Marchiati a vita

di pensa_e_potrai
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La partenza ***
Capitolo 2: *** il Marchio ***
Capitolo 3: *** mangiamorte ***
Capitolo 4: *** attacco ***
Capitolo 5: *** infermeria ***
Capitolo 6: *** la pagherà ***
Capitolo 7: *** Tenda ***
Capitolo 8: *** conferma ***
Capitolo 9: *** Promesse violate ***
Capitolo 10: *** "Tu non sai cosa provo." ***
Capitolo 11: *** Natale di pericolo ***
Capitolo 12: *** Sennza tracce ***
Capitolo 13: *** Vuoto ***



Capitolo 1
*** La partenza ***


"No, no e poi no!" Hermione stava gridando contro i suoi amici, che sembravano supplicarla.
"Andiamo, Hermione, cerca di essere ragionevole!" Harry stava cercando in tutti i modi di convincerla 
"Ragionevole? Mi chiedi di ragionare? A me? Siete voi che non volete capire!" Ma lo sanno tutti che se c'era una persona testarda era proprio Hermione
"È pericoloso! Vuoi capirlo?"
Invece no, perché bisogna dire che anche Ron, in questo caso, è irremovibile.
"È pericoloso per tutti e tre, nn solo per me! Se andate a cercare gli Horcrux, io vengo con voi!"
Harry le fece cenno di abbassare la voce. La prese per il braccio e, seguito da Ron, la trascinò fuori dalla Sala Grande. Quei giorni era molto silenziosa, sia per il fatto che quasi tutti fossero tornati a casa per le vacanze, sia perché nessuno aveva voglia di scherzare.
"Senti Hermione, tu sai benissimo come stanno le cose! Questo è compito mio! Ron verrà con me per aiutarmi! Tu per prima dovresti capire che per una persona come te il rischio è molto maggiore! Staremo via solo un paio di settimane, e ci terrò in contatto via gufo! Non ti devi preoccupare, ok?"
Lei prese un respiro, abbassò gli occhi e cedette. Con una nota di tristezza nella voce disse
"Va bene... quando partite?"
Harry cercò di non rispondere ma Ron fu rapido
"Oggi pomeriggio!" Disse quasi con freddezza.
Non ascoltarono le sue ulteriori proteste. Tornarono ai dormitori per prepararsi. Erano d'accordo che lei li avrebbe accompagnati a Hogsmead, dove sarebbero partiti. Non aveva il permesso per uscire, considerando che non era sabato, e sapeva che se qualcuno l'avesse scoperta sarebbe finita nei guai, ma non le importava più di tanto. Strano a dirsi, per lei. Quando i suoi amici uscirono dalla porta del dormitorio dei maschi, la trovarono seduta su uno dei divani della Sala Comune. Harry le si avvicinò e le prose il Mantello dell'invisibilita, e lei lo mise. Percorsero tutti i corridoi e la strada fino a Hogsmead in silenzio. Si fermarono ai Tre Manici di Scopa e bevvero una Burrobirra. Il tempo nn era dei migliori, per non parlare dell'umore dei tre amici. Sembrava che niente li potesse sollevare, d'altronde era così.
Temporeggiarono per molto prima di decidersi a uscire.
Il vento tagliente gli sfiorava i volti, che avevano iniziato ad arrossarsi.
Era molto tardi, Hermione sarebbe dovuta rientrare per la cena a breve. Gli occhi divennero lucidi per via delle lacrime. Si gettò al collo degli amici e prese a singhiozzare. Harry le prese il viso e le asciugò le lacrime
"Torneremo presto, ok?"
Lei si diede coraggio e si sforzò di rispondere
"Va bene!" Li abbracciò ancora, e si voltò. Non voleva vederli sparire
"Ciao Hermione!" Sentì solo un sussurro da parte dell'amico dai capelli rossi. Strinse il Mantello e lo indossò, per poi correre a perdifiato verso la scuola. 
Si fermò davanti all'ingresso, indecisa se entrare o meno.
Rimase a testa bassa per molto, e ricominciò a piangere.
Si voltò da un lato e cadde a terra.
Mise le ginocchia all'altezza del petto, prese la testa e la chiuse tra esse. Non voleva rientrare. 
Nel silenzio che si era creato attorno a lei le parve di sentire dei passi, ma non si voltò. Non le importava.
Ciò che la fece sobbalzare fu quando la persona si avvicinò a lei, e sentì una voce tagliente, che con tono di noncuranzae chiedeva
"Problemi, Granger?"

"Ti prego, non lui!"

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Capitolo 2
*** il Marchio ***


"Non è il momento, Malfoy! Ti prego, vai a scocciare qualcun'altro!" sapeva che lui avesse capito che stava piangendo. Era sicura di non fargli pena, e sapeva che l'avrebbe torturata. "Oh, ti prego! Non dirmi che è per Lenticchia!" quasi come se gli desse fastidio il pensiero. Ma non era così! Tutte le volte che cercava prenderla in giro parlava di lei e Ron. Non erano mai stati insieme, né lei provava minimamente qualcosa per lui, se non una solida amicizia. Ma infondo, ne era veramente sicura? Non poteva porsi questa domanda in quel momento. Si sarebbe limitata a rispondere, come al solito. "Qualche cosa in contrario? E, comunque no! Cioè si..." era ovvio che l'avrebbe capito, o che avrebbe completamente frainteso. In ogni caso non l'avrebbe lasciata stare. Mai. "Lo sanno tutti come funziona tra voi Grifoncini! Te lo fai, ma lui ogni due giorni ti molla, e poi quando si annoia ti riprende! Non è così?" era incerta se la stesse prendendo in giro o se fosse veramente convinto di ciò che stava dicendo. "Malfoy, ma vaffanculo!" Fa per alzarsi, senza guardarlo negli occhi. Lui sapeva che piangeva, ma non voleva dagli una prova ulteriore. Le sbarra la strada e la rimprovera "Da quando siamo così volgari? E poi non mi hai ancora risposto! È per Weasley? Oppure è per San Potter? Chi lo sa, per una volta sei stata tu a tradire il Rosso?" ma cosa voleva da lei? Non sapeva perché volesse ancora infierire, lei era già distrutta. "I miei AMICI, capito? Amici! Non ti riguardano, chiaro? E ora lasciami andare, o giuro che te ne pentirai!" Lui stava quasi per cedere, anche se non volentieri. Infatti amava tormentarla! E l'argomento che più la faceva arrabbiare era proprio Weasley. E se lei si arrabbiata, lui si divertiva. Anche se odiava parlare di quel tipo. "Non dovresti essere qui fuori, lo sai?" Si mise ancora in mezzo alla sua strada "Se è per questo anche tu!" Ormai lo aveva sconfitto. Stava per andarsene, quando vide due figure scure che si avvicinavano spedite. Pensando fossero dei professori lo prese per il braccio e cercò di farlo muovere, ma lui non si spostò. Stavano arrivando. Senza altre alternative, lo spinse via dall'ingresso. Caddero e rotolarono nel fango. Senza sentire le lamentele di Draco, lo spinse ancora dietro a un albero. Le di persone avevano un cappuccio, non le vedeva. Come erano arrivate se ne andarono, e sparirono, come fossero solo una visione. Rimasero fermi per molti minuti, incapaci di dire nulla. "Hai la grazia di un elefante, Granger!" Draco ruppe il silenzio della paura che solo lei sembrava provare. "E tu la gentilezza di un grizzly! Dai alzati!" Lo prese per un braccio senza farlo ribattere e lo tiro su a forza. Ma si fermò. La sua manica mezza strappata gli scoprì la pelle, e vide ciò che non avrebbe immaginato: il Marchio Nero. Era lì, sul suo braccio bianco. Si allontanò da Draco e si mise con la schiena contro le mura della scuola "Granger...'' tentò lui, cercando il contatto visivo con lei, mentre provava a tornarle accanto. "Non ti avvicinare!" non lo guardava negli occhi. Era terrorizzata da lui. Da chi gli aveva fatto quello. Terrorizzata da tutto quello che stava capitando, riuscì solo a dire tre parole. "C-chi erano q-quelli?"

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Capitolo 3
*** mangiamorte ***


Lui continuava a fissarla, senza nulla da dire. Hermione era spaventata, confusa, sospettosa.
Il ragazzo che le era davanti era un Mangiamorte! Non poteva crederci, pensava fosse un sogno, un incubo. Eppure aveva visto il Marchio Nero impresso sul suo braccio sinistro.
Non poteva essere vero, non poteva. Ma era vero.

"E se fosse..."

Il sospetto la stava divorando.
Lo guardò con odio e gridò

"Rispondimi! Chi erano quelli?"

"Non sono affari che ti riguardano!" Le sputò acido, con disprezzo. Lei perse le staffe, strinse i pugni e gli rispose, urlando ancora più forte

"Non mi riguarda neanche il fatto che tu sia un Mangiamorte, ma so tutto!"

Lui la prese e la voltò. La blocco con una mano e le tappò la bocca con l'altra

"Stai zitta Granger! Non. Devi. Dirlo. Mai. Più. Ok?" Scandì quelle parole come se fossero un decreto. Lei era spaventata, non sapeva se le avrebbe fatto del male. Con un filo di voce gli rispose

"Va bene"
Ma il dubbio era ancora in lei, sapeva per certo che quei due erano Mangiamorte, ma non sapeva cosa facessero davanti alla scuola

"Cosa volevano quei due?"
Lui si voltò immediatamente, s guardò intorno, come se cercasse di capire se qualcuno li stesse ascoltando. La prese per un braccio e la trascinò nuovamente verso l'albero dietro al quale si erano nascosti. Mollò la presa e esitò molto prima di rispondere.
Hermione osservò i suoi occhi, erano lucidi, gelidi. Sembrava stesse per piangere. Le sembrava impossibile. Cos'è talmente orrendo da far star mal pure lui?
Il cuore batteva con forza per sfondare la cassa toracica, era paura.
Non poté riflettere oltre che lo sentì sussurrare

"Stavano... stavano cercando-"

"Signor Malfoy, signorina Granger! Solo perché siete Prefetti non potete girare attorno alla scuola, a quest'ora! Filate dentro subito! Penserò dopo alla vostra punizione!"

La McGranit interruppe la frase.
Mentre Hermione tornava verso la Sala Grande per la cena, non smetteva di pensare a cosa avrebbe potuto dirle Draco.
Stavamo cercando qualcosa, qualcuno. Forse Harry? Non poteva rispondere a quella domanda, non da sola. 
Praticamente non toccò cibo, salvo dell'insalata. Teneva gli occhi fissi su Malfoy, come se cercasse di leggergli nella mente. Lui se ne accorse, e la fulminò con lo sguardo. Lei gli rispose con lo stesso sguardo, e abbassò gli occhi.
Ma quando Draco spostò la visuale Hermione tornò a guardarlo. Si stava alzando dal tavolo dei Serpeverde.
Senza pensare lo seguì, sparendo senza che nessuno se ne accorgesse. 
Lo vide nei corridoi che si dirigeva verso i sotterranei.
Lo rincorse e lo prese per un braccio, costringendolo a voltarsi.
Con il fiatone e un'evidente dubbio nella voce gli chiese nuovamente

"Cosa cercavano?"
Vide di nuovo il luccichio nei suoi occhi, ancora una volta il cuore le prese a martellare incessantemente. Con voce la rotta che cerco inutilmente di camuffare, pronunciò tutto d'un fiato, come per estrarre un coltello

"Cercavano te!"

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Capitolo 4
*** attacco ***


"Me..." 
Stava per cadere a terra.
Lui se ne accorse, e la prese d'istinto per i fianchi. Si guardarono negli occhi, troppo tempo per i loro gusti. Hermione stava per aprire la bocca, ma Draco ritrasse le braccia, irritato.
Ma da cosa? Lei lo vide diventare cupo, che la guardava male.
Aveva paura.
Paura di quelle figure che aveva visto, paura di Draco. Di tutti loro.
Ma che dici Hermione? Sei una Grifondoro!
Certo, una Grifondoro. In quel momento non voleva pensare a quello. Le vennero in mente Harry e Ron, e le lacrime versate alla loro partenza.
Sentiva che ne stavamo arrivando delle nuove, quindi si decise a parlare
"Perché mi cercavano?"
"Non posso dirtelo. Non qui!" Draco sembrò aver riacquistato la parola, ma non le diede ulteriori spiegazioni.
"Vieni!"
Ma lei doveva sapere. Lo prese per il braccio e lo trascinò per tutti i corridoi.
Non videro nessuno, e uscirono.
Hermione correva, e segretamente piangeva.
Aveva buttato via il suo coraggio, ormai non le serviva. Le servivano i suoi amici. Ma non c'erano! Era sola. Si, sola... con un Serpeverde, un Malfoy, un...Mangiamorte. Che compagnia!
Ma dove stava andando? Aveva un'idea fissa, la più folle in assoluto: la Foresta Proibita. 
Nessuno li avrebbe visti, né tantomeno sentiti.
Con la poca luce che filtrava dal fitto fogliame, Hermione non riusciva a capire dove andava, e dove metteva i piedi!
Draco sembrava vedere al buio, come un serpente, e ogni volta che lei cadeva lui si metteva a ridere.
"Che idiota"
Si ripeteva quella frase, come un mantra. La distraeva, in qualche modo.
Dopo molto tempo arrivarono in un punto leggermente più illuminato degli altri, dove si sedettero, come fosse una situazione normale.
Hermione non poté frenarsi, era il momento della verità! 
"Perché mi cercavano? Cosa volevano da me?"
Lui sospirò, sembrava stesse cercando le parole, e un modo per non spaventarla. Rifletteva, pensava, si torturava le mani
"Lui... lui vuole che tu... che tu diventi una... Mangiamorte!"
No... No! No!!!
"Non è vero! 
Stai mentendo! Non è vero! Cercavano Harry!"
Quella spiegazione non reggeva.
Urlò. Per darsi un contegno.
"Che vuole da me? Non ho coraggio, non ho fama, ne potere, nulla!!! Sono una sporca mezzosangue! Sono SOLO una sporca mezzosangue!"
A non ce la fece. Pianse. Cadde a terra e pianse.
Lui la prese per il mento e le fece alzare la testa. 
"Non ti azzardare a dirlo Granger! Non. Devi. Dirlo."
"Tu me lo dicevi!"
Draco stava per tirarla su, per dirle che non lo avrebbe più fatto, ma non poté.
Il braccio sinistro iniziò a bruciargli, il Marchio si stava scurendo.
Cadde. Hermione lo vide, e cercò di rialzarlo. Non ce la fece. Estrasse la bacchetta, che per il nervosismo le cade, e rotolò.
Senti un sussurro, poco udibile, ma che la fece sussultare.
"Crucio"
D'istinto si gettò su Draco, fece appena in tempo a sentirlo sussurrare 
"Scappa..."
No, non voleva. Sentì come mille coltelli che la trafiggevano.
Continuavano.
Una figura scura le venne addosso, aveva una maschera d'argento. Lei se la scrollò di dosso e la mandò a terra. Cercò di raggiungere la bacchetta, ma quella figura le calpestò la mano.
Hermione urlò.
"Crucio!"
Disse nuovamente la voce.
Lei soffriva, urlava, e la persona rideva.
Era una voce femminile, folle e carica di odio.
Si sentiva mancare, non voleva cedere. Stava male, gridava e piangeva.
"Avada..."
"Stupeficium!" Era Draco, giaceva ancora a terra, ma era sveglio.
La persona andò contro un albero, e svenne.
Draco non si alzò. Si strinse il polso.
Hermione di mise in ginocchio, vicino a lui.
Il biondo chiuse gli occhi, e solo ora Hermione notò che sanguinava.
Lei si inginocchiò accanto a lui.

E pianse.

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Capitolo 5
*** infermeria ***


"Sei debole Granger!"

Era la voce di Draco, si era svegliato.

Immediatamente Hermione si alzò, e si allontanò da lui. Si voltò per asciugarsi le lacrime. Non gli avrebbe fatto capire che piangeva per lui.

"C-come deb-debole?"

I singhiozzi ancora si intromettevano nella sua voce.

"Non devi mostrarti debole. Ti avrebbe uccisa!"

"Ma non lo ha fatto... grazie! Perché mi hai salvata?"

Lui ignorò completamente la domanda.

"Dobbiamo andarcene!"

Draco tentò di alzarsi, ma le gambe non lo riuscirono a reggere, così cadde addosso a Hermione. Si trovavano a pochi centimetri di distanza.

Disgustato, si rialzò. Si appoggiò ad uno dei tanti alberi.

Capì che la sua gamba era rotta.

Hermione notò una chiazza di sangue sulla sua camicia. Si avvicinò, e toccò il punto del suo petto in cui si trovava quel segno.

"Sei ferito... andiamo in infermeria!"

"Sei pazza Granger? Sai che potrebbero espellerci per essere usciti di notte?"

"Non è detto che lo sapranno! Potresti solo dire che ti sei fatto male alzandoti, e che io ti ho solo aiutato!"

"Farò la figura dell'idiota!"

"Preferisci continuare a sanguinare? Non sento ragioni! Appoggiati!"

Gli porse la spalla per aiutarlo a camminare, lui però non si mosse

"Non ho bisogno del tuo aiuto!" Disse con sdegno

"Non fare lo spocchioso! Appoggiati!"

A quel punto lui cedette, e si lasciò aiutare. Zoppicando, si diressero verso la scuola, per poi andare in infermeria.

Madama Chips li accolse stranamente tranquilla, come se uno studente con una gamba rotta e il petto sanguinante alle tre di notte fosse una cosa normale. 

Lo fece stendere su un lettino e con un incantesimo gli aggiustò la gamba. Tentò di disinfettargli le ferite, ma Hermione si offrì di farlo. Si sedette sul letto e, non senza imbarazzo, ripulì i tagli.

"Perché lo fai?" chiese Draco, dopo un lungo e imbarazzante silenzio.

"Non c'è un motivo! Mi va e basta!" 

Rispose lei alzando le spalle

"Non c'è un secondo fine?" era ancora diffidente.

"Perché dovrebbe esserci sempre un secondo fine?"

Ancora una volta Draco ignorò la sua domanda. Le guardò con serietà, e tornò a ciò che si stavano dicendo nella Foresta.

"Non devi raccontare nulla di tutto ciò che è successo a Potter! Capito?"

Hermione annui, con lieve incertezza.

Draco continuò, dalla voce iniziò a trasparire un filo di apprensione.

"Non devi uscire dal castello, saresti in pericolo! Lui non si fermerà davanti a nulla pur di averti. Non dargli modo di attaccarti! Devi prometterlo! Fallo!"

"Lo prometto!" Rispose lei con un filo di voce.

Continuò a disinfettare le ferite, mantenendo il contatto visivo con lui. Quegli occhi l'avevano ipnotizzata. Non riusciva a staccarsi da essi. Continuava a passare il cotone sulle sue ferite.

A un certo punto lui le fermò la mano, e la strinse con la sua. Senza accorgersene lei avvampò e arrossì. Fece una domanda senza sapere da dove venisse.

"Se sono una... una mezzosangue... perché mi vuole fra i suoi seguaci?"

Ancora ma volta gli occhi di Draco incominciarono a luccicare.

Non fece in tempo a rispondere.

La porta si aprì, e una figura scura, correndo, si diresse verso di loro.

"Draco! Draco! Salazar, cos'è successo? Ti stavo aspettando..."

quella vocetta stridula le perforò i timpani. Si alzò e guardò in faccia la persona che l'aveva riportata alla realtà.

Pansy Parkinson era dietro di lei, e fissava Draco come se fosse sotto Amortentia. 

Ma no, la sua ossessione era naturale. Per quel poco che poteva esserlo.

La ragazza bruna la ignorò completamente, la sorpassò e andò a sedersi dove prima si trovava Hermione.

Accarezzò la guancia di Draco

"Tutto bene tesoro?"

Lui le prese la mano e l'allontanò violentemente.

Guardò Hermione, era evidente che si era offesa.

Pansy se ne accorse

"Cosa diavolo ci fa questa Sanguemarcio qui?"
 

"Si da il caso che lo abbia portato io qui!"

Hermione non esitò a controbattere, come fosse una sfida

"Non c'è bisogno di te! Vattene! A lui ci penso io..."

Disse con la malizia che le lampeggiava negli occhi, per poi tornare a guardare verso Draco, che pareva disgustato.

In un certo senso Pansy l'aveva salvata. Se fosse rimasta lì ancora per pochi minuti lui lo avrebbe capito.

Si voltò, e con un velo di tristezza si diresse verso la porta.

Draco si alzò dal letto.

Pansy tentò di fermarlo, prendendogli la mano. Lui, con uno strattone si liberò dalla presa.

Andò verso Hermione, e la costrinse a voltarsi.

"Domani, sulla Torre di Astronomia!"

Lei annuì, e se ne andò.

Aveva un sorriso soddisfatto impresso in volto.

Appena Hermione uscì, Draco, dopo qualche istante di esitazione, tornò a stendersi sul letto.

Pansy era indignata. Se ne andò sbattendo la porta.

Draco era soddisfatto.

"A domani Granger!"

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Capitolo 6
*** la pagherà ***


Era ormai l'alba, già s'intravedevano degli spiragli di luce dorati e color ruggine farsi strada nella fitta notte che andava scomparendo.

Il sole era ormai arrivato ad illuminare una piccola parte dell'immenso  giardino di Villa Malfoy.

Voldemort sedeva su una delle poltrone del soggiorno, e picchiettava impaziente con le dita sul bracciolo.

Alle sue spalle udì un rumore di passi, una porta che, cigolando, prima si apriva e poi si richiudeva.

Un sussurro, a malapena udibile, venne udito da colui-che-non-deve-essere-nominato.

"Vieni avanti, Bellatrix!"

Disse con calma e fermezza, sibilando.

Lei mosse i primi passi, incerta.

Lo notò che stringeva con rabbia la presa sul bracciolo della poltrona, così si avvicinò.

Lui non si voltò. Si limitò a parlare, sempre con freddezza

"Ho notato che ieri non sei venuta quando ti ho chiamata. Eppure c'erano tutti. Avevi di meglio da fare?"

"Mio Signore... stavo solo..." si avvicinò alla poltrona, e s'inginocchiò dietro di essa.

"So benissimo cosa facevi! Cosa c'è? Hai un eccesso di presunzione? O magari credi che mi sbagli?"

Lei non lo guardava negli occhi. Strano a dirsi, ma aveva paura.

Balbettava frasi di scuse e preghiere di perdono.

"Forse non ti è chiaro cosa voglio fare? Mi è giunto all'orecchio che hai attaccato la mezzosangue.

Mi sbaglio, o era quello che vi avevo CATEGORICAMENTE vietato di fare? Dovete darle il tempo di spaventarsi a sufficienza. Deve decidere di farlo, anche se la costringeremo."

Non alzava la voce, non si voltava. Era rimasto immobile, attorno a loro non c'era alcun rumore. Poteva sentire il cuore della sua seguace che batteva dallo spavento.

"Vattene. E non azzardarti a toccare la mezzosangue prima che sia giunto il momento."

"Sì mio Signore!" Bellatrix si alzò e si diresse verso la porta. Non si voltò, non esitò un attimo. S'incamminò verso il giardino della Villa.

Tremava, l'aveva spaventata.

Bellatrix's pov

Brucio qualche foglia e mi siedo sulla panchina di legno. Prendo a pugni la mia gamba destra fino a gonfiarla, anche se mi fa male non imporrà. Non sento dolore.

Devo sfogare la mia rabbia.

Ieri sera l'ho fatto. Oh, eccome se l'ho fatto!

Era stato divertente, vedevo la mezzosangue che piangeva e urlava, in ginocchio!

È così che una lurida come lei deve stare, di fronte a una purosangue, una Black!

Non è durata abbastanza a lungo. Quel traditore del suo sangue di Draco mi ha colpita, impedendomi di finirla.

Ero quasi riuscita a ucciderla, avrei risolto i miei problemi così.

Sarei stata ancora io, la preferita del Signore Oscuro, la miglior Mangiamorte!

Ma no, le cose sono destinate a finire. Ora lui deve assolutamente avere la Granger. Lei non merita tutto questo, non merita le riunioni sprecate ad architetture piani per catturarla, non merita le attenzioni che lui mette in tutto questo, non merita la mia gelosia.

Avrò la mia vendetta.

Già la vedo mentre implora pietà e soffre, e mi vedo mentre la uccido.

Povera sanguemarcio, non ha idea di cosa l'aspetta.

Mai mettersi fra i piedi a Bellatrix Lestrange. Anzi, Bellatrix Black!

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Capitolo 7
*** Tenda ***


Hermione's pov

Era assurdo, addirittura impossibile, che fossi arrivata qui in anticipo, e stessi fremendo per l'attesa.
Draco mi aveva dato appuntamento qui. Non sapevo perché mi avesse chiesto di venire, né che mi avrebbe detto.
Ascoltavo con l'orecchio teso ogni minimo rumore, ma non sentivo nulla, a parte il fruscio delle foglie della foreste e il battito d'ali di alcuni gufi.
Ero arrivata troppo presto, e perlopiù avevo saltato la cena. 
E ora sono qui, aspettando un furetto, senza un briciolo di sanità mentale ad assistermi.
Sento dei rumori, e successivamente vedo una chioma bionda salire le scale.
Noto che ha con sé una strana sacca nera, e non riuscivo a immaginare a cosa gli sarebbe servita.
Rimaniamo a fissarci per qualche istante, nella penombra. Il silenzio che si è creato è quasi surreale, oltre che imbarazzante, e per questo è un'esigenza spazzarlo
"Perché mi hai detto di venire?"
Si avvicinò pericolosamente, quasi volesse spaventarmi.
"Riguarda ciò che è successo ieri..." 
Si limitò a dire, con fare ambiguo, come se volesse che continuassi io. Sembrava che gli desse fastidio parlarne. Anche io ero in imbarazzo, devo ammetterlo, ma non mi sarebbe dispiaciuto parlarne, non come a lui, almeno.
"Se è per quello che è successo in infermeria, beh... insomma... io..."
Assunse un'espressione accigliata. Alzò gli occhi al cielo e poi tornò a guardarmi.
"In infermeria? Ah, quello... nulla di importante. Si vede che subivo ancora gli effetti della botta in testa! Non ti avrei toccata, sennò!"
La smorfia che fece era di puro ribrezzo. Perché si comportava così? Prima era forse un'altra persona?
Non potevo credere alle mie orecchie! Quello spocchioso di Malfoy negava di aver quasi flirtato con me! Oddio... flirtato? Abbiamo flirtato? No! Lui è solo uno stronzo! Non vuole ammettere di aver fatto nulla di tutto quello. Forse gli fa schifo l'idea che io lo abbia toccato, o peggio, che lui abbia toccato me.
Non importa! 
"Non m'importa nulla Malfoy! Dimmi ciò che mi devi dire e facciamola finta!"
Lui non parlò. Assunse un ghigno divertito, che non poté non spaventarmi.
Si avvicinò ancora, e mi fissò più intensamente di prima.
Mi costrinse a indietreggiare, sempre di più, fino alla fine.
Rise ancora, mi mise le mani sulle guance e si avvicinò, come per baciarmi. Mi maledì diverse volte, perché non lo fermai.
Fu lui a fermarsi, quando ormai nella mia mente si era fissata l'idea di me e lui che ci baciavamo.
Fece scendere le mani fino ai fianchi, mi spinse ancora più indietro, stavo per cadere.
Mi diede un ultimo spintone, e mi fece cadere! Rimase stretto a me, e si gettò anche lui dalla torre
Era matto! Ci saremo ammazzati!
Io urlavo. Non potevo raggiungere la bacchetta, sia per la paura che mi aveva paralizzata, sia perché lui me lo impediva.
Non dava segni di terrore, di follia, di cattiveria. Nulla. E io continuavo a urlare, mentre ci avvicinavamo a velocità sempre maggiore al suolo.
Mancavano pochi metri. Saremo morti. Lui sorrise beffardo, mollò la presa sul mio fianco destro e tirò fuori la bacchetta 
"Arresto momentum!"
Ci fermammo per un attimo, per poi cadere come se fossimo scesi da una sedia.
"Ma sei matto Malfoy? Cosa ti è saltato in testa?"
"Era l'unico modo per uscire senza essere visti!" Sibilò.
Non disse altro. Mi prese per i polsi e mi trascinò nella Foresta.
Io gli gridavo di mollarmi, mentre la paura mi costringeva a piangere. Che mi avrebbe fatto?

Draco's pov

La Granger continuava a urlare, frignava anche. Non l'avrei lasciata! Doveva mettersi l'animo in pace. Sulla torre avevo chiarito più con me stesso più che con lei la faccenda dell'infermeria. Non volevo accettare la debolezza che avevo mostrato davanti a lei.
Ma non dovevo pensarci.
Forse ascoltare le sue grida mi avrebbe distratto.
"Smetti di urlare Granger! Mi fracassi i timpani!"
Ma lei non mollò. Continuava a pregarmi di lasciarla, e piangeva.
Era spaventata da me, era evidente.
Salazar! Era molto bella quando aveva paura di me. Mi faceva sentire potente, nei suoi confronti. Anche se, forse, solo una cosa mi avrebbe fatto sentire ancora più potente: baciarla.
Ma dubitano che, almeno dopo ciò che le avevo detto, avrebbe acconsentito.
Sciocchezze! Mi sono rammollito forse? Sono Draco Malfoy, e lei cederà, come tutte!
Arriviamo in un piccolo spazio, abbastanza ampio per quello a cui serviva.
Mollo quella ragazza urlante ed estraggo dal mio zaino una tenda. Lei continuava a farmi delle domande, sempre di più.
Ma per ora devo concentrarmi. 
"Erecto!" 
Pronunciai l'incantesimo brandendo la bacchetta, e quella si alzò.
"Repello inimicum! Protego maxima!"
Presi a fare incantesimi di protezione tutt'intorno a quello che sarebbe stato il nostro rifugio. Nostro? Che parola piacevole, se s'intendeva mio e della Granger. Quella ragazza petulante e sgarbata mi attraeva in un modo inspiegabile.
Appena finì di preparare il rifugio mi lasciai cadere a terra, esausto. Non mi potei riposare a lungo, perché le domande della Granger mi invasero le orecchie
"Spiegami per quale motivo mi hai portata qui!"
A questo punto non posso più scappare. Capirà il perché lo faccio? Spero di no. Ma devo dire la verità.
"Per proteggerti! Perché non voglio che Voldemort ti trovi e ti catturi. Perché non voglio che diventi una di loro!"
Taglio corto, lasciandola spiazzata. Ha la bocca che le arriva ai piedi.
"Attaccherà il castello. E non ti troverà. Dobbiamo restare qui."
Non protesta, non dice nulla.
E me ne rallegro.
Le faccio un cenno e la invito ad entrare.
La tenda è, nonostante l'incantesimo che vi ho applicato, abbastanza piccola. 
Saremo costretti a dormire a terra, sotto una coperta, visto che ho "accidentalmente" dimenticato i sacchi a pelo. 
Lei lo capisce, e vedo che ciò le fa venire la nausea. Io invece non posso che sorridere, così da farla impazzire. 
Si sistema a terra, e io faccio lo stesso. 
Ma mi da le spalle, e non posso far altro che guardare la sua chioma spettinata.
"Notte Malfoy!"
Notte? Eh no, non finisce qui, cara la mia mezzosangue.
Mi avvicino a lei, e prendo ad accarezzarle i capelli.
"Che diavolo stai facendo?"
Mi avvicino ancora di più e le avvolgono le braccia attorno alla vita.
"M-Malfoy... lasciami..."
No. Le scosto i capelli da una parte e mi avvicino ancora al suo collo.
Sussurro
"Non si scappa!"
Impazzirà. E lo farà ora.

Hermione's pov

Sono immobile, paralizzata.
L'ultimo briciolo di sanità mentale che credevo di aver recuperato si è andato a far benedire una volta per tutte.
Stare così vicina a Draco non mi disgusta, come cerco spesso di dar a vedere, ma mi fa piacere.
Sento il suo fiato sul collo, il che mi provoca dei brividi mai avvertiti prima.
Mi appoggia dolcemente le labbra umide sul collo, e inizia a creare delle scie infinite su di esso.
Non voglio che si fermi. 
Sono completamente impazzita. 
Ho sempre disprezzato quelle sgualdrinelle da quattro soldi che poco tempo fa si trovavano al mio posto. Quelle che venivano dimenticate il mattino dopo.
E ora sono anche io che loro?
No! Questo mai! Non mi abbasserei mai a tanto! Non mi vestirsi come fossi disperata per farmi notare da lui.
Non lo aggredirei nei corridoi per sbaciucchiarlo. Questo mai.
Ma sono comunque nella loro stessa posizione.
Io, Hermione Granger, sto tremando tra le braccia di Draco Malfoy. E non voglio smettere.
Continua a baciarmi, ma, nonostante la mia esperienza quasi inesistente, so che non gli basta.
Ho un fremito di paura in me.
E se tutto questo si rivelasse solo una presa in giro?
Non può essere. Eppure pochi minuti fa mi ha dato la prova che ne è capace.
È così dolce, ora. Come se non desiderasse altro.
E io? Voglio tutto questo?
La risposta non tarda ad arrivare.
Quasi mosse dal cuore più che dal cervello, le mie mani allentano la presa delle braccia di Draco al mio bacino. Le posiziono sui fianchi, e mi volto.
Incontro le sue labbra, che iniziano a stampare dei baci frenetici sulle mie.
Tutto questo è troppo bello per finire.
Stringe con possessione la presa sui miei fianchi, provocandomi un leggero dolore, quasi piacevole.
"Draco..."
Sussurro, ancora a contatto con la sua bocca.
Come risposta riprende a baciarmi.
È ufficiale. Lo voglio.
Non posso non sorridere interiormente. Se lo amassi? Cosa succederebbe?
Non voglio pormi queste domande. Non ora.
Come per dargli un segnale, gli avvolgo le braccia attorno al collo. Intravedo una luce, uno spiraglio di felicità nei suoi occhi.
Ma non mi ci soffermo, nonostante mi piaccia.
Chiudiamo entrambi gli occhi.
È così che ci addormentiamo.

Ta ta ta taaaaan! Doppio aggiornamento! Vi piace? 
Questo capitolo credo di averlo scritto peggio del solito. Non sono abituata a scrivere in pov, nonostante ami questo stile.
Per poi non parlare di questa scena d'amore, in cui di sicuro avrò fatto pena. Che schifo di capitolo!
Mi potreste lasciare un commentuccio per dirmi che ve ne pare? Non siate troppo crudeli, mi offendo facilmente, eh!
Ciao ciao!

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Capitolo 8
*** conferma ***


Hermione's pov

Aprì gli occhi con una lentezza quasi innaturale, come per svegliarmi da un sogno troppo vivido, per realizzare se era un dannattissimo scherzo della mia immaginazione.

La prima immagine che vidi fu la luce che entrava a fatica dall'apertura della tenda.

Quindi quella non era un sogno.

Abbassai lo sguardo fino alla coperta verde che mi copriva.

Così, anche quella non era un sogno.

Verde... verde... lui!

Voltai di poco il capo, e vidi il viso bianco e addormentato di Draco.

Anche lui era vero.

Solo in quell'istante mi accorsi di un paio di braccia forti che mi stringevano all'altezza della vita.

Ricordai ogni dettaglio della notte appena passata, e i dubbi che provai ricominciarono a tormentarmi. Avevo paura di svegliarlo, per vedermi trattare male, come se fosse stato tutto una cazzata qualsiasi. Ma sarebbe successo per davvero? Inavvertitamente mi mossi con troppa velocità, cercando di alzarmi.

Lo sentì muoversi. Si stava svegliando. Era il momento della verità.

Inizialmente si guardò attorno, rielaborando le immagini.

Poi, come se si fosse accorto solo in quel momento della mia presenza, ma soprattutto del fatto di essere abbracciato a me, mi guardò malizioso

"Dormito bene Granger?"

Non capivo perché facesse quella domanda, con quel tono poi.

Ma ricordai: era Draco Malfoy!

"Tu?" risposi schietta, come per capire a che gioco stesse giocando.

"Non c'è male."

"Che intendi?"

"Oh, davvero? Non lo hai capito? Pensavo che il caro Weasleiuccio qualcosa avesse fatto. Probabilmente mi sbagliavo!"

mi alzai immediatamente, e mi liberai dalla sua presa.

"Ma che cavolo c'entra questo?"

"Per capire se ho vinto o perso, ma credo di saperlo già..."

"Ma andiamo! Possibile che anche l'amore per te debba essere un gioco, una sfida da vincere!"

"L'amore?"

"Sì, l'amore! Perché, 'quello' cos'era." Non stava per dirlo! Non poteva! Ero spaventata. Mi avrebbe spezzata.

"Pensavo sapessi che non si trattava di amore!"

Ora basta! Non voglio sentire altro!

Mi alzo di scatto. Con imbarazzo, tiro su la spalla destra della felpa, che era scesa.

Esco dalla tenda come se non dovessi più rientrarci.

Non importa! Sarò indifferente. Non mi farò veder piangere, non più.

Sono fatta così, le circostanze mi hanno modellata così.

Vivo con l'imperemabile addosso, così le emozioni scivolano via.

Sapevo che l'avrei dovuto fare, che dopo la partenza di Harry e Ron non avrei avuto ancore di salvataggio, appigli a cui aggrapparmi.

Devo imparare a leccarmi le ferite da sola, a lasciarle stare lì dove sono, il tempo che serve, finché non si saranno rimarginate, e non faranno più male, rimarrà solo il segno, il ricordo sfocato. E quella notte sarebbe stato uno di quelli.

Draco's pov

"L'amore?" chiesi, quasi per capire ciò che aveva detto, capito.

"Sì, l'amore! Perché, 'quello' cos'era." si voltò speranzosa, con un pizzico di paura negli occhi. Come se temesse ciò che stavo per dirle.

"Pensavo sapessi che non si trattava di amore!"

Mi devo ricredere. Era amore. L'ho capito perché ora vorrei baciarla ancora. Non scoparci, solo baciarla. Perché mi piaceva il suo contatto, le sensazioni che mi aveva provocato.

Era uscita davvero arrabbiata.

Ma non sarebbe potuta andarsene, che le piacesse o no.

Appena esco prendo un respiro profondo, quasi fossi intimorito.

Ma che dico? Intimorito, io? Mah, che mi sta facendo quella?

Mi avvicino senza che mi senta, le prendo il polso e la volto.

Prima che potesse realizzare la bacio subito. Come fosse un bisogno primario.

Cerca di staccarsi. No! Non farlo!

Le metto una mano sulla schiena e la spingo verso di me.

Mmm... non vuole affatto continuare. E va bene! Sentiamo che vuole!

Si stacca e mi fissa come se avessi commesso un omicidio

"Che c'è, non ti piace?"

"Non voglio che tu mi prenda in giro! Domani mattina sarà di nuovo così, vero? Poi, quando avrai voglia, tornerai da me, pretendendo che io ti dia retta!"

Urla con tutto il fiato che ha in gola. Ho fatto veramente questo? Sono un tale pezzo di ghiaccio da non rendermi conto di cosa può provare? Ora lo so.

"E se non lo facessi?"

"E io come farei ad esserne certa?"

"Se te lo dimostrassi?"

"Come?"

Con questo

Un altro bacio, al quale non potrà sottrarsi.

E pare non voglia.

Approfondisco ancora il bacio, e le stringo la mano, che non avevo ancora lasciato.

Sembra convinta. E io lo sono? Si.

"Lo prometto!"

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Capitolo 9
*** Promesse violate ***


Hermione aspettò che Draco si addormentasse, per essere sicura che non l'avrebbe vista.

Prese una vecchia pergamena dalla sacca nera, la mise in tasca e, sempre con cautela, uscì dalla tenda.

Era notte fonda, e non vedeva nulla, ma quello era l'unico modo per farlo. Strinse nella mano destra la busta che le era quella mattina, e che aveva nascosto per tutta la giornata. Edvige le planò sopra la testa, prima di posarsi sulla sua spalla.

Hermione's pov

Mi misi a sedere dietro alla tenda, riparata da un albero.

La flebile luce emanata dalla bacchetta non bastava a illuminare questa notte nera e senza luna. Non volevo farmi sentire, ma era quasi impossibile, considerando le innumerevoli volte che sono inciampata, ed Edvige che gracchiava ogni viltà faceva ancora più rumore. Ma oltre a questo non sentivo altri rumori, quindi non lo avevo svegliato.

Finalmente posso leggere la lettera. È scritta di fretta, con inchiostro sbaffato e macchie d'acqua dovunque. La calligrafia è comunque curata, quella di Harry.

Cara Hermione,
Cosa ti succede? Non scrivi da molto. Va tutto bene? A noi per niente. Ma questo non è importante. Devi aiutarci. Abbiamo bisogno di te.
                                     Harry e Ron

Era vero, non li avevo aiutati per nulla. Nonostante gli avessi promesso di scrivergli ogni sera per dargli delle informazioni che potessero aiutarli. Strinsi la lettera nella mano e presi la carta che avevo in tasca.

Strappai la pergamena in due fogli troppo piccoli per dire tutto.

"Flagramus!"

Pronunciai l'incantesimo e iniziai a scrivere la prima lettera, indirizzata a Harry e Ron

Cari Harry e Ron,
So che non vi ho dato alcuna informazione come vi avevo promesso.
Spero mi perdonerete.
Non sono a scuola.
Sono nella foresta con Malfoy, mi sta proteggendo. So che siete sempre più perplessi, ma posso dirvi poco. Io-

La bacchetta smise di scrivere, e l'incantesimo svanì.

Non capivo come potesse essere successo, ma la risposta arrivò poco dopo. Sentì una mano che mi prendeva la spalla per voltarmi, mentre un'altra prendeva la lettera che stavo scrivendo.

"Cosa ti è saltato in testa?" disse con estrema serietà, sospirando con rabbia. Tenevo lo sguardo basso, cercando di non incrociare quegli occhi glaciali che sapevo mi avrebbero bloccata. Mi alzai e mi appoggiai all'albero.

"Harry e Ron hanno scritto..."

"Ti avevo detto che non avresti dovuto dirgli nulla di tutto questo! Lo avevi giurato!" Lui mi prese il polso con la mano sinistra, e iniziò a stringere. Mi faceva male.

"Devo diglielo Draco! Devo farlo! Non posso non scrivergli e rimandargli indietro Edvige a becco vuoto tutte le volte! Penserearanno mi sia successo qualcosa!" Mi alzai cercando di liberarmi dalla sua presa al polso. Lo guardai sprezzante.

"Ti succederà veramente qualcosa se manderai quella dannata civetta da Potter!" Edvige volò in alto, indignata.

Sapevo che non avrei dovuto alzare lo sguardo. Ora non so che dire. Ho ancora paura che possa farmi qualcosa. Perché? Mi prese anche l'altro polso e mi strattonò.
Con una spinta mi fece entrare nella tenda e mi gettò a terra.
E ora? Avevo paura.

Draco's pov

La Granger era stata un idiota. Aveva rischiato veramente di essere trovata. L'avevo trovata giusto in tempo. 
Sno talmente incazzato che non mi controllo. Sono sicuro che ha paura di me. Glielo leggo negli occhi.
È stupenda quando ha paura...
Ogni passo che faccio verso di lei trema di più. Sorrido soddisfatto, e muovo l'ultimo passo verso di lei. Con una mossa sola la tiro su per la vita.
Sento che sta tremando veramente. Povera Hermione. 
Aveva cercato di infrangere la promessa, ma giusto due giorni fa anche io ne avevo violata una. Una con me stesso. Avevo promesso che non mi sarei lasciato trasportare dai miei schifosi sentimenti, che li avrei controllati, e invece non ci sono riuscito. Non ci riesco neanche ora. 
Le sollevo il viso con il pollice e mi tuffo sulle sue labbra.
O è troppo spaventata per reagire o non vuole farlo.
La stringo per i fianchi e approfondisco il contatto. In un attimo mi ritrovo a cercare la sua lingua, disperatamente.

"Draco..." sussurra senza fiato ancora attaccata a me.

Cosa mi sta facendo?
Mi sta lasciando senza fiato,tanta è l'intensità di questo bacio. Nonostante la paura che so sta provando, è lei a comandare in questo momento. Può decidere se farmi continuare o smettere.

"Draco, ti prego..."

Non ho intenzione di lasciarla, ma da troppo mi prega di farlo. 
Piano piano inizio a sciogliere il tutto, lasciandole il tempo per riprendere fiato.
Già mi manca il suo calore, così mi spingo ancora verso di lei per provare quelle sensazioni ancora una volta. Per ricordarle.Mi stacco definitivamente, non senza morderle il labbro inferiore, e ottenendo come risposta un sospiro.
Con un ghigno soddisfatto le stringo ancora di più la vita e le chiedo

"Hai paura di me Granger?"

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Capitolo 10
*** "Tu non sai cosa provo." ***


Hermione's pov

Quelle parole mi colpirono come fossero un insulto. Mi scostai con fare sfida e lo fissati, rispondendo secca

"No."

Lui mi si avvicinò di nuovo e mi sfiorò la guancia con le dita, mentre sorrideva ambiguo

"Sicura Granger?"

Mi allontanai nuovamente da lui e ripresi inviperita. Che buffo, una vipera e una serpe. Non ci avrei scommesso.

"Sicura."

Rimase lì a fissarmi insistentemente, sogghignando, prima di abbassare di più il tono della voce e  pronunciare lentamente nuove parole

"Allora perché piangi?"

Io? Piangere? Ho pianto, si, ma lui non c'entra. Crede davvero che sia per lui? No caro. Mi asciugai frettolosamente le poche lacrime che, scese, ora si erano fermate, e risposi.

"Le mie lacrime non c'entrano nulla con te."

Cercai di non sembrare titubante nel rispondere. Sapevo benissimo cosa significassero: Harry e Ron che mi avevano lasciata sola, che non mi volevano con loro per aiutarli a cercare gli Horcrux, e soprattutto... i miei genitori. Quel pensiero che avevo soffocato, respinto, cacciato sempre. Pensavo di essermene liberata, ma so benissimo di non poterlo fare. Sono loro che si sono dimenticati di me, non il contrario.

Ho fatto un grave errore, ho esternato i miei sentimenti davanti a Draco, e lui, che non sa nulla di tutto quello che mi è successo, si è azzardato a fantasticare.

Vorrei rimangiarmi le parole che ho appena detto e sparire, ma so di non poterlo fare.

"Allora perché stai così... così male?"

Non può averlo detto, non può. Non me la sento di rivelargli tutto, non posso!

"Non puoi capirmi!"

"Come fai a dirlo? Hai bisogno di parlare Hermione. Lasciati aiutare."

Ha ragione. Solo Godric sa quanto mi costi ammetterlo, ma ha ragione. So benissimo che cercare di dimenticare mi farà solo male. Ma era la cosa giusta? Insomma, confidarsi con quello che fino a tre giorni fa era l'ultima persona che, giuravo, mi avrebbe vista in questo stato? Anche se ora... non so definire cosa sta succedendo...

Sì, devo sfogarmi. Prendo fiato due o tre volte per farmi forza e finalmente mi libero.

"Harry e Ron se ne sono andati... non hanno voluto che andassi con loro. So che lo fanno per proteggermi, ma senza di loro sono sola, e non so più con chi confidarmi, e ci sto male. Non riesco a non pensare-

Mi fermai un attimo.

Man mano che parlai mi sentì sempre più leggera. Mi fa bene sfogarmi, e non so perché, ma Draco mi da l'impressione di essere in grado di capirmi. Ma questo è il momento peggiore. Devo dirgli tutto. - ai miei genitori. Sono Babbani, e so che Voldemort gli avrebbe fatto del male se non...-trattamenni un singhiozzo che sapevo sarebbe tornato -... se non li avessi allontanati. Ho fatto in modo che si dimenticassero di me. Sono sparita dalla loro vita per impedire a Voldemort di distruggergliela.

Ora non posso più parlare con nessuno. E sto male."

Non riuscì a resistere oltre. So benissimo che avrebbe pensato che sono una frignona, una debole, ma non mi importa. Mi ero sfogata e volevo continuare. Fermare le lacrime è inutile, sappiamo che ritornano. Come i ricordi...

Draco's pov

Non avevo mai visto la Granger in questo stato. Stava davvero male, e so benissimo di soffrirne anch'io. Perché una ragazza qualsiasi, per giunta quella che ho sempre disprezzato e insultato, mi facesse questo effetto. So benissimo che tutte le volte che la vedevo star male sentivo l'impulso di consolarla, ma non l'ho mai fatto.
Ormai non devo più fingermi indifferente, ci siamo solo io e lei. Voglio che stia bene.
L'abbraccio d'istinto, lasciandola sorpresa. Non voglio lasciarla andare. Con tanto testa appoggiata sul mio petto sussurra stanca

"Grazie..."

"Ne avevi bisogno. "

Devo ammetterlo, sto bene così. Chissà se riuscirò a dirlo anche a lei un giorno...
Continuai ad accarezzarla finché non fui certo che dormisse. Presi la coperta e la avvolse attorno a noi. La tennis stretta a me, come fosse un oggetto prezioso, raro, che andava custodito e difeso. E so che lo è.
Le posai un bacio sulla nuca e cercai di prender sonno, sussurrando.

"Prometto che ti proteggerò."

Spazio autrice:
Ok ok! Lanciayemi tutte le maledizioni che volete! Le merito! Non posso giustificarmi, mi scuso infinitamente con tutte voi!
Sono stata impegnata con la scuola, e nel tempo libero ho aggiornato la mia New Generation, perché avevo perso l'ispirazione. Credo che questi capitoli monotoni vi annoino.
Beh, ora Draco e Hermione hanno imparato a conoscersi a fondo e a farsi forza a vicenda. Quindi che ne dite? È arrivato il momento decisivo?
Ciao baci!!!!

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Capitolo 11
*** Natale di pericolo ***


Draco's pov

Mi svegliai senza quell'ormai solito respiro pacato che rompeva il silenzio, ma con dei passi silenziosi e veloci per il perimetro della tenda. La Granger si era svegliata molto presto. Cos'era tutta quell'euforia? Mi alzai e notai che si era cambiata, indossava un maglione rosso al posto della solita felpa. Non appena mi vide mostrò i suoi trentadue denti con un sorriso

"Buon Natale Draco."

Natale? Si, era vero. Questo giorno è proprio il venticinque dicembre. Natale. Buffo, tutto quello che sta capitando non le impedisce di pensare comunque a questa festività. Io non ci trovo nulla da comparare agli altri Natali che ho passato. Ma lei si, lei vuole portare un bagliore di felicità in questo buco buio. Forse non è una cattiva idea provarci. Lo meritiamo infondo.

"Orchidelius.- evoco una rosa bianca e gliela porgo- buon Natale Hermione"

Sorride e arrossisce. È divertente vederla imbarazzata per così poco. Non so come definirla. Fragile? Nah, forse all'apparenza. Audace? Sì, ma è troppo poco. Delicata? Sì, come una rosa, ma con le spine. Allora che posso dire? Che è tutto.

"Vuoi uscire? Sta nevicando."

Mi chiede sognante. Nei suoi occhi vedo il luccichio di quelli di una bambina. Si emoziona con poco. È semplice, del tutto diversa da me. Chissà, se dopo tutto questo tra noi cambierà qualcosa. Forse apprezzerò le cose semplici con lei. Forse, chissà...

Mi alzo e con un cenno annuisco. Appena attraversa la soglia della tenda qualcosa la ferma, e alza lo sguardo. Vischio. Ho avuto una buona idea. Lo fissa per qualche secondo

"Sai cosa si deve fare sotto al vischio?"

"Ovviamente"

Senza imbarazzo, mi bacia con impeto. La stringo a me, perché voglio che capisca che non la lascerò. Non dopo tutto, no, non più. Si può essere felici con poco? Me lo sono sempre chiesto. Questo è poco. Una tenda mal ridotta, una rosa e un rametto di vischio. È poco, ma ora è tutto.

Stavamo per superare il limite tra un bacio casto e uno appassionato, ma ci fu impedito.

Non poteva essere, non in quel momento, ma purtroppo era così. Il Marchio prese a bruciarmi, sentivo il dolore più forte di quello che provocava la Maledizione Cruciatus. Com'era possibile? Erano qui.

Hermione's pov

Non so che fare, non so come aiutarlo. Provo ad avvicinarmi, ma lui mi respinge

"Vattene. Ti prego vattene..."

Pronuncia con un gemito di dolore tra i sospiri.
Non posso vederlo così. È una sofferenza solo sentire la sua voce.
Mi chino verso di lui e tentò ogni incantesimo per calmare il suo dolore, ignorandolo quando mi esortava a scappare, ma nulla.
Non lo avrei lasciato qui, so troppo bene cosa sta per succedere.

"Incarceramus."

Quella voce. Quella voce carica di pazzia che avevo sentito la sera in cui ci avevano attaccati. Era lei. Le corde si stringono attorno a me e mi immobilizzano, costringendomi a terra. Risate folli, tante. Alzò il viso e li vedo. I Mangiamorte, coperti dalle loro maschere d'argento e dalle vesti nere, schierati attorno a noi. Al centro, davanti a tutti, con il suo ghigno malefico e gli occhi rossi fiammeggianti di vittoria c'era lui.
Lord Voldemort.
La sua voce simile a un sibilo interrompe le risate dei Mangiamorte

"Molto bene, molto bene Draco. Sei stato utile, davvero. Trovarvi è stato molto facile grazie a te."

All'improvviso vedo Draco calmarsi. Voldemort aveva fatto cessare il suo dolore, ma così non sembrava. Aveva ancora quell'espressione sofferente. Si sentiva in colpa.
Era anche lui immobilizzato a terra, che ascoltava quel sibilo senza fiatare.

"Devo confessarti che non pensavo saresti arrivato a tanto. Credevo ti saresti limitato ad offrirle aiuto. Non credevo l'avresti sedotta. Ma la scelta era tua, il piano ha funzionato lo stesso. Molto, molto bravo."

Mentre si complimentava bevevo le sue parole come veleno. Non poteva averlo fatto, era sincero, lo sentivo. Torno a guardare l'espressione di Draco. Tiene i denti serrati, attento a non farsi sfuggire una parola. Ma nel sentirlo complimentarsi con lui, calcando le parole, questo lo fece scoppiare.

"Non ho seguito il tuo piano! Non ho finto e non sono come voi! VI HO TRADITI!"

Con tono svogliato e un movimento lesto di bacchetta pronuncia la maledizione

"Crucio."

Alzò la voce per sovrastare le sue grida. Si chinò in basso e si rivolse a me

"Sarai molto utile mezzosangue, davvero utile. Da quello che si dice sei la strega più brillante della tua età. Sì, sarai utile. Tutto quello che sai su Potter mi serve. Tu e le tue informazioni siete una risorsa preziosa. E di mia proprietà."

"Mai. Non sarò mai una di voi!"

Voldemort allargò il suo ghigno, mentre si avvicinava a Draco. Sciolse le corde e lo tirò su.
Senza dargli il tempo di rimettersi in piedi prese il suo braccio sinistro e premette sul Marchio, provocandogli un dolore lancinante e incessante, costringendo nuovamente a terra.

"Smettila!"

Vederlo sorridere davanti a questa sofferenza mi fa capire le sue intenzioni. Vuole che soffra davanti a me.

"Lascialo stare! Lascialo!"

"O ti unirai a noi o sarà molto peggio.- si prese un secondo per ammirare la mia espressione sconcertata - morirà."

"No! Io... farò quello che vuoi."

Lasciò andare il suo braccio e lo fece alzare, consegnandolo a dei Mangiamorte che lo bloccarono.

Mi slegò e prese il mio braccio sinistro, tirandomi su la manica.

Sto veramente per farlo? Sto veramente per passare dalla parte del nemico, per buttare all'aria tutto, per soffrire da questo momento in poi, solo per Draco? Non posso più né sottrarmi né sottrarlo da questo inferno. Saremo affondati entrambi. Saremo affondati insieme.

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Capitolo 12
*** Sennza tracce ***


Draco's pov

"Morsmorde" pronunciò Voldemort, tenendo fermo il braccio di Hermione, che tremava.

Stava accadendo. Sul suo braccio si stava formando lentamente quel segno indelebile, che l'avrebbe fatta prigioniera per sempre.

"No!" Gridavo, cercando di liberarmi dalla presa dei due Mangiamorte che mi tenevano per le spalle
"Hermione no! Non puoi!"

Il ghigno di Voldemort si allargò, mentre il Marchio raffiorava da quella pelle bianca.

Non poteva farlo. Non poteva succedere. Mi dimenai e tirai ma gomitata ai due che mi tenevano, facendomi lasciare. Caddi a terra e in un attimo afferrai la bacchetta.

"Bombarda!" gridai, puntandola contro Voldemort, che venne sbalzato all'indietro.

Presi Hermione, ancora stordita e incredula, e la tirai su. Iniziammo a correre a perdi fiato, schiantando le ombre nere che ci seguivano e che spuntavano da ogni parte, tra gli alberi.

Lanciavamo incantesimi non verbali a destra e manca, dietro le nostre spalle.

Correvamo verso la scuola, nel disperato tentativo di salvarci.
Il portone ovviamente era chiuso. Non sapevo che fare. Erano vicini, lo potevo sentire.
L'unica possibilità che avevamo era di passare dall'alto. Dalla Torre di Astronomia. Potevamo arrivarci solo volando. E sapevo come fare.
Avevo imparato a farlo da mio padre, come tutti gli altri Mangiamorte. Mi ero ripromesso di non farlo mai. Ma era l'unica via di salvezza.
Feci un cenno a Hermione che lei interpretò subito. Si avvicinò titubante a me. La presi per la vita, e in un attimo entrambi diventammo fumo e raggiungemmo la Torre.

Riprendemmo fiato dopo la fuga. Stavano per arrivare, non mancava molto. Volevano vendetta. Lo sapevo. Mi sentivo in colpa come non mai.

"È colpa mia" le dissi

"No, non lo è." Disse lei con il solito tono confortante, nonostante tutto.

"È grazie a me che ci ha trovati. Grazie a questo." Mi tirai su la manica e indicai il Marchio. Lei l'aveva scampata. Il suo era chiaro e formato a metà. Non era ancora proprietà di Voldemort. E mai lo sarebbe stata.

"Non puoi fartene una colpa."

"L'ho deciso io." Era tutta colpa mia. Di tutto. Avevo firmato il patto con il diavolo e mi ero fatto segnare.

Lei mi prese il volto fra le mani e mi guardò negli occhi

"Siamo solo persone che possono sbagliare."

Io abbassati gli occhi, deciso a evitare i suoi

"Non posso permettere che tu sia costretta a commettere i miei stessi errori."

"O lo farò o ti perderò."

"Non importa, la tua vita conta di più"

"Io ti amo"

Le parole che volevo e non volevo sentire allo stesso tempo. Quanto si può desiderare una cosa che può rovinare la cosa stessa? Desidero Hermione, ma so che questo la metterebbe in pericolo.

"No Hermione no"

"Sì Draco"

"Devi salvarti"

"Come?" Aveva intuito tutto. La brillante Hermione Jean Granger, a cui non si può nascondere nulla.

"Addio" Dissi, cercando di essere distaccato, ma non ce la feci, non ci riuscì. Volevo farlo e lo voleva anche lei.
La baciai. Era l'ultima volta che lo avrei fatto. Non volevo che finisse. Mentre giocavamo tra le labbra come due amanti sentivo le lacrime che le bagnavano il viso, mentre mi stringeva. Aveva capito le mie intenzioni. Non voleva che andassi via.

"Ciao.- Sospirò lei, staccandosi appena- Non addio, ciao."

"Ciao." Le dissi piano io, abbassando nuovamente lo sguardo.

Le puntai la bacchetta contro, rischiando di non riuscire a trattenermi più e di scoppiare in singhiozzi da un momento all'altro

"Oblivion."

Lei svenne e cadde a terra, mentre i ricordi di questi giorni svanivano dalla sua mente, mentre dimenticava per sempre tutto. Dal braccio sinistro il Marchio sparì, lavato via dalla pelle come una scritta a matita. L'incantesimo era abbastanza potente.

Mi resi invisibile e la riportai nella Sala Comune dei Grifondoro, dove l'adagiai sul divano. Misi una lettera nell'ufficio della professoressa McGranitt, dove, imitando la grafia di Hermione, spiegavo la sia assenza. Dopodiché tornai di fuori in quel mondo ostile, senza sapere se l'avrei più rivista, senza lasciare tracce.

Spazio autrice
E rieccomi di nuovo qui! Ho aggiornato subito perché credevo anch'io dall'emozione. Nonostante quello che potete pensare la storia non è finita! Sì esatto! Manca ancora l'ultimo capitolo. Pubblico prestissimo, giuro! Baci!

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Capitolo 13
*** Vuoto ***


Hermione's pov

È assurdo come la guerra cambi le persone. Questa scuola non l'ho mai vista così sfumata, distante. Tutti gli studenti che prima ridevano e correvano dovunque mostrando i propri trentadue denti a tutti, ora erano come fantasmi, i pochi rimasti, i pochi sopravvissuti, i pochi che avevano avuto il coraggio di tornare. Io stessa non volevo. Pensavo che tornare qui in assenza di così tante persone che riempivano le mie giornate sarebbe stato orribile. Ma qualcosa mi ha spinta a tornare.
Da tempo, da prima che quell'inferno finisse sentivo qualcosa che mancava, nel petto. Vuoto. Un vuoto. Ma non era quello che conoscevo. Quello dovuto a Sirius, Silente, Remus, Tonks, Fred e tutti gli altri che ora ci guardano dall'alto. Non è quello dovuto alla mancanza della mia famiglia, dei miei genitori, ricoverati al San Mugo nella speranza di recuperare la memoria, e forse un giorno ricordarsi di me. Era qualcosa di profondo, ma non riuscivo a ricordarlo.
Ora mi sto dirigendo in biblioteca come tutte le sere, quando vado a cena presto per non vedere nessuno, mangio alla svelta e mi rifugio in quel luogo dal profumo di pergamena antica, che sembra rilassarmi, l'unica cosa che mi porti lontano da tutto e da tutti.
Tutti.
Tutti. Tutti. Tutti.
Anche quelli che ormai sono la mia famiglia. I miei amici. Harry e Ron.
Non li riconosco più, mi sento un'estranea con loro, e così loro con me. Cambierà tutto, ripeto tra me e me ogni volta che ci ripenso. Cambierà tutto...
Tutto.
Tutto. Tutto. Tutto.
Mi siedo in fondo a quella stanza polverosa e taciturna, mentre ripeto quella parola, che inconsciamente passo serate intere a scrivere. E così anche sta sera. Sento che è legata a quello che mi manca, al vuoto.
Protetto alla cassa toracica, il cuore si conforta con quella parola. Cosa mi ricorderà mai? Con cosa è connesso? La trance viene interrotta da qualcosa.
Nelle orecchie, riempite prima da un lungo fischio sommesso per il troppo silenzio, ora sento che questo è sostituito da un rumore distante e lento. Dei passi che rimbombano nell'eco della biblioteca. Alzo lo sguardo, ma non vedo nessuno. Sarà solo la stanchezza. Mi rimetto a fissare quelle pagine piene di scritte vuote ma piene di significati nascosti, quando una sensazione mi invita ad alzare nuovamente lo sguardo. Mi sento osservata.
Quando sposto gli occhi dal quaderno, essi ricadono su altri occhi, chiari e stranamente espressivi. Inquadro il viso illuminato dalla poca luce della candela, e capisco a chi appartiene, ma la cosa mi pare strana. Draco Malfoy mi stava fissando con gli occhi lucidi e nostalgici.

"Cosa stai facendo?"

Chiedo con un filo di vice, attendendo la risposta che mai arrivò.
Mi ritrovai a vederlo avvicinarsi a me sempre di più, senza muovermi. Si sedette accanto a me sul freddo pavimento e si avvicinò ancora. Appoggiò le sue  labbra lentamente sulle mie, prima di baciarmi veramente, con trasporto, con passione, con emozione.
Non protestai, feci il contrario. Lo abbracciai. In quel punto, nel petto, sentivo calore, come mai era successo.
Com'è strano. Che mi serva lui, infondo, per riempire il vuoto? O che sia lui il vuoto stesso?
 

Spazio autrice

Salve a tutte.
È il momento delle confessioni. Prima cosa: confesso che poco tempo fa ho pensato seriamente di chiudere la storia e di non continuare. E quindi vi ringrazio tutte, perché mi avete spinta a continuare. Grazie di cuore!
Senconda cosa: la storia, come spero abbiate capito, è finita. All'inizio pensavo di completarla in tutt'altro modo, ma sarebbe stato troppo crudele da parte mia, e così mi è venuta questa idea. Com'è? Vi è piaciuta?
Ora vi saluto, e vi dico ancora una volta grazie!
Baci!
La vostra pensa_e_potrai

P.S.: ma voi chiamatemi semplicemente Elena.

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