Eroi dell'Olimpo: La Profezia dell'Erede

di Travers99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un addio impossibile ***
Capitolo 2: *** Confessioni notturne ***
Capitolo 3: *** Uno stupido litigio ***
Capitolo 4: *** Pizza e misteri ***
Capitolo 5: *** Un' occhiata nostalgica ***



Capitolo 1
*** Un addio impossibile ***


La storia è stata scritta SENZA leggere "Il Sangue dell' Olimpo" I MARCO "Dopo tempo e terra, il buio è tornato, per vendicarsi di coloro che l' hanno sfidato. Una duplice forza necessita la saetta, per far sì che l' oscuro si dilegui in fretta. Gufo e colomba un tempo leali, per un frutto diventeranno nemici mortali. Le scritture saranno nemic della morte, ma alleate di chi le libererà dal forte. Lui che aveva trovato se la vedrà via portare, e anche l' altra l' amore dovrà cercare. Fra ghiaccio e acqua si vedrà finalmente, chi è il preferito, e chi il più potente con uno scontro finale, che per uno dei due sarà fatale. Colui che negli Inferi gli ha inferto il colpo glaciale, lui, figlio del mare, è l' ultima arma, la principale" La battaglia con Gea si era conclusa, e finalmente credevo di essere libero, di poter ladciare quella vita da Semidio e viaggiare per il mondo, frequentare la scuola, intraprendere una carriera. Ma mi sbagliavo di grosso. Svenni così, davanti a loro, poco dopo averli salutati, con quelle parole che mi rimbombavano nel cervello. Ero così vicino, così vicino dall' andarmene. Da lasciarmi tutto alle spalle e partire, per dimenticare, per dimenticare cosa provavo per Annabeth. Avevo capito che per abituarmi all' idea sarei dovuto mancare per un po'. Inoltre, c'era ancora qualcosa fra noi,il bacio di pochi giorni prima ne era la prova, ma capivo che lei amava Percy, non c'era più nulla da fare se non aiutarla a dimenticarmi. Fu come un infarto,o un ictus o comunque qualcosa di doloroso e immediato. Caddi a terra. Sentii le urla delle ragazze, le imprecazioni dei ragazzi, le voci di Percy e Jason che mi dicevano di non mollare, ma tutto si fece buio. Mi chiamo Marcus, Marcus Travers, e sono figlio di Poseidone, fratello di Percy Jackson. Ovviamente, dato che abbiamo la stessa età (io sono più grande di due mesi), non siamo figli della stessa madre. Infatti mia madre rimase incinta di Poseidone, ma la loro relazione durò davvero poco, e lui andò fra le braccia di Sally Jackson. La cosa peggiore? No, non il fatto di essersi sentito abbandonato dal proprio padre anche quando avevo scoperto chi fosse, ma che mia madre morì durante il parto, per darmi alla luce. A quanto sostiene ancora lui, mio padre, non smise un attimo di vegliare su di me come su Percy, e decise di farmi un dono, nello stesso momento in cui nacqui. Se state pensando: "Awwww che padre amorevole" vi state sbagliando eccome. Il "dono" che ho ricevuto è stata la capacità dicontrollare, oltre che l' acqua, anche ghiaccio e aria, ovvero tutti e tre gli stati fisici dell'acqua, una vera e propria maledizione. Innanzitutto non mi aveva detto che il ghiaccio era qualcosa di pericoloso, e di utilizzarlo in modo eccessivo avrebbe comportato un congelamento interno. Se sono riuscito a controllarlo, a sopravviverne, è stato merito di chi mi stava intorno, soprattutto di Piper. Lei mi ha insegnato che quel potere doveva essere utilizzato pensando solo ad una cosa: proteggere gli altri. In effetti, i primi tempi evocavo il ghiaccio sotto sentimento di rabbia o confusione, soprattutto a causa di Percy e Annabeth. Inoltre non mi aveva detto che sarei morto durante la battaglia contro Gea, che avrebbe causato la morte di alcuni dei miei amici. Non lo avrei permesso. Contravvenendo alla profezia, feci il contrario: sacrificare me stesso, e fare in modo che loro sconfiggessero Gea. Ero io il più sacrificabile in fondo, non avevo nessuno da cui tornare, nessuno che mi amasse come io amavo lei. Sì non sono l' unico a cui Afrodite ha reso la propria storia d' amore "interessante". Sfortunatamente Apollo mi aveva riportato in vita, dico sfortunatamente, perchè non ne potevo più di quella vita. Avevo amato Annabeth da sempre, dal primo momento in cui l' avevo vista, e più di una volta aveva ricambiato il mio amore. Durante gli anni però il dubbio della scelta fra me e Percy aveva portato ad una rivalità fra noi fratelli. Avevo fatto in modo che,con l' aiuto di Afrodite, lei si dimenticasse cosa provava per me, ero troppo pericoloso, con la faccenda del ghiaccio che ancora non riuscivo a dominare. Quando poi arrivarono Jason e gli altri, io stetti con loro per un breve periodo prima di essere rimandato da Percy, che stava raggiungendo il Campo di Giove. Era non mi aveva tolto solo la memoria. Dopo la battaglia con Crono ero riuscito a dimenticare Annabeth grazie a Katie Gardener, figlia di Demetra. Adesso però nè io nè Katie provavamo nulla l' uno ler l' altra (sempre grazie ad Afrodite, che voleva darmi una seconda possibilità ma la fine di Atena), e anche quando mi tornò la memoria, per me era solo un' amica. Erano tornati però i sentimenti per Annabeth e, nonostante stesse ormai con Percy, c' erano scappati più baci che quando stavamo insieme noi. Questo mi spaventava molto. Ok, ero uno stronzo ma, persino Percy stesso mi aveva detto:"Provaci, non voglio che faccia la scelta sbagliata" e avevo cercato di resisterle in ogni modo, ma due volte era stata lei a baciare me. Dato che la mia presenza provocava soprattutto confusione nella sua testa, perchè in sei anni non aveva ancora scelto veramente, avevo deciso di andarmene per un po', per farle capire se le mancavo o se Percy era quello giusto, ma a quanto pare Afrodite, ero certo fosse lei,aveva deciso che sarei rimasto, tanto per vedere ancora un po' Percy e Annabeth sbaciucchiarsi. Beh che dire, grazie tante, dea dell'amore!

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Capitolo 2
*** Confessioni notturne ***


II MARCO Ebbi il miglior risveglio che si potesse ricordare. Esattamente come sei anni fa, mi risveglia i nella Casa Grande, nella zona adibita all' infermeria, con Annabeth che mi chiamava dolcemente, con in mano una ciotola di ambrosia e un cucchiaio. Quanto avrei dato per baciarla, solo gli dei lo sanno. "A quanto pare non posso proprio lasciare questo mondo, sarà che il Campo Mezzosangue mi vuole troppo bene" Tutti si destarono al mio commento e, sorridenti, cominciarono a parlare tutti insieme. "Amico mi hai fatto prendere un colpo" "Santo cielo Marco! Non farlo mai più!" "Vuoi fare morire il tuo unico fratello di paura? Fai prima a congelarmi!" Hazel e Piper avevano cominciato ad abbracciarmi e a saltellare di gioia. Avrei dovuto sentirmi da Dio, circondato dagli amici, riposato, ma volevo solo andarmene, raggiungere l' unica persona che avrebbe potuto capire le parole che mi avevano fatto svenire, che, ero certo, si trattava di una Profezia. Non volevo fare preoccupare i miei amici, non ora che la faccenda di Gea era appena finita. Io stesso ero terrorizzato, perchè avevo compreso il significato di una buona parte delle parole, e se il nemico era chi intuivo, stavolta sarebbe stato mille volte peggio. Mi alzai così velocemente da farmi male al bacino, adesso ero seduto sul letto,con le gambe sempre sotto le coperte. "Devo vedere Rachel" dissi, senza troppi giri di parole. Grover mi si avvicinò. Da quanto tempo non lo vedevo! Ok, da neanche un'ora, ma da prima di qualche giorno erano mesi che non sentivo la sua voce caprina. "Rachel è nella sua grotta, ci andrai più tardi amico, ora riposa". "Cosa? No! Devo andare subito! Ho bisogno di parlare con lei subito! È importan.." "Basta adesso!". Chirone, che adesso era diventato il direttore del Campo, nella sua gloriosa forma da Centauro, si era fatto avanti. "Prima che tu vada da Rachel, vorrei essere io a parlare con te, se non ti dispiace". Effettivamente, dopo Rachel, Chirone era quello che avrebbe capito di più, parlagli di quelle frasi era la cosa migliore. "Vorrei che tutti voi ve ne andiate, adesso" disse fermo. Inutile dire che le proteste furono immense, ma il Centauro riuscì a sedarle. "Sentite, quello che è successo potrebbe essere una fesseria come qualcosa di serissimo, ho bisogno di parlare da solo con Marcus, uscite, se non volete ripulire da soli le vostre cabine, e signor Zhang, la prego di ridiventare un umano, potrei schiacciarla senza volerlo con la mia coda adesso che è una mosca. Mi resi conto che in effetti Frank era assente, ma pochi secondi dopo l' enorme ragazzo spuntò fra Annabeth e Leo, come se fosse sempre stato lì. "Come ha.." "Diciamo che ho tirato a indovinare, ora vada, andate, tutti". Rimanemmo da soli, io e Chirone. "Allora, vuoi dirmi cosa è successo?" "Come fa a sapere che è successo qualcosa?" "Diciamo che svenire non è una tua abitudine". "...cavoli, e va bene, parlerò. Sono svenuto.. ascoltando delle parole". "Delle parole? Vuoi dire, dei versi?" "..si". L'uomo quadrupede cominciò a camminare nervoso, calciando persino una sedia, che si ruppe schiantandosi su un muro,poi si fermò. "Bene, ti prego di dirmi per filo e per segno cosa hai sentito, e se credi di aver capito qualcosa, perchè se l' hai sentita tu vuol dire che ne sei coinvolto" "E Rachel?" "Ci andremo, anche se sono convinto che le non sappia nulla, ma prima parliamone" Non capivo perchè Rachel, che conteneva in sè lo spirito dell'Oracolo di Delfi, non avesse percepito un' imminente profezia, ma ero stanco di continuare a pensarci, avevo solo bisogno di dire a qualcuno cosa fosse successo, e Chirone era la persona, più o meno persona, adatta. "Ok, cominciamo".

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Capitolo 3
*** Uno stupido litigio ***


III PERCY Si sedettero tutti nei tavoli della Mensa, tranne me e Annabeth. Noi aspettammo proprio dietro la porta, non per origliare, ma perchè eravamo fin troppo preoccupati. Entrambi sapevamo che si era sacrificato per noi, e che voleva andarsene solo per permetterci di stare insieme, ma io mi sentivo ancora strano. Lei lo aveva baciato, perchè? Lo amava ancora, per questo voleva allontanarsi da noi. Ma sarebbe stata la cosa migliore? Se fosse stato lui quello giusto per Annabeth, e non io? Il pensiero mi tormentava da anni, ogni fottuta volta che pensavo ad un futuro per noi. L'abbracciai forte. Eravamo entrambi sconvolti dagli avvenimenti di fino a pochi giorni fa. Eravamo sopravvissuti, eravamo insieme, ma ero sicuro che stesse pensando a lui. "Allora, tu lo ami?" "Cosa.. Oh. Io amo te, Percy". "Ma l' hai baciato, due volte, 3 se contiamo la battaglia con Gea, un' amica non fa così". "Percy sono stata molto confusa e credo che fosse anche a causa della benedizione di Afrodite su Marco, ma ti amo lo sai". "Annabeth puoi essere sincera con me". "...Provo qualcosa, non quanto ami te certo, ma in certi momenti è stato come se non potessi stare senza di lui" "Per esempio prima che entrassi nella tana di Aracne?" "Sì. Quello è stato il nostro momento migliore. Ma credimi Percy io ti amo!" "Lo so e ti amo anch' io, ma almeno ammetti che la sua partenza ti avrebbe aiutata". "Molto, avrei avuto più tempo da passare con te senza pensare a lui". "Fantastico". Mi sentivo irritato per il fatto che Marco non fosse partito, ma allo stesso tempo uno schifo per aver pensato una cosa simile. Come potevo volere che mio fratello, uno dei tanti ma quello a cui tenevo di più, se ne andasse? Lui stesso aveva rinunciato ad Annabeth. "Percy non penserai veramente a questo, vero?" Disse, con una faccia sconvolta e arrabbiata, quasi mi leggesse nel pensiero. "Certo che no! Mi credi così stronzo?" "Non sei stronzo, sei un ragazzo fantastico, ma lo stavi pensando eccome!" "Ok mi hai scoperto, cosa dovrei dirti? È l' unico ostacolo fra noi, qualche giorno fuori e per noi sarebbe perfetto" Non avrei dovuto dirlo. Quando Annabeth era già andata verso la mensa io mi massaggiavo ancora la guancia, rossa a causa del suo schiaffo. Ero furente con lei per la reazione esagerata, con Marco per la sua semplice esistenza, e con me per aver causato uno stupido litigio Mi alzai deciso che non mi importava affatto di mio fratello in quel momento, preferito o no, neanche Tyson era male a pensarci. Camminando raggiunsi il lago. Era il mio posto preferito... e di Marco. Nah, non dovevo pensare a lui, a Annabeth e a tutti gli altri, quello era un momento solo per me, solo per Percy. Entrai in acqua tranquillo che i miei vestiti non si sarebbero bagnati, l'abilità più comoda di un figlio di Poseidone. Mi sentivo benissimo, quasi potessi liquefarmi e diventare parte del lago. Accadde tutto così improvvisamente che quasi non ci credevo.

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Capitolo 4
*** Pizza e misteri ***


IV PERCY Era la stessa cosa successa a Marco, ne ero certo. La testa cominciò a bruciare, non riuscivo a muovermi, e sicuramente sarei svenuto se non fosse stato per l' acqua del lago. Le stesse parole, lestesse frasi, mi rimbombava nella mente. "Fra ghiaccio e acqua si vedrà finalmente, chi è il preferito, e chi il più potente con uno scontro finale, che per uno dei due sarà fatale". Mi liberai di quelle frasi di soprassalto,quasi mi fossi svegliato da un incubo. Ero terrorizzato, poichè avevo capito subito cosa volessero dire. Io e Marcus avremmo lottato, e uno dei due avrebbe ucciso l' altro. Sarei stato io la vittima, il provocatore, o l' assassino? Avrei saputo tenergli testa? Aveva i miei stessi poteri più un dono non molto simpatico se ti veniva usato contro, e l' avevo già sperimentato più volte. Ma perchè pensavo a queste cose? Era amio fratello,si era sacrificato per me più volte, mi ricordavo ancora quando in Alaska era stato morso da un Grifone al posto mio. Anche Caino e Abele erano fratelli, e Romolo e Remo e.. "Ok ho capito, cervello, sta zitto". Ma avevo ragione. Nonostante avessi represso quel pensiero, avevo paura di Marco. Più volte si era dimostrato instabile. Durante lo scontro con Gea, per esempio, combatteva con una foga tale e con una precisione che ebbi il terrore fosse impazzito, che avesse dimenticato chi fossimo, tutti noi, e che ci evrebbe ucciso. E poi c' era Annabeth, che lo difendeva. Provava ancora qualcosa per lui, fantastico, favoloso direi. Ma non avevo tempo, dovevo tornare dagli altri, perchè se avessi subito un altro attacco al cervello sarei svenuto sicuramente. Mi sedetti alla mensa a debita distanza da Annabeth, continuandole a lanciare delle occhiate da cucciolo che l' avrebbero ammorbidita da lì a poco. "Ehi amico, tutto bene?" Jason si era avvicinato e mi aveva invitato a sedersi, con lui c' erano Frank, Grover e Leo. Di come mai questa separazione ragazzi ragazze non ne avevo idea, forse anche loro avevano litigato? "Ehi, sì sto bene". Decisi che era meglio non dire subito di quelle parole, in fondo, neanche Marco ce ne avrebbe parlato. Come sempre, avrebbe cercato di fare l' eroe. E poi, due brutte notizie proprio a pochi giorni dalla fine di una guerra non erano il massimo. "Come mai siete seduti così?" Leo mi rivolse un sorriso malizioso "Annabeth ci ha raccontato tutto, carino da parte tua". Come aveva potuto Annabeth tradirmi così? Fu Frank ad intervenire "Senti amico, capiamo che lo vedi come un rivale in amore, ma se ne stava andando per un po' giusto? E adesso molto probabilmente resterà per altrettanto tempo, non è una cosa di cui dispiacersi, dovresti anzi ringraziare che sia vivo, che sia sopravvissuto, l'avevi visto morire fino a due settimane fa, ritieniti fortunato che sia ancora qui". Ecco, in quel momento mi sentii uno schifo. Oltre che dalle parole di Frank mi sentii in colpa per il fatto che fosse proprio lui a dirmi questo, lui, Frank Zhang, che non aveva più un parente in vita, a parte suo padre, Marte. E mentre Frank andava avanti senza manifestare la sua tristezza io mi lagnavo come un idiota. Il mio morale era andato così in profondità che avrebbe raggiunto il Tartaro in poco tempo. Il Tartaro.. qualcosa che avrei dovuto dimenticare in fretta se tenevo alla mia sanità mentale. Passai una buona mezz' ora a parlare con gli altri, a cosa avrebbero fatto adesso, quando la porta della Casa Grande si aprirono. Chirone uscì con Marco in groppa diretti verso la foresta. Stavano andando da Rachel. Fu incredibile come tutti e sette pensammo alla stessa cosa istantaneamente: seguirli. "Ehi volete che ci scoprano? Basta che ci vada uno solo di noi, io sono la più piccola, farò meno rumore"disse Hazel. "Meglio che ci andiamo in due, è pericoloso andare nella foresta a quest'ora". Lei si fermo di scatto. "Vorresti dire, Percy Jackson,che io sono una ragazza che ha bisogno di protezioni?". Dei rubini spuntarono fra le rocce. "N-no certo c-che no, ma vivo qui da più tempo di te e, credimi, non è sicuro per nessuno, neanche per me". Annabeth si alzò. "Andrò io, e magari anche Piper" "Oh certo, e perchè non ci andiamo tutti? Magari anche Festus, gli farebbe piacere". Annabeth rivolse a Leo uno sguardo da 'Odio il sarcasmo, soprattutto il tuo, Valdez' e accennò un sorriso. "Sicuramente noi tre siamo meno silenziose di tre armadi e del più grande casinista al mondo. Leo si girò verso Jason e gli disse: "sta parlando di te", ma lui lo ignorò, nonostante stesse trattenendo le risate. "E va bene, andate, fa attenzione Piper, Percy ha ragione, è pericoloso". La ragazza si voltò e gli rivolse uno sguardo seducente. "Ti ho già detto, Jason, che io sono una ragazza pericolosa". Mentre si allontanavano lui accennò un sorriso. "Credimi, lo so bene. Vi va una pizza?" "Jason, è mezzanotte passata" gli risposi con aria seccata. Lui mi guardò ancora emozionato per il discorso con Piper e, rosso come un peperone mi disse: "Appunto" NOTA D'AUTORE: Grazie a tutti voi che mi seguite, davvero, spero apprezziate la mia storia. Ci sono due cose che voglio dirvi. La prima, è che pubblico i capitoli sul cellulare, quindi perdonatemi se vengono tutti attaccati, provvederò ad aggiustare a breve. La seconda, è che ho già scritto bene 26 capitoli, che pubblicherò presto. Quindi, dove stanno andando Chirone e il nostro Travers? Cosa ha sentito Percy nella sua mente? Ci sarà davvero uno scontro?

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Capitolo 5
*** Un' occhiata nostalgica ***


V ANNABETH Avrei preferito portarmi dietro i miei fratellini pestiferi, dotati di megafono, piuttosto che Piper e Hazel. I miei fratelli avrebbero fatto meno rumore. Va bene che non c' era tutta quella tensione da non fare il minimo rumore, ma stavamo comunque seguendo delle persone, amici o non. Se Piper continuava a calpestare le foglie secche con una forza tale da sbriciolarle, Hazel inciampava sempre, come sotto l'effetto di qualche droga. Per due volte Piper dovette ricorrere alla sua Lingua Ammaliatrice per convincere i nostri obbiettivi che non ci fosse nessuno a causa del troppo rumore. Arrivarono alla grotta, con noi alle calcagna. Invece di entrare, Marco scese da Chirone e cominciarono a parlare. "È sicuro sia la cosa migliore? Sono coinvolti quanto me!" "Abbassa la voce! E si, non possiamo rischiare. È meglio informarli a tempo debito, se glielo dicessimo adesso causeremmo solo panico". "Come fa a essere convinto che Rachel non sappia nulla?" "Perchè non è il genere di Profezia che l' oracolo riceverebbe. Ci sono stati casi analoghi, la fondazione di Roma per esempio. Lì è stata Afrodite ad informare Enea, senza intervento da parte dell' Oracolo, così è successo a te. Qualcuno ti ha inviato la profezia, e dobbiamo capire chi se vogliamo cominciare a collegare i tasselli di questo enigma. Per adesso dobbiamo cercare di comprendere più cose possibile". "Chirone, lei sa già che le mie teorie sono abbastanza coerenti e.." "So anche, mio caro Marcus, che le Profezie hanno sempre un secondo significato, soprattutto una Profezia come questa, dove niente è ciò che sembra". "Ma allora perchè siamo qui? Se Rachel non sa nulla inutile disturbarla, no?" "Innanzitutto avevi chiesto tu di venire qui, poi è possibile che rivelandole la profezia l' Oracolo possa manifestarsi, e inoltre la signorina Dare è molto intelligente". "Su questo non ci sono.." Si voltò proprio verso di noi. Non ebbi il tempo di acquattarmi. I suoi occhi incontrarono i miei, e lì fu la fine. Appena i nostri sguardi si incrociarono mi sentii svenire. Avete presente una pugnalata di puro gelo al cuore? No? Beh nemmeno io, ma il dolore che provai si avvicinava molto alla sensazione. Sentivo anche la stessa frase ripetuta continuamente in testa. "Gufo e colomba un tempo leali, diventeranno nemici mortali". Caddi a terra, svenuta. Piper e Hazel mi riportarono dagli altri il più in fretta e silenziosamentepossibile, anche, parlando sinceramente, non sarebbe cambiato nulla,avrebbero comunque fatto un casino di rumore. Ma la cosa peggiore era che vedevo ancora quegli occhi, neri come la notte, e non castani e brillanti come al solito. Mi ricordavano qualcuno che mi ero ripromessa di tenere nel mio cuore per sempre. Mi ricordavano Luke. Quando arrivammo ero già sveglia, più o meno. Percy mi venne incontro. "Dannazione, e con te siamo in tre!" Poi si rese conto di aver parlato troppo e assunse quella faccia da 'Ragazzo trovato con la mano nel barattolo della marmellata'. NOTA D' AUTORE: Bene, anche la nostra Sapientona è svenuta, ma cosa sta succedendo? Chi ha mandato questa Profezia?

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