Il destino di un amore

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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Intruduzione ***
Capitolo 2: *** L'inizio di tutto ***
Capitolo 3: *** Opinioni diverse ***
Capitolo 4: *** La verità nascosta ***
Capitolo 5: *** L'incidente ***
Capitolo 6: *** Una nuova realtà ***
Capitolo 7: *** Sasuke e Naruto ***
Capitolo 8: *** Cambiamenti ***
Capitolo 9: *** Primo approccio al settore ninja ***
Capitolo 10: *** I nuovi compagni ***
Capitolo 11: *** Domande e speranze ***
Capitolo 12: *** I Team ***
Capitolo 13: *** Lo schiaffo ***
Capitolo 14: *** Kakashi ***
Capitolo 15: *** Il chakra ***
Capitolo 16: *** I regali ***
Capitolo 17: *** Speranze future ***
Capitolo 18: *** Allenamenti e preoccupazioni ***
Capitolo 19: *** Pensieri ***
Capitolo 20: *** Le arti mediche ***
Capitolo 21: *** Il giuramento ***
Capitolo 22: *** La foto ***
Capitolo 23: *** Le vacanze natalizie ***
Capitolo 24: *** Cos'è l'amore? ***
Capitolo 25: *** Rasengan contro Chidori ***
Capitolo 26: *** Punizione ***
Capitolo 27: *** Rivelazioni ***
Capitolo 28: *** Genin! ***
Capitolo 29: *** Il sigillo ***
Capitolo 30: *** Shannaro! ***
Capitolo 31: *** Ritorno a Konoha ***
Capitolo 32: *** Una nuova Sakura ***
Capitolo 33: *** Prima missione ***
Capitolo 34: *** La minaccia è reale ***
Capitolo 35: *** Combattimenti ***
Capitolo 36: *** Parla! ***



Capitolo 1
*** Intruduzione ***


~~ECCOMI DI NUOVO QUA …. LO SO AVEVO DETTO CHE DOVEVO STACCARE LA SPINA DOPO LA MIA PRIMA FF, MA OLTRE ALLE RECENSIONI E ALLE RICHIESTE DI LETTORI TRAMITE MESSAGGI PRIVATI DI RITORNARE A SCRIVERE SAPENDO CHE AVEVO GIA’ IN MENTE UN’ALTRA STORIA, HO VOLUTO SCRIVERE ALMENO QUESTI DUE CAPITOLI. PERO’, CI TENGO AD AVVISARVI CHE NON AGGIORNERO’ QUOTIDIANAMENTE COME L’ALTRA FF, PERCHE’ NON HO MOLTO TEMPO, MA VI PROMETTO CHE PUBBLICHERO’ ALMENO UN CAPITOLO PER SETTIMANA, POI FORSE CHI LO SA, ANCHE 2/3 …. MA NON VOGLIO ILLUDERVI ……

C’era una volta, un pianeta bellissimo abitato da diverse forme viventi fra cui gli esseri umani. Questi si differenziavano fra loro in due classi sociali: i ninja e i civili.
I primi erano dotati del chakra, una forza spirituale e fisica straordinaria presente nel loro corpo, che gli permetteva di eseguire arti magiche ed illusorie, essenziali nell’utilizzo di diverse tecniche di combattimento, ma preferivano vivere in pace e si sentivano responsabili per l’incolumità dei civili, privi del chakra e quindi di poteri. Quest’ultimi decisero di lasciare l’intera governabilità del mondo in mano ai ninja, proprio perché erano gli unici che potevano garantirgli protezione e sicurezza.
I ninja non approfittavano della loro supremazia nei confronti dei civili, anzi, vivevano insieme nei villaggi in completa tranquillità ed armonia e, l’unione fra le due classi sociali, non era vietata. Purtroppo però, nel corso degli anni, queste unioni iniziarono a scemare poiché il DNA dei civili era molto più forte di quello dei ninja, con la conseguenza della privazione del chakra nei loro figli.
Per i ninja, il chakra era di vitale importanza, non solo perché veniva trasmesso in generazione in generazione, ma perché distingueva la potenza e le abilità nelle varie casate, più comunemente chiamati clan. Infatti, il chakra era più o meno potente nei ninja, creando un’ulteriore distinzione all’interno di questa classe sociale, catalogando le varie famiglie per forza e potenza.
Gli stessi civili, vedendo la sofferenza nei ninja per la privazione del loro chakra, decisero di vivere in due parti diverse nello stesso villaggio, per evitare ulteriori contatti fra di loro, ma rimanendo sempre sotto la guida e la protezione dei ninja.
Le due classi sociali vivevano nei villaggi a capo dalla famiglia ninja più potente, ma tutti erano sotto il comando supremo di un unico indiscutibile governatore del regno in cui si trovavano. Il pianeta, infatti, era diviso in quattro regni.
Al Nord, dove il clima era particolarmente rigido e il paesaggio era ricoperto dalla neve per quasi tutto il tempo dell’anno, c’era il regno del ghiaccio con capitale la città di Cristallo governata da un imperatore. A Est, si trovava il regno dell’Aria e a causa del clima molto caldo, il paesaggio era per lo più arido e sabbioso, la sua capitale era Suna governata dal Kazekage. A Ovest il clima era particolarmente umido e le innumerevoli piogge avevano modificato il paesaggio arricchendolo di fiumi e di laghi, da qui il nome del regno dell’Acqua con capitale la città delle Cascate, governata dal Raikage. Infine, a Sud, si trovava il regno del fuoco con capitale Konoha governata dall’Hokage. Quest’ultimo regno, a differenza degli altri, vantava di un clima variabile per ogni stagione dell’anno, permettendo agli abitanti di produrre qualsiasi genere alimentare, commerciandolo con gli altri tre regni. Nel corso dei secoli questa commercializzazione aveva portato il regno del Fuoco ad arricchirsi notevolmente e a vantare i clan dei ninja più forti del mondo. Infatti, i ninja erano riusciti a modificare e a potenziare il loro chakra, grazie ai continui allenamenti con la natura circostante e le diverse temperature climatiche. Un’altra diversità che caratterizzava il regno del Fuoco, era la nomina dell’Hokage che veniva eletto direttamente dall’intero consiglio, a differenza degli altri regni, in cui la governabilità veniva tramandata da padre in figlio.
Non c’era invidia fra i clan dei vari regni, si rispettavano ed accettavano la diversità dei loro chakra per non creare rivalità e scontri fra loro. I ninja amavano la pace, ma purtroppo fra di loro, esistevano persone assetate di potere e di predominio assoluto, arrivando a tradire non solo le proprie casate ma anche i loro regni, scatenando negli ultimi secoli due grandissime guerre mondiali ninja.
L’intero pianeta venerava tre divinità, chiamati Dei Custodi: il re dei rospi, la regina delle lumache e il re dei serpenti. Secondo la leggenda, queste divinità avevano trasmesso una parte del loro potere ad alcune categorie di esseri umani, ovvero i ninja, e, sempre secondo la leggenda, si vociferava che la prima grande guerra fosse stata vinta proprio dall’intervento degli Dei, scesi sulla terra per affiancare e donare l’intero loro potere a tre giovani combattenti dotati, non solo di un’enorme forza spirituale, ma anche di un grandissimo cuore puro, legato alla pace assoluta nel mondo.
Durante la seconda grande guerra, i ninja, amanti della pace, sperarono ancora nell’intervento delle divinità per porre fine al combattimento che stava provocando morti e distruzioni ovunque, ma, purtroppo, le loro preghiere non vennero esaudite e di conseguenza, non ci furono nuovi ninja leggendari dotati di poteri divini. I grandi quattro capi dei regni decisero  di allearsi fra di loro per creare un esercito talmente forte in grado di  distruggere il nemico e  riportare la pace nel mondo.
Per evitare altre catastrofi, derivati dalle guerre, i grandi quattro capi sigillarono fra di loro un’alleanza, impegnandosi ad intervenire qualora un regno venisse nuovamente attaccato.

 

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Capitolo 2
*** L'inizio di tutto ***


Sessant’anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, nella terra del fuoco il terzo Hokage spirò a miglior vita e il consiglio si riunì per decidere chi avrebbe preso il posto nella guida di Konoha e del regno del Fuoco.

I pretendenti alla carica erano quattro, tutti originari di Konoha: Pain e Minato Namikaze fratelli fra loro, Fugaku Uchiha e Tsunade Senju. Gli ultimi due decisero di ritirarsi dalla nomina di Hokage per dedicarsi ad altri impegni e desideri personali.

Fugaku era diventato da poco il capo clan degli Uchiha, una fra le famiglie più potenti del mondo ninja grazie allo Sharingan, un’abilità innata oculare, alle tecniche di fuoco e di una capacità di combattimento notevole. Da generazioni, il suo clan era a capo della polizia e delle squadre speciali anbu, (ninja fortissimi con il compito di portare a termine missioni ad altissimo rischio), inoltre si era sposato da quasi quattro anni e da due, era diventato padre di un bambino di nome Itachi.

Tsunade era la discendente del primo Hokage, dotata di una forza straordinaria migliorata nel tempo grazie ai continui allenamenti con i suoi compagni e migliori amici, Fugaku e Minato. Era inoltre un ottimo medico, capace di guarire le ferite più profonde e di trovare cure, a mali incurabili. Essendo donna e molto innamorata di un ninja di nome Dan, con il quale aveva intenzione di sposarsi e avere dei figli, decise di rinunciare alla nomina di Hokage per realizzare il suo sogno di crearsi una famiglia.
Con la rinuncia di Fugaku e di Tsunade per il ruolo di Hokage, la scelta ricadde sui fratelli Namikaze, dotati di un grandissima arte magica chiamata Rasengan, basata sulla manipolazione della forma del chakra fatta fuoriuscire dalla mano, in grado di creare un vortice di energia capace di eliminare anche i ninja più esperti.

Il consiglio decise di nominare il minore dei fratelli, Minato, in quanto dotato di un grandissimo senso di responsabilità e amante della pace, a differenza del fratello maggiore, Pain, maniaco del potere e della supremazia. Pain, deluso dalla mancata nomina di Hokage, attentò alla vita del fratello per usurpargli il potere, ma il suo piano non andò a buon fine grazie all’intervento tempestivo di Fugaku e Tsunade.

Pain fu arrestato e giudicato colpevole per il tentato omicidio ai danni dell’Hokage, capo assoluto del regno del Fuoco. La pena a tale reato, prevedeva la morte del condannato, ma, Minato, legato ad un grande affetto fraterno, decise, sotto il parere contrario del consiglio, di esiliare il fratello rinchiudendolo in un tempio, con lo scopo di riuscire a farlo meditare sui propri errori e ritornare sulla retta via.

Purtroppo però, Pain fuggì e, assetato di odio e di vendetta, formò un esercito reclutando tutti i ninja con il suo stesso obiettivo: la distruzione del mondo.
In quegli anni Pain sviluppò notevolmente il suo chakra, fino ad ampliarlo e a dividerlo in sei copie esatte di se stesso, dotate ciascuna della stessa forza, racchiudendole all’interno di sei piercing collocati ai lati del suo naso, richiamandole a proprio piacimento. Tramite l’ottima conoscenza delle arti magiche che caratterizzava il suo clan, riuscì ad ampliare il chakra dei suoi combattenti rendendoli molto più forti e sfruttando a pieno le tecniche dei vari regni. Infatti i ninja traditori assetati di potere, provenivano da tutti e quattro i regni del pianeta.

Tre anni dopo, la minaccia costante di Pain e del suo esercito, allarmò tutti e quattro i regni, dichiarandosi pronti ad intervenire qualora il nemico avesse deciso di attaccare provocando un’altra guerra.

In quegli anni sia Tsunade, sia Minato, convolarono a nozze. La prima, con l’amore della sua vita Dan, ma decisero di non aver figli fino a che non avessero sconfitto Pain, il secondo, si sposò con una kunoichi (ninja di sesso femminile) proveniente dal Villaggio del Vortice, di nome Kushina Uzumaki. La ragazza si era recata a Konoha per consegnare un dispaccio informativo all’Hokage e il loro incontro, fu amore a prima vista. Decisero di sposarsi dopo alcuni mesi e dalla loro unione nacque un bambino: Naruto.

Purtroppo Kushina morì di parto e nemmeno Tsunade, riuscì a salvarla, inoltre Pain aveva iniziato a sferrare i suoi attacchi proprio a Konoha per vendicarsi del fratello e dell’intero consiglio del regno del Fuoco. Minato non riuscì nemmeno a piangere la morte della moglie e a gioire della nascita del proprio figlio: la guerra era iniziata e in quanto Hokage, aveva il dovere di combattere e di proteggere il suo regno.

Minato affidò suo figlio a Mikoto, moglie di Fugaku, la quale aveva partorito alcuni mesi prima un altro bambino di nome Sasuke e, avendo ancora nel suo seno del latte materno, poteva nutrire suo figlio orfano di madre.

Minato, conoscendo l’intento di suo fratello di eliminare lui e l’intero clan Namikaze per rimanere l’unico erede della tecnica del Rasengan, decise di nascondere l’identità di suo figlio Naruto assegnandoli il cognome della madre e, solo dopo la distruzione di Pain, avrebbe modificato il nome del bambino.

Il regno del Fuoco era impegnato in una guerra dura e sanguinosa, l’esercito di Pain era numeroso e i ninja traditori erano fortissimi grazie ai poteri donati dal loro capo. Fortunatamente, dopo circa dieci giorni dall’inizio della guerra giunsero in soccorso al regno del Fuoco, gli eserciti del regni dell’Acqua e dell’Aria, portando al vantaggio lo schieramento dell’alleanza. Ma l’organizzazione di Pain era imprevedibile e fortissima grazie alla guida di altre cinque copie dello stesso capo che guidava i suoi uomini negli scontri più ardui, in uno di questi, morì Dan, facendo da scudo a sua moglie Tsunade, ferita gravemente.

Pain era inarrestabile e grazie alle sue arti magiche riuscì a riportare in vita molti suoi uomini. Lo scontro sembrava non aver fine, l’alleanza sperava nell’intervento tempestivo del regno del Ghiaccio che non era ancora giunto al regno del Fuoco. Inizialmente pensavano alla lontananza dei due regni, ma dopo circa un mese giunse un dispaccio firmato dall’imperatore, che informava la neutralità del suo regno alla guerra, rompendo per sempre l’alleanza con gli altri tre regni e chiudendo definitivamente le sue frontiere al mondo, senza specificare il motivo di tale decisione.

Con la mancanza dell’esercito del regno del Ghiaccio e la forza inarrestabile dell’organizzazione di Pain, l’alleanza era stremata e rischiava a  lungo andare di soccombere. L’unica speranza era eliminare il loro capo …. Ma come?

Minato guardò il campo di battaglia, pieno di cadaveri, mentre i ninja combattevano fra di loro. Tsunade era ferita gravemente e ricoverata in un accampamento lontano dal luogo della battaglia, Fugaku continuava ad eliminare i nemici sforzando a tal punto il suo Sharingan tanto da fargli sanguinare i suoi occhi, non avrebbe retto ancora per molto ….

L’Hokage si affiancò al suo più caro amico:

“Fugaku, forse conosco un modo per annientare Pain … ma ho bisogno che tu mi faccia una promessa!”

“Sarebbe?”

“Promettimi che crescerai Naruto come fosse tuo figlio!”

Fugaku si voltò verso l’amico, incredulo per quello che gli aveva chiesto.

“Minato, ma che intenzioni hai? Non vorrai per caso ….”

“Richiamare i sigilli dell’autodistruzione!”

“No!! Sei un folle! Sai benissimo che soccomberai anche tu, non c’è via d’uscita per chi invoca quella tecnica!”

“Lo so, ma è l’unica soluzione per porre fine a questa inutile guerra …. Con la morte di Pain anche la sua organizzazione cesserà di esistere e ….”

“No …. Troviamo un’altra soluzione … continuiamo a combattere insieme, come abbiamo sempre fatto … Tsunade si sta ristabilendo e forse, fra qualche giorno, potrà tornare a combattere con noi e riusciremo in un qualche modo a sconfiggere quel mostro!”

“Lo sai anche tu che Pain è troppo forte … nemmeno il tuo Sharingan insieme al mio Rasengan è riuscito a scalfirlo grazie alle copie che racchiude in quei piercing!”

“Ma non puoi sacrificarti in questo modo! …. Non pensi a Naruto? Ha già perso sua madre … ha bisogno di te ….di suo padre …. No, non te lo permetterò!”

“In questi anni in cui sono stato Hokage, non ti ho mai imposto niente ….. ma ora non posso farne a meno! Ho preso la mia decisione e ti ordino di accettarla …. Ti chiedo solo di prenderti cura di Naruto! Per favore Fugaku, so che ti chiedo tanto … ma fammi morire con la serenità nel cuore del futuro di mio figlio!”

Dagli occhi insanguinati dell’Uchiha, iniziarono a scendere calde lacrime …. Non aveva mai pianto fino a quel giorno, ma il dolore era troppo grande, sapendo che stava perdendo per sempre il suo migliore amico e non solo:

“D’accordo Minato, non ti fermerò solo perché me lo hai imposto in quanto Hokage …. Ti prometto che mi occuperò io di Naruto, lo crescerò insieme ai miei figli Itachi e Sasuke …. Però …. Voglio dirti un’ultima cosa …. Non te l’ho mai detta a causa del mio orgoglio …. Tu, per me, non sei solo il mio migliore amico, ma anche il fratello che non ho mai avuto!”

L’Hokage rimase sorpreso per quella rivelazione, anche se nel suo cuore lo aveva sempre saputo:

“Ti ringrazio Fugaku … ti ringrazio per tutto … e anch’io ti ho sempre considerato un fratello …. Salutami Tsunade e dille che per me è sempre stata una sorella!”
Minato guardò per l’ultima volta Fugaku sorridendogli come era solito fare, poi si voltò verso Pain che in quel momento si stava dirigendo verso di loro con l’intento di eliminarli entrambi. L’Hokage iniziò a comporre i sigilli e a grande velocità corse verso suo fratello ….

L’esplosione portò alla morte i due fratelli Namikaze e nel giro di circa dieci giorni, l’intera organizzazione venne annientata e l’esercito dell’alleanza si ritirò, ritornando nei propri regni di appartenenza.

La notizia della morte dell’Hokage, impegnò subito il consiglio a nominarne un altro per guidare il regno del Fuoco e la sua ricostruzione, non prima però, di aver proclamato Minato Namikaze, eroe della terza guerra mondiale ninja. I pretendenti erano: Fugaku e Tsunade.

Fugaku non se la sentiva di ricoprire il ruolo del suo migliore amico … quell’incarico glielo avrebbe fatto ricordare troppo, inoltre aveva accolto nella sua famiglia, Naruto, come gli aveva promesso …. Tsunade era ancora molto scossa per la perdita di suo marito Dan, ma decise di accettare la nomina di Hokage per sobbarcarsi anche lei il dolore della scomparsa di Minato: Fugaku avrebbe cresciuto suo figlio e lei, avrebbe preso il suo posto di Hokage.

Nel campo di battaglia, liberato dai cadaveri, un oggetto piccolo brillava sotto un raggio di sole. Era un piercing di Pain …. Una mano lo raccolse e lo avvolse in una sfera rigenerativa …

Con l’inizio della primavera, il regno del Fuoco, sotto la guida del quinto Hokage aiutata dal suo consigliere di fiducia Fukagu Uchiha, ultimò la ricostruzione del regno permettendo a tutti i civili , scappati per mettersi in salvo dall’attacco distruttivo di Pain, di ritornare nuovamente a vivere nei propri villaggi.

Un giorno, ai cancelli di Konoha, si presentò per la registrazione di entrata al villaggio, un uomo sulla cinquantina d’anni con in braccio una bambina piccola che dormiva tranquillamente.

“Salve …. Sono Mikan Yukan, un cittadino di Konoha e ….”

“Yukan? Un attimo che controllo …. Si eccolo qua … lei è stato registrato come civile uscente per mettersi al riparo dalla guerra, insieme a sua moglie!”

“Si, ma purtroppo è morta …. Mi ha lasciato qualche mese fa a causa di una malattia degenerativa …. “

“Oh capisco … mi dispiace molto per sua moglie! Ma quella bambina?”

“Lei?” Micha, guardò con amore con quel piccolo angioletto che teneva fra le sue braccia, poi guardò negli occhi l’addetto alla registrazione dei cittadini:

“Questa è mia figlia ….  Io e mia moglie abbiamo sperato per anni di averne una …. Ormai ci avevamo rinunciato dato anche la nostra età, ma a quanto pare …..”

“Era il vostro destino! Niente e nessuno può spezzare quello che è scritto nel destino di ognuno di noi …..  Ora se mi dice il nome e la data di nascita della bambina, posso registrarla come cittadina di Konoha!”

“Si certo …. Compirà un anno fra qualche giorno … il 28 marzo …. Il suo nome è …. Sakura ….. Sakura Yukan!”

 

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Capitolo 3
*** Opinioni diverse ***


DIECI ANNI DOPO
La pace era tornata a regnare e ogni abitante era ritornato a vivere svolgendo le proprie attività di sempre.

Konoha era stata ricostruita molto velocemente, era una città e la capitale del regno del Fuoco, ma veniva comunemente chiamata Villaggio della Foglia.

Konoha era divisa in tre settori circolari: in quello più esterno, ovvero la periferia denominata Alfa, vivevano le persone più malfamate e delinquenti del villaggio. Per tenerli sotto controllo, gli stessi ninja li avevano obbligati a vivere tutti in quel settore, vietandogli di aggirarsi per il villaggio se non sotto stretto controllo e autorizzazione da parte dalle autorità. Era un modo per garantire ulteriormente la tranquillità e la serenità al settore centrale di Konoha, chiamato Omega, abitato dai civili onesti, facilmente distinguibili dallo stemma a forma circolare, stampato in ogni loro vestito. Infine, nel settore interno, vivevano tutte le famiglie dei ninja e al centro della piazza, ergeva il palazzo dell’Hokage, dietro al quale, spiccava un grande monte in cui vi erano scolpiti i volti dei gran capi del regno del Fuoco, da qui, il nome Monte degli Hokage.

In una splendida mattina del primo giorno di primavera, per le vie del settore Omega, correva una  bambina con il sorriso stampato sulle labbra e il braccio destro alzato per salutare ogni persona che incontrava. Tutti la conoscevano e tutti le volevano bene per il suo carattere buono ed altruista, anche se il suo aspetto esteriore era molto particolare ed insolito. Aveva una fronte spaziosa, accentuata da due splendidi occhi verde smeraldo e da un insolito colore di capelli, rosa pallido. La bambina era orgogliosa del suo aspetto esteriore, perché il padre le aveva raccontato di assomigliare ai discendenti della madre, morta poco dopo la sua nascita, inoltre, grazie alla sua ingenuità di bimba, diceva di possedere tutti i tratti caratteristici della primavera … era nata in quella stagione, i suoi occhi avevano lo stesso colore delle foglie appena germogliate, il colore dei suoi capelli era lo stesso dei fiori di ciliegio e  per questo, i suoi genitori l’avevano chiamata Sakura.

Sakura Yukan era figlia di uno dei pochissimi civili che avevano il privilegio di lavorare al palazzo dell’Hokage. Durante il periodo di ricostruzione del post-guerra, suo padre Micha Yukan, era stato notato dall’intero consiglio di Konoha per la sua umiltà, onestà e responsabilità. Vedendolo un po’ anziano, vedevo e con una bambina di poco più di un anno, gli avevano offerto di lavorare a palazzo, affidandogli il ruolo di responsabile ai conti pubblici. Il signor Yukan, in un primo momento, rifiutò l’offerta, sentendosi inferiore a lavorare a stretto contatto con i ninja, anche se lo stipendio e gli orari di lavoro, gli avrebbero permesso di crescere tranquillamente sua figlia …. la sua ragione di vita. Spronato ed incoraggiato dagli stessi abitanti omega, accettò timidamente il lavoro offerto.

Quella mattina, Sakura era particolarmente felice poiché la sua classe si sarebbe recata al Monte degli Hokage. Dopo la grande guerra, l’ingresso all’aria centrale del Monte era stato vietato ai civili, in quanto molte pareti rocciose risultavano pericolanti a causa dei duri colpi subiti durante la guerra. I lavori per la messa in sicurezza del Monte erano duranti diversi anni, durante i quali, solo i ninja potevano accedere a quell’aria poichè potevano utilizzare il loro chakra per mettersi al riparo qualora ci fosse stato il pericolo di frane. Finalmente i lavori erano finiti e la classe della scuola civile di Sakura, aveva organizzato una gita proprio al Monte degli Hokage.

Sakura arrivò davanti alla sua scuola incontrando subito i suoi compagni, nonché migliori amici: Alan, un bambino dai capelli e occhi castani, da un carattere forte, Yuki biondo dagli occhi azzurri, braccio destro di Alan, Jungo dai capelli rossi e gli occhi verde scuro, Saki fratello gemello di Jungo ma dai capelli castani tendenti al rossiccio e gli occhi azzurri, entrambi i fratelli erano i fedeli seguaci di Alan, Mimì una bambina dai capelli  biondo cenere e gli occhi azzurri, caratterialmente forte e innamoratissima di Alan, Suky mora dagli occhi cerulei, seguace di Mimì, Kalin e Nabiki entrambe dai capelli e occhi castani, vanitose ed esuberanti. Tutti e otto avevano un carattere molto diverso rispetto a quello di Sakura, buono, altruista e per niente vanitoso,  ma lei gli voleva molto bene …. Era cresciuta con loro e accettava i loro difetti senza mai farglieli pesare. Alan era in un certo senso il loro capo, colui che organizzava le varie uscite e proponeva sempre giochi diversi …. Con lui era impossibile annoiarsi e il divertimento era assicurato. Sakura portava i capelli lunghi come le altre sue amiche, lunghi fino a metà schiena, indossando sulla testa una fascia con il simbolo omega.

“Ciao ragazzi, scusate il ritardo … questa mattina non sapevo cosa indossare per l’occasione!”

“Sakura, ma cosa dici? Indossi sempre gli stessi modelli …. Una casacca stile cinese con gli spacchi laterali e un paio di pantaloncini aderenti, abbinati al colore della maglia … proprio come adesso!”

“Lo so Kalin … ma sono così emozionata … Ma ci pensate? Finalmente potremo ammirare da vicino i volti degli Hokage!” La rosa portò le mani unite all’altezza del mento, chiudendo gli occhi e mostrando un sorriso smagliante, mentre la sua gioia sprizzava da tutti i pori.

“Uff … Quante smancerie per niente! Sarebbe stato molto più emozionante se fossimo noi i primi a visitare l’area centrale del Monte … ma come sempre noi civili veniamo dopo i ninja …. E’ una vera ingiustizia!” Alan calciò con rabbia un sasso vicino al suo piede.

“Alan ha ragione! Non è giusto che veniamo sempre dopo i ninja solo perché siamo dei civili!” Mimì, essendo molto innamorata di Alan, approvava sempre ogni sua proposta ed ogni suo pensiero.

“Alan, non dire così …. È vero che veniamo sempre dopo i ninja, ma è grazie a loro che possiamo vivere serenamente senza rischiare le nostre vite …. Loro ci proteggono e rischiano la loro vita per noi!”

“Oh insomma, Sakura, ma da che parte stai? Sei una civile come noi e Alan ha pienamente ragione …. Fisicamente siamo uguali a loro, con l’unica differenza che non siamo dotati del chakra!”

“Jungo! Ti sembra poco quello che hai detto? Il chakra è un potere grandissimo e ….” Ma la rosa si fermò vedendo lo sguardo contrariato dei suoi amici.

“Va bene … lasciamo stare …. Ci conviene metterci in fila con il resto della classe mentre la maestra fa l’appello!”

Sakura andava molto d’accordo con i suoi amici, tranne quando Alan, seguito da tutti gli altri, iniziavano a lamentarsi delle differenze fra civili e ninja. Alan voleva primeggiare su tutto e tutti, ma era consapevole che non sarebbe mai riuscito a soddisfare il suo ego in quanto sarebbe sempre rimasto inferiore ai ninja, non potendo competere per forza a loro, né tantomeno sperare in un futuro, di rivestire ruoli importanti ed autoritari all’interno della società. Solo i ninja governavano ed era un potere concesso proprio dai civili secoli addietro. Quando iniziavano a lamentarsi delle differenze sociali, la rosa si limitava per lo più ad ascoltare e a non dire la sua opinione, non solo per non litigare con loro, ma anche perché una volta Nabiki l’aveva accusata, sotto l’approvazione degli altri, di parlare in favore dei ninja solo perché suo padre lavorava a stretto contatto con loro, rivestendo un ruolo molto importante all’interno del palazzo.

Questa gelosia, mista odio, era nata due anni prima durante la celebrazione della festa della primavera che veniva festeggiata  all’interno del settore ninja, proprio il giorno del compleanno di Sakura.

INIZIO FLASH BLACK

Sakura e i suoi amici si erano recati alla festa per festeggiare il suo compleanno e per divertirsi, aggirandosi fra le innumerevoli bancarelle allestite in occasione della festa di primavera. Fra queste bancarelle c’erano anche quelle dei giochi e una, in particolare, attirò l’attenzione di Alan. Era quella del lancio dei kunai, un’arma ninja simile ad un pugnale, poco più grande di una mano. Il gioco consisteva nel cercare di centrare un bersaglio utilizzando proprio un kunai e coloro che riuscivano a centrarlo, avrebbero vinto un premio a loro scelta. Gli unici bambini in fila a quella bancarella erano dei giovani ninja, facilmente riconoscibili da alcuni stemma stampati sui loro vestiti, simboli dei loro clan di appartenenza o dall’assenza degli stessi. Solo gli abitanti omega avevano l’obbligo di indossarli, mentre gli abitanti Alfa, quando uscivano dal loro settore, dovevano indossare una fascia nera al braccio sinistro.

“Oh ragazzi!!! Guardate quanti bei peluche!!! Mi piacerebbe tanto averne uno!”

“Ma Mimì, la tua camera ne è piena!”

“Lo so Suki, ma sai anche che mi piacciono tantissimo!”

“D’accordo se proprio ci tieni ti accontento subito!”

“Davvero Alan? Oh quanto mi fai felice!” guardandolo con gli occhi a forma di cuore.

Alan non si era proposto di giocare per renderla felice, ma solo per mettersi in mostra agli occhi dei suoi amici, dimostrando di essere capace di maneggiare i kunai come i ninja.

“Ehi tu! Vorrei giocare!” rivolgendosi al gestore in modo poco educato.

Il gestore guardò da capo a piedi quel bambino altezzoso e maleducato, fino a quando i suoi occhi si posarono sullo stemma omega.

“Mi dispiace, ma a questo gioco possono partecipare solo i ninja …. I kunai sono armi pericolose se non si è in grado di maneggiarli …. Mi dispiace, ma non voglio correre il rischio di vederti fare del male!”

“Ehi, ma che stai dicendo! Voglio giocare anch’io, inoltre dove sta scritto che possono giocare solo i ninja e non i civili?”

Il gestore indicò con l’indice sinistro un cartello posto in alto alla bancarella con scritto il regolamento: potevano giocare solo i ninja, mentre i civili dovevano mostrare una certificazione firmata dalle autorità che attestasse la capacità degli stessi nell’uso dei kunai.

Infatti, i civili potevano esercitarsi a 12 anni sotto la guida di alcuni maestri ninja a maneggiare alcune loro armi. Solo dopo aver appreso le tecniche basi, ai civili veniva rilasciata una certificazione della loro capacità e anche il permesso di acquistare alcune armi.

“E’ un’ingiustizia!!” Alan era furente ed iniziò a tirare calci e pugni contro la bancarella, facendo spaventare i suoi amici ed infuriare il gestore.

“Ehi, calmati o rischi di farti male!” Un ragazzo poco più che adolescente aveva bloccato con la sua mano un pugno di Alan.

“Lasciami andare subito!”

“Solo se mi prometti che ti calmerai!”

Questo ragazzo era bello, dai capelli lunghi e lisci legati da una coda, erano neri come i suoi occhi e sulla fronte era legata una bandana con una placca di metallo raffigurante il simbolo del villaggio della foglia: era un ninja attivo o sicuramente, dato la sua giovane età,  un allievo dell’accademia dei ninja. Solo queste due categorie possedevano il coprifronte di Konoha.

Alan acconsentì con il capo, mentre il suo volto era pieno di rabbia per l’umiliazione provata, specie vedendo che moltissime persone si erano fermate a guardare quella scena.

“Allora …. Va bene …. Eccoti liberato!” lasciandogli il pugno.

Alan corse via facendo cenno a tutti i suoi amici di seguirlo, i quali ubbidirono. Solo Sakura, sentendosi mortificata per quella scena decise di scusarsi lei al posto del suo amico.

“Mi dispiace molto per come si è comportato …. Ma mi creda, è una brava persona!”

Il ninja abbassò lo sguardo verso il suono di quella voce, vedendo una bambina da un insolito colore di capelli inchinata con il busto davanti a lui. A quel gesto, il ragazzo sorrise.

“Accetto le tue scuse … non preoccuparti!” Sakura si alzò e i  loro occhi entrarono in contatto … verde nel nero, nero nel verde …. Poi vide il ninja estrarre un kunai dalla sua cintura e continuando a guardarla, lo lanciò con il braccio sinistro centrando in pieno un bersaglio, sotto lo sguardo sbalordito della rosa.

“E’ ….. è …. Stato bravissimo! Ha centrato il bersaglio senza nemmeno guardarlo!”

Il ninja continuava a sorriderle gentilmente: “Ti ringrazio …. Ora, dato che ho vinto, scegli pure il premio che preferisci!”

“C-come? N-no … non posso … io …”

“Diciamo che è il mio modo di accettare le tue scuse nei confronti del tuo amico!” facendole l’occhiolino.

Sakura abbassò lo sguardo imbarazzatissima:

“Ah be’ … se la mette così ….. allora accetto ….. mi piacerebbe quel panda lassù!” indicando con la mano il peluche che Mimì stava osservando.
Il ninja fece cenno al gestore di consegnarle il panda. Sakura lo prese inchinandosi e ringraziando ancora quel ninja così gentile, per poi correre verso i suoi amici.
Sapeva dove trovarli, al parco del settore omega.

“Finalmente Sakura, eccoti qua! Ma dov’eri finita? Ehi ma …. Cos’è quel panda che tieni in mano?”

“Mimì, questo è per te, ho visto che ti piaceva …. Me lo ha dato quel giovane ninja come segno di pace, tieni è tuo!” allungando il peluche alla sua amica. Ma Alan lo afferrò con violenza e si voltò verso Sakura con rabbia:

“Ma come hai potuto accettare un regalo da quello? Non hai visto che figura che mi ha fatto fare?”

“Mi dispiace Alan, ma la colpa è tua, non dovevi ….”

“Sta zitta!” spingendola e facendola finire a terra: “Tu sei una civile come noi …. Non puoi e non devi avere nessun contatto con i ninja …. Mettitelo bene in testa …. Altrimenti puoi scordarti di essere nostra amica!” iniziando a rompere in mille pezzi il peluche.

“Ma Alan! Perché dici così? …. I ninja sono buoni …. Mio padre me lo dice sempre!”

“Parli così proprio perché tuo padre ha un lavoro di prestigio a palazzo ed è a stretto contatto con i ninja … se non ti conoscessi bene penserei che sei solo una ruffiana che cerca di accalappiarsi la loro amicizia e il loro favoritismo!”

“Nabiki, ma cosa stai dicendo?” Sakura era sconvolta da quelle parole e guardò i suoi amici in cerca di aiuto e conforto, ma a quanto pareva, la pensavano come la loro amica. Abbassò il capo tristemente:

“Scusatemi ….. avete ragione …. Solo che fa parte del mio carattere vedere del buono in ogni persona …. Ci tengo tanto alla vostra amicizia e non voglio perderla!”
“Scuse accettate!” Alan le allungò la mano per aiutarla ad issarla.

FINE FLASH BLACK

Da quel giorno Sakura evitò di esporre le proprie opinioni sui ninja, sapendo quanto i suoi amici li detestassero e si concentrò solo sulla gita …..

 

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Capitolo 4
*** La verità nascosta ***


~~In un ufficio del palazzo, Tsunade, l’Hokage di Konoha e del regno del Fuoco, era intenta ad esaminare centinaia di documenti che sovrastavano la sua scrivania, tutti designati ad essere esaminati e approvati da lei.

Il suo lavoro e la sua responsabilità verso il regno, non era semplice e spesso, si ritrovava a sedere dietro a quella scrivania dalle prime luci dell’alba, per poi lasciarla, quando le stelle e la luna brillavano in alto nel cielo. Svolgeva il suo ruolo con la massima serietà, era giusta ed equa con tutti i villaggi del regno e per questo, era molto amata ed apprezzata.

Ultimamente era molto pensierosa a causa dei rapporti delle squadre anbu, le quali informavano di attacchi a vari villaggi e ai tempi da parte di diverse bande di ninja traditori, con l’intento di estorcere informazioni e rubare pergamene antiche riguardanti tecniche segrete di combattimento.

Leggendo l’ultimo rapporto che riportava le stesse brutte notizie, alzò il volto sospirando profondamente, cercando di scacciare dalla sua mente un brutto presentimento che da diverso tempo albergava nella sua mente, quando, dalla finestra aperta del suo ufficio, sentì le urla e le risate di alcuni bambini.

Si alzò dalla sua scrivania dirigendosi verso la finestra, vedendo una scolaresca correre dentro all’area del monte degli Hokage. Erano dei civili in gita e lei stessa aveva autorizzato quell’escursione: era giusto che anche gli omega potessero vedere da vicino i volti degli Hokage. Sorrise guardando il divertimento che provavano quei bambini, ignari di ogni problema legato alla governabilità e ai doveri dei ninja di allenarsi, per proteggere la popolazione in caso di attacchi da parte di nemici o, peggio ancora, di una guerra. Assorta nei suoi pensieri non si accorse che un uomo le si era affiancato guardando anche lui la scolaresca. Era alto, dai capelli lunghi  e lisci fino alle spalle, aperti da entrambe i lati della fronte, neri come i suoi occhi.

“Fugaku! Non ti ho sentito bussare!”

“Potrei dire la stessa cosa …. Ho bussato tre volte ma non mi hai risposto, così sono entrato!”

“Scusami, non ti ho sentito …. Ero assorta nei miei pensieri!”

“Immagino riguardi i rapporti degli anbu, vero?”

“Già …. Non mi convincono quelle bande di rivoltosi …. Capisco che ci sono sempre stati e sempre ci saranno dei ninja traditori …. ma non hanno mai cercato pergamene riguardanti tecniche segrete di combattimento!”

“Stai pensando il nascere di un’altra organizzazione criminale?”

Tsunade sospirò …. Fugaku era il suo migliore amico … suo fratello acquisito …. non sarebbe mai riuscita a nascondergli le sue preoccupazioni, la conosceva molto bene …. era come un libro aperto per lui ….. e lui per lei.

“Non posso negartelo …. ho il sospetto che dietro a queste ricerche ci sia qualcuno molto potente, con l’intento di prendere il potere sul regno del Fuoco o peggio …. sull’intero mondo!”

“Ho letto anch’io i rapporti e ho pensato la stessa cosa …. hai provato a metterti in contatto anche con il Kazekage e il Raikage per sapere se anche nei loro regni ci sono stati questi attacchi?”

“No … vorrei aspettare di avere qualche informazione in più … non vorrei allarmare gli altri due regni con delle semplici supposizioni!”

“Capisco …. per quanto mi riguarda, ho già dato disposizioni alle squadre di stare in allerta e di cercare di catturare vivi quei ninja traditori …. se riuscissimo a farli prigionieri, riusciremo ad estorcergli qualche informazione per saperne di più … ma finora, hanno sempre attaccato con una rapidità impressionante …. sembra che sappiano esattamente dove e come attaccare!”

“Si … per il momento non hanno provocato morti ma solo qualche ferito lieve …. speriamo di sbagliarci … sono passati solo dieci anni da quando Minato ci ha lasciato, sacrificandosi per noi e per l’intero mondo … non voglio nemmeno pensare che possa scoppiare un’altra guerra!”

Tsunade e Fugaku rimasero in silenzio continuando a guardare fuori dalla finestra …. il dolore per la morte di Minato, il loro migliore amico e fratello, era ancora vivo nei loro cuori …. Quando improvvisamente:

“Ehi ma che stanno facendo quegli incoscienti?” Gli occhi di Fugaku diventarono rossi, segno che aveva attivato il suo sharingan per poter vedere meglio.

Tsunade, si concentrò a guardare nella stessa direzione dell’amico, non capendo a cosa si stesse riferendo, quando vide due ragazzini correre e lanciarsi a grande velocità verso una trave del ponteggio dell’area est del monte, ancora danneggiata e a rischio di frane. Questione di attimi e dalla cime del monte iniziarono a staccarsi enormi pietre dirigendosi verso i ragazzini caduti a terra …. I ninja incaricati alla sorveglianza si precipitarono verso i bambini per metterli in salvo, quando furono superati da qualcuno molto più veloce di loro ….. Tsunade non riuscì a distinguere quella figura, tanto si muoveva a gran velocità e precisione, prendendo e lanciando un bambino a qualche metro di distanza per metterlo al sicuro e poi balzare in alto, sferrare un micidiale pugno verso un enorme masso all’altezza dell’altro ragazzino …..

“Accidenti …. ma chi è quella kunoichi?” Fugaku era incredulo, una bambina aveva superato per velocità dei ninja adulti ….

“Cos’hai detto Fugaku? Una Kunoichi? …. Ti stai sbagliando …. quella è una scolaresca del settore omega!”

Fugaku si voltò verso la sua amica ancora più incredulo da quelle parole, per poi rivoltarsi verso la finestra guardando ancora con lo sharingan, distinguendo perfettamente il simbolo omega stampato sulla casacca della giovane ragazzina, atterrata con eleganza e a piedi uniti dopo aver frantumato il masso.

“M-ma …. Ma è impossibile! Ha lo stemma omega stampato sulla casacca …. Eppure ha utilizzato il chakra! ….Tsunade non capisco …. un attimo …. è svenuta!”

Fugaku e Tsunade, videro la bambina cadere a terra priva di sensi, mentre i ninja addetti alla sicurezza correvano per prestare soccorso; uno di loro la prese in braccio e con un balzo, si lanciò in direzione dell’ospedale, distante solo alcuni minuti.

“C’è qualcosa di strano …. molto strano …. è un omega e ha il chakra …. Fugaku vieni con me … voglio vederci chiaro in questa storia!”

“Certamente …. visto che siamo in allerta a causa di queste bande criminali, non vorrei che fosse un’infiltrata!”

I due ninja uscirono direttamente dalla finestra per raggiungere più velocemente possibile l’ospedale.

Appena arrivati, tutto il personale medico si inchinò in segno di rispetto davanti alle due più grandi autorità del villaggio, mentre Tsunade chiese dove avessero portato quella bambina del settore omega.

Sakura era ancora priva di sensi ed era stata sdraiata sopra una brandina, in attesa di venir visitata da un medico. Il suo corpo non mostrava segni di lesioni e i primi accertamenti sui suoi parametri vitali erano nella norma, le stesse infermiere non capivano come mai continuasse a rimanere svenuta, quando:

“Datemi la cartella clinica …. mi occuperò io di lei! …. potete andare!”

“Hokage!  …. E’ un vero onore vederla …. Oh mi scusi, non l’avevo vista …. È un grande onore vedere anche lei Signor Uchiha!” le infermiere si inchinarono ed uscirono dalla stanza come ordinato da Tsunade, la quale stava già passando il suo chakra sul corpo della bambina.

“Allora Tsunade?” Fugaku era impaziente …. Voleva e doveva sapere assolutamente chi fosse.

“E’ una kunoichi non c’è dubbio …. Ma c’è qualcosa di strano in lei … Avverto il suo chakra ma non capisco la sua natura …. Sembra come sia nascosto all’interno del suo corpo!”

“Ma che stai dicendo! E’ impossibile …. Il chakra è visibile dentro al corpo di un ninja …. “ Fugaku non riuscì a finire la frase che sentì aprire violentemente la porta e un uomo urlare:

“Sakura!! …. Sakura, bambina mia! Cosa ti è successo!” precipitandosi verso il corpo svenuto e prendere fra le sue mani quella sinistra della figlia.

“Yukan?” dissero all’unisono Tsunade e Fugaku.

Solo in quel momento l’uomo si accorse di non essere solo in quella stanza e voltandosi, riconobbe i volti:

“Hokage? Uchiha? … Scusate tanto, non vi avevo visti!” per poi ritornare a guardare il viso di sua figlia.

“Yukan? …. Vuole forse dire che questa bambina è sua figlia?” Fugaku era incredulo …. Conosceva molto bene il signor Yukan e sapeva che era un civile, mentre Tsunade alzò un sopracciglio segno di aver intuito qualcosa.

“Si …. è mia figlia, l’unica persona di più caro al mondo che mi è rimasta in vita!” portandosi la mano della figlia all’altezza della sua guancia.

“Come ha detto che si chiama?” Tsunade era seria …. troppo seria.

“Sakura …. Si chiama Sakura!”

“Signor Yukan …. Sakura non è sua figlia, vero?”

L’uomo sentendo quelle parole perse un battito spalancando occhi e bocca … si voltò molto lentamente verso l’Hokage, mentre Fugaku rimase impassibile.
“C-come? … P-perché d-dice c-che ….”

“Perché dico che non è sua figlia? Molto semplice, per prima cosa sono un medico e conosco la genetica …. Sakura non le assomiglia, inoltre …. cosa più importante …. possiede il chakra!”

“Coooosaaaa!” Il signor Yukan era basito, non poteva credere alle sue orecchie …. Guardò prima sua figlia, poi l’Hokage mentre il suo volto si fece completamente rassegnato.

“Possiamo parlare in privato? Sakura non lo sa e …..”

“Certo, venga in un’altra stanza e stia tranquillo …. Sakura sta bene è solo svenuta …. Vedrà che si riprenderà presto!” Tsunade fece strada al signor Yukan seguito a ruota da Fugaku.

Entrarono in una stanza adiacente a quella di Sakura, Tsunade si mise a sedere dietro una scrivania, mentre Fugaku si mise in piedi alla sua destra. Di fronte a loro c’era il signor Yukan e l’Hokage gli indicò una sedia per farlo accomodare, vedendo che stava tremando dalla paura.

Tsunade chiuse gli occhi e sospirò profondamente, cercando le parole più adatte da rivolgere al signor Yukan, per cercare di farlo rilassare, dopotutto era una brava persona, umile ed onesta …. lo conosceva da diversi anni e il suo operato era sempre stato impeccabile.

“Si calmi e si rilassi, vorremo solo sapere perché una kunoichi vive con lei, senza che il palazzo ne fosse a conoscenza!”

“Non era mia intenzione, mi creda …. ma la verità, è che nemmeno io lo sapevo!”

“Ma è impossibile … il chakra si manifesta sin dalla tenera età!” Fugaku non era una persona molto paziente, specie se qualcuno cercava di mentirgli, ma Tsunade alzò il braccio con l’intento di calmarlo.

“Yukan! Anch’io non credo alle sue parole …. un bambino dotato di chakra, manifesta il suo potere sin dalla tenera età, com’è possibile che non se ne sia mai accorto?”
“E’ la verità, dovete credermi! Non ha mai manifestato nessun potere, è sempre stata una bambina come tutte le altre …. Allegra, vivace, gentile, educata, intelligente ….”
“Non metto indubbio l’educazione ….  voglio solo sapere di chi è figlia!”

L’uomo spalancò la bocca per poi abbassare il capo:

“Non lo so … l’ho trovata avvolta in una coperta, priva di vestiti, in un bosco ai confini del regno del Fuoco e dell’Aria, circa due settimane prima di ritornare a Konoha, dopo la fine della guerra. Ero rimasto vedovo da un paio di mesi e mi sentivo perso senza mia moglie …. per anni abbiamo desiderato un figlio, senza mai averne uno, poi lei si è ammalata …. Il suo male era di tipo degenerativo e nel giro di qualche anno se ne è andata … in punto di morte mi ha chiesto scusa per non avermi dato un erede!” Yukan si fermò di parlare, iniziando a piangere, ricordando gli avvenimenti del passato. Tsunade e Fugaku rimasero in silenzio, capendo la situazione e lasciandogli il tempo necessario perché si calmasse e potesse riprendere il suo racconto.

“Non sapevo cosa fare, mi sentivo perso senza mia moglie, così iniziai a vagare fra i boschi, sperando che qualche ninja traditore o qualche animale feroce mi facesse raggiungere mia moglie …. Si, lo ammetto, volevo morire anch’io …. Poi un giorno, sentì alcuni vagiti di un neonato …. Iniziai a concentrarmi per capire da che parte del bosco provenisse quel pianto, fino a che non trovai la piccola Sakura …. La presi in braccio  ed iniziai a cercare la sua famiglia o qualcuno che potesse sapere di chi fosse figlia …. ma non trovai anima viva all’infuori di noi due. Rimasi per qualche giorno accampato nello stesso posto, aspettando che qualcuno venisse a cercare la bambina, nutrendola con qualche more e bacche tritate, ma nessuno venne a cercare la piccola. Pensai allora che la bambina fosse stata volutamente abbandonata e decisi di prendermene cura io, come fosse mia …. Sakura mi sorrideva sempre e il suo sorriso mi ridiede la voglia di vivere!”

“Così le ha dato un nome e ha inventato la sua data di nascita!”

“No Hokage …. quando trovai la bambina, stringeva fra le mani un pezzo di carta strappato con scritto il nome Sakura e una data ….. Vedendo i capelli rosa e la grandezza della bambina, ho capito che quelli dovevano essere il suo nome e la sua data di nascita …. vi prego, credetemi, non sapevo fosse dotata di chakra!”
“Ma non ha mai notato niente di strano?” Tsunade era molto pensierosa, doveva cercare di capire perché non fosse riuscita a percepire a pieno il chakra di Sakura.
“No …. Come le ho detto prima è sempre stata una bambina come tutte le altre …. Tranne forse per il fatto che non si è mai ammalata …. Se non per qualche raffreddore, ma niente di particolare …. Ora che sapete tutto, ditemi per favore che Sakura si riprenderà …. ma soprattutto, che intenzioni avete con noi, adesso che sapete la verità!”

Tsunade chiuse gli occhi portandosi le mani incrociate all’altezza del mento rimanendo in silenzio. Per il signor Yukan quell’attesa era snervante e piena di preoccupazione. Fugaku continuava a rimanere in silenzio guardando con la coda dell’occhio Tsunade, in attesa di conoscere la sua risposta, anche se nel suo cuore e nella sua mente sapeva già a cosa stesse pensando. Il signor Yukan era una brava persona, non aveva mai mentito, come in quel momento …. le sue parole erano state sincere. Tsunade aprì gli occhi e guardò la persona di fronte a lei:

“Non dubito l’onestà delle sue parole …. in questi anni ho avuto l’occasione di conoscerla, giudicandola una persona onesta …. stando a quello che ha detto, Sakura non ha mai mostrato il suo potere fino ad oggi e ora capisco perché è svenuta …. il suo fisico è stato sottoposto ad un uso eccessivo del chakra e, non essendo abituato a gestirlo, ha ceduto per lo sforzo …. ma non si preoccupi, dopo stabilizzerò il suo potere all’interno del corpo facendole recuperare i sensi …..” Tsunade sospirò: “….. Per quanto riguarda Sakura ….  è una kunoichi e dovrà frequentare l’accademia dei ninja come prevede la legge, ora mi dica, quanti anni ha?”

“Fra una settimana compirà undici anni!”

Tsunade e Fugaku si guardarono sorpresi e pensierosi negli occhi, poi:

“Undici anni? Capisco! …. L’accademia prevede la frequenza dei giovani ninja all’età di dodici anni, quindi fra un anno Sakura verrà obbligatoriamente ammessa ….. ora, l’unica cosa a cui dobbiamo pensare è il modo giusto per dirle che è una kunoichi e ….”

“Oh, mi scusi se la interrompo Hokage …. ma non credo ci siano troppi problemi per questo …. vede …. Sakura è sempre stata affascinata dai ninja …. nonostante le diversità delle nostre classi sociali!”

“Davvero? Molto bene …. Sembra che non ci siano problemi, ma mi dica un’altra cosa …. Sakura non si è mai chiesta a chi assomigliasse? Insomma …. non ho mai visto nessuno dai capelli rosa!”

“Be’ …. Le ho sempre detto che assomigliava ai discendenti di mia moglie …. con la guerra, tutti i nostri averi comprese le varie fotografie di famiglia, sono andati distrutti e non ha mai potuto verificare le mie parole …. Inoltre mia moglie non è originaria di Konoha, ma di un piccolo villaggio di campagna ormai disabitato, quindi nessuno conosce i suoi discendenti! Mi dispiace, ho sempre mentito …. ma non sapevo cosa inventarmi …. Sakura mi ha ridato una ragione per continuare a vivere …. in questi anni ho sempre pensato solo a lei e al suo bene ….”

“Lo so, mi ricordo molto bene che accettò la carica a palazzo solo per il bene di sua figlia!” Fugaku, essendo genitore, capiva perfettamente i sacrifici che il signor Yukan aveva fatto per il bene di sua figlia adottiva e non poteva biasimarlo.

“Allora continueremo con questa farsa …. Diremo a Sakura che questi discendenti materni avevano origini ninja e i loro geni recessivi sono stati predominanti sul suo DNA, dotandola del chakra!”

“Ma Tsunade …. è impossibile, il DNA dei ninja è debole se unito con quello dei civili …. lo sanno tutti che l’unione delle due classi sociali porta la perdita del chakra e ….”

“Lo so benissimo Fugaku …. ti ricordo che sono un medico e la genetica la conosco molto bene …. ma può succedere …. certo,  è una probabilità su un milione, ma non è impossibile!”

“Mi sta forse dicendo che Sakura può rimanere con me?”

“Qualcun altro è a conoscenza che Sakura non è sua figlia?”

“A parte voi …. No …. È sempre stato un segreto che mi sono portato dentro al cuore …. sinceramente non mi ero nemmeno posto il problema di dirle un giorno la verità!”

“Ho capito …. Stia tranquillo, il suo segreto è al sicuro, né io né Fugaku divulgheremo la verità su Sakura, ci limiteremo a dire che ha ereditato il chakra dai suoi discendenti materni…. poi, con il tempo, appena scopriremo l’origine del suo chakra, valuteremo se dirle o meno la verità …. non sappiamo chi sia la sua vera famiglia e se dovessimo scoprire che appartiene a dei ninja traditori, non credo possa farle piacere!”

“Non so come ringraziarla …. mi ha tolto un gran peso dal cuore …. non sopportavo di tenermi dentro la verità senza poterne parlare con nessuno ….. grazie …. grazie di tutto cuore!” Il signor Yukan si asciugò alcune lacrime.

“Però Tsunade c’è un problema …. Sakura è una kunoichi mentre il signor Yukan è un civile …. dove dovranno vivere adesso?”

“Hai ragione Fugaku …. per la legge, Sakura dovrebbe vivere nel nostro settore, ma essendo registrata come figlia di un civile, dovrà rimanere a vivere nel settore omega, almeno fino a quando non avrà compiuto diciotto anni, dopo di che, se vorrà, potrà trasferirsi nel nostro settore ma senza il padre …. l’unica cosa che mi preoccupa sarà la vita da ora in poi di Sakura …. conosciamo benissimo le diversità delle nostre due classi sociali e sappiamo quanto non siamo particolarmente simpatici al settore omega … non vorrei che trattassero male Sakura per ….”

“Oh di questo non si deve preoccupare …. Sakura è molto amata nel settore omega e ha moltissimi amici …. sicuramente all’inizio ci saranno delle difficoltà di adattamento, ma sono sicuro che con il tempo l’accetteranno …. i cittadini omega sono brave persone, io le conosco …..”

“Va bene allora …. ma se dovesse avere bisogno di qualunque cosa, non esiti a venire da me o da Fugaku Uchiha, intesi?”

Il signor Yukan acconsentì con il capo.

“Bene, ora torniamo nella stanza di Sakura e vediamo di farle riprendere i sensi!”
 

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Capitolo 5
*** L'incidente ***


Per raggiungere il Monte degli Hokage era necessario passare per il settore dei ninja. Alan e i suoi compagni erano particolarmente contrariati, come il resto della classe. Solo Sakura era tranquilla e ammirava estasiata le persone intente all’allestimento dei banchetti e dei festoni, in preparazione della festa di primavera che si sarebbe
svolta entro una settimana.

“Ehi ragazzi, avete visto che stanno già allestendo le bancarelle per la festa di primavera?”

“Non siamo ciechi Sakura …. Però voglio che osservi bene il modo in cui le stanno disponendo …. Da una parte ci sono quelle dei civili, mentre dall’altra quelle dei ninja!”
“Non capisco dove vuoi arrivare Jungo!”

“Non capisci perché sei stupida e ti ostini a non capire …. Definisci i ninja delle buone persone, invece sono loro i primi che non vogliono avere nessun contatto con noi civili …. Sono loro che ci vogliono tenere a debita distanza!”

“Alan, ma non è vero! La festa della primavera l’abbiamo sempre festeggiata tutti insieme e nessuno dei due settori si è mai lamentato!”

“Oh insomma Sakura, adesso basta! Quello che sta cercando di farti capire Alan è che sono proprio i ninja a non volerci in mezzo a loro. Avendo la governabilità, possono decidere come impostare la collocazione delle bancarelle e le hanno volutamente divise nei due lati della strada, così da evitare di mescolarsi con noi …. Inoltre, se non mi credi, guarda i ninja come ci stanno guardando!” Mimì era adirata, non le piaceva essere fissata in quel modo.

“Mimì, forse ci stanno guardando in modo curioso …. Non capita tutti i giorni di vedere degli omega in questo settore e…..”

“Adesso mi hai proprio scocciando Sakura …. Ritieniti fortunata che ti considero una dei nostri, altrimenti ti avrei già presa a sberle!” Alan era un tipo violento e spesso aveva fatto a botte con dei compagni anche più grandi di lui per futili motivi. Se non eri nella cerchia delle sue amicizie era meglio stargli alla larga ….

“Scusa Alan …. Solo che ….”

“Non capisci come tuo solito ….” Sospirando rassegnato: “Ok te lo rispiego …. A Konoha ci sono due grandi feste, quella delle primavera e quella del primo giorno dell’anno in cui ci dirigiamo tutti al tempio per pregare e festeggiare l’inizio del nuovo anno …. Entrambe le classi sociali sono obbligate a festeggiarle insieme come vuole la tradizione, ma in realtà, gli stessi ninja ne farebbero a meno perché si sentono superiori a noi omega. Noi civili siamo a conoscenza del loro pensiero e cerchiamo di non avere nessun contatto con loro, ignorando però, che anche noi non li vogliamo e cerchiamo di stargli alla larga il più possibile! …. I civili e i ninja non possono e non dovranno mai avere dei contatti fra di loro, ora ti è tutto più chiaro?”

“S-si …. Scusatemi!” Sakura si portò una mano all’altezza del mento, quello era il suo modo di riflettere, mentre il suo sguardo iniziò a vagare in mezzo alla piazza ….. Si sentiva a disagio, i suoi amici avevano ragione …. I ninja stavano osservando l’intera sua classe in modo sorpreso ed incredulo. Quegli sguardi la mettevano in soggezione ed in imbarazzo e, involontariamente, si avvicinò di più ad Alan per sentirsi al sicuro … protetta!

Si ricordava perfettamente il giorno in cui fece amicizia con lui e gli altri ragazzi. All’età di cinque anni, suo padre la portò per la prima volta all’asilo, dicendole che doveva socializzare con altri bambini, dato che l’anno dopo, avrebbe obbligatoriamente frequentato le scuole elementari. Era diversa dagli altri suoi compagni …. Il colore dei suoi occhi e dei suoi capelli erano strani ed insoliti, per non parlare di quella fronte spaziosa …. I primi giorni veniva derisa e schernita da tutti, nessuno voleva giocare con lei perché la ritenevano diversa. A lei non importava e non se la prendeva con nessuno perché, se lo avesse fatto, sarebbe stato offendere la memoria di sua madre, dato che quegli aspetti esteriori li aveva ereditati proprio dai suoi discendenti. Era sempre sorridente, anche quando gli altri la prendevano in giro ed alcuni, per dispetto, le tiravano i capelli e le facevano lo sgambetto per farla cadere …. Lei continuava a sorridere! Quel suo sorriso colpì particolarmente Alan, definendola una tosta e offrendole la sua amicizia insieme a quella degli altri. Da quel giorno, nessun bambino osò più deriderla o farle del male per non mettersi contro Alan e i suoi amici ….. in un certo senso erano una banda, forte e temuta da tutti gli altri bimbi.

Lei stava bene in loro compagnia, si divertiva sempre …. andavano molto d’accordo, tranne per l’argomento ninja. Anche suo padre le aveva spiegato molte volte la differenza fra le due classi sociali e lei, senza spiegarsi il perché, era estasiata dal mondo dei ninja e gli chiedeva sempre di raccontarle la sua giornata lavorativa a contatto con loro ….  le sarebbe piaciuto essere anche lei una ninja …. avere il chakra …. proteggere le persone che amava! Ma la realtà era un’altra, lei era e sarebbe sempre rimasta una semplice civile.

“Ah ragazzi! Prima che mi dimentichi …. Lo sapete vero che fra una settimana compio gli anni! Festeggiamo insieme come sempre?”

“Certo che domande!” Alan la guardò, sorridendole dolcemente, come gli altri suoi amici …. L’avevano perdonata ancora una volta per i suoi discorsi inutili sui ninja ….
Le volevano bene e a modo loro cercavano di farle capire le differenze sociali!

“Hai già comprato il kimono Sakura?"

“Si, la settimana scorsa …. Mi ha accompagnato mio padre …. È bellissimo, ma non voglio dirvi com’è, deve essere una sorpresa!”

“Ma neanche un indizio? Non vorremo sfigurare o peggio …. Comprarne uno uguale al tuo!”

“No Nabiki, stai tranquilla, il commesso ha detto che aveva solo quel modello, quindi non rischieremo di indossare lo stesso kimono!”

Le bambine iniziarono a parlare di moda e di acconciature varie, quell’anno avrebbero compiuto tutti undici anni e a settembre avrebbero iniziato a frequentare le scuole medie …. L’età adolescenziale era alle porte!”

Giunti al Monte:

“Bene bambini …. Ora venite tutti attorno a me che ho alcune raccomandazioni da farvi!”

La maestra iniziò a radunare la scolaresca incitandoli con le braccia a raggiungerla.

“Chissà cosa vorrà dirci …. Forza sbrighiamoci!” Come sempre, Alan comandava il gruppo.

“Ci siete tutti? Perfetto …. allora, ascoltatemi molto attentamente …. i ninja mi hanno informato che l’ala est del monte non è ancora del tutto in sicurezza. E’ sorretta da delle travi e dai ponteggi, quindi stateci lontani …. Non voglio che vi succeda niente, mi sono spiegata?”

“Si!” gridarono in coro tutti i bambini.

La maestra guidò la fila verso i volti degli Hokage, iniziando a raccontare la storia ai suoi alunni, anche se loro la conoscevano a memoria, dato che questa, veniva tramandata in generazioni in generazioni nelle loro famiglie …. Sakura era eccitatissima …. Quei volti rappresentavano le persone più importanti del regno del Fuoco e per ultimo, il volto di Lady Tsunade …. Era bellissima, anche se suo padre le diceva sempre che l’immagine scolpita, non rendeva giustizia alla vera bellezza dell’Hokage in persona: una donna dai lunghi capelli biondi e da due splendidi occhi azzurri. A Sakura sarebbe tanto piaciuta vederla dal vivo e volendo, avrebbe potuto soddisfare il suo desiderio recandosi con una scusa qualsiasi al lavoro da suo padre. Essendo figlia di un funzionario, aveva libero accesso a palazzo e forse, con un po’ di fortuna avrebbe potuto conoscere l’Hokage in persona e, magari, anche il famosissimo Fukagu Uchiha, braccio destro dell’Hokage, capo della polizia, del corpo anbu e capo clan della famiglia ninja più prestigiosa dell’intero regno del Fuoco …. Questo sarebbe sempre stato un desiderio irrealizzabile, perché, conoscendo l’opinione dei suoi compagni, sarebbe stata criticata o peggio, allontanata da loro, per avere avuto dei contatti con i ninja …. Ormai la distinzione delle due classi sociali erano stampati nella sua mente come dei tatuaggi indelebili e doveva farsene una ragione il prima possibile, altrimenti, avrebbe rischiato sicuramente di perdere l’amicizia del suoi amici.
La gita durò quasi due ore, la maestra aveva illustrato e descritto ogni singolo volto degli Hokage, soffermandosi maggiormente su quello di Minato Uzumaki, l’eroe della terza grande guerra che, con il suo sacrificio, aveva messo fine al conflitto mondiale.

“D’accordo, abbiamo finito mezz’ora prima del previsto …. Dato che siete stati tutti molto bravi, vi lascio questo tempo per aggirarvi ancora dentro a quest’area, ma mi raccomando, state lontano da quelle transenne!”

“Si maestra!” risposero all’unisono gli alunni.

I bambini erano felicissimi, potevano divertirsi e correre dentro all’area del Monte degli Hokage ….

“Che noia! Sempre e solo correre! Lo facciamo anche nel nostro settore …. Alan, non hai niente di divertente da proporre?”

“Fammi pensare! …. Ci sono … in quest’area si sono sempre divertiti tutti i bambini ninja …. ora tocca a noi, dimostriamo che anche i civili non hanno paura!”

“Che vuoi dire Alan? ….. Cos’hai in mente? …. Non tenerci sulle spine …. Adoro i tuoi giochi!”

Mimì era sempre in adorazione quando il suo amato parlava o proponeva qualche gioco, anche se spesso, quest’ultimo poteva essere pericoloso.

“Allora …. Propongo una gara di velocità e di coraggio, ma non obbligo nessuno a farla …. Vince chi arriva prima e tocca tutti e quattro le travi che sorreggono l’impalcatura!” Indicando l’area vietata per i lavori di sicurezza al Monte.

“Ma Alan! …. Non possiamo …. La maestra …..”

“So bene quello che ha detto la maestra Jungo …. Infatti ho specificato che questa gara si basa sul coraggio e che nessuno è obbligato a partecipare se non se la sente ….. Vorrà dire che la farò solo io!” Alan non aveva paura di niente e voleva sempre dimostrare a tutti il suo coraggio.

Le bambine insieme a Jungo e a suo fratello Saki, si tirarono indietro, mentre Yuki, il braccio destro di Alan, accettò di gareggiare con il suo amico.

“Mi raccomando, state attenti!”

“Non preoccuparti Mimì …. Sappiamo quello che facciamo …. Limitati solo a dare il via!” Alan si era già posizionato affiancato dal suo amico in attesa del segnale di partenza.

“Pronti? …… Via!” Mimì dopo aver dato il via, incrociò le mani come le sue amiche, mentre gli altri due seguivano la corsa con la preoccupazione negli occhi.

Alan e Yuki erano velocissimi nella corsa, quasi si eguagliavano …. Arrivarono finalmente alle travi …. La prima fu toccata da Alan, la seconda da Yuki, la terza da entrambi …..essendo pari, chi avesse toccato la quarta, avrebbe vinto …. Correvano uno accanto all’altro fino a toccarsi con le spalle …. Mancavano poco più di tre metri …. Nessuno dei due voleva cedere ed entrambi, ebbero la stessa idea: lanciarsi, toccare la trave e vincere la gara.

Purtroppo però, la corsa a gran velocità unita al salto, fece urtare contro la trave i corpi dei ragazzini in modo violento, tanto da provocarne l'oscillazione insieme all’intera impalcatura. Questa provocò qualche colpo alla parete rocciosa …. Dalla cima del Monte si alzò una nube di polvere seguita dal distaccamento di alcune pietre ….. Una frana si stava dirigendo verso terra, proprio sotto ad Alan e Yuki, caduti a terra dopo aver urtato la trave ….

Mimì urlò spaventata, facendo voltare tutta la scolaresca, Jungo e Kalin urlarono ai loro amici di scappare e di mettersi al riparo …. La discesa della frana era troppo veloce …. Alan e Yuki non avrebbero mai fatto in tempo ad allontanarsi! Sakura era terrorizzata, i suoi amici rischiavano di morire …. La disperazione invase tutto il suo corpo provocandole una strana forza interna …. Guidata da uno strano impulso, iniziò a correre come un fulmine e senza rendersi conto di come avesse fatto a raggiungere così velocemente i suoi amici, afferrò Alan spingendolo a qualche metro di distanza, poi si voltò verso Yuki per fare la stessa cosa, ma un gran masso si stava dirigendo proprio sopra la testa dell’amico …. La rosa balzò in alto di qualche metro e con un pugno potentissimo disintegrò il macigno in mille sassolini …. I suoi amici erano in salvo …. Con questa consapevolezza atterrò con i piedi uniti a terra e si girò verso di loro ….. Il volto dei suoi amici mutò varie volte in pochissimi istanti …. incredulità, sorpresa, paura, delusione ed infine …. ma non fece in tempo a vedere l’ultima loro espressione che Sakura sentì le forze abbandonarla, la vista offuscarsi e poi …. Il buio!

 

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Capitolo 6
*** Una nuova realtà ***


~~ECCOMI CON UN NUOVO AGGIORNAMENTO …. RINGRAZIO TUTTI I LETTORI CHE MI STANNO SEGUENDO, SIETE TANTISSIMI, NONOSTANTE NON RIESCA A RISOLVERE IL PROBLEMA CON L’HTLM …. RINGRAZIO ANCHE TUTTI COLORO CHE MI HANNO RECENSITO E SEGNATO LA MIA STORIA FRA LE PREFERITE E LE SEGUITE ….. GRAZIE DI CUORE …… PRIMA DI INIZIARE LA LETTURA, VORREI FARVI GLI AUGURI DI BUONA PASQUA! …..

 


I tre rientrarono nella stanza di Sakura e Tsunade si portò vicino al letto, allungando le sue mani all’altezza del torace della bambina, sprigionando l’energia del suo chakra curativo di colore verde fosforescente. Il signor Yukan era accanto all’Hokage, mentre Fugaku era rimasto in disparte. Dopo un paio di minuti:

“Ecco fatto …. Il chakra è stato stabilizzato, ora dovrebbe riprendere i sensi!” allontanandosi dal letto per dare maggiore spazio al signor Yukan … Sakura doveva risvegliarsi vedendo accanto a sé il volto del padre.

Il signor Yukan prese fra le sue mani quella sinistra della figlia aspettando il suo risveglio, quando iniziò a vedere le palpebre stringersi e aprirsi lentamente, mostrando due occhi meravigliosi verde smeraldo. Tsunade e Fugaku rimasero incantanti da quella bellezza stravolgente degli occhi della bambina … si guardarono pensierosi … non solo il colore dei capelli era insolito, ma anche quello degli occhi.

“P-papà ….. D-dove sono? C-cosa mi è successo?”

“Oh piccola mia, sapessi che spavento mi hai fatto prendere! …. Non ti ricordi cosa ti è accaduto? Sei svenuta al Monte degli Hokage e ….”

“Svenuta? Ora ricordo …. Alan e Yuki stanno bene? Una frana li stava investendo ed io non so come, ho cercato di aiutarli, ma non so come sia riuscita a farlo!”

“A questa domanda posso risponderti io!”

Tsunade si fece avanti incontrando lo sguardo di Sakura ….. la rosa spalancò gli occhi incredula della persona che le stava davanti … l’aveva riconosciuta, il volto era lo stesso scolpito nel Monte degli Hokage:

“M-ma l-lei è p-per c-caso ….”

“Tsunade …. L’Hokage di Konoha e tu sei  Sakura Yukan, vero?” lanciando uno sguardo d’intesa al padre.

“S-si …. È un v-vero onore per me conoscerla e vederla dal vivo!” Tsunade le sorrise dolcemente, la bambina era molto educata e gentile.

“Il piacere è mio …. Finalmente conosco la figlia di uno degli uomini migliori che lavorano a palazzo …. Lascia che ti presenti anche Fugaku Uchiha!”

L’uomo si fece avanti piegando leggermente il volto come segno di saluto.

“F-fugaku Uchiha?” Sakura era incredula, non solo aveva avuto l’onore di conoscere l’Hokage in carne ed ossa, ma ora si trovava davanti anche al famosissimo Uchiha …. Il suo desiderio si era avverato, aveva conosciuto le persone più importanti e stimate dell’intero regno del Fuoco. Sakura guardò negli occhi l’Uchiha … verde nel nero … nero nel verde …. Era una situazione che aveva già vissuto ma che in quel momento non si ricordava dove e quando. Distolse subito lo sguardo per l’imbarazzo e si voltò verso il padre.

“Papà?” Sakura guardò suo padre in attesa di una spiegazione, quando:

“Hai ragione Sakura …. Avevo detto che ti avrei risposto io alla tua domanda ....” Tsunade iniziò a raccontarle quello che era accaduto al monte degli Hokage aggiungendo anche la bugia riguardante i suoi geni ereditari e il suo chakra.

“Cosa? …. Io cosa sarei? …. Una Kunoichi? …. Ma ….?”

“Lo so, questa storia ha dell’incredibile, ma è la verità …. Sei una kunoichi e come tale, fra un anno sarai ammessa all’accademia dei ninja, dove imparerai ad usare il tuo chakra e apprenderai le arti del combattimento …. Fino a quella data, potrai tranquillamente frequentare la scuola al settore omega!”

Sakura chinò lo sguardo guardandosi le mani, dalle quali un giorno avrebbe fatto uscire il suo potere … non sapeva nemmeno lei cosa stesse provando, i suoi sentimenti erano contrastanti … da un lato era felice, era sempre stata appassionata dai ninja e ora aveva scoperto di appartenere a quella classe sociale, ma dall’altra, conosceva molto bene le differenze dei due settori ricordandosi lo sguardo di delusione da parte dei suoi amici …. L’avrebbero accettata ancora fra di loro, ora che non era più una civile ma una kunoichi?

“Cosa c’è Sakura? Perché quello sguardo triste?”

“N-niente …. Hokage …. Stavo solo pensando a ….”

“Alla tua diversità? E’ comprensibile, ma non preoccuparti, se dovessi avere qualche problema non esitare a venire a palazzo …. Io e Fugaku cercheremo una soluzione, ok?”

Il sorriso di Tsunade era sincero e Sakura si sentì rassicurata da quelle parole, poi guardò suo padre in cerca di una sua approvazione che non tardò ad arrivare:

“L’Hokage ha ragione piccola mia … sicuramente tutto il settore omega rimarrà sorpreso per questa rivelazione, ma ricordati che tutti ti vogliono bene e vedrai che ti vorranno lo stesso bene …. Non preoccuparti e poi ci sono io con te, non ti abbandonerò mai!” 

“Oh papà!” buttandosi fra le sue braccia …. Suo padre sapeva sempre come rincuorarla e lei le era molto affezionata.

“Ora è meglio che vi lasciamo da soli …. Sakura forse è meglio che per qualche giorni rimani a casa per riposare …. Il tuo chakra si sta stabilizzando dentro al tuo corpo e non deve subire sforzi inutili, intesi?” La rosa acconsentì con il capo per poi inchinarsi davanti alle due autorità che stavano uscendo dalla sua stanza.

Appena i due ninja uscirono dalla stanza e furono abbastanza distanti da non farsi udire:

“Hai visto Tsunade? Non solo il colore dei capelli è strano, ma anche gli occhi … non ho mai visto un verde smeraldo così acceso! Non conosco ninja con quelle particolarità!”

“Nemmeno io …. Stando al racconto del signor Yukan, mi viene da pensare che sia stata nascosta dai suoi genitori intenti a combattere contro dei nemici, perdendo poi la vita …. Quello che però non capisco è il perché non abbia mai manifestato il chakra! Un bambino lo manifesta subito …. Mentre lei no ….”

“Mi pongo anch’io la stessa domanda, senza trovare una risposta …. Ma forse sapremo qualcosa fra un anno, quando frequenterà l’accademia …. Sviluppando il suo chakra, potremo conoscere dove attinge il suo potere, scoprendo così la provenienza della sua famiglia biologica!”

“Già fra un anno …. Sakura ha la stessa età di Sasuke e di Naruto, quindi sarà una loro compagna di classe …. È da molto che non vedo i miei nipotini, dimmi, come stanno?” Fugaku si voltò verso la sua amica mostrando un lieve sorriso: Tsunade, dopo la morte di suo marito non si era più voluta risposare rinunciando al suo desiderio di farsi una famiglia, Fugaku e Mikoto le erano stati molto vicini per aiutarla a superare la perdita di Dan e, a poco a poco, Tsunade era entrata a far parte della famiglia Uchiha, fino a considerare i figli dei suoi migliori amici/fratelli come nipoti.

 “Stanno bene …. Sasuke si allena sempre e quando io ed Itachi siamo a casa ci chiede sempre di allenarlo, pensa che due settimane fa mi ha chiesto di insegnargli la tecnica della palla di fuoco suprema, imparandola in una settimana …. Mi ha reso molto fiero di lui!”

“Cosa? In una sola settimana ha imparato una tecnica così difficile? E’ proprio in gamba, degno erede del clan Uchiha …. E Itachi, come se la cava nel ruolo di capitano degli anbu?”

“Molto bene …. Quel ragazzo mi sorprende sempre ogni giorno di più … è un genio, impara ogni tecnica con una facilità impressionante … non per niente è entrato negli anbu all’età di soli tredici anni … ma quello che mi preoccupa è Sasuke, credo si senta inferiore al fratello!”

“La gelosia è parte integrante dell’uomo, specie se questo è il suo amato fratello! Dimmi, sono sempre così affiatati fra di loro?”

“Affiatatissimi direi … quando possono, stanno sempre insieme …. Itachi stravede per suo fratello e gli dimostra sempre molto affetto!”

“E tu Fugaku? Dimostri differenze fra loro due?”

“Assolutamente no … sono entrambi i miei figli e gli voglio molto bene …. Non mi interessa se uno è più portato rispetto all’altro …. Sono sangue del mio sangue …. Come non mostro nessuna distinzione con Naruto! Voglio bene anche a lui come fosse mio figlio … anche se come sai, non gli abbiamo mai negato la verità, dicendogli che io e Mikoto siamo i suoi tutori legali …. Non dirgliela, sarebbe stato come offendere la memoria di Minato!”

“Minato! …. Mi manca tanto … ma ogni volta che vedo Naruto mi sembra di rivedere in lui suo padre!”

“Si, gli assomiglia moltissimo …. Anche nel carattere …. È uno scansafatiche proprio come lui … è svogliato e non prende mai gli allenamenti in modo serio, anche se è molto portato …. Preferisce ridere e scherzare ed ingozzarsi di ramen!”

Tsunade rise sonoramente: “Ramen? Proprio come Minato …. Anche lui adorava quella pietanza e da quello che mi dici anche il suo carattere è uguale …. Quindi sarai contento, in casa tua hai la copia esatta del nostro amato amico!”

“Si, ma non ho più la pazienza di un tempo …. Solo mia moglie sembra averla …. Itachi lo considera un secondo fratello minore e Sasuke …. Bè, lui lo chiama dobe!”
“Dobe? …. E Naruto? Non vorrai dirmi che lo chiama teme, spero?”

“Proprio così!” iniziando a ridere anche lui, ma in maniera più composta …. Fugaku era tendenzialmente una persona seria, riservata e difficilmente esternava le proprie emozioni.

“Credo proprio che Sasuke e Naruto siano le vostre copie esatte … tue e di Minato …. Mi ricordo come fosse ieri, tutte le volte che vi chiamavate in quel modo …. Ma glielo hai detto tu?”

“No …. È proprio questo il punto …. Si comportano esattamente come facevamo noi alla loro età …. Ogni volta che li guardo discutere, litigare e giocare insieme, mi sembra di vedere me e Minato …. Anche se non lo vogliono ammette, specie Sasuke che caratterialmente è come me, sono molto legati e si vogliono molto bene …. Che ne dici, ti va di venire a cena questa sera da noi? Anche Mikoto ha voglia di vederti e Naruto chiede sempre di te ….. di sua nonna!” mostrando un sorriso beffardo, mentre Tsunade ringhiò fra i denti:

“E’ un maleducato proprio come suo padre …. Come si permette di chiamarmi nonna …. Non sono così vecchia …. Ho la stessa tua età e quella di suo padre e non capisco perché a te a e Mikoto vi chiami zii, mentre a me nonna!”

“Te l’ho detto …. Gli piace scherzare e vedendoti arrabbiata tutte le volte che ti chiama nonna, ne approfitta, per continuare a farti arrabbiare, ma in fondo ti vuole molto bene …. Siamo la sua famiglia!”

“Famiglia! …. Già famiglia …. Non saprò mai come ringraziare te e tua moglie per avermi accolto come una di voi, facendomi assistere alla crescita dei vostri figli!”

“Non lo dire neanche per scherzo … tu sei una sorella per me, non centra il legame sanguigno ma quello affettivo …. Allora vieni questa sera?”

“Un’altra volta …. Sono rimasta indietro con il mio lavoro per via di questa interruzione legata a Sakura …. E ascoltami, proprio per questa storia, ti devo chiedere un favore immenso …. So che non sarà facile per te, ma sarebbe il caso che non raccontassi niente a Mikoto …. So che le dici sempre tutto, ma per il momento sarebbe meglio mantenere il segreto!”

“Capisco … ma non ti prometto niente …. Sai benissimo che Mikoto mi sa leggere nel mio più profondo, ma cercherò in qualche modo di nasconderglielo!”

Intanto nella stanza d’ospedale, Sakura aveva avuto il permesso di poter ritornare a casa. Il signor Yukan prese per mano sua figlia, come era solito fare ogni volta che passeggiavano insieme, sapeva che era diventata grande per certe attenzioni, ma per lui era importante quel gesto di affetto, specie dopo aver appreso la verità su quella bambina che lui tanto amava, voleva farla sentire protetta e amata come sempre.

La notizia che Sakura Yukan possedesse il chakra divulgò molto rapidamente all’interno del settore omega e quando la videro passeggiare insieme al padre, iniziarono a guardarla in malo modo, mentre alcune persone più maligne salutarono solo il signor Yukan per farle capire di non essere più una di loro. Sakura strinse più forte la mano del padre per cercare protezione a quegli sguardi pungenti e ai saluti mancati, continuando a camminare a testa bassa. Suo padre le afferrò più saldamente la mano per farle capire che lui era dalla sua parte e molto amorevolmente le disse:

“Non preoccuparti piccola mia …. Devono solo abituarsi a questa nuova realtà, dagli un po’ di tempo e vedrai che ritornerà tutto come prima … anche se possiedi il chakra il tuo carattere non è cambiato, dimostra che non sei cambiata e che sei sempre la solita bambina allegra e buona che conoscono!”
Sakura guardò suo padre che le stava sorridendo e anche lei contraccambiò quel sorriso …. Suo padre riusciva sempre a tranquillizzarla, come i primi tempi dell’asilo quando tornava a casa piangendo dicendo che i bambini la prendevano in giro definendola diversa, lui la prendeva sulle sue ginocchia facendole appoggiare la testa nell’incavo del suo collo e della spalla, iniziando ad accarezzarle i capelli e dicendole dolcemente che per lui era bellissima come sua madre e i suoi discendenti, doveva solo portare pazienza e appena i suoi compagni avessero avuto modo di conoscere la sua bontà d’animo e la sua allegria non sarebbe più stata derisa ma amata …. Aveva ragione, infatti fece amicizia con Alan e gli altri bambini e più nessuno la prese in giro. Doveva aspettare e lasciare che le persone si abituassero alla sua diversità.

Passò una settimana, Sakura non voleva uscire di casa …. Quando suo padre si assentava per andare al lavoro, molti abitanti omega si presentavano davanti a casa sua iniziando ad urlare che era una sporca traditrice e un grande disonore per suo padre, una persona onesta che non meritava una simile sciagura. Sakura piangeva sempre e si calmava solo quando suo padre tornava dal lavoro, trovandola raggomitolata su se stessa con il  viso completamente bagnato, si avvicinava a lei facendola alzare per poi posizionarla sulle sue ginocchia come quando era bambina, accarezzandole i capelli e dicendole di non ascoltare quelle cattiverie, perché lui era fiero ed orgoglioso di lei, della sua adorata bambina. Doveva avere pazienza e poi si sarebbe sistemato tutto.

Il giorno del suo compleanno, Sakura era chiusa nella sua stanza con la testa nascosta sotto il cuscino per non sentire il chiacchiericcio fuori dalla finestra, quando improvvisamente entrò suo padre:

“Piccola mia, il tuo papà ha sempre ragione …. Ho appena incontrato Mimì che mi ha chiesto di ricordarti che questa sera ti aspettano al parco per le otto, per poi andare tutti insieme alla festa della primavera per festeggiare il tuo compleanno! Hai visto? Bisognava solo dargli un po’ di tempo e ….”

“Come? Mimì? Ma allora perché non mi sono mai venuti a trovare in questi giorni?”

“Forse perché non sapevano cosa dirti o come comportarsi con te …. Ma non ha più importanza, quello che conta è che si siano ricordati del tuo compleanno e che vogliano trascorrere la serata in tua compagnia!”

“Hai ragione papà!” correndogli incontro ed abbracciandolo fortemente.

“Ora è meglio che inizi a prepararmi … devo ancora farmi il bagno! …. Tu cosa fai questa sera?”

“Sai che non mi piacciono particolarmente le feste e poi sono anziano, mi stancherei facilmente, credo che questa sera andrò a giocare a carte insieme ai nostri vicini … mi hanno invitato a giocare a carte e sai che adoro quel gioco! …. Dato che compi gli anni, voglio farti un altro regalo insieme al tuo nuovo kimono …. Solo per questa sera non ti darò un orario, potrai tornare a casa quando vorrai e domani puoi rimanere a casa da scuola …. Intanto non credo che un giorno in più possa crearti dei problemi …. Sei la più brava della classe!”

“Davvero papà? Ti ringrazio tantissimo!” alzandosi sulla punta dei piedi dandogli un bacio sulla guancia per poi correre in bagno.

Il signor Yukan era felice, finalmente dopo una settimana rivedeva il sorriso smagliante di sua figlia …. Non era stata una bella settimana per entrambi …. Lui non aveva subito offese da parte di nessuno, anzi si comportavano come sempre salutandolo amichevolmente anche se poi, dietro alle spalle, sentiva alcuni commenti da parte di qualcuno che si dispiaceva per lui, per avere una figlia dotata di chakra. Lui li ignorava perché amava immensamente Sakura, era sua figlia e se anche fosse tornato indietro nel tempo conoscendo la sua vera origine, l’avrebbe presa lo stesso con sé, crescendola e amandola allo stesso modo. Sperava solo che quel giorno fosse l’inizio della fine degli sguardi e delle parole piene di rancore nei confronti della sua bambina.

Verso le otto di sera Sakura era pronta per uscire, indossando il bellissimo kimono che le aveva regalato suo padre, rosso con fiori gialli stampati nel tessuto. Aveva raccolto i capelli con un semplice fermaglio, era radiosa e non vedeva l’ora di raggiungere i suoi amici. Sulla porta di casa padre e figlia si salutarono e si indirizzarono ognuno verso le proprio destinazioni.

Un’ora dopo Sakura tornò a casa di corsa, salendo le scale per raggiungere la sua camera da letto e buttarsi sopra a piangere con tutte le lacrime che aveva in corpo. Dopo circa venti minuti, si calmò e andò in bagno, togliendosi il suo kimono sporco e in alcuni punti strappato, poi osservò il suo viso allo specchio, era gonfio e dall’angolo destro della bocca scendeva un rivolo di sangue …. La stessa cosa era visibile in altre parti del suo corpo … doveva sistemarsi e nascondere il kimono …. Suo padre non avrebbe mai dovuto sapere quello che le era successo …. Doveva proteggerlo ……

 

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Capitolo 7
*** Sasuke e Naruto ***


~~CIAO, AVETE VISTO CHE BRAVA? HO RISOLTO IL PROBLEMA DELL’HTLM!!! LO SO, E’ UNA SCIOCCHEZZA, MA PER ME E’ IMPORTANTISSIMO ….. HO MODIFICATO ANCHE GLI ALTRI CAPITOLI, COSI’ ….  SE QUALCUNO DI VOI LI VOLESSE RILEGGERE MEGLIO ..….. BUONA LETTURA

Una sera di fine agosto, l’Hokage si stava dirigendo verso l’abitazione di Fugaku dopo aver accettato il suo invito a cena, approfittandone, per consegnare personalmente la lista dell’equipaggiamento ninja che Naruto e Sasuke avrebbero dovuto procurarsi per frequentare l’accademia. Erano già passati dodici anni, il tempo  era passato molto in fretta e si ricordava perfettamente, quando aveva aiutato le loro madri a partorire ….

La casa di Fugaku era collocata in un rione abitato da tutti gli Uchiha del villaggio: essendo la famiglia ninja più antica e potente di Konoha, in cui ogni loro membro, da varie generazioni, rivestiva ruoli molto importanti all’interno del regno del Fuoco, avevano deciso di vivere tutti insieme in un unico rione sotto la guida di un capo clan.

 Ogni clan, sottostava alle leggi del regno, ma al loro interno, avevano istituito regole e leggi particolari e quelle degli Uchiha,  erano molto severe e rigide. Con l’ascesa a capo clan di Fugaku, alcune di queste, erano state abolite, portando migliorie all’interno del suo stesso casato, anche se molti, legati alle tradizioni antiche, non le avevano accettate, fra cui, quella di abolire l’imposizione di sposarsi fra loro, garantendo la trasmissione genetica dello sharingan ai propri eredi. Anche Fugaku era stato costretto da suo padre a sposare sua cugina Mikoto, ma la loro unione era sempre stata felice e si amavano immensamente come il primo giorno in cui si erano conosciuti …. La loro felicità, non era la stessa di molti Uchiha, costretti a sposarsi senza amore e condividere il letto coniugale  fino a quando la donna non rimaneva incinta  …

La stessa sorte era toccata anche ai genitori di Fugaku …. Avevano avuto solo lui come figlio e, non sopportandosi,  condividevano insieme solo i pasti ….. Fugaku non era come loro, era una persona buona e generosa, anche se il suo carattere serio e riservato era stato temprato proprio dall’educazione impartitogli dalla nascita …. Una volta ereditato il titolo di capo clan, supportato moralmente da sua moglie Mikoto, la quale condivideva i suoi stessi pensieri, aveva introdotto nuove leggi molto più tolleranti, accettate a malincuore dai conservatori in quanto, il loro codice d’onore, gli vietava di imporsi ai comandi e ai voleri del capo clan.

Il secondo Hokage, all’epoca della sua carica, aveva dato ordine di allestire una guardiola all’entrata del quartiere Uchiha con il compito di controllare tutti coloro che entravano, per garantire massima sicurezza e protezione ai ninja più potenti di Konoha. Solo coloro, i cui nomi erano scritti su un’apposita lista, avevano libero accesso al quartiere, per gli altri invece, dovevano farsi rilasciare un apposito permesso, valevole solo una volta, firmato dall’autorità competente. Questa disposizione era ancora valida, garantendo sempre maggiore protezione e sicurezza all’intero clan.

L’ingresso del quartiere era sovrastato da un arco sorretto da due colonne in muratura, l’insegna sopra l’arco, riportava il nome degli Uchiha con a fianco raffigurato il loro stemma, un ventaglio di colore blu, bianco e rosso. L’Hokage, essendo la massima autorità di Konoha, non aveva bisogno di permessi per entrare nel quartiere, inoltre, il suo nome era stato inserito nella lista più di  trent’anni prima, dopo essere stata assegnata, con Minato, allo stesso team di Fugaku. Dovendosi allenare insieme, il padre di Fugaku, anche se non accettata di buon grado i compagni del figlio in quanto non Uchiha, fece segnare i loro nomi sulla lista di libero accesso, per permettere al figlio di continuare i suoi allenamenti anche fuori dall’accademia. Il team in cui faceva parte il futuro capo clan degli Uchiha, doveva essere il migliore e il più forte degli altri.
Gli Uchiha erano la famiglia più ricca di tutta Konoha e di conseguenza di tutto il regno del Fuoco, ma non si vantavano di tale ricchezza, perché per loro, la vera ricchezza consisteva nel possedere le migliori tecniche di combattimento fra cui lo sharingan.

Tsunade varcò l’ingresso del quartiere dopo aver saluto l’addetto alla guardiola che a sua volta, si era inchinato davanti a lei in quanto Hokage. Il quartiere era formato da numerose ville poste in entrambi i lati della via e per ultima, proprio alla fine di questa, collocata nella parte centrale, ergeva un enorme villa, la più bella di tutte, destinata al capo clan e quindi a Fugaku.

La villa era circondata da una recinzione di legno massiccio con un portone immenso, a destra era appesa una campanella dalla quale scendeva una corda. Gli Uchiha erano molto tradizionalista e le ville e i loro abbigliamenti lo dimostravano: le case erano in stile orientale e le persone adulte, indossavano sempre i kimoni quando non erano al lavoro. Tsunade tirò la corda e la campanella iniziò a suonare. Aspettò un minuto prima che il portone venisse aperto da una cameriera:

“Buona sera Hokage …. I signori la stavano aspettando!”

Fugaku aveva assunto tre cameriere per aiutare la moglie nella gestione dell’immensa villa, queste avevano molta soggezione del capo famiglia e Tsunade non poteva biasimarle dato l’aspetto serio e burbero che aveva il suo amico, anche se sapeva, essere solo apparenza, lei lo conosceva bene: Fugaku era una persona buona, giusta ed equa. Sua moglie Mikoto era molto diversa dal marito,  sempre sorridente, gentile e premurosa. Non si ricordava di averla mai vista arrabbiata, corrucciata o seria e spesso, si era chiesta se fosse realmente un’ Uchiha, nonostante avesse i capelli e gli occhi neri  come loro e possedesse lo sharingan.

“Tsunade che bello vederti, vieni accomodati pure!” Mikoto le era andata incontro come sempre, fra le due donne c’era un legame di profonda amicizia e di rispetto.
“Ciao Mikoto, grazie per l’invito a cena!”

“Per me è un piacere, sai che sei sempre la benvenuta in casa nostra … sei una di noi …  una di famiglia!”

“Ciao zia!”

 Tsunade chinò leggermente il capo, trovandosi davanti a lei un dodicenne dallo sguardo serio e cupo, la pelle diafana in completo contrasto con gli occhi e i capelli neri come la pece. Quest’ultimi erano molto particolari, lisci e aperti lateralmente da entrambi i lati della fronte come il padre, ma ribelli nella parte posteriore della testa.

“Ciao Sasuke, vedo che sei cresciuto!”

“Può darsi, anche se sono passati solo dieci giorni dall’ultima volta che ci siamo visti!”

Sasuke era sempre molto orgoglioso quando qualcuno gli faceva notare di essere cresciuto: desiderava che il suo corpo crescesse in fretta, così da permettere al suo chakra di aumentare per poter apprendere le tecniche di famiglia, fra cui l’arte del fuoco, del fulmine e della fiamma, ma principalmente, poter sviluppare a pieno il suo sharingan sviluppando tutti e tre i tomoe.

(Attivando lo sharingan, gli occhi assumo una colorazione di colore rosso e, attorno all’iride e alla pupilla, si identificano dei pigmenti neri ovvero i tomoe, permettendo al possessore di utilizzare diverse abilità a seconda dei tomoe in suo possesso).

 Solo suo padre e suo fratello Itachi era riusciti a sviluppare a pieno lo sharingan e lui, non voleva sentirsi inferiore.

Tsunade gli accarezzò la testa pur sapendo che a Sasuke quelle smancerie non piacevano, sorridendo, vedendolo ritirarsi quasi subito.

“Sasuke non essere maleducato! Tua zia ti ha fatto una semplice carezza!”

“Lascia stare Mikoto …. Sasuke sta crescendo ed è normale che per un ragazzo certe cose non piacciano  … ma vedrai che le apprezzerà, quando a fargliele sarà la sua ragazza! … Immagino che hai molte corteggiatrici, vero?”

Era risaputo da tutta Konoha che i figli di Fugaku Uchiha erano molto belli: Itachi aveva molte ammiratrici e si vociferava lo stesso anche per il fratello minore, giudicato da molti, più bello rispetto al  maggiore.

“Tze …. Sono solo oche!”

“Allora dovresti andarci d’accordo dato la capigliatura da papera che ti ritrovi ….. Ciao nonna!” 

Un ragazzino completamente diverso da Sasuke si stava dirigendo verso di loro: la sua pelle sembrava abbronzata delineando maggiormente i suoi capelli biondi e  i suoi occhi azzurri come il cielo.

“Baka!” “Dobe!” sia Tsunade che Sasuke sferrarono al biondo un pugno micidiale, scaraventandolo fuori in giardino.

“Naruto …. Dimostra più rispetto per tua zia …. Non devi chiamarla nonna!”

Il ragazzino si alzò massaggiandosi entrambe le guance colpite dai due micidiali pugni:

“Uffa …. Ma perché finisce sempre così … in fin dei conti non ho detto niente di sbagliato e lo sai anche tu zia Mikoto …. I capelli di Sasuke visti da dietro assomigliano alle piume di una papera, mentre nonna Tsunade è mia nonna punto e basta. Gli unici zii siete tu e lo zio Fugaku!”

Tsunade si mise una mano sulla fronte cercando di calmarsi, Naruto era sempre il solito, mentre Sasuke stava per andare dal biondo e dargli qualche altro pugno quando si sentì trattenere ad un braccio:

“Lascialo stare Sasuke, sai che gli piace provocarti!” Sasuke si voltò radioso, riconoscendo quella voce:

“Itachi! Sei già tornato!” buttandogli le braccia al torace … con suo fratello si lasciava sempre trasportare dai sentimenti e non gli importava di farsi vedere abbracciare il suo adorato fratello.

Itachi gli mise un braccio attorno alle spalle, mentre con l’altra mano gli spettinò i capelli come era solito fare per salutarlo.
“Ciao mamma …. Ciao zia, scusate il ritardo ma ho finito adesso!”

“Itachi, ti vedo stanco, hai due occhiaie profonde all’altezza degli occhi … dovresti riposarti di più!”

“No zia, non preoccuparti, sto bene …. E poi, anche se volessi, con queste due piccole pesti per casa non riuscirei a riposarmi!”

 Sasuke si staccò dall’abbraccio e con sguardo risentito:

“Cosa vorresti dire!”

Itachi gli mise le dita indice e medio all’altezza della fronte:

“Che quando siete in casa, tu e Naruto non fate altro che litigare e  non si sentano altro che le vostre urla!”

“Non è colpa mia …. Ma di Naruto! E’ lui che mi provoca!”

Itachi rise vedendo il volto corrucciato di suo fratello, anche se era cresciuto, rimaneva sempre il suo adorato fratellino.

“No teme, non provare a dare la colpa solo a me …. Anche tu hai le tue colpe …. Sai che non mi piace quando mi chiami arancia ambulante!”

“Tze …. Non è colpa mia se giri sempre con quella tuta arancione, facendoti assomigliare ad un’arancia …. E poi non è offensivo, dato che è anche un frutto molto buono! Tu piuttosto …. Paragoni sempre la mia testa al didietro di una papera …. Questo è molto più offensivo …. Vero Itachi? Diglielo anche tu!”

Ma Itachi stava ancora ridendo …. I litigi di quelle due piccole pesti avevano il potere di rilassarlo dopo una lunga giornata di allenamenti o scacciando i brutti ricordi dopo una missione con gli anbu.

“Diciamo che vi piace molto provocarvi ….. e anche se non lo volete ammettere, vi volete molto bene!”

“Tze …. Figuriamoci …. Lui è un dobe!”

“E tu un teme …. Ma ti voglio bene!” Naruto si buttò al collo di Sasuke, sapendo di farlo infuriare, ma allo stesso tempo per dimostrargli che per lui il diverbio era già appianato.

“Naruto, non mi toccare!” anche per Sasuke il diverbio era finito, chiamando il suo amico per nome.

Sia Itachi che Mikoto e Tsunade, risero a quel piccolo litigio, quando:

“Cos’è tutto questo baccano? …. Oh Tsunade, non ti avevo sentito arrivare! …. Itachi, finalmente sei tornato  …. Tutto bene?”

“Ciao Fugaku!”

“Ciao papà …. Si tutto bene, solo che abbiamo finito più tardi del solito, dovevamo mettere a punto una nuova strategia di attacco e così …..”

“Si si …. Immagino …. Gli allenamenti per i ninja e gli anbu sono importantissimi! …. Per quanto riguarda il baccano di prima … vedendo le guance rosse di Naruto, credo ne abbia combinata un’altra delle sue!”

“Non è vero zio …. Ho solo salutato nonna Tsunade, chiamandola nonna, e dicendo che i capelli di Sasuke assomigliano al didietro di una papera …. E loro mi hanno picchiato, non è giusto!”

Fugaku cercò di trattenersi dal ridere, ma un leggero sorriso comparve lo stesso sulle labbra. Naruto era vulcanico, pieno di brio …. la sua spontaneità lo rendeva speciale anche se a volte tendeva ad esagerare, non accorgendosi di poter turbare la sensibilità di qualcuno, ma lo faceva involontariamente senza mai usare la cattiveria nei suoi discorsi, a differenza di Sasuke, che spesso tendeva ad essere scortese e arrogante a causa del suo carattere chiuso e taciturno, tipico degli Uchiha conservatori.

“Va bene …. Lasciamo stare …. Abbiamo un ospite ed è già ora di cena, quindi è meglio che ci dirigiamo in cucina per mangiare le prelibatezze che ha cucinato tua zia, ok?”

Mikoto era un’ottima cuoca e, anche se non aveva cucinato il ramen, piatto preferito di Naruto, questo si era fiondato in una pietanza portata in tavola:

“Zia, sei sempre bravissima! Adoro la tua cucina!”

“Ti ringrazio Naruto!”

“E’ vero Mikoto, la tua cucina è insuperabile …. Sfido chiunque a dire il contrario …. Essendo Hokage, ho girato in molti villaggi, mangiando in luoghi diversi, ma nessuno, ha mai superato la tua bravura!”

“Oh, adesso basta …. Troppi complimenti per così poco …. Allora racconta un po’ Tsunade, qualche novità a palazzo?”

“Per il momento no …. Sembra che gli attacchi da parte della bande di ninja traditori siano cessati …. Ma rimane comunque lo stato di allerta … non mi fido molto e la prudenza non è mai abbastanza!”

Nella stanza calò il silenzio, erano tutti a conoscenza delle preoccupazioni di Tsunade …. La guerra era ancora viva nei suoi ricordi e anche in quelli dei coniugi Uchiha …. Naruto poi, era diventato orfano!

“Comunque …. Ho approfittato di questo invito a cena per consegnare personalmente ai miei nipotini la lista dell’equipaggiamento ninja indispensabile per frequentare l’accademia!”

“Wow! Che bello …. Fa vedere Nonna!”

Tsunade, rassegnata a quel nomignolo parentale, porse a Naruto la lista, prontamente strappata dalle mani del biondo da Sasuke.

“Ehi! Ma che modi sono questi, la nonna l’ha data a me!”

“Ma tu sei un dobe e difficilmente sai leggere, quindi ci penso io!”

“Non preoccuparti Naruto, ho portato due copie immaginando già questa scena!”

“Sei proprio la migliore nonna del mondo!” iniziando a leggere la seconda copia.

“Finalmente potrò studiare per diventare un ninja e un giorno diventerò forte come mio padre e mio fratello!”

“E io, come il mio!”

Con questa affermazione, Naruto fece stringere, involontariamente, il cuore a Fugaku e Tsunade.

“Dobe, dobbiamo impegnarci molto, così riusciremo ad aiutare i ninja di Konoha a sconfiggere queste bande criminali!”

“Non correre troppo con la fantasia Sasuke ….. ti ricordo che prima devi superare l’esame di Genin!”

“Lo so papà …. Solo che non vedo l’ora di combattere, di misurarmi insieme agli altri ….. lo faccio solo con te e con Itachi, ma so anche che non vi impegnate al massimo con me, perché non sono ancora bravo!”

“Sasuke …. Ci vuole tempo e comunque sei molto forte …. Hai imparato la tecnica della palla di fuoco suprema in una sola settimana e a undici anni …. Io l’ho imparata a tredici anni e dopo un mese di duro allenamento …. Come padre mi hai reso molto fiero di te!”

Sasuke sorrise lievemente sentendo quelle parole dette direttamente da suo padre: aveva molto rispetto per lui e lo considerava un idolo insieme al fratello, ma allo stesso tempo, aveva anche soggezione a causa della sua espressione seria ed autoritaria.

“Nonna …. Ma quest’anno verranno formati solo due team vero? Siamo solo in sette ragazzi!”

Durante la terza guerra mondiale, solo sette famiglie ninja, le più forti e potenti di Konoha avevano avuto dei figli.

“ Ti sbagli, sarete in dieci …. Quest’anno frequenteranno l’accademia anche la figlia del Kazekage di Suna, Temari, che verrà ospitata dalla famiglia Inuzuka in quanto amici di vecchia data e dalla nipote del Raikage, Ten Ten, ospite degli Hyuga, come ringraziamento per aver ospitato e allenato durante l’estate, Neji e Hinata, potenziando il loro byakugan con l’elemento dell’acqua!”

“Tze …. Il byakugan non è potente come lo sharingan!”

“Adesso basta Sasuke …. Il byakugan è un’altra abilità oculare molto rara quanto potente e temuta, non bisogna mai vantarsi delle proprie capacità ninja … te l’ho ripetuto molte volte!”

Sasuke abbassò lo sguardo, non gli piaceva essere ripreso dal padre, specie sapendo di averlo deluso in un qualche modo …. Ma era più forte di lui …. Non accettava la potenza di altre tecniche ninja che non appartenessero al suo clan ….. gli Uchiha erano i più forti!

“Nonna …. Hai detto che saremo in dieci, ma contando noi sette, più le due ragazze esterne, siamo a nove, chi è la decima persona?”

“Be’ ecco …. È una ragazzina che ha scoperto da un anno di possedere il chakra …..”

“Ma è impossibile, il chakra si manifesta sin da piccoli!”

“Naruto non interrompermi …. Questa ragazzina non sapeva di possederlo …. ha ereditato il chakra dai discendenti materni, lo so che sembra impossibile …. ma è figlia di civili e vive nel settore omega!” Lanciando uno sguardo di intesa  a Fugaku.

“Coooosaaaa!”dissero all’unisono gli altri presenti nella stanza.

“Già …. Quello che dice vostra zia è vero  ….. si chiama Sakura Yukan e frequenterà la vostra classe!”

“Wow! Allora le voci che giravano per il settore ninja erano vere  …… che bello, saremo a contatto con una del settore omega …. Ma dimmi nonna è carina?”
“Naruto? Ma ti sembrano domande da fare? ….. Comunque se ci tieni a saperlo posso dirti che per me è molto carina, anche se il suo aspetto è molto particolare, ha i capelli rosa …..”

“Come? Capelli rosa? …. Zia … per caso ha anche due occhi meravigliosi  verde smeraldo?”

I presenti si voltarono tutti verso Itachi.

“Figliolo come fai a saperlo?”

“Semplice papà …. Diciamo che l’ho conosciuta tre anni fa alla festa della primavera …. Un suo amico stava dando spettacolo ad una bancarella e per cercare di non far degenerare la scena sono intervenuto …. E’ impossibile dimenticarsi una bambina con quelle particolarità estetiche così insolite, però, se proprio ci tieni a saperlo Naruto …. posso dirti che era già molto carina tre anni fa, quindi immagino che ora lo sia di più, essendo cresciuta!….. Mi ricordo che era anche molto buona e generosa, infatti ha chiesto scusa lei per il comportamento poco opportuno dell’amico e se non mi sbaglio le ho regalato un peluche a forma di panda!”

“Wow Itachi che memoria! Certo che voi Uchiha siete formidabili in questo …. Vi ricordate sempre tutto!”

“Carina o no, buona o simpatica, quello che mi interessa è che sia una brava kunoichi, stessa cosa vale per le due ragazze provenienti dagli altri due regni … Zia … dimmi … perché vogliono frequentare la nostra accademia? Non c’è l’hanno nelle loro capitali?”

“Si Sasuke … ma la nostra è la migliore ed essendo figlie e nipote dei capi dei loro regni, vogliono che la loro preparazione ninja sia impeccabile …. Generalmente non accettiamo mai le richieste di iscrizioni provenienti dagli altri regni, ma quest’anno, essendo in pochi, due posti in più li abbiamo trovati! ….. Naruto, Sasuke …. Vi chiedo un favore …. Fate sentire a proprio agio queste tre ragazze e aiutatele a socializzare!”

“Non preoccuparti nonna, vedrai …. non ti deluderemo …. Spero solo che quella Sakura non sia distaccata come gli altri omega! …. Tutte le volte che ci vedono ci ignorano, sembra quasi che gli diamo fastidio!”

“No Naruto …. Diciamo solo che si sentono inferiori a noi non avendo il chakra …. Purtroppo questa loro inferiorità, con il tempo si è trasformata in invidia, arrivando addirittura a isolarsi fra di loro!”

“Però non è giusto zio …. Non è colpa di nessuno se qualcuno nasce con il chakra ed altri no …. Inoltre non credo che qualche ninja si sia mai vantato nei loro confronti …. Se non mi sbaglio è vietato dalla legge!”

“Hai ragione Naruto …. Ma come ti ha detto prima tuo zio la gelosia è nata con il tempo, noi ninja per non creare ulteriori problemi abbiamo assecondato le loro richieste arrivando addirittura a permettergli di collocare in due lati separati delle strade le bancarelle del settore omega con il nostro, per le due ricorrenze annuali!”

“Per me, oltre ad essere gelosi sono anche degli approfittatori …. Ci tengono a debita distanza, ma in caso di una guerra allora si ricordano di noi …. Non è giusto, tanto siamo noi che rischiamo la vita e non loro!”

“Sasuke lo so che è demoralizzante questa situazione, ma devi fartene una ragione …. Tutti i ninja la pensano come te ma non possiamo farci niente … già in passato le massime autorità del regno hanno cercato di appianare queste divergenze, ma senza mai ottenere risultati positivi, anzi, hanno sempre avuto maggiori allontanamenti …. È per questo che non interveniamo più, per paura di allontanarli ulteriormente da noi!”

Gli adulti ascoltavano con gli occhi chiusi le parole di Itachi: quello che diceva era vero, erano stati allontanati dai civili, inizialmente con la scusa di evitare l’unione delle due classi sociali e la perdita del chakra con la nascita dei loro figli, ma poi, con il tempo, si erano allontanati sempre di più fino a creare una barriera fra i due settori e l’ultima, alzata qualche anno prima, proprio con la richiesta di dividere le bancarelle dei settori nei due lati della strada per evitare ulteriori contatti fra di loro.

“Oh come si è fatto tardi …. È meglio che vada, domattina devo sbrigare molte pratiche a palazzo …. Grazie ancora per l’invito a cena …. Spero di potervi venire a trovare ancora prima dell’inizio dell’accademia, altrimenti ci vedremo direttamente il primo giorno di corso …. Essendo l’Hokage ho il dovere di fare il discorso di benvenuto alle nuove reclute!”

Dopo aver salutato tutti ed essere stata accompagnata alla porta, Tsunade tornò verso il palazzo dove alloggiava in quanto Hokage, con un pensiero per la testa: chi era Sakura? Da quale famiglia ninja proveniva?
Con i pensieri legati alle bande criminali e gli innumerevoli doveri da Hokage, non aveva avuto tempo per cercare maggiori informazioni sulla ragazzina …. Sperava solo che con lo sviluppo del suo chakra avrebbe scoperto l’origine della sua famiglia, come le aveva detto Fugaku.

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Capitolo 8
*** Cambiamenti ***


Per le vie del settore omega, camminava una ragazzina di appena dodici anni, dai lunghi capelli rosa, dal capo chino, dal viso triste e dagli occhi spenti, rendendola assente da tutto ciò che la circondava. Spesso,  doveva arrestare il suo cammino per lasciar passare le altre persone che le rivolgevano sempre sguardi di disappunto. Alcuni civili mentre la superavano, la spintonavano e altri, appoggiati ai muri o ai lampioni, sputavano sul suo cammino …. Quella ragazzina era Sakura Yukan e il comportamento ostile dei civili nei suoi confronti, era iniziato subito dopo aver appreso che possedeva il chakra. Era diversa da loro e non accettavano di convivere nello stesso settore con una kunoichi, nonostante suo padre, giudicato sempre un brav’uomo, fosse un civile. La evitavano e non mancavano mai di farle capire quanto fosse un peso per loro.

I primi tempi, Sakura piangeva sempre e suo padre cercava in ogni modo di aiutarla, senza riuscirci; più volte le aveva chiesto di confidarsi con lui, come quando era bambina, ma era inutile, lei continuava a rimanere nel suo mutismo.

Solo una volta parlò esprimendo la sua opinione, quando suo padre le disse che avrebbe parlato direttamente con l’Hokage e l’Uchiha, raccontandogli le difficoltà che doveva affrontare a causa della sua diversità. Sakura si oppose con tutte le sue forze, arrivando addirittura ad inginocchiarsi ai piedi del padre, supplicandolo di non raccontare niente a nessuno e promettendogli che prima o poi, sarebbe uscita da quel tunnel pieno di sofferenza. Entrambi però, sapevano che quella era una promessa impossibile da mantenere: l’ostilità dei civili nei confronti della rosa era molto forte e difficilmente avrebbero cambiato opinione su di lei. Il signor Yukan si sentiva impotente, adorava e amava moltissimo la sua bambina, la sua ragione di vita …. Si sentiva responsabile per averle fatto false promesse, dicendole che sarebbe stata accettata, nonostante la sua diversità, nel settore omega. Decise comunque di assecondarla, non raccontando niente all’Hokage e all’Uchiha.

Disponendo di un buon stipendio e di un equo conto in banca, decise di apportare alcune modifiche all’interno della sua abitazione, per permettere a sua figlia di vivere in pace almeno in casa sua. La loro abitazione consisteva in una piccola villetta con il vialetto d’entrata e un piccolo giardino rettangolare alla destra, mentre il lato sinistro della casa era confinante ad un incrocio stradale. Il signor Yukan, aveva fatto alzare la recinzione in muratura di un paio di metri, , aveva collocato le inferiate a tutte le finestre, mentre, all’interno della casa, aveva fatto sistemare interamente il sottotetto, trasformandolo in una piccola mansarda, diventando poi, il posto preferito della figlia.

Sakura frequentava la prima media e si presentava a scuola sempre all’ultimo minuto sedendosi nel banco in ultima fila, vicino alla porta della classe. Nessuno voleva sedersi vicino a lei e nemmeno gli insegnanti la consideravano, ignorando completamente le sue alzate di mano, ogni qualvolta ponevano una domanda agli alunni. Per fortuna era molto brava a scuola e i compiti scritti lo dimostravano, costringendo gli stessi docenti a darle il voto che meritava: il massimo. Durante la ricreazione, essendo seduta vicino alla porta, usciva sempre per prima dalla classe per andarsi a nascondere da qualche parte per poi ritornare al suono della campanella. La stessa cosa avveniva quando la lezione finiva, ma essendo al secondo piano ….. In quel periodo tornava a casa piena di lividi con i vestiti strappati o sporchi di sangue, ma, essendo dotata di DNA ninja, guariva molto facilmente tanto da riuscire a nascondere i lividi al padre, non facendolo preoccupare. Il signor Yukan sapeva che c’era qualcosa che non andava, ma sua figlia si rifiutava di raccontargli quello che le capitava, diventando anche molto brava a ricucirsi e a rattoppare i propri vestiti. Gli ultimi due mesi di scuola, suo padre era riuscito ad ottenere un permesso speciale nei confronti della figlia facendola uscire un’ora prima da scuola, con la scusa che l’anno successivo avrebbe dovuto frequentare l’accademia dei ninja e che quindi, doveva iniziare a studiare le tecniche legate al chakra. Inizialmente, la direzione si oppose, ma il signor Yukan, mantenendo un comportamento professionale e maturo, informò il preside che avrebbe ottenuto quel permesso rivolgendosi direttamente all’Hokage ….. lo stesso giorno, Sakura, iniziò ad uscire un’ora prima da scuola …..

Anche se era una kunoichi, doveva rispettare alcune regole riguardanti la sua nuova natura: non poteva usare il chakra, saltando sui tetti e correre come il vento. Per farlo, avrebbe dovuto superare un esame a fine anno scolastico accademico, ottenendo il grado di Genin e ricevendo il coprifronte del villaggio. Alla rosa non importava usare il chakra anche perché da quel giorno al monte degli Hogake, non era più riuscita a manifestare il suo potere, chiedendosi varie volte, se fosse veramente  una kunoichi.

Finalmente arrivò a casa sua e, appena entrata, sospirò profondamente …. La casa era in penombra come ogni giorno, poiché lei e suo padre uscivano sempre non prima di aver abbassato tutte le tapparelle per riparare i vetri …. Poco dopo aver apportato le modifiche alla loro abitazione si erano ritrovati dei vetri delle finestre rotte a causa di alcune pietre lanciate dall’esterno …. Anche se la recinzione era stata portata a due metri di altezza, non impediva ad alcuni civili di arrampicarsi e lanciare pietre contro la costruzione …. Quel giorno Sakura trovò la pietra che aveva rotto un vetro con attaccato un biglietto con la scritta VATTENE …. Sapeva che era riferito a lei e per non far preoccupare ulteriormente suo padre, lo aveva nascosto in una tasca della sua casacca.

La rosa appoggiò le sue chiavi di casa sulla piccola mensola posta vicino alla porta di ingresso e si incamminò verso il piccolo corridoio che conduceva alle scale per il piano superiore, alla sua destra, si trovava un piccolo salotto con un divano, un tavolo tondo da quattro persone, un mobile con la tv, mentre la cucina era dietro ad un arco proprio di fronte al tavolo. Vicino alle scale c’era la porta dell’unico bagno di quel piano. Salita le scale, sulla sinistra c’era la camera da letto di suo padre, alla destra la sua stanza e di fronte la porta del secondo bagno con a fianco un’altra piccola scala che conduceva alla mansarda. La casa, anche se era una villetta, non era molto grande, ma essendo solo in due, era più che sufficiente per le loro esigenze. Sakura iniziò a salire le scale, soffermando il suo sguardo su ogni foto appesa al muro …. Erano state scattate tutte durante il primo giorno dell’anno, quando si recava al tempio a pregare insieme al padre …. Le prime la ritraevano quando era piccola e ignara di essere una kunoichi … era sorridente e gioiosa, in braccio o abbracciata al padre, l’ultima invece, la ritraeva con lo sguardo abbassato e voltato di lato senza guardare l’obiettivo, mentre teneva per mano suo padre. Si ricordava ancora quel giorno …. Il fotografo era riluttante nel farle una foto, ma vedendo che era a fianco di suo padre, una persona molto rispettata, scattò quella fotografia …. La stessa cosa era successa anche nelle altre bancarelle …. Nessuno voleva averla come cliente e non poteva nemmeno approfittare dell’influenza del padre, rinunciando così, a comprare e a giocare, specie al suo gioco preferito, quello della pesca del pesce: era un gioco molto difficile e consisteva nel pescare un pesce con un piccolo ventaglio di carta. Il ventaglio si indeboliva appena entrava in contatto con l’acqua e, con il peso del piccolo pesce, si rompeva facilmente facendo ritornare il pesciolino a nuotare tranquillamente dentro alla vasca insieme ai suoi simili …. Era sempre stata bravissima a quel gioco, riuscendo sempre a pescare un infinità di pesci , regalandoli poi ai suoi amici o ai bambini li presente incapaci di compiere quel gioco ….

 La sua vita era cambiata per sempre e non sarebbe stata diversa nemmeno una volta entrata in accademia. Era diversa da tutto il villaggio: figlia di civili ma con il chakra.

Arrivata in mansarda, si andò a sedere nella piccola poltrona al centro della stanza illuminata dall’unico lucernaio posto sopra di essa. Quell’angolo della casa era il suo paradiso personale, dove la sua mente si liberava da tutte le preoccupazioni e sofferenze a cui era costretta a vivere. La mansarda non era molto grande e per di più, non era nemmeno sfruttabile a causa della sua collocazione sotto il tetto, le pareti laterali erano molto basse ed inutilizzabili e l’unica zona sfruttabile era quella in cui Sakura aveva collocato la poltrona sistemando accanto un piccolo tavolino. Alla rosa piaceva molto leggere e studiare, chiedendo a suo padre, in quanto funzionario del palazzo con libero accesso a tutte le istituzioni, di procurarle dalla biblioteca dei ninja, volumi riguardanti le arti magiche e le composizioni dei sigilli: anche se non sapeva usare il chakra non voleva frequentare l’accademia completamente impreparata!

Sakura prese un libro posto sul tavolino riprendendo la lettura interrotta il giorno prima, immergendosi  nuovamente nello studio del mondo ninja. Studiava per molte ore smettendo solo quando sentiva suo padre rincasare dopo il lavoro. Sakura voleva molto bene a suo padre, ma non riusciva più a confidarsi con lui: non voleva dargli altre preoccupazioni … aveva e stava facendo tanto per lei e lo amava tantissimo per questo! La stessa cosa era per il signor Yukan, i suoi sentimenti per la figlia non era cambiati, anzi, erano aumentati dopo aver saputo di aver allevato una bambina proveniente da una famiglia ninja e si sentiva responsabile per la situazione in cui l’aveva costretta a vivere. Rispettava i suoi spazi e i suoi silenzi, anche se per quest’ultimi, avrebbe voluto aiutarla di più, ma lei glielo impediva per un motivo a lui ignaro, al quale non riusciva a darsi una spiegazione logica.

“Sakura? Bambina mia …. Sono tornato!”

“Scendo subito papà!”

La rosa non correva più in contro a suo padre lanciandogli le braccia al collo come era solita fare, ma si limitava a farsi vedere e a rivolgergli un lieve sorriso mostrandogli tutto il suo rispetto e il suo amore …. Sembrava avesse dimenticato come si sorrideva a pieno. Sakura si diresse in cucina per iniziare a preparare la cena, mentre il signor Yukan saliva le scale per andare a lavarsi in attesa che la cena fosse pronta. Sakura era molto brava a fare da mangiare, era portata in cucina e aveva imparato a cucinare durante le lezioni a scuola  di economia domestica.

“Che buon profumino …. Cosa mi hai preparato di buono?”

“Niente di speciale …. Solo degli spaghetti di soia con verdure e qualche involtino di carne …. Ormai è già ora di fare la spesa!”

“Domani mi fermo a farla…. Quindi tornerò più tardi …. Ora mangiamo!”

Sakura non andava più a fare la spesa, perché gli stessi commessi si rifiutavano di servirla, ignorandola completamente. Riusciva ad acquistare qualche genere quando si recava al supermercato poiché non era servita da nessun commesso, ma il problema si presentava alla cassa …. doveva far passare tutti e l’ultima volta, circa otto mesi prima, era rimasta in fila per oltre un’ora. Come sempre non aveva raccontato l’accaduto al padre, ma la sua assenza da casa per oltre due ore, lo aveva insospettito dicendole poi, che da quel giorno ci avrebbe sempre pensato lui alla spese o ad altre compere, fra cui i suoi vestiti.

“Sei bravissima, i miei complimenti …. L’uomo che ti sposerà sarà fortunato di ….”

“Non mi sposerò mai …. Nessuno vorrà avere una come me al suo fianco!”

“Non dire così …. Non è vero!”

“Si che lo è …. E lo sai benissimo anche tu …. Chi credi voglia prendere per moglie una figlia di civili con il DNA di ninja? Gli omega mi odiano e i ninja non rischierebbero mai che il mio DNA civile soffochi il loro, generando figli senza chakra!”

“Non è vero …..”

“Invece si ….. mi sono documentata nei libri di genetica e quello che ho detto è vero …. In me scorre sangue civile e potrebbe essere predominante su quello dei ninja …. Sono e rimarrò sempre una diversa …. Ma non mi importa, basta solo che tu rimanga con me …. Sono fiera di avere un padre meraviglioso come te e sono onorata di essere tua figlia!”

“La stessa cosa vale per me …. Sei la mia bambina, la mia ragione di vita …. Mi hai ridato la voglia di vivere, dopo la morte di tua madre …. Potrai sempre contare su di me!”

Sakura si alzò dalla sedia per abbracciare suo padre …. Era da tanto che non lo faceva e le mancava tantissimo quel contatto ….. Suo padre rispose senza esitazioni, anche se nel suo cuore provava una tristezza infinita …. Un giorno avrebbe dovuto dirle la verità per tranquillizzarla sul suo futuro, avrebbe dovuto sapere di essere una vera ninja e non una civile …. Lui aveva già sessantadue anni e iniziava ad avere qualche piccolo problema di salute …. Non sarebbe rimasto per sempre con lei ……

“Forza e coraggio piccola mia …. Domani è l’ultimo giorno di scuola e potrai dire finalmente dirle addio  concentrandoti sull’accademia …. Non pensare a nient’altro, promettimi solo che continuerai a rendermi fiero di te …. Diventando un’ottima kunoichi! Me lo prometti?”

 “Si, papà …. Te lo prometto, mi impegnerò per diventare un’ottima kunoichi e per renderti fiero di me! ….. Posso chiederti un piacere? Potresti procurarmi i libri di testo per l’accademia? Vorrei iniziare a studiarli, così …. tanto da portarmi avanti …. Sarò molto indietro rispetto agli altri miei compagni e vorrei cercare di recuperare il più possibile per non essere inferiore a loro …. Almeno nello studio!”

“Certo piccola mia …. Ma non voglio che ti affatichi troppo … le vacanze estive servono per riposarti e il nuovo anno scolastico non sarà molto facile per te, dato che dovrai imparare anche a combattere!”

“Non preoccuparti papà …. Sai che adoro leggere …. E poi sarà un passatempo per me …. Non andando più a scuola non uscirò più di casa e ….”

“No, devi uscire …. L’aria ti fa bene!”

“Vedrò di andare in giardino!”

“Sempre meglio che niente! …. Vedrò di portarti qualche fine settimana nelle campagne di Konoha  … magari potrei chiedere un periodo di ferie …. Non siamo mai andati via e ….”

“No papà, niente ferie …. L’accademia prevede un equipaggiamento ninja molto costoso e ….”

“Sakura, non ho problemi economici, posso permettermi le ferie e i tuoi studi, non preoccuparti!”

“Va bene …. Ci penseremo poi!” Sakura si alzò dalle ginocchia del padre, iniziando a sparecchiare per poi lavare i piatti …. Era più serena dopo aver parlato con lui, ma non gli avrebbe mai permesso di spendere altro denaro …. Ne aveva spesi già troppi per apportare le modifiche alla loro casa.

Il giorno dopo Sakura corse a scuola con una carica in più, quello sarebbe stato il suo ultimo giorno e poi non avrebbe più rivisto i suoi compagni … ma purtroppo essendo l’ultimo giorno, tutti gli studenti finirono le lezioni dopo pranzo e la maggior parte volle salutare la rosa a modo loro, sotto lo sguardo indifferente dei docenti e a quello divertito di altri, con palle di fango per le mani ….. Sakura strinse i denti, trattenendo le lacrime ed aspettando che quella tortura finisse …

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Capitolo 9
*** Primo approccio al settore ninja ***


Il giorno seguente, verso le nove del mattino, Tsunade uscì dal suo ufficio per raggiungere quello del signor Yukan e consegnargli personalmente la lista dell’equipaggiamento ninja cha avrebbe dovuto procurare per Sakura.

Il signor Yukan era concentrato sul suo lavoro, tanto da non accorgersi dell’entrata dell’Hokage.

“Buon giorno signor Yukan!”

La sorpresa di ritrovarsi davanti Tsunade in persona, per poco non fece cadere dalla sedia il signor Yukan.

“Oh … M-mi scusi Hokage …. Non l’ho sentita entrare! …. Buon giorno anche a lei …. a cosa devo l’onore della sua visita?”

“Sono venuta solo per consegnarle la lista dell’equipaggiamento ninja che dovrà procurarsi Sakura …. L’inizio dell’accademia è previsto fra due settimane e ….”

“Si, lo sappiamo …. La ringrazio per la cortesia! Questo fine settimana mi fermò a comprarle il necessario!”

“Può andarci Sakura …. insieme alla lista ho incluso il permesso che l’autorizza all’acquisto dell’equipaggiamento …. inoltre credo sia opportuno che inizi ad ambientarsi nel settore ninja …. da quando abbiamo scoperto che è una kunoichi, non l’ho mai più rivista ….. mi dica signor Yukan ….. Sakura ha accettato la sua nuova natura? Ha avuto dei problemi, specie nel settore omega?”

Il signor Yukan sbiancò, ma aveva promesso a sua figlia di non raccontare niente all’Hokage e all’Uchiha, quindi, cercò di controllare il suo comportamento:

“Be’ si …. all’inizio non è stato facile, ma poi l’ha accettato …. pensi che Sakura mi ha chiesto di procurarle vari volumi riguardanti le arti magiche, inoltre ha già iniziato a studiare i libri di testo del primo anno di accademia …. non vuole essere impreparata rispetto ai suoi nuovi compagni!”

“Mi fa molto piacere sapere dell’interesse di Sakura verso il mondo ninja … le fa onore ….. sa già la verità sulle sue origini?”

Il volto del signor Yukan si incupì maggiormente.

“No ….. non c’è l’ho fatta! …. Quest’anno, come le ho già detto, non è stato facile per lei e non mi sembrava il caso di dirle che era stata adottata!”

“Capisco …. ma si ricordi che prima o poi dovrà dirgliela! …. Tornando all’equipaggiamento …. potete acquistarlo al negozio di fianco all’accademia, è molto ben fornito e il materiale è ottimo, oppure, se preferite, direttamente in accademia! Dispone di tutto il necessario, nel qual caso durante gli allenamenti qualche arma dovesse rompersi …. Il materiale non è ottimo ma ….. è gratuito!”

“La ringrazio per l’informazione …. ma ho abbastanza denaro per permettermi di comprare l’equipaggiamento necessario a mia figlia …..  da padre, vorrei darle il meglio!”
“Mi scusi, non volevo apparirle scortese …. volevo solo informarla di questa possibilità!”

“Non si deve scusare …. anzi …. è stata molto gentile e la ringrazio infinitamente!” prendendo entrambi i fogli e inserendoli con cura nella sua borsa.

“Si figuri, è stato un piacere! …. Buona giornata!”

Quella stessa sera, il signor Yukan informò Sakura dell’incontro avvenuto in mattinata con l’Hokage, consegnandole poi la lista  insieme al  permesso per acquistarlo.

“Accidenti papà quanta roba! …. Non so se sarò in grado di padroneggiare tutte queste armi!”

“Non preoccuparti bambina mia, vedrai che imparerai …. l’accademia serve anche a questo, ad insegnare ad usare le armi! Aspetta …. mi sono dimenticato di darti i soldi …. oggi mi sono fermato in banca a prelevare …. spero siano sufficienti, altrimenti farò un altro prelievo!” porgendole una busta piena di contanti.

“Non dovevi papà …. posso prendere il materiale dirittamente in accademia dato che è gratuito e ….”

“No Sakura!  L’Hokage  ha detto che l’equipaggiamento fornito dall’accademia non è ottimo come quello del negozio …. non voglio che ti senti inferiore rispetto ai tuoi compagni, inoltre, posso permettermi di pagarti gli studi, non preoccuparti!”

“Ma …..”

“Niente ma! Ho detto che andrai in negozio e ci andrai …. finora non mi hai mai disubbidito e non vorrei che iniziassi proprio adesso!”

Sakura rimase sorpresa nel sentire le parole autoritarie del padre: non si era mai rivolto così con lei. Chinò il capo e:

“Va bene papà …. scusami, è solo che mi dispiace farti spendere altri soldi!”

“Scuse accettate! … Ora prendi la busta con i soldi e domani sera voglio vedere su questo tavolo tutto l’equipaggiamento richiesto, d’accordo!”

“Domani no … preferirei andarci la settimana prossima …. sicuramente il negozio ninja sarà invaso da tutti gli studenti e …..”

“Ho capito! Hai paura di avere troppi sguardi puntati addosso e speri che fra una settimana ci siano meno persone al negozio, vero?” Il signor Yukan sospirò profondamente: “Va bene …. ci andrai la settimana prossima, ma ricordati che prima o poi dovrai superare questa tua paura anche perché, quando inizierai l’accademia, dovrai per forza frequentare il settore dei ninja!”

“Grazie papà!” abbracciandolo forte per poi dargli la buona notte e salire in camera sua.

Sakura si sdraiò nel letto con lo sguardo fisso verso il soffitto: non le interessavano gli sguardi su di lei, ormai era da più di un anno che ci aveva fatto l’abitudine nel suo settore e sarebbe stato lo stesso  anche in quello dei ninja. Voleva andare a comprare l’equipaggiamento fra una settimana perché sarebbero iniziate le scuole nel settore omega e lei avrebbe evitato di incontrare i suoi vecchi compagni, evitando i pestaggi e gli insulti che le riservavano ogni qual volta che la incontravano. Dall’ultimo giorno di scuola, non era più uscita da casa, convincendo suo padre a non andare in villeggiatura tranne per qualche picnic organizzato nelle campagne circostanti a Konoha.

La settimana passò velocemente ed era arrivato il giorno in cui Sakura sarebbe dovuta andare per la prima volta, da sola, al settore ninja.

Uscì da casa verso le quattro, raggiungendo di corsa il settore dei ninja. A quell’ora le strade del settore omega erano semi deserte, dato che le scuole finivano alle quattro in punto, lo stesso orario in cui aprivano i negozi, mentre gli altri civili, erano ancora al lavoro. Avrebbe trascorso un paio d’ore nel settore ninja, acquistando l’equipaggiamento e visitando l’accademia, dato che per le reclute del primo anno era previsto una guida orientativa al suo ingresso. Poi, verso le sei, si sarebbe presentata davanti al palazzo dell’Hokage ad aspettare suo padre all’uscita dal lavoro. Rientrando a casa con lui, nessuno dei civili si sarebbe permesso di dirle o  farle qualcosa.

Come immaginava le strade del suo settore erano semi deserte, tranne per qualche abitante che non si era risparmiato di fulminarla con lo sguardo dimostrando tutto il suo disappunto verso di lei, ma ormai Sakura si era abituata e quegli sguardi, tanto da non farci più caso. Raggiunse finalmente il settore dei ninja: era pieno di persone che passeggiavano e alcune di queste, entravano e uscivano dai vari negozi. Appena si accorsero di lei, iniziarono a guardarla in modo sorpreso ed incredulo …. Non erano abituati a vedere una civile nel loro settore, ma nessuno di quegli  sguardi era fatto di disprezzo o di superiorità nei suoi confronti.

Sakura continuava a tenere il capo chino, come era solita fare, alzando di tanto in tanto lo sguardo per cercare il negozio. Non conosceva quel settore e non sapeva dove andare, doveva camminare fino a quando non lo avesse trovato. Involontariamente andò ad urtare contro qualcuno, subito si inchinò chiedendogli scusi per la sua distrazione, senza però alzare lo sguardo.

“Sakura Yukan? Sei proprio tu?”

La rosa, sorpresa nel sentir pronunciare il suo nome, alzò lentamente lo sguardo, rimanendo sempre inchinata con le mani appoggiate sulle ginocchia, spalancando gli occhi e la bocca, appena riconobbe il volto della persona urtata:

“S-signor U-uchiha! M-mi dispiace …. Sono m-mortificata, i-io n-non l’avevo v-vista e …”

“Tranquilla, non preoccuparti, non è successo niente, ora alzati! …… Mi fa piacere vederti dopo tanto tempo, dove stavi andando? Mi hai dato l’impressione che stessi cercando qualcosa!”

“S-si … stavo cercano il negozio per procurarmi l’equipaggiamento …. So che è vicino all’accademia e volevo approfittare anche per visitarla …. Ma non so dove siano!”

“E’ naturale, non sei mai venuta qua …. Vieni, ti accompagno io!”

“N-no, n-non si d-disturbi … mi bastano solo le indicazioni e …..”

“Hai detto che vuoi visitare l’accademia vero? Si visita solo di mattina e con un accompagnatore …. Io posso entrare in qualsiasi momento e farti da guida!”

“C-come? N-no, n-non v-voglio disturbarla …. I-immagino che abbia questioni molto più importanti da svolgere anziché accompagnarmi …. N-non è p-poi c-così i-importante visitare l’accademia …. E-era solo una curiosità, per sapere dove andare il primo giorno!”

“Nessun disturbo, mi fa piacere accompagnarti …. Inoltre sarai una compagna di mio figlio e di mio nipote”

“S-suo f-figlio e s-suo n-nipote?”

“Si, il mio secondo genito …. Sasuke Uchiha e mio nipote acquisito, Naruto Uzumaki,  figlio del mio migliore amico, Minato Namikaze!”

“Minato Namikaze? …. Ma non è il nome del quarto Hokage? L’eroe della terza guerra?”

“Esatto, proprio lui …. Ora seguimi, ti accompagno all’accademia!”

Sakura stava per mettersi dietro all’Uchiha, ma Fugaku le fece cenno di camminare al suo fianco e la rosa ubbidì timidamente.

Durante il tragitto nessuno dei due parlò. Fugaku non era una persona particolarmente loquace, mentre Sakura continuava a torturarsi la mente dopo aver appreso di diventare la compagna di classe di due ragazzi molti importanti e noti: sicuramente dovevano essere degli ottimi ninja, mentre lei non riusciva nemmeno ad usare il suo chakra.

“Eccoci arrivati!”

Sakura alzò lo sguardo, trovandosi di fronte un enorme edificio completamente recintato da mura alte circa quattro metri. Il cancello d’entrata era chiuso e Fugaku suonò il campanello a fianco, comunicando il suo nome al ricevitore sopra di esso. Il cancello si aprì all’istante.

“Vieni, entra!”

Sakura rimase indietro ammirando l’enorme area interna dell’accademia, era per lo più asfaltata tranne per qualche albero piantato lungo il viale di ingresso. Una volta entrata, sembrava una semplicissima e comunissima scuola, come quelle che aveva frequentato nel settore omega. Vide una persona molto strana avvicinarsi a loro: il suo aspetto era molto buffo a causa delle spesse sopracciglia e della lucente capigliatura nera a scodella. Indossava una tuta verde e il suo modo di camminare insieme al suo sorriso smagliante, lo rendevano particolarmente stravagante.

“Ehilà Uchiha! Quale onore!”

“Gai! … Scusa la mia intrusione, ma volevo mostrare l’accademia ad una nuova kunoichi …. Sakura, ti presento Gai Maito, lui sarà il tuo insegnante durante il primo mese di accademia … vi insegnerà le basi delle arti magiche per poi essere sottoposti ad un piccolo esame da cui vi divideranno nei vostri rispettivi team!”

“Sakura? ….. Tu sei Sakura Yukan? …. E’ un vero piacere conoscerti! …. Ma Fugaku si è dimenticato di dirti la cosa più importante  di me …. “ iniziando a fare qualche mossa di karate: “Sono Gai Maito, soprannominato la Bestia verde della Foglia!” finendo la presentazione con il braccio destro teso in avanti e inginocchiato sulla gamba destra, mentre il braccio e la gamba sinistra  piegati a novanta gradi.

Sia a Fugaku che a Sakura, comparve un enorme gocciolone all’altezza della tempia …. Quella presentazione era assolutamente ridicola!

“E’ u-un vero p-piacere conoscerla, professore!”

“Il piacere è tutto mio ….. sono proprio curioso di vederti all’opera …. non ho mai sentito dell’esistenza di una  Kunoichi figlia di civili!”

La rosa abbassò il capo tristemente, mentre Fugaku fulminò con lo sguardo quel folle di Gai.

“Gai …. Non ti sei accorto che l’hai messa in imbarazzo? Modera il linguaggio!”

Gai guardò Sakura, accorgendosi che aveva il volto chino e triste:

 “Non volevo metterti in imbarazzo! …. Non era mia intenzione! … Sono curioso per natura …. ogni anno non vedo l’ora di conoscere le potenzialità dei miei studenti e tu non fai eccezione!”

Non era stato un gran discorso, ma abbastanza per tranquillizzare Sakura e farle alzare il capo, mostrando un lievissimo sorriso.

“Se non ti dispiace Gai …. Ci penserei io a far visitare l’accademia a Sakura, tu ritorna pure al tuo lavoro!”

“Sissignore!” mettendosi sull’attenti per poi correre via alla velocità della luce.

“Non ci far caso Sakura …. come avrai già notato, Gai è una persona molto strana, ma è molto in gamba ed è un ottimo ninja …. anche suo figlio frequenta l’accademia, ha un anno in più di te ed è strano come suo padre …. inoltre è la sua copia esatta …. si chiama Rock Lee!”

Fugaku iniziò a mostrare l’accademia a Sakura, c’erano molte stanze enormi , rivestite con materiali specifici per l’assorbimento dei colpi e difficilmente venivano usate dai cadetti in quanto si allenavano nei campi di allenamento, assegnati ai singoli team, indifferentemente dal clima esterno.

“E per finire …. questa sarà la tua aula!”

Sakura rimase sbalordita, non aveva mai visto un’aula a gradinata! Si guardò intorno, notando che c’era solo una porta d’entrata proprio di fronte alla cattedra e a tre grandi finestre che illuminavano l’intero ambiente.

“Ti piace? …. Comunque non preoccuparti, dovrai stare qua dentro solo un mese, poi, una volta formati i team, starai per lo più  ai campi di allenamento!”

“Mi scusi …. ma cosa sono i team?”

“Giusto, non lo sai! …. Dopo aver sostenuto un piccolo esame, la commissione valuterà la vostra preparazione e le vostre potenzialità, dividendovi in piccole squadre, chiamate appunto team, per cercare di bilanciare la vostra forza, aiutandovi a migliorare a vicenda …. una volta superato l’esame di Genin, i team parteciperanno a missioni esterne al villaggio per mettere in pratica gli insegnamenti appresi durante l’ anno accademico ma non temere, le missioni non saranno particolarmente difficili, inoltre, avrete con voi un maestro che vi insegnerà l’arte del combattimento …. Ti è tutto chiaro?”

“C-credo di si! …. Per caso sa quanti siamo in classe?”

“Sarete solo in dieci ….. come già sai, ci sarà mio figlio Sasuke, mio nipote Naruto, Shikamaru Nara, Neji e Hinata Hyuga, Kiba Inuzuka, Ino Yamanaka, Temari  figlia del Kazekage e Ten Ten nipote del Raikage.

Sakura sbiancò di colpo, mentre il suo cuore perse un battito: avrebbe frequentato l’accademia con i figli dei migliori ninja di Konoha e del regno del Fuoco, insieme alla figlia e alla nipote dei grandi capi degli altri due regni.

“Non fare quella faccia …. Non preoccuparti, sono tutti dei bravi ragazzi! Vedrai che farai amicizia molto facilmente! …. Su vieni, ti accompagno all’uscita!”

Quelle parole non furono per niente rassicuranti per Sakura che continuò a camminare a testa bassa con mille pensieri e mille preoccupazioni per la testa ….

“Ah …. forse non ci hai fatto caso …. ma qui all’accademia non c’è la mensa interna!…. Vedi …. essendo impegnati negli allenamenti, non avrete mai gli stessi orari per la pausa, quindi ogni studente dovrà provvedere al proprio pranzo portandoselo da casa!”

“Si, nessun problema … lo facevo anche nella mia scuola!”

“Come? Mi sembra di ricordare che le scuole omega abbaiano la mensa interna!”

“Oh s-si …. M-ma p-preferivo portarmelo da casa …. S-sa, il cibo non era niente di speciale!”

Fukagu guardò Sakura in modo serio e pensieroso, quella dichiarazione non lo aveva convinto, ma  preferì non chiederle niente: infondo, mangiare o meno in una mensa scolastica, non era molto importante!

Sakura aveva smesso di mangiare in mensa, non solo perché non era accettata, ma perché i compagni le gettavano addosso le vivande che gli avanzavano e dopo, toccava a lei ripulire sotto l’ordine dei docenti che l’accusavano di aver aizzato  i suoi compagni.

Una volta usciti dall’accademia, Fugaku indicò a Sakura dove trovare il negozio per l’equipaggiamento. La rosa ringraziò l’Uchiha per la gentilezza, inchinandosi come forma di rispetto e di gratitudine per poi correre via.

Il negozio era dietro all’angolo dell’accademia ed era molto grande, Sakura entrò e rimase subito affascinata vedendo tante scansie piene di armi e di varie oggettistiche. Iniziò a guardare ogni articolo, alcuni li conosceva dai libri di testo, altri non aveva idea di cosa potessero essere …. Camminava estasiata per tanta bellezza, dentro di sé sentiva crescere il desiderio di imparare ad usare tutte quelle armi, mentre la sua testa le diceva di non farsi illusioni, dato che non riusciva nemmeno a manifestare il suo chakra. Stava per dirigersi verso il banco, per chiedere aiuto alla commessa quando:

“Hai sentito la novità Shena? Quest’anno non frequenteranno l’accademia solo i figli delle più potenti famiglie ninja di Konoha, ma anche la figlia del Kazekage e la nipote del Raikage …. Inoltre le voci di una kunoichi del settore omega sono vere, infatti, da quest’anno frequenterà anche lei l’accademia!”

“Si lo so! …. Certo che sarà molto strano per lei …. voglio dire …. è figlia di civili e dicono abbia ereditato il chakra dai discendenti della madre defunta!”

“Già …. però è fortunata, sapendo che sarà in classe con il miglior partito del villaggio!”

“Oh bè di questo puoi starne certa …. sono un ottimo partito e …..” la commessa, nonché titolare del negozio, si fermò sentendo sbattere la  porta d’entrata.

“Ma chi è uscito? …. Mah! …. Comunque, finendo il discorso, dovremo cercare tutti quanti di far sentire a proprio agio quella ragazzina, non sopporterei che si sentisse esclusa  …. spero di conoscerla presto per darle il benvenuto!”

 “Hai ragione …. finora, tutte le persone con cui ho parlato la pensano esattamente come te! Nessuno vuole farla sentire a disagio! ….. Speriamo solo non sia schiva verso di noi come tutti gli altri cittadini del settore omega!”

“Speriamo …. dobbiamo impegnarci per farle capire che non ci sentiamo superiori ai civili, come invece pensano da ormai troppo tempo!”

Dietro ad una scansia, una giovane kunoichi dai lunghi capelli corvini e dagli occhi perlacei, aveva sentito tutto il discorso delle due donne e aveva visto di sfuggita una ragazza dal colore insolito dei capelli, uscire di corsa dal negozio, mentre lei era intenta a cercare qualche arma. Il discorso delle due donne l’aveva messa in imbarazzo, non solo perché era molto timida di natura, ma perché era stata definita un buon partito. Lei era Hinata Hyuga: la sua famiglia era molto potente ed influente a Konoha, grazie  alla loro dote oculare, il byakugan,. Suo padre le aveva sempre insegnato a non vantarsi con nessuno della sua posizione sociale e trattare tutte le persone allo stesso modo, raccomandandosi poi, di accettare fra loro la kunoichi del settore omega per farla sentire a proprio agio.

Sakura corse fuori dal negozio con la consapevolezza di non essere accettata neanche in quel settore. Il discorso delle due donne era molto chiaro: lei era un’omega e se avesse voluto socializzare, avrebbe dovuto approfittare dell’influenza dei suoi nuovi compagni, appartenenti alle famiglie più potenti dei tre regni del mondo ninja.
Non avrebbe mai permesso che qualcuno la giudicasse superficiale e approfittatrice …. avrebbe mantenuto il distacco più totale con i suoi nuovi compagni, sperando almeno, che questi non la maltrattassero come i ragazzi omega!

Senza accorgersene, si trovò proprio di fronte alla sua futura scuola e suonò il campanello identificandosi al ricevitore …. il cancello si aprì e Sakura vide andarle incontro il professor Gai ….

Verso le sei del pomeriggio la rosa era davanti al palazzo dell’Hokage ad aspettare suo padre:

“Sakura? Ma cosa ci fai qua?”

La rosa si voltò appena, mostrando uno zaino sulla schiena.

“Hai già comprato tutto l’equipaggiamento? Mi fa molto piacere! …. Hai avuto abbastanza denaro?”

“Si ….ma non ho speso niente! …. L’ho preso in accademia ….  il negozio avevano finito tutto quello che mi serviva e così …..” Sakura aveva abbassato lo sguardo, non le piaceva mentire a suo padre ma non poteva dirgli quello che aveva sentito al negozio, lo avrebbe fatto rattristire ulteriormente.

Suo padre la conosceva molto bene e capì subito che stava mentendo. Sapeva  che lo faceva solo per non recargli dispiacere …. sicuramente doveva essere successo qualcosa al negozio … avrebbe tanto voluto chiederle cosa, ma sapeva che non avrebbe mai ottenuto risposta. Sospirò tristemente:

 “Ho capito …. Va bene lo stesso! Ora andiamo a casa!” prendendole dolcemente la mano e incamminandosi verso la loro abitazione.

 

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Capitolo 10
*** I nuovi compagni ***


Per Sakura la settimana passò troppo velocemente e quel giorno, avrebbe iniziato a frequentare l’accademia. Era triste al pensiero di lasciare la sua casa, l’unico posto in cui si era sentita al sicuro e protetta in quei mesi estivi ….

Scese le scale per raggiungere suo padre in cucina:

“Buon giorno bambina mia, viene e fare colazione!”

“Buon giorno papà …. veramente non ho fame …”

“Non hai fame perché sei emozionata sapendo che oggi comincerai l’accademia?”

“Già …. le vacanze estive sono finite e mi aspetta un intero anno scolastico e poi non so se ….”

“Lo sapevi che prima o poi sarebbero finite le tue vacanza, anche se non si possono definire tali, dato che non sei mai uscita di casa se non per andare a fare qualche picnic in campagna! ….. Poi se fossi in te, non mi preoccuperei tanto per l’anno scolastico … sei sempre stata molto brava a scuola e vedrai che te la caverai molto bene anche in accademia! …. Ora bevi almeno un po’ di latte, non puoi uscire di casa a stomaco vuoto, pensa se durante la lezione dovesse brontolarti lo stomaco!”

Sakura rabbrividì al pensiero della brutta figura che avrebbe fatto davanti ai suoi nuovi compagni …. non che le importasse la loro considerazione, ma aveva pur sempre una propria autostima!

Si fiondò a mangiare le sue fette biscottate spalmandogli sopra un bel po’ di marmellata alla ciliegia, la sua preferita bevendo poi non uno, ma bensì tre bicchieri di latte, tutto sotto lo sguardo divertito e compiaciuto del padre. Il signor Yukan, anche se non riusciva ad aiutare moralmente sua figlia, sapeva sempre come spronarla nelle piccole cose ….

“Ahhh …. Adesso mi sento proprio bene!” Sakura si stiracchiò e si massaggiò lo stomaco dopo aver finito di fare colazione.

“Sakura, vedo che indossi lo stemma degli omega …. essendo una kunoichi puoi toglierlo da tutti i tuoi indumenti …. mi sembrava di avertelo detto!”

“Si, ma non voglio! …. Vivo in questo settore e poi, se lo togliessi …. sarebbe come rinnegare la mia famiglia ….. rinnegare te …. mentre per me sei la persona più importante della mia vita …. sei il mio papà!”

Al signor Yukan gli si strinse il cuore …. le parole di Sakura erano state dette con sincerità e amore: come avrebbe mai trovato la forza per dirle che non era il suo vero padre?

“Papà? Tutto bene? Perché quella faccia?”

“Oh no, niente! …. È solo che mi hai commosso! ….. Adesso andiamo, facciamo un po’ di strada insieme!”

Il primo mese di accademia, prevedeva la frequenza dalle 9 alle 13, Sakura poteva fare tranquillamente la strada insieme al padre senza rischiare di essere importunata dai civili, mentre, quando finivano le lezioni,  gli studenti omega erano ancora a scuola ….. Solo dopo la formazione dei team gli orari sarebbero cambiati, aumentando i rischi di incontrare gli abitanti del suo settore …..

Durante il tragitto nel settore omega, non mancarono sguardi di disappunto degli omega nei confronti di Sakura, ma nessuno osò dirle o farle niente per rispetto del signor Yukan.
Arrivati nel settore dei ninja, la rosa salutò il padre per poi dirigersi verso l’accademia …..

Nello stesso tempo, anche Sasuke e Naruto si stavano dirigendo all’accademia, accompagnati da Itachi e da Fugaku. Entrambi avevano detto di dover parlare con Tsunade, dato che avrebbe dovuto fare il discorso di benvenuto ai nuovi cadetti, ma i due ragazzini sapevano che in realtà non si sarebbero mai persi il loro primo giorno di accademia ….. non era un semplice primo giorno di scuola, ma l’inizio della loro formazione ninja!

Sasuke era orgoglioso di camminare a fianco di suo padre e di suo fratello …. gli piaceva vedere quanta ammirazione e quanto rispetto provavano i cittadini di fronte ai suoi famigliari, non solo per il clan di appartenenza, ma anche per la loro forza combattiva …. Sasuke sperava di diventare come loro, era il suo sogno nel cassetto …. voleva rendere orgoglioso suo padre e voleva dimostrare al suo amato fratello di essere un ottimo combattente come lui.

Naruto invece, camminava con le braccia incrociate all’altezza della testa, sfoggiando il suo solito sorriso a trentadue denti. Lui era il figlio del quarto Hokage, proclamato eroe nella terza grande guerra e, il suo sogno, era quello di diventare forte e valoroso come il padre e magari, diventare un giorno l’Hokage del villaggio come il defunto genitore.

Arrivati all’accademia, molti studenti si voltarono in direzione del quartetto, inchinandosi in segno di rispetto nei confronti dei due Uchiha maggiori e guardando estasiati le due nuove reclute …. avrebbero fatto carte false pur di potersi allenare con loro …. lo sharingan e il rasengan erano considerate le migliori tecniche ninja di tutti i Regni!

“Dobe andiamo in classe …. ciao Itachi, ciao papà!”

“Ciao Sasuke, ciao Naruto …. mi raccomando, fatevi onore e tu Naruto …. cerca di non fare il solito buffone!”

“Io non sono un buffone zio …. lo sai che mi piace divertirmi e per quanto ne so, nessuno sembra disprezzare il mio carattere …. fatta eccezione per tre sociopatici ….. Neji, Shikamaru e ovviamente il teme!”

“Sociopatico a chi?” Sasuke iniziò a rincorrere Naruto, mentre questo scappava ridendo come un forsennato.

Itachi e Fugaku guardarono la scena divertiti: quei due non si smentivano mai!

“Itachi, dato che sono in accademia, ne approfitto per salutare tua zia, tu cosa fai?”

“Vengo anch’io …. dopotutto siamo entrambi qua con la stessa scusa di doverle parlare!” Guardando con la coda dell’occhio il padre mentre le labbra si erano incurvate in un lieve sorriso beffardo.

Fugaku cercò di mantenere il suo solito comportamento serio e burbero, anche se le parole del figlio maggiore lo avevano fatto lievemente sussultare capendo di essere stato scoperto …. “Andiamo!” fu l’unica parola che uscì dalla sua bocca.

Il corridoio era pieno di studenti che si stavano preparando per raggiungere i loro campi di allenamento: dato che erano più grandi, non avevano più bisogno di seguire le lezioni ma solo di fare pratica nelle arti del combattimento. Appena videro i due Uchiha, lasciarono libero il passaggio, ammirando incantati le loro maestose figure: la maggior parte dei ninja di Konoha avevano come modelli ideali, Fugaku, Tsunade e Itachi … specie quest’ultimo … giudicato da tutto il villaggio, un vero talento, tanto da diventare capitano anbu all’età di soli tredici anni.

Raggiunto la presidenza:

“Ciao Tsunade, sapevo di trovarti qua!”

“Fugaku! … Itachi! …. Come mai siete qua? Ah ….  immagino che siate venuti con la scusa di parlarmi, mentre in realtà, eravate talmente emozionati all’idea che Sasuke e Naruto iniziassero l’accademia! Vero?”

Itachi sorrise mentre il padre arrosì lievemente …. anche Tsunade aveva capito la loro messa in scena!

“Volete rimanere con me per il discorso inaugurale ai nuovi cadetti? Così avrete modo di conoscere anche la figlia del Kazekage e la nipote del Raikage …. Che ne dite?”
“No, non importa …. Ho tante carte da esaminare alla centrale!”

“Anch’io devo declinare l’invito zia …. fra un po’ inizio gli allenamenti con la mia squadra!”

“Va bene! …. Ah Fugaku, potresti farmi la cortesia di portare questa richiesta d’acquisto di altri armi da equipaggiamento ninja, all’ufficio contabile del palazzo?”

“D’accordo! …. Ma siamo solo al primo giorno e già i cadetti hanno danneggiato le loro armi?”

“No ….  è solo che Sakura Yukan si è procurata tutto l’equipaggiamento qui in accademia …..”

“Come? Sakura Yukan? …. Strano! L’ho incontrata la settimana scorsa mentre cercava il negozio per acquistare il materiale richiesto …. le ho dato personalmente le indicazioni e nel mentre, l’ho accompagnata anche in accademia per fargliela visitarla!”

“Anche il signor Yukan mi ha detto che si sarebbero riforniti al negozio anziché all’accademia … “

“Scusate la mia intromissione, ma non capisco dove sia il problema! L’importante è che Sakura abbia l’equipaggiamento richiesto!”

 “Hai ragione Itachi …. ma io e tua zia abbiamo fatto una semplice constatazione!”

“Tuo padre ha ragione Itachi, è stata una semplice constatazione …. ora è meglio che vada …. Gai mi sta aspettando ….. conoscendolo, credo abbia in mente qualcosa per annunciarmi ai ragazzi!”

I tre presenti si guardarono negli occhi per poi ridere sonoramente, immaginando le mosse assurde del ninja.

Intanto Naruto era arrivato di corsa in aula cercando rifugio e protezione dietro il corpo di una ragazzina bionda dagli occhi azzurri.

“Ciao Naruto è da tanto che non ci vediamo …. denoto che ti stai nascondendo, immagino che ne hai combinata un’altra delle tue e che Sasuke ti stia rincorrendo per darti una bella lezione, vero?”

“Ciao Ino è bello anche per me rivederti … si Sasuke mi vuole picchiare solo perchè ho detto la verità …. definendolo un sociopatico come Neji e Shikamaru!”

Improvvisamente due pugni colpirono la testa del biondo ….

“A chi sociopatico?” dissero all’unisono due ragazzi, mentre sfoderarono entrambi un pugno alla testa del biondo facendogli spuntare due bernoccoli enormi ….

“Ahi ahi …. ma che modi sono!”

“Tze …. Naruto sei sempre una scocciatura!” un ragazzo dai capelli raccolti in un codino a forma di ananas, aveva incrociato le mani dopo aver parlato al biondo …. era Shikamaru Nara!
“Non cambierai mai …. sei un caso irrecuperabile!” questa volta a parlare era stato un altro ragazzo dai capelli lunghi e neri, dagli occhi perlacei …. Neji Hyuga!

“Eccoti dobe …..” Sasuke tirò un pugno sulla guancia del biondo facendolo volare dall’altra parte dell’aula atterrando direttamente sopra un compagno appena entrato, con a fianco una ragazza dai capelli biondi, raccolti in quattro codini.

“Ehi Naruto, ma ti sembra il modo? Mi hai fatto cadere!”

“Oh ciao Kiba …. Non è stata colpa mia, ma di Sasuke ….. ehi, chi è quella ragazza? E’ per caso Temari del regno dell’Aria?”

“Si, sono proprio io … è un piacere conoscerti Naruto …. Kiba mi ha parlato di ognuno di voi e devo dire che la sua descrizione è stata impeccabile!”

“E cosa ti avrebbe detto di me? Spero cose belle!”

“Sicuramente gli avrà detto che sei un dobe!” Sasuke, insieme agli altri ragazzi aveva ascoltato la presentazione della ragazza.

“E’ un vero piacere conoscervi e spero che diventeremo amici!” Temari si diresse verso il centro della gradinata dove erano raggruppati gli altri ragazzi.

Nello stesso istante Hinata entrò in aula insieme ad un’altra ragazza castana con i capelli raccolti in due chignon.

“Finalmente Hinata! Sei arrivata!…. Ragazzi vi presento Ten Ten, la nipote del Raikage!”

“S-scus-a N-eji è c-che ….”

“E’ colpa mia Neji …. ho chiesto ad Hinata di farmi visitare molto velocemente l’accademia ….. comunque è un vero piacere fare la vostra conoscenza!” avvicinandosi al gruppo per le presentazioni.

Si avvicinò anche Naruto, mentre continuava a massaggiarsi le parti colpite ….

“Tu devi essere Naruto vero?”

“Esatto … molto piacere Ten Ten …. Ciao Hinata!”

La corvina diventò rossa come un pomodoro …. a causa della sua timidezza si imbarazzava moltissimo quando qualcuno la salutava, specie, se questo qualcuno, era un biondino di sua conoscenza.

Ino sorrise avvicinandosi alla sua amica e poggiandole una mano sulla spalla per infonderle coraggio: era a conoscenza della cotta che Hinata aveva per Naruto, sin dai tempi delle elementari! Nessun ragazzo se ne era mai accorto …. troppo immaturi per comprendere i sentimenti delle ragazze!

“Ma non dovremo essere in dieci? Manca ancora una persona o sbaglio?”

“Hai ragione Temari, manca ancora una persona e siamo tutti impazienti di conoscerla …. sai, è una civile che ha ereditato il chakra dai suoi discendenti!”

“Coooosaaa! Non ho mai sentito una cosa del genere …. Kiba perché non me lo hai detto?”

“Ma allora le voci erano vere! Esiste sul serio una kunoichi nel settore omega! ….. Scusa Temari, ma credevo fosse solo una storiella …. appena finita la scuola sono venuto subito a Suna per poi ritornare a Konoha solo ieri sera ….. non lo sapevo nemmeno io!”

“Sono curioso di sapere che tipo di chakra abbia …. che seccatura!”

“Shikamaru …. possibile che per te sia sempre tutta una seccatura? …. Uffa, non cambierai mai! …. Comunque a me non interessa, spero solo che sia simpatica e che voglia socializzare con noi e non come gli altri civili che ci tengono a debita distanza!”

“Be’ lo scopriremo presto … fra cinque minuti inizia la lezione, quindi dovrebbe arrivare a momenti! …. Spero tanto che sia carina!”

“Tze …. sei sempre il solito dobe! ….. Vorrei ricordarti che siamo qui per diventare dei ninja e non per sapere se le ragazze sono o non sono carine ….. per quanto mi riguarda, spero sia forte …. vorrei potermi allenare con persone in grado di competere con il mio sharingan!”

Un minuto prima dell’inizio della lezione, una ragazza dai capelli rosa entrò in classe con il volto abbassato, senza rivolgere lo sguardo a nessuno e sedendosi nel primo banco vicino alla porta.

 La rosa aveva approfittato della visita in accademia con Fugaku Uchiha per vedere dove fossero i bagni e nascondersi prima dell’inizio della lezione, come era solita fare nella sua vecchia scuola.

“Ehi eccola! Ino, credo che ti sia fatta delle illusioni …. non si è nemmeno degnata di guardarci in faccia …. che seccatura!”

“Shika, forse è timida come la nostra Hinata …. ma avete visto che strano colore di capelli? Non ho mai visto nessuno averli rosa!”

“Nemmeno io nel mio regno!” dissero all’unisono sia Temari che Ten Ten.

Hinata aveva riconosciuto subito quella ragazzina dal colore dei capelli, l’aveva vista di sfuggita al negozio dei ninja, ma a causa della sua timidezza non disse nulla agli altri ragazzi.

“Tze …. Capelli rosa! Colore assurdo!”

“E dai teme, non giudicare ancora prima di conoscerla! …. Pensa se qualcuno ti dovesse giudicare solo per i tuoi capelli a papera!”

“Dobe, come ti permetti ….”

Naruto si evitò in tempo un pugno da parte di Sasuke grazie all’ingresso in aula di Gai: la lezione stava per avere inizio.

“Temari …. Ten Ten …. preparatevi!” Kiba aveva un ghigno divertito come quello degli altri ragazzi. Le due nuove alunne non conoscevano la stranezza del loro insegnante ….

Gai iniziò a presentarsi e ad ogni parole sfoggiava una mossa di karate:

“Buon giorno ragazzi …. molti di voi già mi conoscono ….. e per chi non mi conosce, mi presento subito …. per questo mese sarò il vostro insegnate di arti magiche ….. sono Gai Maito o meglio conosciuto come …..la bestia verde della foglia ….. e ora ….. ragazze e ragazzi ….. alzatevi ed inchinatevi ….. sta per entrare l’unica …. inestimabile …. fortissima ….. Lady Tsunade ….. l’Hokage del Regno della Foglia!” finendo il suo discorso in una mossa a dir poco assurda e sfoggiando un sorriso smagliante e luccicante. I ragazzi avevano tutti una goccia all’altezza della tempia, mentre le due nuove alunne avevano gli occhi e la bocca completamente spalancati, mentre il loro mento toccava il banco …. la stranezza di quell’uomo era unica! Solo Sakura era rimasta impassibile, continuando a tenere il volto abbassato.

Tsunade entrò in aula mentre la vena sopra l’occhio destro pulsava nevroticamente …. la presentazione di Gai era stata orribile oltre che strana!

Si posizionò al centro della cattedra guardando tutti gli studenti seduti vicino, nella gradinata centrale dell’aula, spostò lo sguardo fino a vedere anche Sakura …. si era isolata e il suo volto era triste e serio …. forse le mancavano i suoi compagni!

“Buon giorno ragazzi, per prima cosa vorrei dare il benvenuto alle nuove studentesse …. Temari e Ten Ten! Spero che vi ambienterete a Konoha come nei vostri Regni.”
“Certo Hokage e grazie per il benvenuto!” risposero all’unisono le ragazze.

“Bene …. vorrei presentarvi anche un’altra ragazza …. Sakura Yukan! Lei è di Konoha e ha ereditato il chakra dai suoi discendenti materni, potrà sembrare strano ma è la verità …. spero che diventerete amici lasciandovi alle spalle le differenze sociali! …. Siete tutti dei ninja e delle kunoichi e quest’anno imparerete a sviluppare il vostro chakra. A fine anno affronterete l’esame per diventare Genin e solo se lo supererete, riceverete il coprifronte del vostro villaggio, autorizzandovi a partecipare alle missioni esterne. Per il primo mese, imparerete le arti magiche insieme al professor Gai, successivamente, affronterete un piccolo esame teorico e pratico, per valutare le vostre potenzialità ed essere divisi in tre diversi team. Ogni team avrà a capo un maestro che vi insegnerà le varie tecniche di combattimento, migliorando e potenziando il vostro chakra. Per quanto riguarda i team, quest’anno saranno solo tre e solo uno sarà formato da quattro membri! Mi raccomando, mettetecela tutta e ricordatevi che siete la nuova generazione ninja dei vostri regni! …. Ora iniziate la lezione, buona giornata a tutti!”

Tsunade uscì dall’aula non prima di lanciare uno sguardo a Sakura, mentre questa continuava a fissare il banco.

“Benissimo ragazzi …. per prima cosa credo sia opportuno che ognuno di noi si presenti all’intera classe …. Basterà solo dire il vostro nome e il potere del vostro chakra …. proporrei di iniziare dalle due nuove ragazze per poi procedere in ordine alfabetico! …. Avanti …. Ten Ten e Temari, una alla volta venite qua di fianco a me!”

Ad uno ad uno i ragazzi si diressero verso la cattedra per presentarsi:

“Ciao sono Temari, sono la figlia del Kazekage del regno dell’Aria, il mio chakra mi permette di generare dei vortici e dei tornadi, aumentandoli di potenza utilizzando il mio ventaglio!”

“Io sono Ten Ten, nipote del Raikage del regno dell’Acqua, grazie al mio chakra sono in grado di maneggiare qualsiasi tipo di arma, rendendo i miei attacchi micidiali e senza via di scampo per i nemici, se uniti all’acqua!”

Era il momento di Hinata, ma la sua timidezza le impediva di alzarsi dalla sedia. Conosceva tutti e con Ten Ten aveva instaurato un ottimo rapporto durante l’estate, recandosi nel suo Regno per allenarsi insieme al cugino, ma parlare davanti a due nuove ragazze e a Naruto l’aveva paralizzata. Neji le allungò la mano:

“Vieni con me, presentiamoci insieme!” la corvina sorrise timidamente afferrando la mano del cugino. I genitori di Neji erano morti durante la terza grande guerra e suo zio, padre di Hinata, l’aveva adottato essendo il figlio di suo fratello minore. I due cugini, pur essendo molto diversi caratterialmente erano molto legati fra di loro.

“Io sono Neji Hyuga e lei è mia cugina Hinata …. entrambi possediamo il byakugan, un’abilità oculare che permette di vedere oltre ogni genere di ostacolo fino ad un raggio di cinque kilometri. Possiamo inoltre individuare il flusso del chakra nel sistema circolatorio del nemico, attaccandolo poi nei suoi punti deboli fino a provocarne la morte!”

“Io sono Kiba Inuzuka, il mio chakra mi permette di sviluppare l’udito e l’olfatto di circa mille volte rispetto alla norma, sono quindi specializzato nel seguire ogni tipo di tracce. Riesco anche ad aumentare la mia velocità, correndo a quattro zampe aumentando la lunghezza delle mie unghie …. diciamo che divento molto simile ad un cane …. sicuramente potenzierò il mio potere grazie all’aiuto del mio piccolo amico Akamaru!” estraendo dal cappuccio della sua maglia un piccolo cagnolino.

“Che seccatura …. è il mio motto e lo dirò sempre ad ogni mia frase …. “ lanciando uno sguardo ad Ino : “Mi chiamo Shikamaru Nara e il mio chakra mi permette di controllare le ombre …. Che seccatura!”

“Sono Sasuke Uchiha, come gli Hyuga, possiedo un’abilità oculare …. lo sharingan, con il quale riesco a prevedere e a copiare le mosse del nemico …. Il mio chakra mi permette di sviluppare tantissime tecniche, ma sono già stanco di parlare!” dirigendosi al suo banco con le mani in tasca.

“Sono Naruto Uzumaki, il mio chakra prevede di sviluppare il rasengan, un’arte magica molto potente, ma per il momento non lo so usare ancora bene!” mettendosi una mano dietro la testa e sfoggiando un sorriso a trentadue denti, mentre i presenti risero per quella presentazione buffa …. Naruto non si smentiva mai, era più forte di lui fare il buffone, ma a differenza dei suoi compagni, non aveva mostrato orgoglio o superiorità presentando il suo potere.

“Io sono Ino Yamanaka, il mio chakra mi permette di utilizzare la tecnica del capovolgimento spirituale, riuscendo ad impossessarmi del corpo dell’avversario e a manovrarlo a mio piacimento!” La bionda scosse la testa agitando la sua coda di cavallo …. era tipico di lei mettersi in mostra … all’apparenza poteva sembrare vanitosa, ma in realtà era una ragazza molto buona e gentile. Nel tornare al proprio posto guardò Sakura … per tutto il tempo della presentazione di ognuno di loro, la rosa aveva mantenuto lo sguardo abbassato senza mai guardare, anche solo per un istante, nessuno dei presenti.

Ora era il suo turno, doveva alzarsi per presentarsi, ma cosa poteva mai dire? Rimase a sedere mordendosi nervosamente il labbro inferiore, mentre le mani stringevano fortemente le ginocchia. Si sentiva gli occhi dei presenti puntati addosso e di certo non era incoraggiante …. Gai cercò di intervenire capendo l’imbarazzo della sua alunna:

“E per ultima, non per poca importanza, ma solo per ordine alfabetico …. Sakura Yukan ….. Su …. vieni vicino a me!”

Essendo chiamata dal suo insegnante, la rosa dovette ubbidire. Si alzò dalla sedia e si posizionò di fianco al professore. Continuò a tenere il viso abbassato e a fil di voce:

“Mi chiamo Sakura Yukan …. ho usato solo una volta il chakra, ma non conosco la sua natura!” tornandosene a sedere, mentre i presenti erano rimasti sconcertati ed increduli da quella rivelazione.

“Non preoccuparti Sakura …. Vedrai che tra i miei insegnamenti e quelli del tuo futuro maestro, riuscirai a sviluppare il tuo chakra! …. Bene e ora inizierò ad illustrarvi il programma che svolgeremo in questo mese …..”

Appena Gai disse ai suoi alunni che la lezione era finita, Sakura corse fuori dalla classe prima di tutti gli altri, grazie alla posizione del suo banco vicino alla porta …..

“Ehi ragazzi, ma non vi sembra strano quello che ha detto Sakura? …. Voglio dire ….. come ha fatto ad usare solo una volta il suo chakra e non aver capito la sua natura?”

“Da quello che ci ha detto nonna Tsunade …. Sakura ha mostrato il suo potere durante una gita scolastica al monte degli Hokage …. due suoi compagni stavano per essere travolti da una frana dopo una loro bravata e Sakura è riuscita a salvarli correndo in loro aiuto, superando per velocità, persino i ninja addetti alla sicurezza … poi avrebbe sferrato un pugno micidiale disintegrando un masso …. questo è quello che so Kiba!”

“Per me non fa nessuna differenza, siamo qui per imparare ad usare e a potenziare il nostro potere …. Che seccatura!”

“Avete notato che non ha mai alzato una sola volta lo sguardo?”

“Si Ino, l’abbiamo notato tutti …. forse è più timida di Hinata o forse ha la mentalità dei civili …. loro da una parte e noi dall’altra!”

“Può darsi Temari …. ma se è come dici tu, dobbiamo cercare di farle cambiare opinione su di noi, dimostrandole che non abbiamo nessun pregiudizio sugli omega …. proprio come ha detto la nonna!”

“Tze … per me è solo noiosa!”

Sakura corse fino a casa sua, chiudendosi in mansarda e iniziando a piangere …. non le interessava fare amicizia con i suoi nuovi compagni, il suo problema era il  chakra!  Non era più riuscita ad usarlo e trovarsi in classe con i figli dei migliori ninja dei tre Regni, la rendevano un facile bersaglio di prese in giro e di umiliazioni, ricominciando a soffrire …. Forse più di prima!
 Perché le vacanze erano finite? Perché doveva ricominciare a soffrire stando in mezzo alle persone?

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Capitolo 11
*** Domande e speranze ***


Finita la prima lezione con Gai, i giovani ninja rimasero sorpresi per la rapidità con cui Sakura era uscita dalla classe.

“Accidenti quanta fretta! …. credo proprio che tu abbia ragione Shikamaru … non credo abbia molta intenzione di socializzare con noi!”

“Non dire così Kiba …. per me è timida e poi bisogna  capirla …. non deve essere stato facile per lei  lasciare la sua scuola e i suoi amici per iniziare a frequentare l’accademia! Diamole un po’ di tempo per abituarsi e anche per farle capire che non deve temere niente da noi!”

“Sei troppo ottimista Ino ….. secondo me ha la stessa mentalità degli omega …. come ha detto  Temari …. noi da una parte e loro dall’altra …. che seccatura!”

“E’ tutto molto strano però! Voglio dire …. va bene che abbia ereditato il chakra dai suoi discendenti, ma com’è possibile che l’abbia usato solo una volta? Tutti i ninja lo manifestano e lo usano sin dalla tenera età …. e poi …. quel colore di capelli …. rosa! Non ho mai visto nessuno così!”

“Nessuno di noi ha mai visto persone dai capelli rosa Ten Ten …. ma non mi sembra il caso di giudicare una persona solo dall’aspetto esteriore!”

“Non volevo dire questo Neji …. la mia era solo una considerazione! Però devo dire che mi è dispiaciuto vederla così isolata e così triste …. siamo una classe e anche se fra un mese verremo divisi in tre team, continueremo ad allenarci spesso insieme, almeno fino all’esame per diventare Genin! Credo sia opportuno fare noi la prima mossa con lei, dimostrandole che ci teniamo a diventare suoi amici!”

“Brava Ten Ten! Mi piace il tuo modo di ragionare …. credo che diventeremo ottime amiche! E tu Sasuke non dici niente?”

“Tze …. ho già detto come la penso …. per me è solo una noiosa …. come tutti gli altri omega! Ci considerano solo delle pedine da guerra pronti a difenderli in caso di attacchi nemici, ma poi …. ci ignorano completamente! E’ un atteggiamento che non mi piace e preferisco tenerli alla larga ….. mi è venuta fame …. che ne dite di andare a mangiare tutti insieme?”

“Si!” risposero all’unisono i ragazzi.

“Andiamo da Ichikaru a mangiare il suo buonissimo ramen?”

“Dobe, sei sempre il solito …. possibile che pensi sempre a mangiare il ramen?”

“Lo sai che lo adoro … fosse per me lo mangerei anche a colazione!”

“Ramen? …. Si, sono curiosa di mangiarlo, a Suna non lo fanno e vorrei proprio assaggiarlo!”

“Hai visto dobe? Anche Temari vuole mangiarlo, quindi andiamo tutti da Ichikaru!” Naruto partì velocemente in direzione del suo ristorante preferito, alzando dietro di sé una nuvola di fumo creata dalla sua velocità.

“Anche a me è venuta fame, forza andiamo …. che seccatura!”

Quando i ragazzi arrivarono da Ichikaru, Naruto stava già mangiando la seconda porzione di ramen.

“Ehi dobe, potevi almeno aspettarci!”

“L’ho fatto, ma voi ci stavate mettendo troppo tempo e io avevo fame, così ho iniziato a mangiare!”

“Ma l’accademia dista solo cinque minuti!”

“Sono comunque troppi Neji …. avanti sedetevi ….. vi ho tenuto il posto!”

“Ehi ragazzi, secondo voi come ci divideranno nei team?”

“Non lo so Kiba, ma sicuramente io e Hinata saremo nella stessa squadra …. entrambi possediamo il byakugan e sarà più facile per il nostro maestro insegnarci a potenziarlo!”

“Lo penso anch’io …. credo anche che il vostro team sarà quello formato da quattro membri …. che seccatura!”

“Secondo voi chi saranno i nostri maestri? Sasuke, Naruto, voi sapete niente?”

“E perché lo chiedi proprio a noi Kiba?”

“Come perché Naruto! L’Hokage è vostra zia e quindi …..”

“Non è mia zia, ma mia nonna! E’ zia solo del teme e di Itachi ….. comunque no, non ci ha detto niente!”

“Tze …. non mi preoccuperei tanto …. sicuramente saranno degli ottimi maestri, dopotutto dovranno insegnare le tecniche di combattimento ai figli dei clan più forti dei nostri Regni ….. i nostri poteri sono molto grandi e non possono affidare la nostra preparazione a ninja mediocri!”

“Sasuke ha ragione …. credo anch’io che i nostri maestri saranno dei fortissimi ninja e vorranno il massimo da noi ….. mi dispiace solo per Sakura ….. si sentirà ancora più a disagio, non riuscendo ad usare il chakra! …. Tu Hinata cosa pensi? Non hai ancora detto niente!”

“I-io v-ver-a-mente …. ”

“Kiba mi aveva detto che eri molto timida, ma non immaginavo fino al punto di farti balbettare …. per quanto mi riguarda, stai tranquilla con me, all’apparenza posso sembrare aggressiva, ma in realtà non sono così …. spero che diventeremo amiche!” Temari sorrise alla corvina, cercando di trasmetterle sicurezza.

Hinata contraccambiò il sorriso e abbassò il capo, mentre suo cugino e Ino le posarono entrambi le mano sulle sue spalle per infonderle coraggio. Hinata balbettava solo con chi non conosceva e con Naruto, mentre con tutti gli altri riusciva a parlare normalmente esprimendo a volte anche la propria opinione.

I ragazzi passarono tutto il pomeriggio assieme, portando a conoscere il villaggio alle nuove arrivate. Ten Ten e Temari erano estasiate …. Konoha era molto bella, inoltre avevano avuto occasione di conoscere i loro nuovi compagni, trovandoli simpatici, nonostante le diversità caratteriali. Persino Hinata aveva avuto modo di conoscere Temari, giudicandola una ragazza buona, simpatica e per niente altezzosa, non mostrando mai la sua superiorità sociale per essere la figlia del Kazekage, un po’ come Ten Ten che non si era mai vantata di essere la nipote del Raikage.
Verso l’ora di cena si salutarono tutti e la corvina riuscì a salutare la bionda di Suna senza balbettare …. tranne con Naruto …. svenne dopo che il biondo l’aveva salutata posando la mano sul suo braccio ….. Ino e Neji riuscirono a sorreggerla in tempo, evitando di farla cadere a terra! Neji iniziava a preoccuparsi per gli svenimenti della cugina, l’aveva fatta visitare anche da un medico, ma le condizioni fisiche e salutari della cugina erano risultate perfette! Ino sospirò rassegnata vedendo il giovane Hyuga preoccupato ….. tanto intelligente quanto tanto immaturo da non comprendere i sentimenti di Hinata! Persino Temari e Ten Ten avevano capito che la corvina aveva una cotta per Naruto!

Sasuke e Naruto arrivarono a casa, trovando Mikoto sulla porta ad attenderli:

“Era ora che tornaste a casa! Vi sembra il modo di comportarvi? Vi ho aspettato tutto il pomeriggio per sapere com’era andato il primo giorno di accademia e per l’occasione vi avevo anche preparato i vostri piatti preferiti …. insalata di pomodori farciti per Sasuke e ramen per Naruto!”

“Ramen? Oh zia ti adoro!!! E’ andato tutto bene …. adesso posso andare a mangiarlo?”

“Tze …. che stomaco! Ti sei mangiato quattro porzioni di ramen a pranzo! …. Scusa mamma se non siamo tornati, ma siamo andati a pranzo con tutti gli altri, approfittando di conoscere le due nuove ragazze! Per quanto riguarda l’accademia, non c’è niente di particolare da raccontare, tranne che Gai è sempre più strano …. per fortuna dovremo sopportarcelo solo un mese!”

“Non dire così Sasuke, Gai è un ninja molto in gamba …. ma per la stranezza non posso darti torto! …. Ora vai anche tu a mangiare i tuoi pomodori!”

Sasuke sorrise alla madre come forma di ringraziamento, per poi dirigersi subito in cucina …. adorava i pomodori! Mikoto guardò il figlio con sguardo amorevole, dirigendosi anche lei in cucina, da tutta la sua famiglia.

Sasuke trovò Fugaku e Itachi, rientrati prima dai loro impegni proprio per parlare e sapere l’esito della giornata con i due nuovi cadetti ….

“Papà, Itachi, ci siete anche voi!”

“Ciao Sasuke ….. io e papà eravamo curiosi di sapere com’era andato il vostro primo giorno di accademia!”

Fugaku diede qualche colpo di tosse per far capire al suo primo genito che si stava sbilanciato troppo, svelando ai due ragazzini la sua curiosità.

“Tutto bene zio, non preoccuparti …… zia il tuo ramen è squisito …. sei sempre la migliore!”

Sasuke alzò un paio di volte le spalle: “Normale! …. non c’è niente da dire …. le due nuove ragazze sembrano simpatiche e volenterose di imparare a combattere!”

“E cosa mi dite di Sakura Yukan?”

“Si comporta come tutti i civili papà …. non ci ha nemmeno guardato in faccia ….. inoltre, oggi durante la presentazione, ha detto di essere riuscita ad usare una sola volta il suo chakra e di non conoscerne la natura!”

I due Uchiha maggiori si guardarono sorpresi poi:

“Papà, però è strano! Se è vero quello che ha detto Sasuke, non capisco perché non riesca ad usare il chakra …. per noi ninja è normale sprigionare il nostro potere!”

“Itachi, non pensi invece che non riesca ad usarlo perché nel suo settore non ne ha mai avuto bisogno?  …. Forse, la scoperta di essere una kunoichi l’ha sconvolta a tal punto da bloccarla psicologicamente!”

“Si zia, può essere proprio come dici tu …. staremo a vedere!”

“Quello che vi chiedo ragazzi, è di comportarvi bene con lei e di non farla sentire a disagio ….. per quanto riguarda il chakra, vedrete che con gli insegnamenti in accademia riuscirà a sprigionarlo …. ora finiamo di mangiare e se dopo vorrete, potremo allenarci tutti insieme, che ne dite?”

“Siiiii!”

Sasuke e Naruto erano sempre entusiasti quando potevano allenarsi con i due Uchiha maggiori, mentre Mikoto sorrise per l’espressione soddisfatta e felice dei due ragazzini.

Quella stessa sera, a casa Yukan:

“Allora bambina mia, raccontami …. Com’è andato il primo giorno di accademia? Come sono i tuoi nuovi compagni?”

“Non c’è molto da dire …. e non saprei cosa dirti dei nuovi compagni, non li conosco! …. Scusa papà, ma non ho molta fame, vorrei andare in mansarda a studiare!”

Sakura si alzò con il volto triste mentre al signor Yukan gli si strinse ancora il cuore ….

I venti giorni successivi, Sakura si comportava sempre allo stesso modo: arrivava in classe per ultima e usciva per prima appena finita la lezione, approfittando del banco posto vicino alla porta. In quei giorni non aveva mai alzato lo sguardo verso i compagni, impedendo qualsiasi contatto fra di loro. Gli stessi ragazzi si erano rassegnati a rivolgerle la parola, sperando che con la formazione dei team, la rosa si aprisse un po’ di più.

Durante le lezioni, capitava che Gai ponesse delle domande ai suoi alunni ….. Sakura sapeva ogni risposta, dato che aveva studiato e ristudiato a lungo tutti i libri di testo, ma ogni qualvolta, faceva sempre scena muta. Nel corso delle lezioni, capitava che la rosa lanciasse sguardi veloci in direzione dei compagni per vederli fisicamente e capire, dal loro modo di parlare e di gesticolare, com’erano caratterialmente. Aveva capito che Hinata era molto timida e che balbettava solo quando si sentiva in imbarazzo, ma era buona e gentile come le altre ragazze. La vanità di Ino era solo apparenza, nonostante fosse veramente una splendida ragazza. Naruto e Kiba erano i buffoni della classe, non perdevano mai occasione di fare qualche battuta nei confronti degli altri ragazzi, ma senza mai esagerare. Neji, Shikamaru e Sasuke, erano molto bravi e conoscevano ogni risposta alle domande di Gai. Il loro comportamento in classe era sempre impeccabile e non disturbavano mai la lezione, non erano dei gran oratori, ma ogni volta che parlavano, venivano sempre ascoltati molto attentamente da tutti gli altri. Sakura aveva  molta soggezione di Sasuke: in varie occasioni, quando lanciava sguardi fugaci alla classe, il moro si voltava sempre verso di lei, guardandola in modo serio e contrariato.

La rosa sperava ardentemente di non finire in squadra con lui e nemmeno con Naruto, anche se lo trovava simpatico. Si era documentata, tramite i libri procurati da suo padre, sul clan del biondo, scoprendo che il rasengan era considerato una fra le migliori tecniche distruttive e imbattibili del mondo ninja. Aveva paura per la formazione dei team, tutti i suoi compagni appartenevano alle migliori famiglie ninja dei tre Regni e lei era nettamente inferiore a loro, ma Naruto e Sasuke le creavano un ulteriore disagio! La rosa aveva capito che Sasuke, in un certo senso, era il capo della comitiva, tutti si rivolgevano a lui per sapere come passare il resto della giornata in compagnia, oppure, se qualcun altro proponeva qualcosa, chiedevano sempre la sua approvazione. Era come il suo ex amico, Alan, con l’unica differenza che Sasuke non sembrava vantarsi di quel ruolo da leader!

L’ultima settimana, prima dell’esame in cui avrebbero annunciato la formazione dei team, il professor Gai portò i suoi alunni nelle stanze di allenamento per iniziare a comporre i sigilli per le tecniche basi magiche. Erano in tutto tre ed erano fondamentali per poter diventare Genin: la tecnica della moltiplicazione del corpo che consente di creare varie copie illusorie del ninja che svaniscono entrando in contatto con qualcosa o se il ninja viene colpito direttamente, facile da distinguere perché le copie non possiedono l’ombra e non sono in grado di interagire con l’ambiente circostante; la tecnica della trasformazione del corpo, permette al ninja di assumere le sembianze di qualsiasi cosa si trovi nelle vicinanze (persona o animale); la tecnica della sostituzione del corpo, consente al ninja di sostituire il proprio corpo con un qualsiasi oggetto inanimato posto nelle vicinanze, confondendo l’avversario permettendo poi di attaccarlo.
Per riuscire ad usare queste tecniche, bisognava comporre perfettamente i sigilli con le mani concentrando su queste il chakra.

Tutti i cadetti riuscirono, con estrema facilità, ad eseguire le tre tecniche richieste da Gai …..

“Ora tocca a te Sakura, vieni avanti e inizia a comporre i sigilli ….. inizia pure dalla tecnica che ti senti più sicura!”

La rosa si alzò con titubanza e paura, posizionandosi di fianco al suo maestro: conosceva perfettamente la composizione dei sigilli …… ma il chakra ……

Iniziò a comporre i sigilli per richiamare la tecnica della sostituzione del corpo, muovendo le mani con assoluta sicurezza, senza mostrare dubbi e incertezze, ma purtroppo la tecnica non andò a buon fine.

“Sakura, i sigilli sono stati composti molto bene, ma per riuscire a compiere la tecnica devi sprigionare anche il chakra …. è per questo che non ci sei riuscita ….. so che hai delle difficoltà ad usarlo, ma è molto semplice, è come respirare ….. prima inali l’aria e la fai arrivare ai polmoni, poi la fai fuoriuscire …. la stessa cosa è per il chakra, devi sentirlo dentro di te e poi lo devi sprigionare!”

Gai era stato molto gentile a spiegarle come usare il chakra, ma nonostante si concentrasse al massimo, non percepiva nessuna forza all’interno del suo corpo. Si sentiva una nullità!

“Ehi Neji,  potreste utilizzare il byakugan su Sakura? Forse con le tue direttive riuscirebbe a far confluire il chakra!”

“Può essere un’idea …. Ok Ino, ci provo!”

Neji puntò lo sguardo sulla rosa attivando il byakugan: i suoi occhi diventarono ancora più perlacei mentre i vasi sanguigni si dilatarono maggiormente sulle tempie. Dopo qualche secondo lo Hyuga ritornò alla normalità.

“Che strano! Il suo chakra sembra bloccato!”

“Come bloccato? Spiegati meglio!” Ten Ten, insieme agli altri guardarono sorpresi ed increduli lo Hyuga.

“Si …. sembra che i canali che permettono la fuoriuscita del chakra siano chiusi …. bloccati!”

“Questa poi? Non ho mai sentito una cosa del genere …. il chakra si sprigiona con facilità dal corpo …. che seccatura!”

“Neji …. non voglio mettere in dubbio le tue parole, ma vorrei ricordarti che ha già sprigionato il chakra per salvare i suoi amici, quindi non è bloccato!”

“Ho detto che è strano proprio per questo Naruto ….. mi sono limitato a dire quello che ho visto! Non saprei nemmeno io come aiutarla, mi dispiace Ino!”

“Tze …. una kunoichi che non sa nemmeno sprigionare il suo chakra …. è noioso stare qui a guardarla, proprio come lei ….. una noiosa! Spero solo di non finirci in squadra ….. sarebbe solo di impiccio, inoltre mi rallenterebbe negli allenamenti, per non parlare del rischio che farebbe correre all’intero  team in caso di un combattimento!”

Tutti i presenti rimasero in silenzio dopo il discorso di Sasuke. Anche se detto in modo non troppo gentile, aveva ragione …. in un team ci si aiuta a vicenda e si è pronti ad intervenire quando un membro è in difficoltà …. Sakura non sarebbe stata di nessun aiuto ma solo un peso, rischiando di compromettere l’esito di una missione o peggio, mettendo a repentaglio la vita dei suoi compagni in caso di attacco nemico, costringendoli a combattere e a proteggerla nello stesso tempo.

La rosa, anche se distante dai suoi compagni, aveva sentito perfettamente il discorso di Sasuke …. non poteva biasimarlo, aveva ragione …. era e sarebbe stata un peso! Gli occhi iniziarono a pizzicarle, le lacrime spingevano prepotentemente per  uscire …. cercò di controllarsi per non piangere, ma le parole dell’Uchiha gli rimbombavano nella mente, poi sentì la voce di Ino:

“Be’, non mi importa, se dovesse finire nel mio stesso team mi impegnerei con tutte le mie forze per aiutarla, facendola sentire un membro della squadra e non un peso!”

“Ben detto Ino, la penso anch’io come te!” Temari e le ragazze appoggiarono in pieno il discorso della loro amica, mentre i ragazzi sorriso in segno di approvazione: solo Sasuke era contrariato, per lui era e sarebbe rimasta solo un intralcio e un peso, oltre che noiosa!

Sakura si sentì, in un certo senso, rincuorata e più sicura dalla parole delle ragazze e dall’approvazione dei ragazzi …. riuscì a scacciare indietro le lacrime sperando ardentemente di non finire in squadra con Sasuke, altrimenti la sua permanenza all’accademia sarebbe stata molto più dolorosa e umiliante!

Gai aveva ascoltato i discorsi dei suoi alunni: era fiero della loro maturità e della loro disponibilità nei confronti di Sakura, a differenza di Sasuke che pensava solo a se stesso, come la maggior parte degli Uchiha. Purtroppo, non aveva ereditato l’altruismo e la disponibilità verso il prossimo come i suoi genitori e suo fratello.
Anche Gai sperò che la giovane rosa non finisse in squadra con il moro: non era lui che decideva la formazione dei team, ma solo i futuri maestri, dopo aver esaminato attentamente le abilità dei cadetti nell’esame che avrebbero sostenuto a breve.

 

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Capitolo 12
*** I Team ***


ECCOMI ANCORA QUA …. PER PRIMA COSA VORREI RINGRAZIARE TUTTI COLORO CHE MI SEGUONO E CHE HANNO SEGNATO LA MIA STORIA FRA LE PREFERITE/SEGUITE/RICORDATE. VORREI ANCHE RINGRAZIARE TUTTI COLORO CHE MI RECENSISCONO, DANDOMI SEMPRE LA CARICA PER CONTINUARE A SCRIVERE ….. MI SONO MOLTO EMOZIONATA A SCRIVERE QUESTO CAPITOLO E SPERO DI RIUSCIRE A TRASMETTERE LE STESSE MIE EMOZIONI ANCHE A VOI LETTORI ……. UN BACIO E BUONA LETTURA!


Il giorno dell’esame era arrivato e tutti i ragazzi erano emozionati per sapere a quale team sarebbero stati assegnati e soprattutto, con quali maestri si sarebbero allenati …. tutti eccetto Sakura. Dopo l’assegnazione dei team, in cui sperava ardentemente di non finire insieme a Sasuke e a Naruto, gli orari dell’accademia sarebbero cambiati, rischiando di incontrare i suoi ex compagni e i civili del settore omega.

L’esame consisteva in una prova teorica della durata di un’ora e di una prova pratica davanti alla commissione formata dai futuri maestri. Nessuno sapeva chi fossero, nonostante le continue richieste di Naruto a sua nonna e a suo zio. Entrambi si erano rifiutati di svelare i nomi, dicendogli che la curiosità non si addiceva ad un futuro ninja e che non sarebbe stato giusto nei confronti di tutti i cadetti passati e futuri svelare in anticipo i nomi dei maestri, solo perché era “imparentato” all’Hokage, al capo della polizia e degli anbu.

Quella mattina, i cadetti erano molto tranquilli per l’esame teorico che si basava sulle lezioni  svolte con Gai. Anche se era un personaggio molto strano, era un ottimo insegnante e riusciva a spiegarsi e a far comprendere tutti i suoi insegnamenti ai suoi studenti.

“Bene ragazzi, ci siamo ….. ora consegnerò a ciascuno di voi il foglio con le domande, le risposte saranno a crocetta, ma non illudetevi di copiare …. ogni foglio ha domande diverse!” sfoderando un sorriso smagliante.

“Uffa che iella, mi toccherà leggere tutte le domande …. speravo di copiare per fare prima!”

“Qual è il tuo problema Kiba? E’ che non sai leggere?”

I ragazzi risero sonoramente, mentre l’Inuzuka punto sul vivo:

“Pensa per te Naruto …. tu sei più analfabeta di me!”

La risata generale fu molto più rumorosa …. solo la rosa era seria, appartata sempre nel suo angolo vicino alla porta.

“Adesso basta ragazzi …. Ricordatevi che avete solo un’ora di tempo per svolgere il compito, poi dovrete aspettare i maestri per la prova pratica!”

Appena consegnati i fogli, l’aula venne avvolta da un silenzio tombale …. tutti erano concentrati sulle domande e sulle risposte …..

Dopo appena quindici minuti:

“Come? Hai già finito?”

I ragazzi alzarono lo sguardo vedendo Gai sbalordito di fronte a Sakura, la quale aveva già consegnato il compito. Anche loro rimasero sorpresi per la rapidità in cui la loro compagna avesse terminato la prova scritta: durante quel mese sembrava non sapere niente sulle lezioni di arti magiche.

“Tze …. sicuramente le sue domande erano molto più semplici delle nostre!”

Sia Gai che Sakura, sentirono chiaramente l’intervento dell’Uchiha, facendo tornare al proprio posto una rosa completamente mortificata e facendo comparire un sorriso beffardo sul volto dell’insegnante.

A poco a poco iniziarono a consegnare il compito anche tutti gli altri ragazzi …. gli ultimi due furono Naruto e Kiba.

“Bene ragazzi, avete finito tutti in meno di un’ora, bravi, i miei complimenti! …… Ah, ci tengo a precisare una cosa ….. le domande erano tutte uguali, solo sparse in maniera diversa per evitare che qualcuno copiasse!” lanciando uno sguardo contrariato a Sasuke, dopo la sua frase poco opportuna sulla natura del compito di Sakura.

Il moro incassò il colpo, lanciando uno sguardo di disappunto a Sakura: non aveva superato solo lui, ma anche Shikamaru e Neji. Loro erano sempre stati i migliori.

“Tze …. Bisogna poi vedere se ha fatto bene il compito!” ma questa volta, il suo intervento venne sentito solo dai ragazzi vicino a lui …..

Gai iniziò a correggere i compiti, rimanendo lui stesso meravigliato e orgoglioso in quanto insegnante:

“Ragazzi, non ho parole ….. siete stati tutti bravissimi, non avete sbagliato una sola domanda! Mi congratulo anche con te Sakura, per tutto questo mese non hai mai risposto ad una sola domanda …. immagino che la tua fosse stata solo timidezza a giudicare dalla rapidità con cui hai svolto il compito!”

Sakura continuava a tenere il capo chino, anche se aveva apprezzato il complimento del  suo insegnante, ma era più forte di lei non mostrare gioia e contentezza … ormai non sapeva nemmeno più cosa volessero dire questi sentimenti …. la sua vita era stata completamente stravolta, facendola precipitare in un baratro di tristezza e di solitudine! L’unica cosa che la faceva sentire in pace con se stessa era lo studio!

Trascorsa un’ora esatta dall’inizio della prova scritta, qualcuno bussò alla porta:

“Ciao Gai …. Immagino che la prova scritta sia già finita …. volevo dirti che dovremo aspettare ancora una mezz’oretta prima di iniziare con l’esame pratico …. Kakashi  e Asuma devono ancora arrivare! Intanto che li aspettiamo, potresti venire con me a finire di preparare la stanza per la prova?”

“Con molto piacere! Voi ragazzi rimanete in classe fino a che non vi verrò a chiamare!”

“Coooosaaaaa! Ma quello non è il Capitano Yamato? E se ho capito bene, lui è uno dei nostri maestri insieme ad Asuma e a Kakashi! Non ci posso credere, che bello! Sono i migliori Jonin di Konoha!”

“Datti una calmata Kiba, stai sbavando come Akamaru …. che seccatura!”

“Scusate? Potreste dirci anche a noi chi sono?”

“E’ vero Temari, tu e Ten Ten non li conoscete, ora vi spiego chi sono …..”

Sakura, seppur voltata di spalle e con lo sguardo basso, tese l’orecchio per sentire le parole di Neji.

“Dunque i Jonin, come ben sapete, sono ninja di eccezionale abilità, in grado di padroneggiare alla perfezione tutte e tre le arti fondamentali del combattimento …. quelle illusorie, quelle magiche e quelle marziali. Una volta raggiunto il grado di Jonin, il ninja può partecipare alle missioni più pericolose ovvero quelle di livello A o S.
 Il Capitano Yamato ha un’abilità innata formidabile che gli consente di unire gli elementi dell’acqua e della terra per creare la vita, ad esempio, facendo crescere alberi e piante in qualsiasi posto, modificando quindi tutte le tracce e gli odori per non farsi localizzare dai nemici. Asuma possiede due alterazioni delle proprietà del chakra, quella del fuoco e quella del vento, quest’ultima in particolare, gli consente di formare una lama con il suo chakra, in grado di ferire o di uccidere il nemico senza nemmeno toccarlo, inoltre, è un ottimo stratega nelle missioni grazie alla sua grandissima intelligenza ed astuzia. Per finire, rimane Kakashi, ma mi sembra più giusto che sia Sasuke a parlarvi di lui!”

Il moro era rimasto per tutto il tempo con gli occhi chiusi e le mani dietro alla testa, ascoltando le parole di Neji e, solo con l’ultima frase, aprì gli occhi sbuffando.

“Uff … va bene …. Kakashi è soprannominato il ninja copia, poiché possiede lo sharingan!”

“Come? Lo sharingan? Ma non è un’abilità innata appartenente solo al tuo clan?”

“Infatti è così Temari …. durante la terza grande guerra, Obito, il figlio del cugino di mio padre, ha salvato da morte certa il suo migliore amico e compagno di squadra, Kakashi, sacrificandosi al suo posto ….. nello scontro, Kakashi perse l’occhio sinistro e qualche istante prima di spirare, Obito gli donò il suo, contrariando a tale decisione suo padre Madara che cercò di opporsi al trapianto, ritenendo Kakashi indegno di possedere lo sharingan, non solo perché non era un’Uchiha, ma perché lo riteneva responsabile per la morte del figlio. Madara non riuscì ad impedire il trapianto in quanto diversi testimoni avevano sentito l’ultima volontà di Obito e come sapete, queste devono essere sempre rispettate. Fu proprio mia zia, l’Hokage a fare il trapianto e successivamente, mio padre insegnò a Kakashi ad usare e a sfruttare lo sharingan, facendo infuriare Madara …. è per questo che i due cugini non vanno molto d’accordo, ma nonostante tutto, Madara rispetta ogni decisione di mio padre, essendo lui il capo clan! Comunque … tornando a Kakashi …. è specialista nelle arti magiche ed è ritenuto un genio per aver inventato diverse tecniche combattive fra cui il mille falchi, trasformando il chakra in elettricità sul palmo della mano, riuscendo a trafiggere il nemico con un colpo solo, eseguendo la tecnica  ad una velocità elevata grazie  allo sharingan che gli permette di prevedere un eventuale contrattacco da parte del nemico. Grazie a questa sua abilità e alle sue esperienze da ninja attivo sui campi di battaglia, lo rendono un ninja estremamente pericoloso e temibile!”

“Accidenti ….. sono senza parole …. immaginavo che i nostri maestri fossero degli esperti e abili ninja, ma non credevo fino a questo punto!”

Ten Ten si portò la mano sul cuore per controllare i suoi battiti cardiaci, aumentati vertiginosamente dopo aver appreso le informazioni sui futuri maestri: i cadetti sarebbero stati messi a dura prova!

Sakura rabbrividì alla descrizione dei tre Jonin, molto abili e temibili. Sperò ardentemente di non capitare nel team di Kakashi: lui era quello che le incuteva più paura a causa dello sharingan.

Passarono circa quaranta minuti prima che Gai andasse a chiamare i ragazzi.

Li condusse tutti davanti ad una stanza:

“Eccoci all’ultima prova ….. vi spiego brevemente in cosa consiste …. tramite le arti magiche, abbiamo creato un paesaggio …. avrete a disposizione solo trenta secondi per accorgervi dove si nasconde un ninja …. dovrete fare affidamento solo sui vostri sensi senza utilizzare il chakra!”

“Cooosaaaa! Ma come faremo a ….” Ino e gli altri rimasero basiti …. come potevano scovare un ninja senza usare il loro potere?

“Su via ragazzi …. non fate così …. pensate piuttosto a tutti i miei insegnamenti ….. ora inizierete ad entrare in ordine alfabetico e quando finirete la prova, ritornerete nella vostra aula. Quando tutti avrete terminato l’esame, i maestri si riuniranno per decidere la formazione dei vari team. Sarò io stesso a comunicarveli ….. Temari, sei la prima!”

Sakura era rimasta in disparte ed era abbastanza tranquilla sapendo di non dover  usare il chakra, mentre gli altri compagni erano visibilmente in agitazione. Dato che la prova durava solo trenta secondi, dopo meno di dieci minuti, venne chiamata da Gai, essendo l’ultima in ordine alfabetico.

Una volta entrata nella stanza, il suo cuore iniziò a battere a mille trovandosi i tre maestri seduti ad una scrivania posta alla sua destra.

“Tu sei l’ultima Sakura …. bene, ora concentrati …. hai solo trenta secondi per capire dove si nasconde il ninja!” Gai le posò una mano sulla spalla per incoraggiarla.

La rosa guardò davanti a sé ritrovandosi in un bosco pieno di alberi e piante, il cielo era limpido contornato da qualche nuvola bianca, l’aria era calda, i raggi del sole filtravano attraverso le foglie degli alberi creando un effetto sole/ombra, l’erba e i fiori sbocciati ai piedi degli alberi, emanavano il classico profumo primaverile, le farfalle volavano in fiore in fiore, le mosche ronzavano attorno ad una piccola pozzanghera, le api raccoglievano il nettare, le cicale cantavano, gli uccelli volvano in ramo in ramo …..
“Il tempo è passato ….. ora voltati verso i maestri e dai la tua risposta!”

Sakura ubbidì al suo insegnante e si voltò verso i tre Jonin, continuando a mantenere il volto basso:

“Ti chiami Sakura vero? Alza lo sguardo e rispondi, specificando anche il motivo della tua risposta!”

“Suvvia Yamato, non essere così scontroso, potevi chiederlo con modi più gentili! Ti ricordo che sei davanti ad una ragazza e bisogna usare sempre le buone maniere con il gentil sesso!”

“Kakashi, sta zitto!”

La rosa alzò lo sguardo ….. Yamato e Asuma aprirono leggermente la bocca trovandosi di fronte due occhi meravigliosi verde smeraldo ….. non ne avevano mai visti di così belli! Anche Kakashi rimase sorpreso, spalancando un occhio, dato che quello sinistro era coperto dal coprifronte della foglia …. come il suo viso, coperto per intero da una maschera!

“Le cicale cantano solo quando c’è molto caldo e non quando il clima è umido …. per me il ninja si è nascosto in quella piccola pozzanghera …. è l’unica cosa che stona in questo paesaggio!”

“Puoi andare!”

Asuma non le aveva detto se la sua risposta fosse giusta o sbagliata, si era solo limitato a dirle che l’esame era finito, non mostrando nessuna espressione nel  volto, come gli altri maestri.

La rosa ritornò in classe sentendo gli sguardi dei suoi compagni puntati addosso.

“Ehi Sakura …. ti hanno detto com’è andata!” Ino cercò di parlarle, ma la rosa si limitò solo a muovere la testa in senso di diniego mantenendo sempre lo sguardo verso il basso.

Naruto le si avvicinò:

“Sakura …. mentre aspettiamo vorrei chiederti una cosa …. ho provato a chiedertela anche gli altri giorni, ma scappavi sempre appena finito la lezione ….. questo sabato festeggio il mio compleanno e mi piacerebbe invitarti!”

Sakura sussultò ….. Naruto la stava invitando al suo compleanno …..

“N-non posso, ho già un impegno!”

“Ah …. capisco ….. mi dispiace ….. comunque se cambi idea o ti dovessi liberare dal tuo impegno, sappi che sei sempre la benvenuta!”

Il biondo ritornò dai suoi compagni con il volto serio e pensieroso …. Sakura era stata molto precipitosa e rispondergli e il suo corpo si era irrigidito ulteriormente …..

La rosa continuò a dare le spalle ai compagni, pensando all’invito di Naruto: in quel mese aveva cercato di mantenere le distanze facendo capire di non essere intenzionata ad amalgamarsi con loro. Credeva di esserci riuscita, dato che dopo i primi giorni, si erano rassegnati a provare a parlarle, ma a quanto pare si era sbagliata dato che il biondo le si era avvicinato appositamente per invitarla al suo compleanno. Non ci sarebbe mai andata ….. lei odiava quella festa, le ricordava troppo l’ultima volta che aveva festeggiato il suo compleanno ….. inoltre sarebbe dovuta andare a casa sua, la casa di Sasuke …… la casa degli Uchiha e quindi di Fugaku, con il rischio di incontrare anche l’Hokage!

“Allora cosa ha detto? Viene?”

“No Ino …. Ha detto di avere un impegno!”

“Sicuramente uscirà con i suoi amici del settore omega ….. dopotutto l’hai invitata cinque giorni prima!”

“Non è colpa mia ….. l’avrei invitata anche prima, ma lo sapete anche voi che è impossibile parlarle dato che è sempre l’ultima ad arrivare in classe e la prima ad uscire! Quando avrei dovuto invitarla secondo te Kiba?”

“Naruto ha ragione è sempre stata schiva con noi …. ma da domani le cose cambieranno ….. iniziando ad allenarci con i team sarà più facile parlarle e quindi anche ad invitarla per tempo a qualche nostra uscita o festa!”

“Se lo dici tu Ino? …… Che seccatura!”

“Cambiando discorso, voi cosa avete risposto alla prova? Secondo voi dove si nascondeva il ninja!”  Kiba era curioso di sapere se la sua risposta era la stessa dei suoi compagni.

“Gli uccelli!” risposero all’unisono.

Sakura aveva sentito la risposta dei compagni, mordendosi il labbro inferiore …… gli uccelli potevano essere un ottimo nascondiglio per il ninja ….. volando in ramo in ramo avrebbe avuto tempo e modo di focalizzare il nemico e attaccarlo nel momento opportuno ….. un volatile non crea nessun sospetto! Lei invece aveva dato come risposta la  pozzanghera …… aveva sbagliato!

Dopo circa un’ora entrò Gai:

“Allora? Ha già la formazione dei team?”

“No ragazzi … i maestri stanno ancora valutando attentamente le vostre prove, insieme alle mie relazioni di ognuno di voi ….. inoltre devono cercare di bilanciare i vostri poteri per formare dei team senza punti deboli!”

“Gai …. Potresti dirci la risposta dell’esame? Il ninja si era trasformato negli uccelli vero?”

Gai sfoderò un sorriso smagliante e beffardo:

“Mi dispiace deluderti Kiba …. ma avete sbagliato tutti …. l’unica persona che ha indovinato è stata Sakura …. il ninja si era trasformato in una pozzanghera ….. le cicale cantano solo quando c’è molto caldo e non c’è umidità …. la pozzanghera era fuori dal contesto del paesaggio!”

“Cosa, vuoi dire che abbiamo sbagliato tutti la prova? Accidenti questa poi! Comunque se avessimo potuto usare il nostro chakra …..”

“E’ qui che ti sbagli Ten Ten, la prova consisteva proprio ad usare i sensi, in questo caso la vista! In una missione, i ninja devono essere in grado di poter valutare ogni situazione aiutandosi, non solo con il chakra ma anche con alcuni sensi, quali l’udito, la vista e il tatto. Ora avete capito? Comunque sono venuto qui per dirvi che potete uscire dall’accademia …. avete un’ora di pausa per andare a mangiare, poi dovrete ritornare, sperando che i maestri abbiano già completato la lista dei team! …. Buon appetito!”

Gai uscì dall’aula seguito a ruota da Sakura: si sentiva in soggezione dopo aver avvertito gli sguardi di sorpresa puntati su di lei, sapendo che era stata l’unica ad aver  risposto esattamente alla prova pratica.

“Ragazzi, io non avevo proprio notato la pozzanghera!”

“Io si Temari, ma credevo che la risposta esatta fossero gli uccelli!”

“Anch’io Naruto ….. e così Sakura, non solo ha consegnato il test scritto per prima, ma è stata l’unica ad aver superato anche la prova pratica …. devo ammettere che è in gamba ….. che seccatura!”

“Tze ….. c’è riuscita solo perché è capace di usare i suoi sensi e non il chakra! …. Comunque rimango della mia idea, definendola un impiccio e un peso nel team, dato che non riesce ad usare il suo potere …. spero proprio che non finisca nella mia stessa squadra! Ora andiamo a mangiare, abbiamo solo un’ora di tempo!”

Sasuke si alzò dal banco dirigendosi verso la porta, mantenendo il suo solito portamento: mani in tasca e sguardo serio. Spesso, le sue frasi, non ammettevano repliche …..

Sakura si era diretta asula terrazza dell’accademia ….. non aveva soldi con sé per comprarsi il pranzo, non pensava che i maestri impiegassero molto tempo per la formazione dei team ….. non poteva neanche andare a pranzo con suo padre, dato che la sua pausa era esattamente dopo un’ora, l’orario in cui doveva ripresentarsi in aula, ma per lei non era importante …. il suo stomaco era chiuso al pensiero di conoscere i nomi dei suoi futuri compagni e del suo maestro ….. incrociò le dita sperando che questi non fossero Sasuke, Naruto e Kakashi!

Un’ora dopo erano già tutti in classe, impazienti di vedere Gai ….. il tempo passava, ma del maestro neanche l’ombra ….. i ragazzi decisero di passarsi il tempo giocando a carte, Naruto e Kiba, giocando a scacchi, Neji e Shikamaru, riposarsi con gli occhi chiusi, Sasuke, parlare di moda e di cosmetici, le ragazze. Sakura continuava a rimanere isolata nel suo banco, nonostante le ragazze l’avessero chiamata a sedere vicino a loro, ma la rosa, anziché rispondere, si era limitata a voltare le spalle e chinare il capo ….

Il tempo passava lentamente, fin tanto che Sakura controllò l’orario: erano le quattro del pomeriggio. Sperò che Gai arrivasse e comunicasse subito la formazione dei team per poter correre a casa prima che gli studenti omega finissero le lezioni e i civili finissero di lavorare …. non voleva incontrarli! Le sue speranze furono vane, perché Gai si presentò in aula verso le cinque del pomeriggio.

“Alla buon ora Gai! Siamo solo in dieci, da dividere in tre team, possibile che ci abbiano messo tutto questo tempo?”

“Ino …. i vostri poteri sono molto grandi e non è stato facile dividervi nei team e assegnarvi il maestro …. c’erano tanti punti da esaminare e da discutere …. comunque ho finalmente la lista, ora fate silenzio mentre leggerò i nomi …..”

Gli studenti si misero a sedere composti, prestando la massima attenzione a Gai:

“Dunque, il team 3 allenato dal capitano Yamato sarà composto da Neji, Hinata, Kiba e Ten Ten …… il team 5 allenato da Asuma sarà composto da Shikamaru, Ino e Temari ….. per finire …. Il team 7 composto da Sasuke, Naruto e Sakura, allenato da Kakashi!”

Sakura perse un battito: le uniche persone che sperava di non avere in squadra erano tutte nel suo team! La sua vita in accademia, sarebbe stata un inferno: Sasuke la riteneva un impiccio e un peso, Naruto apparteneva ad un clan molto prestigioso e potente come il moro, mentre il maestro Kakashi era considerato un genio nelle arti del combattimento!

“NO ….. non lo accetto ….. perché devo avere quell’impiastro nel mio team!”

Sasuke puntò il dito in direzione della rosa …. il suo sguardo era furioso!

“Sasuke ….. non ti permetto di usare questo linguaggio nella mia classe …. chiedi subito scusa alla tua compagna per averle mancato di rispetto!”

“Io non chiedo scusa a nessuno …. ho espresso una mia opinione e poi lo sa anche lei che ho ragione …. come può ritenersi una kunoichi se non sa nemmeno usare il chakra?”

“Adesso basta teme …. io non ho nessun problema ad essere in squadra con lei e sono pronto ad aiutarla e a darle tutto il mio sostegno ….. se i maestri ci hanno diviso in questo modo ci sarà un motivo e noi non siamo nessuno per mettere in discussione la loro decisione!”

“Tze!” Sasuke incrociò le braccia mettendo le gambe accavallate sul banco, voltando il suo sguardo contrariato verso la finestra.

Sakura continuava a mordersi il labbro inferiore e a strofinarsi con le mani le ginocchia in modo nervoso …..

“Gai …. sapresti dirci le motivazioni di queste divisioni e l’assegnazione dei maestri? La mia è solo una curiosità …..”

“Certo Kiba ….. Neji e Hinata possiedono entrambi il byagukan e sarà più facile per Yamato addestrarli e potenziare la loro tecnica …. quest’estate si sono allenati nel Regno dell’Acqua, ma hanno ancora bisogno di migliorarsi e il Capitano possiede il potere di controllare l’Acqua, aiutando anche Ten Ten a migliorare le sue tecniche combattive ….. poi ci sei tu, con la capacità di sfruttare il tuo olfatto …. Yamato riesce a dare vita ad alberi e a piante in contesti diversi, rendendo difficoltoso scoprire le tracce e per te, sarà un ottimo modo per potenziare ancora di più il tuo chakra ……. Asuma riesce ad alterare le proprietà del chakra, in quella del fuoco e in quella del vento …. Temari potrà sviluppare e migliorare notevolmente il suo chakra, mentre Shikamaru, utilizzando il suo potere sulle ombre potrà immobilizzare gli avversari facilitando Ino ad impossessarsi del loro spirito ….. questa sarà un’ottima tecnica di combattimento!”

“Ma perché non mi hanno messo in squadra con Ino? Sua sorella è in squadra con mio fratello e insieme hanno sviluppato una tecnica micidiale …. lo sharingan permette di anticipare le mosse dell’avversario rendendo più facile l’utilizzo della tecnica del capovolgimento spirituale ….. “

“Appunto per questo non siete stati messi insieme …. esiste già questa tecnica …. lo scopo dell’accademia è quella di formare nuovi unioni di poteri, potenziando i vari chakra e creando sempre nuove tecniche di combattimento …. è per questo che il Regno del Fuoco è famoso per la forza combattiva dei ninja ….. perché riesce a sfruttare tutti i tipi di chakra unendoli fra di loro! Ora ti è più chiaro Sasuke? Per quanto riguarda il tuo team …. Kakashi, possiede un occhio con lo sharingan, la tua stessa abilità e può aiutarti a svilupparlo al meglio, inoltre potrà insegnarti la tecnica dei mille falchi, o chidori, che unito alla potenza del resengan di Naruto, vi permetterà di creare una tecnica ancora più distruttiva e potente ….. Sakura ha dimostrato di essere molto perspicace, intuitiva e abile nel raccogliere le informazioni necessarie per sconfiggere il nemico nel minor tempo possibile grazie al suo eccellente spirito di osservazione ….. queste sue doti vi saranno molto utili nei combattimenti! ….. Spero che la spiegazione sia stata più che esauriente, domani dovrete presentarvi tutti in aula per le otto del mattino dopo di che i maestri vi verranno a prendere per iniziare la lezione …. vi consiglio di indossare abiti comodi e corti …. credo che suderete parecchio! E’ stato un vero piacere per me insegnarvi tutto ciò che so sulle arti magiche …. sappiate che per qualsiasi dubbio o domande, sarò a vostra disposizione …. potete andare!”

Sakura si alzò dal banco alzando leggermente lo sguardo verso Gai e inchinandosi per ringraziarlo dei suoi insegnamenti, poi scappò velocemente dalla porta …..

La rosa correva per le vie del settore ninja, erano quasi le sei del pomeriggio e suo padre finiva di lavorare alle sette ….. doveva sbrigarsi a raggiungere casa sua, sperando di non incontrare nessuno …..

Nel settore omega, percepì chiaramente gli sguardi di disgusto nei suoi confronti da parte di molti civili, sentendo poi le cattiverie che le rivolgevano, ma continuò a correre, ignorandoli come era solita fare! Era quasi arrivata a casa sua, doveva solo svoltare l’angolo di un incrocio e procedere per circa quattrocento metri …. ormai c’era quasi e decise di aumentare la velocità nella sua corsa, quando vide sbucare da una via laterale Alan e la sua banda …. i suoi ex amici!
“Bene bene! Guardate un po’ chi c’è ragazzi!!! …… Fermati Sakura altrimenti sai cosa faremo!”

 

SPERO DI AVERVI TRASMESSO DELLE EMOZIONI ….. E SI’ LO AMMETTO …. MI PIACEREBBE SAPERE LE VOSTRI OPINIONI, ANCHE NEGATIVE, DAI LETTORI ANONIMI ….. UN BACIONE E AL PROSSIMO AGGIORNAMENTO!

 

 

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Capitolo 13
*** Lo schiaffo ***


Dopo che Gai e Sakura uscirono dall’aula:

“Ehi ragazzi che ne dite di andare a fare un giro? …. Che seccatura!”

“Io vado a  casa!”

Sasuke si alzò dal banco ancora con il volto arrabbiato e scocciato per la formazione dei team.

“Vengo anch’io teme …. scusate ragazzi, ma avevamo promesso di tornare a casa appena saputo la formazione dei team …. ci vediamo domani!” Naruto seguì il moro ….. lui lo conosceva ……

“Mi dispiace dirlo, ma il comportamento di Sasuke non mi è proprio piaciuto ….. non si umiliano in questo modo le persone!”

“Hai ragione Temari ….. ma c’è un motivo dietro a questo suo comportamento! ….. Tu e Ten Ten non potete saperlo perché venite da due Regni diversi, mentre noi lo conosciamo molto bene, essendo suoi amici dai tempi dell’asilo ….. ora andiamo mentre ve lo spiego ……” Kiba fece cenno alla bionda di seguirlo, così come a tutti gli altri.

“Ehi teme aspettami, rallenta il passo!”

Naruto si affiancò al suo amico/fratello, mettendo le mani dentro alle tasca dei suoi pantaloni, camminando senza dire una parola ….. conosceva bene Sasuke e sapeva che quando era in quello stato le parole non servivano ….. avrebbero solo peggiorato la situazione.

Naruto, come tutti gli altri ragazzi, aveva capito perfettamente il suo stato d’animo. Sasuke apparteneva al clan Uchiha, giudicato il più forte dell’intero Regno del Fuoco, suo padre ne era il capo e rivestiva un ruolo molto importante nella società, il fratello Itachi era sempre stato ritenuto un vero genio nelle arti del combattimento e all’età di soli tredici anni fu arruolato negli anbu, affidandogli da subito il ruolo di capitano. La fama e la notorietà dei due era nota a tutti, riempendo d’onore l’intero clan.
 Anche Sasuke aveva sempre dimostrato grandi capacità combattive, ma nonostante questo, cresceva all’ombra del fratello. Sia Fugaku che Itachi gli ripetevano sempre che vedevano in lui un gran talento e cercavano in ogni modo di non farlo sentire inferiore, ma per Sasuke era impossibile, scoprendosi addirittura geloso delle abilità del fratello, considerate uniche all’interno del clan, nonostante provasse per lui una grande ammirazione e gli volesse un gran bene.
Aveva aspetto con impazienza di compiere dodici anni per poter entrare in accademia e diventare un futuro ninja, il suo sogno era quello di diventare forte come il fratello e di riempire d’orgoglio il padre …. Si ricordava perfettamente il giorno in cui l’intero consiglio di Konoha bussò alla sua porta, chiedendo a Itachi di diventare il capitano degli anbu …. il volto del padre si riempì di orgoglio e gli sembrò quasi di vedere i suoi occhi diventare lucidi per l’emozione e la soddisfazione che provò nei confronti del primo genito …. Sasuke si ripromise di allenarsi duramente per vedere la stessa espressione del padre rivolta a lui.
Per diventare forte e bravo aveva bisogno di allenarsi con persone simili a lui e tutta la classe aveva queste doti, ad eccezione di una sola persona …. Sakura era la più debole e avrebbe rallentato gli allenamenti e gli insegnamenti di Kakashi, non riuscendo così a realizzare il suo desiderio.

I due ragazzi arrivarono a casa in assoluto silenzio, per tutto il tragitto nessuno dei due aveva proferito parola, per Sasuke, aver avuto a fianco Naruto, gli era stato di conforto, tanto da riuscire a farlo calmare.

“Finalmente siete a casa! Vi aspettavamo con impazienza! Avanti, andate in cucina a fare merenda …. ho preparato dei biscotti!”

“Wow zia! Tu sai sempre come farmi felice!”

“Tze …. sempre il solito ingordo ….. mamma, lo sai che non mi piacciono i dolci!”

“Ci sono anche dei pomodori appena tagliati!”

Sasuke guardò la madre con un lieve sorriso e corse anche lui in cucina.

“Zio? Cosa stai facendo? Non vorrai mica mangiarli tutti tu vero?” Naruto si precipitò sul tavolo della cucina afferrando il contenitore con i biscotti e iniziando a mangiarli alla velocità della luce.

“Naruto vai piano a mangiare altrimenti rischi di soffocarti ….. e poi non preoccuparti, ne ho cucinata tanti e ce ne sono abbastanza per tutti!”

“Tua zia ha ragione ….. posa subito il contenitore sul tavolo e non fare l’egoista, altrimenti te la vedrai direttamente con il mio sharingan e credimi, non mi risparmierò con te solo perché sei mio nipote!”

“Zio, io ho bisogno di crescere quindi è più giusto che li mangi io ….. e poi dovresti pensare anche al tuo stato di salute, troppo zucchero in corpo, fa male ad un vecchio come te!”

“Come ti permetti, razza di screanzato che non sei altro! Io non sono vecchio!”

Fugaku si alzò dal cuscino in cui era seduto con le gambe incrociate iniziando a rincorre Naruto per tutta la cucina ….. era la stessa scena che si ripeteva ogni qual volta Mikoto cucinava qualcosa di dolce: l’ingordigia di Fugake e Naruto li faceva sempre litigare!

Itachi posò il bicchiere fumante di the, iniziando a ridere sonoramente per la scena davanti a lui, Mikoto scosse la testa rassegnata mentre sulle labbra si era formato un sorriso, Sasuke invece, continuava a mangiare i suoi pomodori trovando quella scena patetica come al solito.

Fugaku si lanciò su Naruto, riuscendo ad atterrarlo e a prendergli dalle mani il contenitore con i biscotti:

“Allora cosa mi dici adesso Naruto! Se fossi veramente vecchio come dici tu, non sarei riuscito ad atterrarti …. ora ….. per la tua mancanza di rispetto nei miei confronti, non mangerai più i biscotti!”

“Uffa …. non è giusto però! …. Ti prego zio, dammene qualcuno anche a me!” inginocchiandosi davanti all’Uchiha, incrociando le mani in segno di preghiera e mostrando due occhioni supplichevoli pieni di lacrimoni ….. Naruto sapeva sempre come far breccia nel cuore dello zio, riuscendo ad ottenere quello che voleva ….

“Va bene …. tieni qualche biscotto, ma cerca di ricomporti ….. sei un uomo e non si addice per niente un comportamento supplichevole …… sei tale e quale a tuo padre!”
“Grazie zio ….. sei il miglior zio del mondo!”

Fugaku guardò tristemente Naruto: il ragazzo sapeva che suo zio paterno era Pain, colui che aveva scatenato la terza guerra mondiale. Non doveva essere facile per un ragazzo accettare questa realtà! Così gli mise una mano sulla spalla allungandogli il contenitore dei biscotti: per Fugaku era un modo per ringraziarlo del complimento e per infondergli tutto il suo sostegno.

Itachi, una volta finito di ridere e comprendendo il gesto del padre, si voltò verso il fratello:

 “Allora non avete niente da dirci?”

Sasuke si irrigidì per la domanda fatta da Itachi, capendo a cosa si stesse riferendo, mandò giù l’ultimo pomodoro e si alzò per mettere il piatto sporco nel lavabo, si voltò per ritornare a sedere cercando poi di controllare il tono della voce:

 “Ti riferisci alla formazione dei team?”

“E di che altro? Io e papà siamo tornati a casa presto proprio per sapere in quali team e con quale maestro siete stati assegnati!”

Sasuke si incupì maggiormente, Naruto, vedendo la sua espressione, decise di rispondere al suo posto:

“Io e il teme siamo stati assegnati allo stesso team ….. il numero sette ….. il nostro maestro sarà Kakashi!”

“Kakashi? Non potevate aver maestro migliore …. è veramente un ottimo Junin e credo possa insegnarvi veramente tanto ….. sono anche contento che siate insieme, lo sharingan e il rasengan se uniti correttamente, possono diventare un’arma micidiale, vero papà?”

“Certo Itachi …. hai proprio ragione ….. mi ricordo ancora quando io e Minato combattevamo insieme unendo i nostri poteri ….. eravamo fortissimi e abbiamo annientato tantissimi schieramenti nemici! ….. Ma ditemi, chi è l’altro membro?”

Sasuke non riuscì a controllarsi e sbattendo il pugno sul tavolo:

“QUELL’IMPIASTRO DI SAKURA YUKAN!”

“SASUKE!!!! Non permetterti mai più di parlare in questo modo …. non tollero che uno dei miei figli alzi la voce, ma soprattutto, non sopporto che manchino di rispetto a nessuno ….. e men che meno a un membro del loro team!”

Fugaku si era arrabbiato moltissimo …. Naruto prevedeva guai …. Mikoto cercava di tranquillizzare il marito mettendogli entrambe le mani sulle spalle, mentre Itachi si era messo davanti al fratello minore per cercare di calmare il padre.

“Papà calmati! E’ vero, Sasuke ha sbagliato ad alzare la voce ma sicuramente è stato solo uno sfogo, non si permetterebbe mai di mancare di rispetto ad una sua compagna, vero? ” voltandosi verso il fratello sperando in una sua risposta affermativa. Le sue speranze furono vane, appena lo vide chinare il capo contrariato, sconcertato, si voltò verso Naruto, vedendolo abbassare il viso tristemente.

Gli stessi sguardi non passarono inosservati neanche a Mikoto e a Fugaku …. quest’ultimo, preso da un’ira incontrollabile, si fiondò verso Itachi spingendolo da un lato, afferrando con la mano sinistra la maglia di Sasuke e con quella destra tirargli uno schiaffo violentissimo.

Il rumore della mano di Fugaku a contatto con la guancia del figlio fu assordante ….. Mikoto, Itachi e Naruto rimasero immobili e sorpresi ….. mai Fugaku si era permesso di alzare le mani su nessuno dei  suoi figli! Sasuke portò la mano a toccarsi la guancia, mentre questa pulsava dal male …. si alzò di scatto e corse verso le scale per andarsi a rinchiudere nella sua stanza.

 L’Uchiha maggiore rimase immobile a guardarsi la mano, ancora incredulo per il suo gesto.

“Fugaku …. ma cos’hai fatto?” Mikoto, tutta tremante, si avvicinò al marito ma appena gli mise una mano sulla spalla, il marito si alzò di scatto dirigendosi verso lo studio ….

“Mamma ….. io vado da Sasuke!”

“Si Itachi ….. io penserò a tuo padre!”

Entrambi si diressero verso le stanze in cui si erano rinchiusi Sasuke e Fugaku ….. sapevano entrambi cosa stavano provando e solo loro due potevano trovare il modo di tranquillizzarli …..

Naruto era rimasto immobile, incapace di dire una sola parola …. non aveva mai visto Fugaku colpire in quel modo uno di loro, uno dei suoi figli …. certo, c’erano stati episodi in cui aveva lanciato a lui e a Sasuke qualche pugno in testa, ma erano dati con affetto e non con cattiveria, come invece era stato dato quello schiaffo ….. c’era solo un posto dove poteva andare ….. si alzò e si precipitò fuori di casa …..

                                                                                                                                     ******
Mikoto raggiunse lo studio del marito e senza bussare entrò. Vide il marito seduto davanti alla sua scrivania con le mani sopra la testa e gli occhi chiusi, mentre il  viso era pieno di dolore.

“Mikoto …. mi dispiace …. non so cosa mi sia preso ….. ho sempre cercato di insegnare l’educazione ai miei figli rifiutandomi di usare le mani per impartirgliela ….. ma questa volta ….. questa volta non sono riuscito a trattenermi!”

Mikoto si avvicinò al marito continuando a rimanere in silenzio, si portò al suo fianco, togliendoli le mani dalla testa e appoggiandola al suo ventre, poi iniziò ad accarezzargliela dolcemente:

“Lo so …. so che non era tua intenzione e che ti sei fatto prendere dall’ira …. ammetto che ci sono rimasta male anch’io quando ho capito che Sasuke aveva mancato di rispetto ad una sua compagna …. ha sbagliato, questo è vero …. ma credo di sapere il motivo del suo comportamento! Sai benissimo quanto si senta inferiore a Itachi e sai anche che cerca sempre di renderti orgoglioso di lui!”

“Ma lui è mio figlio …. è il mio orgoglio ….. non ho mai fatto nessuna differenza fra lui e Itachi! Gli ho sempre voluto bene allo stesso modo!”

“So anche questo …. sei un buon padre ….. giusto ed equo …. ma non pensi che Sasuke possa soffrire lo stesso di questa sua inferiorità?”

“Secondo te, cosa dovrei fare?”

“Niente ….. dovrai fare come hai sempre fatto ….. allenarti con lui e continuare a non farlo sentire inferiore, dimostrandogli l’orgoglio che provi nei suoi confronti e la tua approvazione nei suoi miglioramenti!”

“Però non capisco una cosa ….. cosa c’entra in tutto questo Sakura?”

“Sakura non riesce ad usare il chakra e di conseguenza non può utilizzare le tecniche più semplici dei ninja, come ad esempio saltare sugli alberi e correre velocemente …. Sasuke è convinto di perdere tempo prezioso negli allenamenti, rimanendo indietro rispetto a Itachi e non mostrandoti i suoi progressi!”

“Come fai a dire queste cose? Te lo ha detto lui?”

“No ….. non ho bisogno di avere conferma delle mie parole …. sono sua madre e una madre conosce sempre i pensieri dei propri figli!”

Fugaku sorrise appena e alzò lo sguardo verso la moglie, mentre questa continuava ad accarezzargli la testa:

“Grazie Mikoto …. sai sempre come consolarmi ….. ma sono ancora arrabbiato ……  con Sasuke ….. e con me stesso per lo schiaffo che gli ho dato ….. vorrei rimanere un po’ da solo per cercare di calmarmi!”

“Come vuoi!” chinandosi sul volto del marito dandogli un bacio a fior di labbra.
 

                                                                                                                                       *******
Itachi era entrato nella camera del fratello, trovandolo sdraiato sul letto con il viso schiacciato nel cuscino …. non avrebbe mai  immaginato che suo padre arrivasse al punto di dargli uno schiaffo …. non si era mai permesso di picchiare nessuno dei suoi figli! Sasuke aveva sbagliato ad umiliare la sua compagna, ma per lui sarebbe bastata una sonora sgridata e una bella punizione …. lo schiaffo non serviva ….. conosceva il motivo che aveva spinto il fratello a comportarsi in quel modo e gli faceva male ….

“Sasuke ascoltami! …..Papà ha sbagliato a darti quello schiaffo, ma anche tu non ti sei comportato bene con la tua compagna …. hai disubbidito agli insegnamenti  dei nostri  genitori, umiliando e offendendo una persona che ritieni più debole di te …. sono convinto che ci sia un motivo per cui l’abbiano assegnata alla tua stessa squadra ….. dalle un’opportunità per farsi riscattare ai tuoi occhi!”

Sasuke si alzò dal letto buttandosi fra le braccia del fratello per cercare conforto. Itachi lo abbracciò fortemente:

“Ma Itachi ….. lei non sa nemmeno usare il chakra! …. Lo capisci questo? …. Il chakra! ….. Come può definirsi una kunoichi? ….. Non vedo in che modo potrei darle un’opportunità ….. sarò costretto a rimanere indietro nei miei allenamenti e non imparerò niente!”

“Mi dispiace contraddirti fratellino …. ma conoscendo la fama di Kakashi, credo che vi metterà sotto pressione, insegnandovi fino alla sfinimento tutto quello che sa …. e credimi ….. ne sa tantissime! Ma se pensi questo posso farti una promessa se tu ne farai una a me!”

Sasuke alzò lo sguardo guardando gli occhi di suo fratello, identici ai suoi:

“Cioè?”

“Se tu mi prometti che darai un’opportunità a Sakura, io ti prometto che mi allenerò con te tutte le volte che avrò tempo e non sarò impegnato con gli anbu, insegnandoti anche delle tecniche nuove! Che ne dici?”

“Davvero mi insegnerai delle tecniche nuove e ti allenerai con me? Va bene ci sto …. ma non posso prometterti di dare un’opportunità a Sakura dato che non riesce ad usare il suo potere, ma posso prometterti che non la umilierò più!”

“Non era proprio questo che volevo …. ma è sempre meglio che niente ….. allora affare fatto! …. Per quanto riguarda papà, credo sia molto deluso dal tuo comportamento ….. ti consiglio di chiedergli scusa …..”

Sasuke si irrigidì …. lui non aveva mai chiesto scusa a nessuno per via del suo orgoglio e questo Itachi lo sapeva molto bene ……

“…… O …. se preferisci ….. fargli capire che ti dispiace!”

Il volto di Sasuke si risollevò:

“E come?”

“Aspetta di vedere come si comporta con te ….. poi sarà il tuo cuore a suggerirti come fare!”

                                                                                                                                *********
Naruto bussò alla porta ….. lui, insieme alla sua famiglia adottiva, non aveva bisogno di permessi o di autorizzazioni speciali per entrare:

“Avanti!”

“Ciao nonna!”

“NARUTO! Quante volte ti devo dire di non chiamarmi …… ehi, ma cos’è quella faccia triste? Cos’è successo?”

 Tsunade si alzò dalla scrivania correndo verso il nipote ….. non lo aveva mai visto in quello stato.

“Nonna ….. adesso ti racconto tutto!”

Naruto iniziò a raccontare l’accaduto a Tsunade …..

“Questo è tutto nonna ….. scusa se sono venuto a disturbarti al lavoro, ma avevo bisogno di parlare con qualcuno!”

“Hai fatto benissimo a venire da me Naruto! Sai che la mia porta per te è sempre aperta ….. sai cosa ti dico? Che per oggi ho già lavorato abbastanza ….. ora andiamo a casa, credo che mi fermerò a cena da voi …. ho proprio voglia di mangiare un buon pasto cucinato da Mikoto!”

I due si diressero verso villa Uchiha e appena entrati furono investiti da un buonissimo odore di arrosto e pomodori farciti ….. i piatti preferiti di Fugaku e di Sasuke!

“Ciao Mikoto, scusa per l’intrusione, ma potrei rimanere a cena da voi?”

“Tsunade sei tu? Che piacere vederti! Sai benissimo che puoi venire da noi tutte le volte che vuoi!”

Mikoto guardò Naruto a fianco di Tsunade, capendo che il nipote era andato da lei a raccontargli quello che era successo un’ora prima …. non poteva biasimarlo, quella scena aveva toccato tutti nel più profondo!

“Naruto, potresti andare a chiamare tutti gli altri dicendo che la cena è pronta?”

“Si zia, vado subito!”

Appena il biondo uscì dalla cucina:

“Immagino che Naruto ti abbia raccontato quello che è successo, vero?”

“Si ….. ammetto di essermi sorpresa dallo schiaffo di Fugaku …. non mi sarei mai immaginata una reazione del genere da parte sua, anche se Sasuke, da un lato, se lo è meritato!”

“Concordo con te …. ora accomodati, la cena è pronta!”

“Tsunade? Ci sei anche tu? Che bella sorpresa?”

Fugaku entrò in cucina, con il volto segnato dal dispiacere, ma lo fu ancora di più non appena vide arrivare Sasuke a fianco di Itachi …. la sua guancia era ancora rossa e iniziava a gonfiarsi ….. nessuno dei due disse una parola, limitandosi ad avvicinarsi al tavolo per sedersi.

Fugaku, insieme a Mikoto, sedevano a capo tavola, Naruto sedeva a fianco della zia e Tsunade si mise a sedere accanto al biondo. Generalmente Sasuke sedeva a fianco del padre ….. quella sera guardò il fratello e Itachi capì la sua richiesta silenziosa, cedendogli il suo posto e sedendosi lui di fianco a Fugaku. Nessuno disse niente per lo scambio di posti, anche se al capo famiglia gli si strinse il cuore ….. sapeva di aver sbagliato dandogli lo schiaffo, doveva limitarsi solo a sgridarlo e a metterlo in punizione dopo avergli ricordato i suoi insegnamenti.

La cena si consumò in silenzio assoluto, solo Tsunade trovò un argomento per spezzare quell’aria tesa e piena di dispiacere:

“Allora ragazzi …. ho saputo che i maestri vi hanno impegnato in una prova pratica molto difficile, vero? L’ultima volta che è stata fatta risale ai tempi della formazione dei nostri team …. mia di Fugaku e di Minato, poi, dopo aver capito che era molto difficile per i cadetti, non è stata più usata!”

“Zia, spiegati meglio, io non ne so niente!”

“Tsunade, stai forse dicendo che hanno usato la prova del ninja nascosto nella pozzanghera?”

“Proprio così Fugaku ….. devi sapere Itachi che nessun cadetto è mai riuscito a trovare il ninja nascosto in una pozzanghera in trenta secondi, senza usare i propri poteri ma basandosi solo sui propri istinti!”

Sasuke alzò leggermente il viso verso la zia e lanciando uno sguardo veloce al padre …..

“Nonna, ma se è una prova così difficile, perché l’hanno fatta fare proprio a noi?”

“Semplice, è stato fatto per Sakura! ….. Vedi Naruto, Gai ha spiegato la difficoltà della vostra compagna a non sapere usare il chakra e i tre maestri si sono trovati concordi ad usare quella prova per verificare almeno i suoi sensi ….. per quanto riguarda il suo potere, io e i maestri crediamo che sia solo una questione di tempo e di praticità e poi anche lei riuscirà ad usarlo ….. vi ricordo che l’ha già usato e quindi il suo chakra non è bloccato …. diciamo che le serve della pratica! Per quanto riguarda voi altri cadetti, i maestri non avevano nessun dubbio sulle vostre capacità …. appartenete alle famiglie più forti dei Regni e avete ereditato tutti i poteri relativi ai vostri clan ….. non avevano bisogno di mettervi alla prova! …. Sono convinta che il vostro team sarà il migliore ….. ma non ditelo a nessuno, in qualità di Hokage devo avere un’opinione neutrale .... ma, conoscendovi, credo che i vostri poteri siano superiori a quelli degli altri …. avere una come Sakura nel vostro team, vi aiuterà a impegnarvi maggiormente nei vostri allenamenti diventando più forti e permettendovi di proteggerla, inoltre, grazie alle sue ottime capacità intuitive, sarà un valido aiuto nelle missioni future, imparando ad ideare delle perfette strategie di attacco!”

 “Ne sei sicura nonna?”

“Certo ….. e anche Kakashi è dello mio stesso parere …. è stato lui a volere a tutti i costi Sakura nel vostro team ….. tu e Sasuke siete molto forti, ma spesso non vi fermate a riflettere e a guardarvi attorno ….. si sono accorti che all’esame tu non ti sei nemmeno accorto della pozzanghera, mentre Sasuke è stato troppo precipitoso nella risposta, come del resto tutti gli altri ….. Sakura invece, ha sfruttato il tempo a suo disposizione rispondendo in modo esatto e senza tralasciare nessun particolare!”

Tsunade, in qualità di Hokage era già stata informata dai maestri delle formazioni dei team, specificando il motivo delle varie scelte.

Gli Uchiha e Naruto, sapevano che quella era una confidenza che non avrebbero mai dovuto rivelare a nessuno …..

“Allora zia, immagino che Kakashi non si risparmierà con i suoi allievi ….. li metterà sotto, vero?"

“Puoi scommetterci Itachi …… Kakashi non vede l’ora di iniziare ad allenare il suo nuovo team e da quello che mi ha detto, crede di aver trovato il modo di aiutare Sakura!”

Itachi diede una leggera gomitata a Sasuke attirando la sua attenzione:

“Dato che hai finito di mangiare, che ne dici se ci alleniamo un po’? Almeno non ti troverai impreparato alla lezione di domani con Kakashi!”

Sasuke mostrò un sorriso smagliante al fratello e si precipitò fuori in giardino impaziente di iniziare gli allenamenti.

“Ehi vengo anch’io …. voglio allenarmi anch’io con voi!”

Naruto si alzò dal tavolo con in bocca ancora un pezzo di arrosto e corse a raggiungere i cugini sotto lo sguardo divertito delle due donne. Fugaku invece, continuava ad avere il volto triste e finito di mangiare si voltò verso le porte aperte della cucina, guardando i ragazzi allenarsi.

Sasuke e Naruto erano molto concentrati e schivavano alla perfezione gli attacchi di Itachi, fin tanto da decidere di attaccarlo insieme ….. Sasuke balzò in avanti pronto per lanciare un calcio al fratello …. i suoi movimenti erano stati frettolosi e scoordinati ….. Itachi lo evitò con estrema facilità …. Sasuke stava per cadere in malo modo ma Fugaku, accorgendosi subito dell’errore del figlio, si precipitò di corsa riuscendo ad  afferrarlo in tempo, evitando così, che si facesse del male:

“Tutto bene? …. Hai sbagliato il salto iniziale, è per questo che hai rischiato di cadere e  di farti male!”

Sasuke guardò il padre che lo teneva fra le braccia e in quell’istante gli vennero in mente le parole del fratello …… “Sarà il tuo cuore a suggerirti come fare a chiedergli scusa”:

“P-papà ….. mi insegneresti a saltare senza sbagliare?” Sasuke aveva il volto abbassato, si vergognava ancora per il suo comportamento ….. a Fugaku gli si riempì il cuore di gioia …. la richiesta del figlio era un modo per chiedergli scusa e per fargli capire che non provava più nessun rancore nei suoi confronti per lo schiaffo ….
“Certo figliolo!” mettendogli la mano sulla testa e scombinandogli i capelli.

Sia Itachi che Naruto, insieme alle due donne, sorriso nel vedere la pace fatta fra padre e figlio, ma nessuno disse niente …..
Continuarono ad allenarsi per alcune ore, Tsunade aiutò Mikoto a riordinare la cucina per poi sedersi entrambe sotto il porticato e guardare gli allenamenti.
Poco prima di tornare a casa, Tsunade passò il suo chakra curativo sulla guancia di Sasuke, togliendogli l’ultimo ricordo del litigio ….. il rossore e il gonfiore procurato dallo schiaffo  ….
Prima di entrare nelle loro stanze, Fugaku e Sasuke si guardarono negli occhi e le loro labbra si incurvarono in un sorriso ….  la pace era stata fatta e il loro legame si era maggiormente intensificato!

 

QUESTO CAPITOLO L’HO SCRITTO E CANCELLATO TANTISSIME VOLTE NON RIUSCENDO A TROVARLO SODDISFACENTE ….. VOLEVO CERCARE DI FAR COMPRENDERE IL MOTIVO DEL COMPORTAMENTO DI SASUKE ….. SPERO DI ESSERCI RIUSCITA E DI AVERVI TRASMESSO QUALCHE EMOZIONE! GRAZIE PER LEGGERE LA MIA FF E SPERO CHE CONTINUERETE A FARLO …. UN BACIONE A TUTTI!

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Capitolo 14
*** Kakashi ***


Verso le sette e mezzo del mattino, Sakura uscì di casa con lo zaino dell’equipaggiamento ninja sulle spalle e il cestino del pranzo in mano.

Non era riuscita a salutare il padre dato che dormiva ancora, ma il ricordo della sera prima la fece sentire di buon umore … l’aveva reso felice ed orgoglioso di lei, dopo aver saputo la formazione del suo team, congratulandosi e lodandola varie volte per essere in squadra con i figli delle migliori famiglie del Regno del Fuoco e di avere come maestro il miglior Jonin del villaggio.

Con il sorriso sulle labbra, iniziò ad incamminarsi verso l’accademia, era in anticipo e a quell’ora non avrebbe rischiato di incontrare nessun studente omega, dato che le scuole iniziavano alle otto e mezzo. A quest’ultimo pensiero e al ricordo dell’incontro del giorno prima con Alan e i suoi ex amici, si guardò attentamente le braccia e le gambe, ringraziando il suo DNA ninja per averla guarita velocemente. Alla sera, per cena, era riuscita a nascondere al padre i vari ematomi e gli innumerevoli graffi, indossando un pigiama lungo, mentre ora, le erano rimasti pochissimi segni, riuscendo a coprirli con i suoi vestiti, anche se questi erano corti, come richiesto da Gai, per iniziare gli allenamenti.

 Si era ripromessa di non raccontare niente a nessuno, sopportando tutte le angherie in silenzio per evitare di vedere il  padre soffrire, ma soprattutto ……. per proteggerlo!

Camminava con lo sguardo basso e questi pensieri per la testa, quando:

“Toh! Chi si vede! …. ciao ….. rifiuto della società!”

Sakura si fermò di scatto riconoscendo la voce di Alan, alzò lo sguardo vedendo che non era solo ma in compagnia di Yuki e Mimì.
 Una goccia di sudore freddo  scese lungo la sua tempia sinistra ……

      ******

Sasuke e Naruto stavano facendo colazione insieme a tutta la famiglia, nell’aria si respirava armonia e tranquillità e nessuno aveva più accennato alla discussione della sera prima.

Sasuke sedeva come sempre di fianco al padre, mentre questi leggeva il giornale davanti alla sua solita tazza fumante di caffè, ma ogni tanto, i due, si lanciavano sguardi di intesa e di rispetto, confermando il loro legame rafforzato.

“Naruto, hai finito di ingozzarti? Guarda che se non ti sbrighi faremo tardi!”

“Non mi sto ingozzando …. ti ricordo che oggi inizieremo gli allenamenti con Kakashi e non sappiamo a che ora ci farà fare la pausa pranzo, quindi mi voglio riempire per  bene lo stomaco e dovresti farlo anche tu, se non vuoi morire di fame!

“Tze …. non sono un pozzo senza fondo come te ….. vedi di muoverti altrimenti ti lascio qua!”

“Vedo che il mio fratellino ha proprio voglio di iniziare gli allenamenti! Ti fa molto onore e sono fiero di te!” Itachi gli scompigliò i capelli come era solito fare, sorridendo notando il viso compiaciuto di Sasuke a quel gesto di affetto.

“Ragazzi, mi raccomando non dimenticate il cestino del pranzo!”

“Stai tranquilla zia …. è impossibile che dimentichi un bene così prezioso ….. ehi teme aspettami!”

Naruto prese il suo cestino del pranzo, salutando la famiglia a correndo fuori a raggiungere Sasuke che si stava già avviando verso l’accademia.

“Che tipi, non si smentiscono mai!” Fugaku piegò e appoggiò il giornale sul tavolo e iniziò a bere il suo caffè, mentre la moglie e il figlio maggiore sorrisero alle parole del capo famiglia.
 

      *********

“Ehi teme, avresti anche potuto aspettarmi!”

“Tze ….. te l’avevo detto che ti lasciavo a casa se non ti muovevi!”

“Si ma ….. va be’ tanto è inutile discutere con te ….. dimmi piuttosto una cosa, come ti comporterai con Sakura?”

Il moro guardò con indifferenza Naruto, ripensando a quello che era successo la sera prima, alla delusione di suo padre e alla promessa di Itachi, alzò le spalle e:

“Mmm!”

Le labbra del biondo si incurvarono in un sorriso capendo che Sasuke non avrebbe più umiliato la loro nuova compagna.

Quando arrivarono in classe, trovarono già i loro compagni, l’unica che mancava era proprio Sakura, ma ormai erano abituati alle sue entrate dell’ultimo minuto.
Ten Ten e Temari rivolsero un sorriso di conforto a Sasuke: il giorno prima Kiba, insieme agli altri, le avevano spiegato il motivo del comportamento del moro. Anche loro, come lui, si sentivano sotto pressione e cercavano di impegnarsi a fondo negli allenamenti per non deludere le loro famiglie, essendo rispettivamente, nipote del Raikage e  figlia del Kazekage.

“Buon giorno a tutti ragazzi!”

“Ciao Naruto, siete pronti per iniziare gli allenamenti?”

“Tze …. certo che lo siamo Ino!”

“Hinata, ti vedo seria e pensierosa ….. non avrai mica paura vero?”

“N-no N-n-aruto …..”

“Sei proprio un baka ….. ti ricordo che ci sono anch’io nel suo stesso team e sai benissimo che con me al suo fianco si sente al sicuro, vero Hinata?”

Neji lanciò uno sguardo di conforto alla cugina, mentre questa gli sorrise dolcemente: l’affetto che provavano fra di loro i due Hyuga era sorprendente.

I ragazzi continuarono a parlare fra di loro, confidando le loro speranze nei futuri maestri: volevano tutti diventare forti e potenti come i membri delle loro famiglie. Un minuto prima delle otto, Sakura entrò in classe senza rivolgere lo sguardo a nessuno e limitandosi a sedere al suo solito banco, poggiando in terra lo zaino ….

Ino e le ragazze stavano per salutarla quando entrarono in aula Asuma e il Capitano Yamato, ordinando ai membri dei loro team di raggiungerli al campo di allenamento per iniziare la lezione.

“Buona fortuna ragazzi!”

Naruto sfoggiava il suo solito sorriso a trentadue denti incoraggiando i suoi amici e continuando a guardare verso la porta in attesa di veder arrivare Kakashi e condurre lui e il suo team al campo di allenamento: era impaziente di iniziare e di apprendere nuove tecniche.

Il team 7 rimase ad aspettare Kakashi per più di quaranta minuti, Sakura continuava a fissare un punto indefinito del banco, Sasuke era seduto al suo posto con  le braccia incrociate e gli occhi chiusi mentre Naruto continuava a camminare avanti e indietro per l’aula, brontolando per il ritardo esagerato del loro maestro:

“Però non si fa così ….. aveva detto di essere puntuali ….. si merita una bella lezione …. quasi quasi gli combino un bello scherzetto!”

“Provaci e te ne pentirai amaramente!”

I ragazzi si voltarono verso il suono della voce vedendo comparire davanti ai loro occhi una nuvola di fumo e subito dopo Kakashi.

“Finalmente sei arrivato! Perché sei così in ritardo?”

“Prima regola ….. in qualità di vostro maestro non vi devo nessuna spiegazione, voi dovete attenervi solo alle mie indicazioni, mi sono spiegato? E ora muovetevi, raggiungetemi tutti insieme al campo d’allenamento numero sette!” per poi scomparire come era entrato, dietro ad una nuvola di fumo.

Naruto e Sasuke si guardarono negli occhi e insieme balzarono fuori dalla finestra usando il loro chakra, mentre Sakura afferrò il suo zaino e uscì dalla porta …..

Appena Kakashi vide arrivare i due ragazzi, il suo occhio scoperto si ridusse a fessura, iniziando a comporre con le mani dei sigilli. Naruto e Sasuke corsero verso il maestro ma andarono a sbattere contro una barriera invisibile.

“Ehi ma perché hai creato una barriera?”

“Naruto, credevo di essere stato chiaro in aula …. avevo detto che dovevate attenervi alle mie indicazioni e non lo avete fatto …. vi ho chiesto di raggiungermi al campo …. tutti insieme!”

Naruto e Sasuke si guardarono sorpresi per poi capire le parole di Kakashi ….. Sakura non era con loro.

“Dai teme, andiamole incontro!”

“Tze ….. iniziamo bene!”

Sakura stava correndo più veloce che poteva ma non si ricordava dove fosse il campo di allenamento numero sette, fin quando non si sentì chiamare da Naruto. Abbassò il capo e corse verso i suoi compagni e insieme, senza dire una parola, si diressero verso Kakashi.

Il maestro li stava aspettando seduto comodamente sull’erba e con la schiena appoggiata ad un albero.

“Eccovi finalmente ….. ora appoggiate gli zaini e i cestini del pranzo a quel tronco laggiù, poi venite a sedervi di fronte a me!”

I ragazzi ubbidirono alle parole del maestro per poi mettersi a sedere di fronte a lui: i due ragazzi erano vicini mentre Sakura si era seduta ad un metro dal biondo, continuando a tenere il capo chino …. tutto sotto lo sguardo attento di Kakashi.

“Bene …. prima di iniziare, vorrei che ognuno di voi si presentasse confidando i propri desideri!”

Sasuke e Naruto rimasero sorpresi per quella strana richiesta, ma avevano già capitato che era inutile chiedere spiegazioni dato che dovevano limitarsi ad eseguire solo le sue indicazioni.

“Mi chiamo Naruto Uzumaki e il mio desiderio è quello di diventare Hokage come mio padre e di riuscire a sviluppare a pieno il potere del mio rasengan!”

“Sono Sasuke Uchiha, il mio desiderio è quello di diventare forte come mio padre e mio fratello riuscendo a sviluppare i tre tomoe del mio sharingan!”

La rosa strinse le gambe fra le sue braccia iniziando a mordersi nervosamente le labbra: toccava a lei presentarsi e non sapeva cosa dire.

“Io m-mi chiamo Sakura Yukan e …… e non ho desideri!”

Sasuke alzò lo sguardo al cielo pensando che era la solita noiosa, Naruto la guardò con la bocca spalancata per l’incredulità e Kakashi spalancò l’occhio scoperto per poi ricomporsi e parlarle in modo calmo e composto:

“Ognuno di noi ha dei desideri ….. non devi vergognarti a confidarti ….. nessuno di noi ti prenderà in giro, se è questa la tua paura!”

“No, non ho paura ….. solo che il mio desiderio è impossibile da realizzare!”

“Se ci si impegna con tutte le forze, ogni desiderio può avverarsi! ….. Coraggio, confidati!”

“Il mio desiderio è irrealizzabile perché ….. perché vorrei essere anch’io come mio padre!” facendo capire chiaramente che non desiderava essere una kunoichi.

“Vedi Naruto che avevo ragione? E’ una noiosa …. proprio come tutti i civili …. ha ereditato il chakra e nonostante questo rifiuta la sua natura! ….. Tze!” Sasuke era scocciato oltre che adirato.

Sakura non riuscì a sopportare le parole del moro e alzò lo sguardo fissandolo negli occhi in maniera furente ….. nero nel verde, verde nel nero ….. Sasuke e Naruto, videro per la prima volta i suoi meravigliosi occhi verde smeraldo, rimanendo affascinati da tale bellezza …. anche Temari aveva gli occhi verdi, ma non erano belli come i suoi, seppure spenti e pieni di tristezza.

“Ma che ne sai tu? Giudichi e basta senza sapere niente!”

“Avanti, illuminami! ….. Per tutto questo mese ti sei rifiutata di rivolgerci la parola rimanendo sempre in disparte e ti lamenti pure se mi sono arrabbiato dopo la tua risposta? Credo di avere più di un motivo per giudicarti!”

“Adesso basta …. tutti e due ….. vorrei ricordarvi che fate parte dello stesso team e dovrete iniziare ad andare d’accordo!” Kakashi si era sentito costretto ad intervenire, prevedendo l’inizio di una lite furiosa fra i due.

“Tze”

La rosa abbassò nuovamente lo sguardo voltando lo sguardo verso la sua sinistra, mentre ripensava agli occhi di Sasuke ….. erano gli stessi di suo padre e solo in quel momento si ricordò di quel ragazzo conosciuto tre anni prima alla festa di primavera ….. forse erano parenti, ma sicuramente avevano caratteri diversi, ricordandosi la gentilezza di quel giovane ninja!

“Mi sono spiegato? …. Esigo una risposta!” Kakashi aveva usato un tono duro ed autoritario ricevendo poi un lieve accenno con la testa da parte dei due ragazzi.

“Molto bene …. ora tocca a me presentarmi ….. mi chiamo Kakashi Hatake e sono stato incaricato dall’Hokage in persona di allenarvi e il mio desiderio è quello di rendervi un team forte e valoroso per potervi far superare l’esame finale e diventare Genin. Dato che la vostra classe è formata dai figli dei migliori clan dei tre Regni, si è pensato di modificare l’esame finale …. gli altri anni, ogni cadetto doveva superare una prova individuale e nel caso non fosse riuscito a superarla, i team venivano riformati ….. quest’anno, invece, l’esame verrà svolto a squadre e se un membro fallirà, l’intero team verrà bocciato!”

“Coooosaaaaa!” urlarono all’unisono Naruto e Sasuke, mentre quest’ultimo lanciò uno sguardo pieno di rabbia alla rosa, l’anello debole della squadra e colei che avrebbe rischiato di farli bocciare all’esame finale. Per lui sarebbe stato un grandissimo disonore agli occhi della sua famiglia e dell’intero clan Uchiha.

 Sakura, sentendosi gli occhi del moro puntati addosso, si morse il labbro inferiore e strinse le mani a pugno talmente forte da conficcarsi le unghie nella pelle ….. a causa sua i suoi nuovi compagni rischiavano di non diventare Genin e sicuramente gliel’avrebbero fatta pagare cara.

“Suvvia ragazzi non preoccupatevi ….. ho detto che il mio desiderio è quello di farvi superare l’esame e mi impegnerò fino in fondo per realizzarlo! Voglio vedervi tutti  Genin e continuare ad allenarvi fino a diventare Junin. Come sapete, una volta diventati Genin verrete inviati a compiere delle missioni fuori dal villaggio. Generalmente, saranno missioni di livello D, prive di rischi e solo raramente, avrete missioni di livello C,  in cui ci potrà essere una possibilità molto bassa di incontrare dei ninja nemici, ma non preoccupatevi ci sarò anch’io con voi! ….. Dopo due anni, potrete sostenere l’esame per diventare Chunin e partecipare sempre a missioni C e alcune volte a quelle B, portandovi a scontrare con dei nemici di forza media, infine, a sedici anni, quando le vostre abilità saranno ritenute eccezionali dalla commissione dell’accademia, potrete affrontare l’esame per diventare Jonin, partecipando poi a missioni di livello A o S, ossia, le più pericolose e le più complesse, affinando le vostre tecniche di combattimento e diventando sempre più forti. Ogni volta che ritornerete dalle missioni, riceverete un compenso in denaro per il vostro lavoro. Il compenso varierà in base al vostro grado ninja e al grado delle missioni. Avete capito tutto?”

Naruto e Sasuke erano annoiati dalla spiegazione …. conoscevano perfettamente i gradi e i livelli dei ninja e delle missioni, mentre Sakura aveva ascoltato con molto interesse la spiegazione del maestro ….. in tutti i libri letti durante l’estate, non ne aveva trovato uno che spiegasse quel tipo di classificazione.

“Ora che vi ho detto le cose più importanti, possiamo iniziare la lezione!”

“Finalmente! Allora da cosa iniziamo? Dal lancio di kunai , dalla lotta corpo a corpo …..”

“Calmati Naruto ….. non faremo niente di tutto questo ….. per prima cosa tu e Sasuke aiuterete la vostra compagna a sprigionare il suo chakra!”

“Cooosaaaa! Scusa Kakashi ma perché proprio noi? Sei tu il maestro e dovresti …..”

“Naruto, denoto che continui a non ascoltare quello che dico! …. Per diventare Genin  dovrete affrontare tutti insieme un esame e per riuscirci, dovrete essere affiatati fra di voi …. cosa che non siete!”

“Tze …. ma non per volontà nostra!”

“Sasuke adesso basta e fammi finire ….. per riuscire ad affiatarvi come team dovrete iniziare dalle basi, concentrandovi sul lavoro di squadra e aiutarvi a vicenda ….. ora ….. Sakura non riesce ad usare il chakra ed è un vostro preciso dovere aiutarla in quanto compagni di squadra e non inizierò ad insegnarvi niente fino a che non riuscirete a farle sprigionare il suo potere, mi sono spiegato? Adesso iniziate!” Kakashi distolse lo sguardo e tirò fuori un libricino dal suo giubbotto da Jonin e iniziò a leggere.

“Tze …. alzatevi e vediamo di muoverci!” Sasuke continuava ad essere imbronciato ed arrabbiato, l’ordine del maestro non ammetteva repliche mentre lui desiderava imparare nuove tecniche di combattimento. Respirò profondamente, cercando di calmarsi per poi ricordarsi della promessa di Itachi …..

Sakura si alzò sconfortata al pensiero che proprio Sasuke dovesse insegnarle a sprigionare il chakra, sapeva che la disprezzava, definendola un impiastro oltre che noiosa ….. prevedeva una lezione terrificante! Sperò almeno nella gentilezza di Naruto e, senza accorgersene, cercò lo sguardo del biondo per avere un minimo di conforto.

“Coraggio, iniziamo Sakura-chan!”

“C-come m-mi hai chiamata?”

“Sakura-chan! Kakashi ha detto che dobbiamo diventare affiatati fra di noi e per farlo dovremo iniziare con il diventare amici ed è per questo che ho deciso di usare il chan con te, per farti capire che puoi contare su di me …. sul mio aiuto ….. e non preoccuparti per il teme, potrà sembrarti scontroso e arrogante, ma in realtà è un bravo ragazzo, puoi credermi, io lo conosco bene dato che sono cresciuto con lui ….. ora iniziamo, chiudi gli occhi e concentrati fino a sentire una forza interna al tuo corpo!”

Sasuke, dopo che aveva sentito Naruto rivolgersi a Sakura usando il suffisso del chan, si era allontanato indispettito, non sentendo il resto del discorso …… si voltò verso i compagni con le mani in tasca guardando la rosa chiudere gli occhi e concentrarsi …. era più forte di lui …. la trovava noiosa!

Passò più di un’ora, Sakura continuava a concentrarsi ma senza riuscire a percepire nessuna forza interna. Sasuke sbuffava di continuo anche se fino a quel momento si era solo limitato ad osservarla senza suggerirle niente, mentre Naruto continuava a grattarsi la testa tutte le volte che vedeva la compagna fallire, cercando poi un altro modo  per aiutarla.

Kakashi, da dietro il suo libro, osservava i suoi allievi, soffermandosi sullo sguardo di Sasuke ….. scontroso, arrogante e pieno di sé, lo stesso di Madara e della maggior parte degli Uchiha, conservatori delle vecchie leggi rigide del loro clan.

 Lui le conosceva bene, avendo frequentato per molti anni il loro quartiere, dopo essere entrato nello stesso team di Obito. Durante quegli anni, la loro amicizia si era intensificata fino al punto di considerarsi quasi fratelli. All’inizio, Madara non era molto contento di quel legame, ma vedendo la sua determinazione nell’apprendere le arti del combattimento, iniziò ad accettarlo come compagno di squadra del figlio, arrivando al punto di allenarli e di insegnarli tecniche molto difficili. La stessa cosa avvenne anche per la loro compagna di squadra, una kunoichi di nome Rin Nohara,  dotata di una forza straordinaria e di una grande ambizione nel migliorarsi sempre più. All’età di diciassette anni, si innamorò perdutamente di Hanare, sorella minore di Obito, mentre quest’ultimo, si innamorò di Rin. Madara accettò di buon grado queste unioni, grazie anche alla nomina del nuovo capo clan avvenuta due anni prima. Fugaku, decise di abolire la legge di imporre matrimoni combinati fra gli stessi Uchiha per garantire l’eredità dello sharingan ai loro futuri eredi.
Madara, riteneva lui e Rin degni compagni dei suoi figli grazie alla loro determinazione nelle arti del combattimento, tipica del suo stesso clan. Per la legge mondiale, le persone potevano sposarsi solo dopo aver compiuto entrambi vent’un anni, Obito e Rin avevano la stessa età, mentre Hanare era più giovane di loro di due anni. Nei mesi successivi all’approvazione delle loro unioni da parte di Madara, Rin venne notata da Pain, proponendole di diventare una spia all’interno di Konoha per organizzare un colpo di stato e rovesciare il neo Hokage, Minato, per poi sottomettere l’intero mondo ai proprio voleri, promettendole in cambio del suo aiuto, forza, fama e gloria: l’ambizione di Rin prese il sopravvento, facendole accettare il ruolo di spia.
Il cambiamento di Rin venne notato solo da lui in quanto la famiglia di Madara cercava di riprendersi dal lutto che l’aveva colpita circa un mese prima. La madre di Obito era passata a miglior vita, lasciando un bambino di appena un anno, Shisui, alle cure di un’ Hanare appena quindicenne.
Una volta avuta la certezza del tradimento di Rin, informò un incredulo Obito. Essendo ancora sconvolto per la morte della madre e molto innamorato di Rin, non credette ad una sola sua parola, fino al punto di litigare furiosamente e rompere la loro amicizia.
 La terza guerra mondiale scoppiò qualche mese dopo e solo in quell’occasione Obito ebbe la conferma della verità delle sue parole: Rin era una traditrice. Lui e Obito ritornarono amici, iniziando a combattere fianco a fianco.
Durante uno dei tanti scontri, si ritrovò ad affrontare proprio la sua ex compagna di squadra: non era facile per lui accettare l’ordine di ucciderla, ma erano in guerra e i nemici dovevano essere eliminati.
 Lo scontro fu violentissimo, Rin era stata dotata di nuovi poteri da Pain, rendendola quasi invincibile. Stava avendo la peggio e aveva già perso un occhio, il suo corpo era privo di forze e aveva esaurito tutto il suo chakra, Rin stava per dargli il colpo di grazie, ponendo definitivamente fine alla sua vita ….. Obito si mise in mezzo facendogli da scudo, ma non prima di aver lanciato la sua katana dritta al cuore di Rin, uccidendola. Raccolse le ultime forze per avvicinarsi al corpo del suo migliore amico: le sue condizioni erano talmente critiche da capire che quel campo di battaglia, sarebbe stato la sua tomba. Attorno a loro si erano avvicinati altri ninja, alcuni di questi medici, che cercarono di passare sul corpo di Obito il loro chakra curativo, ma il colpo subito era stato devastante ….. poco prima di spirare, Obito espresse la volontà di donargli un occhio come forma di ringraziamento per la sua amicizia, vera e leale ……
Una volta appresa la notizia della morte del suo primo genito per mano di Rin, Madara si sentì tradito per aver accettato in famiglia un membro che non appartenesse al clan Uchiha, obbligando Hanare a rompere il suo fidanzamento, ritenendolo indegno di meritare la figlia e di essere troppo debole, accusandolo della morte del figlio proprio a causa della sua debolezza. Madara cercò in tutti i modi di vietare il trapianto dell’occhio di Obito, poiché lo riteneva indegno di possedere lo sharingan, ma la volontà dei morti doveva essere rispettata e lo stesso Fugaku, capo clan Uchiha, autorizzò il trapianto.
Negli anni successivi, quando Hanare compì ventun’ anni, Madara cercò di obbligarla a sposare un loro cugino molto più grande di lei, per rispettare la vecchia legge del clan di imporre matrimoni combinati  garantendo la purezza dell’eredità dello sharingan ai futuri figli. Hanare si oppose con tutte le forze, chiedendo aiuto a Fugaku, il quale, grazie alla sua autorità all’interno della famiglia Uchiha, vietò a Madara di far sposare la figlia contro la sua volontà. Per questo motivo, Madara entrò in conflitto con Fugaku, rifiutandosi di seguire le nuove regole del capo clan e dichiarandosi un conservatore delle vecchie leggi degli Uchiha.
Hanare continuava a vivere con il padre, poiché, essendo una donna, non poteva lasciare il tetto famigliare fino a quando non  si fosse sposata, ma per farlo, avrebbe dovuto avere l’approvazione del padre stesso.
Hanare aveva già ventotto anni, mentre lui ne aveva compiuti trenta, il loro amore era rimasto intatto e grazie al fratello Shisui e alla complicità di Itachi, riuscivano ad incontrarsi di nascosto da tutti, sperando un giorno, di poter realizzare il loro sogno di unirsi in matrimonio.
Shisui era molto legato alla sorella, non solo perché le aveva fatto da madre, ma perché capiva la sua sofferenza a dover sottostare alle dure regole del padre, divenuto un uomo dal cuore di ghiaccio.
Shisui era di mentalità aperta come la famiglia di Sasuke ed era particolarmente dotato nelle arti del combattimento come il cugino Itachi, suo coetaneo, anche se non aveva sviluppato il terzo tomoe. Da circa un anno era entrato nel corpo anbu su richiesta di Itachi stesso, per far parte della sua squadra. Shisui accettò subito l’offerta, iniziando ad impegnarsi ancora di più negli allenamenti, diventando molto forte da diventare il braccio destro del cugino, oltre che un ottimo amico.
In una tarda nottata, i due cugini stavano ritornando a casa dopo una missione particolarmente lunga. Erano esausti e per arrivare prima alle loro abitazioni, decisero di fare una scorciatoia usando un passaggio segreto, abbandonato da secoli, che conduceva dal bosco fuori Konoha ad un tombino del quartiere Uchiha.
Quel sotterraneo, era il luogo d’incontro segreto suo e di Hanare ….. Itachi e Shisui trovarono i due amanti in pose alquante vietate …..
Essendo stati scoperti, si ricompose subito, mettendosi davanti alla sua amata e dichiarando ai due cugini di essere pronto a morire per mano loro senza opporre resistenza, a patto che non raccontassero a nessuno di lui ed Hanare, evitandole l’umiliazione e il disonore nei confronti del padre, ma la sua amata si rifiutò, chiedendo al fratello di uccidere anche lei, perché non avrebbe mai sopportato una vita senza di lui ….. Itachi rimase sbalordito da quella richiesta, così come Shisui: entrambi non avevano la minima intenzione di ucciderli né di raccontare a nessuno della loro relazione segreta. Shisui conosceva la storia della sua famiglia e dell’odio che suo padre provava nei suoi confronti, ma vedendo la sorella così innamorata e suoi occhi brillare di luce pura, disse che l’avrebbe ucciso solo se l’avesse fatta soffrire, promettendogli di aiutarli a vedersi più spesso e vivere più intensamente il loro amore. Da quel giorno, i due amanti riuscirono a vedersi tutte le settimane, grazie alla complicità di Shisui e di Itachi.
In quell’anno aveva avuto modo di conoscere meglio i due ragazzi ….. li conosceva per nome e per fama grazie anche ai racconti di Hanare, ma parlando con loro, li aveva trovati due ottime persone, iniziando col tempo, a confidarsi i propri desideri e le proprie speranze.
 In varie occasioni, Itachi aveva lodato le doti del fratello, definendolo un vero talento ma che, secondo la sua opinione, non riusciva a manifestare a pieno il proprio potere a causa del carattere freddo e schivo verso il prossimo, l’esatto opposto di Naruto, completamente svogliato, nonostante possedesse un gran potere. Più volte gli aveva chiesto consigli su come aiutare i due ragazzi a sprigionare a pieno il loro chakra, ma non conoscendoli, gli era stato quasi impossibile consigliarlo.
Circa due settimane prima, era stato contattato dall’Hokage per sentirsi chiedere, ancora una volta, di allenare un team di nuovi cadetti, ma prima di rifiutare, Tsunade gli diede la lista dei nomi. Scorgendo l’elenco, notò subito che si trattavano dei figli delle migliori famiglie ninja dei tre Regni, fin quando il suo occhio non cadde sui nomi di Sasuke e Naruto, facendogli accettare il ruolo di maestro. Sin da subito, sapeva che i due ragazzi sarebbero stati assegnati allo stesso team, in quanto la tecnica d’unione del rasengan e dello sharingan era scomparsa con la morte di Minato. Quell’unione era fortissima e sarebbe stata sicuramente utile in caso di guerra, dato che circa un anno prima, si erano formate bande di ninja traditori, facendo sospettare la formazione di una nuova organizzazione con lo scopo di far scoppiare un nuovo conflitto.
Era scontato che diventasse lui il loro maestro, possedendo lo sharingan ed era intenzionato a fare di quei ragazzi, due ninja fortissimi come i loro padri. Quello, sarebbe stato il suo modo per  ringraziare Fugaku, per avergli insegnato ad usare lo sharingan, e Itachi, per aver mantenuto il segreto su Hanare, aiutandoli a vedersi appena possibile. Anche Shasui era stato felice di sapere che i suoi due cuginetti sarebbero stati allenati da lui, ritenuto il miglior Jonin del villaggio e futuro cognato ….. Shasui, infatti, aveva giurato sul suo codice d’onore, con Itachi testimone, che il giorno in cui suo padre Madara fosse passato a miglior vita e, diventando lui in quanto unico maschio, il capo famiglia, avrebbe acconsentito al loro matrimonio. Nessuno di loro augurava la morte a Madara, ma credevano giusto far coronare l’amore.

Assorto nei suoi ricordi, interrotti ogni tanto dalla lettura del libro e dagli sguardi veloci ai suoi allievi, si accorse delle ore passate dopo un lungo borbottio dello stomaco di Naruto.

“Va bene ragazzi, potete fermarvi per pranzare, ma solo mezz’ora! Poi ricomincerete a provare a far fuoriuscire il chakra di Sakura, dato che non ci siete ancora riusciti!”

“Finalmente si mangia!” Naruto corse verso il tronco per prendere il suo cestino e iniziare a divorare tutto il contenuto.

La rosa si avviò sconfortata, mentre Sasuke continuava ad avere il volto arrabbiato per il fallimento della compagna. Kakashi conosceva quello sguardo e sapeva che era questione di poco prima che il giovane Uchiha scoppiasse ….. il Jonin sorrise beffardamente da sotto la maschera, se le sue ipotesi erano giuste, il carattere del moro, sarebbe riuscito a far uscire il chakra a Sakura!


 

LO SO, IL CAPITOLO E’  MOLTO LUNGO (9 PAG. DI WORD). E’ STATO MOLTO DIFFICILE PER ME SCRIVERLO, CERCANDO DI ESSERE PIU’ CHIARA POSSIBILE SUL PASSATO DI KAKASHI. SPERO DI NON AVERVI DELUSO! BENE, IL MAESTRO HA UN’IDEA SU COME AIUTARE SAKURA E HA BISOGNO DELL’AIUTO DI SASUKE.
 MA IN CHE MODO? SE VOLETE SAPERLO, BASTERA’ LEGGERE IL PROSSIMO AGGIORNAMENTO.
SPERO DI PUBBLICARLO ENTRO LA FINE DELLA SETTIMANA.
GRAZIE PER AVERMI SEGUITO FINO A QUA E SPERO DI CONTINUARE A SUSCITARE IL VOSTRO INTERESSE PER QUESTA MIA FF.
UN BACIO A TUTTI

 

 

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Capitolo 15
*** Il chakra ***


Sakura sospirò profondamente, per oltre quattro ore aveva provato a seguire ogni tipo di suggerimento di Naruto per far sprigionare il suo chakra, fallendo miserabilmente ad ogni tentativo.

Sasuke si stava dirigendo dalla sua parte per raggiungere il tronco dove avevano lasciato gli zaini: per tutta la mattina si era limitato ad osservarla senza mai dire una parola e di questo ne era felice …. non avrebbe sopportato di sentirsi umiliare ancora, era già abbastanza provata di suo!

Si voltò di scatto per non guardare il moro, ma appena si girò, un raggio di sole le colpì gli occhi e, infastidita dalla luce, portò il suo braccio sinistro all’altezza degli occhi per ripararsi, proprio nel momento esatto in cui Sasuke le passò accanto:

“Ehi …. cosa hai fatto?” chiese incuriosito e con il dito puntato.

Sakura si voltò verso il moro non capendo a cosa si stesse riferendo e a cosa stesse puntando, fin quando non si accorse che la manica della casacca si era abbassata verso la spalla, mostrando una serie di lividi e graffi.

La rosa abbassò subito il braccio e la manica, iniziando ad incamminarsi verso Naruto e ignorando totalmente il moro.

“Ti ho fatto una domanda! Esigo una risposta!”

“Tu esigi? … E sentiamo ….. cosa ti fa credere di essere nella posizione di esigere qualcosa da me? Fatti gli affari tuoi e lasciami in pace!”

“Credimi, vorrei e mi piacerebbe tanto …… ma hai sentito anche tu quello che ci ha detto Kakashi ….. siamo un team e dobbiamo cercare di affiatarci fra di noi ….. Tze!

Alla risposta di Sasuke, Sakura abbassò lo sguardo e stringendo i pugni:

“Sono caduta, contento?”

“ A giudicare dal colore di quegli ematomi devo dedurre che cadi spesso, vero?”

Con quella domanda il moro aveva fatto capire alla compagna di essere un ottimo osservatore: alcuni lividi erano più scuri, così come i graffi già chiusi e in via di guarigione, altri invece, erano ancora aperti e rossi come alcuni ematomi …… erano quelli procurati quella mattina!

“Si …… ora lasciami in pace!”

Sakura si allontanò da Sasuke raggiungendo il tronco in cui era  seduto Naruto, prese il suo zaino e si andò a sedere poco distante dal biondo.

Naruto non aveva sentito niente, troppo intento a divorare il suo pasto.

“Dobe, ma hai già finito?”

“Quasi …. avevo una gran fame e poi lo sai che tua madre è bravissima a cucinare ed è un piacere mangiare i suoi piatti!”

“Tze” il moro si limitò ad aprire il suo cestino, trovando una quantità enorme di pomodori ….. sua madre era sempre la migliore!

“Ehi teme, ma dov’è Sakura-chan?” iniziando a roteare la testa in cerca della compagna.

“Ah eccola ….. Sakura-chan, perché non ti siedi qua con noi? ….. Eh! Non vorrai dirmi che pranzerai solo con una mela, vero? Ma riesci a resistere fino a questa sera? Io non ci riuscirei mai!”

“Tze …. non sono tutti ingordi come te, dobe!”

Sakura non rispose continuando a rimanere seduta lontano dai compagni guastandosi la sua mela …. aveva una gran fame, ma purtroppo doveva accontentarsi di quel frutto, trovato per caso appeso ad un ramo ….. Alan, Yuki e Mimì non si erano limitati solo a malmenarla, ma le avevano anche gettato il cestino con il pranzo pestandolo con cattiveria, rovinando tutto il contenuto …. non poteva ritornare a casa a prepararne dell’altro, altrimenti avrebbe rischiato di arrivare tardi in accademia, ma anche se avesse avuto tempo, non avrebbe potuto lo stesso: data l’ora, avrebbe trovato sicuramente il padre  alzato e vedendola rincasare per cucinare di nuovo, l’avrebbe riempita di domande con il volto segnato più dalla preoccupazione che dalla curiosità ……

Kakashi continuava a rimanere seduto comodamente appoggiato all’albero, facendo finta di leggere il suo libro e osservando con sguardi fugaci i suoi allievi, soffermandosi maggiormente sulla figura di Sakura.
Dopo che aveva accettato il ruolo di maestro, si era recato il giorno prima dell’esame insieme ai suoi colleghi, Asuma e Yamato, da Gai per ricevere le prime informazioni riguardanti i cadetti per poi decidere a che tipo di prova pratica sottoporli.
Gai, si era soffermato maggiormente su Sakura, spiegando ai suoi colleghi la sua provenienza e di come si erano accorti che era una kunoichi. Raccontò poi, che dopo quel giorno al Monte degli Hokage, la ragazza non era più riuscita a manifestare il suo chakra e che tendeva ad isolarsi e a non socializzare con il resto della classe.
 I tre Jonin, rimasero sorpresi ed increduli sapendo che una kunoichi non riusciva ad usare il suo potere, dato che i ninja sprigionavano il chakra con la stessa facilità e naturalezza come respiravano l’aria  ….. Yamato propose di testare i suoi sensi da civile usando la prova del ninja nascosto nella pozzanghera e di metterla in squadra con il team a quattro membri, offrendole così maggiore aiuto e protezione, anche se non aveva idea di come aiutarla ad usare il suo potere. Anche Asuma si era ritrovato concorde con la proposta di Yamato, mentre lui si era limitato a dire solamente “vedremo” e uscire dall’accademia con il fascicolo di Sakura sotto il braccio per poter esaminare attentamente tutta la storia della ragazzina.

Era rincasato alle prime luci dell’alba dopo che aveva passato la notte con Hanare e doveva ancora studiare il fascicolo, così iniziò a leggere tutte le informazioni riguardanti Sakura, trovando gli appunti di Gai molto dettagliati. Circa due ore dopo, aveva già un’idea su come sbloccarle il chakra, ma serviva un qualcosa per poter mettere in pratica la sua intuizione. La notte in bianco iniziò a farsi sentire e si addormentò senza accorgersene ….. Asuma, non vedendolo arrivare puntuale in accademia per preparare e iniziare l’esame pratico, era andato a cercarlo ….. era per quello che erano arrivati tardi!

Finita la prova pratica, in cui rimasero molto soddisfatti dall’esito positivo di Sakura, si riunirono insieme a Gai per decidere la formazione dei team. Quest’ultimo, aveva solo il ruolo di comunicare l’esito dello scritto e i tempi di consegna. Anche in quella prova, la rosa aveva dato dimostrazione della sua bravura, consegnando il compito esatto in soli quindici minuti. Asuma e Yamato confermarono la loro intenzione di assegnarla al team formato da quattro elementi, mentre lui si oppose, dicendo che la voleva a tutti i costi nel suo team insieme a Naruto e Sasuke per poter sfruttare le sue capacità intuitive, lasciando i suoi colleghi increduli a quella richiesta e a quella spiegazione. Gai cercò di persuaderlo insieme agli altri due Jonin arrivando addirittura a raccontare quello che era successo durante le prove pratiche sulle tecniche magiche, ottenendo come sua risposta l’esatto opposto. Aveva trovato la soluzione: non gli mancava qualcosa, ma qualcuno!

Per convincere i suoi colleghi ad affidarle Sakura dovette, suo malgrado, spiegargli la sua intuizione e solo a quel punto trovò la loro approvazione ….. fu per quel motivo che impiegarono molto tempo a formare i team!

Per attuare la sua idea e vedere se la sua intuizione fosse giusta, aveva ideato un piano: la prima parte riguardava Naruto, superando a pieno le sue aspettative, la seconda, la più importante, riguardava Sasuke!

“Ragazzi, la pausa è finita! Sasuke ora tocca a te ad aiutare Sakura!”

“Perché non può continuare Naruto? Io non ho tutta questa pazienza!”

“Per due motivi …. il primo perché siete un team e dovete collaborare tutti insieme ….. e secondo, Naruto l’ha già fatto per tutta la mattina, ora tocca a te! Non voglio che discutiate i miei ordini!” mettendosi il libro in tasca e fissando il moro con l’occhio scoperto.

“Tze …. come vuoi Kakashi, ma sappi che ti ho avvertito, io non ho pazienza! ….. Tu, muoviti e vedi di ascoltarmi!”

Il Jonin sorrise beffardamente da sotto la maschera: era arrivato il momento decisivo!

Sakura si alzò rassegnata, dirigendosi verso il moro …..

“Coraggio Sakura-chan, non preoccuparti e rimani concentrata!”

Naruto cercò di infonderle il suo sostegno, sperando che Sasuke riuscisse a controllare il suo caratteraccio, sapendo quanta poca pazienza avesse. La rosa era talmente concentrata a mantenere la calma da non accorgersi delle parole del biondo.

“Adesso ascoltami bene perché non sopporto ripetermi e segui attentamente le mie indicazioni ……  chiudi gli occhi …..”

Sakura ubbidì.

“Ora concentrati fino a sentire il tuo cuore battere e quando lo senti fammi un cenno con il capo …..”

La rosa sospirò profondamente e iniziò a concentrarsi fino al punto di sentire i suoi battiti cardiaci, facendo poi un cenno con il capo.

“Abbassa la tua concentrazione al torace fino a quando non sentirai un calore …. ossia il chakra ….. rimani sempre concentrata su quel calore e inizia a farlo defluire lungo le braccia fino a raggiungere le mani!”

La spiegazione di Sasuke era stata semplice e dettagliata rispetto a tutte quelle proposte da Naruto, tanto che Sakura riuscì per la prima volta a percepire il suo potere …… la rosa continuò a seguire le indicazioni del moro senza però riuscire a far defluire il chakra.

“Tze ….. non sei rimasta concentrata abbastanza!”

“Non è vero ….. l’ho sentito, ma non sono riuscita a farlo scorrere!”

“Uff ….. è già qualcosa almeno ….. per aiutarti allunga un po’ le braccia in avanti, dovrebbe essere più semplice farlo uscire fino alle mani!”

Sakura riprovò con il nuovo suggerimento ….. il potere lo sentiva, ma non usciva. Riprovò varie volte senza ottenere risultati positivi e Sasuke, tutte le volte, aumentava i suoi sbuffi. Dopo dieci minuti:

“Ma insomma, cos’è che non ti è chiaro? Devi rimanere concentrata!”

“Lo sto facendo!”

“Non mentire, se così fosse ci riusciresti!”

“Pensa quello che vuoi, ma io ti sto dicendo la verità!”

“Tze ….. sei noiosa!”

“Va bene, sono noiosa ….. anche se non capisco perché mi hai dato questo nominativo …… ma non intendo più continuare ad allenarmi con te se continui ad attaccarmi!”

“Preferirei anch’io non allenarti, ma me l’ha ordinato Kakashi e gli ordini del maestro non si discutono …. sei noiosa come tutti i civili …. preferite arrendervi alle prime difficoltà  piuttosto che affrontare i problemi …… come in questo caso, rifiutandoti di continuare il tuo allenamento con me solo perché ti ho sbattuto in faccia la verità!”

“Tu non sai niente di me …. tu non mi conosci per potermi giudicare e …..”

“Se proprio lo vuoi sapere, non ci tengo proprio a conoscerti, ma sono costretto a sopportarti perché fai parte del mio team!”


Kakashi continuava a guardare la scena rimanendo in silenzio, mentre Naruto si alzò per intervenire e porre fine a quel litigio. Kakashi afferrò il polso del biondo intimandolo a rimanere seduto, mentre con l’indice appoggiato al naso, gli faceva segno di non dire una sola parola: stava andando tutto secondo il suo piano!

Naruto ubbidì al maestro, ritornando a sedersi e continuando a guardare i suoi compagni discutere.


“Appunto, mi devi sopportare e non attaccare verbalmente!”

“Tze …. dico quello che penso e non mi interessa la tua opinione ….. sei noiosa ….. avanti ammettilo che preferiresti essere nel tuo settore e stare insieme ai tuoi amichetti piuttosto che stare qua ad imparare ad essere una kunoichi!”

La rabbia di Sakura si trasformò subito in sofferenza appena sentì la frase del moro ….. non sapeva, e mai avrebbe dovuto saperlo, quello che era costretta a subire a causa della sua diversità ….. abbassò tristemente lo sguardo cercando di trattenersi dal piangere.

A Sasuke comparve un sorriso malefico sulle labbra appena vide la compagna rattristarsi: stava vincendo a parole quel litigio, ma non era soddisfatto, voleva stravincere e per farlo doveva darle il colpo di grazia.

“Oh poverina, sei diventata triste! Dillo che vorresti andare a casa a farti consolare da tuo padre!”

Sakura sobbalzò sentendo nominare il genitore, ricordandosi quanto fosse orgoglioso di lei nel saperla in quel team ….. doveva cercare di reagire e di impegnarsi al massimo per diventare una brava kunoichi come gli aveva promesso, non poteva arrendersi altrimenti avrebbe fallito, arrecandogli dispiacere.

La disperazione, al pensiero di procurare dispiacere al suo adorato padre, invase tutto il suo corpo ….. strinse più forte che poteva i pugni per cercare di controllare le sue emozioni, quando una fievole luce verde avvolse le mani serrate …..

“Ehi ma …..” Sasuke rimase basito, quello era il chakra di Sakura.

Kakashi si alzò vittorioso per la sua intuizione andata a buon fine e corse incontro ai suoi allievi per congratularsi. Naruto seguì il maestro anche se non aveva capito niente ……

“Bravissimi, i miei complimenti …. Sakura hai sprigionato il tuo potere!”

La rosa si voltò di scatto e la luce verde scomparve, non si era accorta di niente.

“C-come …. Il mio chakra? Ma io non …..”

“Kakashi ha ragione, sei riuscita a sprigionarlo anche se per poco!”

Sasuke continuava a rimanere sconcertato, non capendo come ci fosse riuscita e ancora di più, dalle parole del maestro.

“Ehi, però non è giusto! …. Teme spiegami come hai fatto, io ci ho provato per tutta la mattina senza riuscirci, mentre tu in soli dieci minuti sei riuscito a spiegarle come fare, trovando pure il tempo per litigare!”

“Tze”

“Ti sbagli Naruto ….. ci siete riusciti entrambi!”

Kakashi sorrideva allegramente da sotto la maschera senza dare nessuna spiegazione, mentre i suoi allievi continuavano a guardarlo curiosi.

“Scusa ….. ma non ci sto capendo niente, ci vuoi spiegare?”

“Hai ragione Naruto, meritate una spiegazione …… Sakura non riusciva a manifestare il suo chakra, così ho studiato attentamente il suo fascicolo che spiegava come fosse riuscita ad usarlo la prima volta. Ho pensato di ricreare la stessa atmosfera di quel giorno …… Sakura era in gita al Monte degli Hokage con la sua classe e i suoi amici, si stava divertendo, era felice ….. tranquilla ….. poi c’è stato l’incidente e alcuni suoi compagni stavano rischiando di finire sotto una frana …… si è talmente disperata da provocare in lei un impulso tale, da sprigionare il chakra e correre in loro aiuto! …… Questa mattina, tu Naruto, hai provato ad insegnarle ad usare il suo potere, il tuo carattere e il tuo modo di fare l’ hanno tranquillizzata, facendola sentire a proprio agio ….. poi è subentrato Sasuke con il suo caratteraccio e la sua poca pazienza ….. il litigio fra i due era inevitabile, ma è riuscito in un qualche modo a farla disperare riuscendo così a sbloccarle il chakra! ….. Ora avete capito?”

“Veramente non molto ….. ma se lo dici tu e lei ci è riuscita, allora va bene …… sono contento per te Sakura-chan!”

“Tze …. non ho un caratteraccio …. c’è l’ho solo con chi mi fa perdere la pazienza ….. e io non ne ho molta!”

La rosa continuava a guardarsi le mani incredula:

“Mi stai dicendo che riesco a sprigionare il mio potere solo se sono disperata?”

“Non proprio ….. devi ricordarti le sensazioni che hai provato e concentrarti su quelle, solo così riuscirai ad usare il chakra. Provaci ancora e vedrai che adesso sarà molto più semplice!”

Sakura acconsentì per poi guardarsi le mani …. si concentrò fino a sentire il calore dentro al torace, poi ripensò alla disperazione provata poco prima, iniziando a far defluire il suo potere.

Finalmente vide il suo chakra, la luce verde stava avvolgendo le sue mani e un sorriso enorme le comparve sul viso.

“Hai visto che c’è l’hai fatta? Adesso prova a focalizzarlo sui piedi e quando l’avrai fatto fai un balzo verso l’alto!”

La rosa ubbidì e saltò a quasi due metri di altezza.

“Incredibile ….. non avevo mai saltato così in alto!”

“Tze ….. i ninja saltano molto più in alto di così …. ti ricordo che sappiamo balzare sopra i tetti delle case!”

“Teme adesso basta ….. ricordati che per lei è la prima volta che ha la consapevolezza di usare il chakra, dalle il tempo e il modo di padroneggiarlo e vedrai che dopo riuscirà anche lei a saltare come noi!”

“Parole sagge Naruto ….. l’allenamento per oggi è finito, vi aspetto domani mattina alle otto direttamente a questo campo ….. il nostro!”

“Come è finito? Ma se io e il dobe non abbiamo fatto niente! ….. Non è giusto volevo imparare qualche tecnica nuova!”

“Non essere impaziente Sasuke …. la mia prima lezione prevedeva la presentazione e la socializzazione del team 7 e infine, aiutare Sakura. Questi tre punti sono stati fatti e raggiunti, ma non preoccuparti, da domani inizierò ad addestrarvi per l’esame Genin ….. se preferisci puoi rimanere al campo ad allenarti con i tuoi compagni fino a questa sera alle otto, l’orario in cui l’accademia chiude, così come domattina …. se volete potete venire alle sette quando riaprirà la scuola ….. questo campo è nostro e lo possiamo usare tutte le volte che vogliamo, rispettando però gli orari di apertura e di chiusura dell’accademia ….. per quanto mi riguarda, me ne torno a casa, ci vediamo ragazzi!” scomparendo dietro ad una nuvola di fumo.

“Dobe, ti va di allenarci?”

“Sicuro ….. tu Sakura-chan rimani con noi?”

“N-no ….. preferisco andare a casa!” prendendo il suo zaino e correndo via dopo aver salutato con un semplice cenno del capo.

“Tze che tipo! E’ proprio noiosa ….. avrebbe potuto approfittarne e continuare ad allenarsi!”

“Forse, tutta quella concentrazione l’ha stancata e vuole andarsi a riposare o forse vuole andare a casa a sistemarsi per poi raggiungere i suoi amici omega e dargli la bella notizia che è riuscita a sprigionare il chakra!”

“Tze ….. sai che notizia! Ora muoviti teme, iniziamo ad allenarci!”

Sakura correva per le vie di entrambi i settori, felice per aver manifestato il suo potere ma ancora di più per aver finito presto gli allenamenti e poter tornare a casa, al sicuro, prima che le lezioni delle scuole omega terminassero ……



RULLO DI TAMBURI E ….. TATAN!!! FINALMENTE IL CHAKRA DI SAKURA SI E’ MANIFESTATO, MA SARA’ TUTTO PIU’ SEMPLICE ADESSO PER LEI DIVENTARE UNA VERA KUNOICHI? MAH ……
SPERO VI SIA PIACIUTO E DI NON AVERVI DELUSO …..
APPROFITTO PER RINGRAZIARE TUTTI I LETTORI CHE MI SEGUONO E TUTTI COLORO CHE HANNO AGGIUNTO LA MIA FF FRA LE PREFERITE E LE SEGUITE, COME RINGRAZIO ANCHE COLORO CHE MI HANNO SEGNATA FRA I LORO AUTORI PREFERITI ….. GRAZIE DI CUORE A TUTTI!! UN BACIONE

 

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Capitolo 16
*** I regali ***


Sakura rincasò verso le quattro del pomeriggio, precipitandosi subito in cucina a cercare qualcosa da mangiare. Durante la corsa per ritornare a casa, i morsi della fame si erano fatti più insistenti e rumorosi, una mela non era sufficiente a pranzo e ringraziò tutti i Kami per aver finito presto l’allenamento, evitandole una figuraccia davanti al team con il borbottio del suo stomaco.

Preparò del the verde, ideale per mangiare i dango, dato che in casa Yukan era un dolce che non mancava mai. Lei e suo padre ne erano ghiotti e quasi ogni sera, prima di andare a dormire ne preparava sempre una grande quantità. Con la tazza del the fumante in una mano e  l’altra che sorreggeva un piattino con i dango, si mise a sedere per gustarsi il pasto. Appena addentò la polpettina di riso, chiusi gli occhi gustandosi la delizia e sentendo pian piano i morsi della fame diminuire. La soddisfazione di mangiare era grande, ma lo era ancora di più ripensando al suo allenamento: finalmente era riuscita a manifestare il chakra.
 Kakashi era stato un vero genio a ricreare la stessa atmosfera di quel giorno, ormai lontano, in cui manifestò per la prima volta il suo potere al Monte degli Hokage.
Naruto era stato molto gentile e comprensivo con lei, non mostrandole mai delusione per i suoi continui fallimenti, a differenza di Sasuke, che solo dopo dieci minuti aveva già perso la pazienza, iniziando a litigare.  Doveva ammettere però, che l’Uchiha era stato molto bravo a spiegarle e ad insegnarle come cercare la forza interna a differenza di Naruto, le cui spiegazioni erano per lo più incomprensibili. Anche se il moro l’aveva aiutata, non riusciva a sopportare quel suo carattere scorbutico e arrogante, il suo viso sempre serio e arrabbiato, per non parlare poi delle sue parole fredde e taglienti ogni volta che si rivolgeva a lei.
Sapeva di essere inferiore e debole rispetto a loro e non era colpa sua se non apparteneva ai clan più potenti del Regno del Fuoco, doveva capirlo anche lui anziché umiliarla di continuo.
Non aveva intenzione di fargli cambiare idea su di lei, non voleva averlo come amico …. gli altri cadetti sembravano più simpatici e disposti a conoscerla per diventare amici, ma lei era diversa e non avrebbe mai sopportato altre umiliazioni con relative sofferenze e poi …. e poi l’aveva promesso ….. l’aveva promesso insieme al patto di proteggere il suo amato padre!

Finito di mangiare i dango e di bere il the, si stiracchiò per bene pensando a cosa fare, dato che il padre non sarebbe rincasato prima di tre ore circa. Sfruttando le luci del sole prima del tramonto, pensò di andare in giardino per continuare ad allenarsi, sprigionando il suo amato chakra: sì, il suo amato potere, perché dopo averlo manifestato, provò una piacevolissima sensazione di benessere attraversarle il corpo.

Stava per raggiungere la porta d’ingresso, quando sentì il chiacchiericcio spensierato, seguito da risate, di alcuni ragazzi che stavano passando davanti a casa sua, posizionata nell’angolo di un incrocio. Le lezioni delle scuole omega erano terminate e gli studenti si apprestavano a tornare a casa o a fare qualche giro lungo le vie del loro settore: anche se il padre aveva fatto alzare la recinzione di due metri, questo non impediva ad alcuni di loro di arrampicarsi e chissà cos’altro. Appoggiò la schiena alla porta d’ingresso, sospirando rassegnata a dover rinunciare ad andare in giardino. Alzò lo sguardo verso le scale: la mansarda era l’unico posto della casa in cui si sentiva al sicuro e protetta, lontano da tutto e da tutti, in cui la sua mente si distraeva grazie alle lunghe letture dei suoi amati libri ….. ora sarebbe diventata anche il posto per i suoi allenamenti!

*******


Sasuke e Naruto continuarono ad allenarsi per ore, senza sentire la stanchezza e concentrandosi maggiormente ogni volta che uno di loro veniva atterrato dall’altro. Il sole era già tramontato da diverse ore e il cielo era illuminato dalle stelle, ma i due giovani cadetti non si erano accorti del tempo trascorso, grazie anche all’illuminazione dei fari accesi lungo tutto il perimetro del campo, fin quando non furono interrotti dalla voce del guardiano:

“Ehi voi due! Sono già le otto, interrompete gli allenamenti e tornatevene a casa!”

“Come?  Sono già le otto! Accidenti teme, non ci siamo accorti dell’orario!”

“Tze ….. è naturale, quando ci si allena il tempo passa velocemente ….. avanti torniamo a casa!”

“Ok ….. chissà com’è andata la giornata agli altri ragazzi! ….. Ehi guarda, sono laggiù! ….. Ragazzi, siamo qua, aspettateci!”

Naruto e Sasuke si incamminarono verso i loro amici, trovandoli completamente stravolti ed esausti: Neji sorreggeva a fatica sua cugina Hinata, Temari si appoggiava al suo enorme ventaglio, Kiba camminava con la schiena ricurva, Ino era spettinata e stravolta come Ten Ten con i suoi chignon disfatti e Shikamaru cercava di mantenere il suo portamento perfetto e composto anche se si vedeva chiaramente la sua stanchezza.

“Accidenti come siete malconci! Ma che avete fatto per ridurvi in questo stato?”

“Secondo te cosa abbiamo fatto Naruto! Ci siamo allenati tutto il giorno, i nostri maestri non ci hanno dato un attimo di tregua ….. che scocciatura!”

“Tze ….. che nervoso!” Sasuke era adirato, i suoi amici si erano allenati con i loro maestri, mentre lui no, limitandosi solo ad esercitarsi, come a casa, con Naruto.

“Perché dici così Sasuke? E poi ….. guardandovi meglio, perché non siete anche voi malconci come noi?”

“Perché Kiba? Semplice …… Kakashi non ci ha insegnato niente!”

“Cosa? Ma non è possibile! Ma allora cosa avete fatto per tutto questo tempo?”

“Fino ad oggi pomeriggio alle tre, siamo stati costretti ad insegnare a quella noiosa a sprigionare il suo chakra, poi dopo che c’è riuscita, Kakashi ci ha congedato dicendo di ripresentarci domattina per le otto …. Io e il dobe ci siamo trattenuti per allenarci fra di noi!”

“Teme, Sakura-chan non è noiosa ….. per me è gentile e simpatica, solo che non riesce ad esternare il suo carattere a causa della timidezza!”

“Tze, non dire idiozie dobe ….. se fosse veramente timida non avrebbe passato l’ultimo mese ad osservarci di continuo!”

“Cosa, ci osservava? Davvero? ….. Non me ne sono mai accorta, ma comunque credo anch’io che sia solo questione di timidezza e forse si è comportata così per……”

“Ino smettila! Anche Hinata è timida, ma in tutti questi anni che la conosco non l’ho mai vista alzare lo sguardo verso nessuno che non conoscesse o che non fosse suo amico ….. è una civile e ha la loro stessa mentalità ….. non ha intenzione di interagire con noi ……. è una noiosa!”

“Pensala come vuoi Sasuke, io rimango della mia idea e come tale, continuerò a farle capire di potersi fidare di noi e magari diventare anche amiche, giusto ragazze?”
voltandosi verso le altre kunoichi e vedendo accennargli un gesto di conferma con il capo, troppo esauste per parlare.

“Se ho capito bene …… Sakura è riuscita a sprigionare il chakra? ….. Che seccatura!”

“Esatto Shika e tutto per merito mio e del dobe, grazie all’intuizione di Kakashi!”

“Scusate, mi piacerebbe rimanere ancora qua con voi a parlare, ma sono stanco anch’io e devo aiutare Hinata a tornare a casa ….. non si regge in piedi dalla stanchezza, quindi vi saluto ….. Ten Ten, avanti vieni con noi!” Ten Ten era ospitata dagli Hyuga ed era giusto che tornasse a casa con loro.

“Neji ha ragione, è meglio che andiamo anche noi …. domattina ci aspettano per le nove ….. per fortuna i  maestri ci hanno dato un’ora in più per dormire e riposarci …… ho quasi paura all’idea di quello che ci attenderà domani, forza andiamo Temari, se mia madre vede che non torno con te mi ammazzerà di botte e sono già a pezzi per subire le sue sfuriate!”

“E’ meglio che andiamo anche noi, vieni Ino ti accompagno, tanto sono di strada …. che seccatura!”

Naruto e Sasuke, dopo aver saluto i loro amici si avviarono verso il quartiere Uchiha, incontrando sulla strada di casa Itachi:

“Anche voi a casa a quest’ora?”

“Itachi!” A Sasuke gli si illuminò il viso vedendo il fratello.

“Si, abbiamo finito adesso ….. se non sei troppo stanco, ti andrebbe di allenarci un po’ dopo cena?”

“Ma come? Non sei stanco dopo il tuo primo giorno di allenamento in accademia?”

“Tze …. non abbiamo fatto niente!”

“Niente? …. Va be’ me lo racconti a casa, adesso andiamo ho una gran fame!”

“Anch’io ho fame …. Spero tanto che la zia abbia cucinato il ramen!” Naruto iniziò a correre lungo la via del quartiere per arrivare prima e iniziare a mangiare, tutto sotto lo sguardo divertito di Itachi e a quello contrariato di Sasuke.

“Eccovi finalmente …. Itachi, ci sei anche tu! Perfetto, così potremo cenare tutti insieme!” come sempre, Mikoto andava ad accogliere i suoi figli all’ingresso di casa.

Naruto si era fiondato a mangiare una quantità enorme di riso, non c’era il ramen per cena ma ingordo com’era e amante della cucina della zia, mangiava qualsiasi pietanza.

“Allora ragazzi, cosa avete fatto oggi con Kakashi?”

“Niente papà ….. ci siamo solo limitati a far uscire il chakra a …… a …… Sakura!” Sasuke si era dovuto trattenere nel chiamare la sua compagna “ noiosa”, per paura di ricevere qualche occhiataccia dal padre o peggio, di sentirsi dire da Itachi che quella sera non lo avrebbe allenato.

“Ah si? E ci siete riusciti?”

“Si zio, e il merito è mio e del teme ….. abbiamo seguito alla lettera le indicazioni di Kakashi!”

Naruto iniziò a raccontare tutti i dettagli della giornata. Fugaku, Itachi e Mikoto ascoltavano con molto interesse le parole del biondo, mentre Sasuke continuava a mangiare infastidito …..

“Kakashi ne sa sempre una più del diavolo ….. ha avuto un’ottima intuizione, non per niente è il miglior Jonin del villaggio!”

“Scusa papà, non capisco …. cosa c’entra l’intuizione con l’essere il migliore Jonin del villaggio? Kakashi è il migliore perché è il più forte e le sue tecniche di combattimento sono straordinarie!”

“E’ vero Sasuke, ma non è solo la forza a renderti il migliore ….. un ninja deve essere dotato anche di un buon intuito per comprendere i punti deboli del nemico ed escogitare una contromossa per sconfiggerlo,  hai capito adesso?”

“Papà ha ragione Sasuke ….. hai appena iniziato l’accademia ed è normale che ti sfuggano certi particolari!”

“Naruto, rispondi alla mia domanda ….. Sasuke si è comportato bene con Sakura?”

Il biondo smise di mangiare guardando lo zio sorpreso per quella domanda, ricordandosi subito  la lite della sera prima. Non sapeva cosa rispondergli: era vero che non aveva umiliato la compagna, ma era anche vero che l’aveva chiamata noiosa e non era stato per niente paziente con lei, fino al punto di litigarci ….. non voleva mettere Sasuke nei guai, ma non voleva nemmeno mentire allo zio. Appoggiò la sua ciotola vuota continuando a guardare Fugaku:

“Zio, sai com’è fatto Sasuke …. è scontroso con tutti e non ha pazienza ….. è il suo carattere e non lo puoi cambiare, ma solo migliorarlo e ci vuole tempo per questo …. posso però dirti una cosa, per oltre quattro ore ho provato a far sprigionare il chakra a Sakura, fallendo tutte le volte, mentre Sasuke continuava ad osservarci senza dire una parola …. poi, quando è stato il suo turno, è riuscito al primo tentativo a farle percepire il potere dentro di lei con una spiegazione semplice e dettagliata, il che vuol dire che per tutta la mattina si è concentrato su di lei per cercare di capire come aiutarla! …. Siamo tutti diversi e ogni persona ha capacità di apprendimento diverse dalle altre, per aiutarle bisogna cercare di capirle e di comprenderle! Zio, queste sono le tue parole …. i tuoi insegnamenti ….. e Sasuke le ha messe in pratica!”

Le parole del biondo erano state capite perfettamente dagli Uchiha e non potevano dare torto al biondo, il carattere non si può cambiare ma solo modificare con il tempo. Bisognava pazientare e sperare che con i loro insegnamenti, aggiunti a quelli di Kakashi, Sasuke imparasse ad accettare come membro effettivo del team 7 anche Sakura.

Sasuke guardò Naruto muovendo leggermente il capo in senso di ringraziamento, gesto contraccambiato dal biondo.

“Molto bene, era proprio quello che volevo sentire! Aspettami qua Sasuke!”

Fugaku si alzò dal suo cuscino dirigendosi verso lo studio. Mikoto sorrideva conoscendo il motivo, Itachi l’aveva intuito, mentre Sasuke e Naruto si guardavano incuriositi.

Fugaku ritornò dopo qualche minuto con in mano un pacco lungo e stretto.

“Tieni Sasuke, questo è per te!”

“C-come …. p-per me?”

Sasuke prese con le mani tremanti il pacco, iniziando a scartarlo molto lentamente, fino a quando non vide il contenuto, lasciandolo a bocca aperto per la sorpresa.

“Papà …. ma questa è …. è una katana! Ma è per me?”

“Certo figliolo ….. questa sarà la tua katana ….. pensavo di regalartela dopo la tua abilitazione a Genin, ma ….”

“Ti ringrazio tanto papà!” alzandosi e abbracciandolo.

Non manifestava mai i suoi sentimenti, tranne con Itachi, ma in quell’occasione non era riuscito a trattenersi …. non era tanto per il regalo, ma per il significato che aveva ….. suo padre si era sentito in colpa per lo schiaffo e per rimediare gli aveva regalato una katana, una spada particolare, in cui gli Uchiha primeggiavano nell’usarla, mentre l’abbraccio, era per dimostrargli di aver capito il suo sbaglio e di non portare rancore verso di lui. Era vero che la sera prima avevano chiarito ….. ma la katana e l’abbraccio mettevano fine ad ogni  dubbio e risentimento, cancellando per sempre il ricordo di quel brutto litigio.

Fugaku strinse le spalle di Sasuke accettando quel gesto d’affetto, che tanto sperava, mettendogli poi una mano sui capelli ribelli:

“Figliolo, non so se ci hai fatto caso, ma quella katana è diversa dalle altre!”

Sasuke si staccò dal padre guardando l’arma appoggiata sul tavolo.

“Guarda la sua lama, non è ricurva come tutte le altre ma è dritta. Avrai più difficoltà a farla scorrere all’interno del tuo bersaglio anche se sarà più facile affondarla, ma questa lama dritta ti permetterà di creare uno strato di chakra per utilizzare al meglio il chidori, aumentando notevolmente il tuo attacco!”

“Il chidori? Ti riferisci alla tecnica di Kakashi?”

“Esatto! …. Il tuo maestro mi ha detto che ti insegnerà le basi del chidori, ma che sarai in grado di usarlo solo quando avrai sviluppato il secondo tomoe al tuo sharingan …. così ho pensato di regalarti la katana per iniziare a padroneggiarla!” Fugaku, per via del suo orgoglio, non avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura che in realtà quell’arma era un modo per scusarsi con il figlio …..

“Vuoi che ti insegni come usarla?”

“Certo papà ….. Itachi scusa, ma ci alleniamo un altro giorno, ok?” prendendo la sua nuova arma e dirigendosi in giardino seguito da Fugaku.

Itachi rimase sorpreso ma allo stesso tempo  compiaciuto, Sasuke non aveva mai rinunciato ad allenarsi con lui, mentre quella sera aveva preferito stare con il padre ed era giusto lasciarli soli.

“Ehi però non è giusto! Perché a lui un regalo e a me niente?”

Fugaku si fermò davanti alla porta:

“Sasuke vai avanti ti raggiungo subito ….. scusami Naruto hai ragione, ho un regalo anche per te!”

“Davvero zio? Cosa mi hai preso? Sono curiosissimo!”

Fugaku si diresse nuovamente nello studio, ritornando con una pergamena arrotolata, sotto lo sguardo deluso del biondo.

“Una pergamena? Zio lo sai che non piace studiare …. avrei preferito anch’io un’arma!”

“Ti sbagli Naruto, questa pergamena è molto più importante di qualsiasi arma….. appartiene al clan di tuo padre e spiega come usare la Tecnica Suprema della Moltiplicazione del Corpo, la stessa che poi ti permetterà di apprendere a pieno anche tutte le altre!”

“Zio ma ….. “

“Sin da quando eri piccolo, ti ho sempre raccontato le arti di combattimento che distinguevano il tuo clan …. come sai, tu sei l’ultimo membro della prestigiosa famiglia Namikaze ed essendo il tuo tutore, mi sono state affidate tutte le pergamene che descrivono le vostre tecniche con le spiegazioni di come usarle. Ti ho sempre detto e promesso che ti avrei dato le pergamene quando ti avrei giudicato abbastanza maturo e forte per apprendere a pieno il valore di questi enormi poteri. Ora lo sei ed è giusto che inizi ad appropriarti delle tecniche del tuo clan!”

Anche Naruto prese la pergamena con le mani tremanti ….. fin da piccolo desiderava entrarne in possesso per poter diventare un giorno forte come suo padre Minato.

Fugaku gli mise una mano sulla testa strofinandogliela con affetto  per poi raggiungere Sasuke  in giardino.

Il biondo continuava a fissare il rotolo ancora incredulo …. se gli avessero appoggiato di fianco una ciotola di ramen non se ne sarebbe nemmeno accorto …. quella pergamena valeva più di qualsiasi cosa!

“Naruto, puoi aprirla!”

Itachi cercò di scuotere il “fratello” ancora imbambolato e incapace di aprirla.

“Come dici Itachi? …. Oh si, adesso la apro, sperando di capirci qualcosa!”

“Be’, dato che non dovrò allenare nessuno di voi, se vuoi posso aiutarti e spiegarti come usare quella tecnica, seguendo le spiegazioni!”

“Davvero lo faresti Itachi! Oh grazie!”

Naruto fece un balzo gettandosi addosso al suo fratellone per ringraziarlo …. lo sapevano tutti che non era molto portato per gli studi e se ora conosceva le tecniche basi dei ninja, lo doveva soltanto alla sua famiglia adottiva, che pazientemente, negli anni addietro, si sedevano con lui per ore intere a spiegargli ogni singola parola e ogni singolo passaggio dei capitoli di studio.

Intanto in giardino, Sasuke aveva impugnato la sua katana iniziando a usarla goffamente.

“Fermo, così ti affatichi e basta, inoltre potresti rischiare di farti male e vorrei evitare i  rimproveri di tua madre! Vieni, ti faccio vedere come si impugna correttamente, poi ti insegnerò a prendertene cura …. insegnandoti a limare perfettamente la lama perché rimanga ben affilata!”

********


Intanto a casa Yukan, Sakura stava finendo di preparare il pranzo per il giorno dopo:

“Bambina mia, perché cucini adesso e non domattina?”

“Perché domani inizio gli allenamenti alle sette e vorrei svegliarmi alle sei anziché alle cinque!”

“Inizi così presto?”

“Si, come ti ho raccontato prima, oggi ci siamo concentrati solo sul mio chakra senza allenarci o apprendere nuove tecniche, così per recuperare il tempo perso, domattina Kakashi ci vuole all’apertura dell’accademia!”

Sakura odiava mentire al padre, ma uscire di casa alle sei e mezza di mattina le avrebbe dato più opportunità di non incontrare i suoi ex amici, evitando così di dover subire le loro angherie e salvaguardare  il suo pranzo.

 “Capisco …… aspetta, vorrei darti una cosa!”

Sakura si voltò verso il padre, non capendo a cosa si stesse riferendo, lo vide salire le scale e sentì aprire la porta della camera da letto per poi vederlo ritornare dopo cinque minuti con un piccolo cofanetto.

“Tieni, questo è per te …. è tuo!”

“Ma che cos’è?” Sakura prese il cofanetto e lo aprì, trovando al suo interno un ciondolo di legno a forma di petalo. L’intaglio era perfetto, non c’era traccia di sbavatura o di qualche pezzettino di legno fuoriuscente dai bordi del ciondolo. L’interno era perfettamente liscio e si poteva leggere una piccola incisione: Sakura, 28 marzo.

La rosa guardò molto attentamente quell’incisione così piccola e così perfetta, non riusciva a capire come fosse stata fatta. Iniziò a toccarla con i polpastrelli, sentendo poi un’altra piccola incisione nella parte dietro del monile. Girò il ciondolo, leggendo: la mamma ti ama.

“Papà …. vuoi forse dirmi che questo ciondolo me l’ha fatto la mamma prima di morire? …. E’ un regalo bellissimo ….. grazie papà, ti voglio bene!” gettandosi fra le sue braccia.

In realtà, il signor Yukan voleva raccontare a Sakura la verità, dicendole di averla trovata abbandonata in un bosco, nuda e avvolta in una coperta che stringeva fra le sue piccole mani quel ciondolo così ben lavorato. Era così che aveva appreso il nome e la data di nascita della neonata, ma quando si ritrovò davanti all’Hokage e a Fugaku, la paura di poter perdere la sua unica ragione di vita, l’aveva indotto a mentire , raccontando che la bimba stringeva fra le mani un pezzo di carta strappato con scritto il suo nome e la sua data di nascita, poi, dopo aver sentito le preoccupazioni dei due riguardanti la possibilità che fosse figlia di ninja traditori, lo convinsero ad aver agito nel modo giusto.

Aveva promesso all’Hokage e all’Uchiha di raccontarle la verità e intendeva farlo iniziando con quel ciondolo dopo aver saputo dalla figlia che proprio quel giorno aveva imparato ad usare il chakra. Sapeva che era questione di tempo e poi avrebbero capito la provenienza dei suoi poteri e quindi del suo clan di appartenenza.

Doveva dirle la verità aiutandosi con quel ciondolo che aveva conservato con cura in tutti quei anni, ma appena Sakura si gettò fra le sue braccia, abbracciandolo con amore e dicendogli che gli voleva bene, gli si strinse il cuore impedendogli di continuare i suoi propositi.

Era troppo difficile per lui e si era reso conto che forse non sarebbe mai riuscito a mantenere fede alla parola data alle due massime autorità del villaggio.

Sakura si staccò dall’abbraccio e guardò dritto negli occhi il suo anziano genitore:

“Papà ….. non sapevo di questo ciondolo, non me lo avevi mai detto!”

“Vedi, ho aspettato che diventassi grande ….. come puoi vedere è molto fragile e avevo paura che dandotelo da piccola avresti rischiato di romperlo ….. ora sei abbastanza grande da potertene prendere cura e dato che oggi sei riuscita a controllare e sprigionare il tuo potere, mi sembrava giusto farti un regalo, donandoti questo ciondolo!”

“Ti ringrazio tanto papà …. ti prometto che me ne prenderò cura e stai tranquillo, non lo indosserò durante gli allenamenti ….. rischierei di romperlo! Ma lo ha fatto la mamma?”

“Eh …. Si! …. Tua madre era bravissima ad intagliare oggetti sul legno e a fare piccole e perfette incisioni!”

“Non lo sapevo …. non me lo avevi mai detto!”

“Diciamo che era una sua passione!”

“Credo di aver capito …. dato che la mamma aveva la passione di intagliare il legno, ha pensato di fare un ciondolo a forma di petalo ….. sicuramente di ciliegio ….. e incidere il mio nome con la mia data di nascita e ….”

“E la piccola dedica per dirti che ti amava …. come sai, tua mamma è morta pochi mesi dopo la tua nascita e desiderava lasciarti qualcosa di suo, dato che la guerra ha distrutto tutto ciò che avevamo e di conseguenza tutti i nostri ricordi!”

“Grazie papà …. grazie del regalo ….. ora ho qualcosa di suo, da aggiungere a tutte le cose belle che mi hai raccontato di lei!”

“Prego bambina mia ….. credo si sia fatto tardi per te …. domattina non ho intenzione di venirti a svegliare, quindi vai a dormire, domani sarà un giorno molto intenso!”
“Hai ragione papà, buonanotte!”

Sakura si diresse verso le scale continuando ad ammirare quel monile stretto con amore fra le mani.

Il signor Yukan guardò la scena provando piacere nel vedere la figlia felice per quel dono ma allo stesso tempo, era triste …… triste, sapendo di averle mentito ancora.

 

QUESTO CAPITOLO POTRA’ NON SEMBRARVI IMPORTANTE, MA LO E’. DAL MANGA ORIGINALE, SAPPIAMO CHE SASUKE E’ IMBATTIBILE CON LA SUA KATANA E NARUTO HA INIZIATO A DIVENTARE FORTE IMPARANDO E USANDO LA TECNICA DELLA MOLTIPLICAZIONE SUPREMA DEL CORPO ….. COME AVRETE CAPITO NEI PRIMI CAPITOLI, CI SARA’ LA QUARTA GUERRA, QUINDI ….. MENTRE IL CIONDOLO DI SAKURA E’ MOLTO IMPORTANTE PER LE SUE ORIGINI …… GRAZIE PER AVERMI SEGUITO FINO A QUA, SPERO DI NON AVERVI DELUSO E CHE CONTINUERETE A SEGUIRMI. UN BACIONE.

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Capitolo 17
*** Speranze future ***


I due giorni successivi passarono molto velocemente e Kakashi era sempre più soddisfatto dei progressi enormi dei suoi allievi: Naruto era riuscito ad imparare e a controllare la Tecnica Suprema della Moltiplicazione del corpo iniziando ad allenarsi con il controllo del chakra per poter eseguire alla perfezione il rasengan, stessa cosa per Sasuke, che in pochissimo tempo era riuscito a capire e a comprendere le basi del chidori, gestendo con assoluto controllo il chakra. Era molto soddisfatto anche di Sakura, il suo impegno e la sua determinazione erano notevoli e ora poteva osservarla correre come un fulmine e saltare con assoluta sicurezza in ramo in ramo, l’unica cosa che lo lasciava perplesso era la sua stanchezza a fine allenamento.

Verso le quattro del pomeriggio:

“Ragazzi, venite subito qua!”

“Cosa c’è Kakashi?” Naruto si avvicinò al maestro seguito a ruota da Sasuke e Sakura.

La rosa, continuava a rimanere distaccata dal resto del team nonostante pranzassero insieme, ma proprio non riusciva ad amalgamarsi con loro …. almeno era quello che pensava Kakashi ….

“Sono molto soddisfatto di tutti voi e per premiarvi ho deciso di interrompere l’allenamento, per poi ricominciare lunedì, contenti?”

“Come? No, io voglio continuare non sono ancora stanco!”

“Come dici Sasuke? ….. D’accordo, se preferisci continuare fai pure, ma per quanto mi riguarda, l’allenamento è finito!”

“Anch’io la penso come il teme …. ho ancora tante energie e ho appena imparato a bilanciare il chakra per il rasengan ….. no, non vado a casa, rimango anch’io ad allenarmi! ….. Rimani anche tu con noi Sakura-chan?”

“N-no …. Preferisco seguire il consiglio di Kakashi!” allontanandosi dal gruppo per recuperare la sua roba.

“Tze …. ha più bisogno di chiunque altro di allenarsi, invece preferisce tornarsene a casa a riposarsi …. che noiosa!”

“Sasuke non dire così …. in questi giorni si è molto impegnata ed è migliorata tantissimo e poi lo sai che si è sempre allenata anche a casa …. basta guardare tutti i suoi lividi!”

“Sarà come dici tu Kakashi, ma io rimango della mia idea …. l’ho accettata come compagna di team, ma non riesco a cambiare opinione su di lei!”

“Vedrai che con il tempo cambierai idea …. è già tanto che l’hai accettata nel team e sono fiero di te conoscendo il tuo carattere tipico degli Uchica …. testardi e scontrosi!”

“Ahahahah teme …. Kakashi ci ha preso in pieno con te, non che ci voglia molto ….. basta guardare la tua brutta faccia sempre serie e corrucciata per capire come sei!”
“Dobe, dacci un taglio! Piuttosto pensa alla tua di faccia …. con quelle tre cicatrici per guancia sembra che hai dei baffi come un gatto!”

“Senti, le mie cicatrici me li sono procurato quando avevo tre anni …. non è colpa mia se un orso mi ha attaccato!”

“Tze …. non dare la colpa all’orso! Lui ha cercato di proteggere il suo alveare con il miele vedendoti che cercavi di rubarglielo per via della tua ingordigia, disubbidendo agli adulti che ci avevano raccomandato di non avvicinarci!”

“Adesso basta! Se volete continuare a litigare fatelo a casa vostra ….. qui ci si allena solo, capito!”

“Capito!” risposero all’unisono i due ragazzi guardandosi in cagnesco …..

“I-io v-vado …. a lunedì!”

“Ciao Sakura, vedi di riposarti in questi due giorni anche perché lunedì inizierai ad allenarti con i kunai!”

“Va bene Kakashi!”

“Sakura-chan aspetta! Sei riuscita a liberarti dal tuo impegno di domani?”

“Che impegno!”

“Sei stata tu a dirmi che avevi un impegno dopo che ti avevo invitato al mio compleanno di domani sera! …. Se dici così, vuol dire che sei libera ….. quindi puoi venire!” Naruto aveva sfoggiato il suo solito sorriso raggiante, sperando di ricevere una risposta affermativa dalla compagna.

“Oh …. è v-vero! Scusa ma non posso …. ho perso la cognizione del tempo e mi sono dimenticata di avere già un altro impegno!” abbassando il capo e voltandosi dall’altra parte.

“Oh …. mi dispiace tanto …. per un attimo ci avevo sperato ….. va be’, pazienza, avremo altre occasioni per passare insieme una bella serata, vero?”

Ma la rosa non rispose, iniziando a correre verso l’uscita dell’accademia.

“Non mi ha neanche risposto!”

“Sei proprio un dobe! Non hai capito che ti ha mentito? Non ha nessun impegno!”

“Cosa? Dici sul serio teme? Non è che me lo dici perché non ti sta molto simpatica?”

“No Naruto …. Sasuke ha ragione! Ho notato anch’io che stava mentendo ….. ma credo di conoscere il motivo! …. Non si è ancora amalgamata con voi ed è comprensibile che si possa sentire in imbarazzo venendo alla tua festa di compleanno …. dalle tempo e vedrai che le cose cambieranno! …. Adesso vado, si è già fatto troppo tardi per me ….. Naruto, auguri per domani ….. ci si vede!” sparendo dietro ad una nuvola di fumo.

“Dai dobe continuiamo ad allenarci!”

Sakura correva veloce, avrebbe tanto voluto fermarsi in accademia e continuare ad allenarsi ma doveva approfittare di tutte le occasioni che le si presentavano per evitare di incontrare i ragazzi del settore omega ….. aveva mezz’ora di tempo per raggiungere casa sua, prima che le scuole terminassero le lezioni ….
 

Intanto a palazzo …..


“Fugaku, hai ricevuto qualche dispaccio da parte di Itachi?”

“Si Tsunade ….. dal primo rilevamento che ha fatto la sua squadra, sembra che i ninja ribelli abbiano provato ad usare le tecniche antiche di combattimento che hanno rubato, provocando moltissimi feriti, ma dal rapporto sembra anche che abbiano riscontrato moltissime difficoltà ad usarle e i ninja incaricati alla protezione dei villaggi, sono riusciti a colpirli nei loro punti deboli fino a farli battere la ritirata. Purtroppo però non sono riusciti a catturarli ….. appena riceverò il secondo rapporto di Itachi ti informerò subito, stai tranquilla!”

“Lo so che mi informerai subito, ma non è di questa tranquillità che ho bisogno, ma piuttosto nel sapere che questi attacchi non hanno nulla a che vedere con il nascere di una nuova organizzazione! Sembra come si stiano allenando a padroneggiare le nuove tecniche a loro disposizione, iniziando ad attaccare i villaggi di campagna, privi della protezione di abili ninja, per poi, una volta perfezionati, attaccare i villaggi più forti!”

“Non nego di aver pensato la stessa cosa …. credo anch’io che si stiano perfezionando per poi attaccare e scatenare un’altra guerra! Non pensi sia il caso di informare anche gli altri due Regni?”

“E sulla base di cosa? Su una nostra ipotesi? Non posso allarmare il Kazekage e il Raikage ….. sono passati solo dodici anni da quando è finito il conflitto mondiale ed è ancora vivo il ricordo nei nostri cuori e nelle nostre menti …. dobbiamo avere delle prove certe e solo in quel caso potrò informarli. Capisco la tua preoccupazione …. è anche la mia ….. ma in quanto Hokage, ho dei precisi doveri e obblighi da rispettare!”

“Hai ragione …. a volte mi dimentico dei tuoi doveri di Hokage! Mi viene spontaneo esprimerti le mie idee e darti dei suggerimenti!”

“Credo sia normale ….. ci conosciamo da moltissimi anni e ….”

TOC TOC

“Chi sarà mai? …. non ho appuntamenti! ….. Avanti!”

“Hokage, scusi se sono venuto da lei senza preavviso ma avrei bisogno di parlarle ….. maestro? …. Anche lei qua?”

“Kakashi! …. Smettila di chiamarmi maestro, ormai ho perso il conto di tutte le volte che te l’ho detto!”

“Lo so, ma è più forte di me …. se sono diventato il miglior Jonin di Konoha lo devo solo a lei! Per me è un grande onore e forma di rispetto continuarla a chiamare maestro!”

“Scusate se vi interrompo ma ….. Kakashi, a cosa devo la tua visita?”

“Oh mi scusi Hokage! …. Se siete troppo impegnati, posso aspettare fuori!”

“No, stai tranquillo abbiamo già finito ….. di cosa dovevi parlarmi?”

“Va bene Tsunade, io vado così ti lascio parlare da sola con Kakashi!”

“Maestro rimanga pure, credo che quello che ho da dire possa interessare anche a lei! …. Sono qui per parlare di Sakura Yukan!”

“Sakura!” sia Tsunade che Fugaku si guardarono negli occhi pensierosi.

“Va bene come vuoi …. siediti e parla pure!”

“Grazie Hokage!  ….. Arrivo subito al dunque, Sakura ha moltissime difficoltà a gestire il chakra e …..”

“Ma Sasuke e Naruto mi hanno detto che sei riuscito a farglielo padroneggiare!”

“Si è vero maestro, ma quello che mi preoccupa e non mi convince è la stanchezza a fine allenamento. Non le impongo esercizi stancanti, eppure alla sera è stremata come se avesse affrontato un lunghissimo combattimento!”

“Ti ricordo Kakashi che ha ereditato il suo DNA ninja dai discendenti materni, forse la stanchezza deriva da questo …. hai notato qualcos’altro?”

“A parte che fa fatica a socializzare con i suoi compagni, non ho notato niente di particolare! …. Forse è come dice lei Hokage, il suo DNA ninja è in contrasto con quello civile, creandole maggiori difficoltà nel padroneggiare il chakra …. ma se fosse veramente così, sarebbe molto difficile per me insegnarle delle tecniche di combattimento!”

“Comprendo perfettamente le tue preoccupazioni …. facciamo così, se dovessi notare qualcos’altro, non esitare ad informare me o Fugaku e vedremo di analizzare il problema per trovare una soluzione!”

“Grazie Hokage per avermi ascoltato, arrivederci!” il Jonin si alzò, sperando di trovare un modo per poter aiutare la sua allieva ….

Appena Kakashi uscì dall’ufficio:

“Tsunade perché gli hai mentito? Non era più giusto informarlo della vera natura di Sakura? Sappiamo benissimo che è figlia di ninja adottata da un civile e il problema che ha esposto Kakashi non è da sottovalutare. Puoi fidarti di lui se è questa la tua paura …. lo conosco molto bene e se gli facessimo giurare di non svelare il segreto della ragazza, non lo rivelerebbe nemmeno sotto tortura!”

“So che di Kakashi ci si può fidare, ma per il momento abbiamo cose più importanti a cui pensare che nè del chakra di Sakura. Posso sembrarti fredda e meschina, ma viene prima l’incolumità del mio popolo e scoprire cosa si nasconde dietro a questi attacchi!”

“E’ vero, ma non ti sembra strano che sia sempre stanca a fine allenamento? Non avevi stabilizzato il suo chakra?”

“Si l’ho fatto quel giorno in ospedale ….. mi ricordo anche di aver percepito qualcosa di strano sul suo chakra, non distinguendone la natura! Per il momento lasciamo che sia Kakashi ad occuparsene, è il nostro miglior Jonin ed è stato lui a capire come farle manifestare il chakra. Vedrai che sarà sempre lui a trovare una risposta e una soluzione al problema della ragazza!”

“Come vuoi! …… Cambiando discorso, ci sei domani sera al compleanno di Naruto?”

“Non sono mai mancata ad una festa di compleanno dei miei nipoti e non mancherò nemmeno domani! ….. Sai se Itachi tornerà in tempo per festeggiare Naruto?”

“Teoricamente si, nel primo dispiaccio mi informava di aver raccolto quasi tutte le informazioni! Conoscendo le potenzialità della sua squadra credo che tornerà entro domani sera!”

“Per fortuna possiamo contare su una squadra anbu validissima e fortissima come quella di Itachi …. hai fatto bene a mandare loro …. sono infallibili, precisi e veloci nel cogliere tutte le informazioni necessarie!”

Tsunade e Fugaku si guardarono negli occhi per poi rivolgere lo sguardo verso la finestra dell’ufficio. In silenzio e assorti nei loro pensieri, sperarono entrambi che Itachi riuscisse a fornire maggiori dettagli sugli attacchi e scongiurare la possibilità di un nuovo conflitto …..
 

Quello stesso pomeriggio …..


Sakura rincasò appena in tempo, chiudendosi la porta alle spalle appoggiando le spalle e la testa ad essa. Chiuse gli occhi e sospirò profondamente cercando di controllare il respiro e i battiti cardiaci accelerati a causa della corsa.

Aprì gli occhi osservando l’interno della casa in penombra, suo padre era ancora al lavoro e non sarebbe rientrato prima di tre ore circa …. era sola e l’unica cosa che poteva fare era salire in mansarda e dedicarsi alla sua amata lettura.

Si lasciò andare di peso sulla poltrona, sprofondando sulla sua morbida imbottitura e guardando la luce del sole, ormai calante, illuminare la stanza. Sul tavolino a fianco, era appoggiato un libro che aveva iniziato a leggere prima dell’inizio dell’estate di cui non ricordava nemmeno la trama in quanto si era concentrata nello studio delle arti magiche in preparazione all’inizio del nuovo anno scolastico in accademia, concentrandosi sugli studi per diventare una kunoichi.

Prese fra le mani il libro e iniziò a leggerlo, accorgendosi dopo alcune pagine, di non aver voglia di concentrarsi sulla lettura, ma piuttosto di pensare ai suoi allenamenti. In quei giorni aveva fatto molti progressi, riuscendo a controllare il chakra per saltare e correre proprio come una kunoichi, anche se alla sera era sempre stremata dalla fatica. Pensò che fosse una cosa normale e che la sua stanchezza sarebbe diminuita dopo aver abituato il suo corpo a gestire il chakra anche se lei stessa non ne era convinta sapendo, tramite i suoi studi, che gli allenamenti a cui Kakashi la stava sottoponendo non erano particolarmente faticosi. Se si stancava tanto per così poco, non osava immaginare come avrebbe fatto a reggere i ritmi per gli allenamenti più impegnativi che l’attendevano in futuro! Improvvisamente si ricordò delle parole del maestro: il lunedì dopo, avrebbe iniziato ad allenarsi con i kunai!

Non aveva mai avuto una buona mira, nemmeno quando giocava da piccola a centrare alcuni anelli dentro un bastone piantato in terra. Doveva allenarsi a centrare il bersaglio, ma come? Si guardò attorno come per cercare una risposta, ma i libri e le piccole librerie poste lungo il perimetro della mansarda non erano d’aiuto …. poi un’illuminazione ……

Il signor Yukan rientrò a casa verso le sette e mezza e vedendola vuota pensò che la figlia fosse ancora agli allenamenti, quando improvvisamente sentì dei colpi di martello. In un primo momento si spaventò, non sapendo da dove provenissero ma soprattutto chi stava martellando in casa sua, ma appena vide le chiavi della figlia appoggiati sulla mensola vicino alla porta, si tranquillizzò intuendo che fosse proprio lei a fare quel rumore assordante ….. ora doveva solo sapere il motivo!

Salì le scale e prima di raggiungere la mansarda, vide la porta della camera di Sakura aperta con all’interno una decina di pile di libri appoggiati alla rinfusa, perplesso, continuò a salire le scale e appena raggiunse l’ultima stanza della casa, rimase sorpreso per quello che vide.

La poltrona era stata completamente disfatta come il tavolino e le piccole librerie. Sakura era girata di spalle, intenta a rivestire le assi di legno con l’imbottitura della poltrona usando dello spago mentre accanto a lei, c’era il martello e la scatola dei chiodi.

“Sakura, ma cosa stai facendo?”

La rosa si voltò sorpresa:

“Papà! ….. Scusami non ti ho sentito tornare e a quanto pare, non mi sono nemmeno accorta dell’orario!”

“Ho notato! Ma adesso mi vuoi dire cosa stai facendo? Perché tutti i tuoi libri sono in camera tua? Perché hai disfatto la tua poltrona insieme al tavolino e alle piccole librerie?”

Sakura sorrise, indicando con l’indice la parete alla sua destra:

“Vedi papà, lunedì inizierò ad allenarmi con il lancio dei kunai e sai benissimo che ho una pessima mira, così ho deciso di allenarmi anche a casa …. avevo bisogno di bersagli e dato che non ho più tempo per leggere seduta comodamente sulla mia poltrona, ho deciso di usare la sua imbottitura per rivestire le assi di legno del tavolino e delle librerie, attaccandole poi al muro, usando anche le pareti del tetto, vedi?” spostando l’indice verso l’alto.

“Ma perché proprio la mansarda? Non era più logico usare il giardino?”

“Se fossi andata in giardino, con la mia pessima mira, avrei rischiato di lanciare qualche kunai fuori dalla recinzione e ferire qualcuno, mentre le mura della mansarda mi fanno sentire più sicura! Scusami se ho fatto delle modifiche senza chiederti il permesso! Sei molto arrabbiato con me?”

“Non sono arrabbiato, direi piuttosto che sono sorpreso! ….. Questa stanza è tua e puoi farci quello che vuoi! …… Ma dimmi, hai pensato a dove mettere tutti i tuoi libri che hai portato in camera?”

“Pensavo di fare dello spazio dentro al mio armadio ..... ne ho tantissimi e non posso tenerli sulla scrivania alla rinfusa! Sabato e domenica sono a casa dall’accademia, li sistemerò in questi due giorni, promesso!”

“Mmm ….. fammi pensare! …. Che ne dici invece se ti aiutassi a finire di attaccare questi bersagli così domani sei già pronta per iniziare i tuoi allenamenti? ….. Per quanto riguarda i libri, potrei costruirti una libreria da mettere vicino alla tua scrivania …. ho delle assi di legno in cantina che potrebbero andare bene! ….. Allora, bambina mia, cosa ne pensi dell’idea del tuo papà?”

“Dico che sei il miglior papà del mondo!” buttandosi fra le sue braccia.
 

A casa Uchiha ……


“Zio, sai se Itachi tornerà in tempo per domani sera?”

“Credo di si Naruto, ma vorrei ricordarti che Itachi è un anbu ed è suo dovere compiere al meglio le missioni e concentrarsi su quelle, anche se queste possono portarlo fuori casa durante le feste o alcune ricorrenze della famiglia!”

“Lo so zio …. sarò egoista, ma mi dispiacerebbe non avere alla festa  il mio fratellone!”

“Naruto, non preoccuparti, se Itachi non ci sarà, potremo organizzare un’altra festa di compleanno non appena rientrerà dalla sua missione, contento?”

“Dici sul serio zia? Ti ringrazio tanto!”

“Dobe, ti andrebbe di allenarci domani in giardino?”

“No! Assolutamente no! Sasuke, ti voglio ricordare che domani sera festeggeremo il compleanno di Naruto e non voglio vedervi correre avanti e indietro per la casa mentre sono intenta negli addobbi e nei preparativi per la cena!”

“Uffa mamma! Mi dici dove possiamo andare? L’accademia è chiusa e non siamo ancora Genin per poterci allenare fuori dalla scuola e dalle nostre mura!”

“Capisco il vostro desiderio di allenarvi e questo vi fa molto onore, ma ho detto di no, quindi non insistere!”

“Ma ….”

“Sasuke, hai sentito quello che ha detto tuo madre? Però mi è venuta un’idea ….. se proprio ci tenete ad allenarvi, potrete farlo, ma in un modo un po’ insolito e particolare!”

“Fugaku, credo invece che sei tu a non aver capito le mie parole! Loro domani non si alleneranno!”

“Non si alleneranno come vorrebbero fare loro, ma in un modo diverso sì …. potrebbero aiutarti con le pulizie dei vetri, gli addobbi e la preparazione del tavolo, usando il chakra nei movimenti!”

“Cooooosaaaaa! Pulire e apparecchiare? No, no, preferisco oziare piuttosto!”

“Tze, sai che novità dobe! Lo fai sempre!”

“Non è vero teme ….. mi alleno ….. solo che mi piace anche riposarmi, che c’è di male!”

“Farete come vi ho detto! Naruto, è la tua festa ed è giusto che aiuti la zia, mentre tu Sasuke, è giusto che aiuti tua madre! Non pensiate che sia un allenamento facile, anzi, credo sarà molto difficile per voi, perché dovrete stare molto attenti a non rompere o danneggiare niente. Usare il chakra per la velocità, non facilita questo compito! Richiederà tantissima concentrazione e capacità nel far combaciare entrambe le cose!”

“Mmm … va bene, come vuoi!” risposero all’unisono i due ragazzi.

Mikoto sorrise vedendo i loro volti sconsolati e amareggiati per il lavoro che li attendeva il giorno dopo, anche se doveva ammettere che due paia di mani in più per aiutarla non guastavano.

Il mattino dopo Mikoto svegliò molto presto i ragazzi per aiutarla nei preparativi.

Dopo meno di un’ora, Naruto e Sasuke poterono constatare la verità delle parole di Fugaku sulle difficoltà di quell’”allenamento”: pulire, addobbare e preparare usando il chakra non era per niente facile!

Più volte il biondo aveva rotto degli addobbi che prontamente la zia o le cameriere provvedevano alla loro riparazione, per non parlare della preparazione delle portate finite varie volte a terra, costringendo le cuoche a ricucinare ancora, fino al punto di vedere Mikoto talmente esasperata da esonerare il nipote ad aiutarla e mandarlo in centro ad acquistare le varie cibarie ….. Sasuke faticava molto a far combaciare i lavori domestici insieme al chakra, ma si impegnava al massimo per riuscire nell’impresa, capendo l’importanza di quell’allenamento, utile per il suo futuro di ninja …….

La sera arrivò in fretta e finalmente villa Uchiha era tutta addobbata e preparata per ricevere gli ospiti e festeggiare tutti insieme il compleanno di Naruto.

Gli amici arrivarono tutti insieme consegnando al biondo una busta contenente il suo regalo di compleanno: un buono di cinquanta pasti da consumare al locale di Ichikaru.

Naruto fece i salti di gioia, gustandosi già il ramen gratuito, senza intaccare la sua paghetta, pensando di iniziare ad usufruirne subito il giorno dopo, sotto lo sguardo divertito dei presenti.

“Ragazzi, il vostro regalo è bellissimo, non ho parole! Ma come facevate a sapere che mi sarebbe piaciuto?”

“Quanto sei baka! Sei un nostro amico e ti conosciamo molto bene ….. sappiamo quanto ti piace il ramen ed eravamo sicuri di farti un regalo gradito …. Che seccatura!”
“A proposito, Sakura è riuscita a liberarsi dal suo impegno?”

“No Ino …. ha detto che non poteva, anche se Sasuke e Kakashi sono convinti che fosse solo una scusa per non venire!”

“Forse si sente a disagio …. gli allenamenti con il team sono appena iniziati e non vi conosce ancora bene, per non parlare di noi ….. già in accademia non ci guardava nemmeno e adesso con le squadre divise non ci vediamo più!”

“Hai ragione Kiba, però mi dispiace …. si insomma ….. siamo coetanei e sarebbe bello poter uscire tutti insieme e magari confrontarci con gli insegnamenti dei nostri maestri, anche se lo trovo difficile …. stando alle parole del Capitano Yamato, sembra che lui, Asuma e Kakashi abbiano fatto la richiesta all’accademia per poter usare i campi di allenamento anche il sabato e la domenica!”

“Dici davvero Ten Ten? Sarebbe una notizia magnifica!”

“Teme, ma che stai dicendo? Ma hai capito quello che ha detto Ten Ten? Se fosse vero non avremo neanche un giorno di riposo e ….”

“Certo che ho capito dobe …. ma gli allenamenti sono molto importanti e vorrei ricordarti che l’esame per diventare Genin sarà fatto a squadre, rendendolo molto più difficoltoso rispetto a quello di prima!”

“Come più difficoltoso!”

“Si Temari, Sasuke ha ragione ….. l’esame a squadre sarà più difficile perché non dovremo stare attenti solo a noi stessi ma anche ai membri del nostro team e se uno di noi dovesse avere delle difficoltà, gli altri sono tenuti ad aiutarlo, continuando però a combattere!”

“Caspita, non ci avevo pensato! In poche parole l’esame sarà come una simulazione di attacchi nemici, vero Shika?”

“Esatto Ino, con l’unica differenza che combatteremo fra di noi e non con dei nemici, inoltre ci saranno anche i nostri maestri pronti ad intervenire se le cose dovessero mettersi male …. che seccatura!”

“P-pe-rò n-non m-mi s-sembra m-molto g-giusto …. S-sakura h-ha p-più d-difficol-tà c-con l-e a-arti n-ninja, p-potrebbe e-ssere i-il p-unto d-debole del t-eam e c-compromettere il l-loro esame!”

“E’ vero Hinata, ma ricordati che è in squadra con Naruto e Sasuke e conosci anche tu la loro forza, però non nego che ci sia un fondo di verità nelle tue parole …. se il nostro team dovesse affrontare il loro, una strategia d’attacco sarebbe proprio quella di colpire l’anello debole, ossia Sakura!”

“Tze …. non preoccuparti Neji, sta migliorando!”

“E’ vero! Ci avete detto che è riuscita a sprigionare il chakra! Adesso vogliamo sapere tutto, sono curiosissima di sapere i dettagli e magari anche la natura del suo chakra!”

“Mi dispiace deluderti Ino, ma purtroppo non lo sappiamo nemmeno noi …. per il momento è riuscita a sprigionarlo e si è allenata a saltare e a correre come una kunoichi …. Lunedì inizierà con il lancio dei kunai!”

“I progressi li ha fatti, ma ha ancora tantissime basi da imparare per non parlare delle tecniche di combattimento! …. Mi dispiace dirlo, ma non credo che arriverà all’esame preparata per affrontarlo …. che seccatura!”

“E’ qui che ti sbagli Shikamaru!”

Tsunade era appena arrivata precipitandosi subito dai ragazzi per fare gli auguri a Naruto e non aveva potuto evitare di sentire i discorsi dei cadetti.

“Nonna, sei arrivata!” il biondo le si gettò addosso per abbracciarla, tanto da farle perdere l’equilibrio e rischiare di farla cadere, ma  per fortuna, due braccia forti la sorressero!

“Tutto bene zia! …. Naruto cerca di tenere a bada la tua gioia!”

“Itachi!” gridarono all’unisono tutti i presenti.

“Sorpresa! …. E’ da questa mattina che la mia squadra è in viaggio e solo per poter ritornare a Konoha in tempo per festeggiare il tuo compleanno, contento? Purtroppo però, a causa della mia missione non sono riuscito a prenderti nessun regalo, mi dispiace!”

“Ma stai scherzando Itachi? Il regalo più bello me lo hai fatto tornando a casa ….. sano e salvo!”

“Itachi, scusa se ti disturbo ….. ma vorrei chiederti se mia sorella ….”

“Nessun disturbo Ino …. stai tranquilla, tua sorella sta bene ed è già tornata a casa. Era stanchissima e voleva andarsi a riposare ….. non posso darle torto dato che essendo il capitano della squadra li ho fatti correre come il vento per poter essere adesso qua con voi!”

“Itachi, sei tornato!”

“Ciao mamma ….. si sono tornato in questo momento, scusa se non sono venuto subito a salutarti, ma ho evitato una caduta alla zia!”

“Una caduta? Tsunade stai bene?”

“Si Mikoto non preoccuparti …. quanto a te, piccola peste …..” voltandosi a guardare Naruto “ ….. provaci ancora e assaggerai i miei pugni, mi sono spiegata?”

Naruto si nascose dietro alla schiena di Itachi, Tsunade metteva paura quando si arrabbiava, mentre gli altri risero per la scena ….

“Mi scusi Hokage …. lei prima stava dicendo che mi stavo sbagliando a riguardo della preparazione di Sakura, potrebbe spiegarmi il perché!”

“Si Shikamaru te lo spiego subito ….. ricordati che il team 7 è allenato da Kakashi e conoscendolo, farà in modo di preparare Sakura per affrontare al meglio l’esame Genin, quindi non preoccupatevi! ….. Mikoto, scusa, ma Fugaku è già tornato?”

“Non ancora, ma credo che ormai stia tornando a casa!”

“Bene ….. ragazzi vi lascio alle vostre chiacchere mentre io vado a dare una mano a Mikoto!”

L’Hokage uscì dal salone mentre i ragazzi, tranne i suoi nipoti, si inchinarono come forma di rispetto.

“Che donna! Mi piacerebbe tanto diventare come lei un giorno!”

“Be’ Ino, sei già sulla buona strada ….. sei bionda come lei!”

“Naruto sei un baka!” tirandogli un pugno sulla testa.

“Ahi, ma che modi! Ti ricordo che oggi compio gli anni! Dovresti avere più rispetto per il festeggiato!”

“Tze ….. rimani comunque un dobe e un baka!”

“Sempre gentile vero teme? Anche se devo ammettere che mi hai sorpreso con Sakura-chan! Non mi sarei mai aspettato un gesto simile da parte tua!”

“Quale gesto? Vogliamo sapere …. dai, dai Naruto non tenerci sulle spine!”

“Calma Kiba adesso vi racconto ….” Il biondo iniziò a raccontare dell’episodio in cui il moro aveva salvato la rosa dalla caduta dell’albero …. Itachi stava ascoltando, lanciando di continuo sguardi di approvazione al fratello …..

“Questa poi! Sasuke, lasciatelo dire, sei stato un grande! Dal tuo gesto, immagino che hai cambiato opinione su di lei, vero?”

“E’ una mia compagna, inoltre Kakashi vuole che diventiamo un team affiatato con lo scopo di aiutarci e proteggerci a vicenda …. anche se chi ha più bisogno di questo è proprio lei! Sono contento dei suoi progressi e mi auguro che continui così …. ci tengo molto a superare l’esame e diventare Genin!”

Sasuke ci teneva molto a superare l’esame per poter continuare la sua scalata e diventare un ninja a tutti gli effetti ….. la sua speranza era riposta in Sakura, l’anello debole del team ma l’unica, che se continuava ad allenarsi con costanza, poteva riuscire a fargli raggiungere il suo scopo.

“Buona sera a tutti, scusate il ritardo!” Fugaku, appena rincasato e salutato la moglie insieme a Tsunade, si era precipitato in salone a salutare gli ospiti mentre teneva in mano un pacco.

“Zio, ma quel pacco? E’ per caso il mio …..”

“Regalo! Indovinato Naruto …. questo è da parte mia e delle tue zie, tieni e aprilo pure!”

Naruto iniziò a scartare, trovando al suo interno una tuta prevalentemente arancione, fatta eccezione per il blu all’altezza delle spalle della felpa. Il biondo, come il resto dei presenti, rimase sorpreso da quel colore così acceso …. Tsunade sorrise e:

“E’ giusto spiegarti una cosa …. l’arancione è il colore tipico del clan Namikaze e dato che sei l’ultimo discendente di questa dinastia e hai iniziato a frequentare l’accademia per diventare un ninja a tutti gli effetti, abbiamo pensato di regalarti lo stesso abbigliamento che usava Minato alla tua età ….. “

“Il blu l’ho fatto aggiungere io …. come sai è il colore tipico degli Uchiha insieme al nero ….. sei parte di noi e ……”

“Grazie zio!” Naruto lo abbracciò con le lacrime agli occhi ….. quel regalo aveva un significato importantissimo per lui perché quei colori, racchiudevano le sue famiglie, quella originale e quella adottiva. In quello stesso istante fece un giuramento a se stesso, in cui si sarebbe impegnato al massimo negli allenamenti per essere il degno erede del clan Namikaze e per rendere fieri di lui la famiglia di Fugaku, sperando di non deludere mai le loro aspettative ……

“Adesso basta piangere …. non si addice vedere un futuro uomo con le lacrime agli occhi! Perché non iniziamo a mangiare? Sai, ho molta fame!”

Naruto si staccò asciugandosi il viso con il braccio:

“Hai ragione zio ….. avanti andiamo tutti quanti a mangiare!” il biondo fece strada ai suoi compagni facendoli accomodare ai proprio posti.

“Itachi, so che non è il momento adatto, ma hai qualche novità in più riguardo alla tua missione?”

“No zia, le nostre informazioni si fermano al primo dispaccio che ho spedito a mio padre …. non abbiamo trovato altro, mi dispiace!”

“Non preoccuparti figliolo …. avete fatto un ottimo lavoro!”

“Ehi voi tre, adesso basta parlare di lavoro …. Capisco la gravità della situazione, ma vorrei ricordarvi che c’è una festa e non mi sembra corretto trascurare il festeggiato e gli invitati per parlare di queste cose, oltretutto segrete, davanti a dei cadetti!”

“Hai ragione Mikoto, scusa, la colpa è mia! Sono stata io ad iniziare facendo delle domande a Itachi, però puoi stare tranquilla, i ragazzi non hanno sentito e non sentiranno niente perché adesso ci concentreremo solo sulla festa di compleanno!”

I quattro adulti raggiunsero il tavolo e i camerieri iniziarono a servire le portate.

La serata si stava svolgendo nel migliore dei modi, tra risate, battute e scherzi …..


Nel settore omega, Sakura stava continuando a tagliare gli assi seguendo le indicazioni e le misure del padre per poterle assemblare il giorno dopo facendone una libreria, mentre lei si sarebbe dedicata al lancio del kunai …. un giorno sarebbe diventata una kunoichi, ma se voleva raggiungere quell’obiettivo doveva allenarsi e impegnarsi al massimo, sperando di riuscire nel suo intento!

 

 

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Capitolo 18
*** Allenamenti e preoccupazioni ***


Come previsto e sperato, Sakura non incontrò nessuno a quell’ora del mattino, tranne qualche commerciante, troppo concentrato sulla pulizia e l’apertura del negozio per accorgersi di lei. Con un mezzo sorriso sulle labbra e il viso rilassato, arrivò in perfetto orario all’apertura dell’accademia, bloccandosi di scatto trovando davanti ai cancelli i suoi compagni di team.

“Ehi ciao Sakura-chan! Ci sei anche tu!”

Naruto le sfoggiò uno dei suoi soliti sorrisi a trentadue denti dando una leggera gomitata a Sasuke di fianco a lui, con il volto serio e le braccia incrociate. Proprio qualche minuto prima, il moro aveva affermato in assoluta certezza che la “noiosa” , non importandole niente degli allenamenti, si sarebbe presentata alle otto in punto come richiesto da Kakashi.

“C-ciao!” la rosa salutò i compagni con la testa china, non riusciva proprio a guardarli in faccia, sentendosi addosso lo sguardo del moro.

“Io e il teme abbiamo deciso di venire direttamente all’apertura per iniziare a riscaldarci con qualche allenamento prima dell’arrivo del maestro, hai pensato anche tu la stessa cosa, Sakura-chan?”

La rosa mentendo, acconsentì leggermente con il capo: non era arrivata in anticipo con gli stessi propositi dei compagni, ma per evitare di incontrare qualche ragazzo del settore omega ed essere costretta a subire le loro angherie. Doveva sfruttare tutte le possibilità che le si presentavano per sfuggire alla sua condanna, che lei stessa aveva accettato per proteggere il padre.

“Hanno aperto i cancelli, entriamo ….. Tze!”

Sasuke sorpassò i compagni mettendo le mani in tasca e incamminandosi verso il loro campo, mantenendo seria l’espressione del viso. Naruto gli si affiancò, sorridente e tranquillo e Sakura, rimasta dietro, non riuscì a non notare la loro diversità. Questa non riguardava solo l’aspetto esteriore, completamente in contrasto, ma anche il carattere e il portamento. Sasuke, serio, scontroso e scorbutico, camminava a passo sicuro e composto con la schiena perfettamente dritta a differenza di Naruto, allegro, gentile e spensierato, con la schiena leggermente ricurva e la camminata scomposta per via dell’apertura delle gambe verso l’esterno e le ginocchia troppo alta, rendendo il suo portamento goffo ma allo stesso tempo divertente. Il biondo riusciva a rasserenarla solo a guardarlo!

“Eccoci arrivati, bene teme da cosa iniziamo?”

“Tze …. da quello che vuoi, io sono sempre pronto a qualsiasi cosa!”

“Sakura-chan, vuoi allenarti con noi?”

“Dobe, ma che stai dicendo? Rischierebbe di farsi solo del male, ricordati che solo ieri è riuscita a sprigionare il chakra, deve esercitarsi su quello riuscendo a gestirlo a pieno prima di iniziare con gli allenamenti!”

La rosa non si aspettava una risposta del genere da parte di Sasuke, lasciando intendere che non avrebbe permesso di metterla in difficoltà o a rischio di farsi del male. Non disse nulla, limitandosi solo a poggiare il suo zaino insieme al cestino del pranzo, vicino al tronco del giorno prima, per poi dirigersi poco distante dai compagni e iniziare ad allenarsi sul chakra, mentre i ragazzi avevano già iniziato a combattere.

Kakashi era nascosto sopra un albero sempreverde, azzerando la sua aurea per non farsi percepire. Era arrivato in anticipo, curioso di vedere fino a che punto i suoi allievi erano desiderosi di diventare Genin, rimanendo completamente soddisfatto vedendoli arrivare all’apertura dell’accademia, ma soprattutto, insieme! Era rimasto anche molto colpito dalla domanda di Naruto e dalla risposta di Sasuke, dandogli conferma che si stavano comportando proprio come un team affiatato, dimostrando considerazione e protezione nei confronti della compagna. L’unica che sembrava non voler affiatarsi al team era proprio Sakura ….. c’era qualcosa che la bloccava nel cercare di integrarsi con i compagni, ma non era timidezza, altrimenti non sarebbe mai riuscita a reggere il dibattito del giorno prima con l’Uchiha. Forse aveva proprio ragione il moro, dicendo che aveva la stessa mentalità dei civili, ma c’era lo stesso qualcosa di strano: se fosse stato così, Sakura non si sarebbe impegnata tanto a cercare di sprigionare il suo chakra.
Osservò attentamente i suoi allievi: Sasuke e Naruto erano veramente bravi nella lotta corpo a corpo e le tecniche magiche eseguite erano perfette, riuscendo a padroneggiarle con estrema facilità e semplicità …. si vedeva che erano stati allenati da Fugaku e Itachi! Sakura invece, continuava a concentrarsi sul chakra riuscendo  a sprigionarlo ad ogni tentativo e iniziando a saltare per raggiungere una sbarra di ferro di fianco a lei.

Le otto arrivarono e per Kakashi era giunto il momento di scendere dall’albero e raggiungere i suoi allievi, presentandosi davanti a loro con il suo solito stile ….. dietro una nuvola di fumo.

“Buon giorno ragazzi, vedo che siete puntuali, mi fa molto piacere!”

“Veramente dovremo essere noi a dire questo di te …. ti voglio ricordare che sei stato tu ieri ad arrivare in ritardo di quasi quaranta minuti!”

“E io Naruto, ti voglio ricordare che in qualità di vostro maestro non vi devo nessuna spiegazione e voi, essendo i miei allievi, dovete sottostare solo ed unicamente alle mie indicazioni …… Sakura, avvicinati anche tu ai tuoi compagni, non rimanere così indietro!”

La rosa era dietro ai suoi compagni di qualche metro, ma sentendosi richiamare dal maestro, si fece avanti allineandosi ai compagni, ma mantenendo una distanza di oltre un metro da Naruto: non si sarebbe mai messa di fianco a Sasuke, le metteva i brividi ogni volta che percepiva il suo sguardo puntato addosso, proprio come in quel momento.

 Il moro la stava fissando, infastidito, non gli piaceva quel suo modo di fare, così distaccato e per nulla intenzionata a socializzare e affiatarsi con loro come team, Sakura era e sarebbe rimasta sempre per lui, una noiosa.

“Allora iniziamo ….. Sakura, fammi vedere come sprigioni il tuo potere e prova a saltare in alto!”

La rosa ubbidì, concentrando il chakra sui piedi e sprigionando la luce verde, poi, saltò, facendo un balzo di oltre tre metri.

“I miei complimenti! Sei riuscita a saltare più in alto di ieri, il che mi fa dedurre che ti sei allenata per migliorare, è una cosa che ti fa onore ….. però adesso, voglio che mi guardi attentamente ….. salterò anch’io e voglio che dopo mi dica la differenza che hai notato!”

Kakashi fece un semplice salto, niente di particolare, poi appena atterrato:

“Allora, cos’hai notato di diverso?”

“Non vorrei sbagliarmi ….. ma quando hai saltato non ho visto nessuna luce attorno ai suoi piedi!”

“Esatto! Come immaginavo, sei un’ottima osservatrice! La luce del chakra, non è altro che l’energia in sé del potere e viene manifestata solo durante gli attacchi per aumentarne la potenza o per usare tecniche particolari di combattimento. Quando invece lo usiamo per saltare, correre veloci o per comporre i sigilli delle tecniche basi magiche, il chakra viene sprigionato ma in modo ….. come dire …… invisibile. Mi spiego meglio …… quando ti concentri sentendo il potere dentro di te, dovresti farlo defluire solo una minima parte, lungo le mani o i piedi. Questo perché eviti di sprecarlo e di affaticarti. Il chakra ha bisogno di rigenerarsi ogni volta che viene usato ed è necessario limitarne l’uso quando non è necessario ….. mi sono spiegato?”

“Credo di si ….. in poche parole, non dovrei far vedere la luce del mio potere!”

“Proprio così! Ieri sei riuscita a sprigionarlo, oggi invece, dovrai allenarti a limitarlo!”

“Limitarlo? Ma ….. non so se ci riesco!”

“Oh si che ci riesci! …. L’hai già fatto al Monte degli Hokage! Ora posizionati vicino a quell’albero e inizia i tuoi allenamenti …. non preoccuparti se fallirai le prime volte, l’importante è che rimani concentrata!”

“Va bene!”

La rosa si allontanò un po’ sconfortata e amareggiata per l’allenamento a cui doveva sottoporsi. Per lei era già difficile concentrarsi per sprigionare il chakra e ora doveva limitarne l’uscita, il che significava aumentare notevolmente la sua concentrazione.

“Quanto a voi due …..”

“Finalmente tocca a noi!!!”

“Naruto!!! Piantala di interrompermi tutte le volte!”

“Ma veramente io ….”

“Taci dobe! Cosa ci stavi dicendo Kakashi?”

“Con voi ho in serbo un duro allenamento ….. Sasuke, vorrei insegnarti le basi del Mille Falchi, anche se potrai usarla solo quando svilupperai il secondo tomoe …. dovrai allenarti a ricomporre fisicamente il chakra in elettricità per poi scomporlo di nuovo e scaricarlo, determinando così la forza e la potenza nell’attacco. Hai capito cosa intendo dire?”

“Certo ….. inizio subito!” il moro corse in un angolo del campo per iniziare il suo allenamento.

“Quanto a te Naruto ….. dovrai riuscire a sviluppare a pieno il tuo rasengan! Per aiutarti dovresti evocare una tua copia che ti aiuti a comprimere il chakra, bilanciandolo in positivo e in negativo. Quando sarai in grado di gestirlo, inizierai a provarci da solo senza più bisogno della tua copia. Li sai comporre vero i sigilli per la duplicazione del corpo?”

“Sicuro! ….. Poi sai un’altra cosa? Ieri sera mio zio mi ha donato la pergamena del clan di mio padre in cui sono racchiuse le spiegazioni per la Tecnica Suprema della Moltiplicazione del corpo …. però a questo ci sto ancora lavorando!”

“Dici sul serio? Perfetto …. allora inizia da quella ….. più copie di te stesso riesci ad evocare, maggiore sarà la capacità di sviluppare il rasengan! Ora mettiti anche tu in un angolo del campo e inizia a lavorare sulla Tecnica Suprema della Moltiplicazione del Corpo!”

Il biondo ubbidì, mentre Kakashi si posizionò al centro del campo per osservare al meglio gli allenamenti dei suoi allievi.

Dopo circa tre ore di allenamento, Kakashi era molto soddisfatto dei progressi di Sasuke e di Naruto, la loro concentrazione e la loro padronanza con il chakra era sorprendente, ma non poteva dire la stessa cosa di Sakura: nonostante si impegnasse senza tregua, non era ancora riuscita a gestire il suo potere e la stanchezza era ben visibile sul suo volto.

“Sakura, ti vedo stanca! Scusa se te lo faccio notare, ma forse c’è qualcosa nel tuo modo di allenarti che non è corretto!”

“M-mi dispiace …. Kakashi! ….. io ci sto provando ….. ma ogni volta che mi concentro per controllare il chakra aumenta la mia stanchezza …. ci sto provando con tutte le mie forze, non voglio arrendermi ….. ci devo riuscire!”

Il maestro le appoggiò una mano sulla spalla, per infonderle il suo sostegno ….. la rosa aveva grinta e una grandissima forza di volontà, ci teneva veramente a diventare una kunoichi e Sasuke sbagliava a credere il contrario, ma non stava lui a fargli cambiare idea, doveva capirlo da solo. Ciò nonostante, non riusciva a capire come mai un esercizio così semplice le richiedesse tutta quella concentrazione e quello spreco inutile di energia, l’aveva osservata molto attentamente e non c’era niente di sbagliato nei suoi allenamenti: allora, cos’era quella difficoltà?

Circa due ore dopo, Kakashi diede il permesso ai suoi allievi di fermarsi per riposare e pranzare, anche Naruto e Sasuke iniziavano a dare qualche segno di stanchezza, ma per loro era comprensibile, il controllo del chakra a cui erano sottoposti era veramente notevole …..

“Per fortuna ci possiamo riposare …. se continuavo ancora, credo proprio che sarei svenuto dalla fatica, oltre che dalla fame!” il biondo si era buttato pesantemente sull’erba, provato dalla stanchezza, prendendo a fatica il suo cestino del pranzo, per iniziare a mangiare.

“Già a chi lo dici dobe ….. ma dobbiamo farcela e poi credo sia solo questione di allenamento, poi una volta riusciti, sarà tutto molto più semplice!”

“Sarà come dici tu teme, ma adesso è molto complesso ….. tu Sakura-chan, come sta andando il tuo controllo sul chakra?”

La rosa si era messa seduta a qualche metro di distanza, voltando le spalle ai suoi compagni e iniziando a mangiare, ma appena sentì la domanda di Naruto, strinse fortemente le bacchette fra le mani  mordendosi il labbro inferiore cercando di controllare le sue emozioni e non permettere alle lacrime di uscire. Non poteva e non voleva rispondere a quella domanda, avrebbe recato delusione a Naruto e motivo di derisione a Sasuke!

“Tze …. Figurati se ti risponde! Non capisco perché perdi così tanto tempo con lei! ….. Le hai già fatto capire che sei disposto ad accettarla, ma nonostante questo a lei non interessa …. dobe, ti conviene pensare a mangiare e a recuperare le forze per quando riprenderemo gli allenamenti!”

“Sasuke, Naruto ….. ho un altro allenamento per voi!”

“Cooosaaaa! Kakashi, devo ancora finire di mangiare il mio riso, non puoi dirmi di ritornare ad allenarmi!”

“No, stai tranquillo Naruto ….. quello che vi chiedo di fare è di andarvi a sedere vicino alla vostra compagna!”

“E perché dovremo farlo? E’ lei che ci evita, non noi ….. o per lo meno …. non Naruto!”

“Appunto Sasuke! Il mio allenamento non prevede solo di insegnarvi le tecniche di combattimento, ma anche di farvi affiatare come team …. tu e Naruto lo siete già …. non pensi che lei possa sentirsi diversa e non apprezzata da voi? Specie da te e quello che le hai detto ieri e in classe con Gai? Il tuo vecchio maestro mi ha informato e non mi è piaciuto il modo in cui l’’hai chiamata ….. Sakura non è un impiastro!”

“Tze!” il moro voltò lo sguardo dall’altra parte, il maestro l’aveva punto sul vivo …. non c’era andato leggero con la sua compagna di team …..

“Quindi ….. se ho capito bene ….. ci stai suggerendo di imporle la nostra presenza?”

“Più o meno il concetto è questo Naruto ….. non insistete troppo con lei, datele il tempo di abituarsi alla vostra presenza e vedrete che sarà lei ad aprirsi, fino al punto di potersi fidare di voi! ….. La fiducia in un team è molto importante, se manca, non riuscirete mai a combattere insieme!”

“Ok ….. dai teme muoviti!”

Naruto e Sasuke si andarono a sedere vicino a Sakura, la quale provò ad alzarsi per allontanarsi ma venne trattenuta da Kakashi che nel mentre, si era seduto di fianco a lei, sapendo che non avrebbe mai disubbidito a quel suo ordine silenzioso.

Pranzarono insieme, seduti in cerchio, senza dire una parola, per poi sdraiarsi sull’erba e chiudere gli occhi, facendosi accarezzare il viso da un leggero vento, fin quando  non furono destati dalla voce del maestro che gli ordinava di ricominciare i loro allenamenti.

I ragazzi ritornarono nei propri angoli del campo, ricominciando quello che avevano interrotto.

La pausa gli aveva giovato, Sasuke e Naruto avevano ritrovato la stessa energia della mattina, ma anche Sakura sembrava più informa ….. sicuramente pranzare insieme, anche se in silenzio, doveva averle trasmesso un senso di tranquillità, tanto da riuscire ad iniziare a controllare il chakra.
Lo sprigionava ancora, ma meno rispetto al mattino e se continuava con quella concentrazione, sicuramente ad arrivare a sera sarebbe riuscita a gestirlo.
Kakashi era compiaciuto del suo progresso: la rosa era molto indietro rispetto a tutti gli altri e doveva fare in fretta per portarla ad un livello sufficiente, aiutando lei e i suoi compagni e superare l’esame Genin.

Verso le sei del pomeriggio, Sakura riuscì per la prima volta a gestire il suo chakra, riuscendo a balzare senza sprigionare la luce del potere  e senza rendersene conto, urlò il suo entusiasmo attirando l’attenzione di Sasuke e Naruto, compresa quella di Kakashi.

“I miei complimenti Sakura, hai visto che alla fine ci sei riuscita?”

“Sei stata brava Sakura-chan!”

“Tze …. quanto entusiasmo per così poco! …. Anche se devo ammettere che in due giorni ha fatto qualche progresso!” Sasuke si voltò e ricominciò gli allenamenti.

Kakashi, da sotto la maschera, sorrise appena, capendo che le parole dette dal moro non erano altre che un complimento, tutto in stile Uchiha, nei confronti della compagna, la quale, osservandola, sembrava aver pensato la stessa cosa, vedendola accennare un lievissimo sorriso.

“Sakura, vedo che sei stanca, se vuoi puoi tornare a casa …. ci vediamo domattina per le otto!”

“V-veramente ….. Kakashi potrei rimanere ancora un po’ per continuare?”

“No ….. sei stanca, non voglio che esageri troppo, vai a casa, fatti una bel bagno rilassante, cena in modo abbondante e fila direttamente a letto per ricaricarti delle energie che hai sprecato. Domani ti attende un altro durissimo allenamento ….. dovrai imparare a saltare fra i rami e correre veloce come il vento ….. ora vai!”

La rosa acconsentì di controvoglia, salutando con un leggero inchino del capo il suo maestro. Dopo aver recuperato il suo equipaggiamento, si allontanò dal campo guardando i suoi due compagni troppo intenti nei loro esercizi da non accorgersi che stava andando via.

Il signor Yukan finiva di lavorare un’ora dopo e Sakura era troppo stanca per aspettarlo e anche volendo, non sapeva nemmeno dove attenderlo per non essere vista e importunata da nessuno, così si diresse sconfortata verso il settore omega, dove ad attenderla all’angolo della sua via, c’erano Alan e gli altri.
“Bene, bene! Il rifiuto della società è appena tornata dagli allenamenti! Vediamo se hai imparato bene a subire! ….. Avanti ragazzi!”
 

     ********************
 

Sasuke e Naruto tornarono a casa verso le otto, esausti e stremati, concordando entrambi che quella sera avrebbero rinunciato agli allenamenti con Fugaku e Itachi per poter andare a dormire e riposarsi, capendo esattamente lo stato fisico dei loro amici del giorno prima ….. ma almeno avevano iniziato gli allenamenti per diventare Genin!

Appena arrivarono a casa, Mikoto gli informò che Itachi era dovuto partire con la massima urgenza per una missione anbu e Fugaku era stato trattenuto in ufficio per organizzare le varie spedizioni, prevedendo di rientrare a casa in tarda serata.

“Cosa, Itachi è partito? Zia, ma tornerà in tempo per festeggiare il mio compleanno?”

“Credo di si Naruto ….. da quello che ha detto tuo zio, dovrebbe essere una missione di breve durata, ora andate a lavarvi, poi ceneremo!”

“Ok mamma!”

“Va bene zia!”

Fugaku rientrò a casa verso le dieci di sera, trovando ad attenderlo sulla porta di casa Mikoto.

“Ben tornato caro! Tutto bene o devo preoccuparmi!”

Fugaku sospirò, sapendo di non poter mentire alla moglie dato che per lei, era un libro aperto:

“Non lo so nemmeno io …. alcuni villaggi di campagna, ad Est di Konoha, sono stati attaccati da bande di ninja ribelli, ma dai dispacci pervenuti, sembra che abbiano utilizzato delle tecniche segrete di combattimento ….. è per questo che ho mandato in missione Itachi e il suo team, per raccogliere maggiori informazioni!”

“Credi che questi ribelli siano gli stessi che più di un anno fa avevano attaccato molti villaggi per rubare le pergamene riguardanti alcune tecniche segrete di combattimento?”

“Io e Tsunade ne siamo convinti, ma prima di avvisare gli altri due Regni, vorremo esserne certi ….. per il momento non posso dirti altro. Speriamo solo di sbagliarci! …… Dove sono i ragazzi?”

“Sono in cucina a guardare la televisione, volevano aspettarti prima di andare a dormire ….. sono stanchissimi! Credo che Kakashi non ci sia andato leggero con loro!”

Fugaku varcò l’enorme ingresso per dirigersi in cucina, seguito dalla moglie, trovando Naruto e Sasuke addormentati con la testa appoggiata sul tavolo.

“Ma guardali, sono proprio stanchi per dormire in una posizione così scomoda! ….. Mikoto, potresti scaldarmi la cena mentre porto questi due nei loro letti?”

“Certo …. ma non faresti prima a svegliarli? E poi non vorrai dirmi che li vuoi prendere in braccio come quando erano bambini e si addormentavano sul divano o sul tappeto dei giochi? Sono grandi e …..”

“Sono sempre i miei bambini!” sorridendo con affetto e iniziando a prenderli in braccio uno ad uno per portarli a dormire, facendo molta attenzione a non svegliarli ….. tutto sotto lo sguardo divertito della moglie.
 

     ***********************
 

Il mattino seguente, Naruto e Sasuke si svegliarono nei loro letti, ignari di come ci fossero arrivati.

Finito di prepararsi si precipitarono in cucina per fare colazione, trovando Fugaku intento a leggere il suo solito giornale davanti alla tazza fumante di caffè e Mikoto impegnata ai fornelli.

“Buon giorno a tutti!” dissero all’unisono i ragazzi, vedendo poi la donna voltarsi e rivolgergli un sorriso radioso come ogni mattina.

Fugaku abbassò il giornale, salutandoli con un lieve cenno del capo, per poi riprendere la sua lettura.

“Mamma? Come abbiamo fatto io e il dobe a svegliarci nei nostri letti? Ci ricordiamo entrambi di esserci addormentati qui in cucina!

Mikoto, sorridendo, guardò il marito nascosto dal giornale, il quale diede qualche falso colpo di tosse.

“Zio, ci hai portato tu a letto? Ti devo fare i miei complimenti! ….. Non immaginavo che un vecchio come te avesse tutta questa forza!”

“Naruto!!! Vecchio a chi?”

Fugaku aveva lanciato via il giornale fiondandosi addosso al biondo, immobilizzandolo dal collo con il suo braccio.

“Prova a ripeterlo se hai il coraggio!” iniziando a fargli il solletico nella pianta dei piedi.

“No …. no …. no …. Zio ti prego! Il solletico no!!!” iniziando a ridere sonoramente.

La risata di Naruto contagiò anche Mikoto e Sasuke, sebbene quest’ultimo cercasse di controllarsi ….

“Ti arrendi?”

“Si, si …. zio mi arrendo! Basta per favore …. Ahahahahahah!”

Fugaku lasciò la presa ricomponendosi e tornando a sedere.

“Ah, Naruto …. volevo dirti che ieri sera ho incluso i nomi di Ten Ten, Temari e di Sakura nella lista di libero accesso al nostro quartiere, così sabato sera non avranno problemi a venire alla tua festa!”

“Grazie zio …. ma Sakura non viene!”

“Perché? L’hai invitata vero?”

“Certamente, ma ha detto che aveva già un altro impegno!”

“Capisco ….. però ditele lo stesso che il suo nome è sulla lista. Essendo una vostra compagna di team,  capiterà che dobbiate incontrarvi per allenarvi insieme e ….”

“Ne dubito papà …. anche se si sta impegnando negli allenamenti non credo abbia molta voglia di socializzare fuori dagli orari dell’accademia, però stai tranquillo, glielo diremo ….. adesso scusami, ma dobbiamo andare ….. dobe muoviti!”

“Si arrivo teme! ….. Un attimo ….. zia i cestini del pranzo?”

“Eccoli qua! Prendi anche quello di Sasuke per favore?”

“OK!” Il biondo prese i cestini, salutò gli zii e uscì di casa non prima di aver preso e messo in bocca un altro biscotto ….. l’ultimo della ciotola.

“E’ sempre il solito ingordo! ….. Mah ….. era l’ultimo? Quel moccioso me la pagherà per questo affronto!”

“Quale dei due affronti? …. Quello di averti dato del vecchio o quello di averti mangiato l’ultimo biscotto?” Mikoto cercava di controllare la sua risata vedendo il volto offeso e contrariato del marito.

“Dai caro, non fare così …. tieni, ti avevo messo da parte altri biscotti!”

Fugaku sorrise alla moglie mentre questa si inginocchiò di fianco a lui allungandogli un altro piattino di biscotti che aveva nascosto nella dispensa. Il marito la attirò a sé per un braccio, appoggiandola sopra le sue ginocchia.

“Fugaku!”

“Shhh! Abbracciami!” un ordine che fu ben lieta di eseguire. Quell’abbraccio era un modo per tranquillizzarlo ogni volta che aveva dei pensieri lavorativi molto grandi …..
 

      ***************
 

Naruto e Sasuke arrivarono in accademia verso le sette e mezza, trovando Sakura intenta a provare a saltare in ramo in ramo, ma il suo senso dell’equilibrio era pessimo e ad ogni atterraggio, si aggrappava al tronco dell’albero per non cadere.

“Tze ….. che noiosa!”

“E dai teme, possibile che non apprezzi mai i suoi progressi? Per me è ammirevole il suo temperamento e dimostra a pieno che ti sei sbagliato nel giudicarla! …. Non è come tutti gli altri civili, altrimenti non si spiegherebbe il suo interesse e la sua determinazione nell’apprendere le arti ninja e ….” Naruto non finì la frase vedendo Sasuke correre come il vento verso la compagna che stava cadendo dall’albero.

Il moro riuscì ad afferrarla in tempo, prima che sbattesse malamente la schiena al suolo.
Sakura aveva chiuso gli occhi in attesa dell’impatto, per poi riaprirli lentamente accorgendosi di essere atterrata su qualcosa di morbido. Si ritrovò con il bacino sopra le gambe di Sasuke, mentre quest’ultimo la teneva saldamente stretta con un braccio nel fianco e l’altro sotto le ginocchia.
 La rosa arrossì all’istante, incapace di dire una sola parola e incredula per il gesto del compagno.

“Che c’è? Che hai da guardare con quella faccia imbambolata? Stavi per cadere e avresti potuto farti molto male!”

“G-g-grazie!” Sakura abbassò il capo voltandolo di lato per distogliere lo sguardo dagli occhi neri e profondi del moro ….

“Ora scendi dalle mie gambe …. sei pesante!”

“Oh s-si ….. s-scusa!”

“Sakura-chan, tutto bene? …. Ehi, ma cosa sono tutti quei lividi lungo le braccia e le gambe?”

“N-niente …. È s-solo c-che i-ieri sera h-ho provato a-ad allenarmi a casa ….. m-ma c-cadevo sempre!”

“Tze ….. la solita noiosa! Se non sai saltare o hai paura, non farlo fino a quando non ti viene insegnato come fare! …. Devi focalizzare il punto di atterraggio, concentrandoti solo su quello! ….. Vado ad allenarmi!”

Sakura era ancora più sorpresa, non solo l’aveva salvata, ma le aveva dato dei suggerimenti per riuscire a saltare di ramo in ramo ….

“Vado anch’io Sakura-chan! Se hai bisogno di qualche altro consiglio prima che arrivi Kakashi, non esitare a chiedere!”

Il maestro era nascosto in mezzo ad un cespuglio ed era rimasto molto soddisfatto per quello che aveva visto e sentito: era sulla buona strada per farli affiatare!

Sakura si morse il labbro ripensando alla bugia che aveva raccontato a Naruto, ma era la stessa che aveva usato con il padre la sera prima riuscendo a convincerlo facilmente ….. gli allenamenti potevano causarle diverse contusioni, specie ad una kunoichi inesperta come lei ……  a volte le bugie servivano per raggiungere i propri scopi, proprio come lei, costretta a mentire per non rivelare a nessuno la sua promessa!
Si destò dai suoi pensieri e si concentrò sui salti, seguendo alla lettera  i suggerimenti di Sasuke ……..


 

CIAO A TUTTI, PER PRIMA COSA VORREI RINGRAZIARVI DI CUORE PER IL SOSTEGNO E IL VOSTRO APPREZZAMENTO PER IL CAPITOLO PRECEDENTE. AVEVO PAURA CHE NON VENISSE APPREZZATO, INVECE MI SONO RITROVATA MOLTE RECENSIONI POSITIVI E ALCUNI AUMENTI DELLA MIA FF FRA LE SEGUITE E PREFERITE, INOLTRE SONO STATA SEGNATA FRA GLI AUTORI PREFERITI DA ALCUNI DI VOI ….. GRAZIE INFINITE, SPERO DI CONTINUARE A MANTENERE IL VOSTRO INTERESSE E DI NON DELUDERVI!!! UN BACIO MANGA

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Capitolo 19
*** Pensieri ***


Il lunedì mattina, il signor Yukan venne svegliato dal suo insistente della sveglia di Sakura, la quale non sembrava intenzionata a spegnerla. Si alzò con fatica dal letto, contrariato nel dover rinunciare ad un’altra mezz’ora di sonno e si incamminò verso la camera della figlia. Appena entrato, si precipitò verso il comodino a spegnere quel suono infernale per poi voltarsi verso il letto della ragazza e svegliarla, ma appena vide il suo viso rilassato, leggermente illuminato dai pochi e deboli raggi del sole che filtravano dalla tenda oscurante, i capelli sparsi nel cuscino e il suono quasi impercettibile del respiro lento e regolare del sonno, lo fecero desistere.

Si mise a sedere sul bordo del materasso guardando e ammirando quella bambina che tanto amava.

Era comprensibile la sua stanchezza dato che negli ultimi due giorni si era allenata assiduamente al lancio dei kunai, rimanendo alzata fino a tarda notte per poi svegliarsi alle prime luci dell’alba.

Aveva notato, nascosto dietro la porta della mansarda, la determinazione, la passione e l’impegno che metteva nell’apprendere le arti del combattimento, rendendolo fiero e orgoglioso di lei, ma quello che lo aveva colpito maggiormente, era stato vedere la felicità dipinta sul volto della figlia.

Ormai, erano quasi due anni che non la vedeva più felice e forse, la sua vera natura di kunoichi, l’avrebbe aiutata a ritornare la bambina allegra, spensierata e forte di un tempo. Solo all’ora, avrebbe trovato la forza per dirle la verità sulla sua adozione!

Sakura sospirò profondamente, voltando il viso dalla parte opposta del cuscino mentre una ciocca di capelli andò a posarsi sugli occhi ancora chiusi dal sonno; il padre, sorridendo appena, gliela spostò delicatamente. Avrebbe voluto soffermarsi ancora a guardarla, ma era tardi e doveva svegliarla:

“Sakura ….. svegliati pigrona!” scuotendola dolcemente.

“Mmmm ….. cinque minuti papà!”

“Te ne posso dare anche dieci, ma sono le sette e un quarto!”

“Le sette e un quarto??? Ma perché non mi hai svegliata prima!” balzando giù dal letto e precipitandosi in bagno.

Il padre rise fra sé e sé incamminandosi verso la porta chiusa delle toilette.

“Veramente è da quasi un’ora che la sveglia suona e non l’hai mai spenta, fino al punto di svegliare anche me! ….. Coraggio, finisci di prepararti mentre vado in cucina a prepararti la colazione e il cestino per il pranzo!”

Dopo dieci minuti la rosa scese in cucina:

“Scusami papà se ti ho svegliato, ma ero veramente stanca ….. mi hai preparato il cestino del pranzo? Oh ti ringrazio tanto, così posso uscire subito ….. ciao ci vediamo questa sera!”

“Fermati! Adesso ti siedi e fai colazione, non voglio che esci di casa a stomaco vuoto!”

“Ma papà sono in ritardo!”

“Non mi interessa! Se è necessario ti farò una giustificazione ….. non puoi non mangiare, hai sprecato tantissime energie in queste due giorni e oggi non sarà da meno, quindi ti siedi e mangi tutto quello che ti ho preparato, intesi?”

“Uff …. come vuoi!” la rosa si mise a sedere sapendo di non poter disubbidire al padre, lanciando un rapido sguardo all’orologio appeso alla parete della cucina …. le sette e mezza!”

Era già tardi e sicuramente avrebbe incontrato qualcuno del settore omega …. tanto valeva mangiare con calma, sapendo già quello che l’attendeva!

Finito di fare colazione si alzò per  prepararsi un panino e metterlo all’interno del suo zaino insieme ad una mela.

“Ma Sakura! Ti ho già preparato il cestino del pranzo …. ho usato gran parte della cena preparata per questa sera!”

“S-si …. ma preferisco abbondare …. gli allenamenti sono faticosi e spreco molte energie!”

“Hai ragione, non ci avevo pensato …. fai bene ad essere prudente! Prendi pure tutto quello che vuoi …. non vorrei che venissero a chiamarmi al lavoro dicendomi che hai avuto un mancamento perché non hai mangiato abbastanza per recuperare le tue forze!”

Sakura sorrise appena e finì di preparare lo zaino, si avvicinò al padre dandogli un leggero bacio sulla guancia e corse verso la porta di casa per recarsi in accademia …..

Arrivò al campo di allenamento cinque minuti prima delle otto, trovando i suoi compagni intenti nei loro esercizi.

“Ciao Sakura-chan! Come mai non sei arrivata alle sette come noi? ….. Ma cosa hai fatto lungo la gamba? Sta sanguinando!”

La rosa si limitò a pulirsi la ferita senza rispondere al compagno, mantenendo sempre il volto basso.

“Tze …. non sai che è da maleducati non rispondere alle domande?”

Sakura si voltò di scatto fulminando con lo sguardo Sasuke, voleva rispondergli per le rime ma prima che potesse farlo:

“Buon giorno ragazzi! Spero che non stiate iniziando a litigare, sapete  come la penso ….. nessun litigio ma solo allenamenti e affiatamento fra di voi! …. Sakura stai bene? Come ti sei procurata quella ferita?”

“S-sono solo caduta Kakashi!”

“Sei sicura? ….. Allora spiegami perché non sei ferita anche alle braccia!”

Colpita e affondata!

Doveva inventarsi qualcosa e alla svelta, il maestro era molto acuto e doveva stare attenta, altrimenti avrebbe rischiato di compromettere il suo segreto riguardante la promessa fatta a se stessa:

“Stavo camminando insieme ai miei amici quando sono scivolata su una strada sdrucciolevole …. per fortuna alcuni di loro mi hanno afferrato in tempo per le braccia evitandomi la caduta, ma non ho potuto evitare di sbattere la gamba contro un masso appuntito ….. è così che mi sono fatta male!”

“Mmmm …. va bene non voglio insistere, sappi solo una cosa …. se dovessi avere bisogno di qualcosa o sentissi la necessità di confidarti, puoi farlo tranquillamente con noi …. siamo un team e abbiamo il dovere di aiutarci fra di noi! Capito?”

“S-si!”

Kakashi non le aveva creduto, limitandosi solo a darle un consiglio e Sakura l’aveva capito.

Non poteva dire che i suoi amici in realtà erano i suoi peggiori nemici e che sfogavo su di lei l’odio che provavano verso i ninja. Era stata tenuta ferma per le braccia, mentre a turno le tiravano calci e sassi lungo le gambe. La ferita sanguinante gliel’aveva procurata Alan, lanciandole un masso abbastanza grande, sagomato e appuntito.

Dopo essersi divertiti l’avevano lasciata andare, ma non prima di averle rovesciato e pestato il pranzo a terra!

“Ragazzi ascoltatemi!!! ….. Naruto e Sasuke, voi continuerete con il vostro allenamento, Sakura prendi i tuoi kunai e vieni con me nella parte del campo con i bersagli!”

La rosa ubbidì …..

 Si stava avvicinando ai bersagli, quando:

“Sakura, ma dove stai andando? Devi stare qua per lanciare i kunai!”

“Qua? Ma come faccio a lanciarli a cento metri di distanza?”

“Per la precisione, sono centocinquanta! ….. Non penserai di lanciarli a qualche metro dal bersaglio, vero? Sarebbe troppo facile! I kunai vengono lanciati anche a distanze più grandi, con lo scopo di attaccare i nemici in avvicinamento! …. Ora ascolta bene le mie indicazioni …. devi concentrare il chakra sia nelle mani, imprimendo la forza necessaria per raggiungere i bersagli, sia negli occhi, per visualizzarli, imprimerli nella mente  e centrarli …. tutto questo, sempre controllando il tuo potere e senza sprigionare la sua energia! Mi sono spiegato?”

“Credo di si!”

“Ora inizia! ….. Ah, un’ultima cosa! …. Non mi piacciono i bugiardi! ....In questi giorni hai mentito due volte al team …. con Naruto, inventandoti un impegno fasullo per non andare alla sua festa di compleanno ….. e se n’è accorto anche Sasuke …..  poi prima, sulla dinamica della tua ferita! ……” Kakashi si fermò un attimo guardando attentamente negli occhi una Sakura tremante: ”….. fallo ancora e mi vedrai costretto a prendere seri provvedimenti! …. Se hai dei problemi devi parlarne con il tuo team e insieme vedremo di risolverli! Per fortuna il tuo infortunio non è grave, ma se lo fosse stato, avresti potuto compromettere non solo il tuo allenamento, ma anche quello dei tuoi compagni ….. un team deve essere affiatato e senza segreti …… rifletti attentamente sulle mie parole …… ora inizia a fare quello che ti ho detto!”

Kakashi sparì dalla vista della rosa senza darle il tempo di giustificarsi e senza accorgersi che le lacrime avevano iniziato a rigarle il viso. L’aveva rimproverata duramente e non poteva dargli torto: era sempre stata sincera e non aveva mai mentito. Credeva fosse l’unico  modo per mantenere fede alla promessa, senza pensare alle conseguenze delle sue bugie.

Kakashi era stato molto chiaro con lei, se l’avesse scoperta mentire ancora, avrebbe preso dei seri provvedimenti, ma allo stesso tempo, non poteva neanche rischiare l’incolumità del padre: cosa doveva fare?

Si asciugò le lacrime cercando di liberare la mente dai suoi problemi concentrandosi sull’allenamento …..

Diverse ore dopo Kakashi le comparve davanti dicendole che poteva fermarsi e raggiungere gli altri per la pausa pranzo. Il maestro non l’aveva guardata in faccia, facendole capire di essere ancora in collera con lei.

Sakura si fermò e iniziò a respirare profondamente per recuperare le forze. Era stremata, nemmeno i due giorni di allenamenti intensivi in mansarda l’avevano stancata in quel modo! Che dipendesse dalla sua incapacità di usare correttamente il chakra? O dalla mancanza di praticità nell’ usare il potere? Sicuramente erano entrambe, altrimenti non si spiegava il perché i suoi compagni non si stancavano in quel modo, nonostante i loro allenamenti fossero molto più difficoltosi rispetto ai suoi …..

Con questi pensieri si avvicinò ai tre membri del team seduti sull’erba già intenti a mangiare.

Andò verso il suo zaino prendendo il panino e la mela, volutamente nascosti ……

“Ehi Sakura-chan stai bene? Sei stremata! ….. Scusa se te lo dico, ma quel panino e quella mela non mi sembrano sufficienti per farti recuperare le energie, dovresti portarti un pranzo più abbondante!”

Kakashi e Sasuke si limitarono a lanciare un rapido sguardo alla rosa senza dire niente, ricominciando poi  a mangiare.

Sakura si mise a sedere, chiudendo il cerchio, pensando a come rispondergli senza mentire e continuando a mantenere la sua promessa:

“Questa mattina non ho fatto in tempo a prepararlo ….. mi sono svegliata tardi …..”

I tre ragazzi si voltarono sorpresi verso la rosa, non si aspettavano una sua risposta e rimasero in silenzio a guardarla e ad aspettare il seguito della sua risposta.
Sakura continuò a parlare, mantenendo sempre lo sguardo sulle mani che stringevano il panino:

“In questi due giorni mi sono allenata a lanciare i kunai …. ho sempre avuto una pessima mira e non volevo fare altre figuracce davanti a voi ….. lo so che sono l’anello debole del gruppo e non voglio che a causa mia rischiate di venir bocciati all’esame per diventare Genin ….. così ho deciso di allenarmi giorno e notte, dormendo solo qualche ora …. ero talmente stanca che non ho sentito la sveglia!”

Sakura sospirò profondamente per poi iniziare a mangiare. Si sentiva in pace con se stessa sapendo di non aver mentito al compagno, limitandosi solo ad omettere il suo segreto.

Kakashi osservò soddisfatto la sua allieva: il rimprovero di qualche ora prima era servito a farle capire quanto fosse importante l’onestà, sia per se stessa che per i suoi compagni.

Sasuke e Naruto rimasero in silenzio, alternando gli sguardi  fra il loro cestino del pranzo e il misero panino della rosa:

“Sakura-chan, non ho più fame, se vuoi puoi finire il mio pranzo!” porgendole il cestino.

“Io sono già sazio, puoi prendere anche il mio ….. hai bisogno di mangiare di più, altrimenti rischi di avere un mancamento …... non ho intenzione di riprenderti in braccio ….. sei pesante ….. oltre che noiosa!”

La rosa rimase sorpresa oltre che imbarazzata per l’offerta dei compagni:

“N-no, non importa ….. mi basta il mio  ….!”

“Sakura …. Sasuke ha ragione, non puoi rischiare di stare male perché non hai mangiato a sufficienza! O vuoi farmi credere che non ti piace mangiare nel piatto degli altri! Perché se è così ti dovrai abituare per  quando diventerete Genin e saremo mandati in missione. Potrà capitare di dover condividere tutto con i propri compagni, non solo il cibo ma anche il letto, il bagno …..”

 “A-aspetta! ….. H-hai d-detto il l-letto? I-il b-bagno? …. M-ma Kakashi, io s-sono u-una ….”

“Ragazza? …. Ahahahah piccola Sakura, non preoccuparti ….. quello che intendevo dire è che potrà capitare di doversi fermare lungo a qualche ruscello o a qualche lago per lavarsi, ma generalmente il bagno viene fatto indossando il minimo necessario …. per quanto riguarda il letto, ognuno di voi avrà il proprio sacco a pelo personale, ma se la temperatura notturna dovesse essere troppo bassa, è consigliabile unirli e dormire insieme per riscaldarsi a vicenda ed evitare di congelare!”

“Tze ….. balbettare per simili sciocchezze! Ricordati che se e quando capiterà, saremo in missione e dovremo concentrarci solo su quella, non avremo tempo di pensare a simili frivolezze come l’imbarazzo per dormire o lavarsi insieme!”

“Be’ …. teme parla per te!”

Naruto si voltò verso la compagna, guardandola con la bava alla bocca e gli occhi sognanti immaginandosi chissà quali cose ….

L’imbarazzo iniziale di Sakura, procurato dalla rivelazione di condividere certe “intimità”, scomparve non appena vide lo sguardo di perversione del compagno puntato verso di lei, trasformandosi in ira pura.

La vena sopra la tempia destra iniziò a pulsare freneticamente, costringendola a chiudere gli occhi e stringere fortemente la bocca e i pugni per cercare di controllare la rabbia.
Un impulso strano e potente, iniziò ad invaderle il corpo e senza rendersene conto, tirò un pugno potentissimo in faccia a Naruto, scaraventandolo oltre duecento metri di distanza e facendolo sbattere contro un albero.

Sakura riacquistò subito il controllo del proprio corpo e delle proprie emozioni, portandosi le mani a coprirsi il naso e la bocca:

“M-ma ….. c-cos’è successo?”

Kakashi e Sasuke rimasero a bocca aperta vedendo la forza della ragazza:

“Bravissima Sakura! Sei riuscita a sprigionare la tua forza, concentrando il chakra senza sprigionare la sua energia ….. caspita che potenza, non me lo sarei mai immaginato!”

Il maestro si avvicinò prendendole le mani e congratulandosi con lei, mentre Sasuke si limitò a guardarla con un lieve sorriso sulle labbra, compiacendosi fra sé e sé per il pugno straordinario della compagna.

Naruto era rimasto attaccato all’albero tutto dolorante, nessuno dei suoi compagni si era preoccupato di lui:

“Ehi! Nessuno pensa a me?” alzandosi  e incamminandosi verso i suoi compagni continuando a  massaggiarsi la guancia, colpita dal pugno e la testa  sbattuta contro l’albero.
“Sakura-chan, scusa ma perché mi hai colpito così forte? Non ti ho detto niente!”

La rosa si voltò di scatto fulminandolo con lo sguardo e pronta ad attaccarlo verbalmente, ma Kakashi le mise una mano sulla spalla tirandola leggermente indietro e facendosi lui stesso avanti:

“Naruto, è bastato il tuo sguardo per farla arrabbiare e la sua reazione è stata più che giustificata. Se non ti avesse tirato lei un pugno, l’avrei fatto io! L’hai messa in imbarazzo, lasciando intendere chissà quali fantasie ….!”

“Davvero? Scusa Sakura-chan non volevo metterti in imbarazzo …..” portandosi le mani incrociate dietro la testa e guardando il cielo: “ …… solo che sei molto carina e mi stavo immaginando come saresti con pochi vestiti addosso!” facendo comparire ancora la bava alla bocca, ma un pugno ben assestato lo scaraventò a terra:

“Dobe, lasciatelo dire …. sei proprio un baka!”

Sasuke continuava a tenere il pugno serrato pronto per colpirlo ancora se si fosse azzardato a dire qualcos’altro.

Sakura rimase basita, non avrebbe mai immaginato che proprio Sasuke prendesse le sue difese. Pensò di averlo giudicato male e che in realtà fosse un bravo ragazzo, erano già due volte che interveniva in sua difesa ….. l’aveva salvata quando stava cadendo dall’albero e l’aveva difesa da quel maniaco di Naruto.

“Grazie Sasuke!” sorridendogli.

“Tze …. non pensare che l’abbia fatto per te ….. Naruto deve imparare a comportarsi da persona seria e non da buffone come è solito fare! Non farti venire strane idee ….. per me non sei affatto carina, ma solo una noiosa, mettitelo bene in testa!” allontanandosi con le mani in tasca.

In realtà aveva colpito Naruto proprio per lei, ma il suo orgoglio gli impediva di esprimere i suoi pensieri, poi quando l’aveva vista sorridergli si era sentito a disagio e per non darlo a vedere si era visto costretto a dirle quelle parole ….

Sakura abbassò il capo pieno di rabbia, si era illusa che Sasuke fosse un bravo ragazzo mente in realtà era solo altezzoso, scorbutico e arrogante.

Naruto si rialzò a fatica massaggiandosi il secondo bernoccolo sulla testa:

“Ohi ohi, che male!!! ….. Sakura-chan, non ascoltare quel teme, lo sai com’è fatto ….. però per me sei molto carina!”

“Baka!!!” la rosa gli tirò un altro pugno potentissimo colpendolo sotto il mento e facendolo volare verso l’alto di parecchi metri.

“Kakashi! Torno ad allenarmi, non ho più fame!” girandosi di scatto e incamminandosi verso il suo angolo di campo mentre Naruto atterrava malamente di testa al suolo.

Il maestro guardò attentamente la ragazza allontanarsi, sorridendo beffardamente da sotto la maschera: la tranquillità unita alla disperazione erano serviti a farle sprigionare il chakra e l’ira l’avrebbe aiutata a scaturire la forza e da quello che aveva visto, ne aveva veramente tanta!

“Uffa! Kakashi spiegami perché mi ha dato un altro pugno se le ho fatto solo un complimento!”

Il Jonin si voltò verso Naruto, iniziando a ridere per come era conciato: tre bernoccoli sulla testa, una guancia gonfissima e il mento deformato.

“Ehi, sei il mio maestro, non dovresti ridermi in faccia!”

“S-scusami N-naruto, ma proprio non riesco a farne a meno!” tenendosi le mani sullo stomaco e ridendo come un forsennato.

“Ma guarda un po’ te che razza di compagni e maestro mi dovevano capitare! …. È meglio che ritorni anch’io ad allenarmi!” allontanandosi con le mani allacciate dietro alla testa e camminando con le ginocchia più alzate e rivolte maggiormente verso l’esterno.

Kakashi cercò di ricomporsi e ritornare serio. Adesso aveva la certezza assoluta di avere un team formidabile: le abilità di Naruto e Sasuke non erano mai state messe in dubbio ma la forza di Sakura era straordinaria, forse superava addirittura quella dei compagni.
Doveva trovare solo il modo per fargliela gestire dato che l’ira era il sentimento più difficile da ricreare nella mente della ragazza, ma i caratteri e i modi di fare dei due ragazzi avrebbero sicuramente contribuito nel suo intento.
Naruto e Sasuke l’avevano fatta arrabbiare e conoscendoli, avrebbero scaturito ancora l’ira nella compagna …..

 

ECCOMI, SPERO CHE IL CAPITOLO SIA STATO DI VOSTRO GRADIMENTO. GRAZIE INFINITE PER CONTINUARE A RECENSIRMI E SEGNARE LA MIA FF FRA LE SEGUITE E LE PREFERITE. RINGRAZIO ANCHE DI CUORE I LETTORI CHE MI HANNO AGGIUNTO FRA I LORO AUTORI PREFERITI.
VORREI CHIEDERVI UN FAVORE: POTRESTE LEGGERE, PER CHI NON L’AVESSE ANCORA FATTO, LA FF INTITOLATA “ESPERIMENTO D’AMORE” RATING GIALLO COPPIA SASUKE/SAKURA? ….. NON VI DICO IL MOTIVO, MA VI CHIEDO SOLO DI LEGGERLA E MAGARI FARMI SAPERE, SEGUENDO LE INDICAZIONI, LE VOSTRE OPINIONI ….. GRAZIE INFINETE A TUTTI! UN BACIONE
 

 

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Capitolo 20
*** Le arti mediche ***


Come sospettato da Kakashi, l’ira era il sentimento più difficile da ricreare nella mente di Sakura.

L’aveva osservata attentamente appena ritornata ad allenarsi, ancora arrabbiata per le parole e i comportamenti dei compagni, notando che nella prima mezz’ora era riuscita a lanciare i kunai con forza e precisione colpendo le sagome dei bersagli, anche se non riusciva a centrarli in pieno, poi, mano a mano che la sua ira si placava, i lanci perdevano di potenza, rimanendo però invariate la velocità e la mira, grazie al controllo quasi perfetto del chakra sulle mani e sugli occhi.

Con qualche balzo arrivò dietro alle spalle della rosa facendola spaventare.

“K-kakashi! Mi hai fatto paura!”

“Ahahahah ….. dovrò insegnarti a percepire la presenza di altri ninja, così non ti spaventerai più! Ma adesso è ancora presto, prima devi imparare a controllare e a gestire il tuo potere! …. Ti ho osservato per tutto questo tempo e ho notato che hai perso potenza nei lanci!” guardando verso i bersagli.

“Si, hai ragione …. la stanchezza inizia a farsi sentire!”

“Sei stanca? Ma se hai appena ricominciato ad allenarti! Non è che per caso hai mangiato troppo poco? Non hai nemmeno finito il pranzo che ti hanno lasciato i tuoi compagni!” guardandola stranito.

“No, non è per quello …. non avevo più fame ….. è solo che quando mi concentro per usare il chakra, sento che le energie vengono ….. come dire ….. prosciugate!”
volgendo lo sguardo da una parte indefinita del campo per nascondere l’imbarazzo alla sua affermazione.

“Mmmm, non è proprio il termine giusto, però ho capito cosa intendi dire! Ti stanchi facilmente solo quando usi il chakra, vero?”

“Si! ….Credi che dipenda dalla mancanza di allenamento?” voltandosi di scatto e guardando speranzosa il suo maestro.

“Può essere, ma credo che il problema maggiore dipenda da qualcos’altro!” diventando serio e pensieroso .

Sakura notò l’espressione di Kakashi: forse aveva capitato a cosa si stesse riferendo, ma sperava di sbagliarsi.

“Qualcos’altro? A cosa ti riferisci?”

“Al tuo DNA civile!”

La speranza della rosa andò in frantumi …..

“Immaginavo, anche se speravo dipendesse dalla mia incapacità o dalla praticità di gestire il chakra! …..” sospirando tristemente: “….. dimmi la verità ….. nonostante i miei sforzi e i miei allenamenti non diventerò mai una kunoichi a tutti gli effetti, vero?”

Kakashi la guardò intensamente, vedendo chiaramente la delusione e il dispiacere stampato sul volto della rosa: non doveva essere facile per lei sapere di essere metà civile e metà ninja.

Nello stesso istante che aveva deciso di farla entrare nel suo team, si era ripromesso di aiutarla in tutti i modi possibili per completare il suo addestramento ninja, fino a farla diventare una Jonin.
Aveva trovato il modo per farle sprigionare il chakra, ora doveva trovare una soluzione per bilanciare il suo potere dentro al corpo, evitandole di stancarsi troppo velocemente.

Sospirò e le mise una mano sulla spalla per cercare la sua attenzione:

“Sakura, tu sei una kunoichi a tutti gli effetti ….. è vero che hai delle difficoltà, ma per ogni problema c’è sempre un rimedio! …. Sono riuscito a farti sprigionare il chakra e vedrai che troverò anche il modo per fartelo gestire senza stancarti, anche se per il momento non mi è venuta in mente nessuna idea! L’unica cosa che posso consigliarti è quella di andare in ospedale, farti visitare e farti prescrivere degli alimentatori specifici al tuo problema!”

“Alimentatori?!” la rosa lo guardò allibita.

“Ahahahah, non guardarmi con quella faccia! Gli alimentatori che intendo io, vengono usati durante le missioni di livello A e S, permettendo ai ninja di alimentare e recuperare velocemente le forze perse e ricaricare il chakra. Sono preparati con erbe particolari e non hanno nessun effetto collaterale sull’organismo, infatti, si possono comprare in un qualsiasi negozio ninja, tipo quello in centro che vende l’equipaggiamento per l’accademia. Il motivo per cui ti ho detto di andare in ospedale è che sei ancora molto giovane e il tuo potere non è del tutto sviluppato, solo i medici visitandoti, possono consigliarti le dosi giuste da prendere per risolvere il tuo problema!”

Sakura l’aveva ascoltato molto attentamente e forse, il suo maestro, aveva avuto un’altra buona idea.

“D’accordo, andrò in ospedale a farmi visitare! ….. Dovrò chiedere a mio padre se riesce a prendermi un appuntamento …..”

“No, no …. non ne hai bisogno, ci penso io!” tirando fuori da una tasca del giubbotto, un blocchetto di carta, una penna e iniziando a scrivere, sotto lo sguardo interrogativo della rosa.

“Ecco, prendi questo! ….” porgendole il foglio: “ ….. con questo puoi andare subito in ospedale senza bisogno di prendere un appuntamento …. è la mia richiesta di farti visitare, spiegando brevemente il motivo della visita!”

“Ti ringrazio! ….. Aspetta! ….. Hai detto …. subito! Ma il mio allenamento?”

“Non ha senso che continui ad allenarti dato che sei già troppo stanca! Se vai subito in ospedale, ti potranno prescrivere gli alimentatori e le dosi giuste ….. prima li prendi, prima risolviamo il problema della tua stanchezza! Ora vai, ci vediamo direttamente domani!” sparendo dietro la solita nuvola di fumo senza darle il tempo di dire qualcosa.

Sakura guardò il foglio che teneva in mano, sperando di risolvere un altro problema legato al suo chakra. Recuperò lo zaino e si avviò all’ospedale senza nemmeno cercare con lo sguardo i suoi compagni, troppo presa dalle sue speranze.

Durante il tragitto, ripensò alle parole di Kakashi, ma più precisamente ad una frase: per ogni problema c’è sempre un rimedio!

Gliel’aveva detta durante la mattina mentre la rimproverava ….. il consiglio di andare in ospedale era anche un modo per farle capire che a tutto c’era una soluzione!
Non poteva venir meno alla promessa fatta, rivelando la provenienza dei lividi e delle ferite, né tantomeno continuare a mentire per proteggere il suo segreto.
Forse poteva indossare abiti lunghi, con la scusa che la temperatura iniziava ad abbassarsi, dato che erano alla fine di ottobre, ma così facendo, avrebbe solo posticipato il problema fino a primavera ….. e poi questo possibile rimedio non andava bene lo stesso, per allenarsi con maggiore praticità, senza impedimenti nei movimenti, dovevano indossare vestiti corti!

Sakura, continuando a tormentarsi per trovare una soluzione appropriata, non si rese conto di essere arrivata davanti al grande complesso in muratura bianca dell’ospedale.

Entrò a passo deciso, trovandosi subito di fronte il banco informazioni, dietro al quale c’era un’impiegata intenta a limarsi le unghie.

Si avvicinò a passo deciso, tenendo saldamente il biglietto di Kakashi fra le mani, portate all’altezza del petto:

“Mi scusi, avrei bisogno di un’informazione!”

L’impiegata alzò lo sguardo verso di lei, spalancando gli occhi e la bocca dallo stupore, tanto da metterla in soggezione.

“Oh ti chiedo scusa piccola, ma sono rimasta incantata dalla bellezza dei tuoi occhi, non volevo metterti in imbarazzo! …. In cosa posso esserti d’aiuto?” sorridendole dolcemente, cercando di rimediare alla sua reazione di stupore e dimostrarle che voleva essere solo un complimento vero e sincero.

“L-la r-ringrazio per il complimento …..” arrossendo e abbassando il capo: “ ……. dovrei fare una visita ma non so dove devo andare!” porgendole il foglio che teneva fra le mani.

“Ah, è una visita generica ….. devi andare al primo piano, sali le scale, poi giri a destra e percorri tutta la lunghezza del corridoio …. l’ambulatorio è l’ultima porta a sinistra! Quando uscirà l’infermiera consegnale questo biglietto e dato che non hai un appuntamento, vedrà di infilarti in mezzo fra una visita e l’altra! Forse dovrai aspettare anche diverse ore, mi dispiace!” ridandole il foglio.

“Non importa, grazie per l’informazione!” Sakura cercò di sorriderle nonostante fosse ancora imbarazzata per il complimento di prima, non più abituata a riceverli.

Si incamminò verso le scale poste di fronte all’ingresso dell’ospedale non accorgendosi che proprio in quel momento stava entrando Tsunade.

“Sakura? Sei tu?”

La rosa sobbalzò, voltandosi di scatto e pietrificandosi vedendo l’Hokage davanti a lei.

“Sakura, non sono come Medusa che pietrificava tutti coloro che la guardavano!” disse con un mezzo sorriso.

“Oh, si, mi scusi ….. buongiorno Hokage!” inchinandosi per poi ricomporsi subito.

“Come mai sei in ospedale e non in accademia ad allenarti con il tuo team?”

“Mi ha mandato Kakashi ….. vorrebbe che un medico mi visitasse per prescrivermi degli alimentatori energetici!” porgendole il biglietto che teneva ancora fra le mani.

“Alimentatori energetici? …. Fammi  leggere quello che ti ha scritto il tuo maestro!”

Tsunade lesse molto velocemente il foglio per poi accartocciarlo con una mano e buttarlo dentro ad un cestino vicino alle porte d’ingresso dell’ospedale, sotto lo sguardo sorpreso della ragazza.

“Mah! …. Mi scusi Hokage ma quel biglietto mi serviva per ….”

“Non ne hai bisogno …. seguimi!” non era tanto una richiesta quanto un ordine, al quale Sakura non poté rifiutarsi, accrescendo in lei la curiosità.

La rosa seguì l’Hokage, vedendo che si dirigeva verso un corridoio di fianco alle scale. Era molto lungo con diverse porte in entrambi i lati, sulle quali erano infisse una serie di targhette scritte: ricoveri, dimissioni, ufficio amministrativo, ufficio contabile ……

“Eccoci, siamo arrivate …. entra pure!”

Sakura, prima di entrare, lesse la targhetta affissa sulla porta “Uff. Responsabile – Primario Generale”.

Una volta entrata, si ritrovò in un piccolo ufficio arredato in modo semplice, con un piccolo attaccapanni a tre piedi sulla destra, di fronte alla porta una scrivania piena di documenti, una finestra a due ante che illuminava tutta la stanza e nella parete di sinistra una libreria a tre testate contenente, fascicoli, raccoglitori e libri. Nella stanza c’erano solo tre sedie, due davanti e una dietro alla scrivania.

“Vieni accanto a me, qui vicino alla finestra che inizio a visitarti!”

“C-come? Mi visita lei?”

“Si …. oltre ad essere Hokage, sono anche un medico e come avrai sicuramente letto sulla targhetta della porta, sono il primario generale e responsabile dell’ospedale! ….. Non avendo un appuntamento rischi di aspettare molte ore prima di essere visitata, anche se in realtà bastano solo cinque minuti! E’ per questo che ti visiterò io, così potrai ritornare ad allenarti con il team!”

“V-veramente …. Kakashi ha detto di tornare a casa a riposarmi!”

“D’accordo, allora tornerai a casa! ….. Sono sempre meglio le comodità di casa propria che le scomodità delle panchine e delle sedie in sala d’aspetto, non trovi?” sorridendole per cercare di metterla a sua agio, avendo notato l’imbarazzo della ragazza di trovarsi nel suo ufficio.

Sakura annuì solo con il capo, avvicinandosi e posizionandosi di fronte all’Hokage.

Tsunade smise di sorridere e si concentrò per iniziare la visita. Il suo volto divenne serio nello stesso istante in cui alzò le braccia fin sopra la testa della rosa, per poi iniziare a sprigionare dalle mani una luce verde che fece passare su tutta la lunghezza del corpo della ragazza, scendendo fino alle caviglie e risalendo  all’altezza del torace. Qui, il volto dell’Hokahe si irrigidì e Sakura se ne accorse:

“M-mi s-scusi Hokage …. c’è qualcosa che non va?”

Alla domanda della rosa, Tsunade ritornò in sé, abbassando le braccia e facendo sparire la luce del chakra.

“Come? …. Ah no, stai tranquilla va tutto bene …. siediti pure mentre ti apro una cartella!” dirigendosi alla scrivania.

“Una cartella? Ma Kakashi mi ha detto che gli alimentatori si possono acquistare in un comune negozio e …..”

“Infatti, però sei giovane per prenderli ed è prudente avere un quadro completo della tua salute! …. Apro una cartella solo per precauzione, ma non preoccuparti, sei sana come un pesce!” iniziando a compilare una serie di fogli.

Sakura rimase in silenzio fino a quando Tsunade posò la penna sulla scrivania e alzò lo sguardo su di lei.

“Bene …. come ti ho detto prima, sei sana come un pesce e non vedo nessun problema fisico perché tu non possa prendere gli alimentatori …. rispondi però a questa mia domanda …. dopo quanto tempo che usi il chakra avverti la stanchezza?” Tsunade la stava fissando seriamente.

“Be’ …. dipende! ….. Dipende da come lo uso. Ad esempio, se concentro il chakra in una sola parte del corpo, inizio a stancarmi dopo circa un’ora, se invece lo concentro in più parti, circa venti minuti!” abbassando il capo, vergognandosi per la poca resistenza fisica che possedeva.

Tsunade sgranò gli occhi, ricomponendosi all’istante per non farsi notare:

“Sakura, guardami ……” la rosa alzò lo sguardo: “…… non devi sentirti in imbarazzo …. né con me, né con nessun altro …. è comprensibile che ti stanchi subito, il tuo fisico e la tua mente si devono abituare a gestire il chakra. Quando questo avverrà in modo definitivo allora vedrai che non ti stancherai più in questo modo. Per aiutarti, gli alimentatori sono l’ideale! ….. Ne prenderai uno al giorno, prima di andare a dormire, così il tuo fisico avrò tempo per assorbire tutti gli effetti benefici, ok?” aprendo un cassetto nascosto alla vista della rosa, posare sulla scrivania una scatola e facendola scivolare lentamente verso la ragazza.

“Tieni …. questi sono gli alimentatori che dovrai prendere!”

“L-la ringrazio! ….. Fino a quando dovrò prenderli?”

“Non c’è un tempo specifico …. sono preparati con delle erbe e non hanno nessun effetto collaterale sull’organismo! Prova a prenderli per un mese intero, poi sospendi, ma portateli sempre con te anche durante gli allenamenti …. se dovessi accorgerti di essere esausta come in questi giorni, potrai prenderne subito uno ….. hanno un effetto quasi immediato sull’organismo!”

“Capisco …. la ringrazio infinitamente per la sua gentilezza!” alzandosi dalla sedia e inchinandosi come forma di rispetto.

“Aspetta, durante la visita ho notato una ferita alla gamba …. avvicinati e fammi dare un’occhiata!” guardandola con uno sguardo che non ammetteva repliche.

Sakura si avvicinò all’Hokage con titubanza e quando le fu davanti, voltò leggermente la gamba mostrando la ferita. Tsunade, rimanendo seduta alla sua sedia, allungò un braccio e dalla mano iniziò a sprigionare la luce curativa del chakra.

La rosa osservò attentamente, notando con grande stupore che la ferita stava scomparendo ……

“Ecco fatto!” Tsunade si riposizionò composta sulla sedia guardando la rosa con un sorriso dolce, mentre questa continuava a guardare la gamba.

“Ma …. ma come ha fatto?” Sakura era sbalordita, in pochissimi secondi il chakra curativo aveva guarito la ferita non lasciando nessun segno o traccia di essa.

“Ahahahah …. quello cha hai visto, non è altro che il chakra curativo che possiedono i medici, è con questo che curiamo i pazienti!”

“E’ …. è sorprendente! Non immaginavo che il chakra potesse servire anche a questo!” continuando a fissare la gamba estasiata …..

“Sakura, sbaglio o sei rimasta affascinata!”

“Come? …. Si è vero ….. ma mi stavo anche chiedendo se anch’io un giorno riuscirò ad usare il mio chakra per curare le ferite!”

“Certo che potrai, ma per farlo avrai bisogno di studiare oltre che a fare della pratica …. ninja si nasce, medico si diventa!”

“Quindi, mi sta dicendo che se studiassi potrei diventare anch’io un medico!”

“Sicuro, ma sei ancora troppo giovane per studiare da medico …. hai appena dodici anni! Se dici che ti affascina il mondo della medicina, potrei darti un libro che ne spiega le basi!”

Sakura sbarrò gli occhi dall’incredulità:

“D-davvero? Mi piacerebbe molto!”

Tsunade le sorrise e si alzò dalla sedia, dirigendosi verso la libreria e iniziando a cercare in mezzo ai libri, fino a quando ne prese uno.

“Ecco, è proprio quello che stavo cercando ….. non dovrebbe essere molto difficile da capire!” porgendolo alla rosa.

“La ringrazio molto ….. appena finirò di leggerlo glielo restituirò subito!”

“Puoi tenerlo, a me non serve!”

“C-come, me lo sta regalando? La rin…..”

“Basta ringraziarmi …. l’hai già fatto troppo volte! Lo faccio con piacere perché ho visto il tuo interesse! Ora vai a casa a riposarti!” guardandola con un lieve sorriso sulle labbra.

La rosa si inchinò leggermente, ma mentre stava per voltarsi  e uscire:

“Sakura …. vorrei essere il tuo medico dato che sono stata io a prescriverti gli alimentatori …. sono in ospedale tutti i lunedì pomeriggio, ma se dovessi aver bisogno, potrai venire direttamente a palazzo e chiedere di me dicendo che ti ho autorizzata io! Ok?”

“Sarebbe un onore per me ….. grazie inf …. oh mi scusi!” inchinandosi con il sorriso sulle labbra e correre verso l’uscita dell’ufficio.

A quella scena Tsunade rise, ma appena la porta si chiuse, ritornò seria e pensierosa.

Kakashi aveva ragione, c’era qualcosa di strano nel chakra di Sakura. Credeva di averlo stabilizzato il giorno che scoprirono la verità su di lei, ma nonostante ciò, sembrava che il potere della ragazza avesse una qualche sorta di impedimento nel manifestarsi e la concentrazione che impiegava per sprigionarlo, le richiedeva un grande sforzo e spreco di energia ed era per questo che si stancava subito. Forse era solo questione di praticità e di allenamento anche se iniziava ad avere dei dubbi.
Avrebbe dovuto documentarsi meglio per cercare di trovare un rimedio migliore agli integratori, ma questo richiedeva una lunga ricerca e un lungo studio, portandole via molto tempo …. tempo che non aveva a causa degli attacchi che erano ricominciati!

Si lasciò andare completamente sulla sedia, appoggiando la testa allo schienale e sospirando profondamente dopo quest’ultimo pensiero …..

      ***************

Sakura stringeva fra le braccia il libro regalatole dall’Hokage, continuando a fissarlo. Aumentò il passo per cercare di arrivare a casa in fretta e iniziare a studiarlo.

Era rimasta affascinata dopo aver visto Tsunade guarire una ferità così velocemente! Guarire velocemente?  Forse aveva trovato la soluzione al suo problema: se fosse riuscita anche lei ad imparare l’arte curativa del chakra, sarebbe riuscita a guarire le ferite procurate da Alan e dagli altri ragazzi, riuscendo così a non compromettere il suo segreto e a mantenere fede alla sua promessa!

Amava studiare e non aveva mai avuto nessuna difficoltà a comprendere i vari argomenti scolastici, doveva riuscire anche in questo, doveva studiare e fare pratica da sola, usando il suo stesso corpo come cavia. Doveva farcela!

Non erano neanche le tre del pomeriggio e non avrebbe rischiato di incontrare nessuno al settore omega, ma la smania di studiare la fece iniziare a correre per raggiungere più velocemente casa sua.

ALLA SERA

Casa Yukan:

Sakura seduta davanti alla scrivania di camera sua, dato che la mansarda era stata adibita ad un piccolo campo di addestramento, continuava a prendere appunti su appunti, riempendo oltre una decina di pergamene.

Era talmente concentrata da non accorgersi che il padre fosse già rincasato, fin quando non sentì una mano scuoterle la spalla.

“Papà!” sobbalzando sulla sedia.

“Ciao bambina mia, vedo che sei tornata a casa presto! ….. Cosa stai studiando di così interessante da non sentirmi nemmeno chiamarti? Ti avrò chiamato almeno cinque volte!”

“Scusami, ma sai che quando studio mi isolo da tutto e da tutti ….. stavo studiando questo libro di medicina che mi ha regalato l’Hokage oggi in ospedale!”

“L’Hokage? …. Ospedale? …. Piccola mia, ti sei fatta male durante gli allenamenti? Stai poco bene?”

“No papà stai tranquillo, non è successo niente …. Kakashi ha voluto che facessi una visita per farmi prescrivere degli alimentatori naturali che mi aiutino durante gli allenamenti. Non riesco ancora a gestire bene il chakra e questo mi porta a consumare moltissime energie, stancandomi subito ….. ma non preoccuparti, l’Hokage in persona mi ha visitata dicendomi che sono sana come un pesce!”

“Per fortuna …. mi ero già preoccupato! Quindi, se ho capito bene dovrai prendere degli alimentatori per aiutarti ….. se te li ha prescritti l’Hokage non ho nessuna obiezione ….. da quello che so, è il miglior medico del Regno del Fuoco e le sue competenze in questo campo sono straordinarie! E questo libro, perché te l’ha dato?”

“Be’ ….. mi ha affascinato molto vederla usare il suo chakra curativo, lei se ne è accorta e mi ha regalato questo libro per poter apprendere le basi della medicina, tutto qui!” accarezzando delicatamente le pagine come fossero le cose più preziose che possedesse.

Il padre osservò attentamente il tocco delicato della figlia notando che ormai fosse giunta quasi alla fine del libro.

“Sakura, ma hai studiato tutte queste pagine?”

“Si ….Kakashi mi ha mandato in ospedale nel primo pomeriggio, dicendomi che potevo tornare a casa subito dopo la visita. Sono rientrata a casa intorno alle tre e ho iniziato a studiare …. questo libro è molto dettagliato e scritto bene …. per me è stato facile studiarlo e prendere appunti!”

“Quindi sei già un medico!” ridendo per prenderla in giro.

“Dai papà, smettila! Lo so che mi stai prendendo in giro!” corrucciando il viso e facendo finta di essersela presa.

“Scusami, hai ragione! ….. Sono contento e orgoglioso di te sapendo che ti sei appassionata ad un argomento così complesso come la medicina …. per farmi perdonare ….. io preparo la cena e tu finisci di studiare, ok?” sorridendole dolcemente, vedendo che anche lei ricambiò il sorriso allo stesso modo e annuendo per la proposta ricevuta.

“Papà, potrei chiederti un favore? Riusciresti a procurarmi dalla biblioteca degli altri libri di medicina?”

“Come? …. Si, credo non ci siano problemi …. però dovresti dirmi quali ti interessano, la biblioteca ne ha tantissimi e non saprei nemmeno io quali potrebbero servirti!”

“Non preoccuparti per questo …. prima ho visto che alla fine di questo libro c’è un epilogo che consiglia le varie letture successive e relativi titoli in proseguimento a questo!”

“Va bene, fammi l’elenco e domani vedrò di fermarmi in biblioteca dopo l’orario di lavoro, però dovrai promettermi che non rimarrai alzata fino a tarda notte per studiare ….. non voglio più alzarmi alla mattina per colpa del suono insistente della tua sveglia! Dovrai gestire il tuo tempo fra allenamenti, studio e riposo, intesi?”

“Intesi papà, non preoccuparti!” rispose raggiante.

Il padre si voltò per uscire dalla stanza, quando:

“Papà ….. grazie!”

Il signor Yukan non rispose ma si voltò sorridendole con tutto l’amore che provava nei suoi confronti per poi ritornare sui suoi passi e scendere in cucina a preparare la cena.

Casa Uchiha:

Sasuke e Narurto rientrarono a casa stremati dalla fatica dopo che Kakashi avevi aggiunto alcune modifiche ai loro allenamenti.

Come sempre, Mikoto andò ad accogliere i ragazzi all’ingresso:

“Ciao ben tornati! …. Naruto, ma cos’hai fatto alla faccia e alla testa?”

Il biondo iniziò a toccarsi le parti lese, mentre Sasuke iniziò a sghignazzare:

“Non preoccuparti mamma ….il dobe si è comportato da baka e questo è il risultato!” sorpassandoli e incamminandosi verso la cucina.

“Non è vero teme e lo sai! ……” facendogli la linguaccia, poi, voltandosi verso la zia con aria pentita e innocente: “ ….. almeno tu credimi per favore ….. ho solo fatto un complimento a Sakura-chan e lei mi ha colpito …. e il teme ne ha approfittato anche lui per picchiarmi, uffa, mi sento incompreso!” buttandosi ad abbracciare la zia in cerca di conforto, facendo finta di soffrire per l’accaduto …..

Mikoto gli accarezzò la testa amorevolmente come era solita fare, anche se conoscendolo, immaginava che fosse tutta una scena e che ne avesse combinata un’altra delle sue. Per sapere nei dettagli l’accaduto, bastava solo riempirgli i piatti di cibo, iniziare a fargli le domande e lui avrebbe raccontato tutto nei minimi particolari senza tralasciare niente.

Le intuizioni di Mikoto furono fondate, Naruto ingozzandosi di tutto e di più iniziò a raccontare.

Durante il racconto del biondo, Sasuke mangiava infastidito, Itachi lo guardava sorpreso, Mikoto sorrideva e Fugaku …. be’ Fugaku cercava di controllare la sua collera intuendo alla perfezione i pensieri e i complimenti poco opportuni di Naruto nei confronti della compagna.

“E questo è tutto! ….. Allora, ho ragione a dire che Sakura-chan e il teme hanno esagerato a colpirmi?”

Itachi e Mikoto scossero la testa, capendo che Naruto non aveva compreso minimamente l’imbarazzo in cui avesse messo Sakura, Sasuke ringhiò per la sua stupidità e Fugaku spezzò le bacchette che teneva in mano.

“Che c’è? Perché quelle facce? ….. Zio, cerca di moderare la tua forza, non hai visto che hai rotto le bacchette?”

A Fugaku iniziò a pulsare la vena sopra la tempia, poi lo guardò fulminandolo con lo sguardo e terrorizzandolo:

“N.a.r.u.t.o……” scandendo molto lentamente le sillabe del suo nome: “ ….. non ti rendi proprio conto di quello che hai fatto? L’hai messa in imbarazzo e per fortuna Sakura ha reagito nel migliore dei modi! Hai solo dodici anni e sei troppo giovane per pensare a certe cose!” arrossendo appena.

“Perché scusa? Quanti anni bisogna avere per pensare a certe cose sulle ragazze?”

Naruto, accorgendosi del leggero rossore delle guance di Fugaku, decise di approfittarne per iniziare a stuzzicarlo e finire a rincorrersi per la casa fino a quando non veniva immobilizzato dallo zio, subendo il suo solletico: era il suo gioco preferito!

“Sicuramente non a dodici anni e modera il linguaggio!”

“Altrimenti?” guardandolo con aria di sfida ….. sfida accettata da Fugaku che si alzò di scatto verso di lui già pronto a scappare ……

Fugaku e Naruto iniziarono a correre per tutta la casa …. il primo urlando e ordinando di fermarsi, il secondo che scappava ridendo come un forsennato!

Mikoto e Itachi iniziarono a ridere, mentre Sasuke continuava a mangiare i suoi pomodori, infastidito da tanto baccano.

Itachi richiamò l’attenzione del fratello mettendogli una mano sulla testa e iniziando a scompigliarli i capelli:

“Allora Sasuke, hai visto che Sakura alla fine non è tanto male come compagna di squadra? Deve essere dotata di una grande forza se la faccia di Naruto è ancora così mal messa!”

“Tze …. il dobe è tutto mal messo ….. e comunque non ci vedo nulla di particolare in lei, è una kunoichi ed è normale che abbia una gran forza grazie al chakra! Deve ancora migliorare e iniziare ad imparare delle tecniche di combattimento, utili per superare l’esame a fine anno!”

Mikoto guardò il figlio, scorgendo una lievissima luce nei suoi occhi color pece, intuendo che tutto sommato era rimasto sorpreso e soddisfatto nel scoprire una dote nella compagna:

“Sasuke? Com’è questa Sakura? ….. Si …. insomma ….. Naruto ha detto che è molto carina e vorrei sapere se anche per tu pensi lo stesso!”

Il moro per poco si ingozzò con i pomodori che aveva in bocca e solo il tempestivo intervento di Itachi, che iniziò a battergli dei colpi sulla schiena, evitò di soffocarsi.
“Mamma! Ma che domande fai?”

“E’ una semplice domanda e volevo sapere la tua opinione!”

“Tze ….. non ho tempo per certe cose ….. le ragazze non mi interessano e se proprio vuoi sapere cosa penso di lei, ti posso dire che è pesante, noiosa e con un insulso colore di capelli ….. anche se devo dire che il colore degli occhi è ….. insolito! …… Itachi, se hai finito di mangiare, ti andrebbe di andare ad allenarci insieme? Papà e il dobe si stanno ancora rincorrendo e quando avranno finito saranno troppo stanchi per allenarsi con noi!”

“Va bene andiamo!”

Itachi lanciò uno sguardo d’intesa fulminio alla madre: avevano capito entrambi che quel “insolito” riferito agli occhi di Sakura significava “belllissimo”, ma Sasuke era troppo orgoglioso per ammettere i propri pensieri ed era ancora troppo immaturo per apprezzare la bellezza nelle ragazze, nonostante fosse sempre stato molto corteggiato sin dai tempi dell’asilo.

Naruto iniziava già ad apprezzare il gentil sesso e presto anche il moro avrebbe iniziato a farlo ….. non erano più dei bambini ….. stavano crescendo!

 

GRAZIE A TUTTI VOI CHE CONTINUATE A SEGUIRMI! VI VORREI CHIEDERE SCUSA SE IN QUESTO CAPITOLO CI SONO DEGLI ERRORI, MA NEI PROSSIMI DUE GIORNI NON AVRO’ TEMPO DI SCRIVERE E NON VOLEVO LASCIARVI SENZA AGGIORNAMENTO PER IL FINE SETTIMANA. SONO LE DUE DI NOTTE, LA STANCHEZZA INIZIA A FARSI SENTIRE E LE PALPEBRE INIZIANO A CHIUDERSI. HO RILETTO MOLTO VELOCEMENTE IL CAPITOLO QUINDI SE CI SONO ERRORI CONOSCETE IL MOTIVO! VI CHIEDO SCUSA SIN D’ORA ….. UN  BACIONE

 

 

 

 

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Capitolo 21
*** Il giuramento ***


Era trascorso ormai un mese da quando Sakura aveva iniziato ad assumere gli alimentatori e il suo fisico ne aveva colto i benefici. Kakashi, notando il miglioramento dell’allieva, aveva deciso di incrementare i suoi insegnamenti per cercare di farle recuperare la disparità che la separava dai suoi compagni, stando però attento a non esagerare, poiché, verso sera, Sakura avvertiva ancora la stanchezza, rimanendo priva di energie e di forza.

La rosa aveva imparato a gestire il chakra in tre parti del corpo: mani, piedi e vista. Riusciva a saltare e a correre a gran velocità per tutta l’area del campo, lanciando contemporaneamente i kunai verso i bersagli ma mancando sempre di pochissimo il centro esatto.

Una mattina, Sakura stava completando una serie di lanci quando, tutto d’un tratto, si fermò e si voltò di scatto, avvertendo la presenza del maestro alle sue spalle.

“Brava! ….. Vedo che mi hai sentito arrivare!” disse Kakashi, sorpreso ma contento, vedendo un altro progresso della rosa.

“Si …. non so come, ma inizio a percepire le presenze dei ninja!” guardandolo e sorridendogli appena.

“E’ normale, stai iniziando a prendere pieno possesso del tuo potere ….. spesso non servono degli insegnamenti specifici  ….. il chakra è come un sesto senso e lo usi con naturalezza come con gli altri …. la vista, il gusto, l’udito, l’olfatto e il tatto ….. capisci quello che intendo?”  osservandola fiducioso.

“Si, ho capito benissimo! ……” poi abbassando il capo timidamente:” ….. Kakashi, non ti ho ancora ringraziato per avermi consigliato di assumere gli alimentatori! …. Mi sento molto meglio e riesco a completare quasi tutti gli esercizi, solo che ….. solo che verso sera inizio a stancarmi ancora e non ho più le forze per continuare gli allenamenti!” portandosi l’unghia del pollice in mezzo ai denti e mordicchiandola appena per contenere il senso di disagio nella sua ammissione.

“Non devi ringraziarmi, sono il tuo maestro ed è mio preciso dovere aiutare i miei allievi! Per quanto riguarda la tua stanchezza, non ti devi preoccupare, continua a prendere gli alimentatori e vedrai che arriverai al punto di finire tutto il ciclo di allenamenti senza sentirti più stanca!” battendole una mano sulla spalla per rincuorarla.

“Non posso più prenderli! ….. L’Hokage mi ha detto di sospenderli dopo un mese ….. ed è già passato!” guardandolo tristemente.

Kakashi spalancò l’occhio scoperto, ricomponendosi subito davanti allo sguardo di tristezza e di sconforto della rosa.

“Ah! ….. Ti ha detto un mese! ….. Facciamo così …. ritorna da lei e spiegale il tuo problema! Vedrai che ti farà riassumere gli alimentatori ancora per un po’!” abbassandosi per guardarla negli occhi e poggiandole entrambi le mani sulle spalle.

Sakura sospirò profondamente:

“Va bene …. ritornerò dall’Hokage! Ma dovrò aspettare lunedì quando sarà in ospedale! ….. Mi aveva detto di andare da lei in qualsiasi momento ….. anche a palazzo …. ma non conosco i suoi orari di lavoro e non voglio  interrompere ancora i miei allenamenti ….. sono troppo indietro rispetto ai miei compagni!”

Sakura spostò lo sguardo verso il basso, serrando prepotentemente i pugni e le labbra, mentre gli occhi verde smeraldo riflettevano tutta la sua sconsolazione riguardante l’ultima frase, senza che questa passasse inosservata al Jonin.

“Non importa aspettare lunedì, l’Hokage è sempre a palazzo a lavorare. Ascoltami, questa sera quando inizierai ad avvertire la stanchezza, potrai lasciare gli allenamenti e recarti direttamente da lei, va bene? …. Per il momento vediamo di risolvere questo problema, per quanto riguarda il resto ….. c’è ancora tempo, non preoccuparti!” battendole due volte le mani sulle spalle.

La rosa annuì con il capo e, rincuorata dalle parole e dall’ottimismo di Kakashi, come segno di gratitudine sfoggiò un sorriso luminoso e raggiante,  tanto da stupire il Jonin.

“Sakura? Te l’hanno mai detto che sei molto più carina quando sorridi così!” guardandola con dolcezza.

Le gote della rosa si arrossarono all’istante, facendole chinare il capo e distogliere lo sguardo da lui,  iniziando a strofinarsi le mani nervosamente a causa dell’imbarazzo.

“Ahahahahah ….. Sakura non devi sempre imbarazzarti se qualcuno ti fa un complimento! Inoltre, dovrai abituarti ….. sei già molto carina adesso e lo sarai ancora di più fra qualche anno quando diventerai un’adolescente …. sarà all’ora che i ragazzi inizieranno a farti degli apprezzamenti, riempendoti di complimenti!” guardandola con il sorriso nascosto dalla maschera ….. sorriso che sparì subito, vedendo la rosa rattristarsi.

Kakashi pensò di averla messa a disagio parlando di certe cose, così decise di cambiare discorso, riconcentrandosi sugli allenamenti.
Le sfilò un kunai dalla cintura, richiamando l’attenzione su di lui, poi iniziò ad osservarlo attentamente girando e rigirando il piccolo pugnale fra le mani.

“Hai preso l’intero equipaggiamento ninja in accademia, vero?” continuando a fissare l’arma.

“S-si!” rispose la rosa quasi imbarazzata.

“Ora si spiega  perché non riuscivi a centrare i bersagli! ….. Per contenere i costi, l’accademia fornisce armi costruiti con materiale un po’ scadente! ….” ridandole l’arma e sfilandosi dalla cintura un kunai: ” ….. ora prendi il mio e dimmi cosa noti di diverso nelle due armi!” porgendole il suo kunai.

Appena Sakura prese fra le mani i pugnali, sentì subito una leggera differenza di peso:

“Il tuo è più leggero rispetto al mio!” continuando a maneggiarli e ad osservarli.

“Esattamente! Prova a centrare il bersaglio con il mio kunai!” voltando lo sguardo verso la sagoma posta ad un centinaio di metri da loro.

La rosa ubbidì, si voltò, prese la mira e lanciò l’arma centrando a pieno il bersaglio.

“Incredibile! …. C’è l’ho fatta!” Sakura era sbalordita, per la prima volta aveva fatto centro!

“Hai visto? Per poter usare alla perfezione i tuoi kunai, prova a roteare leggermente il polso ….. in questo modo!” facendole vedere il movimento corretto.

“Ho capito, ci provo subito! ….” impugnando l’arma e muovendo il polso come mostratole da Kakashi: “ …..Va bene così?” mantenendo lo sguardo fisso e concentrato sui suoi movimenti.

“Perfetto, ora prova a lanciare!” spostando lo sguardo dall’esile polso dell’allieva ai bersagli.

Sakura si voltò e riprendendo la mira, lanciò il kunai centrando a pieno la sagoma.

“Evviva! C’è l’ho fatta!!!” saltando di gioia con le braccia alzate al cielo.

Kakashi guadò compiaciuto l’euforia della sua allieva: le sue doti intuitive e la sua concentrazione nell’apprendere velocemente tutti i suoi insegnamenti, lo lasciavano ogni volta sbalordito.

“Brava, i miei complimenti! Mi stupisci ogni giorno di più …. comprendi sempre alla perfezione ogni mio insegnamento! ….. Fai ancora una serie di lanci per affinare la mira, rimanendo sempre sulla linea di tiro e quando ti sentirai sicura, inizia a lanciare i kunai saltando e correndo dalle varie angolazioni del campo aumentando poco alla volta la distanza di tiro, ok? ….. Continua questo allenamento fino a quando non verrò a chiamarti per la pausa pranzo!” sparendo, come sempre, dietro ad una nuvola di fumo senza aspettare una risposta dall’allieva.

Sakura si era ormai abituata a ricevere le istruzioni di Kakashi e vederlo sparire subito dopo senza che lei potesse dirgli o chiedergli qualcosa, così si posizionò sulla linea di tiro e ricominciò i suoi allenamenti.

L’ora della pausa pranzo era ormai giunta e Kakashi andò a chiamare ad uno ad uno i suoi allievi, dicendo loro che li avrebbe raggiunti più tardi a causa di una commissione urgente da sbrigare.

Sakura si incamminò verso l’albero in cui erano soliti sedersi e pranzare tutti insieme, accennando un mezzo sorriso appena vide arrivare di corsa Naruto  urlante di gioia per poter finalmente mangiare.

“Ciao Sakura-chan! ….. Finalmente si mangia! Ho una fame!!!” aprendo il cestino del pranzo con l’acquolina in bocca.

“Quando mai non hai fame Naruto!?” sedendosi compostamente sull’erba e sorridendogli appena.

“Sakura-chan! Ma stai parlando come il teme! Non è per caso che ti abbia contagiato?” avvicinandosi al suo viso e guardandola con aria preoccupata, mentre la rosa si era spostata dalla sorpresa di ritrovarsi la faccia del biondo a pochi centimetri dalla sua.

“Chi avrei contagiato io?.....” Sasuke fece la sua comparsa con la sua solita espressione corrucciata e le mani in tasca, continuando a fissare i compagni: “  ….. Dobe, se l’avessi contagiata a quest’ora sarebbe molto più avanti negli allenamenti, invece è ancora ferma al lancio dei kunai ….. tze ….. è la solita noiosa!”

Naruto stava per ribattere quando Sakura lo precedette:

“Adesso basta! Mi hai proprio scocciata …. per quanto mi sforzi a migliorarmi sembra che non ti vada mai bene …..”

“Infatti! …. Non mi va bene per niente! E’ già passato più di un mese da quando hai iniziato ad allenarti con il team e sei ancora ferma ad esercizi elementari. Di questo passo arriverai all’esame impreparata, mettendo a rischio, non solo la tua, ma anche la nostra promozione a Genin!” indicando se stesso e Naruto.

Sakura incassò il colpo abbassando il capo.

“Teme adesso basta! Dobbiamo sostenerla in tutti i suoi miglioramenti e spronarla a continuare …. non puoi  attaccarla in questo modo!” guardandolo con aria di rimprovero.

“No Naruto! Sasuke ha ragione! …..” attirando su di sé lo sguardo dei compagni: “ ….. Sono l’anello debole del team e la mia scarsa preparazione può mettere in difficoltà anche voi …. devo impegnarmi di più!” continuando a fissare l’erba del prato e stringendo i pugni.

“Dobe, l’hai sentita anche tu che mi ha dato ragione ….. tze!” sedendosi e iniziando a mangiare dopo aver preso il cestino del pranzo.

Naruto rimase in silenzio, alternando varie volte lo sguardo sui compagni, fin quando non vide Sakura prendere il suo cestino e iniziare a mangiare. Il biondo scrollò le spalle e iniziò anche lui a pranzare.

La commissione di kakashi era una scusa, il Jonin aveva annullato la sua aurea nascondendosi tra i rami di un albero, poco distante al team, per osservare il loro comportamento durante la sua assenza.

Immaginava che fra Sakura e Sasuke nascesse un diverbio e che Naruto cercasse di fare da paciere fra i due, ora attendeva di vedere se la sua intuizione fosse fondata.
I ragazzi finirono di pranzare in silenzio senza scambiarsi nemmeno uno sguardo.

Naruto e Sasuke si sdraiarono sull’erba con le braccia dietro la testa, chiudendo gli occhi per riposarsi un po’ prima di riiniziare gli allenamenti. Sakura ripose il suo cestino del pranzo dentro lo zaino e si avviò verso il suo angolo del campo, continuando a rimanere in silenzio. Entrambi i ragazzi aprirono gli occhi intravedendo solo le gambe della ragazza allontanarsi. Naruto si voltò verso il moro per dirgli qualcosa ma appena lo vide richiudere gli occhi, pensò di non dirgli nulla per evitare di ricominciare il diverbio e seguì il suo esempio richiudendo anche lui gli occhi. Sasuke incurvò le labbra in un sorriso di soddisfazione ……

Sakura aveva ripreso ad allenarsi, correndo e saltando da ogni parte del campo e lanciando i kunai con gran forza verso i bersagli, centrandoli in pieno. Stava per lanciare l’ultimo kunai della serie quando le si parò davanti Kakashi, bloccandole il polso.

“K-kakashi!” la rosa era sorpresa non aspettandosi e non percependo la presenza del maestro.

“Sakura, hai già ricominciando ad allenarti? Non faresti meglio a riposarti ancora un po’ come i tuoi compagni?” lasciandole il polso e guardandola seriamente.

“Preferisco continuare ad allenarmi …. non sono tanto stanca! Questi esercizi sono ….. elementari ….. devo perfezionare i miei lanci se voglio imparare qualcos’altro!” abbassando lo sguardo e stringendo fortemente l’impugnatura del kunai fra le mani.

Kakashi la guardò soddisfatto, compiacendosi con se stesso per le sue intuizioni corrette . Sasuke non era un ragazzo particolarmente loquace e il suo caratteraccio di certo non lo aiutava, le poche volte che parlava usava sempre parole fredde e dure ma racchiudevano in sé la verità. Sakura era l’anello debole del gruppo e si stava allenando in esercizi semplici da oltre un mese, se veramente voleva raggiungere un livello di preparazione adeguato per affrontare l’esame, doveva spingersi al limite delle sue capacità ninja. Sasuke aveva capito che l’unico modo per farle raggiungere questi risultati, era quello di usare il suo caratteraccio, denigrando i suoi progressi per spronarla ad impegnarsi di più.

“Credo che possa bastare …. Il tuo controllo nei tiri e nei centri è più che soddisfacente! Ora …..” iniziando a comporre dei sigilli: “ ….. inizierai a colpire i bersagli in movimento!” facendo comparire una ventina di ninja senza volto, mentre Sakura spalancò gli occhi per lo stupore.

“Quelli che vedi, sono dei fantocci che vengono usati negli allenamenti per voi cadetti! I sigilli che ho composto non sono serviti solo a richiamarli qua davanti a noi, ma per dotarli del mio volere. Per il momento si limiteranno a scappare mentre tu dovrai inseguirli e colpirli nei loro punti vitali, come fossero persone vere! Quando ci sarai riuscita senza mostrare più nessuna titubanza, aumenterò il mio volere dotandoli di forza difensiva!”  rivolgendole lo sguardo per accertarsi che avesse compreso bene il suo nuovo addestramento.

“D-dotarli d-di f-forza d-difensiva?” guardano i fantocci con timore.

“Certo, dovrai imparare anche a difenderti, evitando i loro kunai, ma non preoccuparti, le loro armi sono finte e se dovessero colpirti si dissolverebbero all’istante senza farti nessun male!” battendole una mano sulla schiena.

“D’d-accordo, inizio subito!” impugnando saldamente il kunai e posizionando accuratamente gli altri all’interno della sua cintura.

“Sakura ….. ricordati che oggi dovrai andare dall’Hokage, sospenderai l’allenamento appena sentirai di non farcela più, intesi?”

“Si Kakashi, non preoccuparti!” lanciandosi all’inseguimento dei fantocci.

Il Jonin la osservò correre compiaciuto verso i bersagli in movimento per poi balzare in direzione degli altri due ragazzi e dare anche a loro nuove istruzioni per l’allenamento …..

Verso le cinque e mezza del pomeriggio, Sakura si accasciò a terra stremata dalla fatica. Voltò la schiena sull’erba osservando l’imbrunire della sera e cercando di regolarizzare il suo respiro.

Kakashi le comparve accanto osservandola seriamente:

“Sakura, tutto bene?” le chiese con tono gentile.

“Si …. sto cercando di recuperare le forze e poi vado subito a palazzo dall’Hokage, come promesso!” chiudendo gli occhi e facendo una serie di respiri profondi.

“Bene! ….. Ti ho osservata tutto oggi pomeriggio e devo dire che te la sei cavata molto bene nell’inseguimento dei fantocci! Domani inizierai ad allenarti nella difesa! Ci vediamo!” sparendo come era solito fare.

Sakura aprì gli occhi sfoggiando un leggero sorriso di soddisfazione.

Si alzò di scatto e recuperò tutta la sua roba per incamminarsi verso il palazzo.

**********

Camminando per le vie del settore ninja, Sakura notò una serie di carretti carichi di abeti freschi di taglio, dirigersi verso alcuni negozi del centro. Ormai erano a dicembre e Konoha iniziava a prepararsi all’arrivo del Natale. Alcuni operai erano già intenti a montare le luci natalizie lungo le vie, i negozianti iniziavano ad addobbare le loro vetrine con palline colorate e stelle filanti e gli abeti tagliati erano destinati ad essere addobbati come alberi di Natale.
Il clima natalizio metteva di buon umore tutti gli abitanti del villaggio e la stessa Sakura ne era contagiata, pensando all’ albero che suo padre avrebbe acquistato quell’anno per  poi addobbarlo insieme come da tradizione.

Continuando ad ammirare entusiasta i preparativi natalizi, il suo sguardo andò a soffermarsi davanti al negozio dell'equipaggiamento ninja, proprio nello stesso istante in cui uscì una signora alta dai capelli corti un po’ arricciati e dalla corporatura robusta. I loro sguardi si incrociarono fin quando la signora:

“Ehi tu!” urlando e indicandola.

Sakura provò paura e iniziò a correre verso il palazzo a testa basta. Aveva riconosciuto la voce di quella signora, era Shena la proprietaria del negozio, la stessa che quel giorno in cui si era recata ad acquistare l’equipaggiamento per l’accademia, aveva parlato di lei insieme ad una cliente.

Il ricordo di quella conversazione le rimbombava prepotentemente nella mente e non aveva intenzione di subire altre umiliazioni anche nel settore ninja. Nell’ultimo mese, uscendo presto di casa e incontrando alla sera il padre sulla strada del ritorno, era riuscita ad evitare Alan e i suoi compagni.

Voleva continuare ad essere lasciata in pace …. pensava di non chiedere tanto ….. ma a quanto pareva le persona non la pensavano come lei!

Sakura arrestò la corsa appena si ritrovò davanti un edificio enorme, color porpora, a forma circolare e a più piani: era giunta a destinazione, quello era il palazzo dell’Hokage e il luogo di lavoro del padre.

L’enorme complesso, provocò nella ragazza una sorta di agitazione ….. non era mai entrata a palazzo, nonostante fosse sempre stato un suo desiderio. Si guardò i vestiti notando che questi era sporchi e sgualciti. Con le mani cercò di togliersi la polvere che ricopriva gli abiti cercando anche di stirare le pieghe della casacca, sgualcita a causa dell’allenamento. Cercò di pettinarsi i capelli, lisciandoli in mezzo alle dita e sistemandosi al meglio la fascia sulla testa con il simbolo omega stampato al centro.
L’aspetto non era molto migliorato ma per lo meno era un po’ più presentabile.

Prese un profondo respiro ed entrò a palazzo.

L’ingresso era enorme e non c’era nessuno da poter chiedere informazioni. Di fronte a lei c’erano una serie di corridoi e tre rampe di scale, una al centro, una a sinistra ed una a destra. Affissi alle parete e appesi al soffitto, si potevano leggere un centinaio di nomi di uffici con le relative indicazioni.

La rosa si portò alla sua sinistra, iniziando a leggere i cartelli per cercare l’ufficio dell’Hokage. Si spostava lateralmente continuando a leggere le varie indicazioni, fin quando sentì urtare qualcuno:

“Ehi tu, stai più attenta!” ringhiò una voce maschile.

La rosa si voltò immediatamente, inchinandosi per chiedere scusa:

“Mi scusi, sono mortificata ….. non l’ho fatto apposta!”

L’uomo notò lo stemma omega stampato sulla fascia della ragazzina:

“Che ci fa a palazzo una ragazzina come te e per giunta del settore omega?” le chiese con disprezzo.

Sakura si ricompose impaurita, trovandosi di fronte a lei un uomo alto, dai lunghi capelli neri, occhi e carnagione chiari che si leccava le labbra con una lingua lunga e viscida come quella di un serpente.

L’uomo continuava a fissarla, incutendole ancora più timore e soggezione.

La rosa roteò gli occhi in tutte le direzioni in cerca di qualcuno che potesse aiutarla, mentre il suo silenzio fece indispettire ancora di più la persona di fronte a lei:

“Allora, mi vuoi rispondere?”

Sakura sobbalzò e tremante:

“M-mi s-scusi ….. s-sto cercando …..”

“Ti ho chiesto che ci fai tu qua!” incalzando il tono duro e provando divertimento nel provocare paura a quella strana ragazzina.

Sakura fece appello a tutto il suo coraggio per cercare di rispondere alla domanda e liberarsi dalla sua presenza.

“Sono una paziente dell’Hokage ed è stata lei in persona a dirmi di venire a palazzo se avessi avuto bisogno di un parere medico!” guardandolo impaurita e sperando di avergli dato una risposta soddisfacente per essere lasciata in pace.

L’uomo continuò a guardarla in modo divertito, continuando a leccarsi le labbra con la sua lingua viscida.

“E così vorresti farmi credere che una ragazzina omega è una paziente dell’Hokage! …. Come ti permetti di prendermi in giro?” gridandole in faccia e guardandola con aria piena di disprezzo.

Le gambe della rosa iniziarono a tremare:

“N-non le ho mentito ….. io s-sono …. Sakura Yukan …. Se v-vuole può a-accertarsi l-lei stesso di q-quello che le ho d-detto!” abbassando lo sguardo e mordendosi le labbra per cercare di trattenere le lacrime.

“Come hai detto che ti chiami? …… Sakura Yukan? ….. Sei forse la figlia di Micha Yukan, il responsabile dell’ufficio contabile?” guardandola con stupore.

La rosa annuì appena con il capo.

“Adesso è tutto chiaro! …. Tu sei la mezzo sangue, vero?” sogghignando divertito.

Sakura sobbalzò: sapeva che veniva chiamata  mezzo sangue, ma tutte le volte che sentiva quell’appellativo rivolto a lei, era come ricevere una pugnalata al cuore.

“Dimmi un po’ …. Sakura ….. di che natura è il tuo chakra?” le chiese incuriosito.

“V-veramente n-non l-lo s-so ancora!” rispose con voce tremante.

“Davvero? ….. Non c’è da stupirsi e sai il perché? …..” prendendole e passandosi una ciocca di capelli fra le dita: “ …… capelli rosa! ….” lasciandole la ciocca e alzandole il mento con l’indice della mano per fissarla: “ …. Occhi verde smeraldo! …..” guardandola con disprezzo, mentre gli occhi di Sakura iniziavano a luccicare incapace di trattenere ancora le lacrime: “ ...... Non conosco nessun clan con queste caratteristiche! …. So che hai ereditato il chakra dai tuoi discendenti materni, vero?” fissandola con aria divertita, mentre la rosa annuì ancora con il capo incapace di far uscire la voce.
“Vuoi sapere perché non conosci la natura del tuo chakra? …. Te lo dico io …. I tuoi discendenti dovevano essere dei ninja mediocri e non si sono fatti un nome nel Regno del Fuoco, rimanendo nell’ombra perché incapaci di combattere ….. il loro chakra è stato mischiato con il tuo sangue civile, rendendo il tuo potere ancora più scarso rispetto a quello che era in origine! …. Mi dispiace per te, ma non vali niente!” sorridendole maleficamente.

Sakura continuava a fissarlo mentre le lacrime iniziavano a rigarle il viso, voleva scappare, ma le parole e lo sguardo di quell’uomo l’avevano pietrificata sul posto.

Neppure Sasuke, con il suo comportamento era riuscito a farla soffrire e umiliarla in quel modo e nemmeno le angherie a cui era costretta a subire da parte di Alan e degli altri ragazzi, le avevano fatto così male! Perché quell’uomo non la lasciava andare?

“Lasciala stare Orochimaru!!!” una voce autoritaria e maschile aveva richiamato l’attenzione dei due presenti.

Sakura si asciugò velocemente le lacrime e prima che potesse vedere il volto del suo salvatore:

“Fugaku! …. Ma io non la stavo trattenendo! Le stavo dando solo qualche informazione, vero ragazzina?” voltandosi e minacciandola con lo sguardo.

“Ti ho detto di lasciarla stare, mi occupo io di lei!” Fugaku si era avvicinato mettendosi a fianco della rosa e cingendole la spalla per avvicinarla a sé, continuando a guardare minaccioso Orochimaru.

“Va bene, va bene! …. Non ti scaldare Fugaku! Pensaci pure tu a lei, io ho altre cose più importanti di cui occuparmi!” voltandosi e incamminandosi verso la rampa centrale delle scale.

Fugaku seguì con lo sguardo la figura di Orochimaru e solo quando questa scomparve dalla sua vista si voltò verso Sakura, poggiandole entrambe le mani sulle spalle e chinandosi quel tanto da poterla guardare alla stessa altezza dei suoi occhi.

La rosa alzò lo sguardo ritrovandosi il volto di Fugaku a circa dieci centimetri di distanza dal suo ….. nero nel verde …. verde nel nero ….. gli stessi occhi di Sasuke!

“Tutto bene Sakura? Cosa ti ha detto Orochimaru da terrorizzarti in questo modo?”

“N-niente …. N-non ha importanza!” interrompendo il contatto visivo e abbassando il capo.

“Sakura non mentire! Se non avesse veramente importanza non ti avrebbe terrorizzato in questo modo fino al punto di farti piangere!” togliendole e asciugandole con il pollice una lacrima incastrata nell’angolo dell’occhio.

La rosa continuava a non rispondere: la paura che Fugaku potesse prendere dei provvedimenti nei confronti di Orochimaru e che questo a sua volta decidesse di vendicarsi sul padre, dato che lavorava a palazzo, la fece desistere nel parlare.

Fugaku sospirò battendole, in modo affettivo, le mani sulle spalle:

“Va bene, se non vuoi parlarne accetto la tua scelta, ma voglio che ascolti attentamente le mie parole! ....” attirando nuovamente lo sguardo della rosa su di lui: " ....Orochimaru è un ninja molto potente e influente a palazzo! Spesso utilizza questa sua autorità nell’incutere timore a tutte le persone che considera inferiore a lui, solo con lo scopo di divertirsi! Cerca di evitarlo il più possibile e se dovesse causarti altri problemi voglio che me lo vieni a dire subito! Non mi piace il suo modo di comportarsi, non fa onore al suo credo ninja! …. Sia io che Tsunade abbiamo cercato di ridimensionarlo, ma purtroppo è stato nominato alto dirigente dall’intero consiglio di Konoha e neppure l’Hokage in persona può opporsi alle loro nomine! ….. Ora dimmi ….. perché sei a palazzo? Hai bisogno di tuo padre?” rivolgendosi a lei in modo gentile per cercare di tranquillizzarla.

“N-no …. ero venuta per vedere l’Hokage! Avrei bisogno di chiederle un parere medico, è stata lei a dirmi di venire a palazzo se avessi avuto bisogno!” cercando di apparire più serena.

“So che sei una sua paziente …. me lo ha detto! Seguimi, ti accompagno così se dovesse ricapitarti di venire ancora a cercarla, sai che strada fare!” facendole l’occhiolino.

La rosa sorrise appena: Fugaku era riuscito a tranquillizzarla e a farle passare la paura e il dispiacere provati con le parole di Orochimaru.

Salirono anche loro la rampa centrale della scala, continuando a salire fino all’ultimo piano. Sul pianerottolo c’erano tre corridoi e Fugaku si incamminò in quello centrale seguito dalla rosa. Percorsero tutta la lunghezza del corridoio fino a ritrovarsi in un piccolo atrio con una scrivania a fianco di un’unica porta.

Dietro alla scrivania, sedeva una ragazza dai capelli a caschetto, scalati sul davanti, mora con gli occhiali.

“Buona sera Fugaku! E’ ritornato! Ha dimenticato qualcosa nell’ufficio di Lady Tsunade? rivolgendogli un sorriso gentile.

“No, ho accompagnato questa ragazza …. Shizune, ti presento Sakura Yukan, è una paziente di Tsunade e ha il suo permesso di venire da lei in qualsiasi momento, senza bisogno di prendere nessun appuntamento! ….. Sakura questa è Shizune la segretaria personale dell’Hokage!” le disse rivolgendole lo sguardo.

“M-molto piacere di conoscerla!” la rosa si inchinò come segno di rispetto.

“Il piacere è tutto mio Sakura! …. Finalmente ti conosco, ho sentito parlare molto di te e devo dire che le voci riguardante la bellezza dei tuoi occhi erano vere! Sono bellissimi!” guardandola con dolcezza e sincerità.

“G-Grazie!” arrossendo appena.

“Sakura, puoi entrare!” Shizune si alzò dalla sedia indicando con la mano l’unica porta presente.

La rosa guardò i due adulti e a passo incerto si incamminò verso la porta e bussò.

“Avanti!” riconoscendo la voce inconfondibile dell’Hokage.

Fugaku continuò a guardarla e poco prima che Sakura aprisse la porta le fece un lieve cenno con il capo per salutarla.

*******

“Sakura!” Tsunade guardò la rosa con sorpresa.

“Buona sera Hokage ….. scusi se la disturbo, ma avrei bisogno di esporle un mio problema!” sfregandosi nervosamente la guancia con l’indice della mano.

“Un problema? ….. Non dirmi che sei stata male con gli alimentatori che ti ho prescritto!” alzandosi di scatto dalla scrivania e raggiungendo la ragazza.

“No, anzi! Mi hanno fatto benissimo! ….. Mi aveva detto di prenderli per un mese ed è già passato …. sto molto meglio ….. solo che verso sera la stanchezza si ripresenta e rimango priva di energie! …. Kakashi mi ha consigliato di venire da lei chiedendole se posso continuare a prenderli per un altro periodo!” guardandola speranzosa.

“Come dici? Dopo un mese sei ancora stanca? ….. Capisco ….. è comprensibile, il tuo organismo non è abituato a gestire il chakra e si ritrova a doverlo fare molto velocemente! ….. Non puoi continuare a prendere gli alimentatori per molto tempo altrimenti rischieresti di abituarti troppo senza più trovarne giovamento ….. però credo che se continuerai a prenderli per altre due settimane a giorni alterni, non dovrebbero esserci problemi! Dopo questo periodo dovrai cercare di non prenderli più almeno che non dovessi trovarti in una situazione tale da richiedere un piccolo aiuto ….. tipo un allenamento molto particolare e pesante o durante alcune missioni, anche se per queste c’è tempo dato che devi ancora superare l’esame Genin!  ….. A proposito, come procedono gli allenamenti? Sei riuscita a integrarti con i miei nipoti?” guardandola con un leggero sorriso.

La rosa portò le mani dietro alla schiena iniziando a sfregarsele e cercando una risposta soddisfacente da darle: erano i suoi nipoti e non poteva dirle con tutta sincerità che Naruto oltre ad essere un tipo divertente era tremendamente baka, per non parlare di Sasuke, insopportabile e antipatico fino alla punta del midollo osseo!

“Be’ ….. ecco ….. non passo molto tempo con loro e …..” Sakura cercava le parole adatte ma non riusciva a trovarle, trovandosi in una situazione alquanto imbarazzante.

Tsunade la guardò quasi divertita: Mikoto e Fugaku la tenevano sempre informata sui progressi del team sette e l’ultima volta che aveva parlato con la signora Uchiha, le aveva raccontato l’episodio dei pugni micidiali di Sakura contro Naruto, per averla messa in imbarazzo immaginandosela in certe “situazioni” e della piccola luce scorta negli occhi color pece del figlio, affermando che la loro compagna avesse degli occhi “insoliti” …..  tradotto nel suo linguaggio enigmatico, bellissimi.

L’Hokage non voleva calcare la mano vedendo la rosa imbarazzata alla sua domanda, così cercò di rimetterla a suo agio:

“Non preoccuparti ….. non sforzarti a trovare le parole adatte per definire i tuoi compagni ….. li conosco molto bene e so quanto possano sembrare strani e particolare, ma credimi …. sono ragazzi eccezionali e con il tempo te ne renderai conto tu stessa! ….. Dimmi un’altra cosa ….. hai dato un’occhiata al libro che ti ho regalato?”

“Oh sì …..” ripuntando lo sguardo sull’Hokage: “ …… l’ho già letto tutto! E’ scritto molto bene e in modo semplice ….. la medicina mi affascina molto! Ho chiesto a mio padre di procurarmi altri volumi in biblioteca, ma quelli sono difficilissimi da comprendere per imparare le arti curative!” rispondendole con tono deciso e appassionato sull’argomento.

“Come? Hai già letto tutto il libro e stai cercando di studiare da sola come usare il chakra curativo? …. Ahahahah! ….. Scusami Sakura se mi sono permessa di ridere, ma vedi, quello che cerchi di fare è presso che impossibile. Per imparare alla perfezione ad usare le arti mediche, non basta solo la teoria ma ci vuole anche la pratica ….. in poche parole dovresti avere un insegnante che ti mostri esattamente come usare il chakra! Sei ancora troppo giovane per imparare, ma mi fa piacere vedere il tuo interesse per la medicina e se fra alcuni anni avrai ancora la stessa passione, vedrò di farti fare un piccolo stage all’interno dell’ospedale, d’accordo?”

“Davvero? La ringrazio infinitamente ….. non vedo l’ora di avere l’età giusta per fare pratica in ospedale! …” rispondendole con entusiasmo e guardando accidentalmente l’orologio appeso al muro: “ ….. Sono quasi le sette! …. Mio padre sta finendo il turno ….. è meglio che lo aspetti fuori dal palazzo così torniamo a casa insieme! Grazie ancora per la sua disponibilità!” inchinandosi in segno di rispetto.

“Aspetta!” Tsunade ritornò alla sua scrivania aprendo un cassetto e porgendole una scatola di alimentatori.

“Non importa Hokage …. le posso acquistare anch’io …. non mi sembra il caso di approfittare ancora della sua gentilezza, anche l’altra volta me li ha forniti lei!”

“No, prendili! Non è un problema per me darti gli alimentatori, anzi ….. preferirei darteli sempre io così avrò la certezza che non ne abuserai, ok?” sventolandole la scatola davanti agli occhi.

“Non si preoccupi …. non potrei mai disubbidire ad un suo ordine! ….. Grazie infinte Hokage!” mostrandole un lieve sorriso.

“Molto bene! Ora vai!” voltandosi per ritornare alla scrivania e continuare il suo lavoro, esaminando con attenzione il piano proposto da Fugaku per contrastare le bande dei ninja traditori.

Sakura uscì dall’ufficio salutando Shizune e correndo lungo il corridoio e le scale per raggiungere l’esterno del palazzo prima che suo padre potesse incamminarsi verso casa senza di lei, sperando di non incontrare ancora Orochimaru.

Appena giunse fuori dal palazzo le campane del villaggio iniziarono a battere le sette di sera: era arrivata in tempo. Dopo cinque minuti vide il padre varcare l’uscita.

“Papà!” correndogli incontro.

“Sakura, bambina mia! Ma cosa ci fai qua davanti? E’ successo qualcosa?” guardandola preoccupato.

“No papà, tutto bene! Dovevo tornare dall’Hokage per farmi prescrivere altri alimentatori, ho finito adesso la visita, così ho deciso di aspettarti per tornare a casa insieme, sei contento?” prendendolo sottobraccio e incamminandosi con lui al suo fianco.

“Certo che sono contento! Lo sai che mi fa sempre piacere stare in tua compagnia e camminare insieme a te! ….. Com’è andata la tua giornata?”

Sakura iniziò a raccontare nei minimi particolari i progressi nei suoi allenamenti, omettendo però lo scontro con Sasuke, l’incontro con Shena in centro e mordendosi il labbro inferiore al ricordo di Orochimaru.

Il padre ascoltava sempre molto volentieri i racconti della figlia, anche se non comprendeva a pieno le descrizioni su come usare il chakra. Per lui era più che sufficiente parlare con lei pur sapendo che però non gli raccontava tutto e che si teneva per lei le sue sofferenze. Aveva provato varie volte a chiederle di confidarsi, senza ottenere mai successo alla sue richieste, accontentandosi di quei racconti pur di mantenere un dialogo con la figlia.

Giunti al settore Omega, gli sguardi di disprezzo nei confronti di Sakura non tardarono ad arrivare, ma vedendola insieme al padre, evitarono di dirle qualcosa.
Passando per il centro del loro settore, il signor Yukan vide il negoziante di piante sistemare in fila gli abeti destinati alla vendita per gli alberi di Natale.

“Guarda bambina mia! Ci sono già gli abeti! Quest’anno come vorresti fare l’albero? Piccolo o grande?” guardandola con un sorriso pieno d’amore.

“Non importa, intanto sarà bellissimo come sempre!” contraccambiando il sorriso.

Continuando a parlare del Natale, dei vari addobbi, dei regali da farsi e decidere il  menù per il cenone della vigilia, arrivarono davanti a casa.

“Aspetta Sakura, devo prendere la posta!” il signor Yukan tirò fuori dalla tasca il mazzo di chiavi, cercando quella per aprire la serratura della buchetta. Tirò fuori una decina di buste e le passò velocemente sotto uno sguardo attento.

“Cosa sono papà?” le chiese con fare curioso.

“Le solite bollette ….. entriamo in casa  Sakura!” mutando lo sguardo in preoccupazione.

Una volta chiusa la porta di casa, Sakura stava per dirigersi verso il piano superiore per andarsi a fare un bagno quando:

“Sakura, potresti farmi un favore? Potresti pensare tu alla cena, mentre io controllo tutte queste bollette?” e senza aspettare risposta si diresse verso il mobile del salotto a prendere carta, penna e calcolatrice.

“Certo papà!” rispondendogli tranquillamente mentre osservava l’anziano genitore sedersi al tavolo e iniziare ad aprire tutte le buste.

Il signor Yukan cenò molto velocemente alzandosi subito dopo per ritornare a fare dei conti.

Sakura continuò a guardare lo strano atteggiamento del padre ma non osò chiedergli niente per paura di disturbarlo. Finì di cenare, sparecchiò la tavola, lavò i piatti e si incamminò al piano superiore per lavarsi.

Il padre continuava a tenere lo sguardo fisso sui documenti, mentre con le dita della mano destra, premeva velocemente i tasti della calcolatrice.

**********

Sakura si immerse nell’acqua calda della vasca, beandosi di quella piacevolissima sensazione di benessere. Iniziò a ripensare agli eventi di quella giornata e un alone di tristezza comparve sul suo viso, al ricordo dell’incontro con Orochimaru.
Le parole di quel ninja erano state crudeli ma forse, avevano un senso logico!
Il suo chakra non aveva una vera natura a causa dell’eredità tramandata dai suoi avi e mescolato al sangue civile, aveva perso una buona parte di forza. Forse era proprio questo il motivo per cui non riusciva a gestire a pieno il suo potere stancandosi in quel modo!
Si immerse completamente nella vasca per togliersi le lacrime che avevano riiniziato a rigarle il viso mentre la parola “mezzosangue” continuava a rimbombarle nella testa. Sapeva di essere diversa e questa sua diversità l’avrebbe isolata ancora di più mano a mano che fosse cresciuta ed era per questo che si era rattristita quando Kakashi le aveva spiegato che doveva abituarsi a ricevere i complimenti da parte dei ragazzi: nessuno l’avrebbe mai presa in considerazione sapendo che non era né una civile, né una ninja. Nessun ragazzo avrebbe voluto averla a sua fianco!
Il suo destino era già stato scritto e non poteva cambiarlo, doveva solo sottostare al suo volere!

Quando Sakura uscì dal bagno, sentì sbattere un pugno sul tavolo del salotto. Scese le scale, ritrovandosi davanti il padre a sedere sulla sedia con il volto nascosto dalle mani.

“Papà! …. Cos’è successo? Perché hai dato un pugno al tavolo?” avvicinandosi titubante.

“Oh scusami bambina mia! Non volevo farti preoccupare! Va tutto bene, stai tranquilla!” scoprendosi il viso e continuando a guardare il plico di documenti.

“Papà, non sono più una bambina, so che c’è qualcosa che non va, perché non mi dici cosa ti preoccupa?” sedendosi accanto a lui e prendendogli una mano stringendola fra le sue.

“Hai ragione, non sei più una bambina, anche se continuerò a chiamarti sempre così …..” guardandola con un lieve sorriso: “ ….. è giusto che anche tu sappia! ….. Devi sapere che quando ho fatto fare le modifiche alla casa, per non intaccare completamente al nostro fondo economico, ho acceso un mutuo con la banca. Le nostre spese mensili più le rate da restituire alla banca maggiorate degli interessi, sono molto alte …..”sospirando profondamente.

La rosa strinse più forte la mano del padre:

“Stai dicendo che non abbiamo più soldi?”

“Oh no, non dico questo, solo che dovremo cercare di contenere le spese, anche se non so quali, dato che né io né te sprechiamo il denaro! In banca c’è rimasta una piccola somma, ma preferirei non usarla e tenerla a disposizione qualora dovessero accadere degli imprevisti ….. tipo una rottura a qualche tubatura della casa,  o ai tuoi studi, o a ….”

“Per i miei studi non preoccuparti, l’accademia rifornisce di tutto l’equipaggiamento richiesto! Hai ragione a voler conservare un piccolo fondo e per quanto riguarda evitare le spese inutili, potremo iniziare con il Natale, non comprando l’albero, i regali e pezzi di pesce costoso per il cenone!” guardandolo con un sorriso pieno di amore per confortarlo.

“Ma Sakura! Tu adori il Natale!” rispondendole con stupore.

“No papà ti sbagli ….. adoro il Natale solo perché sto con te! Tutto il resto è superfluo ….. e costa dei soldi, quindi inizieremo a risparmiare da questo! Non preoccuparti, vedrai che ce la faremo!” accarezzandogli una guancia.

Il signor Yukan le prese la mano che lo stava accarezzando e stringendola fra la sua:

“Grazie bambina mia! Non avrei mai immaginato di arrivare a questo punto ….. mi dispiace privarti di quelle pochissime cose di cui hai bisogno! Non sei mai stata una bambina con delle pretese e ti sei sempre accontentata anche quando non avevo nessuna difficoltà economica! …. Mi sento così triste!”

Sakura lo abbracciò fortemente:

“No papà, non dire così! …. Tu sei il miglior papà del mondo e ti voglio un’infinità di bene! Non farti dei problemi per me ….. anzi …. sono io che non mi sento degna di essere una brava figlia, creandoti dei pensieri!” stringendolo ancora più forte.

Micha la staccò dall’abbraccio tenendola saldamente per le braccia e fissandola intensamente negli occhi:

“Non voglio più sentirti dire queste sciocchezze! …. Tu sei la mia unica ragione di vita e sono orgoglioso di avere una figlia come te, non dimenticarlo mai!”
Sakura iniziò a piangere mentre il padre si premurò di asciugarle le lacrime.

“Adesso basta piangere bambina mia! Pensa a diventare una brava kunoichi e lascia che mi occupi io dei conti …. vedrai che usciremo anche da questa situazione, ok? ….. Ora vai pure a fare le tue cose!” accarezzandole la testa.

“Va bene papà!” alzandosi dalla sedie e dirigendosi verso le scale.

*******

Sakura si chiuse la porta alle spalle scivolando lentamente la schiena ad essa fino a sedersi sul freddo pavimento della sua camera. Quella giornata si era conclusa nel peggiore dei modi, non le importava sacrificare il Natale, quello che più la turbava e la rattristava era l’immagine del volto preoccupato e sconfortato del padre. Era sempre stato un uomo ottimista e vederlo in quello stato le aveva fatto più male  delle parole di Orochimaru. Suo padre era anziano ed iniziava a sentire la stanchezza derivante la sua età, non poteva continuare a lavorare ancora per molti anni e se non risolveva il problema economico non avrebbe potuto lasciare il lavoro  in quanto la pensione sarebbe stata molto inferiore rispetto al suo stipendio.

Avrebbe voluto aiutarlo in qualche modo, ma aveva solo dodici anni e non poteva lavorare, inoltre c’era un altro problema: chi avrebbe mai assunto una mezzo sangue? Il settore Omega la disprezzava e sicuramente anche il settore ninja provava la stessa cosa nei suoi riguardi ….. poteva concentrarsi sulla carriera ninja e ricevere così un compenso per ogni sua missione, ma se le parole di Orochimaru fossero state vere, non sarebbe mai riuscita a diventare una Junin.

Che lavoro avrebbe mai potuto fare senza che nessuno degli abitanti del villaggio la giudicasse come una mezza sangue?

Si passò le mani in mezzo ai capelli cercando di pensare a qualcosa, fin quando non puntò lo sguardo sulla scrivania, vedendo i libri di medicina infilati in una pila perfetta ed allineata. Si alzò lentamente dal pavimento avvicinandosi e toccando i bordi dei libri.

Tsunade le aveva detto che doveva aspettare alcuni anni prima di poter fare uno stage in ospedale ed imparare le arti curative, ma se si fosse impegnata, imparando almeno le basi, poteva sperare di venir assunta in ospedale come infermiera. Avrebbe percepito uno stipendio, aiutando il genitore e permettendogli di ritirarsi dal lavoro poi, forse, avrebbe potuto studiare per diventare un medico e permettendo una vita dignitosa al padre, sapendo che quello era un lavoro ben retribuito.

Ora aveva un altro motivo, e più importante, per mettersi d’impegno ad imparare da sola ad usare il chakra curativo ….
Stava quasi rinunciando, pensando a cosa inventare quando fosse stata costretta a subire ancora le angherie dei ragazzi omega: era da un mese che riusciva ad evitarli, ma sapeva che prima o poi la fortuna l’avrebbe abbandonata, costringendola a subire ancora ….. suo padre era la persona più importante della sua vita e non sopportava di vederlo affranto dal dispiacere.

Aprì il cassetto del comodino accanto al letto tirando fuori il cofanetto contenente il ciondolo di legno che le aveva fatto la madre. Lo strinse forte fra le sue mani portandole all’altezza del cuore, si voltò verso la finestra guardando intensamente la luna piena:

“Mamma …. Ti giuro sul mio onore che mi impegnerò al massimo per aiutare papà! …. Stai tranquilla, ora mi occuperò io di lui, ma per favore, continua a vegliare su di noi!”

Una stella cadente comparve in cielo nello stesso istante in cui una lacrima rigò una sua guancia.
Ripose il ciondolo all’interno del cofanetto e si precipitò alla scrivania per iniziare a studiare e a mantenere fede al suo giuramento.




FINALMENTE IL CAPITOLO E’ FINITO. L’HO SCRITTO E CANCELLATO DIVERSE VOLTE ED E’ PER QUESTO CHE HO RITARDATO L’AGGIORNAMENTO. SPERO VI SIA PIACIUTO E SI’ LO SO E’ ANCHE TRISTE! ….. DOVRETE PAZIENTARE ANCORA UN PO’, POI FINALMENTE SVELERO’ IL SECONDO SEGRETO RIGUARDANTE IL CHAKRA DI SAKURA!
RINGRAZIO SEMPRE TUTTI I LETTORI CHE CONTINUANO A SEGUIRMI E A SOSTENERMI! GRAZIE DI CUORE!
VORREI ANCHE RICORDARVI CHE IL 31 MAGGIO SI AVVICINA E IN QUELLA DATA, IO, LADY UCHIHA 23 E SASUK 8, CI UNIREMO PER SCRIVERE INSIEME UNA FF BASANDOCI SULLE VOSTRE IDEE. CHI FOSSE INTERESSATO A PARTECIPARE POTRA’ CONTATTARCI SUL NOSTRO NICKNAME COMUNE (LadyUchiha23mangasasuk8) CHI INVECE NON SA DI COSA STIA PARLANDO PUO’ LEGGERE, ANZI LO INVITO A FARLO, LA NOSTRA FF INTITOLATA “ESPERIMENTO D’AMORE” COLORE GIALLO, COPPIA SASUSAKU.
CI SENTIAMO PRESTO UN BACIONE A TUTTI.

 

 

 

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Capitolo 22
*** La foto ***


SCUSATE, SCUSATE, SCUSATE …. CHIEDO UMILMENTE PERDONO PER L’ATTESA DI QUESTO CAPITOLO, MA TRA IMPEGNI, L’AGGIORNAMENTO E LA STESURA DELLA NUOVA FF CON SASUK8 E LADYUCHIHA23( SONO EMOZIONATISSIMA) MI SONO “PERSA”:))))
RINGRAZIO TUTTI COLORO CHE CONTINUANO A SEGUIRMI! …… BUONA LETTURA……….
 

Sakura studiava attentamente i libri di medicina quando sentì il padre bussare alla porta:

“Bambina mia, sono già le undici di sera è meglio che vai a dormire altrimenti rischi di svegliarti tardi!”

“Hai ragione papà non mi ero accorta che era già così tardi, vado subito a dormire!” sorridendogli e guardando l’espressione ancora afflitta del padre.

“Papà? “ le chiese preoccupata.

“Tutto apposto, ora vai a dormire ….. buonanotte!” sorridendole appena e chiudendo la porta.

Sakura ripose con cura il libro che stava studiando insieme alle pergamene dei suoi appunti. Spense la luce della scrivania e si avvicinò al letto aprendo il cassetto del comodino e fissando il cofanetto contenente il ciondolo:

“Buonanotte mamma! Veglia sempre su noi!”

Si sdraiò nel suo comodo letto e chiuse gli occhi in attesa di addormentarsi.

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Dormiva profondamente quando alcuni rumori turbarono il suo sonno. Iniziò a svegliarsi percependo la morbidezza del materasso sotto di lei e con fatica aprì gli occhi, trovandosi avvolta da una luce bianchissima. Una sagoma di un bambino senza volto le si avvicinò allungando la mano e inizando ad accarezzarle la guancia, infondendole un senso di protezione e di sicurezza ….. ancora voci ….. ancora urla ….. un’altra sagoma più grande e priva di volto si avvicinò ….. il bambino tolse la mano voltandosi verso la nuova figura ….. sembravano conoscersi …… improvvisamente il più piccolo cercò di allontanare l’adulto, finendo scaraventato via con un colpo violentissimo …… la sagoma adulta si voltò verso di lei e …….
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Sakura si svegliò di soprassalto ritrovandosi adagiata nel suo letto.

“Era un sogno! ….. Che strano però …… sembrava tutto così reale!” spostando lo sguardo sulla sveglia posta sul comodino.

“Sono solo le cinque ……” sospirando: “ ….. dato che sono già sveglia tanto vale alzarsi!” alzandosi svogliatamente dal letto e dirigendosi verso il bagno per iniziare a prepararsi.

Una volta lavata e cambiata scese in cucina iniziando a preparare il pranzo e la cena per la sera, limitandosi a cuocere del semplice riso condido con qualche verdura lessata.
Mentre cucinava continuava a pensare a quello strano sogno …. non era stato un incubo, eppure c’era qualcosa che continuava a turbarla senza però trovare una risposta logica al suo stato d’animo.
Un’odore di bruciato la riportò alla realtà, ritrovandosi gran parte delle verdure brucciacchiate ai bordi.

“Maledizione ….. devo smetterla di pensare ad altro mentre sono intenta a cucinare, stavo rischiando di bruciare tutto!” togliendo in fretta la pentola dal fuoco e scartando i pezzi brucciacchiati.

Sakura esaminò attentamente i pezzi di verdura brucciacchiati, cercando un modo per rimediare al danno ….. in un’altra occasione li avrebbe gettati nell’immondizia, ma dato che dovevano limitarsi nelle spese, non le sembrava il caso di sprecare del cibo, così tagliò via con molta precisione i pezzi immangibili e, con il salvabile, li mesi a macerare nella salsa di soia.

“Ecco fatto! Per questa sera dovrebbero aver perso il sapore amaro del bruciato e se così non fosse li mangerò comunque!”

Sakura continuò a preparare il pranzo e la cena scacciando dalla mente i pensieri rivolti a quello strano sogno.

Uscì di casa in anticipo e approfittando dell’orario, decise di rallentare il passo per osservare le vetrine dei negozi, addobbate per il Natale. Quell’anno avrebbe fatto a meno dell’albero e delle tradizioni legate alla festività, ma niente le impediva di ammirare gli addobbi e magari, prendere spunto per usare tutte le loro decorazioni chiuse negli scatoloni in cantina per adornare la casa ……

Quando giunse davanti ai cancelli dell’accademia:

“Buongiorno Sakura-chan! Mattiniera come sempre!” Naruto attirò la sua attenzione continuando a salutarla con il braccio alzato e il suo solito sorriso a trentadue denti, mentre accanto a lui, Sasuke se ne stava appoggiato alla colonna del cancello con la faccia corrucciata e le braccia incrociate.

“Buongiorno anche a te Naruto!” salutandolo, ma non con lo stesso entusiasmo del biondo e fulminando di sfuggita il moro senza accennargli nemmeno un lieve saluto con il capo.

“Tze …. potresti anche salutare!” scostandosi dalla colonna e mettendosi le mani in tasca, mentre i cancelli dell’accademia iniziarono ad aprirsi.

“Potrei dirti la stessa cosa!” gli rispose in modo freddo mentre lo sorpassava senza guardarlo in faccia.

“Tze …. sei noiosa!” iniziando ad incamminarsi dietro alla compagna.

“Ma è mai possibile che voi due dobbiate sempre litigare? Perché invece non vi sforzate ad andare d’accordo!” Naruto si fece in mezzo ai compagni abbracciandoli dalle spalle e guardarandoli con espressione ottimista, mentre per tutta risposta :

“Taci ….. baka!” risposero all’unisono e tirandogli contemporanemente un pugno in faccia allontanandolo da loro e scaraventandolo a qualche metro di distanza.

Il moro e la rosa si guardarono negli occhi per una frazione di secondo, distogliendo subito lo sguardo e voltandosi dalla parte opposta, contrariati e arrabbiati.

Naruto, finito a testa in giù attaccato ad un albero, guardò i compagni con rassegnazione:

“Perché finisce sempre così! Uffa non è giusto ….. cerco di fare da paciere fra quei due e mi ritrovo a prendermi dei pugni in faccia! ….. “ ricomponendosi in piedi e messaggiandosi le gote: “ ….. eppure sono così uguali! Mah ….. valli a capire!” incamminandosi  a passo svelto per raggiungere i compagni.

Arrivati al loro campo si fermarono di scatto, trovandosi davanti il loro maestro intento a montare un cavalletto a tre piedi:

“Kakashi! ….. Sei già qua?” chiese stupito Naruto, mentre i compagni continuavano a guardare sorpresi il Jonin rimanendo in silenzio.

Kakashi alzò lo sguardo e sorridendo da dietro la maschera:

“Buongiorno ragazzi! ….. Sì, questa mattina ho deciso di venire presto perché vorrei fare una cosa con voi prima che iniziate i vostri allenamenti!” afferrando un sacco e tirando fuori una macchina fotografica che posizionò accuratamente sul cavalletto.

“Una macchina fotografica? Ma che significa!” Naruto era sempre più curioso, Sasuke alzò un sopracciglio e Sakura continuava a guardare perplessa Kakashi.

“Ahahah ….. dato che questa è la prima volta in assoluto che alleno un team, ho pensato di farci una foto ricordo!” facendo cenno con la mano ai ragazzi di avvicinarsi.

“Questa poi! Potevi dircelo, mi sarei fatto più bello!” il biondo si avvicinò a Kakashi con le mani dietro la testa.

“Tze … dobe, con quella faccia da baka che ti ritrovi, nemmeno i migliori truccatori del mondo riuscirebbero a darti un aspetto accettabile!” anche Sasuke si avvicinò a Kakashi con le mani in tasca come suo solito.

“Come ti permetti teme! …. Per tua informazione la mia faccia è bellissima …. pensa piuttosto per te e a quella acconciatura da papera che ti ritrovi!” facendogli la linguaccia.

“Basta litigare voi due, è una foto ricordo e non ha nulla a che vedere con il vostro aspetto!” Kakashi si intromise fra i due per placare l’inizio del litigio. Si guardò attorno vedendo che mancava qualcuno ….. alzò lo sguardo trovando la rosa ferma ancora allo stesso punto di prima.

“Sakura! ..... Che ti prende? Perché sei ancora lì? Vieni qua vicino a noi, così imposto l’autoscatto!”

“Oh si ….. arrivo subito!” inacamminandosi a passo svelto verso il team.

“Perfetto! ….. Mettetevi in posa mentre inserisco l’autoscatto!”

“Sakura-chan, dato che sei l’unica ragazza sarebbe meglio che ti mettessi in mezzo a noi due, che ne dici?” guardandola raggiante.

“Come vuoi …. per me è indifferente!” avvicinandosi ai compagni e mettendosi in mezzo a loro, ripensando a quanto tempo non faceva più una foto …… si girò verso l’obiettivo ricordandosi all’istante il volto riluttante del fotografo al tempio, circa due anni prima con il padre …..

Quel ricordo la fece rattristare e involontariamente abbassò e inclinò il capo …..

“Teme, guarda l’obiettivo e non voltarti …. così sei sicuro di nascondere la tua capigliatura da papera!” Naruto continuava a prendere in giro il moro.

“Piantala dobe e pensa per te e alla tua faccia da baka!” voltandosi e ringhiandogli contro.

“Ci siamo quasi ragazzi ….. ho impostato la macchina fotografica per quattro foto ….. mettetevi in posa e ….. via!” correndo dietro ai ragazzi, allungando le braccia per stringere le spalle di Naruto e Sasuke mentre i due continuavano a litigare …..

CLICK

“Come ti permetti! Ripetilo se hai il coraggio!” Naruto si voltò alzando il braccio pronto per colpirlo.

CLICK

“Provaci e te ne pentirai!” Sasuke si mise sulla difensiva pronto per parare il colpo.

CLICK

“Adesso basta voi due!” Kakashi afferrò entrambe le braccia dei compagni issandole in alto.

CLICK

“Ecco ragazzi, questo era l’ultimo scatto!” lasciando le braccia dei ragazzi per dirigersi verso la macchina fotografica.

Sakura si riprese dai suoi ricordi, accorgendosi di non aver mai guardato l’obiettivo …..

Kakashi prese il rullino e iniziò a smontare il cavalletto mentre iniziò a dare le direttive ai suoi allievi:

“Ragazzi, ascoltatemi bene ….. raggiungete i vostri angoli del campo per iniziare gli allenamenti, riprendendo esattamente da quello che avete interrotto ieri ….. nel mentre io vado in centro a sviluppare le foto!” mettendo con cura la macchina fotografica nel sacco e scomparendo dietro la solita nuvola di fumo.

“Che tipo! ….. va be’ andiamo …. A dopo!” Naruto si incamminò verso il suo angolo, seguito a ruota dai compagni.

**********

Dopo circa due ore Kakashi uscì dal negozio del fotografo guardando con attenzione le fotografie scattate poco prima …..

“Buongiorno Kakashi!”

Sentendosi salutare, il Jonin alzò lo sguardo:

“E’ lei maestro! …. Buongiorno!” sorridendo da dietro la maschera.

“Kakashi, ti ho già detto di chiamarmi Fugaku e non maestro!” gli rispose esasperato mentre si avvicinava.

“Lo so, ma sa anche che ….”

“Si, si, lo so …. non ripetermelo, tanto è inutile con te! …. Come mai sei qua e non al campo di allenamento ad allenare il tuo team?” fermandosi di fronte al Jonin.

“Non si preoccupi ….. il mio team è formato da ragazzi in gamba, posso permettermi di lasciarli soli per qualche ora! …. Ho pensato di fare una foto di gruppo e regalargliela per Natale …… le vuole vedere?” allungando le quattro foto a Fugaku.

L’Uchiha le prese e iniziò a guardarle distrattamente. Iniziò a passarle una ad una mentre la tempia sopra l’occhio iniziò a pulsare:

“Ma è mai possibile che questi due non facciano altro che litigare?” girando le foto verso Kakashi e indicando Sasuke e Naruto girati di fianco con le braccia alzate pronti per picchiarsi.

“Ahahahahah! ….. Già è vero, litigano sempre ma c’è molta alchimia fra di loro! …. Purtroppo non posso dire lo stesso di Sakura! ….. Non ha visto che faccia triste che ha? E’ sempre così e non riesco a capirne il motivo! ....." indicando l’immagine centrale della foto: “ …… Eppure l’ho vista ridere! ….. Credo che nasconda qualcosa, ma non vuole confidarsi con il team!” fissando lo sguardo al cielo.

Fugaku rigirò le foto osservandole attentamente:

“Forse conosco il motivo! …..”

Kakashi si voltò verso di lui alzando un sopracciglio e attendendo la spiegazione di Fugaku.

“Credo che il motivo della sua tristezza dipenda dalla sua diversità!” guardando seriamente il Jonin in faccia.

“Intende forse per il fatto che è figlia di civili e che nel suo sangue scorre DNA ninja?” osservandolo, mentre annuiva affermativamente alla domanda.

“Ma da quello che so, nessuno in accademia e tanto meno nel team, le hanno mai fatto pesare la sua diversità …. anzi, hanno sempre cercato di amalgamarsi con lei, nonostante Sakura stessa fosse e sia tuttora restia a socializzare!” continuando a fissarlo.

“Lo so …. Naruto e Sasuke mi hanno informato ….. ma vedi, non tutti la pensano allo stesso modo!” fissandolo con determinazione.

“Che intendi dire? C’è stato forse qualcuno nel nostro settore a farle pesare la sua diversità?” guardandolo con preoccupazione.

“Già ….. è stato Orochimaru!” distogliendo lo sguardo e fissando il cielo.

“Orochimaru? E quando avrebbe incontrato quell’essere viscido?” Kakashi si era sporto in avanti con l’occhio scoperto spalancato.

“Ieri, quando si è recata a palazzo!” iniziando a raccontare ciò che era successo il giorno prima.

Kakashi si ricompose appoggiando le spalle al muro , sospirò profondamente e si voltò voltò verso Fugaku con il volto segnato dalla rabbia:

“Quel verme! ….. Non solo trae divertimento ad umiliare tutti i ninja che ritiene inferiori a lui ma ora si diverte anche a torturare dei ragazzini! ….. Che non mi capiti fra le mani, altrimenti io …” stringendo fortemente le mani serrate a pugno. 

“Calmati Kakashi!  …. Rischieresti di metterti nei guai! Sai benissimo che Orochimaru gode della protezione dell’intero Consiglio e che nemmeno Tsunade può prendere dei provvedimenti contro di lui!” abbassandogli le braccia.

“E come sempre rimarrà impunito per le sue malefatte!” guardandolo con rabbia sapendo che anche Fugaku la pensava come lui.

“Purtroppo ci sono questioni più urgenti da risolvere ….. il Consiglio non ci ascolterebbe, trovando la questione irrisoria …. mi dispiace ma questa è la verità! L’unica cosa che possiamo fare è quella di evitare un altro incontro fra Orochimaru e Sakura! Credimi, mi piacerebbe anche a me che quel verme la pagasse per le sue malefatte ma per il momento è impossibile!” guardandolo rassegnato e sperando che Kakashi  comprendesse a pieno le sue parole e le sue raccomandazioni.

Il jonin sbuffò contrariato:

“Ho capito ….. mi scusi per il mio comportamento …..” guardandolo con sincero pentimento mentre Fugaku annuì con il capo: “ ….. se Sakura dovesse recarsi ancora a palazzo mi impegnerò ad accompagnarla personalmente per evitarle altri spiacevoli incontri!”

“Bene …. ti consiglio di non dire a Sakura che sei venuto a conoscenza dell’incontro tra lei e Orochimaru, aspetta che sia lei a parlartene!”

“Dubito che lo farà! …. Da quando la conosco ha sempre avuto un’espressione di tristezza dipinta sul viso …. stando a quello che è successo ieri, mi viene da pensare che abbia riscontrato lo stesso problema anche nel suo settore …..questo spiegherebbe il perché del suo comportamento!” gli disse con preoccupazione.

“No! …. Quando io e Tsunade abbiamo scoperto che era una kunoichi abbiamo detto al padre di venire da noi se avessero avuto dei problemi nel loro settore ….. Yukan non è mai venuto a parlarci anche perché lui stesso ci disse che la ragazza era molto amata e che sarebbe stata accettata lo stesso!  …. Credo invece che Sakura sia triste perché non si sente a suo agio in mezzo a noi ninja …. è nata e cresciuta in mezzo ai civili e tutto ad un tratto si è ritrovata in mezzo a noi! E’ una ragazzina ed è facile a quell’età rimanere turbati e sentirsi fuori luogo!” battendogli una mano sulla spalla per rassicurarlo.

“Anche questo è vero! ….. Speriamo sia come dice lei maestro! ….. Adesso è meglio che vada al campo a raggiungere i ragazzi e magari potrei rifare le foto dicendo che sono venute tutte sfuocate!” staccandosi dal muro e iniziando ad incamminarsi.

“No aspetta!” facendo fermare Kakashi e voltarlo verso di lui: “Regala quelle foto ….. Sasuke e Naruto devono imparare a smettere di litigare e vedendosi ritratti in quel modo potrebbero iniziare a capire il loro comportamento sconsiderato, inoltre, vedendo la tristezza della compagna potrebbero ….. sotto qualche suggerimento …..” sogghignando: “ ….. aiutarla a superare il suo stato d’animo!”

Kakashi sorrise beffardamente da sotto la maschera intuendo le parole di Fugaku ….. Sasuke e Naruto potevano essere ancora la chiave per aiutare la compagna a ritrovare il sorriso!

Salutò il maestro con il braccio e iniziò a correre verso l’accademia.

Fugaku contraccambiò il saluto con un semplice cenno del capo, mentre interiormente, si torturava per aver nascosto a Kakashi la verità sulle origini di Sakura. Era un segreto che riguardava solo Yukan, lui e Tsunade, non doveva essere rivelato a nessuno fino a quando il padre non avesse trovato il coraggio di dire la verità alla ragazza e fino a quando non fossero venuti a conoscenza della vera natura del suo chakra.
Gli attacchi dei ninja traditori erano ricominciati e stando all’ultimo rapporto di Itachi e della sua squadra, avevano avuto quasi la certezza del nascere di una nuova organizzazione criminale. Purtroppo però non conoscevano i loro piani e peggio ancora, non sapevano chi si celava come capo ….. Sakura poteva essere figlia di ninja immischiati nell’organizzazione …… dovevano proteggerla …. come cittadina di Konoha!

****************

Nei giorni successivi Sakura cercò di apparire più serena possibile agli occhi del padre per non fargli pesare la rinuncia al Natale, comportandosi come sempre, dedita agli allenamenti e allo studio. Per quest’ultimo, iniziava a capire come usare il chakra curativo ma ancora non si sentiva pronta ad utilizzarlo.
Gli allenamenti procedevano bene, Kakashi aveva aumentato le difficolta nel combattiento dei fantocci e lei iniziava a destreggersa meglio, sia nei movimenti che nella mira con il lancio dei kunai.
Il rapporto con i compagni continuava a rimanere invariato: Naruto era simpatico e gentile anche se a volte, tendeva a parlare a sproposito finendo sempre atterrato o scaraventato da qualche pugno, sia da parte sua che da parte di Sasuke. Con quest’ultimo proprio non riusciva a socializzare, trovandolo scontroso e antipatico, specie quando la chiamava noiosa e le ricordava di essere pesante.
Kakashi era il maestro durante gli allenamenti, ma nella pausa pranzo, si comportava più da amico o da fratello maggiore, cercando di far affiatare il più possibile il team.
Purtroppo però, nonostante gli sforzi del maestro e di Naruto, lei non riusciva a togliersi il senso di tristezza e di disagio stando insieme ai ninja. Le parole di Orochimaru continuavano a tormentarle e la difficoltà che continuava a riscontrare con l’uso del chakra e la stanchezza verso fine allenamenti, nonostante continuasse a prendere gli alimentatori, non la aiutavano a sopprimere il senso di disagio.
La tristezza derivava da troppe situazioni, difficili e impossibili da dimenticare o lasciarsi alle spalle: la promessa fatta a se stessa e i problemi economici legati alla sua famiglia!

Due giorni prima di Natale, Kakashi radunò attorno a sé il suo team:

“Prima di iniziare gli allenamenti, vorrei darvi una cosa ciascuno!” tirando fuori dal suo zaino tre pacchetti e consegnandoli ai ragazzi.

“Questo è il mio regalo di Natale!” disse gioioso Kakashi.

“Un regalo di Natale? Wowwww …… io adoro i regali!” rispose Naruto sprizzando gioia da tutti i pori.

“Dobe, datti una calmata ….. sei peggio di un bambino di tre anni!” gli disse Sasuke contrariato da quel comportamento infantile dell’amico.

“Teme, non mi importa la tua opinione ….. lo sai che adoro i regali! E tu Sakura-chan, adori i regali?” guardando la compagna speranzoso in una sua risposta positiva.

La rosa continuava a guardare il pacchetto che teneva fra le mani, ancora incredula e sorpresa per quel pensiero così gentile da parte del loro maestro.

“C-come? …. Oh si …. piacciono anche a me!” accennandogli un lieve sorriso.

“Tze ….. c’era da immeginarselo da una noiosa come te!” Sasuke la guardò con aria scocciata, ricevendo in cambio una sguardo fulminante dalla rosa.

“Su via ragazzi, non litigate anche per questa sciocchezza! ….. Se volete potete scartarli anche adesso!” Kakashi intervenne con tono sereno e calmo.

“Davvero Kakashi, possiamo aprirli adesso?” chiese Naruto afferrando il bordo del pacchetto pronto per scartarlo.

“Fermati dobe! …. Lo sai che è tradizione della nostra famiglia aprire i regali la sera della vigilia ….. devi aspettare fino a domani sera!” bloccando il braccio del biondo e guardandolo seriamente.

Naruto si fermò e guardò negli occhi il moro:

“Hai ragione teme! ….. Lo scarterò domani sera!” togliendo la mano dal bordo del pacchetto.

Sakura era rimasta a contemplare il pacchetto, alternando il suo sguardo fra il regalo e il volto sereno del Jonin:

“Kakashi? ….. N-non so se posso accettarlo …. Io non ti ho fatto nessun regalo!” abbassando lo sguardo imbarazzata.

Anche Sasuke e Naruto guardarono la compagna e il maestro poi, all’unisono:

“E’ vero! …. Neanche io!” guardandosi in cagnesco per aver detto insieme la stessa frase.

“Ahahah ….. ragazzi non preoccupatevi, il mio regalo è una sciocchezza ma ci tenevo a farvelo! ….. Inoltre vorrei correggervi ….. voi il regalo me lo avete già fatto, anzi, ogni giorno me ne fate uno! I vostri miglioramenti negli allenamenti e le vostre attenzione ogni volta che vi insegno qualcosa di nuovo, sono un regalo bellissimo per me! ….. Adesso tornate ad allenarvi anche perché oggi, come saprete, è l’ultimo giorno in cui l’accademia rimarrà aperta!” guardando i suoi allievi con volto sereno e compiaciuto.

“Come l’accademia chiude? …. Perché?” Sakura guardò il maestro sconcertata.

“Tze …. chiude per le vacanze natalizie e riapre subito dopo le festività natalizie! ….. Vuoi forse dirci che non lo sapevi? Le scuole al settore omega rimangono aperte o chiudono in questo periodo?” guardandola infastidito.

“N-no …. chiudono anche loro ….. pensavo che l’accademia non chiudesse!” abbassando lo sguardo rendendosi conto della domanda inutile che aveva fatto.

“Tze ….. pensavi! ….. L’unica differenza fra i due settori è la distinzione fra civili e ninja, tutto il resto è uguale, mettitelo in testa ….. noiosa!” Sasuke le rispose in malo modo infastidito da quella domanda, per lui fuori luogo e stupida.

“Adesso basta Sasuke! ….. Sakura ha fatto una semplice domanda e non mi sembra il caso di risponderle in questo modo! ……” guardano il moro con sguardo di rimprovero, poi si voltò verso la rosa con il volto rilassato: “ …. Non ascoltarlo, fai bene a fare delle domande se le cose non le sai ….. da parte nostra troverai sempre una risposta gentile, vero?” dando uno scappellotto a Sasuke, sotto lo sguardo divertito di Naruto.

Sakura sorrise appena come segno di gratitudine verso il maestro.

Sasuke si massaggiò la testa ma non emise nessun suono per via del suo orgoglio, nonostante lo scappellotto gli duolesse.

“Ahahahah teme, ben ti sta! …. Per una volta non sono stato io a venir picchiato! ….. Ahahahah!” ridendogli in faccia senza contegno.

Sasuke, adirato e intollerante alle prese in giro, lo scaraventò a diversi metri di distanza sfoderando un micidiale calcio, scambiando la faccia del biondo per un pallone da calcio.

“Tze …. così impari!” incamminandosi al suo angolo di campo con una mano in tasca e con l’altra che reggeva il regalo di Kakashi.

Sakura stava riponendo con cura il suo regalo dentro allo zaino, quando Kakashi le si avvicinò:

“Sakura, oggi gli allenamenti finiranno dopo la pausa pranzo, così ci scambieremo gli auguri, ok?” poggiandole una mano sulla spalla.

“Come? Perché così presto?” guardandolo con stupore.

“Per dare l’opportunità a tutti i cadetti di fare gli ultimi acquisti prima di Natale ….. domani è già la vigilia e i preparativi richiedono molto tempo ….. in questo periodo di vacanza vorrei che non ti sforzassi negli allenamenti, hai bisogno di riposarti e di ricare le tue energie. Se non mi sbaglio non puoi più prendere gli alimentatori, dico bene?” fissandola negli occhi.

“Già! …. Va bene, non mi sforzerò, promesso!” incurvando le labbra in un sorriso.

“Perfetto ….. adesso ricomincia i tuoi allenamenti!” battendole la mano sulla spalla e allontanandosi per raggiungere Sasuke e magari, recuperare Naruto finito appollaiato in qualche ramo dopo il potente calcio di Sasuke.

Sakura aveva accettato di buon grado il suggerimento del maestro di non allenarsi troppo durante le vacanze, così avrebbe potuto concentrarsi meglio sui suoi studi di medicina. Durante le giornate era troppo impegnata negli allenamenti, come nel fine settimana e il tempo che dedicava allo studio era veramente poco, solo qualche ora alla sera prima di andare a dormire. Aveva capito le basi per usare il chakra curativo ma le mancavano alcuni punti prima di usare alla perfezione il chakra curativo. Doveva sbrigarsi ad impararli, era già da molto tempo che non incontrava Alan e gli altri …..

Durante la pausa pranzo, Naruto, a differenza delle altre volte, mangiava in assoluto silenzio lanciando di continuo sguardi di rabbia verso Sasuke.

“Dobe, smettila di guardarmi in quel modo, mi dai sui nervi …. Tze!” afferrando con le bacchette un pezzo di pomodoro.

“Eh no teme ….. hai visto come hai ridotto il mio bel faccino?” smettendo di mangiare e indicando la sua faccia che portava ancora i segni dell’impronta del piede di Sasuke.

“Ben ti sta, così impari per la prossima volta!” continuando a mangiare come se nulla fosse.

“Coosaaaa! Ma io ti ……”

“Basta voi due! ….. Ma c’è un giorno che voi due non litigate?” Kakashi si portò la mano sulla fronte esasperato dai continui litigi dei ragazzi.

“No!” risposero all’unisono.

Sakura li guardò stupita e timidamente:

“Volete forse dire che litigate tutti i giorni? ….. Io credevo che andaste d’accordo?”

“Infatti è così Sakura-chan! Io e il teme andiamo d’accordo e ci vogliamo molto bene ma litighiamo sempre …. è più forte di noi …. so che sembra strano ma è la verità!” mettendo un braccio sulla spalla del moro per abbracciarlo.

“Leva le tue manacce da me! ….. Sai che non sopporto essere abbracciato ….. tze!” rispose arrabbiato Sasuke, anche se in verità sembrava più imbarazzato dal gesto di affetto ricevuto.

“Già è vero, quasi dimenticavo ….. vuoi solo gli abbracci di Itachi, vero?” avvicinandosi con le labbra sporgenti a bacio per prenderlo in giro, ricevendo un pugno in testa dal moro e facendogli finira la faccia a terra.

“Itachi?” chiese sorpresa Sakura.

“Mio fratello!” le rispose il moro mentre si massaggiava la mano dopo il pugno sferrato al biondo.

Naruto si rialzò da terra massaggiandosi la testa mentre da questa spuntava un enorme bernoccolo:

“Sakura-chan …. Itachi è il fratello maggiore di Sasuke ed è un anbu! ….. Teme adesso basta colpirmi, ho già la faccia segnata dal tuo piede e in testa mi è già spuntato un bernoccolo ….. mi toccherà andare dalla nonna a farmi medicare, altrimenti domani sera sarò inguardabile!” guardandolo con disappunto.

“Tze …. non sei poi tanto diverso dal solito!” lanciandogli uno sguardo di sfida, ma prima che il biondo potesse controbattere, Kakashi, che per tutto il tempo aveva osservato la scena con aria divertita, intervenne:

“Perchè non continuate più tardi a litigare? Prima di congedarvi e dare inizio alle vostre vacanze, vorrei che ci scambiassimo fra di noi gli auguri!” alzandosi e mettendo le mani all’altezza dei fianchi mentre guardava i suoi allievi con aria serena.

Sakura si alzò anche lei, seguita dagli altri due.

“Buon Natale e Felice anno nuovo team7!”  disse Kakashi mostrando il segno di vittoria con le dita.

“B-buone vacanze a tutti!” disse timidamente la rosa.

“Grazie a tutti e buone vacanze anche a voi!” rispose Naruto sfoggiando un sorriso radioso.

I tre componenti si voltarono verso il moro per ricevere anche i suoi auguri:

“Mh!” emettendo un monosillabo insignificante mentre si portava le braccia congiunte al petto.

Agli altri tre comparve un enorme gocciolone all’altezza della tempia: Sasuke era sempre il solito!

“Bene ragazzi, adesso devo andare, ci vediamo in giro!” Kakashi sparì dietro la sua solita nuvola di fumo.

Sakura stava prendendo lo zaino, quando:

“Sakura-chan, che ne dici se in questi giorni ci incontrassimo insieme a tutti gli altri?” le chiese speranzoso Naruto.

“Tutti gli altri?” le chiese Sakura non capendo a chi si stesse riferendo il compagno.

“Shikamaru, Neji, Kiba, Hinata, Ino, Temari e Ten Ten!” elencando i nomi contandoli con le dita.

“V-veramente i-io ….”

“Tze …. rispondi con sincerità e non inventare scuse come l’ultima volta!” Sasuke la guardò minaccioso.

Sakura incassò il colpo, ma cercò di non farlo notare:

“Se non mi interrompevi avrei risposto …..” stringendo fortemente i pugni: “ …… in questo periodo di vacanza sarò molto impegnata e non credo di avere molto tempo a disposizione per uscire con voi, grazie comunque per avermi invitata! ….. ci vediamo con l’anno nuovo!” inchinandosi appena e dirigendosi di corsa verso i cancelli dell’accademia.

“Teme, non ti riesce proprio trattarla bene, vero?” guardandolo seriamente.

“Se vuoi ottenere qualcosa con lei, devi usare un tono duro e fermo ..... ricordatelo dobe! …. Ora andiamo a casa, sicuramente mia madre avrà un sacco di commissioni da affidarci per i preparativi di domani sera!” incamminandosi verso l’uscita seguito a ruota dal biondo.

*****************

Sakura correva per le vie del settore omega ripensando a quanto detestasse il comportamento di Sasuke.

“Toh! Il rifiuto della società!”  Alan le fece lo sgambetto facendola finire a terra.

Lui e gli altri stavano per continuare le angherie quando:

“Sakura! Tutto bene?” il signor Yukan aveva appena voltato l’angolo della via,  vedendo solo la figlia caduta a terra circondata dagli altri ragazzi.

Alan si abbassò e avvicinandosi all’orecchio della rosa le sussurrò:

“Stai bene attenta a quello che dici, altrimenti sai cosa succederà!”

Sakura si morse il labbro inferiore e cercò di far leva sulle braccia per rialzarsi, quando sentì dietro di lei la voce del padre:

“Sakura, ma che cos’è successo?” guardandola preoccupato.

“Niente papà, sono solo inciampata!” gli rispose cercando di essere più convincente possibile.

“Infatti è così signor Yukan …. l’abbiamo vista cadere e ci siamo precipitati subito ad aiutarla, vero ragazzi?” Alan si voltò verso i suoi amici che annuirono con il capo.

“Vi ringrazio ragazzi per aver pensato ad aiutare mia figlia ….. adesso ci penso io a lei, voi potete andare!” cingendo i fianchi della figlia per sorreggerla ed aiutarla a camminare visto che le ginocchia sanguinavano.

“Allora ci si vede in giro …. Sakura!” Alan lanciò uno sguardo di disprezzo alla rosa e si allontanò insieme agli altri.

“Bambina mia, sei veramente inciampata o sono stati loro?” le chiese mentre l’aiutava a camminare.

“No papà …. sono inciampata, non preoccuparti!” le rispose a malincuore sapendo di avergli mentito …. ancora una volta ….

Giunti a casa, il padre la adagiò sul divano per poi dirigersi verso il bagno a prendere il disinfettante e qualche benda.

Sakura si guardò le ginocchia sanguinanti costatando che era solo tanti piccoli graffi …. le nozioni basi che aveva appreso dai suoi studi le fecero venire un’idea. Posizionò le mani sopra le parti lese e iniziò a concentrare il suo chakra curativo …..

Il padre ritornò sorreggendo in una mano, il disinfettante insieme al cotone e nell’altra, bende e cerotti di varie misure, facendo cadere in tutto a terra appena vide una strana luce verde sotto il dorso delle mani della figlia.

“Bambina mia, cosa stai facendo?” correndo verso di lei preoccupato.

Sakura continuava a rimanere concentrata, fin quando non incurvò le labbra in un sorriso: era riuscita a curarsi le ferite!

“Papà, guarda! C’è l’ho fatta! …. Sono riuscita ad usare il chakra curativo su di me!” guardandolo estasiata.

Il padre, ancora incredulo, guardò le ginocchia della figlia notando che erano sparite tutte le ferite. Toccò e tastò con molta attenzione le ginocchia, poi la guardò con ammirazione:

“Bambina mia! Sei stata bravissima! …. Sei riuscita ad imparare da sola le tecniche della medicina! Non avrei mai creduto che potessi farcela senza l’aiuto di nessuno! ….. Lo sai vero, che sono molto orgoglioso di te?” accarezzandole amorevolmente la guancia.

Sakura continuò a sorridergli beandosi di quelle carezze piene d’amore e di affetto.

“Non credevo nemmeno io di riuscirci …. ci ho provato e ci sono riuscita! …. Non mi fanno più male!” alzandosi in piedi e facendo qualche piegamento con le ginocchia.

Si fermò di colpo e guardò sorpresa il padre:

“Papà! Come mai sei a casa così presto?”

“L’Hokage ha dato mezza giornata di permesso a tutti i funzionari del palazzo, come premio per il nostro operato! Immagino che la stessa cosa riguardi anche te e i tuoi allenamenti dato che sei già a casa anche tu!” le rispose sorridendogli come sempre.

“Indovinato! …. Dato che siamo a casa entrambi, che ne dici se insieme addobbassimo la casa per il Natale? …. E’ un peccato tenere dentro le scatole tutti i nostri addobbi …. potremo attaccarli lungo le scale, attorno alle cornici delle porte, sopra le finestre …. che ne dici?” guardandolo speranzosa.

“Come? …. E’ un’ottima idea ….. lo spirito natalizio c’è anche senza l’albero, vero?” alzandosi e dirigendosi verso la cantina a recuperare gli scatoloni contententi i vari addobbi.

Sakura, nel mentre, salì in camera sua per cambiarsi i vestiti, dato che erano tutti sporchi sia per l’allenamento che per la caduta causata da Alan ….. già Alan e suoi ex amici ….. Si riguardò le ginocchia e con il sorriso dipinto sul volto pensò che doveva solo perfezionare l’utilizzo del chakra curativo sugli ematomi, risolvendo definitivamente il problema di nascondere le angherie a cui era costretta subire.

Aprì il suo zaino trovando il pacchetto di Kakashi ….. era curiosa di conoscere il contenuto, ma doveva aspettare il giorno seguente come da tradizione.

Per quel Natale lei e il padre avevano deciso di non farsi nessun regalo a causa delle difficoltà economiche e per non far dispiacere l’anziano genitore, dicendogli di aver ricevuto un dono da parte di qualcun altro al di fuori di lui, decise di nasconderlo dentro al suo armadio.
Appena chiuse l’anta, si sentì chiamare dal piano di sotto:

“Scendo subito papà!” dirigendosi di corsa verso le scale.

 


Angolo dell’Autrice:
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che abbiate notato qualche piccolo particolare che verrà usato e spiegato meglio successivamente.
Mi sento in dovere di fare una premessa, o meglio, dare una spiegazione a questa mia ff.
Come avrete già letto nell’introduzione iniziale, questa storia è una mia rivoluzione al manga originale di Naruto e per questo sarà molto ma molto lunga. Non preoccupatevi non ho intenzione di scrivere quasi 700 capitoli, non ne sarei capace!!! :-))
Ogni capitolo scritto ha una sua spiegazione e un suo senso logico, necessari per il proseguimento della ff. Le descrizioni dei personaggi e degli ambienti sono necessari, oltre che mi piace scriverli, perché danno un senso di continuità e di coinvolgimento, sia alla storia che a voi lettori (almeno  spero), inoltre lascio sempre  delle piccole tracce fondamentali per il proseguimento.
La mia fantasia è molto ambigua e contorta e me ne rendo conto da sola, ma sono fatta così e così è il mio modo di scrivere che può piacere come no …. Ed è normale che sia così! (ripetizione ma fa lo stesso!)
La storia è tutta ben delineata nella mia mente e ogni domanda, troverà risposta, come ogni mistero verrà svelato, tipo: qual è il problema di Sakura con il chakra? Chi è la sua vera famiglia? Quand’è che il padre le dice la verità? Alan e company, quando avranno una bella lezione? ……  Credetemi, muoio anch’io dalla voglia di svelarvi tutto, ma se accellerassi i tempi, la storia diventerebbe approssimativa e sbrigativa, e i capitoli già scritti perderebbero di significato. Per questo motivo continuerò a scrivere seguendo il mio istinto e sono anche consapevole che forse perderò l’interesse dei lettori :((( ….. ma proprio non posso modificare la trama ….. vorrei però farvi un’anticipazione giusto per ringraziarvi ….. il secondo segreto di Sakura riguardante il mistero del suo chakra, verrà svelato dopo l’esame Genin! …..
Un bacione grande grande
Manga

 

 

 

 

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Capitolo 23
*** Le vacanze natalizie ***


Come previsto da Sasuke, Mikoto assegnò un sacco di commisioni ai due ragazzi per i preparativi della vigilia di Natale, rincasando definitivamente verso l’ora di cena.

“Ecco mamma, con questo abbiamo finito!” porgendole un paio di sacchetti con gli ultimi acquisti di pesce e verdure.

“Abbiamo finito, vero zia? ….. Con tutte queste commissioni e le ore di fila nei negozi, sono più stanco rispetto ad un’intera giornata di allenamenti con Kakashi!” disse Naruto stiracchiandosi .

“Si, questo era l’ultimo, grazie infinite ragazzi, mi avete fatto un enorme piacere, dandomi la possibilità di portarmi avanti con la preparazione della cena di domani sera!” sorridendo amorevolemente come era solita fare.

 “Ti prego, zia ….. dimmi che la cena è già pronta, sto morendo di fame!” massaggiandosi lo stomaco che aveva iniziato a brontolare.

“Dobe, sei incorreggibile!” rispose Sasuke infastidito dai rumori dello stomaco del biondo.

“Certo …. e come ringraziamento per il vostro aiuto vi ho cucinato i vostri piatti preferiti! ….. Su, andate a lavarvi le mani!” gli ordinò gentilmente Mikoto.

“Ramen? ….. Zia ti adoro!!!” precipitandosi verso il bagno per poi fiondarsi in cucina a mangiare il suo piatto preferito.

Sasuke invece alzò lo sguardo al cielo: Naruto non si smentiva mai!

Fugaku e Itachi erano già a sedere ai loro posti, aspettando i due ragazzi prima di iniziare a cenare tutti insieme.

“Papà? …. Ci sono stati altri attacchi nemici dopo la mia missione?” gli chiese Itachi con aria preoccupata.

Fugaku sospirò e incrociò le braccia:

“Purtroppo si, anche se dagli ultimi rapporti sembra non abbiano causato feriti o peggio …. morti!”

“Dunque …. il mio sospetto di una nuova organizzazione crimanale era giusto!” abbassando lo sguardo pensieroso.

“Io e tua zia lo pensiamo, purtroppo mancano delle prove certe e senza queste non possiamo avvisare gli altri due Regni!” fissando un punto indefinito del soffitto.

“Come? ….. Perché, non sono sufficenti le prove raccolte? Cosa dovete aspettare ….. una dichiarazione di guerra, prima di avvisare i nostri alleati?” gli ribattè alzando il tono della voce.

“Calmati Itachi e abbassa la voce ….” fissandolo seriamente: “ …. i tuoi fratelli sono appena rientrati e non voglio che sentano questi discorsi!”

Itachi abbassò lo sguardo:

“Scusa papà, hai ragione …. mi sono fatto prendere la mano …. ma dopo quello che ho visto in missione …..”

“Lo so, lo so ….” poggiandogli una mano saldamente sul braccio: “ ….. vedi …. per allertare i nostri alleati, servono prove più convincenti …. per il momento questi attacchi sembrano compiuti con l’intento di rubare qualcosa o di creare del terrorismo nei villaggi di campagna, isolati dalle città ….. sono attacchi che purtroppo ci sono sempre stati ….. i dati che siete riusciti a raccogliere, in cui spiegate nei dettagli alcune tecniche segrete di combattimento che sono state rubate tempo addietro, non sono sufficenti ….. dovremo aspettare che diventino più consistenti, prima di dare l’allarme!”

“Capisco! ….. Non sarebbe il caso di aumentare la protezione nei villaggi di campagna?” guardando il padre seriamente.

“Ci abbiamo pensato, ma se la nostra supposizione fosse vera, aumentando la protezione nelle campagna, indeboliremo i villaggi potenti! Crediamo che sia questo l’obiettivo del nemico, così avrebbe maggiore possibilità di vittoria! …… Sono passati dodici anni dalla fine della terza grande guerra e purtroppo abbiamo perso tantissimi ninja valorosi ….. le varie città si stanno riorganizzando con l’addestramento di nuove reclute e …..” Fugaku venne interrotto dall’arrivo di un fulmine ….. Naruto!

“Ramen, ramen, ramen!!!” arrivando di corsa e urlando con entusiasmo.

“Naruto, smettila di urlare …. non siamo sordi!” lo rimproverò bonariamente Fugaku.

“Itachi non ancora ….. è giovane! …. Ma tu, mio caro zio, inizi ad avere una certa età e l’udito è il primo a risentirne!” sedendosi scompostamente al suo posto.

“Come ti permetti!” gli urlò Fugaku afferrandolo per la maglia, mentre Itachi tratteneva una risata.

“Che sta succedendo? ….. Fugaku, lascia andare subito Naruto!” Mikoto era ritornata in cucina seguita da Sasuke.

“Ma cara! …. E’ lui che mi provoca!” cercò di giustificarsi il capo famiglia.

“Oh insomma Fugaku! …. Delle volte mi chiedo chi fra voi due sia l’adulto e chi il bambino!”

L’Uchiha maggiore guardò offeso la moglie, mentre Naruto sghignazzava, coprendosi la bocca con una mano, e con l’altra indicando lo zio …..

“Smettila anche tu Naruto …. hai già dodici anni e devi iniziare a comportarti in modo più maturo!” lo rimproverò Mikoto alzando e roteando in aria il mestolo che teneva in mano.

“Scusa zia!” il biondo si ricompose sistemandosi compostamente sul cuscino.

“Vedete di comportarvi bene …. altrimenti niente cena per entrambi!” indicando il marito e il nipote, mentre questi subivano in silenzio i rimproveri ….. nessuno in famiglia osava contraddire Mikoto!

Sasuke e Itachi si lanciarono sguardi diverti, non capitava tutti i giorni di vedere la madre sgridare il padre e Naruto.
Dopo il rimprovero di Mikoto, la famiglia Uchiha iniziò a cenare, mentre Fugaku e Naruto continuavano a lanciarsi sguardi fulminei ……

Il giorno dopo, Mikoto svegliò molto presto i membri della famiglia, iniziando ad impartire ordini per farsi aiutare nei preparativi e finire entro le prime ore del pomeriggio, per poi dedicarsi tutti insieme, all’addobbo dell’albero di Natale.

Gli uomini di casa ubbidirono alla lettera a tutte le disposizioni di Mikoto senza protestare: ormai erano abituati, dato che ogni anno si ripeteva la stessa cosa …..

Verso sera, l’enorme salone di villa Uchiha era completamente addobbato e nel centro, spiccava un gigantesco albero di Natale. Mikoto salì sulle mani di Itachi e Fugaku per farsi issare e posizionare il pezzo mancante: la stella.
Era la loro tradizione, solo la donna di casa poteva posizionare l’ultimo addobbo!

Sasuke e Naruto guardarono soddisfatti l’enorme albero ….. il moro aveva un leggero sorriso sulle labbra …. anche per lui il clima natalizio era contagioso!
“Ecco fatto, potete farmi scendere” disse Mikoto dopo aver fissato la stella.

“Zia, quando arriva la nonna?” domandò incuriosito Naruto.

“Cos’è dobe, hai già fame?” gli chiese il moro usando un tono più cordiale rispetto al suo solito.

“Anche ….. e poi prima mangiamo prima possiamo aprire i regali!” rispose sfoggiando un sorriso beffardo.

“E’ vero, i regali! ….. Avanti andiamo a prenderli e mettiamoli tutti sotto l’albero!” ordinò sorridendo Mikoto.

“Subito zia …. però non mi hai detto quando arriva la nonna!”  affiancandola e sorridendole.

“Se non viene trattenuta a palazzo, dovrebbe arrivare fra circa venti minuti!” gli rispose dolcemente.
 

*************
 

Tsunade arrivò in perfetto orario, carica di un’infinità di regali.

“Ciao Tsunade, accomodati pure …. ma quanti regali hai? Non dovevi disturbarti in questo modo!” Mikoto la fece entrare in casa guardando sconcertata il numero infinito di pacchi dentro ad innumerevoli sacchi.

“Ciao Mikoto ….. sono sempre impegnata al lavoro e non ho tempo di spendere il mio denaro per me stessa, quindi lo spendo volentieri per la mia famiglia!” sorridendole con affetto.

Naruto le corse incontro raggiante:

“Ciao nonnina! ….. Quali sono i miei regali?” chiese curioso e ricevendo come risposta un pugno in testa.

“Naruto! ….. Se mi chiami un’altra volta nonnina …. giuro che …..” stringendo fortemente il pugno e le labbra.

“Non ti arrabbiare ….. ti si vedono di più le rughe …. potevi dirmelo subito che non ti piace –nonnina- ….. nonna!” guardandola con sfida e massaggiandosi la testa.
Tsunade sospirò, se avesse continuato a rimproverarlo avrebbe fatto il suo gioco, finendo per riempirlo di botte ….. doveva ricordarsi del detto di Natale in cui “ tutti sono più buoni” ….. e nel suo caso ….. più tolleranti!

“Lasciamo perdere! ….. Aiutami piuttosto a mettere tutti questi regali sotto l’albero!” porgendogli dei sacchi che prontamente il biondo prese.

Tsunade si incamminò verso il salone scuotendo la testa in segno di rassegnazione per quel diavoletto biondo a cui era tanto affezionata, mentre Mikoto la fiancheggiava sorridendo.

“Ciao zia!” dissero all’unisono Itachi e Sasuke.

“Ciao Tsunade!” salutò cordialmente Fugaku.

“Ciao a tutti! …. Caspita che bell’albero …. devo dire che quest’anno è ancora più bello rispetto all’anno scorso!” disse Tsunade guardando con ammirazione il gigantesco abete.

“Nonna, lo dici tutti gli anni …. lo sai che ci piace cambiare!” rispose Naruto mentre sistemava con cura tutti i pacchi.

“Naruto ha ragione ….. e aspetta di vedere quante buone pietanze ha cucinato Mikoto! Quest’anno ha superato se stessa …. ci sono molte più portate rispetto al Natale scorso!” le disse Fugaku orgoglioso mentre spostava la sedia del gran tavolo apparecchiato per il cenone e indicando di andarsi a sedere.

“Più pietanze? …. L’anno scorso ero talmente piena che a fatica riuscivo a camminare …. come farò questa sera?” chiese ridendo Tsunade.

“Fugaku ha esagerato! …. Diciamo che mi sono fatta prendere un po’ più la mano!” avvicinandosi al tavolo.

“Zia non preoccuparti …. La mamma mi ha fatto preparare la stanza degli ospiti, così potrai rimanere a dormire a casa nostra!” le disse Sasuke con soddisfazione.

Tsunade guardò il nipote notando l’orgoglio e il compiacimento dipinto sul viso, gli fece una leggera carezza sulla guancia e inaspettatamente, Sasuke non si scostò e non mostrò disprezzo per quello che definiva “smanceria”: il Natale rendeva veramente tutti più buoni e …. cordiali!

Il cenone si consumò fra risate, divertimento e aneddoti passati. Mikoto aveva ricevuto un’infinità di complimenti per ogni portata, dimostrandosi ancora una volta, un’eccellente cuoca.

Erano tutti pieni, ma mancavano ancora i dolci caratteristici del Natale, persino Naruto e Fugaku, ingordi com’erano, chiesero pietà al loro stomaco!

“Mamma ….. senza offesa ….. ma potremo digerire un po’ prima di mangiare i dolci? Credo di non farcela più nemmeno io!” chiese Itachi massaggiandosi l’addome gonfio.

“Mikoto ….. mi unisco anch’io alle suppliche della famiglia ….. mentre aspettiamo di digerire, che ne dite se iniziassimo ad aprire i regali?” chiese tutta sorridente Tsunade.

Mikoto sospirò ….. ci teneva a completare il cenone con i dessert, ma effettivamente aveva esagerato con le portate principali:

“Credo sia un’ottima idea ….. la sera è ancora lunga ….. finiremo dopo di cenare!” rispose indicando i numerosissimi regali posti sotto l’albero, dando così il consenso di alzarsi tutti da tavola.

Sasuke e Naruto furono i primi a fiondarsi sotto l’albero iniziando a scartare i pacchi, sotto lo sguardo divertito e compiaciuto degli adulti: era normale, erano ancora dei ragazzini, i piccoli di famiglia!

Vestiti, armi, libri, gioielli, pergamene ….. erano questi i regali della famiglia Uchiha, apprezzati da tutti.

“Quanti bei doni! …. Sono contentissimo, peccato però che siano già finiti” Naruto abbracciò soddisfatto tutti i suoi regali.

“Dobe, ne manca ancora uno! …. Quello di Kakashi!” sventolandogli davanti agli occhi il pacchetto.

“E’ vero! Me ne stavo dimenticando …. chissà cosa ci avrà fatto!” si domandò ad alta voce mentre iniziò a scartarlo.

“Cosa? Kakashi vi ha fatto un regalo? Sono curioso di sapere cosa vi ha fatto!” disse Itachi avvicinandosi di più ai suoi fratelli per guardare meglio.

“Ehi …. ma questa è …..questa è una delle foto che ci ha scattato quel giorno! Teme, guarda che faccia che hai ….. sembri impaurito!” disse Naruto divertito mentre mostrava la foto in cui si preparava a dare un pugno a Sasuke.

“Impaurito io!? Ma non dire idiozie dobe …. guarda piuttosto questa e ripetilo se hai il coraggio!” mostrandogli l’altra foto in cui si preparava a difendersi e a colpirlo.
Fugaku si mise in mezzo ai due ragazzi afferrando entrambe le cornici:

“Adesso basta voi due …. un minimo di contegno!” fulminandoli con lo sguardo e guardando le foto.

“Ma questa è la foto del vostro team! E’ molto originale come regalo …..” mostrandosi sorpreso: “ ….. peccato che dimostriate a pieno la vostra immaturità ….. litigate in continuazione e questo non …..” ma Fugaku non riuscì a finire la frase che Mikoto afferrò le cornici.

“La foto del team 7? Allora c’è anche Sakura! ….. Sono curiosa di vedere com’è questa ragazza!” osservando le foto.

Mikoto divenne seria e pensierosa:

“Ma perché è così triste?” chiese rivolta ai ragazzi.

Anche Itachi e Tsunade osservarono attentamente le fotografie.

“E io che ne so! …. E’ da quando ha iniziato a frequentare l’accademia che ha quell’espressione! …. Per me è lei che è così di natura!” rispose quasi scocciato Sasuke.

“Il teme ha ragione zia ….. ha sempre quell’espressione!” disse Naruto portandosi le braccia dietro alla testa.

“No! …. C’è qualcosa che non va! …. Tre anni fa, quando l’ho conosciuta, aveva un viso allegro e sereno, mentre in questa foto e spento e triste ….. si vede che sta soffrendo molto!” disse Itachi molto pensieroso.

Sasuke guardò il fratello per poi fare spallucce, incurante delle sue parole. Anche Naruto non mostrò particolare interesse.

“Vedete che siete degli immaturi! …..” gridò Fugaku tirando entrambi per le orecchie: “ ….. Non solo non fate altro che litigare, ma non mostrate il ben che minimo interesse nei confronti della vostra compagna! Un ottimo team si basa anche sull’aiuto reciproco dei suoi componenti!”

“Ahia zio! Così mi fai male ….. ho capito, adesso basta e lasciami l’orecchio!” supplicò Naruto per poi massaggiarselo tutto dolorante.

“Papà non è colpa nostra se si rifiuta di confidarsi e di parlare con noi! ….. Naruto ci sta provando in tutti i modi ma lei sembra non interessare!” rispose Sasuke massaggiandosi anche lui l’orecchio.

“E tu? Come ti comporti con la tua compagna?” chiese dolcemente Mikoto.

“Io? ….. Io non sono espansivo come Naruto e sinceramente credo che il motivo di questo suo comportamento sia uno solo, cioè che non vuole integrarsi con noi!” guardando la madre seriamente.

“Potrebbe anche essere vero ….. però non dovete dimenticare che siete un team! Se Sakura non si sente a suo agio dovrete impegnarvi al massimo per farla integrare con voi!” intervenne risoluta Tsunade con le braccia incrociate.

“Vostra zia ha ragione ….. sta a voi impegnarvi per farle cambiare idea ….. mi piacerebbe vederla sorridere e vedere anche i suoi occhi …. dalla foto sembra molto carina!” disse Mikoto guardando i nipoti e osservando la loro espressione.

“Si zia, Sakura-chan è molto carina però tira dei pugni potentissimi!!!” rispose Naruto massaggiandosi involontariamente le parti del corpo colpiti dalla rosa.

I presenti risero all’affermazione del biondo sapendo i motivi per cui la compagna lo aveva picchiato! …. Solo Sasuke sembrava non apprezzare la bellezza della compagna.

“Sasuke, secondo te Sakura è carina?” gli chiese Tsunade con tono beffardo.

“Cosa? Chi, quella? …..  Tze …. è’ solo noiosa!” rispose il moro contrariato per quella domanda.

“Figliolo non ti ricordi più quello che ti ho detto un po’ di tempo fa? Non devi umiliare le persone!” disse Fugaku guardandolo minaccioso.

“Mi ricordo benissimo i tuoi insegnamenti papà e non ti ho disubbidito …. ho solo espresso una mia opinione sul suo modo di essere, ecco tutto!” rispose convinto.
Fugaku stava per dire qualcos’altro ma Mikoto gli fece cenno con il capo di non aggiungere altro.

“D’accordo Sasuke …… per te è noiosa, ma potresti sforzarti un po’ di più cercando di conoscerla meglio …. a guardarla dalla foto mi sembra una ragazza molto interessante!” gli disse la madre dolcemente.

“Interessante? ….. Non saprei in cosa!”  Sasuke era scocciato, non gli andava di parlare della compagna.

“Questo potrei dirtelo io …..” disse Tsunade attirando l’attenzione dei presenti: “ ….. lo sapevate che Sakura è molto interessata alle arti curative e le sta studiando da sola?”

“Dici sul serio nonna? …. Questa poi!” disse Naruto grattandosi pensieroso la testa.

“Sì Naruto …. io stessa le ho regalato un libro di medicina!”

“Tu? Ma quando l’hai vista zia?” chiese curioso Sasuke.

“E’ venuta in ospedale per farsi prescrivere degli alimentatori e l’ho presa come mia paziente!” iniziando a raccontare tutta la dinamica degli incontri avvenuti, tranne quello con Orochimaru di cui era stata informata da Fugaku, non le sembrava opportuno parlare di quella serpe!

“Avete sentito ragazzi? La zia vi ha dato un argomento di cui parlare con Sakura ….. potreste spronarla a coltivare questo suo interesse, poi fra qualche anno potrebbe fare pratica in ospedale e imparare ad usare il chakra curativo ….. sarebbe una bella fortuna per il vostro team avere un ninja medico, capace di curare i compagni durante degli attacchi e rimettervi in forma per riprendere il combattimento!” disse fiducioso Itachi.

“Un medico eh! …. Si, non è male come idea Itachi!” rispose Sasuke pensieroso ma convinto della sua affermazione.

Gli adulti guardarono compiaciuti il piccolo Uchiha: ora aveva un motivo in più per apprezzare la sua compagna di squadra.

“Nonna? Potresti spiegarmi perché il chakra di Sakura-chan la indebolisce così tanto da farle prendere gli alimentatori?” chiese Naruto.

“Be’ …..” trovandosi imbarazzata alla domanda: “ ….. be’, sicuramente dipende dal fatto che non è abituata ad usare il suo potere ….. non è come tutti noi che abbiamo inziato ad usarlo dalla tenera età allenando il nostro corpo a gestirlo ….. lei lo sta facendo adesso ma deve recuperare tutti gli anni passati in pochissimo tempo …. è per questo che si stanca!” rispose e guardando le facce dei presenti poco convinti della sua spiegazione.

“Non guardate Tsunade con quelle facce! Vi ricordo che è il miglio medico del Regno del Fuoco e se dice che è così …. è così, punto e basta!”

Fugaku  era  interventuto per aiutare l’Hokage:  non poteva permettere che venissero fatte altre domande su Sakura e il suo potere, rischiando di far trapelare il suo segreto ….

“Ha ragione caro! …. Scusa Tsunade, nessuno di noi voleva mettere in dubbio la tua spiegazione! ….. Che ne dite se adesso mangiassimo i dessert?” chiese serenamente Mikoto cercando di cambiare discorso.

“Siiiiiii!” Naruto si precipitò a sedersi a tavola per ricominciare a mangiare ……

 

**************
 

Casa Yukan.
 

“Papà, vieni è pronto!” apprestandosi a togliere la pentola dal fuoco ed iniziare ad impiattare.

“Bambina mia, che buon profumino! Cos’hai cucinato?” chiese sorridente il padre.

“Stufato! ….. E’ da tanto che non lo mangiamo, ho visto che avevi preso la carne circa un mese fa e ho pensato di conservarla in congelatore per cucinarla questa sera!” guardandolo compiaciuta.

“Stufato come cenone di Natale? ….. Insolito ma originale! …. Dopotutto è anche il mio piatto preferito!” gli rispose sorridendole e mettendosi a sedere.

Era un cenone misero come la pietanza cucinata, ma nessuno dei due lo diede a vedere, gustandosi lo stufato come il miglior piatto mai mangiato.

“Bambina mia, i miei complimenti! Sei sempre bravissima a cucinare e avevo proprio voglia di mangiarlo!” pulendosi la bocca con il tovagliolo.

Stava per alzarsi, quando:

“Papà, dove vai? C’è ancora il dolce da mangiare!” alzandosi e dirigendosi verso il frigorifero, dove tirò fuori un piattino pieno di dango.

“I dango? Anche questi era da tanto che non li mangiavamo!” risedendosi compostamente a tavola.

“Già ….. preparo subito il the! …. Papà? Perché quella faccia?” le chiese sorpresa vedendolo dispiaciuto.

“Mi dispiace …. mi dispiace tanto bambina mia! …. Ti ho costretta a festeggiare la vigilia con delle semplici pietanze ….. pietanze che prima potevamo mangiare quasi ogni giorno, mentre adesso possiamo gustarcele solo perché è festa!” disse sconfortato.

“E’ vero! …. Prima le mangiavamo ogni giorno, ma non apprezzavamo così tanto la loro bontà, mentre adesso sì!” facendogli un sorriso radioso rincuorandolo l’anziano genitore.

Gustarono i dango sorseggiando il the caldo, rimanendo in silenzio e scambiandosi vari sorrisi d’affetto.

Sakura si alzò dalla sedia avvicinandosi al lavabo per iniziare a lavare i piatti:

“No, faccio io! Tu hai cucinato ed è giusto che ci pensi io a lavare e a sistemare!” le disse il padre prendendole i guanti.

“No papà, ci penso io! Sarebbe meglio che ti andassi a riposare ….. in questi giorni ti ho visto molto stanco! … Non preoccuparti, penso io a tutto!” rispondendogli cordialmente ma usando un tono che non ammetteva repliche, riprendendosi poi  i guanti.

“Come vuoi bambina mia ….. buona notte e  …… buon Natale!” incamminandosi a passo lento verso le scale.

“Anche a te papà!” Sakura gli sorrise fermandosi a fissarlo ….. camminava con fatica e si teneva stretto saldamente allo scorrimano della scala …..

Quando finì di riordinare la cucina, spense tutte le luci e si apprestò a salire le scale al buio. Entrata in camera, chiuse la porta alla sue spalle rimanendo appoggiata con le mani affisse al pomello della porta e sospirando profondamente, pensando a quanto fosse stata triste la cena della vigilia …. niente prelibatezze e niente regali! …. Kakashi! ….. Sakura si precipitò verso l’armadio per prendere il regalo del suo maestro, ma quando lo prese fra le mani si sentì in colpa per aver ricevuto un dono mentre il padre no!
Andò a sedersi sul letto e rimase per quasi dieci minuti a contemplare il regalo fra le mani, indecisa se aprirlo oppure no ….. poi si decise e lo scartò, scoprendo una cornice con la foto del suo team! Naruto e Sasuke si guardavano in cagnesco mentre Kakashi li abbracciava per le spalle e lei …. lei era triste e non guardava nemmeno l’obiettivo! Sospirò profondamente alzandosi e andando a nascondere il regalo dentro all’armadio ….. non voleva che il padre la vedesse ….. che vedesse il suo volto triste ….. le avrebbe chiesto delle spiegazioni e lei non poteva dargliele, specie in quel periodo in cui il padre aveva troppi pensieri ……
 

****************



I giorni passarono abbastanza velocemente, Sakura si dedicava ai suoi studi di medicina e quando voleva riposarsi un po’ la vista, saliva in mansarda qualche ora per allenarsi ma senza sforzarsi troppo, come promesso a Kakashi.

L’ultimo giorno dell’anno, lei e il padre attesero l’arrivo del nuovo anno sul divano, concentrandosi nelle loro letture e scambiandosi affettuosamente gli auguri appena sentirono lo scoppio dei fuochi d’artificio, brindando con una semplice tazza di the.

Il primo giorno dell’anno, la tradizione voleva che tutti gli abitanti di Konoha, civili e ninja, si recassero al tempio per pregare e scambiarsi gli auguri ……

 “Sakura?” il padre entrò nella sua camera trovando la porta aperta.

“Dimmi papà!” continuando a studiare.

“Volevo chiederti se questa mattina ti andrebbe di andare al tempio!” le chiese pur conoscendo già la risposta.

La rosa alzò il volto mordendosi appena le labbra:

“Veramente io ….”

“Ho capito, non vuoi andarci ….. va bene, non voglio insistere! So che da quando hai scoperto di essere una kunoichi non ti fa piacere stare in mezzo alla gente ….. non ti giudico ….. vedo anch’io come ti guardano gli abitanti del nostro settore e mi dispiace tanto per averti arrecato questo dispiacere!” disse con tono affranto, sperando di sentirsi rivolgere una determinata domanda ……

“Papà non dirlo mai più! …..” guardandolo con gli occhi lucidi: “ ….. Ho ereditato il chakra dagli avi della mamma ….. sono una kunoichi e nessuno può cambiare la mia natura …… devo accettare la realtà così come devono accettarla anche gli altri ….. vedrai che prima o poi le cose si sistemeranno ….. tu stesso me lo hai detto tempo fa, ricordi?” sforzandosi di sorridergli.

Il signor Yukan perse un battito ….. sperava che la figlia gli chiedesse il significato dell’ultima frase, dandogli la forza per dirle la verità sulla sua adozione, ma rispondendogli in quel modo aveva perso tutto il suo coraggio ….. la verità faceva troppo male e lo avrebbe fatto di più a lei …… non era ancora pronta per conoscere le sue vere origini, doveva aspettare ancora, almeno fino a quando non avesse accettato del tutto la sua natura da kunoichi!

“Hai ragione ….. ti dissi proprio così …..” contraccambiando il sorriso sforzato: “ ….. penso di ritornare a letto a riposarmi ….. potresti pensare tu al pranzo e alla cena?”

“Certo papà, non preoccuparti, ma …. ma stai bene?” le chiese preoccupata.

“Si ….. sono solo stanco e vorrei riposare …… da un lato sono felice di saperti a casa così se dovessi aver bisogno posso chiamarti! ….. continua pure a studiare!” uscendo dalla stanza a capo chino.

Sakura guardò la porta richiudersi con dietro il padre ….. sembrava come volesse dirle qualcosa, ma forse era solo una sua impressione ….. scrollò appena le spalle e si riconcentrò sullo studio …..
 

**************



Al tempio


La via principale che collegava il centro di Konoha al grande tempio, era addobbata da innumerevoli decorazioni e da un’infinità di bancarelle poste in entrambi i lati, a destra, da quelle dei ninja e a sinistra, da quelle dei civili, come richiesto alcuni anni prima proprio da quest’ultimi.

La via era gremita di gente, tutta sorridente e intenta a scambiarsi gli auguri con parenti e amici, i civili evitavano di voltare lo sguardo dalla parte opposta per non guardare i ninja ma appena si accorsero di una figura, al seguito di altre persone, si fermarono ad ammirarla: era Fugaku Uchiha insieme alla sua famiglia.

Fugaku era molto rispettato in tutta Konoha e il settore omega non faceva eccezione, il suo senso di giustizia ed equità era noto a tutti.

Indossava un kimono da cerimonia come la moglie e il figlio maggiore, mentre Sasuke e Naruto, essendo ancora dei ragazzini, indossavano dei semplici vestiti.

“Nurutoooo! ….. Sasukeeeee!!!”

I due ragazzi si voltarono, riconoscendo subito quella voce squillante:

“Ino! …. Buon anno!” Naruto corse verso l’amica mentre Sasuke sbuffò, incamminandosi lentamente con la famiglia verso gli Yamanaka.

Ino indossava uno splendido kimono in seta viola con fiori ricamati in oro, i suoi lunghi capelli biondi erano stati raccolti accuratamente in una splendida acconciatura ad eccezione di un ciuffo di capelli che le copriva l’occhio destro.

“Buon anno anche a voi!” inchinandosi educatamente appena vide arrivare l’intera famiglia Uchiha.

“Buon anno Inoichi!” Fugaku allungò la mano per stringere quella del padre di Ino.

“Buon anno anche a voi!” rispose cordialmente stringendogli la mano.

Mikoto era già stata trattenuta dalle chiacchiere di Ibiki, la madre di Ino, una donna da un temperamento molto forte come la figlia minore, l’opposto del capo famiglia e della figlia maggiore, più riservati e meno chiacchieroni.

Le figlie di Inoichi erano molto belle anche se non si assomigliavano molto come invece i fratelli Uchiha:

“C-ciao Itachi! …. B-buon anno!”

“Buon anno anche a te ….. Kasumi!” fissandola, tanto da metterla in imbarazzo e farle abbassare appena lo sguardo.

Kasumi indossava anche lei un kimono, molto simile a quello di Ino, i capelli erano raccolti da una mezza coda, facendo ricadere la lunga chioma biondo cenere lungo la schiena, aveva gli occhi azzurri tendente al blu ed era molto più riservata rispetto alle altre due donne della famiglia.

Itachi continuava ad osservarla ammaliato dalla sua bellezza, accorgendosi in un secondo momento di averla messa a disagio:

“Scusami Kasumi ….. stai molto bene vestita così!” sorridendole dolcemente.

“G-grazie!” rispose mentre le gote si arrossarono appena.

Le due famiglie continuarono a parlare ancora un po’, poi:

“Avete già incontrato gli altri?” chiese Ino ai suoi due amici.

“Non ancora, ma sicuramente ci saranno anche loro …. ho voglia di vederli, è da tanto che non ci vediamo!” rispose Naruto iniziando a guardarsi attorno.
“Già è da tanto che non stiamo più insieme ….. tra gli allenamenti e queste feste non siamo ancora riusciti ad incontrarci ….. pensa che non sono nemmeno riuscita a salutare Ten Ten!” disse Ino dispiaciuta.

“Ten Ten? Perché, non capisco?” chiese il biondo preoccupato, mentre Sasuke si voltò verso l’amica in attesa della sua risposta.

“E’ ritornata nel suo Regno per festeggiare le vacanze in famiglia ….. anche Temari è ritornata a casa, ma almento lei sono riuscita a salutarla, dato che siamo nello stesso team!” sospirando.

“Che peccato, non siamo nemmeno riusciti a scambiarci gli auguri ….. teme, dovremo rimediare ….. appena l’accademia riaprirà organizzeremo una serata tutti insieme, che ne dici?” chiese Naruto euforico.

“Tze!” rispose contrariato.

“Siiii! Gran bella idea Naruto, i miei complimenti!” Ino unì le mani iniziando a saltellare per la gioia.

“Visto che siete già andati al tempio, che ne dite di andare a cercare i vostri amici e continuare a fare un giro insieme a loro? Così starete un po’ insieme!” disse Fugaku accennando un lieve sorriso.

“Dici davvero zio? …. Possiamo continuare il nostro giro insieme ai nostri amici?” chiese Naruto in cerca di un’altra conferma.

Fugaku annuì mentre il biondo iniziò a saltare dalla gioia, imitando quasi gli stessi gesti di Ino di qualche attimo prima.

“Datti un contegno dobe ….. ti stanno guardando tutti!” disse Sasuke infastidito da tutta quell’euforia, anche se lui stesso era contento del permesso ricevuto dal padre.

“Papà, posso andare anch’io con loro?” chiese Ino  con occhi supplichevoli.

“Certo ….. vai pure e mi raccomando, comportati bene!” guardandola sorridendo.

“Allora a questo punto ne approfitto anch’io ….. Kasumi ti andrebbe di andare a fare un giro? Vorrei cercare qualche arma utile alla nostra squadra e vorrei un tuo consiglio!” Itachi guardò speranzoso la compagna aspettando una risposta positiva, la quale non tardò ad arrivare.

Stavano per incamminarsi, sotto lo sguardo compiaciuto dei loro rispettivi genitori, quando incontrarono Kakashi:

“Ma chi si vede!!! Buon giorno a tutti e buon anno!”

“Kakashi! Auguri anche a te!” risposero all’unisono i presenti.

“Grazie per il regalo! …. La foto del team è stata un’idea bellissima!” disse Naruto mostrandogli un sorriso a trenta due denti, mentre Kakashi annuì con il capo.

“Itachi, vedo che sei con Kasumi, la tua compagna di squadra …. manca solo Shisui e poi siete al completo!” guardandolo con una luce particolare nell’occhio scoperto.

“Shisui non c’è ….. ha preferito stare un po’ da solo con sua sorella, approfittando della sospensione dei nostri allenamenti!” guardandolo con una certa intesa.

“Ahh! ….. Scusate ma per i miei gusti c’è troppa confusione …… Naruto, Sasuke, riposatevi in questi giorni perché quando riprenderemo gli allenamenti, vi farò sudare parecchio! …. Arrivederci!” salutando i presenti e incamminandosi, confondendosi fra la gente.

In realtà, lo scambio di battute fra Kakashi e Itachi non era altro che una specie di messaggio in codice: Hanare lo stava aspettando al loro posto segreto e Shisui copriva la sorella per non far sospettare il padre.

Itachi appoggiando leggermente la mano sulla spalla di Kasumi per incoraggiarla a camminare, continuando a guardarla e iniziando a parlarle. Sasuke osservò pensieroso il comportamento del fratello: sapeva che era gentile con tutti, ma c’era qualcosa di diverso in quei suoi modi di fare e non riusciva a trovare una spiegazione logica …..

“Avete visto che bella coppia!” disse Ino richiamandolo dai suoi pensieri.

“Come dici?” Sasuke si voltò verso l’amica, convinto di non aver capito bene.

“E dai teme, si vede lontano un miglio che fra quei due c’è del tenero!” gli rispose Naruto battendogli una mano sulla schiena.

“Dobe, non ti permettere mai più! ….. “ voltandosi a guardare le sagome di Itachi e Kusumi: “ ….. Non dite assurdità! Mio fratello non ha tempo per certe cose …. è un anbu oltre ad essere un ottimo ninja! ….. Adesso andiamo a cercare gli altri!” incamminandosi con le mani in tasca, infastidito per le parole dei compagni ….. suo fratello non poteva provare interesse per una ragazza ….. no, nella maniera più assoluta!

Ino e Naruto si guardarono negli occhi trattenendo a stento una sonora risata: si capiva benissimo che Itachi e Kasumi provavano dei sentimenti profondi e lo avevano capito anche i loro genitori, guardandoli camminare insieme con il sorriso stampato sulle labbra, solo Sasuke non se n’era reso conto …. era ancora troppo ingenuo ed immaturo!

Dopo circa venti minuti, incontrarono Shikamaru, Kiba, Neji e Hinata, quest’ultima indossava un kimono azzurro con stampe bianche, raffiguranti i girasoli, i capelli erano sciolti fissati ai lati da due semplici mollette. Rischiò subito di svenire appena Naruto le si avvicinò per farle gli auguri e prontamente Ino le andò in soccorso …..

Ino prese a braccetto Hinata incamminandosi davanti agli altri ragazzi e ammirando tutte le bancarelle, voltando di continuo lo sguardo verso quelle degli omega, come stesse cercando qualcosa in particolare:

“Ino, la smetti di guardarli in quel modo? Lo sai che i civili non sopportano essere osservati da noi ninja …. che seccatura!” disse Shikamaru sbuffando e mettendosi le mani in tasca.

“Lo so Shika ….. ma sto cercando Sakura, qualcuno di voi l’ha vista?” voltandosi speranzosa verso gli altri.

I ragazzi si guardarono e poi negarono con il capo.

“Speravo di incontrarla per farle gli auguri ….. chissà dove sarà!” continuò a chiedersi pensierosa.

“F-forse è c-con i s-suoi a-amici!” disse timidamente Hinata cercando anche lei tra la folla una chioma rosa.

“Dici Hinata? ….. Mmmm, credo che tu abbia ragione ….. però continuiamo a cercarla, magari abbiamo la fortuna di incontrarla! ….. Ci aiutate anche voi nella ricerca, vero ragazzi?” voltandosi e sorridendo verso gli amici.

“Sicuro Ino …… spero proprio di incontrare Sakura-chan e tu teme?” guardandolo speranzoso e con le labbra incurvate in un sorriso.

“Tze …. figuriamoci se perdo il mio tempo a cercare una noiosa!” rispose indispettito, anche se era da un po’ che lanciava sguardi fulminei  nelle file dei civili in cerca della compagna, ma non l’avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto tortura. Era una sua compagna di team e gli sembrava giusto scambiarsi gli auguri …..

Continuarono a camminare su e giù per la via, ma della rosa nessuna traccia, fin quando dalla parte opposta alla loro incontrarono una comitiva di ragazzi omega ….
quest’ultimi lanciarono uno sguardo di disappunto verso di loro, anche se li ignorarono completamente, troppo concentrati nella ricerca della loro compagna.

Quando le due comitive si incrociarono, Sasuke ebbe uno strano presentimento e si voltò, vedendo due occhi castani intenti a fissarlo con disprezzo. L’Uchiha contraccambiò lo sguardo, fin quando il ragazzo omega decise di interrompere quel contatto visivo …..

Sasuke si girò, fissandogli la schiena.

“Ehi teme, che ti prende? Perché stai fissando quei ragazzi?” gli chiese curioso Naruto.

“Mm ….. quel tipo non mi piace!” distogliendo lo sguardo e incamminandosi nuovamente insieme ai suoi amici.

“Sai che novità ….. a te non piace mai nessuno!” gli rispose rassegnato Naruto, aspettandosi una reazione dal moro che però non arrivò. Il biondo lo osservò incredulo per qualche secondo, poi scrollò le spalle e ricominciò a cercare Sakura fra la folla.

Appena Sasuke riprese il suo cammino, il ragazzo omega si voltò a guardarlo:

“Ehi Alan, che ti prende?” chiese incuriosito Saki.

“Quel tipo laggiù ….. quello moro ….. mi ricorda qualcuno ma in questo momento non riesco a ricordare chi!” rispose Alan continuando a fissarlo.

“Ti riferisci a quel ragazzo con il ventaglio stampato sulla giacca?” chiese con tono preoccupato Jungo.

“Si, proprio lui!” voltandosi verso il compagno.

“Alan, dimenticati di quel ragazzo ….. quel ventaglio è il simbolo del clan Uchiha, la famiglia più forte del Regno del Fuoco, il loro capo è Fugaku Uchiha e come sai è ….”

“Lo so benissimo chi è Jungo!” Alan lo aggredì incollerito.

“Alan, non ti arrabbiare ….. Jungo voleva solo dirti chi era ….. dai continuaiamo a fare il nostro giro!” Mimì lo prese sottobraccio trascinandolo lungo la via.

Alan sembrò calmarsi, mentre gli altri ragazzi tirarno un sospiro di sollievo ….. la furia del loro capo era sempre molto difficile da placare e non potevano permettersi di cacciarsi nei guai ….. c’erano troppi ninja e non sarebbero riusciti a spuntarla come tutte le altre volte!
 

*****************
 

Passò un’altra settimana e ormai le vacanze natalizie erano giunte al termine. In tutto quel periodo, Sakura aveva studiato medicina iniziando a capire altre tecniche basi del chakra curativo.

“Bambina mia, sono quasi le undici di sera! Domattina ricomincia l’accademia!” le disse il padre affettuosamente.

“Si papà lo so! …. Stavo solo finendo di preparare lo zaino!” tirando la cordella.

“Brava ….. be’ …. allora buona notte bambina mia!” le disse il padre uscendo dalla sua camera.

“Buona notte anche a te!” gli rispose sbadigliando.

Rimasta sola, si mise a sedere sul letto puntando la sveglia e appoggiandola sul comodino. Osservò il cassetto e lo aprì tirando fuori il cofanetto ….. guardò il ciondolo accarezzando delicatamente le incisioni in entrambi i lati:

“Buona notte mamma!” rimettendolo poi al suo posto e sdraiandosi nel letto in attesa di entrare nel mondo dei sogni.


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Dormiva profondamente quando alcuni rumori turbarono il suo sonno. Iniziò a svegliarsi percependo la morbidezza del materasso sotto di lei e con fatica aprì gli occhi, trovandosi avvolta da una luce bianchissima. Una sagoma di un bambino senza volto le si avvicinò allungando la mano e inizando ad accarezzarle la guancia, infondendole un senso di protezione e di sicurezza: “Va tutto bene, non preoccuparti” ….. ancora voci ….. ancora urla ….. un’altra sagoma più grande e priva di volto si avvicinò ….. il bambino tolse la mano voltandosi verso la nuova figura ….. sembravano conoscersi …… improvvisamente il più piccolo cercò di allontanare l’adulto, finendo scaraventato via con un colpo violentissimo …… la sagoma adulta si voltò verso di lei e …….
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Sakura si svegliò di soprassalto.
Lo stesso sogno, ma questa volta il bambino aveva parlato.
Non fece in tempo a guardare la sveglia che questa iniziò a suonare: le cinque e quaranta.

“Be’ almeno questa volta non ho perso minuti preziosi di sonno !” sorridendo fra sé e sé e alzandosi per iniziare a prepararsi …. l’accademia l’aspettava!

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 24
*** Cos'è l'amore? ***


Sakura uscì di casa al solito orario per raggiungere l’accademia, erano oltre due settimane che non usciva e le vie del villaggio le sembravano ancora più belle. Senza rendersene conto, rallentò il passo osservando e ammirando tutto ciò che la circondava.

Arrivò davanti all’accademia pochi minuti dopo l’apertura dei cancelli e si affrettò a raggiungere il campo di allenamento, sicura che i suoi compagni fossero già arrivati. E così fu!

“Ehi Sakura-chan! Che bello, finalmente ci rivediamo!” le urlò di gioia Naruto correndole incontro per salutarla.

“C-ciao Naruto!” le rispose sorpresa per tanta cordialità.

“Hai passato bene le feste? Sai, ti abbiamo tanto cercata il primo giorno dell’anno al tempio, ma non ti abbiamo trovata! Dov’eri finita?” tempestandola di domande, mentre Sasuke continuava a rimanere in disparte appoggiato ad un tronco d’albero con le mani incrociate e gli occhi chiusi.

“A-abbiamo?” chiese incuriosita.

“Si, io, il teme e tutti gli altri compagni ….. allora, dov’eri?” continuando ad insistere.

“Be’ e-ecco ….. non sono venuta perché mio padre non stava molto bene e ho preferito rimanere a casa, nel caso avesse avuto bisogno di qualcosa!” rispondendogli tristemente, dato che in quei giorni aveva visto il padre molto affaticato.

“Tze ….. un’altra delle tue bugie, vero?” disse Sasuke infastidito da quel comportamento, lo stesso che usava all’inizio quando non voleva dire la verità e si nascondeva dietro alle menzogne.

Naruto guardò incredulo la compagna, nella speranza che le parole del moro non fossero vere, vedendo poi il volto di Sakura adirarsi:

“Ma come ti permetti di fare certe insinuazioni! Spiegami, perché dovrei mentire su una cosa così importante? Mio padre non stava bene e continua ad avere dei problemi  ……. è anziano!” le urlò contro con i pugni serrati e le labbra tremanti.

Sasuke incassò il colpo e vedendo il volto arrabbiato ma triste della rosa, capì di aver sbagliato ad accusarla ingiustamente:

“E’ anziano? Non lo sapevo!” abbassando e voltando il capo dalla parte opposta. Era il suo modo di chiedere scusa dato che il suo orgoglio gli impediva di dire quella semplice parola …..

“Sakura-chan, mi dispiace per tuo padre e …..” avvicinandosi all’orecchio della compagna per non farsi sentire dal moro: “ ….. dispiace anche a lui, solo che è troppo orgoglioso per dirtelo!” facendole l’occhiolino per cercare di placare la sua rabbia.

“Deve imparare a stare zitto, se le cose non le sa!” rispose infastidita.

“Dobe, non ti azzardare mai più a parlare per me ….. e per quanto riguarda te …..” guardando Sakura con astio: “ …… avrò anche sbagliato ma te la sei cercata …. continui a tenerci a debita distanza non raccontandoci niente ….. noi non sappiamo nulla di te! ….. Sei noiosa!”

“E perché mai dovrei raccontarti qualcosa di me? ….. Per sentirmi dire che sono sempre una noiosa?” continuando ad urlare e a tenergli testa.

“Adesso basta voi due! ….” disse Naruto mettendosi in mezzo ai compagni: “ …. Anziché litigare perché non cercate di andare d’accordo?”

“Mai!” dissero all’unisono voltandosi dall’altra parte con le braccia conserte e il volto adirato.

“Vi ricordo che siamo un team e dobbiamo andare d’accordo, questa è una delle regole di Kakashi!” Naruto era serio, forse era la prima volte che lo vedevano  in quel modo …..

“Chi mi ha chiamato?” Kakashi comparve dietro alla sua solita nuvola di fumo e un sorriso nascosto dalla maschera.

“Denoto che continuate a litigare voi due! …..” guardando la rosa e il moro: “ …… Ma non vi stancate mai? Adesso raggiungete i vostri angoli e aspettate che venga da ognuno di voi per darvi le nuove direttive sugli allenamenti!” avvicinandosi ai suoi allievi e spingendoli appena dalla schiena per farli incamminare.

“Kakashi, ci stai dicendo che finalmente inizieremo ad usare le tecniche di combattimento?” chiese speranzoso Naruto mentre camminava all’indietro con le braccia dietro la testa e guardandolo in faccia.

“Esatto! L’esame per diventare Genin è fra cinque mesi e dovrete imparare non solo a padroneggiare le tecniche ma anche a combattere insieme, proprio come un vero team!” rispose con un sorriso beffardo e lanciando un rapido sguardo agli altri due allievi.

Sasuke e Sakura si guardarono un attimo per poi voltarsi subito, ancora arrabbiati per la discussione di qualche minuto prima. Naruto sbuffò rassegnato e Kakashi scosse la testa.

La rosa raggiunse il suo angolo, mettendosi a sedere e nascondendo la testa fra le ginocchia, ripensando alle parole piene di astio di Sasuke …..

“Sakura, tutto bene?” Kakashi era comparso davanti a lei dopo circa venti minuti.

La rosa alzò la testa accennando un misero sì e continuando a rimanere seduta, portandosi le ginocchia più vicine al petto e abbracciandole più strettamente, mantenendo lo sguardo verso il basso.

Il Jonin la fissò per alcuni secondi senza dire niente, poi decise di sedersi vicino a lei per parlare un po’:

“Stai ancora pensando a quello che ti ha detto Sasuke? So tutto, Naruto mi ha informato! …… Credimi, non è un cattivo ragazzo solo che …..”

“Per lui sono sempre una noiosa! …..” Sakura lo guardò con gli occhi lucidi cercando di trattenere le lacrime: …. Qualunque cosa dica o faccia, per lui sono sempre una noiosa e mi attacca di continuo!” tirando su con il naso.

Kakashi la guardò, capendo chiaramente quale fosse il suo dispiacere:

“Perché non provi a fargli cambiare idea?” spostando lo sguardo al cielo grigio di gennaio.

“Fargli cambiare idea? E in che modo? ….. Non ho mentito eppure lui …..”

“No Sakura! Non intendevo in quel senso ….. ma nel tuo comportamento! Vedi, da quando hai iniziato a frequentare l’accademia, sei sempre stata molto restia ad integrarti con i tuoi compagni e nonostante le mie raccomandazioni di integrarvi come team, continui ad avere un atteggiamento distaccato! …… Capisco che per te possa essere difficile confidarti, ma prova almeno a socializzare cambiando il tuo modo di fare ….. a volte basta poco! …. Su, adesso alzati e iniziamo il tuo nuovo allenamento!”

Sakura si alzò continuando a guardare il suo maestro, non riuscendo a comprendere  il suo suggerimento:

“Kakashi scusa ma non ho capito!” si azzardò a chiedergli.

“Ahahahah Sakura, non preoccuparti ….. vedrai che capirai! Adesso ascoltami bene, finora ti sei allenata usando il chakra a livello elementare, riuscendoci alla perfezione e raggiungendo ottimi risultati, ma l’esame non si basa su questo ….. bisogna saper combattere usando le tecniche di combattimento, capisci cosa intendo?” guardandola fiducioso.

“Si, credo di si!” disse timidamente.

“Bene! ….. Ora dovrai concentrare il tuo chakra componendo i sigilli per evocare tutte e tre le arti illusorie ….. d’accordo?” poggiandole una mano sulla spalla.

“Arti illusorie? Intendi dire le arti magiche, vero?” guardandolo con perplessità.

“Esattamente ….. dovresti riuscirci dato che ora sai usare il tuo potere ….. quando non avrai più nessuna difficoltà inizierò ad insegnarti altro!” battendole due volte la mano sulla spalla e sparendo sempre dietro alla sua nuvoletta di fumo.

Sakura scosse la testa, ormai rassegnata alle sparizioni lampo del suo maestro, e iniziò l’allenamento.

*********


La rosa venne interrotta da Naruto:

“Sakura-chan, vieni è ora del pranzo ….. Kakashi mi ha mandato a chiamarti!” le disse con il sorriso sulle labbra.

La compagna lo seguì in silenzio chiedendosi come mai il maestro non fosse andato a chiamarla come consuetudine, mentre Naruto continuava ad osservarla per accertarsi che non fosse più arrabbiata.

Sasuke era già a sedere con il cestino del pranzo davanti a lui, aspettando i compagni prima di iniziare a mangiare.

“Eccoci teme ….. finalmente si mangia!” correndo a prendere il suo cestino e sedendosi vicino al compagno.

Sakura si avvicinò continuando a non guardare Sasuke, quando improvvisamente Kakashi si materializzò davanti a loro:

“Kakashi! Mah?! …. Pensavo di vedere la tua solita nuvola di fumo invece …… “

“Ahahah Naruto! ….. Ho pensato di cambiare! ….. Vi dispiace?” chiese sorridente e portandosi la mano a strofinarsi i suoi capelli argento.

“Era ora! ….. Eri noioso!” disse Sasuke prendendo le bacchette e iniziando a pranzare senza guardare il Jonin.

Sakura rimase basita, Sasuke aveva dato del noioso a Kakashi! Non l’aveva mai fatto, anzi, da quello che aveva potuto capire, il moro aveva molto rispetto e considerazione per lui ….. ma, allora? …. Si voltò verso Kakashi cercando una conferma alla sua intuizione, vedendolo annuire appena con il capo:  le aveva detto che bastava poco per cambiare e glielo aveva dimostrato cambiando il suo modo di comparire davanti a loro!
Aveva capito, mentre un leggero sorriso comparve sul suo volto.

Si mise a sedere di fianco a Naruto prendendo il suo cestino, ma prima di mangiare il suo primo boccone:

“Sakura-chan! L-la n-nonna ….”

“Dobe, non si parla con la bocca piena!” gli disse contrariato Sasuke.

Naruto ingurgitò tutto d’un fiato battendosi varie volte un pugno sul petto:

“Hai ragione teme ….. dicevo ….. Sakura-chan, è vero quello che la nonna ci ha detto? …..” indicando anche Sasuke: “ ….. che stai studiando le arti mediche da sola?”
Kakashi la guardò stupito, mentre i compagni continuarono a fissarla in attesa di una risposta. Sakura, molto imbarazzata, si grattò la guancia:

“E-ecco ….. sì ….. mi piace molto la medicina!” arrossendo appena.

“Questa sì che è una grande scoperta! Se continuerai ad avere questa passione, fra qualche anno potresti fare pratica in ospedale ….. un medico in un team è molto utile!”  le disse orgoglioso il Jonin.

“Già …. è quello che ha detto anche Itachi, vero teme?” guardandolo e intimandolo con lo sguardo nel dire qualcosa.

“Mm” rispose continuando a mangiare, ma Naruto gli diede una gomitata al fianco facendogli cadere il suo preziosissimo pomodoro.

Sasuke stava per riempirlo di insolenze quando il biondo, con lo sguardo, gli indicò la compagna che aveva abbassato il capo dopo il suo monosillabo. Sasuke sbuffò, doveva per forza dirle qualcosa:

“Si, un medico in un team è molto utile …… quindi se hai questa passione, continua a coltivarla!” prendendo un altro pezzo di pomodoro e ricominciando a mangiare.
Sakura alzò di scatto lo sguardo, mai si sarebbe aspettata che Sasuke la incoraggiasse.

Come sempre Kakashi aveva ragione ….. bastava veramente poco!

“Grazie!” le disse timidamente.

Sasuke continuò a masticare, anche se le labbra si erano leggermente incurvate in un sorriso ….

“Sakura-chan! …. Prima hai detto che tuo padre non è stato molto bene, adesso sta meglio? E’ andato a farsi visitare?” le chiese Naruto preoccupato.

“No, ha detto che era stanco e affaticato ….. in questi giorni è rimasto quasi sempre a letto! ….. Ieri sembrava stesse meglio ….. speriamo …… mi è rimasto solo lui al mondo, ed è anziano …. i miei genitori mi hanno avuta tardi e mia madre è morta qualche mese dopo la mia nascita!” disse tristemente.

Kakashi e Naruto abbassarono il capo comprendendo a pieno il suo stato d’animo, mentre Sasuke, per la prima volta, la guardò con occhi diversi, provando dispiacere per la compagna …. strinse i pugni e:

“Se dovessi avere bisogno di qualsiasi cosa ….. anche nel cuore della notte …. non esitare a venirci a chiamare!” le disse seriamente, incrociando i suoi bellissimi occhi verdi.

“T-ti r-ringrazio!” gli rispose mentre le guance le si arrossarono.

Sasuke, non solo l’aveva incoraggiata nello studio della medicina, ma si era anche offerto di aiutarla e lo aveva fatto in modo ….. gentile.

“Sakura-chan! So che è fuori luogo ma ci tengo a dirtelo lo stesso! …..” attirando l’attenzione della rosa: “ …. Il primo dell’anno abbiamo proposto ai ragazzi di incontrarci in uno di questi giorni …. così tanto per stare insieme visto che è da molto tempo che non riusciamo più a frequentarci ….. so che sei preoccupata per tuo padre ed è più che comprensibile ….. ma se dovesse stare meglio …… sei sempre la benvenuta!” le disse imbarazzato ma sorridendole dolcemente.

Sakura scosse il capo come ringraziamento: era stato gentile ad invitarla, ma lei non aveva solo il pensiero del padre, che mai l’avrebbe lasciato da solo in quel periodo, ma anche per la promessa che custodiva gelosamente dentro al suo cuore ……

********


L’allenamento di Sakura si dimostrò molto più faticoso, lasciandola priva di energia già nel primo pomeriggio. Non voleva arrendersi, voleva continuare ad allenarsi, ma le gambe iniziarono a tremare facendola cadere a terra, ansimante per la fatica.

Kakashi, appostato sopra ad un ramo dal quale poteva osservare i suoi allievi, vedendola accasciarsi al suolo le balzò subito accanto, chinandosi verso di lei per aiutarla a rialzarsi:

“Sakura, tutto bene?” le chiese preoccupato.

“I-io …. I-io …..” ma il fiato le era ancora corto, tanto da impedirle di parlare.

“Respira Sakura ….. respira lentamente, cerca di controllare il tuo battito cardiaco!” affrettandosi a passarle un fazzoletto bagnato sulla fronte.

Dopo alcuni minuti, la rosa iniziò a riprendersi:

“Scusami Kakashi …. non so cosa mi sia preso ….. ma questo allenamento mi stanca tantissimo! Sono un totale fallimento!” mettendosi a sedere e abbassando il capo tristemente.

“Non dirlo mai più! Non sei un fallimento ….. hai solo bisogno di fare della pratica ….. vedrai che fra qualche giorno ti stancherai di meno! ….. Credo che per oggi  possa bastare, vai a casa a riposarti! ….. Ci riesci da sola o vuoi che ti accompagni?” aiutandola a rialzarsi e guardandola preoccupato.

“No, stai tranquillo! ….. Ci vediamo domani!” gli rispose mostrandogli un sorriso tirato e provato dalla stanchezza.

*********


Le gambe facevano fatica a sorreggerla, ma continuò a camminare appoggiandosi di tanto in tanto lungo le mure delle vie per aiutarsi a sostenersi.
Giunta ormai a casa e felice di essere finalmente arrivata, accavallò accidentalmente il piede all’altra gamba,  perdendo l’equilibrio e sbattendo violentemente il fianco contro una colonna di cemento. Portò subito la mano al fianco, stringendo forte i denti per il dolore e, con grande fatica, continuò a camminare.
Aprì la porta di casa e si diresse, zoppicando, verso il divano per distendersi e recuperare le forze. Senza accorgersene si addormentò svegliandosi circa due ore dopo.

“C-cosa? Mi sono addormentata?” alzandosi e sentendo il dolore al fianco ripresentarsi.

“Accidenti che male!” portandosi subito la mano a stringere la parte dolorante.

Si scoprì, vedendo un grande ematoma. Non era ancora riuscita a perfezionare il chakra curativo per curare quel tipo di lesioni, ma ricordandosi le parole di Sasuke e il sostegno del suo team, decise di provarci lo stesso per non deluderli. Si alzò a fatica tenendosi il fianco dolorante con entrambe le mani e si diresse verso la sua stanza per rileggere attentamente il libro regalatole dall’Hokage.
Si mise a sedere sulla sedie sospirando profondamente e sperando che il male le si attenuasse, poi prese il libro iniziando a cercare la pagina in questione accorgentosi, per puro caso, di un piccolo capitolo intitolato: Come rigenerare il chakra.

“E questo da dove salta fuori? Perché non l’ho mai notato? Va be’, ci guarderò dopo, adesso è meglio che mi concentri ad imparare a curarmi questo ematoma!” si disse fra sé e sé.

Dopo quasi un’ora di rilettura, su quelle righe che ormai conosceva a memoria, si sentì abbastanza sicura per provare. Posizionò la mano sul fianco, chiuse gli occhi e iniziò a concentrarsi sprigionando la luce verde del chakra. Rimase concentrata per diversi minuti fino a quando sentì alleviare a poco a poco il dolore. Il male le era passato e tolse la mano, aprì con titubanza ed emozione gli occhi, guardando il fianco: l’ematoma era sparito!
Sakura si alzò di scatto dalla sedia e iniziò a saltare dalla gioia per essere riuscita a curare anche quella lesione. Fece alcune giravolte su se stessa continuando ad esultare fino a puntare lo sguardo sulla sveglia: le sette.

“Caspita si è fatto tardi, è meglio che scenda a preparare la cena, papà sarà a casa tra poco! Speriamo stia meglio!” disse ad alta voce precipitandosi verso le scale.
Il signor Yukan rientrò poco dopo inalando subito un ottimo profumino:

“Bambina mia, sono tornato! Cosa stai cucinando di così appetitoso? C’è un profumino davvero invitante!” le chiese dirigendosi in cucina.

“Ciao papà! Sto preparando dei semplici arancini di riso ripieni di patate! ….. Tu piuttosto, come stai? Ti senti meglio?” guardandolo pensierosa.

“Si ….. sto meglio, grazie! Credo che il mio malessere dipendesse solo dalla stanchezza, non preoccuparti!” accarezzandole dolcemente il braccio e incamminandosi verso il divano in attesa che la cena fosse pronta.

Sakura osservò attendamente il genitore, notando che effettivamente stava meglio, le labbra si incurvarono in un sorriso sereno e si rivoltò verso i fornelli dedicandosi alla fine della cottura.
La cena si svolse in assoluta tranquillità e quando Sakura si alzò per sparecchiare e lavare i piatti, il padre insistette per farlo lui non ammettendo repliche. La rosa, rassegnata, salì in camera sua per dedicarsi ai suoi studi di medicina, ma principalmente a quel capitolo che aveva attirato la sua attenzione.
Non sapeva spiegarsi il motivo per cui le fosse sfuggito, forse per la fretta di imparare ad usare le arti mediche sulle ferite e sugli ematomi, ma sicuramente, anche quel capitolo su come rigenerare il chakra, poteva esserle di molto aiuto. Lo studiò attentamente scoprendo che era molto più efficace degli alimentatori e dato che non poteva più prenderli, si sentì ancora più motivata ad imparare quella tecnica. Se ci fosse riuscita, avrebbe potuto usarla ogni qual volta il suo corpo fosse stato provato dalla stanchezza, riuscendo a completare il ciclo di allenamenti. Iniziò a studiare più a fondo, parola per parola, riga per riga, prendendo appunti su appunti.

***********


I giorni, come le settimane, passarono molto in fretta e il signor Yukan sembrava essere ritornato in forma per la gioia della figlia.
Sakura continuava ad allenarsi nelle arti magiche diventando ogni giorno più brava, ma purtroppo la stanchezza continuava a privarla di energie, costringendo Kakashi ad interromperle gli allenamenti e mandarla a casa. La rosa ubbidiva senza lamentarsi e appena rientrava, correva in camera a studiare la tecnica  per poter rigenerare il chakra, ormai diventata un’ossessione. Non le piaceva ritornare a casa prima dei suoi compagni, con i quali aveva iniziato ad instaurare un rapporto più amichevole, anche se era più corretto dire che lo aveva fatto solo con Naruto: con lui parlava e rispondeva alle sue domande riguardanti la salute del padre e gli studi di medicina. Su quest’ultimi, il biondo continuava ad incoraggiarla, spronandola  ad approffondire la sua passione e offrendosi, qualora avesse avuto bisogno, di procurarle tutti i libri di cui necessitava, chiedendoli direttamente a sua “nonna”, l’Hokage.
Sasuke, invece, preferiva ascoltare piuttosto che parlare, ma a lei andava bene così, perché aveva smesso di attaccarla, ma soprattutto, di darle della noiosa.

Kakashi era soddisfatto di questo avvicinamento da parte dei ragazzi ed era convinto che a distanza di poco tempo, l’alone di tristezza che caratterizzava il viso di Sakura, sarebbe scomparso.
Quello che però lo preoccupava maggiormente era la continua stanchezza che manifestava dopo diverse ore di allenamento: gli alimentatori sembravano non aver avuto gli effetti desiderati, lasciandolo perplesso e pensieroso.
Si era ripromesso di aspettare ancora qualche settimana per vedere un eventuale miglioramento, altrimenti avrebbe parlato ancora una volta all’Hokage …. il suo istinto gli diceva che gli stesse nascondendo qualcosa!

Naruto e Sasuke, come anticipato dal Jonin il primo giorno dell’anno, erano sottoposti ad allenamenti molto più intensivi e stancanti. L’intento di Kakashi era quello di potenziare al massimo i loro colpi migliori, il rasengan e il chidori, al fine di farli combaciare in un unico grande attacco simultaneo. Naruto se la cavava egregiamente, grazie anche all’aiuto delle sue copie, mentre Sasuke riscontrava maggiori difficoltà. Per sviluppare al massimo la potenza del chidori, occorreva l’utilizzo di due tomoe allo sharingan, mentre lui ne possedeva uno solo. Ciò che rendeva orgoglioso Kakashi del suo allievo, era la determinazione e la costanza che impiegava negli allenamenti, senza mai lasciarsi sconfortare dalla poca potenza distruttiva del suo chidori. Entrambi, possedendo lo sharingan, sapevano che i tomoe potevano svilupparsi in un qualsiasi momento e più si era allenati, più le tecniche sarebbero state potenti e pericolose.

Come ogni sera, finito gli allenamenti, Sasuke e Naruto era inguardabili, con i volti impolverati e sudati, i vestiti sporchi e sgualciti, ma i loro occhi esprimevano soddisfazione per i risultati ottenuti.

Stavano ritornando a casa, camminando lungo le vie del centro, quando:

“Ehi teme, questa sera sei più malconcio del solito!” disse Naruto beffardamente per prenderlo in giro.

“Pensa per te dobe! …..” ma non finì di controbattere in quanto la sua attenzione fu attirata da qualcuno, facendogli arrestare il passo e fermarsi di scatto.

Naruto si fermò anche lui guardando il compagno e seguendo con gli occhi il suo sguardo, fino a posarsi su una ragazza dai lunghi capelli biondo cenere uscire da un negozio di dolci con il sorriso sulle labbra mentre guardava un pacchettino azzurro che stringeva amorevolmente fra le mani: era Kasumi!

“Teme, ma quella non è Kasumi? Secondo te per chi è quella cioccolata?” gli chiese sogghignando.

“E io che ne so …. e poi come fai a dire che è cioccolata!” rispose contrariato.

“E dai teme, non vorrai dirmi che ti sei dimenticato che giorno è domani!” avvicinandosi e guardandolo negli occhi.

Sasuke lo scansò in malo modo riprendendo a camminare con le mani in tasca, sperando che Naruto lo lasciasse stare ….. ma si sbagliava:

“Teme, domani è San Valentino e quello che teneva in mano Kasumi era senz’altro del cioccolato da regalare a qualcuno di nostra conoscenza!”  guardandolo con la coda dell’occhio mentre le labbra si incurvarono in un ghigno di sfida.

Sasuke si irrigidì ma non voleva cedere alle provocazioni del biondo:

“Tze …. sai quanto me ne importa!”

“Oh, io invece credo di si ….. sicuramente sarà per Itachi!” sfoggiando un sorriso vittorioso sapendo di averlo colpito sul vivo.

Sasuke si fermò e si voltò di scatto urlandogli nelle orecchie:

“Non dire assurdità! Loro due sono degli anbu e non hanno tempo da perdere per simili sciocchezze e poi …. e poi sono convinto che mio fratello non lo accetterebbe mai ricordandole che deve pensare agli allenamenti e alle missioni!” ansimando.

“Teme andiamo! Si è visto benissimo che fra quei due c’è del tenero! E’ vero che sono degli anbu e le loro missioni sono molto importanti quante pericolose, ma sono anche delle persone che provano dei sentimenti. Itachi è grande, maturo e responsabile ….. non vedo dove sia il problema se si fosse innamorato!” disse cercando di farlo ragionare.

“Piantala dobe ….. Itachi non è innamorato!” gli rispose convinto delle sue parole.

“E come fai a dirlo, te lo ha detto forse lui?” insistendo nel fargli comprendere la realtà dei fatti.

“No! Lo so e basta! ….. Adesso smettila, mi hai già fatto innervosire troppo ….. hai detto che domani è San Valentino? Devo pensare a come fare per domani!” incamminandosi senza più rivolgergli la parola.

Naruto rimase indietro vedendo la schiena di Sasuke irrigidirsi. Sapeva quanto odiasse quel giorno, la festa degli innamorati …. Sin dai tempi dell’asilo veniva assillato da tutte le ragazzine, anche più grandi, costringendolo ad accettare i loro cuori di cioccolato e chiedendogli con insistenza di uscire insieme o peggio, di mettersi insieme. Lui, non solo adiava i dolci ma non concepiva quel rapporto sentimentale fra maschio e femmina, definendolo una debolezza che poteva compromettere gli allenamenti per diventare un ottimo ninja. Nonostante fosse più grande, la sua immaturità legata all’amore era ancora evidente, ma per Naruto, la reazione di Sasuke riguardante i sentimenti di Itachi verso Kasumi, dipendeva molto dalla gelosia: sapeva quanto fosse legato al fratello maggiore e non accettava che qualcuno potesse portarglielo via!

Per tutta la sera Sasuke rimase in silenzio mostrando un’espressione pensierosa. Varie volte la madre e il padre gli avevano chiesto se avesse qualche problema, ricevendo come risposta “no, tutto bene” e ritornando al suo mutismo.

Naruto sapeva a cosa stesse pensando il compagno ma si era rifiutato di dirlo ai suoi zii, aspettando di farlo appena fosse rientrato Itachi dai suoi allenamenti.

Verso le dieci di sera Itachi rientrò:

“Ciao figliolo, hai fatto più tardi del solito!” gli chiese Fugaku mentre sorseggiava una tazza di the caldo.

“Si, io e la mia squadra dobbiamo perfezionare alcune tecniche nuove ….. sembra che fra qualche settimana dobbiamo ritornare in missione!” sedendosi stanco sul cuscino mentre la madre gli mise davanti il piatto fumante della cena.

“Grazie mamma! …..” ma mentre stava per iniziare a mangiare vide Sasuke pensieroso: “ …. Ehi, com’è quella faccia? Hai qualche problema?”

Il fratello alzò appena lo sguardo accennando un “no” con il capo e ritornando chino ai suoi pensieri.

Itachi guardò i suoi genitori in cerca di una risposta, ma anche loro gli fecero capire che non sapevano nulla. L’unico che poteva sapere qualcosa era un diavoletto biondo con un sorriso beffardo sulle labbra, pronto a spifferare tutto.

“Naruto? …..” disse Itachi richiamando la sua attenzione: “ …. credo che tu debba dirci qualcosa, dico bene?”

“Ahahahah, indovinato!” mostrando un sorriso a trentadue denti, ma venne afferrato dalla maglia da Fugaku:

“Coooosaaaa? Te l’ho chiesto varie volte e tu mi hai detto di non sapere niente, mentre adesso dici che sai tutto? Questa ma la paghi!”  rivoltandolo a pancia bassa e portandogli le braccia dietro alla schiena.

“Zio basta, così mi fai male!” disse in tono supplichevole.

“Basta lo dico io ….. come credi sia stato per tutte queste ore vedendo Sasuke in quello stato!” stringendo ancora di più la presa.

“Fugaku lascialo andare subito ….. forse Naruto aspettava Itachi per dirci cos’è che preoccupa Sasuke!”  Mikoto si avvicinò al marito facendogli allentare la presa al nipote.

“Grazie zia! ….. Si è come dici tu, aspettavo Itachi!” ricomponendosi mentre si massaggiava le braccia doloranti e guardando in cagnesco lo zio che contraccambiava il suo stesso sguardo.

Solo in quel momento Sasuke si accorse di quello che era successo e alzò lo sguardo verso Naruto, incredulo che potesse conoscere i suoi pensieri …. ma si sbagliava.

“Non dovete preoccuparvi per il teme ….. sta solo pensando a come fare per evitare tutte le ragazze che si presenteranno domani davanti all’ accademia per regalargli la cioccolata e invitarlo ad uscire!” disse trionfante con le mani dietro la testa.

Un enorme gocciolone comparve sulla testa degli adulti che increduli si voltarono verso il piccolo Uchiha, vedendolo ringhiare e stringere i pugni.

Mikoto si voltò per nascondere il suo divertimento, Fugaku diede qualche colpo di tosse finto, mentre Itachi guardò il fratello sconcertato ma divertito.

“Allora è questo che ti affligge, anche se non riesco a capire quale sia il problema! Non sei contento di avere tante ammiratrici?” solo Itachi riusciva a smuoverlo e spesso era proprio Sasuke che andava da lui a confidarsi.

“No, per niente! …. Non le sopporto ….. sono insistenti …. per non parlare di quell’odore nauseante della cioccolata, mi da il voltastomaco! ….. Ogni anno cerco il modo per togliermele di torno, ma è tutto inutile, mi inseguono dovunque!” ringhiando innervosito.

Itachi sorrise appena mettendogli una mano sulla spalla:

“Immagino che per te sia un problema grandissimo ….. aspetta qualche anno e vedrai che non avrai più questi pensieri!”

“Fra qualche anno?” gli chiese dubbioso il fratello.

“Si …. quando ti innamorerai! Sarai felice di ricevere la cioccolata dalla tua ragazza e anche se non ti piacciono i dolci, la mangerai volentieri!” gli rispose in modo calmo.
“Tze ….. io non ho tempo di innamorarmi …. devo allenarmi e diventare forte …… e mai, dico mai, mangerò quella cosa!” mostrando una faccia disgustata al pensiero della cioccolata.
“Va bene …. ne riparleremo fra qualche anno!” strofinandogli i capelli e iniziando a cenare.
Fugaku e Mikoto si lanciarono uno sguardo di intesa mostrando un leggero sorriso, orgogliosi dell’ottimo rapporto dei loro figli.

Naruto rimase in silenzio sogghignando fra sé e sé.

Durante la notte Sasuke dormì poco continuando a pensare come liberarsi di tutte quelle ragazze che sicuramente l’avrebbero aspettato davanti ai cancelli dell’accademia. Era talmente assorto dai suoi pensieri da non rendersi conto di aver fatto colazione, di essere salutato dai suoi famigliari e di essere portato fuori casa da Naruto.

Continuò a camminare con le mani in tasca, quando Naruto gli si avvicinò all’orecchio:

“Ehi teme, so come aiutarti!”

“Dobe non voglio i tuoi consigli ….. sono inutili e senza senso ….. l’anno scorso volevi prendere le mie sembianze, solo per avere tutta la cioccolata e uscire con tutte le ragazze ….. scordatelo che ti dia il consenso!” ritornando a pensare.

“Ti sbagli …. ho un’idea grandiosa, la vuoi sapere?” guardandolo seriamente.

Sasuke sbuffò, mancava poco all’accademia e non aveva ancora trovato una soluzione,  tanto valeva ascoltarlo:

“Sentiamo!”

“Voglio però qualcosa in cambio ….. dovrai dire alle ragazze di regalare a me la tua cioccolata, che ne dici?” gli disse con l’acquolina in bocca.

“Ecco spiegato il motivo di tanto buonismo ….. vuoi la cioccolata visto che nessuno si prende la briga di regalartela!” guardandolo divertito.

“Teme non mettere il dito nella piaga …. e per tua informazione, la dolce Hinata me la regala sempre! ….. ora ascoltami bene!” avvicinandosi di più al suo orecchio e coprendosi la bocca con la mano.

“Coooooosaaaaaa! Ma sei impazzito? No, no e no ….. non farò mai una cosa del genere, scortatelo. Solo ad un dobe come te poteva venire un’idea così assurda!” fulminandolo con lo sguardo.

“Non ti scaldare teme …. pensa bene alle mie parole, in fin dei conti dirai solo la verità …. con l’unica differenza di un piccolo gesto molto innocuo rispetto a quello che hai già fatto!” mettendosi di fronte a lui e guardandolo intensamente negli occhi.

Sasuke sospirò rassegnato:

“E va bene, facciamolo ….. ma sappi che se le cose dovessero andare male la colpa sarà solo ed unicamente tua!” iniziando a correre verso la loro prossima meta.
Sakura era giunta all’incrocio che l’avrebbe portata all’accademia trovando inaspettatamente i suoi compagni appoggiati ad un lampione.

“Ciao Sakura-chan! Questa mattina io e il teme siamo usciti prima di casa e anziché aspettare davanti all’accademia l’apertura dei cancelli, abbiamo preferito venirti incontro, contenta?”sorridendo istericamente mentre Sasuke mostrava uno sguardo tra il contrariato e l’imbarazzato.

“V-va bene!” rispose poco convinta e incamminandosi insieme ai suoi compagni.

Quando voltarono l’incrocio, Sakura notò un gruppo numeroso di ragazze davanti ai cancelli e tutte con in mano dei pacchettini colorati a forma di cuore.

“Ma che ci fanno tutte quelle ragazze?” chiese sorpresa e vedendo Sasuke ringhiare mentre Naruto si voltò dall’altra parte iniziando a fischiettare per non risponderle.

“Cammina e sta zitta!” le disse Sasuke appoggiano una mano sulla sua spalla e spingendola a camminare più velocemente.

Sakura non riuscì nemmeno a rendersi conto di quel contatto che le ragazze iniziarono ad urlare disperate:

“Sasuke!!! Chi è quella ragazza? Non puoi farci questo!” dissero all’unisono e alcune di loro con le lacrime agli occhi.

Il moro continuò a spingere la rosa e con il volto abbassato e infastidito per la situazione:

“E’ la mia compagna! Ora lasciateci passare!”

Sakura non ci stava capendo niente ….. tutta quella situazione era così tremendamente assurda!
Appena varcati i cancelli e lontano dagli sguardi di quelle ragazze, Sasuke lasciò la presa mettendosi le mani in tasca.

“Mi spieghi cosa sta succedendo!” le chiese con insistenza la rosa.

“Mm” ma il compagno non sembrava intenzionato a risponderle.

“Ehi teme fermati! …. Gli accordi non erano questi, dovevi dire a quelle ragazze di regalare a me tutta quella cioccolata e di convincerne qualcuna ad uscire in mia compagnia e non l’hai fatto! …. Gran bell’amico che sei, io ti aiuto a liberarti di tutte le tue corteggiatrici e tu invece …..”

“Che cosa? .....” urlò Sakura avendo capito tutto: “ …. Voi mi avete usata per i vostri scopi? Ma come vi siete permessi!” sferrando ad entrambi un potentissimo pugno.

Mai si era sentita usare in quel modo. Corse verso dove li aveva scaraventati, non aveva ancora finito con loro, era troppo arrabbiata e meritavano una bella lezione.
Naruto e Sasuke atterrarono di testa, ma non fecero in tempo a ricomporsi e a massaggiarsi la guancia colpita che una Sakura furiosa si scagliò contro di loro afferrandogli per il colletto e scuotendoli con forza:

“Ma come vi siete permessi, razza di screanzati che non siete altro!”

Naruto continuò a subire in silenzio, mentre Sasuke riuscì a liberarsi da quella presa ferrea:

“Ehi datti una calmata …. non c’è niente da arrabbiarsi!”

La rosa lasciò cadere a terra Naruto e si voltò furiosa verso il moro:

“Non c’è niente da arrabbiarsi? Ma ti rendi almeno conto di quello che hai detto davanti a quelle ragazze?”

“Si, che sei la mia compagna …… non è forse vero? Siamo nello stesso team, ricordi?” guardandola con sfida.

La rosa sobbalzò, ma non aveva intenzione di dargliela vinta:

“Ma l’hai detto in un modo che lasciava intendere altro!” continuando a parlargli con i pugni alzati.

“Problemi loro ….. e adesso smettila mi stai dando sui nervi ….. sei noiosa!” le disse sgarbatamente.

Sakura, sentendosi chiamare ancora in quel modo si fiondò su di lui per colpirlo ancora in faccia ma Kakashi le si parò davanti afferrandole il pugno.

“Ma come, era da tanto che non litigavate più e adesso avete ricominciato, arrivando addirittura ad alzare le mani? ……” guardandoli entrambi severamente: “ ….. ora ditemi cos’è successo!” sospirando rassegnato.

Sasuke e Sakura erano troppo adirati per parlare, così lo fece Naruto …..

“Ahahahahah” Kakashi si era sdraiato in terra ridendo sonoramente e tenendosi le mani sullo stomaco per lo sforzo.

I ragazzi arrossirono per l’imbarazzo, il loro maestro, con la sua risata li stava prendendo in giro.

Kakashi si ricompose e provò a parlargli anche se ogni tanto gli scappava ancora un risolino divertito:

“Sakura, da un certo punto di vista Sasuke non ha mentito, sei la sua compagna …. di team …. ma è anche vero che doveva informarti prima! Naruto …. devi imparare a controllare la tua ingordigia e i tuoi bollenti spiriti …. non puoi pretendere di placare le tue voglie sulle spalle degli altri! …. Però ….. però devo dire che questo è stato un ottimo gioco di squadra!” attirando l’attenzione su di lui.

“Che intendi dire con ottimo gioco di squadra?” chiese stupefatto Naruto.

“Tu Naruto, hai escogitato una strategia e i tuoi compagni l’hanno messa in pratica alla perfezione …. è così che si comporta un team affiatato durante le missioni!” sorridendo soddisfatto.

“Sarà anche come dici tu Kakashi, ma non ho più intenzione di venire usata!” disse Sakura ancora infastidita.

“Tze …. sei noiosa!” le rispose a tono Sasuke.

“Adesso basta ….. raggiungete i vostri angoli e iniziate gli allenamenti!” disse il Jonin alzano il braccio e puntando l’indice verso il campo.

Sasuke e Sakura si apprestarono ad ubbidire, mentre Naruto rimase fermo al suo posto.

“Naruto, perché non raggiungi il tuo angolo?” gli chiese vedendolo triste.

“Uffa …. mi ero già pregustato di mangiare tutta quella cioccolata, ma quello che avrei preferito in assoluto …..” alzando gli occhi sognanti mentre la bava scendeva dalla bocca: “ …… era uscire con tutte quelle belle ragazze!” facendo una risata maniacale.

Kakashi lo guardò molto attentamente intuendo quanto il suo allievo fosse come lui: un maniaco!

Iniziò a guardarsi attorno e quando fu certo di non essere visto da nessuno lo chiamò vicino a lui intimandolo anche con la mano:

“So esattamente come ti senti e forse conosco il modo per aiutarti, ma devi promettermi di non dirlo a nessuno, altrimenti rischiamo grosso entrambi, ok?” guardandolo seriamente anche se l’occhio scoperto brillava di perversione.

Naruto si avvicinò annuendo freneticamente con il capo. Il Jonin si guardò ancora attorno per accertarsi di non essere osservati e tirò fuori dal suo giubbotto un libricino rosso.

“Un libro? Guarda che detesto leggere!” disse contrariato e portandosi le braccia congiunte al petto.

“Parla piano …. questo non è un semplice libro, ma qualcosa di molto …. molto utile!” aprendo il libro e mostrandogli un disegno.

Naruto sbarrò gli occhi facendo sangue al naso. Afferrò velocemente il libro e iniziò a sfogliarlo con la bava alla bocca.

“Mi raccomando, non dire a nessuno che sono stato io a dartelo e nascondilo bene ….. se discraziatamente qualcuno dovesse scoprirlo, finiremo entrambi in un mare di guai ….. a partire dall’Hokage e dai tuoi zii!” guardandolo fiducioso.

Il biondo rabbrividì sentendo i nomi dei suoi parenti:

“Stai tranquillo, lo nasconderò molto bene ….. questo sarà il nostro segreto! …. Però mi spieghi perché lo porti con te?” gli chiese incuriosito.

“Questo non ha importanza …. Ora vai!” intimandolo ad iniziare gli allenamenti.

Kakashi era un lettore accanito di libri erotici illustrati e aveva iniziato a leggerli durante il periodo in cui non poteva vedere frequentemente Hanare. Aveva scoperto che quelle letture riuscivano a placare i suoi bollenti spiriti e si era talmente abituato a leggerli da non riuscire più a fermarsi, nonostante la sua vita sessuale con Hanare fosse molto più attiva da quando Shisui e Itachi avevano iniziato ad aiutarli.
Naruto aveva gli ormoni in subbuglio e doveva imparare a controllarsi altrimenti avrebbe rischiato di prendere molti più pugni, non solo da Sakura ma anche da altre ragazze …..

***********


Sakura ritornò a casa, come sempre, nel primo pomeriggio. Era ancora arrabbiata per essere stata usata, avrebbe voluto delle scuse, ma non poteva pretenderle dato che lei per prima non si era comportata bene con loro, mentendogli in varie occasioni.
Era così adirata che se anche quel giorno non fosse riuscita ad usare la tecnica della rigenerazione del chakra, si sarebbe sfogata su qualsiasi cosa gli fosse passata per le mani.

Sasuke e Naruto tornarono a casa verso l’ora di cena, portando ancora i segni del pugno potentissimo della compagna:

“Ragazzi ma che cosa avete fatto?” gli chiese Mikoto preoccupata.

Sasuke fece spallucce mentre Naruto si sentì in dovere di raccontare l’accaduto a cena.

Mikoto fece cadere un piatto in terra, Fugaku cercò di controllare la sua collera stringendo i denti mentre la vena della tempia e del collo pulsavano freneticamente e Itachi, rientrato presto dagli allenamenti, cercava di trattenersi dalle risate.

Mikoto cercò di prendere lei in mano la situazione perché se lo avesse fatto il marito per i due ragazzi si prospettava una sonora lezione:

“Ma vi rendete conto di quello che avete fatto? non solo avete mentito a quelle ragazze …..” guardando il figlio: “ ….. ma lo avete fatto per raggiungere altri scopi ….” voltandosi verso Naruto: “ ….. ma la cosa peggiore è stato usare la vostra compagna, mettendola di fronte a fatto compiuto! Non siete stati corretti nei suoi confronti, dovevate avvisarle ….. pretendo ed esigo da entrambi che domani le chiediate scusa, mi sono spiegata? Altrimenti ve la vedrete direttamente con me!” guardandoli seriamente e facendoli rabbrividire.

Naruto e Sasuke acconsentirono silenziosamente con il capo, terrorizzati dalle minacce di Mikoto.
Mangiarono tutti in silenzio, solo Itachi sembrava divertito ma non osò interrompere quel clima.

Finito di cenare Sasuke andò a prendere la sua katana per affilarla e lucidarla. Generalmente era un lavoro che lo rilassava molto e sperava di scaricare la tensione e l’arrabbiatura accumulate in quella giornata.
Si mise a sedere nel porticato di fronte al giardino iniziando il suo lavoro di manutenzione. Pochi minuti dopo anche Itachi lo raggiunse per fare la stessa cosa.
I due fratelli erano a sedere vicino ma nessuno dei due sembrava intenzionato a parlare.
Sasuke cambiò la pietra per l’affilatura e nel prenderne un’altra intravide uscire dalla tasca dei pantaloni di Itachi una carta da regalo azzurra. La stessa del pacco di Kasumi!

“Itachi, cos’è quello?” indicando con l’indice il piccolo lembo di carta azzurra.

Il fratello si osservò e vedendo cosa stava indicando Sasuke si affrettò a nascondere la carta dentro alla tasca.

“Niente!” rispose con poca importanza.

“Non mentire! …. Te l’ha regalato Kasumi, vero? Io e il dobe l’abbiamo vista ieri sera uscire da un negozio di dolci con un pacchettino avvolto dalla stessa carta! ….. Allora?” chiese ancora con insistenza.

“Allora cosa? ….. Se conosci già la provenienza non capisco cos’altro vuoi sapere!” continuando a limare la sua katana.

“Cosa c’è fra di voi! …. Non vorrai dirmi che siete i …. i ….. i-nnamo ….rati, vero?” facendo una fatica immensa a pronunciare quella parola tanto detestata.

“E se fosse? …. Non vedo cosa ci sia di strano ….. siamo grandi e ci troviamo molto bene insieme!” guardandolo con la coda dell’occhio e continuando il suo lavoro.

“Cosa? Ma allora il dobe aveva ragione! …. Non capisco, però!” chiese più a se stesso che al fratello.

“Cosa non capisci!” interrompendo la limatura e guardandolo negli occhi.

Sasuke spostò varie volte lo sguardo dal fratello ai suoi piedi, non sapendo bene come spiegarsi, ma con lui sapeva di potersi confidare di qualunque cosa e di chiedergli tutte le spiegazioni di cui necessitava.
Sospirò profondamente:

“Non capisco …. non capisco come tu abbia il tempo di pensare a certe cose quando sei così impegnato nei tuoi allenamenti!” disse timidamente.

Itachi trattenne un sorriso per non turbare la sensibilità del fratello, sapeva quanto fosse difficile per lui aprirsi e confidarsi e non voleva perdere la sua fiducia. Chiuse gli occhi pensando alle parole da usare per farsi comprendere a pieno:

“Non lo decidi tu quando e come affezionarti a qualcuno, capita e basta …. e non puoi farci niente …. non puoi impedirlo, ma solo lasciarti guidare prendendotene cura!” alzando la katana e osservandola di profilo.

“Scusa Itachi, ma non riesco a seguirti!” chiese spaesato.

“Rispondi alla mia domanda ….. ci tieni alla tua katana?”

“Certo, che domande …. è il regalo più bello che mi abbia fatto papà e non vedo l’ora di imparare ad usarla alla perfezione!” guardandolo ancora incapace di comprendere la sua spiegazione.

“E te ne prendi cura come si deve?” insistendo nelle domande.

“Sicuro, la lucido e le affilo la lama quasi ogni sera!” guardando con orgoglio la sua arma.

“E’ quello che volevo sentirti dire ….. ti prendi cura della tua katana accertandoti che sia perfetta in tutto e per tutto, se vedi che c’è qualcosa che non va ti appresti a sistemarla e sei orgoglioso si impugnarla cercando di poterla padroneggiare al meglio, giusto?” fissandolo intensamente negli occhi.

“Si, è così!” ma ancora non ci stava capendo niente ….. cosa c’entrava la katana con l’amore?

Itachi sembrò leggergli nel pensiero:

“Diciamo che quando ti innamori ti viene automatico prenderti cura della ragazza che ami, cercando di non farle mancare niente ….  di farla stare bene ….. e di renderla felice! Quando sei in sua compagnia, ti senti orgoglioso di starle al suo fianco e cerchi in tutti i modi di trasmetterle le tue emozioni ….. ora hai capito?” mettendogli l’indice e il medio sulla fronte.

Sasuke era rimasto sconcertato, la spiegazione di Itachi non era molto chiara.

Osservò attentamente la sua katana cercando qualche similitudine fra l’arma e una qualsiasi ragazza, arrivando alla conclusione che l’arma fosse in assoluto molto migliore!

“Sarà come dici tu …. ma rimango dell’idea che non ci sia cosa migliore che allenarsi e usare le armi, diventando più forte!” e continuando a limare la lama della sua katana.

Itachi lo osservò sorridendo: Sasuke era ancora immaturo per provare certi sentimenti, ma sapeva che prima o poi, anche il suo cuore avrebbe battuto per una ragazza. Solo all’ora avrebbe compreso a pieno il suo discorso e conoscendolo, avrebbe messo tutto se stesso per renderla felice.


 

Angolo dell’Autrice:
Ciao a tutti, per prima cosa vorrei ringraziarvi di cuore, nonostante il mio avvertimento sulla lunghezza di questa ff, non solo molti di voi mi hanno detto che continueranno a seguirmi (con le recensioni e mp), ma alcuni hanno aggiunto la mia storia fra le seguite e le preferite, inoltre ho visto un gran numero di visite nel capitolo predendente ….. grazie infinite!
Spero che il capitolo via sia piaciuto, non è stato facile cercare una similitudine fra la katana e una ragazza, ma è stato l’unica cosa che mi è venuta in mente, cercando di far combaciare l’ambiguità nelle spiegazioni di Itachi con le passioni di Sasuke. Spero di esserci riuscita, altrimenti chiedo umilmente perdono.
In questa settimana sarò molto impegnata nella stesura del prossimo capitolo di BASIDE ME. Spero di non deludere i lettori che la stanno seguendo. Approfitto per invitare a leggerla tutti coloro che non l’hanno ancora fatto. Grazie in anticipo
Un bacione

 

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Capitolo 25
*** Rasengan contro Chidori ***


ECCOMI QUA, SCUSATE L’ENORME RITARDO MA SONO SORTI “PROBLEMI” INASPETTATI CHE MI HANNO ALLONTANATO DALLA STESURA DI QUESTO CAPITOLO. NON SONO PARTICOLARMENTE SODDISFATTA, MA NON RIESCO A MODIFICARLO, FORSE HO BISOGNO DI FERIE E IL LORO CONTO A ROVESCIA E’ GIA’ INIZIATO …… VORREI FARE UNA PREMESSA: HO DOVUTO DESCRIVERE UNA SCENA UN PO’ PARTICOLARE, MA CREDETEMI, ERA NECESSARIA E VERRA’ CAPITA MEGLIO FRA DIVERSI CAPITOLI. SPERO DI NON TURBARE LA SENSIBILITA’ DI NESSUNO. ORA, BUONA (lo spero) LETTURA!

 

Il mattino seguente Naruto e Sasuke uscirono di casa con la voce di Mikoto che gli ricordava, o meglio, li obbligava, a chiedere scusa alla loro compagna per il gesto compiuto il giorno prima.

“Si zia, non preoccuparti!” urlò il biondo per farsi sentire, poi, abbassando la voce: “Ehi teme, secondo te Sakura-chan è ancora arrabbiata con noi? Credi  che accetterà le nostre scuse?” guardandolo preoccupato.

“Mh!” rispose con poco interesse.

“Ma come? Io ti sto parlando seriamente e tu mi rispondi con uno dei tuoi soliti monosillabi? Ti devo forse ricordare che se non riusciremo a far pace con lei rischiamo di finire in punizione?” gli urlò Naruto con gli occhi fuori dalle orbite e le braccia tese lungo ai fianchi con i pugni serrati.

“Tze …. ho cose più importanti a cui pensare e adesso lasciami in pace dobe!” gli rispose scocciato e calciando un sassolino davanti al suo piede.

“E quali sarebbero queste cose importanti?” gli chiese il biondo ignorando completamente la sua richiesta.

“Non ti riguarda!” fulminandolo con lo sguardo e riprendendo il cammino a testa bassa e con le mani dentro le tasche dei pantaloncini.

“Come vuoi!” sospirando rassegnato e portandosi le mani dietro alla testa. 

Sasuke continuava a pensare al discorso di Itachi della sera precedente e della sua ammissione, non esplicita, dell’interesse nei confronti di Kasumi. Sapeva che il fratello, oltre ad essere un ottimo ninja, era una persona estremamente matura e responsabile e se si era innamorato,  significava che la sua compagna di squadra doveva essere veramente speciale.
Se Itachi era felice lo era anche lui, ma non poteva negare a se stesso di provare una sorta di invidia, mista gelosia, nei confronti di Kasumi. Era questo che lo tormentava: i sentimenti ostili racchiusi nel suo cuore. Doveva assolutamente bandirli e pensare solo ed unicamente al bene e alla felicità del fratello.

“Guarda teme, Sakura-chan è già arrivata!” disse Naruto cercando di richiamare la sua attenzione.

Il moro alzò lo sguardo e appena vide la compagna, la sua espressione di sorpresa, per essere già arrivato davanti all’accademia senza accorgersene, mutò in ostilità. Mai, si sarebbe abbassato a chiederle scusa!

Naruto prese un gran respiro e:

“Ciao Sakura-chan! …. Senti …. ecco …. vedi …. si, insomma ….. volevamo chiederti scusa per ieri!” inchinandosi davanti da lei, mostrando tutto il suo sincero pentimento.

La rosa rimase sorpresa vedendo il compagno chinato davanti a lei, ma non poteva dire lo stesso per Sasuke, rimasto impassibile con la sua solita aria scocciata e corrucciata, tipico del suo carattere orgoglioso.
Anche lei era intenzionata a chiedergli scusa per averli picchiati, nonostante l’avessero usata a sua insaputa, ma riflettendo sulle parole di Kakashi e ripensando al suo comportamento inappropriato nei confronti del team, era giusto perdonarli e dargli un’altra possibilità, proprio come avevano fatto con lei.

“Va bene! Per questa volta vi perdono, però …..” guardando il moro: “ ….. come a voi non piacciono le bugie, a me non piace essere usata, intesi?” voltandosi verso il biondo sorridendogli.

“Ehhh …. davvero Sakura-chan ci perdoni? Oh grazie!” abbracciandola calorosamente e issandola per i fianchi.

“Naruto mettimi giù subito! Ho detto che ti perdono e non che puoi prenderti certe confidenze!” gli urlò contro con  lo sguardo completamente imbarazzato cercando di liberarsi.

“Oh, mi dispiace mi sono lasciato trasportare dalla felicità!” lasciandola andare e cercando di controllare il suo entusiasmo.

“Ehi voi due! Avete finito con tutte queste smancerie? I cancelli si sono aperti!” disse gelido Sasuke sorpassando i compagni con aria infastidita.

“Teme, lasciatelo dire, questa mattina sei più acido del solito! Non è che sei così perché mangi troppi pomodori? E’ risaputo che contengono una percentuale alta di acidità e non vorrei che ….”

“Baka!”

Naruto non riuscì a finire la frase che Sasuke gli sfoderò un calcio potentissimo scaraventandolo a diversi metri di distanza e ricominciando a camminare come nulla fosse.
Sakura riprese a camminare dietro al compagno, scuotendo la testa rassegnata per la stupidaggine di Naruto e l’impulsività di Sasuke, ma poco prima di arrivare al campo, vide il biondo dimenarsi per cercare di liberare la testa conficcata dentro ad un tronco d’albero.

“Aspetta, ti aiuto!” iniziando a tirarlo per i fianchi fino a riuscire a liberarlo.

“Grazie Sakura-chan! Quel teme, prima o poi me la paga!” disse scocciato mentre si massaggiava le parti lese.

“Naruto, mi dispiace dirtelo, ma a volte te le cerchi! Non fai altro che provocarlo e sai che alla fine reagisce in questo modo!” guardandolo dolcemente per cercare di fargli comprendere il suo suggerimento.

“Ah ah! Adesso mi è tutto chiaro ….. tu, cara la mia Sakura-chan non mi inganni! Non solo tu e il teme pensate e parlate allo stesso modo, ma cerchi anche di giustificarlo e poi …. pensandoci bene …. con me ti sei lamentata quando ti ho preso per i fianchi ma non hai detto niente quando il teme ti ha preso fra le sue braccia ….. ammettilo ….. ti piace!”

“Bakaaaa!”

La testa di Naruto ritornò conficcata dentro al tronco mentre Sakura riprese il suo cammino con i fumi che le uscivano dalle orecchie.

“Che ti ha detto il dobe?” chiese sorpreso l’Uchiha vedendo la compagna furiosa.

“Non ti riguarda e lasciami in pace!” fulminandolo con lo sguardo.

Sakura iniziò a tirare calci e pugni a bersagli immaginari, tutti con il volto dell’Uzumaki, per cercare di scaricare la rabbia in corpo: come si era permesso di fare certe insinuazioni? Lei non si era mai innamorata e se fosse successo sicuramente non sarebbe stato con Sasuke ….
L’ultimo pensiero la fece fermare di colpo, mentre sul volto comparve un’ombra di tristezza e di sofferenza: la sua diversità l’avrebbe portata a rimanere sola per sempre sapendo che nessuno avrebbe mai voluto al suo fianco una ragazza che non era, né una kunoichi, né una civile e per cercare di reprimere questa consapevolezza, si era ripromessa di non innamorarsi mai.

“Che ti prende adesso?” chiese poco gentilmente Sasuke vedendo il cambiamento improvviso della compagna.

“N-niente! Ti ho detto di lasciarmi in pace!” le rispose allo stesso tono.

“Buongiorno ragazzi! Mattinieri e litigiosi come sempre, vero?” Kakashi si diresse verso il suo team e afferrò con poca grazia il braccio di Naruto, estraendolo con estrema facilità dal tronco.

“Grazie Kakashi, non riuscivo proprio a liberarmi ….. Sakura-chan non ha mezze misure …. i suoi pugni sono micidiali, per non parlare dei calci del teme!” disse piagnucolando cercando un appoggio morale almeno dal suo maestro.

“Naruto, non so cosa sia successo, ma conoscendoti credo che tu ne abbia combinata un’altra delle tue e i tuoi compagni ti hanno punito, indovinato?” guardando beffardamente gli altri due ragazzi.

Sasuke e Sakura incrociarono le braccia e fulminarono il biondo, confermando le parole del Jonin.

“Non è vero, non ho fatto niente …. ho solo detto che …”

“Naruto sta zitto, è meglio! …. Ora ascoltatemi perché non c’è tempo da perdere ..... come sapete l’esame  si avvicina e le cose che vorrei insegnarvi sono ancora tante!” disse seriamente Kakashi, attirando l’attenzione e la concentrazione dal team ……

L’allenamento per Sasuke e Naruto fu più massacrante del solito, ma Kakashi aveva in mente grandi progetti per loro, purtroppo però non poteva dire la stessa cosa per Sakura che continuava a stancarsi troppo, impedendole di continuare gli esercizi e obbligandola a rincasare nelle prime ore pomeridiane ….
I due ragazzi tornarono a casa sfiniti, aiutandosi e sostenendosi a vicenda.
Appena entrarono in casa trovarono ad aspettarli Mikoto, ma non con il suo solito sorriso e lo sguardo dolce e gentile, ma con un’espressione seria e arrabbiata con le mani appoggiate saldamente ai fianchi:

“Allora? Avete chiesto scusa a Sakura?” chiese minacciosa, facendoli rabbrividire.

“S-si si zia! Le abbiamo chiesto scusa!” rispose Naruto, terrorizzato da quell’espressione poco promettente.

“Sicuri? …. Tutti e due?” chiese sospettosa.

“Certo zia ….. tutti e due!” deglutendo con fatica.

Mikoto osservò per qualche istante i due ragazzi poi ritornò ad essere la persona gentile e sorridente di sempre:

“Mi fa molto piacere! Adesso andatevi a preparare, mentre finisco di cucinare!” dirigendosi in cucina.

“Scampata per un pelo ….. teme, mi devi un favore!” disse seriamente e guardandolo negli occhi.

“Cosa? Un favore? E per quale motivo?” chiese con poco interesse.

“E lo chiedi pure? …. Sei un caso irrecuperabile! …. Va bene, te lo spiego …. la zia ha chiesto se entrambi abbiamo chiesto scusa a Sakura-chan, inizi a capire?” guardandolo furbamente.

“No!” rispose scocciato.

“Teme, teme, teme .... tu non hai chiesto scusa a Sakura-chan, anzi, non le hai nemmeno detto una parola! Se la zia dovesse saperlo, finiresti in un mare di guai! Per fortuna ci ho pensato io! ….. Sai che non mi piace mentire, ma l’ho fatto solo per te e quindi mi merito un favore e se non lo farai ….. giuro che corro subito a dirlo alla zia!” avvicinandosi maggiormente e notando una goccia di sudore che scendeva all’altezza della tempia sinistra di Sasuke.

“Spostati, non sopporto che qualcuno mi stia così vicino! …..” allontanandolo con un braccio: “ ….. Avanti, dimmi qual è questo favore!” guardandolo rassegnato e disposto ad esaudire una richiesta assurda del biondo, pur di non incorrere all’ira furente della madre ….

“C’è tempo …. c’è tempo! ……” sventolandogli una mano davanti alla faccia: “ ….. Tu però ricordati sempre che mi devi un favore, intesi? Adesso andiamo, inizio già ad avere fame!”

Sasuke lo guardò divertito immaginandosi quali potessero essere le sue richieste: pagargli qualche porzione di ramen da Ichikaru, fare il suo bucato dato che era veramente un disastro, tagliere l’erba del giardino al suo posto, aiutarlo nella lotto contro Fugaku …..
Insomma, tutte richieste molto innocue!
 

**************


Passarono i giorni e le settimane, giunse marzo e con lui la primavera, i rami iniziarono a germogliare e i fiori a sbocciare, ma Sakura sembrava non essersi accorta di questo cambiamento, troppo concentrata sugli allenamenti e sugli studi di medicina.
I suoi compagni avevano iniziato ad abituarsi ai nuovi ritmi intensivi degli allenamenti mentre lei continuava a non fare progressi, costringendo Kakashi a farla rincasare alle prime ore pomeridiane.
Si sentiva inutile ed incapace, nonostante il maestro cercasse di incoraggiarla in continuazione, ma ogni giorno si sentiva più demoralizzata: che senso aveva continuare a frequentare l’accademia se non riusciva a completare il ciclo giornaliero di allenamenti? Che senso aveva continuare a studiare per ore intere la medicina se non riusciva a sprigionare il potere curativo per la rigenerazione del chakra?

Erano queste le due domande che continuavano ad assillarle la mente.

Le uniche cose che sembravano andare bene, erano la salute del padre, apparentemente migliorata, e il rapporto con i compagni. Aveva iniziato a parlare, o meglio, ad ascoltare e a ridere alle battute di Naruto, un vero trascinatore nell’arte oratoria della buffonaggine; aveva imparato ad ignorare il comportamento di Sasuke e ad accettarlo per quello che era e lei …. lei si dimostrava più accondiscendente nell’amalgamarsi con il team, mantenendo però un certo riserbo nel raccontare qualcosa sulla sua vita privata.
Quella era sua e tale doveva rimanere!

Kakashi era molto soddisfatto dei suoi allievi, li vedeva più uniti, più affiatati ed era convinto che con il tempo, il loro rapporto si sarebbe sempre più intensificato. L’unica cosa che però continuava a turbarlo, erano i progressi mancati di Sakura ed era sempre più convinto che in lei ci fosse qualcosa di diverso …. di insolito e solo una persona in tutta Konoha poteva rispondere alle sue domande: l’Hokage!

Mancavano dieci giorni alla festa della primavera e le vie del villaggio erano già state addobbate per la grande festa, così come i negozi di abbigliamento che esponevano nelle loro vetrine i kimoni all’ultima moda, richiamando un gran numero di persone di sesso femminile ad ammirare e sognare di indossare quei meravigliosi capi.
Solo Sakura li ignorava, detestando quella festa e allungando il passo per raggiungere il luogo di destinazione:  l’accademia o casa sua.

Quel giorno, Kakashi decise di andare a parlare con l’Hokage durante la pausa pranzo del suo team:

“Ragazzi mi devo complimentare con voi …. siete diventati molto responsabili e ho deciso di mettervi alla prova!”  attirando l’attenzione su di sé.

“Che tipo di prova?” chiese perplessa la rosa.

“Voglio vedere come vi comportate in mia assenza per un’ora circa! Credete di riuscire a comportarvi bene e rispettare tutte le mie regole?” chiese quasi divertito.

“Tze … che razza di prova! Guarda che non sono un baka come il dobe, ho capito che devi andare via!” disse infastidito Sasuke.

“Ahahaha! Mi hai scoperto!” rise imbarazzato il Jonin.

“Ehi teme, come ti permetti di darmi del baka! Se Kakashi ci vuole mettere alla prova io sono pronto!” portandosi le braccia incrociate al petto assumendo un atteggiamento da offeso.

“Appunto! …. Sei un baka!” rispose sbuffando il moro. Naruto non aveva capito un bel niente!

“Vai pure Kakashi e non preoccuparti per noi! Ormai sappiamo già cosa fare!” disse sorridendo la rosa.

“Molto bene, allora io vado e mi raccomando …. comportatevi bene, altrimenti ve la vedrete con me!” balzando via senza nemmeno aspettare la risposta da parte dei ragazzi.

Sasuke e Sakura ricominciarono a mangiare mentre Naruto, che aveva già finito da un pezzo di pranzare, iniziò a guardarsi attorno con fare furtivo, attirando l’attenzione del moro.

“Ehi dobe, che stai facendo?” guardandolo minacciosamente sapendo che stava tramando qualcosa.

“C-chi io? N-niente …. c-che ti salta in mente!” portandosi la mano dietro la testa e iniziando a ridere istericamente.

“Mah! …. Ti conosco e so che stai tramando qualcosa! Spero per il tuo bene che non farai niente di insensato, non ho voglia di finire in punizione per causa tua, mi sono spiegato?” continuando a guardarlo minacciosamente.

“Si, si! Non ti scaldare troppo e pensa a mangiare i tuoi pomodori! ….. Io vorrei solo …. leggere!” precipitandosi verso il suo zaino e tirando fuori un piccolo libro dalla copertina rossa.

“Cooosaaa? Dobe, ma da quando leggi? Non l’hai mai fatto!” chiese sorpreso il moro con le bacchette appoggiate al labbro inferiore.

“Be’ ….. sono cambiato, adesso mi piace!” aprendo il libro e iniziando a sbavare.

“E cos’è che ti piace leggere?” continuò a chiedere con insistenza non capacitandosi di quella rivelazione.

“Non ti riguarda e adesso sta zitto …. sono troppo concentrato!” rispose seccato continuando a tenere gli occhi fissi su quelle pagine così interessanti.

Sasuke era troppo curioso, voleva e doveva sapere quale fosse la lettura che interessava in quel modo Naruto: lui lo conosceva bene e sapeva quanto odiasse leggere, specie se la sera prima l’aveva visto piagnucolare e supplicare Itachi di leggere al suo posto una tecnica appartenente al suo clan paterno.
Si alzò lentamente cercando di non far rumore e portando l’indice all’altezza del naso, intimando alla compagna di non dire o fare niente. Molto silenziosamente, iniziò a girare attorno all’area circostante per prendere alla sprovvista il compagno e sfilargli da dietro il libro.
Sasuke si muoveva con estrema sicurezza senza far nessun rumore e senza far percepire la sua presenza. Sakura era incantata dalla bravura del compagno  e continuò ad osservarlo estasiata.

Il moro si era portato alle spalle di Naruto senza che quest’ultimo se ne accorgesse e con una velocità impressionante, riuscì a sfilargli il libro.

“Ehi ma?” urlò sorpreso il biondo vedendo togliersi il libro dalle mani.

Si guardò attorno e vedendo il compagno:

“Teme, ridammelo subito! Non puoi vederlo!” alzandosi velocemente e cercando di riprendersi il suo amato libro.

“E dai dobe, fammi vedere cos’è che ti appassiona tanto!” guardandolo divertito negli occhi e tenendo il braccio alzato impedendo a Naruto di riprendersi il libro.

“No, è mio! Ridammelo subito, altrimenti ….” mettendogli la mano serrata a pugno sotto il mento.

“Altrimenti cosa?” chiese sfidandolo con lo sguardo.

“Non mi provocare teme! Lo sai che potrei colpirti!” facendogli capire di accettare la sfida.

“Davvero? Provaci!” lo incoraggiò Sasuke.

Sakura aveva già intuito a cosa miravano i suoi compagni, volevano combattere disubbidendo agli ordini del loro maestro:

“Fermatevi subito! State andando contro le disposizioni di Kakashi” alzandosi e correndo verso i compagni per separarli.

“Non ti immischiare! Fatti gli affari tuoi!” gli disse con cattiveria Sasuke che detestava essere interrotto durante l’inizio di un combattimento, facendole arrestare la corsa.

“No! Se volete combattere fatelo a casa vostra ma non qui e se non la smettete subito vi fermerò io!” disse decisa, infischiandosene delle parole del moro e riprendendo la corsa verso i compagni.

“Sakura-chan, stanne fuori …. è per il tuo bene!” le urlò Naruto iniziando a spintonare il compagno per riprendersi il libro.

Sasuke rispose alla provocazione e iniziò a saltellare attorno al compagno mantenendo un braccio alzato con il libro e con l’altro intento a parare i colpi del biondo. Naruto non era da meno e iniziò a strattonare il compagno per riappropriarsi di ciò che era suo.
Uno sgambetto di Naruto fece perdere l’equilibrio a Sasuke che per non cadere si aggrappò malamente alla manica del compagno. La mancanza di equilibrio con l’aggiunta di qualche spintone, fece volare in alto il libro che ricadde a terra mostrando un’immagine molto esplicita dell’unione fra uomo e donna.

“Nooo!” urlò disperato Naruto.

“Baka!” ringhiò Sasuke con le gote leggermente arrossate per l’imbarazzo e tirando un pugno in testa al compagno.

“Ahhhh!” urlò Sakura coprendosi il volto con le mani.

Naruto si rialzò massaggiandosi la testa:

“Sei contento teme? Perché non ti sei fatto gli affari tuoi?” gli urlò contro, adirato per essere stato scoperto.

“Lascia che ti dica una cosa, dobe! ….. SEI UN PERVERTITO!!!” urlandogli contro con tutta la voce che aveva in corpo.

“Non ti permettere! Leggo quello che mi pare e non ti deve interessare niente! Anzi, sai che ti dico? Dovresti darci un’occhiata così imparerai come si accoppiano due persone del sesso opposto!” gli disse con tono provocatorio.

“Guarda che so cosa fanno un uomo e una donna per accoppiarsi, non ho bisogno di leggere quella robaccia!” gli rispose a tono mettendosi in posizione di attacco, offeso per essere stato considerato un ignorante dal compagno.

“Ah si! Allora non ci rimarrai male quando Itachi e Kasumi lo faranno e magari ti faranno diventare anche zio!” preparandosi a difendersi, sapendo che Sasuke lo avrebbe attaccato dopo quella provocazione.

“Adesso mi hai proprio scocciato!” partendo all’attacco. Naruto l’aveva punto sul vivo sapendo che non era ancora riuscito ad accettare la relazione fra il fratello e la Yamanaha.

Sakura tolse le mani dal viso e guardò incredula i compagni per quella rivelazione.
Sapeva che l’uomo e la donna erano diversi fisicamente, si ricordava ancora quando ai tempi dell’asilo  andavano in bagno tutti assieme …. ma mai avrebbe immaginato e sospettato che si accoppiassero in quel modo e sempre da quel modo si generassero i figli.
Si era sempre posta la domanda di come si “facevano i bambini” e sin da piccola lo chiedeva al padre, ma tutte le volte, l’anziano genitore completamente imbarazzato, si rifiutava di risponderle dicendole che lo avrebbe scoperto diventando grande, ma a quasi tredici anni e non avendo nemmeno un’amica con cui parlare, non era ancora riuscita a trovare una risposta alla sua domanda, almeno fino a quel momento …..
Scioccata, involontariamente spostò lo sguardo sull’immagine chiara ed esplicita del libro, diventando rossa come un peperone ….. per fortuna non avrebbe mai dovuto fare “certe cose” dato che aveva deciso di non innamorarsi!

Scosse la testa per cercare di non pensare più a quell’immagine, ma appena alzò lo sguardo verso i suoi compagni si pietrificò, spalancando gli occhi e la bocca mentre il corpo iniziò a tremare: Naruto e Sasuke stavano combattendo!
Era la prima volta che vedeva dei ninja combattere e la bravura dei compagni l’avevano lasciata basita. Si muovevano a gran velocità e a fatica riusciva a distinguere le loro sagome che correvano e saltavano da una parte all’altra dell’area circostante. Colpivano e paravano i colpi con una facilità e una velocità impressionante e nessuno dei due sembrava intenzionato a smettere il duello.

“Teme, questa me la paghi!” urlò arrabbiato Naruto tirando un pugno potentissimo allo stomaco del moro.

“Ahh! ….. Anche tu!” ringhiò Sasuke portandosi le mani all’altezza della parte colpita.

“Ah si! Non credo proprio!” gli disse beffardamente e preparandosi a lanciarsi ancora verso di lui.

Questa volta Sasuke riuscì a schivare il colpo del compagno sferrandogli un calcio all’altezza del torace e scaraventandolo a terra.

“Adesso la finiamo qua!” disse l’Uchiha.

“Vedremo! Mah! …. Ehi teme che stai facendo? Non vorrai mica usare la tecnica della palla di fuoco suprema, vero?” chiese molto preoccupato, conoscendo l’intensità e la potenza di quel colpo.

Sasuke inalò più aria possibile, inarcando la schiena e portando indietro la testa per aiutarsi maggiormente, poi con un colpo di reni, spostò il busto in avanti soffiando dalla bocca spaventose lingue di fuoco.

“Ahhh!” urlò terrorizzata Sakura portandosi le mani davanti alla bocca.

Naruto riuscì a schivare in tempo le fiamme che iniziarono a bruciare l’erba circostante, fra cui il preziosissimo libro …..

Sasuke, soddisfatto e orgoglioso della sua tecnica, richiamò a sé le fiamme e guardò con un ghigno vittorioso il biondo:

“Allora dobe, ne hai avuto abbastanza o devo continuare?” gli chiese beffardamente.

“Non erano questi i patti!” gli rispose con i pugni serrati.

“Non mi sembra che abbiamo posto dei limiti nel combattimento, o sbaglio!” disse con tono canzonatorio.

“No, ma era scontato non usare delle tecniche ….. ehi, mah?” Naruto si precipitò verso un cumulo nero e incenerito poco distante da lui.

Lo prese fra le mani mentre questo iniziò a sgretolarsi al tocco delle sue dita, fino a quando non riconobbe un unico angolo, rimasto illeso dalle fiamme, rosso e rigido: la copertina del suo amatissimo libro.

Naruto strinse i pugni e i denti:

“Questo è troppo, non lo dovevi fare! ….. Guarda cos’hai fatto! Mi hai incenerito il libro! Ora vedrai!” gli urlò con tutta la rabbia che aveva in corpo.

“Ah si? E cosa credi di fare! ….. Cosa? No, non puoi usare quella tecnica …. è troppo pericolosa e non sai ancora gestirla alla perfezione!” Sasuke sembrava quasi impaurito vedendo la composizione di alcuni sigilli che conosceva molto bene ……

“Dici? Ti sbagli di grosso e te lo dimostrerò ….. preparati a subire la vendetta con il mio ……. RASENGAN!” formando una sfera energetica fra le mani e lanciandola verso Sasuke.

La tecnica della palla di fuoco suprema non era abbastanza potente per contrastare il rasengan di Naruto e questo Sasuke lo sapeva molto bene, ma forse conosceva un modo per fermarlo. Non sarebbe stato potente come quello di Kakashi, dato che non aveva ancora sviluppato il secondo tomoe allo sharingan, ma sicuramente sarebbe stato sufficiente per raggiungere il suo scopo:

“Come vuoi dobe …… CHIDORI!” componendo velocemente una serie di sigilli formando una sfera elettrica e lanciandola contro il rasengan.

Sakura era rimasta pietrificata, le sue gambe non riuscivano a muoversi e il terrore si impossessò del suo corpo appena vide gli occhi di Sasuke diventare rossi: doveva essere il famoso sharingan ed era veramente spaventoso!
Doveva cercare di reagire, doveva trovare la forza e il modo di fermarli altrimenti avrebbero rischiato grosso, avendo percepito la potenza straordinaria dei loro colpi.

“Noooo! Fermatevi! Vi scongiuro …. fermatevi!” urlò correndo verso di loro e senza accorgersene, iniziando a piangere …….

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Capitolo 26
*** Punizione ***


Kakashi si diresse verso il palazzo dell’Hokage, sapendo che a quell’ora avrebbe potuto parlare tranquillamente con Tsunade. Era fortemente convinto che gli stesse nascondendo qualcosa su Sakura ed era intenzionato a non lasciare il suo ufficio fino a quando non gli avesse detto tutta la verità.

Tsunade stava lavorando insieme a Fugaku, definendo gli ultimi punti della missione a cui avrebbe dovuto partecipare la squadra anbu di Itachi. Sembrava che dai villaggi delle campagne, fossero giunte nuove prove sull’effettiva nascita di un’ organizzazione criminale ed era estremamente importante avere la conferma assoluta per poter avvisare gli altri due Regni, della minaccia incombente sul mondo intero.

Improvvisamente la porta dell’ufficio venne spalancata da Kakashi, intenzionato ad entrare, mentre Shizune cercava di trattenerlo con tutte le sue forze tirandolo per un braccio:

“Si fermi! Non può entrare se non ha un appuntamento!” cercò di dirgli, per l’ennesima volta, la segretaria.

“Devo parlare con l’Hokage, è una questione di estrema importanza …. non ho tempo di chiedere un appuntamento! Mi lasci andare!” disse il Jonin cercando di liberarsi dalla presa ferrea di Shizune stando però attento a non farle male.

“Ma che sta succedendo! Kakashi che ci fai qua?” chiese sorpresa Tsunade.

“Ho bisogno di parlarle e intendo farlo ora! Non ho nessuna intenzione di andarmene fino a quando non ci sarò riuscito!” Kakashi era molto determinato.

“Ma che modi sono! Lo sai benissimo che non ci si può rivolgere in questo modo all’Hokage! Chiedi subito scusa, è un ordine!” Fugaku era furente, non sopportava questa mancanza di rispetto.

“Mi scusi maestro,  ma c’è un motivo per questo mio comportamento! Per favore, Hokage!” guardandola in modo quasi supplichevole.

“Va bene, ho capito! ….. Shizune lascialo andare!” disse rassegnata Tsunade.

“Come vuole!” la segretaria si inchinò davanti alle due autorità ninja e prima di richiudere la porta lanciò uno sguardo fulmineo al Jonin, venendo completamente ignorata da quest’ultimo.

“Kakashi! …. Per questa volta chiuderò un occhio sul tuo comportamento insensato ma è l’ultima volta. Esigo rispetto, non perché sono l’Hokage, ma perché ho un lavoro molto importante da svolgere e non ho tempo da perdere con queste sceneggiate!” guardandolo contrariata.

“Mi creda, non è una sceneggiata, inoltre mi conoscete entrambi …..” spostando lo sguardo sul suo maestro: “ ….. non vi ho mai mancato di rispetto, ma avevo assoluto bisogno di chiederle una cosa e non intendo andarmene fino a quando non mi avrà detto tutta la verità su ….. Sakura Yukan!” disse seriamente fissandoli entrambi negli occhi.

Tsunade e Fugaku, sentendo il nome della rosa, trasalirono per una frazione di secondi guardandosi preoccupati, aumentando i sospetti del Jonin.

L’Hokage si ricompose, assumendo la classica posa autoritaria tipica del suo ruolo:

“Sakura Yakan? E dimmi …. cosa ti fa credere che sappia qualcosa in più rispetto a quello che già sai?” chiese decisa portando le mani incrociate sotto il mento.

“Sakura continua ad avere dei problemi enormi sull’utilizzo del chakra. Non riesce a concludere un ciclo di allenamenti, troppo provata dalla stanchezza che a stento la regge in piedi. Ha preso gli alimentatori, ma sembra che non abbiano giovato sul suo organismo ….. possiede il chakra …. è vero …. ma non riesce a controllare il flusso della sua energia e questo è una cosa inspiegabile per ogni ninja. In questi mesi l’ho osservata attentamente …. è molto concentrata e segue perfettamente tutte le mie indicazioni ma ciò nonostante, continua ad avere dei problemi. Di questo passo non arriverà mai preparata all’esame per diventare Genin! Devo sapere cosa mi state nascondendo, perché lo so che c’è qualcosa di strano in quella ragazzina e voglio aiutarla ….. è il mio dovere in quanto maestro del team7 ….. ma non posso portare a termine il mio compito se mi tenete all’oscuro di certi particolari!” Kakashi parlò tutto d’un fiato, senza tralasciare nessun dettaglio.

Tsunade non sapeva cosa dire, il Jonin non le aveva lasciato nessun appiglio su cui convergere una spiegazione convincente evitando di rivelargli la verità.
Fugaku le appoggiò una mano sulla spalla, attirando la sua attenzione e appena i loro sguardi entrarono in contatto, l’Uchiha acconsentì con il capo.
Era inutile continuare a mentire, Kakashi aveva ragione: doveva sapere!

L’Hokage sospirò rassegnata:

“Dimmi, hai scoperto la natura del chakra di Sakura?” chiese seriamente.

“Cosa? ….. Ma se vi ho appena detto che non riesce a gestirlo!” rispose infastidito.

Fugaku stava per riprendere il Jonin per la risposta poco appropriata quando Tsunade alzò il braccio intimandolo di non intervenire.

“Questa non ci voleva! …. Speravo che con gli alimentatori riuscisse a controllare il suo potere ma a quanto pare mi sono sbagliata …..” sospirando rassegnata: “ ….. Kakashi, devi promettermi che quello che sentirai, non uscirà mai da questo ufficio per nessuna ragione al mondo, intesi?” guardandolo minacciosamente.

Il Jonin acconsentì con il capo, pienamente soddisfatto per aver raggiunto il suo scopo: finalmente avrebbe trovato le risposte alle sue domande.

“Non so dirti perché il chakra di Sakura abbia dei problemi, ma è molto importante conoscerne la natura …… vedi …. siamo convinti che si stia formando una nuova organizzazione criminale con l’intento di scatenare un’altra grande guerra mondiale, ma abbiamo bisogno di prove concrete prima di avvisare gli altri due Regni!” disse seriamente.

“Cosa? Una nuova organizzazione criminale? …. Mi scusi Hokage, ma questo cosa c’entra con Sakura?” chiese sorpreso e preoccupato per la rivelazione appena ricevuta.

“C’entra! …. Vedi, Sakura non è la figlia biologica del signor Yukan …. l’ha trovata abbandonata in un bosco quando aveva circa un anno di vita. La bambina non aveva mai manifestato il suo potere fino al giorno dell’incidente al monte degli Hokage ….. io stessa non so spiegarmi come sia stato possibile nascondere il chakra ….. forse ha subito un trauma talmente forte da bloccare la sua vera natura! ….. Non so che dire a questo proposito e se nemmeno gli alimentatori sono riusciti ad aiutarla, credo che a questo punto dovremo aspettare che si sblocchi completamente. Dovrai tenerla sotto controllo e appena manifesterà il suo vero potere, dovrai dircelo subito …. non sappiamo chi sia la sua vera famiglia e c’è il rischio che questa possa appartenere al nemico. Il nostro dovere è quello di proteggere la ragazza come cittadina di Konoha!” le parole dell’Hokage erano state dette in modo conciso e con determinazione.

Kakashi era incredulo, ma c’era ancora qualcosa da chiarire:

“Quindi Sakura è stata adottata! Lei lo sa?” chiese con interesse.

“No! Il Signor Yukan non si sente ancora pronto di dirle la verità e per aiutarlo, abbiamo deciso di inventare la storia dell’eredità del chakra dai discendenti materni!” rispose sospirando e abbassando lo sguardo.

“Ma vi rendete conto di quello che avete fatto?” urlò con rabbia Kakashi sbattendo un pugno potentissimo sulla scrivania.

“Adesso calmati!” disse con tono autoritario Fugaku per cercare di placare l’ira del Jonin.

“No maestro! Non posso calmarmi! Voi non vi rendete conto di quello che avete fatto! Con le vostre bugie avete portato a far soffrire una ragazzina che si sente diversa da tutti, tanto da non riuscire ad amalgamarsi con i compagni! Sta soffrendo molto ….. glielo si legge dagli occhi! Bisogna dirle la verità, è giusto che lo sappia!” abbassando lo sguardo e stringendo i pugni.

“E credi che dicendole la verità la sua sofferenza possa diminuire? Ti sbagli di grosso se pensi questo …. Sakura è un’adolescente catapultata dal settore omega al nostro, la sua vita è cambiata radicalmente e già questo può essere stato traumatico per lei e forse è proprio questo il motivo per cui non riesce ancora a socializzare con i suoi compagni! …… Ora rispondi tu alla mia domanda …. come pensi possa reagire sapendo di essere stata adottata? Non credi che possa soffrire ancora di più sapendo che la persona che chiama padre, in realtà non è niente per lei?” chiese con durezza Tsunade.

Kakashi incassò il colpo, ricordandosi all’istante il giorno in cui la rosa parlò della sua preoccupazione per la salute cagionevole dell’anziano padre, aggiungendo che era l’unica persona rimasta a lei cara.
Sospirò profondamente:

“Ha ragione, non avevo pensato a questo e vi chiedo scusa!” disse sinceramente pentito.

“No, non devi scusarti, caso mai sono io che devo a te le mie scuse. Dovevo dirtelo già dalla prima volta che eri venuto nel mio ufficio per parlarmi dei problemi legati al chakra di Sakura, ma ho preferito continuare a mantenere il segreto, ignorando completamente il suggerimento di Fugaku di dirti tutta la verità sulla ragazza. Ero convinta che saresti riuscito a risolvere ancora una volta i suoi problemi, ma arrivati a questo punto, non so nemmeno io come aiutarti. Lasciamo che sia il tempo a trovare le risposte mancanti e per quanto riguarda l’esame, stai tranquillo, ricordati che è in squadra con i miei nipoti e la loro bravura è nota in tutto il villaggio …. saranno loro ad aiutare la compagna pur di non venire bocciati, approfittando anche di mettersi in mostra!” disse con un mezzo sorriso divertito e contagiando anche i due presenti.

Era risaputo da tutti che i due ragazzi cercavano sempre di mettersi in mostra per dimostrare di essere i degni eredi dei loro potentissimi clan.

“Già …. adesso che me lo fa notare, ho lasciato il team da solo con la scusa di metterli alla prova, vedendo come se la sarebbero cavati senza di me per un’ora circa. Non vorrei che quei due ne combinassero un’altra delle loro, anche se la mia preoccupazione più grande è per Naruto ….. estremamente portato a combinare guai!” disse Kakashi pensieroso massaggiandosi il mento con le dita.

Tsunade rise di gusto mentre a Fugaku iniziò a pulsare la vena sopra la tempia:

“Se quel discolo dovesse combinarne un’altra delle sue, ti ordino di dirmelo subito! Penserò io a farlo rigare dritto!”

“Ma smettila Fugaku! Naruto è cresciuto nella tua famiglia e non sei mai riuscito a piegarlo …. è tale e quale a Minato e tu stesso lo sai meglio di chiunque altro!” disse Tsunade continuando a ridere, riuscendo a contagiare anche il suo grande amico.

“E’ meglio che vada! Non si sa mai! …. Vi ringrazio per avermi concesso l’opportunità di poter parlare con voi e scusatemi ancora per avervi mancato di rispetto, ma è stato involontario! …. Per quanto riguarda quello che ci siamo detti, state tranquilli, non ne farò parola con nessuno!” facendo un leggero inchino e uscendo direttamente dalla finestra aperta.

“Chissà perché non è uscito dalla porta!” chiese sorpresa l’Hokage.

“Forse l’ha fatto per non incontrare Shizune!” le rispose Fugaku con uno sguardo d’intesa e iniziando a ridere contemporaneamente.

“Già hai proprio ragione amico mio! …. Adesso concentriamoci sul lavoro, abbiamo già perso troppo tempo!” l’Hokage ritornò seria e concentrata, così come l’Uchiha.
 

*******
 

Kakashi balzava di tetto in tetto ripensando alle parole dell’Hokage: non solo era preoccupato sulla possibilità del sorgere di una nuova organizzazione criminale ma anche sul problema legato al chakra di Sakura.
Se nemmeno Tsunade sapeva come aiutarla, doveva trovare un modo per potenziare le poche arti di combattimento che aveva acquisito in quei mesi, cercando però di fare molta attenzione a non stancarla e indebolirla troppo.

Quando giunse in prossimità dell’accademia percepì un’aurea a lui fin troppo famigliare, legata al capo clan degli Uchiha: la palla di fuoco suprema!

Aumentò immediatamente la sua corsa prevedendo guai mentre gocce fredde di sudore iniziarono a scendere lungo le tempie, anche se in cuor suo, sperava vivamente di sbagliarsi ……
 

Sakura era rimasta pietrificata, le sue gambe non riuscivano a muoversi e il terrore si impossessò del suo corpo appena vide gli occhi di Sasuke diventare rossi: doveva essere il famoso sharingan ed era veramente spaventoso!

Doveva cercare di reagire, doveva trovare la forza e il modo di fermarli altrimenti avrebbero rischiato grosso, avendo percepito la potenza straordinaria dei loro colpi.

“Noooo! Fermatevi! Vi scongiuro …. fermatevi!” urlò correndo verso di loro e senza accorgersene, iniziò a piangere …….

“Stai indietro!” una voce autoritaria le giunse alle orecchie mentre due forti mani la scaraventarono a diversi metri di distanza.

Sakura si rialzò all’istante sentendosi più tranquilla avendo riconosciuto la voce del suo maestro. Alzò lo sguardo verso i compagni con un lieve sorriso stampato sulle labbra, ma la paura prese il sopravvento vedendo le due sfere entrare in contatto.

Kakashi iniziò a comporre velocemente una serie di sigilli attivando una barriera di luce che posizionò fra di loro, iniziando a risucchiare l’energia del chidori e del rasengan.

Purtroppo però, la loro potenza era enorme e nonostante gli sforzi di Kakashi per mantenere intatta la barriera, questa cedette provocando una forte esplosione appena le due sfere entrarono in contatto.

Sasuke e Naruto vennero scaraventati con violenza dalle parti opposte del campo atterrando malamente al suolo privi di conoscenza e il Jonin, riuscì a balzare via in tempo, evitando di entrare in contatto con l’esplosione.

Grazie alla posizione in cui si trovava, Sakura rimase illesa ma aveva assistito a tutto, lasciandola con gli occhi sbarrati pieni di terrore e il corpo completamente inerte.

“Non stare li impalata! Muoviti, vai a prendere Sasuke e portalo subito in infermeria mentre io penserò a Naruto …. non c’è tempo da perdere!” le urlò Kakashi.

“Cos’è successo?” chiesero all’unisono Asuma e il Capitano Yamato giunti insieme ai loro team dopo aver avvertito e sentito l’impatto devastante delle sfere.

“Per fortuna siete arrivati! Controllate nei dintorni che non ci siano state conseguenze mentre io e Sakura portiamo questi due scellerati in infermeria! ….. SAKURA TI HO DETTO DI MUOVERTI!” urlandole e guardandola in malo modo. Issò Naruto sulle spalle e iniziò a correre verso l’infermeria dell’accademia.

“Avanti muoviamoci! Controlliamo che non ci siano altri danni!” ordinò Asuma notando la devastazione attorno a loro.

“Si!” gridarono in coro i ragazzi, dividendosi e balzando nelle varie angolazioni dell’area circostante.

Nel mentre, Sakura cercò di reagire e di seguire le indicazioni del Jonin. A stento, corse verso Sasuke ma quando provò a sollevarlo si accorse che era troppo pesante per lei. Era ancora privo di conoscenza, il corpo pieno di contusioni e di ferite sanguinanti, aveva bisogno di cure e non c’era tempo da perdere.
Guardò il compagno, strinse i denti e i pugni iniziando a concentrarsi per sprigionare il chakra, l’unico che potesse darle la forza necessaria per aiutarlo. Dalle mani e dai piedi, comparve la luce verde del potere e consapevole di poterlo gestire senza problemi, issò sulle spalle Sasuke e iniziò a correre e a saltare per raggiungere velocemente l’infermeria.

Kakashi aveva appena affidato Naruto alle cure di un medico quando si ritrovò di fianco Sakura che teneva saldamente l’Uchiha.

“Bravissima! …..” aiutandola e mettere il compagno sul lettino: “ ….. Sei stata velocissima, i miei complimenti!” poggiandole con affetto una mano sulla testa.

Alcune infermiere si precipitarono a controllare i parametri vitali di Sasuke e una di queste sprigionò da una mano il potere curativo, facendogli riprendere un po’ i sensi.
Sakura osservò attentamente i movimenti del polso dell’infermiera, riconoscendo la tecnica della rigenerazione del chakra, ma quando si sporse per guardare meglio, le porte dell’infermeria si chiusero davanti a lei.

“Dimmi cos’è successo?” chiese seriamente il Jonin mentre continuava a tenere lo sguardo fisso sulla porta chiusa.

“M-mi d-dispiace …. mi dispiace per tutto!” rispose mortificata con lo sguardo abbassato.

“Non importa! Anch’io ti devo chiedere scusa per averti urlato contro, non era mia intenzione!” sorridendole da dietro la maschera e poggiandole una mano sulla spalla per rassicurarla.

“Credi …. credi che se la caveranno?” chiese seriamente preoccupata per l’incolumità dei compagni.

“Sicuro! Hanno la pelle dura …. come la loro testa!” provocando una leggera risata alla rosa.

“Mi dici adesso cos’è successo fra quei due?” rifacendole la stessa domanda ma usando un tono più dolce.

Sakura prese un bel respiro e iniziò a raccontare come un libro avesse provocato un litigio così furioso fra i suoi compagni ….

“U-un libro ha scatenato tutto questo pandemonio?” chiese preoccupato Kakashi, intuendo che fosse proprio quello che aveva regalato a Naruto.

“S-si …. v-vedi, e-era un l-libro…. be’ ecco …. era un po’ ….. come posso dire ….. per favore Kakashi non chiedermelo!” disse completamente imbarazzata al ricordo di quelle immagini così esplicite.

Kakashi ebbe la conferma che si trattasse proprio di quel libro!

“H-ho capito! Ma sai come ne sia venuto in possesso?” chiese sudando freddo.

Sakura negò freneticamente con il capo, tenendo gli occhi chiusi  ancora imbarazzata.

Il Jonin tirò un sospiro di sollievo: pericolo scampato!

“Ascoltami ….. forse è il caso di non raccontare proprio tutti questi dettagli …. che ne dici se invece ci limitassimo a dire che hanno iniziato a litigare per un motivo futile? Perché in fondo è stato proprio questo …. un futile motivo!” ridendo istericamente e sperando nel consenso dell’allieva.

“V-va bene!” rispose sorpresa da quello strano atteggiamento del Jonin, ignara che fosse stato proprio lui a regalare quel libro a Naruto.

“Perfetto! Adesso vado in portineria, devo far chiamare la famiglia di quei due! Aspettami qui, arrivo subito!” correndo verso il lunghissimo corridoio.

Sakura si voltò a guardare la porta dell’infermeria sperando che i suoi compagni si riprendessero presto, quando sentì giungere dietro di lei diverse persone. Asuma e il Capitano Yamato erano arrivati seguiti dai loro team.

“Sai come stanno? E Kakashi dov’è andato?” chiese il Capitano alla rosa.

“Kakashi arriva subito, è andato in portineria a chiedere di chiamare la loro famiglia ….. mentre per i miei compagni non so ancora niente …. il medico li sta ancora visitando!” rispose con preoccupazione.

“D’accordo, andiamo anche noi Asuma, voi ragazzi rimanete qua, arriviamo subito!” disse il Capitano Yamato correndo insieme al collega per raggiungere il Jonin e chiedere direttamente a lui maggiori spiegazioni.

“Ma cos’è successo?” Kiba non riuscì a trattenersi, troppo preoccupato per la sorte dei suoi amici.

“H-hanno litigato ….. e hanno finito per scontrarsi in un …. in un combattimento!” cercò di rispondere la rosa, imbarazzata per essere la prima volta che gli rivolgeva la parola.

“E tu dov’eri? ….. Fronte spaziosa!” chiese con rabbia Ino.

La rosa la guardò perplessa e timidamente:

“S-stai parlando con me?”

“Certo e con chi se no! Sei l’unica qui in mezzo ad avere una fronte così ampia! Allora mi rispondi? Dov’eri? Perché non hai cercato di fermarli? Ma che razza di compagna di squadra sei se nemmeno intervieni durante i litigi? Non hai pensato che potessero farsi del male?” la Yamanaka era furiosa.

“Ino, adesso calmati! Lo sai anche tu come sono fatti quei due …. quando si mettono nella testa di combattere, nessuno riesce a fermarli!” Shikamaru le si parò davanti cercando di calmarla.

“S-si I-ino c-calmati, n-non c-credo s-sia i-il c-caso d-di m-mettersi a l-litigare!” cercò di intervenire Hinata, mettendole una mano sulla spalla.

“NO!! Non potete chiedermi di calmarmi! Lo so benissimo anch’io che è impossibile fermarli, ma lo sapete anche voi com’è fatta …. Naruto non fa altro che ripetercelo …. fronte spaziosa non ha nessuna intenzione di amalgamarsi con il team e dubito fortemente che abbia anche solo cercato di intervenire! A lei non importa niente dei suoi compagni!” disse con tutta la rabbia che aveva in corpo.

Sakura si pietrificò. Nell’ultimo periodo era convinta di essersi impegnata a fondo per socializzare con la sua squadra, ma stando alle parole della Yamanaka i suoi sforzi erano stati vani, dato che proprio Naruto aveva fatto quell’ affermazione.

“La verità sbattuta in faccia fa male, vero fronte spaziosa?” Ino continuò ad attaccarla, mentre gli altri compagni sospirarono rassegnati, scongiurando il peggio.

La rosa non riuscì più a trattenersi, Ino poteva anche aver ragione sul suo comportamento, ma non poteva permettersi di accusarla di infischiarsene dei suoi compagni quando in realtà aveva cercato di fermarli, anche se era consapevole che non sarebbe mai riuscita nel suo intento, troppo debole rispetto a loro.
Era sinceramente preoccupata per Sasuke e Naruto ….

“Mi chiamo Sakura e non fronte spaziosa!” disse con rabbia sfidandola con lo sguardo. Se l’intenzione di Ino era quella di provocarla, avrebbe trovato pane per i suoi denti.

“Tze …. ti chiamo come mi pare!” rispose con tono beffardo, incrociando le braccia e voltando il busto di lato alzando leggermente il capo con fare da snob.

La rosa guardò attentamente la figura di Ino, soffermandosi su quel naso all’insù molto simile a un:

“Maialino! Con quella posa e quel naso che ti ritrovi assomigli proprio ad un suino! …. D’ora in poi ti chiamerò Ino-pig!” disse vittoriosa, vedendo la Yamanaka diventare rossa dalla rabbia.

“Come mi hai chiamata? Come ti permetti? Tu sei ….” cercando di controbattere e venendo preceduta dalla rivale.

“Si, si lo so, sono fronte spaziosa e tu invece …. Ino-pig!” ridendo beffardamente e provocando l’ilarità fra i  presenti. Quella era la prima volta in assoluto che vedevano qualcuno tenere testa alla Yamanaka e dovevano ammettere che Sakura ci sapeva proprio fare.

“Che sta succedendo? Cos’è tutto questo baccano?” Asuma era ritornato seguito dai suoi due colleghi.

Tutti i ragazzi abbassarono il capo senza dire una parola, mentre le due ragazze si fulminarono con lo sguardo.

“Sakura, puoi andare a casa, credo che per oggi l’allenamento possa definirsi concluso. Per i tuoi compagni stai tranquilla, sono in ottime mani e la loro famiglia sta già arrivando! Ci vediamo domani!” Kakashi la guardò con uno sguardo che non ammetteva né repliche né domande.

Acconsentì appena con il capo e si diresse verso l’uscita.

“Per voi invece l’allenamento non è finito, quindi dirigetevi nei vostri campi, noi arriviamo subito!” disse perentorio Asuma ai ragazzi che ubbidirono in silenzio.

“Hai bisogno di qualcosa?” chiese il Capitano Yamato a Kakashi.

“No, grazie per l’aiuto! Ora ci penserò io!” alzando un sopracciglio vedendo la maniglia della porta davanti a lui abbassarsi.

“Dottore come stanno?” chiese subito preoccupato il Jonin senza aspettare che il medico uscisse dall’ambulatorio.

“Diciamo bene, dato il pericolo che hanno corso! Sarebbe opportuno ricoverarli in ospedale per qualche giorno, giusto per tenerli sotto osservazione. Hanno riportato molte contusioni tra cui diverse costole incrinate!” rispose con professionalità e spostandosi di lato lasciando libero il passaggio per entrare.

Kakashi inchinò leggermente il capo come segno di gratitudine per poi entrare nella stanza e richiudersi alle spalle la porta.

Naruto e Sasuke stavano litigando furiosamente nonostante fossero malconci e bendati in diverse parti del corpo.

“E’ stata tutta colpa tua, non dovevi lanciare la palla di fuoco suprema!” urlò il biondo.

“E chi lo dice? In fondo non è una tecnica pericolosa come il tuo rasengan, sei stato tu ad esagerare, io mi sono solo limitato a difendermi!” gli rispose il moro allo stesso tono.

“Anche infortunati, non perdete mai il vizio di stuzzicarvi a vicenda, vero?” Kakashi era davanti ai loro letti che scuoteva la testa con rassegnazione.
“Kakashi, lascia che ti spieghi cos’è successo ….”

“Stai zitto Naruto! Sakura mi ha già raccontato tutto! Lasciate che vi dica io una cosa! …. Mi avete profondamente deluso, vi avevo chiesto di comportarvi bene e di non disubbidire alle mie regole, invece ve ne siete approfittati e lo avete fatto solo per mettervi in mostra, dimostrando l’uno all’altro i vostri miglioramenti. Siete dei bambini che pensano solo a vantarsi e questo è un comportamento che non tollero nel mio team, mi sono spiegato?” guardandoli con rimprovero.

Naruto e Sasuke incassarono il colpo: Kakashi aveva capito perfettamente che erano arrivati a combattere non per il  litigio, ma solo perché assetati di competizione!

“Ci dispiace!” dissero all’unisono, profondamente dispiaciuti e facendo sorridere appena il maestro.

“Per questa volta lascerò correre, ma non intendo concedervi un’altra possibilità. D’ora in poi dovrete attenervi alle mie regole e le mie istruzioni ….. i vostri colpi sono stati potentissimi e mi avete reso molto orgoglioso di voi, ma non siete ancora in grado di controllarli. Se non fossi intervenuto in tempo non avreste messo a rischio solo le vostre vite, ma anche quelle di tutti gli altri cadetti, provocando moltissimi danni anche all’accademia stessa! Riflettete sulle mie parole e sulle vostre azioni!” guardandoli seriamente e incamminandosi verso l’uscita.

“Dove stai andando?” chiese sorpreso Naruto.

“Fuori ad aspettare la vostra famiglia!” disse sogghignando, immaginandosi già la sfuriata di Fugaku.

Naruto e Sasuke deglutirono a fatica: sapevano che se l’avevano scampata con Kakashi non sarebbe stato lo stesso con il capo famiglia che spesso li aveva puniti proprio per la loro bramosia di mettersi in mostra combattendo, a suo dire, senza cervello!

Appena furono soli, l’Uzumaki si voltò verso il compagno:

“Ehi teme? Ti ricordi quel favore che mi dovevi?”

“Si, ma che c’entra! Ti rendi conto che fra un po’ dovremo affrontare mio padre?” disse quasi infastidito.

“Appunto, è proprio per questo che te l’ho chiesto …. mi devi un favore ed è arrivato il momento che tu paghi il tuo debito …. devi promettermi che non dirai a nessuno che avevo quel libro!” arrossendo appena.

“Ma se è stato proprio per quello che abbiamo iniziato a litigare! No, scordatelo! Raccontando la verità posso sperare in una punizione inferiore rispetto alla tua!” incrociando le braccia al petto e chiudendo gli occhi.

“Ah si? Come vuoi! Allora racconterò alla zia del tuo comportamento con Sakura-chan!” assumendo la stessa posa del moro.

Sasuke rabbrividì al pensiero di incorrere all’ira della madre e sospirando rassegnato:

“Va bene, per questa volta hai vinto tu dobe, non racconterò niente e non voglio più sentir parlare di quel libro, chiaro?”

“Lo sapevo!” sfoggiando un sorriso trionfante.

Passarono alcuni minuti di assoluto silenzio, troppi per un chiacchierone come Naruto:

“Teme, non sei curioso di sapere come facevo ad avere quel libro?” guardandolo maliziosamente.

“NO! Non voglio saperlo, ma accetta il mio consiglio …. tieni chiusa quella tua boccaccia! Non credo che ai miei genitori possa far piacere sapere che tipo di lettura ti appassiona!” sorridendo maleficamente, intuendo che il compagno non avesse afferrato a pieno il suo suggerimento.

“Anche se dovessero scoprirlo, non gli direi mai chi me l’ha dato!” rispose convinto.

“Ne sei sicuro dobe? Ti ricordo che mio padre possiede lo sharingan ipnotico!” accentuando il suo sorriso malefico e gioendo vedendo Naruto irrigidirsi e sbiancare.

“Per tutti i kami! Non ci avevo pensato!” iniziando a sudare freddo.

Lo sharingan ipnotico aveva il potere di vedere nelle mente delle persone carpendone tutti i segreti e solo chi possedeva due tomoe e una predisposizione particolare nell’utilizzo del chakra, poteva manifestarlo.  Pochi Uchiha avevano questo potere: Fugaku, Itachi, Shisui, Madara e il defunto Obito.

Kakashi rimase fuori dalla porta dell’infermeria ad aspettare la famiglia Uchiha, prevedendo già l’ira incontrollabile di Fugaku. Naruto e Sasuke sarebbero stati puniti severamente per il loro comportamento sconsiderato ma si sentiva in parte responsabile per quello che era accaduto: era lui il maestro e sua era la responsabilità dell’incolumità dei suoi allievi. Doveva trovare un modo per placare, almeno in parte, la collera di Fugaku e dato che lo conosceva abbastanza bene, aveva già un’idea: far leva sull’orgoglio Uchiha!

Fugaku arrivò insieme alla moglie e al figlio maggiore e vedendo Kakashi che li attendeva, si sentì in dovere di chiedere maggiori informazioni sull’accaduto …..
Il Jonin spiegò brevemente che il tutto era nato da un semplice litigio (omettendo volutamente la parte del libro per evitare spiacevoli conseguenze personali) soffermandosi maggiormente a compiacersi e a lodarsi delle straordinarie capacità di apprendimento dei ragazzi, fino a dichiararsi lui stesso sorpreso per l’enorme potere che erano riusciti a scaturire dalle loro tecniche, affermando con assoluta certezza, che queste sarebbero diventate, nel corso del tempo, le più temibili del Regno del Fuoco e proprio per questa sua convinzione bisognava incoraggiare i ragazzi a continuare ad allenarsi con la stessa intensità e concentrazione di sempre.
Nell’udire quelle parole piene di lode nei riguardi dei suoi due ragazzi, Fugaku iniziò a rilassarsi gonfiando il petto pieno di orgoglio, tutto sotto lo sguardo compiaciuto di Kakashi, per aver centrato il suo scopo, di Mikoto e di Itachi.

Fugaku si ricompose, riassumendo il suo solito portamento autoritario e autorizzando la moglie ad entrare in infermeria alzando il braccio in direzione della porta:

“Grazie Kakashi! Ora, se non ti dispiace, vorrei vedere come stanno quei due sconsiderati, anche se una bella punizione non gliela toglie nessuno!”

Mikoto si precipitò ad entrare, non prima di lanciare un rapido sguardo pieno di gratitudine al Jonin, la stessa cosa fece Itachi che per tutto il tragitto aveva tentato inutilmente di placare l’ira del padre.

Naruto stava ancora tremando al pensiero dello sharingan ipnotico mentre Sasuke sogghignava silenziosamente, quando improvvisamente videro la porta aprirsi e Mikoto precipitarsi verso di loro.

“Bambini miei, state bene? Sapeste che paura che mi avete fatto prendere!” spostandosi di continuo da una parte all’altra dei due letti per poterseli abbracciare affettuosamente.

Naruto si lasciò coccolare tranquillamente, beandosi di quelle carezze piene d’affetto mentre Sasuke, troppo imbarazzato:

“Mamma per favore adesso basta! E poi non siamo più dei bambini!”

“Infatti! Persino dei poppanti sono più maturi e responsabili di voi!”

Fugaku si mise di fronte ai letti fulminando entrambi i ragazzi mentre questi iniziarono a sudare freddo deglutendo a fatica.

“Mi avete profondamente deluso e per questo subirete una punizione esemplare!” portandosi le braccia al petto.

“E q-quale s-sarebbe?” chiese terrorizzato Naruto.

Fugaku non riuscì a rispondere che Tsunade entrò di corsa nella stanza:

“Che avete combinato razza di incoscienti che non siete altro!” dirigendosi verso i nipoti e tirando ad entrambi un sonoro ceffone sulla testa.

“Ahio nonna! Mi hai fatto male! Sono un convalescente e merito un trattamento premuroso …. dovresti saperlo, dato che sei un medico!” sfidandola con lo sguardo e massaggiandosi la testa.

“Baka!” alzando un pugno come a volerlo picchiare di nuovo.

“Tsunade per fortuna sei arrivata! Potresti visitarli anche tu? Il dottore ci ha detto che avrebbero bisogno di qualche giorno di osservazione in ospedale, ma gradirei conoscere anche la tua opinione!” Mikoto intervenne prima che l’amica sfogasse nuovamente la sua collera su Naruto, incapace di tenere la lingua a freno.

“Sciocchezze! Adesso ci penso io a questi due!” iniziando a concentrare il suo chakra curativo sulle ferite dei nipoti.

“Ecco fatto! Adesso potete tornarvene a casa però per tre giorni dovrete stare a riposo …. niente allenamenti, intesi?” Tsunade usò un tono che non ammetteva repliche.

“Tre giorni? Nonna, ma non sono troppi?” come al solito Naruto non capiva quando era il caso di non parlare, prendendosi un altro pugno in testa dall’Hokage,
scaturendo l’ilarità dei presenti, Fugaku compreso, anche se cercò di nascondere il sorriso comparso sulle labbra.

“Grazie infinite Tsunade e per ringraziarti vorrei invitarti a cena!” le chiese Mikoto prendendola per le mani.

“Non devi ringraziarmi, sai benissimo che sono molto affezionata a queste due piccole pesti, però purtroppo sono costretta a declinare l’invito …. devo finire di ultimare il rapporto da consegnare alla squadra di Itachi che come sai, domani dovrà andare in missione!” parlandole in modo gentile.

“Come? In missione? Ma per quanto tempo?” chiese dispiaciuto Sasuke.

“Almeno due settimane, stando alle prime informazioni che mi ha dato la zia! Non preoccuparti, vedrai che passeranno in fretta!” gli disse Itachi poggiandoli l’indice e il medio sulla fronte.

“Ma così perderai la festa della primavera! …. Mi dispiace tanto Itachi, ma non preoccuparti, vedrò di divertirmi anche per te!” disse orgoglioso Naruto portandosi le braccia al petto.

“E’ qui che ti sbagli! Né tu, né Sasuke andrete alla festa! Questa è la punizione che meritate per il vostro comportamento sconsiderato!” disse Fugaku con tono autoritario.

“Cosa? No zio ti prego, non puoi impedirmi di andare alla festa! Ci sono tante cose buone da mangiare e già me le stavo pregustando!” mostrando l’acquolina in bocca.

“Ho detto che non ci andrete e sapete benissimo che le mie decisioni non si discutono, inoltre, quella sera, non avrete nemmeno il permesso di chiamare i vostri amici a farvi compagnia! ….. L’unica persona che starà con voi, dato che io e Mikoto andremo alla festa, sarà ….. Madara!” mostrando un sorriso malefico.

Mikoto, Itachi e Tsunade cercarono di nascondere il loro divertimento, mentre Sasuke e Naruto, nell’udire quel nome, sbiancarono assumendo un volto pieno di terrore.

L’Uzumaki saltò giù dal letto inginocchiandosi davanti allo zio e abbracciandogli le gambe, iniziando a supplicarlo:

“No zio, ti prego! Non farmi questo …. ti prometto che accetterò qualunque altra punizione, anche più severa … sono anche disposto a coricarmi sulle tue ginocchia, abbassarmi i pantaloni e farmi sculacciare da te come quando ero piccolo ….. tutto pur di non stare con quello psicopatico di Madara!” mostrando due lacrimoni e la candela al naso.

“Naruto non ti azzardare a pulirti sui miei pantaloni! Dovresti vergognarti a comportarti ancora come un bambino, sei cresciuto e devi mostrare un comportamento maturo per la tua età! Ho deciso così e così sarà!” mettendo le mani sui fianchi.

Sasuke era rimasto pietrificato, immaginandosi già le cose peggiori che sarebbe stato costretto a fare per soddisfare quello psicopatico di Madara: Naruto aveva ragione a definirlo in quel modo!

Le due donne e Itachi non riuscirono più a trattenersi e iniziarono a ridere sonoramente ……

 

Sakura tornò a casa ripensando agli avvenimenti della giornata. Era veramente preoccupata per la sorte dei compagni, nonostante Kakashi avesse cercato di tranquillizzarla, ma quello che la tormentava maggiormente erano le parole pronunciate da Ino. Lei ci teneva al suo team e lo avrebbe dimostrato impegnandosi di più, sia nella socializzazione che negli allenamenti. Pensando a quest’ultimi si ricordò dei suoi studi e della tecnica rigenerativa del chakra utilizzata l’infermiera: ora sapeva come riprodurla!




Angolo dell’autrice:

Chissà perché Naruto e Sasuke considerano Madara un vecchio psicopatico e i presenti ridono sonoramente! Mah! ….
Vi chiedo scusa per aver modificato alcune tecniche fra cui lo sharingan ipnotico, ma come sapete questa storia è e sarà tutta rivoluzionata in base alle mie esigenze, spero che mi perdonerete!
Vorrei ringraziare di cuore tutti voi lettori, anonimi e non, che continuate a seguirmi, a gratificarmi con le vostre recensioni e le segnalazioni della mia ff fra le vostre preferite e seguite. Parlando proprio di segnalazioni, approfitto per ringraziare pubblicamente  (senza voler togliere niente a nessuno)  due lettrici che hanno segnalato le mie due ff all’amministrazione fra le storie scelte. Non credo di meritare così tanta considerazione, ma mi avete fatto un regalo bellissimo e non conoscendo parole adatte per esprimere tutta la mia gratitudine, ho pensato di farlo in questo modo …. quindi, grazie infinite a:

ZONAMI84, per la mia prima ff, -Tutto muore, tutto rinasce-

LADYUCHIHA23, per questa in corso.

A presto un bacione grande a tutti voi!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 27
*** Rivelazioni ***


Eccomi di ritorno dalle ferie e come promesso ho scritto questo nuovo aggiornamento allungandolo un po’. Purtroppo però la mia mente è ancora al mare e sinceramente non riesco a capire come sia venuto questo capitolo. Spero di non deludervi, buona lettura!
 


Sakura si presentò in accademia al solito orario, ma quel giorno si ritrovò sola, i suoi compagni erano rimasti feriti e nonostante le rassicurazioni di Kakashi non riusciva a darsi pace, voleva avere maggiori informazioni e sperava che il Jonin la raggiungesse il prima possibile.

Per tenersi occupata decise di sperimentare la tecnica della rigenerazione del chakra: stese il braccio, roteò leggermente il polso, come aveva visto fare dall’infermiera, concentrò il potere sulla mano e ….
Il suo volto si illuminò di gioia: c’era riuscita!
Con gli occhi lucidi dall’emozione, pensò che finalmente avrebbe potuto terminare gli  allenamenti insieme al team.

“Cosa stai facendo?” chiese Kakashi avvicinandosi a lei.

Sakura ritrasse immediatamente il chakra sperando che il maestro non si fosse accorto di niente e cercando di essere più convincente possibile:

“N-niente! Mi faceva un po’ male il polso ma adesso sto meglio!” muovendolo su e giù.

Nessuno doveva sapere che era in grado di utilizzare le arti curative: bisognava avere un’abilitazione specifica rilasciata direttamente dalle autorità competenti e se qualcuno l’avesse scoperta, avrebbe rischiato sanzioni molto pesanti.

“Fammi vedere!” il Jonin le prese il polso iniziando a rotearlo e a guardarlo attentamente: “E’ tutto a posto, forse ti si era incavallato un nervo …. meglio così, bastano già i tuoi compagni infortunati!” disse lasciandole il polso.

“Come stanno?” chiese preoccupata.

“Stanno bene, l’Hokage in persona li ha curati costringendoli a tre giorni di riposo forzato!” appoggiandole una mano sulla testa.

“Be’ perderanno solo un giorno di allenamento, dato che oggi è venerdì!” disse con un sorriso sulle labbra.

“Hai ragione! Ora avanti, iniziamo!” dirigendosi verso l’angolo del campo assegnato alla rosa.

Kakashi la osservò per tutta la mattina, Sakura sentì aumentare la stanchezza ma a causa della presenza del maestro, fu impossibilitata ad usare il chakra curativo fin quando, al limite delle sue forze, cadde a terra sfinita ed ansante.

 “Sakura credo che per oggi possa bastare!” le disse sconsolato.

“N-no …. per favore, non farmi rincasare prima anche oggi!” guardandolo in modo supplichevole.

“Sei già stanca e poi avrei un favore da chiederti, o meglio, ho una piccola missione da affidarti!” sorridendole da dietro la maschera.

“Una piccola missione?” chiese stupita.

“Si, ma non è niente di speciale. Ieri la famiglia dei tuoi compagni si è dimenticata di prendere i loro zaini e dato che i prossimi due giorni l’accademia rimarrà chiusa, dovrai portarglieli tu stessa!” guardandola divertito.

“Io cosa? Perché dovrei andarci proprio io? E poi non so nemmeno dove abitano! Perché invece non lo chiedi a uno dei loro amici?” gli chiese disperata agitando le braccia con le mani chiuse a pugni.

“Perché sei tu la loro compagna di squadra e come vi ho sempre detto, i membri di un team si devono aiutare fra di loro, quindi ADESSO, prendi la tua roba, vai in portineria a recuperare i loro zaini e ti dirigi verso il quartiere Uchiha. Non è difficile da trovare e se dovessi avere delle difficoltà, basterà chiedere qualche informazione, tutto chiaro? Ci vediamo lunedì mattina, buon fine settimana …. Sakura!” scomparendo dietro la sua nuvola di fumo senza lasciarle il tempo di rispondere. Sapeva di averle chiesto molto, ma era un modo come un altro per farla avvicinare di più ai suoi compagni.

La rosa stava tremando dalla paura: lei, una “mezzo sangue”, avrebbe dovuto varcare il quartiere del clan più potente di tutto il villaggio e dell’intero Regno del Fuoco!
Consapevole di non poter disubbidire ad un ordine di Kakashi, si diresse rassegnata verso la portineria ….

Lungo il corridoio dell’accademia incontrò il professor Gai.

“Ehi Sakura, è da tanto che non ci vediamo! Tutto bene? Ho saputo quello che è successo ai tuoi compagni e mi dispiace tanto per loro, anche se da una parte se la sono cercata …. non bisogna mai disubbidire alle disposizioni del proprio maestro, vero?” sfoggiando un sorriso smagliante.

“S-si! …. Professore non vorrei essere scortese, ma devo andare in portineria a prendere i loro zaini e …..”

“In portineria? Ma a quest’ora il guardiano non c’è, è in pausa pranzo! Ma non preoccuparti , ci sono io …. Gai Maito …. la bestia verde della foglia!” componendo una serie di mosse di karate e facendo comparire un enorme gocciolone sulla testa della rosa.

A parte la stranezza, Gai era una persona estremamente gentile e anche in quell’occasione lo dimostrò offrendosi di aiutarla.

“Eccoli qua!” le disse felice.

“Grazie infinite professore, mi ha evitato di aspettare il guardiano!” sorridendogli appena.

“Lo sai che sei molto più carina quando sorridi? Ti si illumina il viso e metti in risalto i tuoi bellissimi occhi verdi!” facendole l’occhiolino.

“G-grazie!” rispose imbarazzatissima prendendo gli zaini.

“Aspetta un attimo! Ce l’hai il permesso per entrare nel quartiere Uchiha?” guardandola seriamente.

“Permesso? Che permesso? Kakashi mi ha detto solo di portargli gli zaini!” rispose confusa.

“Vedi, non tutti possono entrare nel quartiere Uchiha …. solo chi ha il permesso o chi, più fortunato, ha il proprio nome scritto su un’apposita lista! E’ una disposizione che risale ai tempi del secondo Hokage ….. serve come sicurezza e protezione al clan più potente del nostro Regno!” le spiegò con parole semplici.

“Kakashi non mi ha detto niente e adesso come faccio?” abbassando il capo e iniziando a pensare.

“Posso fartelo io! Essendo un insegnante dell’accademia ho l’autorità per  autorizzarti, in quanto cadetta, a consegnare gli zaini ai tuoi compagni di squadra. Ma ricordati, il permesso ha validità solo una volta e verrà trattenuto direttamente dall’addetto alla guardiola, intesi?” facendole nuovamente l’occhiolino e iniziando a compilare un foglio.

Dopo aver preso il permesso e ricevuto le informazioni dal professore per raggiungere il quartiere Uchiha, Sakura si avviò fuori dall’accademia.

Più si avvicinava alla meta, più sentiva aumentare i suoi battiti cardiaci per l’agitazione e lo sguardo puntato addosso dei pochi passanti che incontrava, non le erano di conforto.
Decise di aumentare il passo: prima arrivava, prima poteva tornarsene a casa!

Finalmente vide l’insegna del clan Uchiha con a fianco una guardiola e al suo interno un addetto intento a leggere qualcosa. Prese un respiro profondo e si avvicinò:
“B-buon giorno, dovrei andare a casa di Naruto e di Sasuke, questo è il mio permesso!” allungandoglielo con le mani tremanti. 

L’addetto la scrutò molto attentamente, non solo perché era il suo dovere, ma perché indossava lo stemma degli omega nella casacca e nella fascia che le legava i capelli rosa ….

“Aspetta un attimo, sei per caso Sakura Yukan?” le chiese gentilmente continuando a guardarla negli occhi e ignorando il foglio che aveva fra le mani.

La rosa acconsentì timidamente.

“Non hai bisogno di questo ….” sventolando il permesso: “ …. puoi entrare quando vuoi! Il tuo nome è scritto sulla lista! La casa è l’ultima in fondo alla via, non puoi sbagliarti, è la più grande di tutte!” indicandole l’ingresso del quartiere.

Sakura rimase sorpresa sapendo che il suo nome era sulla lista, ma non aveva tempo per porsi delle domande, voleva sbrigarsi a consegnare gli zaini e tornarsene a casa.
Ringraziò timidamente e a passo deciso si incamminò.

Sapeva che quel clan era ricchissimo, ma ora che camminava lungo quella via, ne aveva l’assoluta certezza: le case erano delle ville e una più bella dell’altra, tutte in stile orientale. Era estasiata da tanta bellezza e continuava ad ammirare entrambi i lati fino a quando non vide un uomo sulla cinquantina davanti ad un portone. Questo la squadrò da capo a piedi e:

“Tze …. anche una ragazzina dai capelli rosa mi tocca vedere! Se mio cugino continua a permettere l’ingresso a certe persone, il nostro prestigioso clan diventerà un circo!” disse infastidito facendo rabbrividire Sakura.

“Papà con chi stai parlando?” una giovane donna, molto bella dagli occhi e capelli scuri, uscì di casa vedendo la figura tremante della ragazzina.

“Papà! Spero che non l’hai importunata!” gli disse contrariata.

“Io non importuno nessuno, dico solo quello che penso ….. mi hai preparato il the, Hanare?” le chiese infastidito per essere stato ripreso e dirigendosi verso l’ingresso della casa.

La figlia lo ignorò e si avvicinò alla rosa:

“Sei Sakura, vero? Non so cosa ti abbia detto mio padre, ma conoscendolo, non avrà usato un bel modo. Non è cattivo, credimi, solo che ha un carattere tutto suo!” le disse sorridendole, cercando di tranquillizzarla.

“N-non si preoccupi ….. comunque si, sono Sakura …. potrei chiederle come fa a saperlo?” vergognandosi subito per la domanda stupida. Era l’unica in tutto il villaggio ad avere i capelli rosa!

Hanare sorrise:

“Sei nello stesso team dei miei cugini e ho sentito parlare molto di te …. del colore dei tuoi capelli e dei tuoi meravigliosi occhi verdi!” continuando a sorriderle con un’espressione gentile sul viso.

Sakura arrossì chinando il capo.

“Io mi chiamo Hanare e puoi darmi tranquillamente del tu. Immagino che sei venuta a trovare Sasuke e Naruto, vero? La loro casa è quella laggiù in fondo!” indicandola con l’indice.

“Oh, grazie! E’ stato un vero piacere per me conoscerla …. conoscerti!” sorridendo appena e incamminandosi verso l’abitazione dei compagni.

Hanare aveva sentito parlare molto di lei, non dai suoi cugini ma da Kakashi.
Tutte le volte che si incontravano di nascosto, il suo amato le parlava sempre dei suoi allievi, ma soprattutto di quella ragazzina così timida, insicura ed infelice….
Scosse la testa ed entrò in casa prima che il padre iniziasse a chiamarle con qualche richiesta assurda.

Più si avvicinava, più lo stupore di Sakura aumentava per l’imponenza dell’enorme villa dei suoi compagni. Era grandissima e bellissima.

Giunta davanti all’immenso portone guardò a bocca aperta l’intera recinzione constatando ad occhio e croce, che l’intera metratura doveva essere superiore ai metri quadri della sua casa.
Non osava nemmeno immaginare quanto fosse grande l’interno della villa.
Provò una stretta al cuore per l’inferiorità che ancora una volta dimostrava nei confronti dei suoi compagni.

Scosse la testa cercando di scacciare quella sensazione e raccogliendo tutte le sue forze si apprestò a tirare la corda della campanella appesa a fianco del portone.

Mikoto era fuori in giardino a curare i suoi amati roseti sapendo che presto avrebbe potuto ammirare i primi boccioli.
Stava per potare un ramo  quando sentì suonare al portone.

“Vado io!” disse ad una delle cameriere che stava uscendo dalla casa per andare ad aprire.

Sakura sentì cigolare il portone, il suo cuore iniziò a battere ritmicamente, ma cercò di controllare le proprie emozione continuando a tenere lo sguardo alto in attesa di vedere la persone che le stava aprendo.

Una donna molto bella, dai lunghi capelli neri come gli occhi, le comparve davanti lasciandola senza parole.

“Ma tu sei …. sei Sakura, vero?” le chiese con un enorme sorriso dopo un attimo di stupore trovandosi davanti a lei proprio la ragazza che per molto tempo avrebbe voluto conoscere.

“C-cosa? …. Oh si …. mi scusi …. molto piacere sono Sakura Yukan la compagna di squadra di Sasuke e Naruto!” disse tutto di un fiato inchinandosi con l’intero busto e le mani appoggiate sulle ginocchia.

“Il piacere è tutto mio, è da tanto che volevo conoscerti! Io sono Mikoto, la mamma di Sasuke e la zia di Naruto!” sfoggiando un bellissimo sorriso.

La rosa alzò incredula lo sguardo: come poteva, una donna così gentile, essere la madre di un scorbutico antipatico?
Neppure Fugaku, nonostante la sua espressione seria, aveva quel caratteraccio …. forse Sasuke aveva ereditato quel suo modo di fare da quell’uomo incontrato qualche minuto prima!
Sì, doveva essere proprio così, dopotutto erano parenti!

“M-molto piacere! …. M-mi scusi se sono venuta senza preavviso, ma … ma Kakashi mi ha chiesto di riportare i loro zaini!” mostrandoli timidamente.

“Che pensiero gentile! Ti ringrazio tanto e non devi scusarti di niente …. la nostra porta è sempre aperta per te e spero che da oggi in poi verrai a trovarci più spesso …. entra, i miei ragazzi saranno molto contenti di vederti!” aprendo maggiormente il portone e spostandosi di lato per farla entrare.

Sakura rimase a bocca aperta: non solo la madre di Sasuke era estremamente gentile con lei, ma la stava addirittura invitando in casa!
No, non poteva …..

“L-la ringrazio tanto per la gentilezza m-ma … ma i-io non posso! ….” abbassando e voltando il capo tristemente: “ …. Potrebbe salutarmeli lei?” allungando gli zaini e continuando a tenere lo sguardo verso il basso.

Mikoto la guardò tristemente intuendo il disagio che stava provando, ma cercò di rassicurarla:

“Capisco! ….” prendendo gli zaini con una mano e con l’altra alzandole leggermente il mento fino a far incrociare i loro sguardi: “ …. ma ricordati che il mio invito è sempre valido!” sorridendole amorevolmente tanto da farle arrossare leggermente le gote.

“G-grazie!” inchinandosi e correndo via.

Correva velocemente per le vie del villaggio continuando a guardare verso il basso e ripensando al tono della voce e al tocco delicato di Mikoto. Nessuno era mai riuscito a trasmetterle tanto affetto, ad eccezione del padre …. Papà?!
Involontariamente iniziò a piangere, capendo che l’affetto provato era quello per una madre, una madre che non aveva!
Era la prima volta che soffriva per la sua mancanza …..

**********

Mikoto chiuse il portone e con gli zaini fra le mani si diresse verso l’interno della casa ripensando agli occhi tristi di Sakura.

Un rumore assordante la distolse dai suoi pensieri:  Naruto stava scendendo le scale!

“Ziaaa! Mi prepareresti la merenda! Sono un convalescente e ho bisogno di recuperare le energie se voglio guarire velocemente!” chiese urlando mentre scendeva rumorosamente le scale.

“Ma piantala dobe! Per te ogni scusa è buona per mangiare … tze!” Sasuke era dietro il biondo con la sua solita aria corrucciata e le mani in tasca.

“Certo, ve la preparo subito!” rispose Mikoto guardando di sfuggita il figlio, sapendo che anche lui aveva fame, ma troppo orgoglioso per ammetterlo.

“Mamma? Ma quelli non sono i nostri zaini? Non li avevamo lasciati in accademia?” chiese curiosamente Sasuke indicandoli con la mano.

“Si infatti, sono i vostri! Sakura è stata così gentile da riportarveli!” rispose sorridendo.

“Chi? Sakura-chan? …. Dov’è?” iniziando a guardarsi attorno con il sorriso stampato sulle labbra.

“Non c’è …. è dovuta andare via subito, ma mi ha chiesto di salutarvi! Ora venite in cucina mentre vi preparo la merenda!” Mikoto si incamminò, distogliendo lo sguardo dai ragazzi.

“Che peccato! Mi sarebbe piaciuto vederla!” disse sconsolato Naruto seguendo la zia.

“Tze, chissà che impegno urgente doveva avere quella noiosa!” pensò contrariato Sasuke dirigendosi in cucina.

Quella stessa sera Fugaku rincasò pensieroso ma nello stesso tempo contrariato.

“Ben tornato caro! Sei in pensiero per Itachi, vero?” Mikoto lo conosceva bene e sapeva quanta apprensione provava il marito ogni qualvolta il figlio maggiore partiva per una missione.

“Mi conosci bene! Nonostante sia consapevole della forza di Itachi non riesco a stare tranquillo fino al suo ritorno! …..” sospirando sconfortato: “ …. Mikoto, dove sono quei due discoli?” chiese riacquistando il controllo dei propri sentimenti.

“In cucina ad aspettarti per iniziare a cenare, perché?” chiese pensierosa per l’aria contrariata del marito.

Fugaku la sorpassò senza risponderle e una volta entrato in cucina:

“Eccovi qua!” disse quasi arrabbiato.

“Ciao zio, finalmente sei tornato! Ho una fame!!!” Naruto allungò la mano verso il vassoio pieno di prelibatezze stando attento a non sgocciolare la bava che pendeva pericolosamente dalla sua bocca.

“Fermati!” gli ordinò il capo famiglia, attirando lo sguardo su di sé dei ragazzi.

“Perché?” chiese sorpreso il nipote mentre Sasuke prevedeva guai vedendo il volto serio del padre.

Fugaku si mise a sedere al suo posto aspettando di essere raggiunto anche dalla moglie, poi, alzando lo sguardo:

“Non vi avevo detto di dire una cosa molto importante a Sakura?” chiese seriamente fulminandoli con gli occhi.

I due ragazzi si guardarono sorpresi non capendo a cosa il capo famiglia si stesse riferendo.

“Papà? Scusa, ma a cosa ti riferisci?” chiese Sasuke cercando di controllare il tono della voce mentre mille brividi percorrevano il suo corpo.

“A questo!” sbattendo sul tavolo il permesso di entrata al quartiere Uchiha.

Naruto, Sasuke e la stessa Mikoto, osservarono sorpresi il foglio stropicciato.

“Il permesso? E’ vero? Ci siamo dimenticati di dirle che il suo nome era già stato segnato sulla lista! Scusaci zio, ce ne siamo dimenticati, ma avevamo altre cose più importanti a cui pensare!” disse sconsolato il biondo.

“E quali sarebbero queste cose più importanti?” gli chiese guardandolo incuriosito.

“Nel socializzare con lei e affiatarci come team!” rispose il nipote mantenendo lo sguardo basso.

Fugaku guardò anche il figlio e vedendolo annuire incrociò le braccia al petto:

“E’ lodevole come giustificazione e per questa volta vi perdono! ….” facendo alzare lo sguardo dei ragazzi su di lui: “ …. Ma dovete promettermi di informarla personalmente che non deve più preoccuparsi di farsi firmare un permesso per venirvi a trovare, intesi?” guardandoli serenamente.

“Si papà, ma non credo che verrà spesso a trovarci ….. oggi si è fermata lo stretto necessario per riportarci i nostri zaini e se n’è andata senza nemmeno salutarci, vero mamma?” guardandola in cerca della sua approvazione per la risposta al padre.

“E’ vero, ha detto che non poteva fermarsi ma si è raccomandata di salutarvi! Inoltre mi sono  raccomandata di venirci a trovare, anzi, ricordatele anche voi l’invito che le ho fatto e ditele che mi farebbe molto piacere prendere una tazza di the insieme!” rispose sorridendo.

“Non importa, l’importante è che sappia di potervi venire a trovare senza problemi. Non voglio più che l’addetto alla guardiola mi consegni i permessi giornalieri trovando ancora quello della vostra compagna! …. Ah, prima che mi dimentichi ….” guardandoli divertito: “ …. prima di rincasare mi sono fermato da Madara chiedendogli se è disposto a stare con voi la sera della festa di primavera informandolo  della  vostra bravata e ….” vedendo le gocce di sudore che scendevano lungo le tempie dei ragazzi: “ …. ha accettato! Anzi, mi ha detto che conosce un ottimo allenamento per sviluppare la pazienza, dato che vi manca!” sogghignando divertito seguito dalla moglie.

I volti dei ragazzi diventarono grigi e pallidi chiedendosi a quali torture sarebbero stati costretti a subire da Madara.

“Ora mangiamo!” disse incurante Fugaku, ma nessuno dei due prese le bacchette …

“Ma come? Non avevate fame?!” il capo famiglia incalzò la dose.

“Non ho più molta fame!” rispose sconsolato Naruto.

“N-nemmeno io!” disse Sasuke con lo sguardo fisso sul piatto vuoto.

“Mangerete quando avrete fame! ….. Non dimenticatevi che gli insegnamenti di Madara sono molto utili anche se strani …. è un ottimo ninja, ricordatelo sempre!” disse seriamente Fugaku portandosi le bacchette alla bocca e iniziando a mangiare.

“Sarà come dici tu papà, ma a me non sembra!” rispose il figlio minore sospirando tristemente.

“Su via ragazzi, non fate così! Io e Fugaku staremo via solo un paio d’ore! …. Adesso però vi conviene mangiare perché sono convinta che fra un po’ verranno a trovarvi i vostri amici!” guardandoli dolcemente.

Naruto e Sasuke iniziarono a mangiare, ma non con la solita ingordigia verso i loro piatto preferiti …..

********

Mikoto aveva ragione, tutti i loro amici arrivarono circa un’ora dopo.

“Ciao ragazzi che bello vedervi!” disse raggiante Naruto accogliendoli in casa.

“Volevamo venire direttamente ieri, ma non ci sembrava il caso sapendo che eravate ancora provati dal combattimento. Certo che avete fatto un bel macello! …. Che seccatura!” disse Shikamaru accomodandosi sul divano seguito dagli altri.

“Adesso come state?” chiese preoccupata Ino.

“Bene, anche se siamo costretti ad un riposo forzato di tre giorni!” le rispose contrariato Sasuke.

“Be’ vi è andata bene …. percependo e vedendo l’immensa potenza dei vostri colpi vi è andata bene!” disse Kiba accavallando le gambe e allungando le braccia lungo il bordo del divano.

“H-ho a-avuto p-paura c-che … c-che ….” Hinata non riusciva a parlare dalla timidezza e dall’imbarazzo di trovarsi di fronte al suo amato Naruto.

“ …. Che vi foste fatti mali seriamente!” concluse Ten Ten ricevendo uno sguardo di ringraziamento da parte della Hyuga.

“Non dovete preoccuparvi, io e il teme abbiamo la pelle dura e ci vuole ben altro per metterci fuori gioco, dico bene?” guardando con intesa il compagno.

“Mm!” rispose semplicemente.

“Per fortuna è andato tutto bene …. ma sono convinta che sarebbe andata ancora meglio se fronte spaziosa fosse intervenuta!” disse arrogante Ino incrociando le braccia.

“Chi?” chiesero all’unisono Sasuke e Naruto.

“Come chi? Sakura! E chi altri!” rispose seccata la Yamanaka mentre gli altri ragazzi sogghignarono divertiti, ripensando al battibecco delle due.

“Guarda che ti sbagli Ino …… Sakura-chan ha provato a fermarci in tutti i modi, ma ci conosci …. sai che quando ci mettiamo in testa di combattere, nessuno riesce a fermarci!” guardandola seriamente.

“E’ vero, ma nessuno mi toglie dalla testa che non si sia impegnata abbastanza! Tu stesso ci hai detto in più di un’occasione che era restia a socializzare e ad amalgamarsi con voi!” la Yamanaka detestava essere dalla parte del torto.

“Infatti … era! Ma sai anche che ultimamente iniziava a socializzare! …. Ino? Cosa le hai detto?” chiese serio e preoccupato Naruto intuendo che l’amica avesse detto qualcosa di sbagliato.

“Ecco, io …..” la bionda, sentendosi sotto accusa, iniziò a giocare con le unghie dei pollici cercando le parole adatte, ma soprattutto, cercando di non passare dalla parte del torto.

“Coraggio Ino, assumiti la responsabilità delle tue azioni!” incalzò Neji mentre le ragazze abbassarono lo sguardo imbarazzate, scena che non passò inosservata ai due ragazzi di casa Uchiha.

“Ino, rispondi!” ordinò Sasuke facendo sentire l’amica ancora più a disagio.

“Ho capito, dovrò farlo io altrimenti dovremo aspettare un bel pezzo …. che seccatura!” Shikamaru iniziò a raccontare il diverbio delle due ragazze avvenuto il giorno prima non dimenticandosi, anzi incalzando, la parte in cui le due si erano affibbiate quegli strani ma divertenti nomignoli.

Naruto iniziò a ridere sonoramente portandosi addirittura le mani allo stomaco contagiando anche i presenti ad eccezione di Ino e di Sasuke:

“Ino impara a tenere la bocca chiusa su cose che non ti riguardano!” disse arrabbiato il moro facendo smettere di ridere  i presenti.

Naruto guardò il compagno, poi portandosi la mano sotto il mente iniziò a riflettere:

“Ino mi dispiace ma il teme ha ragione! Hai detto cose non vere a Sakura-chan, o meglio, le hai detto quello che pensavo in passato. Stava iniziando a socializzare e non vorrei che a causa delle tue accuse si richiudesse ancora in se stessa. L’esame si avvicina e dovremo iniziare a combattere tutte e tre insieme in completa sintonia e fiducia …. speriamo non se la sia presa! Appena la vedrò le spiegherò che c’è stato un malinteso e speriamo in bene!” disse pensieroso.

Anche gli altri abbassarono il capo pensierosi, Ino compresa, ma mai avrebbe chiesto scusa alla rosa rimanendo convinta che non si fosse impegnata abbastanza per impedire ai suoi amici di combattere e di farsi male. Sasuke invece, continuò a guardare in malo modo la Yamanaka.

“Parlando d’altro ….” disse Kiba cercando di rompere quell’atmosfera tesa: “ …. andiamo tutti insieme alla festa di primavera? Invitiamo anche Sakura e chissà, forse quelle due ….” indicando con lo sguardo Ino: “ …. avranno modo di chiarirsi, che ne dite?”

“Ottima idea, io ci sto!” rispose radiosa Temari.

“Si!” risposero all’unisono Ten Ten e Hinata mentre Shikamaru e Neji annuirono solo con il capo.

Ino rimase in silenzio anche se i suoi amici potevano leggerle negli occhi la sua approvazione.

“Noi non possiamo! Lo zio ci ha messo in punizione per la bravata di ieri e ci ha impedito di andare alla festa, proibendoci anche di farci venire a trovare da tutti voi!” disse Naruto sconfortato e sospirando.

“Accidenti che brutta punizione! La festa di primavera viene una volta all’anno ed è un peccato non andarci …. io e le ragazze avevamo comprato un kimono nuovo per l’occasione e ci tenevamo ad avere un vostro parere!” disse Ino guardando dispiaciuta Hinata. Lei e le altre avevano convinto la corvina a comprare un kimono veramente bello, assicurandole che sicuramente avrebbe attirato l’attenzione di Naruto.

“E’ un vero peccato non andare tutti insieme e sicuramente nemmeno Sakura verrà sapendo che voi non ci siete …. dopotutto è con voi che ha più legame! …. Ma almeno c’è un lato positivo nella vostra punizione …. avrete la casa a vostra completa disposizione senza nemmeno un adulto a dirvi cosa dovete e non dovete fare!” Kiba sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi convinto di incoraggiare i suoi due amici ottenendo invece l’effetto opposto vedendoli sbiancare.

“Ragazzi ma che vi prende?” chiese sorpreso Neji  guardando Naruto.

“N-no niente …. è solo che non staremo da soli ma con …..” deglutendo a fatica: “ …. con Madara!” guardandolo con una faccia da zombie.

“Con chi? Con quello psicopatico?” chiese quasi preoccupato Kiba.

“Già!” rispose infastidito Sasuke, ormai rassegnato alla punizione.

“Chi è questo Madara?” Temari, come Ten Ten, non riusciva a capire gli sguardi preoccupati dei suoi amici.

“E’ normale che non lo sai …. vieni da un altro Regno come Ten Ten! Vedi, Madara è un membro del clan Uchiha …. è un ninja molto abile e temuto da tutti e sembra che i suoi metodi di insegnamento siano molto strani e particolari, ma non so dirti altro perché come sai, le tecniche dei clan rimangono segrete al loro interno!” rispose seriamente Shikamaru.

“Se le chiami tecniche di insegnamento!” cercò di dire Naruto venendo interrotto subito da Sasuke.

“Zitto dobe!” fulminandolo con lo sguardo mentre le gote gli si arrossarono leggermente per l’imbarazzo.

“Va bene è meglio non parlarne più! Credo che ora sia il caso di andare, si è già fatto tardi!” Neji si alzò dal divano guardando il pendolo che segnava le undici passate.

“Hai ragione è meglio andare!” rispose ad eco Ten Ten.

“E’ stato bello stare tutti insieme, speriamo ci siano altre occasioni!” disse Naruto accompagnando gli amici alla porta.

“Sarebbe bello, ma dubito che ci saranno altre occasioni …. come hai ricordato tu stesso, l’esame si avvicina e anche i nostri team saranno messi sotto pressione dai nostri maestri e non credo che alla sera avremo energie a sufficienza per uscire. Inoltre ho già comunicato al mio team che ci alleneremo anche durante i fine settimana per migliorare le tecniche di combattimento e per studiare le varie strategie di attacco!”  Neji aveva uno sguardo determinato, così come gli altri dopo averlo ascoltato.

Tutti loro appartenevano ai clan più forti e rispettati dei tre Regni ed era loro dovere mantenere alto il nome e il prestigio delle loro famiglie superando brillantemente l’esame per diventare Genin.

Dopo aver chiuso la porta:

“Non vedo l’ora che sia lunedì così potremo riprendere gli allenamenti, ma prima di tutto dovremo parlare con Sakura-chan e spiegarle il malinteso con Ino, giusto teme?” guardandolo fiducioso.

“Tze!” voltandogli le spalle e dirigendosi verso le scale per non far vedere un leggero sorriso comparso sulle labbra. Aveva sempre avuto il sospetto che Sakura avesse del carattere vedendo come si rivolgeva a lui, ma sapere che proprio lei era riuscita per la prima volta in assoluto a tenere testa ad Ino affibbiandole addirittura il nomignolo di maialino, aveva confermato quanto carattere e quanto tosta fosse, caratteristiche basilari per essere un’ottima kunoichi  capace di combattere senza lasciarsi abbattere dalle parole del nemico.

********

Per tutto il fine settimana, Sakura si concentrò a perfezionare il chakra curativo rimanendo lei stessa soddisfatta per i risultati ottenuti, sentendosi più sollevata sapendo che avrebbe potuto utilizzarla, lontano da sguardi indiscreti, sperando di riuscire a completare l’intero ciclo di allenamento giornaliero.

Il lunedì arrivò in fretta e uscì di casa eccitata e impaziente di usare la tecnica rigenerativa, ma appena arrivò davanti ai cancelli dell’accademia incontrò i suoi compagni. Rallentò la corsa ricordandosi solo in quel momento di tutto quello che era successo qualche giorno prima, dal loro incidente, al diverbio con Ino e dall’incontro con Mikoto ….. pensieri accantonati per i suoi studi di medicina.

“Ciao Sakura-chan!” le urlò Naruto con un sorriso a trentadue denti, mentre Sasuke si limitò a guardarla appena voltando immediatamente lo sguardo verso i cancelli.

“Sakura-chan, per prima cosa volevamo chiederti scusa per averti spaventata quando io e il teme abbiamo iniziato a combattere. Secondo …. Ino ha parlato a sproposito …. quello che ti ha detto non è vero, o meglio, faceva parte del passato e credimi ….” unendo le mani a preghiera: “ ….. ho anche detto che ultimamente ti era più aperta e che ci stavamo amalgamando come team! Per favore, credimi …. sono sincero!” disse profondamente mortificato.

“E’ tutto ok, non preoccuparti. La cosa più importante è vedervi guariti e per quanto riguarda Ino …. non mi importa di quello che pensa di me!” abbassando leggermente il capo e stringendo con forza le cinghie dello zaino issato sulle spalle.

“Hanno aperto, entriamo!” disse apatico Sasuke incamminandosi senza guardare i compagni.

“Per fortuna Sakura-chan! Credevo ti fossi arrabbiata! Ah … un’altra cosa, grazie per averci riportato gli zaini e se dovessi venire ancora a trovarci sappi che non hai più bisogno del permesso …. ci siamo sempre dimenticati di dirtelo, ma mio zio aveva già inserito il tuo nome sulla lista essendo la nostra compagna di team!” guardandola con il solito sorriso a trentadue denti e le mani dietro alla testa.

“Non ce n’era bisogno, inoltre non credo verrò ancora …. dopo gli allenamenti devo tornare a casa a preparare la cena a mio padre e nel fine settimana preferisco stare con lui o a studiare!” sorridendo amaramente.

“Trova il tempo …. a mia madre farebbe piacere prendere il the in tua compagnia!” Sasuke si voltò a guardarla seriamente infastidendosi subito vedendo la compagna abbassare lo sguardo tristemente.

“E adesso che ti prende? In fin dei conti è solo una tazza di the!” le ringhiò contro facendola spaventare.

“S-si …. r-ringraziala tanto da parte mia …. v-vedrò di trovare il tempo ma non ti prometto niente!” rispose tremante. In realtà la tristezza riguardava sia l’odiosa promessa, sia i sentimenti di affetto materno che aveva provato stando accanto a Mikoto. Nemmeno le madri dei suoi ex amici omega erano mai riuscite a trasmetterle certe emozioni, mentre la signora Uchiha c’era riuscita dopo solo un paio di minuti.

Camminò a testa bassa rilassandosi non sentendo più gli occhi di Sasuke puntati su di lei.

“Finalmente vi siete ristabiliti!” Kakashi comparve davanti a loro facendoli spaventare.

“Ma ti sembra il modo?! Per poco mi facevi prendere un colpo!” disse ancora spaventato Naruto.

“Ahahahah! Anche questo fa parte dell’allenamento! Dovete sempre tenere i vostri istinti ninja in allerta, se lo aveste fatto sareste stati capaci di percepirmi! Questa è una regola molto importante specie se si è in missione! I nemici aspettano sempre il momento migliore per attaccare, un po’ come ho fatto io!” Kakashi continuava a guardarlo divertito.

“Oggi cosa ci fai fare? Inizierai ad allenarci insieme?” chiese Sasuke cambiando discorso.

“Preferirei aspettare ancora un po’ ….. tu e Naruto vi siete appena ristabiliti e ….”

“Stiamo bene e siamo pronti!” Naruto gonfiò il petto pieno di orgoglio.

“La prudenza non è mai troppa, quindi per questa settimana continuerete i vostri allenamenti individualmente …. adesso raggiungete i vostri angoli e iniziate ad allenarvi come sempre!” balzando via non aspettando le repliche dei suoi allievi.

“Uffa, fa sempre così! Va via senza nemmeno darci il tempo di dire o chiedere qualcosa!” Naruto si diresse sconsolato verso la parte del suo campo e la stessa cosa fecero anche i suoi due compagni.

Sakura iniziò ad allenarsi mantenendo in allerta i suoi istinti ninja come suggerito da Kakashi così, se avesse avuto bisogno di usare il chakra curativo, avrebbe saputo se era o non era osservata da qualcuno.

L’ora della pausa pranzo fu molto tranquilla, Naruto, Sasuke e Kakashi si sdraiarono sull’erba beandosi del leggero vento primaverile che scompigliava delicatamente i loro capelli ribelli. Sakura invece, rimase concentrata a ripassare mentalmente la teoria del chakra curativo che presto avrebbe dovuto usare, sentendo la stanchezza farsi strada prepotentemente su tutto il suo corpo.

Come sempre, dopo un’ora circa dalla fine della pausa pranzo, Sakura cadde a terra sfinita. Cercò di rimanere concentrata e non percependo la presenza di nessuno, usò il poco chakra rimasto per la tecnica rigenerativa. Sentì la stanchezza abbandonare il suo corpo e le forze ritornarle fino a farla rialzare pronta per ricominciare gli allenamenti.
La rosa era felicissima e con il sorriso sulle labbra riprese da dove aveva interrotto …..

Kakashi si diresse verso l’angolo del campo della rosa sapendo che entro breve le forze l’avrebbero abbandonata, ma inaspettatamente, la trovò ad allenarsi piena di energie lasciandolo sbalordito. Forse aveva ragione l’Hokage, bisognava aspettare!
Rimase ad osservarla per quasi due ore.

Sakura iniziò a stancarsi ma percependo la presenza del maestro, non poté usare nuovamente la tecnica della rigenerazione del chakra. Si fermò un attimo per riprendere fiato ma aveva ancora abbastanza energie per continuare gli allenamenti sperando che Kakashi se ne andasse.

“I miei complimenti, stai migliorando nella resistenza ma per oggi credo possa bastare, vai a casa e riposati!” le disse Kakashi comparendo all’improvviso davanti a lei.

“Ma perché? Ho ancora forze a sufficienza per continuare!” guardandolo sorpresa.

“Lo so, ma non vorrei esagerare. Questa è la prima volta che riesci ad allenarti così a lungo e non mi sembra il caso di farti sprecare tutte le energie, preferisco che le conservi per domani!” facendole l’occhiolino.

“Come vuoi!” disse sconsolata, consapevole che non sarebbe riuscita a far cambiare idea al Jonin.
Prese il suo zaino e si diresse verso l’uscita dell’accademia.

Nonostante fosse stata costretta a rincasare prima della fine degli allenamenti, si sentiva felice ed appagata sapendo di essere riuscita nel suo intento.
Con il sorriso stampato sulle labbra varcò il settore omega, quando:

“E’ da tanto che non ci vediamo ….. rifiuto della società …. o se preferisci  …. MEZZO SANGUE!” Alan sghignazzò maleficamente seguito dagli altri.

Sakura sapeva già cosa l’aspettava, questo era il rovescio della medaglia: finendo più tardi gli allenamenti avrebbe incontrato i suoi ex amici.
Sospirò e chiuse gli occhi sperando che la tortura finisse presto ….

*******

Il giorno dopo Sakura si presentò in accademia sperando di poter continuare più a lungo i suoi allenamenti, non le importava di incontrare Alan e gli altri sapendo di potersi curare da sola, quello che le importava era potersi allenare e migliorare nel combattimento, superando l’esame Genin e diventando una brava kunoichi come promesso al padre.

Durante la pausa pranzo:

“Ragazzi, fra qualche giorno c’è la festa di primavera e immaginando che parteciperete, ho pensato di sospendere gli allenamenti per il giorno successivo alla festa, così potrete divertivi e stare fuori fin quando volete senza il pensiero di dovervi alzare presto il mattino dopo!” guardando serenamente i suoi allievi.

“Grazie per il pensiero, ma noi non ci andremo …… lo zio ci ha messo in punizione per la bravata che abbiamo combinato!” disse tristemente Naruto.

“Capisco! ….” rispose il Jonin abbassando il capo, poi voltandosi verso Sakura: “ …. tu invece ci andrai?”

“No! Preferisco stare a casa con mio padre sapendo che non ci andrà!” continuando a mangiare.

“Sta ancora male?” le chiese Sasuke seriamente preoccupato e lasciando la compagna basita per la sua domanda.

“N-no …. sta meglio …. solo che a lui non sono mai piaciute le feste, mi accompagnava quando ero piccola perché insistevo nell’andarci, ma appena diventata grande ha smesso di andarci.  Sapendo che rimarrà in casa da solo preferisco rimanere con lui a tenergli compagnia!” rispose con un leggero sorriso.

“Ma così ti perderai la festa e non potrai mangiare tutte quelle cose buone!” le urlò quasi contro Naruto.

“Baka!” un pugno ben assestato di Sasuke gli fece sbattere la faccia a terra.

“E’ mai possibile che pensi sempre a mangiare? I pensieri di Sakura verso il padre sono lodevoli! …. A questo punto …. dato che nessuno di voi andrà alla festa, ci alleneremo facendomi autorizzare ad usare il campo dell’accademia, dato che teoricamente dovrebbe rimanere chiusa in quei due giorni!” disse seriamente Kakashi.

Sakura sapeva che il padre voleva festeggiare il suo compleanno prendendo una piccola torta in pasticceria dicendole che per una volta non importava controllare le spese, ma non sapeva se sarebbe rimasto in casa con lei o se andasse a giocare a carte con i suoi amici come d’abitudine, l’unica cosa certa, era che non sarebbe mai più andata alla festa di primavera …. anche se era il suo compleanno, troppi brutti ricordi erano legati a quel giorno, specialmente la promessa fatta!

I giorni passarono abbastanza velocemente, Sakura rincasava sempre prima rispetto ai suoi compagni perché Kakashi preferiva non affaticarla troppo anche se era sempre più soddisfatto dai progressi sulla resistenza fisica, ignaro che utilizzasse il chakra curativo.
Purtroppo però, sulla via del ritorno ad attenderla c’erano sempre Alan e gli altri ragazzi …..

***********

Giunse il famoso giorno della festa di primavera, il signor Yukan si era alzato appositamente per preparare la colazione alla figlia come un anticipo del regalo di compleanno, dicendole che aveva ordinato appositamente per lei una torta con panna e ciliegie, la sua preferita. Sakura si commosse e d’istinto l’abbracciò con tutto l’amore possibile ringraziandolo con tutto il cuore e ripetendogli di continuo che era il più bel regalo di compleanno che potesse farle.
In quel momento non le importava di niente, aveva l’amore del padre ed era tutto quello di cui lei necessitava.

Quel giorno vide i suoi compagni pensierosi, sembravano quasi tristi, ma ancora non si sentiva pronta a chiedergli il motivo di quello strano comportamento, a differenza di Kakashi che durante la pausa pranzo gli fece la fatidica domanda:

“Ragazzi, si può sapere cos’avete? Non ditemi che quelle facce sono perché non potete andare alla festa di questa sera, vero?” guardandoli incredulo.

Naruto sospirò interrompendo il pasto:

“No, anche se in parte ci dispiace …. è solo che la punizione non prevede solo questo …. ma di stare insieme a …. Madara!”

Per poco il Jonin non si affogò con il riso che aveva appena ingurgitato. Iniziò a tossire mentre Sakura si precipitò a battergli dei pugni sulla schiena per cercare di fargli deglutire il cibo.

“Avete detto con Madara?” guardandoli quasi divertito.

“Si, hai capito bene!” rispose Sasuke guardando con la coda dell’occhio Naruto cercando di comunicare telepaticamente con lui, vietandogli di dire cosa avrebbero dovuto subire ….

“Be’, è un ottimo ninja e potrebbe insegnarvi qualcosa di molto utile. Con me lo fece, ai tempi in cui ero in squadra con Obito, suo figlio ….!” abbassando tristemente il capo al ricordo del passato.

“Credimi …. non è così e poi tutte le volte che mi vede dice che assomiglio ad un clown e che presto il quartiere Uchiha diventerà un circo riferendosi anche ai nostri amici, dato che non hanno i capelli e gli occhi neri come tutti i membri del clan!” sbuffò Naruto.

“Come hai detto? Un circo? …. Per caso Madara ha una figlia di nome Hanare?” chiese incuriosita Sakura, attirando l’attenzione su di sé da parte del team.

“La conosci?” chiesero all’unisono mettendola in imbarazzo e facendole abbassare il capo con le gote tinte leggermente di rosso.

“N-non proprio ….” iniziando a raccontare come aveva conosciuto Hanare e come avesse capito chi era Madara.

“Visto che avevo ragione? Quel vecchiaccio è sempre il solito …. Sakura-chan, non lo ascoltare è un vecchio psicopatico, se ti raccontassi cosa ci fa fare a me e al teme ….” ma venne scaraventato via da un pugno di Sasuke.

“Baka, sta zitto!”

Kakashi osservò la scena sogghignando beffardamente intuendone il motivo: Madara non si smentiva mai, nonostante gli anni passati!
Oltre al suo divertimento silenzioso, Kakashi pensò alla sua amata Hanare e al loro incontro segreto sapendo che il padre sarebbe stato assente. Da un lato gli dispiaceva per i suoi allievi sentendosi in parte responsabile, dato che era stato lui a regalare il libro della discordia a Naruto, ma dall’altro lato c’era l’amore per Hanare e doveva sfruttare ogni singola occasione pur di stare insieme. A quest’ultimo pensiero sorrise e ricominciò a mangiare.

Sakura non ci aveva capito niente ma mai avrebbe chiesto spiegazioni, continuò a mangiare e lo stesso fece Sasuke contrariato ed infastidito mentre Naruto ritornò massaggiandosi le parti doloranti e limitandosi a stare in silenzio per evitare un’altra sfuriata da parte del moro.

Il mattino seguente Kakashi arrivò più tardi del solito mostrandosi ai suoi allievi con le borse sotto gli occhi per la stanchezza.

“Hai fatto le ore piccole?” gli chiese maliziosamente Naruto.

“Non sono affari che ti riguardano, piuttosto ditemi …. com’è andata ieri sera con Madara?” guardandolo allo stesso modo.

Naruto si irrigidì mentre Sasuke divenne rosso dalla vergogna, Sakura continuava a guardarli senza capirci niente, ma era troppo felice per porsi delle domande ripensando alla torta squisita che le aveva preso il padre e all’incontro mancato con Alan e gli altri, sicuramente impegnati nei preparativi per andare alla festa di primavera.

“E’ meglio che vada ad allenarmi!” disse il biondo iniziando ad incamminarsi e sperando che il Jonin non gli chiedesse altro, ma si sbagliava.

“Non ho detto che potete andare! ….” afferrandolo per il colletto: “ …. siamo un team, ricordate? Avanti raccontate a me e a Sakura cosa avete imparato ieri sera con Madara!” sogghignando divertito.
Non gliel’avrebbe fatta passare liscia a Naruto facendogli ricordare il motivo della sua stanchezza. La sera prima era stato tutto il tempo con Hanare, rincasata solo per venti minuti, il tempo necessario che il padre ritornasse a casa e si coricasse a letto addormentandosi subito. Avevano trascorso la notte insieme, amandosi e separandosi solo alle prime luci dell’alba, riusciendo a dormire con fatica un paio d’ore.

Sasuke era diventato rosso come i suoi adoratissimi pomodori mentre Naruto iniziò a supplicare il maestro di non fargli ricordare la sera precedente.

“Niente affatto! Vogliamo sapere!” continuò in tono canzonatorio il Jonin.

Nessuno dei due ragazzi sembrava intenzionato a parlare, così Kakashi lanciò l’amo sapendo che almeno Naruto avrebbe abboccato:

“Ditemi, è ancora fissato con la manualità delle dita obbligando i suoi presunti allievi a massaggiarli la schiena e le gambe?” chiese divertito.

I ragazzi lo guardarono allibiti:

“C-come f-fai a saperlo?”  Sasuke era incredulo.

“Semplice, obbligava anche me e Obito! Diceva che era un ottimo sistema per allenare le dita rendendole più fluide ed elastiche, necessarie per comporre alla perfezione i vari sigilli …. ci obbligava a massaggiarlo per ore, ma per noi era solo un pretesto per raggiungere i suoi scopi personali. Denoto che a distanza di anni non è cambiato!” strofinando ad entrambi i capelli con fare affettivo.

“No, è peggiorato! Prima ci obbligava a massaggiarlo per ore e ore, Sasuke sempre la schiena mentre a me le gambe, ma ieri sera …..” Sasuke cercò di tappare la bocca a Naruto ma Kakashi fu più veloce, mettendogli una mano sul viso impedendogli di muoversi e di proferire parola, lasciando che il biondo continuasse il suo racconto: “ ….. ieri sera ha preteso di peggio, dicendo che era un ottimo allenamento per diventare più pazienti! Ha obbligato Sasuke a limargli le unghie delle mani, mentre io sono stato costretto a fargli la pedicure con il suo sharingan puntato addosso nel caso gli avessi fatto male!” Naruto aveva confidato tutto sospirando tristemente, Sasuke riuscì a liberarsi dalla prese del Jonin diventando rosso dalla vergogna.

Kakashi e Sakura li guardarono straniti poi iniziarono a ridere sonoramente portandosi addirittura le mani allo stomaco.

All’inizio, i due giovani ragazzi si sentirono risentiti sapendo che i loro compagni stavano ridendo di loro, ma vedendo per la prima volta ridere di gusto Sakura, si rilassarono e guardarono compiaciuti la loro compagna.
Anche Kakashi aveva smesso di ridere accorgendosi della risata cristallina dell’allieva mettendosi ad osservarla come gli altri due allievi.

La rosa smise di ridere e si asciugò addirittura una lacrima. Era da tanto tempo che non rideva più in quel modo:

“Scusate, non volevo prendervi in giro, ma non sono riuscita a trattenermi immaginandomi la scena!” sorridendo ancora.

“Ma che rimanga un segreto, altrimenti ….!!” disse Sasuke, guardandola minacciosamente con gli occhi ma con un leggero  sorriso sulle labbra.

“Tranquilli, questo sarà il segreto del team7, adesso iniziamo ad allenarci, ma in modo diverso! Da oggi in poi inizierete ad allenarvi insieme interagendo come una vera squadra!” Kakashi ritornò serio e concentrato, il tempo del divertimento era finito, ora bisognava concentrarsi al massimo.

Quello fu il primo giorno in cui Sakura riuscì a completare il ciclo di allenamento con i suoi compagni. Era felice, Naruto e Sasuke, a modo loro, la incoraggiavano di continuo.

Kakashi creava sempre, tramite le arti illusorie, diversi scenari in cui il team doveva trovare e sconfiggere dei nemici.
Sakura aveva il compito di perlustrare la zona e dare le direttive ai propri compagni coprendogli le spalle con i kunai, in cui era diventata molto abile ed esperta.
Naruto e Sasuke seguivano senza discutere le indicazioni della compagna, sempre molto precise e dettagliate. A loro era stato affidato il compito di usare le varie tecniche di combattimento, in quanto la compagna non era ancora in grado di utilizzarle, ma Kakashi non sembrava preoccuparsi di questo particolare: per superare l’esame Genin non era strettamente necessario, ci avrebbe pensato successivamente, sperando che il chakra della rosa si potenziasse maggiormente.
In realtà, la rosa usava di nascosto il potere rigenerante, sfruttando il momento adatto in cui i suoi compagni combattevano e il maestro era  intento ad osservarli attentamente.
Sapeva di infrangere una legge molto severa, ma era l’unico modo per continuare gli allenamenti fino alla fine.

Sakura rincasava sempre più tardi e non mancavano mai i pestaggi da parte di Alan e degli altri. Si curava sempre prima di rientrare in casa per non far preoccupare ulteriormente il padre, dato che l’aspettava impaziente correndole incontro appena la vedeva, controllando attentamente che non fosse ferita.
Tutta questa apprensione era nata il giorno stesso in cui la rosa lo informò dei nuovi allenamenti. Il signor Yukan era estremamente apprensivo e se da un lato capiva l’importanza nei combattimenti, dall’altra era subentrata la preoccupazione di un genitore omega, non abituato a questo genere di vita.
Passarono i mesi, il team7 era molto affiatato durante le simulazioni di Kakashi e il poco tempo a disposizione per la pausa pranzo lo usava per mangiare e per riposare, troppo provato dagli esercizi impegnativi e difficoltosi.

Il Jonin era pienamente soddisfatto dai progressi dei suoi allievi, in special modo da Sakura, dalla sua resistenza fisica, dall’ottimo intuito e dalla precisione con cui istruiva i compagni ad attaccare. Non aveva dubbi, avrebbero superato brillantemente l’esame …. tutti e tre!

Una sera Sakura rincasò verso le dieci di sera e stranamente incontrò il padre di ritorno dal lavoro:

“Papà, come mai torni così tardi?” guardandolo preoccupata.

“Mi chiedi anche il perché? ….” Sorridendole amorevolmente: “ …. fra una settimana ci sarà l’esame per diventare Genin e il nostro villaggio avrà l’onore di ospitare il Kazekage e il Raikage che arriveranno proprio per assistere all’evento essendoci rispettivamente la figlia e la nipote. Essendo io il responsabile dei conti, devo autorizzare le spese necessarie per accogliere adeguatamente le due personalità, ma per farlo occorre tempo e molto lavoro, è per questo che torno adesso, ho dovuto aspettare l’ultimo preventivo e approvarlo!” poggiandole una mano sulla spalla per rassicurarla vedendola preoccupata, intuendone il motivo.

Sentendo nominare il Kazekage e il Raikage, Sakura iniziò ad avere paura, rendendosi conto che avrebbe dovuto sostenere l’esame davanti alle famiglie più potenti dei tre Regni. Non era sufficientemente all’altezza rispetto a tutti gli altri ragazzi e se fosse riuscita a superare l’esame avrebbe dovuto ringraziare solamente Naruto e Sasuke.
Sospirò rassegnata a subire l’ennesima umiliazione.

“Non preoccuparti bambina mia, vedrai che sarai bravissima! Ricordati sempre che il tuo papà è orgoglioso di te comunque vadano le cose. Vorrei essere presente anch’io ma purtroppo sono un civile ed è vietato per noi omega assistere agli esami dei cadetti sapendo il rischio di non riuscire a proteggerci qualora un allievo perdesse il controllo delle tecniche di combattimento, ma sarò con te …. in questo punto!” poggiandole la mano sul cuore e guardandola con tutto il suo amore.

Sakura non riuscì a trattenere le lacrime e lo abbracciò fortemente a sé:

“Lo so papà e ti ringrazio tanto, le tue parole sono sempre confortevoli! Vedrai …. non ti deluderò e quel giorno tornerò a casa con il coprifronte della foglia! …. E’ una promessa!”

 

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Capitolo 28
*** Genin! ***


In quella settimana, l’intero villaggio si preparava ad accogliere ed ad ospitare il Kazekage e il Raikage, allestendo ed addobbando ogni via ed angolo di Konoha. Persino gli Omega erano entusiasti, nonostante la loro antipatia verso i ninja, poiché nutrivano per i due Governatori  lo stesso rispetto e stima  che provavano nei confronti dell’Hokage.
Era un evento unico e straordinario, in quanto le grandi autorità non si incontravano mai in una delle capitali, ma sempre in una piccola radura ai confini dei loro Regni per discutere unicamente di questioni politiche e non, per assistere ad un semplice evento come l’esame Genin.

Solo Sakura era immune all’euforia del villaggio e più passavano i giorni, più cresceva in lei l’agitazione. Non solo avrebbe dovuto sostenere l’esame davanti alle famiglie ninja più illustri di Konoha, ma anche alle massime autorità dei tre Regni.
Nonostante i suoi sforzi, non era all’altezza di combattere insieme ai suoi compagni e il suo unico compito all’interno del team, era quello di esporre dettagliatamente un piano d’attacco e coprire loro le spalle in caso di pericolo. Avrebbe sicuramente passato l’esame, ma solo grazie a Sasuke e a Naruto. L’unico aspetto positivo era che i suoi compagni ascoltavano sempre, con la massima attenzione, le sue indicazioni senza mai contraddirla.

Il pomeriggio prima del gran giorno, le campane del villaggio iniziarono a suonare:

“Ma che sta succedendo?” chiese sorpreso Naruto arrestando la corsa verso un ninja fantoccio.

“Razza di una baka che non sei altro, le campane stanno annunciando l’arrivo del Kazekage e del Raikage!” rispose l’Uchiha infastidito per essere stato interrotto durante l’ allenamento.

“Non importa offendere, sai? La mia era una semplice domanda e non ho pensato che….”

“Appunto, è questo il tuo problema, tu non pensi mai!” fulminandolo con lo sguardo.

“Basta voi due! E’ mai possibile che ogni occasione è buona per litigare?” intervenne Kakashi scuotendo il capo rassegnato.

“Scusa!” risposero all’unisono.

“Ok, per questa volta lascerò perdere ma vi sarei grato se imparaste a controllare la vostra impulsività… sono stanco di sentirvi sempre discutere, porta solo ad inutili distrazioni… sei d’accordo con me, Sakura?” voltandosi verso la rosa e trovandola immobile con lo sguardo fisso verso il suono delle campane.

Intuendo lo stato d’animo dell’allieva si avvicinò:

“Sei agitata per l’arrivo dei nostri ospiti? Anche se domani assisteranno all’esame, tu dovrai far finta che non ci siano, liberando la mente da ogni pensiero o preoccupazione. Se seguirai il mio consiglio, farai una splendida prova!” battendole le mani sulle spalle per rassicurarla ed incoraggiarla.

“Se lo dici tu!” abbassando timidamente il capo.

“Certo, siete un trio formidabile e non lo dico solo perché sono il vostro maestro, ma perché è la verità. Se domani scenderete in campo impegnandovi come avete fatto in quest’ultimo periodo, supererete l’esame brillantemente!” alzando il pollice in segno di trionfo.

“Sicuro, dopotutto io e il teme apparteniamo ai Clan più forti del Regno del Fuoco!” disse orgoglioso Naruto.

“Vedi che sei il solito baka!” lo richiamò Sasuke, indicando con lo sguardo la rosa che stringeva i pugni tremanti.

“Ops! Scusami Sakura-chan non intendevo devo dire che tu non sei …. si insomma …. “ strofinandosi nervosamente la sua zazzera bionda cercando di giustificarsi.

“Non importa Naruto! In fondo è la verità, io non appartengo a nessun Clan e non valgo niente …. sono solo una mezzosangue!” stringendo talmente forte i pugni da conficcare le unghie nella pelle.

“Cos’ hai detto?” chiese arrabbiato il Jonin voltandola verso di lui e guardandola seriamente negli occhi, tanto da farla spaventare.

“Sakura, non voglio mai più sentirti pronunciare quella parola. E’ vero, hai qualche problema ad usare il chakra, ma pensa a quanti progressi hai fatto e quanti ne farai ancora, devi solo avere pazienza. Con il tempo imparerai a combattere mentre i tuoi compagni impareranno ad essere meno impulsivi e più riflessivi ….. non è l’appartenenza ad un Clan più o meno potente a farne un bravo ninja, ma la costanza e la perseveranza nel continuare a migliorarsi ogni giorno, ti è chiaro il concetto?” fissandola intensamente.

“S-si!” rispose flebile la rosa.

“Molto bene! ….. Credo che siate un po’ troppo sottopressione per l’esame di domani, quindi ho deciso di sospendere gli allenamenti. Voglio che andiate a divertirvi, avete bisogno di distrarvi e questa sera andrete a letto presto. Domattina vi voglio puntuali, per le nove in punto, davanti all’arena dell’accademia, intesi?” indicandogli l’uscita del campo.

Nessuno dei ragazzi osò replicare la decisione di Kakashi.

Fuori dai cancelli:

“Sakura-chan?....” richiamando l’attenzione della compagna: “….. ti andrebbe di venire con me e il teme in piazza a festeggiare l’arrivo dei Governatori? Sicuramente ci saranno anche gli altri ragazzi e sia Ten Ten che Temari  hanno promesso di presentarci il Raikage ed il Kazekage!”

“Preferisco andare a casa, non mi piace stare in mezzo alla confusione …. ci vediamo domani!” disse senza guardarli in faccia, incamminandosi verso il quartiere Omega.

“Dobe, non ti sei ancora stancato di invitarla e ricevere sempre un rifiuto?” chiese scocciato Sasuke mettendosi le mani in tasca.

“No, perché sono convinto che a forza di insistere un giorno accetterà! Adesso andiamo, raggiungiamo gli altri!” rispose semplicemente avviandosi verso la piazza.


Il settore Omega era deserto in quando tutti i civili erano accorsi ad accogliere l’arrivo dei  Governatori e per Sakura, non c’era nessun rischio e pericolo di incontrare i suoi ex amici ed essere costretta a subire le loro angherie.
Una volta entrata in casa, non si stupì di trovarla vuota dato che in quella settimana il padre rincasava sempre tardi.
Appoggiò lo zaino vicino alla porta d’ingresso e si diresse in cucina per iniziare a preparare la cena. Gli scaffali, come il frigo, erano mezzi vuoti, ma essendo abbastanza brava a cucinare, riusciva sempre a preparare piatti appetitosi ed invitanti. Le piaceva cucinare, la sua mente si concentrava solo sulla preparazione e sulla cottura dei cibi ed in quel momento aveva proprio bisogno di qualche distrazione per non pensare all’esame.
Cucinò per oltre due ore, preparando sia il pranzo che la cena per il giorno successivo e sperando, almeno per quella sera, che il padre rincasasse presto per poter cenare insieme a lui. Purtroppo però, le sue speranze furono vane.

Il signor Yukan rincasò verso mezzanotte trovando la figlia ad aspettarlo sul divano, intenta a studiare un libro di arti mediche.

“Sakura, cosa fai ancora sveglia a quest’ora? Domani è un giorno importante per te e faresti meglio ad andare a dormire!” guardandola dolcemente nonostante il volto pallido, provato dalla stanchezza.

“Ti stavo aspettando! Papà…. cos’hai? Non ti senti bene? Sei bianco come un lenzuolo!” chiese seriamente preoccupata.

“Niente bambina mia! Non devi preoccuparti è solo che sono molto stanco. Questi orari sono massacranti per un uomo anziano come me, ma per fortuna fra due giorni
sarà tutto finito! Stai tranquilla e vai a dormire!” le disse accarezzandole la guancia.

“Come vuoi, ma lascia che prima ti riscaldi la cena, è in frigo ci metto un attimo!” alzandosi dal divano e dirigendosi in cucina.

“Non importa, ho mangiato qualcosa al lavoro! Adesso andiamo a dormire!” incamminandosi verso le scale.

Sakura lo stava raggiungendo quando lo vide portarsi una mano al petto e perdere l’equilibrio.

“PAPA’!” urlò in preda al panico dirigendosi verso l’anziano genitore per sostenerlo.

“Papà cos’hai? Ti senti male?” gli chiese con il terrore stampato in faccia.

“N-no! Sono solo inciampato sui miei stessi piedi…. capita quando si è molto stanchi! Scusa, ti ho fatto preoccupare per niente!” rialzandosi a fatica.

“Non è vero, tu non stai bene… ti ho visto che hai messo una mano sul petto! Ti prego, dimmi se ti fa male da qualche parte!” continuò a chiedergli preoccupata.

“No, ti ho detto che sto bene, la mano sul petto deve essere stato un gesto involontario! Adesso basta con tutte queste domande, andiamo a dormire è già molto tardi e domattina devo alzarmi alle cinque!” iniziando a salire le scale.

Sakura osservò l’andatura incerta ed affaticata del padre. Si vedeva che non stava bene nonostante avesse negato e lo aveva fatto solo per non darle nessuna preoccupazione. Doveva obbligarlo a farsi visitare, non poteva permettere che trascurasse la sua salute.
Salì le scale ancora preoccupata ed entrò in camera. Si sdraiò sul letto sperando di addormentarsi presto ma il pensiero del padre e dell’esame continuarono a tormentarla per diverse ore fino a quando, esausta, si addormentò.

Il sonno agitato, tempestato da incubi, in cui falliva miserabilmente la prova per diventare Genin venendo derisa da tutti compreso Kakashi e il volto deluso del padre che si accasciava dolorante a terra, la fecero svegliare di soprassalto, grondante di sudore.
Andò a farsi una doccia, sperando che il getto dell’acqua calda potesse in un qualche modo alleviare l’agitazione per l’esame e scacciare dalla mente i ricordi degli incubi avuti, ma nemmeno questa riuscì a calmarla, tanto che il solo pensiero di mangiare qualcosa per colazione le fece venire la nausea.
Scese in cucina per bere un bicchiere d’acqua trovando sul tavolo un biglietto scritto dal padre. Lo prese tra le mani e iniziò a leggerlo:


Bambina mia, ti auguro buona fortuna per l’esame. Sai che non potrò essere lì con te ad incoraggiarti, ma sarò nel tuo cuore come tu nel mio. Stai attenta a non farti male e questa sera, quando mi renderai ancora più orgoglioso e fiero di te mostrandomi il coprifronte della Foglia, mi racconterai ogni dettaglio.
Ti voglio bene
Il tuo papà


Iniziò a piangere, commossa da quelle poche e semplici parole piene di affetto che avevano avuto il potere di alleviarle tutte le sue paure. Mise dentro la tasca della casacca il biglietto, come se fosse un amuleto portafortuna dal quale attingere la forza necessaria per affrontare la giornata impegnativa che l’attendeva. Suo padre credeva in lei e non poteva deluderlo per nessun motivo, avrebbe dimostrato di meritare il grado ninja per le sue doti e non solo perché compagna di squadra di due bravissimi cadetti.
Afferrò e addentò un pezzo di pane e si affrettò a raggiungere l’accademia.

Poco prima di uscire dal quartiere Omega sentì alle sue spalle una voce fin troppo famigliare: Alan.

“Di un po’ rifiuto della società… stai andando a sostenere l’esame?” chiese in tono canzonatorio.

Sakura annuì solo con il capo senza voltarsi, percependo chiaramente anche la presenza degli altri ragazzi. Rimase immobile aspettando di subire le solite percosse che avrebbe successivamente curato prima di raggiungere l’accademia.

“Inizio io, ho proprio voglia di sgranchirmi un po’!” disse malefico Saki.

“NO! Per questa volta non le faremo niente… tanto le prenderà di santa ragione durante l’esame. Una mezzosangue come lei non potrà mai competere contro dei veri ninja. Andiamo!” sogghignando divertito.

Sakura portò la mano sopra la tasca in cui aveva messo il biglietto del padre trovando subito la forza necessaria per ignorare la frase di Alan. Aveva un obiettivo da raggiungere e niente e nessuno l’avrebbe ostacolata.
Si incamminò nuovamente verso l’accademia con un mezzo sorriso deciso, stampato sul volto.

Appena giunse in prossimità dei cancelli, trovò tutti i ragazzi insieme ad altri cinque che non aveva mai visto.

“Ciao Sakura-chan, ti stavamo aspettando!” salutandola con il braccio alzato e il solito sorriso a trentadue denti.

“Toh… finalmente fronte spaziosa si è degnata ad arrivare!” disse sarcastica la Yamanaka, facendo intendere che provava ancora rancore nei confronti della rosa.

“Nessuno ti ha detto di aspettarmi… Ino-pig!” rispondendole a tono.

“Adesso basta voi due, piuttosto… Sakura, ti presento i miei fratelli, lui è Kankuro ...” indicando un ragazzo con il volto dipinto da due righe orizzontali viola all’altezza degli occhi e una verticale sotto il mento dello stesso colore: “ ... mentre lui è Gaara, il futuro Kazekage!” appoggiando la mano sulla spalla di un ragazzo dai capelli rossi, gli occhi contornati di nero  ed un ideogramma tatuato sulla parte sinistra della fronte.

“Temari, smettila di presentarmi come futuro Kazekage, lo sai che non lo sopporto!” disse contrariato, riprendendo la sorella.

“Credi di riuscire a scappare dal tuo futuro? Ti ricordo che il tatuaggio sulla fronte significa Ai, amore…  amore per il Regno dell’Aria… e solo ai futuri eredi del nostro Regno viene tatuato quell’ideogramma che svanirà una volta rivestito il titolo di Kazekage!” rispose seccata la bionda.

“Lasciamo perdere!” sospirò rassegnato Gaara portandosi una mano sulla fronte.

“M-molto p-piacere!” disse imbarazzata la rosa, non immaginandosi di conoscere i figli del Governatore di Suna.

“Sakura, questo invece è mio cugino Kidomaru, nipote del Raikage!” intervenne Ten Ten indicando un ragazzo dallo sguardo fiero e sicuro di sé con i capelli castani raccolti da una coda.

“E così tu saresti la civile che ha ereditato il chakra dai suoi avi? Sai… credo che tu sia l’unica persona dell’intero Pianeta ad avere queste caratteristiche, per non parlare di quello strano colore di capelli e da quegli occhi verde smeraldo!” guardandola divertito.

“Kidomaru?! Smettila di parlarle in questo modo, così la metti in imbarazzo!” lo rimproverò Ten Ten.

“Ho solo fatto una constatazione, non era certo mia intenzione metterla in imbarazzo! Comunque... se permetti cugina… vorrei finire io la presentazione!” guardando divertito la rosa che aveva abbassato lo sguardo tristemente.

“Loro sono i miei compagni di squadra, Tayuya …” indicando una ragazza dai capelli lunghi ramati: “…. mentre lui è Jirobo e come potrai notare dalla sua stazza, gli piace molto mangiare!...” battendo un debole pugno sul torace di un ragazzo molto alto e robusto: “….. il nostro team è considerato uno dei più forti del nostro Regno e a soli quindici anni siamo diventati Jonin. Mio nonno, il Raikage, ci ha chiesto di fargli da scorta per accompagnarlo qui a Konoha ad assistere all’esame di Ten Ten!” vantandosi per l’onore ricevuto.

“Siete diventati Jonin un anno prima del previsto, i miei complimenti, ma credo sia arrivato il momento di entrare, l’esame inizia fra pochi minuti e siamo ancora qua fuori …. che seccatura!” disse Shikamaru sperando di interrompere quella presentazione abbastanza fastidiosa ed umiliante per Sakura, che continuava a tenere il capo chino.

“Aspetta!” Kidomaru sbarrò la strada al Nara e guardando dritto negli occhi Sasuke: “Esatto, siamo diventati Jonin un anno prima…. questo dimostra quanto siamo forti…. un po’ come il grande Itachi Uchiha!” sapendo di colpirlo nel  suo punto debole…. l’orgoglio.

“Appunto, l’hai detto tu stesso…. il grande Itachi Uchiha…. diventato anbu a soli tredici anni!” umiliandolo e dirigendosi all’interno dell’accademia seguito da tutti gli altri ragazzi che a stento, cercavano di trattenere le risate.

“Giuro che me la pagherai per questo affronto… Sasuke!” ringhiò pieno di rabbia Kidomaru.

“Non credo proprio e comunque… ben ti sta!... Sakura vieni, dobbiamo andare!” prendendola sotto braccio e lasciando il cugino incollerito per lo smacco ricevuto.

“Ehi Sakura-chan?...” la chiamò Naruto avvicinandosi a lei: “… Non dar peso alle parole di quello, è solo un pallone gonfiato!” cercando di rassicurarla.

“E’ vero, mio cugino si è sempre vantato per la sua forza ed è peggiorato dopo che mio nonno gli ha chiesto di fargli da scorta!” rispose sconsolata Ten Ten.

“A proposito…. perché il Raikage ha voluto una scorta per venire a Konoha? Il Kazekage è venuto da solo, accompagnato semplicemente dai suoi figli!” domandò incuriosito Kiba.

“Non lo so, mi sono posta anch’io la stessa domanda e quando ho chiesto spiegazioni al nonno mi ha risposto semplicemente che non aveva voglia di viaggiare da solo e ha chiesto al team di mio cugino di accompagnarlo, investendoli del titolo di scorta personale del Raikage, ma così facendo ha solo aumentato la vanità di Kidomaru!” rispose seccata la castana.

“Tze… è solo un esaltato! Muoviamoci e vedete di rimanere concentrati per l’esame!” guardando la compagna ancora provata per le parole del cugino di Ten Ten.

Sakura continuava a camminare in silenzio con la mano in tasca e stringendo fra le dita il biglietto del padre, cercando di calmarsi e di riacquistare la giusta concentrazione per affrontare la prova finale, ignorando completamente i discorsi dei suoi compagni.

Giunti davanti all’arena, posta nel lato Nord dell’accademia, incontrarono i loro maestri: Kakashi, il Capitano Yamato ed Asuma.

“Eccovi finalmente! Avanti sbrigatevi ad entrare, tutti e tre i Governatori, insieme ai vostri padri, sono già arrivati!” disse il Capitano.

“Davvero? Oh che emozione!” Ino iniziò a saltellare con le braccia tese verso l’alto.

“Risparmia queste energie per dopo, ne avrai bisogno!” Asuma la richiamò quasi infastidito dall’euforia dell’allieva.

“Non preoccuparti, non mi stanco per così poco… IO!” lanciando uno sguardo fulmineo a Sakura.

Il messaggio era arrivato forte e chiaro alla rosa, ma questa volta cercò di ignorare quelle parole taglienti dirigendosi a testa alta verso l’entrata dell’arena, compiacendo sia Naruto che Sasuke.

“Allora vi salutiamo qua e buona fortuna a tutti!” dissero all’unisono Kankuro e Gaara.

I ragazzi vennero condotti dai propri insegnanti verso la parte interna dell’arena, facendoli accomodare in una grande stanza con delle semplici panchine appoggiate contro le pareti.

“Ecco, voi rimarrete qui, fino a quando i vostri team non verranno chiamati per iniziare l’esame!” disse semplicemente Yamato.

“Un attimo, ci spiegate bene come funziona? L’unica cosa che sappiamo è che la prova sarà a squadre, ma siamo solo in tre e un team è composto da quattro membri!” chiese confusa Temari.

“Hai ragione, è meglio spiegarvi bene come funzionerà!….” rispose Asuma accendendosi una sigaretta: “… Due team si affronteranno fra di loro, mentre l’altro dovrà combattere con una squadra di team fantocci. Dato che il team3 è composto da un membro in più rispetto agli altri, sarà facoltà degli avversari decidere se accettare o meno l’aiuto di un fantoccio per gareggiare alla pari!”

“Che assurdità, siamo qui per diventare Genin, non abbiamo paura di combattere contro un team di quattro persone!” rispose contrariato il Nara.

“Ben detto, la stessa cosa vale anche per noi!” aggiunse Naruto.

“Immaginavamo questa risposta…” guardando gli altri due maestri: “… ma era giusto informarvi di questa possibilità, comunque… verranno estratti a sorte due team, uno dal Kazekage e l’altro dal Raikage, dopodiché un incarico entrerà a chiamare le squadre. L’esclusa dall’estrazione invece, dovrà rimanere qua dentro in attesa che il primo esame si concluda. Capito bene?” spegnendo la sigaretta dentro un vaso di fiori secchi.

“Dovremo aspettare molto tempo?” chiese impaziente Neji.


TOC TOC


“Direi di no!” rispose il Capitano Yamato aprendo la porta.

“Il sorteggio si è concluso… i team attesi sono i numeri 3 e 5!” esclamò un ninja incaricato ad informare ed accompagnare i ragazzi insieme ai loro maestri.

“Che iella! Ci tocca aspettare!”  Sasuke incrociò le braccia scocciato.

“Buona fortuna ragazzi!” Naruto alzò il pollice in alto.

“Grazie! Ci vediamo dopo e tu Sasuke, non sprecare troppe energie, non vorrei che ti stancassi troppo!” disse ridendo la Yamanaka guardando sempre la rosa.

“Taci!” fu l’unica risposta dell’Uchiha, fulminandola con lo sguardo.

“Uffa! Kakashi quanto dovremo aspettare?” chiese Naruto appena gli altri due team lasciarono la stanza.

“Dipende tutto da come combatteranno i vostri amici, ma da quello che so, dovrebbe durare massimo un’ora! Vi consiglio di rimanere concentrati o…. ” indicando con lo sguardo la rosa che se ne stava seduta in un angolo con il capo abbassato intenta a torturarsi le unghie delle mani: “…. distrarvi in qualche modo!” avvicinandosi all’allieva.

“Sakura, così facendo rischi di spezzarle, non so se Sasuke abbia portato la lima per le unghie!” disse il Jonin iniziando a ridere.

“Kakashi, questo è un colpo basso!” l’Uchiha si alzò di scatto guardando arrabbiato il maestro per avergli ricordato la punizione subita da Madara.

“Hai ragione, ti chiedo scusa, ma mi è venuto spontaneo vedendo Sakura torturarsi le unghie in preda all’agitazione!” incrociando gli occhi smeraldo della ragazza.

“S-scusate!” disse la rosa portandosi le mani dietro alla schiena.

“Non devi scusarti, è normale essere agitati… anche i tuoi compagni lo sono, solo che sono troppo orgogliosi per ammetterlo!....” proibendogli con lo sguardo di contraddirlo dato che stava cercando di rassicurarla: “…. Dicono che quando una persona è molto tesa, abbia bisogno di un bel massaggio rilassante, loro sono molto bravi, potresti chiedergli di …..”

“Scordatelo!” urlarono all’unisono tutti e tre, scoppiando poi a ridere.

La tensione accumulata da Sakura iniziò a scemare grazie alle continue battute divertenti di Kakashi e dai continui battibecchi di Sasuke e di Naruto, fino a quando non sentirono il fischio di una sirena.

“Cos’è?” chiese Naruto.

“Il segnale che l’esame dei vostri compagni è terminato, ora tocca a voi! Forza andiamo!” disse il Jonin facendo cenno di uscire.

Il team 7 entrò nell’arena vedendo negli spalti gli alti ragazzi che indossavano orgogliosamente i loro coprifronte, segno che erano diventati tutti dei Genin.

“Ce l’hanno fatta!” disse semplicemente la rosa.

“Non avevo dubbi, come non ho dubbi che voi indosserete i coprifronte della Foglia. L’esame serve solo per attestare le vostre doti combattive e la collaborazione all’interno del team, la forza non è strettamente necessaria!” facendole l’occhiolino.

“Ecco il team7, l’ultimo per la selezione al grado di Genin!” la voce dell’Hokage echeggiò all’interno dell’arena.

“Essendo l’ultimo rimasto, dovranno affrontare un team composto da ninja fantocci. In questa prova verrà valutata la loro preparazione fisica aggiunta alla collaborazione di squadra. Ora attiverò l’arte magica creando come scenario un bosco, nel quale potrete attingere aiuti e ripari dalla vegetazione circostante… vi è tutto chiaro, team7?” chiese l’Hokage dalla sua postazione d’onore, sulla gradinata, seduta accanto ai due Governatori e da Fugaku, suo braccio destro.

“Si!” risposero convinti Naruto e Sasuke, mentre Sakura guardava con soggezione il volto del Kazekage, rosso come Gaara , lo sguardo serio di Kankuro e gli occhi verdi di Temari, seduto accanto ad un uomo anziano dai capelli bianchi con la barba e i baffi lunghi come i capelli.

“Un momento!” un’altra voce sovrastò quella dell’Hokage, attirando l’attenzione di tutti i presenti.

“Kidomaru! Come osi interrompere l’Hokage?” lo riprese infastidito il Raikage per il comportamento sconsiderato.

“Scusa nonno e scusi anche lei Hokage, non era mia intenzione mancarle di rispetto, ma non trovo corretto lo svolgimento di questa prova. Il team7 dovrebbe combattere contro un team in carne ed ossa e non contro dei ninja fantocci usati solo durante gli allenamenti!” rispose convinto per la sua affermazione.

“Lo so, ma non ci sono team contro cui farli combattere, ma non preoccuparti, i ninja fantocci verranno potenziati per rendere l’esame equo ed imparziale nella valutazione a grado Genin!” cercò di rassicurarlo Tsunade.

“Non dubito questo, ma preferirei un vero combattimento… se vuole, io e il mio team potremo offrirci e combattere contro di loro!” propose con un sorriso malefico.

“Cosa? Ma sei impazzito? Voi siete dei Jonin mentre loro non sono ancora dei Genin, come ti salta in mente di proporre un’assurdità del genere?” gli urlò contro il Raikage.

“Nonno, sta calmo! Non dico delle assurdità, sappiamo benissimo che paragonati a noi sono dei dilettanti…” guardando con la coda dell’occhio Sasuke completamente infastidito, seguito da Naruto: “… ma stiamo parlando dei membri del Clan Uchiha e del Clan Namikaze la cui forza combattiva è conosciuta anche nel nostro Regno e se sono dei degni eredi, non avranno nessuna difficoltà ad affrontarci… ovviamente noi limiteremo la nostra forza!” voltandosi e guardando intensamente Sasuke.

Kidomaru voleva vendicarsi per l’affronto subito e quella era l’occasione giusta per farlo.

“Non credo sia una buona idea, nonostante i buoni propositi!” intervenne pacato Fugaku.

“Esatto! Non ti accorderò questo permesso!” rispose il Raikage cercando di controllare l’ira provocata dal nipote.

“Cos’è, avete paura che potremo fargli male?” continuando a provocare, con la speranza di raggiungere il suo obiettivo.

“Cosa? Come ti permetti?” Fugaku si alzò di scatto guardandolo minacciosamente.

“BASTA!...” urlò Sasuke: “…. Se ci tieni proprio a combattere, io sono pronto! Non ho paura di un pallone gonfiato come te!” serrando i pugni dalla rabbia.

“La stessa cosa vale per me! Nonna, dacci il permesso di affrontare il team di Kidomaru!” chiese con determinazione Naruto.

“Fermi! Ma siete impazziti? Non potete decidere solo voi senza interpellare anche Sakura!” Kakashi si mise davanti ai suoi allievi sperando di farli ragionare. Kidomaru aveva fatto leva sull’orgoglio e il temperamento dei due ragazzi, ma la rosa non sarebbe mai riuscita a sostenere quel tipo di prova.

Naruto e Sasuke abbassarono lo sguardo cercando di soffocare il loro desiderio di dare una bella lezione a Kidomaru e Sakura tirò un enorme sospiro di sollievo per il pericolo scampato.

Tsunade guardò soddisfatta il nipote del Raikage:

“Mi dispiace, ma non posso dare questo permesso!”

“E’ per via della ragazza? Ten Ten mi ha informato delle sue carenze, se è questo il problema di base possiamo combattere solo io e Jirobo mentre Tayuya potrebbe intervenire solo in caso di assoluta necessità. In questo modo il combattimento sarebbe… diciamo così… ad armi pari… tre contro due! Che ne dite!” voltandosi verso Naruto e Sasuke, sapendo di ottenere il loro appoggio.

“Tre contro due? Così facendo non ci sarebbero problemi con Sakura!” pensarono entrambi i due ragazzi.

“Accettiamo!” dissero all’unisono facendo comparire un sorriso malefico sulle labbra di Kidomaru.

“D’accordo, tre contro due!” disse Fugaku acconsentendo alla richiesta del figlio e del nipote, sperando che potessero dare una bella lezione all’insolenza del nipote del Raikage.

“Perfetto! Jirobo vieni con me al centro dell’arena, mentre tu Tayuya ti limiterai ad assistere al nostro combattimento, non credo che ci sarà bisogno del tuo aiuto!” iniziando a scendere la gradinata.

“Come vuoi Fugaku…. Kakashi, Capitano Yamato, Asuma… venite subito da me!” ordinò l’Hokage.

Kakashi si diresse verso la gradinata ma non prima di aver lanciato uno sguardo di rimprovero verso i due ragazzi.

“Sakura, non preoccuparti! A quei due ci pensiamo io e il teme!” disse Naruto tenendo lo sguardo fisso verso il team del Regno dell’Acqua che si apprestava a raggiungere il centro dell’arena.

“Questo è anche il mio di esame, non posso lasciare che combattiate solo voi!” cercò di replicare la rosa.

“Sta zitta! Non sei in grado di fronteggiarli!” le rispose bruscamente Sasuke.

“No, voglio fare anch’io la mia parte!” continuando ad imporre la propria presenza all’interno del team.

“Davvero? E cosa pensi di fare?” voltandosi appena.

“Quello che ho sempre fatto, studiare le mosse del nemico e ideare un piano d’attacco!” rispose con fermezza.

“Ah si? Svegliati!... Qui si fa sul serio, non stiamo per affrontare dei fantocci durante un allenamento! I nostri avversari sono dei Jonin e dubito fortemente che limiteranno la loro forza! Credi forse che ci diranno quali sono i loro punti deboli o le loro strategie?” le chiese infastidito guardandola dritto negli occhi.

“No! Lo so benissimo, ma credo che dovremo comportarci come durante gli allenamenti e ….”

“Smettila! Oltre che noiosa sei pure insopportabile!” urlandole contro.

“Mi dispiace Sakura-chan, ma questa volta il teme ha ragione!”
Anche Naruto era d’accordo con il moro e alla rosa non restò altro che mettersi in disparte cercando di trattenere le lacrime dal duro colpo ricevuto. Era stata messa in disparte come se non appartenesse al loro team e cosa peggiore, Sasuke aveva ricominciato a trattarla con freddezza, arrivando addirittura ad affibbiarle un altro nomignolo poco gentile: insopportabile.

Kakashi ritornò con il viso contrariato e li chiamò a raccolta:

“Nonostante non sia per niente favorevole a questo incontro devo sottostare alla decisione dell’Hokage …. prendete….” consegnando a ciascuno di loro una serie di kunai: “… questi sono le uniche armi materiali ammesse, le lame sono innocue ad eccezione delle punte per una lunghezza massima di un centimetro, così, se doveste venire colpiti, le feriti saranno lievi e non mortali. L’esame durerà massimo quaranta minuti ….”

“Cosa? Ma così non vale?” cercò di replicare Naruto.

“Taci e non interrompermi, non ho ancora finito! Tsunade ha ordinato a me e ai miei due colleghi di intervenire qualora lo scontro diventasse troppo pericoloso….” appoggiando una mano sulla testa di Sakura cercando di tranquillizzarla, notando l’espressione triste dipinta sul viso: “…. quindi non vi preoccupate, non permetterò che quei due ragazzi vi facciano del male! L’unico consiglio che vi do e quello di comportarvi come durante i nostri allenamenti… collaborate fra di voi! Buona fortuna!” e senza più guardarli, raggiunse Asuma e il Capitano Yamato posti in un angolo dell’arena.

“Mettiti in disparte, è meglio!” ordinò Sasuke alla compagna, ignorando volutamente l’ultima disposizione del maestro e incamminandosi verso il centro, seguito dal biondo.

Sakura ubbidì silenziosamente, mortificata per non essere stata considerata un elemento utile all’interno del team nemmeno per le sue doti intuitive. Avrebbe voluto aiutare i suoi compagni, non tanto per se stessa, ma per suo padre che aveva fiducia in lei. Con che coraggio gli avrebbe mostrato il coprifronte della Foglia se nemmeno aveva dato prova di sé? Lo avrebbe sicuramente deluso …..

“Bene, bene! E ora a noi due, Uchiha!” disse minacciosamente Kidomaru ritrovandosi Sasuke di fronte.

“Puoi contarci, non ho paura di te!” gli rispose a tono.

“Iniziate!” ordinò Tsunade componendo una serie di sigilli e capovolgendo un’enorme clessidra tarata a quaranta minuti.

Il terreno sabbioso sotto i piedi dei giovani ninja si trasformò in un manto erboso e le gradinate assunsero la forma di giganteschi alberi.

I tre maestri davano le spalle ad una parete rocciosa, l’unica del paesaggio illusorio.

“Ehi, come mai Sakura non raggiunge i suoi compagni?” chiese sorpreso Asuma.

“E’ quello che mi sto chiedendo anch’io!” rispose perplesso Kakashi.

I quattro ragazzi si misero in posizione d’attacco studiandosi a vicenda. Tayuya se ne stava in disparte appoggiata ad un tronco d’albero, sogghignando beffardamente e guardando la schiena della rosa davanti a lei, ferma ed immobile con il capo chino e i pugni tremanti.

“Patetica!” disse fra sé e sé la rossa.

Kidomaru balzò in alto pronto a scagliare un calcio volante a Sasuke, il quale lo parò con estrema facilità scagliandosi a sua volta verso l’avversario ed iniziando uno scontro potentissimo senza esclusioni di colpi, stessa cosa per Naruto e Jirobo.
Sakura si limitò ad osservare il combattimento da semplice spettatrice, sperando, nonostante tutto, che i suoi compagni non si lasciassero sconfiggere. Dopo quasi dieci minuti, la rosa sbarrò gli occhi intuendo le intenzioni dei nemici che combattevano con un sorriso malefico stampato in viso mentre paravano i colpi dei compagni e sferrando attacchi privi di potenza. La loro strategia era semplice, indebolire l’avversario per poi attaccarlo e dargli il colpo di grazia.

“Cambiate metodo, così state facendo il loro gioco!” urlando e sperando di venire ascoltata.

“Sta zitta!” cercò di risponderle Sasuke, provato dalla fatica.

“Invece dovresti ascoltarla…. ORA JIROBO!” ordinò Kidomaru e prendendo alla sprovvista l’Uchiha, lo colpì in pieno stomaco scaraventandolo a diversi metri di distanza, seguito subito dopo da Naruto.

I due giovani cercano di rialzarsi a fatica, ma vennero nuovamente colpiti da una serie di colpi volanti, rimanendo a terra quasi privi di forze.

“M-male-di-zione!” imprecò Naruto pulendosi un rivolo di sangue all’altezza del labbro inferiore.

Kidomaru iniziò a ridere con le braccia strette ai fianchi:

“Allora, ne avete avuto abbastanza o dobbiamo continuare?”

“Non credere di avermi battuto così facilmente!” rispose Sasuke con tutto l’orgoglio in corpo, rialzandosi a fatica.

“L’hai voluto tu!” iniziando a comporre una serie di sigilli, facendo apparire altre quattro braccia sul suo corpo, per un totale di otto arti.

“Ma che accidenti è?” chiese stupefatto Sasuke.

“Questa è la tecnica del ragno e nessuno è mai uscito indenne dal mio attacco, tu compreso!” tessendo una ragnatela e lanciandola contro l’Uchiha che riuscì a schivarla in tempo.

“Non credere di scapparmi, moccioso!” lanciando i suoi kunai e centrandolo in pieno.

Le lame si conficcarono nel petto e la maglia di Sasuke si macchiò del suo stesso sangue. Si accasciò a terra dolorante e Kidomaru ne approfittò, intrappolandolo nella sua ragnatala e iniziando a risucchiargli il chakra.

“Maledetto, lascialo stare!” urlò Naruto cercando di correre in aiuto di Sasuke.

“Se vuoi ti aiuto io a raggiungere il tuo amichetto!” Jirobo gli sbarrò la strada e afferrandolo per il collo gli diede un pugno potentissimo in faccia scaraventandolo a fianco dell’Uchiha entrambi, privi di sensi.


“Adesso basta, dobbiamo intervenire!” disse Yamato.

“No! Aspetta!” fermandolo per un braccio.

“Aspettare cosa Kakashi, non vedi come li hanno ridotti? Non erano questi gli accordi!” intervenne seriamente Asuma.

“Non percepite niente?” ignorando i suoi colleghi e osservando l’allieva.


Sakura se ne stava immobile e tremava vedendo i suoi compagni malconci, ma non per paura, ma per rabbia. Non sopportava di vederli soccombere in quel modo, voleva e doveva fare qualcosa per loro.
Senza rendersene conto e guidata da uno strano impulso, si lanciò all’attacco concentrando un’enorme quantità di chakra sul pugno serrato, colpendo in pieno petto Jirobo e scaraventandolo addosso a Kidomaru, spezzando le sue ragnatele.
Corse verso i suoi compagni per accertarsi delle loro condizioni. Erano quasi privi di chakra e le ferite di Sasuke continuavano a sanguinare. Avevano bisogno di cure e lei era l’unica a potergliele dare, ma il rischio delle conseguenze future era molto alto …..

“Ma cos’è successo?” chiese dolorante Kidomaru cercando di rialzarsi mentre Jirobo continuava a rimanere sdraiato in terra.

Sakura doveva decidere alla svelta, non aveva tempo da perdere, da sola non sarebbe mai riuscita a fronteggiarli ….. stese le mani verso il petto di Sasuke e sprigionò il chakra curativo non curandosi delle conseguenze per la decisione presa.

“Non ci sto capendo niente! Cos’era quel chakra potentissimo che ho avvertito in Sakura e cosa sta facendo all’Uchiha?” chiese sbigottito Yamato.

“Lo sta curando? Ma non è possibile… come fa una ragazzina così giovane a conoscere le arti curative? E chi glielo ha insegnato?” continuò a chiedere incredulo Asuma.

“Ne so quanto voi, ma aspettiamo prima di intervenire, voglio vedere se Sakura userà nuovamente il suo chakra verso i nemici!” disse Kakashi cercando di controllare il suo stupore e sperando di riuscire a capire che tipo di potere possedesse la rosa.


Anche gli spettatori osservarono increduli la scena:

“Tsunade, che sta facendo?” chiese preoccupato Fugaku.

“Lo sta curando!” non riuscendo a credere ai propri occhi, la semplicità con cui la rosa eseguiva le arti mediche.


Tayuya si staccò dall’albero correndo verso Sakura con l’intento di vendicare i suoi compagni. Le arrivò da dietro afferrando e tirandole i capelli talmente forte da farla urlare di dolore.
Per fortuna Sakura riuscì a completare il ciclo di cure, rimarginando le ferite del compagno ancora privo di sensi. Avrebbe voluto rigenerargli anche il chakra, ma la stretta ferrea di Tayuya, che le tirava i capelli, le impedirono di continuare nel suo intento. Cercò di liberarsi dalla presa, ma ogni sforzo risultò inutile,  aumentandole il dolore.

“Sei stata tu a scaraventarci via? La pagherai cara!” Kidomaru iniziò a correre verso la rosa, seguito da Jirobo.

Sakura era nei guai, doveva cercare di liberarsi….


“Kakashi!” urlò Yamato, venendo nuovamente trattenuto.


La rosa vide accanto a Sasuke un kunai, allungò con fatica la mano riuscendo a prenderlo… non aveva scelta.
Portò il kunai sotto la sua massa di capelli e aiutandosi con l’altro braccio, tranciò di netto la chioma rosa. I capelli tagliati caddero a terra insieme alla fascia omega e Tayuya, con il contraccolpo, perse l’equilibrio rischiando di cadere. Sakura si voltò guardandola con odio e balzando di scatto verso di lei, la colpì con un calcio potentissimo.


“Ahhhhh!” urlò Ino vedendo la rosa tranciare i suoi capelli: “Attenta, dietro di te!” continuando ad urlare per avvisarla del pericolo imminente.


Kidomaru e Jirobo si lanciarono contro di lei, Sakura riuscì a schivare il colpo del primo, ma non quello del secondo che la colpì in pieno volto. Sakura riuscì a rimanere in piedi e si lanciò all’attacco colpendo con tutta la sua forza i nemici davanti a lei. Combatteva senza tregua incassando i colpi violentissimi degli avversari, continuando a lasciare increduli tutti i presenti. Mostrava una forza straordinaria e l’aurea che emanava era potentissima.
Tayuya si rialzò e vedendo i compagni in difficoltà si lanciò in loro aiuto. Con un kunai iniziò a colpire il braccio sinistro della rosa provocandole numerose ferite ma Sakura continuava a combattere incurante del dolore.

“Brava Tayuya, continua così! Pensateci voi a questa smorfiosa, mentre io sistemerò una volta per tutti gli altri due!” disse Kidomaru dirigendosi verso i corpi svenuti di Naruto e di Sasuke componendo nuovamente i sigilli dei quattro arti e iniziando a tessere nuovamente la sua tela.

“Nooo!” urlò Sakura.

Afferrò Tayuya per i capelli e la lanciò contro Jirobo riuscendo così a liberarsi dai loro attacchi ma Kidomaru era troppo distante e non sarebbe riuscita ad arrivare in tempo. Guidata sempre dallo stesso impulso, concentrò nuovamente il chakra nel pugno e colpì il suolo creando un sollevamento della terra, riuscendo a far balzare via il castano.
Corse ansante verso i compagni, esausta e ormai provata dalla stanchezza.
Non sarebbe riuscita a contrastare ancora il trio e gli unici a poterlo fare erano Naruto e Sasuke. Il moro era il più vicino, si concentrò e iniziò a rigenerargli il chakra. Dopo brevi istanti, Sasuke aprì gli occhi guardandosi attorno in cerca di spiegazioni ma Sakura si alzò dirigendosi verso Naruto per curare anche lui.

L’Uchiha si alzò in piedi completamente guarito e pieno di energie, il biondo lo raggiunse pochi istanti dopo, anche lui spaesato, non ricordando cosa fosse successo.

“Pensateci voi adesso!” disse Sakura completamente sfinita.

I due ragazzi si voltarono verso di lei, rimanendo pietrificati. Era piena di lividi in tutte le parti del corpo, la faccia gonfia, il braccio sinistro sanguinante, i vestiti strappati in alcune parti e i capelli tagliati malamente, lunghi sul davanti e corti dietro.

“Sakura-chan, cosa ti è successo?” chiese preoccupato Naruto.

“Chi ti ha ridotto così?” urlò pieno di rabbia Sasuke.

“Siamo stati noi, qualche problema?” rispose Kidomaru dirigendosi verso di loro seguito dai suoi compagni.

“La pagherete cara!” dissero all’unisono i due ragazzi.

“Dobe, sai quello che dobbiamo fare!”

“Si!” iniziando a creare una sfera energetica, il rasengan.

Sasuke attivò lo sharingan pronto per unire il suo chidori al colpo dell’amico, ma appena gli occhi  diventarono rossi, comparve un secondo tomoe, sviluppato in quel preciso momento, assetato dal desiderio di vendicare la compagna.
Iniziò a comporre i sigilli formando una sfera elettrica di una potenza straordinaria.


“Cosa? Ma allora ha sviluppato il secondo tomoe! Presto, dobbiamo intervenire altrimenti rischiamo grosso!” disse seriamente Kakashi percependo la forza straordinaria della sharingan.

Yamato evocò l’arte del legno cercando di rallentare Naruto e Sasuke nella formazione dei loro colpi, mentre Asuma e Kakashi li raggiunsero bloccandogli le braccia.

“Fermatevi immediatamente!” gli ordinarono.

“Ma!” cercò di obiettare l’Uzumaki.

“Niente ma, avete vinto se è questo che volete sentirvi dire! Quei tre non hanno scampo contro il chidori e il rasengan, così come noi presenti, se decideste di lanciare ancora le vostre sfere!” disse compiaciuto Kakashi.

Dalle gradinate esplosero grida di esultazione per la vittoria del team7, persino il Raikage si alzò in piedi applaudendo. Suo nipote aveva avuto una bella lezione!

Fugaku era molto orgoglioso dei suoi ragazzi e lo stesso Tsunade.

I membri degli altri due team raggiunsero il centro dell’arena per congratularsi con i loro compagni per la straordinaria forza dimostrata.

Sakura, rimasta sola e ignorata da tutti, si alzò a fatica tenendosi il braccio dolorante e incamminandosi verso l’uscita. Voleva tornarsene a casa e rinchiudersi dentro per sempre. Nonostante il suo impegno non era riuscita a mettere fuori combattimento nemmeno un avversario, inoltre aveva violato una legge severissima utilizzando il chakra curativo senza nessuna abilitazione certificata.

“Sakura, i miei complimenti, sei stata bravissima! E’ meglio che raggiungi l’infermeria per farti medicare!” le disse Kakashi avvicinandosi a lei e sorridendole affettuosamente.

La rosa acconsentì solo con il capo e continuò il suo cammino mentre il Jonin la osservò attentamente dispiacendosi per non aver capito la natura del suo chakra.

“Sasuke, credo che tu abbia sviluppato il secondo tomoe! Non ho mai avvertito una forza così grande in te!” congratulandosi con lui.

“Dici sul serio Neji?” guardandolo sorpreso.

“Te lo dico subito, attiva lo sharingan!” Kiba si mise di fronte a lui per accertarsi dell’affermazione dello Hyuga.

Il moro ubbidì pieno d’orgoglio.

“Si non c’è dubbio, quelli sono due tomoe!” urlando di gioia.

“Dai avanti venite a prendervi il vostro coprifronte, ve lo meritate tutto!” dissero Ino e Temari prendendo i loro amici a braccetto.

Un leggero vento trasportò alcuni fili rosa, attirando l’attenzione dell’Uchiha che li prese fra le dita iniziando a guardarli attentamente.

“Quelli sono i capelli di Sakura, se li è tagliati per liberarsi della presa di Tayuya!” gli spiegò Ten Ten.

Sasuke si guardò attorno in cerca della compagna ma non riuscì a trovarla.

“Se cerchi Sakura, ti informo che l’ho mandata in infermeria, visto che era piuttosto malconcia e se fossi in voi, la ringrazierei per il suo intervento. E’ stata straordinaria!” gli comunicò soddisfatto Kakashi.

“E’ vero, ha sprigionato un’energia potentissima ma non sono riuscito a distinguere la natura del suo chakra!” osservò Shikamaru.

“Non è questo il momento per porsi delle domande, ora dobbiamo festeggiare la vostra promozione a Genin!” disse il Jonin cercando di sviare il giusto ragionamento del Nara.

“Aspettate!”

“Che vuoi ancora, cugino? Non ti sei ancora arreso?” chiese Ten Ten arrabbiata dal comportamento del trio.

“Ti sbagli, siamo qui per congratularci con Sasuke e Naruto….” poi, guardandoli negli occhi: “ …. siete dei ninja eccezionali, se non fosse stato per l’intervento tempestivo dei vostri maestri a quest’ora saremo sicuramente all’altro mondo. E’ stato un enorme piacere combattere contro di voi!” allungando la mano in segna di resa e di pace.

L’Uchiha e l’Uzumaki sorrisero appena stringendo ad una ad una le mani del trio del Regno dell’Acqua.


“Hokage, dovremo parlarle!” dissero il Kazekage e il Raikage.

“Certo, ma a che proposito?” chiese sorpresa.

“Di quella ragazzina dai capelli rosa!” risposero affiancati anche dai padri degli altri cadetti.

“Fugaku?” cercando aiuto e supporto dall’amico, il quale acconsentì con il capo.

“D’accordo, seguitemi!” incamminandosi verso il Palazzo.


“Voi andate, io vado ad accertarmi delle condizioni di Sakura!” disse Kakashi ai ragazzi che avevano deciso di andare a festeggiare tutti insieme da Ichikaru, per la felicità di Naruto pronto a gustarsi innumerevoli porzioni di ramen, il suo piatto preferito.

Kakashi arrivò davanti all’infermeria e bussò diverse volte, senza ottenere nessuna risposta.

“E’ permesso?” chiese entrando lentamente, trovandola vuota.

“Ma dov’è finita?” si chiese fra sé e sé.

“Aspetti, ho un messaggio per lei da parte dell’Hokage in persona!” gli urlò un ninja andandogli incontro.

“Un messaggio da parte dell’Hokage?” ripeté incredulo.

“Si, l’aspetta nel suo ufficio…. Immediatamente! Poi se mi permette, vorrei darle questo coprifronte, appartiene alla sua allieva ma non l’ha ritirato!” mostrandogli la fascia.

“Ho capito, gliela consegnerò io… sa per caso dov’è andata?” chiese preoccupato.

“Non saprei, ho visto solo che si dirigeva verso l’uscita dell’accademia!” rispose semplicemente il ninja.

“ E se n’è andata senza farsi curare?” iniziando a correre per raggiungere la rosa, ma una volta uscito dall’accademia, di Sakura non c’era nessuna traccia.

“Maledizione!” imprecò stringendo fortemente il coprifronte che teneva in mano.

“E’ meglio che vada dall’Hokage ad informarla delle condizioni di Sakura e intanto sentirò il motivo della sua convocazione!” scomparendo dietro una nuvola di fumo.


Sakura percorse le vie di Konoha ignorando gli sguardi dei passanti e continuando a pensare agli avvenimenti accaduti durante l’esame.
 Appena giunse a casa, salì le scale dirigendosi verso la sua camera da letto. Tirò fuori dalla tasca il biglietto, sgualcito, del padre e sapendo di averlo deluso, iniziò a piangere disperatamente.





Angolo dell’autrice:
Vi chiedo umilmente perdono per l’assenza dei miei aggiornamenti, ma purtroppo, nonostante abbia tutta la storia in testa, non riesco a scriverla. Per farmi perdonare, vorrei annunciare che nel prossimo capitolo verrà svelato il secondo segreto di Sakura e credo che molti di voi abbiano già capito di cosa si tratti ….
Vorrei anche ringraziare tutti quanti per continuare a seguirmi, gratificandomi con le vostre bellissime recensioni e segnando questa mia storia fra le seguite e le preferite.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, nonostante le mie modifiche …..
A presto un bacione grande grande
manga

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Capitolo 29
*** Il sigillo ***


“Mi scusi del….” rimanendo sorpreso nel trovare tutte quelle persone nell’ufficio: “… ritardo!”

“Non importa Kakashi, vieni!” disse Fugaku facendogli cenno con il capo di avvicinarsi a lui.

Kakashi ubbidì silenziosamente incamminandosi verso il suo maestro, osservando i volti dei ninja più potenti dei tre Regni: Yamanka, Hyuga, Nara, Inuzuka, Kazekage e Raikage.

Osservò l’Hokage, seduta dietro alla scrivania con gli occhi chiusi ed il mento appoggiato sulle mani con accanto l’Uchiha.

“Bene, adesso ci siamo tutti!” affermò Tsunade aprendo gli occhi e fissando i presenti davanti a lei.

L’Hatake rimase in silenzio accanto a Fugaku, intuendo subito il motivo della sua convocazione. La prova d’esame di Sakura aveva sconcertato i presenti ed era comprensibile il loro interesse nell’esigere la verità. Lui era il suo maestro e come tale avrebbe dovuto dare delle spiegazioni, qualora fosse stato interpellato.

“A questo punto mi vedo costretta a dirvi tutto, ma prima dovrò fare una premessa molto importante e quello che sentirete in questa stanza, non dovrà trapelare per nessun motivo!” l’Hokage spezzò il silenzio attirando l’interesse e la perplessità dei presenti.

“Ha la nostra parola!” asserì con fermezza il Kazekage mentre gli altri acconsentirono con  il capo.

“E’ da circa un paio d’anni che i villaggi del mio Regno vengono attaccati. All’inizio pensavamo…” lanciando uno sguardo veloce a Fugaku: “… che fossero dei mercenari con l’intenzione di saccheggiare i viveri e le ricchezze degli abitanti, ma con il passare del tempo, questi attacchi sono aumentati rubando principalmente delle pergamene antiche contenenti tecniche segrete di combattimento… abbiamo mandato in missione la squadra anbu capitanata da Itachi Uchiha e le uniche informazioni raccolte riguardano la conferma della formazione di una nuova organizzazione criminale ed il suo nome, purtroppo…  non sappiamo con esattezza quali siano i loro veri scopi né tantomeno chi si nasconde dietro!”

“E’ assurdo! Sono passati solo tredici anni dalla fine del conflitto mondiale e ora l’idea che qualcun altro stia minacciando la pace sul nostro Regno…” Hiashi Hyuga, padre di Hinata e zio di Neji, strinse fortemente i pugni cercando di controllare la rabbia.

“Ha detto che questa organizzazione ha un nome… qual è?” chiese con voce pacata Shikaku Nara.

“Akatsuki… e da quello che sappiamo, i loro membri indossano sempre un mantello nero con nuvole…”

“Rosse!” affermò il Raikage interrompendo l’Hokage.

“Come fa a saperlo?” chiese sorpreso Fugaku.

Il vecchio Raikage sospirò profondamente appoggiando entrambe le mani sul suo bastone da passeggio.

“A questo punto… credo che la minaccia non riguardi solo il Regno del Fuoco, ma anche il mio! Nell’ultimo mese alcuni miei villaggi sono stati attaccati da ninja che indossavano lo stesso mantello, riuscendo sempre a scappare dopo aver rubato pergamene antiche di poca importanza. E’ per questo motivo che ho voluto una scorta per raggiungere Konoha… la scelta del team di mio nipote è stata fatta unicamente con lo scopo di non allarmare i miei sudditi, almeno fino a quando non avessi scoperto qualcosa in più!”

“Il mio Regno non ha subito attacchi di questo tipo, ma non escludo che possa accadere! L’Alleanza dovrà nuovamente riunirsi per cercare di neutralizzare questa organizzazione, prima che possa causare danni devastanti alle nostre popolazioni!” intervenne seriamente il Kazekage.

“Sapere che il Regno del Fuoco può contare sull’appoggio dei nostri alleati mi rassicura!” disse Tsunade con un leggero sorriso, mentre i presenti rimasero in silenzio a riflettere sulla probabilità di un nuovo conflitto mondiale.

“Ora però…” spezzando il silenzio: “… ci dica cosa c’entra quella ragazzina in tutta questa storia!” chiese l’Inuzuka.

“Avete ragione… come già detto non sappiamo chi si celi dietro a questa nuova organizzazione e di conseguenza non conosciamo i nostri nemici… Sakura è stata abbandonata quando era ancora in fasce ed è stata trovata e cresciuta da un civile. La cosa strana è che fino a due anni fa, la ragazzina non aveva mai manifestato il suo potere e tutt’ora continua ad avere dei problemi a cui non so dare una spiegazione plausibile!” sospirò sconsolata Tsunade.

“Pensate che Sakura possa centrare qualcosa con l’Akatsuki?” chiese preoccupato Inoichi.

“La paura c’è, non lo neghiamo. Il fatto che non abbia ancora mostrato la natura del suo chakra ci lascia molto perplessi… non abbiamo idea di chi possa essere la sua vera famiglia biologica e non conosciamo nessun ninja che abbia i capelli rosa e gli occhi di quel colore così intenso e particolare… verde smeraldo!” continuò l’Hokage.

“Neanche nel mio Regno!” dissero all’unisono il Kazekage ed il Raikage.

“Quindi, se ho capito bene… non conoscendo la natura del chakra di Sakura, non sappiamo se la sua vera famiglia sia amica o nemica, giusto?” domandò pensieroso l’Inuzuka.

“Esattamente!” confermò l’Uchiha.

“Ma la ragazzina sa di essere stata adottata?” chiese il Nara.

“Da quello che sappiamo, no!” intervenne pacato Kakashi, rimasto in disparte.

“Forse è meglio così, almeno fino a quando non sapremo qualcosa di più sul suo chakra e sull’Akatsuki!” asserì lo Hyuga, trovando l’approvazione dei presenti.

“Il problema però rimane… come faremo a scoprire la natura del potere di Sakura?” chiese pensieroso Inoichi.

“A questa domanda c’è solo una persona che può rispondere con assoluta certezza… la vecchia Chiyo!” affermò con saggezza il Raikage.

“E chi sarebbe?” domandò curiosamente l’Inuzuka.

“Chiyo vive ai confini dei nostri tre Regni, è lei che ci ospita quando noi Governatori ci incontriamo. La sua abitazione è nascosta da dei sigilli particolari che possono essere sciolti solo da lei... è una vecchietta molto particolare… buffa e scorbutica allo stesso tempo, ma ha un potere unico, ossia è in grado di riconoscere la natura di ogni chakra ed è specializzata sia nelle arti mediche che nella preparazione di antidoti contro ogni tipo di veleno… non avevo pensato a lei… ed effettivamente è l’unica che possa aiutarci. Se scoprisse il tipo di chakra di Sakura avremo maggiori indizi sulle sue vere origini!” disse Tsunade appoggiandosi allo schienale della sedia.

“Come faremo a condurre da lei la ragazza senza destare sospetti?” chiese lo Hyuga.

“Per prima cosa dovremo sapere se conosce la verità sulla sua adozione e a questo…” guardando Kakashi: “… vai da Shizune e dille di convocare subito il signor Yukan…” osservando l’Hatake ubbidire contrariato alla sua richiesta, dato che fra i due non correva buon sangue: “… poi potremo dire a Sakura che Chiyo potrebbe aiutarla nei suoi allenamenti oltre ad insegnarle qualche arte medica, dato che l’accademia chiuderà per le vacanze estive!” continuò a pensare ad alta voce Tsunade.

“Quindi, non ha intenzione di punirla per aver usato le arti mediche senza nessuna abilitazione? Mi fa molto piacere… dopo questa rivelazione mi sarebbe dispiaciuto!” affermò lo Hyuga.

“Potremo però usare questa scusa come copertura!...” aggiunse Fugaku attirando l’attenzione su di sé: “…  La notizia di quello che ha fatto durante l’esame trapelerà velocemente in tutta Konoha e lo stesso Consiglio del Regno esigerà una punizione esemplare… faremo credere che l’allontanamento della ragazza dal Villaggio, sia la conseguenza del suo gesto!”

“E’ una copertura perfetta! Inoltre, il Consiglio non avrà nulla da che ridire sapendo che siamo stati noi, i membri dei Clan più potenti del Regno, a decidere per questa punizione!” disse Shikaku.

In quel momento entrò il signor Yukan, che ritrovandosi davanti al cospetto dei ninja più importanti dei tre Regni, si portò una mano sul petto e con l’altra si appoggiò allo stipite della porta:

“E’ successo qualcosa alla mia Sakura?” chiese disperato e pieno di preoccupazione.

“Sta benissimo, non si preoccupi!” intervenne lo Hyuga andandogli incontro e aiutandolo a sedere.

“E’ vero, Sakura sta benissimo e ha superato brillantemente l’esame… ora è una Genin!...” cercò di rassicurarlo l’Hokage: “… Il motivo per cui l’abbiamo convocata è perché vorremo sapere se le ha detto la verità sulle sue origini!”

Il signor Yukan la guardò tristemente:

“N-no… non ci sono riuscito!” rispose con voce tremante.

“Meglio così! Deve rimanere ancora un segreto, fino a quando non le diremo che potrà farlo!” disse Tsunade guardandolo seriamente.

“M-ma, n-non capisco?” chiese guardandosi attorno con stupore.

“Ogni cosa a suo tempo… per il momento faccia quello che le diciamo e stia tranquillo… la felicità e la sicurezza di Sakura preme molto anche a noi… non è nostra intenzione farla soffrire… però… però dovrà partire e recarsi in un posto segreto dove imparerà a sfruttare al meglio il suo potere. Questa sarà solo una copertura per aver infranto una legge del Regno molto severa. Non posso dirle altro, dovrà accontentarsi di questa spiegazione!... Ora mi accompagni a casa sua, ho intenzione di parlare personalmente alla ragazza!” disse Tsunade alzandosi dalla sedia.

“C-come? H-ha infranto una legge? E q-quando d-dovrà p-partire?” chiese incredulo e tremante, incapace di alzarsi.

“Se me lo permettete, potrei scortarla io insieme ai miei figli! Devo ritornare al mio Regno e ho intenzione di partire fra un paio d’ore!” affermò il Kazekage rimasto a lungo in silenzio.

“Allora faremo il viaggio insieme! Ho intenzione di accompagnarla anch’io… signor Yukan, stia tranquillo, Sakura sarà in ottime mani, inoltre, anche se ha infranto la legge, siamo tutti della stessa opinione che il suo comportamento sia stato più che giustificato, mostrando una padronanza eccezionale nell’uso delle arti mediche!” disse Tsunade appoggiandogli una mano sulla spalla.

“Arti mediche? Volete dire che Sakura...? Non ci posso credere… sapevo di questa sua passione, ma mai avrei immaginato che potesse…” portandosi una mano sulla fronte e scuotendo il capo ancora incredulo.

“Non stia a pensarci, è stata bravissima e come le ho detto prima, ci teniamo molto a lei e alla sua felicità ed è per questo che non abbiamo nessuna intenzione di punirla, ma per evitare una scandalo e far intervenire il Consiglio, concordiamo nell’usare la copertura del suo allontanamento da Konoha come punizione, mentre in realtà continuerà ad allenarsi… ora le è tutto più chiaro?” domandò ancora Tsunade.

“O-ra sì… e vi ringrazio!” alzandosi ed inchinandosi davanti ai ninja, come forma di rispetto, prima di uscire dall’ufficio seguito dall’Hokage.

“Fugaku, non si preoccupi… appena tornerò nel mio Regno darò una bella lezione a mio nipote… mi dispiace molto per come si è comportato!” asserì il Raikage apprestandosi ad alzarsi.

“Non credo ce ne sia bisogno… i ragazzi hanno già imparato la lezione… anche mio figlio e mio nipote hanno le loro colpe cedendo alle provocazioni e agendo d’impulso senza riflettere!” aiutandolo ad alzarsi.

“Concordo in pieno con le parole dell’Uchiha!... Ora è meglio che invii subito un messaggio alla vecchia Chiyo informandola del nostro arrivo… è già mezzogiorno ed entro le due vorrei partire. Da quello che ho visto, Sakura non ha una grande resistenza ad utilizzare il chakra quindi ci conviene viaggiare a piedi per evitare di stancarla troppo. Camminando e sperando di non trovare intoppi, dovremo raggiungere la radura entro le cinque del pomeriggio!” affermò il Kazekage incamminandosi insieme ai due.

Kakashi, rientrato nell’ufficio con il signor Yukan, sorrise da sotto la maschera, felice nel sapere che finalmente erano state prese decisioni concrete per aiutare la sua allieva.

******


Durante il tragitto dal Palazzo all’abitazione di Sakura, Tsunade aveva più volte cercato di tranquillizzare ed istruire il signor Yukan su cosa dire alla ragazza per cercare di rassicurarla.

La rosa era sdraiata sul suo letto a piangere disperatamente, quando sentì il padre aprire la porta della sua stanza:

“Bambina mia! Non piangere!” disse avvicinandosi a lei e accogliendola fra le sue braccia con amore.

“P-papà! M-mi d-dispiace t-tanto… i-io t-ti ho deluso!” continuando a piangere.

“Perché dici questo? So che hai superato brillantemente l’esame e che ora sei una Genin! Sono molto fiero di te!” parlandole con affetto.

“N-no, t-ti sbagli… non s-sai c-cos’è successo!” asciugandosi le lacrime che continuavano a scendere copiose.

“So che hai aiutato i tuoi compagni e che li hai curati alla perfezione!” sorridendole e accarezzandole la testa.

“M-ma c-come fai a saperlo?” chiese con stupore.

“Gliel’ho detto io!” disse Tsunade entrando nella stanza e lasciando di stucco la rosa.

“Hokage, ma…?”

“Cosa ci faccio qua? Semplice… sono venuta a complimentarmi con te e a ringraziarti per aver curato quei due sciagurati dei miei nipoti!” sedendosi accanto a lei e sfoggiando un sorriso pieno di gratitudine.

“Bambina mia, l’Hokage è venuta apposta per parlarti!” continuando a rassicurarla.

“Capisco… immagino che sia venuta qui per arrestarmi, vero?” chiese abbassando il capo tristemente.

“Arrestarti? No assolutamente… è vero che hai infranto una legge molto severa e che dovresti subire una punizione esemplare, ma secondo me e a tutti i presenti che hanno assistito al tuo coraggioso intervento, pensiamo che non sia giusto prendere dei provvedimenti contro di te. Hai agito nel migliore dei  modi aiutando i tuoi compagni di team, ma ciò nonostante, è inutile negare che lo stesso Consiglio potrebbe intervenire. Per questo motivo, abbiamo deciso di farti allontanare per un po’ da Konoha, lasciando credere a tutti che sia la tua punizione ma in realtà, andrai a vivere con una signora anziana che ti allenerà e ti insegnerà a padroneggiare per il meglio le arti mediche!” appoggiandole una mano sulla testa.

“Cosa? Dice sul serio?” spalancando gli occhi per l’incredulità.

“Si e non solo… in questo periodo provvederò a farti rilasciare l’abilitazione necessaria affinché tu possa esercitare le arti mediche senza nessun problema, contenta?” continuando a sorriderle.

“I-io… io non ho parole per esprimere la mia gratitudine… ma… aspetti un attimo… quanto tempo dovrò stare via?” chiese preoccupata.

“Almeno fino a settembre, poi potrai ritornare e ricominciare a frequentare l’accademia!” guardandola pensierosa, intuendo che dietro a quella domanda ci fosse qualcos’altro.

“Se non accettassi, quale sarebbe la mia punizione?” chiese abbassando il capo e portandosi l’unghia del pollice in mezzo ai denti.

“Ma, bambina mia, cosa dici?” intervenne incredulo il padre.

“Signor Yukan, potrebbe lasciarci sole per favore?” domandò Tsunade ma intimandolo con lo sguardo di uscire dalla stanza.

“Certo!” acconsentendo dispiaciuto.

Una volta sole:

“Ora vorresti dirmi il perché di quella domanda?” guardandola seriamente.

“Ecco… ecco vede… non posso lasciare da solo mio padre… lui… lui non sta bene! Lo nega per non farmi preoccupare, ma…”

“Ho capito, non aggiungere altro….” chiudendo gli occhi: “… ascoltami, se ti promettessi che mi prenderò personalmente cura di tuo padre, partiresti senza problemi?”

“Sta dicendo che… lo prenderebbe lei in cura?” guardandola meravigliata.

“Certo! Lo visiterò e se dovessi riscontrare qualche anomalia lo curerò al meglio delle mie possibilità, inoltre, essendo anche il suo datore di lavoro, non esiterò a concedergli qualche giorno di riposo se dovessi ritenerlo opportuno, ok?” cercando di rassicurarla.

“Allora accetto! Le chiedo scusa se posso esserle sembrata ingrata, ma il pensiero di mio padre da solo…”

“Va tutto bene non preoccuparti, avevo capito che c’era qualcosa che ti preoccupava ed è per questo che gli ho chiesto di uscire! Ora vorrei che iniziassi a preparare la tua roba, fra un paio d’ore ti aspetto ai cancelli di Konoha… ti accompagnerò insieme al Kazekage e ai suoi figli!” avviandosi verso la porta.

“Come? Vengono anche loro?” chiese intimorita.

“Devono ritornare al loro Regno e dovremo fare la stessa strada, ma non preoccuparti, non mangiano!” facendole l’occhiolino.

Sakura osservò l’Hokage uscire dalla sua stanza e cadde sul letto con le braccia aperte, pensando, ancora incredula, a tutti gli avvenimenti di quella mattina, chiedendosi cosa le avrebbe riservato il resto della giornata.

******


Fugaku, dopo aver accompagnato il Raikage ed il Kazekage ai loro alloggi, si diresse verso casa per avvisare la moglie che avrebbe dovuto sostituire Tsunada a palazzo, essendo il suo secondo, ignaro però di ritrovare Sakuke e Naruto.

“Caro, sei già a casa!” andandogli incontro e guardandolo preoccupata, indicandogli con lo sguardo i due ragazzi a sedere con il viso appoggiato sulla mano, lo sguardo perso nel vuoto pensieroso e triste.

“Vedo che siete già a casa! Credevo foste andati a festeggiare con tutti gli altri da Ichikaru?” domandò serio Fugaku sedendosi al suo posto con le braccia incrociate.
“Si, ma poi siamo ritornati!” rispose sospirando Naruto.

“Come mai? E’ successo qualcosa?” sorseggiando il thè che Mikoto gli aveva appena servito.

“Non proprio… è per quello che abbiamo saputo di Sakura-chan!... Ci ha salvati, arrivando addirittura a tagliarsi i capelli, mentre noi…” mordendosi il labbro inferiore.

“Mentre voi l’avete esclusa dal vostro team, non è vero?” affermò con sicurezza Fugaku.

“Si!” ringhiò a denti stretti Sasuke stringendo i pugni.

“E’ un comportamento che non tollero e lo sapete bene… per colpa vostra Sakura ha infranto una legge severissima e per questo sono stati presi dei seri provvedimenti nei suoi confronti!” continuando a sorseggiare il thè, sperando in una reazione dei due ragazzi che non tardò ad arrivare.

“Cosa?” gridarono all’unisono.

“Papà, la colpa di tutto è solo nostra… siamo noi che meritiamo una punizione, non lei!” sporgendosi con il busto verso il genitore e guardandolo seriamente.

“Sakura ha infranto la legge e verrà allontanata da Konoha fino a settembre, poi ricomincerà a frequentare l’accademia insieme al vostro team… per quanto riguarda voi, puoi starne certo che vi punirò… stavo pensando di chiedere aiuto a Madara!” osservandoli con la coda dell’occhio e rimanendo stupido, ma allo stesso tempo compiaciuto, vedendo i ragazzi acconsentire senza protestare.

“Valuterò cosa fare con voi, ora andate nelle vostre camere o se preferite ad allenarvi!” guardandoli andare via con il capo abbassato.

“Caro? Ma cos’è successo? Non li ho mai visti in questo stato e per di più non hanno fatto nessuna obiezione sulla punizione con Madara! E poi, cosa succederà a quella povera ragazza?” domandò preoccupata Mikoto.

“Sai che non posso dirti niente, ma ti chiedo di aver fiducia in me e di non preoccuparti! Per quanto riguarda la punizione, credo non ce ne sia bisogno… i ragazzi hanno già capito il loro sbaglio e sono fiero di loro… finalmente iniziano a maturare!... Questa sera rincaserò tardi, dovrò sostituire Tsunade a Palazzo!” alzandosi e scoccando un bacio a fior di labbra alla moglie prima di uscire nuovamente di casa.

*****


Le due del pomeriggio arrivarono in fretta e Sakura fu accompagnata ai cancelli da suo padre, trovando ad aspettarla l’Hokake, Fugaku, il Kazekage insieme ai suoi due figli e Kakashi.

“K-kakahi!” sibilò incredula ma felice di ritrovarsi il suo maestro.

“Ciao Sakura, sono venuto a salutarti e a darti questo!” mostrandole il coprifronte della foglia.

La rosa esitò a prenderlo.

“Sakura, è tuo, te lo sei meritato!” legandoglielo come fascia nei suoi capelli tagliati malamente.

“G-grazie!” rispose timidamente.

“Mmh… vedo che ti sei curata da sola! Non hai più nessuna ferita! Devo ammettere che mi hai stupito parecchio, non avrei mai immaginato che sapessi utilizzare così alla perfezione le arti mediche! Sono fiero di averti come allieva!” facendole l’occhiolino pur sapendo di metterla in imbarazzo, osservandola con divertimento mentre le guance le si arrossavano.

“Bambina mia, è giunto il momento di salutarci! Mi raccomando, comportati bene!” abbracciandola calorosamente e sentendo le lacrime della figlia bagnargli il collo.

“Su avanti, dobbiamo partire… Fugaku, spero di tornare presto!” disse l’Hokage.

“Non preoccuparti per me, piuttosto tu… cerca di stare attenta!” guardandola preoccupato.

“So cavarmela in ogni circostanza, non temere! Ci vediamo più tardi!” lanciandogli uno sguardo d’intesa. Sarebbe tornata con le risposte riguardanti il potere di Sakura e avrebbero iniziato le ricerche della sua vera famiglia, aiutati dai presenti nel suo ufficio, Governatori compresi.

“Allora faremo una parte del viaggio insieme!” affermò gentilmente Gaara avvicinandosi alla rosa.

“S-si!” rispose timidamente Sakura staccandosi dalle braccia del padre ed incamminandosi verso l’uscita dei cancelli, voltandosi un’ultima volta per guardare il genitore asciugarsi gli occhi dal pianto.

“Almeno parleremo un po’… nostro padre non è un grande chiacchierone e il viaggio è alquanto monotono se lo si affronta in silenzio!” aggiunse Kankuro portandosi le braccia dietro alla testa.

“Hai qualche problema con il mio mutismo?” lo ammonì il Kazekage.

“No, figurati!” rispose con tono canzonatorio innervosendo il genitore.

“Non preoccuparti Sakura, fanno sempre così… si stuzzicano a vicenda, ma è il loro modo di dimostrarsi l’affetto!” disse Gaara facendo sorridere l’Hokage.

“H-ho visto che tua sorella non era ai cancelli per salutarvi?” chiese timidamente.

“Non ci piacciano gli addii, anche se in realtà è un arrivederci… siamo stati con lei fino adesso, poi ci siamo salutati normalmente!” sorridendole.

“Kankuro adesso smettila, altrimenti userò la mia sabbia contro di te e non mi interessa se sei mio figlio!” ruggì il Kazekage.

“Ecco ci risiamo!... Si provocano di continuo!” sospirò rassegnato Gaara.

La rosa osservò padre e figlio stuzzicarsi a vicenda: assomigliavano tanto a Sasuke e a Naruto…
Improvvisamente abbassò il capo tristemente ricordandosi che i suoi compagni l’avevano esclusa dall’esame.

Continuò a camminare assorta tristemente nei suoi pensieri, ignorando completamente ogni tentavo di Gaara di instaurare un dialogo con lei. Il rosso, dopo l’ennesimo fallimento, decise di lasciarla stare pensando che lo stato d’animo della rosa dipendesse dalla costrizione di aver dovuto abbandonare Konoha, ignaro che in realtà si trattasse di una semplice copertura.

Era un segreto e tale doveva rimanere.

Sakura iniziò a pensare a tutti gli episodi avvenuti in quei mesi in cui aveva iniziato a frequentare l’accademia. Il suo comportamento, seppur motivato a causa della promessa strappata a forza da Alan ma accettata per il bene e la sicurezza del padre, non era stato dei migliori e aveva volutamente ignorato i nuovi compagni escludendosi da loro nonostante gli innumerevoli tentativi di socializzare con lei. La formazione dei team era stata scioccante, ritrovandosi in squadra con Sasuke e Naruto, appartenenti ai migliori Clan dei Regni. Naruto si era dimostrato, sin da subito, un ragazzo gentile, cercando in tutti i modi di instaurare un rapporto d’amicizia con lei arrivando addirittura ad utilizzare il suffisso “chan” dopo il suo nome. Aveva preso spesso le sue difese contro l’arroganza di Sasuke, il quale continuava a trattarla con indifferenza e a risponderle malamente, dandole ripetutamente della noiosa.
All’inizio, il team non era per niente affiatato, ma la pazienza e la perseveranza di Kakashi, aveva portato dei cambiamenti positivi arrivando a cooperare insieme come una vera squadra. Almeno fino a quella mattina…
Essere esclusa in quel modo, l’aveva fatta sentire un peso oltre a sentirsi già un’incapace a causa della sua debolezza nel gestire il chakra. Sperava che ancora una volta Naruto prendesse le sue difese, ma invece si era schierato a favore di Sasuke che, stanco di sentirla protestare per essere stata messa da parte, le aveva dato dell’insopportabile.
Sospirò profondamente cercando di calmarsi per non piangere, sorridendo amaramente al ricordo di Naruto e al suo continuo usare il “chan” nel chiederle spiegazioni dopo essere stato curato da lei durante lo svolgimento dell’esame. Le aveva già dimostrato di non tenere a lei come compagna di squadra… almeno in questo, Sasuke, nonostante la sua arroganza, non aveva mai usato quel suffisso, anzi, pensandoci bene, non l’aveva mai chiamata!

Sbarrò gli occhi: in tutti quei mesi, l’Uchiha non aveva mai pronunciato il suo nome!

La consapevolezza di questo, le fece stringere con forza le bretelle dello zaino issato sulle spalle. Era stata una stupida a credere di essere stata accettata e considerata un membro del team 7, il comportamento di Sasuke era inequivocabile…

“Dobbiamo separarci!” la voce del Kazekage destò Sakura dai suoi pensieri facendole alzare il capo.

“E’ stato un vero piacere fare una parte del viaggio in vostra compagnia!” disse Tsunade allungando la mano verso il Governatore.

“Anche per noi è stato lo stesso! Le chiedo la cortesia di continuare a prendetevi cura di mia figlia Temari e  a contattarmi per qualsiasi motivo!” stringendole la mano e lanciando uno sguardo fugace alla rosa.

“Sakura è stato un vero piacere conoscerti, spero di rivederti ancora!” le disse Gaara.

“Stessa cosa per me!” aggiunse Kankuro.

“M-mi dispiace non essere stata molto di compagnia!” abbassando il capo timidamente.

“Vorrà dire che la prossima volta che ci incontreremo ti sdebiterai con noi parlando per ore e ore, ok?” propose Kankuro facendole l’occhiolino.

“State attente mi raccomando!... Ragazzi andiamo, abbiamo ancora molta strada da fare!” affermò il Kazekage iniziando a balzare sopra i rami degli alberi.

Solo in quel momento Sakura si accorse di essere nel cuore di una foresta.

“Hokage, mi scusi ma dove siamo?” chiese dopo che il Governatore e i suoi figli scomparvero in mezzo agli alberi.

“Eri talmente assorta nei tuoi pensieri che non ti sei nemmeno accorta di essere entrati dentro ad una foresta... coraggio seguimi, siamo quasi arrivati!” la esortò sorridendo.

Camminarono per quasi venti minuti fino a quando si ritrovarono in una piccola radura circondata da alberi giganteschi.

“Eccoci arrivate! Aspetta qui!” le ordinò mentre raggiunse una corteccia specifica.

L’Hokage accarezzò una parte liscia del tronco per poi posizionarsi di fianco alla rosa. Circa un minuto dopo, iniziarono a comparire due sagome prendendo sempre più forma: una era una piccola casa, l’altra un’anziana signora non molto alta, dai capelli bianchi e una piccola fascia attorno alla fronte.

“Chiyo, è un piacere rivederti, vedo che sei sempre in splendida forma!” disse Tsunade prendendo a braccetto Sakura ed incamminandosi verso l’anziana signora, vedendo con stupore una barriera invisibile alzarsi dietro di sé.

“Ma questa è un’arte magica, vero?” domandò involontariamente.

“Brava! E’ una fra le più difficili e complesse… chiunque può attraversare la radura senza accorgersi di niente… è una tecnica molto antica e sono in pochi a conoscerla, fra cui Chiyo!” le spiegò Tsunade.

“E così è questa la ragazzina che mi terrà compagnia in questi mesi?… Sei molto graziosa cara e i tuoi occhi sono bellissimi! Vieni, ti mostro dove alloggerai!” indicandole l’abitazione.

Chiyo accompagnò Sakura nella sua futura stanza, arredata solo con un letto singolo e un piccolo armadio.

“Mi dispiace, so che non è grande, ma vivo da sola e questa casetta è più che sufficiente per le mie esigenze!” cercò di giustificarsi.

“Va benissimo, è perfetta per me!” mostrandole un sorriso sincero.

“Ti ringrazio cara… inizia pure a sistemare le tue cose. Qua di fianco c’è il bagno, fatti una bella doccia e lavati i capelli senza asciugarteli… scusa se te lo dico, ma quel taglio è proprio brutto e non accetto di ospitarti conciata in quel modo, quindi dopo te li sistemerò io!” asserì con fermezza uscendo dalla stanza, lasciando la rosa basita.

“Non farci caso Sakura… Chiyo è molto strana, sia per l’età, sia perché vive in solitudine da moltissimo tempo e a volte dimentica come comportarsi con le persone!” le sorrise Tsunade cercando di rassicurarla.

“D’accordo, me lo ricorderò… grazie!” sorridendole timidamente e apprestandosi a sistemare i suoi indumenti nel piccolo armadio.

Tsunade raggiunse Chiyo in cucina, la quale aveva preparato del thè caldo. Aspettarono di sentire lo scroscio della doccia prima di iniziare a parlare.

“Allora, hai capito la natura del chakra di Sakura?” chiese con impazienza l’Hokage.

“No… ed è molto strano… è la prima volta che mi succede! Ma una cosa è certa, quella ragazza possiede il chakra ed è impossibile che non abbia una natura specifica!” affermò con sicurezza.

“Se neanche tu sai rispondere, il problema è più serio di quanto immaginassi!” osservando pensierosa la sua tazza di thè.
“E chi ti ha detto che non saprò dare una risposta?” chiese acida guardandola in malo modo.
“Ma non hai detto che…”
“So benissimo cos’ho detto!” interrompendola. Chiyo non aveva peli sulla lingua, nemmeno davanti ai Governatori.

“Avrò molto tempo a mia disposizione per scoprire tutto sul chakra di quella ragazza, non temere!” addolcendo il tono della voce.

“Sei l’unica che può farlo! … Ma ricordati anche di insegnarle le arti mediche oltre ad allenarla, Sakura è convinta di essere qui per questi motivi!” le ricordò Tsunade.

“Lo so bene, il Kazekage me lo ha scritto nel suo messaggio. Sarò anche vecchia ma non sono rintronata!” sorseggiando il thè.

Chiyo passava dalla dolcezza all’acidità in un batter d’occhio ed era proprio questa sua caratteristica a renderla una persona buffa.

L’acqua della doccia smise di andare, segno che Sakura aveva finito.

Tsunade e la vecchietta cambiarono discorso, parlando di erbe mediche, entrambe molto appassionate.

Sakura le raggiunse dieci minuti dopo con i capelli bagnati, come ordinatole da Chiyo.

“Vieni cara, siediti qua mentre prendo le forbici e ti sistemo quel taglio!” indicandole la sedia accanto a quella di Tsunade.

La rosa ubbidì senza proferire parola, aspettando silenziosamente di vedere altre ciocche dei suoi capelli toccare il pavimento.

Chiyo, essendo di statura bassa, prese uno sgabello issandosi in piedi ed iniziando a pareggiare i capelli rosati. Era molto attenta e scrupolosa ogni volta che si apprestava a tagliare e passava di continuo un piccolo pettine in mezzo ai capelli, pettinandoli sia verso il basso che verso l’alto per accertarsi che il taglio fosse perfetto. Nella parte centrale, all’altezza del cervelletto, Chiyo sbarrò gli occhi attirando l’attenzione di Tsunade. Lo sguardo della vecchietta si fece serio continuando ad alzare ed abbassare, con l’aiuto del pettine, le ciocche rosate sempre in quel punto, poi continuò a tagliare con il viso preoccupato e triste.

“Ecco fatto! Adesso sì che stai bene!” porgendole un piccolo specchio.

Sakura lo prese fra le mani tremanti osservando il suo nuovo taglio. Chiyo era stata molto brava, limitandosi solo a pareggiarle i capelli in un caschetto perfetto.

“G-grazie, è molto bello!” riuscì a dire toccandosi le punte fresche di taglio.

“Lo so, modestamente sono brava in tutto! Ora vai in camera ad asciugarteli altrimenti rischi un malanno!” sorridendole con dolcezza.

“Chiyo, cos’hai scoperto? Ho visto il tuo sguardo pensieroso e preoccupato!” chiese con ansia Tsunade appena la rosa andò in camera sua.

“Hai visto bene… se è vero quello che mi avete detto, quella ragazza è spacciata!” disse tristemente.

L’Hokage si fermò a cena dalla vecchia Chiyo per cercare di tranquillizzare Sakura, ancora spaesata in quella piccola dimora.

“Si è fatto tardi, è meglio che vada! Anche se sono un’ottima kunoichi la prudenza non è mai troppa. Sakura verrò a trovarti ogni settimana, non temere!” guardandola tristemente e destando sospetto nello sguardo della rosa.

“Verrò ad accertarmi dei tuoi progressi e a portarti notizie di tuo padre!” cercando di correggersi e sfoggiando il miglior sorriso che riuscisse a fare dopo la scoperta sconvolgente di Chiyo.

“Ah… va bene!... Non saprò mai come ringraziarla!” disse timidamente.

“Il tuo ringraziamento sarà il tuo impegno nell’apprendere ogni insegnamento di questa vecchia megera!” affermò divertita.

“Come ti permetti! Vecchia mi può anche stare bene, ma megera proprio no!” alzando un pugno serrato all’altezza del mento dell’Hokage, provocando l’ilarità nelle sue due ospiti.

“Grazie per il tuo aiuto Chiyo, ci vediamo fra una settimana ma non esitare a chiamarmi se avessi bisogno di qualcosa!” disse Tsunade ritornando seria.

“Lo so, non preoccuparti. Ora vai che si sta facendo tardi… avviserò io del tuo ritorno a Konoha!” guardandola seriamente ed iniziando a comporre una serie di sigilli, abbassando la barriera e creando una rondine come messaggera.

Sakura osservò tristemente l’Hokage balzare verso la foresta sentendosi improvvisamente sola.

“Su coraggio, vieni con me che ti preparo una buona tisana. Ti aiuterà a riposare meglio!” prendendola a braccetto e conducendola all’interno dell’abitazione. Quel semplice contatto, riscaldò il cuore della rosa.

*****


Tsunade balzava in ramo in ramo ad una velocità impressionante, voleva arrivare il prima possibile e confidarsi con il suo caro amico Fugaku.  La verità appresa era sconvolgente.

Varcò i cancelli di Konoha quando la luna brillava già da diverso tempo in cielo. La fretta era tanta e continuò a balzare sopra i tetti raggiungendo il suo ufficio direttamente dalla finestra.

“Sei stata velocissima, ti aspettavamo fra venti minuti circa!” la voce di Fugaku echeggiò nella stanza.

“Si, ho accelerato il passo!.... Vedo che ci siete tutti!” notando la presenza del Raikage e delle altre persone presenti quella stessa mattina.

“Ovviamente! Volevamo conoscere anche noi la verità su quella ragazzina!” affermò lo Hyuga.

“Ho capito! Avete fatto bene!” avvicinandosi alla scrivania liberata dall’amico e sedendosi pesantemente. Chiuse gli occhi massaggiandosi le tempie.

“Hokage!” la chiamò Kakashi, intuendo che dietro a quello sguardo ci fosse qualcosa di sconvolgente riguardante la sua allieva.

“Aspetta, dalle il tempo di riprendersi!” lo ammonì Fugaku, nonostante la sua impazienza e lo stesso timore del Jonin.

“Hyuga!....” chiamò Tsunade aprendo gli occhi: “… controlla che non ci sia nessuno ad origliare o a spiare! Mi fido solo di voi, il Consiglio è formato da membri poco raccomandabili… fra cui Orochimaru!” asserì con fermezza, nonostante i presenti sogghignarono divertiti.

“Subito!...” attivando il byakugan e perlustrando tutto il perimetro circostante: “… Siamo soli!” confermò qualche secondo dopo.

“Molto bene…. non so nemmeno io come dirvelo, ma se non scopriremo chi è la vera famiglia biologica di Sakura…” sospirando pesantemente: “… la ragazza non potrà mai sprigionare a pieno il suo potere, rimanendo per sempre una kunoichi a metà!”

“Come? Spiegati meglio Tsunade, cosa vuoi dire che rimarrà una kunoichi a metà?” chiese sconvolto l’Uchiha.

“Sakura… Sakura ha nascosto tra i capelli, all’altezza del cervelletto….” Indicando la posizione esatta: “…. Il sigillo della stella a quattro punte!” buttandosi a peso morto contro lo schienale della sedia.

“Il sigillo della stella a quattro punte? Non ne ho mai sentito parlare, nonostante i miei ottant’anni suonati!” disse il Raikage alzando un sopracciglio ma rimanendo composto nella sua posizione.

“E’ una tecnica molto antica e non più in uso da circa un paio di secoli, in quanto, una volta trovata la chiave per annullarlo, non è mai stato più utilizzato… almeno fino a dodici o tredici anni fa, quando le hanno applicato il sigillo, nascondendolo sotto i capelli!” chiudendo gli occhi e ripensando alle parole della vecchia Chiyo.

“In cosa consiste con esattezza e cosa c’entra la famiglia biologica?” chiese pacato il Nara.

“Questo sigillo ha il potere di bloccare il chakra nei ninja e solo un consanguineo può annullarlo!” sospirò demoralizzata.

“Quindi, se ho capito bene… se non troviamo un parente della ragazza, Sakura non potrà mai manifestare a pieno il suo chakra! E’ un vero problema, non abbiamo nessun indizio!” sospirò lo Yamanaka incrociando le braccia.

“C’è però una cosa che mi chiedo… se questo sigillo ha il potere di bloccare il chakra, come ha fatto Sakura a manifestarlo e perché le è stato applicato?” chiese Kakashi socchiudendo l’occhio scoperto.

“Perché il suo chakra è molto potente e forse le è stato applicato per nascondere le sue vere origini!” asserì Tsunade.

“Potente? Spiegati meglio!” la intimò Fugaku.

“Sakura è riuscita a manifestare la sua vera natura da kunoichi grazie alle forti emozioni e al potere immenso racchiuso nel suo chakra, altrimenti non ci sarebbe mai riuscita!” incrociando le dita e appoggiando il mento sopra di esse.

“Vuoi forse dire che il suo vero chakra potrebbe essere paragonabile al nostro?” chiese Fugaku indicando tutti i presenti.

“Esattamente e forse… anche di più!” lasciandoli tutti increduli.

“Se è dotata di un chakra così potente non dovrebbero esserci troppi problemi a rintracciare la sua vera famiglia…. ma il problema è un altro… l’Akatsuki, non è vero? E’ questo il motivo per cui crede che abbiano voluto applicarle il sigillo? Per nasconderla e rintracciarla al momento opportuno sperando che potesse essere d’aiuto in qualche modo?” chiese il Nara.
“Già… se fossimo in tempi di pace, la ricerca sarebbe meno complessa, ma così… tutto è possibile!” girandosi ad osservare la luna in cielo.

“E’ come cercare un ago in un pagliaio! Senza la natura del chakra, la provenienza della ragazza e l’organizzazione criminale, la ricerca è quasi impossibile!” affermò Kakashi stringendo i pugni per soffocare il dispiacere di non riuscire ad aiutare la sua allieva.

“No! Forse c’è una speranza, ma ci vorrà molto tempo e la collaborazione del Raikage e del Kazekage, oltre ai nostri ninja fidati… meno persone sapranno di questa storia, più sicura sarà la ricerca e l’incolumità della ragazza!” affermò Fugaku.

“Spiegati meglio!” chiese Tsunade guardandolo seriamente.

“Coinvolgeremo un paio di ninja fidati per Regno e affideremo loro il compito di scoprire l’identità della vera famiglia di Sakura… una volta saputo questo, sapremo se ritenerli dei nemici oppure no…. non dimentichiamoci che non sapendo nulla di certo, l’idea che la ragazza sia in un qualche modo collegata all’Akatsuki è solo una supposizione!” constatò Fugaku.

“Hai ragione, ma come faremo a rintracciare questa fantomatica famiglia se nemmeno abbiamo una base su cui partire?” chiese l’Inuzuka.

“E’ qui che ti sbagli… abbiamo già una base su cui partire, anzi… più di una! Sappiamo che Sakura ha un chakra potentissimo, inoltre, anche se non sono un esperto in genetica, i capelli rosa e gli occhi verde smeraldo sono tratti ereditari e qualcuno dovrà pur ricordarsi di ninja con queste caratteristiche! Potremo iniziare a cercare nei Clan dei pacifisti… ninja potenti divenuti eremiti perché contrari al combattimento, seppur motivato... come vedi, abbiamo diversi indizi!” guardandolo seriamente.

“Ottima intuizione Fugaku, io non ci avevo pensato! Ero troppo sconvolta!” sorridendo all’amico.

“D’accordo… se permettete, vorrei affidare questa missione a due uomini fidati del mio Clan e grazie all’aiuto dei nostri cani, la ricerca potrebbe essere un po’ più semplice!” chiese l’Inuzuka, il cui Clan era famoso anche per l’addestramento di cani ninja.

“Mi fido ciecamente di te e delle tue raccomandazioni… ok, avvisa i tuoi uomini!” disse l’Hokage.

“Ora dobbiamo trovare il modo per avvisare in assoluta segretezza il Kazekage… anche lui voleva essere informato!” disse Inoichi.

“A lui ci penso io… domattina partirò per ritornare al mio Regno e con la scusa di aver bisogno del mio collega, farò una piccola deviazione… non temete! A mano a mano che scopriremo qualcosa dovremo comunicarcelo, stando molto attenti a non farci scoprire!” asserì con fermezza il Raikage.

“Molto bene! Grazie a tutti per la collaborazione!” disse Tsunade congedando i presenti.

“Grazie Fugaku… ancora una volta mi sei stato di aiuto!” ammettendolo con sincerità una volta rimasti soli.

“Non dirlo neanche per scherzo… ci siamo sempre aiutati e continueremo a farlo! Non temere, con la collaborazione di tutti aiuteremo Sakura e se dovessimo scoprire che la sua vera famiglia appartiene all’Akatsuki, la proteggeremo con tutte le nostre forze! Ora andiamo a riposare, domattina ci aspetta un’altra giornata impegnativa!” allungando la mano per aiutarla ad alzarsi.

“Si… domattina poi devo fare una visita molto importante!” uscendo dall’ufficio senza aggiungere altro.

 

******

Sakura si svegliò verso le nove del mattino. Aveva dormito per oltre dodici ore e si sentiva piena di energie pronta per iniziare i suoi futuri allenamenti, ignara di quello che stava succedendo a Palazzo….

“E’ il cuore, vero?”

“Sì… è gravemente ammalato e non ci sono cure! L’unica cosa che posso prescriverle sono degli antidolorifici e riposo assoluto!”

“No, non posso smettere di lavorare… non ancora per il momento… non posso permettermelo, inoltre devo e voglio occuparmi della mia bambina!... Non voglio assolutamente arrecarle delle preoccupazioni, almeno fino a quando non sapremo la verità!”

“Come vuole, ma almeno usufruisca delle ferie per riposarsi!”

“Grazie Hokage!”

“L’ho promesso a Sakura e mi prenderò cura di lei… Signor Yukan!”



 

Angolo dell’autrice:

Miei cari lettori, manga si inchina dinnanzi a voi chiedendo umilmente scusa per il ritardo mostruoso di questo aggiornamento!
Finalmente il secondo segreto di Sakura è stato svelato… ha un sigillo che le impedisce di manifestare a pieno il chakra e, a quanto pare è uno anche molto potente. Il problema è che solo un parente può aiutarla… ed ecco il terzo segreto: chi è la vera famiglia della rosa? Fa parte o no dell’organizzazione criminale dell’Akatsuki? Per questo ci vorrà ancora del tempo…
Ripensando agli ultimi mesi, Sakura si ricorda che Sasuke non ha mai pronunciato il suo nome… domanda: ci avevate fatto casa in tutti questi capitoli pubblicati?
Ora avrà davanti a sé dei mesi per allenarsi ed imparare le arti mediche con la vecchia Chiyo. Prenderà una decisione molto importante che muterà il suo comportamente appena ritornerà a Konoha ad allenarsi con il team. L’Ultima parte, come avrete capito, riguarda le condizioni di salute del padre… sono molto gravi!
Vorrei ricordarvi un paio di cose: come già sapete la ff sarà molto lunga e non posso, dopo 29 capitoli, modificare la stesura accelerando la narrazione, quindi se vi stancate vi capisco, è purtroppo, un rischio che mi sono presa il giorno stesso che ho deciso di pubblicare. Altra cosa ma sempre importante: come avrete notato, sono già diversi capitoli che non do più molto spazio agli altri ragazzi. Ebbene, sono solo dei personaggi secondari che riappariranno fra un po’, ma ciò nonostante non avranno un ruolo importante, in quanto la ff, di fatto, è una sasusaku.
Spero di ritornare ad aggiornare con la stessa frequenza di prima e intanto vi ringrazio per la fiducia e la pazienza che riportate in me.
Ultimissima cosa e poi non vi disturbo più… ho pubblicato una au (aiuto!!!) si chiama una scommessa d’amore, ma non aspettatevi grandi cose, diciamo che è solo un esperimento. Inoltre vorrei consigliarvi anche due letture molto piacevoli:

Salvezza e Dannazione di Maryl Watase;
Cucina (Kitchen) di Blueorchid31 (alias, la veccia sasuk8)
 

Grazie per l’attenzione, ora manga sparisce alla velocità della luce prima che quella nominata, con il numero 31 ex 8, mi raggiunga a casa a gonfiarmi come una zampogna scozzese.

Un bacione grande grande a tutti voi.
manga

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Capitolo 30
*** Shannaro! ***


Erano più di due anni che Sakura non dormiva così bene: dodici ore e senza incubi. Si sentiva piena di energie ed era carica per iniziare i nuovi allenamenti con la vecchia Chiyo.

Si preparò velocemente e andò in cucina rimanendo incantata davanti ad un tavolo imbandito di leccornie.

“Ben svegliata! Dormito bene? Su avanti non rimanere davanti alla porta, siediti ed inizia a mangiare!” la incoraggiò gentilmente Chiyo.

“B-buon giorno… s-si subito!” disse timidamente, andandosi a sedere.

“Allora?” domandò infastidita la vecchia, non ricevendo nessuna risposta alla sua domanda.

“Oh scusi… è che non sono abituata a mangiare molto per colazione!” si affrettò a scusarsi Sakura, convinta che dipendesse dalla sua esitazione nel mangiare.

“Sciocchezze! La colazione è il pasto principale della giornata, comunque ti avevo fatto una domanda specifica, hai dormito bene?” chiese alternando il tono di voce dall’arroganza alla gentilezza.

“S-si, sì, benissimo grazie. Era da tanto che non dormivo più così bene!” rispose imbarazzata, prendendo in mano le bacchette.

“Mi fa molto piacere, la tisana che ti ho preparato ieri sera serviva proprio a questo. Dovrai allenarti molto duramente in questo periodo e per farlo hai bisogno di dormire e di mangiare, quindi avanti, voglio vedere i piatti vuoti!” indicandogli con la mano tutte le pietanze servite.

“Cosa? Tutto?” guardando allibita il tavolo apparecchiato di alici grigliate, riso, pane, marmellata, frutta, latte e spremuta d’arance.

“Certo!...” mettendosi a sedere di fronte a lei: “… Mentre fai colazione vorrei farti alcune domande per capire come impostare al meglio il tuo allenamento, ma voglio che mi dici la verità, qualunque essa sia!”

“D-d’accordo!” rispose timidamente iniziando a mangiare.

“Ero certa di avere la tua collaborazione… dunque… l’Hokage mi ha detto che all’inizio avevi delle difficoltà nel gestire il tuo chakra, stancandoti talmente tanto da non riuscire più a reggerti in piedi, poi, dopo averti prescritto degli alimentatori, la tua resistenza è migliorata a tal punto da permetterti di completare il ciclo giornaliero di allenamenti, è vero?” domandò con un leggero sorriso.

“Be’ si… cioè… non proprio… ecco, vede io…” esitando nel rispondere.

“Sakura?...” canzonando il nome: “… Non c’è nessun motivo per avere paura, non sono qui per giudicarti o rimproverarti, ma solo per aiutarti e per farlo, ho bisogno di sapere tutto!” cercando di incoraggiarla.

“Mi scusi...” mordendosi il labbro inferiore: “… vede, è corretto in parte. E’ vero, ho preso gli alimentatori per un certo periodo e poi ho dovuto smettere. Purtroppo non hanno risolto il mio problema… così… così ho iniziato ad usare… ad usare la tecnica della rigenerazione del chakra!” chinando il capo imbarazzata, sapendo di aver infranto una legge molto severa.

“Cooosaaaaa?” urlò Chiyo, spaventando la rosa.

“M-mi d-dispiace!” disse debolmente, cercando di trattenere le lacrime.

“Ti dispiace? Ma stai scherzando?...” battendo un pugno sul tavolo richiamando l’attenzione della ragazza: “… Vuoi forse dirmi che da sola hai imparato una tecnica così difficile?” domandò incredula.

“S-si!” rispose timidamente.

“Accidenti, questa poi! Tsunade non me l’ha detto, ma forse nemmeno lei ne era al corrente… sapevo che eri in grado di curare le ferite e questo, credimi, è già straordinario di suo. Sei molto giovane eppure, da sola, sei riuscita ad imparare e a padroneggiare alcune arti mediche!” appoggiandosi e sospirando allo schienale della sedia.

Nella stanza calò il silenzio per un minuto circa, ma per Sakura sembrò un’eternità.

“I miei più sinceri complimenti!...” guardandola con ammirazione: “... Sei molto portata e credo che se continuerai ad applicarti con la stessa passione e devozione, diventerai sicuramente un ottimo medico!” affermò con sicurezza.

“D-dice sul serio?” domandò incredula.

“Certo, per chi mi hai preso? Per una che dice delle sciocchezze? Su, adesso sbrigati a mangiare che sono impaziente di iniziare gli allenamenti!” le ordinò acidamente. Il suo cambio d’umore cambiava in un batter d’occhio ma Sakura era stata avvisata e doveva iniziare ad abituarsi.

Tutto sommato, la vecchia Chiyo, era una brava persona.

Dopo circa venti minuti:

“Mi dispiace, ma non riesco proprio a finire!” disse la rosa portandosi le mani sullo stomaco gonfio.

“Anche se non hai finito, hai comunque mangiato e bevuto un po’ di tutto. Con il tempo ti abituerai, adesso seguimi!” le ordinò gentilmente.

“Subito? Ho la pancia che mi fa male!” cercò di protestare, incapace di alzarsi.

“Su, su, dai… appena inizierai a camminare starai meglio, avanti muoviti abbiamo già perso troppo tempo!” uscendo dalla porta principale.

Sakura si alzò a fatica cercando di raggiungerla, non conosceva quel posto e avrebbe rischiato di perdersi.

Camminarono per un po’ inoltrandosi in un fitto bosco fino a quando raggiunsero un torrente alimentato da una cascata.

“Eccoci arrivati!” disse Chiyo arrestando il passo.

“Ma è bellissimo!” esclamò la rosa guardandosi attorno.

“Vero? Ma non siamo qui per osservare il paesaggio, ma per iniziare i tuoi allenamenti!” asserì con fermezza.

“Scusi, ma questo posto è…”

“Nascosto dalla barriera, indovinato! Nessuno ci disturberà, non temere. Ora ascoltami bene… li vedi quelle rocce sporgenti davanti alla cascata?” indicandole con l’indice.

“Si!” rispose con lo sguardo puntato nella direzione indicata.

“Bene, voglio che ti metti a sedere a gambe incrociate su quella di mezzo!” le ordinò perentoria.

“Cosa? Ma mi bagnerò tutta!” ritraendosi di un passo, portando una mano sul petto.

“Solo in parte, l’acqua della cascata ti bagnerà la testa e le spalle aiutandoti a rilassarti e a concentrarti  durante la meditazione!” le spiegò gentilmente, voltandosi verso di lei.

“Non avrai mica paura di ammalarti, vero? Perché se è così sappi che sono un ottimo medico capace di rimetterti subito in piedi, chiaro?” parlando acidamente con l’indice alzato.

“Non dico questo, solo che… scusi… ha detto meditazione?” guardandola incerta.

“Esatto, il tuo allenamento inizierà con la meditazione. Devi entrare in contatto con il tuo chakra, devi conoscerlo, devi sentirlo parte integrante di te e a quel punto dovrai creare un legame, diventando una cosa sola con lui… è questo l’unico modo per riuscire a padroneggiarlo senza avere più problemi. Ti è chiaro adesso?” domandò speranzosa.

“Diventare un cosa sola? Mi dispiace ma non capisco!” disse un po’ imbarazzata.

“Vedi, fino ad oggi tu ed il chakra eravate due entità diverse e agivate separatamente. Il tuo corpo si indeboliva perché incapace di gestirlo e il potere si esauriva perché usciva troppo velocemente. Manca l’equilibrio e solo con la meditazione puoi trovarlo. Quando nasce un ninja, il legame si crea automaticamente, ma nel tuo caso, scoprendo di aver ereditato il chakra dai tuoi avi…” mentendo a fin di bene: “… non è stato così, siete cresciuti separatamente e ora dovete riunirvi. Questa volta hai capito?” sfoggiando un dolce sorriso, sperando di mettere la ragazza a proprio agio.

“Credo di si, ma non ho ben capito come fare… non ho mai fatto meditazione!” vergognandosi subito della sua affermazione.

“Oh si invece che l’hai fatta e anche tante volte! Non ti ricordi più come sei riuscita a sprigionare il chakra?” domandò fiduciosa. Tsunade le aveva raccontato nei minimi particolari, grazie al rapporto dettagliato di Kakashi, i progressi fatti dalla rosa durante i mesi di allenamento insieme al team ed il modo in cui i due compagni erano riusciti ad aiutarla a manifestare il potere.

“Sasuke!” pronunciando il nome del compagno, ricordandosi il giorno in cui riuscì a sprigionare il chakra. Si rattristì subito dopo, quando riaffiorò nella mente il ricordo della sua esclusione dal team da parte dei due ragazzi.

“Vedo che hai capito! Ora raggiungi la roccia che ti ho indicato, mettiti a sedere con le gambe incrociate e lascia che l’acqua della cascata ti massaggi le spalle e la testa. Chiudi gli occhi e con la mente entra all’interno del tuo corpo fino a raggiungere il chakra racchiuso in te. Una volta trovato, osservalo in ogni sua forma, guarda come si muove e come reagisce percependo la tua presenza. Lo vedrai allontanarsi da te ed è in quel preciso momento che dovrai cercare di stabilire un contatto, facendogli capire che siete una cosa sola.” spiegandole esattamente il procedimento, ignorando la sua tristezza.

“Ora è tutto più chiaro, in poche parole dobbiamo diventare amici!” affermò sicura di sé incamminandosi verso la roccia, scacciando il ricordo dei suoi compagni.

“Più o meno il concetto è questo!” sorridendole soddisfatta.

Sakura si posizionò sulla roccia centrale e appena sentì l’acqua gelida sulle spalle rabbrividì, allontanandosi subito.

“E smettila! Un po’ d’acqua fredda non ha mai fatto male a nessuno, ti devi solo abituare, avanti mettiti a sedere!” la rimproverò Chiyo, urlando dalla riva del torrente.

La rosa ubbidì di controvoglia, abituandosi a fatica all’acqua gelida sul corpo. Chiuse gli occhi concentrandosi sui battiti del cuore per poi scendere lentamente verso il torace fino a sentire un calore, il suo chakra. Aveva seguito le stesse indicazioni di Sasuke.
Ancora quel nome! Non doveva pensare né a lui né a Naruto.

“Devi bandire ogni pensiero dalla tua mente e rimanere concentrata!” le urlò Chiyo accorgendosi della sua distrazione.

“Ma come avrà fatto a capirlo? Adesso non ha importanza, devo concentrarmi solo sul chakra!” pensò la rosa, ricominciando la sua meditazione.

Con gli occhi della mente focalizzò in lontananza una piccola sfera di luce verde, cercò di raggiungerla quando improvvisamente perse il contatto. Riprovò ancora ma fu tutto inutile.

Le parole di Chiyo iniziarono a prendere un senso più logico, la sua mente apparteneva al corpo e questo era troppo debole per gestire il potere, facendole perdere il contatto. Doveva rafforzarlo con l’aiuto della meditazione e solo così sarebbe riuscita a raggiungere il suo obiettivo. Si concentrò nuovamente, con più determinazione, intenzionata a non fallire.

“Adesso basta, è già tardi!” la voce stridula di Chiyo la penetrò nelle orecchie facendole aprire di scatto gli occhi.

“Tardi? Ma se ho appena iniziato!” le fece notare con disappunto.

“Ahahahah, ti sbagli mia cara, sono già passate tre ore!” le rispose ridendo.

“Tre ore?” domandò incredula guardando la posizione del sole. Chiyo aveva ragione.

“Avanti vieni e avvolgiti con questo!” tirando fuori dal kimono un piccolo asciugamano, appoggiandoglielo sulle spalle.

“Sorpresa, vero? Quando si entra in meditazione il tempo sembra fermarsi e tutto ciò che ci circonda sembra svanire. L’acqua è un elemento importante in questo tipo di allenamento perché oltre a rilassare il tuo corpo e il tuo spirito, lava via tutte le distrazione attorno a te. Ora dimmi, fin dove sei arrivata?” le chiese curiosamente, facendola sedere accanto ad un piccolo falò appena acceso.

“Sono riuscita a focalizzare il chakra ma quando cercavo di avvicinarmi perdevo il contatto. E’ questo che intendeva dire dicendo che il mio corpo è troppo debole?” chiese, volendo conferma sulla sua deduzione.

“Esatto! Tsunade aveva ragione a dire che sei molto intelligente. Ti avverto, ci vorrà diverso tempo prima che tu riesca a mantenere il contatto, poi inizierà la parte più difficile, ovvero quello di creare il legame con il tuo potere!” le spiegò, porgendole una ciotola con della zuppa calda.

“Ha cucinato?” domandò, tenendola saldamente tra le mani, beandosi del calore.

“Sai che noia sarebbe stata per me a guardati per tutto questo tempo senza far niente?” asserì acidamente, strappando un sorriso divertito alla rosa.

“Finito di mangiare, posso ritornare ad allenarmi?” chiese poi speranzosa.

“No! Dopo ti insegnerò a riconoscere le erbe mediche, a come utilizzarle e a come creare gli antidoti per i veleni!” le disse impassibile servendosi della zuppa dalla pentola accanto al fuoco.

“Ma non posso interrompere la meditazione! L’ha detto lei che ci vorrà molto tempo prima che riesca a diventare una cosa sola con il mio potere. Per tanta voglia abbia di imparare anche le arti mediche non posso concentrarmi su altro… sono una kunoichi!” disse tutto di un fiato.

“Una Genin per esattezza, ma se quello che dici è vero, allora spiegami perché non indossi il coprifronte della foglia!” guardandola seriamente negli occhi.

“Cosa? I-Il coprifronte?” toccandosi i capelli sciolti, privi di fascia.

“Dici di essere una kunoichi, allora indossalo con fierezza! Ti sei meritata ampiamente la promozione a Genin, Tsunade mi ha raccontato tutto… anche di quanto siano stai incoscienti i suoi nipoti… ma ora non pensiamo a loro ma ai tuoi allenamenti. Ho deciso di suddividerli in questo modo, alla mattina meditazione e al pomeriggio arti mediche. Non preoccuparti del tempo, ne hai a sufficienza per fare entrambe le cose.” le spiegò con gentilezza.

“D’accordo, farò come dice lei!” iniziando a mangiare la zuppa, trovandola squisita.

“E’ buonissima!” disse, dopo solo il primo assaggio.

“Ti ringrazio ma il merito è dei prodotti freschi e genuini che la terra mi fornisce. Vivo in questo posto da molti anni e con il tempo ho imparato a coltivare, a pescare e a cacciare ma solo lo stretto necessario per vivere. Dopo ti farò vedere il mio piccolo orto e la mia risaia personale e se vorrai, ti presenterò alle mie care amiche!”
sogghignando divertita.

“Amiche? Ma non ha detto che vive da sola?” domandò sospettosa.

“Devi aprire la mente… per amiche non intendo persone come noi, ma mucche e galline che mi forniscono rispettivamente latte e uova!” scoppiando a ridere, contagiando anche Sakura.

“Capisco… be’ allora, con molto piacere!” continuando a ridere.

I giorni passarono molto velocemente e Sakura rimase impressionata dal numero infinito di erbe mediche capaci di guarire ogni ferita e dalle quali creare antidoti per tutti i tipi di veleno. Ogni giorno Chiyo gliene mostrava una ventina e lei, molto diligentemente, annotava su un quaderno tutti gli appunti per poi studiarli attentamente alla sera appoggiata al tavolo della cucina, sorseggiando la tisana che la vecchietta le preparava prima di andare a dormire.
Alla mattina si svegliava di buon’ora aiutando Chiyo a mungere le mucche, a raccogliere il riso, setacciandolo e mettendolo ad essiccare su una roccia esposta al sole, a raccogliere i prodotti maturi dell’orto, a pescare con delle piccole reti e a fabbricare delle trappole per catturare la selvaggina. Le piaceva vivere in quella piccola radura circondata dal bosco.
La pace e la tranquillità regnavano sovrane e in soli pochi giorni era riuscita ad accantonare la tristezza legata a Konoha.
La sua mente era libera da ogni preoccupazione e la sua meditazione procedeva molto bene, riuscendo in poco tempo a stabilire un contatto più duraturo con il chakra ma non sufficiente per instaurare il legame. Solo quando si coricava nel letto, esausta dalla giornata, il suo ultimo pensiero lo rivolgeva al padre, chiedendosi se stesse bene e se sentisse la sua mancanza.
Guardando la luna o le stelle, gli augurava la buonanotte chiudendo gli occhi e facendosi avvolgere dalle braccia di Morfeo.

“Sveglia, sveglia!” Chiyo entrò nella sua stanza battendo fra loro due coperchi di pentole, provocando un rumore infernale.

Sakura si alzò di scatto tappandosi le orecchie.

“Basta, basta, sono sveglia!” urlando, nella speranza che la sua voce sovrastaste quel suono assordante e fastidioso.

“Non c’è mica bisogno di urlare, sai! Non sono sorda!” le rispose infastidita.

“Mi scusi, credevo non riuscisse a sentirmi… comunque perché mi ha svegliata in questo modo?” domandò strofinandosi gli occhi.

“Perché oggi viene Tsunade e dobbiamo preparare un buon pranzetto, dopotutto è l’Hokage!” facendole l’occhiolino.

“L’Hokage? E’ già passata una settimana?” guardandosi attorno incredula.

“Già, adesso alzati avrei bisogno del tuo aiuto… ah, dimenticavo di dirti una cosa importante, ti riposerai dai tuoi allenamenti tutte le volte che verrà a trovarci Tsunade, così potrai stare in sua compagnia, contenta?” uscendo dalla stanza senza darle il tempo di rispondere.

“Potrò chiederle come sta mio padre!” pensò radiosa la rosa, alzandosi dal letto.

L’Hokage arrivò verso le dieci del mattino mentre Sakura era nel cuore della foresta a recuperare la selvaggina catturata dalle trappole, destinata a finire arrosto e nei loro stomaci.

“Buongiorno Chiyo!” disse Tsunade una volta annullata l’arte magica che nascondeva la radura.

“Buongiorno anche a te, tutto bene il viaggio?” voltandole le spalle e raggiungendo l’abitazione, non prima però di avere alzato nuovamente la barriera.

“Si tutto bene, piuttosto tu, non hai niente da dirmi?” le chiese guardandola con la coda dell’occhio.

“Se ti riferisci a Sakura, puoi stare tranquilla. E’ una ragazza molto intelligente e diligente, apprende ogni mio insegnamento con estrema facilità, specie le arti mediche.
E’ straordinaria, non ho mai visto nessuno con un talento del genere, neppure tu mia cara avevi una predisposizione così accentuata!” guardandola seriamente.

“Credi ci sia un motivo dietro a questa sua predisposizione? Voglio dire, credi sia legata alla sua famiglia biologica?” le domandò speranzosa.

“Non saprei… la predisposizione per qualcosa può essere un fatto ereditario come no. Voi avete scoperto qualcosa?” domandò incuriosita.

“No, le ricerche sono appena iniziate. Ogni Regno ha dato l’incarico a due Anbu fidati di cercare dei ninja dai capelli rosa, occhi verde smeraldo e con un potere enorme, ma data la preoccupazione per questa nuova organizzazione criminale, le ricerche proseguiranno molto lentamente cercando di non destare nessun sospetto, almeno fino a quando non sapremo niente di più concreto!” spiegandole nei dettagli il piano ideato.

Chiyo era una persona fidata e mai avrebbe tradito la fiducia dei Governatori.

“Capisco… ma sapete anche che potranno volerci degli anni, vero? Il Mondo mica è piccolo!” le fece constatare sarcasticamente.

“Lo sappiamo non temere! E Sakura come sta? La stai facendo impazzire?” le chiese scherzosamente.

“Come ti permetti! Io non faccio impazzire proprio nessuno e poi te l’ho già detto… sei più rimbambita te che me!” alzando un pugno serrato.

“Rimbambita a me? Ti vorrei ricordare che io sono l’…”

“Hokage!”

“Appunto” disse Tsunade, sentendo chiamarla in lontananza dalla voce di Sakura.

“Sai che mi importa!” ringhiò sottovoce Chiyo facendosi sentire solo dalla sua ospite, sogghignando compiaciuta vedendola contorcersi per cercare di mantenere un atteggiamento composto davanti alla rosa che le stava raggiungendo di corsa, con in mano due conigli morti.

“Sakura, che piacere rivederti! Ti vedo in forma e soprattutto sorridente, credo che questa sia la prima volta che ti vedo così allegra!” le disse facendola arrossire.

“Questa è la dimostrazione che qui con me sta bene, mentre a Konoha, con tutte le brutte facce che ci vivono, no!… Oh cara, ma che bei conigli grossi che hai catturato, vieni ed iniziamo a pulirli come ti ho insegnato!” disse Chiyo ignorando completamente l’Hokage e prendendo la rosa a braccetto conducendola dentro casa.

Tsunade si massaggiò la parte centrale della fronte cercando di nascondere un sorriso divertito. Chiyo era sempre la solita, buffa ed incorreggibile.

Entrò in casa vedendo la vecchietta in piedi sullo sgabello di fronte al piano di lavoro, intenda a spelare i conigli aiutata dalla rosa.

“Sakura, vedo che Chiyo non ha perso tempo a metterti sotto, vero?” domandò scherzosamente, accomodandosi a sedere.

“Be’ non proprio… diciamo che mi sta insegnando tante cose utili di cui prima ignoravo completamente l’esistenza!” rispose, rimanendo concentrata nella pulizia della selvaggina.

“Perfetto cara, ora inizia a tagliare le parti come ti ho spiegato mentre prendo la farina e gli odori… Tsunade aspetta altri dieci minuti e poi siamo a tua disposizione!” asserì la vecchia balzando giù dallo sgabello, dirigendosi verso una dispensa per prendere gli ingredienti menzionati.

“Oh non preoccupatevi per me, fate pure con comodo, anzi se posso vorrei aiutarvi anch’io!” alzandosi dalla sedia con tutte le migliori intenzioni.

“Se proprio vuoi fare qualcosa… siediti e sta zitta, ci pensiamo noi a preparare il pranzo, tu sei nostra ospite!” risalendo sullo sgabello ed iniziando ad infarinare i pezzi di carne già tagliati da Sakura.

“Fortuna che ti conosco e non me la prendo, i tuoi modi sono molto discutibili!” affermò Tsunade iniziando a ridere sonoramente, contagiando anche la ragazza.

“Ecco fatto, adesso mettiamo tutto a cuocere molto lentamente così la carne rimarrà bella tenera e non perderà la sua bontà selvatica. Sakura, intanto metti a scaldare l’acqua per preparare il thè alla nostra ospite!” disse Chiyo appoggiando il tegame sul fornello.

“Subito!” rispose la rosa.

“Non preoccupatevi per me, ho già fatto colazione!” cercò di intervenire l’Hokage, preoccupata di arrecare troppo disturbo.

“Che sciocchezze, sai benissimo che non disturbi mai e credo che farai un’altra colazione!” disse Chiyo, prendendo una pirofila piena di biscotti in pasta frolla.

“Ma sono i miei preferiti!” asserì Tsunade alla vista dei dolci.

“Lo so, li ho preparati appositamente per te!” appoggiando il contenitore al centro del tavolo, seguito dalla teiera con l’acqua calda.

“Di fronte a tanta prelibatezza non posso fare altro che approfittarne…” iniziando a servirsi: “… allora Sakura, cosa mi racconti? Cos’hai imparato in questi giorni?” le chiese Tsunade dopo aver mangiato il primo biscotto.

“A dire il vero ancora niente di concreto… cioè… sto imparando a distinguere tutte le erbe mediche e allo stesso tempo sto cercando di creare il legame con il mio chakra, ma per il momento sono ancora ferma al primo contatto che perdo in continuazione!” disse imbarazzata, sentendosi improvvisamente un’incapace.

“Non devi scoraggiarti, ci vuole del tempo e ne hai ancora tanto a disposizione!” appoggiandole una mano sulla spalla per confortarla.

“Anche Chiyo me lo ripete in continuazione… Hokage mi scusi… posso chiederle se sa qualcosa di mio padre? Si, insomma… per caso l’ha…”

“Visitato? Sicuro, subito il giorno dopo, proprio come ti avevo promesso. Stai tranquilla, è solo stanco e gli ho ordinato di stare in ferie per un po’!” sorridendole con affetto nonostante un’ombra di tristezza fosse dipinta nei suoi occhi. Solo Chiyo se ne accorse.

“Davvero? La ringrazio tanto, non sa che peso mi ha tolto… ero così preoccupata per lui!” sospirando e portandosi le mani al petto.

“Ti saluta con tanto affetto e si è raccomandato di non preoccuparti per lui ma di concentrarti solo sui tuoi allenamenti e che è molto fiero di te… della sua adorata bambina!” continuò a dirle Tsunade.

Sakura si asciugò una lacrime scesa involontariamente dall’occhio sinistro, incapace di trattenere la commozione nell’udire quelle parole, tipiche dell’anziano genitore.

“Lo farò!” asserì sicura.

“Molto bene è la risposta che si aspettava!” disse l’Hokage versandosi del thè.

“E per quanto riguarda la mia punizione? Insomma, mio padre non corre rischi per quello che ho fatto infrangendo la legge, vero?” domandò subito dopo preoccupata.
“Stai tranquilla, il Consiglio non ha preso nessun altro provvedimento nei tuoi confronti. Sanno che sei stata allontanata dal villaggio per espiare la tua colpa mentre in realtà non è così, ma questo è un nostro segreto e tale rimarrà!” facendole l’occhiolino.

“Non mi importa di quello che possono pensare di me, in fin dei conti ho sbagliato e sapevo che stavo infrangendo la legge, ma la curiosità di imparare le arti mediche è stata talmente forte da non preoccuparmi delle conseguenze!” stringendo i pugni ed omettendo volutamente la vera motivazione che l’aveva portata a prendere quella decisione. Alan e compagni.

“Ormai questo appartiene al passato e non ha più importanza. Grazie al tuo tempestivo intervento, sei riuscita a curare i tuoi compagni, scongiurando il peggio per le ferite riportate. Sto preparando le pratiche necessarie per farti abilitare come ninja medico una volta che ritornerai a Konoha e sarai sotto la mia responsabilità, come vedi, non tutto il male viene per nuocere. Sarai in assoluto la kunoichi medico più giovane nella storia del nostro Regno, non sei orgogliosa? Fossi in te, sì!” sorridendole amorevolmente.

“Davvero? Allora questo vuol dire che potrò continuare i miei studi direttamente in ospedale, vero?” chiese con gli occhi spalancati per l’incredulità.

“Esatto ed essendo sotto la mia responsabilità, continuerò io la tua preparazione medica, ma ti do un consiglio… segui attentamente tutte le direttive di Chiyo… è grazie ai suoi insegnamenti se ora sono considerata il miglior medico del Regno del Fuoco!” notando con piacere il vanto dipinto nel volto della vecchietta.

“Non lo sapevo!” disse Sakura guardando l’anziana.

“Diciamo solo che le ho spiegato alcune cose, niente di più!” incrociando le braccia, orgogliosa del complimento ricevuto.

Passarono diverse ore. Tsunade aveva pranzato in loro compagna e aveva osservato con interesse tutti gli appunti presi dalla ragazza, notando con orgoglio quanto fossero dettagliati e corretti. Parlarono poi delle trappole usate per catturare la selvaggina e delle piccole rete per pescare le alici che mangiavano sempre a colazione. Sakura era serena e Chiyo la osservava con affetto e ammirazione, tanto da far stringere il cuore all’Hokage.

Chiyo aveva deciso di vivere in solitudine quattordici anni prima, dopo che il suo unico nipote, Sasori, che aveva allevato come fosse un figlio dopo la morte prematura dei genitori, aveva deciso di allearsi con Pain aiutandolo a scatenare la terra grande guerra ninja.
Sin da piccolo, Sasori aveva un comportamento ribelle e Chiyo aveva faticato molto nel cercare di riportarlo sulla retta via, ma la sete di potere era troppo forte e una volta raggiunto la maggiore età e non avendo più l’obbligo di avere un tutore, la abbandonò senza nessun ripensamento, alleandosi con il maggiore dei Namikaze.
Morì sul campo di battiglia, ma il suo corpo non venne mai ritrovato, forse avvolto dalle fiamme dei vari incendi o dalle esplosioni provocate dalla guerra.
Chiyo seppe del tradimento del nipote solo una volta riportata la pace e sentendosi in colpa per aver fallito nell’educazione di Sasori, decise di vivere in solitudine per espiare le sue colpe. Solo in un secondo momento, incontrando per caso Tsunade, sua giovane allieva in medicina e divenuta Hokage del Regno del Fuoco, si propose di ospitare i Governatori dei tre Regni nella sua raduna, nascosta agli occhi dell’umanità grazie ad un’arta magica molto potente ed antica.
Il grande dispiacere unito all’avanzamento dell’età, aveva mutato il suo carattere facendola diventare una buffa vecchietta dal carattere mutevole, mantenendo però invariata la sua devozione per la pace e la sua lealtà verso le tre più alte cariche dei Regni.

“Si è fatto tardi, è meglio che vada!” disse Tsunade alzando gli occhi al cielo.

“Di già?” domandò tristemente Sakura. Le era piaciuto passare quelle ore in compagnia dell’Hokage, trovandola molto gentile e simpatica.

“Non preoccuparti, tornerò la settimana prossima e mi racconterai dei tuoi progressi, d’accordo?” sorridendole dolcemente, capendo quanto le mancasse una figura materna.

“Chiyo mi raccomando abbi cura di lei!” rivolgendosi all’anziana.

“Come se avessi bisogno delle tue raccomandazioni! Vai altrimenti arriverai a Konoha a notte fonda se continui a stare qua!” le rispose acidamente.

“Ahahahah! D’accordo vado subito, intanto annulla la barriera! Ci vediamo la settimana prossima!” balzando in direzione del villaggio.

“Allora cara, sei stata contenta della visita dell’Hokage?” domandò l’anziana appena videro Tsunade sparire fra gli alti alberi.

“Molto, anche perché mi ha portato delle belle notizie su mio padre!” sfoggiando un sorriso sincero.

“E’ vero, su… adesso andiamo in casa a preparare qualcosa di buono per la cena!” incamminandosi verso la piccola dimora. Non aveva parlato con Tsunade, ma la conosceva bene e quell’alone di tristezza dipinto negli occhi poteva significare solo una cosa: il padre adottivo di Sakura stava molto male e nemmeno lei poteva curarlo.
Si augurò solamente che la malattia non fosse ad uno stadio terminale. La ragazza non era ancora pronta psicologicamente per accettare la verità sulle sue vere origini e la persona che chiamava padre, era il suo unico punto di riferimento.

Altre settimane passarono velocemente, Sakura era finalmente riuscita a mantenere il contatto con il suo chakra, ma come predetto da Chiyo, questo si muoveva freneticamente e si scomponeva in più parti appena percepiva la sua presenza.

Per la rosa iniziava la parte più difficile: stabilire il legame.

L’allenamento le risucchiava molte energie ma grazie ai diversi decotti preparati da Chiyo, riusciva a resistere fino alla fine della meditazione.

Il resto della giornata lo passava a raccogliere le erbe mediche preparando diversi tipi di medicine e di antidoti per veleni, consegnandoli con orgoglio a Tsunade sapendo che li avrebbe forniti direttamente all’ospedale, sentendosi finalmente utile in qualcosa.

Mancava qualche giorno alla visita settimanale dell’Hokage e Sakura era in meditazione.

La sfera di luce, percependo la sua presenza rimase per la prima immobile e poi, a gran velocità si diresse verso di lei. La rosa sobbalzò aprendo gli occhi.

“Cos’è successo?” chiese Chiyo correndo verso di lei.

“Non lo so… la sfera mi è venuta addosso!” respirando con affanno.

“Dici sul serio? Congratulazioni mia cara, ce l’hai fatta. Hai stabilito il legame con il tuo chakra!” iniziando a saltare per la gioia.

“Davvero?” osservandosi le mani con incredulità, non percependo nessuna diversità.

“E’ inutile che ti osservi, non noterai niente fino a quando non inizierai ad allenarti!” le spiegò con gentilezza.

“Quindi non mi stancherò più e non dovrò più usare la tecnica della rigenerazione del chakra?” domandò nuovamente per avere la certezza assoluta.

“Proprio così, almeno che tu non venga sottoposta ad un allenamento molto pesante e in quel caso saresti stesa, ma anche i tuoi compagni!” facendole l’occhiolino.

“Non mi importa niente di loro!” diventando seria e stringendo i pugni.

“Prima o poi dovrai affrontarli, ti ricordo che sono i tuoi compagni di team e che non puoi cambiarli!” cercando di farla ragionare.

“Lo so!” sospirando sconfortata.

“Ascoltami attentamente… so che si sono comportati male con te e hai ragione ad essere arrabbiata con loro ma devi imparare a perdonare e collaborare come nulla fosse!” insistendo nella sua teoria.

“Ma loro mi hanno esclusa! Non mi hanno considerata parte del team, come posso fidarmi di loro? Come posso sentirmi parte di quella squadra se nemmeno i miei stessi compagni hanno fiducia in me?” urlando con le lacrime agli occhi.

“Dimostragli che si sbagliano, dimostragli quanto tu sia importante per il team!” le rispose dolcemente asciugandole le guance bagnate.

“E come? Crede che non ci abbia provato? All’inizio ero io la distaccata che non voleva socializzare ma hanno avuto pazienza, continuando a farmi sentire una di loro.
L’ultimo periodo di allenamenti, prima dell’esame, eravamo diventati una vera squadra, affiatati e collaborativi fra di noi, proprio come voleva il nostro maestro ma alla fine… alla fine durante la prova decisiva mi hanno tagliata fuori perché non ero abbastanza brava e forte da combattere insieme a loro!” continuando a piangere e sfogando tutta la sua tristezza repressa nel suo cuore.

“Ho capito, torniamo a casa, devo parlarti!” affermò seriamente, incuriosendo la rosa.

Durante il tragitto nessuna delle due parlò, nemmeno quando arrivarono a casa. Chiyo si affrettò a preparare una tisana alla ciliegia, la preferita di Sakura e solo dopo averla versata nelle tazze, sospirò profondamente iniziando a parlare.

“E’ giusto che tu sappia una cosa molto importante riguardo il tuo potere. Come sai, il tuo chakra non è del tutto sviluppato e anche se sei riuscita a creare un legame, questo non vuol dire che potrai padroneggiare dei colpi potenti, capisci cosa intendo dire?” guardandola rammaricata. Era giusto dirle la verità, anche se in parte. Il sigillo le avrebbe impedito di diventare una kunoichi completa e in un qualche modo, bisognava dirle le sue limitazioni.

“Vuol dire che non potrò mai creare dei colpi potenti come quelli dei miei compagni? Allora perché devo continuare a frequentare l’accademia? Non sono di nessuno aiuto e sinceramente non voglio più sentirmi messa da parte!” soffocando il dispiacere. Già gli omega l’avevano esclusa e ora anche i ninja.

“Ti sbagli di grosso! Sei un membro molto valido… sai esporre le strategie di attacco in maniera impeccabile e dettagliata, inoltre stai imparando le arti curative e credimi, un medico in un team è sempre buona cosa!” alzando la voce.

“Ma non so combattere!” disse con voce bassa.

“Combattere non vuol dire usare tecniche particolari di combattimento, combattere significa usare i mezzi a propria disposizione per annientare il pericolo. Usa le tue doti e fatti valere, comportandoti così getterai solamente la spugna e gliela darai vinta a quei due sciagurati. E’ questo che vuoi? Non hai un minimo di orgoglio? Prefiggiti un obiettivo da raggiungere e rimani concentrata solo su quello, vedrai che saranno proprio loro a venirti a cercare… credi a me e ai miei ottant’anni di vita su questa terra! Ora scusami ma voglio andare a riposare, questa conversazione mi ha sfinita!” alzandosi dalla sedia.

Sakura aveva bisogno di riflettere da sola e la sua presenza non sarebbe stata di nessun aiuto. La lasciò con lo sguardo puntato verso un punto indefinito del pavimento, segno che stava rielaborando tutto il discorso fatto.

Sola e avvolta dal silenzio, la rosa iniziò a pensare al suggerimento dell’anziana ma non avendo a disposizione una tecnica di combattimento abbastanza potente, non poteva sperare di diventare una brava kunoichi, rimanendo sempre in disparte durante i combattimenti, limitandosi solo a dirigere i propri compagni, a curarli ed eventualmente a proteggere se stessa. Era questa la realtà.

Scoppiò a piangere disperatamente chiedendosi il perché aveva ereditato il chakra dai suoi avi, diventando una diversa, una mezzo sangue ripudiata da tutti.
Si addormentò con la testa avvolta dalle braccia e appoggiata sul tavolo. Solo quando il cielo si fece buio, Chiyo ritornò in cucina trovandola in quella posizione. Le sue guance erano rigate dalle lacrime ma almeno stava dormendo tranquillamente. La coprì con uno scialle evitando di svegliarla.

Si stava affezionando a lei, provando lo stesso amore che nutriva per suo nipote ma a differenza sua, Sakura aveva dei sani principi e non sarebbe mai passata dalla parte sbagliata. Lo aveva sempre pensato ma dopo quella conversazione ne aveva avuto la certezza. La sua bramosia nell’essere forte non dipendeva nel primeggiare sugli altri, ma per non sentirsi inferiore ed essere accettata. Sicuramente l’essere scartata l’aveva fatta soffrire molto, ma mai, la vecchia Chiyo, avrebbe sospettato quello che in realtà la rosa era costretta a subire nel suo settore e alla promessa che era stata costretta a fare per salvare il padre.

I giorni successivi Sakura si era concentrata solo sulla medicina rifiutando il suggerimento di Chiyo di allenarsi usando il legame instaurato con il chakra. La rosa aveva perso l’entusiasmo. La consapevolezza del suo limite la faceva sentire inutile oltre che incapace. Con che spirito poteva ambire nel diventare una brava kunoichi? Nessuno.

Tsunade superò la barriera trovando Chiyo ad attenderla.

“Buongiorno, immagino che Sakura sia nella foresta a cacciare o è andata a pescare?” domandò sorridendo.

“Nessuna delle due cose!” rispose, sospirando tristemente.

“Cos’è successo?” chiese preoccupata.

“Gliel’ho dovuto dire! Non è giusto darle false speranze!” asserì dispiaciuta.

“Cosa? Non vorrai dirmi che sa la verità, vero?” parandosi davanti all’anziana e guardandola minacciosamente.

“Ma per chi mi hai preso? Non avrei mai il coraggio di dirglielo, è ancora troppo vulnerabile, una rivelazione del genere potrebbe farla cadere in una forte depressione e non voglio… so perfettamente cosa significa!” sospirando con il capo abbassato, alludendo chiaramente ai ricordi del nipote.

“Le ho detto solamente che il suo chakra non è ancora forte a sufficienza per permetterle di imparare delle tecniche potenti di combattimento e che ci vorrà del tempo prima di riuscirci. Fino a che avrà quel maledetto sigillo non potrà mai diventare una kunoichi completa…” chiudendo gli occhi: “… avete scoperto qualcosa?” chiese, sperando in una risposta positiva.

“Purtroppo no! Comunque… hai fatto a bene dirglielo, illuderla sarebbe stato peggio! Lei come l’ha presa?” guardandola con la coda dell’occhio.

“Non bene… era così felice di aver stabilito il legame con il chakra ed io le ho spento l’euforia! Si è chiusa in se stessa e si è dedica solamente allo studio, non vuole nemmeno allenarsi per ritornare in forma. Non mi sento di dirle niente.” le spiegò amareggiata.

“Ho capito, ci penso io. Dov’è adesso?” assumendo uno sguardo determinato.

“Nella foresta, ma non so dirti esattamente il punto esatto. Sakura ha imparato a muoversi in piena autonomia senza perdersi.” sorridendo appena.

“D’altronde questo posto è diventata la sua casa ed è giusto così. Chiyo credo che non pranzeremo in casa!” balzando in direzione della foresta senza dare il tempo all’anziana di chiederle spiegazioni.

Chiyo guardò l’Hokage con un sorriso sulle labbra, augurandosi che potesse aiutare in un qualche modo la ragazza.

Sakura era seduta sopra una radice sporgente di una quercia, con le gambe avvolte dalla braccia e gli occhi  fissi sulle dita dei piedi scoperti dagli scarponcini ninja.

“Ti ho trovata!”

“Hokage!” disse sussurrando e sobbalzando nell’udire la sua voce.

Tsunade le si avvicinò lentamente guardandola molto attentamente.

“Mi stai deludendo e cosa peggiore, stai deludendo anche tuo padre. Avevi promesso di impegnarti al massimo invece te ne stai qua tutta rannicchiata a deprimerti senza motivo.” ammonendola per il suo comportamento.

“M-mi dispiace, ma anche se mi impegnassi non servirebbe a niente, vede io…”

“So già tutto…” interrompendola: “… Chiyo mi ha già informata, ma stai sbagliando lo stesso. Il chakra ha bisogno di crescere per diventare forte e per farlo, ha bisogno di allenamento, credevo ti fosse chiaro il concetto!” sedendosi accanto a lei, osservando un punto indefinito della foresta.

“Questo lo so, ma sarò sempre inferiore a tutti gli altri ninja. Non riuscirò mai ad essere al loro pari e cosa peggiore non potrò mai combattere insieme alla mia squadra, anzi sarò solamente un peso, costringendoli a proteggermi!” serrando le mani a pungo e mordendosi il labbro inferiore.

“Sai… Kakashi è un ottimo ninja, ma lo è diventato grazie ai duri allenamenti a cui si è sottoposto, arrivando addirittura ad inventare la tecnica del Chidori grazie allo Sharingan del suo occhio. Prendi esempio da lui e concentrati sulle tue capacità… sfruttale e crea un colpo potente!” guardandola e sorridendole allo stesso tempo.

“E’ troppo ottimista… Kakashi ha potuto sfruttare la potenza dello Sharingan, mentre io non ho niente tranne la forza data dal chakra, come tutti i ninja del resto!” sorridendo amaramente, osservando i palmi delle mani.

“Appunto, non ti ricordi più quello che hai fatto durante l’esame? Hai concentrato il chakra sulle mani e ti sei lanciata a colpire gli avversari riuscendo addirittura a sollevare il terreno grazie ad un tuo pugno!” guardandola nella speranza che cogliesse il suo suggerimento.

“Ma non sono riuscita a mettere fuori gioco nessuno degli avversari!” continuando nella sua spiegazione.

“Ma hai lottato senza tirarti mai indietro perché avevi un obiettivo da raggiungere ed è stato quello che ti ha dato la forza di continuare, nonostante non avessi il legame con il tuo chakra. Ora ce l’hai come hai anche l’obiettivo… diventare una brava kunoichi! Ora in piedi, ti insegno a sfruttare la tua forza!” tendendole le mani per aiutarla ad alzarsi.

“Cosa? Vuol dire che ha intenzioni di allenarmi?” guardandola incredula.

“Esatto, non mi piace vederti oziare… non fa per te! Ti spiegherò come sfruttare al meglio il tuo potere e più sarai determinata, più migliorerai, più il tuo chakra diventerà potente. Dipende tutto da te e dalla tua volontà, chiaro il concetto?” sorridendole amorevolmente.

“Non la deluderò!” asserì con fermezza.

“Molto bene, incominciamo!” mettendosi in posizione d’attacco….

Alcune ore dopo, Chiyo le raggiunse nel cuore della foresta tenendo fra le mani una pirofila con il pranzo.

“Dove siete? Lo so che ci siete, percepisco la vostra presenza!” alzando la voce e guardando in alto fra i rami degli alberi.

Sakura venne lanciata a gran velocità verso il suolo e pochi istanti prima di sbattere rovinosamente la schiena, Tsunade comparve afferrandola saldamente.
“Tutto bene?” le chiese l’Hokage tenendola fra le sue mani.
“S-si!” ansimando dalla stanchezza.
Sakura era conciata piuttosto male, graffi e lividi erano ben visibili sul corpo scoperto dai vestiti e dall’angolo della bocca fuoriusciva sangue.
“Per tutti i kami, cos’è successo?” domandò preoccupata Chiyo avvicinandosi alla ragazza.
“Ci stavamo allenando, vero Sakura?” sfoggiando un sorriso.
“Allenando? E’ meglio dire torturando, guarda come l’hai ridotta… povera ragazza, vieni qui che ti curo subito!” avvicinando le mani alle parti lese ed iniziando a curarla.

“Grazie Chiyo, ma l’Hokage ha ragione, ci stavamo allenando e mi sta insegnando come sfruttare al meglio la mia forza!” sorridendo appena, iniziando a sentire i primi benefici delle cure.

Finalmente, dopo giorni, un sorriso sincero e felice era riapparso sul volto della ragazza e l’anziana lanciò uno sguardo di ringraziamento a Tsunade.

“Ora riposati e intanto mangiamo, poi se vuoi ricominciamo ad allenarci, ok?” domandò l’Hokage appena Sakura venne medicata da Chiyo.

“Certo, non vedo l’ora! Era da tanto che non mi sentivo così bene. Il legame che ho stabilito con il chakra è davvero eccezionale, non avverto nessuna stanchezza e riesco a gestirlo con meno difficoltà rispetto a prima.” disse emozionata.

“Hai visto? E più l’obiettivo che ti prefisserai di raggiungere sarà grande, più aumenterà la tua determinazione e la tua forza!” concluse Tsunade portandosi un pezzo di carne alla bocca.

“Un grande obiettivo?” pensò Sakura. Forse quello di diventare una brava kunoichi non era sufficiente….

“Chissà che faccia faranno i tuoi compagni, quasi non ti riconosceranno!” disse ridendo Chiyo.

“Sicuramente, ma comunque si sono pentiti subito del loro comportamento. Hanno capito di aver sbagliato!” lanciando uno sguardo alla rosa.

“Scusate, ma preferirei non parlare di loro! So che sono i miei compagni, ma quando non sono con il team preferirei non sentirli nominare. Mi dispiace Hokage, so che sono i suoi nipoti, ma ancora non riesco a perdonarli!” asserì con fermezza.

“Non scusarti, hai ragione ad essere in collera con loro, ma se mi permetti avrei anch’io un’osservazione da farti e non riguarda il tuo comportamento iniziale, ma all’inferiorità che hai sempre sentito nei loro confronti. Questo non è un bene per una squadra, tutti i membri devono sentirsi utili e alla pari degli altri, mettendo alla base di tutto la fiducia. Sasuke vuole diventare sempre più forte ed è disposto ad allenarsi anche da solo non curandosi dei suoi compagni, Naruto tende a seguirlo ma è svogliato, mentre tu, Sakura, tendi a rinchiuderti in te stessa e anziché affrontare i problemi li raggiri, come la tua stanchezza… sei stata bravissima ad imparare da sola la tecnica della rigenerazione del chakra, ma hai nascosto di  avere ancora lo stesso problema. Tutti e tre dovete imparare ad aiutarvi e a confidarvi, solo così potrete diventare un vero team affiato, hai capito cosa intendo dire?” guardandola fiduciosa, mentre Chiyo annuiva positivamente con il capo.

“Si ho capito, ma il problema è un altro… io… non ho più fiducia in loro!” stringendo i denti.

“La fiducia dovranno riguadagnarsela, questo è scontato, ma anche tu devi dimostrargli che possono fidarsi di te e non solo come medico o come stratega!” intervenne Chiyo.

“Diventando più forte? E’ questo che intende?” guardando l’anziana.

“Esatto! Se continuerai ad allenarti imparando a combattere e a difenderti da sola, i tuoi compagni avranno più fiducia in te e non avranno più motivo di escluderti!” disse Tsunade vedendo la rosa alzarsi in piedi.

“Non ho più fame, continuo ad allenarmi!” asserì con determinazione Sakura, sotto lo sguardo compiaciuto delle altre due.

Il discorso di Tsunade e di Chiyo le aveva fatto comprendere quanto fosse importante la fiducia e la collaborazione in un team. Sasuke non l’aveva mai considerata un membro effettivo a causa della sua debolezza e Naruto lo aveva spalleggiato.
Era Sasuke l’ostacolo maggiore da superare, doveva dimostrargli di saper combattere e di sapersi difendere da sola. Se avesse convinto lui, avrebbe convinto anche Naruto.
Era questo l’obiettivo che doveva raggiungere.
La promessa fatta ad Alan, le impediva di diventare una loro amica e di conseguenza, non avrebbe mai potuto confidare i suoi problemi personali, ma nulla le impediva di essere collaborativa durante gli allenamenti e le future missioni che l’attendevano.

Tsunade rimase ad allenarsi con Sakura fino quasi al tramonto, non curandosi minimamente di rientrare a Konoha in tarda serata. Chiyo osservava estasiata l’impegno che metteva Sakura in ogni mossa e colpo che sfoderava anche se, ogni tanto, l’anziana alzava un sopracciglio con disappunto… la casacca che indossava era troppo lunga e spesso le era d’intralcio.

Una volta rimaste sole Sakura, talmente stanca, si coricò direttamente nel letto senza cenare, non accorgendosi minimamente della presenza di Chiyo dentro alla stanza intenta a frugare nel suo armadio…

I primi raggi di sole entrati nella camera svegliarono la rosa. Sakura si alzò tutta indolenzita non abituata a quegli allenamenti massacranti, ma non le importava, non ora che aveva un obiettivo importante da raggiungere.

Entrò in cucina sbadigliando e per poco non le venne una paralisi alla bocca. Tutte le sue casacche erano sul tavolo… tagliate!

“Chiyo che ha fatto?” urlò disperata svegliando l’anziana, appisolata sulla sedia con un rivolo di bava.

“Ma ti sembra il modo di svegliare le persone?” protestò con disappunto.

“No, no, no!” continuando ad urlare disperata. Le sue amatissime casacche erano state accorciate fino ai fianchi.

“Perché, lo ha fatto? Mi piacevano tanto lunghe!” chiese quasi piangendo.

“Perché ti erano d’intralcio. Ieri ti ho osservato e ho notato che ti finivano in mezzo alle gambe impedendoti di muoverti al meglio. Devi indossare dei vestiti più comodi se vuoi allenarti come si deve… è tutta la notte che taglio e che cucio, ma mi devo essere addormentata… mi è rimasta solo questa poi ho finito!” alzando da sotto il sedere una casacca rosa pallida con quattro cinturini.

“Noooo! Quella no!” urlò disperata strappandogliela dalle mani, purtroppo però era già stata tagliata e mancavano solamente le cuciture finali.

“Era la mia preferita, l’ho comprata tre anni fa nonostante mi fosse grande perché mi piaceva tantissimo e ho aspettato di diventare grande per poterla indossare… e poi non potrei mai indossare delle casacche così corte sopra a dei pantaloncini aderenti… mi sentirei svestita!” guardandola con le lacrime agli occhi.

“Piangere per delle sciocchezze simili? Ma fammi il piacere!” disse con sgarbo, anche se in parte si sentiva in colpa.

Sakura continuava a piangere tenendo in mano i pezzi di stoffa rosa, lanciando sguardi continui sulle altre casacche.

“Vediamo cosa possiamo fare per rimediare!... Ho abbastanza stoffa e potrei farti una gonna da indossare sopra i pantaloncini, che ne dici?” sorridendole e sperando che la ragazza potesse perdonarla.

“Gonna?” domandò asciugandosi le lacrime.

“Sì, da qua mi metto subito al lavoro!... Potresti preparare tu la colazione? Così intanto mi porto avanti con il lavoro!” domandò gentilmente l’anziana mettendosi a sedere.
Sakura la osservò notando i polpastrelli di Chiyo tutti bucherellati. Aveva tagliato e cucito tutta la notte con l’intento di agevolarla nell’allenamento e lei invece, come ringraziamento, le aveva urlato contro sentendosi tremendamente in colpa.

“La stoffa è tutta tagliata e starebbero male troppe cuciture, però, se può piacerti, potrei farti due gonnelline con degli spacchi laterali chiusi da questi cinturini, può piacerti?” appoggiando la stoffa rosa sul tavolo e mostrandole la sua idea.

“Si, è molto bella!” le rispose con un sorriso, ricambiato immediatamente.

Pace fatta.

“Ah, un’altra cosa, guarda dentro a quella cesta e provateli per favore!” indicandola con lo sguardo.

Sakura prese fra le mani dei piccoli indumenti neri con una strana fascia obliqua che univa i due lembi di stoffa.

“Cosa sono?” chiese osservandoli con interesse.

“Stai scherzando vero? Si vede benissimo che sono dei top intimi usati da tutte le kunoichi!” rispose infastidita.

“Mi dispiace, ma non so proprio cosa siano!” disse quasi imbarazzata.

Chiyo si rese conto che la ragazza non mentiva. Viveva da sola con un padre anziano e sicuramente non le aveva spiegato niente.

“Sakura, tu stai crescendo e anche il tuo seno ha iniziato a svilupparsi. Non va bene che indossi delle semplice canottiere, il seno ha bisogno di essere sostenuto per evitarti di sentire male. Quei top vengono indossati da tutte le kunoichi sia durante gli allenamenti che durante le missioni, sono comodi e meno fastidiosi rispetto ai reggiseni. Quell’anella che vedi sul davanti serve per allargare o stringere la fascia in base alla grandezza del seno. Provatene uno che ti faccio vedere!” alzandosi dalla sedia, accompagnandola in camera sua.

Sakura ubbidì silenziosamente nonostante non ci stesse capendo molto.

Provò il top, trovandolo largo sul davanti. Chiyo le prese la catenella iniziando a tirarla fino al punto di stringere adeguatamente il principio del seno della rosa, mostrandone lievemente l’unione. Sakura si guardò allo specchio sfiorando appena il piccolo rilievo unito. Ora capiva perché il seno di Tsunade assomigliava a due mele unite, non era per la grandezza ma al top che lo sosteneva, un top di cui ignorava l’esistenza.

“E il reggiseno cos’è?” chiese ricordandosi di quella parola pronunciata qualche minuto prima da Chiyo.

“Ha la stessa funzione ma è più intimo e meno adatto perché è sostenuto da due bretelline sottili. Inoltre è fatto generalmente con il pizzo e non è il caso di mostrarlo davanti ai compagni, ti sembra?” domandando maliziosamente.

“Il pizzo è quasi trasparente!” disse imbarazzatissima.

“Già, mentre il top indossato dalle kunoichi è di cotone grosso e nero e se dovessi essere vista non mostreresti niente di particolare!” continuando a spiegarle la differenza dei due indumenti.

“Ma… insomma!” continuando a fissare la piccola unione dei seni.

“Quello che stai guardando è chiamato decolté e credimi è il vanto di noi donne. Guarda Tsunade, lei lo espone senza problemi ed è normale che sia così. Forse adesso credi sia imbarazzante, ma aspetta qualche anno quando ti crescerà e vedrai come ti piacerà mostrarlo… attira molti sguardi, sai?” guardandola maliziosamente alzando ritmicamente le sopracciglia.

“Cosa? No mai! Indosserò sempre delle casacche chiuse fino al collo, non voglio che nessuno mi guardi!” coprendosi con le mani e correndo in cucina per prendere una casacca, lasciando Chiyo basita.

“Aspetta, aspetta piccola mia!” pensò fra sé e sé sogghignando divertita, ignara che Sakura fosse fermamente convinta di non potersi mai sposare, e quindi di innamorarsi, a causa della sua condizione di mezzosangue.

Passò un’altra settimana e Tsunade rimase sorpresa e compiaciuta nel notare il nuovo look di Sakura. Indossava una casacca rossa lungo ai fianchi, dei pantaloncini neri aderenti e sopra una gonnellina rosa con due spacchi laterali, allacciata da due cinturini.

“Sakura stai benissimo vestita così!” complimentandosi sinceramente.

“Grazie, ma il merito è di Chiyo… adesso riesco a muovermi meglio durante gli allenamenti!” arrossendo per il complimento.

“Ahahahah! Immaginavo fosse stata lei… l’abbigliamento deve essere comodo se ci si vuole allenare senza grossi impedimenti, quindi devo presumere che hai continuato ad allenarti!” asserì fiduciosa.

“Oh certo, ogni giorno e alla sera ho continuato a seguire i miei studi in medicina!” si affrettò a risponderle.

“Molto bene, allora fammi vedere i tuoi progressi!” incamminandosi verso la foresta, il luogo dei loro allenamenti.

Sakura le mostrò la potenza che riusciva a sprigionare grazie al chakra, ma ogni volta che colpiva un bersaglio mancava un qualcosa… un qualcosa che le impediva di colpire con fermezza.

Tsunade la osservò a lungo fino a quando…

“Sakura quando sferri il colpo verso il bersaglio, pensa all’obiettivo che ti sei prefissata di raggiungere e quando stai per colpire… fai uscire la voce… esclama qualcosa e vedrai che il colpo sarà più potente. Può sembrarti strano, ma fidati delle mie parole!” le suggerì sorridendole.

“Come?” domandò incredula.

“Potrà sembrarti strano ma facendo uscire la voce ti da una carica maggiore! Provaci!” esortandola a seguire il suo suggerimento.

“Come vuole, anche se ho qualche dubbio che possa aiutarmi!” le rispose non molto convinta.

“Segui attentamente le mie istruzioni… concentra il chakra sul pugno e lanciati verso un bersaglio qualsiasi, a te la scelta, un attimo prima di sferrare il colpo focalizza l’obiettivo che ti sei prefissata di raggiungere, esclama e colpisci, hai capito?” istruendola minuziosamente.

Sakura annuì con il capo iniziando a guardarsi attorno in cerca di un bersaglio da colpire. Una distesa di terra accanto ad alcune rocce faceva proprio al caso suo.
Con gli occhi determinati e puntati sul suo prossimo bersaglio, caricò il chakra nel pungo destro lanciandosi a gran velocità. Un attimo primo di colpire focalizzò il suo obiettivo, Sasuke. L’immagine del ragazzo che la guardava con sufficienza e quel portamento strafottente la fecero incollerire a tal punto da….

“Shannarooo!” urlò con tutto il fiato in corpo scagliando un colpo potentissimo al suolo, alzando e distruggendo il terreno circostante. Alcuni alberi vennero abbattuti e Tsunade continuava a balzare di ramo in ramo in cerca di un riparo sicuro.

“Per tutti i kami, che potenza inaudita!” esclamò una volta atterrata in una roccia non colpita dal colpo della rosa.

Sakura osservò basita il paesaggio circostante, completamente raso al suolo.

“S-sono s-stata i-io?” chiese sconvolta.

“Cos’è successo? Sakura, Tsunade dove siete?” urlò disperata Chiyo, raggiungendole di corsa con il pranzo al sacco tenuto saldamente nella mano.

“Chiyo, questa è la potenza del chakra di Sakura, non trovi sia eccezionale?” le disse orgogliosa Tsunade avvicinandosi alla ragazza che continuava a guardarsi incredula le mani.

“Cosa? Vuoi dire che tutto questo macello l’ha combinato lei?” domandò l’anziana grattandosi la testa con l’indice della mano.

“Proprio così… Sakura i miei complimenti, hai ideato una tecnica di combattimento eccezionale!” battendole le mani sulle spalle.

“Dice sul serio?” domandò raggiante.

“Indubbiamente, guarda che disastro hai combinato alla mia foresta!” intervenne in tono canzonatorio Chiyo.

“Sakura, ho sentito che hai urlato qualcosa, ma non ho capito bene, potresti ripetermelo?” le chiese curiosamente Tsunade.

“Ecco… ho urlato... shannaro!” rispose imbarazzata.

“Shannaro? Ma che razza di parola è mai questa, non l’ho mai sentita!” chiese quasi con diffidenza l’anziana.

“Significa… beccati questo… è un termine che veniva usato secoli fa… l’ho letto in un libro e mi piaceva!” spiegò timidamente.

“Shannaro… mi piace… è un termine insolito proprio come la tua tecnica. Naruto ha il Rasengan, Sasuke il Chidori e tu lo Shannaro, direi che adesso avete tutti e tre dei colpi potentissimi!” disse ridendo Tsunade.

Già… Sasuke… era stata proprio la sua immagina a farle scaturire la rabbia, sfogandola con quel colpo.

“Credo che con tutti questi alberi abbattuti avrò legna a sufficienza per i prossimi due anni. Sfodera il tuo colpo da un’altra parta altrimenti non avrò più una foresta!” disse acidamente Chiyo provocando l’ilarità delle altre due.

Sakura era raggiante, finalmente anche lei poteva vantare una tecnica abbastanza temibile e più il potere del suo chakra aumentava, più lo Shannaro sarebbe diventato devastante.

Ormai i tre mesi erano trascorsi e per Sakura era giunto il momento di ritornare a Konoha. Le dispiace lasciare la vecchia Chiyo, le era molto affezionata ma allo stesso tempo non vedeva l’ora di riabbracciare il suo papà.

L’ultima sera Chiyo vietò a Sakura di rassettare la cucina ordinandole di andare a preparare lo zaino e di mettersi subito a dormire dato che Tsunade sarebbe andata a prenderla molto presto. Aveva bisogno di riposare per affrontare il viaggio che l’avrebbe ricondotta a casa.
Sakura entrò in camera osservandola attentamente per l’ultima volta. Erano già passati tre mesi e aveva imparato tantissime cose, sentendosi più sicura.
Si incamminò verso l’armadio iniziando a preparare lo zaino non dimenticandosi di prendere l’ultima cosa, la più importante. Aprì il cassetto del piccolo comodino accanto al letto, prendendo fra le mani il cofanetto con il ciondolo di legno a forma di petalo. Gliel’aveva dato il padre dicendole che era stata la madre defunta a intagliarlo e ad inciderle il suo nome, la sua data di nascita e la piccola dedica.
Quel ciondolo era il suo tesoro, il suo legame con i suoi genitori e aveva deciso di portarlo con sé.
Guardò la luna piena brillare in alto nel cielo, augurò la buonanotte ai suoi genitori e chiuse gli occhi aspettando l’arrivo di Morfeo.


Dormiva profondamente quando alcuni rumori turbarono il suo sonno. Iniziò a svegliarsi percependo la morbidezza del materasso sotto di lei e con fatica aprì gli occhi. Una figura di un bambino senza volto le si avvicinò allungando la mano e iniziando ad accarezzarle la guancia, infondendole un senso di protezione e di sicurezza: “Va tutto bene, non preoccuparti” …. ancora voci …. ancora urla… un’altra figura più grande e priva di volto si avvicinò… il bambino tolse la mano voltandosi verso la persona un po’ goffa… sembravano conoscersi… improvvisamente il più piccolo cercò di allontanarla urlando di non toccarla, ma venne scaraventato via con un colpo violentissimo… la figura adulta si voltò verso di lei e ….


“Ahhhhhh!” Sakura si svegliò urlando.

“Cos’è successo?” Chiyo entrò di corsa nella sua stanza svegliata dall’urlo di terrore della rosa.

“H-ho fatto un brutto sogno!” cercò di spiegarle con il fiato corto.

“Mi hai fatto prendere un bello spavento… sei tutta sudata è meglio che ti vai a fare una doccia, fra un po’ arriva Tsunade!” le disse accarezzandole la testa.

“Si forse è meglio!” alzandosi dal letto e raggiungendo il piccolo bagno.

Sotto la doccia ripensò al sogno, l’aveva già fatto altre due volte aumentando i particolari… il portamento dell’adulto assomigliava a quello di un anziano, leggermente ricurvo, e il bambino aveva urlato di non toccarla.

Non c’era nessun nesso logico, forse dipendeva dall’agitazione di ritornare a Konoha e di riaffrontare nuovamente tutti gli sguardi ostili dei cittadini e cosa peggiore, di rivedere i suoi compagni.

Andò in cucina qualche minuto dopo con i capelli bagnati e in mano un paio di forbici.

“Hai fatto presto!” constatò l’anziana.

“Si… Chiyo, potresti tagliarmi i capelli?” le chiese timidamente.

“Come? Non vuoi tenerli più lunghi?” domandò sorpresa.

“No, corti sono più comodi!” le rispose mettendosi a sedere e allungandole le forbici.

“Come vuoi!” prendendo lo sgabello e posizionandolo dietro alla rosa.

Sakura adorava i capelli lunghi e aveva sofferto tantissimo quando se li era tagliati. Il suo pensiero iniziale era quello di farli ricrescere, ma aveva anche uno scopo da raggiungere… diventare più forte ed essere un  membro affidabile per il team. Non poteva permettersi nessuna distrazione, doveva continuare a concentrarsi per raggiungerlo e i capelli corti glielo avrebbero sempre ricordato.

Tsunade arrivò alle sette in punto fermandosi solo lo stretto necessario per riposarsi dal viaggio. Doveva ritornare a Palazzo a stilare il nuovo programma dell’Accademia ninja dato che avrebbe riaperto il giorno dopo.

Sakura abbracciò fortemente l’anziana che l’aveva ospitata per quei tre mesi lasciando uscire le lacrime senza imbarazzo.

“Chiyo, perché non torni con noi?” le chiese Tsunade vedendo che anche l’anziana si stava commuovendo.

“No, non posso… non dopo tutti questi anni vissuti in solitudine. Il villaggio è troppo affollato per i miei gusti, preferisco vivere qui nella mia piccola radura… Sakura, mi raccomando abbi cura di te!” dandole un bacio sulla guancia.

“Si e grazie di tutto!” asciugandosi le lacrime e seguendo l’Hokage vicino alla barriera.

Sakura la oltrepassò voltandosi a guardare con le lacrime agli occhi Chiyo, fino a quando non la vide sparire. La barriera era stata nuovamente alzata.

“Torneremo a trovarla, non temere… ora andiamo!” le disse Tsunade iniziando a balzare sui rami.

La rosa strinse le bretelle dello zaino e iniziò a seguire l’Hokage, saltando di ramo in ramo come una vera kunoichi. Il legame instaurato con il chakra le aveva permesso di conoscerlo e di usarlo senza più problemi di stanchezza e in poco tempo avrebbe raggiunto il villaggio della Foglia, riabbracciando nuovamente il padre.

Intanto a Konoha…

“Ehi teme, domani ricomincerà l’accademia e potremo rivedere nuovamente Sakura-chan . Non vedo l’ora… devo assolutamente chiederle scusa, così ritorneremo amici, vero?”
“Non ne sarei così sicuro, dobe!”



 

Angolo dell’Autrice:

Perdono, perdono, perdono! Il ritardo di questo aggiornamento è imperdonabile, lo so!

Non so spiegarmelo, nonostante la storia sia ben definita nella mia mente non riuscivo a scriverla, cancellando in continuazione tutto ciò che scrivevo.
Adesso ho detto basta, o è così o è così, altrimenti rischiavo di non aggiornare più e a quel punto avrei dovuto pensare seriamente a trovare un rifugio sicuro per tutti i lettori che mi hanno chiesto quando avrei pubblicato. Le loro parole mi sono state molto di conforto e pensando a loro ho deciso di mettere da parte tutte le mie titubanze sull’esito di questo capitolo tremendamente lungo.
Effettivamente dovevano essere due i capitoli, ma ho deciso di unirli per farmi perdonare… spero di essere riuscita almeno in parte nel mio intento.

In questo capitolo Sakura impara a gestire il chakra riuscendo finalmente a creare quel legame che le impedisce di stancarsi troppo, ma è ignara del sigillo che le blocca l’utilizzo pieno del suo potere. Con la determinazione e il sostegno di Tsunade e di Chiyo, la rosa mette a punto una tecnica particolare, lo Shannaro e decide alla fine di tenere i capelli corti fino a quando non avrà raggiunto il suo scopo.
Sicuramente avrete capito che gli ultimi due a parlare erano Naruto e Sasuke, solo il moro ha dei dubbi che Sakura li perdonerà… vedremo cosa succederà, anche se in questo capitolo ho lasciato tantissimi indizi e ho nuovamente menzionato il sogno…

Sono ripetitiva e lo so già di mio, ma ci tengo a ricordare che questa ff sarà molto lunga e che sta procedendo proprio come è nella mia mente. E’ impensabile che accorci notevolmente la storia dopo tutti questi capitoli, rischierei di far perdere il senso che ho dato alla storia.
Vorrei fare un piccolissimo spoiler… in quest’anno accademico inizierà il sasusaku e Alan & C. non romperanno più le scatole alla rosa… chissà chi sarà a metterli fuori gioco! Mah… questo non posso dirvelo.

Non so che altro dire, anche perché credo che siate troppo stanchi per continuare a leggere (riso diabolico di manga), quindi spero di avervi trasmesso qualche emozione e di non avervi particolarmente delusi.

A presto
Un bacione grande grande
manga

 

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Capitolo 31
*** Ritorno a Konoha ***


Ehi teme, sai che tuo padre è andato a Palazzo molto presto questa mattina per sostituire la nonna?”

“E con ciò?”

“La nonna è andata a prendere Sakura-chan e mi chiedevo se…”

“Scordatelo!”

“Ma se non sai nemmeno cosa volevo dire?!”

“E invece sì… volevi andare ad aspettarla ai cancelli!”

“Ehhhh! Ma come hai fatto? Non dirmi che sai leggere nel pensiero?!... Lasciamo perdere è meglio, ma perché non vuoi? Io non vedo l’ora di vederla per chiederle scusa, è tutta l’estate che ci sto male!”

“Un giorno in più non cambia niente, domani ricomincerà l’accademia e poi non pensi che abbia voglia di stare con suo padre e i suoi amici omega?”


“Non ci avevo pensato!”

“Tze… il solito dobe! Muoviti, andiamo ad allenarci con gli altri!”
 

*****
 

Era quasi un’ora che saltavano in ramo in ramo a gran velocità, presto avrebbe scorto il monte degli Hokage, simbolo di Konoha.
Sakura fremeva dall’impazienza di poter riabbracciare il suo adorato padre, di stringerlo forte a sé e dirgli quanto gli era mancato e quanto gli volesse bene.

Mancava poco, veramente poco.

Improvvisamente, Tsunade saltò giù da un ramo atterrando compostamente sul manto erboso iniziando a camminare.

“Hokage, c’è qualcosa che non va?” chiese la rosa sorpresa dopo essersi affiancata a lei.

“No, perché questa domanda?” osservandola con la coda dell’occhio, continuando a camminare come nulla fosse.

“Ecco… mi chiedevo perché proseguiamo a piedi! Così facendo ci impiegheremo come minimo mezz’ora prima di raggiungere il villaggio, mentre fra i rami…”

“In meno di dieci minuti! Lo so bene, ma avevo voglia di camminare in mezzo alla natura. La trovo così bella, tu no?” guardandola con affetto.

“S-si, certo, è molto bella ma…”

“Ma non vedi l’ora di poter riabbracciare tuo padre, ho indovinato?” continuando a sorriderle.

“S-si!” rispose timidamente stringendo fortemente le bretelle dello zaino issato sulle spalle.

“E’ comprensibile, sono tre mesi che non lo vedi, ma non preoccuparti, potrai stare con lui per tutta la giornata! Gli ho concesso un giorno di ferie straordinario, proprio per permettervi di stare insieme. Domani ricomincerai l’accademia e dovrai concentrarti sui tuoi nuovi allenamenti, poi quando non sarai impegnata con il team e alle future missioni a cui dovrai partecipare in quanto Genin, dovrai recarti in ospedale per continuare il tuo percorso di studio in medicina… insomma, sarai molto impegnata e avrai poco tempo per stare con lui!” le spiegò con naturalezza.

“Grazie!” disse quasi titubante, abbassando il capo e mordendosi il labbro inferiore.

“Conosco quell’espressione, cosa c’è che non va? E’ per via di tutti gli impegni futuri? Capisco siano tanti per una ragazzina di tredici anni, se vuoi possiamo sospendere il tuo tirocinio in ospedale e…”

“NO! Adoro la medicina e voglio o meglio, vorrei continuare a studiarla e magari un giorno diventare un bravo medico!” asserì con fermezza, alzando lo sguardo.

Tsunade la osservò attentamente compiacendosi della passione che traspariva dagli occhi verde smeraldo della ragazza. Sapeva quanto ci tenesse, quanta passione e quanto ardore impiegava nello studio della medicina. Sicuramente sarebbe diventata un bravissimo medico e forse, un giorno, avrebbe scelto proprio lei come sua sostituta nella direzione dell’ospedale, affidandole il ruolo di responsabile e primario generale.

“Se non è per il tirocinio in medicina, immagino che riguardi l’accademia e più precisamente il tuo team, vero?” domandò, ridestandosi dai suoi pensieri.

“C-come? N-no… cioè si, non so!” rispose strofinando nervosamente le bretelle, riabbassando nuovamente il capo.

“Sapevi che prima o poi sarebbe arrivato il giorno in cui avresti rivisto i tuoi compagni, hai pensato a come comportarti con loro? Dopotutto siete nello stesso team ed è buona cosa saper…”

“Collaborare tutti insieme per garantire positivamente all’esito di un combattimento o di una missione… lo so bene, è la regola base di Kakashi, solo che… “

“Solo che non riesci ancora a perdonarli! E’ difficile guadagnarsi la fiducia ma è altrettanto facile perderla. Essendo una cadetta devi però sottostare al volere del tuo maestro e pertanto devi cercare di perdonare i tuoi compagni e dimostrare il tuo valore e la tua forza, non dimenticare che ora riesci a gestire il tuo chakra e hai perfezionato un colpo davvero potente, lo shannaro!” ridendo sonoramente al ricordo della devastazione nel bosco e alla disperazione di Chiyo, indaffarata a tagliare cataste intere di legna.

Anche Sakura sorrise lievemente, soddisfatta dei progressi fatti negli ultimi mesi.

“Non ho intenzione di disubbidire a Kakashi, gli devo molto e non gli mancherei mai di rispetto disubbidendo ad una sua regola, ma appena penso ai miei compagni mi si forma un blocco proprio qui!” indicandosi il petto.

Tsunade la guardò seriamente.

“Allora cos’hai intenzione di fare?” incalzando sulla domanda, il vero motivo per cui aveva deciso di proseguire il viaggio a piedi. Sapeva dell’ostilità della ragazza nei confronti dei suoi compagni e voleva aiutarla ad affrontare al meglio quella situazione, spronandola ed incoraggiandola a guardare oltre. Era un discorso complesso, da affrontare serenamente, camminando con tranquillità in mezzo alla natura e non balzando in ramo e in ramo.

“Pensavo di comportarmi come una vera compagna durante gli allenamenti, collaborativa ed amica, proprio come vuole il nostro maestro… ma solo in quelle occasioni! Ho sofferto e soffro ancora per quello che mi hanno fatto, non riesco proprio a perdonarli. Purtroppo però, so che questo mio pensiero non sarà ben accetto da Kakashi… non so che fare!” sospirando amaramente.

“Mi stai dicendo che non hai nessuna intenzione di perdonarli, ho capito bene?” domandò con una punta di ammonimento.

“Sì, almeno fino a quando non avrò raggiunto il mio obiettivo!” rispose timidamente.

“E quale sarebbe?” chiese curiosamente.

“Veramente…” arrestando il passo, rossa dall’imbarazzo.

“Se non te la senti di confidarmelo non insisto…” sorridendole con affetto: “… ma se mi prometti che una volta raggiunto l’obiettivo darai un’altra possibilità a quei due scellerati dei miei nipoti, intercederò personalmente con Kakashi affinché ti lasci libera di comportarti come meglio credi, ok?”

“Dice sul serio? M-ma non so quanto tempo possa volerci… insomma, non è semplice da raggiungere lo scopo che mi sono prefissata, potrebbe volerci veramente molto tempo e cosa peggiore, non sono nemmeno sicura di farcela!” cercò di spiegarle ancora imbarazzata.

“Questo lo so bene, gli obiettivi non sono mai facili da raggiungere, ma sono convinta che se ti impegnerai con costanza e con perseveranza, riuscirai a farcela. Non devi mai sottovalutare le tue capacità, pensa a tutti i progressi che hai fatto in quest’ultimo anno!” battendole una mano sulla spalla per rassicurarla.

“D’accordo, vedrò di non deluderla e grazie ancora per la fiducia!” sfoggiando un sorriso sincero pieno di gratitudine.

“Bene, forza andiamo ormai siamo già vicini al villaggio, si intravede già il Monte!” indicandolo con l’indice.

Il viso della rosa si illuminò di gioia, ormai mancava veramente poco.

Involontariamente aumentò il passo e Tsunade la seguì senza dire più nulla, proseguendo in assoluto silenzio. Sakura era finalmente felice, parlare con l’Hokage ed essere appoggiata sulla sua decisione le aveva tolto un gran peso dal cuore, ciò nonostante non era riuscita a confidarle il suo obiettivo per paura di essere giudicata ancora una bambina, un’immatura.
Desiderava ardentemente essere considerata una compagna da Sasuke e non perché gli era stato imposto da Kakashi, ma perché se lo meritava grazie alle sue capacità. Sul piano combattivo era nettamente inferiore, lei era una mezzosangue e il suo chakra doveva ancora crescere di potenza e di intensità, ma voleva dimostrargli di essere abbastanza forte per proteggere se stessa e il team, voleva dimostrargli di potersi fidare di lei, voleva essere guardata con ammirazione, voleva essere considerata alla pari di Naruto e di tutti gli altri ragazzi… voleva il suo rispetto.
Sapeva che se fosse riuscita a raggiungere quest’obiettivo, automaticamente avrebbe ottenuto il rispetto anche dagli altri Genin che in un certo senso, giudicavano Sasuke il loro leader. Si ricordava perfettamente il primo mese di frequenza in accademia, ogni qualvolta esponevano una propria opinione o proponevano qualcosa da fare dopo le lezioni, cercavano sempre la sua approvazione, ascoltando con molto interesse tutto ciò che diceva.
Sasuke era scorbutico, antipatico, arrogante, ma non dava l’impressione di vantarsi di questo forte ascendente che aveva sugli altri e forse, neanche sapeva di averlo. Era pertanto un vero leader, un vero trascinatore, a differenza di Alan che aveva imposto la sua supremazia con la forza, proclamandosi il capo assoluto della comitiva e guai a chi avesse osato contraddirlo, pena il pestaggio.

Già… Alan e la promessa strappata con la forza. Una promessa a cui non poteva sottrarsi per il bene del padre, ma che poteva raggirare senza infrangerla.

Le era vietato diventare amica e frequentare i ninja fuori dall’accademia, ma nessuno poteva vederla durante gli allenamenti nei quali, con il tempo e grazie all’aiuto di Kakashi, si era lasciata andare iniziando ad instaurare una sorta di amicizia con i suoi due compagni. Purtroppo però, proprio nel momento più importante, era stata scartata, allontanata per la sua inferiorità. Si era sentita inutile o come l’aveva definita Sasuke il giorno in cui Gai annunciò la formazione dei team, un impiastro.
Credeva di essere stata accettata nel team senza dimostrare il suo vero valore ed era intenzionata a non commettere più lo stesso errore. Doveva impegnarsi con tutte le sue forze e provare a raggiungere un obiettivo molto arduo. Se ci fosse riuscita, allora sarebbe stata allo loro altezza, riuscendo a perdonarli.

“Ecco i cancelli!”

La voce dell’Hokage le arrivò dritta alle orecchie, destandola dai suoi pensieri. Alzò che lo sguardo che inconsapevolmente aveva abbassato nel momento esatto in cui si era immersa nelle sue riflessioni.
Le alte mura giallognole che circondavano il villaggio, come fonte di protezione in caso di eventuali attacchi, erano proprio davanti a lei e nel mezzo spiccavano i cancelli, enormi portoni rossi, aperti e sorvegliati da alcune guardie ninja. Dietro di loro, all’interno del villaggio, c’era una persona che camminava avanti e indietro con le mani intrecciate dietro la schiena. Avrebbe riconosciuto ovunque quel portamento…

“PAPA’!” urlò, iniziando a correre con le lacrime agli occhi.

Tsunade la osservò con un leggero sorriso, decidendo di continuare a camminare. Dopotutto era giusto lasciarle quel momento solo per lei.

Il Signor Yukan si fermò di scatto voltando lo sguardo verso l’esterno dei cancelli, iniziando a piangere di gioia vedendo Sakura correre nella sua direzione.

“Bambina mia!” urlò a sua volta andandole incontro, ma le guardie gli vietarono il passaggio mettendosi davanti ai cancelli.

“Ferma ragazzina! Identificati e spiega il motivo della tua visita a Konoha!” le intimarono appena fu giunta davanti a loro.

“C-come, ma io sono…”

“E’ mia figlia, è Sakura Yukan ed è tornata dopo un periodo di esilio, è una cittadina di Konoha!” cercò di spiegare il padre della ragazza, bloccato dietro dalle guardie.

“Non sappiamo niente, quindi… “

“Quindi adesso vi togliete di mezzo e la fate passare!” ordinò Tsunade che si era affrettata a raggiungere la rosa dopo aver visto il comportamento giustificato delle guardie. Non era stato reso pubblico a nessun abitante che il villaggio era in stato di allerta a causa della nuova organizzazione criminale e le guardie poste ai cancelli avevano il compito di far entrare solo le persone autorizzate e lei, con tutti i suoi impegni, si era dimenticata di comunicare il ritorno di Sakura.

 “Hokage è lei?” disse una delle guardie.

“Si sono io! La colpa è mia e chiedo scusa a tutti voi per questo disguido! La ragazza è Sakura Yukan, cittadina di Konoha figlia dell’uomo dietro di voi. E’ rientrata al villaggio dopo un periodo di esilio, scortata personalmente da me, l’Hokage della Foglia! Avete bisogno di sapere altro?” domandò seriamente alle guardie che bloccavano ancora il passaggio.

“No Hokage!” dissero all’unisono le guardie.

“Allora spostatevi e fatele riabbracciare il padre!” tuonò perentoria.

Le guardie si spostarono all’istante e Sakura si gettò di slancio contro il petto dell’anziano genitore, abbracciandolo e piangendo di gioia.

“Figlia mia adorata!” disse commosso, contraccambiando l’abbraccio.

Era una scena commovente e Tsunade non poté che guardarli con un leggero sorriso mentre le guardie ritornarono alle proprie postazioni.

“Molto bene, godetevi questa giornata mentre io ritorno a Palazzo!” disse alcuni minuti dopo.

I due Yukan si staccarono asciugandosi le lacrime.

“Grazie Hokage, grazie di tutto!” disse Micha ancora provato dalla commozione di poter riabbracciare la sua bambina.

“Dovere!” dirigendosi verso la sua meta al centro del villaggio.

“Noi invece andiamo a casa papà!” prendendolo per mano, incamminandosi verso il settore Omega.

“Si, andiamo!” osservandola con affetto.

“Sei cresciuta parecchio bambina mia!” constatò subito dopo il padre.

“Dici?” domandò sorpresa.

“Almeno di qualche centimetro, di questo ne sono sicuro!” sorridendole amorevolmente.

Sakura contraccambiò il sorriso prendendolo a braccetto e poggiando la testa sulla spalla del padre, iniziando a guardare le vie a lei tanto famigliari e che incredibilmente le sembravano così belle grazie alle numerosi abitazioni circostanti. Vivere in una radura per tutto quel tempo, circondata solo dalla vegetazione, le aveva fatto quasi dimenticare lo splendore della civiltà. Non solo le piaceva guardare, ma anche ascoltare tutti i suoni e rumori, tipico di un centro abitato, ma quello che le piaceva di più in assoluto era il sottofondo di voci, causato dal continuo chiacchiericcio delle persone.
Si guardò attorno estasiata ma la sua euforia fu subito spenta appena incrociò gli sguardi di rimprovero e di astio rivolti a lei. Era nel settore Omega e i civili sembravano detestarla ancora di più. Istintivamente si strinse maggiormente al braccio del padre, abbassando il capo tristemente.

“Ignorali bambina mia! Ignora tutto ciò che è ignoranza! Cammina a testa alta perché non hai fatto niente di male, dimostra quanto vali e vedrai che saranno loro stessi ad abbassare lo sguardo davanti a te!” la rassicurò il padre, stringendole la mano attorno al suo braccio.

Sakura, con qualche riluttanza, ubbidì al genitore alzando il capo e guardando dritto davanti a sé.

“Che sfacciata!” “Dovrebbe solo vergognarsi per ciò che ha fatto!” “Avrebbero dovuto esiliarla a vita!”

Erano alcuni commenti che riuscì ad udire dai civili durante il suo passaggio. Erano dolorosi, pungenti, ma la stretta della mano del padre si fece più forte come a volerla rassicurare.
Camminare al suo fianco la faceva sentire al sicuro e protetta da tutte le malignità. Il suo allontanamento era stato solo una copertura per permetterle di continuare i suoi allenamenti e di imparare le arti mediche, riuscendo alla perfezione in entrambe le cose. Non doveva più temere nessun civile e men che meno poteva dimostrare la sua debolezza, era una kunoichi, una Genin e come tale, dovevano portarle rispetto per il suo grado.

Rispetto… lo stesso che voleva da Sasuke!

Mancava l’ultimo svincolo e si sarebbe ritrovata di fronte alla sua adorata casa, quando, proprio nell’angolo, dall’altra parte della strada, percepì alcune presenze a lei fin troppo famigliari: Alan e company.
Sentì addosso lo sguardo tagliante dei ragazzi e senza nemmeno spiegarsi il motivo, si voltò di scatto verso di loro guardandoli allo stesso modo. Le ragazze abbassarono all’istante il capo e i ragazzi, ad uno ad uno, distolsero lo sguardo guardando altrove, tutti eccetto Alan che continuava a guardarla con astio.

 Era guerra aperta!

Sapeva che non l’avrebbe passata liscia per quell’affronto, ma forse, anzi più convinta che mai, poteva raggirare a proprio vantaggio il supplizio a cui era condannata da diversi anni. Un attimo prima di distogliere lo sguardo da lui, gli lanciò un sorriso malefico, poi continuò a camminare a testa alta a fianco del padre.

“Eccoci arrivati piccola mia! Forza entriamo e solo quando saremo lontani da orecchie indiscrete mi racconterai tutto quello che hai fatto in questi tre mesi, giorno per giorno, intesi?” disse Micha, apprestandosi ad aprire il cancello, sfoggiando un sorriso radioso.

“Giorno per giorno? Allora preparati perché non credo che andremo a dormire prima di mezzanotte!” gli rispose radiosa.

“Nessun problema, ho preparato tantissimi dango e comprato un’infinità di thè. Come vedi mi sono preparato!” incoraggiandola ad entrare nel vialetto della loro casa.

“Dango? E’ da tantissimo tempo che non li mangiamo più, da quando…”

“Lo so da quando e purtroppo ricordo anche il motivo, ma per un’occasione così importante come il tuo ritorno, un piccolo strappo alla regola ci voleva e sono stato ben felice di farlo!” chiudendosi la porta di casa alle spalle.
 

******
 

Tsunade entrò nel suo ufficio trovando seduto alla sua scrivania Fugaku con il volto contorto dalla rabbia davanti ad un documento che teneva fra le mani tremanti.

“Che succede?” chiese preoccupata.

“Tsunade? Sei già tornata, tutto bene il viaggio?” ignorando la domanda.

“Sì, Sakura è rientrata ed è già tornata a casa insieme al padre, ora mi vuoi dire che succede?” avvicinandosi all’amico.

“Quel verme viscido di Orochimaru ne ha combinata un’altra delle sue! Ha presentato una mozione al Consiglio e quei vecchiacci l’hanno assecondato!” sbattendo con rabbia il documento sulla scrivania.

Tsunade prese il documento iniziando a leggere.

“Perché? Perché l’ha fatto, che gli importa a lui di Sakura?” sbraitò subito dopo.

“Ti sbagli, non è per lei, ma per noi! Quel verme ci ha colpito usando come pretesto la ragazza! Sai che gode della protezione di alcuni anziani del Consiglio e approfittando di questo è riuscito nel suo intento, nonostante tutte le raccomandazioni che avevamo fatto in favore di Sakura!” sospirando sconsolato.

“E adesso come glielo dico! Era così felice di poter iniziare il tirocinio in ospedale!” rileggendo rammaricata il documento ancora fra le sue mani: “Aspetta un attimo… fammi sedere, ho bisogno di preparare un documento e intanto che ci sei, chiedi a Shizune di convocare subito Kakashi, devo parlargli!” asserì soddisfatta per l’idea avuta.

Fugaku la guardò senza chiederle spiegazioni, tanto sarebbe stata lei stessa a parlargliene. Conosceva molto bene quell’espressione seria e soddisfatta, Tsunade aveva trovato una soluzione!

Dopo meno di dieci minuti, Kakashi venne annunciato da una infastidita Shizune, lo smacco ricevuto mesi prima non era stato ancora digerito.

“Entra, devo parlarti di alcune cose!” disse Tsunade continuando a tenere il capo chino sul documento che stava scrivendo.

“Ecco fatto, finito!” vidimando il foglio con il sigillo dell’Hokage: “Tieni, quando uscirai consegnalo direttamente alle autorità competenti e domani informa Sakura che purtroppo, a causa di una mozione giunta all’ultimo minuto, non potrà più frequentare il tirocinio in ospedale, almeno fino a quando non avrà raggiunto il grado Chunin, ciò nonostante non le è stato vietato di praticare ciò che ha imparato finora, ovvero curare le ferite e rigenerare il chakra!” sorridendo vittoriosa.

“Cosa? Ma chi ha presentato la mozione? Credevo fossero bastate le vostre raccomandazioni insieme a quelle degli altri capo Clan presenti all’esame Genin per autorizzare Sakura a studiare medicina!” constatò incredulo il Jonin.

“Infatti, lo credevamo anche noi, ma Orochimaru ha pensato bene di colpirci alle spalle usando la ragazza! Sai quanto non sopporti essere escluso da noi e sai anche quanto sia grande la sua sete di potere, ma sinceramente, mai avrei immaginato che arrivasse ad abbassarsi in questo modo per farcela pagare… usare una ragazzina è un fatto increscioso ed ignobile!” spiegò ancora arrabbiato l’Uchiha.

“Quel verme, ne pensa sempre una più del diavolo! Se penso a Sakura mi si stringe il cuore, ha sofferto già abbastanza, perché continuare a torturarla?” disse Kakashi, stringendo i pugni dalla rabbia.

“Calmati, non tutto il male vien per nuocere! Orochimaru ha omesso una parte molto importante nella sua mozione e io ne ho approfittato subito, vidimando quell’autorizzazione che ti ho dato da consegnare! Quello sciocco presuntuoso si è opposto all’insegnamento della medicina ad una ragazzina troppo giovane, giudicandola inaffidabile, ma ha dimenticato di farle vietare l’utilizzo delle arti mediche imparate fino ad oggi. Ne ho approfittato subito, autorizzandola io stessa a praticare ciò che ha imparato fino ad oggi aggiungendo anche l’autorizzazione alla raccolta e alla preparazione di antidoti con le erbe mediche!” sfoggiando un sorriso compiaciuto.

“Così anche volendo, Orochimaru non potrà presentare nessun’altra mozione, dico bene?” chiese divertito Fugaku.

“Esatto! Dovrà accontentarsi solo del divieto del tirocinio di Sakura fino a quando non sarà diventata una Chunin, ma per tutto il resto credo proprio che si contorcerà dalla rabbia!” ridendo sonoramente, contagiando anche l’amico.

“Mh! Grazie Hokage, ma credo che la ragazza ci rimarrà male ugualmente!” disse Kakashi, facendo smettere di ridere gli altri due.

“Sicuramente è come dici tu, ma sai bene che nemmeno io, in quanto Hokage, posso contraddire una decisione presa dal Consiglio. Mi sono attenuta alle loro direttive, ma allo stesso tempo ho potuto usare la mia autorità permettendole di mettere in pratica ciò che finora ha imparato, assumendomi io stessa tutte le responsabilità. Mi fido ciecamente di lei, ha avuto un’ottima insegnante e so che non mi deluderà!” cercando di rassicurarlo.

“Non dirle però chi ha presentato la mozione!” disse Fugaku, guardandolo seriamente negli occhi.

“No maestro, stia tranquillo! Non lo avrei mai fatto per non rievocarle il ricordo spiacevole del loro incontro!” lo rassicurò il Jonin.

“Molto bene, un problema diciamo che lo abbiamo risolto, ora parliamo di un’altra cosa altrettanto importante!” disse Tsunade, appoggiando il mento sulle mani incrociate.

“Sarebbe?” chiese stupito il Jonin.

“Come sai, Sakura è profondamente dispiaciuta ed arrabbiata con i suoi due compagni di team e nonostante il tempo passato, non riesce ancora a perdonarli…”
lanciando uno sguardo all’Uchiha molto attento a quel discorso: “… ma sa anche quanto per te sia importante la collaborazione in un team e non ha nessuna intenzione di mancare di rispetto ai tuoi insegnamenti. Come sapete, la fiducia va guadagnata e non imposta, così abbiamo trovato un accordo e spero che lo accetterai senza problemi!” guardando seriamente Kakashi.

“Ovvero?” chiese sospettoso, alzando un sopracciglio.

“Ovvero, Sakura si impegna ad essere collaborativa con i suoi compagni solo durante gli allenamenti e le future missioni assegnate al team!” spiegò impassibile.

“Per sempre?” chiese quasi preoccupato Fugaku.

“Sakura si è prefissata di raggiungere un obiettivo e solo quando l’avrà raggiunto allora riuscirà a perdonare i suoi compagni. Se non avessi imparato a conoscerla bene in questi tre mesi, non mi sarei mai permessa di fare questo discorso, ma credetemi, Sakura sa perfettamente ciò che vuole, quindi vi chiedo di assecondare il suo volere!” asserì infine, chiudendo gli occhi in attesa di sentire le risposte dei presenti.

“Mi fido di te!” disse semplicemente Fugaku, anche se il tono della voce lasciava trasparire un pizzico di rammarico. Dopotutto i compagni chiamati in causa, erano suo figlio e suo nipote.

“In poche parole, dovrei ignorare il comportamento ostile che dimostrerà fuori dagli allenamenti e dalle missioni! Mhh… non vorrei però che a lungo andare questo atteggiamento possa causare una spaccatura tale da impedire la loro collaborazione! Non voglio mettere in discussione le sue parole Hokage, ma non mi sento molto tranquillo… se la mia intuizione dovesse trovare fondamento, i ragazzi potrebbero essere messi in serio pericolo, non dico tanto durante gli allenamenti, ma durante le missioni!... No, non posso accordare questo permesso, mi dispiace, sono io il responsabile del team e la loro incolumità dipende da me!” opponendosi convinto della propria decisione.

“E se la mettessi alla prova?” intervenne seriamente Fugaku.

“In che senso maestro?” chiese confuso il Jonin.

“Potresti parlare ai ragazzi… a Sasuke e a Naruto, dicendogli che dovranno riconquistare la fiducia persa nei confronti della loro compagna e a Sakura che vuoi fidarti di lei, intervenendo qualora dovessi accorgerti che la collaborazione nel team venga meno, che ne dici?” spiegando dettagliatamente la sua idea.

“Mmh! Potrebbe anche funzionare!” strofinandosi il mento pensieroso, ancora poco convinto.

“Mi piace la tua idea Fugaku… Kakashi, non temere, fidati di Sakura! Inoltre, conoscendo i miei nipoti, sono sicura che si impegneranno al massimo per riconquistare la fiducia della ragazza… ora scusaci, ma io e Fugaku abbiamo molto lavoro da sbrigare!” disse Tsunade, liquidando gentilmente il Jonin.

“Va bene… ah scusate, ma avrei un paio di domande da farvi… Sakura riesce a gestire il chakra? Inoltre, avete qualche notizia riguardante quella ricerca?” chiese interessato.

“Sakura ha fatto tantissimi progressi nonostante il sigillo di cui ancora ignora l’esistenza, ma posso garantirti che non ha più nessun problema riguardante la stanchezza e che adesso riesce a controllare e a gestire il suo potere come un qualsiasi ninja… per quanto riguarda l’altra domanda, non sappiamo ancora niente. Ho paura che ci voglia molto tempo, abbiamo pochi indizi a nostra disposizione e il mondo non è piccolo!” rispose, usando per l’ultima frase, le stesse parole di Chiyo.

“Ho capito! Grazie per le informazioni! Buona giornata!” disse infine uscendo direttamente dalla finestra.

“Credo che anche lui provi ancora dell’astio nei confronti di Shizune!” disse l’Hokage, scoppiando a ridere.

“Tsunade?”

“So già cosa stai per chiedermi, ma stai tranquillo, quello che ho detto prima è tutto vero… Sakura è molto saggia e non metterebbe mai in pericolo la sua vita, né quella dei suoi compagni! Vedrai che alla fine diventeranno un team affiatatissimo anche fuori dagli allenamenti e dalle missioni! Ora continuiamo con il nostro lavoro, vediamo cos’altro hanno scoperto le squadre anbu su questa maledetta organizzazione!” concentrandosi sui documenti posti in fila sulla scrivania.

“Purtroppo poco e niente!” rispose l’amico, immergendosi nel lavoro.

 


Angolo dell’autrice:

Lo so, dopo un ritardo mostruoso mi presento con un aggiornamento breve rispetto ai miei standard, ma c’è un motivo, una spiegazione. Non vuole essere una giustificazione ma mi sento in dovere a farlo…

Dunque, prima c’era l’attesissima canonizzazione e proprio non riuscivo a concentrarmi su altro, poi, una volta avuta, la felicità mi impediva di continuare gli aggiornamenti, permettendomi solo di scrivere una OS per l’occasione. Poi ho trovato un piccolo lavoro della durata limitata di giorni, ma che mi ha portato fuori casa dalla mattina presto fino a sera tardi e credetemi, voglia di scrivere pari a zero a causa della stanchezza. Quando finalmente ho finito, ecco il colpo di grazia, mi sono ammalata.

Ora vi faccio ridere, ma è la verità… ho preso la varicella! Sapevo che da grandi era pesante, ma mai avrei immaginato di soffrire così tanto… E’ da un paio di giorni che sto meglio e la febbre finalmente non invade più il mio organismo, fatta eccezione per le bolle e vesciche persistenti in tutto il mio corpo. Era da troppo tempo che non aggiornavo più questa long, e sapete quanto ci tenga, così, tra ieri e oggi sono riuscita a scrivere questo.

Parlando proprio del capitolo, Sakura è finalmente ritornata a Konoha e grazie ai suoi presupposti e all’appoggio morale del padre, si sente più sicura tanto da trovare un lato positivo al pestaggio di Alan e company, cosa sarà? Niente di speciale, nel prossimo capitolo lo saprete e sempre nel prossimo, il team si incontrerà. Ora sapete che intenzioni ha Sakura nei confronti dei suoi compagni, chissà cosa accadrà? Avete fatto caso alle riflessioni della rosa durante il tragitto a Konoha? Ok basta così…
Vorrei rispondere ad alcuni di voi che mi hanno chiesto quando ci sarà il famoso thè con Mikoto e la rosa. Abbiate fede, ci sarà e in un modo al quanto particolare, in seguito ad un episodio che forse, se pensate un po’ alla ragazzina e a un determinato discorso con Chiyo, potrete capire voi stesse. Vi ho fatto un grande spoiler, vero?

Mi sembra il minimo, il vostro appoggio è molto confortante, per non parlare delle bellissime recensioni che ho ricevuto fino a questo momento. Sapete, per me e per tutti coloro che scrivono, le vostre parole sono molto confortanti per l’impegno che mettiamo nella stesura dei capitoli. Con questo non vi sto chiedendo di recensire, ma mi sembrava giusto spiegare cosa rappresentano per noi autrici.

Grazie ancora di seguirmi e non preoccupatevi, sapete che questa long è molto importante per me e la finirò, dovessi impiegarci tanto, ma la finirò, per me stessa ma principalmente per voi che con costanza e affetto mi seguite.

Adesso vi lascio e mi corico a letto, inizia già a girarmi la testa.

Un bacione grande grande a tutti.

manga

 

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Capitolo 32
*** Una nuova Sakura ***


La villetta nella quale viveva con il padre non era molto grande, ma a confronto dell’umilissima dimora di Chiyo, le appariva enorme, quasi quanto una reggia.
Entrò in casa a passo lento ed incerto, mentre gli occhi smeraldini osservarono attentamente ogni mobilio e ogni monile.

“Ti è mancata la tua casa, bambina mia?” domandò dolcemente il padre, notando gli occhi estasiati della rosa.

“Si… mi sembra tutto così… così bello!” rispose con voce rotta dalla commozione.

“Non è cambiato niente dalla tua partenza è rimasto tutto tale e quale, persino la tua stanza! Su, ora vai a sistemare la tua roba mentre preparo il thè. Devi raccontarmi tutto, lo sai!” la esortò affettuosamente.

Sakura ubbidì con il solo cenno del capo dirigendosi lentamente verso le scale, mentre il cuore iniziò a batterle forte. Non era per l’emozione, ma per la soggezione di rientrare nuovamente in quella stanza, la stessa nella quale aveva appreso la decisione inderogabile dall’Hokage di dover lasciare il villaggio: espiazione, per aver infranto una legge, allenamento e apprendimento delle arti mediche, la vera ragione. Non le importava dell’opinione altrui, ormai si era abituata a vivere nella solitudine e ad essere giudicata per colpe non commesse, ma mai era stata costretta ad abbandonare il suo adorato padre per tre lunghi mesi, troppi per una ragazzina di tredici anni. Non voleva separarsi mai più da lui, gli era mancato tantissimo nonostante avesse imparato a cavarsela da sola in ogni circostanza, acquistando maggiore sicurezza sulle proprie capacità, ma le era mancata la sua figura, il suo affetto, il suo ottimismo, la sua saggezza…

“Bambina mia, hai finito? Il thè è pronto!”

Sakura si ridestò dai suoi pensieri trovandosi ferma ed immobile davanti alla porta chiusa della sua camera. L’esitazione nell’entrare l’aveva indotta a vagare con la mente nei ricordi passati, ma ora era nel presente, a casa, con suo padre e con un futuro tutto nuovo da vivere.

“Arrivo subito!” gli rispose, aprendo e richiudendo velocemente la porta dopo aver lanciato lo zaino all’interno della stanza.

“Metterò a posto dopo!” pensò, scendendo le scale di corsa.

Si ritrovò davanti ad un tavolo completamente imbandito, facendole spalancare la bocca per lo stupore.

“Papà, ma…”

“Be’ cos’è quella faccia sorpresa? Te lo aveva detto che ce n’erano in abbondanza…” indicando i dango: “… vieni e inizia a raccontarmi tutto quello che hai fatto ed imparato in questo lungo periodo!” spostando la sedia ed invitandola con lo sguardo a sedersi.

Si accomodò compostamente e tra un boccone e l’ altro, iniziò a raccontare tutto quello che aveva imparato in quel lungo periodo lontano da lui.

Micha ascoltò con molto interesse le parole di quella ragazzina che tanto amava come fosse realmente figlia sua. L’aveva cresciuta lui e anche se non era sangue del suo sangue, era e sarebbe rimasta per sempre la suo adorata bambina.
Continuò ad ascoltarla senza mai interromperla, alzandosi di tanto in tanto per rimettere a scaldare la teiera e per prendere altri dango che venivano mangiati con molto gusto da entrambi. Sorrise più volte e acconsentì con il capo quando gli raccontò di come fosse riuscita a padroneggiare e a gestire il suo chakra fino al punto di perfezionare lo shannaro, un colpo tutto suo e molto potente, almeno a detta dell’Hokage e della vecchia Chyo.
Essendo un civile, non comprese a pieno le sue parole, ma non osò chiederle spiegazioni percependo l’entusiasmo nella sua voce, limitandosi solamente a complimentarsi per i suoi progressi.

Dopo il racconto dettagliato della parte legata al mondo ninja, Sakura passò alla caccia e alla pesca. Gli spiegò le trappole che aveva imparato a costruire per catturare la selvaggina e i pesci e il modo migliore per spellare e dissezionare le sue prede per poi cucinarli, soffermandosi sulla preparazione delle pietanze.

“… E poi basta infarinarli per bene e metterli a cuocere a fuoco molto lento, così la carne non perde né la consistenza né il gusto, rimanendo morbidissima!... Ecco, questo è tutto quello che ho fatto ed imparato, sorpreso?” domandò la rosa, sfoggiando un sorriso soddisfatto.

“Sorpreso? Mi hai lasciato senza parole! Io non avrei mai il coraggio di spellare un animale, anche se morto, figuriamoci a fare tutto il resto! Preferisco di gran lunga comprare la carne e il pesce direttamente al supermercato, è meno faticoso!” asserì, ridendo di gusto.

“Ma dai papà! Però lo ammetto… all’inizio non mi piaceva molto nemmeno a me, ma poi ci ho fatto l’abitudine ed è diventata una cosa normalissima!” cercò di spiegargli.

“Ti credo sulla parola, ma rimango sempre della mia idea!... Ormai sei diventata proprio una cuoca provetta, capace di cucinare qualsiasi pietanza… farai contento il tuo futuro marito!” affermò con orgoglio per le doti culinarie della sua bambina.

“No papà, ti sbagli! Non cucinerò mai per un ipotetico marito, sai che non potrò mai sposarmi!” disse con voce cupa.

“Sakura, ancora con questa storia? Perché sei così convinta che…”

“Perché è la verità e lo sai benissimo anche tu, inoltre… inoltre ho già qualcuno per cui cucinare e quella persona sei tu! Non voglio più separarmi da te, per nessun motivo!... Mi sei mancato così tanto…” gettandosi d’impeto fra le sue braccia con le lacrime agli occhi.

“Anche tu mi sei mancata, piccola mia!” accarezzandole amorevolmente i capelli.

Rimasero abbracciati per diversi minuti, fino a quando il padre le alzò il viso asciugandole le lacrime.

“Ora basta piangere, siamo di nuovo insieme ed è questo l’importante! Rimarrei ancora molto volentieri a parlare con te, ma si è già fatto molto tardi e domattina dobbiamo alzarci presto!” le disse dolcemente, puntando il dito verso l’orologio a muro che indicava le undici passate.

“Di già? Papà scusami per essere stata un’egoista, ho sempre parlato solo io e non ti ho chiesto niente di te. Stai bene? Cos’hai fatto in questo periodo?” domandò rammaricata.

Micha si alzò dalla sedia prendendo la figlia per mano, incamminandosi verso le scale con un leggero sorriso.

“Non devi scusarti di niente e non voglio che pensi di essere un’egoista. Sono stato io a voler sapere nei minimi dettagli tutto quello che hai fatto ed imparato in questi mesi. Mi è piaciuto ascoltarti, i tuoi racconti mi hanno emozionato e mi hanno reso fiero ed orgoglioso di te. Per quanto mi riguarda, ho continuato a lavorare e sono tornato in splendida forma grazie alle cure dell’Hokage! Ora basta parlare, dobbiamo dormire!” asserì dolcemente davanti alle porte delle loro camere.

“D’accordo, buona notte papà!” alzandosi sulla punta dei piedi per dargli un bacio sulla guancia.

“Buona notte e sogni d’oro!” contraccambiando il gesto d’affetto con una carezza.

Sakura entrò nella sua stanza senza provare nessuna esitazione o soggezione. Parlare con il padre le aveva fatto ricordare di quanto fosse cambiata, diventando più forte e più determinata, intenzionata a raggiungere un obiettivo molto importante. Il passato non aveva più motivo di perseguitarla, doveva concentrarsi solo sul suo futuro.
Notò con piacere che era rimasto tutto uguale: l’armadio, il comodino, i libri collocati ordinatamente sulla nuova libreria, la scrivania piena di pergamene con i suoi appunti di medicina…
Sorrise appena, pensando di gettarsi a peso morto sul letto, ma appena fece un passo, urtò contro qualcosa.

“Ah, lo zaino! Mi stavo dimenticando di svuotarlo!”

Iniziò a sistemare i suoi pochi indumenti dentro all’armadio, lavati e piegati accuratamente da Chyo, sulla scrivania posò le nuove pergamene e il coprifronte appena sfilato dai capelli, i kunai passarono da uno zaino all’altro, preparando direttamente l’equipaggiamento per il giorno dopo.
Come ultima cosa, risistemò dentro al cassetto del comodino il suo preziosissimo cofanetto.

“Grazie mamma per aver vegliato su papà durante la mia assenza, adesso mi prenderò cura io di lui!”

Si mise il pigiama e si sdraiò nel letto, inalando il profumo delle lenzuola fresche di bucato. Soffocò il viso nel cuscino, addormentandosi all’istante, ignara che nell’altra stanza il padre stesse soffrendo per i sensi di colpa.

“Perdonami bambina mia, perdona questo povero vecchio che ti ha mentito e che continua a farlo!” sussurrò appena con le lacrime agli occhi.

Il suo cuore era gravemente malato e le cure dell’Hokage servivano solo per alleviargli il dolore. Per non affaticarsi ulteriormente, avrebbe dovuto smettere di lavorare o di ridurre le ore in ufficio, ma aveva diversi debiti da pagare e una figlia da mantenere in tutto e per tutto. Almeno quello glielo doveva, dato che l’ aveva privata della verità riguardante le sue vere origini. Per ordine dell’Hokage e dei suoi consiglieri più fidati, non poteva raccontarle niente fino a quando non avessero scoperto qualcosa sulla sua vera famiglia, ma ciò che lo faceva stare più male, non era tanto il coraggio di dirle la verità, quanto la paura di non avere abbastanza tempo a disposizione per farlo.
 

*****
 

Essendo il primo giorno di Accademia, i cancelli si sarebbero aperti alle otto in punto per permettere ai cadetti di visionare il nuovo programma di allenamenti con i rispettivi maestri.

L’orario coincideva con quello delle scuole omega e Sakura era certa di incontrare i suoi ex amici, anzi, ci sperava.
Si era prefissata un obiettivo e per raggiungerlo, avrebbe dovuto affrontare tutti gli ostacoli davanti a lei. Il pestaggio era uno di quelli e doveva finire quello stesso giorno.
Era determinata a farsi rispettare, sia come persona che come Genin e non aveva paura delle eventuali minacce che le avrebbero fatto riguardanti il padre, perché sarebbe stata a lei a fargliele, minacciando lei stessa di denunciarli alle autorità competenti per aver infranto la legge che vietava qualsiasi scontro fisico fra gli abitanti delle due classi sociali, con l’aggiunta della minaccia all’incolumità di un’altra persona.
Era fermamente convinta che dopo il suo discorso minatorio l’avrebbero lasciata in pace una volta per tutte.

Un isolato prima di raggiungere il centro di Konoha, percepì la loro presenza.

“Adesso a noi due Alan!” pensò, allungando il passo. Era lui il capo ed era con lui che doveva parlare.
Ed eccoli, tutti presenti nessuno escluso, appoggiati al muro di una recinzione.

Appena la vide, Alan si staccò dirigendosi fulmineo verso di lei con la rabbia negli occhi. Voleva fargliela pagare per l’affronto subito il giorno prima, ma era ignaro della sorpresa che l’attendeva.

“Ciao Sakura!”

Una voce sconosciuta fece arrestare all’istante il ragazzo che si voltò infastidito per vedere chi avesse osato interrompere la sua vendetta.

“K-kakashi!” sibilò la rosa, sorpresa di trovarsi davanti il suo maestro.

“Già sono proprio io! Stavo andando in Accademia quando ho percepito la tua presenza, così sono tornato indietro pensando di fare la strada insieme. Spero di non avere interrotto niente!” sorridendo da dietro alla maschera.

“E tu chi sei?” chiese con durezza Alan. Un ninja nel settore omega non era ben gradito.

“Oh scusate, non mi sono presentato. Mi chiamo Kakashi Hatake, sono un Jonin di Konoha e il maestro di Sakura, piacere di conoscervi!” fissando ad uno ad uno tutti i ragazzi.

“C-come h-ha d-detto che si chiama? K-kakashi H-hatake? Ho capito bene? Il suo nome è noto a tutto il villaggio ed è considerato uno fra i ninja più forti del nostro Regno!” disse con ammirazione Saki, mentre gli altri continuarono a fissare il Jonin con stupore.

Anche se i civili detestavano i ninja, portavano un forte rispetto per alcuni di loro.

“Dobbiamo andare. Altrimenti faremo tardi!” asserì con durezza Alan, l’unico a non essersi scomposto minimamente davanti al Jonin. Era incollerito, non solo per essere stato interrotto con la rosa, ma anche nel vedere i suoi compagni guardare con ammirazione qualcuno che non fosse lui.

I ragazzi fecero un leggero inchino a Kakashi e si diressero velocemente verso il loro capo.

“Ci si vede!” disse infine a Sakura, lanciandole uno sguardo di sfida.

“D’accordo!” rispose con durezza senza guardarlo, tutto davanti allo sguardo attento del Jonin.

“Stai bene? Ti stavano importunando?” chiese poi, dopo che i ragazzi si allontanarono.

“Si! No!” rispose decisa ad entrambe le domande. Era vero, dato che erano stati interrotti prima che Alan potesse dire o fare qualcosa.

“Mhm… quel tipo, quello moro… non mi convince molto!” continuò nella sua deduzione.

“E’ solo che non gradisce molto i ninja in questo settore, tutto qui… tu piuttosto, che ci fai realmente qua?” facendogli capire chiaramente che non aveva creduto alla coincidenza della percezione.

Kakashi la guardò attentamente intuendo la furbizia della ragazza nel sviare l’argomento su quei ragazzi. Le sue spiegazioni a riguardo potevano essere vere come no, ma non aveva tempo di indagare, doveva assolutamente parlarle in privato prima di arrivare in Accademia.

“Volevo consegnarti di persona questo…” allungandole l’autorizzazione nel praticare le arti mediche: “… e parlarti!” disse poi seriamente, incamminandosi verso il settore ninja.

Sakura mise il documento all’interno dello zaino e si affiancò al maestro rimanendo in silenzio, in attesa che questo iniziasse a parlare.

“Vedi…” cercando le parole più adatte: “… le tue prestazioni mediche sono state giudicate eccellenti così come la tua predisposizione nell’apprendere le arti curative. Lo stesso Hokage e tutti i ninja presenti all’esame hanno elogiato le tue doti davanti al Consiglio e all’inizio non sembravano esserci problemi nel farti partecipare allo stage in ospedale, ma poi… ma poi qualcuno ha avuto qualche perplessità nel darti l’autorizzazione e…”

“Cosa stai cercando di dirmi? Che non posso esercitare le arti mediche? E questa autorizzazione che mi hai consegnato?” chiese tutta agitata.

“Calmati e ascoltami!” disse mettendosi di fronte a lei, poggiando le mani sulle sue spalle e abbassandosi quel tanto per far combaciare i loro occhi: “Potrai continuare a curare le ferite e a rigenerare il chakra, in più, potrai tranquillamente dedicarti allo studio delle erbe mediche e alla preparazione di antidoti e decotti che visionerà l’Hokage in persona, il tuo tutor in materia!”

“Ma perché?” chiese con voce tremante, fissando il basso cercando di non piangere.

“Per l’età! Alcuni ritengono che sei troppo giovane e hanno deciso di aspettare la tua nomina a Junin prima di autorizzare i tuoi studi. Non devi essere triste, ma devi gioire per avere l’opportunità di continuare a mettere in pratica ciò che hai imparato fino ad oggi!” battendole fiducioso le mani sulle spalle.

Sakura continuò a fissarsi i piedi e a stringere fortemente le bretelle dello zaino. Era stato un duro colpo per lei, ci teneva veramente tanto continuare a studiare.

“Credo di non aver altra scelta, no?” alzando lo sguardo e mostrando un sorriso tirato.

Stava cercando di reagire anziché rinchiudersi in se stessa e Kakashi fu felice di questo atteggiamento, però aveva un’altra questione altrettanto importante di cui discutere.

“Bene… passiamo ad altro!... L’Hokage mi ha chiesto di assecondare la tua richiesta di collaborazione con i tuoi compagni solo durante gli allenamenti perché ancora non riesci a perdonarli, aggiungendo poi che riuscirai a farlo solo quando raggiungerai un obiettivo che ti sei prefissata. Voglio essere sincero con te, non sono d’accordo… ma ho comunque acconsentito. Sappi però che ti metterò alla prova, ti osserverò attentamente e qualora dovessi accorgermi che il tuo comportamento potrebbe compromettere l’incolumità del team, sia in allenamento che in missione, ti vieterò seduta stante di continuare, intesi?” fissandola seriamente.

“Ho capito e ti ringrazio per la fiducia. Non temere, non ho nessuna intenzione di compromettere la squadra!” rispose con determinazione.

“Spero che avrai valutato tutte le conseguenze di questa tua decisione!” aggiunse, sparendo subito dopo dietro ad una nuvola di fumo.

“Che avrà voluto dire?” si chiese fra sé e sé.

Kakashi l’aveva lasciata all’inizio della via ed in lontananza vide un gruppo di ragazzi davanti ai cancelli dell’Accademia, in attesa che questi aprissero. Fra loro, percepì chiaramente la presenza dei suoi due compagni di team e degli altri Genin.
Strinse nuovamente le bretelle mordendosi il labbro inferiore.
Doveva affrontarli, e a modo suo!

I cancelli iniziarono ad aprirsi ed in quel preciso istante iniziò a correre.

“Ehi guardate! C’è Sakura-chan!... Ciao Sak…” Naruto non riuscì a finire la frase, vedendo la rosa sorpassarlo di corsa senza degnare né lui e gli altri di un solo sguardo, come fossero invisibili.

“Credo sia ancora arrabbiata con voi!” disse Niji verso Naruto e Sasuke.

“E non solo con loro, ma anche con noi. Ci ha completamente ignorati!” aggiunse Kiba.

“Con noi? Ma non le abbiamo fatto niente!” controbatté Temari.

“Ma è convinta che patteggiamo per i suoi compagni!” intervenne Shikamaru, guardando Ino. Era chiaro a tutti il riferimento a quando la Yamanaka aggredì Sakura il giorno in cui Sasuke e Naruto si affrontarono in un duello durante gli allenamenti.

Ino abbassò il capo tristemente sussurrando semplicemente un “mi dispiace”. Anche lei si sentiva in colpa per averla accusata – ingiustamente - di non tenere abbastanza ai suoi compagni, ricredendosi solamente il giorno dell’esame in cui la rosa lottò con tutte le sue forze per salvarli.

“Tze! Andiamo!” disse infastidito l’Uchiha, incamminandosi con le mani in tasca.

I ragazzi non dissero più nulla, limitandosi a camminare in silenzio, salutandosi solamente in prossimità dei campi assegnati ai loro team.

“Teme, secondo te Sakura-chan ci perdonerà?” chiese tristemente Naruto.

“Perché lo chiedi a me?”

“Come perché? Voglio ricordarti che anche tu hai le mie stesse colpe e so benissimo che stai male quanto me per come l’abbiamo trattata!” asserì indispettito per l’atteggiamento distaccato del compagno.

“Ricordati gli insegnamenti di Kakashi!” disse semplicemente, sperando che afferrasse il suo suggerimento.

Naruto continuò a guardarlo cercando di comprendere la sua frase, fino a quando:

“Già, è vero!” esclamò, battendo un pugno sul palmo della mano: “Grazie teme, adesso sono più tranquillo!”

Sasuke incurvò leggermente le labbra in un sorriso…

Sakura era seduta sull’erba assorta nella lettura di un libro.

“Che stai leggendo di bello?” chiese Naruto, avvicinandosi a lei.

La ragazza continuò ad ignorarlo, rimanendo immobile nella stessa posizione anche quando il biondo si avvicinò a lei per sbirciare il contenuto di quelle pagine.
Continuava a comportarsi come se il compagno non fosse presente.

… Sasuke strinse i pugni…

“Eccovi qua, puntuali come sempre!” Kakashi comparve davanti a loro, sfoggiando un sorriso radioso da dietro la maschera.

“Ciao! Che bello rivederti!” urlò l’Uzumaki.

“Anche per me è bello rivedervi, ora però mettetevi a sedere che devo esporvi il programma di quest’anno!”

Sakura ripose il libro all’interno dello zaino, mentre Naruto si mise a sedere di fianco a lei sfoggiando un sorriso a trentadue denti, ignorato nuovamente. Sasuke invece si sistemò accanto al Jonin, intenzionato ad osservare attentamente la compagna.

“Come sapete, diventando Genin, da quest’anno inizierete a prendere parte ad alcune missioni per conto di Konoha. Saranno per lo più delle missive da consegnare ad altri villaggi e il rischio di incontrare dei nemici è molto basso, ma non temete, ci sarò anch’io con voi! Le missioni sono sempre diverse fra loro, alcune ci impegneranno per qualche ora, altre per qualche giorno, ma non credo sia il caso di soffermarmi su queste, ne discuteremo mano a mano che ci verranno assegnate. Quello che dovrete fare da oggi in poi, sarà allenarvi insieme nelle simulazioni di attacchi nemici e che sia chiaro… non voglio vedere mai più quello che è successo durante l’esame. Ora alzatevi e incominciamo!” ordinò perentorio.

“Senti Sakura-chan… per quanto riguarda quello che è successo… ecco io volevo…”

Ancora una volta Naruto non riuscì a finire la frase. Sakura l’aveva ignorato incamminandosi verso il centro del campo.

… Sasuke corrucciò la fronte…

“Muoviti dobe!” lo esortò senza dire altro.

Kakashi diede loro tutte le indicazioni necessarie per affrontare la prima simulazione con i ninja fantocci aumentati di potenza. Dovevano essere neutralizzati per poter liberare un ipotetico ostaggio.
Finito di spiegare, il Jonin attivò le arti magiche per ricreare lo scenario sul quale i Genin avrebbero dovuto combattere.
Era una foresta, con tanto di alberi e rocce. Al centro era stato collocato un palo con l’ostaggio legato ad esso con a guardia quattro nemici.

“Iniziate!” ordinò infine.

“Molto bene… due di noi attaccheranno i ninja e il terzo penserà a liberare l’ostaggio, che ne dite?” propose Naruto.

“No, è una trappola! Sicuramente ci sono altri nemici nascosti fra gli alberi. Quei quattro che vediamo sono solo delle esche per farci uscire allo scoperto. Dobbiamo escogitare una strategia che ci permetta di localizzare tutti i nemici e solo in quel momento potremo attaccare!” lo interruppe Sakura.

“Sakura-chan!” esclamò radioso il biondo. La rosa stava finalmente parlando con loro.

“Che proponi?” chiese concentrato Sasuke, smorzando l’entusiasmo dell’Uzumaki.

“Potremo fare in questo modo…” spiegando nei dettagli la sua strategia. Era perfetta ma la migliorò ascoltando le proposte e i suggerimenti dei suoi compagni.

Kakashi li stava osservando dalla sua posizione, notando soddisfatto la collaborazione dei ragazzi.
Sakura stava mantenendo la sua promessa, dimostrando anche il suo miglioramento nel padroneggiare il chakra, sia nei movimenti che nei lanci dei kunai, non mostrando mai nessun cenno di stanchezza.

I Genin combattevano fianco a fianco, spalleggiandosi ed aiutandosi a vicenda. L’intesa era pressoché perfetta, degna di un vero team. I ninja fantocci venivano eliminati grazie ai colpi micidiali dell’Uchiha e dell’Uzumaki mentre Sakura continuava a guardargli le spalle lanciando i pugnali con assoluta precisione. Non usava nessun colpo specifico ma era comunque straordinaria.
L’allenamento estivo le aveva giovato tantissimo.

La simulazione durò diverse ore, in quanto Kakashi continuava ad aumentare le difficoltà con l’aggiunta di nuovi ninja. Voleva vedere fino a che punto la squadra avesse la forza e la concentrazione per affrontare un duello.
Verso mezzogiorno, i tre ragazzi avevano riportato diverse ferite agli arti ed erano visibilmente esausti. Sakura non aveva mai trovato il tempo né per curare se stessa né i compagni .

“Basta così!” intervenne il Jonin avvicinandosi a loro: “… Sakura, usa le tue arti mediche, poi andate a riposare!”

La rosa ubbidì iniziando a concentrare il chakra curativo e rigenerativo dalle mani, sotto lo sguardo sorpreso dei compagni.

“Cosa sono quelle facce? Non mi direte che vi siete dimenticati che la vostra compagna è in grado di curarvi, vero?” domandò Kakashi.

“No, mi ricordo benissimo…” disse Naruto imbarazzato: “… E’ solo che non pensavo che potesse…”

“Ha l’autorizzazione per farlo!” specificò il maestro.

“Davvero? Come sono felice! Sakura-chan le mie congratulazioni e…”

La rosa, appena finito di curarli come ordinatole da Kakashi, si ritenne libera dagli allenamenti e quindi dall’obbligo di dimostrarsi unita e collaborativa con loro. Si incamminò verso l’angolo del campo destinato alla pausa, ignorando per l’ennesima volta Naruto e il suo disperato tentativo di parlarle e di chiederle scusa.

… Sasuke esplose!

“Ehi tu? Fermati!” tuonò inviperito.

Sakura continuava a camminare dandogli le spalle. Kakashi prevedeva guai, ma erano le conseguenze alla sua decisione ed era curioso di vedere come si sarebbe comportata.

“Ehi! Ti ho detto di fermarti!” le ringhiò contro dopo averla raggiunta, sbarrandole la strada con le braccia aperte.

“On no! Prevedo guai!” disse Naruto, precipitandosi verso di loro.

“A che gioco stai giocando?” le  domandò imbufalito, mentre lei continuava ad ignorarlo pensando ad un modo per superarlo.

“E’ inutile che ti guardi attorno, tanto non ti farò passare fino a quando non mi avrai dato una risposta soddisfacente!” le disse di rimando, come se le avesse letto nel pensiero.

“Teme smettila! Lasciala stare!” cercò di intervenire Naruto, mettendosi in mezzo ai due.

“Dobe, vuoi forse dirmi che non ti sei accorto di niente? Hai già provato varie volte a parlarle ma ti ha sempre ignorato, prima e dopo l’allenamento, quando invece, durante la simulazione, è stata molto ben predisposta ad interagire con entrambi! Voglio ed esigo di conoscere il motivo di questo cambiamento!” spiegandogli con rabbia la sua deduzione. L’aveva osservata attentamente ed era certo di non essersi sbagliato.

Kakashi si avvicinò alla rosa incrociandone lo sguardo:

“Sasuke ha ragione, merita una spiegazione!”

Sakura si morse il labbro inferiore spostando lo sguardo di lato. Non voleva abbassarlo, altrimenti avrebbe dimostrato di essere ancora una debole.

“Come vuoi!...” disse determinata: “… Mi deludi, credevo fossi più perspicace ma a quanto pare mi sono sbagliata!…” facendolo infuriare: “… Ascoltami bene perché lo dirò solo una volta, sarò collaborativa durante gli allenamenti e le missioni, parlerò e mi consulterò con voi come una degna compagna, ma solo in queste occasioni, per il resto vi ignorerò facendo finta che non esistiate. Chiaro adesso?” sfidandolo con lo sguardo.

“Cosa? Sakura-chan ma… ma sai che Kakashi vuole che…”

“Ho accettato questa sua decisione con la promessa che non comprometterà il team!” intervenne seriamente il Jonin.

“Ma…”
Naruto rimase senza parole, incredulo da quella rivelazione.

“E tutto questo perché ti senti ancora offesa per quello che è successo durante l’esame? Be’ lascia che ti dica una cosa… sei patetica, oltre che noiosa e insopportabile!” sputò con sdegno Sasuke.

“Come ti permetti?” ribatté con altrettanta rabbia.

“No! Sei TU quella che dovrebbe farsi per prima un esame di coscienza. TU ci hai volutamente ignorati senza nessun motivo, TU ti sei tenuta in disparte per mesi interi, TU hai deciso di integrarti alla squadra… e noi abbiamo sempre dovuto sottostare ai TUOI di voleri, proprio come adesso che dobbiamo attenerci ai TUOI capricci!” le urlò iracondo.

“Bada a come parli, non sono capricci! Non mi fido di voi… mi avete esclusa volutamente dalla squadra senza darmi l’opportunità di esservi d’aiuto solo perché mi ritenevate l’anello debole…”

“E lo sei ancora!” asserì con convinzione.

“Adesso anch’io so gestire il chakra e…”

“Ma davvero? I miei complimenti…” canzonandola per prenderla in giro: “… ma non è sufficiente! Per essere un bravo ninja occorrono altre doti e non mi sembra che tu le abbia!”

“Non conosco colpi potenti come i vostri, ma adesso, sapendo gestire il chakra potrò imparare…”

“Non parlo di tecniche di combattimento, ma di questo!”

Sasuke colpì con un pugno fulmineo sia Sakura che Naruto alla bocca dello stomaco. La rosa cadde con le ginocchia a terra portandosi le mani sull’addome.

“Ehi teme, ma cha accidenti ti è preso?” si lamentò Naruto, rimasto in piedi intento a massaggiarsi la parte colpita.

“Guarda la differenza. Vi ho colpiti entrambi con la stessa potenza, ma sei solo tu quella caduta a terra. Potrai anche aver imparato a controllare il tuo potere ma ti manca la resistenza fisica. Non puoi dipendere sempre e solo dal chakra! Il nemico ti attacca di sorpresa, proprio come ho fatto io, il tuo corpo deve essere in grado di reagire e di permetterti di contrattaccare all’istante. Cadendo a terra, metti a rischio non solo la tua vita ma anche quella dei tuoi compagni perché continui ad essere l’anello debole. Per quanto mi riguarda puoi fare quello che ti pare… ignorarmi, non mi importa ma io farò lo stesso con te... E un’ultima cosa, fino a quando sarai una debole ti escluderò dalla squadra ogni qualvolta avrò il presentimento che tu non possa riuscire nella missione, chiaro?” guardandola con astio.

“N-non p-puoi farlo!” cercò di controbattere, provata ancora dal dolore allo stomaco.

“Oh si che posso e lo farò anche a costo di colpirti io stesso per non averti fra i piedi! Sei utile solamente a curare e a nient’altro!” continuando ad attaccarla con rabbia.

“Adesso basta teme!...” intervenne determinato Naruto: “… Sakura-chan fa parte della squadra. Abbiamo sbagliato tutti e tre, questo è innegabile, ma dobbiamo guardare avanti ed accantonare le nostre divergenze. Non possiamo allenarci e combattere in sintonia se poi dopo ci ignoriamo!”

“Dillo a lei e non a me! Io mi limito a comportarmi di conseguenza!” gli rispose con la stessa determinazione.

“Sakura-chan?” la chiamò ignorando l’Uchiha: “… Ti prego, perdoniamoci a vicenda e ricominciamo tutto dall’inizio!” allungandole la mano sia come segno di pace, sia per aiutarla ad alzarsi.

Sakura voltò il capo di lato, ignorandolo completamente.

“Hai visto dobe? Continua ad ignorarti… ascolta il mio consiglio, lasciala stare!” disse allontanandosi.

“Per oggi l’allenamento è finito, ci vediamo domani!” ordinò Kakashi, rimasto in disparte fino a quel momento.

Naruto lo guardò ritirando la mano tesa verso la compagna e rassegnato, oltre che dispiaciuto, raggiunse Sasuke.

“Sakura?” sussurrò il Jonin abbassandosi accanto a lei ancora in ginocchio: “… ogni decisione presa porta a delle conseguenze, positive o negative… dimmi, sei ancora intenzionata a proseguire su questa strada? Vuoi veramente continuare ad ignorarli? Più farai passare il tempo, più il rapporto con i tuoi compagni potrebbe deteriorarsi a tal punto da non poterlo più recuperare, nemmeno quando raggiungerai il tuo obiettivo. Pensa alle mie parole, rifletti attentamente!” cercando di farle comprendere l’errore che stava commettendo.

“Si, sono decisa a continuare!” asserì con determinazione, alzandosi con fatica.

“Sbagli, ma fai come vuoi purché continui a mantenere la tua promessa! Comunque… complimenti per i tuoi miglioramenti sulla padronanza del chakra e ben tornata a Konoha!” disse prima di andarsene e lasciarla sola, assorta nei suoi pensieri.

Sasuke era stato duro, ma lo immaginava dato che non era mai stato particolarmente gentile con lei. L’aveva offesa ed umiliata ancora una volta e ancora una volta non aveva pronunciato il suo nome, nemmeno durante l’allenamento.
Era ancora più determinata ed intenzionata a comportarsi come aveva deciso per dimostrargli di essere utile ed indispensabile.
Era lui il suo obiettivo, voleva e doveva fargli cambiare opinione su di lei!

Recuperò il suo zaino, incamminandosi, ancora provata dal pugno, verso l’uscita dei cancelli.

****


 “Teme, aspetta!” lo chiamò Naruto cercando di raggiungerlo.

“Che vuoi?” domandò ancora incollerito.

“Non credi di essere stato troppo duro con lei?” chiese una volta raggiunto.

“E lei allora? Si sta comportando come una stupida! Vuole fare l’offesa a vita? Che faccia, non mi importa un bel niente!” rispose con risentimento.

“Per quanto mi riguarda, continuerò a comportarmi come sempre, voglio farle capire che potrà sempre contare sul mio aiuto sia durante che fuori gli allenamenti. Voglio veramente esserle amico!” disse convinto.

“Fa quello che ti pare, per quanto mi riguarda lei non esiste, almeno fino a quando non mi dimostrerà il contrario!”

*****


Sakura era ritornata al settore omega, ripensando alle parole di Sasuke. Continuava a giudicarla ancora una debole, nonostante fosse riuscita a padroneggiare senza problemi il chakra, accusandola di non avere una resistenza fisica adeguata per un team. Tutto sommato non poté dargli torto, solo lei era atterrata per il colpo ricevuto, mentre Naruto era rimasto in piedi, dimostrando di avere molta più resistenza fisica rispetto a lei senza dover ricorrere al chakra.
Per tutta l’estate si era allenata sul suo potere, sul gestirlo ed utilizzarlo a proprio piacimento come una vera kunoichi, convinta che la resistenza di cui necessitava dipendesse solo da quello, ma Sasuke le aveva fatto comprendere l’errore di tale convinzione.
Doveva trovare un modo per allenare il suo corpo e renderlo più resistente.

Più facile a dirsi che a farsi!

Durante gli allenamenti era impensabile non utilizzare il chakra, sarebbe stata annientata dai ninja fantocci al primo colpo.
Pensò e ripensò, fino a quando non le venne un’idea…

Verso le cinque del pomeriggio, lungo un torrente che passava nei pressi della periferia del settore omega, le risate spensierate di alcuni ragazzi spezzarono il silenzio di quel posto.

“Ma guardate un po’ chi c’è!” disse canzonatorio Alan, scorgendo la figura di Sakura.

“Avevi detto che ci saremo rivisti ed eccomi qua!” gli rispose di rimando.

“Non mi piace il tono della tua voce, come non mi è piaciuto lo sguardo di ieri! Che volevi dimostrare? Che ti senti una dura solo perché indossi il coprifronte della Foglia? Ti ricordo che con me devi abbassare lo sguardo!” le disse con cattiveria, mentre gli altri ragazzi iniziarono a sghignazzare divertiti.

Sakura continuò a fissarlo con determinazione, facendolo infuriare ancora di più.

“Come osi, mezzosangue!” scagliandosi contro di lei, iniziando a schiaffeggiarla.

“Tutto qui? Credevo fossi più forte!” cercando di provocarlo.

“Cosa? Adesso vedrai, ti picchierò fino a quando non mi implorerai di smetterla!” colpendola ripetutamente, usando anche i calci.

La rosa aveva annullato il chakra lasciando il suo corpo indifeso, ma i colpi di Alan non erano abbastanza forti come il pugno di Sasuke.
Così non andava bene…

“Sai Alan, mi stai facendo il solletico!” lo derise allegramente.

“Ah si? Forza ragazzi, aiutatemi a far abbassare la testa a questo rifiuto della società!” ordinò perentorio.

Otto ragazzi iniziarono a scagliarsi contro di lei, era la prima volta che la colpivano tutti insieme, ma li aveva provocati ed era giusto darle una bella lezione.

Sakura incassò i colpi, stringendo i denti per soffocare il dolore, lo stesso provato con il pugno dell’Uchiha. Il pestaggio che aveva intenzione di far cessare, era diventato essenziale sia per rafforzare la sua resistenza fisica, sia per esercitarsi con le arti curative. Era squallido e ne era consapevole, ma era anche l’unico modo per inseguire il raggiungimento del suo obiettivo.


 


Angolo dell’autrice:

Eccomi con un nuovo aggiornamento. Immagino che ci siate rimasti mali per la conclusione di questo capitolo, vi capisco, perché è la stessa sensazione che ho provato io stessa mentre lo scrivevo, ma partiamo con ordine…

All’inizio ci troviamo in un ambiente familiare pieno di amore. Sakura che racconta al padre di tutto che ha fatto ed imparato durante il suo “esilio”, fino a quando non vanno a dormire e dove scopriamo i pensieri del genitore. Sapevamo già che non aveva mai trovato la forza per raccontarle la verità sulle sue origini, ma dopo il divieto di parlare da parte dell’Hokage e la rivelazione sulle sue condizioni di salute, il padre ha paura di morire prima di riuscire a farlo.
Triste, lo so!

Passiamo al team 7: Sakura ha dovuto raccontare la sua decisione ai compagni. Ovvio che l’orgoglio di Sasuke prendesse il sopravvento trattandola in quel modo, ma attenzione… tutto sommato, anche se il suo tatto lascia molto a desiderare, non ha avuto tutti i torti.
Gli errori vengono commessi da tutti, ma bisogna anche trovare il modo per perdonarsi a vicenda e ricominciare tutto daccapo (proprio come ha detto Naruto). Se si prendono delle decisioni, bisogna avere il coraggio di accettarne le conseguenze (Kakashi). Non basta padroneggiare il chakra per essere accettato in un team, bisogna dimostrare altre doti (Sasuke).

L’Uchiha l’ha sempre aiutata a migliorarsi e anche questa volta lo ha fatto, ma si capirà meglio più avanti e vi do un piccolo accenno già in questo angolo autrice.

Sakura ha deciso di continuare a subire il pestaggio come forma di allenamento… molto macabro, ma sinceramente è l’unico modo che ha a disposizione, dato che non ha nessuna intenzione di chiedere aiuto ai suoi compagni, gli stessi che l’hanno abbandonata durante la prova decisiva.

Come sapete, questa ff per me è molto importante, ma mi sto accorgendo che più vado avanti più ho grosse difficoltà nel scrivere il seguito nonostante la trama sia ben delineata nella mia mente. Sarà perché siamo nella parte centrale piena di cambiamenti, sarà per il poco tempo a disposizione, sarà per tante altre cose che ancora non so, ma una cosa è certa, la finirò.

Ringrazio tutti quanti voi, che con costanza ed affetto continuate a seguirmi e a lasciarmi delle bellissime recensioni, utili e molto stimolanti per il proseguimento. Come ringraziamento vorrei rispondere ad una richiesta che spesso mi avete fatto: Alan quando la smetterà di picchiarla?
La risposta è questa: prima che Sakura compia gli anni… adesso siamo a settembre, ma … non sarà la rosa a fermarlo e a dargli una bella lezione!
Grande spoiler!
L’ho fatto con molto piacere perché mi sembra giusto e corretto contraccambiare la vostra gentilezza.

Spero che il capitolo sia stato… generalmente scrivo di “vostro gradimento”, ma sinceramente ho un po’ paura di farlo…
Per favore non mi bastonate troppo altrimenti mi butto ancora più giù di quanto non lo sia già!

Direte: allora perché hai scritto una cosa del genere?

E’ necessario per il proseguimento. Sakura deve toccare il fondo, non può continuare a tenersi tutto dentro e ad affrontare i problemi con ostilità e cosa peggiore, da sola! Ma lo capirà….

Ricordatevi sempre che per tanto drammatica possa essere, adoro il lieto fine con il trionfo del sasusaku. Abbiate fiducia in me!
Un bacione grande grande.

 

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Capitolo 33
*** Prima missione ***


Ancora una volta la sua intuizione era risultata corretta. La decisione di Sakura non era stata accolta favorevolmente dai suoi compagni e come previsto, Sasuke l’aveva attaccata verbalmente finendo per litigare furiosamente.
Kakashi aveva previsto tutto nei minimi particolari ed era stato per questo motivo che si era presentato alla mattina nel settore omega, per metterla in guardia e accertarsi che l’allieva avesse valutato attentamente tutte le conseguenze che avrebbe portato la sua nuova idea di collaborazione.
Si era trovato costretto a sospendere l’allenamento poiché sarebbe stato impensabile continuare dopo quello che si erano detti i due cadetti, nonostante l’intromissione di Naruto nel cercare di appianare le divergenze dei compagni.
In cuor suo sperava che i ragazzi approfittassero di quelle ore per riflettere attentamente sull’accaduto, ma conoscendoli, dubitava fortemente che ciò sarebbe successo: Sasuke era troppo orgoglioso e Sakura troppo testarda.
Entrambi avrebbero continuato a perorare le proprie convinzioni non ammettendo le loro colpe.

Per la prima volta, non aveva idea su come affrontare una situazione così particolare.

“Kakashi come mai sei qua e non con il tuo team?”

“Hokage è lei?” domandò sorpreso dopo essere stato interrotto dai suoi pensieri.

“Si sono io! Oggi è il primo giorno di Accademia e come tale è mio preciso dovere tenere un discorso inaugurale alle nuove reclute. Intanto che mi trovavo qua, ne ho approfittato per dare un’occhiata ai vari registri e per informarmi dell’affidabilità delle varie squadre ninja” spiegò senza troppi dettagli. Non poteva parlare apertamente, non in quel luogo pieno di orecchie indiscrete che avrebbero potuto fraintendere e creare allarmismo.

“Capisco!...Io invece, come primo giorno ho preferito non esagerare troppo con i miei ragazzi… sono appena rientrati dalle vacanze e non mi sembrava il caso di metterli subito sotto pressione!” guardandola seriamente negli occhi, sperando che afferrasse la sua richiesta silenziosa di parlare in privato.
Era l’unica, insieme al suo maestro Fugaku, a potergli dare un valido consiglio su come comportarsi con il team7.

“Non male l’idea di riabituare gradualmente i ragazzi ai ritmi dei tuoi allenamenti…” sospirando e volgendo lo sguardo verso il cielo azzurro: “… Dato che sei congedato dal tuo incarico di maestro, posso approfittarne per chiederti di venire con me a Palazzo ed aspettare che firmi tutte le autorizzazioni necessarie per poi riportarle nuovamente in Accademia? Mi eviteresti un giro e guadagnerei del tempo prezioso per continuare il mio lavoro!”

“Certamente, con molto piacere!” acconsentendo soddisfatto. Tsunade aveva capito, i permessi non richiedevano un’ urgenza tale da essere riconsegnati firmati in giornata.

Durante il tragitto si limitarono solamente a parlottare di questioni futili come il tempo, le vacanze appena finite, l’inizio del nuovo anno accademico… e tutto per non attirare l’attenzione e la curiosità dei passanti che si fermarono al loro passaggio per guardarli e ascoltare le loro conversazioni.
La sceneggiata durò fino a quando il Jonin non chiuse dietro di sé la porta dell’ufficio dell’Hokage, trovandosi di fronte il suo maestro Fugaku, intendo ad esaminare alcuni rapporti.

“Kakashi? Che ci fai qua? E’ successo qualcosa? Sasuke e Naruto ne hanno combinata un’altra delle loro?” domandò a raffica il capo clan Uchiha, conoscendo il temperamento dei suoi ragazzi.

“Buon giorno maestro! Non hanno combinato niente o almeno non come crede lei!” rispose, lasciando il beneficio del dubbio agli unici presenti nella stanza.

“Che intendi dire?” chiese curiosamente Tsunade dopo essersi seduta dietro alla sua scrivania.

“Che come previsto è nato un litigio furioso fra Sasuke e Sakura. Sono stato costretto ad interrompere l’allenamento perché sarebbe stato inutile continuare dopo quello che si erano detti!” centellinando sui dettagli.

“Quel ragazzo prima o poi mi farà impazzire… non so più come spiegargli di comportarsi bene con la sua compagna!...” sospirando sconfortato: “… Questa sera gli parlerò nuovamente o lo metterò di fronte ad un ultimatum definitivo altrimenti…”

“No! Sasuke non ha colpa… ha solamente reagito dopo aver appreso l’intenzione di Sakura di mantenere un comportamento distaccato con i compagni fuori dagli allenamenti e dalle future missioni. A modo suo le ha detto ciò che pensava di lei e che non gli importava niente, aggiungendo che anche lui l’avrebbe ignorata nello stesso modo fino a quando non avesse dimostrato di valere qualcosa all’interno della squadra. Non credo che suo figlio meriti un rimprovero per aver espresso la propria opinione!” cercando di placare l’ira di Fugaku, la cui vena alla tempia destra aveva iniziato a pulsare freneticamente.

“Stai forse dicendo che Sakura ha raccontato tutto ai suoi compagni? Non avrei mai immaginato che lo avrebbe fatto!” constatò incredula Tsunade.

“Veramente l’ho costretta io a farlo e solo dopo che Sasuke si era accorto che c’era qualcosa di strano. Era impensabile cercare di tenerlo nascosto e Sakura deve imparare ad assumersi le proprie responsabilità e ad affrontare le conseguenze delle sue decisioni! Mi sono dichiarato favorevole ad accettare questa sua richiesta assurda a patto che non vada a compromettere né la sua incolumità né quella dei compagni, ma ora… ma ora non so come fare a gestire tutto questo!” spiegò amareggiato.

“Adesso è tutto chiaro… ma abbiamo promesso a Sakura di assecondarla e non ho intenzione di rimangiarmi la parola data, non dopo che le è stata tolta la possibilità di frequentare lo stage in ospedale. Sarebbe un altro duro colpo per lei e non voglio farla soffrire ancora sapendo quanto sia incerto il suo futuro!” disse Tsunade, appoggiando la fronte sulle mani intrecciate dopo aver appoggiato i gomiti sulla scrivania.

“E che intendi fare? Lo sai benissimo anche tu che Kakashi ha ragione… come credi possa riuscire ad allenare i suoi ragazzi in questo modo? Non giustifico mio figlio e nemmeno la ragazza… comprendo entrambi i loro punti di vista, ma bisogna trovare una soluzione appropriata specie in questo periodo di massima allerta!” le fece notare Fugaku, la cui vena iniziava a tremare di meno.

“Massima allerta? Amico mio, riesci sempre a darmi ottimi suggerimenti!...” asserì compiaciuta, sfoggiando un sorriso radioso: “… La soluzione è molto semplice, bisogna battere il chiodo finché è caldo e l’unico modo è quella di mandare il team7 in missione, subito domani mattina!”

“Cosa?” gridarono all’unisono i due uomini.

“Esatto! Ho giusto una missione di livello D adatta a questo caso. Il team7 dovrà recarsi in un villaggio di campagna a Nord del Regno per consegnare alcune scorte di medicinali. Anche se dista quasi cinque ore da Konoha, il rischio di venire attaccati dalla nuova organizzazione criminale è quasi inesistente dato che è già stato attaccato e setacciato più di un anno fa!” illustrando la missione con ottimismo.

“Ma non avevamo deciso di affidarla alle altre squadre Genin che hanno il grado da oltre un anno? Non ti sembra di essere troppo precipitosa? Dopotutto hanno appena ricominciato l’Accademia e…”

“Invece è perfetto! E’ l’unico modo per fargli comprendere quanto sia importante l’affiatamento durante le missioni e quindi anche durante gli allenamenti. Sono convinta che capiranno l’importanza di accantonare le loro divergenze dimostrandosi un team unito, capace di affrontare qualsiasi avversità che gli si presenterà da oggi in poi, fra cui le decisioni di Sakura e di Sasuke!” spiegò minuziosamente l’Hokage.

“Potrebbe essere una soluzione adatta. Dopo il litigio di oggi dubitavo fortemente di ricominciare ad allenarli domani come se nulla fosse accaduto, ma con questa missione le cose sono diverse. Sakura sarà costretta ad essere collaborativa per tutta la durata dell’incarico e Sasuke potrebbe rivalutare la sua decisione di ignorarla completamente… sì, potrebbe funzionare! Staremo fuori anche alla notte?” domandò speranzoso.

“Sicuro! Gestirai tu i tempi necessari per farvi rientrare il giorno seguente!” ordinò soddisfatta.
Kakashi aveva compreso pienamente la sua idea, ma Fugaku? Era l’unico rimasto in silenzio.

“E tu non dici niente?” chiese perplessa voltandosi verso l’amico.

“Non sono io che decido, ma se proprio vuoi conoscere la mia opinione… be’, non sono molto convinto e non mi riferisco alla tua idea che trovo appropriata, ma al rischio che i ragazzi possano cadere in un’imboscata. Il pericolo che ciò accada è quasi nullo, ma non impossibile. E’ proprio per questo motivo che avevamo deciso di non affidare nessuna missione ai neo Genin per almeno un paio di settimane, proprio per permettergli di allenarsi nuovamente sotto la guida dei loro maestri e studiare nuove strategie di difesa e di attacco.” esponendo preoccupato le sue incertezze.

“Oh andiamo Fugaku, stiamo parlando del team di Sasuke e di Naruto! Lo sai benissimo anche tu che sono capaci di padroneggiare alla perfezione delle tecniche di combattimento molto potenti e anche Sakura non è da meno, io stessa ho accertato di persona la sua preparazione durante l’estate e credimi, quella ragazza è dotata di una forza straordinaria nonostante il sigillo della stella a quattro punte e poi non dimenticarti che con loro ci sarà anche Kakashi, il miglior Jonin di tutto il Regno. Vedrai, non correranno nessun rischio e torneranno a casa sani e salvi!” asserì fiduciosa, sperando di tranquillizzarlo. Dopotutto era comprensibile la sua ansia da padre, in cui per la prima volta vedeva partire in missione i suoi bambini divenuti ormai grandi.

“Un attimo… forza straordinaria? Di che sta parlando?” domandò curiosamente il Jonin.

“Sakura è riuscita ad inventare un colpo tutto suo, usando la potenza del poco chakra che ha a disposizione e credimi… è veramente micidiale!” iniziando a ridere sonoramente al ricordo della devastazione che aveva causato nel bosco della vecchia Chyo e alla sua disperazione nel dover tagliare tutta quella legna.

“E di che si tratta con esattezza?” continuò a chiedere.

“Non ti dirò niente fino a quando non sarà lei a mostrarlo, quindi non le chiedere niente, intesi? L’unica cosa che posso dirti è che ha chiamato il suo colpo shannaro… accontentati di questo!” liquidando così ogni altra possibile domanda.

“Me lo farò bastare! Grazie per l’informazione!” disse infine Kakashi, strofinandosi la sua zazzera argentea.

“Fugaku?” domandò Tsunade, guardandolo seriamente in attesa di ricevere la sua approvazione riguardante la missione.

“D’accordo!” sospirando rassegnato.

“Allora è deciso! Vado subito ad avvisarli!” affermò soddisfatto Kakashi.

“No, aspettiamo questa sera! Diamogli il tempo di riflettere su quanto accaduto oggi, solo in serata li informeremo del loro primo incarico da Genin e se permettete, vorrei essere io a comunicarlo a tutti e tre. Prima di ritornare a casa, mi fermerò nel settore Omega per avvisare la ragazza!” si propose invece Fugaku.

“Come vuoi, ma forse è meglio che ci pensi direttamente il signor Yukan con Sakura. Gli concederò un’ora di permesso retribuito per dare ad entrambi un po’ di tempo da stare insieme… non dimentichiamoci che la ragazza è rientrata ieri dopo tre mesi e già domani dovrà lasciare nuovamente Konoha, anche se solo per un paio di giorni!” intervenne Tsunade, volgendo lo sguardo verso la finestra.

“Va bene, allora ci penserete voi ad avvisare i ragazzi! La partenza è fissata domattina alle sei davanti ai cancelli del villaggio… dovremo arrivare a destinazione per le undici, il tempo di pranzare e di riposarci un paio d’ore poi effettueremo la consegna di medicinali. Ripartiremo per Konoha verso le cinque del pomeriggio e ci fermeremo a circa metà strada per il  pernottamento. Conosco un posto abbastanza sicuro ed è  vicino ad un piccolo ruscello, giusto per poterci rinfrescare un po’… il mattino ripartiremo di buon’ora e per le dieci dovremo già rientrare!” disse Kakashi, illustrando nei minimi dettagli l’itinerario della missione.

“Perfetto! Vi aspetterò per il rapporto!” rispose Tsunade, congedando il Jonin.

“Aspetta un attimo Kakashi!...” lo fermò Fugaku: “… Prima ci hai parlato di Sasuke e di Sakura… e Naruto?” domandò curiosamente.

“Naruto? Lui è l’equilibrio!” rispose, volgendo appena lo sguardo verso il suo maestro prima di uscire dall’ufficio dell’Hokage.

Sia Tsunade che l’Uchiha sorriso appena.

“Hai sentito amico mio? Naruto è proprio come suo padre Minato… hanno il potere di affiatare chiunque!”

“Già… ma Naruto rimane comunque una piccola peste capace di combinare guai su guai!” aggiunse Fugaku, sogghignando beffardamente.

Kakashi uscì da Palazzo completamente soddisfatto. La missione affidata era la chiave per smorzare il clima negativo creato all’interno del team, Naruto sarebbe stato l’elemento fondamentale grazie alla sua buffonaggine ed il suo ottimismo, Sakura sarebbe stata costretta ad essere collaborativa, Sasuke avrebbe avuto modo di valutare le potenzialità della compagna e chissà, con il tempo, forse i suoi ragazzi avrebbero capito la vera importanza di essere affiati fra di loro, imparando ad avere fiducia gli uni fra gli altri, confidarsi e aiutarsi in ogni circostanza, specie Sakura.
Non gli convincevano quei ragazzi civili che aveva incontrato e conosciuto quella stessa mattina. Era convinto che l’allieva nascondesse qualcosa di molto importante ma, dato la sua testardaggine, non avrebbe mai raccontato i suoi problemi.
Bisognava aspettare ed avere pazienza, doti fondamentali per essere un vero ninja… e lui lo era!
 

******
 

Fugaku rientrò a casa verso le sette di sera, trovando i due ragazzi intenti ad allenarsi in giardino al corpo a corpo, la loro specialità e il loro divertimento preferito: adoravano farsi del male!

“Adesso basta! Entrate in casa, andate a lavarvi le mani e scendete subito in cucina che devo parlarvi di una questione molto importante!” asserì affettuosamente il capo famiglia, voltandogli subito le spalle. Un atteggiamento alquanto insolito che lasciò perplessi i due giovani.

“Caro?” domandò preoccupata Mikoto, conoscendo perfettamente il marito.

“Dopo… dopo!” cercando di tranquillizzarla anche se in realtà ne aveva più bisogno lui.

Itachi era rimasto in silenzio anche se sospettava il motivo di tanto mistero.

Naruto e Sasuke arrivarono in cucina dopo meno di dieci minuti. I loro sguardi erano pensierosi e un po’ preoccupati.

“Di cosa ci devi parlare zio?” domandò Naruto, spezzando il silenzio della stanza.

“Ecco… domattina Kakashi vi aspetta ai cancelli del villaggio per le sei in punto…” sospirando profondamente: “… partirete per la vostra prima missione di livello D e starete fuori una notte!”

“Davvero?” urlarono sbalorditi ed emozionati i due ragazzi. Il loro primo incarico ufficiale dalla nomina di Genin!

“Yuppi! Yuppi!” continuò Naruto, alzandosi e saltando dalla gioia, mentre Sasuke sfoggiò un leggero sorriso.

“E bravi i miei due fratellini! La vostra prima missione che vi aprirà le porte del mondo dei grandi!” canzonò divertito Itachi, strofinando affettuosamente i capelli di Sasuke.

“Tze… non proprio dato che è solamente un livello D!” controbatté quasi indispettito, anche se in realtà al suo interno gongolava orgogliosamente.

Fugaku e Mikoto, invece, abbassarono il capo tristemente. I loro piccoli erano cresciuti!

“Perché quelle facce? Non siete contenti per noi?” domandò Naruto, accorgendosi dello stato d’animo degli zii.

“Certo!” intervenne prontamente Mikoto. Sarebbe stato impossibile per lei spiegargli come si sentivano interiormente.

“Ora ascoltatemi attentamente…” intervenne Fugaku: “… ceneremo, vi andrete a lavare, preparerete il vostro equipaggiamento e poi subito a letto, domattina la svegli per voi suonerà molto presto e non ho nessuna intenzione di venirvi a buttare giù dal letto, intesi?”

“Non preoccuparti zio, dall’emozione dubito fortemente che riuscirò a dormire… teme ma ci pensi? La nostra prima missione! Che ne dici se dopo andiamo dai nostri amici per informarli? Credo che moriranno dall’invidia!” disse divertito Naruto.

“Baka! Non hai capito cosa vi ho appena detto di fare? Tu non andrai da nessuna parte questa sera!” lo ammonì Fugaku, tirandogli un pugno sulla testa.

“Ahio!” si lamentò il biondo, provocando l’ilarità di Itachi e della zia.

“Il solito dobe!” aggiunse Sasuke, apprestandosi per iniziare a mangiare.

“Comportatevi bene e cercate di aiutarvi sempre! La collaborazione è importante quando si è in missione!” si raccomandò Mikoto, servendo la zuppa in tavola.

Sasuke e Naruto abbassarono il capo: il primo indignato, il secondo dispiaciuto.

“E adesso che vi è preso? In fin dei conti la mamma non ha detto niente di sbagliato!” chiese sorpreso Itachi.

“E’ per Sakura, vero?” domandò Fugaku, l’unico a sapere cos’era successo quella mattina.

“Sakura? Non mi direte che vi siete comportati ancora male con lei?” interloquì  indispettita Mikoto, portandosi le mani sui fianchi.

“Ancora?” si intromise incredulo Itachi.

“E’ stata lei ad iniziare, noi ci siamo limitati a reagire di conseguenza!” disse Sasuke, stringendo le mani a pugno.

“Tu ti sei comportato di conseguenza, non mettermi in mezzo teme! Sai benissimo qual è la mia opinione e continuerò a provarci fino a quando non ci riuscirò!” lo contestò Naruto.

“Un attimo, non ci sto capendo niente… ci volete spiegare?” intervenne curiosamente Itachi.

“In poche parole, Sakura vuole essere collaborativa con il team solo durante gli allenamenti e le missioni… Sasuke sentendo questa richiesta le ha risposto che anche lui la ignorerà fino a quando non dimostrerà il suo valore e Naruto… e Naruto non si darà per vinto fino a quando non riuscirà a farsi perdonare da lei… credo di non aver tralasciato niente!” spiegò con poche e semplici parole Fugaku.

“E tu come fai a saperlo?” domandò sbalordito Naruto. Né lui, né Sasuke avevano raccontato a nessuno di quanto successo quel giorno.

“Io so tutto!” gli rispose con un’autorità beffarda, facendo respirare il figlio minore, preoccupato di venire rimproverato.

“E Kakashi permette tutto questo?” chiese allibito Itachi.

“Diciamo che è una specie di prova!” gli rispose lanciandogli uno sguardo in cui gli fece capire di non chiedere altro.

Mikoto rimase in silenzio anche se la sua espressione lasciava intendere di avere diverse domande e preoccupazioni riguardanti quella strana situazione all’interno del team dei suoi ragazzi.
La famiglia Uchiha cenò in completa armonia, tralasciando completamento il discorso “Sakura e missione”, fino a quando Fugaku ordinò ai due di andarsi a lavare.

“Caro? Non pensi che questa situazione possa influire negativamente sulla squadra? Dovranno affrontare diversi incarichi per conto del villaggio e alcuni di questi
potrebbero rivelarsi pericolosi… insomma, non mi sento affatto tranquilla al pensiero che possa accadere qualcosa di brutto. Ma perché gli avete affidato subito una missione? Non potevate affidarla ad altre squadre?” domandò a raffica Mikoto, esponendo tutti i suoi timori.

“Calmati Mikoto, è tutto sotto controllo! La missione in sé per sé non è pericolosa, inoltre non ti dimenticare che con loro ci sarà anche Kakashi, il nostro miglior Jonin e poi… poi sia Sasuke che Naruto sono molto forti e da quel che dice Tsunade, anche Sakura non è da meno. Per quanto riguarda il discorso della richiesta della ragazza mi trovi del tuo stesso parere, ma potrebbe essere anche la soluzione necessaria per far affiatare finalmente il team!” rispose, accarezzandole le braccia per tranquillizzarla.

“Papà ha ragione, non temere mamma!” asserì fiducioso Itachi, anche se nutriva le stesse preoccupazioni della genitrice.

Rimasero tutti e tre in cucina fino alle undici di sera a compiere i soliti lavori: Fugaku intento ad esaminare alcuni rapporti che era solito portarsi a casa, Mikoto a rassettare la cucina e Itachi a limare e lucidare tutte le sue armi e per ultima, la più importante, la sua katana. Naruto e Sasuke invece erano già andati a dormire da circa un paio d’ore.

“Finito! Sono stanco è meglio che vada a riposarmi!” disse tutto d’un tratto Fugaku, alzandosi e dirigendosi verso le scale.

“Anch’io, vengo con te!” intervenne Itachi.

“Figliolo, potresti aiutarmi a finire?” domandò dolcemente Mikoto, sorprendendo Itachi per la richiesta. Non era mai capitato che la madre chiedesse aiuto per riordinare o pulire, generalmente ci pensava lei oppure, se troppo stanca, posticipava il tutto alla mattina seguente facendosi aiutare dalle domestiche.

“Va bene!” rispose titubante in attesa di ricevere le direttive.

Mikoto salutò il marito con il solito e consueto bacio a fior di labbra, sussurrandogli che lo avrebbe raggiunto entro venti minuti.
Itachi continuava ad osservare quegli strani scambi di sguardi e di informazioni. Se prima nutriva qualche sospetto, ora aveva la certezza assoluta che stessero confabulando qualcosa.
Aspettò di sentire il padre salire al piano di sopra, poi:

“Mamma, mi spighi che sta succedendo?” chiese esplicitamente.

Mikoto sorrise per la perspicacia del figlio ed era giusto colmare le sue curiosità.

“Vedi… tuo padre deve fare una cosa molto importante e sai quanto sia riservato per certi aspetti… è per questo che ti ho chiesto di aiutarmi anche se in realtà ho già finito tutto. Fra venti minuti potremo salire anche noi!” gli spiegò sorridendo.

“Ma cosa deve fare?” insistette. La curiosità era al massimo.
Mikoto sospirò profondamente, chiudendo gli occhi. Non sapeva come dirglielo ma non poteva nemmeno ignorare le sue domande.

“D’accordo… azzera la tua aurea e seguimi molto lentamente… è importante non farci percepire!” dirigendosi molto cautamente verso le scale.

Itachi seguì dettagliatamente gli ordini della madre, seguendola e rimanendo sempre dietro di lei in attesa di ricevere altre disposizioni. Era tutto molto strano, ma così tremendamente eccitante e divertente, cosa doveva fare suo padre?
Mikoto si affiancò alla parete, portandosi l’indice all’altezza del naso intimando l’assoluto silenzio poi, con il capo, gli fece cenno di sbirciare…
Itachi osservò curiosamente e dopo qualche istante si appoggiò al muro insieme alla madre, guardandola incredulo mentre lei gli fece cenno di ritornare nuovamente in cucina.

“Allora? Cos’hai visto?” domandò quasi divertita una volta scesi al piano di sotto.

“Cos’ho visto? Papà che usciva dalla camera di Sasuke e che si dirigeva verso quella di Naruto… mamma, ma che gli è preso?” chiese completamente spaesato da quello strano comportamento del padre. Non ricordava di averlo mai visto entrare nelle loro stanze per rimboccargli le coperte o per assicurarsi che stessero dormendo.

“Capirai meglio una volta che diventerai genitore! Tuo padre è in pensiero per i tuoi fratelli che domani partiranno per la loro prima missione… per noi è sempre un’ansia sapervi lontani da casa con il pericolo che possa accadervi qualcosa. Anche se siamo ninja e siamo consapevoli del nostro ruolo, una volta diventati genitori cambia tutto e non è facile abituarsi all’idea che siete diventati grandi… degli uomini… e che un giorno uscirete per sempre da questa casa formando a vostra volta una famiglia. Gli anni passano, ma rimarrete per sempre i nostri bambini!” disse asciugandosi una lacrima.

“Mamma?” la chiamo affettuosamente, commosso da quelle parole piene d’amore.

“Scusami, non sono riuscita a trattenermi!” voltandosi verso il figlio con il suo solito sorriso nonostante il rossore degli occhi.

Gli mise davanti una tazza di thè fumante, incoraggiandolo a berlo in sua compagnia.

“Sai… anche con te tuo padre fece la stessa cosa, ma a differenza dei tuoi fratelli, rimase tutta la notte a vegliare il tuo sonno, uscendo dalla stanza qualche minuto prima che ti svegliassi!” gli raccontò tra un sorso e l’altro.

“Cosa?” guardandola sbigottito.

“Oh si! E’ stato durante la tua prima missione con gli anbu. Per tanto fosse orgoglioso di te per l’incarico ottenuto alla tua giovane età, tanto era terrorizzato all’idea che potesse succederti qualcosa!” aggiunse la madre.

“Non me lo sarei mai aspettato… mi lasci senza parole!” disse ancora incredulo.

“Che non ti scappi una parola con nessuno di quello che hai visto prima e di quello che ti ho raccontato, altrimenti….”

“Sono guai!” finì lui la frase.

“Esatto!”

Madre e figlio finirono di bere il thè, aspettando silenziosamente lo trascorrere dei venti minuti prima di poter raggiungere le proprie stanze, lasciando così Fugaku libero di aggirarsi fra una stanza e l’altra senza il pericolo di essere visto.

Era entrato per primo da Sasuke, controllando subito che lo zaino necessario per il giorno seguente fosse già stato preparato. Si rallegrò vedendo che era tutto pronto, vestiti compresi appoggiati ordinatamente sulla sedia. Si era poi avvicinato al letto, osservando il figlio dormire beatamente coperto fino a metà busto e il braccio fuori dalle lenzuola. Glielo alzò delicatamente, cercando di non svegliarlo, sistemandolo all’altezza del fianco rimboccandogli infine le coperte. Lo guardò per un tempo interminabile e prima di uscire gli accarezzò affettuosamente i capelli e la guancia. Si voltò un’ultima volta per guardalo con affetto prima di richiudersi dietro di sé la porta.

Attraversò il corridoio per dirigersi nella stanza di fronte, quella di Naruto, ignaro che gli occhi di Itachi lo stessero fissando.

Abbassò la maniglia molto lentamente e aprì la porta con altrettanta lentezza. Non era per la preoccupazione di svegliare il nipote, dato il rumore infernale del suo russare, ma per la paura di urtare contro qualcosa. Naruto era disordinato per natura ed entrare in camera sua era sempre stata un’impresa fin dalla tenera età, a differenza di Sasuke un vero e proprio maniaco dell’ordine.
Fece solo un passo prima di imprecare mentalmente per aver appoggiato il piede nudo sopra un qualcosa di tagliante. C’era troppo buio per capire cosa fosse e fu costretto ad attivare lo Sharingan. Si ritrovò in un ambiente che definire disordinato era quasi un complimento. Vestiti sparsi ovunque, libri, vecchi giocattoli che conservava ancora, stivaletti, ciabatte… Sbuffò, cercando di non incollerirsi dato i continui rimproveri e ammonimenti per fargli riordinare la stanza - tutti bellamente ignorati… guardò verso il basso per capire cosa gli avesse fatto male al piede, trovandosi un kunai con la punta rivolta verso l’alto.

Richiamò a sé tutto il suo autocontrollo!

Iniziò a schivare gli oggetti sparsi in malo modo a terra, ma uno ne scansava e due ne centrava nonostante lo Sharingan attivato. Finalmente riuscì a raggiungere il letto, scuotendo il capo con rassegnazione alla vista di Naruto. La testa appoggiata a terra, la schiena di traverso e le gambe spalancate sul materasso… come facesse a dormire in quel modo era ancora una domanda senza risposta!
Si chinò e lo sistemò delicatamente sul letto, preoccupandosi di coprirlo adeguatamente. Un’impresa abbastanza complessa visto i continui scatti del nipote durante il sonno. Fortunatamente riuscì nel suo intento e lo guardò soddisfatto, ma Naruto, con un colpo di reni, si scoprì nuovamente finendo con la testa a terra.

A Fugaku gli vibrò nervosamente la vena della giugulare ma non si arrese: dopotutto era un Uchiha.

Si apprestò a rimetterlo sul letto, rimboccandogli le coperte, ma ancora il ragazzo si scoprì rimettendosi tutto sbilenco nel materasso.

“Basta, ci rinuncio!” pensò contrariato. Il tempo stava passando e doveva affrettarsi ad uscire da quella stanza caotica.

Si chinò appena, strofinandogli i capelli e quando stava per accarezzarlo sulla guancia, Naruto gli prese la mano mettendosi in bocca il pollice, iniziando a succhiarlo.

Fugaku stava per esplodere: mai in vita sua era stato trattato da ciuccio!

Avrebbe voluto scatenare un putiferio mandando a monte la copertura della moglie e la sua, rivelando ai membri della famiglia il suo lato apprensivo. Ma non poteva farlo, c’era in gioco l’onore e l’orgoglio!

Piano piano, cercò di sfilare il suo pollice dalla bocca sbavata del nipote nonostante questo si oppose nel sonno, afferrandoglielo con prepotenza e succhiandolo sempre più forte.

“Se non mi lascia giuro che gli lancio un chidori… a tutto c’è un limite e questo è veramente troppo, non mi importa se vengo scoperto… tanto posso sempre utilizzare lo sharingan ipnotico!” continuò a pensare imbufalito.

Forse Naruto si era stancato di succhiare o forse, nel sonno, aveva avuto il presentimento di essere in grave pericolo… fatto sta che lasciò il pollice dello zio.

“Oh, finalmente!” sospirò soddisfatto.

Si guardò il dito pieno zeppo di saliva e mentre cercava un qualcosa per pulirsi, Naruto portò le gambe sul pavimento voltandosi a pancia bassa e alzando il sedere verso l’alto, dal quale uscì una puzzetta che costrinse Fugaku a tapparsi il naso e a cercare una via di fuga… e alla svelta.

Non era capace di rimanere a lungo in apnea.

Si affrettò a raggiungere la porta pestando qualunque cosa. Convinto di essere arrivato sano e salvo, si dimenticò del kunai, appoggiando la pianta del piede proprio sopra la punta dell’arma.

Dovette far leva su tutti i suoi istinti ninja per non urlare dal male, maledicendo il nipote a non finire.

Raccolse un indumento, forse una maglia o una canottiera, avvolgendoci il piede insanguinato, chiedendo poi a Mikoto di medicarglielo. Uscì di corsa dalla stanza, ricominciando a respirare.

Entrò nella sua camera, trovando la moglie intenta a pettinarsi i capelli davanti allo specchio.

“Tutto bene?” domandò premurosamente.

“Si!” rispose, incamminandosi zoppicando verso il letto.

“Che hai fatto? E perché il piede è avvolto nelle mutande sporche di Naruto?” chiese curiosamente la moglie.

Fugaku abbassò lo sguardo. Afferrò alla svelta i cuscini, soffocando le urla di imprecazione ai danni di quella piccola peste bionda.

******


Sakura rincasò verso le sette di sera. Era tutta dolorante nonostante si fosse curata da sola. Aveva incassato dignitosamente i colpi dei suoi ex amici che si erano scaraventati contro di lei con una cattiveria inaudita. I calci e i pugni arrivavano da ogni direzione colpendo tutto il suo corpo, viso compreso, ma non si era mai lamentata convinta che fosse un ottimo allenamento per potenziare la sua robustezza fisica senza l’aiuto del chakra.
Appena inserì la chiave la porta si aprì, trovandosi di fronte il padre preoccupato.

“Sakura, bambina mia ma dove sei stata fino adesso?”

“Papà cosa fai a casa?” domandò sorpresa, sapendo che sarebbe rincasato circa mezz’ora dopo il suo ritorno.

“Ho finito un’ora prima su ordine dell’Hokage perché voleva che ti recapitassi un messaggio… ma che hai fatto? Sei tutta sporca per non parlare dei vestiti strappati!” afferrando alcuni lembi.

“Sto bene, mi sono solo allenata e può capitare che…”

“Non mentirmi, so bene che il tuo maestro vi ha congedato prima di pranzo, allora, vuoi dirmi cosa ti è successo? Chi ti ha ridotto in questo stato? Sakura, parlami!” le ordinò duramente anche se i suoi occhi luccicavano dal dispiacere.

Come faceva a saperlo? Aveva parlato con Kakashi?

“Mi sono allenata giù al torrente della periferia!” mentendo in parte.

“E c’è bisogno di ridursi in questo stato?” domandò appoggiandole il braccio sulla spalla esortandola ad entrare.

“Scusami, ma quando mi alleno non bado molto ai vestiti, ma stai tranquillo, una bella lavata, una nuova ricucita e torneranno come nuovi!” disse cercando di rassicurarlo.

“Non mi importa niente dei vestiti, solo che non mi piace vederti ritornare a casa conciata in questo modo!” le spiegò mettendosi a sedere sconfortato.

Era tornata a casa già altre volte ridotta in quello stato, o forse anche peggio, ma non lo aveva mai visto così avvilito.

“Papà?” lo chiamò dolcemente.

“Scusami tu… ma è più forte di me… non riesco a non preoccuparmi vedendoti ridotta malamente, specie sapendo che…” interrompendosi dall’incapacità di parlare, troppo provato dall’angoscia.

“Sapendo che?” lo esortò a continuare.

Il padre la guardò dolcemente, sospirando profondamente:

“Sapendo che… sapendo che domani dovrai partire per la tua prima missione!” le confessò tutto di un fiato.

“Cosa?” urlò quasi terrorizzata. Non si sentiva pronta di affrontare un incarico tanto importante dopo quello che era accaduto in mattinata.

“Sì, è questa la missiva che ti dovevo riportare da parte dell’Hokage e non è tutto… starai via anche una notte. Mi è stato detto di dirti di presentarti domattina alle sei in punto con tutto l’equipaggiamento necessario!” spiegando il contenuto del messaggio.

“Capisco… altri due giorni senza di te!” disse abbassando il capo.

“Due giorni non sono niente a confronto di tre mesi, passeranno velocemente, vedrai. Poi lo sapevamo che prima o poi avresti preso parte alle missioni, dopotutto ora sei una Genin!” mostrando un sorriso tirato.

Sakura annuì solamente con il capo, rimanendo in piedi.

“Su, vatti a dare una sistemata mentre finisco di preparare la cena e poi questa sera ti voglio a letto presto, intesi?” alzandosi a fatica dalla sedia.

Alla rosa non rimase altro che ubbidire. Non aveva altra scelta.

La cena venne consumata in assoluto silenzio. Entrambi gli Yukan mangiarono con il capo abbassato provato dal dolore sapendo di doversi separare nuovamente.
Sakura finì di cenare, sparecchiando e lavando i piatti incurante delle proteste del padre. Lo salutò augurandogli la buonanotte con un leggero bacio sulla fronte e si diresse verso la sua stanza.

Entrò nella penombra della luce lunare, apprestandosi a preparare molto lentamente il suo zaino con tutto l’occorrente per la missione, sospirando sconfortata. Si infilò sotto le coperte fissando il soffitto. Non aveva sonno a causa dei mille pensieri che gli ronzavano per la testa…
L’ultima volta che puntò lo sguardo verso la sveglia le lancette segnavano le tre e mezza passate e dopo meno di due ore si sarebbe dovuta alzare. Finalmente riuscì ad addormentarsi anche se il suo sonno fu abbastanza travagliato, svegliandosi in continuazione.
Alle cinque si alzò dal letto spegnendo la sveglia puntata per le cinque e venti. Iniziò a prepararsi con calma e prima di scendere le scale aprì la porta della camera del padre, svegliandolo all’istante.

“Oh scusa papà non volevo svegliarti!” disse mortificata.

“Non preoccuparti, non ho più sonno!” la tranquillizzò mettendosi a sedere e battendo la mano sul materasso facendole capire di andarsi ad accomodare accanto a lui.

Sakura si precipitò verso il padre, abbracciandolo forte.

“Bambina mia, mi raccomando comportati bene e stai molto attenta. Segui sempre tutte le istruzioni del tuo maestro, mai disubbidirgli per nessuna ragione e se dovessi avere qualche incertezza ricordati sempre che puoi contare sull’aiuto dei tuoi compagni… siete una squadra… intesi?” si premunì nel darle tutte le disposizioni necessarie.

“Si papà, stai tranquillo… ci vediamo domani!” baciandolo sulla guancia.

Si affrettò ad uscire da casa con il cuore che le batteva fortemente nel petto. Le parole del padre riguardanti la squadra le avevano fatto male: non erano un vero team e forse non lo sarebbero mai diventati. Lei aveva preso la sua decisione e Sasuke la sua: non aveva nessuna considerazione di lei!

******


Naruto e Sasuke si abbuffarono con la colazione, il pasto principale della giornata, sotto lo sguardo divertito di tutta la famiglia che, per l’evento, si era alzata per augurare buona fortuna ai due ragazzi.

“Dobe hai finito?” domandò spazientito Sasuke, vedendo il biondo continuare ad ingurgitare cibo a volontà.

“Non ancora!” rispose a bocca piena, mostrando tutto il cibo masticato.

“Che schifo!” disse di riflesso il moro, voltando lo sguardo dalla parte opposta.

“Credo che forse sarebbe il caso di smettere di mangiare altrimenti rischi di appesantirti troppo per il viaggio!” intervenne Mikoto, portandogli via il piatto.

“Uffa, ma io ho ancora fame!” brontolò, mostrando dei falsi lacrimoni agli occhi.

“Guarda che rischiate di arrivare tardi!” apostrofò Itachi, sperando che Naruto la smettesse di fare i capricci.

“Oh kami, ma è tardissimo! Teme perché non me lo hai detto?” incolpando l’amico per l’ora tarda.

“Ma sta zitto! Sono più di dieci minuti che ti dico di smetterla ma quando si parla di cibo perdi qualsiasi cognizione del tempo!” fulminandolo con lo sguardo.

“Vi accompagniamo alla porta!” asserì Fugaku alzandosi ed incamminandosi, zoppicando, verso l’ingresso.

“Zio, perché zoppichi?” domandò ingenuamente Naruto.

L’Uchiha maggiore strinse i pugni!

“Forse ha messo male il piede quando è sceso dal letto!” cercò di giustificarlo la moglie, trattenendo a stento una sonora risata. Il marito le aveva raccontato tutto.

“Ahhh!... Cerca di stare più attento, non sei più un giovincello!” prendendolo in giro.

“Adesso basta!”

Fugaku aveva allungato il braccio per afferrargli il collo, intenzionato più che mai a strozzarlo, ma Itachi fu molto veloce ad intervenire, scongiurando così il tentato omicidio ai danni di Naruto.

“Ma che ti è preso?” domandò sbattendo più volte i suoi occhi azzurri.

“Naruto, lascia in pace tuo zio!” lo ammonì dolcemente Mikoto.

Sasuke, nel mentre, continuò a sbuffare dal ritardo che continuavano ad accumulare.

“Comportavi bene e cercate di tornare a casa sani e salvi, ok?” disse Mikoto davanti alla porta di casa, accarezzando sulla guancia i due ragazzi.

Sasuke stava per scostarsi, non sopportando quei gesti d’affetto in pubblico, ma Itachi gli appoggiò la mano sulla schiena impedendogli di muoversi e costringendolo ad accettare la moina da lui tanto detestata.

“Ci vediamo domani!” salutò radioso Naruto.

“Si e quando torni sappi già che pretendo che riordini la tua stanza!” disse Fugaku a braccia conserte.

“La mia stanza? Ma è perfettamente riordinata!”

“Non dire idiozie!” tuonò Fugaku con un braccio alzato.

“Perché dici questo? Non dirmi che sei entrato in camera mia!” puntandogli addosso l’indice.

Beccato!

“Solo un folle entrerebbe nella tua stanza e di certo mio padre non lo è… muoviti che è tardissimo!” disse Sasuke tirandolo per il collo della felpa.

Mikoto guardò divertita il marito tossire falsamente e Itachi dovette entrare in casa incapace di trattenersi dalle risate, piegandosi addirittura sulle ginocchia.

*****


“Ecco, vedi dobe? A causa tua siamo gli ultimi!” gli ringhiò contro dopo aver scorto davanti ai cancelli Kakashi e Sakura che stava arrivando di corsa.

“Ma che dici, anche Sakura-chan è appena arrivata!” gli fece notare il biondo.

“Si ma è arrivata prima lei a fianco di Kakashi!” brontolò nuovamente.

“Uff, quante storie teme!... Buongiorno!” urlò a squarciagola salutando con entrambe le braccia alzate.

“Naruto non pensi che forse a quest’ora le persone dormono ancora? Vedi di abbassare il tono della voce, grazie!” lo riprese Kakashi, facendo sorridere la rosa.

“Ops, scusate!” sfoggiando il suo solito sorriso a trentadue denti.

“Allora ascoltatemi molto attentamente… questa è la prima missione del team7, è di livello D quindi i pericoli sono quasi nulli, ma bisogna rimanere sempre allerta e… collaborativi!” calcando sull’ultima parola, guardando con l’occhio scoperto Sakura e Sasuke.

“Capito!” risposero all’unisono.

“Molto bene, partiamo!” balzando subito in direzione della foresta a Nord del villaggio, seguito a ruota dai suoi allievi.

Sakura si era messa dietro a Kakashi, seguita da Sasuke e Naruto. Sentiva lo sguardo del moro puntato addosso, ma cercò di ignorarlo. Voleva dimostrargli di riuscire anche lei a tenere il passo come tutti i ninja e di potersi fidare di lei, nonostante la ritenesse l’anello debole del team, anche se non poteva dargli tutti i torti.
Il viaggio fu molto tranquillo, fino a quando Kakashi decise di fermarsi in una piccola radura a poco più di mezz’ora di distanza dal villaggio.

“Bene, direi che possiamo fermarci qua a pranzare e a riposarci, che ne dite?” propose compiaciuto.

“Tze… possiamo farlo dopo la missione! Non capisco perché dobbiamo fermarci proprio adesso… o c’è qualcuno che è stanco?” domandò sarcasticamente, guardando di sfuggita la compagna.

“Se è per me non devi preoccuparti, sono ancora piena di energie!” disse Sakura rivolta al Jonin.

“Non lo faccio per nessuno di noi… ho deciso così punto e basta. Non tollero che discutiate i miei ordini, intesi?” asserì seriamente.

“Per me va benissimo… ho una fame!” intervenne Naruto, mettendosi comodamente seduto sull’erba pronto a divorare il pranzo cucinato dalla zia.

“Il solito dobe! Dopo tutto quello che ti sei mangiato stamattina l’idea di vederti ingurgitare altro cibo mi fa venire il voltastomaco!” sedendosi accanto a lui.

“Allora voltati dall’altra parte!” disse sputandogli addosso alcuni chicchi di riso che aveva già messo in bocca.

“Che schifo!” pulendosi con stizza il viso.

“Su, su… non iniziate a litigare!” si intromise il Jonin, alludendo chiaramente alla disputa del mattino prima.

Sakura rimase in silenzio sedendosi anche lei.

“Su via, un po’ di dialogo! Non voglio vedervi silenziosi per due giorni, altrimenti questa missione sarà una noia totale! Già il viaggio in silenzio è stato alquanto noioso!” fece notare kakashi, sperando di esortarli a dialogare un po’ di più.

“Se non c’è niente da dire a che serve parlare?” domandò scocciato Sasuke.

“Si può parlare di tante cose… tipo, avete dormito bene questa notte o eravate agitati? Tu Sakura cosa mi dici?” chiese cortesemente verso la rosa, notando che continuava a stare sulle sue.

“Io? I-io veramente… io non ho dormito molto!” rispose timidamente.

“Perché? Non avevi sonno? Io invece ho dormito come un ghiro!” disse Naruto, continuando a mangiare.

“Avevi paura per la missione?” domandò maleficamente Sasuke.

“No! Non ho paura!” sbattendo il cestino del pranzo sul prato.

“E allora perché non hai dormito?” incalzando la dose.

“Teme adesso basta!” lo ammonì seriamente Naruto, apprestandosi a raccogliere il contenitore della compagna mezzo rovesciato.

“Perché non mi andava di lasciare nuovamente mio padre, poi puoi pensare quello che ti pare, non mi importa!” gli rispose con rabbia.

“Calmiamo i toni, vi ricordo che siamo in missione!” intervenne abbastanza infastidito Kakashi. Se continuavano con quell’atteggiamento, specie Sasuke, la missione si sarebbe rivelata un vero disastro compromettendo gli altri futuri incarichi.

“Mi dispiace Sakura-chan… la colpa del tuo allontanamento è solo nostra. Non avremmo dovuto metterti da parte durante l’esame e costringerti poi ad usare le arti curative su di noi, infrangendo così la legge. Perdonaci!” la supplicò mettendosi in ginocchio davanti a lei con il capo abbassato.

Le scuse di Naruto erano sincere e mai la rosa si sarebbe immaginata un gesto così profondo da parte del compagno. Non sapeva come comportarsi e cercò aiuto in Kakashi, il quale continuava a guardare la scena con l’occhio scoperto pieno di ammirazione.

“N-naruto… così mi metti in imbarazzo!” disse a fil di voce.

“Non devi, sono io che mi sento in imbarazzo nei tuoi confronti… potrai mai perdonarmi!” alzando lo sguardo affranto.

La rosa annuì appena e il biondo ne approfittò nel saltarle addosso per abbracciarla facendola arrossire completamente.

“Staccati!” disse impacciata, cercando di allontanarlo con le braccia.

“Scusa non volevo ma non sono riuscito a trattenermi!...” sorridendo tutto soddisfatto: “… però scusa Sakura –chan, posso farti una domanda?” cambiando immediatamente espressione del viso, diventando serio.

“Dimmi?” chiese un po’ preoccupata.

“Ma perché sei così piatta?” indicando con il dito il petto della rosa.

Kakashi puntò gli occhi al cielo picchiandosi la mano sulla fronte mentre per poco Sasuke non si affogò con il suo pranzo.

Sakura strinse i pugni, tremando dalla rabbia.

“Si insomma… quando abbraccio Hinata o Ino mi sembra di appoggiarmi su un salvagente ma con te sembrava di abbracciare un tavola p…”

Naruto non riuscì a finire la frase che la rosa lo colpì violentemente in pieno viso scaraventandolo a qualche metro di distanza, ansimando pesantemente.

“Ahio, ma ho fatto solamente…”

Sakura non perse tempo, afferrò il primo oggetto alla sua portata tirandoglielo addosso e centrandolo in pieno viso.

Naruto cercò di ricomporsi e prima di riuscire a proferire nuovamente una singola sillaba, la compagna gli urlò contro:

“BAKA!”

Il suo urlo fu talmente acuto da provocare l’eco in mezzo alla radura.

Sasuke sorrise divertito poiché gioiva ogniqualvolta il compagno venisse malmenato da qualcuno. Puntò lo sguardo accanto al biondo accorgendosi dell’oggetto che la rosa gli aveva lanciato.

“Tieni, mangia questo!” le disse porgendole il suo cestino.

“C-come?” domandò confusa.

“Non hai più il pranzo perché una parte è finita a terra, prima, dopo il tuo scatto… e l’altra è tutta a fianco del dobe!” le spiegò non guardandola in faccia, continuando però a tenere il braccio teso nella sua direzione con in mano il cestino.

Kakashi sorrise da dietro la maschera.

“Non lo voglio, non ho fame!” rispose infastidita. Non aveva nessuna intenzione di dargliela vinta, ma il suo stomaco sembrava avere altre intenzioni, iniziando a borbottare rumorosamente.

Sakura avvampò dall’imbarazzo, adirandosi furiosamente notando le labbra incurvate dell’Uchiha.
Stava ridendo di lei.

“Tu no, ma la tua pancia sì! Avanti, prendi il pranzo di Sasuke e mangia perché fino a stasera non mettere nient’altro sotto i denti!” intervenne Kakashi, obbligandola così ad accettare il gesto gentile del compagno.

L’Uzumaki si avvicinò massaggiandosi le parti lese e lamentandosi silenziosamente del male.
Sasuke non lo degnò di un solo sguardo, preferendo sdraiarsi sul manto erboso chiudendo gli occhi. Nemmeno Sakura lo guardò, sentendosi ancora offesa. Si voltò dalla parte opposta iniziando a mangiare. Kakashi fu l’unico a guardarlo, annuendo favorevolmente con il capo.

Naruto era l’equilibrio, l’unico capace di spezzare qualsiasi situazione all’interno del team, anche usando la buffonaggine o la poca delicatezza nell’esporre le proprie idee o perplessità. Di certo però, aveva avuto una bella lezione da parte della compagna: mai bisognava permettersi di dire ad una ragazza che non aveva il seno, definendola piatta!

Kakashi fece riposare i suoi ragazzi per un paio d’ore fino a quanto non ritenne opportuno dirigersi verso il villaggio.

“Avanti, è ora di ripartire!”

I due ragazzi si alzarono all’istante ad eccezione di Sakura che continuò a dormire.

“Guarda teme, dorme!” indicandola divertito con l’indice.

“Non sono cieco!” rispose freddamente.

“E’ meglio svegliarla!” suggerì il Jonin.

“Ci penso io!” si propose Naruto.

“Forse è meglio di no… dopo quello che le hai detto prima potrebbe prenderti nuovamente a sberle!” gli disse divertito Sasuke.

“Perché non lo fai tu?” suggerì con altrettanto divertimento Kakashi.

“Tze… non ci penso proprio!” incrociando le braccia indispettito.

“Ok, vorrà dire che lo farò io in quanto vostro maestro!” alzando rassegnato le braccia al cielo.

“Sakura… Sakura!” sussurrando il nome e scuotendola con delicatezza.

“Mmm… cinque minuti!” biascicando nel sonno.

“Te ne darei anche di più, ma abbiamo una missione da portare a termine, ricordi?” domandò sempre a bassa voce.

“Missione?...” alzandosi di scatto: “… Scusate, mi ero addormentata!”

“Non importa, adesso andiamo!” tranquillizzandola con il sorriso nascosto dalla maschera.

Si diressero verso il villaggio e nel giro di un’ora circa portarono a termine la missione, consegnando i medicinali richiesti a Konoha.
C’era rimasto del tempo prima di rimettersi in marcia e Kakashi suggerì di fare un giro in quel piccolo villaggio di campagna, fermandosi ad osservare dei contadini intenti a mietere del grano ormai maturo.
Era un tipo di raccolto conosciuto dai ragazzi solamente dai libri di testo e mai visto di persona. Konoha non disponeva di campi simili, acquistando i prodotti direttamente dai produttori esterni.
Il sole iniziò a tramontare e il Jonin ordinò ai ragazzi di mettersi subito in marcia per raggiungere il posto da lui prefissato per il pernottamento, prima che scendesse la notte.
Purtroppo si erano fermati più del tempo previsto e quando arrivarono per accamparsi mancava circa una mezz’ora prima che facesse buio. Kakashi però raggirò a proprio vantaggio il ritardo assegnando diversi compiti ai ragazzi, i quali avrebbero dovuto aiutarsi a vicenda.

Un vero e proprio gioco di squadra!

“Bene, ascoltatemi attentamente… ora andrò a comporre dei sigilli di allerta lungo il perimetro del nostro accampamento così da avvisarci tempestivamente in caso di pericolo, voi nel mentre sistemate i vostri sacchi a pelo, raccogliete legna a sufficienza per il falò di questa notte e vedete di procurare qualche selvaggina da cuocere e mangiare, poi, se farete in tempo, scendendo questo sentiero potrete trovare un piccolo ruscello nel quale rinfrescarvi un po’ togliendovi la polvere di dosso… non c’è tempo per fare il bagno, intesi?” balzando subito via, senza dare il tempo a nessuno di loro di porgli domande.

“Se ne è andato come sempre!” constatò Naruto portandosi le braccia dietro alla testa.

“Anziché startene con le mani in mano, vedi di sbrigarti dobe!” lo ammonì l’Uchiha.

“Si, si… arrivo!”

Sakura tastò il terreno cercando il punto con meno sassi possibili per poter stendere il proprio sacco a pelo.

“Che stai facendo? Quel terreno è duro!” la riprese scocciato Sasuke.

“Per tua informazione sto cercando un posto adatto per…”

“Non dire idiozie! Per prima cosa devi trovare il terreno più molle e quando lo hai trovato devi plasmarlo con le mani creando degli avvallamenti lievi all’altezza delle spalle e del bacino per poter riposare meglio, solo dopo potrai togliere i massi!” le spiegò bruscamente.

Per Sakura era la prima volta che dormiva all’aperto e non aveva la minima idea su come comportarsi. Osservò i compagni guardando quello che facevano. Naruto si era sdraiato a terra calcando con le spalle e il bacino per poi rialzarsi, avvallare lievemente il terreno, togliere i sassi e stendere il proprio sacco a pelo.

“Sakura-chan, qui il terreno è più molle, vieni!” la chiamò il biondo, indicandole il punto esatto.

La rosa si avvicinò, imitando i compagni. Ancora una volta Sasuke, a modo suo, l’aveva aiutata e lei, anziché ringraziarlo, si sentì nuovamente l’anello debole del team.

“E’ già tardi, rimane poco tempo prima che faccia buio… che ne dite se io raccolgo la legna e voi due provate a catturare qualcosa? In questo modo faremo prima!” propose l’Uchiha.

“Per me va bene, andiamo Sakura-chan ma è meglio dividerci, io vado a sinistra e tu a destra!”

Senza accorgersene, stavano collaborando e Kakashi, rimasto nascosto in mezzo ai rami, scosse il capo compiaciuto.

A Sakura le parve di essere ritornata nella radura di Chyo e sapeva esattamente come piazzare le trappole per catturare le prede. Non ci mise molto a prepararne un paio, poi ne approfittò scendendo verso il ruscello per ripulirsi dalla polvere.

Sasuke aveva raccolto una montagna di legna, adatta per il falò e si stava apprestando ad accendere il fuoco. Un giochetto da ragazzi per lui dato che attivò la tecnica della palla suprema.
Naruto ritornò all’accampamento con un’espressione funesta mostrando al compagno e al maestro, appena ritornato, il suo misero bottino di selvaggina: una lucertola e una lumaca.

“Stai scherzando, vero? Credi che quella robaccia possa sfamarci tutti e quattro? E poi non ho nessuna intenzione di mangiarla!” lo aggredì pesantemente il moro.

La rosa si presentò subito dopo, con in mano due splendidi conigli adulti e grossi.

“Per fortuna ci ha pensato Sakura!” asserì soddisfatto Kakashi.

“Già… altrimenti saremo morti di fame!” aggiunse l’Uchiha ancora adirato, mortificando ancora di più il compagno.

La rosa sorrise appena, contenta di essere stata finalmente utile in qualcosa. Rimase comunque in silenzio, dirigendosi vicino al fuoco.
Scelse diversi bastoncini, poi prese un kunai iniziando a dissezionare la selvaggina, tagliando minuziosamente e perfettamente ogni pezzo di carne commestibile infilandolo a sua volta nei bastoncini di legno. Tagliò pezzi piccoli, più facili da cuocere, incastrando i bastoni in mezzo alle pietre che delineavano il diametro del falò. Il calore del fuoco iniziò pian piano a cuocere la carne e quando i primi furono pronti li servì ai compagni e a Kakashi mentre lei continuò a dedicarsi alla cottura.

“Accidenti, ma è squisito!” si complimentò estasiato Naruto dopo aver dato il primo morso.

“Qualsiasi cosa per te è buona purché sia commestibile!”

La freddezza di Sasuke non aveva eguali, ma dovette ricredersi appena addentò il primo pezzo di carne, trovandola gustosa e molto morbida. Ovviamente si guardò bene dal complimentarsi con la compagna.

“I miei complimenti! Abbiamo una cuoca provetta!” aggiunse Kakashi, facendola arrossire.

“E’ stata solo fortuna… la selvaggina o è buona oppure no!” disse Sasuke, cercando un appiglio per criticare la compagna, tanto il lavoro più squallido l’aveva già fatto lei e cuocere della carne non era così complicato.

“Forse hai ragione… arrangiati tu a cucinare il resto!” gli rispose infastidita, mettendosi a sedere a fianco del Jonin con gli ultimi bastoncini cotti da lei.

“Tze!”

Sasuke prese degli altri bastoncini fissandoli allo stesso modo in mezzo alle pietre, non accorgendosi però di averli messi troppo vicini al fuoco.

“E’ pronto? Io ho fame!” brontolò spazientito Naruto.

“Si, prenditeli tu! Di certo non ti servo, dobe!”

L’Uzumaki afferrò il bastone che cadde rovinosamente a terra a causa del troppo calore.

“Ahio! Ma sei impazzito? Per poco non mi bruciavo!” soffiando ripetutamente sopra la mano.

“Dovevi stare attento, ma tu non conosci il significato di questa parola, vero?” lo derise il moro.

“Spiritoso!” pulendo la carne da alcuni fili d’erba, prima di addentarla.

“Puuu!...” sputandola tutta addosso a Sasuke, il quale si trattenne a stento: “… Ma è disgustosa, sembra di mangiare un macigno!” porgendola all’amico.

Sasuke ne prese un pezzo senza mai distogliergli gli occhi di dosso. Era impossibile che la carne fosse dura, era convinto che fosse un modo come un altro per vendicarsi di lui ed elogiare la compagna.
Purtroppo la sua convinzione si rivelò del tutto sbagliata: Naruto aveva ragione, la carne era immangiabile.

“Sakura-chan, come hai fatto?” domandò curiosamente, indicando la carne ancora da cuocere.

“Avanti, spiegaci il tuo trucco!” la incoraggiò divertito Kakashi.

“Non c’è trucco… bisogna semplicemente cuocerla lentamente. Sasuke ha messo i bastoncini troppo vicini al fuoco ed è per questo che la carne è diventata dura!” fulminando il moro con lo sguardo.

“Tze!” rispose infastidito, incrociando le braccia al petto.

“Non è che potresti cucinare tu i pezzi rimanenti? Ho una fame!” chiese speranzoso Naruto.

“D’accordo!” rispose soddisfatta. Gli insegnamenti di Chyo stavano portando i suoi frutti.

Sakura cucinò tutta la carne, porgendola persino a Sasuke. Dopotutto lui per primo aveva rinunciato al suo pranzo per lei ed in un qualche modo voleva ricambiare il favore. L’Uchiha prese la carne, rifiutandosi però di ringraziarla, cosa di poca importanza per lei.

“E’ meglio che adesso dormiate, ci penserò io ad alimentare il fuoco!” disse Kakashi stiracchiandosi con le braccia alzate verso il cielo.

“Ma come? Non facciamo i turni?” domandò incredulo Sasuke.

“Teoricamente bisognerebbe farli, ma dato che questa è una missione di livello D non credo ce ne sia bisogno, inoltre non dimenticarti che ho messo dei sigilli, quindi potete dormire tranquillamente. Oggi è stato un giorno molto importante per voi oltre che emozionante… il vostro primo incarico ufficiale! Immagino che siate stanchissimi!” osservando Naruto, già appisolato a terra.

“Baka!” sussurrò Sasuke.

“Non è meglio coprirlo con il sacco a pelo?” chiese la rosa.

“Cavoli suoi!” rispose Sasuke dirigendosi verso il suo di sacco.

“Ma potrebbe prendere freddo e ammalarsi!” protestò.

“Fa come vuoi… intanto prendi questi, potrebbero servirti!” lanciandole qualcosa di piccolo che afferrò con estrema facilità.

Sakura aprì la mano guardando cosa le avesse lanciato.

“Tappi per le orecchie? E cosa me ne faccio?” domandò perplessa, senza ottenere nessuna risposta.

Scosse la testa, alzandosi e coprendo il compagno che già dormiva profondamente. Si infilò sotto il suo sacco a pelo osservando il cielo stellato.
La stanchezza era tanta che presto sentì gli occhi chiudersi, quando improvvisamente:

URRRR PSSSSS URRRR PSSSSS

Naruto stava russando rumorosamente, impedendole di dormire. Si alzò di scatto intenzionata a svegliarlo quando vide Sasuke infilarsi i tappi nelle orecchie e voltarsi di spalle. Ecco a cosa servivano!

Ancora una volta aveva pensato a lei!

Sorrise appena, imitandolo nell’usare i tappi. Lanciò uno sguardo verso il maestro, appoggiato con la schiena contro ad un albero di fronte al fuoco, con a fianco diversi ceppi di legno. Dormiva e forse anche lui si era attrezzato contro il russare di Naruto.
Si sdraiò potendo finalmente addormentarsi.

Kakashi aprì l’occhio, sorridendo in silenzio. L’orgoglio e la testardaggine potevano essere accantonati!

L’alba arrivò presto svegliando tutto il team ad eccezione di Naruto che continuava ad emettere suoni fastidiosissimi dalla bocca.

“Tze… che roba!” disse Sasuke.

“Buongiorno anche te!” bisbigliò divertito il Jonin, chiamando vicino a sé i due ragazzi.

“State a vedere, ma mi raccomando, fate silenzio!” gli ordinò divertito.

Sasuke e Sakura per la prima volta si guardarono negli occhi, distogliendo subito lo sguardo, imbarazzati, concentrandosi sul loro maestro che molto lentamente si avvicinò al biondo. Prese un filo dalla tasca del suo giubbotto e con lo sguardo da uno ne pensa e cento ne fa, iniziò a solleticare lievemente la guancia di Naruto emettendo un piccolo suono simile a quello di una zanzara.
Poco dopo, l’Uzumaki iniziò a schiaffeggiarsi continuando a dormire. Kakashi cambiava di continuo posizione, passando dalla guancia, al mento, alla fronte, al naso… sogghignando divertito ogni qualvolta l’allievo cercasse di scacciare la mosca, colpendosi ripetutamente il viso, fino a quando non aprì gli occhi.
In quel preciso istante, Sasuke e Sakura scoppiarono a ridere sonoramente, costringendoli addirittura a portarsi le braccia attorno allo stomaco.

“Che avete da ridere? Stavo facendo un bellissimo sogno in cui ero circondato da ciotole piene zeppe di ramen, ma una mosca malefica ha cercato varie volte di svegliarmi fino a quando non c’è riuscita! Maledetta, se ti prendo ti uccido!” guardandosi attorno in cerca della colpevole.

A quel punto persino Kakashi iniziò a ridere sonoramente. Naruto non si era accorto di niente e forse era il caso di non dirgli niente, così da poter ripetere quello scherzo un’altra volta.

“Non capisco cosa abbiate da ridere, ma se fossi in voi penserei a qualcosa di più intelligente tipo… la colazione!” affermò deciso.

“Oh che sbadata!” disse Sakura, smettendo immediatamente di ridere. Senza dire niente corse in direzione del ruscello.

“E adesso dove va?” domandò confuso Naruto.

“Boo!” l’unica risposta che ricevette da Sasuke.

“Visto che siete svegli, iniziate a sistemare i vostri sacchi e pelo e pensate anche a quello della vostra compagna!” disse Kakashi.

“E perché dovremo farlo noi per lei?” chiese scocciato l’Uchiha.

“Perché se tanto mi da tanto, la vostra compagna è andata a procurarvi la colazione, quindi sarebbe carino da parte vostra aiutarla nei preparativi!” gli spiegò.

Sasuke ubbidì senza più protestare, augurandosi che il Jonin avesse detto veramente la verità.

Sakura ritornò con tre trote, non erano molto grosse e non sapeva nemmeno se sarebbero bastate per tutti, specie per l’appetito insaziabile di Naruto.

“Mi dispiace, nella rete c’erano solo questi!” disse dispiaciuta.

“Ma come hai fatto a pescarli in così poco tempo?” domandò confuso il biondo. Era stata via solamente qualche minuto.

“Veramente ho messo una piccola rete fatta di rami e foglie nel ruscello… ieri sera, quando sono andata a rinfrescarmi. Credo non fosse stata abbastanza resistente permettendo ai pesci di liberarsi!” spiegò ancora dispiaciuta.

“Andranno benissimo!” disse Sasuke.

Per la prima volta non usò né sarcasmo né malizia nel tono della voce. Era già qualcosa.

“Li pulisco e li cuocio subito, se intanto potete riaccendere il fuoco mi agevolereste il lavoro!” chiese gentilmente, iniziando a pulire il pesce.

“Uff!” l’Uchiha sprigionò il fuoco dalla bocca, accendendo nuovamente il falò.

Fecero colazione gustando le trote cotte alla perfezione e ancora una volta, solo Naruto e Kakashi si complimentarono con lei. Sasuke non disse niente, limitandosi a mangiare.

“Bene, è ora di rimetterci in marcia!” ordinò Kakashi, spegnendo le braci con il piede.

Fece andare davanti Sasuke e Naruto, rimanendo appositamente indietro per poter parlare in privato con Sakura.

“Allora, è così brutto essere collaborativa con i tuoi compagni? Sai… credo che l’altra mattina abbiate detto parole senza valore… entrambi!” scattando in avanti per superare l’Uchiha. Come sempre, non lasciava mai il tempo di rispondere o di controbattere alle sue affermazioni.

Sakura lo guardò stranita, riflettendo sugli avvenimenti degli ultimi due giorni. Naruto si era scusato e come promesso, si stava comportando da vero compagno/amico, Sasuke invece aveva avuto diversi atteggiamenti positivi nei suoi riguardi, come ad esempio il pranzo e i tappi per le orecchie. Il suo modo di parlare, scontroso ed arrogante, apparteneva al suo carattere… forse non pensava realmente di ignorarla ma lo aveva detto solamente come conseguenza alla sua decisione!
Erano congetture e il dubbio che potessero voltarle le spalle alla prima occasione era alto. Non poteva permettersi di commettere lo stesso errore due volte e poi aveva un obiettivo da raggiungere e doveva concentrarsi solo su quello.

“Guido io la fila!” disse Kakashi affiancando Sasuke.

“Come vuoi, io mi metto in ultima posizione” rispose apatico.

“Dietro a Sakura!” affermò divertito.

L’Uchiha lo guardò perplesso.

“E dai, con me puoi ammetterlo… dillo che ti preoccupi per lei!” ridendo sonoramente.

“Tze!” rallentando la corsa per non ascoltare più le allusioni del maestro. Lui non si preoccupava per la compagna, anzi, non la considerava proprio.

Kakashi era completamente soddisfatto dell’esito della missione. Aveva compreso quanto in realtà le accuse che i due allievi si erano rivolte corrispondevano al falso, solo che non lo avevano ancora capito a causa dei loro difetti più grandi: l’orgoglio e la testardaggine.
Aveva delle ottime basi su cui lavorare e aveva già in mente un allenamento particolare, usando come cavia Naruto.

Presto iniziarono a scorgere il monte degli Hokage.

“Ecco il villaggio!” esclamò Naruto.

“Non siamo ciechi, dobe!”

“Non vedo l’ora di arrivare… ho una fame!” affermò toccandosi lo stomaco.

Sakura scosse la testa: era sempre il solito ingordo.

“Mi dispiace ma dovrai aspettare ancora un po’! Quando arriveremo dovremo andare a Palazzo a fare rapporto e solo dopo essere stati congedati dall’Hokage saremo liberi di tornare a casa, di andare a mangiare o altro!” spiegò il Jonin.

“Dobbiamo andare dalla nonna? Be’ allora può aspettare, l’urgenza primaria è riempire il mio pancino!”

“Smettila e comportati seriamente!” tuonò Kakashi, lasciando il biondo di stucco.

“Ma io?” cercando una giustificazione.

“Piantala dobe, ha ragione Kakashi… dobbiamo fare rapporto all’Hokage e non a nostra zia, intesi?” guardandolo seriamente.

“Stai dicendo che non posso chiamarla nonna? Ma lo è! Non riuscirei mai a chiamarla Hokage o Lady Tsunade dandole poi del lei… no, non ci riesco!” borbottando infastidito.

“Sei un caso irrecuperabile!” disse sconsolato l’Uchiha, mentre Kakashi e Sakura sorriso appena.

Giunti ai cancelli arrestarono la corsa iniziando a camminare. Il Jonin rimase davanti e i ragazzi si allinearono in fila per tre. Senza accorgersene, Sakura si ritrovò in mezzo, stringendo le bretelle dello zaino e abbassando il capo per la troppa vicinanza dei compagni. Alzò appena lo sguardo accorgendosi solo in quel momento di quanto fossero più alti di lei. Dovevano essere cresciuti durante l’estate perché si ricordava perfettamente di avere la loro stessa altezza fino al giorno dell’esame Genin. Rallentò il passo, rimanendo appena indietro per osservarli meglio.
Sì, erano decisamente cresciuti e dovevano essersi allenatati moltissimo durante il periodo estivo. Le loro spalle si erano allargate e le gambe come le braccia erano molto più muscolose e toniche. E lei invece? Era rimasta ancora indietro.

Entrarono a Palazzo che Sakura era ancora assorta nei suoi pensieri, quando sentì una voce abbastanza famigliare e fastidiosa.

“Uhh! Siete tornati da una missione? Toh, c’è anche la Yukan!”

La rosa avrebbe riconosciuto quel timbro ovunque. Alzò timidamente il capo e rabbrividì quando si accorse che il suo incubo peggiore era proprio davanti a lei che la guardava maleficamente, sfoggiando un sorriso malefico.

“Orochimaru, lasciaci passare… l’Hokage ci aspetta!” Kakashi parlò in modo duro, affiancandosi precipitosamente verso l’allieva. Le appoggiò un braccio attorno alle spalle, incitandola a proseguire il cammino. Era il suo unico modo per confortarla, sapendo, grazie al racconto di Fukagu, cos’era successo la prima e unica volta che la rosa aveva avuto lo spiacevolissimo onore di incontrare la serpe.
Sasuke e Naruto osservarono la scena in silenzio. Nemmeno a loro piaceva Orochimaru. Fugaku, Itachi e Tsunade, avevano spesso parlato di lui e dei suoi modi poco gentili nei confronti delle persone che riteneva inferiore a lui.

“Serpe maledetta!” bisbigliò Naruto, appena Orochimaru proseguì il suo cammino senza controbattere l’affermazione di Kakashi.

“Si, è meglio evitarlo!” aggiunse Sasuke.

Sakura ascoltò le parole dei suoi compagni, chiedendosi se fossero solamente le loro considerazioni o se cercassero in un qualche modo di confortarla, proprio come aveva fatto Kakashi.

“Che vuoi?” domandò infastidita Shizune, vedendo il Jonin.

“Team7 al rapporto!” si limitò a risponderle, lanciandole però uno sguardo di sfida. Fra i due non correva buon sangue.

“Entrate!...” disse con asprezza: “… Ciao ragazzi ben tornati!” rivolgendosi a loro con la sua solita gentilezza.

“Eheheheh, credo che tu non le piaccia!” sogghignò Naruto.

“Sta zitto!” lo fulminò Kakashi.

Nell’ufficio c’era solamente Tsunade, intenta a compilare alcuni documenti.

“Team7 al rapporto!” disse nuovamente il Jonin mettendosi sull’attenti seguito dai ragazzi, anche se Naruto si mostrò alquanto scomposto.

“Già di ritorno? Molto bene, illustratemi la missione!” chiese assumendo un comportamento professionale, tipico del suo ruolo.

“Abbiamo consegnato i medicinali come ordinato, il viaggio è stato tranquillo e non abbiamo incontrato nessun nemico!” continuò Kakashi.

“Ottimo… prendete!” aprendo un cassetto alla sua destra e poggiando sul tavolo tre piccoli sacchetti.

“Cosa sono?” domandò timidamente Sakura.

“Il vostro compenso per aver portato a termine la missione!” le rispose l’Hokage.

Naruto si fiondò a prendere il suo sacchetto aprendolo con foga.

“Solo? Nonna sei una spilorcia!” asserì Naruto.

“Come ti permetti moccioso!” controbatté adirata.

“Ci hai congedati dandoci il compenso, quindi adesso posso dire quello che voglio!” le rispose furbamente.

“Ma io ti disintegro!” alzandosi fulminea dalla scrivania e comparendo subito dopo dietro alle spalle del nipote impertinente.

“Oh kami, quanto puzzi!” esclamò tappandosi il naso.

“E che pretendi? Sono via da due giorni e non ho potuto nemmeno fare il bagno!” rispose offeso.

Tsunade si limitò ad avvicinarsi a Sasuke e a Sakura, annusandoli appena.

“I tuoi compagni non puzzano!” lo schernì divertita, provocando l’ilarità dei presenti.

“Semplicemente perché IO…” indicandosi con il pollice:”… sto crescendo e ho gli ormoni in subbuglio, dovresti saperlo essendo un medico!” cercando di provocarla.

“Anche loro stanno crescendo ma non puzzano come te!” ribatté con le mani appoggiate ai fianchi.

Sakura era allibita, non si era mai ritrovata davanti ad una scena del genere e mai avrebbe immaginato di vederne una con protagonista l’Hokage.
Guardò Sasuke trovandolo scocciato come sempre: doveva aver visto quella scena un’infinità di volte.
Kakashi si era appoggiato nello spigolo della scrivania, incrociando le braccia al petto e accavallando le caviglie una sopra l’altra, guardando divertito il battibecco dei due.

“Ognuno di noi è diverso e poi non puoi dire niente su Sakura… lei è l’unica che avuto tempo di lavarsi!” asserì con sfida.

“Non mi sono lavata, mi sono ripulita dalla polvere con l’acqua senza usare il sapone!” intervenne la rosa, sentendosi presa in causa.

“Ti sei comunque lavata!...” continuò convinto: “… E comunque potevi anche dircelo, dato che volevo dare una piccola sbirciatina per accertarmi che almeno il tuo didietro fosse più carino rispetto alla pianura che hai davanti!”

Kakashi e Sasuke si batterono la mano sulla fronte e Naruto finì spiaccicato contro la parete del muro.

“Ma che ho det…” il timbro con impresso l’ideogramma dell’Hokage si stampò direttamente sulla faccia, impedendogli di continuare a parlare.

“Ops! Mi scusi” disse subito la rosa, accorgendosi del tic nervoso all’occhio di Tsunade.

“N-no n-niente!” rispose balbettando. Il tic rappresentava lo sgomento per la furia, del tutto giustificata, della ragazza. Sapeva che era forte grazia al suo chakra, ma in quel caso non era stato utilizzato.

“Credo che ora possiamo andare a riposarci. Ci vediamo domani ragazzi!” intervenne prontamente Kakashi.

“Sì, è meglio!” confermò Tsunade, ripresa dallo shock.

“Vieni dobe!” aiutandolo a staccarsi dal muro. Sasuke cercò di trattenere la risata, ma alla fine scoppiò attirando l’attenzione di tutti: Naruto aveva stampato in viso l’ideogramma rosso che usava la zia per siglare i documenti ufficiali.

“Ahahahahah! Ti sta bene! Dovrai sfregarti molto bene la faccia se vuoi che vada via, l’inchiostro è indelebile!” spiegò Tsunade tra una risata e l’altra.

“Cosa? Ma stai scherzando? Non posso andare in giro così… mi deturpa il mio bel faccino!” si lamentò piagnucolando.

“Che ti serva da lezione, così impari a mancare di rispetto alla tua compagna!...” lo ammonì Tsunade: “… Sakura, vai pure da tuo padre e digli che può venire a casa con te!”

“G-grazie!” disse timidamente.

“Ti accompagno altrimenti rischi di perderti lungo tutti questi corridoi!” si offrì il Jonin. In realtà voleva proteggerla da altri eventuali incontri spiacevoli. Orochimaru era solito aggirarsi per il Palazzo in cerca di qualche vittima con cui divertirsi per dare sfogo al suo ego egocentrico.

“Zia? Mio padre?” domandò Sasuke, rimasto solo insieme a Naruto.

“E’ alla centrale, se vuoi puoi andare da lui!” gli rispose gentilmente.

“No, non voglio disturbarlo, lo aspetterò a casa, ciao zia!” salutandola con affetto.

“E tu non mi saluti, brutto maleducato?” domandò offesa a Naruto che stava uscendo senza rivolgerle la parola.

L’Uzumaki si voltò guardandola furbamente. Con uno scatto felino si precipitò verso di lei, sedendosi sopra le sue gambe, abbracciandola e baciandola sulla guancia.

“Va via! Puzzi e sei tutto sporco!” cercò di protestare.

“Ma come nonnina, non vuoi un bacino dal tuo nipotino?” avvicinandosi nuovamente con le labbra sporgenti.

“No, smettila!” allontanandolo con un sonoro pugno.

“Perché mi hai picchiato? Sei stata tu a chiedermelo ed io ti ho accontentata, vecchiaccia!” riiniziando il battibecco.

“Ti avevo chiesto di salutarmi e non di saltarmi addosso!” rispose spezzando una penna dalla rabbia. Quando capitava era meglio sparire dal suo raggio d’azione altrimenti sarebbero stati grossi guai.

“Ci si vede!” precipitandosi fuori.

Una volta sola, Tsunade scosse la testa divertita: era sempre il solito buffone!

******


“Eccoci arrivati! Adesso se permetti ti lascio, vorrei andare a casa a riposarmi!” disse Kakashi, giunto davanti all’ufficio contabile.

“Va bene e grazie!” rispose timidamente.

Per Sakura era la prima volta che entrava nell’ufficio del padre ed era alquanto emozionata. Entrò dopo aver bussato meravigliandosi di quanto fosse enorme quella stanza. Salutò cordialmente la dozzina di impiegati, fra cui il genitore.

“Bambina mia, che ci fai qua?” domandò sorpreso, raggiungendola.

“Sono appena tornata e l’Hokage mi ha detto che puoi tornare a casa con me!” gli spiegò felice.

Il signor Yukan si accorse dello sguardo infastidito dei suoi colleghi. Non poteva dargli torto, dato che negli ultimi mesi era mancato molto spesso dal lavoro su ordine dell’Hokage in persona. Non poteva più permettere questi favoritismi, avrebbe rischiato di creare dell’invidia.

“Verrei molto volentieri, ma ho del lavoro arretrato da finire. Facciamo così, se finisco presto corro dritto a casa da te, altrimenti ci vediamo direttamente questa sera, ok?” le disse con affetto.

“Capisco!” rispose abbassando il capo. C’era rimasta male.

“Per farmi perdonare ti accompagno al portone d’ingresso, va bene lo stesso?” domandò fiducioso, appoggiandole la mano sulla guancia.

“Ok!” esclamò raggiante. Almeno poteva stare qualche minuto da sola con lui.

Cercò di essere più sbrigativa possibile nel raccontare le parti eclatanti del viaggio, promettendogli i dettagli quando sarebbe rincasato. Si salutarono con un abbraccio mentre il padre le sussurrò di essere felice di rivederla sana e salva.
Rimase sul portone d’ingresso fino a quando non riuscì più a distinguere la sagoma della figlia che si stava incamminando verso la loro abitazione. Portò le mani incrociate dietro la schiena e con il capo abbassato e triste, rientrò all’interno del Palazzo.

Sakura entrò in casa esausta appoggiando malamente a terra il suo zaino. Era sfinita e ringraziò i kami di non aver incontrato Alan e gli altri, non sarebbe stata capace di sopportare le loro angherie.
Iniziò a svestirsi lentamente desiderando ardentemente di entrare nella doccia e bearsi del getto d’acqua calda. Mise le mani dentro alla tasche della casacca per accertarsi di non aver dimenticato niente, quando:

“E questo? Già il compenso, che sbadata!”

Lo aprì spalancando gli occhi e la bocca per l’incredulità. Il compenso corrispondeva ad un terzo della paga del padre e solo per aver partecipato ad una missione di livello D.
Ora capiva perché i ninja erano così ricchi! D’altronde però erano loro che mettevano a rischio le proprie vite per garantire la pace e la sicurezza del villaggio.
Si ricordò delle spiegazioni di Kakashi il primo giorno in cui vennero formati i team: più crescevano di grado ninja e più partecipavano a missioni di livello superiore, più i compensi sarebbero stati equiparabili.
Con un sorriso radioso sperò di poter partecipare ad altre missioni. I soldi li avrebbe dati tutti al padre per aiutarlo a pagare i debiti e garantirgli nuovamente una vita dignitosa.

*****


Fugaku era ritornato nell’ufficio di Tsunade dopo aver incontrato per caso Sasuke e Naruto con la faccia siglata dal timbro dell’Hokage. Non chiese niente, troppo contento di vederli sani e salvi. Mantenne il suo solito atteggiamento distaccato anche se avrebbe voluto abbracciarli.

“Eccoti finalmente!” disse Tsunade appena lo vide entrare.

“Sarei arrivato qualche minuto fa, ma mi sono fermato un attimo a parlare con i ragazzi!” le spiegò con poca importanza.

“E’ inutile che fai il duro con me, so bene quanto sei felice di averli visti, dico bene amico mio?” domandò divertita, ricevendo un’occhiata di rimprovero da Fugaku.

TOC TOC

“Chi può mai essere?... Avanti!” ordinò l’Hokage.

“Yukan?” esclamò preoccupata, trovandosi di fronte l’anziano.

“Mi scusi se sono venuto a disturbarla ma ecco io… io volevo ringraziarla per la premura nei miei riguardi, ma non credo sia necessario!” guardandola timidamente negli occhi, sperando che avesse inteso il suo discorso. Non voleva essere esplicito dato che c’era anche l’Uchiha.

“Come vuole, ci vediamo alla visita di controllo programmata!” affermò con autorità.

“Va bene, grazie di tutto!” inchinandosi come forma di rispetto, prima di uscire dall’ufficio.

“Tsunade?” la chiamò con sospetto Fugaku una volta rimasti soli.

Lei si voltò, limitandosi solamente a guardarlo con dispiacere.

“Ho capito!” disse solamente chiudendo gli occhi.

Erano un libro aperto, capaci di leggersi dentro, nel più profondo. Le parole non servivano.
Ora, anche Fugaku era a conoscenza delle gravi condizioni di salute del signor Yukan.


 

Angolo dell’autrice:

Lungo vero? Scusate se per caso vi ho annoiato (queste scuse non riguardano Blueorchid31, dato che mi accusa sempre di averle procurato la tendinite acuta al pollice a causa di far scorrere il display per leggere i miei capitoli :))))
La lunghezza non dipende tanto da me, quanto dal contenuto. L’idea di dividerlo in due parti non mi sembrava appropriata perché, almeno  dal mio punto di vista, avrebbe perso il filo conduttore.

La prima missione del team7 è servita per far comprendere ai ragazzi quanto sia importante l’affiatamento e la collaborazione fra di loro. Non è facile mantenere lo stesso atteggiamento per ore e ore, almeno che non si provi, nel proprio io più interiore, una sorta di rispetto nei confronti della squadra.
Sicuramente l’orgoglio e la testardaggine del sasusaku ha avuto un ruolo estremamente importante, ma si sa… l’amore non è bello se non è litigarello (peccato debba ancora nascere, o forse no? Mah, non ve lo dico).
Ammetto di essermi dilungata un po’ tanto sulla descrizione di casa Uchiha la sera prima della partenza, ma purtroppo sono fatta così, quando scrivo mi vengono in mente delle immagini e non riesco a non riportarle. Nella mia mente mi sono immaginata tutta la scena e quando scrivevo avevo un insano sorriso ebete (scusate il termine) stampato in faccia. Non so se sono riuscita a trasmettervi le mie stesse emozioni, ma ci ho provato!
Naruto è stato definito l’equilibrio della squadra. Il suo carattere espansivo, solare, la sua sbadataggine e il suo poco tatto nel parlare, sono un mix perfetto per smorzare qualsiasi tipo di tensione che si possa creare fra i compagni. Si è comunque dimostrato profondamente dispiaciuto, riuscendo finalmente a chiedere scusa alla compagna… peccato che poi se ne sia uscito con un’affermazione infelice. Mai, dire ad una ragazza che non ha seno!
Ho fatto ricomparire per un attimo Orochimaru, dato che più avanti avrà anche lui un ruolo all’interno della storia. Kakashi si precipita subito a supportare l’allieva essendo l’unico a conoscere quello che la serpe le ha detto durante il loro primo incontro, ma anche Naruto e Sasuke non hanno apprezzamenti positivi su di lui.
Yukan non può permettersi di creare dell’invidia fra i colleghi e chiede all’Hokage di non essere più al centro di favoritismi. Quello che non sa, è che ora anche Fugaku è a conoscenza delle sue gravi condizioni.

Vorrei scrivere altro, ma non mi sembra il caso di dilungarmi oltre e per fortuna direte! Ovviamente Blueorchid31 non fa testo)
Vi chiedo scusa per essere molto lenta nel rispondere alle vostre bellissime rec, ma purtroppo è sempre il dannato tempo ad essermi ostile. Le leggo sempre tutte con molta gioia e affetto promettendomi di rispondere appena possibile. Ringrazio tutti voi lettori, anonimi e non, e tutti coloro che hanno segnato la mia storia fra le preferite e seguite. Grazie anche a coloro che mi hanno indicata fra i loro autori preferiti.

Un bacione grande grande
Manga
 

PS: Blueorchi31? Smack Smack

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Capitolo 34
*** La minaccia è reale ***


Sasuke e Naruto, dopo aver incontrato e salutato Fukagu, tornarono a casa felici ed esausti. La loro prima missione non era stata difficoltosa e nemmeno pericolosa, ma il lungo viaggio, il pernottamento all’aperto, lo svegliarsi alle prime luci dell’alba e la misera colazione di tre trote complessive, li aveva provati fisicamente. Potevano essere ottimi combattenti e sicuramente con il trascorrere del tempo sarebbero divenuti indubbiamente dei ninja fortissimi e temutissimi, ma erano ancora troppo giovani per resistere fisicamente ai ritmi delle missioni.

Appena varcato l’immenso portone di villa Uchiha, Mikoto gli corse incontro con un enorme sorriso stampato sul viso.

“Siete tornati! State bene? Siete feriti?” domandò a raffica, abbracciandoli calorosamente.

“Mamma così mi strozzi!” cercò di ribellarsi Sasuke, infastidito da quel tipo di effusioni.

Mikoto sciolse l’abbraccio e Naruto, che a differenza del compagno amava farsi coccolare, protestò a modo suo:

“Zia, sono stanchissimo!” inscenando una specie di cedimento alle gambe, nella vana speranza di essere nuovamente coccolato.

“Ma che hai fatto in faccia?” chiese allibita, notando l’ideogramma dell’Hokage stampato sul viso del biondo.

“Questo? Ah, niente… un piccolo incidente!” rispose con poca importanza, tendendo le braccia verso la zia per farsi abbracciare ancora.

“Devi andarti a lavare subito. E’ un inchiostro indelebile e più rimane impresso più sarà difficile toglierlo e poi… e poi non emani per niente un buon odore!” asserì tappandosi il naso.

“Uffa anche tu? Pure la nonna me lo ha detto… ma non è colpa mia se non ho potuto lavarmi e…”

“Taci dobe! Piuttosto che nasconderti dietro a futili scuse, perché non ti vai a lavare?” protestò Sasuke, stanco di rimanere sotto il porticato ad ascoltarlo.

“Ce l’avete sempre con me, non è giusto!” incrociando le braccia indispettito.

“Questo non è vero e lo sai bene… su, da bravo, vatti a fare un bel bagno caldo mentre preparo qualcosa da mangiare, ok?” propose dolcemente Mikoto.

“Mangiare? Siii! Zia sei la migliore di tutti!” correndo verso l’ingresso della casa, alzando dietro di sé una nuvola di fumo.

“Tze… dobe che non sei altro!” borbottò Sasuke, incamminandosi accanto alla madre con le mani in tasca.

“Vi aspetto in cucina…” disse al figlio una volta rientrati e appena lo vide raggiungere la porta di uno dei bagni, si voltò verso una domestica intenta a svuotare gli zaini dei due ragazzi: “… Mentre preparo qualcosa da mangiare, potresti prepararmi una bacinella con acqua bollente, varechina e una bruschina con le spatole morbide?” domandò gentilmente.

Dopo circa mezz’ora i ragazzi scesero in cucina. Il primo a varcare la soglia non poteva che essere Naruto, il solito affamato:

“E’ pronto zia?” domandò con l’acquolina in bocca.

“Thè e biscotti sono più che sufficienti, non voglio che vi roviniate il pranzo!” gli spiegò posando le cibarie sul tavolo.

“Oh, non preoccuparti, non c’è pericolo che mi rovini i pasti!” disse, fiondandosi ad addentare subito un biscotto ricoperto di glassa.

“Biscotti?” domandò deluso Sasuke, poco amante di dolci in generale.

“Ecco le tue fette biscottate!...” porgendoli davanti un piatto colmo: “… Finito di mangiare cosa pensavate di fare?” domandò accomodandosi accanto a loro.

“Pensavo di andare a riposare, ma se hai bisogno…?” guardandola speranzoso che declinasse l’offerta. Era veramente stanco e nemmeno con un bel bagno caldo era riuscito a riprendersi.

“No stai tranquillo, vai pure a riposarti!” lo rassicurò premurosamente.

“Anch’io pensavo la stessa cosa!” disse Naruto con la bocca piena.

“Tu no! Almeno fino a quando non sarò riuscita a toglierti quell’ideogramma dal viso!” asserì perentoria.

“Non puoi farlo quando mi sveglio? Sono stanchissimo! E poi ci ho già provato un sacco di volte e non viene via!” cercò di protestare.

“Appunto! Lascia che ci pensi io a te… potrai riposarti sulle mie ginocchia mentre ti pulirò, va bene?” gli propose, omettendo volutamente il metodo che avrebbe utilizzato.

“Sulle tue gambe? Yuppi! Ci sto!” rispose raggiante, ignaro della tortura che lo avrebbe atteso.

Sasuke sbuffò ma non disse nulla, limitandosi solamente a riempirsi lo stomaco per poi raggiungere il suo adorato letto.

Mikoto aspettò pazientemente che i due ragazzi finissero di mangiare e lasciò l’incombenza alle domestiche di sparecchiare e di preparare la cena. Il lavoro che l’attendeva con Naruto, avrebbe richiesto parecchio tempo!
Prese la bacinella, nascosta dietro alla porta scorrevole della cucina che conduceva al giardino e invitò il nipote ad accomodarsi sulle sue ginocchia.

“Cosa? No, no, no! Non mi lascerò rovinare il mio bel faccino con la brusca e la candeggina! Senti che puzza!” cercando di scappare, ma Sasuke lo afferrò per il colletto.

“Fai l’uomo!” lo canzonò, trascinandolo divertito verso l’angolo della tortura.

“Nooooo!” urlò disperato, ormai rassegnato. La presa ferrea della zia non lasciava nessuna via di fuga.

Verso le sei del pomeriggio Itachi rientrò a casa guardandosi attorno.

“Bentornato figliolo, stai cercando qualcosa?” domandò Mikoto, andandogli incontro come sempre.

“Ciao mamma… be’ veramente stavo cercando qualcuno e non qualcosa!” la corresse divertito. Aveva smesso prima gli allenamenti proprio per poter ritornare a casa e chiedere ai fratelli com’era andata la loro prima missione.

“Stanno riposando!” gli rispose sorridendo.

Itachi aspettò con pazienza di veder sbucare i due ragazzi che si degnarono di presentarsi in cucina a ora di cena. Sasuke aveva gli occhi gonfi e due occhiaie profonde, Naruto invece assomigliava ad un cocomero. La sua faccia era di un rosso incandescente e in alcuni punti si notavano profonde lacerazioni, mentre attorno al viso e sul naso spiccava un alone circolare di un rosso tendente all’arancione.

“Ma che hai fatto? Non sapevo ci fossero stati dei problemi durante la missione! Nessuno mi ha informato, perché?” chiese arrabbiato e preoccupato allo stesso tempo.

Sasuke sogghignò divertito e Naruto assunse una posa da vincitore.

“Visto? Itachi è l’unico che si preoccupa seriamente di me!” asserì soddisfatto.

“Non è come pensi…” cercò di spiegargli Mikoto, ma improvvisamente comparve Fugaku.

“Oh caro, sei tornato? Non ti ho sentito arrivare!” correndogli incontro mortificata.

“Non ti preoccupare…” la rassicurò posandole un braccio attorno alla vita: “… quanto a te…” voltandosi verso il nipote: “… questa è la giusta punizione per l’affermazione irrispettosa nei confronti della tua compagna. Non negarlo, Tsunade mi ha già informato!” ammonendolo con lo sguardo.

“Non sono stato irrispettoso, ho solo fatto una domanda e lei si è offesa senza motivo!” protestò animatamente con le braccia, convinto di non aver detto nulla di male.

“Adesso però voglio sapere tutto! Ho provato in tutti i modi di storcergli qualche informazione, ma urlava di continuo e alla fine è scappato in camera sua!” disse Mikoto alquanto curiosa e adirata. Possibile che i suoi ragazzi non riuscivano a comportarsi bene con Sakura?

Naruto sembrava non voler collaborare, Mikoto e Itachi si voltarono verso Sasuke sperando che raccontasse l’accaduto, ma lo videro voltare il capo infastidito con le gote leggermente arrossate, come se fosse un po’ imbarazzato.

“Allora?” domandò quasi spazientito Itachi.

“Ho capito, dovrò farlo io!” intervenne rassegnato Fugaku.

Il capo clan raccontò l’episodio avvenuto nella mattina nell’ufficio dell’Hokage: Mikoto serrò gli occhi, stringendo fortemente il mestolo fra le mani, tanto da farlo tremare e a Itachi si formò un tic nervoso all’occhio che cercò di nascondere emettendo una risata decisamente isterica, oltre ovviamente ad un enorme gocciolone sopra la testa.

“Ma ti sembrano cose da dire?” chiese tutto ad un tratto Mikoto, completamente furiosa.

“Non capisco perché ti arrabbi tanto!” lagnò nuovamente il biondo, mentre Sasuke e Fukagu scossero il capo rassegnati per l’ennesima dimostrazione di quanto fosse baka.

“Vedi Naruto… non è mai cosa carina fare certe considerazioni sull’aspetto fisico delle persone, specie alle ragazze che stanno attraversando la fase adolescenziale, in cui il corpo inizia a mutare fino a diventare quello di una donna. Questo processo è variabile, c’è chi si sviluppa prima e c’è chi si sviluppa dopo, hai capito?” intervenne nella sua infinita saggezza Itachi, augurandosi che la piccola peste comprendesse il suo discorso e non intervenisse con altre domande o affermazioni insensate.

“Ma…”

“Taci dobe! E’ tutt’oggi che sento la tua voce e mi stai dando sui nervi! Per colpa delle tue urla non ho chiuso occhio e nemmeno i tappi per le orecchie mi sono stati utili. Sono riuscito a riposare solamente un’ora!” si intromise Sasuke, palesemente scocciato.

“Ma hai una vaga idea del male che ho patito? La zia mi ha sfregato ininterrottamente il mio bel faccino con una brusca intinta in acqua e varechina. Sai che brucia? Guarda qua!…” indicandosi le escoriazioni sul viso: “… Sono completamente rovinato e la cosa peggiore è che il timbro della nonna non è nemmeno venuto via del tutto!” brontolò con due lacrimoni finti, tirando su con il naso.

“Ben ti sta e che ti serva da lezione! Devi imparare a tenere la lingua a freno e la tua compagna ti ha dato la giusta punizione che meritavi e se non ti sta bene, posso sempre chiedere a… Madara!” disse Fugaku con un ghigno beffardo.

“No, no, no, no… va bene, ho capito tutto, cambiamo discorso?” supplicò spaventato. L’idea di passare anche solo dieci minuti con quel vecchio pazzoide era peggio che le ore di tortura subite quel pomeriggio per mano di Mikoto.

“Mi sembra giusto… com’è andata la vostra prima missione? Dopotutto, siamo tutti impazienti di conoscere nei dettagli cosa avete fatto, no?” chiese Itachi, cercando di trattenere una sonora risata. Madara e le sue punizioni erano il peggior incubo dei suoi fratelli.

Naruto raccontò con entusiasmo i due giorni passati insieme al team, soffermandosi nei particolari che più l’avevano colpito, come la mietitura del grano e della bravura di Sakura nella caccia e nel cucinare.

“Caspita! La vostra compagna è davvero indispensabile nel team… sa curare, sa cacciare, sa…”

“Ma non sa combattere adeguatamente!” intervenne adirato Sasuke, interrompendo il fratello.

“E’ per questo che vi allenate, per migliorarvi e dovete essere collaborativi!” si intromise con tono severo il padre.

“Ma se da parte sua non c’è questa volontà? Viene meno il principio della fiducia, la base fondamentale di un team. Non posso e non riesco a fidarmi di una persona che ha intenzione di assumere un doppio comportamento con la sua squadra!” rispose agguerrito. Era la prima volta che si ribellava ad un suo ammonimento.

Fugaku stava per ribattere ma le parole gli morirono in gola. Come poteva rimproverarlo quando lui stesso gli aveva sempre insegnato l’importanza della fiducia?

“Però teme non puoi negare che in missione sia stata collaborativa!” disse Naruto, sperando di calmare il clima teso creato nella stanza.

“Basta! Sono stanca di vedervi sempre discutere per questa storia! Non capite quanto mi fate stare in pensiero? Già non sono tranquilla quando partite per delle missione, figuriamoci conoscendo tutti questi problemi!” intervenne rammaricata Mikoto, voltandosi di spalle.

Fugaku la guardò dispiaciuto, sospirando profondamente. Si alzò lentamente abbracciandola da dietro:

“Hai ragione cara, ti chiedo scusa!” le sussurrò amorevolmente all’orecchio. Sapeva quanto soffrisse per quella situazione e conosceva perfettamente l’ansia che l’affliggeva: l’Akatsuki.

“E’ meglio finire di cenare e poi è il caso che voi due andiate subito a dormire! Domattina dovete andare in Accademia e non credo che Kakashi si risparmierà negli allenamenti!” disse Itachi.

Naruto e Sasuke acconsentirono con il solo cenno del capo, mortificati per essere la causa del dispiacere di Mikoto anche se ignari delle sue reali preoccupazioni.

*******


Sakura riposò beatamente alcune ore e uscì nuovamente di casa prima che le scuole Omega terminassero le lezioni. Voleva fare una sorpresa al padre e non aveva tempo di imbattersi con i suoi ex amici.

Rincasò verso le quattro del pomeriggio con due sporte piene di prelibatezze: in una spiccavano due bei pesci, un tonno e un salmone, e nell’altra tutto l’occorrente per cucinarli. Era da tantissimo tempo che non mangiavano più il sushi a causa della ristrettezza economica imposta per far fronte ai debiti, ma l’arrivo inaspettato del suo compenso per aver partecipato ad una missione, le aveva fornito un valido motivo per infrangere la regola.

“Chissà che faccia farà papà appena gli presenterò il sushi!” pensò raggiante.

Si dedicò alla preparazione con impegno e amore, cercando di non sprecare nessuna parte. Tagliò e ritagliò accuratamente sia le verdure che i pesci, preoccupandosi anche di congelare alcune porzioni per poterle mangiare in un’altra occasione.
Il signor Yukan rientrò verso le otto di sera, più tardi rispetto al solito orario.

“Ben tornato papà! Speravo tornassi prima!” gli disse correndogli incontro per abbracciarlo.

“Lo speravo anch’io, ma come ti avevo già anticipato questa mattina, aveva parecchio lavoro in arretrato da sbrigare. Scusami bambina mia!” accarezzandole dolcemente la guancia.

“Non importa! Vieni, ho una sorpresa per te, ma chiudi gli occhi!” trascinandolo entusiasta verso il tavolo.
Micha ubbidì divertito e si lasciò guidare dalla figlia.

“Ora puoi aprirli!” lo esortò una volta giunti davanti al tavolo imbandito.

Il padre aprì lentamente gli occhi, mutando l’espressione del viso dallo stupore alla preoccupazione più totale.

“S-sakura? M-ma questo è sushi! D-dove hai preso i soldi?” domandò tremante, riconoscendo immediatamente gli ingredienti utilizzati, i più costosi in commercio.

“Non preoccuparti…” ridendo appena: “… ho pagato con il compenso che mi ha dato l’Hokage e pensa… non l’ho nemmeno speso tutto, guarda!” porgendogli il sacchetto.

“Non dovevi farlo! Quei soldi sono tuoi e ti servono per acquistare tutto il materiale necessario per l’Accademia!” le disse seriamente, senza nemmeno guardare il contenuto.

“Ti ho già detto che non devi preoc…”

“Invece mi preoccupo!” la rimproverò, alzando il tono della voce.

Sakura lo guardò sorpresa per poi abbassare il capo rammaricata. Era la prima volta che suo padre la riprendeva in quel modo.

“M-mi dispiace!” sussurrò appena, portandosi l’unghia del pollice in mezzo ai denti.

Micha sospirò, chiudendo gli occhi:
“Scusami tu… non dovevo sgridarti né tanto meno alzare la voce! Ma vedi, non voglio che spendi il tuo denaro per la nostra famiglia… a quella ci penso io, è il mio dovere!” le spiegò dolcemente.

“E’ solo che volevo contribuire anch’io! Siamo sommersi dai debiti per causa mia e…”

“Smettila!...” la intimò nuovamente: “… Ti ho già detto che tu non hai nessuna colpa e non voglio più sentirtelo dire!...” sospirando ancora: “… Ho capito il tuo gesto e ti ringrazio, ma non farlo più, ok?” posando le mani sulle sue spalle.

“V-voglio darli a te!” insistette, porgendogli il sacchetto.

“Allora non vuoi proprio capire!” asserì adirato, lasciando la presa dalle spalle. Si voltò senza aggiungere altro, incamminandosi verso le scale.

“Dove stai andando? E la cena?” domandò disperata, consapevole di averlo deluso.

“Non ho fame!” rispose freddamente, ignorando volutamente il suo sguardo.

Sakura si accasciò pesantemente sulla sedia con il capo abbassato: lo aveva deluso quando in realtà voleva solamente fargli una sorpresa.
Guardò il tavolo sentendosi lo stomaco chiuso – le era passata la fame – e osservò il sacchetto, la causa di quell’incomprensione appena creata. Si alzò, iniziando a sparecchiare lentamente e a preparare il cestino del pranzo per il giorno successivo.

Micha si coricò sul letto fissando un punto indefinito del soffitto:
“Mi dispiace bambina mia, ma devi imparare a pensare a te stessa… non starò sempre con te!” sussurrò appena, mentre una lacrima solitaria scese dal suo occhio sinistro.

*****


Alle quattro di notte, qualcuno bussò fortemente al portone di ingresso di villa Uchiha.

“Aprite! Aprite! E’ un’emergenza!” si udì dall’esterno.

Fugaku fu il primo ad alzarsi, seguito a ruota da Mikoto e Itachi. Sasuke e Naruto uscirono dalle loro stanze strofinandosi gli occhi non capendo il motivo di tanto allarmismo da parte degli altri tre che stavano scendendo velocemente le scale.
Il capo clan si diresse di corsa ad aprire il portone, Itachi e la moglie rimasero sulla soglia di casa ad osservarlo gesticolare freneticamente con le braccia verso il ninja, portatore della missiva, come ad impartirgli ordini e disposizioni con la massima urgenza.
Videro poi il ninja annuire e balzare sopra i tetti e l’Uchiha ritornare celere verso di loro.

“Fugaku?” lo chiamò preoccupata Mikoto.

Lui la guardò annuendo appena, voltandosi subito verso il figlio.

“Itachi, c’è bisogno della tua squadra… subito!” ordinò senza aggiungere altro.

“Vado!” rispose, recuperando il suo equipaggiamento da anbu, sempre a portata di mano.

“Dieci minuti… ai cancelli… partirete con gli Hyuga e gli Inuzuka!...” puntualizzò il padre: “… quanto a me…” voltandosi verso la moglie: “… mi aspettano alla centrale e poi a Palazzo!” infilandosi i sandali e uscendo insieme al figlio senza salutare nessuno.

“State attenti!” riuscì solamente a dire Mikoto, con il cuore in gola.

“Mamma? Che sta succedendo?” domandò Sasuke ancora assonnato.

“Che ci fate voi due svegli a quest’ora della notte?” chiese, cercando di controllare il tono della voce per non farli preoccupare.

“Chiunque si sarebbe svegliato con quel baccano infernale!” le fece notare Naruto, sbadigliando talmente tanto da mostrare sia le tonsille che l’ugola.

“N-niente… niente… tornate a dormire!” esortandoli a seguire le sue indicazioni, portandosi la mano al petto.

“Cosa sta succedendo?” insistette Sasuke, intuendo che la madre stesse nascondendo qualcosa di molto importante.

Mikoto lo guardò con il volto affranto e preoccupato. Sasuke era cresciuto ed era molto più perspicace rispetto a Naruto, non poteva tenerglielo nascosto ma non poteva nemmeno rivelargli la verità, almeno fino a quando non fosse stato reso di dominio pubblico.

“Non lo so ancora, ma spero di sbagliarmi!” rispose infine, dirigendosi verso la cucina.

“Rimango con te, non ho più sonno!” raggiungendola, seguito da Naruto rimasto in silenzio.

*****


La sveglia suonò alle sei, Sakura la spense all’istante, destata da circa un’ora. Non aveva dormito molto.
Si preparò cercando di non far rumore per non svegliare il padre. Era profondamente mortificata per come si era conclusa la serata, il suo intento era unicamente legato ad aiutarlo e a contribuire con le spese di casa e non aveva pensato che in realtà, lo avesse umiliato. Più volte le aveva detto che spettava a lui, come padre e capo famiglia, risolvere i problemi!

Circa venti minuti dopo, sentì suonare alla porta.

“Chi sarà mai a quest’ora?” si domandò, provando una certa angoscia. Da quando aveva scoperto di essere una kunoichi, nessuno gli era mai più andati a trovare.

“Sakura? Ho sentito bene? Hanno suonato il campanello?” chiese Micha, affacciandosi dalle scale.

“S-si… vado ad aprire!” rispose dirigendosi verso la porta.

“No aspetta, vado io!” le ordinò, scendendo precipitosamente le scale, nonostante la sua veneranda età.

“Non correre in quel modo, è pericoloso!” lo esortò preoccupata.

“Tranquilla!... Stai dietro di me, ci penso io!” superandola, cercando di recuperare alla svelta le chiavi di casa.

Appena aprì la porta:
“Ryodo?” esclamò, trovandosi difronte un suo collega.

“Micha, devi venire subito a Palazzo, l’Hokage ci ha convocati con la massima urgenza!” disse alquanto agitato.

“Cos’è successo?” chiese con insistenza.

“Non ne ho idea, ma non mi piace!” esponendo la sua angoscia.

“Ho capito, arrivo subito… il tempo di vestirmi! Sakura, tu vai in Accademia e non preoccuparti di niente, vedrai… sarà solo qualche bilancio sbagliato!” disse rivolto alla figlia, nella vana speranza di tranquillizzare più se stesso che lei. Non era mai accaduto in passato che l’Hokage convocasse l’intero ufficio per qualche calcolo errato.

“V-va bene… posso aspettarti questa sera anche se forse tornerai tardi?” osò chiedergli, sperando di non leggere più nei suoi occhi la delusione che gli aveva arrecato la sera prima.

“D’accordo!” annuì sorridendole con affetto. A Sakura le si illuminò il viso dalla gioia.

Lo osservò prepararsi in fretta e furia, lanciando di tanto in tanto qualche occhiata verso il collega fatto accomodare in casa. Ryodo era un civile e come il padre, era uno dei pochi ad aver avuto il privilegio di lavorare a Palazzo, ma come tutti gli Omega, non mancarono sguardi di disapprovazione nei suoi confronti.
Sakura cercò di ignorarlo concentrandosi unicamente sulla figura dell’anziano genitore, salutandolo con affetto appena lo vide dirigersi verso la porta insieme al collega.

“Mah!... Meglio che mi prepari anch’io altrimenti rischio di fare tardi!” disse fra sé e sé.

Uscì di casa prima delle sette, orario in cui i cancelli dell’Accademia si sarebbero aperti. Nonostante avesse dormito poco, si sentiva piena di energia ed era pronta per ricominciare una lunga giornata di allenamenti.
Varcando il settore ninja, rimase un po’ sorpresa nel vedere diversi gruppi di persone parlottare fra di loro a bassa voce. All’inizio non ci diede molta importanza, ma appena voltò l’angolo per raggiungere l’Accademia, vide tutti i cadetti all’esterno confabulare insistentemente, udendo solamente qualche frase:

“Voi che dite?” – “Sapete qualcosa?” – “Pensate sia grave?”

“Ma che stanno dicendo?” si chiese pensierosa.

“HO DETTO CHE NON LO SO!” sentì urlare tutto ad un tratto. Era la voce di Sasuke.

Si fece largo in mezzo alla folla di studenti, cercando con fatica di scorgere i suoi compagni, gli unici in grado di poterle spiegare cosa stesse accadendo, o meglio, cercare Naruto, l’unico a cui avrebbe potuto chiedere informazioni senza nessuna esitazione. Lei e Sasuke non andavano d’accordo e sentendolo urlare adirato, dubitava fortemente di ricevere proprio da lui qualche notizia utile.
Urtò involontariamente un ragazzo, con i capelli a caschetto, lisci e lucidi, con indosso una tutina aderente verde. Aveva delle grosse sopracciglia e assomigliava terribilmente al suo ex maestro Gai.

“S-scusa!” disse imbarazzata.

“E di che!” facendole l’occhiolino, sfoggiando un sorriso luccicante.
Sì, non c’era nessun dubbio: era il figlio di Gai, Rock Lee.

Continuò a camminare in cerca di Naruto, fino a quando, giunta ormai in prossimità dei cancelli, non distinse chiaramente i folti capelli biondi del compagno. Alzò il braccio per chiamarlo e farsi notare, ma si fermò all’istante vedendo che non era solo. Attorno a lui, c’erano anche gli altri Genin: le ragazze guardavano pensierose verso il basso, Kiba accarezzava Akamaru - cresciuto notevolmente – con lo sguardo perso nel vuoto , Shikamaru e Neji, rispettivamente ai lati di una colonna, se ne stavano con le braccia conserte e il volto inquieto fissando un punto indefinito. Naruto era di spalle con le mani appoggiate ai fianchi, coprendo con la sua figura un’altra persona da cui spiccava solamente una manica blu: Sasuke.
Sakura inclinò un po’ il capo verso sinistra, vedendo chiaramente l’Uchiha appoggiato con la schiena e una gamba piegata alla colonna, gli occhi chiusi, il viso contratto di rabbia e le braccia conserte come gli altri due ragazzi al suo fianco.
Si fece coraggio, avvicinandosi a loro.

“Che sta succedendo?” osò chiedere, spinta da un’irrefrenabile curiosità.

“Come? Non lo sai?” domandò incredula Temari.

“Tze… ovvio che non lo sa! Vive nel settore Omega!” rispose stizzito Sasuke.

Sakura lo guardò furiosa e stava per ribattere quando si sentì appoggiare una mano sulla spalla, premendo con un po’ di forza. Si voltò, incontrando gli occhi azzurro cielo di Naruto che si limitò solamente a muovere il capo in senso di diniego, incitandola a rimanere in silenzio e a non controbattere.

“Ecco Gai!” esclamò Ino, correndo insieme ad altri cadetti verso il ninja.

“Ragazzi evitate di farmi domande, ne so quanto voi! Mi è stato solo ordinato di farvi raggiungere le vostre aule e i vostri campi di allenamento e di aspettare i vostri maestri convocati dall’Hokage. Saranno loro a chiarire tutto quanto!” asserì autoritario, apprestandosi ad aprire i cancelli.

A poco a poco, i cadetti entrarono all’interno dell’Accademia. Sakura continuava a chiedersi cosa fosse tutto quel mistero e quella preoccupazione dipinta nei volti degli studenti, Naruto compreso.
Si affiancò a lui continuando a guardarlo, nella vana speranza che le spiegasse qualcosa, ma l’espressione del compagno lasciava intendere che non ne avesse nessuna intenzione. Camminava con il volto rivolto verso il basso, lo sguardo pensieroso e le mani in tasca.
Sasuke era davanti, affiancato dagli altri suoi amici. Nessuno parlò, nemmeno quando i due team si diressero verso il loro campo.

“Ma insomma? Che sta succedendo?” chiese spazientita a Naruto.

L’Uzumaki si degnò finalmente di alzare lo sguardo verso di lei e prima di risponderle sospirò pesantemente:
“Questa notte… questa notte il Villaggio dell’Erba è stato attaccato!” sospirando nuovamente.

“Il Villaggio dell’Erba? Ma non è confinante con Konoha? Saranno stati sicuramente dei briganti intenzionati a saccheggiare…”

“Ma che stai dicendo? Piuttosto che blaterare a vanvera perché non usi il cervello?” tuonò Sasuke, balzando verso il loro campo senza darle il tempo di controbattere.

“No Sakura-chan… il problema è molto più grande di quanto tu possa immaginare. Non giudicare il teme… è molto preoccupato… suo fratello è partito questa notte con la massima urgenza insieme alla sua squadra e a quelle di altri. Il Villaggio delle Erbe è abitato da ninja molto forti e se fossero stati dei semplici briganti, sarebbero riusciti tranquillamente a fronteggiarli, invece…” stringendo i denti e serrando le mani a pugno, cercando di calmarsi.

“Invece?” esortarlo a continuare il racconto.

“Invece sono stati attaccati da ninja fortissimi e dalle prime voci trapelate a Konoha, sembra siano stati uccisi una trentina di combattenti fra cui il capo del Villaggio… capisci perché il teme è così in pensiero? Lo sono anch’io per Itachi!” sospirando affranto.

“M-mi dispiace… non lo sapevo! Però… però poteva dirmelo anziché attaccarmi in quel modo...” protestando dispiaciuta: “… io… non lo sapevo!” rimarcando la sua estraneità dei fatti.

“E’ normale… questa notizia trapelerà in giornata anche nel settore Omega, mentre in questo, già si sapeva da questa notte dato che hanno convocato con la massima urgenza molte squadre da inviare al Villaggio dell’Erba. Mio zio si è recato subito alla centrale in attesa di ricevere maggiori informazioni e fare un rapporto dettagliato alla nonna. Io e il teme siamo svegli dalle prime luci dell’alba e siamo rimasti a far compagnia a Mikoto. Siamo usciti senza sapere altro… l’unica cosa che posso dirti, Sakura-chan, è che se le voci risultassero vere, saremo di fronte ad un ennesimo conflitto, sperando che questo non si propaghi in tutto il Mondo, altrimenti… altrimenti scoppierebbe un’altra guerra mondiale ninja… la quarta!” mordendosi le labbra a tal punto da renderle cianotiche. Aveva perso il padre durante la Terza Grande Guerra e non voleva pensare o credere che un’altra fosse pronta a scoppiare dopo soli tredici anni di pace.

Sakura abbassò il capo, comprendendo lo stato d’animo del compagno. Sapeva che suo padre, il quarto Hokage, aveva sacrificato la vita durante la guerra lasciandolo orfano.

Arrivarono al loro campo trovando Sasuke seduto sul manto erbose con le braccia strette attorno alle gambe e il viso nascosto tra le ginocchia.
Era la prima volta che la rosa lo vedeva così affranto.

“Mi dispiace!” disse solamente. Glielo doveva.

Lui non rispose, continuando a rimanere in silenzio.
Sakura e Naruto si sedettero attorno a lui, formando un cerchio. Nessuno disse più nulla, ognuno rimase  immerso nei propri pensieri.
Passò un po’ di tempo, poi improvvisamente a Sakura le venne un dubbio:

“Stamattina un collega di mio padre lo è venuto a chiamare dicendo che tutto il suo ufficio era stato convocato con urgenza dall’Hokage. Secondo voi…”

“Aspetta Sakura-chan… tuo padre non lavora nell’ufficio contabile di Konoha?” domandò agitato.

“Si!”

“Teme?” guardando l’amico che finalmente aveva alzato il capo.

“Allora non ci sono dubbi!” rispose ancora più preoccupato.

Sakura si voltò verso il biondo sperando che potesse spiegarle meglio: non se la sentiva di porre altre domande.

“Sakura-chan… se tuo padre è stato convocato con la massima urgenza, significa che la nonna ha dato disposizione al piano 1. E’ una prassi utilizzata quando c’è il sospetto di una guerra… si esaminano i fondi del Villaggio e si limitano una serie di spese per permettere alle casse di rimanere piene e poter acquistare le armi da combattimento!” le spiegò Naruto.

“Esatto!”
Kakashi comparve all’improvviso facendo sobbalzare la rosa per lo spavento.

“Sai qualcosa di mio fratello?” chiese di getto Sasuke con gli occhi sbarrati.

“Non di preciso, ma sembra che quando le nostre squadre siano arrivate al Villaggio dell’Erba, i nemici fossero già scappati. Sono in corso delle ricerche, i nostri ninja stanno setacciando tutto il perimetro in cerca di qualche indizio…”

“E’ vero che sono morti una trentina di ninja fra cui il capo del Villaggio?” domandò ansioso Naruto.

“Sono morti una ventina di persone fra cui il loro capo… si contano un centinaio di feriti e i forzieri sono stati completamente svuotati. E' inutile girarci attorno è giusto che sappiate la verità. Si è creata una nuova organizzazione criminale, chiamata Akatsuki… i suoi membri sono facili da individuare poiché indossano un mantello nero con delle nuvole bianche… sono ninja traditori dei propri villaggi e Regni di appartenenza e sono dotati di tecniche di combattimento molto particolari oltre che rari. Hanno iniziato ad agire più di un anno fa, attaccando e saccheggiando diversi villaggi di campagna… in quel periodo era inutile creare allarmismo anche perché non si conosceva ancora il motivo dei loro attacchi… poi… con il tempo… hanno iniziato ad attaccare anche il Regno dell’Acqua fino a colpire Villaggi abbastanza forti e potenti. Si pensa che l’Akatsuki sia intenzionata a rovesciare l’equilibrio nei nostri Regni per poterne assumere il controllo, violando la pace riconquistata da appena tredici anni. La situazione è di massima allerta e l’Hokage ha dato disposizione di non far entrare e uscire nessuno dal Villaggio se non strettamente necessario e con tanto di permesso. Le missioni a voi neo Genin sono vietate poiché non esistono più quelle di livello semplice. Ho ricevuto l’ordine categorico di allenarvi duramente, anche fino allo sfinimento…” voltandosi verso Sakura: “… devo prepararvi per ogni evenienza e non si esclude la possibilità che possiate essere impiegati in uno scontro diretto con il nemico, anche se mi auguro che questo non avvenga, quindi alzatevi e iniziamo!”

Kakashi aveva parlato molto velocemente e molto dettagliatamente senza fornire altre spiegazioni. Il suo volto era contorto da un misto di rabbia e di preoccupazione anche se Sakura, scorse nell’occhio scoperto una strana luce come una bramosia ardita nel combattere. Era la stessa luce che vide negli occhi dei suoi compagni durante l’esame Genin, insieme a quelli della squadra del cugino di Ten Ten.
Che dipendesse dal sangue ninja? Che fossero effettivamente portati a combattere non solo per necessità ma anche per appagamento?

Si sentì nuovamente inferiore, poiché lei, a differenza loro, provava solamente paura e sgomento per i combattimenti veri.
Avrebbe prevalso il suo sangue ninja o quello civile?

“Sakura muoviti!” le ordinò contrariato il Jonin vedendola ancora seduta sull’erba.

“S-si arrivo!” alzandosi e raggiungendo i suoi compagni.

 

Angolo dell’autrice:

Dopo un lunghissimo periodo di assenza, mi presento con un misero aggiornamento, ma sempre meglio che niente dato che il tempo continua ad essermi avverso (infatti dovevo pubblicare la settimana scoras il capitolo dell’altra mia long, ma ancora non ci sono riuscita).
E’ un capitolo… chiamiamolo transitorio? O di un nuovo passaggio?
L’Akatsuki è diventata una vera minaccia ed è stata resa di dominio pubblico. Sono trascorsi appena tredici anni dall’ultimo conflitto mondiale e già Konoha si prepara ad una nuova guerra…
Questa rivelazione porterà i membri del team ad accantonare in parte le loro divergenze, concentrandosi nel combattimento. Kakashi li ha avvisati che le missioni per loro saranno sospese, sarà vero? Cosa accadrà? Non dimentichiamoci chi sono i neo-Genin (piccolo spoiler).
Per gli amanti di Itachi, state tranquilli… non posso fargli del male e farlo morire, non lui almeno…
Sakura riuscirà a sostenere i ritmi degli allenamenti di Kakashi?
Ci sono tante domande ma come sapete troveranno tutte le risposte.

Chiedo scusa se ancora una volta Sakura subisce dei rimproveri, ma fa parte dell’insegnamento del padre che, consapevole di non poter rimanere con lei per sempre, vuole farla responsabilizzare e insegnarle a provvedere a se stessa senza contare su di lui (i soldi spesi per la cena a base di sushi sono stati sprecati seppur abbia compreso le buone intenzioni della figlia). Comunque tranquilli, i rimproveri e l’atteggiamento di Sakura finiranno circa in contemporanea ad Alan… ops, l’ho scritto!

Grazie infinite per continuare a seguirmi nonostante gli aggiornamenti siano molto lenti e non sempre belli/piacevoli o altro. Grazie anche a tutti coloro che continuano a lasciarmi recensioni bellissime stimolandomi sempre di più a scrivere e a migliorarmi. Grazie a tutti coloro che hanno segnato la mia ff fra le preferite, seguite, ricordate. Grazie a chi mi ha segnato fra gli autori preferiti e grazie a chi mi ha fatto l’immenso onore di segnare le storie fra le scelte del sito.
E’ importantissimo per me ringraziarvi pubblicamente in ogni mio angolo, perché è l’unico modo in cui ho l’opportunità di farlo. Il vostro appoggio è così importante e confortevole per me che le parole non bastano ad esprimervi la mia gratitudine.

Spero di poter aggiornare presto, ma fare promesse che poi non riesco a mantenere non mi piace – passerei per bugiarda.

A presto, questo lo scrivo sempre.

Un bacione grande grande

manga

 

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Capitolo 35
*** Combattimenti ***


“Finirà mai tutto questo? Potremo mai amarci alla luce del giorno senza doverci più nascondere?” domandò tristemente Hanare fra le braccia del suo uomo.

“Lo spero… lo spero con tutto me stesso!” voltandosi verso di lei: “… Un giorno riuscirò a farmi riaccettare ancora da tuo padre e quando accadrà, ti sposerò! So che ti chiedo molto, ma ti prego, non lasciarmi mai!” le chiese supplichevole.

“Non ho bisogno di prometterti niente. Io ti amo Kakashi e ti amerò per sempre!” le rispose prima di baciarlo con tutto il suo amore.

I due amanti erano costretti ad incontrarsi clandestinamente durante la notte poiché Madara aveva obbligato la figlia a rompere il fidanzamento con l’Hatake, ritenendolo l’unico responsabile della morte di suo figlio Obito avvenuta nella Terza Grande Guerra Ninja, ma troppo innamorati per ubbidire a tale ordine, con forza e con coraggio decisero di continuare la loro relazione all’insaputa di tutti, trovandosi di nascosto in un vecchio passaggio segreto posto all’interno del quartiere Uchiha.
I primi anni riuscirono a stare insieme in rare occasioni, poi, dopo che una notte vennero scoperti da Itachi e Shisui, fratello di Hanare, poterono intensificare i loro incontri segreti proprio grazie alla complicità dei due giovani ragazzi.

Travolti dalla passione, si stavano lasciando andare al desiderio di unirsi nuovamente, quando, all’improvviso, udirono il verso di una civetta.

“Shisui!” esclamarono all’unisono, riconoscendo il segnale che intimava ad Hanare di ritornare immediatamente a casa per non far scoprire al padre la sua assenza.
Il fratello imitava una civetta e Itachi un gufo, animali notturni comuni che sporadicamente si aggiravano nel quartiere.

“Cos’è successo? Non era in programma nessuna missione!” constatò preoccupata, intenta a rivestirsi.

“Non mi piace… non mi piace per niente! Va a casa e stai attenta!” disse Kakashi, avvertendo un brutto presentimento.

******


Giunto all’esterno, in prossimità del bosco, il Jonin si diresse velocemente verso il centro del suo settore sperando di scoprire se la strana sensazione provata fosse vera oppure no.

Vide diversi ninja balzare sopra i tetti, altri in strada intenti a confabulare fra loro.
Nulla di insolito, tranne che fossero solamente le quattro del mattino!

La preoccupazione e l’agitazione erano evidenti e il presentimento negativo dell’Hatake continuava ad aumentare.

“Kakashi, anche tu qua?” Asuma gli giunse alle spalle, attirando la sua attenzione.

“Già, sai che sta succedendo?” domandò, continuando ad osservarsi attorno.

“So solo che il Villaggio dell’Erba è stato attaccato e che Konoha sta inviando delle squadre anbu in supporto!” gli rispose, accendendosi una sigaretta.

“Cosa, attaccato?” esclamò sorpreso spalancando l’occhio scoperto, spiegandosi così il motivo per cui Shiusi avesse richiamato la sorella a casa: doveva partire in missione con la massima urgenza.

“Sai chi è stato? Sai se ci sono delle vittime?” continuò a chiedere seriamente preoccupato.

“No, ma di sicuro restando qua non scopriremo niente di nuovo. Forse è il caso di recarci alla centrale di polizia, l’unico posto dove potremo ricevere maggiori informazioni!” suggerì Asuma, gettando a terra il mozzicone.

“No, non credo! Di sicuro Fugaku Uchiha non farà trapelare nessuna notizia fino a quando non avrà parlato con l’Hokage. Piuttosto proporrei di andare a Palazzo… sicuramente, in quanto maestri d’Accademia, verremo convocati per sapere cosa dire e come comportarci con i nostri allievi!” constatò invece Kakashi.

“Non ci avevo pensato… hai ragione, andiamo!”
Asuma si accese l’ennesima sigaretta prima di balzare sopra i tetti.

Anche il Capitano Yamato aveva avuto la stessa intuizione dell’Hatake e appena scorse i suoi amici/colleghi, alzò il braccio nella loro direzione come forma di saluto.

“Qualche novità?” domandò subito Asuma.

“Niente, ma stanno arrivando tutti membri del Consiglio. Nara, Hyuga e Inuzuka sono stati i primi ad arrivare, poi mano a mano hanno fatto la loro comparsa anche gli anziani, compreso quella serpe di Orochimaru!” ringhiò a denti stretti il Capitano.

“Tieniti per te i tuoi apprezzamenti, siamo in un luogo pieno di orecchie indiscrete. Non vorrei che fossi richiamato all’ordine per aver mancato di rispetto ad un membro importante del Consiglio che gode della stima e della protezione di alcuni fra gli anziani più influenti del Regno, capaci persino di ostacolare l’Hokage stessa!” lo ammonì a bassa voce Kakashi.
I tre Jonin, così come la maggior parte dei ninja, non nutrivano particolare simpatia nei confronti di Orochimaru, la cui indole malvagia e il suo atteggiamento di superiorità erano noti a chiunque.

“Mh… cosa pensate di questo attacco? Credete che ci troviamo di fronte ad un nuovo nemico?” chiese Asuma, sviando così il discorso riguardante la serpe.

“Tutto lascia pensare a questo!” affermò Yamato.

“E tu, non dici niente?” domandò Asuma a Kakashi, rimasto in silenzio.

“Non mi pronuncio fino a quando non saprò come stanno le cose!” rispose, appoggiandosi al muro a braccia conserte. In realtà aveva il presentimento che l’attacco al Villaggio dell’Erba fosse opera dell’Akatsuki, ma nessuno, al di fuori del Consiglio, era a conoscenza di questa nuova organizzazione criminale. L’Hokage in persona gli aveva ordinato di non rivelare ad anima viva la confidenza ricevuta.

Aspettarono in silenzio per quasi un’ora, ognuno assorto nei propri pensieri e ragionamenti, fino a quando non videro arrivare Fugaku con il volto teso, tenendo fra le mani una serie di incartamenti.
I primi rapporti inviati dalle squadre di supporto erano finalmente arrivati.

“Maestro?” lo chiamò Kakashi, nella mera speranza di poter scorgere qualche indizio riguardante la sua supposizione.

“Dato che voi tre siete qua, dividetevi e andate a chiamare tutti i maestri dell’Accademia, poi ritornate a Palazzo e aspettate la convocazione da parte di Tsunade!” gli ordinò, prima di lasciarsi inghiottire dal buio dell’enorme edificio.

Ancora una volta il sesto senso di Kakashi non aveva fallito, inoltre, anche se Fugaku non aveva proferito parola riguardante l’attacco, il suo sguardo e il suo tono fermo ed autoritario avevano confermato la sua intuizione.

Entro un paio d’ore, sarebbe stata resa pubblica l’esistenza dell’Akatsuki.

******


Verso le sei del mattino le porte dell’ufficio dell’Hokage si aprirono, rivelando i volti seri e preoccupati di tutti i consiglieri del Regno. I maestri d’Accademia si lanciarono sguardi di sgomento e prima che qualcuno di loro potesse dire qualcosa, Shizune gli ordinò di entrare.
Kakashi rimase per ultimo, avvertendo una strana sensazione. Si voltò appena, scorgendo Orochimaru intento ad osservarli con il suo solito sorriso malefico quanto beffardo.

“Non mi convince!” pensò fra sé e sé.

“Hatake! Muoviti, stiamo aspettando solo te!” tuonò Tsunade, alquanto adirata.

“Sì, mi scusi!” distogliendo lo sguardo dalla serpe, richiudendosi alle spalle la porta dell’ufficio.

“Bene, ci siete tutti!...” asserì con autorità l’Hokage, fiancheggiata da Fugaku: “… Arrivo subito al dunque. Il nostro Regno è stato attaccato da una nuova organizzazione criminale chiamata Akatsuki!...” iniziando ad illustrare tutto ciò che era in loro possesso, confermando anche di brancolare nel buio più totale circa il loro capo e la loro ubicazione: “… Purtroppo non sappiamo altro! Il Regno del Fuoco è in stato di massima allerta e per precauzione daremo il via al piano 1 non appena l’ufficio contabile ci fornirà tutti i dati necessari. Detto questo, esigo che alleniate duramente i vostri cadetti! Voglio il massimo da ognuno di loro senza nessuna eccezione!…” lanciando uno sguardo fulmineo a Kakashi: “… Voglio che siano pronti a combattere qualora dovessero trovarsi di fronte al nemico! Da oggi in poi le missioni per i nuovi Genin sono vietate, poiché non esistono più quelle di livello semplice, mentre per gli altri gradi valuteremo di volta in volta. Ora andate ed informate i vostri allievi senza omettere nessuna di queste informazioni. Devono sapere!” congedandoli con un semplice gesto della mano.

Prima di uscire, l’Hatake si voltò verso Tsunade già intenta ad esaminare altri documenti insieme all’Uchiha.

“Nessuna eccezione?” domandò solamente.

L’Hokage alzò lo sguardo, fissandolo attentamente per brevi istanti, poi:

“Esatto! Spingiti fino al limite, sfrutta la sua determinazione e la sua caparbietà!” consigliandolo su come comportarsi.

“Ho capito!” disse infine l’Hatake, uscendo dall’ufficio.

“Tsunade?” la chiamò preoccupato Fugaku.

“Non temere amico mio, Sakura è una ragazza straordinaria ma ha ancora tanto da imparare e non c’è più tempo!” disse decisa.

*******


Kakashi balzò fulmineo verso l’Accademia, impaziente di dare inizio al suo nuovo programma di allenamento. Questo si sarebbe intensificato a tal punto da potenziare al massimo il Chidori e il Rasengan di Sasuke e di Naruto, mentre con Sakura, avrebbe puntato tutto sulla sua forza, sfruttando le sue eccellenti doti intuitive e aiutandola a sfruttare quel po’ di chakra riuscita a sprigionare a causa del sigillo.
L’ansia di iniziare aggiunta alla consapevolezza del pericolo imminente fecero accrescere nel Jonin la voglia di combattere e di confrontarsi con il nemico, mettendosi in gioco, imparando e migliorando le varie tecniche di combattimento.

Trovò il team7 seduto sull’erba del loro campo e dopo avergli parlato molto velocemente e molto dettagliatamente, gli intimò di alzarsi per iniziare subito il nuovo addestramento.
Naruto e Sasuke ubbidirono all’istante, pronti a seguire tutte le indicazioni di Kakashi che, contrariato nel non vedere l’allieva, si svoltò di scatto trovandola seduta e assorta nei suoi pensieri.
La rabbia prese il sopravvento: possibile che non si rendesse conto della gravità in cui il Regno si trovava?

“Sakura muoviti!” le urlò.

“S-si arrivo!” disse mortificata, raggiungendo i suoi compagni.

“Tze!” esclamò infastidito Sasuke.

Kakashi iniziò a comporre una serie di sigilli, gli stessi per richiamare i ninja fantocci.

“Sakura, raggiungi il tuo angolo e inizia a combattere con quattro nemici. Voglio che ti difendi, che combatti e che li elimini nel minor tempo possibile. Sappi solo che li ho potenziati di dieci volte rispetto a prima!”

“C-cosa?” balbettò tremante, indietreggiando di un passo. Non era sicura di farcela, anzi, sicuramente avrebbe fallito.

“Ti arrendi ancora prima di provarci? Ricordati che sei una kunoichi, sei una Genin di Konoha e il tuo compito è quello di combattere qualora dovesse servire il tuo aiuto a proteggere e a salvaguardare le vite delle persone. Non puoi sottrarti al tuo destino da ninja e non tollero questo tuo comportamento, mi sono spiegato?” la rimproverò duramente il Jonin, tanto da farla sussultare.

“I-io… i-io… non…”

“Sakura-chan, usa i tuoi sensi: la vista, l’udito, il tatto e magari anche l’olfatto. Ti aiuteranno!” intervenne Naruto, scongiurando l’ira di Kakashi pronta ad esplodere.

“H-ho capito!” disse infine rassegnata, chinando leggermente il capo come segno di gratitudine al compagno. A testa bassa, incapace di reggere lo sguardo del maestro e quello disgustato di Sasuke, si voltò iniziando a correre verso il suo angolo.

“Tze… patetica!” grugnì il moro una volta che la compagna si allontanò.

“Basta, ora iniziamo con voi due... Naruto ti farò apparire una cascata e con il Rasengan dovrai dividerla in due in senso orizzontale. All’inizio sarà difficile quindi aiutati evocando alcune tue copie, poi, quando ti sentirai sicuro, farai scomparire un clone alla volta fino a che non riuscirai con le tue uniche forze a fare quello che ti ho detto. Non credere però di riuscirci in poco tempo… Sasuke, vai a casa a prendere la tua katana, voglio insegnarti a far defluire il Chidori sulla lama rendendoti ancora più forte. Ragazzi, questo tipo di allenamento vi aiuterà non solo a migliorare e a potenziare i vostri colpi, ma anche a gestirli e a controllarli nel migliore dei modi. Se seguirete tutti i miei consigli, sono sicuro che i vostri nemici tremeranno difronte all’enorme potenza che riuscirete a padroneggiare!” asserì sicuro il Jonin.

In attesa di Sasuke, partito per andare a recuperare la sua arma, Kakashi accompagnò Naruto nel suo angolo di campo, componendo nuovamente dei sigilli per far comparire sia una cascata, sia un tronco d’albero a metà altezza della stessa.

“Ora sali e inizia a fare quello che ti ho detto!” gli ordinò.

“D’accordo, ma una volta che ci sarò riuscito, cosa dovrò fare?” domandò ansioso Naruto.

“Prima vedi di farcela, poi ti attenderà un’altra prova altrettanto difficile… controllare il Rasengan per il maggior tempo possibile, continuando a tenere divisa l’acqua della cascata!” gli spiegò perentorio.

“Ho capito, vado!” balzando sul tronco ed invocando dieci copie.

L’Uchiha ritornò dopo circa venti minuti.

“Come mai tutto questo tempo?” chiese infastidito Kakashi.

“Mia madre… mia madre mi ha detto che Itachi sta bene!” si giustificò, stringendo fortemente la fodera della sua katana.
L’Hatake conosceva il profondo legame che univa i due fratelli ed era comprensibile la sua ansia nei confronti di Itachi.

“Mi fa piacere, ora vieni!” intimandolo a seguirlo verso la parte del campo a lui designata.

Giunti sul posto, Sasuke estrasse con orgoglio la sua katana.

“Una splendida arma, non c’è che dire!...” si congratulò Kakashi riconoscendo l’ottima qualità dell’arma: “… ora, concentra il Chidori nella mano in cui la impugni, poi fai defluire il potere fino alla lama cercando di trattenerlo, quando ci sarai riuscito, ti lancerai su uno dei bersagli che ti ho preparato, sprigionando tutta l’energia nel momento esatto in cui fenderai il colpo!” disse conciso nelle sue istruzioni.

“Bene, poi cosa dovrò fare?” chiese, impaziente di superare quella fase d’allenamento.

Kakashi sogghignò dietro la maschera: la voglia e la bramosia dei suoi due allievi nell’apprendere in continuazione le arti del combattimento, facevano di loro dei ninja eccezionali.

“Pretenderò di vederti gestire il Chidori contemporaneamente, sia nella katana che nell’altra mano. Se ci riuscirai i nemici non avranno scampo!”  lo informò soddisfatto, scorgendo negli occhi del ragazzo il desiderio di diventare più forte.

“Inizio subito!” disse Sasuke, attivando la sua abilità innata, lo Sharingan, necessaria per il Chidori.

Kakashi balzò sopra un albero dal quale riuscì a vedere e a controllare i progressi dei suoi allievi. Naruto e Sasuke si impegnavano con determinazione e volontà, mentre Sakura, giaceva al suolo accerchiata dai ninja fantocci.

“Maledizione!” ringhiò a denti stretti, ma anziché raggiungerla, decise di rimanere in disparte ad osservarla.

La vedeva impegnata a schivare e a colpire gli attacchi dei ninja, provando a sua volta a reagire, ma inevitabilmente, ogni suo tentativo falliva miserabilmente ancor prima di mettere in atto una sola mossa. Cadeva rovinosamente a terra, ansante e provata dalla fatica, cercando di rialzarsi e di sostenersi sulle gambe tremanti e doloranti. C’era determinazione nei suoi occhi, ma non abbastanza…

Kakashi aspettò mezzogiorno prima di sospendere gli allenamenti per la pausa pranzo.
Si precipitò prima dalla rosa, sdraiata a pancia bassa, con il fiato corto e le mani serrate a pugno attorno ai fili d’erba come a cercare un sostegno per potersi rialzare, mentre i ninja fantocci aspettavano inermi per ricominciare.

“Sospendi lo stretto necessario per mangiare e curarti poi ricomincia subito ad allenarti!” balzando via, senza nemmeno guardarla.

Sakura cercò di trattenere le lacrime, consapevole di averlo deluso profondamente. I suoi mancati interventi e il suo tono atono ed autoritario con cui le aveva parlato, ne erano la prova inconfutabile.

******


I due ragazzi raggiunsero il centro del campo, stremati ma soddisfatti del nuovo allenamento che gli avrebbe portati a diventare dei ninja fortissimi.

“Dov’è Sakura-chan?” domandò il biondo non vedendo la compagna.

“Lei non pranza con noi, deve continuare ad allenarsi!” gli rispose impassibile il Jonin.

“Ma?” chiese sconcertato.

“Ma cosa, dobe! Non può continuare ad oziare, deve imparare a combattere!” intervenne scocciato Sasuke.

“Lo so anch’io teme, ma credevo che almeno durante la pausa pranzo potessimo stare insieme e magari provare ad incoraggiarla e a darle qualche suggerimento!” cercando a suo modo di protestare per l’assenza della rosa.

“Tze, come se ci ascoltasse!” gli rispose stizzito.

“Basta discutere! Pensate a mangiare e a riposarvi, ne avete bisogno… per quanto riguarda Sakura, sono io il vostro maestro ed è mio il compito di aiutarla!” asserì autoritario.

Naruto fu l’unico a mostrarsi contrario, ma in quanto allievo, non aveva nessuna voce in capitolo per discutere e protestare le disposizioni del Jonin.
Mangiarono in silenzio, concentrati nei loro pensieri.

Finito di pranzare, Kakashi si alzò scomparendo subito dietro ad una nuvola di fumo.

“Dove starà andando?” si interrogò sorpreso l’Uzumaki.

“Dalla noiosa e da chi altro!” rispose scortesemente per tanta ovvietà.

“Teme smettila, non mi piace il modo in cui ti comporti con lei!” lo riprese contrariato.

“E lei? Non ti da fastidio per il suo comportamento?” domandò di rimando, palesemente irritato.

“Dovresti cercare di capirla invece… non capisci quanto sia difficile per lei integrarsi con noi? Non capisci quanto si senta inferiore? Anziché attaccarla di continuo, dovresti cercare di farla sentire a suo agio e parte integrante del team… se non ti conoscessi bene, penserei che provi un insano piacere a comportarti in questo modo con lei!” asserì, fissandolo intensamente.

“Appunto, mi conosci bene! Adesso basta blaterare e fammi riposare!” sdraiandosi su un fianco, dandogli le spalle.

Naruto sorrise appena. Sasuke non era un ragazzo loquace dal carattere allegro ed espansivo, tendeva piuttosto a stare sulle sue e ad osservare gli atteggiamenti delle persone per comprenderne i pregi e i difetti, sfruttandoli a proprio vantaggio per potersi relazionare al meglio con loro. Il comportamento dell’amico nei confronti di Sakura era svolto unicamente con l’intenzione di spronarla a migliorarsi e a tirarle fuori il meglio di sé. Ne aveva avuto varie dimostrazioni, come il primo giorno di allenamenti con Kakashi: per una mattina intera, aveva cercato di aiutarla a sprigionare il chakra, poi l’Uchiha, in pochissimo tempo, era riuscito dove lui aveva fallito.
Per farla reagire e ottenere dei risultati soddisfacenti, bisognava colpirla nel vivo, nel suo orgoglio. Sasuke e Kakashi lo avevano capito ed era per questo che si dimostravano così duri con lei, quando in realtà continuavano ad aiutarla.

Lui era diverso. Era gentile, allegro, spensierato… doti che non andavano bene per Sakura. Desiderava ardentemente aiutarla e per farlo, si sarebbe dovuto mettere in disparte e lasciare che ci pensassero gli altri due, mostrandole però tutto il suo sostegno.
Si sdraiò nell’erba, continuando a sorridere, e chiuse gli occhi con la consapevolezza che la compagna, nonostante la sua riluttanza, avesse tutto l’appoggio necessario dal team per diventare un vero ninja.

******


L’Hatake voleva accertarsi che la rosa avesse seguito le sue istruzioni, sperando di trovarla già impegnata negli allenamenti, invece…

“Non ti ho detto che puoi riposarti! Alzati immediatamente!” tuonò, trovandola sdraiata con gli occhi chiusi.

“N-non ce la f-faccio!” sussurrò a fatica.

“Piantala e riprendi ad allenarti!” issandola in piedi, afferrandola con poca gentilezza per la casacca.

Le gambe cedettero sotto il peso del corpo e prontamente, Kakashi l’afferrò per le spalle.

“Usa il tuo chakra curativo e vedrai che ritornerai subito in forma!” le intimò con durezza.

“L’ho quasi esaurito del tutto!” gli confidò tristemente.

“Appunto, quasi! Rigenerati le ferite e vedrai che dopo avrai la forza necessaria per riprendere gli allenamenti!” insistette impassibile, continuando però a sorreggerla.

Sakura sospirò pesantemente, iniziando a passarsi il poco chakra a disposizione sulle ferite più dolorose. Mano a mano che queste si rimarginavano, sentì accrescere lentamente la sua forza fino a riuscire a sostenersi tranquillamente da sola sulle sue gambe.

“Hai visto? Ora riprendi!” lasciando la presa ferrea dalle spalle, pronto per andarsene.

“Aspetta!...” fermandolo: “… Non riesco a combattere con quattro ninja contemporaneamente, potrei iniziare con uno e…”

“No! Quattro è il minimo, poi continuerò ad aumentare il numero dei ninja fantocci. Hai le basi e le tecniche necessarie per fronteggiarli, devi solo imparare a gestirle insieme… e ricordati il suggerimento di Naruto. Usa i sensi!” scomparendo dietro alla sua solita nuvola di fumo.

“Gestirle insieme? Usare i sensi? Ma come faccio!” pensò sconfortata, guardando i ninja già pronti per iniziare.

Si mise in posizione di difesa concentrando la vista sui nemici ma quando questi iniziarono a muoversi alla massima velocità, scomparendo dal suo campo visivo, si ritrovò alla mercé dei loro attacchi finendo nuovamente a terra.
Si rialzò, quando un calcio la colpì alla bocca dello stomaco facendola barcollare poi, un ennesimo colpo alla schiena, la fece ritrovare con il viso schiacciato nell’erba.
Era tutto inutile, ogni tentativo di difesa o di attacco da parte sua, falliva miserabilmente.

Naruto e Sasuke, dopo essersi riposati per un’ora abbondante vennero richiamati da Kakashi con l’ordine perentorio di ricominciare i loro allenamenti.

Il Jonin si riposizionò sopra l’albero per osservare i suoi allievi, continuando a nutrire rabbia e preoccupazione nei confronti di Sakura che inerme, subiva gli attacchi dei ninja fantocci.
Verso le cinque del pomeriggio, stanco di vederla finire sempre a terra ed avvertendo il suo chakra esaurirsi, decise di porre fine a quella scena indecorosa.

“Basta! Prendi la tua roba e tornatene a casa. Vedi di riposarti adeguatamente perché domani si ricomincia!” le disse con astio.

“M-mi dispiace…”

“Non scusarti! Piuttosto cerca di fare ammenda per i tuoi continui fallimenti. Sei una Genin eppure non sei riuscita neanche una volta ad avere la meglio sui nemici. Non hai seguito le mie indicazioni e hai continuato a fare di testa tua… mi chiedo se la tua determinazione sia solo nelle parole e non nei fatti!” asserì iracondo, alludendo chiaramente alla sua idea di comportamento nel team.

“Non è vero! Credi che non mi senta mortificata per non essere riuscita a combattere? Credi sul serio che non mi importi di essere una Genin? Ti sbagli… ci tengo più di ogni altra cosa al mondo!” urlò, facendo uscire le lacrime che per tutto il giorno aveva cercato di trattenere.

“Allora dimostramelo seriamente perché mi hai dato un’altra impressione!” rispondendole malamente.

“Ci ho provato… ci ho provato con tutta me stessa a difendermi e ad attaccare, ma sono troppi per me e anche troppo forti!” continuò a spiegargli in lacrime.

“Tanti e troppo forti? Ma non farmi ridere… non sono niente a confronto dei veri nemici, inoltre, se proprio ci tieni a saperlo, i ninja fantocci sono più deboli rispetto ai tuoi compagni e a tutti gli altri Genin. Se non mi credi posso chiamare uno di loro e darti la prova che quello che ti ho detto corrisponde a verità, ma tu sai che ho ragione, vero?...” guardandola chinare il capo: “… Più diventerai forte nel corpo, più lo diventerà anche il tuo chakra, ricordatelo sempre! Ora vai, non voglio più vederti fino a domani!” intimandola con il braccio teso a recuperare il suo zaino e lasciare il campo.

Sakura continuò a tenere il capo abbassato, trattenendo a stento i singhiozzi provocati dal pianto. Kakashi era stato duro con lei, umiliandola e pungendola nel suo orgoglio, inoltre, la consapevolezza che i Genin riuscissero con estrema facilità a superare quell’allenamento, l’aveva ulteriormente demoralizzata.
Sapeva di dover imparare ancora molto, sapeva di essere debole rispetto ai suoi compagni, ma mai avrebbe immaginato che proprio Kakashi glielo sbattesse in faccia in quel modo; lui era sempre stato gentile, lui l’aveva sempre incoraggiata e spronata senza farla mai sentire inferiore, invece…

A passo lento, si incamminò verso l’uscita dell’Accademia mentre tutta la sicurezza acquisita nei tre mesi con Chyo, si spezzò in mille pezzi.

“Non sai quanto mi dispiaccia Sakura!” sussurrò tristemente il Jonin, stringendo i pugni per soffocare il suo dispiacere.

Sapeva perfettamente quanto impegno mettesse nell’apprendere i suoi insegnamenti e conosceva quanta determinazione impiegasse nel padroneggiare al meglio il chakra, nonostante il sigillo.
La ammirava immensamente per queste sue doti straordinarie, ma non poteva ignorare la sua debolezza e la sua inesperienza nelle arti del combattimento. Se si fosse trovata di fronte ad un vero nemico, questo non avrebbe esitato ad eliminarla.
Era una realtà a cui non voleva nemmeno pensare ed era proprio per questo motivo che preferiva odiarsi per il modo in cui l’aveva trattata. Avrebbe continuato a farlo fino a quando non fosse riuscita a difendersi e a combattere, dimostrando di poter provvedere a se stessa.
In quell’anno aveva imparato a conoscere il suo carattere, capendo, grazie a Sasuke, che l’unica maniera per spronarla ed ottenere il massimo, non era quello di usare parole dolci e confortevoli, ma attaccarla sul personale ed era solo così che riusciva a tirare fuori il meglio di sé.

“Lo faccio solo per il tuo bene!” disse appena la rosa scomparve dalla sua vista, voltandosi e dirigendosi verso gli altri due allievi ancora intenti ad allenarsi.

******


Le lacrime continuarono a rigarle il viso sotto i vari borbottii degli abitanti, allarmati dalla situazione di allerta in cui vivevano. I ninja si dichiararono pronti a combattere per difendere la pace tornata a regnare da soli tredici anni, mentre i civili, una volta varcato il settore Omega, continuavano a chiedersi quando sarebbero stati costretti ad abbandonare le loro abitazioni per mettersi al riparo dalla guerra. Alcuni piangevano disperati  all’idea di dover perdere nuovamente i loro ricordi, altri per il terrore che avrebbe dominato le loro anime.
Lei non piangeva per la paura, ma per la consapevolezza di continuare a deludere le persone a cui voleva bene. Lo aveva fatto con il padre circa il suo compenso per la missione e lo aveva rifatto con Kakashi, non riuscendo a portare a termine il suo allenamento.
Si sentiva così amareggiata per il suo continuo sbagliare!

“Ehi guardate! C’è la mezzosangue!” esclamò Jungo vedendola camminare a testa bassa.

“Già… ma avete visto com’è conciata?” aggiunse ridendo Saki, indicando i vestiti laceri insieme ai lividi e le ferite evidenti.

“E noi dovremo essere difesi da un’incompetente come lei? Ma fatemi il piacere!” tuonò sprezzante Alan, avvicinandosi alla rosa.

“Di un po’…” continuò, fissandola iracondo: “… Chi ti fa credere di essere migliore di me? Solo perché indossi il coprifronte della foglia non vuol dire che sei forte. Sei una mezzosangue, sei un rifiuto  della società, sei la delusione vivente di una brava persona che chiami padre!” sputandole addosso tutto il suo disprezzo.

L’ultima frase, fu per Sakura una pugnalata al cuore. Chinò e voltò il capo di lato, facendo uscire nuovamente le lacrime.

“Guardate, piange!” disse in tono canzonatorio Kalin.

“Ora ti diamo noi un valido motivo per piangere!”

Alan la trascinò all’interno di un vicolo cieco, sicuro di non essere visti da nessuno.

“Vediamo di allenarci un po’, così… tanto per tenerci in allenamento ed essere pronti a difenderci da soli in caso di attacco!” asserì Jungo, scrocchiando le dita.

Allenarci? Sakura spalancò gli occhi. Il suo allenamento non era ancora finito: doveva rafforzare la sua resistenza fisica!
Si concentrò per visualizzare i colpi e preparare il corpo ad incassarli.

Alan partì con un pugno in pieno stomaco, ma la rosa, avendolo previsto, contrasse i muscoli riuscendo a non contorcersi dal male.

“Fai la dura, eh? Ma questo è solo l’inizio… ragazzi fatevi sotto!” esortandoli ad unirsi a lui.

Erano otto contro uno. La colpivano da ogni angolazione e non riusciva a prevedere tutte le loro mosse, stringendo i denti per il dolore causato dai colpi non visti.
Non poteva e non doveva reagire, ma solo subire.
Le ferite procurate dai ninja fantocci si allargarono, così come gli ematomi che iniziarono a pulsare dal male.

Alan e Jungo le erano davanti, ai lati riuscì a distinguere con la coda dell’occhio Yuka, Kalin, Saki e Suky. Dietro sapeva di avere Mimì e Nabiki, le uniche rimaste. Nonostante fossero civili erano comunque troppi per riuscire a prevedere ogni loro angheria.
Cercò di incassare i colpi che riusciva ad anticipare, ma la sua difficoltà maggiore rimanere la schiena, colpita ripetutamente dalle due ragazze. Ad un certo punto, percepì da dietro un odore di gelsomino: il profumo preferito di Mimì. Contrasse il fianco destro riuscendo così a non piegarsi per il colpo infieritole dalla stessa.
Un leggero fruscio le giunse all’orecchio sinistro, permettendole di alzare appena la spalla e parare un pugno di Yuka. Poi avvertì l’aria spostarsi dal basso verso l’alto, contraendo i muscoli della gamba destra per incassare un calcio di Kalin, mentre con gli occhi continuava a tenere sotto controllo gli attacchi di Jungo e di Alan.
Stava anticipando tutte le loro mosse: ma com’era possibile?

Improvvisamente le parole di Naruto le ritornarono alla mente:

“Usa i tuoi sensi… la vista, l’udito, il tatto e l’olfatto!”

Ecco cosa intendeva dire: la vista le permetteva di controllare il suo raggio visivo, l’udito di captare i suoni e gli spostamenti d’aria percepiti anche dal tatto, mentre l’olfatto di distinguere gli odori, anticipando l’avvicinarsi del nemico - in questo caso di Mimì.
Finalmente aveva capito!

Sogghignò compiaciuta, provocando la furia di Alan.

“Che fai? Ridi? Ora ti faccio vedere io!” urlò imbufalito, non sopportando quella spavalderia che la rosa mostrava, così come la determinazione dipinta sul viso.

Il pestaggio durò circa quaranta minuti, poi, esausti dal colpire, decisero di interrompere lasciandola sola nel vicolo.
Sakura si appoggiò al muro iniziando a ridere sonoramente: i suoi ex amici, senza saperlo, la stava aiutando a migliorarsi per diventare una vera kunoichi. Certo, erano notevolmente lenti e deboli rispetto ai ninja fantocci, ma comunque utili e indispensabili per raggiungere il suo scopo.
Passò il poco chakra a disposizioni lungo le ferite sanguinanti e sugli ematomi facendoli scomparire in parte, poi, una volta ritornata a casa e recuperato le forze, avrebbe finito di curarsi.

Suo padre non era ancora rientrato e per lei fu un grandissimo sollievo, in quanto poté mettere subito a lavare i suoi vestiti logori e imbrattati di sangue, evitando di farlo preoccupare ulteriormente.
Si fiondò sotto la doccia, beandosi del getto dell’acqua calda, ripulendosi le parti del corpo sporchi di terra, di fango e di sangue essiccato.
Si avvolse nell’accappatoio e si diresse nella sua stanza, gettandosi a peso morto nel letto. Stava riacquistando lentamente le forze, ma non aveva tempo di riposare: suo padre sarebbe potuto rincasare da un momento all’altro.

Appena finì di eliminare ogni traccia del pestaggio dal suo corpo, sentì la porta di casa aprirsi e la voce inconfondibile del suo amato genitore chiamarla:

“Sakura? Sono tornato!”

“Arrivo subito, il tempo di vestirmi!” gli urlò dal primo piano.

Due minuti dopo era già avvinghiata a lui.

“Tutto bene piccola mia?” le domandò premurosamente.

“Adesso sì!” stringendosi ancora di più fra le sue braccia.

“Bambina mia…” sospirò tristemente: “… Ti devo parlare!” sciogliendo di controvoglia l’abbraccio e conducendola per mano verso il tavolo, accomodandosi entrambi nelle sedie.

“Che c’è papà?” chiese preoccupata.

“Come sicuramente già saprai, Konoha ha dichiarato lo stato di massima allerta e ha già predisposto le prime misure di sicurezza fra cui il piano 1, sai cos’è?” domandò affranto.

“Circa… se non ho capito male dovrebbe riguardare la limitazione di una serie di spese per permettere alle casse del Villaggio di rimanere piene e poter acquistare le armi da combattimento, dico bene?” rispose, speranzosa di aver dato la giusta spiegazione.

“Esatto!... Sono già state abolite alcune iniziative edilizie ed altre opere pubbliche ed è stata vietata la festa di Capodanno perché troppo dispendiosa. Purtroppo però le casse sono quasi vuote a causa dell’intera ricostruzione del Regno avvenuta subito dopo la fine della Terza Guerra Ninja. Per far fronte al piano 1, automaticamente si è stati costretti ad intervenire drasticamente su tutti gli abitanti!...” sospirando pesantemente: “… Ai ninja è stato dimezzato il loro compenso delle missioni, ai commercianti gli è stato imposto un incremento delle tasse pari a un terzo con l’obbligo di non aumentare i prezzi dei loro articoli, mentre a tutti i dipendenti compresi i funzionari pubblici, è stata diminuita la paga di un sesto. Questo fino a quando non verrà cessato lo stato di allerta… se mai avverrà!” nascondendo la testa fra le mani.

Sakura spalancò la bocca e sgranò i suoi meravigliosi occhi verdi per la terribile realtà. Lei e suo padre erano pieni di debiti e a stento riuscivano a coprire le spese mensili, come avrebbero fatto ad andare avanti? Oltretutto non poteva nemmeno contare sulle sue possibili missioni, in quanto vietate dal Consiglio.

Abbassò il capo, voltandolo appena verso il centro del tavolo notando che il sacchetto del suo compenso era ancora lì. Lo prese e lo allungò timidamente verso il padre, la cui testa continuava a rimanere nascosta fra le mani.

“Papà?” lo chiamò dolcemente porgendogli il sacchetto.

“Sakura…”

“No, ascoltami!...” parlando dolcemente: “… So cosa stavi per dirmi, ma adesso la situazione è diversa. Questi ti serviranno per far fronte alle spese che non riuscirai a sostenere. Non sono molti, ma è già qualcosa… mi dispiace solo di averne usato una parte per comprare delle frivolezze già da tempo vietate nella nostra famiglia!” abbassando il capo tristemente.

Micha la guardò con il cuore colmo di gioia: la sua piccola bambina aveva finalmente capito il motivo del suo rimprovero, imparando gradualmente a provvedere a se stessa con il poco a disposizione.

“D’accordo…” prendendo il sacchetto fra le mani: “… e per quanto riguarda le frivolezze, devo dirti che invece hai fatto bene. Già da tempo desideravo mangiare del sushi… che ne dici di mangiarlo adesso?” le propose sorridendo.

Sakura sfoggiò un sorriso radioso, annuendo con il capo. Insieme iniziarono ad apparecchiare, poi Sakura prese i contenitori dal frigo.

“Ecco e buon appetito!” asserì raggiante.

Micha iniziò a gustare il buonissimo piatto, complimentandosi di continuo per le eccellenti doti culinarie della figlia.
Mangiarono tutto senza lasciare nemmeno un granello di riso.

“Ottimo! Ci voleva proprio una deliziosa cenetta dopo la brutta giornata di oggi. Peccato sia già finito!” disse il padre, pulendosi la bocca con il tovagliolo.

“Be’, a dire il vero c’è dell’altro pesce nel congelatore!” lo informò timidamente, sentendosi in colpa per aver acquistato due enormi pezzi il giorno prima.

“Mh… eccellente! Lo conserveremo per mangiarlo durante le festività… sinceramente non aveva un granché di voglia di trovarmi dello stufato per il cenone di Natale!” scoppiando a ridere, rasserenando così la figlia.

“Anche questo è vero!” imitando il divertimento del padre.

Gli Yukan avevano finalmente appianato in modo definitivo le loro divergenze, ritornando ad essere quel padre e quella figlia di sempre: amandosi e rispettandosi con tutto il cuore.

******


Sasuke e Naruto sospesero i loro allenamenti verso le otto di sera. Erano stremati dalla fatica ma avevano ancora la forza di correre verso casa per sapere se erano giunte altre notizie su Itachi.
Come sempre, trovarono Mikoto ad attenderli sulla porta con un sorriso tirato e sforzato.

“Mamma! Itachi?” domandò con il cuore in gola.

“Nessuna notizia da stamattina!... Su avanti, entrate e andatevi a rinfrescare, poi potrete cenare!” gli ordinò tristemente, incamminandosi verso la cucina.

“Teme!...” poggiandoli una mano sulla spalla: “… Sta bene, altrimenti saremo già stati informati!” cercando di rassicurarlo.

“Sì, lo so!” rispose, serrando i pugni per soffocare la sua pena.

Venti minuti dopo si presentarono in cucina, trovando il tavolo apparecchiato solo per tre.

“Zia, ma lo zio?” domandò sorpreso Naruto, vedendo il posto di Fugaku privo di stoviglie.

“Non viene! Mi ha mandato un messaggio informandomi che data la situazione, sarà costretto a rimanere al lavoro per tutta la notte, nella quale dovrebbero giungere altre notizie dalle nostre squadre anbu… nella missiva però si è raccomandato di farvi andare a dormire subito dopo cena, ok?” porgendogli il piatto pieno di cibarie.

“Nessun problema, ci saremo andati comunque… siamo esausti!” disse Sasuke, iniziando a mangiare.

Mikoto acconsentì solamente con il capo, accomodandosi al suo posto.

La preoccupazione di Itachi, l’assenza di Fukagu e la situazione di massima allerta, furono i motivi principali che spinsero i tre membri a consumare, per la prima volta, la cena in assoluto silenzio.

******


Il mattino seguente Kakashi era già al centro del campo di allenamento ad attendere i suoi allievi. I primi ad arrivare furono Naruto e Sasuke e meno di un minuto dopo, arrivò anche Sakura.

“Scusate!” disse, accorgendosi di essere l’ultima.

“Ognuno al proprio angolo e riprendete da quello che avete interrotto ieri!” asserì autoritario il Jonin, balzando sopra un albero per osservali.

I due ragazzi ubbidirono, voltandole le spalle senza degnarla di un solo sguardo o di un accenno di saluto. Non si aspettava niente da Sasuke, ma rimase sorpresa da Naruto, l’unico ad essere sempre stato solare.
Era evidente la sua concentrazione e la sua voglia di migliorarsi!

Si apprestò a raggiungere il suo angolo, trovando ad attenderla i quattro ninja fantocci.

“Bene, vediamo di mettere in pratica quello che ho imparato ieri!” pensò, mettendosi in posizione di difesa.

L’Hatake la osservò prepararsi per iniziare il suo allenamento, sperando ardentemente che il rimprovero del giorno prima le avesse giovato, mostrandosi più determinata e più agguerrita. Non aveva nessuna pretesa di vederla sopraffare i ninja fantocci, voleva solo scorgere un piccolo miglioramento.

Per tutta la mattina, la rosa si concentrò solo sulla difesa senza mai provare a controbattere. Cercava di percepire gli attacchi e allo stesso tempo cercava di prevedere le mosse, provando di schivare i colpi.
Il più delle volte falliva, finendo inevitabilmente scaraventata a terra, ma almeno sembrava di aver capito come utilizzare i suoi sensi. Necessitava solo di pratica.

A mezzogiorno in punto, Kakashi le si affiancò:

“Come ieri, sospendi lo stretto necessario per mangiare e per curarti!” balzando via, senza dirle altro.

Sakura impiegò solamente quindici minuti prima di ricominciare, era stanca ma stava iniziando a capire come usare al meglio i suoi sensi e voleva continuare ad affinare la sua tecnica.

L’Hatake, dall’alto della sua posizione sopra l’albero, scosse il capo ampiamente soddisfatto.

Il pomeriggio non fu diverso rispetto al mattino: la rosa continuava a tenersi sulla difensiva senza però mostrare segni di miglioramento.
Ci voleva del tempo e nonostante le raccomandazioni e l’ordine dell’Hokage, si sentì in dovere di sospendere l’allenamento della ragazza, già fisicamente troppo provata dai duri colpi ricevuti dai ninja fantocci.

“Basta, riprenderai domani anche se preferirei vederti provare a reagire!” le disse atono.

“No! Prima devo imparare a difendermi!” gli rispose senza guardarlo in faccia, già concentrata sull’incontro che di lì a poco avrebbe avuto con Alan e gli altri ragazzi. Per lei l’allenamento non era ancora finito.

Kakashi rimase in silenzio, osservandola uscire dal campo. I ninja imparavano contemporaneamente a difendersi e ad attaccare, ma Sakura era diversa e aveva bisogno dei suoi tempi. Non poteva ignorare le sue difficoltà causate dal sigillo.

Passò una settimana, Itachi era ancora in missione e giungevano sporadiche notizie dal Villaggio dell’Erba, Fugaku era quasi sempre assente e spesso Naruto e Sasuke riuscivano a vederlo solamente per una manciata di minuti al giorno. Sakura continuava ad allenarsi sulla difesa mostrando giorno dopo giorno, sensibili miglioramenti.
Come al solito, Kakashi si presentò da lei a mezzogiorno in punto. Il suo atteggiamento nei confronti della ragazza continuava a rimanere distaccato e freddo, poiché solo in quel modo il Jonin riusciva ad ottenere il massimo impegno dall’allieva.

“Stai migliorando ma non è abbastanza. Voglio però darti un po’ di respiro, dandoti il comando di poter fermare i ninja fantocci per riprendere fiato. Ma bada di non abusarne!” le disse impassibile, scomparendo all’istante.

“Non ho nessuna intenzione di usarlo!” pensò Sakura, determinata più che mai ad imparare a difendersi.

Stava affinando i suoi sensi, grazie anche all’aiuto inconsapevole dei suoi ex amici civili, convinti invece di scaricare su di lei tutta la loro rabbia e il loro disprezzo verso i ninja.
Fece scorrere velocemente il chakra curativo su alcune ferite: ormai si stava anche abituando a sopportare il dolore e a rafforzare la sua resistenza fisica.
Solo dieci minuti di pausa ed era già pronta per ricominciare.

Alcune ore dopo percepì in lontananza la presenza di un altro ninja. Si fermò di colpo per guardarsi attorno, scorgendo una figura vestita di verde che si stava dirigendo verso la cima di un albero in cui era appostato Kakashi:  Gai!
Venne atterrata all’istante dai ninja fantocci. Non poteva difendersi e guardare contemporaneamente i due Jonin, così fu costretta a prendere l’unica decisione possibile.

“Fermatevi!” intimò ai fantocci.
Questi ubbidirono e Sakura poté concentrarsi sui due maestri. C’era qualcosa di molto strano, sicuramente era successo qualcosa di grave per vedere Gai irrompere durante gli allenamenti.

Vide Kakashi balzare fulmineo verso la parte del campo assegnata ai suoi compagni e meno di un paio di minuti dopo, Sasuke e Naruto  correre velocemente verso l’uscita dell’Accademia.

“Ma che sta succedendo?” si chiese, voltandosi di scatto, percependo la presenza dell’Hatake alle sue spalle.

“La squadra anbu di Itachi è riuscita ad eliminare un membro molto potente dell’Akatsuki, ma durante lo scontro hanno riportato ferite consistenti. Non sono in pericolo di vita, ma necessitano di cure particolari che solo Konoha è in grado di prestare!” le spiegò, continuando a fissare l’orizzonte.
Avrebbe voluto andare anche lui in ospedale per accertarsi delle condizioni dei suoi due fedelissimi amici, ma sapeva che sarebbe stato presente anche Madara in quanto padre di Shisui e non voleva essere la causa dell’ira funesta dell’Uchiha, dato la situazione angosciante.

“Ma quella non è Ino?” domandò sorpresa la rosa, vedendo la Yamanaka dirigersi fuori dall’Accademia.

“Sì! Anche sua sorella Kasumi, compagna di squadra di Itachi, è stata ferita! In questi casi, è permesso a chiunque dei parenti sospendere tutte le loro attività per raggiungere il capezzale dei propri cari, indifferentemente dal tipo delle condizioni in cui riversano” appianando la sua curiosità.

“Capisco… riprendo l’allenamento!” disse stringendo i pugni.

Se la squadra anbu di Itachi, considerata una delle più forti del Villaggio, era stata ferita gravemente, significava che il nemico era veramente forte. Lei era ancora troppo debole per sperare anche solo lontanamente di poter essere di aiuto al suo team, rischiando di mettere in pericolo non solo la sua vita ma anche quella dei compagni.
Era giunto il momento per lei di provare non solo a difendersi ma anche di combattere, posizionandosi pronta per attaccare i ninja fantocci.

“Finalmente!” pensò Kakashi, sorridendo compiaciuto dietro alla maschera.

******


Naruto e Sasuke iniziarono a balzare sopra i tetti per giungere il prima possibile in ospedale. Sapevano, grazie alle confidenze di Mikoto, che le squadre anbu inviate in supporto al Villaggio dell’Erba attendevano un nuovo attacco da parte dei membri dell’Akatsuki, poiché durante il primo, non erano riusciti ad entrare negli archivi segreti per impadronirsi di qualche documento o pergamena ritenuta da loro importante e questo perché furono respinti dall’intervento tempestivo di alcuni ninja dell’Erba affiancati da quelli di Konoha.
Il fatto che la squadra di Itachi fosse stata ferita gravemente, portava all’unica certezza che i membri di questa organizzazione criminale fossero molto potenti e dotati di tecniche di combattimento molto pericolose oltre che forti.

Incuranti del divieto di correre lungo i corridoi dell’ospedale, sfrecciarono fulminei concentrandosi sul chakra percettibile di Itachi che li avrebbe guidati direttamente a lui.
Lungo il corridoio arrestarono la corsa appena videro una porta aprirsi e mostrare la figura dell’Hokage.

“Nonna!” gridò Naruto.

“Baka! Non si urla e tanto meno non si corre!” fulminando entrambi i nipoti, ma si rilassò subito capendo la preoccupazione dei due, la stessa che aveva avvertito lei appena fu informata del nipote gravemente ferito.

“Tranquilli, sono solo un po’ ammaccati ma stanno bene!” li rassicurò.

“Possiamo entrare?” chiese ansioso Sasuke.

“Certo!” sorridendogli con affetto.

Il moro si fiondò subito all’interno della stanza e prima di essere seguito da Naruto, questo si voltò in direzione di Tsunade vedendola incamminarsi verso un’altra porta.

“Nonna, ma tu non stai qua con noi?” domandò quasi deluso.

“Non posso, devo andare a visitare anche Kasumi che è in quest’altra stanza!” gli spiegò con affetto.

“Ma perché non è qua con Itachi e Shisui?” continuò a chiedere curiosamente.

La vena sopra l’occhio destro della donna iniziò a vibrare freneticamente.

“Ma quanto sei idiota! Secondo te può una ragazza stare nella stessa stanza di due ragazzi? E’ stata ferita al torace e all’anca destra! Ora fila dentro se non vuoi assaggiare questo!” tuonò, alzando e mostrandogli un pugno.

Naruto rabbrividì, cogliendo all’istante l’invito ad andare da Itachi.

All’interno trovò sia i suoi zii sia Hanare, insieme a quel vecchio scorbutico di Madara. Si incamminò lentamente deglutendo a fatica, quasi ad aver paura di vedere le condizioni critiche di Itachi e di Shisui, nascosti dietro le figure dei parenti.

“Ciao Naruto, sei venuto anche tu!” la voce di Itachi spezzò il silenzio tombale all’interno della camera.

Mikoto e Fugaku si voltarono verso l’Uzumaki spostandosi appena, mostrando così i due feriti.

Shisui era quello messo peggio, il braccio e la gamba sinistra erano entrambi ingessati come il torace, il corpo martoriato da innumerevoli ferite, alcune bendate altre lasciate scoperte. Itachi invece aveva solo il braccio destro ingessato e nella gamba sinistra partiva una ferita, appena ricucita, dall’anca fino al ginocchio. Entrambi i ragazzi avevano un enorme cerotto appiccicato nella guancia destra, per non parlare delle innumerevoli escoriazioni evidenti in ogni loro parte epidermica scoperta.

“Vi ho visti in tempi migliori!” azzardò ad affermare Naruto, non sapendo esattamente cosa dire in certe situazioni.

I due feriti si guardarono divertiti e non riuscendo a trattenersi, scoppiarono a ridere contagiando anche i presenti, ad eccezione di Sasuke e di  Madara, rimasti impassibili con gli occhi puntati verso le parti lese dei loro cari.

“Tranquillo, tempo un mese circa e saremo nuovamente operativi!” lo rassicurò Shisui.

“So che siamo ninja e comprendo perfettamente il nostro ruolo, ma non sopporto vedervi ridotti in questo modo!” disse Mikoto, portandosi il fazzoletto ad asciugarsi gli occhi, incapace di trattenere le lacrime.

“Dai mamma non fare così, pensa solo che stiamo bene!” cercò di rassicurarla Itachi, mentre Fugaku le cinse con amore la vita.

“Parole saggie, degne di un vero Uchiha!” interloquì orgogliosamente Madara.

“Figliolo, comprendo che il luogo e la situazione attuale non siano i migliori per …”

“Lo so papà, non devi aggiungere altro. Poni pure le tue domande!” lo interruppe Itachi, comprendendo perfettamente il ruolo che il genitore ricopriva all’interno del Villaggio e del Regno.

Fugaku chinò il capo come segno di gratitudine verso i due ragazzi infortunati già pronti a rispondere ad ogni suo quesito.

“Quanti erano i membri dell’Akatsuki che hanno attaccato l’Erba? Avete scoperto i loro nomi o altro che possa esserci utile per individuare la loro base o conoscere l’identità del loro capo? Ogni cosa che vi ricordate, anche quella più insignificante, dovete dirmelo!” esponendo seriamente le sue richieste.

Parlò Itachi, in quanto capitano della squadra che era riuscita ad eliminare un componente dell’organizzazione criminale.

“Erano solo in tre, ma molto potenti. Conoscevano tecniche antiche, alcune delle quali non ricordo di averne mai sentito parlare. Erano molto sicuri delle loro capacità combattive e avevano ragione ad esserlo, poiché sono riusciti ad uccidere molti componenti delle squadre anbu dell’Erba e lo hanno fatto con un semplicità inaudita. Vedendo la difficoltà dei nostri alleati e lo sterminio che stavano causando i nemici, ho dato l’ordine alla mia squadra di intervenire, sfruttando le nostre abilità innate giudicate le più forti del Regno, nella mera speranza di salvare la vita a quanti più ninja possibili. Non conosciamo i loro nomi ma posso farvi una descrizione fisica. Uno aveva i capelli argentei e gli occhi violacei capace di utilizzare alla perfezione una falce a tre lame, lanciandola con molta forza e precisione, riuscendo addirittura ad uccidere tre o quattro persone contemporaneamente. Un altro aveva gli occhi azzurri e capelli lunghi e biondi raccolti in una coda di cavallo e un ciuffo sul davanti che gli copriva un occhio. Portava una borsa piena di argilla esplosiva che modellava con delle bocche poste in entrambe le mani, per poi lanciarle verso le sue vittime facendole esplodere. L’ultimo, quello che siamo riusciti ad uccidere, era molto alto e muscoloso, carnagione scura con un’enorme cicatrice lunga tutta la lunghezza del viso, dal mento alla fronte. Era il più forte rispetto ai suoi compagni, capace di integrare al proprio corpo i cuori ancora pulsanti delle vittime, riuscendo ad aumentare il potere del suo chakra e della sua vita… infatti, ogni volta che riuscivamo a colpirlo mortalmente, di fatto distruggevamo solo un cuore, mentre lui rimaneva illeso apprestandosi a rimpiazzarlo con un altro!”

Itachi si fermò un attimo, chiudendo gli occhi al ricordo di quello scontro così macabro e violento, mentre lo sgomento dei presenti era dipinto a pieno nei loro volti. Solo Madara sembrava impassibile e molto curioso nel conoscere altri dettagli riguardanti lo scontro con quest’ultimo nemico, come se fosse a conoscenza di qualcosa di importante.

“Ora è tutto chiaro! Hanno utilizzato alcune tecniche antiche di combattimento racchiuse nelle pergamene antiche rubate circa un anno fa da alcuni archivi segreti dei monasteri e dei villaggi di campagna!... Itachi, hai agito nel migliore dei modi ad ordinare alla tua squadra di intervenire scongiurando il peggio, ma dimmi, come siete riusciti a sconfiggerli?” chiese ancora Fugaku, ansioso di carpire qualche informazione utile per le indagini in corso.

“Io e Shisui abbiamo usato la tecnica della palla suprema, riuscendo a bloccare il biondo e l’argenteo, mentre Kasumi erano impegnata a trattenere l’ultimo nemico con il capovolgimento spirituale. Purtroppo però, l’argenteo è riuscito a lanciarle contro la sua falce e per salvarla ho lasciato la mia postazione, finendo entrambi feriti… ma almeno vivi. Shisui continuava il suo attacco cercando di proteggerci, fino a quando il biondo si scoprì il petto rivelando un’altra bocca rimasta coperta con la quale riuscì a lanciare altre argilla esplosiva per permettere la fuga al sua team. L’esplosione ci scaraventò contro una parete rocciosa ed è stato per quell’impatto che ci siano rotti le ossa. Kasumi è stata straordinaria, nonostante la ferita profonda al torace e la lesione all’anca, è riuscita ugualmente a riutilizzare il capovolgimento spirituale su uno di loro ed io e Shisui ne abbiamo approfittato completando l’annientamento definitivo del nemico, uccidendolo e carbonizzandolo con la palla suprema. So che avevamo l’ordine di cercare di catturare vivo almeno un membro dell’Akatsuki per interrogarlo, ma credetemi, erano veramente troppo forti e non c’era una via di mezzo: o la vita o la morte!” finì di raccontare Itachi, sentendosi mortificato per aver disubbidito ad una disposizione di massima importanza.

“Non devi sentirti in colpa, hai fatto la cosa giusta!” lo rassicurò il padre, posandogli una mano sulla spalla.

“Itachi, mostrami il volto dei tre membri con lo Sharingan ipnotico soffermandoti principalmente su quello che avete ucciso!” intervenne improvvisamente Madara, attirando l’attenzione di tutti.

“Cosa? Ma perché papà?” domandò sorpreso Shisui.

“C’è qualcosa di molto strano nella descrizione del ninja che avete ucciso. Mi ricorda tanto qualcuno, ma prima voglio esserne certo!” spiegò seriamente.
Itachi guardò il padre in cerca della sua approvazione e ricevendola con il solo movimento della testa, attivò lo Sharingan ipnotico, mostrando i tre tomoe attorno alle iridi rosse. Questione di pochi secondi e la tecnica terminò.

Madara indietreggiò incredulo.

“Che succede? Parla?” gli intimò Fugaku.

“Non è possibile… il ninja che avete ucciso si chiamava Kakuzu e io stesso gli ho inferto la ferita al viso, ma posso assicurarvi che era mortale!” guardando sconvolto il capo clan.

“Ma è impossibile, non è che ti stai sbagliando papà?” esclamò Shisui, sconvolto da quella rivelazione.

“No, sai benissimo che noi Uchiha abbiamo una memoria di ferro, inoltre me lo ricordo bene, sia perché aveva questa capacità di utilizzare i cuori pulsanti delle sue vittime sia perché è stato il mio ultimo avversario prima del…” fermandosi e guardando Naruto: “… prima della fine della Guerra!”

L’Uzumaki chinò il capo tristemente; Hanare strinse affettuosamente il braccio del padre, mentre Mikoto gli rivolse un sorriso colmo di gratitudine, così come le labbra incurvate all’insù degli altri quattro Uchiha. Madara, nonostante il suo carattere burbero, scontroso ed autoritario, non aveva trovato il coraggio di menzionare il sacrificio di Minato perché sapeva quanta sofferenza avrebbe arrecato a quella piccola peste bionda cresciuta all’interno del suo clan.

“Come fai a conoscere il suo nome?” domandò Fugaku, deviando il ricordo doloroso della scomparsa del suo migliore amico/fratello.

“Ce lo siamo detti entrambi… giusto per conoscere il nome del ninja che avrebbe posto fine alla vita dell’altro. Tze, patetico!... Come se un Uchiha fosse così facile da uccidere!” asserì presuntuosamente, incrociando le braccia al petto.

“Mh… non dubito assolutamente delle tue parole Madara e se dici che gli avevi inferto un colpo mortale, ti credo sulla parola, conoscendo le tue straordinarie doti combattive. A questo punto, l’unica spiegazione plausibile è che tredici anni fa qualcuno dei nostri nemici sia riuscito a sopravvivere e che in un qualche modo sia riuscito ad intrappolare le anime nei corpi di alcuni dei suoi complici, per poi curarli con qualche tecnica particolare e riportarli in vita. Mi ricordo che all’epoca non vennero ritrovati alcuni cadaveri degli esponenti più pericolosi dell’organizzazione guidata da…” fermandosi di colpo, lanciando uno sguardo fulmineo al nipote.

“A Pain! Puoi fare tranquillamente quel nome zio… sai benissimo che per me è solo l’assassino di mio padre!” disse Naruto, mordendosi il labbro inferiore per soffocare il dispiacere.
Mikoto lo strinse a sé, infondendogli tutto il suo amore, guardando il marito rammaricato.

“Non ce n’è bisogno, lo hai già fatto tu!... Comunque, stavo dicendo… se alcuni di loro sono stati riportati in vita, basterà divulgare a tutte le squadre ninja i nomi e le abilità di questi nemici affinché sappiano come comportarsi qualora dovessero realmente scontrarsi con loro. Divulgheremo anche tutte le informazioni necessarie riguardanti le tecniche antiche di combattimento rubate in quest’ultimo anno, giusto per non farli trovare impreparati come la squadra di Itachi. Rimane però in sospeso chi si celi dietro all’Akatsuki!” sospirò pesantemente Fugaku.

“Papà, pensi che il loro capo sia anche colui che ha riportato in vita Kakuzu?” domandò intelligentemente Sasuke.

“Cosa?... A questo non avevo pensato, bravo!…” strofinandogli affettuosamente i capelli: “… Potrebbe essere, come no! Non so darti una risposta ma indagheremo più a fondo!”

“Forse adesso è il caso di lasciar riposare Itachi e Shisui!” disse Mikoto, notando la stanchezza dei due feriti.

“Mi sembra giusto, e voi piccole pesti che fate adesso?” domandò burbero Madara.

“Torniamo ad allenarci con Kakashi!” rispose Naruto, non sapendo di scaturire l’ira funesta dello zio pazzoide.

“Cosa? Fugaku, ma stai scherzando? Vuoi veramente che i miei due nipoti vengano allenati da quell’incapace?” tuonò Madara.

Hanare sussultò, chinando tristemente il capo, rassegnata a non poter mai coronare il suo sogno d’amore con l’amato.

“Papà, basta!” esclamò Shisui, stanco di vedere la sorella soffrire.

“Non ti permettere!” lo ammonì furiosamente Madara.

“Basta lo dico io! Vi ricordo che siamo dentro ad un ospedale e le urla non sono ammesse, così come non è salutare per  Shisui e Itachi agitarsi per questa discussione che non ha nessun fondamento. Kakashi è il miglior Jonin di Konoha e per quanto tu non voglia ammetterlo sai benissimo che è la verità. Siamo in stato di massima allerta e i dissapori che proviamo nei nostri stessi alleati devono essere banditi, chiaro?” tuonò Fugaku.

“Grrr… Hanare, andiamo!” le ordinò Madara.

Usciti dalla stanza:

“Mi dispiace, io non sapevo che…”

“Tranquillo Naruto, non hai detto nulla di male. E’ mio padre che è fatto a modo suo!” lo rassicurò gentilmente Shisui.

“E’ più corretto dire pazzoide o lunatico!” specificò Naruto, portandosi le mani dietro alla testa.

“Non credo che sarebbe felice di sapere che lo identifichi così… non hai sentito prima quando ha detto i miei nipoti? Si riferiva anche a te!” gli fece notare Itachi.

“Ora che ci penso è vero!” disse Mikoto, lasciando basiti i presenti.

Madara non era mai stato favorevole all’affidamento di Naruto a Fugaku e a Mikoto, in quanto non essendo un Uchiha, non era degno di poter crescere all’interno del loro potentissimo casato. L’aveva sempre snobbato, definendolo il clown del quartiere per via dei suoi capelli biondi e dei suoi occhi azzurri in netto contrasto con il nero caratteristico della sua gente.

“Cavoli… non so se esserne felice oppure no!” disse Naruto, palesemente emozionato. Era convinto che nessun altro membro del clan, eccetto la sua famiglia adottiva insieme a Shisui e ad Hanare, lo considerasse uno di loro. Madara, il più conservatore delle vecchie e rigide imposizioni degli Uchiha, a suo modo teneva a lui come un vero nipote preoccupandosi della sua felicità e della sua incolumità.

“Non fartela sotto dall’emozione però!” disse beffardamente Fugaku, cercando di nascondere la stessa commozione del nipote. Sapere che Madara nutriva dell’affetto per quella sua piccola peste, lo riempì di gioia.

“Guarda che non sono più un poppante!” gli fece notare stizzito.

“Davvero? Mi risulta invece che dormi ancora succhiandoti il dito!” asserì divertito Fugaku, provocando l’ilarità dei presenti e il rossore nelle guance del nipote per aver rivelato il suo segreto.

“M-ma, ma… ma come fai a…” non riuscendo a finire la frase per l’imbarazzo totale.

“A saperlo? Io so tutto, tienilo sempre a mente!” disse vittorioso per aver vinto un battibecco con lui. Ovviamente non avrebbe mai rivelato a nessuno che Naruto avesse usato anche il suo pollice per succhiarlo di gusto.

“Dobe, ma è vero?” chiese Sasuke, cercando di trattenere a stento le risate.

“Basta tutti e due…” intervenne saggiamente Mikoto verso il figlio minore e il marito: “… Naruto, non dar peso alle parole di tuo zio. Sai che si diverte a stuzzicarti per prenderti in giro, ma in realtà ti vuole molto bene!” lo rassicurò dolcemente, accarezzandogli il viso.

“Davvero?...” chiese allo zio con gli occhioni a forma di cuore: “… Dimostramelo facendomi anche tu una carezzina!” strattonandolo per la manica.

Fugaku lo squadrò attentamente, sapendo che in realtà Naruto voleva solamente rendergli pan per focaccia dopo che lui stesso lo aveva messo in ridicolo. Ma lui era più grande e più astuto di quel piccolo diavoletto biondo. Sfoggiò un sorriso malefico e fulmineo, gli intrappolò la testa attorno al suo braccio e con il pugno dell’altra mano iniziò a strofinargli con le nocche la sua zazzera bionda.

“E’ questo che volevi?” gli chiese, continuando a torturarlo in testa.

“Ahio, ahio! Così mi fai male!” si lagnò.

Fugaku lasciò la presa:
“Quando vuoi altre mie manifestazioni d’affetto non hai che da chiedere!” continuando a provocarlo.

“Credo che ne farò molto volentieri a meno!” borbottò, massaggiandosi la parte lesa.

I presenti scoppiarono a ridere sonoramente, divertiti da quella comicità che caratterizzava Naruto e Fugaku.

“Ora è meglio andare e voi due vedete di riposare!” intervenne Mikoto, dando un leggero bacio sulle guance dei due feriti.

“Mamma, la zia mi ha detto che Kasumi se la caverà senza problemi e me ne rallegro, ma se vai a trovarla potresti… potresti salutarmela?” chiese Itachi con le gote leggermente arrossate.

Ormai tutta la sua famiglia era a conoscenza del legame sentimentale fra i due anche se Itachi continuava a non farne parola.

“Grrr… dobe andiamo! Ci vediamo presto!” disse Sasuke alquanto adirato. Nonostante fosse consapevole della relazione del fratello, non riusciva ancora ad accettarlo del tutto.

******


Quando Naruto e Sasuke ritornarono al campo, Kakashi e Sakura gli corsero incontro per chiedere notizie della squadra di Itachi. Ovviamente fu solo il Jonin a porre le domande, mentre la rosa si limitò solamente ad ascoltare.

“Sono contento per loro, se la caveranno in meno di un mese!” disse l’Hatake alla fine del racconto dei due allievi, voltandosi poi verso la ragazza come a volerla esortare a dire anche lei qualcosa.

“Mi dispiace veramente tanto per quello che è successo!” riuscì a dire timidamente.

Sasuke la guardò da cima a fondo: il viso era tumefatto e gli arti scoperti mostravano diverse ferite oltre ad ematomi evidenti.

“Tze… piuttosto che perdere tempo qua, faresti meglio ad andarti ad allenare!” interloquì infastidito, girandosi di spalle.

Sakura lo guardò indispettita e senza aggiungere altro si diresse nella sua parte di campo per riprendere gli esercizi.

“Lo detesto… ed io che ho cercato di essere gentile solamente per le condizioni del fratello, e lui che fa? Mi tratta a pesci in faccia!” pensò adirata.

Kakashi e Naruto si guardarono negli occhi scuotendo il capo in segno di rassegnazione. Era incredibile quanto quei due non riuscissero ad andare d’accordo e a fraintendere le parole dell’uno e dell’altra. Sasuke, nonostante non volesse ammetterlo, teneva all’incolumità della ragazza e la sua affermazione non era altro che un suggerimento velato a continuare ad allenarsi per imparare a combattere, e Sakura continuava a fraintendere ogni parola del compagno.

Trascorse più di un mese dall’infortunio di Itachi. L’Hokage, per la gioia immensa di Mikoto, aveva obbligato la squadra del nipote ad un altro periodo di riposo forzato dato le ferite serie riportate durante lo scontro.

Il team7 continuava ad allenarsi separatamente; Naruto era riuscito a gestire il Rasengan con l’aiuto di soli cinque cloni e Sasuke controllava appena il Chidori lungo la lama della katana, un’impresa molto ardua per un ragazzino di tredici anni.
Kakashi era ampiamente soddisfatto dei progressi dei suoi allievi, ma lo era anche di Sakura. I suoi miglioramenti erano evidenti giorno dopo giorno, le sue capacità intuitive le permettevano di anticipare le mosse dei ninja fantocci e di elaborare tempestivamente il contrattacco. La maggior parte delle volte aveva la peggio, ma era sulla buona strada per riuscire nell’impresa.

Una mattina, prima che la rosa raggiungesse il suo angolo, Naruto la fermò.

“Sakura-chan, ascolta… sabato sera ho chiamato tutti i nostri amici a casa mia per una semplice cena, niente di che, giusto per stare in compagnia e per… be’ sì, per festeggiare anche il mio compleanno. Non è una festa vera e propria perché comunque continuiamo ad essere in stato di massima allerta, ma Itachi è ancora convalescente e così… insomma, mi piacerebbe che ci fossi anche tu!” le disse un po’ impacciato.

“Non posso! Lo hai detto tu stesso che siamo in stato di allerta e preferisco rimanere a casa con mio padre qualora dovesse succedere qualcosa, inoltre loro non sono miei amici… ma grazie lo stesso!” sorridendogli appena e balzando in direzione della sua parte di campo.

“Allora teme? Immagino abbia detto di no, vero?” chiese Sasuke, giungendogli alle spalle.

“Già, proprio come avevi detto tu, ma sono felice lo stesso perché mi ha ringraziato per l’invito e il suo grazie era sincero! Ora andiamo anche noi ad allenarci!” disse, sfoggiando un sorriso radioso.
L’Uchiha alzò le spalle emettendo il suo solito monosillabo.

L’invito di Naruto aveva scaturito qualcosa in lei. Si sentiva bene, senza comprenderne il motivo.

I suoi ninja fantocci la stavano aspettando come sempre. Sakura aveva imparato a difendersi, non del tutto ma comunque discretamente bene, grazie all’utilizzo dei suoi sensi, sentendosi quasi in dovere di dover ringraziare Alan e gli altri ragazzi, perché era proprio per merito del loro pestaggio che riusciva a potenziarli giorno dopo giorno.
L’attacco era più difficile perché dovendo gestire quattro nemici, non riusciva a difendersi e a colpire contemporaneamente. Se ne atterrava uno, subito dopo lo raggiungeva a terra  a causa di un colpo subito che non era riuscita a prevedere o a parare.
Ma continuava ad allenarsi con costanza e con determinazione.

Si posizionò pronta per incominciare.
I ninja la accerchiarono mentre Sakura aguzzò i sensi per captare ogni minimo suono. Il primo fantoccio le giunse da dietro, la rosa si abbassò di scatto sferrando un destro micidiale all’altezza del mento e con il braccio sinistro riuscì a parare un calcio volante. Balzò in alto evitando un attacco frontale, atterrando di peso sulla schiena del ninja. Si inclinò appena verso sinistra colpendo con una gomitata un avversario giunto da destra e fulminea si voltò sempre alla sua sinistra sferrando un altro pugno micidiale.
Non era mai stata colpita ma la cosa incredibile era che per la prima volta fosse riuscita ad avere la meglio suoi quattro fantocci.

“Ce l’ho fatta!” sussurrò incredula guardandosi i palmi delle mani.

“I miei complimenti, ci sei riuscita!” si congratulò sinceramente Kakashi, giunto davanti a lei.

“Io… io…” non riuscendo a dire una sola parola, continuando a guardarsi le mani.

Provava una strana sensazione, diversa da quella provata con Naruto. Si sentiva bene, soddisfatta, forte, appagata, desiderosa di ricominciare e di riprovare quel brivido di eccitazione nell’eliminare i nemici. Che fosse quella la famosa bramosia che provavano i suoi compagni a combattere? Il suo sangue ninja aveva prevalso su quello civile?

“Voglio riprovarci!” asserì, determinata nel conoscere le risposte alle sue domande.

“Devi!” disse severo il Jonin.

“Kakashi, posso farti una domanda?” osò chiedergli. Era da più di un mese che praticamente non parlava con lui.

“Dimmi!”

“Tu un giorno mi hai detto che quattro ninja sono il numero minimo per addestrarsi. A quanti bisogna arrivare?” domandò con lo sguardo rivolto verso i fantocci già pronti per ricominciare.

“Otto, ma mi accontento anche di sei! Ti aggiungerò un ninja alla volta, ma solo quando per tre giorni di fila non verrai mai sopraffatta… nemmeno una volta, intesi?” fissandola intensamente.

“Capito!” rispose senza mostrare paura o perplessità.

Kakashi balzò via, con la serenità nel cuore. La sua allieva stava finalmente imparando a ragionare e a comportarsi come una vera kunoichi, non mostrando mai la paura di fronte al nemico. Otto ninja era il numero minimo per dei Genin, ma anche sei non era male, specie per lei con impresso il sigillo. Più si allenava e più diventava forte fisicamente, più il suo chakra avrebbe acquisito maggiore potenza.
Era fondamentale per lui saperla in grado di combattere, dato che l’Akatsuki continuava a colpire i villaggi più a Nord del Regno, molto vicini a quello dell’Aria.

La guerra stava diventando una certezza assoluta.

******


Dicembre era ormai arrivato, il Natale si stava avvicinando, ma nell’aria non si percepiva nessun clima natalizio.
A causa del piano 1, vennero vietati i classici addobbi appesi lungo le vie perché troppo dispendiosi per le casse del Villaggio. I negozi avevano esposto qualche pallina colorata o qualche ghirlanda, giusto per ricordare la festività imminente, ma non c’era l’ombra di neanche un abete. L’uscita nei boschi per tagliare i classici alberi era stata vietata perché ritenuta troppo pericolosa.
Quell’anno nessun cittadino di Konoha avrebbe festeggiato allegramente il Natale e chissà per quanto tempo ancora.
Per Sakura e per suo padre, quello sarebbe stato il secondo anno in cui festeggiavano in quel modo la festività. In un certo senso erano più preparati rispetto agli altri abitanti.

In quel mese era iniziato l’allenamento con sei ninja. Era difficilissimo tenerne a bada così tanti, ci riusciva con Alan che erano in otto ma pur sempre dei civili, ma con i fantocci era tutta un’altra storia. Troppo veloci e troppo forti per lei, ma voleva e doveva riuscirci.

A mezzogiorno, kakashi interruppe come consuetudine il suo allenamento.

“Sakura, oggi pranzerai insieme a noi, devo parlarvi!” asserì autoritario.
Ormai la rosa non ci faceva più caso per quell’atteggiamento così distaccato nei suoi confronti: si era abituata.

Annuì con il capo e andò a prendere il suo cestino per il pranzo.
Mentre si incamminava, si ricordò che era da quasi due mesi che non vedeva più i suoi compagni: l’ultima volta era stato il giorno in cui Naruto l’aveva invitata al suo compleanno.
I suoi allenamenti non le permettevano di sostare più di dieci/quindi minuti e comunque Kakashi stesso le aveva fatto capire di non unirsi a loro. Non che le importasse, anzi, ne era felice. Meno tempo stava in compagnia di Sasuke, meno sarebbe stata presa di mira dalle sue parole pungenti, lasciandola concentrata nel raggiungimento del suo obiettivo.

I ragazzi erano già arrivati e Naruto come al solito si stava abbuffando. Non era cambiato per niente.

L’Uchiha aveva la schiena appoggiata ad un masso, le gambe divaricate e piegate all’altezza delle ginocchia mostrando i suoi polpacci più muscolosi rispetto a quello che ricordava.
Si mise a sedere, salutando solo il biondo con un semplice cenno del capo, iniziando anche lei a mangiare. Cercando di non farsi scoprire, osservò i suoi compagni. Sembravano essere cresciuti ancora in altezza, la muscolatura si era fatta più evidente, sia nelle spalle che nel torace, per non parlare delle gambe.
Spiò il viso di Naruto, trovandolo più maturo ma mantenendo sempre quello sguardo gioioso e divertente che lo aveva sempre contraddistinto…

“Che hai da guardare?” domandò infastidito Sasuke, ridestandola dai suoi pensieri.

“I-io? Niente!” mentì vergognosamente.

“Tze… la solita bugiarda!” ricominciando a mangiare.

Ecco perché preferiva mangiare da sola!

Ciò nonostante lo aveva guardato in faccia. I due ciuffi davanti gli si erano allungati, incorniciando delicatamente il viso e mettendo in risalto la sua carnagione diafana in netto contrasto con il nero dei capelli e degli occhi. Il suo aspetto era diverso, più maturo, non aveva più i tratti fanciulleschi. Stava crescendo, stava diventando un adolescente a tutti gli effetti.

“Sembra bello!...” pensò, arrossendo all’istante: “…. Ma che vado mai a pensare? Lui è Sasuke, il mio incubo peggiore, l’obiettivo che mi sono prefissata di raggiungere, non posso guardarlo sotto altri aspetti!” cercando di bandire dalla mente quello strano pensiero. Era la prima volta che le capitava di farne uno del genere.

“Ehi Sakura-chan perché sei diventata tutta rossa?” chiese Naruto con il viso tutto sporco di chicchi di riso.

“Taci baka!” colpendolo con un pugno potentissimo.

Lo avrebbe scaraventato sicuramente a diversi metri di distanza se non fosse stato per il tempestivo intervento di Kakashi che lo afferrò al volo per il colletto.

“Che le hai detto sta volta?” domandò rassegnato il Jonin.

“Proprio niente, le ho chiesto solo perché era rossa in faccia e lei mi ha colpito!” si lagnò, sospeso ancora in aria.

“Va bene!” sbuffò l’Hatake, lasciando la presa.
Naruto cadde rovinosamente a terra.

“Ahio! Ma insomma perché ce l’avete sempre con me?” si lamentò con dei finti lacrimoni agli occhi.

“Perché oltre che baka sei pure un dobe!” gli rispose atono Sasuke.

“Adesso basta, devo parlarvi con la massima serietà!” interloquì Kakashi, ottenendo all’istante l’attenzione dei tre ragazzi.

“Questa mattina sono stato convocato nell’ufficio dell’Hokage insieme ad Asuma e al Capitano Yamato. Come sapete l’Akatsuki continua a colpire sia il Nostro Regno che quello dell’Acqua. Finora il Regno dell’Aria si è sempre offerto di inviare le sue squadre per consegnare i viveri e i medicinali ai villaggi più isolati dei due Regni, dandoci così l’opportunità di rimanere sempre con i nostri schieramenti, pronti ad intervenire in caso di necessità. Ieri è stato attaccato un villaggio del Regno dell’Aria e giustamente il Kazekage ha dichiarato lo stato di massima allerta anche nel suo Regno. Ci ritroviamo di fronte ad un ennesimo problema, ovvero, come faremo a recapitare il necessario ai nostri Villaggi? E’ troppo rischioso disfare gli schieramenti, così l’Hokage ha deciso di affidare queste missioni a voi Genin…”

“Davvero? La nonna è una grande!” urlò di gioia Naruto, iniziando a saltellare con le braccia alzate verso il cielo.

Sasuke sogghignò compiaciuto e Sakura pensò che le missioni corrispondevano ad un compenso in denaro. Non era venale, ma il padre era già stato costretto ad attingere dei soldi dalla loro piccola riserva e presto anche quelli si sarebbe esauriti velocemente.

“Naruto piantala non ho ancora finito!” richiamandolo infastidito per l’interruzione.

“Oh, scusa!” sedendosi all’istante con le gambe incrociate.

“Le missioni potrebbero risultare molto pericolose per voi Genin, così per garantire la vostra incolumità, si è pensato di unire i team!...”

“Cosa?” dissero all’unisono i tre allievi.

“Basta interrompermi, lasciatemi finire!...” fulminandoli con lo sguardo: “… Non sarà una vera e propria unione, i team rimarranno divisi e allenati sempre da noi tre Jonin. Alla mattina le squadre si alleneranno separatamente e al pomeriggio si uniranno per creare una sorta di affiatamento e di collaborazione. Voi ragazzi, appartenete ai clan più potenti di Konoha e del Regno del Fuoco e non c’è dubbio che le vostre capacità siano al di sopra di chiunque altro Genin!” spiegò infine.

Sakura chinò il capo: lei non era nessuno.

Kakashi avrebbe voluto incoraggiarla con qualche parola di conforto, ma non poteva permettersi del buonismo con lei e rischiare di vanificare tutti i suoi sforzi e i suoi progressi raggiunti fino a quel momento.

“E quando inizieremo?” domandò saggiamente l’Uchiha.

“Subito dopo le vacanze natalizie. Teoricamente sarebbero dovute saltare a causa dello stato d’allerta, ma io e i miei colleghi abbiamo convenuto la necessità di farvi riposare adeguatamente prima di iniziare l’allenamento con i tre team uniti!” rispose impassibile.

“Perfetto, non vedo l’ora di confrontarmi con i miei amici!” disse bramoso Naruto.

“Sakura, torna ai tuoi allenamenti!” le ordinò Kakashi.

La rosa ubbidì senza dire una sola parola. La consapevolezza di doversi confrontare con i suoi due compagni era per lei già abbastanza gravoso, ma sapere di doverlo fare anche con tutti gli altri era qualcosa di diverso… troppo grande per lei, anche se non poteva ignorare l’adrenalina scorrerle nelle vene.
Sentiva che il confronto le aumentava notevolmente la sua forza, stimolandola di volta in volta a migliorarsi sempre più.

 

Angolo dell’autrice:

Eccomi qua con un aggiornamento molto lungo e complesso – specie per me a scriverlo.
Questo capitolo chiarisce che in realtà Sasuke, nonostante i suoi modi per nulla gentili, tiene all’incolumità di Sakura.
Sono stati approfonditi diversi punti accennati nello scorso aggiornamento, dallo stato di agitazione di tutti i protagonisti accennati in questa ff, alle misure di difesa e ai relativi cambi di allenamento.
Sakura impara finalmente a pensare come un vero ninja e a cercare sempre lo stimolo per migliorarsi, proprio come loro. Lo so che ho reso Kakashi “bastardo” ma solo in questo modo è riuscito a far leva sulla testardaggine della ragazza, anche se ignora il continuo pestaggio a cui è costretta a subire. Tutto sommato però la sta aiutando.
Credo che non importi un mio approfondimento su tutti i punti descritti, alcuni spero siano già abbastanza chiari. Però: Sakura trova bello Sasuke? Ops…
Vorrei scusarmi con voi se la descrizione dei combattimenti e dei ragionamenti/pensieri dei personaggi non siano stati soddisfacenti, ma proprio non sono riuscita a fare di meglio nonostante il mio continuo impegno.
Rileggendo il capitolo, però devo dire che tutto sommato mi sento abbastanza soddisfatta.

Coro dei lettori: “ Ma che si è fumata manga? Fa schifooooo!”
Ok, manga abbassa il capo mortificata!


A parte questo piccolo sclero, ringrazio tutti quanti voi che con costanza e affetto continuate a seguirmi nonostante gli aggiornamenti a singhiozzo. Grazie a tutti voi che avete segnato la mia storia fra le seguite/preferite/ricordate. Grazie a tutte le bellissime recensioni che mi lasciate!
Sapete che mi fa molto piacere conoscere la vostra opinione, quindi non abbiate paura ad esprimervi. Lo ammetto, le vostre parole sono il vostro miglior appagamento per l’impegno che uso nella stesura della ff. Ovviamente non voglio togliere niente a tutti coloro che seguono silenziosamente.

Vi do una piccola anticipazione giusto per farmi perdonare con questi ritardi paurosi (ma per chi non lo sapesse, oltre ai miei impegni quotidiani ho un’altra long in corso). Secondo la mia testolina bacata, il prossimo capitolo dovrebbe essere quello decisivo con Alan… dico “dovrebbe”, perché bisogna sempre vedere quello che mi salta in mente di scrivere. Comunque tranquilli, se non è il prossimo è quello successivo!
Un’altra cosa e poi basta: Madara fa parte dei buoni!

Grazie di cuore per continuare a seguirmi
Un bacione grande grande
Manga

PS: scusate gli errori, ma per la lunghezza del capitolo, già a metà avevo la vista strabica, figuriamoci alla fine com’era messa.

 

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Capitolo 36
*** Parla! ***


ANGOLO DELL’AUTRICE:
PREMESSA… CI SIAMO!


La consapevolezza di doversi confrontare con gli altri due team aveva scaturito in Sakura una determinazione tale da impegnarsi maggiormente durante gli allenamenti. Questi erano molto impegnativi e difficoltosi per lei, poiché le sue capacità combattive erano nettamente inferiori rispetto a quelle dei ninja fantocci, troppo veloci e troppo potenti. Ciò nonostante non si lasciava sopraffare dallo sconforto, attingendo dalla sua caparbietà la forza necessaria per non mollare e continuare a migliorarsi, ignorando sia la stanchezza che il dolore causatole dalle varie ferite.
Aveva limitato addirittura la pausa pranzo in soli cinque minuti, in cui con una mano impugnava le bacchette e con l’altra concentrava il suo chakra curativo per rimettersi in forza e riprendere velocemente l’addestramento.

Dall’alto della sua postazione, Kakashi continuava ad osservarla con approvazione e soddisfazione, notando i continui - seppur lievi - miglioramenti dell’allieva che pian piano le accrescevano sia la forza che il potere.

La mattina dell’ultimo giorno di allenamento, la vigilia di Natale, Sakura riuscì per la prima volta a sopraffare tutti e sei i ninja fantocci.

“Incredibile, ce l’ho fatta!...” sussurrò ancora incredula: “… Voglio riprovarci!” posizionandosi nuovamente per ricominciare.

“SAKURA!” la voce del Jonin le giunse inaspettatamente alle spalle, facendola voltare di scatto.

“K-Kakashi! Hai visto? Finalmente ci sono riuscita!” esclamò raggiante.

“Davvero?... I miei complimenti.” tentennò impacciato.

“Cosa c’è?” domandò con esitazione, scorgendo uno strano tono nella voce che non la convincevano.

“Ecco vedi… tuo padre…”

“Cos’è successo!” gridò con il cuore in gola.

“… Va tutto bene!...” cercando di tranquillizzarla, poggiandole le mani sulle spalle: “… ma si è sentito male in ufficio e per precauzione lo hanno portato in ospedale per qualche accertamento…”

“Devo andare!” asserì avvolta dal panico, portandosi le mani tremanti fra i capelli. Erano circa dieci giorni che una tosse secca lo aveva colpito e vani erano stati i suoi suggerimenti di sottoporsi ad una visita medica, poco convinta che si trattasse di una semplice influenza come era solito dirle per rassicurarla.

“Naturale! Vai, raggiungi tuo padre e portargli i miei auguri. Noi ci rivedremo con l’anno nuovo e mi raccomando… cerca di riposarti!” salutandola con una semplice carezza sul capo.

La ragazza annuì appena, troppo presa dalla sconvolgente notizia, precipitandosi di corsa verso l’uscita dell’Accademia.

“Aspetta! Lo zaino!” cercando inutilmente di richiamarla dopo averlo notato a terra: “… Pazienza! Glielo farò recapitare!” sospirando pesantemente.


****

“COFF COFF… è… COFF COFF… il cuore?… COFF COFF” la tosse non gli dava tregua, ma con fatica riuscì a chiedere ciò che gli premeva maggiormente.

“No, è un principio di bronco polmonite!” rispose l’Hokage, che avvertita del malore del signor Yukan, si precipitò in ospedale lasciando il Palazzo in mano al suo fidato amico Fugaku.

“COFF COFF… tanto meglio!” continuando a tossire.

“Purtroppo si sbaglia! La bronco polmonite indebolisce il suo apparato respiratorio e ciò comporta ad un notevole sforzo al suo cuore già malato. Dovrò somministrarle una serie di antibiotici e prescriverne altri che dovrà assumere per circa un mese, senza però sospendere quelli che già sta prendendo!” gli spiegò seriamente, controllando i primi esiti degli esami.

“Capisco… COFF COFF!”

“La tosse le passerà presto grazie a questa flebo ma mi chiedo da quanto ne soffra!” intimandolo con lo sguardo sia a risponderle che a non mentirle.

“COFF COFF… da circa dieci gior… COFF COFF!” non riuscendo a completare la frase.

“Dieci giorni?...” inarcando infastidita il sopracciglio: “… E ha pensato bene di farsi venire una crisi respiratoria in ufficio anziché sottoporsi ad una visita medica?” asserì adirata, incapace di trattenersi dal rimprovero.

“Mi disp… COFF COFF!”

“Non si sforzi di parlare, almeno fino a quando la flebo non avrà fatto effetto!…” sospirando: “… Mi dispiace aver alzato la voce, ma proprio non capisco come abbia potuto trascurare la sua salute già per sé cagionevole!” parlando con un tono più posato e professionale.

“PAPA’!” la porta della stanza si aprì all’improvviso, mostrando solamente una chioma rosata dirigersi velocemente verso il letto di Micha.

“Bambina mia… COFF COFF… cosa ci fai qua?… COFF COFF!”

“E me lo chiedi? Mi hanno detto che ti sei sentito male e sono corsa subito da te. E’ la tosse vero? Te l’avevo detto che non mi piaceva e ho perso il conto di tutte le volte che ti  dicevo di farti vistare! Papà perché non mi hai ascoltata?” domandò a raffica con le lacrime agli occhi.

“Perché è testardo, proprio come te!” rispose Tsunade.

“Hokage?...” voltandosi verso di lei: “…. Mi scusi, non l’avevo vista…” asciugandosi le lacrime: “… per favore mi dica cos’ha mio padre!” la implorerò con le mani congiunte al petto.

“Stai tranquilla, è un principio di bronco polmonite e l’abbiamo presa in tempo evitandogli un ricovero. Tuo padre ha bisogno di assoluto riposo almeno per un mese, il tempo previsto per la cura che gli prescriverò… Sakura, se ho capito bene tu ti eri accorta che la tosse aveva un qualcosa di strano, dico bene?... “ e vedendola annuire positivamente, continuò: “… Accertati personalmente che segua tutte le mie indicazioni e se dovessi accorgerti di qualcosa di strano, portarlo immediatamente in ospedale e fatemi chiamare, ok?”

“Ci conti!... Hai sentito papà? Ora ci penserò io a te!” prendendogli amorevolmente la mano fra le sue.

“Si… COFF COFF!”

“Hokage, avrei una domanda da farle!” continuando a fissare il volto provato dell’anziano genitore.

“Dimmi pure!” osservando la figura della ragazza voltata di spalle.

“Ma la bronco polmonite non lascia un alone attorno ai polmoni rendendo il paziente vulnerabile a qualsiasi forma virale?” chiese preoccupata.

“Denoto che continui a studiare medicina e questo ti fa onore… non posso mentirti e quello che dici è corretto. Per assicurarsi una completa guarigione si consiglia sempre di soggiornare alle cure termali per due settimane. C’è un villaggio specifico nel Regno dell’Acqua e calcolando la malattia di tuo padre e un periodo di riposo di circa tre mesi per ristabilirsi al meglio, credo che maggio sarebbe il periodo migliore per recarsi alle terme!” incrociando finalmente gli occhi smeraldo della ragazza.

“Bene, allora ci andrà!” decidendo lei al posto del genitore.

“NO… COFF COFF… non ti lascerò sola… COFF COFF!” protestò l’anziano, sotto lo sguardo sorpreso delle due.

“Appunto per questo! Ho bisogno di te e non puoi trascurare la tua salute!…” poggiando il palmo della mano stretta fra le sue sulla guancia ancora umida di lacrime: “…
Tu ci andrai anche a costo di portarti personalmente….” chiudendo gli occhi e beandosi del calore percepito sulla gota: “… un attimo!…” voltandosi di scatto verso l’Hokage: “… Ma come farà ad andarci? Il piano 1 vieta qualsiasi uscita dal villaggio!” domandò sconcertata, ricordandosi del pericolo imminente e delle misure precauzionali che Konoha aveva adottato nei confronti di tutti i suoi cittadini.

“La salute viene prima di tutto e scavalca qualsiasi forma di disposizione presa, compreso il piano 1. Periodicamente vengono allestite carovane specifiche per il trasporto dei pazienti alle cure termali e queste non vengono mai prese d’assalto per paura di qualche contagio o altro, quindi tuo padre non corre nessun pericolo!” appoggiandole una mano sulla spalla per rassicurarla.

“Allora d’accordo! Cosa bisogna fare? Insomma, qual è l’iter da seguire per farlo andare?” chiese con determinazione.

“Basterà un semplice certificato rilasciato dall’ospedale e presentarlo a Palazzo. Non dovete fare niente, mi occuperò personalmente io di tutto e quando sarà il momento, pagherete solamente un terzo del costo complessivo fra cure e soggiorno, il resto sarà come sempre a carico delle casse del villaggio!” le spiegò gentilmente.

Sakura spalancò occhi e bocca. Pagare? Non riuscivano nemmeno ad arrivare a fine mese, come avrebbero potuto permettersi le cure termali? Forse era per quel motivo che il padre si era opposto ad andarci…

“La decisione… COFF COFF… spetta a me… non transigo… COFF COFF!” intervenne Micha, palesemente affaticato.

“Ne riparleremo!” aggiunse la figlia, abbassando il capo.

“C’è ancora tempo e confido in te, Sakura, affinché tu possa convincerlo. Ora signor Yukan le farò un’iniezione che la aiuterà a dormire e fra un paio d’ore ritornerò a controllare i suoi parametri e se saranno nella norma potrà ritornare a casa, altrimenti dovrà fermarsi per un altro ciclo di terapia ma non credo sia necessario tenerla in osservazione per la notte… almeno non la vigilia di Natale!” apprestandosi a preparare la siringa.

“Grazie di tutto!” la ringraziò la rosa, alzandosi ed inchinandosi come forma di rispetto e di gratitudine per le cure appena prestate.

Appena l’Hokage lasciò la stanza, il padre si voltò verso la figlia rimasta in silenzio con lo sguardo perso nel vuoto, pieno di preoccupazione.

“Non preoccuparti… COFF COFF… andrà tutto bene… COFF COFF! Potresti portarmi da bere? Ho la gola secca… COFF COFF!” le chiese con voce roca.

“Si subito!” guardandosi attorno in cerca di un lavandino e di un bicchiere, entrambi assenti.

“Nella mia giacca… COFF COFF… il portamonete!” indicandola appesa al muro.

Sakura si alzò dalla sedia e una volta recuperato qualche monetina, gli disse che sarebbe tornata presto, lasciandolo solo a riposare disteso in quel letto d’ospedale.
Una volta uscita, si appoggiò alla porta sospirando pesantemente, affranta dalla realtà di non poter permettere una completa guarigione al padre, l’unica persona che le rimaneva al mondo. Era inutile continuare a rimanere assorta fra i suoi pensieri e con uno scatto fulmineo si staccò dalla porta, incamminandosi in cerca di un distributore.

“Eccola! Ehi Sakura-chan!”

 “Naruto?!” esclamò meravigliata, riconoscendo la voce del compagno. Era proprio davanti a lei, ma per sua sfortuna era assieme a Sasuke con la sua solita aria scocciata e seria.

“Che ci fai qua?” domandò infastidita alla vista del moro, rimasto in silenzio con le mani in tasca.

“Kakashi ci ha detto di tuo padre e ci ha incaricati di riportarti lo zaino che avevi dimenticato!...” mostrandoglielo: “… Piuttosto, come sta?” chiese preoccupato.

“Bronco polmonite, ma è stato preso in tempo. Entro sera dovrebbe uscire!” gli spiegò concisa.

“Mi dispiace… possiamo vederlo?” domandò di getto.

“Baka di un dobe che non sei altro! Non pensi che debba riposare?” intervenne contrariato Sasuke.

“Infatti!...” aggiunse la rosa: “… Grazie per avermi riportato lo zaino. Ci vediamo ad inizio anno!” liquidando i suoi compagni, senza aggiungere altro, dirigendosi verso la stanza del genitore approfittando del vitto appena recuperato.

“Un attimo!…” disse l’Uchiha, imponendole di fermarsi: “… il discorso è sempre valido!” voltandole subito dopo le spalle, trascinandosi Naruto per un lembo della felpa.

“Che discorso?” si interrogò pensierosa la rosa.

“Se dovessi avere bisogno di qualsiasi cosa, anche nel cuore della notte, non esitare a venirci a chiamare!”

“Che si stesse riferendo a quello che mi disse quel giorno? Mah… è sempre così enigmatico nelle sue frasi e comunque di certo non chiederò mai aiuto al mio nemico giurato, il mio obiettivo da raggiungere!” pensò, facendo spallucce.

****

“Ma si può sapere che razza di domande fai?” chiese incollerito, continuando a tirarlo per la felpa.

“Lasciami teme, così mi rovini la mia bellissima tuta! E comunque non mi sembra di averle chiesto qualcosa di così tremendo… sarebbe stata solo una buona occasione per conoscere il papà della nostra compagna e presentarci personalmente!” brontolò Naruto, esponendogli la sua ragione.

“Tze!” sibilò adirato, scuotendo il capo per tanta idiozia.

“Guarda, c’è la nonna… NONNA!” urlò, incurante del divieto di alzare la voce in ospedale.

“Ragazzi?”… disse sorpresa vedendo i nipoti andarle incontro: “… State bene? Ad occhio e croce direi di sì… “ scrutandoli attentamente: “… Ah, immagino che siate venuti qua per Sakura e per  suo padre, dico bene?”

“Dovevamo riportarle lo zaino che aveva dimenticato al campo, ordine di Kakashi!” rispose impassibile Sasuke.

“Siete stati molto gentili… se volete vi dico dove potete…”

“L’abbiamo già incontrata e ci siamo anche già salutati purtroppo e tutto grazie a questo qui!” puntando l’indice verso l’Uchiha.

“Piantala di fare il baka, dobe! Come puoi pensare di presentarti ad una persona che in questo momento necessita solamente di tranquillità?” ringhiandogli contro.

“Sasuke ha ragione, in questo momento il signor Yukan ha bisogno di riposo assoluto e anche volendo, lo avresti trovato addormentato dato che poco fa gli ho somministrato un sedativo. Scusatemi ma adesso devo ritornare a Palazzo ad esaminare e firmare alcuni documenti, poi dovrò sospendere e ritornare qua per vedere se poter dimettere il padre di Sakura e poi nuovamente a Palazzo… Ahhh…” sospirando stancamente: “… mi attende un’altra lunga giornata!”

“Questa sera però verrai da noi a festeggiare la vigilia, vero nonna? Zia Mikoto non ha preparato un vero e proprio cenone dato lo stato d’allerta, ma la cosa più importa è stare tutti insieme, allora… ci sarai, vero?” chiese con insistenza, alzando i pugni.

“Purtroppo no! Il compito di un Hokage è molto impegnativo e in questo periodo ancora di più. Credimi, mi dispiace tanto non poter essere insieme a voi a festeggiare, ma almeno potrete consolarvi con la presenza di Itachi e di Fugaku!” facendogli l’occhiolino.

“Davvero zia? Papà e Itachi ci saranno?” domandò speranzoso Sasuke, dato che nell’ultimo periodo a stento riusciva ad incrociarli, troppo impegnati nei loro rispettivi ruoli all’interno del villaggio.

“Sì, gliel’ho ordinato!” mettendosi a ridere sonoramente, ricevendo come ringraziamento un sorriso radioso dai nipoti.

“Ora andate e vi prometto che appena avrò un po’ di tempo passerò sicuramente a casa vostra per un saluto!” spingendoli delicatamente verso l’uscita dell’ospedale.

“Ah zia… si riprenderà?” domandò Sasuke con una certa – falsa – impassibilità, continuando a camminare.

“Sì, ma ci vorrà del tempo!” gli rispose, avendo compreso perfettamente a chi si stesse riferendo. Poteva assumere tutti gli atteggiamenti possibili per apparire indifferente ed immune alle preoccupazioni della compagna, ma sotto sotto dimostrava un interesse profondo, tipico e degno di un vero team affiatato.

****

Come sospettato da Tsunade, il signor Yukan fu sottoposto ad un altro ciclo di terapia a causa del suo problema cardiaco che l’aveva obbligata a somministrargli antibiotici meno potenti rispetto a quelli convenzionali per curare la bronco polmonite e di conseguenza i suoi parametri non erano rientrati nella norma.

“Ecco, finito questa sacca chiamate l’infermiera che provvederà a staccare il tutto, poi potete andare a casa e mi raccomando signor Yukan, riposo assoluto per almeno un mese!” disse, dopo aver graduato la fuoriuscita del medicinale dalla flebo.

“Ancora grazie infinite per tutto quello che ha fatto per mio padre!” la ringraziò nuovamente Sakura.

“Dovere!... Scusate ma devo ritornare subito a Palazzo, comunque… Buon Natale!” chiudendosi la porta alle spalle, senza lasciare il tempo e il modo agli Yukan di contraccambiare gli auguri.

“Papà, ti senti meglio adesso?” gli domandò premurosamente appena rimasti soli.

“Sì, con una sana dormita mi sento molto meglio. Bambina mia, il sushi è già stato scongelato vero? Inizio ad avere fame e il pensiero di poter mangiare qualcosa di buono mi fa venire l’acquolina in bocca!” mostrandole un sorriso sincero.

“Certamente, la nostra cena è a casa che ci aspetta!...” scoccandogli un leggero bacio sulla fronte: “… Vedi però di non affaticarti, hai sentito quello che ha detto Lady Tsunade! Me lo prometti?”

“Te lo prometto… anche perché non ho nessuna intenzione di ritornare qua dentro. Il letto è scomodo e preferisco il mio!” sdrammatizzando la situazione attuale in cui si trovava.

“Mmm… però rimane in sospeso ancora una questione!” disse mortificata.

“Ti riferisci alle cure termali? Non sono necessarie… diciamo che garantirebbero una perfetta guarigione ma stando a riposo e stando attento a non affaticarmi non dovrei avere problemi!” cercando ancora di rincuorarla.

“Preferirei che ci andassi, non sopporto nemmeno io vederti in questo stato e ho paura che…” stringendo i pugni per soffocare le lacrime che prepotentemente cercavano di uscire.

“So cosa vuoi dire, ma conosci anche la nostra situazione!” sperando di convincerla ad abbandonare l’idea di farlo partire per il Regno dell’Acqua.

“Ma possiamo attingere dal nostro piccolo fondo che teniamo per le emergenze e questa lo è! Papà, per favore!” inginocchiandosi accanto al letto.

“Ne riparleremo, per adesso rimango della mia opinione!” chiudendo gli occhi come a farle capire di volersi riposare. Era inutile continuare a discutere, entrambi rimanevano fermi sulle proprie ragioni.

****

Nelle due settimane successive, per Sakura il mondo si ridusse all’interno delle mura di casa sua. Non uscì mai, troppo devota al ruolo di infermiera personale del padre. Lo seguiva ovunque, gli stava sempre accanto, accertandosi che non si stancasse e che assumesse regolarmente le medicine prescritte, e vani furono i tentavi del genitore di farla uscire per una semplice passeggiata all’aria aperta.

“Bambina mia, non è il caso che vai a dormire? Domattina riapre l’Accademia e devi riposare adeguatamente!” le disse Micha, seduto sul divano.

“Lo so, ma devo finire di rassettare la cucina e devo prepararti la colazione e il pranzo per domani. Hai preso le medicine?” chiese, continuando ad asciugare i piatti.

“Sì, ma non prepararmi niente, ci penso io. Ora sto molto meglio e non credo proprio che cucinarmi un po’ di riso e mettere la teiera sul fuoco possa affaticarmi!” la ammonì bonariamente, facendola sorridere.

“E’ solo che mi scoccia lasciarti solo… e se dovessi sentirti male?” guardandolo con preoccupazione.

“Sto bene e lo sai anche tu! La tosse è sparita e non ho più quella febbriciattola fastidiosa. Adesso fai quello che ti ho detto, sali in camera tua e fila subito a letto!” indicandole le scale con l’indice puntato.

“D’accordo…” sospirando e posando l’asciughino: “… farò come dici tu, tanto è inutile discutere con te!” avvicinandosi per dargli il bacio della buonanotte.

Salita in camera, osservò di sfuggita lo zaino rimasto intatto dal giorno in cui i suoi compagni glielo avevo riportato in ospedale e senza perdere altro tempo, si svestì infilandosi il pigiama e coricandosi sotto le coperte.

“Domani si ricomincia e chissà se riuscirò a fronteggiare ancora i sei ninja fantocci! In queste due settimane non mi sono mai esercitata, nemmeno con il lancio dei kunai. Spero di non aver vanificato i miei progressi… ahhhh!” soffocando il volto nel cuscino: “… Tanto è inutile rimuginare, sono e sarò sempre l’anello debole della squadra e domani ne avranno conferma anche gli altri due team!” posizionandosi su un lato e chiudendo gli occhi, in attesa di essere avvolta fra le braccia di Morfeo.

La mattina dopo si presentò davanti ai cancelli ancora chiusi dell’Accademia, incontrando i suoi due compagni:

“Buongiorno Sakura-chan!” la salutò con voce squillante Naruto. Come facesse ad essere così pieno di energie di prima mattina continuava a rimanere un mistero.

“Giorno!” rispose con la voce ancora impastata dal sonno.

“Come sta tuo padre?” domandò il biondo.

“Meglio, grazie!” disse, voltandosi verso i cancelli che iniziavano ad aprirsi.

“Entriamo!” ordinò Sasuke, ignorato completamente dalla rosa.

Durante il tragitto per raggiungere il loro campo, i ragazzi rimasero in silenzio anche quando si divisero per raggiungere le loro postazioni.

Sakura si stupì trovando Kakashi ad aspettarla accanto ai ninja fantocci.

“Spero che tuo padre si senta meglio e capisco anche il tuo stato ansioso, ma adesso cerca di distogliere i tuoi pensieri e concentrarti sull’allenamento. Ti vedo riposata e questo significa che hai ascoltato il mio suggerimento… forse avrai un rallentamento di velocità e di concentrazione ma non devi farci caso… vedrai che recupererai velocemente. Oggi, durante la pausa pranzo, voglio che ti unisca insieme ai tuoi compagni, intesi?” balzando via, senza aspettare nessuna risposta o domanda da parte dell’allieva – come sempre.

“Strano, mi ha parlato di più rispetto al solito!” pensò, iniziando a prepararsi.

Come da lei immaginato e come predettole dell’Hatake, l’allenamento risultò molto più difficoltoso tanto da trovare una notevole difficoltà nella gestione di soli quattro ninja fantocci.

“Così non va bene per niente! Devo concentrarmi di più, altrimenti che senso hanno avuto tutti i miei sforzi negli ultimi mesi?” rialzandosi dopo l’ennesimo atterramento, asciugandosi un rivolo  di sangue all’angolo destro della bocca.

Kakashi non aveva mai smesso di osservarla e anche se vedeva le sue difficoltà, si rallegrò nel scorgere la sua determinazione: lesta nel rialzarsi e ricominciare subito a combattere. Anche gli altri due allievi erano migliorati tantissimo, specie Sasuke che già padroneggiava alla perfezione il Chidori nella lama della sua katana, mentre Naruto riusciva a bloccare l’acqua della cascata con una sola copia. Era incredibile quanta forza e bravura possedessero, tipiche delle loro casate e quindi degni eredi degli Uchiha e dei Namikaze.
Aspettò inerme l’una del pomeriggio prima di sospendere i loro esercizi.

Sakura avrebbe preferito continuare, dato che stava ricominciando a recuperare il ritmo perso, ma opporsi alla disposizione del maestro sarebbe stato controproducente al rapporto precario creato nell’ultimo periodo.

“Adesso che ci siamo tutti, possiamo iniziare a mangiare?” chiese Naruto con l’acquolina in bocca.

“E chi ti ha detto che ci siamo tutti?” rispose con un’altra domanda il Jonin.

“Ehh!” esclamarono all’unisono i tre ragazzi.

“Aspettate gli altri, stanno arrivando!” si affrettò a rispondere Kakashi, indicando gli altri due team in lontananza entrare nel loro campo.

“Mangiamo con loro? Che idea grandiosa!” esultò il biondo, felice di stare in compagnia dei suoi amici.

“Ma non avevi detto che ci saremo riuniti subito dopo pranzo?” chiese Sasuke, smorzando l’euforia di Naruto.

“Infatti sarà così, ma solo per oggi io e i miei due colleghi abbiamo preferito riunirvi da subito per spiegarvi in cosa consisterà il vostro allenamento, riuscendo a guadagnare del tempo prezioso!” gli spiegò seriamente.

“Ehilà!” salutò euforico Kiba in groppa al suo fedele amico a quattro zampe.

“Mi auguro che terrai quel coso pulcioso lontano da noi mentre mangiamo, vero?” asserì indispettita Ino.

“Se c’è qualcuno che deve stare lontana quella sei tu e non Akamaru, chiaro?” le rispose a tono l’Inuzuka.

“Piantatela di litigare voi due, non fate altro tutte le volte che vi vedete… che seccatura!” brontolò Shikamaru, sedendosi pesantemente sul manto erboso accanto a Sasuke.

“Sempre scocciato Nara?” lo derise Temari, sedendosi accanto ad Ino, seguita da una sorridente Ten Ten e da un’imbarazzatissima Hinata, rossa in volto alla vista di Naruto.

“Taci cry baby!” la ammonì Shikamaru.

“Non chiamarmi in quel modo!” urlò inviperita la bionda di Suna.

“ADESSO BASTA!” tuonò Asuma, stanco di sentire i suoi due suoi allievi battibeccare per quello strano nomignolo con cui il Nara era solito affibbiare alla compagna.

“Denoto con piacere di non avere solo io problemi di litigi!” intervenne sarcasticamente Kakashi, ridendo da sotto la maschera dopo aver lanciato uno sguardo fulmineo a Sakura e a Sasuke.

“Già…” sospirò rassegnato Asuma, spegnendo la sigaretta: “… il più fortunato è Yamato, dico bene amico mio? Tu non hai questi generi di problemi, vero?” battendogli bonariamente una mano sulla schiena.

“Non di questo tipo, ma di un altro sì e sinceramente non so cosa sia peggio, se il mio o il vostro!” rispose il Capitano, guardando Kiba intento ad accarezzare e a giocare con il suo cagnone, grattandosi l’orecchio con la punta del piede.
Gli Inuzuka erano un clan piuttosto strano, poiché si relazionavano molto con i cani – loro compagni di combattimento – dimenticandosi spesso e volentieri di come comportarsi e di come collaborare insieme alle altre persone e Kiba non era di certo un’eccezione.

“Ognuno le sue noie!...” accendendosi l’ennesima sigaretta: “… ORA…” richiamando l’attenzione di tutti i ragazzi: “… mentre mangiate ci ascolterete attentamente, intesi? Dunque…” proseguendo dopo essersi accertato di avere tutti gli occhi puntati su di lui: “… Come sapete, siete gli unici Genin autorizzati ad andare in missione e questo solo grazie alle vostre abilità ninja. Ciò nonostante, il pericolo è molto alto e si è pensato di unire le forze per poter riuscire a fronteggiare eventuali attacchi da parte dei nemici. Solo per oggi, ogni squadra si sottoporrà ad una simulazione analoga mentre gli altri team osserveranno attentamente gli eventuali punti deboli in attacco e in difesa, permettendo così di correggersi e di migliorarsi ulteriormente. Da domani, affronterete insieme la simulazione seguendo non solo gli insegnamenti di noi maestri, ma anche le disposizioni che vi verranno date dagli strateghi delle vostre squadre… Shikamaru, Neji e Sakura!...” facendo sobbalzare la rosa: “… La mattina invece, i team seguiranno gli allenamenti singolarmente, cercando di migliorare le lacune che verranno riscontrate nella giornata di oggi, avete capito tutto? Avete domande?” chiese seriamente Asuma.

“Come faremo a seguire le indicazioni degli strateghi se dovremo combattere con le nostre strategie di squadra? Sì, insomma… Neji conosce il mio modo di combattere mentre gli altri due no e la stessa cosa riguarda anche gli altri team!” fece notare Ten Ten, alquanto titubante.

“E’ per questo che ci alleneremo insieme, per farvi conoscere! Quello che Asuma vi ha spiegato sembra difficile, ma in realtà è più facile di quanto pensiate. Durante un combattimento, l’obiettivo è solo quello di annientare il nemico e ogni suggerimento per sopraffarlo è sempre utile, indifferentemente da chi ve lo esponga!” le delucidò Yamato.

“Sapete già quando partiremo per la prima missione? Non vedo l’ora!” domandò Ino con gli occhi sognanti.

“Capisco la tua smania di partire, tipica di noi ninja, e se ti fa piacere, ti informo che avrete una missione a settimana, contenta?” sentenziò Asuma.

“Una a settimana? Wow, così avrò i soldi per permettermi qualche porzione extra di ramen da Ichikaru… i miei zii mi hanno ridotto la paghetta!” esclamò eccitato Naruto all’idea di farsi una scorpacciata del suo piatto preferito, scatenando l’ilarità di quasi tutti i presenti.

“Baka!” dissero all’unisono Sasuke, Sakura, Shikamaru e Neji.

“Potrai mangiare ramen più di quanto immagini! Le vostre missioni sono state catalogate a livello B e di conseguenza la paga, seppur dimezzata, sarà quella prevista per i Chunin!” specificò Kakashi, rimasto in silenzio per tutto il tempo.

“Wow!” esultò il biondo, alzandosi in piedi e iniziando a saltellare dalla gioia.

Sakura sorrise appena, ma non per la buffonaggine del compagno, ma per l’informazione appena ricevuta. Con il compenso più alto, non solo avrebbe contribuito maggiormente alle spese mensili di casa, ma avrebbe anche potuto accantonare, all’insaputa del padre, una piccola somma e racimolare lentamente la cifra necessaria per sostenere il costo delle cure termali mettendolo alle strette e costringendolo a partire, garantendogli così una perfetta guarigione.

“U-una a s-settimana?” chiese timidamente Hinata, interrompendo il balletto gioioso – osceno – di Naruto.

“Sì, dobbiamo rifornire i villaggi del nostro Regno. Inizialmente ci dedicheremo a quelli più vicini a Konoha, poi pian piano ci spingeremo sempre più a Nord in base a quando termineranno le loro provviste consegnate poco tempo fa dai nostri alleati del Regno dell’Aria, ora in stato d’allerta!” le delucidò Asuma.

“Temari, il tuo Regno era l’unico a non essere stato attaccato, hai qualche notizia da tuo padre o dai tuoi fratelli?” domandò Neji.

“Non di recente! Le ultime notizie le ho ricevute prima di Natale in cui mi vietavano di ritornare a Suna e di rimanere qui a Konoha, proprio come Ten Ten!” rispose con un alone di preoccupazione stampato sul viso.

“La situazione sembra essersi normalizzata ma è necessario rimanere in guardia almeno per un altro periodo, poi i Regni valuteranno separatamente se continuare lo stato d’allerta oppure no!” puntualizzò Kakashi.

“Che seccatura… se abbiamo finito tutti di mangiare, possiamo iniziare le simulazioni?” propose Shikamaru.

“Subito? Ma non possiamo riposarci un altro po’?” protestò Kiba, spaparanzato comodamente contro Akamaru.

“Tze… piantala di fare lo scansafatiche, alzati e muoviti!” lo rimproverò Sasuke, già in piedi pronto per iniziare.

****

I tre maestri condussero i ragazzi nell’Arena dell’Accademia e dopo aver attivato le arti magiche con una serie di sigilli, crearono uno scenario roccioso per l’inizio della simulazione.
Il paesaggio era sprovvisto di qualsiasi copertura ambientale, obbligando pertanto gli allievi a combattere ininterrottamente contro una decina di ninja fantocci, maggiormente potenziati, fino al loro completo annientamento.
Il primo team ad iniziare fu quello degli Hyuga, seguito dal 5 e per ultimo dal 7.
I ragazzi non impegnati nella prova si disposero accanto ai Jonin, osservando attentamente gli altri concentrati nella prova, specie i tre strateghi che dovevano carpire più informazioni possibili per poter adempiere adeguatamente al ruolo affidatogli all’interno della squadra e aiutare i propri compagni a correggere le loro imperfezioni.

Sakura non si meravigliò della bravura delle due squadre, anzi, si sentì maggiormente motivata ad impegnarsi e a migliorarsi di più per diventare come loro: forte e temuta!

Quando toccò al suo team, respirò profondamente prima di posizionarsi al suo posto, ignorando l’incoraggiamento di Naruto.

“Stai in guardia e usa i sensi!” le suggerì – ordinò – invece Sasuke.

“Lo so benissimo, piuttosto vedi di ascoltarmi!” gli rispose stizzita, alludendo chiaramente al giorno del loro esame.

“Tze… in posizione!” bofonchiò indispettito.

“Piantatela di litigare e rimanete concentrati!” intervenne nervosamente Naruto con uno sguardo determinato e serio, posizionandosi in difesa.

I ninja fantocci sbucarono all’improvviso, obbligando il team 7 ad una difesa continua impossibilitato a reagire.

“Sasuke usa lo Sharingan e unisciti a me per coprire le spalle a Naruto che appena troverà un varco, partirà all’attacco, poi potrai unirti a lui mentre io continuerò a coprirvi!” ordinò Sakura dopo un lungo minuto di osservazione.

“D’accordo!” approvò il biondo, seguito da un semplice assenso con il capo da parte dell’Uchiha.

La rosa poteva solamente spalleggiare i compagni, riuscendo (credendo) nel suo compito, mentre i ragazzi con alcune difficoltà, riuscirono a fronteggiare i nemici senza utilizzare né il Rasengan, né il Chidori, vietatogli categoricamente da Kakashi poco prima di iniziare per evitare un altro incidente come l’ultima volta.

“Bravi tutti i team!” si complimentò Yamato, dopo la fine della prova del team 7.

“Concordo, ma passiamo subito alla vera questione per cui vi abbiamo sottoposto a questa simulazione… Sakura, in quanto stratega, voglio che mi dici se hai notato qualche imperfezione di combattimento!” la interrogò Asuma.

La rosa sbiancò sentendosi sotto esame, ma non poteva lasciarsi sopraffare dalla paura o dall’esitazione: era una Genin e doveva dimostrarlo.

“Team 3: Hinata, esiti troppo prima di partire all’attacco e favorisci il nemico; Ten Ten, ti basi solamente  sulle armi in tuo possesso e prima, quando ne hai perse alcune, non sei riuscita a difenderti adeguatamente; Kiba, tu e Akamaru dovete attaccare singolarmente e non simultaneamente, risultate un bersaglio troppo semplice e visibile da colpire. Le vostre carenze obbligano Neji a coprirvi ripetutamente le spalle senza dargli l’opportunità di partire lui stesso all’attacco!…” sospirando: “… Team 5: Temari, quando lanci il tuo ventaglio tendi ad abbassare la guardia così come Ino quando utilizza il capovolgimento spirituale anche se avrebbe bisogno di più copertura, idem per Shikamaru e la sua tecnica delle ombre. La vostra squadra manca di sincronia proprio nell’utilizzo di queste arti!... Almeno questo è il mio punto di vista!” esponendo in modo conciso le sue osservazioni.

“Sentito? E’ quello che vi dico sempre… che seccatura!” disse Shikamaru con le labbra leggermente incurvate in un sorriso, felice che qualcun altro esponesse le sue stesse teorie.

“Kakashi non mente quanto ti definisce una perfetta stratega! I miei complimenti, sei riuscita a comprendere alla perfezione i punti carenti anche del mio team!” asserì Yamato.

Sakura abbassò il capo, non abituata a ricevere elogi. Timidamente alzò lo sguardo, incrociando l’occhio scoperto di Kakashi, il quale brillava di una luce piena d’orgoglio nelle doti intuitive che aveva dimostrato di possedere.

“Ora sentiamo Neji e Shikamaru… cosa avete notato nel mio team?” chiese l’Hatake, interrompendo il contatto visivo con l’allieva.

“Sakura è una perfetta stratega e lo ha dimostrato egregiamente riuscendo, con le sue disposizioni e sfruttando a pieno le capacità dei compagni, a far superare brillantemente la simulazione al team. Ciò nonostante, il suo ruolo di copertura è risultato insoddisfacente, tanto da costringere Naruto e Sasuke a ritardare i loro attacchi sia per accertarsi della sua incolumità, sia per intervenire direttamente a coprirle le spalle!” espose dettagliatamente il Nara.

La rosa sobbalzò volgendo lo sguardo verso i compagni, trovando Naruto intento a fissare il terreno e Sasuke voltato di lato con le braccia incrociate al petto. Shikamaru non aveva mentito, i suoi compagni l’aveva difesa quando in realtà doveva provvedere lei stessa alla loro sicurezza. Abbassò il capo mortificata, sentendosi nuovamente un peso più che un aiuto, nonostante credesse di aver combattuto discretamente bene.

“Però bisogna ammettere che è molto migliorata rispetto all’ultima volta che l’abbiamo vista in azione!” intervenne prontamente Ino.

“Concordo con te!” aggiunse Temari.

Sakura alzò lo sguardo incredula alle parole delle due ragazze che la fissavano con approvazione, specie la Yamanaka. Anche Ten Ten e Hinata la guardavano allo stesso modo.

“Il tuo problema maggiore…” aggiunse Neji, attirando la sua attenzione: “… E’ che non sprigioni a pieno il chakra!”

“Cosa?” guardandolo esterrefatta.

“Sono d’accordo con le ragazze nell’affermare che sei migliorata tantissimo e per scrupolo ho attivato il byakugan durante la prova, constatando che i tuoi canali per la fuoriuscita del chakra sono liberi, a differenza della prima volta che l’ho utilizzato su di te durante un’esercitazione con Gai in cui sembravano bloccati. Vedrai che se continui ad allenarti con la stessa costanza e determinazione usate fino adesso, riuscirai anche in questa impresa riuscendo a sprigionare a pieno il tuo potere!” incoraggiandola a reagire e a non cedere alla mortificazione.

“Credevo di sprigionarlo tutto!” disse timidamente.

“E’ solo questione di esercizio, più ti alleni, più diventi forte, più riesci a gestire il chakra e a sprigionarlo in tutta la sua potenza. Ricordati che è poco più di anno che riesci a padroneggiarlo ed è normale questa tua difficoltà!” intervenne Kakashi, interrompendo la spiegazione dello Hyuga, ignaro - e tale doveva rimanere, così come tutti gli altri - del sigillo legato all’allieva.

“Vi aiuterete a vicenda a migliorare e a colmare le vostre lacune, d’altronde è proprio questo il motivo per cui i team sono stati uniti! Sono già le sei del pomeriggio, credo che per oggi possa bastare, ci vediamo domani!” disse Asuma, guardando l’imbrunire.

“Concordo anch’io… potete andare!” aggiunse il Capitano.

Sakura si precipitò a recuperare lo zaino, troppo sconvolta dalle verità appena apprese e con l’ansia ricomparsa al ricordo del padre a casa ammalato.
Non salutò nessuno, pensando esclusivamente di raggiungere la propria abitazione.

“Mi dedicherò anima e corpo per aiutarla a migliorarsi e magari riuscirà anche ad appianare quella piccolissima divergenza avuta con me alcuni mesi fa!” disse raggiante Ino, dopo aver visto la rosa sfrecciare verso l’uscita dell’Accademia.

“Piccolissima divergenza? Ma fammi il piacere… Ino-pig!” si divertì a stuzzicarla Kiba.

“Taci cagnaccio pulcioso!” gli ringhiò contro.

“Non sarai sola, tutti noi la aiuteremo… che seccatura!” intervenne il Nara, mettendosi in mezzo ai due litiganti.

“Non ne sarei così sicuro! E’ una noiosa convinta di riuscire da sola in tutto. Dubito che accetterà il vostro aiuto!” interloquì sprezzante Sasuke.

“Questo perché ha sempre avuto a che fare con te che in quanto a tatto lasci molto a desiderare!” lo derise la Yamanaka, facendo trattenere a stento le risate di tutti.

“Tze!” sibilò offeso, colpito sul vivo.

“Spero che unendo le nostre forze riusciremo a farci accettare da Sakura-chan!” sospirò pensieroso Naruto.

“Sicuro! Quando Ino Yamanaka si mette in testa una cosa, la ottiene a qualunque costo! Diventeremo amici di fronte spaziosa, parola mia!” iniziando a ridere istericamente portandosi le mani ai fianchi.

“Che i Kami ci aiutino!” sussurrò impaurito Kiba alla vista della posa della bionda, sapendo che sarebbe stata disposta a tutto pur di raggiungere il suo scopo.

****

Aveva corso senza mai fermarsi e in lontananza scorgeva già la sua casa, quando improvvisamente si sentì afferrare dai capelli, costringendola all’istante a fermarsi e a portarsi le mani all’altezza della parte dolorante.

“Dove vai così di fretta? Non ti sei dimenticata del tuo impegno con noi?” domandò maleficamente Alan, continuando a strattonarla per la chioma fino a condurla all’interno di un vicolo cieco, lontano da sguardi indiscreti.

“Lasciami per favore! Non oggi… devo andare da mio padre, non sta bene!” sperando che almeno in quell’occasione il moro ascoltasse la sua supplica.

“Appunto per lui sai cosa ti aspetta!” sbattendola contro il muro, pronto ad iniziare il suo divertimento spalleggiato dagli altri.

Era inutile tentare di farlo ragionare, Sakura lo conosceva molto bene e sapeva che quando si prefissava qualcosa nessuno riusciva a fargli cambiare idea.
L’unica sua speranza era quella che si stancassero presto e con questa consapevolezza concentrò i sensi, preparando il corpo ad incassare ogni loro angheria…

“Può bastare e ringrazia la mia indulgenza. Dovevi prenderne di più dato che per due settimane hai pensato bene di non farti vedere!”…” gettando a terra il bastone che con cui si era divertito: “… Da oggi in poi ricomincia  il dazio che devi pagare per essere una sporca mezzo sangue che vive nel nostro settore. Sai cosa succederà se oserai sottrarti o ribellarti… e mi raccomando, ricordati anche l’altra mia imposizione, intesi?” afferrandola per il lembo della casacca.

“S-si!” rispose con il fiato corto.

Rimasta sola in quel vicolo buio e sporco si apprestò a curarsi le ferite, chiedendosi del perché il destino le fosse così avverso. Non era una civile, non era una ninja, non aveva e non poteva avere amici. All’inizio aveva accettato la sua sorte per il bene del padre, ma con il tempo si era resa conto di non riuscire più a sopportare il peso di tale decisione. Aveva bisogno d’aiuto, aveva bisogno di confidarsi, ma con chi? Si era esposta troppo e ora, era ormai tardi per parlare…
Era inutile rimuginare sul passato, aveva fatto la sua scelta e doveva continuare a subire seppur con fatica. Si alzò e si incamminò verso casa a testa alta, convinta di continuare per la sua strada.

****

I giorni come le settimane passarono lentamente nonostante i suoi continui impegni. Durante il giorno, fino a sera inoltrata, rimaneva in Accademia ad allenarsi ininterrottamente con i team e prima di rincasare, aveva un appuntamento fisso con Alan e gli altri suoi ex amici, persino nelle giornate in cui ritornava dalle missioni fisse settimanali, che per fortuna, risultavano facili e semplici grazie all’assenza di pericoli.
Si era accorta che gli altri Genin, specie Ino, tentavano di socializzare con lei, ma inutilmente poiché non gli permetteva di instaurare un solo dialogo che non riguardasse gli allenamenti o la missione.
Sasuke veniva considerato il leader indiscusso a cui chiedevano continuamente opinioni o eventuali approvazioni su qualsiasi argomento; tutti tranne lei che continuava a considerarlo il suo nemico giurato e il suo obiettivo da raggiungere, impegnandosi con anima e corpo per potenziare le sue capacità combattive.
Le uniche note positive riguardavano la guarigione del padre, che da oltre due mesi aveva ricominciato a lavorare, le condizioni economiche migliorate grazie ai compensi delle missioni, l’aumento del piccolo fondo destinato alle cure termali del genitore e per ultimo, ma non meno importante, la tranquillità tornata a regnare nella capitale dopo l’attacco al Villaggio dell’Erba.

Era il primo giorno di primavera e i tre team si incontrarono alle prime luci dell’alba davanti ai cancelli di Konoha per partire in missione e ritornare nel primo pomeriggio.
Naruto, seppur assonnato, la salutò calorosamente seguito dalle ragazze e da Akamaru che le saltò addosso per leccarle il viso.

“No!” protestò, sbattendo il sedere a terra.

“E’ contento di vederti!” disse Kiba, sollevando il cane dalla compagna porgendole la mano per aiutarla a rialzarsi. Mano che ovviamente venne ignorata.

“Ci siamo tutti?” domandò Kakashi comparso dietro la sua solita nuvola di fumo, seguito dagli altri due Jonin.

“Sì!…” rispose Yamato dopo un rapito controllo: “… Andiamo e vediamo di ritornare il prima possibile. Oggi pomeriggio ci aspetta un lavoro molto importante!”

“Del tipo?” chiese sospettoso Neji.

“Niente di quello che immagini, anzi, voglio essere proprio io ad informarvi della bella notizia…” attirando l’attenzione dei ragazzi già partiti in marcia:”… Visto che sono già tre mesi che non subiamo attacchi da parte dei nostri nemici, si è pensato di ripristinare la Festa di Primavera a Konoha che avrà luogo fra una settimana esatta!” esordì Asuma, prendendo la parola al Capitano.

“Davvero? Ci sarà la Festa?” esultò Ino.

“Sì, giusto per smorzare la tensione fra gli abitanti. Siamo stati informati ieri sera dopo gli allenamenti dall’Hokage in persona, chiedendoci di collaborare insieme  ai civili ad altri ninja per l’allestimento delle luci e dei banchetti. Siamo in ritardo rispetto alla tabella di marcia ma se uniremo le forze, dovremo riuscire a preparare il tutto in tempo e festeggiare come ogni anno!” aggiunse Yamato.

“Ma se sarete impegnati al villaggio, chi ci seguirà nei nostri allenamenti?” chiese pensieroso Sasuke.

“Nessuno! Oggi sarete liberi.” gli rispose Kakashi.

“Uffa però! Né la nonna, né lo zio ci hanno detto niente!” brontolò Naruto.

“Il fatto che sei imparentato con loro non ti da il diritto di conoscere ogni decisione presa a Palazzo. Ricordati che sei solamente un Genin!” lo ammonì bonariamente Asuma.

“Che ti importa, pensa solo che ci sarà una Festa! Non vedo l’ora di vedere come viene organizzata qui al Regno del Fuoco!” intervenne sorridente Ten Ten.

“Se oggi siamo liberi ne approfitterò per comprarmi un nuovo kimono… giusto per l’occasione! Chi viene con me?” propose euforica Ino.

“Niente vestiti da cerimonia, ordine tassativo!...” spegnendole subito l’entusiasmo: “… Ricordatevi che siamo ancora in stato d’allerta e i kimoni rallenterebbero la fuga in caso di evacuazione e vi impacerebbero per il combattimento!” le spiegò più dettagliatamente Yamato.

“Non fare quella faccia triste Ino! Pensa solamente a quanto ci divertiremo, perché andremo tutti insieme, vero?” chiese fiduciosa Temari.

“Ovvio! Ma che domande fai?” la rimproverò affabilmente Kiba.

Solo Sasuke e Sakura non risposero alla domanda di Temari, né confermarono le parole dell’Inuzuka, estraniandosi dall’allegro chiacchiericcio dei compagni circa l’evento prossimo.

I team consegnarono i vivere al villaggio e già verso metà mattina erano sulla strada del ritorno.

“D’accordo che dovete allestire il villaggio e prima arrivate, prima iniziate e prima finite, ma non pensate a noi? Sono ore che corriamo ininterrottamente fermandoci a riposare solamente per dieci minuti. Sono stanco e inizio ad avere fame… BRRRRR!” piagnucolò Naruto, confermando il tutto grazie al suo stomaco rumoroso.

“Sei un caso irrecuperabile!” lo rimproverò Kakashi.

“In fin dei conti non possiamo dargli torto, hanno bisogno di riposare! Che ne dite di fermarci da qualche parte?” chiese Yamato ai suoi colleghi.

“Mmm… questo non è un luogo sicuro, siamo completamente isolati. Però possiamo fermarci nella radura che dista a circa mezz’ora di marcia da Konoha e potremo lasciare lì i ragazzi a divertirsi dato che sono congedati dall’allenamento pomeridiano. Noi invece possiamo proseguire, tanto non corrono pericoli. In caso di attacco, i nemici verrebbero localizzati in tempo dalle nostre vedette, correndo in loro soccorso!” propose Asuma.

“Mmm… non male come proposta. Sarebbe un modo come un altro per metterli alla prova! D’accordo, ci sto!” asserì Kakashi.

“Yuppi! Grazie infinite!” esclamò l’Uzumaki, raggiungendo i compagni per informarli.

Dalla radura in questione si potevano scorgere in lontananza i cancelli di Konoha oltre al grande Monte degli Hokage. L’incolumità dei Genin era pertanto garantita.

“Direi che è il posto ideale per lasciarvi a divertire! Potete stare qui tutto il tempo che volete, con l’unica raccomandazione di rientrare al villaggio tutti insieme, chiaro?” ordinò Asuma, accendendosi l’ennesima sigaretta.

“Si!” risposero all’unisono gli allievi.

I tre Jonin li lasciarono soli, fiduciosi che avrebbero seguito le disposizioni ricevute.
Appena si allontanarono, Kiba propose ai ragazzi di cacciare un po’ di selvaggina e chiese alle ragazze se avrebbero provveduto loro al falò necessario per cucinare.
I due gruppi si divisero: quello dei ragazzi si inoltrò verso la boscaglia, mentre quello delle ragazze verso un campo incolto di paglia, utilissima per mantenere vivo il fuoco.

“Ma non siete euforiche per la Festa? Io non sto più nella pelle!” disse Ino a mani congiunte con occhi colmi di felicità.

“C-ci v-vuole proprio un po’ d-di svago!” la appoggiò Hinata.

“Sei dei nostri, vero Sakura?” domandò speranzosa Ino che non aveva mai abbandonato l’idea di instaurare un rapporto amichevole con lei.

Da parte sua, la rosa rimase in silenzio continuando a strappare la paglia dal campo e raggrupparla in piccole fascette.

“Ehi! Ti ha fatto una domanda, potresti anche rispondere!” asserì infastidita Temari che non sopportava quel suo mutismo assunto tutte le volte che sospendevano gli allenamenti.

“Sakura, ci vieni con noi?” chiese nuovamente Ten Ten, parandosi difronte alla rosa.

“NO!” tuonò scocciata.
Fosse stato per lei sarebbe ritornata subito a Konoha, ma a causa della richiesta di Naruto era costretta a rimanere con loro ad oltranza.

“No? E perché?” insistette Ino.

“F-forse ci andrà con qualcun a-altro!” ipotizzò Hinata.

“Dici? E’ così Sakura? Ci andrai con qualcun altro? E con chi?” domandò a raffica Temari, poco convinta dell’intuizione della Hyuga.

“Ma che accidenti volete da me! Lasciatemi in pace!” urlò iraconda Sakura, incapace di comprendere il motivo per cui continuassero a bersagliarla di domande.

Possibile che non capissero che non voleva – poteva -  avere nulla a che fare con loro?
Odiava tutto questo! Odiava tenersi tutto dentro!… Odiava la Festa della Primavera, anniversario dell’inizio della sua segregazione e della sua tortura!

Cercò di trattenere le lacrime ma quando si accorse che le ragazze si stavano avvicinando a lei, gli gettò addosso la paglia raccolta e balzò via in direzione di Konoha.

“Fermati, non puoi andare da sola!” cercò di fermarla Ino pronta a correrle dietro, ma Temari la bloccò per un polso negando con il capo di seguirla.

“Lasciami! Sta disubbidendo alle disposizioni dei maestri. Non voglio che venga punita!” protestò la Yamanaka, cercando di liberarsi dalla stretta ferrea dell’amica.

“Lo faremo, ma tutti insieme, ragazzi compresi. Dobbiamo andare da loro ed informarli di quello che è appena successo!” le spiegò saggiamente Ten Ten.

Naruto aveva adocchiato una lepre abbastanza corpulenta e doveva essere assolutamente sua!

Attivò le sue capacità ninja, iniziando a camminare lentamente e silenziosamente verso l’animale e ormai giunto in prossimità si stava preparando per catturare la preda, quando:

“RAGAZZIIIII!!!” la voce di Ino fece impaurire la lepre che scappò immediatamente.

“Ehi Ino, ma che accidenti ti è preso! Per colpa tua il nostro pranzo se n’è andato!” le inveì contro l’Uzumaki.

“Qui l’unica che se n’è andata è Sakura!” affermò mortificata.

“Cosa? Ma che stai dicendo?” domandò incredulo, raggiunto dagli altri ragazzi.

“Sì, è corsa verso il villaggio, adirata solamente perché le abbiamo chiesto se veniva con noi alla festa!” spiegò tristemente Ino.

“Questa non ci voleva! Se la vedono varcare i cancelli senza di noi, siamo nei guai, specie lei… che seccatura!” asserì scocciato il Nara.

“Allora non ci resta che andarle dietro!” disse con ovvietà Kiba.

“Vediamo di sbrigarci, forse riusciremo a raggiungerla!” aggiunse Neji.

“Addio divertimento! Ma se è l’unico modo per evitarle una punizione, lo accetto più che volentieri!” continuò Naruto, sempre pronto ad aiutare i suoi amici e a sacrificarsi per il loro bene.

“TI SBAGLI!” tuonò Sasuke, talmente furioso da incutere terrore ai suoi stessi compagni.

“Ehi teme, spero che non vorrai farla punire o peggio, farle rapporto!” guardandolo sorpreso per quella reazione esagerata.

“Niente di quello che pensi, dobe! Cercheremo di coprirla… ma si sbagli di grosso se pensa di passarla liscia. E’ ora di finirla con questa pagliacciata del doppio atteggiamento! Non la sopporto più!” ringhiò iracondo, stringendo le mani a pugno. Aveva superato il limite andandosene indispettita per una semplice domanda.

“Che hai in mente?” continuò a chiedergli con preoccupazione, sapendo che quando era in quello stato bisognava aspettarsi il peggio.

“Ancora non lo so, ma mi verrà in mente qualcosa!” balzando in direzione del villaggio senza aggiungere altro.

“Seguiamolo, non mi fido! E mi raccomando, state pronti ad intervenire se dovesse perdere troppo le staffe!” ordinò il biondo agli altri ragazzi, ancora pietrificati dallo sguardo di ghiaccio dell’Uchiha.

Sasuke era scontroso, arrogante, poco paziente, poco loquace… ma era dotato di un autocontrollo formidabile, capace di tenere a bada anche l’ira più funesta. Ciò nonostante, in quell’occasione i suoi occhi si erano iniettatati di sangue come non mai e Naruto temeva che il litigio che avrebbe coinvolto a breve i suoi due compagni di team, potesse andare oltre alle semplici parole…

****

Era ormai giunta in prossimità dei cancelli del villaggio quando fu costretta a fermarsi al ricordo della disposizione dei Jonin di rientrare tutti insieme.

“Maledizione e adesso come faccio?” si domandò osservandosi attorno.

Non si era mai sentita fortunata, ogni cosa non le andava mai per il verso giusto, ma forse la divina provvidenza  si era ricordata di lei.
Poco distante, un calesse carico di tronchi perfettamente tagliati trainato da un commerciante Omega si stava dirigendo all’ingresso di Konoha.

“Forse potrei nascondermi camminando lungo il fianco del carretto e sperare che all’ingresso non decidano di ispezionarlo!” pensò fiduciosa per l’idea avuta.

Lesta, raggiunse il calesse senza farsi notare dal civile posizionandosi a fianco del lato opposto alle guardie, azzerando la sua aurea per non farsi percepire.

“Ci hai messo appena dieci minuti! Passa pure!” sentì dire da una guardia.

“Ve lo avevo detto, con voi ninja impiegati nei lavori faticosi i nostri si alleggeriscono notevolmente guadagnando del tempo prezioso. Vado in centro a scaricare e poi ritorno a caricare altri tronchi. Ne servono tanti se vogliamo issare una pira altissima per il falò della Festa!” rispose il commerciante, oltrepassando i cancelli.
“Pericolo scampato!” sospirò la rosa una volta entrata al villaggio.

Il piano era riuscito alla perfezione e nessuno si era accorto della sua presenza, tanto da permetterle di allontanarsi dal carretto e mescolarsi fra la folla.
Le strade di Konoha erano gremite di persone sorridenti, tutte indaffarate nei preparativi per la Festa. Era strano vedere i volti sereni dopo mesi di paura e di terrore a causa dell’Akatsuki, ma la cosa più strana per Sakura, fu vedere la collaborazione perfetta fra civili e ninja, conoscendo l’ostilità dei primi nei confronti dei secondi.
Allungò il passo per raggiungere il settore Omega, sperando di non dare nell’occhio e di far saltare la sua copertura di fuga dal resto dei Genin.

“Dovrò inventare qualcosa per spiegare il motivo del mio rientro senza gli altri. Dubito che mantengano il segreto… e avrebbero ragione!” pensò amareggiata, portandosi l’unghia del pollice in mezzo ai denti, camminando a testa bassa.

“Guarda guarda chi si vede! Sei arrivata prima del solito!” sogghignò diabolico Alan, afferrandola per un braccio.

Ma non erano a scuola?

“Oggi ti va di lusso, pagherai dazio prima del tempo e questo grazie al preside che ha sospeso le lezioni pomeridiane per permettere a tutto il corpo insegnanti di unirsi agli altri per l’allestimento della Festa di Primavera, contenta?” asserì Jungo, tirandole i capelli talmente forte da costringerla a piegare il capo.

“Lasciala!...”gli ordinò Alan: “… Non qui, c’è troppa gente! Portiamola alla base!” indicandogli con lo sguardo il via vai di persone.

Sakura spalancò gli occhi: possibile che volessero portarla proprio in quel posto?
Eppure conosceva solo un luogo isolato soprannominato a quel modo, perfetto per le loro intenzioni!

La base altro non era che un parco ai confini dei due settori. Era talmente piccolo e sprovvisto di divertimenti che nessun bambino voleva fermarsi a giocare, inoltre a causa della sua collocazione, gli Omega evitavano di sostarci per non incorrere il rischio di incontrare qualche ninja.
Ai tempi in cui credeva di essere una semplice civile e integrata perfettamente nella comitiva di Alan, un giorno, per gioco, si misero alla ricerca di un posto tutto loro, in cui potersi divertire e giocare insieme senza la presenza di altri bambini. Fu Nabiki a trovare quel piccolo piazzamento e dopo averlo approvato all’unanimità, gli diedero il nome di “base” definendolo il loro luogo di incontro… e quella sera lontana, sapeva esattamente dove la stessero aspettando!

“Entra!” la spinse con cattiveria Suzy.

Sakura si guardò attorno, constatando che era rimasto tutto tale e quale di come se lo ricordasse, fatta eccezione per l’erba alta e incolta e del deterioramento dell’unica altalena presente nel centro -  completamente arrugginita -  della panchina di legno tarlato sulla sinistra e della fontanella in muratura sulla destra.
Si soffermò ad osservare attentamente la carcassa arancione arrugginita, mentre la sua mente iniziò a vagare nei ricordi - fin troppo nitidi - di tre anni prima… Alan al centro, affiancato da Jungo e da Saki, Yuki e Nabiki appoggiati a braccia conserte alle travi, Mimì accanto alla fontanella e Susy e Klain a sedere sulla panchina, intente ad ammirare il loro nuovissimo kimono…

Un pugno alla bocca dello stomaco la fece distogliere dai suoi ricordi e colta impreparata, piegò il busto in avanti per il male procuratole dal colpo infieritole.

“Devo usare i sensi!” pensò, stringendo i denti e preparando il corpo ad incassare.

La furia dei ragazzi non aveva eguali, la colpivano e ridevano ininterrottamente non accorgendosi che Alan si era fermato ad osservarla incollerito. Sakura non cedeva, continuava a rimanere in piedi senza emettere nessun suono simile ad un lamento. Per lui era un affronto imperdonabile, come se li stesse deridendo per la loro debolezza nel non riuscire a scalfirla.
Era da diverso tempo che si era fatto questa idea e lui non sopportava di essere inferiore a nessuno, né ai ninja, né tantomeno ad una sporca traditrice mezzosangue.
Doveva pagare per la sua sfrontatezza e in quel luogo c’era qualcosa che poteva aiutarlo nel suo intento.

“Toglietevi, voglio divertirmi da solo!” esclamò, dopo aver recuperato da terra una piccola spranga di ferro.

“Non vorrai usare quella, vero? Alan no! Stai esagerando!” protestò Jungo, sperando di farlo ragionare.

“Sì infatti… lascia stare, ti scongiuro!” lo supplicò Mimì.

“Piantatela di scocciarmi e statemi alla larga!...” tuonò facendoli zittire: “… In quanto a te…” guardando la rosa: “… vediamo se fai ancora la dura con questo!” colpendola con forza all’altezza del polso destro.

“AHHH!” urlò la rosa, afferrandosi la parte colpita che iniziò a sanguinare.

Il ferro era molto più doloroso del legno.

“Finalmente ti sei arresa alla mia forza!” sogghignò compiaciuto nel vederla agonizzante dal dolore.

Sakura strinse i denti provata dal male lancinante. Il polso le pulsava e il sangue usciva copioso.

“Adesso basta!” urlarono Jungo e Saki, ponendosi davanti al loro capo cercando di fermarlo e di fargli gettare a terra la spranga.

“Così rischi di spezzarle le ossa e gli accordi non erano questi! Non possiamo infortunarla pesantemente, sarebbe costretta a saltare gli allenamenti e a spiegare come si è fatta male. Rischiamo di finire in guai grossi per aver infranto la legge!” cercò di ricordagli Yuki.

“Ti sbagli, non finiremo nei guai. La mezzosangue sa benissimo che deve stare zitta se ci tiene a suo padre!” urlò iracondo.

“Basta! Andiamocene subito, ci sono dei ragazzi con un grosso cane che sembrano venire da questa parte!” si intromise con paura Mimì, indicandogli in lontananza la comitiva avvicinarsi velocemente.

Alan gettò a terra la spranga e con un cenno del braccio esortò i suoi compagni a seguirlo, lasciando sola Sakura con gli occhi chiusi e il viso contratto di smorfie di dolore intenta a sorreggersi il polso…

****

“Stringiamoci fra noi! E’ l’unico modo per camuffare l’assenza di un membro!” comandò Neji in prossimità dei cancelli.

“Mm… buona idea!” lo appoggiò Kiba.

I Genin si disposero in circolo con in testa Sasuke, visibilmente furioso.

“Teme vedi di controllarti altrimenti rischi di far saltare la copertura!” gli suggerì Naruto, camminandogli accanto.

“Tze!” ignorandolo e continuando a camminare a passo veloce.

“Già di ritorno? Ma non dovevate trascorrere tutto il pomeriggio alla radura? Asuma…”

“E’ una noia totale… che seccatura!” esordì prontamente il Nara, ammutolendo la guardia.

“Ah!... Un attimo però, devo controllare che ci siate tutti!” intimandogli di fermarsi.

“E perché mai? Non lo vedi già da te?” chiese con la sua solita sfrontataggine Naruto, avanzando con le mani incrociate dietro al capo.

“Ma veramente…?” disse imbarazzato la guardia grattandosi la guancia con l’indice.

“Ci siamo tutti!” interloquì stizzito Neji, oltrepassandolo insieme agli altri.

“Se lo dicono loro, perché dubitare?” si auto consolò la guardia, guardando la schiena dei ragazzi e ritornando alla sua postazione.

“Meno male…” sospirò profondamente Ino: “… Ho sudato freddo quando ci ha chiesto di fermarci!”

“E adesso che facciamo?” domandò Shikamaru a Sasuke, ignorando l’affermazione della compagna.

“Mi sembra ovvio! Andiamo a cercarla!” rispose apatico, dirigendosi verso il settore Omega.

“Ma almeno sai dove abita? Ma soprattutto, sei sicuro di trovarla a casa?” chiese perplesso Kiba.

“E dove vuoi mai che vada! Piuttosto che blaterare, vedi di usare il tuo olfatto insieme ad Akamaru per localizzarla. In questo momento non percepisco il suo chakra!” gli ordinò impassibile.

L’Inuzuka insieme al suo fedelissimo amico iniziarono ad annusare qualsiasi cosa lungo il loro cammino, provocando l’ilarità di Ino.

“Guardatelo quant’è buffo! Sembra anche lui un cane!” sogghignando divertita verso le ragazze.

“Piantala!” la ammonì infastidito Kiba.

Come sospettato da Sasuke, le tracce di Sakura conducevano proprio verso il settore Omega. Era la prima volta che i ninja si addentravano in quelle strade e la curiosità non tardò ad arrivare. Iniziarono a guardarsi attorno, ammirando la semplicità delle costruzioni delle singole abitazioni, molto diverse rispetto a quelle presenti nel loro quartiere.

“E’ carino!” disse Temari, continuando a guardarsi attorno.

“Cry baby, ti ricordo che non siamo in gita scolastica… che seccatura!” la richiamò il Nara, sbuffando sonoramente.

“Smettila di chiamarmi in quel modo!” tuonò la bionda, pronta ad afferrare il suo ventaglio issato dietro la schiena.

“Calmatevi! Ricordatevi che siamo qui per uno scopo ben preciso… consideratevi in missione, intesi?” li fulminò Neji.

“S-secondo v-voi c-ci f-farà entrare i-in casa?” domandò timidamente Hinata.

“Lo farà! O con le buone o con le cattive!” le rispose a denti stretti l’Uchiha.

“Ecco, ci siamo! Percepisco il suo odore fresco, segno che recentemente è passata da questa parte!” esclamò seriamente Kiba.

“Perfetto!” sussurrò Sasuke.

Il passaggio dei Genin nel settore Omega non passò di certo inosservato fra i civili, visibilmente infastiditi e contrariati, specie nei confronti dell’Inuzuka in groppa ad Akamaru che continuava a fiutare l’aria.

“Ma che hanno da guardare in quel modo?” domandò infastidita Ten Ten.

“Sono civili e ci odiano!” sibilò Ino.

“Che ingrati! Noi rischiamo la vita per proteggerli e loro che fanno? Ci guardano male!” ringhiò Temari.

“Comunque è solo nel vostro Regno che i civili si comportano così. Nel mio e in quello di Temari, la convivenza è tranquilla e piena di rispetto reciproco!” affermò Ten Ten.

“Qui no, e p-purtroppo d-da t-tempi im-memo-ri!” le delucidò Hinata.

“L’odore si intensifica giù per questa strada deserta!” disse Kiba, indicandola.

“Sì, inizio a percepirla anch’io!” asserì seriamente Sasuke.

Eppure c’era qualcosa di strano nel chakra della compagna: lo sentiva aumentare e diminuire continuamente, come se fosse impegnata in un combattimento.

“Ma che sta succedendo?” si domandò attivando lo Sharingan con il quale avrebbe ottenuto una risposta immediata, seguito a sua volta da Neji con il byakugan.

“La stanno attaccando!” esclamò allibito lo Hyuga.

“Cosa?” dissero increduli gli altri, iniziando a correre dietro a Sasuke già lanciato in direzione della compagna, grazie alla sua abilità oculare ancora attivata.

Dopo meno di un minuto si trovarono davanti ad un piccolo parco deserto e trasandato e lì, al centro e in piedi, videro la loro compagna racchiusa in una smorfia di dolore acuta, impegnata a comprimersi una ferita sanguinante al polso destro.

“Sakura, che hai fatto?” urlò Ino visibilmente preoccupata, facendo sobbalzare la rosa per lo stupore di trovarseli tutti davanti a lei e per di più, nel suo settore.

Che fossero proprio loro la comitiva indicata da Mimì un attimo prima?

“C-che ci fate qua?” osò chiedere, cercando di non dar a vedere il dolore lancinante al polso.

“Chi erano quelli?” domandò gravemente Neji dopo aver disattivato il byakugan , ignorando la domanda.

“Q-quelli chi?” facendo finta di non capire a chi si stesse riferendo.

“Non mentire! Ho visto che eri accerchiata da sette ragazzi!” attivando nuovamente la sua abilità oculare, come a conferma della sua affermazione.

“Amici!” si affrettò a rispondere – anche troppo.

“Dici? E allora perché ti stavano picchiando?” continuò lo Hyuga.

“T-ti sbagli!... Stavamo facendo un gioco… un gioco fra civili!...” mentendo spudoratamente per mantenere la segretezza di quello che era costretta a subire ormai da anni: “Ora andatevene da qua!” volgendo lo sguardo verso il basso, incapace di reggere quello dei compagni che la guardavano chi seri, chi preoccupati.

“RISPONDI E PIANTALA DI MENTIRE!” tuonò l’Uchiha, facendola ancora una volta sobbalzare.

“Ma che vuoi da me! Se è perché me ne sono andata, sappi che non mi importa niente e affronterò la punizione che mi spetta per aver disubbidito… Tanto ormai ci sono abituata!” asserì sarcasticamente, come a riferirsi del giorno in cui utilizzò il chakra curativo all’esame Genin.

“Importa a me e a tutti quanti noi! Siamo stanchi del tuo atteggiamento!… Perché quei civili ti hanno attaccata e perché non ti sei difesa?... Ti ho visto mentre subivi inerme!” domandò iracondo, puntandole addosso lo Sharingan.

Era in trappola, l’avevano scoperta grazie alle loro abilità oculari. Ogni tentativo di raggirare l’episodio sarebbe risultato nullo, ma doveva tentare per la sicurezza del padre.

“Sono affari miei!” sussurrò a fil di voce.

“Ti sbagli! Lo sono di tutti… ti ricordo che fai parte di un team, il mio, unito ad altri due!” la ammonì pesantemente.

Nessuno dei presenti osò intervenire, nemmeno Naruto il cui litigio che aveva previsto stava per iniziare. Doveva solo accertarsi che Sasuke riuscisse a controllare la sua ira, ormai esplosa davanti alla continua testardaggine e al mutismo persistente della rosa.

“Sakura, ti scongiuro dacci l’opportunità di aiutarti e di essere finalmente amici!” provò ad incoraggiarla Ino, mostrandole un sorriso sincero.

“Aiutarmi? Amici?... Nessuno può aiutarmi, io non posso avere amici!” urlò esasperata, ignara che una lacrima solitaria fosse sfuggita al suo controllo, rigandole una guancia.

“Ma perché dici così? Non è vero! Noi vogliamo veramente diventare tuoi amici ma sei tu quella che ce lo impedisce!” insistette la Yamanaka.

“Ho i miei motivi! Adesso andatevene!” stringendo gli occhi e abbassando il capo.

“No Sakura-chan! A questo punto pretendiamo di conoscere ogni cosa e non ci muoveremo da qua fino a quando non avremo ottenuto tutte le risposte!” intervenne con decisione Naruto, trovando l’appoggio dei compagni che si limitarono ad annuire con il capo, a differenza di Sasuke che continuava a guardarla con astio.

Se prima era in trappola a causa delle abilità oculari dello Hyuga e dell’Uchiha, ora non aveva più possibilità alcuna di un’ancora di salvezza. Era lampante la determinazione che dimostravano i compagni nel pretendere la verità anche a costo di utilizzare i propri poteri, quali il capovolgimento spirituale di Ino, per estorcerle tutte le informazioni.
La divina provvidenza l’aveva abbandonata - di nuovo!

“Immagino non abbia scelta!...” disse rassegnata, continuando a fissare il terreno: “… D’accordo, ma dovete promettermi di non farne parola a nessuno ma soprattutto…” alzando lo sguardo con rabbia: “… dovete promettermi che dopo mi lascerete in pace una volta per tutte, intesi?”

“PARLA!”

L’ordine perentorio di Sasuke rimbombò all’interno di quel piccolo parco, lasciando finalmente libero sfogo a tutta la sua collera, trattenuta per troppo tempo.
Sakura si sentì pervadere da mille brividi di terrore, di paura… atterrita dallo sguardo glaciale del compagno che imperterrito continuava a puntarle contro.
Era giunta la resa dei conti e non aveva più né la forza, né il coraggio di continuare ad opporre resistenza. Consapevole di ciò, sospirò profondamente prima di iniziare il suo racconto…

Cominciò dal principio, dai tempi dell’asilo in cui venne derisa, scartata da tutti i bambini per il suo aspetto insolito derivato dal colore degli occhi e dei capelli, fino a quando Alan insieme ai suoi amici la difesero facendola entrare nella loro comitiva. Raccontò di quanto si sentisse felice e protetta stando in quella compagnia, nonostante le divergenze nate ogni qualvolta elogiasse i ninja, per i quali nutriva una sorta di ammirazione e di invidia per non essere come loro, sentimenti completamente opposti a quelli provati dagli Omega. Sorrise amaramente nell’affermare che venisse continuamente perdonata anche se le loro idee fossero diverse, almeno fino al giorno della gita scolastica… l’inizio di tutto!
Spiegò di come gli insulti e gli sguardi pieni di disprezzo non tardarono ad arrivare da parte di tutti i civili, diffamandola di essere una vergogna vivente per il padre e che non meritasse una simile sciagura nell’avere una figlia come lei: una mezzosangue, un rifiuto della società.
Disse che il primo pestaggio avvenne in concomitanza al suo compleanno, proprio per mano dei suoi stessi amici che l’accusarono di avergli sempre mentito circa le sue vere origini e che vani furono i disperati tentativi nel fargli comprendere la sua completa estraneità. Raccontò di come si accanirono contro di lei, picchiandola fino a farla sanguinare e strappandole addirittura il suo nuovissimo kimono, regalo del padre, dicendole che non era degna di indossare un abito da cerimonia. Alan poi, la minacciò di non raccontare a nessuno di quello che era accaduto altrimenti si sarebbero vendicati proprio sul padre, anziano e incapace di difendersi, estorcendole con la forza la promessa di continuare a subire inerme i loro pestaggi come forma di punizione per vivere, e quindi di infangare con la sua presenza, il settore Omega.
Illustrò nei dettagli di quanto la minaccia di Alan fosse reale e di quante volte suo padre fosse stato costretto a far riparare le finestre di casa, rotte continuamente dai lanci delle pietre e che esasperato e stanco di questi continui atti vandalici, decise di accendere un mutuo per aumentare le difese della loro abitazione, innalzando la recinzione, fissando le inferiate ovunque e isolando acusticamente l’interno della casa stessa, per non essere più costretti a sentire gli insulti dei civili che le rivolgevano ogni qualvolta passassero da quelle parti. Per lei fu chiaro comprendere di quanto fosse semplice per Alan prendersela direttamente con il genitore e non poteva nemmeno riferirlo alle autorità, poiché non sarebbero state in grado di proteggere a pieno il suo adorato padre, in quanto civile e quindi costretto a vivere in quel settore, esponendolo maggiormente al pericolo. Non c’era soluzione alcuna se non quella di sottostare al volere del suo ex amico e così accettò, seppur a malincuore, di subire silenziosamente le loro angherie che andavano avanti da ormai tre anni.

“… E questo è tutto!” concluse tristemente, continuando a fissare il terreno.

I Genin avevano ascoltato quel racconto straziante senza mai interromperla, provati dalla rabbia e dal dispiacere nell’apprendere di quanto patimento fosse stata costretta a subire la loro compagna e dall’obbligo perenne di non poterne fare parola con nessuno.
I ragazzi avevano cercato di soffocare la collera stringendo i denti e i pugni, mentre le ragazze, più emotive, avevano lasciato che le lacrime scendessero copiose dai loro occhi.

“Dovevi dircelo! Siamo una squadra, una famiglia… e insieme avremo trovato una soluzione!” disse Naruto, spezzando quel silenzio tombale.

“Non potevo e comunque non c’è rimedio. Sono una diversa e a nessuno interessa la mia sorte!” affermò convinta.

“Ti sbagli… a noi importa!” la corresse Ino, continuando a piangere.

“Dici? Non direi proprio… non sono una civile e nemmeno una kunoichi. Per tanto mi sforzi e mi impegni sono più debole di tutti voi… sono un peso… un impiastro!” alzando lo sguardo verso l’Uchiha.

Sasuke incassò il colpo, stringendo più forte i pugni nascosti all’interno delle tasche dei suoi pantaloni.
Impiastro era l’appellativo con cui l’aveva definita il giorno della formazione dei team!

“Non ti abbiamo mai giudicata così e non ci importa niente se hai ereditato il chakra dai tuoi avi. Sei una kunoichi, sei una di noi e se in passato ci sono state delle incomprensioni posso affermare con assoluta certezza che si sono completamente appianate e lo dimostra il fatto che siamo tutti qui, davanti a te, pronti ad offrirti il nostro sostegno!” dichiarò con convinzione Naruto.

“Preferisco rimanere una completa esclusa, piuttosto che una a metà! Anche i ninja mi degradano per la mia condizione… li ho sentiti più volte… Orochimaru… al negozio d’armi…!” abbassando il capo.

“Orochimaru è un’idiota e non lo devi ascoltare!” esclamò iracondo Neji.

“E t-ti s-bagli a-anche s-su Shena e l’altra cliente! H-hai f-frainteso uscendo prima dal negozio!” si intromise Hinata, attirando gli sguardi su di sé.

“Che vuoi dire? Spiegati meglio!” la incoraggiò il cugino, poggiandole una mano sulla spalla.

La Hyuga prese un profondo respiro e puntando i suoi occhi perlacei verso la rosa, continuò:

“E’ vero che hanno detto che eri fortunata a frequentare l’Accademia insieme all’ottimo partito dei tre Regni, uscendo dal negozio subito dopo questa affermazione!…” sospirando ancora: “… Ma non hai sentito il seguito in cui affermavano di volerti conoscere e darti il benvenuto nel nostro settore, accogliendoti e mettendoti a proprio agio per non farti sentire un’esclusa… opinione condivisa da tutti i ninja! Lo so con certezza perché ero presente anch’io quando ne parlavano e ti ho riconosciuta dai capelli… per me m-molto b-belli!” esponendo i fatti passati. La timidezza di Hinata la portava a balbettare continuamente ma se presa da una forte determinazione, riusciva a controllare il suo difetto parlando normalmente, proprio come in quell’occasione.

“Perché non glielo hai detto? Le avresti evitato questo fraintendimento!” constatò Kiba.

“I-io… i-io n-non c-cre-devo c-che… c-che…” ed ecco che sentendosi aggredita, la timidezza aveva preso il sopravvento, facendola balbettare talmente tanto da non riuscire a completare la frase.

“Non ha nessuna importanza…” lanciando uno sguardo amichevole a Hinata: “… Non cambia la mia situazione e la mia decisione! Vi ho raccontato tutto, ora tocca a voi mantenere la promessa di lasciarmi in pace!” incamminandosi verso l’uscita del parco.

“E hai intenzione di continuare a subire i pestaggi?” le domandò contrariato Sasuke appena le giunse accanto.

“Sì… ma non è un male, anzi, gli sfrutto a mio vantaggio allenandomi a concentrare i sensi, ma cosa più importante…” guardandolo con la coda dell’occhio: “… riesco ad incassare ogni colpo, rimanendo in piedi!” oltrepassandolo senza aggiungere altro.

Se ne andò, lasciandoli assorti nei propri pensieri e se da un lato si sentiva alleggerita per essersi finalmente confidata con qualcuno, dall’altro si sentiva una perdente, consapevole di non poter mai raggiungere il suo obiettivo – Sasuke - che per tutto il tempo aveva continuato a guardarla con astio, percependo il suo sguardo pungente addosso anche quando evitava il contatto visivo con lui.
Aveva fallito, deludendolo su tutti i fronti con l’ammissione totale di essere una debole, capace solamente di subire e di non reagire.
Con questa certezza nel cuore e nella mente, iniziò a correre verso casa liberando le lacrime che per troppo tempo aveva cercato di non far uscire.

****

L’ultima affermazione della rosa lo aveva costretto a stringere talmente i denti e i pugni da rischiare di ferirsi il labbro e le mani. Era tutto così chiaro adesso: le angherie subite non servivano solamente a tener fede alla promessa strappatole a forza per la salvaguardia del padre, ma anche per dimostrargli di essere una valida compagna di squadra.
Seppur più volte le aveva fatto notare le sue scarse capacità combattive nel peggiore dei modi -  degradandola - in realtà volveva solamente spronarla e aiutarla a colmare le sue lacune.
Per tutti i Kami, perché aveva ereditato il carattere scontroso degli Uchiha e non quello giovale della madre e del fratello? Sarebbe stato tutto molto più semplice…

“Maledizione!...” urlò iracondo Naruto: “… Non lo accetto! Non accetto di non poter fare niente per aiutarla! Non è giusto… e tutto perché glielo abbiamo promesso!” calciando dalla rabbia una sbarra di ferro trovata accanto a lui.

Questa cadde proprio davanti ai piedi di Sasuke che la guardò. Tracce visibili di sangue fresco gli saltarono subito agli occhi e l’immagine di Sakura agognante con il polso stretto e sanguinante gli tornarono alla mente.
Era l’arma che quei vigliacchi avevano usato per picchiarla!

Sentì la rabbia scorrergli nelle vene e senza dire niente, si incamminò a passo svelto con uno scopo ben preciso.

“Ehi teme, dove vai?” domandò sorpreso l’Uzumaki, vedendo l’amico andarsene con un’espressione indecifrabile stampata sul viso.

“E’ ovvio no?... A dare una bella lezione a quei vermi!” asserì tutto di un pezzo.

“Cosa? Ma le abbiamo promesso…”

“Ne sei proprio sicuro?” gli fece notare con un ghigno malefico che non prometteva nulla di buono.

“Ma certo!...” asserì entusiasta il Nara, battendo un pugno sul palmo aperto: “… Sasuke le ha ordinato di parlare prima che noi accettassimo la sua richiesta! Sei un grande Uchina… che seccatura!” spiegando così ai compagni cosa intendesse dire il loro leader indiscusso.

“Già, è vero!” esclamarono all’unisono i Genni, sereni e soddisfatti dopo la delucidazione di Schikamaru.

****

Fu molto facile scovare la comitiva che importunava Sakura, sia grazie al fiuto infallibile di Akamaru e di Kiba, sia per la conferma di Sasuke e di Neji, che riconobbero i ragazzi grazie alle loro abilità oculari.
Erano appollaiati lungo la riva di un torrente nei pressi della periferia del settore Omega. Ridevano e scherzavano fra loro tranquillamente come se l’episodio al parco non fosse mai accaduto, mandando letteralmente su tutte le furie Naruto.

“Guardateli, non dimostrano minimamente nessun risentimento per quello che hanno fatto a Sakura-Chan!” asserì contrariato, stringendo i pugni.

Sasuke si guardò attorno, studiando il perimetro circostante. Il luogo sembrava isolato dal resto della civiltà, ma la prudenza non era mai troppa e bisognava prendere tutte le precauzioni possibili ed immaginabili, per evitare di essere scoperti ad infrangere la stessa legge che per anni quelle serpi maledette avevano trasgredito.

“Ascoltatemi bene…” richiamando l’attenzione: “… Ci servono dei pali che ci avvertano tempestivamente dell’arrivo di qualcuno! Loro sono in otto e noi in dieci contando anche Akamaru, quindi due adempiranno al ruolo di guardia e proporrei proprio quest’ultimo insieme a Kiba, sfruttando il loro infallibile olfatto!” esponendo la sua idea.

“Perfetto! Come stratega non avrei saputo fare di meglio!” affermò Neji, incurvando le labbra all’insù.

“Uffa però! Volevo divertirmi anch’io!” protestò Kiba, incrociando le braccia al petto.

“Non siamo qui per divertirci, ma per porre fine una volta per tutte alle angherie nei confronti di Sakura-Chan… Allora, chi prende chi?” domandò Nasuto, scrocchiandosi le dita.

“Prendetevi chi vi pare, tranne Alan… quello è mio!” comandò Sasuke alzandosi in piedi dal loro nascondiglio, dirigendosi a passo spedito, seguito dagli altri, verso il luogo che presto sarebbe diventato un campo di battaglia che li avrebbe visti vincitori indiscussi…

“Ehi chi sono quelli?” chiese Yuki, accorgendosi di un gruppo di ragazzi avanzare spediti nella loro direzione.

“Sono ninja! Guardate, hanno il copri fronte!” esclamò allibita Nabiki.

“Cosa?...” tuonò il loro capo, balzando in avanti: “… Che ci fate qua? Questo non è il vostro territorio!” asserì iracondo, mostrando di non avere nessuna paura.

“Chi di voi è Alan?” domandò impassibile Sasuke, poiché durante il pestaggio lo vide solamente di spalle.


“Io, perché?” gli rispose con sfida.

Alan si sentì afferrare all’improvviso al collo lasciandolo basito e senza respiro. A fatica riuscì ad aprire gli occhi e respirando con difficoltà, puntò lo sguardo sul volto – a lui famigliare - di quel ninja che lo aveva immobilizzato. Abbassò la vista, ormai offuscata, verso lo stemma stampato sulla tasca dei pantaloni del moro, distinguendo perfettamente la forma di un ventaglio.

“U-chi-ha!” sibilò a stento.

“Esatto!” lasciando la presa e sferrandogli una potente ginocchiata alla bocca dello stomaco.

Alan si piegò in avanti, sputando saliva e spalancando gli occhi per il male causatogli dal corpo infieritogli, ma Sasuke non gli diede il tempo di portarsi le braccia attorno all’addome che gli afferrò i capelli costringendolo a guardarlo dritto negli occhi.

Lo osservò attentamente, riconoscendo in lui quel ragazzo civile intravisto all’ultima festa al tempio per festeggiare il nuovo anno. Ricordava perfettamente di aver provato una specie di avversione nei suoi confronti e ora, saputa la sua identità e il motivo che lo legasse a Sakura, sentiva di odiarlo nel suo più profondo.

“Lascialo andare!” urlò Mimì, cercando invano di togliere la presa dal suo amato.

“Non ti intromettere!” le inveì contro Ino, afferrandola per i capelli.

“No! Lasciali… li ho appena lavati e messi in piega. Così mi vanifichi tutto!” starnazzò, dimenticandosi di Alan.

“Cosa? Stai dicendo che tieni più ai tuoi capelli che al tuo amico?...” ringhiò, mostrando i canini appuntiti: “… Sei meno di zero, non vali niente rispetto a Sakura! Lei non ha esitato un solo istante a tranciarsi la sua bellissima chioma rosata per proteggere i suoi compagni! Meriti una punizione!” asserì iraconda, impegnando una mano a tenere in tiro la chioma di quell’ingrata e con l’altra a caricare il chakra.

Bastò un trancio netto all’altezza dell’attaccatura dei capelli per vederli liberarsi al vento…

“Ahhhhh!” urlò Mimì in preda al panico, toccandosi la testa ormai semi rasata.

I Genin sogghignarono compiaciuti: Ino aveva dato inizio allo spettacolo!

“S-sakura? Voi la conoscete?” osò chiedere terrorizzato Jungo.

“Sì, è la nostra compagna di team!” gli rispose Naruto avvicinandosi pericolosamente a lui.

“Maledetta, ha fatto la spia!” affermò, tentando la fuga.

“Dove credi di andare?...” acciuffandolo per un braccio portato all’istante dietro la schiena: “… Per tua informazione non ha parlato…” mentendo: “… vi abbiamo visti… prima… al parco!” aumentando la presa fino a sentire il rumore delle ossa spezzarsi: “… Ops!” disse infine, falsamente dispiaciuto.

“Bastardo, mi hai rotto un braccio!” lo accusò dolorante, cadendo a terra.

“E questo è niente! Ci sono tre anni di angherie che dovete pagare!” iniziando a calciarlo e a tirargli pugni, cercando questa volta di moderare la forza…

“Sei una iena! Guarda cosa hai fatto ai miei bellissimi capelli!” piagnucolò Mimì.

“E aspetta di vedere cosa combinerò al tuo bel visino!” le disse sarcasticamente Ino, incominciando a schiaffeggiarla ripetutamente…

“Andiamocene via Nabiki!” asserì terrorizzata Suzy.

“Lo diciamo noi quando potete andare!” tuonò Temari, parandosi di fronte alle due ragazze insieme a Ten Ten.

“Sai Temari, sin da piccola ho sempre voluto fare la parrucchiera!” sogghignando, chiaramente intenzionata a voler infliggere la stessa punizione toccata a Mimì.

“Accomodati pure!” l’appoggiò Temari, afferrando e tirando le chiome delle due ragazze avvolte dalla paura più totale.

“Nooooo!” gridarono le due civili nel momento esatto in cui Ten Ten le tranciò di netto i capelli.

“Vipere!” le sputò contro Nabiki.

“E aspetta di vedere quanto siamo velenose!” rispose prontamente Temari, afferrandola per la maglietta.

“Non la toccare, è nuova!” schiaffeggiandola sulla mano per farle togliere la presa.

“Pessima mossa, carina!...” piegandole all’insù il polso, obbligandola ad urlare dal male: “… Hai detto che è nuova? Bene, te la ridurrò a brandelli proprio come avete fatto con il kimono nuovo della nostra amica!” e senza indugiare oltre, gliela strappò di dosso lasciandola in biancheria intima dalla quale uscirono diversi batuffoli di cotone, provocando l’ilarità delle Kunoichi.

“Nabiki, ma allora…?” disse incredula Suzy, indicandole il seno piatto.

“E tu? Sei falsa o naturale?” domandò divertita Ten Ten.

“I-io… no! Lasciatemi stare!” supplicò, portandosi le braccia a comprimersi il petto.

“Non ancora!” si affrettò a risponderle la castana e con una mossa fulminea le allontanò le braccia, strappandole a sua volta la maglietta: “… Naturale!” constatò poi, gettandole addosso il lembo strappato.

“Vi siete divertite abbastanza, adesso basta per favore!” implorò Nabiki, iniziando a piangere disperatamente.

"E voi? Avete mai ascoltato anche solo una volta le suppliche di Sakura? No, avete sempre continuato a pestarla e non vedo perché dovremo riservarvi un trattamento diverso!” le rispose con astio la bionda di Suna, imitando Ino supportata da Ten Ten…

Hinata era l’unica ad essersi allontanata dal resto dei compagni, dirigendosi con sicurezza verso una specie di botte in acciaio posta in prossimità della riva del torrente. Giunta a destinazione, arrestò la marcia sfoggiando un ghigno divertito e lentamente si piegò sulle ginocchia guardando all’interno.
Lì, accovacciata e tremante, trovò l’ultima ragazza civile – Kalin – con la testa nascosta fra le braccia e le gambe.

“Ehi?” la chiamò dolcemente, mostrandole un sorriso sincero.

In un primo momento Kalin sobbalzò per la paura, ma trovandosi di fronte il viso angelico della Hyuga si sentì rincuorata… almeno era quello che credeva!
Hinata, percependo il senso di fiducia della sua preda, spalancò gli occhi attivando il byakugan e fulminea, la afferrò per i capelli trascinandola all’esterno del suo inutile nascondiglio.

La Hyuga era conosciuta come una ragazza estremamente timida e gentile, incapace di procurare dolore se non strettamente necessario, ma aveva un pregio tenuto gelosamente nascosto: diventava una furia se qualcuno osava fare del male ai suoi amici!

La lanciò sul bordo della riva del torrente salendole a cavalcioni sulla schiena. Le tirò i capelli talmente forte da costringerla ad alzare e inclinare la testa verso di lei facendola sogghignare e senza tergiversare oltre, imitò le sue compagne.
Il contraccolpo, causato dal taglio dei capelli fece finire il viso della ragazza all’interno dell’acqua fangosa del torrente che in preda al panico, cercò di risalire tossendo ripetutamente per aver ingerito involontariamente fango e alghe.

“Un po’ di fango e di alghe non hanno mai fatto male a nessuno a differenza invece di quello che ti farò io!” esclamò furiosa la Hyuga…

Saki scappò terrorizzato, vedendo un ninja con un codino a forma d’ananas dirigersi verso di lui.

“Ahh!.. “ protestò svogliatamente Shikamaru: “… Non avrà mica intenzione di farmi disturbare ad inseguirlo, spero!... che seccatura!” attivando i sigilli per richiamare la tecnica delle ombre con la quale lo immobilizzò all’istante.

“Sei però costretto ad andare da lui!” gli fece notare Neji.

“Perché invece non mi aiuti a non scomodarmi?” indicandogli con lo sguardo l’ultimo ragazzo – Yuki – scappare verso la parte opposta.

“Come vuoi!” acconsentì sospirando.

Lo Hyuga si materializzò dietro Yuki e con un calcio impresso ad effetto boomerang all’altezza del fianco destro, lo scaraventò verso il civile immobilizzato.

Yuki volò a gran velocità colpendo il compagno e trascinandolo proprio ai piedi del Nara.

“Grazie amico mio, mi hai evitato di sprecare energie per questi vermi insignificanti!” lo ringraziò beffardamente Shikamaru, poggiando pesantemente un piede sulla schiena di Saki finito sopra  Yuki.

“Iniziamo?” propose divertito Neji, scrocchiandosi le dita.

“Siamo qui per questo… che seccatura!”…

“La pagherete cara!” lo minacciò, tossendo per la ginocchiata ricevuta: “… Vi denuncerò per aver infranto la legge!”

“Ma davvero? Ma senti da che pulpito viene la predica!...” lo beffeggiò Sasuke, continuando a tenerlo per i capelli: “… Fai pure, ma ricordati le conseguenze! Vi faremo anche noi rapporto per quello che avete fatto in questi tre anni e poi dimmi una cosa…” guardandolo con astio: “… Credi sul serio che mio padre, il capo della polizia, e mia zia, l’Hokage, darebbero più credito alle vostre luride parole rispetto alle mie?” dandogli una potente testata da aprirgli un taglio all’altezza della fronte.

“Solo perché appartieni al clan più potente del Regno non ti da nessun diritto di pavoneggiarti!” asciugandosi il sangue copioso che gli scendeva sul viso.

“Infatti, non mi sto pavoneggiando! Ti ho solo detto come stanno le cose!” lo derise, fiondandosi nuovamente su di lui, afferrandolo per la maglia.

“Dovresti ringraziarmi invece per quello che ho fatto! Non merita di vivere al villaggio quella sporca mezzosangue!” asserì indignato, incapace di arrendersi.

Quella parola così dispregiativa rivolta nei confronti della compagna, gli fecero ritornare alla memoria  tutte le volte che l’aveva vista triste e sconsolata per sentirsi una diversa, un’esclusa…

“Non t’azzardare mai più a chiamarla in quel modo!” tuonò iracondo, scaraventandolo lontano con un pugno potentissimo al viso.

L’Uchiha lo raggiunse alla massima velocità sistemandosi sull’addome di Alan, sfogando su di lui tutta la sua collera.
Più ricordava il volto triste della compagna unito alle ferite, agli ematomi evidenti sul suo corpo, più aumentava l’ira al pensiero che fosse proprio quell’essere sotto di lui la causa di tutto.

“Non sopporto che qualcuno manchi ti rispetto o ferisca un componente del mio team, mettitelo ben in testa!” afferrandolo per il colletto e facendogli sbattere ripetutamente il capo sul manto erbose.

“N-non lo s-sapevo!” provò a scusarsi, provato dai ripetuti colpi.

“Non è un valido motivo!” gli inveì contro senza fermarsi.

“Teme, adesso basta! Rischi di ucciderlo!” asserì Naruto, accortosi del pestaggio furioso ai danni di quel civile.

“Non temere, teme! So controllarmi… voglio solo conciarlo in un modo tale da non farlo riconoscere nemmeno a sua madre!” gli spiegò, iniziando a colpirlo con potenti pugni in entrambe le guance.

“E’ una maschera di sangue, credo possa bastare!” gli fece notare Neji, raggiunto dal Nara.

Tutti i Genin si riunirono attorno all’Uchiha, che imperterrito continuava a colpire ripetutamente Alan incurante della loro richiesta di fermarsi.
Osservarono in silenzio, accorgendosi che tutto sommato Sasuke aveva controllato la sua forza, evitando conseguenze disastrose ai danni della vita di quel verme, ma sufficienti per ridurlo veramente male, proprio come avevano fatto loro con gli altri, che inermi giacevano al suolo.

L’Uchiha si fermò, alzandosi in piedi trascinando con lui anche Alan. Lo tenne stretto per il colletto poiché incapace di sorreggersi sulle proprie gambe e guardandolo ancora con astio:

“Ho quasi finito, mi manca solo una cosa!”

Gli afferrò il polso destro racchiudendolo nella sua morsa di ferro fino a quando nell’aria non si udì un suono acuto, seguito immediatamente da un urlo rimbombante.
Gli aveva rotto il polso!

“E con questo chiudiamo il conto di quello che le hai fatto oggi!” affermò soddisfatto.

Alan cadde a terra, coperto di sangue, di lividi e di ferite multiple oltre ovviamente alla frattura appena procurata.

“E adesso ascoltami attentamente!...” sollevandogli il viso dal mento con la punta del piede: “… Se tu e la tua marmaglia oserete avvicinarvi un’altra volta a lei, a suo padre o alla sua abitazione, verrò a cercarti e di te, nessuno saprà più niente!” attivando lo Sharingan.

“O-ok!” acconsentì a fil di voce, provato dal pestaggio.

“E un’altra cosa… d’ora in poi dovrete accertarvi che nessun altro prenda il vostro posto! Dovrete assicurarvi la sicurezza della mia compagna nel vostro settore, chiaro?” tuonò, facendo brillare il rosso dello Sharingan.

“S-si…” sospirò sfinito.

Da predatori a guardie del corpo! Un bello sberleffo per Alan e company!

“RAGAZZI!” li chiamò Kiba, correndogli incontro: “… A ore dodici, fra dieci minuti, un gruppo di civili adulti è diretto da questa parte. E’ il caso di andare!” gli disse in qualità di palo.

“Sì, tanto qui abbiamo finito!” affermò l’Uchiha, mettendosi le mani in tasca.

“Accidenti, li avete conciati proprio per le feste! Comunque ho qualche secondo da usare tutto per me!” asserì, mostrando gli artigli affilati delle mani e lanciandosi verso i corpi provati dei civili a terra.

ZAC ZAC!
Graffiandoli chi nei visi, chi in qualche parte del corpo.

“Si può sapere che accidenti fai?” gli chiese Ino adirata, con le mani ai fianchi.

“Semplice, ho voluto contribuire anch’io!” facendole l’occhiolino.

Akamaru si incamminò lentamente verso gli Omega, annusandoli attentamente e solo quando si trovò davanti ad Alan, alzò la zampa posteriore facendo pipì.

“Ah… che schifo!” si lagnò per il liquido puzzolente schizzatogli in faccia.

“Piantala di lagnarti, piuttosto lo ringrazierei! Dicono che l’urina sia un ottimo disinfettante!” disse divertito Kiba.

“Andiamo!” ordinò Sasuke ai Genin, non prima però di aver rilanciato uno sguardo glaciale ad Alan, soddisfatto per aver finalmente vendicato la sua compagna: Sakura!

 

Angolo dell’autrice:

Ed eccoci finalmente al capitolo che per tanto tempo avete aspettato. Lo so che ho ritardato parecchio ma ho voluto accontentarvi nel descrivere proprio la resa dei conti, oltre al tempo avverso che per mesi persiste sui miei aggiornamenti. Come sicuramente avete notato, c’è un buco temporale a metà capitolo che ho cercato di colmare descrivendo un solito tram tram, questo perché, come scritto nel mio precedente capitolo, non ero certa di riuscire subito in questo a narrare della vendetta di Sasuke ai danni di Alan! Ho cercato di sintetizzare due capitoli in uno pur tenendo fede a fatti che serviranno per il seguito e a richiamare avvenimenti passati che spero vi siate ricordati!
Non so se sia riuscita a dare una giusta lezione ad Alan e company, o meglio, non so se sia riuscita a soddisfare la vostra sete di vendetta del tutto plausibile, però credetemi, ci ho messo tutto il mio impegno!
E’ un aggiornamento molto lungo e non voglio annoiarvi ancora… Se avete delle domande sapete benissimo che potete farmele senza problemi e appena possibile provvederò a rispondervi.
Spero, tutto sommato, che il capitolo sia stato di vostro gradimento, (e se vorrete farmelo sapere sapete come fare: )) un capitolo che segna l’inizio di una nuova vita per Sakura…

Grazie infinite per continuare a seguirmi nonostante la mia drammaticità acuta, ma per il momento posso garantirvi che è andata in pausa. (Ci sarà un altro avvenimento molto triste della rosa, avvenimento che molti di voi già hanno immaginato, ma più avanti e sarà pure l’ultimo!)
Grazie per le bellissime recensioni e per la segnalazione di questa ff nelle vostre storie preferite/seguite/ricordate e per avermi inclusa fra i vostri autori preferiti…

A presto, un bacione grande grande
manga

PS: piccolo indizio… avete fatto caso ad una data specifica menzionata? Cosa accadrà nel prossimo aggiornamento?

 

 

 

 

 

 

 

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