Un capolavoro nella mia vita

di iris3blue
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una dolce visione ***
Capitolo 2: *** Pensiero fisso ***
Capitolo 3: *** Il sogno diventa realtà ***
Capitolo 4: *** Il sangue non mente ***
Capitolo 5: *** Una sensazione nell'aria ***
Capitolo 6: *** Gioie e dolori ***
Capitolo 7: *** conoscenza ***
Capitolo 8: *** Gestibili ricordi ***
Capitolo 9: *** Apparenze ***
Capitolo 10: *** Assenza di emozioni ***
Capitolo 11: *** Pensieri ed Emozioni ***
Capitolo 12: *** Buio e luce ***



Capitolo 1
*** Una dolce visione ***


Capitolo 1-Una dolce visione
                                             (Daryl)                                                                                                                                                                       
Caricavo i pacchi dei giornali dentro al furgone,nel magazzino, come ogni mattina alle 5 l’aria era gelida e la luce  era bassa,però per qualche ragione amavo quell’atmosfera, mi rilassava e amavo quel silenzio che vagava intorno a me. Martin mi si avvicinò:                                                             “Daryl…….tieni, appena compilato,non dovresti  finire tardi stamattina….ed ecco il caffè…”  
                                                                                  
Mi  stese  il foglio per il giro delle consegne previste per la mattinata.  
                                                           

“Grazie….non è un problema l’ora,finirò quando avrò finito”

“Benedetto ragazzo…..dai bevi il tuo caffè prima di partire”

E si allontanò con un sorriso sul viso………Martin era diventato tutto ciò che si avvicinava ad un padre per me, lavoravo per lui da due anni circa, le consegne le facevamo insieme fino a due mesi prima,quando lo colpì  un infarto,da allora  il medico gli disse esplicitamente di evitare sforzi e mantenere una vita tranquilla adatta ai suoi sessant’anni,inutile dire che Martin era un tipo testardo perciò, seguì in parte i consigli del medico,l’unica cosa che riuscii a fargli evitare furono le consegne con il carico e scarico dei giornali,si limitò cosi a rimanere nel  magazzino occupandosi di ordini ,faccende burocratiche,contatti con le aziende,clienti e soprattutto lamentele di quest’ultimi…….cosa più antipatica!  
                                                        Ero pronto per iniziare il mio giro,alzai la serranda e respirai l’aria autunnale di New York,il sole stava per sorgere….una folata  di  vento mi attraversò completamente portando con se foglie secche dai colori gialli e marroni …fui attratto dal loro curioso movimento circolare nell’aria….erano leggere…ad un tratto un sensazione  positiva mi invase….forse  questa mattina sarebbe stata un buona mattina.                                                                                       New York era già sveglia mentre guidavo tra le vie del centro,la prima consegna era per Tony in Christopher Street,parcheggiai  il furgone nel miglior modo possibile per scaricare, feci un cenno a Tony che mi aspettava sul retro della sua edicola:


“Buongiorno Daryl,allora che si dice?”

“buongiorno Tony,tutto bene grazie……hai due pacchi, li metto qui di lato”

Presi un pacco per ogni braccio dal furgone e li appoggiai a terra vicino all’entratina laterale dell’edicola
“Si perfetto figliolo…..aspetto che arrivi Penny per sistemarli,non mi va di lasciare scoperta l’edicola”

Tra me e me pensai “per  fortuna non è arrivata, vattene Daryl finchè sei in te…..”ma non riuscii a finire il mio pensiero,quando due mani mi raggiunsero da dietro coprendomi gli occhi…..niente!!!era troppo tardi….Penny era arrivata…..

“Daryl buongiorno,non dirmi che volevi andartene senza salutarmi…..”

“No….no….figurati…ma sai ho diverse consegne stamattina Penny,perciò meglio scappare sai com’è vorrei finire in mattinata”

Dissi nella speranza di cavarmela con cosi poco e scappare.

“Ma come,già te ne vai?!Ed io che speravo in un caffè insieme…….due chiacchiere……”

“Mi spiace Penny……..ora scappo…..buonagiornata  Tony…”

Mi girai verso il furgone …e la sentii protestare mentre  camminavo…..

“Ma Daryl…..dici sempre così….ci sarà una mattina che non hai fretta…?”

Per mia fortuna Tony rispose per me.

“Penny,lascia in pace quel ragazzo…..sono solo le 6.30 del mattino……buon lavoro Daryl,alla prossima”

Alzai una mano senza girarmi…e salii sul furgone,Penny era la figlia di Tony,una riccia rossa tutto pepe,magra  alta con occhi marroni,mi aveva chiesto di uscire non so quante volte e avevo sempre rifiutato con una scusa ma, non aveva ancora capito che non ero interessato ad uscire con lei,non chè non fosse una bella ragazza anzi, era anche molto provocante,ma la mia vita era circondata da troppi casini non mi serviva una donna per completare il quadro….si certo, ero un uomo ,avevo delle esigenze,ma non le avrei mai soddisfatte con una figlia di un cliente che sarei costretto a rivedere………preferivo perciò uscire con sconosciute che non dovevo affrontare il giorno dopo ne tantomeno la settimana dopo….ecc.  
                                                                                             Continuavo il mio giro…passavo già alla decima consegna,si erano fatte quasi le nove,mi addentrai in Cone Street per raggiungere la libreria di Rose,una signora di mezz’età che di solito mi rallegrava il momento,era sempre di buon umore ed era contagioso,dovetti parcheggiare il furgone lontano,a causa dei chioschi di gelato situati nella piazza,non che fosse un problema…ma avrei dovuto fare più viaggi,Rose aveva diversi ordini…ed anche parecchio pesanti….perciò era meglio affrettarsi.                                                                            Presi il carrello a due ruote ed inizia a caricare la prima merce,arrivai all’entrata del negozio,avevo deciso di scaricare tutto fuori prima ,poi avrei aiutato Rose a portare tutto nel magazzino della libreria,lo facevo sempre volentieri per  lei ,era gentile con me e soprattutto mi piaceva perché non faceva domande perciò non ero costretto a parlare ed il silenzio mi rilassava.  
                                                                                                  Avevo scaricato tutto e pian piano iniziavo a portare il primo pacco di libri sul retro, vidi Rose parlare con una cliente cosi le feci un cenno di saluto con la testa per non disturbarla e lei ricambiò con un sorriso.  Rose aveva sempre i capelli  grigi, legati in una cipolla al centro della nuca,gli occhiali appena appoggiati sul naso agganciati con  una catenella che le circondava il collo e sorrideva sempre.                                                                                      Uscii dal retro per prendere altri pacchi e vidi che la cliente era uscita così,salutai Rose stavolta:


“buongiorno Rose,non volevo disturbarti prima perciò,mi sono permesso di iniziare senza chiederti…”

“Hai fatto benissimo Daryl,conosci il magazzino meglio di me caro…perciò fai come fosse casa tua….io finisco di compilare delle scartoffie ok?…..se hai bisogno chiedi pure”

“Mmmm”……..e le feci un cenno con la testa.

Mi abbassai per prendere i pacchi più pensanti,la piazza era ricca di voci e rumori…per la maggiore risate di bambini….le mamme che chiamavano i loro nomi…lo sbattere dei bicchieri nei vari bar intorno….mi girai  per  collegare i vari suoni alle scene intorno a me quando ,ad un tratto la vidi.Occhi grandi e blu ,lunghi capelli biondi raccolti in una coda di cavallo spettinata dal vento,sorrideva e aveva la  mano  intrecciata a quella di un ragazzo con i capelli scuri ,niente di particolare anzi ,insignificante vicino a lei. Il tempo sembrava essersi fermato,i rumori erano spariti e intorno non c’era più niente da vedere se non quell’immagine che avevo davanti agl’occhi.




P.S:Spero vi piaccia fatemi sapere cosa ne pensate ragazzi....aspetto vostre recensioni....naturalmente consigli osservazioni o suggerimenti grazie a presto
 
   

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Capitolo 2
*** Pensiero fisso ***


                                      Capitolo2 (Daryl)
Continuai  ad osservarli, il mio sguardo fisso sul suo sorriso lentamente scese  lungo le linee delicate della sua mandibola che combaciava perfettamente con un collo sottile dal colore bianco porcellana,aveva il decolté leggermente scoperto,indossava un maglioncino leggero color salmone non molto lungo e jeans stretti alle caviglie, a completare il tutto dei semplici stivaletti marrone scuro con un accenno di tacco,sulla spalla sinistra aveva una borsa grande credo fosse di stoffa,dai colori bianchi e neri.Non riuscivo a smettere di guardarla,diavolo non riuscivo neanche a sbattere le ciglia,avevo paura che la sua figura sparisse tra un battito e l’altro,ad un tratto mi resi conto che lei parlava al ragazzo continuando a sorridere, gesticolava un po’ con la mano libera,notai le sue mani,piccole, sottili e bianche ,lui non la guardava neanche, puntava dritto davanti a se senza espressione sul viso, alla vista di lui qualcosa dentro me si è indispettito,come poteva ignorarla?Dio lei era incredibile. Qualcosa mi riportò alla realtà,
“Daryl….è tutto ok?”
Distolsi lo sguardo da lei ,mi girai per vedere  Rose di fianco a me che mi guardava perplessa,la guardai balbettando qualcosa:
“Co….cosa?Eh si si è tutto ok…solo….solo”
Mi girai velocemente verso la ragazza che aveva catturato la mia attenzione con la speranza che fosse ancora li,ad una ventina di passi da me ma, mi resi conto che  era passata oltre, vedevo la sua figura di spalle,ciò che mi erano sembrate ore in realtà ,erano pochi secondi ,lei aveva continuato a passeggiare con quel coso insignificante affianco,continuavo a guardare le loro schiene che diventavano sempre più piccole poi, Rose parlò di nuovo:
“Ehi Daryl stavi dicendo?Hai dimenticato qualcosa nel furgone o cos’altro?”        
“No….Rose niente tranquilla ero solo distratto….niente,porto questi dentro”
E presi subito altri due pacchi cercando di evitare altre domande da parte di Rose,anche perché non sapevo cosa realmente dovevo rispondere,neanch’io sapevo cosa fosse successo pochi secondi prima,ok avevo visto una ragazza…si una bella ragazza..e allora?Non era la prima volta ma per un qualche strano motivo tutto intorno a me si era fermato non lo so ,provavo tutto e non provavo niente la sensazione era come essere bloccato in uno scatto fotografico...un  magnifico scatto fotografico.        Una volta portata tutta la merce nel magazzino di Rose,mi avvicinai al bancone dove lei era seduta intenta a scrivere al computer e dissi:
“Rose io ho finito, dovresti firmare la consegna e prendere la copia della bolla…”
“Oh certo Daryl,finisco un secondo l’ultima riga qui e sono subito da te”
Feci un cenno con la testa e mi guardai intorno,Rose aveva una bella libreria,era divisa in settori,ogni settore aveva un tema,avventura,storia ,fantasy,viaggi,romanticismo,settore bimbi…ecc.
Era ricca di colori,un’ambiente  piacevole e pieno di luce grazie alla grande vetrata che dava proprio sulla piazza.                                                                                                 Finalmente Rose si staccò dal computer e firmò la consegna ,mi guardò e disse:
“mi dispiace averti fatto aspettare Daryl,ma sto iniziando a perdere i colpi,perciò se non finisco a scrivere la frase rischio di dimenticare completamente il concetto dopo pochi secondi”
E  sorrise ,ricambiai il sorriso:
“Nessun problema non c’è fretta,ok  abbiamo concluso,grazie alla prossima Rose stammi bene”
“Grazie a te Daryl come sempre gentile devo dire a Tony di darti un aumento per la gentilezza con le signore svampite”
Mugugnai a quel commento poi mi avviai al furgone ma prima di andare mi voltai,per dare un ultimo sguardo alla piazza,non so cosa cercavo o forse si ma, non vidi niente,perciò tornai al furgone. Avevo finito le consegne e diedi uno sguardo all’ora, si erano fatte le 10.45,diavolo Tony aveva ragione ,era pazzesco quanto bene conosceva il suo lavoro. Dopo un quarto d’ora circa ero in magazzino lasciai il furgone ed entrai nell’ufficio per  vedere Tony,era al telefono e dalla conversazione noiosa che faceva capii subito che parlava con qualche cliente,perciò gli feci segnali muti per dirgli che era tutto ok e che stavo andando via,appoggiai le bolle sulla scrivania,lui mi salutò con gli occhi e con la mano mi disse ci vediamo domani,feci un cenno con la testa e me ne andai.
Avevo parcheggiato la moto proprio davanti al magazzino mi misi il casco accesi e andai a casa,non molto distante da dove lavoravo,avevo un appartamento insieme a mio fratello Merle ,in realtà vivevo solo con Merle,l’appartamento era mio, visto che l’affitto lo pagavo solo io,Merle non lavorava, cazzeggiava,lui era un eterno disoccupato….bè..aveva soldi in tasca ma, non erano proprio puliti,Merle rubava e rivendeva per poi spendere  tutto in alcool,sapevo cosa facesse mio fratello, i suoi traffici non  li approvavo,discutevamo spesso per le sue cazzate ma era pur sempre mio fratello maggiore ed io avevo un debole per lui,perciò ignoravo le sue cazzate e ognuno viveva la sua giornata così riuscivamo a convivere senza scannarci.
Salii le scale per il mio appartamento ed una volta dentro mi resi conto che regnava la pace,non c’era casino,ciò significava che Merle non c’era o ancora era in coma nel suo letto,poco mi importava volevo solo rilassarmi un po’,andai in camera mia mi buttai sul letto, chiusi gli occhi…..ed eccola li impressa nella mia mente,quel sorriso, il collo bianco,riaprii gli occhi incredulo che avessi pensato di nuovo a quella ragazza,diavolo non riuscivo a rilassarmi come chiudevo gli occhi pensavo a lei……..
“Fanculo il sonno”esclamai.
Mi alzai presi di nuovo la giacca e decisi di fare un lungo giro in moto,oh si avrebbe aiutato sicuramente.
 
Erano ormai le 22.00,ancora vagavo con la moto, decisi così di fare un salto al solito bar,magari avrei trovato gli altri e sicuramente Merle.Parcheggiai la moto,e mi diressi all’entrata,una volta dentro fui avvolto dalla nuvola di fumo delle sigarette,diedi uno sguardo veloce e individuai sia Merle che tutti gli altri,Jack,Ron e infine Sean mi avvicinai
“ehi ragazzi allora che si dice?!”
Si girarono,Sean che tra gli altri,insieme a Merle naturalmente ,era il  più legato a me dato la nostra infanzia passata insieme,esclamò:
“oh diavolo, tu sei una visione amico,sono giorni che non ti fai vedere che fine hai fatto stronzo”
E mi strattonò un braccio ,lo guardai di sfricio
“Oh sta zitto Sean ho avuto da lavorare,io la mattina mi alzo alle 4.30 mentre voi  a quell’ora di solito andate a dormire, forse te lo scordi”
“eccolo che ricomincia, la maestrina dei miei stivali tutta casa e chiesa,te lo sei scordato quando cazzeggiavi con noi e prendevi  le migliori sbornie?”
Disse Jack col suo fare da spaccone,  ho sempre pensato che lo facesse per camuffare  la  frustrazione di essere basso,mi arrivava appena alle spalle.
“Vai al diavolo Jack…io cerco di farmi una vita…ho 35 anni non voglio cazzeggiare come voi per l’eternità”
Dissi con tono amaro e annoiato,intervenne Merle di fronte a me:
“Buoni buoni ragazzi lasciate stare il mio fratellino,ha le sue ragioni ed è testardo,lascialo fare,parliamo di cose serie invece Daryl,c’è quella  biondina laggiù vicino al tavolo da biliardo che credo proprio sia adatta a te,sai…. Per farti svagare un po’”
Alle parole di Merle, la mia mente si focalizzò solo ed esclusivamente ad un unico vocabolo”biondina”,mi voltai di scatto dove Merle indicava e vidi la donna di cui lui parlava,bionda ,capelli sopra le spalle lisci,un top rosso coperto da un gilèt di pelle nera,pantaloncini neri sempre di pelle calze a rete e stivali con tacco a spillo,santo cielo non era minimamente vicino alla visione che avevo visto quella mattina,come diavolo avevo potuto pensare che lei potesse essere dentro questo schifosissimo bar forse, la mia faccia trasmetteva la mia perplessità,perché Merle disse:
“Ehi cos’è?non è di tuo gusto?”
“No no non è quello,stavo pensando ad altro ”
Dissi scuotendo la testa,ovvio era una bella ragazza, rude molto scoperta,ma per un’attimo alla parola  biondina avevo pensato  alla ragazza di Cone Street  stamattina,ovvio che non era lei,ma la delusione mi colpì come un fiume in piena,ok cosa mi stava succedendo?ero impazzito tutto ad un tratto?era già la seconda volta che il suo viso mi veniva alla mente per la verità, la terza o quarta forse, ci avevo pensato anche mentre girovagavo con la moto. A quel pensiero un attacco di rabbia mi colpì,che diavolo stavo facendo…pensavo ad una donna,forse Merle aveva ragione dovevo svagarmi un po’.Cosi  ordinai una birra e guardai Merle:
“Fratello hai ragione ho bisogno di svagarmi un po’”
“Eccolo il mio fratellino bene bene! allora brindiamo alla rimpatriata..”
“Bè se non vi dispiace io vado a brindare con la biondina che mi hai consigliato tu laggiù”
E mi incamminai verso il biliardo seguito dalle risate di Merle e gli altri.                                                                           
 
 
 

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Capitolo 3
*** Il sogno diventa realtà ***


                                                      Capitolo 3
                                                          ( Beth)
Ci stavamo  avvicinando all’entrata della casa editrice  con cui lavoravo,il sole splendeva anche se era un debole sole d’autunno,stringevo la mano di Tommy da casa alla piazza di Cone Street,  avevo praticamente parlato solo io lui si era concesso qualche debole “uh interessante”o un patetico ”certo…si” stavo esplodendo dall’irritazione,odiavo quando Tommy mi trattava con sufficienza,era come dire?….odioso,ci fermammo davanti alla porta, fissato in alto c’era la targhetta del nome della casa “Piccoli Accademici”pubblicava tutto ciò che riguardava i bambini ,dai manuali del parto alla maternità,paternità ,prima infanzia,primi passi e favole per i bambini,quest'ultima era la mia specialità,scrivevo storie per i più piccoli,ed ero così  felice avevo consegnato il mio ultimo lavoro due settimane fà e stamattina volevano vedermi per parlare della pubblicazione,ero così emozionata  e lui stava come sempre rovinando tutto  e all’ennesimo suo commento patetico sbottai:
“Ok Tommy che problema hai?dovresti essere felice per me finalmente pubblicheranno una mia favola lo capisci?”
“ehi....ehi ….calma  Bethy ti sbagli bambolina sono così fiero di te,è solo che sei un po’…monotematica ultimamente e sai com’è mi distraggo facilmente,ok lo so che sei euforica per il tuo nuovo lavoro e tutto questo è fantastico ma che tu fossi  fantastica lo sapevo, per me non è una novità perciò…”
Non gli feci terminare la frase,lo guardai con occhi sgranati e dissi:
“Cosa???sono monotematica?E  poi, non è un nuovo lavoro,santo cielo pubblicheranno la mia favola,la mia favola Tommy, la favola di Beth  Greene lo capisci?Non è il mio primo giorno di lavoro!Io su quella storia ci lavoro da un’anno,ma certo per te è un anno sprecato  tu in fondo sei il grande lavoratore tra i due,si nell’autosalone di tuo padre Tommy…..vendi auto Tommy…..”
Ero un fiume in piena non riuscivo a smettere, la mia frustrazione mi tirava fuori ogni singola parola ma non mi  fece continuare.
“Bethy stai esagerando ,stai dicendo cose senza senso,il mio è un lavoro onesto, concreto,perciò in futuro  evita le tue ridicole affermazioni, alcuni aspirano alla concretezza ,mi dispiace se non ho un sogno come il tuo o un ambizione come la tua ,mi dispiace se rimango con i piedi per  terra.”
“Wow fammi indovinare ,io viaggio tra le nuvole ,vero Tommy?Sono un’esaltata che aspira a diventare……. guarda lasciamo stare….è tardi ed è inutile discutere con te per l’ennesima volta”
Guardai l’ora sul cellulare, erano le 10.45,l’appuntamento era per le 11 perciò ero in orario ma volevo chiudere la discussione con Tommy ,non volevo rovinarmi l’euforia,anche se ormai era tardi cosi ,lo liquidai li sulla porta d’entrata.
“Dammi uno squillo quando hai finito….”
Lo sentii urlare, alzai gli occhi al cielo ed esclamai…
“Idiota”
Salii le scale due a due fino ad arrivare in un grosso atrio con quattro poltrone e una grande scrivania,dietro c’era una donna di  bell’aspetto ,era una donna di colore alta,capelli corti e occhi neri,indossava un completo giacca e gonna grigio chiaro, aveva una targhetta con su scritto”Grace Pars”,alle orecchie aveva degli auricolare,mi vide mentre mi avvicinavo,mi sorrise e subito disse:
“La signorina Greene?”
“Si” risposi
“Immaginavo,la signora Turner la riceverà tra pochi minuti,la prego di accomodarsi su una delle poltrone,grazie”
E sorrise.Sorrisi di rimando e mi accomodai dove lei mi aveva indicato, sul muro davanti a me  c’era un enorme orologio…mancavano ancora  10 minuti alle 11.00, forse ero troppo in anticipo non  mi restava  che attendere.                                                                                                                                                                                                      Ero li ad aspettare ,i minuti sembravano ore, picchiettavo le mie dita sulle ginocchia,Dio era interminabile l’attesa ,nella mia mente mille pensieri correvano,le mie storie,i miei desideri,la speranza che mi aveva accompagnata per tutti questi anni nella possibilità che un giorno ce l’avrei fatta ed ora eccomi qua,ma poi come un eruzione vulcanica,mi invase l’amaro della conversazione con Tommy”scusa se rimango con i piedi per  terra”questo aveva detto,lui non credeva minimamente in me o comunque pensava che la mia speranza mi portasse al nulla,ha sempre pensato questo ,nei nostri quattro anni insieme non c’è stata una volta che abbia visto nei suoi occhi quella luce di curiosità nel sentirmi parlare del mio sogno”la scrittura”le mie storie lo annoiavano,diceva che vivevo tra le nuvole …potevo sentire ancora la sua affermazione la prima volta che gli dissi che avrei consegnato le mie storie alle varie case editrici”oddio Beth ma sei seria?è una sciocchezza,dovresti cercarti un lavoro sensato  smettila di fantasticare”non capiva ,questo era il mio lavoro,inventavo favole e ne avevo così tante in testa.Lui non credeva in me ma io, ce l’avevo fatta ero qui e la mia favola stava per essere stampata…….i miei pensieri vennero interroti dall’entrata di una bellissima donna mora alta,capelli molto lunghi leggermente ondulati,occhi verdi,indossava un meraviglioso completo giacca e pantalone bianco e aveva un sorriso smagliante,tutto ad un tratto mi sentivo in completo disordine…e minuscola poi lei parlò:
“Signorina Greene?”
“Si,buongiorno”risposi sorridendo
“Molto lieta sono la signora Turner ,Lory Turner ma puoi chiamarmi Lory cara”
E mi stese la mano..ricambiai la stretta
“Il piacere è mio signora Turner….eh  cioè Lory”
“Brava ,signora Turner suona così vecchio…..seguimi parleremo nel mio uffico”
La seguii nell’ufficio e chiusi la porta dietro me.Esattamente un’ora dopo ero di nuovo sulla piazza di Cone Street,ero elettrizzata Lory mi aveva spiegato come si svolgeva il tutto avevo firmato tutti i consensi e il venerdi 20 ottobre avrei tenuto la presentazione del libro nella libreria della piazza “LA CICALA”perciò mancava poco più di una settimana,mi guardai intorno per vedere dove di preciso la libreria fosse,poco dopo la notai ,Lory mi aveva detto di parlare con la proprietaria, la signora Rose ,così da accordarmi come sistemare insieme la zona dedicata alla presentazione,non aspettai oltre e mi diressi verso l’entrata l’avrei fatto oggi stesso.   Superai la soglia della libreria,diverse persone erano dentro che giravano tra gli scaffali ,mi guardai un po’ intorno mi piaceva come era sistemato l’ambiente,vidi una donna con i capelli raccolti in uno chignon che si avvicinava a me con un largo e dolce sorriso
“Buongiorno posso fare qualcosa per te cara?”
“Buongiorno,si grazie sono Beth Greene,mi manda Lory della casa editrice piccoli accademici….”
Non mi fece finire la frase che esclamò:
“Ma certo cara tu sei la ragazza del libro che verrà presentato la prossima settimana,quello dei piccoli”
“Si in persona signora”risposi con un sorriso frizzante
“Chiamami Rose cara,bene ho pensato di sistemare la zona in fondo  a sinistra dove ci sono i racconti dei piccoli,mi sembra adatta è intima e ha un po’ più di spazio rispetto alle altre zone del negozio che ne dici?”
“Dico che è perfetta grazie……devo fare qualcosa per aiutarla Rose…per sistemare dico”
“Oh ti prego Beth dammi del tu,no tranquilla allestirò il tutto la mattina,la presentazione se non sbaglio ,Lory mi ha detto che avverà alle 16.00…”
“Si esattamente.Magari posso aiutarla venerdi mattina…ne sarei felice “
“Va bene allora puoi venire quando vuoi……la consegna verrà fatta venerdi mattina,ho parlato con la ditta dei trasporti subito dopo che Lory mi ha chiamato,e mi hanno confermato che l’ordine è già stato fatto.Perciò è tutto nella norma.”
“Fantastico non vedo l’ora grazie Rose a venerdi grazie”
“figurati cara è un piacere a presto”
La salutai calorosamente e uscii,respiravo  aria completamente diversa,mio Dio ero cosi felice non volevo andare a casa perciò decisi di fare una passeggiata volevo godermi quella sensazione di felicità,non vedevo l’ora  che arrivasse venerdì mattina.    P.S.Bene ecco il terzo capitolo,ed ecco i pensieri di Beth,i suoi dubbi e le sue emozioni.Spero vi piaccia ditemi cosa ne pensate un abbraccio a presto

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Capitolo 4
*** Il sangue non mente ***


                                                                   Capitolo 4
                                                   Daryl
 
Ero completamente ubriaco, non riuscivo neanche a capire come avevo fatto ad arrivare a casa senza schiantarmi con la moto, ero disteso sul letto e sentivo la sensazione di umido sul mio torace, la bionda schiantata sopra di me ,stava scivolando con la bocca verso la cintura dei pantaloni,farfugliava qualcosa ma non avevo idea di cosa dicesse e sinceramente non me ne fregava niente, lei mi slacciò i pantaloni freneticamente ed io li tirai giù insieme ai boxer,mi allungai verso il comodino e nel cassetto presi il preservativo,lo scartai e lo infilai sulla mia erezione, subito dopo Clare,questo era il nome della bionda amica di Merle che avevo preso al bar due ore prima,salì a cavalcioni sopra di me,i movimenti erano crudi e veloci , raggiungemmo entrambi l’apice del piacere,subito dopo,lei si divincolò e appoggiò la schiena al cuscino accendendosi una sigaretta,mi alzai a buttare il preservativo usato mi infilai di nuovo i jeans  e presi una sigaretta anch’io poi la guardai ,era mezza nuda aveva ancora addosso il top rosso,lei ricambiò lo sguardo , mi sorrise e disse:
“Allora Dixon così , cosa fai di speciale nella vita?parlami di te”
Quello che non aveva capito, era che il mio sguardo non era affatto affascinato da quella visione anzi, tutt’altro ero completamente schifato,mi ero sbattuto un’insipida amica di Merle da ubriaco solo per spegnere il mio fottutissimo cervello e qual’era il motivo?cancellare  i  lampi veloci e limpidi del ricordo del volto della ragazza di Cone Street….il suo collo ,le sue mani ,il sorriso e la pelle, così chiara da sembrare trasparente,ancora in piedi appoggiai la testa al muro ,feci un tiro dalla sigaretta e blaterai a denti stretti:
“Non mi metterei comodo fossi in te,Clare,perché non  ti voglio qui perciò finisci la tua sigaretta, vestiti e vattene”
Mi guardò incredula,e scoccò una risata:
“Rilassati Dixon…..”
Non la feci finire
“Non chiamarmi per  cognome, non mi piace”
“ Ok Daryl,credo tu stia esagerando,vieni qui,cercherò di farti rilassare….magari quello di poco fa non ti è bastato,conosco qualche altro trucchetto…”
“Forse non sono stato chiaro,te lo ripeto,vestiti e vattene,non ti voglio qui”Ripetei con voce più grave.
“Non è carino da parte tua…..Daryl….parlarmi così”cantilenò lei.
“Hai ragione…mi dispiace, proverò ad essere più gentile Clare, gradirei che tu mi lasciassi solo,va meglio così?il concetto è lo stesso però te ne devi andare” dissi incazzato a quel punto.
Si alzò dal letto e si vestì in silenzio,mi passò di fianco e guardandomi dritto in faccia, glaciale,mi disse :
“Stronzo”
Chiuse la porta dietro di se e finalmente la stanza tornò ad essere tranquilla,ma non avevo ottenuto nessun tipo di relax nel mio corpo,si forse in quel momento avevo goduto ma, la sensazione che mi invase dopo, era tutt’altro, frustrazione,rabbia,senso di vuoto completo.Odiavo  sentirmi così ma,ero abituato a provare questo nella mia insipida vita,cercavo di fare la cosa giusta ogni giorno,la cosa migliore per filare dritto, per non avere guai ma ,cazzo nella mia testa,niente cambiava ero e restavo una feccia umana.Questo è ciò che era un Dixon,Merle aveva ragione il sangue non mente,mio padre era uno stronzo ubriaco manesco,Merle era uno stronzo ubriaco ed io potevo restare sobrio, ma rimanevo comunque uno stronzo!Non c’era niente di bello in me,ne tantomeno intorno a me.Mi distesi di nuovo sul letto,i pensieri negativi a ondate attraversavano la mia mente fino a quando l’oblio del sonno mi raggiunse.                                                                                                    La sveglia suonò alle 4.20 in punto,aprii gli occhi la testa pulsava incontrollabilmente, dovevo prendere un’aspirina mi vestii e andai in cucina,attraversai la sala e non fui sorpreso di vedere bottiglie di birra ovunque, cartoni di pizza lasciati  sul tavolo.Merle aveva avuto un festino ed io ero troppo ubriaco per ricordarlo,presi la maledetta aspirina e andai a lavoro.                                                                                                                                                                           Entrai nel magazzino,Martin mi venne incontro con il solito caffè e il giro delle consegne:
“Buongiorno Daryl….ecco il solito”ammonì con una risatina
“Mmmmmm”mugugnai.
“Uh vedo che non è un buongiorno, Merle ha combinato qualcosa?”
“No”risposi.
“Ok,ricevuto non vuoi parlarne,tornando al giro,oggi è un po’ più trafficato mi spiace,buona uscita ci vediamo dopo…ah e Daryl porta dietro altre aspirine il mal di testa delle sbornie alla guida si ripropone…..”
Accennò un sorriso e si allontanò,si forse aveva ragione.Seguii il suo consiglio e mi misi sulla strada,New York  alle prime luci del mattino iniziava ad essere lentamente trafficata ,dopo  una ventina di minuti alla guida mi fermai alla prima consegna.La mattinata trascorse velocemente forse perché avevo parecchio da fare,per mia fortuna il mal di testa non tornò, dopo l’ultima consegna, guardai l’ora ,erano appena le undici mi guardai intorno e mi resi conto di essere vicino a Cone Street,un pensiero balenò nella mia testa, prima ancora di ignorarlo mi stavo dirigendo con il furgone alla piazza,parcheggiai sulla strada e scesi dal furgone,alzai gli occhi ai carretti dei gelati,ai bambini che giocavano,le persone passeggiavano,i miei occhi la cercavano in ogni angolo,magari l’avrei rivista se osservavo bene.Dio lo stavo facendo di nuovo,mi insultai mentalmente”brutto idiota”cosa credevo di fare,anche se l’avessi rivista cosa avrei fatto?sarei andato lì?E poi?Magari stava ancora con quel  mollusco…ad un tratto il pensiero di quel ragazzo lì vicino a lei mi fece innervosire,per  un qualche motivo volevo spaccargli la faccia,Dio ero proprio un idiota, neanche li  conoscevo e mi sentivo stupidamente invischiato a loro,che cosa ridicola.Alzai la testa e fu allora che la vidi di nuovo,stava attraversando la strada, aveva addosso dei  jeans  stretti ,di nuovo ma,sopra aveva una maglia a maniche lunghe bianca,scivolava sul suo esile corpo morbidamente lasciando scoperta una spalla,i suoi capelli biondi stavolta,erano raccolti in una treccia laterale,camminava a passo veloce guardando dritto  davanti a se,non sorrideva come il giorno prima ma continuava ad avere un espressione  angelica , era rilassante guardarla.Ogni singolo pensiero precedente svanì e senza rendermene conto, mi ritrovai a seguirla mantenendo una distanza tale da non essere sospetto ma, nello stesso tempo potevo vedere dove era diretta.Passò di fronte alla libreria di Rose rallentò e diede un occhiata alla vetrina ma non si fermò, proseguì dritto,fui ben attento a non farmi notare da Rose passando lì davanti,  continuai a camminare ,lei girò l’angolo alla fine della strada e accellerai il passo per  paura di perderla,raggiunsi velocemente il punto dove aveva svoltato e con mia grande sorpresa mi scontrai violentemente contro una persona.Alzai la testa imprecando qualcosa:
“Dannazione ma vuoi guardare dove diavolo cammini…”
Sentii dall’altra parte dire parole simili
“Diavolo ma dove hai la testa idiota”
Come ci guardammo in faccia, riconobbi subito chi era,prima che potessi realizzare in cosa mi stavo cacciando lei parlò:
“Non ci credo sei proprio tu,che ci fai da queste parti Daryl? No aspetta, fammi indovinare una consegna?Ma certo per quale altro motivo sennò….ma non porti i pacchi,hai forse finito?potresti venire finalmente a prendere un caffè con me…”
Ed eccola, Penny,proprio di fronte a me con la sua chioma rossa che ondeggiava da una spalla all’altra,era snervante quel movimento, soprattutto perché non mi permetteva di vedere che direzione avesse preso la ragazza bionda  cercai di sporgermi con la testa ma ormai l’avevo persa,mi resi conto che non avevo risposto alla domanda di Penny e per la verità non l’avevo neanche ascoltata.Tentai di mettere insieme una frase:
“Si….ho finito il giro…..eh cioè no dovrei finirlo…..in realtà stavo andando……dal….dal…..”
“Quindi l’hai finito o no il giro?”
E mi guardò con gli occhi sgranati sbattendo le ciglia,era impossibile questa ragazza dannazione, non perdeva un secondo per non ammiccare,cercai di essere più gentile possibile ma era difficile considerando il fastidio che avevo addosso.
“Si ho finito il giro Penny,ma non posso venire con te  a prendere un caffè, perché ho una cosa da fare perciò , ti saluto.”
Stavo per girarmi e andarmene, tanto avevo perso la ragazza ormai,ma lei continuò a parlare:
“Ma scusa Daryl non stavi andando da questa parte?”
Diavolo aveva ragione….
“Si, ma mi sono reso conto che non è qui che sta ciò che cercavo”
“Bè se mi dici cosa cerchi,ti posso aiutare, conosco bene la zona e……”
“No…Penny…No,senti scusa sei una ragazza fantastica,ma io non ho voglia in questo momento di prendere un caffè con te….ok?”
Uscì tutto d’un fiato dalla mia bocca, avevo di nuovo fatto lo stronzo ma, lei mi stava irritando,continuava ad insistere,magari ora mi avrebbe lasciato stare,almeno per un po’,aspettai che lei dicesse qualcosa dopo il mio esplicito rifiuto e infatti non tardò a parlare:
“Ok Daryl  veloce e dritto al punto”.
Ora la sua voce era più ferma ,non ondeggiava più con i capelli,e fissava un punto fisso dietro di me,forse l’avevo ferita, non volevo ma  non riuscivo ad essere diplomatico in questo momento.
“Scusa….ma ora devo andare” dissi.
“Certo,ovvio, devi fare la cosa che dovevi fare ,lo capisco Daryl tranquillo anzi, scusa l’interruzione  e scusa di esserti venuta addosso,bè allora ciao ci si vede in giro….”
Sorrise debolmente e se ne andò per la sua strada. Ero proprio uno stronzo,dico, ma ci sono mille altri ragazzi  a New York se non di più, perché cercare proprio me. Finalmente tornai al furgone,avevo fatto una cazzata,seguire una ragazza che non conoscevo,ero fuori di testa forse, era il caso di tornare in magazzino,questo pomeriggio avrei aiutato Martin con i vari ordini,la settimana stava finendo e già avevamo ordini in arrivo per il lunedì mattina,pronti per la distribuzione della settimana,dovevo riordinare i vari scaffali  e fare spazio.
 
 
Nota dell’autore:…….rinuncerà Penny a conquistare Daryl?...Ma soprattutto Daryl riuscirà ad avere un contatto con la ragazza che per lui ancora è un mistero?E  cosa scatena in Daryl tutto questo interesse per questa ragazza?In fondo considerava le donne un ulteriore problema per la sua vita!Voi che mi dite…..cosa ne pensate di questo capitolo?Un abbraccio a presto
 
 

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Capitolo 5
*** Una sensazione nell'aria ***


                                                                                Capitolo 5
                                                           Daryl
La settimana era volata avevamo avuto parecchio da fare con le consegne e nel magazzino,eravamo giunti al venerdì  in un lampo e Martin mi sembrava parecchio provato,mi si avvicinò,con in mano il solito foglio dei giri per la giornata,disse a mezza bocca:
“Bene figliolo ultimo sforzo oggi è venerdì prevedo un lungo weekend di riposo per me, thè caldo e poltrona, suppongo tu abbia altri piani per il fine settimana”
Raccolsi il foglio dalle sue mani,accennai un sorriso sghembo e dissi:
“Mmmmm  credo….. poltrona e birra e cercare di svincolare gli inviti di Merle al bar,non so quanto può essere rilassante…..”
“Bè se vuoi sfuggire alle grinfie di tuo fratello puoi venire da noi,domani sera c’è la partita e in più Maddie lo sai, fa della pasta al formaggio sublime poi, da noi sei il benvenuto….”
Conoscevo la pasta di Maddie,la moglie di Martin,ma avevo voglia di stare da solo,spesso ero andato a cena da loro ed ogni volta era piacevole sentire un calore familiare,loro mi trattavano come un figlio,ma stavolta non ne avevo voglia soprattutto perché ogni volta che la serata finiva e tornavo a casa,quel calore spariva velocemente e lasciava il vuoto,facendomi sentire anche peggio di prima,perciò no,questa volta rifiutai:
“Ti ringrazio Martin ma penso che resterò a casa sopporterò Merle per questo weekend fino a quando si stancherà e mi lascerà in pace,finisce sempre così.Comunque grazie”
“Come vuoi figliolo se cambi idea sai dove abitiamo.”
Guardai l’ora erano quasi le sei dovevo iniziare il giro,diedi uno sguardo veloce al foglio,in fondo alla lista c’era la libreria di Cone Street ed era l’ultima consegna.Qualcosa nel mio stomaco si mosse non so cos’era una strana sensazione,ma nella testa si formulò un veloce pensiero,forse l’avrei rivista,scossi la testa ,salii sul furgone e partii.                                                                                                                                                                                                                                                                                        Il  traffico del venerdì  era insopportabile a New York,le persone sentivano l’aria del fine settimana e sembravano iperattivi e sbadati per la strada,avevo fatto la penultima consegna e stavo andando a Cone Street per la libreria di Rose.Anche  costringendomi ad ignorare cosa mi passava per la testa ovvero, la speranza di rivederla,il mio sguardo fluttuava per tutta la piazza cercandola,senza successo però, neanche l’ombra di lei.Così mi concentrai sullo scaricare i pacchi,erano appena le 9.00 del mattino,Rose era la terza ed ultima consegna della giornata, perciò me la presi con calma. Scaricai i primi scatoloni proprio all’ingresso,salutai Rose velocemente facendole capire che andavo a prendere il resto nel furgone,mi rispose con un cenno mentre serviva una cliente.Dopo aver scaricato fino all’ultimo scatolone e mi diressi verso la cassa,domandai a lei:
“Stamattina sono diversi scatoloni,come vuoi che li sistemo nel magazzino Rose?”
“Oh Daryl si dunque,non sono tutti da portare in magazzino,quelli con il marchio blue,sono da posizionare laggiù in fondo a sinistra,nel reparto dei piccoli…”
“Ok, allora tutto il resto lo porto sul retro”
“Grazie Daryl…..ah un ultima cosa, se puoi mi aiuteresti a portare questo tavolo nel reparto dei piccoli che ti dicevo prima,insieme agli scatoloni col marchio blue?Sai oggi abbiamo una presentazione e devo sistemare.” Disse indicando una tavolo nero di fianco a lei.
“Si, posso farlo, ho concluso i giri dopo di te…..perciò….”
“Come farei senza di te!In fondo lo so che dietro quell’aria da duro c’è un cuore tenero”
Sbruffai all’osservazione di Rose e mi sbrigai a portare i vari scatoloni sul retro,dopodiché spostai il tavolo nella zona che mi aveva indicato e posizionai vicino al tavolo, gli scatoloni col marchio,nello spostamento dell’ultimo, notai che lo scatolone si era aperto leggermente sul davanti,considerando che doveva essere aperto,decisi di rimuovere io stesso il nastro isolante,così una volta rimosso,le ali del cartone si sollevarono del tutto e notai la copertina del libro…..era lilla,sopra vi era raffigurata una specie di fata con le ali,ma il corpo sembrava una penna stilografica e sullo sfondo c’erano lettere che vagavano come fossero note,il titolo diceva:’La fatina ispiratrice’ senza rendermene conto borbottai ad alta voce:
“Chi diavolo scrive sta roba per ragazzini”
Ad un tratto una voce dietro di me mi prese alla sprovvista:
“La scrivo io….perchè ti sembra così assurdo?”
Mi girai di scatto e rimasi completamente pietrificato da quello che vidi,due grandi occhi azzurri fissi su di me,un naso sottile contornato da un viso angelico reso perfetto da un dolcissimo sorriso,a far da cornice c’erano dei lunghi capelli biondi ondulati lasciati liberi sulle spalle….subito la mia mente rielaborò la sua figura,era lei,proprio li di fronte a me,era lei.Non riuscivo a dire niente la gola era secca,deglutii a fatica,e pensai nei pochi secondi della mia lucidità”idiota dì qualcosa”aprii la bocca ma non uscì  nessun suono così lei parlò di nuovo:
“Accidenti  non ti deve proprio piacere il titolo se ti ha lasciato senza parole….di solito l’assenza di parole sta ad indicare lo stupore di una bella cosa,ma evidentemente non è questo il caso…… oddio scusami parlo troppo non ci fare caso….lavori qui?”
Diavolo ha ragione lei, ero senza parole perché avevo visto qualcosa di bello,ma questo lei non lo sapeva,dovevo parlare cavolo altrimenti avrebbe pensato che fossi  un completo idiota,perciò cercai di dire qualcosa di sensato:
“No non lavoro qui,faccio solo le consegne tutto qui….”
Fu tutto quello che uscì dalla mia bocca ma continuai a guardarla,lei sorrise di nuovo,il che mi provocò una sensazione allo stomaco, la stessa di quella mattina al magazzino.Neanche lei parlava più ora ma ricambiò il mio sguardo per poi girarsi verso lo scatolone e prese un libro tra le mani:
“Sai è una favola per bambini perciò il titolo è un po’ fiabesco….ma  visto che sei di poche parole dovresti leggerla anche tu”
E si dipinse sul viso un sorriso…..per me fu fatale,non risposi di nuovo alla sua presa in giro ma mi ritrovai a sorridere a mia volta,fu in quel momento che ci raggiunse Rose:
“Oh bene Beth sei qui ,fantastico,sei un angelo caduto dal cielo ragazza, perché  avevo proprio bisogno di una mano….sono in ritardassimo….”
Rose aveva ragione,era un angelo,ed ora aveva anche un nome Beth,continuai a guardarla mentre si rivolgeva a Rose, indossava un maglioncino lungo fin sotto le ginocchia era di colore azzurro  e sotto aveva i suoi soliti jeans con i suoi soliti stivaletti,era veramente bella.Decisi di tornare in me ed uscire dalla bolla di sapone che mi ero creato,dovevo dire qualcosa così entrai nel discorso anch’io:
“Se volete posso dare una mano , ho finito con le consegne e posso rimanere……”
Si voltarono entrambe a guardarmi ma solo Rose parlò:
“Ti sarei molto grata se potessi…non vi ho ancora presentato,lei è Beth Greene lui, è Daryl Dixon ,si occupa delle consegne…”
Di nuovo i suoi meravigliosi occhi azzurri si posarono su di me,la sua espressione era incuriosita e intensa,dopo alcuni secondi un timido sorriso si illuminò:
“Piacere Daryl” disse e allungò la sua piccola mano verso di me.
“Beth”risposi e strinsi la mano.
Il  tocco tra noi fu caldo, qualcosa di intimo non so spiegarlo, in realtà avevo la sensazione di conoscerla da sempre,ci guardammo senza dire altro.Rose si allontanò,non ci restava che metterci a lavoro,così distolsi lo sguardo e mi voltai verso gli scatoloni:
“Allora come li vuoi sistemare i libri?”dissi con voce bassa
“Non so,non l’ho mai fatto…credo che vorrei fossero visibili il più possibile tu che dici?”
Mi interrogò con occhi insicuri,tutto ad un tratto sembrava spaventata,abbassò lo sguardo a terra e rimase immobile lì di fronte a me.Non ero bravo a rassicurare le persone,tantomeno a dire la cosa giusta e non avevo la minima idea di come si preparasse una presentazione,ma vederla così mi provava, dovevo dire qualcosa:
“Sono bambini…potremmo fare una sorta di piccoli castelli con i libri…facendo in modo che la copertina sia esposta”
Guardai il tavolo vuoto e la pila di libri, unii tre libri insieme come si fa col le carte per improvvisare una casa,non sapevo se poteva funzionare ma con la coda dell’occhio vidi che lei mi osservò…e sorrise,timida aggiunse:
“Mi piace”
“Bene”dissi
La mattinata giunse al termine, avevamo posizionato tutti i libri in piccoli castelli sul tavolo, sugli scaffali,sul pavimento in piccoli angoli dove i bimbi non potevano distruggerli,l’avevamo fatto in silenzio ogni tanto ci davamo degli sguardi fugaci e lei riservava un semplice sorriso per poi tornare a lavoro,Dio come poteva essere così perfetta.Finito  il tutto ci allontanammo di pochi metri per vedere come il lavoro era venuto,eravamo uno di fianco all’altro aspettavo che lei dicesse qualcosa,ma niente,girai la testa verso di lei non capivo il suo silenzio,poi vidi i suoi occhi,erano lucidi e leggermente arrossati accentuando ancora di più il suo azzurro.Abbassai la testa strascicai due parole:
“Non mi sembra così terribile……”
“Oddio…..no…no è perfetto Daryl”
Disse.Si voltò verso di me ed in contrasto con una lacrima,che ora scendeva su una guancia ,fece uno dei suoi sorrisi e continuò a parlare:
“Mi spiace è che per me tutto ciò è incredibile, ho aspettato così tanto per questo ed ora eccolo qui davanti a me e ho il cuore che mi scoppia,sono felice credo che le lacrime siano  per questo…..scusami ti sto mettendo in imbarazzo,neanche ti conosco e ti dico tutto quello che mi passa per la testa…oddio sto parlando troppo di nuovo, scusami penserai che sono una pazza…”
Parlò come un fiume in piena guardandomi dritto negli occhi.La osservai qualche secondo in silenzio,lei credeva di essere pazza, a me sembrava la cosa più bella che avessi visto fin’ora,mi stava rendendo partecipe della sua felicità e nessuno lo aveva mai fatto,era cosi vera che ti lasciava senza fiato.
“Non devi chiedere scusa non c’è niente di cui scusarsi”dissi facendo un lieve gesto con la testa.
Non riuscivo a dire altro la guardai solo,lei si asciugò con la mano la lacrima sulla guancia e fece un leggero cenno con la testa,Rose piombò tra noi rompendo il silenzio che si era creato.Ed esclamò:
“Fantastico ragazzi…mi piace la sistemazione,l’idea dei castelli è perfetta,molto”
Beth sorrise e disse:
“E’ un idea di Daryl……”
Rose mi guardò e abbassò gli occhiali:
“Sei pieno di risorse Daryl Dixon”
“Pfff Smettila…”risposi brusco.
A quel  punto,mi sentivo a disagio,non mi piacevano i complimenti mi rendevano nervoso,perciò guardai l’orologio segnava dieci minuti all’una,Rose stava per chiudere ed era arrivato il momento di andarmene,cosi mi girai e presi il carrello a due ruote che avevo lasciato in un angolo,mi avvicinai all’uscita e diedi uno sguardo prima a Rose, poi a lei che ora mi stava guardando in confusione e disse incredula:
“Te ne vai?”
Abbassai la testa verso il pavimento.
“Si”
Risposi,la guardai ancora una  volta e mi domandai se fosse stata l’ultima,salutai entrambe senza tanti fronzoli,  nel mio stile, ed usciii dalla libreria.Feci pochi passi quando una voce mi chiamò di nuovo:
“Daryl…aspetta….”
Beth era uscita dalla libreria e si avvicinò a me quasi correndo,eravamo in mezzo alla piazza ora, l’uno di fronte all’altro,appoggiai un braccio al carello e la guardai..lei continuò:
“Grazie….per  tutto….” Si fermò indicando con un gesto della mano la libreria,poi con un sorriso nervoso e spostando con l’altra mano una ciocca di capelli dietro l’orecchio continuò:
“E’ alle quattro la presentazione…eh….lo so è per bimbi e non mi aspetto che tu venga…ma …ho pensato che…..non so magari….bè è alle quattro.”
Non aspettò una mia risposta si girò e tornò dentro la libreria.Ero perplesso su quello che lei aveva appena detto, voleva che andassi alla presentazione? Mi girai per tornare al furgone,ma le mie labbra si inarcarono in un lieve sorriso, non riuscii a fermare il pensiero…si lei voleva che andassi alla presentazione.
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** Gioie e dolori ***


 
Nota:Scusate il ritardo non è stato un bel periodo….e la puntata 5-08…è stato il colpo di grazia perdonatemi….in arrivo di seguito a questo c’è un altro capitolo.Perciò liberate la mente dagli zombie perché qui non ci sono,Daryl e Beth sono a New York!!!!!
 
 
 
                                Capitolo 6
                                                                                  (Beth)
Ero tornata da circa un’ora dalla libreria di Rose,mi  restava poco tempo per cambiarmi e tornare di nuovo là,dovevo  sbrigarmi l’orologio segnava già le due e mezza ma nonostante ciò,ancora stavo di fronte allo specchio,mi ero già cambiata tre volte l’abito,non avevo  idea di cosa indossare per la presentazione del libro,continuavo a fissare il mio corpo come se fosse la prima volta che lo vedevo,ero agitata,le mani mi sudavano e tutto addosso mi sembrava inadeguato.Esasperata dall’agitazione esclamai  ad alta voce:                                                                                                                                                                                                           “Dio santo Beth,sono bambini,non guarderanno cosa indossi!!!!!”La mia stessa voce mi mandò ancora di più in confusione,in un istante nella mia mente balenò quello sguardo,ripensai a come mi  fissava e un tacito brivido mi invase lungo la schiena,sapevo solo il suo nome ‘Daryl’,era strano come un completo sconosciuto era rimasto ad aiutarmi con la sistemazione dei libri e ancor più strano era il fatto che non avevo avuto alcun imbarazzo a stare a contatto con lui,si, era molto silenzioso e aveva uno sguardo ombroso ma questo non mi sconvolgeva più di tanto al contrario mi regalava un’insolita tranquillità.L’avevo osservato parecchio tra uno spostamento e l’altro,aveva i capelli castani poco sopra le spalle, i quali, alla luce del sole che entrava dalla vetrina,assumevano un riflesso color castagna,gli occhi non erano molto grandi e avevano una forma leggermente mandorlata,li aveva socchiusi la maggior parte del tempo ed erano contornati da pronunciate borse,ma il colore era inconfondibile,di un blue intenso il quale, magicamente assumeva sembianze del colore nero ogni volta che strizzava gli occhi.La bocca era sottile ma per qualche ragione inspiegabile a tratti  appariva carnosa ed il viso era sporcato da una rada  barbetta incolta che si accentuava in un pizzetto intorno alle labbra e sul mento,indimenticabili sul lato sinistro del viso tra la bocca e il naso c’erano due nei uno sopra l’atro ma, quello che saltava all’occhio erano le sue spalle larghe,indossava una felpa nera e sotto, all'altezza del collo, spuntava una t-shirt ,anch’essa nera,non era palestrato affatto ,ma aveva delle braccia scolpite e il busto insieme ai fianchi,era sottile e asciutto,indossava dei jeans comodi,questo rendeva complicato poter vedere il suo sedere ma tutto faceva pensare che fosse perfetto. Ero completamente immersa nei miei pensieri che avevo dimenticato persino il dilemma dell’abito da indossare ,ad un tratto,tornai alla realtà quando sentii sbattere la porta d’ingresso,subito uscii dalla camera dove mi trovavo per raggiungere la sala-cucina la quale fungeva anche da ingresso ,il mio  appartamento in essenza era tutto lì,con mio stupore vidi Tommy nella sua divisa da lavoro,una giacca, pantalone nero e una camicia bianca,lo studiai per una frazione di secondo e vidi che in mano aveva una bottiglia di spumante,stampato sul viso un enorme sorriso,gli occhi nocciola divertiti e in un primo momento il mio cuore fece un sussulto al pensiero che Tommy si fosse ricordato della mia presentazione e che fosse tornato a casa per festeggiare insieme,considerando che di solito non frequentava casa mia nelle ore del pranzo  eravamo abituati più che altro a vederci  la sera o raramente facevamo colazione insieme in qualche bar perciò ,mi aveva stupita con quest’apparizione improvvisa ma,uno stupore che terminò alla pronuncia delle sue prime parole:                                                               “Dolce pulcino,per fortuna sei a casa dobbiamo brindare perché, hai davanti a te il miglior venditori di automobili della zona,anzi di tutta New York ,non puoi immaginare cosa mi è successo oggi è stato incredibile,avanti siediti anzi prendi due bicchieri e beviamo”                                                                                                                                                                                                                              Continuava a parlare in modo accelerato ogni parola svelava la presenza di alcool nel suo corpo,avevo spento il mio entusiasmo per lasciare spazio alla delusione che ora sentivo negl’occhi bruciando lacrime che però, mi  rifiutavo di far scendere,non solo Tommy aveva completamente ignorato la mia presentazione, si era anche presentato a casa mia completamente e schifosamente ubriaco.Non avevo  parole per lui,cosa dovevo fare?Insultarlo?urlare come una pazza tra le lacrime?No non oggi ,non ora maledizione, questo giorno era per me ,così lo ignorai e mi girai per tornare nella mia stanza,non  avevo tempo per cambiarmi  di nuovo perciò, lasciai l’ultimo abito che avevo provato,semplice,stile impero con dei fiori colorati sulla stoffa con uno sfondo bianco,per non rimanere con le spalle scoperte visto le temperature,infilai un golfino grigio chiaro e sciolsi di nuovo i capelli,ad un tratto due braccia mi avvolsero e potei sentire la puzza di alcool proprio vicino all’orecchio dove Tommy mi parlò:                                                                                                                                                                                                        “Ehi splendore,che ti succede?Non hai sentito cosa ti ho detto?” intanto con le mani scendeva lungo i fianchi cercando di alzare la gonna del vestito,in modo da poter sfiorare la coscia.                                                                                                   A quel punto con un gesto veloce bloccai la mano di lui con la mia e la voce mi uscì quasi soffocata:                                                                                               “Fermati e non mi toccare sei solo un  idiota!” poi mi spostai velocemente dal suo corpo.                                                                                                                                             Lui a riflessi rallentati aprì le braccia e con voce annoiata disse:                                                                                                                                                                                “Quale diavolo è ora il problema Beth?Quale paranoia ti affligge in questo momento?avanti dimmi esprimi il tuo profondo pensiero” e rise beffeggiandomi.                                                                                                                                                                                                Sbarrai gli occhi incredula,non avevo tempo per avere un’altra discussione con lui o meglio, non ne avevo voglia,la gola mi  bruciava come milioni di offese volevano  venir fuori dalla mia bocca ma avevo deciso di no,quel giorno no!Perciò mi  infilai gli stivali e presi la borsa sul letto,non lo guardai  neanche e gli passai affianco quando ,con il braccio lui mi afferrò con forza e mi spinse sul letto,in un attimo fu sopra di  me bloccandomi  le braccia e tra i denti parlò:                                                                                                                                                                                      “Pensi davvero di insultarmi ed ignorarmi in questa maniera,che cazzo ti prende eh?ho deciso di festeggiare e voglio farlo con te,preferibilmente a letto con te perciò è quello che faremo Bethy cara”                                                                                                                                  Sapevo  perfettamente cosa Tommy diventava quando beveva,ogni volta avevo paura che le cose finissero nel peggiore dei modi,ma per fortuna lui barcollava anche il più delle volte perciò, spesso finiva  sul pavimento o con il culo su qualche divano e anche questa volta  riuscii a liberarmi dalla sua presa dandogli un leggero calcio tra le gambe ,il giusto per farlo spostare e lasciare  le mie braccia libere e poi urlai  con tutto il fiato che avevo:                                                                                                                                                                                                      “Sei un coglione Tommy non ti azzardare a toccarmi mai più,sei talmente ubriaco che non ti sei neanche posto la domanda del perché fossi vestita pronta per uscire,ti sei scordato,avevi promesso di tenerlo a mente ed invece ti sei scordato!oggi ho la mia presentazione,la mia favola,il mio giorno,il mio brindisi e non me ne frega niente di quante stupide auto hai veduto e di quanto sei bravo a venderle, ora andrò via e quando torno non voglio vederti, perciò vedi di andartene immediatamente da casa mia!”                                                                                                                               Lo lasciai lì piegato sul letto e mi affrettai  ad uscire e chiudere la porta dietro di me.                                                                                                                                                    In strada cercavo  di correre il più possibile, avevo ormai perso l’autobus che dovevo  prendere,fui costretta a prendere un taxi,erano già le 15:15 ed era tardi, non potevo arrivare alle 16:00 alla libreria, in più sudata e agitata, per fortuna casa, non era tanto  distante da Cone Street ,dovevo assolutamente trovare un taxi .Agitai  le mani in aria cercando di bloccarne uno e fortunatamente ci riuscii,salii in auto e dissi freneticamente "piazza di Cone Street grazie,più veloce che può per  favore."                                                                                                                                                                                                                                                      Diedi uno sguardo al cellulare appena  misi  i piedi sulla piazza, segnava le quattro meno dieci,ok non ero proprio in anticipo ma neanche in netto ritardo,di corsa raggiunsi la libreria dall’altro lato ed entrai,Rose mi guardò da dietro gli occhiali un po’ sorpresa,forse dal mio aspetto e disse :                                                                                                     “Tesoro mio ma cosa hai?sembra che un’assassino ti stia inseguendo,sei bianca come la carta”                                                                                                            Sorrisi istericamente e pensai  ‘Dio sono un libro aperto’,ma non dissi ciò a Rose, molto diplomaticamente mi  limitai a rispondere:                                                                                                                                                                                   “Ho perso l’autobus e avevo il terrore di fare tardi e non va bene fare tardi alla presentazione di un libro quando la scrittrice sei tu credo”                                                                                                                                                                                                                                  “Bè angelo,dipende ,di solito i vip si fanno attendere fanno ritardo perciò, rilassati e prendi un bicchiere d’acqua qui,oppure un succo di frutta” sorridendo disse indicando le bevande accanto a lei.                                                                                                      Ad un tratto sentii il mio corpo rilassarsi,ero nel posto adatto, dovevo soltanto pensare alla presentazione a cosa dire,non avevo mai avuto problemi con i bambini avevo raccontato storie in passato ai pargoli cui facevo la babysitter, nel paese dove vivevo prima con i miei genitori e non avevo avuto mai delusioni dai loro occhi,anzi spesso volevano sentirne subito un’altra alla fine della precedente perciò,ero tranquilla,avrei basato la presentazione sulla mia storia.                                                                                                                                                                                                                                           Poco dopo le quattro una flotta di bambini accompagnati dalle mamme si raggrupparono intorno all’allestimento,insieme a Rose cercai di farli sedere buoni a terra incantandoli con alcune caramelle,le mamme erano rimaste dietro di loro, cercai di non fare avvicinare i bimbi troppo vicino alla zona che presentava i piccoli gruppi di castelli di libri ,fatti da me e Daryl quella mattina,ad un tratto il mio pensiero andò subito a lui e al fatto che lo avevo messo al corrente dell’orario della presentazione del libro,mi resi conto che un forte desiderio si presentava dentro di me,speravo tanto che Daryl venisse,ma cercai di spegnere immediatamente quel pensiero senza senso,per quale motivo dovevo sperare che uno sconosciuto potesse assistere ad una mia presentazione,tanto più di una favola per bambini, subito dopo, un altro pensiero mi colpì come un fiume in piena non era speranzoso stavolta anzi,mi bruciò dentro,Tommy…Tommy non sarebbe venuto,non si era nemmeno ricordato,le lacrime a quel punto stavano spingendo dietro ai miei occhi,ma non lo permisi così mi stampai uno dei tanti sorrisi sperando fosse il migliore e mi voltai verso i bambini:
“Allora bimbi benvenuti, che belli che siete tutti insieme!Allora siete pronti ad ascoltare cosa ho da dire”                                                                                I bimbi in coro risposero”Siiiiiiiii”.A mia volta dissi:                                                                                                                                                                                 “Bene oggi vi voglio parlare di come un giorno tanto tempo fa incontrai un piccolo esserino che oggi per mia grandissima fortuna è diventata mia amica,lei si chiama ‘ Free ‘ e viene da una terra lontana molto lontana,è la terra delle fatine.Conoscete bimbi le fatine?”                                                                                                                                                                                                                      “Siiiii”.Risposero di nuovo urlando”Bene”dissi e continuai”Quindi dove ero rimasta un giorno molto tempo fa quando ero molto piccola…………”Ero intenta a raccontare ciò che mi era accaduto quando la campanella della porta d’ingresso suonò  avvertendoci che qualcuno era entrato,non riuscivo a vedere chi fosse perché dietro  ai bambini c’erano le mamme che nel frattempo,si erano girate tutte  a guardare chi aveva appena varcato la porta  e notai molto divertita che ognuno di loro guardava verso l’ingresso in maniera molto appetitosa,con la coda dell’occhio vidi Rose voltarsi, anche lei  fece un sorriso al quanto divertito …….ad un tratto riuscii a scorgere chi fosse,e mi fu chiaro ognuno dei loro sguardi…..                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   

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Capitolo 7
*** conoscenza ***


                         Capitolo 7
                                         (Daryl)
Eccomi qui davanti questa maledetta libreria,non sapevo neanch’io per quale motivo mi trovavo qui,diavolo non sapevo neanche cosa volevo fare ,entrare forse?Bah certo che volevo entrare,ma perché?Ultimamente facevo delle cose senza senso,o perlomeno non avevano un senso per me,non mi appartenevano non ero bravo ad avere a che fare con questo tipo di pensieri o sensazioni.Ero sempre stato un tipo parecchio istintivo,soprattutto silenzioso e solitario non amavo la confusione e mi estraniavo spesso da ciò che mi circondava,ma tra le mie mille domande ero sicuro di una cosa:volevo entrare in quella maledetta biblioteca e volevo vedere cosa veniva fuori da quella piccola bionda,mi convinsi che  la mia fosse semplice curiosità!!Mosso da questo pensiero e fiero della mia giustificazione entrai,rimasi completamente pietrificato dagli sguardi di decine di mamme che si girarono a guardarmi,”cazzo!perchè sono entrato”pensai all’istante pentendomi immediatamente della scelta che avevo fatto.Mi voltai cercando una via di fuga per poter distogliere l’attenzione da me e incrociai lo sguardo di Beth,la quale aveva smesso di parlare e mi guardava con aria interrogativa per poi lasciare subito spazio ad un largo sorriso soddisfatto,aggiungerei contagioso,perché non potei fare a meno di sorridergli di rimando,mi spostai sulla destra vicino alla cassa per non disturbare ancora e Beth riprese a parlare con i bambini,a quel punto  trovai solo lo sguardo curioso di Rose che mi sorrideva stupita,mi avvicinai dicendogli:
“Non avevo niente da fare..e non guardarmi così volevo solo vedere se i castelli di libri reggevano”
“Certo,ovvio e poi non ho detto niente hai fatto tutto da solo…”disse lei con sarcasmo                                                                                                                                          “Si certo qualunque cosa…lascia perdere”risposi brusco                                                                                                                                                                    “Daryl non devi sempre pensare che qualcuno ti stia giudicando”                                                                                                                                                          
 E mi guardò con uno sguardo materno che onestamente non conoscevo più da molto tempo,non capii se la cosa mi innervosiva o mi rincuorava era un misto di entrambe le cose.                                                                                                                                                                                                                                                                            Beth continuava a raccontare la storia ai bambini,e loro sembravano completamente incantati ad osservarla,era brava la sua voce era morbida e il suo modo di descrivere il racconto era del tutto naturale,era capace di farti credere che dumbo e bamby fossero esistiti veramente.Diavolo,mi fece ridere questa cosa,in un mondo di merda eccola qui la bella addormentata.
Presto il racconto finì,le mamme ripresero ognuno rispettivamente i propri figli,c’era un caos generale che solo i bambini sanno fare,alcuni completamente attaccati al tavolo dove si trovavano i libri,altri ancora piantati sul pavimento,altri ancora piangevano senza motivo,Beth era li immersa tra quelle piccole manine e voci che la riempivano di domande tutte uguali…’Ma l’hai vista veramente la fatina?’ e lei divertita continuava a rispondere e ha consegnare i suoi libri,che nel frattempo erano crollati,facendo svanire la forma a castello ed ora giacevano sul tavolino sparpagliati uno sopra all’altro.
Dopo una ventina di minuti sembrava esser tornata la calma,Rose aveva preso in mano la situazione e aveva quasi smaltito le persone alla cassa,gironzolavo vicino ad uno scaffale di viaggi,e osservavo i vari luoghi,venni distratto da una voce:
“Vuoi fare un viaggio?”
Girai la testa e vidi che era Beth,bè già avevo riconosciuto la voce,sorrisi
“Perché no!?!”le dissi.
Incuriosita prese il libro che avevo fra le mani:
“Mmmmm vediamo un po’,dov’è che vuoi andare?Wow Alaska?Ti piace la neve?”
“No…ma amo il bianco”risposi riprendendo il libro dalle sue mani per rimetterlo al suo posto.
Seguì un banale silenzio interrotto poco dopo da Rose:
“Allora Beth,è andata bene?”
“Oh si direi più che bene”disse lei entusiasta,poi si girò verso di me”Daryl tu che dici è andata bene?Bè un po’ meno per i tuoi castelli..”disse ridendo
“Ehh…non lo so credo sia andata bene,non conosco questo genere di eventi,e i castelli,bè quelli erano destinati a cadere”le diedi un fugace sguardo per poi destinarlo al pavimento.Mi resi conto che non c’entravo niente li.Non dovevo essere li non aveva senso,non sapevo di cosa parlare ,così di scatto mi mossi per raggiungere la porta,guardai l’orologio sulla parete segnava da poco le sei,così dissi velocemente:
“Io devo andare,ciao e Rose ci vediamo in settimana con le consegne”
Non guardai verso Beth,non volevo vedere i suoi occhi,perché per qualche strano motivo ero sicuro che un solo suo sguardo mi avrebbe messo in una nuova situazione non abituale per me,perciò cercai di raggiungere l’uscita,quando Rose disse:
“Aspetta Daryl,perché non accompagni Beth al furgoncino degli hot dog qua dietro,la ragazza qui non mangia da stamattina credo che tra un po’ stramazzi al suolo”
Non risposi subito guardai Rose apatico,senza reazione!”Diavolo ero quasi uscito da quella maledetta porta e Rose se ne esce così”pensai innervosito,poi mi girai verso Beth ,lei guardava Rose e scuoteva la testa in segno di un no agitato dicendo freneticamente:
“Oddio no,non serve,davvero non ho fame e poi Daryl avrà da fare…davvero…non serve”si girò verso di me con gli occhi blu sgranati
“Davvero Daryl non serve,avrai da fare..io..io finisco qui e mangerò qualcosa a casa ma poi non ho fame non serve veramente”
Continuava a parlare in maniera insensata scuotendo la testa,la guardavo,era agitata,il viso le aveva raggiunto una calda tonalità di rosso e continuava a scuotere la testa a destra e a sinistra,non c’erano dubbi che si fosse imbarazzata. Sapevo che guardandola mi sarei incastrato da solo perché non riuscivo a trovare un maledetto motivo per dirgli di no e infatti all’unisono con i miei pensieri la mia bocca si aprì:
“Certo sicuro!”….’e bravo coglione’protestai nel pensiero.
Rose continuò:
“Oh bene Beth vedrai Mitc fa gli hot dog migliori del mondo,una volta che lo provi non puoi farne a meno vedrai.Diglielo Daryl”
“Si…si basta Rose..fallo decidere a lei,avrà i suoi gusti”grugnii mentre aspettavo che Beth si decidesse a seguirmi.La guardai e con un cenno la invitai a seguirmi,prese la borsa e camminò sospirando
“Ok..va bene”.
Uscimmo fuori sulla piazza entrambi in silenzio,lei si guardava intorno non sapendo dove andare
“Vieni è da questa parte”
Dissi ed indicai la mia destra
“E’la strada qui dietro”
“Ok..ti seguo”
Disse con un filo di voce.Restammo in silenzio per qualche minuto abbondante,cercavo un argomento di cui parlare qualcosa di non stupido da dire,ma la mia testa era completamente vuota.Continuavo solo a pensare al maledetto motivo per cui non ero rimasto a casa o in magazzino o con quel coglione di Merle,che aveva insistito parecchio per portarmi al bar con gli altri,ed io che mi ero inventato pure una cazzata dicendo che dovevo finire delle cose in magazzino,e a quale pro?Trovarmi in una situazione del cazzo,avevo il nodo in gola,come se qualcosa mi strozzasse,non riuscivo a staccare gli occhi dal pavimento e soprattutto non riuscivo a parlare,improvvisamente i miei pensieri furono interrotti da lei che bruscamente mi appoggiò la mano sul braccio cercando di fermarmi,alzai lo sguardo e vidi che mi fissava con uno sguardo freddo poi parlò di getto:
“Senti Ti chiedo scusa per Rose,non so cosa le sia passato per la testa,non so perché te l’abbia chiesto,io…io…oddio è imbarazzante,accidenti ti chiedo scusa io per non aver detto di no immediatamente,mi rendo conto che avrai degli impegni,qualcosa da fare,qualcuno da vedere invece di sfamare una scema,santo cielo è venerdi sera,mi sento un’idiota,perciò non sei costretto,lo capisco tranquillo,diremo a Rose che ho mangiato l’hot dog più buono del mondo e ora ognuno va per la sua strada ok?So che lo hai fatto per cortesia perciò non ti devi sentire obbligato a trovare una scusa per dire di no lo capisco,detto ciò scusa ancora”
La guardai con entrambe le sopracciglia alzate e sorrisi sbalordito:
“Non ti ha detto mai nessuno che parli troppo signorina?”
Lei rispose immediatamente:
“Oddio si,continuamente,me lo dico anche da sola,scusa mi succede quando sono nervosa..cioè non che mi innervosisci…accidenti sto blaterando di nuovo..ehi aspetta un’attimo,stai forse insinuando che ti da fastidio che parlo?Bè certo tu non hai detto una parola da quando siamo usciti dalla porta,sto cercando di non far cadere di nuovo quel silenzio fastidioso e poi sei scortese,io ti ho chiesto scusa e tu dici che parlo troppo,che poi è vero,ma io lo posso dire tu no!!!...eh…”
Dio mio volevo fermare quel fiume in piena,continuavo a ridere divertito guardandola come era passata dall’essere un gattino spaurito a una gatta infuriata tutto nell’arco di dieci parole e quanto?pochi secondi.
“Santo cielo Beth sta zitta!!!non sono infastidito,non ho nulla da fare e non mi sta costringendo nessuno,e non me ne frega un cazzo che me l’abbia detto Rose se non volevo, non mi sarei fatto problemi a dirti di no e non mi da fastidio  che parli ,anzi lo trovo parecchio divertente che riesci a mettere tutti quei pensieri insieme in così poco tempo ahahaha”
Non riuscivo a togliermi il ghigno dalla faccia.Lei mi guardò sbalordita pensavo volesse continuare a ribattere ma aprì la bocca e la richiuse immediatamente,mi fissò per qualche secondo poi disse:
“Ok..allora dov’è che si trova questo Mitc dai panini fantastici?”
“Unici Beth,unici vieni prima che svieni dalla fame.”
Ci ritrovammo seduti su un muretto sul retro del camioncino di Mitc,Beth mangiava il suo hot dog a piccoli morsi,avevo deciso di farle compagnia ma il mio panino l’avevo già divorato con pochi morsi,lei d’un tratto rise:
B-“Forse non avevo fame solo io,tu non hai nemmeno masticato lo hai ingoiato solo”                                                                                                                                                       D-“Nah è solo che ogni momento è buono per mangiare un panino di Mitc”                                                                                                                                                                     B-“Si avevate ragione è divino,o forse era la fame”                                                                                                                                                                                                                       e sorrise guardandomi,mi resi conto in quel momento che eravamo seduti vicini ad un palmo,forse troppo vicini così mi alzai d’istinto,non so perché ma quella vicinanza era piacevole quanto fastidiosa,ne approfittai per accendere una sigaretta,lei mi osservò in silenzio                                                                                                                               D-“Ti da fastidio se fumo?”
B-“No”
D-“Bè così hai avuto un incontro ravvicinato con una fata eh?”                                                                                                                                                                                            B-“Si ho avuto questa fortuna anni fa”                                                                                                                                                                                                                                            Sorrise divertita dalla mia domanda,abbassai la testa con un ghigno sulle labbra,ondeggiando da una gamba all'altra.                                                                                            D-“Certo”                                                                                                                                                                                                                                                                                             B-“Certo cosa?Non mi credi?”                                                                                                                                                                                                                                                             Non credevo che mi avesse fatto quella domanda,ovvio che non ci credevo,era una favola raccontata ai bambini.                                                                                   D-“Dovrei?Andiamo..”                                                                                                                                                                                                                                                                  B-“Si dovresti Daryl,è bello qualche volta credere in qualcosa che non è visibile ai nostri occhi,è bello poter creare qualcosa che ci fa stare bene,qualcosa che ci aiuti a vivere meglio le nostre giornate….a volte la realtà è cosi triste”                                                                                                                                                                                    ascoltai attentamente ogni singola parola,cercavo di rielaborare quello che aveva detto,diavolo non ho mai avuto tempo per creare qualcosa nella mia testa,ero troppo impegnato a risolvere la merda che mi circondava,rimasi a guardarla, continuava a sorridermi come se avesse detto la formula magica per i problemi,scossi la testa e mi grattai la parte posteriore del collo,che diavolo ci facevo qui!!!Cambiai argomento.                                                                                                                                                         D-“Allora come sei arrivata a New York?Ci sei nata?”                                                                                                                                                                                                       B-“No, sono nata in Georgia,i miei genitori vivevano li fino a qualche anno fa,sono venuta A New York per studiare e per poter scrivere.”                                                               D-“Bè direi che ci sei riuscita”                                                                                                                                                                                                                                                     B-“Si credo di si,o almeno lo spero,questa è la mia prima favola e spero che la mia fata mi porti fortuna.Ma non ci voglio pensare in questo momento esatto,per quanto riguarda oggi è stata una bella giornata perciò voglio godermi questo istante di tranquillità”                                                                                                                                            Si stirò la schiena con le braccia in alto e lanciò la carta arrotolata del panino cercando di colpire il cestino a poca distanza davanti a lei,con mio grande stupore ci riuscì ed emise una leggera risata soddisfatta,la guardai curioso,                                                                                                                                                                                  D-“Accidenti ragazza,non pensavo riuscissi a centrarlo”                                                                                                                                                                                                         B-“Ehi,mi offendi sono cresciuta in una fattoria,con mio fratello era il gioco ricorrente,lanciare tutto ciò che era possibile centrando un qualche cestino in ogni angolo che avevamo intorno,io ero la più brava!”                                                                                                                                                                                                                                          D-“Certo,o tuo fratello ti facilitava”                                                                                                                                                                                                                                                      B-“non dire sciocchezze,non mi facilitava affatto..ero brava Daryl,ma poi tu che ne sai non c’eri perciò non hai giudizio in questione!”                                                                  D-“Così sei venuta a New York con tuo fratello?”
Senza rendermene conto mi ritrovai a farle domande sulla sua famiglia,volevo sapere di lei di cosa faceva,ma soprattutto mi ritrovai ad essere curioso di sapere se quel primo giorno che la vidi con quel ragazzo si trattasse del fratello,immediatamente nella mia testa si visualizzò l’immagine di lei con lui,al ricordo, capii che non poteva essere il fratello,passeggiavano mano nella mano ed il tizio aveva capelli neri alto robusto,non richiamava i tratti somatici di Beth e poi lei le stringeva amorevolmente la mano,no quello non era il fratello,lei interruppe i miei pensieri.                                
B-“No,non sono venuta qui con mio fratello,mi sono trasferita qui con il mio ragazzo.”
Disse tutto di un fiato e divenne seria guardando davanti a lei.
D-“Mmmm..e dov’è lui adesso?Come mai non è venuto al tuo esordio?”
C’era una vena di sarcasmo mista a fastidio nelle mie parole,non riuscivo a capire il perché lui non fosse con lei in un giorno così importante,lasciandola sola sia ad affrontare la cosa ,sia a gioire per la lieta giornata.Anche lei si accorse del tono sottile della mia voce, perché alle mie parole si girò di scatto a guardarmi e si affrettò a rispondere:
B-“lui è a lavoro,oggi era molto impegnato,ci teneva molto a venire,ma l’hanno trattenuto,il suo lavoro è importante”
D-“Naturale,domandavo solo e sentiamo che lavoro fa?”
B-“Ha una concessionaria di auto,aveva delle vendite importanti”
D-“Wow,vende auto,si deve essere un lavoro duro…”
B-“Già wow!!!Era impegnato non poteva venire ok..?Non fare del sarcasmo,tu non lo conosci,tu non mi conosci,chi ti da il diritto di giudicare?”
Si alzò di fretta dal muretto,i suoi occhi erano leggermente lucidi e il suo sguardo non era più dolce,le labbra si erano chiuse in una linea sottile,afferrò la borsa velocemente e indietreggiò di qualche passo da dove si trovava,non ebbi il tempo di dire nulla che lei mi anticipò:
B-“Non dovrei essere qui,non sarei dovuta venire qui,io non ti conosco,non so chi sei…devo andare mi dispiace…”
Si allontanò quasi correndo,rimasi completamente impalato per una frazione di secondo prima di realizzare cosa fosse successo,in realtà non lo sapevo neanche io,stavamo parlando e l’attimo dopo lei è andata via,feci per correrle dietro ma mi fermai di nuovo,cosa le avrei detto?Mi dispiace non dovevo parlarti così?in fondo avevo detto quello che pensavo,anzi ci ero andato leggero ,il ragazzo era fondamentalmente un coglione,diavolo vendeva auto non operava a cuore aperto,era ridicolo. Quello che non capivo era la sua reazione,era ferita per quello che avevo detto io o per quello che aveva realizzato anche lei?Ovvero che lui era un coglione.Non ebbero risposta le mie domande mi girai verso il camioncino di Mitc,presi una birra…e mi diressi verso la mia moto.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                      

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Capitolo 8
*** Gestibili ricordi ***


                        Capitolo 8                                  
                                          (Beth)         
 
Sedevo sul sedile posteriore del taxi che mi stava portando a casa.L’orologio sul cruscotto segnava le sette e mezza, il sole era ormai calato del tutto. Sentivo il mio respiro in affanno per la corsa o forse per l’agitazione,i pensieri mi  invadevano ’Dio cosa avevo fatto?Gli avevo urlato parole scortesi ed ero scappata senza neanche ringraziare del panino che mi aveva gentilmente offerto,a quel punto il vortice di emozioni non mi permetteva  di ragionare,mentre il mio stomaco si chiudeva in una morsa stretta, la sensazione di una grande palla saliva fino alla gola,in pochi secondi mi resi conto che stava per arrivare, si era arrivato era il mio fedele attacco di panico,le gambe mi tremavano  volevo parlare per dire all’autista di fermarsi ma non riuscivo ad aprire la bocca,sentivo le lacrime formarsi tra le palpebre e non sapevo cosa fare,poi  ad un tratto  la sua voce,la voce di mio padre..era li, dentro la mia testa sembrava così chiara e limpida”Bethy tesoro respira,respira..non c’è niente di irreparabile,stai tranquilla non è successo niente che non si possa risolvere,ricorda adesso il problema ti sembra grande come un cocomero  ma se tu ti allontani lo guardi attentamente vedrai che in realtà è piccolo come una nocciola…respira Beth e guarda bene”continuavo a respirare nell’attesa che il mio cocomero diventasse una nocciola,e sembrava funzionare. Mentre il taxi si fermava frugavo nel portafoglio l’importo da pagare,una volta fuori ,raggiunsi  la porta di ingresso del mio stabile  poco distante da dove mi aveva lasciato, chiavi in mano aprii velocemente la porta,il buio dell’atrio di ingresso mi invase, salii le scale due a due fino ad arrivare al mio portoncino blu,che nello stato in cui stavo mi sembrava un dolce miraggio lo raggiunsi in fretta entrai e lo richiusi dietro di me.Fu allora che mi resi conto di non riuscire più a trattenere le lacrime abbandonai la schiena sulla porta e scivolai a terra come farebbe il rosso d’uovo sbattuto su una parete,una volta che il mio sedere toccò il pavimento,mi diedi il permesso di lasciarle uscire e iniziai a piangere,piangere e  piangere,milioni di pensieri mi passarono nella mente,l’estate al lago da bambina,il verso dell’agnello appena nato e la mia risata fanciullesca nel vedere mio papà dargli il latte col biberon,le risate di mio fratello Brian vedendomi  cadere nel fango…il rumore del trattore nei campi e poi ad un tratto fu chiaro come un lampo,quello stesso rumore diventò il suono della pioggia sull’asfalto, le sirene lampeggiavano davanti a me, l’immagine scolpita ed indelebile,l’auto di mio padre completamente distrutta contro un albero e per terra due lenzuoli bianchi completamente impregnati di sangue,prendevano le caratteristiche di un uomo e suo figlio maggiore, a me tanto cari. Erano  morti,come la mamma anni prima ,anche loro mi avevano lasciato. Ero sola,sola al mondo. Distrutta dal pianto mi alzai da terra,volevo solo raggiungere il letto e fermare ogni singolo pensiero che pulsava dentro di me,volevo fermare il dolore e sapevo che il sonno mi avrebbe aiutato,così raggiunsi la camera da letto ma mi bloccai sulla porta alla visione che avevo davanti. Mi ero completamente dimenticata di Tommy,che avevo lasciato a casa diverse ore prima,non solo non se n’era andato come gli avevo imposto,ma si era scolato la bottiglia che aveva con se che ora giaceva sul pavimento e lui ,completamente incosciente era disteso sul mio letto.                                                                                                                                                                        Per qualche secondo lo guardai,’Dio mio’pensai ‘quando si era trasformato dal giovane diciottenne dolcissimo allo stronzo trentaduenne che aveva invaso la mia vita?’.                                                                                                                            
 Spesso mi ero posta quella domanda nei momenti cruciali di questi anni,ma non avevo saputo mai dare una risposta o forse facevo finta di non conoscerla,quello che sapevo con certezza era che Tommy anni prima aveva trovato il modo di tenermi legata a lui e per quanto mi sforzassi di far funzionare le cose tra noi prima o poi arrivava sempre un qualcosa a scoraggiarmi.                                                                                                                                                                   
 Non volevo stare  nella stessa stanza con lui sentivo il bisogno della mia solitudine,perciò presi una coperta e raggiunsi il divano,ciò che Daryl aveva insinuato poche ore prima mi aveva ferita,perché era esattamente la verità,Tommy non era presente alla cosa più importante della mia vita e non c’era non perché avesse davvero un impegno di lavoro ma perché non gli interessava. Odiava i miei sogni,le mie favole odiava sentirmi parlare di loro,ma mi lasciava fare perché non voleva avermi d’intralcio con le mie lamentele ,per lui l’importante era la facciata, potermi sfoggiare con i suoi amici far vedere la sua bambolina bionda col suo sorriso e gli occhi blu,ma dentro quest’involucro io ,urlavo,urlavo perché odiavo i loro discorsi fatti di soldi belle auto ,serate ricche di spumante e tartine. Le loro fidanzate concentrate sull’ultimo paio di scarpe alla moda o l’abito da sfoggiare per  il party dell’ufficio e i loro occhi su di me che scandivano perfettamente i loro pensieri  ‘povera Beth,bisogna comprenderla è orfana,Tommy è la sua unica ancora’,non era vero  ma questo loro non lo sapevano ed io ero sempre troppo stanca per poter combattere i loro giudizi,mi abbandonavo al silenzio e gli lasciavo vedere ciò che volevano vedere,la bambolina bionda dal dolce sorriso. Mi addormentai tra le lacrime e riaprii gli occhi di scatto al brusco rumore del vetro schiantato sul pavimento,alzai la testa per vedere Tommy in piedi in cucina che si era munito di paletta e scopa per raccogliere i vetri,era ormai già mattina,cercai di riorganizzare la mente e mi avvicinai a lui.

B-“Cosa stai facendo?”

T-“Sto raccogliendo da terra il vetro non si vede?Allora dove sei stata tutto il pomeriggio ieri?”

B-“Alla presentazione del mio libro che tu hai dimenticato e insieme a quello a quanto pare hai dimenticato anche che ti avevo chiesto esplicitamente di lasciare il mio appartamento”

T-“Ahahahah Bethy,vuoi dire il mio appartamento,perché fino a prova contraria sul contratto c’è il mio nome e se lo hai dimenticato quando ho firmato amorevolmente quel contratto erano i miei soldi che vennero versati”

Mi stavo preparando il caffè quando quelle parole mi investirono come una doccia gelata,mi girai a guardarlo per vedere con quali sporchi occhi aveva il coraggio di dire quelle parole.

T-“Oh andiamo non guardarmi così,questa è la verità dolce Bethy ,puoi permetterti di fantasticare con la tua testa sulle tue fottutissime storie solo perché io provvedo a te e al tuo benessere,perciò tesoro mi auguro che tu abbia riflettuto sul modo di chiedermi scusa riguardo il comportamento che hai avuto ieri”

Non credevo a quello che avevo appena sentito,gli occhi già mi bruciavano ma stavolta non erano lacrime di tristezza,no erano di rabbia,la sua viscida voce era squallida e mi faceva vomitare,urlai con tutta la forza che avevo in corpo.

B-“Sei solo un viscido stronzo Tommy,non ti ho chiesto i tuoi soldi e non me li hai regalati sono solo un fottuto prestito,ti darò  tutto indietro fino all’ultimo centesimo non appena……”

T-“Non appena cosa Beth eh?”

B-“Appena incasserò il primo assegno dalla casa editrice…”

T-“E  tesoro  pensi  davvero che basteranno per coprire il tuo debito con me o mio padre?forse non ti è chiara una cosa bambolina,esattamente 5 anni fa quando tuo padre è morto ti ha lasciato senza niente,eri una nullatenente ,un gattino bagnato sul ciglio di una strada è solo grazie a me e mio padre che ti trovi a New York con accoglienti quattro mura e in procinto di pubblicare una banalissima storiella per bambini che ti regalerà quei pochi spiccioli merdosi che ti faranno sentire stupidamente arrivata,ma in realtà Beth non sei  nessuno!!!”  

                                                                                                                                                                                                                                        Potevo sentire il suo alito sul mio viso,si era avvicinato a me come una furia,il suo tono era un misto tra rabbia e disgusto  urlava gesticolando e guardandomi come se fossi  un banalissimo oggetto, ad un tratto le sue mani si alzarono  a pochi millimetri dal mio viso, di riflesso chiusi gli occhi e indietreggiai  come se sapessi cosa mi aspettava ma lui si limitò ad afferrarmi  le braccia scuotendomi bruscamente e infierì su di me altre parole: 

T-“Tu sei roba mia,non credere che se ti faccio fare quello che ti pare vuol dire che ne sei libera veramente.”

B-“Tommy ti prego mi fai male…”

Stringeva sempre più forte ero consapevole che più tardi avrei trovato dei lividi sul punto esatto della stretta,non riuscivo a muovermi  e neanche a parlare sentii le lacrime iniziare a cadere,non era la prima volta che Tommy facesse questo,ma di solito era ubriaco ora invece potevo leggere nei suoi occhi tutta la rabbia che aveva dentro non stava scherzando era serio.Si rese conto delle mie lacrime,forse per pietà o non so cosa,lasciò cadere le mani dalle mie braccia e si allontanò leggermente da me che ora ero rannicchiata su me stessa singhiozzando e guardando il pavimento.

T-“Tesoro guardami..”

Il tono della sua voce ad un tratto era completamente diverso,era amorevole e pacato

T-“Bethy amore,guardami ti prego lo so forse ho esagerato non avrei dovuto dire quelle cose,ma sai mi sono saltati i nervi  ieri pomeriggio volevo festeggiare con te e tu sei andata via..perciò volevo farti capire come funzionano le cose tra noi,ma forse ho un tantino esagerato non volevo mi dispiace”

Alzai di scatto la testa a quelle parole,santo cielo avevo capito bene?Era serio davvero stava dettando legge.Io non riuscivo a parlare,cielo non riuscivo neanche a respirare mi sentivo mancare la terra sotto i piedi  e forse per la prima volta ero davvero spaventata dal ragazzo  davanti  a me che non riconoscevo più come il Tommy di sempre.

T-“Beth hai capito?Mi stai ascoltando tesoro?”

Feci un cenno agitato per fargli capire che avevo inteso le sue parole e lui si rilassò e mi sorrise

T –“Bene bambina è tutto ok allora!Ora riposati io faccio un salto al negozio ti passo a prendere alle sei questo pomeriggio, fatti trovare pronta.”
Si allontanò da me quel tanto che basta per farmi tornare a respirare ed ebbi la forza,anche se balbettando,di domandare dove eravamo diretti stasera,lui neanche si girò si limitò a dire:

T-“Al party di Gina e Travis”

Chiuse la porta dietro di se e se ne andò,fu allora che mi sentii più tranquilla ero, ringraziando Dio di nuovo sola  ma in testa il vortice di domande che si formavano era incessante,non sapevo se urlare come una pazza o mettermi a piangere incontrollabilmente,mi sentivo completamente spodestata della mia libertà,personalità,anche il mio stesso battito del cuore era diventato troppo forte e spaventoso, ad un tratto il ricordo del passato mi assalì in pieno….

^^Il sangue stava sgorgando dal polso con pura semplicità, liquido e il suo colore  intenso e compatto dava vita a piccole sfumature sulla mia pelle bianca ,lentamente scivolava sul  pavimento , tutto in me era diventato calmo finalmente tutto il dolore che sentivo prima era sparito lasciando solo un senso di pace……oh ma non durò a lungo mio padre entrò nel bagno e ad un tratto il frastuono intorno a me tornò a coinvolgermi ,sentivo il bruciore al polso e tutto mi fu chiaro, avevo provato a seguire mia madre.^^ 

Ignorai con tutta me stessa il ricordo di quell’episodio  di molti anni fa  dopo la morte della mamma ,ora ero una persona diversa, non avrei mai permesso alla mia mente di cadere di nuovo nell’oblio della morte. Dovevo fare qualcosa,dovevo reagire e trovare una soluzione ma ero consapevole che non sarebbe stato facile.     
 
                                              xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx           (Daryl)        xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
 
Il suono della chitarra elettrica proveniente dall’altra stanza mi svegliò di soprassalto,non ricordavo nemmeno quando esattamente i miei occhi erano riusciti a chiudersi ,di sicuro qualche ora di sonno l’avevo fatta. Consapevole che fosse sabato mi domandai come mai Merle fosse a casa,perché indubbiamente la musica a quel volume l’aveva messa lui fottendosi completamente del mio  sonno,raggiunsi la cucina per trovarlo seduto sulla sedia a gambe distese con i piedi sul tavolo.

M-“Ehi buongiorno bella addormentata, allora che si dice?”

Cercai di ignorare la sua voce del cazzo e raggiunsi la macchina del caffè,il display del forno segnava le due del pomeriggio,diavolo avevo dormito diverse ore forse ,le cinque birre che mi ero scolato la notte dopo che Beth se n’era andata in quel modo mi avevano fatto perdere la cognizione del tempo, bene in fondo era quello che volevo ero incazzato,aveva girato i tacchi e se n’era andata così come se nulla fosse lasciandomi come un’idiota dietro a quel maledetto furgoncino,in verità ero incazzato con me stesso perché le avevo permesso di portarmi in quella situazione del cazzo,sarei dovuto andarmene da quella dannata libreria subito ,diavolo non sarei dovuto andare affatto a quella stupida presentazione!Ma dove avevo la testa,dove?I suoi occhi,il suo viso ,il sorriso ecco cosa mi aveva costretto ad andare lì,odiavo  quel viso tanto quanto non potevo far a meno di cercarlo nella mia mente e odiavo me stesso per questo,fanculo il suo viso,fanculo gli occhi e tutto il resto….

M-“Daryl dove cazzo hai la testa?Ti ho dato il buongiorno e non rispondi al tuo fratellone”

D-“Fanculo anche tu Merle…”

M-“Ehi ehi ehi siamo di cattivo umore?Cos’è non hai trovato un dolce pulcino che ti ha soffiato il piffero stanotte?"

D-“Fottiti Merle e abbassa quella cazzo di musica…e che cazzo ci fai a casa di sabato non hai qualche stronzata da fare in giro con i tuoi amici coglioni?”

M-“Ma sentilo i miei amici sono i tuoi amici…perciò non parlerei cosi di loro,per tua informazione sono nel pieno delle mie attività in questo momento”

D-“Si certo come no,fammi indovinare stai riposando il tuo brutto culo”

M-“Ahahaha..no fratellino sto aspettando la chiamata Jack,abbiamo in ballo un affare grosso per stasera dobbiamo organizzare il tutto con Ron e Sean ,dì un po’ vuoi essere dei nostri?”

Mi arrestai bruscamente mentre ero diretto  in camera,girai su me stesso e lo guardai:

D-“No”

M-“Io credo che ti farebbe bene un po’ di adrenalina dei vecchi tempi,l’ebbrezza del rischio,l’eccitazione del pericolo ed anche il profumo dei soldi facili”

D-“Cazzate Merle sono solo cazzate”

M-“Avanti Daryl guardati!Sei apatico ti alzi all’alba,dormi al tramonto e passi tutto il tempo dentro a quel fottuto magazzino e il tuo guadagno?Riesci a malapena ad arrivare alla fine del mese e più grave di tutto non scopi”

Tentai di respirare per non esplodere ma era impossibile la sua risatina del cazzo era insopportabile,senza controllo avanzai verso di lui infilandomi sotto al mento e ringhiai a denti stretti:

D-“Non giudicarmi,questo era il patto tu vivi qui io non giudico la tua vita di merda tu non giudichi la mia”

Girai per andarmene ma aggiunsi qualcosa:

D-“Visto che fai soldi facile contribuisci con l’affitto e falla finita di fare il cazzone”

Per me la conversazione finiva lì,entrai nella mia stanza e chiusi la porta naturalmente quella voce irritante non si placò e lo sentii urlare dall’altra stanza:

M-“Ahahah diavolo fratellino sei più grave di quanto pensassi,ti passerà rilassati e se cambi idea sai dove trovarmi al solito.”
Sentii sbattere la porta  e il lontananza il tonfo dei suoi passi scendere le scale,poi ci fu silenzio.Oro colato quel silenzio se il buongiorno si vede dal mattino quella era decisamente una giornata del cazzo!!!             

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Capitolo 9
*** Apparenze ***


                                                              Capitolo 9 

                                                                Beth

 

Il grande salone davanti a me era ricco di luci sfarzose e le pareti erano rivestite da diversi quadri anonimi, circondati da cornici intagliate di un dorato brillante.Al centro della sala trionfava un ampio tavolo completamente ricoperto di ogni cibo inimmaginabile e immancabili tavoli ricchi di bottiglie di vino in ogni angolo della stanza. Nonostante la sala fosse molto grande la sensazione che avevo era quella di stare in un buco al buio,i miei occhi si rifiutavano di vedere tutto quello spazio e tutte quelle luci, un leggero tocco scivolò lungo il mio braccio e mi tirò fuori dalla mia bolla di sapone,voltai velocemente la testa per vedere Tommy in un ampio sorriso soddisfatto,si avvicinò al mio orecchio e disse:

 

T-"Bethy sei incantevole con questo vestito,lo sai? è stato sempre il mio preferito,sei perfetta ed è bello vederti sorridere perciò cerca di sorridere tesoro la gente ci guarda.."

 

Al suono delle sue parole il mio petto esplose in una palla di fuoco,Dio quanto avrei voluto schiaffeggiarlo e quanto avrei voluto strappare quello stupido vestito che mi aveva regalato due anni prima in occasione del matrimonio della sorella.Un abito lungo con uno scollo alla francese circondato alla vita da pietre svaroski ,la seta dell'abito era di un colore verde smeraldo e più mi guardavo e più vedevo quanto quel l'abito fosse lontano da me anni luce.Guardai Tommy impassibile per pochissimi secondi,poi sfoggiai il mio miglior falso sorriso e dissi:

 

B-"Certo tesoro hai ragione come sempre,ci guardano mettiamo in atto il copione"

 

T-"Smettila di essere ingrata,le donne pagherebbero per essere al tuo posto,presto ti renderai conto di esser fortunata."

 

B-"Scommetto che ogni donna non vede l'ora di essere comprata e chiusa ermeticamente per interpretare il tuo genio nella lampada"

 

Sorrisi ampiamente accompagnando le mie parole,ma lui ,non ebbe il tempo di rispondermi perché davanti  a noi, sfoggiò il suo fastidioso portamento Gina , la padrona di casa,con la sua voce stridula e i suoi denti perfettamente bianchi resi tali ,dalle faccette che si era fatta applicare nel corso degli ultimi anni.

 

G-"tesori miei,felice di vedervi! Cara Beth sei un incanto..e questo abito ti sta da Dio..."

 

Si girò verso Tommy e continuò la sua sviolinata:

 

G-"Tommy devi essere fiero di questo raggio di sole,è così ammaliante e il suo sorriso da far invidia a tutte le donne"

 

Odiavo profondamente le persone che ti ricoprivano di complimenti come fossero glassa su bignè,tutto nella sua voce era così palesemente falso e perfido, Gina era famosa per la sua frequente infedeltà al marito,amava gli uomini,precisamente tutti gli uomini,ninfomane?No più che altro   sentiva il bisogno di esser in grado di conquistare ogni uomo che si trovava davanti,personalmente lo trovano tristissimo e privo di femminilità.

Senza neanche ascoltare quello che noi avevamo da dire,sfiorò l'avambraccio di Tommy nel suo fare ammiccante  e si allontanò per raggiungere altri invitati nella sala,pronunciando le ultime parole rivolte a noi:

 

G-"Ragazzi vi prego mangiate e bevete,il vino è ottimo..Travis si è impegnato nella scelta stavolta"

 

Si!!!aveva decisamente ragione,il vino stava per diventare il mio migliore amico questa sera!!

Mi allontanai leggermente da Tommy il quale aveva avviato la conversazione con un certo Law,o qualcosa del genere,parlavano degli ultimi modelli di auto approdati al salone e di varie cifre, cilindrate e cose senza comprensione da parte mia. Così raggiunsi il tavolo dei drink,una ragazza mora vestita da cameriera,mi sorrise:

 

C-"gradisce da bere signorina?"

 

B-"Assolutamente si,grazie!qualcosa che abbia le bollicine"

 

Mi offrì il calice tra le mani,ringraziai e diedi un'ultima occhiata alla sala, decine e decine di persone 

aumentavano ed il loro chiacchiericcio riempiva ulteriormente l’intero salone,ma io nonostante ciò,mi sentivo completamente sola.

 

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                                                                 Daryl

Il sabato sera era arrivato in fretta,avevo passato l’intero pomeriggio a non fare niente il che mi aveva portato a riempire la mente di pensieri,inutile nascondere che il comportamento di Beth mi aveva turbato e dopo mille giustificazioni date a ciò che avevo detto e fatto nei suoi confronti prima di farla scappare come un fulmine,ero arrivato alla conclusione che mi dispiaceva, non avrei dovuto dare fiato a tutto ciò che mi passava per la mente ,in fondo aveva ragione lei, non la conoscevo affatto e ancora meno conoscevo lui,chi ero io per dare giudizi?Niente,nessuno, solo un’altro coglione che invece di farla ridere le aveva rovinato la serata,la sua serata. Ma le mie riflessioni cessarono al pensiero che probabilmente non l’avrei più rivista, perciò,mi limitai a fare quello che facevo sempre per non pensare,la mia moto,girai per ore per le strade di New York senza prefissare una meta fin quando,ormai tarda serata,decisi di fermarmi a bere qualcosa in un posto nuovo dove non conoscevo nessuno ma soprattutto nessuno conosceva me.

Entrai nel locale,c’erano parecchie persone che  occupavano diversi tavoli,diedi uno sguardo veloce per intravedere la zona più isolata possibile, non volevo caos intorno a me solo una buona birra e perché no,godermi la musica di sottofondo che a dire il vero non era niente male,anzi le note di ‘so real ‘di Jeff Buckley accompagnavano perfettamente l’alcool,così raggiunsi l’angolo del bancone che avevo scelto e attesi la birra che avevo ordinato. 

Mentre bevevo tamburellavo le dita sul bancone un vizio che avevo sempre avuto,non riuscire a tenere le mani ferme,finalmente al secondo giro di birra iniziavo a rilassarmi un po' era piacevole l’atmosfera nel locale e la gente non era fastidiosa,mi voltai e buttai uno sguardo alla sala quando poco distante da me notai una chioma rossa che al mio sguardo si voltò bruscamente cercando di non farsi notare a fissarmi,ma fu troppo tardi perché l’avevo beccata in pieno,era Penny,con mia grande sorpresa lei non venne a salutarmi ma continuò tranquillamente a parlare con la sua comitiva facendo finta di non avermi visto. Le voltai le spalle,sorrisi tra me e continuai a sorseggiare la birra  evidentemente il modo come l’avevo trattata la settimana prima, aveva effettivamente avuto l’effetto che desideravo,ma ad un tratto mi sentii di nuovo come un emerito coglione,l’avevo trattata da schifo ero stato arrogante e scontroso ,tutto perché aveva interrotto il mio inseguimento a Beth,già Beth ed eccola di nuovo tra i pensieri,anche con lei ero stato un coglione ma quale diavolo era il mio problema???

Girai su me stesso per andare a parlare con Penny e poter rimediare all’episodio passato,ma appena mi voltai me la trovai davanti che alternava lo sguardo tra me ed il pavimento sorpreso esclamai:

D-“Penny?!”

Naturalmente non sorpreso di vederla ma del fatto che si fosse alzata per salutarmi quando minuti prima mi aveva volontariamente ignorato.

P-“Ciao Daryl,non volevo disturbarti ma ti ho visto e ho pensato che un saluto veloce non ti avrebbe infastidito più di tanto…ma se sei occupato tolgo il disturbo”

D-“No..no Penny non sono occupato,anzi stavo…..”

P-“Cosa?”

Ed ecco la solita Penny che non ti lascia finire di parlare,ma il suo sguardo sgranato ricco di curiosità su cosa avevo da dire,mi fece sorridere di nuovo.

D-“Bè…a dire il vero stavo venendo a scusarmi per come mi sono comportato la scorsa settimana,sono stato un cafone…”

P-“Si effettivamente lo sei stato”

disse con un largo sorriso e aggiunse al suo solito:

P-“E dimmi, cosa ti era successo per farti comportare come un cafone?”

Stava di nuovo tastando il terreno e questo non mi faceva impazzire ma per qualche rara ragione ero pronto a sopportarlo per stasera,ma non diedi troppe spiegazioni.

D-“Niente ,era solo una brutta giornata”

P-“Ok recepito,Penny non fare domande giusto?”

Feci un cenno con la testa e guardai verso il tavolo dove era seduta,lei segui la direzione dei miei occhi e mi domandò:

P-“Ti va di sederti con i miei amici?Te li presento”

D-“No grazie”

P-“Breve e diretto,ok forse è venuto il momento di andare..ma….”

Continuava a guardarmi senza muovere un dito per andarsene,cosa tramava?Diavolo sapevo bene cosa voleva,ma io? Volevo farla sedere lì con me a bere qualcosa?Non lo sapevo neanch’io cosa volevo,non avevo voglia di prendere decisioni ,non avevo voglia di scervellarmi a capire cosa fosse giusto o sbagliato,volevo solo spegnere il cervello da ciò che mi dava modo di pensare e forse Penny in questa serata ,era l’unica cosa che non mi provocava emozioni,senza riflettere un secondo di più dissi:

D-“Oppure se vuoi puoi sederti qui con me e farmi compagnia”

P-“Non aspettavo altro..”

D-“Bene”

P-“Bene”.

 

 

 

 

                                                                   “Beth”

 

Avevo bevuto il mio terzo bicchiere di bollicine e le persone nella sala non sembravano più così fastidiose,quasi che guardarle mi faceva ridere,Tommy si avvicinò a me e dal suo sguardo capii che forse sorridevo davvero..

T-“Bene bene,il mio angelo si è finalmente rilassato,vedo”

B-“Si..credo di si ma fidati Tommy non è merito tuo,solo di questo splendido liquido che ho nel bicchiere”

T-“Per carità Beth,quanti ne hai bevuti?Sai che non reggi l’alcool, non voglio ritrovarmi a pulire il tuo vomito come la sera del tuo ventunesimo compleanno”

A quella frase mi girai di scatto a guardarlo,volevo vedere con quale sguardo ricordava quell’episodio,rimasi stupita dai suoi occhi perché tra quelle ciglia nera,per una frazione di secondo  stavo rivivendo il momento di quella lontana sera in cui mi ero ubriacata follemente da vomitare nel fienile di mio padre,avevo festeggiato il compleanno in un locale di Atlanta e Tommy, mi aveva riportata a casa in uno stato pietoso tanto da decidere di dormire entrambi nel fienile,ma l’odore forte della paglia diede il colpo di grazia al mio stomaco,Dio sorrisi al ricordo:

B-“Te lo ricordi?”

T-“Certo che me lo ricordo Beth, cosa ti fa pensare il contrario?”

B-“No…certo lo so che lo ricordi,ma i tuoi occhi,il modo in cui lo ricordi”

T-“Ma che dici Beth?”

B-“Si hai capito bene ,i tuoi occhi sono sinceri,te lo ricordi davvero?Nel senso lo ricordi con amore?Dio Tommy ricordi quanto abbiamo riso quella sera?”

Lui mi guardò perplesso per un po' poi non esitò più e parlò di nuovo:

T-“Beth lo sai che ti amavo e ti amo ancora,lo sai quanto ho fatto e faccio per te,come puoi pensare che io possa dimenticare,soprattutto quella sera, tu eri fantastica e così divertente…… certo, avevi sempre in testa la fissa delle tue storie, ma quella sera il mix tra te e l’alcool è stato stupefacente, almeno fino a quando non hai vomitato tutto ,quella è stata la parte peggiore”

Lo guardavo mentre raccontava il ricordo di me di quella sera e sentivo che un pizzico di speranza cresceva nel mio cuore,forse il mio vecchio Tommy non era sparito del tutto, forse era nascosto ancora lì da qualche parte,poi per una frazione di secondo senza rendermene conto come un lampo  tra i miei pensieri apparve Daryl,frammenti del suo viso,il gesto della sua mano che accompagnava la sigaretta alla bocca,scossi velocemente la testa evitando quei pensieri e tornai a guardare Tommy che mi fissava:

T-“Ehi Beth è tutto ok?”

Era tutto ok?Pensai tra me,gli ultimi giorni mi avevano stordito,cose inaspettate erano successe,il libro ,Tommy e la sua sfuriata e poi…poi Daryl continuava ad entrarmi in testa senza che io lo volessi,avevo una tale confusione e non sapevo gestirla…ma risposi in qualche modo a quella domanda:

B-“Si si,tutto ok.Solo che sei così cambiato Tommy,ultimamente non ti riconosco la sfuriata di stamattina…quello..quello non eri tu,adesso vederti ricordare quell’episodio di tanti anni fa è come se avessi rivisto il vecchio Tommy e allora…..”

Non mi fece finire la frase,subito si irrigidì e troncò il discorso:

T-“Oddio Beth non ricominciare con questa storia siamo ad una festa,dobbiamo parlare di queste sciocchezze come al tuo solito?Non sono cambiato,sono sempre lo stesso sono solo cresciuto,non siamo più dei ragazzini abbiamo delle responsabilità ed è ora che inizi a crescere anche tu e abbandoni queste fantasie di come eravamo…e per l’amor di Dio lascia quel vino alimenta tutto ciò”

Mi strappò il bicchiere dalle mani e lo appoggiò sul tavolo,volevo replicare ma tutta la speranza di qualche minuto prima era svanita al suono di quelle maledette parole,forse aveva ragione lui non eravamo più quelli di prima non si può vivere di ricordi e di certo quel Tommy non c’era più,una consapevolezza che cresceva dentro di me ogni giorno che passava,ogni ora condivisa con lui mi faceva sentire sempre più lontana. Guardavo nei suoi occhi e vedevo un estraneo ma sapevo di essere legata a lui e non poter fare niente per spezzare questo legame,di nuovo il senso di impotenza mi invase e il dolore immane mi colpì dritta al cuore. Voci allarmate fermarono le mie riflessioni:

Voci indistinte-“Stanno rubando le auto….oddio no le hanno già rubate..venite…portano via le auto”

Tommy si era già allontanato da me e si era spostato sul balcone,lo seguii,lo scenario davanti ai nostri occhi era palese gran parte delle auto non c’erano più,in lontananza alla fine del viale appena superato il cancello,l’ultima auto di lusso se ne stava andando indisturbata. Mi voltai a guardare il volto di Tommy,era completamente bianco,capii all’istante che tra le auto rubate c’era anche la sua, la Ferrari che suo padre gli aveva regalato al suo ultimo compleanno.

Due ore dopo ero seduta sul divano del mio appartamento e guardavo Tommy camminare avanti e indietro senza senso,eravamo tornati dal party di Gina e Trevis da una mezz’ora circa,nel taxi che avevamo preso per tornare a casa non avevamo detto una sola parola,Tommy fissava il vuoto e la sua non era di certo solo tristezza,nei suoi occhi c’era uno spesso velo di preoccupazione avrei voluto chiedere subito cosa ci fosse dietro quello sguardo ma preferivo aspettare di raggiungere casa.

Certo era difficile poter iniziare una conversazione nello stato in cui stava,sembrava non vedermi continuava imperterrito a spostarsi da una parte all’altra nella mia sala,così mi alzai di scatto e mi misi davanti a lui per bloccarlo.

B-“Santo cielo Tommy,fermati e spiegami cosa sta succedendo”

Mi guardò e sgranò gli occhi come se lo avessi colpito con un bastone,poi urlò senza mezze misure:

T-“Sei tutta scema o dentro quel cervello ti è rimasto qualcosa?Forse ti è sfuggito del tutto che mi hanno rubato l’auto,ma certo la piccola Beth è nel suo mondo di favola,tu non ci arrivi al resto!Tu non riesci a comprendere le cose serie della vita…tu..tu vivi in un mondo tutto tuo…tu…”

Non avevo nessuna intenzione di farlo continuare,non aveva il diritto di continuare perciò urlai con tutta l’aria che avevo nei polmoni.

B-“Basta!Sta zitto,smettila….tu tu tu tu…sai solo dire questo,sai solo giudicarmi…lo so cosa è successo,hanno rubato la tua preziosa Ferrari ma non è colpa mia,non l’ho rubata io,è stato un incidente,gli incidenti succedono Tommy,fattene una ragione!C’è un’assicurazione per questo c’è una denuncia per questo!Non risolverai il problema urlandomi contro cattiverie né tantomento ti farà sentire meglio perciò falla finita!”

Non aspettò molto per rispondere,si avvicinò imbestialito al mio viso e con voce bassa ma pulita disse:

T-“Stai zitta Beth e rimani al tuo posto,cosa ne puoi sapere tu…”

B-“Allora spiegamelo,spiegami cosa ti fa stare così,cosa c’è di così distruttivo oltre purtroppo ad aver perso un’auto che ti può rendere triste e arrabbiato ma tu…tu hai altro in testa…io lo vedo”

T-“Lo vuoi proprio sapere?”

B-“Si”

T-“Dentro la macchina c’erano tutti i documenti di tutti gli acquisti e le consegne delle nuove auto,tutti i codici,tutte le documentazioni e tutti gli spostamenti che le auto fanno prima di arrivare al salone,ciò significa che se quei figli di puttana scoprono quel fascicolo,scopriranno tutti i luoghi dove le auto sono e come raggiungerle e magari raggiungere direttamente il salone!”

Ero allibita da quello che diceva,si la situazione era grave e quando Tommy capì che mi ero resa conto anch’io della gravità della cosa si calmò:

T-“Benvenuta alla realtà Bethy”

B-“Cosa hai intenzione di fare..si insomma lo devi dire a tuo padre”

T-“Si temo di si,ma non so come farlo,per la verità non ho nessuna voglia di farlo.Comunque aspetterò lunedì e parlerò con gli agenti per il da farsi…”

Poi riprese il gubbino tra le mani e raggiunse la porta,confusa lo guardai:

B-“Dove vai?”

T-“Esco voglio stare da solo,non voglio avere compagnia…scusa”

senza dire altro se ne andò.

Sotto le coperte mi giravo e rigiravo,sarei dovuta essere preoccupata per Tommy,ma non sentivo questo tipo di sentimento anzi ero completamente ricoperta da un vortice di sensazioni diverse,un misto tra soddisfazione e sconforto non sapevo neanch’io come spiegarmelo,avevo in testa così tante cose.Forse quello che era successo alla festa ,il furto delle auto,mi aveva svegliato un senso di vendetta,come se una giustizia divina avesse preso provvedimenti da parte mia e l’avesse punito per tutte le cose cattive che aveva detto a me,ma il solo pensiero mi fece sentire cattiva quei sentimenti non mi appartenevano o meglio non mi erano stati insegnati,mi avevano sempre insegnato a vedere il buono nelle persone e nelle situazioni,insomma tutto era fatto in buona fede,ah che grande stronzata! No la verità a cui ero giunta nel corso della mia crescita è che il Signore insieme al libero arbitrio aveva creato anche l’egoismo e questi due sentimenti spesso si influenzavano a vicenda svalutando alla grande la mia tesi di buona fede.

 

 

 

 

 

P.S. eccomi scusate il ritardo ma le feste mi hanno portato via del tempo.Allora buon 2015 a tutti vi auguro tanta gioia e fortuna!!

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto,purtroppo Beth e Daryl non si sono incontrati di nuovo qui e non hanno potuto chiarire il loro piccolissimo diverbio,ma si rincontreranno naturalmente.

Quando?Eh per questo dovrete continuare a seguire la trama!un bacione e fatemi sapere cosa ne pensate, se vi è piaciuto o no .A presto.

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Capitolo 10
*** Assenza di emozioni ***


                                                               Capitolo 10

 

                             

                                                                   Beth

 

Avevo deciso di iniziare il mio lunedì mattina con una lunga passeggiata per le strade di New York,in fondo la sede della casa editrice dove sarei dovuta andare non era troppo lontano in più, la brezza mattutina mi avrebbe aiutato a schiarire le idee.La domenica era passata velocemente Tommy,non si era fatto né vedere né sentire ed io avevo ringraziato il cielo per questo ,avevo passato la giornata  a scrivere e sorseggiare tè sotto le coperte, stavo già lavorando ad un’altra favola anche se gli eventi successi bloccarono un po' le mie ispirazioni decisi,di non darmi per vinta e buttai comunque giù qualche pagina.

 

Dovevo trovare un modo per fare più soldi,volevo saldare veramente il debito che avevo con Tommy, niente e nessuno poteva comprarmi  e il mio rapporto con lui a differenza di quello che aveva insinuato,andava ben oltre i soldi per me io,molto ingenuamente non avevo mai pensato al nostro legame come ad una compravendita. Avevo sempre creduto di amarlo,eravamo cresciuti insieme,amici in un primo momento e poi innamorati,avevo scoperto tutto con Tommy,il primo batticuore,il primo bacio, le prime carezze e poi in una lontana sera di anni prima, la gioia di fare l’amore con lui per la prima volta.Avevo condiviso tutto con lui,le cose belle e le cose tristi,la morte della mamma e infine la morte di mio padre e di mio fratello,fu quest’ultima che ci legò fortemente, incapace di farcela da sola, avevo bisogno di aiuto e sostegno e lo trovai in lui che a sua volta mi aveva avvolto con il suo amore.  Questo era quello che pensavo io ora, non né ero più tanto sicura tutto si era capovolto come si capovolge una clessidra e tutto era andato in confusione nella mia testa,non sapevo più cosa fosse vero o falso, dopo quello che mi aveva detto ultimamente avevo riflettuto su tutti i comportamenti che aveva avuto negl’ultimi anni e niente più mi faceva credere nel suo amore nei miei confronti,non mi sentivo più amata  ma solo un’oggetto di sua proprietà, e la cosa che mi sconvolgeva di più  non era tanto questo ma, il fatto che neanche da parte mia ci fosse più quell’amore che credevo, c’era ancora qualcosa però che mi legava fortemente  a lui e questo mi affliggeva.

 

 

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                                                                  Daryl

 

Il lunedì mattina era iniziato ed io avevo già fatto le prime consegne,stranamente non avevo particolare malumore il chè non mi dispiaceva affatto. La domenica mi ero completamente abbandonato al sonno considerando che il sabato notte avevo fatto le ore piccole Penny,aveva deciso di raccontarmi tutta la sua vita in una notte,avevo completamente ignorato metà del suo racconto e l’altra metà, anche se l’ avevo ascoltata ,ora l’ avevo in parte rimossa. Tutto ciò mi aveva aiutato a non pensare e a non dover combattere con emozioni di nessun genere questo,mi stava bene,potevo dire che era stato un buon sabato notte.

 

Proprio mentre vaneggiavo con la mia mente mi avvicinai all’edicola di Tony,il quale mi salutò calorosamente come tutte le altre volte:

 

T-“Buongiorno ragazzo,hai qualcosa per me?”

 

D-“Si ,scarico sul retro ok?

 

T-“ Perfetto”

 

Feci un cenno con la testa e mentre mi girai per prendere i pacchi dal furgone che, avevo parcheggiato come sempre precariamente per scaricare,vidi spuntare da dietro la testa di Tony la chioma rossa di Penny,che con un grande sorriso disse:

 

P-“Buongiorno Daryl posso aiutarti con i pacchi?”

 

Le sorrisi a mezza bocca,non mi stupiva tutto quell’entusiasmo,sapevo che Penny aveva una cotta per me da circa due anni e avevo sempre rifiutato ogni minimo invito da lei a fare qualcosa,sabato avevo ceduto e questo le regalava quel grande sorriso,quello che non sapeva era che io portavo solo guai ma questo,pensai,non era un mio problema.Perciò accettai l’aiuto:

 

D-“ Come ti pare”

 

P-“Wow stamattina sei socievole”

 

D-“Dici?”

 

P-“ Si dico,di solito scappi questo significa che come me,sabato sera hai passato una bella serata?!”

 

D-“Questa cos’è ,un’affermazione o una domanda?”

 

Dissi ,mentre scaricavo  attento a non guardarla e concentrarmi sull’intestazione di ogni singolo pacco.

 

P-“Bè spero sia un affermazione…ma lasciamo perdere.Stavo pensando invece,venerdì sera c’è una festa all’EMPIRE,c’è buona musica,parecchia gente e casino ,magari potresti venire con me?Ah e questa è una domanda.”

 

D-“L’EMPIRE?Non vengo in posti dove ci sono i figli di papà Penny.”

 

P-“Oh avanti Daryl…non ci sono tutti figli di papà è un mix,poi se non ci sei mai stato non lo puoi sapere,avanti non farti pregare…forza”

 

D-“Non lo so,ci devo pensare”

 

Finito di scaricare chiusi il furgone,dovevo solo far  firmare la bolla e andarmene,così passai davanti a Penny e raggiunsi Tony che firmò ,salutai e cercai di saltare sul furgone ma ,Penny avvolse le mani intorno al mio braccio trattenendomi e mi supplicò di nuovo:

 

P-“Allora Daryl?…se non mi vuoi rispondere subito ,almeno promettimi che ci penserai  e poi decidi,io sarò lì alle dieci ti aspetto all’entrata, ti permetto solo un ritardo di 20 minuti dopodiché entrerò ok?”

 

Naturalmente non diedi una seria risposta a quello che mi aveva chiesto mancavano giorni a quel venerdì, mi limitai al mio solito cenno con la testa rincuorato dal fatto che lo accettò senza ribattere,così salii sul furgone e ripartii per un’altra consegna.

 

 

 

 

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                                                                     Beth

 

Avevo atteso la signora Turner nella hall della casa editrice per circa un’ora poi ,finalmente ero riuscita a parlarle,dopo aver scambiato due parole in confidenza sul come era andata la presentazione del libro e il resto del weekend,passammo alle cose più serie,mi consegnò l’assegno con l’anticipo del mio libro e mi assicurò a breve il resto,infine discutemmo sul mio nuovo progetto e sembrava entusiasta dall’idea che stavo sviluppando,la cosa mi rese felice, mi stimolava a continuare il mio lavoro.

 

Una volta in strada ,mi fermai un attimo a fissare quel sottile foglio tra le mani e pensai il ‘il mio primo stipendio’ bè in verità non era proprio il primo,avevo fatto in passato altri lavori stagionali ma questo era il primo vero stipendio che sentivo davvero,l’emozione non durò molto quando ripensai alle parole di Tommy ‘pensi che quei quattro spiccioli possano ricoprire il tuo debito?’ non erano quattro spiccioli ma di sicuro non avrei ricoperto quel debito presto,alzai gli occhi al cielo nella speranza che qualcosa, non so neanch’io cosa ,mi aiutasse a trovare una soluzione al problema ma non arrivò. Abbassai lo sguardo scuotendo la testa ‘che stupida’ pensai,poi guardai di fronte a me, tra i pensieri ,non mi ero neanche accorta che camminando arrivai davanti alla libreria di Rose.

Vedevo la mia immagine riflessa sulla vetrina,strizzai gli occhi e guardai più in profondità e ad ogni sagoma che intravedevo sentivo un piccolo morso all’altezza della bocca dello stomaco,non capivo precisamente perché mi sentissi agitata poi ,mi resi conto che limpida nella mia mente,associavo ognuno di quelle sagome alla figura di Daryl ed il piccolo morso ,svaniva quando realizzavo che nessuna di quelle fosse lui. Perché continuava ad invadermi la mente?E soprattutto perché non riuscivo  a controllarmi quando succedeva,era come se un piccolissimo brivido mi percorresse la schiena e come arrivava svaniva ,lasciando confusione. Allontanai velocemente quei pensieri ed entrai,Rose mi accolse con un enorme sorriso da dietro il computer ,davanti a se aveva una pila di scartoffie ed il telefono squillava

 

R-“ Angelo eccoti,come stai?”

 

B-“Bene,grazie Rose e tu?”

 

R-“Oh bene in teoria ma,in pratica come puoi vedere sono in alto mare,ho ordini da fare, pagamenti da inviare e gente da servire e….”

 

All’ennesimo squillo assordante del telefono che non smetteva di suonare conclusi la sua frase:

 

B-“Ed il telefono non smette di squillare”

 

R-“Lo senti anche tu vero?non me lo sto immaginando”

 

Sorrisi a quell’affermazione di Rose, era sempre pronta per l’ironia.Rispose al telefono gentile 

come sempre poi si rivolse di nuovo a me.

 

R-“Allora,cosa ci fai da queste parti?”

 

B-“Sono passata dalla Turner”

 

R-“Certo da Lory,stai preparando qualcos’altro?”

 

B-“Si sto lavorando su un’altra storia ,Lory ha detto che è incuriosita dal tema,dice che devo continuare e presentarle un assaggio prima possibile..”

 

 

Accompagnai le mie parole con un’alzata di spalle e sorrisi mordendomi il labbro inferiore.

 

 

R-“bene bene,allora presto faremo un’altra presentazione qui!”

 

Risi di nuovo,nervosamente stavolta.

 

B-“Speriamo Rose”

 

R-“ Ehi,cos’è quel speriamo?Io non ho dubbi,cos’è che ti turba?”

 

Non avevo voglia di dire i fatti miei ad una persona che conoscevo appena ma ,Rose riusciva a rendere tutto così confortevole e facile così ,dissi solo un pizzico di quello che mi passava per la testa.

 

B-“ No non è il libro che mi preoccupa,è solo che devo trovare un secondo lavoro,magari la mattina ,così il pomeriggio potrei continuare a scrivere. Ho diversi pagamenti e…capisci..”

 

R-“ Si lo comprendo cara,ma non vedo un problema irrisolvibile”

 

Mi guardava con i suoi piccoli occhi marroni, nascosti dietro gli occhiali scesi sulla punta del naso,rimasi un po' perplessa dal fatto che avesse snobbato il mio problema.

 

B-“Non credi che sia un problema?credimi per me lo è Rose.”

 

R-“Oh no non intendevo dire che non c’è un problema,volevo solo dire che forse io ho un modo per risolverlo se tu sei d’accordo”

 

B-“Di cosa si tratta precisamente?”

 

R-“Vedi cara, stavo pensando che qui non riesco più a gestire il tutto da sola ,come hai potuto notare perciò…pensavo magari…”

 

Non le feci finire la frase,sgranai gli occhi e sfoggiai il più sincero dei sorrisi,corsi dietro il bancone e l’abbracciai ripetendo in modo convulso:

 

B-“Si si si si e ancora si,grazie grazie Rose,grazie”

 

Sentivo Rose ridere sotto la mia presa

 

R-“ Ok ok, ora  basta con gli abbracci  e parliamo di cose serie quando puoi iniziare?

 

B-“Quando vuoi tu”

 

R-“Ora?”

 

B-“Certo!!!”

 

R-“Bene al lavoro allora,seguimi i clienti per ora  io farò il resto poi, come abbiamo un’attimo di calma ti  spiego tutto ciò che c’è da sapere e da fare ok?

 

B-“Ok capo”

 

Dissi con tutto l’entusiasmo che avevo in corpo,ero al settimo cielo mai e poi  mai avrei pensato di avere questa fortuna, voglio dire sfiorava quasi l’utopia riuscire a trovare un lavoro con questa facilità,un film, poi sorrisi, forse per quel giorno avevo avuto un piccolo pezzo di favola anche per me.

 

Continuai il lavoro alla libreria per il resto della settimana,scoprii giorno per giorno ogni piccolo segreto che c’era da sapere e spesso sbirciavo tra i libri che mi ritrovavo in mano,a volte, mi fermavo a leggere qualche pagina a caso cercando di tirare fuori una sorta di messaggio per la giornata, era strabiliante scoprire come poche parole potevano descrivere in pieno il tuo stato d’animo senza nemmeno saperne l’esistenza . Mentre sistemavo lo scaffale dei viaggi,tra le mani mi capitò il libro sull’Alaska e immediatamente pensai a Daryl,alla sera della presentazione del mio libro,mi resi conto che era già venerdì perciò era passata una settimana da allora e lui non lo avevo più visto,non c’erano state consegne in questi giorni e di lui neanche l’ombra.Una sensazione di tristezza mi avvolse e non fu difficile capire che avevo voglia di rivederlo,di scusarmi,così raggiunsi Rose che era intenta al computer e le chiesi:

 

B-“Quando abbiamo la prossima consegna?”

 

Rose senza alzare la testa rispose:

 

R-“Credo che l’enciclopedia dei rettili insieme ad alcuni libri di testo per le scuole dovrebbero arrivare la prossima settimana,almeno lo spero o le mamme dei ragazzini mi uccideranno,sono già in ritardo di un mese.”

 

Abbassai la testa pensando che non lo avrei visto per un’altra settimana,sempre se fosse lui a fare la consegna,ad un tratto mi accorsi che Rose aveva tolto l’attenzione dallo schermo ed era intenta a guardarmi:

 

R-“Perchè?Avevi bisogno di qualcosa in particolare?”

 

La domanda mi prese in contropiede,non sapevo cosa rispondere perciò, optai per una veloce alzata di spalle seguita da un cenno a destra e a sinistra della mia testa ma,Rose non fu soddisfatta della risposta e continuò.

 

R-“Sicuro?Volevi sapere per qualche libro oppure…per qualche persona in particolare…”

 

Oh mio Dio diretta al punto ’ero così palese?’ pensai,sicuro che se non lo ero stata con la mia domanda la mia reazione mi tradì all’istante,diventai tutta rossa e iniziai a balbettare parole confuse:

 

B-“Rose no…no che dici…u..una persona..no.Era solo per curiosità..per lo spazio,si solo…per lo spazio sugli scaffali…non una persona..non so co..cosa ti ha fatto pens…”

 

Mi bloccò subito senza farmi dire altro.

 

R-“ Certo gli scaffali,ovvio lo spazio che stupida che sono..sai,avevo pensato che magari forse..volessi sapere quando Daryl fosse prossimo alla consegna…ma,mi sbagliavo che sciocca”

 

Risi nervosamente e diventai ancora più rossa,cercai di dire qualcosa per non sembrare completamente scema ma,la verità era che, a sentire il suo nome da Rose mi ero agitata e di nuovo quel piccolo morso sulla bocca dello stomaco si era riproposto.

 

B-“Si…ti sbagliavi,che c’entra Daryl..e..e poi non sarà mica Daryl a far sempre le consegne giusto?”

 

Avevo fatto quella domanda per confonderle le idee,in realtà volevo avere la certezza di sapere se fosse sempre lui a farle.Rose mi guardò parecchio divertita e subito rispose:

 

R-“Si,le fa sempre lui le consegne,lui è l’unico dipendente,una benedizione per Martin,il titolare,più una sorta di padre direi…comunque,da quando Martin ha avuto l’infarto ha smesso di fare le consegne perciò ora le fa solo Daryl quindi, Daryl farà la sua consegna la prossima settimana ma ovviamente non t’interessa se ci sia lui o meno, perché era per lo spazio sugli scaffali la domanda giusto?”

 

Guardai Rose con occhi sgranati,le guance ormai avevano raggiunto un colore simile alla porpora e mi vergognavo da morire,volevo solo finire quella conversazione.

 

B-“Rose smettila di fare ironia,si volevo sapere per lo spazio.Ora puoi smettere di avere quel sorriso divertito sulla faccia,basta!”

 

Cercai subito di allontanarmi e raggiungere di nuovo lo scaffale dei viaggi,lei però continuò con le domande:

 

R-“E dimmi,com’era l’hot dog dell’altra sera?”

 

Alzai gli occhi al cielo, perché sapevo perfettamente che non si riferiva all’hot dog a questo punto ma, sorrisi tra me e mi morsi il labbro inferiore al pensiero di Daryl,che lo aveva divorato in un boccone e pensare che aveva detto di non avere fame,con quel pensiero in testa risposi:

 

B-“Perfetto.”

 

Ore più tardi ero seduta alla mia scrivania di fronte al computer,le dita correvano sui tasti ed ero veramente fiera dei miei due capitoli che avevo buttato giù quando,rientrò bruscamente Tommy dal lavoro.Durante la settimana si era fatto vivo solo la sera,per i primi tre giorni, non aveva parlato molto si era solo sdraiato sul divano a guardare la tv ignorando completamente la mia presenza e aveva lasciato casa, sempre prima della mezzanotte. La terza sera invece,si avvicinò a me,sapevo cosa voleva e soprattutto sapevo di non poter dire di no,dovevo concedermi così, facemmo l’amore lì in sala, sul divano. Non era amore!Non potevo di certo chiamarlo così ma,non avevo altro termine al momento per etichettarlo e poi lui,era sempre di ottimo umore dopo,questo mi concedeva un dialogo più amorevole. Anche quella sera non si smentì,così ne approfittai per chiedergli delle auto rubate e della denuncia ,se c’erano novità ma ,la sua risposta non fu positiva ,ovvio che non c’erano state novità il che ,lo snervava naturalmente.

 

Sentirlo rientrare così, mi fece sobbalzare pensai ci fossero stati dei problemi,così gli andai incontro per capire ma, quando lo guardai negl'occhi rimasi stupita dalla sua allegria, capii subito  che aveva bevuto, non tanto, forse un paio di aperitivi ma questo spiegava la sua allegria,mi avvolse con le braccia e disse baciandomi il collo:

 

T-“Preparati stasera usciamo,Gina e Trevis hanno preso il tavolo in un locale..mi faccio una doccia veloce e poi  la fai tu,oppure ce la facciamo insieme?”

 

Era veramente di buon umore ed un po' mi fece sorridere,in fondo era stato depresso tutta la settimana,così ridendo farfugliai qualcosa:

 

B-“NO faremo la doccia separatamente,odio quando mi dici che spreco troppo sapone,perciò sbrigati che poi la faccio io.”

 

Tornai al computer e salvai tutto il lavoro del pomeriggio,una volta spento, mi ritrovai a pensare che forse questo venerdì sera non sarebbe stato del tutto malvagio.

 

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                                                                     Daryl

 

 

La settimana era stata intensa con le consegne ed il venerdì finalmente era arrivato,uscii dalla doccia completamente esausto,l’unica cosa che desideravo era buttarmi sul letto e godermi una notte di sonno,Merle era da un paio di giorni che non si faceva vivo,probabilmente era da qualche parte ad organizzare i suoi affari sporchi,poco mi importava.Mi avvicinai al bordo del lavandino e con il palmo della mano ,tolsi la condensa che il vapore della doccia aveva creato, quanto bastava per vedere la mia faccia riflessa, un pensiero mi assalì,era passata già una settimana dall’ultimo momento che avevo visto Beth, ero consapevole che rivederla non era tra i programmi.Un po'  per mia volontà ed un po'  per casualità,ero stato attento ad evitare la zona Cony Street anche se,non ero sicuro che quella fosse sempre la sua zona, avrei potuto vederla da qualsiasi altra parte ma non successe. Decisi di chiudere i miei pensieri su di lei,in fondo era una persona come tante altre ,questo almeno era quello che continuavo a ripetermi per convincermi ,in realtà Beth mi dava delle sensazioni strane. Non la conoscevo affatto ma, guardare nei suoi occhi mi regalava qualcosa di familiare come se avesse fatto parte della mia vita da sempre. 

 

Mi fissai nello specchio e allontanai quei pensieri immediatamente, ‘Al diavolo,esci dalla mia testa’ pensai,guardai l’ora sul cellulare,mancavano pochi minuti  alle dieci,cambiai programma e decisi che sarei andato a quel cazzo di locale con Penny, in fondo, potevo sopportare qualche fighetto di troppo e poi alla più puttana, se le cose si mettevano male avrei avuto sempre l’alcool o l’uscita,così infilai jeans e maglietta e andai.

 

Parcheggiai la moto non molto distante dal locale e senza affrettarmi raggiunsi l’entrata,appoggiata al muro c’era Penny, le diedi un’occhiata veloce ma abbastanza da farmi pensare che fosse una bella ragazza,aveva sfoggiato una minigonna di jeans abbinata a stivali con un tacco decisamente vertiginoso,sulla parte superiore si intravedeva un top nero coperto da una giacca di pelle ,ribelli sulle spalle,i suoi ricci rossi.Con gli occhi mi individuò subito e il suo viso fu immediatamente illuminato da un enorme sorriso,senza dubbio era felice di vedermi ma sinceramente ,non potevo dire la stessa cosa,vederla non mi dava nessun tipo di emozione e questo,a mio parere era perfetto,zero emozioni zero complicazioni.

 

Mi corse incontro e disse:

 

P-“Non pensavo saresti venuto”

 

D-“Allora perché aspettavi?”

 

P-“Perchè volevo sbagliarmi,ora che ti vedo posso dire che mi sbagliavo”

 

D-“Già.”

 

Non dissi altro ed entrammo,la musica ci investì in pieno ed il locale era già fitto di persone,Penny si muoveva veloce tra i vari tavoli non c’era dubbio che si sentisse a suo agio,il mio esatto contrario,mi guardavo intorno senza mai soffermarmi su qualcuno ma ,da quello che vedevo,potevo decisamente dire che Penny aveva ragione,non erano solo figli di papà ,c’era ogni genere di persona nel locale il che, mi fece rilassare. Arrivammo ad un tavolo dove c’erano diversi ragazzi e ragazze e Penny mi presentò:

 

P-“Amici, lui è Daryl! Daryl ,loro sono i miei amici”

 

Feci un cenno con la testa senza dire una parola, loro, un ciao all’unisono,Penny si avvicinò al mio orecchio sussurrandomi:

 

P-“Tranquillo non ti mangiano, andiamo a prendere una birra al bancone”

 

La guardai senza essere per nulla divertito dalla sua battuta.

 

D-“Direi che è un ottima idea”

 

P-“Bene,andiamo”

 

Lasciammo il tavolo per raggiungere il bancone con le spillatrice di birra,il locale,era decisamente pieno e non era difficile urtare le persone spalla a spalla,proprio mentre cercavo di schivare un omone pelato di fronte a me,la vidi. 

 

Beth era seduta in mezzo ad un gruppetto di persone dal tipico aspetto ‘figli di papà’ , mentre  quest’ultimi parlavano vivacemente tra loro,lei ,era completamente assorta nei suoi pensieri con gli occhi fissi nel vuoto e le labbra unite in una linea priva del suo meraviglioso sorriso. Nonostante ciò,l’unica cosa che pensai ,fu che era bellissima. 

 

Ad un tratto mi accorsi che di fianco a lei in piedi ,c’era lui,il suo ragazzo,completamente occupato ad ascoltare le chiacchiere di una donna la quale, gli appoggiava saldamente la mano sul braccio e ridevano,Beth non sembrava notare questa cosa,quando spostai lo sguardo di nuovo su di lei,vidi che quegl’occhi blue ora, fissavano chiaramente me ma ,nella confusione sentii Penny strattonarmi e parlarmi:

 

P-“Daryl cosa stai guardando?Il bancone è dall’altra parte”

 

Guardai Penny solo per un secondo e senza risponderle mi girai di nuovo nel punto esatto dov’era seduta Beth ma, lei non c’era più, “ cazzo” pensai e mi lasciai trascinare da Penny al bancone,continuavo a ripetermi che dovevo ignorare Beth ma,i miei occhi continuavano a cercarla tra la gente fino a quando la vidi di nuovo,i suoi capelli biondi ondeggiavano morbidi sulla schiena coperta da un vestito bianco fino al ginocchio e si dirigeva dritta verso i bagni. Il mio corpo si mosse in automatico senza neanche lasciarmi il tempo di pensare, Penny mi afferrò il braccio dicendo:

 

P-“Dove vai?”

 

D-“In bagno”

 

Non ascoltai cosa disse,schivai un paio di persone che venivano nel senso opposto al mio,uscii dalla sala principale del locale e girai per un corridoio più stretto e fu lì che la vidi ancora,appoggiata al muro,con la borsa in una mano e con l’altra giocherellava con una ciocca di capelli che le cadevano sul decoltè. Mi avvicinai lentamente senza distogliere lo sguardo da lei,ad un trattò si voltò e mi guardò,il suo sguardo mi creò quelle sensazioni che tanto volevo evitare ma,ciò che mi abbandonò a loro del tutto, fu il sorriso che pochi secondi dopo sfoggiò per me.

 

B-“Ciao”

 

Disse,con la sua delicatezza,pensavo di non riuscire a rispondere ma mi stupii:

 

D-“Ciao”

 

Risposi,seguì un attimo di silenzio che naturalmente fu lei a rompere:

 

B-“Anche tu al bagno?O solo bisogno di assenza di confusione?”

 

D-“ Già,forse entrambe”

 

Come un coglione non dissi la verità,non era poi così difficile dire “sai mi volevo solo scusare con te ,per la figura da cazzone della settimana scorsa”! Feci un respiro profondo e parlai ma nello stesso preciso istante parlò anche lei:

 

B-“Daryl..mi d….”     D-“Scus…”

 

Ci fermammo entrambi insieme, ridendo nervosamente,poi lei aggiunse:

 

B-“prima tu”

 

Respirai di nuovo e provai a dirlo tutto ad un fiato:

 

D-“Scusa per venerdì scorso,non dovevo dire quello che ho detto avevi ragione tu ,non ti conosco e non mi dovevo permettere.”

 

Lei mi guardò fissa senza dire niente per alcuni secondi poi,sorridendo disse:

 

B-“Non ti devi scusare,hai detto solo ciò che pensavi e non ci sei neanche andato tanto lontano dalla verità.Sono io che mi devo scusare con te,sono scappata via così e non ti ho neanche ringraziato per il panino,mi dispiace.”

 

Diavolo stava scherzando?Lei si stava scusando?Rimasi completamente rincoglionito da ciò che aveva detto e risvegliato da lei pochissimi secondi dopo come continuò:

 

B-“Dimmi che non è un bruttissimo segno, il fatto che continui a guardarmi senza rispondermi,perché mi fa sentire un idiota”

 

Risi a ciò che aveva detto.

 

B-“Perché ridi?”

 

D-“Perché,Beth non sembreresti un’idiota neanche con un sacco di immondizia addosso”

 

B-“Lo devo prendere come un complimento?”

 

D-“Si,é un complimento.E non mi devi chiedere scusa, anch’io avrei reagito come te, se un coglione mi avesse giudicato”

 

B-“Daryl non sei un coglione.”

 

D-“Non mi conosci”

 

B-“Ok,tregua,facciamo così, tu ti scusi con me ed io con te e siamo pari. Ci stai?”

 

D-“Ci sto”

 

B-“Allora stiamo bene?”

 

D-“Stiamo bene!”

 

Ci guardammo senza distogliere lo sguardo l’uno dall’altra,non c’era gente intorno a noi,non c’erano rumori ,solo noi e il silenzio,un silenzio per nulla fastidioso anzi, amico,un silenzio rotto nell’istante esatto che Penny comparve dietro di me:

 

P-“Daryl!?Ma sei ancora qui?”

 

Beth distolse lo sguardo da me per guardare Penny poi lo abbassò a terra, mi girai verso Penny.

D-“Si Penny…..,il bagno era occupato.”

 

Non sapevo neanche il motivo per cui mi stessi giustificando ma ero completamente sopraffatto dalla situazione,vedere Beth e parlare con lei non era in programma e poi Penny con le sue domande,esattamente le classiche situazioni che odiavo e non volevo assolutamente. Penny guardò Beth dalla testa ai piedi,sorrise a lei ma Penny non ricambiò.

 

P-“E tu saresti?”

 

Beth mi rivolse lo sguardo per una frazione di secondo,poi si girò verso Penny.

 

B-“Oh..io sono Beth,ciao”

 

Tese la sua mano verso di lei per presentarsi ma ,Penny non si mosse di un millimetro,il che mi infastidì parecchio, non c’era motivo di essere scortese ma lei,sembrava fregarsene.

 

P-“Quindi saresti?”

 

Quell’ennesima domanda mi fece alterare.

 

D-“Che vuol dire saresti?Non necessariamente deve dirti chi è!”

 

Aspettai Penny a darmi una risposta ma non arrivò ,Beth mise a tacere il tutto.

 

B-“No non è un problema, non sono nessuno solo una ragazza che ha fatto una presentazione nella libreria dove Daryl fa le consegne,tutto qui.”

 

La guardai un po' provato da quel “Non sono nessuno”non credevo fosse esattamente la cosa giusta da dire ma,non avevo nessuna intenzione di correggere ciò che aveva detto,forse per lei era realmente così,fortunatamente la conversazione venne del tutto interrotta dalla ragazza che uscì dal bagno, e Beth si avvicinò alla porta ma, prima di entrare,sorrise ad entrambi e aggiunse:

 

B-“Mi ha fatto piacere rivederti Daryl ed è stato un piacere conoscere te, Penny,passate una buona serata”

 

Senza aspettare le nostre risposte si chiuse la porta del bagno dietro e scomparve di nuovo.

Io e Penny tornammo in sala ma, non avevo nessuna intenzione di restare ne di rispondere a domande che di lì a poco sarebbero di certo arrivate,così, approfittai della distrazione di Penny per lasciare il locale senza farmi vedere. Raggiunsi la moto, accesi e me ne andai.

 

 

 

N.A.Ciao a tutti.Spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto,a me tantissimo! Vi prego di farmi sapere cosa ne pensate,aspetto con ansia ogni vostro parere e consiglio! un bacio a presto.

p.s.scusate se spesso trovate errori,cerco di impegnarmi il più possibile ma,a volte la fretta è la peggior nemica.

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Capitolo 11
*** Pensieri ed Emozioni ***


                capitolo 11

 

 

                                                               Daryl

 

 

Colonne di scatoloni mi circondavano,pile di giornali,settimanali e mensili, erano ovunque nel magazzino,il loro odore mi invadeva le narici,ricordi riempivano la mia mente,ricordi d’infanzia,non che avessi dei bei ricordi di quel periodo ma,su tutti,l’unico che privilegiava era il ricordo del forte odore dei quaderni nuovi di scuola.Non mi piaceva molto la scuola,non era facile per me interagire con gli altri bambini ma il profumo di quelle pagine nuove mi trasportava in luoghi lontani,mi faceva  pensare al profumo degl’alberi,delle piante,della terra bagnata dalla pioggia,dei boschi alle prime luci dell’alba ed il mio cuore di bambino diventava forte e coraggioso, sentendosi libero,già libero,un profumo mi rendeva libero. Inerme a pilotare i miei pensieri,il profumo della carta si trasformò in profumo di vaniglia e l’immagine assunse una forma angelica con sfumature di giallo bianco e blu,Beth,l’immagine di Beth era fresca come l’aria del bosco dopo la pioggia ed il senso di libertà,mi assalì di nuovo facendomi sentire il cuore forte e coraggioso come a otto anni tra quei banchi di scuola. Diavolo se solo Merle avesse ascoltato una piccola parte dei miei pensieri,mi avrebbe deriso sputtanando a tutti queste cazzate da fighetta ma, non riuscivo a controllare la mia mente al pensiero di lei,o forse, non mi andava di combatterlo. Questo non mi era ancora chiaro,erano passati giorni dalla sera all’Empire e da allora la mia testa faceva brutti scherzi,impegnavo ogni parte del mio corpo in lavori manuali,decine e decine di sigarette occupavano i momenti morti ma,niente di tutto ciò,riusciva a fermare il flusso dei ricordi della sua voce,del suo sguardo,del suo profumo e tra tutti, quella frase, detta con così tanta convinzione da parte sua,”non sono nessuno” , era veramente così per me? Davvero Beth non era nessuno?Più volte mi ero ripetuto che fosse una qualsiasi ragazza incontrata in un giorno per caso,ma tutto ciò che mi provocava ogni volta che la vedevo o che il suo ricordo s’impossessava della mia mente,spazzava via il mio sforzo di convincermi che fosse nulla.No lei non era “nulla”,non era “nessuno”,lei era meraviglia,era l’aria fresca,era lo zucchero che assaggi dopo la medicina amara,non riuscivo ad ignorare tutto questo,non potevo. Ma non potevo neanche dargli importanza,perchè non volevo essere gestito da queste emozioni,non c’era spazio in me per questo,perciò,per quanto gli sforzi di ignorare il suo valore nei miei pensieri fossero nulli,avrei continuato a sforzarmi di dimenticarla e farla uscire dalla mia testa. 

M-“Daryl!”

Martin mi chiamò tirandomi via dai miei pensieri,mi voltai per dargli tutta la mia attenzione e lui continuò:

M-“Senti,gli scatoloni che vedi sulla destra,vanno tutti da Rose,sono quelli che aspettava da giorni,finalmente sono arrivati,sono giorni che mi chiama.”

Giusto appunto,che dicevo?Volevo non pensare a lei?Martin  parlava di Rose e libreria ed io a chi pensavo?Forse Merle aveva ragione,ero una fighetta.

M-“Daryl,ci sei?”

Martin mi guardava con uno sguardo perplesso

D-“Certo,dove vuoi che sia?”

M-“Non lo so,mi sembri assente,c’è qualcosa che non va?

D-“No,niente”

M-“Sai che non amo farti il terzo grado..ma..”

Lo bloccai  all’istante

D-“E te ne sono grato per questo”

M-“Si lo so,ma …e ti prego di farmi continuare,sei pensieroso ultimamente…lo sai che se vuoi parlarne sono qui”

Sospirai profondamente,sapevo che Martin non era invadente,lo apprezzavo proprio per questo,perciò perché dovevano cambiare le cose?
D-“Lo so Martin ma non c’è niente che non va,fine”

M-“Ok,se lo dici tu.”

Lo vidi allontanarsi dispiaciuto e un senso di colpa mi invase,Martin mi aveva aiutato tanto,mi rispettava e si fidava di me ,non meritava il mio silenzio o le mie lavative alzate di spalle perciò,parlai di nuovo:

D-“ Solo pensieri futili,niente di grave,non ti devi preoccupare per me.”

girò su se stesso e mi guardò più rilassato.

M-“non ci sono pensieri futili,ogni pensiero a modo suo se ti occupa la mente è importante”

Eccolo qua ,il vecchio saggio che era in lui veniva fuori,la cosa giusta al momento giusto.

D-“ Ok,ok diciamo che non sono futili,ma comunque non sono gravi da doverti far preoccupare,perciò rilassati capo è tutto sotto controllo.”

M-“Va bene,ti lascio in pace ma non mi hai convinto.Ti conviene caricare sul furgone,le lancette del tempo corrono,sono già le sei e un quarto.”

Guardai l’orologio al muro,diavolo aveva ragione ,così mi affrettai a caricare il tutto e partii per il giro.

 

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                                                                  Beth

 

Che cosa c’era nell’anima di Cosette?La passione calmata e addormentata,amore informe,qualche cosa che era limpido e brillante,torbido ad una certa profondità,cupo più in basso”

R-“Cosa leggi mia cara?”

La voce di Rose mi fece trasalire,tanto da farmi cadere il libro dalle mani,ci abbassammo contemporaneamente  per raccoglierlo,fui più svelta e afferrai il libro,girai delicatamente la copertina, la mostrai a Rose e sorridendo dissi:

B-“I Miserabili,Victor Hugo”

Rose mi guardò in maniera interrogativa ed io subito aggiunsi:

B-“Libro V, ‘Solitudine e caserma’ Cosette nella sua casa in via Plumet,amo quel capitolo,ad un tratto dopo mesi si rende conto di non pensare più a Marius ma, il solo pensare questo le fa pensare di nuovo a lui perciò,non è vero che non lo pensa o meglio la sua testa è occupata da altre distrazioni ma il suo cuore pensa a lui….lo so,sono un inguaribile romantica”

Rose si rialzò dal pavimento e rideva ora,di cuore.

R-“Ragazza mia,quale donna non è un inguaribile romantica?quale donna pensi che non vorrebbe vivere tra le pagine di un libro?Tutte,solo che la maggior parte si concentrano sul concreto uccidendo la sognatrice che è in loro,il chè detto tra noi è patetico,giocano a fare le belle lavanderine e le cenerentole solo per poter vomitare,la sera,ai loro mariti quanto sono frustrate,è ridicolo!”

B-“ Smettila Rose,non essere polemica”

R-“Non sono polemica,è quello che penso della donna d’oggi,pensaci Beth, si lamentano tutto il giorno di quanto sono frustrate dal lavorare,lavare, stirare e cucinare,poi i bambini le rubano gran parte del loro tempo,non pensano mai a loro…diamine!Quello che dico io donna, vuoi del tempo ?cerca di prendertelo,impara a dire no agli altri,amati di più, insomma non sei solo madre e moglie,sei donna in primis comportati come tale,sogna!”

Decisamente Rose aveva ragione,anch’io pensavo che molte donne dopo il matrimonio si rinchiudessero dentro un ruolo che a lungo andare le avrebbe spente,convincendosi che ciò bastava ma, non sarebbe mai potuto bastare.Non avevo idea di cosa mi aspettasse in futuro, ma di certo non volevo finire in quel ruolo e strinsi di più a me il libro che avevo tra le mani,forse la frase “leggere ci rende liberi” ci aiutava a far questo,a combattere contro i ruoli.

Rose mi strappò di nuovo via dalle mie riflessioni:

R-“Bè chi è il tuo Marius in questione?”

B-“Cosa?”

R-“Qual’è il  Marius a cui pensi ma che non vorresti pensare,però ci pensi…”

E sorrise divertita a quel gioco di parole,a volte,pensavo che Rose avesse una grande palla di cristallo oppure,che mi leggesse dentro con un solo sguardo.Non sapevo cosa rispondere a quella domanda,o meglio,non volevo rispondere a quella domanda.La verità era che dentro di me c’era una totale confusione,Tommy era il mio Marius,ma allora perché alla domanda di Rose,limpidi nella mia mente, si sono mostrati gli occhi azzurri e taglienti di Daryl .Non ebbi il tempo né di rispondere a me stessa ,né a Rose perché la campanella della porta d’ingresso si aprì,entrambe ci sporgemmo per vedere il cliente ma,la persona che avevamo davanti non era un cliente.

Era Daryl,entrato di schiena per poter portare i pacchi,non aveva notato la mia presenza,ma durò poco perché ,non appena si girò mi vide.

D-“ Ciao”

Disse,parecchio sorpreso.

B-“Ciao”

Risposi,parecchio imbarazzata,come se in quel preciso istante lui potesse aver capito esattamente ogni singolo pensiero nella mia mente. Scese il solito strano silenzio,avevo gli occhi puntati a terra e stringevo il libro tra le braccia come  fosse un’improvvisata ancora di salvezza,anche se non lo guardavo sentivo i suoi occhi su di me,percepivo il suo sguardo,con la coda dell’occhio guardai Rose che osservava la scena voltandosi da me a Daryl,direi parecchio curiosa di quell’atmosfera,poi decisi di rompere quel silenzio,sorrisi alzai la testa e dissi:

B-“Vado a sistemare il libro,scusatemi.”

Volevo allontanarmi da quello spazio carico di tensione ma soprattutto volevo respirare,si perché,senza rendermene conto avevo trattenuto il respiro,il cuore era andato in gola e lo stomaco….bè lo stomaco,continuava ad avere quel morso fastidioso.Ma che diavolo mi stava succedendo? “Ti prego Beth ricomponiti,non lo conosci nemmeno”  pensai,mi ero resa conto ormai che quelle sensazioni le avevo ogni volta che Daryl,o tutto ciò che aveva a che fare con lui,si presentava, ma non volevo assecondarle,con tutte le complicazioni che avevo con Tommy figuriamoci se potevo lasciarmi andare a fantasie emozionali con uno sconosciuto. ‘Sconosciuto?’ questo era Daryl?Mi voltai senza farmi vedere,lo vidi lì,di fronte a Rose ,dei jeans neri lavaggio sporco,una felpa verdone, la quale si alzò leggermente mentre appoggiava gli scatoloni a terra lasciando intravedere l’addominale laterale  perfettamente scolpito,i capelli deliziosamente spettinati gli coprivano in parte il viso e lo sguardo,uno sguardo completamente indecifrabile a tratti glaciale ma,intensamente profondo. Deglutii a fatica,Daryl era veramente un bellissimo ragazzo e sexy al punto giusto e più lo guardavo e più mi sembrava qualcosa di familiare non uno sconosciuto,ignorare questo era terribilmente difficile, ma dovevo farlo. Perciò ricomposi i miei pensieri e continuai il mio lavoro,lui si diresse sul retro del negozio per sistemare il tutto.

Pochi minuti dopo risbucò,si appoggiò allo scaffale dove ero intenta a sistemare i libri,sentivo di nuovo il suo sguardo su di me non resistetti dal voltarmi ed ora i nostri occhi si attiravano come calamite,ruppi quel contatto dopo pochi secondi per vedere dove fosse Rose e fui sollevata di vederla occupata con una cliente,così da non poter assistere di nuovo ad un eventuale situazione imbarazzante tra noi ma,subito mi dissi che non c’era motivo per creare di nuovo una situazione imbarazzante,era solo un ragazzo di fronte ad una ragazza niente di più,perciò tornai a guardare Daryl e gli sorrisi calorosamente.Lui non aveva spostato di un millimetro il suo sguardo,non rispose al mio sorriso solo disse:

D-“Che ci fai qui?”

B-“Ci lavoro”

D-“E da quanto?”

Il tono della sua voce non sembrava affatto contento di questa notizia,anzi,era ruvido e distante.

B-“Wow non fare troppi salti di gioia Daryl..”

D-“Non hai risposto”

B-“da un paio di settimane circa…”

D-“E perché ?”

Non mi aspettavo quel “perché”,che motivo aveva per chiedermelo,che gli interessava a lui.

B-“Che domanda è perché?Tutti lavorano”

D-“Si ma tu hai già un lavoro”

Sospirai,certo che stupida! forse era un tantino confuso ,mi aveva conosciuto come scrittrice di favole ed ora stavo riordinando una libreria.

B-“Certo hai ragione,avevo solo bisogno di un’altro lavoro e Rose aveva bisogno di un aiuto..mi dispiace che tu non sia entusiasta di questa cosa”

dissi sarcastica,sorridendo.

D-“Perchè dovrei essere entusiasta?”

La sua voce era ancora più distaccata,non capivo il perché facesse così lo stronzo,poi ripensai all’ultimo incontro,Penny,la ragazza che era con lui,forse qualcosa nel mio comportamento quella sera l’aveva infastidita e di conseguenza anche a lui,provai a tastare il terreno e chiedere.

B-“Spero di non aver creato problemi alla tua ragazza l’altra sera”

A quell’ affermazione lui scattò,si raddrizzò allontanandosi un tantino dalla libreria e mi fissò,avrei giurato che per una frazione di secondo l’azzurro dei suoi occhi fosse diventato nero,il suo sguardo mi pietrificò all’istante,’cosa avevo detto di sbagliato???’perchè si era irrigidito così?’

Con mio grande stupore,non disse niente all’infuori di uno sbruffo:

D-“Pfftt”

E si allontanò,lo seguii con la coda dell’occhio,era tornato intento al suo lavoro,con movimenti lesti prese altri scatoloni da terra,dove li aveva lasciati e si diresse di nuovo nel retro della libreria,senza degnarmi di uno sguardo,dentro me qualcosa si scatenò,rabbia?frustrazione?orgoglio femminile ferito?Non lo so,qualsiasi cosa fosse stata aveva acceso una miccia dentro me,tanto da farmi scattare senza pensare,raggiunsi il retro anch’io  e lo vidi mentre sistemava gli scatoloni nell’angolo,mi avvicinai come una furia e con voce stridula da bambina isterica dissi:

B-“Ma che problema hai?Perchè mi hai piantato lì nel bel mezzo della conversazione?Volevo solo essere gentile ma con te è impossibile,non perdi occasione per fare lo stronzo!”

Oddio,non credevo neanch’io a quello che avevo appena detto,mi coprii la bocca con una mano e lo guardai sbalordita,cercai di risolvere la situazione ma non so se questo era possibile:

B-“Scusami…Scusa davvero,non so che mi sia preso,io…io non dico queste cose così dirette di solito,o almeno non ad una persona che conosco appena,scusami Daryl”

Lui mi guardava senza dire una sola parola,questa cosa mi mandava letteralmente fuori di testa,avrei voluto sapere cosa stava pensando,se era incazzato,divertito,infastidito o semplicemente distaccato da tutto ciò,quei suoi lunghi silenzi mi demoralizzavano facendomi sentire una completa incapace.Considerando che non aveva nessuna intenzione di rispondermi mi voltai per andarmene,ma lui parlò:

D-“Non è la mia ragazza e no,non hai creato problemi”

Non aggiunse altro e continuò a sistemare gli scatoloni,rimasi lì alle sue spalle un poco distante da dove era lui,sentivo il desiderio di rivolgergli milioni di domande intrappolate nella mia testa, ‘Allora chi è?Perchè era li con te?perchè si era rivolta  a me così?perchè non mi parli di lei?Che tipo di rapporto avete?Te la porti a letto? Quest’ultima domanda nella mia testa scatenò un calore inaspettato in me,immaginai le sue mani su di lei,sul suo collo e tra i suoi capelli, all’istante cacciai la figura di Penny dalla mia testa e immaginai me al suo posto,le sue mani su di me,sui miei fianchi,al mio viso e tra i miei capelli,il calore che sentivo non era più rabbia ma eccitazione,chiusi gli occhi e resettai tutto dalla mia mente, scappai di nuovo in libreria come una ladra.Mi scontrai con Rose che aveva terminato di servire la cliente,mi guardò e disse:

R-“Qualche problema là dietro?”

Non risposi, anche perché la voce dietro di me mi anticipò subito:

D-“Si è ok là dietro,gli scatoloni sono al solito posto”

Daryl mi sorpassò sfiorando leggermente il suo braccio con la mia spalla,ci guardammo fugacemente, in un brevissimo istante da non riuscire a capire che sguardo fosse,lui parlò di nuovo con Rose:

D-“La bolla Rose e me ne vado”

Appoggiò entrambe le mani sul bancone della cassa e si girò a guardarmi poi,guardò di nuovo Rose che firmava ,salutò entrambe e se ne andò. Che diavolo era successo????Mi sentivo frastornata,stanca, emozionata, accaldata, una completa scema,come se fossi appena scivolata da uno di quei scivoli ad acqua che ti scaraventano dentro una piscina ,dove l’acqua ti invade, l’aria che viene a mancare e appena uno riemerge, l’unica cosa che si pensa è quella di farlo di nuovo.

 

 

 

 

 

 

 

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                                                             Daryl

 

Ero incazzato nero,salii sul furgone,appoggiai la testa allo schienale e con le mani strinsi forte il volante tanto da far diventare le nocche di un colore biancastro.Come cazzo faceva ad essere così bella?Questo era quello che mi faceva incazzare,non dovevo pensare a lei e lei dov’era?Ovunque,ora ci lavorava anche in quella fottutissima libreria,il destino stava giocando col mio autocontrollo,mentre ero là dentro, in me era avvenuta una completa battaglia tra l’istinto di ignorarla e quello di avvolgerla tra le braccia e baciarla contro quel muro freddo nel retro della libreria.Per mia fortuna il suo modo di giungere a conclusioni sbagliate come,pensare che Penny fosse la mia ragazza e ultimo, pensare che fossi un completo stronzo,mi aiutò a seguire l’istinto di ignorarla ma,il pensiero di essere uno stronzo per lei, mi affliggeva,per quanto fosse vero non volevo che lei pensasse questo di me.

Tornai alle mie consegne,ma quei pensieri non mi lasciarono neanche per un minuto,dovevo trovare un modo per mettere fine a tutto questo,lei non era qualcosa di adatto a me,così mi diressi nel primo posto dove potevo non dare peso alle emozioni,parcheggiai il furgone e senza nessun tipo di riflessione raggiunsi l’edicola dall’altra parte della strada.Per mia fortuna Tony non c’era,trovai solo Penny intenta a sistemare le riviste.Mi avvicinai cercando di non spaventarla,poi schiarendomi la voce,catturai la sua attenzione facendola voltare,sfoggiò un sorriso entusiasta correndomi incontro e avvolgendomi le braccia al collo:

P-“Pensavo fossi arrabbiato con me dopo venerdì”

Spostai delicatamente le sue braccia dal mio collo,non volevo quel contatto e risposi:

D-“Se pensavi che lo fossi vuol dire che sapevi di aver fatto qualcosa di sbagliato”

Spense il suo sorriso dalle labbra:

P-“Si,scusa non dovevo rivolgermi così a quella tua amica ma…”

Amica,quella parola mi fece tornare la rabbia,ma perché diavolo tutti pensavano di sapere tutto.

D-“Non è una mia amica”

Forse avevo sbagliato a precisare questa cosa,considerando come Penny aveva soppesato le mie parole ed il mio tono:

P-“Giusto,com’è che lei ha detto?..Ah si ‘non sono nessuno’ ,comunque ,è che mi sono ingelosita eri uscito con me e stavi in quel corridoio a parlare con lei e il modo in cui lei ti guardava”

La frase che per settimane mi aveva dato fastidio venne spazzata via all’istante da quella appena detta da Penny ‘…il modo in cui lei ti guardava’ , un’insolita e devastante curiosità mi invase,e mi chiesi ’perchè come mi guardava?’ quel pensiero era così forte che quasi lo stavo per dire ad alta voce,ma non lo feci. Bruscamente cambiai argomento:

D-“Che fai stasera?”

P-“Niente ancora,hai qualcosa da propormi?”

Guardai lontano e alzai le spalle per sminuire quello che stavo per dire:

D-“Ci prendiamo una birra?”

P-“Volentieri a che ora?”

D-“Quando ti pare,scegli tu.”

risposi con tono alquanto apatico.

P-“Facciamo alle 11,prima ho yoga”

D-“Vada per le undici”

P-“Mi passi a prendere tu?”

Non ci pensavo per niente a passarla a prendere, non volevo assolutamente che tutto ciò sembrasse un appuntamento perché non lo era affatto era solo un modo,per me,per divagare la mente.

D-“No,ci vediamo al Toxic.Hai presente?”

La delusione si manifestò chiara nei suoi occhi mentre accennava un si con la testa ma ,non le diedi importanza,feci un veloce cenno e me ne tornai al furgone lasciandola lì.

Il resto della giornata passò normalmente,conclusi le diverse pratiche di imballaggio al magazzino insieme a Martin,scambiammo come sempre quattro chiacchiere sulle partite del weekend precedente,io mi stappai una birra e lui sorseggiava il suo tè a malincuore,continuando a ripetere quanta mancanza avesse dell’alcool,mi beffeggiai di lui parecchio infierendo sul fatto che stava diventando vecchio,ridendo e scherzando si fecero le otto,chiudemmo il magazzino, finalmente la settimana era finita,salutai Martin e me ne andai a casa.

Il suono che riecheggiava nel corridoio mentre salivo le scale mi fece percepire immediatamente la presenza di Merle a casa,alzai gli occhi al soffitto prima di infilare la chiave ed entrare,gironzolava a petto nudo e scalzo con solo un asciugamano bianco in vita.

M-“Ehi,fratellino finita la tua giornata?”

Chiusi la porta dietro di me e senza guardarlo risposi,appoggiando le chiavi nel portaoggetti all’entrata:

D-“Si”

M-“Avanti fratello, hai solo questo da dirmi dopo giorni che non ci vediamo?”

Mi voltai esasperato,cercando di non vomitargli qualche stronzata addosso:

D-“Cosa vuoi che ti dica Merle?”

M-“Non so,magari come sono andati gli affari”

Risi sarcastico.

D-“Cosa cazzo me ne frega dei tuoi sporchi affari”

Gelandolo con lo sguardo che a quanto pare non apprezzò,perchè in un attimo mi prese per il davanti della felpa strattonandomi,infilando la sua faccia sotto al mio mento.

M-“Non me ne frega un cazzo se non è tra i tuoi interessi ma,sono il tuo sangue idiota ed esigo rispetto”

Non mi mossi di un millimetro e affrontai i suoi occhi impavido:

D-“Sennò che fai?Me le suoni?E pensi che io non sia abituato a questo trattamento?

Alla mia affermazione mi lasciò andare e lo sguardo incazzato che aveva si  trasformò in..non so,forse senso di colpa?Non ci speravo più di tanto.

M-“Cazzo Daryl sai che non lo farei!Non sono lui”

Per lui intendeva nostro padre,ormai erano anni che non nominavamo il suo nome convinti che,cancellarlo dalla nostra mente era l’unico modo per cancellare le percosse, prese nel corso dell’infanzia e dell’adolescenza ma, le cicatrici di quegl’anni rimanevano lì,non solo sulla pelle ma anche nel cuore.

D-“Il rispetto si deve guadagnare Merle,vuoi il mio rispetto?Dimostramelo”

Dissi,addolcendo il tono.

Merle si fece una grossa risata e rispose con la sua solita ironia.

M-“E cosa devo fare Darylina???Fare la spesa?O meglio il bucato?

D-“Vaffanculo Merle”

M-“No vaffanculo tu!!!Non ti riconosco più mi sembri solo la puttana di qualcuno,sempre pronto per il prossimo!”

D-“Io non sono la puttana di nessuno!!”

Urlai incazzato ed eclissai completamente ogni singola risposta che uscì dalla sua bocca,andai direttamente in bagno,aprii l’acqua della doccia e mi ci infilai,come un coglione non aspettai l’acqua calda ed il getto mi colse in pieno facendomi imprecare, poi il calore arrivò,mi abbandonai a quella sensazione di relax che solo la doccia ti donva dopo una lunga giornata, appoggiai la fronte alle mattonelle e chiusi gli occhi.Ciocche di una doratura brillante mi fiammeggiavano nella mente e i suoi occhi grandi blu invasero i pensieri,tutto sparì in un lampo,lo stress del traffico,le lamentele degli edicolanti anomali e strani,la litigata con Merle,tutto a confronto con quell’immagine passava in secondo piano.Sospirai di nuovo e chiusi l’acqua,pensai che dimenticare quella ragazza stava diventando quasi impossibile, ripensai con quale ardore  mi aveva detto che ero uno stronzo e con quale velocità si era scusata l’attimo dopo,mi strappò una risata,era incredibilmente bizzarra.

Uscii dalla doccia e mi asciugai,non mi ero nemmeno reso conto che si erano fatte già le dieci,girovagai senza far nulla, ancora per un po' in casa,visto che Merle si era degnato di andarsene ed io potevo finalmente rilassarmi,non durò molto avevo quell’impegno con Penny perciò di lì a poco sarei dovuto andare,non sapevo neanche io cosa stavo combinando con questa tipa, mi stavo veramente comportando da stronzo, ma era un diversivo e non riuscivo a non farlo,mi infilai la giacca,presi le chiavi della moto e uscii.

 

 

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                                                                  Beth

 

 

Mi ero rannicchiata sul divano,completamente coperta dal plaid,avevo a malapena gli occhi scoperti per poter intravedere la tv,dove stavano trasmettendo uno dei tanti telefilm del momento,in verità ero fissa a guardare lo schermo ma non lo vedevo minimamente.Pensavo?Ovvio che pensavo,la mia mente sembrava non aver fatto altro per anni,sempre lì a rimurginare e se…e se…e se,mio padre diceva sempre “Bethy la vita non è fatta di ma e di se” belle parole,io pensavo invece ci fosse sempre un “ma e un se”,è proprio questo che ci sfinisce,sospirai e infilai completamente la testa sotto la coperta, ad alta voce dissi: “Vorrei sparire come se questo fosse un mantello magico”…Che stupida che ero,parlavo anche da sola.Poi qualcuno suonò,mi alzai per aprire,forse Mery della porta accanto aveva bisogno di qualcosa,una volta aperta la porta vidi che non era lei,era Tommy,alquanto irritato perché aveva perso le chiavi.

T-“Ciao,non trovo le meledette chiavi”

B-“L’avrai lasciate al salone”

E tornai a sdraiarmi sul divano senza dare neanche peso alla sua risposta.

T-“No non credo,sono sicuro di non averle proprio prese ,devono essere qui da qualche parte.Sarebbe più facile trovarle se non ci fosse tutto questo caos in casa”

Cielo,avevo il terrore che iniziasse con le sue prediche da vero uomo del sud, ‘che palle’ pensai,ma decisamente Tommy quella sera non aveva nessuna voglia di litigare,infatti si avvicinò al divano e appoggiò entrambe le ginocchia tra le mie,con piccoli baci sulla base del collo raggiunse il lobo dell’orecchio,era scoperto, visto che avevo raccolto i capelli su,infilò una mano sotto la canotta che indossavo e raggiunse velocemente la coppa del reggiseno,chiusi gli occhi stretti cercando di pensare a qualcosa che mi tranquillizzasse,ma era davvero difficile mentre avevo tutto il suo corpo sopra di me con la sua erezione che premeva invadente,cercai però,di respirare e pensare che in fondo sarebbe stato veloce.

 

 

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                                                                   Daryl

 

Il tempo passato al bar con Penny era stato breve,o almeno credo,il giusto per scolarci diverse birre e sbronzarci leggermente.Lei continuava a parlare con me avvicinandosi sempre di più ad ogni parola,fino a solleticarmi il collo con le punte dei suoi ricci,diverse volte ero indietreggiato per evitare un contatto ma,dopo forse la settima birra mi era un po' difficile, di comune accordo lasciammo il bar per raggiungere la sua auto.Una volta dentro non era difficile scoprire come sarebbe andata,Penny era una ragazza molto attraente e sapeva perfettamente come usare il suo corpo,il mio cervello aveva ben chiaro di non fare sesso con lei,il problema erano le parti basse che agivano completamente per conto loro e non ci volle molto per far si che,tutto il mio corpo reagì al suo tatto,che aveva appena invaso la zona  dentro la cerniera dei pantaloni.Ne seguirono baci convulsi e piccoli lamenti vogliosi,con le mani mi addentrai sotto la maglia e raggiunsi il seno,giocando freneticamente con i capezzoli,le sbottonai i jeans e stavo per tirarli giù per addentrarmi nell’obbiettivo di ogni uomo ma , come un lampo vidi gli occhi di Beth,grandi e luminosi,fu una semplice frazione di secondo ma bastò per bloccarmi e allontanarmi di scatto da Penny che confusa mi guardò e disse:

P-“Che ti prende?”

D-“Niente,solo non mi sembra il caso”

P”Ma non capisco,andava tutto bene”

Certo,per lei andava tutto bene.

D-“No Penny non andava tutto bene.”

Mi richiusi la cerniera dei pantaloni,ad un tratto l’effetto della birra era completamente sparito per lasciare spazio alla mia coscienza,perché strano, ma ancora ne avevo una,non potevo fare sesso con Penny,lei era una brava ragazza e non volevo scoparmela in una macchina nel parcheggio di un bar e mezzo sbronzo.

P-“Non capisco,ho fatto qualcosa di sbagliato?”

Ci mancava solo questo ora,la guardai,i suoi occhi erano lucidi,stava forse per crollare in un pianto isterico,speravo di no,non avrei retto anche a quello oggi.

D-“Penny,per favore evita di piangere,tu non hai fatto niente di male”

Dissi distaccato.

P-“e allora cosa?Cosa c’è che non va?”

D-“Sono io ok?Sono io e basta tu non c’entri”

Lei sorrise alle mie parole mi prese il viso fra le mani e disse:

P-“Daryl,tu sei perfetto,non devi di…”

Non la feci neanche finire a parlare.

D-“Ma che ne sai di come sono io,eh?Cosa sai di me?Niente..non sai niente”

P-“Ma…”

D-“No Penny niente ma”

Aprii la portiera della macchina per andarmene,ma prima di uscire dissi un’altra cosa:

D-“ Tuo padre non sarebbe felice di sapere che ti fai sbattere dal ragazzo delle consegne in una macchina”

Detto questo,mi alzai e me ne andai.Nell’istante che pronunciai quelle esatte parole,sapevo che l’avevo fortemente offesa.Ma in quel momento sentivo che fosse la cosa giusta da fare.

 

 

 

 

 

N.A.Ciao a tutti.Bè che ne pensate di questo ultimo capitolo?So che sarebbe  bello vedere Beth e Daryl insieme ma le cose non sono così semplici,però pian piano le loro sensazioni si stanno evolvendo.Capiranno cosa vogliono?Ma soprattutto riusciranno a fare la cosa giusta per loro?Fatemi sapere cosa ne pensate vi aspetto con ansia.un bacione e al prossimo capitolo.

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Capitolo 12
*** Buio e luce ***


            Capitolo 12 

 

                                                                  Beth

 

I giorni passavano veloci,i miei pomeriggi erano dedicati alla mia nuova fiaba ed il mio lavoro alla libreria andava sempre meglio,di Daryl nell’ultima settimana non si era vista neanche l’ombra,questo per me fu un sollievo. Il nostro ultimo incontro aveva suscitato sensazioni molto particolari a cui non ero pronta,creandomi paura ed insicurezza.Dire che non avevo pensato a lui,significava mentire a me stessa perché in realtà, Daryl era spesso nei miei pensieri,una volta lo avevo anche sognato ed il risveglio fù molto caldo,quest’attrazione ormai innegabile che provavo nei suoi confronti, metteva a nudo una parte di me che tendevo a nascondere e il non riuscire a controllarla mi spaventava.Nonostante ciò cercavo nel miglior modo possibile di ignorare quei pensieri e focalizzarmi sul lato lavorativo in forte evoluzione.

Stavo sistemando i libri di cucina in ordine alfabetico quando,sollevai lo sguardo e vidi che l’orologio segnava le 12.45,di lì a poco, avremmo chiuso la libreria per la pausa pranzo.Rose mi aveva gentilmente chiesto di tornare altre due ore nel pomeriggio ed io avevo accettato,questa richiesta confermò quello che sospettavo da due giorni circa,ovvero che Rose fosse molto stanca ultimamente,anche un po' pallida ma, non ne feci parola con lei non volevo sembrare invadente.

Tornai a casa per il pranzo,accesi il computer giusto per controllare le ultime righe del mio lavoro e fare qualche correzione,come sempre persi la cognizione del tempo davanti allo schermo,ma riuscii a prepararmi in orario per tornare in libreria.Decisi di non prendere il taxi e di fare una passeggiata,il sole splendeva alto e si manifestava ancora leggermente caldo per essere quasi la fine di ottobre,Halloween era alle porte e nell’aria si respirava odore di dolcetto e  scherzetto,ovunque c’erano zucche di ogni genere,intagliate, decorate ,grandi ,piccole, buie e luminose.Assaporai tutto di quell’atmosfera nell’aria e come se potessi catturarne l’odore,affondai parte del viso nella mia giacca per poterlo portare con me per il resto della giornata.

Arrivai davanti alla libreria e rimasi sorpresa di non vedere alcuna luce accesa,controllai velocemente l’ora sul cellulare e vidi che erano passate da pochissimo le quattro,il che,mi sembrò parecchio anomalo considerando che Rose arrivava sempre un quarto d’ora prima.Decisi di entrare lo stesso con la copia delle chiavi che mi aveva dato per le emergenze.

Accesi tutte le luci ed il registratore di cassa,dopo di chè attesi pazientemente che Rose arrivasse.Alle 16.30,di lei non si vedeva neanche l’ombra,iniziai a preoccuparmi un pochino ,non era questo il suo comportamento ne ero certa, perciò doveva essere successo qualcosa.Non attesi oltre e la chiamai sul cellulare,lasciai squillare parecchio e proprio mentre avevo perso la speranza che mi rispondesse,una voce parlò dall’altro capo del telefono ma, non apparteneva a lei.

B-“Salve cercavo Rose,me la può passare?”

La voce rispose un pochino in affanno e apparentemente allarmata.

V-“No non può parlare ora.Chi è lei?”

B-“Sono la ragazza che lavora in libreria ,ho bisogno di parlare con Rose”

V-“Oh cielo,devi essere Beth allora?”

B-“Si sono io.”

V-“Sono la vicina di Rose,lei …lei ha avuto un malore,un’ambulanza l’ha portata in ospedale.”

B-“Cosa?…Come un malore,e come sta ora?”

V-“Non so dirti ragazza,non mi hanno detto nulla ora sto cercando di raggiungerla e scoprire qualcosa”

B-“Capisco,oddio!!…Senta mi faccia la cortesia di chiamarmi quando ha notizie,io sono qui in libreria,oppure mi richiami sul cellulare,il numero lo trova nella rubrica di Rose..la prego”

V-“Si certamente..ora vado”

B-“Aspetti..com’è il suo nome?Con chi ho parlato?

V-“Francis,sono Francis..ora vado a presto spero”

E riagganciò senza aspettare il mio saluto,alzai lo sguardo nel salone della libreria, tutto era semplicemente come era stato lasciato,il silenzio regnava,sentivo i miei occhi bruciare di lacrime 

‘e adesso che faccio’ pensai,non ebbi il tempo di rielaborare quel pensiero che una cliente entrò,gentilmente seguii le sue richieste,presto ne entrò un’altra e poi un’altra ancora,la libreria stava prendendo vita,c’era un via vai continuo,non riuscivo a gestire tutta la clientela contemporaneamente e questo mi creò una leggera agitazione ma,il vero panico mi assalì quando,premendo un pulsante del registratore di cassa,qualcosa andò in cortocircuito e tutto,ogni singola parvenza di elettricità mi abbandonò. Ero completamente nel terrore non sapevo cosa fare,non potevo far pagare i clienti e la sala era in completa penombra, là fuori il sole era già calato da una buona mezz’ora,cercavo di toccare qualsiasi interruttore avessi  davanti per poter far ripartire qualcosa ,ma niente,i clienti iniziarono a spazientirsi e pian piano se ne andarono dal primo all’ultimo,non sapevo cosa fare.

 Una volta rimasta sola nel negozio, presi la rubrica dove Rose segnava i numeri di telefono di tutti praticamente,non so magari avrei trovato un’elettricista o qualcuno di fiducia.Sfogliando i vari nomi subito mi saltò all’occhio il nome Martin,l’avevo già sentito nominare ma non riuscivo a ricordare chi fosse,ma poi ,vidi il piccolo asterisco di fianco accompagnato dalla scritta Daryl e il numero di cellulare,rimasi a fissare il numero per un istante e poi mi resi conto che era l’unica cosa da fare,alzai la cornetta del telefono della libreria ma,solo per scoprire che neanche quella funzionava,non c’era linea. Non avevo molta scelta così presi il mio cellulare e composi lentamente il numero,le mani sudavano e il cuore aveva appena accelerato i suoi battiti,’ti prego Beth non ora,non ora,’ripetei a me stessa poi,una voce ruvida rispose.

D-“Pronto?”

Non riuscii subito a parlare e lui disse di nuovo con voce un tantino più grave:

D-“Pronto?”

B-“D-Daryl?”

D-“Si,chi è?”

In sottofondo si sentivano delle voci e anche qualcosa di musicale,cercai di non distrarmi e parlai:

B-“Daryl sono Beth,Beth della libreria di Rose”

Ci fu silenzio dall’altra parte, solo la musica che però svaniva piano piano,poi di nuovo lui:

D-“Si so quale Beth,che c’è?”

La sua voce non sembrava infastidita ma rimaneva comunque fredda e questo mi portò subito a giustificarmi:

B-“Scusami,ho trovato il numero sulla rubrica di Rose e…io non sapevo chi chiamare,sono davvero disperata…Daryl ti giuro non ti avrei chiamato se non fossi così disperata….”

La mia voce s’incrinò e un nodo mi salì in gola impedendomi di finire la frase.

D-“Ehi..che significa disperata,Beth che succede?Passami Rose.”

Al nome di Rose iniziai a piangere silenziosamente ma credo che lui se ne accorse,perchè subito parlò di nuovo con agitazione nella voce.

D-“Beth parla,che succede?Dov’è Rose?”

Tutto d’un fiato dissi qualcosa che assomigliava ad una spiegazione:

B-“Ha avuto un malore e poi è andata via la luce,non funziona niente qui,sono da sola e non so come accendere la luce e non sapevo chi chiamare,poi la rubrica,c’era il tuo nome e ti conoscevo,perciò….ti prego puoi venire,ti prego..io non so cosa devo fare…”

D-“Il tempo di arrivare,non toccare niente arrivo.”

Riattaccò,rimasi lì impalata con il cellulare tra le mani senza fare niente,aspettavo.

 

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                                                                 Daryl

In poco tempo ero nei pressi della libreria,lasciai la moto nei parcheggi adiacenti alla piazza e l’attraversai,ad illuminare la zona solo le luci dei lampioni,sembrava tutto molto tranquillo,mi saltò subito all’occhio, l’unico edificio privo di luce,mi avvicinai alla porta con passo veloce ma abbastanza tranquillo,non sembravano esserci pericoli di alcun genere intorno.Entrai e la vidi lì,appoggiata al muro dietro la scrivania,con la testa al pavimento assorta dai suoi pensieri,al suono della campanella sulla porta,alzò di scatto lo sguardo,i suoi occhi erano provati e lucidi e nonostante la leggera oscurità che c’era, potevo intravedere quelle iridi di un blu acceso.

B-“Daryl..scusa io..non sapevo chi chiamare.”

Mi avvicinai a lei salutandola con un leggero cenno alla testa.

D-“Non è un problema”

Dissi.Mi infilai dietro al bancone vicino a lei:

D-“Allora vediamo cos’è successo”

Mi abbassai per vedere i vari fili sotto al computer e al registratore di cassa, per capire se tutto era normale,apparentemente lì non vi era alcun problema,sicuramente era il contatore che era saltato.

B-“Devo aver spinto qualcosa,non so neanch’io cosa ma all’improvviso si è spento tutto e non sapevo cosa fare.”

La guardai ,era completamente in panico,di solito odiavo quando le donne andavano in confusione per queste stronzate ma con lei era diverso,sentii solo il bisogno di tranquillizzarla e abbracciarla ma mi trattenni dal farlo,mi alzai da terra e mi limitai ad appoggiarle una mano sulla spalla e dissi:

D-“Beth rilassati,non è niente di allarmante,solo un cortocircuito”

Nonostante quel tocco con lei fosse innocente,sentii ogni tipo di vibrazione sul mio corpo tanto da staccarmi immediatamente onde evitare qualcosa di cui mi sarei pentito, lei invece, non si spostò di un millimetro e continuava a guardarmi,ebbi la sensazione che aveva un estremo bisogno di quel contatto.Mi allontanai dal bancone e mi diressi sul retro facendomi luce con il cellulare,lei mi seguì chiedendo:

B-“Dove vai?”

Quasi sorrisi a quella domanda.

D-“Vado al contatore,sicuramente è lì il problema”

La sentii sospirare:

B-“Oddio non ci avevo minimamente pensato al contatore,che stupida.”

Risi davvero a quel commento e mi divertii a prenderla un po' in giro,magari avrei spezzato la tensione che aveva addosso.

D-“Non avevo dubbi Beth,sei una donna…haha”

B-“Stai dicendo che siccome sono una donna non ci potevo arrivare???”

La sua voce aveva cambiato subito tono,eccolo qui che il gattino cacciava gli artigli,almeno ero riuscito a smuoverla dal completo stato remissivo che aveva e risi di nuovo:

D-“Dai ti sto prendendo in giro,ho capito che eri allarmata,non eri abbastanza lucida per ragionare,succede lo capisco”

Intanto con le mani aprivo lo sportellino del contatore,girai leggermente la testa per guardarla,l’immagine che avevo al mio fianco era indubbiamente buffa ma allo stesso tempo di una dolcezza infinita,mi arrivava all’altezza della spalla e i suoi capelli erano raccolti da un lato, alcune ciocche le cadevano libere ai contorni del viso,le sue labbra erano di un rosa vivo strette in una linea morbida,le piccole rughe di espressione tra gli occhi,che si erano formate pochi secondi prima alla mia presa in giro,stavano sparendo al mio mezzo sorriso.Ci guardammo per pochissimi secondi ma sembrò un’eternità,il buio della stanza rendeva il tutto ancora più intimo,era così vicina che sarebbe bastato un singolo movimento per sfiorarla, fortunatamente fu lei ad abbassare veloce lo sguardo ma fui lo stesso in grado di notare l’accenno di un lieve sorriso,non persi occasione per sottolinearlo:

D-“Quel sorriso significa che hai perdonato la mia battuta sessista?”

B-“Non ho sorriso”

Rispose lei sulla difensiva.

D-“Oh si lo hai fatto”

Anche al buio la vidi arrossire leggermente,era adorabile.Nonostante non volessi staccarle gli occhi di dosso,mi girai a vedere i vari pulsanti sul contatore,dovevo mandar via questo buio che in questa situazione stava decisamente ostacolando il mio autocontrollo.Il tempo di un breve movimento sul pulsante in questione e la luce tornò,Beth si guardò subito intorno allargando i suoi grandi occhi che sorrisero ancora prima delle sue belle labbra,poi esclamò:

B-“Finalmente!! Che scema che sono,ti ho fatto correre fin qua senza motivo,potevo farlo io se solo non andavo in panico!Scusa”

Mentre parlava ci spostammo di nuovo nella sala principale,mi avvicinai alla porta d’ingresso per togliere le mandate che avevo fatto precedentemente per sicurezza e le risposi:

D-“Beth smettila di chiedermi scusa ed ora puoi spiegarmi cosa è successo a Rose?”

B-“Non lo so con certezza,quando sono arrivata lei non c’era,non era normale perché Rose è sempre in anticipo ,così l’ho chiamata al cellulare e mi ha risposto la vicina la quale mi ha detto che aveva avuto un  malore e la stavano portando in ospedale,non ha aggiunto altro,il resto lo sai.”

D-“Ok devo avvertire Martin,lui e la moglie sono molto amici di Rose,lo chiamo subito. Riesci a stare due minuti senza andare in panico?!”

Sorrisi di nuovo guardandola,mi permettevo di scherzare visto che si era totalmente tranquillizzata ora,non perse occasione per ribattere:

B-“Si,sei molto divertente,smettila di trattarmi come una damigella in pericolo,con la luce ora posso farcela da sola,Robin Hood”

Sbottai in una grossa risata,di certo non le mancava il senso dell’umorismo,uscii fuori dalla porta per avvertire Martin,anche per capire in quale ospedale Rose fosse e sicuramente Maddie,la moglie, grande amica di Rose,avrebbe fatto le telefonate giuste per avere notizie.

Intanto la libreria ,pian piano,al ritorno della luce,si stava ripopolando e Beth era già indaffarata con alcune clienti,potevo anche andarmene visto che il mio aiuto non serviva più ma,onestamente volevo rimanere,notai che un ragazzo attendeva alla cassa per pagare,non persi tempo e d’istinto raggiunsi il retro del bancone e gli feci pagare l’articolo,sapevo come fare.

 

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                                                                    Beth

 

Non credevo a me stessa di come stavano andando le cose quel pomeriggio,stupita dal vedere che Daryl, si era velocemente accomodato al bancone e stava facendo pagare i vari clienti.Continuavo a servire una ragazza che cercava un libro per ragazzini da regalare al nipote ma,con la coda dell’occhio non perdevo occasione per guardare Daryl,mi piaceva averlo lì,mi sentivo più sicura e non potevo negare che la sua decisione di rimanere,mi aveva reso felice,che dico felice?Ero letteralmente al settimo cielo e mi sentivo completamente un’idiota per questo.Ad un tratto la ragazza di fianco a me disse:

R-“Si è veramente un bello spettacolo”

Mi girai subito a guardarla pensando si riferisse al libro che aveva tra le mani ma,notai che il suo sguardo era completamente rivolto a Daryl,sbalordita da tanta schiettezza risposi incredula:

B-“Cosa scusa?”

Lei mi guardò un po' imbarazzata,forse il mio tono era sembrato infastidito o forse non era solo una sembianza,ero infastidita.Lei subito si scusò:

R-“Oddio mi dispiace,è il tuo ragazzo?”

Arrossii alla sua conclusione:

B-“No,no non è il mio ragazzo,tranquilla”

Cercai di recuperare alla reazione precedente non volevo assolutamente dare l’impressione della ragazza gelosa,anche perché non ero la sua ragazza,per tanto non né avevo alcun diritto ma allora perché continuavo a sentire la voglia di insultare il soggetto davanti a me,intimandole di guardare immediatamente da un’altra parte?Ad enfatizzare quella sensazione fu la successiva affermazione che fece con un sorrisetto malizioso stampato in viso.

R-“Allora posso dire che è uno spettacolo guardarlo,fossi in te che hai la fortuna di lavorarci, non gli staccherei gli occhi di dosso.”

Ignorai completamente le sue parole,evitando di reagire in modo sconsiderato e riportai l’attenzione sul libro da scegliere.

B-“Questo mi sembra perfetto per l’età di suo nipote,guardi ‘Mitologia Greca’a fumetti,che dice?”

E sorrisi nel miglior modo possibile.Mi guardò un po' stizzita ma poi annuì,l’accompagnai alla cassa con l’intenzione di farla personalmente pagare.Daryl si spostò di lato guardandomi curioso,naturalmente non sapeva del perché mi ero diretta io in quel caso,gli sorrisi gentilmente e mi limitai a dire:

B-“Faccio io,devo fare un pacchetto alla ragazza.”

Lui tranquillamente,tirando fuori il suo cellulare dal muro,rispose:

D-“Come vuoi”

La ragazza intanto continuava a fissarlo con occhi da triglia,buttavo uno sguardo al libro che incartavo e uno a lei,m’innervosiva e volevo sbrigarmi per farla andare via,presto fatto perché pagò e se ne andò,continuando ad ammiccare verso Daryl mentre usciva,ma lui non si accorse di nulla completamente assorto dal suo cellulare.

Gettai uno sguardo all’orologio,si erano fatte le otto,potevo decisamente fare la chiusura cassa e chiudere,mi rivolsi però a Daryl prima,il quale ora stava sistemando qualcosa sotto al bancone.

B-“Grazie”

Senza alzare la testa disse:

D-“Mmmmh?”

B-“Ho detto grazie”

A quel punto mi guardò sorridendo:

D-“La damigella sta ringraziando Robin Hood per averla salvata dal pericolo?”

Non riuscii a non ridere a ciò che aveva detto,si spesso era uno stronzo ma a volte riusciva ad essere tenero e adorabile,un idiota adorabile in questo caso.

B-“Stupido,non puoi semplicemente dire prego”

Si alzò di scatto davanti a me a distanza di pochi millimetri,il viso serio, mi fissava dritto negl’occhi, sentii le gambe improvvisamente deboli e smisi di ridere,poi subito lui parlò:

D-“Prego”

Indietreggiai agitata da quell’estrema vicinanza e cercai di parlare per nascondere il mio imbarazzo.

B-“Ora puoi andare,avrai sicuramente degli impegni.Io posso farcela da sola adesso.”

Lui non rispose subito,sospirò e abbassò lo sguardo farfugliando qualcosa di incomprensibile,poi aggiunse:

D-“Allora vado?!”

Sembrava una domanda più che un’affermazione e mi resi conto che in realtà, non volevo che se ne andasse e senza neanche pensare dissi:

B-“Però..se non hai da fare,potresti venire da Rose con me?!”

Dubitai subito della richiesta che avevo fatto e aggiunsi velocemente senza aspettare una sua risposta:

B-“Ma se hai da fare non importa,non so neanche perché te l’ho chiesto,lasc…….”

Non mi fece finire di parlare che disse:

D-“Non ho da fare,ti accompagno.”

Mi rilassai alla sua risposta e gli sorrisi,avevamo saputo da Martin l’ospedale dove Rose era stata portata e volevo vederla,volevo sapere come stava e dirle che della libreria non doveva preoccuparsi,magari avrei tralasciato l’episodio della luce ed il mio panico,sorrisi a quel pensiero e guardai Daryl che era intento a spegnere le luci e successivamente il computer.Alzò lo sguardo e divertito dal mio, disse:

D-“Che hai da sorridere?”

B-“Niente,sei bravo alla cassa”

D-“Pfft”

Sbuffò.

Faceva sempre quel verso quando qualcuno gli faceva un complimento,non era la prima volta che lo notavo.

B-“Perchè fai così?”

D-“Così come?”

B-“Perchè fai quello sbuffo quando qualcuno ti fa un complimento?”

Fece un’alzata di spalle,poi disse:

D-“Se hai finito lì ce ne andiamo”

Lasciai correre il suo repentino cambio di argomento,non voleva rispondere ed io di certo non volevo forzarlo a farlo.

Una volta spente tutte le luci ci avvicinammo ad una moto,stupita che fosse la sua ,chiesi:

B-“Hai una moto?”

D-“Si,hai problemi?”

B-“No no,almeno credo,sinceramente non sono mai andata in moto.”

D-“C’è sempre una prima volta”

Lo guardai perplessa e divertita, mi stese un secondo casco che aveva slegato da sotto la sella ,infilò il suo e salì sù facendomi il cenno di salire dietro,misi il casco anch’io attenta a stringerlo bene e assecondai il suo gesto. Da sotto il casco disse un veloce:

D-“Reggiti”

Così avvolsi le braccia intorno ai suoi fianchi,un rombo e la moto partì,l’aria mi sbatteva sfacciata sul viso,non avevo una copertura sugli occhi a differenza del suo casco che aveva una visiera,decisi di appoggiarmi con un lato del viso alla sua schiena per ripararmi.Potevo sentire il calore del suo corpo e se mi concentravo riuscivo a percepire il rumore ritmico del suo battito cardiaco,mi rilassai all’istante,strano come mi sembrava così familiare andare in moto quando non ne avevo mai provato l’ebrezza.Mi piaceva,mi piaceva tanto.

 

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                                                                    Daryl

 

Fermai la moto nel parcheggio dell’ospedale e Beth delicatamente scese,a malincuore sentii il suo tocco allontanarsi dai miei fianchi, la guardai togliersi il casco liberando la cascata di capelli ora leggermente scompigliata, aveva il viso completamente rilassato il che non mi stupì affatto, questo era l’effetto della moto,sorridendo dissi:

D-“Allora com’è stato il tuo primo giro?”

B-“Grande”

Rispose entusiasta con un largo sorriso.

D-“Bene”

B-“Già”

Seguì un armonioso silenzio che ci accompagnò fino all’atrio dell’ospedale,dopo aver chiesto informazioni sulla camera di Rose ci avviammo per raggiungerla.

Era lì distesa sul letto assorta a leggere una rivista con una flebo attaccata ad un braccio,sul naso i suoi soliti occhiali leggermente scesi,al nostro arrivo subito alzò lo sguardo nella nostra direzione e ci riservò un leggero ghigno che ricordava un lieve sorriso compiaciuto:

R-“Bene bene,mi domandavo quando sareste arrivati,visto che prima di voi mi hanno raggiunto Martin e Maddie,provo ad indovinare c’è stato un giro di telefonate tra di voi?”

Risi alla sua solita ironia, presente anche in un letto di ospedale.

D-“ Scoperti…allora come stai?”

Beth intanto aveva raggiunto il letto sulla destra senza dire una parola,non ne ero sicuro ma sembrava leggermente imbarazzata.

R-“Sto bene,a quanto pare non era il mio momento.”

B-“Non dire questo ti prego”

Replicò Beth in agitazione mentre le prese la mano.

B-“Mi hai fatto preoccupare,che dicono i medici cosa è stato?”

R-“Angelo non devi preoccuparti,non è stato niente, solo stanchezza”

Guardai Rose sul viso e non aveva un colorito dato dalla stanchezza.

D-“Cazzate,cosa hai avuto?”

R-“Ehi,modera il linguaggio ragazzo!!..Niente ,un piccolo dolore al petto ed ora hanno deciso di controllare il mio cuore nel dettaglio.”

D-“Sarà più lunga di quanto pensi allora.”

Rose sospirò palesemente abbandonando la testa al cuscino.

R-“Ho paura di si ragazzi.A proposito di questo Beth,devo chiederti un enorme favore”

B-“Ovvio,mi occuperò io della libreria,non devi neanche chiederlo”

Gli occhi di Rose si riempirono di lacrime inaspettate,non l’avevo mai vista così,mi era apparsa sempre forte e sarcastica ma a quelle parole si era sciolta come neve al sole,guardai Beth e pensai che quello era l’effetto che aveva sugli altri,regalava amore.

Ad un tratto entrarono nella stanza Medico ed infermiera la quale ci chiese gentilmente di lasciare la paziente per l’ultima visita giornaliera,Beth salutò Rose con un abbraccio e si avviò alla porta, io mi limitai al mio solito cenno e la seguii quando,Rose mi chiamò:

R-“Daryl,aspetta”

D-“Dimmi”

Risposi restando sulla porta.

R-“Occupati di lei,mi raccomando”

Non aveva bisogno di chiedermelo,l’avrei fatto.La tranquillizzai con un cenno deciso della testa ed uscii.

B-“Che ti ha detto?”

Disse Beth nel corridoio.

D-“Niente,vieni ti porto a casa”

Non chiese altro e ci avviammo alla moto.

Lasciai Beth davanti al suo portone senza scendere,mi guardai intorno e lei lo notò.

B-“Cosa cerchi?”

D-“Niente perché?”

In verità mi stavo chiedendo dove stava l’idiota del suo ragazzo,ma questo non lo avrei detto.

B-“Non so ti guardavi intorno”

Sollevai leggermente le spalle e vagamente dissi:

D-“Così”

Sorrise guardandomi.
B-“Ok…bè allora ciao”

D-“Si,Ciao”

B-“E grazie ancora di tutto,sei stato gentile”

Continuava a guardarmi riconoscente, mentre io continuavo a pensare che non servivano i ringraziamenti,avevo fatto quello che andava fatto,no non era vero,lo avevo fatto per lei e ovviamente un pochino anche per Rose,ma questo non volevo lo sapesse perciò,cercai  di camuffare:

D-“Smettila,lo hai già detto”

B-“Ok allora ciao”

Si voltò per raggiungere il portone ma prima che entrò dissi:

D-“Ci vediamo domani”

Si girò a guardarmi ma non disse nulla, mi regalò solo uno splendido sorriso.

 

 

 

 

N.A. ok,mi mancavano insieme questi due perciò,ho deciso di fargli passare qualche ora in comune!!Ditemi cosa ne pensate,vi è piaciuto?Sempre aperta ad ogni vostro consiglio!!vi prego scrivetemi,scrivetemi,scrivetemi!!! E volevo aggiungere tanti tanti ringraziamenti a chi finora ha commentato e chi ha letto la mia fanfiction! Grazie ragazzi non mi abbandonate un bacione a presto.

 

 

 

 

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