Your Guardian Angel

di Sarugaki145
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I capitolo ***
Capitolo 2: *** II capitolo ***
Capitolo 3: *** III capitolo ***
Capitolo 4: *** IV capitolo ***
Capitolo 5: *** V Capitolo ***
Capitolo 6: *** VI capitolo ***
Capitolo 7: *** VII Capitolo ***
Capitolo 8: *** IIX Capitolo ***
Capitolo 9: *** IX Capitolo ***
Capitolo 10: *** X capitolo ***
Capitolo 11: *** XI Capitolo ***
Capitolo 12: *** XII Capitolo ***



Capitolo 1
*** I capitolo ***


 

_Your Guardian Angel_

 

 

 

Heiji correva a perdifiato, sentiva i polmoni lacerati dall’aria fredda di quel pomeriggio invernale, mentre delle gocce di sudore iniziavano a scorrere sulla sua fronte.

Se solo quella mattina non fosse arrivato quel nuovo compagno di classe.

 

***

 

-Ragazzi da oggi avrete un nuovo compagno!! La sua famiglia si è da poco trasferita da Tokio, vedete di accoglierlo nel migliore dei modi!-

Annunciò la voce rauca dell’anziana professoressa di giapponese antico.

L’attenzione dei ragazzi era però altrove, fuori dalla finestra infatti qualche grosso fiocco di neve iniziava a cadere da quel cielo grigio.

-Il mio nome è Bakin Morita, piacere!-

Annunciò un ragazzo alto e biondo dalla lavagna. Tutte le ragazze si girarono nel sentire quella voce così gradevole e gentile e tutte rimasero immobili ad ammirare quel fisico scultoreo che appariva così terribilmente perfetto. Non appena ottenne l’attenzione della metà femminile della classe il ragazzo regalò un sorriso alle ragazze e iniziò a presentarsi.

Intanto anche la parte maschile della classe aveva iniziato a fissare quel nuovo arrivato con disappunto per l’attenzione che aveva attirato da parte delle ragazze.

Heiji trovò odiosa quella voce così galante e quello sguardo così sicuro di se, appartenente a qualcuno che era consapevole del suo fascino e sapeva sfruttarlo al meglio. Per sua gioia la presentazione finì presto e il ragazzo prese posto dalla parte opposta della classe, non notando che era capitato perfettamente affianco a Kazuha.

Al cambio dell’ora i ragazzi provati da quell’ora in cui la prof, non più nel fiore degli anni, gli aveva intrattenuti con una pesantissima lezione su un noto autore antico elogiandolo in modo esagerato, si alzarono per sgranchirsi le gambe e per risvegliarsi da quel torpore in cui erano caduti.

Fu allora che Heiji notò che una voce a lui famigliare stava discorrendo con una voce che per lui di gradevole non aveva nulla. Si girò e vide quel damerino appena arrivato che parlava amichevolmente con Kazuha. Una vena iniziò a pulsargli sulla tempia a causa dell’irritazione, quando poi notò che il ragazzo prese in mano il portafortuna di Kazuha le vene che pulsavano sulle sue tempie divennero due.

-E questo è il tuo portafortuna?-

Chiese curioso Bakin guardando con quegli occhi scuri e così affascinanti Kazuha, la quale rispose un po’ in imbarazzo:

-Si.. Ci sono molto legata!-

-Come mai?-

Chiese quello curioso, continuando a guardarla intensamente, lei sempre più incantata da quegli occhi rispose:

-Nulla.. E’ uno stupido ricordo dell’infanzia..-

Rispose Kazuha sorridendo. Heiji a quel punto capì di aver sentito abbastanza e furente si allontanò da quei banchi, essendo consapevole che se avesse ascoltato di più avrebbe fatto una scenata inutile.

 

***

 

L’irritazione era ancora sopita dentro di lui, non avrebbe facilmente dimenticato quelle parole di Kazuha, soprattutto essendo consapevole di quanto ci avesse sempre tenuto al suo portafortuna.

Ora però erano altre le domande che martellavano il suo cuore.

Dove poteva essere finita? Perché non era rientrata a casa dopo scuola??

Se solo quella mattina fosse stato più gentile, se solo non l’avesse ferita con quelle parole. La mente di Heiji continuava a ripensare a tutto ciò che era accaduto quella mattina, cercando una spiegazione di cosa poteva aver spinto Kazuha a sparire, ma più si sforzava più l’orribile sospetto che le fosse accaduto qualcosa di grave gli penetrava fin dentro le ossa.

 

***

 

-E così il tuo portafortuna è solo uno stupido ricordo di infanzia?-

Chiese Heiji acido durante la pausa pranzo affiancandosi a Kazuha che si dirigeva verso la loro classe. Lei lo guardò a disagio e un po’ confusa, non sapendo come Heiji fosse venuto a conoscenza di quelle sue parole. Non appena si ricordò però di averle pronunciate in classe capì che chiunque avrebbe potuto sentirle, compreso Heiji e soprattutto dalle sue stesse labbra.

-Non mi andava di raccontarli tutta la storia, quindi ho tagliato corto in quel modo..-

Rispose lei cercando di sembrare naturale, pronunciando quella scusa come se fosse la cosa più ovvia al mondo.

Il ragazzo però sempre più irritato rispose:

-L’hai sempre sbandierata ai quattro venti e ora davanti al damerino non ti va di raccontargliela? Ma fammi il piacere.-

Kazuha, ampiamente a disagio, cercò una scappatoia, ma qualsiasi cosa pensasse gli sembrava di arrampicarsi sui vetri. In più con la coda dell’occhio poteva vedere Heiji, profondamente irritato e deluso da lei.

Essendo la risposta della ragazza tardiva Heiji commentò con tono gelido che non ammetteva repliche:

-Beh, a quanto pare hai trovato qualcuno che ti interessa più del tuo amico d’infanzia. Bastano due begli occhi a farti quest’effetto??-

-Non ho detto questo!!-

Esclamò Kazuha mortificata per il fraintendimento, ma Heiji continuò:

-Ora non venire a dirmi che non è vero. Quello che ho sentito mi è bastato Kazuha, mi hai profondamente deluso. Io ti credevo veramente diversa.

Concluse Heiji entrando in classe senza lasciare la possibilità di replicare a Kazuha, ma non prima di averli lanciato un ultimo sguardo pieno di disprezzo. Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime mentre si girava e scappava per nascondere quella sua  debolezza dal mondo.

 

***

 

Heiji continuava a correre, sentendo le gambe che gli facevano sempre più male e il fiato sempre minore.

Ancora ricordava la telefonata del padre di Kazuha e gli pesava come un macigno sul cuore che sicuramente la ragazza non era tornata a casa per causa sua.

 

***

 

-Driiiin!!! Driiiin!!!-

Il telefono di Heiji squillò insistente mentre leggeva tranquillamente un libro sul suo letto.

-Pronto??-

Chiese curioso in quanto il numero era nascosto, pensava però che fosse suo padre che lo chiamava dalla questura.

-Sono il padre di Kazuha.-

Rispose una voce preoccupata dall’altra parte, Heiji allora interessato sul perché il padre di Kazuha lo chiamasse rispose:

-Salve signor Toyama!! Come mai mi ha chiamato?-

-E’ per Kazuha, non è per caso con te?-

Preso alla sprovvista Heiji rispose confuso:

-No.. L’ultima volta l’ho vista nell’ora del pranzo, come mai?-

Dall’altro capo il ragazzo sentì un’esclamazione poco fine e sempre più confuso chiese:

-Come mai?? Le è successo qualcosa??-

Chiese iniziando a preoccuparsi per l’amica.

-Non è tornata a casa e nessuno l’ha più vista da dopo la pausa pranzo.. Pensavo tu sapessi dove fosse..-

Il sangue di Heiji gli si gelò nelle vene, mentre una patina di sudore freddo gli riempiva la fronte.

-Come non è tornata?-

Chiese preoccupato, ma la risposta che arrivò non lo consolò minimamente. Nessuno sapeva dove fosse finita Kazuha, non rispondeva al cellulare e il padre non sapeva come rintracciarla.

Fu allora che Heiji iniziò a correre per Osaka senza una meta precisa, cercandola nei luoghi che lei frequentava di solito, maledicendo se stesso per quello che aveva fatto.

 

***

 

Solo il terzo squillo del suo cellulare lo fece tornare alla realtà, interrompendo i ricordi di quella mattinata che ora gli sembrava così lontana.

Prese il telefono e non appena vide il numero si fermò. Il cuore, nonostante la stanchezza della corsa, aumentò i battiti: era Kazuha.

Sollevato rispose cordiale:

-Hey Kazuha!-

Senza poter immaginare quello che avrebbe scoperto a causa di quella telefonata.

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** II capitolo ***


 

_Your Guardian Angel_

 

La voce che uscì dall’altro capo del telefono fece rabbrividire il ragazzo, una voce tetra e gelida.

 

-Abbiamo noi la ragazza. Se vuoi rivederla viva vieni alla stazione di Hozanji senza farlo sapere a nessuno. Ti controlliamo ragazzo. Hai massimo un’ora, ripeto alla stazione di Hozanji, da solo.-

 

Subito dopo la chiamata terminò ed Heiji senza pensarci un minuto di più si rimise a correre verso la stazione della metropolitana più vicina, nella speranza di trovare subito un treno che portasse verso est, verso Hozanji. Se ricordava bene bastava prendere la metro e poi prendere il treno, ma non era sicuro di riuscire a trovarne uno in così poco tempo.

Corse senza considerare il dolore lancinante che provava in qualsiasi parte del corpo, arrivò fino in stazione dove si precipitò in biglietteria.

 

Prese il treno per miracolo, entrando mentre le porte si chiudevano e subito si appoggiò alla parete del convoglio per riprendere fiato. Ad Ikoma sarebbe dovuto scendere e dopo una decina di minuti a piedi doveva riuscire a prendere la coincidenza a Toriimae.

 

Ce la doveva fare.

 

Doveva riuscire a salvare Kazuha.

 

Il viaggio proseguì senza intoppi, mentre il cuore di Heiji quasi si abituava a quel  numero spropositato di battiti causati dalla tensione. Quando sentì la voce meccanica all’interno del convoglio che annunciava che la prossima fermata sarebbe stata “Hozanji” sentì un tuffo al cuore. Scese cauto dal treno, iniziando a guardarsi in giro alla ricerca dell’uomo che l’aveva chiamato.

 

La stazione però era deserta, le poche persone che erano scese con lui dal treno erano già scomparse andando dritte verso la loro meta. Un po’ demoralizzato Heiji si sedette su una panchina per decidere sul da farsi.

 

Lo squillo del telefono lo fece sussultare, Heiji lo prese dalla tasca irrequieto e lesse il nome della persona che lo chiamava: “Kazuha”.

 

Un tuffo al cuore.

 

Rispose con voce tremante:

 

-Pronto?-

 

-Bravo, sei arrivato in tempo. Prendi il treno che sta arrivando ora sul binario dove sei seduto e scendi alla terza fermata. La tua amichetta potrà vivere ancora un po’. Vieni a prenderla nella parte nord-ovest del bosco che troverai all’estremità della città.-

 

Heiji ascoltava senza fiatare, cercando di captare dei suoni che gli facessero capire se Kazuha fosse effettivamente con quel uomo, ma come sottofondo regnava il silenzio.

 

-Hai capito ragazzo?-

 

Chiese la voce dall’altro capo, Heiji rispose deciso:

 

-Si, arrivo.-

 

Balzò sul treno in partenza al binario stabilito e iniziò a scrutare fuori dal finestrino con aria preoccupata.

 

La terza fermata arrivò velocemente, quindi scese dal treno, uscì dalla stazione e si mise a cercare il sole. Non appena vide in che posizione si trovava alzò il polso su cui portava l’orologio e fece coincidere la direzione del sole con la lancetta delle ore. Dopo di che osservò il punto che cadeva a metà tra la cifra 12 del quadrante e la lancetta delle ore e si mise a correre nella direzione opposta, in quanto la direzione da lui trovata con l’orologio indicava il sud. Mentre correva diede un’altra occhiata al sole: tramontava alla sua sinistra, quindi doveva prendere l’uscita del paese che avrebbe trovato alla sua sinistra, per andare ad ovest.

 

Sfiancato dalla corsa arrivò al margine del bosco e subito iniziò a guardarsi in giro per trovare dove fosse quella ragazza che gli stava tanto a cuore.

 

La vide.

 

Era seduta ai piedi di un albero a cui era legata con grosse corde. La testa era appoggiata alla spalla e gli occhi erano chiusi.

 

Un altro tuffo al cuore ormai stanco di Heiji.

 

Il ragazzo si precipitò verso la ragazza, prendendole il viso tra le mani tremanti. Si sentiva pulsare piano il cuore della ragazza grazie ad una vena sul collo. Heiji sorrise felice nel costatare che era soltanto svenuta e decise di slegarla. Ma proprio mentre prendeva le corde per cercare di sciogliere il nodo che le teneva unite sentì un forte dolore alla testa e un attimo dopo vide tutto nero.

 

***

 

Si svegliò in un capanno illuminato da una lampadina che penzolava dal soffitto. Guardò attorno a lui mentre la vista tornava nitida sbattendo le palpebre più volte. Era probabilmente un capanno per gli attrezzi, infatti qualche pala e un rastrello erano ammucchiati in un angolo. Innanzitutto Heiji controllò di essere solo e quando si accorse di una presenza alle sue spalle si spaventò sussultando.

 

-Heiji!! Ti sei svegliato?-

 

Una voce a lui famigliare, anche se incrinata da una velatura di angoscia, lo fece tranquillizzare e lui rispose:

 

-Kazuha!! Stai bene??-

 

-Sisi- Lo tranquillizzò subito lei – E scusa..-

 

-Per cosa?-

 

Domandò immediatamente il ragazzo non capendo dove volesse arrivare l’amica.

 

-Per aver detto che il mio portafortuna è uno stupido ricordo di infanzia.. Perché Heiji io ti..- La ragazza si interruppe perché non trovava le parole. O forse perché non aveva il coraggio di pronunciare le uniche parole che le venivano in mente in quel momento.

 

-Lascia stare quello Kazuha!! L’importante è che tu stia bene e che non ti abbiano toccata!-

 

Affermò imperioso Heiji. Sul volto della ragazza spuntò un sorriso sincero e rispose, ora più tranquilla anche lei:

 

-No, non mi hanno toccata.. Stavo tornando a casa da scuola ed ero sovrappensiero per quello che mi avevi detto e ad un certo punto un uomo mi si è avvicinato e mi ha chiesto chi fossi. Io gli ho risposto in modo brusco e non gli ho detto nulla, allora penso mi abbiano addormentata perché mi sono svegliata qui..-

 

Spiegò lei, mentre Heiji ascoltava attentamente.

 

-Quindi tu hai visto in faccia il tuo rapitore?-

 

Chiese Heiji preoccupato, Kazuha ci pensò un po’ su e rispose:

 

-Si, ma non ricordo quasi nulla di lui.. Indossava degli occhiali da sole ed era un uomo corpulento.. Ah!! Ma perché sei pure tu qui??-

 

Chiese come se questo pensiero fosse passato in quel momento per la prima volta nella sua mente. Heiji, sorpreso, rispose:

 

-Beh, perché il tuo rapitore mi ha chiamato e io sono venuto a salvarti!-

 

-Ah, quindi hai avvisato mio padre e tra poco vengono a liberarci!-

 

Affermò felice Kazuha, ma non ricevendo una conferma dal ragazzo chiese titubante:

 

-Vero..?-

 

Heiji deglutì, rendendosi conto solo in quel momento di cosa avrebbe dovuto fare.

 

-E’ colpa tua.-

 

Sbottò irritato pensando che quando c’era di mezzo l’incolumità di quella ragazza lui non capiva più nulla.

 

-Perché?-

 

Chiese Kazuha con un tono tra il sorpreso e l’irritato.

 

-Perché ero troppo concentrato sul fatto che tu stessi bene per pensare a quella cosa.-

 

Rispose secco Heiji rendendosi conto solo dopo del significato delle parole che aveva appena pronunciato. Le guance di Kazuha si imporporarono e un sorriso imbarazzato si stampò sul suo viso e tra i due cadde un silenzio quasi imbarazzante.

 

Fu Kazuha a rompere quel silenzio chiedendo con tono incerto:

 

-Heiji.. Come facciamo ad uscire da qui? E quando tornerà il rapitore cosa ci farà?-

 

Il ragazzo ci mise qualche secondo per rispondere, poi con tono calmo disse:

 

-Secondo i miei calcoli tra poco torneranno a vedere se ci siamo svegliati. Vedi quel mozzicone di sigaretta? Sta asciugandosi solo ora e considerando il freddo che fa saranno un paio d’ore che è stato lasciato li. Io sono arrivato a Hozanji verso le quattro, se ora guardi la luce che filtra dalla finestrella puoi intuire che è quasi il tramonto, sono quindi passate un paio d’ore dal mio arrivo. Probabilmente ha fumato quella sigaretta quando mi ha portato qui e presumibilmente tra poco tornerà a vedere se mi sono svegliato.-

 

Heiji si fermò qualche secondo per pensare, poi riprese:

 

-Quando entrerà tu farai finta di essere ancora addormentata, in questo modo se mi slegherà e in quel momento tu dovrai riuscire a farti legare meno stretta di ora, in modo che quando uscirà riuscirai a slegarti e scappare..-

 

-E tu?-

 

Chiese angosciata Kazuha, Heiji le strinse la mano legata affianco alla sua e rispose:

 

-Io me la caverò.-

 

-No Heiji io non ci sto!! Potrebbe farti di tutto!-

 

Replicò Kazuha con le lacrime agli occhi.

 

-Quando ti sarai liberata scappa verso il paese, noi dovremmo essere nei pressi del monte Ikoma, quindi se vai verso est dovresti trovare il paese. Li chiama tuo padre.-

 

Il tono di Heiji era duro. Kazuha doveva riuscire a scappare, non poteva permettere che lei si trovasse in pericolo.

 

La ragazza era invece contrariata da questa decisione del ragazzo. Non voleva lasciarlo da solo, doveva aiutarlo a scappare con lei, non si sarebbe mai perdonata il fatto di lasciarlo indietro.

 

Kazuha però non fece in tempo a ribattere che i due ragazzi sentirono una chiave girare nella serratura.

 

-Fai finta di dormire.-

 

Sibilò Heiji a Kazuha. La ragazza, capendo che non poteva ribattere nulla per la mancanza di tempo, appoggiò la testa sulla spalla e chiuse gli occhi.

 

La porta si aprì lentamente sotto gli occhi vigili di Heiji.

 

-Oh, il principino di è svegliato..-

 

Disse il nuovo arrivato con voce roca, evidentemente rovinata dall’alcool. Heiji lo fissò: quel uomo gli ricordava qualcuno, ma non riusciva a focalizzare chi.

 

L’uomo tolse gli occhiali da sole e guardò il ragazzo con disprezzo.

 

-Il figlio del capo della polizia di Osaka e la figlia del capo ispettore.. Una coppia alquanto interessante..-

 

-E’ per questo che ci hai rapiti?-

 

Chiese Heiji con tono sprezzante. L’uomo scoppiò in una risata e rispose:

 

-Come sei sveglio ragazzino, vedo che le voci su di te e sulla tua perspicacia sono fondate..-

 

Heiji sorrise sicuro di se e disse calmo:

 

-E so anche che tu ci hai rapiti per poter ricattare la polizia di Osaka. Tu sei il fratello di Shintaro Miyamoto, il noto criminale che è stato arrestato pochi mesi fa, non è vero?-

 

L’uomo scoppiò nuovamente a ridere ed Heiji sentì un brivido corrergli lungo la schiena per la viscidità di quella risata.

 

-Hai indovinato ragazzo. Sono suo fratello Atsushi Miyamoto e voglio liberare mio fratello.-

 

-Quindi hai intenzione di lasciarci liberi?-

 

Chiese speranzoso Heiji, ma l’uomo lo fissò con quello sguardo viscido che lo contraddistingueva e rispose:

 

-Ovviamente no. Morirete tutti e due. Soprattutto te ragazzino, ormai sai troppe cose.-

 

Kazuha iniziò a tremare ed Heiji le prese la mano, senza farsi vedere dal rapitore, stringendola nella sua e iniziando ad accarezzarla con pollice.

 

-Ma la ragazza non sa nulla. Perché uccidere anche lei?-

 

-Perché potrebbe ricordarsi il mio volto.-

 

Rispose quello secco.

 

-Allora è a causa della tua incompetenza che hai mostrato la tua orribile faccia.-

 

L’uomo tirò un pugno ad Heiji facendogli sbattere la testa sulla colonna con cui era legato.

Il ragazzo lo guardò con uno sguardo di sfida e disse:

 

-Potrai anche eliminarmi, ma la tua puzza di marcio ti farà raggiungere dalla polizia.-

 

Kazuha sussultò sentendo Heiji sbattere un’altra volta contro la colonna, probabilmente colpito da un altro pugno.

 

-Ragazzino, vedo che vuoi porre fine alla tua vita velocemente.-

 

Disse Atsushi prendendo Heiji per la maglietta ed avvicinandolo alla sua faccia. Per tutta risposta Heiji lo guardò con uno sguardo di superiorità, che fece perdere ancora di più le staffe all’uomo.

 

-Sbaglio o il caro fratello che vuoi tanto liberare ti considerava un buono a nulla? Forse vuoi liberarlo per poter farti dire dove abbia lasciato i soldi di quella rapina che ha fatto..-

 

-Non sono un buono a nulla!! I piani erano tutti miei, tutti studiati nei minimi dettagli. È stato quello li a prendersi tutti i meriti dandomi del buono a nulla perché l’ho fatto catturare.. Perché anche questo era previsto!-

 

Gli occhi dell’uomo erano iniettati di sangue e il fiato che puzzava di alcool continuava ad entrare prepotente nelle narici di Heiji. Il ragazzo, sicuro di se, sapeva che facendolo arrabbiare in quel modo, l’uomo avrebbe voluto ucciderlo. Ora non restava che riuscire a fargli compiere il delitto fuori da quel capanno, in modo che Kazuha potesse fuggire.

 

-Sicuro che non sia stata un tuo errore di calcolo? In fondo succede a tutti di sbagliare.-

 

Chiese Heiji in tono di sfida. Atsushi perse le staffe e tirò un altro pugno al ragazzo, il quale incassò in silenzio. Dopo di che il rapitore slegò velocemente Heiji e lo portò fuori dal capanno in cui erano rinchiusi, pronto a porre fine alla sua vita.

 

Kazuha rimase li, sola, con le mani slegate grazie al trucco raccomandatole da Heiji.

La ragazza tremava: cosa poteva fare??

 

Come poteva far in modo che quel uomo non facesse del male ad Heiji?

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Capitolo 3
*** III capitolo ***


 

    _Your Guardian Angel_

 

-Kazuha!! Finalmente sei tornata!! Sono due giorni che non ti fai sentire ne vedere a scuola!!-

 

La ragazza si girò e osservò lo sguardo dell’amica che attendeva curiosa una sua risposta. 

Kazuha le sorrise e timidamente rispose:

 

-Non sono stata bene, tutto qui!-

 

-E non potevi chiamarmi?? Ti avrò mandato una decina di messaggi!!-

 

Kazuha sorrise a mo’ di scusa e rispose:

 

-Mi spiace.. Ho perso il cellulare, per quello non ti ho chiamata Fumiko!-

 

Prima che quella potesse rispondere si intromise un’altra ragazza, che con aria maliziosa chiese:

 

-Ed è un caso che anche Hattori fosse assente in quei giorni??-

 

Kazuha sobbalzò sentendo quella domanda e poi, cercando di sembrare naturale, rispose:

 

-Ma cosa dici Ayako?! Non sapevo neanche che Heiji fosse stato assente in questi giorni! Sarà 

stato un caso!-

 

Intanto però la mente della ragazza stava tornando indietro nel tempo, alla sera di due giorni 

prima.

 

                                                           ***

 

Kazuha sciolse i lacci già allentati e facilmente liberò le mani. Dopo di che si massaggiò per 

qualche secondo i polsi mentre rifletteva sul da farsi. Doveva salvare Heiji, non poteva permettere

che quell’uomo gli facesse del male.

 

Quindi si alzò in piedi e, dopo aver preso una pala da un angolo, uscì dal capanno pronta a 

trovare Heiji.

 

Non durò a lungo la sua ricerca, sentì infatti il rapitore che con aria strafottente chiedeva ad Heji:

 

-Mi sento clemente.. Dimmi cosa vuoi dire alla tua amichetta prima di morire e glielo riferirò..!-

 

-Ci sarebbe una cosa che vorrei dirle.. Probabilmente non l’ho mai considerata la mia allieva da 

proteggere [*]  ma qualcosa di diverso, soltanto questo.-

 

Rispose Heiji prima di prendere agilmente un grosso ramo da terra e tirarlo sullo stomaco al 

rapitore. Atsushi si piegò in due dal dolore e lasciò cadere la pistola, che Heiji allontanò con 

un calcio. Il rapitore si trovò a terra pochi secondi dopo, quando il ragazzo lo colpì alla testa con 

il legno, facendogli perdere i sensi.

 

Gli occhi di Kazuha si riempirono di lacrime e subito corse verso Heiji lasciando cadere a terra la 

sua arma improvvisata.

 

-Kazuha!-

 

Esclamò il ragazzo quando la ragazza gli saltò al collo singhiozzando.

 

-Heiji, brutto stupido!! Cosa ti salta in mente di metterti in pericolo così??-

 

Mormorò dal petto di Heiji, mentre lui le accarezzava dolcemente la schiena per rassicurarla. 

Improvvisamente Kazuha si strattonò via dal ragazzo e lo fissò negli occhi.

 

Gli occhi color smeraldo di Kazuha, velati da un sottile strato di lacrime, fissarono gli occhi blu

mare di Heiji per qualche secondo. Heiji ebbe un piccolo cedimento, quegli occhi erano in 

grado di farlo perdere in mille pensieri. Poi con sguardo supplichevole Kazuha chiese con un 

filo di voce:

 

-Per favore Heiji.. Non farlo mai più. Non lasciarmi mai più sola.-

 

Il ragazzo sorrise e la strinse al suo petto, appoggiando la sua fronte su quella della ragazza. 

Guardandola fisso negli occhi poi ripose:

 

-Non lo farò mai più, te lo giuro.-

 

Lei gli sorrise con gli occhi lucidi e mentre sprofondava nel petto del ragazzo piangendo 

sussurrò un “Grazie” al ragazzo. Heiji sorrise stringendola a se e gustandosi il profumo 

di quella ragazza a cui voleva così tanto bene.

 

 

                                                            ***

 

-Caso o non caso sembra che lui abbia fatto a botte con qualcuno..-

 

Affermò una ragazza dai capelli corti, mentre osservava Heiji dall’altra parte della classe con 

un occhio nero.

 

-Per me Teruyo ha ragione!! Hattori deve aver fatto a botte! Guarda quell’occhio viola!! Poi prima 

ho visto che è ferito sulla nuca!!-

 

Affermò Fumiko iniziando ad osservare a sua volta il ragazzo. Kazuha sorrise senza entrare in quel 

discorso, mentre pensava che Heiji avesse preso tutte quelle botte solo per permettere a lei di fuggire.

 

-Daiii!!! Stai guardandolo ancora con uno sguardo perso!!!-

 

Disse con tono canzonatorio Teruyo strattonando Kazuha per un braccio e facendola tornare alla realtà.

 

-Ma cosa dici??- Cercò di giustificarsi Kazuha – Stavo semplicemente pensando!!-

 

-Si pensavi al vostro matrimonio!!-

 

Cinguettarono in coro le amiche facendo cambiare il colorito naturale di Kazuha in un rosso acceso. Prima 

che la mora potesse ribattere però una voce suadente dalle sue spalle disse:

 

-Oh, sei tornata Toyama!! Temevo che tu fossi scomparsa dopo il nostro primo incontro!-

 

Kazuha si girò e venne colpita da due occhi color miele che gentili la osservavano.

 

-Oh, Morita!! Non sono stata bene per un paio di giorni, tutto qui!!-

 

Rispose lei con un sorriso che lo lasciò senza parole per qualche secondo.

 

I due si misero a parlare amichevolmente, non immaginando minimamente di essere tenuti sotto 

osservazione da qualcuno dalla parte opposta della classe.

 

Heiji stava appoggiato ad un banco a far finta di ascoltare un’accesa discussione calcistica dei suoi 

compagni, ma la sua attenzione era tutta per un’altra conversazione dalla parte opposta dell’aula. 

Kazuha e il nuovo arrivato, di cui non ricordava il nome, stavano parlando di chissà cosa da qualche

minuto e la cosa al giovane detective dava parecchio fastidio. La cosa che più lo mandava in bestia 

non era che le amiche della ragazza gli avessero lasciati soli, ma il sorriso di quella che sembrava 

veramente sincero e..

 

E semplicemente perfetto.

 

Era così abituato ad averla vicino che aveva smesso di apprezzare quel suo sorriso spontaneo che 

nasceva ogni volta che la discussione la prendeva. Non ricordava i suoi occhi vivaci che scrutavano

attenti tutto ciò che le stava attorno. Finché non aveva avuto paura di perderla non si era accorto 

di quanto bene le voleva. Lei era sempre stata importante per lui, ma non l’aveva mai considerata 

sotto quel aspetto. Aveva ripensato più e più volte in quei giorni alla sua amica d’infanzia e per la

prima volta si era accorto di provare qualcosa di più profondo della semplice amicizia. Ma non 

l’avrebbe mai ammesso con se stesso, figuriamoci arrivare a dirlo a lei.

 

I suoi pensieri troppo insistenti vennero interrotti bruscamente dall’entrata della professoressa che 

riportò la classe all’ordine.

 

Mentre la professoressa spiegava i pensieri del detective liceale vagavano su una conversazione 

che aveva avuto il giorno prima.

 

                                                               ***

-Signor Toyama io le chiedo umilmente scusa.-

 

Disse Heiji curvando la schiena e fissando lo sguardo verso il suolo. Il capo ispettore della polizia

di Osaka guardò il ragazzo senza capire.

 

-Per cosa ti scusi Heiji?-

 

Chiese l’uomo guardando il ragazzo ancora chinato a fissare il terreno. Heiji prese una lunga 

boccata d’aria e poi tutto d’un fiato rispose:

 

-Per aver messo in pericolo Kazuha senza essere riuscito a difenderla.-

 

L’uomo guardò Heiji e colpito dalle sue parole rispose:

 

-Perché ti senti così in obbligo di difendere mia figlia?-

 

Heiji sussultò e ringraziò il fatto di essere chinato e di non mostrare a nessuno il rossore che 

gli stava imporporando le guance.

 

-Perché..- Iniziò titubante – Perché sua figlia..- Il ragazzo deglutì e poi serrando gli occhi e 

concluse: - Perché io ho il dovere di difendere sua figlia in quanto è una delle persone a 

cui tengo di più al mondo.-

 

L’ispettore lo guardò e gli scappò un sorriso e rispose:

 

-Se quello che dici è vero, allora difendila quando io non posso. Solo così potrò sapere se

quanto dici è veramente vero.-

 

Heiji si alzò e sorridendo deciso al capo ispettore rispose:

 

-Non commetterò un’altra volta l’errore di metterla in pericolo. Sarò io il suo angelo custode.-

 

Il capo ispettore rispose con un mezzo sorriso e disse:

 

-Te la affido Heiji.-

 

                                                               ***

 

Heiji continuava a pensare a quella conversazione avuta col padre della sua amica. Come 

poteva pensare di poter proteggere Kazuha se lei non era neanche a conoscenza di questo

suo compito? Come si doveva comportare? E poi, Kazuha desiderava che proprio lui la difendesse?

 

-Hey!! Amico!!-

 

Heiji venne riscosso da una voce a lui famigliare. Alzò gli occhio tornando alla realtà e chiese:

 

-Che c’è da urlare Manobu?-

 

-Cosa c’è da urlare?- Rispose quello con aria rassegnata –E’ già iniziata la pausa pranzo, 

dov’era il tuo cervellino?-

 

Heiji lo guardò e non rispose, ancora perso tra i pensieri di un momento prima.

 

-Oh, è innamorato il ragazzo!!-

 

Canticchiò canzonatorio Tokichiro, venendo prontamente fulminato da Heiji.

 

-Ma che innamorato..!! E di chi poi?!-

 

Chiese irritato Heiji. Gli altri due ragazzi scoppiarono a ridere vedendo la rabbia negli occhi 

dell’amico.

 

-Di chi se non della Toyama?? E immagino ti dia molto fastidio il fatto che stia diventando 

così amica del nuovo arrivato, eh??-

 

Gli occhi del ragazzo dalla carnagione scura si fecero due fessure e rispose sibilando:

 

-Tacete, per il vostro bene.-

 

I due ragazzi scoppiarono a ridere e uno mormorò:

 

-Andiamo a pranzo baby!!-

 

Heiji si alzò e frugò nella sua borsa alla ricerca del suo pranzo, subito dopo però ricordò che 

la madre, non essendo a casa, aveva chiesto a Kazuha se poteva cucinare il pranzo per il ragazzo.

Allora si alzò e quando arrivò davanti al banco di Kazuha, vedendola chiacchierare ancora col nuovo 

arrivato, sibilò irritato:

 

-Il mio pranzo?-

 

La ragazza lo guardò storto e rispose:

 

-Non si usa più chiedere per favore?-

 

Heiji sbuffò e con un tono acuto e beffardo chiese:

 

-Per favore Kazuha cara, mi potresti dare il pranzo che mi hai amorevolmente preparato?-

 

Lei scoppiò a ridere divertita e rispose con tono gentile e calmo:

 

-Ecco qui Heiji caro..!!-

 

Kazuha gli porse un cestino del pranzo che Heiji aprì e si mise ad ispezionare minuziosamente

il contenuto sotto gli occhi preoccupati della ragazza.

 

-Va benissimo!!!-

 

Annunciò il ragazzo alla fine della sua ispezione, soddisfatto di aver trovato tutto di suo 

gradimento al suo interno.

 

-Dal tuo tono sembra che non ti aspettassi che ti piacesse tutto.. Conosco i tuoi gusti Heiji, 

meglio di quanto tu possa pensare!!-

 

Lui la guardò divertito, ma prima che potesse rispondere venne interrotto da una domanda 

a bruciapelo:

 

-Ma voi due state insieme??-

 

I due ragazzi un po’ scandalizzati guardarono il ragazzo che aveva fatto la domanda:

 

-Ma cosa te lo fa pensare Morita?-

 

Chiese Kazuha curiosa, cercando di nascondere l’evidente imbarazzo.

 

-Sembrate una coppia di innamorati che continua a bisticciare.-

 

Rispose lui semplicemente. I due ragazzi si guardarono e dopo qualche secondo scoppiarono a ridere.

 

-Ma cosa vai a pensare?- Disse Heiji continuando a ridere – Io e lei? Siamo semplicemente amici

d’infanzia! Come potrei sopportare una ragazza del genere?-

 

Kazuha lo guardò continuando a ridere, ma dentro stava morendo. Si sarebbe aspettata una risposta 

diversa? Heiji aveva detto quella frase nel bosco che aveva fatto sperare di essere considerata in modo 

diverso. Ma in fondo lei era sempre stata la sua amica, solo per quella ragione desiderava starle vicino.

 

-Peccato. Sareste stata una bellissima coppia!!-

 

Rispose Morita con aria un po’ dispiaciuta, subito allora Kazuha rispose:

 

-Una bellissima coppia?! Una coppia si dovrebbe voler bene, noi ci limitiamo a sopportarci!!-

 

Il volto della ragazza era disteso e naturale e questo fatto arrivò come un pugno nello stomaco 

di Heiji, perché probabilmente era una cosa che lei pensava veramente. Morita gli osservò e 

sorridendo alla ragazza ribatté:

 

-Beh, in questo caso allora posso provarci spudoratamente con te Toyama?-

 

Quel sorriso ammaliante e la frase a bruciapelo fece arrossire Kazuha e mandare in bestia Heiji.

 

-Ma anche no.-

 

Rispose Heiji secco fulminandolo con lo sguardo. Morita lo guardò divertito e chiese:

 

-Ma scusa, se voi due siete semplicemente amici perché mai non potrei provarci con lei?-

 

-Semplice. Perché se tu provi a toccarla con un dito ti farò pentire di essere nato.-

 

Sibilò Heiji prima di andare a pranzare con i suoi due compagni che l’aspettavano all’uscita 

della classe.

 

Kazuha rimase imbambolata a guardare il ragazzo che usciva dalla classe senza capire il perché

di quella risposta. Lei non riusciva a capire Heiji, era come un mondo a lei oscuro.

 

 

 

[*]  = fa rifermento al file.11 – Deplorevole per un illusionista – del numero 47 del manga 

“Detective Conan”.

 

*Piccola nota dell’autrice *

Ehm.. Saaaalve!!

Due cose.. La prima è che mi scuso per il ritardo, ma non avevo ispirazione.. Ogni volta che 

mi mettevo davanti ad un foglio mi si svuotava la testa. E devo ringraziare La Tucano Urbano Gang 

per avermi scosso ed obbligata a tornare a scrivere grazie anche alle risate che mi sono fatta 

leggendo la loro storia.. xD

In più mi sono presa bene a giocare a CityVille su facebook e ormai perdo li il mio tempo libero.. xD

 

Ultima cosa volevo solo precisare una cosa riguardante il titolo.

 
Come forse qualcuno di è già accorto coincide con il titolo della canzone “Your guardian Angel” 

dei Red Jumpsuit Apparatus, che io personalmente adoro. Beh, diciamo che il titolo mi sembrava 

azzeccato visto anche il testo della canzone..! xD

Vabbé, vi lascio ad occupazioni più importanti!! : )

 

Grazie dell’attenzione!!

 

Saru!

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Capitolo 4
*** IV capitolo ***


 

_Your Guardian Angel_

 
-Hai visto anche oggi?-
 
Chiese ridendo soddisfatto Heiji all’amica mentre tornavano a casa insieme. Per tutta risposta Kazuha alzò un sopracciglio irritata e si preparò a sentire la smodata modestia di Heiji per il restante percorso che la separava da casa sua.
 
-Ne ricevo almeno dieci ogni giorno!-
 
Continuò Heiji sventolandole sotto il naso una decina di lettere piene di cuoricini e impregnate di profumi femminili.
 
-Pensa che una mi ha addirittura chiesto se usciamo domani!! E mi ha detto che se non accetto il suo invito si rapa e zero! E vista la foto che mi ha mandato, non vale proprio la pena che una bella ragazza come lei si rapi a zero!-
 
Kazuha alzò gli occhi al cielo esasperata da quel ragazzo. Le ricordava il detective Mori quando si comportava così, iniziava a montarsi la testa e a vaneggiare inneggiando alla sua bravura.
 
-Dovresti preferire ricevere richieste di lavoro al posto di lettere dei fan..-
 
Sibilò Kazuha guardando torvo quelle lettere. Heiji, per tutta risposta, le si avvicinò e la mormorò all’orecchio:
 
-Delle fan Kazuha, delle!-
 
La ragazza gli tirò una gomitata nello stomaco e furiosa aumentò il passo varcando il cancello di casa furente, lasciando Heiji interdetto e senza un saluto.
 
***
 
-E questa è tutta la storia Ran.. Che ne pensi? Heiji per me è sempre più un mistero.. Prima dice delle cose tanto carine e poi viene a vantarsi con me delle sue “fan”-
 
La ragazza dall’altro capo della cornetta scoppiò in una risata e rispose semplicemente:
 
-È cotto Kazuha, semplicemente cotto!!-
 
La ragazza di Osaka arrossì e subito rispose all’amica:
 
-Ma cosa cotto!! È semplicemente strano!!-
 
-Kazuha credi a me!! Ha capito che tu gli piaci ma non sa come dirtelo! È un po’ come Shinichi all’inizio..!-
 
Kazuha sorrise triste e rispose:
 
-Il tuo Kudo ha avuto il coraggio di dirti quello che provava appena è tornato.. Heiji non mi dirà mai nulla..-
 
-Dai Kazuha!! Non ti abbattere!! Anche con Shinichi c’è voluto del tempo.. Vedrai che entro breve ti dirà quello che pensa di te!-
 
-Ma te l’ho detto cos’ha risposto a Morita! Ha detto chiaro e tondo che “siamo semplici amici d’infanzia” e poi ha aggiunto che non mi potrebbe sopportare.. Ran io ci rinuncio, quasi quasi accetto l’invito ad uscire di Morita!-
 
Kazuha aveva gli occhi lucidi e si strinse le gambe al petto demoralizzata.
 
-Beh, potresti uscire con Morita per vedere se Heiji è effettivamente geloso e vedere come reagisce!!-
 
Si intromise una voce che Kazuha conosceva, sempre dall’altro capo della cornetta.
 
-Dici che funzionerebbe Sonoko??-
 
Dall’altro capo Sonoko scoppiò in una risata e rispose:
 
-Credi a me, con Makoto è funzionato!!-
 
La figlia del capo ispettore sorrise e rispose:
 
-Dai speriamo.. Ora devo mettermi a studiare che domani abbiamo un compito complicato! Grazie mille ragazze!! E salutatemi Kudo!-
 
-Sarà fatto!- Rispose l’altra con voce squillante – In bocca al lupo Kazuha! Ci sentiamo!!-
 
Dopo di che la ragazza di Tokio attaccò e Kazuha lasciò cadere il cellulare sul letto. Era demoralizzata, non era sicura che potesse funzionare il piano dell’amica, anche perché a suo parere ad Heiji non sarebbe importato nulla. Sbuffò e guardò verso i libri, non aveva voglia di studiare, non con la testa piena di pensieri inutili. Si alzò dal letto e andò in bagno a sciacquarsi la faccia. Poi decise di iniziare a studiare seriamente, anche perché non poteva permettere che per colpa di quello stupido detective il suo compito andasse male.
 
***
 
Il giorno seguente a scuola regnava un clima di tranquillità, la classe era impegnata nelle solite occupazioni, finché un grido fece voltare l’intera aula verso un ragazzo dalla carnagione più scura della media.
 
-Che cooooosaaaa?!?!-
 
Sbraitò Heiji scandalizzato spaventando il suo interlocutore.
 
-Abbassa la voce scemo!-
 
Gli rispose quello di rimando tirandogli una sberla sulla testa per farlo sedere, Heiji si sedette e con un tono di voce più appropriato chiese:
 
-Chi te l’ha detto Manobu?-
 
-Te l’ho detto, prima Fumiko mi ha detto che oggi dopo scuola Kazuha e Morita usciranno!!-
 
Heiji fissò con gli occhi sgranati l’amico che pazientemente gli ripeteva la frase che aveva tanto sconvolto il ragazzo.
 
-È stata lei a invitarlo fuori?-
 
Chiese Heiji sconcertato e incerto, l’altro gli sorrise e rispose gravemente:
 
-No, però il fatto che lei abbia accettato significa che qualcosa da parte sua c’è o..-
 
Manobu si interruppe e si mise a fissare Kazuha che scherzava con le compagne di classe, Heiji, che non riusciva ad aspettare, chiese un po’ acidamente:
 
-O..??-
 
Manobu lo guardò e con aria incerta rispose:
 
-O vuole vedere la tua reazione..-
 
Heiji lo guardò inizialmente senza capire e poi scoppiò a ridere. Trattenendo le risate poi chiese:
 
-Perché mai Kazuha dovrebbe voler vedere la mia reazione? Potrebbe voler vedere la tua o di qualsiasi ragazzo della classe..!-
 
L’altro ragazzo sospirò profondamente e cercando di essere paziente rispose:
 
-Sai che mi stupisco che tu sia un detective liceale incredibilmente intelligente quando mi fai delle domande del genere? Lo sanno tutti che lei ha un debole per te..-
 
Heiji strabuzzò ancora di più gli occhi, mentre l’amico pensava che quel giorno Heiji non fosse in grado di fare altro. Poi con voce incerta il detective chiese:
 
-Un debole.. Per me?!-
 
Questa volta fu Manobu a scoppiare in una fragorosa risata e rispose divertito:
 
-Non mi dire che non te ne sei mai accorto?! Dai, è la cosa più scontata al mondo che tu hai un debole per lei e lei l’ha per te..-
 
-Non ho un debole per lei!-
 
Sbottò subito di rimando Heiji, ma Manobu lo guardò storto e allora Heiji continuò:
 
-E anche se fosse che ho un debole per lei, lei sicuramente non l’ha per me!!-
 
Manobu sogghignò divertito e rispose:
 
-L’hai ammesso!!- Ma quando venne fulminato dallo sguardo di Heiji proseguì – Comunque sia per me che per Fumiko vuole farti ingelosire..-
 
Gli occhi azzurri di Heiji osservarono attentamente la ragazza dall’altra parte della classe e mormorò con un tono di voce appena percettibile:
 
-Farmi ingelosire? Come se ce ne fosse bisogno.-
 
***
-Kazuha allora adesso uscite seriamente te e Morita?-
 
Chiese curiosa Fumiko, che per tutta la giornata non aveva avuto il coraggio di chiedere conferma all’amica del pettegolezzo che correva per la classe. Kazuha sorrise amichevolmente e cinguettò:
 
-Sisi!!-
 
Fumiko la guardò per qualche momento e poi timidamente chiese:
 
-Hattori lo sa?-
 
Kazuha sobbalzò sentendo quel nome e poi un po’ acida rispose:
 
-Non lo so e la cosa non mi interessa.-
 
Fumiko guardò gli occhi dell’amica, alla ricerca della conferma di quello che era appena uscito dalle sue labbra, allora Kazuha si girò e le disse:
 
-Ora vado che poi rischio di arrivare in ritardo!! Ci vediamo domani Fumiko!!-
 
-Buona fortuna allora..-
 
Mormorò l’altra di rimando mentre la mora si allontanava. In quel momento passò Heiji e Fumiko, prendendolo per una manica, lo fermò.
 
-Che ne pensi tu?-
 
Heiji la guardò senza capire, allora Fumiko si spiegò meglio:
 
-Cosa ne pensi tu di Kazuha che esce con Morita?-
 
Il ragazzo non rispose immediatamente, aveva ancora una faccia perplessa, allora Fumiko spazientita gli disse:
 
-Lo so che lo sai Hattori. Manobu te l’avrà sicuramente detto.-
 
Heiji allora si decise a parlare e ribatté:
 
-Cosa dovrei pensare? Contenta lei, contenti tutti..-
 
-Ma devi impedirle di fare una cosa del genere!!-
 
Esclamò Fumiko scandalizzata dalla leggerezza con cui aveva risposto Heiji, ma lui commentò amaramente:
 
-Chi sono io per impedirle di uscire con un ragazzo che le piace scusa?-
 
La ragazza osservò attentamente gli occhi azzurri del ragazzo, riuscendo a percepire il profondo stato di tristezza in cui Heiji era in quel momento. Con tono duro la ragazza rispose:
 
-Chi sei tu per impedire una cosa del genere? Sei il ragazzo a cui tiene di più!! E se te provi lo stesso per lei impediscile di fare una stupidaggine del genere!-
 
Lui la guardò stupito per quelle parole, ma non ribatté subito. Aspettò qualche secondo in cui quella frase arrivò alla sua testa, venne analizzata dai suoi neuroni in qualche attimo e poi sul volto di Heiji si stampò un’espressione incredula.
 
-Fumiko, io sono al massimo il suo migliore amico. Sono una sorta di fratello maggiore, mica di.. Fidanzato.-
 
Concluse calcando sulla parola “fidanzato”. Fumiko lo guardò e sbuffò, poi disse:
 
-Va beh, fai come vuoi Hattori..-
 
La ragazza si allontanò lasciando Heiji confuso e spaesato.
 
Cosa poteva fare ora? Il ragazzo non poteva sopportare che Kazuha uscisse con quel ragazzo, che, tra l’altro, conosceva da così poco tempo. Effettivamente non era nel carattere di Kazuha uscire con qualche ragazzo non da semplici amici. Anzi, più ci pensava più non riusciva a ricordare che Kazuha avesse mai avuto un “appuntamento”. In più Heiji non riusciva a pensare lucidamente per la rabbia che provava per il fatto che Kazuha uscisse con un altro e non con lui.
 
Ma Heiji non avrebbe mai ammesso nessuno dei suoi pensieri. Non lui, non con l’orgoglio che si ritrovava.
 
***
Kazuha arrivò sorridente ed esclamò:
 
-Buon pomeriggio Morita!!-
 
Lui quando sentì la sua voce si illuminò e ricambiò il saluto, poi la guardo e timidamente le disse:
 
-Sei veramente bellissima oggi, ancora più della prima volta in cui ti ho vista!-
 
La ragazza arrossì abbassando lo sguardo, allora Morita le accarezzò dolcemente il viso facendole alzare la testa per poterla guardare negli occhi, poi le disse:
 
-Non abbassare il volto, non potrei sopportare il non poter vedere i tuoi occhi neanche per  un secondo.-
 
Kazuha sorrise imbarazzata non sapendo cosa rispondere.
 
 
 
 
Intanto cinque o sei metri più distanti:
 
-Come si permette di dirle una cosa del genere?! Ora vado li e gli spacco la faccia!!-
 
Una ragazza che teneva la frangetta indietro con una fascia diede un pugno in testa ad Heiji e gli disse minacciosa:
 
-Tu gli disturbi e io ti stacco le gambe Hattori!-
 
Heiji la guardò storto massaggiandosi la testa e rispose:
 
-Suzuki non dovresti neanche essere ad Osaka, quindi vedi di non disturbarmi!-
 
La ragazza lo squadrò e lo punzecchiò divertita:
 
-Beh, neanche tu dovresti essere qui con me a pedinare Kazuha mentre esce con un ragazzo!-
 
-Mettiamo le cose in chiaro!!!-
 
Sbottò Heiji irritato.
 
-Io ti ho incontrata davanti a scuola mentre aspettavi Kazuha per farle una sorpresa siccome sei qui ad Osaka con i tuoi, poi quando ti ho detto che lei era uscita con quello li sei stata tu ad insistere per pedinarli!!-
 
Sonoko sbuffò e ribatté acida:
 
-Come sei precisino..-
 
I due, presi dalla loro discussione, persero di vista la coppietta che stavano pedinando, allora Sonoko sbottò:
 
-Sei proprio una frana come investigatore!! Abbiamo già perso di vista quei due!-
 
Heiji, estremamente irritato, ribatté acido:
 
-Colpa mia?? Se tu te ne fossi stata in silenzio e non avressi continuato a disturbarmi ora sapremmo precisamente dove sono!!-
 
I due si guardarono in cagnesco ringhiandosi contro, suscitando l’attenzione di diversi passanti.
 
-Ora basta Suzuki, tregua. Che si fa?-
 
La ragazza guardò Heiji. Il moro si stava passando una mano tra i capelli mentre pensava e Sonoko non poté che notare che Kazuha avesse fatto un’ottima scelta.
 
-Per te perché è uscita con quel ragazzo?-
 
Chiese Kazuha a bruciapelo. Heji la guardò di striscio e perso nei suoi pensieri rispose:
 
-Non so.. Mi hanno detto che lo può aver fatto o perché a lei interessa o per farmi ingelosire..-
 
Sul volto si Sonoko spuntò un sorriso maligno e chiese:
 
-E allora perché non la fai ingelosire anche te?-
 
Il ragazzo la guardò confuso e rispose:
 
-Farla ingelosire..?? E come?-
 
Sonoko si mise a ridere e guardò Heiji con uno sguardo che lo fece rabbrividire, il moro sapeva che quello sguardo non prometteva nulla di buono, ma proprio nulla.
 
 
 
 
*Piccola nota dell’autrice *
 
Mi scuso infinitamente per il ritardo con cui questo capitolo è stato messo, ma ultimamente non ho proprio tempo di mettermi al computer!! >.<
Spero di riuscire a fare di meglio per il prossimo capitolo!! ;)

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Capitolo 5
*** V Capitolo ***


 
_Your Guardian Angel_

 

-No Suzuki!! Non faremmo altro che peggiorare la situazione in questo modo!-

 
La mora neanche lo stava ad ascoltare e continuò a spiegare il suo piano come se la lamentela di Heiji venisse da un passante e non fosse rivolta a lei.

 
-Allora, io mi camuffo ed entriamo insieme in quel bar, in questo modo lei potrà vederti con una ragazza e si ingelosirà a dismisura!!-

 
L’euforia di Sonoko era perfettamente il contrario di quella di Heiji, il quale aveva un bruttissimo presentimento.

 
-Sonoko seriamente.. Kazuha non farebbe altro che arrabbiarsi terribilmente e non voglio farla arrabbiare per la mia gelosia da bambino infondata. Grazie per l’aiuto ma non ce la faccio..-

 
Concluse lui con gli occhi bassi e mortificati. Sonoko rimase interdetta per qualche secondo e poi gli rispose:

 
-Mamma mia Hattori.. Sei veramente un bravo ragazzo..! Riesci a far desistere dai miei turpi propositi una persona come me!-

 
Heiji sorrise accettando il complimento e rispose:

 
-Dai, se vuoi puoi venire da me finché Kazuha non torna a casa.-

 
Sonoko fece un sorriso a trentadue denti.

 
-Veramente posso?? Allora accetto con piacere!!-

 
***

 
I due ragazzi camminavano tranquillamente verso casa del ragazzo, chiacchierando del più e del meno, mentre il sole iniziava lentamente a calare, creando lunghe ombre sui marciapiedi.

 
Improvvisamente un borseggiatore strappò la borsa alla ragazza, che cadde per terra per l’urto. Il pronto spirito di Heiji entrò subito in azione e dopo aver dato una rapida occhiata alla ragazza a terra, assicurandosi che stesse bene, si lanciò di corsa dietro al borseggiatore.

 
Lo raggiunse dopo un centinaio di metri, riuscendolo a prendere per una manica non appena questo iniziò a rallentare. Appena la mano di Heiji afferrò la manica del criminale il ragazzo lo strattonò all’indietro, in modo da indurlo a fermarsi. Contrariamente a qualsiasi previsione il borseggiatore non oppose resistenza e venne scaraventato contro Heiji stesso, che perse l’equilibrio e cadde a terra. Il borseggiatore lo seguì a peso morto e solo allora Heiji si accorse di avere una mano piena di sangue. Guardò inorridito l’uomo riverso su di lui e si accorse che si teneva la pancia con una mano, nella speranza di arginare il sangue che si riversava fuori a fiotti.
 

 

***

 

-Grazie mille per avermi concesso la tua compagnia questo pomeriggio!-     
 

Affermò galante Morita affascinando Kazuha con i suoi occhi chiari mentre le faceva un perfetto baciamano.

 
-Spero che mi concederai la tua presenza per altre uscite, sei una persona deliziosa e vorrei veramente conoscerti meglio.-

 
Kazuha sorrise imbarazzata senza sapere cosa rispondere. Dopo essersi sistemata una ciocca di capelli dietro l’orecchio abbassò lo sguardo e rispose:

 
-Va bene, farebbe piacere anche a me.-
 

Quando quelle parole uscirono dalla sua bocca si rese conto di averle dette senza averci pensato, semplicemente perché le uscivano dal cuore. Venne scossa da un brivido: se quelle parole di voler rivedere quel ragazzo erano uscite dal cuore lei allora cosa provava per Heiji?
 

Con un sorriso salutò il ragazzo e senza pensare a quello che aveva appena detto si incamminò verso casa. Passeggiava tranquilla, non facendo caso al buio che stava pian piano scendendo su Osaka, immersa com’era nei suoi pensieri ben poche cose avrebbero potuto riportarla alla realtà. Fu però una voce che conosceva da tempo a riportarla alla realtà.

 
Alzò lo sguardo verso una piccola folla e proprio li in mezzo vide una coppia di persone che la fece fermare ad osservare la scena. Sonoko era aggrappata al braccio di Heiji, mentre lui le sorrideva rassicurante.

 
Mentre lui le dedicava il sorriso che aveva sempre dedicato a lei e a nessun’altra.
 

Sentendo le lacrime che piano salivano agli occhi la ragazza si mise a correre abbassando gli occhi, in modo che nessuno potesse vedere quelle grosse lacrime che ormai scendevano.
 

 
***
 

-Kazuha!! C’è la tua amica, quella di Tokio!! Scendi a salutarla!-

 
La voce del padre fece svegliare la ragazza, che si era addormentata sul letto. Kazuha si alzò a sedere e urlò di rimando che cinque minuti e sarebbe scesa, poi casualmente mise una mano sul cuscino e lo trovò bagnato. Solo allora si girò verso lo specchio e notò la sua faccia sconvolta. Due profonde occhiaie contornavano due occhi ancora rossicci e gonfi, con le guance sporche di trucco sbavato. Si alzò velocemente dal letto e si sciacquò la faccia, pulendosi dal trucco e riacquisendo un colorito per lo meno roseo. Si pettinò velocemente, si rifece la coda e scese cercando di sfoderare il migliore dei suoi sorrisi.

 
-Kazuha tesorooo!!! Quanto tempo!!!!-
 

Urlò Sonoko correndo ad abbracciarla. Kazuha ricambiò l’abbraccio leggermente imbarazzata e facendo poi accomodare l’amica in salotto chiese:

 
-Da quanto sei qui ad Osaka?-
 

-Guarda ti ero venuta a prendere a scuola, ma ho saputo che avevi un appuntamento- Disse ammiccante- E quindi mi sono dovuta accontentare di Hattori come guida per Osaka fino ad adesso!-

 
A quel nome a Kazuha sembrò arrivare un pungo nello stomaco, ma lo ammortizzò con un sorriso e rispose:

 
-Ma che appuntamento e appuntamento, potevi benissimo dirmi che eri arrivata che rimandavo l’uscita con Morita..!-
 

Sonoko la guardò scettica e rispose:
 

-Non ti preoccupare! Grazie alla tua uscita con questo Morita ho potuto conoscere meglio Hattori, cosa che non avevo mai pensato di fare e penso sia un ragazzo eccezionale!! E poi quel Morita è veramente tanta roba, non me lo farei scappare se fossi in te!-
 

Un altro pugno nello stomaco, forse assestato ancora meglio del primo. Un altro sorriso per nasconderlo, un’altra frase scontata:
 

-Non penso sia il mio tipo Morita, è troppo bello per stare con me..!-

 
Sonoko fece una faccia scandalizzata e rispose:

 
-Tu sei bellissima Kazuha e sareste bellissimi assieme! Sareste una di quelle coppie che quando passa tutti ammirano!-

 
-Non diciamo stupidate Sonoko, non mi offendo a sapere di essere una ragazza normale.. Se fossi così speciale sicuramente non sarei sola, non credi?-
 

Sonoko osservò gli occhi dell’amica, cercando di capire cosa stava cercando di nascondere disperatamente. Non sapendo come continuare e trovandosi a disagio la ragazza di Tokio cambiò discorso:

 
-Oggi ho assistito alla risoluzione di un caso del tuo amico Hattori!! È come Kudo, ovunque vada attira dietro di se un caso! Ma si può?-
 

Altro pugno, ennesimo sorriso, ennesima risposta disinteressata:

 
-Un caso? È proprio un pasticcione Heiji! si riesce sempre a cacciare nei guai!-
 

-Guarda, avevano borseggiato me!- Attaccò Sonoko, sperando che la discussione potesse tirare su di morale l’amica – Lui ha inseguito il borseggiatore e ha scoperto che nella sua corsa da me al posto in cui l’ha preso qualcuno l’ha accoltellato!! Ma si può?-

 
La voce di Sonoko iniziò a diventare un sottofondo nella testa di Kazuha, dove mille pensieri frullavano veloci.
 

Perché aveva fatto quel pensiero su Morita quel giorno? Forse le sarebbe piaciuto averlo al suo fianco, forse lui l’avrebbe resa felice e avrebbe capito i suoi sentimenti, mica come Heiji.

 
Heiji.

 
Un tasto dolente, molto dolente.

 
Perché Sonoko improvvisamente stravedeva per lui? E perché quel sorriso riservato fino ad allora solo a lei ad un’altra? Chissà a quante altre ragazze aveva riservato quel suo sorriso magico, quello felice, orgoglioso, un po’ vanitoso e così terribilmente affascinante.

 
Forse era ora di superare quella cotta da bambina e concentrarsi su qualcuno che le dedicasse delle vere attenzioni, che l’avesse fatta sentire importante. Probabilmente Heiji per lei era un fratello maggiore e per quello era gelosa nel vederlo con altre ragazze, aveva semplicemente paura che dedicasse le sue attenzioni e la sua protezione da fratello ad un’altra, tutto qui.

 
Venne riscossa dai suoi pensieri quando le sue orecchie captarono che il discorso dell’amica arrivava ad un punto interessante.

 
-Sai, penso di aver capito cosa ti affascina tanto di Hattori..!-

 
Lo sguardo di Kazuha si fece improvvisamente interessato e chiese con un minimo di apprensione nella voce:

 
-Cosa?-


Sonoko la guardò divertita e rispose:

 
-Quella sua aria protettiva, quel sentirsi al sicuro stando con lui!! Oggi mentre stava risolvendo il caso io mi sentivo tranquilla, perché sapevo che lui ce l’avrebbe fatta!-

 
Questo non fu un pungo nello stomaco di Kazuha, fu un calcio che arrivò e sbriciolò tutto quello che trovò. A Kazuha parve assordante il rumore dei pezzi del suo cuore che cadevano a terra dividendosi in milioni di piccoli pezzi e li non resse più l’amica. Con aria stanca e un mezzo sorriso le disse:
 

-Sonoko mi spiace non poterti fare compagnia ma non mi sento per niente bene oggi e preferirei andare a dormire..-
 

Sonoko balzò in piedi e rispose cordiale:
 

-Nessun problema cara!! Ti posso capire, sarà per il periodo stressante! Hattori mi ha detto che siete pieni di compiti!-
 

Heiji, Heiji, Heiji.
 

Ma sapeva dire altro Sonoko o doveva continuare a tessere le lodi di quello li?!
 

Con uno sforzo immenso per non insultarla Kazuha la congedò e tornò di corsa in camera dove si buttò sul letto. Non le veniva neanche da piangere, magari ormai aveva versato tutte le lacrime che possedeva.
 

Si addormentò tormentata, mentre al posto del cuore nel petto sentiva un buco che pian piano aspirava tutta la sua energia vitale.
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*Piccola nota dell’autrice *
 

Sono mortificata. Tra una cosa e l’altra sono passati ben.. No, non oso dirlo..!! Mi vergogno immensamente giuro!!! E’ da novembre, dico novembre che non aggiorno!!!!!! O___O

Mi vergogno da sola del mio ritardo e non ho scusanti che tengano, ne lo studio ne gli impegni!!
Sono consapevole del fatto che la mia pessimità sia sbalorditiva (così sbalorditiva che invento parole per sentirmi più pessima), ma l’importante è tornare no..?? xD
Il fatto è che mi sono bloccata alla fine dello scorso capitolo senza sapere come andare avanti..!! Ero arrivata in un punto mortissimo!! Poi allora mi sono sforzata e sforzata e alla fine è uscito questo capitolo che non mi convince..!! Però lascio a voi il commento in proposito!!
Dovrei riuscire ad aggiornare presto (non assicuro nulla!!) perché sono presa relativamente poco con l’università in questo periodo, però il problema sta sempre nell’ispirazione!! :(

 
Prima di lasciarvi….
 

An
golopubblicitàà!
 

Se vi piace Harry Potter, ma soprattutto volete farvi quattro risate passate a leggere “Due protagonista in cerca di un analista” di “La Tucano Urbano Gang”!!!
Bene, ora l’ho fatto e non verrò più uccisa! xD
 

Al prossimo capitolo!! ;)
 

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Capitolo 6
*** VI capitolo ***


 

_Your Guardian Angel_

 

Si svegliò tardi quella mattina, ma non si impegnò minimamente per recuperare il tempo perso. Si alzò pigramente dal letto, mentre si trascinava verso il bagno.

Si sciacquò la faccia per svegliarsi con acqua fredda, ma quando sollevò gli occhi rabbrividì vedendo due pesanti occhiaie che le contornavano gli occhi. Non aveva voglia di andare a scuola quel giorno e il suo umore sicuramente non avrebbe aiutato a migliorare la cosa. Siccome la faccia da ammalata l’aveva scese e disse al padre di non sentirsi per niente bene e che quel giorno avrebbe preferito restare a casa a riposarsi. Il padre accettò la sua scelta, preoccupato seriamente della salute della figlia vedendola così sciupata.

Kazuha tornò in camera e si buttò sul letto, piombando immediatamente in un sonno nero, pieno dei suoi peggiori pensieri.

 

***

 

Il cellulare suonava a vuoto ed Heiji stava iniziando a preoccuparsi. Kazuha quella mattina non si era presentata a scuola, ma aveva immaginato che entrasse nelle ore seguenti perché aveva sicuramente fatto tardi a chiacchierare la sera prima con Sonoko, ma quella non si era vista.

Non aveva avvisato le sue amiche di quell’assenza, cosa che era solita fare. Heiji non si sarebbe preoccupato in quel modo se non fosse stato per quel fatto accaduto poco tempo prima, in cui la ragazza aveva rischiato la vita. Il ragazzo aveva una mezza idea di chiamare il padre della ragazza per chiedere se stesse bene, ma sembrava anche a lui qualcosa di esagerato, neanche fosse il suo fidanzato!

Alla parola fidanzato uno strano brivido percorse la schiena del detective, che subito si diede dello stupido per quel pensiero. Lui non era e mai sarebbe potuto essere il fidanzato della sua amica d’infanzia, perché lei era quello: un’amica. Lui era una sorta di fratello maggiore per lei, qualcuno su cui contare in ogni momento in cui avesse bisogno, qualcuno che l’avrebbe difesa anche a costo della vita, qualcuno che provava per lei un profondo sentimento d’affetto, di fiducia e la rispettava più di chiunque altro.

E il povero Heiji non era abbastanza sveglio nell’argomento “ragazze” per capire che lui era il fidanzato perfetto.

Decise comunque di passare da lei subito dopo gli allenamenti di kendo, in modo da poter controllare come stesse la ragazza e mettersi l’animo in pace.

 

***

 

Gli allenamenti furono disastrosi, la testa del ragazzo era concentrata altrove e a causa di ciò rimediò un grosso livido sul braccio e una rovinosa sconfitta da parte di un novellino. Questo non fece altro che aumentare la sua irritazione sempre più crescente quel giorno.

-Hey Hattori! Che ne dici di uscire a mangiare qualcosa adesso? Non mi sembri proprio in forma, non è che ti denutriscono a casa?-

Heiji rispose con un mezzo sorriso tirato e commentò:

-No guarda, ora ho un impegno mi spiace..-

-Un impegno?!-

Lo punzecchiò immediatamente l’altro mentre spuntava sulle sue labbra un sorriso malandrino.

-Sarà sicuramente con la Toyama visto la tua testa tra le nuvole oggi e la sua misteriosa assenza da scuola!-

Il detective si limitò ad incenerirlo con lo sguardo, poi commentò acido:

-Vado a casa sua a vedere come sta, visto che non risponde al cellulare ne a  me ne alle sue amiche!-

Quello scoppiò a ridere seriamente divertito e ribatté:

-Ma seriamente la vai a trovare? Sembri un fidanzatino in pena per lei!! E ti consulti pure con le amiche per sapere come sta!! Ma che gelosone che sei!!-

Questa volta Heiji risposo con quell’aria innocente che lo contraddistingueva nell’argomento “donne”:

-Perché mai fidanzatino? Sono un suo amico d’infanzia, mi sembra un obbligo informarmi sulla sua salute!-

Il suo interlocutore rimase spiazzato per qualche secondo, poi tornò alla carica:

-Si ma Hattori, pensaci un po’ su.. Insomma sei un detective di fama nazionale dovresti arrivarci semplicemente come fare un’addizione idiota! Come due più due fa quattro tu e lei siete innamorati! È lampante come cosa!!-

Il colorito di Heiji assunse le tinte di un bel pomodoro maturo, mentre iniziò balbettante:

-Ma no! Cosa dici! Non sono mica innamorato di lei io!! Ne tantomeno lei lo è di me!!-

L’altro scoppiò nuovamente a ridere e commentò serio:

-Sono serissimo. Per me dovreste essere più sinceri con voi stessi e dichiararvi, formereste la coppia più bella del liceo! E dico sul serio amico, se qui non ti muovi qualcuno cercherà di rubartela. La Toyama è una delle più belle ragazze della nostra scuola, è affascinante, brava nello sport e ha una media eccellente. Chi non la desidererebbe affianco? Sii sincero con te stesso amico. Fai in fretta a legarla a te seriamente.-

 

***

 

L’aria gelida scompigliava i capelli del giovane seduto ormai da più di un’ora sui gradini dell’ingresso di casa Toyama. Un’aria cupa occupava il suo volto solitamente disteso e sorridente, mentre il suo cervello sempre in azione rimuginava sulle parole dette a lui nello spogliatoio poche ore prima.

“La Toyama è una delle più belle ragazze della nostra scuola, è affascinante, brava nello sport e ha una media eccellente. Chi non la desidererebbe affianco?”

Queste parole martellavano incessantemente la sua testa.

Lui sapeva che Kazuha era una ragazza magnifica, aveva sempre riconosciuto le sue doti anche se glielo dimostrava raramente. Lui meglio di chiunque altro la conosceva e sapeva che ragazza eccezionale stesse diventando, anche perché da quando i suoi tratti avevano abbandonato quelli di un’adolescente facendosi più adulti aveva assunto quella bellezza che in molte invidiavano. Anche se spesso era in litigio con lei, anche se la punzecchiava la maggior parte delle volte, anche se la prendeva spudoratamente in giro sminuendola lui sapeva quanto valesse.

E non aveva mai sfiorato l’anticamera del suo fin troppo arguto cervello il fatto che qualcun altro potesse accorgersene.

Si scompigliò i capelli nerissimi cercando di scacciare tutti quei brutti pensieri dalla testa e diede un’occhiata all’orologio: era ormai un’ora e mezza che restava seduto su quei gradini aspettando che lei. L’inverno stava mostrando l’aspetto di se che Heiji più detestava, il freddo gelido gli stava entrando fin dentro le ossa. Non ricordava che lo scorso gennaio avesse fatto così freddo, ma probabilmente non lo ricordava perché non aveva aspettato che qualcuno rincasasse seduto sui gradini di casa sua per tutto quel tempo.

Appoggiò la testa sconfitto alla porta d’ingresso e socchiuse gli occhi, restando in quella posizione per qualche minuto, finché una voce non lo ridestò da quel mezzo torpore in cui era caduto.

-Grazie mille della cena!! Ho apprezzato moltissimo che tu ti sia preoccupato per me oggi! Sei riuscito a tirarmi veramente su il morale!-

Gli occhi di Heiji si aprirono più svegli che mai sentendo quella voce famigliare a pochi metri da lui, nascosta soltanto dalla siepe che nascondeva la casa da sguardi indiscreti.

Lo sguardo del ragazzo si fece una fessura. Non doveva volerci un genio per capire con chi stesse parlando la sua Kazuha, quel damerino di Morita. Si tirò una pacca sulla testa mentre la definiva sua e restò in silenzio ad ascoltare il resto del discorso.

-Ma cosa dici? È stato mio dovere venire a vedere come stessi! Mi sarei sentito in colpa se tu ti fossi ammalata a causa della nostra uscita di ieri!-

Lei scoppiò  in quella sua risata cristallina che Heiji amava tanto e poi commentò:

-Ti ripeto che non sono stata a casa per quello, ho semplicemente passato una brutta nottata per colpa di un amico che credevo diverso.-

-E allora toglimi la curiosità ora che la serata è finita, chi è questo tuo amico?-

Lei rimase in silenzio, mentre una lenta fitta dolorosa iniziava a farsi spazio nelle viscere di Heiji fino a raggiungere il cuore.

- È Hattori?-

Chiese Morita con aria innocente e preoccupata. La ragazza impiegò ancora qualche secondo a rispondere, poi commentò:

-Si, lo credevo diverso. O almeno, credevo diverso il rapporto che aveva con me. Forse mi ero illusa di avere un rapporto esclusivo con lui, che io fossi veramente importante. Ma in fondo lui non è mica il mio fidanzato e quindi non è solo mio. È più che legittimo che stringa a se altre ragazze.-

La ragazza si interruppe un momento ed Heiji immaginò che quel sorriso triste che  non sopportava sulle sue labbra fosse appena apparso.

-E anche oggi, non è venuto a vedere come stavo. Non so, mi ha un po’ deluso, probabilmente ero io l’illusa. Però mi hai cambiato la giornata Morita, grazie mille!-

Heiji vide la sagoma alta di Morita che si sporgeva ad abbracciare Kazuha ed in quel momento non ce la fece più ad assistere a quella scena. Corse sul retro della casa scavalcando agilmente il cancello, come aveva fatto tante volte per introdursi in casa della ragazza “ad orari poco consoni”, come l’aveva più volte rimbeccato il padre di lei.

Corse, corse finché non sentì i polmoni lacerarsi, finché non cadde sulle ginocchia distrutto, finché non vide grosse gocce scendere dai suoi occhi chiari e macchiare l’asfalto.

Kazuha stava male e stava male per colpa sua. Ma la cosa che gli faceva ancora più male era il suo egoismo, che vedeva lui come unica soluzione per la felicità della ragazza. Ora però aveva avuto sotto gli occhi un altro corpo che la stringeva, un altro uomo che raccoglieva le sue lacrime sul suo petto.

Il suo compagno del club di kendo aveva pienamente ragione.

“E dico sul serio amico, se qui non ti muovi qualcuno cercherà di rubartela.”

E qualcuno ormai c’era riuscito.

Heiji tirò un pugno al asfalto sentendo le sue nocche che si laceravano contro quel materiale duro e nero, ma se ne fregò, continuando a sfogare la sua ira contro quel oggetto inanimato che non poteva provare dolore.

Perché a volte l’unica speranza che ti resta è che il dolore fisico possa superare quello dell’anima e farti smettere di sentirti straziato.

Si, ma resta una vana speranza, niente di più.

 

Nessun dolore fisico poteva superare quello che provava ora l’anima lacerata di Henji Hattori, il famoso detective dell’ovest.

 

 

 

 

 

 

*Angolo della disgrazia*

Ed ecco qui dopo poco più di un mese (quasi puntuale cavoliiii!!!) il sesto capitoloooo! :D

Sono abbastanza presa bene con questa storia in questo momento, quindi potrei quasi quasi mettermi ad iniziare a scrivere ora il prossimo capitolo..!!! (Ho detto quasi quasi, non vi illudete!! xD )

Spero che sia questo capitolo che lo scorso vi siano piaciuti!!

Prometto di tornare presto, nel frattempo non mi dispiacerebbe qualche parere su come sta procedendo la storia!!

Detto ciò,

a presto!!

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Capitolo 7
*** VII Capitolo ***


 

_Your Guardian Angel_

 

Una strana sensazione accompagnò Kazuha a letto quella sera, come se avesse fatto qualcosa che non andava per niente bene senza esserne a conoscenza. Non dormì neanche bene, tormentata da quel pensiero, che si aggirava meschino nella sua testa, facendola crogiolare nel dubbio e non mostrandole dove avesse sbagliato.

La sera prima si era sentita veramente bene nell’abbraccio di Morita, mentre lui la consolava per colpa di quella testa di rapa di Heiji.

Heiji.

Argomento dolente quella mattina in cui si svegliò, ancora delusa per non aver ricevuto una sua visita il giorno prima, per vedere come stesse visto che si era categoricamente di rispondergli al telefono il giorno prima.

Voleva vederlo, voleva essere egocentrica per una volta nella vita, voleva che lui arrivasse con quell’aria crucciata, voleva gongolarsi vedendolo sorridere mentre gli assicurava che stava bene, osservando la sua fronte corrucciata distendersi felice nel vederla sana.

Ed invece  nulla, si era dovuta accontentare di quel amico che stava entrando sempre di più nella sua vita, facendole sentire sempre di meno la mancanza di Heiji ogni volta in cui si trovava con lui.

Amico?

Non sapeva come definire Morita in quel momento, non lo conosceva ancora abbastanza per potere avere un’idea precisa della sua persona, ma nonostante ciò quel ragazzo le piaceva parecchio.

Sbuffò sonoramente in mezzo alla strada verso la scuola che stava percorrendo sola, si passò una mano tra i capelli e gli scompigliò leggermente. Aveva troppi pensieri per la testa in quel periodo e non si riusciva a concentrare sugli studi come avrebbe dovuto. Quello era il suo ultimo anno di liceo e doveva passarlo a pieni voti per far essere soddisfatti di lei i suoi genitori.

Con quel pensiero per la testa si avviò verso la scuola più leggera, convincendosi che tutto andasse bene.

 

***

 

Rimase un po’ delusa non vedendolo quel giorno e neppure il giorno seguente ed iniziò ben presto a sentire la sua mancanza. Nella pausa pranzo del suo secondo giorno di assenza quindi Kazuha decise di andare da Manobu, uno dei migliori amici del ragazzo, per chiedere a lui come stesse.

-Si è preso una polmonite?-

Chiese Kazuha con voce stridula e stupita.

-Si, quel disgraziato è a letto con la febbre alta da due giorni e con una tosse che fa accapponare la pelle!-

Manobu rispose enfatico alla domanda della ragazza, agitando le mani e gesticolando come un forsennato, lei allora chiese curiosa:

-Ma come ha fatto a prenderla?-

Il suo interlocutore alzò le spalle e sbuffò, rispondendo poi:

-Non ho capito bene. Ho parlato solo con la madre, perché lui non vuole vedere nessuno a quanto pare, e mi ha detto che l’altra sera ha fatto tardi dopo il kendo ed è arrivato a casa sudato e distrutto, lasciandosi andare nel letto senza una parola. Il giorno dopo sua madre è andata li per svegliarlo e ha capito che aveva la febbre alta, visto quanto scottava. E lui non dice una parola! Vuole restare solo e risponde in malo modo a chiunque.. Non mi ha neanche fatto entrare in camera quando sono andato a trovarlo!-

Kazuha era esterrefatta. Quello zuccone del suo migliore amico era a casa con la polmonite da due giorni e lei lo scopriva solo ora, sentendolo da un suo amico.

Era pessima, veramente una pessima amica.

 

***

 

Si presentò davanti alla porta di casa sua subito dopo la fine delle lezioni, preoccupata come non mai della salute del ragazzo. Nelle ore pomeridiane non aveva fatto altro che pensare e ripensare a come potesse stare e al perché di quella chiusura verso il mondo.

E intanto quell’inquietudine che da un paio di giorni aleggiava dentro di lei continuava ad aumentare.

Bussò leggera alla porta, preoccupata di poterlo disturbare con il suono acuto del campanello e dopo poco la madre del ragazzo andò ad aprire.

Un sorriso si aprì sul volto della donna vedendo l’amica d’infanzia del figlio e subito la invitò ad entrare. Le due donne si sedettero in salotto e subito dopo i convenevoli Kazuha cinguettò:

-Ho saputo solo oggi da Manobu di Heiji! E’ grave?-

La donna sorrise rassicurante alla ragazza e con il solito tono comprensivo e tranquillizzante da madre rispose:

-Quella testa di calda di Heiji ne ha viste di peggiori. Non sarà una polmonite a farlo fuori, si riprenderà nel giro di una settimana!-

Il volto di Kazuha si distese evidentemente più rilassato, poi chiese:

-Ma come ha fatto? È proprio una testa di rapa ad andare in giro con questo freddo sudato dopo il kendo!-

La madre annuì pensierosa e rispose:

-Si, è stato un disgraziato a tornare a quell’ora tutto sudato, ma a quanto pare non si è fermato più del dovuto in palestra, il custode mi ha assicurato che è uscito tutto di fretta al solito orario.-

Le due donne si guardarono per qualche secondo rimuginando sulla situazione, poi Kazuha, timidamente, chiese:

-E lui non vuole dire dove sia stato?-

La madre scosse la testa mortificata e commentò:

-Macché! Ogni volta che io o suo padre cerchiamo di incanalare l’argomento lui si arrabbia e rimane zitto, mentre sul suo volto si dipinge una tristezza infinita. Detto tra noi, speravo che tu passassi Kazuha. Di solito hai un effetto benefico su di lui, lo rendi più di buon umore di quanto tu possa immaginare. Quindi spero che con te abbia voglia di parlare, sempre che a te vada bene.-

La ragazza sorrise annuendo, sentendosi onorata di fare quell’effetto al figlio. Le due donne, quindi, si alzarono e si diressero verso la camera del piccolo Hattori. Shizuka bussò piano alla porta della camera, aprendola poi e mormorando:

-Tesoro, è venuta a trovarti Kazuha, posso farla entrare?-

La risposta che ricevette fece gelare il sangue nelle vene della ragazza. Una voce roca e bassa rispose acida:

-No, lei meno di tutti. Cosa non vi è chiaro nella frase “lasciatemi stare”?!-

Immediatamente una forte tosse fece contrarre il ragazzo, che si girò nel letto mostrando le spalle all’ingresso e chiudendo così ogni contatto col mondo.

Subito la madre si scusò ed accostò la porta della camera del figlio guardando Kazuha mortificata.

-Non capisco cosa gli sia successo.-

Mormorò Shizune mentre scendeva le scale assieme alla ragazza.

-Mi sembra una persona diversa.-

Kazuha si fermò sulle scale incerta, avendo quasi la consapevolezza di essere stata lei a farlo cambiare così. Si congedò velocemente dalla madre del ragazzo, rassicurandola che presto sarebbe tornato il curiosone detective di sempre, e corse verso la palestra di kendo. Arrivò mentre i ragazzi uscivano dagli spogliatoi, felici di tornare a casa esausti dopo un  duro allenamento. Ne sentì due chiacchierare sulla sconfitta clamorosa di Hattori un paio di giorni prima, causata sicuramente dalla polmonite che l’aveva colpito. Si avvicinò a loro e chiese se sapessero dove Heiji fosse andato quella sera dopo l’allenamento e loro risposero che non ne avevano idea, ma che aveva parlato con uno del suo stesso anno prima di andarsene di corsa.

Kazuha li ringraziò e si diresse svelta dal diretto interessato.

-Hey Hiroya! Posso parlarti un momento?-

E chi non avrebbe parlato a quegli occhioni dolci dolci di Kazuha che lo guardavano imploranti?! Si diresse svelto dietro di lei, allontanandosi di qualche passo dal resto del gruppo.

-Dov’è andato l’altro giorno Heiji dopo gli allenamenti?-

Chiese la ragazza senza premesse ne mezzi termini. Le interessava quell’informazione e la voleva ora. Il ragazzo la guardò un po’ spiazzato, non sapendo bene se potesse rispondere o meno e che cosa fosse successo tra lei e il ragazzo e se si fossero alla fine incontrati quella sera, quindi decise di aggirare la domanda:

-Perché non lo chiedi a lui, scusa?-

Lei lo fulminò con lo sguardo e rispose parlando ad una velocità assurda e se il ragazzo non fosse stato molto concentrato sulla risposta non sarebbe riuscito a cogliere una parola di tutta quella spatafiata.

-Allora Heiji si è preso una polmonite perché è tornato la stessa sera degli allenamenti di kendo molto tardi, tutto sudato. Appena arrivato si è buttato sul letto e la mattina dopo sua mamma ha visto che aveva la febbre. In più ha una tosse che fa accapponare la pelle, te l’assicuro. Comunque non vuole vedere nessuno, nemmeno i suoi migliori amici! Quindi penso che quella sera dopo kendo sia successo qualcosa di veramente importante che l’abbia fatto diventare così!-

Il ragazzo la guardò con gli occhi sgranati e commentò solo:

-So che doveva andare a trovare qualcuno, non ha specificato..-

-Ma mi hanno detto che tu e lui avete avuto uno scambio di battute abbastanza lungo e che lui si è quasi messo ad urlare ad un certo punto!-

Ribatté pronta Kazuha, mentre i suoi occhi chiari si velavano di lacrime preoccupate per l’amico. Al ragazzo si strinse il cuore vedendo la ragazza di fronte a lui così disperata e subito rispose sincero:

-Ascolta Toyama io non so se quello che ti sto per dire ti farà star meglio, anzi.. Hattori quella sera mi ha detto che stava per venire a trovarti per vedere il perché non fossi andata a scuola quel giorno e perché non gli rispondessi al cellulare.-

La ragazza lo guardò con sguardo vuoto, iniziando a capire il perché di quel comportamento, iniziando a capire che quella sensazione nel suo stomaco fosse terribilmente fondata. Le lacrime negli occhi della ragazza iniziarono a scendere silenziose, mentre Hiroya la guardava con sguardo mortificato.

-Scusa Toyama, sei stata tu a chiedermelo, non avrei mai voluto ferirti!-

La ragazza gli sorrise e rispose:

-Non ti preoccupare, non è colpa tua! Anzi, è meglio che io l’abbia saputo ora da te che non da qualcun altro!-

Detto ciò se ne andò lasciando il ragazzo interdetto e senza una parola. La ragazza corse a casa e si chiuse in camera buttandosi sul letto.

Tutti i pezzi del puzzle tornavano.

“No, lei meno di tutti.”

Soprattutto ora poteva capire il significato di quella frase detta dal ragazzo.

Era colpa sua se Heiji si era preso una polmonite, era colpa sua se quel ragazzo era stato fuori fino a tardi, se non aveva voluto parlare con nessuno per due giorni.

Grossi lacrimoni le riempirono di nuovo gli occhi, si sentiva uno schifo.

Si addormentò di nuovo in mezzo alle lacrime, pentendosi amaramente di aver accettato quel invito a cena quella sera. Se fosse stata a casa allora lei e Heiji si sarebbero trovati e a lui non sarebbero successe tutte quelle cose.

 

 

*Angolo della disgrazia*

Questa volta sono fiera di me perché in meno di un mese sono riuscita ad aggiornare!!! :D :D

Ringrazio in particolare Sherry Myano e Rafxsulfusxsempre che hanno recensito lo scorso capitolo e mi hanno dato la carica per muovere il popò per scrivere questo!!

Spero di riuscire ad aggiornare in tempi per lo meno decenti perché con la prossima settimana inizio il periodo d’esame sommato al tirocinio..! :(

A presto!! (Mi auguro!! xD )

 

Sarugaki145__

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Capitolo 8
*** IIX Capitolo ***


 

_Your Guardian Angel_

 

Heiji era sdraiato nel suo letto, mentre la temperatura del suo corpo non si decideva a scendere. Sbuffò riempiendo la cassa toracica di aria e sentì i polmoni bruciare a quel gesto sconsiderato. Si rigirò di nuovo nel letto, osservando il cellulare e vedendo che Kazuha non gli aveva scritto dopo che era passata, doveva averla offesa con quelle parole.

 

Si sentì morire ripensando a quelle parole sconsiderate.

 

“No, lei meno di tutti.”

 

Non doveva.

 

Ora Kazuha sarebbe andata sicuramente da Hiroya e si sarebbe logorata con dei sensi di colpa scoprendo il perché fosse così di cattivo umore, quando alla fine la sua salute non erano colpa sua, ma solo di Heiji Hattori.

 

Si tirò una pacca sulla testa, cercando di dimenticare tutti quei pensieri. Prese il cellulare e provò a chiamarla, ma quello squillava a vuoto.

 

In fondo Kazuha non gli doveva nulla e poteva frequentare tutti i ragazzi che voleva, non era mica una sua esclusiva quella ragazza.

 

Quasi si spaventò quando qualcuno aprì la finestra della sua camera e vi piombò dentro.

 

-Dimmi cos’hai visto e sentito l’altra sera.-

 

Sibilò una voce a lui nota mentre si rimetteva in piedi e si sistemava la gonna che si era stropicciata nell’entrata in scena. Gli occhi dei due si incrociarono, quelli di Heiji stupiti e un po’ spaventati, quelli di Kazuha ansiosi e tesi.

 

-Rispondimi Heiji, per favore.-

 

La voce della ragazza si incrinò in quell’ultima frase, era lampante che la ragazza stesse per scoppiare a piangere, quindi Heiji rispose:

 

-Tu che ringraziavi Morita per essere passato da te e averti portati fuori a cena.-

 

Ci fu una pausa in cui la voce roca di Heiji non riempì il silenzio della stanza, finché lui non concluse:

 

-E che mi credevi un amico diverso.-

 

Quella frase quasi sussurrata arrivò alle orecchie della ragazza come un urlo d’accusa, scagliata addosso a lei con violenza e rabbia.

 

Ma Heiji non era arrabbiato e neanche deluso. Era semplicemente depresso, perché si era reso conto che quella ragazza non era una sua esclusiva, non era solo lui che la poteva comandare a bacchetta e non era nei suoi diritti la pretesa che lei non vedesse nessun altro uomo. Era uno stupido e lo sapeva bene.

 

Il silenzio tra i due si fece pesante, quasi pressante sulle loro teste. Toccava a Kazuha parlare, lo sapevano entrambi. Heiji aveva detto quello che aveva sentito, ora toccava a lei giustificare quelle parole infelici al ragazzo.

 

Kazuha si sedette per terra e si sistemò una ciocca di capelli dietro un orecchio, quindi iniziò:

 

-La sera prima Sonoko è passata da me e mi ha raccontato il vostro pomeriggio e io.. Io ti avevo visto mentre le sorridevi quel pomeriggio, quel tuo sorriso magnifico che hai quando risolvi un caso, ma che di solito riservi a me.-

 

La ragazza abbassò gli occhi e iniziò a torturarsi le dita. Non le era facile esporsi così tanto con lui, anche se doveva ammettere che il buio l’aiutava parecchio. Lui l’ascoltava in silenzio, paziente per riuscire a capire dove lei volesse andare a parare con quel discorso.

 

-E si, lo ammetto, sono morta di gelosia in quel momento. Probabilmente perché mi ero illusa di avere un’amicizia esclusiva con te, perché pensavo di essere io l’unica ragazza alla quale potevi dedicare quel sorriso. So che questa cosa è sbagliata! Ma è bello avere queste convinzioni quando si vuole sentirsi importanti!! Ed è per questo che quel giorno non sono venuta a scuola e poi sono uscita con Morita, perché volevo distrarmi.-

 

Gli occhi dei due si incrociarono per un attimo nel buio, poi Heiji parlò.

 

-Penso mi sia successa la stessa cosa quando ho visto quello li che ti abbracciava. Pensavo tu fossi solo mia, si mia.-

 

Sottolineò quell’ultima parola e la ragazza lo guardò arrossendo e ringraziando ancora una volta il buio della stanza.

 

Il ragazzo si alzò a sedere sul letto e subito Kazuha si alzò per rimetterlo a letto.

 

-Cosa fai testa di rapa? Resta giù che sei febbricitante!!-

 

Lui le prese la mano e sussurrò:

 

-Hai gli occhi lucidi, ti voglio abbracciare io, mica che tu vada di nuovo da quel buono a nulla!-

 

Kazuha rise piano e si mise ad accarezzargli i capelli incredibilmente soffici per farlo calmare.

 

-Non appena ti sarai ripreso completamente mi darai un abbraccio mille volte migliore di quello che mi ha dato Morita!-

 

Il ragazzo sorrise e dopo qualche colpo di tosse si ridistese sul letto esausto, mentre la ragazza continuava ad accarezzargli i capelli paziente. Lui chiuse gli occhi appoggiandosi alla gamba della ragazza, grato della sua presenza. Si addormentò velocemente a causa della febbre che gli toglieva qualsiasi energia, mentre Kazuha lo osservava con sguardo perso. Quando si accorse che si era ormai addormentato gli diede un bacio leggero sulla guancia e uscì nuovamente dalla finestra, sperando che a casa non si fossero accorti della sua assenza.

 

***

 

Una settimana dopo Heiji Hattori rimise piede a scuola con la solita aria spavalda, con quello sguardo seduttore e con una nuova vitalità.

 

-Heilà!-

 

Salutò entusiasta i compagni di classe sedendosi sul banco affianco a quello in cui gli amici stavano tenendo una discussione calcistica. Quelli ricambiarono il saluto felici del suo ritorno e lo inclusero subito nel discorso.

 

Kazuha lo osservava assorta da qualche metro di distanza, vedendo come era tornato tutto come prima. In quella settimana era andata spesso a trovarlo, talvolta accompagnata anche da altri compagni di classe e le era sembrato che dopo il chiarimento di quella sera di una settimana prima tutto, o quasi, fosse tornato alla normalità.

 

Mentre parlava con gli amici Heiji si girò a cercarla con gli occhi e non appena la trovò a guardarlo le sorrise teneramente e lei ricambiò con un velo di imbarazzo per essere stata beccata in pieno ad osservarlo.

 

-Cos’è questa novità? Tu e la Toyama che vi scambiate sorrisi innamorati?-

 

Chiese Tokichiro con un sorriso furbastro sulle labbra. Heiji lo guardò con il suo sguardo di sfida e rispose secco:

 

-E se anche fosse? Ti creerebbe problemi?-

 

Il ragazzo rimase per qualche secondo interdetto, non sapendo come rispondere, finché Heiji non scoppiò in una fragorosa risata e commentò:

 

-Sto scherzando!! Volevo vedere come avresti reagito! E a giudicare dalla tua faccia e da quella di Manobu ci siete rimasti di stucco!-

 

I due lo fulminarono con lo sguardo e il primo a parlare fu Manobu:

 

-Brutto disgraziato!! E noi che abbiamo pensato che finalmente ti fossi deciso a dichiararti!! Non farci mai più scherzi del genere, perché eravamo già pronti a stappare lo champagne!!-

 

Il detective continuò a ridere spensierato ripensando alle facce dei due amici, finché un gruppetto di ragazze non entrò in classe e gli si accalcò intorno, iniziando a chiedere come stesse e se fosse completamente guarito. Qualcuna propose che alla prossima malattia avrebbe potuto farle da infermiera e non solo quello. L’entrata della professoressa in classe fece fuggire le ragazze ed Heiji fu obbligato a sedersi composto per assistere alla lezione.

 

-Bene ragazzi!-

 

Iniziò con quella tipica vocina acuta la loro professoressa di matematica.

 

-Come sapete siete all’ultimo anno di liceo e quest’anno avrete gli esami!-

 

Tra la classe si alzò un mormorio di disapprovazione alla parola “esami”, ma come se non l’avesse notato la professoressa continuò:

 

-Ed è per questo che quest’anno abbiamo deciso che il ballo annuale di addio, che ogni anno è organizzato per voi studenti dell’ultimo anno, anziché alla conclusione degli esami, ma per la festa di san Valentino!-

 

In classe si creò un silenzio imbarazzante, rotto da una voce stridula di una compagna di classe che lamentandosi disse:

 

-Ma professoressa!! Così farà sentire ancora più soli quelli senza fidanzato!!-

 

Tra la classe si alzò un chiacchiericcio fastidioso, mentre le amiche si consultavano su chi potessero invitare e i ragazzi su quante proposte avrebbero ricevuto. La professoressa riportò però in pochi secondi la classe all’ordine ed iniziò la lezione, che fu seguita da neanche un quarto della classe.

 

Mentre Kazuha sonnecchiava sul banco la sua mente iniziò a vagare sul ballo della scuola e sul suo possibile accompagnatore. Era ovvio che lei desiderasse andare con Heiji Hattori, ma lui non l’avrebbe mai invitata, era troppo orgoglioso e troppo occupato a curarsi delle sua fans, come aveva fatto quel giorno. Sbuffò stanca, appoggiando la testa alla mano, per sorreggere quella testolina che creava fin troppe idee. Sbuffò e si arruffò i capelli che le cadevano sulla fronte e quando alzò gli occhi incontrò quelli di Morita, che le sorrise. La ragazza ricambiò il sorriso un po’ a disagio, tornando a far finta di concentrarsi sulla lezione mentre la sua testa vagava sulla presenza anche di Morita.

 

La lezione dopo quella che sembrò un’eternità terminò, con un sospiro di sollievo dell’intera classe. Immediatamente le ragazze si raggrupparono in gruppetti di tre o quattro, a chiacchierare sui possibili ragazzi del ballo che le avrebbero potute invitare.

Heiji corse fuori dalla classe, pronto ad andare ad allenarsi per kendo, avendo saltato gli allenamenti per un’intera settimana. Prima di uscire acchiappò per un braccio Fumiko, mormorandole qualcosa all’orecchio e ringraziandola poi con il suo sorriso caratteristico. Kazuha vide la scena e le venne un colpo al cuore, soprattutto dopo aver visto il sorriso che si stampò sulle labbra della ragazza.

 

Kazuha si maledisse per aver pensato ancora una volta che Heiji potesse sorridere solo ed esclusivamente a lei, come se veramente lui fosse solo suo. In fondo quando la settimana prima avevano parlato avevano solo messo in chiaro che la loro amicizia era speciale e in un certo senso era giusto essere geloso dell’altro visto il profondo legame che gli univa da sempre, ma mica voleva dire che loro due fossero fidanzati o cose del genere! La ragazza sbuffò sonoramente, distogliendo lo sguardo dall’amica che intanto tornava verso di lei.

 

 

 

 

 

 

 

 

*Angolo della disgrazia*

 

Signori e signoreeee… Un altro aggiornamento senza ritardi!!! :’)

Mi sembra un sogno!!! Sono già all’opera per il nuovo capitolo e siccome sono a casa per un paio di settimane abbiate fiducia che arriverà presto! :D
Ringrazio infinitamente Sherry Myano & LucyloveAnimemanga per aver recensito lo scorso capitolo!!!
Un abbraccio virtuale stritolante a tutti!! (:

 

Sarugaki145__

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Capitolo 9
*** IX Capitolo ***


_Your Guardian Angel_
 


-Kazuha! Ti va di andare a prendere un gelato dopo le lezioni?-
 
Squittì Fumiko apparendole di fianco e strattonandola per una manica.
 
-Non lo so. Sono un po’ stanca e non mi dispiacerebbe l’idea di andare a dormire un’oretta prima di studiare!-
 
Ammise la ragazza con un mezzo sorriso di scuse, prendendosi un’occhiataccia.
 
-Kazuha Toyama!-
 
Tuonò l’amica incrociando le braccia al petto e incenerendola, per poi proseguire:
 
-Siamo nel pieno della nostra giovinezza, non pensare neanche di dormire al pomeriggio!-
 
Kazuha scoppiò a ridere e rispose sorridente:
 
-E gelato sia! Alla faccia della nostra dieta!-
 
L’altra scoppiò a ridere e la prese a braccetto, avviandosi insieme verso l’uscita dell’edificio.
 
Prima di riuscire ad arrivare alla porta vennero però intercettate da un bel biondo che si accostò a loro e chiese:
 
-Toyama, posso parlarti un attimo? Sempre che non ti dispiaccia Megane.-
 
Concluse con il suo miglior sorriso seducente, prendendosi solo uno sbuffo da parte di Fumiko, che rispose acida:
 
-Mio caro, mi dispiace se me la porti via! Stavamo uscendo, quindi mi spiace per te ma le parlerai domani mattina!-
 
Detto ciò trascinò via l’amica, che si scusò con un sorriso e un’alzata di spalle come a voler dire “porta pazienza con lei”.
 
Morita le guardò uscire sospirando abbattuto.
 
Una volta tanto che Hattori non era presente e non poteva fulminarlo ogni volta in cui rivolgeva la parola a Kazuha ci si metteva l’amica.
 
Avvicinare quella ragazza sembrava una missione impossibile e proprio per questo aveva intenzione di conquistarla.
 
***
 
Fumiko e Kazuha erano davanti ad un grosso gelato alla panna quando Kazuha ricevette un messaggio.
 
“Ciao Toyama, scusa del disturbo. Appena torni a casa puoi informarmi che ho bisogno urgente di parlarti? Un bacio, Morita.”
 
La mora lesse preoccupata il messaggio e poi passò il telefono all’amica, mentre una ruga di preoccupazione le solcava la fronte liscia.
 
-E se avesse qualche problema? Non sarebbe meglio chiamarlo?-
 
Chiese con aria apprensiva, riprendendo il cellulare e cliccando su “Rispondi”.
 
-Ma cosa dici Kazuha?! Goditi questo pomeriggio senza guardare il telefono e senza pensarci!-
 
Rispose l’amica squillante, prendendo il cellulare e infilandolo nella sua borsa, badando bene di cancellare quel messaggio senza farsi notare.
 
-A proposito! Con chi andrai al ballo?-
 
Chiese Fumiko con aria maliziosa, posizionandosi comodamente sulla sedia, pronta a torturare l’amica per ricevere risposte.
 
Fumiko Megane era una delle migliori amiche di Kazuha, nonché la ragazza più pettegola che conoscesse. Probabilmente l’unica che poteva tenerle testa era Sonoko e sperava quindi che non si sarebbero mai incontrate.
 
-Con chi mi inviterà!-
 
Rispose Kazuha arrossendo leggermente e distogliendo lo sguardo, iniziando a giocare con il cucchiaio del gelato.
 
-Preferiresti andarci con Morita o con Hattori?-
 
Domandò l’altra non demordendo. A quel punto il rossore sulle guance di Kazuha si espanse all’intero viso.
 
-Chi ti dice che loro vorranno venirci con me?-
 
-E con chi altro dovrebbero andarci, scusa?-
 
Ribatté prontamente Fumiko, guardandola con aria di sufficienza, mentre un sorriso malizioso le solcava le labbra.
 
-Non lo so! Con qualsiasi altra ragazza del nostro istituto..!-
 
Rispose Kazuha paziente, cercando inutilmente di non far trapelare il suo imbarazzo.
 
-E va bene! Mettiamo il caso che ti invitino entrambi.. Con chi preferiresti andare?-
 
Domandò quindi Fumiko, avvicinandosi impercettibilmente al volto di Kazuha.
 
Lei non ebbe un attimo di esitazione e rispose:
 
-Con Hei..-
 
Si interruppe subito vedendo il sorriso vittorioso sul volto dell’amica.
 
-Stavo dicendo che Heiji non mi inviterà mai! Non che preferirei andare con lui!-
 
Cercò di spiegare la ragazza, ma Fumiko rispose con ovvietà:
 
-No, ovviamente. Facciamo finta che ti credo! Dopo comunque mi accompagni un attimo nella palestra della scuola? Oggi penso di aver dimenticato li la mia maglietta!-
 
Kazuha sconfitta accettò e decise di finire il gelato in silenzio mentre l’amica iniziava a sparlare di chiunque le capitasse a tiro.
 
***
 
-Hey Kazuha! Che ci fai ancora qui?-
 
Chiese Heiji uscendo dalla palestra con aria esausta e i capelli ancora umidi.
 
Kazuha era stata trascinata dopo il gelato fino a scuola, dove Fumiko l’aveva abbandonata una decina di minuti prima dicendo che avrebbe fatto “un salto veloce negli spogliatoi”.
 
-Oh Heiji! Fumiko mi ha trascinata qui perché aveva dimenticato la sua maglia, ma poi si è volatilizzata! Sono un po’ preoccupata.. Oggi era strana, voleva a tutti i costi che io mi concentrassi solo su di lei!-
 
Rispose quella un po’ preoccupata, il ragazzo invece scoppiò a ridere, prendendosi un’occhiataccia dell’amica.
 
-Cosa ridi? Magari è in pericolo! O si vuole togliere la vita! Devo trovarla!-
 
Continuò lei seriamente turbata.
 
-Sta benissimo.-
 
La rassicurò Heiji iniziando a camminare, facendo segno alla ragazza di seguirlo.
 
-Come fai ad esserne certo?-
 
Domandò curiosa muovendo qualche passo nella sua direzione per non essere lasciata indietro.
 
-Elementare Watson! Le ho chiesto io di tenerti occupata tutto il pomeriggio.-
 
Rispose franco il detective, facendo stupire ulteriormente Kazuha.
 
-Tu?-
 
Chiese la ragazza allibita fissando l’amico.
 
-Si, non volevo che Morita ti invitasse a quel ballo prima di me.-
 
Ribatté tranquillo, fissando avanti a se per non mostrare l’imbarazzo del momento.
 
Kazuha si bloccò in mezzo alla strada e chiese, mentre le guance iniziavano ad imporporarsi:
 
-E` un tuo modo per invitarmi al ballo?-
 
Il ragazzo la guardò storto e rispose:
 
-Certo che si, scema!-
 
Ribatté lui fissando un punto in lontananza nella speranza che la carnagione scura nascondesse l’imporporarsi delle sue guance.
 
-Ah..-
 
Commentò lei arrossendo, non trovando le parole per ribattere.
 
-Embè? Accetti?-
 
Chiese lui nascondendo dietro ad un tono menefreghista una seria preoccupazione per un rifiuto.
 
-Certo!-
 
Rispose lei raggiante, facendo perdere un battito all’amico, con quel sorriso.
 
Heiji si rese conto che era valsa pienamente la pena di calpestare il suo orgoglio per vedere quel volto radioso.
 
-In fondo è meglio che vieni con me piuttosto che ci finisci con qualche ragazzino che ti spezza il cuore tipo quel damerino! Chi ti sente più poi se ti deprimi?-
 
Aggiunse lui per non apparire troppo gentile con lei, che per tutta risposta lo guardò storto e ribatté gelida:
 
-Ammettere che potrebbe farti piacere venire con me mai, eh?-
 
Non appena si accorse che aveva espresso quel pensiero ad alta voce divenne bordeaux ed Heiji scoppiò a ridere.
 
-Non lo ammetterò mai, stanne certa!-
 
Lei sorrise divertita, mentre Heiji aspettava che riprendesse a camminare.
 
-Un giorno mi dirai che mi vuoi almeno un po’ di bene?-
 
Chiese lei speranzosa affiancandosi a lui e riprendendo insieme la strada verso casa.
 
-Forse sul letto di morte potrei farci un pensierino! Ma forse!-
 
Ribatté lui dopo averci pensato per qualche secondo.
 
-Ma così vuol dire che mi dovrai sopportare per tutta la vita!-
 
-Farò questo sacrificio!-
 
Rispose lui tranquillo, scoppiando poi a ridere assieme all’amica.
 
Kazuha non sapeva però che quel senso di euforia l’avrebbe abbandonata già il mattino seguente.
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*Angolo di quella che si dovrebbe vergognare*
 Allora l’altra volta ho concluso il mio commento con un “Mi sembra un sogno! Sono già all’opera per il nuovo capitolo e siccome sono a casa per un paio di settimane abbiate fiducia che arriverà presto! :D”.
E devo ammettere che sono una mentitrice!
L’ultimo aggiornamento risale al 23 Maggio 2012 e con questa mi eclisso.
Questa volta concluderò la storia perché prima di pubblicare il capitolo ho scritto tutti quelli che mancano alla fine, per la gioia di Ella1412 che mi ha dimostrato un particolare interesse per questa storia!
Un grazie immenso a chiunque leggerà e non mi insulterà.
Vi amo. Tutti.
Saru!



 

 
 

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Capitolo 10
*** X capitolo ***


_Your Guardian Angel_

 

-Hey Heiji! Buongiorno!-

 

Salutò quella mattina Kazuha il migliore amico, incrociandolo sulla strada per la scuola. Il buon umore per essere stata invitata al ballo da lui la sera prima non era ancora sfumato, quindi letteralmente saltellò affiancandosi all’amico, sicura che quella sarebbe stata la volta buona per fargli capire quanto ci tenesse a lui.

 

-Hey..!-

 

Ricambiò lui, assorto nei suoi pensieri e facendo sfumare quindi tutto l’entusiasmo della migliore amica.

 

-Cos’hai? Mi sembri distratto..-

 

Osservò la ragazza, continuando a fissarlo preoccupata, mentre un brutto presentimento si insinuava in lei.

 

-Mi conosci troppo bene!-

 

Scherzò Heiji, per poi aggiungere sovraeccitato:

 

-Sono impegnato in un nuovo caso! Da ieri sera!-

 

Kazuha alzò gli occhi al cielo esasperata per l’ennesimo caso che Heiji avrebbe inseguito in giro per il mondo, ma non si scompose e sorridendo chiese:

 

-E..?-

 

Heiji non stava più nella pelle per parlarci, quindi iniziò entusiasta:

 

-Avrai sicuramente letto sui giornali di Christal quattro assi!-

 

-Si, quella ladra che lascia sempre un asso di cuori con una C all’interno, vero?-

 

Il ragazzo annuì con sguardo perso, non notando il tono rassegnato dell’amica.

 

-Si, mio padre me ne ha parlato.. Stai lavorando a quel caso?-

 

Domandò Kazuha, sicura che fosse quello che voleva sentirsi chiedere Heiji.

 

-Esatto!- Esclamò lui -Mi ha assunto l’impresario Kusube per proteggere la sua collezione di quadri. Christal colpisce sempre uomini pieni di soldi che non vogliono devolvere nulla in beneficenza e poi usa i soldi ricavati dalla vendita della refurtiva o la ricompensa per il loro ritrovamento per associazioni benefiche.-

 

Concluse agitando le braccia euforico, lanciando quasi la borsa piena di libri in faccia  alla migliore amica. La confidenza con cui Heiji chiamava quella ladra “Christal”, come se fosse una sua vecchia amica fece irritare ancora di più la ragazza, che puntualizzò acida:

 

-Resta pur sempre una ladra.-

 

-Quello si, ma ha un qualcosa che mi affascina..-

 

Ammise il moro, mettendo le mani in tasca e iniziando a prendere a calci un sassolino per terra. In quel momento suonò il cellulare di Heiji e lui rispose serio:

 

-Pronto? Oh salve signore! Come? Nel quartiere Rappongi? Vado subito!-

 

Heiji riagganciò e mise il cellulare in tasca, mentre i suoi occhi si illuminavano radiosi.

 

-Ha colpito questa notte nel quartiere Rappongi, andiamo!-

 

Concluse prendendo Kazuha per mano e iniziando a trascinarla via, verso il quartiere in cui la famosa ladra era stata avvistata.

 

-Ma Heiji, le lezioni!-

 

Cercò inutilmente di protestare lei, rassegnandosi poi al fatto che quel giorno non sarebbero andati a scuola.

 

*

 

Era un pomeriggio freddo e ventoso a Tokio in cui Shinichi sperava di poter restare in casa a leggersi un bel libro ancora a lungo, ma Ran aveva deciso che l’avrebbero passato per negozi. Nonostante ciò era più di mezz’ora che parlava al telefono con Kazuha, quindi lui poteva godersi a pieno le fiamme del suo camino e un buon libro di Conan Doyle, finché la fidanzata non gli porse il telefono e disse:

 

-Shinichi, ti vuole parlare Kazuha!-

 

Il ragazzo alzò gli occhi dal libro e domandò curioso:

 

-La Toyama? Cosa vuole?-

 

-Prendi il telefono, te lo dirà lei tra poco.-

 

Rispose Ran preoccupata, accoccolandosi sul divano affianco a Shinichi, che prese il telefono e domandò:

 

-Toyama? Dimmi tutto!-

 

Il cervello del ragazzo aveva già iniziato ad elaborare mille motivazioni che Kazuha potesse avere per parlare con lui ed era già giunto alla conclusione che lo dovesse sgridare per qualche data che si era dimenticato.

 

-Kudo devi aiutarmi!- Esordì agitata la ragazza dall’altro capo del telefono, proseguendo subito dopo -Hai presente che Heiji sta indagando su quella ladra, Christal?-

 

-Si, la ladra dell’asse di quadri, giusto?-

 

Rispose il detective lanciando un’occhiata al giornale spiegazzato davanti al fuoco su cui aveva letto qualcosa su quella ladra quella mattina.

 

-Si proprio lei!-

 

Esclamò Kazuha al colmo dell’agitazione, per poi aggiungere con aria disperata:

 

-Scopri chi è questa ladra, ti prego!-

 

-Ma lo sta già facendo Heiji..-

 

Ribatté il ragazzo confuso, prendendo il giornale e controllando che fosse proprio il nome di Heiji quello citato nell’articolo.

 

-Appunto per questo. Risolvi il caso tu Kudo.-

 

Lo supplicò Kazuha, con un tono che dava ad intendere che molto presto sarebbe scoppiata di nuovo a piangere.

 

-Perché dovrei?-

 

Ran guardò interrogativa il fidanzato, che le rispose agitando una mano per calmarla, nonostante il suo viso lasciasse trasparire apprensione.

 

Kazuha spiegò velocemente di come ad Heiji fosse stato affidato quel caso dal signor Kusube perché la ladra aveva minacciato che lui sarebbe stato la prossima vittima. Il problema non stava tanto nel fatto che lui si fosse concentrato solo su quel caso ma sul fatto che secondo Kazuha si fosse preso una vera e propria cotta per quella ladra.

 

Non faceva altro che parlare di lei, del suo intuito sorprendente, la sua agilità, la sua intelligenza e anche la sua bellezza. L’aveva intravista mentre la inseguiva quando era riuscito a sventare un furto e da allora pensava solo ed esclusivamente a lei, tralasciando addirittura gli studi e il kendo.

 

Ormai viveva solo per quella donna.

 

Concluse la ragazza con un filo di voce, mentre continuava a passeggiare per la stanza senza sosta e cercava di trattenere le lacrime che stavano insistendo per uscire.

 

-Di cosa ti preoccupi Toyama? È una ladra, Heiji non è così stupido da innamorarsene!-

 

Cercò di sdrammatizzare il ragazzo mettendola sul ridere, ma la risposta di Kazuha fu perentoria:

 

-E se l’avesse già fatto?-

 

Shinichi rimase in silenzio per qualche secondo, soppesando le parole della ragazza, poi rispose piano:

 

-Ma non è possibile Toyama..-

 

-Shinichi.-

 

Iniziò Kazuha, facendolo stupire per averlo chiamato per nome.

 

-Per favore, vieni qui e fai tornare da me Heiji.-

 

Lo supplicò, questa volta lasciando andare tutte le lacrime trattenute fino ad allora.

 

-Va bene To.. Kazuha. Prendo il primo treno e arrivo.-

 

-Grazie.-

 

Mormorò la ragazza prima di chiudere la conversazione e scivolare lentamente per terra, immergendo la testa nelle ginocchia nella speranza di scomparire.

 

Nell’altra città invece Ran, al colmo dell’ansia, chiese al fidanzato:

 

-Shinichi, cos’è successo?-

 

-Devo andare a Osaka. Immediatamente. Vieni anche tu, Toyama ha bisogno di qualcuno che la sostenga. Io devo fare rinsavire Heiji prima che faccia stupidate.-

 

Spiegò Shinichi alzandosi in piedi e andando a prendere il computer per controllare gli orari del primo treno per Osaka.

 

*

 

-Allora Kudo? Come l’hai trovato?-

 

Chiese Kazuha preoccupata aprendo la porta di casa sua al ragazzo della sua migliore amica, che aveva appena incontrato Heiji per soppesare le sue condizioni. Il ragazzo scosse la testa e si buttò sul divano esausto.

 

-E` impazzito, non c’è altra risposta.-

 

Ran si accomodò affianco a lui e chiese:

 

-In che senso?-

 

-Non lo riconosco più. Toyama avevi proprio ragione. Pensa solo a quel caso e vuole conoscere a tutti i costi quella Christal.-

 

Kazuha scoppiò a piangere e subito Ran gli corse affianco e l’abbracciò nella speranza di riuscire a consolarla.

 

-Ragazzi come posso fare? Quello non è Heiji, non il mio Heiji.-

 

Nella stanza cadde il silenzio, interrotto solo dai singhiozzi strozzati di Kazuha e dal mormorio confortante di Ran.

 

Finalmente Shinichi parlò e propose:

 

-Kazuha, la soluzione secondo me è una sola. E io sono pronto a darti tutto il mio appoggio.-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*Angolo della disgrazia*

Vi rubo un attimo solo per dirvi grazie! Grazie ai santi che hanno recensito e letto il capitolo precedente nonostante tutto il tempo passato da quello prima! Grazie veramente!
Alla prossima!

Saru

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Capitolo 11
*** XI Capitolo ***


_Your Guardian Angel_

 
Dopo la proposta di Shinichi il morale di Kazuha migliorò notevolmente.
Continuò a parlare con Heiji il minimo indispensabile, considerandolo solo quando lui le rivolgeva la parola e liquidandolo con risposte secche. Cercò di distrarsi con le amiche il più possibile, mentre la sera si faceva aggiornare dal padre sullo svolgimento del caso di Christal.
 
L’unico pensiero che ancora le rimaneva era il ballo a cui Heiji l’aveva invitata e di cui non avevano più parlato. Lei aveva comunque acquistato un bel vestito ed era intenzionata ad andarci con o senza quel detective da strapazzo.
 
Due giorni prima del ballo Kazuha scrisse un messaggio ad Heiji e chiese se lui fosse ancora intenzionato a portarla. Ovviamente il ragazzo rispose che non sarebbe certamente venuto meno alla sua parola, quindi si diedero appuntamento davanti a casa della ragazza.
 
La fatidica sera, quando il padre di Kazuha la vide scendere le scale, rimase per un momento senza parole, rendendosi conto di come ormai sua figlia fosse diventata una donna.
 
Indossava un vestito verde smeraldo senza spalline, sotto il seno era fermato da un nastrino dello stesso colore, dopodiché il vestito scendeva lungo e sinuoso fino ai piedi. Sulle spalle indossava una stola nera per proteggersi dal freddo di Febbraio, mentre i capelli erano elegantemente raccolti in uno chignon con qualche ciuffo che sfuggiva e si arricciava sulle spalle.
 
-Sei veramente bellissima.-
 
Ammise il padre abbracciandola e dandole un bacio sulla fronte.
 
-Questa sera il tuo cavaliere non potrà che avere occhi per te. Vedi di non fare troppi cuori infranti.-
 
Lei arrossì per quei complimenti insoliti, quindi rispose:
 
-Stai tranquillo papà, sarò bravissima!-
 
L’uomo sorrise e andò alla finestra per controllare se fosse arrivato qualcuno a prenderla.
 
-Heiji non è ancora arrivato, è in ritardo?-
 
Kazuha diede un’occhiata nervosa all’orologio e rispose:
 
-Di una decina di minuti, ma sono sicura che arriverà.-
 
Dopo più di mezz’ora Kazuha capì di aver sbagliato le sue previsioni, ma al posto di deprimersi si fece accompagnare dal padre, pronta a godersi la sua serata. Prima di entrare nella palestra allestita per l’evento, scrisse un messaggio:
 
“Potevi per lo meno avvisarmi che non avevi intenzione di venire, non mi sarei offesa. Corri pure dietro alla tua ladruncola per sempre.”
 
Appena ebbe premuto l’invio sfoderò il suo miglior sorriso ed entrò in palestra, pronta a godersi una bellissima serata, come gli avevano raccomandato sia Shinichi che Ran.
 
*
 
Il cellulare di Heiji vibrò nella tasca, facendolo sbuffare per essere disturbato durante un appostamento.
 
Christal aveva anticipato che avrebbe rubato il famoso gioiello “Sogno nella notte” quando la luna l’avrebbe baciata con i suoi raggi, quindi il ragazzo era nascosto da ormai due ore affianco al diamante, in attesa della donna.
 
Quella notte aveva intenzione di vederla in tutta la sua bellezza, con l’aiuto dei raggi luminosi e quindi non stava più nella pelle solo all’idea di poterla rivedere. Era quasi un’utopia l’idea che se un giorno l’avesse catturata avrebbe potuto addirittura conoscerla e quell’idea lo teneva sveglio nonostante l’ora.
 
Il pendolo attaccato al muro ticchettava scandendo lo scorrere inesorabile dei minuti e ancora della ladra non c’era traccia. A mezzanotte, quando l’orologio scandì i dodici rintocchi, ci fu un piccolo scoppio sopra il gioiello e un fogliettino poco più grande di una carta da gioco cadde fluttuando verso il gioiello, fino ad appoggiarsi ad esso, facendo scattare l’allarme.
 
Heiji si precipitò immediatamente a prelevare il foglio e vide subito la scritta con l’inconfondibile scrittura:
 
“Questa notte, mio bel cavaliere, ho avuto un contrattempo. Rimanderemo il nostro incontro di una settimana.”
 
Il ragazzo lesse avidamente le parole, sicuro che “il bel cavaliere” fosse lui, quindi quando il biglietto gli fu strappato di mano dai poliziotti si limitò ad appoggiarsi al muro e farsi scivolare a terra con un sospiro felice.
 
Era sicuro che lei lo avesse notato in tutti quegli appostamenti e quindi ora non gli rimaneva che riuscire a conoscerla e portarla sulla strada giusta, salvarla da quel destino meschino che si era scelta.
 
Quando appoggiò la testa al muro chiudendo gli occhi, un po’ sconsolato per l’incontro mancato, prese il cellulare dalla tasca senza neanche rendersene conto e si stupì quando si trovò davanti il messaggio ricevuto più di due ore prima.
 
Quando lo aprì sentì il sangue gelarsi nelle vene.
 
“Potevi per lo meno avvisarmi che non avevi intenzione di venire, non mi sarei offesa. Corri pure dietro alla tua ladruncola per sempre.”
 
Sentiva l’odio di Kazuha in ogni lettera di quel breve sms, la delusione, la profonda tristezza.
 
Si era completamente dimenticato del ballo della scuola ed era un perfetto idiota. Aveva raccolto tutto il suo coraggio per invitare Kazuha a quel ballo, nella speranza che finalmente riuscisse a confessarle quanto ci tenesse realmente a lei e ora si era bruciato tutto per uno stupido appostamento andato a vuoto. Lei gli aveva criticato fin troppe volte che si facesse prendere dai casi estraneandosi dal mondo, ma quella volta era troppo e se ne rendeva conto anche lui.
 
Si alzò in piedi come in trance e corse fuori a prendere la moto, nella
speranza di potersi ancora far perdonare.
 
Era consapevole di quanto Kazuha ci tenesse a quel ballo, come tutte le ragazze della loro età, e quindi sapeva che non l’avrebbe perdonato facilmente. Accellerò ulteriormente nella speranza di arrivare prima della conclusione del tutto, ma quando arrivò davanti alla scuola vide varie coppie uscire dal cancello, pronte per tornare a casa.
 
Corse fino alla palestra, dove fermò Manobu e gli chiese:
 
-Hai visto Kazuha?-
 
Quello lo guardò per la prima volta con severità e rispose scrollando la testa:
 
-Heiji sei un cretino. Non capisco come tu abbia potuto dimenticarti del ballo.-
 
-Dov’è lei?-
 
Chiese lui senza alcuna intenzione di perdere tempo in quel momento ad ascoltare la predica dell’amico.
 
-E’ andata a casa accompagnata da Morita, il suo compagno per tutta la sera.-
 
Heiji sbiancò, rendendosi immediatamente conto che era stato lui stesso a spingerla tra le sue braccia, dopo tutti i suoi sforzi per separarli.
 
-Sono un coglione.-
 
Mormorò Heiji prima di iniziare a correre verso casa dell’amica, seguito dagli occhi rassegnati da Manobu, ben concio della scemata che avesse fatto il ragazzo quella sera.
 
Nella foga Heiji non aveva neanche pensato di riprendere la moto, quindi quando arrivò a casa di Kazuha era sudato e con il fiatone. Immediatamente individuò due figure sedute sui gradini di ingresso di Kazuha e senza farsi notare si mise a spiarli.
 
Kazuha e Morita stavano parlottando a bassa voce e lui le teneva le mani, mentre lei spiegava qualcosa che Heiji non riusciva a sentire.
 
In quel momento il moro si rese conto che si era lasciato sfuggire l’occasione della sua vita e che qualcuno più sveglio di lui era stato pronto a prenderla al volo.
 
Heiji non riuscì a sopportare quella vista ancora e quindi si avviò stanco, deluso e amareggiato verso casa sua, pronto a passare un’intera notte in bianco da solo con i suoi pensieri e i suoi rimorsi. Aveva promesso poco tempo prima al padre della ragazza che sarebbe stato il suo angelo custode, che non avrebbe permesso a nessuno di farla soffrire, eppure era stato lui stesso il primo a deluderla. Tirò un pugno contro un palo della luce, scorticandosi la mano, ma non diede peso alla cosa, troppo distrutto dalla sua stupidità.
 
*
 
Kazuha aveva passato una bellissima serata, nonostante fosse iniziata nel peggiore dei modi, probabilmente grazie a Morita, che l’aveva riempita di attenzioni tutto il tempo. Avevano ballato, riso e scherzato, quindi mentre sedeva con lui sui gradini dell’ingresso di casa sua ormai aveva completamente dimenticato Heiji.
 
-Ma quindi tu e tua sorella vivete qui da soli?-
 
Domandò la ragazza dopo che lui le aveva raccontato di come sua sorella cucinasse sempre per lui pasti tipicamente occidentali.
 
-Si, i miei genitori vivono all’estero, ma io e Chieko ce la caviamo egregiamente da soli, anche se qua non abbiamo nessun amico di famiglia che ci possa aiutare.-
 
Spiegò il ragazzo con un sorriso orgoglioso sulle labbra sottili.
 
-Lei lavora?-
 
Si informò Kazuha, curiosa di capire come facessero due giovani a vivere soli ad Osaka.
 
-Diciamo di si, opera nel campo dell’arte.-
 
Le rispose Morita evasivo, come se volesse chiudere così in discorso. Kazuha però domandò chiarimenti:
 
-Dell’arte?-
 
-Si, si occupa della vendita di opere d’arte all’asta.-
 
Cercò di liquidarla lui, eppure sembrava che la ragazza non avesse capito il disagio dell’amico, quindi chiese nuovamente:
 
-Che bello! A casa hai qualche cimelio?-
 
-Ne ho parecchi, i miei sono sempre stati delgi appassionati. Se vuoi questa domenica puoi venire a pranzo a casa mia, così ti mostro qualche mio tesoro!-
 
La invitò lui, cogliendo la palla al balzo per potersi prenotare per un altro appuntamento.
 
-Con molto piacere Morita!-
 
Accettò lei con un sorriso radioso, quindi lui rispose galante:
 
-Penso che la nostra conoscenza ti permetta ormai di chiamarmi Bakin e non più Morita, Kazuha cara.-
 
La ragazza accettò con un sorriso, prima di augurargli la buonanotte e ritirarsi esausta a dormire.
 
*
 
Il rapporto di Heiji e Kazuha, già in crisi prima del ballo, aveva rimediato una rottura che sembrava quasi definitiva. Heiji non si era andato a scusare con la ragazza per non essersi presentato, offeso di come lei l’avesse subito sostituito con Morita, mentre lei era arrabbiata per le mancate scuse. I due amici d’infanzia facevano ormai fatica anche solo a salutarsi, quindi quando Morita rinnovò la proposta a Kazuha di andare a mangiare a casa sua lei accettò immediatamente, stando ben attenta a farlo sapere anche a Heiji.
 
Lei e Morita tornarono a casa assieme dopo le lezioni in una giornata fredda e piovosa, quindi non appena la ragazza mise piede in casa dell’amico non poté che apprezzare il caldo che l’accolse. Prima del pranzo il biondo la portò a fare un giro per mostrarle la casa, ma appena entrati in salotto la ragazza domandò curiosa, avvicinandosi ad un buffet pieno di ceramiche:
 
-E questo gioiello? Sembra il “sogno della notte”!-
 
Cinguettò lei affascinata dalla lucentezza della collana, mentre la ammirava.
 
-Lo conosci?-
 
Chiese lui affiancandosi a lei e osservando orgoglioso il gioiello.
 
-Ho letto sui giornali che è appena stato rubato dalla ladra Christal, c’era la foto sul giornale.-
 
Lo informò lei, osservando attentamente la sua reazione.
 
-Magari questo fosse il “sogno della notte” autentico! E’ solo una copia fatta veramente bene.-
 
Rispose lui rilassato, senza dar particolare peso alla cosa.
 
-Posso toccarlo?-
 
Chiese quindi Kazuha, continuando ad osservare il ragazzo con instistenza.
 
Il ragazzo esitò un attimo prima di rispondere, serrando la mascella, poi però si ricompose e con un sorriso, prendendo la ragazza a braccetto e portandola in un'altra stanza piena di quadri rispose:
 
-Lascialo perdere, ho dei pezzi molto più interessanti!-
 
Kazuha lanciò un ultimo sguardo al gioiello, prima che la sua attenzione fosse attirata dall’arrivo di una giovane donna, che le fu presentata come Chieko Morita.
 
Il primo pensiero di Kazuha fu quanto fosse bella quella ragazza, con i lunghi capelli biondi e dei lineamenti sottili. Era una delle donne più belle che avesse mai visto, al pari di una modella, sia per bellezza che per portamento.
 
Nel vedere quella ragazza le tornò in mente uno dei tanti racconti deliranti di Heiji sulla bellezza della ladra Christal e Kazuha pensò che doveva essere almeno così bella perché lui se ne fosse innamorato così perdutamente senza averci mai parlato. Non si soffermò però troppo su quel pensiero, ma si presentò e si fece condurre fino in cucina, dove la donna aveva appena servito il pranzo.
 
Alla conclusione della giornata Kazuha domandò:
 
-Bakin, ti andrebbe di venire con me al cinema a vedere quel film appena uscito sabato sera?-
 
Il ragazzo lanciò un’occhiata alla sorella, che scrollò leggermente la testa, mandandogli uno sguardo eloquente. Quindi lui rispose diplomatico:
 
-Mi dispiace ma quella sera abbiamo una cena con degli amici di famiglia, quindi non posso. Possiamo fare domenica?-
 
La ragazza alzò un sopracciglio dubbiosa, ma accettò comunque l’invito per la domenica sera.
 
 
 
 
 
 
 
 
*Angolo della disgrazia*
Ehilà!
Eccoci alla fine anche dell’undicesimo e penultimo capitolo della fanfic!
Ebbene si, il prossimo sarà il capitolo conclusivo, dove si tireranno le sorti di tutta la questione!
La ladra Christal verrà smascherata?
Heiji si riprenderà?
Kazuha lo vorrà ancora o preferirà il buon Morita?

Lo scoprirete nel prossimo e ultimissimo capitolooo!! :D
A presto!
Saru

 

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Capitolo 12
*** XII Capitolo ***


_Your Guardian Angel_

 
Heiji ormai viveva solo in funzione di Christal, dando tutte le sue energie alla sua ricerca e preparando per ore e ore gli appostamenti per riuscire a catturarla, spesso durante le lezioni o le pause a scuola. Eppure sembrava sempre che lei sapesse precisamente cos’avrebbe fatto il ragazzo, dove si sarebbe nascosto, che trappole avrebbe preparato e questo lo mandava fuori. Quel sabato sera Christal aveva annunciato che avrebbe rubato un paio d’orecchini appartenenti alla moglie dello zar Nicola, attualmente in Giappone per una mostra, Heiji era quindi già da tutto il pomeriggio in quel museo per studiare il territorio.
 
Inaspettatamente però un’ora prima il ragazzo fu chiamato in questura da suo padre, che gli aveva detto che avevano una pista sicura per scoprire l’identità della ladra che lui inseguiva da tempo.
 
Arrivò emozionato ed eccitato, ma quando entrando nello studio di suo padre, si trovò davanti solo lui e Kazuha rimase per qualche momento spiazzato.
 
-Ciao Heiji.-
 
Salutò lei con un sorriso di circostanza, mentre l’amico d’infanzia la fissava stranito, senza riuscire neanche a rispondere.
 
-Bene, sei arrivato figliolo.- Affermò sbrigativo il capo dipartimento della polizia di Osaka –Andiamo Kazuha, non vorrei che tu facessi tardi al tuo appuntamento.-
 
Il ragazzo non poté far altro che seguirli ad una volante, non capendo ancora cosa centrasse la ragazza con la risoluzione di quel caso, mentre loro i due parlottavano tra loro in modo da non essere sentiti. Heizo sembrava molto attento a quello che Kazuha spiegava, tanto da non rivolgere la parola al figlio e a far sedere nel posto anteriore della volante la ragazza.
 
I tre si fermarono davanti al museo da cui il giovane era uscito neanche un’ora prima, quindi si diressero nella sala in cui erano conservati gli orecchini, dove Heizo iniziò a spostare tutti gli agenti e le trappole minuziosamente preparate dal figlio, senza badare alle sue proteste, per seguire le indicazioni di Kazuha.
 
Dieci minuti prima dell’ora annunciata dalla ladra i preparativi erano conclusi e tutti si nascosero, tenendo il fiato sospeso.
 
All’ora X la ladra fece il suo volteggiante ingresso, facendo come di consueto saltare la corrente, guardandosi in giro circospetta. Appena mosse i primi passi iniziò a muoversi come se sapesse precisamente dove le trappole di Heiji sarebbero scattate, finché non si trovò davanti alla teca con gli orecchini. Sicura allungò le mani per prenderli, ma in quel momento si accesero tutte le luci della stanza, con un voltaggio superiore al normale, accecandola.
 
Bastò quell’esitazione perché il padre di Heiji scattasse allo scoperto e l’ammanettasse a lui, in modo da non permetterle di scappare. La ladra cercò di strattonarsi via, ma Heizo la bloccò per un braccio, imprigionandola nella sua stretta d’acciaio.
 
Heiji era immobile a bocca aperta, mentre osservava la scena che gli si parava di fronte. Grazie ad un piano semplicissimo ideato da Kazuha erano riusciti a catturare la ladra che lui rincorreva da mesi.
 
Non appena Kazuha uscì allo scoperto e la ladra la vide le sfuggì un’imprecazione, mentre gli occhi delle due donne si incontravano gelidi.
 
-E’ un piacere per me rivederti, Chieko Morita.-
 
Affermò Kazuha parandosi davanti alla ragazza e sfilandole la maschera in pizzo nero che nascondeva i suoi tratti.
 
L’altra cercò di impedirle di sfilarle la copertura, ma la più giovane fu troppo veloce e mostrò a tutti i poliziotti sbigottiti il viso affascinante della donna, in quel momento nero di rabbia.
 
-Come hai fatto? E’ stata colpa di Bakin, vero?-
 
La mora sorrise affabile e spiegò:
 
-In parte. Quando sono venuta a casa vostra ho visto il “sogno della notte” e quando volevo prenderlo in mano Morita si è irrigidito, temendo che io lo potessi rovinare toccandolo a mani nude. Sempre quel giorno come scusa per non uscire con me questa sera ha detto che avevate una cena con degli amici di famiglia, quando mi aveva confidato che qui non conoscevate nessuno.-
 
L’intera sala era in silenzio ad ascoltare le deduzioni di Kazuha, quindi lei proseguì:
 
-Mi sono poi chiesta come mai tu sapessi sempre dove si trovavano le trappole, questo perché Heiji spesso lavorava a scuola sui suoi piani e a Morita bastava dare un’occhiata ai suoi fogli per capire cosa ti aspettava.-
 
-Maledetta! Se non fosse stato per te io sarei diventata ricchissima!-
 
Urlò Chieko inviperita, cercando di scagliarsi contro Kazuha. Heizo però la bloccò e la consegnò a degli agenti, per portarla in centrale, con anche l’ordine di andare ad arrestare Bakin Morita, in quanto complice di quei furti.
 
Rimasero nella stanza del museo solo Kazuha, Heiji e suo padre, che affermò contento:
 
-Complimenti Kazuha! Tuo padre scoppierà d’orgoglio vedendo che sua figlia ha battuto il mio e anche lei si è improvvisata detective!-
 
Ammise tirandole una pacca affettuosa sulle spalle.
 
-Sa, io non mi faccio incantare da due occhi belli.-
 
Commentò Kazuha con un sorriso angelico mentre il padre di Heiji si congratulava ancora con lei.
 
Heiji stava osservando la scena a pochi passi di distanza, quasi in trance, mentre l’idea che Kazuha fosse riuscita a risolvere quel caso iniziava a penetrare nel suo cervello.
 
Il padre si allontanò lasciandoli soli e solo allora il moro domandò:
 
-Kazuha.. Tu da quando..-
 
Lei lo guardò gelida, come se sperasse che quella scomoda presenza sparisse dalla sua vista seduta stante.
 
-Da quando tu hai smesso di considerarmi.- Rispose lei secca. –Shinichi mi ha giustamente consigliato che finché quella ladra fosse stata in giro tu saresti rimasto rimbambito a pensarla. Quindi mi sono messa d’impegno e con un po’ di fortuna ce l’ho fatta. So che avrei dovuto urlarti addosso che sei un coglione e dovevo smettere di parlarti, ma Heiji..-
 
La ragazza si interruppe, deglutendo profondamente e fissando Heiji negli occhi, mentre i suoi rischiavano di riempirsi di lacrime.
 
-Volevo vedere la tua faccia quando avrei dimostrato di non essere quella stupida che mi consideri.-
 
Concluse lei gelida, ricacciando indietro la tristezza che l’aveva assalita e la voglia di ricevere un suo abbraccio.
 
-Io non pensavo tu potessi risolvere un caso..-
 
Kazuha lo fulminò con lo sguardo e sibilò inviperita:
 
-Non sono stupida Hattori, smettila di considerarti un gradino sopra gli altri. Torna sulla terra bello.-
 
Heiji guardò l’amica senza riuscire a rispondere qualcosa, quindi lei gli tirò uno schiaffo.
 
-E se non l’ho fatto prima, te lo dico ora. Sei un coglione.-
 
Detto ciò si girò ed uscì dalla stanza a passo sostenuto.
 
-Kazuha aspetta!-
 
Riuscì finalmente a dire lui dopo una decina di secondi, ma ormai Kazuha era lontana.
 
*
 
Heiji si aspettava che Kazuha finisse su tutti i giornali la mattina seguente, eppure quando quella mattina aprì il giornale vide una sua foto in bella mostra, con sopra il titolo: “Il giovane Hattori stupisce Osaka un’altra volta!”, sotto l’articolo riportava come avesse brillantemente risolto il caso ed incastrato la ladra che inseguiva da più di un mese.
 
Come mai Kazuha non aveva ammesso di essere stata lei a risolvere il caso? Voleva umiliarlo pubblicamente svelando che non era stato merito suo?
 
Arrivò in classe quasi correndo, piazzandosi di fronte a lei, sbattendole sotto il naso il giornale.
 
-Cosa significa?-
 
La ragazza lesse il titolo e confusa domandò:
 
-Cosa?-
 
-L’articolo!-
 
Rispose lui secco, quindi la ragazza, alzando un sopracciglio, domandò:
 
-Parla della risoluzione del caso della ladra Christal..-
 
Spiegò lei non capendo dove il ragazzo volesse arrivare. Lui buttò il giornale sul banco che gli divideva e sbottò tra i denti:
 
-Perché hai detto che sono stato io a risolvere il caso? Per umiliarmi poi svelando la verità?-
 
-Mi fai così meschina? Pensavo mi conoscessi.-
 
Ribatté lei risentita, proseguendo poi irritata:
 
-Non ho detto che sono stata io per due ragioni genio, la prima è che non ho intenzione di passare per una detective, è stato un colpo di fortuna piuttosto.-
 
Gli occhi di Kazuha lampeggiavano offesi, quindi proseguì con un sibilo:
 
-La seconda è che io – Affermò rimarcando sull’”io” – Non ti avrei mai umiliato pubblicamente dicendo che ci sono arrivata prima di te alla risoluzione del caso.-
 
Heiji non seppe cosa rispondere, non si era preparato ad una risposta del genere e ripensandoci era tutto perfettamente in linea con il carattere di Kazuha, che non l’avrebbe mai e poi mai tradito in quel modo.
 
Si sentì immediatamente uno schifo per quello che aveva pensato, mentre il senso di colpa per il suo comportamento pessimo tornava prepotente.
 
Quando si era finalmente deciso a parlare il professore della prima ora entrò in classe, richiamando la classe all’ordine, quindi il detective tornò a sedersi al suo posto senza una parola.
 
Passò tutto il resto della giornata a cercare un modo per farsi perdonare dalla ragazza, che aveva irrimediabilmente deluso. Passò diverso tempo ad osservarla, mentre rideva, mentre chiacchierava con le amiche o mentre si concentrava su un passaggio particolarmente difficile della lezione e si accorse di quanto gli fosse mancata.
 
Avevano passato tutta la vita insieme, beccandosi e bisticciando fin troppo spesso, ma sempre uno affianco all’altra, coprendosi le spalle a vicenda. E ora, per inseguire una criminale, lui aveva trascurato quanto di più prezioso aveva.
 
Aveva promesso di difenderla, di starle sempre vicino e dopo neanche un mese l’aveva lasciata da parte, delusa, offesa. L’aveva data per scontata un sacco di volte, ma quella aveva superato il limite e anche lui se ne rendeva conto.
 
La osservò lasciare la scuola con Fumiko e sospirò affranto, nella speranza che l’unica idea che gli era venuta in tutto il giorno potesse funzionare.
 
*
 
Quello stesso pomeriggio Kazuha aprì la porta scocciata vista l’insistenza del campanello e si trovò davanti Heiji con un enorme mazzo di rose rosse.
 
-Ma cos..-
 
-Zitta per favore. Devo parlarti.-
 
La interruppe Heiji precipitoso e guardando quegli occhi decisi di Heiji, Kazuha per la prima volta nella vita non seppe cosa ribattere.
 
-So di essere un coglione. So di averti trascurata per inseguire una ladra che pensavo una gran donna. So di averti fatto pensare che non ti considerassi brillante come invece sei. So di non averti mai dimostrato quanto ti sono grato per tutto quello che tu fai ogni giorno per me. So che dovrei solo lasciarti stare e scomparire dalla tua vita. Ma io non ci riesco Kazuha.-
 
Heiji deglutì a vuoto, cercando le parole corrette da usare, mentre lei lo fissava con aria imperscrutabile.
 
-Io non riesco a pensare di non vederti più, di non poterti parlare, di non poter litigare con te. Perché ho finalmente capito che tu sei indispensabile per me.-
 
Kazuha rimase bloccata a guardarlo, senza riuscire a rispondere qualcosa, mentre Heiji sperava che la sua carnagione scura nascondesse il rossore delle sue guance.
 
Eppure era convinto che quella volta valesse la pena di lasciare da parte il suo orgoglio per poter far pace con Kazuha.
 
Era disposto a tutto per lei, finalmente l’aveva capito.
 
-Io voglio che tu rimanga al mio fianco per farmi il culo quando mi prendo troppo da un caso, per sgridarmi quando mi vanto delle mie capacità deduttive, per riportarmi con i piedi per terra, per incitarmi mentre faccio kendo e magari qualche volta per dirmi che mi vuoi bene.-
 
Concluse lui serio, mentre si sforzava di non abbassare lo sguardo, ma di reggere quello scettico della ragazza.
 
Kazuha stava per ribattere qualcosa ma Heiji aggiunse serio:
 
-Perché io sono innamorato di te, Kazuha, volevo dirtelo almeno una volta.-
 
E disse quelle parole perché le sentiva dal cuore, senza aver calcolato l’importanza di quelle affermazioni, perché sapeva che era l’unica cosa che voleva confessarle da tempo, da prima di Morita, di Christal, di tutto ciò che riusciva sempre a mettersi in mezzo a loro due.
 
La ragazza impiegò qualche istante per rispondere, soppesando le parole nella sua testa, quindi si decise:
 
-Heiji Hattori, spero che tu ti renda conto di quanto siano pesanti le tue parole.-
 
Il ragazzo riuscì a reggere lo sguardo dell’amica, che stava cercando qualche ripensamento nei suoi occhi.
 
-Giuro che se un giorno ti rimangerai queste parole io ti farò passare le pene dell’inferno e sai benissimo che ne sono capace.-
 
Concluse lei incrociando le braccia e scrutandolo con cipiglio severo, quasi arrabbiato.
 
-Quindi la tua risposta?-
 
Domandò il moro confuso, iniziando ad entrare nel panico.
 
-Non mi hai fatto nessuna domanda.-
 
Ribatté lei ovvia, per farlo soffrire ancora un po’.
 
-Vuoi essere il mio angelo custode per sempre?-
 
Chiese Heiji con un filo di voce, raccogliendo tutto il suo coraggio e guardando supplichevole gli occhi di cui si era innamorato tanto tempo prima.
 
-Direi che mi tocca detective da strapazzo.-
 
Rispose lei con un sorriso storto prima di catturare le sue labbra con il primo bacio di quella lunga giornata.
 
- The end.
 
 
 
 
 
*Angolino piccino piccino*
 
Ehiii!
A parte la ola perché dopo anni (è iniziata nel 2011 questa fanfic! O__O ) sono riuscita a concludere questa schifezza storia, sono veramente felice che qualche poveraccio abbia continuato a seguirmi in questi ultimi capitoli!
Volevo in particolare ringraziare tutti quelli che hanno recensito questi ultimi capitoli:
Ella1412, che più di una volta mi ha sollecitata per decidermi a concludere questa fan fic quindi forse è proprio grazie a te che sono arrivata a scrivere quel “The End”, senza lasciare di nuovo a metà perché non avevo voglia di mettermi a sistemare le parti che avevo tralasciato.
Titta24 perché hai tanto entusiasmo e ti auguro di continuare a scrivere e a leggere e ti assicuro che sei sulla strada giusta per arrivare a diventare veramente brava!
Lisileo che per fortuna non ho fatto restare troppo in ansia aggiornando in poco tempo!
Rafxsulfusxsempre che spero non voglia più uccidere a padellate in testa Heiji, che finalmente ha capito i suoi veri sentimenti! :)
Ringrazio anche tutti quelli che hanno messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate!!
Grazie a tutti! Vi amo e vi abbraccerei tuttissimi!
Ora posso andare a piangere in un angolo! :P
 
Saru! :)
 
 

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