About Emma

di Dear M
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1. ***
Capitolo 3: *** 2. ***
Capitolo 4: *** 3. ***
Capitolo 5: *** 4. ***
Capitolo 6: *** 5. ***
Capitolo 7: *** 6. ***
Capitolo 8: *** 7. ***
Capitolo 9: *** 8. ***
Capitolo 10: *** 9. ***
Capitolo 11: *** 10. ***
Capitolo 12: *** 11. ***
Capitolo 13: *** 12. ***
Capitolo 14: *** 13. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Salve a tutti. Mi dispiace per chi avesse cominciato a leggere l'ultima storia che è stata caricata su questo sito. Ma non era una mia storia, bensì di mia cugina che voleva provare a scrivere qualcosa. L'ho eliminata perché mia cugina ha abbandonato subito l'impresa di cominciare a scrivere e anche perché l'ho ritenuta una copiatura di un bellissimo telefilm 'Pretty Little Liars'. Mi dispiace molto. Comunque, adesso proverò a tornare a scrivere e vorrei iniziare questa nuova storia, sempre con il mio solito genere romantico, sentimentale. In questo periodo ho provato a cambiare, ma per gli altri generi non ho molte idee. Spero che questo racconto vi piaccia. Buona lettura! Dear M

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Capitolo 2
*** 1. ***


1.
 
Sveglia pessima del primo ultimo giorno di scuola. Ebbene sì, finalmente, oserei dire, sono arrivata alla fine del liceo. Oggi comincia il mio quinto anno al St. Louis High School. Vivo ad Harrow in Inghilterra e mi chiamo Emma, Emma Richardson.
Vivo con la mia famiglia, ma non è proprio la mia famiglia. Sono stata adottata all’età di 3 anni. I miei genitori naturali nemmeno me li ricordo, so solo che non mi hanno mai amata.
 
Sono le 8:15 e mi sto incamminando verso scuola con il mio fratello maggiore, Ethan. Sta seguendo dei corsi universitari vicini al mio liceo. Sapete,vuole diventare medico.
 
-Pronta per l’ultimo anno?-
-Si, finalmente-
-Il liceo ti mancherà, fidati-
-Ma le persone che ci sono lì dentro, sicuramente no, fidati. Allora? Come sto?- dissi mettendomi di fronte a lui
-Stai che sei sempre più grande…-
-Non vado mica in guerra Ethan. Sto andando a scuola!-
-Ti voglio bene!- e mi abbracciò
-Anche io-
-Vai… Altrimenti farai tardi il tuo primo ultimo giorno di scuola!- e sorrise
-E noi non vogliamo questo, vero?! Ahah… Va bene. Ci vediamo a casa. Augurami in bocca al lupo!-
-In bocca al lupo!-
-Crepi! - e ridendo raggiunsi le mie due migliori amiche: Vanessa e Leah.
-Tuo fratello è stupendo. L’ho sempre detto e…- disse Vanessa
-E con quegli occhi azzurro cielo mi fa venire i brividi, lo sappiamo Vanessa!- dicemmo all’unisono.
-Lo ripeti da 5 anni-
-La stessa identica cosa.- dissi ridendo.
 
Appena la campanella suonò, entrammo in classe e seguimmo la lezione di letteratura italiana e di filosofia.
 
-Seguite il corso dello psicologo?- disse Leah raggiungendo me e Vanessa agli armadietti.
-Io non credo.. Non ne ho tanta voglia!-
-Dai Emma, dicono che il prof. Bennett sia bellissimo!-
-Fammi capire Vanessa, tu segui i corsi in base alla bellezza del professore…-
-No, ma…-
-Ma l’importante non è questo. Segui il corso con noi o no?- mi chiese Leah.
-Uff.. Quando inizia?-
-E andiamo!- esultò Leah
-Un secondo...- disse interrompendole
-Cosa?- dissero insieme
-Se la prima volta che vengo vedo che non mi piace e non mi interessa, lascio. Siamo d’accordo?-
-Ohh, non te ne pentirai!- disse Leah abbracciandomi e correndo a scrivere i nostri nomi sulla lista delle presenti al corso.
-Quest’anno già mi piace!- disse Vanessa allontanandosi e muovendo la sua chioma fluente.
 
Era presto per giudicare come sarebbe andato l’anno, l’unica cosa certa, era che avevo passato un’estate bellissima.
Ero in Italia con la mia famiglia per una vacanza e ho conosciuto un ragazzo che era andato a trovare la sua di famiglia. Non so molto di lui, so solo che è  “un po’ “ più grande di me e mi ha detto solo che si era trasferito a Londra per studiare… Ma questa è un’altra storia.
 
Adesso ho il corso d’informatica e quest’anno, purtroppo, ha deciso di seguire le lezioni anche mia sorella Brooke. Siamo molto diverse, non tanto fisicamente, quanto caratterialmente. Lei è la classica bionda. Volete una descrizione in 3 parole? Moda, Ragazzi, Popolarità. Questa è Brooke, ma non è da sola. A scuola è seguita e servita dalle sue fedeli amiche: Samantha e Brittany.
Sono molto popolari, molto desiderate e molto viziate… In poche parole non saremo mai amiche e come dicevo all’inizio, quest’anno dovrò condividere la classe con tutte e tre, da sola… Perché a Vanessa e Leah non interessava il corso.
 
Eccola che entra in classe. Labbra rosse, tacchi alti, capelli perfetti. Bleah! L’odore del suo profumo alla fragola è nauseante… Giuro. E tra 3,2,1… Ecco la sua servitù… Aaah! Ridicole!
 
La lezione stava per cominciare quando la porta si aprì di nuovo ed entrò un ragazzo. Un ragazzo che non avevo mai visto a scuola, ma sai non conoscevo tutti, magari lui mi era sfuggito.
 
-Salve! Scusi il ritardo, ma sono nuovo, non trovavo la classe!-
 
Ok, era nuovo. Non mi era sfuggito nessuno.
 
-Benissimo. Allora, io sono Mrs. Smith, insegnante d’informatica, mettiti a sedere dove trovi posto. Tu sei?-
-Sono Austin.. Cioè, Austin Martin-
-Si sieda Martin che cominciamo!-
-Grazie…-
 
Stavo prendendo appunti, quando, all’improvviso, quel ragazzo sconosciuto si sedette accanto a me.
 
-Posso?-
-Ti sei già seduto mi sembra!-
-Già… Però mi sembrava giusto chiedere..-
-Di solito prima si chiede e poi si fa se si può…- lo guardai e tornai a seguire la lezione.
 
Era un bel ragazzo tutto sommato: alto, biondo, occhi azzurri… Il principe azzurro delle favole. Ma non m’interessava, quindi cercavo di mantenere le distanze.
 
-Sono nuovo di qui…- disse ricominciando a parlare di nuovo.
-Lo so… Lo hai già detto!-
-Avrei bisogno di conoscere un po’ la scuola, i corsi che offre ecc..-
-Bene.. Mi hai scambiato per il tuo tutor?!-
-Bhe, se vuoi esserlo non mi dispiace!- disse facendomi l’occhiolino.
-A me dispiacerebbe invece… Posso seguire la lezione o hai altro da chiedere?!- dissi facendo un sorriso forzato. Odio le persone che ci provano così spudoratamente.
-No, non importa…- disse sorridendo.
 
Finalmente la campanella suonò e mentre chiudevo il libro e il quaderno, Austin riaprì la bocca.
 
-Ultima domanda giuro.-
-Dimmi…- dissi appoggiandomi allo schienale della sedia.
-La classe di biologia?-
-All’ultimo piano e …- girandomi, vidi Brooke e le sue schiave, che si stavano avvicinando – e sicuramente ti saprà dire molto meglio lei. E’ la mia sorellastra… Buona fortuna!- dissi dandogli una pacca sulla spalla e andandomene.
Volevo godermi la scena, così mi appoggiai allo stipite della porta e osservai la scena. Vediamo se era il classico scemo che cascava ai piedi di mia sorella!
 
-Ciao!- disse lei sedendosi sul mio banco.
-Ciao! Tu sei?-
-Piacere Brooke!- disse tendendo la mano
-Io sono Austin!- rispose senza stringerle la mano
Lei ci stava provando spudoratamente, ma cosa possiamo aspettarci da Brooke se non questo?
-Tu sei nuovo, avrai bisogno di qualcuno che ti aiuti!- disse lei sorridendo
-Non importa farò da solo!- disse imbarazzato
-Io sarei…- ma la interruppe
- Ti fanno venire a scuola con queste labbra rosse?!-
-Perché no! E’ sexy vero?!-
-Non lo definirei sexy, piuttosto direi che è volgare. Ci vediamo in giro… emh…-
-Brooke..- disse lei con tono infastidito.
-Già, è vero… Brooke!- Austin prese la sua roba è uscì dalla classe.
 
Io ero appoggiata allo stipite della porta, e appena Autisn si girò mi vide, io gli sorrisi e me ne andai. Aveva dato una valida prova di essere migliore di altri ragazzi.
 
Era ora di mangiare. La nostra scuola ha una mensa, il cibo non è il massimo, ma mi piace rimanere a scuola con le amiche a mangiare un boccone insieme.
 
-Allora? Come sta andando, questo giorno di scuola?- chiese Leah masticando il pane.
-Alla grande. Avete sentito che a scuola c’è un nuovo ragazzo?!- disse Vanessa tutta emozionata.
-Sì, è nel mio stesso corso d’informatica, o meglio è il mio compagno di banco al corso d’informatica!- dissi mangiando lo yogurt.
-Cosa?! E com’è? Com’è?- chiese Vanessa
-Normale. E’ un ragazzo…- Vanessa mi stava fissando aspettando altre curiosità – E’ biondo e ha gli occhi azzurri. Somiglia a Ethan!-
-O mio Dio! Non sai che fortuna che hai…-
-Dicono che la sua famiglia sia ricca!- disse Leah
-Ricca?! Da come è venuto vestito stamattina non sembrava!- dissi sconvolta.
-Abita nella villa in fondo alla nostra via!- disse Vanessa
-Questo può significare solo una cosa… Che ha i soldi!- esclamò Leah.
-Boh… Non m’importa. Ma insomma quando inizia questo corso dello psicologo?-
-Oggi pomeriggio!- disse Leah continuando a mangiare
-Subito dopo la scuola!- specificò Vanessa.
-Quindi appena finiamo di mangiare?!-
-Esattamente.- disse sorridendo Vanessa
-Quindi sbrigati, non voglio fare tardi!- e detto questo, Leah si alzò dal tavolo.
 
Appena finito il mio pranzo, mi avviai con le ragazze al terzo piano. Non ero molto di convinta di questo corso, quindi anche poco motivata.
Entrammo in quella classe e ci sedemmo su quelle sedie che formavano un cerchio. Non eravamo in molti, saremmo stati 12\13 ragazzi.
Poi, entrò il professore. Io non lo vidi subito, perché davo le spalle alla cattedra, ma quando mi girai, avrei voluto vedere ben altro.

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Capitolo 3
*** 2. ***


2.
 
-Salve a tutti. Io sono Mr. Jones! E sono il nuovo professore di psicologia!-
 
Quando lo vidi, rimasi senza fiato.
Quando lui mi vide, si interruppe.
Ci stavamo fissando negli occhi e stavamo pensando la stessa cosa.
‘Non è possibile!’
Notai che deglutì e nel frattempo ricevetti una gomitata da Vanessa.
-Che ti avevo detto?! E’ figo!-
-Eh, mmm, avevi ragione!- risposi sudando freddo.
 
-Bene, cominciamo! Oggi ci presenteremo. E sappiate che questo corso servirà a voi e a me, per conoscerci meglio.- mentre diceva ciò, ogni volta che incrociava il mio sguardo si fermava.
-Allora, chi vuole cominciare?!-
-Io!- disse Vanessa alzando la mano.
-Va bene, poi andiamo in senso orario.-
-Cosa devo dire?-
-Qualcosa di te. Per esempio: Come ti chiami? La tua passione? Cosa vorresti diventare? Sei hai il ragazzo? Cosa hai fatto quest’estate! Non so… -
- Allora, io sono Vanessa Lewis. Adoro seguire la moda. La mia passione sono i capelli…-
 
Mentre Vanessa parlava io stavo avendo un calo di zuccheri. Non riuscivo a stare in quella stanza. Ero agitata, avevo paura che qualcuno venisse a scoprire qualcosa. Ma, senza neanche rendermene conto, toccava di già a me… E non sapevo cosa dire.
 
-Emma! Emma!- mi chiamò Leah pienandomi di gomitate.
-Ahi!-
-Tocca a te- disse a denti stretti.
-Emh…- l’agitazione era alle stelle.
-Cosa ci vuoi dire di te!- disse il Prof. Jones
-Mi chiamo… Emma… Emma Richardson… E…-
-La tua passione?- chiese un ragazzo che era a sedere vicino al professore.
-La devo ancora trovare!-
-Cosa hai fatto quest’estate?- chiese un’altra ragazza.
In quel momento guardai il professore e lui sgranò gli occhi.
 
*FLASHBACK*
 
 
-Mi sto annoiando!- dissi sbuffando.
Quel locale era veramente noioso e sentire leggere quelle poesie pessime era la ciliegina sulla torta.
 
-Sii paziente. Siamo qui per sentire un amico. Devi essere educata!- mi rispose mia madre.
Rimasi a sedere per altri 2 minuti o poco più, poi mi alzai e andai a prendere un po’ d’aria.
 
-Dove vai?- disse mio fratello prendendomi per un braccio.
-Fuori. Qui dentro è noioso! Sai, non pensavo di passare l’intera vacanza a sentire poesie penose!-
 
Appena uscita, mi sedetti in una panchina poco distante dal locale e cominciai a guardare le stelle, fino a quando qualcuno non m’interruppe. Ero in vacanza in Italia, non conoscevo nessuno, chi poteva essere?!
 
-Sono tante vero?!- disse quel ragazzo stando in piedi vicino a me.
-Già..!- risposi distaccata.
-Scusa se ti ho disturbato, ma ti era caduto questo? – disse porgendomi il portafoglio.
-Oh, grazie. Deve essermi caduto dalla tasca quando sono uscita da quel locale!-
-Tranquilla. Eri la?- disse indicando il noiosissimo locale.
-Già… Ci sei mai stato?-
-Sì, i miei genitori vivono qui. Posso sedermi?-
-Sì certo!-
-Grazie!-
-Tu non vivi con loro?-
-No, io studio a Londra. Sono all’ultimo anno!-
-Quanti anni hai?-
-25! Tu?-
-17-
-Da dove vieni?-
-Perché vuoi saperlo?-
-Era pura curiosità. Anche tu mi hai chiesto se vivevo qui? Giusto?-
-Giusto, ma non ti ho obbligato a rispondere! Non ti dirò di dove sono. Sei uno sconosciuto!-
-E la mamma non vuole che tu parli con degli sconosciuti! Capisco..- disse alzandosi. –Ora vado! Domani ho una festa da organizzare!-
-Compleanno?-
-No. Tra 3 giorni riparto per Londra, saluto la famiglia.-
-Io starò qua ancora per un po’-
-Sono contento. E’ bella l’Italia, fai bene!-
-Già.. E’ bella se non vieni tutte le sere a sentire queste poesie!-
-Non ti piacciono?-
-Assolutamente no! Ahah..-
-Ti svelo un segreto? Neanche a me piacciono! Ahah..-
Mi scappo un sorriso e poi mi fermai a fissarlo. Era veramente un bel ragazzo.
-Ora scappo. Continua a guardare le stelle!-
-Va bene sconosciuto!- dissi sorridendo.
-Che brutto sconosciuto. Mi chiamo Tyler!- disse porgendo la mano.
-Io sono Emma!- dissi stringendo la sua grande mano.
-Sei gelata!-
-E’ fresco qui fuori, non pensavo!-
-Tieni!- disse mettendo la sua giacca sulle mie spalle.
-Non posso? Non ci rivedremo mai più! Quando te la restituisco?-
-Domani sera! Vieni alla mia festa…-
-Ma io non so dove abiti!-
-Ti passo a prendere io! Facciamo alle 9 o 9 e 30, quando preferisci?-
-Alle 9 va benissimo!- dissi sorridendo.
-D’accordo-
Rimasse a fissarmi per qualche istante, senza staccare il suo sguardo da me.
-Tyler… Non dovevi andare… Sai, la festa!-
-Giusto, giusto… La festa!- indietreggiando, inciampò su un vaso che era in quel giardino per bellezza.
-O mio Dio, ti sei fatto male?- chiesi preoccupata
-No. Tutto apposto. Apposto! Ora vado…- disse girandosi e avviandosi alla macchina con passo svelto.
A me scappò un sorriso e poi lo salutai con un cenno di mano.
 
*FINE-FLASHBACK*

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Capitolo 4
*** 3. ***


3.
 
-Allora, per oggi abbiamo finito! Ci vediamo la prossima settimana!-
-Arrivederci. Arrivederci!-
Velocemente presi la mie cose e cercai di uscire, ma il prof. Jones mi chiamò.
-Signorina Richardson, aspetti. Chiuda la porta, per favore.-
-Va bene!- guardai a destra e a sinistra e poi chiusi.
 
-Emma!-
-Tyler!-
Ci abbracciammo. Eravamo contenti e preoccupati allo stesso tempo. Ero felicissima di averlo rivisto, ma non volevo che la gente venisse a scoprire di quell’estate.
 
-Non mi avevi detto che studiavi qui?-
-Non ci siamo detti tante cose. Ti ricordi, alla fine siamo due sconosciuti.-
-Due sconosciuti che in parte si sono conosciuti, Emma.-
-Lo so, è stata una cosa impulsiva… Non dovevamo!-
-Io non mi sono pentito di niente!-
-Ma adesso sei il mio professore, Tyler!-
-Lo so!- disse abbassando lo sguardo.
 
*FLASHBACK*
 
-Mamma io esco! Stasera davano una festa qui vicino, torno verso mezzanotte.-
-Dove vai?-
-A una festa te l’ho detto-
-Ma di chi?-
-Ho conosciuto… Una ragazza ieri sera al locale… mi ha detto che tutti i ragazzi sotto i 18 anni possono entrare a questa festa! Ti prego mamma… Almeno legherò con qualcuno…-
-Va bene, ma tua sorella non viene?!-
-No!- risposi di scatto.
-Perché no?!-
-Perché non è stata messa nella lista!-
-Tranquilla mamma, non ci voglio andare! Sarà una festa da sfigati…-
Ci facemmo una smorfia a vicenda.
-Chi ti porta?-
-Quella ragazza! E’ qui fuori che… che mi aspetta!- dissi guardando fuori dalla finestra.
-Va bene, non fare tardi! Ti voglio bene!-
Così raggiunsi Tyler che mi aspettava fuori casa.
 
-Scusa il ritardo!-
-Nessun ritardo…-
Senza pensarci ci baciammo.Un bacio veloce, a stampo.
-Scusa!- disse lui mettendo in moto la macchina.
-No, scusa te! E’ stato un…-
-Impulso. Anche per me!-
 Io lo guardai e sorrisi.
 
Dopo qualche minuto di macchina arrivammo alla casa dove si sarebbe svolta la festa.
 
-Spiegami un po’ questa festa!-
-E’ una festa di un ciao momentaneo, diciamo…-
-Mmm… E chi c’è?-
-Cugini, amici di cugini, amici miei… Ecc…-
-Non era una festa in famiglia?-
-I cugini sono famiglia, no?!-
-Ahah… D’accordo andiamo!-
 
Entrammo in quella casa e c’era di tutto.
Ragazza, ragazzi, alcool, musica a palla… E poi c’ero io, che mi guardavo intorno. Non ero abituata a niente del genere. Harrow era una cittadina calma e organizzavano cosa del genere una volta ogni tanto, anzi ogni parecchio.
 
Tyler appena entrò cominciò a salutare gente, ad abbracciare ragazzi e ragazze. Poi mi portò un bicchiere di vodka.
 
-Tu bevi?!-
-Non molto..-
-Tranquilla! Nemmeno a me piace… Ha organizzato tutto mio cugino-
Poi, si fermò a guardarmi. Vide che non ero molto a mio agio. Primo perché non conoscevo nessuno, secondo, perché tutti parlavano una lingua diversa dalla mia, tranne lui.
 
-Vieni! Ti faccio vedere una cosa?!- disse prendendomi per mano e portandomi al piano di sopra.
-Dove andiamo?-
-Vedrai, ti piacerà!-
 
Dopo aver salito 2 piani di scale ci fermammo davanti ad una porta.
 
-Chiudi gli occhi!-
-Come?-
-Dai, chiudi gli occhi…-
 
-Bene, attenta c’è uno scalino… Abbassa la testa.. Ora vai avanti, avanti… Fermati! Apri…-
 
Appena tolsi la mano davanti agli occhi rimasi senza parole. Da lassù vedevo tutta la città illuminata. Ogni piccola casa, con la sua piccola luce. C’erano persone in bicicletta, alcuni avevano un gelato in mano, altri erano seduti a chiacchiera.
Era altissimo, le persone erano talmente piccole che le coprivo con il mio pollice e alzando la testa, vidi le stelle. Proprio come la sera prima, anzi più belle. Il cielo era blu, era di un blu intenso e le stelle erano tante e luminosissime.
 
-E’ bellissimo!-
-Sono contento che ti piaccia!-
-Ci porti tutte le donne che conquisti quassù?- dissi sorridendo.
-Solo le più speciali…- disse lui guardandomi negli occhi.
-Lo avrai detto a tutte a questo. So come siete fatti voi ragazzi… Per fare colpo fareste di tutto-
-Cioè?-
-Avrai portato quassù milioni di ragazze e ad ognuno di loro avrai detto ‘Tu sei speciale!’…-
-Sei la secondo donna che sale quassù…-
-Un posto speciale, per una ragazza speciale, come le altre…- stavo per scendere, quando Tyler mi afferrò per un braccio.
-Aspetta! Ti giuro che siete salite solo in due quassù…-
Io abbassai lo sguardo, sinceramente ci rimasi male.
-La prima è stata mia mamma…-
In quel momento lo guardai negli occhi, avrei voluto sotterrarmi dalla vergogna. Che stupida!
 
-Scusami, io non volevo dire che…- ma m’interruppe cominciando a baciarmi.
Non so descrivere quel bacio. Il bacio non può essere riportato per scritto, il bacio va dato, sentito e assaporato. Quel bacio è stato un contatto quasi etereo, la magia di un legame speciale tra due sconosciuti, un’intesa improvvisa, di un vincolo appena nato. E’ stato il gesto più dolce e romantico. Sapevo già che avrei ricordato quel bacio per sempre. Ogni volta. In ogni momento.
 
Piano, piano, ci lasciammo andare. Mentre ci baciavamo lui mi prese in braccio e io legai le mie gambe al suo bacino. Mi appoggiò delicatamente sul letto, si sdraiò sopra di me e mi guardò negli occhi. Toccai la sua bocca con un dito. Toccavo il bordo delle sue labbra e cominciai a disegnarle come se uscissero dalla mia mano. Lui continuava a fissarmi, mi fissava come non aveva fatto ami nessuno. I nostri occhi si guardavano intensamente. Il suo verde smeraldo si stava mischiando al mio nocciola, per trovare il colore perfetto. Il mio respiro si fece più pensate quando cominciò a baciarmi il collo. Allora io cercai di immergere le mie mani nei suoi capelli, di accarezzare la profondità di quel nero intenso. Poi tornammo a baciarci, come prima, forse anche meglio di prima e in quel momento ho sperato che quell’intensità, quella passione non finisse mai…
 
*FINE-FLASHBACK*
 
-Emma! Emma!-
-Ora devo andare! Le mie amiche mi stanno cercando.-
-D’accordo!-
-E’ stato bello rivederti!- dissi aprendo la porta.
Lui non disse niente, mi venne incontro e mi baciò. Il mio stomaco andò in subbuglio, come la prima volta, come se quel remoto bacio non fosse mai finito.
Quando ci staccammo, lo guardai e sorrisi. Ma era un sorriso amareggiato. Un sorriso che diceva che tutto ciò non sarebbe mai più successo… Purtroppo.
 
-Ah eccoti!- disse Leah entrando nella classe insieme a Vanessa.
-Allora, signorina Richardson, lei mi compila questo modulo per la prossima volta…!-
-D’accordo, prof.Jones. Arrivederla.-
-Cosa ti ha dato?- mi chiese Vanessa cercando di prendere il foglio che avevo in mano.
-Emh no. E’ solamente un modulo da compilare!-
-Va bene! Ma la cosa mi puzza un po’… Io vado a casa, ci vediamo domani!-
-Ciao Vanessa, a domani!- dissi rimanendo da sola con Leah.
-Anche io è meglio che vada, è tutto il girono che suono fuori!- disse Leah, lasciandomi sola.
-D’accordo, a domani!-
Appena rimasta sola, aprì la busta che mi aveva dato Tyler, anzi il prof. Jones. Dentro c’era un foglio con scritto il suo numero di telefono e sotto c’era una piccola frase : ‘E’ che sto morendo dalla voglia di guardarti di nuovo negli occhi…’

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Capitolo 5
*** 4. ***


Mi svegliai alla solita ora è stranamente ero di buon umore. Scesi a fare colazione e salutai tutti, persino mia sorella Brooke. Presi l'ultima brioche e mi avviai verso scuola. Durante il tragitto incontrai Austin, che subito cominciò a parlare. 
 
-Buongiorno!-
-Ciao-
-Mattinata buona per parlare?-
-Sei fortunato!-
-Ahah... Menomale!-
-Senti, mi chiedevo se oggi, dopo la scuola, ti andava di pranzare insieme?-
- Mi stai chiedendo di uscire per caso?!-
-Emh...-
-Senti...- dissi fermandomi davanti a lui -Non mi piaci... Mettitelo in testa!-
-Volevo solo conoscerti un po' meglio... Per fare qualche amicizia!-
-Ci sono moltissime persone a scuola, proprio con me devi fare amicizia... La persona meno indicata, fidati!-
-Perché dici questo?-
-Ti farò soffrire... Ne sono certa! E siccome mi sembri un ragazzo, abbastanza apposto, non voglio...-
-D'accordo... Allora ci vediamo in giro!-
- Si!-
 
Appena arrivata a scuola, tolsi le cuffiette e attraversai la strada, ma qualcosa catturò la mia attenzione, anzi qualcuno.
A scuola c'era un altro ragazzo nuovo. Non sono una che di solito resta senza parole alla visione di un essere umano dell'altro sesso, ma questa volta era diverso. Era esteticamente bellissimo: occhi azzurri, capelli molto corti castani, presente fisicamente... 'Wow!' È stata l'unica cosa che ho saputo dire. Ma il mio cuore apparteneva a Tyler...
 
-Buongiorno!- dissi a Leah, aprendo il mio armadietto
-Hai visto di già il ragazzo nuovo?- mi sussurrò
-Si... Perché parli a bassa voce?-
-Hai sentito cosa dicono di lui?-
-No... perché?-
-Mi spaventa. Lo chiamano il 'Bello e Dannato di Harrow!'-
-Pericoloso?-
-Si... Dicono che abbia ucciso suo padre e sua madre!-
-Che assurdità, Leah!-
-Anche io ho pensato fosse assurdo inizialmente, ma pensaci bene Emma... I signori Walker sono stati uccisi dalla stessa arma, lo stesso giorno e in casa c'erano solo i due figli... -
-Lui, è Jace Walker?-
-Si... È tornato!-
-È molto cambiato!-
-Anche se è stato dentro per 2 anni, non significa che sia cambiato!- 
-Non possiamo essere certi che siano stati i figli, Leah...-
-Chi altro Emma?-
 
A quella domanda cominciai a fissare il ragazzo che camminava al centro del corridoio. Veniva squadrato da tutti. Tutti lo credevano ancora un assassino, dopo 2 anni e forse stavo cominciando a pensarlo anche io. 
 
-È suonata. Devi andare a lezione! Hai visto Vanessa?-
-No, oggi non viene. Non stava bene...-
-Ci vediamo a pranzo!- dissi avviandomi verso la mia classe
-Emma!- mi voltai -Stai attenta... Walker è pericoloso!-
Sospirai e me ne andai. 
 
Dopo aver seguito la lezione di scienze e di arte, avevo bisogno di vedere Tyler. 
 
-Scusi, prof. Jones... Posso entrare?-
-Oh, ma certo signorina Richardson. Chiuda la porta!-
-Ciao!- dissi sorridendo appena chiusa la porta alle mie spalle.
-Ho una bella notizia!-
-Spara!-
-Hanno accettato una richiesta che avevo fatto, all'inizio della scuola...-
-Cioè?-
-Mi daranno psicologia come materia e non solo come corso extra-scolastico!-
In quel momento rimasi senza parole. Non ero ne felice, ne triste. Non so come mi sentivo. Ero spaventata all'idea di averlo come professore, ma allo stesso tempo ero felice di poterlo vedere tutti i giorni. 
 
-Non sei contenta?- disse lui cercando il mio sguardo.
-Ma certo!- dissi sforzando un sorriso
-Anche io, da morire Emma!- disse abbracciandomi.
Ma all'improvviso, la porta dell'aula si aprì. Velocemente ci lasciammo, ma nel farlo, feci cascare a terra tutti i fogli che Tyler aveva sulla cattedra. 
 
-O mio Dio, mi scusi prof. Jones. Mi scusi davvero!- mi chinai a raccogliere i fogli, mente lui si aggiustava la giacca. 
-Non si preoccupi signorina Richardson, ci penso io-
A quel punto mi alzai e lo guardai nel panico più totale. 
-Emh.. Grazie dei moduli! Ci vediamo alla lezione!- disse lui cercando di trovare una scusa al nostro incontro.
-Oh, si figuri. Arrivederla!- 
Quando mi girai, vidi appoggiato allo stipite della porta Jace Walker che ci fissava e dentro di me continuavo a ripetermi 'Speriamo non abbia visto niente, speriamo non abbia visto niente!' 
Mi avvicinai alla porta per uscire e lo fissai negli occhi. Occhi di un blu intenso... 'Wow!' Di nuovo quella sensazione. Ma non riuscii a fissarlo a lungo... Appena gli passai accanto per andarmene, chiesi con un filo di voce tremolante 'Permesso' e subito dopo abbassai lo sguardo.
 
A pranzo mi sedetti al tavolo insieme a Leah e nessuno delle due disse niente, finché Leah non tiró fuori di nuovo l'argomento di 'Jace l'assassino'.
 
-Lo hai visto oggi?-
-Si!-
-Ero da Tyler e...-
-Chi è Tyler?-
Cavolo! Avevo chiamato per nome il professor. Jones. Le ragazze non sapevano niente di quell'estate. 
-Emh... Volevo dire il prof. Jones, mi sono confusa...- dissi cominciando ad accarezzarmi le mani nervosamente e poi continuai a cercare scuse: -Mi sono confusa Leah, succede?-
-Ti confondi così facilmente?! Perché io non chiamo i miei professori per nome!-
-Io si invece, ok?!- risposi scocciata
-Che ti succede stamani, Emma?-
-Niente...-
-Sei aggressiva!-
-Non sono aggressiva, sono spaventata...-
-Da Walker vero?! Te l'ho detto... È pericoloso Emma!-
Io la guardai. Stavo per dirle tutto. Tutto di me e il sign. Jones. Tutto quello che accadde quell'estate. 
Ma, nello stesso momento, Leah ricevette una chiamata. Era sua madre e dovette tornare a casa. 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** 5. ***


 
Ero rimasta da sola a scuola. Vanessa a casa malata e Leah a casa per sistemare delle cose con la madre.
Era brutto. Non avere amiche con la quali chiacchierare all'armadietto o con le quali spettegolare sui nuovi scoop della giornata. Forse stavo riuscendo a capire come si sentiva quel ragazzo, Jace. Da solo, tutti gli occhi puntati su di lui, la gente che parla e giudica... Già, non è bello! 
Mentre tornavo al mio armadietto per prendere i libri per seguire l'ultima lezione, lo vidi. Stava cercando di aprire il suo armadietto, sembrava come bloccato... Dopo un paio di manovre riuscì a sbloccarlo e appena si aprì caddero 2 o 3 giocattoli per cani a forma di pistola. Uno scherzo a dir poco irrispettoso e fastidioso. 
Walker, raccolse i giocattoli e li buttò nel cestino accanto, poi prese dei fogli dall'armadietto e lo chiuse. 
Io lo stavo fissando, senza accorgermene. Appena si girò, vide il mio sguardo fisso su di lui e in quel momento guardai altrove cercando di far finta di niente. 
Mi passò molto vicino, tanto che potei sentire il suo profumo. Attaccò uno di quei fogli che aveva in mano, vicino al bagno delle ragazze, così, curiosa, andai a leggere. 
 
''Cercasi persona che faccia ripetizioni di letteratura a poco prezzo. Argomenti del 3 e 4 anno. Grazie per la collaborazione. Jace Walker (102 halfstreet).''
 
Senza pensarci due volte staccai il foglio dal muro. Gliele avrei date io. Ero pronta. Non credevo a tutto quello che diceva la gente, avrei dovuto scoprirlo da sola e questa sarebbe stata un'ottima scusa per andare a casa di Jace Walker. 
 
-Cosa?!-
-Ti sei bevuta il cervello Emma?!-
Questo è quello che mi dissero le mie due migliori amiche al telefono appena hanno saputo delle ripetizioni di Jace. 
- Ragazze, state calme. È solo un ragazzo che ha bisogno di una mano!-
-Non è vero Emma! È un ragazzo che ha ucciso una persona- mi ribadì Leah
-Ma quando è tornato?- chiese Vanessa
-Oggi. Non lo aiuterà nessuno se non lo faccio io!-
-Perché t'interessa così tanto aiutarlo?- mi chiese Leah
-Perché è una persona come tutti noi...-
-No Emma. È un assassino!- mi disse Vanessa
-Ragazze, starò attenta promesso. Voglio scoprire di più su questa storia e voglio aiutarlo! Quindi ci andrò che vi piaccia o no...-
-Fai come vuoi, io ti ho avvertita!- disse Leah abbassando il telefono
-Stai attenta Emma. Per qualunque cosa, chiama! Baci!- disse Vanessa attaccando.
 
La casa di Jace, non era troppo lontano dalla mia, solamente un isolato. Appena mi trovai davanti al portone di casa sua avevo l'ansia a mille, feci un respiro profondo e suonai il campanello. Se ripensavo alla storia che raccontavano a scuola, sulla sua famiglia, mi venivano i brividi. 
Dopo pochi istanti, la porta si aprì. 
 
-Si?- disse lui affacciandosi e chiudendo la porta alle sue spalle
-Ciao! - dissi sistemandomi i capelli 
-Cosa vuoi?- disse lui pulendosi le mani
-Emh... Sono qui per le ripetizioni di letteratura!-
-Ci mettiamo qui fuori sul tavolo laggiù?-
-D'accordo!- dissi facendo un mezzo sorriso
 
-Prima di incominciare mi presento. Emh... Io sono Emma Richardson-
-Io sono Jace Walker-
Non mi strinse la mano che gli avevo teso, si limitò a guardarla.
-Non so molto di te, vuoi dirmi qualc...- mi interruppe
-Siamo qui per fare conversazione o per studiare? Fammi capire.-
-No, scusa. Sono stata inopportuna. Hai un esame, dobbiamo studiare!- lo guardia negli occhi e dopo aver fatto un colpo di tosse cominciai - Bene, cominciamo con Sterne...-
 
Parlai di letteratura per quasi 2 ore, fino a quando Jace non mi fece una domanda.
 
-Sei all'ultimo anno?-
-Si...- risposi stupita dal fatto che mi avesse fatto una domanda. - E tu? Per cos'è quest'esame?-
-Per andare via dalla scuola! Una specie di esame per il diploma...-
-Perché vuoi andare  via dalla scuola?-
-Ho altro da fare! Non mi va di stare in mezzo alla gente che...-
-Che?-
-Che parla male di me!- disse alzandosi. Mi alzai velocemente per seguirlo. 
-Scusa, e cosa dice di così tanto brutto su di te?-
-Lo sai, non fare la finta tonta!- disse aprendo il portone di casa.
-Giuro che non so nulla! Non voglio credere a quello che dice la gente...-
Appena dissi ciò, Jace chiuse il portone di casa e si sedette sulle scale del porticato.
-Perché sei qui?- mi chiese da seduto. Io la raggiunsi, sedendomi accanto. 
-Per le ripetizioni...-
-Non è vero! Non sei qui solo per questo, Emma?!-
Appena pronunciò il mio nome, il mio corpo fu invaso dai brividi. 
-Cosa vuoi Emma?-
-Io non so cosa voglio, Jace!-
- Non è vero, vuoi quello che vogliono tutti...-
-Come? E cosa vorrei, estraneo che ha tutte le risposte?- dissi sorridendo
-Mhm, diciamo che ho fatto molte esperienze e ho imparato a stare al mondo da solo..
-Che cos'è che voglio?-
-Tu vuoi un amore che ti consumi, vuoi la passione, l'avventura e anche un po' di pericolo, possiamo dire...-
In quel momento il mio respiro si fece più pesante. Stava alludendo a me e a Tyler. Ci aveva visti quella mattina e la cosa mi spaventava. 
-Ci hai visti, vero?!- dissi guardandolo quasi con le lacrime agli occhi.
-Ti prego Jace. Te lo chiedo per favore, questa cosa non la deve sapere nessuno. Altrimenti saranno guai seri per me e...-
-E il professor. Jones. Lo so Emma! Non dirò nulla...- è detto questo si alzò e aprì il portone di casa, ma prima di chiudere si voltò verso di me e mi disse: - Un consiglio per il futuro: fate attenzione, il gioco che state facendo è pericoloso!-
Io rimasi seduta a pensare con la lacrime agli occhi, poi mi alzai di scatto. 
-Jace!-
Lui si fermò davanti al portone e cominciò a guardarmi nell'attesa che io dicessi qualcosa.
-È un segreto!-
-Lo so. È per questo che ti ho detto di stare attenta. I segreti sono la peggiore delle armi. E le armi sono pericolose... Fattelo dire da chi ne sa qualcosa!- è detto questo chiuse il portone di casa. Io rimasi per qualche istante lì in piedi a fissare il nulla. Pensavo a tutto e a niente contemporaneamente. Alcune lacrime mi rigavano il viso e poi, la suoneria del mio cellulare mi portò alla realtà. Era Tyler. In imprimo momento gli abbassai e cominciai a pensare alle parole di Jace 'Il gioco che state facendo è pericoloso!' Purtroppo aveva ragione. Era rischioso per entrambi. Ma in secondo momento lo richiamai senza pensare a troppe parole e conseguenze.  
-Pronto Tyler?-
-Ciao! Volevo sapere se stasera ti andava di cenare insieme?-
-Va benissimo. Dove andiamo?-
-Beh... Non posso portarti in giro per Harrow, sarebbe troppo pericoloso. Pensavo di fare a casa mia!-
-Oh, d'accordo. A che ore?-
-Ti passo a prende alle 8...-
-A stasera!-
 
Abbassai il telefono e notai che erano le 6 e 45. Dovevo correre a casa.

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Capitolo 7
*** 6. ***


Mancava pochi minuti alle 8. Ero pronta. Trucco fatto. Capelli fatto. Vestito elegante fatto. Mando un messaggio a mia madre con scritto che ceno da Leah e posso uscire di casa. Ma mentre scendevo le scale vidi Ethan. Cercai di fare il più piano possibile per uscire di casa senza farmi notare, ma quei maledetti tacchi facevano troppo rumore.
 
-Dove stai andando?-
-A cena da Leah! L'ho scritto anche alla mamma!- 
-E vai a cena da una tua amica così elegante?- disse alzandosi dal divano
-Senti Ethan, devo uscire e sono già in ritardo!- dissi guardando l'orologio
-Lasciala andare! Evidentemente deve uscire con il suo fidanzato!- disse Brooke scendendo le scale
-Sei invidiosa perché tu non ce l'hai-
-Scusami?!- disse sconvolta Brooke
-Non ti scusare!- 
-Aspetta, aspetta... Questo significa che hai il ragazzo?- mi chiese Ethan
-No...- risposi cercando una scusa
-Emma...-
-Che c'è?-
In quel momento il mio telefono cominciò a suonare. Lo guardai. Era Tyler che mi chiamava.
-Rispondi... È fastidiosa la suoneria!-disse Brooke sedendosi sul divano
-Pronto?- risposi tremando 
-Sono qui fuori!-
-Oh, si Leah. Certo che me lo ricordo! Sto arrivando...-
-Sono Tyler Emma!-
-Arrivo scema... Non scappare eh!- dissi abbassando velocemente
-Allora?- chiese Ethan mettendosi di fronte a me
-Senti, ti prego... Devo andare!- dissi guardandolo negli occhi
-Ci siamo sempre detti tutto Emma... Cosa sono questi segreti!-
-Sei sicuro di questo?!-
-Certo!- 
-Io non ne sarei così sicuro! Ora devo andare.. È veramente tardi!-
 
Velocemente raggiunsi Tyler e partimmo per cenare.
 
-Ora capisco perché ci hai messo tanto!- disse baciandomi e squadrandomi
Io ero agitata. Stavo ancora sudando freddo. 
-Stavano per scoprire tutto!-
-Cosa?-
- I miei fratelli, le mie amiche a scuola... È un segreto difficile da tenere!- dissi con gli occhi lucidi
-È difficile per entrambi, ma vedrai che le cose miglioreranno andando avanti!- disse sorridendo. Io ricambiai il sorriso, ma non ero ottimista come lui sull'argomento. 
-Pronta?- disse mettendo in moto
Annuì con la testa e partimmo, direzione casa Tyler. 
 
Durante la cena mossi continuamente la gamba, come un tic. Ero tesa, nervosa e molto preoccupata. 
 
-Emma!- mi chiamò Tyler catturando la mia attenzione
-Si?-
-La pianti con quella gamba?- disse indicandola 
-Oh si, scusami!- e cominciai a mordermi le unghie. 
-Emma...- disse sedendosi accanto a me sul divano -Che succede?-
-Niente.-
-Perché sei agitata? Che è successo oggi?-
-Sono solo stanca!-dissi accarezzandogli i capelli
-Vogliamo vederci un film?-
-Per me va bene!- dissi appoggiando la mia testa sulla sua spalla. Lui accese la Tv e cominciammo a vedere quel film. 
-Tyler!-
-Si?!-
-Credi che qualcuno possa pensare che tra noi c'è qualcosa?!- chiesi cercando una riposta nei suoi occhi
-No, non credo! Perché questa domanda?-
-Ho paura che qualcuno c'abbia visto...-
-Sono sicuro che nessuno pensa niente di noi e che nessuno c'abbia visto, Emma!- 
-Jace Walker ci ha visti! Oggi... In aula... Mente ci abbracciavamo!-
-Ci stavamo solo abbracciando Emma!-
-Ma studenti e professori non si abbracciano, di solito!-
-Senti, se la gente comincia a fare domande, perché Walker parla, noi diremo che tu eri giù di morale e che avevi bisogno di un consiglio dalla psicologo! Ok?-
-Ok... Sono più tranquilla!-
-Io ti amo Emma!-
-Anche io Tyler!-
 
Era tardissimo. Mi feci riaccompagnare a casa e cercai di fare meno rumore possibile. Mi tolsi i tacchi e nel frattempo qualcuno accese la luce del salotto e mi spaventò. 
 
-O mio Dio, Ethan!- 
-Sai che ore sono?-
-Si...- dissi prendendo i tacchi che mi ero tolta, da terra
-Dove sei stata?- disse seguendomi
-Da Leah, te l'ho det...-
-Non è vero! Ho chiamato Leah, mi ha detto che l'ultima volta che ti ha vista è stata oggi a scuola!-
-Senti, non sei né mia madre, né mio padre... Non ho bisogno della tua ramanzina...- dissi infastidita
- Ho saputo che è tornato Jace, Jace Walker!-
- Si e allora?-
-Devi stare lontana da lui!-
-Cosa? Nemmeno lo conosci!-
-È pericoloso!-
-Ma sapete solo giudicare in giro... Tutti bravi siete in questo mondo a giudicare, a parlare male degli altri, a vedere e a credere solo quello che volete!-
-Non sono l'unico a dirlo Emma...-
-Questa è la cosa che mi fa più schifo Ethan...-
-Cosa?!-
-Siete come un branco di pecore, tutti uguali... Sareste pronti a giudicare di tutti anche le cose ingiudicabili...-
-Emma io...-
-Faccio ripetizioni a quel ragazzo. Eh già , vado a casa sua, ci passo i pomeriggi insieme... Sono ancora viva. Ops, sempre che la tua, anzi la vostra, idea di ragazzo pericoloso sia svanita! Fidati di me è meno pericoloso di molto gente che ci circonda!- 
Lo guardai per qualche istante e poi andai in camera mia, ma prima di aprire la porta Ethan mi fece un'altra domanda.
 
-Eri con lui stasera, non è vero?-
Ero di spalle a mio fratello, di fronte alla porta bianca di camera mia. In quel momento alzai lo sguardo e respirai più forte. Poi risposi impulsivamente. 
-Si! Buonanotte!- 
 
Appena chiusi la porta alle mie spalle, mi lasciai scivolare a terra e scoppiai a piangere. Non avevo mai parlato così con mio fratello, non eravamo mai arrivati a tanto. Ma l'arrivo di Jace sembrava spaventarlo molto, come se si conoscessero da una vita e sapessero dei segreti l'uno dell'altro. I segreti: ecco cosa mi stava portando a tutto quel nervosismo. Quelle maledettissime azioni e frasi che non può  sapere nessuno, ma che alla fine usciranno allo scoperto.  Stavo avendo una crisi respiratoria, così cominciai a rovistare nei miei cassetti e afferrai le due bombolette per l'asma: una blu è una arancione. Erano la mia salvezza. Avevo questo problema sin da piccola, anche prima di essere adottata. Dicono che sia causa di qualche strano episodio vissuto nella vita pre-adozione, qualche visione sconvolgente, che la mia mente ha rimosso quando mi sono state prescritte delle pasticche per la memoria. Comunque sia, adesso sto meglio, mi metto il pigiama e vado a dormire. Domani è un nuovo giorno. 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 8
*** 7. ***


 
La mattina dopo mi alzai con un forte mal di testa. Dopo aver visto l'ora, notai un foglietto sul comodino. Era di Ethan. 'Ti voglio bene!'
Appena lo lessi sorrisi e mi tornò in mente la discussione di ieri sera. Ma lasciai correre. 
Scesi per fare colazione ed erano giù tutti seduti a tavola, stranamente. 
 
-Buongiorno Emma!- disse mio padre chiudendo il giornale che stava leggendo
-Buongiorno!- risposi sedendomi
-Io vado a scuola! Ciao...- disse mia sorella uscendo di casa
-Perché va così presto?!- chiesi sorseggiando il caffè 
-Doveva aggiustare alcune cose prima di seguire le lezioni!-
La cosa non mi piaceva. Brooke arrivava a scuola sempre con quel minuto di ritardo. Diceva che doveva farsi desiderare. Ci metteva un'eternità a prepararsi è quella mattina, alle 7 e 45 era già fuori casa. 
Ero piena di domande ed ero anche molto curiosa, così lasciai la colazione sul tavolo con la scusa di non avere fame e andai in camera mia. Indossai le prime cose che trovai  e andai in bagno. Mi lavai velocemente e mentre uscì, inciampai  sul piedi di Ethan. 
 
-Ti sei fatta male?- disse aiutandomi ad alzare
-No... Tutto apposto grazie!- dissi rifiutando il suo aiuto
-Dove stai andando?-
-A scuola. Devo vedere se Br... Devo fare delle cose!- 
-Va bene. Non voglio farti di nuovo il terzo grado!- disse entrando in bagno. 
-Ethan... Ho letto il biglietto... Ti voglio bene anche io!-
Dopo avermi sorriso entrò in bagno e io velocemente mi avviai verso scuola. 
 
Mentre camminavo con passo spedito, una macchina si accostò al marciapiede. 
-Vuoi un passaggio?-
Mi voltai e vidi Jace. 
-Jace?!-
-Non è la risposta alla mia domanda!-
-Oh... Non vorrei disturbarti!-
-Se fosse stato così non te lo avrei chiesto! Non credi?-
Sorrisi e accettai il passaggio.
-Scuola?-
-Beh si... Perché tu no?-
-Entrerò dopo. Prima devi fare delle cose...-
-D'accordo-
-Perché vai così presto?-
-Devo fare delle cose!- dissi imitandolo. Lui sorrise e scosse la testa.
-Questa canzone è bellissima!- dissi alzando il volume e cominciando a cantare. Notai che Jace mi guardò e sorrise di nuovo.
Poi, arrivati al parcheggio della scuola, vidi Brooke e abbassai il volume della radio. 
-Qualcosa non va?- mi chiese Jace cercando di capire cosa stavo guardando. 
-Shh!- dissi mettendomi un dito davanti alla bocca.
Stavo cercando di capire con chi stesse parlando Brooke, ma non capivo. Lei era molto arrabbiata, stava quasi urlando. Le uniche cose che riuscì a sentire furono: 'Io so tutto!' 'Se non glielo dici te, glielo dirò io!'. Poi mia sorella si girò. Si guardo un po' intorno e andò via velocemente, aggiustandosi i capelli. 
-Chi è lei?- mi chiese a bassa voce Jace
-Mia sorella!- risposi con lo sguardo fisso su di lei
-Emma, perché sei venuta prima a scuola?!-
Ma prima che rispondessi, la persona che stava parlando con mia sorella spuntò da dietro al muro. Era Tyler. 
Rimasi senza fiato, come se stessi soffocando. Stava ricominciando l'attacco. Cercai dispersamente nel mio zaino le 'bombolette colorate', come le chiamavo quando ero piccola. Non c'erano.
-Emma che hai?-
-Non le trovo!- dissi entrando nel panico totale. -Non le trovo Jace! Jace non ci sono!- dissi cominciando ad urlare. 
-Calmati! Stai calma! Respira!- disse prendendomi le mani. -Respira con me! Espira e Inspira...-
Stavo respirando insieme in lui. Con calma. Mi stavo tranquillizzando. Era come se lo avesse già fatto con altre persone. Come se sapesse trattare le persone che soffrivano di questo problema.
-Come hai fatto?- chiesi lasciando la prese delle sue mani
-A fare cosa?-
-A farmi calmare senza bombolette...-
-Io non ho fatto niente...- 
Era vago. Non specificava nulla. 
-Jace...-
-Senti Emma, hai fatto tutto da sola! Non avete bisogno di quelle bombolette!- disse uscendo dalla macchina.
-Avete? Io e chi altro?- dissi scendendo velocemente dell'auto.
Lui non mi ascoltava continuava a camminare in fretta verso la scuola.
-Jace! Io e chi altro?- dissi afferrandolo per un braccio. 
-Senti Emma, accontentati di sapere che tutto ciò che di orribile ho fatto, è sempre stato legato a lei... Ok?!-
Lasciai la presa sul suo braccio e lo guardai allontanarsi. Rimasi lì immobile mentre mi stavo facendo moltissime domanda. Perché mia sorella parlava con il professor Jones? Come si conoscevano? A chi stava alludendo Jace con quel 'avete'? Come è riuscito a placare il mio attacco? 

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Capitolo 9
*** 8. ***


 
Suonò la campanella ed entrai in classe dopo aver preso i miei libri di psicologia. 
Alla prima due ore, avrei avuto lezione con Tyler.
 
-Buongiorno!- disse entrando in classe e posando la valigetta sulla cattedra
-Buongiorno professor Jones- rispondemmo all'unisono
-Allora, stamani...- ma appena iniziò a parlare la porta sì aprì ed entrò Jace.
-Salve lei è?- chiese Tyler
-Jace Walker! Scusi il ritardo.
-Si accomodi dove vuole!- 
Tutti occuparono i banchi con zaini, borse, libri. Mi guardai intorno e provai disprezzo per tutti loro, così, sentendomi in dovere, lo feci accomodare accanto a me e Leah e Vanessa cominciarono a fissarmi come se avessero visto un fantasma. 
-Che c'è?- dissi liberando il banco accanto al mio
-Lasci stare!- disse Vanessa voltandosi
-Grazie...- mi sussurrò sedendosi
-Ero in debito!- risposi sorridendo 
-Allora, come stavo dicendo. Quest'anno mi hanno attribuito psicologia proprio come materia e non solo come corso extra-scolastico. A casa, stavo pensano a come strutturare le lezioni e ho deciso, insieme al l'insegnante di teatro, di fare delle lezioni uniti. In che senso? Nel senso che porteremo la nostro psicologia sul palco!- 
In classe si alzò immediatamente un brusio. 
-Professor Jones scusi, ma chi non fosse interessato!-
-Non ha importanza... Chi ha deciso di seguire questo corso dovrà fare quello che abbiamo deciso io e il professor Patterson. Quindi adesso, vi consegnerò il copione dello spettacolo che andremo a mettere in scena a fine anno, poi prendete la vostre cose e ci spostiamo nel teatro della scuola!-
'Senior Year' era il titolo dello spettacolo. Un po' generale come cosa. Ero spaventata, non mi piaceva essere al centro dell'attenzione, ne tanto meno dover recitare di fronte a Tyler. Che cosa imbarazzante!
 
-Buongiorno a tutti, belli e brutti!- 
Esordì così il prof.Patterson, entrando in teatro. Era un matto, almeno secondo le voci di corridoio. Dicevano anche che non avesse famiglia e che vivesse con dei manichini. Cose assurde!
 
-Lo spettacolo di questo anno si baserà su di voi!-
-Non ho capito!- disse Vanessa alzando la mano
-Immaginavo signorina...-
-Lewis!-
-Bene! Venga qua!- disse chiamano Vanessa sul palco. -Su questo palco, a fine anno ci sarai tu! La tua mente e il tuo corpo niente di più e niente di meno...-
-Cosa c'entra il teatro con la psicologia?- chiese Leah
-Oh c'entra! Il teatro è il luogo dove siamo noi stessi interpretando altre persone! Non è intrigante, misterioso... - disse Tyler guardandomi. -Questa è la psicologia!- disse dopo aver fatto un colpo di tosse. 
-Benissimo! I copioni vi sono stati consegnati?-
-Si...-rispondemmo insieme 
-Bene, vorrei passare all'assegnazione dei personaggi!- disse il professor Patterson facendoci salire tutti sul palco. -Allora ogni volta che chiamo il vostro nome fate un passo avanti e poi vi disponete nelle varie postazioni che ci saranno indicate da Jessica, la nostra segretaria!- 
In quel momento stavo pregando il buon Dio che mi venisse assegnata una parte piccola, quasi inesistente.
Ma ad ogni personaggio secondario che veniva assegnato il mio cuore aumentava i battiti. Non avrebbe avuto senso affidare proprio a me il ruolo principale, si vedeva che eri una ragazza timida. Non ero portata per il teatro. Amava il teatro eh, ma solo da spettatrice, non da attrice. 
Ma mentre ero immersa nei miei pensieri, il professore fece il mio nome e quello di Jace. Facemmo un passo avanti aspettando il verdetto.
 
-Voi due sarete i personaggi principali! Aurora e Logan. I due innamoratissimi della storia. Sarà una cosa pazzesca! - disse battendo le mani da solo e allontanandosi per, probabilmente, andare in bagno. 
Il nel frattempo cercai disperatamente nel copione la descrizione del mio personaggio e qualche battuta, e la cosa non mi piacque. 
 
-No, no, no!- dissi girando in modo confuso le pagine del copione
-Emma, mi dispiace!- disse Vanessa venendomi incontro insieme a Leah
-Cosa ti dispiace? Il fatto che mi hanno dato una grande parte o che dovrò fare tutto ciò davanti a Tyler?-
-Mi dispiace perché dovrai passare tanto tempo con Jace...-
-Ah...- dissi guardandolo preoccupata 
-Scusa... Hai detto Tyler?-
-Cosa?-
-Chi è Tyler, Emma?!- mi chiese Vanessa confusa 
-Evidentemente ha dei segreti con noi...  Per lei Tyler è il prof. Jones!-
-Cosa?- disse Vanessa cercando po sguardo dei miei occhi.
-Scusate... Non potete capire quello che sta succedendo!-
-Ah davvero! Perché non ce lo spieghi?-
-Io...- ma tornò il professor Patterson
-Allora i due protagonisti principali rimangano pure sul palco, tutti gli altri giù!-
Eri rimasta sul palco con Jace. Avevo una forte pressione addosso e anche molta ansia. Sapevo che adesso ci avrebbe fatto provare una scena, ma non sapeva che tra il 'pubblico' avevo il fidanzato che mi guardava, le migliori amiche che mi odiavano e i compagni che pensavo male di Jace. Un disastro!
-Proviamo la sesta scena! Pronti? Buio, azione!- 
Non riuscivo a dire nulla. Mi limitai a guardare Jace negli occhi e poi guardai Tyler e scossi la testa. 
-Ragazzi dovete partire!- disse il professor Patterson alterandosi
-Mi scusi. Allora... Emh... Sei ancora arrabbiato con me?- dissi alzando piano piano gli occhi verso Jace. Jace lesse velocemente e poi cominciò a recitare guardandomi negli occhi. 
-Certo che sono ancora arrabbiato con te! Perché averti intorno mi fa andare fuori di testa, ma...-
-Ma?- dissi quel ma, senza che ci fosse scritto sul copione. Fu un impulso. 
-Ma non averti intorno mi fa andare fuori di testa molto di più...- 
In quel momento i nostri occhi s'incrociarono. Ci stavamo guardando. Potevo vedere la profondità di quell'azzurro. Poi, come sempre, dovetti abbassare lo sguardo... Non ce la facevo! 
Appena abbassai lo sguardo il professor Patterson cominciò ad applaudire. Ci voltammo verso la platea insieme e notai lo sguardo di Tyler. Non era né arrabbiato, né felice, sembrava preoccupato.
-Questo è quello che intendo per recitazione! Gli sguardi, le parole, i vostri respiri! C'è alchimia tra di voi. Complimenti ragazzi! Non è vero sign. Jones?!- disse votandosi verso Tyler
-Verissimo... Sembra che si vedano spesso fuori dalla scuola!- disse con tono ironico e fissando Jace.
In quel momento deglutì e ringrazio il cielo che la campanella suonò. In pochissimi secondi uscì dal teatro e andai in bagno. 
 
Uscendo dal bagno decisi di andare a parlare con Tyler, di quello che era successo al teatro, ma soprattuto volevo chiedergli perché si fosse visto con Brooke quella mattina. 
 
 
 
 

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Capitolo 10
*** 9. ***


 
 
-Toc, toc... Si può?- chiesi facendo capolino nel suo ufficio.
-Cosa vuoi Emma?-
-Ehi, ehi...- dissi andando verso di lui e chiudendo la porta. - Cos'hai?-
-Cos'ho?! Hai presente oggi a teatro... Ecco cos'ho!- 
- Ti ricordo che l'idea non è stata mia. Sei stato tu a decidere di fare questa cosa, hai scelto tu i personaggi e a chi assegnarli...-
-Uo,uo,uo... Frena... Io non ho scelto un bel niente. Non è colpa mia se Pattinson ti ha dato la parte principale e...-
-E nemmeno mia!-
-Hai ragione scusa!- dissi prendendomi per i fianchi e dandomi un bacio.
-Aspetta...- dissi allontanandomi da lui
-Qualcosa non va?-
- Si... Stamattina ti ho visto con Brooke fuori scuola... Che vi siete detti?- 
-Emh... Niente di importante!- disse cercando di baciarmi di nuovo.
-Oh davvero. Perché lei sembrava molto arrabbiata!- dissi incrociando le braccia.
-Senti...-
-L'ho sentita dire 'Se non glielo dici te, gielo dirò io'... Cosa devo sapere Tyler?-
-Ah, sai com'è fatta tua sorella...-
-Non è questo il punto Tyler...- dissi iniziando ad alterarmi
- Sa quello che è successo quest'estate, sa che ci siamo visti l'altra sera e vuole dire tutto a tuo fratello! Ho cercato di fermarla ma...-
-Cosa?!- dissi sconvolta e impaurita
-Emma...-
-Non può farlo. Ci devo parlare!- dissi cercando di uscire, ma Tyler mi afferrò per un braccio. 
-Emma aspetta... Lasciala stare...-
-Ma se dirà tutto...-
-Non dirà nulla... Ti giuro!-
-Come fai ad esserne convinto... È pur sempre Brooke, sai di cosa è capace!- 
-Senti, le ho promesso dei crediti extra... Non farà nulla che potrà compromettere questo suo premio. Puoi fidarti!-
-Ti amo!- dissi baciandolo
-Io di più!- 
Dopo esserci baciati a lungo, raggiunsi Leah e Vanessa in giardino, dovevo aggiustare le cose. Ma all'improvviso mi arrivò un messaggio sul telefono. 
 
'Se la passe con molte studentesse. Chiedili di una certa Charlotte!' (Numero sconosciuto) 
 
Appena lessi il messaggio mi guardai subito intorno. Chi poteva essere stato? E chi era Charlotte? 
In un primo momento ero tentata a tornare indietro e sapere di più su questa Charlotte da Tyler, ma la verità mi spaventava. Così decisi di andare a parlare con le mie amiche.
 
-Ciao!- dissi sedendomi nel loro stesso tavolino. 
-Io vado Vanessa!- disse Leah alzandosi
-Ti prego Leah aspetta!-
-Tra amiche non dovrebbero esserci segreti...- 
-Ero venuta per dirvi tutto!- 
-Parla!- disse Leah sedendosi
-Non è facile...-
-Stai tranquilla! Siamo tue amiche!- disse Vanessa stringendomi la mano
-Allora...- dissi prendendo fiato - Quest'estate sono andata in Italia, ricordate...-
-Si... La vacanza noiosissima...- disse Leah
-Ecco... Non è stata proprio noiosa!- e deglutì
-In che senso?-
-Ho conosciuto un ragazzo e mi sono innamorata!-
-È bellissimo Emma!- disse Vanessa quasi esultando 
-Fiú... E io che pensavo che ci fosse qualcosa tra te e il sign. Jones-
-Infatti!- dissi tutto d'un colpo 
-Specifica infatti?!- disse Leah avvicinandosi a me
-Quest'estate ci siamo incontrati in Italia. Lui era lì, perché ci abita la sua famiglia e abbiamo passato un po' di tempo insieme...-
-Specifica passato un po' di tempo insieme?- disse Vanessa imitando Leah
-Ci sono andata a letto!- e detto questo abbassai lo sguardo 
-Non ci credo!- disse Leah mettendosi le mani tra i capelli
-O mio Dio è fantastico!- disse Vanessa. 
Questo vi fa capire i caratteri diversi delle due amiche che mi ero scelta. 
-È com'è?- chiese Vanessa
-Cosa?-
-Lui... Com'è a letto?-
-Vanessa ti prego. La nostra migliore amica ti ha appena detto che ha una relazione con il nostro professore di psicologia e tu le chiedi le sue prestazioni a letto?!-
-Leah... Dovete aiutarmi!-
-A fare cosa?-
-A tenere segreta la cosa... Se si viene a sapere che stiamo insieme saranno guai seri...-
-Anche se non sono d'accordo con la cosa, ti aiuterò! Ti odio quando ti cacci in queste situazioni...-
-Grazie! Grazie!- dissi sedendomi accanto a lei e abbracciandola
- Ma ho un altro problema!-
-Ovvero? - chiese Vanessa incuriosita 
-Stamattina ho visto Brooke parlare con Tyler... Oh, scusate... Con il professor Jones ed era molto arrabbiata. Sono andata da lui per chiedere spiegazioni ecc... Quando sono uscita per venire qui, sembrava tutto risolto, ma mi è arrivato questo messaggio da un numero sconosciuto!- 
-Chi potrebbe essere?-
-Non ne ho idea...-
-Io proverei a chiedere a lui di questa Charlotte...- disse Leah
-Come faccio a fidarmi di quello che c'è scritto qui, non so chi l'abbia mandato!- 
-Senti, provaci... Male che va, ti dice che non la conosci! Ma stai attenta alla reazione che ha, appena gli dici questo nome...-
 
Poi la campanella suonò. Era ora di pranzo e decidemmo di mangiare insieme.
 
-Oddio ragazze!- disse Vanessa ingoiando l'acqua
-Che succede?- chiesi fissandola
-Guardate la?- disse indicando Austin che camminava  -Quanto è bello...- disse appoggiandosi a Leah
-Si, ma è troppo misterioso...- 
-Leah, te vedi solo il brutto delle persone...- 
-E tu solo il...- 
-Leah!- le urlai
-Di che non è vero!- disse mordendo il pane.
-Si chiama Austin Martin! Non torna qui ad Harrow da quand'era piccolo. Famiglia di ricconi, è dei Gemelli e il suo colore preferito è il blu.-
-Hai scoperto tutto in un giorno?- chiesi ridend
-Oh, ti prego! Ho scoperto tutto tra la terza e la quarta ora! Ci sposeremo a giugno!- disse continuando a fissarlo
-Ma cosa?!- dissi ridendo
-Tu sei matta!- disse Leah
E scoppiamo a ridere. Quelli erano i momenti più belli, quando ridevamo. Ma ad interrompere le risate fu l'arrivo di Jace al nostro tavolo. Le mie amiche si alzarono e ci lasciarono  soli. 
 
-Scusale. È solo che...-
-Lo so. Non c'è bisogno di spiegare niente!- 
-Okay...- dissi aggiustandomi i capelli
-Mi chiedevo se oggi avevi voglia di venire un po' prima ... Da me... Almeno proviamo anche per lo spettacolo! Che ne dici?- 
-Mi sembra un'ottima idea, Jace!- 
-Facciamo che vieni appena finisce la scuola?!- 
-Va bene...- sorrisi
-Ottimo. Ti aspetto all'uscita...- e alzandosi mi fece l'occhiolino. 
-Okay. Tranquilla Emma, tu ami Tyler. Stai andando a casa di Jace per fare i compiti e per ripassare il copione, niente di più, niente di meno.... Ma che sto facendo?! Cretina. Cretina!- dissi dandomi due botte in testa 
-Qualcosa non va?- mi chiese una voce familiare.
-Brooke... Cosa vuoi?!- chiesi con disprezzo
-Volevo sapere come stava la mia sorellina... Non posso?- 
-Tutto ad un tratto t'interessa come sto?!- 
-Ho saputo che hai ottenuto la parte principale nello spettacolo di fine anno... Complimenti! Sappi, che tutti saranno a vedere lo spettacolo...- 
-Non ho ottenuto niente, mi è stata solamente assegnata...- 
-Certo, ma questo non cambierà le cose. Insomma... Come sta andando con Jace?!- chiese con in viso quel sorriso odioso
-Con Jace?! Niente... Tra me e lui non c'è niente... Chiaro?!- dissi attaccandola 
-Ehi, ehi... Tranquilla... Intendevo dire come stanno andando le prove con lui... So che sarà il tuo amore segreto allo spettacolo! Giusto?- 
-Oh si...- dissi tossendo
-Non volevo pensare che fosse qualcosa tra di voi, ma tu non sembri d'accordo...- 
-Come scusa?!- 
-Oh niente... Sai, a volte parlo senza accorgermi di quello che dico!- disse con nessun'aria dispiaciuta.
-Infatti... Tieni la bocca la chiusa...- dissi alzandomi
-Su cosa?! Hai qualcosa segreto per caso, Emma?!- 
-Anche se fosse, saresti l'ultima a saperlo!-  disse allontanandomi
-Non ne sarei così sicura...- disse alzando la voce.
Io mi fermai in mezzo al corridoio con il vassoio in mano e sentì i suoi passi venire verso di me.
-La gente parla... Si scoprono tante cose, sai...- disse sorridendo di nuovo. Che faccia a schiaffi che aveva.
In quel momento non ci vidi più dalla rabbia e dal nervoso, così l'affetto per i capelli e la buttai a terra. Lei si rialzò e mi sferrò un destro. Io ricambiai. È da lì, iniziò l'incontro di box, fino a che Jace e un amico di Brooke, Bryan, non ci vennero a separare. Poi quella voce fastidiosa del preside risuonò in tutta la scuola. 
'Brooke e Emma Richardson, sono pregate di raggiungere lo studio del preside. ADESSO!'
 
-Sono mortificato, non succederà più, le ragazze glielo promettono!- disse mio fratello Ethan parlando e salutando il preside.
- Avete per caso 5 anni?- ci chiese Ethan uscendo dallo studio. 
-Lei ha cominciato!- dicemmo insieme 
-Aaah. Ascoltate, per ora il preside non vi sospende e siete fortunati che a casa non ci fossero nè la mamma, nè il papà.-
Io e Brooke ci guardammo negli occhi con disprezzo. 
-E comunque, quando tornerete a casa, ci faremo una bella chiacchierata.- disse camminando su e in giù davanti a noi. - Tutti e tre!- disse guardandomi negli occhi. -Sono stato chiaro?!- 
-Si!- rispondemmo all'unisono
-Bene! Ci vediamo a casa...- 
 
Appena Ethan si allontanò, la guerra ricominciò quasi all'istante, ma per fortuna, c'era Jace, che mi accompagnò alla sua auto e partimmo con destinazione casa sua.  Tutto il tragitto fu molto strano. Nessuno dei due disse una parola, ma appena arrivammo a casa sua cominciarono le domande. 
 
-Permesso!- dissi entrando 
-Prego... Fai come se fossi a casa tua!- 
-Che ordine! - dissi guardandomi intorno. - Non pensavo che tu fossi così ordinato!-
-Infatti non lo sono. Tutto questo è merito di Fancy...- 
-Fancy?-
-Sì... È mia nonna, mi aiuta con la casa: l'ordine, la cucina, il bucato... Sai, cose da donne!- 
-Capisco!- dissi sorridendo 
- Insomma...Mi spieghi cosa è successo oggi?- disse sedendosi accanto a me sul divano
-Niente... Odio semplicemente mia sorella, Jace!- dissi toccandomi il labbro. -Ahi.. Brucia!- 
-Aspetta! È gonfio... È dove hai preso il cazzotto?- mi chiese andando in cucina
-Boh, credo di si... Non eravamo mai arrivate alle mani...- 
-Cos'è che ti ha spinto a farlo?- mi chiese tornando con un po' di ghiaccio
-Non lo so... Però lo desideravo da tempo! - risposi appoggiando il ghiaccio sul labbro. -Jace... Se ti arrivasse un messaggio anonimo cosa faresti?- 
-Dipende...-
-Da cosa?- chiesi curiosa e togliendo il ghiaccio
-Da cosa c'è scritto!-
-E se ci fosse scritto qualcosa che non ti è chiaro... Tipo un nome che non sai di chi sia?!-
-Non lo so Emma... Andrei dalla poliz...-
-Non posso! È una situazione complicata...- disse deglutendo 
-Ah... Va beh, tieni il ghiaccio sul labbro- disse prendendo il ghiaccio che tenevo nella mano destra e appoggiandolo sul mio labbro. Eravamo molto vicini, potevo sentire il suo respiro. Godere della bellezza dei suoi occhi e dea bontà del suo profumo....
Poi, piano, piano, ci avvicinammo è tutto d'un tratto le nostre labbra di sfiorarono, ma che, si toccarono proprio... E fu strano, ma ci piacque e riprovammo, per una, due, tre volte... Ci stavamo baciando, quando all'improvviso arrivò la signora Fancy. 
 
-Ciao Jace!- disse entrando. 
Era una vecchina adorabile. Profumava di vaniglia. Indossava un grembiulino bianco e portò a Jace dei biscotti, probabilmente fatti in casa. 
-Ciao nonna!- disse grattandosi la testa
-E lei chi è?- disse indicandomi
-È un'amica! Si chiama Emma!- 
-Emma...- disse ripetendo il mio nome e stringendomi la mano. -Sei proprio bella, Emma!-
-Oh grazie mille!- 
-La verità, cara mia!- 
-D'accordo nonna, adesso io ed Emma dobbiamo studiare...- disse Jace accompagnandola in cucina.
-Senti topino, cosa vuoi per cena?-
-Nonnaaa...- disse imbarazzato. A me scappò un piccolo sorriso. Erano davvero adorabili. 
-Che c'è?! Anche sua nonna la chiamerà topino, no?!- disse guardandomi. Ma a quella domanda, non risposi. Abbassai la testa e cercai di guardare altrove, facendo finta di non aver sentito o capito e questo Jace lo notò. 
-Va bene nonna! Fai quello che vuoi! Mangio tutto stasera... Ho molta fame... Va bene? Ti voglio bene!- disse dandole un bacino sulla testa.
 
-Allora cominciamo?!- disse tornando in solotto
-Va bene. Da cosa vogliamo iniziare?! Copione o libro di letteratura?!- dissi sorridendo
-Partiamo da te...-
-Cosa?!- chiesi confusa 
-Non so quasi nulla di te...- 
-Meglio così... fidati!- 
-Davvero?! Stai parlando con uno che è stato accusato di aver ucciso entrambi i suoi genitori e di aver fatto sparire sua sorella... - disse guardandomi. Io sorrisi e cercai di dire in breve la mia vita. 
-Sono stata adottata quando ero piccola, avevo 5 anni. Non mi ricordo nulla prima dell'adozione... Ma sono stata sottoposta a molti farmaci, quindi ci sta che abbia rimosso qualche ricordo. So solo che i miei genitori naturali non mi hanno mai amata...-
-Come fai ad esserne certa?!-
-Mi hanno abbandonata. Io non lascerei mai un figlio, mai...-
-Non dire così... Nella situazioni ti ci devi trovare, prima di giudicare...- 
Aveva lo sguardo perso nel vuoto. 
-Posso chiederti una cosa?!- 
-Dimmi...- dissi sospirando
-Dov'è tua sorella?- 
-È quello che vorrei sapere anche io...- disse sforzandomi un sorriso
-Ma tu non l'hai mai cercata!- 
-Ma certo! E la sto ancora cercando, ma non riesco a trovarla. L'ultima volta che l'ho vista aveva quasi 5 anni... Non so dove possa essere o come possa essere diventata, sai... Al giorno d'oggi è difficile riconoscerti solo tramite una foto di quando eri piccola...- 
-Già!- dissi cercando di fare un sorriso rincuorante.
In quel momento mi arrivò un altro messaggio, pensai fosse Ethan, invece no...
 
'Beccata! A che gioco stai giocando Emma?' (Numero sconosciuto) 
 
-Qualcosa non va?- mi chiese Jace vedendomi un po' turbata, ma soprattutto impaurita. 
Feci cenno di 'no' con la testa e poi mi guardai intorno. Chi era? Cosa voleva da me? 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 11
*** 10. ***


-Emma... Tutto bene?-
-Si, avrei bisogno di andare in bagno!- 
-Certo... Al piano superiore, prima porta a destra!-
-Grazie!-
Salivo le scale molto piano. Uno scalino per volta. Ogni tanto mi voltavo per vedere chi ci fosse dietro di me e vedevo sempre Jace che mi guardava con aria confusa e preoccupata. Arrivata al piano superiore cercai di ricordare 'Prima porta a destra'. Entrai in bagno e chiusi a chiave. Mi guardai allo specchio, mi lavai la faccia e poi vidi un profumo. Lo avevo già visto da qualche parte, così decisi di provarlo. Quell'odore. Era così familiare. Era buono. Decisi di spruzzarlo altro per tutto il bagno, poi all'improvviso... 
 
*FLASKBACK*
 
-Ehi... Che ci fai qui? Lo sai che questo non si tocca, è mio. Piccolina, vieni qua. Hai fame? Vogliamo mangiare il dolce che ha fatto la nonna... Si? Si, andiamo!- 
 
*FINE-FLASHBACK*
 
-Ma cosa?!- dissi scuotendo la testa e posando il profumo. 
Avevo visto una donna bellissima. Bruna con gli occhi scuri. Le sue mani erano molto curate e portava un anello, una fede. 
Ma i miei pensieri furono interrotti da qualcuno che bussò alla finestra del bagno. Appena mi voltai, mi spaventai e caddi a terra. Sulla finestra c'era scritto 'Ti vedo'. 
Presa dal panico cominciai ad urlare il nome di Jace e cercai di aprire la porta, ma non ci riuscivo. 
-Jace! Jace! Aiutooo!- dissi cominciando a dare cazzotti contro la porta. 
-Emma! Emma che succede?- disse agitato 
-Aiutami... Non riesco ad aprire. Aiutami!-
-Spostati...- 
Per entrare sfondò la porta e appena lo vidi, gli corsi incontro. Ero spaventata. Molto. E se quelle che avevo visto e che mi stava succedendo era frutto di uno scherzo, non era affatto divertente. 
-Che succede?- mi chiese baciandomi la testa
Gli indicai la finestra.
-Che c'è la? Cosa dovrei vedere? - mi chiese confuso
Io, più confusa di lui, mi staccai e mi girai verso la finestra. La scritta non c'era più e la finestra era aperta. 
-Non è possibile!- dissi avvicinandomi 
-Cosa non è possibile?.... Emma?!-
-Sono entrata in bagno per lavarmi la faccia, poi ho visto quel profumo e l'ho provato, subito dopo mi sono girata verso la finestra e c'era scritto 'Ti vedo' e adesso non c'è più e io...-
-Hai provato questo profumo?-disse prendendolo 
-Si...- risposi deglutendo 
-Chi ti ha dato il permesso? - chiese molto su di giri 
-Io... Io pensavo...-
-Ecco brava. Tu pensavi... Hai sbagliato!-
-Scusami...- risposi con un filo di voce.
-Esci da qua...- disse appoggiandosi al lavandino.
-Torniamo giù a studiare e ...-
-No, no... Forse non ci siamo capiti! Esci da casa mia...- dissi indicandomi la porta
-Jace, io...-
-Ho detto vattene!- mi urló
In quel momento una lacrima mi rigò il viso e di corsa scesi le scale.
-Tutto bene Emma?- mi chiese sua nonna vedendomi scendere piangendo. 
-Si signora!- dissi asciugando le lacrime
-Oh ti prego, chiamami Fancy!-
-D'accordo!- risposi prendendo la mia borsa e aprendo la porta di casa
-Già te ne vai?- 
-Non è una bella giornata oggi... Mi scusi!- 
-Emma!- mi chiamò raggiungendomi sul ciglio della porta. -Non credere a quello che dicono in giro su mio nipote!- mi chiese quasi supplicandomi
-Non c'ho mai creduto e mai lo farò, Fancy!- 
-Grazie... Sai, cara Emma, sono sicura che sotto quella corazza da cinico che ha, in fondo sia un sentimentale... -
-Lo penso anche io!-
Appena mi voltai, feci un gran respiro, cercai di trattenere le lacrime e tornai a casa. 
 
-Ahi, fai male Ethan!- 
-Se tu stessi ferma!- 
Ero tornata a casa e c'erano i miei fratelli in salotto...
-Che hai fatto Brooke?- chiesi vedendo la ferita sulla coscia 
-Mi sono tagliata, non vedi per caso?!-
-Ah, ah...-
-Tu dove sei stata?- 
-A casa di Jace...- dissi posando la borsa in cucina e aprendo il frigo
-Ah l'assassino!- disse ridendo sotto i baffi
-Non è un assassino.- dissi facendo grandi respiri
-È quello che credi tu...-
-Sai, Brooke... È molto più facile colpire un'invalida.. Starei attenta!-
-Non sono invalida!- disse facendomi una smorfia
-È quello che credi tu...- dissi salutandola e salendo le scale. 
-Signorina dobbiamo parlare, ricordi?!- mi urlò mio fratello mentre cercava di medicare mia sorella.
-Va bene capo, appena avete finito di giocare alla malata e il dottore chiamami!- risposi salendo le scale.
 
Arrivata in camera,accesi: Facebook e la musica , mi sdraiai sul letto, presi un cuscino, me lo poggiai sulla faccia e cominciai ad urlare. Quando all'improvviso il mio telefono vibrò.
 
'Ehi... Volevo sapere se questo fine settimana ti andava di andare a fare un picnic insieme... Proprio come alunna e professore :p'
'Come sei scemo... Comunque non credo di potere. I miei tornano e sarò costretta a stare con loro :( '
'Non ti preoccupare! Facciamo il prossimo... Ci vediamo lunedì, Amore... Ops, volevo dire signorina Richardson' 
'A lunedì professor Jones... :* Il suo amore' 
 
Subito dopo qualcuno bussò alla mia porta. 
-Posso?- disse mio fratello Ethan facendo capolino nella mia stanza 
-Se ti dicessi di no!-
-Entrerei lo stesso... Senti, per quello che è successo oggi a scuola..-
-Se devi farmi la ramanzina già la so. Scusami, ho sbagliato, non dovevo tirare i capelli a Brooke... Non lo farò mai più... giuro!- dissi con tono ironico
-Emma... So com'è fatta Brooke e so come sei fatta tu... Ma le sorelle...-
-Non siamo sorelle!- dissi guardando fuori dalla finestra
-Emma... Brooke in fondo ti vuole bene... È solo che non sa dimostrarlo!- 
-Ah davvero... Voler bene ad una persona adesso significa far sembrare tuo sorella una sfigata, rubarle i fidanzati, rubarle gli amici... Ti prego, dimmi che concezione hai di bene!-
-Sei diversa...-
-In cosa?-
-Non sei più la Emma di tanto tempo fa!-
-E com'era la Emma di tanto tempo fa... Si faceva mettere i piedi in testa da quella vipera...-
-No, però non alzava le mani, era solare...-
-Si cresce, si cambia... Ora esco!- dissi prendendo la mia borsa
-Emma...-
-Che c'è?- chiesi scocciata
-Babbo e mamma rimangono fuori per altre due settimane. Solo questo!-
-Ottimo... Grazie!- e detto questo andai a prendere un po' d'aria, ma prima mandai un messaggio a Tyler.
 
'Questo fine settimana va benissimo. I miei non tornano. Ti amo professor. Jones.'

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Capitolo 12
*** 11. ***


Fuori faceva fresco, ma non si stava male. Decisi di fare una passeggiata, così. Volevo prendere aria, rinfrescarmi, pensare a tutto quello che era successo e che stava succedendo. 
Andai al 'Coffè&Delice' il bar, caffetteria, pasticceria e tutto quello che volete, più conosciuto ad Harrow.
Presi un cappuccino e mi sistemai ad un tavolo. 
 
#JACE
 
Appena Emma scese le scale, sistemai il bagno, ma soprattutto rimisi al suo posto quel profumo. Era molto importante per me. Era quello che usava mia madre tutte le mattine prima di uscire di casa. Era molto buono e anche a distanza di anni mi avrebbe ricordato lei. Nessuno doveva toccarlo o provarlo o odorarlo. Nessuno. Dopo aver pulito un po' il lavandino, mi voltai verso la finestra e la chiusi. Cercai di ricordare quello che mi disse Emma: '...dopo mi sono girata verso la finestra e c'era scritto 'Ti vedo' e adesso non c'è più...'. 
In quella finestra non c'era scritto niente, ma qualcosa doveva averla spaventata a morte. 
 
Poi scesi le scale e andai in salotto. 
Ero arrabbiato con Emma, per aver toccato il profumo, ma in parte anche con me stesso per averla trattata in quel modo. 
 
-Tutto bene?- disse mia nonna lavando i piatti 
-Si...- risposi ordinando il divano
-Ho visto Emma andare via di corsa! È successo qualcosa?-
-Ha toccato il profumo della mamma...-  è detto questo mi abbandonai sul divano
-Oh tesoro...- disse mia nonna raggiungendomi. -Lei non sa tutta la storia! Non sapeva di non poterlo usare...-
-Lo so...-
-Non lasciarla andare Jace. Lei è una ragazza speciale!- 
-Speciale?-
-Ma guardala... Non ha paura di andare contro le parole di tutti... Lei non crede a niente di quello che la gente dice... Era qui con te e per te!- disse sorridendomi
Io riflettevo su quelle parole e odiavo il fatto che fossero vere. 
-Emma... Lo stesso nome di tua sorella. Vedi, Dio te ne ha data un'altra... Prenditi cura di lei!- disse mia nonna quasi con le lacrime agli occhi. Poi si alzò, mi diede un bacio in fronte e continuò il suo lavoro in cucina. 
Io rimasi lì. Sul divano. Seduto a pensare. Secondo mia nonna, che era molto credente, Dio sapeva tutto. Sapeva tutto quello che era successo con la mia famiglia e a lui non importa va quello che diceva la gente. La gente parla, ed è cattiva. Non bisognerebbe mai ascoltarli.
Dio ha disegnato la nostra vita dall'inizio alla fine. Probabilmente si è preso mia sorella Emma, ma solo per darmene un'altra più tardi. 
'Prenditi cura di lei'. Ecco, questo era il mio compito. Tenere a questa Emma come una cosa preziosa, come una cosa speciale. 
Mentre pensavo a tutto ciò, sentivo che dov'ero seduto c'era qualcosa che non andava. Così mi alzai, cercai il problema e trovai un diario.
Volevo capire di chi fosse, così lo sfogliai e lessi qualcosa. 
 
''10 Luglio 2003,
Oggi faccio 7 anni. Sono felicissima, perché è il mio compleanno. Emily, che è la mia finta mamma sta facendo una torta per me. È tutta rosa, è bellissima. Sean, il mio finto papà, sta andando a comprare un regalo per me. E non vedo l'ora di scoprire cos'è...''
 
''15 Settembre 2014,
Eccoci qua. Di nuovo a scrivere. Ormai stai diventando come il mio migliore amico, sai. Oggi inizia l'ultimo anno di liceo, finalmente! Cosa mi aspetto? Non lo so. Cosa vorrei? Che finisse alla svelta. 
Sai, le mie due migliori amiche non sembrano entusiaste di andare via dal liceo. Dicono che se finisce, finiranno anche tutte le cavolate, i pettegolezzi, le risate e le amicizie che hanno fatto qua dentro. Per me, è tutto il contrario. Il liceo fa schifo. Le amicizie? Ho solo Vanessa e Leah, mi bastano. Le risate? Le farò di migliori altrove. Le cavolate? Quelle le faccio di continuo, ovunque e comunque. Per esempio quest'estate. Non ho mai scritto di quest'estate passata in Italia, perché mi ero dimenticata di te. Perdonami! 
Comunque, era iniziata malissimo. Ti dico solo che non vedevo l'ora di tornare ad Harrow. Comunque ho conosciuto un ragazzo. Si chiama Tyler...'
 
Poi, sfogliando, trovai un pagina di diario scritta ieri. 
 
'18 ottobre 2014,
Questo è il giorno in cui sono stata adottata. Non so se ricordarlo come un bel giorno oppure no. Emily e Sean, mi hanno salvato dalla strada, diciamo, ma non ho mai conosciuto la mia famiglia, questo è un bene? Non so dove siano i miei genitori e non so neanche chi potrebbe saperlo.
Però, voglio parlare di altro. 
Oggi a scuola ci hanno consegnato dei copioni. Faremo una spettacolo a fine anno e sono nel panico. Non tanto per lo spettacolo in sè, quanto per il ragazzo che è in coppia con me. Si chiama Jace Walker. Lo so. So a cosa stai pensando. L'assassino. Ma no, questo è quello che dicono tutti e se dovessi credere a quello che dice la gente, io dovrei essere morta in quinta elementare per un pizzico d'ape, ma sono ancora qui. 
Comunque, il punto è che lui è così carino. Senti, è alto , messo bene fisicamente, ha gli occhi... Oddio i suoi occhi... Sono azzurri, come il mare... No, no, no... Meglio, come il cielo... Ma no... Ancora meglio. Non lo so. Ma sono profondi. Quando mi guarda... Insomma hai capito, no?! Ha i capelli molto corti e castani. Insomma è fico! Però è strano. Lui sembra che voglia scappare da qualcosa. Capisco la sua situazione... Non è bello essere identificati come il bello e dannato, ma dovrebbe fregarsene. Comunque, tornando al discorso del teatro... Io e lui dobbiamo fare due innamorati, due che si amano in segreto... Come me e Tyler insomma. Ci amiamo, ma non possiamo dirlo a tutti. 
L'altra mattina sul quel palco c'era tantissima tensione, ma quello che è venuto fuori era naturale, come se non fosse recitato. Quando lui mi dice che lo faccio andare fuori di testa, vorrei rispondergli che in realtà è lui che fa questo effetto a me. 
Però sono sicura che il mio cuore appartiene a Tyler. Io amo Tyler, però questa nostra lontananza, questo non poterci vedere spesso, sta spegnendo la passione che c'era quest'estate. Perché se un rapporto non matura, rischierà di sparire per sempre...'
 
Appena chiusi il diario, decisi di andare a fare un giro. Avevo bisogno d'aria. Così andai al 'Coffè&Delice'.
 
#EMMA
 
Appena mi sistemai, cercai nella mia borsa una cosa. Ma non la trovavo. 
 
-Ma dov'è? Pensavo di averlo messo qui. Lo porto sempre con me...-
-Cercavi questo?- disse un ragazzo poggiando sopra il tavolo il mio diario.
-Jace, ciao...- dissi prendendo velocemente il diario. - Si... Perché?-
-Cosa?- disse sedendosi
-Perché lo avevi tu?-
-Lo avevi lasciato a casa mia e...-
-E?- chiesi preoccupata 
-...ho letto qualcosina!-
-Cosa?- gridai
-Shh- disse mettendomi le mani sulla bocca e ridendo.- Sono azzurri, come il mare... No, no, no... Meglio, come il cielo... Ma no... Ancora meglio.- disse citando una frase dei miei segreti. 
Io lo guardai e cominciai a ridere, dalla vergogna. Diventai tutta rossa. Non potevo crederci, aveva letto quello che pensavo di lui. Oh mamma!
-Senti, scusa per oggi... La mia reazione è stat esagerata!-
-No, tranquillo... È solo che sto passando un periodo strano, sai...-
Ma in quel momento mi arrivò un messaggio.
 
'Parla di me e io parlo di te!' 

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Capitolo 13
*** 12. ***


 
 
-No, tranquillo... È solo che sto passando un periodo strano, sai...-
Ma in quel momento mi arrivò un messaggio.
 
'Parla di me e io parlo di te!' 
 
-Che dovrei sapere?- disse ridendo
-Emh... Nulla!- risposi sorseggiando il mio cappuccino e facendo finta di niente.
-D'accordo... Bene... Adesso vado!-
-No!- dissi d'impulso. Poi feci un colpo di tosse e abbassai lo sguardo.
-Non vuoi che me ne vada?- mi chiese stranito
-Mi accompagni a casa?- chiesi sforzando un sorriso
-Non credo sia...-
-Te lo chiedo per favore Jace!- dissi interrompendolo
-Va bene...! - dissi sospirando
Durante il tragitto verso casa, nessuno dei due parlava. Io pensavo a quel messaggio e lui... A cosa stava pensando?
-A che pensi?- chiesi senza guardarlo
-Nulla...- disse scuotendo la testa 
-Va bene, non hai voglia di parlare!-
-Perché?- mi chiese fermandosi 
-Perché cosa?- dissi mettendomi di fronte a lui. 
 
Eravamo in mezzo ad un parco, sotto un lampione. Come in quei film dell'orrore dove all'improvviso il lampione si spegne e 'Buuu!' Ma stavo bene. Stranamente non avevo paura. Forse la presenza di Jace mi provocava tutto ciò, beh allora c'era da dire solo una cosa 'Wow!'
 
-Perché proprio me? Perché hai deciso di aiutarmi?-
-Intendi per le ripetizioni?- chiesi 
sorridendo 
-Anche...-
-Beh, perché no?!-
-Non mi hai risposto!- disse scuotendo la testa
-Si, invece... Perché no?!- 
-Sai come sono etichettato dagli altri, perché...-
-Shh...- dissi posandogli il dito sulla bocca. -Hai detto una cosa giusta... Etichettato dagli altri! Ti posso fare una domanda- 
-Si!- disse spostando il mio dito
-Tu, come ti sei etichettato?-
-Io so cosa ho fatto e perché, ma...-
-Ma basta. Tu sai il perché hai fatto quello che hai fatto. Stop!- dissi sussurrando e guardandolo negli occhi. 
-Perché fai tutto questo per me?- mi chiese quasi sorridendo
-Forse ti voglio bene!- 
 
A quelle parole lui si allontanò da me. Il suo respiro si fece più pensate e il suo sguardo cambiò in un secondo. 
 
-Non puoi!- mi disse fissando il vuoto
-Cosa non posso?- chiesi mettendomi a sedere per terra.
-Non mi puoi voler bene!- dissi guardandomi 
-Mmm... C'è un modo per decidere a chi voler bene e a chi no?!-
-Non me lo diceva nessuno... da tempo... tranne nonna Fancy...- 
-Questo è il problema...- dissi alzandomi
-Nessuno mi ha...-
-No. Il problema non è chi non ti dicesse 'Ti voglio bene', ma il tempo...-
-Cosa?!- chiese perplesso
-Il tempo è il problema, Jace. Per la nostra realtà nulla è più misterioso e sfuggente del tempo. Ci appare come la forza più grande ed inarrestabile dell'universo. Vedi, per voler bene ad una persona ci vuole tempo. Tanto tempo. E molte persone, purtroppo, non lo trovano e restano sole. Per voler bene alle persone, bisogna riuscire a comandare quella forza immensa e misteriosa, bisogna saperla cogliere al volo, perché il tempo non ti da tante possibilità...
Il tempo non perdona!- 
-Il tempo non perdona? Ma veramente?- chiese sorridendo sotto i baffi.
-E dai , ci stava dopo tutto il bel discorso che avevo fatto. No?!- chiesi cominciando a ridere insieme a Jace. Non lo avevo mai visto ridere così. Quella risata vera, piena, contagiosa... Era ancora più bello!
-Come stai?- chiesi spostandomi i capelli dietro l'orecchio
-Sono mesi che mi chiedo la stessa cosa!-
-E tu che cosa hai risposto?-
-Che starò bene.- disse abbassando lo sguardo
-Ci credi davvero?- chiesi alzandogli delicatamente il viso. 
Lui non mi rispose. Mi guardò e poi mi baciò. Aveva le labbra caldissime, mentre le mie erano congelate. Era bellissimo passare del tempo con lui. Era bellissimo stare con lui. Ma allo stesso tempo mi sentivo in colpa. Io stavo con Tyler, è vero nessuno lo sapeva, ma quello che c'era tra di noi era bello. Non volevo far star male nessuno, così mi staccai di scatto da Jace e me ne uscì con la scusa più banale.
-Ho freddo, voglio andare a casa!- che cretina!
 
Appena arrivati davanti a casa, lo salutai con un semplice bacio sulla guancia. Notai che ci rimase male, ma non potevo e non volevo fare altro. Avevo paura di confondere il piacere che provavo quando stavo con lui con l'amore, sapete mi è capitato spesso in passato. Non vorrei ricascarci. 
 
Appena entrai in casa, mi catapultai sul letto. Ero molto contenta. Troppo contenta. Poi presi il telefono e notai di avere un messaggio. Era Tyler e mi ricordava che domani saremmo partiti per andare a passare un weekend romantico insieme. La destinazione era la sua casa sul lago. Non era molto distante dalla città, però sarebbe stato sicuramente bello. 
 
La mattina dopo mi alzai molto stanca. Con calma preparai la piccola valigia da portare al lago. Ci misi il mio beauty, 2 vestiti, 1 felpa e le mie converse. Ero pronta. 
 
Mancavano ancora 10 minuti alla partenza. Così decisi di fare colazione. Scesi in cucina e mi preparai una spremuta e un yogurt bianco. 
Mentre mangiavo, scese anche mio fratello. 
 
-Buongiorno!- disse stropicciandosi gli occhi.
-Giorno!-
-A che ore sei tornata ieri sera?!-
-Verso l'1!- dissi mangiando lo yogurt 
-Anche tua sorella su per giù ... Ma lei sta ancora dormendo, perché sei già sveglia?-
-Passo il weekend con Vanessa e Leah!- dissi tutto d'un fiato
-Ovvero?-
-Ovvero, vogliamo andare a passare il weekend nella casa al lago di Vanessa!-
-Dovrò chiamare i suoi per scusarmi del disturbo!- 
-No! Non ho più 7 anni... Giuro che ti chiamerò appena arriviamo!-
-E...- chiese volendo che aggiungessi altro
-E anche durante il giorno... Ora vado! È tardi!- dissi dando un bacino a mio fratello 
-Divertiti e fatti sentire!- disse mangiando una fetta di pane tostato. 
-Si, ciao!- dissi uscendo di casa e prendendo la mia valigia. 
 
Fuori c'era già Tyler che mi stava aspettando. Cavolo! Non vedevo l'ora. Saremmo stati io e lui, da soli. Dopo tanto tempo. Era elettrizzata solo all'idea, ma anche molto agitata. Perché? Perché avevo baciato Jace. Perché avevo passato molto tempo con lui e perché avevo intenzione di chiederle di quella Charlotte. Sapete, non dimentico le cose, le metto da parte per usarle nel momento giusto. 

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Capitolo 14
*** 13. ***


-Ciao!- dissi entrando in macchina
-Ciao-rispose baciandomi. -Pronta?-
-Prontissima capo!- risposi sorridendo.
 
Il viaggio durò 40 minuti circa. Ascoltammo tutto il tempo le canzoni degli U2. Amavo quel gruppo. I loro pezzi erano semplicemente unici. Tutto il viaggio, non abbiamo fatto altro che cantare a squarciagola e tenerci la mano. Semplicemente bellissimo!
 
-Arrivati signorina!- disse indicandomi la casa alla mia destra. 
-Porca miseria!- 
 
Era bellissima. Anzi, spettacolare. Era tutta in legno e aveva le finestre enormi. Si poteva vedere il salotto. Era grandissima e con vista lago. Era circondata da alberi e fiori. Sembrava la casa di un film, avete presente quelle case bellissime che dici 'Avercela una casa così!' Ecco, io ce l'avevo... Cioè, Tyler ce l'aveva. Però, come si dice 'Mi casa ed tu casa' no?!
 
Entrata, sistemai tutte le mie cose. E poi decisi di uscire a vedere un po' la zona. 
Andai verso il lago e poi camminai sopra un ponte di legno. Mi sedetti al bordo e immersi i piedi nell'acqua. Era freddissima, però era una bella sensazione. Era molto trasparente per essere un lago. 
Poi, per rilassarmi al massimo, chiusi gli occhi, ma qualcosa mi spinse in acqua. Cercai di riemergere, ma c'era qualcuno là fuori che faceva forza contro la mia testa. Qualcuno stava cercando di uccidermi. Non riuscivo a risalire. Poi, all'improvviso sentì la voce di Tyler, e quella mano sparì, con un scatto velocissimo. Tornai a galla, ma stavo avendo un attacco respiratorio, uno dei miei soliti. Tyler vedendomi in difficoltà, entrò in e mi portò in casa velocemente. Mi fece respirare con le bombolette colorate e poi mi coprì con una coperta di pile. 
 
-Che è successo?- mi chiese sedendosi accanto a me davanti al fuoco.
-C'era qualcuno...-
-Ma siamo da soli qui...! Solo io e te!-
-No. Ti ho detto che c'era qualcuno Tyler!- disse cominciando a piangere.
-Ehi, no, no...- disse abbracciandomi
-Ha cercato di uccidermi!- 
-Sei sicura Emma? Non è che ti sei spaventata di qualche animale e se caduta in acqua?!-
-Non mi credi...- dissi quasi singhiozzando
-Ti credo... Ma non capisco. Siamo soli, non può essere stato nessuno!- 
-Ti dico che c'era qualcuno, ma non so chi.... La cosa peggiore è che era qualcuno che voleva uccidermi!- 
-Per stasera allora è meglio non uscire... Stiamo qui, ci guardiamo un film e mangiamo pop corn, ok?!-
-Si..- dissi appoggiandomi a lui.
-Ti vado a preparare qualcosa di caldo!- disse alzandosi
-No. Non lasciarmi sola!- dissi afferrandolo per un braccio.
-Emma! In casa non può entrare nessuno! Calmati!- disse baciandomi la fronte!-
Appena mi lasciò sola, mi guardai intorno terrorizzata e guardai fuori attraverso le vetrate che si trovavano in salotto. Avevo paura. Avevo molta paura di rimanere lì. All'improvviso il mio telefono squillò. 
 
-Fanculo!- dissi con la mano sul petto. Mi aveva fatto prendere un colpo.
Guardai. Era un messaggio da Jace. 
 
'Sera. Stasera fai qualcosa?'
'Ehi. Io sono fuori città. Sono con Tyler, cioè il professor Jones, tu sai cosa c'è tra di noi'
'Ah... Va bene, scusa il disturbo!'
 
-Ecco qua! Tisana alle more per l'amore più grande!- disse tornando in salotto con questa grande tazza. 
-Grazie!- dissi baciandolo
-Ti senti meglio?- mi chiese guardandomi 
-Si...- dissi bevendo la tisana. -Mmm... Buonissima! - sussurrai.
-Lo so!- disse dandosi tantissime arie. A me scappò un sorriso e subito lui si avvicinò a me. Cominciò a baciarmi delicatamente sulle labbra, per poi scendere sul collo e poi tornare sulle labbra. Mi stava facendo impazzire. Così posai la tazza e cominciai a giocare un po' anche io. Lo baciai sul collo, sul naso, arrivai fino al naso e poi glielo morsi. Lì, lui si staccò da me, mi guardò e mi prese in collo, portandomi al piano superiore. 
Ci sdraiammo sul letto e in pochissimo tempo i nostri vestiti sparirono. 
Mi stava baciando delicatamente intrappolando il mio corpo tra il suo è la base del letto.
È stato bello, come la prima la volta, come tutte le volte. Ero sicura di amare quell'uomo, ma qualcosa in lui non mi convinceva. 
Così, a cena decisi di affrontare l'argomento Charlotte. 
 
-Buonissima questa carne!- disse gustando la cena che avevo preparato
-Senti...-
-Dimmi- chiese bevendo un po' d'acqua
-Sai dirmi chi è Charlotte!- chiesi titubante 
In quel momento, il suo sguardo cambiò totalmente. Mi fulminò, oserei dire. Era spaventato, ma allo stesso tempo arrabbiato. Come se io non avessi dovuto sapere niente. È tutto ciò non mi piaceva affatto.
-Sapevo che questo momento sarebbe arrivato, ma speravo che non fosse stasera.- disse dopo una lunga pausa
-Non capisco...-
-Avrei dovuto parlarti qualche settimana fa, perché io l'ho saputo qualche settimana fa...- dissi respirando profondamente.
-Che sta succedendo Tyler?- chiesi smettendo di mangiare.
-Come spiegarlo...-
-Intanto inizia, no?!- chiesi alterandomi
-Vedi... Quando andavo al liceo, precisamente 7 anni fa, ho avuto dei problemi con mia madre. Questo mi ha fatto venire qui a Londra... Ma prima di venire qua, volevo farla pagare a mia madre per non so nemmeno cosa, per dei torti che a quell'età è giusto che i genitori, facciamo ai figli...-
-Cosa è successo?-
-Eravamo alla festa di fine anno... Pensavo solo a divertirmi. A spassarmela con le ragazze e a bere. Quella sera ho fatto sesso non protetto con una ragazza, Charlotte e lei è rimasta incinta... Tutto qua!- 
-Sei papà?- chiesi con le lacrime agli occhi. 
-Da ben 6 anni... - 
Ero sconvolta. Mi misi la mano davanti alla bocca e avevo lo sguardo perso. 
-Io l'ho scoperto solo poche settimane fa, Emma... Ti giuro! Non pensavo di aver messo incinta una ragazza...-
-E adesso?- chiesi quasi piangendo 
-E adesso... Beh, dovrò andare a stare con lei per un po'... Non ci sono stato per così tanti anni... Devo farmi sentire un po'... Matty deve capire che ha un papà...-
-Matty? È così che si chiama?- 
-Si...-
-Quando pensavi di dirmelo?- 
-Avevo paura Emma...- disse prendendomi la mano 
-Dove sta lei?- chiesi preoccupata della risposta
-A York...-
-Cosa?!-
-Lo so, è lontano... Ma che ci posso fare!-
-Che ci puoi fare! Hai ragione... E io? Che ci posso fare? Mi sono innamorata di una persona che se ne andrà per non so quanto tempo. E andrà a vivere con la madre di suo figlio!- scoppiai in lacrime. 
-Perdonami... Ma devo farlo!-
-Non possiamo stare insieme. Non ce la posso fare. Dovevamo capirlo sin da subito Tyler. Siamo costretti ad essere solamente alunna e professore, niente di più...-
-Mi stai lasciando...-
-Credimi non vorrei... Ma non voglio farmi del male e tanto meno farlo a te!-  
 
Lo guardai per qualche istante negli occhi e poi corsi in camera. Preparai la mia valigia e scesi in salotto. 
 
-Presumo che il weekend romantico finisca qui?- 
-Presumo anche io...- 
 
A quel punto mi fece salire in macchina e mi riportò ad Harrow. 
Appena arrivata davanti a casa mia, restai per qualche istante, lo guardai e lo salutai dandogli l'ultimo bacio, per chissà quanto tempo. 
 
-Mi mancherai!-
-Cerca di pensare a tuo figlio, non a me!- disse scendendo. 
 
Appena Tyler ripartì, chiamai Jace e piangendo gli chiese se poteva passarmi a prendere a casa. 
Dopo nemmeno 10 minuti era lì. Corsi in macchina e chiusi lo sportello violentemente. 
 
-Che è successo?- mi chiese preoccupato e mezzo addormentato.
Io senza nemmeno pensarci, mi voltai e gli diedi uno schiaffo. Uno di quelli sonori, di quelli che lasciano il segno. -Per cos'era questo?- chiese accarezzandosi la mascella
- Ho avuto una giornata davvero di merda, e ne avevo bisogno...Scusa!- dissi sforzando di sorridere
-Ora che vuoi fare?-
-Venire a casa tua!- 
-Cosa?! Il weekend romantico è...-
-Andato! Nessun weekend romantico...- dissi asciugandomi le lacrime. 
 
Arrivati a casa sua, mi distesi sul divano e cominciai a piangere di nuovo. Non potevo credere a quello che era successo. Dopo un po' Jace scese dalle scale di casa sua con un piumone e tanti cuscini. 
 
-Che stai facendo?- chiesi alzandomi. Avevo gli occhi gonfi e rossi. Ero in condizioni pessime.
-Una serata tra amiche! Stasera sarò la tua migliore amica...- disse facendo lo spiritoso e cercando di farmi sorridere. - Ho dimenticato una cosa essenziale!- disse dandosi una botta in testa. Corse in cucina e quando tornò in salotto, aveva in mano un barattolo di Nutella. 
-Ora è una perfetta serata tra amiche!- disse sedendosi sul divano accanto a me, accendendo la Tv e passandomi un cucchiaio per la Nutella. Dopo essermi alzata e essermi messa a sedere decentemente, gli diedi un bacio sulla guancia e gli sussurrai in un orecchio: 'Grazie!' Lui si avvicinò al mio e sussurrò: 'Nulla!'
 
Tutto sommato, passai una bella serata. Anche se la rottura con Tyler, i messaggi, la scoperta di questo figlio,  l'attentato di omicidio al lago... Insomma, ero provata, ma Jace, come sempre, mi strappò un sorriso e mi fece sentire a casa...

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