Venom's love

di Mikiri_Tohoshima
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La pioggia su Manhattan ***
Capitolo 2: *** Veleno ***
Capitolo 3: *** Trappola ***
Capitolo 4: *** Il dolore straziante di un amore impossibile ***
Capitolo 5: *** Capitolo finale ***



Capitolo 1
*** La pioggia su Manhattan ***


La pioggia era interessante.

Venom la sentiva sulla pelle nera, come un desiderio nascosto dentro di sè.
Presto sarebbe arrivato il ragno, l'Uomo ragno, e sarebbe ricominciato il gioco di scappa-insegui.
Oggi, però, non voleva ucciderlo. No, non poteva. Sapeva che doveva fargli qualcosa peggio che ucciderlo. Voleva sentire la pelle rompersi sotto i suoi morsi, divorarlo... di baci.
Venom scosse la testa un paio di volte. Cosa stava pensando? Chissà se sarebbe stato tanto brutto avere il ragno sotto i suoi artigli, e finalmente toccare la pelle con un tocco diverso da quello duro e avido di sangue.

La pioggia era rilassante, ripuliva la città che non dormiva mai dallo smog e i fumi delle ciminiere.

Presto sarebbe arrivato Spider-Man, presto avrebbe potuto esaudire il desiderio di passione che lo invadeva.
Una ragnatela, e la voce del Ragno, la solita e irritante, che avrebbe dovuto chiudere da un... bacio... furono il segnale.

<< Ehi, viscidone, mi stavi aspettando? >>

Ricominciò la lotta. Peter, però, sentiva che Venom non cercava di ucciderlo. Sì, lo aveva fertito più e più volte, però, quella volta, non cercava la morte di lui. Non riusciva a capire a che gioco stava giocando l'alieno, non fino a quando una macchia di viscidume nero lo bloccò in un vicolo, a quattro metri da suolo.
<< Cosa vuoi? >>. La voce del ragno, quelle adorata voce... Venom strappò una striscia del tessuto della spalla, senza togliergli la maschera. Per quello, ci sarebbe stato tempo... tanto tempo...
Peter sentì la viscida lingua rossa dell'alieno leccargli il collo, ed era strano. Era una sensazione troppo strana per esserne spaventato, però, allo stesso tempo, era insopportabile.
<< Ve... Venom! >>. Esclamò, quando la lingua dell'alieno divenne talmente insistente da farlo gemere.

Una bomba arancione dall'odore di zucca fece sbalzare i due.
Folletto Verde rise: << Non così in fretta, ragazzi! Lasciatemi un po' di spazio! >>.

Venom ringhiò contro l'altro nemico, e scomparve nelle tenebre.

Folletto verde ridacchiò: << Mi devi un favore, Uomo Ragno! >> volando via.

Peter decise che aveva fatto anche troppo. Tornò a casa, e si tolse il vestito, esaminandolo.
Le ferite... non erano vere ferite fatte per farli male, erano ferite per spogliarlo...
Rabbrividendo, gettò il costume tra i vestiti da rammendare, e andò a farsi una doccia.
Sotto l'acqua calda, guardò il sangue gocciolare dai graffi, e si passò una mano sul collo, dove era stato leccato dall'alieno.

Rabbrividì una seconda volta, e ringraziò mentalmente l'arrivo del Folletto verde. Se non fosse venuto con la sua bomba zucca, probabilmente adesso sarebbe stato ancora sotto gli artigli dell'alieno, e sotto la sua lingue rossa.
Disteso sul letto, la sua testa vagò per New York sotto la pioggia. "Che bella... la pioggia ripulisce davvero tutto..." e con questo ultimo pensiero, si addormentò.

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Capitolo 2
*** Veleno ***



Amore, odio, passione, freddezza...

Cosa vorticava nella testa di Venom, durante la sua giornata passata sotto una grondaia gocciolante ancora dalle goccie di pioggia della sera prima.
L'amore, per lui, non era altro che Veleno, per lui che amore non era, non conosceva e non era nato.
Un veleno che gli bruciava le vene. Lui, provava amore! Amore, amore per un suo maledetto nemico! Ogni volta che ripensava al ragno, una fitta di quel veleno feroce gli divorava il cuore.

Non voleva. Per la prima volta in vita sua, Venom pensò ad una cosa al di fuori dei suoi bisogni istintivi.
Non voleva amare il Ragno.
Non poteva, non poteva assolutamente!

Però, il pensiero della pioggia su di loro, la sera prima, lo fece tremare profondamente, e quasi cadde dalla grondaia.
Lo avrebbe attirato in una trappola, e avrebbe risolto il mistero che gli avvolgeva la mente.
Amava il Ragno? O lo odiava a tal punto che voleva divorarlo di passione? O era la freddezza che avvolgeva l'animo del ragno, dedito solo a voler sconfiggere il male a tutti i costi, che accendeva in lui, Venom l'alieno, la voglia di scatenarsi a tal punto di distruggere fisicamente e psicologicamente il suo nemico.

A questo ultimo pensiero, il suo cervello di infima capacità diede uno spasimo di pietà, pensieri troppo complicati per una creatura primordiale a cui erano stati sottoposti.

Alla fine, alla fine, decise di mantenere il piano suo deciso.
Al dopo ci avrebbe pensato dopo.

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Capitolo 3
*** Trappola ***



"Chiamata per Uomo ragno, ripeto, chiamata per uomo ragno... Uomo ragno! Rispondi!"

Ma Peter non poteva rispondere. Non in quel momento.
In quel momento, era particolarmente occupato a non farsi
avvolgere da una massa nera appiccicosa che lo inseguiva, una massa
dalla lingua rossa che sbavava saliva acida.

"Accidenti, ma cosa gli ho fatto? Cosa gli passa per la testa, che è deciso a prendermi a tuti i costi?".
Già era strano che lo inseguisse con così tanta bramosia,
ma addirittura lo aveva atteso al varco e gli era piombato addosso.
E adesso stava scappando. Era una rerazione ovvia, almeno, era la prima volta che
non affrontava direttamente un... uno...
Come si chiamava un essere che ti inseguiva deciso a trattarti come una donna di facili costumi?
Spasimante? Venom? Il pensiero lo fece rabbrividire, e sbagliare mira. E cadere.

Venom lanciò una delle sue ragnatele, e afferrò il ragno.
<< Volevi andartene in grande stile, uomo ragno? >>
Peter si sentì afferrare per la vita dall'alieno
<< Adesso andiamo in un bel posto... >>




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Chiedo scusa se non rispetto il clima triste degli latri capitoli, ma è difficile, per una erbosa come me, descrivere... Bah, non avevo voglia di descrivere drammaticità, sono appena uscita da un periodo di depressione... Gli altri sarano meglio!

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Capitolo 4
*** Il dolore straziante di un amore impossibile ***




<< Non voglio! Ti ho detto che non voglio! >>.
Peter non riusciva a liberarsi dalla stretta ferrea dell’alieno,
mentre veniva trasportato in un “Bel posto”, come diceva l’altro.
Manco fosse stato un giocattolo, o una fanciulla da salvare.

Venom sentiva il ragno agitarsi, spaventato, e,
per farlo calmare e abituare alla nuova situazione,
ondeggiò verso un balcone, e gli fece colpire la testa,
facendogli perdere i sensi.

La trappola aveva funzionato.
Non bene come aveva sperato, ma aveva funzionato.
Adesso il ragno era tra le sua braccia, e lui era pronto a verificare se
i sentimenti che provava per lui erano veri, finti o diversi da quello che si aspettava.
Il cuore umano gli batteva violentemente nel petto.
L’istinto primordiale gli diceva di trascinare la sua preda
in un angolo buio, e lì tramutarlo nel suo desiderio di passione.
Ma la ragione, quella poca ragione che anche lui possedeva, gli disse di aspettare.
Aspettare il momento in cui avrebbe potuto rivelargli i suoi sentimenti disperati,
che gli straziavano l’anima come un addio.

Trovò un posto abbastanza buono tra due strade poco usate.
Il magazzino in disuso di una fabbrica di candele.
Lì, sfondò la porta, la richiuse, e preparò, come gli uccelli, il nido d’amore.

Peter sentì un grande dolore alla testa, e un odore caldo e soffocante.
Tante, tantissime candele accese sprigionavano profumi afosi, stucchevoli, e polverosi.
Era disteso su un involto di paglia, la paglia che serviva per imballare le candele.
Lì, accucciato come un animale in attesa, stava Venom.

Peter si ritraè, ma gli occhi dell’alieno non erano mai stati più malinconici,
tanto che lo fecero fermare.
<< Non scappare da me. Non desidero farti alcun male. >>.
Peter lo guardò avvicinarsi lentamente.
<< Hai paura... Non averne, uomo ragno...
Ti ho detto che non ti farò del male, nemmeno
se mi costringerai ad usare la violenza. È da molto tempo che desideravo,
necessitavo parlarti. E... speravo che tu potessi rispondere ad una mia domanda. >>
Si avvicinò un poco di più, intanto, stava cambiando aspetto,
apparendo meno mostruoso di quanto era in realtà.
<< Cosa provo nei tuoi confronti? >>.
Peter lo guardò, notando che l’alieno si teneva a debita distanza,
al limite consentito. << Venom... Io non posso saperlo!
Devi seguire quello che dice il tuo cuore! >>.
<< Il mio cuore... Il mio cuore dice di tutto, tranne che una risposta precisa.
E... speravo che tu mi potessi dire cosa dovevo provare... >>
Peter prese un grande respiro, e fece una cosa che mai
e poi mai avrebbe fatto in condizioni diverse da quella.
Si alzò un lembo della maschera.
<< Vieni qui. >>.
Venom si avvicinò. Peter allungò il corpo verso di lui,
e Venom prese l'occasione al volo. Strinse il viso del ragno tra le sue mani,
e lo baciò con una passione selvaggia, che mai Peter avrebbe sentito provenire
da qualcunque altra persona che aveva mai baciato.
Era quello, il bacio di una persona innamorata alla follia.
Fu una risposta più che soddisfacente, sia per venom, che si scostò spaventato,
che per Peter, che ne rimase sconvolto.
In quel momento, nel cuore di Venom qualcosa divenne isopportabile.
Voleva, voleva ancora, voleva di più, ma anche, non voleva far del male al ragno.
<< Uomo ragno... dimmi il tuo nome... >>.
Peter lo guardò: << Non posso... non posso... >>.
<< Solo il nome... o il nome come posso chiamarti...
O... dovrò chiamarti sempre "uomo ragno"? >>.
<< Peter... Io... puoi chiamarmi Peter...>>.
Venom, dallo sguardo sempre più umano,
si avvicinò tanto a darrivare al suo orecchio. << Ti amo... Peter. >>.




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WAAAAAH!!! Che lungo! Che cosa strana... doveva venire una roba ultra straziante, ma non è triste nemmanco la metà di quanto volevo... beh.. spero che vengano bene gli ultimi capitoli.

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Capitolo 5
*** Capitolo finale ***


Venom's love capitolo finale

Venom lo baciò di nuovo, con più trasporto. Peter ricambiò, intenzionato almeno per una notte di staccare il cervello e lasciarsi andare, anche se tra le braccia di uno dei suoi nemici. La pioggia che da alcuni giorni cadeva su Manhattan si era trasformata in temporale, che rese mute le grida di passione dei ritrovati amanti, specie nel momento della suprema estasi, quando Peter si lasciò cadere, stremato, e Venom strisciava nell’ombra da dove proveniva, dopo aver assaporato per la prima e ultima volta in vita sua “l’amore carnale”.

New York tornò la stessa, come gli spiriti di Venom e Spidey, tornati nemici come se nulla fosse successo. Anche se Venom riservò quel dolce ricordo in fondo alla mente, in quella parte che impazzì per il Ragno e lo guidò in un’appassionante scoperta dell’Amore.

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Evviva! Ho finito! Scusate moltissimo, ma tra varie cose, non sono mai riuscita ad aggiornare, ma adesso ho compiuto il mio destino e ho portato a termine questo gravoso compito! Purtroppo, non ho potuto far più lemon di così, causa il rating che non mi ricordo se sia verde, ma non importa! Godeteveli! E io ho finito! Evviva!

(ringrazio le recensionanti che mi hanno seguito, scusatemi ragazze!)

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