Non sono la vera Alice! Sono sua nipote!

di Tilena2001
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Alice Mirana Knigtley ***
Capitolo 2: *** La nonna ammalata ***
Capitolo 3: *** Giù nella tana ***
Capitolo 4: *** Il Cappellaio ***
Capitolo 5: *** Era molto... Moltosa! ***
Capitolo 6: *** Sono molto strani ***
Capitolo 7: *** Palmipedoni e more-lamponi ***
Capitolo 8: *** Rossa come il sangue delle teste che tagliava. ***
Capitolo 9: *** Troppo alta e troppo bassa ***
Capitolo 10: *** Buon non compleanno a te! ***
Capitolo 11: *** Le preoccupazioni della Regina Bianca ***
Capitolo 12: *** La strana colonna ***
Capitolo 13: *** La forza delle ombre ***
Capitolo 14: *** La piccola Mirana in pericolo ***
Capitolo 15: *** "con noi sei al sicuro" ***
Capitolo 16: *** Siamo pronti alla battaglia ***
Capitolo 17: *** Bianco contro Nero ***
Capitolo 18: *** Un ultimo saluto ad Alice ***



Capitolo 1
*** Alice Mirana Knigtley ***


-Londra 1919- «È nata! È nata!» strillò una cameriera. La nonna della nuova arrivata salì le scale come se avesse trent'anni invece di cinquantotto, aprì la porta e si avvicinò al letto dove stava tutta la famiglia; il padre della neonata, John Knigtley, la madre, Angel White, e la neonata di cui ancora non si sapeva il nome. La vecchia si avvicinò al letto tutta contenta «Sono diventata nonna» disse con un sorriso a trentadue denti «Vorremmo chiamarla Alice, mamma, come te.» disse John e la moglie annuiva, la vecchina scosse la testa «Suvvia! Potreste metterle un altro nome! Non so.. Ah! Mirana!» «Mirana? Ascolta mamma...» stava dicendo John. Angel lo zittì «Alice Mirana.. Suona bene, le va bene, madre?» la nonnina annuì e John prendendo Alice fra le braccia disse «Diamo il benvenuto alla piccola Alice Mirana Knigtley!» ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ -Londra 1925- Passarono sei anni dalla nascita della piccola Mirana, aveva occhi grandi e verdi quasi azzurri come quelli della nonna, i capelli biondi a boccoli e la carnagione chiara. La piccola andava spesso a casa della nonna con la famiglia, e lei era sempre felice di rivederla, da lei si faceva raccontare una storia, che parlava di un "Paese delle Meraviglie". L'anziana Alice Kingsley stava sempre seduta su una seggiola vicino ad una finestra che dava nell'immenso giardino della sua casa «Nonna! Nonna!» strillò la piccola correndo verso di lei, che fingeva sempre di non conoscerla e ridendo le chiedeva «Nonna? Ma come nonna? E tu chi sei? Io chi sono?» «Io sono Alice Mirana Knigtley! Figlia di Angel e John Knigtley! E tu sei Alice Kingsley! La mia nonnina!» disse ridendo la bambina «Aaah! Ora mi ricordo!» disse nonna Alice abbracciandola e ridendo «Cosa vuoi fare di bello, Mirana, piccola mia?» «Mi racconti una storia, nonnina?» chiese Mirana facendo gli occhioni dolci «Che storia, tesoro?» «Quella del Paese delle Meraviglie!» «Ma certo! Allora, c'era una volta una bambina di nome Alice...» «Si chiama come noi!» esclamò Mirana tutta contenta «Si, tesoro, su dai, non interrompermi» disse nonna Alice con un dolce sorriso «Dicevo, che c'era una volta una bambina di nome Alice; questa bambina aveva sempre la testa fra le nuvole e sognava un mondo tutto suo! Dove i libri avevano solo le figure, gli animali parlavano e i fiori cantavano...» Si perdevano sempre a raccontare questa storia, e la nonna la raccontava sempre e volentieri, però era come se non volesse scordarsela, come se tutto quello fosse un ricordo del passato che cercava di andarsene ma non ci riusciva perché era lì, imprigionato nella mente. La cosa Mirana adorava di più in quella storia erano i personaggi strani, descritti benissimo dalla nonna, quindi la piccola poteva vederli nitidi davanti a sé. Come lo Stregatto, un gatto grigio dalle striature azzurre-indaco, gli occhi enormi e verde acqua, e soprattutto il largo sorriso; lo Stregatto evaporava e a volte parlava in modo inquietante, ma riusciva sempre a dare una mano. Il racconto della nonna fu interrotto da Angel, la mamma di Mirana, che le aveva chiamate dicendo che dopo il thè sarebbero dovuti tornare a casa con la figlia. «Nonnina, domani torno e mi racconti il continuo, va bene? Ora andiamo a prendere il thè, siamo in ritardo!» esclamò Mirana prendendo il bastone alla nonna, che si era zittita e fissava il giardino con aria sognante. «Nonna?» ripeté Mirana; nonna Alice scosse il capo e guardò la bambina sorridendo «Si, giusto, andiamo» e si alzò. Quando arrivò alla porta diede un'ultima occhiata da lontano al giardino fuori la finestra e disse fra sé «Sei in ritardo per il thè...»

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Capitolo 2
*** La nonna ammalata ***


Il giorno dopo in casa Knigtley giunse la notizia che nonna Alice si era ammalata, e la famiglia, come di norma, andò a trovarla. «Mamma... Posso andare dalla nonna?» chiese Mirana dolcemente alla madre «Si, tesoro, ma non parlare ad alta voce che sta poco bene..» rispose. La piccola Mirana andò verso la camera di nonna Alice, ma prima di entrare bussò. «Avanti» disse la voce anziana della nonna; Mirana entrò pian piano e si chiuse la porta alle spalle, per poi avvicinarsi al letto della nonna. «Come ti senti?» chiese dolcemente. Nonna Alice sorrise «Devo dire di esser stata meglio..» Mirana si guardò intorno per dieci buoni minuti non sapendo più cosa dire, non voleva chiederle di continuare la storia, sarebbe stato ingiusto. Poi parlò nonna Alice «Apri l'armadio, c'è una grande scatola, prendila ed aprila» La bambina obbedì e prese la scatola come richiesto; conteneva due abiti celesti, uno grande e uno piccolo: quello grande aveva delle fantasie a fiori nel colletto e nell'orlo della gonna; mentre quello piccolo aveva solo un grembiule ma era molto grazioso. «Sono bellissimi nonna» disse Mirana «Ora sono tuoi. Erano miei una volta, e tengo molto a questi abiti, sai?» La piccola prese l'abito della sua misura e lo squadrò per un po' e chiese «posso andare dalla mamma a farmelo mettere?» La nonna annuì sorridendo, e rimase in camera ad attendere. Quando Mirana tornò aveva a dosso il vestito, fece qualche giravolta guardando la gonna che le vorticava intorno con fare leggiadro. Si riavvicinò al letto della nonna e chiese «Come mi sta?» «Ti sta benissimo.. Somigli a me quando avevo la tua età» rispose con un largo sorriso. Ad un certo punto mise la mano sotto il cuscino e ne estrasse il vestito di una bambola porgendolo alla nipote che prima di prenderlo lo fissò interrogativa «Perché?» «Non si sa mai, cara. Potresti rimpicciolire all'improvviso e resteresti senza vestiti» «Rimpicciolire all'improvviso?» chiese ancora più stranita Mirana prendendo il vestitino e mettendolo nel taschino del grembiule. «Si tesoro..» continuò la nonna. In quel momento la mamma entrò alla porta «C'è il dottore, madre, per una visita» Mirana intuì che doveva uscire, ma nonna Alice la fermò per dirle una cosa «Perché non vai un po' in giardino ad esplorare? Potresti far finta di andare nel paese delle meraviglie!» la bambina a quell'idea prese la rincorsa tutta eccitata, quando la nonna la richiamò di nuovo «Sai Mirana, mi piacerebbe tanto rivedere il Cappellaio...» Mirana annuì non sapendo cosa rispondere e se ne andò.

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Capitolo 3
*** Giù nella tana ***


Scese in giardino dove camminò per un bel po' di tempo, attraversando siepi e cespugli in fiore, passò anche per un roseto di rose bianche alle quali si avvicinò per sentirne il profumo «La Regina di Cuori le avrebbe volute rosse.. Cioè, la Regina Rossa.» ricominciò a camminare per il giardino. Giunse ad una collina dove si ergeva un ciliegio, si mise seduta ai piedi dell'albero e alzò lo sguardo verso la chioma rosa chiaro. «La nonna dice cose strane... Come faccio a farle vedere il cappellaio? Insomma.. Non esiste! Eppure... È una storia troppo bella per essere finta» fece per sdraiarsi sull'erba, ma appoggiò la schiena e la testa nel vuoto e cadde all'indietro in quella che sembrava la tana di un coniglio. Era una caduta infinita, insieme a lei c'erano anche pianoforti, sedie, libri, librerie, letti, tazze da thè e tante altre cose strane che precipitavano, però lentamente. Mirana cercò di afferrare qualche oggetto per non cadere così velocemente, afferrò anche delle radici che spuntavano dalle pareti ma quelle si spezzavano. Rimbalzò su un letto e cadde su un pavimento a scacchi bianchi e neri. «Ahi... Ma dove sono?» disse massaggiandosi un braccio, alzò la testa, si spettava di vedere l'entrata della buca in lontananza,e invece no. C'era un normalissimo tetto con tanto di lampadario con candele. Si alzò da terra e si guardò intorno per un po' «Che posto strano...» disse fra sé avanzando verso la fine del corridoio. Alla fine del corridoio c'erano quattro porte, due un ogni lato e al centro una piccolissima. «Non è possibile! È come nella storia della nonna!» disse girandosi, ora al centro della stanza c'era un tavolino con sopra una chiave e una bottiglietta con un cartellino con su scritto "Bevimi". Mirana trasse un sospiro «devo aver battuto la testa...» aprì la bottiglia e ne assaggiò un goccio. Non aveva un buon sapore, e in quello stesso momento stava rimpicciolendo dentro il vestito «Buon Dio! Ora capisco cosa voleva dirmi la nonna!» così prima di diventare piccolissima, prese il vestito della bambola. Quando diventò alta quanto una bambolina di porcellana si mise il vestitino, la chiave era vicino al vestito, la prese ed aprì la porta. Rimase scioccata da quello che vide, le parole le si bloccarono in gola «Ma questo è... Il Paese delle Meraviglie...»

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Capitolo 4
*** Il Cappellaio ***


Uscì dalla porta e avanzò guardando quello strano luogo da cima a fondo; c'erano funghi tutti colorati, cespugli di forme strane, fiori altissimi, il cielo era celeste e rosellina. I rami degli alberi avevano forme strane, tipo a ricciolino; poi gli insetti erano stranissimi, davanti a Mirana passò una farfalla dalle ali a toast con marmellata di ciliege, o forse era di fragole... «Che buffo, è buffissimo» disse mentre camminava in mezzo a tutto quello. Un coniglio bianco con il panciotto passò di lì, e si fermò alla vista di Mirana, che però non l'aveva visto. Il coniglio si avvicinò a lei e chiese «...Alice? Sei tornata?» Mirana si girò, e dato che era bassa quanto una bambola, se lo ritrovò davanti. «Tu sei il Bianconiglio?» chiese Mirana sgranando gli occhi «Alice! Non mi dire che ti sei dimenticata di me!» «Io non sono Alice! Sono...» E fu interrotta dall'arrivo di un grosso gatto dal largo sorriso che disse «Alice! Dimmi, è una mia impressione o sei tornata bambina?» «Dice di non essere Alice» disse il Bianconiglio «Perché non la porti dal Cappellaio?» chiese il gatto «Lui la riconoscerebbe al volo» e si mise a fluttuare intorno a Mirana che non stava capendo nulla. «sisì, dai andiamo!» e il Bianconiglio prese la mano di Mirana trascinandola verso il Cappellaio. Non disse nulla finché arrivarono dove doveva andare; c'erano tanti tavoli metti per lungo con sopra tazzine, teiere, piatti, cucchiaini, forchettine, zollette di zucchero e tanti pasticcini e tortine. Ad un lato del tavolo c'era una lepre con gli occhi spalancati che Mirana pensò fosse il Leprotto Marzolino, o Lepronte o Leprotto Bisestile, la nonna lo chiamava in questi tre modi; dentro una teiera dormiva il ghiro Mayankin o qualcosa del genere; e a capo tavola doveva esserci... «Il Cappellaio Matto!» Disse Mirana appena lo vide, che alzò il capo, prima chino; era identico a come lo aveva descritto la nonna: occhi grandi e verde prato con degli aloni, uno rosa e uno verde/azzurrino, sotto; la pelle perlacea; i capelli scompigliati e ritti ai lati color carota; un cappello vecchio a cilindro con un biglietto, penne ed altre cose simili alla fascia; al collo aveva un fiocco blu scuro con disegnati quelli che sembravano fiori di diverso colore. «Chi è la, Stregatto?» chiese non vedendo la piccola Mirana «Alice!» esclamò lo Stregatto «Alice?!» e il Cappellaio salì sul tavolo e camminò verso di loro velocemente come se non si accorgesse che stava facendo cadere tutte le tazzine e le teiere. Si avvicinò a Mirana e la prese poggiandola al palmo della sua mano e ritornando al suo posto sempre mutilando tutto ciò che era sul tavolo. «Alice!» disse posandola su una tazzina rovesciata «Sei torn... Hey... Ma sei diventata di nuovo bambina?» «Signor Cappellaio, io non...» cercò di spiegare Mirana «Hai bevuto la Mesostazza, ma sembri ringiovanita di molto!» la interruppe Sta volta Mirana prese fiato e disse: «Io non sono la vera Alice!» «Non sei Alice Kingsley? Quella che ha tagliuzzato il Ciciarampa?» Alice Kingsley? Si chiese Mirana, a quel punto capì che sua nonna era la VERA Alice, quella delle storie... «io non sono la vera Alice... Sono sua nipote...» disse la piccola guardando gli occhi verde prato del Cappellaio «Per tutti i cappelli, piccola! Sei identica a lei! Ma qual'è il tuo nome?» «Mi chiamo Alice Mirana Knigtley.» rispose lei. A quel punto il Cappellaio sorrise «La nonna ti ha fatto chiamare come la Regina Bianca! Oh!» «La Regina Bianca si chiama Alice Mirana?» chiese la bambina stupefatta «Solo Mirana» precisò il Cappellaio alzando l'indice. E poi chiese: «Dimmi, Mirana, come sta nonna Alice?» «Beh ecco...» Mirana esitò per qualche minuto «È... Un po' malata ultimamente...» A quelle parole il sorriso del Cappellaio sparì «Malata?» «Si...» rispose la piccola tristemente «È molto anziana e...» continuò, ma si fermò vedendo l'espressione di tutti i presenti «Scusate..» disse. Il Cappellaio rimase parecchio tempo in silenzio con lo sguardo basso, poi prese la teiera dove dormiva il ghiro e disse «Mayankin, va a Marmorea con Stregatto e avvisate la Regina che sto arrivando con un'ospite. Non ditele né di Alice né di sua nipote, voglio parlarle io di persona.» «Subito, Cappellaio!» disse il ghiro «su Stregatto! Fammi salire!» esclamò. Lo Stregatto fluttuò vicino a lui e disse «Giuro che questa è l'ultima volta che ti faccio da cavallo» e con Mayankin andò via. Mirana posò lo sguardo sul Lepronte che, stranamente pensò, non parlava, e in effetti dormiva. «Mirana» disse il Cappellaio «Sai cos'hanno in comune un corvo e una scrivania?» Mirana sorrise «No Cappellaio, sai, anche la nonna me lo chiede a volte.»

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Capitolo 5
*** Era molto... Moltosa! ***


Il Cappellaio si tolse il cappello posandolo sul tavolo e disse: «Partiamo verso Marmorea, sul mio cappello, perché come sai, il miglior modo di viaggiare è a cappello!» Mirana rise e salì sul cappello, il Cappellaio se lo mise e disse al Lepronte «Buon viaggio a rivederci, caro mio!» Quello si svegliò e lanciò una tazzina con tutto il thè dentro «Non mi hai chiamato per il thè! Oh... Pasticcino.. Al cioccolato!» disse mentre osservava un pasticcino che teneva nella zampa. Il Cappellaio iniziò a camminare e non si fermò neanche per un minuto. Oltrepassarono la foresta, nel frattempo Mirana fece delle domande «Com'era la nonna la prima volta che venne qui?» «oh sai, era alta quanto Pinco Panco, ed era molto... Moltosa!» «Moltosa?» «Sì! Moltosa!» Mirana rimuginò per dieci buoni minuti su quel vocabolo e poi chiese ancora «E quando ritornò?» «Era più bassa di te, non si ricordava nessuno, nemmeno me! Era molto meno Moltosa. Però poi la sua Moltezza è ritornata quando ha dato un taglio al caro vecchio Ciciarampa! "tagliamogli la testa!" aveva detto! E la Capocciona Maledetta fu mandata in esilio!» «chi è la Capocciona...?» E il Cappellaio tutto d'un fiato disse: «Come dicevamo: "Abbasso la Mapocciona Caledetta"» Mirana ripeté «si, ma chi era la Capocciona Maledetta?» Il Cappellaio in quel momento starnutì facendo scivolare la bambina dal cappello, lui la prese in tempo e la fece sedere su una sua spalla. «Nonna non ti ha detto che la Regina Rossa noi la chiamavamo così?» «no. Che io rammenti, no» Sta volta fu il Cappellaio a fare domande: «Quindi... Alice è invecchiata?» «beh, tutti invecchiano.» rispose lei «io non sono invecchiato. Lo sapevo! Alice doveva restare qui a Sottomondo!» «Ma se fosse rimasta qui il mio papà non sarebbe nato, e così nemmeno io!» ribatté Mirana. Il Cappellaio rimase in silenzio e poi disse «mi piacerebbe rivederla per un'ultima volta.» In quel momento passò per la testa quello che aveva detto nonna Alice prima che uscisse dalla stanza "Sai Mirana, mi piacerebbe tanto rivedere il Cappellaio". Arrivarono davanti ad un cancello argentato che dava in un giardino tutto bianco, le foglie delle piante erano bianche e i tronchi e gli steli dei fiori argentati, dopo il giardino si ergeva un immenso castello, anch'esso di quei due colori. Oltrepassarono il cancello e camminarono per un po', fin quando si avvicinarono delle persone tutte vestite di bianco e argento con la pelle chiarissima. «Avete curato un po' i fiori?» disse la calma voce di una donna «si, maestà » rispose un'altra «Sembrano tristi.. Forse se parlate un po' con loro...» e vide il Cappellaio «Vogliate scusarmi» e si congedò ai suoi sudditi. Avanzò leggiadra verso il Cappellaio e Mirana, era una donna molto bella; aveva un sontuoso abito, i capelli bianchi e lunghi fino ai gomiti, la pelle era perlacea, era bellissima, sembrava una bambola. «Cappellaio, mi hanno già avvertito del tuo arrivo, ma non hanno voluto dirmi il motivo» disse non accorgendosi della bambina nella spalla del Cappellaio. «Oh, maestà, ho una notizia molto bella!» «dimmi Cappellaio» «Ho qui con me una persona molto speciale» e prese la bambina che aveva nella spalla. La Regina fece un sorriso a trentadue denti «Alice? Sei tornata?» «no, maestà » disse la piccola «Non sono Alice...» «è sua nipote, mia Regina» la interruppe il Cappellaio «Sua nipote?» chiese lei senza far sparire il suo dolce sorriso e tendendo le mani. Mirana passò sulle mani della Regina sorridendo «dimmi, piccola, come ti chiami?» «Mirana, maestà, Alice Mirana Knigtley» «Ha dato alla nipote il vostro nome!» esclamò il Cappellaio tutto contento. La Regina sorrise di più; «È un onore averti qui nel mio palazzo, Mirana. Che ne dici di tornare della tua statura reale?» «si maestà! La ringrazio!» E, seguita dal Cappellaio, la Regina andò dentro il catello per preparare la pozione che avrebbe fatto tornare la piccola della sua reale statura.

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Capitolo 6
*** Sono molto strani ***


Dopo aver bevuto la pozione Mirana, con in dosso un grazioso abito bianco, fece il tour del giardino, ammirandone i fiori dagli steli argentati e le folte chiome bianche degli alberi, i cespugli erano di varie forme e anch'essi erano o bianchi o argentati. Si mise seduta su una panchina di marmo godendosi il sole tramontare, e in quel momento passò una farfalla blu, che si posò vicino a lei e disse: «Cosa essere tu?» «Io sono una bambina» rispose Mirana guardando la farfalla con aria interrogativa. «Qual'è il tuo nome, bambina.» «Mi chiamo Mirana» «Non dire sciocchezze, Mirana è la Regina ed è molto più alta, bianca e bella di te.» e Mirana leggermente infastidita rispose «Infatti non sono la Regina, però mi chiamo come lei. Io sono Alice Mirana Knigtley, nipote di Alice Kingsley.» «Alice Kingsley?» domandò la farfalla drizzando le antenne. «Si, è mia nonna.» «Quella ragazzina era molto sciocca all'inizio, pensa che chiamava questo posto "Paese delle Meraviglie".» «Perché? Non si chiama così?» «No, zuccona.» Mirana restò in silenzio, pensando di non saper nulla in realtà in quel luogo. Poi fissò la farfalla e capì chi era e disse: «Ma tu sei il Brucaliffo! E ora sei una farfalla! La nonna mi aveva raccontato questo, però non lo ricor...» «Non sono diventato una farfalla! Sono morto e ho iniziato una nuova vita.» «Scusa...» «Perché hai cambiato discorso quando stavamo parlando di Alice?» «Non lo so, Brucaliffo..» «beh, comunque, Alice all'inizio era un po' sciocchina. Però quando è ritornata finalmente ha capito di essere Alice, e ha ucciso il Ciciarampa usando la spada di Gradace.» «Ha veramente ucciso lei il Ciciarampa?» chiese Mirana stupefatta. «si.. Alice ha sempre avuto un'aria un po' malaticcia e gracilina ma in realtà era forte come un uragano.» rispose Brucaliffo. Mirana era stupefatta, sua nonna aveva DAVVERO fatto una cosa così grandiosa, sua nonna era l'eroina della sua storia, era davvero molto orgogliosa. Ad un certo punto arrivò del fumo in faccia a Mirana che tossì, il Brucaliffo stava fumando una sottospecie di pipa «Smettila di fumare! Fa male, sai?» E lui per dispetto le mandò di nuovo il fumo in faccia e rise. Mirana infastidita si alzò e andò via. Nella strada per entrare dentro il castello due omini cicciottelli la fermarono «Alice?» chiesero in coro. «Sei così bassina!» «E sembri una bambina!» Mirana li guardò e disse «Io non sono Alice. Sono sua nipote Mirana!» «Uh!» disse uno. «Piacere di conoscerti!» disse l'altro. «io sono Pinco Panco, e lui Panco Pinco!» «Alla rovescia io Panco Pinco e lui Pinco Panco.» Mirana continuava a guardarli con gli occhi sgranati perché non stava capendo nulla. «È un piacere conoscervi e... Credo che andrò a palazzo, arrivederci!» e senza dire altro corse dentro il castello. «Perché sono così? La nonna li descriveva strani ma non fino a questo punto!»

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Capitolo 7
*** Palmipedoni e more-lamponi ***


Mirana passò la notte al castello e si chiese se nel suo mondo qualcuno la stesse cercando. Scese le scale fino al giardino dove restò per circa venti minuti, finché arrivarono Pinco Panco e Panco Pinco. «Vieni con noi a raccogliere more-lamponi?» chiese uno «Sono buonissime! E le crostate vengono squisite!» disse l'altro gesticolando. Mirana non ci pensò due volte e accettò. Camminarono per un bel po' Mirana aveva male ai piedi per tutta quella strada «Quando arriviamo?» chiese con il fiatone. «Stiamo arrivando e... ATTENTA A DOVE METTI I PIEDI!» esclamò Pinco Panco; Mirana fece un balzo «Stavi per calpestare i Palmipedoni!» disse Panco Pinco. «i palmi-che?» E in quel momento dei ciuffetti colorati d'erba cominciarono a muoversi in gruppo, avevano due minuscole gambine bicolore, due occhi e nella testolina un ciuffo colorato. «Quelli!» dissero i gemelli insieme indicando le creaturine. «Buon Dio!» esclamò Mirana abbassandosi «Scusatemi Palmipedoni...». Camminarono per un altro po', e Pinco Panco disse «Ora dividiamoci, chi trova meno more-lamponi deve bere la Mesostazza!» E Panco Pinco prese tre cestini, uno per lui, uno per il gemello e uno per Mirana e disse: «Attenta ai Palmipedoni!». Mirana girò lì intorno per qualche minuto «Come faccio a trovare le more-lamponi se non so nemmeno che aspetto hanno!» continuando a camminare e a guardare i cespugli. «Forse stanno sugli alberi» e alzò lo sguardo verso l'alto. Non vedendo dove andava scivolò da qualche parte; la scivolata durò parecchi minuti ma alla fine arrivò a terra. «Non mi hanno detto che da questa parte c'era una fossa enorme!» e si scrollò la polvere dall'abito. Il cestino si era rotto, quindi non avrebbe potuto prendere nemmeno una mora-lampone «Dovrò bere la Mesostazza...» disse fra sé, guardandosi intorno. Si trovava in un posto pieno di alberi raggrinziti e al suolo non c'era nemmeno un filo d'erba, camminò per un po', finché fu afferrata da qualcuno, la cui voce malefica disse: «Alice! Sei tornata!»

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Capitolo 8
*** Rossa come il sangue delle teste che tagliava. ***


Mirana si girò di scatto e vide una donna non molto alta, con la testa molto grande, i capelli a ricciolo spettinati di un rosso acceso, il trucco sbiadito e un abito sontuoso tutto rovinato. La sua stretta era ferrea, il suo sguardo un misto di rabbia e follia. «Io non sono Alice, signora!» esclamò la bambina spaventata. «Non mi prenderai in giro come l'ultima volta, mocciosa!» urlò quella stringendo ancora di più la presa nel braccio di Mirana. «Lo giuro! Io sono sua nipote Mirana e...» «Non usare nomi che non ti appartengono! Mi sarebbe proprio piaciuto tagliarti la testa qualche anno fa! Ma mi hai privato di questo mio privilegio, uccidendo il mio Ciciarampa!» In quel momento Mirana capì, quella doveva essere la Regina Rossa esiliata... Rossa come il sangue delle teste che tagliava... «Signora! Mi ascolti la prego! Alice è mia nonna e...» E la Regina Rossa la interruppe ancora «Certo certo! E io sono un'ostrica!» Mirana cominciò a piangere dallo spavento «lo giuro! Lo giuro! Io sono sua nipote, non sono Alice... Lo giuro! La prego, mi lasci!» e cercava di spingere via la mano della donna. Quella la strattonò facendola cadere a terra e puntandole una specie di scettro (anche quello rovinato come tutto il resto di lei) al petto. «Allora, bambina, dimmi dove si trova Alice!» «N-Nonna Alice è molto anziana ed è anche malata..» piagnucolò Mirana. Negli occhi della Regina parvero accendersi delle scintille «Quindi sta morendo?» chiese con il suo tono duro. «No! Nonna Alice non può morire!» rispose Mirana cercando di mantenere ferma la voce. «Certo, certo! Tutti moriamo prima o poi!». Mirana scoppiò in lacrime e non si mosse più da terra, la Regina posò il suo scettro e fece qualche passo lì vicino. «Piantala di piangere!» urlò. La bambina cercò di fermare i singhiozzi «N-non ce la f-accio! È-è più forte di m-me!» La Regina urlò ancora «Ho detto piantala! Odio i bambini che piangono!» e a dire quelle parole delle immagini del passato le passarono davanti agli occhi. Lei bambina che piangeva per essersi sbucciata il ginocchio, e il padre che la sgridava. «Ilasabeth! Piantala di frignare!» «N-non ci riesco, p-padre» piagnucolò «è più forte di m-me!» E quello urlò «Odio i bambini piangere! Soprattutto se a frignare come un'oca sei tu!» e le mollava un ceffone, che subito le faceva frenare le lacrime. Ritornata al presente la Regina si girò verso Mirana e la guardò per un po' con le sopracciglia aggrottate, e sempre mantenendo la sua voce fredda, perché non voleva mostrare né bontà né debolezza disse: «Su. Alzati e non piangere. Calma.» Mirana si tranquillizzò a poco a poco e si alzò da terra asciugandosi gli occhi, la Regina le lanciò un'occhiataccia e si girò dall'altra parte. «Ti credo, mocciosa. La vera Alice avrebbe inventato qualche strambo paese di cui non conosco l'esistenza.». Intanto nel bosco, Pinco Panco e Panco Pinco avevano finito di raccogliere more-lamponi. Arrivarono dove si erano divisi e dissero «e Mirana?». Guardarono a terra e seguirono le tracce lasciate dalla bambina e finivano oltre una fitta nebbia; «oh no...» disse Panco Pinco «È caduta nel luogo dell'esilio» continuò Pinco Panco. E velocemente corsero a Marmorea, dalla Regina Bianca per dirglielo.

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Capitolo 9
*** Troppo alta e troppo bassa ***


«Maestà! Maestà!» strillarono Pinco Panco e Panco Pinco correndo nella Sala del Trono di Marmorea, la Regina Bianca sedeva nel suo trono concedendosi un po' di tranquillità, ma appena vide i due omini balzò in piedi con aria preoccupata «Cos'è successo?» chiese. «Alice è...» cominciò Pinco Panco «Non si chiama Alice!» continuò il fratello «Ma sembra lei!» «Ma non è la NOSTRA Alice! Si chiama Mirana!» «Basta ragazzi! Vi prego» li fermò la Regina mantenendo la sua voce calma e dolce. «Ora spiegatemi, piano piano, cos'è successo a Mirana.»continuò. Insieme, tutto d'un fiato, i fratelli dissero: «È caduta nelle nebbie dell'esilio.» Il Cappellaio entrò proprio in quel momento «Nebbie dell'esilio? Cos'è successo?» chiese vedendo anche l'espressione preoccupata della Regina che rispose «La piccola Mirana è caduta la dentro, Cappellaio...» «Cosa!?» disse il Cappellaio sgranando gli occhi. «Dobbiamo tirarla fuori di lì... Pinco Panco, Panco Pinco, prendete della Tortainsù e lanciatela dentro le nebbie» disse la Regina misurando la Sala a grandi passi, il Cappellaio trasalì «Ma sarebbe pericoloso! E se Stain o la Capocciona tornassero..?» «Dobbiamo rischiare, Cappellaio... Non possiamo lasciare Mirana la dentro.» Il Cappellaio annuì e Pinco Panco e Panco Pinco andarono a prendere la Tortainsù e tornarono dov'erano andati per raccogliere le more-lamponi. «Una tu e una io, okay?» chiese un gemello porgendo una Tortainsù all'altro. La lanciarono nelle nebbie, i due rimasero a guardare per un po' e si allontanarono mettendosi dietro un cespuglio. Un pezzo di Tortainsù cadde in testa a Mirana che la prese e lesse a bassa voce «Mangiami.» la Regina Rossa si era allontanata così Mirana si avvicinò alla parete di pietra, salì su un masso e mangiò l'intera Tortainsù. Diventò altissima e superò il muro di nebbie, l'abito che aveva addosso non si strappò, anzi, crebbe con lei, forse erano fatti a posta, glieli aveva dati la Regina Bianca. Pinco Panco e Panco Pinco videro la testa di Mirana sbucare dal nulla e trasalirono, la "piccola" scavalcò quel poco di parete che c'era e salì vicino al bosco. «E ora cosa faccio? Sono troppo alta!» protestò lei. I gemelli si guardarono in faccia ed andarono via. «Perché ve ne andate? Aiutatemi! Non voglio restare così alta!» urlò. Ma quelli se n'erano andati. Mirana si mise seduta, la punta degli alberi più alti le arrivava alla testa, e gli animali di passaggio la adocchiavano spaventati e curiosi. Finalmente i due gemelli tornarono e le portarono una bottiglia con dentro un liquido, doveva essere la Mesostazza. Bevve tutta la bottiglia (che per lei era piccolissima) è diventò piccolissima, alta quanto uno gnomo da giardino. Fissò Pinco Panco e Panco Pinco dal basso e disse «Ora mi prendete e mi portate a Marmorea!» ma i due erano già in corsa e se n'erano andati lasciandola sola, vicino ad un cespuglio e dei fiori. Un dente di leone la chiamò «Ehy! Vieni qui!» Mirana si avvicinò e il fiore con una foglia la tirò dentro il cespuglio dove stavano tantissimi altri fiori, lei scivolò vicino a quelli più piccini che dissero «Sta attenta!». Una rosa stava sbadigliando e appena vide Mirana disse «Per tutti i boccioli! Un'altra Alice umana!» i fiori intorno bisbigliarono. «Io mi chiamo Mirana!» «Sempre del genere umano?» chiese una violetta. «Si, sig... Signora?» «Oh, ma tu guarda Rosa! Questo genere umano ha ben due nomi! Alice e Mirana!» «In effetti io mi chiami Alice Mirana...» bisbigliò la piccola. La violetta la sentì e disse «Tutti e due i nomi! Addirittura! Senti, non vogliamo erbacce fra noi fiori!». E tutti i fiori cominciarono a fare versi e a spingerla con le foglie. Uscita dal cespuglio (dopo una pernacchia del dente di leone che l'aveva fatta entrare) si sistemò la gonna e disse «Che fiori maleducati! Io non ho fatto niente!» Pinco Panco e Panco Pinco erano tornati e la stavano cercando, lei iniziò a saltellare e a dimenare le braccia «Sono qui! Sono qui!» i due gemelli si avvicinarono Pinco Panco le porse una mollichina di Tortainsù che Mirana mangiò e torno della sua normale statura. «Grazie mille! Non ce la facevo più...» e insieme ai due tornò a Marmorea. Ma proprio in quel momento anche qualcun altro stava tornando dalle nebbie dell'esilio.

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Capitolo 10
*** Buon non compleanno a te! ***


La bambina non raccontò a nessuno di aver visto la Regina Rossa, anzi, quasi quasi se la dimenticò. Erano ormai due giorni che stava a Sottomondo, le mancava sua madre, suo padre e soprattutto sua nonna, che stava anche molto male. Il Cappellaio quel giorno la chiamò per il thè, erano nel luogo in cui si erano incontrati, lei seduta vicino a lui, Pinco Panco e Panco Pinco dall'altra parte insieme a Mayankin il ghiro, lo Stregatto ad un capo del tavolo e il Cappellaio dall'altro, e non dimentichiamoci del Bianconiglio che, spaventato, sedeva accanto al Lepronte. «Sapete che ora è ragazzi?» chiese il Cappellaio sedendosi; il Lepronte prese il suo orologio da taschino da una tazza piena di thè e mostrandolo a tutti disse quasi urlando: «È l'ora del thè!» nell'orologio c'erano stampate solo tazzine da thè, quindi era impossibile sapere che ore fossero. E il Bianconiglio prendendo il suo orologio da taschino disse «veramente sono le...» e il Lepronte glielo strappò di mano avvicinandoselo all'orecchio «TIC TAC! TIC TAC! UHUHUHUAHAHA!» e con un martello lo ruppe. «IL MIO OROLOGIO NUOVO!» strillò il Bianconiglio. Mayankin uscì dalla sua teiera e disse «Qui c'è gente che dorme!» «Mayankin ha ragione» disse il Cappellaio prendendo la teiera e facendo uscire il ghiro, la teiera la buttò lontano e il ghiro si portò le mani alla testa «La mia teiera vecchia!» «Comunque, ragazzi!» ricominciò il Cappellaio «Oggi è il non compleanno di Mirana!» «Davvero?» chiese la bambina ridendo, alla vista di tutto quello che succedeva in quel tavolo. «Sisì piccina! Così come lo è il mio, del ghiro, di Pinco Panco e Panco Pinco, di Stregatto, di Lepronte e di Bianconiglio! Alzatevi tutti gente!» tutti i presenti si alzarono tenendo una tazza piena di thè, Pinco Panco stava sulla testa di Panco Pinco e ognuno aveva la sua tazza. «Pronti al mio via? Si festeggia!» e facendo schizzare il suo thè in aria (e non si sa come ritorno perfettamente dentro la tazzina) cominciarono tutti a ballonzolare e Mirana li imitò senza riuscire a frenare la risate, sembravano tanti ubriachi, e nel frattempo si passavano le tazzine di thè senza berne neanche un goccio, almeno dalle tazzine, perché lo bevevano dalle teiere. E dicevano sempre la stessa cosa «Un buon non compleanno a te! Anche a te! E a te! E a te! E a te! A te, a te, a te e a me!». Tutto quello era bellissimo, Mirana non aveva mai riso così tanto, per finire avevano tutti buttato il thè a terra, tranne il Lepronte che lo buttò sulla testa del Bianconiglio, il Cappellaio alzò il cappello e ci mise dentro la sua tazzina, e quando lo rialzò quella era scomparsa e riapparsa sulla testa di Mirana che girandosi la fece cadere a terra. «Siete tutti matti! Non mi sono mai divertita così tanto!» disse la piccola sempre ridendo come se non ci fosse un domani. Ma le risate di tutti furono fermate, compresa quella del Lepronte, dall'arrivo di un uomo vestito di nero, i capelli scompigliati e anch'essi neri, una cicatrice gli attraversava l'occhio sinistro che era coperto da un cuoricino nero. Mayankin quasi tremò e disse «S-Stain..?»

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Capitolo 11
*** Le preoccupazioni della Regina Bianca ***


«Tu!» esclamò il Cappellaio matto alzandosi dalla sua sedia, e la fece anche cadere. Stain ridacchiò «Guada un po' chi si rivede... Il Cappellaio e la sua banda di matti!» il suo sguardo percorse tutti il tavolo e si fermò sulla piccola Mirana «Alice... Piccola mocciosa maledetta...» e fece qualche passo avanti «È colpa tua se sono finito in esilio.. Ma ti ucciderò appena avrò una spada fra le mani» Mirana tremò per lo spavento, Pinco Panco, Panco Pinco e il Lepronte scapparono via terrorizzati, il Cappellaio balzò sul tavolo e lo attraversò minacciosamente, i suoi occhi erano gialli e gli aloni sotto erano blu, aveva un aspetto spaventoso «Tu non ucciderai. Né ora né mai.» Stain rise di nuovo «Hai fatto la rima, Matto! Non ridi come un ebete con la tua banda di spostati?» e in quell'attimo il Cappellaio balzò addosso a Stain e iniziarono a prendersi a pugni, il Cappellaio alzò la testa e urlò allo Stregatto «Porta la bambina dalla Regina Bianca!» «Subito.» rispose Stregatto che fluttuò versò Mirana ed evaporò oscurando la vista della piccola. Quando tutto fu visibile, Mirana si ritrovò a terra nella Sala del Trono, e la Regina era vicino a lei «Mirana! Cos'è successo?» chiese, però la sua voce aveva giusto una nota di preoccupazione. «S-Stain» balbettò lei. La Regina sgranò gli occhi e ripeté fra sé «Stain?» Mirana annuì anche se la Regina non la stava guardando. Ci furono dei minuti di silenzio in cui la Regina guardò tutta la Sala, poi si rivolse allo Stregatto che era lì vicino a fluttuare anche lui con aira preoccupata «Stregatto, devi assicurarti che il Cappellaio stia bene, e se non è così, vieni subito qui. Lo aiuteremo.» lo Stregatto svanì, e la Regina poi andò da delle guardie «Proteggete Marmorea, Stain non deve entrare e soprattutto non deve arrivare a Mirana. D'accordo?» «Si maestà.» risposero le guardie facendo un inchino e avviandosi fuori a dirlo agli altri compagni. La Regina Bianca si stava agitando, misurò la Sala a grandi passi «Maestà?» disse Mirana alzandosi dal liscio pavimento «Stain è uno solo... Cosa potrebbe succedere di pericoloso?» «Piccola» cominciò la Regina col suo tono dolce ma il viso preoccupato «Il problema non è Stain, ma chi è con lui.» «Ma Stain era solo, maestà» «Solo?» chiese la Regina stupita «Vuoi dire che... La Ilasabeth, voglio dire, la Regina Rossa non era con lui?» E Mirana scosse la testa. «Ora la cosa mi preoccupa ancora di più.» disse la Regina alzando lo sguardo verso la grande finestra. «Perché?» chiese la bambina. «Vuol dire che cerca qualcuno per diventare più forte.» e proprio in quel momento lo Stregatto entrò dalla porta trascinando il Cappellaio con l'aiuto del Bianconiglio e dei gemelli. Lo portarono al centro della Sala, non aveva un bell'aspetto. Era pieno di lividi e graffi, a malapena poteva muoversi, gli abiti erano sporchi di fango e sangue, doveva essere ferito da qualche parte. «Cappellaio!» esclamarono la Regina e Mirana quasi urlando. «S-Sto bene, sto b-bene..» disse lui sorridendo «No! Tu non stai bene!» disse la piccola «Sei messo malissimo!». La Regina Bianca ordinò di portarlo nell'infermeria, e così fu fatto. Intanto, in una parte remota di Sottomondo, Stain si era avvicinato ad una parete di pietra e vi aveva posato una mano, dei segni si illuminarono nella roccia a forma di picche e si era spezzata a metà, da lì uscì un elegante figura femminile avvolta in un sontuoso abito nero. «My Lady...» disse Stain, ma la figura voltandosi di scatto lanciò un pugnale nel petto del povero Stain. «Mi dispiace, fratellino. Ma tutto questo deve essere solo mio.» e così dicendo la donna scavalcò il corpo morente di suo fratello Stain, andando via.

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Capitolo 12
*** La strana colonna ***


La piccola Mirana si recò nella stanza in cui giaceva il Cappellaio che cercava di rimettersi in forse, si avvicinò al letto e con le dita gli sfiorò la mano; il Cappellaio, quando la vide sorrise; «Hey, piccoletta» «Scusami Cappellaio..» disse Mirana «Perché?» «È colpa mia se ti è successo questo, se non mi fossi sdraiata ai piedi di quell'albero e non fossi caduta...» «Ma che cappello ti prende?» la interruppe il Cappellaio «Se non fossi arrivata non avrei scoperto che Alice ha una nipote molto Moltosa!» «Cappellaio» disse la piccola «Se sono Moltosa è perché somiglio tanto alla nonna» e sorrise. Il Cappellaio ricambiò il sorriso e poi chiese: «Alice si ricorda ancora di me?» «Certo! Lei mi parla sempre di te, delle tue battute e di come l'hai aiutata» «Oh, sono felice di questo! Per tutti i cappelli!» «Poi, l'ultima volta che l'ho vista mi ha detto che le sarebbe piaciuto rivederti» Il Cappellaio sgranò gli occhi «Pensi che si possa fare? Che io possa andare nel mondo di sopra anche per solo dieci minuti e salutare Alice un'ultima volta?» «Non lo so, Cappellaio.» rispose sinceramente Mirana facendo spallucce. «Mirana» la chiamò la Regina Bianca aprendo un po' la porta «Puoi venire qui un momento?» «Subito» disse la piccola uscendo dalla stanza e chiudendo la porta. «Cosa succede, maestà?» chiese guardando la Regina che sospirò e rispose con la voce meno tranquilla del solito «Sono preoccupata, piccola, non sappiamo cosa ci aspetta con il ritorno di Stain...» «Ma io cosa devo..?» «Devi chiamare Alice... Qualunque sarà il problema, lei può sempre darci una mano.» «Ma nonna Alice è malata e non può scendere in quel modo giù dalla tana del coniglio» disse Mirana, che poi tutto quello era vero. Alice Kingsley era anziana e malata. La Regina Bianca sospirò «In effetti Alice non ha più le sue vecchie forze... E poi, non abbiamo nemmeno un Oraculum che ci dice contro chi dobbiamo combattere e chi deve porre fine alla vita del nuovo nemico...». Mirana si avvicinò ad una finestra lì vicino e guardò fuori «Vorrei tanto essere utile in qualche modo» «oh, piccola, ma lo sei» le disse la Regina avvicinandosi e guardando anche lei fuori. A Mirana venne un'idea: «E se... Liberassimo la Regina Rossa? Potrebbe dare una mano» «Ilasabeth dici? Non so... È molto presuntuosa e...» «Quando sono caduta in quelle nebbie non mi ha fatto nulla. Per un po' pensava che io fossi Alice, poi le ho detto chi ero veramente e non mi ha fatto niente» la interruppe Mirana guardandola negli occhi, e alle sue parole la Regina parve stupita. «Strano. Beh, mettiamo in conto questa cosa che Ilasabeth ci aiuti, anche se non credo che lo faccia dopo quello che è successo.». Rimasero in silenzio per molti minuti, finché Mirana si accorse di una specie di raggio nero che partiva dalla terra e saliva sul cielo «Maestà.. Guardi, cos'è quello?» e le indicò il punto. La Regina fissò quella colonna nera e disse «Non lo so. Prepariamo una scorta, vediamo cos'è e...» qui fece un altro sospiro «Liberiamo Ilasabeth.». L'oscura figura che era uscita dalla pietra e ucciso Stain era nel bel mezzo della foresta di Sottomondo, era una donna dalla pelle chiara, i capelli ondulati e neri come i suoi grandi occhi e il suo cuore. Il sontuoso abito nero con dei decori in bianco le vorticava intorno mentre tendeva la mano al cielo creando in quel modo quella strana colonna nera. «Forza dell'oscurità, donami le tue ombre e la tua magia, rendimi la sovrana di tutta Sottomondo!» disse con la sua voce profonda «Rendimi nuovamente la Regina Nera!».

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Capitolo 13
*** La forza delle ombre ***


I cavalli trottavano con velocità verso la colonna nera, Mirana stava seduta dietro la Regina Bianca, entrambe con l'intento di scoprire cosa stava succedendo. Si inoltrarono nella foresta e iniziarono ad intravedere l'inizio della colonna, i cavalli si fermarono spaventati e la scorta di guardie, la Regina e Mirana dovettero lasciarli lì continuando a piedi. Ed eccola lì, la donna che provocava tutto quello, la Regina Bianca sussultò e si nascose sperando di non essere stata vista; «Che succede, maestà?» chiese Mirana in un sussurro. «Dobbiamo prima liberare Ilasabeth» rispose lei tornando dai cavalli. Mirana non aveva visto la donna che stava creando la colonna nera, e la sua curiosità cresceva. Arrivarono subito alle Nebbie dell'esilio, la Regina Bianca puntò il suo scettro sulle nebbie che si dilatarono lasciando una parte scoperta, e lì videro la Regina Rossa che aveva alzato lo sguardo al cielo; «Mirana? E... Mirana?!» esclamò, la Regina Bianca colpì una pietra lì vicino e fece spuntare delle scale per scendere. La Regina Rossa la raggiunse a mezza scalinata e iniziò a urlarle contro «Cosa diavolo vuoi da me!? Non credi di avermi rovinata abbastanza!? Guardami! Guardami ti dico!» e si indicava gli abiti rovinati. La Regina Bianca le parlò con la sua voce dolce e calma come sempre, era come se la sua preoccupazione per la colonna nera era svanita; «Non è colpa mia quello che è successo, Ilasabeth. È stata tua la colpa, per essere stata...» «Me!» la interruppe la Rossa sempre urlando «Per essere stata me! Quella con la testa enorme! Quella meno amata da mamma e papà!». La piccola Mirana sentì tutto, la Regina Rossa e la Regina Bianca dovevano essere sorelle, si avvicinò a loro e timidamente disse: «Ehm... Maestà... Rossa e Bianca, la colonna...» «Quale colonna?» chiese bruscamente la Regina Rossa. «Quella» e Mirana indicò la colonna che finiva sul cielo, la Regina Rossa ovviamente non poteva vederla quando era dentro le Nebbie dell'esilio. «Ilasabeth.» disse la Regina Bianca alla sorella «Ho bisogno del tuo aiuto. Ti prego.». La Regina Rossa lanciò un'occhiata altezzosa alla sorella e poi alla bambina che, a quanto pareva, sperava nel suo aiuto più della Regina Bianca. «Va bene.» rispose «Ma sappi che vorrò una ricompensa per qualunque cosa tu mi chieda.». Un cavallo adesso ospitava la Regina Rossa e una guardia (che sicuramente non doveva essere felice di avere una passeggera del genere), ritornarono alla foresta fino a dove i cavalli si fermavano, sta volta la Regina Bianca non si fermò, ma continuò finché arrivò nella parte circolare della foresta in cui non c'erano alberi, da dove partiva la colonna nera. La Regina Rossa si mise al suo fianco e Mirana dietro insieme alle guardie, e la vide, la donna dall'abito nero che abbassò il braccio facendo sparire la colonna nera. «Bene, bene, bene... Chi abbiamo qui? La Regina pallida e la Capocciona senza regno...» disse con un ghigno, mentre la Regina Rossa sbuffava di rabbia. Fece qualche passo e guardò Mirana; «Oh, e chi abbiamo lì? Un nano da giardino biondo? O forse l'assassina del draghetto della Capocciona?» «Non ha ucciso lei il mio Ciciarampa!» esclamò la Regina Rossa mentre una tempia le pulsava minacciosamente per la rabbia che le ribolliva dentro, la Regina Bianca, al contrario, sembrava tranquilla, ma aveva un'aria seria e le labbra serrate. «Ditemi un po', siete venute qui con le vostre guardie per assistere al ritorno della Regina Nera?» «Non credo proprio, Zerania.» disse la Regina Bianca tranquillamente. «Oh oh... Spirito combattivo, eh Mirana?»disse la Regina Nera facendo qualche passo verso di loro. «Questa volta non mi fermerete. Non come hanno fatto un tempo la vostra cara mamma e il vostro caro papà.» e con uno schiocco delle dita fece comparire delle sbarre nere che sembravano fatte di fumo, due guardie cercarono di oltrepassarle ma furono scaraventate via. La Regina Nera alzò nuovamente il braccio e creò un'altra colonna nera, dei fulmini la circondavano, il cielo si era oscurato e il vento si era alzato facendo volare delle foglie secche la intorno. La piccola Mirana spalancò gli occhi alla vista di tutto quello, la nonna non le aveva mai raccontato di una Regina Nera, e quella cosa la spaventava veramente. Nella mano della Regina Nera comparì uno scettro simile a quello della Regina Bianca, però nero e più lungo, nelle parti bianche del suo abito nero apparvero delle picche, abbassò il braccio con lo scettro e si girò verso i presenti. «Il potere dell'oscurità mi appartiene.» disse. La Regina Bianca diede un colpo del suo scettro nelle sbarre facendole sparire, dopo di che lo puntò contro la Regina Nera che con un gesto della mano fece comparire un campo di forza che fece cadere la Regina Bianca; La Regina Rossa prese a correre contro la Nera ma fu scaraventata contro le guardie in malo modo. La Regina Nera puntò lo scettro contro la Regina Bianca e con il suo ghigno disse «Saluta il mio caro fratellino Stain da parte mia!». E prima che potesse scagliare il potere oscuro contro la Regina Bianca, la nostra piccola Mirana si mise fra le due cercando di proteggere la Regina a terra. «No!» urlò la Regina Bianca, quando Mirana venne colpita al suo posto. Lo sguardo della Regina Nera si incupì, come se avesse sbagliato qualcosa e svanì nell'aria, forse in un luogo sicuro per lei. Mirana era a terra priva di sensi, la Regina Bianca prese a piangere tenendola fra le braccia; «Mirana! Piccolina! Svegliati! Svegliati!». La strinse a sé singhiozzando, e le guardie che si erano tolte gli elmi, la Regina Rossa fissava la scena pietrificata, nessuno aveva mai visto la Regina Bianca in quello stato. «M...mae... Maestà...» sussurrò Mirana aprendo leggermente gli occhi «sto bene...sto.. Bene...» e svenne nuovamente. La Regina Bianca strillò come non aveva mai fatto «Portateci a Marmorea! Mirana deve essere curata!» le guardie presero velocemente i cavalli facendo salire la Regina Bianca e Mirana insieme su uno. Lungo il viaggio verso Marmorea la Regina Bianca sussurrò alla piccola Mirana «Rimettiti piccola... Abbiamo bisogno di te...».

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Capitolo 14
*** La piccola Mirana in pericolo ***


«Mirana? Mirana, svegliati!» disse la voce di Pinco Panco. Mirana aprì gli occhi lentamente per abituarsi alla luce della stanza, aveva il braccio bendato ma non capiva il perché visto che non provava alcun dolore. «Cos'è successo?» chiese mettendosi seduta. «Hai salvato la Regina Bianca» disse il Cappellaio che, a quanto pareva, si era rimesso in forze e stava dietro i gemelli «Hai fatto un gesto veramente moltoso e coraggioso» e dalla manica della giacca tirò fuori un mazzo di rose dai petali multicolore che posò dentro il vaso sul comodino vicino al letto. «E la Regina? Dov'è? Come sta?» chiese ancora Mirana. Il Cappellaio e i gemelli si spostarono rivelando la Regina Bianca che dormiva beatamente adagiata su una poltrona di velluto bianco. «è qui da tre giorni, aspettava il tuo risveglio e si prendeva cura di te» disse il Cappellaio. La bambina scese dal letto a piedi scalzi e prese una rosa multicolore dal vaso e la mise nelle belle mani della Regina Bianca e disse «Grazie...». Poi ripensò a quello che aveva detto il Cappellaio «Tre giorni?» chiese stranita. «Si, sei su quel letto da ben tre giorni e non hai aperto occhio.» rispose lui. Mirana si mise seduta sul letto a pensare e si guardò il braccio. Sciolse la benda che le dava un fastidio enorme al polso «Ma quanto è lunga?» disse mentre a terra si accumulava la benda, e dopo ben dieci minuti se la levò. Il braccio non aveva nulla, poi guardò il dorso del polso e vide il segno delle picche come se fosse appena stato dipinto con il pennello. «Cos'è questo?» e lo mostrò a tutti, ma nessuno ne sapeva nulla. La Regina Rossa entrò nella sala mentre discuteva con una signora «Perché non posso entrare!?» diceva «Anche io ho il diritto di vedere come sta quella mocciosa!» e si fermò davanti al letto di Mirana «Non può restare, le dico!» disse la signora alla porta «La lasci pure» disse Mirana, beccandosi gli sguardi straniti dei presenti «Visto?» disse la Regina Rossa «Per lei posso restare! Quindi pussa via!» la Regina Rossa ora era come nuova, non come prima, tutta rovinata. «Mi hai fatto prendere un colpo mocciosa! Come ti viene in mente di fare cose del genere!?» la sgridò. Il Cappellaio schiarendosi la voce disse «Mi permetta di dire la mia.» e alzò gli indici gesticolando «La nostra cara e piccola Mirana ha appena salvato la Regina Bianca, la Regina Bianca ora sta bene!» e guardò la Regina che dormiva nella poltrona in velluto «Lei sta bene pure» e indicò Mirana nel letto «e a quanto pare anche tu! Quindi alla fine nessuno s'è fatto male, tadaaaa!» concluse spalancando le braccia e dando un pugno in testa a Panco Pinco senza farlo apposta. «Smettila di fare il buffone!» strillò la Regina Rossa. Alle sue urla la Regina Bianca si svegliò «ma che succede?» chiese. «Maestà!» disse la piccola Mirana saltando nuovamente giù dal letto e andando ad abbracciare calorosamente la Regina che accarezzandole la testolina chiese «Come stai e... Cos'è quella cosa?» chiese anche quando vide il segno delle picche sul polso di Mirana. «Non lo so..» rispose la bambina. La Regina Rossa si avvicinò facendo spostare tutti e prese il braccio di Mirana violentemente «Vuoi fare piano!? Non è finta!» esclamò il Cappellaio con nervosismo. «Taci tu!» lo zittì la Regina Rossa fissando le picche «l'ha marchiata! Ma dalla faccia che ha fatto non dovrebbe essere una buona cosa.» «non dovrebbe essere buona per...?» stava chiedendo la Regina Bianca. «Per la Regina Nera!» continuò la Rossa parlando ad alta voce. «Forse ha sbagliato qualcosa nell'incantesimo o qualcosa ha protetto Mirana. Ma certo! Lei dice di essere la nipote di Alice!» «Lei È la nipote di Alice» precisò il Cappellaio. «Sisì, ma statti zitto.» disse la Regina Rossa gesticolando «Forse l'ha scoperto.». La Regina Bianca rifletté e con aria preoccupata disse «Quando eravamo piccole ripeteva il nome di Alice ma noi non sapevamo chi era.. Forse Alice è una minaccia per lei, e ora Mirana è la nuova Alice! Quindi anche lei è una minaccia!» «e cercherà in tutti i modi di ucciderla. Si rafforzerà e quando avrà abbastanza potere sarà la fine della famosa nipote di Alice.» concluse la Regina Rossa con voce ferma. Mirana non aveva parlato per tutto il tempo, ora gli sguardi erano tutti su di lei e il suo marchio. La Regina Nera che vuole la sua morte, che tenta di prendere il sopravvento a Sottomondo... No, non era pronta a questo, la nonna non l'aveva preparata a simili cose.

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Capitolo 15
*** "con noi sei al sicuro" ***


«Cos'ho fatto!?» si ripeteva la Regina Nera facendo avanti e indietro dentro la vecchia Sala del Trono della Regina Rossa, a Rocca Tetra. «Quella stupida mocciosa! Ora che avevo la Regina Bianca fra le mani! Sarebbe morta se non fosse stato per lei! Puah! Sacrificarsi per persone così futili!» disse lasciandosi cadere sul trono rosso e lacero; puntò lo scettro al centro della sala facendo comparire un enorme bacile in argento a terra. Si avvicinò al bacile e con la punta dello scettro sfiorò l'acqua che c'era dentro che in un attimo diventò nera e lei disse «Potere delle ombre, mostrami il viso della bambina che ha salvato la Regina Bianca!». Ed eccola lì, apparire nitida seduta nella panchina di marmo del giardino della Regina Bianca a fissarsi il braccio. «Più vicino! Voglio vedere bene il suo viso!» E l'immagine del dolce viso di Mirana apparve, era triste, i suoi occhi verdi con sfumature celesti erano pieni di lacrime che non volevano scendere, i biondi boccoli le stavano davanti ai lati del viso. «Per tutte le ombre! È piccolissima! Potrebbe avere cinque anni circa! Fammi vedere il suo braccio.» E l'immagine si spostò verso il braccio marchiato con le picche di Mirana. «Dev'essere lei.» tese il braccio verso il vuoto e un rotolo di pergamena le arrivò in pugno. Lo srotolò, era l'Oraculum che parlava dell'uccisione del Ciciarampa con la fine dell'era della Regina Rossa. Posò lo sguardo sull'immagine della ragazza dai capelli dorati a boccoli e disse «Quindi è quell'Alice...» srotolò ancora di più l'Oraculum, e arrivò nell'immagine in cui era rappresentata Mirana appena arrivata a Sottomondo. «È diventata più giovane o cosa?» ma poi guardò più in avanti nell'Oraculum. «Tsk! Tutto questo non succederà! La nipote di Alice, quale altra banalità dovrò vedere? Bene. Ora devo trovare un modo per porre fine alla sua vita.» e con questo la Regina Nera arrotolò l'Oraculum e lo fece scomparire. Intanto Mirana era sempre su quella panchina in marmo, una lacrima le rigò il viso. Non sapeva come poteva riuscire a sfuggire alla Regina Nera, poteva anche essere dietro di lei con un pugnale pronta ad ucciderla. Aveva solo sei anni, come poteva salvarsi? «Mirana?» disse una voce dolce e calma. Mirana si girò e vide la Regina Bianca, la bambina le fece spazio nella panchina per farla sedere vicino a lei. La Regina si sedette e le mise un braccio intorno alle spalle, e quando si accorse che stava piangendo disse «Dai piccola, non devi piangere.. Noi, tutti noi, compresa Ilasabeth, ti proteggeremo a costo della nostra vita.» «Però se non avessi avuto questo segno sul braccio lo avreste fatto ugualmente?» chiese Mirana con la voce tremolante. «Lo avremo fatto comunque.» «E se io non fossi la nipote di Alice?» chiese ancora. «Anche se tu fossi la nipote di una persona qualunque.» rispose la Regina Bianca abbracciandola. La bambina scoppiò in lacrime «Io ho paura! Vorrei riabbracciare almeno mamma, papà e nonna Alice! Non voglio andarmene all'improvviso e non rivedere più nessuno! L'ultima volta ho lasciato nonna Alice sul letto senza darle la risposta ad una sua frase!» «Cosa ti aveva detto?» «Voleva rivedere il Cappellaio un ultima volta! E il Cappellaio vorrebbe rivederla anche, ma se io non ci sarò come farò a farlo venire nel mio mondo? Come!?» e piangeva a dirotto. La Regina Bianca non riuscì a parlare e la strinse a sé, una lacrima rigò anche la sua guancia, ma non voleva che Mirana la vedesse così l'asciugò immediatamente. «Piccola, sappi che noi saremo qui, qualunque cosa accada.»

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Capitolo 16
*** Siamo pronti alla battaglia ***


Erano passate ben due settimane da quando Mirana era caduta dentro la tana del coniglio. O almeno, due settimane a Sottomondo. Perché nel mondo di sopra il tempo si ferma quando qualcuno va a Wonderland. Mirana non usciva dalla stanza in cui dormiva dal giorno in cui la Regina Bianca le aveva detto che tutti erano lì pronti a proteggerla, avrebbe voluto essere come sua nonna alla sua età, Moltosa. Invece no, era solo una stupida bambina che piangeva perché una Regina con la testa grossa le aveva urlato contro. Intanto la Regina Bianca e tutti gli altri stavano parlando nella Sala del Trono. «Lo Stregatto dovrebbe venire a minuti per dirci dove si trova la Regina Nera.» stava dicendo la Regina Bianca seduta nel suo trono perlaceo, e proprio in quel momento lo Stregatto si materializzò proprio dietro la Regina Rossa che sobbalzò e gli urlò contro «MALEDETTO SACCO DI PULCI! VEDI DI FINIRLA DI SPUNTARE COSÌ DAL NULLA!» E quello non le diede retta e disse «Si trova a Rocca Tetra, nel vecchio castello della Capoc... Regina Rossa.» La Regina Rossa gli lanciò un' occhiataccia. «Bene, adesso che sappiamo dov'è, possiamo renderle un attacco. Preparerò le guardie e..» «Mirana.» la interruppe la Regina Rossa. «No, Mirana non può venire e...» «Stupida sorella! Sto dicendo a te! Ti chiami Mirana o no? Comunque, dobbiamo andarci anche noi. Anche tutti noi, compresa la mocciosa.» La Regina Bianca ci pensò su. «si. Ci andremo tutti, compresa la piccola..» «Mocciosa!» esclamò la Regina Rossa. «Ilasabeth, ti prego non interrompermi» disse la Regina Bianca sospirando «c'è la mocciosa ho detto!» ripeté la Regina Rossa puntando il suo scettro verso l'entrata della Sala del Trono. «Oh. Vieni pure, Mirana.» disse dolcemente la Regina Bianca. Mirana si avvicinò e si mise tra il Cappellaio Matto e la Regina Rossa, tutti la osservavano, compreso il Lepronte che non si sa il perché ma aveva un mestolo in mano. «Ehm.. Di cosa parlate?» chiese la piccola timidamente. «vogliamo tendere un attacco alla Regina Nera» dissero in coro Pinco Panco e Panco Pinco. «Maestà, mi consenta di parlare un attimo» disse il Cappellaio alzando l'indice ma,fu interrotto dalla Regina Rossa. «Diamine! Stupido Cappellaio, invece di chiedere il permesso dovresti parlare e basta!» «io ho parlato.» rispose fermamente lui lanciando un'occhiataccia. «Comunque, maestà, vorrei proporle di usare le armi che si trovano nella Sala delle... Armi!». La Regina Bianca inarcò un sopracciglio «Certo Cappellaio, ci sono abbastanza armi per tutti voi.» «Voi?» chiese la piccola Mirana «anch'io?» «Ovviamente mocciosa! E così anche la mia cara sorellina, che ha un arco bianco e nuovo di zecca ancora dentro la teca di vetro.» disse la Regina Rossa guardando la Bianca «Ma... Uccidere sta contro i miei voti...» rispose lei con la sua voce calma. «Al diavolo i voti! Vuoi salvare la pelle alla mocciosa o no!?» Le due si fissarono per parecchio tempo, sembrava che stessero combattendo mentalmente a parole, e a quanto disse la Regina Bianca, la Rossa aveva vinto. «Combatterò solo per la piccola Mirana.» e prese un mazzo di chiavi argentate da dietro il trono. La seguirono tutti attraverso un lungo corridoio che finiva proprio con una grande porta bianca, doveva essere la Sala delle Armi, la Regina Bianca l'aprì, e rimasero scioccati da quello che conteneva. Lance, spade, scudi e tanto altro; entrarono a prendersi un'arma ciascuno: Pinco Panco e Panco Pinco presero una spadina ciascuno, il Cappellaio prese una lunga lancia, il Bianconiglio prese delle bombette, il Lepronte... Beh, lui aveva il suo mestolo, la Regina Rossa prese un lucido arco rosso con delle frecce dorate, e la Regina Bianca invece era ferma davanti ad una teca di vetro che conteneva un arco bianco lucidissimo con delle frecce argentate. Tutti le si avvicinarono e la Regina Rossa insisté «Prendilo.» Lei aprì la teca e dopo un paio di minuti facendo un pesante sospiro, sfiorò l'arco come se temesse di prendere la scossa, alla fine lo afferrò e prese anche le frecce argentate lì vicino. «Ecco, brava.» disse la Regina Rossa fissandola. La Regina Bianca si girò verso Mirana che chiese «io con cosa devo combattere?» La Regina Bianca si chinò e dolcemente le chiese: «Sei veramente la nipote di Alice Kingsley, vero? Colei che ha ucciso il Ciciarampa?» Mirana annuì con sicurezza. «Bene.» disse la Regina Bianca e si avvicinò ad una teca che era così piena di polvere che non si riusciva a vedere il contenuto. La Regina l'aprì e prese uno scettro argentato con una sfera in cristallo sopra che sembrava contenesse fiocchi di neve. «Sei sicura?» chiese bruscamente la Regina Rossa. «Più che sicura. Lei mi ha salvata, ecco la sua ricompensa.» rispose la Bianca posando lo scettro nelle mani di Mirana. «Mancano solo le guardie.» disse la Regina Bianca. Una guardia stava passando di lì e la Regina Rossa la chiamò «Ehy tu! Vieni immediatamente qui!» Ma quella non l'ascoltò e rimase ferma e impalata a guardare il vuoto. «Con più gentilezza, Ilasabeth!» la rimproverò con il suo tono calmo e dolce la Regina Bianca, la Rossa sbuffò e si fece da parte. «Cara guardia, gentilmente prepari..» e si girò a contare i presenti «Quattro cavalli di quelli forti e tutte le truppe disponibili. Ci dirigiamo a Rocca Tetra.» la guardia annuì e corse a soddisfare i voleri della sua Regina. «Perché quattro cavalli, maestà?» chiese il Cappellaio gentilmente. «Otto cavalli darebbero troppo nell'occhio, quindi viaggeremo a coppie.» rispose la Bianca «A coppie?» chiesero i gemelli in coro. «sisì, allora: io e la piccola Mirana insieme, poi Pinco Panco e Panco Pinco, il Bianconiglio e il Lepronte...» E il Bianconiglio fece un leggero lamentino depresso. «e il Cappellaio con Ilasabeth» «COSA!?» chiesero stupiti il Cappellaio e la Regina Rossa all'unisono. «Esatto.» rispose fermamente la Regina Bianca, il che significava che non c'era nulla da discutere. Si avviarono all'uscita del palazzo dove i cavalli attendevano insieme a tre truppe di guardie. Il gruppo si fermò e fissò l'orizzonte oltre il cancello argentato: «Siamo pronti, per una battaglia...» disse la Regina Bianca parlando al vento, ma era molto convincente e la sua voce era ferma e seria. Salirono sui cavalli in coppie (il Bianconiglio, la Regina Rossa e il Cappellaio non erano contenti dei loro accompagnatori e sbuffavano spesso), e iniziarono il loro viaggio verso Rocca Tetra. Verso la Regina Nera.

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Capitolo 17
*** Bianco contro Nero ***


I cavalli trottavano a più non posso verso Rocca Tetra, il vento scompigliava i capelli di Mirana e della Regina Bianca, delle nuvole grigie stavano comparendo nel cielo e forse ci sarebbe stato un temporale, un gufo-armonica volava vicino a loro fissandoli con i suoi enormi occhi inquietanti e faceva il suo verso seguito dal suono del suo strumento. «Levami le mani di dosso!» diceva il Cappellaio alla Regina Rossa, che se non si fosse tenuta sarebbe caduta dal cavallo «Taci Matto! Se ti mollo cado, testa di mora-lampone!» esclamò lei irritata; il Bianconiglio era terrorizzato ed era seduto al contrario tenendosi per la coda del cavallo mentre il Lepronte con il suo mestolo all'aria rideva come una matto. Il castello che un tempo possedeva la Regina Rossa iniziò a vedersi, ma non era come una volta. Era tutto nero e grigio cupo, e dalla punta della torre più alta partivano le nuvole grigie. «Il mio bellissimo castello...» disse la Regina Rossa tristemente «Non tanto bello prima, sai?» disse il Cappellaio, la Regina Rossa gli diede un pugno nella spalla e rimase in silenzio con aria molto molto offesa. La Regina Nera li aveva visti dal suo bacile argentato «Quindi vorreste combattere? Non fatemi ridere.» disse fra sé e svanì in una nuvola di fumo nera. Erano a venti metri dal castello quando un fumo nero fece spaventare i cavalli facendoli impennare. «Zerania maledetta!» disse la Regina Rossa quando la vide, quella la guardò male e disse «Più garbata, piccola Ilasabeth!» e con uno schiocco delle dita serrò le labbra della Regina Rossa impedendole di emettere un solo suono. «Meglio così.» disse la Regina Nera annuendo con un ghigno stampato in viso. Scesero tutti dai cavalli e le guardie uscirono le armi «Oh-oh che dolce accoglienza! Cara Regina Mirana, che ne dici di darmi un po' delle tue guardie? Io sono a secco.» disse la Nera «No!» ribatté la Bianca con tono fermo. «Bene, allora me le prendo io.» e la Regina Nera puntò lo scettro contro tutte le guardie che diventarono tutte nere e puntarono le armi contro la Regina Bianca e gli altri che a loro volta sfoderarono le armi. «Chi è in maggioranza adesso?» chiese la Nera ridendo «Sempre noi!» disse il Cappellaio «Sai contare? Stupido Cappellaio!» «No, ma noi abbiamo Alice Mirana!». La Regina Nera scoppiò a ridere «ma chi? Quello gnomo da giardino? Potrebbe far compagnia ad Ilasabeth, che ha quella grossa capoccia, nel mio futuro giardino!». La Regina Rossa perse le staffe, e si sa che quando la Regina Rossa perde le staffe si è in guai seri, prese tre frecce in una volta e le scoccò contro la Regina Nera che le mancò di un soffio ma le graffiò una guancia. «Insomma, Ilasabeth!» urlò la Nera passando una mano sul graffio, puntò lo scettro contro la Regina Rossa e la rinchiuse in una gabbia nera con tante frecce nere che puntavano minacciose contro la Rossa. Pinco Panco e Panco Pinco corsero verso la Nera con gli spadini puntati contro, ma quella sbadigliando disse «ma cos'è? Un circo?» e trasformò i due gemelli in due piccoli pagliacci giocattolo. Rimanevano solo il Cappellaio, il Lepronte e il Bianconiglio (che stavano tremando), e la Regina Bianca con Mirana. Le guardie nere si avventarono contro di loro ma seppero tenergli testa, ma la piccola Mirana non sapeva come usare quello scettro e quindi lo usava per difendersi dai colpi delle guardie. La Regina Bianca andò direttamente dalla Nera e sfoderò il suo scettro «quindi hai detto addio ai tuoi voti? Regina Sbiancata?» «Esatto.» e con una mossa dei polsi fece sprigionare la magia del suo scettro bianco e così fece la Regina Nera. Il Cappellaio vide che però la Nera stava avendo la meglio e corse verso di loro, ma fu scaraventato lontano dalla Regina Nera. Mirana si sentiva impotente, vedeva il Lepronte difendersi con il suo mestolo che si stava ammaccando, il Bianconiglio lanciare bombette a caso, i gemelli trasformati in giocattoli, il Cappellaio a terra bloccato da due guardie, la Regina Rossa rinchiusa in gabbia con delle frecce che tentavano di farne uno spiedino e anche muta... La Regina Bianca che stava per perdere... La piccola strinse il suo scettro fra le mani e quello si illuminò, lo puntò contro una guardia alla quale congelò i piedi. E in quell'istante capì. Doveva congelare la Regina Nera. Il potere oscuro stava facendo diventare le braccia fino al gomito neri alla Regina Bianca, Mirana arrivò in tempo che puntò il suo scettro contro la Nera che cambiò bersaglio. «No! Non di nuovo!» urlò la Regina Bianca che ora era a terra senza forse e con le braccia mezze nere, ma Mirana non l'ascoltò le strinse forte il suo scettro. «Non vincerai mai, stupida!» disse la Regina Nera che stava avendo la meglio. Mirana cominciò a lacrimare per lo sforzo, l'abitino rovinato e i boccoli biondi le vorticavano al forte vento, strizzò gli occhi come per darsi più forza, ma il potere oscuro si stava avvicinando a lei. In quel momento delle immagini passarono davanti agli occhi di Mirana. Una bambina bionda della sua età che pitturava delle rose bianche di rosso, poi sempre la stessa bambina, però più grande con in dosso un'armatura argentata e una spada, un enorme dragone nero che perdeva la testa. Una bambina appena nata, lei, qualche settimana prima, quando salutava nonna Alice e iniziava a pensare che stesse perdendo la ragione... La caduta nella tana... Lo Stregatto... Pinco Panco e Panco Pinco... Il Bianconiglio... Il Cappellaio Matto... Il Lepronte... La Regina Rossa... La Regina Bianca... Mayankin... Tutti coloro che aveva incontrato... Capì che doveva salvarli tutti, doveva salvare il mondo che un tempo aveva salvato anche sua nonna uccidendo il Ciciarampa. In quel momento Mirana spalancò gli occhi «La nonna vuole vedere il cappellaio un'ultima volta.» si disse «Devo salvare tutti!» urlò. Il potere del suo scettro stava spingendo quello della Regina Nera che si allarmò. Chi combatteva si fermò per vedere quello che succedeva. «No! Tu non puoi battermi, stupida bambina!» urlò la Regina Nera. «Invece si che posso.» disse Mirana con sicurezza. «Perché io sono la nipote di Alice Kingsley. Io sono Alice Mirana Knigtley!» e il suo potere esplose, non si vide più nulla per qualche minuto. Mirana era caduta a terra e aveva lo scettro stretto in mano. Uno scettro nero le rotolò vicino e guardò avanti. C'era un'enorme scoglio di ghiaccio davanti a lei, e lì dentro c'era la Regina Nera bloccata. Non poteva muoversi. Mirana aveva vinto e salvato Sottomondo. Le guardie ritornarono bianche e posarono le armi scusandosi con tutti, Pinco Panco e Panco Pinco ritornarono normali, la gabbia sulla Regina Rossa scomparve e le ritornò la voce e alla Regina Bianca tornarono le braccia del tutto bianche; corse verso Mirana e la cinse in un abbraccio «Grazie piccola! Grazie Mirana!» La Regina Rossa stava dietro la Bianca con tutti gli altri e parve che si asciugò una lacrima di gioia, il Cappellaio la vide e fece un sorriso «La Regina Rossa che piange!» disse «oh! Non è vero, zitto.» disse lei incrociando le braccia al petto con aria altezzosa. La piccola Mirana prese lo scettro nero vicino a lei «è finita?» chiese «Si, tesoro, è finita.»

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Capitolo 18
*** Un ultimo saluto ad Alice ***


Mirana fu portata al castello della Regina Bianca più felice e forte che mai, ci furono festeggiamenti per tutto il giorno. Perfino la Regina Rossa si divertiva! Beh, anche se nessuno le parlava amichevolmente. Eppure, Mirana sentiva qualcosa... La nonna. Era ancora lì, stesa sul suo letto caldo con un malanno. La piccola si avvicinò alla Regina Bianca «Maestà... Come potrò tornare a casa?» La Regina si abbassò e con voce dolce e melodiosa le rispose «Puoi prendere una pozione, piccola. E quando vorrai, potrai tornare.» «Si ma.. Sa, la nonna voleva rivedere il Cappellaio... A tutti i suoi vecchi amici, suppongo.» La Regina pensò alcuni minuti «So come far venire anche loro! Però non possiamo stare al lungo. Tu resterai lì invece.» La piccola Mirana annuì felicemente e insieme alla Regina Bianca chiamò gli altri. Salirono su fino all'ultimo piano del castello, ed entrarono nella torre più alta, una stanza circolare dalle mura bianche e il pavimento a scacchi bianchi e neri. C'era qualcosa al centro della stanza che era coperto da un telo. La Regina Bianca si avvicinò e si scoprì uno specchio pulitissimo. «Come faremo a passare...?» stava chiedendo Mirana «Funziona proprio come quello che usò tua nonna per arrivare la prima volta qui a Sottomondo» disse velocemente la Regina. «Dopo di te» disse facendo entrare per prima Mirana. Oltrepassò lo specchio un po' titubante, e si ritrovò nella soffitta della casa di sua nonna. Subito dopo uscirono dallo specchio tutti gli altri. «Andiamo dalla nonna!» esclamò Mirana aprendo la porta e scendendo le scale. Li portò davanti alla porta della stanza di nonna Alice e disse «Aspettate un attimo, forse dorme.» ed entrò lasciando gli altri fuori. «Nonna? Nonnina? Sono io, Mirana» Nonna Alice aprì piano gli occhi e fece un dolce sorriso «Piccola mia... Manchi da un giorno intero... Cosa ti è capitato?» chiese accarezzandole il capo. Mirana sorrise «Sono stata nel Paese delle Meraviglie, nonna, a Sottomondo! Ho salvato tutti con l'aiuto dei miei nuovi amici e... Ho una sorpresa per te» Nonna Alice non capì al volo e aspettò che la piccola le facesse vedere la sorpresa «Potete entrare» disse a qualcuno. La Regina Bianca entrò per prima, seguita dal resto dei vecchi amici della nonna, infine entrò il Cappellaio. «Alice..» disse la Regina Bianca sorridendo «stai bene?» «Certo che sta bene!» tuonò la Regina Rossa che si era avvicinata per vedere l'anziana Alice Kingsley, e subito iniziò a rattristarsi, il perché non lo sapeva. «Oh... Siete davvero tutti qui?» chiese nonna Alice «Si, Alice, davvero tutti.» disse il Cappellaio matto avvicinandosi «Cappellaio! Sei davvero tu? Mi sei Man...» «Oh Alice! Sei mancata un sacco anche a me, non sapessi com'era brutta Sottomondo senza di te! Senza la tua Moltezza!» «Cappellaio!» esclamò nonna Alice come per tranquillizzarlo «allora... Cos'hanno in comune un corvo e una scrivania?» Al Cappellaio vennero le lacrime agli occhi, si avvicinò a nonna Alice e glielo sussurrò nell'orecchio «oh.. Solo questo?» chiese nonna Alice con una debole risata «Sei matto...» «Esatto, sono io, il tuo fedele Cappellaio Matto, pronto a festeggiare il tuo non-compleanno con una calda tazza di thè.» disse il Cappellaio togliendosi il Cappello e facendo un inchino. Ed eccoli tutti lì, riuniti, per dare un ultimo saluto ad Alice. La Regina Rossa, la Regina Bianca, Pinco Panco, Panco Pinco, Bianconiglio, Stregatto, Mayankin, Brucaliffo, il Cappellaio Matto, il Lepronte e sua nipote, Mirana. La nuova salvatrice di Sottomondo. Era l'ora dei saluti, ad uno ad uno si avvicinarono al letto di Alice. «Sarai sempre la piccola Alice Kingsley che salvò tutti noi.» disse la Regina Bianca. «io, Pinco Panco..»disse un gemello «e io Panco Pinco» disse l'altro «ti salutiamo e ti vogliamo bene» dissero insieme. «Sei la piccola bambina bionda che cercò di dipingere le mie rose di rosso... Mi mancherai... Ehm...» disse la Regina Rossa. «Alice, ricorda sempre che il miglior modo di viaggiare è a cappello, non dimenticarti del corvo e della scrivania e...» e sottovoce aggiunse «abbasso la Mapocciona Caledetta» lì Alice fece un sorriso. «È tardi Alice, è tardi e ho fretta assai!» disse il Bianconiglio lasciando il suo orologio da taschino nella mano di Alice. «mi mancherai, zuccona.» disse Mayankin. «S-Sei in ritardo per il thè!» piagnucolò il Lepronte. «Ci rivedremo, Alice» disse il Brucaliffo «Alice, sarai sempre la Benvenuta a Sottomondo» disse lo Stregatto fluttuando. Infine Mirana si avvicinò «Visto, nonnina? Sono venuti per te!» «si, sono venuti qui per me... Per salutarmi... Verrò anch'io un giorno, nel Paese delle Meraviglie..» disse nonna Alice sorridendo «Mi mancherete tutti...». Dopo aver salutato tutti quanti la loro Alice, tornarono allo specchio, alcuni piangevano e altri, come la Regina Rossa si trattenevano, anche se sapevano che prima o poi sarebbero crollati in lacrime. «Mirana, noi ti aspettiamo» disse la Regina Bianca alla piccola nipote di Alice «So che tornerai... Ti basterà, scendere dalla tana.» e le diede un bacio nella guancia ed attraversò lo specchio. Il Cappellaio era l'ultimo, si abbassò all'altezza di Mirana e le prese una manina «Sai dirmi perché i tramonti son pupazzi da legare?» chiese. «Non ne ho la minima idea Cappellaio... Non ha senso...» rispose Mirana sorridendo. «Non deve avere, infatti.» e si alzò «Buon viaggio a rivederci, Mirana» e anche lui attraversò lo specchio. Mirana era rimasta lì da sola, scese le scale fino alla sala da pranzo e si tuffò fra le braccia della madre, che vedendo il suo abito rovinato e i capelli scompigliati chiese «oh, tesoro, dove sei stata tutto il giorno? E cos'hai combinato?» «Sono stata nel Paese delle Meraviglie, mamma! Sapessi com'è bello!» rispose la piccola senza staccarsi da lei. Intanto, nonna Alice stava ancora pensando ai saluti dei suoi amici... Chiuse gli occhi... E decise di restare nel Paese delle Meraviglie per sempre. FINE. ~

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