Ho bisogno di te

di Jack RedFlag
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Diverso da quello che ti aspetti ***
Capitolo 2: *** Il mio cuore tutto tuo ***
Capitolo 3: *** Brutta sensazione ***
Capitolo 4: *** Predizioni e morte ***



Capitolo 1
*** Diverso da quello che ti aspetti ***


-ragazzi è pronta la cena!- urlò Sanji dalla sua cucina,sapendo con certezza di essere sentito da tutti i suoi nakama. Cena però, a dispetto delle loro abitudini, piuttosto misera: un semplice primo fatto di pasta e sugo speziato. -Sanjiiii ma io ho ancora fame!- si lagnò il capitano come ogni pranzo e cena da ben tre settimane circa a questa parte. -Lo so Luffy ma non ci posso fare niente, le scorte di cibo sono ormai quasi tutte finite. Se vogliamo tirare ancora un po' avanti, dobbiamo mangiare il minimo indispensabile-
-Mi cucini qualcos'altro? Un po' di carne magari!- disse il mugiwara con la sua solita innocenza mentre esplorava le fauci del suo naso col mignolo sinistro.
-POSSIBILE CHE TU NON MI STIA MAI A SENTIRE?!- ringhiò furioso il biondo.
-Oh sopracciglio arricciato, fa' il tuo dovere e versami un po' di saké- intervenne lo spadaccino mentre indicava il suo bicchiere vuoto.
-scordatelo marimo, non sono il tuo cameriere-
-sì che lo sei, è l'unica cosa che sai fare bene!-
-Ah! Senti chi parla. So maneggiare meglio io i coltelli che tu le tue stupide spade!-
-Vogliamo vedere?! Taci o ti taglio a fettine, cuocastro!-
-provaci testa d'alga e ti spedisco in mare con un solo calcio!-
Mentre la stanza veniva invasa da cori, scommesse e risate a causa dei due litiganti, una figura esile dai lunghi capelli rossi, più silenziosa che mai, sgattaiolava fuori dalla cucina.
Sanji, dalle spalle di Zoro, intravide Robin che osservava con aria insolitamente preoccupata la sua sorellina che si era congedata con un semplice 'sono stanca, vado a letto'.
-vorresti dirmi che sei capace di battermi? Ma non farmi ridere!-
Sanji ignorò quest'ultima provocazione e seguì, col suo, lo sguardo di Robin; dall'altra parte vi trovò nient'altro però che una porta chiusa. Mentre cercava di capire il motivo della preoccupazione dell'archeologa, notò che il capitano aveva ripreso a masticare.
-Cosa stai mangiando, Luffy? Non ti ho dato niente-
-Namgnian ishtuo viauo...-
-Quante volte ti ho detto di non mangiare con la bocca piena?!- gli sgridò Usopp, dandogli un pugno.
Notando le difficoltà di Sanji nel capire quello ad il capitano gli stava dicendo, Robin intervenne spiegandogli che la navigatrice aveva ceduto il suo piatto al mugiwara e che sarebbe andata a letto. Ancora una volta, pensò Sanji, ancora una volta non aveva mangiato niente. In un primo momento, aveva arrocciato la sua mancanza d'appetito al fatto che non gli piaceva il cibo che lui cucinava. A causa delle poche scorte rimaste, il biondo doveva limitarsi a ricette semplici che per niente si addicevano ad una principessa dal palato fine come la sua Nami. La pesca poi, non fruttava granché; ma pensò che doveva esserci dell'altro.
 Osservò poi gli altri suoi nakama, non sembravano per niente preoccupati della situazione che per quasi tre settimane si era presentata loro: erano diciannove giorni che non avvistavano un'isola o un qualsiasi pezzo di terra. Il cibo, l'acqua, il carburante e persino le scorte di cola illimitate di Franky stavano per cessare; eppure erano lì che bevevano, cantavano, ballavano a suon di musica che Brook eseguiva con piacere. Anche Robin sembrava non soffrire della situazione, anche se passava giornate intere a decifrare quello strano libro che un anziana, conosciuta sull'ultima isola visitata, le aveva dato. Tutti tranquilli insomma, forse perché si fidavano ciecamente della loro navigatrice. Già, dev'essere questo, pensò Sanji.
-Nami si sente in colpa...- disse l'archeologa dando voce ai suoi pensieri, mentre sorseggiava la sua bevanda calda e fumante.
Sanji riportò il suo sguardo alla bella corvina. -crede che sia colpa sua se ancora non siamo riusciti ad attraccare da qualche parte...- Robin parlava sicura che il cuoco fosse l'unico ad ascoltarla.
-che idiozia...- commentò tra sé il biondo. Non era certo colpa di Nami se erano finiti in quelle strane acque del Nuovo Mondo. Nemmeno il nuovo Log Pose della navigatrice serviva a qualcosa. 
-ed in fondo...- fece ancora l'archeologa -è questo il suo compito, essendo la navigatrice, no?-
La domanda di Robin spiazzò Sanji:come poteva credere che fosse colpa di Nami se si trovavano in quella situazione? Senza rendersene conto, aveva dato voce ai suoi pensieri quasi gridando. Gli altri nakama guardarono sbigottiti la sua reazione nei confronti di Robin; calò il silenzio in cucina.
 Persino Luffy aveva smesso di perlustrare il suo naso.
-aspetta Sanji, non fraintendermi...- replicò la donna, posando la mano su quella del cuoco per cercare di calmarlo; in un'altra occasione, per quel gesto, Sanji avrebbe spruzzato sangue d'appertutto ma quando si trattava di Nami, della sua dolce e meravigliosa nakama, avrebbe rinunciato anche ad entrambe le sue mani per difenderla. In quel momento, senza neanche rendersene conto, guardava truce l'archeologa che capì di aver usato dei termini sbagliati per spiegare la situazione dal suo punto di vista. -... Quello che volevo dirti è che Nami ha tutto il diritto di sentirsi in colpa, anche se di colpe non ne ha. La conosciamo bene tutti noi, è orgogliosa e testarda, anche quando crede di aver commesso uno sbaglio nessuno riesce a convincerla del contrario. Io ci ho già provato ma lei, essendo la navigatrice, sente tutto il peso di questa responsabilità ed io non posso biasimarla...- disse Robin. Nel suo sguardo si poteva ben leggere preoccupazione e rammarico.
-La nostra navigatrice è SUPER!- urlò Franky mettendosi in una delle sue solite pose. -Ho piena fiducia in lei!-
Come Franky, Usopp, Chopper e Brook annuirono sommessamente.
-Yohohoho e chissà, magari dopo quest'avventura, la bella Nami mi farà finalmente vedere le sue mutan..!-
-TACI PERVERTITO!- ringhiò Sanji, dandogli un calcio in pieno volto.
-ahia... La mia povera  guancia... Anche se, essendo uno scheletro le...-
-Le guance non ce le hai. Lo sappiamo Brook!- finì la renna la frase al posto suo causandogli uno stato di depressione istantanea. 
-Non farlo mai più, Chopper... Mai più...-

Finita la cena e lavato i piatti, Sanji posò in un piatto un pezzetto di torta al mandarino che era riuscito a preparare e a nascondere in frigo, per evitare che venisse divorata da qualcuno dei suoi compagni. Pensò che le avrebbe fatto piacere  mangiarla e mettere qualcosa sotto i denti, tralasciando il fatto che sarebbe stata l'occasione ideale per darle un po' di conforto.
Si avviò verso la camera delle ragazze e bussò alla porta dopodiché, ricevuto il permesso, vi si affacciò all'interno. Vi trovò solo Robin intenta a leggere quell'insolito libro; gli spiegò che si trovava probabilmente nello studio. L'uomo diede la buonanotte alla nakama e si diresse verso la stanza che per Nami era la più sicura e silenziosa dell'intera Sunny. In queste tre settimane, pensò Sanji, vi si era rinchiusa spesso per studiare una rotta, un modo qualsiasi per uscire da quelle acque, o semplicemente per starsene un po' da sola e pensare.
Prima di entrare, bussò alla porta senza ricevere risposta. Cercò di fare il meno rumore possibile quando vi entrò. La trovò chinata alla scrivania, con la testa piegata tra le sue braccia, come per proteggersi da chissà quale pericolo. Così indifesa e piccola. Era impossibile, per chi non la conoscesse, credere che una donna così bella e dolce come un angelo, riusciva a tenere al guinzaglio due teste calde come il marino e Sanji; credere che una delle ciurme più pericolose del Grande Blu e del Nuovo Mondo, temesse di farla arrabbiare per evitare di incappare in uno dei suoi poderosi pugni.
Sanji posò il piatto con la torta sulla scrivania, ed osservò i lineamenti del suo corpo che cresceva e rimpiccioliva a causa dei suoi respiri profondi e regolari. Dormiva.
Chissà cosa starà sognando, pensò il cuoco. Lui e Nami che correvano felici in un campo ricolmo di fiori; Nami che lo stringe tra le sue braccia lasciandolo inebriare dal profumo della sua pelle e dal suono della sua voce che sussuravano 'Sono tua Mr Prince'; lui che tempestava di baci il corpo scultoreo della bella Nami.
Erano questi i pensieri ricorrenti del cuoco che anche in quel momento lo rendevano felice a tal punto da paralizzarlo e perdere qualche gocciolina di sangue dal naso.
Un grugnito soffocato della rossa lo fece rinvenire dai suoi sogni ad occhi aperti. La osservava preoccupato ma al tempo stesso felice perché potè accarezzarla con tutta la dolcezza di cui era capace senza che questa lo prendesse a pugni; si chinò su di lei e le diede un rapido bacio tra i capelli, che con grazia le cadevano sulle spalle.
-come sei bella...- sussurrò. Erano passati chissà quanti istanti da quando era entrato, per lui interminabili, ma non aveva comunque intenzione di andarsene.
 Quando si sarebbe svegliata, ragionò il biondo, le avrebbe offerto il pezzo di torta; le avrebbe chiesto di sfogarsi, anche picchiandolo se necessario, e l'avrebbe poi riaccompagnata in camera non prima di averle confessato di quanto fosse fantastica, bella ed eccezionale. La donna che avrebbe sempre voluto al suo fianco; l'unica che lo aveva davvero fatto innamorare. Sanji prese una sedia e l'affianan alla sua destra, continuando a cullarla con la sua mano. La ragazza, forse percependo la presenza di qualcuno, lentamente dischiuse  il suo guscio, alzando la testa e facendo poi un lungo sbadiglio. Si voltò verso il cuoco che continuava ad accarezzarla nonostrante fosse sveglia, quasi come fosse ipnotizzato.
Nami poggiò la testa sulla mano sinistra e restò a fissarlo: -cosa stai facendo?- gli chiese, con un tono che Sanji si sarebbe aspettato rabbioso e offensivo ma che fu tutt'altro. Come colto inflagrante, si fermò spaesato ed intimorito. -Ahm... s-scusa. Ti ho trovata così e non... Beh ecco, non ne ho potuto fare a meno... Perdonami- disse tutto in un sol fiato. La ragazza aveva lo sguardo stanco e delle piccole occhiaie; segno che aveva pianto e non poco.
-Uhm...- fece la rossa, continuando a guardarlo. -ma non ti fermare- disse quando Sanji fece per allontanare la mano dai capelli della ragazza e venne trattenuto.
-C-cosa..?-
Nami, che aveva afferrato il polso di Sanji, riportò la mano sul suo viso chiudendo poi gli occhi. -Ne ho bisogno...- sussurrò, facendo un lungo sospiro.
Aveva un viso caldo, pelle morbida e vellutata. Era la prima volta che aveva l'onore di toccarla. Nami le aveva chiesto di accarezzarla? Aveva capito bene? Il cuore del povero cuoco prese a tamburellare ad un ritmo forsennato nel suo petto; gli mancava il fiato tanto che era emozionato e felice. Oggi una carezza, domani un abbraccio, e poi altre coccole e altri abbracci e ancora coccole..!
D'un tratto la sua mano era bagnata. Questa strana sensazione fece notare al cuoco che la sua bellissima dea stava piangendo. Maledizione, mentre lui perdeva tempo a fantasticare su delle sciocchezze, l'amore della sua vita aveva bisogno di qualcuno che la proteggesse; che le sussurrasse parole di conforto, che le facesse capire che lei non era sola e non lo sarebbe mai stata. Sanji prese il suo viso con entrambe le nami, asciugandole le lacrime; le si avvicinò portando la sua fronte a scontrarsi con quella della rossa.
-Ehi... Calmati piccola- sussurrò, mostrandole un intenso sorriso. Nami levò da terra il suo sguardo incrociando quello del cuoco; trattenne il fiato per un istante. Mai si era ritrovata così vicino alla sua bocca, al suo sguardo; così vicina a lui.
 -Siamo tutti con te, non devi sentirti sola o colpevole di qualcosa...- disse. I suoi occhi erano terribilmente seri e comprensivi. Nami faceva fatica a credere che si trattasse dello stesso irritante Sanji che faceva il cascamorto con qualunque donna carina.
-Ho insistito io per visitare queste acque, nonostante gli avvertimenti di quella anziana signora!- esclamò con voce roca -sono stata una sconsiderata, vi ho messo tutti in pericolo e...-
-E noi ti abbiamo seguito- l'interruppe, alzandole il viso per incrociare ancora una volta il suo sguardo. Nami si ritrovò a fare pensieri che mai prima d'ora aveva fatto sul cuoco. Arrossì leggermente. 
-Tu più di me dovresti sapere che siamo una famiglia e che le decisioni di un singolo nakama sono sempre condivise da tutti. E poi...- con la mano destra spostò il piatto con la torta avvicinandoglielo -ho cucinato questa. Nemmeno una donna straordinaria come te riesce ad avere una mente lucida a stomaco vuoto-
Il profumo che emanava quella torta era fantastico tanto da costringere lo stomaco di Nami a brontolare. La ragazza distolse lo sguardo schiarendo la voce, dall'imbarazzo. -Che ne dici? Ti va un pezzetto?- chiese il cuoco, tagliuzzandone una piccola parte. 
-S-si, anche se non ho fame...- rispose, tradita di nuovo dal suo stomaco che non la smetteva di brontolare.
La risata lenta e profonda di Sanji le sembrò bellissima. Probabilmente era troppo stanca, pensò, stava delirando.
 Il nakama  le porse la fochetta con un piccolo pezzetto di dolce che l'altra s'apprestò ad imboccare.
-cavolo Sanji! È buonissima!- urlò la navigatrice, regalando al cuoco uno dei suoi pochi ma sinceri sorrisi.
-mi fa piacere. Te ne farò delle altre, sempre più buone-
La ragazza annuì soddisfatta mentre divorava la sua torta. Sono riuscita a farla sorridere, pensò il cuoco, posso anche morire adesso. Solo una volta finito di mangiare, i due nakama s'accorsero che stavano ancora, pericolosamente, vicini l'un l'altra.
-ora...- fece incerta la rossa, visibilmente imbarazzata -ora sto bene, grazie Sanji- abbozzò un sorriso. Il ragazzo fece altrettanto, alzandosi prendendo il piatto ormai vuoto e spostando la sedia che aveva preso, lì dov'era prima. -Allora... Beh, devo andare. Ho il turno di vedetta stanotte- disse scocciato. -tra l'altro fa' piuttosto freddo. Sarà dura scaldarsi solo con la sigaretta- fece ironico.La ragazza sorrise
-sarà meglio che io vada a letto- disse, alzandosi a sua volta. -Ti accompagno in camera.-

Nami non credeva che il cuoco sarebbe riuscito a risollevarla in quel modo; che potesse essereo l'unica persona a poterlo fare. Anche Robin le era stata vicino, e tutti gli altri al loro modo. Ma Sanji era riuscita a darle quella sicurezza che mancava di avere ai tempi di Arlong, quando fu soccorsa da Luffy. Non l'avrebbe mai ammesso, forse nemmeno a se stessa, ma stare con quel damerino le piaceva. Sapeva essere ironico, protettivo, comprensivo e soprattutto riusciva a comprenderla. In tutto questo tempo, aveva dato per scontato le sue qualità.
-Eccoci...- fece Sanji, arrivati alla camera delle ragazze. 
-allora buonanotte piccola- disse, dandole un ultima carezza.
-AHIA!- Il pugno della navigatrice era più forte che mai -ma che ti prende?!- chiese supplichevole mentre si massaggiava la povera testa.
-Ti ringrazio per ciò che hai fatto ma spero che la cosa resti tra noi e che tu non ti azzarda a prenderti altre confidenze del genere!- ringhiò, chiudendosi poi la porta alle spalle e lasciando il povero cuoco sconvolto.
-ah, noto con piacere che ti sei ripresa, piccola ...-


-Robin, ancora con quel libro?- chiese Nami mentre si spogliava alla compagna che era impegnata nella lettura, seduta al suo letto. Solo allora notò la presenza della navigatrice. 
-Ciao Nami, vedo che ti sei ripresa- esclamò la corvina notando un insolito risolino sulle labbra. 
-Sì, Sanji mi ha portato una fetta di torta squisita!- 
-È solo per la torta che ti senti meglio?- continuò imperterrita l'archeologa. Nami cercò di nascondere il rossore alle guance causatole nel ricordare le carezze del cuoco ricevute pochi istanti fa'. 
-uhm... Beh, abbiamo parlato un po'.- 
-che vi siete detti?-
Accidenti, Robin quando ci si mette sa essere asfissiante, pensò la rossa.
-Perché tutte queste domande?- andò sulla difensiva -non sarai mica gelosa del mio bel cuoco?- fece sarcastica, lanciando un occhiata accondiscendente. La mora le rispose con un sorriso per poi guardarla incuriosita: -da quand'è che lo ritieni 'tuo'?- Nami rimase interdetta. -Che vuoi dire?-
-l'hai definito 'tuo bel cuoco'. C'è del tenero tra voi due?-
Eccola che riparte all'attacco, si disse Nami. Cavolo, non le si può nascondere niente! Che poi, usare termini simili per definire Sanji non era da Nami. Probabilmente le avrà messo qualcosa nella torta oppure era semplice stanchezza e stress. Sì, ovvio! Non le piacevano certo le sue mani calde, il suo fiato che rendeva piacevole persino l'odore del tabacco che fumava, il suo sguardo, il suo modo di fare, le sue attenzioni, il suo corpo e il suo... -Nami?-
Ok, qualcosa non andava. Per niente!
-A che stai pensando?-
-A quanto siano seccanti le tue domande...- fece brusca, sperando di chiudere in fretta l'argomento. 
-Ok, scusa- rispose Robin, all'apparenza dispiaciuta ma in realtà soddisfatta. Se Nami aveva reagito in quel modo, pensò, qualcosa bolle in pentola. Da dietro al libro, sorrise.
La navigatrice fece per coricarsi quando venne di nuovo interrotta dall'archeologa: -vuoi che prenda io il tuo posto per il turno vedetta?-
-Non è il turno di Sanji?-
-No è il tuo, Nami-
L'archeologa si alzò dal letto e portò con sé il libro. -sarebbe il terzo giorno consecutivo per lui. Ieri si premurò di prendere anche il mio turno. Direi che possa bastare no?-
Che stupido che sei Sanji, si ritrovò a pensare la rossa. -aspetta Robin, vado io- disse, prendendo una coperta soffice dall'armadio. -È il mio turno d'altronde-
-ma sei sicura di stare bene?- chiese ancora la sorellona, stavolta senza malizia. Era davvero preoccupata per lei, visto il suo comportamento di poche ore fa'.
-Si tranquilla, e grazie- detto questo, uscì dalla stanza con di nuovo quel strano risolino sul volto. 
-Forse ci sei riuscito, Sanji...- si disse la mora.

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Capitolo 2
*** Il mio cuore tutto tuo ***


-che ci fai qui?- fece Sanji, mentre si accendeva una sigaretta, seduto sotto l'albero di mandarini.
L'aveva sentita arrivare; avrebbe saputo riconoscere tra mille il suo passo felpato che ben si addiceva alla sua fama.
Nami, dal canto suo, rimase stupìta di come questo riuscisse ogni volta ad accorgersi della sua presenza.
-potrei dirti la stessa cosa- rispose, con le braccia conserte e disappunto nel suo tono -é il mio turno di guardia, non il tuo!-
L'uomo cercò di fingersi sorpreso: 
-dici sul serio?-
-non fare il solito gentiluomo e va' a dormire- esclamò la rossa, stringendosi ancor di più nella copertina che aveva sulle spalle.
-non ho sonno...- fece un tiro alla sigaretta, lasciando fuoriuscire il fumo dal naso -prendo volentieri il tuo posto-
Eh no, gli era già grata per quello che aveva fatto poco fa'; a Nami non piaceva apparire debole agli occhi dei suoi nakama, lo sfogo con Sanji era stato un errore.
-non ho bisogno del tuo aiuto- disse -ce la faccio a controllare la nave da sola-
L'uomo le rivolse il suo sguardo, sembrava divertito. 
-non ho dubbi mia dolce Nami, è solo che vorrei rimanere qui se non ti dispiace- scrollò le spalle.
La donna capì ben presto che non c'era verso di schiodarlo da lì; di certo non gliel'avrebbe data per vinta.
Restare, quindi, di nuovo in sua compagnia da soli? Oh andiamo, riprenditi Nami! Che sarà mai? È un tuo nakama, punto. Perché tutta questa apprensione?
La rossa sbuffò sonoramente e prese posto al suo fianco.
-ti ringrazio...- sussurrò tra sé il biondo.
Dopo qualche minuto in cui si malediceva per aver portato solo una misera copertina per scaldarsi, Nami si ritrovò a fissare un piccolo mandarino sul suo albero che aveva una forma atipica.
-l'hai notato anche tu?- disse, accortesi che Sanji guardava nella sua stessa direzione.
-Uhm... Strano eh?- fece il biondo.
 Dopo un istante, gettò in acqua la sigaretta ormai finita e si levò da terra, raccogliendo poi il frutto.
Nell'alzarsi, aveva leggermente urtato la spalla della navigatrice che si fermò a rimuginare sul corpo atletico del suo nakama.
Riflettè che non lo aveva mai visto a dorso nudo come successo molte volte, invece, con Zoro e Luffy.
Chissà com'è, si chiese, rispetto ai due anni passati è diventato molto più robusto.
Ma che razza di domande si poneva?!
Intanto Sanji, per qualche minuto scrutò con attenzione il mandarino, increspando le sue labbra in un sorriso soddisfatto una volta intuito la forma a cui assomigliava.
-guarda Nami...- glielo mostrò -è un cuore!-
Questa rimase sorpresa nel constatare che il cuoco avesse ragione; vedendo lo sguardo incuriosito della rossa, Sanji prese di nuovo posto al suo fianco e glielo rese.
-ti piace?- le chiese, sorridendole. 
Aveva le labbra leggermente imbronciate, per capire come avesse potuto il suo prezioso albero concepire un simile mandarino.
Se lo rigirava tra le mani come se la soluzione di un simile arcano si celasse al suo interno. 
È così bella, si ritrovò a pensare Sanji; è così che giochi col mio cuore, mia dolce Nami: lo tocchi, lo sfiori, mi fai sentire tuo per poi allontanarmi. Mi tieni al guinzaglio, ti fai amare ma non ricambi se non per illudermi; ci ho fatto l'abitudine e per certi versi mi piace...
Ma come quel frutto, prima o poi diventa marcio. Il mio cuore, dolce Nami, prima o poi si stanca d'esser trattato come un gioco.
-dì la verità, è opera tua?- esclamò d'un tratto la rossa, cogliendolo imbarazzato.
-C-come? Opera mia?-
-Sì, una delle tue trovate da damerino per dirmi quelle cose lì...- disse gesticolando con noncuranza.
Per un attimo, Sanji aveva l'impressione che la sua dolce Nami non sapeva cosa significasse amare qualcuno. Certo, lei amava Nojiko e sua madre Bellmer, e amava i suoi mandarini; ma il concetto di amore per Sanji era totalmente diverso dal suo in questo caso.
-Mi spiace ammetterlo mia dolce Nami...- rispose, prendendo un altra sigaretta e, portandosela alla bocca, disse -ma questa non è opera mia. È un caso-
-è il caso vuole che entrambi ci sediamo qua fuori e notiamo questo strano mandarino a forma di cuore?- fece sarcastica.
-Più che caso, lo definirei... Destino-
La rossa lo guardo accigliata.
-Non credo nel destino- si affrettò a replicare con un velo di tristezza negli occhi.
-Perché?- chiese l'altro incuriosito, mentre osservava le mani della rossa che... Accarezzavano il cuore.
-Perché è triste credere che tutto sia già scritto. È triste vivere nella convinzione che qualunque scelta che io compia sia in realtà già stata decisa. Non credi?-
-Beh, questo è un modo triste di vedere la cosa...- rispose il biondo, sbuffando il fumo -dal mio punto di vista, uno strano ragazzo con un bizzarro cappello di paglia in testa mi ha dato l'opportunità di realizzare i miei sogni... Il destino ha fatto in modo di incontrarlo e di intraprendere con lui questo viaggio- continuò, stavolta fissò gli occhi nocciola e intensi della navigatrice incuriositi ed a tratti, potè giurarci, ammirati da lui.
Si sentì quasi in imbarazzo.
-il destino vuole che su quella nave, ci fossi anche tu-
La rossa trattenne per un attimo il respiro, era... nervosa. Non avrebbe retto un'altra delle sue solite dichiarazioni d'amore.
Sanji distolse il suo sguardo e fece una risata amara, come se volesse rimangiarsi e allo stesso tempo gridare al mondo ciò che le stava dicendo.
-E bene, se la mia vita è stata già scritta dall'inizio alla fine, non m'importa; perché questo stesso destino già scritto mi ha dato la possibilità di conoscere dei veri amici, di esplorare terre e mari bellissimi, di incontrare il mio vero amore-
La bomba era stata sganciata e Nami si sentiva così piccola. Possibile che provasse tutto questo per lei?
-E sono felice così- finì poi,poggiandosi anche con la testa al muro e lasciando fuoriuscise altro fumo dalla bocca; Nami posò gli occhi sul cuore che teneva tra le mani.
Ora, anche per lei sembrava che si trattasse del cuore del suo nakama.
-Come fai ad essere felice...- sussurrò la donna in un moto di colpevolezza.
Sì insomma, un po' mi dispiace di trattarlo sempre così; di illuderlo.
Ma non ci poteva fare niente, non era fatta per... amare?
-Delle volte me lo chiedo anch'io- disse, seguito poi da una risata lenta e contenuta.
-Beh se non altro ti consoli con altre donne, eh Sanji?- esclamò con ritrovato vigore colpendolo scherzosamente alla spalla -ho visto come ti affascina Robin, non negare!-
L'intento della rossa è quello di sdrammatizzare la situazione, capì Sanji.
-Robin è davvero una donna bellissima- confermò il biondo sorridendo con lei.
-È incantevole e affascinante!- continuò, allargando vistosamente le narici e formando un cuore al posto del suo unico occhio visibile.
Eccolo qui il Sanji innamorato, pensò la rossa con fastidio.
-Ed è così graziosa mentre beve il suo the prefer... AHIA!-
Nami si massaggiò la mano con la quale aveva colpito in testa il cuoco; il freddo l'aveva intorpidita.
Sanji, vedendola dolorante, si apprestò a soccorrerla racchiudendo la mano tra le sue. Cercò di ignorare il bernoccolo formatosi sul capo.
-Sei gelata mia dolce Nami, devi stare attenta. Le tue mani sono preziose, un giorno disegneranno la cartina del mondo- disse, mentre le sfregava per riscaldarle.
La rossa lo guardava con un velo di tristezza e rabbia negli occhi.
-dici di amarmi, cuoco, ma poi non perdi tempo a fare moine per altre donne-
Sanji la guardò sorpreso: era gelosa?
-so cosa stai pensando e no, non sono gelosa- fece con stizza.
Il biondo non nascose il suo disappunto.
-Ma sono delusa- continuò subito dopo. Liberò la sua mano e con l'altra restituì il cuore di mandarino.
-Non so quale sia il sentimento che ti lega a me, ma di certo non è amore- concluse, stringendo la copertina alle sue spalle mentre si alzava per affacciarsi al mare aperto e respirare un po' di salsedine.
Ne aveva abbastanza del profumo fatto di tabacco e spezie di quell'uomo.
Sanji continuò ad osservarla come un indefesso e cercò di metabolizzare quanto accaduto.
Cosa poteva farci se amava trattare come una dea ogni singola donna? Non lo faceva di proposito, gli riusciva naturale. E poi, lo faceva sentire uomo.
Un uomo DEVE considerarle come esseri speciali da trattare con cura. 
Nami non lo poteva capire, o non si sforzava di farlo.
Lei non era solo una dea, lei era la regina, l'imperatrice del suo cuore!
Sanji la seguì subito dopo, portandosi alle sue spalle e chiudendole ogni via di uscita con le braccia che si aggrappavano alla ringhiera della Sunny.
Nami inspirò di nuovo il suo gradevole odore e chiuse gli occhi nel farlo; gli piaceva tutto sommato, la sua presenza riusciva a tranquillizzarla.
-Lo sai che non è vero, Nami- sussurrò al suo orecchio, facendola rabbrividire.
-C-cosa fai, Sanji?-
L'uomo gettò via la sigaretta e posò le mani sui suoi fianchi prosperosi.
-Voglio te e soltanto te-
La ragazza si ritrovo a girare su se stessa e a ritrovarsi faccia a faccia con lui, a pochi centimetri dalla sua bocca.
D'istinto posò le mani sul suo petto e fu allora che sentì i suoi pettorali tonici, gli addominali scolpiti, e un basso ventre niente male.
Arrossì vistosamente cercando con non troppa forza di liberarsi dall'abbraccio di Sanji.
-Cosa... c-cosa ti viene in... in mente?!-
Il biondo restò in silenzio e prese con il pollice e l'indice sinistro il mento della navigatrice facendole alzare gli occhi verso i suoi.
-Pensi che consideri te e Robin o qualunque altra donna, allo stesso modo? Ti sbagli piccola-
La sua voce era roca e sensuale; Nami non aveva più freddo e non voleva più andarsene da quella presa.
-E allora perché...-
-Forse esagero ai tuoi occhi, ma sono disposto a cambiare, mia regina. Tu sei la mia sirena, il mio All Blue. Il mio sogno, il mio tutto-
Non riusciva più a reggere quella vicinanza, voleva scappare via.
-Sanji io non...-
Le sue labbra sono così morbidi, la sua lingua così calda, la sua bocca così accogliente.
Nami non capì come, ma lo stava baciando ed era come una liberazione.
Finalmente potè assaggiarlo, finalmente potè farlo suo quel cuoco da strapazzo! Ed era dannatamente buono...
Stringeva i suoi capelli e lo attirava a sé il più possibile; le loro lingue si intrecciavano tra loro, si allontanavano per poi ritrovarsi. In quel bacio non c'era nulla di casto o dolce ma pura disperazione nel volersi a vicenda.
Le mani del biondo, però, erano salde sui suoi fianchi; non voleva osare troppo Sanji per paura di mancarle di rispetto. Nami invece tastava il suo corpo nei minimi particolari, mossa da un irrefrenabile curiosità di sapere cosa nascondeva il suo cuoco sotto la solita tenuta elegante che indossava.
Dovevano riprendere fiato, si staccarono ansimando vistosamente.
-Non trattenerti, cuoco...- sussurrò maliziosa la rossa, lasciando scivolare a terra la copertina che sino a quel momento le aveva coperto le spalle.
Si liberò della presa e cominciò a dirigersi in cucina, trascinando per il colletto l'ormai eccitato a mille Sanji, che emanava cuoricini dappertutto.


-Nami? Ehi Nami, svegliati!-
Una voce femminile la fece svegliare di soprassalto e in risposta borbottò con la bocca impastata dal sonno qualcosa di incomprensibile;  lentamente riaprì gli occhi e si trovò ad incrociare lo sguardo della sua sorellona.
-Nami, tutto bene?- fece Robin con aria preoccupata.
-vuoi che chiami Chopper?-
Nami ancora non aveva metabolizzato bene il tutto: si trovava in cucina con Sanji quando lui l'ha distesa sul tavolo e...  si ritrova qui con Robin a tastargli le tempie per capire se avesse la febbre.
Possibile che avesse sognato tutto?
-Robin, dov'è Sanji?- chiese incerta la rossa. Aveva la testa che le scoppiava.
-Sanji è tornato fuori dopo averti portata qui. Dice che stavate parlando quando ti sei addormentata di colpo.  Mi ha chiesto di non farti alzare per nessuna ragione- disse sorridendo.
-Quindi l'ho sognato?!- fece, quasi  terrorizzata all'idea di desiderarlo in quel modo.
-sognato cosa?-
Si portò le mani alla bocca e dopo un 'niente niente' poco convinto, rimboccò le coperte e cadde subito nel sonno più profondo. Doveva essere piuttosto stanca, pensò Robin.
Domani, si promise la rossa, avrebbe dimenticato tutto.
Mentre l'altra cercava di riposare, Robin puntò gli occhi su quel strano mandarino a forma di cuore che Nami stringeva inconsciamente nella mano.

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Capitolo 3
*** Brutta sensazione ***


-TERRA! TERRAAA!-
Le grida di Usopp riecheggiarono per tutta la Sunny e, come l'effetto di una sveglia alle sei del mattino, tutti i mugiwara si ridestarono dalle loro faccende quotidiane e accorsero fuori per accertarsi che non fosse uno scherzo.
-Il nasone ha ragione, finalmente un po' di terra ferma...- commentò Zoro con un ghigno beffardo sulle labbra. Finalmente avrebbe potuto sbronzarsi bevendo del gustoso sakè in un bar del posto.
-Ah aaaah è l'inizio di una nuova avventura, compagni!- urlò invece il capitano, seduto come al suo solito sulla polena della nave, sbracciandosi felice a più non posso.
Tutti gli altri tirarono un sospiro di sollievo; potevano spendere tutti i berry necessari, spiegò la navigatrice, l'importante era rimettersi in carreggiata.
Mentre spartiva in parti uguali il denaro, Sanji notò che il Log Pose di Nami aveva già caricato il campo magnetico dell'isola dove a breve avrebbero attraccato.
-In effetti è strano...- disse la rossa dopo che Sanji gliel'aveva fatto notare -è la prima volta che succede. Non avevo mai registrato un isola così velocemente. Di solito impiega mezza giornata o più giorni-
Franky dall'alto della sua statura, le si avvicinò di spalle e controllò anch'egli il Log Pose:
-forse è a causa dell'isola- disse il cyborg, attirando l'attenzione di tutti:
-magari ha un magnetismo così basso da rendere impossibile, anche al Suuupeeer Log Pose della sorella, di localizzarla-
-Questo spiegherebbe anche la registrazione così rapida della stessa-  intervenne Nico Robin, scrutando con attenzione quell'isola.
Non era molto grande, pensò, tuttavia ricolma di vegetazione.
Probabilmente non era nemmeno abitata, considerando il lungo viaggio che avevano fatto per raggiungerla. 
Tirarono quindi le due ancore a forma di zampa della nave e si prepararono per raggiungere l'isola;
-Ci penso io alla nave miei cari nakama yohohoho! Così potrò finalmente frugare con calma nei cassetti delle nostre bellissime compagne e sapere di che colore sono le loro mutan...-
-OSA SOLTANTO AVVICINARTI ALLA CAMERA DELLE MIE DUE DEE E TI USERÒ COME STUZZICADENTI, TUTT'OSSA DA STRAPAZZO!-
Detto questo, il caro Brook venne ripescato in mare da Franky e da Usopp.


-Davvero niente male- esclamò Zoro una volta raggiunta la bellissima spiaggia che gli si presentava. -Quasi quasi schiaccio un pisolino qui...-
-quella testa d'alga pensa solo a dormire, mi da sui nervi- borbottò Sanji rivolto alla bella corvina che intanto osservava insospettita l'ambiente circostante.
Al di là della spiaggia, si stendeva una lunga e fitta foresta mentre la riva era altrettanto lunga ed isolata.
-Aaaaaw Robin come sei bella così seria e concentrata!- esclamò il biondo, cominciando a ronzarle intorno, come il suo solito, in cerca di attenzioni ma venne puntualmente ignorato dall'altra chi si voltò verso gli altri.
-ragazzi, inizierei ad esplorare l'isola avanzando verso nord. Da quella parte- fece, indicando un punto non precisato alle sue spalle.
-mi piacerebbe farti un massaggio, per rilassare i muscoli e... AHIA!-
-Tieni a freno per un istante i tuoi ormoni, brutto idiota!- gli urlò di rimando la rossa, più innervosita che mai, sferrandogli un poderoso destro sul capo.
E menomale che per sarebbe cambiato!
-E sentiamo Robin- sospirò, cercando di riprendere il suo tono di voce naturale -perché partire da nord? Non converrebbe più dividerci e cercare insieme un...-
-No!- la interruppe brusca l'archeologa, lasciando Nami e gli altri basiti.
-io... ho una brutta sensazione, é meglio se restiamo tutti uniti- continuò incerta.
-C-che... Che genere di sensazione??- s'intromise Usopp timoroso, seguito a ruota da Chopper che si aggrappò alla gamba del nakama naso lungo: -Fai paura quando f-fai così, Robin...-
-In effetti...- fece Zoro incredibilmente serio -quest'isola non mi ispira molta fiducia-
La corvina regalò un sorriso riconoscente allo spadaccino che ricambiò con cenno di consenso.
-Bene allora! Ho tanta voglia di combattere ragazzi, andiamo!- urlò il capitano iniziando a correre verso ovest, alla destra di Robin.
-Ehi Luffy, aspetta!- lo richiamò Nami, senza risultato.
-Luffy dove corriiii?!- Usopp gli corse dietro, trascinandosi senza volerlo anche la piccola renna.
-Quella testa bacata non imparerà mai...- borbottò il cuoco, accendendosi una sigaretta.
-a questo punto propongo di dividerci, fratelli- disse Franky, guadagnandosi un'occhiataccia da parte dell'archeologa.
-Concordo- fece Zoro e, prima che gli altri potessero organizzarsi, andò incontro alla bella Nico Robin.
I loro sguardi s'incatenarono l'uno all'altra: -Tu Nami, assieme a Franky e al damerino, dirigetevi ad est. Ci rivediamo alla nave fra tre ore. Intesi?-
Per tutto il tempo, Zoro aveva tenuto gli occhi fissi alla sua nakama che, per niente intimorita, reggeva il suo sguardo senza problemi.
-ehi io non prendo ordini da te!-
protestò Sanji senza risultato, poiché Zoro e Robin se ne erano già andati.
-possibile che qui facciano tutti di testa propria?!- ringhiò la giovane navigatrice, lasciata sola con i due omaccioni a coprirle le spalle.
-Vedrai sorella, quest'avventura sarà SUPER!- fece Franky, con la sua tipica posa.
-spero che quel marimo deficente non tocchi o tratti male la mia ador... AHIA!-
Dunque, s'incamminarono anche loro verso est con un Sanji piuttosto malconcio.


-Suppongo debba ringraziarti spadaccino, sei l'unico che mi ha dato ascolto- fece Robin mentre seguiva Zoro che tagliuzzava la grossa vegetazione di quel bosco.
Era così fitta che rendeva impossibile guardare a un palmo dal naso.
-Non c'è motivo di ringraziarmi- rispose laconico -l'istinto, come il tuo, mi ha suggerito di stare in allerta. Perciò, prima scopriamo cosa c'è che non va qui e prima ce ne andiamo-
Robin si fermò per un istante ad osservare i movimenti, per certi versi eleganti, del suo nakama; le braccia scolpite che agitavano sapientemente la spada, lo sguardo serio e fiero di un guerriero, il coraggio e la grinta di un vero uomo.
Roronoa Zoro era un esemplare maschile senz'altro più unico che raro, in tutti i sensi.
Zoro sentì su di lui gli occhi di ghiaccio della donna; si voltò nella sua direzione e con l'unico occhio sano la squadrò da capo a piedi.
-c'è qualcosa che non va?- chiese, con il suo solito tono distaccato.
-oh niente...- rispose l'altra, con finta innocenza -pensavo che volessi stare solo con me- continuò, provocandolo.
A Zoro gli prese un colpo, bloccando il successivo fendente a mezz'aria. Si girò lentamente con uno sguardo tra il dubbioso e il curioso.
Avrò esagerato? Si chiese la corvina notando la reazione del verde.
-pensavi male- la freddò, riprendendo poi con la spada.
Se l'aspettava una risposta del genere; gli sorrise di rimando, suscitando allo spadaccino un carico di emozioni e perplessità.
Lo stava prendendo in giro? Da quand'è che era diventato lo zimbello per simili scherzi?
Non era la prima volta che Robin lo provocasse in quel modo. Cosa diavolo gli passasse nella testa, era un mistero che lui non sarebbe mai riuscito a svelare.
Eppure lo mandava in bestia: Zoro che da sempre era abituato a leggere le intenzioni dei suoi nemici o dei suoi compagni, gli riusciva difficile comprendere le motivazioni che la spingevano ad approcciarsi così a lui.
Una volta ci aveva anche provato a farsi avanti, a risponderle a tono ma in cambio aveva ottenuto degli insulti da parte del cuoco ed il suo silenzio. Da allora, iniziò ad ignorarla bellamente e a non far più buon viso al cattivo gioco.
-guarda Zoro!-
La sua voce lo ridestò dai suoi pensieri.
-Uh?-
-più avanti, c'è un villaggio!-


-HO FAMEEEEE! VOGLIO LA CARNEEE -
-E piantalaaaa! Anch'io ho fame, ma se non troviamo qualcuno ci tocca tornare alla nave e mangiare quello che è rimasto nella dispensa...- fece Usopp, continuando a guardarsi attorno sconsolato.
-con tutte queste piante non si vede un accidenti!-
Luffy, più sofferente che mai, continuava a lagnarsi tenendosi lo stomaco che brontolava tra le mani.
Chopper, aggrappato comodamente alla sua testa, guardava anche lui in giro spaesato ed a tratti intimorito. 
Iniziò a far uso del suo fiuto quando notò un profumo a familiare...
-*sniff sniff* ragazzi, sento qualcosa!- annunciò agli altri due, concentrato.
-cosa Chopper?-
-*sniff sniff*-
fa che sia cibo, fa che sia cibo, fa che sia cibo, fa che sia AAAHI, USOPP MI HAI FATTO MALE!-
Si formò un enorme bernoccolo sulla fronte del povero mugiwara.
-Sì non ho dubbi, é un odore umano quello che sento. Dobbiamo andare sempre dritto ragazzi!-
-se ci sono persone vuol dire che... Ehi, aspettami Luffy!!!-
-SI MANGIAAAA!-


Stavano camminando per circa mezz'ora sotto il sole cocente, soli in mezzo ad una distesa di sabbia e nulla.
-dalla nave, quest'isola sembrava molto più piccola!- commento il cyborg, asciugandosi la fronte impregnata di sudore.
-già... e come se non bastasse, il mio Log Pose ha ripreso a fare i capricci!- aggiunse la rossa, ticchettando sulle lancette della bussola.
-cioé? Che succede?- chiese un Sanji ormai sfinito e in camicia sbottonata, avvicinandosi a lei.
-guarda...- glielo mostrò e nel farlo, notò il fisico asciutto e ben messo del nakama.
Non adesso Nami, non adesso!
-F-funziona come... se stesse registrando il campo magnetico di quest'isola-
-ma non l'ha già fatto?-
Oh Nami, non hai caldo? Magari ti aiuto a slacciare il costume... Pensieri poco casti giungevano violentemente nella mente del povero cuoco, quando scrutava con attenzione ogni singola goccia di sudore che precipitava nella curva dei suoi due prosperosi seni.
-... del Log Pose. Capito?-
-tutto chiaro sorella!-
-Eh? AHIA!-
-odio quando non presti attenzione a quello che ti dico!-
Ripresero a camminare quando, dopo qualche istante, Franky, notando qualcosa di sospetto, si precipitò in avanti lasciando gli altri due indietro e interdetti.
-Ehi Franky, dove vai?!-
-Arrivo subito, sorellina!-
Dopo poco, Franky sparì dal loro campo visivo.
Fece un profondo sospiro per poi levare gli occhi al cielo, sconsolata:
-possibile che nessuno prenda in considerazione la mia opinione?-
-Qualcuno che pende dalle tue labbra, mia dolce Nami, c'é!- gli sussurrò all'orecchio il suo nakama, facendola arrossire.
In effetti, dopo quello che era successo la sera precedente, si meravigliò la rossa di come Sanji non si fosse presentato con la colazione a letto, magari accompagnata da una bella rosa rossa (come se ne procurasse, era un mistero) e da qualche coccola delle sue che le piacevano tanto.
-perché sorridi? Sei meravigliosa-
Ecco, l'aveva rifatto. Maledetto cuoco, riusciva a mandarla in confusione!
-Sanji, a proposito di ieri...-
-Sì lo so, ho sbagliato. Speravo tu potessi perdonarmi-
-non ricordo cosa sia succ... Eh?!-
La guardava con uno sguardo realmente provato, come se le avesse fatto chissà quale torto. Ma non era così, insomma, lui l'aveva baciata ma lei lo voleva!
-giuro che mai più mi permetterò di farlo... Hai la mia parola-
Era incredibilmente serio e Nami quasi aveva timore di chiedergli di cosa stesse parlando.
Stava per farlo quando la voce di una bambina coi capelli scuri bloccò entrambi.
-Ciao, chi siete?-

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Capitolo 4
*** Predizioni e morte ***


 *prima di lasciarvi al capitolo, ci tengo a ringraziare tutti i lettori che seguono questa storia e che l'hanno messa tra le ricordate, le seguite ed alcuni addirittura tra i preferiti! A voi va un grande ringraziamento per aver sinora sopportato e letto questo testo xD Vado, buona lettura!*



Il villaggio non era molto grande ed assomigliava più che altro ad un accampamento di fortuna con tende sparse a semicerchio attorno ad un falò. Non c'era nessuno nei paraggi e Zoro controllò se la legna dello stesso fosse ancora caldo.
-l'hanno utilizzato da poco, qui c'è qualcuno- disse, sguaniando una seconda spada.
-forse si sono nascosti spadaccino. Mostrarsi subito minacciosi non è una buona idea- commentò l'altra, guadagnandosi un'occhiata truce dell'uomo e il rinfodero delle sue spade.
-C'è qualcuno?- urlò l'archeologa -ci siamo persi, cerchiamo aiuto!
-Dopo qualche istante di silenzio, un'anziana signora uscì da una delle tende laterali e si avvicinò con passo lento ai due mugiwara.
Zoro instintivamente impugnò l'elsa della sua fedele Shusui appena ne avvertì la presenza.
-Salve viaggiatori, come posso esservi di aiuto?- disse con voce roca l'anziana.
Robin si voltò verso di lei, scrutandola con attenzione: piuttosto bassa ed esile, si reggeva con un bastone in legno. Capelli completamente bianchi, legati con un elastico giallo, che le scendevano sino ai piedi. Il suo viso era completamente segnato dalla vecchiaia, tuttavia gli occhi erano vispi e di un grigio profondo. Addosso aveva una lunga vestaglia arancione con degli strani disegni etnici rossi e bianchi.
-Salve signora, io sono Robin mentre lui è Zoro...-
-So chi siete, fate parte della ciurma del ragazzo col cappello di paglia- esclamò con leggerezza; d'altro canto, Robin ne rimase stupìta.
-Vi ho già visti, in passato-
-Visti?- fece Zoro anticipando la compagna.
-Sì spadaccino, visti-
Lo sguardo di quella vecchia era capace di gelare il sangue ad entrambi i nakama.
-lei conosce noi ma noi non conosciamo lei, signora..?-
-Delfi, chiamatemi Delfi-
Che razza di nome è? Pensò il verde, non togliendole nemmeno per un secondo gli occhi di dosso.
-Delfi, è sola su quest'isola?- continuò ancora la corvina.
-Certo che no, come avrà di certo constatato nel vedere questo nostro accampamento-
Detto questo, l'anziana avanzò impacciata verso una sorta di poltroncina di pietra, di fronte al falò.
Nel camminare, Robin e Zoro avevano notato che questa facesse completo affidamento al suo bastone per indirizzarsi. Dunque convennero insieme che l'anziana fosse priva della sua vista.
-sedetevi miei cari. Ho molto da dirvi su quest'isola e sul vostro futuro-
Una pazza, questo era quella vecchia, pensò Zoro.
Robin stette al suo gioco invece, senza fiatare; l'archeologa notò lo scetticismo negli occhi del suo nakama ma sapeva che non l'avrebbe lasciata da sola.
Infatti, poco dopo, prese posto al suo fianco, su un tronco d'albero.
-Questa è L'isola di Dodona. Divinità antica che si dice abbia fondato queste terre con il sacrificio di migliaia di uomini che la veneravano. L'isola è divisa in tre zone: l'accampamento dei bambini, dei giovani e questo, l'accampamento degli anziani.
-I giovani vivono la loro vita secondo rigide regole e seguono la via della contemplazione e della venerazione. I bambini, privi del potere, sono i sacrificabili ed é grazie a loro che Dodona protegge queste acque e quest'isola-
Bambini sacrificabili? Che intende dire?!
Il sangue ora ribolliva nelle vene di Zoro.
-Si parla di sacrifici umani?- chiese sconvolta l'archeologa, pur intuendo già la risposta.
-é il loro destino, mia cara-
-Tu lurida vecchia, come puoi far questo a dei bambini innocenti?!-
 sbottò lo spadaccino, preparandosi ad attaccarla con tutte e tre le sue spade.
-Aspetta Zoro!-
Le si parò davanti Robin, bloccandolo.
-Ha qualcos'altro da dirci-
-non mi importa, voglio farla fuori e radere al suolo questo posto!- disse accecato d'ira.
Anche Robin era infuriata ma cercava di controllarsi poiché, ci avrebbe messo la mano sul fuoco, ciò che la vecchia Delfi stava per dirle era molto più importante di quanto immaginassero.
-Fidati di me, spadaccino- le sussurrò, sicura che il suo nakama l'avrebbe seguita anche all'inferno se necessario.L'uomo grugnì, e le voltò le spalle. Avrebbe atteso la fine della storia dopodiché le avrebbe ficcato una spada nel petto per vendicare tutte le vittime innocenti di quel posto.
-Sei sveglia Nico Robin, tutta tua madre... Olvia, giusto?-
Robin non si capacitava di come potesse conoscerla, lei non era stata un pirata con una taglia sulla testa!
-Come fai a...-
-Te l'ho detto, io vi conosco- rispose laconica. -Comunque, ho un dono per te- disse, posando una mano nella sacca centrale della sua tunica. Vi estrasse un libro, all'apparenza molto antico, e lo porse alla mugiwara. 
Quest'ultima le si avvicinò per prenderlo: la copertina, in pelle, era di un marrone scuro e non vi era scritto alcun titolo.
-Questo, è il mio diario- disse -qui vi è raccolta la mia storia e i miei presagi. Sapevo che sareste venuti e sapevo che uno di voi mi avrebbe ucciso-
 continuò, guardando Zoro.
-La mia ora è giunta, ma lascia che ti faccia un ultimo regalo, Nico Robin...-
L'archeologa acconsentì con un cenno.
-Dodona custodiva un tesoro, un tesoro immenso si dice. Questo tesoro era però protetto da acque misteriose e oscure, e da un guerriero dalle incredibili capacità.
-Avanzate verso nord-est, nel mio diario c'è una mappa che vi aiuterà a raggiungerlo-
-Cos'è, una trappola?- esclamò Zoro.
-Potrebbe esserlo se non vi ritenessi capaci di affrontare questo viaggio. Siete forti e uniti, vi sto proponendo un'avventura che vi permette di mettere alla prova le vostra potenza e di guadagnare un bel po' di danari...-
Fu in quell'instante che i due nakama pensarono alla navigatrice. Lei di sicuro non vi avrebbe rinunciato.
-Esatto, Nami ne sarebbe felice-
Zoro, incredulo, affiancò l'archeologa e si rivolse all'anziana: -leggi anche le nostre menti adesso? Chi sei?!-
-Sono un oracolo e discendo dalla famiglia della dea Dodona acquisendone dunque i suoi poteri. Ne eravamo sette, ma a poco a poco sono tutti morti. Io sono l'unica rimasta-
-tra i giovani- intervenne Robin -ce ne sono altri come te?-
-Sì, tutti tranne i bambini, ma in pochi possono vantare di prendere il mio posto di guida...-
Zoro le si avvicinò con passo deciso e le mostrò la spada nera.
-Hai ucciso non so quanti bambini in nome di una divinità che non esiste- fece, con tono accusatorio -è giunta la tua ora, vecchia- sussurrò per poi trafiggerla nel petto. La morte fu instantanea, non degna di lei pensò lo spadaccino.
Robin l'osservò impassibile; un gemito di dolore fuoriuscì dalle labbra dell'anziana quando si accasciò al suolo in una pozza di sangue.


Usopp faceva fatica a credere che un intero tavolo adornato di prelibatezze di ogni tipo fosse completamente alla loro mercè senza che nessuno potesse fermarli.
E se questo cibo fosse avvelenato? Pensò. E se qualcuno stesse aspettando il momento giusto per attaccarli alle spalle?
Luffy e Chopper non ci pensarono due volte prima di abbuffarsi, chi di carne e chi di dolci, mentre Usopp cercava di mantenersi sempre in allerta. Per quanto possibile: il suo stomaco brontolava come mai prima d'ora e la vista di tutto quel ben di dio non facilitava le cose.
-Ehi Usopp, perché non ti unisci a noi?- chiese il capitano mentre strappava con la bocca la carne di una coscetta di pollo.
-perché tutto ciò mi puzza...-
-puzza? No no è tutto squisito!-
-Non mi riferisco alla qualità del cibo, Chopper! Piuttosto, questo villaggio sembra deserto eppure hanno lasciato tutta questa roba qui? Dev'esserci qualcuno che ci osserva...-
-*sniff sniff* sì, sento un odore particolarmente forte provenire da quella tenda laggiù!- fece la renna, indicando un grosso capannone grigio scuro dall'alta parte del villaggio.
Luffy ingoiò per intero una mela per poi voltarsi verso la tenda indicatole da Chopper.
-Beh? Che aspettiamo, andiamo! Devo ringraziarli per il cibo!-
Iniziò ad incamminarsi, seguito dagli altri due nakama.
-non so se è una buona idea, Luffy. Veramente il cibo non ce l'hanno offerto, non vorrei si arrabbiassero, la soluzione più efficace sarebbe andarsene. Ora...- disse un Usopp nervoso, nel vano tentativo di fermare il suo capitano.
Chopper si aggrappò alla schiena del cecchino alla ricerca di un po' di sicurezza.
Arrivato all'entrata del capannone, Luffy mise le mani a mò di cono ed urlò a gran voce: -EEEHHIII C'È QUALCUNOOO?! SIAMO DEI PIRATI E VORREMMO RINGRAZIARVI PER IL CIBO!-
Usopp non attardò a sferrare un pugno su quella zucca vuota.
-ma sei impazzito a presentarci come dei pirati in questo modo?!-
Il sorriso da ebete non svanì comunque dal suo viso.
-*sniff sniff* si avvicina qualcuno...- sussurrò la renna con voce tremolante.
Infatti, poco dopo, una ragazza dagli occhi azzurri e vestita di nero con una lunga casacca, uscì dal capannone e si parò davanti a loro. Sembrava piuttosto giovane. 
-Ciao, io sono Luffy- si presentò il mugiwara -e sarò il prossimo re dei pirati!-
Usopp sconvolto dalla schiettezza del suo capitano, cercò di dileguarsi quando avvertì una presenza alle loro spalle.
-Tu chi sei?-
-Avete osato profanare il dono fatto alla dea Dodona- esclamò perentoria la donna.
-Dea Donnona? E chi sarebbe?-
Persone, armate d'ascia e lance si avvicinavano minacciosi a loro, da ogni dove.
-Aaaah chi s-sono quelli?! Ho p-paura Usopp!-
-Aaaaaah non lo sooo! Luffyyyy aiutoooo-
-In cambio di questo sacrilegio, sarà offerto il vostro sangue-
-Senti, hai iniziato a stancarmi!-
Luffy chiuse gli occhi raggiungendo uno stato di concentrazione massima. Quando li riaprì, tutti gli uomini che avevano accerchiato lui e i suoi amici, persero i sensi andando ko.
Usopp e Chopper restarono pietrificati ed interdetti.
Anche la donna restò stupefatta ma per niente timorosa.
-Delfi ci aveva avvertiti...- sussurrò, per poi rientrare nel capannone in tutta fretta.
Il cecchino si avvicinò ad un corpo inerme e vi sfilò il cappuccio.
-Ma... Sono dei ragazzini?- disse la renna.
-Avranno si e no, sedici anni. Meno male che non li abbiamo attaccati...-
-Andiamocene, raggiungiamo i nostri amici e andiamo via. Non mi piace questo posto- esclamò Luffy piuttosto pallido in volto.
Sembrava sconvolto, pensò Usopp, chissà cosa aveva visto.


-Franky é scomparso, gli altri sono scomparsi e ancora non ho capito come cavolo siamo finiti in questa cella puzzolente!-
-stavamo per presentarci ad una ragazzina quando ci hanno colto di sorpresa con una bastonata e abbiamo perso conoscenza... AHIA!-
-lo so benissimo come ci siamo finiti! É tutta colpa tua!-
Era da circa un ora che si trovavano lì, Sanji e Nami, in una cella di una vecchia prigione abbandonata grande quanto un ripostiglio per le scope.
Sanji era seduto su una piccola panca, che serviva probabilmente per dormire (anche se non si capacitava il come fosse possibile giacché riusciva malapena a starvi seduto), Nami invece passeggiava nervosamente avanti e indietro costringendo al povero cuoco di spostarsi continuamente per lasciarle spazio sufficiente a girarsi.
Spazientito anche lui, le si parò davanti facendola fermare.
-Nami, mia adorata, non riesco a pensare se sento continuamente il rumore dei tuoi tacchi nelle mie orecchie- l'uomo si era sforzato non poco a mantenere un tono di voce calmo e gentile.Nami, che in un primo momento aveva acconsentito alla richiesta del cuoco stando ferma, attese giusto due secondi prima di assestargli un pugno sul capo.
-AHIAA che ho fatto adesso, mia dea?!-
-MUOVITI E FACCI USCIRE DA QUI!-
L'uomo massaggiò delicatamente il bernoccolo prima di rivorgerle lo sguardo piangente:
-speravo che qualcuno sarebbe venuto qui a darci spiegazioni, ma a questo punto direi che é arrivato il momento di uscire...- disse, ritornando serio.
-spostati il più possibile piccola, abbatto quest'ammasso di ferraglia-
La rossa fece come chiesto, spiaccicandosi dalla parte opposta della cella; Sanji alzò la gamba destra e sbagliò un violento calcio sulla porta d'acciaio che non si mosse di un centimetro.
-Uh uh... Complimenti- fece sarcastica.
L'uomo gettò la sigaretta finita a terra per poi spegnerla con un piede.
-e va bene... EXTRA HACHE!- 
Una serie di calci fulminei e potentissimi si scagliarono contro la possente porta.
Nami fu costretta a tapparsi le orecchie a causa del rumore assordante che provocavano gli attacchi del cuoco.
Dopo una serie quasi interminabile di calci, il cuoco si fermò per riprendere fiato.
La porta risultava solo un po' ammaccata in alcuni punti ma per il resto non si era nemmeno spostata.
-non è possibile...- sussurrò il biondo basito.
Nami, con ancora le mani sulle orecchie, si sporse al di la del cuoco per vedere se fosse riuscito ad aprirla ma le venne un colpo nel constatare il contrario.
-Perdi colpi, Sanji?-
-I...io n-non capisco-
Ma il cuoco non si perse d'animo: -COLLIER SHOTT! COTOLETTE! GRILL SHOTT!!!-
La navigatrice se ne stava ranicchiata dietro la panca per proteggersi dal suono assordante dell'acciaio che rimbombava nella cella e da possibili schegge.
Aprì un istante gli occhi e notò delle crepe che stavano formandosi sul soffitto e in parte sul muro.
Doveva fermarlo o l'intera cella sarebbe crollata su di loro!
-APRITI MALEDETTA!-
La gamba del cuoco aveva iniziato a bruciare, ecco che avrebbe assestato uno dei suoi colpi più potenti!
Con un balzo da vero felino, Nami gli era saltata sulle spalle facendogli quasi perdere l'equilibrio.
-Fermo Sanji, guarda la'!-
Gli disse allarmata, indicandogli le profonde crepe.
-maledizione, un altro colpo e questa maledetta stanza ci avrebbe sotterrato-
La rossa, ancora aggrappata alle possenti spalle del nakama, sospirò.
-Meno male che mi hai fermato- fece l'altro, leggermente imbarazzato e sconsolato.
Nami appoggiò il mento sulla clavicola dell'uomo e gli regalò un sorriso comprensivo; gli cinse il collo con le braccia e invitò con un gesto il cuoco a prendergli le gambe per una tenuta migliore.
-Sono pesante Sanji?- sussurrò al suo orecchio con fare malizioso, facendolo rabbrividire.
-Quanto un fiore, mia dea- risposte l'altro, con un tono profondo che lo rendeva incredibilmente affascinante.
Che era attratta da lui, Nami, lo aveva capito da po'; ma i suoi modi da galantuomo, da una parte lo rendevano unico e dall'altra lo facevano apparire come un idiota insensibile.
Si voltò verso la rossa, incrociando il suo sguardo.
Già, ma quando sei tutto mio, caro Sanji, ho voglia di prenderti e non mollarti mai più... Tranne per qualche milione di berry, sia chiaro.
-C-osa?- borbottò, sentendosi a disagio. Poche volte aveva avuto l'onore di riceve così tante attenzioni da lei e gran parte delle quali succedeva solo quando doveva riceve qualche cazzotto.
Ogni volta che ci provava veniva puntualmente rifiutato. Sanji, quindi, non capiva o non voleva capire che Nami lo stava solo prendendo in giro.
Distolse quindi il suo sguardo, in un moto di rabbia mista a tristezza.
-Avanti Nami, dobbiamo capire come uscire da qui...- disse, chinando il busto per farla scendere.
-Oh... Ok. Posso farti una domanda?-  fece la rossa una volta a terra.
-dimmi pure-
-cos'è successo ieri sera?- chiese incerta. -... non ricordo nemmeno se fosse ieri sera, in realtà- aggiunse poi, rendendosi conto solo allora di avere alcuni vuoti di memoria.
L'altro sospirò, stanco di dover ricordare per l'ennesima volta quel brutto episodio.
-Ti riferisci al bacio?-
-C'entra con quello che mi hai detto poco fa? Sulla promessa che mi hai fatto?-
Nami era piuttosto tesa; il fatto che non ricordasse una cosa così importante significava che non fosse mai successa.
-Davvero non ricordi?-
-Davvero-
Era una buona occasione questa!
Poteva dirle che non era niente di grave. Avere la possibilità di riprovarci!
Bastava solo... Mentire. A Nami? Oh no, mai! Che sia maledetto lui per aver pensato ad una cosa del genere!
Si voltò verso di lei, appoggiandosi alla porta d'acciaio che lo vedeva costretto ad affrontare la sua paura peggiore: l'essere considerato poco affidabile dalla sua amata Nami e perdere la sua fiducia.
-Ricordo solo fino a quando mi sono appoggiata alla ringhiera della Sunny...-
Mentì la rossa. In realtà ricordava anche quando l'ha raggiunta, quando si sono baciati, quando ha sentito che in cuor suo lui l'amasse davvero e... poi il vuoto.
-E bene ti ho raggiunta, di spalle. Volevo accertarmi che stessi bene Nami, eri pallida e poco in forze-
Si accese una sigaretta e tornò a guardare a terra; per quanto trovasse meravigliosi i suoi occhi, non aveva il coraggio di guardarli adesso.
-ti ho voltata verso di me e lì... ho capito che effettivamente stavi male. I tuoi occhi erano persi, la tua pelle era fredda, i tuoi occhi spenti-
La ragazza rimase sconvolta, possibile non lo ricordasse?! Ed ora perché stava bene, come se non fosse successo nulla?
-Ma io ora sto bene, mi sembra impossibile che...-
-accarezzavo la tua guancia e tu mi chiamavi- continuò, interrompendola -eri indifesa, non avresti potuto fermarmi. Quando la tua bocca ha pronunciato ancora il mio nome, ti ho baciato-
Fu allora che levò da terra il suo sguardo e fisso quello interdetto della navigatrice.
-ti ho baciato Nami e poco dopo, sei morta tra le mie braccia-









*ora la storia vi appare piuttosto confusionaria, ma più avanti verranno date le dovute spiegazioni e vi risulterà più chiaro... Forse. lol*

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