Amore Improvviso

di jamichannel00
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1

La maledetta sveglia.Eccola,risuona,un nuovo anno scolastico.Allungo il braccio. La spengo. La luce proveniente dalla mia finestra mi acceca,appena apro gli occhi come è solito di ogni mattina. Mi alzo velocemente,entro in cucina e mi verso il caffè appena preparato da mia madre in una tazza,l'odore ha pervaso la casa,ovviamente al caffè aggiungo anche il latte,senza mi fa schifo. Ho cominciato a bere il caffè da pochi anni e non sono abituata a grandi dosi. Mentre sto salendo le scale per risalire in camera mia, in modo molto silenzioso senza che mia madre mi veda,perchè odia che porta il cibo o le bevande nella mia camera,sento proprio la sua voce gridare il mio nome.

"Emily,diavolo,dove stai andando,quante volte devo dirti che non voglio che tu porta su il caffè la mattina?" Disse in tono aggressivo,troppo per i miei gusti. E inoltre è mattina,di solito la mattina sono anche particolarmente più sensibile a qualsiasi tipo di critica. Insomma la mattina mi rode veramente il culo. Ma a quale adolescente la mattina non succede questo? 

"Mamma,quante volte invece io devo ripeterti che non ho tempo di bere il caffe e poi andarmi a vestire,devo fare le cose contemporaneamente!" Risposi acida.

"Sbrigati o farai tardi a scuola ti dò qualche minuto." Rispose.

Mi affrettai al piano superiore. Mio fratello era già pronto,come al solito. Scelsi un paio di jeans stretti e una maglia a righe bianche e rosse. Presi la borsa,ci infilai un quaderno e qualche penna,dei soldi e la chiusi. Sono particolarmente affezionata a questa borsa. Mi piace per il suo colore verde petrolio,ma non solo anche perchè è stato uno degli ultimi regali di mio padre,prima che sparisse dalla mia vita. Scappo di casa circa 2 anni fa,lasciando me e mio fratello senza un papà e mia madre senza un marito. E' stata una grande perdita,nessuno di noi sa il vero motivo per cui quella notte mio padre se ne andò senza più tornare. La mattina seguente dopo la sua fuga mia madre non lo trovò più nel suo letto,nel letto che avevano condiviso per tantissimi anni,fu orribile,passammo un anno orrendo. Mio padre aveva cambiato numero di telefono,città,casa,indirizzo,tutto. Eravamo distrutti,non trovavamo un motivo per andare avanti,pensavamo solamente che nostro padre non ci voleva bene e che non amasse la mamma,ci incolpavamo tra di noi,ma solo nei nostri pensieri,perchè non avevamo il coraggio di dirlo a voce,ma alla fine sparivano ogni tipo di colpe,e ritornavamo a pensare che non era colpa nostra se nostro padre se ne andò di casa senza spiegazioni. Ci fissammo di non pensarci più,di non pensare più a quella mattinata,di non pensare più a qualsiasi ricordo con lui,perchè ci avrebbe solamente fatto male. Da quel giorno la parola papà non uscì dalle nostre bocche,anche se tutte le sere penso a lui,e so che succede anche per mia madre,perchè sento dalla mia camera che a volte che piange,e il motivo è questo lo so,mio fratello invece è il più forte anche se ha solo dieci anni. 

Dò gli ultimi sorsi al mio caffè,e scendo. 

"Mamma,io vado,non so se torno per pranzo!" Urlai mentre scendevo le scale.

"Ci sarà la nonna,viene a controllare Jonah." Rispose.

"Okay,ciao mamma." E uscì dal portone quando tornai subito indietro. Mi ero scordata come succede tutte le mattine il cellulare,e le chiavi. Li presi e riuscì di casa.

Mi incamminai fino alla fermata del bus. Dopo qualche minuto arrivò. E velocemente salgo sopra. I posti erano quasi tutti occupati,tranne uno. Vicino ad un ragazzo,allora mi affrettai a raggiungerlo. Il ragazzo era impegnato a sentire la musica. Volevo anche io sentire un po' di musica e cominciai a frugare nella borsa alla ricerca delle mie cuffie. Ma maledettamente le avevo scordate sulla mia scrivania. Ma come avevo fatto?Non mi succede mai,le ricordo sempre,sono le cose più importanti che uso,come ho fatto a scordarle. Mi venne in mente di chiedere se il ragazzo vicino a me ne avesse un paio anche per me.

"Senti,scusami,ma.. potresti prestarmi un paio di cuffie?" Chiesi. Il ragazzo non mi sentì,ma aveva capito che stavo parlando con lui,perchè aveva notato che stavo muovendo la bocca gurdandolo nel viso,che però aveva coperto dalla mano che era appoggiata sulla sua guancia.Si tolse le cuffie e si girò verso me.

"Scusa?" Mi chiese. Aveva degli occhi color blu cielo,erano belli,molto belli,intensi. Aveva i capelli un po' spettinati,un ragazzo dall'aria disordinata direi. Era misterioso.

"Scusami se ti ho disturbato ma volevo sapere se per caso tu avessi un paio di cuffie da prestarmi?" Chiesi.

"Tieni" Rispose e si rimise le cuffie. A quel punto accendo la musica e credo che metterò la playlist che uso spesso,senza perder tempo a cercare ogni canzone. Ne ho tante di playlist ,perchè mi piace raggruppare tutte le canzoni che mi trasmettono sensazioni diverse in gruppi diversi,oppure ci sono canzoni di un "periodo" le chiamo io,quelle del momento che tutti ascoltano,che vengono passate alla radio,e le metto in un'unica playlist. Però il ragazzo accanto a me si è mostrato molto gentile da prestarmi le sue cuffie,non succede tutti i giorni,ed è anche carino,peccato che non lo abbia mai visto qui,nè su quest'autobus e nemmeno alla nostra scuola. Nella nostra scuola è un via vai di alunni nuovi che arrivano o alunni vecchi che vanno via,essendo un cittadina piccola e compresa tra due grandi città, è molto di passaggio,per questo i figli di grandi imprenditori del centro vengono ad abitare qui per trovarsi in tranquillità ma comunque a pochi minuti dal centro. Rimane comunque un piccolo paese,anche se abbiamo una scuola molto grande proporzionata alla cittadina,questo di solita fa sempre onore a tutti gli abitanti perchè come dicevo prima non ci sono solo gli abitanti di qui ma provengono dappertutto. In pochi minuti l'autobus arrivo a scuola. 

"Senti,grazie mille delle cuffie." E gli appoggiai le cuffie sul sedile prima di scendere.

"Figurati" Rispose.

Da lontano già vidi Rachel e Sarah che stavano chiacchierando sedute sul muretto dell'entrata. Quando mi videro sentì un urlo molto forte,era la voce di Sarah che stava correndo per venirmi ad abbracciare,non ci vedevamo da quasi un mesetto,lei è stata in vacanza a casa di suo padre in California,e quando lei è tornata io sono partita per andare a trovare degli amici di famiglia in Italia. E' molto bella l'Italia e non vedo l'ora di raccontare loro tutto quello che mi è successo lì. Rachel ha dei genitori molto ricchi,per questo ha la possibilità di viaggiare,inoltre sono anche divorziati e viene viziata da entrambi. Sarah invece è una ragazza molto silenziosa all'apparenza,ma se si conosce bene è una ragazza piena di carica e spirito. Purtroppo delle brutte esperienze hanno segnato la sua vita tanto da segnare di conseguenza anche lei. Suo padre era alcolizzato e menava a sua madre,si può davvero dire che non ha passato un'infanzia molto tranquilla come la maggior parte delle persone.Ma ora finalmemente sono passati 5 anni e suo padre si è trasferito nell'altra parte del mondo,senza nemmeno voler più sapere di loro ,d'altronde come il mio,ed ora sua madre si è risposata con un uomo molto simpatico,ha sempre la battutina pronta ed è sempre disponibile per Sarah.

"Emily mi sei mancata tantissimo questo mese,non passava più e non vedevo l'ora di rivedervi ragazze!" Disse Rachel.

"Anche io non vedevo l'ora di rivedervi,devo raccontarvi molti particolari estivi!" Disse Sarah.

"Sono contenta anche io aggiunsi." La più fredda fra tutte. Ma non era mattina,mi rodeva davvero,e non avevo voglia di parlare con nessuno,tranne scambiare due parole con loro,perchè non le vedevo da tanto tempo.

"Credo che sia arrivata l'ora di entrare,hanno appena suonato la campana." Disse Sarah,mentre salutava altre ragazze che conosceva solo lei. Noi la guardammo male come per chiedere: chi sono? Allora lei scrollo le spalle e aggiunse: "Vicine di casa"

Entrammo,mettemmo la presenza e ci avviammo nelle nostre rispettive classi ovvero io chimica,avrei voluto uccidermi,Rachel matematica e Sarah letteratura. Faci le prime tre ore tranquillamente,chiacchierando e ritrovando vari amici degli anni scorsi. Vidi tutti tranne lui,Luke, Non lo avevo visto nemmeno in giro per i corridoi,so come è fatto avrebbe sfruttato qualsiasi occasione pur di rinfacciarmi che quest'estate al campeggio se le era scopate tutto,ma ormai non era più un mio problema,poteva scoparsi chi voleva,lui non era più roba mia,ma sono incerta se lo fosse mai stato. Mi ricordo quando ci eravamo appena messi insieme,avevamo fatto scandalo. Lui il bello e il dannato della scuola insieme ad una semplice ragazza. Tra i suoi tradimenti e trai miei perdoni restammo insieme circa cinque mesi. Sopportai davvero tanto,le mie amiche lo sanno.Quando litigavo con lui,non mangiavo,non dormivo,non andavo a scuola,non facevo sport,non parlavo con nessuno. Oltre a distruggermi la vita,non me ne faceva nemmeno ricostruire un'altra. Dopo che ci lasciammo,un ragazzo aveva provato a lasciarmi il numero ma lui lo minaccio che gli avrebbe fatto del male se solo lui tornava a starmi vicino,in quel momento avevo capito che mi stava davvero distruggendo l'esistenza. Ora è passata l'estate e non si è ancora fatto risentire. Meglio così,non spero altro.

"Ragazze io ora ho la lezione di matematica e inoltre sono anche in ritardo quindi devo andare via!" Gli diedi un bacio sulla guancia e scappai. MI diressi verso l'armadietto a prendere il libri della lezione,il mio armadietto era dal lato opposto della scuola,da dove ero io con Rachel e Sarah. I corridoi si stavano svuotando,piano piano ogni ragazzo e ogni ragazza entrarono nelle loro rispettive aule. Mentre mi dirigevo all'armadietto,vidi un ragazzo a terra,con un labbro insanguinato. Mi fermai un secondo sul posto e sgranai bene gli occhi,come per identificare il soggetto,come una di quelle macchine ad alta tecnologia. E non mi sbagliavo,la prima supposizione era quella che fosse davvero il ragazzo delle cuffie di questa mattina sul mio autobus. Aveva un labbro sporco di sangue,e l'occhio aveva un piccolo lividi. MI affrettai verso di lui,per vedere se gli serviva aiuto,e buttai la borsa a terra.

"O mio dio,ma cosa ti è successo?" Chiesi io con un tono preoccupato.

"Non sono affari tuoi" Mi rispose lui.

"Non volevo intromettermi,ma in questa scuola esiste un'infermeria,se non sai dov'è posso dirtelo io.Sono sempre disponibili ad aiutare chiunque." Gli dissi anche se già sapevo la sua risposta,era invitabile.

"Ti ho già detto che non sono affari tuoi,e che non vado." A quel punto ripresi la borsa da terra e mi avviai al mio armadietto e presi i libri che mi sarebbero serviti per la lezione,e mi avviai nella classe.

Durante l'ora ho pensato solo al quel maledetto ragazzo,non capisco perchè mi abbia dovuto rispondere in quel modo. Poi succede che più ci ripensi e più sei arrabbiata per il modo in cui risponde la gente,non rispetta nessuno e tanto meno chi vuol dar loro aiuto. E che vadano tutti al diavolo. Dopo la risposta del ragazzo ammetto che mi è tornato in mente i tempi in cui ero con Luke e alla fine risposte di questo tipo ne ricevevo tutti i giorni..

Le ore passarono e arrivò così l'ultimo suono della campanella,dell'uscita. 

Mi affretto ad arrivare all'armadietto,riporre i libri dentro e avviarmi verso l'uscita dove Rachel e Sarah mi stanno aspettando.

"Ehi,senti domani pomeriggio c'è una festa a casa mia,che fai ci vieni?" MI chiese Rachel.

"Dai Emily ci sono tutti,sarà uno sballo!"Aggiunse Sarah.

"Si okay ragazze,poi ne riparliamo per telefono ora devo andare perchè ho paura di perdere l'autobus. Ci sentiamo dopo!" E corsi verso il mio autobus,quando arrivai al bordo della strada era oramai troppo tardi. Sono sempre la solita fortunata del cazzo,autobus perso,andiamo bene,ora come torno a casa?

"Lo hai perso anche tu?" Una voce dietro di me mi chiese. MI girai velocemente ed era il ragazzo di oggi,quello del labbro insanguinato.

"Roba da non credere,hai anche il coraggio di rivolgermi la parola?" Dissi io,con un tono molto spregevole. Mi dispiace ammetterlo ma ci sono davvero rimasta male dopo quelle sue risposte.

"Scusami ma mi rodeva abbastanza il culo,mi rode ancora abbastanza il culo." Rispose.

"Non è un mio problema se ti rode o no il culo,ma non vedo il motivo per cui hai dovuto rispondermi in quella maniera,ti stavo solo aiutando. Poi se anche a me tutte le volte che mi rode il culo rispondessi male alla gente, starei a tutti antipatica,no? E comunque non mi interessano le tue scuse." Risposi quasi tutto di un fiato. Le pensavo davvero quelle cose.

"Come fai a tornare a casa tu?" Mi chiese lui. Lo evitai e continuai a camminare per la mia strada intenta a tornare a casa mia a piedi. Ormai fuori scuola non era rimasto più nessuno,puro deserto.

"Dai senti scusa,ci tengo davvero che tu le accetta." Mi seguiva,mi veniva dietro mentre camminavo. 

Mi bloccai. " Forse non ci siamo intesi,lasciami stare,sei un cafone e con le persone cafone non voglio avere nulla a che fare!"

"Okay ti lascio andare."Rispose. Io mi girai nella parte opposta e decisi di tornare indietro,vicino alla scuola c'è una pizzeria e mi prendo un pezzo di pizza,aspettando che mia nonna mi potrà venire a prendere. Inoltre nella pizzeria ci lavora Lucy la migliore amica di mia madre quindi non c'è assolutamente nessun problema.

"Dove stai andando?" Chiese lui,come se tre secondi prima non gli avessi detto nulla.

"Pizza." Risposi semplicemente.

Lui continuò per la sua strada,e io verso la pizzeria. Davanti alla pizzeria di Lucy ci sono sempre grandi gruppi di soli ragazzi.

Passo davanti alla pizzeria e comincio a sentire voci dei ragazzi e mi giro per vedere se stanno parlando con qualcuno in particolare ma invece sono diretti a me. Si sentono voci del tipo "Sai cosa ti farei?.. Hai un culo bellissimo,vieni qui! Dai vieni! Belle tette." Vedendo che io non me li filavo più di tanto,si avvicinarono. Si avvicinarono in tre. Uno mi strinse il polso,l'altro mi prese da dietro e il terzo era rimasto solo a guardare da vicino. 

"Dove vai tutta sola? Vuoi un pò di compagnia? Hai un bel culo sai?" Mi disse uno dei ragazzo precisamente quello che mi teneva per il polso.

"Non sono affari tuoi ora lasciatemi!" Urlai.

"Ora ci divertiamo un pò." Mi disse sussurrando nell'orecchio.

"Lasciami,lasciami,non mi devi toccare." Cominciai ad urlare io,ma non mi sentiva nessuno,nella pizzeria sicuramente non sentiranno. Il ragazzo che mi teneva da dietro allungò la sua mano sul mio fianco,e mi tocco il sedere,ovviamente io cercavo di ribellarmi,provavo a staccare la presa del ragazzo sul mio polso,ma era troppo forte.

"Lasciatela stare,toglietevi vi dò tre secondi." Una voce dietro di me urlò....

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2

L'urlo era proprio di del ragazzo maleducato di oggi. Ringraziando dio,mi ha sentito.

"E tu chi saresti scusa?" Chiede uno dei ragazzi che mi sta trattenendo.

"Non ti deve interessare chi sono,devi solo lasciarla,vattene!" Non ne volevano proprio sapere di lasciarmi andare. Allora lui in quel momento si avventò su di loro,lanciando un pugno secco sul viso di uno e buttando a terra l'altro. La massa dei ragazzi che erano seduti fuori la pizzeria decisero di scappare,e anche quelli che mi stavano trattenendo scapparono con loro.

"Stai bene?" Mi chiese lui,in un tono molto dolce,in un tono strano. Non mi sarei davvero aspettata da lui questo gesto,sinceramente non lo aspettavo più da nessun ragazzo per essere sincera,dopo Luke,i maschi per me sono fatti con lo stampino,cioè tutti uguali. Ma non nego di voler davvero conoscere l'eccezione,l'eccezione che mi farà battere il cuore, che mi tolga il fiato,che mi faccia arrabbiare ma contemporaneamente perdonare. Luke non era quest'eccezione,Luke era il peggiore,e quando dico il peggiore è la verità. E' orribile quando fai degli errori nella vita e li vorresti tanto cancellare,perchè ti lacerano dentro alla fine e ti segnano in qualche modo,anche se ti aiutano a crescere e capire cosa nel futuro non dovrai più fare. E' brutto ma gli errori insegnano,insegnano a vivere.

"Si grazie." Sono ancora scioccata,non so perchè ma questa situazione mi ha davvero messa paura,si sentono moltissime voci su questi ragazzi e mi ha davvero salvato questo ragazzo. Istintivamente senza nemmeno rendermene conto,lo abbraccio. Non so davvero perchè l'ho fatto!  Ma Emily,cosa fai? Puoi abbracciare sconosciuti?Quando mi staccai da lui,gli chiesi velocemente scusa. Inoltre ho cominciato anche a piangere e singhiozzare.

"Non so davvero cosa mi sia preso,ti chiedo ancora scusa." Dissi.

"Solo se accetti le mie di scuse.. e poi era il minimo che avrei dovuto fare per come ti ho risposto oggi a scuola." Disse convinto.

" E va bene. Accetto le scuse." Alla fine ammisi arresa.

"Senti,ce la prendiamo insieme questa pizza?" Mi chiese lui. Non sapevo davvero cosa rispondere,cioè è vero che una pizza non è niente di che,ma se passasse per caso Luke e ci vedesse insieme? Come potrebbe reagire? Quando capirò cazzo che Luke ormai è fuori,fuori dalla mia testa,dalla mia vita,dai miei amici,da tutto? Devo cancellarlo,ma ho paura che ritorni o che mi possa rovinare la vita peggio di così.

"Okay." Alla fine accettai,dovevo,dovevo farlo per me e per nessuno altro.Solo e unicamente per me.

Entrammo da Lucy,appena mi vide gli si illuminarono gli occhi,mia madre gli aveva detto che stavo tipo in una crisi ormonale,solite cazzate da genitori,ovviamente mia madre intuiva quando un giorno ero felice e quando un giorno ero in uno stato d'umore tremendo,e aveva anche capito a cosa era dovuto all'  "amore". Mi era venuta anche a chiedere se ero rimasta delusa quando avevo fatto l'amore per la mia prima volta,il problema è che non ho mai fatto l'amore ma lei lo credeva e ne era fermamente convinta,ma non perchè avesse qualcosa in contrario ma solo perchè voleva sapere ogni minimo particolare,so come è fatta ed era quella la motivazione. E comunque non lo avrei mai fatto per la mia prima volta con Luke,lui era un tipo da "una botta e via" come si dice. E a me quelli da una botta e via non mi piacciono più di tanto,che poi alla fine come già ho ripetuto,erano più i momenti in cui litigavamo che quelli in cui andavamo d'amore e d'accordo.

Salutai velocemente Lucy,che aveva un sorriso luminoso,sicuramente ora lo andrà a dire a mia madre,che mi trovo nella sua pizzeria con un ragazzo castano dagli occhi celesti e non ometterà nemmeno un particolare,ne sono certa,lo descriverà,gli dirà se sorridevo,cosa ha odinato lui e sicuramente farà caso se lui pagherà o no il conto.

"Ragazzi cosa vi porto?" Chiese la cameriera.

"Per me pizza Margherita." Dissi.

"Per me un hamburger." Aggiunse lui. E la cameriera si avviò nella cucina. Nel locale non c'era nessuno,tranne noi due,che chiacchieravamo silenziosi.

"Ma sei stupido? Hai preso l'hamburger quando Lucy fa la pizza migliore del mondo?"Dissi a bassa voce.

"Davvero? Me lo potevi dire prima no?" Disse lui.

"Non pensavo che avresti perso davvero un hamburger.. Parliamo di cose serie.. Non ti ho mai visto, qui sei arrivato da poco?E poi scusa qual è il tuo nome che ancora non so come ti chiami?" Chiesi.

Si fece una risata e poi rispose: "Hai ragione non mi sono ancora presentato,maleducato eh?Comunque mi chiamo Josh. E si sono nuovo,sono arrivato quest'estate."

Josh figo dai. Passabile come nome. Gli si addice. Capelli un pò spettinati,occhi chiari,tipo da jeans e Vans. Tipo anche da skate.

"Io sono Emily. Vai sullo skate?" Chiesi.

"Emh.. Sì.. Ma tu che ne sai scusa?"

"Non lo so,hai quell'area da skater"Risposi sorridendo.

"Sei per caso una di quelle sensitive?" E scoppiò a ridere.

"No ma che dici,solo che riconosco chi va sullo skate,tutto qui." E aggiunsi velocemente,perchè già avevo intuito che si stava creando il silenzio "Raccontami perchè ti sei trasferito proprio qui."

"Mi sono trasferito quì,perchè mio padre aveva bisogno di tranquillità,e quì ce n'è abbastanza." Rispose.

"Ti piace qui allora? Non hai visto tutto ancora vero?"Dissi mentre bevevo un sorso di coca-cola che ha appena portato la cameriera.

"Si,ma non ho ancora visto tutto,ma mi piacerebbe." Mi disse. Lo vedrò dopo questo pranzo? Ha intenzione di chiedermi il numero?Poi alla fine non è maleducato come credevo,sembra simpatico e un ragazzo socievole,e non capisco perchè mi sto facendo tutte queste idee se è solo una pizza e nemmeno stata programmata,capitata per caso.

Continuammo a parlare,parlammo della scuola,di lui che è figlio unico e di me che ho una peste per fratello.

"E' un cervellone mio fratello,mentre io proprio il suo opposto."Dissi ridendo.

"Ma dai non ci credo.." E rideva mentre lo diceva,

Alla fine finimmo io la pizza e lui l'hamburger,mi pagò la pizza anche se ho insistito che non lo facesse,ma si era giustificato che oggi mi aveva risposto in mal modo.

"Grazie davvero sei stato molto gentile.Ora vado." Gli dissi.

"No ma dove vai?Ti accompagno,dopo quello che è successo vuoi ancora andare a casa da sola?"

"Si qual è il problema,sono sempre tornata a casa da sola anche di notte,e c'era qualcuno che poteva farlo,ma non lo ha mai fatto,quindi non vedo il motivo per cui tu ti debba scomodare." Risposi tutto di un fiato.Non volevo far rimanere male lui,ma non volevo nemmeno che mi accompagnasse a casa e si scomodasse.

"Per me non c'è nessun problema,tanto abito da quella parte." 

"Okay,va bene.Andiamo." E così ci avviammo per la strada,percorremmo quasi due chilometri e alla fine mi accompagnò fino davanti il portone di casa mia. 

"Grazie per avermi accompagnato fino qui."Gli dissi.

"Di nulla,ora vado,ci vediamo."Era leggermente titubante,come se volesse aggiungere altro ma aveva paura. MI vorrà chiedere di uscire di nuovo? E se sì,come rispondo?Dovrei? MA NO CHE NON DOVREI. Non ho bisogno di uscire con nessuno,sto bene sola.Non voglio altre delusioni,ne ho già avute troppe per avere solo sedici anni.

"Si okay,ci vediamo." E salì le scale del portico di casa mia,non voleva chiedermi nulla. Sono solo io che mi faccio migliaia di paranoie insignificanti. Si avviò anche lui nel frattempo verso la strada di casa sua. Mi ha detto che abita a circa un chilometro dopo di me.

"Emily!" Senti urlare.

"Si?" Chiesi a quel punto io.

"Mi sono pentito di aver preso l'hamburger oggi.Ti va domani di prenderci una pizza dopo scuola?"

"Emh,si okay." Gli sorrisi e lo fece anche lui. Poi si girò e continuò a camminare per la sua strada.

Non ci posso credere,ho accettato davvero il suo invito?Non ci credo,non ci credo davvero. Due istanti prima lo stavo rifiutando categoricamente e poi accetto? Roba da non credere. Domani andrò a pranzo con lui,ma poi chiuderò lì. Non posso frequentarmi con un ragazzo,non posso davvero. Il motivo è perchè soffrirò ancora,di nuovo. Non potrò sopportarlo. Non sopporterò di piangere per tutta la notte,senza non avere più fiato,non sopporterò vedere con i miei occhi tradimenti o qualsiasi altra cosa contro di me,non sopporterò di essere dimenticata per qualcuno che dovrei stare al suo primo posto,non posso. Mi pentirei amaramente,come già sta succedendo con quello stronzo di Luke. Mi uccide dentro,mi lacera. Lo odio,lo odio più di ogni altra cosa al mondo,odio lui e tutto ciò che riguarda lui,ai giorni in cui siamo stati insieme,i suoi messaggi,i suoi baci,i suoi "non lo farò mai più,è una promessa" che poi succedeva di nuovo,le sue labbra,la sua gelosia,tutto. Dimenticherei tutto. Sto aspettando l'eccezione come ho già detto,ma se non provo a conoscere nessun ragazzo per almeno provare a vedere come va,come capirò chi sarà davvero la mia eccezione?

Questo ragionamento mi impegnava la mente. Nemmeno i compiti che avevo da fare,riusci a svolgere,perchè pensavo,pensavo a lui. Mi dispiace ammetterlo,ma mi ha davvero incuriosito. Dopo aver finito i compiti faccio una telefonata a Dave il mio migliore amico. Non abita qui,si trova a Barcellona. Si è trasferito con la sua famiglia lì,per motivi di lavoro del padre,e forse molto presto si trasferirà a Roma. Non sono ancora mai andata a trovarlo,perchè mia madre non mi lascia partire anche se conosce i suoi genitori da sedici anni. Ha pura dell'aereo e quindi secondo lei la debba avere anche io. Ma ci riuscirò ad andarlo a trovare. E' il mio sogno. Quando è partito stavo moltissimo giù,avevo 15 anni,circa un anno fà,ed è stato davvero orribile senza di lui,ora mi sono quasi abituata. 

Il telefono sta squillando..

"Emily!" 

"Daveee"

"Come stai?Sono quasi una settimana che non ci sentiamo."

"Si hai ragione devo chiederti scusa ma ho avuto dei problemi con la connessione internet e nemmeno su skype ti ho potuto contattare,mi sei mancato tanto!"

"Anche tu! Novità? Come è andato il primo giorno di scuola?"

"Si in effetti qualche novità ci sono."

"Davvero Emily? Per caso ragazzi?"

"Quanto mi conosci! Comunque si,un ragazzo,l'ho conosciuto oggi,è nuovo.Sono poche settimane che è qui e oggi era il suo primo giorno di scuola da noi.Prende il mio stesso bus e abitiamo ad un chilometro di distanza.Mi ha risposto male oggi a scuola perchè  anche se non so il motivo qualcuno lo ha picchiato e si trovava a terra,gli ho offerto un aiuto,ma si è rifiutato dicendomi anche che non fossero affari miei."

"E questa è stata la tua conoscenza con il ragazzo?Non credo che tu gli stassi molto simpatica."

"Ma non ho finito,scemo! Poi ero arrabbiatissima con lui e l'ho rincontrato alla fine della scuola perchè avevamo perso entrambi il bus e mi ha difeso da dei ragazzi che mi stavano per violentare e mi ha riaccompagnato anche a casa. E domani mi ha invitato a prendere di nuovo una pizza."

"Emily,sono davvero contento per te,e sono sicuro che prima di accettare ti sei fatta milioni di paranoie,e voglio darti un consiglio,continua a farti tutte le paranoie che vuoi perchè è giusto. Non pensare che sia il ragazzo perfetto,poi ci soffrirai,come già ti è successo. E io non voglio poi dirti 'te l'avevo detto!' perchè sai che non sono quel tipo di amico. Quindi rendimi il lavoro più semplice e non fantasticare su nulla,ma prendi tutto con le pinze." Disse lui.

"Hai perfettamente ragione,e lo sto facendo,ne ho fatte milioni di paranoie,ma ora ho capito che voglio conoscere qualcuno,per distrarmi,perchè Luke non fà più parte della mia orribile vita."

"Okay,ci conto.Ora vado che ho il libro di Economia Aziendale che aspetta di essere aperto,sfogliato,e studiato." Mi disse con un tono molto dolce.

"Si okay,allora ci risentiamo domani...Che ti aggiorno!"

Chiusi la chiamata.

Si era fatta ora di cena,e sono stanca.Ceno velocemente con mia madre,mio fratello,e mia nonna che era rimasta per cena.Ovviamente avevo un'aria diversa e lo hanno subito notato,ma ho semplicemente risposto che non mi era successo niente di sensazionale. Tanto è solo questione di ore e saprà tutto quello che è successo a causa di Lucy.

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


CAPITOLO 3

La notte non riuscì a dormire. Quando mi misi sotto le coperte,pensavo a lui. Pensavo a quanto sia davvero carino. E come la maggior parte delle adolescenti fanno,mi immaginai film mentali assurdi. L'immaginazione non mi manca mai. Sono sempre stata dotata di un immaginazione superiore alla norma,soprattutto quando ero piccola,rispetto a tutti i miei compagni di asilo e di elementari ero la più creativa,quella che aveva sempre idee. E questa dote mi è rimasta tutt'ora. Non c'è giorno in cui,io mi alzo dal mio letto e non pianifichi la mia giornata.

Alla fine fra i vari film mentali e i vari pensieri mi addormentai dolcemente.

La sveglia suonò. Alle sei in punto. In pochi minuti avrei dovuto alzarmi,vestirmi,truccarmi,e uscire di casa. Mi alzai velocemente e mi diressi al bagno,che già era occupato da mia madre,e quindi scesi giù in cucina per bere latte e caffè,ma non era pronto. Avrei fatto colazione a scuola. Tornai in camera mia e scelsi di mettermi un paio di jeans strappati su entrambe le ginocchia e una canottiera nera semplice con un cardigan rosso sulle spalle. Ancora non era arrivato l'inverno,eravamo solo a settembre,ma nelle prime ore della mattina fa freddo. Mi lavai velocemente i denti e il viso e tornai in camera. Preparai la borsa pochi minuti dopo mi trovavo alla fermata del mio autobus.

Salì velocemente sul bus. E i miei occhi cercavano i suoi,come i suoi cercavano i miei. Era seduto in fondo,e mi fece segno di raggiungerlo,accanto a lui vi era un posto libero.

"Emily vieni!" Mi chiamò.

"Ehi ciao." Dissi molto imbarazzata.

"Come stai?"Chiese.

"Molto bene tu?"

"Bene grazie" Rispose. Si vedeva che eravamo in imbarazzo entrambi.

In pochi minuti eravamo già arrivati a scuole e avevamo detto a stento due parole per uno.

La giornata passo molto in fretta,è andata piuttosto bene,ci sono stati solo dei problemi con il professore di matematica. Sembra che sia andato via,e ne dovrebbe arrivare uno nuovo,ed è solo questione di giorni,spero che sia migliore dell'altro,perchè a matematica non me la cavo per niente,ho dei voti pessimi. Mi sono sempre giustificata dicendo che non si può essere bravi in tutto,ma la verità che non ho nemmeno voglia di impegnarmi perchè già so che non capirò nulla questo è il vero problema.

Suonò l'ultima campanella e mi diressi verso l'uscita dove c'erano Rachel e Sarah. Sapevo con certezza che mi avrebbero chiesto della festa di oggi pomeriggio,ma con tutta la sincerità non ho voglia di andare da nessuna parte se non prendere una pizza con Josh e tornare a casa.

"Emily! Non ti abbiamo vista per tutto il giorno,ma dove eri? Aspettavamo anche una risposta da te per la festa di oggi ma non ne abbiamo avuta...Cosa sta succedendo?"Disse Sarah.

"Ragazze scusate davvero. Ieri ho avuto una giornata molto piena ed ero stanchissima veramente. Ieri ho conosciuto un ragazzo,poi ve ne parlo meglio se volete. Ma ora devo scappare perchè mi sta aspettando davanti la pizzeria di Lucy,ci prendiamo una pizza insieme." Aggiunsi io.

"Ma non ci dici nulla Emily? Siamo ancora tue amiche o no?" Disse Rachel.

"Scusatemi avete ragione,ma dovete capirmi non avevo voglia di parlare con nessuno,e poi non mi sembra niente di molto esagerato,ho conosciuto solamente un ragazzo,non è un motivo per prendersela!"Dissi io. Avevo voglia di chiudere lì quella conversazione e scappare.

"Okay ma il prima possibile ci racconterai tutto questo lo sai vero?" Rachel disse.

MI limitai unicamente ad annuire con la testa e mi affrettai a raggiungere la pizzeria. Lui non era lì. Non c'era. Mi sedei sulla panchina fuori Lucy. Decisi di aspettarlo,era probabile che aveva avuto un problema in classe e ha avuto bisogno di qualche minuto in più. Ma lo aspettai circa per trenta minuti. Non sarebbe venuto,lo sapevo. Come ho fatto a crederci davvero? Come ho pensato che qualcuno mai mi avrebbe salvato di nuovo? Non ci voglio credere,non voglio accettare una nuova delusione. Non voglio più che nessuno mi faccia soffrire,non merito di soffrire. E' ingiusto. Perchè quando credi che sia davvero arrivato anche il tuo di momento per sorridere di nuovo,ti ricarde il mondo addosso?Cercare di nascondere come sto è difficile,anche il dolore e la sofferenza che ho provato con Luke,è stato davvero difficile da nascondere. Ma ci riuscivo,perchè nessuno mai vedeva quanto soffrivo,ma oltre a non vederlo,non erano interessati perchè avevano sempre qualcosa di più importante da fare. Arrivavo e arrivo sempre al secondo posto per tutti. E dopo una vita intera sei stanca di questo. Sono davvero stanca.Sembravo forte agli occhi di tutti ma la verità è che ero la più debole.

Scoppiai a piangere,chiamai mia madre e le chiesi se avrebbe potuto riaccompagnarmi a casa,e mi rispose che in qualche minuto era davanti scuola,dove sono ora ad aspettarla. Non è possibile,ora sono seduta su questa panchina fuori dalla pizzeria a pensare a quanto è stato stronzo Josh. Prima mi chiedi di prenderci una pizza e poi ha anche il coraggio di non presentarsi.

Mia madre tardò un pò ad arrivare,era al lavoro per questo ci ha messo più tempo.

"Emily,ora mi spieghi cosa è successo,e perchè stai piangendo?" Mi chiese in tono autoritario. Esigeva una risposta,e dovevo accontentarla.

"Stavo aspettando un ragazzo che ho conosciuto ieri a scuola e non si è presentato,dovevamo prendere una pizza insieme quì da Lucy." Dissi singhiozzando.

"Cioè tu mi stai dicendo che stai piangendo per un ragazzo che hai conosciuto da circa ventiquattr'ore?"

"Si mamma. Ma non è solo per quello. Tu forse sei stata impegnata a pensare alla tua di vita sentimentale,a pensare a papà ogni santo giorno pensando che prima o poi sarebbe tornato,eri tanto impegnata a pensare ancora a lui che non ti sei accorta quanto stavo male io,non ti sei mai accorta a quanto io soffrivo,nascondevo tutto dietro qualche sorriso,ma tu non vedevi oltre. Non sei riuscita più ad essere una madre,tutto questo perchè non hai mai cercato di rassegnarti alla fuga di papà .Lui ha fatto bene a scappare. E' solo colpa tua se è andato via!"Dissi continuando a singhiozzare,oramai non stavo più parlando con un tono normale,ma avevo alzato la voce,tanto quanto il dolore che avevo dentro.

"Emily... Mi dispiace,tu non sai nemmeno quanto mi dispiace di non essere riuscita a starti vicino quando ne avevi bisogno,ma avevo tantissimi problemi nella mia testa che purtroppo non sono riuscita a risolverli e sicuramente non sarei riuscita a risolvere nemmeno i tuoi,ma ti prometto Emily che incominceremo una nuova vita! Andiamo via di quì,lo sto pensando da molto tempo,e volevo dirtelo." Mi disse ,ormai nella mia stessa condizione, stava incominciando a piangere anche lei.

Trasferirci? E dove? Dovrei lasciare tutti gli amici,i parenti,la scuola,il paese? Dovrei cominciare una nuova vita? Non è possibile,non posso.

"Mamma forse tu non hai capito,io ora non voglio fare altro che tornare a casa e chiudermi in camera ascoltando la musica da sola,senza di te,che non mi aiuti in niente. Non mi interessano nemmeno i tuoi piani per una vita felice,tanto guardi solo i tuoi di interessi senza capire o provare a capire quelli degli altri. Per esempio,sai come si rapporta Jonah insieme ai suoi amici? Mamma no che non lo sai,non lo sai perhè pensi solo a te!" Gli dissi arrabbiata.

Tornammo a casa,tutto il viaggio fù silenzioso,non parlammo per niente. Quando rientrai in casa c'era la nonna che era in cucina a preparare i biscotti insieme a Jonah,non avevo voglia nemmeno di vedere la nonna,anche se lei non c'entrava nulla.Anche quando io e la mamma litigavamo c'era sempre la nonna ad aiutarmi. Sono stati periodi difficili,molto difficili.

Mi addormentai per qualche ora. Ma mi sveglio il suono del mio cellulare.

"Emily ciao sono Rachel,allora vieni alla festa stasera?" Mi disse Rachel molto allegra e speranzosa di una mia risposta positiva.

"No scusami ma non mi sento affatto bene,ho voglia solo di dormire e non svegliarmi più." Dissi con la voce ancora assonnata.

"Ti conosciamo troppo bene! Siamo sotto casa tua. Decidi o scendi da sola oppure saliamo noi." 

"Ragazze,ma io.."

Dopo un'ora scesi giù al piano di sotto. Mi ero fatta una doccia,mi ero vestita.Indossai un semplice vestito blu elettrico con delle decorazioni in merletto,e dei stivaletti sotto,non avevo nemmeno voglia di truccarmi ma mi obbligarono a farlo,e mi misi un pò di mascara e del blush color pesca. Secondo loro ero perfetta per la festa,mentre il mio desiderio era solo quello di rimanere nel mio letto a distruggermi le orecchie di musica fino ad addormentarmi.

Camminammo a piedi per la strada di casa di Rachel. Ovviamente saremmo dovute passare davanti casa di Josh. E lo facemmo. Era sul suo pianerottolo ad aggiustare lo skate. Quando lo vidi cominciai ad accellerare il passo,non volevo assolutamente vederlo,e tanto meno far sapere alle mie amiche che era lui il ragazzo che avevo conosciuto. Ma lui mi notò.

"Emily!" Urlò dal pianerottolo di casa sua.

Io affrettai il passo. Le mie amiche avevano le facce perplesse. Ovviamente non capivano chi era il ragazzo che stava urlando il mio nome.

"Ragazze,andiamo ci staranno aspettando tutti." Dissi io,invitandole ad accelerare il passo.

"E' questo il ragazzo che hai conosciuto?E' carino." Disse a bassa voce Sarah.

"Si lo era." Dissi accelerando il passo. Ma lui scese fino in strada a rincorrermi e mi prese per un braccio,perchè io ovviamente e giustamente non ne volevo sapere di fermarmi.

"Ti prego Emily,fammi spiegare almeno."Disse con tono sensibile e dolce.

"Non c'è assolutamente nulla da spiegare,non saranno due semplici scuse a farmi cambiare idea." Dissi io con tono deciso,mentre mi voltai verso di lui.

"Noi andiamo,ti aspettiamo alla festa!" Dissero Sarah e Rachel e cominciarono a camminare verso casa loro. Mentre io rimasi in silenzio.

"Mi dispiace davvero tantissimo." 

"Forse non hai capito le parole che ho pronunciato precedentemente,ovvero che non voglio le tue scuse finte." Aggiunsi decisa.

"So che sono stato pessimo,ma devi davvero scusarmi,non sono potuto davvero venire. E mi sarebbe piaciuto davvero molto. Questa è l'unica verità."Disse come se mi stasse pregando di perdonarlo,ma non ne voglio sapere nulla,non si può prima errare e poi pretendere che ci siano sempre tutti pronti a perdonare. Basta perdonare. Ho perdonato troppo chi non meritava.

"Dimmi perchè ti dovrei perdonare?Non meriti che io accetta le tue scuse."

"Hai ragione,hai perfettamente ragione."

"Questo già lo sapevo." Dissi incrociando le braccia e guardandolo con uno sguardo minaccioso.

"Emily,sei diversa,lo so."

"Diversa?" Chiesi confusa dalle sue parole. Diversa da chi?

"Sì sei diversa,e l'ho subito notato. Hai uno sguardo diverso,hai uno sguardo da chi ne ha passate tante,e un sorriso da chi prova tutti giorni a superare qualsiasi dolore o delusione.Questo lo so,non è un'impressione. E mi piacerebbe sapere tutto di te,sapere della tua vita,della tua famiglia,dei tuoi interessi,di cosa ti piace,di cosa odi. Tutto. Lasciamelo fare,ti prego." Disse prendendo le mie mandi nelle sue. Io rimasi a guardarlo persa. MI ero persa. Mi ero completamente persa. Guardavo i suoi occhi intensi,pieni di colore. Anche i suoi occhi sono diversi. Sembrano diversi. Ma più il mio cuore mi sta dicendo di accettare le sue scuse,e di lasciarlo fare,di lasciarlo entrare nella mia vita,di farmi dare attenzioni,la mia mente mi spinge al perfetto contrario.

"No." E corsi via piangendo.

 

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