Dovahkiin: la ragazza con il sangue di drago

di G_Perry
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come tutto ebbe inizio ***
Capitolo 2: *** sangue di lupo ***
Capitolo 3: *** Sangue di drago? ***



Capitolo 1
*** Come tutto ebbe inizio ***


Capitolo 1
Come tutto ebbe inizio
.

 

L’autunno stava finendo, penso fossimo alla fine dell’undicesimo mese, era una bella giornata di sole anche se faceva molto freddo, ricordo l’erba ghiacciata del mattino ed il fuoco acceso nel camino della cucina.

Quella mattina mia madre, Laila era il suo nome o meglio è il suo nome, così mi piace credere, mi disse che sarei dovuta rimanere in casa perché le guardie di Tamriel stavano pattugliando la zona e poteva essere pericoloso scendere al fiume.

A quanto pare il nostro villaggio era in una posizione “proibita” o meglio “complicata” sul confine tra Skyrim e Morrowind, un luogo in cui ultimamente sembrava che tutti gli assassini, ladri e fuorilegge volessero alloggiare. Un piccolo paesino di poche anime che fino ad oggi era stato completamente dimenticato, per la sua posizione nascosta tra le montagne più alte forse, ora era sorvegliato giorno e notte. 

Se c’è una cosa che mi fa arrabbiare sono le guardie imperiali, se ne stanno lì, belli comodi nei loro accampamenti (li ho spiati spesso) con montagne di cibo, pellicce ad armature costose, mentre noi moriamo di fame, di freddo o per le malattie che ci attaccano ogni anno ed ovviamente loro non fanno assolutamente nulla per aiutarci.

Rick mi racconta sempre di Whiterun, ci è stato spesso per vendere le pelli di suo padre al grande mercato, dice che lì nessuno muore di fame e le persone raggiungono persino il sessantesimo anno di vita, non è incredibile?! Lui è il mio migliore amico, unico amico in realtà, Rickmund de Salvis o meglio Rick, un ragazzo di bell’aspetto, alto, occhi scuri e capelli color fango, siamo molto legati, sia per necessità che per scelta, siamo in pochi qua e spesso si può soffrire di solitudine, ma io sono stata fortunata ad avere lui accanto e poi mi serve qualcuno che mi tiri fuori dai guai, ma quella mattina lui non c’era, non saprò mai dove fosse.

Non badando alle raccomandazioni di mia madre decisi di andare a prendere dell’acqua fresca al fiume più vicino, la mattina l’unica voce che mi va di ascoltare è quella che mi piace tanto di Rick o quella di mio padre quando mi porta il pane caldo, ma quella mattina era nella cava a lavorare quindi niente colazione, peccato. Comunque, andai al fiume facendo molta attenzione, immersi metà del mio secchio in acqua e fu in quel momento che successe il disastro. Un uomo vestito di pelli a pezzetti e piume di tacchino saltò fuori dai cespugli di fronte a me, altri lo seguivano, correvano ed uno mi cammino letteralmente sopra e cadde a terra, poi apparvero gli imperiali, gli diedero un colpo in testa e corsero dietro agli altri, ma non tutti, uno mi afferrò il braccio, mi faceva male ed urlava -sporca ribelle!- diceva, io non potevo dire nulla, mi copriva la bocca con un braccio e poi il buio totale. Ricordo che pensavo alla mia famiglia, al mio villaggio, a Rick, pensavo che se avessi ascoltato quella povera donna di mia madre, almeno per quella mattina, io e Rick un giorno ci saremmo sposati, avremmo avuto dei bambini in una casetta sulle montagne, ma forse non era da noi, due spiriti liberi che vivono felicemente una vita monotona?! Nah. Forse non era semplicemente destino, i nove divini dovevano aver scelto qualcosa di diverso per noi, chissà la dea Mara a che gioco sta giocando con me.

Quindi ora sono qua, su un carro, con i polsi legati e con un uomo puzzolente seduto davanti a me che parla di cose insensate che non ho neanche voglia di ascoltare, lui è un manto della tempesta, penso sia convinto che io sappia di cosa parla e sta praticamente creando una conversazione con se stesso o con me? No, decisamente con se stesso. Siamo in viaggio da un’ora circa, le guardie sussurrano tra di loro, penso che manchi poco ad un villaggio chiamato Helgen o qualcosa del genere, ecco infatti che da dietro un colle spuntano le mura del paese. Arriviamo, ci fanno scendere uno alla volta ed è presto il mio turno.

-Nome- mi chiede la guardia.

-Julia - rispondo.

Ride -Nome completo ragazzina-.

Penso in fretta, non voglio rivelare il nome della mia famiglia, non voglio metterli in pericolo -Julia della Luna- improvviso.

-Razza- continua.

-Nord- ne vado molto fiera.

-Età-.

-Diciottesimo anno-.

-Ricongiungiti agli altri, la cerimonia sta per iniziare- conclude l’uomo.

Decido di obbedire. Pochi attimi dopo una folla si riunisce attorno ad un uomo affiancato da due omoni pronti a tagliare la testa a tutti noi, fa un discorso ed inizia a chiamarci uno alla volta, me la sto facendo sotto, sento il mio nome. Improvvisamente mi tornano in mente tutti i momenti più importanti della mia vita, tutte le volte che non ho ascoltato mia madre, le carezze di mio padre, Rick, il mio Rick. 

I miei piedi si muovono da soli, ho gli occhi chiusi, mi inginocchio e prego Arkay di avere pietà di me. Tutto sembra perduto quando la folla inizia ad agitarsi, sento uno scoppio, poi un altro ancora, tutti corrono e scappano da qualcosa, le case prendono fuoco, la gente urla è il caos più totale, io sono confusa non so cosa fare, ma improvvisamente qualcuno mi prende la mano -Vieni con me- lo seguo senza pensarci due volte.

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Capitolo 2
*** sangue di lupo ***


Hadvar mi aveva probabilmente salvato la vita, era un ragazzo di circa la mia età, alto, capelli sul rosso, molto carino devo dire. Adesso siamo nascosti sotto la città di Helgen, il drago c’è ancora, lo riesco a sentire, ma non è lui l’unico problema, non siamo gli unici nascosti quaggiù, ci sono anche dei ribelli che potrebbero attaccarci da un momento all’altro.

E così fu, saltavano fuori da ogni parte, io avevo solo un pugnale con me, ma fortunatamente Hadvar era armato e sapeva come tenerli a bada, così, presto riuscimmo a trovare una via d’uscita e ci incamminammo verso Riverwood, dove abitava Hadvar, arrivati nel piccolo paesino suo padre mi consigliò di dirigermi verso Whiterun, mi indicò la strada e dopo aver ringraziato mi incamminai, senza voltarmi mai indietro.

Camminai per tutta la notte e il mattino seguente giunsi alle porte della città, era incredibile, non ne avevo mai vista una così grande, gente così in salute, i bambini giocavano e correvano per le strada, persone anziane che gettavano briciole di pane agli uccellini….. Pensai a casa mia, là la gente moriva di fame, mentre qua si trova cibo ovunque, anche per terra, non è giusto.

Cercai di chiedere informazioni ad una guardia -se hai bisogno d’aiuto, chiedi pure ai compagni, loro ti sapranno aiutare- mi disse.

- I compagni?- risposi io.

Rise di gusto e poi mi disse - Sempre dritto fino in cima alle scale, poi a destra, lì troverai Jorrvaskr-.

Lo ascoltai, arrivata bussai al portone ed un uomo alto, con i capelli scuri, gli occhi di ghiaccio e con due spalle larghe il doppio di me mi aprì la porta.

- Ti serve qualcosa dolcezza?- sghignazzò Farkas.

- Mi hanno detto che se cercavo aiuto, potevo trovarlo qui-.

-Forza entra- rispose lui, non potevo neanche immaginare quello che sarebbe successo in seguito.

 

Era ormai da un mese che collaboravo con i compagni, ero di ritorno da una missione molto importante con Aela e quando arrivai alla base, Vilkas, un uomo dal fisico asciutto e gli stessi capelli ed occhi di suo fratello Farkas, mi stava aspettando fuori dalla porta -aspettavamo il tuo ritorno, seguimi-.

Mi condusse sul retro di Jorrvaskr dove tutti i compagni erano riuniti in cerchio.

Kodlark, il più anziano e “capo” della compagnia, cominciò il suo discorso - Fratelli e sorelle, questa donna ha resistito, ha combattuto ed ha mostrato il suo valore, chi parlerà per lei? -

Farkas si fece avanti - Sono testimone del coraggio dell’anima dinanzi a noi- disse.

-Alzeresti lo scudo per difenderla?-

-Le coprirei le spalle- rispose -.

- Io pure- aggiunse Vilkas e tutti gli altri fecero lo stesso, non me lo sarei mai aspettata da lui.

- E’ pronta ad assaggiare il sangue- aggiunse Farkas.

-Bene ora sei una di noi, Aela è il momento, fa ciò che devi fare -

Aela si rivolse a me - Seguimi-.

Sangue, quale sangue? Ma soprattutto, perché lo dovrei assaggiare?! Non ho problemi con il sangue, ma il solo pensiero di doverlo bere mi face rabbrividire. Nonostante questo decisi di seguire comunque Aela, perché sono una persona curiosa e volevo andare fino in fondo alla faccenda. Mi portò in una caverna segreta, nella montagna proprio accanto alla sede, Vilkas era già dentro ad aspettarci, quando mi girai per chiedere spiegazioni era ormai troppo tardi, Aela si era trasformata in un terribile lupo mannaro e stava lì ad osservare. Non avevo paura, l’avevo già visto fare da Farkas nella nostra prima missione insieme ed anche se all’inizio la cosa mi aveva un po’ sconvolta, i lupi mannari non mi spaventano.

- E’ giunto il momento di dimostrare il tuo valore- disse Vilkas.

- Per raggiungere un rango più elevato nella compagnia devi unirti a noi con il sangue, ed unire il tuo spirito al mondo ferale- aggiunse Skjor, non mi ero accorta di lui.

- Sono pronta- risposi prontamente.

Skjor si diresse verso Aela, tirò fuori da suo spada e, con un colpo deciso, le fece un piccolo taglio al polso, il suo sangue ricadde in una vasca al centro della stanza, io lo bevvi, sentii un dolore, un dolore strano, prima lieve, poi straziante, gridai. 

Non ricordo cosa successe dopo, mi risvegliai nel mezzo di un bosco, senza vestiti, e completamente spaesata - Divertita ieri notte eh?- era la voce di Farkas.

Mi girai di scattò, coprendomi -gira a largo maniaco- gridai.

Scoppiò a ridere e mi porse la sua pelliccia d’orso - Sai che sono un gentiluomo-

-Lo so- risposi e ci incamminammo verso Whiterun e mi prese in spalle per non farmi camminare scalza nella neve, mentre mi raccontava ciò che era successo.

-Ti sei trasformata ieri- iniziò - poi sei scappata, non hai ucciso nessuno se non un paio di capre tranquilla, è andata bene per essere stata la tua prima volta-.

- Così hanno mandato te a recuperarmi?-

- Sai che sono il più grosso dolcezza- sorrise.

- Lo posso controllare o, come dicono, accade ogni notte di luna piena?- chiesi.

Scoppiò nuovamente a ridere, penso che si divertisse un sacco con me - Niente luna piena, puoi trasformarti ogni volta che vuoi, ma stai attenta, non è un dono che va sprecato-. Io annuii.

Arrivati alle porte della città mi rivolsi a lui e gli dissi -Vilkas ho deciso che domani mattina prenderò le mie cose e mi incamminerò, non posso più stare qui-.

Sembrava sconvolto - M-Ma perche’?- 

-Non è un posto che fa per me, devo trovare la mia strada, prima devo salutare gli altri però, mi appoggerai vero?- chiesi.

Annuì rassegnato e ci dirigemmo verso Jorrvaskr.

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Capitolo 3
*** Sangue di drago? ***


Quella mattina mi alzai all’alba, pure i guerrieri più forti di Skyrim dormivano ancora, e dopo aver caricato tutte le mie cose sul mio cavallo (Farkas me l’aveva comprato quando mi ferii alla gamba il mese scorso), lasciai una lettera al mio compagno preferito -grazie di tutto- gli avevo scritto, perché in fondo ero in debito con lui. Lui mi aveva accettato, insegnato come usare le armi, a combattere ed è grazie a lui se sono arrivata ad oggi ancora tutta intera, ma la cosa più importante è che lui era stato veramente un buon amico, mi aveva tenuto compagnia nelle giornate più buie ed aiutato tutte le volte che ne avevo bisogno.

Noi ci siamo piaciuti sin dal primo istante, anche se lui credo mi abbia sempre vista come qualcosa di delicato, qualcosa da proteggere a tutti i costi e che nessuno può rovinare, mi sono sempre chiesta il perché, insomma lui avrebbe benissimo potuto chiudermi la porta in faccia quel giorno, ma non l’ha fatto. Sono sicura che un giorno riuscirò a ricambiargli il favore, i tanti favori, così come sono sicura che non stesse dormendo quando sono passata nella sua stanza quella mattina, penso mi stesse aspettando e lo farà ancora, sempre, perché questo non è un addio.

Ma adesso sono sola, non ci sarà più un Farkas pronto a proteggermi da ogni cosa, o sono in grado di sopravvivere con le mie forze, o ci lascio la pelle…Non mi sono mai allontanata tanto da Whiterun, se non per qualche incarico dei compagni, quel giorno era diverso però e non dovetti camminare a lungo per capirlo.

Era ormai da un’ora che ero in sella al mio cavallo, avevo bisogno di sgranchirmi le gambe, così decisi di appostarmi presso una piccola torre su una collina, all’interno c’era una sentinella quindi mi sembrava un luogo sicuro per riposare, sembrava. Stavo facendo un riposino quando sentii uno scoppio, era vicino, poi una specie di ruggito e poi lo vidi, era un drago. 

Una valanga di fiamme avvolse la torre e subito dopo sentii la guardia all’ interno supplicare aiuto, corsi dentro, mi sentivo soffocata dalle fiamme, ma questo non mi fermò, balzai sulle scale, afferrai l’uomo e mi tuffai fuori da una piccola finestra, quando mi alzai notai che altre guardie erano arrivate, munite di archi e frecce -grazie al cielo- pensai. Poi successe qualcosa di più incredibile, il drago parlò, non si capiva bene cosa dicesse, -Dovaaahkiin, Dovahkiin..- ripeteva, dev’essere uno strano linguaggio tra draghi o qualcosa del genere, non sembrava volersi arrendere, così presi il mio arco da caccia, immersi la punta di una freccia in uno speciale veleno (era per le emergenze), mirai dritto alla testa del drago e … avevo appena ucciso un drago.

Tutte le guardie si avvicinarono alla bestia ed io feci lo stesso, ma improvvisamente il corpo del mostro emanò una luce incredibile che sembrava corrompergli la pelle, mi sembrava che la luce venisse verso di me, in effetti era così, mi allontanai, ma questa mi raggiunse e mi avvolse, poi scomparve. Mi guardai attorno, tutte le guade sembravano sbalordite, quasi spaventate, ma non dallo scheletro del drago, da me.

-T-t-tu hai preso la sua anima- disse una donna.

-Cos’avrei fatto?!- risposi sconcertata.

-Dobbiamo avvertire lo Jar- disse un altro.

-Mi volete gentilmente spiegare di cosa state parlando?- chiesi decisamente irritata.

-I sangue di drago sono tornati-.

I sangue di drago? Mai sentito niente del genere, ma a quanto pare avevano deciso che io fossi uno di loro, non che mi interessasse particolarmente, io sognavo di diventare un grande mago altro che sangue di drago, in quel momento mi sentivo osservata, tutti mi fissavano, dovevo toglierai di torno.

- Io correrei dallo Jar se fossi in voi- improvvisai - sarà sicuramente colpito di sapere che un sangue di drago si aggira da queste parti-.

Abboccarono tutti ed appena furono lontani, saltai sul mio cavallo e galoppai più velocemente che potevo, non ci tenevo a diventare “la strana” del regno, anche se avevo assorbito l’anima di un drago, non significava niente, ero solo una normale ragazza come tutte le altre, almeno credo, anche se restava strano comunque.

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