The black dagger brotherhood

di Cherry_Leto
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione. ***
Capitolo 2: *** Attimi di vita quotidiana ***
Capitolo 3: *** L'incontro ***
Capitolo 4: *** Ancore e preparativi. ***
Capitolo 5: *** Allenamenti personalizzati. ***
Capitolo 6: *** Sframmenti. ***
Capitolo 7: *** Chiacchiere. ***
Capitolo 8: *** Risate. ***
Capitolo 9: *** La prova. ***
Capitolo 10: *** Fretta. ***
Capitolo 11: *** E così... ***
Capitolo 12: *** Questione di sangue. ***
Capitolo 13: *** Confusione. ***
Capitolo 14: *** Donne. ***
Capitolo 15: *** Inizi. ***
Capitolo 16: *** Abbracci. ***
Capitolo 17: *** Natale a Grimmalaud place ***
Capitolo 18: *** Scommessa. ***
Capitolo 19: *** San Valentino. ***
Capitolo 20: *** Amicizia. ***
Capitolo 21: *** Fini e nuovi inizi. ***



Capitolo 1
*** Prefazione. ***


Hermione Granger stava mangiando l'ultimo pezzo di pizza mentre stava leggendo per l'ennesima volta Storia di Hogwarts.
Non riusciva ancora a crederci che sarebbe tornata in Inghilterra per affrontare l'ultimo anno accademico alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
La giovane venne interrotta dalla lettura dal battere sulla porta.
"Posso?"  chiese una voce, prima di annunciare la presenza di una donna minuta dai capelli castani.
"Certo mamma. Entra pure."
La donna si sedette sul letto accanto la figlia e le diede una carezza sul volto.
"Mia cara Hermione, so che hai affrontato una guerra, hai perso tante persone e in parte hai perso anche te stessa. Io lo capisco e ti ammiro tantissimo per quello che hai fatto. E no, non sorridermi, non ti ho ancora perdonato del tutto per averci tolto la memoria, per quanto sia stato un nobile gesto." 
La donna fece una pausa per inumidirsi le labbra e prendere un bel respiro profondo.
"Ti sei sempre presa cura di te stessa e dei tuoi cari, ma vorrei comunque chiederti di...essere cauta. Sii attenta, non abbassare mai la guardia...anche se Voldemort è morto. Tu... hai un futuro grandioso dinanzi a te... e poi...devi trovare la tua famiglia."
Hermione scosse il capo, l'ombra del sorriso ancora sul volto. "Tu, e papà, siete i miei genitori, la mia famiglia. Non loro, chiunque essi siano. Per me sono estranei mamma."
La donna sospirò: "Va bene, ma... almeno per quella cosa lì ... sì, ti ho sentito parlare con George ...beh, stai attenta."
La riccia si buttò al collo della madre "Mi mancherete."

***
Poco dopo Hermione Granger, armata di baule e della sua inseparabile borsetta di perline, prese l'ultima passaporta della giornata, lasciando dietro di se non solo l'Australia, ma coloro che erano stati la sua famiglia, la sua ancora, per ben diciannove anni.

King's Cross era come ogni anno gremita di persone. Babbani e maghi si mischiavano in questa danza frettolosa.
C'erano persone che si incontravano dopo molto, con scene da film, e uomini d'affari che passavano di lì composti parlando ai loro cellulari, mentre cercavano Merlino sa cosa. 
C'erano donne che aspettavano l'arrivo del treno con sguardo speranzoso e persone che attendevano l'inizio di qualcosa di magico. 
"Mione!" urlarono cinque teste non appena varcòil muro.
In meno di un minuto fu circondata dalla sua seconda famiglia in un abbraccio caloroso, pieno di significati. Non servivano parole né sguardi, anche se fossero stati a metri dalla giovane  avrebbe saputo quello che provavano.
"Harry...Ron..." riuscì a dire, abbracciandoli forti  "Ginny!" Esclamò quando la rossa si buttò tra le sue braccia. "Non mandare una lettera,no, no, tanto a chi se ne importa eh!?" urlò lei suscitando una risata da parte della Grifondoro. 
"Scusami, avevo così tante cose da fare..." rispose lei a mo di scuse.
"Ehi, ci sono anch'io!" disse George Weasley con un sorriso abbozzato, ma con l'ombra del fratello addosso e un enorme macigno sul cuore. 
"George..." sussurrò la giovane prima che si scambiassero un abbraccio goffo, ma allo stesso tempo dolce. 
"Ci sei mancata tantissimo!" si fece sentire finalmente Molly Weasley, abbracciando la giovane in un abbraccio sincero, come faceva con tutti i suoi figli. "Arthur purtroppo non è potuto venire, ci sono così tante cose da sistemare!" "Non ti preoccupare Molly, porgigli i miei saluti!". 
La comitiva iniziò a parlare del più e del meno, sorridendo e rimanendo in silenzio per qualche istante quando si nominava qualcuno di caro a loro. 
Solo allora Hermione si guardò attorno.
La stazione era quasi silenziosa, non c'era tutto il trambusto e il vociare degli anni precedenti.
Gli studenti si lasciavano abbracciare dai genitori, si lasciavano cullare dalle braccia delle loro famiglia. Non era facile lasciare i propri cari, in quel momento meno delle altre volte. 
Quando l'unico pernsiero che hai è rivolto a persone che non ci sono più, quando chiudi e gli occhi e vedi solo caduti e scintille rosse e verdi, non sei pronto a lasciare tutti a casa e ad andartene a studiare.
Per altri invece, era quasi un sollievo lasciare la propria casa, per tornare alla loro vera casa,Hogwarts. 
"Hermione, dobbiamo andare."
La giovane annuì e lasciò che i tre la precedessero.
"Allora noi due...ci vediamo ad Hogsmeade ? " chiese lei.
"Sì. Teniamoci in contatto via gufo...e sì, avevi ragione, faremmo meglio a parlarne alla McGrannitt..."
"Già, che poi non credo abbia qualcosa da ridire. Per Merlino,anche lei ne faceva parte!"
Il rosso sorrise.
"Se per questo giocava a quidditch, era sposata ed era anche bella e simpatica, ma questo non vuole dire che..."
"Ah George abbracciamo e sta zitto."
Il rosso non se lo fece ripetere due volte e avvolse la riccia in un abbraccio.
"Ah, e solo perché siamo amici non significa che lascerò che tu venda indisturbato i tuoi prodotti."
"Ma Caposcuola Granger... non è giusto. Devo guadagnami da vivere!"
"Trovati un'altro modo!"
Urlò lei prima di correre verso il treno, a rifugiarsi dagli sguardi dei presenti e a prepararsi ad un nuovo anno. 

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Capitolo 2
*** Attimi di vita quotidiana ***


Il primo mese di lezioni era passato in fretta, tra nuove lezioni e verifiche di ricapitolazione per riprendere gli argomenti lasciati alla fine dell anno precedente.
Hermione in quei giorni era particolarmente tesa, sempre all'erta e tutto ciò era causato probabilmente dalle poche ore di sonno.
La ragazza entrò nella Sala Grande, dove gli alunni di tutte e quattro le casate stavano consumando la prima colazione.
"Buongiorno" disse lei sorridendo ai propri compagni, prima di versarsi una generosa tazza di caffé. 
"Hermione buongiorno, come hai dormito?" le chiese Harry, dolce come sempre.
"La vera domanda è se ha dormito." esclamò Ginny Weasley guardando l'amica severa.
"Suvvia Ginny, vedrai che ne varrà la pena ...manca ancora poco. E quel poco che ho dormito...sono state delle ore riposanti." rispose lei senza smettere di sorridere, spalmando del burro su una fetta di pane disinvoltamente.
"Che significa che ne varrà la pena?" chiese Ron dopo aver inghiottito l'ultimo boccone della torta di zucca che stava gustato.
"Nulla. A proposito, George vi saluta."
Detto questo la riccia si alzò dal tavolo diretta all'aula di Aritmanzia, non prima di aver lanciato un'occhiata ai gufi che erano appena entrati nella Sala, attirando l'attenzione di alcuni studenti.
Delle civette infatti, si erano posate dinanzi alcuni alunni che erano intenti a mangiare.
Hermione sorrise, prima di sparire dalla vista dei propri amici.

Dall'altra parte della stanza, quattro Serpi avevano srotolato una pergamena legata con un filo nero elegante.
Apparve un testo scritto con una grafia raffinata ed elaborata, che pareva venire da un'altra epoca.
"Spettabile signor Nott" iniziò il moro.
"Siete stato gentilmente invitato, il prossimo sabato, alle ore nove" continuò il compagno, "nella Stanza delle Necessità, per presenziare ad un breve incontro ove vorremo presentarle la nostra confraternità." Lesse il biondo prima di fare una pausa per osservare i suoi compagni.
"Confidiamo nella Sua discrezione e speriamo di vederla. Cordiali saluti..." Disse la Greengrass avvicinandosi ai tre.
"La confraternita del pugnale nero." esclamarono in coro i quattro, così come altri dieci ragazzi nella scuola.


Minerva McGrannitt era nel suo nuovo studio di Preside e stava leggendo accuratamente dei fogli che le aveva inviato il Ministero.
Con la fine della guerra, il mondo magico era in preda ad un turbine di emozioni. Tra perdite e lutti, fini ed inizi, la popolazione era in subbuglio, ancora diffidente e sempre gruardigni, come se si aspettassero una nuova minaccia imminente.
Il Ministero voleva confortarli e creare un'accordo con la scuola, per permettere loro di creare un'ambiente pacifico e sicuro, così come un'ambiente dove giovani maghi e streghe venivano istruiti a convinvere e a dominare i propri poteri, così come a covare le proprie passione e a prepararsi adeguatamente ad una guerra che si sperava non arrivasse mai.
"Minerva cara, mi concederesti un minuto?" chiese una voce dal quadro appeso proprio accanto alla donna.
"Ma certo Albus, dimmi pure." Rispose ella posando i fascicoli.
"Come ben sai alcuni alunni hanno ricevuto la lettera."
"Lo so."
"Cosa pensi di fare? Sono solo dei ragazzini incoscienti." S'intromise Severus Piton, apparso da poco nel quadro.
"Oh Severus, anche non siamo stati giovani. E anche noi abbiamo ricevuto quella lettera, tempo fa."
"Senza contare che la signorina Granger è una persona molto responsabile."
"Ma Weasley lo è di meno."
"Kingsley ed altri sono sempre a contatto con loro e i ragazzi non sono lasciati a se stessi."
"Combineranno solo dei guai. Non mi fido di Potter."
"Severus, dopo tutto quello che abbiamo passato credevo che i dissapori con Harry, Ron e Hermione fossero passati."
"Oh, da quando sapete la verità siete intrattabili. Succederà qualcosa e poi mi verrete a dire che avevo ragione."
"Come pocanzi ha detto Minerva, i ragazzi sono controllati e aiutati dai membri della confraternita e dell'Ordine. Non sono soli. Senza contare che Hermione ha messo dei quadri lì, in modo che noi due possiamo ....presenziare alle riunioni."
L'ex preside borbottò qualcosa prima di sparire dal dipindo, suscitanto un risolino da parte di Silente.
"Sono sicuro che è andato alla sala per lamentarsi."



____________
Scusate per il breve capitolo. 
Colgo l'occasione per ringraziarvi di aver letto il capitolo, la mia storia e vi invito a recensirla.
Vorrei sapere se trovate la storia interessante o troppo confusa. 
Buona serata :)

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Capitolo 3
*** L'incontro ***


Draco Malfoy stava sgranocchiando distrattamente una mela in attesa che l’ultima ora scolastica del giorno –Storia di magia –terminasse. Non vedeva l’ora infatti, che arrivasse la sera e con essa quel misterioso incontro.
Dopo aver ricevuto la lettera ci aveva rimuginato su per un bel po’ di tempo, chiedendosi chi o cosa fosse la confraternita. Migliaia di domande lo avevano attanagliato, senza trovar risposta.
Senza contare il fatto che, più di una volta, gli era sorta l’idea di una possibile burla dei propri compagni di scuola, probabilmente dei Corvi, contando che quei scimuniti quali i Tassi e i Grifoni, non potessero mai organizzare nulla di così elaborato ed intrigante.
Lo stridio delle sedie annunciò al biondo la fine delle lezioni,con sua somma gioia.
Quando si alzò lanciò un'occhiata ai suoi due compagni, facendo segno loro di raggiungerlo.
Avevano inizio i preparativi al castello. 


Alle nove meno dieci le quattro serpi si trovavano al settimo piano dinanzi ad una porta maestosa ed imponente.
La giovane Greengrass si avvicinò dubbiosa alla porta, accennando ad afferare la maniglia, quando la porta si aprì magicamente al loro cospetto. 
Di fronte a loro apparve una pergamena incantata e una piuma, dove veniva richiesto loro di scrivere i loro nomi per identificarli.
"Astuto" pensò il biondo firmando.
Quando anche l'ultimo, Nott, lasciò la penna, la pergamena si volatilizzò lasciando posto ad una figura incappucciata che era apparsa dal fumo che li circondava. 
"Indossate le tuniche ed entrate." Disse l'uomo, di cui però nessuno di loro riconobbe la voce, tuttavia ubbidirono ed entrarono piano.
Blaise Zabini si lasciò sfuggire un fischio dinanzi all'altera stanza.
La stanza era al buio, illuminata solo da delle fiaccole sospese attorno a tutto il perimetro della camera.
Sotto di esse vi erano delle armature d'argento che terminavano al centro della stanza, dove, sotto ad un'arazzo che ad occhio e croce pareva Medievale, vi erano dei stalli spogli, di pelle nera, con delle incisioni argentate che da lì nessuno di loro riusciva a leggere.
Solo dopo aver esaminato la stanza le Serpi si resero conto di essere in compagnia di altri giovani, anche loro nascosti, protetti, da quei manti neri, che impediva ai giovani di riconoscersi, probabilmente grazie ad un'incantesimo. 

Poco dopo entrarono quattro persone, anch'esse incappucciate.
"Benvenuti" esclamò uno di loro, il più alto. "nella stanza d'iniziazione della Confraternita del pugnale nero."
"Oggi siete qui" proseguì una voce femminile, che Draco giurò aver già sentito,"perché siete stati scelti tra tutti gli alunni, per diventare parte di questa congregazione, un giorno, se ne avrete voglia."
"Naturalmente il fatto che ora siate qui non vi assicura di diventare confratelli, ma anzi, dovrete affrontare un'addestramento, dove l'arte della magia, verrà unita alle conoscenze e abilità babbane, in modo da rendere la vostra preparazione il più completa possibile." Spiegò la terza persona senza volto, un po' più bassa e nerboruta delle altre.
La quarta, quella più anonima, fece un passo avanti, muovendo il capo come ad osservare, cogliere qualcosa in loro. "La confraternità è una comunità riservata, segreta oserei dire. Vi invito pertanto di non farne parola con altri e, se credete di non volervi partecipare, donare anima e corpo ad essa, se non pensate sia cosa pe voi...beh, in tal caso vi invito a lasciare la stanza in questo momento."
Il ragazzo, fece una pausa, lasciando che i quattordici maghi riflettessero sull'intera questione. Due di loro fecero un passo avanti, chinarono il capo, come un saluto e di congedarono in silenzio.
"Bene." Disse la donna. "Seguitemi" riprese lei, facendo un passo verso una porta che prima nessuno di loro aveva notato.
I quindici maghi si ritrovarono in un'altra stanza, uguale alla precedente, ma senza stalli e con un tavolo circolare in mogano al centro di essa. 
I quattro si sedettero più meno alla metà del tavolo e invitarono gli altri a fare lo stesso.
Quando tutti presero posto, la giovane riprese il discorso.
"La confraternita del pugnale nero" iniziò, e con un gesto della mano fece apparire una proiezione sospesa al centro del tavolo, sopra al cuore, dove vi era inciso un pugnale per l'appunto. " E' una comunità nata poco prima della prima guerra magica. Quando Lord Voldemort iniziò a reclutare i propri uomini e a muovere i primi passi, oltre all'Ordine della fenice, nacque anche un'altra comunità, la nostra, per fare in modo che tutti, da maghi a maghinò a babbani a conoscenza del mondo magico, potessero contruibuire a combattere l'oscurità."
La proiezione mostrò la Londra magica negli anni precedenti, queli prima dell'epoca di terrore di Voldemort e i fondatori, otto giovani maghi.
"Loro sono coloro che hanno ideato il tutto. Oggi, la confraternita conta centotrenta membri sparsi per tutto il mondo, ma i confraterlli sono solo otto al momento.
Tra di essi vi siamo anche noi quattro e siamo noi che cooperiamo e organizziamo il tutto. Qui non c'è distinzione, ci si guadagna il posto non in base alla fama e alla famiglia, ma in base al duro lavoro e all'impegno."
Le Serpi si osservarono di soppiatto, sorridendo. 
La faccenda sembrava interessante.
"L'addestramento, dura tre mesi, dopodiché chi rimarrà proseguirà i suoi ...studi,chiamiamoli così e verrà messo alla prova da una missione. Gli altri, potranno comunque partecipare e dare il loro contributo, o entrare a far parte dell'Ordine, che è nostra alleata."
Qualche posto più in là, Harry Potter, Ron e Ginny Weasley si lanciarono un'occhiata, senza però vederne lo sguardo meravigliato. 
Perché non ne avevano mai sentito parlare ? Da dove sbucava fuori questa confraternita?
"In questi anni abbiamo perso molti confratelli e maghi coraggiosi, persone abili, amici, nostri fratelli appunto. Lo scopo principale infatti, è quello di essere una famiglia e comunità. La fiducia è al primo posto. Se cade uno, cadono tutti."
Hermione, incappucciata, si fermò per riprendere il controllo.
Il ricordo dei caduti, dei suoi cari, le fece venire una stretta allo stomaco e un groppo in gola che le offuscò la mente per un breve instante.
"Il percorso sarà difficile e sfiancante." Venne in aiuto un confratello. "Più di una volta penserete di arrendervi e di tornare alla vita tranquilla e normale" disse mimando le ultime parole quasi divertito.
"Ma se alla fine avrete resistito, ciò che troverete sarà gratificante e unico al mondo." Riprese lui abbozzando un sorriso. 
"Credo che per oggi sia abbastanza. Se volete ancora aderire e partecipare a questa...avventura, vi prego di firmare questa pergamena incantata, che vi riconoscerà durante gli incontri e vi permetterà di entrare indisturbati. Inoltre protegge la confraternità da coloro che vogliono...diciamo aprire al mondo questa comunità."
Finì la figura che Draco nominò 'Il gigante' per la sua statura alta ed atletica.
I dieci, chi sicuro e affascinato e chi titubante, firmarono e da lì, iniziò la loro avventura.
Hermione, sorridendo, fece sparire la proiezione che ritraeva alcuni membri che combattevano e nel farlo, scostò una manica, mostrando un lembo di pelle su cui vi era un tatuaggio, sul polso destro per l'esattezza.
Draco non riuscì a vederlo bene, ma si ripromise di osservare meglio i propri compagni l'indomani a lezione. 
I quattro, dopo essersi alzati, fecero un segno col capo e sparirono, lasciando i dieci aspranti confratelli a se stessi, curiosi e trepidanti. 


________
Salve! Spero che il capito vi sia piaciuto. 
Come nel capitolo precedente vi invito a lasciare una recensione per dirmi che ne pensate. 
Questo capitolo l'ho concentrato da un'occhio esterno, Draco, in modo da farvi vedere più o meno, come si sentiva chi non sapeva nulla dell'incontro, di chi era in attesa di scoprire se fosse uno scherzo o meno. Delusi?

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Capitolo 4
*** Ancore e preparativi. ***


Are you, Are you
Coming to the tree
Wear a necklace of rope, side by side with me.
Strange things did happen here,
No stranger would it be,
If we met up at midnight in the hanging tree.*

 
Hermione si svegliò di soprassalto,ansimante e bocchegiando. Aveva gli occhi sgranati e il fiato corto: dopo molti mesi ancora sognava quella voce, quella canzone. 
Durante i mesi della guerra, Harry e Hermione si erano trovati soli nel bel mezzo del nulla, l'uno era l'unica famiglia dell'altro. 
I boschi erano la loro casa, la loro fortezza sicura, da dove si nascondevano a Voldemort.
Hermione ricordava ancora il vento cullarla, l'odore di muschio e terra.
Ricordava anche del giorno in cui, ai bracci di un ruscello, anni prima, lei e Fred l'avevano composta commemorando Sirius. D'allora quella canzone era diventata la sua ancora. La canticchiava la sera, la canticchiava di notte e la sussurrava la mattina per darsi forza.
Dopo la guerra però, quando  il sole calava lasciando spazio alla luna, Hermione aveva paura di addormentarsi.
Quando chiudeva gli occhi infatti, vedeva i volti dei caduti in guerra accompagnati dal suono di quella canzone che sussurravano "Indossa la collana di corda, accanto a me" cadendo, con occhi spaventati, occhi tristi o con il volto ancora sorridente, come quello del suo caro Fred. 
Non ce la faceva più. 
Le mancavano i suoi vecchi compagni e si dava la colpa delle loro morti. Merlino, quanto avrebbe voluto prendere il loro posto! E invece era lì, inutile e viva. 
Non faceva che domandarsi cos'avesse lei di così speciale per essere sopravvissuta a quella guerra.
Non poteva immaginare che a solo qualche piano di sotto, nei sotterranei, delle serpi si stavano ponendo la stessa domanda. Perché siamo ancora qui?



Ginevra Weasley era una ragazza sveglia, audace e gagliarda. Era la Grifondoro per definizione, nessuno poteva essere associato al rosso-oro meglio di lei. 
Camminava fiera per i corridoi di Hogwarts, postura diritta e sguardo tagliente, accanto al suo amico, Neville Paciock. Assieme a Luna Lovegood avevano formato un trio esclusivo. Quando Harry, Ron e Hermione erano via a cercare gli Horcrux, erano loro che lottavano contro i professori, indignati del nuovo preside e delle nuove regole. 
Erano diventati amici anni prima, ma dopo la guerra avevano un legame speciale, che solo loro potevano capire.
Riuscivano a cogliere subito se c'era qualcosa che non andasse ed erano l'uno il sostegno dell'altro. 
I tre, diretti a Hogsmeade, stavano parlottando tra loro. 
"Allora, avete ricevuto la lettera?" Chiese la rossa.
"Sì, non vediamo l'ora di andarci" Rispose il moro sorridendo all'amica.
" Chissà se Hermione ci farà indossare quei mantelli o se potremo conoscere anche gli altri..." disse sovrappensiero la Corvonero, facendo fermare i due, stupiti.
"Hermione?" chiese la giovane. "La nostra Mione?" terminò Neville, domandandosi se Luna si stesse burlando di loro.
" Ma sì! Non avete riconosciuto la voce? O le sue dita affusolate da pianista?" Replicò ella sorridendo.
"Ma... Hermione non ha quel tatuaggio...ce ne saremmo accorti." Obbiettò la Weasley, sperando in una risposta affermativa. "Ne siete certi? Raramente l'ho vista con le maniche arrotolate o comunque potrebbe averli mascherati." 
Luna prese a saltellare e quando fu poco più lontana urlò loro: " Venite o no?" 




George Weasley era molto impegnato quella mattina. Durante le giornate in cui i maghi di Hogwarts avevano le visite ad Hogsmeade lavorava alla filiare, lasciando la sede nelle mani di Verity, la sua assistente.
Purtroppo però, non aveva previsto che tutte le scorte di Merendine Marinare andassero a ruba, così dovette recarsi svariate volte a Diagon Alley per prenderne di altre. 
Dopo ore d'intenso lavoro, con il sorriso sulle labbra, George salutò Karl e Savannah, i due maghi che si occupavano della filiare, e si infilò una giacca in pelle prima d'uscire.
Poco lontano vide Hermione fare un cenno ai suoi migliori amici e corrergli incontro, sorridente. 
"Georgieeee" Esclamò buttandogli le braccia al collo. "Salve, mia cara prefetta-perfetta!" 
I due risero, dopodiché si separarono. "Allora? Come stanno i pivelli?"
"Non so di chi tu stia parlando. Se intendi Ron-Ron e Harry, sono indietro con i compiti....ma non è una novità. Se intendi i novizi, sono tutti sospettosi, si guardano intorno chiedendosi chi li ha convocati e chi potrebbe essere stato chiamato come loro. Sono così buffi!"
"Bah, io comunque non so perché tu abbia scelto quelle Serpi." La riccia sospirò. "Ne abbiamo già parlato...e poi vedrai che non te ne pentirai."
"Se lo dici tu. Che poi se vinco la scommessa, dovrai uscire con McLaggen...quindi..."
"Uffa, pensi solo alla scommessa! Dai, andiamo a prenderci una burrobirra, poi dobbiamo correre alla Stamberga Strillante, o non arriveremo a scuola in tempo."
"Pensi solo a ber-al lavoro, al lavoro!" disse il giovane dopo aver ricevuto un pizzicotto dall'amica, che in risposta si esibì in una risata cristallina che gli scaldò il cuore.
Aveva bisogno di Hermione, lo aiutava a superare quel momento buio.
Certo, non era facile per lui, si sentiva perso e .....si sentiva come un bambino che doveva ancora capire chi fosse. Era come se fosse nato solo pochi mesi prima e ora doveva imparare a camminare nuovamente. 
Con Hermione invece, sembrava tutto più facile.
Essendo diventati fratelli nello stesso periodo, e anche grazie all'ES e alle vacanze passate insieme, i due si ernao conosciuti meglio, avevano imparato ad accettare il fatto che uno avrebbe sempre combinato dei guai e l'altro avrebbe cercato di minimizzarli, e avevano imparato ad essere uniti.
Loro due, assieme a Fred, erano un gruppo intimo e affiatato, si completavano a vicenda. 
Insieme si diressero al pub, discutendo su quale sarebbe stata la prima lezione dei novizi. 

Poche ore dopo, nella Sala Comune dei Serpeverde, Draco Malfoy si lasciò cadere sulla poltrona sbuffando.
"Che c'è principino? Sei impaziente?" Gli chiese Daphne ridacchiando.
"Io non capisco!" sbottò lui.
"Cosa non capisci? Perché le tue mani siano ancora così screpolate dopo tutti i trattamenti che dai di nasc-" iniziò il giovane Nott interrotto da una cuscinata.
"Magari. É ossessionato dalla strega che ha parlato quella sera."
"Ho osservato TUTTE le streghe di Hogwarts, ma niente! Nessuna ha quel tatuaggio!" esclamò sconsolato il giovane .
"E non potevi aspettare stasera per scoprirlo?"
"Come?"
"Stasera c'è il primo incontro Draco..." gli ricordò la compagna. "Oh." Disse lui prima di alzarsi e sparire dalla vista dei suoi amici.
"Lo abbiamo perso." disse Blaise ridendo.
"Già" disse Theodore soffocando una risata vedendo il ragazzo venir loro incontro.
"Su, alzatevi o faremo tardi." disse lui dopo aver controllato l'orologio appeso alla parete.
I tre sbuffarono e una volta fuori dalla Sala, s'avvolsero nei loro mantelli neri, diretti alla Stanza delle Necessità, curiosi ed eccitati allo stesso tempo.

__________
Salve! Scusate per l'attesa e per il breve capitolo. Avevo deciso di aspettare un po', sperando in qualche recensione, giusto per vedere cosa ne pensate. Nel prossimo capitolo ci sarà il primo incontro, si scoprirà qualcosa di più. Questo è un capitolo di transizione diciamo. 
Buona serata e spero di avervi incuriosito...e che il mini capitolo sia di vostro gradimento!
Cherry

 

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Capitolo 5
*** Allenamenti personalizzati. ***


cap III conf. Salve ! Questa volta volevo dire due parole prima del capitolo:
innanzitutto, la strofa pubblicata lo scorso capitolo fa parte di "The hanging tree" della saga The hunger games.
Poi volevo scusarmi per la scrittura in corsivo. Sinceramente non so perché lo faccia, nell'anteprima il testo è normale....bah.
Beh e questo è tutto ! Ora vi lascio al capitolo e  vi invito  a lasciare qualche recensione c:
Buona serata e buona lettura <3

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Harry Potter e Ron Weasley erano appena entrati nel grande salone in cui si erano radunati la volta precedente per l'incontro con la Confraternita.
Con il respiro corto e affannato, le gote arrossate e i capelli scompigliati, tutti abbozzarono un sorriso divertito: non era una novità il fatto che i due fossero dei ritardatari e che più di una volta erano entrati in classe in quello stato.
Ciò che colpì gli altri ragazzi era l'assenza della loro amica, la cosìddetta mente del trio.
Che fosse alla ricerca della tranquillità quell'anno? O magari era vigliacca, preferiva nascondersi dietro uno dei suoi amati tomi in biblioteca?
Quelle erano le domande che i giovani si ponevano quella sera.


Poco dopo, entrò un ragazzo basso e dalla corporatura forte che Draco riconobbe come uno dei quattro fratelli che aveva presentato loro la Confraternita.
"Buonasera" iniziò lui, aprendo le braccia in segno di saluto. "E benvenuti al primo giorno di addestramento della Confraternita del Pugnale Nero. Io sono Braxton Savage, Auror di professione. Faccio parte della Confraternita sin dai tempi di Hogwarts...e per ora è tutto. Avete domande?"

Un Corvonero, Terry Steeval, fece un passo avanti. " Studieremo incantesimi o cosa sarà la base di questo ...addestramento?" Chiese lui, leggermente intimidito dalla cicatrice che deformava il volto dell'uomo.

"Studieremo tutto. E dico studieremo perché tutti saranno gli insegnanti dei propri compagni" asserì una voce femminile entrando.
"Granger?!" Esclamò Draco stupefatto, come mai in vita sua.
" Quanto sei sagace Malfoy" rise ella, prima di guardare i ragazzi dirimpetto.
Tutti erano stupiti della sua apparizione.
Dinanzi a loro non vi era il Prefetto di Grifondoro, con i maglioni troppo larghi e le gonne troppo lunghe. No. Vi era una donna adulta e matura, con addosso dei pantaloni di pelle nera e una maglia del medesimo colore che la fasciavano quasi fosse una seconda pelle.
La giovane si avvicinò al suo fratello e sorrise.
"Oggi -iniziò- e nelle prossime settimane, inizieremo con una preparazione fisica. Non sempre ci sarà la possibilità di attingere alla magia. Potreste trovarvi disarmati o in luoghi incantati dove la magia ....risulta vana. Dovete conoscere voi stessi, i vostri limiti e le vostre capacità."
Tutti erano rapiti da quella ragazza che sembrava una persona nuova, mai incontrata prima.
Perfino i suoi amici più stretti, Ron, Harry,Ginny e Neville (Luna no, ma non è una novità la sua seconda vista) avevano difficoltà a seguire le parole della ragazza lucidamente, tanto erano presi ad osservarne i movimenti leggiadri, sicuri.
Sembrava una guerriera. E lo era.
"Direi che potremmo iniziare ....altrimenti ci ritroveremo che saranno passati i tre mesi e saremo ancora a discutere del programma.... che tra parentesi, non c'è."
Vedendo che i giovani dinanzi a lei non replicavano, guardò Braxton, che le fecce un cenno col capo.
"Bene, seguitemi."



A Daphne Greengrass quel posto sembrava un sogno.
Pareva di essere tornati indietro nel tempo, quasi quella sala fosse rimasta intatta per secoli, con le stesse candele, gli stessi arazzi. Se solo si fosse affacciata alla finestra, non si  sarebbe stupida ti ritrovarsi nell'evo oscuro.
Tutto ciò che la circondava era antico. Si respirava magia, tradizioni,storia.
Non riusciva a capacitarsi di come avesse avuto la fortuna di trovarsi in quel luogo, con quelle persone.
"Permetti?" le chiese Savage, l'Auror che li aveva accolti quella sera.
"C-certo." Disse lei, dopo essersi ripresa un'attimo dai suoi pensieri.
"Credo che dovresti concentrarti di più sugli esercizi di forza,  ho visto che non hai problemi di respirazione né di equilibrio.... ma non hai una musculatura ben definita, potresti avere problemi nei prossimi esercizi. Quindi potresti provare....con qualcosa di semplice. Per oggi potrebbero bastare questi pesetti. Allenati con quelli dal peso minore, dopo aver fatto ...trenta o più movimenti, continua con il pesetto successivo. E così via. Mi raccomando. Quando ti senti stanca fai una pausa, prendi un bel respiro. Se devi bere, lì c'è dell'acqua...bere è molto importante. E quando ti senti affaticata, prendi uno spicchio d'arancia. Va bene?"
La biona annuì e il ragazzo le sorrise fiducioso, prima di raggiungere una Luna Lovegood intenta in un'esercizio inventato da lei, che poteva risultare pericoloso.


Dall'altra parte della stanza, le tre serpi e il corvo si erano trovate con un'altro tipo di allenamento.
Essendo giocatori di Quidditch infatti, conoscevano già quegli esercizi e dopo due ore Savage gli aveva risparmiato delle ore nelle quali si sarebbero solamente annoiati.
Così aveva deciso di dar loro degli archi e dopo aver mostrato loro come tirare, si era volatilizzato nel nulla, lasciando i tre sconcetrati e desiderosi di cominciare.
"Zabini no, aspetta!" esclamò Hermione, che gli prese il braccio poco prima che scoccasse la freccia. "Ti ho osservato e ... ti manca poco per colpire il centro. Innanzitutto, postura diritta! Bene. Ora allarga le gambe, tutto il peso dev'essere concentrato su di esse. Ok....e ora le braccia. Alzale un po' di più, devi fare in modo che arrivino all'orecchio. Ottimo. Ora prendi un bel respiro e...." lasciò la frase in sospeso, lasciando che il giovane si concentrasse.
La freccia mancò per poco il centro, raggiungengo però il confine tra il cerchio giallo -il centro appunto- e quello rosso.

Il mago sospirò e fece un passo indietro, dando modo ai propri compagni di esercitarsi.
"Zab- Blaise, non ti abbattere! Stai andando benissimo. La prossima volta, cerca di rilassarti..non pensare solo al bersaglio, pensa a divertirti.."   Lui le sorrise grato, annuì e fece spazio alla ragazza.
Nott, d'altra parte, era frustrato.
Non riusciva a colpire il bersaglio, nemmeno dopo aver corretto la postura come aveva mostrato Hermione poco prima.
"Ehi,ehi, va bene. Non siamo qui per ..... essere già pronti. Siamo qui per imparare. Per prepararci e per metterci alla prova.
Ora.
Fai un respiro profondo e tira. Non pensare a nulla.
E se non sei il tipo che si butta.... magari pensa a qualcosa che ti abbia fatto arrabbiare. Non immaginare la faccia di chi....ti ha fatto provare quelle emozioni, ma cerca di  'trasportare' questo sentimento nella freccia. Tenta, ancora e ancora."

"Hermione scusa, potresti aiutarmi?" Chiese Heidi Macavoy, rubando ai tre la ragazza.
"Non riesco a  fare l'esercizio e non capisco perché!"  La riccia le chiese di svolgere l'esercizio e quando questa  provò a farlo, le chiese di fermarsi.
"Allora, credo che il tuo problema sia la flessibilità, un fattore importante per la riuscita dell'esercizio. Hmmm....il primo esercizio che ti consiglio di fare è...."



Nel centro della sala invece, vi erano Harry, Ron e Neville intenti a fare delle flessioni sulle braccia, ben presto fermati da Savage che li rimproverò di farli in maniera errata. Per loro sfortuna,, il modo corretto implicava molta più fatica e concentrazione e .... non si esibirono in numerevoli flessioni come avevano desiderato.
Le due ragazze invece, Ginny e Luna, stavano facendo degli addominali, seguiti da dorsali ed altri esercizi di forza.



Savage e Hermione assistevano tutti, mostrando loro esercizi personalizzati e dopo tre ore, anche loro erano stanchi.
"Ragazzi, un po' di attenzione. Posate gli attrezzi....o fermatevi." iniziò l'uomo. "Oggi avete fatto un buon lavoro...io e Hermione abbiamo avuto modo di conoscervi. Oltre agli incontri settimanali, tra poco inzierete anche con degli allenamenti personalizzati. Inoltre, ogni qualvolta ne avrete desiderio, potrete usufruire della stanza per potervi allenare. NON con le armi." Hermione posò un panno e fece un passo avanto. "Crediamo che per oggi possiamo finire così. Prendete una bottiglia d'acqua ciascuno e un frutto. Domani e nei giorni a seguire, mangiate molte proteine e tanto frutta e verdura! É tutto, per ora. Ci vediamo martedì prossimo, alla stessa ora. Buona serata."
I ragazzi le augurarono un buon proseguimento e  si congedarono, stanchi, ma felici. Si sentivano più forti e determinati di prima.





Un'ora più tardi, dopo che  Draco, Theo e Blaise avevano salutato Terry e raggiunto Daphne, si erano avviati alla propria Sala Comune. quando nel bel mezzo del corridoio, Theodore, spezzò il silenzio dicendo: "Merlino....quella era davvero la Granger?" suscitando risate da parte degli amici.

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Capitolo 6
*** Sframmenti. ***


Cap confraternita.6 in realtò 5 Hermione era appena entrata nella Sala Combattimento assieme a George, quando trovò i propri compagni di scuola a bisticciare animatamente.
I due fratelli si guardarono abbattuti, dopodiché si avviarono al centro della sala.
"Malferret, è tutta colpa tua! Tu, assieme a Nott avete tirato quell'incantesimo e non osare a dirmi che non l'avete fatto apposta a colpire proprio Neville!"
"Sfregiato, tu e i tuoi amichetti non siete al centro di tutto e tutti! Merlino, per una buona volta potresti avere la decenza di chiudere quella fogna? Siete un branco di im.."
"Ora basta!" Urlò Hermione zittendo i due che avevano le bacchette sguainate, pronti ad un duello, come sempre del resto.
In quel momento entrò anche Braxton con accanto il povero Neville,con del ghiaccio premuto sulla tempia sanguinante.

"Sono passate tre settimane. Ci siamo allenati duramente e pensavano che...dopo un po' i vostri diverbi, da incontro a incontro sarebbero andati via via scemando, invece siete sempre sul piede di guerra." Continuò la grifona.
"Sedetevi in cerchio, forza!" Venne in suo aiuto Braxton, fulminando con lo sguardo Harry che stava per ribattere.

Tutti si sedettero a terra tranne George che trasfigurò una freccia in un palloncino azzurro.
"Bene. Oggi dovremo abbattere queste barriere, liberarci dei nostri pensieri. Chi avrà il palloncino, potrà liberarsi di un peso, fare domande, qualsiasi cosa. Non dovete assolutamente essere offensivi,altrimenti verrete puniti. Bene, qualcuno vuole iniziare?" chiese il rosso.
La tassorosso alzò la mano esitante. "Sì Heidi...inizi tu?Bene." George le passò il palloncino.
"Io volevo solo dire che...beh, con la guerra ho perso tutto. Non ho mai conosciuto mio padre. morto durante la prima guerra. Mia madre invece è sta ferita durante l'ultima guerra. Ora è ricoverata al San Mungo. Ho due fratelli, entrambi più grandi e in giro di chissà che cosa per il mondo.
Non li vedo dal funerale di papà. Ogni tot anni, quando rimangono senza soldi si fanno vivi.... ed è dura. A volte non penso di farcela." La giovane si fermò, gli occhi lucidi e le guance tinte di rosso. Hermione, seduta accanto a lei l'abbracciò.
"Ora hai noi. Puoi parlarci di tutto e ti aiuteremo. La confraternità fa anche questo. Diventa parte di te e della tua famiglia."
Heidi le sorrise grata, cogliendo la sincerità delle parole della Grifona, poi lanciò in aria il palloncinò che andò a finire in grembo a Daphne.
"Umm...io, non so cosa dire. Sapete, la mia famiglia faceva parte dei Mangiamorte, ma non ha mai reso partecipi me e mia sorella, per fortuna. Come la maggior parte dei figli di Serpeverde, siamo state cresciute con ideali primordiali...ma né io né lei, anche se abbiamo finto in contrario abbiamo mai disprezzato i Mezzosangue. E...beh,solo durante il settimo anno...quello dell'anno scorso, ho visto la malvagità, la corruzione...e beh, ho aperto gli occhi.
Io avevo paura di combattere...ma poi ....l'ho fatto. Ho...quasi ucciso un Mangiamorte...ma era pur sempre un uomo. Non dimenticherò mai quell'istante."
La bionda non diede tempo a nessuno di ribattere, che lanciò il palloncino a George, che lo prese al volo.

"Beh, come sapete tutti...io in questa battaglia ho perso Fred. Il mio gemello, una parte di me. Anche lui faceva parte della Confraternita. Beh, condividavamo tutto...o quasi. Non c'è un solo istante della mia vita in cui non ci sia lui...e ora è ...strano, svegliarsi la mattina. Ci siamo separati due sole volte nella vita. La prima, ho perso l'orecchio. E la seconda, beh la seconda ho perso una cosa ben più importante. Fred. Ora è come se fossi rinato e spesso non sento la mia pelle....mia. Quando mi guardo allo specchio, è come vederlo lì accanto a me. Ma poi, quando allungo la mano allo specchio e incontro la superficia liscia e fredda, torno alla realtà."

Tutti erano in silenzio. Draco, Blaise e Theo avevano abbassato il capo, perché nonostante tutto, si sentivano in colpa. Draco in primis, in quanto lui, era stato un Mangiamorte. Aveva creduto, in quegli ideali. Ed ecco cos'era successo.
Ginny e Ron erano abbracciati l'uno all'altra, entrambi con il volto rigato di lacrime, così come Hermione e Harry che con il capo abbassato, commemoravano il loro amico.
George porse il palloncino a Terry che si schiarì la gola.
"Io...non ho perso nessun familiare in questa battaglia. I miei si sono trasferiti lontano, ma io ho decido di rimanere qui. Ma ho perso una parte di me. Ogni notte rivivo quella guerra....e so che non è ancora finita. Io, la sto vivendo ancora. E...George, Heidi...Daphne...vi capisco. E siamo tutti con voi."

Il Corvonero fece volare il palloncino fino a Draco, che la prese sconvolto. Cos'avrebbe detto?
"Io...beh, volevo sapere com'è che la Granger ha un tatuaggio...così particolare,ecco." Vedendo gli sguardi dei compagni, il Serpeverde sospirò e iniziò a parlare. "Ho creduto davvero nei principi dell'Oscuro signore. Mio padre mi ha inculcato queste idee quand'ero piccolo. Sono cresciuto con queste dottrine e le ho fatte mie. Crescendo, vedendo tutto ciò che aveva portato via ....ho cambiato idea. Ero carne da macello. Nemmeno mia madre, è riuscita a fermarmi. Mi hanno marchiato e affisato una missione più grande di me. Ma lei...ha fatto in modo che non diventassi un'assassino. Non ho ucciso nessuno in questa guerra. Ma non ho nemmeno fatto nulla per impedirlo. E ora guai a voi se rivelate la cosa in giro, o mi guardate con compassione o come se fossi cambiato. Sono sempre lo stesso stronzo che prende in giro Harry Potter dandogli dello sfregiato...o che disprezza gli Elfi. Ecco tutto."
Hermione allungò le braccia, segno che voleva parlare.
"Innanzittutto, il tatuaggio non è una mia invenzione. É il simbolo della confraternita. Il pugnale, di cui la confraternita porta il nome. Il serpente, in onore a Charis Black, una delle fondatrici. Il fuoco, per i Grifondoro, che avreggero attraversato il fuoco pur di proteggere i cari e sconfiggere i cari. La rosa è stata aggiunta in onore di Silente. Lui credeva nell'amore, nel fatto che esso sconfigge tutto, anche la morte. Poi è anche il simbolo della rinascita....Questo è quanto. Non sono l'unica ad averlo comunque.
Tornando a noi.
Io...ho perso la mia famiglia. Ho obliviato loro la memoria prima di partire e alla fine della guerra li ho cercati per mesi, prima di trovarli in Australia. C'è dell'altro dietro, che per ora non voglio rivelare. Ora comunque .....hanno la memoria, ma sono rimasti in Australia. Li ho protetti, ma ora sono confusi e leggermente arrabbiati con me .anche se hanno capito perché l'ho fatto. Ho perso uno dei miei amici più cari e tante persone a cui tenevo e che porterò sempre nel cuore. Ho anche...ricevuto qualcosa da questa guerra. Forza. E una sorellina, che per ora non ho ancora conosciuto. I miei genitori hanno fatto domanda di affidamento poco prima che li trovassi restituendo loro la memoria e lei è arrivata a casa poco dopo la mia partenza...però sì, mi hanno inviato delle foto via gufo ed è dolcissima."
Tutti la osservavano in silenzio, ammirandola per la sua tenacia, intelligenza e capacità di amare. Ogni volta, li sorpendeva, ogni volta c'erano una nuova sorpresa. Era semplicemnte fantastica.
La Grifona lanciò il palloncino che finì tra le braccia di Luna. "Io credo che sia colpa dei Nargilli,se litighiamo continuamente. Io ho vissuto la guerra come studentessa, ho visto i Carrow e la sofferenza negli occhi di Grifoni, Tassi, Corvi ....e sì, anche di Serpi. Ho vissuto come prigioniera, Draco non chinare il capo, non è colpa tua. Ho conosciuto Dobby, quella creaturina tanto dolce.... -fece una pausa con gli occhi persi, prima di continuare- e ho vissuto come giovane strega, figlia. Ho perso tanto, ma ho sempre il mio papà, anche se non vado fiera di ciò che ha fatto. Mi dispiace Harry.
E credo...che dovremmo tutti vestirci di giallo, o arancione! Tornare a vivere per coloro che abbiamo perso. Non trovate che il sorriso di Hermione sia stupendo e che dovremmo vederlo più spesso? O che gli occhi di Draco hanno un luccichio stupendo quando è sereno? O George...quando parla di una nuova invenzione. è così bello da guardare. O Braxton...quando è orgoglioso di noi. Invece siamo tutti cupi...Ah..."
Passò il palloncino a Zabini, che le sorrise. "Mio padre non si è mai interessato a questioni di questo genere. Disprezzava tutto e tutti. A causa del lavoro, è sempre via di casa. Mia madre invece, dopo l'annullamento del matrimonio,  stata troppo occupata a  cercare qualcuno che le stesse accanto....per occuparsi di me. Così non ho dovuto sorbire lezioni di vita su come "Purosangue è sinonimo di perfezione" e ho fatto la mia scelta: Voldemort era un pazzo e....come Hermione ha dimostrato più e più volte, i Mezzosangue possono essere migliori di noi." Non avendo altro da aggiungere, passò la palla a Ron. 

"Io durante questa guerra, un po' a causa degli Horcrux, un po' per codardia, sono tornato a casa. Lì ho capito di non poter vivere senza quei due maghi che mi hanno reso chi sono oggi.... e così sono tornato. Ne abbiamo affrontate di tutti i colori, Merlino, al primo anno sono già iniziati i guai...e dubito che quest'anno riusciremo a vivere un'anno tranquillo. "
Harry e Hermione gli sorrisero con dolcezza, solo loro sapevano cosa provava il loro amico. Ormai erano legati da qualcosa di indescrivibile, uno sguardo, un gesto, era abbastanza per capire ciò che l'amico pensava e sentiva.

"Io... -iniziò Neville- ho capito molte cose. Ho dovuto fare i conti con me stesso. Ho combattuto, rendendo orgogliosa mia nonna....e sono sicuro che anche i miei genitori sarebbero orgogliosi di me. Io, Luna e Ginny abbiamo stretto un legame forte e ci siamo alleati contro i Carrow...e sono fiero di ciò che abbiamo fatto. Tutti noi."

Ginny prese parola poco dopo. " [...] E anche se tutti noi abbiamo perso qualcosa, ora siamo qui no?Ci sarà un motivo! Non dobbiamo vivere nel dolore e nel passato."
Tutti le sorrisero incoraggianti.
Quella ragazza era forte e sveglia. Nemmeno la morte del suo amato fratello l'aveva buttata giù. Era una vera Grifondoro.

Braxton parlò per ultimo. "Come potete vedere, questa guerra me la porto ovunque. Il mio viso è stato sfregiato, ma io sono ancora qui, più determinato che mai a sconfiggere definitivamente il male da questo mondo. Ho preso forza da tutti noi, la Confraternita mi ha aiutato molto. I Mangiamorte hanno attaccato la mia famiglia....purtroppo non sono riuscito a salvarli tutti. Non me lo perdonerò mai. Posso solo vivere la mia vita appieno, vivendola anche per loro. Tonks....lei era una donna fantastica. É lei che mi ha dimostrato che c'è sempre qualcosa, o meglio, qualcuno per cui vivere." L'Auror sospirò.
"Beh, vedete? Tutti abbiamo perso qualcosa....una parte di noi  sicuramente. Non siamo così diversi....quindi a cosa serve scannarci contro? Avete rabbia, dolore represso? Sfogatevi su un fantoccio, chiudetevi in una stanza, insonorizzatela ed alzatevi...ma dovete capire che qui non c'è spazio per l'odio.
Siate l'ancora di salvezza del vostro compagno." Finito il suo discorso, guardò l'orologio.
"Beh, il tempo per fare un po' di allenamento è poco, quindi per stasera abbiamo terminato. Prendete le vostre cose e andate a riposarvi, è stata una notte intensa. Terry, ricorda che domani hai l'allenamento con me. Questo è quanto...buonanotte."
I ragazzi salutarono e stanchi, con un peso in meno e....per alcuni un peso in più, lasciarono la stanza con mille pensieri.

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Capitolo 7
*** Chiacchiere. ***


conf. cap 7 Prima di lasciarvi alla storia, vorrei scusarmi per il problema dello scorso capitolo. Ora potete trovarlo completo, anche con la parte di Luna. Grazie mille per aver  letto la mia storia fino a qui e un grazie anche a coloro che hanno lasciato una recensione alla mia storia.
Buona lettura,
Cherry





Hermione si rigirò nel letto, sbadigliando. Quel sabato non aveva proprio voglia di uscire. Gli allenamenti con Terry la sera prima l'avevano sfinita e ora proprio non riusciva a trovare le forze di alzarsi dal caldo confortevole del suo letto a baldacchino.
In quel momento entrò Ginny Weasley, già vestita e con un ghigno in volto che le fece pensare subito alle serpi.
"Mione non costringermi a buttarti fuori dal letto...e sai che ne sono capace! Dobbiamo uscire, Harry mi ha promesso che mi avrebbe accompagnato a fare spese e tu devi uscire con George! Ti dò dieci minuti, poi ti tirerò giù dal letto a modo mio!"
La Grifondoro spalancò le tende per illuminare la stanza e uscì a grandi falcate, probabilmente diretta alla stanza di suo fratello, che probabilmente stava ancora dormendo beatamente.

La riccia da parte sua, non aveva intenzione di essere vittima di uno degli scherzi dell'amica, così si alzò dal letto, togliendosi il pigiama.
Aprì l'armadio e prese fuori dei pantaloni neri e un maglione verde, dopodiché prese degli stivali neri e se li infilò saltellando per la stanza, cercando di raggiungere il bagno.
Sì lavò il volto e i denti e poi prese a pettinare i capelli, che in quel momento assomigliavano di più ad un nido di uccellini. Decise così di raccoglierli in una treccia a spina di pesce, legandoli con un fiocco dello stesso colore della maglia.
Ricordandosi che quel mattino avrebbe potuto incontrare i propri fratelli, si truccò, applicando un po' di kajal e del russetto color vinaccia.
Indossò il cappotto e il cappello, e dopo aver afferrato la borsette uscì dalla stanza correndo.



"In ritardo di cinquantasette secondi Granger!" esclamò vedendendo l'amica venirgli incontro con il fiatone. "Scusami, il letto era troppo invitante!" rispose fermandosi, abbracciando il rosso. "Mh, allora potevi mandarmi un gifo e sarei arrivato io" rise lui ricevendo un pugno giocoso sulla spalla da parte della riccia che lo guardò di traverso seppur con un sorriso ad incresparle le labbra.
"Eh sarà per la prossima volta, ora andiamo, sto congelando!"
I due si avviarono al locale di Madama Rosmerta stuzziccandosi a vicenda, ridendo e ricordando alcuni anneddoti in cui i due si erano ritrovati in situazioni scomode o buffe.
Quando entrarono nel negozio videro le quattro Serpi ad un tavolo quasi nascosto e li salutarono, prima di accomodarsi al loro tavolo.
"Buongiorno cari, cosa prendete?"
"Per me del rum al ribes rosso, per la mia dama invece dell'Acquaviola."
"Rum di prima mattina?"
"Beh, non tutti si alzano alle dieci di mattina...anzi, non ho dormito affatto. Così mi sveglio e scaldo in un colpo solo!" disse George facendo ridere la mora.
"Allora, hai saputo la novità?"
"Quale delle tante? Da quando sono a Hogwarts scopro le cose dopo un po' e pensare che potrei saperle prima degli altri..."
"Già, sarà che non ti vogliono distrarre dai tuoi impegni da studentessa...anche se conoscendoti saresti in grado di passare i M.A.G.O. senza frequentare i prossimi mesi di lezione."  L'elogiò lui facendola arrossire.
"Comunque -riprese a parlare- verranno dei membri a tenere delle lezioni ai nostri ragazzi, in modo da istruirli e far veder loro che non ci siamo solo noi a far parte della Confraternita."
"É gentile da parte loro...i ragazzi si stanno allenando duramente e sono sempre più bravi... anche se i battibecchi non mancano mai!" sospirò la ragazza.
"Oh, sì può essere che sia anche colpa mia...mi diverto troppo a prenderli in giro!"
"Merlino George, sei sempre il solito!"
"Ehi, ti va di uscire una di queste sere? Potremmo andare a cena, al cinema o da qualche altra parte...decidi tu!"
"George....lo sai che non posso! Quest'anno preferirei non infrangere le regole..."
"Oh, la McGrannitt ti permette di fare gli incontri della Confraternita, clandestini, super segreti e va tutto bene, George, il povero George ti chiede di uscire e tu dici di no...potrei offendermi, sappilo."
"Non essere sciocco....la McGrannitt non mi permetterebbe nulla di ciò se non fosse....beh, più sicuro e controllato rispetto ad altre attività. Mica organizziamo feste!"
"Già, sei troppo ligia alle regole per uscire a divertirti...sempre sui libri.." La riccia sbuffò: "Questo non lo accetto...che Hermione Granger non si diverta...quando mai! E va bene, sabato prossimo usciamo!" accettò la giovane sconsolata, prima di fare un brindisi con il rosso che se la stava sghignazzando e portando il calice ale proprie labbra.
"E....riguardo all'altra questione? Ci hai ripensato?"  chiese George dopo un po', posando il bicchiere sul tavolo. "No, non ho intenzione di scoprire chi sono i miei genitori...se avessero tenuto realmente a me, mi avrebbero cercata loro." Il giovane sospirò: "Magari loro ...sono stati ingannati o ...non possono cercarti. Hermione...loro sono la tua f-" "No George, la mia famiglia sono i Granger. Sempre e comunque."





Poche ore dopo, mentre Hermione stava tornando al castello, sentì dei passi dietro di lei e ben presto Theodore Nott le fu affianco: "Ehi, ciao Hermione, come va?" le chiese lui gentile, guardandosi attorno imbarazzato.
"Oh, Theo, pensavo fossi ancora a Hogsmeade con gli altri... bene e tu?" "Bene...senti, mi chiedevo. tu a Natale torni a casa o rimani a scuola?" le chiese lui, con le gote tinte leggermente di rosa. "Oh, non saprei, probabilmente tornerò in Australia per qualche giorno, ma a Capodanno dovrei essere di ritorno...come mai?"
Il Serpeverde chinò il capo, leggermente deluso."Io e Blaise rimarremmo qui e ci chiedavamo se rimanessi anche tu, così potremmo organizzare qualcosa...ma fa nulla, sarà per un'altra volta!"
La ragazza gli posò una mano sulla spalla e disse: "Allora organizzeremo qualcosa di fantastico e senza precedenti per incoronare un nuovo anno ricco di avventure!"
I due risero incamminandosi al castello, chiacchierando spensieratamente.
Nessuno dei due si accorse dell'ombra che li stava seguendo a qualche metro di distanza.

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Capitolo 8
*** Risate. ***


capitolo conf. nuovo 8/12 Hermione aveva il respiro corto, il volto imperlando di sudore e ciocche di capelli -raccolti in una coda di cavallo- le incorniciavano il volto.
Era ancora in guardia, con il peso concentrato sul suo baricentro, lo sguardo fisso negli occhi dell'avvesario. Schivò un colpo, dopodiché tirò un calcio colpendo il ginocchio del compagno.
L'iniziateva, la velocità, prontezza e soprattutto il tempo erano fondamentali nella lotta corpo a corpo e Hermione lo sapeva bene. I muscoli si tendevano ad ogni movimento, pronti ad incasare un colpo o a sferrarne uno.
La giovane era concentrata, non sentiva nulla al di fuori del suo battito cardiaco.
Fulminea, sferrò un gancio sulla mandibola, stordendo l'avvesario. Proudfoot, da parte sua, cadde a terra. Le gambe infatti avevano ceduto e le vertigini e lì'intorpimento dovuto al colpo gli avevano impedito di riprendersi dal colpo e contrattaccare.
La riccia fece un respiro profondo e sorrise, dopodiché porse la mano all'Auror aiutandolo ad alzarsi.
"Sei sembre più brava Mione...oggi mi hai sfinito... come hai avuto modo di constatare non sono riuscito né a prevedere né a respingere i tuoi colpi. Complimenti!" Disse l'uomo posando un braccio attorno le spalle della giovane.
I due si sorrisero, ignari dei giovani maghi che li stavano osservando attoniti.
George, entrato nella stanza in quel momento, scoppiò in una fragorosa risata.
"Chiudete le bocce ragazzi. Ora tocca a voi. Hermione, sei richiesa al Laboratorio per non so quale pozione. Adrian, il tuo incontro con il Capo è stato annullato per via di quella missione famosa.
Bene ragazzi, oggi, prima di dedicarci ai pugnali tratteremo, come avete intuito, il combattimento corpo a corpo..."




Draco Malfoy stava parlottando animatamente con Hermione Granger, il che aveva  suscitato ben più di un'occhiata sbalordita dagli studenti della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
"Quindi mi stai dicendo che tu aiuti George Weasley a creare un nuovo prodotto per il suo negozio? Chi sei tu, e cosa ne hai fatto di Hermione Granger?!"
Una risata cristallina si diffuse nell'aria, facendo sospirare qualche mago e strega.
La guerra era finita.
L'eroina del mondo e L'ex Mangiamorte stavano ridendo insieme, camminando fianco a fianco.
Il cosiddetto bene e male.
Tutto andava bene.
Anche loro potevano iniziare a vivere, da capo.

"Oh beh, non fare quella faccia Draco. Sono ...divertenti, mi affascinano molto" Il giovane rispose "Stiamo ancora parlando dei prodotti?" La giovane lo guardò di traverso e continuò a parlare, come se il biondo non avesse aperto bocca. " [...] anche se non inciterò gli studenti a comprare i loro prodotti."
Il giovane mago aprì la porta dell'aula, facendo un cenno alla ragazza di passare per prima.
"Oh, quale gentiluomo"  disse ridendo e dopo aver fatto un breve inchino entrò nell'aula di Pozioni.
"Non prendermi in giro Granger... potrei farti passare il sorrisetto in breve tempo!"
"Uh, che paura Malfoy!
"Siamo tornati al cognome?"
"Rende meglio."
I due si sedettero ai loro posti, lei in primo banco, accanto a Harry e lui al secondo banco, accanto a Blaise.
"Buongiorno Hermione!" salutò Nott entrando nell'aula, prendendo posto nel banco accanto al suo. "Oh, ciao Theo, come va?"
"Bene grazie e tu? Non vedo l'ora che arrivi domani, mi sono esercitato tan-" "Shhhh" esclamarono i due grifondoro, zittendo il giovane.
Nel frattempo alcuni compagni dei ragazzi smisero di parlare tra loro, cercando di cogliere qualche parola della conversazione dei loro compagni.
"Uffa." Sbuffò il moro facendo il broncio.
La riccia non ebbe il tempo di  aprir bocca che il professor Lumacorno entrò con un sorrisetto furbo in classe, segno che avrebbe assegnato loro una pozione con premio a coloro che avessero preparato l' intruglio migliore.





Daphne si lasciò cadere sul materasso, sfinita.
"Bravissima, sei migliorata tantissimo!" disse Braxton, sedendosi accanto a lei. 
"Mh, non è che potrei avere cinque minuti di pausa per darmi una rinfrescata?"
"E va bene, ma non bere troppo o non riuscirai a fare bene gli esercizi! Su, ancora un oretta di allenamento e abbiamo finito!"
"COSA?!!!" esclamò la bionda scioccata, prima che la risata mascolina dell'Auror riempisse la stanza.




"Minerva cara, hai visto i nostri ragazzi? Sono meravigliosi!"  disse Albus Silente apparendo nel quadro appeso vicino al tavolo di mogano della Preside di Hogwarts.
Ella, udendo le parole del vecchio professore, ormai scomparso, sorrise.
"Baggianate! Quelli metteranno sottosopra la scuola, ve lo dico io!" disse Severus, degnando i due della sua presenza.
"Severus, non essere così pessimista! Stanno facendo un ottimo lavoro. Durante le lezioni, o anche fuori di esse, stanno iniziando a parlare, scherzare. Stanno iniziando una vita tranaquilla...e anche gli altri stanno iniziando a seguire il loro esempio!"
"Eh, ma non sei tu quella che rischia di essere infilzata con una freccia ogni volta che Potter e Weasley toccano l'arco!" borbottò lui facendo ridere i due.
"Che avete da ridere eh? Io me ne torno lì, così vediamo cosa riescono a fare quei combina guai!"
Detto fatto. Il professore sparì dal quadro.
"In fondo vuole bene ai ragazzi." La vecchia strega sorrise. "In fondo...ma molto in fondo!"




_______
Salve!
Scusate per l'assenza e per il breve capitolo!
Spero che vi piaccia e che riusciate a capire i legami che si stanno creando tra i ragazzi.
E beh, vi invito a recensire la storia, con un commento che sia negativo o positivo...
Buona serata.
Cherry <3

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Capitolo 9
*** La prova. ***


capitolo CPN 1.12.14 Luna stava rincorrendo il suo patronus con impresso sul volto, pura spensieratezza.
Quella strega era un fenomeno.
Si allenava incessantemente per ore, lavorava duramente ed era sempre più brava. Sarebbe stata un'ottima sorella, una volta passato l'esame.
Neville lo sapeva bene, la sua Luna era piena di sorprese.
Durante la Grande Guerra ne aveva passate tante, eppure non aveva mai perso l'allegria, la forza di andare avanti.
L'ammirava molto.
"Nev, non startene lì impalato e vieni anche tu!" esclamò lei facendo sussultare leggermente il giovane che credeva di passare inosservato.
Il Grifone sorrise e raggiunge la bionda che gli prese le mani e lo incitò a correre insieme a lei.
Rimasero lì per un bel po', sereni, a rincorrere i patronus, che sono il frutto della felicità per eccellenza. 
Poco dopo passò di lì George che scattò loro una foto, prima di andarsene via divertito.
Oh sì, quell'anno la generazione di fratelli sarebbe stata davvero una rivelazione!


Tutti i ragazzi stavano trattenendo il fiato in attesa che Ron e Harry scoccassero quelle due maledette frecce. Al lato opposto, Hermione assieme ai due fratelli -George e Braxton- stavano osservando Adrian posizionare i bersagli poco lontano da loro.
"Bene, prendete un respiro e tirate."
Il moro e il rosso si guardarono e dopo essersi fatti un cenno col capo in segno di sostegno e coraggio, fecero un passo avanti.
"Miseriaccia Harry, dobbiamo farcela.."
Il morò annuì.
"Al mio tre" Iniziò Ron. "Uno." Alzarono il gomito, puntando il bersaglio.
 "Due" continuò Harry prendendo un respiro profondo "Tre." Finì il rosso, dopodiché i due lasciarono andare la corda che finirono....diritte al centro
Un boato esplose nella sala e ai due Grifondoro parve fossero circondati da una ventina di persone.
"Merlino, ce l'abbiamo fatta!"


"Bene ragazzi" prese la parola Hermione "Oggi dovrete affrontare una prova che vi sarà d'aiuto per la prova finale. Oggi non userete dei manichini per il combattimento con le armi, ma .....fratelli. Saranno protetti da incantesimi. non temete. Dovrete simulare un vero e proprio incontro. " Le Serpi si scambiarono un'occhiata, mentre Daphne raggiungeva le altre ragazze che parlottavano tra loro preoccupate.
"Abbassate i cappucci, nessuno deve riconoscervi. Non siete ancora membri. Loro non devono sapere chi siete e voi non dovete sapere chi sono loro. Bene, possiamo andare." La giovane strega abbassò il copricapo e dopo aver preso la sua fiaccola aprì una minuscola porticina.
I ragazzi la seguirono in un corridoio lungo e stretto, che faceva venir loro un senso di claustrofobia. "Questo posto fa paura" disse Heidi, stretta al braccio di Ron, che le sorrise incoraggiante. "Ancora un po' e ne saremo fuori!" La Tassorosso sospirò "E lì ci aspetteranno fratelli esperti."
Il rosso annuì pensieroso, voltandosi verso la sorella che guardava diritto a sé, incurante degli sguardi che le rivolgevano il suo fidanzato e i suoi amici.
Luna e Neville stavano camminando mano nella mano sussurandosi parole di incitamento, mentre Terry Steeval stava cercando di ripetere a mente tutte le mosse da fare.
Blaise, poco distante da Hermione, stava chiacchierando del più e del meno, mentre un Theodore Nott geloso stava  ribollendo.
Draco infine, stava osservando tutto e tutti.
Le crepe dei muri, la luce fioca dei lumi, gli sguardi dei propri compagni. Ancora non riusciva a pensare a loro come...amici.
All'improvviso gli venne in mente una discussione con Hermione, avvenuta qualche mese prima.

*Inizio flashback*

Draco era seduto ai margini del Lago Nero da solo, quando sentì dei passi poco lontani da lui. Alcuni secondi dopo vide una chioma folta apparire.
La giovane si sedette accanto a lui, con le gambe incrociate, rimanendo in silenzio per un po' prima di prendere parola.
"Come mai qui?"  chiese infine.
"Non riuscivo a dormire. Quando abbiamo finito l'allenamento ero sfinito, ma una volta in stanza non sono riuscito a chiudere occhio.
Hermione si avvicinò a lui, posandogli una mano sul braccio.
"Sai, quando ho scoperto del mondo magico, ho pensato alla mia ancora di salvezza, dove non ci sarebbero state guerre né disciminazioni. Quanto mi sbagliavo. Ho appreso delle crudeltà subite ancor prima di metter piede qui.
Ho studiato tanto, volevo dimostrare a tutti di essere la migliore, di essere in grado di far parte di questo mondo tanto quanto voi.
Inoltre avevo non undici, ma dodici anni e... avrei dovuto sapere più cose da voi. Non volevo sembrare una stupida.
Poi negli anni qualcosa è cambiato.
Non la mia...chiamiamola sete di conoscenza.
No.
Una nuova consapevolezza. Voldemort sarebbe tornato, ci sarebbe stata una guerra ed io non ero pronta. Anche se sapevo tomi, volumi interi di pozioni, incantesimi e quant'altro, non ero pronta del tutto.
Non conoscevo me stessa né le mie abilità. Non conoscevo i miei limiti.
Poi, un giorno, dopo gli incontri con l'ES, ricevetti una lettera...come quella che avete ricevuto voi tre mesi fa.
Assieme a Fred e George, oltre che ad altri studenti, ho imparato le arti marziali, ho imparato a combattere e a sfruttare al meglio ciò che ero capace di fare.
E grazie alla Confraternita, alla fine delle Guerra, avevo me. E avevo una famiglia.
Loro mi hanno aiutato a proteggere i Granger, mi hanno aiutata a rialzarmi e a riprendermi da quelle dolorose perdite.
Ricorda bene, Draco Malfoy.
In questa Guerra non c'era il bene e il male.
Non c'era la parte giusta e quella sbagliata.
Non del tutto almeno.
Non siamo stati capaci di salvare noi stessi, figuriamoci gli altri.
Non...addossarti tutte le pene del mondo, Draco Malfoy.
Salva te stesso,rialzati.
Io ho visto qualcosa, nel tuo sguardo, anni fa. E so che c'è ancora quella luce. Combatti. Fallo per te.
Non punirti per ciò che hai fatto."
Il biondo sgranò gli occhi. Come aveva fatto quella ragazza a capirlo così a fondo? Perché non gli rinfacciava ciò che era accaduto al Manor, perché non lo odiava con tutta se stessa.
"Come...?"
"A volte anche tu lasci cadere quella maschera. E io credo in te."
"Ho il marchio.
"E allora?"
"Io...ho visto persone torturate...e uccise!" urlò lui, lanciando un sasso nel lago.
"Anch'io."
La sincerità disarmante con cui l'aveva detto, aveva fatto cadere in ginocchio il giovane, abbassando tutte le barriere.
E Hermione sorrise, sapendo che lui aveva capito.
"Mi chiamo Hermione Granger, piacere."
Il giovane la guardò stupido. Quella donna era una continua scoperta.
"Draco. Draco Malfoy."
I due si sorrisero, dopodiché Hermione con il solito cipiglio severo lo ammonì che se non sarebbe andato a dormire da lì a pochi minuti ce lo avrebbe portato lei di peso...e gli promise un'allenamento durissimo l'indomani.
Il giovane,allarmato, si alzò avviandosi al castello assieme alla Grifondoro, iniziando a parlarsi. Per la prima volta.

*Fine flashback.*


Draco sorrise. Hermione era diventata una confidente, non solo un'amica. Lo aiutava sempre e bastava uno sguardo, che sapeva esattamente ciò che gli frullava per la testa.
Aveva instaurato un buon rapporto anche con le altre Serpi.
Andava a fare shopping con Daphne, spettegolando di ragazzi, faceva lunghe passeggiate, accompagnate da chiacchiere con Blaise e passava pomeriggi in biblioteca con Theodore, che ormai era cotto della strega.
Hermione era una brava persona. Avrebbe combattuto anche per lei, per dimostrarle che non aveva sbagliato a credere in lei.








Terry era senza fiato, il fratello lo aveva fattoo correre per quelle che a lui parevano ore. Era sfinito, ma ormai aveva imparato a regolare il respiro e controllare le proprie forze.
Quando il fratello pensò di aver finito con lui, abbassò la guardia e fu in quel momento che Terry, accompagnato da un grido di guerra, raccolse tutte le sue forze e attaccò l'avversario, colpendolo.
Al posto del sangue, una luce azzurrina apparve, segnando la fine del combattimento.
La figura incappucciata si rialzò, dandogli una pacca sulla spalla, dopodiché Adran lo raggiunse, complimentandosi con lui.
Ce l'aveva fatta!
Il giovace corse fuori dalla sala, incontrando un Blaise Zabini euforico, al quale Hermione stava fasciando il polso.
"Vuoi stare fermo?"
"E hai visto quando gli ho dato un calcio..." La mora guardò il Corvo sospirando, prima di sussuragli le sue felicitazioni. "Oh, e alla fine? Lui stava attacando me e poi BAM, gli tiro una gomitata e dopo ZAC, una pugnalata."
"Sei un ragazzino."
Il moro però continuò, finché non arrivò anche Theodore, che accorse preoccupato dall'amico.
"Cos'è successo?" chiese preoccupato.
"Nulla, il tuo amico pensa di essere un personaggio di Assassin's Creed."
"Eh?"
"Lascia perdere. Cose babbane."
"Com'è andato il tuo incontro?" chise poi, una volta finito di bendare l'amico.
"Bene, non sei riuscita a vederlo? Il fratello aveva la meglio, ma poi sono riuscito a colpirlo."
"Io sono stata più brava però." disse Heidi entrando con una mano posata sulla pancia. "Non sederti." disse Hermione, prima di spiegare che sedendosi si sarebbe sentita peggio.
"Oh ragazzi, se questa è solo una prova così, per passare il tempo, non oso immaginare come sarà la vera prova." disse Ginny sconsolata. prima di buttarsi a sedere vicino a Theodore, che annuì energicamente.
"Speriamo ci siano più incatesimi e duelli." Disse Harry entrando, seguito poco dopo da Ron. "Sarebbe il massimo...sono più bravo con la magia."
"Ricordate il nome della confraternita ragazzi. É normale che usiamo di più i pugnali." disse la riccia, anche se un sorrisetto le apparve sul volto.
"Sono l'ultimo?" chiese Neville entrando dopo qualche minuto.
"No, mancano Daphne e Luna."
"E Draco."
La riccia scosse il capo. "Sta arrivando, è andato a prendere dell'acqua per voi." 
Quando anche il biondo tornò, tutti stavano discutendo animatamente delle loro prove.
"Oh, sono tra gli ultimi." disse la giovane Greengrass delusa, entrando nella sala qualche minuto dopo.
"Com'è andata?" Chiese come di rito Hermione, anche se vederli lì significava che avevano passato la prova.
"Benissimo. Tutto era molto calcolato e strategico, così non mi sono stancata molto."
"Io invece mi sono divertita. Ho fatto stancare il fratello, sono brava a correre." Rise Luna appoggiando l'asciugamano sul bracciolo della sedia dove si sedette poco dopo.
"Bene, ora bevete e mangiate la frutta che vi sta portando George va bene?"
"Sì mamma" dissero i ragazzi ridendo, seguiti a ruota da Hermione, che sapeva di aver parlato con un tono un po' troppo severo.


Essendo sabato, dopo la prova erano andati tutti nella Sala dei Ricevimenti, dove era stato portato un lungo tavolo, riempito di cibi sostanziosi, per gioia di Ron, che si aspettava minestrini e centrifughe proteiche, che tanto piacevano a Hermione.
Stavano parlando tutti allegramente, quando sentirono delle voci e poco dopo entrò Braxton accompagnato da....Viktor Krum, ancora più alto, bello e muscoloso di quanto i presenti maghi e streghe ricordassero.
"Mi dispiace disturbarvi, ma devo parlare urgentemente con Hermione."
La giovane annuì, sapeva che se Viktor era lì, così in anticipo, era perché c'erano guai in arrivo.
George la trattenne per un braccio, sussurandole un 'Stai attenta' dopodiché la giovane raggiunse il buglaro, che la guardò dolcemente, prima di avvolgerle la schiena con un  braccio e portarla via, dove orecchie indiscrete con avrebbero potuto sentire ciò che aveva da dirle.
Braxton invece, con espressione cupa tornò a tavola, dove i ragazzi lo osservavano, chiedendosi come mai il bulgaro fosse lì e con così tanta urgenza di parlare a Hermione.





A chilometri di distanza, un giovane ragazzo entrò in un castello antico, che pareva fosse stato costruito nel medioevo.
Al suo passaggio, porte e portoni si aprivano, elfi e uomini si spostavano e le chiacchiere e risate si spegnevano.
"Madre" disse entrando in una stanza illuminata dalle fiamme scoppiettanti del camino.
"Allora, l'avete trovata?"
"Sì, ma dubito sarà facile...avvicinarla o solamente parlarle. É potente come i genitori. Io e mio  cugino riteniamo opportuno osservarla discretamente."
"Voglio conoscerla."
"Non credo sia possibile in questo momento."
Un vento gelido si alzò dal pavimento, facendo alzare tutte le pergamene che c'erano sulla scrivania della donna.
"Io so cos'è meglio per lei. La voglio qui, deve sapere ciò che l'aspetta."
"Ma madre.."
"Così voglio e così sia!" Tuonò la voce della donna e lontano da lei, Hermione sentì un brivido sulla schiena, come se fosse stata presente in quella stanza.




__________
Salve!!

Spero il capitolo vi piaccia, so che è un po' ''pieno'' e vi vorrei chiedere se trovate la lettura difficile.
Colgo l'occasione per ringraziarvi uno ad uno per aver letto la mia storia, averla recensita, messa tra le seguite/preferite/ricordate!!
Un bacione.
Cherry <3


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Capitolo 10
*** Fretta. ***


cap CPN 15.12.14 Hermione entrò nella Sede provvisoria della Confraternita sperando di potersi allenare un po' in pace, liberando la mente e sfogandosi.
Quello che le aveva detto Viktor non se l'era aspettato, non così in fretta almeno. Aveva organizzato mille progetti e ora se li era visti sfumare via proprio davanti ai suoi occhi.
Entrando però, notò che la Sala non era vuota, anzi.
Il gruppo stava festeggiando l'ottimo risultato della prova, ridendo e parlando animatamente, mentre Terry suonava un pezzo Jazz al pianoforte e Heidi lo seguiva con la chitarra canticchiando una canzone babbana.
Luna si stava in una danza buffa nel centro della sala, muovendo braccia e fianchi in una coreografia improvvisata, con Neville che ballava accanto a lei facendola piroettare di tanto in tanto.
Poco lontano da loro vi era una Ginevra ridente che, molto determinata, cercava di insegnare al fidanzato la nobile arte del walzer, mentre Daphne stava cercando di non lanciare degli urletti ogni qualvolta Ron le pestasse i piedi.

Non appena Hermione vide quella scena, sentì un peso sul cuore svanire. Era fiera dei suoi amici e compagni, erano maturati molto ed ora erano davvero un gruppo affiatato. Se fossero entrati nella Confraternita, fatto di cui la riccia era certa, non avrebbero avuto difficoltà di capire il concetto di famiglia che vi regnava.
La mora alzò lo sguardo, incontrando gli occhi cerulei di una Serpe a lei ben nota.
Draco Malfoy sostenne lo sguardo sicuro.
Con un cenno la giovane gli fece segno di stare bene, ma il giovane non le credette, infatti inarcò le sopracciglia. Lei sospirò e fece per avvicinarsi a lui, quando Theodore Nott le si avvicinò prendendole la mano.
"Cos'è quest'espressione cupa! Balla con noi!" disse lui facendola volteggiare fino al centro della sala.
Hermione gli sorrise e prese a ballare con lui, chiacchierando e ridendo a qualche sua sciocca battuta, ma i suoi occhi cercavano il biondo che stava chiacchierando con Blaise Zabini in fondo alla sala.


"Avete organizzato una festa e non mi avete invitato? Disonore su di voi, disonore sulla vostra mucca!" disse George Weasley citando un cartone animato che Hermione gli aveva fatto vedere qualche mese prima.
"Non era prevista. Ci siamo ritrovati qui. intenti ad allenarci per l'esame, ma poi abbiamo iniziato a chiacchierare...e così via." Disse Draco pacato, saltando giù dal tavolo su cui era seduto.
"O beh. nemmeno ritrovarsi delle Merendine Marinare nel proprio piatto la mattina lo sarà!" disse lui ironico, prima di incontrare lo sguardo di Hermione.
"Mione..." sussurrò lui e tutti capirono che l'apparizione di Krum non era solo una vecchia rimpatriata tra vecchi amici.
"Su ragazzi, voi riprendete pure, io vado ad organizzare alcune cose con George per il vostro esame... non origliate." disse lei ridendo, distraendoli dall'intera situazione.
I due fratelli uscirono dalla sala e poco dopo George le disse. "Pensavo saresti andata ad allenarti..."
"Infatti quella era l'idea, ma me li sono ritrovata qui e poi Theo mi ha trascinato a ballare con lui."
Il rosso la guardò di sottecchi. "Come se ti dispiacesse".
Dietro di loro, qualche passo di distanza, vi era Draco che li seguiva silenzioso, con passo felpato, intendo a scoprire cosa fosse successo a Hermione.
"Comunque perché mi stavi cercando? Solitamente hai un'altro metodo per consolarmi." disse lei ironica.
"Braxton mi ha mandato il suo patronus. Ci sanno aspettando alla sede, quella vera. É stata indetta una riunione d'emergenza."
"Probabilmente sarà per l'esame che affronteranno i ragazzi domani."
"Mh, già."


Qualche minuto dopo, i due fratelli si materializzarono  dinanzi ad una vecchia villetta fuori dalla Londra Magica e babbana. Si trovavano nel bel mezzo di una radura, circondati da boschi che ricoprivano ettari ed ettari di terreno.
Quel luogo era munito di attrezzature tecnologiche all'avanguardia, luoghi dove potersi esercitare con il rito con l'arco, tiro al piattello, così come in varie attività fisiche.
Il tutto era sorvegliato da telecamete e protetto da più incantesimi, che riconoscendo i due membri della Confraternita lasciarono aprirono un varco dal quale i due entrarono.
Prima di entrare, Hermione trasfigurò la propria tuta in un paio di pantaloni di pelle, una maglia nera e degli stivali alti fino al ginocchio. George nel frattempo le passò la sua tunica e dopo aver sistemato il cappuccio, i due salirono la lunga scalinata di marmo che si trovava dinanzi a loro.
Essendo venerdì ergo in giorno lavorativo, Hermione si stupì di vedere così tanti collaboratori esterni lavorare, lanciando loro occhiate discrete prima di tornare alle proprie mansioni.
George allungò il passo, aprendo la porta massiccia per far passare la giovane dinanzi a lui.
I loro passi eccheggiavano e man mano che si avvicinavano alla porta Hermione sentiva il suo battito cardiaco accelerare.
Ancor prima che riuscissero a bussare, la porta si spalancò, lasciando intravedere una lunga tavolata con tutti i fratelli.
Minerva McGrannitt era seduca a capotavola, con Kinglsey e Braxton al suo fianco. Poco dopo vi era Adrian, seguito da altri fratelli. George prese posto accanto ad un ragazzo che Hermione conosceva e lei si sedette vicino a Viktor che posò una mano sulla sua.
La riccia sentì un verso disgustato e voltandosi vide Piton guardarla schifato dal quadro e la giovane non poté fare a meno che sorridergli. Accanto a lui, sempre in un quadro, vi era il suo amato preside Albus che le sorrise amorevolmente, sorriso al quale non poté che rispondere con un sorriso altrettanto dolce e solidale."Esercito di Silente." Così era iniziato tutto e la riccia sapeva che avrebbe rifatto tutto ancora e ancora.
"Bene, ora che siamo tutti iniziamo." decretò l'anziana strega, indossando gli occhiali.
"Ci sono stati avvistamenti di Mangiamorte in varie località, sparse per il mondo. Dato che io non posso lasciare la scuola e Kinglsey desterebbe sospetti, allarmando le spie, sarete mandati voi in missione."
"Come faremo per l'esame finale professoressa?" azzardò la Grifondoro.
"George, Braxton e Eric si occuperanno di tutto." rispose lei guardando la sua pupilla negli occhi.
"Permetta mia cara, Braxton sarebbe utile in questa missione." S'intromise Silente.
"Lo so bene. Ma non possiamo lasciare i ragazzi senza due dei loro educatori.Bene, dunque. Viktor e Hermione, voi andrete in Norvegia, dove due dei più potenti Mangiamorte sono stati avvistati.
Adrian, tu andrai insieme a Dawlish...." ma ormai Hermione non l'ascoltava più, tant'era immersa nei suoi pensieri.
Alla fine della riunione, Hermione ebbe appena il tempo di salutare George e Braxton, far loro le solite raccomandazioni e di salutare Adrian, prima che la McGrannitt la scortasse nella Sala Combattimento.
La riccia si cambiò, indossando l'uniforme della confraternita, dopodiché raccolse i capelli in una crocchia sulla testa, in modo che i capelli non le fossero d'intralcio.
Fece un'incantesimo protettivo, in modo che le basse temperature non fossero un'ostacolo e indossò il mantello. Sotto vi nascose i pugnali, delle Shuriken, tuttavia lasciò che fosse Viktor a prendere le pistole, con le quali la giovane non si trovava a suo agio.
Infine prese i guanti di pelle di drago, che la proteggevano dal freddo e le impedivano di scivolare.
Dopo aver preso la bacchetta, raggiunse Viktor che l'aspettava con espressione indecifrabile.
"Questa ragazzi -iniziò la McGrannitt- è la vostra mappa. La passaporta vi porterà in Svezia e da lì userete mezzi pubblici in modo che i Mangiamorte non avvertano la vostra presenza. Possono aver preso delle precauzioni.
In quel lasso di tempo avrete modo di studiarvi i fascicoli. Sono solo delle copie, quando terminerete di leggerli distruggeteli.
Siate cauti e astuti.
Io credo in voi, ma vi avverto: sono molto potenti, siate prudenti. Non fatevi prendere dal panico, non siate le loro prede.
Che  la fortuna sia con voi, ragazzi miei."  Disse lei, prima e prima che i due potessero aprir bocca, la passaporta li inghiottì, trasportandoli a chilometri di distanza.



____________


Salvee!! Come va ?
Spero bene, così come spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Vi invito a lasciare una piccola recensione e vi auguro una buona serata !! <3
Un abbraccio,
Cherry_Leto

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Capitolo 11
*** E così... ***


capitolo conf. prova hermione ferita

Quella mattina Blaise si svegliò prima di tutti gli altri. Non riusciva a dormire, almeno non quando sapeva che di lì a qualche ora si sarebbe tenuto l’esame che avrebbe deciso se fosse diventato membro della Confraternita o meno.

In quei mesi si era allenato duramente, mettendosi alla prova e migliorando le sue prestazioni.

Aveva imparato a concentrarsi anche nel luogo più confusionario in cui si trovava, riusciva a regolare il respiro e a sfruttare al meglio i suoi muscoli.

Rispetto ad alcuni suoi compagni era avvantaggiato nella scherma e nel tiro con l’arco, arti che aveva imparato alla nobile età di cinque anni.

Il giovane Zabini, così come gli altri compagni Serpeverde, aveva imparato le buone maniere, come comportarsi in presenza di nobildonne e nobiluomini, a leggere e a scrivere.

Mentre le ragazze imparavano l’arte di intrattenere uomini, imparando a danzare, cantare e suonare, i ragazzi imparavano a tirare a scherma e varie attività prettamente mascoline.

Non lo avrebbe ammesso mai, ma Blaise avrebbe preferito passare un’infanzia come Ron Weasley, con una famiglia numerosa e calorosa, che gli dedicava attenzioni e che lo amava.

Gli sarebbe piaciuto avere dei fratelli come i suoi.

Fred e George, i due burloni, che sapevano sempre come strappare un sorriso agli altri o come Charlie e Bill, due giovani ragazzi intraprendenti e coraggiosi, che nel tempo libero si dilettavano a catturare creaturine selvagge e relativamente pericolose (anche un cane poteva sembrare pericoloso a dei bambini di tre anni!) o …beh sì, anche come Percy, che passava le sue giornate a studiare, ma che avrebbe fatto di tutto per far sì che il fratello minore fosse al sicuro.

E gli sarebbe piaciuto avere una sorellina più piccola da proteggere, una sorella di cui essere geloso.

Certo, come Ron gli aveva spiegato, non sempre era facile avere una famiglia così numerosa.

"Zabini, mi spieghi perché sei sveglio alle sette di mattina?" disse Draco voltandosi nel letto prima di stiracchiarsi.
"Potrei farti la stessa domanda."
"Mh, touché."
"Che ne dici se svegliamo anche Theo?"
"Sì, non è giusto che noi siamo svegli e lui no." concordò Draco con un ghigno.

 

 

 

I novizi si trovavano nella sala d’iniziazione. Mancavano pochi minuti e di Hermione non vi era traccia. Non vedendola a colazione si erano rassicurati dicendosi che l’avrebbero trovata lì, ma ora, a pochi minuti dall’inizio della prova, lei non era ancora lì.
Erano nervosi. Nessun eccezione. Anche il Bambino sopravvissuto, che aveva affrontato Lord Voldemort stava rigirando la bacchetta preoccupato.
L’ansia alleggiava nell’aria, e mille domande assalivano i ragazzi.
Poco dopo, i giovani sentirono dei passi, così indossarono i loro mantelli.
Per primo entrò Braxton, che riconobbero subito dalla postura, seguito da George. Per ultimo entrò una figura che non conoscevano. Hermione non era con loro.
I ragazzi erano confusi. Dov’era la loro amica ? Perché non era lì, a rassicurarli e a por loro domande per un’ultima verifica ?
I quattro dinanzi a loro abbassarono i cappucci, rivelando i loro volti.
“Buongiorno ragazzi. Siamo in ritardo e abbiamo molto da fare oggi, quindi salteremo i convenevoli. Probabilmente vi starete chiedendo dove sia H-la sorella Granger. Purtroppo è in missione, ma vi porge i suoi migliori auguri. Al posto suo vi sarà il fratello Eric Kavanaugh  che assieme a me e al fratello Weasley vi valuterà. Detto questo, buona fortuna …se farete del vostro meglio, così come avete fatto durante gli allenamenti non sarà una prova difficile.”
Ma i giovani ormai non lo ascoltavano più, i loro pensieri erano rivolti all’amica, che a chilometri di distanza si trovava faccia a faccia con i Mangiamorte più spietati ancora in libertà.

 

 

“Hermione, attenta, alle tue spalle!”
La giovane si voltò di scatto. La Confraternita aveva ricevuto informazioni sbagliate e così lei e Viktor si erano ritrovati con il doppio dei Mangiamorte previsti e di conseguenza, erano accerchiati da spietati maghi assetati di sangue e di vendetta.
“Deprimo, Stupeficium!” esclamò la giovane, dando un calcio a Jugson Jr., facendolo finire a terra.
La giovane era rimasta faccia a faccia con Rowle, mago con la quale più volte si era ritrovata a duellare, senza mai riuscire a sconfiggere o catturare.
Il biondo la guardava con un ghigno. Infatti si trovava in condizioni nettamente migliori.
Hermione infatti era rimasta senza fiato, i pantaloni erano strappati e purtroppo nemmeno le protezioni erano riuscite a parare alcuni dei colpi subiti quella sera. Un rivolo di sangue le colava dalla tempia, ma niente avrebbe fatto abbassare lo sguardo fiero da quegli occhi pieni d’odio.
Anni di addestramento e missioni, ma mai le batteva il cuore così tanto.
“E così la Salvatrice del mondo magico fa parte della Confraternita…sono scesi così in basso?” disse l’uomo con tono derisorio.
“Rowle..sia l’ultima cosa che faccio, ma giuro che finirai rinchiuso ad Azkaban fino la fine dei tuoi giorni.” Ringhiò lei.
“Oh oh, mia piccola Mezzosangue… non pensavo fossi così combattiva…ma vedi, non è mia intenzione farti vedere l’alba domattina.” Disse lui alzando la bacchetta.
“E allora non la vedrai nemmeno tu,” disse lei lanciandogli un’incantesimo.
“Protego!” urlò l’uomo.
“Impedimenta!”
“Pietrificus Totalus!”
I due continuarono, lanciandosi ‘innocui’ incantesimi, finché Rowle non disse. “Ora mi sono stancato di giocare –Crucio.!”
“Protego Maxima. Non pensi che basti questo per fermarmi.” Rise ella.
Ma non sapeva che il Mangiamorte, di lì a pochi istanti, avrebbe deciso di attaccare non lei, bensì il suo compagno che stava lottando contro un altro Mangiamorte.
“Aah!” urlò infatti Viktor, cadendo a terra.
La giovane si voltò, dando modo a Rowle di lanciarle l’incantesimo di Antonin Dolohov, facendola cadere a terra.
Il Mangiamorte iniziò a ridere, vedendo la giovane accasciarsi a terra. Il dolore la stava dilaniando, facendole provare fitte intense.
“Expelliarmus.” Esclamò ancora, disarmando la strega, prima di continuare a torturarla.
Non immaginò però che la giovane avesse ancora forze per combattere, dandole così l’opportunità di scagliargli contro uno dei pugnali intrisi Rubus Noctis*, una sostanza che immobilizzava le vittime.
Con sua sorpresa, l’arma gli trafisse il petto, facendolo cadere poco distante da lei. “Te l’avevo detto di non sottovalutarmi. Io muoio, tu muori con me.” Sussurrò ella, prima che il buio l’avvolgesse.

 

 

 

“Madre, dobbiamo agire. Ho sentito una vibrazione –Hermione è qui, nelle nostre terre. Dobbiamo trovarla!” esclamò il giovane mago, indossando il mantello.
“Che Merlino ci salvi! Cosa mai ci farà qui?” chiese la donna, posando la tazza di tè sul tavolo di legno di ciliegio.
“Probabilmente una missione con quella strana Confraternita. Ho saputo che qualche amico del fratello di tua cognata è ancora in libertà.” Disse una terza figura che si stava osservando le unghie illuminato dalla poca luce che filtrava dalle tende.
“E allora andiamo, scansafatiche che non siete altro.”
“Come siamo suscettibili zia…”

 

Nella sala Duello, Harry stava combattendo con Wells , uno dei fratelli, l’ultima sfida della giornata. Il fratello Eric da parte sua, era rimasto impressionato dal patronus del giovane, così come dalla sua prontezza. Ormai il giovane mago poteva anche esser battuto, il fratello aveva già tirato le somme. Presto si voltò e rivolse le attenzioni sulla giovane Weasley che aveva steso a terra fratello Chapman. Il fratello sorrise. Hermione se l’era cavata egregiamente, aveva scelto i ragazzi giusti e da quello che aveva visto, la Confraternita aveva delle reclute ben addestrate. Certo, non c i si poteva aspettare meno né da Braxton, George e Hermione né dalla Generazione che aveva combattuto contro Mangiamorte pochi mesi prima.

Poco distante, nella sala Combattimenti Braxton stava lottando duramente con Terry. Il giovane gli aveva appena tirato un colpo, che già ne stava sferrando un altro. In tal modo aveva fatto stancare il Maestro, facendogli perdere agilità e riuscendo così a metterlo, come dicono i babbani, k.o.

 

“Bene ragazzi. Oggi è stata dura, ma siete stati tutti bravissimi. Sono lieto di vedere che nessuno di voi ha difficoltà con i pugnali, che sono la nostra arma per eccellenza, dopo la bacchetta. Tranne alcuni piccoli errori, ve la siete cavati tutti benissimo.” Iniziò il fratello Kavanaugh.
Il giovane fece un passo indietro, dando spazio a George e Braxton che sorrisero ai propri amici e ormai fratelli.
“Beh, ormai è ufficiale.” Iniziò il rosso. “Ora vi attende solo la missione…” Braxton fece un sorriso. “Benvenuti nella Confraternita del pugnale nero.”
Theo. Blaise, Draco e Daphne si guardarono sorridendo. Finalmente anche loro avevano avuto la loro occasione di fare la scelta giusta. Finalmente avevano trovato una famiglia.
Luna diede un abbraccio a Neville che dopo un breve attimo di stupore, ricambiò felice.
Harry baciò Ginny, mentre Ron si voltò imbarazzato, andando incontro a Terry e Heidi che si stava facendo sistemare il braccio sanguinante da fratello Chapman.

“La cerimonia, dove riceverete i mantelli, conoscerete i membri eccetera è stata sospesa, in quando molti fratelli sono in missione ed è un periodo un po’ teso. Intanto, nella Sala accanto, vi aspetta un banchetto con i fiocchi, offerto gentilmente dalla professoressa McGranitt.” Disse George scoppiando a ridere vedendo le facce dei suoi nuovi fratelli.
I giovani iniziarono a mangiare, con i cuori divisi in due. Erano allegri ed euforici per aver passato le prove. Dopo un duello all’ultimo incantesimo, lotte con manichini incantati, dove dovevano mirare bene il bersaglio, mostrando le loro doti da pugnalatori e dopo estenuanti combattimenti corpo a corpo, i ragazzi se lo meritavano proprio.
Peccato che le loro menti dicevano loro che qualcosa non andava.
Braxton e George erano preoccupati e nervosi da tutto il giorno e non avevano quasi toccato cibo.
Draco non fece in tempo di chiedere informazioni che un giovane fratello entrò dentro spaventato, dicendo:”Hermione è stata ferita gravemente. Ha lottato duramente, Krum e lei sono riusciti a catturare tutti i Mangiamorte….ma lei sta lottando tra vita e morte. Ha perso molto sangue e…”
“Lei dov’è ?” chiese Draco.
“Non posso dirvelo.” Replicò lui serio.
“Suvvia, ormai sono fratelli anche loro. Hermione è molto di più che un’amica per questi ragazzi.”
Il fratello sospirò. “Il San Mungo non è sicuro. L’hanno portata nel cuore della Confraternita, dove Pozionisti e Medimaghi da tutto il mondo, devoti alla Confraternita sono accorsi. Ora stanno cercando una soluzione. Ma….” Il mago si fermò. “Ma?” lo incitò Ginny a parlare. “Ma…è stata colpita dall’incantesimo di Dolohov. Ha anche tagli su buona parte del corpo, ha battuto la testa. Ha perso molto sangue, questo è il problema più grave.”
“Riuscirà…a sopravvivere?” chiese Daphne, con gli occhi lucidi. Braxton le cingeva le spalle.
“Solo Merlino lo sa.”
“Krum…lui dov’era?” urlò Theo arrabbiato.
“Combatteva con altri Mangiamorte. Rowle lo aveva attac-“
“Rowle? Hermione stava combattendo con Rowle?” chiese Blaise stupito.
Il fratello posò una mano sulla bocca,rendendosi conto di aver detto troppo.
“Ma siete pazzi?” urlò Ron.
“Hermione è troppo giovane.” Esclamò Heidi.
“Hermione è una grandissima guerriera, strega e combattente.” La difese George guadagnandosi occhiate truci da tutti loro.
“Potrebbe morire!”
“Perché non ce l’avete detto?”
“Hermione..”
“ORA BASTA.” Esclamò una voce.
Minerva McGranitt aveva fatto il suo ingresso. Indossava un abito verde smeraldo, sulle spalle aveva la veste con inciso su lo stemma della confraternita. Il volto sembrava invecchiato di vent’anni e gli occhi erano velati di lacrime.
“Ora non potete comportarvi in questo modo. Siete fratelli, membri della Confraternita. Hermione vi ha sicuramente insegnato cos’è la disciplina e come comportarsi all’interno dell’Istituzione. Non ammetto comportamenti simili!” urlò lei.
I ragazzi chinarono il capo.
“Non vi parlo in veste di preside, quindi non vi toglierò punti. Ma sono delusa da voi, in questo momento. Poco fa volevo farvi i miei complimenti, ma me ne avete fatto pentire. Ora, sempre che non vogliate continuare ad inveire contro il vostro nuovo fratello, vi conviene stare zitti e seguirmi. Hermione non ha bisogno di questo ora. Ha bisogno di certezze, conforto, sicurezza.”

Draco annuì. Non avrebbe lasciato andare colei che gli aveva rubato il cuore. Non ora che aveva trovato… l’amore. Una famiglia. Non ora che aveva iniziato a vivere nuovamente.

 

________NOTE DELL’AUTRICE_____________

*Rubus Noctis: è un  veleno menzionato nella saga di Once Upon a Time.

 

E ora….a noi.

Anche se in ritardo, vorrei porgervi i miei migliori auguri di Buon Anno! Spero sia un anno meraviglioso, pieno di sogni realizzati, salute, felicità ed amore.
Per quanto riguarda la storia, spero vi sia piaciuto il capitolo e vi prego di scusarmi per il ritardo.
Quando hanno sistemato il computer ho ripreso a scrivere la storia, quando mi sono accorta di aver perso –ahimè –il foglio sul quale avevo scritto tutti i membri della famiglia di Hermione.
Ma no, ora l’ho dovuto rifare e non ne sono soddisfatta appieno.
Quindi per questi motivi ho dovuto posticipare l’uscita del nuovo capitolo più o più volte.
Detto questo è tutto.
Vi invito a recensire il capitolo, sono davvero in ansia! Cosa ne pensate? Sono stata troppo ….frettolosa a svelare tutto ciò che è accaduto? :/ Un abbraccio!
Cherry_Leto

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Capitolo 12
*** Questione di sangue. ***


capitolo 12

Hermione si trovava in Infermeria da giorni, giorni nei quali i  suoi amici, tra una missione e l’altra si premuravano di starle accanto, sussurrandole parole di conforto e inveendo contro i Medimaghi che cercavano una soluzione per salvare quella strega.
Quel venerdì le lezioni erano state sospese. La professoressa McGranitt aveva deciso di concedere un giorno agli studenti da occupare nel modo che ritenevano più opportuno. Così gli studenti si erano precipitati a Hogsmeade in cerca di un regalo di Natale o si erano raggruppati in Sala Comune per cercare di capirci qualcosa dell’ultima lezione di Pozioni, ansiosi dell’esito della prova scritta.
I novelli fratelli invece erano diretti dall’amica.
Quando entrarono trovarono Viktor Krum seduto al suo capezzale, il volto stanco, pallido. Non si faceva la barba da giorni e probabilmente non si era allontanato dalla stanza se non per farsi una doccia. Ormai le infermiere avevano desistito e gli portavano lì i pasti e del caffè e i dottori avevano acconsentito a farlo presenziare ai controlli.
“Come sta?” Chiese Harry accarezzando il volto della giovane strega.
“Purtroppo le condizioni non sono migliorate. Hermione… ha un tipo di sangue molto raro. Non si tratta del fatto che sia una Nata Babbana, quindi non guardarmi così Nott, ma resta il fatto che non sono in grado di trovare un donatore adatto.” Spiegò il bulgaro chinando il capo.
“Ma dev’esserci un modo!” esclamò Draco adirato.
Ginny guardò Harry e Ron. I due si avvicinarono a lei e l’abbracciarono. “In effetti c’è un modo.”
“E quale sarebbe?” chiese Neville, rimasto in disparte vicino la porta.
Aveva passato gran parte della sua infanzia e adolescenza in ospedali ad assistere i suoi genitori, ma in quella stanza, circondato da amici, non ce la faceva.
La sua amica, la sua dolce, coraggiosa Hermione….stava morendo e lui non poteva fare nulla.
“Potremmo donare noi il sangue.” Propose Blaise, che avrebbe fatto di tutto per la sua nuova amica e confidente.
“Purtroppo , signor Zabini, nessuno di voi appartiene allo stesso gruppo sanguineo della signorina Granger.” Disse il Medimago Kavanaugh.
“Tilen, che ci fai qui?” Chiese Viktor, alzandosi. “Eric mi ha avvisato della situazione di Emi e così ho preso qualche giorno di ferie in più.” Disse lui. “Minerva è stata così gentile da accompagnarmi…è incredibile come sia cambiata la Sede in così poco.!” Esclamò lui.
“In ogni caso.” S’intromise Ron nervoso, interrompendo i due amici ritrovati. “Non è di quello che stava parlando Harry.” Continuò lui.
“E allora cosa?” chiese Daphne, sull’orlo di una crisi isterica.
“Potremmo provare con rimedi babbani…” propose Heidi.
I maghi iniziarono un dibattito acceso, proponendo mille soluzioni che malgrado tutto, non erano abbastanza.
“NO, non è di quello che stavamo parlando!” urlò Ginny, zittendo tutti.
“Signorina Weasley, per l’amor di Merlino, parli” disse la McGranitt, che si portò una mano sulla fronte. Quei ragazzi erano impossibili!
“Ciò che intende dire la signorina….Weasley, dico bene?credo sia che Hermione potrebbe essere salvata…. Con una donazione da parte dei suoi… parenti.” Disse una voce maschile.
Tutti si voltarono, sguainando la bacchetta e mettendosi di fronte a Hermione, come a farle da scudo umano.
“Chi siete?” chiese l’anziana preside. “E soprattutto, come avete fatto ad entrare?” chiese il bulgaro, che sotto pressione aveva parlato con un accento più marcato rispetto al solito.
“Oh, che brutto benvenuto!” disse l’uomo teatrale. “Ad ogni modo, io sono Oberon Burke e questa è mia sorella, Carina Burke in Shafiq. Questi sono i nostri figli, Kain e Aleksandar. Abbiamo tutti lo stesso gruppo sanguigno di Hermione. Al suo, vostro servizio.” Concluse lui con un inchino.
“E perché mai vorreste aiutare Hermione?” Chiese Draco, guardando quegli aristocratici con aria truce.
“Ma signor Malfoy, che modi sono questi….” Disse la donna, sorridendo appena. “Un po’ duro d’orecchi eh?” rispose invece l’uomo.
In risposta i maghi alzarono le bacchette.
“Siamo la famiglia di Hermione, è logico che vogliamo proteggerla.” Disse Kain, il figlio di Carina. Aveva i capelli neri come il carbone, occhi castani e lineamenti del volto che avrebbero tagliato anche la pietra.
Era un giovane assai affascinante, alto e come suggeriva il nome, un guerriero.
“La famiglia di Hermione?” disse Theo sbalordito.
“Ma certo! Non crederete che sia una Nata Babbana, spero! Certo, quei Babbani l’hanno cresciuta bene, ma…”
“State mentendo!” disse Blaise, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. “Hermione era orgogliosa delle sue origini, lei…” la voce gli morì in gola.
“Loro hanno ragione.” Disse Harry sconsolato.
“Hermione non ha mai voluto scoprire chi fossero i suoi genitori né considerarli tali. Ha tenuto il cognome di Granger e …beh, sono loro la sua famiglia addottiva, ma probabilmente è vero. Sono loro la vera famiglia, o almeno, la famiglia biologica di Hermione.”
“Ora che ci penso…” iniziò la McGranitt. “Lei è Oberon Polluce e lei Carina Phoebe. Quindi il padre dev’essere senz’altro Castore Balthazar. E ….siete i figli di Belvina…giusto?” chiese la donna.
I due annuirono. “Beh, e allora che centra?” chiese Heidi. “Beh, i Black hanno la tradizione di dare nomi di costellazioni ai propri figli.” Disse Draco. “E poi hanno nomi tratti dalle opere Shakespeariane, così come Hermione. E poi la signora Shafiq ha la stessa forma degli occhi di Hermione.” Disse Luna, osservandoli attentemente.
“Non sono prove.” Obbiettò Theo.
“Credo che non sia il caso di discutere di questo ora.” Disse Ron, stupendo tutti. “Concordo con lui.” Disse George entrando nella stanza. “Sì, ho sentito tutto. E ho già parlato con i Medimaghi. Con gli altri intendo.” Disse vedendo Tilen Kavanaugh nella stanza. “Venite con me, vi preleveremo una goccia di sangue. Se siete compatibili, procederemo.”
Draco fece un passo avanti, poi un altro.
“Hermione è nelle vostre mani. Salvatela.” Detto questo uscì, lasciando i presenti stupiti.
La famiglia chinò il capo, triste.
E se erano venuti troppo tardi?

 

Andrej e Ana erano appena atterrati nelle terre danesi, che una carrozza trainata da thesteral era venuta a prenderli.
“Wow, mitico!” esclamò Ana, ancora troppo piccola e innocente per vedere le creature. “Una carrozza che si traina da sola…”
“Ah Ana, mia piccola Ana….Sali su, dobbiamo incontrare gli zii il prima possibile.”
“Gli diremo che nostro fratello e Kain hanno trovato Hermione?” chiese lei, sperando con tutta se stessa di portare un po’ di luce nelle vite degli zii.
“Non ancora. Hermione sta molto male e se dovesse morire, gli causeremmo un dolore troppo forte. Avrebbero trovato e perso definitivamente la loro figlia, ancora prima di poterla abbracciare o solamente vedere.” Replicò lui, stringendo a sé la sorellina che annuiva triste.

 

 

__________________
Salve!
Ci sono periodi in cui non pubblico nulla....e altri in cui pubblico un capitolo dopo l'altro, bah!
Beh, che ne pensate? Vi è piaciuto il capitolo ? Vi invito a recensire la storia, positivamente e non.
Spero di riuscire a trovare un bel programmino per poter allegare al prossimo capitolo anche l'albero genealogico della famiglia di Hermione.

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Capitolo 13
*** Confusione. ***


hermione si sveglia

 A Draco quel tale non piaceva. Aaron non gli piaceva proprio. Non gli piaceva come guardava Hermione, la sua Hermione e non gli piaceva il fatto che di tanto in tanto le sussurrasse parole dolce, cullandola tra le sue forti braccia.
Quale dirito ne aveva lui?
Non l’aveva mai conosciuta no? E allora perché d’un tratto spuntava così, all’improvviso, nella vita della giovane, facendo finta che avessero vissuto mille avventure insieme, come se avessero condiviso segreti, sguardi, sorrisi, gioie e dolori?
Il biondo non lo sopportava.
Non sopportava nemmeno la presenza dei dottori, o di Potter, figuriamoci quella dei Burke più altre famiglie delle quali non gliene poteva importare di meno. Eppure te ne dovrebbe importare gli disse una vocina nella mente, sono la famiglia di Hermione.
In quel momento entrò George, con un carrello pieno di cibo per tutti. In quei giorni di vacanze infatti, le quattro serpi e i grifoni avevano passato gran parte del loro tempo al capezzale della giovane, dicendo ai propri genitori di passare le feste a Hogwarts.
Tutto sembrava tranquillo, erano degli amici più un estraneo ad assistere un’amica, almeno finché Aaron non chiese se avessero qualcosa di più delicato, cosa che il biondo non comprese come un “tra il donare e l’ansia per mia cugina non ce la faccio a mangiare polpettone” ma come “sono un borioso mago e non mi va bene ciò che mi date”, così iniziò un litigio, che pian piano coinvolse tutti i presenti.
Quando Hermione aprì gli occhi, sentì un mal di testa atroce e…rumore. O meglio, quando riuscì a focalizzare meglio il luogo in cui si trovava e con chi, la giovane si rese conto che non era rumore, ma urla.
“Ma cos-?” sussurrò lei, ma nessuno le diede attenzione.
La riccia scosse il capo e osservò la flebo.
Cos’era successo?
Da quanto tempo si trovava lì ?
L’ultima cosa che ricordava era Rowle cadere a terra e poi il nulla.
Guardandosi intorno vide un mobilio molto austero e dai miseri abbellimenti suppose si trovasse alla Confraternita.
Sul comodino accanto a lei, così come sparsi per tutta la stanza vi erano fiori e doni. Qualche scatola di cioccorane e Api Frizzole erano aperte, cosa che la fece sorridere.
Solo allora posò lo sguardo sui presenti.
Notò con stupore che vi erano tutte e quattro le Serpi e i suoi amici. Ciò che però attirò la sua attenzione fu un giovane che discuteva animatamente con George. Chi era? Perché si trovava lì?
Hermione era un membro della Confraternita da qualche anno ormai e aveva raggiunto una posizione che le aveva permesso di conoscere tutti i fratelli così come i membri più importanti e preziosi.
Allora perché quel ragazzo si trovava lì? Se non fosse stato necessario non si sarebbe trovato nella sua stanza e dal momento che non c’erano letti non era lì per visitare qualcun altro.
“Hermione!” esclamò Minerva, entrata in quel momento, lasciando cadere la brocca piena di succo di zucco a terra.
Tutti si zittirono e si voltarono preoccupati e vedendo la loro amica sveglia, dimenticarono all’istante i loro battibecchi e si precipitarono ad abbracciarla.
“Mione, ci hai fatto preoccupare tanto.” La riccia sorrise. “Lo so Ron, mi dispiace tanto… non me lo aspettavo. Ma ditemi, com’è andata la prova?”
“Oh, è andata benissimo, sono passati tutti quanti.” Rispose George, accarezzandole il volto. “Ma la prossima volta non ti lascio andare da sola, pensavo non ti avrei più vista sorridere.”
“Signor Weasley, che parole sono? Mia cara, si sente bene?” chiese la professoressa. ”Beh, sì, credo di sì. Ma ditemi…Viktor?”
“È rimasto qui tutto il tempo. Purtroppo oggi si è assentato. Tutti erano in missione ed è dovuto soccorrere alcuni compagni…dato che noi non conosciamo ancora tutti e vedendoci potrebbero scambiarci per dei nemici.” Spiegò Theo, rinvenendo dallo stato di trans dovuto alla vista della Grifona sveglia e sorridente.
“Bene, ero così preoccupata per lui. Ma su, raccontatemi un po’ quello che è successo!”
“Oh sì. Allora, lo sai che Luna ha steso Braxton? Io non potevo crederci!” Ginny iniziò a descrivere tutto il combattimento nei minimi particolari.
“Poverino…” commentò la riccia.
“Oh beh, Daphne ha avuto modo di prendersi cura di lui dopo..” disse Blaise facendo ridere tutti, mentre la bionda interpellata gli dava un pugno sul braccio.
“Signor Zabini,le sembra il modo?” Chiese indignata l’anziana donna, seppur con un sorriso sulle labbra.
“Ma certo prof!” disse lui ridendo.
“Ma tu dicci, come ti senti? Il resto verrà dopo!” disse solo in quel momento Aaron, rimasto in silenzio fino a quel momento.
“Scusa….ma tu chi sei?” chiese allora lei, contenta di non dover essere lei a dover sollevare l’argomento.
“Oh beh emh…io sono Aaron Shafiq.” Il moro fece un sospiro abbassando il capo. “Sono…tuo cugino.”
Tutti guardarono la Grifona.
Anche se il suo cuore batteva a mille e cento domande le frullavano per la mente, lei non sapeva cosa dire.
“Lui, tua zia e un altro dei tuoi cugini ti hanno salvato la vita!” disse Harry rompendo il silenzio.
La mora spostò lo sguardo dall’amico al…cugino, che la guardava speranzoso. Per non sembrare scortese disse. “Beh, ora che ti guardo meglio, ci assomigliamo. Sei affascinante quasi quanto me!” disse lei facendo ridere i presenti.
Aaron da parte sua finalmente tornò a respirare. Aveva paura che lo rifiutasse, senza dargli modo di conoscerla.
“Grazie, davvero.” Disse ancora, prendendogli la mano.

 

 

“E così…tu hai due fratelli?” Chiese Hermione, camminando lentamente accanto al cugino. “Sì, Kain …lui ti ha donato il suo sangue e Ryan, che non è potuto venire perché suo figlio Killian non si sente bene.”
La mora annuì, persa nei suoi pensieri.
“Sai…quando ho saputo che eri …in quelle condizioni non ce l’ho fatta a venire. Non abbiamo passato molto tempo insieme, ma mi sento molto legato a te.
Siamo nati lo stesso giorno, il 19 settembre del 1979…praticamente siamo gemelli!” disse lui ridacchiando.
“Davvero?” chiese lei stupita.
“Eh già. Siamo sempre stati molto uniti da piccoli. Mia madre si era trasferita al vostro Manor e dormivamo nella stessa culla.
Un giorno, quando tentarono di dividerci abbiamo fatto la nostra prima magia involontaria… e così abbiamo fatto finire zio Oberon fuori dalla finestra.”
Hermione annuì.
I due continuarono a camminare in silenzio, finché Aaron non parlò nuovamente.
“Ti starai chiedendo perché…perché i tuoi genitori ti hanno affidata ai Granger vero?” chiese lui. La strega sgranò gli occhi, dopodiché annuì.
“Te l’avevo detto che c’erano un legame tra noi…beh, è una lunga storia.”
“Ma è necessario che io lo sappia.” Mormorò lei. “Beh, allora è meglio che ci sediamo su questa panchina, non vorrei ti affaticassi troppo.”
I due si sedettero e il ragazzo si soffermò un attimo ad osservare la natura attorno a lui, cercando le parole più adatte.
“Devi sapere…”





__________
Ecco il link per vedere l'albero genealogico di Hermione. http://it.tinypic.com/r/m96c5i/8
Spero la storia vi piaccia!
Un bacione,
Cherry

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Capitolo 14
*** Donne. ***


Uffa però! Io mi aspettavo missioni, azione, mistero… non questo!” esclamò Ron deluso, aggiungendo lo sciroppo di elleboro alla pozione.
“Già…a chi lo dici…” concordò Harry, pesando la mandragola.
“Statte zitti. Harry, un solo millesimo di grammo in più e dovremo buttare via la pozione, che ci serve in tempo per domani.” Esclamò Draco, mescolando la pozione nel calderone.
I maghi continuarono a lavorare in silenzio.
Facevano parte della Confraternita da qualche mese ormai, ma dopo aver affrontato la prova e la missione, si erano ritrovati a svolgere mansioni di poco conto.
Avevano per lo più conosciuto la sede e alcuni dei membri, che avevano stretto loro le mani orgogliosi.
Dopodiché erano stati rinchiusi nelle varie sale a lavorare, come in quel caso questo strano trio che stava lavorando alla preparazione del Veritaserum da settimane ormai.
“Beh, ci è andata bene, se ci pensiamo. Ginny, Blaise e Heidi si trovano a rovistare tra scartoffie, mentre Luna, Theo e Terry stanno sistemando l’archivio.” Proferì il Prescelto aggiungendo l’ingrediente nel paiolo.
“Però non ho capito cosa fanno Daphne e Neville…” disse il rosso, sedendosi sul tavolo.
“Sono ad aiutare i fratelli. Devono controllare se ci sono degli incantesimi su alcuni oggetti.” Rispose Draco, senza distogliere l’attenzione dalla pozione che ormai era quasi terminata.
“Tsk, potevamo immaginarlo. Ora che Daphne e Braxton  stanno…” iniziò Ron, ma fu interrotto da una voce. “Dato che io e Daphne stiamo cosa, cos’è che accadrebbe?” chiese Braxton facendo sussultare i due Grifondoro, mentre il biondo continuava ad osservare impaziente l’intruglio.
“Oh, nulla…”
“Bene. Sono venuto a chiamarvi per il pranzo. Gli altri sono già lì…io vado ad avvertire Hermione e George.”
“Posso andare io.” Si offrì Ron.
“Riunione con la Mc. Posso andarci solo io..”
“Ma perché? Ormai anche noi siamo fratelli!”
“Da poco però. Non sapete ancora tutto… e in ogni modo non tutti i fratelli sanno tutto delle missioni. Alcuni dettagli sono riservati solo a coloro che vi partecipano.”
“E com’è che Hermione è sempre coinvolta…e anche tu e George?” chiese Harry curioso.
“Allora.. c’è il circolo dei fratelli superiori. Quelli sono la Mc e altri, che ne fanno parte sin dalla prima guerra magica… il tuo padrino e tuo padre ne farebbero parte ad esempio. Poi c'è il gruppo dei Pari, ovvero noi tre, Adrian, Viktor e altri due. Adrian ne fa parte da poco, ha preso il posto di Fred.” Braxton s’interruppe, gli occhi persi.
“E di cosa vi occupate?” lo spronò Draco, rompendo quell’attimo di nostalgia e tristezza. Ron sorrise incoraggiante all’amico che continuò. “Noi siamo al corrente di tutto e siamo coinvolte in quasi tutte le missioni. Se non partecipiamo attivamente ad esse, aiutiamo a progettare attacchi, facciamo sì che tutto funzioni, siamo come dei coordinatori. Poi ci sono gli altri fratelli, che vanno in missione eccetera e poi ci siete voi. Dato che avete i M.A.G.O. alle porte e andate ancora a scuola, quindi non potete perdere lezioni, avete ruoli meno …importanti. Vedrete che superati gli esami inizierete a lavorare con i collaboratori esterni e poi ad andare in missione.” Li rassicurò Braxton. I tre annuirono, così lui uscì dalla stanza dopo aver fatto un cenno con il capo.
 
 
Carina fece un cenno con la mano e le porte di legno massiccio si spalancarono. Hermione, seduta su una poltroncina di velluto verde, lasciò la mano di Aleksandar di scatto, spaventata.
“Così mia madre è tornata in Russia e mio pad-” il biondo smise di parlare. “Zia!” esclamò subito dopo, sorpreso.
Hermione sgranò gli occhi e l’osservò.
Aveva lunghi capelli castani intrecciati in un’acconciatura molto elaborata e quegli occhi di un azzurro molto particolare avevano uno sguardo tanto austero quanto sollevato. Era molto magra e alta, la superava di molto, constatò la mora.
Indossava un abito color notte, con un bustino attillato e alto, impreziosito da alcuni diamanti che s’univano all’ampia gonna. Sulle spalle aveva un mantello con pellicce di volpe, che le dava un’aria regale.
Una volta dinanzi ai due, la strega parlò.
“Sei uguale a tuo fratello. Ma… non hai molto gusto nel vestire.” Disse lei.
Hermione abbassò lo sguardo. Portava dei pantaloni di pelle nera, una maglia color antracite, con le maniche anch’esse in pelle e degli stivaletti che avevano visto giorni migliori. I ricci ribelli le ricadevano sulle spalle, dandole un’aria… selvaggia. In effetti non era vestita nel modo migliore. “Sono… appena rientrata da una missione.” Si scusò lei.
Carina sorrise. La giovane aveva lo stesso sguardo di suo padre, Balthazar (nessuno lo chiamava Castore se non la madre o la moglie quando si arrabbiava) e la strega s’intenerì.
“Non ti preoccupare. Oh Hermione, non immagini quanto sia felice di vederti!” esclamò dopo un minuto lei. Vedendo che la riccia non proferiva parola, continuò. “Io e i tuoi cugini ti abbiamo cercata per molto tempo, ma ti ho visto solamente quando eri ancora incosciente. Purtroppo sono stata richiamata in Irlanda e non ho avuto modo di venire prima…ma so che hai conosciuto Aaron e che andate d’accordo. E anche con Kain. Quando è tornato a casa ha fatto le valigie e ha preso la prima passaporta che ha trovato. Non sai quanto mi renda felice! Anche Aaron vuole trasferirsi, ma anche se ha terminato gli studi due anni fa, non può abbandonare il lavoro così, di punto in bianco!” disse lei, prendendo in mano un fermacarte dorato che era sul tavolino dinanzi a loro.
Hermione guardò Aleksandar che le sorrise.
La riccia si schiarì la gola. “Sì, sono davvero felice che si trasferisca qui, così avrò sia lui che Aleksandar vicini! Comunque è un piacere conoscerla!” Disse, alzandosi e offrendole la mano.
La strega guardò la mano della giovane e fece un gesto per farle capire che non l’avrebbe stretta.
Poi fece un gesto che stupì non poco il biondo e Hermione. Abbracciò la nipote. “Non sai quanto abbia desiderato poterlo fare!”
La giovane sorrise felice. “Beh, ora puoi farlo ogni volta che vuoi zia!”


 
 
Poche ore dopo, Hermione prese una passaporta, diretta in Australia. Avrebbe passato solo poche ore dai propri genitori e poi sarebbe tornata a Londra, prima che iniziassero le lezioni.
Sydney era come sempre caotica e calda.
La riccia camminò a lungo, prima di svoltare in una via stretta e deserta, dove poté materializzarsi, ritrovandosi dirimpetto alla casa dei Granger.
“Hermione! Tesoro, che bello vederti!” esclamò Jean, uscendo dalla casa con il grembiole infarinato addosso!
“Mamma!” disse la riccia felice, lasciando cadere a  terra la sacca militare che aveva preso.
“Jean, perché sei-Hermione, la mia bambina!” sentì la Grifondoro, vedendo sbucare dalla villetta il padre.
“Oh, papà, com’è bello vedervi!”
“Sì, ma ora rispondi alla mia domanda…che ci fai qui?” riprese il discorso la madre, facendo apparire una smorfia sul volto della ragazza.
“Credo sia meglio entrare…”

“E così… vai d’accordo con loro..” disse Andrew, posando la tazza di tè sul tavolo.
“Sì.” Rispose semplicemente.
“Hai…conosciuto i tuoi genitori?” chiese Jean, con sguardo triste, ma un tono curioso e positivo.
“Voi siete i miei genitori. Tu, Jean e lui, Andrew. Comunque no, non li ho incontrati. Non so nemmeno se siano ancora vivi.”
“Mamma?” disse la vocina di una piccola bambina, dai capelli scuri e uno sguardo vispo.
“Tesoro, lei è tua sorella, Hermione.”
“Ciao, piacere di conoscerti, sono Mathilda.” Disse timida la bimba.
“Ciao Mathilda..io sono Hermione, ma puoi chiamarmi Mione o Emi!” le disse sorridendo la riccia.
“Oki!”
“Lo sai che il tuo nome è uguale a quello di un personaggio di un libro?” le chiese poi la strega.
“Sì, mamma me lo ha letto qualche settimana fa, ma non lo ha ancora terminato!”
“Ti va di leggerlo insieme?” le propose Hermione e vedendo la piccola annuire la prese per la sua piccola mano paffuta e la condusse nella cameretta.
“Andrew… abbiamo perso nostra figlia!” disse la donna piangendo.
“No Jean, Hermione ci vorrà sempre bene!”
“Lo so, ma…chiamerà un’altra donna mamma!”
“E un altro uomo papà. Ma rimarrà sempre la nostra bambina.”
La donna annuì, il capo chino e le mani intrecciate a quelle del marito.
 _______
Hey, salve! Eccomi qui con un altro capitolo! Che ne pensate? Vi piace?
Sto cercando di inserire piccoli spezzoni del loro quotidiano... pian piano la storia ritornerà a parlare della Confraternita maggiormente, ma per ora spiegherò ancora un po' alcune cose sulla famiglia biologica di Hermione.
Bene, questo è quanto!!
Buona serata (e per gli ortodossi Buon Natale!),
Cherry_Leto

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Capitolo 15
*** Inizi. ***


“Quindi mia sorella è viva?” chiese Micheal quasi ringhiando. Il giovane Andrej annuì: si aspettava una reazione più viva, invece i tre Burke si trovavano lì, in silenzio, immobili.
Non si erano mossi, non avevano iniziato a farneticare in proposito ad una vita con la ragazza, non avevano parlato di un futuro insieme né di recuperare il tempo perduto.
“E di grazia, perché non mi avete chiamato prima? Vi avrei aiutato io!” urlò ancora il ragazzo.
“Perseus ti prego, modera i toni.” Lo rimproverò il padre, parlando per la prima volta da quando i due nipoti avevano messo piede nel loro palazzo.
“Micheal padre. Perseus è da vecchi, o semidei.” Lo rimbeccò lui, ripensando ad un libro che aveva letto.
Il cugino russo si schiarì la gola, riportando l’attenzione sulla loro discussione.
“Kain e Aaron si trovavano a Londra per le vacanze. Sul giornale hanno trovato un articolo che parlava dell’Eroina del Mondo Magico, della Mente del Trio. Hermione… Granger. Il nome, l’età eccetera corrispondevano. Poi videro la foto. Lei è la perfetta unione di zia Gwendolen e zio Balthazar. Praticamente siete due copie identiche. Così abbiamo fatto ricerche. L’abbiamo osservata per un po’… non saremmo riusciti a parlarle né ad avvicinarci a lei.
Una volta ci provai. Dopo un po’ notò la mia presenza e mi schiantò. Quando mi risvegliai non ebbi il coraggio di dirle chi fossi.
Così Aleksandar ha deciso di ‘conoscerla’ ovvero osservarla durante le sue uscite con gli amici. E abbiamo scoperto alcune cose sul suo conto.
Poi mio fratello è tornato in Russia, ci ha avvertiti di ciò che aveva scoperto. Io ero a Durmstrang allora, non potevo lasciare la scuola. Così come non potrei farlo ora, se non fossero iniziate le vacanze di Natale. Beh, così i miei si sono messi in contatto con zia, che ci ha detto… una cosa un po’ brutta.
Hermione è una specie di… ehm, Auror, ma di un gruppo speciale, ecco. Così l’hanno mandata in missione ed è stata colpita da un incantesimo che l’ha fatta andare in coma per un po’. Aveva perso molto sangue, quindi stava per perdere la vita.
Kain, zia Phoebe, papà e Aleksandar sono andati da lei e le hanno donato il sangue. Ora sta meglio.” Concluse lui.
Si sentì il rumore della porcellana infrangersi al contatto con il marmo.
“La mia bambina…” mormorò Gwendolen Rosier in Burke, mentre una lacrima le rigava il candido volto.
“Non potevamo dirvelo. Non potevate perdere Hermione ancor prima di ritrovarla. Se fosse morta avreste sofferto moltissimo. Ora almeno sappiamo che non ci rifiuterà.” Disse Andrej guardando fisso il cugino che scosse il capo, ancora incredulo di aver ritrovato la sorella, creduta morta.
“Beh, allora… facciamo le valigie…e partiamo.” Proferì Balthazar lentamente. Tra i tre, era quello che era rimasto più provato dalla notizia.
Sua moglie più volte gli aveva detto di sentire ancora quella connessione con la bambina, ora donna, ma lui aveva creduto si trattasse solo di fantasie.
Se le avesse dato retta avrebbe iniziato a cercarla, avrebbe chiesto aiuto al Ministero, a Silente, avrebbe rievocato persino Merlino e Morgana!
Così si erano persi i suoi primi passi, le prime parole. Tutto.


 
 
Hermione uscì dal castello. Man mano che si avvicinava al Lago Nero, i suoi pensieri sembravano confusi e attorcigliati. Non capiva più nulla.
Aveva la mente annebbiata, il cuore le batteva a mille.
La riccia si tolse le scarpe e proseguì il cammino, stando attenta a non far rumore.
Arrivò così alle spalle del giovane Malfoy e si chinò ad abbracciarlo.
“Cosa ci fai tutto solo qui?” le chiese lei, dandogli un bacio sulla guancia.
“Cosa ci fai tu qui.” Le rispose il giovane.
“Sono venuta a vedere come stavi. Volevo stare un po’ con te.” Disse lei, senza fargli notare che non le aveva risposto. Il giovane era testo e non voleva iniziare un battibecco con lui.
“Sicura di voler stare con me e non con Viktor?” chiese lui, facendo una smorfia mentre pronunciava il nome del bulgaro.
Lei rise. “No, sono sicura. Dai Draco, non fare così. Cerca di capirmi. Lo hanno colpito per distrarmi e non era lì. Sapevo che tu stavi bene, che i ragazzi stavano bene, ma non sapevo come stesse lui.”
Il biondo grugnì qualcosa, segno che l’aveva perdonata. La riccia sorrise e si sedette accanto a lui.
“Ti stavo aspettando.” Disse poco dopo, rispondendo alla domanda che gli aveva fatto la ragazza poco prima.
“Come facevi a sapere che sarei venuta?”
“Ti conosco.”
“Vero. Ti stavo cercando da un po’.”
“Ah sì? E come mai? Tanto lo sapevi che stavo bene.” La scimmiottò lui, calmandosi subito dopo, rendendosi conto che avevano fatto pace. Ormai era loro solito litigare che era difficile per lui parlare tranquillamente.
“Volevo stare con la persona che amavo, ma se non sono più la benvenuta…” Disse lei, facendo finta di volersi alzare. Ma come previsto lui le afferrò il polso.
“Cos’hai detto?”
“Hai sentito bene, furetto. Non farmelo ripetere.” Il sorriso non le abbandonava il volto.
“Tu…provi qualcosa per me?”
“Anche i muri lo sanno!” rispose, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
“Ma… io pensavo ti piacesse Theo!”
“Oh, dai Draco. Siamo amici, così come Blaise. Mi comporto allo stesso modo che con gli altri. È lui quello che insiste..”
“Ma allora perché quel giorno ballavi con lui?”
“Tu stavi in angolo a compiangere te stesso per il fatto che avevi preso una O in Pozioni.. e lui mi aveva trascinato a ballare.”
 “Potevi rifiutarti di ballare. E poi non ricevo mai O in Pozioni!”
“Draco?”
“Mh?”
“Perché non mi baci e stai zitto?”
E così fece.
Draco si chinò e baciò la ragazza, che avvolse le braccia attorno al collo del giovane.
“Sei mia.”
“Tua.” Sussurrò lei, le labbra a poca distanza dalle sue.
“Guai a Krum se ti tocca. O Weasley. O l’altro Weasley. O Nott.” Disse lui.
“Com’è che ora li chiami tutti per cognome?”
“Ora sono miei nemici.”
“Hanno già perso.”
Hermione gli sorrise, accarezzandogli il volto.
Quel ragazzo aveva l’innata capacità di rovinare un momento di romanticismo come quello.
Infatti stava già per ribattere che la riccia lo zittì con un bacio. E un altro. E un altro ancora.

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Capitolo 16
*** Abbracci. ***


Era la vigilia di Natale e Hermione era appena rientrata da Hogsmeade assieme ai suoi amici.
Dopo ore di estenuante shopping natalizio, la riccia non desiderava altro che farsi una bella doccia rilassante e dedicarsi ad una lettura non troppo pesante.
Certo, ciò che non era una lettura pesante era ancora da definire.
La riccia però non fece in tempo a mettere piede nel castello che s’immobilizzò, sgranando gli occhi.
Dinanzi a lei vi era Aleksandar, assieme a due ragazzini un po’ più giovani –che dedussero fossero i fratelli del giovane –e tre figure girate di spalle.
Il cugino, vedendo Hermione sorrise imbarazzato, facendo voltare i cinque.
La Grifondoro incontrò un paio di occhi uguali ai suoi.
Il volto del giovane era uguale al suo, ma molto più mascolino. In pratica era la sua copia…al maschile.
‘Siamo uguali.. quelli allora devono essere …’ pensò lei.
‘Quella è… Hermione. Quella è mia sorella!’ pensò lui.
Nello stesso istante i due fecero un passo avanti, e uno ancora.
“La mia bambina!” esclamò Gwendolen, correndo incontro alla riccia, ancora troppo confusa per proferir parola.
Si sentì stringere da due esili braccia e Hermione in quel momento, si sentì a casa. Non riusciva  a capire come, ma quella donna, con il suo tocco, il suo profumo, l’aveva fatta sentire bene.
La donna, sua madre, le sorrise dolcemente.
“Hermione….”
Solo allora la giovane spostò lo sguardo dal volto della giovane, incontrando lo sguardo di suo padre.
Lei sorrise ai due imbarazzata.
Quelli erano i suoi genitori biologici.
Ora sapeva la verità.


Flashback:
“ Devi sapere….che i  tuoi non ti hanno abbandonato Hermione.” Iniziò Aaron, senza distogliere lo sguardo dal cielo che in quel momento gli sembravano tanto interessanti.
La riccia spalancò gli occhi.
Cosa significava che non l’avevano abbandonata?
“I tuoi ti amavano. Il fatto è che …beh, tua madre è sorella di Evan Rosier, che sicuramente conoscerai come…un Mangiamorte. Tu eri la primogenita dei due e dato che Evan non aveva figli, aveva promesso all’Oscuro Signore una nuova recluta, che avrebbe addestrato Voldemort in persona. Voleva fare di te … la sua guardia personale. Tua madre si ribellò, tuo padre lo minacciò a morte. Così lui svanì.
Nel frattempo i tuoi si trasferirono in Irlanda, così siamo cresciuti insieme e hanno dato alla luce il loro secondogenito, Micheal Perseus.
In quei giorni tutti erano occupati a dedicarsi a lui. Fu un parto difficile e tua madre si sentiva poco bene. Il piccolo era nelle mani di mia madre, mentre tu eri sempre con me e Kain. Andò tutto bene, finché un giorno, mentre giocavano qualcosa ha catturato la tua attenzione. Una farfalla. Amavi le farfalle, le rincorrevi sempre. Ma era una farfalla incantata, che ti condusse nel piccolo bosco attorno al nostro Maniero. Lì …aspettava Evan. Ti rapì e portò via. Vani furono i soccorsi. Di te non c’era traccia.
Quandi i tuoi genitori trovarono Evan, lui disse che erano arrivati troppo tardi. Non mi hanno mai detto cosa accadde esattamente, ma i tuoi pensarono fossi morta. Invece qualcuno, non si sa esattamente chi, ti prese in custodia e portò ai Granger.
Ci fu un momento in cui pensammo ti avesse ucciso perché ora voleva fosse Micheal a prendere il tuo posto… doveva essere il primogenito la recluta e doveva sbarazzarsi di te.. Ancora oggi non sappiamo chi ti abbia portata via e perché non ti abbiano portato ai tuoi genitori.” Aaron fece un respiro profondo, come se avesse trattenuto il fiato sino ad allora.
Hermione si alzò. “Mi hanno cercata?” Il cugino si alzò, posandole un braccio attorno alla vita. “Sì, ma di te non c’era traccia. Nemmeno al Ministero riuscirono a fare molto. Così… pensarono fosse un’ulteriore prova della tua morte. Altrimenti perché non riuscivano a localizzarti?”
La riccia sospirò. “Ti  va di raccontarmi di noi due da piccoli, di te… dei tuoi fratelli. Di Micheal…”

Fine flashback.

 
In quel momento Hermione non poté che sentirsi una sciocca. Aveva chiesto di tutti meno che loro, i suoi genitori.
Vedere la speranza, la paura di essere respinti la intenerì.
Ma lei non era ancora pronta.
Non a quello.
Hermione alzò lo sguardo, decisa a parlare, ma incontrò gli occhi dei tre. Vi lesse amore e non poté pronunciare quelle parole.
E allora sorrise e si lasciò abbracciare dai due.
 
 
 
 
Poche ore dopo, Hermione passeggiava con Micheal lungo la riva del Lago Nero.
“E così ti ho buttato nella fontana?” Chiese lei ridendo. Lui annuì, senza smettere di guardarla.
Ancora non riusciva a credere che lei era sua sorella.
Erano così simili, ma così differenti.
Lei era coraggiosa, affrontava il male giorno dopo giorno.
Lui invece era un codardo. Mai aveva preso l’iniziativa, iniziando a fare delle ricerche.
Non come i suoi cugini.
Loro si erano fatti in quattro per trovarla, avere un contatto con lei.
Lui invece si era trovato al Manor, esiliato in un paese lontano, cercando di crearsi una vita piena di felicità.
La riccia posò una mano sulla spalla del giovane, facendolo sussultare.
“Tutto bene?” chiese lei.
“Sai, per molti anni ho pensato fosse colpa mia.”
“Io non l’ho mai pensato.” Disse lei con voce sicura.
“Ricordavi di me?”
“No… Ho vari ricordi, ma probabilmente ho associato il tuo volto, quello di Aaron, Kain, i nostri genitori e zii a parenti lontani.”
Lui annuì, triste.
Poi notò qualcosa che gli fece sgranare gli occhi. “La porti…”
“Cosa?” chiese lei, curiosa.
“Il bracciale.”
La riccia abbassò lo sguardo . Indossava un bracciale fatto da un filo color verde, con alcuni ciondoli. Un’H e una M erano incise su due perline, con una stellina a dividerle.
“Te lo regalai per il tuo compleanno. Lo avevo fatto con la mamma, volevo farti un regalo più bello di quello di Aaron. Ero molto geloso di lui.” Disse lui, facendo un sorriso.
“L’ho sempre portato. Mi dava… sicurezza, conforto.” ‘Anche se non sapevo perché’ pensò lei.
“Ce l’ho anch’io.” Disse lui, sbottonando il polsino della camicia.
“Posso abbracciarti?” chiese dopo, timidamente.
Lei annuì e sentì due braccia forti avvolgerla. Inspirò il suo profumo, e ancora una volta, si sentì a casa.


 
Dalla torre d’Astronomia vi erano cinque figure, che vedendo l’amica abbracciare il giovane non poterono che rimanerne incantati e felici.
Anche loro si abbracciarono.
Ora erano una famiglia.
E sapere che la loro sorella stava ritrovando i propri cari li riempiva di gioia.
Era un abbraccio che sapeva di casa, un abbraccio che sapeva di speranza.
Harry Potter era sicuro che pian piano tutti i tasselli si stavano rimettendo al proprio posto.
La felicità stava iniziando ad entrare nelle loro vite, spazzando via il dolore della guerra.
 
Salveee!
Come state? Spero bene c: Scusate il ritardo, non sapevo proprio come affrontare l’incontro di Hermione e i suoi genitori.
Spero che non siate rimasti delusi dal capitolo. In ogni caso, vi prego di lasciare una recensione per farmi sapere cosa ne pensate.
Un bacio,
Cherry

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Capitolo 17
*** Natale a Grimmalaud place ***


Lo spirito natalizio lo si poteva sentire nell’aria, sulla propria pelle, come se tendendo una mano lo si potesse toccarle.
Hermione amava il Natale con tutto il cuore. Amava fare i regali, aiutare in cucina, passare una bellissima giornata con i propri amici e parenti, ma quel giorno si sentiva nervosa.
Si stava rimirando nello specchio da vari minuti, con Ginny accanto a lei, seduta sul letto che la osservava divertita.
“Emi, stai benissimo… dai vuoi dirmi cos’hai?” le chiese la rossa, alzandosi e avvicinandosi all’amica.
“Oh Gin… non lo so. Oggi ci sarà tutta la mia famiglia. Non ricordo nulla dei nostri Natali insieme e beh, non so cosa pensino di me, cosa si aspettano da me. Se pensassero che abbia un gusto orribile?” “Ma tu hai un gusto orribile…” disse la rossa scoppiando a ridere. “Ha-ha, grazie Gin davvero.”
La Weasley abbracciò la Prefetto Grifondoro.
“Tesoro, ti amano. Adoreranno il vestito così come adorano te. E adoreranno i regali che hai fatto loro. Io lo so. Quindi non ti preoccupare, fai un respiro profondo e scendi giù o Draco morirà di ansia.”
Hermione rise e fece come le aveva suggerito l’amica.
“Va bene.andiamo.”


Grimmalaud Place non era mai stato così affollato. Ogni centimetro quadrato fu messo a soqquadro, ripulito e sistemato e in seguito addobbato con le solite decorazioni natalizie.
In soggiorno vi era un albero di Natale che arrivava quasi al soffitto e da lì cadeva una leggera pioggerellina di neve incantata, in modo che i bimbi potessero giocarvi.
Quando Hermione e Ginny scesero non poterono che sorridere.
Victoire Weasley stava giocando assieme a Teddy Lupin e al cuginetto di Hermione, Killian, mentre il suo papà, Ryan lo osservava da qualche metro con lo sguardo preoccupato, quasi avesse paura che potesse farsi male giocando con i giocattoli.
Attorno al tavolo vi erano i Signori Weasley, Narcissa Malfoy, sua sorella Andromeda e la famiglia di Hermione, mentre i più giovani se ne stavano sparsi per la stanza chiacchierando con i Weasley, Terry, Blaise, Theo, Daphne, Luna e Neville.
Hermione posò lo sguardo su tutti, chiedendosi dove fosse finito Draco.
“Stavi cercando qualcuno?” le sussurrò proprio in quel momento il biondo, cingendole la vita da dietro.
“Sì,te.” Rispose lei, voltandosi per dargli un bacio.
“Buon Natale.”
“Buon Natale Draco.”


 
 
Molly stava servendo la terza fetta di torta al cioccolato a tutti: anche se erano sazi non erano riusciti a negarsi un altro pezzo di quel delizioso dolce.
“E così Hermione ha dato un pugno a Draco?” Chiese Andrej, con le lacrime agli occhi.
“Oh sì, e anche bello forte.” Rispose Harry, mentre Hermione dava mostra dei suoi muscoli, scatenando una risata generale.
“Molto divertente ragazzi, davvero.” Rispose il diretto interessato, facendo ridere i presenti ancora di più.
“Se non sbaglio una volta aveva dato un pugno anche a te…” Disse Aaron quando fu in grado di tornare a parlare.
“Oh sì. Le avevo rubato il suo libro preferito.” Kain la guardò a mo’ di scuse, facendo sorridere la ragazza.
“Non toglierle mai un libro, se ci tieni alla tua pelle.” Proferì Blaise solenne, ricordando le occhiate piene d’odio riservategli dalla mora ogni qualvolta le prendesse un libro dalle mani per attirare la sua attenzione.
“Ehi, non parlate di me come se non ci fossi!”
“Comunque” continuò George “Non si arrabbierà mai davvero finché non provi a fare qualche incantesimo che cambi le parole al libro…”
“E come fa ad accorgersene?”
“Oh, lei si accorge di tutto. Sa ogni libro a memoria.”
I presenti risero, mentre la riccia rispose. “Davvero molto divertente.”
Il padre posò una mano sulla spalla della ragazza. “Io ti capisco. Anch’io sono un topo di biblioteca. Una volta tua madre mi nascose un libro perché non le prestavo attenzione. Mi sono offeso tantissimo che alla fine fu lei a dover trovare un modo per farsi perdonare…”
Hermione sorrise.
Era bello sapere di avere qualcosa di simile a suo padre.
“Anche a me piace leggere, ma non così tanto.” Si aggiunse al dialogo Micheal. “Però solo da quando sei più grande.” Ricordò Aaron, guardandolo divertito.
“Una volta mi volevano far leggere un libro orribile, così l’ho… ehm… bruciato.” Spiegò il fratello, notando la faccia confusa della ragazza.
“Micheal!” esclamò lei oltraggiata.
“Dai Hermione, ha pagato la lezione. Ha dovuto ripulire tutta la biblioteca del Manor da solo, senza magia né l’aiuto degli elfi.” Cercò di rabbonirla Ana.
“Qual è il tuo libro preferito Herm?” Chiese poco dopo Aleksandar, rimasto in silenzio fino ad allora.
“Mmm… non saprei, probabilmente “Storia di Hogwarts” e “Orgoglio e Pregiudizio” di Jane Austen.” Rispose lei.
“Anche a me piace molto “Orgoglio e Pregiudizio.” Si unì alla conversazione Narcissa, mentre la sorella si alzava per aiutare Molly a sparecchiare.
“Davvero?” chiese sorpresa lei.
“Sì, molto. Adoro anche Shakespeare.”
“A me piace, ma fino ad un certo punto… le storie romantiche non mi appassionano molto.” Disse Gwendolen, la madre di Hermione.
Draco sorrise, dopodiché si voltò per intrattenere una conversazione un po’ più divertente, come il Quidditch, con  Harry e Blaise, mentre Theo e Ron preparavano la scacchiera per una partitina.
Accanto a loro, Ginny stava discutendo con Luna riguardo a delle creature magiche non meglio identificate. La bionda sosteneva si trovassero proprio in quella stanza. Andrej osservava la bionda perso nei propri pensieri.
Draco sorrise divertito notando lo sguardo truce che gli riservava Neville.
Tutto sembrava andare per il verso giusto.
O almeno così sperava.





___________________
Salve! Lo so, lo so, è un capitolo molto corto e io non pubblico da un bel po'. Volevo dirvi che in questo periodo non ho molta ispirazione né tempo per scrivere, ma al posto di scrivervi un avviso con delle scuse, ho approffitato della cosa per scrivere un breve capitolo sul Natale di Hermione, così poi con il prossimo potrei ritornare a scrivere di più sulla vita a Hogwarts. 
Ma Aaron, Kain e Aleksandar non spariranno, non temete!
Per ora è tutto, vi auguro una buona serata e spero che il mini capitolo vi sia piaciuto!
Un bacio,
Cherry

 

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Capitolo 18
*** Scommessa. ***


Hermione era avvolta nel suo mantello, lo sguardo perso nell’orizzonte del Lago Nero.
Aveva passato delle vacanze indimenticabili assieme ai suoi amici e alla sua famiglia, ma con lo scoccare della mezzanotte e l’inizio del nuovo anno, la sua famiglia era tornata alle loro case, a chilometri di distanza da lei.
Kain si era trasferito a Londra ed entro pochi mesi anche Aaron lo avrebbe raggiunto. Nel frattempo si teneva in contatto con lui via gufo e il loro rapporto era tornato a quello di quando erano bambini.
Gli zii si premuravano di inviarle gufi ogni settimana e Yelena la aveva invitata a casa sua per le vacanze primaverili, invito declinato dalla giovane con la scusa degli esami, ma con la promessa di passare del tempo con loro in Russia non appena avesse terminato gli studi.
Anche il rapporto con i suoi genitori era migliorato: non s’imbarazzava a chiamarli mamma e papà, anche se si sentiva in colpa nei confronti dei Granger che l’avevano cresciuta in tutti quegli anni.
Non vedeva l’ora che le due famiglia s’incontrassero, anche se non sapeva come avrebbero reagito i Granger a sentir chiamare altre persone mamma e papà. Ma loro avevano Mathilda ora e Hermione sapeva che lei era la loro priorità ora, anche se non avrebbero mai smesso di ritenere la Grifona loro figlia.
Micheal si era lasciato alle spalle i rimorsi e le paure di non essere un bravo fratello e cercava di comunicare con la sorella ogni giorno via camino. Solo qualche minuto prima la giovane gli aveva parlato ed era felice, felice davvero di averlo al suo fianco.
I Burke erano indecisi sul da farsi: si erano rintanati in quelle terre per iniziare una nuova vita, senza dover attraversare i luoghi che ricordavano loro la bimba perduta, ma ora era quella la loro casa.
D’altra parte non volevano perdere altri momenti della vita della giovane. Così erano giunti alla conclusione di aspettare di vedere dove sarebbe andata Hermione dopo la fine degli studi.
Hermione era confusa.
Era membro della confraternita da alcuni anni e si era affermata come strega, entrando a far così nel gruppo degli otto.
Braxton era fidanzato con la bella Daphne e avevano concordato di rimanere a Londra: la giovane avrebbe continuato gli studi come Pozionista, percorso di studi che avrebbe seguito anche Draco.
Adrian ormai stava terminando l’addestramento per Auror e di lì a pochi mesi avrebbe iniziato a lavorare con Kingsley al Ministero.
Colby Ambrose e Shiloh Redford sarebbero rimasti alla Sede, viaggiando di nazione in nazione per combattere il male. Dragan Petrov stava tornando a Londra, questa volta per viverci –ah l’amore! –e Viktor stava continuando la sua carriera nel mondo del Quidditch.
Lei e George non sapevano cosa fare. Lui avrebbe seguito la riccia ovunque sarebbe andata, ma lei non gli avrebbe mai chiesto di rinunciare al negozio che ormai era l’unica cosa rimastagli dei sogni che avevano progettato lui e Fred.
Senza contare che lei ora stava con Draco e doveva ammettere che si era innamorata del biondino.
Probabilmente sarebbe rimasta a Londra, avrebbe proseguito gli studi, avrebbe fatto qualche corso accelerato e poi si sarebbe dedicata alla confraternita.
Ma era davvero quello che voleva?
In quel momento aveva voglia di viaggiare, girare il mondo, lontana da quella confusione creatasi negli ultimi mesi.
Minerva confidava in lei, ripeteva che era una delle migliori guerriere ed era felice del lavoro fatto sinora con i novizi.
E allora perché non si sentiva così appagata e serena come sperava essere?
“Hermione, che ci fai qui tutta sola soletta?” le chiese George sedendosi accanto a lei. “Pensavo.”
“Oh lo so. Non sia mai che la Caposcuola Granger-Burke-qualsiasialtrocognome- stacchi il cervello per un po’. Dai su, che succede?”
“Non lo so George. Sono solo stanca.”
“Hai ripensamenti con Draco? Sì, in effetti anch’io che li avrei se fossi in te. Non sia mai che il mio fidanzato curi i capelli più di quanto non faccia io!”
Hermione rise e George sorrise. Era bello che qualcuno ti capisse.
“Cosa farai quando finirà la scuola?” le chiese il rosso.
“Non lo so…Ho così tante idee e non voglio deludere nessuno.”
“E tu? Tu cosa vorresti fare?”
“Vorrei… avere una vita tranquilla. Ma non voglio abbandonare la Confraternita.”
“Anche perché la Mc non te lo permetterebbe. È grazie a te che abbiamo catturato Rowle.”
“Mai sottovalutare un Grifone!” disse lei solenne.
“Giusto!” Disse lui dandole in cinque.
“George?”
“Mh?” chiese lui, ormai sdraiato a terra con le braccia incrociate sotto al capo.
“Ti ricordi di una certa scommessa…”
“No…” mentì lui.
“Oh sì che te lo ricordi.”
“Di che scommessa parli? Tu non fai queste cose…” chiese lui allarmato.
“Georgino caro…amico mio…non è che sei uno che non sa perdere?”
“Naaah, ma sai, devo proprio andare, domani devo essere al negozio presto..” detto questo si alzò in piedi, ma fu presto fermato dalla Grifondoro. “Non credere che ti lasci andare così…” disse lei ghignando.
“La compagnia di quelle Serpi ti fa male..” disse lui sconsolato.
 
 
14 febbraio
 
E così era arrivato il giorno di San Valentino in un battibaleno. I ragazzi si erano messi d’accordo di passare la mattinata insieme ad Hogsmeade, in modo di non escludere i single e solo la sera le coppiette si sarebbero divise, godendosi una serata romantica.
Quel giorno Hermione era di buonumore.
Dopo essersi fatta una doccia veloce, aveva indossato una gonna a ruota con la vita alta nera, un maglione rosso e poi si era infilata una calzamaglia pesante e un paio di scarpe babbane che andavano tanto di moda che le facevano conquistare qualche centimetro in più.
Miracolosamente era riuscita a lisciare i suo capelli, che le arrivavano fin sotto al seno così e indossò un cappellino francese. Solo dopo si dedicò al trucco e una volta soddisfatta si recò nella Sala Grande.
Quando era possibile, i ragazzi si sedevano tutti insieme, indipendentemente dalla loro Casa d’appartenenza. Ormai anche i loro compagni si erano abituati alla vista delle Serpi al loro tavolo e avevano preso il loro comportamento come segno di una nuova vita, iniziando anche loro a seppellire l’ascia da guerra.
Dopo aver salutato Draco con un bacio e gli altri con un sorriso a trentadue denti, la Grifona si accomodò sulla panchina e iniziò ad imburrare la sua fetta di pane con molta soffisfazione.
“Emi non ti facevo così felice per…San Valentino.” Disse Ron prima di addentare un’altra fetta di torta. “Oh Ron,Ronnie… non è solo San Valentino…”
Draco deglutì. E se la sorpresa non le fosse piaciuta? Aveva preparato qualcosa di semplice, Hermione non aveva fatto che ripetergli quanto poco le importasse di quella giornata, definendola una festa stupida e ora si comportava in quel modo. Ah, avrebbe perso la testa. Non poteva innamorarsi di una ragazza più semplice?
“Mione.. sei sicura di stare bene? San Valentino è … una giornata come le altre. Non sei come una di quelle oche che aspettano l’arr-Hei, ma che ti prende!?” disse Harry, massaggiandosi la testa dopo aver ricevuto uno scappellotto da parte della fidanzata. “Dicevi, amore?”
“No, nulla Ginny cara.” Disse lui tornando a mangiare a capo chino.” Blaise e Theo sogghignarono, ma ben presto anche a loro fu riservato lo stesso trattamento da parte di Daphne che, a differenza di quanto poteva sembrare, era una vera romanticona.
“Cosa farete stasera?” chiese dopo un po’ Heidi, rimasta in silenzio fino ad allora.
“Io e Neville andremo a fare un picnic!” esclamò Luna schioccando un bacio sulla guancia del ragazzo che per poco non sveniva.
“Io e Braxton andremo a cena probabilmente e voi?”
“Io non voglio rivelare la mia sorpresa per Emi…” disse Draco guadagnandosi uno sguardo inceneritore dalle ragazze. “Idem.” Rispose Harry cercando di sorridere amorevolmente a Ginny. Sperava di avere ancora qualche ora di tempo per rimediare qualche idea, non voleva deludere la ragazza.
“Io ho invitato una ragazza di Corvonero ad un appuntamento.” Disse poco dopo Blaise, mentre Hermione gli sorrideva incoraggiante.
“Io probabilmente troverò una ragazza ad Hogsmeade…” disse Theo sovrappensiero guadagnandosi occhiate truci da Ginny e Daphne.
“Io e Heidi invece usciamo. Andremo in un locale un po’ fuori Hogsmeade e poi andremo assieme a Ron e Lavanda in una discoteca.” Disse Terry guardando il rosso con fare di scusa quando vide l’espressione del rosso. “Lavanda?” chiesero in coro Ginny, Harry e Hermione, quasi strozzandosi. “Beh, lei è ancora interessata a me e…”
Tutti scoppiarono a ridere.
“Bene, allora siete pronti? Andiamo?” chiese Hermione impaziente. “Ma veramente io…” iniziò Ron, ma non riuscì a finire la frase che la giovane lo aveva strappato al piatto di torta.
“Emi, ma ci vuoi dire come mai sei così …ansiosa?” chiese Draco scegliendo le parole con cura.
“Oh lo vedrete.” Disse con sguardo che i ragazzi avrebbero definito, diabolico.


 
“Ciao ragazzi. Lei è Emily Wolpert,la sorella di Nigel. Vi ricordate di Nigel? Ecco.” Salutò George, nervosissimo fulminando con lo sguardo la giovane Grifondoro.
“Ciao Emily è un piacere rivederti!”
La govane Wolpert era una ragazza bassa, con i capelli scuri –a differenza del fratello –il volto lentigginoso. Aveva degli occhi molto grandi per il suo volto e indossava una gonna che arrivava fino a terra. Si era truccata in maniera eccessiva ed era aggrappata al braccio di George quasi avesse pausa di perderlo.
“Oh sì, anche per me Hermione! Sono molto felice di essere qui con George.”
“Oh, lo immagino… non eri innamorata di lui dai tempi di Hogwarts?” chiese Hermione con un sorriso sghembo.
In risposta George le diede un pizzicotto. “Oh sì! Pensavo che non mi avrebbe mai scritto una volta finita la scuola e invece…oggi siamo qui! Sai quante cose ho in mente tesorino!” disse lei trascinandolo verso Madama Piediburro.
“Hermione?” la chiamò Ron preoccupato.
La ragazza scoppiò a ridere.
“Non trovate siano una coppia carina?” “No!” risposero gli altri.
“Perché credo tu centri qualcosa?”
“Perché hai un ottimo intuito Gin. Diciamo che George ha perso una scommessa e io mi sono un po’ vendicata… è già tanto che non gli ho rifilato un filtro d’amore, ma mai dire mai, la giornata è  appena iniziata!” disse lei allontanandosi saltellando come una bambina.


Oh, quella sarebbe stata una giornata lunga!



_________
Salve! Mi dispiace molto per non aver pubblicato un nuovo capitolo per molto tempo, ma avevo mille idee e poco tempo e ogni volta che provavo a scrivere qualcosa cancellavo tutto.
Non sono ancora soddisfatta della storia né sono molto sicura di come farla continuara senza combinare casini,ma almeno ho pubblicato un nuovo capitolo!
Avendo molte idee è probabile che inizi nuove fanfiction o la storia sarebbe troppo confusionaria.
Spero che il capitolo vi piaccia e vi auguro una buona domenica. 

Cherry <3

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Capitolo 19
*** San Valentino. ***


 
 
Dopo aver passato una mattinata diversa dal solito, i ragazzi si erano divisi.
Draco e Hermione si erano materializzati in un giardino che Hermione non aveva riconosciuto da subito.
“Dove siamo?” chiese lei, incantata da quel luogo  che sembrava intriso di magia.
“Benvenuta a Villa Malfoy. So che non hai passato dei bei momenti al maniero, ma quando ho pensato ad un posto magico per il nostro primo San Valentino ho pensato al giardino del Maniero.” Disse il biondo leggermente a disagio.
E se alla ragazza non fosse piaciuta la sua idea?
Lo avrebbe detestato, se ne sarebbe andata e alla fine se ne sarebbe andata da lui, finendo tra le braccia di Theo o di quel bulgaro.
“Draco? Guardami. Non mi importa di dove siamo o cosa facciamo, purché io stia insieme a te. E non preoccuparti, non scapperò via.” Disse lei carezzandogli il volto.
“Ma come hai capito…?”
“Quando stringi le nocche in quel modo e ti isoli da tutti significa che stai pensando ad una mia fuga con un altro ragazzo. Ah, il mio gelosone!”disse lei ridendo. Anche Draco scoppiò a ridere: era così assurdo, ma con Hermione era così. Gli era entrata nell’anima, sotto la pelle.
Conosceva il suo passato, lui era stato un mostro, un nemico e lei gli aveva donato una seconda opportunità, una famiglia.
Si era innamorato di lei nel primo istante in cui si erano stretti la mano ed erano diventati Draco e Hermione.
Erano passati solo pochi mesi e già doveva dividerla con altre persone, l’aveva quasi persa e non era pronto a lasciarsela sfuggire.
Quella ragazza era il suo mondo.
Si avvicinò a lei e la guardò. Si era cambiata, ed era ancora più bella.
Indossava un abito argentato monospalla che le arrivava al ginocchio e la fasciava perfettamente. Ai piedi aveva delle scarpe nere con il tacco, ma nonostante tutto era più bassa di lui.
I capelli erano sciolti e mossi, segno che l’incantesimo lisciante stava svanendo.
I suoi occhi erano la cosa più bella che avesse mai visto.
Avevano una luce diversa, erano occhi pieni d’amore e speranza.
Lei era stupenda.
Draco si schiarì la gola e fece un passo avanti, porgendole la mano.
“Mi concede questo ballo?”
“Ma certo.” Acconsentì lei, stringendogli la mano.
Il biondo la guidò verso ad un gazebo dove vi erano delle rose rosse rampicanti. L’aiutò a salire i gradini e una volta all’interno del gazebo, fece un movimento con la bacchetta e una musica lenta li avvolse.
Man mano che i due danzavano, delle lucciole avevano preso a volare intorno a loro, accompagnandoli, quasi stessero danzando con loro.
Draco baciò Hermione con dolcezza. “Ti amo Hermione.” Disse il ragazzo prima di rendersene conto e arrossire chinando il capo.
Lei sorrise e gli alzò il volto delicatamente. “Ti amo Draco.”
I due continuarono a danzare abbracciati, ma nessuno dei due sentì più la musica. C’erano solo loro.
Draco e Hermione.
 
 
L’indomani era sabato e gli studenti del sesto e settimo anno avevano la possibilità di uscire.
Hermione era al settimo cielo e per una volta decise che non sarebbe morto nessuno se per una volta non avesse passato la giornata in biblioteca.
Si avviò così a Hogsmeade assieme ai suoi amici, chiacchierando delle loro serate.
Di Blaise e Theo non vi era traccia, ma Draco aveva assicurato loro che erano nel loro dormitorio a dormire o meglio, a smaltire una sbornia colossale.
I ragazzi erano diretti ai “Tiri Vispi Weasley” dove non ebbero modo di entrare che un rosso di loro conoscenza li raggiunse. “Hermione Jean Vega Burke! Io ti uccido!” le urlò il ragazzo.
Lei in risposta rise e si avvicinò per abbracciarlo.
“Ma dai, non è andata bene con il tuo tesorino?”
“No! Quella ragazza è una pazza!”
 “Pazza di te!”
“No, pazza è basta. Non ha fatto che parlare di noi, del suo tempo passato a seguirmi in ogni angolo di Hogwarts e a quanto tempo abbia passato ad aspettarmi. E poi ha iniziato a parlare di matrimonio e voleva che la baciassi! Ma ti rendi conto?”
I ragazzi scoppiarono a ridere.
“Te la sei cercata. Così impari a non scommettere contro di me.” Rispose la riccia facendogli la linguaccia.
“Mh, hai ragione. Burrobirra?” disse lui tornando ad essere il solito George.
“Sì” acconsentirono tutti, entrando nel locale di Madama Rosmerta ridendo e scherzando.


 

Aprile 1999
 
“Hermione sei pronta?” urlò dalla stanza adiacente Kain, troppo indaffarato a sistemare chissà che cosa per poter venire a cercare la giovane. “Ancora un capitolo!” rispose ella di rimando, ma non ebbe tempo di voltar pagina che il cugino entrò nella stanza, la prese in braccio e la trascinò in soggiorno.
“No, mia cara cuginetta. Tu ora molli lo studio, tanto lo sai a memoria e mi aiuti con le decorazioni!”
“Ma mi manca ancora poco…” provò ad obbiettare, ma nel raggio di dieci minuti lo studio era un vago ricordo e Hermione era immersa nei preparativi per l’arrivo di Aaron.
Dopo mesi e mesi di attesa, il ragazzo infatti aveva ottenuto il trasferimento a Londra, dove avrebbe iniziato a lavorare alla Gazzetta del Profeta come nuovo reporter.
Da una settimana ormai, Kain aveva messo e tolto decorazioni, pulito la camera nel nuovo arrivato e provato a sistemare armadi in posizioni diverse.
“Per Morgana, sembra che stia per iniziare una convivenza con tua moglie… sta arrivando tuo fratello!”
“Lo so, ma Aaron è un perfezionista, peggio di te. Ha mille libri e quando mi ha inviato il primo pacco di libri pensavo fossero tutti, erano tantissimi e invece no! Oltre ai vestiti, quelli si che sono pochi, ha inviato libri e ho dovuto comprare un’altra libreria. E poi tra una settimana arriveranno mamma e papà a controllare come stanno andando le cose e ho paura di qualche loro scherzetto. Spero non decidano di farmi visita oggi.”
“Ma dai… oh, il campanello!”
“Solo solo le quattro!”
“Saranno i miei amici. Dai, fai un respiro profondo e prenditi un firewhiskey.”
“Sempre detto che sei un’alcolizzata.” Disse a mo’ di saluto George entrando nella stanza.
“Non aprivate e così George è entrato da solo…” di scusò Ginny poggiando una torta sul tavolo della cucina.
“Che bella casa! Ti ho portato uno scaccia Nargilli per la casa!” disse Luna con tono sognante, porgendo uno strano oggetto al padrone di casa.
“Qui ci vuole un tocco femminile.” Disse Daphne, non appena diede un’occhiata alla casa. “O anche due.” Le diede man forte Heidi, prima di sedersi in grembo a Terry.
“Vi abbiamo portato un set per il mini quidditch!” esclamarono Harry e Ron, che in realtà non vedevano l’ora di giocarci loro. “E noi abbiamo portato la birra.” Dissero il trio Serpeverde, attirando l’attenzione di Kain.
“Oh bene!”
Dopo un’ora passata a sistemare gli addobbi, si sentì suonare il campanello e tutti si zittirono.
Kain andò ad aprire e poco dopo fece capolino Aaron, con due valige levitanti sopra la sua testa.
“Aaaaaroooon!” esclamò la giovane Grifondoro saltandogli in braccio, felice di rivedere il cugino. “Wow che benvenuto!” disse lui ridendo, prima di darle un bacio sulla guancia.
“Com’è che me saluti con un ‘Buongiorno’? Devo essere geloso?” s’intromise Draco prima di dare una pacca sulla spalla all’irlandese.
Nemmeno il tempo di sentire la risposta che la festa era iniziata.
E Hermione, ancora una volta, si sentì a casa.

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Capitolo 20
*** Amicizia. ***


 
Il giorno seguente Hermione si svegliò con un mal di testa lancinante. Fece per alzarsi, ma si rese conto di essere intrappolata in un groviglio di mani.
Da una parte c’era Draco che si era addormentato abbracciandola e dall’altra Aaron che dormendo si era letteralmente spiaccicato su Kain e ora usava la riccia come poggia braccio.
Dopo aver provato a liberarsi, invano, si concesse un attimo per osservare la stanza.
Harry e Ginny stavano dormendo accoccolati sull’altro lato del divano, mentre Ron stava praticamente sbavando sulla camicia di Neville, mano nella mano con Luna.
Le Serpi erano tutte vicine, la testa sulla spalla dell’altro fino ad arrivare al biondo accanto a lei.
Heidi si era spaparanzata a terra, con un cuscino sotto al capo e probabilmente era quella che stava più comoda.
George invece….beh lui era tutto attorcigliato, sospeso tra il divano e il pavimento. Come facesse a dormire in quel modo era un mistero per la giovane che a stento trattenne una risata.
Appellò a sé la macchina fotografica e una volta averla fatta levitare poco lontano da loro tornò nella posizione in cui si era trovata.
Una volta sentito il clic tornò a dormire beatamente, troppo stanca a causa della festa che le aveva impedito, per l’ennesima volta, di andare a dormire ad un ora decente.
 
I ragazzi si trovavano di fronte all’aula di Trasfigurazione, ripetendo mentalmente le cose studiate.
Da una parte vi era Daphne che cercava di spiegare  –con l’aiuto di Blaise –la parte teorica della trasfigurazione di un uccello in calice al povero Theo, che aveva una tale confusione in testa da non poter ricordare i passaggi più semplici, mentre Draco se ne stava sghignazzando pochi passi dietro di loro con Neville e Terry per chissà quale motivo.
Luna, Heidi e Ginny discutevano animatamente del ballo di fine anno nella vana speranza di distogliere i loro pensieri dagli imminenti M.A.G.O., che alla fine erano giunti, per chi troppo presto e per chi troppo tardi.
E poi c’erano loro.
Il Golden Trio.
“Beh, alla fine è venuto anche il nostro momento.” Commentò Harry scambiando un’occhiata complice ai due.
“Eh già, non avrei mai immaginato di arrivare fin qui…con loro.” Disse Ron, guardando quell’insolito gruppetto che ancora destava clamore per i corridoi della scuola.
“L’importante è che siamo qui. Insieme.” Disse Hermione, sorridendo.
“Insieme.” Disse Harry.
“Fino alla fine” Concordò Ron.
“Oh, venite qui.” Disse Hermione abbracciandoli.
Ne avevano passate tante, Merlino solo ne sapeva quante.
Avevano combattuto insieme, si erano cacciati nei guai, si erano consolati, si erano presi cura l’uno dell’altro.
Avevano litigato e fatto pace migliaia di volte.
Eppure eccoli lì.
Abbracciati, nella speranza di superare gli esami finali.

“Ehm…Ron?” si sentì chiamare il rosso, attirato da un tossicchiare alle loro spalle.
“Sì?”
“Beh… volevo augurarti buona fortuna.”
Il giovane di casa Weasley arrossì, dando una tonalità simile a quella dei suoi capelli alle guance.
“Anche a te Lav. Ehm…Lavanda.”
La bionda sorrise e poco dopo raggiunse le sue amiche.
“Oh Lav-Lav quanto dolce…” lo canzonò Hermione scatenando una risatina da parte del Prescelto.
“Hermione…”
“Vieni qui dal tuo Ronnino” continuò lei.
“La compagnia di George non ti va bene. L’avevo detto io.” Disse il Grifone sconsolato.
La riccia non fece in tempo a rispondere che la McGrannitt apparì, invitandoli ad entrare in aula.
 




SALVE!

Quand'ho pubblicato il capitolo, una lettrice mi ha fatto notare di aver postato un capitolo già riproposto. Purtroppo avevo continuato a scrivere,senza rendermene conto.
Così ecco qua...il nuovo capitolo. Come potete notare c'è la parte che avevo iniziato a scrivere la scorsa volta. 
Non è un capitolo molto lungo, anzi è alquanto breve, ma è un piccolo assaggio prima della cerimonia finale dei M.A.G.O.
E nulla, questo è quanto. Spero che il capitolo, per quanto breve, vi sia piaciuto e vi invito a lasciare una recensione.
Buona serata,
Cherry.

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Capitolo 21
*** Fini e nuovi inizi. ***


Il fatidico giorno era arrivato: ancora poche ore e avrebbero dovuto dire addio a quel luogo che per lunghi anni era stata la loro casa.
In fondo Hermione sapeva che Hogwarts sarebbe rimasta per sempre la sua casa e il pensiero che forse sarebbe tornata per via della Confraternita o forse in veste di insegnante in quella scuola le rendeva l’addio un po’ meno difficile.
Non riusciva ancora a crederci di aver passato tutti gli esami con l’E, contanto il fatto che la Confraternita le aveva tolto delle ore preziose per lo studio, ma non poteva negare il fatto che essere membri della Confraterntia significava essere maghi capaci ed esperti.
Non a caso lei, e ora anche i suoi amici, avevano dovuto affrontare un lungo addestramento che comprendeva i più svariati campi.
Con sua somma gioia –e di Molly –anche Ron e Harry avevano passato egregiamente gli esami. Non seppe dire chi la stupì maggiormente. Forse Ron, che solitamente tendeva a prendere le cose alla leggera, nella speranza che durante gli esami accada qualcosa di inverosimile che cancelli l’esame.
O forse Harry, che finalmente aveva messo la testa a posto: non glielo aveva ancora confessato, ma era sicura che di lì a pochi mesi sarebbe stata presente ad un matrimonio che univa la casata dei Potter a quella dei Weasley.


A dire il vero tutti i suoi amici se l’erano cavata con gli esami e ora tutti quanti non vedevano l’ora di tornare a casa e festeggiare prima di dover cominciare con la loro carriera nella Confraternita e allo stesso tempo proseguire gli studi nelle varie Accademie sparse per il paese.
Per fortuna esistevano le passeporte, la metropolvere e la materializzazione, altrimenti sarebbe stato difficile per i ragazzi incontrarsi.
Harry, Ron e Blaise avevano deciso di studiare all’Accademia per Auror, mentre Draco avrebbe studiato poco lontano da loro la nobile arte delle Pozioni (e Hermione era certa che sarebbe stato un degno successore del Principe Mezzosangue in fatto di pozioni).
Theo aveva optato per studiare Medicina in Irlanda, in una delle università più prestigiose.
Neville si era iscritto alla facoltà di Erbologia e aveva già un contratto per insegnare ad Hogwarts, mentre Terry e Heidi si erano trasferiti in Scozia per studiare le Rune Antiche.
Infine Luna aveva deciso di prendersi un anno sabbatico per viaggiare in giro per il continente alla ricerca di qualche nuova creatura fantastica, scrivendo articoli per il cavillo.
Daphne invece aveva deciso che le bastava la Confraternita per soddisfare la sua sete di conoscenza e così aveva coronato il suo sogno di entrare nell’Accademia delle Belle Arti –da poco aveva comprato un appartamento a Diagon Alley assieme a Braxton e non vedeva l’ora di uscire da scuola e iniziare la vita che aveva tanto desiderato assieme all’uomo dei suoi sogni.
Ginny invece aveva ottenuto il ruolo di Cacciatrice nelle Holyhead Harpies e frequentava un corso da autodidatta per diventare un’infermiera.
E poi….c’era Hermione.
Lei era l’unica che non sapeva cosa fare, per quanto potesse sembrare strano.
Da anni ricopriva il ruolo di consorella alla Confraternita e ormai aveva ottenuto un ruolo importante che la rendeva molto appagata e orgogliosa di se stessa. Amava andare in missione, per quanto fossero pericolose e ancor di più amava far parte di quella strana società.
Desiderava studiare, le interessavano moltissime facoltà.
Aveva deciso di non diventare un’Auror in quanto come membro della Confraternita faceva già un lavoro simile a quello degli Auror, inoltre aveva deciso che se mai fosse salita ancora di grado avrebbe creato un gruppo speciale formato da lei e dai suoi amici.
Avevano uno pozionista, uno specialista di Erbologia e uno nelle Creature Magiche, avevano un dottore e un’infermiera, avevano tre Auror e due specialisti di antichi testi e Rune, avevano un’artista, un gran uomo d’affari. E poi sicuramente sia Braxton che Viktor e perché no, forse anche Erik avrebbero aderito al gruppo.
E lei, lei cosa poteva fare?
Hermione decise così di frequentare la facoltà di legge e magari in futuro avrebbe studiato qualcos’altro. Nel frattempo le bastava studiare, lavorare con George e Viktor alla Confraternita e lavorare a Diagon Alley come cameriera in un pub che era diventato il loro punto di ritrovo i venerdì.
Ora l’unica cosa che l’impensieriva era ….il suo nuovo appartamento.
Prima di iniziare l’anno scolastico era certa che a giugno si sarebbe trasferita da George: entrambi single, migliori amici e compagni di avventure, non aveva alcun motivo per rifiutare l’offerta.
Avrebbe voluto abitare con Harry e Ron, ma sapeva che il giovane Potter avrebbe preferito trasferirsi con la sua rossa altrove. E ora Ron, con il suo bel diploma in mano –non resisteva a sventolarlo a chiunque gli passasse davanti tanto era contento –stava frequentando la bella Lavanda, quindi probabilmente alla bionda non avrebbe fatto piacere che i due amici vivessero assieme.
Aveva anche pensato di andare a vivere dai suoi genitori biologici, per far sì che si conoscessero meglio oppure da Aaron, che si era trasferito per starle più vicino. Ora che anche Kain li avrebbe raggiunti sarebbe stato bello. Magari sarebbe riuscita a convincere Micheal a trasferirsi con loro.
La giovane pensava a tutti i suoi amici e ai ritrovati parenti –aveva anche pensato ai Granger e di raggiungerli per qualche settimana in Australia –tutto, purché non pensasse a Draco.
Lo amava alla follie e stavano ormai insieme da molti mesi, più di quanti si sarebbe mai aspettato qualsiasi studente li abbia conosciuti gli anni precedenti.
Eppure non avevano parlato del futuro, di loro una volta finiti gli studi. Hermione non era brava nelle relazioni: non sapeva se parlarne con il ragazzo o lasciar perdere. Non sapeva cosa significasse per lui avere una relazione né se fosse pronto per andare a vivere con lei.
Magari aveva intenzione di prendere un appartamento insieme a Blaise, o forse anche con Theo e Terry, anche se loro studiavano lontano da Londra.
Chi era lei per far supposizioni e sperare che Draco andasse a vivere proprio con lei?
“A cosa stai pensando?” le chiese una voce, prima che due forti braccia l’avvolgessero.
“A nulla di importante” mentì lei, inspirando a pieni polmoni il profumo del suo meraviglioso fidanzato.
“Davvero? Sembravi parecchio pensierosa o meglio….nervosa.” disse lui, posando la sua fronte su quella della giovane.
“Mh….”
Draco Malfoy s’inginocchiò dinanzi a lei sorridendo. Le alzò il mento costringendola a guardarlo negli occhi e disse: “Non puoi mentirmi così. Lo sai che ti conosco fin troppo bene…” Vedendo che la giovane stava zitta continuò. “Io non so che piani tu abbia per il futuro. So che Pel di Carota e Sfregiato sono i tuoi migliori amici se non contiamo George…o Ginevra, e so che sei un pezzo grosso della Confraternita….ma ecco, mi chiedevo se beh, ecco….ti andasse di provare a vivere con me. Lo so che sarà difficile, ma…ecco, penso che potremmo farcela.
“Ma quanti ecco…” disse la grifona sorridendo.
Tutti quei dubbi per nulla: Draco era fantastico, sapeva sempre ciò che pensava e che desiderava. Solo ora si dava della stupida per aver fatto tutti quei ragionamenti. Merlino, aveva addirittura pensato di andare a vivere dai suoi! O peggio, con Aaron, che per quanto gli volesse bene, avrebbero distrutto casa nel raggio di pochi minuti. Senza contare di lei e George insieme –Diagon Alley sarebbe stata in fiamme in meno di un giorno!
“Allora…sarebbe un sì?” chiese il biondo abbozzando un sorriso.
La riccia annuì prima di dire, come al suo solito. “Baciami e sta zitto!” Draco rise perché in fondo sapeva che per Hermione quello era il modo per dirgli che lo amava e che era felice. Era così che facevano pace ed era così che dicevano l’un l’altro che le parole non avevano senso in quel momento perché c’era l’amore che parlava.
 
Quartier generale della Confraternita del Pugnale Nero, ore 21.15
 
La cosa che più sorprendeva i membri di quell’ordine, era che al di sotto degli uffici, delle sale o delle ale dove soggiornavano i ragazzi, c’era…una città!
Molte persone infatti, chi di passaggio e chi abitualmente, alloggiavano nella fortezza e quindi i fratelli avevano deciso di costruire un altro piano, dove i ragazzi potessero passare del tempo, festeggiare, ma anche avere un appuntamento.
Luna adorava quel posto: passava molto tempo lì, a leggere o a guardare la televisione. Aveva avuto modo di conoscere meglio i suoi colleghi e si divertiva a guardare i suoi amici giocare a biliardo o Harry e Terry ad uno strano gioco che chiamavano calcio balilla. Cosa significasse balilla, per lei rimaneva un mistero.
In quel momento stava giocando una tranquilla partita a poker con le Serpi e –con gran sorpresa dei compagni verde argento –stava anche vincendo.
In quel momento entrò a gran passo Hermione, attirando come suo solito l’attenzione di tutti i presenti.
Luna iniziò a ridacchiare vedendo lo sguardo che Draco riservava agli altri ragazzi, ma in fondo sapeva che non poteva fare nulla.
Hermione attirava lo sguardo su di se non solo per la sua bellezza, ma anche perché per loro era una figura da ammirare e soprattutto rispettare: era uno dei pezzi grossi in pratica e tutti loro erano stati addestrati, almeno in parte, da lei. Anche i più anziani le rivolgevano sguardi pieni di ammirazione: poche erano le persone che si erano distinte come lei e sapevano che Hermione era una guerriera sagace.
Quasi tutte le spedizioni erano controllate e approvate da lei e Braxton e solo successivamente venivano proposte alla McGranitt.
Inoltre era una grandissima stratega ed era grazie a lei che molti dei Mangiamorte fuggiti erano stati catturati.
Il fatto che in quel momento indossasse degli abiti in pelle molto attillati non aiutava minimamente il povero Draco, che non desiderava altro che mettere dei paraocchi a quelli che definiva dei ‘depravati’.
“Su, non fatevi pregare e venite. Non ho tutto il giorno per voi due.”
“Ma…si, dai andiamo prima a berci qualcosa…” tentò Ron che fece un timido passo verso la grifona.
“No, Heric ci sta aspettando.” Ribatté lei, mettendo le mani sui fianchi.
“Può raggiungerci anche lui allora.” Provò Harry, lanciando uno sguardo supplicanti vero i cinque ragazzi che li stavano osservando di sottecchi.
“No. O ci andate con le vostre gambe o vi ci porto io di peso. E in tal caso non …ricevereste dei bei soprannomi da parte dei vostri colleghi. Su, mostrate di avere un po’ di virilità e forza anche voi, non fate i pappamolle.”
“Ma dove state andando?” chiese Theo curioso.
Ma Hermione non lo ascoltò, e anzi si avvicinò ai due amici, che intimoriti decisero di sorpassarla e raggiungere la loro meta senza che l’amica, che poi tanto amica non sembrava loro in quel momento, facesse far loro la figura dei codardi.
 
“Hermione, da quanto tempo!” esclamò una voce e poco dopo, dalla penombra comparve una figura alta.
“Heric! Eh, troppo tempo –troppo! Ma eccoci qui no?” disse lei, felice come una bambina in un negozio di caramelle.
I due neo diplomati guardarono il ragazzo diffidenti: alto, moro, ricoperto di tatuaggi e piercing ( o come diceva Molly, ferraglia) e con un taglio di capelli decisamente stravagante.
“Quello lì ci dovrebbe…” sussurrò Ron quasi spaventato.
“Mhm” rispose Harry, guardandosi intorno.
Lo studio sembrava pulito ed ordinato. Harry riuscì persino a specchiarsi nel tavolino d’acciaio vicino a lui.
Sulle pareti c’erano certificati e immagini di quel tale e altri ragazzi alla presa con il loro lavoro.
In qualche foto trovarono anche la riccia, nonché i gemelli, Braxton e Krum.
“Beh, ormai non possiamo tirarci indietro Ron. Faremo la figura degli scemi.” Disse il Prescelto, togliendosi la giacca.
“Immagino di no.” Si rassegnò il rosso, lasciandosi cadere sulla sedia.

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Salve ragazzi!
Mi dispiace un sacco se non sono riuscita a pubblicare nulla, ma in questo periodo sono successe un sacco di cose e tra scuola, scuola guida e viaggi, le uniche volte che mi sono seduta dietro al pc non avevo l’ispirazione.
Ho riscritto il capitolo non so quante volte, e nemmeno ora ne sono del tutto soddisfatta, ma non mi sembrava corretto lasciarvi senza nessuna spiegazione.
Quindi con questo capitolo volevo farmi un po’ perdonare e volevo anche ritrovare il ritmo.
Speravo che in qualche modo leggendo qualche recensione avrei ritrovato la voglia di scrivere che è venuta a mancare da qualche mese…e nulla, ho deciso di riprendere le storie lasciate incompiute su questo, ma anche su altri siti. E …questo è quanto. Spero riusciate a perdonarmi *faccina triste* e che il capitolo vi sia piaciuto.
Mi scuso per eventuali errori e vi ringrazio per aver continuato a leggere la mia storia. Un bacio,
Cherry.
P.S.: Vi auguro un buon 2016, pieno di soddisfazioni e momenti bellissimi da portare sempre con voi. 

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