Un Nuovo Amore

di Kyasarin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** un Nuovo Compagno ***
Capitolo 2: *** Pensieri Profondi: Idee Contrastanti ***
Capitolo 3: *** Amici ***
Capitolo 4: *** Appuntamento ***
Capitolo 5: *** Triangolo ***
Capitolo 6: *** Chi Sceglerà? ***
Capitolo 7: *** Il Ritorno Dell'Organizzazione - Rapimenti ***
Capitolo 8: *** Ferite ***
Capitolo 9: *** Minicapitolo - I Sospetti di Ai ***
Capitolo 10: *** Coppie ***
Capitolo 11: *** La vita e la Morte ***
Capitolo 12: *** Comunikyazioni ***
Capitolo 13: *** Le tante faccie della Verità ***
Capitolo 14: *** Comunikyazioni ***



Capitolo 1
*** un Nuovo Compagno ***


Un nuovo Compagno

Ran e Sonoko erano arrivate a scuola alle sette e cinquanta. Era una bella giornata assolata, una di quelle giornate che potrebbero dare il buon umore anche a un serpente. Eppure Ran era giù di morale, come quasi tutti i giorni. Shinichi continuava a non rispondere e lei era ormai stufa.

-Ran? Ci sei? Mi senti?

Chiese l'amica, scuotendola.

Eh? Cosa c'è?

Chiese, distratta.

-Oggi sei incredibilmente silenziosa. Ancora problemi con Kudo?

-Sono veramente furibonda con lui. Ogni volta discute solo dei suoi casa come se fosse la cosa più importante per lui. Io non lo sopporto più.

-Lascialo perdere. Non sa quanto si sta perdendo. Se vuole vivere sono con i suoi casi, lo faccia pure. Tu invece pensi troppo a lui. Lo ripeto: Lascialo perdere.

Le disse l'amica. Ma Ran non si sentiva meglio. Era come se avesse un'enorme buco nel petto. Il suono della campanella la svegliò da quella specie di letargo. Entrò la professoressa, seguita da un ragazzo, probabilmente un nuovo studente.

-Chi diamine è quel tipo?

Chiese Sonoko, lanciando un'occhiataccia al nuovo arrivato. Ran lo esaminò con attenzione: Era un ragazzo alto, con gli occhi verdi smeraldo e i capelli color bronzo scuro. Aveva dei lineamenti perfetti e dalla corporatura sembrava un atleta. Anche lui analizzava attentamente ogni compagno e per pochi minuti i loro sguardi si incrociarono. I suoi occhi erano incredibili. Ai lati dell'iride il verde era più scuro e diventava più chiaro man mano che si avvicinava alla pupilla. I due occhi sembravano brillare di luce propria.

-Ran? Ci sei?

Chiese l'amica, toccandogli la spalla con la penna nera.

-C-cosa c'è?

-Ti stai mangiando con gli occhi quel tizio?

-Be... non puoi dire che è brutto...

Disse balbettante. Sonoko lo osservò.

-Be, io preferisco il mio Makoto, sinceramente.

Disse arrossendo, pensando al giovane.

-Ragazzi, questo è un nuovo compagno. Si chiama Ashton Osuushi. Accoglietelo bene, mi raccomando. Ashton, puoi sederti lì. Quel banco appartiene al signor Kudo, ma sarà assente quindi puoi sederti lì per ora.

-Grazie professoressa.

Il ragazzo andò a sedersi al suo posto, tenendo gli occhi fissi sulla giovane Ran. Lei segui i suoi movimenti con la coda dell'occhio, finchè si accomodò al posto del suo amico d'infanzia.

Le ore di scuola passarono velocemente. Ran guardava di sottecchi il ragazzo. Lo osservava riporre i libri con cura nella cartella e andarsene con estrema calma, finchè uscì dalla stanza per tornare a casa. Anche Ran e Sonoko uscirono. Lui prese la strada opposta a loro. Ran si fermò e lo osservò ancora una volta, incuriosita dai suoi modi di fare. Finchè il giovane di fermò e si girò per guardarla. I loro sguardi si intrecciarono, gli occhi verdi del giovane rimasero incollati agli occhi scuri di Ran. Poi il ragazzo sorrise, continuando a guardarla con i suoi occhi di smeraldo. Luccicavano come pietre preziose sotto il sole. Poi il ragazzo continuò a camminare per la sua strada, con la sua straordinaria calma. Ran era rimasta a bocca aperta. Era tremendamente attratta da lui.

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Capitolo 2
*** Pensieri Profondi: Idee Contrastanti ***


Pensieri Profondi: Idee Contrastanti

Ran si era divisa da Sonoko da più o meno cinque minuti. Da quell'istante la karateka non riusciva a non pensare al nuovo arrivato. Nella sua mente era rimasta impressa la luce di quegli occhi verdi. Per tutto il tragitto non riusciva a pensare ad altro. Arrivò all'agenzia investigativa Mori e, con lentezza, salì le scale, avvolta da un'aura silenziosa e distratta che aveva preso oramai il dominio della sua mente.

-Papà! Sono a casa!

Disse, aprendo la porta. Come sempre, suo padre seguiva le corse alla televisione bevendo una lattina di birra. Conan, invece, leggeva un fumetto seduto sul divano.

-Ciao Ran. Com'è andata a scuola?

-Bene. Per voi va bene se ordiniamo la pizza?

Ran non se la sentiva di cucinare. Era sicura che avrebbe combinato un disastro.

-Papà. Ordina la pizza, io devo chiamare la mamma.

-Perchè? C'è qualcosa che non va?

Chiese Conan, curioso come al solito.

-Devo solo parlare un po' con lei. Ho bisogno di sfogarmi con qualcuno che non sia esuberante come Sonoko.

Disse, lasciandosi sfuggire una leggera risata.

-Non posso darti torto.

Disse Conan, tornando al giornalino. Ran raggiunse la sua stanza e si chiuse dentro. Prese il cellulare e cercò il numero di sua madre nella rubrica. Infine, avvicinò il cellulare all'orecchio.

-Pronto?

-Ciao mamma. Dobbiamo parlare di una cosa. Ho bisogno di un consiglio. Sei occupata?

-No. Sono appena tornata a casa. Devo preoccuparmi?

-No, tranquilla.

-Allora parla. Ti ascolto.

-Non ti è mai capitato di... insomma... di vedere un ragazzo e, nonostante lo hai visto per una volta sola, senti di non poter più vivere senza di lui?

Ci fu un attimo di silenzio. L'avvocatessa Kisaki era sorpresa dalla domanda della figlia.

-Be... ecco... si. È successo con tuo padre ma con il tempo ho capito che non potevo vivere CON lui. Come mai questa domanda?

-Era... solo per sapere.

Disse, balbettante.

-Ran. Non dirmi le bugie. Devi dirmi la verità, loro la verità e nient'altro che la verità.

-Perchè devi partire con il terzo grado? Non siamo in un tribunale, mamma. E comunque è per un ragazzo.

-Per Shinichi?

Chiese con una lieve risatina che Ran sentì a stento.

-No, non è lui e comunque sia tu che Yukiko dovete smetterla di fantasticare. Noi siamo solo amici e in più, per tua norma e regola, in questi mesi non infuriata con lui, non gli voglio neanche sentire il suo nome. Quel detective pensa solo a se stesso.

-Allora chi è?

-È il mio nuovo compagno di classe. Aveva degli occhi stupendi. Siamo rimasti incatenati per dei minuti interi. Io... mi sono sentita le farfalle nello stomaco. È successo tutto con un solo sguardo.

-Questo vuol dire che ti piace?

Ran ci pensò su. Nella sua mente si fecero spazio il giovane Ashton e il giovane detective, Shinichi.

-Non lo so, mamma. Cosa dovrei fare?

-Per ora rimani amica di tutti e due. Secondo me è la cosa migliore da fare.

-Va bene mamma. Grazie.

-Alla prossima, Ran.

La giovane interruppe la chiamata. Dopo cena, si ritirò in camera sua. Non riusci a non pensare a Shinichi e a Ashton, mettendoli a confronto, finchè la stanchezza non prese possesso di lei, portandola per mondo dei sogni.

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Capitolo 3
*** Amici ***


AMICI

Il mattino dopo Ran e Sonoko stavano camminando verso la scuola e Conan le stava guardando allontanarsi. Era preoccupato per Ran. La vedeva molto strana e, conoscendola, le sarà capitato qualcosa. Ran e Sonoko arrivarono a scuola alle sette e cinquanta. Ran teneva gli occhi fissi sulla porta, aspettando l'arrivo del nuovo arrivato. Finchè il giovane entrò, fissando tutti con i suoi occhi verdi.

-È arrivato- pensò Ran, guardandolo. Senza esitazioni, il giovane andò a sedersi.

-È arrivato Ashton.

Disse Sonoko, avvicinandosi all'amica.

-Già.

Rispose Ran.

-Ok ragazzi! Iniziamo!

Disse la professoressa, aprendo la sua cartella con i libri e l'agente. Questa volta le lezioni parvero più lunghe, forse perchè Ran era molto stanca. Raccattò subito i suoi libri e uscì. Voleva solo tornare a casa. Arrivata all'angolo tra il muretto e il cancello aperto venne fermata da una voce.

-Ehi! Ferma!

Ran si girò e vide Ashton correre verso di lei. Arrossì di colpo appena i loro sguardi si incrociarono.

-Ti sei dimenticata questo libro sul banco.

Disse il ragazzo, fermandosi davanti a lei.

-Grazie. Ashton.

-No, ti prego: I miei amici mi chiamano Ash.

-Ash? È un nome... be...

-Singolare?

-Esatto. Io sono Ran Mori. Piacere.

Si strinsero la mano.

-Sinceramente, io preferisco Ash ad Ashton. È più carino.

-Si, hai ragione.

-Ti va se ti accompagno a casa? Devo andare con un paio di miei amici al parco per una partita di Basket e devo percorrere quella strada.

Disse, indicando la strada dietro i due ragazzi.

-ehm... va bene...

I due ragazzi si incamminarono per la strada. Ran voleva trovare qualcosa da dirgli, ma ogni volta che lo guardava arrossiva.

-Allora...

Disse lui interrompendo il silenzio.

-... Tuo padre è il detective Goro?

-Si. E invece tu vivi con i tuoi?

-No, io sono nato a Hokkaido, precisamente nella prefettura di Sapporo. Ho ricevuto una borsa di studio e sono venuto qui. Dopo il liceo pensavo di iscrivermi alla facoltà di medicina.

-Wow, allora sei una specie di genio.

Disse la ragazza ridendo.

-Be, di solito non mi piace vantarmi, ma direi che me la cavo.

Sfoggiò un bellissimo sorriso e Ran arrossì.

-E tu? Cosa farai?

-Non lo so, ci sto pensando.

Il viaggio divenne più piacevole con la compagnia di Ash, finchè arrivarono davanti all'agenzia investigativa. Conan era già arrivato a casa e osservava il giovane Ran in compagnia del ragazzo. Conan divenne pallido in viso. Possibile che si sia dimenticata del suo Shinichi?

NOTA AUTRICE:

Eccomi, chi vi scrive e Kyasarin. Scusate se mi sono dimenticate delle note autrice. Comunque spero che la storia vi piaccia. Cercherò di pubblicare almeno un capitolo alla settimana. Shinichi (Conan) è preoccupato: sta perdendo la sua Ran!!! Se volete sapere come continuerà questo triangolo, continuate a leggere e recensite.

Grazie, baci:

Kyasarin

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Capitolo 4
*** Appuntamento ***


APPUNTAMENTO

-Allora ci vediamo domani a scuola.

-Certo Ash. A domani.

-Ok. Domani devo chiederti una cosa, dopo la scuola. Va bene?

-Ehm... va bene. Ma così mi incuriosisci.

-Hahaha, sarà una sorpresa. A domani.

Il ragazzo corse via, salutandola con la mano. Ran lo salutò e, appena uscì dal suo campo visivo, arrossì immediatamente.

-Mio dio è... è così diverso...

Si lasciò sfuggire una risatina e salì in casa. Appena entrò trovò Conan e suo padre che la fissavano, con le braccia incrociate.

-Ran. Chi era quel bell'imbusto con cui stavi passeggiando?

Dissero i due detective, guardandola.

-È...è un amico... perchè?

-Non dire bugie ho visto come lo guardavi!

Disse Conan. Non riuscì a trattenere quelle parole.

-Da quando in qua assomigli così tanto mio padre? Siete terribili. Ho diciassette anni quindi posso anche concedermi un po' di svago.

-Ma... ma tu...

-Io vado a farmi un bagno caldo, papà. Invece voi due avreste bisogno di un calmante.

Conan era terribilmente preoccupato. Il giorno dopo, a scuola, Ran osservava costantemente il giovane Ash, pensando a cosa doveva chiederle di così importante e segreto. Era un po' agitata, anzi, molto. Le lezioni finirono presto e, vicino il portone, Ran aspettava Ash fuori dal portone della scuola.

-Ma dove sarà finito?

-Ran!

La ragazza si girò e vide Conan correre verso di lei.

-Conan! Cosa ci fai qui?

-Sono venuto a prenderti così torniamo a casa insieme.

Disse il piccolo Kudo.

-Sei sicuro che non ti ha detto mio padre di venire per controllarmi?

-M-ma cosa?!? No! Non... non sia mai!

Disse balbettante. In verità, la stava controllando di sua iniziativa.

-Se lo dici tu, Conan. Comunque devo aspettare Ash. Chissà dove sarà andato...

-Eccomi. Scusa per il ritardo, avevo dimenticato una cosa negli spogliatoi della palestra.

Disse il giovane Ashton, uscendo dalle mura della scuola.

-Mi ero preoccupata.

-Questo chi è? Il tuo fratellino?

Chiese guardando il bambino accanto alla ragazza.

-Lui è Conan, è un lontano parente di un mio amico di infanzia. Vive a casa mia finchè non torneranno i suoi.

-Piacere Conan. Io sono Ash.

Ash strinse la mano al bambino.

-Approposito Ran. Devo chiederti la cosa di cui ti parlavo ieri.

-Va bene. Ti ascolto.

-Volevo chiederti se... insomma... se ti va di uscire con me stasera...

Disse Ash arrossendo di colpo. Anche Ran arrossì, sperando che non fosse un sogno. Conan invece sembra più infuriato che sorpreso, ma i due ragazzi non se ne accorsero.

-Certo. Sono contenta che mi hai invitato.

-Sai ero parecchio nervoso.

Disse arrossendo. I due iniziarono a ridere. Conan, invece, stava lì a pensare a come le cose gli stavano sfuggendo di mano.

-Allora ti vengo a prendere alle otto. A stasera Ran.

Il ragazzo se ne andò, salutando con la mano.

Ran rimase lì a fissare il ragazzo allontanarti, completamente rossa.

-Allora, Ran. Cosa ne dici di riprenderti e di tornare a casa?

Disse Conan, tirandola per la manica della giacca.

-Cosa? Ah si... certamente. Dai andiamo.

Disse ancora rossa. I due si avviarono verso casa.

Non passò un secondo senza che ran pensasse ad Ash. Arrivarono a casa in fretta.

-Papà... stasera tu e Conan dovete cavarlvela da soli con la cena?

-Perchè? Esci con Sonoko?

Disse il detective, continuando a leggere i giornale.

-No io esco... esco con un ragazzo...

-Cosa? No no! Tu non esci con un casanova come Shinichi!

-No non assomiglia a Shinichi. Anzi, è un ragazzo gentile è non si vanta delle stupidaggini che fa. E soprattutto, è un tuo ammiratore.

Il detective la guardò e sospirò.

-Promettimi che se si comporterà in modo strano mi avviserai.Se prova solo a toccarti con un dito gli farò vedere io.

-Si papà, grazie. Allora vado sotto la doccia.

-Va bene.

Arrivarono le otto e Ran era pronta. Indossava un vestito blu senza spalline e la gonna le arrivava sotto le ginocchia.

Poi si udì il campanello.

-Deve essere lui.

La ragazza si avvicinò alla porta ed aprì. Ash indossava una camicia nera e i jeans. La camicia gli risaltava

-Ciao Ran.

-Ciao Ash. Papà io vado!

-va bene!

I due ragazzi scesero le scale e raggiunsero la strada, dove era parcheggiata la moto di Ash: una Kawasaki Z800e.

-Quella è tua?

-Si. Ti piace?

-Molto.

-Allora tieni questo.

Il ragazzo gli consegnò uno dei due caschi. La ragazza lo indossò e salirono sulla moto.

-Devo stringermi a te?

Chiese Ran, con un filo di imbarazzo nella voce.

-Si è per la tua sicurezza.

Disse Ash, mettendo le mani nella tasca per cercare la chiave. Infine, Ran avvolse le braccia intono al suo petto. Per curiosità, strinse un po' di più l'abbraccio. Sentì i muscoli scolpiti del ragazzo e si soprese. In qualche secondo, passò in rassegna tutti gli sport grazie al quale si potevano otterene dei muscoli del genere.

-Sei pronta?

-Si.

Dopo un forte rombo, la moto partì. Raggiunsero un'elegante ristorante di fronte alla spiaggia. Il tavolo si trovava di fronte alla vetrata che si affacciava sul mare.

-Questo posto è bellissimo.

-Già.

-Questa è la prima volta che vieni a Tokyo?

-No, venivo d'estate con i miei nonni. Poi loro per motivi di salute si sono strasferiti accanto a noi nella prefettura di Sapporo.

-Devi aver lasciato molti amici a casa.

-Si, ma qui mi farò nuove amicizie. Mi piace la gente che vive qui. Sono tutti gentili.

Ordinarono la cena.

-Hai interessi fuori della scuola? Intendo: Sport, corsi di arte...

-E tu?

-Io pratico Karate.

-Vorrei sapete molto di più su di te.

-La mia vita ha sempre preso brutte svolte.

-In che senso?

-I miei si sono lasciati e...

-e...

-e la persona che pensavo poteva starmi accanto mi ha lasciato sola.

-Kudo?

-Si... Shinichi. Se ne andato lasciandomi sola senza alcun aiuto.

-Devi avere fede. Dopotutto è un detective famoso.

-Ma non ha mai pensato a me. Io non voglio vedere mai più.

-Forse per lui sei molto più importante di quanto pensi.

-Nessuno lo conosce come me. Credimi. Pensa solo alla celebrità.

-Allora non si è mai accorto di che persona speciale aveva davanti.

Ran arrossì. Possibile che si sia innamorato di lei? Solo al pensiero Ran iniziò a sudare.

-Ran ti sei bene?

-Eh? C-cosa?

-Se non ti senti bene dimmelo.

-no no tranquillo. Sto bene.

-Sicura?

-Si sono sicura.

-Va bene.

Gli portarono la cena. Mentre mangiavano, Ran osservava costantemente il ragazzo, che mangiava con calma.

-Mi da così tante attenzioni. È così dolce... così diverso da shinichi- pensò Ran.

-Allora Ash, perchè non mi parli dei tuoi genitori...

-Sono entrambi degli psicologi e dei rompiscatole. È dura vivere con loro.

-Come mai?

-Quando ero bambino non avevano mai tempo per me e per ogni cosa avevano una risposta logica. Ti faccio un esempio: Avevo più o meno quattordici anni e gli avevo chiesto se potevano passare un po' di tempo assieme. Lui mi ha risposto: Stai bene figliolo? Perchè alla tua età è normale staccarsi dai genitori per cercare la maggiore età. Per il bene del tuo subconcio è meglio non farlo figliolo.

-Ti ha detto così?

-Già. Sono entrambi strani. Per ogni cosa c'è una risposta scentifica.

-Almeno tuo padre non torna a casa urlando e sbraitando dopo aver alzato il gomito come mio padre.

-Il famosissimo detective Goro ubriaco? Un giorno devi fargli uno foto.

-Va bene.

Continuarono a parlare e a ridere per tutta la sera. Finchè arrivò il momento di tornare a casa. La moto si fermò davanti all'agenzia investigativa. I due scesero e Ash la accompagnò di fronte alla porta.

-Mi sono divertita. Grazie.

-Potremmo rifarlo qualche volta.

-Certamente.

Ran sentì la voce di suo padre. Dalle frasi che diceva aveva sicuramente bevuto troppo.

-Chi è che urla?

-Mio padre. È imbrazzante.

-Tranquilla, non importa.

Il ragazzo guardò l'orologio.

-È quasi mezzanotte è meglio se ti lascio andare. Altrimenti tuo padre andrà fuori di testa.

-Si hai ragione. Questo è il mio numero e vuoi mandarmi un messaggio.

Ran scrisse il suo numero su un foglietto e lo consegnò al ragazzo.

-Grazie.

Anche Ash scrisse il suo numero su un bigliettino e lo diede alla ragazza.

-Allora ci vediamo lunedì.

Ash si avvicinò a lei e la baciò sulla guancia. Ran arrossì sentendo quella leggera pressione sulla sua guancia. Il ragazzo aveva le labbra morbide e fresche e Ran iniziò a vergognarsi del fatto che aveva la guancia leggermente sudata per l'emozione. Il ragazzo si staccò.

-Buona notte.

-Buona notte Ash.

Il ragazzo se ne andò e Ran rientrò in casa.

-E chi dorme adesso...

Disse chiudendo la porta.

-Ciao Ran...

La ragazza si girò. C'era Conan.

-Ciao Conan. Ancora sveglio? È quasi mezzanotte!

-Mi sto “occupando” di Goro. Per fortuna si è addormentato. Ne ha approfittato della sua uscita per andare a giocare a carte con la solita combricola di amici.

-Mi dispiace di averti lasciato solo con lui. Ora andiamo a dormire è tardi.

-Come è andata la serata?

-Bene. È stato molto divertente.

Disse arrossendo. Poi entrò in camera sua, dando la buona notte al piccolo Kudo. Anche Conan entrò in camera e prese il cellulare.

-Pronto, Ai?

-Shinichi, ti rendi conto di che ore sono?

-Si lo so scusa ma mi serve una cosa importante.

-Cosa ti serve?

-L'antidoto temporaneo. Shinichi deve tornare per Ran.

 

 

 

Nota Autrice:

Qui scrive Kyasarin. Scusate se ci ho messo tutto questo tempo ma avevo il blocco totale. Ma sono tornata con un bel appuntamento tra i due. Ma Shinichi sta per tornare e porterà un po' di scompiglio tra Ash e Ran. Ma arriverà anche qualcos'altro, qualcosa che a voi che adorate la coppia AshxRan vi piacerà moltissimo. Ma non vi dico nulla per ora. Mi raccomando! Recensite!

Con affetto ^_^

Kya<3

 

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Capitolo 5
*** Triangolo ***


TRIANGOLO

-E così sei uscita con Ashton.

Disse Sonoko. Le due ragazze parlavano da ore dell'appuntamento.

-E lui com'è?

-Be... è... intelligente, dolce, romantico, intenso. Va contro tutto ciò in cui credo. Non penso neanche più a Shinichi.

-Credi che vi metterete insieme?

-c-cosa? Non lo so!

-Quindi ieri non è successo nulla?

-No nulla.

Disse Ran, non pensando al bacio sulla guancia.

-Uscirete qualche altra volta?

-spero di si.

Il cellulare di Ran tremò.

-Aspetta mi è arrivato un messaggio.

La karateka mise in vivavoce e guardò i messaggi.

-È lui...

-Oooh... e cosa ti scrive?

-Mi chiede se possiamo vederci oggi al parco di Beika.

-Sono passati tre giorni dal vostro appuntamento e gia ti vuole di nuovo.

-Sembra di si.

-Sai... dovresti farti un po' desiderare...

-Lo farei se come te sarei indecisa tra dieci ragazzi. Ma Ash mi piace e credo che non farei passi da gigante con lui se inizio a farmi desiderare.

-Come vuoi. Allora cosa farai? Andrai da lui?

-Si. Non vedo l'ora di vederlo.

-Allora buona fortuna. Ci sentiamo più tardi così mi dici com'è andata.

-Va bene.

Ran spense la chiamata e scrisse un messaggio ad Ash.

-ti va bene se ci incontriamo tra un'ora?

Passò un minuto e il ragazzo rispose.

-Va bene.

Ran si preparò e, infine, scese le scale e raggiunse l'ufficio del padre.

-Papà io devo uscire. Conan vieni con me al parco?

-No Ran, io devo andare dal professor Agasa. Con tutta probabilità passerò la notte ma ti chiamerò per comfermare.

-Va bene. Ci vediamo dopo.

-Ok Ran. Ciao.

Ran scese le scale e fermò un taxi.

-Al parco di Beika per favore.

Erano le tre e la ragazza andò nel parco, cercando Ash.

-Ma dove sarà finito?

La ragazza guardò l'orologio, finchè delle mani fredde le coprirono gli occhi.

-Ash hai le mani gelate...

-Tu credi?

-Si, credo.

Il ragazzo tolse la mani dal suo viso e la ragazza si girò verso di lui.

-Come stai?

Gli chiese Ran.

-Bene. La mia casa non è lontana da qui e alcune volte vengo al parco per rilasarmi. E tu? Come stai?

-Anche io sto bene. Per fortuna sono uscita, altrimenti mi toccava sentire mio padre. Se ti va possiamo andarci a bere un caffè.

-Ok, buona idea.

Si incamminarono.

-Allora...

-Dimmi.

-Hai parlato con Kudo?

-No e spero di non parlarci. Sai, i momenti che passo con te sono gli unici momenti in cui non penso a lui.

-Mi fa piacere. Non sopporto vederti soffrire. Se quel detective torna e ti fa soffrire chiamami che gli faccio vedere io.

-Va bene, quando succederà mi ricorderò delle tue parole.

Disse ridendo. Poi il cellulare di Ran tremò nella tasca della ragazza, che lo tirò fuori.

-Un messaggio... da shinichi...

Disse sorpresa.

-Cosa ti dice?

-Dice solo... “girati”.

La ragazza si girò e lo vide, il detective dai capelli corvini e gli occhi azzurri, che li guardava appoggiato ad un albero.

-Shi...Shinichi...

-Ciao Ran. È bello rivederti. E tu sei?

-Io sono Ashton. Sono un nuovo compagno di classe di Ran.

-È un piacere conoscerti.

Il cellulare di Ran squillò.

-È mio padre... Ash, mi allontano un attimo per rispondere. Non ti scoccia?

-Certo che no, ci mancherebbe vai pure.

La ragazza si allontanò.

-Allora, tu e Ran avete un bel rapporto?

-Be siamo amici.

-Ok, ma ora basta.

Disse, con tono leggermente irritato.

-Cosa?

-Devi stare alla larga da Ran.

-E perchè mai dovrei farlo scusa?

-Perchè lei è mia.

Disse alzando la voce.

-Non so chi ti credi di essere ma è da maniaci sparire per mesi e poi tornare dicendo che è tua.

-E secondo te non è da cretini arrivare e renderla ancora più confusa?

-Ascolta mio caro detective. Questa è una decisione di Ran e qualsiasi persona sceglierà io le starò accanto ma sappì una cosa mio caro e voglio che queste parole che dico ti rimangano impresse nella mente: Ogni volta che la farai soffrire, ogni volta che la vedrò piangere per te, ogni volta che sarai solo intento a farlo, io sarò lì e te la farò pagare anche a costo di raggiungerti dall'altra parte del mondo. Hai capito?

Shinichi sospirò, più arrabbiato che mai.

-Ho capito.

-Bene.

Ash si allontanò da lui e andò da Ran.

-Ran io devo andare.

-Perchè?

-Ti chiamerò dopo e ti dirò tutto. Ok?

-Ok.

-Allora a dopo.

E detto questo se ne andò.

 

 

 

Nota autrice:

Qui scrive Kyasarin,

Che premuroso il nostro Ash. Farebbe qualsiasi cosa per Ran. Mi dispiace che qui si accenna solo un po' a Shinichi ma ci sarà di più nel prossimo capitolo. Voglio avvisarvi che in queste due settimane che stanno arrivando pubblicherò più capitoli perchè ho molto più tempo libero. Mi raccomando! Recensite!

Con affetto ^.^

Kya<3

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Capitolo 6
*** Chi Sceglerà? ***


CHI SCEGLERà?

Shinichi era appena arrivato a casa del dottor Agasa, ancora diciassettenne.

-Ciao Shinichi. Allora? Com'è andata?

-Non diventeremo amici, questo è sicuro Dopo che Ashton se ne andato, Ran non ha voluto neanche parlarmi. Non l'ho mai vista così arrabbiata.

-E lui? Che ti ha detto?

-Ha detto che ogni volta che la farò soffrire ancor lui me la farà pagare.

-E cosa ti spettavi?

Disse Ai.

-come scusa?

-Se quel giorno non ti saresti impicciato degli affari di Vodka, ora le saresti accanto e non si sarebbe innamorata di Ash.

Continuò Haibara, avvicinandosi al giovane.

-Be, è andata così. Punto.

-Ora devi accettare le conseguenze della tua azione.

-Quanto dovrebbe durare ancora l'effetto dell'antidoto?

-È uno dei primi che ho creato dovrebbe durare ancora dieci minuti.

Intanto, Ran era a casa sua, sperando che Ash la chiamasse. Aveva sentito il litigio tra lui e Shinichi e voleva sentire la sua voce. Dopo l'interruzione della loro passeggiata e il litigio tra i due ragazzi lei era un po' preoccupata. Suo padre la guardava, seduto sulla sua scrivania.

-Ran? Tutto bene?

-Si papà. Sto solo aspettando una chiamata importante.

-Ok. Dopo devo andare a incontrare un cliente. Vuoi venire con me?

-No papà. Devo preparare la cena e devo chiamare Conan per sapere cosa intende fare.

-Va bene.

Poi il cellulare di Ran iniziò a squillare. Era Ash.

-Pronto? Ash?

-Ran ti prego perdonami se ti ho lasciato sola!

-Calmati e raccontami tutto. Che cosa ti ha detto Shinichi? Che cosa gli hai detto tu? Avete fatto amicizia?

Chiese, facendo finta di non sapere nulla del litigio.

-Io gli ho detto che se ti avrebbe fatta soffrire ancora ti avrei difeso io. Non credo che diventeremo amici.

-È molto dolce quello che hai detto ma Shinichi è un mio problema. Me la caverò. Ascolta...

La ragazza si alzò e uscì dall'ufficio per non farsi sentire dal padre.

-Per dimenticare la brutta passeggiata di prima ti andrebbe di venire a casa mia, così ne parlamo bene a quattr'occhi?

-Va bene. Alle cinque?

-Perfetto, a dopo.

-A dopo.

La ragazza spense la chiamata e rientrò nell'ufficio del padre, che si stava preparando per andare dal suo cliente.

-Ascolta Ran, Non aspettarmi per cena tornerò tardi.

-Ok.

Suo padre se ne andò, lasciando la figlia sola ad aspettare. Il quel momento iniziò a pensare. Pensava a Shinichi e ad Ash, pensava a tutto quello che lei e shinichi avevano passato, ma pensava anche ad Ash: Pensava a quanto era dolce con lei, pensava al rossore sul suo viso ogni volta che lo guardava. Shinichi o Ash? Ash o Shinichi? Sapeva che qualsiasi decisione avrebbe spreso, non sareppe più tornata indietro. Cadde nell'indecisione totale. Altre domande arrivarono in seguito: E se shinichi sarebbe sparito di nuovo? E se Ash sarebbe tornato a Sapporo e non sarebbe più tornato? Ora era in preda al panico. Il campanello interruppe i suoi pensieri.

-Deve essere Ash...

La ragazza si alzò e andò ad aprire.

-Ciao Ash.

-Ciao Ran. Perdomani ancora per prima.

-Tranquillo. Vieni, accomodati. Ti va un po' di caffè?

-Volentieri.

Il ragazzo entrò e si accomodò sul divano dell'ufficio. La ragazza portò due tazze di caffè, insieme a dello zucchero e del latte.

-Allora, cosa vi siete detti tu e shin?

-Abbiamo litigato. Pensa di fare quello che vuole e gli ho spiegato a cosa va in contro.

-Shinichi è un problema mio, Ash. Lo so come è fatto e le ha sentite anche da me quando te ne sei andato. È sempre stato un ragazzo pieno di se.

-Ran, che cos'hai?

Dai suoi occhi, Ash capì che in qualche modo stava soffrendo.

-Cosa? No, sono solo stanca...

Ash si alzò e si accomodò accanto a lei, che si era seduta sul divano di fronte. Ash si avvicinò ancora, guardandola negli occhi. Ran arrossì, guardando i suoi occhi verdi.

-Forse ho capito che cosa ti turba. Lo so che questa situazione è molto... molto stressante ma ricorda che quasiasi scelta farai io sarò dalla tua parte. Ma le scelta giusta è quella che ti dirà il cuore. Se seguirai quello senti non te ne pentirai. Ok?

-Ok, hai ragione.

Disse Ran, sorridendo. La ragazza mise la mano su quella di Ash e la stinse. Anche il ragazzo sorrise, stringendo la mano. La ragazza si avvicinò al suo viso, mettendo la mano sulla sua guancia. Aveva le guance morbide e lisce. Poi sentì la sua mano che le prese il fianco arrossì ancora di più e decise di provare. Si avvicinò al suo viso, ascoltando il respiro del ragazzo, fino a sfiorargli la fronte con la sua. Gli lasciò andare la mano e gli toccò la nuca, stringendogli i capelli. Ash postò l'altra mano sul fianco di Ran e la strinse forte. Ran, infine si avvicinò ancora, ma appena sentì il labbro superiore di Ash sfiorarle lievemente il labbro inferiore il cellulare del ragazzo iniziò a squillare. Ran allontanò il viso da quello del ragazzo e Ash prese il cellulare dalla tasca. La sua mano destra era rimasta sul fianco della ragazza e una mano di Ran era arrivata sul suo petto, mentre l'altra era ancora tra i suoi capelli.

-È mia sorella Kochiyo.

-Tu hai una sorella?

-Due sorelle e un fratellino. Pronto? Kochiyo?Calmati, cosa succede? Cosa?!?

Ash si alzò. Sembrava preoccupato.

-Ma lo guariranno?

Continuò, con la voce un po' tremante.

-Va bene. Allora domani mattina sarò lì. Ciao.

Spense il cellulare e sospirò.

-Cosa è successo?

-Il mio fratellino Kozue è in ospedale e devo andare da lui. Io devo andare.

-Ma cosa gli è successo?

-Lui ha sempre sofferto di una malattia al cuore. Io e lui abbiamo ereditato la malattia da nostro nonno paterno mentre mio padre è un portatore sano. Devo andare da lui e subito.

-Allora ti lascio andare. Quando tornerai?

-Tra due giorni. Io vado allora.

Ran lo acompagnò fino alla porta.

-Ciao Ran.

-Ciao Ash.

Questa volta fu Ran a baciare Ash sulla guancia e il ragazzo arrossì, sorpreso da quel gesto.

-Grazie per quello che i hai detto. Mi ha aiutato molto.

-Di nulla. Ti chiamo quando sarò arrivato.

-Va bene.

Ash se ne andò a bordo della sua moto. Ran chiuse la porta e andò a sedersi sul divano, stringendo tra le braccia il cuscino su cui aveva appoggiato la schiena Ash.

-Ash, ti voglio bene.

Sussurrò, ricordando il momento in cui assaporava ad occhi chiusi il suo profumo e ascoltava il suo respiro. Riassaporò quel momento in cui aveva la mano tra i suoi capelli, il momento in cui sfiorò la sua fronte e quell'istante, quel breve istante che senti il suo respiro diventare lieve e il labbro del giovane vicinissimo al suo.

 

 

Nota autrice:

Qui parla Kya! Per chi in questa ff “tifa” pa coppia shin x ran: Non uccidentemi! Non si sono baciati! C'erano vicini ma non si sono baciati!

Comunque nel prossimo capitolo la storia prenderà una brutta piega, diciamo. Mi raccomando – come dico sempre – Recensite!

Con affetto ^.^

Kya<3

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Capitolo 7
*** Il Ritorno Dell'Organizzazione - Rapimenti ***


Conan era appena tornato a casa da scuola. Ran aveva sentito Ash solo una volta ed era un po' preoccupata per Kozue, anche se in verità aveva paura che Ash si sarebbe trattenuto a Sapporo più del dovuto.

-Ran! Quando è pronto il pranzo?

-Adesso arrivo.

Ran portò in sala da pranzo tre piatti di riso al curry.

-Allora Conan come è andata a scuola?

-Bene. Oggi abbiamo fatto la verifica di matematica.

-E come è andata?

-Bene, credo di aver fatto tutto giusto ma non sono sicuro su...

Il telefono dell'agenzia iniziò a squillare.

-Chi è che chiama all'ora di pranzo?

Disse Goro, alzandosi e avvicinandosi alla scrivania.

-Pronto, qui è l'ufficio del detective Goro. Chi parla?

-Sono contenta di averla trovata detective.

Era una voce maschile.

-Chi parla mi scusi?

-Questo non ha importanza. La chiamo per dirle qualche parola su Ash.

-Ash e chi sarebbe?

Ran si alzò e si avvicinò al telefono, mettendo in vivavoce.

-Di che Ash state parlando?

-Lo stesso Ash a cui stai pensando. Dovete consegnarci Shiho altrimenti non rivedrai più Ash.

-Cosa?

-Hai capito bene. Ci troviamo nella sala panoramica della Torre di Tokio questa sera. E non provate a fare scherzi.

La chiamata si interruppe. Ran divenne pallida. Conan si alzò. L'aveva riconosciuto quella voce. Gin.

-Papà, chiama l'ispettore. Dobbiamo aiutare Ash.

-Primo: Dimmi chi è Ash.

-È un mio compagno di classe non so perchè c'è l'hanno con lui ma dobbiamo salvarlo ti prego.

-Si ora lo chiamo.

Conan prese lo skateboard e corse fuori, partendo per la casa del Dott. Agasa.

-Dott. Agasa!

-Shinichi. Cosa succede?

-Quelli dell'organizzazione hanno rapito Ash. Vogliono te.

Disse, girandosi verso Haibara.

-E cosa facciamo?

Chiese il dott. Agasa.

-Dobbiamo salvarlo. Ho un'idea. Ovviamente non possiamo mandare lì Ai. Io mi spaccerò per lei. Dopo averli anarcotizzati prenderò Ash e arriverà la polizia.

-Come credi di farcela da solo?

-Di sicuro ci sarà solo Gin e Vorka. Poi ci sarà la polizia. Appena sentirà qualche sparo faranno irruzione.

-Allora tieni questo.

Il dottor Agasa si avvicinò alla sua scrivania, prendendo una giacca.

-Questa giacca è antiproiettile. Dovrebbe proteggerti.

-Grazie.

Arrivò sera e Ai – che in realtà che Conan con una maschera – si presentò davanti dalla Torre di Tokio. Le porte, a grande sorpresa, erano aperte.

Saranno già dentro che mi aspettano pensò, entrando nell'ascensore. Ormai il buio si era impadronito della città, e Conan stava salendo con l'ascensore, preparando l'orologio anarcotizzante. Arrivò nella sala buia, guardandosi intorno.

-Sei arrivata Shiho... Speravo di vedere anche Kudo e il detective Mouri. Comunque, il ragazzo è qui. Torna nella nostra organizzazione e sarà libero.

Conan si girò e vide Gin, armato. Conan si tolse la maschera.

-Ma tu sei il moccioso con gli occhiali.

Disse Gin, facendo un passo avanti. Prese la pistola.

-Dov'è Ash?

-È qui dietro. È solo uno svenuto. Ma dato che Shiho non si è predentata...

Gin fece un cenno e un colpo di pistola partì, colpendogli il braccio, l'unica parte non protetta dalla giacca anti proiettile. Conan cadde in ginocchio il balia del dolore.

-Ma cosa...

Lo compirono con forza alla nuca, forse con un pezzo di legno. Conan cadde a terra svenuto.

-Lo stesso posto, pivello. Ma questa volta Bourbon ti guarderà morire dal baratro.

Era Vodka.

-Ben fatto, ora andiamocene. La bomba esploderà tra mezz'ora.

-Perchè non li facciamo fuori noi?

-Alcune volte sei proprio uno stupido. Siamo in una delle zone più affollate di Tokio. Se sentono degli spari non avremo il tempo di scappare che sarà qui la polizia.

-Non muovetevi.

I due uomini guardarono verso la porta dell'ascensore.

-Ma quella..

-è la figlia del detective Mouri. Anche lei se non mi sbaglio stava per morire qui.

-Non c'è un finale migliore di una giovane coppia che muore insieme.

Disse Vodka.

-Ascolta, hai mezz'ora per farla fuori. Atrimenti lascio qui anche te.

-Mi ci vorranno pochi minuti. Diciamo che nella lotta corpo a corpo me la cavo. Ma non pensare di riceve un trattamento di favore solo perchè sei una donna.

La ragazza si mise in posizione.

-Come vuoi tu...

L'uomo la attaccò, cercando di colpirlo allo stomaco, ma lei era molto veloce e lo schivò, spostandosi verso sinistra. Poi lo colpì con una ginocchiata alla pancia e lo fece cadere a terra. Si bulì la bocca dal sangue che colava.

-Forza Vodka, devo intervenire io?

-No, ce la faccio.

L'uomo attaccò con la stessa mossa, ma questa volta la prese per la nuca e la piego con forza in avanti contro il suo ginocchio.

La ragazza indietreggio, barcollando dal dolore. Quello era il suo punto debole e l'uomo non aspettò. La colpi con forza al viso e ancora tre volte sullo stomaco. L'ultimo colpo era devastante per Ran che cadde sbattendo con forza contro il muro. Ran non riuscì più ad alzarsi.

-Bene ora possiamo anda...

Gin non riuscì più a finire la frase e cadde a terra, colpito alla nuca da qualcuno. Ran aprì debolmente gli occhi. Ash si era svegliato e l'aveva colpito con una mazza da baseball, probabilmente quella che aveva usato per colpire Conan.

-Haha! Prendi è porta a casa!

Disse sorridendo.

-Ma cosa...

-Lasciala in pace o ne vuoi un po' anche tu...

L'uomo prese la pistola e sparò un colpo, ma Ash riusci incredibilmente a pararlo con la mazza. Si avventò su di lui colpendolo. Vodka svenne.

-Ash due! Uomini in nero zero!

-Ash... stai bene...

Il ragazzo si avvicinò a Ran.

-Ran... come ti senti?

-Ascoltami, non c'è tempo per i convenevoli. Io sto bene ma qui da qualche parte c'è … una bomba qui da qualche parte. Devi trovarla.

-Va bene.

Ash si alzò è si guardò attorno. Conan era ancora svenuto, appoggiato a una colonna. I due uomini erano svenuti e Ash aveva paura che si svegliassero. Quando riuscì a trovarla, vedendo che mancavano pochi secondi, la lanciò fuori. A un centinaio di metri, la bomba esplose, frantumato le vetrate. Ran si aspettava di essere colpita dalle migliaia di schegge, ma un attimo prima sentì Ash stringerla forte se, per proteggerla. L'esplosione era assordante, la fiammata rossa che provocò er accecante. Ash stringeva Ran con forza contro il suo petto. Quando quell'inferno finì, Ran riaprì gli occhi.

-Ran... come stai?

-Io sto bene... E tu?

-Io... io credo di no...

-Cosa vuoi dire?

Il braccio destra di Ash lasciò la presa. Fu in quel momento che cadde a terra urlando dal dolore. Ran impallidì vedendo sia il braccio che la gamba di lui completamente insanguinate.

-Ti prego... dimmi che non è... quello che penso...

Disse Ash. Quelle parole erano intervallate da urli di dolore. Ran non aveva mai visto uno spettacolo più terrificante. Le stegge di vetro si erano conficcate nella carne, causandogli dolore terribili. Conan intanto, si era svegliato e si era avvicinato.

-Conan ti prego chiama la polizia. Sbrigati.

Conan annuì e uscì dalla torre.

-Ash... resisti...

-Non mi fa male... non mi fa male...

Continuava a ripetere, ma il sangue sparso e le mani di Ran sporche di sangue non mentivano.

 

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Capitolo 8
*** Ferite ***


FERITE

Sono passate due settimane da quella notte da incubo. Due settimane che Ran non aveva alcuna notizia di Ash. Sapeva che dopo una settimana di ricovero era tornato a casa, ma aveva paura di rivederlo. Si sentiva tremendamente in colpa. Era un venerdì fresco ma assolato, e Ran aveva appena messo nel frigo un dolce alla crema che aveva preparato. Suo padre entrò nella cucina, cercando una birra. La maggior parte delle volte chiedeva questi favori a sua figlia ma, vedendola dispiaciuta per Ash, cercava di “alleggerirla” un po'.

-Hai ricevuto qualche chiamata da un cliente?

-No. Ascolta Ran... dato che oggi non ho nulla da fare che ne dici se andiamo a trovare Ashton?

-Cosa?... non vorrei disturbarlo... e poi vorresti conoscerlo?

-Si. Devo ringraziarlo per averti protetto.

La ragazza sospirò e si avvicinò al lavabo, iniziando a lavave i bicchieri.

-Ran, cos'hai?

-Papà... io mi sento in colpa. Lui si è gettato su di me e... e per me sarebbe rimasto ucciso. Solo vederlo mi farebbe stare male. Fermo a letto impotente.

-Secondo me vederti gli farebbe bene. Hai bisogno di uscire e poi credo che se gli porterai quell'ottimo dolce che hai messo in frigo si sentirà subito meglio.

-Si hai ragione.

Ran prese il dolce dal frigo, mentre il detective indossò la cravatta e la giacca.

-Andiamo?

-Certo.

Uscirono di casa e fermarono un taxi, che li portò a casa di Ash. Ran suonò al campanello.

-Certo che questa famiglia Osuushi deve essere molto ricca per permettere una villetta così al figlio. Che lavoro fanno?

-Lavorano entrambi nell'ambito della psicologia.

-chi è?

Dal citofono il detective e la figlia sentirono una voce femminile.

-Ehm... salve, mi chiamo Ran. Sono venuta per trovare Ash.

-Ah sei Ran. Ash mi ha parlato di te. Ora vi apro.

Aprì la porta una donna di più o meno trentotto anni, dai capelli biondi e gli occhi bruni. Il viso era somigliante a quello di Ash.

-Salve, mi Akiko Osuushi. Sono la madre di Ash. Sono venuta qui per occuparmi di lui. Lei deve essere il famosissimo detective Goro. È un piacere conoscervi.

-Il piacere tutto mio.

-Ascolta Ran, Ash è al secondo piano. La sua stanza è la seconda porta a destra. Vai pure a trovarlo mentre io e tuo padre prendiamo un caffe.

Disse la donna, riponendo il dolce in frigo.

-La ringrazio.

Ran salì le scale e bussò alla seconda porta a destra.

-Avanti...

Disse la voce all'interno. Ran entrò. Ash era disteso sul letto, con il braccio destro rigorosamente fasciato e la gamba ingessata.

-Ciao Ash...

-Ciao Ran! Come stai?

-Io sto bene.

-Mettiti comoda.

La ragazza si accomodò sulla sedia accanto al letto.

-Allora, cosa ti hanno detto in aspedale?

-Be, il braccio aveva solo bisogno di svartiati punti. Devo stare così per tre settimane. La gamba invece ha bisogno di più tempo per guarire. Le scheggie di vetro hanno danneggiato la tibia ma nulla di grave. L'ingessatura dovrò tenerla per un mesetto, più o meno.

-ti fa ancora male?

-No mi hanno dato dei medicinale che calma il dolore.

-Ascolta Ash...

-Dimmi...

La ragazza gli diede un pugno sul braccio sano.

-Ahi! Guarda che le ferite non sofforno di solitudine...

-Come hai potuto fare una cosa così avventata? Ti rendi conto che potevi morire?

-Non arrabbiarti cosi. Siamo salvi tutti e tre o sbaglio?

Disse, riferendosi anche a Conan.

-Già, ma pensa se ti avrebbero colpito alla schiena o peggio ancora alla testa...

Il ragazzo sospirò e guardò fuori dalla finestra.

-L'ho fatto solo perchè tu hai cercato di salvarmi per prima.

-Ho soltanto peggiorato le cose.

-Non è vero. E poi... non posso sopportare di vederti soffrire.

Ran arrossì, sorridendo. Si guardarono negli occhi e Ash sfoggiò un bellissimo sorriso, che agli occhi di Ran parve più bello del solito. I capelli spettinati, gli occhi lucidi, il mento e le guance leggermente ricoperte dalla barba che gli stava crescendo e la maglietta leggermente sbottonata, insieme a quelle ingessature, gli davano un aria dolce e innocente.

-Nemmeno io posso sopportare il fatto che stai così male... per questo mi sono arrabbiata tanto...

-Posso rivelarti un segreto?

-Certo.

-Allora avvicinati...

La ragazza si avvicinò, mentre Ash cercò il più possibile di mettersi seduto.

-Dai dimmi.

-Devo ammetere che fai un po' di paura quando ti arrabbi.

-Cosa? Ti faccio paura? Hahaha! Ti faccio vedere io...

Disse, scompigliandogli i capelli.

-Ok, dai smettila. Tu non mi fai paura.

Disse, cercando di rimettersi a posto i capelli. Bussarono alla porta.

-Avanti...

Disse Ash, tornando a distendersi. Il detective entrò nella stanza.

-Ciao Ash. Io sono il detective Goro.

-È un piacere conoscerla.

-Volevo ringraziarti quel aver salvato mia figlia.

-Per me è stato un piacere.

Disse sorridendo a Ran. La ragazza ricambiò il sorriso, appoggiando la mano sulla sua spalla.

-Ran, mi sa che dobbiamo andare.

-Va bene. Ti vengo a trovare, ok?

-Certo. Ciao.

Ran e suo padre uscirono.

 

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Capitolo 9
*** Minicapitolo - I Sospetti di Ai ***


MINICAPITOLO - I SOSPETTI DI AI

Sono passate due settimane. Ash era in ospedale a farsi togliere la fasciatura al braccio. Intanto, Ran e Sonoko, insieme ai giovani detective e al professor Agasa, sono andate ai campi da tennis all'aperto per fare qualche tiro a tennis, mentre i giovani studenti delle elementari, controllati dallo scienziato, giocavano a calcio nel parco accanto.

-Set! Ho vinto io!

Disse Ran, asciugandosi il sudore sulla fronte.

-Ok... facciamo una pausa, ti prego.

Disse Sonoko, con il fiatone. Ran si girò verso le panchine e vide una sagoma famigliare con le stampelle, che teneva in mano la sua bottiglia.

-Ma quello è il tuo Ash. Che carino è venuto qui per te.

Disse Sonoko, ridendo.

-Lui non è il mio Ash.

Le due amiche si avvicinarono al ragazzo.

-Ciao ragazze.

-Ciao Ash!

-Sai dovresti smetterla di pedinare Ran. Ho capito che ti piace ma devi seguirla sempre..

-Per tua infornazione è stata Ran a chiedermi se volevo venire. Dato che sono uscito adesso dall'ospedale pensavo vi avrebbe fatto piacere vedermi.

-Ti hanno tolto la fasciatura....

Disse Ran, guardandogli il braccio.

-Si. Purtroppo rimarranno le cicatrici, ma almeno mi sono tolto questo peso.

-Ma che carino. Ti ha salvato come in una favola, ma è meglio se giri a largo. Ran è gia sposata con Shinichi.

Ran gli tappò bocca. Poi gli prese la mano e la trascinò lontano da Ash.

-Ascolta Sonoko, non parlare di Shinichi davanti ad Ash. Quando si sono incontrati hanno litigato. E poi non è vero che siamo sposati e io non voglio nemmeno sentir parlare di lui.

-Ok, farò la brava.

Disse Sonoko. Si avvicinarono ad Ash.

-Siete venute qui da sole?

-No, in verità Conan e i suoi amici sono al parco a giocare a calcio.

-Ah. Devo andare da lui per ringraziarlo.

-In realtà sarebbe lui che dovrebbe ringraziare te.

-Vogliamo tornare all'argomento dell'altro giorno?

Disse, incamminandosi verso il parco.

-Aspetta Ash.

Ran prese la sua borsa e si affrettò a raggiungere Ash.

-Sei sicuro di poter andare in giro con le stampelle? Non credi che sarebbe meglio andare a casa a riposare?

-Non ci penso nemmeno. È da circa un mese che sono a letto. Ho bisogno di attivarmi.

-Come fai ad “attivarti” con la gamba ingessata?

-Io sono un tipo iperattivo! Non posso rimanere fermo a far nulla!

Disse, guardando la ragazza sorridendo.

-Sei irresponsabile come un bambino. Te lo hanno mia detto?

Disse Ran in modo sarcastico, sorridendo.

-Esatto. Sono ancora giovane!

Arrivò anche Sonoko, riponendo la racchetta nella borsa.

-Quando ti toglieranno l'ingessatura?

Gli chiese Sonoko.

-Tra una settimana. più o meno.

-Secondo me sei stato molto fortunato a cavartela con qualche cicatrice.

-Si devo ammetterlo.

-Ran, io devo andare. Sono già alle quattro.

-Va bene, Sonoko. A domani.

Sonoko se ne andò, salutando con la mano.

-Quella ragazza è tremenda...

-Si, ma quando vuole diventa la migliore amica del mondo.

Raggiunsero i bambini, che si stavano riposando sulla panchina all'ombra di una quercia.

-Conan! Ragazzi! Guardate chi è appena uscito dall'ospedale.

I ragazzini si alzarono.

-Ciao ragazzi. Mi presento: Io mi chiamo Ashton Osuushi. Ma chiamatemi Ash.

-Ciao Ash. Ti presento i miei amici: Loro sono Ayumi Yoshida, Genta Kojima, Mitsuhiko Tsuburaya e Ai Haibara. Sono tutti miei compagni di classe. Lui invece è il professor Agasa.

-Piacere Ash. Abbiamo sentito parlare di te al telegiornale.

Disse il professor Agasa, stringendo la mano al giovane.

-Accidenti, è vero che avevi sia la gamba che il braccio piene di scheggie di vetro?

Chiese Mitsuhiko, facendo un passo avanti.

-Be, si. Hahaha! Ne parlate tutti come se fossi un eroe...

-Perchè? Non lo sei?

Chiese Ran, appoggiando una mano sulla spalla del ragazzo.

-E così è lui.

Sussurò Haibara, avvicinandosi al piccolo Kudo.

-Si, è lui.

Disse, con un lieve cenno di rabbia nella voce.

-Mi sembra che non riesci a mandarlo giù. Comunque lui ha uno sguardo... famigliare...

-Cosa? Vorresti dire che lo conosci?

-Lui no, ma il suo sguardo mi ricorda qualcuno.

-Intendi qualcuno dell'organizzazione?

-Si, anche se non riesco a capire a chi possa assomigliare.

-Forse è solo una tua sensazione. Forse sei così fissata con loro che hai sclerato...

-Alcune volte mi prudono le mani dalla voglia di strozzarti.

Gli disse la scienzata, colpendolo ad un braccio.

-Ah, fa come di pare...

Disse, allontanandosi.

Tu non hai la minima idea di quanto possa essere crudele quella donna, che porta il nome di Vermouth.

Pensò Ai, guanrdando il giovane Kudo.

Se è proprio come penso io, Ash è Vermouth hanno molte più cose in comune di quanto pensiamo. Dopotutto tra i membri dell'organizzazione gira una strana voce. La voce di un figlio da lei dato alla luce e poi scomparso...

 

 

 

Nota Autrice: Salve qui Kya<3

Ok, questa parte potrebbe sembrare impossibile o... strana... ma io ci ho sempre pensato. Noi sappiamo poco di quella donna quando era ancora un'attrice, quindi mi devo inventare qualcosa altrimenti non mi diverto. Al prossimo capitolo! E mi raccomando, recensite!

Con affetto ^.^

Kya<3

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Capitolo 10
*** Coppie ***


COPPIE

 

 

Nota pre-storia: Per la coppia AshxRan ho deciso in questo capitolo di dedicargli una delle canzoni (secondo me) più romantiche del mondo: Almost Is Never Enough di Ariana Grande feat. Nathan Sykes. Vi consiglio di ascoltarla perche io la Amo!

 

 

Era passata una settimana e Ran si trovava sa sola a casa, intenta a cercare un ristorante perfetto per una cena molto speciale.

-Dai Ran, è una serata molto importante. È la tua ultima possibilità di farli tornare insieme.

Si disse, massaggiandosi le tempie. Infatti tra poco sarebbe stato l'anniversario dei suoi genitori e, come sempre, cercava un modo per farli tornare insieme. Aveva già chiamato tre ristoranti di lusso, ma erano pieni e la lista d'attesa era di un mese.

-Devo trovare un'altra soluzione...

Poi sentì il campanello di casa. Chi poteva essere?

-Adesso arrivo!

Ran uscì dalla sua stanza ed aprì la porta. Il giovane Ash si presentò in modo piuttosto elegante. Ma la cosa che rese Ran più felice era vederlo senza l'ingessatura e senza le stampelle.

-Salve, signorina.

-Ash! Ma cosa...

-Sono tornato con una nuova gamba! Sono pronto per un nuovo incidente!

Si abbracciarono stretti e Ran sentiva la terra manciargli sotto i piedi. Letteralmente. La aveva sollevata da terra, avvolgendo le braccia intorno ai suoi fianchi stretti, mentre lei aveva avvolto le braccia intorno al suo collo.

-Ok Ash. Mettimi giù!

Il ragazzo la lasciò andare.

-Allora dobbiamo festeggiare. Ti va qualcosa da bere?

-Certo.

-Bene, perchè ho appena comprato dello spumante analcolico all'arancia.

I due entrarono in casa a Ash notò il computer acceso e tante scartoffie accartocciate a terra.

-Cosa è successo qui?

-Scusa per il disordine, ma sto cercando disperatamente un ristorante elegante per l'anniversario dei miei.

-E non puoi portarli in un ristorante normale?

-No io voglio un posto speciale perchè il mio scopo è quello di farli tornare insieme. È il mio scopo princpale nella vita.

Prese la bottiglia e due bicchieri. Poi aprì la bottiglia di spumante e versò la bevanda frizzante nei due bicchieri. Infine, Ash prese il bicchiere e sorseggiò la bevanda.

-È così importante per te?

-Ovviamente.

-Mmmhh...

Ash prese il cellulare e guardò qualcosa.

-Ai tuoi piace il sushi?

-Si, gli piace.

-Be, forse saprei come aiutarti. Conosco un ristorare molto raffinato di sushi ma anche di altre specialità di tutto il mondo. Si trova su una scogliera non molto lontano da qui, vicino a una spiaggia fuori città. Non ci vuole molto a raggiungerlo.

-Ma ha tutta l'aria di un ristorante molto escluivo e... costoso... sei sicuro che potremo permettercelo?

-Adesso vedremo... Quando pensavi di fare questa cena?

-Questa sera alle otto...

Ash appoggiò il bicchiere sul tavolino e digitò il numero sulla tastiera del cellulare.

-Buongiorno, avere posti liberi per stasera? Bene, a nome Ashton Ouushi, perfavore. Arriveremo questa sera alle otto. Quanto viene? Ok, allora il tavolo quindici. Grazie a stasera.

Ash chiuse la chiamata.

-allora?

-Spero che vi piaccia una cena con vista mare.

Ran si alzò e lo strinse forte tra le braccia.

-Grazie granzie grazie grazie! Ash sei il migliore!

-Hahaha! Lo so ma ora non stringere tanto! Mi fai male!

-ok scusa.

-Ora devo chiamare mia madre. Ci sarai anche tu? Vero?

-Cosa? Ma è una serata di famiglia non vorrei essere di troppo. Dopotutto non sono uno di famiglia.

-Ma... supponiamo che solo per stasera tu... tu sia il mio ragazzo.

I due arrossirono. Ran avrebbe detto qualsiasi cosa per farlo venire.

-In questo caso, ci sono.

-Bene. Vado a chiamare mia madre.

-Ok.

Ash riprese il bicchiere e sorseggiò la bevanda

_.-._.-._.-_.-._

-Perchè mai dovrei passare la serata con tuo padre?

-Eddai mamma. È un posto bellissimo. Non pensi di meritarti una buona cenetta con vista mare insieme a papà?

-No. Lo sai come andrà a finire.

-Perfavore mamma. Ash ha pagato tanto per offrirci questa cena.

Disse, guardando la porta del bagno dove Ash si era recato per lavarsi le mani.

-Ash? Il ragazzo che ti ha salvato?

-Esatto.

-Va bene ma spero che tuo padre non faccia il cafone come al solito

-Allora ti veniamo a prendere alle otto.

-Va bene.

Ran spense la chiamata e in quel momento Ash uscì dal bagno, sbadigliando.

-Allora? Cosa ha detto?

-Che ci sarà.

-Bene.

In quel momento la porta si aprì e Conan, insieme al detective, entrarono nella casa. Goro pensò subito male, vedend Ran e il ragazzo insieme, da soli.

-Cosa succede qui? Spero di aver interrotto qualcosa...

Disse il detective, avvicinandosi ad Ash in modo minaccioso.

-Ciao Conan. Salve detective.

-Papà non stavamo facendo nulla. Io e Ash stavamo organizzando la cena per questa sera.

-A si? E tua madre ha accettato?

-Si.

-Allora Ash... dove si trova questo ristorante?

-si trova su una spiaggia fuori città. Se vuole detective posso prestargli il GPS. Io verrò in moto.

-Conosci la strada?

-Certamente.

Ash uscì di casa e si avvicinò al bauletto della moto, prendendo il GPS. Poi risalì le scale e rientrò in casa.

-Il nome è ristorante Doyle. Dovrebbe gia essere salvato nelle destinazioni preferite.

-Va bene. Ascolta, per quanto riguarda il prezzo...

-Può stare tranquillo detective. Ci pensò io e poi è una specie di regalo di anniversario.

-Ehm... grazie, Ash.

-Prego. Ci vediamo stasera.

Ash uscì e salì sulla moto e se andò.

-Sai una cosa Ran?

-Cosa?

-Questo ragazzo mi piace molto di più di Shinichi...

Disse in una risata. Conan era arrabbiato.

Quando tornerò adulto ti farò vedere io.

Pensò.

-Conan... tu verrai con noi?

-No, credo che andrò a dormire a casa del dottor Agasa. Oggi non mi sento molto bene.

Inventò Conan. Era vero che doveva andare dal dottor Agasa, ma voleva indagare su Ashton. Il fatto che assomigliasse qualcuno dell'organizzazione lo rendeva un soggetto pericoloso.

-Sei sicuro?

-Si. Vado a preparare le cose per la notte.

-Vuoi una mano?

-No tranquilla.

Conan entrò nella stanza, prendendo tutti i gadget che gli aveva dato il dottor Agasa. Arrivò sera e, dopo aver lasciato Conan a casa del dottor Agasa, il detective e la figlia si recarono a casa dell'avvocato Kisaki per portarla a cena. Ran indossava uno stupendo vestito bianco con una striscia di strass sulla vita. La gonna gli arrivava poco sopra alle ginocchia, mentre il detective indossava giacca e pantaloni bianchi, con una camicia nera e il papillon bianco.

-Papà, ascolta. Potresti cercare di essere meno... ehm... scorbutico con la mamma?

-La tratto come lei tratta me, Ran.

-Ok, va bene.

Ran uscì e andò a bussare all'appartamento della madre.

La donna uscì, vestita un vestito nero e di poco più lungo di quello della figlia. Le due entrarono in macchina.

-Ciao Goro.

-Ciao Eri.

Ran guardò i genitori, che si ignoravano a vicenda.

-Guarda. In una bella serata come questa ti metti un vestito da funerale.

-Non pensare che quel papillon ti aiuterà a trovare una bella donna come quelle con cui ti vedi di solito, brutto libertino baffuto...

-Mamma... papà... vi prego non litigate.

-Allora Ran, tu e Ash state...

-Cosa? Mamma, come ti è venuto in mente?

-Non è che ti ha fatto delle proposte strane?

Chiese suo padre intromettendosi nel discorso.

-Ma no io e Ash siamo solo amici. Cosa vi siete messi in testa tutti e due?

-Be, Ran ci sono cose che devi sapere. Alla vostra età è normale avere delle... ecco...

Goro arrossì violentemente.

-Si ecco... Tuo padre sta parlando di... un'attrazione specifica verso...

-Oh no... aspettate. Non voglio iniziare questo discorso. So già tutto.

-Cosa credi? È più imparazzante per noi...

-No, non credo. E poi Ash non è un tipo del genere.

-Sei davvero sicura che non...

Disse Goro, guardandola dallo specchietto retrovisore.

-Già, sei davvero sicura che...

Continuò l'avvocato.

-Santo cielo. Mamma, papà, volete sapere la grande notizia? Sia io che Ash siamo vergini.

Disse tutto di un fiato. Tutti e tre arrossirono.

-Ok ok, basta. Ci siamo capiti.

Disse il detective continuando a guardare la strada.

-Bene.

Ran guardò fuori dal finestrino.

Almeno spero che lui sia vergine...

Pensò Ran, ancora rossa. Raggiunsero il bellissimo ristorante sulla scogliera in riva al mare.

-Wow, che posto elegante.

Disse Goro, chiudendo la macchina.

-Già. Tu non vi avresti mai portato in un posto del genere.

Disse Eri, guardando il famoso detective.

-Dai mamma, dobbiamo entrare.

Entrarono nel ristorante. Si avvicinò un cameriere.

-Buona sera. Avete prenotato un tavolo.

-Si, siamo la famiglia Mouri.

-Ah, ho capito. Siete qui insieme al signorino Ouushi. Lui è già qui e vi sta aspettando. Seguitemi, vi conduco al vostro tavolo.

Il cameriere li portò nella sala dove si trovavano tutti i tavoli riservati. Solo un paio di tavoli erano occupati. Vicino alla vetrata, vestito di un elegantissimo smoking nero e la camicia bianca senza cravatta, con i primi due bottoni sbottonati. Aveva i capelli lievemente spettinati e accolse la famiglia con il suo bellissimo sorriso.

-ciao Ran. Buona sera detective.

-Ash, questa è mia madre, l'avvocato Eri Kisaki.

-Piacere, avvocato Kisaki.

-Ciao Ash. Chiamami pure Eri.

La cena iniziò e i quattro decisero di mangiare Shushi. Goro ordinò del Sashimi, Ran un piatto di HosoMaki, Eri ordinò del Chirashi mentre Ash ordinò del Nigiri di salmone.

-Allora Ash... parlaci un po' di te...

Disse Eri.

-Be, sono qui a Tokio da poco tempo e vengo da Hokkaido, nella prefettura di Sapporo.

-Ran mi ha detto che i tuoi sono entrambi laueati in psicologia.

-Si. Siamo tutti portati per la medicina in famiglia. Mia sorella si sta laureando in fisioterapia.

-Wow dovete essere tutti molto portati per lo studio...

-A parte qualcuno che conosco.

Si intromise il detective, riferendosi alla moglie.

-Mi sbaglio o io sono uscita con due trenta e il resto ventotto, mentre il nostro famosissimo è uscito con quasi tutti ventisei?

Disse.

-Eddai, smettetela di litigare.

-Sai Ran, ora che ci ho pensato potrei anche andarmene.

-Dai mamma, cerca di resistere.

La cena, da quel momento divenne piacevole e la sala si svuotò. Rimasero solo loro, finchè finirono di mangiare, soddisfatti.

-Davvero buono. Sono proprio pieno.

-Già, anche io.

-Ascolta Eri. Ti andrebbe di andare a fare una passeggiata sulla spiaggia con me?

Chiese Goro alla moglie, sorprendendola: Lei arrossì, fino a diventare cremisi.

-Dai mamma. Accetta.

-Si certo.

I due si alzarono e uscirono, prendendo delle scale che dal ristorante scendevano verso la spiaggia.

-E così siamo rimasti in due signorina Mouri.

Disse Ash, guardando la ragazza.

-Un brindisi?

I ragazzi avevano preso per loro la stessa bibita che avevano bevuto nel pomeriggio.

-Certo.

Ash prese la bottiglia e versò la bevanda nel bicchiere della ragazza.

-Ai tuoi genitori. Si rimetteranno insieme?

Disse in una lieve risata. Anche la ragazza rise e, dopo il brindisi, rimasero un po' in silenzio e in quel momento Ash ebbe modo di sentire la canzone che stavano per trasmettere. In quel momento Ash si alzò, riconoscendo la sua canzone preferite. Poi si avvicinò alla ragazza.

-Cosa c'è?

-Ti va di ballare?

Il ragazzo sorride e gli porse la mano. Anche sorrise e appoggiò la mano su quella di lui e andarono al centro della sala.

-Mi scusi, può alzare la musica?

Chiese all'uomo che si trovava al bancone. Lui si avvicinò alla radio e alzò la musica, come da richiesta. Ran si avvicinò e avvolse le braccia intorno al suo collo, accarezzandogli i capelli della nuca, metre lui mise le mani sui suoi fianchi. I due iniziarono a ondeggiare su quel ritmo e romantico. In quel momento il mondo intorno a loro si annullò, insieme a tutte le preoccupazioni. Erano solo loro e quella musica, mentre si guardavano nel profondo dei loro occhi, come se cercassero qualcosa. Ash voleva dirgli una cosa importante, qualcosa che forse avrebbe cambiato la sua vita. I loro cuori battevano all'impazzata, dettando il ritmo che si diffondeva in quella stanza. Ash prese coraggio.

-Ran...

-Dimmi.

-Io credo... be... ecco credo...

Stava sudando.

-No, che sto dicendo? Io ne sono sicuro. Io...

-Forza, dimmi...

-Io mi sono innamorato di te.

Ran arrossì, mentre i loro occhi luccicavano per l'emozione.

-Ash io...

-Lo so che forse sto andando un po'... veloce... ma io... io ne sono sicuro.

Ran sorrise, facendo sentire Ash un po' imbarazzo.

-Vieni qui...

Disse Ran, avvicinandosi a lui. La sua mano scivolò sul suo petto, mentre l'altra rimase sulla sua nuca per attirarlo a se. Si avvicinarono tanto da sentire il respiro della persona che gli stava davanti, chiudendo gli occhi.

-Anche io mi sono innamorata di te.

Disse, prima di baciarlo sulle labbra. Le loro guance esplosero dal calore, mentre assaporavano quel momento magico. Erano entrambi in estasi e un bacio tirava l'altro. Infine, quando si divisero, la mano di Ra tornò sul suo collo, e appoggiò la testa sulla suo spalla, assaporando il suo profumo. Sentiva il dolce profumo dell'Acqua di Colonia che si era spruzzato e in fondo gli piaceva moltissimo sentirlo. Ash appoggiò la testa su quella della ragazza, stringendola ancora di più a se. Assaporavano entrambi il profumo che si creava quando stavano insieme. Non sapevano che Goro ed Eri, arrivati da poco, lo stavano osservando.

-Ti ricordi Eri? Eravano anche noi così.

-Si, eravano giovani e follemente innamorati.

-Cosa ci è successo? Perchè siamo cambiati tanto?

-Siamo cresciuti e, quella volta che ha rischiato di uccidermi, è cambiato qualcosa.

-Perchè non riproviamo a stare insieme. Io non ce la faccio più senza di te, Eri.

I due arrossirono. Poi, Eri sorrise e guardò di nuovo i due ragazzi.

-Credo che... dovremmo provare. Se va bene ti promettero che rimarrò.

-Va bene.

Disse Goro. Poi si abbracciarono. La serata finì solo un paio di ore dopo e la famiglia Mouri tornò a casa, accompagnata da Ash.

-Grazie per la serata, Ash.

-Prego. L'ho fatto volentieri. Buona notte.

Goro ed Eri entrarono in casa, mentre Ran rimase per salutare Ash.

-Ci vediamo domani.

-Si.

Ran si avvicinò avvicinò a lui.

E ora che faccio? Lo bacio o no?

Pensò, arrossendo.

E ora che faccio? La bacio o no?

Pensò lui. Poi Ran si avvicinò a lui e appoggiò le mani sul suo petto, mentre lui avvolse le braccia intorno ai suoi fianchi. Poi si baciarono e rimasero attaccati per qualche secondo. Per quanto volessero approfondire il braccio, dovevano separarsi.

-Notte.

-Notte, Ran.

La ragazza rientro in casa.

 

 

Nota Autrice: Ciao a tutti * Vedo gia i vostri cecchini sulle case intorno a me, con la luce rossa sulla mia fronte *. Ok, e che oggi mi è successo anche a me (avete capito. Una marea di baci sulla bocca per me: Yeeeee!). Tranquilli che la storia avrà modo di mutare ancora, MUHAHAHA!

Comunque forse fermerò la produzione dei capitoli (riperto FORSE) per creare il sequel di una mia storia.

Ora vi lascio vi prego non uccidetemi.

Con affetto^.^

Kya<3

 

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Capitolo 11
*** La vita e la Morte ***


LA VITA E LA MORTE

Era domenica mattina e Ran si svegliò tardi. Non aveva dormito molto. Quando aprì gli occhi, gli venne subito in mente Ash, il motivo per cui non aveva dormito. Doveva ammettere che non aveva mai baciato nessuno, fino a ieri. Poi si alzò di scatto e corse una doccia fresca.

Rimase in bagno almeno un ora e poi andò in cucina come ogni mattina per preparare la colazione, ma trovò sua madre intenta a preparare la colazione.

-Ciao mamma.

-Buongiorno tesoro. Come stai?

-Ehm... bene...

-Cos'hai?

-Nulla è che sono felice che tu sei qui.

-Sei sicura che non centra un ragazzo?

Disse guardando la figlia di sottecchi.

-Cosa? N-no... come ti...

-Guarda che anche io ho gli occhi. Pensi che non vi abbia visti ieri sera? Stavate ballando e lo hai baciato. Eravate così dolci.

Disse facendo una risatina. Ran divenne rosso cremisi.

-Ti prego dimmi che papà...

-Si ha visto anche lui.

-Oh no... lui è così protettivo.Si arrabbierà come una belva...

-In verità è felice. Dice che un ragazzo molto affidabile e per lui l'importante è... che tu sia felice.

Disse, versando il caffè in due tazze.

-Fai colazione con noi?

-Ehm...

Il quel momento gli arrivò un messaggio.

-Ciao Ran. Io sono al caffè Poirot. Ti va di venire a fare colazione con me?

-Mi dispiace mamma ma devo andare.

Prese la giacca e corse fuori. Poi entrò nel caffè Poirot, cercando Ash con lo sguardo. Infine lo trovò. Il ragazzo stava leggendo il listino del prezzi. Agli occhi di Ran era ancora più bello del giorno prima. Si avvicinò a lui.

-Ciao Ash.

-Ciao Ran.

Il ragazzo si alzò e si baciarono lievemente. Quel gesto gli venne spontaneo e dopo il bacio si strinsero forte.

-Mi sei mancato.

-Anche tu mi dei mancata.

Di divisero e si accomodarono, ordinando la colazione.

-Oggi mi sembri stanca. Hai dormito poco?

-Si. Ieri sera ho mangiato troppo.

-I tuoi hanno litigato ancora?

-No. Sono stati calmi e hanno dormito insieme. Mi sento così bene.

-Questo è l'importante.

-Approposito, non mi hai detto come sta il tuo fratellino.

-Oh be... lui...

Appoggiò la tazza sul tavolo e il suo sguardo divenne cubo.

-Non sta molto bene?

-Esatto. Si è sentito ancora male. Ma i dottori hanno detto che lo salveranno, quindi non c'è nulla di cui preoccuparsi.

Disse, ma sembrava ancora triste.

-Ash... dimmi la verità....

Disse, appoggiado la mano su quella del ragazzo.

-Ti sto dicendo la verità. Non ti mentirei mai, Ran.

Disse, sorridendo. Ash tornò al suo caffè, sorseggiandolo lentamente. Ran gli stava stringendo ancora la mano e sentì che era ancora un po' teso.

-Ash. Ti prego. Se ce qualcosa che ti turba io sono qui per ascoltarti.

Disse stringendogli la mano.

-Te ne parlo quando saremo soli. Va bene?

-Ok.

Finirono la colazione e, dopo aver pagato. Uscirono camminarono verso il parco di Beika. Arrivarono dopo un quarto d'ora.

-Allora, ti va di raccontarmi quello che è successo?

-Keizo non vuole ricevere più cure.

-C-cosa?

-Si... hai capito...

Disse in un singhiozzo, sedendosi su una panchina.

-Oh Ash...

-Stava lì, disteso su quel letto di ospedale. Non mangiava da giorni e non voleva parlare con me. Diceva solo che ha mollato. Non era più lui. Mi sembrava una persona che non conosceva.

Si coprì gli occhi, fermando le lacrime.

-No, Ash. Ti prego, non piangere.

-Mia madre è disperata come le mie sorelle. Mio padre ha fatto affidamento ha l'ultima possibilità. A buone possibilità di di sopravvirere, dovrebbe resistere ancora qualche giorno, ma lui non ne vuole sentire ragioni. Alla fine i miei genitori hanno pagato la cura.

Ran si accomodò accanto a lui.

-Devi fidarti. Se è tuo fratello allora sono sicura che c'è la farà. Tieni, basta piangere.

Gli disse dandogli un fazzoletto. Il ragazzo si asciugò gli occhi.

-E tu? Mi hai detto che anche tu hai la stessa malattia.

-Si mai il mio è... come posso dire... un po' scansafatiche per mia fortuna...

Ran scoppio in una risata. Poi decise di fargli una domanda importante, per lei.

-Ash... posso chiederti una cosa?

-Dimmi...

-Come sono le ragazze di Sapporo?

Il ragazzo la guardò, alzando il sopracciglio.

-Questa tua domanda è in modo carino per chiedermi se stavo insieme a un'altra ragazza prima di incontrarte te?

-No, ho solo chiesto come sono...

-Sono le solite ragazzine ricchie e viziate. E nessuna di loro mi ha mai degnato di uno sguardo. Non hanno mai notato la mia “sexaggine”.

-Ma sentilo. Tu sei matto.

-Già.

Il ragazzo si alzò e la ragazza lo seguì subito dopo. Ma ragazza di avvicinò ancora di più.

-Sono contento di stare insieme a te...

-Anche io sono contenta.

La ragazza si avvicinò a lui e lo baciò dolcemente sulle labbra. Ran non riusciva a staccarsi dalle sue labbra e intrecciò le dita dietro la sua nuca. Lui le cinse i fianchi stringendola a se. Continuarono a baciarsi finchè una voce interruppe i suoi pensieri.

-Hey! Voi due! Mi dite cos'è tutta questa confidenza?

I due si staccarono e videro Sonoko, con gli occhi spalancati, che li fissava.

-Oh no...

Disse Ash staccandosi da Ran. La ragazza si divise da lui, postandosi i capelli dietro l'orecchio.

-Ciao Sonoko.

-che sta succedendo qui?

-N-nulla.

-voi due state insieme? Questo Shinichi lo deve sapere sicuramente!

Appena udì quel nome Ash divenne rosso dalla rabbia.

-Adesso mi devi spiegare perchè Shinichi devi sapere sempre tutto.

Disse facendo un passo avanti.

-Stai calmo. Sonoko stava solo scherzando.

-Ran, io sto andando a vedere “l'Ultimo Bacio” al cinema qui dietro. Vuoi venire?

-Ash, non ti dispiace?

-Macchè, divertiti.

-Grazie. Ti chiamo dopo.

-Va bene.

Ran gli diede un bacio affettuoso sulle labbra prima di allontanarsi con l'amica.

-Ti prego non parlare di Shinichi con Ash. Si odiano... diciamo...

_-_-_-_-_-_

Il piccolo Kudo si trovava da tutta la notte davanti al computer. Cercava notizie relative all'attrice Sharon Vineyard.

-Allora? Hai trovato qualcosa?

Disse il dott. Agasa, portandogli la colazione.

-Si. A quanto parte era fidanzata.

-E con chi?

-Non si sa. Molti dicono che era fidanzata con il nipote di un amico di famiglia e che abbia avuto con lui rapporti intimi.

-E tu credi che Ash sia suo figlio?

-Non sono io quello che si è messo in testa questa sciocchezza.

-Credimi, Kudo. Io li riconosco gli occhi di Vermouth.

Disse Haibara, avvicinandosi a Shinichi.

-Sei sicura di non esserti fumata qualcosa?

-Fottiti.

Gli disse, guardandolo male.

-Ok, io ti credo. Ma secondo me la paura ti ha dato alla testa. Questo è solo gossip su un attrice.

-Tu lo sai che io ho sempre ragione. Be, aspetta e vedrai.

-Ok.

-Dai smettetela voi due. Cosa dice di altro.

-Che poi ha affidato il neonato alle cure di un orfanotrofio. Ah, sono tutte frottole dai.

-Secondo me Ai ha ragione. Potrebbe anche essere che lui è stato mandado da vermoth per te. Potrebbe far del male a Ran.

Shinichi divenne pallido in viso.

-In questo caso il tuo punto di vosta cambia vero Kudo?

Il giovane Kudo si alzò.

-Be, avrebbe un senso.

-In questo caso diventa una questione di vita o di morte.

-Io continuerò a fare ricerche su Ash. Shinichi, devi osservare qualsiasi movimento di Ash. Potrebbe essere tutto un trucco. L'incontro con gli uomini in nero e tutto il resto...

-Ah... Io non so... Vermouth avrebbe sacrificato Gin e Vodka per noi due.

-Lei è molto astuta. Avrà già pianificato tutto per fargli evadere. Shinichi, per ora il nostro compito e tenere gli innocenti lontano dai guai. Ran è una di questi.

-Si.

Disse, prendendo la sua giacca.

 

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Capitolo 12
*** Comunikyazioni ***


Comunikyazioni

Salve Raga!!!!!

Mi sento un genio per il modo in cui ho scritto il titolo. Comunque sono qui per una comunikyazione ( Almeno cento commenti positivi per il titolo) molto importante. Da brava studentessa quattordicenne e da brava scrittrice ho tentato di iniziare il liceo e scrivere per voi nello stesso tempo. Risultato? Aggiorno una storia ogni millennio e ho già preso cinque insufficenze...*Lacrime*. Davvero, mi aspettavo che il liceo artistico sarebbe stato difficile, ma non immaginavo tanto. La mia carriera da scrittrice non vale solo per il sito ma anche per “manoscritti” (diciamo) che spero di riuscire a pubblicare, ma la scuola è davvero dura e finchè non mi abituerò al ritmo di questa scuola mi sa che dovrò interrompere la produzione di capitoli. Quindi non mandatemi messaggi tipo “Quando continui?”,”quando esce il prossimo capitolo?” Ecc ecc. Tranquilli che io li leggo i messaggi ma li leggo quando non ho tempo di rispondere ( i dieci secondi in cui mi sposto da una classe all'altra, davanti alla macchinetta, in quei pochi secondi in cui cerco il ragazzo dei miei sogni sperando che mi parli ecc.). Quindi non serve che vi disperate. Troverò il modo di continuare. Intanto vorrei fare una domanda a tutti. Secondo voi quali sono le cose che dovrei cambiare, migliorare o cancellare definitivamente dalla storia?

Inviatemi i vostri messaggi con le risposte. Questa volta li leggerò tutti nei tempi morti ( dopo i compiti, prima di andare a letto, nel viaggio verso casa, al bagno ecc.) e li prenderò in considerazione tutti e cambierò le cose che hanno avuto più richiesta. Poi, piano piano (altri trecento piano) farò i capitoli tenendo sempre conto delle vostre richieste. Ok. Spero di ricevere le vostre risposte al più presto ragazzi così potrò mettermi subito al lavoro.

Ciao da Kya^.^

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Capitolo 13
*** Le tante faccie della Verità ***


LE TANTE FACCE DELLA VERITà

Passò un mese. Un mese più che tranquillo. Non ci furono segnalazioni di Vermouth e Gin e Vodka se ne stavano calmi in prigione. I poliziotti dicevano che avevano celle separate e venivano controllati ventiquattro ore su ventiquattro. Haibara e Conan non facevano progressi con la loro ricerca. Ma dove c'era mistero c'era anche un dolce amore. Ran e Ash passavano tanto tempo inisieme e avevano iniziato a baciarsi più appassionatamente. Era successo tutto un venerdì sera. Erano usciti inisieme e avevano passato la serata al parco. Lì non sapevano spiegarsi come si trovarono a baciarsi in quel modo. Comunque a Ran gli era piaciuto un sacco. Da quel venerdì, non passava un ora che i due si vedeva o si sentivano al cellulare. Comunque, da quella sera quando erano a casa da soli finivano sempre con limonare o pomiciare. Di solito lo facevano a casa di Ash, ma quando Goro non c'era, lo facevano anche da Ran. Comunque la giovane aveva paura di dirlo a Conan. Alcune volte quel bambino poteva essere peggio di suo padre. Conan era molto importante per lui e molto, mooolto geloso. Chissà perchè si chiedeva sempre lei. Forse Ayumi, in quella volta che Ran aveva fatto da psicologa d'amore, aveva ragione sul fatto che Conan si era innamorata di lei. Mah... Comunque doveva sbrigarsi. Ash la stava aspettando a casa. La aveva chiamata e le aveva detto che c'era una sorpresa per lei. Non sapeva cosa aspettarsi. Ash la sorprendeva sempre. Si vestì in fretta e uscì di casa prendendo un taxi fino al parco. Poi, da lì, continuò a piedi. Raggiunse la casa di Ash e suonò al campatello. Il ragazzo aprì senza nemmeno chiedere chi fosse. La ragazza entrò e Ash uscì dal soggiorno.

-Ciao bellissima.

Disse prendendola per i fianchi e baciandola con passione. Ran si staccò.

-Hey! Chi ti ha detto che io volevo baciarti? Ora sei in punizione. Niente baci per una settimana.

Disse ironica, staccandosi da lui. Poi appoggiò la borsa su una sedia.

-Una settimana?

-Esatto. Ma se fai i capricci diventerà un mese.

-Ok ok sto zitto.

-Allora, qualc'è la sorpresa?

-Ti va di venire a Sapporo con me? C'è il matrimonio di mia cugina e poi è un buon pretesto per incontrare tutta la mia famiglia.

-T-Tu vuoi presentarmi ai tuoi?

-Si. Perchè? Sei nervosa?

-Be... un po'...

-Ah, non preoccuparti. Ti proteggo io.

-Ehm... Ok...

-Evvai!

La strinse forte a se, alzandola da terra.

-Sono felice anche io.

-Non me lo merito un bacio?

Ran sorrise.

-Soltanto uno.

Gli diede un lieve bacio. Poi, il cellulare di Ash iniziò a suonare. Lui si staccò da Ran e ragiunse il suo cellulare.

-Pronto? Ciao mamma! Cosa è successo?

Ran si accomodò su una delle sedie della cucina guardandolo.

-Mamma, respira e dimmi cosa è successo... ... ...no, non dirmi così. Non è vero... Avevano detto che lo avrebbero salvato. No non è possibile, Kozue...

Ran vide delle lacrime e gli rigavano il viso.

-Ok... Si io ci sarò. Speravo di portare anche Ran. Voglio fare lo stesso il matrimonio?

La ragazza si alzò e si avvicinò al ragazzo.

-Ok. Si,ti chiamo più tardi. Cerca di riprenderti. No, non sto piangendo, mamma. A dopo.

Ash spense il cellulare e Ran si avvicinò a lui prendendogli le mani.

-Ash che cosa è successo?

-Kozue è morto. Non sono riusciti a operarlo in tempo. Il suo cuore ha ceduto prima.

-Oh no... Ash mi dispiace...

Lo strinse forte a se.

-Dovevano operarlo tra un paio di giorni ma... è successo questo...

Disse in un singhiozzo. Il ragazzo si abbassò leggermente. Le gambe gli stavano cedendo. Ran sentiva le sue lacrime fredde bagnarli il collo. Scoppiò in un pianto fragoroso, quasi come un bambino. Ran non poteva vederlo così sofferente.

-Ash... Forza, tirati su...

-Si... Hai ragione.

Ash si staccò e su asciugò gli occhi con la manica della felpa.

Ran lo guardò mentre si soffiava il naso con uin fazzoletto.

-Cosa faranno con il matrimonio?

-Ormai non si può più annullare nulla. Hanno detto che il funerale lo faranno quattro giorni dopo il matrimonio. Vuoi venire lo stesso?

-Certo. Ti starò vicino te lo prometto.

-Grazie, ti voglio un mondo di bene.

-Anche io.

Disse, stringendolo forte. Ran gli diede un casto bacio sulle labbra.

-E quindi... per la mia punizione...

-È annullata... ma solo perchè hai bisogno di tirarti su...

Il ragazzo sorrise e la baciò, questa volta con più passione. Poi le loro labbra si staccarono, bur rimanendo ancora abbracciati.

-Ran, posso farti una domanda?

-Dimmi.

-Volevo farti una domanda su Conan. Lui è imparentato con Shinichi?

-No. Perchè me lo chiedi?

-In questo mese ho potuto notare che è... intelligente... molto intelligente e arguto per... per essere un bambino di sette anni...

-Si me ne sono accorta anche io. È un lontano parente di Shinichi ed è stato lui ha insegnarli tutto. Pensa che io credevo fosse Shinichi. Ma era una mia impressione. Shinichi non è simpatico quanto Conan. Lui è molto più disponibile, anche se qualche volta sembra la copia indentica.

-E se fosse davvero Shinichi?

-Ah dai, non diciamo sciocchezze. Come sarebbe possibile?

-Ah dai Ran. Ci ho pensato a lungo.

Disse staccandosi da lei, bruscamente.

-Quegli uomini lo stavano cercando e...

-Ascolta Ash. Stai tranquillo. L'ultima volta che sei andato a Sapporo non è andata a finire molto bene. Non è che te la fai sotto?

-Non me la faccio sotto sono solo preoccupato.

-Stai tranquillo. È stata per tutti una brutta esperienza. Ora quei due sono dentro e non ce nulla di cui preoccuparsi. Ok?

-Ok.

-Bene. Quando dobbiamo partire?

-Dopodomani. Ti vengo a prendere io. Ok?

-Va bene. Accidenti è quasi ora di pranzo. Papà e Conan mi stanno aspettando. Devo andare.

-Non puoi rimanere ancora un po'?

-Mi dispiace ma quando hanno fame sono peggio dei lupi.

Si avvicinò a lui e lo baciò a stampo sulla bocca. Lo baciò ancora una volta, finchè senti che lui spostò la testa di lato. Avevano entrambi gli occhi chiusi e appena Ran lo sentì spostarsi e prenderla per i fianchi sorrise, euforica. Non sapevano perchè, ma quando si baciavano ridevano euforici. Ran, poi, aprì la bocca e lui si intromise con la sua lingua, sfiorando quella della ragazza. Arrossirono come la prima volta: In quel bacio c'era ancora più passione delle volte precedenti. Quando i due si divisero iniziarono a ridere euforici, quasi come dementi.

-Lo so che fai così per farmi restare, ma non ci riuscirai. Io devo andare. Ciao.

-Ciao.

Ran uscì di casa.

Erano le quattro del pomeriggio, ma Ash stava ancora pensando a quello che Ran. Aveva sofferto troppo per Shinichi. L'unica cosa che poteva fare era scoprire la verità, quella che era stata negata alla sua ragazza. Era seduto sul divano. Aveva appena smesso di piangere per suo fratello e non oleva continuare. Keizo odiava chi piangeva, voleva vedere solo sorrisi. Poi di scatto si alzò dal divano

andando a prendere dell'acqua. Aprì il frigo, prendendo la bottiglia dell'acqua frizzante. Poi si avvicinò alla credenza, prese un bicchiere e ci versò dentro il contenuto, fino a riempire il bicchiere a metà. Poi tornò a sedersi sul divano, osservando le bollicine che dal basso del bicchiere salivano lente.

-C'è solo una cosa che potrei fare.

Bevve un sorso d'acqua.

-Lo so che non mi dirà niente, ma vale la pena tentare.

Finì l'acqua tutta d'un sorso. Poi appoggiò il bicchiere sul tavolo e si alzò, indossando la giacca per la moto e il casco. Uscì, salì sulla sua moto e partì.

_-_-_

A casa Mouri era tutto tranquillo. Goro dormiva con la testa poggiata sulla scrivania. Come al solito aveva alzato un po' in gomito. Conan invece, stava leggendo in tranquillità un libro. Ran era uscita per gli allenamenti di karate. Il suono del campanello interuppe il profondo silenzio. Goro continuò a dormire borbottando qualcosa di incomprensibile.

-Ah... quando la smetterà di bere...

Disse Conan alzandosi e andando alla porta. La aprì e vide Ash, con il casco sotto braccio.

-Ash. Ciao. Ran non è in casa.

-Lo so. Ma io cercavo te.

Disse entrando nell'ufficio.

-Cosa ti serve?

-Preferirei parlarti a quattr'occhi. È molto importante.

-Ok.Andiamo su allora.

Salirono le scale e Conan aprì la porta.

-Non rimarrò qui per molto.

-Dai parla.

-Io ho capito. Lo sai?

-Di cosa parli?

-Ho capito chi sei. Tu sei shinichi vero?

-Cosa?

Conan era terribilmente preoccupato.

-C-come ti viene in mente questa cosa? Non sarebbe nemmeno possibile?

-Non mentire. Le tue capacità sono uncredibili. Perchè non l'hai detto prima?

Conan sospirò. Basta dire menzogne e tradire le persone.

-Promettimi una cosa...

-Come hai potuto non dire una cosa del genere! Ran soffre molto per la tua...

-Ora stai zitto e ascoltami. Lo so che ho fatto una cosa brutta, ma se Ran venisse a saperlo sarebbe nei guai. Gli stessi uomini che hanno fatto esplodere la torre mi hanno hanno ridotto così. Io voglio solo che lei sia salva. Se le vuoi bene qualto le voglio, non dirle nulla. Perfavore, devi fare una cosa per me...

Ash sbuffò, girandosi verso la porta.

-Per lei. Ti prego.

-Cosa vuoi che faccia?

-Devi tenerla al sicuro. Io ho paura che se continuerà a cercare Shinichi andrà in contro a quellle persone malvage e sarà la fine.

Ash cambio espressione, sentendo quella strana supplica nella voce del bambino. Si inginocchiò davanti a lui.

-Te lo prometto. La proteggerò a costo della vita.

-Grazie.

-Mi dispiace per quello che ti ho detto...

-Non fa nulla Ash.

Il giovane uscì dall'abitazione,indossando il casco. Infine se ne andò, sulla sua moto.

Conan chiuse la porta.

-Lo so che così ho rovinato tutto. Se è vero che lui fa parte dell'organizzazione, questa volta ho combinato un vero e proprio casino.

Pensò Conan, mettendosi le mani tra i capelli. Non poteva arrendersi, ne con Ran, ne con gli uomini in nero.

 

 

 

 

 

Nota autrice: Dan-dan-daaaaaaan! Credevano che fosse solo una leggenda... Credevano che Kyasarin non avrebbe più scritto nulla... ma non è così. Hahaha Scherzo! Si, sono tornata con questo capitolo corto corto. Vi chiedo subito scusa per gli errori ma vi giuro... NON VEDO UNA MAZZA PER ALLERGIA!!! vi giuro ho gli occhi gonfi e ho scritto ricordando le posizioni dei tasti. Comunque voglio recensioni per il mio ritorno se no... BANG! Rimando i cecchini di tempo fa al mittente.

Con affetto^.^

Kya<3

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Capitolo 14
*** Comunikyazioni ***


ComuniKyazioni:

 

 

 

Salve ragazzi ho fatto questa comunicazione per farvi i miei più sinceri auguri di natale e di buon anno nuovo. Volevo fare uno speciale natalizio ma non sono riuscita. Forse (forse) lo pubblicherò più avanti ma sarà un impresa titanica perchè non trovo il tempo di prendere il computer in questo periodo di festa. Spero riceviate dei bei regali. Mi raccomando passate buone feste, abbuffatevi e non combinate guai. Con questo vi lascio.

 

 

 

 

 

Buone feste

KYA<3

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