doveva dare al proprio popolo, solo Ithil decise di rimanere con suo figlio e Beany

La gente era davvero in festa, si preparavano la carne alla griglia in mezzo alla strada, e si distribuivano anche molti dolci e frutta, e grande fu la gioia quando si affacciò il terzo dei tre capi spirituali appena nominato in una delle finestre della grande chiesa, al suo fianco il re che gli fece gli auguri, in compagnia del principe Hennet che andava in giro con un bastone come supporto, il popolo lo guardò amareggiato, sarebbe stato zoppo a vita

- oggi è un grande giorno di festa, sia per la Chiesa che per lo Stato- urlò il re- oggi rinnoviamo la nostra amicizia tra le due sovranità, abbiamo tutti dato una grande lezione ai nostri nemici, dimostrando che non ci arrenderemo facilmente, che siamo ancora decisi a combattere per il nostro diritto di vivere e per la nostra libertà contro un tiranno che ci vuole vedere in catene o morti, oggi annuncio al popolo una notizia, il nemico ha concesso una tregua di un mese, una tregua che noi cercheremo di sfruttare  al meglio per riorganizzare le difese, faremo dei piani per ricostruire le nostre mura distrutte, e riorganizzeremo l’esercito duramente provato dalla battaglia di una settimana fa, ora però siamo allegri, perché giorni come questo non capitano spesso- e la folla urlò la sua approvazione

 Arnon pensò subito di chiedere un appuntamento con il re per mostrargli la sua idea, se Orhen fa in tempo ad allenarsi, la guerra lo avrebbero vinta loro, doveva quindi trovare anche il modo di comunicare con l’elfa, per quanto riguarda il re decise che forse era meglio avere l’appoggio di molte autorità, compreso i suoi due amici Steel e Keld, che ora sono considerati persone importanti

- venite vi voglio far conoscere un mio amico- disse Keld, e lo gnomo condusse gli amici da Glim che stava parlando con un chierico umano, forse per rispondergli a qualche domanda

- o salve Keld- lo salutò lo Gnomo, e Keld presentò al suo amico i compagni di avventura, cominciando prima da Arnon e poi da tutti gli altri

- ha un amico davvero coraggioso Arnon del Consiglio, e ha anche conoscenze eminenti come il possessore della spada Celeste- disse Glim indicando il mirilith- se non fosse stato per Keld, forse la città non sarebbe mai stata conquistata, il suo aiuto è stato prezioso –

Arnon era lusingato per quelle parole, era orgoglioso dei suoi amici, dopotutto li aveva scelti bene per l’avventura con Orhen nel castello dei druidi, il druido si congedò dopo aver pranzato insieme al capo spirituale degli Gnomi, Glim voleva conoscere meglio gli amici di Keld e venne accontentato, invitò tutti a mangiare qualcosa, ma Arnon doveva agire presto, quindi fu il primo ad alzarsi dopo pranzo e andare a palazzo reale per chiedere una visita dal re, i soldati alle porte lo fecero entrare senza fargli domande, ormai lo conoscevano già bene, il druido vide subito il re nella grande sala del palazzo e si avvicinò, il sovrano stava parlando con un inserviente, re Osvald non aveva una faccia felice 

- buon giorno maestà- disse Arnon che salutò, il re congedò l’inserviente e si mise a guardare il druido

- buon giorno- fece lui toccandosi le tempie, Arnon gli chiese se c’era qualcosa che non andava, e il re gli raccontò della situazione di Sofia, figlia del defunto re di Amafran, la principessa non usciva quasi mai dalla sua stanza, e passava il tempo a lamentarsi della morte di suo padre e di suo fratello

- lei ora è una regina, deve fare qualcosa, il suo popolo ha bisogno di lei- disse il sovrano, ed il druido si propose di andare a parlare con lei, e il re accettò

Arnon venne condotto nella stanza della principessa e una inserviente lo fece entrare, la ragazza stava ancora lacrimando e stava seduta sul letto, il druido si inginocchio davanti a lei per rispetto

- la prego se ne vada, ho bisogno di restare sola- disse la giovane che doveva avere la stessa età del principe Hennet, non per niente i due sono fidanzati

- maestà la prego di uscire da questa stanza…- disse il druido, ma la principessa si arrabbio, dicendo che nessuno la capiva, che voleva essere lasciata da sola, che c’era una sorella a Noupol che avrebbe potuto prendere il suo posto, ma Arnon non la lasciò, si avvicinò alla finestra e tolse le tende, da lì si vedeva il principe Hennet che parlava con la popolazione

- vedete maestà, la gente di Emor ama la propria famiglia reale, perché quest’ultima è sempre stata al loro fianco nei momenti più bui, lo stesso avevano fatto vostro padre e vostro fratello, lei è la sua figlia maggiore, lo sa che i suoi soldati sono ancora qui, ma loro non sanno quello che fare perché non c’è nessuno che li guidi, è giusto per quanto il suo dolore è forte lasciare chi è vivo da soli? quando una persona cara muore, chi non va mai lasciato solo è la persona che ancora vive, ed è l’unica che va consolata, stare chiusa qui dentro non lo aiuterà di certo, bisogna consolarsi a vicenda, non bisogna consolarsi nella solitudine- disse Arnon

- allora cosa dovrei fare io che non ho carisma?- disse la principessa

- non c’è bisogno di avere carisma per fare una regina, sto ascoltando proprio adesso le parole del suo principe, neanche lui ha tanto carisma, dice parole semplici, l’importante è la presenza, l’importante per un capo è far vedere ai propri sottoposti che sarà l’ultimo ad arrendersi, non è facile, non lo è mai stato- disse Arnon che si avvicinò alla ragazza- ma i suoi soldati hanno bisogno di lei, almeno che faccia vedere che esista-

 Arnon allungò la mano alla giovane che ricambiò e si alzò in piedi, la ragazza ringraziò e promise di pensarci, di andare dal suo popolo, allora Arnon si inchinò di nuovo e andò a parlare con il re per dirgli che forse per la principessa è tutto sistemato

 

- sono contento per quello che ha fatto, Arnon del consiglio- disse il re

- è stato un piacere dare una mano ai sovrani alleati- disse Arnon e il druido gli domandò se voleva sentire delle proposte riguardo la guerra di Emor, e il re ascoltò

 

- è una mossa azzardata  quella di attaccare Kazam, per di più con tutti gli eserciti alleati disponibili, avrei voluto una considerazione più saggia da voi- disse il re dopo aver ascoltato la proposta del druido

- maestà so che ci sono buone possibilità di sconfiggere Daemortius in questo modo, creiamo un possente esercito, e io mi intrufolerò dentro per impedire  al nemico di impossessarsi dello scettro-

- non sappiamo nemmeno se quello che dice è vero- disse   il sovrano

- Maestà, lo so da fonti certe che il nemico è a un passo dal riprendersi l’arma, se non lo fermiamo subito noi perderemo- disse Arnon  

-organizzerò un consiglio seduta stante per le decisioni di guerra, il suo parere verrà valutato dai rappresentanti delle nazioni presenti in questa città, convocherò gli ambasciatori del regno degli elfi, dei nani e dello Stato degli halfing, domani ci sarà questo convegno, stasera riceverò il ministro della guerra dei territori  eladrin, se vorrà anche lui sarà invitato – disse il re ed Arnon fu costretto a lasciare il palazzo, ora doveva convincere tutti della sua proposta, ma prima di ogni altra cosa doveva dire la verità a Keld, al momento la persona più vicina che possa dargli il contributo maggiore, e poi aveva pensato a lui per fare da esca insieme per ingannare Daemortius

 

note: scusate se ho messo subito due capitoli, erano già pronti 

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Capitolo 13
*** Tredicesimo Capitolo ***


Arnon andò subito a cercare Keld, sapeva che ci sarebbe stato il funerale dei capi spirituali umani morti a Mirtan, e pensò che probabilmente lo gnomo stava nella Madre dell’Unico, non fu per niente facile raggiungere le prime panche della chiesa, ci mise alcuni minuti, ma arrivato lì trovò subito Keld che stava pregando, il druido prese posto e si mise al fianco dell’amico che a sua volta stava con Glim , il druido e il capo spirituale degli gnomi si strinsero la mano, poi Arnon bisbiglio con Keld
- dopo ti devo parlare di una cosa importante- disse Arnon, e lo gnomo annuì senza smettere di pregare, fortunatamente per il druido la messa stava per finire
 
- cosa c’è Arnon, cosa mi vuoi dire?- disse Keld a fine messa quando tutti avevano già lasciato la chiesa, lo gnomo e l’uomo avevano deciso di fare una passeggiata per le vie della città
- fermiamoci prima da qualche parte, forse in quel grande parco- disse Arnon, e una volta seduti su una panchina a distanza di sicurezza da occhi indiscreti il druido parlò
- Keld devi sapere che in realtà Orhen non è morta- lo gnomo non ci credette al momento, ma il druido continuò dicendo che era tutto vero, raccontando tutto ciò che aveva fatto e visto, non sapendo ancora come l’elfa sia sopravvissuta, e gli dispiaceva aver detto delle bugia, ma voleva tenere la cosa il più segreta possibile, il druido parlò anche di quello che aveva detto al re
- ora però tu mi dovrai aiutare a convincere il re e gli ambasciatori dei vari regni più importanti- disse Arnon e gli spiegò il piano
- Arnon penso che sia rischiosissimo, e poi come fai a sapere che Orhen farebbe in tempo?- disse Keld
- gli stregoni specie quelli più potenti hanno una particolare magia di teletrasporto, devo solo cercare di avvisarla e penso che la cosa sarà fatta- disse Arnon
- ma non siamo neanche sicuri che sarà pronta- disse Keld
- lo so ma dobbiamo rischiare, so per certo che c’è poco tempo, in cento anni Daemortius oltre che organizzare gli eserciti, non ha mai smesso di mirare di nuovo sullo scettro, tra poche settimane forse giorni avrà la possibilità di prenderla, e tutte le vittorie, tutti gli sforzi che abbiamo fatto contro di lui, saranno state inutili, e poi se lei sarà tempestiva, forse non moriremo neanche, ma al momento siamo gli unici in grado di affrontarlo, al massimo potremmo portare Ember se si riprende- disse il druido, e lo gnomo annuì
- va bene, vedrò di convincere Glim sulla tua scelta, anche se non so se la Lega entrerà in guerra di nuovo, abbiamo pochi chierici a disposizione- disse il chierico
- mi basta solo il vostro appoggio – disse Arnon    
 
Orhen continuava il suo addestramento con Silasio, l’uomo gli insegnava come combattere e gli incantesimi da utilizzare, anche per gli incantesimi di protezione, visto che ora quelli di guarigione li aveva già imparati tutti, Orhen lanciava gli incantesimi non in modo impeccabile, ma almeno riusciva ad emanarli, e piano piano imparava tutte  le parole degli incantesimi, anzi andava anche troppo bene, anche se per addestrare un Bianco ci vuole almeno sessanta giorni di tempo, quindi due mesi, un tempo che Silasio non considerava, cercando di bruciare i tempi dove era possibile, ed aumentando le ore di allenamenti, l’elfa era stanca ma non si lamentava, sapeva dell’importanza del suo compito, l’unico rimorso e che non voleva questa responsabilità, e maledisse le opere del fratello, Silasio se ne accorse di questo disagio, e ogni volta la rimproverava, perché interferiva negli allenamenti
- non devi cercare l’odio per tuo fratello, quando starai davanti a lui, devi guardarlo con calma- disse Silasio- altrimenti non avrai mai la concentrazione per emanare gli incantesimi-
- lo fai facile tu che non hai mai visto il male che ha fatto- disse Orhen
- hai ragione io non ho visto le sue opere malvagie, le ho solo sentite, ma non pensare che così io non sappia come è fatto lui, io lo conosco, io l’ho allenato, e so i suoi punti deboli grazie alle mie esperienze, io sono molto vecchio, io ho allenato Ilsim, l’ho aiutato io a costruire lo scettro, io insieme a lui abbiamo dato vita al consiglio dei Bianchi e creato la spada Celeste- disse Silasio che era molto arrabbiato- e ti dico che questo tuo comportamento non ti aiuterà di certo contro di lui, anzi farai il suo gioco, ora riprova di nuovo per favore-
Orhen cercò allora di calmarsi e formulò l’incantesimo di protezione che aveva la capacità di limitare i danni dagli incantesimi, la ragazza ci riuscì e la sua faccia assunse una espressione di soddisfazione, e lo stesso lo era per Silasio, era contento di aver scelto lei come un Bianca, i figli di Woryat  avevano tutti del talento, e lei non era da meno    
- bene Orhen, ora però combattiamo, ti devo allenare anche su questo, te la senti?- disse Silasio, ed Orhen rispose di si, e si preparavano al combattimento
Orhen utilizzò gli incantesimi che gli aveva insegnato Silasio, sapeva che anche questi nell’utilizzarsi non doveva provare odio, ma mantenersi lucida e attenta ai movimenti dell’avversario, ma l’uomo li neutralizzò con facilità, lui usava degli incantesimi di difesa di livello più avanzati, per questo fermò gli incantesimi dell’elfa, l’uomo la incitò a continuare, e anche lui stesso attaccò e Orhen si parò evocando scudi di protezione e incantesimi di prevenzione, i combattimenti continuarono così, con parate e affondi come se si trattasse di un combattimento con le spade, fino a che non vinse Silasio, grazie ad un incantesimo che Orhen non fece in tempo a prevenire
- bene molto bene, oggi mi sei piaciuta- disse l’uomo ma Orhen non era contenta
- non te la prendere, sei una novizia e hai bisogno di esperienza, ma stai andando bene, io sono molto più forte di quell’Ashus che mi avevi raccontato, e ora lo sei anche tu, non ti sto mentendo, certo forse non puoi ancora batterlo senza difficoltà, ma già gli sei superiore, a te ti mancava la pratica seria, non hai mai studiato veramente gli incantesimi da stregona, scommetto che i tuoi parenti non ti hanno insegnato molto su questo vero?- disse Silasio
- si è vero, non hanno mai avuto occasione, se mi insegnavano qualcosa era di notte e per poche ore, dovevamo sembrare una famiglia contadina mi dicevano, io non lo avevo mai capito il perché, né loro me lo volevano dire- disse Orhen
- lo so, è successo tutto a tua insaputa, la gente normale non sa come sono in realtà le cose, e per questo che vengono nascoste, ma ora lo sai- disse Silasio
- avrei voluto tanto non saperlo- disse Orhen 
- non si può sempre vivere nell’ignoranza, certe cose dobbiamo anche affrontarle e avere il coraggio  di superarle- disse Silasio- ora vai a mangiare qualcosa e poi a dormire, continueremo domani-
- mi insegneresti gli incantesimi di neutralizzazione?- domandò Orhen
- non se ne parla, ci vuole troppo tempo- disse Silasio
- mi hai detto che sono più facili da evocare una volta imparati, e hanno maggiore effetto sulla difesa, ti prego insegnamelo- disse Orhen supplichevole, e Silasio dopo un sorriso annuì 
 
Orhen stava già dormendo, sognava di stare dai suoi nonni quando ancora erano vivi, e di quando era ospite di Oizal che parlava con i suoi cugini e con suo zio, improvvisamente si sentì chiamare e vide Arnon che si avvicinava
- ciao Orhen- disse il druido, e l’elfa ricambiò il saluto, improvvisamente diventò tutto bianco e l’immagine di Arnon si fece più chiaro, come se fosse per davvero sveglia
- tu non mi stai sognando Orhen, sono davvero io- disse il druido
- Arnon ma come..- disse la ragazza
- grazie a un incantesimo che sono riuscito ad utilizzare solo di recente, io ho il potere di trasferire la mia immagine da un altro posto e comunicare con persone di quel posto dove ho mandato la mia immagine, forse ti sembrerà assurdo ma è così- disse Arnon    
- non avrei mai immaginato che i druidi potessero utilizzare anche questo potere- disse Orhen
- si ma è un potere che può essere intercettato, specialmente  da Daemortius, se saprà che sto comunicando con tè lo verrà a sapere- disse Arnon- quindi passerò al sodo- la stregona era tutte orecchie
- devi aiutare Ember e Beany, purtroppo la notizia della tua morte gli ha trasmesso uno stato di depressione molto vicino alla pazzia, pensi di essere in grado di guarirli?- domandò Arnon e gli parlò dello stato di salute dei due compagni, Orhen assunse una faccia preoccupata e l’elfa dopo averci pensato su disse di sì
- posso farcela, mi ci vorrà un po' di tempo, ma sono in grado di aiutarli- disse Orhen
- allora vieni con me – disse il druido e teletrasportò la stregona davanti a Ember e Beany, che dormivano uno accanto all’altra, Orhen era felice di vederli dopo tanto tempo, e voleva andare ad abbracciarli, ma sapeva che non poteva, Arnon gli disse di provare ora e lei pronunciò l’incantesimo
 
Ember sentì come delle voci che lo chiamavano, e dal buio più totale vide davanti a lui una luce, e una presenza che si avvicinava, il mezzelfo era stordito non capiva cosa stava succedendo, poi vide chiaramente l’immagine di Orhen, e il ranger la chiamava per nome, Orhen cominciò a cantare una litania di una lingua che Ember non riusciva a capire, e poi gli mise una mano sulla testa e sul petto, e tutta la tristezza che affliggeva il mezzelfo cominciava a scomparire, il ranger lo sentiva, e fece un lungo sospiro di sollievo, poi la ragazza gli diede un bacio sulla fronte e gli accarezzo la guancia
- grazie- disse Ember e Orhen gli sorrise e si voltò
- non piangere per me, tu hai una vita davanti non buttarla così- disse Orhen mentre se ne andò
 
Intorno a Orhen ritornò il bianco, solo Arnon stava al suo fianco
- c’è l’ho fatta, tutti e due ora sono guariti- disse la stregona
- ma io ho percepito solo che lo hai fatto ad Ember- disse il druido
- no, domani vedrai che anche Beany tornerà alla vita- disse Orhen che abbracciò Arnon
- si hai ragione non posso permettermi di raccontarti tutto, ma un giorno spero di farlo- disse l’uomo
- tra meno di un mese forse ci vedremo a Kazam, è il massimo che ci ha concesso tuo fratello per prepararci, tieniti pronta e aggiornati in qualche modo-
 Il druido sciolse l’incantesimo, ed Orhen si ritrovò nella sua stanza nella villa di Silasio, aveva utilizzato i suoi primi poteri da Bianca a qualcuno, ora però doveva dormire, domani doveva iniziare un addestramento più duro
 
Daemortius si svegliò di soprassalto, aveva sentito una comunicazione che non percepiva da parecchio tempo, non sapeva tra chi, ma erano due entità piuttosto forti, ma una di queste sembrava molto alto, era una comunicazione che partiva dal sud e diretto a nord, ma non sapeva i punti precisi. Il drow si alzò era agitato, aveva proprio la sensazione di aver percepito qualcosa di potente, che si avvicinava al suo livello, ma chi poteva essere così forte? Orhen era morta non poteva essere lei, poi si bloccò, era vero che Orhen era morta, ma il suo corpo non era stato trovato, al drow gli si riempivano la testa di dubbi, quell’elfa era morta lo sapeva, ma era l’unica in grado di poter raggiungere quel livello, si mise a chiamare un servitore, avrebbe mandato qualcuno per la ricerca del corpo della stregona, almeno per rassicurarsi  se era viva o morta, purtroppo i luoghi dove si doveva collocare il corpo erano sotto i suoi nemici, quindi sarebbe stato difficile scoprire se era davvero viva o morta, forse ci avrebbe messo moltissimo tempo, doveva cercare di completare la formula il più presto possibile, avrebbe lavorato anche fino a notte fonda se necessario, non poteva rischiare tanto ora che manca davvero pochissimo alla meta
 
Il giorno dopo Orhen si sveglio serena, e si preparò per una nuova giornata
- buongiorno Silasio- disse la ragazza, ma l’uomo lo guardò severo, e l’elfa si chiese che cosa fosse successo
- mi avevi detto che la segretezza del tuo arrivo qui era prioritaria, ma ieri notte ho percepito che stavi comunicando con qualcuno, non mi importa chi e perché, ma non dovevi farlo, forse Daemortius lo avrà sentito, questo non ti preoccupa? Dovevi interrompere la comunicazione qualunque esso fosse- disse Silasio, e Orhen gli spiegò che era un suo compagno, e che due suoi amici stavano molto male, che doveva per loro utilizzare un incantesimo di guarigione e gli comunicò il messaggio di Arnon
- va bene fa niente, speriamo solo che a Daemortius non gli siano venuti i sospetti, sei pronta per imparare gli incantesimi di neutralizzazione?- domandò Silasio e Orhen rispose che era pronta                           

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Capitolo 14
*** Quattordicesimo Capitolo ***


La mattina dopo i capitani e i vari rappresentati di organizzazioni militari, si riunirono nella sala reale, Steel già ci era stato in quella sala quando arrivò per la prima volta a Emor, c’erano tutti quelli dell’altra volta, più Arnon, Sofia come regina di Amafran, Keld e i rappresentanti delle chiese della Lega. Arnon e Steel erano contenti, Ember e Beany erano usciti dal loro stato depressivo di pazzia, il druido aveva detto però al mezzelfo di non uscire da casa per non essere arrestato, ma Arnon era contento anche perché Keld aveva convinto Glim a stare dalla loro parte, lo gnomo gli raccontò del piano di Arnon e della possibilità di sconfiggere Daemortius
- so che sembra assurdo Glim, ma penso di non sbagliarmi, perciò ti chiedo di darmi una mano per la riunione di oggi- disse Keld, e il capo spirituale gnomo gli disse che ormai si fidava ciecamente di lui, e se diceva che se era possibile una vittoria in questo modo doveva essere vero, poi Arnon sperava nell’aiuto di Sofia e di qualche ambasciatore che lui conosceva, come quello degli halfing, e poi naturalmente di Ashus, presente anche il ministro della guerra eladrin e quello di Madani 
- si inizi l’udienza- disse il re- ricordo ai presenti la tregua di Daemortius, noi dobbiamo approfittarne di questo momento di debolezza del nemico per riprenderci, e prepararci per le incursioni future-
Arnon non volle perdere tempo e si alzò in piedi, il re però cercò prima di non ascoltarlo, ma il druido gli ricordò che ne aveva diritto, e quindi  raccontò ciò che aveva detto al re  il giorno prima
- io come ieri penso che sia una mossa azzardata attaccare direttamente il castello di Daemortius, potrebbe rilevarsi un totale fallimento- disse il re
- ho qui un foglio, che parla di un cunicolo nascosto, che porta direttamente davanti alla stanza dell’ex consiglio dei Bianchi, noi druidi, sappiamo per certo che il nemico sta per ottenere di nuovo lo scettro, con un incantesimo di sua invenzione, se ci riuscirà per noi sarebbe la fine- disse il druido
- e come sapete che sia vero questo?- domandò l’ambasciatore elfo
- siamo riusciti a spiarlo, e abbiamo visto che si stava preparando per ottenere il potere che con l’inganno ha ottenuto cento anni fa- disse Arnon mentendo sul fatto dello spionaggio– quindi io e qualcuno che vorrà venire con me, andremo fin dentro il castello e fermeremo i suoi piani, non sto dicendo che sia sensato, è folle, ma è l’unica cosa che si possa fare, mentre i soldati tengono a bada i nemici-
- lei vuole praticamente una battaglia  uguale a quella del paladino d’oro e della battaglia di Kazam, la prima di questa guerra , giusto?- disse l’ambasciatore dei nani, il druido rispose positivamente, ma il nano gli disse che quelle battaglie erano andate perse, e c’era il rischio di  perdere anche questa
- signori, se io ho ottenuto il potere della spada, lo devo ad Arnon- disse Steel, anche Keld si alzò per appoggiare il druido, e Glim fece lo stesso, mentre gli altri rappresentanti della Lega erano titubanti, ma anche Sofia si alzò a favore del druido
- questa impresa rappresenta una speranza, ho sentito spesso parlare dei druidi, sono loro che hanno contribuito tantissimo per la difesa delle nostre terre, che siano umani, nani ed altri, se c’è una possibilità di fermare il nemico, è questa, anche se solo per momentaneamente- disse la regina
- se io e il mio aiutante, che ho il piacere di presentarvi, ovvero Keld di Bern, che ricordo a contribuito tanto alla conquista di Mirtan , riusciremo nell’impresa, questa volta il possessore della spada Celeste avrà il tempo necessario per sconfiggere il nemico, e noi potremmo vincere definitivamente- disse il druido
- e come visto che anche il paladino d’oro per quanto era forte venne sconfitto da quello stregone?- domandò il re
- semplicemente perché Daemortius sta da troppo tempo lontano dallo scettro, e il suo potere va scemando, presto avrà la forza di un Nero normale, che anche se è difficile lo stesso ucciderlo, non è impossibile per il possessore della spada, e nemmeno per uno come il signor Ashus, che ho il piacere di vedere in questa sala- disse il druido, e il drago gli sorrise
- l’idea è buona signore, anche perché è possibile prepararla in poco tempo, già l’esercito degli halfing e degli elfi si sta spostando verso est, per rallentare l’avanzata nemica e dare tempo alle città di difendersi- disse l’ambasciatore halfing, e anche il rappresentante degli elfi  confermò 
Il re propose semplicemente di organizzare le difese della città e dell’esercito da eventuali invasioni, ribadendo che era più sensato della proposta del druido, e poi concesse il voto, Arnon ottenne il favore di gran parte di quel consiglio, compreso quello dell’eladrin e del ministro della guerra di Madani, che aveva tutto l’interesse ad allontanare la guerra dal suo paese  
- se questa è la decisione del consiglio, verrà deliberata, chiedo allora gli ambasciatori di avvertire i loro rispettivi sovrani per unire i loro eserciti con i nostri- disse il re
 
Lo stesso giorno Morthond decise di lasciare la città, aveva ricevuto la notizia che Tortuga è stata conquistata, e che i pirati usciranno dalla guerra, ma diceva anche che lui e i suoi uomini non sarebbero i benvenuti nell’isola, proprio perché hanno patteggiato con i nemici, ma Morthond voleva tentare comunque di convincerli ad accettare lui e suoi uomini, dopotutto era quella la loro terra natale, lo shanodin si sarebbe portato anche Semjase, la ragazza voleva partire per stare più vicina al mare, a Emor ne sentiva la mancanza, ma non sarebbe andata direttamente con loro, i pirati l’avrebbero lasciata a Noupol come rappresentante provvisoria dei pirati erranti, e la Saint Malo avrebbe accompagnato la nave della regina Sofia a Amafran, sarebbero partiti nello stesso giorno anche Rafiant, Lena, Lesha e Glissa, per la Coalizione, i ragazzi avevano l’intenzione di raggiungere Johan e Judan per aiutarli. Fuori città salutarono prima i ragazzi della Coalizione, Ember venne nascosto grazie a un incantesimo illusorio evocato da Keld, perché non doveva far vedere ai soldati di Emor che aveva lasciato la città quel giorno, altrimenti non potrebbe più tornare a casa di Ithil al sicuro. Il mezzelfo salutò e ringraziò gli amici, sperando un giorno di rincontrarli, Arnon disse a Lena di salutargli Johan, e Barg abbracciò forte Rafiant, anche Beany e Keld salutarono, poi si separarono e Arnon e i suoi andarono al porto di Emor per salutare Morthond e Semjase, Steel abbracciò gli amici, compreso ovviamente Merp, e salutò anche qualche pirata che conosceva, anche Ember salutò Semjase, che era sempre stata con lui quando stava male
- spero che un giorno potrò venire con te a girare per il mare, a me è sempre piaciuto- disse Ember- ti devo ringraziare per quello che hai fatto per me-
- di nulla- disse la ragazza che sorrise, ed accettò di buon grado la proposta di Ember di esplorare le isole del sud
Anche Arnon salutò qualcuno oltre gli amici di Steel ed Ember, salutò con gli occhi la regina Sofia, e lei ricambiò, ringraziando sempre con lo sguardo
- forza adesso è ora di tornare a Emor- disse Arnon quando le navi avevano già lasciato il porto
- prima però andiamo alla tomba di Gersh e Uran, sono sepolti qui vicino no?- domandò Barg, e Keld approvò la volontà del nano, e tutti andarono a dare un saluto agli amici caduti  
 
Keld aveva sentito che la Lega al  momento si separava, ognuno andava per le proprie terre per organizzarsi, quindi anche Glim sarebbe tornato nei territori degli gnomi, la decisione venne presa il giorno stesso verso pomeriggio, la mattina dopo Glim era già pronto a partire
- addio Keld, che Garl ti assista per la difficile prova che ti attende- disse il capo spirituale degli gnomi
- addio Glim, spero che un giorno ci rivedremo- disse Keld
- io vorrei che tu sarai il mio successore quando non ci sarò più, quando accadrà, avrò già riferito a tutti i tuoi colleghi la mia volontà- disse Glim, e Keld ne fu lusingato, si abbracciarono per l’ultima volta e si separavano, dopo che il vecchio Vescovo  salutò anche gli altri
Ora rimanevano solo loro, anche se per poco, il re stava per completare tutta l’adunanza possibile dei soldati a sua disposizione per poi lasciare la capitale e fermarsi a Lanital, una città poco lontano da lì  dove si sarebbero riuniti con altri soldati dell’esercito di Emor
 
Partirono al terzo da quando venne presa la proposta di Arnon, fu il re stesso ad annunciarlo, Arnon e i suoi compagni si preparavano per la partenza, Ember chiese alla madre di occuparsi di Beany
- io voglio venire con voi, non potete lasciarmi qui- disse la ragazzina che si arrabbiò molto appena glielo dissero
- hai fatto abbastanza per questa avventura, ora avviene una parte troppo dura per te, non che non sai combattere, ma sei ancora una bambina, lo sai che è già tanto che sei venuta fin qui salva- disse Ember
- voi siete tutto ciò che ho, non voglio lasciarvi- continuò ancora la bambina
- starai con mia madre, non sarai sola- disse il mezzelfo
- ora qui si tratta di combattere Beany, e fare una battaglia è orribile, te lo posso garantire- disse Steel
- come se non avessi combattuto insieme a voi- disse la ladra
- niente discussioni, lo facciamo per il tuo bene, non andiamo a divertirci lo sai- disse Arnon e Beany si mise a piagnucolare chiudendo la porta della sua stanza
- mi raccomando madre, tienila d’occhio, probabilmente tenterà di venire con noi in qualche modo- disse Ember e la madre annuì abbracciando il figlio chiedendogli  la promessa di tornare vivo
Il gruppo incominciò a lasciare la città, Ember respirò a pieni polmoni, non usciva da tanto,ma arrivati alle porte vennero fermati da due soldati che domandarono cosa ci faceva ancora il mezzelfo in città
- io dovevo rimanere qui- disse Steel- non potevo certo mandare via dalla città il mio scudiero- i soldati lasciarono perdere ricordando però che stava per scadere il termine permesso al mezzelfo di rimanere anche nel regno, il mirilith annuì e disse di non preoccuparsi, che non ci sarebbero stati altri problemi su questo caso. Così l’esercito lasciò la città, il viaggio sarebbe durato mezza giornata Lanital non distava molto da lì
 
Beany era arrabbiata,  non poteva accettare quello che gli avevano fatto, “ è per il tuo bene”, “sei una bambina ancora” , tutte parole già sentite, doveva trovare il modo di scappare
- vuoi che ti porto qualcosa da bere?- domandò Ithil mentre entrò nella camera di Beany e fino a poco prima anche di Ember, la bambina stava distesa sul letto in pancia in giù e guardava fuori dalla finestra  
- va bene grazie - disse la ragazzina e Ithil se ne andò, Beany si mise a sedere, poi si alzò, guardò la finestra, poi il tavolo a poca distanza, e gli venne un’idea, il suo zaino era già pronto, se lo mise in spalla, si mise in piedi sul letto e saltò sul tavolo, per poi fare un altro salto per ritrovarsi sul bordo della finestra, purtroppo era piccola, quindi non poteva fare un salto lungo. Beany aprì la finestra stando attenta ai rumori, sentì Ithil che aveva già incominciato a salire le scale, visto che la cucina stava al piano terra e lei al primo, la ragazzina guardò giù, non gli venivano le vertigini, era stata addestrata a non averle, e si ricordò dell’ultima missione che fece per Yeslis, si trovava nella stessa situazione, la bambina fece mente locale ed agì, fece un piccolo salto e si aggrappò con le mani nel bordo della finestra, poi lasciò la presa e finì in quello del piano terra, un altro salto e poté correre verso fuori città, guardando la casa di Ithil, gli sarebbe piaciuto avere ancora  una madre pensò, e gli dispiaceva lasciarla sola senza avvertirla, ma non c’era tempo  per i rimorsi, voleva raggiungere i suoi amici e lo avrebbe fatto
 
Il viaggio non durò molto, come era previsto arrivarono verso mezzogiorno, la zona dove si trovavano era una volta una palude, bonificata centocinquantanni prima, ed è una pianura, il capoluogo, Lanital era né troppo lontano dal mare, né troppo lontano dalle montagne, ed era possibile vedere delle città sulle colline, Ember si chiese come mai erano ancora intatte, e se forse questa era una zona poco colpita, ma Arnon gli disse che in realtà quelle città erano quasi del tutto disabitate, che vivevano solo una manciata di persone, Lanital, era una città giovane rispetto a tutte le altre intorno che erano antichissime, ma il paesaggio sembrava ricordare chi dominava una volta quelle zone, ovvero le paludi, Arnon raccontò che verso il mare è possibile vedere delle dune, come nei deserti, e una montagna che tocca il mare, e  che alcuni dicono assomiglia a una donna sdraiata, appena giunsero nel luogo si incontrarono con gli altri soldati già presenti fuori città
- ci riposeremo qui- disse il re- entro una settimana ci  prepareremo per la battaglia, ed entro quell’arco di tempo si uniranno a noi tutti i soldati possibili del nostro regno, poi andremo a Kazam e inizieremo a combattere-
 
Beany arrivò a Lanital verso sera, e tutto intorno venne coperto dalla nebbia, l’umidità era terribile, ma a Beany non importava, aveva portato tutto il necessario per passare la notte all’aperto, e fu una fortuna quando trovò un buon riparo per la notte, totalmente coperto, grazie alla mappa di Barg che aveva letto prima che il nano partisse insieme agli altri, riuscì senza problemi a capire dove più o meno doveva andare, ora aveva l’accampamento a pochi metri, il giorno dopo avrebbe provato ad intrufolarsi, si sistemò sotto il sacco a pelo e prese sonno tenendosi però sempre in uno stato di dormiveglia, fortuna che quella notte non accadde nessun problema 

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Capitolo 15
*** Quindicesimo Capitolo ***


 La mattina dopo Beany si avvicinò all’accampamento militare, voleva entrare, ma sapeva che un halfing bambina insieme a tanti soldati umani non era una buona prospettiva, avrebbe portato sospetti, e Steel se ne sarebbe accorto, ma la ragazzina sentì un corno, stavano arrivando altri soldati, e fortunatamente erano halfing, che entravano nell’accampamento. Come una brava ladra decise di intrufolarsi senza farsi notare, fortunatamente l’erba era alta e i soldati erano tutti distratti a guardare i nuovi arrivati, si appostò dietro un cespuglio e aspettò con calma, non doveva agitarsi, ora aveva una idea in mente. Era difficile da vedere, ma Beany poteva intuire che gli halfing si stavano appostando un po’ lontano da lei, la ragazzina si tuffò nel verde, stando attenta a non cadere negli acquitrini che erano davvero tanti, e rendevano difficile i movimenti della ladra, a distanza ravvicinata la ragazzina poté vedere gli halfing che si sistemavano le tende, aiutati dagli umani, messe da una parte c’erano delle armature, di taglie che a occhio e croce potevano stargli bene, il trambusto era sonoro, ma c’erano soldati ovunque, e la ragazzina cominciò a spazientirsi, ci avrebbe messo una vita per ottenere quelle armature e camuffarsi. Poi gli venne un’idea, e tirò fuori dallo zaino dei trucchi che aveva da quando ha lasciato Erevantor, aveva pensato che dei trucchi per imbrogliare i criminali gli sarebbero stati utili all’epoca, e poi li utilizzava anche quando lavorava per Yeslis, con il favore delle piante alte iniziò l’opera, cercando di assumere un aspetto più vecchio, ma soprattutto da ragazzo, prese uno specchietto un po’ rotto sempre dal suo zaino e si specchiò aveva fatto un buon lavoro, sembrava davvero un altro, le armature erano ancora lì, e gli halfing ancora occupati, entrò nell’accampamento senza farsi notare e camminò come se fosse uno di loro, prese una piccola armatura e una tenda per una persona e fece finta di essere un soldato, sapeva che prima o poi qualcuno se ne sarebbe accorto della mancanza di qualcosa, ma gli halfing per natura si portano sempre qualcosa di riserva, e quindi poté solo sperare che non se ne accorgano, o meglio che non gli poteva interessare.

 

Arnon stava osservando da fuori dalla sua tenda, i primi alleati erano arrivati, ed non erano neanche tutti, domani forse o anche tra poco ne sarebbero arrivati altri di halfing, l’ambasciatore l’aveva detto, l’esercito halfing era il più vicino ai territori di Emor, ma anche gli elfi non erano tanto lontani, quindi dovrebbero arrivare anche loro tra pochi giorni come pure i nani, ma quello che sperava di più era l’arrivo degli Eladrin, creature celestiali, sembravano anime che camminavano ancora tra i vivi, o anche angeli degli dei, ed erano gli unici che potevano competere ad armi pari con i demoni, e Arnon intuiva che Daemortius ne aveva sempre qualcuno di quelle creature al suo fianco, dopotutto sono i guerrieri più temuti, è stato bravissimo Steel a sconfiggere Nerual, considerato il demone più potente di Daemortius, con Steel si poteva davvero vincere tutte le battaglie, ma il mirilith era solo una distrazione, lui stesso era una distrazione, se Daemortius non ha ancora sospettato nulla, riceverà una brutta sorpresa, e la guerra potrà finalmente finire  

- cosa stai pensando Arnon?- domandò Keld

- nulla sto guardando i nostri alleati, Steel, Barg e Ember si stanno ancora allenando?- domandò il druido, e il chierico rispose di si

- dopotutto saranno loro a combattere, se stanno vicini a Steel, forse non gli succederà nulla, dopotutto Gersh è morto  anche per questo, non che sia colpa di Steel chiaro, ma mi sentirei più sicuro se non si separassero durante la battaglia- disse Keld

- allora terremo in considerazione questa cosa a Steel, dopotutto, Ember non è diventato suo sottoposto?- disse il druido

- alleniamoci anche noi allora- disse Keld e Arnon accettò   

 

Beany finalmente poteva muoversi come se fosse veramente un soldato halfing, girò per l’accampamento fino a che non vide Arnon e Keld che si stavano allenando, li guardò, combattere, poi decise di cercare gli altri, e li trovò più avanti che si stavano allenando anche loro, anche lei voleva provare la sua bravura contro di loro, ma così sapeva che sarebbe stata scoperta, e già la sua altezza suscitava sospetti tra gli halfing, ma il suo aspetto maschile li confutava, e alcuni provavano pietà che un giovane ragazzo fosse stato chiamato ad affrontare una prova così difficile, ma lei nella sua vita aveva fatto gran parte da sola, e aveva affrontato prove durissime per una della sua età, se doveva combattere in quello stato così sarà, e magari si sarebbe avvicinato ai suoi amici per aiutarli

 

I giorni passavano, Arnon e i suoi si allenavano costantemente, i soldati alleati arrivarono in massa, e ora l’esercito che il druido aveva in mente prendeva sempre più consistenza, anche Beany si allenò, aveva trovato qualcuno con cui combattere, e per ogni vittoria, cominciò ad attirare l’attenzione, richiamando sempre più soldati halfing che la volevano sfidare, tutti gli altri combattevano con una spada, mentre la ragazzina con i tonfa, adatti alla sua agilità, che la rendeva un bersaglio difficile da colpire, il culmine arrivò quando un caporale la sfidò, e quest’ultimo perse, nessuno degli ufficiali fece domanda di chi fosse, non gli importava, se avevano un soldato così forte nelle loro file ben venga  

 

Erano passati circa sei giorni, Keld aveva studiato con Arnon la mappa per poter entrare nel castello di Kazam donatogli da Oizal, il chierico decise di fare una passeggiata per rilassarsi,quando si avvicinò nel campo degli halfing, e sentì due ufficiali che stavano parlando tra di loro nella loro lingua natale, anche se non sapeva molto, Keld aveva studiato la lingua degli halfing, e capì alcune parole

- sai, c’è un soldato…. con dei tonfa…. forte- disse un ufficiale, queste erano le parole che lo gnomo percepì

- chissà ….viene…- disse l’altro

Un halfing con dei tonfa, Keld decise di andare a vedere di persona, ed entrato dentro l’accampamento sentì delle urla di incitamento, ed avvicinandosi vide degli halfing che urlavano e gli davano tutti la schiena, lo gnomo cercò di vedere cosa ci fosse di così interessante, ma ben presto capì che si trattava di un combattimento, lo gnomo riuscì a vedere due halfing che si affrontavano, e uno di questi doveva essere proprio quel soldato che i due ufficiali avevano citato, quel soldato si muoveva con agilità e metteva in difficoltà l’avversario, fino a che non si arrese

- voglio essere io a sfidare quell’halfing- disse lo gnomo, e tutti lo guardavano strano, chi poteva essere?

- non ho voglia di affrontarti gnomo- disse Beany che cercava di assumere per quanto era possibile una voce maschile, non voleva assolutamente avere niente a che fare né con Keld né con gli altri del suo gruppo

- io non penso che ci sia nulla di male soldato, io semplicemente voglio misurare la mia forza, e non penso che tutti non ne siano d’accordo- disse Keld che dalla voce che sentì dall’halfing gli aumentarono dei sospetti, ma Beany non aveva voglia, ribadendo che lui era un chierico alto e che non sarebbe stato un combattimento ad armi pari, lo gnomo gli disse come sapeva che era un cardinale, dopotutto era vestito in tunica da guerra, e l’halfing disse che si vedeva e basta, e decise di andarsene

- io non mi ritirerei comunque, perché tanto non c’è in gioco nulla no?- disse Keld, e tutti approvarono le parole dello gnomo, costringendo la ladra a combattere contro di lui

- userò solo la mia ascia prometto- disse Keld ed iniziarono il combattimento

La ladra era davvero agilissima, lo gnomo cercò di parare con l’ascia, ma Beany colpiva in molti punti, graffiando l’avversario e mettendolo in difficoltà, la ladra voleva chiudere più in fretta possibile lo scontro, ma Keld cercava di guardare il suo avversario, capirne i lineamenti, e alla fine capì, la ladra gli fece uno sgambetto facendolo cadere a terra, e gli puntò la lama alla gola

- soddisfatto adesso?- domandò la ragazzina in mezzo a tutto il trambusto

- adesso sì Beany- disse lo gnomo non ad alta voce in modo tale che nessuno avrebbe capito bene le sue parole, la ladra rimase di sasso, alla fine lo aveva scoperta  

- come mi hai scoperta e da quando?- disse Beany

- da quando ho sentito che c’è un halfing con dei tonfa che mi sono venuti dei sospetti, poi durante il combattimento non ho avuto dubbi, solo tu ti muovevi in quel modo, ricordandomi i combattimenti che facevi quando andavamo verso il regno degli elfi- disse lo gnomo – adesso vieni con me però- la ragazzina abbassò gli occhi e lo seguì senza dire una parola, sapeva dove l’avrebbe portata, e si stava preparando per una bella sgridata

 

Beany era seduta su una sedia, si trovava nella tenda di Arnon, davanti a lei c’era il druido e vicino Steel, Keld, Ember e Barg

- suppongo che anche se ti dicessi di tornare indietro tu non lo faresti vero?- domandò Arnon, la ragazzina guardò l’uomo con occhi intensi e annuì

- ormai manca poco tempo, dopodomani dobbiamo partire, dovremmo sbrigarci a portarti a Emor a forza, avrai fatto preoccupare sicuramente mia madre- disse Ember

- purtroppo non c’è tempo, è vero che Emor non è lontano, ma chi la porterà indietro? Non certo tu Ember, e ne Steel e Arnon- disse Barg- rimaniamo solo io e Keld

- io voglio venire con voi come ve lo devo dire?- disse Beany che cominciava a lacrimare, il druido sospirò

- non penso che ci sia altra alternativa, il viaggio sarà sicuramente tranquillo, ma bisogna correre, chiederò un cavallo veloce per tornare alla capitale- disse Arnon, e Beany scoppiò a piangere

- io sono forte, posso combattere, io non voglio assolutamente stare senza di voi, ora siete la mia sola famiglia-

- ti porterò indietro io e niente discussioni- disse Barg, ma Beany voleva che gli diano una possibilità di dimostrare la sua forza, Arnon disse di no che non c’era bisogno che sapevano che era forte

- allora come potete pensare di lasciarmi andar via- disse Beany, e allora Steel propose una sfida, se solo lo avrebbe messo in difficoltà, avrebbe ottenuto il permesso di combattere

- sei stupido mirilith? Non giocare così con una bambina- ma il cacciatore ribadì che ci doveva essere qualcuno che gli avrebbe dato una lezione prima o poi, e i due si prepararono uscendo fuori dalla tenda, Steel avrebbe usato le sue due spade come era stato con Semjase

- dopotutto sono il possessore della spada, dovrei essere forte abbastanza per batterti subito- disse Steel

I due incominciarono a combattere, Steel si chiese come sarebbe stato il combattimento tra lui e lei se quest’ultima avrebbe lavorato ancora per Yeslis durante il loro primo incontro, ed era contento di sfidare finalmente la ragazzina, che cercava di colpire le gambe del mirilith, ma anche quest’ultimo si muoveva con agilità evitando gli attacchi e contrattaccando, i due non riuscirono a colpirsi, Beany pensò Steel, doveva essere davvero migliorata da quando combatté con Yeslis, tutti e due usavano delle finte, per colpirsi nei punti scoperti, una volta la pancia, un braccio, Beany essendo piccola saltellava da tutte le parti, ed era agile nell’evitare i colpi  del mirilith quando si trovava scoperta, e alla fine riuscì ad contrattaccare di nuovo, pur sapendo che probabilmente Steel gli avrebbe puntato la lama da qualche parte, si abbassò e scivolò tra le gambe che facevano da tunnel, Beany poté puntare la schiena del suo avversario, ma Steel riuscì a girarsi e puntare con le lame la testa dell’halfing, e la ragazzina la pancia del mirilith, Steel sorrise, era finito in pareggio, ma si può dire che la bambina ha raggiunto il suo obiettivo

- mi hai messo in difficoltà, sei forte ti porterò con me- disse Steel e Beany sorrise, ma Barg e Ember ribattevano, anche Keld e Arnon non erano d’accordo della decisione del mirilith, ma il cacciatore aveva ammesso la bravura della ragazzina

- allora sarà meglio che ti porto con me Beany, ma una volta dentro il castello ti lascerò nei cunicoli segreti, in modo che i soldati o i Neri non ti possano trovare e starai al sicuro- disse Arnon e Beany accettò di buon grado 

I giorni che seguirono finirono con l’arrivo degli eladrin, e poi lasciarono Lanital per andare verso Kazam, Arnon non poté vedere gli eserciti schierati, erano troppi, sapeva che c’erano tutti gli eserciti più potenti, quelli degli umani di Emor, di Amafran, di Madani, gli elfi, i nani, gli halfing e gli eladrin, che insieme hanno composto l’esercito più grande che si sia mai visto, composti da migliaia di soldati, tra gli elfi, Arnon riuscì a riconoscere una faccia familiare, ovvero il cugino di Orhen, Ornweld, che guidava una schiera di soldati 

 

 

- molto bene Orhen c’è l’hai fatta- disse Silasio, la ragazza era riuscita ad imparare le tecniche di neutralizzazione, Silasio però voleva che l’elfa si concentrasse anche su altro, insegnandogli i circoli, che erano più difficili, ma stranamente la stregona aveva più padronanza con i circoli che con la neutralizzazione, ed alla fine aveva imparato anche questa. L’uomo si poteva dire soddisfatto, in un mese la ragazza era riuscita a bruciare numerose tappe, se si allenassero ancora per un altro mese, Orhen potrebbe davvero raggiungere il livello di Daemortius, ma sentiva che non era possibile, doveva trovare una soluzione  e alla svelta, una idea c’è l’aveva, ma non era sicuro che potesse funzionare

- Orhen adesso però dobbiamo concentrarti sugli incantesimi di attacco, non dobbiamo lasciarli, sono importanti anche quelli- disse Silasio, e la ragazza stette tutte orecchie ad ascoltare le parole del suo maestro

 

C’è l’aveva fatta, pensò il drow, aveva finalmente completato l’incantesimo, aveva ricevuto notizie che il nemico si stava preparando per venirgli incontro, poco male aveva formato anche lui un esercito degno di questo nome, ma forse neanche gli servirà, tra pochi giorni lo scettro sarà di nuovo nelle sue mani e potrà sconfiggere definitivamente i suoi nemici

- chiamate a raccolta i Neri, ditegli che ci sarà una adunanza a breve, tra pochi giorni li voglio tutti qui da me- disse Daemortius a un coboldo vestito di nero, il drow aveva in mente di riunire tutti i Neri ancora una volta per il grande giorno che verrà, e sarebbe stata l’ultima visto che non ci sarà più bisogno di altre riunioni  

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Capitolo 16
*** Sedicesimo Capitolo ***


L’esercito avanzava verso le steppe dell’est, i giorni di viaggio furono tranquilli, i pochi nemici che li vedevano da lontano scapparono davanti a tutta quella immensità di persone, Arnon si sentì soddisfatto, con un esercito del genere metterebbe paura lo stesso Daemortius, il druido si concentrò sulla missione che doveva fare, sarebbero stati lui, Keld e Beany ad entrare nel castello, guardò la mappa di Oizal, il cunicolo dove dovevano entrare non era molto vicino al castello, e sperò che non ci fosse nessuno a controllarlo, e che Daemortius non lo aveva ancora scoperto. Ci misero tre giorni per arrivare a Kazam, e per un attimo la sicurezza di Arnon non vacillò, davanti a lui c’era un altro esercito mostruoso, probabilmente erano di numero poco superiore al loro,composto da orchi, goblin, non morti, demoni e mostri, ma poi si riprese, loro avevano la spada Celeste, non avrebbero perso ne era sicuro, chiamò in raccolta Keld e Beany e si staccarono dall’esercito, lasciando i cavalli da una parte nascosti e proseguendo a piedi per non farsi vedere dai nemici
- si trova qui vicino Arnon?- domandò Keld
- si non è lontano ci siamo quasi- disse Arnon, e fu Beany a notare una specie di botola semi nascosta dai cespugli, il druido confermò che era davvero quella che stavano cercando e che non c’erano trappole magiche intorno, Arnon aprì la botola con una magia, ed entrò dentro, e lo stesso fecero gli altri due
 
Steel stava davanti a tutti, e Barg e Ember al suo fianco, tutti in piedi e non si sentivano stanchi, i nemici davanti a lui, il mirilith era vestito di una armatura donatagli dal re che gli faceva assomigliare a un  soldato leggendario, la sua armatura era degli eladrin e con le luci del sole che filtravano dalle nuvole sembrava emanare un colore azzurrò fosforescente, il cacciatore sguainò la spada Celeste e il potere si fece sentire tra i suoi uomini
- dico in questo giorno e a tutti voi, che non ho altro da offrire che morte, sangue e dolore, abbiamo davanti  a noi una delle prove più ardue, combatteremo per quanto è la nostra forza e la nostra determinazione, contro una delle tirannidi più mostruose che la nostra storia ricordi, il nostro obiettivo è la vittoria contro ogni terrore,per quanto può essere lunga e difficile, ci batteremo con coraggio senza arrenderci mai, è mai detto l’ultima speranza? No, non lo è se non lo vogliamo, per Elysium, per la pace, a morte Daemortius- urlò Steel e tutti in coro urlarono, le trombe che squillarono, e Steel si lanciò alla carica contro i soldati di Daemortius, iniziando una delle battaglie più cruenti del continente, e già i primi nemici vennero falciati dalla forza della spada
 
Arnon si fece portare da Keld e Beany, i due avendo la scurovisione erano in grado grazie alla poca luce presente di sfruttarla per vedere al buio, fu lo stesso druido a dire che era meglio andare senza luce, non voleva che un incantesimo di luce rischiasse di farli scoprire, fortunatamente il cunicolo indicava di andare sempre dritto, quindi non c’erano diramazioni, non si sa da quanto tempo stavano percorrendo il sottosuolo, minuti? Ore? Non si sa
- Arnon- disse Keld a bassa voce- credo che ci siamo, stiamo incominciando a salire-
- pensi di poter leggere a questa oscurità?- domandò Arnon cercando la mappa, e il chierico gli disse di si se avesse solo un briciolo di luce in più, e il druido lo accontentò evocando una piccolissima fiammella dalle mani
- adesso va bene- disse lo gnomo che proseguì seguito da Arnon e da Beany
 
Steel combatté come una furia, proprio come aveva fatto nei mari del sud, i nemici gli venivano incontro con occhi pieni di un odio accecato, ma lui muoveva semplicemente la mano per tagliargli la carne con la sua spada, Ember e Barg stavano al suo fianco per coprirgli le spalle, ma era praticamente l’incontrario, più di una volta il mezzelfo e il nano si facevano aiutare perché i nemici erano troppi, il mirilith sembrava che utilizzasse una velocità impressionante, una volta stava a fianco del mezzelfo, e poi subito da Barg ad aiutarlo, e lo stesso dicasi per le frecce che cadevano, il nano più di una volta rischiava di venire colpito da una di queste, ma grazie alla copertura degli altri soldati e dei movimenti di Steel, Barg ne usciva coperto. Ember combatté contro un mostro, ma quest’ultimo , stando un po’ in difficoltà contro il suo nemico, evocò una magia che si diresse verso il ranger, fortunatamente Steel avvertì il pericolo si mise davanti all’amico e bloccò il colpo, senza che nessuno dei due si facesse qualcosa, poi il mirilith fece un affondo e uccise il mostro, Ember riprese a combattere stando a fianco a Barg, ma questa volta una freccia colpì il petto del nano che cadde a terra dolorante
- Barg sei vivo rispondi- disse tutto d’un fiato il mezzelfo che tolse la freccia dal corpo del compagno
- Ember portalo via di qui- disse Steel che cercava di proteggerli, e il ranger alzò subito l’amico che sanguinava, doveva portarlo da una parte più coperto da eventuali attacchi e curare l’amico, il colpo per poco non sfiorò il cuore
- hai bisogno di una mano?- Ember sentì qualcuno alla sua sinistra, e vide un elfo che già aveva visto da qualche parte
- grazie si- disse il ranger e tutti e due scortarono il nano lontano dalla prima linea, l’elfo ordinò ai suoi uomini nella sua lingua di coprirli, permettendo al ranger di  curare le ferite del nano, la ferita era grave, ma grazie ai suoi poteri, seppur poco, almeno non stava fuori pericolo
- sta bene- disse Ember, e il nano ringraziò
- forse voi non sapete chi sono, ma io sono Ornwell, cugino di Orhen, io mi ricordo di voi, siete quelli che l’avete protetta dai nemici- disse l’elfo, Ember salutò il soldato e si presentò, e Barg seppur a fatica tentò lo stesso, poi il soldato se ne andò perché doveva guidare il suo battaglione, ed Ember sospirò, era meglio non dire che la cugina ora non è più viva
 
-Arnon siamo dentro finalmente, almeno così dice la mappa- disse Keld, ormai avevano raggiunto la fine della salita, e si aprivano dei cunicoli più stretti, uno davanti, gli altri a fianco ed alcuni erano larghi
- prendiamo questo- disse Arnon- ci condurrà dove dobbiamo andare, ora ci aspetta l’ultima tappa di questa missione-
Entrarono in un cunicolo, che all’inizio era largo per poi diventare più stretto e poi di nuovo largo, Beany essendo più piccola degli altri ed essendo una ladra addestrata, si muoveva con facilità in quell’angusto spazio, la stessa cosa non era per Arnon che essendo il più grande tra i tre aveva più difficoltà a muoversi, ora non avevano bisogno della scurovisione, già da quando avevano concluso la salita c’era luce abbastanza per poter vedere dove si andava, grazia alle filtrazioni di luce in alcune fessure. Spesso il trio sentì il rumore di passi pesanti sopra di loro, probabilmente i guardiani del castello, che si dicevano erano umani di un regno alleato a Daemortius che confinava a pochi chilometri da dove si trovavano loro
- sempre dritto così adesso, stiamo salendo verso i piani superiori, tra poco questi cunicoli scenderanno, e poi dovrà toccare a te Keld- disse Arnon e il chierico disse di aver capito cosa intendeva
- Beany ho cambiato idea, dovrai venire con noi per ancora un altro tratto- disse il druido 
Alla fine arrivarono alla fine del cunicolo, sopra di loro una botola di pietra, Arnon usò un incantesimo che permise alla roccia di diventare per pochi secondi leggera, ed ordinò a Beany di alzarla piano e vedere se c’era qualcuno, era rischioso se passava proprio in quel momento qualcuno, ma era l’unica cosa da fare, fortunatamente la via era libera, i tre in fretta uscirono fuori, e Keld utilizzò un incantesimo che rendesse invisibili lui e i suoi compagni, questo infatti era una grande dote dei sacerdoti di Garl, le illusioni, i nemici non sono in grado di vedere se c’è qualcuno o meno,  ma si doveva fare piano, perché più di una volta un soldato nemico gli passo di fianco, ed era sempre Beany a controllare, grazie ai suoi sensi acuti, se c’era qualcuno o meno, permettendo a Keld di riprendersi dalla fatica dell’incantesimo, lo gnomo non era in grado di tenerlo così a lungo 
 
Daemortius si trovava nella sala delle riunioni insieme a tutti glia altri Neri, era riuscito a convocarli esattamente poche ore fa, prima dell’inizio della battaglia, era di ottimo umore
- signori, oggi è un grande giorno, mentre i nostri nemici stanno combattendo  sperando nella loro vittoria, io ho una certezza invece, che saremo noi a vincere oggi- disse il drow, mostrando alcuni documenti
- ho qui una formula importantissima, che ci permetterà di riavere nelle nostre mani lo scettro degli Dei, ma ho bisogno del vostro aiuto, perché è un incantesimo che richiede una grande forza magica, ho pensato bene di copiare i fogli e distribuirli a ognuno di voi, pronunciate ad alta voce la formula- disse lo stregone, e tutti compreso lui stesso parlarono in draconico, la lingua degli stregoni, e mentre la sala si riempì di quella parole, il viso di Daemortius assunse una espressione sempre più soddisfatta, improvvisamente gli stregoni cominciarono a svenire, e una grande quantità di energia si diffuse su tutta la sala, i Neri cercarono di sospendere la formula, ma erano come incatenati ad essa, ed uno ad uno morirono tutti, fino a che l’energia raccolta andò contro il magico portone che difendeva la sala dove era custodito l’incantesimo, frantumandolo. Il drow urlò di gioia, doveva farlo, anche se ha sacrificato tutti i Neri per questo, ora ha raggiunto il suo scopo, ed incominciò ad avviarsi verso la sala che per cento anni è stata sigillata
 
Arnon, Keld e  Beany raggiunsero il portone della sala delle riunioni, Beany approfittandone dei poteri di Keld usò la cerbottana per colpire i due soldati che facevano la guardia tramortendoli, poi li diede il colpo di grazia uccidendoli con i tonfa, ad un certo punto sia Arnon che Keld percepirono che un grande potere era stato usato, il druido assunse uno sguardo spaventato, alla fine lo stregone aveva utilizzato davvero l’incantesimo
- siamo arrivati tardi- disse l’uomo
- come tardi?- disse la ragazzina
- Beany, mettiti dentro quel grosso vaso vuoto- disse Keld indicando un vaso a fianco della porta- ed aspettaci qui, noi dobbiamo fermare Daemortius, non è roba per te adesso va bene?- e la bambina ubbidì, non era nella sua volontà  incontrare il fratello di Orhen, così lo gnomo e l’umano entrarono dentro la sala, trovando una miriade di cadaveri, ed erano tutti dei Neri
- Daemortius ha sacrificato i suoi più fidati seguaci pur di vedere la sua gloria, saliamo verso quella porta sbrighiamoci- disse Arnon indicando una porta aperta
 
Orhen stava provando la magia “luce verde” una incantesimo d’attacco che è una esclusiva dell’elfa, verde proprio perché lei rappresenta una razza che vive a contatto con la natura, e doveva essere il suo attacco più potente
Silasio improvvisamente si immobilizzò, ed Orhen pensò che gli fosse venuto un attacco cardiaco
- maestro che succede?- domandò l’elfa
-Daemortius c’è l’ha fatta, ha infranto l’incantesimo, ora non abbiamo più tempo da perdere- disse l’uomo preoccupato
- come facciamo ad arrivare a Kazam?  Non c’è la faro mai è troppo lontano- disse la ragazza
 
Daemortius ora si trovava davanti al leggendario artefatto, solo una barriera che fa da campana lo protegge, lo stregone rise, e con un semplice gesto delle mani dissolse anche l’ultima barriera, il soffitto e le pareti erano andate distrutte dal suo incantesimo precedente, molto meglio pensò, così poteva vedere dall’alto la fine dei suoi nemici, il drow fece per avvicinarsi quando venne colpito da un attacco magico che lo fece cadere a terra, chi era che interferiva?
Il drow si voltò in direzione di dove era partito il colpo e vide un umano e uno gnomo che erano appena entrati nella stanza
- o sei tu Arnon, ciao Keld, che piacere, ho qui i discendenti dei miei antichi rivali Marcol e Fonster- disse Daemortius
- non ti permetteremo di riavere lo scettro- disse Keld, ed Arnon attaccò di nuovo lanciando lo stesso incantesimo di prima, ma il drow lanciò un incantesimo che neutralizzò l’attacco avversario e colpì in pieno il druido, poi lo stregone fece lo stesso contro lo gnomo, che attivò una barriera protettiva, ma venne distrutta senza problemi colpendo il chierico
- come siete patetici, almeno i vostri antenati erano più forti- disse Daemortius 
Arnon e Keld non ci credevano il nemico era ancora molto forte per loro, troppo
 
Beany si trovava ancora dentro il vaso, non sentiva nulla, segno che era davvero sola, forse la battaglia teneva molto occupati i soldati del castello, la ragazzina fece capolino, via libera, uscì fuori dal vaso e andò dentro la sala, un po’ ci rimase quando vide i corpi dei Neri senza vita, ma poi si mise a correre per raggiungere la porta che era aperta, con ogni probabilità Arnon, Keld e Daemortius stavano lì
 
- è un vero peccato vero? disse Daemortius- non siete riusciti a fermarmi, siete stati sconfitti così presto, non vi preoccupate, la vostra morte non lo sarà – e lo stregone fece un gesto con la mano evocando un incantesimo, fino a che non sentì una presenza dietro di lui, il drow si girò e vide sua sorella che toccava lo scettro, e acquisiva nuovo potere, Orhen vide che la supposizione di Silasio era giusta, ed ora lo scettro è come se aveva due padroni, ricordò le parole del suo maestro pochi minuti fa.
“- questo- disse l’anziano stregone Bianco indicando il portale da lui appena creato- ti porterà direttamente a Kazam-
- pensa veramente che riuscirò a fermarlo?- domandò Orhen, Silasio abbassò gli occhi, poi li rialzò
- c’è un modo, se Daemortius ha tolto anche l’ultima barriera che protegge lo scettro e il teletrasporto va a buon fine, tu devi toccare lo scettro, toccandolo l’artefatto potrà darti dei poteri, e così aumenteranno le probabilità di battere il nemico, visto che è tanto che non lo usa e lo scettro ha bisogno di qualcuno che lo manovri,  in questo modo c’è la potresti fare- disse l’uomo, ed Orhen senza esitazione entrò dentro il portale, non aveva completato l’addestramento, purtroppo però non c’era davvero tempo”
Il drow fece una faccia paonazza, e lanciò l’incantesimo che era direzionato a Arnon puntandolo verso l’elfa, ma quest’ultima la neutralizzò
- vuoi morire qui Orhen? Sarai accontentata- disse Daemortius, e lanciò nuovi incantesimi contro la sua acerrima nemica, e Orhen fece lo stesso, gli incantesimi si toccavano e nessuno dei due sembrava che l’altro fosse più forte, l’elfa resistette bene, e questo fece infuriare ancora di più lo stregone, come era possibile che aveva raggiunto così quel livello, anche la ragazza se lo chiese, probabilmente il potere che lo scettro gli aveva trasmesso era davvero molto, sufficiente per combattere alla pari con suo fratello
 
Beany arrivò dentro la stanza e rimase di sasso, Orhen, Orhen era viva davanti a lei
- Beany- disse Keld- aiutami a portare Arnon via da qui è pericoloso-
- Orhen è viva, perché non me lo avete detto?- disse Beany, e lo gnomo si alzò a fatica avvicinandosi al druido
- aiutami maledizione- disse il chierico, e Beany ubbidì cercando per quanto era possibile per lei ad alzare il druido e portarlo via da lì 
 
Orhen e Daemortius continuavano a combattere, l’elfa tentò di provare il suo incantesimo più potente, la “luce verde” miracolosamente funzionò, anche Daemortius usava un incantesimo simile, ma il colore era di un blu notte, visto che rappresenta una razza che vive nell’oscurità, Daemortius era molto veloce nell’usare gli incantesimi , e Orhen più di una volta doveva usare gli incantesimi di neutralizzazione per poter usare gli altri, ma il drow non dava un attimo di requie
- tu, unica speranza contro di me, ma non farmi ridere, non sei altro che una ragazzina che hanno messo qui tanto per farmi perdere tempo- disse Daemortius che continuava ad attaccare
 per ogni incantesimo che lanciava però perdeva sempre di più velocità e ben presto Orhen poté utilizzare il suo incantesimo contro il fratello, nessuno dei due demordeva, Orhen era già molto stanca ma non poteva permettere a suo fratello di fare ancora del male alla gente
- tutti così voi Bianchi, per il “bene superiore” siete disposti a sacrificarvi, come Ilutan ed Elbrus dopotutto, due idioti come te- disse il drow
 Ma l’elfa rimase calma, stava provando odio verso il suo nemico, ma doveva rimanere lucida, altrimenti il suo incantesimo non potrebbe funzionare e perderà, Daemortius tentò più volte di avvicinarsi allo scettro, ma Orhen era sempre pronta a bloccarlo, allora Daemortius con un grido enorme carico d’odio lanciò ancora una volta il suo incantesimo d’attacco più potente, e Orhen fece lo stesso, e come sempre finì in parità, ma questa volta nessuno dei due voleva demordere, l’uno voleva la fine dell’altro  e non avrebbero smesso di usare l’incantesimo così facilmente, Orhen cercò di aumentare l’attacco, e ci riuscì, l’incantesimo di Daemortius stava cedendo, il drow cercò con tutte le sue forze di controbattere, ma non ci riusciva, e alla fine cedette, venendo così colpito in pieno dall’incantesimo che lo fece cadere a terra, Daemortius ansimava, non era possibile che una come lei avesse battuto la sua forza magica, lei che fino a un mese fa bastava un semplice incantesimo di scharme per batterla, neppure lui aveva ottenuto un simile potere in così poco tempo, poi i suoi occhi si posarono sullo scettro, e vide dell’energia che continuava ad andare verso Orhen, che in quel momento stava ansimando anche lei, in piedi però
- maledetta- disse Daemortius che lanciò ancora un altro incantesimo contro l’elfa, ma la ragazza evocò un circolo che prevenì l’attacco rendendolo inutile, allora l’elfa evocò di nuovo il suo incantesimo “luce verde” che colpì nuovamente il nemico togliendogli il respiro, la ragazza si avvicinò a suo fratello e sguainò la spada, in quel momento cominciò a piovere 
- come …hai… potuto…ess…- disse il drow che non finì la frase, Orhen gli conficcò la lama nel petto uccidendolo, in quel momento arrivarono anche Beany Arnon e Keld, gli ultimi due si erano leggermente  ripresi dall’attacco di Daemortius
- c’è l’hai fatta, è finita- disse Arnon urlando dalla gioia, ma forse la più felice era Beany, che appena vide che l’amica era ancora viva, corse verso di lei per abbracciarla, e per poco non la faceva cadere a terra
- Orhen sei viva- si mise a dire la ragazzina mentre piangeva
- io te l’avevo detto che avremmo finito insieme questa avventura- disse Orhen
- come diavolo ci sei riuscita Orhen ?- domandò Keld guardando Daemortius che aveva assunto uno sguardo di terrore prima di morire
- non lo so nemmeno io credimi- disse la stregona, Arnon disse che non sono arrivati nessun rinforzo nemico, qui, e che forse era meglio aspettare, la ragazza provò ad affacciarsi per vedere meglio la battaglia
 
Steel combatteva ancora quando i soldati nemici cominciavano a ritirarsi, le truppe alleate stavano facendo una vera strage di nemici, e ben presto iniziò l’assalto al castello, fu lo stesso Steel a guidare l’assalto, i difensori cercavano di reagire con l’olio bollente, mentre i soldati alleati usavano le arieti per sfondare le porte, ma il mirilith si mise in mezzo, con la sua spada riuscì a schizzare l’olio lontano dalle arieti, rischiando di colpire e qualche volta colpì anche gli altri soldati dietro di lui, che vennero subito allontanati per prendere cure, fortunatamente erano arrivati un gruppo di chierici dalla Lega, per assistere medicalmente gli alleati, alla fine le porte cedettero, e gli alleati entrarono dentro il castello, facendo strage dei difensori, mentre dall’altra parte continuò la battaglia tra gli alleati e i nemici che Daemortius aveva riunito, anche Ember continuò a combattere, difendendo Barg, riscontrando però delle ferite, e stava per soccombere quando però arrivarono i soldati  di Ornwell che li aiutarono salvandoli da morte certa
Steel salì per il castello abbattendo tutti i nemici che gli venivano incontro, e guidando i suoi verso le parti alti del castello, fino a che non raggiunsero la sala delle riunioni, trovando i cadaveri dei Neri
- c’è una porta aperta lì signore- disse un soldato umano al  mirilith, il cacciatore si precipitò subito verso l’entrata, e ciò che vide lo sbalordì, Orhen era viva davanti ai suoi occhi che abbracciava Beany piangente, mentre Arnon e Keld si erano messi seduti, e avevano tutti un volto tirato
- non è possibile- e si mise anche lui ad abbracciare Orhen e poi la baciò, all’inizio la ragazza rimase stupita, ma poi ricambiò il gesto
- mi sei mancato- disse la ragazza al mirilith
- tu non sai quanto- disse Steel
Arnon convinse il cacciatore che era meglio che tornasse sul campo di battaglia, i nemici non erano ancora stati battuti, e bisognava ricongiunsi con Ember e Barg , Steel e tutti gli altri si mossero in fretta, oramai il castello era già nelle loro mani, e il druido si mise a piangere per la prima volta, il sogno di una vita ora è stato realizzato, Orhen non se ne andò senza aver portato con se lo scettro degli dei, diventandone il nuovo possessore
- che ne dici Orhen li battiamo subito?- domandò Steel all’amica appena uscirono dal castello e Orhen utilizzò un incantesimo che colpì i nemici uccidendoli parecchi, e quanto bastava per metterli in fuga ottenendo così la vittoria, nel frattempo Arnon e Keld raggiunsero Barg e Ember che venivano fasciati dai soldati elfi
Orhen era felice, ora tutto sembrava finito e si mise  di nuovo a baciare Steel
- Orhen- la ragazza sentì una voce familiare e vide suo cugino in piedi che sorrideva, era stata Beany che riconoscendo subito l’elfo gli indicò dove era la ragazza, Ember e Barg che si trovavano ancora con lui non capirono subito quale persona la ragazzina stava parlando
- Ornwell – disse Orhen che abbracciò il cugino, e proprio in quel momento arrivò Ember che appena vide l’amica scosse la testa come per non crederci, e anche lui andò ad abbracciare l’elfa
- non ci posso credere che sei viva- disse Ember
- io ti avevo detto che non dovevi piangere per me- disse Orhen
- allora sei stata veramente tu a guarire me e Beany, non era un sogno- disse il mezzelfo e Orhen disse di si
I nemici erano tutti fuggiti, e la guerra sembrava finalmente aver raggiunto una svolta             
 
stiamo arrivando alla fine della storia, spero vi sia piaciuta

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Capitolo 17
*** Diciasettesimo Capitolo ***


La notte arrivò e i soldati si riposarono poco distante dal campo di battaglia, molti erano i soldati morti, compreso il re di Emor, l’indomani ci sarebbe stato il funerale dei caduti. Accanto a Orhen c’erano i suoi amici, più Ieyatsu, il ninja era arrivato verso sera con alcuni suoi uomini

- è stata la Coalizione a mandarmi- disse il ragazzo- voleva sapere come procedevano le cose qui-

Ieyatsu era contento di vedere Orhen, Arnon, Barg e Beany, il ninja ringraziò ancora una volta il nano per l’aiuto dato per la conquista di Gervais

Orhen era stanchissima, chiuse gli occhi e si addormentò, all’inizio era tutto buio poi vide una luce che diventava sempre più intensa, fino a che non vide un uomo, era Silasio

- sei stata bravissima- disse lo stregone, e Orhen gli chiese come sapeva che c’è l’aveva fatta, e sopratutto come poteva collegare una persona con i sogni, l’uomo gli disse che aveva semplicemente capito, perché lei aveva preso lo scettro diventandone il possessore, e poi anche lui era in grado di fare quest’incantesimo di comunicazione, dopotutto vive da tante ere

- devi tornare a Brada, c’è un ultimo compito che ti aspetta, devi portare lo scettro e la spada da me-

- è perché?- domandò l’elfa

- non possiamo più permettere che le due armi possano cadere in mano sbagliate, e poi lo scettro può ancora esaudire gli ultimi desideri di Daemortius, ovvero che possa continuare la guerra, ma con te è possibile che finisca, ma è meglio che tu non lo usi, sono ancora intrise le forze malvagie lì, e poi che continui l’astio tra est e ovest, e questo non è possibile farlo smettere, ci saranno sempre guerre per lo scettro, e molti tenteranno di averlo-

- farò come mi hai detto, porterò con me Steel- disse Orhen e Silasio sparì 

 

La mattina dopo Orhen preparò subito uno zaino da viaggio, i rumori fecero svegliare Steel

- cosa c’è Orhen?- domandò il mirilith, la ragazza si mise a raccontare il sogno

- ma è solo un sogno Orhen, lascia perdere- disse il cacciatore

- ho già provato questa esperienza con Arnon, so che è vero- disse la stregona

- va bene, va bene, almeno aspettiamo di avvertire gli altri- 

Appena tutti si furono svegliati, l’elfa raccontò il sogno, e disse che doveva partire con Steel

- noi siamo messi male Orhen, altrimenti ti accompagnerei- disse Arnon indicando pure Keld, ed anche Ember e Barg dissero lo stesso, tutti erano ancora provati dalla battaglia, solo Beany e Ieyatsu volevano accompagnare l’amica 

- no è meglio che tu ti occupi di tutti loro Beany, andremo io, Steel e Ieyatsu che ci farà da guida- disse Orhen

- la gente non sarà contenta di vedere voi due che ve ne andiate, siete l’unica possibilità contro il nemico, o meglio le vostre armi lo sono, vi aiuterò ad andarvene da qui- disse Keld, che utilizzò un incantesimo di invisibilità per gli amici, permettendoli di andare via indisturbati, forse non c’era neanche bisogno, perché ancora molti soldati stavano dormendo ma giustamente Ieyatsu diceva che la prudenza non era mai troppa, Orhen prima di andare via guardò ancora una volta i suoi amici da lontano, e poi si mise a seguire Steel e il ninja verso nord

- potremmo usare un incantesimo di teletrasporto- disse Steel- penso che lo scettro ne sia in grado-

- lo scettro si, io no, non so un incantesimo di teletrasporto, mi dispiace, temo che se ci provassi, andrà male, e poi il mio maestro che mi ha addestrata ad essere una Bianca ha detto che devo usare il meno possibile lo scettro, ve l’ho detto no- disse la ragazza, e Steel sospirò per rassegnazione 

 

Fortunatamente i nemici stavano tutti scappando verso le loro terre, la notizia della conquista di Kazam e dell’uccisione di Daemortius  stava facendo il giro del mondo

- possiamo raggiungere Brada in una settimana, e senza passare per le montagne di Caftarel- disse Ieyatsu, ad un certo punto apparve una presenza, un uomo vestito di nero si parò davanti a loro

- maledetti pagherete per la morte del nostro signore Daemortius, io so chi sei tu elfa, e ti ucciderò, io sono Varen, un Nero- disse lo sconosciuto

- ci penso io a lui- disse Ieyatsu, e prima che gli altri due ragazzi potessero ribattere, il ninja gettò a terra tre pergamene, che srotolarono mostrando alcune scritte in una lingua sconosciuta, poi posizionò le mani, mentre il Nero evocò una magia che andò verso il ninja

- neutralizza, blocca, uccidi – disse il ninja, e l’incantesimo del nemico svanì come se non fosse stato evocato, poi delle corde apparvero improvvisamente in tutto il corpo del nemico, legandogli mani e piedi, poi apparve una lama che tagliò la gola dell’uomo uccidendolo

- non penso che sia un Nero, loro non vengono sconfitti così facilmente- disse Ieyatsu

- perché non lo hai utilizzato quando stavi in pericolo quella volta?- domandò Orhen

- perché  non era ancora completata- rispose il ninja

Il viaggio continuò, ora il gruppo poteva vedere le montagne di Caftarel, ad un certo punto si sentirono dei ruggiti spaventosi, e Ieyatsu  ordinò di nascondersi dietro una roccia, quello che videro gelò il sangue del ninja, un terrasque stava distruggendo tutto davanti a lui, mangiando alberi rocce e animali che incontrava

- questo non ci voleva, un terrasque – disse l’uomo, e anche gli altri suoi compagni sapevano di cosa l’amico stava parlando, avevano davanti a loro uno spauracchio per bambini

- utilizzerò la mia spada se è necessario, c’è la dovrei fare ad ucciderlo- disse Steel, ma Orhen disse che avrebbe utilizzato lo scettro, affermando che era molto più sicuro

- guardate c’è qualcuno che sta affrontando il mostro- disse Ieyatsu, e i tre videro una persona, un mezzodemone per la precisione che combatté contro il mostro, e il ninja ordinò di correre scappando da quella situazione

- lo vogliamo lasciare così, ma morirà- disse Orhen

- non ti preoccupare, lui è un guerriero leggendario, e poi è meglio non avere niente a che fare con lui – disse il ninja- si tratta di Shanksalom Ingvar, è un mezzodemone guerriero-stregone, penso che sia il  più forte combattente della Coalizione, però non combatte né per noi né per Daemortius-

Ad un certo punto si sentì un ruggito spaventoso e un tonfo sordo, Orhen disse di vedere la creatura a terra, a quanto pare in qualche modo Ingvar aveva sconfitto il mostro

- lui è l’unico che ho conosciuto capace di tali imprese – disse Ieyatsu                

 

Il gruppo continuò il viaggio, che fortunatamente non incontrarono altri incidenti di percorso, ora la parte ovest del continente è del tutto libera, non ci sono più rischi al momento di incontrare nemici

- questa volta posso venire anche io?- disse Ieyatsu appena giunsero a Brada

- questa volta puoi- rispose Orhen, che raccontò a Steel il breve viaggio che lei fece con l’uomo, questa volta fu più facile trovare la villa di Silasio, quest’ultima apparve senza problemi, ed a attenderli proprio davanti alla porta c’era Silasio in persona

- bentornata- gli disse l’uomo, e Orhen gli sorrise

 

Il gruppo si trovò dentro una sala, seduti su comode poltrone, il trio aveva già fatto un bagno e mangiato un lauto pasto

- i poteri di Daemortius non stavano scemando cara Orhen come avevi percepito tu – disse Silasio dopo aver ascoltato il racconto di Orhen- sei tu che sei diventato improvvisamente più forte di lui, sei entrata facilmente in possesso dello scettro perché avevi lo stesso sangue di tuo fratello, Sean disse “ o Halmshtad  o uno dei suoi fratelli”, e visto  che tu sei sua sorella e lo scettro non era stato toccato da Daemortius da molto tempo, ha accettato la tua presenza, i poteri ti sono trasferiti e tu hai potuto sconfiggere il nostro nemico, era una scommessa, e l’ho vinta, troppo era il male che hai visto tramite lui, hai fatto ciò che pensavi fosse giusto, non te la prendere-

- ora cosa faremo?- disse Orhen

-dovete lasciare lo scettro e la spada da me, e lasciare Brada il più presto possibile, io distruggerò entrambi gli artefatti, e Brada ritornerà ad essere come era prima che  io mi ci trasferissi qui- disse l’uomo

- e tu morirai?- disse Orhen, e lo stregone annuì

- e giusto che sia così ragazza mia, io ho vissuto anche troppo, le armi sono troppo pericolose, è gusto che io debba fare questo-

Orhen la guardò tristemente, non voleva la fine di quell’uomo

- però questa cosa porterà conseguenze anche a voi due- disse Silasio indicando sia Orhen che Steel

- in che senso?- domandò il mirilith 

- voi perderete le vostre capacità naturali, Orhen non sarà mai più in grado di usare anche il più facile degli incantesimi, mentre tu, non potrai mai tenere un’arma in mano, e non potrai trasformarti più- disse Silasio- per il resto vivrete una vita normale-

I due ragazzi ci rimasero, Steel non poteva considerare se stesso come uno che non poteva più combattere, e il suo lavoro di cacciatore di taglie?

- inizierò l’incantesimo adesso, voi andatevene immediatamente, tu uomo dovrai proteggerli mi raccomando- disse Silasio e il ninja annuì

I tre ragazzi presero le loro cose e corsero via dalla piccola pianura come gli aveva detto lo stregone, e solo quando furono fuori si fermarono a guardare, una luce intensa investì tutta la zona, poi tutto ritornò tranquillo, tranne che il fatto spuntarono improvvisamente degli alberi, e la pianura diventò una grande foresta, Orhen e Steel provarono chi con un incantesimo chi ad utilizzare un arma a vedere  se Silasio aveva ragione, infatti Orhen non riusciva in alcun modo ad utilizzare un incantesimo, e Steel trovò le sue spade pesantissime, non riusciva a muoverle come voleva

- sarà meglio tornare a casa adesso, andiamo prima a Gervais, è più vicino, e aspetteremo che le acque si siano calmate del tutto- disse Ieyatsu 

 

La guerra terminò dopo circa un mese da quando Orhen e Steel lasciarono Brada, i non morti e i mostri non avendo più un signore che li guidava attaccarono i goblin, e questi ultimi chiesero aiuto ai demoni, che insieme li scacciarono nelle lontane terre desolate dell’est, in cambio i goblin gli diedero le terre di nessuno, e i demoni vi stabilirono subito abbandonando la guerra contro l’ovest, solo gli orchi rimasero a combattere, perché tutte le altre creature erano ormai troppo deboli per continuare, infatti appena i demoni e i goblin si ritirarono anche loro fecero lo stesso, anche gli umani dei ralcloss si arresero, prima perché sconfitti dalla forza della Coalizione, e poi dagli stessi orchi, poiché gli orchi dell’est attaccarono i Ralcloss distruggendo e razziando le loro città. Dopo una terribile battaglia tra gli alleati e gli orchi dell’ovest, la guerra sulla terra ferma finì, perché l’esercito orchesco venne quasi del tutto sterminato, e non poterono più continuare la guerra. Le battaglie si concentrarono sul mare, dove a resistere c’erano i cefalidi e i loro alleati, ma ben presto quando tutti gli eserciti alleati si spostarono sull’oceano, i nemici si ritirarono pian piano, perché avevano quasi del tutto esaurito le forze militari, e i cefalidi si trovarono soli contro il mondo, e dopo una terribile battaglia dove la flotta cefalide subì pesanti perdite, ed era chiaro che sarebbe stato inutile continuare a combattere, si arresero, una settimana più tardi i ralcloss scomparvero del tutto tranne che in una piccola provincia culla della loro cultura, i ribelli ripresero le loro terre.            

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Capitolo 18
*** Diciottesimo Capitolo ***


Era una giornata di sole stupenda, Orhen si trovava nel giardino di Oizal, a preparare la tovaglia per il pic-nic, e subito dalla villa della fata uscirono fuori Arnon, Barg, Beany, Ember, Semjase, Keld, Steel, Johan, Judan, Glissa, Lena, Rafiant, Lesha, Ieyatsu, Morthond, Ornwell, Nathirith, Nalmad e naturalmente Oizal la padrona di casa, e ognuno di loro portava qualcosa da mangiare
- con oggi sono passati circa cinque anni da quando tutto è finito- disse Oizal
- già cinque anni da quando la guerra è finita- disse Arnon
Orhen si mise a guardare tutti i suoi amici presenti, lei e Steel si sono da poco sposati, ed hanno adottato Beany, la ragazzina aveva giurato che avrebbe continuato il mestiere di cacciatrice di taglie per vivere, Ember e Semjase si sono fidanzati, i due dopo la battaglia a Kazam si sono rincontrati a Noupol, perché il mezzelfo aveva sentito che la mezzosirenide si trovava lì, Ember incontrò anche Morthond da poco tornato da Tortuga, i pirati erranti lo avevano considerato un traditore, e quindi lo hanno esiliato, alcuni pirati della Saint Malo erano arrabbiatissimi con il capitano, e stava per scoppiare una vera e propria rissa che si concluse con l'intervento del capitano che riuscì a calmare le acque, la Saint Malò continuò a combattere per Amafran e durante una delle ultime battaglie Merp morì difendendo il suo capitano, ora Morthond è l’unico capitano sempre della Saint Malo, non umano a essere commodoro di una flotta di Amafran, Ember e Semjase decisero di andare per mare con lui, combattendo anche le ultime battaglie della guerra, e conoscendosi meglio alla fine si sono fidanzati. Lena e Rafiant, come Judan e Glissa hanno ufficializzato il loro matrimonio, e anche Lesha e Ieyatsu si sono fidanzati, la ragazza ha avuto la possibilità di conoscere meglio il ninja, e alla fine si è dichiarata e i due hanno deciso di stare insieme, anche sua cugina Nathirith si è sposata con Nalmad, il ranger che la salvò da morte certa nel regno dei nani, lui andò per caso a Reghat quando la guerra finì, e incontrò sua cugina, e dopo poco tempo si sono messi insieme 
- le ultime notizie dicono che i non morti e i demoni se ne sono andati nell’estremo oriente, nelle terre di nessuno- disse Oizal che continuava ancora a parlare con Arnon
- già, così forse non  ne dovremmo preoccuparci per un bel po’ – disse il druido
- ma anche se dovesse accadere qualcosa sarai tu a guidarci, ora che Oinom ha finito i suoi giorni, e Hesien che è diventato il nostro nuovo capo è già molto vecchio, il prossimo sarai tu vedrai- disse sempre Oizal- purtroppo anche gli altri membri del consiglio, Pelor e Araratin non ci sono più –
- già, mi dispiace molto per loro, ma per fortuna ci siete te, Johan e Grubb nel consiglio - disse Arnon
- tua madre Ember come sta?- domandò Keld al mezzelfo
- molto bene, lei è rimasta a Emor, ma forse verrà a trasferirsi da noi a Noupol, visto che sono un esiliato, Glim invece?- domandò Ember
- lui si trova sempre nella nostra città santa, ora che sono il suo vice, sto spesso con lui- disse Keld
- Ieyatsu sta scrivendo la vostra storia- disse Lesha a Barg - ormai ha praticamente finito-
- guarda come sei impedito- disse Orhen a Steel- non riesci nemmeno a tagliare il pane-
- lo sai che non è colpa mia, è colpa di Silasio, ora dovrò fare come i bambini, che siano gli altri a usare tutto ciò che taglia- disse il mirilith, e Orhen gli diede un bacio, pensando all’augurio che Arnon gli fece durante il matrimonio
-“ che la luce dei vostri occhi non si spenga mai, e che il vostro amore non sarà come un fuoco spento dal vento, ma che vivrà quanto l’universo”-  
- oggi è veramente bello, non è vero?- disse Beany all’elfa indicando il bel tempo
- si- disse Orhen guardando il cielo- adesso è tutto più bello-
 
 
 
FINE STORIA
 


note: spero che la storia vi sia piaciuta, la saga finisce qui, ma non mancheranno degli spin off

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