Everybody wants to steal my girl

di missmerymalik
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una ragazzina sola nella notte ***
Capitolo 2: *** La bellissima sorella di Charlie ***
Capitolo 3: *** La strana reazione di Charlie ***
Capitolo 4: *** Liza si sveglia nel letto di Harry ***
Capitolo 5: *** Zayn, Niall e Liam sono stupiti: Harry è innamorato cotto! ***
Capitolo 6: *** Harry e Liza si vedono al parco ***
Capitolo 7: *** un Bacio appassionato sotto la pioggia ***
Capitolo 8: *** La vera storia di Liza ovvero si scopre perché è così sfuggente. ***
Capitolo 9: *** Lisa trascorre la notte con Harry ***



Capitolo 1
*** Una ragazzina sola nella notte ***


EVERYBODY WANTS TO STEAL MY GIRL
Prologo

Era tarda sera quando Louis inchiodò improvvisamente le ruote dell’auto sull’asfalto e tornò indietro di pochi metri facendo retromarcia. Incredibile! Non si era sbagliato. In piena notte, abbracciato ad un palo dell’illuminazione stradale c’era…un ragazzino! No, no, a guardar meglio non si trattava di un ragazzino, ma di una ragazzina. Scese dall’auto come un fulmine e le andò vicino. Era senza cappottino e si stava morendo di freddo. Guardò quegli occhi sgranati pieni di paura e con molta dolcezza le disse: “Tesoro, ti sei persa?” Mentre lo osservava non si mosse di un millimetro, né disse una sola sillaba. “Stai aspettando qualcuno?” riprovò lui. “No.” Fu l’inattesa risposta della piccola. “Hai bisogno di aiuto?” Una grossa lacrima scese sulla guancia della ragazzina e lo sguardo, se possibile, si fece ancor più triste. Allora Louis cautamente si avvicinò ancor di più inginocchiandosi davanti a lei ed aprì le braccia. “Ti porto alla Polizia?” “NO!” replicò la bimba ancor più spaventata, “la Polizia, no!” “Ok, ok,” cercò di recuperare lui, “niente Polizia! Dove vuoi che ti porti?” La ragazzina sbirciò timorosa verso l’auto, dalla quale era scesa anche Eleanor. “Casa tua?” chiese con la sua vocina timorosa.  “D’accordo...” acconsentì Louis “casa mia.” E la bambina volò tra le sue braccia.
Capitolo 1
Dovette guidare con lei fra le braccia, perché non riuscì a convincerla in nessun modo neppure ad andare in braccio ad Eleanor. Fu molto prudente e percorse piano il tragitto fino a casa dove li aspettava Harry.
 “Ma che razza di fine avete fatto? E’ tardiss… OH!” esclamò Styles appena aprì loro la porta. La bambina era ancora attaccata al collo di Louis, anche se ormai sfinita, era crollata in un sonno profondo. “E lei da dove sbuca?” chiese Harry.
“Non ci crederai, ma l’abbiamo trovata sola per strada.” intervenne El.
“Ed ora che si fa? Perché non l’avete portata alla Stazione di Polizia? Magari la staranno cercando!”
“No,” disse Lou, “quando gliel’ho detto, vedessi come si è spaventata! Per ora questo tesoro rimarrà qui, domani si vedrà.”
“E…dove la facciamo dormire?” domandò Harry.
“Proviamo nella stanza degli ospiti.” replicò Louis, ma appena tentò di poggiarla sul letto, la piccola cominciò ad agitarsi e piagnucolare, rifiutandosi di staccare le braccine dal collo del ragazzo.
“Ok, ci arrangeremo sul divano nel salone, piccola. Sh, sh…” e la cullò per calmarla. La piccola si rilassò e tornò a dormire. Louis guardò Eleanor con un’espressione dispiaciuta, ma sorridendole con dolcezza e disse scherzando: “Mi dispiace El, ma mi sa che stasera sono già occupato con questa ragazza. Puoi perdonarmi?”
 “Si,” rispose anche El sorridendo e stando al gioco, “stavolta ti perdono e dormo sul divano accanto al vostro!” Gli diede un bacio ed andò a prendere delle coperte, una per sé ed una per Louis e la bambina. Poi si rivolse ad Harry che se ne stava imbambolato lì a guardare l’amico con la piccola in braccio: “Almeno tu vai a dormire nel tuo letto. Se abbiamo bisogno di te stai pur certo che ti chiameremo.”
“Va bene.” replicò Hazza accomodante e se ne andò tutto impensierito a dormire.
Fu una lunga notte durante la quale la bambina fece sogni agitati. In un certo momento aprì addirittura gli occhi colmi di paura. Non riconobbe subito Louis e si spaventò per qualche frazione di secondo, ma poi le sue braccine strinsero nuovamente Louis, che la tenne stretta e le parlò prima con voce calma, poi le cantò sottovoce una ninna nanna per farla riaddormentare.
Al mattino lei parve più tranquilla e quando El preparò la colazione, mangiò tutto con grande appetito. Harry, Louis ed Eleanor la guardavano inteneriti, poi Hazza tirò fuori il suo Iphone e, senza che lei se ne accorgesse, le scattò una foto. Chiese ad Eleanor se poteva portarsi via l’amico per un po’, ma Louis si rivolse alla ragazzina e premuroso le domandò: “Senti, io avrei un po’ da fare. Posso lasciarti con El?”
La piccola guardò con espressione seria la ragazza, poi visto che lei le sorrise fece altrettanto e, rivolta al ragazzo rispose con un’altra domanda: “Tu però torni prestissimo, vero?”
“Certo!” confermò Louis sorridendole, “Promesso.” E le diede un bacio sui capelli biondi. “Però vorrei sapere come ti chiami, perché devo chiederti di farmi un favore.”
La bambina ci pensò solo un momento: “Charlie…cioè Charlotte.” “Ok Charlie, puoi prenderti cura della mia ragazza? Sai, io non la lascio mai volentieri da sola e pensavo che tu potessi farle un po’ compagnia, che dici?”
“Non ti preoccupare, ci penso io.” rispose lei regalandogli un sorriso splendido che le illuminò il viso e la rese incantevole. Louis la guardò conquistato e con affetto le diede un buffetto sulla guancia e poi le passò carezzandola una mano sulla spalla e lungo il braccio. “Ahi!” esclamò la bambina e Louis si sentì gelare.
 “Tesoro, cosa c’è?”
“Niente!” rispose frettolosamente la piccola e scappò in braccio ad Eleanor.
“Ci penso io.” disse Eleanor sottovoce e Louis fece il gesto del telefono con la mano “Chiamami!” le disse muovendo la bocca senza parlare.
Quando Harry e Louis furono in macchina, quest’ultimo disse: “Questa faccenda non mi piace proprio.”
Ed Harry rispose: “Per me ci stiamo cacciando in qualche guaio.”
“Probabilmente hai ragione, ma non posso far finta di niente. E’ così piccola e se ne stava in piena notte lì da sola. Le poteva succedere di tutto! Prima di portarla alla Polizia, vorrei capirci qualcosa. Allora suonò il cellulare: “Dimmi El!” e poi: “Ah, ho capito.” Ed infine: “Cercheremo di tornare al più presto, tu non la perdere d’occhio! Ti amo anch’io! “ Louis riattaccò con un espressione cupa e rimase in silenzio per qualche minuto.
Harry chiese piano: “Cos’altro c’è?”
“C’è che ha dei lividi addosso. Eleanor l’ha convinta a fare un bagno e quando l’ha aiutata a lavarsi, ha visto che ha 2 o 3 lividi su braccio e spalla. Dice che è caduta, ma vai a vedere tu se è vero. Tu che penseresti?”
“Eh,” rispose Harry, “penserei quello che pensi tu. Che facciamo?”
“Andiamo nella zona in cui l’abbiamo trovata ieri notte e guardiamoci intorno. Forse qualcuno la sta cercando, magari stiamo sbagliando tutto…è amata, viziata e coccolata ed è solo una ragazzina sbadata che si è persa. Allora la riporteremo a casa.”
“Ok, socio.”
Parcheggiarono nella zona dove Lou ed El l’avevano trovata il giorno prima e cominciarono a passeggiare guardandosi intorno. C’era un Bar, una rosticceria, un Alimentari e qualche altro negozietto. Davanti al Bar c’era un gruppo di ragazzini intenti a giocare e a scambiarsi carte da gioco.
Louis si avvicinò a loro e  disse: “Ciao ragazzi, io sto cercando un’amichetta di mia sorella piccola. Si chiama Charlotte ed abita da queste parti.”
I ragazzi lo guardarono dapprima senza parlare, poi uno di loro disse: “Non lo so se il suo nome è Charlotte, ma in classe con mio fratello c’è una che si fa chiamare Charlie ed abita poco più avanti nella traversa.” Allora Harry tirò fuori il cellulare per fargli vedere la foto e il ragazzino disse: “Si, è questa.” Poi si girò leggermente ed indicò una persona in lontananza esclamando: “Quella lì è sua sorella maggiore. E’ da stamattina che la va cercando dappertutto.”
Louis ed Harry si girarono a cercare e vedere tra la folla chi fosse la sorella di Charlie e videro una ragazza minuta, bionda come Charlie, ma più grande d’età, intorno ai 17 o 18 anni. Era ferma a parlare con una signora che era appena uscita dal negozio di alimentari con le borse piene. Videro anche che la signora scuoteva la testa e la ragazza entrò nel negozio. 
“La stanno cercando…” disse Hazza, “che si fa?”
“Andiamo a parlare con lei e vediamo che ci dice. Aspettiamola fuori, così ho qualche minuto per pensare a cosa dire.” rispose Louis.
La ragazza uscì solo qualche minuto dopo e Louis subito disse: “Ehi, sei la sorella di Charlie?” Lei si girò con espressione spaventata, ma i due rimasero colpiti dalla spiccata somiglianza con Charlie. Aveva gli stessi capelli mossi color miele ed aveva due occhi bellissimi, anche se erano un po’ arrossati. Era alta e magra, forse anche un po’ troppo magra, ma nell’insieme era davvero graziosa, sebbene quell’espressione spaventata stonasse un po’. “Tu chi sei?” chiese rimanendo bloccata in un atteggiamento chiaramente difensivo.

NOTE DELL’AUTORE: Spero che vi piaccia quest’inizio. Si tratta di una storia su un grandissimo amore trovato per caso, trovato per strada, che spero vi commuoverà. Aspetto commenti, please!
Mery.
 

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Capitolo 2
*** La bellissima sorella di Charlie ***


EVERYBODY WANTS TO STEAL MY GIRL
Capitolo 2

“Ehi, sei la sorella di Charlie?” Lei si girò con espressione spaventata, ma i due rimasero colpiti dalla spiccata somiglianza con Charlie. Aveva gli stessi capelli mossi color miele ed aveva due occhi bellissimi, anche se erano un po’ arrossati. Era alta e magra, forse anche un po’ troppo magra, ma nell’insieme era davvero graziosa, sebbene quell’espressione spaventata stonasse un po’.
 “Tu chi sei?” chiese rimanendo bloccata in un atteggiamento chiaramente difensivo.
“Hei,” intervenne Harry, “ è tutto ok. Non preoccuparti, non le è successo niente!”
“E tu che ne sai?” ribatté lei girandosi ora verso di lui.
Allora Louis fece un passo avanti allontanandosi dal muro al quale era appoggiato e disse: “Stai tranquilla, l’ho trovata io ieri sera, mentre tornavo a casa. Sta bene. Ora è a casa mia con la mia ragazza.”
“E dov’è casa tua?”
“Non è lontana, ma se vuoi ho la macchina…”
“No,” disse lei risoluta, “in macchina non ci vengo. Andiamo a piedi!”
“Ok Louis, ci penso io. Tu vai a recuperare l’auto. Ci vediamo a casa.”
“D’accordo. Ci vediamo là.”
Appena Louis si allontanò, Harry si girò verso la ragazza e le disse: “Andiamo?” Lei fece cenno di sì con la testa ed il ragazzo le indicò la direzione. S’incamminarono silenziosi. “Io mi chiamo Harry.”
“Charlize…ma tutti mi chiamano Liza.”
“Hai il nome di una bellissima attrice, ma anche Liza è molto bello.”
“Grazie.” disse lei abbozzando un sorriso che durò un secondo.
“Senti,” ricominciò lei, “ma Charlie sta davvero bene?”
“Certo.” rispose Hazza e tirò fuori il cellulare, “Eccola mentre fa colazione a casa nostra.”
“Oh.” Liza guardò con curiosità la foto e poi le sfuggì un sospiro. “Bel telefono!” disse, mentre Harry posava l’Iphone in tasca e ricominciarono a camminare. “Quando sono tornata a casa ieri sera e non l’ho trovata, mi sono spaventata a morte. Non era mai scappata di casa…però speravo che fosse da qualche vicino.”
“Scusa, ma vostra madre…?”
“Non c’è più. Sono io che mi occupo di Charlie.”
“E come mai non eri a casa?”
Liza lo guardò e dopo qualche minuto rispose: “La sera lavoro in un fast food e non posso portarla con me. Di solito se ne occupa mio padre, ma…”
“Ma?”
“Ma niente! Non lo so cosa è successo, ok?” la ragazza si innervosì incredibilmente. “L’importante è che lei sta bene, no? Cercherò di fare più attenzione! Non volevo che le succedesse nulla!” e Liza si fermò guardando Harry negli occhi, che però si riempirono di lacrime. A quel punto, si voltò dandogli le spalle. Harry rimase spiazzato, perché non intendeva colpevolizzarla. Aveva solo fatto qualche domanda e ora si rammaricava per averla fatta piangere. Le andò vicino, poggiandole le mani sulle spalle esili e cercò di farla tornare a girare verso di lui per rimediare. Quando lei lo guardò con lo sguardo pieno di lacrime e sofferenza, lui per un attimo pensò che non aveva mai visto degli occhi color cielo così belli ed istintivamente l’abbracciò, dicendole: “E’ tutto a posto.”
Ma la ragazza si divincolò  ed asciugandosi velocemente le lacrime disse: “Andiamo, non vorrei si facesse tardi.”
Di nuovo Harry rimase male, ma accettò di buon grado di continuare la camminata verso casa.
Quando arrivarono, Louis, El e la ragazzina stavano giocando sul prato dietro casa.
Liza li guardò per un momento,  piena di meraviglia, forse felice di vedere la sua sorellina giocare allegra, ma poi il suo viso tornò ad avere l’espressione impassibile di prima e la chiamò a gran voce. Appena Charlie la vide, cominciò a correre per saltarle in braccio.
Louis osservò tutta la scena con attenzione, ma era troppo evidente che le due sorelle si adoravano a vicenda e questo gli bastò, così pensò tra sé e sé: “Sono il solito diffidente!” e, mentre rise piano, continuò ad osservarle con impegno.
Liza rimproverò dolcemente Charlie per essersi allontanata da casa: “Ma ti rendi conto che mi hai fatta morire di spavento. Non sapevo più dove cercarti! E poi, hai accettato un passaggio da uno sconosciuto! Cosa ti ho sempre detto, eh? Fortuna che erano brave persone!”
Ma Charlie piagnucolò: “Ma tu mi hai lasciato con Papà e lui…”
“Ok, ok, basta così, non importa! Ora è tutto ok. Togliamo il disturbo e torniamo a casa nostra.”
 “Dobbiamo proprio? Qui è tutto così bello!”
“Ringraziamo questi signori e torniamo a casa nostra, Charlie.”
“Va bene,” mugugnò la piccola scontenta, “zia El, posso venire un’altra volta?”
“Tutte le volte che vuoi, tesoro!” rispose Eleanor con dolcezza e, rivolta a Liza disse: “Dico sul serio. Portala quando vuoi e vieni anche tu…magari un pomeriggio la prossima settimana…”
Liza sorrise imbarazzata e poco convinta disse: “Va bene, vedremo…” ma Charlie contenta le fece un sorriso bellissimo.
“Ma mica vorrai tornare a casa a piedi?” le disse Harry accompagnandole alla porta. “Ti prego, lascia che vi accompagni. Ormai ti puoi fidare di me, no?” e sfoderò il suo sorriso più accattivante.
 Liza lo guardò per un momento stupita, ma poi scoppiò a ridere e disse: “Va bene, ma mi devi lasciare davanti al negozio dove mi hai trovata, perché non ho fatto ancora la spesa!”
“Dove vuoi tu, principessa!” rispose Harry inchinandosi in modo esagerato, facendo l’occhiolino a Charlie e non si accorse che Liza arrossì lievemente.
Quando giunsero a destinazione, avevano chiacchierato del più e del meno e Harry improvvisamente chiese: “Allora, quando potrò rivederti?”
Liza balbettò un “Non lo so, ora vediamo…ma perché ci tieni?”
Harry, per sdrammatizzare un po’, si girò verso il sedile posteriore dov’era seduta la piccola Charlie e disse con voce alta: “Ma perché siete due ragazze bellissime, naturalmente!” ed ottenne che entrambe risero fragorosamente, poi aggiunse in modo che lo sentisse solo Liza: “…e perché mi piaci molto.”
I due si scambiarono uno sguardo intenso, poi la ragazza scese dall’auto.
Harry scese anche lui velocemente, e appena fu accanto a Liza disse: “Mi dai il tuo numero?”
Lei esitò un momento, poi rispose: “Non lo ricordo a memoria, e non ho con me il cellulare. Dammi il tuo, ti chiamo io!”
Harry si stupì un po’, ma poi le scrisse il numero su un foglietto preso in macchina e glielo diede. Le salutò e disse a Liza: “Chiamami o ti cercherò io.”
Salì in macchina e partì per andarsene, ma nello specchietto vide che le ragazze non entrarono nel negozio, bensì le vide sparire in una traversa poco più avanti. Tornò indietro e infine vide che entrarono in un vecchio edificio fatiscente in fondo alla strada.
“Meglio,” pensò, “almeno so dove cercarvi.”
NOTE DELL’AUTORE: Bene, siete state tantissime a leggere subito il 1° capitolo, tanto che dopo pochi minuti, giacché era già pronto, ho deciso di pubblicare anche il 2°! Commentate, però, su! J
Mery.
 

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Capitolo 3
*** La strana reazione di Charlie ***


~~EVERYBODY WANTS TO STEAL MY GIRL
Capitolo 3
Erano trascorsi alcuni giorni ed Harry era diventato un po’ inquieto. Non era abituato ad aspettare che una ragazza lo chiamasse. Di solito bastava che dedicasse loro uno dei suoi famosi sguardi di smeraldo per farle cadere ai suoi piedi, ma con Liza evidentemente non funzionava così. Da un lato voleva concederle ancora del tempo, dall’altro bruciava d’impazienza di rivederla e decise che quella sera sarebbe andato a fare un giretto dalle parti di casa sua. Così fece e, mentre cercava un posto per parcheggiare, le vide sul marciapiedi che discutevano animatamente. Charlie piangeva e Liza aveva un’espressione disperata. Sembrava che cercasse di togliersela di torno, ma la piccola non mollava. Fermò l’auto e scese chiamandole da lontano. Liza prese in braccio sua sorella e lo attese sbuffando con aria contrariata.
“Ciao, passavo da queste parti e vi ho viste. Tutto bene?” fece lui con studiata noncuranza.
“Charlie sta facendo di nuovo i capricci ed io sono già in ritardo per il lavoro!”
Harry guardò il viso della piccola rigato di lacrime e disse con un sorriso sgargiante: “Posso offrirmi come babysitter?” e la ragazzina allungò le braccine verso di lui per andargli in braccio.
“Mi porti da zio Lou e zia El?” chiese speranzosa.
Harry guardò Liza e disse: “Posso?”
Lei sbuffò ancora esasperata e rispose: “Va bene, ma io dopo come faccio a venirla a prendere?”
“Possiamo fare che vengo a prenderti dopo il lavoro e poi vi riaccompagno entrambe a casa.”
La vide dubbiosa, ma la fretta che aveva di andare al lavoro ebbe la meglio quando Harry aggiunse: “Salta su, che ti accompagno al lavoro e poi io e Charlie andiamo a casa. Così tu fai meno tardi ed io so dove venirti a prendere.”
Liza dovette arrendersi e Harry pochi minuti dopo la lasciò davanti ad una specie di fast food in una zona che gli sembrò assai poco raccomandabile. Lei gli diede appuntamento per le undici e si affrettò ad entrare nel locale dal quale si udirono le proteste colorite del proprietario del locale per il suo ritardo.
Louis ed Eleanor furono felicissimi quando Harry arrivò a casa e Charlie si divertì un mondo a preparare e consumare una cenetta improvvisata con loro.
In un momento di calma in disparte, Harry confidò a Louis di come aveva incontrato le sorelle e di come aveva approfittato di un pretesto per poter rivedere Liza.
“Lei ti piace?”
Harry abbassò gli occhi per un momento e poi gli rispose: “Si, da quando l’ho conosciuta ho un inspiegabile desiderio di proteggerla. Ho pensato spesso a Liza e…non ce l’ho fatta ad aspettare che mi chiamasse lei!”
 “Poco male, socio. Se lei ti interessa, è giusto così.”
“Già,” disse il riccio sorridendo, “mi piace un sacco.”
E lo sguardo di entrambi si spostò su Charlie ed El che stavano rimettendo a posto in cucina.
“Eleanor sarà una mamma speciale.” osservò Harry.
“Si, lo credo anch’io…e se non fosse che siamo tanto giovani, le chiederei di sposarmi. Ma non sono sicuro.”
 “Non sei sicuro di che cosa?”
“Che un giorno non possa cambiare idea su di noi ed andarsene.”
Harry fu stupito da queste parole: “Perché dici questo?”
“Perché in fondo che cosa ho da offrirle? Siamo spesso lontani per il lavoro, per quello stesso lavoro, spesso, viene insultata. A volte temo che qualcuno possa addirittura farle del male. So che lei mi vuole bene, ma basterà per sopportare tutto questo? Basterà per farla rimanere con me? Qualche volta ho anche pensato che prima o poi magari lascio la band, ma amo cantare ed è l’unico lavoro che credo di poter fare bene.” Fece una pausa. “Non lo so, ma il futuro talvolta, mi sembra così difficile!”
Allora Harry disse: “Però tu con lei stai bene.”
“Vero!”
“E lei con te sta bene.”
“Vero anche questo!”
“E allora dai tempo al tempo. Sei già troppo fortunato ad averla trovata. Volevi anche che tutto fosse subito perfetto? E dài! Vedi me, che continuo a cercare e non so nemmeno se mai la troverò. Tu vorresti insinuare che non stai messo MOOOLTO meglio di me? E ti lamenti pure?” e scoppiò in una risatina soffocata.
 Anche Louis sorrise e ribatté: “Forse hai ragione tu, ma non è detto che a te non stia già accadendo qualcosa…”
“Eh, magari…”
Improvvisamente ci fu un tonfo ed un rumore di vetri infranti. Quando i ragazzi guardarono verso Charlie ed El, videro una scena assurda. Charlie era appoggiata al muro e strillava spaventata, tenendo in alto le mani per proteggersi da Eleanor, che era ad un metro di distanza e la guardava con la faccia sbalordita di chi non capisce cosa accade, completamente immobile ed ammutolita.
Poi provò ad avvicinarsi alla piccola dicendo: “Non fa niente, Charlie, non fa niente!”
Ma la bambina continuava a tremare spaventata ed a piangere, dicendo: “Scusa, scusa, non punirmi, non lo faccio mai più!”
Con un balzo Louis si avvicinò a Charlie e la prese in braccio. La strinse forte e le parlo con voce calma: “Non è successo niente, tesoro. Nessuno punisce nessuno, qui.”
Allora anche El si fece coraggio e disse: “Charlie, quel bicchiere non mi è mai piaciuto. Adesso che si è rotto, finalmente me ne posso comprare uno che mi piace! Non me ne importa niente di quel bicchiere, piccola, ti voglio bene e non ti picchierei mai per nessuna ragione! Perché lo hai pensato?”
La bambina sollevò un po’ il viso dalla spalla di Louis e chiese con la sua vocina: “Davvero non ti piaceva quel bicchiere?”
“No, tesoro,” disse El sorridendo visibilmente sollevata, “ma tu si, e non voglio mai più vedere quelle lacrime, perché ti voglio bene.”
Allora Charlie tese un braccino verso di lei, in modo da abbracciare contemporaneamente sia El che Louis, mentre Harry che aveva assistito a tutta la scena allibito, disse: “ Beh, cos’è? Abbracci per tutti e niente per zio Harry?”
La bimba si divincolò e gli andò vicino. Poiché Harry faceva finta di essersi offeso, la piccola lo tirò per la stoffa dei pantaloni e gli fece segno con il ditino di abbassarsi. Quando fu abbastanza vicino, lei gli mise le braccine attorno al collo e gli stampò un gran bacio umidiccio sulla guancia. Poi, stanca, si andò a mettere sul divano davanti alla tv, dove poco dopo si addormentò abbracciata ad un cuscino.
Più tardi Louis aveva abbracciato El che era comprensibilmente scossa ed aveva pensato: “Eppure non mi ero sbagliato: qui qualcosa non quadra.”
Note dell’autore: Mi fa piacere che qualcuno abbia lasciato una recensione, questo mi motiva moltissimo, per cui vi dico GRAZIE! Ed aggiorno più volentieri. Mi raccomando…fate un piccolo sforzo e fatemi sapere cosa ne pensate! Grazie a chi lo farà!
Mery.
 

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Capitolo 4
*** Liza si sveglia nel letto di Harry ***


~~EVERYBODY WANTS TO STEAL MY GIRL
Capitolo 4
Verso le undici Harry andò a prendere Liza, ma lei uscì dal locale solo dopo mezzanotte. Quando salì in macchina aveva l’aria di essere esausta e disse che il proprietario le aveva fatto scontare il ritardo con lo straordinario. Harry avviò il motore dell’auto e rimase silenzioso per un po’, chiedendosi perché lei accettasse di lavorare in un simile postaccio, ma nel momento in cui si rivolse a lei per parlarle, si accorse che si era addormentata.
Ebbe una sensazione di tenerezza guardandola e guidò fino a casa in silenzio. Giunti sotto casa rimase per qualche minuto ad osservarla, non gli andava proprio di doverla svegliare,  poi fece un paio di tentativi, perché era davvero tardi, ma non riuscì a farle aprire gli occhi, così, scese dall’auto e chiamò Louis sul cellulare per chiedergli di aprire la porta di casa. La prese in braccio e si meravigliò di quanto fosse leggera. Per un attimo sentì il profumo dei suoi capelli e si sentì pervadere da una sensazione di dolcezza. Arrivato nell’ingresso, lasciò cadere le chiavi della macchina in mano a Louis e portò Liza in camera sua. La adagiò delicatamente sul suo letto e la coprì con lenzuola e coperte, dopo averle tolto solo il soprabito e le scarpe, lasciandola completamente vestita.
Quando tornò da Louis, questi gli domandò: “Ma che è successo?”
 “Si è addormentata appena si è seduta in macchina. L’hanno costretta a fare gli straordinari per recuperare il suo ritardo del pomeriggio ed è troppo stanca per andare a casa. Spero che suo padre non farà storie, ma non sono riuscita a svegliarla e non ce l’ho fatta ad insistere. Allora ho pensato che la migliore soluzione fosse che lei e Charlie rimanessero qui stanotte. Domattina si vedrà. Cercherò di non svegliarla tardi, in modo che non perdano la scuola, ma di più non saprei che fare.”
“E tu?” domandò Louis.
“A me mi sta aspettando un comodo divano!” disse Hazza sorridendo quasi divertito.
“Contento tu!” gli fece Louis di rimando, “Io me ne vado a dormire. Affido a te le due bamboline. Io vado dalla mia!”
“ ’notte, Lou!”
“ ’notte, socio!”
Harry si mise comodo sul divano, ma il sonno tardava a venire. Continuava a pensare a Liza, che ora era nel suo letto con Charlie e la notte passò lenta fra una volta e l’altra in cui controllava che le ragazze stessero dormendo tranquille.
Solo quando era ormai l’alba, sentì il rumore della porta che si apriva piano e ne uscì Liza con una faccia spaurita e Harry si alzò di scatto.
“Ma che ci faccio qui? Perché non ci hai portate a casa?”
“Liza, sei crollata di stanchezza. Charlie si era già addormentata da un pezzo ed io ho pensato che era la miglior cosa da fare. Dove ti dovevo portare in quelle condizioni? Senti, stai tranquilla, se c’è bisogno di parlare con tuo padre…”
“No, no,” si affrettò a dire la ragazza, “non ci sarà bisogno…gli spiegherò io…”
Liza rabbrividì.
“Ehi,” disse Harry, “ma tu stai tremando di freddo! Vieni qui!”
La prese per mano e la fece sedere sul divano, dove le mise una coperta attorno alle spalle e mentre le passava una mano sulla schiena in un gesto protettivo per riscaldarla, improvvisamente fu consapevole di quanto vicini fossero. Gli occhi blu di Liza scrutarono quelli verdi di Harry, mentre lui non riusciva a decidersi se guardare i suoi occhi o le sue labbra.
“Ti hanno mai detto che sei bellissima?” mormorò lui e lei abbassò lo sguardo sulle labbra che avevano appena pronunciato quelle parole.
Poi Liza distolse lo sguardo e girò il viso di lato guardando a terra. “Ho forse detto o fatto qualcosa che ti ha offeso?” chiese Harry che non si aspettava quella reazione.
“No,” rispose la ragazza calma, “ma quasi non ti conosco e stanotte ho dormito nel tuo letto. Non vorrei che ti fossi fatto qualche strana idea…”
A quel punto lui si allontanò di scatto quasi ferito: “Non mi sono fatto nessuna strana idea! Scusa, non dovevo…io…non mi aspetto niente da te! Perdonami!”
Fece per alzarsi, ma lei lo trattenne prendendo la sua mano. “Ti prego, rimani. Forse ho esagerato un po’. Non volevo essere scortese, tu sei stato buono con me, voi siete stati buoni con me e Charlie.”
Harry lentamente tornò a sedersi.
Lei teneva ancora la sua mano e disse: “Che ne dici se cominciamo da capo? Siamo partiti con il piede sbagliato. Sai, forse è colpa del fatto che non sono abituata ad avere amici intorno. Di solito io e Charlie ce la caviamo da sole. Eppure ieri se non ci fossi stato tu, sarei stata in guai seri, quindi devo ringraziarti.”
E così, senza alcun preavviso Harry si vide stampare un bacio sulla guancia e rimase ammutolito per la sorpresa. Poi si riprese e disse: “Sono stato felice di poterti aiutare e se me lo permetti lo vorrei fare ancora. Che ne dici?”
Lei esitò per un momento, poi, quando stava per rispondergli, si sentì una vocina che la chiamava: “Liza…”.
Un’assonnata Charlie aveva fatto la sua comparsa davanti a loro e Liza abbracciò la sorellina, mentre Harry, con un rumoroso sospiro, si alzò per andare in cucina a preparare la colazione.               

Mi raccomando le recensioni! Li aspetto con ansia!
Mery.

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Capitolo 5
*** Zayn, Niall e Liam sono stupiti: Harry è innamorato cotto! ***


~~EVERYBODY WANTS TO STEAL MY GIRL
 <3 Capitolo 5 <3
Harry arrivò in cucina e cominciò a guardarsi intorno, mentre lo raggiunse Eleanor che si annunciò con il suo solito allegro “Buongiorno!”
“Ah, che bello vederti, El. Che prepariamo per colazione? C’è qualcosa di diverso dal solito latte e cereali? Qualcosa di più sfizioso?”
Eleanor lo guardò e gli fece un gran sorriso: “Qualcosa di…speciale? Non c’è molto, vediamo…” e si diresse verso gli armadietti della cucina. “Abbiamo della marmellata di albicocche, di mirtilli, anche di arance e c’è il miele…ed ecco un pacco di fette biscottate. Che dici, Harry, può andare?”
“C’è del burro?”
“Credo di si.”
“Allora passami tutto e, mentre tu ti occupi del latte  e del caffè, io comincio ad imburrare le fette…”
“Ok, Gordon.”
“Cosa?”
“No, no, niente. Ho detto Ok, capo!”
 “Ah, ecco, così va meglio.”
E risero entrambi.
Arrivarono Charlie e Liza ed infine anche Louis. Mentre Charlie mangiava con grande appetito, Liza assaggiava appena.
“Mangia qualche altra fetta!” la invogliò Harry, “La preferisci con la marmellata ai mirtilli o magari con il miele?”
“No, grazie…è che io non faccio mai colazione…”
“Ma dai, la colazione è importante! Su, ancora una, una soltanto!”
E Liza finalmente si arrese. “Mi piacciono i mirtilli, ma anche il miele è buono…” ed in men che non si dica sul suo piatto finirono entrambe le fette con in più una con la marmellata d’arance.
“Ehi!” protestò debolmente lei, ma Charlie disse con la bocca piena e sporca di marmellata: “Li devi provare tutte! Sono così buone! Tu non ne compri mai di quella ai mirtilli e nemmeno il miele!”
Liza arrossì violentemente ed Eleanor disse: “Se vuoi ho un barattolo in più di miele, puoi portartelo a casa. Qui nessuno ne mangia volentieri e rischia di guastarsi!”
“Non c’è problema, possiamo comprarlo quando vuoi, Charlie…io…semplicemente pensavo che non ti piacesse!”
“Oh, grazie, zia EL!” esclamò invece la piccola andando ad abbracciare Eleanor, che rivolta a Liza disse: “Ti prego, accettalo! Mi faresti felice.”
E Liza abbassò lo sguardo e rispose:” Va bene, ma non ce n’era bisogno! E comunque, dobbiamo andare, Charlie, altrimenti finisce che facciamo tardi!”
Harry si alzò, ingollando il suo caffè, dicendo: “Vi accompagno!”
“Dopo torni qui o hai altri programmi?” chiese Louis.
“Se vuoi, posso tornare, perché me lo chiedi?”
“Ha chiamato Zayn ed ha detto che passa da qui in mattinata.”
“Oh, ma allora, ok. Torno senz’altro! Ci vediamo dopo!”
E mentre Louis ed El salutarono le ragazze con affetto, Louis, non visto da nessuno, infilò nella tasca del giubbino di Charlie una banconota di piccolo taglio. “Comprati qualcosa per la merenda, topolino.” Le disse strizzandole l’occhio in senso d’intesa e dandole un bacio sui capelli. La piccola sgranò gli occhioni, ma Louis le fece segno di non dire niente.
Liza si fece lasciare da Harry al solito negozio di alimentari, con la scusa che doveva comprare qualcosa lì e, quando Harry si offrì di occuparsi di Charlie nel pomeriggio, lei rispose che quello era il suo giorno libero dal lavoro, quindi non ce n’era bisogno.
Il riccio ci rimase un po’ male e Liza dovette accorgersene, perché subito aggiunse che, poteva occuparsene senz’altro il giorno dopo e lui ne fu immediatamente contento. 
Appena furono scese, Harry ripartì guardandole nello specchietto e gli sfuggì un sorrisetto quando, esattamente come se l’era aspettato, le due sorelle scomparvero nel solito vicolo.
Tornò a casa e trovò Zayn, Liam e Niall in cucina a chiacchierare con Lou ed El.
“Ohi,” disse meravigliato, “ma qua c’è una riunione di famiglia!”
Niall: “Ehi, Hazza, ma dove ti eri cacciato?”
Liam: “Tu che sei già in giro di prima mattina? Ma chi è che ti ha buttato fuori dal letto?!”
Harry: “Piantatela di prendermi in giro! Louis, che succede?”
“Succede, “ disse Zayn, “che qua Louis ci sta raccontando di certe situazioni strane riguardo due biondine di vostra conoscenza. Tu che ci racconti?”
“Non lo so. A me sembra che Liza sia una brava ragazza, ma è strano il fatto che ogni volta che la riaccompagno a casa, con una scusa non si fa portare fino a casa, ma si fa lasciare lì vicino, come se volesse nascondere dove vive…non so…”, ma l’improvviso squillo del telefono interrompe Harry. Era un numero sconosciuto.
“Pronto?”
Dopo un minuto tutti poterono vedere il viso di Harry accendersi con un sorriso ed i suoi occhi si illuminarono. “Liza! Sicuro che ho tempo! Quando? Fra una mezz’oretta al parco? Certo! Al laghetto delle anatre? Ci vediamo lì! A fra poco!”
“Wow!” disse Niall, “Ti ha preso proprio brutta, eh?”
“Sai che ti dico? Adesso non ho tempo per discuterne, ma quando la conoscerai, ricordati, che quell’angelo l’ho visto prima io.”
Hazza sparì come un razzo in camera sua, lasciando i ragazzi sbigottiti.
Solo Louis ridacchiava. “Ecco,” disse scuotendo la testa con un’aria falsamente scoraggiata, “perché oltre ad essere preoccupato per la piccola Charlie, lo sono anche molto per il piccolo Harry!”
Gli altri risero, ma capirono bene quel che voleva dire Louis.

NOTE DELL’AUTORE: Mi scuso se non ho aggiornato per un bel po’…ho avuto un po’ di problemi con il pc…ma per farmi perdonare adesso ho messo ben 2 capitoli, quindi, non fatevi pregare per le recensioni, su…
Mery.

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Capitolo 6
*** Harry e Liza si vedono al parco ***


~~EVERYBODY WANTS TO STEAL MY GIRL
Capitolo 6
Harry arrivò puntuale all’appuntamento e la trovò già lì. Liza era in riva al laghetto, tutta attorniata da una piccola folla di anatre, che aspettavano starnazzando impazienti che lei buttasse loro del pane raffermo, per poi poterlo beccare avidamente. Lui si fermò in lontananza per poterla guardare meglio. Gli sembrò davvero la visione di un angelo, soprattutto se si considerava l’espressione di felicità che aveva stampata in faccia, una serenità ed una dolcezza infinita. Lui rimase incantato nel vederla e sentirla ridere come una bambina, la sua risata argentina e la spensieratezza di quell’attimo erano davvero indescrivibili ed erano una gioia per chi la guardava. Ad Harry Liza sembrò ancora più bella di poche ore prima. Poi lei si girò e lo vide. Il sorriso che lei gli rivolse, fece fare al povero cuore di Harry una capriola nel petto.
“Niente da fare” pensò il riccio, “è troppo bella!”
Quando le si avvicinò, la salutò con un bacio sulla guancia e gli costò fatica non abbracciarla, perché ormai era completamente coinvolto. “Giorno libero anche a scuola?” disse con noncuranza.
“No,” rispose lei, “ho deciso io di prendermi un giorno per me. Avevo bisogno di venire qui. Questo è il mio posto preferito, il mio rifugio. Quando ero piccola, mia madre spesso mi portava qui. Si portava un libro e mi lasciava star qui tutto il tempo che volevo.”
“Era tanto che non venivi?”
Il viso di Liza si fece triste: “Si, tantissimo. Da quando lei non c’è più, mi occupo anche di Charlie e quindi non ho quasi mai tempo di venire.”
“Si vede che le vuoi bene. Quello che fai per lei è una cosa molto bella.”
“Si, ma parliamo di altro, vuoi? Ti va di fare quattro passi?”
“Certo, ho tutto il tempo che vuoi.”
Si avviarono a passo lento lungo i viali del parco e Harry le offrì il braccio.
Le successive ore trascorsero veloci nel parlare di musica, di sport, di cinema e di mille altri argomenti.
Scoprirono di avere tantissime cose in comune e gli incantevoli occhi blu di Liza continuarono ad affascinare Harry, finché lei non disse improvvisamente che era tardissimo e che doveva andare a prendere Charlie a scuola.
“E’ tardi, mi dispiace. Devo correre!” disse Liza con espressione seria.
“Va bene, Liza, ma ti prego, rimani soltanto ancora per un minuto.”
 “Un minuto? Per cosa?” chiese innocentemente lei.
“Per questo…” rispose lui e prendendo il viso di Liza fra le sue mani, le diede un leggerissimo bacio a fior di labbra.
Durò un attimo o forse due, e quando si allontanò di qualche centimetro dal suo viso, vide gli occhi di lei sgranati. Per un momento aveva temuto di aver osato troppo, ma ora divenne più sicuro di sé e disse: “Ci vediamo domani?”
“Si,” disse lei con un soffio, “domani.”
Lei gli stampò a sorpresa un altro bacio sulla bocca, poi si girò e corse via, mentre Harry stupito era rimasto lì, con le dita sulla bocca dove lei gli aveva restituito il bacio.
NOTE DELL’AUTORE: Ok, se continuate a leggere numerosi e recensire, io cerco di aggiornare spesso! Sta a voi! ;)
Mery.
 

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Capitolo 7
*** un Bacio appassionato sotto la pioggia ***


~~EVERYBODY WANTS TO STEAL MY GIRL
Capitolo 7
Saranno state le 17 o poco più tardi, quando a casa di Harry, Louis ed El si sentì una lunga scampanellata. Louis si precipitò subito ad aprire la porta, immediatamente dietro di lui sopraggiunse Harry, mentre Eleanor, che stava nelle stanze, arrivò con qualche secondo di ritardo.
Appena Louis aprì la porta si trovò davanti una Liza arrabbiatissima, tutta rossa in viso che, senza tanti complimenti, lo apostrofò così: “ Ah, giusto te cercavo, io. Come ti sei permesso di dare dei soldi a mia sorella? Ma chi ti credi di essere? Eccoteli qua, fino all’ultimo centesimo!” e gli mise in mano un mucchietto di monete spicciole.
“Io non riesco a capire…” disse Louis mortificato, “Che sono questi?”
“Questi sono i soldi che hai infilato in tasca a mia sorella questa mattina! Come ho fatto a non accorgermene, non lo so! Ma una cosa la so benissimo. Non abbiamo bisogno della carità di nessuno, capito?! E non voglio vedervi mai più. Non avvicinatevi nemmeno a Charlie, perché vi denuncio! Chiaro?!”
 Harry era sbiancato. “ Liza, ma che stai dicendo? Aspetta un momento, parliamone con calma!” tentò di dire lui, ma lei rincarò la dose ancora più furiosa: “E tu non venirmi a dire che devo calmarmi. Sparisci anche tu!” Si girò e stava per andarsene.
Fece pochi passi sul vialetto d’ingresso davanti casa, quando Harry la raggiunse. Le si mise davanti per impedirle di andar via ed esclamò: “Che significa questo? Stamattina non mi sembrava che ti dispiacesse stare con me. Non mi sembrava che io ti fossi così indifferente.”
“Può darsi…” rispose lei presa alla sprovvista, “ma ho cambiato idea, va bene?”
“No, non va affatto bene! Non per me! Io ci tengo a te! Non ti permetterò di andartene così, mi devi una spiegazione seria, se vuoi che rinunci a noi!”
“ Noi? Quale noi?”
“Non provarci nemmeno, Liza, a dirmi che non provi qualcosa per me, perché all’inizio pensavo di essere l’unico a provare qualcosa, ma adesso sono sicuro che anche tu senti qualcosa…”
 Lei esitò. Lottava contro quel dolore al cuore che le fece venire un nodo alla gola. Voleva correre via, lontano da qui, anche se avrebbe voluto al contrario buttarsi fra le sue braccia. Lontano da lui per non sentire più quelle farfalle allo stomaco, quel cuore leggero quando guardava i suoi occhi smeraldo, quella speranza nel futuro così rassicurante che sentiva quando era con lui. Ma poi pensò che tutto ciò era solo un’illusione, non ci sarebbe mai stato per lei e che doveva troncare questa storia sul nascere, se voleva smettere di soffrire.
“Senti,” disse Liza con una calma che non provava, “non può funzionare tra di noi, ok? Quindi, lasciami andare.”
Lui si avvicinò e le passò un dito sulla guancia: “No, non puoi saperlo, se non ci provi. Dammi una possibilità.” Ora Harry la guardava intensamente e disse ancora: “Credi davvero che starai meglio senza di me?”
Liza dubitò immediatamente di questo, perché sapeva bene di provare per lui già qualcosa di forte, ma lei doveva innanzitutto pensare al bene di Charlie e non poteva pensare a se stessa. Cominciò a tremare, si sentì improvvisamente così debole, ora. Provò ad aggirarlo, ma lo sguardo si posò su quella mano poggiata sul suo braccio, che la stava trattenendo.
“Lasciami, ti prego, devo andare...” supplicò lei e cercò di fare ancora un passo. Lui la lasciò, ma lei anzi che andarsene, rallentò. Continuò a pensare che doveva andare via, ma le riusciva assurdamente difficile.
 Dentro di lui intanto stava montando una rabbia disperata, perché capiva che lei lo volesse, tanto quanto era lui a volere lei, ma non riusciva a trovare un modo per fermarla ed allora disse qualcosa di cattivissimo, per farle del male, per ferirla come lei stava ferendo lui: “Che idiota che sono! Non avevo capito niente! Sei solo una ragazzina incapace di amare qualcuno al di fuori di te stessa!” Appena ebbe pronunciato quelle parole, si sentì morire per il male che le aveva voluto infliggere a causa di quell’assurda collera che aveva dentro. A Liza bruciavano gli occhi per le lacrime che reclamavano di uscire, ma non glielo permise e batté velocemente le palpebre per ricacciarle indietro. Per tentare di ricacciare indietro anche il dolore, inghiottì e fece un altro passo.
Ma il dolore che non riusciva più a controllare si tramutò in ira. “Perché devo sentire di aver bisogno di lui? Perché non me ne riesco ad andarmene semplicemente via da qui?”
Quando si girò a guardarlo, si trovò davanti ai suoi occhi, a quegli occhi così verdi che la guardavano a loro volta, impenetrabili, eppure in attesa di un suo gesto, una sua parola.
Cominciò a piovere. Le gocce d’acqua si posavano su di loro e presto furono zuppi, ma nessuno dei due si muoveva. Sembrava che ogni goccia sui ricci di lui risplendesse come fosse fatta di cristallo e dava al suo viso una luce particolare. Liza scosse la testa, come se quel gesto potesse schiarirle le idee, ma non fu così. Quando alzò lo sguardo vide che il viso di Harry era vicinissimo. Si chiese chi era stato a muoversi? Lui? O forse era bastato che lei sollevasse la testa verso di lui, per trovare le sue labbra così dannatamente vicine…quel viso bagnato…il cuore che batteva forte…le sue labbra erano così morbide! Ma perché le sembrava tutto così strano, perché quel momento appariva così irreale? Non lo voleva forse? Lo voleva da morire, ma la spaventava l’idea di baciare Styles. Non voleva ammettere con se stessa di volerlo disperatamente, per via di Charlie. Ma per un momento il suo cuore ora di stava cullando, si era lasciato andare. Questo momento rubato le stava scaldando il cuore, ma sentiva che Harry voleva di più di quel bacio rubato e lei non poteva, quindi si sciolse da quell’abbraccio tanto desiderato.
Lui le toccò il viso con la punta delle dita e chiese piano: “Perché non lasci semplicemente che accada? Perché non ti fidi di me?”
Ma lei si fidava di lui, era di se stessa che non si fidava, perciò chiuse gli occhi per sentire fino in fondo la bellezza di questo momento, il piacere di percepire le dita di Harry intrecciate con le ciocche dei suoi capelli. Era stupendo sentirsi desiderata. Ma poi, subdolo, arrivò il senso di colpa. “Perché mi sto illudendo? Perché sto illudendo lui? Non se lo merita…” Una vocina dentro di lei tentò di giustificarla, perché in fondo lei non era cattiva: “Perché mi sento sola e lui mi vuole, vuole proprio me, anche se ciò non potrà mai essere!” Alla fine, stanca di questa battaglia che si stava combattendo nel suo cuore, disse soltanto: “Perdonami. Devo andare.” Ed in un attimo sparì sotto una pioggia battente, lasciando Harry più confuso che mai.

P.S. Spero che stavolta arrivi qualche recensione in più, perché per me questo capitolo è speciale. Mi è costato molto impegno ed anche qualche lacrima. Non vi fate pregare! Mery.

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Capitolo 8
*** La vera storia di Liza ovvero si scopre perché è così sfuggente. ***


~~EVERYBODY WANTS TO STEAL MY GIRL
 Capitolo 8
Lui era rimasto incredulo ed immobile per un bel po’. Della pioggia, che continuava a scendere incessante, non gliene poteva importare di meno. Non riusciva a credere di aver davvero vissuto quel momento. Continuava a rivedere tutto quanto davanti ai suoi occhi. Insomma, si chiedeva se lei lo volesse oppure no, ma il bacio che lei gli aveva dato (troppo breve!)  lo aveva dato con passione(lui ne era sicuro!). Ma allora perché poi se ne era andata via così? Perché non voleva ammettere che c’era qualcosa tra di loro? Ma…c’era realmente o era solo frutto della sua immaginazione? Dio, che confusione! Harry si sentì impazzire. Aveva bisogno di rifugiarsi nella sua stanza per riflettere, perciò tornò finalmente indietro.
 Passò davanti a Louis ed El e capì, dall’espressione dell’amico, che dovevano aver assistito a tutta la scena dalle finestre. Louis fece un passo verso di lui e gli poggiò la mano sulla spalla.
“Mi dispiace Harry, non potevo prevedere di scatenare una simile reazione!” disse Louis addolorato.
“Non credo che tu c’entri qualcosa, Lou,” rispose Harry pacato, “non colpevolizzarti inutilmente. Scusatemi, ma adesso voglio stare un po’ da solo.” e se ne andò in camera sua, dove si buttò sul letto.
Quando affondò il viso nel cuscino, lo investì forte il profumo di lei e nella sua mente si affacciò immediatamente l’immagine di Liza mentre dormiva nel suo letto. Come aveva fatto ad innamorarsi così perdutamente di lei in così poco tempo? Ma soprattutto, si domandava, che cosa pensava e provava lei davvero? Sospirò, mentre si sentiva il cuore oppresso nel petto. Niente sembrava avere un senso. Tutto era così confuso…
Intanto Louis aveva chiamato Zayn, per riconfermare le sue intenzioni, più deciso che mai. In mattinata, quando Harry era andato via per incontrarsi con Liza, gli altri avevano continuato a parlare di Charlie e di sua sorella. Louis aveva chiesto ai tre amici un po’ del loro tempo. Voleva indagare su quella famiglia, perché sentiva che doveva esserci sotto qualcosa. Louis era sempre molto attento ai bisogni degli altri e, con la sua sensibilità, percepiva che Charlie probabilmente non stava vivendo una situazione serena, perciò aveva chiesto l’appoggio di Liam, Niall e Zayn. Proprio quest’ultimo gli aveva prontamente risposto che sua zia Donya aveva una cara amica, che abitava proprio da quelle parti e che avrebbe fatto il possibile per scoprire qualcosa con l’aiuto della zia. Ora Zayn gli confermava che avrebbe accompagnato l’anziana zia a fare visita alla sua amica l’indomani pomeriggio. Louis non era completamente soddisfatto, perché ora anche le condizioni di Harry lo preoccupavano, ma disse a se stesso che bisognava aver pazienza.
Quando venne l’ora di cena, Louis ed El erano in cucina. La cena era quasi pronta, nel momento in cui Harry si affacciò e disse che sarebbe uscito.
“Non ti va di mangiare prima qualcosa?” chiese preoccupata Eleanor.
Harry le sorrise tristemente e scosse la testa, poi le diede un bacio e se ne andò senza dire altro. El guardò sconsolata il suo ragazzo e Louis l’abbracciò mormorando, anche lui preoccupato: “Passerà, vedrai.”
Harry vagò senza una meta per un bel po’, alla fine si ritrovò davanti al locale dove lavorava Liza. Naturalmente lo trovò chiuso. Del resto lei gli aveva detto che oggi era il suo giorno libero. Quello che aveva sottaciuto era che il locale aveva chiuso definitivamente, perché davanti alla vetrina ormai vuota c’era in bella mostra il cartello con la scritta “FITTASI”. Guardò l’ora e vide che era tardissimo. Decise però che avrebbe cercato Liza il giorno seguente e se ne tornò a casa, per trascorrere una lunga notte tra insonnia ed incubi in cui Liza veniva trascinata a forza via da lui.
Quando la pallida luce dell’alba incominciò a filtrare dalle tende, lui si svegliò in un bagno di sudore. Guardò l’ora. Era prestissimo. Decise di uscire per fare una corsa e poi fece una lunga doccia, prima di prepararsi ad andare da Liza. L’avrebbe attesa sotto casa per parlare con lei.
Harry arrivò con largo anticipo, ma dopo un’attenta riflessione, decise che non l’avrebbe attesa sotto casa. Lei non aveva idea, che lui sapesse con precisione dove vivesse, quindi, per evitare che lei si sentisse messa alle corde, l’aspettò, piuttosto impaziente, nel punto dove iniziava la strada che portava a casa sua. Alle otto del mattino, mentre le strade ormai si erano animate di persone che correvano al lavoro o a scuola, finalmente anche Charlie e Liza uscirono di casa. Lei lo vide soltanto quando giunse a pochi metri da lui e sbiancò visibilmente. Lui la guardò senza parlare per qualche secondo, finché lei chiese: “Che ci fai qua?” “Sto aspettando te.” rispose lui, aspettando che lei continuasse il discorso. Nel frattempo Charlie aveva riconosciuto il ragazzo e corse ad abbracciarlo: “Zio Harry! Che bello vederti! Mi accompagni a scuola? Ti faccio vedere dov’è la mia aula e ti faccio conoscere i miei compagni!” Ma Liza fece segno di no con la testa e Harry, a malincuore, disse: “Mi spiace piccola, ma oggi non posso. Stavo andando da un mio amico che mi sta aspettando. Sai, ci resterebbe malissimo se non andassi. Magari un’altra volta, va bene?” “Oh…” la piccola ci rimase male per un momento, ma poi con la sua solita travolgente vitalità, sorrise, gli schioccò un grosso bacio sulla guancia e disse: “ Non fa niente! Ma questo tuo amico è carino come te e zio Lou?” “S-Si. Credo di si…” disse Harry sorridendole di rimando, ma un po’ esitante. “Allora me lo devi far conoscere, prima o poi!” Adesso il riccio scoppiò a ridere di gusto: “Certo piccola! Prima o poi…!” Tornò a guardare Liza, che nel frattempo non aveva aperto bocca e le disse sottovoce: “ Ho bisogno di parlare con te.” “Non ora e non oggi!” rispose lei con voce soffocata.  “Liza, ti prego, DEVO parlarti. Non smetterò di cercarti, se non mi dai questa possibilità!” “Va bene, ho capito. Domani…mi faccio viva io. Adesso, però, lasciami andare.” Harry non si era reso conto di averle messo una mano sulla spalla per trattenerla e vide che Charlie lo stava osservando, quindi le sorrise, tolse la mano dalla spalla di Liza e rivolgendole uno sguardo supplichevole, le passò la mano sul contorno del viso mormorando: “Ti prego, non farmi aspettare troppo!” Liza gli restituì lo sguardo con un’espressione come se volesse dire qualcosa, ma poi abbassò gli occhi e disse solo: “Ti chiamo io.” Mentre Harry la osservò allontanarsi, il senso di impotenza dentro di lui si fece devastante. Si girò e se ne andò nel senso opposto.
Intanto quel pomeriggio Zayn scoprì un po’ di cose sulla famiglia di Liza e Charlie, che erano ben conosciute da Margot, l’amica di zia Donya. “Povere piccole,” disse l’anziana signora, “da quando Elisabeth non c’è più, si è spento il sole in quella casa. Il padre non ha retto al dispiacere e ha cominciato a bere, così ha perso anche il lavoro. Non so come facciano ad andare avanti. Ultimamente ho sentito anche dire che un’assistente sociale ha fatto loro visita. Sembra che il padre non si accontenti di alzare il gomito, ma adesso alza anche le mani.” “Povere creature, che il ciel li aiuti!” intervenne zia Donya. “Mio nipote qui presente, mi diceva che aveva conosciuto la più grande delle due, Liza, in un locale qualche sera fa. Mi ha raccontato che lavorava lì fino a tardi e per una ragazza così giovane non mi era sembrata una bella cosa, ma ora capisco che forse hanno bisogno.” “Si,” convenne Margot, “Charlize è una brava ragazza, ma purtroppo quell’angelo è stato davvero sfortunato finora. Non dev’essere facile per lei far crescere la piccola Charlotte, considerato che anche lei è poco più di una bambina!” “ Speriamo tanto che la vita le riservi momenti migliori di questi in futuro…” disse zia Donya. “Si,” rispose l’amica, “merita sicuramente di meglio!” Poi la zia di Zayn e la sua amica cambiarono argomento, ma Zayn non vi prestò molta attenzione. Piuttosto cercò di tenere bene a mente quello che aveva saputo e si ripromise di passare da Harry e Louis quella sera stessa.

NOTE DELL’AUTORE: Mi scuso per il ritardo, ma ho avuto l’impressione che a nessuno sia piaciuto l’ultimo capitolo prima di questo, per cui… Comunque… stavolta è abbastanza lungo, perché non starò a casa per una decina di giorni, quindi il prossimo lo posterò appena prima di Natale! Intanto recensite questo, che già comincio a scrivere il prossimo! Mery.

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Capitolo 9
*** Lisa trascorre la notte con Harry ***


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Capitolo 9
A Louis era arrivato un messaggio sul telefonino nel tardo pomeriggio. Diceva: “Grandi notizie. Avevi ragione, Lou. Ne parliamo stasera quando passo da te.” Più o meno nello stesso momento arrivò una telefonata su quello di Harry. Riconobbe il numero e rispose subito.
 “Pronto?”
“Sono io, Liza. Hai tempo questa sera?”
“Dove?”
“Per te va bene al parco?”
“Va benissimo. A che ora?”
“Alle 20 mi troverai lì. Ce la fai per quell’ora?”
“Ci puoi giurare, Liza…” disse Harry, che avrebbe voluto dire molto di più, ma fu interrotto da un ben noto suono: Liza aveva già attaccato.
Harry guardò il display del telefonino, ma ormai lei non c’era più. Sospirò, ma si sentiva già meglio. L’avrebbe rivista e l’avrebbe convinta a dargli una possibilità. Ormai non pensava ad altro che a questo. Stare con lei era la cosa che più desiderava al mondo in questo momento. Tutto il resto non gli sembrava così importante.
Quando di fretta passò dal salone di casa per salutare Eleanor, lei gli disse che di lì a poco sarebbe tornato anche Louis e sarebbe passato Zayn, forse anche Liam e Niall, ma lui rispose di salutarglieli perché aveva un appuntamento troppo importante.
“Ne va della mia stessa vita!” disse sorridendo tristemente ed El capì con chi si sarebbe visto Harry.
“Cerca di non fare cavolate, Harry. Rimani con la testa sulle spalle e pensa sempre prima di agire!”
“Stai tranquilla,” rispose il riccio evitando però il suo sguardo, ma Eleanor gli girò la testa verso di lei ed aggiunse: “Tu lo sai che ti voglio bene, vero?” Lui sapeva che questo era vero, perché erano amici di lunga data, addirittura da prima di conoscere Louis, perciò non poté evitare di sorridergli dicendo: “Si El, lo so. Ti prometto che non farò cavolate, almeno spero!” successivamente  le diede un bacio sulla guancia ed uscì.
Quando Harry arrivò al parco, la trovò che lo aspettava assorta nei suoi pensieri. La guardò studiando i suoi lineamenti, come se avesse voluto imprimerli indelebilmente nella sua memoria. L’espressione del viso di Liza non poteva essere più diverso da quella felice e spensierata dell’altra mattina vicino al lago. Lui provò una stretta al cuore e si ripromise che avrebbe fatto tutto quello che poteva per mandare via quella tristezza dal suo angelico volto. Eppure, anche così malinconica, gli sembrò la creatura più bella del creato, tanto ormai amava quei suoi grandi occhi blu e quella carnagione così pallida che la rendeva eterea. Le andò incontro con passo lento. Ora che Liza era davanti a lui, non aveva fretta. Lei, del resto, era lì per lui e perciò quando lei si rese conto della sua presenza ed alzò gli occhi incontrando i suoi, provò una gran bella emozione! Lei sorrise e disse: “Ciao, ti va di camminare un po’?”
Harry si meravigliò del tono acuto della sua voce, ma immaginò che lei potesse essere un po’ nervosa e per metterla a suo agio rispose: “Certo, come vuoi. Dove vuoi andare?”
“Da nessuna parte in particolare. Tu?”
“Io vengo dove tu vuoi…” poi si accorse che lei era rimasta in attesa e, senza avvicinarsi di più, perché sentiva che quel momento si reggeva su di un fragilissimo equilibrio, le indicò il vialetto ed aggiunse: “Va bene per di qua?” così lei sorrise ancora e fece segno di sì con la sua testa.
Camminarono silenziosamente per un po’. Harry non osava dare voce a tutte le sue domande, che teneva a freno aspettando il momento opportuno.
“Senti un po’…”
“Io volevo solo dirti…”
Avevano parlato contemporaneamente ed ora si guardavano ammutoliti per lo stupore, poi ancora una volta insieme, cominciarono con…
“Io non…”
“Ma tu…”
E dopo un momento di irreale silenzio scoppiarono a ridere insieme. La tensione si era sciolta.
“Mi dispiace,” disse lei.
“Stavo cercando il momento giusto…” rispose lui.
“Anch’io!”
Poi, percependo il suo evidente imbarazzo, la prese per mano e continuarono a camminare in silenzio fino ad arrivare in riva al laghetto.
Arrivati lì, si sedettero sull’erba ed Harry cominciò a parlare: “Non riesco a capire cosa ti è successo. Credevo di piacerti…”
“Oh,” si affrettò a ribattere lei, “tu mi piaci, Harry, mi piaci tantissimo!”
“E allora cosa vuol dire quello che hai detto l’ultima volta che ci siamo visti? Io ci tengo a te e non voglio rinunciare…non posso…” Gli occhi di Liza irrequieti evitarono quelli di lui, ma poi si girò e quando puntò lo sguardo in quello di Harry, vi si leggeva tanta sofferenza. Faceva fatica a trovare le parole e le lacrime che le salivano agli occhi non le erano di aiuto. Prepotenti pretendevano di uscire, ma lei non voleva assolutamente che l’avessero vinta. Sarebbe morta piuttosto di farsi vedere piangere da lui, piuttosto che fargli capire che stava male, anche se soffriva da morire. Alla fine la voce le uscì come soffocata: “Baciami.” Lui studiò i suoi occhi intuendo che c’era qualcosa che non andava, ma lei ripeté: “Baciami, Styles. Non mi vuoi?”
 “Baciami.” Liza lo aveva detto con una strana voce. Lui studiò i suoi occhi intuendo che c’era qualcosa che non andava, ma lei ripeté insistendo: “Baciami, Styles. Non mi vuoi?”
Lui spalancò gli occhi per la sorpresa e osservò perplesso quel viso che tanto amava. Forse che lei pensava che lui potesse non volerla come invece la desiderava disperatamente?
“Si, che ti voglio!” mormorò, prendendo il viso di Liza fra le sue mani poggiando la sua bocca con estrema delicatezza sulla sua per un istante. Dopo le baciò gli occhi, prima uno, poi l’altro e lasciò tanti piccoli baci sul suo viso. Infine si allontanò per un momento per poterla riguardare negli occhi, mentre lei arrossiva e si sentiva il cuore battere come impazzito. Si guardarono per qualche secondo, dopo di che lui le passò una mano fra i capelli sulla nuca, l’altra per reggerla sulla schiena e l’attirò a sé per baciarla finalmente davvero. Liza rimase per qualche secondo indecisa, ma infine le sue braccia trovarono l’incastro giusto per stringersi a lui e permettere ai loro corpi di aderire perfettamente l’uno all’altro. Fu un bacio profondo, passionale, di quelli che si danno con l’anima e le loro anime si stavano cercando e sentivano il bisogno che avevano l’uno dell’altra. Quando le loro labbra si staccarono erano senza fiato, ma si tennero ancora stretti come se qualcosa avesse potuto strapparli l’uno dall’altra e, mentre lui sentiva che in quel momento aveva ottenuto più di quello che sperava e per nulla al mondo avrebbe voluto rovinare quel momento di magia, lei già si rammaricava per aver ceduto e ancora il suo cuore si dibatteva fra il desiderio di lasciarsi andare e la voglia di fuggire via.
Sospirò rumorosamente, mentre prese la sua decisione. Lui se ne accorse e premuroso chiese: “Cos’hai? Qualcosa non va?”, ma lei rispose: “Niente!” e guardandolo dritto negli occhi aggiunse: “Ti voglio.” Lui non si aspettava certo una richiesta così diretta e perplesso domandò: “Sei sicura?”
“Certo che sono sicura, forse sei tu che non lo sei.”
“No, io sono sicuro di quello che sento per te, ma pensavo che tu avessi bisogno di più tempo…”
“Io ti voglio adesso!” insistette lei serissima.
“Va bene,” rispose allora lui sconcertato, ma felice, “almeno non rimaniamo qui, andiamo a casa mia.”
Con la macchina impiegarono pochissimo, ma arrivati davanti al portone di casa, Liza improvvisamente esitò. “Ma c’è gente…” disse timorosa, ma Harry la rassicurò dicendo: “Lascia fare a me.”
Entrarono senza far rumore ed in punta di piedi si diressero in camera di Harry. Una volta chiusa la porta, non si udì più alcun suono: il mondo era rimasto fuori e qui c’erano solo due ragazzi che si amavano. Invece di accendere la luce, Harry andò ad accendere una piccola lampada che emanava una delicata luce soffusa. Hai bisogno di qualche minuto in bagno?” gli chiese lui a bassa voce e lei scosse la testa. “Allora dammi solo un minuto e intanto fai come se fossi a casa tua.”
 Torno dopo pochissimo e la trovò seduta sul letto che si guardava distrattamente le mani. Le andò vicino da dietro e le scostò i capelli dal collo dandole un leggero bacio nell’incavo tra il collo e la spalla. Lei rabbrividì e lui le domandò: “Ci hai ripensato? Non dev’essere per forza stasera.”
“Non mi desideri?” chiese lei con espressione triste.
“Io ti desidero da morire!” si affrettò a dirle lui, girando intorno al letto per andarsi ad inginocchiare davanti a lei, “ma ti voglio solo se sei pronta anche tu! E’ successo tutto così in fretta…”
Liza lo guardò negli occhi e disse: “Io ti voglio adesso, ma ho paura che sia tu a non volerlo…eppure…”
Harry le prese ancora il viso tra le mani: “Non dirlo neppure per scherzo! Io sono qui solo per te! Ed in questo momento per me non esisti che tu!”
Liza sospirando cominciò a sbottonare la camicetta, ma lui le poggiò le sue mani sulle sue e la fermò. La guardò con dolcezza e disse: “Ti prego, posso farlo io?” Lei in risposta abbassò le proprie mani e fece cenno di sì. Per ogni singolo bottone che sbottonava, le diede un lieve, piccolo bacio. Quando poté toglierle la camicetta, l’attirò a sé facendola alzare e le sue mani, dai fianchi scivolarono dapprima aperte sulla sua schiena, poi una andò fra i suoi capelli e, reclinandole la testa, la baciò con incredibile trasporto. Lei rispose al bacio stringendosi a lui, ma dopo poco lui si staccò dalla sua bocca, per baciarla sotto l’orecchio, poi sul collo e poi ancora nella morbida curva tra i seni, che accarezzò con tenerezza, ma su cui si soffermò solo qualche secondo. Si inginocchiò nuovamente per lasciare un bacio vicino all’ombelico. Lei ridacchiò nervosa e lui le sorrise. Le sbottonò i jeans e la fece sdraiare sul letto per sfilarglieli. Quando ormai le era rimasto solo l’intimo, la tirò su di nuovo in piedi e mentre la baciava le fece compiere un giro su loro stessi per allontanarsi un po’ dal letto. Con un solo gesto scostò le coperte, la prese in braccio e la poggiò fra le lenzuola. Un altro bacio sulla bocca e, lasciandola solo per un momento, prese una piccola scatoletta dal cassetto del comodino e la poggiò accanto al lume acceso, poi si liberò dei suoi vestiti. Liza intuì cos’erano, ma riaprendo il cassetto, li fece cadere al suo interno. “Sicura?” disse lui. “Sicurissima.” rispose lei. Liza tese la mano verso quella di Harry, che era ancora in piedi accanto al letto ed aspettava quel gesto. Poi tutto accadde con una tale naturalezza e dolcezza, che sembrava si fossero amati già tante volte e tanto tempo ci volle affinché esausti e felici non si addormentarono l’uno fra le braccia dell’altra.  C’è da dire che ciò che accadde quella notte riempì il cuore di entrambi di felicità, ma Harry rimase stupito quando un momento dopo aver raggiunto il massimo piacere, erano strettamente abbracciati e lui sentì una calda lacrima bagnargli la mano che era poggiata accanto al viso di lei. La teneva abbracciata da dietro, quindi non poteva vedere il viso di Liza, pertanto allarmato le aveva chiesto: “Tesoro, stai bene?” e lei gli aveva risposto “Sì.” Rassicurato aveva affondato il viso tra i suoi capelli ed annusando il suo profumo le aveva detto stringendola forte: “Ti amo.”

NOTE DELL’AUTORE: Lo so, ho fatto passare un tempo infinito! Mi dispiace, ma spero che la lunghezza di questo capitolo e, mi auguro, la bellezza dei momenti descritti, vi faccia venir voglia di perdonarmi! Per favore, recensite! Grazie a chi lo farà!
Mery.

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