Il fermacapelli di MarcoG (/viewuser.php?uid=47873)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Penultima pagina ***
Capitolo 2: *** Ultima pagina ***
Capitolo 1 *** Penultima pagina ***
14 Maggio
Caro diario, ti ho parlato della promessa che ho fatto alla mamma vero?
Ebbene, credo proprio che dovrò rimangiarmela. Come vedi
sono qua a scriverti, nonostante le avessi promesso di non farlo
più. Mi sembra di sentire ancora la sua voce nella testa,
quando mi diceva "Solo
le ragazzine sole scrivono i diari! E lo fanno perché non
hanno nessun altro con cui parlare! Butta via quel coso e fatti qualche
amica!!"...e forse aveva anche ragione, ma che ci posso
fare se scrivere mi rasserena tanto? Mi sembra quasi di poter tirare
fuori tutto ciò che c'è di triste o sbagliato
nella mia vita...ma vabbè, tanto lo so che tu queste cose le
sai già e che non ho bisogno di ripetertele. Alcune volte mi
immagino che tu sia una persona in carne e ossa, che mi guardi male
quando ti scrivo che faccio arrabbiare i miei genitori o che mi consoli
quando ti scrivo che sono giù.
Comunque, si è fatto tardi, è ora di andare a
dormire.
Buonanotte diario.
***
15 Maggio
Non solo non riesco a non scriverti, ma oltretutto non riesco neanche a
far passare più di un giorno senza farlo!
Ma oggi ho i miei buoni motivi: per l'ennesima volta ho chiesto a mio
padre se potevo avere finalmente un cliente tutto mio e lui ha
rifiutato come al solito. "Hai
solo sedici anni, non puoi lavorare ancora! Accontentati di darmi una
mano dietro in officina!" e quando ha visto che lo
guardavo male, ha pure osato aggiungere "E poi tu devi studiare! Non
voglio una figlia che non sa leggere o scrivere!"
Vedi diario come mi tratta? Certo che so leggere e scrivere!! E per sua
informazione è grazie ai miei automail che il negozio va
avanti così bene, mica come quelli che fa lui! Quando ancora
non gli davo una mano io riusciva a farne solo di qualità
pessime e tutti quelli che passavano da noi poi non si facevano
più vedere...chissà come mai!
Ora invece in tanti tornano e non solo quando gli occorre una
riparazione! Stamattina è tornato Gear, te lo ricordi? A lui
ho fatto il braccio sinistro -anche se poi mio padre glielo ha
consegnato lui prendendosi tutti i meriti- e oggi è tornato
per dirgli che si sentiva benissimo e che abbiamo fatto un ottimo
lavoro! Avrei quasi voluto dirglielo che sono stata io a
costruirlo...ma sicuramente avrebbe detto "ma come? una ragazzina
giovane come te che costruisce automail?" e io avrei finito per
arrabbiarmi e rovinarmi la giornata, quindi è stato meglio
che sia stata zitta.
Però sono felice che sia tornato! Anche se non lo sa, alla
fine i suoi complimenti erano rivolti a me.
Sono la migliore, c'è poco da fare!
Va bene va bene la smetto e vado a dormire...però tu per lo
meno potresti essere più gentile con me!!
***
17 Maggio
Brutte notizie quest'oggi. Nostro zio è appena tornato dal
suo viaggio di lavoro e come ci aveva promesso ha portato con se una
medicina per mia sorella Emy. Aveva detto di averla comprata in una
farmacia famosa per avere dei medicinali sperimentali, che molto spesso
curano la gente. Lui ha chiesto se avevano qualcosa per la
sordità...e quelli gli hanno risposto di provare questa
pillola che oggi ci ha portato. Figurati quanto Emy era felice quando
è corsa in cucina a prendersi un bicchierone d'acqua per
mandarla giù...e quanto è rimasta delusa quando
non è successo niente. Noi tutti le avevamo raccomandato di
non crederci troppo, ma come si fa in questi casi? Ha solo tredici
anni...e guardando quella sua faccina delusa ne dimostrava ancora meno.
***
19 Maggio
Meno male che è arrivata domenica! Ieri non ti ho potuto
scrivere perché è stata una giornataccia in cui
non ho quasi mai alzato la testa dai libri, poi quando ho finito con
loro papà mi ha chiamata perché -ovviamente- non
riusciva a sistemare una mano. E quindi alla fine l'ho dovuta riparare
io! Sono arrivata talmente tanto stanca al letto che ho fatto giusto in
tempo a togliermi le scarpe che mi sono addormentata con ancora i
vestiti addosso! Saranno state le tre o le quattro del mattino...ma
visto che oggi dovevo stare via tutto il giorno con mamma ho dovuto
finirla per forza ieri.
Sarebbe tutto molto più comodo se non dovessi dividere il
mio tempo fra i libri e gli automail!
Comunque...sai che oggi mentre ero al mercato ho sentito già
parlare due signore della nostra festa dell'anno? Anche se mancano
ancora dieci giorni è bello sentire che sta già
iniziando l'eccitazione! La festa che ricorda la fondazione di Startop
è sempre emozionate e poi vengono in città anche
tutti i nostri parenti che non vivono qui, così posso
rivedere le mie cugine!
Non vedo l'ora...
***
23 Maggio
Ho una grande novità!!!
Papà mi ha promesso che il prossimo cliente sarà
mio!! Mi ha però sgridato sull'abbigliamento: mi ha detto
che se voglio ricevere i clienti mi devo vestire bene e che non posso
accoglierli con la tuta da lavoro. Ma se devo lavorare, come faccio a
non vestirmi così? Mi ha risposto che bisogna essere
eleganti quando entra qualcuno, che bisogna sorridergli sempre e non
parlare mai del prezzo prima di avergli decantato le qualità
dei nostri automail...forse ha paura che scappino subito tutti appena
sentito il prezzo, non so. Per il sorriso e le storie su quanto siamo
bravi ok, ma sul vestito? Mamma mi ha detto che cercava qualcosa di
suo, ma anche se ha tirato fuori i suoi vestiti da giovane non ha
trovato nulla della mia taglia.
Questo sabato allora mi ha promesso di andare insieme a lei a comprare
qualcosa...mi ha detto che dovrò sembrare un po'
più grande della mia età altrimenti tutti
penseranno che non sarò all'altezza e che di conseguenza mi
servono vestiti eleganti e un po' di trucco.
Caro diario, non mi sembra vero tutto questo!!!
***
25 Maggio
Ho comprato tutto!
Appena tornate dal mercato siamo subito andate su in camera sua a
provare ciò che abbiamo preso...mi sono messa il completo
blu chiaro, ho sciolto i capelli lungo le spalle e la mamma mi ha
aiutata a mettermi un velo di trucco...quando mi sono guardata allo
specchio mi sono sembrata così strana! Sembravo un'altra
persona!! Se l'effetto che volevano era quello di sembrare
più grande, ci sono riusciti di sicuro! La mamma mi ha detto
che ero stupenda e che la mia bellezza aiuterà il negozio a
incrementare il numero di clienti!
Devo dirti però che appena ho potuto mi sono rimessa la mia
cara vecchia tuta da lavoro...non che non mi piaccia il completo che
abbiamo comprato, ma non lo so...mi sentivo così strana!
Forse mi devo solo abituare...beh buonanotte diario!!
***
27 Maggio
Oggi è successa una cosa strana: verso
mezzogiorno quando eravamo tutti a mangiare si è sentito
fuori dalla finestra un gran botto, come se fosse crollato qualcosa.
Siamo usciti di casa per capire cos'era successo, ma nella nostra via
oltre ai nostri vicini confusi quanto noi non c'era nulla di strano.
Allora non ci abbiamo fatto particolarmente caso e siamo tornati a
mangiare, ma più tardi Emy mi ha raccontato ciò
che è successo.
E' tornata a casa tutta di corsa e mi ha raccontato che ci sono due
alchimisti di stato in città e che sono stati loro a fare
quel fracasso! Se è tutto vero quello che mi ha raccontato
lei, a quanto pare stavano inseguendo qualcuno e per farlo hanno usato
l'alchimia per aprirsi un varco attraverso le mura della
città...peccato che devono aver sbagliato le loro misure
perché pochi minuti dopo è crollato un'intera
colonna di pietre!
Pare che alla fine non abbiano preso la persona che cercavano e che
siano tornati in città per scusarsi, dicendo al nostro
sindaco che domani sistemeranno tutto. Ma non potevano stare
più attenti prima così non dovevano ripararlo?
Mah! Di alchimisti di stato ne ho visti pochi e quei pochi mi sono
sembrati sempre tutti strani!
Addirittura domani in tanti vogliono vederli "all'opera" mentre
rimedieranno al disastro creato e hanno detto che si riuniranno tutti
attorno alle mura per aspettarli.
Un po' curiosa lo sono pure io...ma ho troppa voglia di poter gestire
il mio primo cliente, quindi non mi muoverò dal negozio fino
a quando non ne avrò avuto uno tutto mio!
***
28 Maggio
Diario, oh diario! Mi sono innamorata! E' stato un colpo
di fulmine a ciel sereno! Non so neanche come esprimerti i miei
sentimenti!
Forse se provo a raccontarti tutto dall'inizio capirai meglio, ma
credimi che sono ancora scossa e non so quanto mi potrò
esprimere correttamente!
Ti ricordi vero che ieri ti ho parlato di due nuovi alchimisti di stato
arrivati in città? Beh come ti dicevo non sono andata a
vedere come hanno sistemato il caos che hanno combinato e me ne sono
rimasta tutta la mattinata in negozio. Scelta sbagliata, visto che
nessuno è entrato.
Quando mia sorella è tornata mi ha riferito che questi due
alchimisti sono stranissimi, uno va in giro in armatura e l'altro
dimostra sì e no la mia età! Ci siamo anche
parecchio divertite a prenderli in giro per i possibili nomi che gli
hanno dato, visto che pare che ognuno di loro ne possegga uno unico!
Dunque: quello grosso in armatura è stato da noi
soprannominato all'unisono "Alchimista di latta", mentre su quello
giovane eravamo di idee diverse...io propendevo per "l'alchimista dei
tappi" visto che Emy mi aveva detto che ad occhio era più
basso di me, mentre invece lei era più dell'idea di
"alchimista semolino" sempre per lo stesso motivo.
Oh diario, a pensare che prima lo prendevo in giro così
tanto...e ora sono qua a pensare a lui ogni minuto!
Beh comunque, come ti dicevo stamattina non li ho visti
perché sono stata qua tutto il giorno, li abbiamo incontrati
invece alla taverna di Frider nel pomeriggio. Io ero lì con
Emy a bere qualcosa e loro sono entrati pressapoco quando noi stavamo
andando via.
E in quel momento l'ho visto!
Sarà anche vero che è basso, ma
è...è...bellissimo! Lo dovresti vedere, ha i
capelli lunghi biondi che tiene raccolti in una treccia e anche gli
occhi sono dello stesso colore! Ma poi l'espressione che ha!! Ha fatto
solo un rapidissimo sorriso al ragazzo che è venuto a
servirli ma sono stra-sicura di non aver mai visto un sorriso
più bello in vita mia! E anche il modo di fare...sembra
così fiero e sicuro di sé! D'altra parte
è un alchimista di stato...chissà come ha fatto a
diventarlo così giovane!
Quando l'ho visto entrare nella locanda e successivamente sedersi credo
proprio di essermi imbambolata per qualche attimo, visto che Emy
è arrivata a portarmi la mano davanti alla faccia
scuotendola prima che mi ritornasse in mente che c'era anche lei e
tutti gli altri!
Ma come si fa a non guardare un ragazzo tanto bello??
Purtroppo siamo dovute andare via poco dopo perché sia io
sia mia sorella dovevamo finire i compiti e poi si mangiava...ma sarei
rimasta lì tutto il tempo ad osservarlo! Magari anche per
sapere se rimarranno ancora altri giorni in città o no!
Spero tanto di rivederlo domani...
Buonanotte!!
***
29 Maggio
Una giornata pazzesca!!
Diario, non potevo avere una fortuna più grande!
Oggi ho scongiurato mia sorella a tornare da Frider per sapere se
l'alchimista di cui ti parlavo ieri sarebbe ripassato da lì
e...incredibile! Era lì sul serio!
Ma le sorprese non sono finite! Mentre lo stavo guardando -anche se a
essere sinceri dovrei dire che lo stavo letteralmente fissando!- ho
notato che ha tirato su per un attimo una manica della sua felpa e ho
chiaramente visto sotto un automail!
Appena mi sono girata per dirlo a Emy ha subito anche lei aguzzato lo
sguardo per notarlo e abbiamo chiaramente visto entrambe che si stava
guardando la parte vicino al polso, come se stesse cercando qualcosa di
anomalo. Emy mi ha subito detto che se mi piaceva tanto dovevo
approfittarne per andare lì e chiedergli se c'era qualcosa
che potevo fare per lui visto che sono una costruttrice di
automail...ma con quale coraggio l'avrei fatto? Non ne avevo!
Ed è così che fra un "vai!" e un "no, non ce la
faccio!" e un altro "ma dai vai!" e un altro ancora "no, non ce la
faccio proprio!" che lei si è alzata ed è andata
da loro!
Il problema è che Emy è abituata qua in
città dove la conosco tutti e si è messa subito a
parlare attraverso il linguaggio dei gesti e loro ovviamente non
capivano nulla! Anzi, la guardavano anche strano, per quanto io possa
aver capito dallo sguardo di quello in armatura.
Allora ho raccolto tutto il coraggio che avevo in corpo, mi sono alzata
e li ho raggiunti!
"Scusate"
ho detto, "mia sorella
ignora il fatto che non tutti conoscono questi gesti"
cercando di mascherare la gomitata che le stavo tirando. E
lei? Si è messa a ridacchiare! Sapeva benissimo che mi sarei
alzata per raggiungerla e l'ha fatto apposta per farmi parlare con loro!
Il ragazzo biondo ha fatto un sorriso un po' strano, quasi se fosse
imbarazzato...e a me è sembrato ancora più bello
con quel mezzo sorriso sul viso! Credo anche di essere diventata
improvvisamente rossa come un peperone, tanto che ci sono stati interi
secondi di silenzio prima che Emy mi prendesse di forza una mano
porgendola verso l'alchimista. "P-piacere!"
ho cercato di dire, ma sono sicura di aver balbettato! Che figura! "I-io sono Nicky e lei
è mia sorella Emy" gli ho detto mentre gli
stringevo la mano. In quel momento ho visto il suo mezzo sorriso
imbarazzato imbarazzarsi ancora di più...d'altra parte lui
non ci aveva detto niente e noi eravamo apparse lì dal nulla
nel giro di un minuto! "H-ho
notato..." mi sono fermata un attimo cercando di ritrovare
un briciolo di calma per evitare di continuare a balbettare "...ho notato che ti guardavi il
polso e ho visto che è un automail...sai mio padre ha un
negozio qui in città, se ti serve un controllo siamo a
vostra disposizione!". Emy ha pensato bene di aggiungerci
-sempre a gesti- un bel "ma la migliore è mia sorella,
dovreste vedere quanto è abile!" ma l'ho sgridata nuovamente
ricordandogli che loro non potevano capire che cosa stava facendo.
A quel punto è saltata fuori un'altra sorpresa! L'altro
alchimista, quello che noi avevamo chiamato l'alchimista di latta, ha
risposto a Emy con lo stesso linguaggio, dicendogli che lui era in
grado di capirla. "Ehi
Al che stai facendo?" gli ha chiesto il ragazzo.
Benissimo, sapevo come si chiamava l'alchimista di latta! Al si
è portato una mano dietro la testa dell'armatura, quasi come
se fosse imbarazzato, e gli ha risposto -stavolta a parole- "Ah forse non te l'ho detto ma
qualche giorno fa mentre tu dormivi mi è capitato sotto mano
un manuale che spiegava il linguaggio dei sordi e..beh...l'ho imparato
un po'!". Il bellissimo ragazzo biondo lo ha guardato
male, come se non gli credesse e poi ha aggiunto "Ti sei messo a imparare il
linguaggio dei sordi?" socchiudendo gli occhi. "Beh sì...tu dormi
tanto fratellone e io non so cosa fare nel frattempo!".
Questa frase ci sembrò strana e Emy gli chiese subito se
soffriva di insonnia ma vedendo che fra noi quattro l'unico che non
capiva cosa si stessero dicendo era lui il ragazzo si
indispettì parecchio! "Ehi
ma la volete finire? Io non capisco niente di quello che
state....dicendo!" esclamò cercando le parole
giuste.
E non ci crederai caro diario, ma in quel momento ci siamo messi tutti
a ridere! Anche lui deve averlo capito che ridevamo della situazione e
non di lui, tanto che abbandonò subito quella specie di
broncio che gli era apparso sul viso. "Comunque io mi chiamo Edward"
mi ha detto mentre mi allungava la mano!
E gliel'ho stretta! Non sai che emozione!
"P-piacere Edward"
senza volerlo mi ero rimessa a balbettare..."p-posso fare qualcosa per la tua
mano allora?" In quel momento entrambi gli alchimisti
risposero, solo che Edward rispose con un "no!" mentre Al con un
"sì!". "Sto
benissimo te l'ho già detto!" ha provato a dire
Edward ma Al sembrava non credergli. "Avanti fratellone è
meglio esserne sicuri no? E' da ieri che dici che ti da fastidio...se
suo padre costruisce automail potremmo fartela vedere e poi
ripartire più tranquilli no?". Usciva una
strana voce metallica da Al, mi devo ricordare di chiedergli come mai
ci tiene tanto a sembrare un'armatura. "Uff...e va bene" ha
risposto Edward, ma la mia felicità iniziò e
finì nel giro di pochi secondi visto che a quell'ora ormai
papà aveva già chiuso tutto! "Ehm veramente...a quest'ora
credo che possiamo già ritenerci chiusi. P-però
se domattina vorrete venire sarete i primi a essere serviti!"
Nonostante il balbettio ho cercato di risultare convincente, ma Edward
non si era dimostrato per niente contento all'idea. "Aspettare fino a domani mattina?
Ma non scherziamo! Lo sai cosa stiamo cercando Al e sai anche chi ci
è sfuggito ieri! Non possiamo rimanere qua ancora!"
Caspita, che caratterino che ha questo Edward! Ma l'altro sembrava
molto più tranquillo e cercò di farlo ragionare: "Sì ma se poi
scopriamo che hai veramente qualcosa che non va? Nel deserto non ci
sono negozi di automail non puoi mica farti riparare nel posto dove
stiamo andando ora! Dai fratellone cosa ti costa aspettare mezza
giornata in più? Fallo per me, mi sentirò
più tranquillo se ti saprò al pieno della forma!"
Quella continua parola, "fratellone", mi fece capire che non erano
semplicemente compagni di viaggio. "Uff...e
va bene...a che ora aprite voi?"
Nonostante me lo avesse chiesto con aria estremamente scocciata, ti
giuro diario che in quel momento mi sono sentita felicissima!
Domani infatti verrà da me in negozio e sarà il
mio primo cliente!!!
***
30 Maggio
Caro diario, oggi sono successe talmente tante cose che non so neanche
io come spiegarmele.
Inizio dalle cose belle: stamattina ero eccitatissima perché
stavo aspettando Edward, quindi mi sono svegliata ancora prima del
solito e mi sono preparata. Volevo veramente apparire bella e credo di
essermi guardata allo specchio almeno una ventina di volte prima di
dirmi "Ok dai, non fai troppo schifo!"
La cosa bella invece è che è andata esattamente
all'opposto, quando sono scesa e ho aperto il negozio -loro erano
già lì fuori che aspettavano!- li ho invitati a
entrare e Edward non mi ha riconosciuta!
Caspita, allora era proprio vero quando mia madre mi diceva che
sembravo un'altra persona!
Li ho fatti entrare e prima di poterli far accomodare Edward si
è presentato, proprio come se fossi una sconosciuta! Quando
ho osato rispondergli "Sì
so come ti chiami...ce lo siamo detti ieri ricordi?" lui
ha letteralmente strabuzzato gli occhi e mi ha fissata a lungo! L'altro
alchimista lo ha rimproverato "Ma
fratellone è Nicky, come fai a non ricordartene
più?" ma lui era troppo indaffarato a guardarmi
i capelli, gli occhi e qualsiasi altro particolare del mio volto! Mi
sono sentita avvampare in quel momento, avere i suoi occhi fissi su di
me mi ha messo una vergogna addosso incredibile...mi sono anche portata
le mani alle guance per sentirne la temperatura e mi sono accorta che
ero caldissima! Che figura che devo aver fatto!
"Ahaha è
vero!!" ha cercato di dire lui, "è che così
conciata non ti avevo riconosciuta!" era in evidente
imbarazzo anche lui per essersi sbagliato, ma non è stato
carino a dirmi "così conciata"!! Suo fratello Al infatti
l'ha sgridato subito "Ma
che modi sono fratellone?? Ci scusi Nicky, mio fratello ogni tanto
è un po'...manca di un po' di tatto ecco!" e
gli ha tirato una forte pacca sulla spalla, che lui non deve aver
gradito visto che gli ha lanciato subito un'occhiataccia da brontolone.
Non sapevo come uscire da quella situazione!
"Beh comunque..."
ha ripreso lui, "mi puoi
controllare la mano così ce ne possiamo andare?"
Per un attimo avevo dimenticato il motivo per il quale erano
lì! "Sì
sì certo, accomodati pure!" gli ho detto
indicandogli la poltrona nell'ingresso. "Siediti e appoggia la mano
sull'appoggia braccio così posso controllare!"
Diario, non so se sono riuscita a sembrare calma, ma in
realtà dentro di me tremavo come una foglia! E se avessi
sbagliato qualcosa? Se gli avessi fatto un'operazione fatta male? Che
ricordo gli avrei lasciato di me? Dovevo assolutamente fare una bella
figura!
Dopo che si era accomodato ho preso una sedia e mi sono seduta anche io
accanto a lui e ho incominciato ad esaminargli la mano. Mentre
abbassavo lo sguardo ho visto che con la coda degli occhi mi ha
lanciato un'altra occhiata come quella di prima, sembrava quasi come se
ancora non ci credeva che ero io!
Sarà stata quella o sarà stato il fatto che ora
ero molto vicina a lui...ma ho ricominciato a balbettare!! Che nervoso,
mi odiavo in quel momento! "C-così
a una p-prima occhiata non sembra niente di grave..." poi
mi sono fermata e ho deglutito, non potevo continuare così! "Cioè... dicevo...devo
prendere i miei attrezzi per guardare meglio..." e
dicendolo ho alzato la testa per guardarlo mentre gli parlavo. Solo
quando l'ho fatto mi sono accorta che le nostre facce erano a non meno
di due spanne di distanza.
Quanto era bello visto così da vicino!!!
Sembrava quasi che quei bellissimi capelli biondi gli ornassero il viso
alla perfezione, talmente era...era...l'ho già scritto
bellissimo?? Beh lo era, non ci sono altre parole!!
Figurati diario che sono rimasta letteralmente imbambolata a guardarlo,
tanto che dopo qualche attimo lui ha tirato indietro leggermente la
testa e mi ha detto "Beh?"
ricordandomi solo in quel momento che mi ero fermata fissa a guardarlo!
"V-vado subito..."
ho cercato di dirgli mentre mi rialzavo, ma credo di essere tornata
nuovamente rossissima come prima e mentre mi allontanavo ho sentito che
ha fatto una piccola risata. Rideva di me? Se possibile, mentre mi
allontanavo, sono diventata ancora più rossa di prima!
Ed è stato così che mentre scendevo di corsa
-molto di corsa- le scale per raggiungere il piano di sotto dove
c'è la mia officina che sono scivolata. Avrò
fatto un milione di volte quelle scale su e giù da quando
sono piccola, ma a quelle scarpe con i tacchi alti proprio non sono
abituata...e distratta com'ero dalla situazione, ho messo male un piede
e in un attimo mi sono ritrovata piegata per terra alla base della
scala.
I due fratelli sono subito corsi a vedere cos'era stato quel tonfo e
quando mi hanno vista distesa per terra hanno reagito in maniera
diversa; Al è subito sceso a darmi una mano e Edward si
è messo a ridere come un pazzo.
Ti descriverei questa scena con maggior senso dell'humour, caro diario,
se solo non fosse stato così sconvolgente la scoperta che
abbiamo fatto dopo.
Ti dicevo: Al mi ha raggiunta e mi ha dato una mano a tirarmi su,
mentre Edward ancora rideva. "FRATELLONE!
SMETTILA!" gli ha urlato lui. "Scendi e vieni a darmi una mano!
Magari si è fatta male!" Mi sono fatta male
sì, ho pensato! E così mentre lui mi dava una
mano ad alzarmi, l'altro fratello scendeva lentamente le scale e ci
raggiungeva.
"Oi oi..."
mi è sfuggito un lamento mentre mi massaggiavo il mio povero
fondo schiena. Edward si è messo a ridere di nuovo,
iniziando la frase "Spero
che tu possa ancora lavorare, altrimenti abbiamo perso tutto questo
tempo per nient..." ma si è interrotto
così, da un momento all'altro.
Lo ha fatto mentre guardava verso di me e per un attimo ho pensato che
avesse visto un qualche bernoccolo che stava già crescendo
da qualche parte sulla mia testa.
E invece guardava esattamente sopra di me, più precisamente
guardava un ferro di cavallo che è appeso lì in
officina da non so più quanto tempo.
Appena l'ha visto è diventato subito serio e ha chiesto al
fratello "Ehi Al, l'hai
visto quello?". Lui mi ha aiutata a sedermi, poi si
è messo a guardare nella stessa direzione di Edward. "Quello? Quel ferro di cavallo?".
Io continuavo a non capire cosa aveva di così importante da
catturare così tanto la loro attenzione.
"Sì...hai
visto il nome inciso nel ferro? A. Kiroshi. Non ti dice niente?"
ma il fratello si limitò semplicemente a fare di no con la
testa. "Sì
hai ragione, forse ho letto solo io la sua storia. Però
quella pietra lì...posso prenderlo?" mi chiede
voltandosi e guardandomi per la prima volta dopo essere caduta. Non ero
contenta dal come si stava comportando, visto che ero appena
precipitata dalla scala e non mi aveva neanche aiutata o chiesto come
stavo. Ma gli ho detto sì, cosa potevo fare?
Quando ha tolto dal chiodo il ferro di cavallo -che è
lì da una vita, non so neanche chi ce l'aveva messo- e l'ha
preso in mano, per un attimo la piccola pietra rossa al centro del
ferro si è illuminata.
Si è subito girato verso il fratello, con l'espressione
completamente cambiata. Si è girato dopo anche verso di me,
aveva la faccia sconvolta. "Che
c'è?" gli ho chiesto mentre cercavo di
ritirarmi in piedi. "Questa
è...questa è..." Edward sembrava
turbato. Si mise la pietra in una manica, prese in mano il primo
oggetto che trovò sotto tiro -un martello- e
batté forte le mani toccando poi l'oggetto appena preso.
Esplose immediatamente una violentissima luce azzurrognola, io diario
ho dovuto chiudere gli occhi perché mi stava accecando!
Quando sono riuscita a riaprirli la luce era sparita e davanti ai due
fratelli alchimisti c'era un martello uguale e identico a quello che
avevano appena preso, ma almeno dieci volte più grosso!
Non so chi fra noi tre aveva lo sguardo più stupito. "Ma cosa...cosa...avete fatto?"
sono riuscita a chiedere. Edward si è tolto dalla manica la
pietra rossa e l'ha guardata nuovamente, poi si è avvicinato
di corsa a me e mi ha afferrato le braccia con entrambe le mani. "Ti prego, devi assolutamente
dirmi dove hai preso quel ferro di cavallo! E' importante!".
Sembrava sconvolto.
Io gli ho risposto che non lo sapevo perché era
lì da quando ero piccola e lui mi ha subito chiesto se
qualcun altro lo avrebbe saputo al posto mio. "Mio padre...credo"
gli ho risposto.
Lui mi ha lentamente lasciato le braccia, poi si è girato
verso suo fratello. "Hai
capito vero come ho potuto ingrandire così tanto quel
martello senza rispettare la legge dello scambio equivalente?"
Al non ha fatto passare più di un secondo prima di
rispondere "Sì,
quella è una pietra filosofale incompleta".
Caro diario, forse ho fatto la figura della stupida, ma non ho potuto
non chiedere "una
pietra...che??" ma nessuno dei due mi ha riposto. "E' in casa tua padre? Gli devo
parlare al più presto". Ho ripensato
velocemente ai suoi impegni della giornata e ho potuto confermagli che
sarebbe tornato nella tarda mattinata.
Lui ha fatto una piccola pausa, come se stesse ricapitolando nella sua
mente cosa fare. "C'è
un telefono che posso usare qui?" mi ha chiesto. "Certo, è proprio
all'ingresso del negozio, sulla sinistra." Appena gli ho
risposto si è subito girato e ha iniziato di corsa a salire
le scale, ma io volevo sapere cosa stava succedendo! "Ehi aspetta! Spiegami almeno
cos'è successo!" ma non si è
fermato, nel giro di pochissimi secondi lo stavo già
sentendo parlare al telefono.
"Te lo posso spiegare
io, se ti va..." mi risponde Al con una voce
più timida del solito. Io annuisco, e lui inizia a parlare. "Innanzitutto io mi chiamo
Alphonse Elric, ma puoi chiamarmi Al. Lui è mio fratello
nonché alchimista di stato, l'hanno chiamato l'alchimista
d'acciaio". L'ho subito interrotto perché c'era
qualcosa che non mi tornava. "Perché
dici "lui"? Tu non lo sei?" Al scuote la testa e poi
continua. "No, solo lui
ha fatto e superato l'esame di stato. Vedi...noi cerchiamo da tanto
tempo una pietra, una pietra chiamata pietra filosofale."
Poi si è fermato per un momento, guardando ancora il grosso
martello che Edward aveva lasciato lì. "Tu quanto sai di alchimia?"
a costo di fare nuovamente una brutta figura, gli ho risposto la
verità. "Assolutamente
nulla. E' la prima volta che vedo un alchimista praticarla..."
Al fece un'altra pausa, poi riprese. "Vedi la legge fondamentale
dell'alchimia è il principio dello scambio equivalente; se
si desidera ottenere qualcosa bisogna dare in cambio qualcos altro del
medesimo valore. La pietra filosofale, quella pietra di cui ti ho
parlato prima, permette di ottenere quello che si vuole senza dare
nulla in cambio." In quel momento mi ricordo che mi sentii
preoccupata. Diario, ho avuto paura che quei due fossero due pazzi che
volevano conquistare il mondo! Ma Al sembrò quasi avermi
letta nel pensiero perché aggiunse subito: "Noi in passato abbiamo fatto
uno...sbaglio, molto grave...e ora ci serve quella pietra per cercare
di porvi rimedio. Non c'è altro modo per noi se non questo..."
Sentendogli raccontare quella storia Al mi sembrò ancora
più piccolo. "Quella
che c'era nel tuo ferro di cavallo è una pietra filosofale
incompleta, ma testimonia che chi l'ha messa in quel ferro ha
conoscenze dell'alchimia molto elevate. Neanche io so a chi
è andato a telefonare mio fratello, ma è
probabile che conosca l'uomo il cui nome è riportato sul
ferro." Non che la storia si stesse chiarendo
più di tanto, ma quando gli ho detto che Kiroshi era il mio
cognome e che quel A. stava per Almet, ovvero il nome del mio bisnonno,
Al ha tirato indietro la testa per un attimo, come se fosse spaventato.
"Allora il tuo bisnonno
era un alchimista?" mi ha chiesto. "No certo che no! Lui era un
fabbricante di chiavi, non sapeva nulla dell'alchimia!".
Questa risposta confuse ulteriormente Al. "Eppure se l'ha messa lui quella
pietra in quel ferro..." mi è sembrato che
stava più che altro parlando a se stesso più che
a me.
Poi abbiamo sentito Edward che ci chiama da sopra. Siamo saliti - Al mi
ha aiutato ad alzarmi, davvero carino!- e lo abbiamo raggiunto. Ci ha
accolto con uno sguardo serio, poi ha detto: "Ho chiamato Mustang ma non
c'era, così ho parlato con Hawkeye. Mi ha confermato quello
che già sapevo, quindi ora più che mai mi serve
poter parlare con tuo padre. Mi hai detto che tornava questa mattina
sul tardi giusto? Allora ci rivediamo nel primo pomeriggio, ora io e Al
dobbiamo andare." Continuavo a non capirci molto. "Ma...Edward...la tua mano?"
Lui mi ha sorriso dolcemente -che bellissimo sorriso!!- e mi ha
risposto "chiamami pure
Ed, mi chiamano tutti così. La mia mano ora può
aspettare, è più importante parlare con tuo padre."
E così se ne stavano per andare, visto che anche Al si stava
avviando ad uscire. "Beh
allora ci vediamo dopo Nicky" ha cercato di dire con un
po' di entusiasmo. "O-ok..."
sono riuscita a rispondergli mentre usciva insieme a Ed.
E così sono spariti.
Cos'avrei dovuto fare? Ho fatto la figura della scema ma non mi hanno
lasciato il tempo di dire nulla...l'unica cosa che ho potuto fare
è dire tutto a mio padre quando verso mezzogiorno
è tornato a casa.
Prima di tutto a sentire che stamattina non sono andata a scuola per
rimanere in negozio la mamma si è arrabbiata tantissimo, poi
papà quando ho finito di dire tutto è diventato
serio di colpo e mi ha chiesto "Hai
detto che erano due alchimisti di stato giusto?" "No, solo Ed lo è."
gli ho risposto io, ma non mi sembrava rasserenato da questa cosa.
In quel momento mi ricordo bene che mi sono chiesta di che cavolo
dovevano parlare Ed e mio padre di così importante da
lasciarmi all'oscuro.
Poi è arrivata l'una e Ed e Al si sono ri-presentati in
negozio. Io e mio padre eravamo al bancone che li aspettavamo e dopo le
presentazioni Ed mi ha chiesto "Nicky,
credo che dovrò dire delle cose poche belle sul tuo
bisnonno, forse è meglio che tu non stia qui" e
quando ha finito di dirlo, ho guardato subito mio padre e ho visto che
il suo viso non ha fatto una sola smorfia.
Sapeva esattamente cosa avrebbe detto da lì a poco! Ma
cos'era che pareva che tutti sapessero tranne me? "Io rimango qui" ho
detto con un filo di voce. Ed ha sospirato, come se sperasse che la mia
risposta fosse diversa, poi ha iniziato a parlare con mio padre. "Che lavoro faceva il padre di
suo nonno?" "Oh
andiamo, mi risparmi le domande preliminari. Lei è un
alchimista di stato no? Non credo di potermi rifiutare di rispondere,
quindi mi faccia le domande che vuole e così la facciamo
finita in fretta." Io ero allibita! Non avevo mai visto
mio padre tanto serio!
Ed ha fatto un sorriso divertito, dopodiché ha continuato. "Ok, arrivo subito al dunque.
Almet Kiroshi era un noto ladro di gioielli tanto tempo fa, uno dei
più bravi e scaltri di tutta la regione. Si dice che fra le
sue mani passarono più di mille collane, anelli e bracciali.
Una leggenda voleva addirittura che, in modo misterioso, fosse entrato
in contatto con una pietra dal valore così grande e dalla
bellezza così sublime che decise di tenerla per
sè per non separarsene mai. Nei libri si trovano parecchie
fantasie su cosa fosse quella pietra...e credo di aver capito
cos'è."
Queste parole le pronunciò con un misto di tristezza e di
paura.
Cosa c'era che lo impensieriva tanto?
Poi riprese. "Lei era al
corrente di queste sue attività criminali vero?".
Ricordo chiaramente che papà mi ha guardato, come se mi
chiedesse per un'ultima volta se volevo andarmene o no. Ma io ho scosso
la testa, volevo sapere la verità. "Sì, certo. Il padre
di mio padre non era certo una brava persona, ma alla fine della sua
vita si è severamente pentito di ciò che aveva
commesso."
In quel momento Al prese la parola per dire qualcosa ma Ed lo
zittì subito. "Mi
creda, non sono qui per giudicare nessuno! Noi per primi dovremmo
evitare di farlo..." abbassò lievemente lo
sguardo. "ma se quella
pietra di cui parlano le leggende esiste veramente ed è
esattamente quella che penso che sia...noi dobbiamo averla!!"
disse alzando velocemente la testa.
Oh diario, se solo sapessi cos'è questa pietra!
Sarà la pietra filosofale di cui parlava Al prima?
Ed e mio padre si fissarono a lungo, quasi come se si stessero parlando
senza aprire bocca. Poi mio padre ha risposto "E' una pietra dal valore
così elevato?" ma Ed scosse la testa subito. "Non è una questione
di valore monetario, se è quella che penso io al contrario
nessun orafo capirà mai il suo valore. Assume un grande
potere solo nelle mani di un alchimista...e a noi serve per fare una
cosa che non possiamo fare in nessun altro modo. Ce la potete mostrare?"
Mio padre per l'ennesima volta non rispose immediatamente ma fece
passare qualche secondo. "Se
dico di no voi denuncerete me e la mia famiglia per i furti di Kiroshi
vero?" In quel momento credo di aver fatto un salto. Cosa
stava dicendo mio padre? Il mio bisnonno le aveva combinate talmente
grosse da far ricadere la colpa su di noi?
"Se mi darete quella
pietra le prometto che non dirò nulla a nessuno e voi
potrete continuare con la vostra vita. Vi risarcirò inoltre
di qualsiasi cifra voi vogliate in cambio, come alchimista di stato
posseggo una buona quantità di denaro per pagarvi."
Mio padre sbuffò. "Non
voglio niente in cambio. Vi prenderete quella pietra e lascerete in
pace me e la mia famiglia ok?" Ed annuì. "Ora la posso vedere?"
"No perché
non è qua in questa casa". A cosa si riferiva
mio padre? "E' rimasta
nella vecchia casa di mio padre, che dista circa un giorno emmezzo da
qui. Vi accompagnerò a prenderla, ma domani c'è
la festa della fondazione della nostra città e non la voglio
perdere. E' un giorno in cui ci raduniamo con tutti i nostri parenti
che non vedremmo altrimenti per tutto il resto dell'anno, partiremo
dopodomani mattina." il suo tono era stranamente severo. "Se non possiamo fare
altrimenti...andrà bene così."
rispose Ed.
Ed è così che se ne andarono uscendo lentamente
dal negozio. Al mi salutò con un gesto della mano mentre suo
fratello invece non mi degnò neanche di uno sguardo.
Appena usciti iniziai a fare a mio padre le prime delle mille domande
che avevo in testa ma lui mi fermò subito. "No Nicky, non è il
caso che tu sappia tutte quelle cose che fino ad adesso hai ignorato.
Il passato del tuo bisnonno è oscuro e pieno di brutti
avvenimenti, daremo quello che vogliono a quei due ragazzi e poi
dobbiamo solo pregare che ci lascino in pace." era molto
convinto mentre lo diceva e io dovetti tenermi le mie domande.
E ora sono qua a scriverti caro diario. Sto per andare a dormire, dopo
questa giornata così assurda e intensa. Sono riuscita a
convincere mio padre a portarmi con lui quando andranno alla casa del
bisnonno perché non posso fare finta completamente di
niente. Lui in un primo momento ha rifiutato ma poi ci ha ripensato ed
ha accettato.
Per quanto riguarda Ed e Al...non so, non mi entusiasma più
così tanto Edward. E' stato così freddo e
scontroso con me oggi...tutto il contrario di suo fratello.
Chissà come mai poi va sempre in giro con quell'armatura
addosso...
Boh, vedremo domani che è il giorno della grande festa.
Io ora vado a dormire, diario. Buonanotte.
***
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Capitolo 2 *** Ultima pagina ***
31 Maggio
Se possibile, oggi è stata una giornata ancora
più
assurda di quella di ieri! Santo cielo Diario, non so più
cosa
pensare...cosa provare...sono confusa!
Però aspetta, lascia che ti spieghi con calma
cos'è
successo. Cercherò di farlo nella maniera più
breve
possibile, perché sono stanchissima e ho molto sonno, ma
voglio
cercare di lasciare impresse in queste pagine tutte le sensazioni
bellissime che sento ora!
Dunque, stamattina sono andata a scuola perché altrimenti la
mamma mi mangiava viva, poi al pomeriggio sono tornata a casa
perché c'era la chiusura per la festa della città.
Come al solito i nostri organizzatori in pochissimo tempo hanno
decorato tutta Startop, riempiendo i vicoli di anelli di carta colorati
e la piazza piena di palloncini. Anche gli striscioni sono stati
immediatamente alzati sulle colonne dell'edificio comunale e tutta la
città ha completamente cambiato aspetto!
Il negozio è rimasto aperto solo la mattina ma prima che
papà lo chiudesse ho selezionato gli utensili che mi
servivano
per riparare la mano di Ed e me li sono portata dietro alla taverna di
Frider, dove speravo di trovarli. Quella taverna ha anche delle camere
dove poter dormire e fortunatamente chiedendo a Frid mi ha confermato
che dormivano lì la notte!
Gli ho chiesto se poteva chiamarmeli dicendogli che ero qui per Ed che
se aveva tempo potevo sistemarlo. Sono scesi entrambi dopo pochi minuti
e Frid ci ha lasciato la stanzetta che c'è dietro il bancone
per
lavorare.
Inizialmente Ed mi guardava strano, forse pensava che non avrei
più voluto aiutarlo dopo quello che aveva detto sul mio
bisnonno. Ma lui si è anche offerto di darci dei soldi in
cambio
di quella pietra, infondo non ce la sta mica portando via! E poi
così avrei potuto rivederlo...anche se poi alla fine sono
stata
più contenta di rivedere Al.
Già, perché è stato proprio lui a
rompere il
ghiaccio mentre lavoravo sulla mano di Ed in un silenzio tombale.
"Ehm...allora il mio
fratellone aveva veramente un problema giusto?"
mi ha chiesto lui con una vocina un po' imbarazzata. Diario, non so
cosa mi sta succedendo, ma quella voce così carina e
timida...non so, non mi lascia indifferente! Comunque ho annuito,
rispondendogli che non era niente di grave ma alla lunga avrebbe potuto
danneggiare anche altre parti del polso e che era meglio sistemarlo
subito per evitare che ciò accadesse. "Vedi fratellone che ho fatto
bene a dirti di fermarci? Se non fosse stato per me non saremmo nemmeno
ancora qui!".
Ed ha fatto un'altra volta quella sua buffissima faccia imbronciata e
ha girato la testa dall'altra parte, cosa che ha provocato una piccola
risata sia a me che a Al. Ne ho approfittato di quel momento di buon
umore per chiedere ad Al dell'armatura, ma la risposta che mi ha dato
in quel momento è stata strana. "Scusami Al ma te la posso fare
una domanda? Come mai vai sempre in giro con quell'armatura addosso?"
gli ho chiesto senza pensarci troppo. Nel momento in cui non l'ho
sentito subito rispondere mi è venuto in mente che forse ero
stata troppo indiscreta a chiederglielo, in fondo chi ero io per farmi
gli affari loro? "Non
è una mia scelta Nicky..." mi ha risposto
debolmente. Stavo per chiedergli cosa intendesse dire ma Ed ci ha
fermati entrambi dicendo "Eh
tu non lo conosci mio fratello, è tutto strano! Questa
è solo una delle tante sue stranezze, non ci fare caso!"
risposta che in quel momento mi sembrò anche buona, ma poi
nel
corso della giornata ho capito che Ed voleva solo tenermi lontana dalla
loro verità.
Quella risposta comunque aveva provocato un altro momento di silenzio
fra noi; Al sembrava quasi imbarazzato e Ed era tornato a guardare
fuori dalla finestra non dando molta attenzione a quello che gli facevo
alla mano. "Beh comunque"
ho detto io, "se avete
scoperto che Kiroshi era il mio bisnonno è solo grazie ai
miei tacchi". Ed si è voltato verso di me con
aria interrogativa e anche Al ha alzato la testa. "I tuoi tacchi?" mi
ha chiesto lui. "Sì,
i miei tacchi! Se non li avessi indossati probabilmente non sarei mai
precipitata giù per la scala e voi non avreste mai visto il
ferro di cavallo!" fu proprio una bella risposta caro
diario perché appena finii di dirla si misero subito tutti e
due a ridere!
Avevo contribuito ad alleggerire l'atmosfera e questo ci
aiutò a
passare più in allegria gli ultimi minuti in cui sistemavo
la
mano di Ed. Una volta finito gli ho detto "A posto, ora è tutto
fissato correttamente!"
e ho incominciato a mettere via tutto. Poi mi è venuto in
mente
che avrei potuto invitarli per la festa, visto che qua non conoscevano
nessuno come avrebbero potuto festeggiare?
Ancora una volta, come era successo due giorni fa, Al rispose un bel "Sì!" e
Ed un brutto "No"
secco. I due si guardarono un attimo, poi Al ha insistito per esserci "Avanti
fratellone! Cosa ci costa? Tanto dobbiamo rimanere qua comunque fino a
domani mattina, se la festa è così bella quanto
dice
Nicky ci possiamo divertire!" e fortunatamente Ed ha
ceduto subito. "Va bene
va bene...se ci tieni tanto ci verremo...".
Diario, ero felice che sarebbero venuti!
Li ho salutati e sono tornata di corsa a casa dove da lì a
poco
sarebbero arrivate anche le mie cugine con i miei zii, ho fatto giusto
in tempo a togliermi la tuta da lavoro e farmi una doccia che sono
arrivati subito tutti i parenti.
La zia non ha risparmiato di dire a Emy e a me "Ooooh! Ma quanto sei cresciuta!!!"
cosa che dice regolarmente OGNI ANNO che ci vediamo a questa festa!
Però in fondo è simpatica, è molto
diversa dallo
zio che invece ha un carattere più introverso ma tutte
queste
cose so che le sai già perché te le ho raccontate
in
passato.
Una volta che sono arrivati tutti i parenti materni e paterni abbiamo
fatto un'unica grossa tavolata in giardino ed è stato
bellissimo; a capotavola si sono messi i miei genitori e gli zii e la
parte finale della tavola l'hanno lasciata a me e alle mie cugine
così che potessimo rimanere tutte vicine!
Abbiamo parlato molto fra noi ragazze, però caro Diario se
ti
riporto tutto quello che ci siamo dette credo che non mi basteranno
tutte le tue pagine! Quindi mi limito a dirti che stanno tutte bene,
Darrel ha anche trovato il ragazzo!!
Corro un po' perché voglio arrivare al punto più
importante della giornata: la festa della sera.
Come al solito ci siamo messi tutti estremamente eleganti, considera
che vedere mio padre vestito così per me è sempre
una
sorpresa! Ripensando poi alle facce che faceva ieri quando Ed ci
raccontava del mio bisnonno...vabbè comunque eravamo tutti
"tirati a lucido", come si dice in questi casi!
Appena siamo stati tutti pronti siamo usciti tutti di casa e ci siamo
diretti verso la piazza e mentre ci arrivavamo abbiamo trovato Ed e Al
che si guardavano attorno un po' spaesati. Ci siamo avvicinate e ho
fatto le presentazioni del caso ma Ed non si è dimostrato
molto
allegro nello stringere la mano alle mie cugine. Devo ammettere che
eravamo un po' tutte eccitate per la festa e forse siamo apparse un po'
troppo "rumorose", ma che cavolo, in fondo bisogna stare allegri
durante le feste!
Mah, in ogni modo appena presentati Bettie mi ha lanciato subito uno
sguardo di fuoco, come se mi volesse dire "Carinooo!" e io le ho
sorriso annuendo.
Una volta arrivate in piazza il colpo d'occhio è stato
notevole:
a parte il fatto che era già tutta piena, c'erano
anche
già i tavoloni con le torte e i dolci che le signore di
Startop
avevano fatto. Ovviamente anche mamma ne ha portata una e devo dire che
quest'anno era particolarmente buona...e anche la città ha
risposto bene visto che ce ne erano veramente tante!
Dal momento che abbiamo iniziato a fare il giro dei tavoloni devo
ammettere che ho perso completamente di vista Al e Ed; fra una fetta di
torta e un'altra, un saluto ai numerosi bambini che correvano
dappertutto per la piazza, una stretta di mano ai vari vicini di casa
-c'erano proprio tutti!- e altro mi sono un po' immersa nel mio mondo
assieme a mia sorella e alle cugine.
A farci tornare con i piedi per terra è stata mia madre
quando
è venuta a chiamare Emy perché era arrivata la
famiglia
Miller -la loro figlia è sorda come Emy e ogni volta che
tornano
a Startop parlano sempre tanto insieme, credo siano diventate grandi
amiche pur abitando lontano- e ne abbiamo approfittato tutte per fare
un giro fra le persone che ancora non avevamo salutato. Bettie mi aveva
detto che avrebbe voluto provarci con Ed, io le fatto presente che era
sì carino, ma era vero che aveva anche un caratteraccio! Ma
lei
non mi ha voluto ascoltare e una volta che l'ha rintracciato si
è avvicinata e lo ha letteralmente strappato via dalla fetta
di
torta che stava assaggiando - Bettie diciamo che è...in
carne,
visto che pesa quasi 90 kili- e lo ha trascinato via dalla folla
ridendo come una pazza. Il povero Ed ha fatto in tempo a guardarmi per
un attimo con uno sguardo implorevole di aiuto che poi è
stato
trascinato via. Poveretto! Se Bettie si mette qualcosa in
testa...è proprio difficile farle cambiare idea.
Comunque diario è qua che volevo arrivare: ci siamo separate
con
l'appuntamento di ritrovarci fra una quindicina di minuti lì
dove eravamo rimaste a parlare prima ma in realtà io ci sono
tornata solo molto dopo.
Il fatto è che dopo aver salutato un altro paio di vicini mi
sono accorta che Al, separato -con la forza- da Ed, si era allontanato
dalla piazza e si stava dirigendo su per la collina. Mi ricordo di aver
pensato che lui e Ed erano pur sempre "stranieri" in questa
città e di conseguenza non potevano sentire la festa
esattamente
come facevamo noi. Quindi ho pensato di raggiungerlo per fargli un po'
di compagnia, per lo meno fino a quando Ed non si fosse liberato dalle
grinfie di mia cugina.
Appena mi sono avvicinata gli ho chiesto se si stava annoiando e lui mi
ha subito tranquillizzata rispondendomi "nono tranquilla! volevo solo
fare quattro passi...e tu cosa ci fai qui?"
Gli ho risposto che avrei voluto farmi quattro passi anch'io e gli ho
proposto, tanto che ormai eravamo quasi arrivati, di andare fin su la
collina e fermarci lì a guardare la piazza dall'alto.
Mentre camminavamo non sono più riuscita a trattenere la mia
curiosità sull'armatura e gliel'ho chiesto. "Senti
Al, non è che posso farti una domanda? Stamattina mi hai
detto
che indossare quell'armatura non era una tua scelta...ma cosa significa
esattamente?"...questa domanda lo ha portato a raccontarmi
tante cose e ora un po' mi pento di avergliela fatta.
Mi rispose che voleva aspettare di essersi allontanato un po' dalla
città per spiegarmelo e quando finalmente siamo arrivati in
cima
alla collina mi ha detto "Forse
è meglio che ci sediamo, non vorrei spaventarti..."
come dovevo reagire a una frase così? Mi sono messa a
ridere! "Suvvia Al, il
motivo per cui stai dentro quell'armatura è così
pauroso dal dovermi sedere?" Lui non mi ha risposto e mi
ha chiesto nuovamente di sedermi.
Io ridacchiando l'ho fatto e...è stato in quel momento che
si
è sfilato la testa dal collo e si è piegato verso
di me
per farmi vedere il vuoto che aveva dentro.
Sì, hai capito bene caro diario, dentro l'armatura di Al non
c'è proprio nulla.
A ripensarci ora credo di aver fatto la figura della cretina,
perché sono passata dal ridere all'urlare come una scema. "Santo cielo! Un'armatura
telecomandata!" mi è venuto da urlare.
Ma lui con calma si è infilato la testa nel resto
dell'armatura e mi ha spiegato tutto. "Non sono telecomandato
Nicky...io sono l'armatura stessa, il mio corpo non ce l'ho
più da quattro anni ormai..." e per farmi
capire meglio mi ha spiegato tutta la loro storia. "Il
motivo per cui sono diventato così è
perché
assieme a mio fratello abbiamo provato a fare una cosa che l'alchimia
da sempre vieta di fare...e noi da bambini ci abbiamo provato comunque.
Ed non ha quegli automail perché ha avuto un incidente, il
braccio e la gamba che ha perso sono anch'essi frutti del mio stesso
peccato".
Tutta la storia che mi ha raccontato dopo, caro diario, te la
risparmio. E' una storia shockante che mi ha fatto star male, non
pensavo neanche che lui e Ed fossero in quelle condizioni. Ho capito
immediatamente perché volevano la Pietra filosofale e
credimi,
anche se non ti racconto tutta la loro storia, che non lo fanno per
scopi malvagi.
Le lacrime hanno iniziato a uscirmi senza che potessi fermale e lui
appena se ne è accorto mi ha subito aiutata "ehi Nicky perché
piangi?" ma cosa gli potevo rispondere? Che piangevo per
la condizione in cui erano? "Mi..mi
dispiace...se lo avessi saputo non..non..." ma le parole
mi sono morte in gola. Lui si è avvicinato e mi ha messo una
mano sulla spalla. "Nicky
non devi reagire così...tu non lo potevi sapere. Te l'ho
raccontato solo perché vorrei che capissi il mio fratellone
se
ogni tanto si comporta male...non lo giustifico però mi
rendo
conto di quello che sente."
Hai sentito caro diario? Mi aveva raccontato tutta quella storia solo
per giustificare Ed e il suo modo di fare. Quanto bene gli deve volere
per arrivare a scusarsi per lui?
Mi sono sentita veramente in colpa per avergli fatto ricordare tutta
quella faccenda e non ho potuto fare altro che ripetergli che mi
dispiaceva. E lui mi ha preso le mani e me le ha strette. Un paio di
mani fredde e metalliche, ma credimi diario, io sono riuscita a sentire
il calore di quella stretta.
In quello stesso momento dalla città è arrivato
il suono
delle canzoni che erano iniziate da poco e mentre cercavo di riprendere
il controllo di me stessa ho visto che le persone avevano iniziato a
ballare. "Tu sai ballare
Nicky?" mi ha chiesto lui. "No, non ho mai imparato. E tu?"
gli ho chiesto asciugandomi il volto. "No, ma mi piacerebbe in futuro.
Sembra molto divertente!" ha esclamato cercando di
metterci un po' di entusiasmo.
Hai capito caro diario? In quel momento era lui che cercava di
consolare me. Quanto gli devo essere sembrata sciocca? Semmai sarebbe
dovuto accadere il contrario, IO avrei dovuto consolare lui!
"Vuoi che torniamo in
piazza?" mi ha chiesto tenendo sempre lo stesso tono
gentile. "Certo"
gli ho risposto io cercando di sorridergli.
Mentre percorrevamo la strada al contrario per rientrare in
città mi sono sforzata a lungo di trovare qualcosa da dirgli
prima di dividerci ancora, non potevo far sì che ci
lasciassimo
con quel clima di tristezza fra noi. "Ehi Al, te lo posso svelare
anche io un segreto?" gli ho chiesto sforzandomi di
sorridere. "Sono tutto
orecchi!" mi ha risposto lui con aria divertita. "Io
dico sempre a tutti di chiamarmi Nicky ma il mio vero nome è
un
altro...è un po' imbarazzante, promettimi di non ridere!"
Lui si è portato una mano dietro la testa e me lo ha
promesso -già ridacchiando!- e io gliel'ho detto. "Il mio nome per intero
è Nicodema...brutto vero?" e lui ha riso, ha
riso di gusto!! "Ehi ma
non sei carino a reagire così!!"
gli ho detto cercando di risultare arrabbiata. Ma lui al contrario si
è messo a ridere ancora più forte e ha finito per
contagiare nella risata anche me."Sì,
decisamente brutto, lasciatelo dire!" mi ha detto ancora
fra le risate. "Ma
insomma!!!" e abbiamo riso ancora.
Arrivati in città abbiamo dovuto dividerci dandoci
l'appuntamento per domani mattina presto per partire.
La festa poi è proseguita bene e verso mezzanotte siamo
tornati
tutti in casa. Ora ti sto scrivendo dal bagno perché in
camera
mia questa sera dormono anche le mie cugine e non posso tenere la luce
accesa.
Sono infatti un po' scomoda e credo di finire qui il mio resoconto di
oggi.
Al è veramente un bravo ragazzo...quasi mi dispiace che
domani
dopo che avranno trovato quello che cercano se ne andranno via.
Buonanotte, caro Diario.
***
1 Giugno
Volevo scrivere giusto un paio di righe prima di partire, visto che non
so se avrò il tempo di aggiornati durante il viaggio.
Sono le cinque emmezza del mattino e siamo già tutti svegli,
anche Emy che ha detto a papà di voler venire con noi. Lui
ovviamente non vuole e fino a cinque minuti fa stava cercando di
convincerla a rimanere, poi si sono spostati di sotto e non so
più chi l'ha avuta vinta.
In ogni modo, ho avuto un sonno agitato. La storia che mi ha raccontato
Al è stata tremenda...e non sono riuscita a non pensarci
durante
la notte. Ci sono un sacco di cose che ora vorrei chiedergli ma non so
se risulterei inopportuna o no...d'altra parte sembra così
un
bravo ragazzo, cosa succederebbe se riuscisse veramente a recuperare la
pietra filosofale insieme a Ed? Non mi ha detto cosa hanno intenzione
di fare dopo...
Credo di aver già scritto troppo, sento papà che
sta
tirando fuori la macchina e questo vuol dire che manca poco a partire.
Chissà se Al e Ed sono già arrivati.
Finisco di sistemare due cose e ti metto nella borsa, magari se mi va
bene stasera riesco a scriverti direttamente dalla casa di nonno.
***
2 Giugno
Sono felice di riuscire a scriverti, ma purtroppo non siamo ancora
arrivati e così fra poco ci arrangeremo nel dormire in
macchina.
Nessuno è entusiasta all'idea -neanche Emy che alla fine
è riuscita a convincere papà a farla venire-
però
ci dobbiamo accontentare.
La giornata è inizia male ed è finita abbastanza
bene, ora ti racconto.
Come ti dicevo stamattina siamo partiti prestissimo, papà e
Emy in macchina sono stati davanti e io e i fratelli dietro.
Per i primi minuti di viaggio c'è stato un
silenzio
imbarazzante; Ed guardava fuori dal finestrino, Al sembrava a disagio
perché probabilmente sentiva di dover dire qualcosa ma non
sapeva cosa, mio padre ovviamente non diceva nulla...e io e Emy eravamo
lì a pensare a cosa fare per rompere quel brutto clima.
Fortunatamente c'ha pensato lei, girandosi verso Al e iniziando a
parlargli con l'alfabeto dei gesti."Bello!
Così mi posso allenare un po'!"
ha detto lui iniziando a risponderle. Emy ne ha approfittato che Ed non
capiva quello che si dicevano per riferire a Al che suo fratello mi
piaceva tantissimo, appena ha finito di dirglielo mi sono messa a
urlare! Non volevo che Al pensasse questo di me...soprattutto poi dopo
quello che praticamente gli ho costretto a raccontarmi!
E non so caro diario, forse è stata solo una mia illusione,
ma
mi è sembrato che abbia abbassato un po' la testa quando Emy
gliel'ha detto.
Era dispiaciuto? Geloso?
Non so se è la verità oppure sono io che me lo
sono sognato...
Comunque hanno continuato a parlare a lungo, Al le ha chiesto da quanto
ha questo problema e se quelli di Startop conoscono il suo linguaggio
per capirla nel caso in cui vada in giro da sola. E' stato veramente
dolce e sereno mentre le chiedeva queste cose...e raramente ho visto
Emy parlare del suo problema con tanta tranquillità.
Tutto questo ci ha aiutati a "scioglierci" un po' visto che
la
partenza è stata così disastrosa...ma il massimo
l'abbiamo avuto quando siamo passati davanti al lago Ashino e Emy ha
chiesto a papà di fermarsi per farci tutti un bagno. "Assolutamente no, se ci
sbrighiamo forse riusciamo ad arrivare oggi stesso"
ma Emy ha insistito facendogli notare l'ora -era l'una passata- e
dicendogli che ci saremmo dovuti fermare ugualmente per pranzare.
Sotto le sue insistenze allora ha accettato, ricordandoci
però di fare una cosa svelta. "Tu hai voglia di fare un bagno
con noi Ed?" ho provato a chiedergli, ma lui ha subito
declinato l'offerta "No
rimango fuori con Al, non c'è problema"
mostrando un lieve sorriso -sì, proprio quello che quando ho
visto per la prima volta mi ha fatto impazzire- ad accompagnare la
risposta.
Se il suo rifiuto lo consideravo quasi scontato, quello che non mi
aspettavo era il sì di nostro padre. Ha chiesto ai due
fratelli
di fare la guardia alla macchina e al resto dopodiché si
è buttato anche lui in acqua!
E' stato molto bello perché come molti altri giorni a questa
parte faceva veramente un gran caldo e l'acqua si è rilevata
incredibilmente fresca...ce lo siamo proprio godute quel bagno!
Papà è stato dentro proprio poco, tempo dieci
minuti ed
era già fuori, però io e Emy siamo riuscite a
rimanerci
ancora un po' prima che ci chiamasse perché era pronto.
Abbiamo
mangiato i sandwich che ci aveva fatto la mamma e c'è stato
un
momento di panico quando quando Al ha rifiutato.
Mio padre l'ha presa subito male, ha iniziato a chiedergli "Perché
non accetti? Mia moglie li ha preparati per tutti, anche per voi
due...anche se non capisco perché l'abbia fatto"
e Al ha provato a rispondergli "Io
la ringrazio ma...è che non ho proprio fame!"
ma ti ho raccontato com'è mio padre no, diario? Si era messo
in
testa che aveva rifiutato perché non voleva mangiare
qualcosa
fatto da noi...e si è innervosito. "Guarda
che non ci fermeremo più fino a quando non arriveremo,
quindi se
non mangi adesso poi non lo potrai più fare" e
quando Al ha rifiutato nuovamente mio padre ha sbottato con un bel "Allora affari tuoi!"
che ha riportato fra noi quel silenzio imbarazzante che già
avevamo sentito la mattina in macchina. Io e Emy abbiamo lanciato
un'occhiataccia a papà mentre Ed -poverino!- ha cercato di
difendere la situazione dicendo a mio padre che avrebbe mangiato lui la
parte del fratello, ma ormai papà era arrabbiato e non lo
avrebbero più fatto cambiare di umore.
Che nervoso quando fa così! E poi se la prende sempre con
chi
non c'entra...anche a casa si comporta spesso in questo modo.
Non volevo che Al pensasse di essere stato in qualche maniera
l'artefice di quel malinteso allora gli ho chiesto di fare un giro con
me "Hai voglia di fare
un giretto?
Sai ho ancora i capelli tutti bagnati e camminare un po' sotto il sole
me li asciugherebbe velocemente..." lui fortunatamente ha
accettato subito.
Appena abbiamo fatto qualche passo allontanandoci mi sono
subito scusata con lui, ma lui mi ha tranquillizzata "No non fa niente, sul serio.
Purtroppo mi capita spesso di risultare strano agli occhi della gente
ma...ormai mi sono abituato". Che triste sorte la sua, ho
pensato appena mi ha risposto. "Ma
quindi tu non mangi e non dormi? E' così?" la
mia curiosità aveva avuto il sopravvento e mi aveva fatto
fare quella domanda. "Sì,
è così. Ho un sacco di tempo libero!"
ha risposto con un tono allegro. E' incredibile come quel ragazzo
riesca a prendere la sua situazione in quel modo. Certo è
vero
che ormai è quattro anni che è così
però...non so diario, ma mi sono ritrovata a chiedergli
sempre
più informazioni sul suo conto. "Tu hai detto che prima di essere
così sei stato bambino...ma com'eri da piccolo? Eri biondo
come Ed?"
in quel momento non c'ho pensato che forse parlarne lo avrebbe fatto
stare male, ma volevo veramente sapere qualcosa in più su di
lui. "Sì ero
biondo, assomigliavo molto al mio fratellone. Forse con qualche chilo
in più però!" e si è
messo a ridere, seguito subito da me.
Il discorso però è diventato subito
serio. "Senti Nicky..."
mi ha detto. "io
credo che forse sarebbe più giusto se una volta recuperata
la
pietra filosofale la usassimo per curare Emy più che far
tornare
me come ero una volta. In fondo, lei non ha colpe per essere
così com'è, mentre io invece..."
Hai sentito caro diario? Mi stava proponendo di usare la sua
opportunità di tornare normale per curare mia sorella,
è
o non è un ragazzo dolcissimo? Lo so che l'ho già
detto e
che lo dicevo proprio riferito a suo fratello ma...devo ammettere che
sto cambiando idea, ora mi sento molto più attratta da Al.
Non
è ovviamente una questione di bellezza, è
che...Al mi
sembra talmente buono da non sembrare vero! Chissà che gran
persona che deve essere...dovevo però dargli una risposta,
al di
là dei miei pensieri. "Io
ti ringrazio per quello che stai dicendo, dimostri una grandissima
umanità anche se sei un'armatura..."
ma non ho saputo dire altro. Forse avrei dovuto rispondergli "ma no,
non farlo!" ma diario...tu lo sai quanto Emy ci terrebbe a poter
parlare come tutti noi...
Abbiamo percorso il tragitto di ritorno in silenzio, ognuno dei due con
i suoi pensieri. Appena tornati siamo subito ripartiti ma come ti
dicevo all'inizio ora dobbiamo dormire in macchina perché
non ce
l'abbiamo fatta a raggiungere la casa.
Ci riusciremo domani nella prima mattina, e se quello che ha detto
papà è vero...domani si concluderà il
loro viaggio
durato quattro lunghi anni.
Ti racconterò, caro diario.
***
5 Giugno
Ebbene sì, è finito tutto.
Ti scrivo solo oggi perché prima proprio non ce l'ho fatta,
troppe emozioni si sono mischiate nella mia mente per scrivere qualcosa.
Proverò a raccontarti qualcosa ora, cercando di risultare il
più chiara possibile per quello che ho capito io, visto che
nonostante siano passati tre interi giorni alcune delle cose che sono
successe ancora non le ho comprese.
Siamo arrivati alla nostra destinazione alle dieci circa del mattino,
dopodiché siamo scesi dalla macchina e siamo entrati in casa.
Mi ha fatto uno strano effetto tornare in quel posto, ormai erano tre
anni che non ci venivamo più. A ogni estate mamma chiedeva
di
tornarci per passare una settimana di relax fuori città ma
poi
per un impegno o per un altro non lo abbiamo mai fatto.
Comunque, alla fine del nostro viaggio eravamo lì e potevo
leggere l'agitazione negli occhi di Ed talmente era in ansia.
Poco prima di arrivare aveva chiesto a mio padre se era sicuro che il
padre di suo padre avesse realmente la pietra filosofale, ma fu una
domanda a cui papà non diede mai risposta. Per quanto ne
sapevamo noi, il mio bisnonno poteva avercela come no, non avevamo
nessuna certezza in nessuno dei due casi.
Al invece è rimasto zitto tutto il tempo, io sentivo di
dovergli
dire qualcosa ma non sono riuscita a farlo. Non avevo accennato niente
a Emy di quello che mi aveva detto, se ci avesse ripensato all'ultimo
cosa avrei potuto dire? Non potevo illudere mia sorella se non avevo la
certezza di quello che le dicevo.
Appena entrati in casa papà ha subito aperto le finestre per
far
entrare un po' di luce, la polvere ormai aveva ricoperto tutto come a
sgridarci per tutto il tempo in cui non ci eravamo presi cura di
tenerla pulita.
Poi siamo subito scesi in cantina, dove sapevamo che erano rimaste le
vecchie cose del bisnonno. Lo scantinato era in condizioni ancora
peggiori della casa, c'erano ragnatele dappertutto e abbiamo anche
visto un paio di topi scappare via.
Siamo arrivati davanti a un grosso scatolone, papà
l'ha
preso e senza dire niente a nessuno l'ha portato su. "E' lì
dentro che ci sono i gioielli di Kiroshi?" gli ha chiesto
Ed, senza
avere risposta.
Una volta tornati in casa ha sbattuto lo scatolone per terra
in
centro alla stanza d'ingresso, poi ha detto "Se c'è veramente in
questa casa ciò che cercate, allora è
lì dentro".
Ed si è lanciato su quello scatolone come un animale
affamato si
lancia sulla sua preda: ha fatto una strana cosa sulla sua mano
-alchimia?- che è diventata una sorta di lunga lama che ha
utilizzato per tagliare in due lo scatolone. Appena l'ha fatto si sono
riversati sul pavimento un mucchio di piccoli sacchetti, ognuno di loro
si è rovesciato facendo uno strano rumore, come un
tintinnio. Ed
ha iniziato ad aprirli tutti, uno per uno, buttando via quelli che
contenevano anelli o collane.
Proprio così caro diario, appena capiva che dentro quel
sacchettino c'erano "solo" gioielli preziosi, se li buttava subito alle
spalle senza guardarli più. Anche sul viso di mio padre ho
visto
un certo stupore, era ormai chiaro a tutti che a Ed non interessava
nulla della ricchezza del mio bisnonno, era altro quello che cercava.
E lo trovò, proprio quando ormai lo scatolone si stava
svuotando e la sua speranza svanendo.
Un piccolo sacchettino iniziò a brillare di
un'intensa
luce rossa e appena Ed lo prese trovò al suo interno una
grossa
pietra dello stesso colore. "A-Al...q-questa
è..." si mise a
balbettare mentre la guardava nella sua mano -occupava quasi tutto il
suo palmo- e poi guardò subito Al in quale si era avvicinato
anche lui. "D-dammi una
mano ad alzarmi Al..." il fratello accorse
subito in suo aiuto, sembrava che Ed avesse perso le forze da un
momento all'altro. "Dopo
quattro anni...dopo quattro anni di
ricerche..." continuava a ripetere. "Avanti fratellone, usala per
riprenderti il braccio e la gamba" gli ha detto Al. "Non..non vuoi
usarla prima tu?" ma Al scosse la testa. "Va bene..." Ed si
girò
verso di noi. "Dovete
farmi spazio...dovete spostare tutti i mobili
più vicini a noi, tu Al passami il tuo gessetto...devo
disegnare
il cerchio alchemico per attivarla." e così
mentre i due
fratelli si davano da fare la mia ansia cresceva, perché se
Al
fosse stato di parola da lì a pochi minuti Emy avrebbe
incominciato a parlare come tutti noi.
Una volta che lo spazio affianco a noi si era liberato, Ed
sbatté le mani e le impose sulla pietra, la quale
iniziò
ad alzarsi e a galleggiare a mezz'aria. Ne' io ne' Emy e
papà
avevamo mai visto niente del genere. Lo strano cerchio che Ed aveva
disegnato per terra iniziò a illuminarsi di rosso, seguito
immediatamente dalla pietra. Il suo bagliore era quasi accecante, solo
Ed sembrava non soffrire di quella intensa luce. Chiuse gli occhi e
iniziò a bisbigliare qualcosa, dopodiché tutta la
stanza
si illuminò con una luce di un'intensità mai
vista prima,
che al confronto quella precedente era nulla. Tutti noi ci coprimmo gli
occhi con le mani e sentimmo chiaramente uno specie di botto, seguito
immediatamente da un vento fortissimo che sembrava generarsi dalla
pietra che ancora fluttuava a mezz'aria.
Il tutto durò pochi secondi, dopodiché tutto
tornò alla normalità.
Appena riuscii a riaprire gli occhi vidi Emy stretta a papà
che
cercava di proteggerla dalla luce facendo del suo corpo uno scudo e Al
e Ed ancora in piedi uno davanti all'altro. Ed si tolse subito il
guanto bianco dalla mano destra e si guardò la mano mentre
le
lacrime iniziavano a bagnargli il viso. Aveva due mani umane, come se
l'automail che gli avevo riparato io solo pochi giorni fa non fosse mai
esistita.
"Al...funziona!!"
gli disse ritrovando il sorriso. "Funziona,
FUNZIONA!" urlò mentre tentava di abbracciare
il fratello. "Sono
felice Ed, sono felice che dopo tutto questo tempo tu possa essere
finalmente tornato normale." ma il tono della voce di Al
mi fece
intendere che stava per dire a suo fratello esattamente la stessa cosa
che aveva detto a me il giorno prima. "Ma ti chiederei di usare la
pietra per Emy, per farla parlare come tutti noi. Lei non ha colpe per
la situazione in cui è, io invece sì."
Queste parole fermarono immediatamente la felicità
di Ed.
"Ma...ma cosa stai
dicendo Al? Non scherzare nemmeno, io ora ti faccio
tornare umano!" ma Al scosse la testa, davanti allo
stupore più
generale di mio padre che stava assistendo a questo dialogo per lui
incredibile. Ricordo chiaramente che anche Emy mi chiese cosa stavano
dicendo ma ero troppo in ansia e presa da quel momento per risponderle.
"No fratellone, sul
serio. Ci ho pensato a lungo in questi ultimi due
giorni e credo sia giusto così."
Ma Ed non si fece convincere.
"No che non
è giusto così Al!! Sono quattro anni
che aspettiamo questo momento! Dispiace anche a me per la situazione di
Emy ma dobbiamo pensare a noi, a quello che abbiamo cercato e a tutto
quello che abbiamo sacrificato per arrivare a questo punto!"
Come potevo dargli torto? In cuor mio speravo che Al lo
convincesse, ma sapevo che Ed aveva tutte le ragioni per non
essere d'accordo. "Fratellone,
ho deciso così. Se non vuoi farlo
tu allora lo farò io" e così dicendo
si avvicinò
alla pietra rossa. "No
fermo Al! Tu non sai come si attiva!" gli
urlò Ed, ma ormai Al sembra intenzionato a provarci
ugualmente.
"Aaaaaaaaal!!"
urlò ancora Ed, poi prima che suo fratello
potesse fare qualsiasi cosa batté nuovamente le mani e la
stanza
fu nuovamente illuminata con la stessa intensità di prima.
Questa volta però il vento fu molto più forte, io
mi
sentii chiaramente alzare da terra e sbattere contro il muro che avevo
alle spalle. Udii anche chiaramente l'urlo di mio padre, poi da un
momento all'altro solo il silenzio.
Quando riaprii gli occhi sentii un forte dolore alla schiena e vidi Ed
chinato per terra.
Cercai di rialzarmi per capire cos'era successo e vidi un
ragazzo
nudo sdraiato affianco a Ed, mentre quest'ultimo lo stava coprendo con
il suo mantello rosso. "Ora
sei di nuovo tu Al..." gli bisbigliò
dolcemente. Mi guardai attorno e vidi mio padre per terra ancora
svenuto abbracciato a Emy, nessuno dei due sembrava riportare ferite.
Io sentivo un po' di male dappertutto ma alla fine non mi sono fatta
niente di grave.
Ed, ancora chinato su suo fratello, mi guardò. E io non
seppi
fare altro che abbassare lo sguardo, la pietra era scomparsa e con lei
la speranza di curare mia sorella.
Non posso biasimare Ed per quello che ha fatto, io al suo posto
probabilmente avrei fatto la stessa cosa.
Ed provò a svegliare il fratello scuotendolo
leggermente,
io provai a fare la stessa cosa mio padre e Emy. Quando papà
si
riprese si guardò attorno per cercare di capire cos'era
successo, poi guardò Emy e iniziò a urlare "mia figlia
ora può parlare? può realmente farlo?"
ma prima che
potesse chiederlo ancora gli feci di no con la testa. Ora era il turno
delle mie, di lacrime. Mio padre lanciò un'occhiata di fuoco
a
Ed, ma non gli disse nulla. Forse anche lui aveva capito il
perché si era comportato così, agendo contro la
volontà del fratello.
"Emy? Emily mi
senti?" gli chiedeva mio padre mentre le versava
un po' di acqua sul volto. Io guardavo un po' lei e un po' Al e il
primo a riprendere coscienza fu proprio lui.
Era un bel ragazzo caro diario, esattamente così come me lo
ero
immaginato io. Biondo e con gli occhi dello stesso colore, proprio
così come era Ed.
Lo sguardo che fece appena si accorse di avere un corpo vero fatto di
carne e ossa mi fece sorridere, nonostante la delusione del momento.
Era felice, probabilmente di una felicità che non aveva mai
provato prima.
Poi spostò lo sguardo su di me e su Emy ancora fra
le
braccia di mio padre. Infine guardo Ed, ma non gli disse nulla. Si
alzò un po' a fatica e si mi si avvicinò. "Mi
dispiace...mi dispiace di non aver-" ma lo feci smettere.
Era inutile
che finisse quella frase, non aveva nessun senso.
Lui capì e rimase per qualche attimo in silenzio.
Poi
guardò i miei capelli sciolti e mi chiese se stavo bene.
"Sì sto bene,
devo aver rotto il mio ferma capelli quando
è successo...beh quando è successo quello che
è
successo. Comunque sto bene, sul serio." Ed si
avvicinò a me e a
Al, gli posò uno mano sulla spalle e gli disse che era il
momento di andare.
Effettivamente non c'era più nessun motivo per cui dovevano
rimanere con noi, quello che volevano l'avevano preso e ora niente ci
legava più.
Non salutarono mai mio padre, nè lui si accorse che se ne
stavano andando. Emy riprese i sensi solo dopo quasi un quarto d'ora e
quando ci chiese che fine avevano fatto i due fratelli, gli raccontammo
che se ne erano andati senza dirle nulla riguardo agli intenti di Al.
Mio padre non volle neanche sistemare i mobili, si preoccupò
semplicemente di chiudere porta e finestre e partimmo subito per
tornare a casa convinti di voler dimenticare per sempre ciò
che
era successo.
Ma ieri incredibilmente ho rivisto Al.
Ero uscita dal negozio per tirare giù la saracinesca e me lo
sono trovata davanti, con uno sguardo preoccupato e con un
piccolo pacchetto in mano.
"Cosa ci fai
qui?" gli ho chiesto sorpresa di rivederlo.
"Io...ecco...eravamo
ripartiti per tornare a Central City ma...non
potevo andarmene via così da te e allora sono tornato.
Volevo solo dirti che mi
dispiace per quel che è successo, so che questo non ti
consolerà ma volevo dirtelo." Feci ricorso a
tutte le mie forze
per non piangere, mi limitai a dirgli "se mio padre ti vede ancora da
queste parti...non so cosa farebbe". Lui ha allungato la
mano e mi ha
dato il pacchetto. "Certo,
lo capisco. Volevo solo ridarti questo,
visto che il tuo si era rotto durante...durante quello che è
successo."
Ho aperto il pacchetto e dentro c'era un fermacapelli,
più
o meno simile a quello che avevo io. Ho sorriso, senza volerlo.
"Nicky...credi che se ci
fossimo incontrati in un'altra occasione
noi..ecco...saremmo potuti diventare amici?" e a quella
domanda non ce
l'ho più fatta a trattenere le lacrime.
Al fece un passo avanti per avvicinarsi a me, ma poi si
fermò.
Ed è stato meglio così, non so come avrei reagito
se mi
avesse abbracciata.
Si girò e se ne andò lasciandomi sola con il suo
pacchetto in mano.
Che ricordo avrà di me, caro diario?
Avrei dovuto inseguirlo? Dirgli che non ce l'avevo con lui? Che non era
colpa sua quello che era successo?
Non ce l'ho fatta a fare nulla di tutto questo.
Chissà come sarebbe andata se, come diceva lui, ci fossimo
incontrati in un'altra situazione. E chissà se ci
rincontreremo
mai, prima o poi.
Con queste parole, diario, credo di smettere di scriverti. Mi sono
convinta che ha ragione mia madre, tutte queste cose le dovrei
raccontare a qualcuno e non semplicemente metterle nero su bianco in
queste pagine.
Ho anche deciso di dedicarmi completamente alla scuola e di lasciar
perdere il negozio, così facendo potrò stare
più
tempo assieme a Emy, a darle una mano nei compiti ed andare a scuola
insieme a lei tutti i giorni.
Oggi mentre tornavamo assieme a casa mi sono chiesta se il tempo mi
aiuterà a dimenticare ciò che è
successo, oppure
mi rimarrà sempre un ricordo indelebile di quello che ho
vissuto.
La risposta non la so, ma sento che anche Al ovunque adesso sia si
farà la stessa domanda.
Io, in attesa di trovare una risposta, continuo a tenere il suo
fermacapelli qui vicino a me, per non dimenticare.
***
FINE.
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