Eppure hai cambiato la mia vita

di Rohan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***



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Era una serata tranquilla.
La luna piena splendeva nel cielo, rendendo la notte meno cupa.
C'era una temperatura piuttosto calda, ma un venticello fresco rendeva tutto molto più piacevole.
Satan City era affollata, come sempre a quell'ora.
La gente che correva con le automobili per la strada, ansiose di tornare a casa, rischiava di far succedere qualcosa di spiacevole.

Gohan sospirò rassegnato a quella vista, ma un mezzo sorriso si delineò sulle sue labbra.
Aveva passato la vita a combattere per mantenere la pace sulla Terra e salvare i suoi abitanti, eppure non serviva qualche cattivo, con straordinari poteri, a far succedere il panico.
Gli esseri umani erano più pericolosi di qualsiasi mostro con manie di grandezza.
Spesso gli girava in testa la frase “L'uomo è l'unico animale che uccide i propri simili”, non ricordava neanche chi l'avesse pronunciata e dove l'avesse sentita, ma di una cosa era certo: era la verità.
Aveva rischiato la vita diverse volte, ma a loro non importava.
Erano stati salvati, erano vivi, tutto si era aggiustato.
La loro logica era quella di tornare alla vita di sempre e ciò gli andava bene, finché non causavano dolore ad altri.
Ma perché rischiare la vita per qualcuno che non si fa scrupoli a rendere un inferno quella di qualche suo simile?
Perché combattere per degli ingrati che causano dolore?
Perché gli uomini erano così... stupidi?

Ad un tratto, vedendo il portone di casa sua, questi pensieri svanirono.
Dietro quella porta di legno e ferro si trovavano le persone più importanti della sua vita.
Si trovavano coloro per cui valeva davvero rischiare la vita in battaglia.
Sua moglie e sua figlia, le persone più importanti della sua vita.
I suoi tesori più grandi.
Girò la chiave nel portone ed entrò, ritrovandosi davanti Pan, ormai sedicenne, seduta sul divano.
Posò la valigetta di pelle marrone per terra e si tolse la giacca leggera.
«Buonasera Pan» disse sedendosi accanto a lei e dandole un leggero bacio sulla guancia.
Lei sorrise. «Buonasera papà. Come mai hai fatto così tardi oggi? È quasi ora di cena» lo informò.
«Già...» entrò in stanza Videl, senza salutarlo e rimanendo appoggiata con la spalla sullo stipite della porta. «Come mai così tardi?» chiese con un sopracciglio alzato e un mestolo in mano, mentre teneva le braccia incrociate, con aria severa.
«Mi sono fermato un po' di più a scuola per aggiustare il registro. Solo questo» disse senza neanche guardarla in faccia.
La voce tremante.
Gli occhi bassi, cupi.
Era ovvio che stesse mentendo.

«Pan vai ad apparecchiare» disse Videl, desiderosa di scoprire la verità.
La ragazza, sentendo la tensione nell'aria si alzò senza dire nulla e si diresse in cucina, lasciando da soli i due coniugi.
«Allora? Hai intenzione di dirmi la verità o no?» chiese guardandolo.
«Te l'ho detta» rispose Gohan, puntando lo sguardo su quello di lei.
«Ah, certo. Come se non ti conoscessi. Dimmi che ti succede, sono diversi giorni che sei strano. Parla» gli ordinò quasi, guardandolo serio.
«Non ho niente, sono solo un po' stanco. È tutto a posto, dico davvero» disse alzandosi e andando verso la cucina.
Gohan era strano, troppo strano, e a Videl non piaceva per niente.















Angolo dell'autrice:
Salve a tutti ^^ 
"Ma sì, guardate questa! Si mette a scrivere nuove long senza aver nemmeno completato o aggiornato quello che ha già in corso!"
Scusate *si nasconde dietro le sue stesse braccia(?)*
Vabbé, tralasciando questo (?), se ho iniziato questa nuova mini long c'è un motivo u.u
Oggi è il compleanno del mio tesoro, la mia ragazzina, il mio amoe u.u *Senza R, sì u.u*, in altre parole: Niky Son.
Ovviamente, visto che è dedicata interamente a lei, l'ho scritta ascoltando Ligabue u.u ♥♥♥ 
Ispira un angst pazzesco quel cantante owo
Inoltre voglio dirvi che la trama riprenderà un po' la OS di Giulia Pierucci, con cui mi sono messa in contatto a fatica ewe, che va sotto il nome di "Mi perdoni?". 
Mh... Il banner è fatto, come al solito♥♥♥, da Nede
Se notate qualcosa di sbagliato, o non corretto, vi prego di dirmelo ed io provvederò a correggere ed a migliorarmi.


-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***



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«Non ho niente, sono solo un po' stanco. È tutto a posto, dico davvero» disse alzandosi e andando verso la cucina.
Gohan era strano, troppo strano, e a Videl non piaceva per niente.

***

 

Più giorni passavano, più la malinconia di Gohan diventava evidente.
Stava tutto il giorno a guardarsi intorno, ad osservare la gente, il mondo, con quell'aria nostalgica e a volte addirittura di disprezzo.
Chissà cosa gli frullava per la testa, era sempre come in un altro pianeta.
Se qualcuno gli rivolgeva la parola sembrava destarsi e tornare l'uomo dolce e gentile di sempre, ma a conversazione finita tornava con quegli occhi assenti e cupi.
Videl lo afferrò per la manica della felpa leggera e lo trascinò lontano dalla finestra di casa.
Erano soli.
Dovevano parlare.
«Adesso non hai scappatoie. Parla Gohan, non riesco più a vederti così» disse fissandolo negli occhi con aria inquisitoria.
Gohan distolse lo sguardo, ma la donna gli afferrò il mento con le dita facendosi guardare nuovamente.
«Parla» lo incitò di nuovo.
«Non ho nulla. Mi sento solo stanco in questi giorni» disse senza fare una piega.
Amava Videl.
L'amava più di ogni altra cosa, insieme a Pan, però non riusciva a parlarle di quello che lo turbava.
Voleva solo stare solo, a riflettere e a cercare di capirsi da solo.
«Gohan, tesoro, sono due settimane che rientri a casa tardi e stai qui solo la domenica, passando la giornata a guardare fuori dalla finestra. Per favore, sono preoccupata, parla» disse con voce flebile.
Non poteva mentire a se stessa.
Aveva pensato anche alle cose peggiori.
Tradimento...
Eppure, era Gohan, non l'avrebbe mai tradita.
Non era da lui farlo.
Ma, più ci pensava, più se ne convinceva.
Era vero, non era da Gohan, ma quello che vedeva da qualche tempo non era più lui.
Aveva solo il suo corpo, dentro era un'altra persona, totalmente differente da quella che aveva sposato.
Ma se da una parte questi pensieri la uccidevano dentro, dall'altra non riusciva a credergli e non gliene parlava.
Come mai avrebbe potuto dirgli che pensava che lo tradisse?
Come avrebbe reagito?
No, non voleva neanche pensarci, ma di certo non poteva continuare a vivere con questo peso sul cuore.
Non riusciva più a dormire e la notte si limitava a fissargli il petto gonfiarsi e sgonfiarsi regolarmente ad ogni respiro.
Gli dava sicurezza vederlo dormire.
Così dolce, rilassato, sembrava che tutte le tenebre di cui era circondato il giorno svanissero.
Lo amava e quindi non riusciva a credere che potesse tradirla.
Gohan, senza dire nulla, si alzò e si rimise davanti alla finestra.
Osservò qualche minuto fuori, senza che i due proferissero parola.
La gente camminava sul marciapiede, un auto ne sorpassava un'altra, in tutta fretta.
Altre persone, riunite in cerchio, dall'altra parte della strada, chiacchieravano e ridevano.
Due ragazzi, mano nella mano, bevevano una bibita passeggiando.
E un bambino, scappato dalla stretta della mano di sua madre, corse nella strada.
Le auto, sempre veloci, si fermarono di botto, sotto gli occhi assottigliati e cupi di Gohan, causando un grosso incidente.
Il bambino, terrorizzato, cadde a terra, iniziando a piangere e ad urlare, mentre la madre correva da lui.
Tre auto coinvolte in quell'incidente.
Niente di grave, era vero, ma perché?
No, la colpa non era solo di quel ragazzino.
I guidatori dietro correvano troppo veloce e, ovviamente, avevano qualcos'altro da fare.
I due dietro, infatti, uscirono con ancora il cellulare in mano, imprecando contro il bambino, la madre e il primo guidatore, dando la colpa a loro.
Gohan sbuffò leggermente.
Ecco, era questo quello a cui pensava.
Gli esseri umani.
Sempre pronti a dare la colpa a qualcun altro, senza assumersi le proprie responsabilità.
Videl, sentendo tutto quel rumore, si precipitò alla finestra.
Mise una mano sul cuore, guardando scioccata attraverso essa.
«Vuoi sapere a che penso da qualche tempo?» chiese Gohan con voce appena percettibile.
La donna lo guardo, annuendo appena.
Il marito si rimise a guardare dalla finestra, osservando la folla che si era accerchiata attorno al luogo dell'incidente. «Penso a loro. Alla gente, a quanto sia... stupida»
Videl lo guardò stupita.
No, quello non era Gohan.





















Angolo dell'autrice:
Salve a tutti :) Sono in anticipo (?)
Eh, oh... dovrei studiare, infatti non uso zapp, ma mi è venuta l'ispirazione (?)
Quindi, Niky, visto che è dedicata a te non puoi picchiarmi *si para la testa con un cuscino*
Allooooooooora u.u
Devo dire alcune cosette.
Bene, avevo detto, nel primo capitolo, che questa mini-long sarebbe stata a tratti simile a quella di Giulia Pierucci.
Adesso, visto che l'idee mi cambiano di giorno in giorno, non sono sicura che dovreste prenderla come riferimento (?)
Non lo so ancora (?) ._. 
Seconda cosa: ricordo che l'intera mini-long è dedicata a Niky Son, perché il primo capitolo l'ho scritto e pubblicato il giorno del suo compleanno... questo sarebbe una sorta di regalo per lei.
Inoltre sto scrivendo tutti i capitoli ascoltando Ligabue, che mi fa scrivere angst meglio (?)
Terza cosa: il banner, ammirate su, è fatto da Nede
Quarta cosa: forse cambierò il titolo ._. Se me ne viene in mente uno migliore lo cambierò xD
Quinta cosa: grazie per l'attenzione, alla prossima♥

Se notate qualcosa di sbagliato, o non corretto, vi prego di dirmelo ed io provvederò a correggere ed a migliorarmi.




-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*












 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***



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Il marito si rimise a guardare dalla finestra, osservando la folla che si era accerchiata attorno al luogo dell'incidente. «Penso a loro. Alla gente, a quanto sia... stupida»
Videl lo guardò stupita.
No, quello non era Gohan.

 

***


Gohan stava passeggiando, da solo, per le strade di Satan City.
Si guardava intorno, sempre con quell'aria cupa.
Soldi, potere, lusso, divertimento, burle, odio, rancore...
Più guardava la gente, più la osservava, più si rendeva conto che era circondato solo di questo.
Cosa siamo?” si chiedeva.
Dove viviamo?” continuava.
Dove sono finiti tutti i principi morali dell'uomo?” concludeva.
Che schifo” pensava guardandosi intorno.
Sdegno, disprezzo... compassione.
Ecco cosa provava per loro.
Che individui futili...
Una donna, troppo impegnata ad aggiustarsi il rossetto mentre camminava, non si accorse di Gohan che camminava davanti a lui e l'uomo, troppo impegnato a disprezzare la razza umana, non si era accorta di lei.
Si scontrarono, facendo finire a terra la giovane.
Capelli fino alle spalle, lisci, castani e un paio di occhi color miele.
I loro occhi si incontrarono e per un attimo rimasero a fissarsi.
Non doveva avere più di ventitré anni quella ragazza.
Gohan le porse la mano, aiutandola a rialzarsi. «Mi scusi» disse scrutandola con lo sguardo.
Lei lo guardò con quegli occhi innocenti, che fecero uno strano effetto al Saiyan. «Non fa nulla, ero io distratta» disse senza neanche pensarci, persa negli occhi del moro.
«Si è fatta male?» chiese riprendendo il suo comportamento di sempre: dolce e pacato.
«No, non mi sono fatta nulla, è tutto a posto» sorrise lei e gli porse la mano. «Molto piacere, mi chiamo Fuko» si presentò con un leggero sorriso.
Gohan le porse la mano incerto, presentandosi a sua volta.
Si guardarono per qualche altro secondo, ma poi il Saiyan si destò completamente. «Molto piacere di averla conosciuta, arrivederci» disse cominciando a camminare per la sua direzione, ma Fuko lo bloccò per un braccio,
trasformando quell'aria ingenua in una maliziosa.

«Ma perché va via così? Andiamo almeno a prendere un caffè insieme» gli disse con un mezzo sorriso.
Gohan sbuffò.
Sesso.
Aveva dimenticato che un'altra priorità dell'uomo era sfogare i propri istinti, senza pudore.
«No, grazie» disse scostando il braccio e tornando a camminare, lasciando la ragazza da sola, in mezzo alla strada.
«Antipatico» borbottò lei.
Sospirò e tornò camminare per la direzione opposta a quella del Saiyan.
Gohan lanciò una veloce occhiata indietro, per accertarsi che lei non lo stesse seguendo.
Casa sua era vicina, pochi passi e sarebbe arrivato.
Videl, fuori dalla porta, parlava con un'amica.
Probabilmente avevano avuto una visita, mentre era fuori.
Aspettò che la donna salutasse Videl per avvicinarsi e quando andò via, la figlia di Mr. Satan notò il giovane e gli sorrise dolcemente.
Amava Gohan e doveva aiutarlo.
Doveva trovare una soluzione per farlo tornare come prima.
Si scostò dal portone, lasciandolo entrare e, quando fu dentro, chiuse la porta.
Lo abbracciò da dietro, stringendolo dalla vita.
Lui restò immobile per qualche secondo, ma poi si sciolse.
Sua moglie era l'unica che gli dava quel senso di tranquillità e pace.
Solo con lei riusciva a dimenticare la gente da cui era circondato.
Si girò e la strinse a sé.
«Grazie...» mormorò Gohan.
Lei alzò lo sguardo, incontrando gli occhi scuri del marito. «Di cosa?» chiese confusa.
«Di esistere» disse sigillando quelle parole con un bacio a fior di labbra.































Angolo dell'autrice:
♪C'è qualcuno che può rompere il muro del suono, mentre tutto il mondo si commenta da solo♪ no, aspettate, devo smettere di cantare (?)
Saaaaaalve a tutti!
Devo dirvi una cosa importantissimissimissima! (?)
Quando devo studiare mi prende la voglia di scrivere owo
Devo. Studiare. Devo! Studiare! çwç
Come vedete su... ho postato un capitolo senza senso (?)
E come potete notare... non so neanche io dove voglio andare a parare.
Cambio idea ogni giorno :D 
*Nede, non prendere troppo sul serio la cosa della statua, forse cambio idea (?)*
Ricordo che l'intera mini-long è dedicata a Niky Son e che il meraviglioso banner lassù e fatto da Nede
Inoltre, vorrei dire un paio di cosette ad Androide 18: 
1. Lascia stare papà Goku perché Nede ti trucida :'D
2. ... Te lo dico in privato, forse è meglio (?)

Se notate qualcosa di sbagliato, o non corretto, vi prego di dirmelo ed io provvederò a correggere ed a migliorarmi.




-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***



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Sua moglie era l'unica che gli dava quel senso di tranquillità e pace.
Solo con lei riusciva a dimenticare la gente da cui era circondato.
Si girò e la strinse a sé.
«Grazie...» mormorò Gohan.
Lei alzò lo sguardo, incontrando gli occhi scuri del marito. «Di cosa?» chiese confusa.
«Di esistere» disse sigillando quelle parole con un bacio a fior di labbra.

 

***

 

Gohan camminava tranquillamente per i corridoi della scuola dove insegnava.
Gli occhi fissi davanti a lui, non voleva vedere nessuno, la testa piena di pensieri, non voleva sentire nessuno, la mascella serrata, non voleva parlare con nessuno.
Si lasciò scappare solo un sorriso, quando vide sua figlia Pan litigare con un compagno di classe.
Era sempre la solita.
Camminò ancora, fino in sala insegnanti e quello che vide, lì dentro, gli fece alzare un sopracciglio.
La ragazza di qualche tempo fa, quella con cui si era scontrato per strada, chiacchierava allegramente con qualche collega.
Tra una parola e l'altra, Fuko si girò e notò, con un enorme sorriso sulle labbra, il Son, fermo davanti alla porta della stanza.
«Ma io ti conosco!» esclamò felice andandogli vicino.
Gohan incurvò leggermente le labbra in un sorriso. «Già, ci siamo conosciuti qualche giorno fa» disse sorridendo appena, contagiato dall'allegria della ragazza. «Come mai qui?» chiese poi.
«Adesso siamo colleghi» rispose.
«Insegni anche tu qui?» domandò sorpreso. Era ancora molto giovane.
«Sì, oggi è il mio primo giorno» confermò, con un largo sorriso.
Gohan, sorpreso, annuì con un piccolo sorriso. «Fuko, dico bene?» chiese porgendole la mano.
«Ottima memoria, collega» ridacchiò stringendogli la mano. «Se non sbaglio tu ti chiami Gohan, no?» chiese vedendolo annuire. «E sei sempre l'antipatico che non ha accettato il mio invito a bere un caffè, neanche volessi mangiarti» borbottò facendo finta di offendersi.
Gohan portò una mano alla nuca, imbarazzato. «Diciamo che quel giorno non ero di ottimo umore» si giustificò. In verità pensava che lei avesse un secondo fine con quel “prendere un caffè”, ma adesso che ci stava parlando un po' non sembrava quel tipo di ragazza.
Forse si era solo lasciato contagiare dai suoi pensieri e non era riuscito ad interpretare bene quel sorriso che la giovane gli aveva mostrato quando l'aveva invitato.
Lei sorride gentilmente. «Guarda che stavo scherzando. Mettendomi nei tuoi panni, neanche io avrei accettato. Sì, insomma: prendere un caffè con una donna che neanche conosci... ammetto di aver chiesto molto, ma se l'ho fatto avevo un motivo» disse facendolo incuriosire.
«Davvero? Quale?» chiese sorpreso.
Lei sorrise in modo furbo e si girò a controllare quante persone ci fossero ancora dentro la stanza.
Era deserta.
Chiacchierando avevano perso la cognizione del tempo.
Però l'essere soli andava a suo vantaggio.
Gli fece cenno di avvicinarsi, ordine tacito che l'uomo eseguì immediatamente, curioso com'era.
«L'ho fatto perché ti trovo molto carino, ma da quello che vedo...» disse indicando con lo sguardo la sua mano sinistra. «Sei sposato, nonostante tu sembra molto giovane. Peccato...» sussurrò.
Lei girò i tacchi e, superandolo, uscì dalla stanza, lasciandolo solo, rosso fino alla punta dei capelli.
Lui... cosa? 





















 

 

Angolo dell'autrice
Salve a tutti! 
Anche qui sarò di poche parole ç_ç
So che il capitolo è breve, ma... questo è uscito fuori (?)
Più che altro mi preme dirvi una cosa:
Mi scuso pubblicamente con Androide 18.
Lei sa il motivo e mi scuso ancora, davanti a tutto il fandom, per come mi sono rivolta con lei.
Il motivo non v'importa, l'importante sono solo le scuse, spero solo che continui a suguire la storia, non per la storia in sé, ma per leggere che mi scuso con lei.
Aveva ragione, potevo anche essere meno dura e mi dispiace sinceramente.
Scusa ancora...
Adesso vado...
Se notate qualcosa di sbagliato, o non corretto, vi prego di dirmelo ed io provvederò a correggere ed a migliorarmi.





-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***



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«L'ho fatto perché ti trovo molto carino, ma da quello che vedo...» disse indicando con lo sguardo la sua mano sinistra. «Sei sposato, nonostante tu sembra molto giovane. Peccato...» sussurrò.
Lei girò i tacchi e, superandolo, uscì dalla stanza, lasciandolo solo, rosso fino alla punta dei capelli.

Lui... cosa?

 

***


Gohan si rigirava tra le coperte.
Era notte fonda.
Tutto buio, come il suo cuore.
Tutto silenzioso, ma la sua testa era piena di rumori.
Tutto calmo, ma dentro di lui c'era una tempesta.
Che cosa gli stava accadendo, da quando aveva conosciuto Fuko, non lo sapeva.
Si sentiva un'ipocrita anche con Videl, quando la guardava negli occhi.
Quando l'abbracciava.
Quando la baciava.
Sentiva come se le stesse mentendo.
Sentiva come se la stesse tradendo.
Sentiva come se le stesse facendo qualcosa di male.
Eppure... obiettivamente parlando, lui non stava facendo niente di male.
Che cosa c'era che non andava nel chiacchierare con una sua collega?
Perché cercava di nascondersi da sua figlia quando stava con quella ragazza?
Non facevano nulla di male.
Scambiavano solo quattro chiacchiere, niente di più.
E se lo faceva, era solo perché quel senso di disprezzo verso il genere umano svaniva.
Vedeva che, oltre che gente che si basava su delle stupide regole senza né capo e né coda, c'era qualcuno con cui conversare senza cadere sul banale.
Fuko era diversa da Videl e Gohan l'aveva capito immediatamente.
Fuko era allegra, solare, non smetteva mai di parlare, era dolce, combattiva e, soprattutto, divertente.
Videl, nonostante fosse da sempre la sua ancora di salvezza, aveva dentro di lei una certa malinconia.
Forte quanto volete, ma era spesso silenziosa con persone che non conosceva.
Videl era più timida di Fuko e questo il Saiyan lo sapeva.
Sua moglie riusciva ad aprirsi del tutto solo con lui e con Pan, mentre Fuko era capace di saltare addosso alla gente che aveva conosciuto il giorno prima, come saluto.
Gohan sentiva qualcosa per quella ragazza.
Non si trattava di amore, o forse non ancora, ma di qualcosa che nemmeno lui sapeva spiegare.
La sua vivacità riusciva sempre a farlo sorridere e anche Videl, con enorme gioia, aveva notato come suo marito, ormai, avesse smesso di guardare il mondo con aria di disprezzo.
Gohan si addormentò con la consapevolezza, quella sera, che il giorno dopo avrebbe rivisto la sua, ormai, amica.

***

«Gohan, è tardi!» lo rimproverò Videl, togliendogli le coperte e buttandosi su di lui per svegliarlo dolcemente.
Il Saiyan mugolò qualcosa, ma aprì ugualmente gli occhi, specchiandosi in quelli celesti di Videl.
«Sua maestà ha intenzione di alzarsi?» chiese ironicamente.
«Colazione?» domandò a sua volta.
La sua prima parola della giornata.
«Prima un bacio» contrattò avvicinando il volto a quello del marito.
Di nuovo quella brutta sensazione.
Sfiorò leggermente le labbra di Videl con le proprie, sorridendogli appena e vedendola scendere dal suo busto.
«Alzati, lavati, vestiti e vieni in cucina» disse uscendo dalla stanza.
Gohan sospirò e si rilassò qualche secondo.
Accidenti a lui e alla sua mente contorta.
Perché non poteva fare a meno di sentirsi un'ipocrita?
Forse avrebbe dovuto parlarne con Videl... o forse era meglio stare zitto.
Non voleva smettere di essere amico di Fuko, ma non voleva nemmeno sentirsi in quel modo ogni volta che guardava sua moglie.
Fuko.
Videl.
Videl.
Fuko.
Cosa voleva?
Chi voleva?
«Gohan, se ti trovo ancora a letto ti faccio saltare la colazione» lo minacciò Videl, dall'altra stanza, urlando.
L'uomo scattò in piedi.
Doveva pensare, sì, ma in un altro momento.
Avrebbe fatto chiarezza e avrebbe fatto la scelta giusta, lo sapeva.



























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti! :D
Oggi mi sento proprio piena di ispirazione (?)
Però ammetto che questo capitolo fa pena u.u 
Non c'è traccia di angst e il ché non va proprio bene, vero Ni? (?)
Beh, oggi sono allegra, nonostante il mal di testa, quindi è uscito fuori questo♥
Ricordo che l'intera mini-long è dedicata a Niky Son, che il banner è fatto da Nede e che, forse ^^'', prenderò un po' in riferimento la OS della MAGNIFICA Giulia Pierucci uwu  (Ammmmore mio♥)

 

Se notate qualcosa di sbagliato, o non corretto, vi prego di dirmelo ed io provvederò a correggere ed a migliorarmi.





-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***



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Fuko.
Videl.
Videl.
Fuko.
Cosa voleva?
Chi voleva?
«Gohan, se ti trovo ancora a letto ti faccio saltare la colazione» lo minacciò Videl, dall'altra stanza, urlando.
L'uomo scattò in piedi.
Doveva pensare, sì, ma in un altro momento.
Avrebbe fatto chiarezza e avrebbe fatto la scelta giusta, lo sapeva.

 

***


Gohan entrò di corsa nella scuola.
Era in ritardo, accidenti a lui.
Con la fretta, però, non si rese conto della gente che, tranquillamente, girava per scuola.
Inciampò, cadendo in avanti, sopra ad una persona.
Si accorse che era una donna, dalla statura minuta, ma non aveva visto il volto, e finì a terra con i gomiti, per non gravare con il suo peso sulla malcapitata.
«Accidenti a te, fai attenzione!» lo rimproverò una voce da lui conosciuta.
Perché doveva essere la prima persona che incontrava in quell'edificio?
Alzò il viso e le sue guance si imporporarono immediatamente incontrando gli occhi di Fuko.
«Dovevo immaginarlo» sbuffò lei, incitandolo con un cenno del capo ad alzarsi.
Li stavano guardando tutti.
Stavano ridendo tutti.
E, ovviamente, commentavano tutti.
Gohan si alzò di scatto, scusandosi, e osservò la gente accerchiata a loro.
I suoi occhi, in quel momento, cambiarono espressione e luce.
Pregiudizi, risatine, commenti insulsi.
Era vero che da quando aveva incontrato Fuko aveva smesso di essere così cupo, ma quando si trovava davanti a certe scene non poteva fare a meno di odiare il genere umano.
«Sei sempre il solito, possibile che non riesci neanche a guardare dove metti i piedi? Potevi farmi male» lo rimproverò, offesa, aggiustandosi la gonna corta.
In pochi secondi la folla sparì.
Dovevano essere andati a trovare qualcos'altro da giudicare.
Lo sguardo di Gohan si posò istintivamente sulle mani della giovane e si ritrovò più rosso di prima.
Riportò gli occhi su quelli di lei, cercando di trattenersi da abbassare gli occhi di nuovo.
Solo lui poteva mettersi in certe situazioni.
«Hai fatto proprio una bella figuraccia, lo sai?» chiese lei iniziando a camminare verso la sua classe, seguita da un dispiaciuto Gohan.
«Lo so, ma non l'ho mica fatto di proposito» disse imbarazzato.
«Chissà che cos'ha pensato la gente» rise leggermente al solo pensiero.
Sì, insomma, Gohan era davvero un bell'uomo e non le sarebbe dispiaciuto avere qualcosa di più da lui che una semplice amicizia, ma era consapevole che l'uomo fosse sposato e avesse una figlia che frequentava quello stesso liceo, per questo non le era più passata in mente l'idea di sedurlo.
A parte la prima volta che si erano incontrati per strada e quando gli aveva detto che era carino, non aveva cercato di avere altri generi di approcci con l'uomo.
Era una persona molto simpatica, le piaceva, ma non per questo l'avrebbe messo in difficoltà, ma neanche avrebbe rinunciato ad esserle amica.
Si trovavano in sintonia e non facevano nulla di male, perché avrebbe dovuto allontanarsi da lui?
Solo per degli stupidi pettegolezzi?
«Perché, ti interessa?» chiese lui, ad un tratto serio.
Lei si voltò a guardarlo, sorpresa. «Che intendi?» chiese confusa.
«Ti interessa di quello che dice la gente? Tanto sa solo parlare a sproposito, senza sapere che succede. Riesce solo a giudicare, senza rendersi conto di quello che dicono e senza farsi i fatti loro» disse serio, assottigliando gli occhi e fermandosi nel corridoio.
Lei lo guardò negli occhi. «Tu ascolti quello che dice la gente o solo guardi le loro bocche muoversi?» chiese ancora.
Lui rimase spiazzato un attimo. In effetti non si fermava spesso ad ascoltare, bastava solo che aprissero bocca per criticare, che lui smettesse di ascoltare.
Allora era così diverso da loro?
«Perché questa domanda?» domandò a sua volta.
«Prova ad ascoltare, vedrai che capirai perché mi preoccupo dei loro commenti» disse girando i tacchi ed entrando in classe, lasciandolo solo e confuso.
Che intendeva?































Angolo dell'autrice:
Salve a tutti!
La scuola.
È iniziata.
Sì.
*muore*
Scusate d'ora in poi se i miei aggiornamenti andranno a rilento ma, davvero, non ho neanche il tempo di accendere il computer çWç
Comunque... spero che il capitolo -nonhasensoloso- vi piaccia ^^''
Ricordo che questa Mini-Long è dedicata interamente a Niky Son e che il magnifico banner lassù è fatto da Nede *^*
Inoltre, notizia speciale (?), Nede ha deciso di fare banner su richiesta, quindi se ve ne servono potete chiedere a lei tramite posta privata :)
Se notate qualcosa di sbagliato, o non corretto, vi prego di dirmelo ed io provvederò a correggere ed a migliorarmi.





-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***



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«Prova ad ascoltare, vedrai che capirai perché mi preoccupo dei loro commenti» disse girando i tacchi ed entrando in classe, lasciandolo solo e confuso.
Che intendeva?

 

***

 

Accanto alla macchinetta del caffè, Gohan stava facendo ciò che Fuko gli aveva consigliato di fare.
Non fermarsi a criticare chi critica, ma ascoltare prima.
L'aveva fatto.
Li aveva guardati e li aveva ascoltati, senza parlare.
Un mezzo sorriso beffardo si delineò sulle sue labbra quando capì che non c'era bisogno di ascoltare, perché quello che dicevano era quello che aveva sempre immaginato.
Ma, ad un tratto, una frase catturò la sua attenzione, facendolo sussultare appena.
«Secondo me il caro Gohan e Fuko hanno qualche tipo di relazione» aveva ridacchiato una loro collega, facendo ridere anche l'altra, di fronte a lei.
Quindi era questo quello che si diceva a scuola di lui?
Che tradisse sua moglie?
C
he lui potesse non solo fare una cosa tanto grave, ma farla sotto gli occhi di sua figlia?
E Pan? Lei sapeva di queste insinuazioni?
Buttò il bicchiere, ormai vuoto dentro il cestino più vicino e si diresse verso Fuko.

 

***
 

Gohan trovò la donna a chiacchierare allegramente con alcuni alunni.
Senza troppi complimenti, l'uomo l'afferrò per il polso destro e la trascinò lontano, senza dare spiegazioni.
Fuko si ritrovò, improvvisamente, fuori, nel cortile della scuola, completamente vuoto.
Solo lei e Gohan.
«Si può sapere che ti è preso?» chiese aggrottando la fronte, guardandolo.
Lui la fissò serio. «Cos'è questa storia che noi due avremmo una relazione? Non sto tradendo mia moglie, io e te non abbiamo mai fatto nulla» disse senza alcuna espressione nella voce.
Lei sorrise appena a quelle parole. «Lo so benissimo, ma la gente, come ben sai, parla. Parla a sproposito e senza sapere la realtà. Di certo non sono stata io a mettere in giro queste voci, non ne trarrei alcun vantaggio» disse guardandolo negli occhi scuri.
«Allora chi è stato?» domandò.
«Lo chiedi a me? Io ho solo sentito qualche pettegola dirlo mentre passavo. Sai, le persone si divertono anche ad inventare cose sulla vita degli altri, senza pensare a ciò che fanno loro» disse sistemandosi la camicetta.
La concentrazione di Gohan, in quel momento, vacillò.
Accidenti ai suoi istinti e al suo essere uomo.
Era sposato, era padre ed era lì, in quel momento, per chiarire che non aveva tradito sua moglie.
Perché diavolo aveva spostato lo sguardo sulla scollatura della camicetta di Fuko allora?!
Riportò gli occhi sui suoi dandosi dell'idiota mentalmente. «Perché non hai smentito quando le hai sentite?» chiese arrabbiato.
Lei sorrise appena. «Quando l'ignoranza parla, l'intelligenza tace. Non te l'hanno mai detto?» ridacchiò, ma zittendosi immediatamente nel notare che l'uomo era furente. «Comunque è inutile che tu te la prenda con me. Non ne ho colpa, se non quella di aver fatto amicizia con te. Sinceramente parlando mi dispiacerebbe rovinarla per degli stupidi pettegolezzi, ma hai ragione: sei sposato e tua figlia viene in questa scuola. Dimmi chiaro e tonto ciò che vuoi» disse seria anche lei.
Lui aggrottò appena la fronte. «Che intendi? Spiegati»
Lei sospirò. «Se vuoi possiamo anche smettere di essere amici. Lo so, suona strano e stupido anche a me, ma se hai paura che la tua vita privata venga intaccata ingiustamente a causa della nostra amicizia, vuol dire che da domani possiamo anche smettere di salutarci. Dipende da te: farò quel che vuoi» disse seria, con il cuore in gola.
Voleva bene a Gohan, ma capiva che a causa sua poteva succedere qualcosa di veramente grave.
L'uomo si trovò spiazzato da quelle parole.
Immediatamente i suoi tratti si rilassarono e il suo sguardo si fece smarrito.
Non immaginava che avrebbe risposto così.
«N-no... non ho detto questo» sussurrò.
Lei fece un sospirò di sollievo, sentendo la tensione nell'aria diminuire. «È l'unico modo per placare quelle stupide dicerie» gli fece presente.
Gohan stava per rispondere, quando le due colleghe, che pochi minuti prima, stavano parlando di lui e la giovane, li salutarono. «Arrivederci Gohan! Ciao Fuko» dissero all'unisono, facendo voltare entrambi.
«Non so se son peggio le balle, oppure le facce che riescono a fare» sputò fuori l'uomo.
Fuko rise divertita. «Devo andare a casa anch'io, ho fretta oggi. Domani capirò la tua decisione dal tuo saluto» disse iniziando a camminare verso l'uscita.
«Che vuol dire?» chiese andandole dietro.
«Che se mi saluterai vuol dire che rimarrà tutto come ora, se non mi saluterai... beh, addio Gohan» disse correndo verso la sua auto, lasciandolo solo, davanti l'entrata principale della scuola, con un gran mal di testa e una strana sensazione di inquietudine.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice:
Salve a tutti! :)
Eccoci qui con il nuovo capitolo ^^
Spero non sia troppo penoso ^^''
Adesso Gohan si trova davanti una bella decisione: esserle amico o no.
Che farà?
Lo scoprirete solo continuando a seguirmi! (?)
*Hopaurachequalcunovogliarimanerecoldubbio(?)*
Ricordo che l'intera mini-long è dedicata a Niky Son ♥w♥
Ah! La frase detta da Gohan, in corsivo, è tratta da una canzone di Ligabue ♥
Se notate qualcosa di sbagliato, o non corretto, vi prego di dirmelo ed io provvederò a correggere ed a migliorarmi.





-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

 
 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***



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«Che vuol dire?» chiese andandole dietro.
«Che se mi saluterai vuol dire che rimarrà tutto come ora, se non mi saluterai... beh, addio Gohan» disse correndo verso la sua auto, lasciandolo solo, davanti l'entrata principale della scuola, con un gran mal di testa e una strana sensazione di inquietudine.

 

***

 

Fuko entrò nell'atrio della scuola, pensando di essere pronta a tutto.
Era stata lei a dire, a Gohan, che potevano anche rinunciare alla loro amicizia, se l'avesse voluto, quindi doveva essere forte.
Doveva accettarlo.
Gohan era un uomo sposato, la decisione spettava a lui e lei non poteva restare altro che accettarla.
Si era preparata a quel giorno tutto il pomeriggio precedente e la sera, quindi poteva farcela.
Immediatamente i suoi occhi cercarono la figura del bel corvino, incontrandola immediatamente a parlare, con uno sguardo tutt'altro che sereno, con una delle segretarie della scuola.
Strinse i pugni e appena fu sicura che lui potesse guardarla, gli passò accanto.
Vide distintamente la figura di Gohan voltarsi a guardarla, ma non udì neanche una parola.
Prese un respiro profondo, chiudendo gli occhi e stringendo i denti, mentre una dolorosa morsa gli stringeva il cuore.
Non l'aveva salutata e sapeva benissimo cosa stava a significare.
Nella sua testa si ripeteva che era pronta a quella scelta, ma una lacrima, sfuggita al suo controllo, gli fece intendere che quello che diceva la sua testa non era del tutto esatto.
Anzi, non lo era per niente.
Scuotendo la testa, come per scacciare tutte le voci che le martellavano dentro, si avviò a passo deciso verso il bagno delle insegnanti.

 

 

***


 

Gohan, dalla sua posizione, aveva visto tutto con la coda dell'occhio.
Aveva preso la sua deciosione: Videl era l'unica che voleva al suo fianco, non poteva di certo tradire la sua fiducia e farle del male.
Nonostante questo, il suo cuore era straziato e sentiva un forte dolore al petto, vedendo le azioni di Fuko.
Non sapeva se l'amava, provava qualcosa di molto forte però, questo non lo metteva in dubbio.
Non si trattava solo di attrazione fisica, ma quella giovane aveva qualcosa dentro che Videl non aveva.
Con Videl non riusciva a dimenticare tutto il male che c'era nel mondo, come con Fuko.
Sua moglie gli dava un senso di protezione, che non gli faceva dimenticare, ma solo si sentiva come immune dal resto del mondo, mentre con la sua collega dimenticava completamente la gente di cui era circondato.
Erano emozioni diverse in quel campo, ma in altri campi era molto simili.
Quando la guardava negli occhi, così come quando guardava Videl, sentiva come l'impulso di stringerla tra le braccia e difenderla contro tutto e tutti.
Quando i loro visi erano vicini, così come quando era vicino Videl, sentiva come l'impulso di annullare quella poca distanza che li separava.
Quando parlavano, così come quando parlava Videl, sentiva come se quella voce lo potesse cullare durante la notte.
Allora era sicuro della sua scelta?
Una delle ultime cose che voleva era quella di far star male entrambe, ma come faceva a decidere?
Una delle due doveva soffrire, era inevitabile.
Non era sicuro della sua scelta, voleva bene a Fuko, davvero molto bene, però non era sicuro di quale fosse la scelta giusta... forse perché, in certi casi, non c'è una scelta giusta e una sbagliata, ma decide il cuore.
Sorrise.
Era il cuore che lo stava guidando verso il bagno delle insegnati, per dare il buongiorno a quella giovane donna che, non sapeva come, gli aveva fatto il lavaggio del cervello in così poco tempo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice:
Salve a tutti! :)
Eccomi qui con il nuovo capitolo :3 
Fatevi avanti chi deve insultare Gohan, poi passino avanti chi invece capisce il suo stato d'animo ewe
Oh, andiamo: è innamorate di entrambe, si vede benissimo (?)
Ricordo che l'intera mini-long è dedicata a Niky Son
Se notate qualcosa di sbagliato, o non corretto, vi prego di dirmelo ed io provvederò a correggere ed a migliorarmi.





-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

 
 

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


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Non era sicuro della sua scelta, voleva bene a Fuko, davvero molto bene, però non era sicuro di quale fosse la scelta giusta... forse perché, in certi casi, non c'è una scelta giusta e una sbagliata, ma decide il cuore.
Sorrise.
Era il cuore che lo stava guidando verso il bagno delle insegnati, per dare il buongiorno a quella giovane donna che, non sapeva come, gli aveva fatto il lavaggio del cervello in così poco tempo.

 

***

Gohan, che prima stava camminando a passo deciso, arrivato davanti la porta del bagno, iniziò a tentennare.
Prese un respiro profondo e, lentamente, bussò.
Quei pochi secondi che aspettò prima di vedere il viso della giovane gli parvero interminabili.
Fortunatamente lei non lo fece aspettare molto e si ritrovarono faccia a faccia.
Gohan, imbarazzato, sorrise. «Ciao» sussurrò solamente.
In un impeto di felicità, la donna, con gli occhi lucidi, gettò le braccia attorno al collo del Saiyan stringendolo forte a sé. «Mi hai spaventata» sussurrò contro la sua spalla.
Gohan, irrigidendosi improvvisamente, mise lentamente e in modo impacciato le braccia attorno la vita di Fuko. «Scusa» riuscì solo a sussurrare, deglutendo.
Lei si scostò, senza staccarsi e lo guardò negli occhi.
Tutta la gente intorno a loro, in quel momento, parve scomparire.
Esistevano solo loro due: Gohan e Fuko.
«Sei sicuro della tua decisione? Cioè, sei un uomo sposato, non hai paura che qualcuno possa dire a tua moglie che noi siamo qualcosa di più, anche se non è vero?» chiese guardandolo negli occhi.
«Non credo che mia moglie crederebbe a delle voci senza sapere se siano fondate o meno» sorrise.
Lei si lasciò scappare un sospiro di sollievo. «Non conosce nessuno dei tuoi colleghi?» chiese ancora.
L'uomo scosse la testa. «Nessuno e poi quante volte te lo devo dire? Non facciamo nulla di male, siamo solo amici» disse con un largo sorriso.
Fuko lo guardò per qualche secondo prima di rispondere. «Già, hai ragione» disse con un velo di tristezza nella voce, celandola malamente.
Lui sorrise dolcemente stringendola istintivamente a sé. «Non saranno delle voci di corridoio a dividerci, te lo prometto» sussurrò, ma una voce, a lui troppo familiare, gli gelò il sangue nelle vene in quel momento.
«Papà...» sentì solamente e capì, in quel momento, che le cose si sarebbero complicate parecchio.

 

***


 

Pan era corsa via, correndo, con il cuore dolorante.
Suo padre, colui che aveva sempre considerato perfetto, era abbracciato a quella nuova insegnante.
Non aveva voluto credere a quello che diceva la gente, perché era certa che Gohan non fosse quel tipo di uomo, anzi lui era l'opposto.
Aveva sempre rispettato lei e sua madre e aveva visto sempre con i suoi occhi come avesse liquidato tutte le donne che ci avevano provato con lui.
Sapeva che la gente parlava senza sapere, eppure... quella volta lo aveva visto anche lei.
Quella volta le voci che giravano erano vere.
Ad un tratto sentì una forte presa trattenerla per il polso.
Si girò, mordendosi il labbro, verso di lui.
Sapeva che era suo padre.
Solo lui poteva bloccarla in quel modo.
«Mi fai schifo» sputò fuori, solamente, guardandolo con gli occhi ridotti a due fessure.
Lui sospirò pesantemente. «Non è come credi» disse guardandola serio.
Lei sorrise in modo sarcastico. «Ti ho visto con i miei occhi, come puoi pensare di prendermi in giro?» chiese strattonando il braccio, per farsi lasciare.
Gohan si passò una mano tra i capelli corvini. «Hai solo frainteso. Io e Fuk... cioè, quella collega, siamo solo amici, niente di più» tentò di spiegare.
Lei strinse i pugni. «Ah certo. Tu, uomo sposato, abbracci tutte le tue amiche, vero papà?» chiese con evidente astio nella voce. «Mi fa anche schifo chiamarti così...» sussurrò poi, distogliendo lo sguardo.
Il cuore dell'uomo venne stretto da una fitta dolorosa. «Pan, sono serio. Io e lei siamo solo amici, niente di più e quell'abbraccio era dovuto al fatto che non sta molto bene» cercò di giustificarsi.
Pan si girò, cercando di smettere di ascoltarlo. «Ti aspetti che ti creda, dopo aver visto come la stringevi?» chiese a voce flebile iniziando a camminare verso il cancello della scuola.
«Dove stai andando?» chiese lui, allarmato, andandole dietro.
«Vado a casa, lontano da te» disse senza guardarlo negli occhi.
Gohan sussultò. «Non dirlo alla mamma» sussurrò, facendola voltare di scatto.
«Ah no?! Ti aspetti che ti aiuti a tradirla?!» chiese a voce alta, attirando l'attenzione di tutte le persone ancora fuori dall'istituto.
Lui respirò pesantemente. «Ti ho detto che non la sto tradendo. Non lo farei mai, credimi. Ti ho detto che quello che hai visto era solo un semplice abbraccio, Non voglio che tu faccia allarmare tua madre inutilmente. Ci faresti litigare per nulla, visto che ti ho detto la verità» disse serio, guardandola negli occhi.
Pan assottigliò gli occhi, scrutandolo per bene. «Non osare più darmi degli ordini. Non seguirò più quello che mi dici, dopo quello che hai fatto non ne hai alcun diritto» disse spiccando velocemente il volo, lasciandolo solo, con un grande dolore al cuore.
Fuko, qualche metro dietro di lui, strinse i pugni e i denti.
Era colpa sua.
Era colpa sua se adesso era nei guai.
Era colpa sua e non sapeva come aiutarlo.





















Angolo dell'autrice:
Salve a tutti! *^*
Eccomi qui con il nono capitolo e un nuovo banner *w*
Splendida creazione di Nede, in cui vediamo anche Fuko-chan :)
Che succederà ora? *Go*
Oggi, improvvisamente, mi si sono sistemate le idee per questa long xD
So come continuarla e come farla finire, quindi non andrò più a zonzo, ma sarò più mirata nei concetti e nelle scene, come questa xD
Spero vi piaccia e ricordo che l'intera mini-long è dedicata a Niky Son.
Se notate qualcosa di sbagliato, o non corretto, vi prego di dirmelo ed io provvederò a correggere ed a migliorarmi.





-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


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Pan assottigliò gli occhi, scrutandolo per bene. «Non osare più darmi degli ordini. Non seguirò più quello che mi dici, dopo quello che hai fatto non ne hai alcun diritto» disse spiccando velocemente il volo, lasciandolo solo, con un grande dolore al cuore.
Fuko, qualche metro dietro di lui, strinse i pugni e i denti.
Era colpa sua.
Era colpa sua se adesso era nei guai.
Era colpa sua e non sapeva come aiutarlo.

 

***

 

Pan arrivò a casa, a tutta velocità, correndo tra le braccia della madre, sorpresa di vederla a casa. «Che c'è, Pan?» chiese accarezzandole i capelli corvini istintivamente.
La ragazzina si strinse maggiormente a lei, senza rispondere.
Videl, aggrottando la fronte, sentì una fitta all'altezza del petto.
Non le piaceva quando Pan stava male e questa volta aveva un brutto presentimento.
Sua figlia non era il tipo di ragazza che tornava a casa in quello stato.
Era raro vederla triste, mentre era più facile vederla allegra o arrabbiata.
«Entriamo» disse la donna, sentendo la presa stringersi attorno alle sue spalle.
Lentamente riuscì a portare in casa sua figlia e la fece accomodare sul divano, mettendosi accanto a lei e guardandola negli occhi successivamente.
«Che succede?» chiese, di nuovo.
Pan, con gli occhi rossi, non riuscì a reggere lo sguardo della madre.
Con quale coraggio poteva spezzarle il cuore?
Forse avrebbe solo dovuto costringere suo padre a parlarle, in fondo era una cosa tra di loro.
Si prese il viso tra le mani guardando altrove, facendo allarmare maggiormente Videl.
«Ti prego, tesoro, dimmi che cosa succede. Mi stai facendo preoccupare sul serio» disse stranamente ansiosa.
Quel brutto presentimento continuava a rimbombarle dentro.
Non sapeva cos'era, ma non si sentiva per niente tranquilla.
Pan respirando profondamente, guardò la madre e le rivolse un sorriso tirato. «Vuoi bene a papà?» chiese solamente.
Videl a quella domanda sussultò impercettibilmente.
Non era da lei porre quel tipo di quesiti.
«Ovvio» rispose solamente, guardandola in modo interrogativo, mentre quello strano presentimento si faceva sempre più forte dentro di lei.
«E lui, secondo te, te ne vuole?» chiese guardandola negli occhi, con sguardo serio.
Videl si limitò ad annuire lentamente, con gli occhi sgranati e il cuore che le batteva forte nel petto. «Perché questa domanda?» chiese con un filo di voce.
«Ne sei proprio sicura? Come fai ad averne la certezza?» domandò senza ascoltarla.
«Pan, aspetta. Stiamo parlando di me e tuo padre o siamo solo una metafora?» chiese confusa.
Lei si specchiò ancora negli occhi della madre. «Rispondimi» disse solamente.
«Beh... siamo sposati da diciassette anni, non sarebbe ancora qui se non provasse nulla per me, non credi?»
«E se ti dicessi che oggi l'ho visto abbracciato ad un'altra donna?» chiese con tono flebile, facendole sgranare gli occhi.
Ecco cos'era quel brutto presentimento.
Ecco perché sua figlia era così afflitta.
Ecco perché Gohan, da qualche settimana, era così strano.
«Quando?» chiese solamente Videl, mentre stringeva un pugno.
«Mentre ero a scuola» sussurrò Pan.
Videl sorrise amaramente alzandosi. «Sa che l'hai visto?» domandò.
Lei annuì solamente e Videl alzò gli occhi verso il soffitto. «Allora non tarderà per darmi spiegazioni» disse con un mezzo sorriso, uscendo fuori di casa, dove Gohan, con una mano tra i capelli, cercava il modo di presentarsi e spiegare la verità.

 

***

 

Quando gli occhi del Saiyan si alzarono ad incontrare la figura della moglie, non poté fare a meno di andarle incontro, ma quando le iridi si specchiarono tra di loro, Gohan capì che lei era già al corrente di tutto.
Fece, istintivamente, un passo indietro, quando le arrivò vicino, vedendo il suo volto severo.
«Che vuol dire quello che mi ha detto Pan?»
Poche parole, incisive.
Poche lettere ed una domanda ben precisa.
Una sola frase e il suo cuore aveva preso a battere come poche volte in vita sua.
«Solo che ha frainteso» sussurrò con sguardo afflitto.
Lei si passò una mano tra i capelli, guardandolo negli occhi. «Senti Gohan: dimmi che succede e basta, non ho intenzione di girare intorno all'argomento, ma di affrontarlo»
Lui alzò gli occhi al cielo, deglutendo.
«Da dove vuoi che parta?» chiese riportando gli occhi su di lei.
«Dal principio» rispose.
E così Gohan e Videl si sedettero accanto, nella panca posta nel loro giardino, a parlare.
L'uomo raccontò tutto.
Il suo primo incontro con Fuko.
L'essersi ritrovati colleghi.
Quell'amicizia che gli aveva fatto dimenticare, per qualche attimo, che la gente di cui erano circondati era pessima.
Raccontò delle voci di corridoio.
Raccontò del loro accordo.
Raccontò di quell'abbraccio frainteso da Pan.
Raccontò tutto, nei minimi particolari, con un sorriso sincero sulle labbra.
Videl lo ascoltava, senza parlare, annuendo di tanto in tanto, preferendo concentrarsi sulle sue azioni.
Non le era sfuggito il modo in cui descriveva la giovane, il modo in cui avesse delineato l'aspetto fisico e il suo carattere.
Aveva notato che era stato molto preciso con i particolari e che si era pure premurato di dirle che erano solo amici.
Eppure... quel sorriso Videl lo conosceva.
Quel sorriso era lo stesso di quando si erano innamorati da giovani.
Quel sorriso era quello di quando erano destinati a stare insieme, ma ancora non lo sapevano, definendosi solo amici, cosa che in effetti erano ancora.
E allora?
Gohan era innamorato di quella ragazza, ma non lo sapeva?
Gohan non ne era innamorato?
Gohan ne era innamorato e lo sapeva benissimo?
O forse era lei che si stava preoccupando troppo?
In fondo si erano solo scambiati un abbraccio perché erano anche arrivati a decidere di non salutarsi più.
Con un sospirò, Videl, si alzò dalla panca. «Visto che siete solo amici, quindi, non sarai a disagio se uno di questi giorni verrò a vedere chi è questa e quanto siete legati» disse guardandolo negli occhi.
Gohan scosse lentamente la testa. «No, nessun problema. Vedrai anche tu, anzi, che le voci che girano sono infondate e che io voglio, sì, bene a Fuko, ma non ti ho assolutamente tradita come pensa Pan»
Videl si rimise seduta, questa volta sulle sue gambe. «Mi ami?» chiese.
Lui annuì, con un largo sorriso.
Quel sorriso sincero che, lo sapeva, non mentiva.


























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti :)
Volevo postare il capitolo ieri, ma il pc mi dava problemi e così, dopo mezz'ora di cercare di scrivere questo dannato angolo, ho lasciato perdere ed ho spento tutto xD
Vi avverto che se dovessi ritardare gli aggiornamenti sarà perché devo portarlo in assistenza per alcuni problemi (Sì, i pc mi danno sempre problemi ewe)
Comunque, spero di non avervi deluso, in fondo Gohan ha solo abbracciato Fuko, non si può definire un abbraccio "tradimento" xD
Nessuno, credo, avrebbe mandato in aria anni di matrimonio per quello xD
Dai non se l'è mica portata a letto... ancora.
Beh... ricordo che l'intera mini-long è dedicata a Niky Son e che il banner è fatto da Nede :)

Se notate qualcosa di sbagliato, o non corretto, vi prego di dirmelo ed io provvederò a correggere ed a migliorarmi.





-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


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Videl si rimise seduta, questa volta sulle sue gambe. «Mi ami?» chiese.
Lui annuì, con un largo sorriso.
Quel sorriso sincero che, lo sapeva, non mentiva.

 

***

 

Gohan, il giorno dopo, tornò a scuola allegro e sorridente come non succedeva da mesi.
Per quel giorno, il Saiyan cupo e diffidente era andato in vacanza e aveva lasciato il posto al vecchio Gohan.
Quell'insegnante, uomo, marito, padre e amico dolce, gentile e disponibile.
Non appena incrociò Fuko, in corridoio, la fermò afferrandola per il polso e le rivolse il sorriso migliore del suo repertorio.
«Buongiorno» la salutò guardandola negli occhi.
La donna, sorridendo, scostò il braccio per farsi lasciare e lo guardò interrogativo. «Siamo di buon umore, vedo» gli disse senza smettere di studiarlo con gli occhi.
Gohan sospirò rilassato e cominciò a camminare verso la classe, affiancato dalla collega. «Sì, oggi sì. Ieri ho temuto il peggio con mia moglie, ma è stata stranamente comprensibile e mi ha creduto e poi, beh... diciamo che...» arrossì di colpo, facendo scappare una risatina divertita alla giovane.
«Okay, sono affari tuoi il dopo» rise vedendolo imbarazzato.
Come al solito, quando parlava con lei, non misurava le parole.
Si sentiva libero di raccontarle tutto, senza pensare prima.
Si grattò la nuca con un sorriso ebete e con le guance imporporate da un leggero strato di imbarazzo. «Scusa, mi dovevo fermare al “mi ha creduto”» ridacchiò.
Lei cercò di non ridergli in faccia, facendo appello al suo autocontrollo, e gli rivolse solamente un sorriso. «Ne sono felice, Gohan. Non ho chiuso occhio stanotte, so che è tutta colpa mia se ti sei messo nei guai e se tua figlia ha pensato quelle cose» disse diventando seria tutt'ad un tratto.
Gohan indurì lievemente lo sguardo. «Non è vero, ti sbagli: non è assolutamente colpa tua» disse guardandola negli occhi.
Lei si diede una ravvivata ai capelli con un gesto della mano, portandosi il un ciuffo dietro l'orecchio. «Lo sappiamo benissimo entrambi che se io non mi fossi avvicinata tanto a te, tutto questo non sarebbe successo» disse con un mezzo sorriso.
Lui scosse la testa. «Non capisco dove stia il problema: io e te siamo solo amici, non facciamo niente di male e quei pettegolezzi sono tutto frutto di qualche mente malata» disse facendosi serio.
Forse l'altro Gohan era tornato dalla vacanza... da quella breve vacanza.
Erano davanti all'entrata principale della scuola e i ragazzi, in ritardo, si affrettavano ad entrare per non essere ripresi dai prof.
Bastò uno spintone, di un ragazzo che correva, per far perdere l'equilibrio di Gohan, messo di spalle, e fallo finire su di Fuko.
Sulle labbra di Fuko.
Proprio nel momento meno opportuno, infatti, neanche tre secondi dopo, si ritrovò con cinque dita stampate sulla guancia e delle parole, sussurrate al suo orecchio, che mai nella sua vita avrebbe dimenticato.


 

***



Videl, a casa, sospirò nel vedere il cellulare e il portafogli del marito sul tavolo.
Possibile che a quell'età fosse così maldestro da dimenticare degli oggetti così importanti a casa e andarsene tranquillamente a lavorare come se nulla fosse?
Era andato in macchina ed aveva lasciato la pantente a casa.
Certo che era davvero un genio.
Sospirando, la donna, si vestì, prese gli oggetti e decise di portarli al marito.
Non che ormai fossero indispensabili, ma almeno poteva andare a vedere chi era la famosa Fuko.
Aveva guidato fino a scuola ed era scesa, tranquilla e rilassata, sicura che suo marito stesse facendo lezione oppure stesse parlando con qualche collega.
Di certo non si sarebbe mai e poi mai immaginata quello che le si sarebbe presentato davanti.
Di certo non si sarebbe mai e poi mai immaginata di vedere Gohan con le labbra incollate a quelle di un'altra donna.
Di certo non si sarebbe mai e poi mai immaginata di venirlo a sapere così, dopo quello che era successo il giorno precedente.
Possibile che gli uomini fossero così meschini?
Possibile che anche Gohan, il suo Gohan, fosse quel tipo di uomo?
Ad un tratto tutti i suoi dubbi e le sue paure di concretizzarono.
Iniziò a dubitare delle sue parole, dei suoi gesti, di quello che avevano costruito.
La stava tradendo in quel preciso istante, davanti ai suoi occhi, e chissà quante altre volte l'aveva fatto a sua insaputa.
In un moto di rabbia gli si avvicinò, lo staccò da Fuko e gli diede uno schiaffo lì, davanti a tutti, senza trattenersi.
E poi, perché avrebbe dovuto farlo?
Se lui la tradiva lì, davanti a tutti, anche lei poteva schiaffeggiarlo in quello stesso punto.
Gli avvicinò le labbra all'orecchio, mentre lui, ancora stordito da tutto quello che stava succedendo, la guardava stralunato. «Mi fai schifo, non farti più vedere, verme»

























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti ^^''
Anche qui, scusate per l'immenso ritado ^^''
Tra lettura, imprevisti, scuola, mancanza di voglia e un computer scemo ho posticipato fino ad oggi...
Spero che almeno il capitolo sia accettabile >.<
Ricordo che l'intera mini-long è dedicata a Niky Son e che il banner è stato realizzato appositamente da Nede ♥
Grazie per la pazienza e l'attenzione♥


-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


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Se lui la tradiva lì, davanti a tutti, anche lei poteva schiaffeggiarlo in quello stesso punto.
Gli avvicinò le labbra all'orecchio, mentre lui, ancora stordito da tutto quello che stava succedendo, la guardava stralunato. «Mi fai schifo, non farti più vedere, verme»

 

 

***

 

 

Videl era corsa via, con una morsa dolorosa che le stringeva il cuore, mentre tratteneva a fatica le lacrime.
Avrebbe voluto gridare al mondo intero che Gohan, colui che aveva sempre amato, l'aveva tradita sotto gli occhi di tutti.
Avrebbe voluto gridare al mondo intero che Gohan era solamente un uomo come tanti, che mettono i loro istinti prima di tutto.
Avrebbe voluto gridare al mondo intero che Gohan le aveva spezzato il cuore e quello che avevano costruito insieme in quegli anni.
L'amore era ingiusto.
Perché amare qualcuno che ti ha tradita?
Perché stare male per qualcuno che non merita il tuo amore?
Perché?
La stretta di Gohan la bloccò improvvisamente.
Le circondò la vita con le braccia, stringendola a sé trattenendola.
In quel momento Videl si rese conto di non essersi allontanata molto.
La sua mente aveva lavorato così tanto in quei pochi secondi che le era parso che stesse quasi arrivando a casa a piedi, quando ancora era uscita, a stento, dal cancello della scuola.
«Lasciami andare immediatamente» sussurrò a denti stretti.
Gohan scosse la testa e Videl ne avvertì il movimento, pur non vedendolo. «Mi devi ascoltare prima» disse col cuore in gola.
Possibile che si mettesse in certe situazioni?
Il destino, pensava, si stava proprio divertendo a fargli passare quei guai.
Lui amava Videl, non l'avrebbe mai tradita, ma come poteva farle capire che quello che aveva visto non era quello che sembrava?
Si sentiva il protagonista di qualche film comico, quelli in cui quel poveretto è costretto a vedersela con tutti i malintesi che sembrava attirare come una calamita.
Gli piacevano quei film, lo facevano ridere, ma ad un tratto tutta quella simpatia per quelle pellicole scomparì.
Era un incubo.
«Ah sì, fammi indovinare!» ironizzò Videl girandosi per guardarlo negli occhi. «Non è come sembra, dico bene?» sorrise in modo falso.
Gli occhi rossi.
La voce tremante.
I pugni stretti lungo i fianchi e quella terribile nota ironica che aveva quando qualcuno la feriva.
La faceva sentire come al sicuro, come per far capire alla gente che se lo aspettava che sarebbe successa una cosa del genere, che era forte e che se la sarebbe cavata senza nessuno.
Ma Gohan la conosceva.
Lui lo sapeva benissimo che sotto quella nota ironica c'era solo una voglia immensa di piangere, di urlare e sfogare tutta la sua rabbia e la sua delusione.
Bastava un semplice abbraccio, lo sapeva, ma in quel momento sarebbe stato meglio non toccarla di nuovo, aveva già azzardato abbastanza quando l'aveva fermata.
L'uomo sospirò. «Lo so benissimo che non mi credi, ma è così. Mi hanno spinto e-»
«Oh sì, tesoro, guarda te che sfortuna, ma tutte a te capitano vero? Qualcuno ti ha spinto e le tue labbra si sono appiccicate a quelle della famosa... oh sì, è lei, ne sono certa. È la famosa Fuko, ammettilo» disse con tale falsità nella voce e nel sorriso che a Gohan straziò il cuore.
«Sì, hai ragione, è lei, ma è la verità» disse con tono disperato.
Lei incrociò le braccia al petto, senza smettere di sorridere. «Ti credo»
Il cuore dell'uomo sobbalzò all'istante.«Dici davvero?!» chiese non riuscendo a credere alle sue orecchie.
«No» rispose secca Videl facendogli mordere il labbro forte.
Doveva immaginarselo...
«Ah, Gohan, se vuoi venire a casa stasera per prendere le tue cose, prima che io faccia un bel falò, puoi» disse con un sorriso angelico, girando i tacchi e andandosene via.

 

 

***

 

 

«Mi devi aiutare» disse secco Gohan, afferrando Fuko per il polso, alla fine delle lezioni, prima che lei potesse entrare in macchina.
«Non mi hai rivolto la parola tutto il giorno» gli fece notare.
L'uomo sbuffò. «Forse non l'hai notato, ma mia moglie ci ha visti e, ovviamente, non crede alla verità, quindi mi aiuterai» sentenziò.
La donna sospirò prendendogli le mani e guardandolo negli occhi. «È ovvio che tua moglie non ti creda, neanche io lo farei» disse.
«Dobbiamo inventarci qualcosa. Mi ha già buttato fuori di casa e mi ha detto che se stasera non andrò a prendere le mie cose, farà un falò» sussurrò, con sguardo da cucciolo smarrito.
«Cosa vuoi che faccia?» disse lei sorridendo intenerita.
Gohan abbassò lo sguardo.«Sinceramente non ne ho idea, ma non ho tradito Videl, non è giusto che lo creda» disse stringendo i denti.
«Intanto pensa a dove andrai a dormire stanotte» gli ricordò.
Gohan si sbatté con violenza la mano in fronte. «Sono sicuro che mia madre sa già tutto, quindi non ci penserà neanche ad ospitarmi, anzi sono certo che mi prenderebbe a calci e se la conosco abbastanza, è svenuta, ha pianto e ha chiamato Bulma... sono fritto» sussurrò mentre l'ennesimo brivido gli saliva su per la schiena.
Fuko si schiarì la voce. «So che forse è una pessima idea, ma... se vuoi... io abito da sola e... potresti a venire a vivere da me» disse tutto ad un fiato, lasciandolo con un'espressione ebete in viso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice:
Salve a tutti ^^''
Sono in ritardo e con un capitolo breve e penoso ^^''
Scusatemi >//<
Beh... sinceramente non saprei che dire, quindi vi ricordo che l'intera mini-long è dedicata a Niky Son e che il banner è fatto da Nede


-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


~Eppure hai cambiato la mia vita






























Fuko si schiarì la voce. «So che forse è una pessima idea, ma... se vuoi... io abito da sola e... potresti a venire a vivere da me» disse tutto ad un fiato, lasciandolo con un'espressione ebete in viso.

***

Gohan la guardò per qualche secondo, stralunato, mentre lei si dava mentalmente della stupida. «Da te?» chiese sorpreso.
Fuko sospirò passandosi una mano sul viso. «Scusa, domanda stupida, finiremmo solamente col peggiorare la situazione»
L'uomo abbassò lo sguardo, iniziando a trovare i suoi piedi estremamente interessanti. «Beh... non so... forse riuscirò a spiegarle la situazione... in caso contrario, però...» disse titubante.
Lei inarcò un sopracciglio. «Sai che è una pessima idea, vero?» chiese.
Lui alzò gli occhi al cielo. «Sì, lo so, ma sono confuso... non so né cosa fare e né dove andare» piagnucolò.
La donna sorrise appena, intenerita dalla sua reazione e prese dalla sua borse un foglio, sulla quale scrisse il suo indirizzo e che diede al mezzo-Saiyan. «Okay, fai come vuoi. Se vuoi venire sarai il benvenuto»

***

L'uomo arrivò a casa sua e sospirò vedendo il giardino pieno della sua roba.
Sua moglie non scherzava affatto.
In effetti, Videl era il tipo di donna che quando diceva una cosa la faceva e difficilmente avrebbe cambiato idea.
Ma se da una parte poteva capirla, dall'altra non ci riusciva molto.
Era vero, dopo una scena del genere neanche lui avrebbe reagito bene, però era anche vero che lui non le aveva mai mentito e che le era stato sempre fedele.
Due pensieri contrapposti nella sua mente si battevano per fargli prendere una decisione.

Sospirò.
Era un vero idiota.
Sua moglie stava soffrendo, l'aveva visto con i suoi occhi baciare un'altra donna.
Come pensava di farsi perdonare, questa volta?
Va bene, era stato un incidente, ma se il destino aveva deciso di farla assistere qualcosa voleva dire, no?

Si sedette in una delle panche poste sul giardino, appoggiando i gomiti alle ginocchia e il viso sui palmi delle mani.
Tanto ormai il danno era fatto, tanto valeva ragionare e cercare di capire cosa provava per Fuko.
Ormai era evidente anche per lui che quella che aveva con la sua collega non era una semplice amicizia.

Videl uscì dalla porta, con una busta piena di libri, i suoi libri, e si irrigidì immediatamente appena lo vide.
All'istante l'uomo si alzò, andandole vicino.
Ebbe un tuffo al cuore quando gli occhi di lei gli si posarono addosso.
Quegli occhi azzurri che aveva visto sempre come una fonta di calore, adesso si stavano dimostrando per ciò che il colore rappresentava: gelo.

«Prendi le tue cose e vai via» disse con voce ferma.
Gohan si sentì trafitto da quella voce tagliente e da quelle iridi chiare. «Possiamo parlare, per favore?» chiese leggermente timoroso.
Lei lo fulminò. «No» rispose seccamente.
L'uomo sospirò pesantemente. «Ti prego, lo sai che ti amo, che non ti ho mai mentito e che se fossi innamorato di un'altra te l'avrei detto e non ti avrei preso in giro» disse esapertato.
Videl gli si avvicinò minacciosamente, facendolo deglutire a vuoto. «Ascoltami bene, stupido essere. Ti ho visto con i miei occhi e...» lui cercò di interromperla, ma lei lo zittì con un cenno della mano. «Lo so, ho visto tutta la scena. So che un ragazzo ti ha spinto e che, perdendo l'equilibrio, sei finito proprio lì , ma ti conosco da molti anni, Son Gohan. Conosco i tuoi comportamenti, i tuoi modi di fare, come ti esprimi e ormai, dopo tutti questi anni, sei un libro aperto per me. È vero, non mi hai mai mentito né tradito, ma considerando quello che mi hai detto ieri e il fatto che sì, è stato un incidente, ma non ti sei staccato da lei finché non sono stata io a farlo, di certo c'è qualcosa che non va e c'entra quella mocciosa » gli disse guardandolo negli occhi.
Gohan le rivolse uno sguardo mortificato.
Aveva maledettamente ragione .
«Quindì...» continuò. «Lo dico per te. Cerca di capire cosa vuoi e con chi vuoi stare. Capisco che in questo momento tu ti possa sentire confuso, ma così non va bene né per te, né per noi e neanche per... voi » disse accarezzandogli la guancia istintivamente, in un gesto di dolcezza improvvisa.
Lui sospirò pesantemente, mentre il suo stomaco si contorceva in una morsa dolorosa. «Devo andarmene?» chiese solamente, guardandola con un'espressione da cucciolo bastonato.
Lei sorrise appena. Con quella faccia era troppo buffo. «Sì, devi. Vedi di ragionare e fa' la scelta giusta. Non aver paura di far soffrire qualcuno, pensa a ciò che desideri tu e quando sarai certo della tua decisione me lo dirai, va bene così?» chiese con tono pacato.
Il mezzo-Saiyan era confuso.
Ad un tratto sua moglie aveva perso la sua freddezza e aveva iniziato a comportarsi in modo dolce.
A volte non riusciva a capirla per niente.
Dal canto suo, Videl, mentre parlava, pensava ad altro.
Era vero, voleva che Gohan scegliesse, non poteva di certo trattenerlo con lei con qualche stupido ricatto o mettendosi a piangere.
Erano adulti e lei lo amava con tutta se stessa, quindi voleva che fosse felice.
Ma se da una parte voleva che lui fosse felice, dall'altra non era sicura di quello che gli aveva proposto: l'avrebbe davvero accolto a casa, se lui avesse scelto lei, come se nulla fosse?
Non avrebbe fatto nulla?
Sarebbe rimasta con le mani in mano ad aspettare il suo responso e in entrambi i casi lei lo avrebbe accettato?
Non lo sapeva neanche lei come avrebbe reagito, ma era vero che lo amava, quindi doveva incoraggiarlo a fare ciò che era bene per lui, mentre il suo cuore gridava di dirgli che era lei quella giusta, che doveva lasciar perdere quell'altra e che la loro vita era ormai legata.
Sarebbero stati giorni difficili, lo sapeva, ma doveva essere forte.

«Posso chiederti una cosa?» fece Gohan, incerto, mentre lei si limitava ad annuire. «Andare a dormire a casa di Fuko è una pessima idea, non è vero?» deglutì mentre lo diceva e si sentì veramente un emerito idiota.
La donna sgranò gli occhi e si morse l'interno della guancia per evitare di schiaffeggiarlo. «Andare a letto con quella ? Non pensarci neanche o giuro che ti castro» sibillò facendolo inizialmente arrossire e poi sbiancare.
«N-no... n-non intendevo... no!» balbettò aggrottando la fronte dopo aver finito la frase.
Lei scoppiò a ridere per poi sospirare- «Pessima idea, sì» lo riprese.
Lui annuì a testa bassa. «È che non sapevo dove andare... quindi... boh, mi inventerò qualcosa» disse a voce bassa, per poi alzare il viso per guardarla negli occhi. «Posso lasciare la mia roba qui? Senza che tu la usi per accendere il forno, s'intende» chiese implorante.
Lei annuì, si girò ed entrò in casa. 
Aveva intenzione di lasciare tutto fuori, okay.

























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti :)
Scusate il ritardo ^^''
Il capitolo l'ho scritto in classe, durante le interrogazioni di diritto, quindi spero di non deludere nessuno xD
Inoltre... la cara Niky Son dovrebbe riconoscere una frase di Ligabue all'interno del capitolo ♥
Ci avviciniamo alla fine >.<
Uno o due capitoli, non di più, ed è conclusa uwu
Ricordo che l'intera mini-long è dedicata a Niky Son♥



-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


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Lui annuì a testa bassa. «È che non sapevo dove andare... quindi... boh, mi inventerò qualcosa» disse a voce bassa, per poi alzare il viso per guardarla negli occhi. «Posso lasciare la mia roba qui? Senza che tu la usi per accendere il forno, s'intende» chiese implorante.
Lei annuì, si girò ed entrò in casa.
Aveva intenzione di lasciare tutto fuori, okay.
***

Sospirò.
Era tutto il pomeriggio che cercava un albergo con una camera libera dove potesse passare la notte, ma niente, tutto al completo.
Non che Satan City straripasse di alberghi, ma era certo di aver commesso qualcosa di veramente grave visto che l'universo gliela stava facendo pagare in quel modo.
Insomma: quante probabilità c'erano che tutte le camere degli alberghi della sua città fossero pieni?

Uscì dall'ultimo albergo con il morale a terra.
Aveva perfino litigato con il proprietario per cercare di convincerlo a liberare una stanza per lui, ma adesso si sentiva solo un idiota per la sua insensata richiesta.
Si schiacciò una mano in fronte, capendo che la sua sfortuna quel giorno non era ancora finita.
"Ci mancava solo questa" pensò vedendo Fuko.
La giovane donna, dall'altra parte della strada, notò la sua presenza e non ci pensò nemmeno un attimo ad attraversare e ad andargli di fronte.
«Allora? Le hai parlato?» chiese senza nemmeno salutarlo.
La donna era seriamente preoccupata per la relazione di Gohan.
Capiva che parte della colpa era anche sua, ma non aveva la minimaidea di come rimediare.

Lui sospirò. «Sì» rispose vago,
La giovane si incuriosì. «E...?» lo incitò.
«E niente. Mi ha detto di andarmene e cercare di capire che cosa mi sta succedendo in questo periodo» disse senza guardarla negli occhi.
Fuko si limitò ad inclinare la testa di lato, con un'espressione talmente innocente da far ridere l'uomo preso da un attacco di tenerezza verso quella giovane.
«Posso essere del tutto sincero con te, vero?» chiese facendosi serio ad un tratto. La vide annuire e decise di continuare. Tanto ormai peggio di così non poteva andare. «Io... avrai capito che... insomma... tra noi...» arrossì di colpo, facendo imbarazzare anche lei. «Ecco... io... beh, non so ancora cosa c'è, ma... non sei una semplice amica» concluse tutto ad un fiato.
Fuko deglutì guardandolo negli occhi, senza sapere cosa fare in quel momento.
Gohan si morse il labbro inferiore ed abbassò lo sguardo. «Okay, non so come continuare» ammise facendola ridere.
Almeno con quella frase aveva spezzato quel silenzio imbarazzante-
«Vuoi parlare?» gli chiese lei.
Lui si limitò a guardarsi le scarpe, non sapendo cosa fare.
«Oh andiamo! Ormai il danno è fatto, tanto vale parlarne e basta» sorrise incitandolo.
Gohan annuì e seguì Fuko verso casa sua.
***

Era ormai sera e i due avevano totalmente cambiato argomento.
Non avevano neanche accennato alle parole dell'uomo, anzi sembravano essersene completamente dimenticati.
Avevano passato un pomeriggio tranquilli, chiacchierando e scherzando.
Avevano cenato e adesso si trovavano sul divano, l'uno accanto all'altro, con le mani che si toccavano fra loro.
Avevano cercato di afferrare il telecomando nello stesso momento e adesso si guardavano negli occhi, senza riuscire a muoversi.
Quel contatto era così dolce e protettivo che nessuno dei due aveva voglia di interromperlo, finché Gohan, ricordandosi che si era cacciato nei guai, si scostò guardando altrove.

«Anche Videl ha un cappotto di quel colore» disse senza pensarci due volte, indicando un cappottino nero con l'indice.
La giovane puntò lo sguardo sul lato opposto della stanza, dove in quel momento Gohan stava indicando, e rise. «Gohan, è nero... credo che il 99% della popolazione possieda un giubbotto nero» rise divertita.
Lui si grattò la nuca imbarazzato. «Videl dice sempre che quando devo spezzare la tensione dico le cose più stupide del mondo» disse a voce bassa, senza guardarla negli occhi.
Fuko rise di più. «Credo proprio che tua moglie abbia ragione» rispose facendolo imbronciare.
«Sei antipatica proprio come lei!» disse con tono da bambino, facendogli la linguaccia.
***

«Anche Videl ne ha uno simile»
«Ne ho comprato uno a Videl uguale, per il suo compleanno»
«Videl dice la stessa cosa»
«È lo stesso colore preferito di Videl»
***

Qualcosa non andava.
Era tutta la sera che ogni cosa gli ricordava Videl.
Okay, era sua moglie e l'amava, ma adesso che era lì con Fuko non faceva altro che pensare a lei.
Non per quello che era successo, ma perché lo faceva senza volerlo.
Il suo cervello, il suo corpo, il suo cuore... apparteneva tutto a quella donna e solo in quel momento si stava rendendo conto che quello che provava per Fuko non era niente che semplice amicizia.
Ma perché non l'aveva capito subito?
Semplice: si trovava in un momento particolare della sua vita e Videl non era riuscita a stargli vicino come pensava.
Questo aveva portato Gohan a pensare che forse sua moglie non era la donna della sua vita, ma non era così.
Videl era l'unica per cui lui stravedeva, per cui continuava a lottare e per cui avrebbe sacrificato tutto.

Si alzò di scatto dal divano, guardando la giovane. «Devo andare» disse serio, guardandola negli occhi.
«Dove?» chiese lei confusa. «Sta pure iniziando a piovere, rimani qui questa notte, ti sistemo il divano» continuò alzandosi anche lei.
«No, no» rispose scuotendo la testa. «Ti ringrazio con tutto il cuore, ma devo andare da mia moglie. Devo chiarire con lei» farfugliò mentre dentro di lui una marea di emozioni gli scombussolavano lo stomaco.
Sentiva ansia, felicità, tristezza, rabbia, euforia e non riusciva più a contenersi.
«Ma...» replicò flebilmente Fuko, abbassando gli occhi.
L'uomo si voltò verso di lei. «Cosa?» chiese curioso.
Lei si strinse nelle spalle. «Non dovevamo... parlare?» chiese a voce bassa.
Gohan sbatté le palpebre un paio di volte e poi si mise davanti a lei. «Grazie di tutto, Fuko, ma l'unica donna che amo è Videl e mi dispiace infinitamente di averti coinvolto in tutta questa storia» disse serio, alzandole il viso prendendole il mento con le dita. «Ti giuro che non ti ho mentito neanche una volta, che tutto quello che ti ho detto non era per prenderti in giro, ma lo sentivo davvero» proseguì. «Ti voglio bene, ma non ti amo e la donna che ho sposato sta soffrendo a causa mia» concluse baciandole la fronte e stringendola piano a sé.
Fuko sorrise a quelle parole. «Vai da lei, chiarite e fatti perdonare» gli sussurrò staccandolo da lei e guardandolo negli occhi con uno sguardo sincero.
Lui annuì e respirò profondamente. «Grazie di tutto» disse uscendo dalla finestra, spiccando il volo sotto la pioggia.
***

Volava veloce, mentre l'acqua gli cadeva addosso.
Doveva chiarire con sua moglie.
Doveva dirle che l'amava.
Doveva dirle che lei era l'unica donna della sua vita.
Ad un tratto si concentrò sulle sue azioni.
Aveva criticato la gente in quel periodo, pensava che parlasse senza pensare e senza sapere.
Pensava che la gente facesse sofrire chi gli stava intorno?
Le persone erano stupide?
E lui?
Son Gohan era nato sulla terra ed era un terrestre a tutti gli effetti.
Okay, aveva sangue Saiyan nelle vene, e allora?
Perfino suo padre, originario del pianeta Vegeta a tutti gli effetti, si considerava un terrestre.
Era solamente un ipocrita, uno stupido che non aveva capito niente della vita.

Atterrò di colpo sotto la finestra della loro camera da letto, urlando con tutta la sua voce il nome di sua moglie, facendola affacciare alla finestra.
«Che ci fai sotto la pioggia? Sei impazzito?!» gli chiese.
«Ti amo! Videl, io ti amo!» urlò con tutto il fiato, mentre le lacrime si mischiavano sul suo viso con la pioggia.
«Pazzo!» rise sentendo la sua voce tremante, capendo che stava piangendo. «Entra, ti apro, non rimanere lì» disse mentre qualche lacrima le rigava il viso.
Lui scosse la testa, fluttuò fino alla finestra e le saltò addosso, stringendola forte.
Lei indietreggiò di qualche passo, perdendo l'equilibrio, reggendosi sulle sue spalle.
«Ti amo, ti amo, scusa, ti amo, scusami, ti amo» ripeteva Gohan come un disco rotto, tenendola stretta al suo petto, appoggiando la fronte sulle sua spalla.
Lei tirò su col naso, sorridendo appena, mentre gli accarezzava i capelli bagnati. «Su asciugati, adesso parliamo» sussurrò staccandolo piano e portandolo in bagno.

***

«Gohan! Videl! Andiamo! Mi sembrate due mocciosi di dieci anni, smettetela! Mi farete fare brutta figura!» li rimproverò Goten, arrabbiato.
I due si fermarono, guardando il giovane.
Videl era appesa alla schiena di Gohan, tenendosi sulle sue spalle, mentre lui teneva le braccia all'indietro per non farla cadere.
«Non siamo bambini!» dissero all'unisono, iniziando a ridere di nuovo.
Goten si schiacciò una mano in fronte. «La mia nuova fidanzata sta per arrivare, la smettete?!» ringhiò.
Videl gli fece la linguaccia. «Se tu non facessi tanto il misterioso, noi ci comporteremmo meglio, ma visto che non vuoi dirci neanche il suo nome, ti arrangi!» disse solleticando il collo del marito con le dita.
«Questa è la prima volta che ci facciamo vedere insieme in pubblico ed ho proposto di venire qui pensando che voi foste responsabili e non l'avreste messa in imbarazzo!» li rimproverò, mentre si accingeva ad aprire la porta dove avevano appena bussato.
I due lo ignorarono bellamente, ritornando a camminare per tutta la casa in quelle posizioni, finché non videro la nuova fidanzata di Goten davanti alla porta.
Gohan lasciò cadere le braccia, senza reggere Videl, mentre lei strinse le braccia attorno al collo del Saiyan per non cadere, facendolo quasi strozzare.
Fuko, fasciata in un abitino verde, era davanti alla loro porta.
***

Gohan si sedette accanto a Fuko. «Goten non sa quello che è successo a noi, vero?» chiese.
Fuko gli sorrise. «Beh, in fondo è stato tutto solo un malinteso... non c'è stato niente tra di noi quindi potrei raccontarglielo come potrei non farlo» rispose pacatamente.
«Beh... malinteso o no, mi hai cambiato la vita» disse passando un braccio attorno alle spalle della donna, stringendola piano a sé.




















~Fine







Angolo dell'autrice:
Salve a tutti! So di essere in estremo ritardo, ma volevo finire la storia con un unico capitolo... ci lavoro da due ore xD
Spero che il finale non vi abbia deluso e che non arriverete sotto casa mia con i pomodori marci (?)
Ricordo ancora che l'intera mini-long è dedicata a Niky Son e che il banner è stato fatto da Nede :)
Ringrazio tutti coloro che hanno inserito questa storia tra le preferite/ricordate/seguite, chi l'ha letta in silenzio e chi ha recensito ♥
Grazie dell'attenzione e per essere arrivati fin qui ♥



-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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