Our Perfect Disease

di ChibiNekoChan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lo scorrere del tempo ***
Capitolo 2: *** Essere osservati. ***
Capitolo 3: *** Primo tentativo. ***
Capitolo 4: *** Scelte frettolose. ***
Capitolo 5: *** The deed is done. ***



Capitolo 1
*** Lo scorrere del tempo ***


Dipper non riusciva a capire.
Odiava quel triangolo, lo odiava più di qualsiasi cosa al mondo.
Eppure si trovava lì, sull'attico, solitario, a fissare i lineamenti disegnati sulla finestra.
Triangolari.
Cosa gli stava accadendo?
Doveva ammettere che da quando Bill non si era più mostrato - ed erano passati un anno o due - le cose si erano fatte noiose. Ormai i suoi piani erano giunti a compimento, che motivo avrebbe avuto per farsi vedere nuovamente dopotutto?
Forse da qualche parte nel profondo del suo subconscio Dipper sperava che un motivo esistesse ancora.
Non riusciva a rassegnarsi al pensiero di aver perso ogni indizio per risolvere i misteri di Gravity Falls per sempre.
Il computer, distrutto, ridotto in macerie sotto i suoi stessi piedi, seppur manovrati dal demone.
Il libro non era che un lontano ricordo ormai, ridotto in polvere dalle fiamme blu di Bill, nel momento in cui Mabel glielo passò.
Non riuscì ad arrabbiarsi con lei, infondo la propria gemella è più importante di un antico tomo scritto da chissà chi. Già, probabilmente non avrebbe mai scoperto l'autore del libro. Ma come poteva biasimarla?
Infondo se Bill avesse lasciato la presa sulla corda, probabilmente lei sarebbe rimasta ferita, ed oltre i motivi che hanno spinto lei a consegnarlo, Dipper odiava pensare all'idea che Mabel avrebbe potuto ferirsi.
Gli andava discretamente bene come fossero andati i fatti alla fine, col lavoro estivo al Mistery Shack era anche riuscito a mettere qualche soldo da parte, senza particolare interesse su cosa comprarci in seguito, era soltanto una tipica precauzione che le persone come Dipper prendono. Non si sa mai.
Mabel d'altro canto, sapendo del risparmio fatto da suo fratello, aveva completamente abbandonato l'idea di lavorare, usando quel tempo per trascorrerlo con Candy e Grenda. A Dipper andava bene finché le teneva lontane durante la notte, non sarebbe resistito molto con un loro pigiama party nelle vicinanze.
Allora, se la sua vita sembrava andare per il verso giusto nonostante gli eventi, cosa non andava?
E' una domanda discretamente facile da rispondere in verità, a Dipper mancava sentire l'adrenalina che provava quando si metteva all'opera ed indagava, occhiaie nere come la pece, notti insonni. 
Adorava quel genere di cose, ma ora poteva solo leggerne in libri di mistero e avventura, e la cosa non gli andava a genio. Sapeva che se avesse voluto sarebbe riuscito a ingranare nuovamente sulla vita che faceva un tempo... ma come?
RIfletteva.
Sopratutto non si capacitava di come, pensando al mistero, la prima cosa che gli venisse in mente non fosse il libro o chissà cos'altro;
era Bill.
Magari erano solo pensieri dettati dall'odio, ponderava, ma dentro di sè sapeva che se voleva riprendere da dove la sua vecchia vita terminava, Bill era la chiave.
Doveva soltanto trovarlo.
Tuttavia il demone non si mostrava da ormai troppo tempo, tanto che persino i suoi ricordi riguardo il triangolo fluttuante non erano nitidi come un tempo. Sembravano... sogni. Sembrava fosse stato tutto un sogno.
Si prese un momento per guardare cosa accadesse al di fuori dello Shack, e la vita sembrava tranquilla; poteva udire da lì Mabel fare le solite cose da Mabel, vedeva Soos maneggiare qualcosa dal piccolo furgone di cui disponevano, forse altra merce da mettere sugli scaffali. Non gli interessava poi molto.
Poi vide Wendy, era appena uscita dall'edificio.
Non sapeva cosa stesse facendo, la osservò in silenzio mentre riferiva qualche parola a Soos, rideva... sembrava aspettasse qualcuno.
Poi ricordò.

La sua mente gli faceva scherzi del genere, sembrava voler rimuovere l'immagine che Wendy fosse fidanzata.
Non poteva farci nulla, infondo lui era tre anni più piccolo, cosa c'entrava un moccioso nella vita amorosa di un'adolescente? Nonostante anche lui fosse ormai un adolescente, gli anni che li differenziavano non cambiavano, così come le carte in tavola.
Ma una cosa gli dava fastidio.
I suoi pensieri vennero interrotti dal suono di un clackson esageratamente forte e nonostante le voci fossero terribilmente ovattate riuscì a sentire un "Wendy, sono qua!", ed onestamente sperava non avesse mai dovuto sentirlo.
Odiava quella voce.
Odiava quel ragazzo.
Robbie.
Non poteva far nulla riguardo alla loro relazione, entrambi erano adolescenti, si amavano seppur lui avesse provato ad ingannarla con quella canzone. Erano ritornati insieme.
Ecco cosa gli dava fastidio, non tanto che fosse fidanzata con qualcuno, ma che lo fosse con Robbie.
A Dipper sembrava davvero che egli non la meritasse. Lui era così poco se comparato a lei.
Rifletteva sulla frase di uno dei libri che aveva letto, non ricordava quale tuttavia, "Accettiamo l'amore che pensiamo di meritare". Poteva quella massima applicarsi anche per la bella ragazza dai lunghi capelli rossi? Eppure lei dava l'impressione di essere molto sicura di sé, ma alla fine Dipper ammise di non poter constatare con certezza cosa le passasse per la mente. Non sapeva molto dei sentimenti di Wendy, a lui bastava guardarla per sapere che poteva fidarsi di lei, gli bastava guardarla per sapere che era fantastica.
Ma non era roba per lui.

Staccò lo sguardo dalla finestra e lo gettò ai suoi piedi con frustrazione.
Tre anni di differenza lo dividevano dalla sua anima gemella, o questo è ciò di cui lui era estremamente convinto.
Come un lampo, un'idea folle gli attraversò la mente.
Non credeva nemmeno fosse fattibile.
Forse in realtà lo disse solo per scherzo, ma qualcosa nei suoi occhi avrebbe fatto scartare a chiunque questa opzione.
Posò una mano sul vetro con sù incisa questa forma che tanto ricordava Bill e sospirò.
Esitò, "Se in questo momento potessi, probabilmente arriverei anche a fare un patto con quel demone brucia-libri pur di avere l'età di Wendy." si lasciò scappare una debole risata, che in quel momento sembrava avesse lo scopo di deridere la pateticità dell'affermazione appena detta. Forse era la mancanza di avventura che parlava per lui in quel momento, infondo una ragione tanto stupida non spingerebbe mai l'intelligente Dipper Pines a stringere un patto con un feroce e maligno demone, giusto?
Giusto?

Un brivido lo scosse, come se qualcosa lo avesse carezzato con freddo sadismo lungo tutta la schiena.
Si sentì osservato, ma scansò subito questa sensazione, credendo fosse solo un altro effetto della sua solita paranoia.
Nulla sapeva che da qualche parte in quello stesso istante, in una dimensione dove tutto è grigio, un occhio lo scrutasse, contraendosi immediatamente in ciò che lasciava intendere essere un ghigno compiaciuto.
Tutto divenne silenzioso.

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Capitolo 2
*** Essere osservati. ***


Dipper scoppiò a ridere.
Non l'aveva davvero detto, no?
Non che pensasse che Bill potesse ancora vedere ogni cosa che Dipper facesse, ma quando si sentì osservato in ogni caso il suo viso esplose in un rossore che era raro vedere sulla faccia del ragazzino.
"Si, certo, lo farei sicuramente" Si prese in giro sarcasticamente, "chi non lo farebbe?".
I suoi pensieri vennero interrotti bruscamente dalla voce di Mabel proveniente dal piano di sotto, sentì chiaramente "Dipper" venir urlato con quel tono estremamente acuto tipico di sua sorella, dunque, seppur svogliatamente, si avviò verso la direzione da cui proveniva.
"Arrivo!" Intermediò mentre scendeva le scale frettolosamente quando si accorse di star tremando e percorrendo la discesa in maniera decisamente troppo affannosa. Non sapeva neppure spiegarsi perché d'un tratto stesse provando queste sensazioni, ma si convinse fosse lui stesso a immaginarle. A causa della noia.
Alla vista di Dipper, Mabel accorse per poi punzecchiarlo sul naso, "Boop" sorrise allegra.
"Hai bisogno di qualcosa?" Cercò di chiedere senza sembrare troppo infastidito.
Certe volte gli atteggiamenti di sua sorella lo lasciavano senza parole, ma le voleva davvero bene.
"Dipper, sai che giorno è oggi?" Domandò Mabel con crescente eccitazione, e quando suo fratello scosse la testa lei posò teatralmente una mano sulla sua spalla e l'altra dritta in cielo "Il giorno occupati-dello-Shack!" Emise un piccolo urlo riuscendo a malapena a contenere l'euforia.
"Il... huh?" Dipper sembrava confuso a dir poco.
"Forza! Grunkle Stan è fuori per chissà quali impegni e tocca a noi e Soos dirigere questo posto," spiegò "noi ci occupiamo dei tour!" Concluse infine.
Dipper sospirò "Ooh... oh, okay. E, uhm, è già arrivato qualche cliente?" Domandò con poco interesse, già con le mani in tasca. Mabel gli diede un piccolo colpo sul braccio "Non essere così noioso!" Sembrava volesse sgridarlo, ma il grande sorriso sul suo volto lasciava invece intendere uno scherzo. Mabel scoppiò a ridere, mentre Dipper si limito a sogghignare non volendogliela dare vinta. Questi atteggiamenti erano tipici fra loro.
"Dunque?" Dipper ritornò sulla sua domanda.
"Oh, giusto! Beh... ancora no. Ma magari presto si!" Espresse felice.
Il ragazzino castano decise fosse meglio non rovinare il divertimento a Mabel, quindi finse un minimo di eccitazione, e quando la sorella fu scomparsa dalla sua vista emise un sospiro. Si chiedeva come avrebbe sopravvissuto fino a fine giornata il posto, essendo stato affidato a due bambini e... sé stesso. Il castano rise sotto i baffi a quel pensiero, "Almeno in quel senso ci sarà da divertirsi, sperando che Stan non ci spelli vivi a fine giornata a causa degli incassi persi".


Con grande sorpresa di Dipper, qualcuno bussò alla porta di legno dello Shack, che scricchiolò sotto i colpi delle nocche di chiunque si trattasse. Per un istante tutti non seppero come reagire, ma quando i colpi si fecero più concisi e impazienti, subito Mabel corse alla porta e la spalancò mostrando al cliente il suo più largo e rassicurante sorriso, "BENVENUTO AL MISTERY SHACK, DOVE OGNI TUO SOGNO SI REALIZZA!". Dipper non potè fare a meno di sogghignare allo slogan spaventosamente prevedibile che la sorella aveva scelto, e per qualche istante gli sembrò quasi che anche il cliente condividesse quest'osservazione.
In effetti l'individuo sfoggiava un ghigno talmente ampio da sembrare disumano.
"Oh, ne sono sicuro!" Esclamò, ed ad ogni parola detta sembrava dovesse scoppiare a ridere da un momento all'altro, come se stesse ascoltando la barzelletta più divertente al mondo.
Dipper scrollò le spalle deducendo che il cliente fosse semplicemente eccitato.
Raggiunse la sorella, affiancandola, e cercò di starle al passo "Si, err, benvenuto!" si impegnò, ma era palese dal rossore del suo viso che si sentisse incredibilmente impacciato. Soos, occupato com'era a giocare col suo nuovo fiammante Gameboy, si limitò ad agitare una mano, cercando comunque di essere cortese.
Il cliente si guardò intorno, "Allora, da dove si comincia?" domandò, e per qualche istante Dipper giurò di aver già sentito la sua voce da qualche parte. Era incredibilmente acuta per trattarsi di un ragazzo che dimostrava circa diciassette anni, ed a tratti sembrava quasi mono-tono. Tuttavia il ragazzino non riusciva a pensare a niente, credette dunque si trattasse della propria immaginazione.
O di un deja vù di qualche sorta.

Mabel intanto cominciò a mostrare tutte le esposizioni dello Shack, commentandole come se fosse la più pregiata esperta, mentre il cliente la osservava interessato, ogni tanto scrutando l'oggetto della conversazione o annuendo leggermente. Aveva una mano poggiata sotto il mento, come se stesse riflettendo, ed i suoi occhi erano indecifrabili.
Dipper si prese qualche istante per osservare meglio l'unico cliente che fosse ancora entrato nel Mistery Shack.
I capelli erano di un biondo quasi innaturale, quasi... giallo. Erano corti e decisamente spettinati, ma lunghi abbastanza da infilarsi spesso sotto la stringa della benda nera che gli copriva uno dei due occhi, con conseguente sbuffo rassegnato del biondino che ripetutamente doveva tirarli fuori.
Sopra di essi, un cappellino nero decisamente piccolo, simile ad una tuba in miniatura.
I suoi occhi erano più scuri, quasi color ambra, tuttavia sembravano quasi risplendere di una flebile luce gialla, come se fossero due piccoli soli. Non aveva notato questo particolare in precedenza.
Continuando, aveva delle spalle piccole e con esse anche la vita, era estremamente alto ed indossava un completo nero, corredato di camicia giallo canarino e papillon nero. Per completare il tutto ai piedi aveva dei mocassini neri che a primo impatto assomigliavano più ad un paio di stivaletti. Decisamente un tipo stravagante a dir poco, ma in Gravity Falls incontrare gente così era più o meno la norma.
"E questo è nuovo fra le esposizioni! Vieni che te lo mostro meglio... " Mabel si posizionò dietro al cliente e lo spinse verso la prossima attrazione, quasi non notando che il ragazzo sembrasse visibilmente infastidito da questo comportamento.
Infatti si ritirò prontamente dalla spinta della ragazzina, "Non toccarmi!" tuonò con occhi furenti, dopodichè si schiarì la voce e si ricompose, "Perdona la mia perdita di controllo, ma il contatto umano mi fa ribrezzo." spiegò come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Mabel sorrise imbarazzata "Oh, eheh, scusa." disse semplicemente, prima di ritornare a mostrargli le stranezze che lo Shack conteneva, il suo viso leggermente rosso.
Dipper aveva assistito all'intera scena ed aveva cominciato istintivamente ad odiare quel biondino, chunque egli fosse nessuno, nessuno doveva permettersi di inveire a quel modo contro la sua gemella.

Seguì i due mentre il tour continuava, tenendosi comunque a qualche passo di distanza, 'Giuro che se quel tipo ci riprova, lo faccio secco.' Pensò minaccioso, ed il cliente sembrò capire cosa Dipper pensasse, infatti il castano era convinto di aver visto gli angoli della sua bocca curvarsi in un ghigno compiaciuto.
Infilò nuovamente le mani nelle tasche, sbuffando.
La sensazione di essere osservato era ora più che mai presente, e lo faceva quasi tremare mentre giurò di aver sentito un respiro alle sue spalle. Girò lentamente la testa, ma non c'era nessuno, se non Soos seduto alla cassa ancora assorto nel suo Gameboy.
Ritornò a seguire i due.

Passarono diversi minuti, e finalmente "TOUR CONCLUSO!" sbottò Mabel, sorridendo allegra "Dieci dollari, accettiamo mance!" aggiunse.
Sempre con quello strano sorriso in volto, il ragazzo uscì dalla tasca una pepita d'oro grezza, con stupore dei tre, posandola distrattamente sul bancone, "Il resto è mancia" annunciò.
Dipper non si fidava decisamente più di quell'individuo, sapeva che qualcosa con lui non andava.

"Hey, biondino" lo chiamò con aria di sfida, "Come ti chiami?".
Lui sembrò trattenere una risata "E perché ti interessa saperlo?", il castano non gliel'avrebbe data vinta.
"Politica del negozio." Mabel sembrò sul punto di obiettare ma poi decise di stare in silenzio ad assistere le intenzioni del fratello.
"Se ci tieni tanto", scrollò le spalle, sembrando quasi stesse decidendo in quell'istante il suo nome "Mi chiamo Seth." e quando pronunciò questo il suo tono lasciava quasi intendere che volesse prenderli in giro, sospetti che divennero più acuti quando subito dopo il biondo si mise a ridere, "Contento ora?".
Dipper annuì in silenzio, aspettando che Seth uscisse da un momento all'altro, ma egli rimase dov'era.
Allora il castano si grattò la testa confuso "Ehm, il tour è finito, non c'è altro da vedere..." gli spiegò, mentre osservava la porta alle spalle del cliente.
"Oh, ma io sono qui per cercare lavoro." Spiegò con un tono che sembrava provocatorio.
I gemelli rimasero senza parole per qualche istante.
Mabel sorrise impacciatamente "Ma... il possessore dello Shack è fuori al momento, e... non possiamo decidere al suo posto.", Dipper poi prese la parola "Perché ti interessa lavorare qui invece? Dal modo in cui hai pagato e in cui ti vesti sembra quasi che tu sia ricco." Osservò.
"Giusta osservazione, ragazzino" sibilò l'ultima parola, "ma ciò che davvero mi interessa è, uhm, abitare qui!" cercò di sembrare il più sincero possibile "Perché vedi, sono da poco giunto in questa interessante cittadina ma non so, ehm, cavarmela molto bene da solo con le faccende da um- cioè, di casa, dunque... err... avete un posto libero?"
"Dubito vi sia un posto libero." Tagliò corto Dipper, l'ultima cosa che voleva era ritrovarsi un biondo fastidioso e ficcanaso in giro per la casa. Aveva certo voglia di avventura, ma non era stupido, e sicuramente non era disposto a rinunciare alla sua solita tranquillità.
E poi, dove avrebbe dovuto dormire, nel suo letto?
Gli sembrò subito fuori discussione, e di nuovo gli parve che Seth riuscisse a capire cosa pensasse, infatti il biondo lo osservò  a denti stretti, con gli occhi infuocati.

Improvvisamente sembrò notare quanto quel tipo fosse inquietante.
A questo pensiero il biondo parve compiaciuto. Dipper rabbrividì.
Poteva per caso sentire ogni cosa che pensava?
Impossibile.
Ma d'altro canto si trovavano a Gravity Falls, e in quello strano posto nulla era impossibile.
"Oppure... ripensandoci..." Dipper cercò di prender tempo "potresti aspettare l'arrivo di zio Stan, il proprietario, per vedere cosa ne pensa lui." Propose, sicuro che Stan non avrebbe mai acconsentito.
Il biondo, in tutta risposta, si mise a sedere, gambe accavallate, sembrava avere tutta l'intenzione di aspettare anche millenni l'arrivo di questo "zio Stan".
Il tempo passava, nessun'altro cliente arrivava.
Dipper trascorreva i minuti, le ore ad osservare attentamente l'ospite indesiderato, cercando di carpirne i segreti, cercando di decifrare il suo sguardo perso fra le travi del soffitto.
Quando rapidamente lo diresse verso Dipper, egli si voltò con fare imbarazzato.
Cosa gli prendeva?
Odiava quel biondino.
Lo detestava.

Questo sentimento di odio sembrò formare un collegamento nel profondo della mente di Dipper, e quando egli realizzò chi avesse davanti, si sentì uno stupido a non essersene accorto prima. Allo stesso tempo, provava paura ed eccitazione.
Cosa ci faceva là, dopo tutto quel tempo? Cosa poteva volere ancora dai gemelli Pines?
Ma era anche un po' sollevato di averlo incontrato dopo due lunghi anni.
Bill.




 
- Angolo Autrice -
So bene che praticamente nessuno leggerà questa fanfic
ma sentivo assolutamente il bisogno di scriverla!
E poi l'Italia ha bisogno di più fans di Gravity Falls, decisamente.
So che il mio modo di scrivere non è eccezionale,
ma sto ancora cercando di migliorare,
dunque spero possiate apprezzare in ogni caso!
Sono una sostenitrice della BillDip, vi dico questo.
Ma niente romanticismo in questa fic,
solo tanti bei momenti che a molti farebbero piacere,
credo.
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** Primo tentativo. ***


Il biondino si voltò verso Dipper, aveva un'espressione sorpresa ma anche soddisfatta, mentre quella del quindicenne era soltanto confusa. In ogni caso, i loro sguardi si erano incrociati.
"Scusateci un istante" pronunciò Bill, e con fretta trascinò il castano fuori dallo Shack, in un posto isolato. Solo loro due.
Dipper continuava a scrutare il demone, non capendo dove volesse arrivare. Per rendere il tutto peggiore, la riservatezza del luogo scelto da Bill era tale da far calare un imbarazzantissimo silenzio.
Il diciassettenne sembrava aspettare che Dipper cominciasse la conversazione, ma le domande erano troppe.
Che ci fai qua? Perché ora? Dove sei stato per due lunghi anni? Qual'era il tuo scopo?
Dipper soffocò una risata "Seth?" scoppiò a ridere, con le lacrime agli occhi "Seriamente? Non sapevi trovare un nome migliore?" quale modo migliore di iniziare una conversazione con un demone se non di prenderlo in giro.
Bill sembrò infastidito.
"Ti facevo più intelligente Pine Tree, Seth è un Dio nella mitologia egizia."
Dipper alzò un sopracciglio.
"Egizi, piramidi... suvvia!"
Quando il ragazzino capì cosa Bill intendesse, si fece più difficile trattenere una risata.
Il demone sospirò "Tutto qui? Nient'altro che vuoi chiedere?", il castano allora si affrettò a ritornare serio.
Aveva davanti un demone molto potente e che sembrava disposto a rispondere alle sue domande, seppur rimanendo in guardia Dipper doveva sfruttare quella occasione.
"... cosa ci fai qui? Hai già ottenuto quello che volevi."
Bill sospirò "Domanda prevedibile!", poi scrollò le spalle "Quando ti pensano così tanto, invocando pure il tuo aiuto per questioni frivole, devi fare un'apparizione!".
"Questo è stupido, dimmi il vero motivo."
Il demone, ancora nel corpo del ragazzo biondo, venne infastidito dallo scetticismo di Dipper, "Mi annoiavo." cercò di tagliar corto.
"Certo... come no." Dipper rispose, ma non volle più far pressione sull'argomento "Non hai intenzione di rispondere a nessuna delle mie domande, ho ragione?", Bill annuì e Dipper sospirò.
Il quindicenne pensò per un istante a quel pensiero a voce alta avuto qualche momento prima "Giusto perché tu lo sappia, prima scherzavo. Non ho intenzione di fare un patto con te. Scordatelo." mise in chiaro.
"Oh? Ed io che pensavo che la tua vita fosse di una noia mortale senza il tuo prezioso demone triangolare a renderla interessante! Non c'è davvero nulla che può tentarti?"
Dipper scosse la testa.
Le labbra di Bill si allargarono in un sorriso divertito "Nemmeno il tuo prezioso libro?", e con una fiamma blu fece apparire il libro, esattamente come lo ricordava Dipper prima che venisse trasformato in cenere.
Il castano sembrò combattuto, ma non si lasciò tentare "Non ci casco, lo hai bruciato due anni fa.".
"Pff, credi davvero che brucerei qualcosa così pieno di informazioni? E sopratutto, qualcosa con cui posso facilmente averti in pugno? Inoltre deve davvero esserti caro il contenuto, se sei continuato a venire in questo posto dimenticato dagli Dei per altre due estati... sempre che tu non cercassi qualcos'altro... qualcosa... tipo me!" Rise sadicamente, prendendoci gusto a stuzzicare il ragazzino.
Dipper arrossì, seppur non sapesse bene per quale ragione quelle parole lo colpirono tanto "Cos... Io... NO!", prese qualche istante per respirare e calmarsi, "E comunque... no. Non ho intenzione di fare patti con te. So già che si tratta soltanto di un trabocchetto, quindi perché dovrei?"
"Ragazzino, la tua opinione di me mi offende!" Dichiarò Bill con un'espressione da innocente in volto.
"Vattene! Lasciaci in pace!"
Il demone guardò altrove "Mi deludi, Pine Tree. Non mi dimenticherò di questo trattamento." il tono della sua voce era piatto, serio.
Schioccò le dita e per qualche istante Dipper non vide nulla.
Quando finalmente riuscì a riconoscere i lineamenti dell'ambiente circostante, dovette affrontare la dura realtà.
Bill era sparito. Per sempre, o almeno così era convinto il ragazzino.
Puntò lo sguardo al suolo per un po', quasi deluso. Ed allo stesso tempo rimuginava sulle ultime parole pronunciate da Bill e, dopo l'ennesima volta, cominciò a trovarle inquietanti, gli fecero venire i brividi. Il demone sembrava decisamente intenzionato a vendicarsi.
Il sio flusso di pensieri venne interrotto solo quando senti la voce di Mabel che, affacciata dal'uscio della porta, lo chiamò.
"Dipper, tutto bene? Sei qua fuori da un eternità! E... che fine ha fatto il cliente?" Domandò confusa.
"Bill."
"E' TORNATO? Cosa è successo Dipper?! Ha rapito il cliente? O peggio?!" Lo scosse dalle spalle, e Dipper smentì rapidamente le ipotesi della sorella, liberandosi intanto dalla presa che quasi gli fece male.
"No, Mabel, il cliente era Bill. Gli ho detto di andarsene e... beh, se n'è andato."
La ragazzina controllò il fratello per constatare che non avesse ferite di alcun genere, poi rispose "Così facilmente?".
Dipper scrollò le spalle "Così sembra.".

Il mindscape è un posto indefinito dove i demoni risiedono quando non sono richiesti nel mondo umano.
Coincide con l'universo dei fantasmi, ecco perché i demoni, se non evocati, scompaiono nel nulla.
Da questo posto ogni demone può osservare gli umani per anni, decenni, millenni. Aspettando.
Pochi demoni hanno facoltà di poter uscire ed entrare nel mindscape a piacimento, questi sono i demoni il quale patto non viene chiuso. Molti umani pensano che quando le caratteristiche del patto si modifichino, questo si annulli; in verità per completare il patto, c'è bisogno di un'ulteriore stretta di mano.
Bill fa parte dei demoni in grado di andare e venire quando più preferisce.
Da quel posto intanto, osservava quel ragazzino castano con sguardo enigmatico.
Era certo che avrebbe accettato prontamente la proposta, eppure... 
Cosa aveva sbagliato?
Forse aveva aspettato troppo tempo?
Ormai il pesce era scappato, l'amo: vuoto.
Così il demone osservava il suo pesce nuotare liberamente, convinto di averla avuta vinta.
All'improvviso tuttavia un colpo di genio lo smosse. 
Ma certo! Come poteva non esserci arrivato prima? Il piano era semplice. 
E se non avesse funzionato in ogni caso, ne avrebbe avuti centinaia di riserva.
Qualsiasi cosa pur di poter passare altro tempo con la sua preziosa sacca di carne. E lo avrebbe attuato quella stessa notte.
Intanto attendeva, paziente, osservando Dipper che, con un sorriso forzato in volto, rientrava nel Mistery Shack.
"Sorridi finché ti è concesso, ragazzino, ma non ti libererai così facilmente di me." Sibilò il demone in tono minaccioso.





 
- Angolo Autrice -
Ci ho ripensato, ci sarà del romanticismo!
Anzi, fiumi di romanticismo!
Ma comunque.
SCUSATE per la lunga assenza,
ma in quel periodo a nessun
italiano interessavano fics su uno shipping di Gravity Falls,
e dunque persi interesse.
Tuttavia non scrivo DA UNA VITA e questo capitolo
lo scrissi tempo addietro come riserva.
Nel prossimo ci saranno probabilmente un mare di cambi di stile
dalla mia parte e sicuramente sarò peggiorata, ma per favore
non linciatemi! Eek! Migliorerò!
Intanto spero che questo non abbia fatto troppo schifo! Eheh... eh..
Alla prossima! (Non troppo tardi si spera)

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Capitolo 4
*** Scelte frettolose. ***


Il sole era fortissimo in cielo la mattina seguente, ed a fatica si riusciva a rimanere in piedi sulle proprie gambe senza subire un'insolazione.
Il caldo fu particolarmente fastidioso per Dipper, quando si svegliò pregno di sudore. La sua fronte gocciolava. Tuttavia egli lo ricordava chiaramente: aveva avuto un incubo.
Stava correndo, scappava. Tutto era confuso, ma sentiva una presenza alle sue spalle.
Ed ora che si era finalmente svegliato, si sentiva osservato.
Si guardò avanti e ciò che la sua vista trovò lo lasciò senza fiato per qualche istante.
"Bill?!" esclamò, quasi cadendo dal letto per la sorpresa, ma agitandosi così tanto da avvolgersi inavvertitamente nelle coperte "Che ci fai tu qui?! Ti avevo detto di lasciarmi in pace!".
Il demone, che era in forma triangolare come di consueto, si lasciò scappare una risata quando vide la situazione patetica in cui si trovava Dipper "Non sono arrivato dove sono ascoltando le intimidazioni di un mocciosetto!" spiegò come se fosse ovvio "Ed ho portato un'offerta più allettante.".
Dipper si portò una mano ai capelli, esasperato "Bill, non mi interessa. Qualsiasi cosa sia." sospirò il ragazzo.
Bill si avvicinò, posizionandosi infine a lato del letto, dirigendo lo sguardo dritto negli occhi del castano "Non ne sarei così sicuro. Vedi-" stava per esporre la proposta, quando Dipper sentì qualcuno bussare alla portaal piano di sotto. Senza neppure stare a sentire ciò che aveva da dire il demone scese dal letto, si infilò prontamente una maglietta a caso e corse di sotto a rispondere.
Aprì la porta e dinanzi a lui si trovava Wendy, radiante come sempre.
Cominciò a parlare mentre era ancora intenta ad abbottonarsi il primo bottone della sua camicia, come se si fosse preparata di fretta, mentre in realtà era soltanto molto molto sbadata probabilmente e se ne era dimenticata "Hey Dips, oggi sono venuta prima a lavoro perché non avevo che fare, spero non ti dispiaccia." finì in fretta e si diresse quindi al bancone, mentre Dipper improvvisò goffamente un "Affatto!" boccheggiando come un pesce fuor d'acqua. Il suo viso era divenuto rossissimo.
Bill dalla stanza dove si trovava si era diresso al piano di sotto ed ora osservava nascosto da dietro la porta la situazione districarsi. 
La sua espressione, seppur limitata dalla presenza di un solo occhio, lasciava intendere uno sguardo convinto e di sfida giocosa. Sapeva perfettamente come comportarsi.
Quando Dipper procedette ad uscire dalla stanza senza fare troppo rumore, si ritrovò faccia a faccia con il solito demone che rideva sotto i baffi, questo non fece altro che farlo sentire ancora di più in imbarazzo.
"Come stavo dicendo" Si schiarì la voce Bill "Posso farti diventare diciassettenne, basta una stretta di mano!" espose con decisione.
Il ragazzo avrebbe certamento detto di no in una situazione normale, ma la presenza di Wendy esattamente nell'altra stanza lo allarmava, e dopotutto lui non aveva più niente che poteva offrire in cambio, quindi la prospettiva sulla situazione non lasciava presagire particolari intoppi se avesse accettato.
Esitò "Che cosa vuoi da me?" chiese con tono di diffidenza, portando gli occhi a fessura ed incrociando le braccia come per mettersi sulla difensiva.
"Voglio soltanto trasferirmi qui allo Shack! Non preoccuparti, non vi rovinerò le vendite, mi troverò un bel corpo di vera e pura carne umana, e vi aiuterò a fare - err - quello che di solito fanno gli umani!" Spiegò giocosamente.
Era peggio di qualsiasi richiesta si sarebbe mai aspettato dal demone. Dover stare ventiquattro ore su ventiquattro con quel rompiscatole che gira per casa? Come no! 
"Non se ne parla!" Urlò Dipper inavvertitamente, richiamando l'attenzione della ragazza dai capelli rossi nell'altra stanza.
"Dipper, che succede?" domandò lei, rimanendo però dov'era.
"N-Niente!" Si affrettò a rispondere il ragazzo "E' tutto apposto!".
Poi Dipper si girò verso il demone. Per qualche ragione il suo cuore stava battendo forte, e si sentiva la faccia accaldata. Al pensiero che forse stava arrossendo nuovamente, si sentì ridicolo.
"Ascolta" sussurrò "Non hai obiettivi secondari, vero? Vuoi solo venire a vivere allo Shack, giusto?" chiese, mettendo le cose in chiaro.
"Lo giuro!" Dichiarò lui.
Dipper avrebbe voluto prendersi del tempo per rifletterci su, ma dei passi provenienti dalla stanza dove vi era Wendy, che lasciavano indicare il fatto che lei lo stesse raggiungendo, glielo impedì.
"D'accordo!" sibilò rapidamente, stringendo la mano di Bill per saldare il patto. Sentì nuovamente il suo cuore battere fortissimo, ma ormai non ci faceva più caso "Ora però svanisci, vattene!" Procedette ad intimargli quando sentì i passi farsi sempre più vicini.
Con un lampo di luce il demone scomparve, e Dipper si accasciò svenuto.
Wendy era all'uscio della porta.
Non vide Bill, soltanto un lampo bianco e poi il suo amico, steso per terra.


 
- Angolo Autrice -
Sono tornata in carreggiata!
Dopo un'iniziale mancanza di ispirazione, una
bomba è stata posata sulla mia testa, ed ora il mio
cervello pullula di idee che - credo - vi piaceranno!
Hey, non aspettatevi grandi trame da me, io sono più un tipo
da piccoli momenti non necessariamente legati fra loro
che fanno crescere i personaggi. Niente di intricato, scusate.
Comunque spero che questo capitolo vi piaccia!
Recensite - se vi va!
Lottiamo per ottenere la sezione di GF su EFP, perdiana!

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Capitolo 5
*** The deed is done. ***


Dipper aprì gli occhi, sentendo la testa pulsare come mai in vita sua.
La prima cosa che vide furono i suoi piedi, il suo intero corpo disteso, coperto da un lenzuolo leggero. Capì rapidamente di trovarsi disteso sul divano.
Osservando meglio notò Wendy seduta ai piedi del divano, con un espressione moderatamente preoccupata in viso "Dipper!" esclamò lei una volta accortasi che il ragazzo si era svegliato "Che è successo? Ti ho trovato svenuto per terra nell'altra stanza... mi hai fatto prendere un colpo!" sospirò "Stai bene?".
Dipper si passò una mano sui capelli, respirando profondamente, dopodiché raccolse le sue forze e si sistemò seduto sul divano, la coperta che penzolava e quasi toccava terra.
"Si... credo di si." tossì "H-Ho la gola secca." notò.
"Non muoverti" Wendy si alzò "Vado a prenderti un bicchiere d'acqua.".
Dipper annuì e procedette a sdraiarsi nuovamente.
Osservò il soffitto perdendosi nei suoi pensieri.
'Mi ha trovato svenuto... hm? E riguardo a quella cosa... Wendy non ha reagito... che sia stato tutto un sogno?' si chiese. Trattenne un grido di frustrazione.
"Ecco, bevi." Wendy porse il bicchiere colmo. Il suo caldo sorriso rincuorò momentaneamente il castano. Ricambiò con un sorriso più timido e svelto.
"Grazie." e procedette a bere a gran sorsate, quasi non si dissetasse da giorni.
"Wow, certo che dovevi avere una gran-" venne interrotta da Dipper, che chiamò il suo nome "Si?".
"Mi puoi passare uno specchio?"
"Uno... specchio?" Wendy rimase stranita alla domanda decisamente stramba del giovane "O-Ok." andò e tornò rapidamente con uno specchio in mano come richiesto. Lo porse con cautela.
"Non capisco perché ma... a ognuno il suo. L'importante è che tu stia bene Dipper... Dipper?" Ad osservarlo, Wendy notò che il ragazzo era notevolmente impallidito, e aveva gli occhi sgranati. Anche il suo respiro sembrava esser diventato più rapido.
Dipper posò lo specchio accanto al divano, e senza dire una parola si alzò, accertandosi che le coperte non scivolassero a terra.
Uscendo dalla stanza abbozzò un "Grazie" che mancava di espressione, e con questo si diresse al piano di sopra, in camera sua.

In piedi, di fronte allo specchio, Dipper non credeva ai suoi occhi.
Seppur sapeva bene di aver accettato di fare quell'accordo, non gli parve vero essersi ritrovato effettivamente col corpo di un diciassettenne.
Qualche dubbio si affermò nella sua mente.
'Q-Questo significa che... ho perso due anni della mia vita? E... Wendy? Perché non si è accorta del cambiamento? Beh... magari è stato Bill...'
"Corretto, e corretto." una voce si insinuò nel discorso, ma non proveniva da dentro la testa di Dipper.
Egli si girò lentamente, trovando Bill seduto comodamente sul suo letto.
Il castano sussultò.
"Ti sei ritrovato un bel corpo tutto sommato, Pine Tree."
"Eh?" Dipper inavvertitamente arrossì. 'Che razza di idiozia è mai questa?!'
"Ed il mio? Ti piace?" chiese prontamente Bill.
Ora che Dipper ci faceva caso, il demone non era effettivamente con la sua solita forma triangolare, il corpo ricordava decisamente quello di Seth ma... con qualche differenza.
I capelli, gli occhi il corpo erano praticamente identici, con la tipica carnagione chiarissima -quasi innaturale - e i capelli così biondi da accecare. Il colore degli occhi era tuttavia azzurro stavolta. 
I vestiti erano più casual. Una semplice felpa giallo chiaro con maniche corte ed un paio di pantaloncini di jeans. E per concludere, ai piedi un paio di scarpe da tennis bianche.
Dipper stette in silenzio, basito, non sapendo bene come esprimersi. Aprì bocca ma non disse nulla.
"Che maleducato" commentò Bill "Lo sai che faticaccia è stata trovare un corpo in carne ed ossa che somigliasse alla mia tipica manifestazione umana nei sogni? Almeno abbi la decenza di dir qualcosa." indossò un finto broncio ed incrociò le braccia, sbuffando.
Dipper, dopo aver boccheggiato ancora per qualche istante, trovò finalmente la forza di rispondere.
"Dove lo hai trovato quel corpo... ?"
"Un tragedia. Al poveretto, seppur così giovane, rimaneva una miseria da vivere. Sarebbe morto comunque fra qualche giorno, dunque ho deciso di approfittarne. Ovviamente l'ho sistemato a puntino, non potevo certo prendermi un corpo malaticcio e debole." la spiegazione, più che risolvere i dubbi di Dipper, ne creo altrì. Ma egli decise che fosse meglio non farsi ulteriori domande a riguardo, in ogni caso era probabilmente troppo tardi a questo punto.
"Bando alle ciance! Dove dormo? Eh? Eh?" chiese Bill impaziente, dondolando le gambe e sporgendosi.
Dipper trattenne una risata, portandosi una mano alla bocca 'Sembra un bambino', subito Bill assunse un'espressione infastidita.
"Non è vero! Come osi!" sbottò.
"Huh? Pensavo che da umano non riuscissi più a sentire i pensieri altrui... questo non è valido. Se vuoi condurre una vita da umano, non puoi usare i tuoi poteri." cercò di ragionare Dipper.
"Blah blah blah. Dove dormo?" fece una breve pausa per poi sfoggiare un sorrisetto provocatorio "Nel letto con te?".
La faccia del castano si infiammò di imbarazzo.
"Ma anche no! Te lo scordi! Non se ne parla! Assolutamente no!" si affrettò a rispondere Dipper, agitando le braccia davanti a sé.
Bill si addentrò nelle coperte del letto di Dipper "Mmh... comodo." e chiuse gli occhi, fingendo di dormire.
Il castano si apprestò ad afferrargli la mano e strattonarlo fuori dal letto "Non ho mai accordato a questo quando ho accettato di fare quel patto!".
Bill aprì gli occhi di scatto. Lo osservò.
"Uff, hai ragione." sbuffò "Come vuoi tu." e senza aggiungere altro fece per uscire dalla stanza, ma venne fermato da Dipper, che gli afferrò il polso con fermezza.
"F-Fermo! Non puoi farti vedere dagli altri! Cosa penserebberò?!" intervenne il castano, senza notare che la sua azione aveva fatto arrossire violentemente il biondino.
Egli, sempre cercando di nascondere il volto tenendolo girato, cercò di spiegarsi.
"Scemo, credi non ci abbia pensato? Ho registrato nelle menti di tutti i cittadini di Gravity Falls la mia presenza allo Shack. Lo sanno. Abito qui. Non devi tenermi nascosco. Ora lasciami." con un gesto secco si liberò dalla presa, nonostante il suo corpo parvesse assai meno forzuto di quello di Dipper.
Il ragazzo seguì il demone mentre egli frettolosamente ma non mostrando alcuna emozione si diresse verso il divano, per poi sdraiarsi in una posizione molto simile a quella fetale, con entrambe le mani a fare da cuscino e la faccia diretta verso lo schienale, senza cercare di nascondere il forte tonfo che produsse sedendosi e poi coricandosi. Già da questo si poteva evincere che qualcosa non andava. Sembrava decisamente offeso.
Dipper girava e rigirava la situazione nella sua mente, cercando di trovare un motivo per questo comportamento inusuale, ma non riusciva a spiegarselo. Più ci pensava però, più gli interessava. Voleva saperne di più, lo incuriosiva.
Si sedette ai piedi del divano e poggiò una mano sul fianco di Bill.
"Qualcosa non va?" chiese Dipper, e immediatamente si stupì di quanta attenzione - per giunta positiva - stesse dando alla causa di tutti i suoi problemi. Eppure non riusciva a non sentirsi in dovere di assumere questo atteggiamento quasi materno.
"Mphf." sbuffò Bill, non sapendo bene cosa rispondere.
Ci fu un lungo momento di silenzio, che venne interrotto quando Bill riprese a parlare.
"Dormirò qui."

"Eh?"

"Mi hai sentito."
 evidenziò Bill.
"M-Ma... qui? Sul divano?"
"Dove altrimenti? Non è che ci siano altri posti. Lasciami in pace."
Il silenzio stava per ritornare, ma fu troncato sul nascere da un forte sospiro rassegnato, fatto dal castano.
"... D'accordo."
"Huh?"
"Puoi dormire nel letto con me. Ma niente contatto fisico o altre cose ambigue. Intesi?"
Un grosso ghigno malizioso si allargò sul volto di Bill, e quando Dipper lo notò fu già troppo tardi.
Bill scoppiò a ridere sguaiatamente e si mise a sedere.
"Non dirmi che-" asserì Dipper scioccato.
"Esatto Pine Tree! Tutto secondo i piani!" ammise con un gran sorriso.
Dipper sospirò arrabbiato e spinse Bill giù dal divano, facendogli perdere l'equilibrio.
"Dannazione" mormorò a denti stretti "Sapevo di non dovermi fidare di te.".

- Angolo Autrice -
Rieccomi!
Dopo... fin troppo tempo, lo so!
Comunque, era da una vita che non scrivevo e forse
sono fuori allenamento, ma le billdips si scrivono
praticamente da sole.
Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento!
Ho deciso di non usare fonts perché ho notato che
viene più difficile da leggere con quelli che usavo.
E... EVVIVA! CE L'ABBIAMO FATTA!
ABBIAMO OTTENUTO LA SEZIONE DI GF. *festeggia*
Complimenti e congratulazioni a tutti i fans!
Continuate a scrivere fanfics di GF!
Bye-bye!

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