La vendetta del Regno di Nemesi

di Lady Eleanore
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una triste rivelazione ***
Capitolo 2: *** L'importanza degli specchi ***
Capitolo 3: *** La scoperta di una nuova luce ***
Capitolo 4: *** Interfacciarsi ***
Capitolo 5: *** Nostalgia ***
Capitolo 6: *** La Luce di Andros ***
Capitolo 7: *** Il risveglio ***
Capitolo 8: *** L'approdo ***
Capitolo 9: *** Forza ***
Capitolo 10: *** A prima vista ***
Capitolo 11: *** Alleati e Speranze ***
Capitolo 12: *** Tentazioni ***
Capitolo 13: *** Ricerca ***
Capitolo 14: *** Era solo l'inizio... ***
Capitolo 15: *** Ambizioni ***



Capitolo 1
*** Una triste rivelazione ***


La ragazza continuò ad ammirarsi nel grande specchio a parete che aveva d'innanzi, esaminò la sua acconciatura, il suo abito e i suoi gioielli, ma non rimase soddisfatta di nulla quindi cambiò completamente il suo look un'altra volta.
- Com'è diventato difficile essere fashion al giorno d'oggi! Chiunque può diventare uno stilista! E con che risultati poi? - sbuffo' - La verità è che non c'è più religione!
- Principessa? Sua Maestà richiede la vostra presenza nella Sala del Trono, immediatamente - la informò una cameriera.
- Grazie, arrivo non appena ho finito -
- Mi dispiace, ma il re comanda che lo raggiungiate subito -
La ragazza diede un'ultima occhiata a
l suo look, storse il naso per l'insoddisfazione ma uscì dal suo boudoir, attraversò le sontuose stanze dei suoi appartamenti e si diresse verso il grande scalone a doppia elica che conduceva al piano primo del palazzo reale di Solaria, domandandosi perché suo padre l’avesse convocata con sì tanta urgenza. Ella sapeva di non aver combinato nulla di sbagliato o di non adatto alla sua posizione di erede e negli ultimi tempi, dopo l’altima missione con il Winx Club nella quale avevano sconfitto Acheron e le Trix, si era ripromessa di coltivare le sue passioni in modo più costruttivo. La verità era diversa… da quando aveva visto gli occhi di Brandon, delusi per il suo sciocco comportamento nel giorno che aveva trascorso come regina di Solaria, il loro sguardo la tormentavano giorno e notte perché in lei si era insinuata una grande paura: temeva di perdere l’uomo della sua vita se avesse continuato a percorrere un certo cammino. Ma ella, sempre in quel giorno fatidico, aveva sentito anche il peso opprimente di quel disco dorato posato sul suo capo minuto e mai aveva immaginato che suo padre, così come tutti i sovrani prima di lui, ricoprisse un così gravoso compito. Re Radius aveva una sola figlia ed erede, lei, e a lei sarebbe toccato, un giorno, l’onore e l’onere di essere regina di quel grande e luminoso regno. Stella, voleva essere degna dei suoi avi e degna dell’amore di Brandon.
- Papà, volevi parlarmi? - domandò al re, giunta un sua presenza.
- Stella - Radius accarezzò il volto giovane della figlia e le baciò la mano con infinita dolcezza, memore del bene che per ella nutriva. - Solaria sarà presto sotto attacco magico da parte di un regno ostile, perciò dobbiamo essere pronti a combattere. Mi dispiace, cara, tu e le Winx siete da poco tornate da una grande battaglia ma non c’è tempo da perdere perché gli Esploratori hanno avvistato le navette nemiche non molto lontane dal nostro pianeta. L’esercito è già stato mobilitato e sarò io a giudarlo ma devo dirti una cosa importante...-
Al suono di quelle drammatiche parole, i grandi occhi nocciola della giovane cominciarono a farsi umidi. - Io combatterò al tuo fianco, le Winx combatteranno al nostro fianco se lo chiederò loro e anche i sovrani di Domino e di Andros, ne sono sicura, sono sempre stati nostri alleati e non ci lasceranno soli! Anche la mamma combatterà se glielo domandiamo! Solaria è il suo pianeta! -
- Sì, conosco il valore del Winx Club e dei sovrani dei regni alleati - sorrise, senza luce negli occhi. -No, piccola mia, Solaria non è il pianeta di nascita di tua madre! - rispose mesto il re. - Luna, regina Luna, dovrei chiamarla, è originaria di Nemesi. Hai mai sentito parlare di questo regno? -
Stella sapeva che il suo sapere in molti campi era carente e mai aveva sentito pronunciare quel nome.
- Nemesi è il reame che ci ha dichiarato guerra. E’ un luogo dominato da una perenne notte che viene garantita dalle dodici lune che ha come satelliti e da queste gli abitanti traggono la maggior parte del loro potere magico e della loro vasta sapienza -
Ma la principessa continuava a non comprendere. Perché nessuno le aveva mai detto che sua madre non era originaria di Solaria? E perché Radius l’aveva chiamata regina se era un titolo che non le competeva più dopo il divorzio da Radius?
- Papà, voglio sapere tutto, ti prego non tenermi sulle spine - si fece coraggio a domandare.
- Nemesi è un regno, come ti ho detto, ed è sempre stato governato da una dinastia, la stessa a cui appartiene tua madre: Principessa Luna di Nemesi, figlia di Re Argentheos e della Regina Krystalia. Alla sua nascita, com'era consuetudine, venne portata dall'ultimo Gran Maestro dell'Ordine degli Astri, un potentissimo mago lunare, ed egli riconobbe nel corpo della figlia della coppia reale la ‘maledizione delle dodici lune’; la regina ne rimase sconvolta e pianse giorni e giorni. La maledizione è una rara combinazione genetica che permette al portatore di sviluppare un’indole cattiva a causa dell’influenza nefasta delle lune oscure di Nemesi. Vedi, cara, ogni luna ha due volti, uno buono e luminoso ed uno oscuro e da esso derivano poteri magici esattamente come tu ne possiedi legati ai soli di Solaria e ai soli che illuminano tutta la Dimenzione Magica. Messo di fronte alla maledizione, Argentheos, che sapeva non esserci una cura definitiva, combinò il matrimonio fra la sua ultimogenita e l’erede del Regno di Solaria, io all'epoca, affinché l’influenza benefica dei Soli del nostro mondo potessero sopire e sopprimere l’influenza nefasta delle dodici lune e così fu fino a che tua madre non scomparve, due mesi fa. -
- Non è possibile...- rispose Stella, in lacrime.
- Purtroppo sì, cara, tua madre Luna è il nemico da combattere - il re abbracciò con tutta la forza che aveva la figlia, cercando di placare il suo dolore e unì le sue calde lacrime a quelle di lei.
- Io sono la Principessa Ereditaria di Solaria e sua Fata Guardiana, chiunque minacci il regno dovrà combattere contro di me! - dichiarò Stella, risoluta - Dovessi anche scontrarmi con la donna meravigliosa che mi ha dato i natali, la gente di Solaria potrà contare sulla mia protezione perché io non li abbandonerò: sta a me proteggerli, a fianco dell’esercito e del loro coraggioso sovrano. - si asciugò le lacrime e guardò suo padre - Non so che cosa succede alla mamma, sia o meno colpa di quella stupida maledizione, io difenderò Solaria e troverò il modo di salvarla! -
- Il Regno di Solaria e il suo re sono orgogliosi di averti come principessa, piccola mia - Radius si sciolse dall’abbraccio - ma non so se sarà possibile salvare Luna, è giusto che tu lo sappia. I maghi del reame mi hanno detto che solo una fata che possiede i poteri delle dodici lune può sperare di andare su Nemesi, combattere le truppe ivi stanziate per arrivare alla regina e sperare di batterla sul suo territorio inospitale. Ma, ahimé, non ci sono più fate della luna a cui possiamo fare appello -
- Sì, che ci sono! - rispose Stella, con convinzione.
- Ne conosci qualcuna, mia cara? Sarebbe la nostra unica speranza di non far scorrere fiumi di sangue innocente per questa inutile guerra! -
- Mm… non ricordo molto bene, sai quella lezione mi annoiava e disegnavo un nuovo modello di costume da bagno ma ricordo che Dafne ha parlato dei ‘Poteri sopiti’, non so cosa siano in realtà ma forse qualcosa che è rimasto addormentato nell’essere magico… e forse può essere risvegliato! - Stella si accese di vigore - Papà, io avevo qualche potere legato alla Luna ma poi li ho persi, non so neppure come e perché… sì, Dafne saprà come risvegliarsi, se è possibile! E’ talmente secchiona che se si può fare lei potrà dirmelo! C’è una speranza! -
Re Radius contenne la scintilla di felicità che quella notizia gli procurò, come sovrano era suo dovere mantenersi realista. - Parla con la principessa Dafne, se tu hai davvero ereditato i poteri della luna di tua madre, allora c’è davvero una speranza per tutti noi! -

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Capitolo 2
*** L'importanza degli specchi ***


Tornata in camera sua la fata chiamò tutte le Winx con il nuovo cellulare che aveva regalato loro Tecna, un prototipo di sua creazione, provò un paio di volte e finalmente, al terzo tentativo, riuscì a fare una video-conferenza e diede loro appuntamento ad Alfea, dove Dafne ancora insegnava nonostante i numerosi impegni e la vita matrimoniale, per il primo pomeriggio. Lì, il grande sapere della professoressa di Storia della Magia chiarì i punti oscuri della questione alle giovani ragazze mentre già escogitava una soluzione per un probabile scoglio futuro.
- Avete capito? - domandò l’insegnante dopo un piccolo approfondimento durato ben un’ora del suo tempo, rubato alla correzione dei compiti scritti della classe del secondo anno.
- Forse. Vediamo… come ha detto mio padre, che si spiega veramente malissimo lasciatemelo dire, l’unico modo per sconfiggere la Regina Luna, impazzita non c’è dubbio, è andare su Nemesi e scontrarsi con lei sperando di uscirne viva? Oltretutto solamente una fata dotata dei poteri delle dodici lune può sperare di batterla sul suo territorio perché da quella maledetta dozzina di lune che girano attorno al pianeta ne nasce un potere oscuro capace di paralizzare le doti magiche di tutti gli esseri della Dimensione di Magix?
- Più o meno. Le lune che sono i satelliti del regno fungono da paralizzante per ogni energia magica che non derivi da esse, quindi di fatto bloccano tutti i poteri esterni - proseguì la professoressa.
- Neppure la Fiamma del Drago potrebbe rompere quella barriera magica? - domandò Bloom.
- Potrebbe certo: l’energia che ha dato vita a Magix potrebbe, ma distruggendo le dodici lune si annullerebbe la vita e la magia su Nemesi e forse anche il pianeta stesso potrebbe scomparire perché come la fonte del potere di Domino è la Fiamma del Drago, come di Solaria sono i suoi soli, così su Nemesi sono le dodici lune a dar vita a tutto!
- Ci siamo imbattute in un altro bel problema! - concluse Tecna, amareggiata.
- Problema? Io non lo definirei proprio ‘problema’... Dafne, una volta ci parlasti dei poteri sopiti... se io ho per metà il sangue di mia madre dovrei aver ereditato il potere delle dodici lune, giusto? In fin dei conti qualche volta ho attinto a queste doti. Credi che possano essere risvegliati in me?
Dafne consultò alcuni suoi testi. - In teoria dovresti averli ereditati ma per risvegliare i poteri sopiti esiste un rituale estremamente pericoloso ed è l’unica via da poter percorrere per farli tornare a manifestarsi.
- Parlacene! - la spronò Stella, sempre più impaziente.
- No, non se ne parla! Se è così pericoloso non ne vale la pena di rischiare! - l’interruppe Bloom - Ci faremo bastare i poteri del Winx Club senza mettere a repentaglio la vita di Stella! Fino ad oggi ce la siamo cavata davvero egregiamente!
- Indubbiamente, ma se davvero tentare di risvegliare i poteri lunari fosse l’unico modo per risolvere questa guerra? Su Nemesi non si può andare e Luna sembra impazzita, certo non lascerà il pianeta dov’è al sicuro e si sente invulnerabile per rischiare e le sue truppe, per quanto ne sappiamo, potrebbero essere milioni e le forze di Domino, Solaria e Andros potrebbero non bastare considerando che parte dei rispettivi eserciti dovrebbero rimanere sui pianeti a proteggere i popoli stessi! - la Fata dei Fluidi, espresse il suo pensiero nel modo più realistico - Onestamente, ragazze, non possiamo contare sulle milizie di Eraklyon e sul suo re ottuso, Linphea è sempre stato un popolo di pacifisti e non credo che ci darebbe una mano, senza offesa Flora, ma quando si presentò il problema con Tritannus per convincerli entrambi abbiamo penato tutte! Melody, non saprei, forse ci aiuterebbe ma mio padre mi ha detto che la Corona è impegnata a risolvere dei disordini interni.
- Sì, su Melody ci sono dei disordini lungo la costa est del continente principale causati da un gruppo di ribelli - confermò Musa.
-
 Tuo padre sta bene? - domandò Flora, a nome di tutte le Winx.
- Sì, per fortuna noi viviamo all’altro lato di Melody.
- Meglio così. Tornando a Solaria, anche a me non piace l’idea di stare a guardare Stella che si sottopone ad una prova pericolosa ma se è l’unico modo per porre fine alla pazzia di Luna, dovremmo tentare. Io ho fiducia in te, amica mia - concluse Aisha, abbracciando l’amica e sommergendola con la sua riccioluta chioma.
- Anche noi abbiamo fiducia in te - si unirono al coro Tecna, Flora e Musa.
- Se vuoi troviamo un altro modo - propose Bloom, evidentemente preoccupata.
- Bloom, capisco il tuo, il nostro timore, ma la decisione spetta a Stella e a lei soltanto - le disse la sorella maggiore, mostrando ancora una volta la sua saggezza. - Mi dispiace, ragazze, ma l’unico modo per risvegliare i poteri lunari di Stella è che lei si sottonga alla prova dello Specchio della Magia: un antico e profondo lago situato agli estremi confini delle terre di Andros, un lago che possiede il Dono della Verità. Chi si sottopone al suo giudizio afferma di possedere certe doti magiche sopite e domanda allo Specchio, in cui sono convogliati tutti i tipi di magia esistenti per volere del Drago, di risvegliarle in sé. Lo specchio esamina per un’ora il supplicante dopodiché emette il suo verdetto inappellabile: se ciò che è stato affermato corrisponde a verità riemergono i poteri sopiti altrimenti il supplicante verrà trascinato nelle profondità del lago e perirà tra indicibili sofferenze essendo il fondo irto si rocce e cristalli appuntiti. Come vedete è una soluzione estrema - il volto di Dafne rimase dolce e comprensivo come era sempre stato.
- Stella, se non te la senti di affrontare una prova così grande, tutte noi capiremo e combatteremo al tuo fianco per salvare Solaria! - confermò la Fata della Natura.
La principessa, udite quelle parole, osservò le amiche e vide la possente fiamma della vita di Bloom ardere come non mai, il coraggio di Aisha amplificava e accompagnava il suo, la pace interiore di Flora le donò tranquillità, l’intelligenza di Tecna infusero in lei il desiderio di mettersi alla prova e la franchezza di Musa la spronarono a superare i suoi limiti. Da ultima osservò la professoressa Dafne, la Ninfa del Sirenix, colei che aveva eroicamente sacrificato se stessa per mettere in salvo la sorella dall’attacco delle Streghe Antenate e aveva anche tentato di salvare il suo popolo; osservare quella donna sicura, combattiva, energica e sapiente le diede la spinta finale per la sua decisione.
- Amiche mie, in voi ho trovato la forza per portare avanti la promessa che ho fatto a Solaria quando sono diventata la sua Fata Guardiana e in voi sempre troverò ispirazione e coraggio: grazie! Se Dafne dice che l’unico modo per risvegliare i poteri lunari è stare ammollo mezz’ora in una pozza di Andros, chiederò alla sua principessa di accompagnarmi e a tutte voi! E, chissà, magari ne uscirò con una pelle più levigata! - sorrise la fata, con ancora un po’ d’insicurezza nel cuore.
- Ti accompagneremo tutte allo Specchio! - gridarono in coro le altre Winx.
- Sei coraggiosa, amica mia - Bloom abbracciò Stella con le lacrime agli occhi.
- Tieni, non vorrai mica rovinarti il trucco? - ironizzò Stella, porgendole un fazzoletto ricamato. - Tranquilla, se mi accade qualcosa tornerò a tormentarmi tutte sotto forma di fantasma! Credevate di liberarmi di me così facilmente? -
- Mai! - continuò Musa. - Ti vorremmo sempre fra i piedi!
- Bene! Perché sarà sempre così! - rispose Stella - Ora, su Andros, mie care! Il volo è offerto dalla Solaria Airlines! - si sfilò l’anello-scettro ed esso si trasformò nello scettro identificativo dell’Erede di Solaria.
- Come mai lo usi? - domandò Flora.
- Posso utilizzare il teletrasporto anche senza questo oggetto ma ci sono tanto affezionata! - la fata strizzò l’occhio all’amica prima di rivolgere un ringraziamento alla professoressa e congedarsi.

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Capitolo 3
*** La scoperta di una nuova luce ***


In un fascio di immensa luce le Winx approdarono su Andros.
- Solaria Airlines vi ringrazia per aver viaggiato di nuovo con noi! Vi aspettiamo presto con altre fantastiche mete! Adesso, godetevi Andros! - ironizzò Stella, rimettendosi l’anello al dito.
- Ragazze, bentornate! - diede in benvenuto Aisha - Davanti a voi c’è lo specchio di cui ci ha parlato Dafne ed esso non è custodito perché i sovrani dei vari mondi di Magix hanno ritenuto ingiusto sorvegliare e selezionare, di conseguenza, coloro che dovessero sottoporre la loro verità al giudizio dello Specchio poiché le doti magiche che ognuno di noi possiede sono indipendenti dall’indole del soggetto prescelto e quindi la sua personalità, buona o cattiva, non dovrebbe essere d’intralcio al riappropriarsi di doti di nascita, comunque esse vengano usate.
- Quindi anche i cattivi possono utilizzarlo?
- Sì, Flora, è così!
- Bella fregatura! - concluse Stella.
- E tu queste informazioni quando le hai apprese? - domandò Bloom, sorpresa.
- Me le ha riferite Dafne mentre voi chiacchieravate con Faragonda prima di partire - rispose la fata - bene, come potete vedere quel grande lago è ciò che cerchiamo. Mentre Stella s’immergerà noi dovremo stare qui a guardare perché se qualcuna di noi interverrà in qualche modo verrà colpita inevitabilmente e trascinata sul fondo perché lo Specchio non permette interferenze durante il suo guidizio. - si rivolse all’amica - Sei pronta?
- Pronta come mai prima! Ricordatevi di me! - ironizzò la principessa di Solaria, non riuscendo a nascondere una lacrima al mergine dell’occhio sinistro. - Devo fare qualcosa? Domandare qualcosa alla pozzanghera?
- No, Stella, tu devi solo immergerti - rispose Aisha, abbracciandola di nuovo.
- Bene, a noi due Specchio delle mie brame! - la fata s’incamminò verso il bordo del lago, si tolse i sandali e rabbrividì al bacio dell’acqua gelida. Sopra la sua testa s’apriva un cielo grigio tempestato di nuvole e neppure un raggio di sole rischiarava l’animo delle sei fate.
Giunta al centro dello specchio, Stella, osservò la sua immagine riflessa nell’acqua scura e rivide nei suoi capelli color oro quelli della madre mentre negli occhi nocciola quelli del padre e ripensò con nostalgia ai tempi lontani in cui i suoi genitori erano felici e stavano ancora insieme governando il reame. In quei giorni la famiglia era unita e lei si sentiva amata da entrambi, il regno aveva una sovrana bella e apprezzata e la piccola principessa scorrazzava per il palazzo combinando danni e facendo impazzire le istitutrici, ma ogni volta che fuggendo da loro s’imbatteva nel padre, austero e regale, s’immobilizzava e lo guardava con occhi smarriti. “E’ solo una bambina” diceva il re alle giovani donne che cercavano di insegnare all’erede buone maniere, cultura e arti femminili.
Alto, forte, giusto e divertente, così Stella conobbe suo padre mentre nella madre aveva sempre trovato quel conforto e quella dolcezza tipica del di lei carattere mite ma deciso e adesso che cos’era diventata Luna? Un’assassina. Faragonda, dopo aver appreso del pericolo incombente su Solaria, aveva rivelato alle Winx che la Famiglia Reale di Nemesi era stata brutalmente sterminata da un nemico rimasto nell’ombra che altri non era che la madre di Stella, o forse un suo generale. Come poteva essere diventata questo quella donna tanto dolce e gentile? La maledizione delle dodici lune oscure.
- No, non è lei! - singhiozzò la fata, stretta nel gelido abbraccio dell’acqua. - Io sono sua figlia, io possiedo i poteri delle dodici lune di Nemesi e posso salvarla! - urlò a squarcia gola contro il cielo, contro l’acqua, contro il suo riflesso che la osservava muto. Poi, fu l’oblio. Stella s’era sentita precipitare, inghiottire, le sue gambe s’erano fatte pesanti e il suo riflesso era scomparso dalla superficie. Il volto di sua madre la guardava da chissà dove e sogghignava malignamente sussurrandole che era lei impotente, che era solo una stupida sciocca ragazzina che giocava a fare la fata e la stilista; che non avrebbe mai e poi mai potuto salvare il pianeta che aveva giurato di proteggere a costo della vita.
- Madre! Nooo! - urlò la giovane principessa prima di venir sommersa completamente. Il cielo s’allontanò dalla vista, l’acqua si fece più calda e la memoria si spense.

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Capitolo 4
*** Interfacciarsi ***


- Dove diavolo sono andata a finire? - si domandò la bionda fata.
Attorno a lei c’era un immenso oceano blu e nessun'altro colore era distinguibile. Alcuna forma si poteva riconoscere oltre quella distesa scura. - C’è nessuno? Mi avete lasciata sola? - Nessuna risposa. - Diamine, qualcuno vuol dirmi in quale accidenti di luogo sconosciuto sono rifinita? Uffa! Parlate!

- Certo che di baccano ne fai per essere una principessa! - le venne risposto. Stella si girò intorno per scorgere il possessore di quella voce meravigliosa e calda ma non vide nulla.
- Sono una ragazza originale, hai dei problemi con questo? E poi, scusa, ma questo rito non prevedeva che io non facessi nulla e tu dovessi giudicarmi? Perché mi trovo qui e mi stai parlando? -
- Mi annoiavo, sai com'é...
- Tu chi sei?
- Io? Sono lo Specchio!
Stella rise. - Gli specchi non parlano, se non sono maledetti. Sei maledetto per caso? Sai, qui di maledizioni ce n’è parecchie ultimamente…
- Ti assicuro che non sono maledetto.
La ragazza tirò un sospiro di sollievo. - Allora, chi sei? Vuoi dirmelo oppure devo stare qui un’ora a stressarti finché non me lo dici?
- Cara, è passata più di un’ora!
- Come?! Le Winx si preoccuperanno! Devo uscire! - Stella cercò di usare i suoi poteri per teletrasportarsi fuori di lì, ovunque fosse.
- Qui nessuno può usare la magia.
- Fantastico! Davvero fantastico! Allora come faccio ad uscire?
- Non puoi, è semplice!
- Ma io devo uscire! Devo dire alle Winx che sono viva! Devo salvare mia madre e Solaria!
- Sei sicura di essere viva?
Stella ci pensò sù. - Sì, sono viva! - rispose.
- Allora sei viva. E, dimmi, come hai intenzione di superare le barriere di Nemesi?
- Con i poteri delle Dodici Lune!
- Ah, sì? E… sai dove trovarli? - domandò la voce.
- Sono dentro di me. Sono la figlia di Luna di Nemesi quindi ho i poteri delle lune. Giusto?
- Perché lo chiedi a me? Io non lo so davvero.
- Mi stai facendo perdere tempo! - s’arrabbiò la principessa.
- Eh, giovani d’oggi… sai, una volta è venuta da me una ragazza che non è stata zitta un minuto, voleva parlare con me e tu vuoi già andartene?
- Ho un compito da portare a termine: ti prego lasciami uscire se non vuoi uccidermi.
- Io, ucciderti? E perché mai? Sei così divertente e di qui non passa mai nessuno di divertente.
- Se prometto di tornare a farti visita mi lasci tornare delle mie amiche?
- Ma tu sei libera, fata guardiana di Solaria! - Stella vide le Winx sulla riva del mare che stavano aspettando, preoccupate. Bloom discuteva con Aisha, Flora disegnava, Musa passeggiava e Tecna osservava il cielo fattosi scuro. - Posso andare da loro? - Sei libera, come devo dirtelo? - rispose la voce. - Non guardarmi così, io non ti chiederò di rinunciare al tuo bel viso, ai tuoi capelli lunghi, al tuo anello, al tuo amore o altre schiocchezze. Il mio compito è scoprire la verità e l’ho scoperta appena hai posato i piedi sulla mia sabbia.
- Ispezione lampo la tua! Sono pronta per conoscere il verdetto! - Stella era ansiosa.
- Sì, li hai i poteri che ti ha trasmesso tua madre geneticamente. Contenta adesso?
- Certo che sono contenta! Sapessi perché non li ho più potuti usare… sarei ancora più contenta ma va bene così. Non è che puoi dirmelo?
- Mi dispiace, questo non è compito mio. Ma so che scoprirai ciò che vuoi sapere, principessa.
- Immagino dovrò perseverare…
- Le dodici lune ti daranno la loro forza quando attraverserai la barriera di Nemesi ma usare quei poteri non è semplice, tu non sei abituata a farlo essendoti concentrata esclusivamente sulle doti che ti provengono dai soli e dalle stelle. Quando eri una Fata Enchantix potevi usarne qualcuno ma era veramente poca cosa a confronto delle doti di tutte e dodici le lune. Tu possiedi geneticamente queste abilità ma per poter padroneggiare l’eredità materna dovrai elevare il tuo Io e fondere i soli, la luna e le stelle.
- Fonderli? Inche senso?
- Sappi, però che c’è un colpo mortale corrispettivo alla dodicesima luna, Neryde, un colpo che uccide e che puoi usare, se vorrai, ma nessuna magia potrà far tornare in vita colui che è ucciso da Neryde. Usala con saggezza.
- Neppure la Fiamma del Drago?
- Il Drago stesso ha stabilito che Neryde dovesse essere una magia definitiva.- rispose la voce. - Se vuoi usare i poteri delle dodici lune dovrai conoscere i loro nomi e domandare loro l’accesso prima di inoltrarti su Nemesi e portare a compimento la tua missione o le lune si offenderanno e ti negheranno la loro protezione. Ricorda, piccola fata, ricorda: Arkus, Orian, Karyass, Rah, Ishtar, Lunedonte, Psammeni, Jelie detta la Bella, Tarah, Zoryan, Drios, e Neryde. Sacrifica sull’Altare delle Dodici Lune qualcosa che ti sta a cuore, onorale, omaggiale, canta per loro e loro ti concederanno di usare il loro potere contro la sovrana di Nemesi. Mostra loro che sei venuta con cuore puro e nobili propositi, così che possano aiutarti altrimenti i poteri che non sai padroneggiare non ti verranno in soccorso e tu sarai indifesa in terra nemica.
- Specchio! Specchio! Non ho capito! - urlò la fata mentre la sua voce s’affievoliva e la vista s’annebbiava… non vide più le Winx, non sentì più se stessa e prima di sprofondare nel sonno si domandò se era ancora viva.

 

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Capitolo 5
*** Nostalgia ***


Oltre la grande finestra davanti a sé vide una distesa d’erba scura illuminata dai raggi argentei delle dodici lune. Un paesaggio ombreggiato e distinguibile a fatica nei suoi dettagli. Una coltre cristallina si stendeva a spicchi sulla superficie di quella terra ben lontana dai caldi raggi di Solaria.

Oh dolce luce che mi hai vista crescere e fiorire,

perdonami se da te mi sono allontanata lasciandoti perire,

questa terra blu e argento non riscalda il mio cuore,

nessuno é paragonabile a te, o mio luminoso fiore,

ma per tornare da regina io mi sono allontanata,

e mai così tanto la tua luce mi è mancata,

perdonami terra mia amata,

ma ogni onta, tu sai, che va lavata.

Quando sarò pronta tornerò e la tua bellezza accrescerò,

come nessuno ha fatto mai prima io regnerò,

e di Solaria degna io sola, sarò.

- Mia signora, le truppe sono pronte per scendere sul pianeta. - disse un generale entrando.
- E sia. Distruggete le truppe reali e portatemi Radius in catene.
- Sarà fatto. La principessa Stella non è su Solaria però...
- Di lei mi occuperò personalmente. La Fata del Sole è mia. - rispose categorica mentre accarezzava i capelli di una donna distesa inerme accanto a sé. Era priva di sensi ma il suo bel viso donava una sensazione di calma che andava ben oltre l'armonia dei tratti somatici. Sprofondata in un sonno magico e avvolta dagli abiti sontuosi, bella e immobile pareva essere eterna.

 

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Capitolo 6
*** La Luce di Andros ***


-Specchio! Specchio! Parlami!- urlò la fata giunta sul fondo del lago. Forse parlava a se stessa, forse pensava o forse era morta e tutto ciò che vedeva ed udiva era solo un’illusione prima d’approdare alla vita dopo la morte. -Nooo! Io non sono morta! Sono troppo giovane e bella per morire!- urlò.
Davanti a se un universo nero l’abbracciò e non riusciva ne a sentire ne a vedere il suo corpo.
-Specchio! Parlami dannazione!- continuò a provare. All’improvviso davanti a sé vide il volto di Brandon che parlava con Re Radius al Palazzo Reale di Solaria, Brandon piangeva ma la fata non riuscì ad udire la conversazione. Poi Brandon e Radius sparirono e vide Bloom parlare con Aisha, ai bordi del lago ma insieme a loro c’era Dafne, Thoren e gli altri specialisti: tutti aspettavano il suo ritorno e d’un tratto Bloom scoppiò in lacrime fra le braccia di uno Sky commosso mentre Aisha, con i pugni serrati e le nocche bianche delle mani, le lacrime agli occhi andò a consolare Flora. Nel frattempo la principessa ereditaria di Domino cercava di spiegare a Musa cosa era successo.
-Bloom! Bloom! Non piangere! Sono qui, sono viva! Aisha! Flora! Tecna! Musa! Brandon!- ma Bloom non udì, nessuno udì il suo lamento sommerso.
Tecna proiettò delle fotografie di Stella sorridente e s’unì al dolore delle altre Winx.
L’immagine sfumò sullo sguardo rabbioso della fata dei fluidi e venne sostiuita con l’approdo sulle coste di Solaria di un esercito immenso che si dirigeva verso la capitale e andava incontro all’esercito reale, nei suoi luminosi colori giallo, arancio e rosso. Stella, subito dopo, vide il sorriso di sua madre Luna e i suoi grandi occhi blu, il suo viso severo quando la sgridava e la calorosità del suo abbraccio e ricordò come un tempo, l'ex regina di Solaria, era solita non indossare nessuna corona. Vide il Re, il suo coraggioso papà, con indosso l’armatura pronto a guidare le truppe del regno alla vittoria. Infine, vide Solaria, il pianeta che aveva giurato di proteggere con la vita.
-Basta!- urlò decisa e cominciò a risalire annaspando nell’oscurità… pian piano sentì le sue gambe che si muovevano, le sue braccia che annaspavano, i suoi lunghi capelli che le si erano appiccicati al corpo e il trucco liquefatto sulla faccia. Salì e salì, sopra di sé sembrava tutto sempre più scuro… le immagini che aveva visto le passarono ancora d’innanzi agli occhi e vide anche Nemesi, quel regno sconosciuto e buio su cui avrebbe voluto recarsi. -Mamma!- urlò e poi fece un banzo in sù e vide la luce al filo dell’acqua: su Andros nasceva l’alba. Il suo tacco s’era impigliato in qualcosa che voleva riportarla giù e Stella si tolse le scarpe e continuò a nuotare verso la luce fino a che non sentì il suo calore sul viso.
I suoi piedi nudi sentirono la spiaggia bagnata e pian piano risalì fino a sentire freddo.
-Perché fa così freddo?- si strusciò le braccia e vide che i suoi amici erano lontani, stavano tutti dormendo sotto una palma. Il freddo era sempre più crescente e la fata s’accorse che era riemersa completamente nuda perdendo i suoi abiti firmati. -Nessuna grave perdita. Quello stilista ha fatto di meglio!- S’affrettò ad uscire dalle acque e quando fu sulla terra ferma provò a trasformarsi urlando a gran voce: -Bloomix!- ma nessuna coppia di ali si dischiuse per lei. Stella guardò il lago, lo ringraziò e non si fece scoraggiare. Lei sentiva il potere scorrerle nelle vene, in tutto il suo corpo e perfino nella punta dei suoi bellissimi capelli e capì che non aveva perso le sue doti magiche ma solamente la sua evoluzione come fata non poteva essere racchiusa nel livello del Bloomix.
-Io sono Stella: fata guardiana e principessa ereditaria di Solaria e sono la fata del Sole, della Luna e delle Stelle!- con l’energia che questa dichiarazione generò in lei il suo corpo venne ammantato di un abito lungo color argente e oro.
Andò da Bloom cercando di svegliarla dolcemente ma la fata dormiva stretta stretta al suo principe.
-Bloom- le sussurrò all'orecchio. -Bloom- ripeté sottovoce. Ma Bloom non sentiva.
-Bloom! Svegliati! Abbiamo già perso abbastanza tempo!- urlò con tutta la voce che aveva in corpo e Bloom si svegliò di soprassalto schiudendo i suoi occhi azzurri.
-Finalmente, principessa dormigliona!- sorrise Stella.
-Stella! Stella!- disse incredula la fata della fiamma del drago sciogliendosi dall’abbraccio di Sky.
-Cos’è questo baccano?- domandò una Musa ancora assonnata.
-E’ Stella!- esultò Flora.
-Tu!- le andò incontro Aisha. -Non ti azzardare mai più a fare uno scherzo simile! Capito? O tutta la furia delle acque di Andros si abbatterà sul tuo immenso guardaroba!- abbracciò forte la bionda fata mentre Flora, Tecna e Musa correvano verso di loro. Bloom s’alzò, sorretta da uno Sky incredulo.
-Ben tornata, principessa- le disse sorridendo l'erede di Eraklyon.
-Avevo creduto d’averti persa per sempre. Tutti noi lo avevamo creduto! - disse Bloom.
-Non vi libererete di me, ve l’ho detto!- Stella abbracciò le amiche e salutò Dafne e i ragazzi, tutti entusiasti di vederla sana e salva. -E tu, sta lontana dal mio guardaroba!- scherzò con Aisha.
-Lieta di sapere che lo specchio ti ha permesso di utilizzare nuovamente quei poteri che erano sopiti- cominciò Dafne.
-Sì, ma ho perso la trasformazione Bloomix- rivelò la fata. -Non posso più trasformarmi ma posso usare le mie doti.
Dafne fece tacere tutte le domande intorno a Stella e poi prese la parola: -Questo perché adesso i poteri di Stella sono troppo evoluti per essere contenuti dal Bloomix.
-E’ proprio quello che ho pensato anche io. Devo fondere soli, luna e stelle. Come?
-Stella, tu sei la prima fata dopo migliaia di anni che possiede tutti e tre queste doti e per utilizzarle a pieno devi riuscire ad armonizzare in te la forza del sole e delle stelle con quella contraria della luna.- spiegò la saggia ninfa.
-Non so come fare.
-Io non posso dirtelo, mia cara, sta a te scoprire il modo ma posso darti un indizio: va dove i soli sorgono e nello stesso cielo le stelle brillano accompagnate da una grande luna.
-Ci mancava anche un’indovinello!- sbuffò la rinata fata.
-Io posso…- intervenne Tecna, già pronta con il suo telefono cellulare tuttofare.
-No, Tecna, questo indovinello deve risolverlo solo Stella e senza il vostro aiuto.- Dafne non era mai stata così categorica. -La prassi è questa. Un indizio e un consiglio: porta con te su Nemesi la forza dei Soli di Solaria e quando là sarai giunta domanda alle Dodici Lune di proteggerti perché forse dovrai combattere in un luogo lontano dalla volta celeste da cui trai vigore e potere e potrebbe anche capitarti nuovamente ciò che accadde nel sottosuolo di Downland.
-Basta che non m'imbatta di nuovo in qualcuno che vuole fregarmi il fidanzato! Grazie Dafne, anche se tutti questi misteri m’innervosiscono!- rispose la fata.
-E noi che facciamo?- domandò Bloom.
-Voi cinque dovete recarvi subito su Solaria perché le truppe di Nemesi sono sbarcate.
-Forza, Winx! Dobbiamo salvare Solaria!- incoraggiò Aisha.
-Andiamo!- proseguì Bloom.
-Aspettate, ragazze, voglio esprimermi il mio riconoscimento per la dura battaglia che state per combattere per salvare il mio mondo; non vi ringrazierò mai abbastanza. Vi voglio bene!- disse Stella.
-Siamo le Winx, no?
-Winx per sempre!- urlarono le sei fate all'unisono.
-I ragazzi ed io daremo manforte alle winx ma tu, Stella, devi prima risolvere l’indovinello: ti consiglio di andare a rendere omaggio a Re Teredor e alla Regina Niobe.
-I miei genitori? Perché?- domandò Aisha, sorpresa esattamente come le altre winx.
-Ti consiglio di andare a rendere omaggio a Re Teredor e alla Regina Niobe- ripeté Dafne -e ti sarei grata se potessi teletrasportarci tutti su Solaria.
-Va bene, ho capito che ti piace fare la ninfa del mistero!> sorrise rassegnata la fata. - Signori e signore, siate pronti per approdare in uno dei più bei regni dell’Universo magico! Buon viaggio!- Stella mutò l’anello-scettro, che recava ancora al dito, aprì il portale temporale e salutò i suoi amici con coraggio.
Appena il portale si richiuse dietro la chioma di Aisha guardò il sole che illuminava il regno dell’amica. - Fantastico, non so dove sono e non so dov’è il palazzo?
Stella si guardò intorno e non vide nessuna meravigliosa reggia sul mare.
-Questo era ovvio! Sarebbe stato troppo semplice se lo specchio fosse stato ad un tiro di schioppo dal palazzo!- disse sbuffando. -Ragioniamo... Tecna cosa farebbe? Utilizzerebbe il suo cellulare con una mappa per localizzare il luogo dove sono in base a certe coordinate, sì gliel'ho visto fare! Ma io non ho una delle sue diavolerie tecnologiche!- si sedette al suolo sconcertata. Il sole era alto nel cielo e gli altri probabilmente stavano già combattendo contro l'esercito di Nemesi. Quella stella incandescente rendeva la volta celeste luminosissima e il clima caldo. La fata osservò ancora il sole nel suo volto lontano e infuocato. -Le stelle! Certo!- esultò -Aisha una volta mi disse che il palazzo è situato direttamente in corrispondenza con la Stella dell'infinito! Mi basta usare i miei poteri e seguire le indicazioni delle stelle! Sono meglio di in GPS di ultima generazione!- con rinnovata fiducia la fata si concentrò sulla connessione magica che aveva con gli astri e alla Stella dell'Infinito domandò di guidarla fino al luogo di destinazione.

Fu un lungo cammino perché la principessa intravide il palazzo solo in tarda serata ma non voleva usare nuovamente il teletrasporto perché dopo la perdita dei poteri connessi alla trasformazione Bloomix non sapeva se e come avrebbe potuto funzionare e decise di non rischiare.
-Desidero conferire con Re Teredor.- disse alla guardia che montava di vigilanza al portone d'accesso.
-Signorina, non è che ogni disperato vestito bene può parlare con il re! Vada a disturbare qualcun'altro!- replicò il gendarme mettendosi davanti alla porta d'ingresso.
-Buon'uomo, capisco che il tuo lavoro sia duro ma darmi della disperata non è esatto anche se al momento lo sono a causa dei problemi su Solaria- rispose calma Stella -Sto imparando a comportarmi bene, a crescere, quindi ti chiederò di nuovo di farmi passare perché io sono la Principessa Ereditaria di Solaria ed è mio desiderio conferire con Re Teredor di Andros.
La guardia osservò Stella e si mise a ridere. -Se tu fossi veramente chi dici di essere saresti venuta qui con una scorta o cose simili, togliti di mezzo ragazzina o ti faccio arrestare!- minacciò.
-Okay. La mia pazienza ha un limite: un basso limite. Vedi questo anello?- gli mostrò l'anello-scettro -È il simbolo della mia identità e viene concesso solo all'erede di Solaria cioè me. Mi fai entrare o devo ricorrere ai miei poteri magici?
-Strega! Strega! Il palazzo è sotto attacco!- si mise ad urlare la guardia all’improvviso -Proteggete il re! Aiuto! Aiuto! Rinforzi!
-Ecco, ci risiamo! Il prossimo che mi da della strega lo strasformo in un rospo!- eslcamò Stella, esausta. -Non è possibile! Come si fa a scambaire una bella ragazza come me in una strega!
Nell’arco di pochi secondi l’ingresso del palazzo venne circondato da una ventina di guardie che avevano accerchiato la fata con le picche alzate e i volti minacciosi.
-Capisco che fate il vostro lavoro ma io non sono una minaccia!- ripeté. -Non voglio farvi del male!
-Alza le mani e nessuno ti farà male!- intimò il capo.
Stella alzò le braccia , convinta a seguire la strada diplomatica che le aveva insegnato Flora. -Lasciatemi parlare con il re, non chiedo altro.
-Nessuno parla al re senza il suo consenso!- urlò un soldato dando una spinta con la lancia alla fata.
-Rifallo e dirai addio alla mia pazienza!- Stella era confusa; non avrebbe voluto usare i suoi poteri per neutralizzare le guardie se poteva ottene ciò che voleva solamente con le parole e un po' più di pazienza. -Ripeto, non voglio farvi del male- ma la sua ripetuta dichiarazione non venne compresa dalle guardie che cominciarono a stringersi ancor di più attorno a lei.
-Neutralizzatela!- urlò il capo e dalle punte delle lance uscì un flusso magico blu scuro che s’infranse sulla barriera sferica che proteggeva interamente la fata con la forza del sole. -Continuate!
Sotto quella pioggia di colpi la barriera magica di Stella non cedette ma pareva rinforzarsi e la fata cominciò a sbadigliare, incerta sul da farsi. Sapeva che teletrasportarsi dentro il palazzo sarebbe stata una violazione delle regole d’etichetta se non si fosse presentata con Aisha, perciò decise di aspettare un poco che le guardie si stancassero.
-Colpitela! Prima o poi quella barriera crollerà!- insisté qualcuno.
-Se pensate che la barriera s'infrangerà la vostra ingenuità è pari alla vostra ignoranza!- si lasciò sfuggire, poco diplomaticamente, la fata.
Un grande trambusto proveniva da dietro la fata.
-Fermi!- urlò una voce d'un tratto. La regina Niobe, appena arrivata al palazzo con la sua scorta, vide l’amica della figlia asserragliata nella sua bolla magica, attaccata dalle guardie di Andros. -Cessate il fuoco! Abbassate le armi!
-Maestà è una strega che minaccia la vita del re!- insisté il capitano.
-Abbassate le armi! La signorina che stavate attaccando è la Principessa Ereditaria di Solaria!- dichiarò la sovrana sotto gli occhi sconcertati delle guardie che avevano abbassato le loro difese, seppur riluttanti. Niobe conosceva il sentimento forte che legava la figlia a Stella ma, nonostante ciò, temette un incidente diplomatico. -Stella, come stai?
-Bene, Maestà- s’inchinò la principessa, liberandosi dalla protezione sferica e andandole incontro.
-E’ un sollievo sentirtelo dire, cara. Mi scuso a nome delle guardie reali per questo loro comportamento inaccettabile che non si ripeterà- la buona regina fulminò con gli occhi il capitano. -Spero tu viglia accettare le mie scuse.
-Non ce n’è bisogno. Nessuno è rimasto ferito.
-Per fortuna. Dimmi, cosa ti porta su Andros?
-Desidero conferire con voi e il re su una questione della massima urgenza, ve ne prego. Aisha vi avrà riferito ciò che sta accadendo su Solaria.
-Vieni, cara, andiamo a parlare con Teredor.- la regina s’incamminò verso l’entrata.
-Tu, farai meglio a ricordare il mio viso la prossima volta, non vorrei essere costretta a ripetere quest’incidente. - disse Stella, con un po’ d’ironia, alla guardia.
Lui, mortificato, abbassò il capo in segno di rispetto e sottomissione.

Una volta arrivate al cospetto del re delle terre di Andros, Stella riferì tutti i fatti ai genitori di Aisha e attese la riflessione muta del sovrano.
-Stella, permettimi di esprimere tutto il nostro rammarico per la situazione in cui versa Solaria e sta certa che appena le truppe di Andros saranno equipaggiate andranno a dare il supporto a re Radius, giacché lui non si è tirato indietro quando il mio regno aveva bisogno d’aiuto. - disse il re -L’indovinello a cui devi trovare soluzione può essere risolto presto: devi sapere che esiste un luogo nella Dimensione Magica che si chiama Planetarium dove tutti i mondi, i soli, le lune, le stelle, gli asteroidi, i buchi neri sono rappresentati nella loro energia ma non nella realtà. Esso è una sorta di specchio tridimensionale che permette di vedere nello stesso momento in che modo si alternano le notti e i giorni sui vari pianeti, come si muovono le costellazioni e qualunque cosa accade nella Dimensione Magica, a questo livello, è lì visibile. In quel luogo sono riuniti, una parte, delle energie derivanti da tutti questi corpi celesti nello stesso momento e se c’è un luogo dove puoi fondere i tuoi poteri io credo sia proprio il Planetarium!-
-Quindi è una mini mappa tridimensionale del nostro universo?
-Si potrebbe anche dire così…- rispose la regina.
-Come si arriva al Planetarium?- domandò Stella, impaziente.
-Attraverso un angusto passaggio situato sotto l’oceano più buio del regno in corrispondenza della stella Omeha; là troverai una roccia la cui entrata è presidiata dalle guardie di mio fratello Netturo, mostra loro il mio sigillo e loro ti permetteranno di accedere al Planetarium- re Teredor diede a Stella un anello con il simbolo di Andros e il suo motto personale -una volta giunta là, potrai vedere e percepire il potere di tutti i soli, delle stelle e delle lune della Dimensione Magica, tutti insieme nello stesso momento, e potrai unire, fondere le loro energie con i tuoi poteri magici.
-Grazie infinite, maestà, una volta ritornata dal Planetarium sarà mia cura permettere al vostro sigillo di tornare al suo proprietario. Vi ringrazio anche a nome della Corona di Solaria per l’aiuto che ci state dando. Adesso, perdonatemi, ma prima parto e prima potrò andare su Nemesi.
Stella s’inchinò e fece per andarsene ma la regina la fermò. -Stella, quel punto dell’oceano è il più buio, il più oscuro, e tu non so se potrai sopravvivere così lontana dalla volta celeste…
-Nell’Oceano Infinito sono sopravvissuta…
-Sì, cara, ma nell’Oceano Infinito c’è il Pilastro della Luce, una delle maggiori fonti di luce dell’universo di Magix… essa ti trasmise la sua immensa energia e ti permise di ristabilirlo quando vacillò ma là sotto non c’è nessuna luce. - Niobe si tolse il grande diamante a goccia che recava al collo e lo allacciò a quello di Stella. - Questa è la Luce di Andros, un concentrato dell’energia magica che illumina il pianeta e ti donerà la sua forza e la sua protezione nell’oscurità di quelle acque. E’ la luce più pura del nostro pianeta. Buona fortuna coraggiosa winx e porta un bacio alla mia piccola Aisha quando la rivedrai.
Stella ringraziò nuovamente i sovrani di Andros, promise di restituire il ciondolo e il sigillo e uscì dal palazzo reale con una grande commozione nel cuore. Fuori era notte fonda e sul cielo del pianeta delle sirene brillavano migliaia di stelle e a loro la fata si rivolse per domandare dove fosse Omeha; una volta percepita la sua guida, s’incamminò e pregò per la salvezza del popolo di Solaria, per le winx, per suo padre, per Brandon, Dafne e tutti coloro che combattevano al suo posto mentre lei era lontana, alla ricerca di parte della sua identità perduta.
-Regina di Nemesi, preparati, chiunque tu sia, perché sto arrivando e non ti permetterò di distruggere il Pianeta della Luce!- dichiarò serrando i pugni dalla rabbia e dalla commozione... ma nel suo cuore il ricordo di sua madre la ferì come mai aveva fatto prima d'ora.

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Capitolo 7
*** Il risveglio ***


Una volta trovata la corrispondenza con la Stella Omeha, la principessa vide davanti a sé un infinito mare di acque blu sotto la superficie notturna illuminata dalla luna.
-Dunque è qui che devo immergermi… qui ad Andros è tutto fare un bagno in pozze scure e prive di oli essenziali!- ironizzò cercando di smorzare la rabbia. -Com’era quell’incantesimo della bolla? Mm… ha sì!- la principessa creò una bolla d’ossigeno che le permettesse di sopravvivere nelle profondità marine non avendo più il Sirenix e s’inoltrò, ancora una volta, nelle acque di Andros.
-Spero proprio che non si rovini questo bel vestito!
Le acque non la toccavano e il vestito non si stava rovinando ma più si allontanava dalla superficie e dalla volta celeste, più la fata cominciava a sentir mancare le proprie forze e risultò difficoltoso continuare a tenere integra la barriera magica. Sentì che un po’ cominciava a cedere quindi ne diminuì la grandezza sacrificando la base dell’abito lungo e pian piano fu costretta a ridurla ancora fino ad esserne avvolta solamente la testa e le spalle. La Luce di Andros che le aveva donato la regina Niobe non brillava e non dava energia alla fata che si sentiva sempre più debole ma determinata non a far bastare le sue forze fino a che non fosse giunta al Planetarium, dovunque si trovasse.
Il respiro risultava era affaticato, braccia e gambe erano pesanti e a stento riuscivano a muoversi… Stella sentiva la sua energia vitale affievolirsi sempre più mentre la vista si annebbiava a tratti… gli occhi le si chiusero per un momento infinito e il respiro si mozzò del tutto mentre il battito del suo cuore di fata cominciava a soffrire della mancanza del contatto con la volta celeste e rallentava... nessuna voce uscì dalle sue aride labbra ma solo un dolce senso si abbandono che la cullava, la rapiva in misura crescente.
-Nooo!- urlò nella sua testa -Io non mi arrenderò!
Stella sentì il battito aumentarle improvvisamente nel petto e nuova linfa vitale s’irradiò dal ciondolo donatole, coprendole tutto il corpo. I suoi poteri si rigenerarono, il respiro e la forza vitale tornarono all’apice per effetto della forza magica dell’oggetto e la fata poté ingrandire di nuovo la bolla anche se l’abito si era bagnato e rovinato. Ringraziò la bontà della regina di Andros che con il suo gesto l’aveva protetta come una madre. Oltre alla Luce di Andros, riscoprì che forza della volontà era assai potente.
Nuotò e nuotò, sempre più forte e veloce, per ore e ore per cercare il luogo esatto di corrispondenza e infine, con gran sollievo, lo trovò presidiato da ben dieci guardie al servizio del re degli abissi.
-Sono Stella di Solaria, desidero entrare nel Planetarium e mi è stato consentito l’accesso da parte di re Teredor: ecco il suo sigillo! - lo mostrò alle guardie che ne esaminarono l’autenticità.
-Il sigillo è vero quindi il fratello del re degli abissi ha già vagliato la validità della tua richiesta Stella di Solaria, adesso ti è concesso si accedere al Planetarium. Da lì potrai trasportarti direttamente su ogni corpo celeste che desideri solamente toccandone il riferimento e potrai percepire le loro energie allo stesso modo.- spiegò il tritone. La fata sorrise ed attraversò il varco costituito da una semplice porta di pietra scura, ringrandolo.
All’interno del Planetarium non c’era acqua quindi la protezione non le serviva più e la Luce di Andros brillò come non mai, rigenerandosi e abbeverandosi alle energie nel luogo contenute. Stella vide passare attorno a sé tutti i corpi celesti della Dimensione Magica e sfiorandoli poté percepirne le doti.
-Questa palla rossa e oro è Domino- esclamò vedendosi passare accanto il pianeta dell’amica Bloom. -Ah! Brucia!
Seppur il Planetarium non era che una rappresentazione dell’Universo di Magix, la forza immensa di Domino si percepiva tutta. Esso aveva un sole e una luna che alternavano il giorno e la notte e alcuni satelliti che ruotavano attorno al pianeta d’ultima permanenza del Drago. Poco lontano vide Melody e Andros che orbitavano in modo alternato su due linee molto vicine: il primo appariva di un blu rossastro mentre Andros era una piccola sfera tutta azzurra con attorno i suoi satelliti esattamente come Melody.

Stella vide tutti i pianeti di provenienza delle amiche ma vide anche altro come le Galassie Cassiopea e Gerenione, vide la Terra, vide Hyksos, il pianeta da dove proveniva Faragonda, vide Solaria… una grande sfera giallo-arancio con i suoi soli… Solaria era uno dei pianeti più grandi dell'universo, una grande palla bruciante.
-Ma quanti soli ha Solaria?- si domandò contandone più del previsto e le sue conoscenze in materia vacillarono.
-Non erano tre?- meravigliata la fata osservò gravitare attorno al suo pianeta tre grandi soli incandescenti e potenti, infuocati e luminosi come null'altro ma vide anche due piccoli nuclei sferici color carbone che al tocco non emanavano energia alcuna. -E questi cosa sono?- si chiese. Se solo fosse stata attenta alle lezioni di astronomia…

-Dafne saprebbe darmi una risposta ma non posso disturbarla, farò da me. Dunque, ragioniamo… Solaria trae la sua forza vitale, la sua energia magica, dai soli che le ruotano attorno e qui sono tre. C’è anche una luna, grande come il più piccolo dei soli che permette la notte sul pianeta. Ma di questi due nuclei non ho mai sentito parlare....- Stella toccò contemporaneamente il sole più grande del suo pianeta e la luna mentre con la mente percepiva l’ubicazione esatta di tutte le costellazioni dell’immensa volta celeste che copriva Magix… connessione, fusione… il luogo, il tocco, l’apertura della mente e l’elevazione dell’Io permisero alla fata di percepire tutte queste forze contrastanti e diverse, confluire e fluire dentro e fuori il suo essere per andare a risvegliare o rinforzare le sue doti magiche come un’elisir d’eterna vita. Sentì il flusso impetuoso e infuocato dei soli, l’energia immobile, fredda e misteriosa delle lune e la saggezza e potenza delle stelle… una nuova coppia di magnifiche ali di farfalla si schiuse per lei, per condurla dove avrebbe voluto recarsi, somigliavano alla struttura delle Morpho Laertes che Stella conosceva bene grazie alla sua passione, tenuta sempre segreta, per farfalle e falene; grandi ali dalla struttura color oro ed interno dipinto dal blu zaffiro che s’immergeva e riemergeva dal bianco madreperla. Un nuovo abito le si creò addosso; lunghi spacchi laterali della gonna a tubino color arancio, sfumata di rosso e bianco, terminavano nel morbido abbraccio del tessuto che andò a coprire i seni, allacciandosi poi attorno al collo per lasciare scoperta la schiena e le spalle. Bracciali di luna incorniciarono entrambi i polsi con il colore dell’argento mentre violacei stivaletti dal tacco medio abbracciarono i piccoli piedi di fata. Con il massimo stupore, Stella, sentì la propria chioma sciogliersi e asciugarsi mentre solo due piccole ciocche sul lato sinistro e destro del capo vennero bloccate in due fermagli: il primo a forma di sole e l’altro a forma di tre lune.
-Questa si che è una trasformazione da vera fata!- non riuscì a trattenersi, la ragazza.
Conscia d’aver raggiunto l’obiettivo di fondere in sé i poteri dei soli, delle lune e delle stelle dell’intero universo di Magix si sentì spinta a toccare una quelle piccole sfere scure che gravitavano attorno al suo pianeta e, quasi involontariamente, le sue doti solari si trasmisero alla piccola sfera che cominciò a sgretolarsi in superficie rivelando un nucleo fluido e rosso, energico e liquido, che acquistava sempre più forza e s’ingrandiva al tocco e sotto gli occhi della fata.

-Era un sole pietrificato!- ricordò all’improvviso urlando di gioia.
Aveva solo sentito parlare del processo di pietrificazione dei soli che man mano potevano perdere la loro forza vitale, spegnendosi. Stella ripeté l’afflusso d’energia con il quinto sole di Solaria e sentì che il suo pianeta diventava sempre più forte e vivo e così i suoi abitanti, il suo re e lei, di conseguenza. Percepì la forza della luce che avvolgeva nel suo manto tutto il pianeta e ne sorrise perché quella nuova forza riportata alla luce avrebbe aiutato maggiormente l'esercito reale protetto da tutti i soli del regno e dalla loro immensa forza.

Riconobbe, però, anche la stanchezza della luna di Solaria e le donò la forza che le veniva dalle lune di Nemesi e poi lo vide passargli accanto velocemente… Nemesi era un pianeta di medie dimensioni incoronato dalle sue dodici piccole lune gemelle, scuro e fumoso pareva un incubo.
-Arkus, Orian, Karyass, Rah, Ishtar, Lunedonte, Psammeni, Jelie detta la Bella, Tarah, Zoryan, Drios, e Neryde- disse seguendo con lo sguardo il movimento del globo - io sono Stella, figlia della principessa Luna di Nemesi e di re Radius di Solaria. Possiedo poteri lunari, solari e stellari ma per poter padroneggiare l’eredità materna io vi invoco, vi prego, vi supplico di concedermi la vostra benedizione, la vostra benevolenza e la vostra infinita forza. Il mio pianeta natale è stato attaccato dalle armate della Regina Luna che vuole distruggerlo così come ha sterminato la Famiglia Reale di Nemesi, la mia famiglia… la sua famiglia. Io non li ho mai conosciuti, non sapevo neppure che mia madre non fosse originaria di Solaria ne che fosse maledetta… ma, vi prego, permettetemi di entrare su Nemesi e sconfiggere colei che sta procurando così tanto dolore in modo che io possa fermare questa inutile guerra e molti innocenti non abbiano a pagare il prezzo della follia e del rancore di una donna!
Stella s’inginocchiò nel punto in cui l’orbita di Nemesi s’era arrestata e percepì che le lune la stavano ascoltando.
- Io non so che cosa le sta succedendo e perché è così rabbiosa verso papà, non so se è davvero lei o la donna buona e gentile che mi ha cresciuto era solo una maschera, ma vi supplico di aiutarmi a padroneggiare le grandi doti che da voi traggono vigore per poter porre fine a questa follia!
Stella non aveva la voce meravigliosa di Musa e nessuno si sarebbe girato a sentirla cantare ma seguì le istruzioni dello Specchio e intonò per loro una delle canzoni che la madre usava per farla addormentare da bambina: parlava di una fanciulla smarrita per amore in cerca di una nuova ragione per vivere.

-Lune di Nemesi, io vi chiedo molto e in cambio di ciò do qui in pegno l’Anello-Scettro del Regno di Solaria, un oggetto prezioso e potente creato dal soffio del Drago. - La fata creò una statua di pietra somigliante a sé stessa e al dito le mise l’anello. - Confido nella vostra bontà e protezione per portare a compimento quest’eroica missione. Io non farò del male alla sovrana di Nemesi se non mi costringerà a farlo ma questa guerra deve finire così come la sofferenza che sta generando; permette che io vinca o potenti lune che su Nemesi vegliate!- detto questo, Stella, teletrasportò a re Teredor e alla regina Niobe l’anello e il ciondolo che le erano stati di grande aiuto, e con un battito delle sue nuove ali si trasportò su Nemesi.

 

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Capitolo 8
*** L'approdo ***


Nemesi si presentò ai suoi occhi nocciola esattamente come se lo era figurato: una grande distesa di paesaggio notturno baciato dall'argento delle sue numerose lune.
Le sue nuove ali l’avevano condotta in una sorta di grande piazzale illuminato ma la fata percepiva che il palazzo reale non era lontano: la sua connessione magica con le stelle le permetteva di conoscere il luogo esatto dove si trovava ogni cosa di suo interesse. Appena i suoi piccoli piedi toccarono il suolo del pianeta sentì sussurrare le voci delle dodici lune che le auguravano buona fortuna e l'avvertivano che su Nemesi niente era come appariva.

-Prometto di riportare la giustizia su questo regno di tenebra!- rispose alla domanda postagli dalle ancestrali forze e solo allora sentì che le lune le avevano donato tutta la pienezza dei poteri magici a loro collegati.
Avanzò camminando verso la reggia, la regina si trovava là, e solo dopo qualche tempo vide che le venivano incontro un gruppo di soldati armati… il gruppo si faceva sempre più cospicuo e Stella contò circa mille guerrieri equipaggiati d’alabarde, lance e spade magiche. Sopra le loro teste sventolava uno stendardo bianco come la neve con impressa una mezza luna blu: lo stesso simbolo che sua madre portava in fronte. Adesso non v’era più nessun dubbio: avrebbe dovuto affrontare la donna che l'aveva messa al mondo. Stavolta una lacrima cadde al suolo, solitaria.
Stella rise nervosamente. -Che bella accoglienza ragazzi! Non mi aspettavo certo qualcosa di meno!
-Ci avevano parlato della tua proverbiale stupidaggine, fata, cosa credi che noi siamo venuti qui per accompagnarti per prendere un té con la regina?- rispose il generale più vicino.
La fata respirò profondamente. -Sai, un tempo sarei venuta sul tuo brutto muso e ti avrei insultato esattamente come ti meriteresti ma, adesso, mi sto convincendo a crescere quindi farò finta che tu non abbia parlato affatto.
-Oltre ad essere stupida sei pure arrogante! Anche questo mi era stati detto: una principessina viziata e frivola che non sa far niente e pretende solamente perché papà Radius le ha sempre concesso tutto!- continuò l’uomo che pareva divertirsi a mortificarla.
-Suppongo che ognuno abbia diritto a pensarla come vuole, almeno questo mi ripete sempre Bloom… comuqnue re Radius non me le ha sempre date vinte tutte e ti ricordo che io e le Winx abbiamo salvato la Dimensione Magica un mucchio di volte! Tu dov’eri, bell’imbusto, quando Valtor o le Trix conquistavano mondi? Quando la forza del Legendarium si era scatenata su di noi? Io ero in prima linea!- rispose fiera di sé e delle sue coraggiose compagne.
-Ma se hanno fatto tutto le altre winx! Tu cos’hai fatto fata dal potere d’illuminare le lampadine?- la schernì.
- Io ho salvato il Pilastro della Luce, ho ridato vita a coloro che erano stati immobilizzati dai Basilischi, ho distrutto i vampiri... ma non devo dare spiegazioni a te! Tu, invece, sai che cos’è la meditazione? Suppongo di no. E’ una grande forza, nonché un’abitudine di benessere, che mi ha insegnato Dafne perciò le tue accuse non mi tangono, te l’ho già detto! E mi stai facendo perdere tempo...
-E ti hanno anche promosso Fata Guardiana di Solaria!- si mise a ridere e con lui tutto il reggimento. -Povera Solaria se una ragazzina sbadata come te ne è la protettrice!- continuò -Ma meglio così perché per le forze della regina Luna sarà più facile conquistare quel pianeta di smidollati!
-Caro amico, dì alla tua regina che per conquistare Solaria deve fare i conti con l’esercito del re, con una squadra aggiuntiva e con me! Perché finché io sarò viva nessuno metterà mai le mani su Solaria!- Stella si era stufata di perdere tempo a chiacchiere con quell'individuo. Non c'era tempo da perdere.
-Sai che qui i tuoi poteri solari qui non funzionano, biondina?
Stella fece svolazzare la sua chioma. -Lo so che sei invidioso dei miei meravigliosi capelli visti i tre peli che ti ritrovi su quella zucca squadrata!- ironizzò -Vediamo… sono certa che ne rimarrai sorpreso! Io mi sono stufata di parlare!
-Se vuoi morire, noi non ci tiriamo certo indietro!- replicò dando l’ordine di attaccare.
In pochi secondi la distanza che separava la fata dalla prima fila di guerrieri venne colmata da un nugolo di frecce magiche che illuminarono il cielo pronte a colpire la fata.
-Schermo lunare!- urlò a gran voce con evidente sorpresa del generale avversario. Una sottile ma resistente pellicola trasparente si parò fra la fata e gli avversari.
-Coma fai a padroneggiare i poteri lunari? Tu dovresti esserne priva... ma non importa: non ti permetteremo di arrivare dalla regina! Ancora! Avanti!- un secondo attacco s’infranse sulla barriera di Stella e la fata capì che essa non l’avrebbe protetta a lungo sotto tutti quei colpi. Le sue doti erano grandi ma non sapeva ancora padroneggiarle bene e c’era la necessità di muoversi in fretta.
-Adesso mi hai stufato tu e tutti quegli stecchini! Immobilità di Orian!
Una specie di fine pioggerella iridescente cadde dal cielo e andò a coprire tutti i soldati che rimasero immobilizzati. Stella fece scomparire la sua barriera protettiva e s’incamminò verso il generale.

-Hai ragione, io posso illuminare anche le lampadine ma nella tua zucca vuota non ci sarà mai luce! E neppure capelli!- colpì la sua testa e proseguì verso l’orizzonte oltre il quale si stagliava l'imponente figura di una costruzione.
-Stella uno. Regina di Nemesi zero. Preparati, sto arrivando e le dodici lune sono con me!- gridò al nulla.

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Capitolo 9
*** Forza ***


Caro papà,
insieme a questa lettera vedrai comparire un nutrito gruppo di persone pronte a combattere per il nostro amato regno, ti prego accetta il loro aiuto finché io stessa non potrò unirmi a voi oppure tornerò vittoriosa da Nemesi e quest'esercito invasore si disperderà una volta sconfitta la loro regina.
Dafne, Bloom, Flora, Aisha, Tecna, Musa, Brandon, gli Specialisti, Sky, Thoren e Nex, saranno dei validi supporti per questa grande battaglia che ci accingiamo a combattere. So che le forze di Solaria sono potenti e lo sono ancora di più attraverso il sostegno mandato da Andros e Domino ma, ti prego, non sottovalutare la forza di questo straordinario gruppo di giovani intraprendenti.

Farò del mio meglio affinché lo scontro su Solaria duri il meno possibile ma se dovessi cadere sul campo di battaglia di Nemesi, papà ti prego non piangere, ti supplico di accogliere la mia richiesta di nominare Brandon Principe Ereditario di Solaria in virtù dell’amore che ci unisce. Putroppo è una possibilità che devo prevedere e tu, come sovrano, devi prendere in considerazione: Nemesi è un pianesta oscuro su cui solo i poteri delle Dodici Lune possono essere usati e combatterò contro una fata potente e vendicativa, se dovessi perdere, pensa solo a Solaria.
Non piangere mio adorato papà perché questa stella non ha intenzione di smettere di brillare, ma è diventata un poco più adulta, per merito tuo e di tutte le persone meravigliose che ho incontrato, non vi dimenticherò mai!
Guida Solaria con la tua saggezza e il tuo coraggio perché è del suo re che ha maggiormente bisogno per vincere.

Tua Stella


Re Radius trattenne a stento le lacrime dopo aver letto la lettera della sua principessa e decise di non rivelarne il contenuto a nessuno.
-Noi vi ringraziamo tutti di essere venuti qui a combattere per la salvezza di Solaria e dei suoi abitanti. Le truppe di Nemesi sono sbarcate a cento miglia a nord della capitale ed è là che si stanno dirigendo le truppe reali. Principesse di Domino e Andros, Principi Sky e Thoren, ringrazio voi tutti in vece dei vostri augusti genitori per il supporto che ci sarete in questa guerra, Solaria non potrebbe sperare in alleati e amici più leali e sinceri!-
-Maestà, Re Teredor non ha dimenticato il sostegno dato da voi quando Andros era in pericolo!- rispose la sua principessa fieramente.
-Neppure Domino ha dimenticato la grande amicizia che la lega a Solaria- replicò la principessa ereditaria del pianeta del Drago.
-Non avevamo dubbi a riguardo. Vi accompagno all'accampamento dell'esercito, venite.-
-Maestà, perdonatemi, ma io vi consiglierei rimanere qui a palazzo per proteggere la vostra incolumità. Musa, Tecna, Brandon e Nex potrebbero farvi da guardie personali- propose Bloom.
-Come possiamo chiuderci dietro le mura del nostro palazzo con nostra figlia, il nostro popolo e i nostri amici che combattono? Grazie Bloom, ma non lo faremo: un re combatte con il suo popolo!-
-Sire, mia sorella voleva dire che voi sareste il primo bersaglio delle forze nemiche se presenzierete alla battaglia mentre all'interno delle mura sareste maggiormente protetto- spiegò la ninfa.
-Capisco, principessa, ma, ripeto, il nostro posto è accanto al nostro popolo!-
Re Radius diede l’ordine di preparare il necessario per il trasferimento al campo di battaglia. In giovinezza aveva partecipato a molte battaglie non tirandosi mai indietro, non desiderava farlo adesso.

-Winx!- le richiamò all'ordine -Bloomix!- e in una manciata di fatati secondi Bloom, Aisha, Flora, Musa e Tecna si mostrarono nei loro scintillanti.
-Dafne, Ninfa del Sirenix!-
-E noi? Va a finire che ci dovremmo inventare un grido di battaglia per non scomparire d'innanzi a tutte queste belle fanciulle!- scherzò Sky.
Durante tutta l’assenza di Stella, il principe ereditario di Eraklyon era stato molto vicino all'amico Brandon, che soffriva per la situazione ma aveva fiducia nella sua fata stellata.

-Eh, sì, adesso che abbiamo nuove divise dobbiamo farci notare!- aggiunse Brandon con un forzato sorriso.
Alcune navette di trafserimento portarono il re e il resto del gruppo sul campo di battaglia. Qui Radius presentò winx e specialisti ai generali del suo esercito mentre le truppe di Domino e Andros rendevano omaggio alle loro principesse e al re alleato.
-Maestà, come sta la principessa Stella?- domandò il primo generale di Solaria. Un uomo alto e bruno, imponente e con un pancione enorme.
-Re Teredor e la Regina Niobe l’hanno vista pochi giorni fa e godeva di buona salute- intervenne il capo delle truppe di Andros -La regina l’ha vista molto determinata-
-Stella ce la farà, sire, non temete- s’intromise Bloom.
-Grazie, cara ragazza.-
-E’ una ragazza molto coraggiosa- affermò Dafne.
-Lo è. Generale, come procede lo shcieramento?-
-Ci aspettiamo un loro attacco da un momento all'altro, sire.-
Pochi secondi dopo una roccia infuocata s’abbatté sulle prime file dell’esercito di Solaria, uccidendo all'istante molti soldati.
-Andiamo, è il momento!- incoraggiò Bloom spiccando il volo con le ali multicolore.
-Per Solaria!- urlò qualcuno.
-Per il re!-
-Per la nostra valorosa principessa!- si sentì gridare.
-Per Stella!- fecero eco le winx, gli specialisti, Dafne e gli altri.
La ninfa di Domino, intanto, cercava di capire cos'era quella nuova grande fonte di forza che percepiva attorno al pianeta... i suoi studi, per la prima volta, l'avevano lasciata con un dubbio: Solaria aveva tre soli e quell'energia in surplus?

-Maestà, anche voi sentite questa forza prorompente? Che cos'è?-
Radius ci pensò su qualche minuto... osservò il cielo e vide un bagliore dorato intenso, molto più intenso di come l'aveva mai visto nella sua vita e ricordò le leggende dei suoi avi. -P
uò essere solamente il risveglio dei due altri Soli del pianeta. Qualcuno ha ridato vita a coloro che erano dormienti da millenni, ne siamo sicuri. Adesso Solaria può contare sul sostegno di tutti e cinque i suoi soli!- rispose il re percependo a a pieno queste nuove energie.
-E' stata Stella dal Planetarium, non c'è altra possibilità!- rispose Dafne fiera dell'allieva. -Ha trovato il modo di evolvere il suo potere ed ha fuso le tre correnti magiche che possiede!-
-Stella sei grande!- gridò al cielo Bloom.

Qualche attimo dopo tutti gli abitanti del pianeta poterono percepire l'energia aggiuntiva dei due risvegliati soli e le truppe di difesa si sentirono più forti sapendo, nel proprio intimo, che quella nuova energia era stata donata loro dalla principessa Stella, la loro fata guardiana, l'unica che poteva risvegliare i soli pietrificati.
-Arcieri, contrattacco!- gridò il primo generale di Solaria.

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Capitolo 10
*** A prima vista ***


Arrivare al Palazzo Reale non fu un'impresa difficile. La dimora dei sovrani di Nemesi era un antico castello in pietra bianca, mezzo diroccato e molto esteso, con numerose torrette merlate di vedetta, e parecchie frane tra le mura perimetrali. Un luogo in rovina dove nessuna guardia era a controllare, forse tutto l'esercito era stato mandato a dare il benvenuto a lei e qui non era rimasto che il silenzio, ed il vuoto.
Un grande portone graffiato compariva dopo un vialetto malmesso, non era proprio un luogo da favola, niente a che vedere con la splendente Reggia di Solaria o il romantico castello dimora dei reali di Domino.

-C’è nessuno?- domandò incuriosita Stella, spingendo il portone ed entrando.
Un grande salone ottagonale le diede il benvenuto, con i suoi radi mobili macilenti e qualche strano scricchiolio. Quel luogo pareva disabitato da secoli.
-Qui la tappezzeria non sanno neppure che esiste! Se volete vi mando il tappezziere più fashion di Solaria, lui si che ne capisce, sono abbastanza sicura che con un buon restayling potrebbe tornare vivibile, forse...-
Sul pavimento c'era uno strato di polvere che confondeva i colori del parqué.
-E questa sarebbe la dimora di un re? Sicuramente sono in bancarotta!- scherzò la fata per smorzare la tensione.

Oltre l'atrio s'apriva un'altra grande sala immersa nel buio più totale, e non si riusciva a distinguere altro che un trono su cui pareva seduto qualcuno o almeno così le parve. 
-Capisco che siete a risparmio, ma una lucina.... anche a led... - disse al nulla più totale. -Sono Stella di Solaria e sono venuta qui per parlare con la regina… sapete la vostra sovrana è impazzita e ci ha attaccato... c'è nessuno?-
-Benvenuta principessa di Solaria- rispose una voce atona e lontana, dopo lunghi minuti di silenzio.
-Grazie. Desidero…-
-Conosco il motivo che ti ha spinto qui su Nemesi e ti fa onore voler provare a mettere fine alla guerra ma, vedi piccola, questo è impossibile!- rispose la voce.
-Perché? Mia madre è solo arrabbiata, devo parlarle e capirà che… probabilmente è impazzita ma sono abbastanza sicura che non è grave...-
-Che cos’è che la regina Luna dovrebbe capire, dimmelo, non avere timore.-
-Solaria non è una miccia e il suo re non le è nemico; okay sono divorziati, ma gli accordi prevedono che lei sia sempre accettata a Corte, che possa vedermi e conferire con il re, ha un buon assegno mensile come risarcimento, sì ha perso il rango di regina, ma non credo che sia arrabbiata per quello!- Stella ci pernsò sù un attimo. -No, non può essere. Si è messa in testa di diventare regina di Nemesi ma la sua pretesa al trono è perduta a causa del matrimonio con mio padre ma questo non è colpa di nessuno, ha rinunciato ai suoi diritto con il matrimonio. Se Luna desidera ricoprire un ruolo di maggior spicco all’interno della Corte di Solaria non le sarà certo negato e il suo status reale non è mai venuto meno, solo quello di consorte del re…- Stella sentiva che le sue argomentazioni non avrebbero funzionato anche perché neppure lei sapeva su che specchi arrampicarsi, era tutto così assurdo!
-Tu dici che non è colpa di Radius se Luna ha perso i suoi diritti su Nemesi e allora, dimmi, di chi è la colpa? Mandata via dal suo pianeta ancora bambina, sposa di uno sconosciuto, regina, madre, moglie ripudiata e poi? Niente. Luna non è stata più niente. E tu dici che la colpa non è di tuo padre?- la voce si stava alterando.
-Non mi piace parlare con chi non vedo: mostrati!- intimò la fata, stufa di parlare all’oscurità.
Una risata dall’ombra fece tremare Stella; aveva udito risa più fredde e crudeli di quella ma Icy, Darcy e Stormy oramai le conosceva bene e sapeva che non potevano essere loro. Ironicamente delle Trix non avrebbe avuto paura ma quella voce...
-Arrogante come tuo padre! Arrogante come quella maledetta luce solare che avvolge quel vostro luminoso e smidollato pianeta!- replicò la figura uscendo finalmente dall’ombra.

-Madre!- esclamò Stella stupita.
-Non sono tua madre!- urlò Luna. -Non sarei mai dovuta essere tua madre! E tantomeno la sposa di quel borioso re!- i suoi grandi occhi blu erano indecifrabili. -Io sono Luna, Regina di Nemesi e davanti ad un sovrano ci si inginocchia, non lo sai?- gridò scagliando un colpo magico alle gambe della figlia che cadde inesorabilmente carponi.
-Adesso va meglio.-
Incredula, Stella, non riuscì a 
trattenere le lacrime fin troppo a lungo represse.
-Mamma, che cosa ti è successo?-
-Ho detto che non sono tua madre!- gridò di nuovo colpendola ancora, stavolta sulla guancia.
Stella cadde su un fianco, incapace di reagire.
-Hai sbagliato a venire qui, principessa di Solaria, perché se anche hai qualche controllo sui poteri lunari, le Dodici Lune non ti permetteranno di avere la meglio sulla legittima sovrana di Nemesi! Io sono la regina, non dimenticarlo mai!- quella dichiarazione, quel grido, fecero tremare le pareti e Stella venne scagliata lontano.

-Stella, io sono Stella, tua figlia...- sussurrò nell’ombra.
Il rumore dei tacchi della regina s’avvicinò e la fata venne avvolta da un fascio argenteo che la sollevò da terra, le imprigionò le braccia e le gambe e la issò un metro sopra il volto fiero della madre.

-Non m’interessa il tuo nome, piccola sciocca, m’interessa solo la vendetta che mi spetta di diritto! Quando il mio esercito avrà battuto quello di Solaria, il re verrà catturato, portato qui da me e giustiziato per ciò che mi ha fatto ed io potrò regnare su Nemesi e su Solaria contemporaneamente!- le disse carezzandole il viso. -E tu farai la fine di tuo padre... oppure ti terrò qui a fare da sguattera così la smetterai di fare l’arrogante, viziata principessa che non sei altro!- le disse continuando a ridere. -Cosa credevi? Che ti avrei permesso di ereditare Nemesi e Solaria, un giorno? Mai! Preferirei distruggere entrambi i mondi che vederti regina. Tu, tu che non hai il coraggio, né la lungimiranza, né tantomento la cultura per regnare! Mai e poi mai sarai regina!-
Con quell'ultima dichiarazione le catene magiche si strinsero ancora di più e Stella sentì fortissimi dolori alle articolazioni ed ai muscoli.
Vi prego, potenti Lune di Nemesi, aiutatemi ancora...

Stella non sapeva se la donna che aveva d’innanzi era sua madre eppure quelle dichiarazioni la ferirono più di mille frecce nel petto.
-Tu non riuscirai a distruggere le nostre truppe perché io ho risvegliato gli altri due soli...- riuscì a dire, singhiozzando. Il flusso magico che le teneva stretti gli arti, le ali e il petto, facendosi sempre più stretto rischiando di mozzarle gli arti. Il respiro cominciò a soffrirne.

-I cinque soli? Allora a qualcosa sei buona! E io che credevo d’aver messo al mondo solo una bella ragazza!- rise ancora Luna. -Bella ma sciocca! Quale potere credi che possano opporre i cinque soli di Solaria alle Dodici Lune Oscure di Nemesi?-
Un piccolo formicolio e qualcosa si riattivò di nascosto.
-Lune Oscure?- domandò Stella.

-Vedo che Farangonda non ti ha insegnato proprio niente… beh, peggio per te! L’ignoranza sarà la tua rovina!- dichiarò allontanandosi a passi lenti e misurati.
Dodici Lune Oscure… Stella ricordava che il padre le aveva parlato dei due volti delle lune di Nemesi, uno buono e uno cattivo. E se Luna avesse accesso alle doti delle Lune Oscure? Se Stella aveva la possibilità di usare le doti normali delle lune poteva usare anche quelle oscure. Cercò dentro di sé attraverso il collegamento costante con gli astri, la sua risposta e l’ebbe proprio dall’ultima luna di Nemesi.
-Sei troppo sicura di te, regina di Nemesi, e come tutti i cattivi sottovaluti l'avversario!- Stella fece appello alla forza incontrollabile di Psammeni e le sue grandi ali si sprirono con la forza della tempesta lunare e frantumarono le magiche catene. -Dove vai, lo sai che non si lascia il nemico in forze?-
Le ali della fata di Solaria splendevano di una luce argentea loro propria. 
Luna si girò verso la figlia e non si sorprese che un poco nel vederla libera.
-Le Dodici Lune potranno anche averti dato la loro protezione ma tu, piccola sciocca, non potrai combattere con me! Sono sempre tua madre, ricordi? Avresti il coraggio di combattere contro chi ti ha messa al mondo? Saresti così ingrata?!-
Stella rise, si asciugò le lacrime, ruppe le flebili catene ai polsi e alle caviglie e ne osservò i segni profondi.

-La Luna che ricordo, la dolce signora che mi ha cresciuta non sei tu, quindi preparati a non ricevere trattamenti di favore, regina di Nemesi, perché la stella di Solaria ha intenzione di proteggere il suo regno!-
Era pronta: l’animo a pezzi, eppure il solo pensiero di allontanarsi dalla battaglia le causò un gran disgusto. Solaria, il suo re e i suoi sudditi speravano in lei, i suoi amici e le Winx avevano fiducia in lei, perfino le Dodici Lune le aveva dato la loro protezione. Non si poteva deluderli, madre o non madre che fosse il suo avversario.

Con la voce rotta dalla commozione e il cuore in fiamme, gridò: -Luce della Speranza!- un grande vortice azzurro travolse Luna, gettandola a terra e facendo rotolare lontano la corona.
-E questo colpo che cos’è? Un’illusione per bambini?- la schernì la regina, rialzandosi subito.
-La Luce della Speranza mostra se c’è ancora nell’avversario un briciolo di speranza su cui far leva per non intraprendere uno scontro magico ma poter risolvere in altro modo la questione. E' un colpo intleligente, lunare, non lo conoscevi?-
Luna rise. 
-Allora, piccola sciocca, c’è speranza in me?-
-No, non ce n’è!- rispose rassegnata la fata. - Rimettiti la corona, regina, perché potrebbe essere l'ultima volta che la indossi da viva!-

 

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Capitolo 11
*** Alleati e Speranze ***


Intanto su Solaria...

La battaglia infuriava già da tre giorni senza che la dea della Vittoria si decidesse a sposare nessuno dei due schieramenti. Perdite importanti si registravano nelle fila dell’esercito invasore; centinaia di uomini erano stati colpiti dalle micidiali bombe di Solaria, concentrati d'energia solare ad altissima concentrazione che disintegravano qualunque cosa sulla quale cadevano, e si ritrovavano mutilati, uccisi od ustionati, i più fortunati. I reggimenti di supporto stavano stentando ad arrivare ed il caldo maledetto del pianeta faceva farcire in fretta le scorte di cibo degli invasori.
Re Radius coadiuvava le truppe del regno e dei regni amici al meglio delle sue possibilità di stratega assieme ai vari generali e alle doti, inaspettate, del principe Sky e di Brandon, in abito di tattica militare, ma anche nelle loro schiere si erano registrati ingenti perdite prevalentemente fra la fanteria, la prima linea d'attacco. Dietro il re aveva schierato i famigerati arcieri di luce, un corpo scelto che con archi lunghi colpiva solamente i reggimenti e le sezioni più importanti dell'esercito nemico e già aveva fatto fuori una mezza dozzina di generali avversari disperdendone le truppe. Ma, gli invasori non davano segni di resa.
-Sire, quanto durerà ancora la battaglia?- domandò Musa, esausta dopo una giornata di combattimenti in cui si era trovata faccia a faccia con una pattuglia di fate oscure dai poteri del ghiaccio.
-Secondo i miei calcoli approssimativamente altri tre o o quattro giorni, il tempo che servirà alle forze nemiche di capire che non hanno speranza di batterci- rispose Tecna, non molto ottimista dopo aver stilato la stima dei danni subiti dall'esercito reale di Solaria, nonostante tutto era tendente al pessimismo.
-La verità è che in queste circostanze non si può mai dire… domani mattina dovremmo cercare di sferrare un’attacco più incisivo così che si decidano alla ritirata per permetterci di avere un po’ di respiro- rispose il re.
-E’ un’ottima idea, così potremmo risparmiare a Stella uno scontro a due con la madre- intervenne Bloom, preoccupatissima per l'amica.
-Un attacco notturno?- propose Thoren.
-No, è da escludere. Le regole di guerra non prevedono attacchi se non alla luce del giorno: sarebbe una vigliaccata imperdonabile e non intendo macchiare il regno e l’onore dei soldati con un atto simile!- dichiarò categorico re Radius.
-Allora aspetteremo che i cinque soli di Solaria sorgano...- disse la fata della Fiamma del Drago, prendendo congedo dai presenti con aria malinconica. Pensava che aspettare fosse una stupidaggine ed era vero, anche Stella l'avrebbe pensata come lei: cosa importava se vincevano con un attacco a sorpresa nel cuore della notte? L'importante era salvare Solaria!
L'aria della sera era mite e leggere brezze marine sfiorarono il bel volto della principessa di Domino, lasciandola pensierosa.
-Bloom, che cosa succede? Mi sembri cupa…- le domandò Flora, premurosa, seguendola fuori dal padiglione reale. Bloom osservò l’unica luna di Solaria e sospirò profondamente.
-Mi manca Stella…- ammise lasciandosi avvolgere dall’abbraccio dell’amica.
-Manca a tutti noi!-
-Sì… ma io ho una strana sensazione, Flora, è da un’ora che percepisco qualcosa di strano nell’aria che mi mette ansietà e frustrazione ma non so definire che cosa sia…-
-Sei solo preoccupata, amica mia, lo siamo tutti per la sorte di Stella e di Solaria-
Eppure Bloom sentiva che la sua non era solo preoccupazione ma altro. Quell'energia a lei sconosciuta che aveva a poco a poco cominciato a percepire e non riusciva a capire...
-Ragazze, è meglio andare a dormire- propose Aisha. -E a te specialmente farebbe un gran bene il risposo, Bloom, sei uno straccio!-
-Andiamo. Gli altri?-
-Stanno andando tutti a letto.- riferì Aisha accompagnando le amiche nella tenda comune.
Bloom non riuscì a prendere sonno e rimase sveglia per tutto il tempo rimanendo cullata dal respiro leggero di Flora e Aisha. Musa, Dafne e Tecna erano alloggiate nella tenda accanto.
La brutta sensazione che attanagliava la fata della Fiamma del Drago non voleva andarsene… osservava il soffitto fino a che, ad un’ora imprecisata della notte, intravide un’ombra all'entrata della tenda e s’alzò di scatto.
-Ah, Tecna, sei tu! Che ci fai qui?- le chiese.
-Raggio Bioritmico! gridò all’improvviso la fata della tecnologia, direzionando il colpo verso una Bloom colta alla sprovvista.
L’attacco fece cadere la fata dalla brandina e svegliò sia Aisha che Flora, ancora mezza assonnata.
-Tecna, che stai facendo! Sei impazzita?- domandò la principessa di Andros, tirandole il cuscino.
Tecna schivò il colèo, replicò all’attacco contro le altre due a cui si aggiunse un’eco infinita di Musa.
-Ragazze! Che fate?- gridò Flora terrorizzata.
-E' inutile parlarle: non sono loro!- rispose Bloom respingendo i colpi nemici con una barriera magica.
Bloomix! a quel grido Flora, Aisha e Bloom si trasformarono appena in tempo per parare un colpo micidiale proveniente dalle loro spalle: fuori dalla tenda la ninfa del Sirenix aveva scagliato un vortice acquatico contro la sorella, appena in tempo parato dal megamuro morphix di Aisha, rosa candido e un po' assonnato come la padrona.
-Dafne! Anche tu?! Che cosa le è capitato?- domandò Flora restituendo colpi alle amiche di sempre.
-Non ne ho idea, ma sono intenzionate a distruggerci. Aisha, va' a proteggere il re, qui ci pensiamo noi!- ordinò la rossa fata.
-No!- rispose Aisha -Dobbiamo stare unite o soccomberemo!-
-Se ciò che è capitato a Dafne, Tecna e Musa ha colpito anche le guardie reali il re adesso è in serio pericolo!- insisteté la principessa di Domino.
Altri colpi vennero scagliati da tutte le direzioni all'indirizzo delle fate all'interno della tenda, costrette a retrocedere in una specie di palla morphix di protezione.
-Profumo d'autunno!- gridò Flora creando una nube grigiastra che andò a nascondere ogni cosa fuori dalla tenda. -Andiamo da re Radius, la nube non durerà a lungo-. Le tre fate, lasciandosi alla spalle gli insulti di coloro che le avevano attaccate, giunsero d’innanzi alla tenda del re e lo svegliarono.
-Sire, dobbiamo andare via, siamo in pericolo, si sbrighi!-
-Ragazze, che ci fate qui? Là fuori è il finimondo! Brandon, Thoren, Nex e gli altri si sono rivoltati e stavo venendo da voi ma ho visto Dafne impazzita e sono venuto dal re…- Sky era appena giunto, visibilmente affaticato da un combattimento, con la spada in pugno.
-Sire, presto!- lo incitò Aisha. Ad un tratto l’apertura del padiglione venne squarciata da un’ascia magica.
-E’ troppo tardi. E’ troppo tardi per tutti voi!- disse Dafne, sorridendo malignamente.
Dietro di lei tutti gli specialisti, Tecna e Musa, avevano uno sguardo sinistro negli occhi rossi.
-Dovete fuggire, ora!- ordinò il re ai quattro ragazzi che s’erano diretti da lui.
-Maestà non possiamo lasciarvi solo!- insisté Bloom.
-Io non sono solo ho il mio esercito!- ribatté il re, pur apprezzando la premura della fata.
-Il tuo esercito Radius?- rise crudelmente la ninfa del Sirenix. -Quale esercito? Quello che adesso è sotto il mio comando?- Nella tenda entrarono tutti i generali alleati e s'inginocchiarono a Dafne. Persino gli alti ufficiali di Solaria avevano quell'aria sinistra negli occhi.
-Arrendetevi, ridicole fate e principini! Non avete scampo!- intimò Thoren con una mazza in mano.
-Andate via, a me non faranno alcun male. Se è il potere di Solaria che vuole Luna prima deve ottenere la mia abdicazione o il popolo non la riconoscerà mai come sovrana di diritto, devo essere io ad incoronarla!- spiegò il re. -Via!-
Nel tempo in cui Sky provò a controbattere, un fascio di luce solare investì i quattro giovani della resistenza, inghiottendoli alla vista dei presenti.

-Che luogo è questo?- domandò Aisha, osservando la rigogliosa natura incontaminata che le era attorno: distese di fiori violetti ingombravano l’orizzonte, palme color oro e smeraldo svettavano ad altezze improponibili… melodiosi canti di uccelli rallegravano la calda giornata mentre i fuori profumavano l’aria con le loro essenze. -E' davvero meraviglioso!- i suoi occhi pieni dei riflessi del mondo da cui proveniva si posarono sbalorditi su ogni frutto della terra che vedeva.
-Ragazze!- le chiamò. -Guardate come sono belle queste pesche!- Aisha ne prese una, rosea, grande, bellissima. L’assaggiò e quel succo placò per un momento la sua tristezza.
-Signorina Flora bentornata!- salutò una donna di mezz’età comparsa dal nulla, interrompendo il breve spuntino alla frutta delle fate. -Il padrone rende omaggio alle principesse e al principe che viaggia con voi. Prego seguitemi, siete attesi!-
Nonostante gli sguardi interrogativi dei suoi amici, Flora fece interrare i semi delle pesche e seguì fiduciosa la signora attraversando con lei un delizioso arco fiorito oltre il quale apparve un grande maniero di campagna proprio in mezzo al prato dove prima non c’era nulla se non fiori e alberi di frutta.
-Flora, dove siamo?- domandò Aisha sempre più curiosa. Quel luogo l’aveva estasiata e incuriosita oltre ogni immaginazione mentre Bloom e Sky, mano nella mano, seguivano in silenzio cullati dalla reciproca presenza e dai caldi raggi del sole.
-A casa mia, benvenuti!- rispose la fata visibilmente felice di essere in quel luogo.
-Prego, il padrone vi attende- insisté la domestica, facendo avanzare il gruppo in un comodo salotto all’aperto, dai colori sgargianti. Sotto un elegante portico fatto di canne di bambù e intersecato con fiori rampicanti stava un signore pingue dall’aria simpatica e folti favoriti neri. Egli, appena vide il volto di Flora le corse incontro e l’abbracciò sollevandola da terra senza alcuna fatica. Flora lo abbracciò continuando a sorridere.
-Benvenuti! Benvenuti su Limphea principi e principesse di regni lontani! Benvenuti!- esclamò facendo piroettare la figlia sotto il portico. -Non vedevo la mia Flora da molto tempo ed ecco che torna qui perché ce l’ha spedita Radius, vecchio briccone rosso!-
-Papà, forse è meglio se ci sediamo- consigliò la fata cercando di far cessare il ballo improvviso del padre.
-Ottima idea o chissà cosa penseranno di me i nostri regali ospiti!- rispose facendo accomodare le principesse. -Quindi voi siete due delle più care amiche del mio fiore e tu devi essere Sky di Eraklyon!-
-Sì, signore-
-Oh, ma io non sono un signore, mio caro!-
-Papà, non prenderti gioco di Sky!- sorrise Flora, riprendendolo.
-Mio padre, Salis, Barone di Verdalia è l'ultimo Cavaliere dell’Ordine degli Intoccabili.- 
Il padre di Flora rise di nuovo.
A quella rivelazione gli occhi di Bloom s'accesero come illuminati da una nuova fiamma.
-Vedo che la figlia di Oritel e Marion è d’ingegno pronto quanto la madre! Tuo padre, cara ragazza, è sempre stato un mirabile guerriero ma, ahimè, si sa che la mente è sempre la donna!- sorrise il barone. -Radius vi ha spedito da me perché nei miei territori nessuno può muovere guerra essendo io l’ultimo membro di un antichissimo ordine creato nella notte dei tempi come baluardo di pace. Ah, il vecchio rosso la sa ancora lunga, nonostante l’età e quella mogliettina tutta fusa e dolcezze!-
-Quale mogliettina?- domandò Aisha.
-Luna! Già, voi eravate troppo piccole… ma io l’ho conosciuta quella tipetta bionda tutta spirito quand’era giovane! Dolcezze e moine, l’avrà sfiancato Radius, con tutta quell’attività notturna!- rise fragorosamente.
Aisha si meravigliò della confidenza che dimostrava il padre di Flora con alcuni membri delle Familie Reali della Dimensione Magica e del suo comportamento irriverente. Voleva chiedere a Flora perché non le aveva mai parlato della sua nobiltà di sangue e di quel luogo ma sorvolò, almeno per il momento.
-Principessa di Andros, forse Teredor non ti ha mai parlato di me, ma come ultimo cavaliere i miei domini sono uno dei luoghi più sicuri di tutta Magix ecco perché Il Rosso vi ha mandato qui e, per l’amore del cielo, non meravigliarti piccola; io conosco Radius di Solaria da quando era solo un piccolo mostriciattolo roseo ed urlante con in testa una buffa chioma color carota!- continuò a ridere.
Sicuramente Salis era più anziano di quel che sembrava…
-Papà!- cercherò di riprenderlo Flora che era avvezza alla sua spiritosaggine.
-Buon per la figlia, che ha preso dalla bellezza della madre altrimenti assomigliava a lui, sai che ridere!- continuò Salis.
-Barone, ma voi come fate a conoscere tutti questi reali?- s’incuriosì Aisha.
-Ah ah ah!- proruppe in una nuova grossa risata Salis. -Vedi, piccola, nonostante io sia solo un barone su Limphea, in tutta Magix è ancora considerato un altissimo onore sposare un Cavaliere dell’Ordine degli Intoccabili e la mia famiglia è stata la prima ad ottenere il cavalierato! Principesse e nobildonne di altissimo lignaggio hanno congiunto il loro augusto sangue al nostro proprio per questo motivo! Mia nonna era la Principessa Aurora di Solaria, prozia di Re Radius, eccoti spiegato come conosco Il Rosso sovrano! Mio padre sposò la sorella del precedente re di Domino, la Principessa Lilian ed io ho avuto la fortuna di sposarmi con quella meravigliosa donna, la Principessa Roslyn del Regno di Trastamara che mi ha dato il mio fiore e il mio zuccherino.-
Aisha, con la rigida educazione ricevuta si meravigliò un poco del modo di esprimersi del barone ma la fece sorridere come egli chiamava Flora “il mio fiore” e la figlia Miele “il mio zuccherino”.
Mentre Flora esponeva i compiti dell’Ordine degli Intoccabili ad Aisha e Bloom le domandava come mai non aveva mai riferito loro d’essere una baronessa e le sue ascendenze reali, il volto di Sky si rabbuiò quando vide venirsi incontro un capitato di Eraklyon accompagnato da un domestico del barone.
-Altezza Reale, il re vi richiama su Eraklyon e porge i suoi omaggi a voi cavaliere Slais.- disse l’uomo.
-Sky non puoi andartene!- lo supplicò Bloom aggrappandosi al suo braccio. -Non un’altra volta, non ora!-
-Piccola principessa, Sky è vincolato all’ordine reale ricevuto!- rispose Salis. -Ma non preoccuparti perché sarà al sicuro su Eraklyon e poi chi lo sente Erendor se il piccolo Sky non torna a casa in tempo per cena! Ha un caratteraccio quello lì!-
-Bloom, amore mio, perdonami, ma il barone Salis ha ragione: devo partire. Tu, Aisha Flora rimanete qui fino a che Stella non sarà tornata da Nemesi e poi un concilio di sovrani risolverà la questione di Solaria, non temere-
-Capitano avete il mio permesso per prelevare Sky da questo luogo- disse il barone.
Mentre andava via, gli occhi innamorati del principe s’incontrarono con quelli della sua amata cercando il di lei perdono, l’ennesimo, e lo trovarono nella comprensione e nel dolore dei suoi profondi occhi azzurri.
-Bene, adesso che il principino se n’è tornato da papà, mie care posso aggiornarvi in santa pace senza che quel borioso Erendor metta il suo zampino inutile sul piano!-
-Aggiornarci?- domandò Flora.
-Sì, cara. Ho detto io ad Erendor che il suo prezioso erede era qui da me e che venisse a riprenderselo perché se Sky fosse rimasto con voi non avreste potuto fare ciò che è già stato deciso, credetemi conosco Erendor e non è qualcuno con cui si può ragionare!- Salis si sedette di nuovo.
-Anche noi abbiamo avuto il piacere di fare la conoscenza del re- aggiunse Aisha rammentando la sua visita su Eraklyon di quando Sky era prigioniero dell’incantesimo di Diaspro.
-Domino e Andros sanno che siete qui e che gli eserciti che hanno mandato in soccorso del Rosso sono perduti momentaneamente; sanno che Dafne e gli altri si sono rivoltati e di comune accordo abbiamo deciso un piano d’attacco!-
-Ma Stella è ancora su Nemesi!- protestò Bloom ancora in pena per l’amica.
-Certo, principessa. Stella è su Nemesi e se i miei dubbi si riveleranno fondati rimarrà là ancora a lungo a combattere con chiunque ci sia dietro a questa pazzia ma voi tre potrete dare una mano alla causa acquisendo il livello successivo dei vostri poteri.-
-Come?-
-Stella l’ha ottenuto nel Planetarium perché era l’unico luogo adatto per lei ma voi tre, se volete avere una speranza di opporvi alle forze che adesso spalleggiano Luna su Solaria dovete seguire il vostro percorso e acquisire ciò che avete perduto o superare un vostro limite interiore o paura, solo così potrete sperare di battere i nemici!-
-Un’altra trasformazione? Come si chiama?- domandò Bloom.
-I nomi dati ai livelli di potere sono solo fittizi, semplicemente dovete spogliarvi del Bloomix e raggiungere lo stesso stadio di Stella. Siete pronte? Solo così sarete d’aiuto!-
-Aspetti, io…- Aisha non fece in tempo a replicare.
-Aisha su Andros a combattere il dolore!- gridando questo, Salis buttò addosso alla fata dei fluidi una polverina magica che la fece starnutire e in un attimo Aisha scomparve.
-Bloom su Domino a combattere con la mente!- e la fata della Fiamma del Drago subì lo stesso destino dell’amica.
-Flora su Limphea a combattere Idra!-
L’ultima cosa che la fata della natura vide era il sorriso caloroso del padre, prima di svanire in un mare di domande.
Seduto comodamente su una poltrona, Salis attivò la comunicazione olografica da un cofanetto posto sul tavolino che aveva di fronte.
-E’ tutto pronto!- disse.
-Bene, quando saranno pronte potremmo sperare di combattere il nemico!- rispose l’ologramma.
-Sì, ma chi ha avuto così tanto potere da soggiogare Dafne, Luna e muovere guerra a Solaria? E’ uno dei più forti pianeti di Magix e il suo esercito è molto esperto e ben addestrato!-
-Non lo so, amico mio, ma so che se qualcuno può vincere questa battaglia sono le Winx. Quelle ragazze sono la nostra ultima speranza e chi manovra Luna è molto potente, questo è certo!-
-Già. Io ricordo quella bella ragazza, non può essere lei l’artefice di tutto questo…-
-No, non lo penso neanche io. Non ci resta che sperare in Stella, Bloom, Flora e Aisha. Tre di loro un giorno guideranno tre regni molto influenti e Flora diventerà l’ultimo cavaliere intoccabile, se la istruirai a dovere: sta a loro salvare Luna, Nemesi e Solaria, questo le farà crescere e le metterà a confronto con ciò con cui dovranno destreggiarsi in futuro.- rispose re Oritel di Domino.
-Hai ragione: spetta a loro. Ma io mi fido di quelle ragazze!- aggiunse Marion di Domino, unitasi alla conversazione.
-Anche io, sono irriverenti, impulsive e cocciute tanto quanto basta per vincere!- concluse Salis.
La comunicazione s'interruppe e il barone, guardano il cielo, s'accese una pipa al cedro.

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Capitolo 12
*** Tentazioni ***


Luna le aveva scagliato una potente ed oscura sfera d’energia che l’aveva immobilizzata a lungo e, una volta liberatasi, la fata guardiana di Solaria aveva risposto con un micidiale colpo solare che era andato ad infrangersi su uno specchio, disintegrandolo… ne era susseguita una raffica di attacchi e contrattacchi con i nomi più assurdi in cui nessuna delle due fate sembrava poter prevalere davvero sull’altra.
Stella aveva l’impressione che la madre non fosse più forte come un tempo e le sue energie unite del sole, luna e stelle fossero capaci di permetterle di concludere lo scontro a suo vantaggio, però non era ancora riuscita a sferrare un attacco tale da mettere la madre in condizione di non reagire più… ogni tanto Neryde le sussurrava alle orecchie il suo nome, il colpo mortale che avrebbe messo fine a quell’assurdo combattimento fra madre e figlia permettendole di vincere, ma Stella la ignorava.
Una parte di sé pensava a come sarebbe cambiata la sua vita se avesse scagliato quel colpo di non ritorno e s’immaginava regina di Nemesi, essendo l’unica erede dell’attuale regnante, con una grande corte di adulatori senza volto, in quel castello oscuro che avrebbe fatto rimodernare... e poi immaginava di attendere la morte di Radius per salire anche al trono di Solaria e unire i due regni sotto il suo incontrastato dominio.
Stella I, Regina di Nemesi e Solaria.
Quell’appellativo la faceva sorridere e la gratificava profondamente.
Una volta regina di quei due grandi e potenti regni neppure la fata della Fiamma del Drago avrebbe potuto combattere contro di lei o continuare a dirle che cosa doveva o non doveva fare per essere una fata, una donna migliore. Quanto tempo, quanto, aveva trascorso a subire le sue ramanzine sulla sua frivolezza e mancanza di tatto? Chi era Bloom per poterle insegnare? Una fata sconosciuta, una ragazza goffa che s’era ritrovata a ricoprire il ruolo di principessa di Domino, ma che non lo sarebbe mai stata per davvero! Un’insulsa terrestre.
Una volta regina di Nemesi e Solaria avrebbe potuto finalmente opporsi a quella stupida fata dai capelli color pomodoro, farla stare zitta per tutte le volte che aveva aperto quella bocca chiacchierona e così anche ad Aisha! Sì, Aisha, lei che era così fiera della sua posizione di principessa ereditaria di Andros quando, in realtà, il suo titolo si estendeva solamente alle terre emerse di quel regno che comprendeva solo qualche striscia di terra bagnata contornata da un immenso e desolato mare! E che arie si dava la principessa di Andros!
Una volta regina di due regni, avrebbe davvero potuto rompere quell’odioso Winx Club e vivere il suo destino di sovrana come meglio credeva ed essere finalmente se stessa! Ah, che soddisfazione!
Musa, dolce piccol, bisbetica, Musa, una plebea insolente che le rendeva le giornate un inferno, anche lei avrebbe subito una buona dose delle premure della sovrana!
-Non sapevo che ti saresti stancata così presto, mia cara! Sei una buona a nulla!- le disse la madre sferrando l’ennesimo colpo ancestrale.
Uccidila… uccidila e diventa regina di Nemesi… e di Solaria… Stella sentì quel pensiero nella sua testa ancora una volta, ma non sapeva se erano le dodici lune a fuorviarla oppure era davvero lei che desiderava avidamente regnare su Nemesi e Solaria lasciandosi alle spalle i cadaveri dei genitori.
Usami, sono qui. Neryde. Neryde, Tu devi regnare, solo tu! Stella Regina, non senti come suona bene? Uccidila e sarai libera di essere te stessa!
-Smettila!- gridò forte Stella. -Mi hai scocciato! Sta zitta!-
-Adesso parli anche da sola? Oltre che stupida sei pazza!- la insultò la madre, ridendo acidamente.
Stella si guardò intorno e vide solo allora che nulla era mutato attorno a lei... combatteva senza mai fermarsi e non sentiva le sue forze diminuire… forse su Nemesi il tempo aveva un corso diverso? Forse i suoi nuovi poteri… ma perché la luce fuori dalla finestra era sempre alla stessa altezza?
-Cometa di cristallo!- nel sentire quel grido il volto di Luna si contrasse in una smorfia di stupore e poi svanì. -Fantastico sono stata qui a combattere per giorni, prigioniera di una illusione come una fata al primo anno di Alfea, accidenti!- Stella si rese conto della realtà e vide, effettivamente, che nell’atrio era sola e Luna se n’era andata, chissà da quanto tempo, lasciandola lì a combattere con i suoi demoni.
-Luna! Luna! Non scappare! Ti troverò!- gridò alle mura solide del palazzo, ai suoi arazzi, ai suoi orpelli segni di un prestigio perduto.
Alla voce lusinghiera di Neryde, nel suo aspetto oscuro, disse che mai e poi mai avrebbe ucciso la madre. Non desiderava regnare prima del tempo e le sue amiche erano la sua forza, con i loro pregi e difetti, sì, così come il Winx club che mai avrebbe lasciato!
Aisha e Bloom ti hanno messo in ombra: vendicati!
-Smettila! Io voglio bene ad Aisha e a Bloom, a Musa, a Tecna e Flora con i loro pregi e difetti esattamente come loro sopportano i miei! Non tediarmi! Io non desidero regnare prima del tempo! Solaria ha un valoroso sovrano a proteggerla! Sì, Bloom spesso si comporta come una maestrina saccente ma è una fata dal grande coraggio! Aisha è superba, Musa bacchettona, Flora ingenua ed io sono un po’ troppo superficiale! Nessuno è perfetto neppure le Winx, Neryde, nessuno, ma noi sei ci completiamo insieme!-.
Solo allora la voce della Neryde Oscura tacque, arrendendosi almeno per il momento.
-Dove sarà andata a finire la regina di Nemesi? Dove sei andata vigliacca che non sei altro?- Stella osservò la luce lunare che filtrava dalla finestra. -Ovunque tu sia andata a nasconderti, io ti troverò e ti farò passare la voglia di giocare al gatto con il topo, perché questo topo si è stufato!- dichiarò incamminandosi verso l’interno del tetro palazzo, con i pugni serrati. 


Aisha Principessa delle Terre di Andros fu costretta a guardare a lungo quegli occhi tanto amati. Così profondi, così belli e così lontani… erano passati due anni o forse un po’ di più dall’ultima volta che li aveva visti e adesso li stava osservando di nuovo, incredula.
-Mi hai abbandonato, Aisha, hai permesso al dolce sonno della morte di prendermi con sé per sempre senza neppure provare a contrattare la mia libertà- disse il suo interlocutore senza troppi preamboli. - Dicevi di amarmi e mi hai lasciato morire. Mai, in questi anni hai provato o anche solo cercato di riportarmi da te, anzi, ti sei lasciata corteggiare da più uomini abbandonandomi, perdendo il mio ricordo, dimenticando il nostro amore... abbandonando i nostri sogni all’oblio in cui il mio corpo era condannato. Grazie, Aisha, questo mi ha permesso di capire davvero che persona sei.
-Non dire così Nabu! Non dire così… non è vero!-
-E cosa dovrei dirti? E’ giusto che tu ti sia rifatta una vita dopo così poco tempo? Quanto grande dev’essere stato il tuo amore per essere esaurito così presto! Oh Aisha, mia cara Aisha, non ingannarti ancora! Tu non mi hai mai amato abbastanza! Le Winx, il tuo regno, le missioni e smanie di salvare il mondo e diventare una grande eroina sono sempre state più importanti del nostro rapporto e quando me ne sono andato per te è stata una liberazione più che una disgrazia! Sii sincera, amore mio, nessuno può giudicarti adesso, nessuno può sentirti…-
-Non è vero, non dire così! Io ti ho amato, ti amo e ti amerò ancora ma sono giovane! - singhiozzò la fata dei fluidi. - Se ci fosse un modo, un solo modo per farti tornare in vita io correi all’istante per inseguirlo e realizzarlo, questo tu lo sai, il mondo lo sa! -
-Uno c’è…-
-E quale? Dimmelo, io farò di tutto!-
Le sue lacrime non riuscivano a contenere la tristezza e il dolore più profondo.
-C’è un modo per rendermi di nuovo vivo: il tuo sacrificio!- Nabu scagliò contro Aisha un potente raggio che la atterrò e immobilizzò, le si avvicinò e prese dallo stivale sinistro un coltello rituale poi la baciò. -Il nostro amore, la nostra linfa, mi permetterà di vivere visto che a te non è importato nulla della mia morte! Addio Aisha, mio unico ed eterno amore...- il pugnale s’avvicinò prepotente al petto della ragazza e negli occhi di Nabu non si vedeva che il riflesso di un amore ormai perduto. Lei lo pregò, lo supplicò, provò a baciarlo ma non ebbe il coraggio di fermare quella mano.

 

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Capitolo 13
*** Ricerca ***


L'interno del castello era un vero e proprio labirinto di stanze e stanzine, tutte con il medesimo arredamento antiquato, che non portavano da nessuna parte.
-Uffa!- gridò la fata esausta di continuare a camminare senza concludere nulla. -Mi senti Luna? Si' che mi senti! Allora sappi che sei una vigliacca come mai nessuno prima! Non risolverai niente stando nascosta qui dentro, perché prima o poi ti troverò! E' solo una questione di tempo!-
Sapeva che quella dichiarazione non sarebbe servita ad altro eccetto a scaricare un poco della rabbia che aveva in corpo, eppure quelle parole le fecero venire un'idea.
Potenti lune io vi chiedo, vi imploro, di concedermi la possibilità di usare la Mappa Stellare per localizzare colei che ha portato il caos su questo meraviglioso mondo! Vi domando aiuto!
L'incantesimo di localizzazione fece cadere sui suoi occhi nocciola un velo blu profondo e le permise di avere una perfetta percezione della volta celeste e di tutto ciò che viveva sotto di essa.
-Eccoti!- sghignazzo' la fata -Vengo a prenderti!
Attraversò tantissimi salotti, camere di rappresentanza, sale da pranzo di tutte le dimensioni, biblioteche, altari, giardini interni, pinacoteche e perfino interi appartamenti reali fino a che si trovò in un atrio rotondo che il degrado non aveva ancora raggiunto; quattro porte tutte uguali erano chiuse d’innanzi a lei, e mentre la scelta prendeva forma all’interno del suo essere la giovane fata venne investita da un potentissimo fascio lunare che la mando’ a sbattere contro la porta chiusa da dove era entrata. Pochi secondi dopo una mano forte, guantata, la prese per il collo e la sollevò lungo la colonna d’ematite che aveva alle spalle e cominciò a soffocarla. Stella nel tentativo di liberarsi dalla presa possente scalciò e scalciò, ripetutamente, e con le mani provò ad allentare quella micidiale stretta, ma la vista s’annebbiò pian piano, le sue braccia persero forza e i suoi calci efficacia… il volto dell’aggressore svanì e le sue palpebre si chiusero mentre la fata cercava di fare appello ai suoi poteri.


Guardava il suo corpo inerme e non volle ignorare quella sottile voce di soddisfazione che si congratulava per ciò che aveva fatto. Era giusto, doveroso, questo pensava. Lui era morto ingiustamente per salvare la vita di tutti, era stato un eroe e a che cosa l’aveva portato l’eroismo? Alla morte. All’oblio. Lei si era dimenticata, di lui, del loro amore, di tutto e si era rifatta una vita senza neppure provare a cercare una soluzione per riportarlo in vita!
Aveva accettato la perdita ed aveva proseguito sul suo cammino senza mai guardare indietro perché se lei l’avesse fatto avrebbe visto i suoi occhi ad osservarla…
-Te lo meritavi, amore mio, riposa in pace.-
Nabu avvolse la salma di Aisha in una bara di pietra e la nascose nell’entroterra di quel luogo mistico, magico, in cui si era rifugiata la sua essenza dopo la fine della battaglia con gli stregoni. Lì, aveva radunato le forze, aveva aspettato il momento in cui qualcuno sarebbe venuto a confrontarsi con sé stesso e il caso aveva fatto giungere Aisha, inaspettatamente la persona che lui aveva imparato ad odiare gli aveva offerto l’opportunità di una nuova vita.
-Non credere che non mi dispiaccia, tesoro, ma sono stato morto troppo a lungo per causa tua. Ti amero’ per il resto dei miei giorni e non ti dimenticherò mai, al contrario di te, adesso sono pronto a far pagare il conto anche ai tuoi amici e sono certo che il nuovo sovrano di Solaria sarà lieto di accogliermi!- se ne andò lanciando un bacio nella direzione dove aveva appena seppellito le spoglie mortali della sua donna.
 

Flora si risvegliò dal torpore che le aveva causato la polvere magica e riconobbe il deserto di Liish, un luogo arido dove sopra tutto dominava la perenne roccia rossa dalle mille forme e sfumature, quel luogo era il più inospitale di tutta Limphea, un’immensa e accaldata landa rocciosa dove solo pochissime piante osavano crescere.
In un luogo imprescisato in quel deserto si nascondeva la più terribile creatura del pianeta, Idra, un mostro oscuro nato migliaia di anni prima che divorava ogni essere osasse addentrarsi all’interno del suo triste dominio.
La fata si guardò intorno con circospezione ma non si domandò il motivo per i quadre suo padre l’aveva spedita in quel luogo, già lo sapeva.
-Bloomix!- gridò a cielo grigio, ma le sue ali non comparvero. - Bloomix!- riprovò.
Che succede? Perché non riesco a trasformarmi?
-Bloomix! Bloomix! Bloomix!- fu inutile provare, la trasformazione non si attivava, ma perché? Flora fece un profondo respiro e si sedette su una roccia a gambe incrociate, chiuse gli occhi e cercò di visualizzare il suo potere nella forma del bloomix e non vi riuscì. Che avesse perso quello stadio d’evoluzione magica? Se sì quando e come?
Guardando il cielo capì l’inevitabile realtà dei fatti: il bloomix non faceva più parte di lei e per affrontare l’Idra avrebbe dovuto…
-Eccoti, bella fatina, ti cercavo!- disse una voce alle sue spalle. Proveniva da un enorme serpente con il corpo a tronco d’albero nodoso e aveva molte teste sulle quali si aprivano delle enormi piante carnivore, la bestia era di proporzioni fuori dal comune.
Nel tempo in cui Flora si girò un tentacolo, spuntato dalla corolla di una delle teste-fiore, l’afferrò per il collo e la sollevò in alto scuotendola come un panno da sciugare, ma la giovane fata non si fece prendere dal panico e reagì all’aggressione piantando le unghie nel tentacolo, fino a ferirlo crudelmente. Idra non lasciò certo la presa ma l’allentò al punto che Flora poté prendere da una delle tasche dei pantaloni una polverina bluastra che fece crescere sul tentacolo una corteggia dura e scura che lo irrigidì e l’avversario fu costretto a lasciarla ricadere al suolo.
Anche senza la capacità di trasformarsi Flora poteva comandare la natura e fece appello alla coscienza delle piante presenti chiedendo aiuto.
Riscopri la forza della natura che alberga in te e potrai ascendere al successivo livello magico. Le suggerì un bocciolo di fiore di cactus, piccolo ed indifeso. Allora Flora trasferì la sua energia magica nelle piante di cactus presenti vicino ad Idra e ne fece un piccolo esercito che la tenesse impegnata, stancandola e chiuse sé stessa in un bozzolo di foglie dalla consistenza di diamante; al suo interno liberò la mente dalla tristezza, dall’incertezza e dai dogmi, da tutto ciò che le dotte insegnanti di Alfea le avevano spiegato sulle e voluzioni magiche e si concentrò solamente sulla fonte del suo potere che aveva sede nel suo sangue, come quel fluido vischioso dava vita al suo corpo la natura stessa albergava in lei dandole vita, e solo allora sentì nel suo corpo una nuova sbaorditiva forza nascosta che permeò tutti gli strati del suo essere, fece schiudere il bocciolo e mostrò al mondo la rinascita di questo nuovo fiore: i capelli lunghi si arrotolarono in una composta crocchia dietro la nuca, abbelliti da una ninfea rosata, un soffice velo impalpabile di seta verdognola coprì i seni formando un top pieghettato mentre una gonna, corta al ginocchio davanti e unga dietro, color miele le coprì le gambe. Le ali brillanti erano petali di fiori e le scarpette da ballerina le avvolgevano le caviglie con nastri delicati.
Volando all’altezza del più alto volto di Idra, Flora congedò i validi soldati che avevano permesso la sua connessione con le sue doti magiche, con la natura, li ringraziò e sorrise.
-Tornado naturale!- dalle braccia allargate della fata emerse una fortissima raffica di vento che investì il mostro e lo scaraventò sulla parete rocciosa più vicina.
Molte delle teste di Idra rimasero stordite dall’impatto ma alcuni tentacoli solitari tentarono di afferrare la fata che, però, svettava fra gli assalti veloce come l’aria grazie alla portata delle grandi ali floreali.
-Sonno del Deserto!- una finissima polvere arancione coprì il mostro e lo immobilizzò facendolo cadere in uno stato d’incoscienza profonda. -Non è mio compito uccidere gli esseri viventi, io sono una fata e sono la guardiana di Limphea, se tu, potente Idra sei qui, significa che servi alla sopravvivenza del pianeta, ma dormire un po’ non potrà farti che bene! Grazie per avermi aiutato a passare allo stadio successivo della mia evoluzione  magica. -
Detto ciò le nuove ali di Flora l’accompagnarono velocemente verso casa sua, con quelle precedenti avrebbe impiegato il triplo del tempo. Trovò suo padre in veranda che parlava con degli ospiti che gli erano di spalle, una donna piangeva disperata.
-Flora, piccola mia, sei tornata!- gridò  suo padre abbracciandola forte. Gli occhi verdi di lei erano interrogativi, che ci facevano lì i sovrani di Domino e di Andros?
-Papà che succede?- la sua voce, solitamente dolce, tremava.
Salis le prese le mani nelle sue. -Aisha è morta per mano di un essere che ha incontrato nel luogo a lei destinato per l’evoluzione magica, e Bloom è dispersa da giorni senza lasciare traccia alcuna-
Un fiume di lacrime fuoriuscì dagli occhi della fata, singhiozzava e nel dolore si unì ai sovrani presenti. Niobe era rannicchiata nell’abbraccio del marito, furente di rabbia mentre Marion cercava di restare calma, affiancata dal re di Domino.
-Nella Dimensione Magica tutto è possibile- cominciò la rossa regina, facendosi forza e cercando d’infonderne agli amici. -Se un essere oscuro ha sconfitto ed ucciso Aisha non significa che non ci sia un modo per riportarla fra noi, ciò che è irreversibile è l’uccisione tramite Neryde o il dissolvimento totale tramite la Fiamma del Drago e nessuna di queste due ha colpito la principessa, quindi c’è un modo per riportarla fra noi, dobbiamo solamente trovarlo! Appena tornati su Domino ordineremo ai bibliotecari di mettersi all’opera!-
-Ne sei sicura, cara?- domandò Oritel.
-Provare è l’unica cosa che ci resta da fare- rispose lei cercando di consolare Niobe.
-La tua bella moglie ha ragione, vecchio miscredente cavaliere, ci dev’essere un modo per far tornare alla vita Aisha e alla ragione Dafne e gli altri, se c’è Flora lo troverà!-
La stessa Flora parve sbigottita.
-Tesoro, sei l’unica che può farlo: Stella è ancora su Nemesi, Bloom è scomparsa chissà dove ma viva, almeno lei, e noi dobbiamo coordinare la resistenza su Solaria ora che il nuovo sovrano ha destituito il Rosso e l’ha chiuso in gatta buia!-
Niobe chiese a Flora se se la sentiva di condurre quella ricerca quasi impossibile e se le servisse aiuto.
-Vi ringrazio, maestà, se avrò bisogno di aiuto non mi periterò a chiedervelo. Aisha è una delle mie più care amiche, troverò il modo di riportarla fra noi, è una promessa-
-So che Bloom è viva, ti prego cerca di rintracciare anche lei!-
Flora fece anche quella promessa.
-Perdonatemi, comincio dalla biblioteca di mio padre per risolvere i misteri-. Con il dolore nel cuore la fata della natura si ritirò al piano superiore sperando che quei volumi potessero dare una luce di speranza al suo cuore sofferente.
Mentre saliva le scale a chiocciola rivide tutte le sue amiche… Stella, in lotta con sua madre… Bloom, persa chissà dove… Aisha, uccisa… Musa e Tecna, sotto l’influenza di un sortilegio maligno… fu allora che la fata della natura sentì tutta la forza della sua nuova trasformazione dentro di sé e ne percepì l’immenso potere.


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Capitolo 14
*** Era solo l'inizio... ***


Erano trascorsi appena pochi giorni da quando aveva sentito un’alterazione profonda nelle sue doti magiche, pareva che la Fiamma del Drago volesse rivelarle qualcosa, ma non riusciva a comprendere che cosa.
Non riusciva neppure a mettersi in contatto con le altre Winx, altra cosa strana, e si trovava era lì su Domino a girovagare senza meta.
Dalla rinascita di del suo pianeta aveva avuto modo di conoscerne ed esplorarne i paesaggi, dalle sue desolate foreste fino ai mari più cristallini, eppure Sailis l’aveva spedita in una parte del regno che non conosceva affatto: davanti a lei si stendeva una fitta palude sormontata da un cielo perennemente grigio, un clima inospitale e una pioggerella incessante e fastidiosa. Che fossero le famose Paludi di Furia? Le stesse dove mille combattenti avevano perso la ragione e la vita in cerca di gloria? Oramai il tesoro reale di Domino non era più tenuto in quelle zone… eppure non era infrequente che le acque riportassero a galla scheletri di antichi uomini.

-Questo posto da’ i brividi!- esclamò Bloom al cielo plumbeo. Neppure la Fiamma del Drago che albergava in lei riusciva a riscaldarla da quel clima inclemente.
Sapeva che era stata mandata lì per accrescere i suoi poteri, ma non capiva come.
-Tu sei Bloom?- le domandò una bambina con i capelli rossi, spuntata dal nulla. Era esattamente come lei.
-Ciao, sì, sono io e tu come ti chiami?-
-Anche io mi chiamo Bloom- sorrise la piccola. -e sono una potente fata, anche tu sei una fata?-
La Bloom adulta rispose di sì, un po’ indispettita.
-Non avere paura, non voglio farti del male, sono una fata buona io.- cominciò a girarle intorno trotterellando. -Tu hai il potere della Fiamma del Drago, vero? Il potere più potente dell’Universo, vero?-
-Sì, ho questo privilegio.-
-Sai che non ti appartiene, vero? La Fiamma del Drago è solo mia!- la piccola continuò a sorridere.
-Perché non mi appartiene?-
-Te l’ho detto, è solo mia!-
-E tu chi sei?-
-Anche questo ti ho già detto, io sono Bloom, sono una Principessa Reale di Domino, che è questo pianeta, sono la figlia di Re Oritel e della Regina Marion, sorella della Principessa Ereditaria Dafne. Tu chi sei?-
-Credo di essere la versiona adulta di te-
-Non è possibile!- strillò la manbina. -Io sono unica e tu menti, non ti hanno insegnato a non mentire?-
-Ma io non mento, piccolina..- Bloom provò a toccare la piccola e si bruciò la mano.
Lei rise.
-Quando sarò grande sarò forte e rispettata ma giusta e buona, non come te! Tu sei un tiranno!-
La  fata adulta rimase sorpresa.
-Cosa sono io?-
-Sei un tiranno! Sei cattiva con le tue amiche, le sgridi sempre e non fai che sbaciuccharti con Sky e sei pomposa! Io sarò migliore di te!-
-Io non sono cattiva, piccola ti sbagli!-
-No, io non mi sbaglio, credimi, io sono la Fiamma del Drago, io non mi sbaglio!- all’improvviso una saetta di fuoco colpì la fata adulta e la scaraventò lontano.
-Sei una bugiarda! Mi avevi detto di avere la Fiamma del Drago e invece non ce l’hai!- la piccola inviò all’indirizzo della sé adulta un’altra saetta incandescente. -Bugiarda!-
Non è il caso di tergiversare. -Bloomix!- ma il Bloomix non comparve.
-Bloomix!- niente da fare, la trasformazione non avveniva.
-Che cosa credi di fare, sciocchina?-
-Trasformarmi!-
-Ti ho detto che ho io la Fiamma del Drago, tu come fai senza?-
-Io… non lo so…-
-La rivuoi?-
Bloom rispose affermativamente.
-Allora dimostrami che ne sei degna!- in quell’esatto istante la piccola Bloom assunse una forma adulta, una donna fiera e coraggiosa d’età più matura della sua interlocutrice. -Bloom, se rivuoi indietro il Potere della Fiamma del Drago che credi di possedere per diritto di nascita dovrai dimostrare di esserne degna: fino ad adesso ti sei comportata in modo non del tutto ineccepibile, sei stata più un tiranno dispotico che un buon leader e una buona fata, hai giudicato più che compreso, più lottato che mediato e la Fiamma del Drago non può albergare in un essere che si ritiene superiore agli altri per diritto. Questa è la tua prova, principessa di Domino, se ti dimostrerai all’altezza riavrai i tuoi poteri, altrimenti rimarranno in attesa di un essere più degno. Adesso và…-
Nella frazione di secondo in cui Bloom chiese dove? venne teletrasportata in un altro luogo e si ritrovò seduta vicino a Flora, a casa sua.
-Bloom! Come sei arrivata qui?-
La fata scoppiò a piangere e raccontò di come aveva perso i poteri e dell’incontro con l’altra sé stessa.
-E’ una tragedia!- affermò Flora, aggiornando l’amica con le ultime terribili notizie.
Bloom si alzò e s’avvicinò alla finestra, pensierosa. I lunghi capelli rossi parevano un manto di sofferenza e dolore.
-Dafne, Musa e Tecna sono cattive come gli specialisti, Sky è fuorigioco, Aisha è morta, Stella è su Nemesi a combattere contro sua madre e io ho perso i miei poteri, fantastico! Davvero Fantastico! Se solo Stella fosse qui avrebbe una battuta per farci ridere…-
Flora annuì.
-E’ una situazione tremenda, ci siamo mai trovate in situazioni peggiori?-
-No, messe così male non siamo mai state… almeno su di te, Flora, possiamo contare e quando Stella avrà lasciato Nemesi anche su di lei e suoi nuovi poteri che avete…- Bloom sentì una fitta d’impotenza che le stringeva il cuore. Era terribile sentirsi così, lei che era la fata più potente di Magix, ridotta ad un nonnulla.
E se indendeva proprio questo l’altra me?

 

-Alzati!- sentì gridare. Aprì gli occhi lentamente e mise a fuoco l’immagine di sua madre, alta davanti a lei, che la incalzava. -Alzati!- ripeté.
Stella s’alzò e sentì le gambe indolenzite. Attorno a lei c’era una costruzione ottagonale con alti soffitti e iscrizioni pompose sulle pareti: era una cripta.
-Siamo qui perché una di noi due non ne uscirà più?- tentò di ironizzare ma perfino il suo perenne buonumore non riuscì a sollevarle lo spirito.
-Questa è la cripta in cui tutti i membri della mia famiglia sono sepolti dall’inizio del Regno, la Famiglia Reale di Nemesi riposa qui da millenni e qui riposerai anche tu. Mia cara, non ti preoccupare ti verrà data una sontuosa tomba e tutti i titoli che ti competono sia in Solaria che in Nemesi. Il tuo ricordo rimarrà fulgido e scevro da tutte le sciocchezze che hai compiuto nei pochi anni della tua giovane vita e verrai ricordata solamente per le tue doti migliori. Verrà celebrato un solenne funerale dove verrai conosciuta per la tua bellezza, per le tue imprese con il Winx Club e il tuo carattere allegro- sorrise Luna, -vedi, dopotutto, non sono così cattiva come credi!-.
-Credo che lo pensino tutti i pazzi assassini di sé stessi… scusami ma non m’interessa proprio avere una bella tomba qui e permettere che tu distrugga Solaria! No grazie!- la risposta della figlia non ammetteva repliche.
Luna accennò un mezzo sorriso. -Credevi davvero che ti avrei permesso di ereditare Nemesi un giorno? Povera sciocca!-
-Forse non hai capito: a me non interessa un fico secco del tuo regno di oscurità! Mi interessa solo salvare Solaria e il suo popolo, te lo puoi anche tenere questo ridicolo regno sempre al buio, io non me ne faccio di niente, basta che togli le tue manacce da Solaria!-
-Allora li hai già delusi: ciò che ti riesce meglio in fin dei conti. No? Hai deluso tuo padre con la bocciatura ad Alfea, hai deluso Brandon nel tuo unico giorno di regno, per non contare tutte le volte in cui hai deluso le Winx! Dovresti esserci abituata mia cara Stella, è più che un’abitudine per te deludere le persone, fa parte del tuo modo si essere!-
La fata non s’arrabbiò; aveva perso questa sua dote d’innanzi a quegli occhi di ghiaccio.
-Se insultarmi ti fa stare meglio fallo pure, a me non importa. Conosco i miei errori, li ho accettai, ho chiesto perdono e ho provato a rimediare quando è stato possibile! Io sono cambiata, sono maturata e sono diventata una persona e una fata migliore!- 
Il suo animo era forte ma il suo corpo era stanco; non aveva riposato per giorni e giorni e mantenere costantemente la strasformazione comportava l’impiego di un’energia maggiore rispetto al normale e le sue forze cominciavano ad esaurirsi.
-Se ti fa star meglio credere a queste sciocchezze... ti daranno conforto nella tomba!-

-Facciamola finita, mi hai stufato con tutti i tuoi discorsi da maestrina! Se vuoi batterti, battiamoci, almeno terrai la bocca chiusa per cinque minuti!-
-Per la prima volta in vita mia sono d’accordo con una tua iniziativa!- replicò Luna. In un vortice blu e nero assunse le sue vestigia di sovrana di Nemesi e una sofisticata corona nera le adornò il capo ma non aveva più ali. Essendo passata al lato oscuro non era più una fata e aveva perso una delle caratteristiche che le distinguono, mentre le grandi ali colorate della figlia illuminavano l’ambiante circostanze.
Vedere la madre senza più ali fu per Stella un colpo molto più forte di una spada magica infilata nel petto, non aveva mai combattuto trasformata e anche se sapeva che adesso era cattiva nutriva un pizzico di speranza. Vederla senza ali fu la riprova che non c’era spiraglio per lei, la reginan di Nemesi andava annientata senza tergiversare ulteriormente e alla sua mente s'affacciò l'idea di usare il potere di Neryde.
-Non giocherò con te Stella, l’ho già fatto troppo a lungo!- dichiarò la regina. -Lama di Neryde!-
Un fascio scuro, velocissimo e mortale, scaturì da se stessa e si proiettò verso la figlia che creò uno scudo pluristrato con tutta la forza delle dodici lune. Dodici strati di magia lunare: ognuno per una luna la proteggevano, potentissimo.
-Lama di Neryde!- Luna era determinata ad infrangere la barriera con tutta la forza distruttrice dell’ultima luna oscura e giungere così al cuore della figlia arrestandone il battito per sempre.
Colpi su colpi s’infransero sullo scudo della giovane principessa esausta, che sembrava non sarebbe più stata in grado di resistere ancora ad altri violentissimi colpi e ad ogni nuovo attacco era costretta ad arretrare di qualche passo verso il colossale muro che le stava di dietro. I suoi antenati sconosiuti la osservano dai loro occhi di pietra e speravano s’unisse a loro in un regale riposo eterno.
Non mi arrenderò! Non qui, non ora, non a lei, mai! Per Solaria!
Un altro colpo o forse a due avrebbe resistito poi, lei lo sapeva, il suo scudo si sarebbe infranto e la lama d’odio avrebbe trafitto il suo ingenuo cuore. Stella sapeva di avere tanti difetti ma il suo cuore era buono e gentile eppure maledettamente ingenuo era stato quella volta.
-Fermati!- implorò la madre arretrando ancora un po’. -Fermati!- la pregò singhiozzando in un ultimo disperato tentativo di salvarsi e salvarla. Ad ogni lacrima che le scendeva dagli occhi aveva maggiore consapevolezza che la sua potenza stava diminuendo e la fine stava arrivando verso di lei a grandi e solenni passi.
-Puoi pregare, implorare, supplicare e piagnucolare quanto vuoi, in fin dei conti è ciò che sai fare meglio, ma il tuo patetico lamento non arresterà la mia giusta vendetta!- gridò Luna.
-Ma cosa ti è successo? Perché nutri così tanto rancore? Perché? Noi non abbiamo colpa!-
-Sta zitta!- ringhiò la nera regina.
-Puoi anche uccidermi ma non avrai mai Solaria! E il ricordo di me ti perseguiterà, fermati ora che sei in tempo!- la supplicò per l’ultima volta… Stella pianse l’ultilma lacrima ed essa le scivolò dolce ed amara sul viso fino ad infrangersi al suolo, dimenticata.
-Zitta! Mi riprenderò ciò che è mio di diritto!- rispose lei.
Poi una luce s’accese negli occhi nocciola della fata del Sole, della Luna e delle Stelle, un fioco raggio di speranza, un barlume, forse un’illusione… respinse l’ultimo micidiale colpo di Neryde con lo scudo che poi s’infranse e sparì all’istante.
-Dove sei? Vigliacca! Torna qui! Sei proprio come tuo padre, senza midollo!- gridò Luna alle statue dei suoi avi.
Potenti Lune di Nemesi, v’imploro, permettetemi di usare i poteri del Sole per una sola unica volta; per questa volta poiché lo stato dei fatti lo rende necessario!
Stella sapeva che con quella semplice preghiera metteva a rischio la propria esistenza perché le Dodici Lune avrebbero potuto riconsiderare i suoi intenti e toglierle il loro appoggio lasciandola priva di ogni difesa magica…
E' necessario, ascoltatemi, vi supplico!
Senza sapere se la sua preghiera era stata accolta lanciò il suo colpo: -Luce della Verità!- rimanendo nascosta alla vista della madre. Un fascio di luce solare avvolse la principessa e si caricò della sua potenza rigenerata dall’utilizzo di quasi tutte le sue doti magiche e investì violentemente la regina di Nemesi.
Per un pugno di lunghissimi minuti il corpo si Luna giacé a terra fra spasmi atroci e grida disperate, circondato dalla potenza della luce di tutti i Soli di Solaria e dell'intera Dimensione Magica. Alla fine una nuvola oscura abbandonò il cuore della regina e si dissolse nella luce; i suoi abiti tornarono chiari e sul suo capo scomparve quella corona che non le apparteneva di diritto. Sotto di lei due grandi ali azzurre.
-Stella! Figlia mia!- gridò Luna, ancora scossa; i suoi occhi erano tornati gentili, dolci e Stella andò ad abbracciare la madre scoppiando in lacrime fra le sue braccia.
-E’ tutto finito, mamma. Sei salva, non ti preoccupare!-
-Grazie a te, piccola, coraggiosa principessa!- la baciò sulla fronte come faceva quand’era bambina. -Ma chi mi ha orchestrato tutto questo è ancora vivo e minaccia tutti noi!-
-Sacrosante parole Luna!- rispose una voce dall’oscurità. Una figura era nascosta nell’ombra, invisibile alla vista. -La vostra battaglia per riconquistare Solaria è solo all’inizio ed è già perduta, mettetevi l’anima in pace!-
-Io conosco questa voce! So chi sei!- gridò Stella correndole incontro come una furia; seppur allo stremo delle forze tutta la potenza del sole agitava il suo corpo.
-Ti sbagli: è già mia!- la figura se n’andò scagliando un potente incantesimo di prigionia che rese la cripta della famiglia reale di Nemesi una prigione impenetrabile sia dall'interno che dall'esterno.
-Tesoro mio, non ti preoccupare, salveremo Solaria uscendo di qui, ma prima devo dirti una cosa...-
Stella la guardò con occhi spalancati.
-Non sono stata colpita da nessun sortilegio o, meglio, qualcuno con la magia ha fatto riemergere in me il mio lato oscuro, quello che la vita su Solaria avrebbe dovuto annientare per sempre, la stessa maledizione con la quale sono nata… Stella, la donna che hai conosciuto ero io, non un’illusione, né una persona sotto un maleficio, era l’altra parte di me… una parte spaventosa, piccola mia, mi dispiace infinitamente che tu abbia dovuto conoscerla... ma fa parte di me, da sempre!-
Stella rabbrividì ricordando le spiegazioni di suo padre all’inizio di tutta quell’oscura faccenda… allora era vero, sua madre era anche così… la maledizione delle lune oscure esisteva davvero e albergava in Luna... come si era manifestata una volta, poteva farlo di nuovo e allora chi o cosa avrebbe minacciato?

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Capitolo 15
*** Ambizioni ***


Su Solaria tutto era pronto per l’incoronazione, nella grande Sala del Trono del Palazzo Reale si affollavano nobili e dignitari stranieri, molti rappresentanti delle case regnanti di Magix, i grandi assenti erano sovrani di Domino e di Andros, non si erano presentati disconoscendo formalmente il nuovo sovrano anche quando le loro truppe si erano ritirate dal pianeta del sole per espresso desiderio del deposto re. Eraklyon aveva mandato un ambasciatore speciale, la principessa Diaspro, con molti doni perché il principe ereditario si era rifiutato di rappresentare il regno all’incoronazione.
L’intero piano nobile della reggia era stato rinnovato ed i ritratti che rappresnetavano la principessa Stella e Luna erano stati tolti e sostituiti, poi bruiciati. Tutto ciò che nel palazzo ricordava l’ex principessa ereditaria era sparito e i suoi appartamenti erano stati trasformati in una biblioteca. Perfino la sala del trono era stata interamente rinnovata anche se spiccavano ancora alle pareti gli arazzi con il sole e la luna, simboli del regno, il trono era stato foderato di viola così come il baldacchino.
La principessa Dafne, Tecna, Musa  e gli specialisti rimasti accompagnarono Radius d’innanzi alla folla astante.
-Popolo di Solaria, in questo giorno veniamo d’innanzi a voi per comunicarvi il nostro rammarico per non essere più in grado di governarvi a causa della nostra salute malferma. Voi meritate un sovrano che si occupi di voi come il nostro corpo non ci permette più di fare perciò anche alla luce dei recenti avvenimenti che hanno dimostrato la viltà e la superficialità di nostra figlia Stella che ha ampiamente mostrato il suo disinteresse per la guerra atroce che dilaniava Solaria rimanendo ad Alfea immersa nelle sue frivolezze non curandosi di venire sul suo pianeta per proteggerlo dagli attacchi di Nemesi, noi la rinneghiamo come figlia e le revochiamo il titolo di Principessa Ereditaria di Solaria e tutti i titoli ed il rango ivi conseguente, diseredandola. Ella non merita, così come hanno dimostrato le sue indegne azioni, e stante il nostro precario stato di salute abbiamo deciso di affidare il Regno ad una sovrana assai più degna, capace di assicurare a questo amato e nobile regno un futuro di splendore e pace, l’unica che con il suo sangue reale può essere mia degna erede!- Radius si tolse la corona e la diede a Dafne che la modificò rendendola adatta ad essere indossata da una donna.
Nella sala apparve una nobildonna abbigliata con un lungo abito viola e rosso, lunghi capelli corvini erano acconciati in una treccia dietro l’altero capo.
-Lunga vita alla Regina di Solaria!-
Un grande boato di sconcerto si propagò per la sala, nessuno dei presenti parve credere a ciò che stava accadendo.
-Sudditi di Solaria, noi giuriamo di proteggervi, amarvi e garantirvi un sereno e prospero futuro. Noi in quanto discendenti diretti di Re Kleos di Solaria attraverso sua figlia la Principessa Kajra che è bis nonna della defuna nostra madre siamo pienamente legittimati ed in ossequio al nobile sangue che ci scorre nelle vene ci impegnamo a fare del nostro meglio per il bene comune. Come potete tutti osservare, il nostro governo è favorito dalla presenza della Principessa Dafne, Erede di Domino, e dai molti dignitari e ambasciatori stranieri che sono occorsi oggi qui per celebrare questo grande evento di rinascita!- concluse il discorso la regina.
-Evviva la Regina! Evviva!- gridò qualcuno.
-Evviva la regina!- gridò qualcun’altro.
-Stella è la nostra principessa! Bugiardi!- gridarono molti.
Nel cuore dei sudditi presenti era vivo il ricordo di quella principessa un po’ sbadata, ironica e talvolta ficcanaso, amante della vita e delle feste, capace di essere d’aiuto, con un grande cuore e tanta bontà, colei che li aveva protetti tantissime volte, colei che - loro lo sapevano- aveva risvegliato tutti i soli del pianeta e stava combattendo per la loro libertà.
La cerimonia terminò con i dignitari che offrivano doni e i nuovi amici della sovrana brindavano alla vittoria.
A festeggiamenti terminati la nuova sovrana di Solaria convocò i suoi nuovi alleati.
-Maestà- le si rivolse Dafne -per prima cosa dovreste emettere un decreto che autorizzi ogni cittadino ad uccidere liberamente Stella quando metterà piede su Solaria. Non è nel vostro interesse che ella ritorni sul pianeta e una bella taglia potrebbe certamente invogliare molti.-
-Non tornerà, perché anche se ha riacquistato i poteri delle lune non ha la forza magica per spezzare l’incantesimo che copre la cripta. Le servirebbe la forza del drago o qualcosa di altrettanto potente per romperlo, e né lei né sua madre sono così forti. No, Dafne, Luna e Stella moriranno nella cripta su Nemesi assieme ai loro regali antenati, non c’è motivo di preoccuparsi-
-Maestà, sapete che farei di tutto per voi!- le si buttò ai piedi Brandon. -Ucciderei quella sciocca fata bionda se solo voi lo comandaste!-
-Lo so, mio caro, conosco la tua fedeltà- la regina lo fece alzare e gli posò un candido bacio sulle labbra. -ma forse non ci sarà bisogno né della tua spada né dei tuoi muscoli…- eppure l’apprendista non fu felice del dolce diniego ricevuto.
-Ma, forse, potresti rendermi un buon servigio ugualmente: la Famiglia Reale di Nemesi non è morta, è solo caduta in un sonno apparentemente simile alla morte affinché sembrasse valida l’ascesa al Trono di Luna ma forse il Trono di Solaria non mi basta più...- la donna rifletté su un attimo, giocando con la nuova corona, scintillante alla luce del sole che filtrava dalle alte vetrate istoriate. -Va, mio adorato Brandon, e portami il Trono di Nemesi, senza nessun pretendente vivo!-
Ubbidiente come un cucciolo ammaestrato Brandon uscì per andare a compiere la missione affidatagli dalla sua regina sulle quali labbra affiorò un sorriso di trionfo che non si preoccupò di nascondere.

 

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