La terra che è un astro

di Olympies
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1
 
Mille anni e poi mille
Non posson bastare
Per dire
La microeternita'
Di quando m' hai baciato
Di quando t' ho baciata
Un mattino nella luce dell' inverno
Al Parc Montsouris a Parigi
A Parigi
Sulla terra
Sulla terra che e' un astro.


Jacques Prévert
 
 
 
 
Nel bagno di fronte alla mia piccola camera da letto, Tunia stava deliziando il quartiere con un'esibizione allarmante delle sue doti canore; mi sarebbe piaciuto tirarle la saponetta su per le bianche chiappe che si ritrovava e che, ultimamente, l'avevo sorpresa ad ammirarsi allo specchio nel soggiorno, ma ero troppo in ritardo per perdermi in simili sciocchezze.
No, oggi non l'avrei fatto.
Mia madre, dal divano del salotto, trillava in maniera isterica quanto il mio arrivare costantemente agli sgoccioli fosse patologico, ma non le prestai attenzione, mentre, con uno scatto felino, saltavo i gradini ad uno ad uno, trascinando un baule enorme in legno, rigato e ammaccato, su cui Paeony era disperatamente aggrappata con gli artigli: quella gatta, prima o poi, mi avrebbe piantata in asso e non potevo darle troppo torto.
Il pelo rosso striato della sua schiena, pericolosamente incurvata, rifletteva la luce del sole di una mattina di fine estate; dalle finestre socchiuse s'insinuava un profumo di fiori ed erba fresca... - Sbrigati, Lily, per l'amor del cielo! - . Mio padre, con un gesto frettoloso, afferrò il mio baule e lo piazzò trionfalmente nel portabagagli della nostra macchina, saltando al posto di giuda e premendo sull'acceleratore come un pazzo - Dio, pa', sembri quasi Petunia prima di un appuntamento col Tricheco Spiaggiato, datti una calmata. Arriveremo puntuali- biascicai, allacciandomi la cintura e mettendomi comoda.
Finestrino abbassato, capelli al vento e sole in faccia: ero pronta per una bella fotografia, peccato il soggetto paterno al mio fianco. Erano anni che gli ripetevo di smetterla di ricorrere al riportino, ché la somiglianza con Petunia raggiungeva livelli allarmanti; lui si limitava a sbuffare ed aggiustarselo affettuosamente.
- Oggi è il primo settembre, buongiorno a voi amici ascoltatori..- Alla radio una tipa dalla voce vacua ci salutava tutti come fossimo amici di vecchia data e io cambiai stazione, sparandone a palla una canzone dei mitici Pink Floyd.
- Queste robe non hanno un senso, ai miei tempi sì che c'era la vera musica-
- Ai tuoi tempi non c'era la radio e forse neanche l'acqua corrente- decretai, volgendo il mio sguardo all'orizzonte, sempre in attesa di una qualche istantanea da un fotografo in cerca di soggetti sconosciuti da immortalare in un secondo.
Non che fosse la mia aspirazione, ma mi sarebbe piaciuto un bello scatto quell'anno: era il 1977 e io stavo per iniziare l'ultimo anno ad Hogwarts.
Alla stazione di Kings Cross ci sarebbero sicuramente state Mary e Marlene ad attendermi, ci eravamo date appuntamento tre giorni prima via telefono.
O meglio, io avevo avvisato Mary, che era una Nata Babbana come me, e lei avrebbe avvisato Marlene, che di telefono non capiva neanche lo spelling.
Quando finalmente, dopo due mesi di vacanze, i miei piedi toccarono nuovamente il suolo della stazione londinese, mio padre aveva abbandonato alle sue sorti il riportino e si contava i battiti cardiaci che lo separavano dalla morte.
- Buongiorno signor Evans, come sta?- Una voce squillante mi raggiunse da dietro, rincorsa da una bella pacca sul culo - Ehi Lily, anche oggi hai schiacciato sull'acceleratore?- Marlene, una cascata di capelli ambrati e due occhi di brace, mi aiutò a raccogliere mio padre, che nel frattempo aveva pensato bene di accasciarsi a terra per aspettare un'ambulanza.
- Eravamo in ritardo e lui non aveva alcuna intenzione di affrettarsi- mi giustificai, ripensando al momento in cui, entrati a Londra, avevo aggiunto il peso del mio piede a quello di mio padre sul pedale dell'auto - Ciao pa', tranquillo, vi scriverò ogni settimana, niente punizioni, niente litigi fra i corridoi, niente pacchi postali con topi annessi per Tunia, niente di niente, solo amore, serietà e sesso sicuro, salutami la mamma- gli urlai caricando il mio baule su quello di Marlene e avviandomi con lei verso il nostro binario.
Affrettai il passo, mentre alle mie spalle la voce di mio padre mi raggiungeva, già lontana - Come sesso, Lily? Di cosa parli...-
- Lo farai morire, prima o poi- sghignazzò la mia amica.
- Moriremo tutti, prima o poi-
- Non sei più la Evans di un tempo. Troppo dissoluta e spigliata. Mi sembri pronta per nuovi amori e conquiste-
- Mi sento pronta anche io. Questo è il mio anno, vita nuova, gente nuova. Me lo sento. Basta appuntamenti ad Hogsmeade, basta ragazzi brufolosi e balbettanti, basta cioccolatini a San Valentino e cuoricini insulsi mandati da maschietti in preda a crisi adolescenziali, basta Potter. Quest'anno dico basta! Penserò solo ai M.A.G.O. e mi darò due possibili appuntamenti al semestre, non di più- decretai tutto d'un fiato, mentre insieme a Marlene baciavo e salutavo Mary sulle guance.
- Mi sembri decisamente riformata, quest'anno si prospetta decorato di un'isteria imbarazzante- Mary alzò le sopracciglia.
- No, davvero. Quest'anno sono Caposcuola...- salii sul treno -... devo dare il buon esempio...- trovai uno scompartimento libero con le mie amiche -... non posso certo far vedere alla gente che me ne vado in giro a limonarmi con i ragazzi...- indossai la mia uniforme impeccabile -... e poi, davvero, dopo Ralf il Moscio, l'anno scorso, voglio darci un taglio con gli appuntamenti campati in aria...- sistemai la spilla e aprii la porta dello scompartimento per dirigermi in quello dei Prefetti -... ho intenzione di dimostrare che una ragazza può benissimo vivere senza la parte maschile, anzi, sapete che vi dico? Un solo appuntamento al semestre! Vivrò di libri e sapere, non piangerò sulle amicizie perdute... - passai davanti a uno scompartimento che puzzava di Serpeverde -... sono una nuova Lilian Evans!- esultai infine, dando le spalle alle mie amiche e avanzando ad occhi chiusi verso l'infinito delle mie aspettative.
- Visto che sei nuova potrei mostrarti come funziona ad Hogwarts!-
No.
La musichetta, che faceva da sottofondo al momento, divenne una marcia funebre.
James Potter, in tutta la sua demenza, mi si parava davanti, pancia in dentro, petto in fuori e merda in testa.
- Potter, evidentemente non hai sentito quando ho detto "basta Potter, basta ragazzini con crisi adolescenziali" e quant'altro, ma ti perdono, perchè quest'estate ho fatto un corso per trattare con i ragazzi disagiati e duri di comprendonio. Ti perdono e declino l'offerta. Non ringraziarmi per la mia gentilezza, davvero- tirai dritto, scansandolo e sventolando la mia lunga treccia rossa.
- Evans, eri più simpatica l'anno scorso quando mi urlavi contro. Diventavi quasi rossa per l'emozione-
- Potter, eri più simpatico quest'estate, quando non ci vedevamo-
- Ma io ti ho vista ogni notte-
Mi voltai, digrignando i denti - Allora dovresti smetterla e staccare la mia foto dal muro-
- Un Incantesimo di Adesione Permanente è permanente, Lilian- affermò in maniera complice - me l'hai consigliato tu a giugno, ricordi?-
Stava trattenendo le risate, potevo vederlo. Varie teste uscirono dagli scompartimenti, curiose, mentre io diventavo rossa e perdevo la calma - Potter io non ti ho consigliato un bel niente!- tirai fuori la bacchetta e gliela piantai dritta in petto.
Sentivo il suo cuore battere attraverso il legno della mia arma - Un'altra allusione simile e giuro che ti tolgo le mutande davanti alla McGranitt-
- Evans, se vuoi togliermi le mutande possiamo farlo anche in privato. A vicenda-
Un piccolo movimento del polso e i suoi pantaloni caddero a terra, mostrando a tutti le gambe nude e ben piazzate.
- Credevo ci saremmo spogliati in un'altra circostanza, ma sono felice che abbia fatto tu il primo passo! Ci vediamo nello scompartimento dei Prefetti! Mi piaci così, intraprendente...- un altro gesto della mano e anche le mutande caddero, ma io non guardai, mi voltai e lo lasciai lì, con il gambero al vento.
Potter Caposcuola, puah.
Silente doveva averlo scelto per sbaglio, preso alla sprovvista dalla compassione per i suoi deficit mentali.
Quando Marlene, che era più o meno in rapporti di amicizia con l'amico Black, me l'aveva raccontato in una lettera, avevo passato la mia serata di fine agosto in un pub irlandese, cantando canzoni irlandesi con grossi tipi irlandesi, bevendo birra e piangendo fra un'esibizione e l'altra.
Decisi che la mia presentazione ai Prefetti poteva essere rimandata a data da stabilirsi, quindi mi chiusi alle spalle la prima porta di uno scompartimento vuoto e affondai il mio bel culo nel sedile, sperando che qualcuno venisse a raccogliermi entro l'orario previsto per l'arrivo.
Sarebbe stato un lunghissimo anno e io non avevo già più voglia.
 
 
Davanti al pollo arrostito che era stato preparato per la cena, la situazione non migliorò.
Pottter, scortato dalla sua B.A.D.A.G.D. ( Banda di Amici Disagiati Affetti da Gravi Deficit), si sedette vicino al mio sedere, ancora dolorante per le piaghe da decubito causate dalla mia posizione di disperazione assunta sul treno.
- Evans, sono abbastanza certo che quest'anno potremmo diventare più civili. Mi sento maturato, cambiato, un ragazzo nuovo, proprio come te. Quindi ti propongo un patto- annunciò.
- Tu sparisci e io festeggio? Ci sto, finalmente qualcosa di sensato. E' un piacere fare affari con te- gli tesi la mano, ma lui non la afferrò.
- Tu non mi strappi più i pantaloni con cotanta violenza e io giuro che non ti strapperò i capelli nelle nostre future notti d'amore-
- Potter, sei maturo come il culo di un babbuino. Per piacere, levati dalla mia vista e facciamola finita- sbuffai. Ero esausta di lui, delle sue stronzate, delle sue menate, dei suoi giochini.
Era il ragazzo con la testa di cazzo più grande che Gesù avesse visto mettere al mondo, ed era probabile che alla sua nascita avesse anche affermato " Cristo, sta volta hai fatto una cagata".
- Okay, Evans, ora sono serio. Tregua. Io non ti infastidirò più, a patto che tu mi faccia entrare nelle grazie di Lumacorno- disse di filato.
Rimasi per un secondo sbigottita, poi cercai di trattenere una risata - Lumacorno ti odia, non farai mai parte del LumaClub, ti mancano delle qualità fondamentali: il cervello, prima di tutto. Per non parlare della simpatia, dell'acutezza e del talento- gracchiai, affondando i denti nella mia coscia di pollo.
Sapevo di aver appena detto delle grandi cazzate: Potter era in gamba. Per carità, era un errore del genere umano, ma non era né tocco né privo di talento. Dio o Merlino, chicchessia, avevano proprio fatto una gran cagata con lui.
- Evans, andiamo, non ti chiedo molto. Ho bisogno del M.A.G.O. in Pozioni per fare l'Auror e non riceverò mai se non inizio a leccargli il culo. E non ho intenzione di farlo. Tu sembri l'unica ad essere capitata lì senza esserti disidratata, metti una buona parola- supplicò.
- Se lo faccio, smetterai di assillarmi?-
- Sì, assolutamente- annuì, solenne.
- Pedinarmi?-
- Non ti ho mai pedinato-
-  Chiedermi di uscire?-
- Parola data!-
- Lanciarmi uccelli di carta durante le lezioni?-
- Ho già smesso-
- Fischiare quando passo?-
- Posso provarci-
- Spiarmi dagli scaffali della biblioteca?-
- Eh no, quello è segreto!- protestò.
- Potter!-
- Okay, ci proverò-
- Vedi di riuscirci- dissi, soddisfatta, e addentai una patata al forno - e il culo?- aggiunsi poi, sputacchiando.
- Quale culo?- chiese lui, spiazzato, osservandomi malizioso da sotto le lenti degli occhiali.
- Il mio!-
- Bellissimo, davvero...-
- Non scherzare, Potter! Smetterai di guardarlo? E' schifoso-
- Innanzitutto, non è schifoso, ma è l'unico piacere mattutino che Hogwarts mi ha concesso per sette anni...- si alzò afferrando una mela e addentandola -... in secondo luogo...- si allontanò dal tavolo, mantenendo il mio sguardo - quello no, Evans, è un bene prezioso dell'umanità. Le opere d'arte si guardano e si studiano, per poi decantarle nei secoli dei secoli- e, con una strizzatina d'occhio, lasciò la Sala Grande.
Mary, che nel frattempo aveva seguito il tutto decisamente interessata, ingurgitò la sua minestra - Be', mi sembra un prezzo ragionevole. Un'occhiata che sarà mai? Mia madre diceva sempre "Dice mamma Rocca: si guarda ma non si tocca"!- recitò.
Io mi alzai in piedi, sconsolata, ma a metà  strada tornai indietro per prendermi una fetta di torta al rabarbaro e mangiarla, fra le coperte del mio letto.
In solitudine, accarezzando la mia gatta come una vera gattara.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2




Aprii un occhio, poi lo richiusi.
Nel baldacchino accanto al mio, Mary  russava come un trattore. Intravedevo i suoi boccoli di cioccolato che si scioglievano sul cuscino: una visione idilliaca, insomma, se non fosse stato per le note nasali.
Mi tirai su, portandomi a sedere, poi inspirai a fondo: erano le sette meno dieci del primo martedì di lezione e alle nove avrei avuto le prime due ore di Pozioni con Lumacorno.
E Potter.
Avevo pensato tutta la notte ai mille modi per non mantenere fede alla promessa fatta a quel piccolo e insulso fricchettone, ma alla fine ero giunta alla conclusione che prima lo avrei fatto entrare nelle grazie del professore, prima tutta quella storia sarebbe caduta nel dimenticatoio, seguita a ruota da Potter in persona e i suoi appostamenti dietro le armature, nei corridoi del secondo piano.
Scesi dal letto e, a tentoni, me ne andai in bagno, dove rimasi all'incirca una mezzora, abbandonata sulla tavoletta del gabinetto.
Quando, finalmente, decisi di alzarmi e andare a fare colazione, trovai già qualche individuo sperso nei corridoi e un'altra manciata ai tavoli di ogni Casa, in Sala Grande.
- Ciao, Remus- salutai Lupin, uno dei componenti della gang demenziale di Potter, ma forse il più decente.
- Buongiorno, Lily - mi rispose di rimando, continuando a spalmare la marmellata sul suo pane tostato - Allora, oggi Pozioni...- tentò.
Io deglutii, poi tracannai una tazza di caffè - Presumo il tuo amico ti abbia raccontato del nostro accordo-
- Sono abbastanza certo di averlo sentito da Sir Cadogan-
- Benissimo, iniziamo alla grande- nascosi la mia faccia in un muffin, decisamente intenta a dilaniarlo - Come era facile prevedere, dopotutto. Non sia mai che riesce a tenersi qualcosa per sé. Probabilmente ora anche Lumacorno saprà tutto e addio patto. Salterà tutto, lo sapevo-
- Lo sai com'è fatto! Per una volta ha ricevuto un sì da te- cercò di giustificarlo.
- Gliene avrei dati molti altri se solo mi avesse posto le domande giuste: "Posso ammazzarmi, Lily?" "Certo, fai pure", "Posso sparire, Lily?" "Oh, cielo, non vedo l'ora James", "Posso non romperti più le palle, Evans?" " Sarebbe un vero piacere per me, grazie mille"-
Lupin sorrise, ma non aggiunse altro. Io, dal mio canto, decisi che il muffin sarebbe bastato, perchè già in via di cementificazione nell'esofago: avevo la bocca secca e lo stress mi usciva dai denti.
Salii in camera per prendere la borsa dei miei libri e trovai Mary e Marlene intente a mettersi i calzini a vicenda.
- Cosa state facendo?- chiesi perplessa, alzando un sopracciglio.
- E' un rito di buon auspicio, lo facciamo ogni anno!- spiegò Mary, radiosa.
- Tu non lo sai perchè i primi anni non ci cagavi molto, eri troppo occupata a spremere Severus dai capelli- ridacchiò Marlene.
- Innanzitutto, non mi piace prendere in mano quest'argomento. In secondo luogo, se il rito consiste nel venire a contatto con i vostri ditoni... be', declino l'offerta, grazie-
- Sì, lo sappiamo bene che ultimamente accetti le offerte solo da Potter-
- Che fate, sfottete? Peccate di simpatia, ne siete consapevoli?- tagliai corto, lanciando un'occhiata all'orologio - e comunque, per vostra informazione, siete già in ritardo. Pozioni inizia fra quarantacinque minuti e voi non avete ancora fatto colazione, vi conviene muovervi-
- Non fare l'evasiva, cara, non è carino da parte tua. Dovresti invece aprirti con noi, descriverci i tuoi sentimenti, le tue paure...- lanciai un cuscino dritto in faccia a Mary.
- Sai quali sono le mie paure? Che Lumacorno non calcoli Potter di striscio e che lui ne approfitti per accozzarsi ulteriormente a me-
La visione di un Potter-cozza attaccato al mio braccetto mi fece rabbrividire e, decisamente schifata, uscii dalla Sala Comune, vagando fino ai sotterranei in cerca di buio e desolazione.
Trovai le porte dell'aula spalancate ed entrai, prendendo posto al primo banco - Buongiorno professore- salutai, regalando un sorriso all'uomo corpulento che mi si parava davanti.
Non era un cattivo  insegnante, ma gli piaceva troppo fare preferenze e gli piaceva troppo mangiare. Temevo, nel profondo del mio essere, che un giorno o l'altro si sarebbe mangiato tutti gli aderenti al suo esclusivo, nonché decisamente inutile al mondo e noioso club di pochi eletti.
- Buongiorno, carissima. Allora, come sono andate queste vacanze?- chiese cortesemente.
- Decisamente rilassanti, grazie, e le sue?-
- Mi sono divertito, ho viaggiato un po', sono andato in Egitto...- iniziò a parlare a vanvera e io presi a fissarlo dritto negli occhi, non facendo caso a una parola che proferiva, ma sorridendo ebete.
Quando, finalmente, la classe si riempì di persone, intravidi i capelli spettinati del mio pedinatore ossessivo compulsivo e alzai la mano per richiamare la sua attenzione - Qui, Potter, ti ho tenuto il posto- biascicai a malincuore, vergognandomi immensamente nel momento in cui metà studenti si voltarono a guardarmi, allibiti.
- Evans- spostò la sedia per accasciarcisi sopra, con un tonfo - Non so, volevi anche fare lezione in braccio a Lumacorno?- si lamentò.
Pure! Si lamenta pure, 'sto demente.
- Senti, Potter- ringhiai- io ti sto facendo  un grande favore e sto mettendo il mio sistema nervoso a dura prova, se ti lamenti ti Schianto. Vuoi entrare nelle sue grazie?- indicai col capo Lumacorno, che intanto farneticava con Piton su qualche loro scemenza - allora seguirai ciò che faccio io. Nessun no, nessun ma, nessun be'. Io mi siedo al primo banco e tu, se vuoi che l'accordo funzioni, farai come ti dico. Se non ti va bene, i posti in fondo sono liberi- conclusi, alterata e rossa in viso.
Ma vedi un po' te cosa mi toccava fare.
- Va bene- mugugnò, sedendosi un po' più dritto.
Il professore, notando la nostra magica e improbabile accoppiata, si avvicinò baldanzoso - Signorina Evans, noto con piacere che ha finalmente ceduto alle avances del signor Potter-
- Oh, professore, no di cer...- ma Potter mi tirò un calcio sotto il tavolo.
Aveva delle scarpe di ferro, forse, o dei talloni dalla sferzata potente, sta di fatto che trattenni a stento le lacrime, mentre lui si dilungava sul nostro rapporto - ... Amore a prima vista, diciamo... ha saputo rivalutarmi... ora non sa stare senza di me, dice che sono un ragazzo d'oro... che si pente di aver sprecato tutti questi anni con gente sbagliata...- lo vidi lanciare un'occhiata al gruppetto di Serpeverde - e quindi mi ha quasi supplicato di prendere Pozioni, quest'anno, anche se pensavo che non facesse a caso mio.. ma lei, sa, quando s'impunta.. e mi ha detto che sono così portato... non ho saputo dire di no ai suoi occhioni verdi in lacrime, ecco. Quindi eccomi qui, credo che poi intraprenderò la carriera dell' Auror, se Merlino vuole. E se vuole anche lei, con i suoi voti- rise, infine.
Ero allibita.
In un minuto era riuscito a sparare un mucchio di stronzate, una dietro l'altra. Usciti dall'aula mi avrebbe sentita.
- Bene, bene, sono davvero felice per questa notizia, bravo Potter! - trillò. In quel momento odiai a morte anche lui, la sua pancia enorme, i suoi baffetti ridicoli e il suo cervello minuscolo - E ora - si rivolse all'intera classe, alzando il tono della voce - Mi piacerebbe che a coppie - e mi strizzò un occhio - mettiate a punto una pozione a vostro piacere. Lavorate di fantasia, se necessario. A fine lezione sceglieremo la pozione più meritevole e i due saranno esonerati dai compiti per il resto della settimana!- batté le mani e l'aula piombò nel brusio.
- Potter, ti sei bevuto piscio di Troll questa mattina?- sibilai, afferrando a caso una libellula e iniziando a martoriarla.
- Allora, Evans, che intruglio vuoi fare, eh?- lui non fece caso alle mie parole.
- Potter, ti sei rincretinito? Che cazzo ti è venuto in mente? Dire che siamo fidanzati... io sono basita, Potter, basita! Ora la voce si spargerà per tutta la scuola e tutti si aspetteranno di vederci insieme nei corridoi.. e schifezze simili - gli tolsi un dente di drago dalla mano per polverizzarlo a furia di coltellate - Credi di aver fatto una cosa intelligente? Eh? No, dico, credi di essere stato furbo? Ora dovremo fingere fino agli esami, altrimenti Lumacorno non ti aiuterà più! Hai per caso cagato il tuo cervello, stamattina, al posto della cena di ieri sera?- quasi urlai, sventolandogli sotto il naso la punta della mia arma.
La gente intorno si zittì per un attimo, poi tornò a lavorare.
- Senti, Evans, ho pensato fosse la cosa più sensata da dire, perchè certamente mettermi a raccontargli di una nostra amicizia nata sotto le stelle, in campeggio, a San Lorenzo, mi è parsa una gran cazzata- tentò lui, ma io continuavo a distruggere ingredienti apparentemente a casaccio e buttarli nel pentolone. L'intruglio stava prendendo una bellissima colorazione perlacea.
- E poi - aggiunse - non ti darò alcun fastidio fuori dagli orari di lezione, sarà come non conoscersi - affermò solenne e quasi mi fece tenerezza, con quegli occhioni grandi e nocciola... Scherzavo, gli avrei gentilmente ficcato una rana su per il naso, senza troppi preamboli.
Al termine della lezione, io e il mio compagno di banco, nonché decerebrato, nonché inutile se non nel passare gli ingredienti, avevamo finito almeno da dieci minuti, lasciando la nostra (mia) pozione a riposo.
Ovviamente, di lì a un quarto d'ora, Lumacorno decretò che il mio Veleno di Morte a Lungo Termine (avevo letto la ricetta, un anno prima, in un libro di Pozioni in Biblioteca) era il migliore fra i tentativi dei miei compagni e io e il mio nuovo fidanzato ci ritrovammo senza compiti per una settimana intera. Raccolsi in fretta la mia roba e me ne andai, cercando di evitarlo, ma lui mi trattenne per un polso - Senti, Lily, mi dispiace di aver fatto di testa mia...-
- Innanzitutto, gentilmente, non troppa confidenza. Niente nomi, in privato - e liberai il mio braccio dalla sua stretta ferrea ma delicata - in secondo luogo, Potter, lascia perdere, ormai il danno è fatto. Con le tue scuse non ci incarto neanche i regali di Natale per Petunia- e gli detti le spalle, andandomene.
Salii le scale, per raggiungere la Sala Comune, ma deviai verso il bagno del primo piano.
Un secondo prima di mettere la mano sulla maniglia della porta, Potter-persecuzione mi si piantò nuovamente davanti - Aspetta!-
- Potter, Merlino, devi levarti di torno. Hai già fatto abbastanza, inoltre l'accordo non prevede l'immediata cessazione dei pedinamenti?-
- Volevo solo dirti che è bello, un po', essere il tuo ragazzo -
- Mi pigli per il culo?- alzai un sopracciglio.
- Sì- rise, e mi stampò un bacio sulla guancia, scappando via.
Entrai in bagno decisamente imbestialita e mi lavai la faccia tre volte, col sapone, finché Mirtilla Malcontenta non iniziò a piangere in una delle tubature.
Me ne andai in fretta e furia: mi bastavano le mie lacrime, non avevo certo bisogno delle sue.
 

 
 
 
 
Buongiorno a tutti!
Spero che questo secondo capitolo vi piaccia.
Fatemi sapere, un bacio
Olympies

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3




Quando quel sabato mi svegliai, il sole filtrava già prepotente dalle tende tirate, danzando sulle coperte del mio letto che si muovevano sopra le gambe.
Non volevo alzarmi, non avevo la minima intenzione di camminare per i corridoi e sentirmi osservata, udire i bisbigli degli studenti, le occhiate degli insegnanti.
Non me lo meritavo; io ero Lily Evans e stavo perdendo il rispetto che mi ero così faticosamente guadagnata, lo stavo vedendo affondare come un biscotto nella mia tazza di latte, ma non riuscivo a riacchiapparlo col cucchiaio.
- Potter, sei un maledetto - biascicai, ancora un po' rintontita e mi voltai dall'altro lato.
Era ormai ottobre inoltrato e settembre mi era sfuggito dalle mani come un vestito di seta troppo liscio: giusto il tempo che l'intera Hogwarts bisbigliasse il nuovo amore scoccato fra me e quel decerebrato.
Le lezioni di Pozioni erano diventate un dramma, poiché non solo ero costretta a sedermi al primo banco col mio presunto amore, ma dovevo reggergli il gioco, accettando sorrisi e ricambiandoli con altrettante effusioni.
- Evans, cerca di fingere meglio, sembra che tu abbia un Thestral su per il culo -
- Scusa, Potter, ma ho te e, fidati, è peggio-
- Smettila di lamentarti, non ti sopporto più, sei tutto un lagnarsi, come se 'sta situazione fosse la fine del mondo. Potter ti odio, Potter che schifo, Potter sei scemo, Potter ringraziami. Ho avuto pazienza finora, ma adesso basta. Tu hai accettato il piano, io ho solo detto una cagata! Dovresti ringraziarmi, invece: finalmente la gente penserà che nonostante il tuo pericoloso livello di acidità, qualcuno ancora disposto a sopportarti esiste!- rispondeva in genere lui, stizzito.
- Potter, ti giuro che se...-
- ... Continui così ti strappo i peli del culo ad uno ad uno e poi ti Schianto-
Quel demente mi faceva anche il verso! Aveva smesso con le scuse e aveva preso a insultarmi anche lui, a bassa voce, quando nessuno ci dava troppo retta - Non so come possa aver pensato di uscire con te in sette anni, sei gradevole quanto lo è Piton quando riesce a strappare una E a quella foca di Lumacorno - gracchiava, stampandomi poi un bel bacio sulla guancia per accertarsi che, chiunque avesse sentito qualcosa, non ci facesse troppo caso o si convincesse di aver udito male.
Io, dal mio canto, mi limitavo a strofinarmi la faccia in maniera ossessiva, finché un bel giorno qualcuno non insinuò che Potter mi avesse fatto un succhiotto, per via del rossore.
- Lily, alzati immediatamente, oggi c'è l'uscita ad Hogsmeade!- Marlene mi tirò una scarpa in testa, sistemandosi i capelli in uno chignon.
- Lens, potresti anche essere più delicata di prima mattina!- mi lamentai.
- Delicata un corno: sono due ore che ti chiamo, io e Mary siamo già andate a fare colazione, ti abbiamo avvertita venti volte, tu non fai altro che restare lì a poltrire e lamentarti-
- Forse sono malata- provai. Mi ero dimenticata che era in programma l'uscita e non avevo la minima voglia di andare in giro: volevo restare a letto a programmare l'annientamento di James Potter.
La soluzione ai miei problemi era semplice e l'avevo finalmente raggiunta quella notte: doveva essere eliminato dall'ecosistema.
- Non dire scemenze, stai benissimo. Esci da quel letto immediatamente, ti do cinque minuti per conciarti in maniera presentabile! - sbraitò e io non aggiunsi altro.
Per carità, avrei potuto ribattere, ma Marlene era da temere quando tirava fuori quel tono.
Scivolai giù dal letto e corsi in bagno, poi presi il primo maglione verde che trovai, mi infilai un paio di jeans e raccolsi i capelli in una treccia - Pronta- annunciai.
Mary guidava il nostro trio, Marlene le saltellava dietro e io, con una flemma invidiabile, strisciavo alle loro spalle, guardando tutti da un occhio solo, poiché il destro era ancora accartocciato dal sonno.
- Signorina Evans!- Il professor Lumacorno sventolava la sua manona all'entrata del castello, salutando gli allievi che si avviavano verso Hogsmeade.
- Professore...-
- Dove ha lasciato il suo amato?- domandò curioso, cercandolo dietro le mie spalle.
Oddio, quest'uomo era ossessionato, doveva farsi controllare.
Fu Lens, però, a rispondere per me - Ci sta raggiungendo, professore, insieme ai suoi amici- e indicò la banda di babbuini sghignazzanti che si stava avvicinando.
Io annuii decisa, finché dopo due secondi non mi resi conto del senso logico della frase - Aspetta, cosa?!-
Mary mi tirò un calcio da sotto il mantello - Lily, ecco la sorpresa di cui ti parlavamo!- urlò stridula.
- Cosa?!- insistetti io.
Accettavo tutto, davvero, anche che si credesse che io e Potter formavamo una coppia, ma una vera uscita no. Assolutamente no!
- Oh oh signorina Evans, vedo che la sorpresa è riuscita bene! Contenta?- Lumacorno probabilmente mangiava pane e demenza a colazione, pranzo, e cena.
Porzioni enormi, perchè era ingrassato.
- Alla perfezione, professore- Potter era spuntato alla mia destra, cingendomi le spalle.
Il piano per la sua eliminazione doveva essere messo a punto al più presto.
Gli pestai un piede - Oh scusa, tesoro, ti ho fatto male?-
Lui mi sorrise - Figurati, orsetto- e mi baciò in bocca.
In bocca.
Le sue labbra sulle mie.
I suoi germi.
Gli pestai di nuovo il piede - E adesso?- digrignai i denti.
Lumacorno, intanto, rideva da solo farfugliando qualche stronzata sull'amore litigarello.
- Bene, è arrivato il momento di scappare, a stasera!- Lupin prese in mano la situazione, trascinando tutta la combriccola e salutando l'insegnante.
Camminai fino all'uscita dal cancello, poi mi fermai, aspettando che gli altri andassero avanti, ma trattenendo Potter - Come ti è saltato in mente?- sbraitai.
- Era il tuo primo bacio? Vuoi provare quello con la lingua?-
- Potter, io te la strappo la lingua! A  morsi!-
- Sei violenta, preferisco baci più dolci- lui fece per tirare dritto ma io lo afferrai per il collo, tirandolo forte.
- Evans, mi stai ammazzando, ma sei scema?- cadde a terra con un mio strattone, trascinandomi con sé - La prossima settimana ho la prima partita di Quidditch della stagione-
- Speravo cadessi di faccia, tanto non giochi con quella-
- Evans, hai le cacche di Troll nella testa?-
- Oh, taci, per l'amor del cielo!- mi alzai, mi scrollai la terra dal culo e me ne andai tutta impettita, raggiungendo le mie amiche.
La mattina passò lenta come una lezione di Storia della Magia e verso mezzogiorno decidemmo di andare a pranzare ai Tre  Manici di Scopa.
- Non è stata un'idea di Mary, comunque. Io e Marlene avevamo già pensato di fare un'uscita di gruppo - Black mi aveva raggiunto, affiancandomi.
- Geniali- borbottai.
- Senti, perchè non ti lasci andare? Insomma, dovrai stare a stretto contatto con James per un anno, rilassati un attimo, passerà in fretta - mi offrì una burrobirra.
Stavo per ribattere, quando pensai che alla fin fine non mi costava niente tacere, per lo meno non avrei rovinato la giornata alle mie amiche.
Pranzammo ridendo (più o meno) e scherzando, finché Minus non propose un salto da Zonko.
Arrivati dinanzi al negozio, gli altri iniziarono a entrare facendosi largo a gomitate, ma io restai fuori - Vi aspetto qui, tanto non devo comprare niente- feci spallucce e abbozzai un sorriso.
Rimasi sola, quando un minuto dopo Potter uscì.
- Non alzare gli occhi al cielo. C'era troppa gente, mi sentivo soffocare- si giustificò.
-Okay-
Calò il silenzio, uno di quelli imbarazzanti e pieni di tensione.
- Senti- ruppe il ghiaccio - Puoi davvero stare tranquilla. Mi sto frequentando da qualche giorno con una ragazza di Corvonero, lei lo sa che non stiamo davvero insieme. Dopo sette anni ho capito che non hai intenzione di uscire con me, oltretutto, se devo essere sincero, sei simpatica come un limone spremuto negli occhi - addentò una caramella comprata quella mattina -... Ho provato anche a farti capire che non sono più il cretino di un tempo, che non vado fiero di come mi sono comportato. Ormai mi limito a qualche battuta su Piton, per il resto ho messo la testa a posto, ma tu sei testarda e insopportabile- tacque in attesa di una mia risposta, ma io non fiatai.
Fissavo la folla per la strada.
- Bene, ho detto ciò che dovevo dirti. Sai, tu sei una ragazza...- ma non finì la frase, perchè gli altri uscirono dal negozio carichi di acquisti e iniziarono a mostrarceli.
 
 
- Quindi ora esce con un'altra?- Marlene sgranocchiava un grissino, al tavolo Grifondoro, accompagnandolo con la zuppa di piselli.
Io annuii, pescando un pezzo di carne dal mio stufato - Così mi ha detto, poi non so...-
- E' sicuramente Emma White, la biondina seduta lì in fondo: li ho beccati a confabulare, tre giorni fa- Mary la osservava come un segugio, gli occhi a fessura - Non mi piace-
Io mi voltai a guardare la suddetta ragazza, poi scrollai le spalle - Non è male-
- Sei più bella tu-
- Cosa importa?-
- Importa che dovresti starci tu! Anzi, tu ci stai!- morse una patata, ma non smise di osservare la ragazza.
- Mary, per piacere, non iniziamo...- in quel momento Black e i suoi amici arrivarono, sedendosi vicino a noi, impedendoci di continuare il discorso.
Dopo dieci minuti mi ritrovai a chiedermi che ragazza fossi, secondo Potter, pensando a come avrebbe voluto finire la frase. Cacciai quei pensieri dalla mente, sorprendendolo a fare un occhiolino a  quella Emma White.
- Potter- lo chiamai, indicandogli l'angolo della bocca - Asciugati la saliva, sta colando-
 
 
 
Ciao a tutti!
Scusate il ritardo, ecco il nuovo capitolo!
Alla prossima, un bacione
Olympies

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


 
Capitolo 4

Le settimane erano trascorse velocemente e dicembre aveva preso piede, prepotente.
Nulla era cambiato dall'uscita ad Hogsmeade, per lo meno apparentemente: tutta la scuola aveva ormai accettato la mia presunta relazione con Potter ed erano rimasti in pochi a girarsi per osservarci, quando lui mi cingeva le spalle col braccio.
Gli studenti più sospettosi ci indicavano ancora, a colazione o a cena, e qualche ragazzina si ostinava a scoppiare in lacrime, quando io e lui entravamo in Sala Grande; io mi limitavo ad osservare la disperata di turno, basita.
- Devo averle promesso un'uscita, un anno fa- si giustificava lui, prendendo posto e lanciando la sua solita occhiata fugace al tavolo Corvonero.
Mi ero abituata anche a quello.
Il due dicembre, un venerdì, mi stavo dirigendo a passo spedito verso l'aula di Trasfigurazione, quando Marlene mi comparve accanto - Cosa c'è, stavolta?- chiese, addentando una mela che si era conservata dalla colazione.
- Cosa?- la guardai interrogativa.
- Hai l'espressione solita- si spiegò.
- Scusa, cosa stai dicendo?-
- Hai la tua solita faccia! Quella che ti incolli quando qualcosa ti sta davvero facendo incazzare-
Io alzai un sopracciglio - Veramente non sono mai stata meglio - Bugia - Mancano due settimane alle vacanze, la gente ha smesso di ridere al mio passaggio, sono in pari col programma di Difesa e posso scegliere se trascorrere il  Natale ad Hogwarts, in Danimarca dai miei cugini o a casa, coi miei- Bugia astronomica.
Non mentivo così dal mio ottavo compleanno, quando la prozia Rosalie si era presentata a casa con un raccapricciante set di calze, calzine e calzette dai colori improbabili. Rabbrividii solo al ricordo.
Marlene si morse visibilmente le guance per non ridere - Sei ridicola, lo sai, vero?-
- Prego?- mi finsi indignata.
Sì, certo che lo so.
- Sei proprio ridicola. Ad Hogwarts restiamo solo io e Black, una vacanza a tre con lui per te sarebbe un incubo. I tuoi cugini danesi puzzano di zuppa di cipolla - e qui alzò un dito ammonitore - e non negare, perchè me l'avrai ripetuto sei volte la scorsa estate, e passare le vacanze a casa tua sarebbe come passarle in galera, con Petunia guardia carceraria. Odi le vacanze perchè preferiresti studiare tutti i giorni dell'anno, ma, soprattutto, la cosa che davvero ti fa bruciare quelle chiappette d'oro che ti ritrovi è la situazione con Potter!- abbassò il dito e schioccò la lingua, soddisfatta. Aspettava un applauso, forse.
- Uao, hai quasi raggiunto una T in Divinazione- feci per oltrepassarla, ma lei mi bloccò con il braccio - Lens, levati!- protestai.
- Perchè non lo ammetti?-
- Cosa?-
- Che la situazione con Potter ti destabilizza-
- Di che parli?- sbuffata tattica.
- Del fatto che finché la gente rideva di voi, avevi qualcosa da rimproverargli. Ora, invece, ti limiti a fingere la tua parte negli spazi pubblici, giusto per coprire la sua relazione con quella White. Finché avevi da schiamazzare contro James, potevi vantare almeno un certo rapporto con lui. Adesso non siete altro che una messinscena-
- Ti rendi conto delle cazzate che sei riuscita a dire in soli 37 secondi?- mi divincolai e allungai il passo, sfrecciando verso l'aula e prendendo posto a sedere al secondo banco.
Lens si sedette indietro, accanto a Minus, ma mi mandò un bigliettino volante:
 
Ridicola
 
Accartocciai il pezzo di carta e me lo nascosi nella tasca interna della divisa.
Ero visibilmente rossa in viso, il cuore mi batteva senza motivo in petto, come impazzito, e le mani mi sudavano.
Madonna, ero davvero ridicola.
Mi sentivo pizzicata nell'orgoglio, perchè tutto ciò che la mia amica aveva detto era vero, ma mi vergognavo troppo ad ammetterlo.
- Ehi, mi siedo qui- una voce alla mia destra mi fece riemergere dal mio mare di merda.
- Perchè?- scattai subito, squadrando Potter, che si era amabilmente svaccato nel posto vicino al mio.
- Perchè voglio- scrollò le spalle.
- Io no-
- Scusa, è tutto a posto?- mi guardò da sotto gli occhiali, turbato.
Turbato lui? Io ero sull'orlo di una crisi isterica. Forse il mio era un disturbo di personalità multipla.
- No, ti sei seduto qui, quindi no, non è tutto a posto- gracchiai, sistemando la pergamena per gli appunti al centro del banco, la penna e l'inchiostro a due centimetri di distanza, perfettamente allineati, la borsa dei libri nell'angolo del tavolo e la bacchetta parallela alla carta.
Ecco, lo sapevo, il mio era un disturbo ossessivo compulsivo.
- Stai bene? Sei tutta rossa..-
- Certo che sono rossa, Potter, mi hai forse vista bionda fino ad oggi?-
- No, intendevo...-
- Taci un po' se vuoi stare qui. Altrimenti alza le chiappe e vattene-
Lui si guardò intorno, poi mi si avvicinò veloce - Lily- allontanati immediatamente - cosa è  successo? Ho fatto qualcosa di sbagliato?- sì, mi stai vicino.
- Sì- sibilai.
- Cosa?-
- Niente-
- Come niente?!-
- Potter se dico niente è niente-
- Se una donna dice niente è tutto! Me l'ha spiegato Emma...- un fuoco mi divampò in petto.
- Cosa mi frega degli insegnamenti che ti impartisce la tua nuova fiamma mentre io vi faccio da palo?-
- Qual è il tuo problema, Evans?- ora James si era allontanato, sollevando le sopracciglia.
- Senti, non lo so. Vuoi fare l'amico? Oppure vuoi fare il fidanzato? Credevo che la cosa si sarebbe limitata alle lezioni di Pozioni-
- Ma se mi siedo tre materie su quattro vicino a te da un mese, ormai- era stupefatto, forse sconcertato.
Io stavo letteralmente dicendo una stronzata dopo l'altra e sentivo gli occhi di tutti puntati su di me.
- Fa' un po' come ti pare- la chiusi lì, le guance in fiamme.
- Ma che ti prende...- borbottò lui, alzandosi e andando a sedersi vicino a Lupin.
Già, cosa mi stava prendendo?
Una voce, tremendamente simile a quella di Mary, mi canticchiò nella testa che ero gelosa.
Figurati se sono gelosa! Semplicemente non mi piace essere usata per inciuci amorosi, ecco. Di Potter, oltretutto!
Sì, sicuramente il problema era quello.
Non ascoltai un fico secco di quello che la McGranitt spiegò, infine, al termine della lezione, schiaffai tutte le mie cianfrusaglie nella borsa e me la diedi a gambe prima che un altro bigliettino di Marlene mi raggiungesse.
Riuscii a nascondermi in Biblioteca per tutta la giornata, di certo lì non avrei trovato nessuno di disturbante.
Saltai pranzo e cena, perchè la fame era l'ultima cosa che mi attanagliava in quel momento.
Ero gelosa o no? No, non lo ero.
Però la visione di quei due, durante le ronde notturne, schiacciati contro un muro a pomiciare mentre io perlustravo i corridoi faceva fare il giro del mondo alla mia pazienza.
Lei non era neanche troppo scema, anzi, tentava addirittura di trattarmi bene, nonostante io le avessi rivolto tre parole in un mese: levati, taci e mh.
"Mh", per la precisione, era quella che più le rivolgevo. Potevo considerarla una parola? Non mi posi il problema.
Mi sento solamente sfruttata, ecco tutto. Chiunque reagirebbe così.
- Un demente e una gallina, una coppia perfetta, peccato mi stiano sempre tra i piedi- dissi tra me e me, ricopiando una frase da un antico manuale di pozioni sulla mia pergamena per gli appunti..
- Grazie Evans, non troppo dolce, che poi mi si cariano i denti- Potter era comparso alle mie spalle senza che me ne accorgessi.
- Cosa ci fai tu qui?!- spalancai la bocca, sorpresa.
Potter non era mai entrato in Biblioteca in sette anni, probabilmente.
- Un giro-
- Fra i libri, certo-
- Va bene, ero venuto a cercarti-
-...Per?-
-Parlare- disse semplicemente, sedendosi accanto a me, sulla panca.
Io sbuffai per la milionesima volta - Ma non c'è nulla di cui parlare!- protestai, iniziando a ritirare le mie carte.
Se la sua intenzione era quella di iniziare una lunga e amichevole conversazione, aveva sbagliato persona.
- Invece sì, eccome. Per esempio - mi bloccò un braccio, ma io mi liberai con uno strattone fulmineo - Ecco, vogliamo parlare di questo?- mi guardò dritto negli occhi.
- Mi disturba il contatto fisico-
- No, ti disturbo io - sorrise tristemente - E la cosa mi dispiace, perchè credevo che fossimo diventati amici-
- Scusa?!- boccheggiai per la stronzata appena proferita - Amici?! Io e te? Potter ma cosa blateri?-
- Andiamo! Sederci vicini a lezione, chiacchierare nei corridoi..-
- Sì, far finta di stare insieme, di abbracciarti, di baciarti, insabbiare la tua relazione con Emma.. amici, esattamente!- sbottai, infuriata.
- Allora è questo il problema? - James era incredulo.
- Quale? Non c'è nessun problema, oltre ai soliti...-
- Invece sì, eccome!- sbatté più volte le palpebre - tu sei gelosa!-
- Ma perchè non taci?- sibilai, afferrai la mia borsa e uscii dalla Biblioteca.
Lui mi seguì a grandi falcate - Tu sei gelosa- ripetè una volta in corridoio.
Io tirai fuori la bacchetta e gliela puntai dritta in petto - Smettila di dire sciocchezze-
- Se non fossi gelosa non reagiresti così!- ridacchiò.
-No, non hai capito. No sono gelosa, mi sento semplicemente usata- ripetei ancora, stavolta a una seconda persona.
- No. Un tempo saresti solo stata felice della situazione. Tu, Evans, hai solo il culo che brucia- allontanò la mia bacchetta dal suo petto e mi piantò il suo sguardo addosso.
Io avvampai.
- Levati- biascicai, andandomene.
La sua mano afferrò la mia divisa svolazzante e mi tirò a sé. Non so come, non so perché, non so per quanto, ma in due secondi mi ritrovai le sue labbra sulle mie, di nuovo.
Stavolta nessuno dei due si allontanò imbarazzato o irritato, né io mi preoccupai della gente intorno, essendo tecnicamente una coppia.
Quando, infine, si staccò, i suoi occhi impalarono di nuovo i miei - Allora, sei gelosa o no?-
Io strinsi le labbra, con uno spintone lo allontanai e scappai via.
Cristo se ero gelosa.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5



Hagrid aveva provveduto ad addobbare la Sala Grande con i suoi dodici alberi, mentre le  luci di Natale brillavano in ogni angolo del castello.
La mattina dopo sarei ritornata a casa, perché così era stato deciso: Hogwarts sarebbe stata troppo vuota e desolata per il mio spirito festaiolo e la Danimarca troppo lontana.
O meglio, questo era quello che avevo detto ai miei genitori: sostanzialmente restare al castello a reggere la candela a Black e Lens, che ormai più che amici sembravano due ragazzini nel pieno di quella fase “Siamo amici o cosa? Cosa!”, sarebbe stato troppo per la mia già consumata pazienza, mentre il ricordo del territorio danese risvegliava in me sentori di cipolle e brodaglie.
Nella camera che condividevo con le mie amiche, io e Mary avevamo riempito i nostri bauli, recuperando calzini e mutande da sotto il letto;  io avevo già preparato i miei abiti da Babbana per l’arrivo a King’s Cross, mentre lei trovava più interessante spazzolarsi una confezione di Cioccalderoni ricevuti da una vecchia fiamma come piccolo anticipo dei regali di Natale.
-Non dovresti mangiarli prima di cena- le feci notare – poi non avrai più fame-
- Impossibile- sentenziò lei, leccandosi le dita.
- Prima o poi scoppierai e inizierai a trasudare cioccolata – sbuffai. L’immagine di me e Mary sul treno per Londra , intente  a restare a galla in un mare di cioccolata, non sembrava poi troppo drammatica, però.
- Be’, dov’è il problema? Per cinque anni sei stata l’amica del cuore di Piton…- iniziò Marlene, che era entrata proprio due minuti prima dopo una doccia decisamente troppo lunga.
Io non risposi: se c’era una cosa su cui non mi andava di scherzare era Severus.
-  Andiamo, Lily, non tenerci il muso per una stupida battuta – Mary si pulì l’angolo della bocca, creando però una sgommata di cioccolata su tutta la guancia.
- Non tengo nessun broncio, semplicemente non mi fa ridere- tagliai corto.
- Piton non fa ridere a nessuno – fece notare Lens – Anzi, se ci penso, sono abbastanza certa che non piaccia neanche a sua madre- ridacchiò.
Io mi morsi le guance, ma non risposi, di nuovo.
- E’ ora di scendere, altrimenti perderemo l’ultimo banchetto di questo 1977- dissi dopo qualche minuto di silenzio.
- Anno di cambiamenti e amicizie… - iniziò Mary.
- … Amori…- Lens continuò.
- Baci rubati…-
- Omicidi, anche. L’anno non è ancora finito- levai la bacchetta, ma ne uscirono solo scintille dorate e innocue.
Forse.
Scendemmo insieme fino alla Sala Grande,  saltano gli scalini due a due. Appena entrata, anche a metri di distanza, notai Potter, che si dimenava in un racconto che sembrava essere estremamente divertente per la sua banda di amici.
Congelai un attimo la mia espressione in un sorriso cordiale, poi tirai avanti, sedendomi a debita distanza.
- Lily, insomma..- Lens mi raggiunse boccheggiando – cosa cavolo è successo?-
Io scrollai le spalle – Nulla-
- Andiamo, vi siete baciati, tu sembravi anche vagamente felice…-
- Non è successo proprio nulla. Potter è solo il ritardato di sempre-
Quella sarebbe stata l’ultima bugia dell’anno? Feci mentalmente spallucce.
Presi posto e in due minuti iniziai ad annegare i miei pensieri nel succo di zucca: se solo avessero saputo cosa cavolo aveva fatto quello scemo di Potter,  se solo fossi stata più furba.
- Senti, non faremo commenti, davvero. A noi puoi dirlo!- Mary mi si  sedette di fronte, incoraggiandomi e addentando una polpetta.
- Non c’è proprio molto da dire, ho abbassato la guardia dopo sette anni di vigilanza costante e lui mi ha rigirata come un calzino, ecco-
- Sì, ma questa volta è diverso – Marlene prese una cucchiaiata di minestra – non hai fatto scenate, non hai urlato in mezzo alle scale… andiamo, vi eravate appena baciati!- sussurrò.
- Sì, facciamo tutti errori- mossi la mano libera da posate in un gesto lavativo.
Dall’altra parte del tavolo, Potter mi lanciava occhiate in tralice e non so quale forza divina mi trattenne dal piantargli un coltello in mezzo a quel faccino perfetto che si ritrovava.
Io ti odio, pensai ardentemente, guardandolo dritto negli occhi, dove mi sarebbe piaciuto conficcare la lama.
Lui accennò  un sorriso e io stirai le labbra allo stesso modo, includendo, però, un bel medio.
- Andiamo, non possiamo continuare così, questa situazione è ridicola- Black si era avvicinato.
- Sai, Sirius, i primi anni credevo che fossi troppo intelligente per essere amico  di Potter, poi ho capito che eravate stupidi uguali. Tutti hanno delle scivolate, dopotutto. In ogni caso – bevvi del succo – non so secondo quale proposito tu ti sia presentato qui, provando a intavolare una discussione con me, ma sono abbastanza certa che tu non abbia dato ascolto al tuo istinto di sopravvivenza – afferrai il coltello e lo conficcai nella mia bistecca, vedendovi dentro i lineamenti di Potter – perché – inflissi alla carne un taglio profondo -…altrimenti..- altro taglio – non si spiega- iniziai a tritare la carne – per quale motivo- il coltello ora andava da solo, continuando la mia opera di distruzione – tu sia qui a parlarmi di situazioni ridicole-. Presi fiato, osservando Sirius Black dritto negli occhi e chiedendomi quanto sarebbe stato bello impalare lui e Potter per la testa, come uno spiedino di ritardati.
Lo vidi deglutire e indietreggiare, allora gli sorrisi di rimando.
Mary, davanti a me, non sembrava più troppo desiderosa di parlare.
- Dovresti mangiare quella carne, Lils, si raffredderà…-
 
 
 
Io e Mary ci eravamo appena accomodate in uno scompartimento vuoto, quando lei aprì bocca – Ascolta, sarà mica per Piton?-
- Scusa?- la osservai distrattamente da sopra la prima pagina della Gazzetta del Profeta, che riportava morti misteriose, ma non troppo.
- Non è che… ti è tornata quella cosa per Piton?- cercò di trattenere i conati, e così feci io.
- Non ho mai avuto una cotta per Piton- chiarii subito – che cosa ti salta in mente?!-
- Insomma, i primi anni odiavi James… stavi sempre insieme a Mocciosus… intendo.. sai.. ne parlavano un po’ tutti- balbettò.
- E’ stato il mio primo grande amico, gli volevo un gran bene- ricordai, un attimo – E quei quattro rimbecilliti non hanno fatto altro che denigrarlo per tutti questi anni-
- Be’, lui li ha istigati per primo- puntualizzò Mary.
- Non credo. E’ sempre stato molto introverso, molto… solo… e timido. Di certo loro non hanno mai mancato di sottolineare quanto fosse sfigato… e tutto il resto. Lui ha solo cercato di annullare quel divario ai miei occhi, credo, ricambiando i dispetti-
- Intendi unendosi ai Mangiamorte?- Mary era scettica, ora.
- Ha fatto una serie di errori, lo so bene- cercai di ribattere, ma Mary mi guardava dall’alto, gli occhi stretti in fessure.
- Lilian Evans, ti ha chiamata Mezzosangue, si è messo a nuotare nelle Arti Oscure e chissà che altro… non lo starai davvero giustificando?!-
- No, per carità- chiarii subito – Ma non voglio neanche dire che è sempre stato una persona orribile. Era il mio migliore amico, dopotutto un motivo ci sarà stato. Mi ha aiutato in tante situazioni- mi fermai un secondo -E comunque, so benissimo che ha sbagliato anche con Potter e gli altri – deglutii – spesso se le andava a cercare, li istigava, si immischiava in fatti che non erano i suoi – ricordai per un attimo il giorno in cui Potter salvò Piton da Remus.
Ero l’unica, oltre ai suoi tre amici,  a sapere del problema di Lupin, che me l’aveva confessato l’anno prima. Lo stomaco si rivoltò nella pancia, ripensandoci, ma negai in un secondo che la causa fosse Potter.
- Oltretutto – continuai – abbiamo fatto tutti grandi cazzate, eravamo più piccoli. Io per prima mi sono comportata in maniera poco carina con Petunia, negli ultimi due o tre anni. E alla fine quelli che sono tornati sui loro passi sono stati loro, non di certo Severus – ricordai, più fra me e me che a Mary – Tipo, sono abbastanza certa che James non gli lanci più fatture –meditai per un po’- o per lo meno, non senza un motivo- conclusi.
- E allora, per Merlino, dimmi cosa cavolo ti prende!- il tono di Mary era quasi supplichevole.
In quel preciso istante Potter, quasi avesse origliato tutto, aprì la porta dello scompartimento – Senti, Lily, possiamo parlare un attimo in privato?-
Una rabbia cieca mi montò in petto – Privato?!- Giusto il tempo di spezzare una lancia a suo favore e già lo odiavo di nuovo.
Aveva proprio la capacità di rovinare tutto – Privato, Potter?! Come il bacio che ci siamo dati?! O come le pomiciate che ti sei fatto con la tua stupidissima fidanzata ben una settimana dopo?!-
Vidi lui sbiancare, mentre Mary apriva la bocca – Cosa credevi, che non l’avrei scoperto che portavi avanti due storie contemporaneamente?! Volevi festeggiare la vittoria del tuo stupido Quidditch con doppio premio?-
- Allora- iniziò  lui diplomatico – partendo dal presupposto che io e te non stavamo tecnicamente insieme e che non avevo ancora lasciato Emma- disse tutto d’un fiato mentre Mary si alzava in piedi – E ricordandoti che il Quidditch non è poi davvero stupido, perché ci sono degli studi ben precisi…- Mary si stava avvicinando, quindi tagliò corto – Vorrei, insomma, dirti, se me ne dessi modo, che io e Emma stavamo davvero rompendo, in quel momento, è stata lei a saltarmi addosso, davvero-
Poi fu un turbine di mani e porte. Ebbi giusto il tempo di guardare Potter negli occhi e pensare, per un istante, che non stesse mentendo, prima che Mary lo facesse rotolare fuori dallo scompartimento, furente.
- Quello..- ansimò -…sporco…- digrignò i denti – lurido- sbattè le mani sui suoi pantaloni, per togliere la polvere – fedifrago ritardato- prese fiato, poi mi guardò negli occhi – E ora, Lilian, raccontami tutto, dal momento del bacio fino a ieri- provai a ribattere, ma lei serrò nuovamente gli occhi - Tutto! Ora-
E allora, con calma, iniziai da quel venerdì sera, fuori dalla biblioteca.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Mi scuso immensamente per questa lunghissima attesa, ma ho avuto impegni insormontabili.. tipo l’università.
In ogni caso, spero che vi piaccia il nuovo capitolo, un bacio!
Olympies

 
 

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