I can't go on without you

di Elsa00
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Together ***
Capitolo 2: *** La voragine ***



Capitolo 1
*** Together ***


Capitolo uno - Together

Jennifer fece una smorfia mentre Liam girò sulla schiena il cadavere ed iniziò a cercare qualcosa di utile nei suoi indumenti “Hey” disse estraendo dalla tasca interna della giacca polverosa una carta plastificata “Leggi un po’” lanciò l’oggetto verso la ragazza che lo prese al volo
“Avvocato” lesse ad alta voce “Direi che non gli è servito a molto” infilò la carta nella tasca dei pantaloni poi sistemò la maglietta. Liam si alzò
“Nulla di interessante qui, possiamo andarcene” Jennifer sospirò ed annuì subito dopo. Liam si mise accanto a lei. Iniziarono a camminare verso casa “Cosa c’è?” chiese riponendo il suo coltello nella cintura. La ragazza non rispose ed aumentò il passo lasciandosi il compagno alle spalle “Ma che ti prende?” lui la fermò per il polso
“Nulla” si liberò dalla sua presa “Voglio solo tornare a casa” fece fatica a pronunciare quella parola. Casa, lei non ne aveva mai avuta una. In realtà si, ma aveva un ricordo sbiadito del piccolo giardino, nulla di più. Tutto era andato perso, era stata portata via da Liam 12 anni prima. In salvo, fuori dalla città.
Durante il primo anno di infezione suo padre era morto, sua madre aveva resistito qualche mese ma si era spenta durante la notte, mentre Jennifer dormiva accoccolata contro il suo petto. Il giorno dopo Liam fece irruzione in casa e la costrinse a seguirlo senza darle spiegazioni. Lui aveva 14 anni mentre Jennifer solo 8. Erano vicini di casa, semplici conoscenti.
Negli anni a seguire divennero sempre più affiatati ed inseparabili. Erano cresciuti guardandosi le spalle a vicenda, e nessuno lasciava mai indietro l'altro.
Jennifer si morse il labbro mentre scavalcava il tronco marcio di un albero che sbarrava la strada, Liam lo saltò agilmente ed atterrò su entrambi i piedi. Camminarono in silenzio guardando le rovine di Londra. Passarono davanti al mare. Una volta Liam le aveva detto che un tempo Londra era attraversata solo da un fiume e che per andare a vedere il mare bisognava prendere una macchina ma lei non riusciva ad immaginarsi la grande ruota panoramica senza le onde scure dell’oceano davanti. Le era impossibile ricordare. Aggirarono uno squarcio che si era formato nell’asfalto e proseguirono
“Dimmi qualcos’altro” la voce di Jennifer tagliò l’aria come un coltello, Liam guardò il cielo grigio mentre lei non staccò lo sguardo dalla strada umida “Su questo posto, intendo” Il ragazzo si inumidì le labbra e poi spostò la sua attenzione su Jennifer
“Era pieno di gente” disse quasi in un sussurro “E musica, si sentiva la musica per strada. Potevi trovare qualsiasi tipo di persona, colore, profumo. Vivevo abbastanza lontano da qui ma ogni occasione era buona per venire, qualche volta ti ho accompagnata” la sua voce era piatta “Era bello” aggiunse abbassando lo sguardo. Jennifer decise di non chiedere altro.
 

Liam aprì la porta con enorme fatica, fece entrare Jennifer e dopo essersi assicurato di non avere nemici intorno si chiuse dentro. Scesero entrambi le scale che conducevano al seminterrato, Jennifer si sedette sul divano malconcio posizionato nella parete laterale della stanza. Tirò fuori dalla tasca la carta che Liam le aveva mostrato prima, la rigirò tra le dita pallide e ricoperte da piccole cicatrici bianche
“Come si chiama questa?” domandò senza smettere di guardarla
“Carta di identità” rispose lui in tono stanco mentre scrollava le spalle per via del freddo “Serviva per farsi riconoscere davanti a persone più importanti di te”
“Pensavo che fossimo tutti importanti allo stesso modo”
“Era così infatti” tolse la cintura ed i coltelli i che custodiva “Ma alcune persone erano comunque più importanti” Liam la guardò qualche secondo senza dire nulla “Perché non la fai vedere ad Harry?”
“Si” si alzò sulle gambe stanche “Ottima idea” tornò di sopra, attraversò la casa in silenzio e si fermò davanti all’ultima porta. Bussò un paio di volte anche se non si aspettava una risposta. Entrò sforzandosi di sorridere “Ciao Harry, siamo tornati ora” il ragazzo si girò verso di lei e ricambiò il sorriso “Ho trovato questa” gli porse la carta di identità che Harry prese subito. La osservò curioso aprendola e guardandola da ogni lato. Alla fine guardò Jennifer esigendo spiegazioni “Si chiama ‘Carta di identità’” si assicurò di scandire bene quelle parole “E serviva per farsi riconoscere da persone più importanti di te” utilizzò gli stessi termini di Liam per essere sicura di non sbagliare. Non era mai stata brava a spiegarsi. Harry annuì, Jennifer si sedette sul suo letto mentre lui rimase sulla sua sedia.
Conosceva Harry da meno tempo rispetto a Liam. Si ricordava che aveva 16 anni quando lo trovò in fin di vita in una casa che stava ispezionando. Liam decise subito di aiutarlo e lei obbedì. Erano passati 4 anni da quel giorno ed Harry non aveva mai detto una parola, ma a lei andava bene così. Le piaceva stare con lui quando Liam doveva uscire e non la voleva con sé. Si era sempre chiesta perché fosse diventato muto. Probabilmente per la morte di qualcuno ma esattamente di chi? Chi si era portato con sé la sua voce? Si domandava che tipo di ragazzo fosse prima dell’epidemia che aveva ucciso la maggior parte della popolazione mondiale. Non sapeva nemmeno la sua età. Le vennero i brividi.
“Meglio andare a letto” Jennifer si riprese e vide Liam sulla soglia della stanza con le braccia incrociate, Harry la stava fissando con due occhi vitrei anche lui immerso in un groviglio di pensieri.
“Buonanotte Harry” disse lei  mantenendo il solito tono duro. Liam salutò il riccio con un cenno della testa. Jennifer lo seguì fino al seminterrato. Dormivano insieme per diversi motivi. Liam non lo voleva ammettere ma la ragione principale era la paura. Non sapeva nemmeno lui se temeva di perdere la sua vita o quella di Jennifer. Si rannicchiarono uno contro l’altro sul divano. Chiusero gli occhi e si lasciarono trascinare nel sonno.


Hey!
Spero che questo primo capitolo ti sia piaciuto o quanto meno intrigato! Per favore, fammi sapere cosa ne pensi!
Domani aggiornerò, alla prossima :3

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Capitolo 2
*** La voragine ***


Capitolo due - La voragine

Jennifer aprì gli occhi di scatto e vide davanti a sé il solito muro grigio. Fece scivolare lentamente la mano verso il pavimento, sfiorò con i polpastrelli una lama ghiacciata. La afferrò per il manico, essere disarmati era un pensiero che la faceva impallidire.
“Tranquilla, ci sono io” Jennifer posò gli occhi su Liam, era fermo sull’ultimo gradino delle scale con le braccia incrociate ed una spalla appoggiata al muro “Preparati” la ragazza non oppose resistenza. Sgusciò da sotto le coperte, si infilò una seconda maglietta e poi una giacca in modo da essere più protetta sia dal freddo invernale che da improbabili attacchi. Seguì Liam su per le scale e poi fuori, nell’aria pungente del mattino.
“Dove andiamo?” chiese camminando lungo il ciglio della strada mentre un leggero vento le scompigliava i capelli castani               
“In città” rispose lui senza girarsi, Jennifer si bloccò. Liam, non sentendo più i suoi passi, si voltò per controllare che stesse bene “Allora?”
“In città?” ripeté lei incredula. Se c’era una cosa che aveva imparato era quella di tenersi alla larga dalla città. Era la tana di quei mostri, non poteva credere che Liam volesse davvero portarla là. Era una dichiarazione di morte “Sei impazzito?”
“Ti voglio far vedere una cosa” Jennifer osservò il ragazzo ancora per qualche secondo prima di annuire e continuare per la strada. Camminarono in silenzio, tendendo le orecchie verso qualsiasi rumore. La ragazza pestò un ramo secco guadagnandosi un’occhiata severa ed irritata da parte di Liam. Non gli diede troppa corda, era occupata ad osservare le ville alla sua sinistra. Sforzò di immaginarle appena costruite, ancora perfette, senza segni di decadimento. I giardini diventarono di un verde brillante, le crepe scomparvero lasciando spazio ad una vivace tinta gialla. E vide dei bambini correre giù per la strada, vide Liam su una bici sorriderle e sfrecciare chissà dove lasciandola seduta sul marciapiede. Scrollò le spalle e tutto tornò come prima. “A cosa pensi?” Jennifer inumidì le labbra
“Al passato” il ragazzo si fece sfuggire una piccola risata che cercò di camuffare con un colpo di tosse, lei alzò gli occhi al cielo irritata
“Scusami, mi sembra solo ridicolo” solitamente la discussione sarebbe finita lì, lasciata in sospeso e probabilmente mai ripresa ma quel giorno la ragazza si sentiva più loquace del solito. Più curiosa.
“Perché?” Liam la guardò con l’angolo dell’occhio e sorrise quasi a provocarla
“Cosa ricordi del passato Jen?”
“Speravo che su questo mi saresti stato d’aiuto, ma evidentemente mi sono illusa per 12 anni” ribattè lei guardando altrove
“Beh, mi spiace” tagliò corto lui. Passò una manciata di secondi
“Perché mi hai portato con te?” domandò ignorando il suo tono scocciato
“Non posso risponderti ora”
“Perché?” Il ragazzo la fissò stupito, mai si era spinta tanto oltre con le domande “Perché Liam?” senza rispondere andò avanti chiudendo definitivamente la discussione.
 
Liam si girò verso Jennifer sperando di non essere visto, la ragazza stava guardando gli enormi palazzi davanti a lei. Il suo sguardo guizzò su di lui, i loro occhi si incrociarono per un istante. Liam tornò a concentrarsi sulla strada. Ormai erano arrivati. Jennifer fece una breve corsa per raggiungerlo, anche se non voleva parlargli non poteva permettersi di abbassare la guardia in quel momento. Qualsiasi distrazione poteva essere fatale. Liam la fermò con un gesto della mano e si abbassò, Jennifer lo imitò all’istante. Procedettero così stando appiccicati alla staccionata di una villa, poi Liam svoltò a destra addentrandosi in un’area completamente sconosciuta alla ragazza. Si guardò attentamente intorno, alla fine indicò una costruzione davanti a loro. Jennifer non l’aveva mai vista, sembrava crollata da molto tempo
“Quella è la nostra meta” sussurrò
“È lontano” lui scosse la testa
“Conosco questo posto, basterà prendere una scorciatoia per la ex zona residenziale. Saremo lì in meno di mezz’ora” si guardarono negli occhi, poi Jennifer annuì
“Andiamo”
 
Jennifer sgranò gli occhi alla vista dell’enorme voragine che si apriva pochi metri avanti a lei. Non aveva mai visto nulla di così grande. Stimò una profondità di almeno una ventina di metri, per quanto riguarda la larghezza si parlava di forse 10.
“Questa” Liam indicò la spaccatura con un cenno della testa “Ci tiene al sicuro da loro” spostò lo sguardo dall’altra parte “Dobbiamo raggiungere quel lato”
“Liam, non sono più sicura di questo piano” disse con voce spezzata mentre indietreggiava “È troppo pericoloso”
“Lo so” sospirò strofinandosi i capelli con la mano “Ma qualche giorno fa sono tornato qui ed ho visto… Un ragazzo” la sua frase catturò l’attenzione di Jennifer. La ragazza corrugò la fronte
“Sarà morto” lui scosse la testa
“No, è scappato. Sento che è vivo, aveva molte armi con sé, l’ho visto” fece una pausa “Mi ha visto”. Si girò verso di lei “So come arrivare laggiù, ma ho bisogno di te. Harry è troppo debole, non ci riuscirebbe”
“No, io non ti aiuto a fare niente! Questo è un suicidio” Liam si avvicinò a lei senza nemmeno darle il tempo di allontanarsi ulteriormente. Jennifer sentì i suoi occhi puntati addosso, le sue mani circondarle i polsi e stringerli così tanto da farle emettere un gridolino strozzato.
“Ti prego” disse semplicemente. La ragazza deglutì incapace di distogliere lo sguardo da lui. Rifletté sul da farsi. Liam non era stupido, non era quel tipo di persona che faceva scelte avventate senza avere un piano o se non era sicuro di riuscire ad ottenere risultati. Per anni si era sempre fidata e non se ne era mai pentita, senza di lui sarebbe morta parecchio tempo prima. Sbatté le palpebre un paio di volte
“Ok”

Ciao!
Questo è il secondo capitolo e spero ti sia piaciuto. La tua opinione è importante quindi, se ti va, lascia una recensione.
Alla prossima, spero di ritrovarti ancora qui :3

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