Il nostro mare di guai

di saramichy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Solitudine ***
Capitolo 2: *** Convivenze ***
Capitolo 3: *** Ritorni ***
Capitolo 4: *** Sorprese e rancori ***
Capitolo 5: *** Rimpianti ***
Capitolo 6: *** Nuove e vecchie conoscenze ***
Capitolo 7: *** Verità nascoste ***
Capitolo 8: *** Amicizia rinata ***
Capitolo 9: *** Inaugurazione con rissa ***
Capitolo 10: *** Perdonare è facile o difficile? ***
Capitolo 11: *** Concerto per due ***
Capitolo 12: *** Non è la gelosia, o forse sì? ***
Capitolo 13: *** Gli stessi errori ***
Capitolo 14: *** Il giorno dopo ***
Capitolo 15: *** Novità scioccanti ***
Capitolo 16: *** Un'intervista inaspettata ***
Capitolo 17: *** Viaggio a Parigi ***
Capitolo 18: *** Discussioni infinite ***
Capitolo 19: *** Depressione o lucida follia? ***



Capitolo 1
*** Solitudine ***


Solitudine




«Eva, io non ti amo più. Amo Maya.»

Eva continuava a pensare a quella maledetta frase che l'aveva affondata. In quel momento non aveva voluto crederci o ascoltare le spiegazioni di Marco e lo aveva cacciato, pensando solo a sé. Poi aveva trovato rifugio tra le braccia di sua madre ed aveva pianto, forse per ore.

«Marco e Maya si amano, Eva.»

Ricordava le parole dette da Lucia, appena aveva scoperto che era tornata per lui. Sua madre aveva ragione, avrebbe dovuto lasciar perdere, ma non riusciva a pensare lucidamente e si era lasciata trasportare la mano. Quando le lacrime si erano placate, Eva aveva preso una decisione: d'ora in avanti la sua priorità sarebbe stata Marta e trovare una casa a Roma. Non poteva sopportare di vivere in quella mansarda un minuto di più, avrebbe cancellato il ricordo di Marco dal suo cuore, senza per questo togliere a Marta il padre. Con un piano già preciso in testa, scese in cucina per parlare con sua madre.

*****


Rudy era rientrato a casa dopo il concerto a scuola ed era andato in camera sua. Si era steso sul letto e continuava a pensare ad Alice e ai loro momenti insieme. Non si era nemmeno accorto della lettera lasciatagli dalla ragazza, che si era ficcata sotto il suo letto. Alcune lacrime solitarie solcarono il viso del ragazzo, proprio come molti anni prima, ma stavolta era diverso. Non aveva perso la madre, ma la donna che credeva fermamente di amare. All'improvviso si riscosse. Non sopportava di piangere come un bambino di due anni, si rialzò dal letto e prese una decisione: sarebbe andato a studiare al DAMS di Roma, ma avrebbe abbandonato casa Cesaroni. C'erano troppi ricordi tristi e lui aveva bisogno di ricominciare daccapo una nuova vita.

*****


Non era venuto, alla fine si era lasciato prendere dalla sua solita paura. Doveva aspettarselo, Rudy non era come Marco, non combatteva per quello che amava, lasciava solamente che tutto prendesse il sopravvento. Alla fine Alice aveva deciso di partire con Francesco e si era lasciata Roma alle spalle, doveva solo crederci e presto la ferita nel suo cuore si sarebbe ricucita e Francesco l'avrebbe aiutata a farlo.

*****


L'aveva lasciata a piangere tra le braccia della madre, che grandissimo stronzo. Marco continuava a ripeterselo, mentre viaggiava in aereo verso il castello di Maya. Ricordava gli occhi pieni di lacrime di Eva e la sua faccia sconvolta mentre lo mandava via.

«Vattene. Va via. Va via. Va via Marco.»

Aveva cercato di non ferirla, ci aveva davvero provato, ma era troppo tardi. Adesso lui amava Maya e restare con Eva non aveva alcun senso, ma il viso sconvolto di lei non gli lasciava pace. Era la prima volta, da tanto tempo che mentre prendeva un aereo non era tranquillo. Il peso di quello che era accaduto gli pesava sulle spalle in maniera indicibile e poi non aveva nemmeno pensato a Marta. Che cosa gli era preso, se ne era andato senza salutarla, senza dirle che le voleva bene. Un padre non si comporta così, forse era stato egoista, ma credeva nell'amore e sua figlia prima o poi l'avrebbe perdonato. O almeno ci sperava.

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Capitolo 2
*** Convivenze ***


Convivenza

CONVIVENZE:


Eva era appena scesa in cucina, quando il telefono iniziò a squillare. Lo estrasse dalla tasca e vide il nome di Marco lampeggiare.
Doveva aspettarsi che avrebbe voluto parlare con Marta, visto che era partito senza nemmeno salutarla.
Lucia era intenta a cucinare e la figlia le passò il telefono.
«Mamma, per favore, rispondi tu. E' Marco e vorrà sicuramente parlare con Marta, mentre io non voglio sentire la sua voce.»
Lucia la guardò, gli occhi di Eva erano ancora gonfi e pesti. Aveva pianto come una fontana e questo le aveva dato un aspetto alquanto malato.
«Pronto.»
«Lucia? Perché rispondi tu al telefono di Eva?»
Lucia alzò gli occhi al cielo, il ragazzo era davvero stupido se pensava di poter telefonare ad Eva dopo quello che aveva fatto qualche ora prima. La donna decise comunque di reggere il gioco alla figlia e mentire.
«Eva è uscita. Volevi parlare con Marta?»
«Sì, me la passi per favore?»
«Eccola.»
La bambina stava agitando le mani dal seggiolone impaziente di sentire il suo papà, quindi Lucia le mise il telefono attaccato all'orecchio.
«Ciao, papà. Quanto tonni a casa?»
Eva era sull'orlo del pianto, ma cercava di contenersi per il bene della bambina.
«Tesoro, papà si scusa per non averti salutato. Sono dovuto partire per lavoro, ma tornerò presto.»
Marco aveva mentito, non riusciva a credere alle sue orecchie. Si era riproposto di essere sincero, ma la forza di dire la verità a Marta gli era mancata sul più bello.
«Okay, ti voio bene, papà.»
«Anche io, tesoro. Ci vediamo presto e salutami la mamma.»
Detto questo Marco chiuse la comunicazione e si diresse verso il palazzo reale, mentre Marta sorrideva verso la sua mamma.
«Papà ha detto ciao.»
Eva sorrise, la sua bambina era una gioia da vedere e sentire. Doveva andare avanti soprattutto per lei, così si fece forza e decise di parlare con la madre.
«Mamma, devo parlarti. Ho deciso di cercare un lavoro ed una nuova casa qui a Roma. Mi terresti Marta questo pomeriggio?»
Lucia era strabiliata, ma estremamente colpita dalla forza della sua bambina, che era diventata una donna ormai.
«Tesoro, certo che ti tengo Marta. Ma perché vuoi cercare casa? Puoi stare qui tutto il tempo che vuoi, noi siamo la tua famiglia e non ti abbandoneremo mai in un momento come questo.»
«Lo so, mamma, ma ho bisogno di staccare dai ricordi e la mansarda non è il posto migliore per farlo. Cerca di capirmi, ho bisogno di aria nuova.»
Proprio mentre diceva questo, apparve Rudy sulla soglia della cucina e colse la palla al balzo per fare anche lui la sua confessione.
«Siamo in due a dover staccare. Ho deciso di iscrivermi al DAMS e voglio andare a vivere fuori casa, magari con i ragazzi.»
Lucia lo guardò sbalordita, a quanto pare nessuno aveva più intenzione di abitare a casa Cesaroni.
«Ma che vi prende a tutti? Prima Alice, poi Eva e adesso pure tu, Rudy? Nessuno vuole più vivere assieme a noi? Cosa siamo dei dittatori che non vedete l'ora di scappare da casa?»
In quel momento, Mimmo che era seduto al tavolo e se ne era stato zitto fino ad allora, si schiarì la voce e parlò.
«Ehi, ci sono sempre io.»
Lucia sorrise comprensiva e gli rispose.
«Sì, lo so. Grazie, Mimmo. Rudy, credo che faresti meglio a parlare con tuo padre della tua decisione. E' in bottiglieria adesso.»
Rudy annuì ed uscì da casa. Non si accorse di essere seguito da Eva, la quale era decisa a scoprire che cosa stesse nascondendo il giovane. Gli si affiancò e lo prese per un braccio, facendolo voltare verso di lei, poi gli parlò.
«Rudy, che che sta succedendo? Non me la sono bevuta la scusa che hai propinato a mia madre, voglio la verità.»
Rudy scosse la testa e le rispose.
«Non credo che ti piacerebbe la verità e nemmeno a Lucia o a mio padre.»
Eva cercava di capire se tra le righe Rudy le stesse dicendo qualcosa di importante e poi all'improvviso capì. Quando era tornata non si era guardata molto attorno, ma aveva percepito che tra Rudy ed Alice il rapporto era cambiato. Aveva notato degli sguardi di complicità tra loro e anche qualcosa in più, ma non ci aveva badato. Solo adesso capiva che i suoi due fratelli minori stavano vivendo la stessa situazione che lei e Marco avevano già vissuto, quindi decise di parlare francamente con il ragazzo.
«Rudy, è per Alice che vuoi andartene da casa?»
Rudy la guardò sorpreso, non pensava che lei ci sarebbe arrivata in sole due settimane, erano mesi che la cosa continuava e nessuno in casa se ne era accorto.
«Come hai fatto a capirlo? Sono mesi che la situazione tra noi due è cambiata, ma in casa nessuno se n'è accorto.»
Eva sorrise comprensiva.
«Ehi, guarda che non è passato molto tempo da quando anche io vivevo nella tua stessa situazione. Adesso capisco perché vuoi andartene, troppi ricordi anche per te. Magari potremmo andare a vivere insieme noi due e Marta. Potresti aiutarmi e badare a lei mentre sono al lavoro, che ne dici? Ti giuro che non ti farò domande su mia sorella, promesso.»
Rudy rise, inconsapevole di aver appena creato un legame di vera fratellanza con Eva, con la quale non aveva condiviso quasi niente in quegli anni.
«D'accordo e io prometto che non ti chiederò niente su Marco. Ne parleremo quando saremmo pronti, entrambi.»
Eva gli strise la mano e Rudy ricambiò, poi si diresse in bottiglieria.
****
Mentre Rudy si dirigeva verso la bottiglieria, pensava al modo migliore di proporre la sua idea a suo padre. Giulio non sarebbe stato contento, era convinto che il ragazzo lo avrebbe aiutato in bottiglieria e sapeva che lo attendeva una battaglia, ma si sbagliava.
Entrò con passo spedito nel locale e trovò suo padre intento a lavare i bicchieri, così si sedette sullo sgabello e prese coraggio.
«Papà, devo parlarti.»
Giulio si aspettava qualche catastrofe, in fondo si stava parlando di Rudy, il ragazzo che era sempre riuscito a combinare dei disastri.
«Che cosa hai fatto questa volta?»
Rudy sorrise, era proprio vero che niente cambiava quando si parlava di lui.
«Niente. Ho solamente preso una decisione sul mio futuro. Voglio iscrivermi al DAMS e andare a vivere fuori casa.»
Giulio ci mancava poco facesse cadere il bicchiere nel lavandino, poi si mise ad urlare per la gioia e lo abbracciò in mezzo alla bottiglieria.
«Mio figlio vuole continuare a studiare. Santo cielo, sta per arrivare l'apocalisse.»
Poi, mettendo bene insieme i pezzi, si ricordò che gli aveva detto che voleva anche andare a vivere da solo.
«Aspetta, hai detto che vuoi vivere da solo? Non se ne parla nemmeno, Rudy. Sei ancora troppo piccolo.»
Certo, se lo avesse chiesto Marco glielo avrebbe lasciato fare, ma se si trattava di lui, la risposta negativa era scontata. Così prese coraggio e gli disse del progetto che aveva assieme ad Eva.
«Papà, Eva vuole cercare casa e mi ha chiesto di andare a vivere con lei e Marta. Mentre Eva lavora, io posso badare alla bambina e magari potremmo condividere l'affitto. Non voglio fare niente di strano. Possiamo trovare casa vicino al DAMS, così quando dovrò iniziare le lezioni sarò vicino e potrò andarci a piedi.»
Non si seppe mai come, ma Giulio si fece convincere facilmente da questa soluzione e alla fine Rudy, Eva e Marta abbandonarono casa Cesaroni per iniziare una nuova vita, piena di colpi di scena.
****
Marco aveva appena salutato la figlia al telefono e si stava dirigendo verso il palazzo reale. Aveva una tremenda paura di aver perso per sempre Maya e quando fu accolto all'interno del palazzo l'agitazione crebbe. Alla vista della ragazza che gli correva incontro giù dalle scale e lo abbracciava e baciava si sciolse, come neve al sole. Non sapeva, però, che la convivenza a palazzo con i futuri suoceri si sarebbe rivelata presto un fallimento su tutta la linea.
Il padre di Maya non aveva ancora rinunciato ai progetti che aveva per la ragazza e soprattutto non intendeva farlo per inseguire un sogno di felicità con un plebeo.
****
Erano ormai passati tre giorni da quando Alice si era imbarcata con Francesco e il ragazzo era in preda alla felicità, mentre lei cercava di non pensare al passato. Un giorno, mentre stavano sdraiati al sole della Grecia, Francesco si mise a descriverle la loro nuova casa con dovizia di particolari e Alice ripensò alle parole della madre.
Lucia aveva ragione, non si sentiva ancora pronta per un passo del genere, ma come avrebbe fatto a vivere assieme a Francesco? La convivenza era un passo difficile e pensando alla fine che aveva fatto il rapporto tra Marco ed Eva, si lasciò scoraggiare sempre di più. Con l'avanzare dei giorni, era sempre più convinta di voler tornare a vivere a casa con sua madre e Giulio, ma non sapeva come fare a dirlo a Francesco.
****
I tre mesi erano quasi giunti alla fine e presto ci sarebbero stati dei grandi ritorni a Roma, ma sia Rudy che Eva erano pronti ad affrontare le conseguenze che ne sarebbero derivate.

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Capitolo 3
*** Ritorni ***


Ritorni

RITORNI:


Erano trascorsi tre mesi dall'arrivo di Marco a palazzo e, fin da subito, il ragazzo era stato messo alla prova. Doveva studiare come un matto, nemmeno si trovasse di nuovo a scuola. Il pensiero di Marco era costantemente rivolto a sua figlia che non vedeva da tempo. Le telefonava tutti i giorni, ma si rendeva conto che, standole lontano, si perdeva molte cose ed un giorno prese coraggio. Si trovava in compagnia di Maya, finalmente soli, e diede libero sfogo alle sue paure.
«Maya, io non ce la faccio più. Non credo di aver fatto molti progressi con i tuoi genitori in questi ultimi tre mesi. Mi dispiace, ma non sono fatto per vivere a corte. Ti amo, ma mi mancano Roma, la mia famiglia e soprattutto Marta.»
A dire la verità gli mancava anche Eva, ma aveva preferito glissare su questo argomento, forse per non ammetterlo a sé stesso o forse per non fare arrabbiare ancora di più Maya. La ragazza lo capiva, in realtà aveva sperato che lui decidesse di tornare a casa, perché anche a lei iniziava a stare stretta la vita di corte.
«Che ne dici se torniamo a Roma, a stare da mia nonna? Tu potrai vedere Marta ed io staccherò un po' la spina da questa corte. Un giorno dovrò prendere il posto di mio padre, ma voglio vivere normalmente fino ad allora.»
Marco sorrise, la abbracciò e baciò per fargli capire che approvava la sua scelta. Finalmente si tornava a casa, ma in quel momento non poteva sapere che avrebbe trovato dei grossi cambiamenti.

****

Il viaggio in barca era stata un'esperienza fantastica, ma Alice non vedeva l'ora di tornare a casa. Doveva assolutamente parlare della sua decisione di rimandare la convivenza con Francesco. Mentre veleggiavano verso casa, gli si avvicinò per parlare.
«Francesco, ho bisogno di parlarti.»
In un primo momento il ragazzo si sentì perduto, ma le sorrise come se non fosse accaduto niente.
«Avrei bisogno di passare qualche tempo in famiglia. Non sto dicendo che non voglio convivere con te, ma solo che sarebbe meglio aspettare. In fondo abbiamo tutta la vita davanti.»
Francesco capiva che la ragazza non si sentiva ancora pronta e quindi le rispose tranquillamente.
«Ho capito. Vuoi passare ancora del tempo con la tua famiglia, in fondo siamo stati insieme per tre mesi, posso aspettare qualche tempo prima di averti tutta per me.»
Alice gli gettò le braccia al collo e lo baciò. Non era stato così disastroso dirgli la verità. Francesco era un uomo e la capiva alla perfezione. Una volta sbarcati, avrebbe telefonato alla madre o alla sorella per farsi venire a prendere, ma avrebbe avuto delle grosse sorprese al suo arrivo.

****

A Roma erano passati tre mesi ed ormai la convivenza tra Eva, Marta e Rudy era diventata simbiotica: Eva aveva trovato lavoro e Rudy si occupava della piccola. Mancava una settimana all'inizio delle lezioni al DAMS, ma i due si erano accordati sul fatto che Eva avrebbe continuato a lavorare, mentre Marta sarebbe andata all'asilo e Rudy alle lezioni. Il pomeriggio, il ragazzo lo avrebbe passato con la nipotina, dato che le lezioni lo impegnavano solo di mattina.
I ragazzi continuavano spesso a frequentare casa Cesaroni, soprattutto perché erano invitati a cena svariate volte la settimana. Quel giorno Rudy rispose a una telefonata di suo padre.
«Pronto, papà che c'è?»
«Rudy, io e Lucia abbiamo pensato di invitare voi ragazzi a cena stasera. Credete di riuscire a venire?»
Naturalmente era una domanda retorica, nessuno dei due aveva intenzione di dire no, quindi Rudy acconsentì subito.
«Ma certo che si, papà. Va bene per le otto?»
«Si, vi aspettiamo.»
Rudy ancora non sapeva che non sarebbero stati gli unici invitati alla cena. Dopo la telefonata il ragazzo si mise a giocare con Marta e dopo pranzo la mise a fare il riposino. Mentre era intento a strimpellare la chitarra in soggiorno, sentì suonare il campanello della porta. Andò ad aprire e si ritrovò davanti le ultime due persone che si sarebbe immaginato di vedere: Marco e Maya.
«Che ci fai qui tu?»
Marco fu il primo a riaversi dalla sorpresa e parlare.
«Faccio il baby-sitter a tua figlia, quella che non vedi da tre mesi.»
Il tono di Rudy era sarcastico, ma non lo si poteva di certo biasimare. Aveva passato tre mesi con Eva e Marta ed aveva visto la bambina e la madre soffrire per la lontananza di Marco, quindi si sentiva in dovere di proteggerle. Marco colse al volo l'allusione e parve colpito dalle parole del fratello, ma reagì come una tigre in gabbia, pronta ad assalire il domatore.
«Senti Rudy, cerca di capire e vedi di non fare lo sbruffone come al solito. Sono tornato per vedere Marta, dov'è?»
Rudy era arrabbiato, ma cercò di contenersi e li fece accomodare in soggiorno.
«Tua figlia è a fare il pisolino per il momento, comunque entrate e sistematevi in salotto. A proposito, chi ti ha detto dove cercarci?»
«Papà, sono passato in bottiglieria e mi ha detto dove abitava Eva. Così siamo venuti subito qui.»
Rudy non capiva la reazione spropositata di Marco, si era subito precipitato lì e con Maya, oltrettutto. Non aveva minimamente pensato alle sofferenze che avrebbe potuto recare ad Eva e il ragazzo cominciava a pensare che la sorella avesse ragione: Marco amava sul serio Maya.
«Capisco ed Eva lo sa che sei qui?»
La domanda era alquanto stupida, visto che lui sapeva bene che Eva non poteva saperlo, ma la risposta di Marco fu interrotta dallo squillo del telefonino di Rudy.
«Scusa, devo rispondere. E' Eva.»
«Pronto.»
Dall'altro capo del telefono la voce di Eva era alquanto calma.
«Rudy, sono già arrivati?»
Rudy era rimasto un attimo perplesso, ma poi aveva capito a chi si riferiva. Lucia doveva aver telefonato ad Eva per avvertirla.
«Sì, li ho fatti entrare. Marta dorme ancora, quando si sveglia avrà una bella sorpresa.»
Eva dall'altro capo del telefono era piuttosto strana, ma decise di dire tutta la verità a Rudy, in fondo lui le era stato vicino in questi tre mesi ed adesso toccava pure a lei.
«Rudy, senti, devo dirti una cosa. Ti prego, non metterti ad urlare ed ascolta. Alice è tornata e stasera alla cena ci sarà pure lei, assieme a Marco e Maya.»
A Rudy era piombato addosso un gelo glaciale, non sapeva più cosa rispondere, ma si fece coraggio e le rispose.
«Bene, mi fa piacere che sia tornata. Stasera, cena in famiglia. Mi sa che sarà divertente.»
Il tono era di nuovo sarcastico, ma in fondo erano tutti e due nella stessa barca. Avrebbero dovuto affrontare i loro incubi personali quella sera alle otto in punto e forse dopo tutto sarebbe tornato alla normalità.
«Si.»
Quella fu l'unica risposta che Eva riuscì a dare, perché anche lei era preoccupata di non fare scenate davanti alla figlia, ma si sarebbe contenuta abbastanza da non lasciar trapelare il suo malcontento.
«Ci vediamo più tardi, Eva. Tranquilla, ci penso io a Marta.»
Questa fu la frase che Rudy disse, ma era sottointeso che Eva doveva stare tranquilla perché non sarebbe stata sola. Agganciato il telefono, Rudy si rivolse a Marco.
«A quanto pare, stasera c'è una grande riunione di famiglia. E' tornata a casa pure Alice.»
In quel momento, una vocina dolce provenne dalla camera da letto.
«Io Udy!»
«Arrivo, principessa. Scusate, vado a prenderla. Sarà contenta di rivederti.»
Disse rivolto verso il fratello maggiore.
Si spostò in cameretta e prese in braccio la piccola Marta, parlandole per prepararla all'incontro in soggiorno.
«Sai che abbiamo visite, topolina? Di là c'è una persona che non vede l'ora di rivederti.»
«Chi?»
La bambina era visibilmente eccitata e curiosa di sapere che sorpresa l'attendesse in soggiorno.
«Ma quanto sei curiosa, adesso vedrai.»
Arrivata in salotto, la bambina vide il padre che sorridente la guardava pieno d'affetto.
«Papà, sei tonnato!»
Disse la piccola correndo verso Marco a braccia aperte, dopo essere stata lasciata per terra da Rudy. Il ragazzo era contento di aver esaudito il desiderio di Marta, erano mesi che chiedeva quando sarebbe tornato il suo papà ed adesso finalmente poteva abbracciarlo di nuovo.
«Ciao, tesoro mio! Quanto sei diventata grande, sei una piccola donna ormai.»
Maya, in tutto quel tempo, era rimasta in disparte perché era giusto così. Si sentiva in difetto per aver rubato, tra virgolette, il padre alla bambina. I due rimasero tutto il pomeriggio assieme alla bambina, la quale arrivò a sera contenta come non lo era da tre mesi. Nessuno sapeva che la cena si sarebbe trasformata in un delirio, ma quel che contava adesso era il riavvicinamento tra padre e figlia.

****

Mentre a casa di Eva e Rudy si festeggiava il ritorno di Marco, a casa Masetti era tempo di grandi ritorni. Dopo aver passato due mesi a Barcellona assieme a Walter e Carlotta, i Masetti assieme a Diego erano tornati a casa giusto il mese prima. Quello che non si sarebbero mai aspettati era che la loro visita aveva convinto i due fidanzati a tornare a Roma, vogliosi di riscoprire la loro città dalla quale mancavano da più di un anno.
Quel giorno, mentre facevano pranzo, suonò il campanello della porta e Stefania andò ad aprire, trovandosi davanti il figlio con la futura nuora.
«Walter! Che cosa ci fate qui?»
«Sorpresa, mamma! Siamo tornati per restare, Roma ci mancava troppo e visto che il mio contratto era finito, ho chiesto ai miei superiori di potermi ritrasferire in Italia e loro hanno detto sì.»
«Ezio, hai sentito? Come sono contenta, quindi tornate a vivere qui. Ci vedremmo tutti i giorni!»
In quel momento, anche Ezio si era unito al gruppetto, circondandoli tutti in un abbraccio e non dimenticandosi nemmeno Diego. Finalmente la famiglia Masetti aveva qualcosa di cui gioire, dopo tanto tempo. Quella sera, erano invitati tutti a casa Cesaroni e si sarebbero accorti che la loro famiglia aveva equilibri molto meno precari rispetto a quella di Giulio e Lucia.

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Capitolo 4
*** Sorprese e rancori ***


Sorprese e rancori

Sorprese e rancori:


Il pomeriggio era trascorso sereno: Marta aveva ritrovato il suo papà, Eva aveva continuato a lavorare e Lucia era andata a prendere Alice al porto.
Naturalmente, dopo aver udito la notizia che la figlia minore intendeva tornare a vivere con loro, Lucia si era sentita sollevata perché a lei la convivenza era sembrata un passo troppo affrettato.
«Ragazzi, che ne dite se stasera ceniamo tutti assieme? Sei invitato pure tu, Francesco, ormai fai parte della famiglia.»
Il ragazzo sorrise e fu molto grato a Lucia delle sue parole.
«Accetto volentieri, Lucia, grazie.»
La donna non sapeva di aver appena innescato una miccia esplosiva.

****
Le otto e mezza erano arrivate fin troppo in fretta, almeno per Eva e Rudy. Ognuno dei due temeva l'incontro con le rispettive dolci metà che non erano più con loro. Rudy aveva accettato di lasciare andare Marta assieme a Marco e Maya a casa Cesaroni, poi aveva aspettato Eva.
Adesso i due si trovavano fuori dalla porta di quella che era stata la loro casa e non trovavano il coraggio di entrare.
«Uno di noi due deve suonare, altrimenti non si esce da questa situazione.» Disse Rudy evidenziando la verità.
Eva annuì sovrappensiero, ma quando Rudy si avvicinò al campanello, gli bloccò la mano.
«Non sono pronta, Rudy. Ho paura. E' la prima volta che lo rivedo dopo tre mesi e stavolta è stato lui a lasciare me, sto andando in panico.»
Rudy capiva perfettamente la situazione di Eva, in fondo anche per lui non era facile rivedere Alice dopo tre mesi e soprattutto dopo quel biglietto.
«Lo so, ma dobbiamo entrare. Lucia e papà ci staranno aspettando e sai che si staranno preoccupando.»
Alla fine, Eva si lasciò convincere e Rudy riuscì a suonare il campanello. Sulla porta apparve la figura di Lucia e sia Rudy che Eva ringraziarono la sua prontezza di riflessi, perché sarebbe stato duro veder comparire o Alice o Marco. I due ragazzi entrarono sorridendo, mettendo una maschera di freddezza che nessuno dei due provava realmente, visto i loro sentimenti interni.
La cena era quasi pronta e quindi si sistemarono ognuno al proprio posto. Rudy ed Eva, come facevano da ormai tre mesi, si misero seduti dal lato destro con in mezzo la piccola Marta. Da fuori, sembravano una tenera famiglia e questo urtò profondamente il sistema nervoso di Marco, anche se non sapeva darsi una risposta a quella sensazione.
Rudy, invece, era preso a controllare ogni minimo movimento di Alice e Francesco. Cercava di restare calmo, ma dentro era un fuoco pronto ad esplodere. Le continue effusioni tra i due gli davano molto fastidio e si conteneva solo grazie a Marta. Infatti, doverla stare a sentire era un calmante naturale, o per lo meno era diventata tale da tre mesi.
Maya sembrava essere a disagio, si sentiva di troppo, anche se non gli era mai successo prima. Quando era arrivata ad inizio settembre in quella casa aveva trovato una famiglia pronta ad accoglierla, ma adesso le pareva di essere un'estranea, ed in fondo, lo era sul serio. Capiva perfettamente i Cesaroni, da quando era arrivata Eva si erano sentiti di nuovo una famiglia ed avevano fatto quadrato intorno a lei e Marta: una situazione comprensibile. Invidiava profondamente quella ragazza che sapeva farsi amare dalla sua famiglia con solo un sorriso e temeva che, prima o poi, anche Marco si sarebbe accorto di quanto gli mancava.
Eva pareva essere una statua immobile, controllava tutti, anche se non dava a vederlo. Non aveva mai guardato in faccia né Marco né Maya. Parlava con la sorella e Francesco delle loro vacanze, cercando di tenere un'occhio su Rudy che gli pareva alquanto arrabbiato. Sapeva che per il ragazzo era difficile contenersi, non era mai stato un tipo calmo, ma vederlo giocare e parlare con Marta, come se lei fosse un calmante, la rassicurava. Aveva imparato a conoscerlo in questi tre mesi e le era parso un ragazzo sensibile, forse più di Marco. Aveva sofferto per la mancanza di Alice, senza mai lamentarsi o darlo a vedere in modo palese. Toccava la chitarra solo quando Marta glielo chiedeva e questo accadeva spesso, soprattutto quando voleva sentire la ninna nanna che il padre aveva composto per lei.
Alice si comportava come se niente fosse successo, tre mesi prima. Aveva passato le prime settimane in barca a chiedersi come stesse affrontando la lontananza Rudy, ma vederselo davanti sorridere alla nipotina, le aveva fatto pensare che lui stesse di nuovo bene e che il suo fosse solo un amore occasionale.
La serata stava lentamente arrivando alla fine, quando all'ennesimo scambio di tenerezze tra Alice e Francesco, Rudy si alzò di scatto, chiedendo scusa perché voleva prendere una boccata d'aria.
«Scusate, mi serve una boccata d'aria. Torno subito.»
Eva si complimentò col pensiero con lui per non essere esploso davanti a tutti. Marco cercava di capire che cosa stesse accadendo al fratello, che lui vedeva profondamente cambiato. Alice e Francesco erano rimasti bloccati a mezz'aria, pensando che il ragazzo si sentisse poco bene. Mentre Giulio e Lucia sembravano non essersi accorti di nulla.
Rudy uscì fuori dalla porta, stringendo i pugni e cercando di calmarsi: cosa che risultava alquanto difficile. Appena riprese il controllo di sé, prese il telefonino e chiamò Diego. In quel momento aveva bisogno di una voce amica e chiamare Jolanda non gli sembrava più tanto ingegnoso, visto che tra poco lei sarebbe tornata ad essere la migliore amica di Alice e non voleva che le due litigassero per colpa sua.
«Pronto, Rudy?»
La risposta di Diego non si fece attendere molto e Rudy sorrise, era contento di aver trovato un amico come lui a cui poter confidare le sue pene amorose.
«Diego, ti prego, dimmi che siete tornati da Barcellona.»
La risata di Diego arrivò dall'altro capo del telefono.
«Sì, siamo arrivati tre giorni fa, ma mi sono scordato di telefonarti. Abbiamo avuto parecchie sorprese in questi giorni. A proposito stiamo per venire a trovarvi.»
Rudy sospirò contento.
«Meno male, ho bisogno di qualcuno che mi aiuti a distogliere la mente da Alice. Lei e Francesco sono a casa nostra e fanno la coppietta felice. Tra quanto arrivate?»
«Tra quindici minuti più o meno. Non dire niente, abbiamo sorprese anche per voi.»
«Davvero? Bene, se sono regali da Barcellona, non possiamo dire di no.»
«Credo che sarete abbastanza contenti. Adesso, promettimi di stare calmo e non fare cazzate, okay Rudy?»
«Okay, rientro, altrimenti mi danno per disperso. Sono uscito a prendere una boccata d'aria, ma sono fuori da dieci minuti e stento a credere che non si insospettiscano.»
«Tranquillo, sto arrivando.»
Dopo la telefonata con Diego, Rudy si sentiva più tranquillo e rientrò in casa scusandosi per l'assenza.

****

Mentre Lucia stava sparecchiando, si misero tutti in soggiorno per parlare, ma ad un certo punto, Marta si sentì stanca e chiese di poter andare a letto.
«Mamma, ho sonno. Nanna.»
Marco, che non vedeva l'ora di potersi rendere utile per la figlia, chiese il permesso ad Eva di poterla portare di sopra in mansarda.
«Eva, posso portarla io di sopra in mansarda?»
«Ma certo che puoi, però in mansarda non c'è più il lettino, quando siamo qui Marta dorme nel tuo vecchio letto in camera con Mimmo.»
Fu proprio in quell'attimo che Marta si mise a fare i capricci.
«No, papà. Io voio io Rudy.»
Marco stentava a credere che la figlia volesse essere accompagnata a dormire da suo fratello, forse era un sintomo normale della sua lontananza e della vicinanza ravvicinata con lo zio, ma a lui tremavano le mani dal nervoso.
«Tesoro, stasera c'è papà, perché non vai con lui di sopra? Prometto che passo a darti il bacio della buonanotte lo stesso.»
Rudy cercava di fare stare tranquilla la bambina, ma lei sembrava non voler cedere a questa soluzione.
«No, no, no. Io voio te.»
Marco si sentì sconfitto in qualche strano modo e acconsentì che la bambina andasse di sopra con Rudy.
«Vai tu, Rudy. Se Marta vuole te, non vedo perché dovrei oppormi.»
Maya era convinta che la cosa fosse alquanto strana, ma evitava di parlare per non far scoppiare Marco, il quale era evidentemente sul punto di esplodere di rabbia.
Mentre Rudy prendeva in braccio Marta, la bambina gli si attaccò al collo come se fosse un'ancora a cui appoggiarsi e insieme andarono in quella che era la sua vecchia camera.
Arrivati in cima alle scale, però, sentirono eplodere Marco dal piano di sotto.
Marco aveva cercato di contenersi, finché c'era la bambina, ma appena sparita dalla sua vista, si rivolse al padre e ad Eva.
«Ma bene, vedo che siete tutti contenti che Marta non mi voglia più vedere.»
«Ma che dici, Marco. Marta ha le sue abitudini, sono tre mesi che Rudy la porta a dormire e tu non puoi pretendere di arrivare e farle cambiare idea in cinque minuti.»
Eva si era sentita profondamente colpita dalle parole di Marco, in fondo, mica era colpa sua se lui se ne era andato tre mesi prima lasciando la bambina da sola.
«E tu non dici niente papà? Ma certo, stai a vedere che la nuova coppietta è più amata della vecchia.»
Giulio davvero non riusciva a capire le intenzioni e le parole di Marco.
«Figliolo, ti senti bene? Quale nuova coppietta?»
«Andiamo, papà. Non ti sei accorto che Eva e Rudy giocano alla famigliola felice? Che c'è la loro storia va bene, mentre quella che vivevamo io ed Eva, no?»
Giulio scosse la testa, gli sembrava che il figlio avesse completamente perso la ragione e non sapeva spiegarsi il perché. Eva era scioccata, Marco le aveva appena dato della poco di buono. Si riscosse e in un secondo si trovò a tirare un ceffone all'ex.
«Non ti permettere mai più di dire una cosa del genere. Mi fai schifo. Sei stato tu ad andartene tre mesi fa e adesso non puoi venire qui ad accusarmi di avere una storia con tuo fratello, che tra l'altro è più maturo di te.»
Eva era sull'orlo delle lacrime, ma in quel momento tutti erano congelati nel soggiorno, tutti tranne Mimmo che prese le difese della ragazza.
«Tu sei un idiota, Marco. Eva e Marta fanno parte di questa famiglia ed io mi vergogno di te, hai lasciato tua figlia da sola per tre mesi. Sai, quando Lucia se ne è andata io ho sofferto ed ero più grande di Marta, e Lucia non era nemmeno la mia vera madre. Tu che cosa pensi che abbia pensato Marta? Ha solo quattro anni e sono sicuro che si è sentita abbandonata, e tu sei veramente suo padre.»
Eva era grata a Mimmo per essere intervenuto a suo favore, permettendogli di riprendere le forze e trattenere le lacrime.
«Mimmo, adesso basta. Grazie di essere dalla nostra parte, ma quella che deve farsi l'esame di coscienza non sono di certo io.»
Marco non credeva ai suoi occhi, la sua stessa famiglia era dalla parte di Eva e non dalla sua. Forse per la prima volta, si rendeva conto di non essere al centro dell'attenzione di tutti. Persino suo padre scuoteva la testa, deluso dal comportamento del figlio maggiore.
«Marco, credo che dovresti scusarti con Eva e poi andare di sopra e farlo anche con tuo fratello, perché temo che abbia sentito tutto.»
Alice era incredula, Francesco pensava che Marco fosse impazzito, Maya temeva che la gelosia di Marco avesse altre basi e che prima o poi tutto tra loro sarebbe andato a rotoli.
All'improvviso, Marco si rese conto di essersi comportato in maniera davvero stupida ed impulsiva, così chinò la testa e chiede scusa ad Eva, la quale rispose in maniera alquanto seccata.
«Scusami, Eva. Io non so cosa mi sia preso.»
«Non mi importa che cosa pensi tu. Ci ho messo una pietra sopra, quando te ne sei andato.»
Poi Marco, prese forza ed andò di sopra per scusarsi con Rudy.

****

Rudy aveva portato Marta in camera, appena in tempo per non dover sentire le stupidaggini e gli urli che da sotto arrivavano fino in camera. Aveva preso la chitarra e si era messo a suonare la ninna nanna.
«Pigiami, moine, la culla con le apine.
 Triciclo, girello, il mondo sembra bello.
 Le scarpe che indossi per fare i primi passi.
Il mare, gli abbagli, i granchi tra gli scogli.»
Mentre cantava, non si era reso conto che la discussione fosse terminata e che il fratello stesse salendo le scale. Marco era arrivato fuori dalla porta e accostatosi, si accorse che Rudy stava cantando la sua ninna nanna a Marta. Era stato talmente cieco da non aver intuito che la bambina aveva sofferto per la sua lontananza e che si era ancorata a Rudy perché lui le ricordava il papà. Era stato proprio stupido. Attese che il fratello finisse di cantare e quando lo vide aprire la porta, gli sorrise.
«Rudy, mi dispiace. Grazie, di esserti preso cura di Marta e di Eva in questi tre mesi.»
Rudy scosse la testa e gli rispose.
«Marco, non l'ho fatto per te, ma per Marta. Lei ha bisogno di te, e so che tu ti sei sentito messo da parte prima, ma ci vuole tempo prima che lei possa di nuovo fidarsi di te, cerca di capirla ha solo quattro anni.»
«Lo so, io non so che dire. Ho pensato e detto delle cose che non avevano senso prima e mi scuso di averti messo in mezzo.»
«Non voglio sapere niente, Marco. Sono tuo fratello, ma se fai soffrire un'altra volta Marta o Eval, giuro che te ne pentirai.»
I due dopo aver messo i puntini sulle i ed essersi riappacificati, tornarono di sotto.
L'atmosfera non era certo delle più rosa, infatti, in casa, aleggiava una strana sensazione di disagio, dilagante tra tutti i componenti della famiglia. Dopo poco, fuorono riscossi dal campanello che suonava e Rudy si ricordò che Diego gli aveva prospettato grandi sorprese.
«Cavoli, mi sono dimenticato. Mi ha telefonato Diego, mentre ero fuori, ed ha detto che sarebbero passati, perché avevano delle sorprese per noi. Vado ad aprire.»
Arrivato alla porta, si vide davanti Walter e Carlotta e gli uscì spontaneo un sorriso. Si fece da parte e li lasciò entrare, tra lo stupore dell'intera famiglia.
«Carlotta! Walter!»
Il grido fu unanime ed Eva si sentì alquanto sollevata, finalmente aveva di nuovo degli amici vicino e corse ad abbracciare Carlotta.
«Quando siete tornati, ragazzi? Dio, sei stupenda, Carlotta. Anche tu, Walter.»
La ragazza abbracciò anche il suo migliore amico, mentre Marco che sorrideva vedendo la scena si avvicinò a Walter per salutarlo.
«Ehi, pisellone! Non sei contento di vederci?»
Marco rise, perché Walter non era cambiato nemmeno di una virgola.
«Ma certo che sono contento di vederti, vieni qui, stupido.»
Carlotta e Walter si accorsero subito che c'era qualcosa che non andava in casa, mentre Stefania, Ezio e Diego guardavano estasiati la scena che si svolgeva davanti ai loro occhi. Walter, con le sue pronte domande, si accorse che c'era qualche persona in più di quelle che si sarebbe aspettato di vedere in casa Cesaroni: Maya e Francesco per esempio.
«Oh cielo, Francesco? Sei proprio tu?»
Francesco sorrise.
«Eh, sì. In carne ed ossa.»
«Accidenti, sono anni che non ci vediamo. Mamma mia, come sei cambiato.»
«Ma senti da che pulpito, Masetti.»
«Oh, sù. Non era mica una cosa scontata trovarti in questa casa e dopo dieci anni.»
«Già, ma vedi, sono il fidanzato di Alice.»
Walter rimase bloccato, ma non per gelosia, era piuttosto stranito dal fatto che Alice si fosse messa un'altra volta con uno degli amici di Marco.
«Ma brava, la nostra Alice. Ti piacciono più vecchi, eh?»
Alice rise, le era mancato Walter ed i tempi in cui erano fidanzati erano molto lontani, talmente tanto che si era dimenticata che fosse un ottimo pagliaccio. Rudy, invece, si era sentito ribollire il sangue nelle vene, ma Diego gli aveva preso il braccio e lo aveva riscosso, facendolo tornare in sé.
«Marco, non mi presenti la bella ragazza che c'è dietro di te e che si nasconde?»
Carlotta si era avvicinata ad Eva e le aveva chiesto nell'orecchio chi fosse la nuova arrivata e la risposta di Eva l'aveva lasciata basita.
«Questa è la mia nuova ragazza, si chiama Maya.»
«Piacere di conoscerti, Maya. Io sono Walter, il miglior amico di Marco.»
«Il piacere è tutto mio, Walter.»
Maya faceva la perfettina in ogni situazione, anche se in quel momento si sentiva a disagio, ma Walter riportò ben presto la sua attenzione verso Eva.
«Dio, come sei diventata bella. Sembri una principessa, Eva.»
«Sei sempre il solito, Walter. Guarda che Carlotta si arrabbia.»
Carlotta rise di gusto, le erano mancati i loro migliori amici e le loro battutine.
«Ma no, ha ragione, Eva. Sei splendida, ti trovo in gran forma.»
Alla parola principessa, Maya si era sentita chiamata in ballo, ma si era ben presto resa conto che non ce l'avevano con lei.
Dopo varie discussioni su quello che Walter e Carlotta avevano fatto in questo ultimo anno, si era fatto tardi e i Masetti se ne erano tornati a casa. Walter aveva però cercato di riunire il gruppo per la colazione del giorno dopo.
«Ragazzi, domattina facciamo colazione al bar qui vicino, tutti assieme come ai vecchi tempi? I magnifici quattro tutti assieme!»
Marco si era sentito in dovere di ricordare all'amico che c'era pure Maya adesso.
«Walter, siamo cinque adesso. Io porto anche Maya.»
Eva aveva girato gli occhi verso Carlotta e la ragazza aveva capito subito le intenzioni della sua amica.
«Walter, io ed Eva avremmo degli altri impegni. Devo farmi dire tutto su Marta e devo assolutamente vederla, che ne dici se io faccio colazione con lei e tu con Marco e Maya?»
Eva fu grata alla sua amica, che le rimaneva fedele.
«Va bene, ma poi voglio vedere anche io Marta, okay?»
«Ma certo, Walter. Tu sei lo zio, lo sai che Marta non vede l'ora di vederti. Ci vediamo domani, allora.»
Eva li salutò e resasi conto che era troppo tardi per tornare a casa, chiese alla madre se poteva dormire nel suo vecchio letto.
«Mamma, mi sa che è troppo tardi per andare a casa. Rimango a fare compagnia ad Alice in camera sua, così mi racconterà tutte le sue vacanze.»
Alice rise.
«Ma si accomodi pure, signorina. La terrò sveglia tutta la notte.»
Rudy decise di dormire nel suo letto, mentre Marco e Maya rimasero a dormire in mansarda.

****

Saliti al piano di sopra, Rudy si chiuse la porta alle spalle, gettandosi sul suo letto ed aprendo il comodino. La lettera di Alice era stata nascosta nel fondo del cassetto, ben tre mesi prima, ma leggerla ancora avrebbe significato solo farsi ancora del male, così rischiuse il comodino senza fare rumore per non svegliare Marta e Mimmo.
Alice aveva guardato Rudy chiudersi la porta alle spalle, mentre Eva osservava Alice chiedendosi se tra quei due non ci fosse veramente un amore pronto a sbocciare. Le due poi entrarono in camera pronte per una sessione di confidenze tra sorelle.
Marco e Maya, invece, appena misero piede in mansarda, la trovarono completamente diversa da quella che l'avevano lasciata. Le loro foto erano scomparse, come il lettino di Marta ed anche le foto di Eva e Marta. Era completamente un'altra camera e si misero nel letto a dormire con la consapevolezza che qualcosa stava cambiando, ma non pronti ad affrontare l'uragano che si sarebbe scatenato tra qualche mese.

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Capitolo 5
*** Rimpianti ***


rimpianti

Rimpianti:



Quella sera, mentre Rudy cercava di dimenticare Alice e il suo pseudo-fidanzato, le ragazze erano in camera a discutere sugli eventi della serata. Alice cercava di essere tranquilla e di dialogare con la sorella in modo normale. Eva stava invece tentando di capire che intenzioni avesse realmente sua sorella.
«Allora sorellona, come hai passato questi tre mesi senza di me?»
Eva stentava a credere che Alice le stesse realmente chiedendo come era stata, che cosa poteva risponderle, che era stata a pezzi per due mesi e mezzo e si era ripresa solo grazie all'aiuto di Rudy? No, non pensava fosse possibile rispondere in quel modo, così tergiversò sull'argomento.
«Ali, non me la sono proprio cavata benissimo. Sai è difficile crescere una figlia da sola.»
Alice si accorse, dal tono di voce della sorella, di aver toccato un tasto dolente e si scusò con lei.
«Scusa Eva, io sono stata una stupida. Posso capire che sia stata difficile per te, davvero io non so come scusarmi per la mia indelicatezza.»
«Non fa niente, dico sul serio. Ma adesso dimmi che cosa hai combinato tu in questi tre mesi?»
Alice scosse la testa e poi le rispose.
«Niente di che, siamo stati in giro per la Grecia per tre mesi e devo ammettere che casa mi è mancata molto.»
«Alice, io capisco che ti siamo mancati, ma mi dici perché hai deciso di non andare più a convivere con Francesco?»
Alice non era pronta ad ammettere la verità con nessuno, nemmeno con sé stessa e quindi diede la stessa scusa che aveva usato con Francesco anche alla sorella.
«Io non mi sento effettivamente pronta. Sono ancora troppo giovane e Francesco è stato maturo abbastanza da capire i miei timori.»
Eva aveva capito che la sorella stava mentendo, persino a sé stessa e quindi decise di giocare d'astuzia con lei.
«Okay, forse hai ragione, ma io alla tua età ero dall'altra parte del mondo con Alex e mi sembra strano che tu non voglia provare a vivere con il tuo ragazzo qui a Roma. Infondo non dovresti allontanarti troppo da casa e vedresti me e la mamma tutte le volte che vuoi.»
«Si, ma non è andata tanto bene con Alex o mi sbaglio?»
Touché, questa volta Eva doveva ammettere che era alquanto giusta la risposta di Alice.
«Hai ragione, ma sai se avessi dato retta alla mia sorellina quando mi disse di non buttare il mio futuro e i soldi che papà mi aveva dato, forse le cose sarebbero andate diversamente.»
Alice sorrise, si ricordava la scenata che aveva fatto anni prima alla sorella, quando voleva andare a vivere con Marco e stava gettando all'aria il suo futuro, ma non avrebbe mai pensato che Eva un giorno potesse dirle che aveva ragione.
«Dici sul serio? Insomma, io credevo che fosse il tuo sogno andare a vivere con Marco, eri talmente innamorata di lui da non averci pensato nemmeno due volte.»
Eva sorrise al ricordo di una sé stessa più giovane che era talmente innamorata da non dare retta a nessuno.
«Sai credo che se ti avessi dato retta, a quest'ora tra me e Marco non sarebbe cambiato niente, non ci sarebbero stati nessun Alex, nessuna Simona, nessuna Sofia, nessun Jean e nessuna Maya. Marco aveva provato a farmi capire che lo stavo spingendo verso una scelta di cui non si sentiva pronto ed invece io ho fatto di tutto per poter preservare il nostro amore, non lasciando a lui nessuna decisione in merito. Sono stata stupida, avrei dovuto pensarci almeno due o tre volte prima di farlo e me ne rendo conto solo adesso. Tu sei sempre stata saggia, Alice, e se pensi di non voler andare a convivere con Francesco ci deve essere un buon motivo e non solo quello di non sentirti pronta. Non voglio sapere il perché, tranquilla, io mi fido di te.»
Alice sorrise, era consapevole che la sorella si stesse facendo varie domande alle quali non era pronta a rispondere, ma forse con il tempo avrebbe potuto trovare una risposta anche da sola.
«Eva, ti posso fare una domanda alquanto strana. Ti prego di non prendermi per una pazza che crede a quello che ha detto Marco. Insomma, io so che tra te e Rudy non c'è niente, ma mi chiedevo se tu sapessi dirmi come lui ha passato questi tre mesi.»
Eva stava intravedendo una breccia nel cuore di Alice, ma decise di non forzarle la mano e fece un pochino la vaga.
«Ali, ti prego, non posso rispondere a questa domanda. Ci ho messo del tempo a capire Rudy e non voglio che lui possa arrabbiarsi con me. Diciamo che non è stata un'estate facile nemmeno per lui, ma non so dirti il perché.»
Eva voleva disperatamente proteggere il fratellastro, perché nonostante volesse molto bene alla sorella, aveva imparato anche a capire il dolore di Rudy e si era sentita partecipe, poiché entrambi aveva amato e perduto qualcuno di importante.
«D'accordo, ma che mi dici della scuola? Insomma, si è iscritto, giusto? Non perderà un anno?»
Eva rise dell'agitazione della sorella, le sembrava di rivedersi.
«Si è iscritto al DAMS, domani dovrebbe avere l'incontro preliminare per conoscere la scuola. Andrà tutto bene, ma tu che mi dici della scuola?»
«Io ho provato ad iscrivermi alla scuola di moda, ma mi hanno detto che dovrei aspettare un altro anno, così intanto mi sono iscritta ad una facoltà qui a Roma che tratta anche i temi della moda.»
«Hai fatto bene, Alice. Vedrete che tutti e due sarete all'altezza della situazione, io ne sono sicura.»
Dopo questa chiacchierata tra sorelle, le due si misero sotto le coperte e si addormentarono sicure che i loro sogni un giorno si sarebbero realizzati.

****

Rudy si era addormentato quasi subito, dopo aver richiuso il comodino con la lettera, ma i suoi sogni era alquanto agitati. Riviveva il giorno in cui si era reso accorto della lettera sotto il letto. Quando si era gettato sul letto era stato talmente tanto distrutto da non essersi accorto di quella lettera, la mattina si era alzato ed aveva preso le decisioni riguardanti il suo futuro senza tenere conto di Alice. Il pomeriggio, mentre tentava di rimettere apposto la camera, i suoi occhi era caduti sopra quell'involucro che gli avrebbe cambiato la vita. Aveva preso in mano quella lettera e l'aveva letta tre volte, prima di capire di aver perso un'opportunità, ma si era detto che se Alice avesse realmente voluto stare con lui non sarebbe partita con Francesco. Quindi, conscio di quello che aveva perduto, aveva chiuso la lettera nel fondo del suo cassetto, cercando di dimenticare la sua esistenza, almeno fino a quella sera, quando rivedendola il dolore era tornato a galla, più forte che mai. Rudy, però, non aveva idea che il giorno seguente sarebbe stato portatore di nuove conoscenze che gli avrebbero cambiato la vita.

****

Marco e Maya erano tornati a dormire in mansarda, ma appena messo piede dentro si erano accorti che tutto là era cambiato. Maya si era resa conto che probabilmente non era mai appartenuta a quella casa, mentre Marco aveva capito che la sua presenza era stata cancellata con un colpo di spugna da Eva. Stentavano entrambi a riconoscere quello che era stato il nido del loro amore, ma Marco era il più turbato tra i due perché lì aveva detto ad Eva che tra loro era finita e ricordava perfettamente il suo viso, contorto dal dolore e le parole di lei.
«Vattene, Marco. Vattene, vattene via.»
Quelle parole lo avevano trafitto appena entrato in mansarda e gli occhi di Eva lo avevano seguito fin nel sonno perché, nonostante Maya avesse tentato un approccio alquanto romantico con lui, il ragazzo si era finto molto stanco dal viaggio ed avevano finito per addormentarsi.
Il sonno di Marco era stato alquanto agitato, ripensando alle sue parole amare, dette ad Eva solo tre mesi prima e ripensando anche alle parole di quella sera. Non riconosceva la persona che era diventata, un tempo non avrebbe mai deliberatamente fatto soffrire Eva o Marta in quel modo e si chiedeva come avesse fatto a cambiare così tanto. Non riusciva a darsi una risposta a quella domanda, perciò continuava a girarsi e rigirarsi nel letto dando uno sfogo alla sua preoccupazione. Il mattino seguente avrebbe capito che forse stava perdendo una parte della sua stessa vita che per lui era importante.

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Capitolo 6
*** Nuove e vecchie conoscenze ***


Nuove e vecchie conoscenze

Nuove e vecchie conoscenze:


Il mattino seguente, la prima persona ad alzarsi in casa Cesaroni fu Rudy, forse perché non aveva effettivamente dormito molto a causa degli incubi o dell'ansia per l'imminente entrata al DAMS. Si alzò e fece attenzione a non svegliare Mimmo e Marta, poi si diresse in bagno e fu allora che persino suo padre e Lucia si alzarono.
I genitori si diressero al piano di sotto per preparare la colazione e si stupirono molto quando videro comparire Rudy.
«Ma che te sei magnato di pesante ieri sera per essere così mattiniero?»
Giulio era, tra i due, il più colpito dalla trasformazione avvenuta in Rudy negli ultimi anni e ancora di più negli ultimi tre mesi.
«Dai papà, ti sei già scordato che oggi ho la giornata d'accoglienza al DAMS? Sono mattieniero solo perché ero un po' in agitazione.»
Il padre mise una mano sulla spalla del figlio per infondergli un pochino di coraggio e gli parlò.
«Andrai benissimo, Rudy. Sei cresciuto e maturato molto negli ultimi anni ed io sono fiero di te.»
Rudy sorrise, erano molto lontani i tempi in cui suo padre usava lo scopettino per sgridarlo ed in fondo era meglio così.
«Dai Rudy, siediti e bevi una tazza di caffé con noi.»
Lucia, sorridente, lo fece accomodare sulla sedia.
«D'accordo, ma poi devo volare, altrimenti arrivo in ritardo.»
«Ma sentilo, anni fa per mandarlo a scuola gli dovevo tirare l'acqua in faccia e adesso deve andare che fa tardi.»
Giulio stava giocandoci sopra per ridere un po'. Mentre i tre facevano colazione, arrivò Cesare con i soliti cornetti e piano piano tutta la casa prese ad animarsi. Rudy, accortosi dei movimenti al piano di sopra, prese al volo un cornetto e salutò i presenti, andando fuori di casa.
«Devo scappare, vi saluto. Ci vediamo più tardi.»
Non aveva la minima voglia di vedere Alice e, anche se gli dispiaceva non aver salutato Marta ed Eva, era meglio evitare il problema, almeno per il momento. Si diresse perciò verso la prima giornata della sua nuova vita, senza sapere che sarebbe stata ricca di nuovi incontri.

****

Eva e Alice si svegliarono quasi in contemporanea e continuarono a tralasciare la discussione della sera precedente. Eva si avviò poi a svegliare Marta perché dovevano incontrare Carlotta tra mezz'ora. Arrivata in camera si accorse subito che Rudy si era già alzato, ma cercò di non farci troppo caso. Marta, appena sentì la porta aprirsi, si mise seduta sul letto ed anche Mimmo avvertì la presenza di Eva, la quale li salutò cordialmente.
«Buongiorno, cuccioli. Andiamo che il sole è alto e la giornata sta per iniziare.»
Mimmo non era molto contento della cosa o almeno così pareva.
«Mimmo, c'è qualcosa che non va? A me puoi dirlo, lo sai, vero?»
Mimmo annuì, ma per non far preoccupare Eva disse una minuscola bugia.
«Va tutto bene, è solo che la scuola rinizia tra una settimana ed io devo ancora finire i compiti.»
Eva sorrise comprensiva e poi gli parlò.
«E' successo anche a me, Mimmo. Adesso, però, devi alzarti, altrimenti Giulio viene a tirarti per i piedi.»
Mimmo, in realtà, pensava ancora alla discussione della sera precedente e poi aveva problemi di cuore ed erano quelli i suoi veri tormenti.
Le ragazze assieme al piccolo Cesaroni si diressero quindi in cucina dove trovarono i genitori e Cesare riuniti a fare colazione.
«Ma dov'è Rudy?»
Fu l'esclamazione di entrambe le sorelle Cudicini, appena entrate in cucina, a rispondere fu Lucia..
«E' andato alla giornata d'accoglienza al DAMS, aveva fretta.»
Alice sembrava essere dispiaciuta di non essere riuscita a fargli i suoi migliori auguri per la nuova avventura che il ragazzo stava per iniziare. Eva, invece, tirò fuori di tasca il cellulare e gli mandò un messaggino di incoraggiamento, poi guardò l'orologio e vide di essere in ritardo.
«Cavoli, sono in ritardo. Io e Marta andiamo, Carlotta ci starà aspettando. Ci vediamo più tardi, che vi riporto Marta e poi vado al lavoro. Buongiorno a tutti.»
Cesare, con il suo solito tatto, fece un'affermazione alquanto normale.
«Ma che stamattina se so' tutti messi d'accordo per scappare de' casa?»
Lucia sorrise, mentre Mimmo e Alice si sedevano al tavolino, ma in quello stesso momento il cellulare della ragazza squillò.
«Scusate devo rispondere, sarà Francesco che mi dà il buongiorno.»
Alice prese il cellulare in mano e rispose, notando però che non era il suo fidanzato, ma la sua migliore amica, Jolanda.
«Jole, ciao. Che piacere sentirti!»
Dall'altro capo del telefono, Jolanda cercava di essere tranquilla anche se, aver visto Rudy in uno stato pietoso per tutta l'estate, l'aveva fatta accorgere della profondità dei sentimenti del ragazzo.
«Ciao, Ali. Sei tornata, vero? Possiamo vederci stamattina? Mi sei mancata!»
Jolanda aveva parlato talmente veloce da non aver fatto capire quasi niente ad Alice, la quale sorrise e le rispose.
«Ho capito, faccio colazione e vengo a casa tua. Ci vediamo tra dieci minuti.»
«Va bene, ti aspetto, così mi racconti la tua estate di fuoco.»
Alice riagganciò il telefono e ritornò a parlare con la famiglia.
«Era Jolanda, vuole vedermi. Credo sia curiosa di sapere che cosa ho fatto negli ultimi tre mesi.»
Lucia annuì e poi parlò.
«Sembra che stamani nessuno abbia una gran voglia di passare qualche minuto in famiglia. Se vuoi andare, fai pure Alice.»
Alice si alzò e baciò sulla guancia la madre, salutando il resto della famiglia.
«Grazie, mamma. Ciao a tutti, ci vediamo a pranzo.»
Ed anche Alice uscì fuori di casa, lasciando gli altri al tavolo della colazione.

****

Gli occupanti della mansarda, invece, furono gli ultimi ad alzarsi. Maya avrebbe voluto passare qualche minuto da sola in compagnia di Marco, prima di scendere a fare colazione, ma il ragazzo non era dell'umore adatto. Aveva passato tutta la notte a ripensare alle parole dette ad Eva e aveva capito, ancora una volta, di aver fatto una grandissima scenata per niente. Guardando l'orologio si accorse di essere in ritardo per l'appuntamento con Walter, anche se sapeva benissimo che persino l'amico sarebbe arrivato tardi, lo conosceva troppo bene per poter pensare che fosse diventato puntuale, ma colse la palla al balzo per ricordare a Maya che cosa dovevano fare.
«Maya, alzati. Siamo in ritardo, Walter ci aspetta al bar per fare colazione insieme. Non vedo l'ora che voi due possiate parlare insieme, sono sicuro che andrete molto d'accordo.»
A dire la verità, Marco non era per niente sicuro. Sapeva che Walter avrebbe preferito mille o diecimila volte fare colazione con Carlotta, Eva e Marta, ma tenne quel pensiero per sé, in fondo, Maya poteva benissimo restare all'oscuro dei veri pensieri del suo migliore amico.
I due si diressero, dopo essersi vestiti, al piano di sotto dove trovarono la famiglia riunita in cucina, o meglio quello che restava della famiglia, sembrava infatti che tutti quella mattina fossero usciti di casa molto presto. Salutarono i presenti e si diressero all'appuntamento con Walter, l'uno contento di poter riabbracciare il suo migliore amico, l'altra timorosa del confronto con Eva che si sarebbe di certo creato.

****

Rudy, stava camminando verso il DAMS, quando sentì il cellulare squillare: era appena arrivato un messaggio. Letto il mittente, il ragazzo si era rassicurato e lo aveva aperto.
«IN BOCCA AL LUPO, ALLO ZIO MIGLIORE DEL MONDO. EVA E MARTA.»
Sorrise, lui ed Eva, negli ultimi tre mesi, avevano finito per ritrovarsi nella stessa situazione e si erano accorti di poter essere fratelli, di potersi fare forza a vicenda ed anche quel giorno, sua cognata aveva finito per farlo sentire meglio.
Si diresse sorridente verso l'entrata del DAMS, una volta dentro prese una cartina per potersi orientare all'interno del campus e mentre stava cercando l'aula dove si teneva la giornata d'accoglienza, si scontrò con una ragazza, mandandola a finire per terra.
L'aiutò a rialzarsi e si scusò con lei, la ragazza era davvero una bellezza: occhi azzurri, capelli biondi ed un sorriso splendido.
«Scusami, non guardavo dove andavo. Ero intento a leggere la cartina e ho la netta impressione di essermi perso.»
Non sapeva dire se si era perso negli occhi della ragazza o se si era perso all'interno del campus, fatto sta che la ragazza sorrise e si presentò.
«Non fa niente, io mi chiamo Giulietta e nemmeno io stavo guardando dove andavo. Mi sa che stiamo entrambi cercando l'aula dove c'è la giornata d'accoglienza, o sbaglio?»
«No, non sbagli. Io sono Romeo, ehm, scusa sono Rodolfo, ma tutti mi chiamano Rudy.»
La ragazza rise alla battuta mancata del giovane Cesaroni e gli rispose.
«Scusa per la risata, è che per un attimo ho temuto che tu ti chiamassi sul serio Romeo o che mi stessi prendendo in giro.»
«Non mi permetterei mai di farlo, solo che effettivamente ho interpretato quel ruolo due anni fa in una recita scolastica e così sentendo il tuo nome, mi è uscito di getto.»
«Quindi sei qui per il corso di recitazione?»
«No, veramente sono qui per il corso di musica. Mio fratello compone canzoni ed ho preso questa passione da lui, ho anche un gruppo con i miei amici, suoniamo in giro per i locali di Roma, siamo i Senza Nome, non so se ci conosci.»
«Io, non sono di Roma, vengo da Bergamo e sono qui per studiare, voglio fare recitazione e quale città è meglio di Roma? Comunque se hai già un gruppo, devi essere bravo, magari qualche sera potrei venire a sentire il tuo gruppo, se mi dici dove suonate.»
«Con molto piacere, adesso è meglio che cerchiamo l'aula altrimenti arriviamo in ritardo.»
«Già, tu hai idea di dove andare?»
«Penso sia da questa parte, che ne dici di andare insieme?»
Rudy, aveva segnato la direzione dove si stava dirigendo prima di scontrarsi con la ragazza, la quale annuì alla domanda e riprese a parlare.
«Hai detto che tuo fratello compone canzoni, è famoso?»
«Bhé, a dire la verità sì. Mio fratello è Marco Cesaroni, ha già inciso quattro dischi e qui a Roma è tipo una leggenda.»
La ragazza aveva sgranato tanto d'occhi al nome di Marco, perché era impossibile non conoscerlo anche per lei che stava a Bergamo.
«Wow, tu sei il fratello del mio idolo. Oddio, adesso arrossisco. Scusa, è che tuo fratello è davvero molto bravo, anche se le sue ultime canzoni non mi sono piaciute molto. La mia preferita è Ovunque Andrai, sai per caso se la ragazza a cui era dedicata stia ancora con lui?»
Rudy era sbalordito, suo fratello aveva davvero tanto seguito, ma non era tanto sicuro di voler dire la verità ad una sconosciuta, così optò per una via di mezzo.
«Loro non stanno insieme al momento, mio fratello ha trovato un'altra musa, ecco perché le ultime canzoni erano diverse.»
«Devi dirgli una cosa da parte dei suoi fans, digli di tornare indietro, le ultime canzoni non erano emozionanti come quelle del disco precedente.»
Rudy annuì, senza dare troppa importanza alle parole della ragazza, poi seguendo le indicazioni sulla cartina i due arrivarono all'aula ed entrarono.

****

Eva e Marta arrivarono puntuali all'appuntamento con Carlotta, la quale prese in braccio Marta e le fece qualche coccola, prima di concedersi l'onore di fare colazione con la sua migliore amica. Le ragazze si sedettero in un tavolino e, dopo aver ordinato la colazione, si misero a parlare dei bei vecchi tempi.
«Allora, voglio sapere tutto. Mi dici chi diavolo è Maya e come è arrivata a far parte della vostra vita?»
Eva annuì, conscia che prima si fosse tolta il sassolino dalle scarpe meglio era.
«Sai, sono successe tante cose da quando tu e Walter siete partiti per la Spagna. Quando sono andata via, dopo che Marco mi aveva tradito con Sofia, io mi sono sempre chiesta se fosse possibile tornare indietro e riportare le cose come erano prima, ma mi sono sbagliata. Mio padre mi aveva trovato un lavoro a Parigi e Marco non l'aveva presa molto bene, pensava che volessi portargli via Marta, che volessi punirlo e così abbiamo litigato svariate volte via telefono, fino a quando ci siamo ritrovati sui binari della stazione e abbiamo scoperto di amarci ancora. Sembrava tutto una favola, ma i primi problemi sono iniziati quando siamo arrivati a Parigi, io lavoravo in continuazione e lui si stava chiudendo un'altra volta in sé stesso ed io ho iniziato ad aver paura che potesse succedere di nuovo, che potesse tradirmi nuovamente e non ce l'ho fatta. Nel frattempo, ho conosciuto Jean e lui mi ha corteggiata insistentemente ed io non so come mi sono lasciata trasportare e ho finito per uscire con lui, ma al contrario di Marco, sono stata franca e glielo ho detto subito. Lui è partito da Parigi ed è tornato a Roma, qui ha conosciuto Maya, che a quanto pare lavorava come ragazza alla pari a casa di Giulio e si sono innamorati. Solo dopo qualche mese, lui ha scoperto che lei era una principessa e quando io sono tornata le cose tra noi non sono andate come mi ero immaginata, lui ha scelto lei ed io e Marta siamo rimaste qui assieme alla nostra famiglia in questi tre mesi. Marco e Maya sono appena tornati a Roma, erano in Lussemburgo fino a ieri, ed io non so come comportarmi con loro.»
Carlotta, mentre ascoltava il resoconto di Eva, si era resa conto della sofferenza che provava la sua migliore amica, era sempre stata un limpido specchio e le sue emozioni gli si potevano leggere in faccia. Sapeva che i suoi migliori amici avevano bisogno di aiuto, doveva fare qualcosa per loro, non era possibile che dopo aver avuto una bambina ed aver passato tante peripezie non potessero tornare insieme. Aveva già in mente un piano ben preciso, ma aveva bisogno di sapere come Walter giudicava la principessina e soprattutto doveva aiutarla, altrimenti lei gliela avrebbe fatta pagare.
«Tesoro, mi dispiace tanto. Marco ha sbagliato a sostituirti con la prima che passava, anche se tu hai avuto una piccola debolezza con Jean, ciò non voleva dire che ti fossi rifatta una vita, anche perché poi sei tornata. Io sono dalla tua parte ed anche Walter, tu lo sai che noi per te e Marta ci saremmo sempre, d'accordo?»
Eva sorrise, era bello riavere un'amica come Carlotta, sempre pronta ad aiutarti, sostenerti e incoraggiarti, era come aver ritrovato una famiglia, perché in fondo loro quattro lo erano sempre stati fin dall'inizio.
«Grazie, Carlotta. So che né tu né Walter mi sostituirete con Maya, anche se Marco lo ha fatto e credo che a questo non ci sia rimedio.»
«Lascia il tempo al tempo e vedrai che qualcosa si smuoverà, io ho già qualche idea.»
«Carlotta, ti prego, lascia perdere. Tu, Walter e le vostre idee mi avete sempre fatto paura. Davvero, io ora sto bene. Ho Marta e lei mi basta e ricompensa di tutto.»
«Sarà pure come dici tu, ma io non mi dò per vinta.»
La colazione era passata anche troppo in fretta dopo le esternazioni di Eva, infatti, entrambe si accorsero di essere in ritardo. Eva si precipitò in libreria e lasciò Marta con nonna Lucia e poi si diresse al lavoro, mentre Carlotta andò verso casa per parlare con Walter e studiare un piano per far riappacificare i loro migliori amici: c'era da salvare una famiglia!

****

Marco e Maya arrivarono, come da lui previsto, prima di Walter che era rimasto il solito ritardatario. Si sedettero ad un tavolino e ordinarono la colazione, mentre aspettavano il loro ospite. Walter non si fece attendere per molto, arrivò quasi dieci minuti dopo i piccioncini, trovandosi davanti ad una scena che avrebbe di gran lunga preferito evitare. Marco e Maya, infatti, si stavano baciando e Walter provò fastidio al solo pensiero che il suo migliore amico aveva lasciato Eva per una principessa. A pensarci bene che diavolo ci faceva Marco Cesaroni con una principessa? Insomma, era chiaro che non era il tipo adatto a fare il re, o almeno non lo era mai stato prima. Walter cercò di non farci troppo caso e si mise come maschera il suo sorriso strafottente e avanzò verso il tavolino, pronto come al solito a prendere in giro l'amico di una vita intera.
«Ciao, pisellone. Ciao, Maya.»
Marco, sentendo la voce dell'amico, si staccò da Maya e lo salutò.
«Ciao, sei sempre il solito cretino, vedo.»
Maya che non capiva il loro modo di essere, era perplessa, ma salutò il ragazzo pronta a farsi conoscere.
«Ciao.»
«Bhé, scusate il ritardo. Carlotta mi ha completamente prosciugato le forze ieri sera e così ho dormito più del solito.»
Marco rise, mentre Maya arrossiva al pensiero della conversazione un pochino troppo audace che andava delineandosi.
«Certo, come no, Walter. Andiamo che lo sai pure tu che sei sempre stato un ritardatario e anche stavolta non sei stato da meno. Se poi dici che Carlotta che ti prosciugato, posso anche crederci. Voi due insieme avete sempre fatto i fuochi d'artificio a letto.»
Walter sorrise sornione e rispose per le rime al suo amico.
«Certo che facciamo i fuochi d'artificio, ma a quanto ricordo pure tu non eri da meno.»
Maya stava quasi per strozzarsi con il succo di frutta, mentre Walter faceva una chiara allusione a quando Marco stava con Eva, mentre il suo fidanzato la prendeva con filosofia sapendo che erano tempi diversi.
«Già,  ma anche adesso non sono da meno, caro.»
Maya si era rilassata, ma pensando a quella mattina si rabbuiò subito, lei avrebbe voluto fare qualcosa ma era stato lui a stoppare la cosa sul nascere e qualche dubbio aveva iniziato a perseguitarla.
«E caro, ma voi siete novelli fidanzatini è normale. La routine non vi ha ancora rovinato il rapporto, potrai dire di essere bravo come me quando starai con una ragazza da più di un anno e ancora farai faville a letto.»
Maya arrossì, Marco tentennò perché in quel momento si era ricordato dell'anno passato insieme ad Eva e Marta all'X-Tour e Walter per far sbollire la tensione palpabile fece un'altra delle sue uscite.
«Allora, tu sei una principessa Maya, ma una di quelle vere? No, te lo chiedo perché io non ho mai conosciuto un'altezza reale, tranne che nei film.»
Maya sorrise, era davvero un tipo simpatico Walter, forse non avrebbe dovuto farsi prendere dalla preoccupazione. La trattava bene, come si faceva con la ragazza del proprio migliore amico.
«Sì, sono una vera principessa, ma per il momento il trono non mi interessa molto. Vorrei una vita normale, ecco perché io e Marco siamo tornati a Roma dopo l'estate, il palazzo reale ci stava un pochino stretto.»
Walter pensava che la ragazza fosse molto ingenua, sapeva quello che era successo prima dell'estate e capiva che Marco si era sentito terribilmente in colpa con Eva e Marta e tornare era un modo per essere loro più vicino. Tenne naturalmente per sé anche che Marco non sarebbe mai stato in grado di fare il principe consorte; lui era un musicista, non era fatto per gli editti imperiali.
«Già, capisco. Essere serviti e riveriti tutto il tempo deve essere stancante, ma che dico, io ci vivrei volentieri così.»
Walter aveva cercato di stemperare l'angoscia che provava sentendo raccontarsi la vita di Maya con una battuta sarcastica. Non si sarebbe mai visto in un palazzo reale così come non ci vedeva Marco.
Dopo qualche altra chiacchiera per conoscersi meglio, i cellulari di Maya, Marco e Walter squillarono e loro risposero.
Le conversazioni durarono pochi minuti, ma tutti e tre si congedarono immediatamente per andare dai rispettivi interlocutori telefonici.
Marco doveva andare alla casa discografica perché c'erano delle novità in vista per lui, Maya doveva vedersi con la nonna e Walter aveva un appuntamento con Carlotta per definire un piano per far tornare insieme Marco ed Eva.

****

Eva, uscita dal bar con la bambina in braccio, si era diretta verso la libreria dove aveva lasciato Marta alle cure della sua amorevole nonna e si era diretta al lavoro. Quella mattina doveva fare un'intervista ad un cuoco che apriva il suo nuovo ristorante a qualche passo dalla Garbatella, ma ancora non sapeva di chi si trattava. Arrivata in ufficio, prese il fascicolo e si diresse verso il ristorante e con sua grande sorpresa si accorse che il cuoco altri non era che Alex, il suo ex-fidanzato.
«Eva, ma che ci fai qui?»
Eva era senza parole, sembrava che il destino si stesse prendendo gioco di lei, prima Marco che tornava assieme a Maya a Roma e adesso Alex che apriva un ristorante e lei lo doveva pure intervistare.
«Alex, ma che piacere vederti. Io sono la giornalista che deve intervistarti, ma davvero non mi aspettavo di vedere te.»
«Non dirmelo, ti sei dimenticata di leggere il nome del cuoco, giusto?»
«Già, devo sembrarti una pessima giornalista, in questo momento. Davvero, mi scuso.»
L'imbarazzo tra i due era notevole, entrambi ricordavano l'ultima volta in cui si erano visti e non era per niente un piacevole ricordo per Alex; in un solo momento aveva perso sia Eva che la presenta bambina che dovevano avere.
«Allora, come va con Marco e la bambina? Immagino sarete una famiglia perfetta.»
Eva era rimasta stranita dalla domanda di Alex, non si aspettava di certo di dover parlare di Marco con lui.
«Io e Marco non stiamo più insieme, ma Marta è una bambina meravigliosa. Sono una madre che ama vantarsi dei progressi della figlia.»
Alex era rimasto ghiacciato dall'idea che Eva fosse di nuovo single. In fondo era sempre rimasto dell'idea che Marco ed Eva insieme fossero perfetti, ma probabilmente anche la perfezione alle volte può portare grossi problemi.
«Scusami, io davvero non ne avevo idea. Comunque la bambina deve essere parecchio cresciuta, quanti anni ha adesso?»
«Marta ha quasi quattro anni. La prossima settimana inizierà l'asilo qui a Roma ed io sono già piuttosto preoccupata.»
Tra qualche chiacchiera e qualche domanda per l'intervista durò all'incirca due ore e i due decisero di rivedersi da buoni amici qualche giorno dopo.

****

Marco si era diretto alla casa discografica perché la telefonata che aveva ricevuto lo aveva alquanto preoccupato. I discografici gli avevano detto che l'ultimo disco non era andato molto bene con le vendite e che pretendevano scrivesse le canzoni per il nuovo album direttamente nel loro studio di Roma. Aveva lasciato Maya a casa di sua nonna e prontamente era andato a parlare con loro. Erano mesi che non scriveva più niente ed aveva perso completamente l'ispirazione.
Salì le scale che portavano alla casa discografica e trovò subito i due produttori che gli volevano parlare.
«Ciao, Marco, grazie di essere venuto. Sai le cose non sono andate molto bene per il tuo ultimo disco, i fans dicono che le canzoni dell'altro erano molto più belle e noi non possiamo dargli torto. Ovunque andrai era perfetta, mentre quelle dell'ultimo disco erano a stento credibili. Devi cercare di ritrovare la tua vena d'ispirazione e noi abbiamo già un'idea su come aiutarti.»
Marco era sconvolto, non solo l'ultimo album era pessimo, ma in pratica gli stavano dicendo che la sua relazione con Maya lo aveva reso non credibile agli occhi degli ascoltatori. Si, forse innamorarsi di una principessa faceva molto film rosa, ma a lui era successo e non poteva certo dire che non fosse un'amore vero.
«Vedete io non posso fare quello che mi state chiedendo, non so da che parte cominciare a scrivere canzoni come quelle di un tempo. La mia ispirazione alle volte gioca brutti scherzi.»
«Non ti preoccupare, Marco. Ti abbiamo cercato un'aiutante o meglio una musa. Eccotela, te la presentiamo, lei è Sofia.»
Girandosi Marco vide davanti a sé la ragazza che un anno prima aveva distrutto il suo rapporto con Eva e il mondo lentamente gli crollò addosso.
«Ciao, Marco. E' un piacere rivederti.»
«Ciao, Sofia.»
Una cosa era certa quella non sarebbe stata una giornata normale, e davvero non sapeva come giostrarsi tra Sofia, Maya ed Eva. Quello che ancora non sapeva era che l'arrivo di Sofia gli avrebbe creato enormi problemi.

****

Walter e Carlotta si ritrovarono a casa loro e dopo solo due minuti avevano in mente un piano per aiutare i loro amici: era tempo di far tornare i fantastici quattro agli albori di un tempo.

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Capitolo 7
*** Verità nascoste ***


Una cena col botto

Verità nascoste:

Alice era stata tutto il giorno in compagnia di Jolanda. Aveva parlato della sua stupenda estate in barca con Francesco, ma l'amica aveva capito subito che c'era qualcosa nel racconto che non andava. Il sorriso che Alice mostrava non arrivava fino ai suoi occhi, non li illuminava più come un tempo, qualcosa era cambiato e lei era pronta a scoprire di che cosa si trattasse, che la ragazza fosse pronta o meno ad ammetterlo.
Alice era la migliore amica di Jolanda fin da quando era arrivata a Roma ed entrambe ne avevano passate tante insieme. Jolanda, quando aveva scoperto che ad Alice piaceva Rudy, era rimasta colpita e l'aveva pure convinta a mettersi con Francesco, ma durante l'estate, vedendo il viso di Rudy spento come mai prima di allora, aveva cambiato idea.
Se Alice non capiva quale era il suo bene, allora lei l'avrebbe fatta svegliare. Rudy e lei erano perfetti insieme e di questo Jolanda era sicura, così come lo era del fatto che il ragazzo amasse Alice molto più di quanto non lo faceva Francesco.
Mentre ascoltava la sua migliore amica raccontare l'estate appena passata, non poteva credere che lei fosse davvero stata felice. Forse Alice si convinceva a parole di essere stata bene, ma se questo fosse stato reale, a quest'ora non sarebbe tornata a vivere a casa Cesaroni, ma avrebbe convissuto con il suo ragazzo.
Passato la mattina e il pomeriggio assieme e avendo deciso di continuare la loro piccola azienda di moda, le due ragazze si salutarono e fecero ritorno ognuna a casa propria, dove per Alice sarebbe stata un'altra serata da non dimenticare tanto presto.

****

Rudy e Giulietta avevano avuto tempo tutta la mattina per conoscersi e per diventare poco a poco amici. I due si erano poi convinti ad andare insieme a prendere la piccola Marta in libreria e portarla al parco per trascorrere altro tempo insieme. Rudy era intrigato da quella ragazza venuta da Bergamo per studiare recitazione in una città come Roma che era a dir poco enorme per lei.
Il ragazzo era entrato da solo in libreria, uscendone poi con la sua nipotina in braccio, pronto a portarla al parco giochi. Marta amava i gonfiabili e quindi Rudy l'aveva portata a giocare lì, poi si era seduto su una panchina con Giulietta ed avevano continuato la loro conoscenza.
La ragazza in un primo momento aveva pensato che la bambina fosse figlia di Rudy ma, quando l'aveva sentita chiamarlo zio, si era data una pacca mentale in testa. In fondo Rudy era troppo giovane per avere già una figlia di quattro anni e la bambina adorava lo zio, era quasi commovente vederli insieme, si sarebbero potuti scambiare benissimo per padre e figlia anche se non lo erano. La cosa non dispiaceva molto alla ragazza, la quale pensava sempre più che il giovane fosse di animo alquanto dolce e sensibile, proprio una persona di cui fidarsi e con cui uscire più spesso.
Finito il pomeriggio di giochi, Rudy e Marta avevano riaccompagnato alla fermata dell'autobus Giulietta e l'avevano salutata, poi si erano diretti verso casa per cenare assieme a tutti gli altri. Ancora non sapevano che la serata avrebbe finito per prendere una brutta piega.

****
Eva aveva finito la sua intervista con Alex nella prima mattinata ed era tornata per scrivere il suo articolo al giornale per cui lavorava. Pensava a quanto fosse buffa quella strana coincidenza che aveva riportato sulla sua strada il suo ex-fidanzato e, nonostante si fosse sentita in colpa per averlo lasciato anni prima, era grata che lui non le avesse tenuto il muso per quell'occasione.
Durante il pomeriggio aveva perfezionato l'articolo e verso sera si era diretta verso casa non aspettandosi di certo il secondo roud di Eva contro Marco.

****

Marco aveva passato tutta la giornata alla casa discografica, aveva parlato con Sofia, cercando di spiegarle che lui ed Eva non stavano più assieme. Le aveva raccontato del suo incontro con Maya e del fatto che lei fosse una principessa e che loro stavano insieme da quasi cinque mesi e stavano per sposarsi. Sofia in cuor suo pensava che quello che aveva davanti non poteva essere la stessa persona di due anni prima, c'era qualcosa in lui di diverso, il Marco Cesaroni che lei aveva conosciuto non avrebbe mai potuto vivere senza Eva e Marta e adesso lui diceva di amare un'altra, cosa assurda per lei che ripensava al loro ultimo incontro.
Lui le aveva detto che amava Eva e che l'avrebbe sempre amata, ripensava alle canzoni che Marco aveva scritto per la ragazza e in tutto si diceva che il loro amore era per sempre, quindi perché adesso lui diceva il contrario?
Quando Marco, alla fine della giornata, se ne andò per tornare a casa, Sofia prese in mano il suo telefonino e compose un numero che conosceva a memoria Dall'altro capo del telefono le rispose un uomo che era ansioso di sapere come era andato il suo incontro con Cesaroni. Le parole di Sofia furono però alquanto inquietanti.
«Non so cosa sto facendo qui, questo non è il Marco Cesaroni che tu stavi cercando. Probabilmente è una sua controfigura, non è in grado di scrivere niente di paragonabile al suo primo cd. Mi dispiace!»
La voce dall'altro capo del telefono le rispose tranquilla più che mai.
«Tu devi aiutarlo, devi smuovere i suoi sentimenti per Eva, solo quelli sono in grado di far scaturire le canzoni giuste. Io conto su di te, anzi noi contiamo su di te.»
Sofia sospirò, si era rassegnata, ma non le piaceva fare la spia e di certo non voleva vedere Eva, la ragazza avrebbe voluto ucciderla dopo quello che era successo due anni prima e forse non aveva tutti i torti.

****

Marco entrò in casa, accompagnato da Maya, che aveva passato tutto il pomeriggio a casa di sua nonna parlando del più e del meno e cercando di fare piani per il suo futuro matrimonio. Eva era già rientrata da tempo e stava aspettando che Marta tornasse assieme a Rudy, a quanto pare i due si dovevano divertire molto al parco perché non erano ancora tornati. I tre si evitarono accuratamente, ma quando la porta si aprì e comparve Marta in braccio a Rudy, sia il padre che la madre si precipitarono ad accogliere la piccola.
«Ciao, tesoro. Ti sei divertita con lo zio Rudy?»
La prima a prendere parola fu Eva, la tempestività era decisamente sempre stata il suo forte.
«Sì e poi lo zio Rudy ha la ragazza adesso, è davvero divertente pure lei.»
Alice che era sulla porta della cucina con un bicchiere in mano lo lasciò cadere mandandolo in mille pezzi. Rudy che stava sorridendo mentre Marta parlava, sentendo il rumore e vedendo il viso di Alice, si affrettò a smentire le parole della bambina.
«Che cosa ti ho detto mille volte, Marta? Quella non è la fidanzata dello zio, ma solo una sua nuova amica, conosciuta a scuola.»
«Come vuoi, zio. Ma a me piace lo stesso.»
Eva e Marco ridevano sotto i baffi, Maya sorrideva per l'imbarazzo evidente di Rudy, mentre Alice era l'unica che era parsa molto colpita dalla notizia, ma per sviare le attenzioni si mise ad aiutare la madre in cucina.
«Allora, come si chiama questa tua nuova amica?»
Marco voleva sapere tante cose, dopo quello che era successo la sera prima, voleva farsi perdonare i pensieri poco simpatici che aveva avuto.
«Vi prego di non mettervi a ridere, adesso. Si chiama Giulietta.» I due ragazzi annuirono alla prima richiesta di Rudy, ma quando sentirono il nome fu più forte di loro ed entrambi scoppiarono in una risata, alquanto sgradita al ragazzo.
«Insomma, mi avevate promesso di non ridere.»
«Okay, scusaci, Rudy.» Eva si era accorta di aver esagerato, ma Marco non cessava di prendere in giro il fratello minore.
«Bhé, si può dire che ha trovato il suo Romeo. Romeo, Romeo, perché sei tu, Romeo....»
Eva vedendo Rudy che non reagiva, prese le sue difese e diede uno scappellotto a Marco, il quale colpito da quella mossa riprese subito la sua serietà.
Dopo questo allegro siparietto, tutti andarono a cenare. Mentre erano a tavola i genitori si interessarono della giornata dei loro figli e così Lucia chiese ad Eva come fosse andata la sua intervista e fu proprio la sua risposta ad innescare l'ennesima lite in casa Cesaroni.
«Eva, tesoro. Come è andata l'intervista con il famoso cuoco?»
Eva era imbarazzata, ma decise di dire la verità a tutta la famiglia, tanto prima o poi si sarebbe comunque saputo.
«Bene, lo conoscevo già ed è stato come ritrovare un vecchio amico.»
Lucia era meravigliata e chiese spiegazioni.
«Come lo conoscevi, chi era?»
«Era Alex, mamma. Lui ha deciso di tornare a Roma e ha riaperto questo spettacolare ristorante, è davvero molto carino. In fondo se lo merita, dopo quello che gli ho fatto passare.»
Marco, sentendo il nome di Alex, si era irrigidito all'istante e mentre suo padre gli chiedeva della sua giornata lui decise di ricambiare Eva parlando di Sofia.
«Marco, tu che hai fatto invece?»
«Io ho rincontrato Sofia alla casa discografica, dobbiamo lavorare di nuovo insieme.»
Marco aveva gettato la bomba senza pensare con un minimo di cervello, Eva sentendo il nome di Sofia era sbiancata di colpo, Rudy tratteneva il fiato e Maya non capiva che cosa stesse accadendo di preciso.
Dopo qualche secondo di silenzio, Eva esplose in una rabbiosa esclamazione nei confronti di Marco.
«Ma bravo, adesso vedi di fare quello che hai fatto due anni fa. Oltre a cantare insieme a lei, vedi di tornarci a letto, tanto sei capacissimo di farlo.»
Maya era impallidita, non sapeva di che cosa stesse parlando Eva e la ragazza se ne rese conto subito, quindi rivolgendosi a lei le aprì gli occhi sul comportamento tenuto da Marco.
«Non guardarmi così, chiedi al tuo ragazzo, cosa diamine ha combinato due anni fa, mentre sua figlia si era persa ed io la cercavo da tutte le parti. Sai, credo che non ti abbia detto completamente la verità, a quanto pare ho fatto io la figura della stronza che lo ha tradito e lasciato, quando a fare tutto per primo è stato lui.»
Detto questo, Eva se ne andò, lasciando Marco basito e Maya incavolata nera.
«Dimmi che quello che ha detto Eva non è la verità. Marco, guardami.»
Marco, a dire il vero, guardava verso la porta dove era uscita Eva e decise di raggiungerla per congratularsi con lei per il punto che aveva ottenuto. Raggiunta la ragazza in cucina, che era piegata verso il lavello nel tentativo di calmarsi, la prese per il gomito e la fece girare verso di lui, mettendosi poi ad urlare.
«Ma lo sai che sei proprio una stronza? Io credevo che il tempo dei giochetti fosse finito alle scuole superiori, abbiamo una figlia e tu continui a punzecchiarmi. Adesso come glielo spiego io a Maya quello che hai detto?»
Eva lo guardava con aria di sfida e decise di tenergli testa, in fondo era una Cudicini e nessuno poteva permettersi di prenderla per il sedere.
«A me non importa cosa tu hai intenzione di dire a Maya, ho detto la verità. Non sono stata io la prima a tradirti, sei tu che sei andato a letto con Sofia, sei tu quello che hai distrutto la nostra famiglia, non io.»
«Eh no, signorina. Tu mi avevi perdonato, siamo andati a Parigi e tu mi hai confessato dopo tre mesi di avere un amante, cosa dovevo fare? Rimanere e fare la parte del cornuto e felice?»
«Ma smettila, non vedevi l'ora di scappare. Tu non sei un uomo, Marco, non lo sei mai stato.»
«Ah si, quando sei tornata da New York ed eri incinta, io ero qui e ti sono stato vicino anche pensando di non essere il padre del bambino che portavi in grembo. In quel periodo ero abbastanza uomo, forse anche più di Alex che appena saputo che eri incinta è scappato, ma tu sembri essertene dimenticata.»
«No, è stato il periodo più bello della mia vita se proprio vuoi saperlo, ma non pensavo che tu avresti mandato tutto a puttane per la prima stronza che ti faceva il filo.»
«Non è andata così e tu lo sai, ero ubriaco ed ho commesso un errore. Me ne pento sempre, ogni giorno, ma tu non ne sembri davvero convinta di quello che ti dico.»
«Non ti credo più, Marco. Mi dispiace, ma è come hai detto tu, tre mesi fa. Marco ed Eva non esistono più da tanto tempo, ormai.»
Detto questo la ragazza se ne stava per andare dalla cucina, quando Marco la fermò con una domanda a bruciapelo.
«Hai intenzione di tornare a frequentare Alex?»
Eva si voltò per guardarlo negli occhi e gli rispose.
«Sinceramente non credo che siano affari tuoi e non penso sia tuo diritto saperlo, comunque non ne ho la più pallida idea.»
Pronunciate le ultime parole, la ragazza uscì dalla cucina e chiamò Rudy e la figlia, dovevano tornare a casa! Non poteva più rimanere lì dentro con lo sguardo accusatore di Maya puntato addosso e di certo non voleva sentire la discussione che si sarebbe scatenata tra i due.
Quando Marco rimise piede in salotto, Eva e gli altri se ne erano andati, ma Maya era sul piede di guerra. Lui cercò di avvicinarsi a lei e spiegare come erano andati i fatti due anni prima, ma sentendo che era veramente stato lui il primo a tradire, Maya si chiuse a riccio e salì le scale per arrivare in mansarda.
Marco la seguì e riprese a parlare.
«Maya, ho fatto uno sbaglio, okay? Ero ubriaco e Sofia era lì, non era intenzionale. Io davvero non so perché tu ti sia arrabbiata così tanto.»
«Non lo sai? Ma che razza di uomo sei? Io pensavo di potermi fidare di te ed invece adesso mi fai solo schifo. Tu stasera dormi di sotto, non voglio dividere il mio letto con te, sono stata chiara?»
Maya lo spinse fuori dalla camera e chiuse la porta a chiave, mentre Marco si avviò in salotto dove si apprestava a passare la serata sul divano. Il pensiero del ragazzo comunque era rivolto alla conversazione che aveva avuto con Eva, non a Maya. Non capiva che cosa le interessasse quello che era successo con Eva, in fondo non aveva tradito lei, ma la madre di sua figlia, che a quanto pare era ancora arrabbiata e lui non poteva darle tutti i torti.


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Capitolo 8
*** Amicizia rinata ***


Una cena col botto

Amicizia rinata:

Erano passati tre giorni dalla discussione che Marco aveva avuto con Maya ed Eva, la settimana stava per finire e lui voleva disperatamente accompagnare Marta il lunedì successivo all'asilo, così prese coraggio e andò a casa di Eva.
Eva, aveva passato tre giorni d'inferno, o meglio tre notti d'inferno, quando dormiva ricordava costantemente la discussione avuta con Marco e anche quello che aveva provato nel momento della scoperta del tradimento. Sembrava che due anni non fossero passati per niente, il dolore era al centro del suo cuore, proprio come due anni prima. La pugnalata era stata forte proprio come quella di due anni prima. Aveva evitato di andare a casa da sua madre, la incontrava in libreria, le lasciava Marta e poi Lucia la riportava a casa quando la figlia tornava dal lavoro oppure era Rudy ad andare a prenderla, così lei poteva evitare Marco ed anche Maya.
La madre le aveva detto che i due avevano avuto una discussione dopo la sua rivelazione, ma lei l'aveva interrotta dicendole che non le importava quello che succedeva tra Marco e Maya, non era più un suo problema.
Non aveva più visto Alex dal giorno dell'intervista, ma aveva ricevuto un invito all'inaugurazione del locale che si sarebbe tenuta quel sabato e stava pensando di andarci, magari accompagnata da Carlotta e Marta, visto che non se la sentiva di vederlo da solo.
Non voleva fargli una brutta impressione non andandoci, ma non voleva nemmeno che lui pensasse di poter avere qualche possibilità insieme a lei, il suo cuore era completamente occupato anche se lei continuava a negarlo.
Quella mattina, mentre si preparava per il lavoro, non si aspettava di certo la visita di Marco e quando udì il campanello suonare sobbalzò per lo stupore. Andò alla porta e vedere comparire davanti a sé il suo ex fu un duro colpo, poi ricordandosi che in casa c'era pure Marta e che in fondo rimaneva pur sempre sua figlia, la chiamò.
«Marta, c'è papà!»
Marco parve stupito di non vederla urlare, ma decise di non alimentare la negatività tra di loro. Entrò in casa e si guardò attorno, stupito per l'ennesima volta di quanto fosse stata in gamba Eva nel trovare una casa per lei e la figlia.
Marta comparve dalla sua cameretta, sempre reticente ad accogliere il padre, doveva ancora abituarsi al fatto che lui fosse tornato. Marco sorrideva verso la sua meravigliosa bambina che assomigliava come una goccia d'acqua a lui ed Eva: era l'unica cosa che li teneva uniti ormai, o almeno era quello che lui pensava.
«Ciao, amore di papà. Come sei bella, stamattina.»
«Ciao, papà. Davvero ti sembro bella?»
Marco guardava la bambina che timorosa gli aveva rivolto quella domanda e si accorse di esserle mancato in maniera davvero incredibile, come aveva potuto fare una cosa del genere a sua figlia? Le aveva fatto mancare il suo affetto per tre mesi e non si poteva perdonare per questo. Si avvicinò a lei e la prese in braccio, dandole un bacio.
«Ma certo che sì, tu sei stupenda proprio come la tua mamma.»
Eva arrossì a quel complimento, mentre Marta sorrise al papà che per la prima volta sembrava essere tornato quello di una volta. Poi Marco la rimise per terra e la bambina si mise seduta sul divano, mentre lui si rivolgeva ad Eva.
«Mi dispiace, Eva. Non sono stato un buon padre negli ultimi tre mesi e mi dispiace anche per la discussione dell'altra sera, non avrei dovuto e me ne rendo conto solo adesso. Ti prego, possiamo tornare ad essere amici? Spero di non chiederti troppo, voglio solo che Marta non ci veda litigare in continuazione. Credo sia meglio avere un rapporto civile tra noi, in modo da far stare più tranquilla anche lei.»
Eva parve colpita, soltanto qualche sera prima l'aveva accusato di non essere un uomo e di non essere un buon padre, mentre adesso sembrava ragionare con il cervello ed era già qualcosa.
«D'accordo, basta litigi. Non fa bene a Marta e non fa bene nemmeno a noi, sembriamo due ragazzini. Vuoi portare tu Marta fuori oggi o devi andare a lavorare?»
Marco si disse che poteva prendersi un giorno di ferie soprattutto per passarlo con la sua incantevole bambina che sembrava davvero felice all'idea di trascorrere del tempo con lui.
«La prendo io, oggi andiamo al parco giochi e poi se vuoi torniamo in sala incisioni, che ne dici Marta?»
La bambina applaudì gioiosa di poter passare del tempo con il suo papà, tutta sola. Eva si accorse che Marco cercava di essere presente e così decise di proporgli anche un'altra cosa.
«Marco, se vuoi puoi venire con noi lunedì all'asilo. Marta ne sarebbe davvero felice, vero pulcino?»
Marta annuì con la testolina e Marco parve grato ad Eva per avergli fatto quella proposta.
«D'accordo, accompagnerò molto volentieri il mio pulcino all'asilo il primo giorno.»
Marta saltò di nuovo in braccio al padre e gli diede un bacio, il cuore di Marco si sciolse perché capì di aver finalmente imboccato la strada giusta per arrivare al cuore della sua bambina, poi i due salutarono Eva e si diressero verso la loro giornata ricca di eventi, mentre la donna si diresse al lavoro.

****

Rudy, stava attraversando un periodo abbastanza complicato, non era facile avere di nuovo Alice davanti tutti i giorni e non poteva di certo evitare la sua famiglia come faceva Eva, visto che non aveva scusanti. Non poteva dire loro che si era innamorato di Alice, che avevano fatto l'amore e che lei aveva scelto lo stesso Francesco, sarebbe risultato un idiota e questo lui lo odiava. Passava il suo tempo conoscendo meglio Giulietta che si dimostrava una ragazza davvero intelligente e simpatica, ma quando veniva il momento di passare da casa Cesaroni, la vista di Alice riportava indietro tutto il dolore di tre mesi prima.
Quel giorno, non doveva vedere Giulietta, ma decise di passare da casa Cesaroni per parlare con il padre. Era uscito di casa presto per evitare che l'uomo se ne fosse già andato, ma quando arrivò, notò che suo padre era già uscito per andare in bottiglieria: era giorno di consegne e doveva essersi alzato molto prima del solito.
Lucia lo fece accomodare in cucina e gli preparò la colazione, nel frattempo anche Alice si alzò e si unì a loro. Entrambi erano a disagio e si notava, Lucia cercava di non farci caso, ma aveva capito che qualcosa tra i due non andava. Non aprì la bocca, erano grandi e doveva risolvere la situazione da soli, ma si chiese come mai non apparivano più così uniti come tre mesi prima. Era stato Rudy a chiederle di lasciare andare Alice a convivere con Francesco e lei lo aveva preso per un gesto molto maturo, ma adesso sembrava che i due fossero lontani. Alice aveva deciso di non convivere alla fine e lei pensava che Rudy lo sospettasse da tempo, ma quando era tornata a casa i due avevano un rapporto più burrascoso.
Venne il momento di uscire e andare in libreria e Lucia li lasciò in cucina da soli, anche se Rudy, pur non avendo finito la colazione, voleva andarsene.
«Stai pure qui, Rudy. Finisci di fare colazione e poi puoi andare, mi raccomando però pulite la cucina prima di uscire.»
Non gli aveva detto di fare pace, in fondo gli stava dando modo di farlo andandosene, ma se glielo avesse detto a parole sarebbe risultata invadente e lei non voleva.
Uscita Lucia dalla porta, la prima a prendere parola fu Alice.
«Rudy, dobbiamo parlare. Non si può continuare in questa maniera.»
«Alice, per piacere, lasciamo perdere, okay?»
«No, che non lascio perdere. Io rivoglio indietro il mio fratellastro rompiscatole, perché non riesco a stare arrabbiata con te. Andiamo che ti ho fatto?»
Alice cercava di non capire, ma Rudy non voleva nemmeno mettere in mostra i suoi sentimenti, non era il tipo e questo Alice lo sapeva meglio di chiunque altro.
«Non è successo niente, Alice. Lasciamo perdere quello che è stato tre mesi fa, la tua lettera e tutto il resto non esistono. Ho eliminato quei ricordi dalla mia mente qualche settimana dopo che tu sei partita. Non mi hai fatto niente, io e te siamo esattamente come quando sei arrivata qui in casa, due estranei.»
Alice era colpita, ma cercava di non darlo a vedere.
«Io voglio tornare ad essere tua amica, dimmi che cosa posso fare. Ti prego.»
«Io e te non siamo mai stati amici, Alice. E' questo il problema, noi non siamo Eva e Marco, noi non dobbiamo per forza andare d'accordo. Possiamo fare a meno l'uno dell'altra.»
«Non è vero, Rudy. Io e te siamo stati amici, eri tu quello da cui andavo quando i miei fidanzati mi trattavano male. Sei tu quello da cui sono andata quando Walter mi ha tradito o quando Francesco mi ha tradito. Eri la mia spalla su cui piangere ed io rivoglio quel rapporto.»
«Accidenti, Alice. Ma come fai a non capire? Non riesco a tornare ad essere quello di prima, non sono più quel Rudy. Sono cambiato, maturato forse, ma non posso cancellare completamente quello che sono diventato. Non so se riesco a stare qui e fare di nuovo la spalla su cui piangere. Ho cercato di andare avanti, pensavo che una volta tornata saresti andata a vivere con Francesco e che ci saremmo visti molto di meno, pensavo di poter convivere con questo e di vederti raramente in modo da poter andare avanti per la mia strada. Ed invece tu arrivi e pretendi che io torni ad essere quello di prima, non sono un robot, Alice.»
«Mi dispiace, ma possiamo almeno ricostruire un rapporto tra noi. Siamo pur sempre parte della stessa famiglia e anche se mamma non ha detto niente so che ha capito che c'è qualcosa che non va tra noi.»
«Lo so, la conosco ed ho visto il suo sguardo. Sono anni che vi studio e ormai mi basta uno sguardo per capire che cosa pensate tu, tua madre ed Eva. Va bene, cerchiamo di fare qualche passo in avanti, ricostruiamo un rapporto civile per la nostra famiglia, ma non ti posso assicurare che tornerà ad essere quello di tre mesi fa.»
«Per me va bene, ripartiamo dall'inizio. Piacere, Alice Cudicini.»
Alice disse la frase porgendogli la mano e Rudy la strinse e le rispose.
«Piacere, Rudy Cesaroni.»
Era iniziata, forse, una nuova amicizia. Nessuno dei due sapeva a che punto sarebbero tornati, ma era già qualcosa che il gelo tra loro si fosse sciolto. Con il passare del tempo, i due avrebbero fatti grandi passi in avanti, anche se in quel momento pensavano fosse impossibile.

****

Carlotta e Walter, dopo aver avuto notizie del litigio tra Eva e Marco, si erano detti che dovevano intervenire nel rapporto. Non era possibile che i due tornassero a farsi la guerra, avevano una figlia, dovevano crescere. Carlotta non concepiva quello che Marco aveva tirato fuori, come diavolo poteva essere così stupido da parlare di Sofia davanti ad Eva?
«Il tuo migliore amico è un cretino. Non credevo potesse essere così stupido da parlare di Sofia davanti ad Eva, che cosa diavolo gli dice il cervello?»
Walter non riusciva a credere che Marco fosse stato così scemo, non riusciva nemmeno a capirlo o a difenderlo; lui era dalla parte in Eva in quel caso.
«Non lo so, io non lo riconosco più. Va bene, essere innamorato di Maya, che davvero non ho idea di che cosa ci trovi in quella principessa ingessata, ma parlare di Sofia davanti ad Eva, sapendo quello che ha fatto con lei due anni fa, mi sembra da idiota totale.»
«Meno male che lo ammetti, certo che se fosse stato più attento e lo avesse detto in un altro momento poteva pure starci, ma così a bruciapelo mentre cenavano in famiglia è da stupidi.»
«Già, tu lo sai che Marco è uno dei miei migliori amici, ma alle volte stento a capirlo. Eva era tornata per lui tre mesi fa e lui si è messo con Maya, cavoli mi ha riempito la testa con Eva di qui, Eva di là per anni e adesso sembra che esista solo Maya. Non è normale, quella deve avergli fatto il lavaggio del cervello.»
«Io credo che Marco abbia sofferto quando Eva gli ha detto che stava con Jean e quando è tornato Maya lo ha fatto tornare alla vita e all'amore. Ma un amore come quello tra Eva e Marco è difficile da dimenticare, hanno una figlia, saranno costretti a farci i conti prima o poi.»
«Lo so, quello che non sopporto è che a fare le spese di tutto questo sia la piccola Marta. Lei non merita di soffrire, è troppo piccola per capire che i suoi genitori hanno dei problemi. Dobbiamo aiutarli, ma come possiamo fare qualcosa per loro?»
«Io un'idea ce l'avrei. Eva mi ha chiesto di andare con lei all'inaugurazione del locale di Alex, sabato sera. Tu devi portarci anche Marco, vediamo se riusciamo a farli ingelosire un po' e riscoprire i sentimenti che provano l'uno per l'altra.»
«Tu sei un genio del male, amore mio. D'accordo, ma come cavolo facciamo ad entrare nel locale senza invito?»
«Tranquillo, ho i miei agganci, mio padre ha un'invito che provvederò a fargli lasciare a te ed è per due, guarda caso.»
«Mi piaci, quando sei così ingegnosa.»
I due si baciarono e decisero di mettere in opera la prima parte del loro piano proprio quel sabato sera.

****

Maya, intanto, aveva passato la prima notte insonne e poi aveva deciso di passare del tempo a palazzo da sua nonna. Doveva sbollire la rabbia e cercare soprattutto di capire se era disposta a perdonare Marco ed era meglio fare tutto ciò lontano da lui.
Sua nonna cominciava a pensare che il rapporto tra la nipote e Marco fosse destinato a rompersi se lei non ammorbidiva le sue convinzioni, così quella mattina a colazione decise di parlargli.
«Maya, tesoro, non credi di essere stata un po' troppo intransigente con Marco? Non ha tradito te due anni fa, ma Eva.»
«Nonna, ma ti ci metti pure tu? Anche lui mi ha detto così, io non riesco a capire come abbia fatto a tradire la madre di sua figlia. Loro due si amavano immensamente e lui è riuscito lo stesso a tradirla, come potrebbe fare anche con me.»
«Tesoro, se ti trinceri dietro questa tua convinzione, il tuo rapporto con Marco potrebbe risentirne amaramente e te ne pentiresti.»
«Lo so, nonna. Ma oggi non me la sento ancora di parlarci, magari lo incontrerò domani per fare la pace.»
«D'accordo, in fondo, decidi tu cosa fare del tuo futuro.»
La nonna di Maya era dubbiosa sulla decisione di sua nipote, ma tenne per sé i suoi commenti. Era Maya a dover decidere il suo futuro, ma secondo lei lo stava seriamente compromettendo.

****

Era tre giorni che Sofia vedeva strano Marco, la evitava e se poteva lavorava da solo, così decise di telefonare al solito numero.
«Ciao, senti non stiamo facendo nessun passo in avanti, Marco lavora da solo e mi sembra che abbia anche litigato con Eva e persino con la principessa. Credo che la colpa sia in parte mia.»
«Smettila di dire sciocchezze, tu gli servi, Sofia. Devi fare in modo che scriva un album nuovo e che ritrovi la sua sintonia con Eva, glielo devi.»
«Andiamo, non posso certo farlo tornare io con Eva. Ho fatto un casino due anni fa, non avrei dovuto andare a letto con lui e ho rovinato la sua famiglia, come faccio a rimetterla insieme?»
«Devi parlare con Eva.»
«Ma sei pazzo? Se vado a parlare con Eva quella mi ammazza e non potrei nemmeno darle torto.»
«Tu fallo! Eva è molto più matura di quanto non sembri alla prima impressione.»
«Se lo dici tu, ma io stento a credere che vorrà parlami. Vedrai che mi sbatterà in faccia la porta di casa, sempre che io riesca a trovare dove abita.»
«Se non ci riesci tu, lo faccio io. Tranquilla, continua il tuo lavoro e sarai ricompensata.»
Detto questo l'uomo al telefono riagganciò, lasciando Sofia completamente spiazzata rispetto a quello che doveva fare.

****

Eva stava lavorando al suo articolo su Alex, quando il suo capo entrò nell'ufficio per dirle che aveva una visita. Pensando che fosse qualcuno della sua famiglia, gli disse di farlo accomodare, ma quando vide Sofia davanti a sé, il sangue nelle sue vene si gelò completamente.
«Buongiorno, Eva.»
«Tu? Che cosa ci fai qui? Come ti sei permessa? Io davvero non riesco a credere che tu abbia avuto la faccia tosta di venire qui.»
Eva cercava di tenere sotto controllo la sua rabbia, anche se era difficile, ma era sul posto di lavoro e non poteva permettersi di perderlo.
«Ascolta, so che sei arrabbiata con me e non posso certo darti torto, ma devi aiutarmi.»
«Tu vieni qui a chiedere il mio aiuto? Ma sei completamente impazzita?»
«No, sono stata una stronza due anni fa, okay. Hai completamente ragione, ma Marco non sta facendo del suo meglio per scrivere il nuovo disco e mi serve il tuo aiuto.»
«Che c'è, non lo sai che ha una nuova musa ispiratrice? Io non sono più al centro dei suoi pensieri.»
«Smettila Eva, lo sappiamo tutte e due che l'ultimo disco faceva schifo. Non era decisamente quello che i suoi fans si aspettavano dopo Ovunque andrai.»
«Tu vieni qui e pretendi che io ti aiuti a fare cosa, precisamente?»
«Devi aiutarlo a ritrovare la sua vena artistica, ti prego, so che ti chiedo molto ma i nostri capi potrebbero decidere di farlo fuori se lui non ritrova la sua passione.»
«Non credo di essere in grado di fare quello che mi chiedi e soprattutto non voglio dover lavorare con te. Mi dispiace Sofia, ma io non voglio avere niente a che fare con te.»
«Lo supponevo, ma dovevo almeno provarci. Per quanto possa essere utile, non avrei voluto farti del male due anni fa. Mi dispiace di aver rovinato la tua famiglia e spero che riuscirete a tornare insieme.»
«Non credo sarà possibile, Sofia. E se adesso mi vuoi scusare, ho del lavoro da fare. Stammi bene, Sofia.»
Sofia uscì dalll'ufficio di Eva convinta di aver fatto un buco nell'acqua, ma si sbagliava perché la ragazza pensò per l'intera giornata alla sua visita e alle sue parole, cercando un fondo di verità in quello che lei gli aveva detto.

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Capitolo 9
*** Inaugurazione con rissa ***


Una cena col botto

Inaugurazione con rissa:


Erano passati altri tre giorni e Marco non aveva ancora fatto pace con Maya, la ragazza si era intestardita sulla questione del tradimento e lui non capiva davvero perché se la fosse presa così tanto. Aveva lavorato tutti i giorni assieme a Sofia, la quale sembrava aver ripreso la sua normale vita dopo il loro piccolo incidente: il suo fidanzato l'aveva perdonata ed erano sposati da due anni ormai. Nella mente di Marco era passato per qualche istante una sorta di rabbia mista a rimpianto, avrebbe di gran lunga voluto essere al posto di Sofia, avrebbe voluto essere perdonato ed aver sposato Eva due anni e mezzo prima, ma forse se lo era meritato il destino che aveva avuto e quello che gli rimaneva erano solo rimpianti e con quella consapevolezza iniziò a comporre una nuova canzone che per quanto parlasse del presente, era pur sempre un ricordo vivo del passato.

Quella sera avrebbe dovuto andare all'inaugurazione di un ristorante con Walter. A quanto pare suo suocero non poteva presenziare ed aveva chiesto a lui di andare, la cosa gli era sembrata strana, anche perché aveva scelto lui come accompagnatore piuttosto che Carlotta, ma Walter gli aveva detto che lei doveva uscire con Eva e Marta ed allora si era convinto ad accettare. Non poteva sapere che il ristorante fosse di Alex e che Carlotta, sua figlia ed Eva sarebbero state presenti e la cosa gli avrebbe dato un enorme fastidio.

Preparandosi per l'inaugurazione si disse che in fondo poteva fare a meno persino di Maya, non ci aveva molto pensato in quei giorni, soprattutto perché riteneva che lei avesse torto. Walter arrivò stranamente in orario, cosa assai strana per un tipo come lui. Marco era già pronto ed i due si avviarono verso il ristorante, a quanto pare non distava molto dal quartiere della Garbatella, anzi era abbastanza vicino.

Davanti al locale c'era un tizio che controllava gli inviti, Walter gli mostrò il loro e subito entrarono dentro al ristorante. Era assai particolare, curato in ogni minimo dettaglio, ricordava molto la città di New York, forse il cuoco veniva da lì pensò Marco. Ammirarono la riproduzione della statua della libertà che campeggiava in fondo alla sala, era un bel dipinto e chiunque l'avesse fatto l'aveva vista dal vivo almeno una volta.

Walter e Marco si avviarono verso il banchetto a buffet e lì Marco rimase spiazzato perché di fronte a lui c'era Alex, il suo antico rivale. Persino Alex rimase colpito dalla cosa, ma glissò elegantemente sulla faccenda e li salutò come si fa con dei vecchi amici.

«Walter, Marco, ma che piacere vedervi. Non credevo aveste un invito, dite la verità ve ne hanno propinato uno senza sapere di chi fosse il locale, giusto?»

Walter tergiversò, segno che lui sapeva benissimo dove sarebbero andati, ma Marco rispose sicuro di sé.

«A quanto pare lui lo sapeva, io sono stato incastrato.»

Alex rise, per stemperare la discussione e non fare scenate davanti alla gente.

«So che se avessi saputo che il locale era mio non saresti venuto, ma a me fa piacere vederti. Non nutro alcun rancore nei tuoi confronti per il passato.»

Marco pensava che Alex fosse diventato pazzo. Certo lui non nutriva alcun rancore, anche perché si era sfogato su di lui appena saputo che la bambina di Eva non era sua, aveva portato il segno sul labbro per almeno un mese.

«Già, nessun rancore.»

Lo disse, ma non lo pensava affatto. Lui nutriva ancora del rancore, anche se forse non avrebbe dovuto.

Dopo qualche minuto, arrivarono nel ristorante anche Eva, Carlotta e Marta e il sangue nelle vene di Marco ribollì di rabbia. Perché Eva aveva portato sua figlia in quel posto? Non poteva venire da sola con Carlotta? Non riusciva a credere che potesse realmente presentare sua figlia al suo ex, che poi era davvero un ex o c'era qualcosa di più tra loro?

Gli interrogativi dovettero aspettare, Alex andò loro incontro, abbracciò Carlotta, baciò Eva su una guancia e si rivolse in maniera assai gentile verso la bambina che gli fece un piccolo sorriso, mentre il cuore di Marco rodeva di gelosia, per Eva o per Marta? Non avrebbe saputo rispondere in quel momento, sapeva solamente che doveva distrarsi altrimenti sarebbe successo il finimondo.

Walter lo portò a mangiare qualcosa e Marco dovette ammettere che, nonostante tutto, Alex cucinava assai bene. Il suo sguardo, però, era assai attirato dalla visione di Eva che portava un vestito rosso fuoco da far girare la testa a tutti gli altri uomini presenti in sala, anche se era costantemente al fianco di Alex, cosa che gli risultava sgradita. Walter lo guardava e sorrideva sotto i baffi, forse Carlotta aveva ragione, Marco era ancora molto preso da Eva, solo che non voleva ammetterlo nemmeno a sé stesso.

La serata passò in quel modo, con Eva che sorrideva ad Alex, Marta che ogni tanto applaudiva, Carlotta che controllava la situazione assieme a Walter e Marco che si rodeva anche il fegato. Ad un certo punto, Alex portò Eva in cucina per farle vedere qualcosa e Marco, non capendo più dove si fermava il suo ruolo di ex-ragazzo, chiese a Walter di prendere sua figlia e portarla fuori dal locale. Walter non si aspettava una reazione del genere e, quando si avvicinò a Carlotta per salutare la piccola Marta, non pensava che Marco si sarebbe fiondato in cucina.

«Carlotta, porta fuori la bambina, ho paura che stia per succedere un finimondo.»

La ragazza ubbidì alla richiesta, mentre Walter correva dietro a Marco per cercare di fermarlo, cosa che non gli riuscì. Marco era entrato in cucina desideroso di ripagare con la stessa moneta di quattro anni prima Alex. Gli sferrò un pugno sul labbro e un'altro sul naso, si fermò solamente perché Eva si mise ad urlargli contro.

«Marco, ma sei impazzito? Che diamine ci fai qui e come ti sei permesso di colpire Alex in quel modo e nel suo locale?»

Marco, improvvisamente, tornò padrone delle sue azioni e si scusò con Alex.

«Alex, scusami. Io davvero non so cosa mi sia preso...»

Il ragazzo era costernato e non sapeva come scusarsi perché non sapeva che cosa gli era realmente preso.

«Non ti preoccupare, hai solo pareggiato i conti per quattro anni fa. Tranquillo, come ti ho detto prima, io non porto rancore.»

Eva pensava che Alex fosse maturato ancora di più, mentre Marco era rimasto il solito ragazzino egoista ed egocentrico di sempre. Rabbrividiva dalla rabbia e, quando parlò con Marco, gli intimò di uscire fuori a discutere con lei.

«Tu, idiota di un Cesaroni, adesso vieni fuori che dobbiamo parlare.»

Marco ubbidì come un cagnolino bastonato, mentre Eva lo trascinava fuori dal locale per un braccio.

«Tu devi essere completamente rimbambito. Ringrazia che Alex non ti abbia buttato fuori dal locale a calci nel sedere, cosa che io avrei sicuramente fatto, e che non ti abbia denunciato per aggressione. Cosa diavolo ti è preso?»

Marco non sapeva davvero rispondere, ma non voleva abbandonare la discussione.

«Tu hai portato qui mia figlia, senza dirmelo e mi chiedi che cosa mi è preso? Cosa volevi dimostrare che Alex sarebbe un padre migliore di me? E' questo che pensi?»

Eva non capiva davvero cosa stava dicendo Marco, le sue erano riflessioni tutt'altro che normali.

«Guarda che ho portato mia figlia, perché ti ricordo che io sono pur sempre la madre, per farla divertire, non per fargli vedere suo padre che gioca alla lotta con il mio ex.»

«Ho sbagliato, va bene, ma tu non avevi diritto di portarla qui senza dirmi niente.»

«Marco, tu sei davvero un bambino egocentrico, come diamine fai a dire certe cose. Io non ho portato Marta qui per farti stare male, volevo solo che anche lei si divertisse. Sono mesi che usciamo solo io e lei, tu non c'eri e me la sono portata dietro dovunque andassi per non farle sentire la tua mancanza.»

«Lo so e mi dispiace. Io non so davvero come scusarmi, sono stato stupido o forse ero solamente geloso che mia figlia conoscesse Alex, non lo so.»

Eva parve comprendere le inquietudini di Marco, erano le stesse che aveva lei quando Marta giocava con Maya. Poteva capire che avesse della gelosia nei confronti della figlia, ma in cucina lei non c'era e non capiva lo scatto di ira nei confronti di Alex.

«Non hai dato un bello spettacolo di te, Marco. Hai detto che dovevamo ricucire un rapporto per il bene di Marta, ma tu hai di nuovo messo in discussione tutto.»

«Ti prego, lo so. Perdonami, ti chiedo solo questo e prometto che diventerò più responsabile.»

«Va bene, per adesso torniamo a casa. Non so se ti perdonerò tanto facilmente, ma ci proverò. Adesso torniamo a casa tutti insieme, Marta ti cercava.»

«Davvero?»

«Si, è tutta la sera che ti segue dall'altra parte della sala e dice a tutti che il suo papà è il migliore del mondo.»

«La mia bambina. Andiamo a casa che voglio giocare con lei.»

I tre, seguiti a ruota da Carlotta e Walter, si recarono a casa Cesaroni, dove Marco si mise a giocare con la torre dei lego assieme a Marta. Forse ci sarebbe voluto del tempo per capire i suoi veri sentimenti, per il momento Marco voleva solo godersi la sua bambina e non dover pensare a nient'altro.





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Capitolo 10
*** Perdonare è facile o difficile? ***


Una cena col botto

Perdonare è facile o difficile?:


Dopo aver fatto pace con Eva, Marco aveva ripreso la sua vita normalmente. Andava spessissimo alla casa discografica per poter lavorare, cosa che tra l'altro lo faceva sentire meglio di qualunque altra. La canzone che stava scrivendo veniva abbastanza bene e Sofia era contenta di aver smosso qualcosa o forse era stata semplicemente la presenza di Eva a smuovere qualcosa, perché ogni volta che la ascoltava riusciva solamente a pensare che fosse stata scritta per Eva e di questo ne era sicura al cento per cento, anche se Marco diceva il contrario.

Qualche giorno dopo l'inaugurazione del locale di Alex, Marco stava lavorando alla sua canzone e vide comparire allo studio Maya, per poco non si strozzava con le parole in gola. Era talmente sicuro che lei non gli avrebbe più rivolto la parola che l'aveva quasi cancellata dalla mente. Mise la chitarra da parte e si preparò all'ennesimo confronto con la sua ragazza, anche se stentava a credere di aver litigato con lei per una cosa in cui Maya non c'entrava proprio niente.

«Ciao, Marco. Sono passata per scusarmi, ho fatto un casino per niente e mi dispiace da morire. Ci ho pensato in queste settimane e hai ragione tu, non devo essere gelosa di una ragazza che per te non ha contato niente. Hai fatto degli errori con Eva, ma ciò non vuol dire che li rifarai anche con me. Mi perdoni, amore?»

Marco avrebbe voluto gridare di no, avrebbe tanto voluto dirgli che pensava fosse una ragazzina e che non aveva la benché minima idea di che cosa fosse realmente accaduto due anni prima, ma lasciò perdere perché il suo cuore continuava a dirgli che lei era quella giusta e quindi decise di perdonarla.

«Ma certo che ti perdono, non ci ho più pensato a quella storia. Se vuoi ti faccio conoscere Sofia, è al di là del vetro, ti va?»

Maya non riusciva a credere di averla avuta vinta così facilmente e decise di lasciar perdere le sue diffidenze verso Sofia.

«Ma certo, con molto piacere. Andiamo?»

Marco la prese per mano e la portò davanti a Sofia per presentarle.

«Sofia, questa è la mia ragazza, Maya. Te ne ho parlato qualche volta in queste due settimane. Maya, lei è la mia nuova manager, Sofia.»

Maya si rese conto che quella ragazza che aveva di fronte non era minimamente paragonabile ad Eva, erano come l'acqua e il fuoco, distanti anni luce l'una dall'altra e non capiva come aveva potuto Marco tradire Eva con una tipa come quella che a suo dire era insignificante. Tenne comunque per sé i suoi pensieri e strinse la mano a Sofia.

«Piacere di conoscerti, Sofia.»

Il tono di Maya era come una sfida, ma anche Sofia non era da meno. Quella ragazza non le piaceva, era come se le urtasse il sistema nervoso ed aveva gli stessi pensieri di Maya in testa: come diavolo aveva fatto Marco a lasciare Eva per una tipa di quel genere? Non riusciva a spiegarselo, ma le domande nel cervello non smettevano di assillarla, comunque fece buon viso a cattivo gioco e strinse la mano alla principessa.

«Il piacere è tutto mio, Maya e Marco ha ragione ha parlato molto di te in queste due settimane.»

Non era vero, ma tanto la principessa non poteva saperlo e lei non intendeva dirgli che gli remava contro per poter far tornare insieme Marco, Eva e Marta. A dire il vero non gli importava della principessa e se lei avesse sofferto per una buona causa non gli interessava.

I tre si lasciarono perché Marco e Maya andarono a pranzare insieme, mentre Sofia doveva lavorare al prossimo spettacolo live di Marco. Doveva assolutamente fargli cantare la nuova canzone in presenza di Eva, quindi doveva studiare un modo per invitarla senza che sapesse del suo intervento. Era a dire poco estenuante questo lavoro affidatogli dai suoi capi e davvero non pensava di riuscire nell'impresa ma doveva pur provarci in qualche modo.

****

Marco e Maya andarono a pranzare in bottiglieria, era diventata una consuetudine per loro visto che entrambi amavano molto la vita normale. Mentre stavano pranzando, tuttavia, il cellulare di Maya squillò e lei venne ritrasportata nel suo mondo fatto di doveri principeschi.

«Papà, che piacere sentirti! Come mai hai telefonato?»

Il padre di Maya si aspettava di trovare la sua bambina a pezzi, aveva parlato con Lady Victoria e gli era sembrato che Maya non stesse molto bene, ma a quanto pare quella donna si sbagliava di grosso, comunque non era il solo motivo della telefonata sapere come stava sua figlia.

«Maya, tesoro, c'è bisogno di te qui al castello. Abbiamo una cena con il console la prossima settimana e tu dovresti proprio esserci. Se vuoi puoi portare con te anche Marco, non ci sono problemi per me.»

Il principe D'Oil Aldemburger stava facendo lo gnorri in modo da sapere se sua figlia e quel popolano stessero ancora insieme.

«Grazie papà, adesso glielo chiedo è proprio qui davanti a me. Stavamo pranzando, posso richiamarti tra qualche ora per darti una risposta?»

«Ma certo, tesoro mio. Fai con calma e salutami Marco.»

Il principe era seccato, quel tipo non gli piaceva, continuava a chiedersi quando si sarebbe reso conto di non essere adatto alla vita da principe e quando si sarebbe tolto dalle scatole, ma non poteva rimettersi contro sua figlia, aveva già rischiato di perderla una volta per il suo modo di fare contro Marco e doveva almeno provare a farselo piacere. Fintanto che Maya e Marco si amavano lui doveva tenere un basso profilo, quando il ragazzo finalmente si sarebbe reso conto che il suo non era amore ma solo solitudine allora avrebbe avuto la possibilità di dire alla figlia te lo avevo detto, ma fino ad allora doveva starsene zitto.

Maya riagganciò il cellulare e parlò con Marco.

«Era mio padre, dice che devo presenziare ad una cena con il console la prossima settimana e quindi dovrò lasciare Roma tra un paio di giorni. Mi ha chiesto se vuoi venire anche tu e mi ha detto di salutarti.»

«Ma sono appena arrivato! Non sono nemmeno riuscito a passare tanto tempo assieme a Marta, tra il lavoro e tutto il resto non riesco a starle molto vicino. Ti dispiace se per questa volta passo la cena con il console visto che vorrei stare di più con mia figlia?»

Marco non aveva solo pensato a Marta, il suo primo pensiero era stato che avrebbe dovuto lasciare in sospeso il concerto live che gli stava preparando Sofia ed anche che non avrebbe rivisto tanto spesso Eva come nei giorni prima e l'avrebbe lasciata a Roma in balia della corte di Alex e questo per lui era inaccettabile. Maya, in un primo momento aveva pensato che Marco non lo facesse solo per la figlia, ma Eva era lontana anni luce dai suoi pensieri perché, a dire il vero, la principessa pensava che Marco provasse qualcosa per Sofia e la nuova rivale per lei era proprio quella.

«Tranquillo, Marta ha bisogno di averti un po' accanto. Per questa volta posso partire da sola, non ci metterò molto e poi chissenefrega di che cosa penserà il console, tanto non ti conosce.»

«Già, hai ragione. Sei un tesoro, Maya, grazie di capire le mie esigenze di padre.»

«Ehi, Marta viene al primo posto anche per me. E' importante per te e quindi lo è anche per me.»

«Ti amo, Maya.»

Marco si comportava come se fosse felice e innamorato e forse era anche in parte vero, ma non sentiva più il trasporto di prima nel dire quelle parole, qualcosa in lui stava cambiando ma non sapeva per quale motivo.

«Ti amo anche io, Marco.»

Maya si sporse verso di lui e lo baciò, ma a Marco sembrò un bacio tra fratelli più che tra fidanzati; di questo però, Maya non si accorse. I due finirono di pranzare e Marco tornò al lavoro, mentre Maya tornò dalla nonna, felice di aver finalmente chiarito la questione con il ragazzo.

****

Da quando era tornata dalle vacanze, Alice aveva sempre avuto il sentore che qualcosa tra lei e Rudy si fosse spezzato nel momento stesso in cui lei aveva deciso di partire con Francesco. Aveva provato a ricostruire un rapporto civile con lui, almeno per non turbare gli equilibri familiari, ma il ragazzo era talmente distaccato da non permetterle di avvicinarsi più di tanto. Quando Marta aveva detto che Rudy aveva trovato una fidanzata, Alice si era resa conto del vero perché volesse ricostruire un rapporto: era ancora innamorata di Rudy. Erano passati quattro mesi e lei ancora lo amava, avrebbe tanto voluto che lui si rendesse conto da solo dei suoi sentimenti, ma sapeva di non poter pretendere niente da lui.

La sera prima della partenza lui si era dichiarato, avrebbe dovuto prendere una decisione allora, ecco perché Rudy si comportava come se non gli interessasse niente di lei e questa nuova ragazza era arrivata al momento giusto per lui, perché lo aiutava a non pensare ad Alice.

Rudy si era messo anima e corpo a studiare per il DAMS, non ci credeva nemmeno lui, ma andare a scuola gli piaceva molto e gli piaceva soprattutto Giulietta, la sua nuova amica. Lei era una scoperta continua ed erano simili sotto molti aspetti, tanto che alle volte pensava di aver trovato la sua anima gemella. Quattro mesi prima aveva preso una decisione difficile, dopo che Alice era partita e si era accorto solo adesso di aver fatto la scelta giusta. Allontanarsi da casa Cesaroni era stato un toccasana, vivere a contatto con Eva e Marta lo aveva aiutato a superare la lontananza da Alice e forse anche il suo amore per lei. Non ne era così felice, ma viveva nella speranza che forse un giorno avrebbero potuto tornare ad essere amici, proprio come un tempo. Per il momento era difficile anche solo pensare di poterle stare accanto, perché la ferita che lei aveva inflitto al suo cuore, scegliendo Francesco non si era ancora rimarginata del tutto e la rabbia in lui esplodeva ogni volta che la vedeva.

Quel giorno, Rudy stava tornando a casa dopo le lezioni della mattinata e, per quanto volesse tornare direttamente a casa sua e di Eva, fu costretto a portare Marta a casa Cesaroni e fermarsi a pranzare con la sua famiglia e questo implicava che Alice fosse presente. Erano ormai arrivati al quarto o quinto round tra di loro, anche se avevano fatto la pace qualche giorno prima, Rudy sentiva di poter ancora fare del male alla ragazza con una sola parola.

«Rudy, come va lo studio?»

A parlare fu suo padre, che era alquanto contento del fatto che il suo secondo figlio avesse deciso di proseguire gli studi.

«Tutto apposto, papà. Le lezioni sono interessanti e per la prima volta sento che quello è il posto giusto per me.»

Giulio gli diede una pacca sulle spalle e si complimentò con lui.

«Bravo, così si fa.»

Lucia era contenta che tra i due ragazzi il ghiaccio si fosse sciolto, ma vedeva che erano ancora molto distaccati. Per il momento non voleva dire niente a nessuno, voleva solo farsi gli affari suoi, ma sapeva che prima o poi anche tra i due secondogeniti sarebbe arrivato il momento della verità e forse lei non ne era poi tanto dispiaciuta. Cercava solo di vedere se anche Giulio sarebbe stato felice, ma questo lo avrebbe scoperto solo una volta rivelata la verità, per adesso voleva solo godere della splendida compagnia della sua famiglia.

«Come va con la tua amica, come hai detto che si chiama? Giulietta, giusto?»

Giulio era curioso di sapere se il figlio avesse trovato una fidanzata degna almeno di poter prendere nel suo cuore il posto che un tempo era appartenuto a Miriam, lui infatti era lontano anni luce dal pensare che tra Rudy e Alice era successo qualcosa l'anno precedente.

«E' simpatica, direi molto simpatica e poi condivide con me questa passione per la musica e l'arte in generale. Credo di aver trovato un'ottima amica, papà. Per quanto riguarda il resto, non so, vedremo con il tempo cosa potrà succedere.»

Il padre sorrise, mentre Alice ascoltava il discorso rapita dalle parole di Rudy e dentro di lei si scatenava l'inferno perché stava rodendo di gelosia.

«Tranquillo, infondo, non dovresti pensare alle ragazze, ma allo studio. Comunque sono felice che tu stia bene e che abbia trovato una ragazza così bella e intelligente come dici, dovresti portarla a cena qualche sera, così la conosciamo anche noi.»

«Forse, ma per il momento preferisco tenerla ancora un po' per me.»

«D'accordo, quando vuoi tu! Noi siamo sempre qui.»
 
Finito il pranzo, Giulio e Lucia tornarono al lavoro, lasciando Rudy e Alice soli in casa, se non si contava la piccola Marta, che però stava facendo un pisolino in mansarda. I due si trovarono faccia a faccia e Alice non riuscì a trattenere la gelosia che la stava divorando.

«Allora Rudy, che cosa mi dici di questa fantomatica Giulietta, esiste sul serio oppure è una tua fantasia segreta?»

Rudy alzò un sopracciglio, non sapeva se voleva veramente giocare a questo gioco con Alice.

«Senti Alice, cerchiamo di andare d'accordo e non credo che siano affari tuoi chi frequento o meno.»

«Questo lo dici tu, gli amici devono sapere ogni cosa l'uno dell'altro.»

«Sardina, tu ed io non siamo amici, non lo siamo mai stati.»

«Non dirlo, sai che non è la verità.»

«Ma per piacere, smettila di fare la gelosa, non ti si adatta quell'aria così distrutta. Giulietta esiste e a tempo debito tutti la conoscerete.»

«D'accordo, la smetto, ma tu promettimi di andarci cauto. Hai già avuto una batosta due anni fa con Miriam, non voglio che tu stia male di nuovo.»

«Io la batosta l'ho avuta anche l'anno scorso se non è per questo e non è stata di certo Miriam a farmi del male o almeno non è stata l'unica. Smettila di tirare in ballo le vecchie storie altrimenti saranno guai grossi e la pace che abbiano decretato tra di noi andrà in frantumi.»

«Okay, la smetto. Scusami Rudy, adesso vado da Jolanda, dobbiamo lavorare.»

«Buon lavoro, Ali e scusami anche tu. Non voglio litigare, ecco perché cerco di tenerti a distanza, non riesco a ragionare lucidamente con te vicino.»

«Si, alle volte capita pure a me. Adesso devo veramente andare.»

«Okay.»

I due avevano appena intavolato una nuova pausa dai loro continui battibecchi, ma la pace duratura doveva ancora arrivare. Erano entrambi troppo orgogliosi per ammettere che sentivano ancora qualcosa per l'altro e di certo non volevano dirselo a vicenda. Sarebbero bastate altre due settimane e i due avrebbero finalmente trovato un punto di incontro stabile che li avrebbe resi entrambi molto felici.



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Capitolo 11
*** Concerto per due ***


Una cena col botto

Concerto per due:


Marco aveva lavorato tanto per il concerto live che Sofia gli aveva chiesto di fare. Aveva solo una canzone nuova, ma non era importante visto che Sofia continuava a ripetergli che per il nuovo disco c'era tempo. La ragazza aveva in mente una sola cosa: rimettere insieme Marco, Eva e Marta. Il concerto si sarebbe tenuto nel locale di Francesco e persino suo fratello Rudi e il suo gruppo avrebbero potuto suonare per farsi conoscere. Questa era stata una concessione da parte di Sofia per far contento Marco, ma anche i suoi datori di lavoro che erano interessati al giovane Cesaroni.

Maya, intanto, aveva deciso di partire subito dopo il concerto in modo da poter controllare Sofia di persona, non si fidava di lei e  forse faceva bene. Sofia, infatti, non riuscendo a parlare con Eva nel modo che avrebbe voluto, si era decisa a chiedere aiuto ai migliori amici: Carlotta e Walter.

Sofia sapeva di essere su un filo molto teso, Carlotta non avrebbe certo apprezzato il suo cercare aiuto da loro, ma forse poteva cercare di convincere almeno Walter a darle una mano e lei ci sperava davvero tanto perché non sapeva più che cosa escogitare per rimetterli insieme.

*****

Due giorni prima del concerto, Sofia passò a casa di Carlotta e Walter per mettere in atto il suo piano. Fu Carlotta ad aprire e, come c'era da aspettarsi, non fu molto contenta di vederla.

«Che ci fai tu qui?»

«Ho bisogno del tuo aiuto e di quello di Walter.»

Carlotta stentava a credere alle sue orecchie, era sospettosa e non poteva certo dirgli che la stimava, visto quello che aveva fatto a Marco ed Eva anni prima.

«Senti so che ho sbagliato con Marco ed Eva, ma sono qui per rimediare, okay? Mi serve il vostro aiuto per rimetterli insieme, nessuno li conosce più di voi ed io ho veramente bisogno che voi mi aiutiate. I miei datori di lavoro vogliono che Marco scriva un nuovo album che possa essere in linea con "Ovunque andrai" e dicono che ci riuscirà solo se metterà di nuovo apposto la sua vita. Lo sappiamo entrambe che quella cavolo di principessa non è parte del suo mondo. Eva e Marta sono le migliori muse che abbia mai avuto, nonostante a quel tempo non sapesse nemmeno di essere il padre di Marta.»

Carlotta ascoltò in silenzio, forse non era poi una brutta idea cercare di riunire i suoi due migliori amici. Lei sapeva che Eva amava ancora Marco e che persino quel testone la amava ancora, solo che non volevano ammetterlo.

«Vieni, entra, ma ti prego di non dire a nessuno che abbiamo intenzione di aiutarti. Non voglio perdere la mia migliore amica, sono stata chiara?»

«Ma certo, da me non lo saprà nessuno.»

Sofia entrò in casa e Walter fu sorpreso di vederla, talmente tanto da fissare Carlotta in modo interrogativo e farla parlare.

«Sofia è qui per aiutarci a rimettere insieme Marco ed Eva.»

Walter era a dir poco stupito, non riusciva a sillabare niente, ma fu preceduto da Sofia che espose il suo piano.

«Marco farà un concerto al locale del suo amico Francesco, dopodomani sera. Ho bisogno che Eva sia presente, potreste cercare di portarcela?»

«Forse, ma perché deve essere presente?»

Carlotta era dubbiosa, aveva accettato la proposta di Sofia ma non voleva far soffrire Eva.

«Marco ha appena scritto una nuova canzone ed io sono sicura che è dedicata a lei. Voglio che lei la senta, se vi creasse dei problemi portarla, potete sempre dirle di venire ad ascoltare Rudi e il suo gruppo, anche loro canteranno quella sera.»

Questa volta fu Walter a risponderle.

«Sì, forse se le diciamo di venire ad ascoltare Rudi è meglio. Tu sei sicura che la nuova canzone parli di lei, vero?»

«Sì, non credo che sia dedicata alla principessa. E' troppo intima come canzone e poi comunque la scaletta delle canzoni l'ho scelta io e sono tutte dedicate ad Eva.»

«Mi stai dicendo che non hai messo le canzoni dell'ultimo album in scaletta?»

Walter era davvero stordito da quella novità.

«No, nemmeno una. L'album non è andato bene con le vendite, anzi diciamo che è il peggior album che io abbia mai sentito, persino le canzoni che ha messo in rete dopo la rottura con Eva erano migliori di queste.»

«Okay, la porteremo noi, ma se le cose non vanno come dovrebbero ce la prenderemo con te.»

Carlotta se la sarebbe sul serio presa con lei se le cose andavano male e Sofia lo sapeva o almeno lo leggeva dai suoi occhi,

«Grazie ragazzi. Magari non sortirà effetti subito, ma spero che li avrà in un futuro molto prossimo.

Detto questo la ragazza uscì da casa di Carlotta e Walter, almeno in parte il suo piano avrebbe funzionato e di questo ne era sicura.

*****

Rudi e il suo gruppo erano rimasti interdetti quando Sofia li aveva chiamati ed aveva chiesto loro di cantare la stessa sera del concerto di Marco. C'era qualcosa che preoccupava il giovane Cesaroni; quella ragazza non gli era mai piaciuta, ma aveva accettato lo stesso perché era una buona pubblicità per lui e per il gruppo.

Dopo averlo detto agli altri, i ragazzi avevano cominciato a fare prove su prove per essere perfetti. Rudi era convinto che avrebbero fatto una buona riuscita, perciò invitò alla serata anche Giulietta, la quale fu contenta e accettò soprattutto perché c'era anche il suo idolo: Marco Cesaroni.

Sperava di sentirlo cantare come una volta, anche se Rudi non ne era poi tanto convinto. La serata arrivò in fretta e la confusione fu totale: il locale di Francesco era talmente pieno che non si riusciva quasi a stare dentro.

Sofia, però, fu contenta soprattutto nel momento in cui Carlotta e Walter entrarono nel locale con Eva al seguito. Almeno era venuta, era già qualcosa.

Alice che lavorava come al solito dietro al bancone assieme a Jolanda, invece, era all'erta. Aveva sentito la conversazione telefonica di Rudi con Giulietta e sapeva che lei sarebbe entrata nel locale da un momento all'altro. Si era detta più volte che la sua era solo curiosità, ma con il passare del tempo si era convinta di essere gelosa di quella ragazza talmente tanto da scrutare male quelle della sua età che entravano.

Jolanda se ne era accorta e cercava di farla tornare con i piedi per terra.

«Ali, tutto bene?»

«Sì, Jole.»

«Io non credo proprio, sembra che tu debba incenerire ogni ragazza con lo sguardo stasera, datti una calmata. Tanto la vedrai lo stesso, sono sicura che appena Rudi scenderà dal palco andrà dritto da lei. Piantala di guardare male tutte le clienti, altrimenti se la daranno a gambe.»

«Scusa, non ci avevo fatto caso. Mi dispiace.»

«Tranquilla, sono sicura che tu sei molto più bella di lei.»

«Grazie, Jole.»

Le due si rimisero poi a lavorare, visto che l'affluenza era talmente tanta da non riuscire a tenere il ritmo,

*****

Dietro le quinte, Sofia stava dando un'ultima ritoccata a quello che era il suo piano. Prima dovevano aprire il concerto i Senza Nome, poi avrebbe fatto cantare a Rudi la sua canzone da solista e poi sarebbe toccato a Marco e al suo medley dedicato ad Eva.

All'improvviso si accorse che non aveva detto a Rudi che avrebbe dovuto cantare "Due Anelli" e si diresse verso il gruppo per dirglielo in quel momento.

«Rudi, scusami se non te l'ho detto prima, ma dopo aver cantato le vostre canzoni con il gruppo, avrei bisogno che tu cantassi la tua canzone da solista.»

Rudi rimase scosso, non poteva farlo, era nel locale di Francesco e la canzone era dedicata ad Alice, la sua ragazza, non se ne parlava.

«Non se ne parla nemmeno, ho smesso di cantare quella canzone.»

Sofia parve agitata alquanto, ma vide che Diego, il miglior amico di Rudi, cercava di convincerlo e lasciò che fosse proprio lui a farlo ragionare.

«Rudi, andiamo, l'hai sempre cantata alla fine dei nostri concerti, non c'è bisogno che ti ricordi che è un successo.»

«Diego non posso farlo. Hai visto dove siamo? Siamo nel locale di Francesco e la canzone è dedicata alla sua ragazza, non credi che la prenderà quantomeno male?»

«Perché dovrebbe? Alice sta ancora con lui, quindi perché deve prendersela se a lei tu non interessi?»

«Sai una cosa, Diego? Sei proprio un amico, grazie di ricordarmi che non sono degno di avere una ragazza come Alice.»

«Non dire stupidaggini, Rudi. Io lo faccio per il tuo bene, tu devi avere un futuro e non cantare la canzone che tu hai scritto è una sciocchezza e poi hai una bella ragazza che ti è venuta ad ascoltare stasera, guarda lei e tutto passerà.»

«Facile a dirsi, ma non a farsi, Diego.»

«Bhè, tu provaci lo stesso.»

«D'accordo. Sofia? Va bene, la canterò.»

Sofia era sollevata, anche perché i suoi capi volevano sentire il giovane Cesaroni e la canzone scritta da lui.

«D'accordo, tra dieci minuti si inizia. In bocca al lupo, ragazzi.»

«Crepi.»

Risposero in coro i ragazzi dei Senza Nome e dopo si avvicinarono al palco per iniziare il loro mini-concerto di apertura.

*****

L'apertura fu un successo, i ragazzi rimasero davvero impressionati dalle canzoni dei Senza Nome, ma d'altronde ormai erano diventati abbastanza conosciuti almeno nei dintorni di Roma, quindi non c'erano problemi. Rudi, con il passare del tempo, si sentiva sempre più a disagio. Non era pronto a ricantare la canzone davanti ad Alice e poi cosa ne avrebbe pensato Giulietta?

Finito il loro mini-concerto, i Senza Nome scesero dal palco e Sofia salì per annunciare Rudi e la sua canzone da solista.

«E adesso uno dei ragazzi dei Senza Nome, Rudi Cesaroni, ci farà ascoltare la sua canzone da solista. Un bell'applauso per lui.»

Alice rimase ghiacciata al di là del bancone, non poteva farlo. Non lì davanti a Francesco, perché continuava a farla stare male? Non gli era bastato l'anno prima? Non poteva evitare di cantare quella canzone, almeno per quella sera?

Jolanda si era resa conto che la sua migliore amica aveva dei problemi con quella canzone, cercò di rassicurarla e Rudi  salì sul palco per cantare.

Alice aveva paura soprattutto dello sguardo di Rudi. Pensava che lui avrebbe diretto i suoi occhi verso di lei mentre cantava la canzone, invece il ragazzo posò lo sguardo su Giulietta.

«Volevo dedicare questa canzone alla mia nuova amica, Giulietta, spero che ti piaccia!»

Alice era scioccata, come diavolo poteva dedicare la loro canzone a Giulietta? Perché le stava facendo questo? Davvero la odiava a tal punto da ferirla deliberatamente così davanti a tutti? Non sapeva rispondere a queste domande, ma guardò verso la ragazza e il mondo sembrò crollarle addosso.

Era molto bella: occhi azzurri e capelli biondi. Sembrava una diva di Hollywood e lei in confronto era una piccola serva. La ragazza applaudiva Rudi in maniera plateale e tutti si erano voltati verso di lei per vedere la ragazza del giovane Cesaroni.

Per tutta la durata della canzone, Rudi tenne puntati gli occhi su Giulietta e non diede nemmeno un piccolo sguardo verso Alice, la quale si sentì altamente mortificata da tutto questo. A fine canzone era quasi sul punto di mettersi a piangere, ma sparì momentanemente dal bancone per dirigersi in bagno.

Rudi scese dal palco e si diresse verso Giulietta per parlare con lei, non si accorse che Alice ci era rimasta male. Jolanda, però, che era rimasta scontenta del comportamenteo di Rudi si avvicinò a lui e gli puntò il dito contro.

«Rudi, devo parlarti, adesso!»

Rudi la guardò sconcertato, ma si scusò con Giulietta e seguì la sua amica.

«Mi dici perché ti sei comportato come un cretino con Alice?»

«Ma che diavolo ho fatto adesso? Cercavo di aiutarla, Jolanda. Volevo solo che non avesse problemi con Francesco, se avessi guardato verso di lei per l'intera durata della canzone, lui se ne sarebbe accorto che è dedicata a lei.»

«Già, ma Alice ci è rimasta male lo stesso. E' in bagno adesso a piangere.»

«Ci penso io, Jole. Okay?»

Detto questo se ne andò a cercare Alice nel bagno del pub. La trovò in un angolo che piangeva, rannicchiata e le posò una mano sulla spalla.

«Alice, mi dici che sta succedendo?»

«Rudi, io davvero non ne ho idea.»

«Sardina, andiamo ti conosco da tanto tempo, dimmi solo che cosa ho fatto di male e se posso rimediare okay?»

«Non è colpa tua, ho capito che lo hai fatto per non far capire a Francesco tutto, solo che io... Io credo di essere gelosa, l'ho detto, okay?»

«Gelosa? Alice, ma stai bene? Insomma, perché dovresti essere gelosa di Giulietta? E' solo un'amica per adesso e niente di più, che diavolo dovrei dire io rispetto a Francesco? Lui è il tuo ragazzo, sono io quello che dovrebbe essere geloso. Devi prendere una decisione Alice e non sarò di certo io a dirti quale prendere, deve essere tutta farina del tuo sacco, sono stato chiaro?»

«Hai ragione, ma non so da che parte cominciare.»

«Forse dovresti iniziare a chiederti se Francesco è quello giusto, prova ad iniziare da lì. Io rimango sempre e comunque il tuo fratellastro, d'accordo?»

«Okay, ci penserò su.»

«Brava, adesso datti una ripulita e torna di là. Francesco si starà chiedendo dove sei finita.»

«Hai ragione. Rudi? Ti voglio bene!»

«Anche io, Sardina.»

Nessuno si era reso conto di quello che era veramente successo tra Rudi e Alice ed era veramente una buona cosa. Dopo Rudi tornò a parlare con Giulietta, la quale non vedeva l'ora di ascoltare Marco Cesaroni, il suo idolo.

*****

Sofia salì nuovamente sul palco per annunciare il suo pupillo e guardò tra la folla: Eva era presente e sembrava alquanto a disagio visto che sapeva per certo che era arrivato il momento del suo ex.

«Ed ora un bell'applauso per l'idolo dei giovani: Marco Cesaroni!»

Sofia aveva tenuto lo sguardo fisso su Eva, la quale parlava con Carlotta in modo fitto. Sembrava fosse sul punto di andarsene da lì, ma Carlotta la trattenne promettendole che appena finito il concerto lei e Walter l'avrebbero riaccompagnata a casa.

Sofia ebbe un sospiro di sollievo, vedendo quanto Carlotta si era data da fare per far rimanere l'amica, il che per lei era vitale. Eva doveva sentire la nuova canzone di Marco, era il punto più importante del piano.

Marco salì sul palco ed iniziò il suo concerto, Eva fin dalle prime note capì che la canzone era quella scritta assieme a lei, diversi anni fa: un mare di guai, il loro mare di guai. Si prospettava una serata live dove Marco avrebbe ripercorso la sua carriera artistica e lei non sapeva se avrebbe retto alla tensione.

La ragazza non si era sbagliata di molto, infatti ogni volta che una nuova canzone iniziava, lei ripercorreva la loro storia appena nata, i loro litigi, i loro sbagli, la loro felicità e il loro amore. Era dura stare lì e sapere che lui non l'amava più, che si era trovato una nuova ragazza, che l'aveva abbandonata dopo tutto quello che avevano vissuto e lottato insieme loro due.

Finalmente arrivò il momento di Ninna Nanna ed Eva si sciolse: quella canzone era dedicata alla loro bambina e lei ricordava perfettamente quel giorno in spiaggia quando lei aveva passato del tempo raccogliendo conchiglie mentre lui scriveva frenetico le parole per la nuova canzone. Era stato il più bel regalo che le avesse mai fatto, entrambi avrebbero desiderato che quel bambino fosse suo, anche se a quel tempo pensavano fosse di Alex.

Finita la canzone, Eva divenne ancora più agitata. Sapeva quale canzone veniva dopo ed aveva paura. Non poteva cantare Ovunque andrai, non adesso che non sentiva più quel bisogno di essere ovunque lei sarebbe andata, ma sapeva anche che era parte della sua storia e quindi Marco l'avrebbe cantata lo stesso.

Appena la musica partì, lo sguardo di Marco si posò su Eva e venne puntato nei suo splendidi occhi. Eva si sentiva sciogliere, c'era qualcosa in quello sguardo che non vedeva da molto tempo, ma pensava che fosse solo scena e nient'altro.

L'amica di Rudi, invece, era particolarmente contenta che Marco cantasse quella canzone e che avesse dato ampio spazio alle vecchie canzoni che i suoi fans amavano così tanto.

Mentre Ovunque andrai stava riempiendo il pub, Maya si sentì messa da parte. Non capiva perché Marco non cantasse anche le canzoni dedicate a lei, miste a quelle dedicate ad Eva, poi però pensò che il suo turno sarebbe arrivato subito dopo visto che l'ultimo disco era dedicato interamente a lei e si rasserenò.

Eva, invece, era sul punto di versare lacrime amare, ogni volta che lo sentiva cantare quella canzone era come se in lei si aprisse in metà il cuore. Quella era la loro canzone, senza alcun dubbio, dimostrava quanto fossero stati legati e lo sarebbero stati per sempre o almeno era quello che lei credeva fino a qualche mese prima ed invece ora tutto era cambiato.

Finita la canzone, la scaletta prevedeva Silenziosa Possibilità e Marco che non aveva mai cantanto quella canzone davanti a Maya aveva alquanto paura del giudizio della ragazza. Non sapeva nemmeno se le avesse mai parlato di quella canzone, ma da quanto ricordava non poteva averne parlato visto che lei non sapeva nemmeno che lui avesse tradito Eva e quindi si rassegnò ad avere una discussione con la principessa dopo la fine del concerto. Lo sapeva per certo che avrebbero litigato, soprattutto quando si sarebbe accorta che le canzoni a lei dedicate non erano state messe in scaletta.

Eva era come in trans, ripercorreva ogni singolo momento della sua storia d'amore con Marco assieme alle canzoni che lui stava cantando e si chiedeva dove avessero sbagliato. C'era qualcosa che le sfuggiva però, Marco stava ripercorrendo anche lui la loro storia e sapeva esattamente dove aveva sbagliato solo che non sapeva come rimediare a quel disastro.

Mentre cantava Silenziosa possibilità, gli venne in mente che non ne stava chiedendo una seconda, ma una terza e questo gli risultava persino troppo chiaro. Maya, che assistiva a quel concerto sempre più turbata, non riusciva a credere che stesse cantando una canzone del genere, visto che lei non sapeva che era stata scritta tempo prima.

Sofia, invece, era alquanto contenta di come stessero andando le cose. Era chiaro persino a lei che Eva e Marco si amavano ancora e lei avrebbe fatto di tutto per farli rimettere assieme, almeno questo glielo doveva.

Finita anche questa canzone, Sofia riprese il microfono per presentare la nuova canzone di Marco.

«E dopo aver ripercorso la sua carriera artistica così promettente, ecco che Marco Cesaroni ci canterà in anteprima il suo nuovo singolo Spiegami perché.»

Sofia lasciò quindi il palco a Marco e lui prese a suonare e cantare. Eva si domandava come mai non avesse cantanto anche le canzoni dell'ultimo disco dedicata a Maya, ma qualcosa le diceva che c'era lo zampino di Sofia in tutto questo e non sapeva ancora il perché anche se era grata di averla aiutata a non sentire quelle canzoni.

Maya era a dir poco furibonda e cominciava a sospettare che lo zampino di Sofia centrasse nella decisione di non cantare nemmeno una canzone dedicata a lei.

Intanto, Marco iniziò a cantare la nuova canzone e tutti i presenti erano desiderosi di sapere di che cosa parlasse.

Ogni tanto penso ancora a te
quasi sempre quando non c'è lei
poi sto male te lo giuro
non vorrei

Eva stentava a credere che anche quella canzone parlasse di lei, ma le parole erano decisamente rivolte a lei, proprio come lo sguardo di Marco che non smetteva di puntarsi su la Cudicini.

Ogni tanto non penso che a te
lei diventa a tutto e non ci sei
è così perfetto, siamo solo noi

C'era qualcosa che continuava a martellare nel petto di Eva, qualcosa che non provava più da molto tempo. Marco continuava a cantare e sperava in cuor suo che Eva capisse che la canzone era dedicata a lei, anche se lui se ne era reso conto solo in quel momento.

Ti prego vai via
non serve e lo sai
quel che c'è stato non tornerà

Aveva ragione Marco? Non sarebbero potuti tornare indietro, non dopo le parole che lui le aveva rivolto quattro mesi prima. Aveva cancellato la loro storia in sole cinque parole: Io non ti amo più. E il mondo era crollato addosso ad Eva.

Spiegami perché
tormenti i miei sogni
e non riesco più ad andare avanti

Eva lo guardava e capiva perfettamente come lui si sentisse, perché anche lei era tormentata dalle parole che lui le aveva rivolto, ma non riusciva a guardare avanti per capire dove avrebbe potuto trovare una via d'uscita.

Spiegami perché
tutti i nostri sbagli
da lontano sembrano bei ricordi
Spiegami perché

Avrebbe voluto dirgli che non c'era via d'uscita dai loro ricordi, che anche per lei erano un macigno insormontabile e che non potevano liberarsene così facilmente.

Ogni tanto penso solo a te
come se non ci fosse più lei
poi sto male
non sai quanto ti vorrei

Stava dicendo sul serio? Eva non riusciva a credere che dopo quattro mesi passati vicino a quello che lui riteneva essere il suo nuovo amore, si fosse accorto della sua mancanza. Non era possibile o forse lei non riusciva più a fidarsi e a credere alle sue parole.

Ti prego vai via
non serve e lo sai
quel che c'è stato non tornerà

Ed ecco di nuovo quella preghiera, ma perché le stava facendo questo? Non poteva semplicemente dedicarsi alla sua nuova ragazza, senza pensare troppo a lei e al loro passato?

Spiegami perché
tormenti i miei sogni
e non riesco più ad andare avanti

Non poteva continuare a stare lì e guardarlo, non riusciva a sostenere ancora il suo sguardo. Era troppo per lei, doveva andarsene da lì, fuggire lontano, ma Carlotta la tratteneva per un braccio perché voleva che lei ascoltasse. Nessuno capiva quanto male le stesse facendo quella canzone?

Spiegami perché
tutti i nostri sbagli
da lontano sembrano bei ricordi.
Spiegami perché

Accidenti a lui! Non poteva farle questo. Non poteva tornare dopo quattro mesi e pretendere che lei lo perdonasse come se niente fosse successo. Aveva scelto lui di lasciarla ed andarsene con Miss Perfezione.

Sei sempre la più bella
te lo dicevo sempre io
che ne sarà di noi?


Te lo dico io che ne sarà di noi: non siamo più niente. Marco ed Eva non esistono più da tanto tempo, lo hai detto tu stesso.

Spiegami perché
tormenti i miei sogni
e non riesco più a guardare avanti

Vorrei aiutarti, perché in fondo a te ci tengo ancora, ma non posso farlo. Devo andare avanti, almeno io. Abbiamo una bambina e qualcuno deve pur occuparsene e quello non sei di certo tu, sono sempre stata io quella che faceva la parte della grande e responsabile ed ancora adesso è così.

Spiegami perché
tutti i nostri sbagli
da lontano sembrano bei ricordi.
Liberami da te

La canzone finì ed Eva si avviò verso l'uscita seguita a ruota da Carlotta e Walter.

«Perché scappi?»

Era stata Carlotta a parlare.

«Lo hai sentito, vero? Ha detto che devo aiutarlo a liberarsi di me, è quello che sto facendo Carlotta. Non importa quanto ci amiamo o ci siamo amati, lui ha bisogno di andare avanti ed anche io. Non possiamo tornare indietro, non sarebbe giusto per nessuno di noi due e nemmeno per Marta.»

Carlotta annuì, Walter stava male per entrambi perché era come essere tornati al tempo dell'X-Tour e del matrimonio di Eva con Alex. Erano entrambi troppo cocciuti per ammettere che stavano bene soltanto insieme: dovevano fare qualcosa ma non sapevano esattamente cosa.




     



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Capitolo 12
*** Non è la gelosia, o forse sì? ***


Una cena col botto

Non è la gelosia, o forse sì?:


Finito il concerto, Marco vide Eva e i suoi due migliori amici andarsene dalla porta e pensò che forse lei non aveva capito che l'ultima canzone era dedicata a lei. Si guardò poi attorno e vide Maya che sorrideva. Una volta sceso dal palco, avrebbe voluto correre dietro ad Eva, ma si contenne e andò vicino alla sua fidanzata.

«Amore, l'ultima canzone era bellissima. Era per me, vero?»

Marco non sapeva come risponderle, ma Maya sembrò prendere la sua riluttanza come un sì e quindi lui glielo lasciò credere.

«Lo sapevo, mi dispiace che non hai cantanto le altre canzoni dedicate a me, ma so che è tutta colpa di Sofia. Deve averti stressato parecchio per farti cantare di nuovo tutte quelle canzoni, ma in fondo fanno parte della tua carriera e poi adesso ci sono io quindi non ci sono problemi.»

Marco non stava capendo davvero niente di quello che Maya gli diceva, era talmente stordito da tutte le sensazioni provate mentre cantava il suo amore per Eva che solo adesso si era reso conto di aver fatto una cazzata: non avrebbe dovuto scegliere Maya, ma rimanere assieme alla sua famiglia e adesso come cavolo faceva a rimettere tutto apposto?

Si guardò attorno cercando uno spiraglio per poter andarsene da quel posto, doveva parlare con Eva immediatamente, ma se Maya continuava a stargli dietro come un cagnolino non poteva. Poi all'improvviso ricordò che la sua fidanzata il giorno dopo doveva tornare in Lussemburgo e si rilassò, avrebbe parlato con Eva il giorno dopo, non c'era poi tanta fretta.

«Senti Maya, sono stanco, ti va se torniamo a casa a dormire?»

«Scusami amore, è vero, hai cantanto per tante ore e devi essere esausto. Andiamo a dormire, poi domani mi accompagni in aereoporto che devo partire presto.»

«Giusto, devi partire presto e quindi devi assolutamente dormire, altrimenti tuo padre mi ucciderà se ti vede stanca.»

Maya si mise a ridere.

«Ma no che dici? Papà inizia a volerti bene, non ti ucciderebbe mai.»

Marco non credeva che fosse vero, il principe era abbastanza altezzoso e sapeva benissimo di non essergli simpatico e non era certo perché lui non era un reale, ma solo perché in fondo quell'uomo sapeva la verità: lui non amava abbastanza sua figlia.

I due andarono via, lasciando Sofia nel pub, molto soddisfatta del concerto.

*****

Rudi, invece, dopo la chiacchierata con Alice nel bagno, era ritornato vicino a Giulietta la quale si era resa conto che qualcosa non andava nel ragazzo.

«Rudi, la canzone che prima hai cantato era per la tua lei, vero?»

Rudi non sapeva che dire, ma cercò di tergiversare, non se la sentiva di dire la verità alla ragazza.

«Andiamo, non mordo mica e poi non siamo fidanzati io e te, non sono gelosa di lei.»

«E' complicato, Giulietta. Lei è di un'altro ed io sono solo un amico per lei. Credo che il nostro legame sia alquanto complicato al momento.»

«Io non direi. Tu l'ami, si capisce da come cantavi quella canzone e se lei sta con un'altro è una stupida, non sa che cosa si perde a non stare con te.»

«Lo sa che cosa si perde, ho provato a dirglielo, ma lei non ne vuole sapere. Le ho fatto male l'anno scorso, ero talmente cieco da non vedere che lei mi amava mentre io correvo dietro alla mia ex e lei si è trovata un'altro, che cosa posso farci?»

«Magari potresti iniziare a chiamarla per nome e non solo lei. Cosa pensi che sia scema e non abbia capito che è Alice?»

Rudi rimase sorpreso e la fissò con gli occhi spalancati.

«Non dire niente, ti prego. Francesco non lo sa e non voglio che lo sappia, Alice ha scelto lui ed io rispetto la sua scelta.»

«Tu sei completamente pazzo, lei non ha scelto lui. Ti ama, l'ho vista quando sono entrata come mi ha guardato: è gelosa di te.»

«Tu non la conosci, crede solo di avere un qualche diritto su di me perché in questo momento abbiamo litigato e lei è sempre stata la mia migliore amica ed adesso si sente messa da parte perché ci sei tu, tutto qui.»

«Forse, ma lo sguardo di una donna gelosa è diverso da quello di un'amica e credimi lei non ha fatto lo sguardo da amica quando sono entrata.»

«Senti, adesso basta. Sono affari miei Giulietta e sinceramente non mi va di rimanere di nuovo invischiato in questa situazione. Se mai Alice deciderà che vale la pena stare con me allora io ci sarò, ma per adesso non voglio pensarci.»

«D'accordo, mi accompagneresti a casa, adesso?»

«Ma certo, non sono mica arrabbiato con te e poi Roma di sera non è molto sicura per le donne.»

I due risero e uscirono dal pub mano nella mano, creando non poche occhiatacce da parte di Alice che li seguiva dal bancone.

*****

Eva era stata accompagnata a casa da Walter e Carlotta alla fine del concerto e una volta chiusa la porta e lasciato andare sua madre a casa, si mise a pensare a quello che era successo.

Era palese che il concerto era dedicato a lei, ma allora perché Marco gli aveva chiesto di andarsene via? Forse si era sentito troppo legato al loro ricordo in quei mesi e voleva disperatamente andare avanti con Maya.

Lei aveva colto le suppliche del padre di sua figlia: voleva solamente che lui si sentisse bene e fosse felice e se questo significava starsene in disparte allora l'avrebbe fatto.

Si mise a letto, sperando di riuscire ad andare avanti anche lei e mentre stava per addormentarsi ricevette un messaggio.

Prese il cellulare in mano, ma non era Marco il mittente anche se lei ci aveva sperato, era Alex.

Aprì il messaggio e quello che lesse la lasciò senza fiato.

«SO CHE NON E' IL MODO E NEMMENO L'ORARIO GIUSTO, MA TI ANDREBBE DI USCIRE A CENA CON ME, DOMANI SERA?»

Eva sorrise, era pur sempre piacevole essere corteggiata e Alex era un'amico o forse qualcosa di più. Prese una decisione rapida e scrisse la risposta di getto.

«ACCETTO, MA VOGLIO CHE TU SAPPIA CHE AMO ANCORA MARCO, STAVOLTA NON VOGLIO CHE TU SIA UN RIPIEGO MA UN BUON AMICO.»

Dopo pochi minuti, Alex le rispose.

«POSSO SEMPRE PROVARE A CERCARE DI FARTELO DIMENTICARE. STAI TRANQUILLA, E' SOLO UNA CENA, SARO' UN BUON AMICO.»

Eva sorrise e si mise a dormire più serena, non sapendo che la sera dopo sarebbe stata un completo disastro.

*****

Mentre Rudi parlava con Giulietta, Alice uscì dal bagno e venne accolta con premura da Francesco, il quale pensava che si fosse sentita male.

«Alice, stai bene? Jolanda mi ha detto che non ti sentivi bene ed eri andata al bagno.»

«Tutto apposto, grazie. Avevo un leggero mal di pancia, ma sono solo le mestruazioni, tutto qui, mi succede sempre quando iniziano, quindi ho dovuto correre ai ripari e mettere un assorbente in bagno.»

«Meno male, pensavo avessi preso l'influenza o roba simile. Hai visto che acchiappo ha fatto tuo fratello?»

Alice si volse verso Rudi e Giulietta e fece solo un accenno con la testa.

«Lui dice che sono solo amici ed io ci credo.»

«Si, come no? Andiamo con una ragazza del genere non si può essere solo amici, Alice. Magari ci vuole andare piano, ma tra qualche tempo si metteranno insieme mi sembra abbastanza chiaro.»

Alice non voleva stare a sentire quello che lui aveva da dirle, non le interessava minimamente. Voleva solo gridargli che Rudi amava lei e che lei amava lui, che non capiva niente, ma lasciò perdere perché Rudi aveva ragione, doveva fare chiarezza e decidere una volta per tutte con chi stare.

«Forse hai ragione, ma io sono contenta per lui. Si merita qualcuno che lo ami, proprio come lui un tempo amava Miriam.»

«Già, speriamo vada tutto per il verso giusto.»

Detto questo Francesco tornò al suo lavoro, mentre Alice guardava Rudi e Giulietta continuare la loro discussione. Quando i due se ne uscirono dal locale mano nella mano, il cuore di Alice perse un battito: era tempo di trovare una soluzione e decidere.

Quello che Alice sapeva benissimo era che la decisione l'aveva già presa da tempo: lei amava Rudi e voleva stare con lui perciò decise di lasciare Francesco il giorno dopo senza troppe cerimonie.

Non era più tempo di pensare, ma di agire e lei era pronta a qualsiasi cosa per ottenere quello che voleva.



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Capitolo 13
*** Gli stessi errori ***


Una cena col botto

Gli stessi errori:


Eva era tornata a casa e, dopo aver dato un bacio a Marta, si era messa a dormire. L'indomani mattina si era svegliata con l'intenzione di chiarire il suo neo-nato rapporto con Alex, non voleva che si creassero problemi come quelli dell'ultima volta.

Portò la bambina all'asilo e andò al lavoro da dove telefonò ad Alex.

«Alex, ciao, sono Eva. Senti volevo dirti... questa cosa della cena assieme a me sembra una pazzia, non credo dovremmo farlo.»

Era stata un pochino troppo precipitosa e dal tono della sua voce si sentiva una preoccupazione tale da indurre Alex a sdrammatizzare la situazione.

«Eva, tranquilla. Abbiamo deciso di diventare amici, non farne una questione di stato, usciamo solo per una cena, niente di più e niente di meno, okay?»

Eva sospirò e si rassegnò ad uscire con Alex a cena, in fondo non avrebbe fatto niente di male.

«D'accordo, ci vediamo stasera alle otto, davanti al tuo locale.»

«Eh no, vengo a prenderti a casa.»

«Alex, non è un appuntamento, non devi venire a prendermi a casa, è solo una cena tra amici.»

«Va bene, se ti disturba così tanto diciamo che ci vediamo al locale.»

«Ecco bravo, ci vediamo stasera.»

Dopo aver riattaccato il telefono, Eva si decise a chiedere a Rudi di tenerle Marta per la serata. Glielo avrebbe chiesto nel pomeriggio, in fondo aveva tempo per abituarsi all'idea di riuscire insieme a qualcuno.

*****

Marco, intanto, si alzò la mattina desideroso di poter solo fare la pace con Eva, ma tutto sembrava puntare contro di lui. Maya lo chiamò appena alzato per chiedergli di portarla in aereoporto e lui, suo malgrado, fu costretto a farlo.

Mentre erano in macchina, Marco non faceva che pensare ad Eva, nel frattempo Maya continuava a parlare dei suoi impegni a palazzo. Ad un certo punto, la ragazza si accorse che Marco non la ascoltava e gli chiese spiegazioni.

«Marco, ma mi stai ascoltando? Sembri sulle nuvole.»

Solo in quel momento Marco ritornò in sé e le rispose.

«Scusami, pensavo solamente a quanto duro lavoro mi attende per scrivere il nuovo disco.»

«Sai mi mancherai molto per queste tre settimane ed io ti macherò?»

«Ma certo che mi mancherai, come puoi dubitarne? Eccoci, siamo arrivati!»

«Bhè, puoi sempre venire a trovarmi se riesci a liberarti di Sofia per un week-end.»

«Certo, ci penserò.»

Marco e Maya entrarono in aereoporto e si diedero un bacio per salutarsi, poi la ragazza si imbarcò e Marco andò al lavoro.

*****

La giornata per Eva passò molto in fretta. Arrivata a casa nel pomeriggio parlò con Rudi.

«Rudi, devo chiederti un favore, hai da fare stasera?»

Rudi era molto pensieroso, non capiva dove volesse arrivare Eva, ma rispose.

«No, sono a casa. Non ho le prove con il gruppo e pensavo di riposarmi un po'.»

«Mi dispiace chiedertelo, ma mi terresti Marta?»

«Sicuro che te la tengo, devi uscire con Carlotta?»

«No, veramente dovrei andare ad una cena con Alex, ma se non puoi tenermi la bambina lo richiamo e rimandiamo.»

Rudi si mise a ridere.

«Tranquilla, non c'è nessun problema, ti tengo io Marta. Tu esci, ne hai bisogno.»

Eva di slancio abbracciò Rudi e lo ringraziò.

«Grazie, sei il miglior fratellastro del mondo.»

I due si prepararono per la loro serata e mentre Eva si truccava e si vestiva, Rudi si mise a cucinare e giocare con Marta. Alle sette e mezzo, Eva salutò i due e si diresse verso il locale di Alex.

Mentre stava andando, ricevette una telefonata di Marco, ma lei decise di ignorarla e lui si diresse verso casa della ragazza per parlarle di persona: doveva chiarire la situazione.

Arrivato suonò il campanello, ma ad aprire vide Rudi e non Eva e la cosa la preoccupò.

«Marco, che cosa ci fai qui? Dovevi vedere Marta?»

Rudi era davvero molto sorpreso della presenza del fratello, ma Marco era molto più sorpreso di lui per non aver trovato Eva e non vederla nemmeno in casa.

«Veramente volevo parlare con Eva, l'ho chiamata ma non ha risposto e così ho pensato di venire direttamente a casa.»

«Bhé, Eva è uscita stasera ed io faccio da baby-sitter a Marta, ma se vuoi puoi rimanere assieme a noi.»

Marco ci era rimasto davvero molto male, ma cercò di non farlo vedere e decise di rimanere a passare la serata con sua figlia e suo fratello.

«D'accordo, rimango con voi. Amore di papà, vieni qui a darmi un bacio.»

La bambina sentita la voce del papà, corse verso di lui e si gettò tra le sue braccia, stampandogli un grosso bacio sulla guancia.

«Ciao, papi. Rimani con noi, stasera? Io e lo io Rudi stavamo giocando.»

I tre passarono una meravigliosa serata assieme, ma ad un certo punto Rudi ricevette una telefonata da Alice.

«Alice, che cosa succede? Calma, calma, non capisco. Alice? Merda!»

Marco si era preoccupato molto, la telefonata lo aveva messo in agitazione, così come Rudi.

«Marco, senti devo andare da Alice. Ha telefonato e stava piangendo, non ci ho capito niente e il telefono si è pure spento. Vado a cercarla.»

«Si, vai. Ci penso io a Marta, la metto a letto e aspetto che torni Eva..»

«Grazie, sei un mito. Adesso vado.»

Rudi ringraziò il fratello e uscì di casa, diretto non sapeva bene nemmeno lui dove. Intanto, Marco finito di giocare con Marta, la mise a letto, raccontandogli una fiaba e cantando per lei la loro canzone.

*****

Eva, intanto, a cena si stava divertendo. Alex le aveva promesso una cena tra amici ed era proprio quello che stava accadendo. I due mangiarono e poi andarono a bere qualcosa in un locale.

Alex avrebbe tanto voluto spingersi oltre, ma Eva era molto sulle sue, non gli dava molta corda ed anche se lui avrebbe voluto riallacciare il loro rapporto, lei cercava di tenerlo al suo posto.

Arrivati davanti a casa di Eva, Alex si disse che forse era arrivato il momento di mettere le carte in tavola.

«Eva, senti... Sono stato davvero bene con te stasera, non mi succedeva da tanto tempo, forse da quando ci siamo conosciuti... Non credi che dovremmo riprovarci? Infondo, stavamo bene insieme.»

Eva non sapeva che dire, era rimasta senza parole ed Alex lo prese come un sì, perciò si avvicinò e stava quasi per baciarla, quando la porta di casa si aprì per rivelare la figura di Marco che lasciò Alex ed Eva completamente immobili e straniti.

«Marco, che ci fai qui?»

Marco guardò alquanto male Alex e poi sorridendo rispose ad Eva.

«Ci sono stati dei problemini e Rudi mi ha chiamato, adesso entra dentro che dobbiamo parlare.»

«Va bene. Grazie della serata Alex, ci risentiamo.»

Alex rimase a guardare i due che chiudevano la porta senza proferire parola, ma la sua testa gridava alla congiura. Accidenti a Marco Cesaroni, se non ci fosse stato lui avrebbe sicuramente baciato Eva, ed invece era apparso, come se si aspettasse questa cosa.

Eva e Marco entrarono in casa e si misero in salotto, la ragazza fu la prima ad aprire la bocca.

«Mi dici che cosa è successo, per piacere?»

«Ero passato per parlare con te, ma tu eri uscita e Rudi mi ha chiesto di rimanere insieme a lui e Marta. Ci siamo divertiti stasera, ma ad un certo punto, Rudi ha ricevuto una telefonata da tua sorella e si è preoccupato, allora è uscito per cercarla e io sono rimasto con Marta, mica potevo lasciarla qui da sola.»

Eva sentendo parlare di sua sorella si sentì gelare il sangue nelle vene e chiese spiegazioni.

«Non hai provato a richiamare Rudi? Che cosa sarà successo ad Alice, ho paura Marco!»

«Vedi, il fatto è che a Rudi si è scaricato il cellulare e quindi non ho potuto telefonargli. Non è che tu hai quello di Alice? Possiamo telefonare a lei, così giusto per stare più tranquilli!»

«Hai ragione, adesso ci provo.»

La ragazza prese il cellulare, ma il telefono di Alice squillava a vuoto e il panico prese possesso di Eva.

«Non risponde e se fosse successo qualcosa di grave, oddio a mamma verrà un infarto.»

Marco cercò di tranquillizzare Eva, la abbracciò di slancio e la ragazza si lasciò circondare dalle braccia protettive di quello che un tempo era il suo uomo,

«Stai tranquilla, sono sicuro che Rudi l'ha trovata e l'ha riportata a casa. Vedrai che andrà tutto bene.»

Eva nascose il viso contro il petto di Marco, godendosi dopo tanto tempo il tepore del corpo di lui contro il suo. Marco cominciava a capire che anche Eva lo amava ancora e non riuscendo più a contenersi, la baciò. In un primo tempo, Eva rimase rigida, non capiva che cosa stesse succedendo, ma poi decise di lasciar perdere e godersi solo la sensazione che le labbra del ragazzo contro le sue le provocavano in tutto il corpo.

Quando il baciò finì, lei non disse niente. A parlare fu Marco e la cosa non le dispiacque per niente.

«Sei più tranquilla, adesso?»

«Si, grazie Marco. Vieni, direi di bere qualcosa così cerchiamo di capire che cosa sia successo. Magari possiamo pure chiamare a casa dopo.»

Marco annuì, pensando a come fare per rivelare i suoi sentimenti ad Eva. I due finirono in cucina e aprirono due bottiglie di birra, la cosa però non andò come i due speravano. Ad un certo punto Marco, appena brillo, cercò spiegazioni per l'appuntamento di Eva con Alex.

«Senti, mi spieghi perché sei uscita con Alex?»

«Marco, andiamo smettila di fare il geloso, non sei il mio ragazzo e nemmeno mio marito, quindi lascia perdere questo discorso.»

«Io non lascio perdere proprio niente, adesso me lo dici, altrimenti non mi muovo da qui.»

Eva cercava di non guardarlo in faccia, voleva solamente andarsene a letto e dormire, perciò cercò di sfuggire dalla pressione di Marco.

«Lascia perdere ho detto, ho sonno e adesso vado a dormire.»

Detto questo si alzò, dirigendosi verso la camera da letto, ma Marco la precedette e la prese per un braccio portandosela davanti.

«Dimmi che lo ami ed io ti lascio stare.»

Eva non sapeva più che cosa rispondere, gli occhi di Marco su di lei bruciavano come non succedeva da mesi e lei non riusciva a ragionare veramente per rispondergli a tono.

«Mi stai facendo male, Marco. Lasciami.»

La stretta sul braccio di Eva non cessava anche se lei sperava che lui la lasciasse andare, ma non lo fece. Invece, si avvicinò a lei e la baciò con urgenza. Eva non sapeva dove l'avrebbe condotta quella serata, ma il suo unico pensiero era che lei lo desiderava e non le importava che cosa sarebbe successo l'indomani.

«Dimmi che non hai sentito niente e ti lascio.»

Eva non riusciva a mentire, come poteva dirgli che non aveva sentito niente. Non era la verità e lei voleva disperatamente che lui continuasse a baciarla. Non disse niente, si avvicinò solamente di più a lui e lo baciò a sua volta, a Marco bastò questo, la prese in braccio e la portò in camera da letto.

I vestiti dei due caddero a terra e loro si ritrovarono per la prima volta, dopo tanto tempo, nudi insieme e i loro corpi si toccavano come se l'urgenza di appartenersi fosse vitale.

Marco non era tanto ubriaco da non capire che cosa stesse succedendo e lui desiderava veramente dire ad Eva che la amava ancora, ma lei continuava a baciarlo e lui non riusciva a proferire parola. Erano talmente presi dalla situazione da essersi scordati di Rudi e Alice e di tutto quello che era successo quella sera e nei mesi precedenti.

Quando finalmente divennero una cosa unica, ad Eva scappò una lacrima e Marco la asciugò con un bacio. Era così che doveva essere tra loro e dopo aver fatto l'amore, i due si addormentarono abbracciati, senza pensare alle conseguenze di quello che era accaduto.

*****

Nel frattempo, Rudi da quando era uscito da casa, aveva cercato Alice a casa dei genitori, ma di lei non c'era traccia. Si era preoccupato ed aveva chiamato suo padre, visto che nemmeno lui e Lucia erano in casa.

«Papà, sai dov'è Alice? Dovrei parlarle.»

«Adesso lo chiedo a Lucia, tesoro. Lucì, sai dov'è annata Alice?»

La donna gli rispose e lui disse al figlio che era andata al pub da Francesco.

«Grazie papà.»

Il ragazzo lo disse, cercando di rimanere impassibile, ma la paura aveva preso il sopravvento perché pensava di aver capito le lacrime di Alice. Si diresse verso il pub, ma anche lì non c'era traccia di Alice e nemmeno di Francesco. Chiese così aiuto a Jolanda, che era ancora al lavoro.

«Jole, sai dove è finita Alice?»

«Lei e Francesco sono usciti e dovevano parlare, credo siano andati all'appartamento di lui.»

Rudi era sempre più preoccupato e si diresse verso l'appartamento di Francesco. Trovò Alice sulle scale che piangeva e si diresse verso di lei.

«Alice, che cosa diamine è successo, mi hai spaventato.»

Alice non rispondeva e continuava a piangere, piegata sulle ginocchia. Quando Rudi riuscì a farle alzare il viso, scoprì dei grossi lividi e la cosa gli mandò il sangue al cervello.

«E' stato Francesco a farti questo? Adesso mi sente.»

Rudi stava per andare alla porta dell'appartamento, quando Alice lo fermò per un braccio, chiedendogli di riportarla a casa.

«No, non farlo. E' colpa mia se è successo tutto questo casino, voglio solo tornare a casa, ti prego Rudi.»

«D'accordo, vieni ti accompagno io e poi rimango assieme a te. Lucia e papà non sono a casa, devono essersi presi un week-end romantico e non voglio lasciarti sola, Francesco potrebbe tornare.»

I due si diressero verso casa e quando furono al sicuro, dentro le mura di casa Cesaroni, Rudi chiese spiegazioni.

«Perché hai detto che è colpa tua?»

«Stasera ho lasciato Francesco e gli ho detto che amo un'altro e lui non ci ha più visto, si è arrabbiato e mi ha colpito in viso. Poi sono uscita e non ho retto la situazione e ti ho chiamato. Credo che abbia esagerato, ma in fondo aveva ragione, sono io ad essermi comportata male.»

Rudi non riusciva a credere alle sue orecchie.

«Non è vero, Alice. Non è colpa tua, nessuno merita di essere picchiato solo perché lascia un ragazzo.»

La ragazza si aggrappò al petto di Rudi e pianse di nuovo, il ragazzo passò un braccio dietro la sua schiena e cercò di calmarla. Poi i due si diressero in camera di Alice per farla riposare.

«Vieni, adesso ti porto in camera e poi vado a dormire nel mio letto.»

Salirono le scale e, una volta arrivati alla camera dalla ragazza, Alice fece entrare anche Rudi. Si stese sul letto e lui gli rimboccò le coperte.

«Adesso dormi, sardina. Domani ne parliamo con più calma, okay?»

Alice voleva che lui sapesse che il ragazzo che amava era lui, si rialzò e si costrinse a dirgli la verità.

«Rudi, hai capito che il ragazzo che amo sei tu, vero?»

Rudi annuì con il capo e cercò di far risdraiare la ragazza, ma lei lo baciò e lui fu completamente perduto.Si lasciò trasportare dalla meravigliosa sensazione che gli provocava da tempo Alice. Quando si ristaccarono, la ragazza gli chiese di restare con lei.

«Rudi, rimani qui con me stanotte, solo a dormire.»

Il ragazzo decise in un attimo, si mise vicino a lei e la abbracciò, cercando poi di dormire.

«Ti amo anche io, sardina.»

«Lo so.»

I due poi si addormentarono abbracciati, sicuri che il loro momento era finalmente arrivato.

*****

La mattina dopo, Eva si ritrovò sola nel letto, con la testa che le faceva un pochino male. Si disse che forse quello che era successo era tutto frutto della sua immaginazione, ma un bigliettino sul comodino la riportò alla realtà. Era successo veramente, ma la cosa che più le faceva male erano le parole del bigliettino.

«E' STATO UNO SBAGLIO, EVA. SCUSAMI SE PUOI E NON ODIARMI, MARCO.»

La sera prima avevano fatto l'amore, lui era lì con lei, anzi aveva iniziato lui, ma lei si disse che forse era ubriaco e non sapeva che cosa stava facendo. Si sentiva male per aver creduto che le cose potessero tornare come prima tra loro, era stata stupida, ma non rimpiangeva di aver avuto quell'ultima notte insieme. Si era sentita amata come prima, non sapeva che le conseguenze sarebbero state visibili tra qualche mese e che Marco non l'aveva lasciata di sua spontanea volontà ma per una questione di forza maggiore.


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Capitolo 14
*** Il giorno dopo ***


Una cena col botto

Il giorno dopo:


Marco si era alzato presto l'indomani mattina e ritrovandosi vicino Eva che dormiva beatamente, pensò di prepare la colazione per entrambi. Non poteva sapere che dopo qualche minuto avrebbe ricevuto una telefonata imprevista. Si diresse in cucina, non era mai stato così felice in vita sua, adesso sapeva che Eva lo amava ancora e la scorsa notte ne era la prova lampante. Quando Sofia gli aveva detto che doveva scrivere un nuovo album e che lei non credeva nella sua relazione con la  principessa, Marco aveva storto il naso, ma il tempo aveva dato ragione alla donna e lui era solamente grato di poter vivere finalmente la sua relazione con Eva.

In quel momento non pensava alla principessa, soprattutto perché non vedeva l'ora di poterla lasciare e tornare a far parte della sua famiglia. Aspettava di poter parlare con Eva e chiarire la situazione per dare una nuova possibilità al loro rapporto perché non aveva mai smesso di amarla; per un periodo aveva creduto che fosse così ma l'orgoglio e la paura di non essere ricambiato o di essere ferito di nuovo lo aveva frenato, ma adesso tutto si sarebbe risolto o così lui pensava.

Quando mise piede in cucina, però, la situazione mutò di colpo: il suo cellulare squillò, era Maya. Marco dapprima non voleva rispondere, ma poi si disse che prima parlava e chiariva con lei e meglio era, perciò accettò la chiamata.

«Marco, tesoro, spero di non averti svegliato. Non stavo più nelle pelle e dovevo assolutamente telefonarti, ho fatto una bellissima scoperta: sono incinta!»

Udite le parole di Maya, Marco crollò seduto su una sedia e tutto il suo mondo andò in pezzi. Non avrebbe più potuto vivere con Eva e Marta, come diavolo aveva fatto ad essere così stupido? Mentre la ragazza al telefono continuava a parlare, Marco non sentiva niente, solo uno strano ronzio nel cervello che gli diceva che tutto era perduto e niente sarebbe più potuto tornare come prima. Maya, in un primo momento, troppo presa a raccontare la gravidanza a Marco, non si accorse che lui era assente, ma dopo qualche minuto chiese spiegazioni.

«Marco, ma mi hai sentito? Stai per diventare padre per la seconda volta, non sei contento, amore?»

Meccanicamente, come accadeva ormai da qualche tempo, Marco rispose fingendo di essere contento.

«Ma si che sono contento, è solamente molto improvviso, tutto qui.»

Maya non dubitava nemmeno una parola di quello che usciva dalla bocca di Marco e perciò ci credette.

«Senti Marco, papà mi ha chiesto se puoi tornare subito qui, vorrebbe annunciare il lieto evento e il nostro matrimonio il più presto possibile. Non sta più nelle pelle e spera tanto che sia un maschietto.»

Marco era completament imbambolato, ma rispose lo stesso.

«D'accordo, parto oggi pomeriggio.»

«Ci vediamo presto, amore, non vedo l'ora.»

Maya riagganciò il telefono e Marco rimase qualche secondo a guardare la cucina di Eva, doveva dirglielo ma non ne aveva la forza. Ritornò in camera e guardò la donna che amava dormire beatamente e poi vide Marta nel suo lettino che sognava; si chiese come poteva rinunciare a tutto questo per qualcosa che non era reale e non lo avrebbe mai reso felice, ma l'unica cosa che riuscì a rispondersi era che il bambino non aveva colpa di quello che stava succedendo, la colpa era solo sua. In un minuto decise che cosa fare, prese un foglietto e scrisse una frase per Eva, sperava che lei non lo odiasse per quello che stava facendo, ma forse era meglio per lei pensare che lui la scorsa notte fosse ubriaco e non che fosse solamente un codardo che non riusciva a dirgli i suoi problemi e come sempre Marco Cesaroni scelse la via più facile, abbandonando Eva, Marta e la sua casa di nuovo.

*****

Quando Eva si era alzata ed aveva letto il biglietto si era data della stupida per aver ceduto, ma non rimpiangeva quello che aveva fatto: era stata una nottata splendida e lei ancora ricordava ogni bacio e ogni carezza. Era meglio avere un ricordo di lui che la amava piuttosto che non averne affatto. Si diresse in cucina, aspettando che Marta si svegliasse ed iniziò a preparare la colazione, poi ad un tratto ricordò che Alice la sera prima era nei guai e corse al telefono per chiamare Rudi.

Il telefonino squillava a vuoto e il panico si impossessò di nuovo di Eva, la quale attese che Marta si svegliasse e poi corse a casa Cesaroni per sapere che cosa diavolo stesse succedendo.

*****

Nel frattempo a casa Cesaroni, Rudi e Alice si svegliarono insieme nel letto della ragazza e si diedero il buongiorno con un bacio. Rudi, poi, vide i lividi sul viso di Alice e cercò di farla ragionare.

«Buongiorno, sardina.»

«Buongiorno anche a te.»

«Senti, Alice, io credo sia meglio andare alla polizia e denunciare Francesco, guarda che cosa ti ha fatto.»

Rudi lo disse sentendosi un po' in colpa per non essere arrivato in tempo a salvare Alice dalle botte dell'ex-fidanzato, ma lei non voleva sentire ragioni.

«Rudi, te l'ho già detto, non voglio denunciarlo. L'ha fatto preso dalla rabbia e sono sicura che adesso si è anche pentito, ma non voglio più parlare di questo.»

«I nostri genitori stamattina tornano a casa e che cosa hai intenzione di raccontargli?»

«Non lo so, ma non voglio denunciare Francesco.»

«Va bene, andiamo a fare colazione adesso che è meglio.»

I due scesero in cucina e si misero a fare colazione, nel frattempo, Giulio e Lucia rincasarono e li trovarono al tavolino. Quando Alice si voltò verso di loro per salutarli per poco a Lucia non venne un colpo.

«Alice? Ma che cosa hai fatto al viso?»

Rudi era nervoso, Giulio era scioccato come Lucia, ma alquanto alterato e pensava che il responsabile fosse Rudi, perciò si scagliò verbalmente verso il ragazzo.

«Ma ti sei impazzito? Va bene che non andate proprio d'accordo negli ultimi tempi, ma picchiare una ragazza mi sembra un po' troppo anche per te.»

Rudi era scandalizzato e rispose a tono al padre.

«Ma per chi mi hai preso, papà? Non sono stato io a ridurla in quello stato, ma Francesco. Io l'ho solo riportata a casa e le ho tenuto compagnia perché pensavo che lui potesse tornare.»

Lucia si mise una mano sulla bocca, non sapeva che dire, ma Giulio la prese molto male.

«Ma io lo ammazzo.»

Si diresse verso la porta e Rudi gli corse dietro per cercare di fermarlo, così come Alice e la povera Lucia.

«Papà, ragiona, lascia perdere. Alice sta bene e l'ha mollato, è tornata a casa e adesso nessuno le farà più del male. Se lo ammazzi, vai a finrie in galera e gliela dai vinta a lui.»

«C'hai ragione, c'hai... Sei cresciuto più de' me.»

«No, papà, ti assicuro che iera sera l'avrei ammazzato pure io, solo che Alice era spaventata e ho deciso di prendermi cura di lei e non di quel deficiente.»

Lucia era rimasta impressionata da Rudi, era proprio cresciuto e sapeva che doveva ringraziarlo per aver riportato a casa Alice ed averla aiutata.

«Sei proprio un eroe, Rudi, comunque Alice tu devi denunciarlo, non può mica farla franca così?»

Alice non diceva niente e Rudi rispose per lei.

«Lucia, Alice non vuole denunciarlo perché pensa che sia colpa sua. Lo ha fatto arrabbiare, dicendogli che non lo amava più e lui le ha dato uno schiaffo, poi Alice è sbattuta contro l'angolo del mobiletto e dice che lui non voleva farle del male. Stavo provando anche io a farla ragionare, ma non vuole ascoltarmi.»

Alice taceva, era sicura che Rudi e sua madre si sarebbero messi d'accordo per farla capitolare, ma sperava di riuscire a non mettere ulteriormente nei guai Francesco. Proprio mentre Lucia stava per rispondere al ragazzo, il campanello di casa squillò e Giulio andò ad aprire. Sulla porta arrivò Eva con in braccio la figlia e appena vide il viso di Alice si fermò.

«Alice, ma che diavolo ti è successo?»

«Niente di preoccupante, sto bene, grazie a Rudi.»

«Alice, ma sei impazzita? E' stato Francesco a ridurti così? Devi denunciarlo, non puoi lasciare che lo faccia a qualcun'altro.»

Rudi e Lucia si sentirono in dovere di spiegare ogni cosa ad Eva, la quale dopo il racconto di Rudi, decise di dire la sua.

«Alice, ascolta, non è stata colpa tua. Nessuna donna andrebbe picchiata, nemmeno se ti dice che ti vuole lasciare, capito? E' così che funziona, le donne la maggior parte delle volte si sentono in colpa, ma non è colpa loro se l'uomo di cui si sono innamorate è un violento. Se vuoi ti accompagno io alla polizia, ma devi denunciarlo perché potrebbe farti del male di nuovo e sai che potrebbe farlo. Io, mamma, Rudi e Giulio non possiamo sempre stare accanto a te e proteggerti, devi iniziare a proteggerti da sola, denunciandolo.»

Alice ascoltava, ma non sembrava davvero intenzionata a fare la denuncia ed Eva non poteva di certo spingerla a farla per forza. Dopo qualche altra chiacchiera, Alice rimase a casa assistita da Rudi, mentre Eva, Marta, Lucia e Giulio andavano ognuno al proprio lavoro.

*****

Arrivata al lavoro, Eva finì il suo articolo sul locale di Alex e poi lo portò sul tavolo del suo capo. La donna era molto contenta del lavoro svolto dalla giovane Cudicini e la elogiò davanti a tutto lo staff.

«Vedete, è così che si lavora, altro che voi altri, siete davvero delle lumache. Brava Cudicini!»

Tornate nello studio del capo, Eva le chiese se poteva scrivere un articolo sulla violenza sulle donne, doveva fare assolutamente qualcosa per aiutare sua sorella, anche se lei non voleva e fare un articolo di denuncia su questo fatto era la cosa giusta da fare. Il capo non ci mise molto a dirle di sì e perciò Eva si mise al lavoro.

Nessuno poteva sospettare che dopo solo un mese tutta la situazione si sarebbe di nuovo ribaltata e che qualcosa di imprevisto avrebbe sconvolto di nuovo la famiglia Cesaroni al gran completo.

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Capitolo 15
*** Novità scioccanti ***


Una cena col botto

Novità scioccanti:


UN MESE DOPO

Era passato un mese dalla nottata di Marco ed Eva e tutto era cambiato in casa Cesaroni.

Alice si era convinta, dopo l'articolo di sua sorella, ad andare alla polizia e denunciare Francesco, anche se poi la denuncia non aveva avuto seguito, visto che il ragazzo era incensurato. Comunque Francesco non si era più presentato a casa Cesaroni e Alice era piuttosto tranquilla, così come Rudi.

I due avevano iniziato la loro relazione di nascosto dai genitori, ma supportati da Eva, la quale sapeva bene come ci si sentiva e sperava che per i due ragazzi fosse diverso da come era stato per lei.

Rudi aveva parlato con Giulietta che, al contrario di quello che pensava Alice, la prese molto bene e rimase amica dei due. Giulietta aveva sempre saputo che Rudi amava Alice e sapeva che prima o poi la loro relazione sarebbe di nuovo tornata ad essere un'amicizia; quello che nessuno si aspettava, però, era che Giulietta diventasse amica intima di Alice.

Alice con Jolanda, decise di iscriversi ad un corso di moda all'università e le due studiavano e lavoravano nello stesso tempo. Rudi continuava i suoi studi al DAMS con ottimi voti e suo padre era molto orgoglio dell'uomo che era diventato.

Giulio aveva ripreso assieme a Cesare, Augusto ed Ezio, le ricerche del quarto fratello: il trio si era trasformato in un quartetto molto affiatato e la cosa piaceva a tutti quanti.

Lucia e Stefania continuavano a lavorare nella libreria, che aveva molto successo, mentre i loro uomini erano impegnati nelle ricerche.

Carlotta e Walter andavano d'amore e d'accordo e supportavano la povera Eva, che si era sentita sempre più sola da quando Marco era tornato in Lussemburgo.

Mimmo, invece, aveva superato la cotta per Matilde. Aveva conosciuto una nuova ragazza, Irene, ed i due avevano subito legato tantissimo, talmente tanto da uscire insieme come coppia ormai da due settimane.

Matilde, in principio, non era molto contenta della cosa, ma Mimmo non sembrava farci caso ed anche lei alla fine dovette ammettere che Irene le piaceva.

Marta, invece, da una parte era molto contenta che i suoi due zii fossero innamorati, ma dall'altra sentiva molto la mancanza di suo padre ed Eva non sapeva più cosa inventarsi per farla distrarre.

Marco le telefonava ogni giorno, promettendo alla piccola che sarebbe tornato a casa molto presto, ma le cose in Lussemburgo stavano per prendere una piega alquanto imprevista.

Sofia per un primo periodo, aveva capito che Marco fosse andato a lavorare da un'altra parte, ma dopo un mese senza aver ricevuto nessuna telefonata da parte del ragazzo, disperava di riuscire a fare il lavoro per il quale era stata pagata.

Maya era la più contenta tra tutti, la sua gravidanza imprevista era riuscita a ricucire il suo rapporto con Marco e per una volta tanto la fortuna era dalla sua parte.

*****

In Lussemburgo la piega improvvisa che aveva preso la vita di Marco lo sconcertava alquanto. Appena ritornato nel principato, il padre di Maya lo aveva fatto sgobbare parecchio per studiare, proprio come quattro mesi prima e poi era un continuo di serate e impegni. La sera arrivava talmente stanco a letto che non si accorgeva nemmeno di avere vicino Maya o di stare per diventare padre. Non riservava alla ragazza nemmeno una delle premure che aveva avuto quando Eva era incinta; era come se non sentisse di essere parte di quella nuova nascita e la cosa lo preoccupava.

Tuttavia, nonostante gli impegni, riusciva sempre a trovare il tempo da dedicare alla piccola Marta; le telefonava ogni pomeriggio subito dopo l'asilo, tanto per non sentire la voce di Eva, non ne aveva la forza e sapeva che avrebbe potuto cedere se avesse anche solo sentito la sua voce.

Un mese era passato in fretta e quel giorno il principe aveva deciso di diramare un comunicato stampa dove avrebbe annunciato il prossimo matrimonio di sua figlia con Marco Cesaroni e la futura nascita di un erede al principato.

Marco era all'oscuro di tutto, infatti venne a sapere della cosa da Maya e non dal principe a cose fatte.

«Amore, papà ha dato alla stampa l'annuncio del nostro matrimonio e dell'arrivo di un erede a breve, non sei contento?»

La domanda aveva lasciato senza parole Marco: come diavolo poteva essere contento di aver troncato la sua vita definitivamente? E adesso che cosa avrebbe pensato Eva e la sua famiglia? Preso dalla rabbia, si mise ad urlare contro la ragazza che non capiva che cosa stesse succedendo.

«Ma come diavolo gli è venuto in mente? Non avevo ancora detto niente a casa e adesso verranno a saperlo dai giornali, non hai pensato che ho una figlia da tutelare a Roma? Non potevi dire a tuo padre di aspettare un altro po'?»

Maya era scossa dalle domande a bruciapelo di Marco e non capiva che cosa gli stesse succedendo, visto che lei non lo aveva mai visto così.

«Amore, mi dispiace, pensavo avessi capito. Insomma, papà era stato chiaro quando sei tornato che avrebbe mantenuto il riserbo solo per un breve periodo ed è passato un mese, quando volevi dirlo ai tuoi genitori?»

Marco non lo sapeva, ma di certo non erano i suoi genitori il suo vero problema.

«Papà capirà, il problema è Marta, come pensi che prenderà il fatto che suo padre si sta sposando con una donna che non è sua madre e che avrà un fratellino o una sorellina?»

«Bhé amore, ma Marta è talmente piccola e poi c'è Eva ad aiutarla a capire. Vedrai che quando verrà a palazzo a trovarci non ci sarà nessun problema.»

Maya non capiva la perplessità di Marco e non sapeva che il vero problema era Eva. Marco stava pensando a come avrebbe potuto prendere la cosa e sapeva che non ne sarebbe stata entusiasta e non lo avrebbe per niente aiutato a far capire la cosa a Marta e lui temeva di perderle entrambe o forse ormai era già successo. Tralasciò il discorso e per una volta si soffermò a pensare a Maya e al bambino che portava in grembo.

«Maya, stai esagerando con i tuoi impegni in questi ultimi tempi e non fa bene al bambino. Forse dovresti cercare di riposarti di più.»

Maya scrollò la testa e si rilassò, poi riprese a parlare.

«Stai tranquillo, il bambino sta bene ed anche io, so quando fermarmi.»

Lei lo disse convinta delle sue parole, ma il tempo avrebbe dimostrato che Marco aveva ragione.

*****

Quello stesso giorno a Roma, Eva si era svegliata non sentendosi troppo bene: aveva la nausea, ma decise di andare lo stesso al lavoro. Portò Marta all'asilo come ogni mattina e poi andò in redazione.

A metà mattinata arrivò il comunicato stampa della corte reale del Lussemburgo e il suo capo la chiamò in ufficio per parlarle.

«Cudicini, perché diavolo non mi hai detto che il tuo ex si stava per sposare con la principessa Maya e che stanno per avere un bambino?»

Il capo continuava a parlare, ma Eva sentiva solamente la terra che la inghiottiva lentamente ed inesorabilmente. Non poteva essere vero, non era possibile, allora era per questo che se ne era andato. Certo era tipico di Marco scappare quando aveva un problema e stavolta era veramente un enorme catastrofe.

«Cudicini, mi ascolti? Sto parlando con te, ho detto se sei interessata a fare un'intervista ai promessi sposi.»

Solo in quel momento Eva si rese conto che il capo aveva continuato a parlare mentre i suoi pensieri avevano occupato per intero la sua mente. Decise che era venuto il momento di parlare e sembrare almeno professionale, visto che si sentiva una pezza più che una giornalista in quel momento.

«Mi scusi capo, io non lo sapevo. Non parlo con il mio ex da un mese ormai e fino ad un mese fa lui non aveva parlato né di matrimonio né di bambini in arrivo. Per l'intervista, lei è sicuro che io sia la persona più adatta? Insomma sono parte in causa in tutto questo e forse sarebbe poco professionale se mi occupassi di questo.»

«Ho capito, ma credo che tu saresti la persona migliore. Sei obiettiva e non credo che la tua gelosia o qualcosa del genere offuscherebbe il tuo spirito di giudizio. Mi fido di te.»

Eva, a malincuore, acconsentì a fare l'intervista a Marco e Maya, ma appena mise piede fuori dall'ufficio del capo, si diresse in bagno e vomitò la colazione direttamente nel gabinetto.

La ragazza in un primo momento pensò di essersi presa l'influenza, visto che Marta l'aveva avuta la settimana prima, ma tornando in ufficio un piccolo dubbio si instillò nella sua mente. Prese l'agendina dove segnava i suoi affari personali e si rese conto di essere in ritardo di una settimana e mezzo.

«No! Non è possibile, perché proprio adesso e perché proprio a me. Non può succedere di nuovo, come cavolo faccio adesso?»

Dapprima non sapeva che cosa fare, poi prese il cellulare e telefonò a Carlotta: lei era l'unica a poterla aiutare.

«Carlotta, ho bisogno del tuo aiuto, puoi venire a pranzo con me oggi?»

«Ma certo tesoro, sei sconvolta dalla notizia giusto? Ero su internet e ho visto il comunicato stampa proveniente dal Lussemburgo, mi dispiace tesoro, Marco è veramente un cretino.»

«Carlotta, non è solo questo. Ho bisogno di parlarti a quattrocchi, promettimi di venire a pranzo con me.»

«Ma sicuro che vengo, sarò da te a mezzogiorno preciso.»

«Grazie, sei veramente la migliore amica che io abbia mai avuto.»

Le due si congedarono per poi rivedersi dopo due ore.

*****

Giulio e Lucia vennero a sapere della cosa tramite gli amici comuni che anche loro avevano letto la cosa su internet e non la presero molto bene.

Lucia pensava che Marco volesse lasciare Maya perché nel periodo che era stato a casa aveva visto di nuovo lo stesso sguardo innamorato ogni volta che il ragazzo guardava Eva e poi si stava preoccupando per la figlia, non voleva che lei soffrisse.

Giulio era stravolto, anche lui avrebbe giurato che Marco amava ancora Eva e adesso si scopriva che si sposava e aspettava un altro figlio; ma dove diavolo era finito suo figlio? Lui a questo punto non lo riconosceva proprio più.

Alice e Rudi, invece, lo vennero a sapere mentre studiavano. Giulietta arrivò e glielo comunicò senza mezzi termini. Alice era sconvolta, pensava a sua sorella e alla piccola Marta, mentre Rudi era davvero infuriato con quel demente di suo fratello: come poteva fare una cosa del genere alle persone che amava di più nella sua vita? Lui non riusciva a comprenderlo, ma sapeva che lui e Alice dovevano stare vicini ad Eva, soprattutto adesso.

*****

A mezzogiorno in punto, Carlotta era fuori dalla porta del giornale dove lavorava Eva e la vide scendere le scale con la borsa a tracolla.

«Dove andiamo di bello a mangiare, Eva?»

«Devo andare da un ginecologo, Carlotta. Tu ne hai uno di fiducia qui a Roma?»

Carlotta non capiva dove volesse andare a parare Eva, ma all'improvviso ricordò la loro ultima chiacchierata e il fatto che Eva e Marco avevano fatto l'amore poco prima che lui partisse e si coprì la bocca con la mano.

«Si, lo so, è impossibile, ma ho un ritardo di una settimana e mezzo e devo sapere se aspetto un altro bambino oppure è solo una questione di stress, ti prego aiutami.»

«Ma certo che ti aiuto, ma che cosa hai intenzione di fare se fosse vero?»

«Non lo so, Carlotta, non lo so proprio.»

Le due andarono dal ginecologo di Carlotta e dopo un'ecografia furono informate che Eva era effettivamente incinta di un mese. Carlotta era davvero arrabbiata con Marco e mentre uscivano dal ginecologo si stava sfogando verbalmente contro di lui.

«Quando torna a Roma, io lo uccido con le mie stesse mani. E' proprio un deficiente, ma come si fa a lasciarti in questa situazione.»

Eva cercava di farla ragionare, ma anche lei si sentiva stordita dalla notizia.

«Carlotta, Marco non sa che sono incinta e non poteva saperlo visto che se n'è andato il giorno dopo aver fatto sesso con me. Calmati e ragiona.»

«Non mi importa, avrebbe dovuto far lavorare il cervello prima di portarti a letto. E adesso che cosa intendi fare?»

Eva si passò una mano sulla pancia e rispose subito all'amica.

«Io voglio tenerlo, Carlotta. Lui è mio e se Marco non vorrà saperne allora non ci sono problemi, lo crescerò da sola, ma è frutto del nostro amore ed io non posso abortire, capisci? E' come se tu abortissi il bambino tuo e di Walter.»

«Devi parlargliene appena mette piede a Roma, Eva. Marco deve saperlo da te.»

«Io non so se voglio dirglielo, insomma, gli causerei un sacco di problemi. Maya aspetta anche lei un bambino e si stanno per sposare, non voglio che torni indietro da me solo perché aspetto un bambino suo.»

Carlotta non capiva, ma cercava di essere tollerante. Alla fine mise una mano sulla spalla della sua amica e la riportò in ufficio. Prima di ritornare a casa, Carlotta diede il suo appoggio incondizionato ad Eva.

«Eva, ricorda, io e Walter per te ci siamo sempre, d'accordo? Chiamaci per qualsiasi cosa.»

«Vi voglio bene, ragazzi. Grazie.»

Le due si lasciarono con un abbraccio e ognuna tornò ai propri compiti.

*****

Alla casa discografica, invece, la notizia del prossimo matrimonio di Marco creò un pandemonio, soprattutto a Sofia. Si chiuse nel suo studio e dopo pochi minuti arrivò la telefonata che lei si aspettava.

«Sofia, che diavolo hai combinato? Ti avevo chiesto di far ragionare Marco e adesso mi ritrovo con lui che sta per diventare principe del Lussemburgo.»

Sofia prese un respiro profondo, si aspettava che il suo capo avrebbe dato la colpa a lei, ma cercò di giustificarsi come poteva.

«Non è colpa mia. Marco è un cretino, non mi ha più telefonato da un mese, il disco è fermo e poi questa notizia è uscita come una bomba a ciel sereno. Si è fregato con le sue mani, che ci posso fare io?»

«Tu dovevi aiutarlo a tornare con Eva, non a mettere incinta la principessa, cavolo non ci voleva molto.»

«Senti io non potevo stare sempre con lui, almeno quando andava a letto lo sceglieva lui con chi andarci. Non è giusto che tu accusi me, Franco.»

«Lo so, mi dispiace, ma io e Simona contavamo su di te per riportarlo sulla retta via. Cosa diavolo dobbiamo fare con lui?»

«Franco mi dispiace, non so che dire e non credo che dopo tutto questo possiamo ancora fare qualcosa per Marco ed Eva. Lui ha rotto ogni possibilità di recupero, dubito che lei lo rivorrebbe indietro sapendo che aspetta un figlio da un'altra.»

«Hai ragione, comunque non andartene da Roma, tra qualche giorno arriviamo sia io che Simona e vediamo di trovare una soluzione a tutto questo pasticcio.»

Nessuno sapeva che il problema si sarebbe risolto tra qualche tempo e che Eva avrebbe portatoo avanti una gravidanza di cui erano a conoscenza solo lei e Carlotta.


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Capitolo 16
*** Un'intervista inaspettata ***


Una cena col botto

Un'intervista inaspettata:


Mentre Eva e Carlotta andavano dal ginecologo, il capo di Eva tentava di mettersi in contatto con l'ambasciata del Lussemburgo per sapere se era possibile avere un'intervista esclusiva con la nuova coppia reale.

Alla fine, dopo vari tentativi, riuscì a mettersi in comunicazione con il Lussemburgo.

«Buongiorno, senta sono il direttore di Up to You, una nota rivista di moda italiana. Volevo sapere se avevate già pensato di rilasciare un'intervista per i futuri reali del Lussemburgo. Le assicuro che la mia giornalista è la migliore sul campo e che farà un ottimo lavoro, intervistando i reali. E' discreta e assai competente.»

L'ambasciatore era alquanto irritato, non era la prima telefonata che riceveva per quel motivo e la cosa lo indispettiva alquanto, però, pensò di passare la telefonata al principe in persona così li avrebbe sistemati lui tutti questi impiccioni. Nessuno si aspettava che l'uomo invece fosse contento di far rilasciare un'intervista a sua figlia e al futuro genero.

«Senta le passo il principe in persona e sarà lui a decidere qualcosa in merito alla sua proposta.»

A Roma, Iva Zavattini era assai compiaciuta di essere riuscita a farsi passare il principe, dopottutto era una professionista e il suo giornale stava per avere un'esclusiva unica al mondo.

«Sono il principe di Lussemburgo con chi ho il piacere di parlare?»

«Buongiorno sua altezza, io sono Iva Zavattini, il direttore della rivista Up to You. L'ho chiamata per proporle un'intervista in esclusiva con sua figlia e il suo futuro genero, le assicuro che la pagheremo molto bene e che la mia giornalista, Eva Cudicini, sarà estremamente professionale.»

Il principe appena sentito il nome della ex ragazza di Marco, decise di fare una prova al futuro genero. Avrebbe considerato un oltraggio se lui si fosse comportato in maniera disdicevole davanti ad una giornalista, che lei fosse o meno la sua ex, perciò decise di acconsentire all'intervista.

«D'accordo, la sua proposta mi fa veramente molto piacere e so che i giornalisti italiani sono dei grandi professionisti, quindi accetto con grande piacere. Mia figlia e mio genero potrebbero essere intervistati nel palazzo di mia madre a Roma, saranno lì tra qualche giorno.»

«Lei è davvero molto gentile, sua altezza. Le assicuro che prima di andare in stampa l'intervista passerà sicuramente tra le sue mani, il mio giornale è molto serio e se lei volesse in qualche modo togliere qualcosa potrà farlo senza problemi.»

«E' lei ad essere molto gentile signora, sarebbe veramente apprezzato il suo gesto di farmi avere una copia dell'intervista prima di mandarla in stampa. Attendo fiducioso e potete rivolgervi a mia madre per fissare un appuntamento per l'intervista. Io le telefonerò immediatamente così da avvertirla in tempo.»

«Grazie, è stato un piacere parlare con lei, altezza. La saluto e ci risentiamo quando l'intervista sarà ultimata.»

«Non vedo l'ora.»

Iva Zavattini riattaccò il telefono contenta per essere accaparrata l'esclusiva, proprio in quel momento rientrò Eva e la donna la chiamò per dirle la novità.

«Cudicini, nel mio ufficio, subito.»

Il tono non ammetteva repliche ed Eva, suo malgrado, entrò nell'ufficio del capo.

«Iva, non mi sento molto bene oggi, avevo intenzione di tornare prima a casa, ma se proprio vuoi che resti lo faccio.»

«Non ti preoccupare, non era per questo che ti ho chiamata. Ho ottenuto l'intervista con i nuovi reali del Lussemburgo, tra qualche giorno saranno a Roma e tu li intervisterai.»

Per poco Eva non cadde per terra, come faceva a presentarsi davanti a Marco senza tradire il loro piccolo segreto? Chi diavolo poteva aiutarla? Purtroppo se voleva mantenere il lavoro, doveva fare quella maledetta intervista e si sarebbe comportata in modo impeccabile, da vera giornalista.

«D'accordo, tienimi informata sul quando e sul dove ed io farò il mio dovere. Vedrai che sarà la migliore intervista mai apparsa sul giornale.»

«Ne sono sicura, punto molto su di te, Eva, e spero che tu questo lo sappia.»

«Si, Iva ed io te ne sono immensamente grata.»

«Adesso vai pure a casa, devi essere al cento per cento nei prossimi giorni.»

«Grazie, lo sarò, tranquilla.»

Detto questo, Eva andò in ufficio, prese le sue cose personali e andò a prendere Marta all'asilo.

*****

Intanto in Lussemburgo, il principe aveva avvertito Maya dell'intervista e del loro prossimo rientro a Roma. La ragazza non vedeva l'ora di andare da sua nonna e di dire a Marco che avrebbero potuto tornare a Roma tra pochi giorni, quindi si permise di disturbare la lezione di francese di Marco.

«Mi scusi Miss LeBlanc, potrei disturbare Marco per un momento? Devo dirgli una cosa importante.»

«Ma certo, principessa. Vi lascio soli per qualche minuto. Con permesso, sua altezza.»

«Grazie Miss LeBlanc.»

Appena la professoressa fu uscita dalla stanza, Maya cominciò a raccontare le novità a Marco, il quale fu molto sorpreso.

«Sai, papà mi ha detto che tra qualche giorno torneremo a Roma, dobbiamo fare un'intervista e ci stabiliremo al palazzo di nonna Victoria. Non sei contento? Potrei finalmente rivedere Marta.»

Marco ci pensò su e doveva ammettere che sua figlia gli mancava molto, ma aveva paura di rincontrare Eva. La cosa che più lo preoccupava era il fatto che la ragazza potesse chiedergli spiegazioni per la notte passata insieme e lui non sapeva che cosa gli avrebbe risposto.

«Certo che sono contento, ma sai a che giornale dobbiamo rilasciare l'intervista per caso?»

«No, papà mi ha detto che è uno dei migliori giornali italiani e vuole avere l'esclusiva sul nostro matrimonio e sulla nascita del nostro erede. Ci pagheranno molto bene a quanto ha detto papà e lui vuole che ci comportiamo come si deve.»

«Mi sembra che io mi stia comportando egregiamente, non credi? Insomma, sto cercando di impegnarmi nello studio e credimi per me è molto difficile.»

«Già, ho notato. Miss LeBlanc dice che non sei molto portato per le lingue, ma soprattutto per il francese. A scuola non ti hanno insegnato molto bene a quanto pare.»

Quando Maya cercava di fargli capire che non era all'altezza, Marco si risentiva molto, ma in quel momento gli venne in mente Eva e il giorno in cui aveva deciso di dargli lezioni di francese assieme a zio Cesare. Naturalmente Cesare non si era presentato e la lezione l'aveva fatta solo con lui; ci aveva provato a insegnargli come si parlava in francese, ma la cosa era degenerata e lui aveva iniziato a farle un sacco di complimenti ed Eva era diventata tutta rossa d'imbarazzo. In quel momento si rese conto che Eva era sempre stata la sua musa, con lei scrivere canzoni o fare complimenti gli veniva naturale, mentre con Maya sembrava tutto forzato.

«Lo so, non sono riuscito ad imparare il francese nemmeno al liceo, quindi lasciamo perdere. Ho fatto pure fatica con l'inglese, ma avendo lavorato per un po' di tempo in Inghilterra mi ero abituato a parlarlo e poi mi sembra più facile.»

«Io non credo che l'inglese sia più facile del francese, ma forse ha meno regole di grammatica, comunque non importa nei giorni in cui saremo a Roma potrei staccare un po' la spina dalle tue lezioni e ti rilasserai.»

«Già non vedo l'ora.»

In quel momento, rientrò Miss LeBlanc per riprendere le lezioni e Maya si congedò da Marco con un bacio sulle labbra. Nessuno dei due sapeva che la giornalista sarebbe stata Eva e che l'intervista avrebbe creato non pochi problemi.

*****

Qualche giorno dopo, Marco e Maya finalmente arrivarono a Roma e Ingrid li scortò al palazzo di Lady Victoria. La nonna di Maya era contenta di vedere la nipote e di potersi assicurare che stesse bene. Naturalmente, dopo i primi convenevoli, Marco decise di andare a trovare la figlia e Maya andò con lui. Marta era all'asilo e quando vide arrivare il padre gli corse incontro felice, mentre la maestra telefonava ad Eva per sapere se la figlia potesse uscire da scuola con il padre. Eva fu d'accordo quasi subito, era contenta che Marta potesse vedere il suo papà e Marco portò la bambina ai giardinetti per farla giocare un po'.

I tre si divertirono molto e poi riportarono la bambina a casa della madre, solo che ad attenderli non c'era Eva come Marco si aspettava, ma Rudi. Il ragazzo disse che Eva stava ancora lavorando e poi, dopo aver salutato suo fratello e Maya, riportò la bambina in casa. A dire il vero Rudi aveva capito che qualcosa tra suo fratello ed Eva era successo perché la ragazza aveva ripreso a piangere ed avere gli incubi di notte, quindi era a dir poco furioso con il fratello maggiore.

Marco e Maya si erano diretti al palazzo per prepararsi per il giorno dopo e per la loro prima intervista come coppia ufficiale, di certo non si aspettavano di vedere Eva davanti a loro l'indomani.

*****

Eva si era svegliata il giorno dopo come se stesse per andare in guerra e forse un pochino era la verità. Si era preparata, aveva portato Marta all'asilo e poi si era diretta al palazzo di Lady Victoria. Ingrid la fece accomodare nel salottino e le disse che andava a chiamare la principessa. Eva si guardava intorno, frastornata, non capiva come Marco potesse essere cambiato così tanto da trovarsi bene in quel palazzo. Era strano che il giovane che odiava la mondanità e stava spesso in camera sua da solo a suonare la chitarra potesse essere diventato un amante del lusso e della mondanità. Mentre passava davanti ad uno specchio, si guardò e cercò di concentrarsi sul suo lavoro, non poteva continuamente pensare a Marco e alla loro vita precedente. Non si rese nemmeno conto di parlare ad alta voce.

«Forza Eva, concentrati. Questa è un'opportunità unica e Iva ti ucciderà se non ti comporterai come una professionista. Devi essere distaccata e professionale, fagli capire che non dirai niente di quella sera e fai le tue domande tranquillamente. Durerà tutto solamente un'ora, tranquilla e respira, andrà tutto bene.»

Dopo aver finito il discorsetto di incoraggiamento, si mise seduta sul divanetto, pronta per l'intervista. Pochi minuti dopo, entrarono nel soggiorno Maya e Marco stringendosi la mano e ad Eva per poco non si fermò il fiato. Marco rimase sconcertato dal trovarsi di fronte Eva, così come Maya, ma la principessa reagì subito d'istinto.

«Eva, ma che piacere! Non sapevo fossi tu a farci l'intervista, non è meraviglioso Marco? Potremmo stare tranquilli visto che la giornalista è Eva, lei non ci farà sicuramente sfigurare.»

Eva sorrise forzatamente e Marco si costrinse a rispondere in maniera adeguata al momento.

«Ma certo che sono più tranquillo, ero veramente preoccupato per l'intervista, ma come dici tu, se la giornalista è Eva possiamo rispondere tranquillamente, come se fossimo a casa.»

Eva rimase colpita da tutto quel perbenismo, non era da Marco essere così forzato, ma si convinse che ormai l'uomo che aveva amato non esisteva più e che davanti a lei ci fosse una persona completamente diversa. Poi decise di rispondere con gentilezza ai complimenti che i due le avevano fatto.

«Grazie, sono contenta che siate a vostro agio. Questa prima parte dell'intervista ci saremmo solo io e voi, sapete il fotografo vi scatterà dopo le foto all'interno di questo magnifico palazzo.»

Maya sorrise compiaciuta, mentre Marco sembrava a disagio. Eva, però, si comportò da perfetta giornalista ed iniziò con le domande.

«Dunque, iniziamo pure l'intervista. I nostri lettori saranno molto curiosi, quindi come vi siete conosciuti?»

Fu Maya a rispondere.

«A dire il vero è molto buffo, la prima volta che ci siamo visti ci siamo odiati a morte. E' successo al locale di Francesco, Marco ha tentato di romorchiarmi ed io l'ho insultato. Poi ho conosciuto Giulio, suo padre, e lui mi ha proposto di fare la ragazza alla pari in casa sua. In un primo momento non ho accettato, ma poi volevo provare a vivere da ragazza normale e quindi ho detto sì. Così sono capitata nella famiglia Cesaroni e mi sono subito trovata bene, la prima sera io e Marco si siamo scontrati nel letto in mansarda e poi dopo qualche piccolo scherzo da parte sua e qualche battuta da parte mia, abbiamo legato e con il tempo ci siamo innamorati follemente.»

Marco non diceva una parola, sembrava in stato di trans. Eva scriveva sul suo taccuino e aveva anche acceso il registratore per non perdersi nemmeno una parola.

«Dunque nessuno in casa sapeva che eri una principessa all'inizio, come l'hanno presa quando hanno saputo la verità?»

«Bhé in effetti all'inizio non lo sapeva nessuno, è stata dura quando la verità è uscita sui giornali e in famiglia l'hanno presa abbastanza bene, tranne Marco. Lui si sentiva preso in giro, pensava che io l'avessi fatto perché ero una bugiarda. E' stato abbastanza difficile ricucire un rapporto, ma Mimmo mi ha aiutato a preparare una sorpresa a suo fratello e su un pulmann da turisti gli ho fatto una dichiarazione d'amore degna di un film romantico.»

Ad Eva scappava quasi da vomitare, era veramente una stupida storia d'amore molto scontata, tipo Vacanze romane. La principessa che fa la ragazza normale e si innamora di un tipo qualunque, che stupidaggine!

«Ma adesso siete qui insieme e state per sposarvi, tra quanto è previsto il vostro matrimonio?»

A rispondere fu nuovamente Maya, sembrava che Marco facesse lo spettatore pagante per vedere distruggere ogni possibilità di recupero con Eva.

«Non abbiamo ancora fissato una data precisa, ci sono molti preparativi da fare e la mia gravidanza imprevista potrebbe accelerarli come rallentarli.»

Eva tentava di contenersi, soprattutto perché Maya sfoggiava un sorriso che la disturbava molto, sapeva quasi di vittoria. Cercò di concentrarsi sull'intervista e non sul fatto che anche lei era incinta e che il padre del suo bambino era la stessa persona che le stava di fronte. Per sua fortuna, l'intervista avveniva adesso che ancora la pancia non si vedeva.

«Si, a proposito del bambino in arrivo, so che è stata una gravidanza non prevista, ma come l'avete presa?»

«Oh! Io sono stata felicissima ed ho subito telefonato a Marco che si è precipitato in Lussemburgo all'istante per starmi vicino, non è vero amore?»

Eva iniziava solo allora a capire che Marco se ne era andato perché era stata Maya a telefonargli e non di sua spontanea volontà, ma cercò di non farci troppo caso. Dopo essere stato tirato in ballo, Marco decise di aprire la bocca.

«Si, appena ho saputo che Maya era incinta non ho potuto fare a meno di partire e vedere se lei e il bambino stavano bene.»

Eva si rendeva conto che lo sguardo di Marco diceva altro rispetto alle parole che uscivano dalla sua bocca. Era come se cercasse di dirle che era stato costretto a fare tutto questo e se fosse dipeso da lui non se ne sarebbe andato via.

«Certo capisco, dovete amarvi molto e la cosa si vede dal vostro sguardo. Dunque non c'è una data definitiva, ma come vi immaginate il giorno del vostro matrimonio?»

Eva aveva sottinteso o cercato di far capire a Marco che non era arrabbiata e che aveva capito lo svolgimento dei fatti, ma a rispondere fu di nuovo Maya.

«Ogni ragazza sogna il giorno del suo matrimonio e le principesse non fanno differenza. Quindi direi che sogno l'abito bianco e mio padre che mi accompagna all'altare e il mio sposo che mi attende con un sorriso smagliante sul viso e tutti gli invitati che festeggiano e brindano al nostro amore.»

Eva era sempre più convinta che Maya fosse una ragazzina innamorata più dell'amore che di Marco stesso, ma cercava di fare lo stesso il suo lavoro.

«E tu Marco, come vedi il tuo matrimonio?»

Marco si convinse allora a rispondere sinceramente.

«Se fosse per me, il matrimonio si svolgerebbe qui a Roma in una piccola chiesetta con pochi invitati, ma capisci bene che non è possibile perché le ragioni di stato vogliono altro.»

«Oh Marco, come sei romantico! Sai anche tu che papà non permetterebbe mai una cosa del genere, anche se sarebbe fantastico lo stesso perché l'importante è che ci siamo io e te.»

Eva era di nuovo irritata da quella ragazza che sembrava uscita dal mondo delle favole, ma cercò di non pensarci.

«Bene, direi che abbiamo solo un'ultima domanda. Vorreste un maschietto o una femminuccia?»

«Senza dubbio preferirei una femmina, mi piacciono le bambine e poi mi sentirei più a mio agio.»

Certo che si sentiva più a suo agio, lei voleva una femmina per poter togliere a Marta il privilegio del padre. Eva, invece, in cuor suo, sperava di avere un maschietto.

«Marco, e tu che cosa preferiresti?»

Marco ci pensò su e poi rispose diplomaticamente.

«Non mi importa il sesso a dire il vero, l'importante è che sia sano o sana.»

«D'accordo, abbiamo finito qui. Adesso ci spostiamo per fare qualche foto e poi abbiamo finito.»

Eva, dopo le foto, se ne andò dal palazzo. Finalmente aveva capito il perché del biglietto che Marco le aveva lasciato, ma la cosa non la faceva sentire meglio, anzi forse stava peggio perché era sicura che se fosse dipeso da lui, avrebbe scelto lei e Marta ed invece adesso era in ostaggio di un matrimonio e di un figlio che non voleva.

Nessuno, però, sapeva che il fato avrebbe fatto il suo corso e molto presto tutto sarebbe cambiato di nuovo.






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Capitolo 17
*** Viaggio a Parigi ***


Viaggio a Parigi

Viaggio a Parigi:


Eva si era comportata da perfetta giornalista durante l'intervista con Maya e Marco e dopo averla consegnata a Iva si era concessa una piccola pausa dal lavoro. Aveva intenzione di andare a Parigi per mettere apposto le ultime cose: non aveva ancora mollato ufficialmente il lavoro e adesso era tempo di spezzare i legami con quella città per sempre.

Tornata a casa, aveva atteso che Rudi rientrasse dall'università e aveva deciso di chiedergli un piccolo favore. Non intendeva portare con sé Marta, lei non si era trovata bene nell'anno passato in Francia e non voleva che la bambina pensasse di dover essere di nuovo allontanata dalla famiglia.

«Rudi, devo chiederti una cosa. Dovrei andare a sistemare alcune situazioni a Parigi nel fine settimana, ma non voglio portami dietro Marta, me la terresti?»

Rudi guardò la sorellastra di sbieco, c'era qualcosa che non gli tornava, ma decise che in fondo poteva fare a meno di chiedere spiegazioni ed aiutarla.

«La tengo con molto piacere, chiederò aiuto anche ad Alice, così giusto per avere una mano in più.»

«Tra voi due va bene, vero? Avete fatto pace?»

«Si, abbiamo fatto pace.»

Eva lo guardò stranamente, come se iniziasse a capire solo allora qualcosa che già era successo anche a lei.

«Oh mio Dio! State insieme, è così?»

Rudi la guardò colpito dal fatto che Eva fosse stata così brava a capire la sua situazione, ma in fondo avrebbe dovuto pensarci perché lei era passata nella stessa situazione.

«Noi... è complicato Eva. So che non dovrei dirlo proprio a te, ma tu sei stata nella nostra stessa situazione e abbiamo decisamente bisogno di aiuto adesso.»

Eva annuì, sapeva che i due probabilmente stavano uscendo insieme di nascosto dai genitori e la cosa che la preoccupava di più era che potessero avere una reazione drastica come avevano fatto con lei e Marco.

«Tranquillo, perché non chiami Alice e le chiedi di venire qui per il fine settimana? Così avrete un po' di tregua da mamma e Giulio, con il tempo passerà e io vi aiuterò a dirgli la verità, d'accordo? Tenete duro fino alla prossima settimana e poi cercheremo insieme un modo per dirglielo. Vedrai che capiranno e non dovrete subire quello che abbiamo passato io e Marco, te lo giuro.»

Rudi cercava rassicurazione e comprensione e forse l'aveva trovata nella persona più adatta, proprio perché a lei era successa la stessa cosa.

«D'accordo, spero che Alice non mi uccida. Non voleva dirlo a nessuno, nemmeno a te o Marco, ma io avevo davvero bisogno di qualcuno che capisse come stavano davvero le cose.»

«Vedrai che alla fine, anche lei starà meglio, so che è difficile, ma avere qualcuno dalla vostra parte è un passo in avanti. Io e Marco non avevamo nessuno e siamo stati spazzati via come un uragano, prima che mamma e Giulio potessero capire che eravamo innamorati.»

«Lo ami ancora? Insomma, non sono affari miei ma io ti ho sentito quest'estate. Di notte mentre dormivi, tu piangevi e so che era colpa sua.»

«E' difficile da spiegare, Rudi. Io lo amo ancora, molto. Ma lui è andato oltre, adesso ha Maya e aspettano un bambino e non tornerebbe mai indietro da me e Marta. Io voglio solo che lui sia felice e se lo è con Maya allora per me va bene.»

«Io non riesco a credere che lui sia stato così stupido. Insomma aveva te e Marta, perché diamine è tornato indietro da Parigi e si è messo in questa situazione? Doveva lottare per riaverti, è stato veramente un cretino.»

«Rudi, sono stata io a mentire a tuo fratello. Non esisteva nessun altro uomo, io avevo solamente paura che lui potesse tradirmi di nuovo e l'ho allontanato. E' stata tutta colpa mia e merito di soffrire.»

«Eva, non dirlo nemmeno per scherzo. Io ti conosco e se tu avevi paura e lo hai allontanato, forse voleva solo dire che avevi bisogno di tempo per stare sola e capire meglio i tuoi sentimenti.»

«Grazie, sei davvero molto carino, ma non sempre le cose vanno come vorremmo e forse il nostro rapporto si è logorato troppo per poterlo ricostruire.»

Rudi si avvicinò e la abbracciò, cercando di rassicurarla. Lui per Marta ed Eva ci sarebbe sempre stato e poteva anche cercare di far capire a suo fratello tutto quello che stava combinando. Poi Eva andò a preparare le valigie per la partenza e Rudi chiamò Alice al telefono.

«Ali, senti tua sorella deve andare a Parigi per risolvere delle questioni di lavoro, ti andrebbe di venire qui per il fine settimana e aiutarmi a tenere Marta?»

Alice in un primo tempo non capiva come potesse invitarla così facilmente a casa, ma poi intuì che Rudi doveva aver detto la verità ad Eva.

«Glielo hai detto, vero? Sei proprio un pasticcione, comunque vengo volentieri. Dico a mamma e Giulio che Eva non vuole lasciarti da solo con la bambina, ci vediamo più tardi.»

«Non vedo l'ora e anche Marta!»

«Si, ci scommetto.»

Detto questo la ragazza riagganciò il telefono e andò dalla madre per darle la notizia. Lucia era alquanto perplessa perché Eva aveva deciso di andare a Parigi, ma diede il suo assenso ad Alice per passare il week-end con Rudi e Marta.

*****

Intanto a casa di Eva, la ragazza stava preparando un borsone per il viaggio. Marta aveva capito perfettamente che la mamma doveva sbrigare degli affari di lavoro a Parigi, ma sarebbe tornata molto presto e poi avrebbe passato del tempo con i suoi zii ed era molto contenta di questo.

Mentre Eva infilava le ultime cose nel borsone, squillò il campanello ed arrivò Alice. Marta si precipitò alla porta urlando.

«Mamma, è arrivata la zia Alice!»

Aprì la porta e si lanciò in braccio ad Alice.

«Ciao, Ali.»

«Ciao, tesoro della zia, come è andata a scuola oggi?»

«Bene, la maestra dice che sono brava.»

«Complimenti, ma vista tua madre non ne dubitavo.»

«Ti fermi con me e lo zio Rudi, vero?»

«Certo che sì, mica posso lasciarti qui a giocare con lo zio tutto il tempo, devi anche studiare.»

«Sono contenta, zia. La mamma è di là in camera a preparare il borsone per il viaggio.»

«D'accordo, vado a darle una mano perché tu intanto non dici allo zio di pensare a cosa fare da mangiare per stasera?»

«Si, io voglio la pizza. Zio Rudi, vero che possiamo farcela mandare a casa?»

«Ma certo, amore dello zio. Vieni qui che telefoniamo alla pizzeria.»

«Arrivo.»

Alice sorrise, era così bello vedere la bambina contenta e felice, ma soprattutto così attaccata a Rudi e a lei. Rudi prese in braccio la bambina e prese il telefono. Alice, invece, andò in camera da sua sorella per aiutarla.

«Ehi, sorellona, come va? Ti devo dare una mano?»

«No, Ali, grazie. Mi basta che tu tenga d'occhio Rudi e Marta questo fine settimana, per stasera va bene la pizza ma domani preparale della carne o della minestra, mi fido di te.»

«Certo Eva, non preoccuparti, ci sono io qui. Che cosa devi fare a Parigi?»

«Devo andare al lavoro a prendere le mie cose, devo licenziarmi visto che adesso lavoro qui e poi altre cose meno importanti.»

«D'accordo, non è che devi vedere Jean, vero?»

«No, Ali, tranquilla, quel capitolo della mia vita è chiuso.»

«Va bene, se lo dici tu ci credo.»

Le due sorelle si abbracciarono e poi tornarono in soggiorno. Eva salutò Rudi e Alice e diede un bacio a sua figlia.

«Fai la brava con gli zii, studia e non farli arrabbiare e mi raccomando vai a letto presto la sera.»

«Si, mamma, sarò un brava bambina.»

«Tranquilla, la mamma tornerà presto.»

Detto questo, il tassista suonò il campanello ed Eva scese le scale salutando ancora una volta i ragazzi e la bambina con la mano. Mentre saliva sul taxi, Eva pensò all'ultima volta che aveva lasciato Roma e al dolore che provava per il tradimento di Marco. Ora le cose erano diverse, ma la ragione del suo abbandono era quasi sempre la stessa, doveva prendersi un po' di tempo lontano da Marco e andare a Parigi per sistemare le cose era la soluzione migliore secondo lei. Non aveva detto niente nemmeno a Carlotta, non voleva che lei le potesse ostacolarla e sperava che mantenesse il segreto della sua gravidanza con Walter perché il ragazzo aveva la bocca larga e non sapeva proprio trattenersi, quindi avrebbe potuto spifferare tutto a Marco e lei non voleva che lui lo sapesse.

Una volta arrivata in aereoporto, Eva fece il check-in e imbarcò il borsone, poi salì sull'aereo pensando a quanti lavori l'aspettavano a Parigi.

Il volo atterrò in perfetto orario e la ragazza andò nella casa che tempo addietro lei e Marco avevano affittato, aprì la porta e i ricordi l'assalirono: scene di risate, scene di grida e di urla. Chiuse gli occhi e cercò di non pensarci, andò in camera e si trascinò sopra il letto per poi addormentarsi subito dopo.

*****

La mattina dopo, Eva si svegliò e andò a parlare con la padrona di casa, dicendole che aveva trovato un lavoro più vicino alla famiglia e che quindi doveva abbandonare la casa. La padrona era molto dispiaciuta, ma sapeva che era una scelta fatta per lavoro e quindi insindacabile, le sarebbe mancata quella ragazza sempre gentile e corretta e la bambina che aveva portato un po' di allegria nel condominio.

Dopo aver abbandonato la casa, Eva si diresse al lavoro per dare le dimissioni. Entrata nella redazione del giornale, si trovò di fronte Jean e lo salutò, il ragazzo a sua volta pareva essere molto contento di vederla.

«Bonjour, Jean.»

«Eva, tu es de retour, quel plaisir!»

«Je ne suis pas revenu pour rester, Jean. J'ai obtenu un emploi à Rome..»

«Tout va bien avec ton fiancé?»

«Pas bien, je dirais, il a trouvé une nouvelle fiancée.»

«Désolé Eva, je sais que tu l'aimais.»

«Il n'est pas important, ce qui se passe avec Louis? J'espère bien.»

«Entre moi et Louis bien, merci. Ne vous inquiétez pas. Louis savait ce que nous faisions, il n'est pas en colère contre vous..»

«Je suis content pour vous, au moins un d'entre eux est heureux.s.»

I due si abbracciarono, Eva era stata veramente preoccupata per Jean e Louis. Aveva finto di stare con Jean solo per fare andare via Marco e non farlo stare male, ma era preoccupata che Louis potesse non capire, invece, almeno per loro due le cose erano andate per il meglio. Dopo aver parlato con Jean andò dal capo e spiegò la situazione, poi lasciò per sempre quella redazione che ormai non le apparteneva più.

Dopo aver tagliato i ponti con il passato, Eva andò a fare una passeggiata sugli Champs Elisée, era bella Parigi: era proprio una città da innamorati. Ad ogni angolo si potevano vedere coppiette di sposini o di fidanzati passeggiare mano nella mano, anche lei e Marco lo avevano fatto i primi tempi, ma poi era cambiato tutto e le cose erano precipitate.

Aveva sempre voluto avere una famiglia unita, ma le uniche cose che le erano rimaste adesso erano Marta e quel bambino che portava in grembo, frutto dell'amore che lei ancora provava per Marco. Non aveva mai pensato all'aborto, figurati si era tenuta in grembo Marta quando pensava fosse figlia di Alex ed era rimasta sola a vent'anni e non ci pensava di certo adesso che il bambino era di Marco. Lei sarebbe bastata ad entrambi i suoi figli e sapeva che Marta sarebbe stata contenta di avere un fratellino o una sorellina.

Fece pranzo nelle vicinanze dello studio della sua ginecologa, quella che l'aveva aiutata dopo l'aborto e poi andò dentro per una visita. La donna le fece un'ecografia e si accertò che tutto andasse bene, poi prescrisse delle vitamine per la gravidanza ad Eva e le disse che tutto andava bene, ma che se fosse tornata a Roma doveva trovarsi un ginecologo laggiù, non poteva di certo fare avanti e indietro in aereo nelle sue condizioni.

Eva lo sapeva già, ma aveva voluto che fosse lei la prima a farle una visita perché aveva paura che potesse riaccadere la stessa cosa dell'ultima volta. La dottoressa le spiegò che per adesso andava tutto bene e non c'erano motivi per cui la gravidanza non potesse arrivare fino alla fine, doveva solamente evitare lo stress e mangiare normalmente.

Uscì dallo studio più tranquilla e determinata a fare in modo che nessuno potesse nuocere al bambino che cresceva dentro di lei. Era presto per sapere il sesso, ma lei in cuor suo sapeva che era un maschietto o almeno lo sperava tanto.

Eva cercò poi un posto dove in albergo dove dormire quella notte, il mattino dopo l'aereo l'aspettava per tornare finalmente a casa.

*****

Marco, dopo l'intervista era rimasto in uno stato catatonico, non sapeva come scusarsi con Eva ed aveva aspettato che fosse la ragazza a contattarlo, ma lei non lo aveva fatto, quindi si decise ad andare a casa di Eva.

Naturalmente la tempestività non era mai stata dalla sua parte e quando si presentò davanti alla porta, Eva era già arrivata a Parigi. Ad aprire fu Rudi che lo fece entrare in casa.

«Marta, guarda chi è venuto a trovarti.»

La bambina si alzò dal tappeto dove stava colorando e si diresse urlando contro il papà.

«Ciao papà, sono contenta che sei venuto. Sai sono a casa con lo zio Rudi e la zia Alice, mamma è partita.»

Marco rimase pietrificato mentre la bambina gli diceva quelle cose, poi dopo averla presa in braccio e baciata sulla guancia, si girò verso Rudi e chiese spiegazioni.

«Dov'è andata Eva?»

«Aveva delle cose da sbrigare a Parigi, credo dovesse ancora lasciare la casa e il lavoro.»

«Peccato, ero venuto per parlarle, comunque visto che non c'è mi fermo un po' con Marta, non ti dispiace vero?»

«No, Marco, vai tranquillo.»

Dopo qualche minuto arrivò Alice con la borsa della spesa, la ragazza era alquanto agitata perché aveva provato tutta la mattina a telefonare ad Eva ma lei non aveva risposto.

«Rudi, hai sentito Eva stamattina? Io ho provato a telefonarle ma non mi risponde.»

«Tranquilla Alice, doveva andare al lavoro e magari non ha avuto tempo.»

Marco iniziava a preoccuparsi, poteva essere successo qualsiasi cosa ad Eva e se Jean fosse tornato alla carica e lei lo avesse rifiutato e lui si fosse voluto vendicare? Scene terribili si affacciavano alla sua mente e cercò insistentemente di non pensarci. Si fermò persino a pranzare con la figlia e i ragazzi senza dire niente a Maya, la quale preoccupata gli telefonò e venne rassicurata subito.

A metà pomeriggio, quando ancora non si avevano notizie di Eva, Marco era alquanto agitato pure lui, mentre Alice era in preda all'ansia. L'unico che manteneva la calma era Rudi che cercava assurde spiegazioni alla sua assenza. Marta non faceva caso alle preoccupazioni dei grandi, soprattutto perché lo zio Rudi la distraeva facendola giocare.

La sera arrivò ed Eva non si era ancora fatta sentire, Rudi mise a letto la piccola Marta e poi andò in soggiorno a parlare con gli altri. Alice voleva chiamare la polizia, ma Rudi le disse che nessuno si sarebbe mosso prima di quarantotto ore, Marco aveva chiamato Maya dicendole che si fermava a dormire con Marta perché Eva non era a casa, ma poi le sue preoccupazioni lo avevano tenuto sveglio tutta la notte.

«Ragazzi, credo che sia stata una giornata piena per Eva, vedrete che domani mattina prima di prendere l'aereo ci telefonerà sicuramente. Adesso ci conviene andare a letto e riposarci, cercate di non far vedere a Marta che siete preoccupati, la bambina deve stare tranquilla.»

Rudi era l'unico a guardare i lati positivi e spedì tutti a letto con quell'ultima affermazione. L'indomani mattina, Rudi si svegliò presto e preparò la colazione per tutti, poi ricevette una telefonata da Eva.

«Pronto, ti davamo per dispersa. Tua sorella si è preoccupata, perché ieri non hai risposto alle sue telefonate?»

«Scusa non mi sono accorta che Alice mi aveva telefonato, non ho avuto un minuto libero, sto per prendere l'aereo, sarò a Roma tra qualche ora.»

«Ti aspettiamo, ah Eva, qui c'è Marco, ha detto che deve parlarti. Se non vuoi lo mando a casa.»

«Tranquillo Rudi, sono ancora in grado di parlare con il padre di mia figlia, non ho bisogno della balia.»

«Va bene, cercavo solo di essere d'aiuto. Ci vediamo presto.»

«Dai un bacio a Marta da parte mia e digli che sto arrivando.»

«Okay.»

Una volta che Marco, Alice e Marta si svegliarono, Rudi disse che Eva aveva telefonato e sarebbe stata a casa tra qualche ora. Alice era più tranquilla, mentre Marco decise di rimanere lì ad attendere il ritorno di Eva: doveva assolutamente parlargli.

Nessuno dei quattro sapeva che il ritorno di Eva sarebbe stato alquanto movimentato.





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Capitolo 18
*** Discussioni infinite ***


Viaggio a Parigi

Discussioni infinite:


Eva aveva appena preso l'aereo e, visto le rassicurazioni della ginecologa, pensava a che nome dare al suo bambino. Si era decisa che se fosse stato un maschietto lo avrebbe chiamato Giulio, mentre se fosse stata una femminuccia le sarebbe piaciuto chiamarla come sua madre, Lucia.

Il viaggio in aereo fu molto rilassante come quello dell'andata, ma Eva questa volta aveva un'enorme voglia di arrivare e riabbracciare la sua piccola Marta. Certo, vedere Marco a casa non sarebbe stato tanto facile, ma sperava di non dover più litigare con lui per questioni passate.

Arrivò a casa mentre erano tutti intenti a giocare in salotto e fu lieta di vedere una scena familiare così carina e complice. La bambina fu la prima ad accorgersi della presenza della madre e le corse incontro gridando.

«Mamma, sei tornata finalmente! Sono contenta che sei qui.»

«Anche io sono contenta di essere qui. Ciao, Marco. Ragazzi, come è andata questo fine settimana? Marta ha fatto la brava bambina?»

Rudi sorrise e Alice rispose.

«E' andato tutto bene e Marta è stata davvero bravissima.»

«Brava la mia bambina, ma non avevo dubbi.»

Marco era visibilmente contento di vederla, ma alquanto irritato che lei fosse partita per Parigi senza dirgli niente. Non sapeva che cosa gli stesse prendendo e soprattutto perché dovesse interessargli così tanto dove andava la madre di sua figlia, ma era chiaro che per lui la relazione con Eva non era finita, anzi tutt'altro si sentiva molto geloso del fatto che lei potesse aver rivisto Jean a Parigi.

«Ma brava, tu parti senza dirmi niente e lasci qui nostra figlia in mano a Rudi e Alice che hanno appena vent'anni, non ti sei sentita un po' egoista?»

Eva non si aspettava di certo questa uscita da parte di Marco e si trovò costretta a stare sulla difensiva.

«Hanno vent'anni appunto mica ne hanno quindici. Non ho lasciato Marta nella mani di Mimmo, ma nelle mani di due ventenni che sanno fare andare la testa. Lei ha detto di essersi divertita, tu che cosa volevi sapere di preciso? Insomma sei stato via per quattro mesi e poi ritorni e te ne rivai per altro tempo e poi ritorni di nuovo e pretendi che io ti dica tutto quello che voglio fare? Chi diavolo sei, Dio?»

L'arrivo di Eva aveva scatenato un putiferio e Rudi decise di dire la sua.

«Marco, Eva ha ragione. Marta sta qui a casa con me tutti i giorni da mesi e credo di essere abbastanza responsabile per prendermi cura di lei.»

«E certo, ecco il paladino della giustizia. Fammi un favore Rudi, fatti gli affari tuoi.»

Alice vedendo lo sguardo di Marco, prese per il polso Rudi e cercò di scansarlo, poi parlò senza rendersene veramente conto.

«Amore, ti prego non litigare con Marco, lascia che lui ed Eva se la sbrighino da soli.»

Marco li guardò incredulo e la prima cosa che gli venne in mente fu il padre che avrebbe avuto un secondo infarto, magari fatale questa volta, se avesse saputo che anche Rudi e Alice stavano insieme.

«Come lo hai chiamato, Alice?»

Solo in quel momento Alice si rese conto di aver chiamato Rudi amore e arrossì immediatamente. Rudi prese le sue difese.

«Marco, se io devo farmi gli affari miei allora anche tu dovresti farti i tuoi. Io e Alice stiamo insieme da circa un mese, ma non devi dirlo a papà. Ci penseremo da soli nel momento adatto.»

«Tu sei pazzo, per papà il momento adatto potrebbe non arrivare mai. Potresti farlo crepare, stavolta altro che infarto, ci resta secco sul colpo.»

Eva cercò di far calmare Marco.

«Senti da che pulpito viene la predica. Lui almeno vuole dirglielo, non farsi trovare a letto con Alice, in modo che a Giulio possa prendere un colpo.»

«Stai dando la colpa a me? Sbaglio o eravamo in due in quel letto? Mi spieghi perché le colpe devono ricadere esclusivamente su di me?»

«Non sto dando la colpa a nessuno, Marco. Sto solo cercando di farti ragionare, se ti metti contro di loro pure tu che ci sei passato che cosa pensi che possano capire Alice e Rudi? Si sono innamorati e non è mica un reato, come non lo era nel nostro caso, non sono fratelli ma fratellastri, non è incesto.»

Marco sembrò rilassarsi, ma il campanello di casa squillò e tutti si guardarono intorno non sapendo chi diamine poteva essere. Eva andò alla porta e aprì, trovandosi davanti Maya.

La principessa, vedendo Eva, si sentì presa in giro dal fidanzato ed entrò urlando contro di lui.

«Marco, mi avevi detto che rimanevi qui perché Eva non era a casa, mi hai mentito?»

Marco la guardò sconcertato, Maya non aveva nemmeno visto che le valigie di Eva erano davanti alla porta e che lei aveva ancora il cappotto addosso. Non disse niente, ma a rispondere fu Eva, salvandolo in calcio d'angolo.

«Maya, sono appena tornata da Parigi. Marco stava per tornare a palazzo da te e vostro figlio.»

Maya non credeva alle parole di Eva, era agitata e molto incavolata con Marco per aver passato la notte fuori casa e così continuò ad urlare contro di lui.

«Avresti potuto benissimo chiedermi di venire qui con te e invece non l'hai fatto, perché Marco?»

Il ragazzo vista la crescente agitazione di Maya, cercò di avvicinarsi a lei per calmarla, mentre Eva, Alice e Rudi guardavano la scena non capendoci più niente.

«Maya, devi stare tranquilla e fidarti di me. Ti ho detto che fa male al bambino l'agitazione e lo stress, adesso siediti e riposati un attimino.»

Ma la ragazza lo scostò bruscamente e continuò imperterrita.

«Non toccarmi, sei un bugiardo patentato. Volevi rimanere qui per vedere Eva, stamattina. Ho capito che la ami ancora, che cosa credi?»

Marco era sull'orlo di un cedimento nervoso e cercava di contenersi solo per amore di Marta, che per fortuna era andata a giocare in cameretta appena iniziata la discussione tra lui ed Eva, e per amore del bambino che stava per arrivare.

«Maya, ti prego, siediti. Te lo chiedo per favore, cerca di rilassarti, tutto questo fa male al bambino.»

«Basta, non ne posso più che tu mi dica che cosa devo fare o non fare. E' anche il mio bambino e so che cosa gli fa male o meno.»

Subito dopo aver detto questo, però, Maya si piegò in due e chiese aiuto a Marco.

«Ahhh! Aiuto, Marco, aiuto, mi fa male la pancia, che diavolo sta succedendo?»

Eva ricordò come stava male lei quando era incinta di Marta ed era andata lo stesso a fare quell'intervista, ricordava la paura di poterla perdere e subito prese il telefono per chiamare un'ambulanza. Marco si avvicinò a Maya e la fece alzare per poi sdraiarla sul divano del salotto.

«Pronto, ho bisogno urgentemente di un'ambulanza. Si, l'indirizzo è Via dei Ciclamini numero 12, fate presto c'è una donna incinta che si è sentita male.»

Marco intanto cercava di rassicurare Maya.

«Tranquilla, Eva ha telefonato al 118, adesso ti portiamo in ospedale e vediamo che cosa diamine è successo. Vedrai che non è nulla di preoccupante, magari solo qualche crampo dovuto al troppo stress.»

Nessuno poteva sapere che le cose non erano così semplici. L'ambulanza arrivò in dieci minuti e Maya venne trasportata in ospedale, accompagnata da Marco. Gli altri tre rimasero lì impietriti a guardare la scena, senza poter dire o fare niente.

*****

Arrivati in ospedale, Maya venne accompagnata nel reparto di ostetricia e le venne subito eseguita un'ecografia urgente. Il medico cercò di rassicurarla, ma subito dopo aver appoggiato l'ecografo sulla pancia della ragazza, si rese conto che aveva avuto un aborto spontaneo e che quindi avrebbe dovuto farle un raschiamento.

«Mi dispiace, ma ha avuto un aborto, il suo bambino è morto, signorina.»

«Noooooo!»

La ragazza rimase alquanto sconvolta dalla notizia, così come Marco che l'aveva accompagnata dentro. Il ragazzo si sentiva da una parte sollevato, ma molto sconvolto dalla perdita del bambino che aspettavano. Il medico cercò di spiegare che cosa avrebbe dovuto fare, ma la ragazza non lo stava nemmeno a sentire. Poi fu portata in sala operatoria per eseguire il raschiamento e Marco chiamò la nonna di Maya per avvertirla di quello che era accaduto.

Subito dopo essere uscita dalla sala operatoria, Maya venne ricoverata nel reparto, in una stanza privata e Marco trascorse la maggior parte del tempo con lei. Appena si fu risvegliata, Maya crollò in una depressione veramente profonda.

«L'ho perso, ho perso il nostro bambino, Marco. Adesso che faccio, come faccio a continuare a vivere senza di lui. Avevo già preso tutto il corredino ed adesso che cosa ne facciamo?»

Marco la abbracciò e cercò di rassicurarla.

«Ne potremmo sempre avere degli altri, Maya. Tranquilla, vedrai che si sistemerà tutto. Io ti amo e tu ami me, andrà tutto bene.»

Le parole gli uscivano dalla bocca, ma non dal cuore, si sentiva responsabile anche lui di quello che era successo. Le aveva procurato dello stress involontariamente, rimanendo a dormire a casa di Eva, anche se quest'ultima non c'era e poi avevano discusso e adesso avevano perso il loro bambino, ma lui era lo stesso legato da una promessa di matrimonio che non avrebbe voluto mantenere.

Dopo qualche giorno di ospedale, Maya fu rimessa e tornò al palazzo della nonna assieme a Marco, ma era sempre taciturna. Non sorrideva più come prima e aveva persino smesso di prepare il loro matrimonio, perciò Lady Victoria parlò con il figlio e gli disse che forse avrebbero dovuto rimandare la cerimonia, perché la ragazza non stava bene.

Il principe fu subito d'accordo e fu lieto di poter spostare il matrimonio, visto che non aveva ancora accettato Marco nella loro famiglia. In pratica ne era stato costretto dalla gravidanza della figlia, ma adesso che Maya non era più incinta sperava di poterla far ritornare in sé e farla sposare con un nobile, magari Jay che era ancora innamorato pazzo di sua figlia.

Nessuno a palazzo si aspettava che le cose sarebbero andate nel modo in cui il principe progettava, ma che sarebbero subentrati altri intrighi e subdoli complotti per dividere definitivamente Marco da Eva.


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Capitolo 19
*** Depressione o lucida follia? ***


Depressione

Depressione o lucida follia?


Era passato un mese dall'aborto spontaneo di Maya e la ragazza sembrava essere caduta in una depressione davvero inevitabile. Marco cercava di starle vicino, ma appena lei si ritirava in camera sua per rilassarsi, il ragazzo andava a trovare Marta per poter fare il padre come si deve.

Non aveva più visto Eva, in quel periodo, lei evitava di incontrarlo, anche per paura che lui potesse capire che lei era incinta, anche se la pancia non si vedeva ancora. Carlotta aveva cercato più volte di far ragionare la sua amica e provato a farle rivelare la verità, ma lei si era trincerata dietro ad un silenzio alquanto strano.

Eva non voleva che Marco si sentisse obbligato nei suoi confronti, non voleva che lui potesse lasciare Maya solo perché lei era incinta, avrebbe tanto voluto che lui tornasse da lei solo perché la amava ancora, ma se così non doveva essere, allora preferiva crescere da sola il bambino in arrivo.

Marco, dal canto suo invece, avrebbe voluto passare molto più tempo assieme ad Eva e Marta, che iniziava a considerare la sua unica famiglia. Si sentiva un estraneo dentro al palazzo di Lady Victoria, Maya era diventata un'ameba e quando Marco aveva provato a chiedere aiuto alla nonna, la donna si era irrigidita e gli aveva detto che spettava solo a lei decidere come agire con la nipote, quindi il ragazzo si era ritirato dalla discussione e non ne avevano più parlato.

Quel giorno, però, qualcosa cambiò radicalmente e le cose presero una piega piuttosto strana.

*****

Mentre stava lavorando, Eva ricevette la telefonata di Alex che non sentiva da quasi due mesi ormai, in pratica dalla notte che lei e Marco avevano passato insieme dopo la cena con il cuoco.

Eva rispose controvoglia a quella inaspettata telefonata, ma la voce squillante e piena di euforia di Alex, le fecero decidere di rompere il loro rapporto di amicizia al più presto possibile.

«Eva, ma che fai sei praticamente scappata dalla mia vita, non avevamo deciso di restare amici? Non ti sei più fatta sentire ed ero preoccupato, che ne dici di uscire stasera?»

Alex non aveva capito che ad Eva non interessava come fidanzato, ma lei cercò di essere il più naturale possibile e gli rispose.

«Sono stata occupata dal mio lavoro, scusami ma credo che faremmo meglio a prendere un caffé oggi pomeriggio e non uscire a cena.»

Eva voleva dirgli che era incinta, se lo sarebbe tolto di torno sicuramente dopo questa rivelazione e se non gli fosse bastato, allora gli avrebbe detto che il bambino era di Marco, ma per il momento era meglio glissare su questo punto.

«Se a te torna meglio un caffé, va benissimo, ci vediamo alle quattro sotto il tuo ufficio, ho visto che c'è un bar carino proprio li sotto.»

«D'accordo ci vediamo alle quattro.»

Eva riagganciò il telefono sentendosi pronta per una battaglia che sarebbe stata epocale.

*****

Nel frattempo, a palazzo, Maya si era svegliata di buon umore quel giorno e con un unico pensiero in testa: doveva al più presto rimanere di nuovo incinta! Fino a quel momento non ci aveva pensato, troppo presa a capire dove avesse sbagliato e troppo ferita dall'aborto subito, ma Marco era innamorato di lei e sarebbe stato sicuramente d'accordo.

A lui piacevano i bambini, Maya ricordava bene quanto amasse Marta e come giocasse con lei, quindi decise di approntare un piano d'attacco per arrivare al suo scopo.

Quando scese ed entrò nella sala da pranzo, Lady Victoria le sorrise calorosamente e fece uno strano sguardo verso Marco, mentre il ragazzo la salutò.

«Buongiorno Maya, è veramente una bella sorpresa vederti uscire dalla nostra camera. Siediti qui, vicino a me e facciamo colazione insieme.»

Lady Victoria aveva un sorriso di trionfo, come se fosse tutto merito suo se la nipote si trovasse lì e questa cosa non passò inosservata agli occhi di Marco, ma il ragazzo decise di non dire niente per non creare altre rotture con la famiglia di Maya.

La colazione passò in fretta e Lady Victoria lasciò i due ragazzi da soli perché aveva delle faccende da sbrigare, in quel momento Maya decise di provare a mettere in atto il suo piano.

«Marco, adesso mi sento proprio bene, che ne dici di passare del tempo noi due soli in camera nostra?»

A Marco gelò il sangue nelle vene, non capiva dove diavolo volesse arrivare con quei sottointesi Maya, anche se aveva avuto un piccolo intuito e la cosa non gli piaceva affatto.

«Va bene, forse è meglio che ti riposi ancora un po'. Andiamo in camera, ti accompagno.»

Maya fece il broncio, non gradiva essere trattata come una malata. Non era più tale e Marco doveva capirlo al più presto, altrimenti non avrebbero potuto formare la famiglia che lei desiderava così tanto.

Salirono le scale e andarono in camera, ma Maya invece di stendersi per riposare sul letto si lanciò verso Marco, dandogli un appassionato bacio sulla bocca. Il ragazzo all'improvviso capì dove volesse andare a parare la principessa, ma decise di non dargli corda.

«Maya, ma che fai, sei impazzita? Avevi detto che volevi riposare.»

«Veramente io avevo detto che volevo passare del tempo da sola con te in camera, non che volevo riposare. Non hai capito, io ti voglio Marco, ho bisogno di te. Voglio avere un altro bambino, sempre che tu sia d'accordo.»

Marco non si capacitava della situazione nella quale si era appena messo e cercò un appiglio per poterne uscire fuori indenne.

«Maya, ma certo che mi piacerebbe, ma non possiamo. Il dottore ha detto che dovevi prima rimetterti, non possiamo fare un altro bambino proprio adesso, devi prima permettere al tuo fisico di ricostruirsi e poi potremmo riprovarci. Devi avere più pazienza.»

«D'accordo, ma non sembra proprio che tu sia così contento di riprovare ad avere un bambino, non è che mi nascondi qualcosa, vero Marco?»

«Certo che non ti nascondo niente, stai tranquilla e riposa adesso, io devo andare a tenere Marta, visto che Rudi ed Eva hanno entrambi da fare.»

«Okay, salutamela. Digli che gli mando un bacio.»

«Sarà fatto.»

Mentre Marco usciva dalla camera, Maya intanto complottava per capire come risolvere la situazione ed aveva già un piano ben delineato in testa, prese il telefono e chiamò suo padre, aveva bisogno del suo aiuto.

*****

Le quattro del pomeriggio arrivarono troppo in fretta per Eva, che iniziava a sentirsi agitata dal confronto che avrebbe avuto con Alex. La ragazza si fece trovare al tavolino del bar all'ora prefissata ed Alex non si fece attendere tanto.

«Ciao Eva, è tanto che aspetti?»

«No, sono appena arrivata anche io.»

«Senti lo so che non ti sei più fatta sentire e ci deve essere una ragione valida, ma io vorrei davvero tornare ad essere tuo amico.»

«Alex, senti per me sei già un buon amico, ma niente di più e non ci potrà essere mai nient'altro tra di noi, capisci?»

«Io capisco che tu sei ancora in fissa con Marco, ma non so come fai visto che lui ha già un'altra e aspettano un bambino.»

«Non sono cose che ti riguardano e comunque non è proprio così, te lo posso assicurare.»

«Sei veramente un'illusa, credi che tornerà da te?»

A questo punto, Eva non riusciva più a tollerare la sfrontatezza di Alex e decise di dirgli la verità.

«Senti tu non sai come sia Marco, non lo conosci, non lo hai mai conosciuto veramente, nemmeno quando stavo assieme a te. Non puoi sapere come si sente adesso e soprattutto non sai come mi sento io, d'accordo. Comunque a prescindere da Marco, io e te non possiamo stare insieme, perché aspetto un bambino e mi sembra chiaro che non sia il tuo.»

Alex rimase di sasso, ma poi si fece prendere dalla rabbia.

«Come fai ad essere incinta, Eva, siamo usciti solo due mesi fa e tu non ti vedevi con nessuno allora o così mi è parso di capire.»

«Hai capito bene, Alex. Non uscivo con nessuno, ma adesso sono incinta e non posso legarmi a te. Devo pensare solo al bene dei miei figli.»

«Di chi è il bambino, Eva? Dimmelo!»

«Tu lo sai di chi è, perché ti ostini a chiederlo, perché vuoi farmelo dire per forza?»

«E' di Marco, vero? Come diavolo hai fatto a farti prendere in giro in questo modo, un'altra volta. Non ci credo, sei una persona intelligente, avresti dovuto sapere che ti saresti ritrovata da sola di nuovo.»

«Vedi questo non ti deve interessare, io non sono sola, ho la mia famiglia. Rudi e mia sorella mi aiutano molto e Marta sarà una sorella fantastica. Non ero sola nemmeno mentre aspettavo lei, avevo Marco e Walter che mi sostenevano, tu non c'eri e loro sono stati splendidi con me, adesso me la caverò lo stesso, non ho più vent'anni e so essere una buona madre anche senza avere un marito ed un padre per i miei figli vicino.»

Alex non sapeva che dire, certo lui non c'era stato, mentre Marco era presente ad ogni passo assieme ad Eva ed anche adesso che non stavano più insieme, lei voleva tenere il loro bambino ed era chiaro che quel legame non si sarebbe mai spezzato.

«Sai non credo che tu capisca la gravità della situazione, Marco non tornerà mai indietro e tu vuoi lo stesso avere un bambino da lui, non credi di essere un po' troppo presuntuosa a pensare di poter tirare su da sola un bambino?»

«Lo sto già facendo con Marta, non c'è una grande differenza ad occuparsi di uno o due bambini e poi non sono affari tuoi se ho intenzione di tenerlo o meno.»

Mentre stavano discutendo animatamente e Alex cercava di far ragionare Eva, Marco e la piccola Marta dopo aver passato una bella mattinata insieme, stavano andando a prendere Eva al lavoro e proprio mentre Alex batteva un pugno sopra il tavolino del bar, i due fecero la loro apparizione e Marco si fece avanti per proteggere Eva.

«Ma che cazzo ti prende, Alex, sei impazzito?»

Alex era talmente incazzato e ce l'aveva con Marco per quello che secondo lui era un torto che Eva stava subendo che non si rese nemmeno conto di quello che diceva, ma la verità si sa prima o poi viene a galla in modi inaspettati.

«Chiedilo ad Eva e alla creatura che porta in grembo che cavolo mi prende.»

E detto questo se ne andò, lasciando da soli Eva, Marco e la piccola Marta. Eva non riusciva a guardare in faccia il ragazzo, mentre Marco cercava di processare le parole che Alex aveva appena detto. La prima a riprendersi da tutta quella situazione fu Marta, che andando vicino alla madre fece una domanda con ingenuità.

«Mammina, è vero che avrò una sorellina o un fratellino?»

Eva si sciolse, gli occhi di Marta brillavano e lei si decise a rispondere.

«Si, amore, è vero. Mi dispiace non avertelo detto prima, ma la mamma voleva prima esserne sicura.»

Marco guardò Eva negli occhi, per la prima volta dopo più di un mese e fece una domanda alquanto sciocca.

«Quando è successo? Io non capisco....»

Eva scosse la testa, doveva saperlo che lui non avrebbe pensato a quella notte.

«Marco, se ancora non lo avessi capito è tuo il bambino. So che probabilmente non ci hai pensato, ma quella notte non abbiamo utilizzato protezioni e io non voglio assolutamente forzarti a fare il padre, ma ho intenzione di tenere il bambino, anche se tu non lo vuoi.»

Marco avrebbe voluto prendere in braccio Eva e baciarla fino a farla svenire, ma aveva troppa paura che fosse un sogno e non riusciva a muovere nemmeno un muscolo. Eva fu quindi costretta a farlo riscuotere, agitandogli un braccio.

«Marco non dici niente, senti lo so che hai i tuoi problemi con Maya in questo momento e mi dispiace che abbiate perso il bambino, ma  io non ti sto chiedendo niente. Ho Rudi ed Alice che mi aiuteranno e persino Marta, devi stare tranquillo e...»

Marco non le fece finire la frase, perché la bacio improvvisamente ed appassionatamente. Quando si divisero in cerca d'aria, Marco riprese l'uso della parola.

«Io ti amo, lo sai questo, vero?»

Eva sorrise e gli rispose.

«Sai non pensavo che avresti più detto quelle due parole, dopo quello che mi hai detto mesi fa io pensavo che fosse veramente finita tra noi e ho sofferto molto per la tua mancanza, ma come hai intezione di fare con Maya?»

«Non voglio pensarci adesso, voglio solo godermi questo momento. Devo rimettere tutto apposto, non posso lasciare Maya in questo preciso momento, ma lo farò, te lo giuro ed allora potremmo tornare a vivere tutti insieme come una vera famiglia.»

«Ti amo, Marco e non ho mai smesso, nemmeno quando mi hai fatto soffrire e neanche quando ti ho allontanato.»

«Allontanato in che senso Eva?»

«Ho fatto un grosso sbaglio a non dirti niente, ma avevo paura in quel momento.»

Marta che aveva capito tutto, parlò per la madre.

«Papi, la mamma è stata male a Parigi. Quando sei andato via, lei piangeva e non mangiava più, poi un giorno è caduta e ho dovuto chiamare il dottore perché stava male.»

Marco guardava incredulo la piccola Marta ed anche Eva, non capiva che cosa fosse successo. Lui era andato via, quando lei gli aveva detto che amava un altro, allora perché piangeva e non mangiava più?

«Non capisco, io... sei stata tu a dirmi di andarmene, non ti avrei mai lasciata altrimenti, che significa quello che dice Marta?»

«Avevo paura, ti avevo detto che uscivo con Jean, solo per paura che tu potessi di nuovo tradirmi. Jean è gay, Marco! Mi dispiace, ho fatto un casino e qualche giorno dopo che sei partito, ho saputo di essere incinta, ma visto il mio stato d'animo ho perso il bambino e quando sono tornata ho perso anche te.»

«Eva, perché non mi hai telefonato? Cavolo non ero dall'altra parte del mondo, ero qui a Roma, sarei venuto in un lampo a Parigi. Io ti amavo, capisco che eri spaventata ma dovevi parlarmene e non tenerti tutto dentro.»

«Tu non eri felice a Parigi, ti mancava Roma e la tua famiglia ed io lo capivo. Ti mancava anche la musica e l'ispirazione, l'ho fatto per te, quando sei tornato qui hai riniziato a scrivere e in qualche modo ho capito di aver fatto la scelta giusta, solo che non era quella giusta per tutti e due.»

«Sei davvero una persona straordinaria, è anche per questo che ti amo. Metti sempre prima me di qualsiasi altra cosa nella tua vita ed io dovrei esserti grato per l'eternità.»

«A me basta solo il tuo amore, del resto non importa proprio niente. Adesso è meglio che torni in ufficio, vado a prendere le mie cose e torniamo a casa.»

Mentre Eva si allontanava verso l'ufficio, il telefono di Marco prese a squillare, era Maya che gli annunciava che doveva assentarsi per problemi con il principato e Marco le disse che l'avrebbe aspettata, anche se in quel momento era contento solo di passare più tempo assieme alla sua vera famiglia: Eva, Marta e il piccolo che sarebbe arrivato tra sette mesi.



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