Non possiamo tornare come prima, non importa se mettiamo da parte i nostri peccati

di Akeryana
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I vampiri ***
Capitolo 2: *** Lo studio For Hope-La night class-La day class ***
Capitolo 3: *** La notte del plenilunio ***
Capitolo 4: *** Il morso ***
Capitolo 5: *** Nuovi allo Studio For Hope ***
Capitolo 6: *** I vampiri fanno paura ***
Capitolo 7: *** Tutto per amore.. O quasi ***
Capitolo 8: *** L'amicizia è più forte di tutto ***
Capitolo 9: *** Lo spettacolo ***
Capitolo 10: *** Rispettare i patti ***
Capitolo 11: *** La sfida ***
Capitolo 12: *** I poteri completi di un Sangue Puro ***



Capitolo 1
*** I vampiri ***


I Vampiri

Dietro il rosso,
rosso, rosso.
Un sogno,
sogno tremolante.
Era lì, in piedi, in quel bianco, una bambina di cinque anni tutta sola. Era sperduta nella neve e le vennero in mente le parole che un giorno sentì da una persona a lei cara, ma non riusciva a ricordarsi chi fosse.
"E' così fredda"
"La neve è candida"
"Cos'è qualcosa di candido?"
"Qualcosa di non rosso"
"E cos'è qualcosa di rosso?"
"Un mostro che succhia il sangue delle persone. Un mostro che ha sembianze umane."
 Vide avvicinarsi un uomo....Con gli occhi rossi....
<<    Ciao bambina, posso succhiare il tuo sangue?     >>
La bambina cacciò un urlo e cadde a terra quando l'uomo cercò di prenderla, ma venne fermato da un...ragazzo.
<<    Leon   >>   balbettò l'uomo appena lo vide.
<<   Sei un disonore per tutti noi vampiri   >>     gli occhi di quel ragazzo da verde smeraldo diventarono rosso cremisi. Dopo i suoi abiti, con quelli dell'uomo e della bambina, iniziarono a volteggiare mentre la neve si alzava e ricopriva l'uomo, che gridava pietà al ragazzo. Ma fu tutto inutile.
Dopo la neve ricadde sul terreno ma dell'uomo non c'era traccia, erano rimasti solo i suoi abiti. Anche gli occhi del ragazzo tornarono normali.
"Un vampiro. Sono creature oscure a cui non bisogna avvicinarsi e se lo farai, verrai catturata...."
Il ragazzo si avvicinò a quell'innocente creatura porgendole la mano che lei afferrò e lui la strinse a se.
"Da quegli occhi"
 
Quante volte abbiamo rinunciato
per colpa di questa forte pressione?
Questi sentimenti
che non portano da nessuna parte
stanno iniziando a chiudere i loro occhi.
Camminarono in quella tempesta, mano nella mano, fino a che davanti a loro non si intravide un umile casa con un camino, la bambina lo capì perché da dietro la casa si intravedeva del fumo. 
Una volta davanti la porta il ragazzo bussò, per poi abbassare il viso verso la piccola.
<<   Come ti chiami?   >>   le chiese con un dolce sorriso.
<<    Violetta   >>    rispose con filo di voce   <<   Quanti anni hai?   >>   gli chiese.
<<    Io ne ho quattordici e tu?   >>  
<<    Io ne ho cinque    >>   
Ad interromperli fu lo stridulo rumore della porta che si apriva e mostrava un uomo molto giovane. Aveva i capelli castani e corti, gli occhi castano scuro, la pelle chiara e la parte inferiore del viso era ricoperto da un piccolo strato di barba. Indossava una camicia blu a righe, con le maniche alzate fino ai gomiti,  una cravatta blu scuro sopra, un paio di pantaloni neri e delle scarpe nere.
<<   Leon, cosa succede? Chi è questa bambina?   >>    chiese l'uomo preoccupato dalla visita del ragazzo.
<<   Pablo ho bisogno di un favore   >>     disse semplicemente il ragazzo e l'uomo intuì cosa volesse.
<<    Entrate, non è sicuro parlarne qui   >>   
I tre si sedettero nel salone, dove c'erano due divani bianchi e un tavolo di legno al centro tra i due, con sopra un mazzo di fiori, appassiti.
L'uomo intanto aveva portato un pezzo di torta al cioccolato alla bambina.
<<    Chi è lei?    >>    chiese Pablo.
<<    Il suo nome è Violetta, l'ho trovata nel mezzo della tempesta     >>    spiegò Leon.
<<    Sai se ha nulla a che fare con...    >> 
<<   Pablo è solo una bambina!    >>   gridò Leon.
<<    Hai ragione! Scusa.   >>    si scuso l'uomo.
Dopo l'attenzione venne spostata sulla bambina, che fissava la torta incuriosita, come se non ne avesse mai vista una e dopo nel mezzo infilò un dito per poi ritrarlo.
<<   E' come se non si ricordasse come si mangia una torta   >>   disse Pablo.
Violetta guardò Leon, che gli sorrise, prese la forchetta, prese un pezzo di torta e glielo avvicinò piano alla bocca.
<<   Si mangia così. Fai "a"   >>   gli disse aprendo la bocca per farle vedere come si faceva.
Ma la bambina fu attratta da...quei canini. Avvicinò il dito a quei denti sporgenti e lui non fece nulla per fermarla, ma appena li toccò...alla piccola venne in mente l'immagine dell'uomo vampiro che la stava per assalire e cacciò un urlo. Ritirò la mano e si rannicchiò, nell'angolo tra il bracciolo e il cuscino, spaventata.
Leon chinò di poco il viso e il ciuffo sporgente gli coprì gli occhi.   <<   Forse è meglio che io ora vada   >>   si alzò dal divano per dirigersi verso la porta, ma si fermò senza guardarsi indietro   <<   Pablo ti occuperai di lei?   >>  
<<   Si, lo farò   >>  
Leon uscì e Violetta andò ad affacciarsi alla finestra che dava sul giardino e lo vide...stava andando via.
Quel sorriso senza impurità
si è perso nella crudeltà?
So che stiamo solo trascorrendo le nostre esistenze.
Nonostante le nostre ferite invisibili
mi stanno mangiando il cuore.
***
Passò un mese e Violetta era ancora lì a fissare la finestra, non si era spostata nemmeno per mangiare.
Allora Pablo chiamò Leon per un aiuto, ma appena la piccola lo vide arrivare si tolse da lì per poi andarsi a sedere a tavola e mangiare dei biscotti.
Leon andò nuovamente alla porta senza guardare l'uomo, che sull'orlo della porta riuscì a fermarlo.
<<    Mi avevi detto che era una cosa grave. Adesso come posso fidarmi di te?   >>    chiese Leon.
Pablo andò verso la porta della stanza della piccola e appena l'aprì gridò euforico   <<   Presto Leon vieni!   >>  
Il ragazzo corse verso di lui e vide la piccola Violetta dentro un cumolo di vestiti che cercava di mettersi un vestito rosa.
<<   Sta cercando di vestirsi da sola   >>   disse l'uomo con gli occhi che gli brillavano, lui aveva sempre desiderato una figlia ma il destino non aveva voluto accontentarlo.
Leon rise di gusto e Pablo ne fu felice, era da tanto che non lo vedeva ridere, mentre Violetta trovò quella risata molto carina.
<<   Devo andare, si sta facendo tardi   >>   disse il ragazzo per poi dirigersi verso la porta, ma si sentì tirare per la camicia.
Girò lo sguardo e vide che a tenerlo era Violetta, lui si chinò davanti a lei.
<<   Te ne vai?   >>   gli chiese.
<<   Si, devo andarmene   >>   rispose lui.
<<   Ma domani torni, non è vero?   >> 
<<  Purtroppo non posso venire tutti i giorni   >>  
<<   Ma allora quando torni?   >>   chiese la piccola con un espressione di tristezza sul volto.
Lui le accarezzò la testa scompigliandole di poco i capelli   <<   Facciamo così, tornerò il giorno del tuo compleanno   >>  
<<   Ma io non mi ricordo quando è il mio compleanno   >> 
<<    Come no? Un mese fa Leon ti ha portata qui e hai iniziato la tua nuova vita quindi io lo riterrei un compleanno   >>    si intromise Pablo.
<<   Allora verrai? Me lo prometti?   >>   chiese Violetta.
Leon le prese il viso tra le mani e le diede un bacio sulla fronte   <<   Te lo prometto    >>  
***
Anche ora
Mentre rimango nell'oscurità
I pensieri su di te
Non smettono di opprimere la mia mente
Due anni dopo, Leon aveva continuato a mantenere la sua promessa e per il compleanno di Vilu andava in quella casa, ma non solo in quella occasione, anche per Natale o per altre festività.
Era di nuovo il compleanno di Vilu, ma questa volta, lei lo era andato a prendere, senza dirglielo. Era troppo impaziente per aspettare. Così andò al paese vicino e percorse la strada che faceva sempre Leon, ma davanti a lei si fermò un ragazzo.
Aveva i capelli neri e corti, gli occhi castano scuro, la pelle abbastanza chiara. Indossava una maglia bianca con sopra una camicia a jeans, un paio di pantaloni beige e delle scarpe marroni.
<<   Ciao piccola. Sembri smarrita   >>   ghignò il ragazzo mostrando i canini e gli occhi rossi.
Violetta non rispose, era troppo spaventata per dire o fare qualsiasi cosa, intanto lui si avvicinava a lei. La piazza era deserta. Lei chiuse gli occhi aspettando il fatidico momento. Ma lo riaprì subito dopo quando vide di fronte a se Leon.
<<   Leon, non intrometterti!   >>   gridò l'altro vampiro infuriato dalla sua presenza.
<<   Tomas, non ti permetterò di fare del male a questa dolce creatura   >>   gli disse calmo e freddo.
Tomas rise di gusto   <<   Va bene, proteggila da me, per ora, ma dopo la dovrai proteggere anche da te   >>  
<<   Stai delirando   >>  
<<  No Leon, io sto benissimo. Forse sei tu che non sai più chi sei. Se vuoi ti rinfresco io la memoria?   >>  
<<   So chi sono, non c'è bisogno che uno come te me lo venga a ricordare   >>  
<<   Mi sembrava che l'avevi dimenticato da quando conosci questa, come la chiami tu "dolce creatura"     >>   rise ancora.
<<   Cosa ci trovi di tanto divertente?   >>    chiese Leon irritato da quella risata.
<<    Trovo divertente il fatto che ti stia dando tanto da fare per proteggere quella bambina, quando sai benissimo che un giorno potresti essere tu quello a farle del male   >>  
Violetta ascoltava in silenzio, aspettando che Leon si liberasse di quel ragazzo.
<<   No, io non lo farei mai   >>   disse Leon, ma forse stava cercando di convincere più se stesso che Tomas.
<<   Andiamo, lo sai anche tu che un giorno i tuoi canini affonderanno nel collo di quella bambina e...   >>    Tomas non terminò la frase che...
<<   Sta zitto!   >>  gridò Leon per poi alzare la mano e l'altro si sollevò in aria per poi sbattere contro il muro.
Tomas lanciò uno sguardo pieno d'odio a Leon, che fece rabbrividire Violetta e dopo scomparve nel nulla.
Lui si girò verso la piccola, si inginocchiò di fronte a lei prendendole le spalle   <<   Le bambine di otto anni non devono andare in giro da sole   >>   la rimproverò.
<<   Perdonami! Ma volevo venirti a prendere   >>   si giustificò.
<<   Va bene, ti perdono. Ma non farlo più   >>  abbracciò la piccola stringendola tra le proprie braccia   <<   Non so cosa farei se ti succedesse qualcosa   >>  
***
Dietro il rosso,
rosso, rosso.
Un sogno, sogno tremolante,
noi due
dobbiamo incontrarci.
Pablo le aveva spiegato che i vampiri erano creature che vivevano in eterno, ecco perché Leon cresceva tanto lentamente. Quindi appena lei sarebbe stata più grande e si fossero messi insieme non ci sarebbe stato nulla di cui vergognarsi. Le piaceva fantasticare su queste cose.
Pablo era uscito e lei stava preparando la cena. Ormai aveva undici anni e il padrino, così lo chiamava da ormai qualche anno, le aveva insegnato a cucinare.
Sentì suonare alla porta e sicura che fosse il suo padrino andò ad aprire, infatti, appena aprì la porta, vide l'uomo ma non era solo. Aggrappata alla sua gamba c'era una bambina della sua età. Aveva i capelli lunghi, neri e lisci, gli occhi castani, e la pelle bianca come la neve che stava cadendo dal cielo quel giorno. Indossava un vestito azzurrò con dei fiocchi blu scuro intorno alla gonna.
<<   Violetta, lei è Francesca. Da oggi mi prenderò cura anche di lei. La sua famiglia è stata uccisa da un vampiro cattivo.  >>   spiegò Pablo, spinse la piccola dentro   <<   Devo fare delle cose, tu falle fare un bagno caldo che ne ha bisogno   >>  
Violetta le fece fare il giro della casa. Quella bambina non l'aveva mai guardata e non le aveva mai sorriso, deve aver sofferto molto.
Dopo che Francesca fece il bagno Violetta finì di cucinare, appena entrata nel salotto vide l'altra rannicchiata in un angolo che, con le unghie, si graffiava il collo dove sopra aveva un segno. Vilu le si avvicinò, le tenne la mano per fermala e dopo notò che non era un segno, quello che aveva sul collo, ma un morso...di un vampiro.
<<   Fa male   >>   disse Francesca guardando Violetta per la prima volta.
<<   Ti aiuterò io, non ti lascerò mai sola   >>  

***
Il nostro destino sta cambiando.
Un segreto che nessuno,
nessuno conosce.

Venne il giorno del suo tredicesimo compleanno e come sempre, Violetta aspettava il suo arrivo davanti la porta di casa. Stava congelando ma non le importava, avrebbe fatto di tutto per Leon.
Dopo, finalmente, lo vide arrivare. Iniziò a correre verso di lui, ma si era scordata che il terreno era scivolosa a causa del ghiaccio e scivolò. Stava per cadere a terra ma non avvenne, guardò attorno e lo vide...Leon la stava tenendo tra le braccia e l'aveva anche salvata.
<<   Grazie Leon   >>  
Lui le mise una mano sotto le ginocchia e l'altra, che teneva la schiena, si strinse meglio al delicato corpo di lei. La sollevò a mo di sposa e la trasportò fino alla porta, intanto a vedere la scena c'erano Francesca e Pablo, dalla finestra, che erano sia divertiti che felici.
<<   Buon compleanno piccola Violetta   >>  
Lei intanto si rannicchiò tra le sue braccia e poggiò la testa sul suo petto riuscendo a sentire il suo cuore. Doveva avere paura, ma non ci riusciva. Tra le braccia di Leon si sentiva sicura e protetta.
Dopo aver cenato e mangiato la torta i quattro si riunirono nel salone dove Pablo diceva di avere cose importanti da riferire. Leon e Violetta erano seduti in un divano mentre Francesca e Pablo nell'altro.
<<    Volevo aprire una scuola di canto e ballo. Dove si imparerà a ballare, cantare e a suonare degli strumenti. Lo voglio chiamare "Lo studio For Hope"   >>  
<<  For Hope? Se non mi sbaglio vuol dire "Per speranza"   >>   disse Leon.
<<   Si, infatti voglio che in questa scuola non ci siano solo umani ma anche vampiri   >>   spiegò l'uomo lasciando i tre sorpresi.
<<   Ma non è troppo rischioso?   >>    chiese Francesca.
<<   No, non dovete preoccuparvi ho già un piano. Per le lezioni faremo un giro di rotazione. La mattina studierà la "Day Class" cioè quella composta da umani, mentre la sera la "Night Class" quella composta da vampiri, mentre quando ci saranno gli spettacoli li faremo lavorare insieme.    >>   spiegò l'uomo.
<<   Quindi dormiremo anche nello stesso edificio?   >>   chiese Violetta guardando con la coda dell'occhio Leon che sembrava molto pensieroso.
<<   Si, ma da una parte ci saranno gli umani e dall'altra i vampiri   >>  
<<   Mi sembra un'ottima idea   >>   disse Leon.
<<   Davvero?   >>   chiese Pablo entusiasta.
<<   Si, anche a me  >>   disse Vilu.
<<  Per me va bene   >>   concordò Francesca.
<<   Leon, essendo che tu sei l'ultimo "Sangue puro" rimasto sei come un capo per loro, puoi convincerli a venire?    >> 
<<   Certo, questa idea di pacifismo tra i vampiri e gli umani mi piace molto   >>   
<<    Grazie, ma ragazze voi due non sarete solo delle comuni studentesse, sarete anche le "Guardiane". Sarete come delle guardie, però dovete controllare che i vampiri non facciano sciocchezze   >>  
Francesca e Vilu si guardarono e accettarono. Francesca odiava i vampiri, tutti tranne Leon. Lui era come un fratello maggiore e anche volendo non l'avrebbe mai potuto odiare. Ma accettò lo stesso e con lei Violetta.
***
Cadendo, cadendo, cadendo.
Non possiamo tornare come prima.
Non importa se mettiamo da parte i nostri peccati
Sicuramente!
Erano passati tre anni, ormai Francesca e Violetta avevano sedici anni e da due anni lo studio era aperto a tutti, sia vampiri che umani.
Tutto era come programmato da Pablo, ma Vilu e Fran non erano le uniche guardiane, infatti con loro c'era anche Ludmilla, era figlia della professoressa di ballo, Jackie, e suo padre era morto mentre cercava di proteggere un suo amico vampiro, lei si era ripromessa di proteggere tutti i vampiri come suo padre.
Ma ovviamente non potevano essere disarmate.
Essendo che tutte e tre portavano sempre gonne o vestiti, riponevano le loro armi in una fondina che tenevano nell'interno coscia destro.
Francesca aveva una piccola pistola che sparava proiettili creati con acciaio anti-vampiro.
Violetta aveva un bastone abbastanza lungo fatto sempre di acciaio anti-vampito. Si poteva ripiegare per tenerlo nella fondina.
Ludmilla aveva invece un pugnale sempre fatto con acciaio anti-vampiro.
 
 
Vi mostrerò un sogno dolce la prossima notte.
 
 
Nota autore: Salve a tutti, eccomi con una nuova storia. So già cosa state pensando "ma questa non ha già abbastanza storie? Perché deve continuare a tormentarci?" Eh...non prendetevela con me ma con il mio cervello. Ma comunque, vi piace? Quanti di voi conoscono Vampire Knight? Spero in molti e spero che a questi gli piaccia la coppia di YukixKaname che io adoro! Sono fratelli e allora? Si amano! Comunque spero vi sia piaciuto e che mi continuerete a seguire. Un beso.

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Capitolo 2
*** Lo studio For Hope-La night class-La day class ***


Lo studio for Hope-La night class-La day class

 
 
Uno ad uno
I petali della rosa bianca si aprono.
Il ricordo di ieri è completamente svanito...
 
La scuola era piena di studenti umani vivevano in pace con i vampiri, anche se non sapevano chi fossero in realtà. Ludmilla, Violetta e Francesca, insieme a Pablo e ad alcuni professori, mantenevano il segreto.
Quel giorno la lezione era più noiosa del solito e le tre ragazze si addormentarono. Erano nell’aula degli strumenti e Beto stava spiegando come tenere una tromba e le ragazze erano sedute vicine. Ludmilla aveva la testa sulla spalla di Violetta, che aveva la testa sul braccio di Francesca che aveva la testa sulla schiena di Violetta. Quando la campanella suonò e le tre si svegliarono di botto candendo sul pavimento.
<<   Ragazze, dovete parlare con Pablo del fatto di restare sveglie la notte a sorvegliare i ragazzi della night class.
<<   Si, ci scusi Beto   >>    disse Violetta alzandosi per poi uscire seguita dalle amiche.
 
Come una strada attraversata dalla luce.
Il tempo si è fermato.
Le persone perse nei loro piccoli sentieri
sono rinate...
 
Francesca sbatté, con parte della sua forza, la mano sulla scrivania del direttore e dopo gli disse quasi gridando.
<<   Pablo mi stai ascoltando?!   >>   dopo abbassò il volume   <<   Dai a qualcun altro il compito di badare la notte a quei vampiri!    >>   
<<   In effetti Pablo, no che mi dispiaccia stare di più con Federico ma i miei voti ne risentono   >>   l’appoggiò Ludmilla messa vicino a lei.
<<   Ma ragazze voi sapete bene che la vera identità dei nostri cari vampiri deve essere segreta   >>  spiegò Pablo con aria sera, ma dopo fece un sorriso raggiante e disse    <<   E poi il mio cuore si riempirebbe di gioia se potessi affidare questo compito alle mie figliocce    >>  
Francesca sbatté tanto violentemente il pugno che quasi ruppe la scrivania e fece sobbalzare i tre in quella stanza   <<   Le sono molto grata per quello che ha fatto per me ma non credo di essere mai diventata la sua figlioccia   >>  
<<   Tu piuttosto Vilu, che sei veramente la sua figlioccia, non hai nulla da dirgli?   >>    le chiese la bionda.
<<  Emh…io credo che sia un piacere aiutare il direttore in questo modo   >>    rispose la ragazza solare come sempre.
<<   Si, certo   >>  ribatté Ludmilla   <<   Tu lo dici solo per passare più tempo con Leon   >>    
<<  No, ma cosa dici?!   >>   chiese la bruna avvampando sulla guancie.
<<    Ma come Vilu, tu e Leon non state insieme?   >>   chiese Pablo ingenuamente e, mentre Francesca e Ludmilla la guardavano divertite, lei chinava la testa imbarazzata.
 
Il tuo sorriso ha dissolto le nebbie del mio cuore.
Quante volte si è realizzato quel sogno?
Anche se un tramonto è abbastanza per te...
Le nostre ombre svanendo si sovrappongono.
 
Le tre erano davanti il cancello del dormitorio dei vampiri ad aspettarli e intanto i ragazzi umani si mettevano intorno ad aspettarli come se fossero delle star del canto, certo erano bravi a cantare ma come tutti quelli che entravano a far parte dello studio For Hope.
Violetta si mise di fronte il cancello con le braccia aperte e gridò   <<   Adesso basta! I ragazzi della night class devono uscire quindi tornate nel vostro dormitorio   >>   
<<   Si, certo. Così ti accaparri i ragazzi della night class   >>  ribatté una ragazza.
<<   Solo perché sei una guardiana non puoi comportarti così   >>    continuò un ragazzo.
La ragazza non ebbe il tempo di ribattere che il cancello si aprì e i ragazzi umani si misero in fila lasciandola lì come una scema. Dopo si spostò imbarazzata.
Uscirono i ragazzi: c’era Maxi, il vampiro più basso ma nelle sue vene scorreva sangue aristocratico, infatti i suoi parenti erano tutti aristocratici. Indossava sempre un cappello giallo, una felpa gialla, una canottiera nera, un paio di jeans e delle scarpe gialle. Aveva i capelli castani, corti e ricci, anche se erano coperti dal cappello, gli occhi castani scuri e la pelle bianca come la neve.
Poi Andress, non era molto sveglio ma era affidabile. Aveva i capelli neri e corti, gli occhi verdi e la pelle chiara come quella di Maxi. Indossava una maglia bianca con il colletto e le maniche viola, i jeans e le scarpe bianche.
Federico, il ragazzo di Ludmilla. Si erano messi insieme dopo un anno all’apertura dello studio. Era il nipote del più anziano vampiro, Antonio e aveva dei poteri da livello sei. Aveva gli occhi castano scuro e i capelli dello stesso colore con una sfumatura di biondo sul ciuffo e la pelle bianca come tutti i vampiri. Indossava una maglia bianche a righe nere orizzontali, dei jeans e delle scarpe nere.
Lara, l’unica ragazza vampiro nello studio, aveva una cotta per Leon, ma lui più di una volta le aveva detto che amava Violetta e per questo tra le due c’era rivalità. Aveva i capelli castani, lisci e lunghi tenuti sempre insieme in una coda e aveva la pelle bianca. Indossava sempre una tuta rossa con scarpe da ginnastica bianche.
Tomas, su di lui c’era poco da dire…l’avevano già incontrato in passato.
E infine Leon, anche su di lui non c’era nulla da dire.
Le ragazze ricominciarono a correre verso i ragazzi travolgendo Violetta. Lei cadde a terra e Lara le passò accanto ridacchiando della sua figuraccia.
Quando Leon le si inginocchiò davanti porgendole la mano   <<   Stai bene?   >>   le chiese.
Lei strinse la mano e si alzò   <<  Si, grazie   >>   rispose timidamente.
<<   Bene   >>   le mise una mano sulla guancia iniziando ad accarezzarla   <<   Ma fai più attenzione, non voglio che ti succeda qualcosa   >>   
Violetta avvampò e Leon le sorrise dolcemente.
<<   Leon, dobbiamo andare   >>    lo avvisò Maxi.
<<   Si, arrivo   >>   disse guardando l’amico per poi tornare nel nocciola della sua umana   <<   Allora…a stasera   >>   raggiunse gli altri.
<<   A sta-stasera   >>  
 
Senza distanza e infinita profondità.
Proprio come il destino
Le nostre mani si afferrano
Ancora e ancora...
Perdendo nuovamente...
 
Leon, Andress, Maxi e Federico stavano provando. Avevano appena finito le prove con la band. Erano nella sala teatro e a osservarli c’era solo Lara che fissava Leon.
Lui posò la chitarra e disse   <<   Ragazzi manca qualcosa   >>  
<<   Come un componente?   >>   propose Federico e Leon fece cenno di si con la testa.
<<   Ma chi potremmo scegliere?   >>   chiese Maxi.
<<   Che ne dite di Diego?   >>    propose Leon.
<<   In effetti non è solo bravo a cantare e suonare ma sembra anche molto appetitoso    >>   disse Andress e tutti gli occhi si puntarono su di lui.
<<   No Andress, a Leon interessa solo il sangue di Violetta   >>   si intromise Lara con un sorriso amaro.
<<   Si, hai ragione. Non metto in dubbio di desiderare non solo il suo sangue ma anche lei    >>   lo disse apposta per fare innervosire la ragazza, cosa che funzionò. Infatti lei prese la sedia e gliela lanciò contro.
Ma Leon la fermò con i suoi poteri. I suoi occhi divennero rosso cremisi e li puntò sulla sedia che rimase in aria per poi cadere quando gli occhi del vampiro ritornarono verde smeraldo.
Lara uscì infuriata mentre tutti gli occhi erano su Leon.
“Lara, prima mi dimenticherai e meglio sarà per te. Capisci…il mio cuore appartiene solo a Vilu”
 
E per caso ci siamo incontrati.
Questa notte trasformerà il domani in sera
e quei due cuori diventeranno uno solo.
 
 
Francesca stava facendo il giro di ricognizione, per essere certa che non ci fosse nessun umano che cercava di entrare.
Continuò il giro quando sentì dei passi dietro di se e si fermò, con uno scatto fulmineo prese la pistola e la puntò contro il suo avversario, che non era altri che…Diego.
<<   Francesca non sono un vampiro, sai che su di me quella cosa non ha effetto. Se vuoi proprio uccidermi almeno fallo con qualcosa di più efficace.   >>   disse Diego scherzando.
<<    Se avessi voluto ucciderti l’avrei fatto già da tempo.    >>    ribatté dandogli le spalle, ma fu un errore perché mostrò il suo collo…il suo gustoso collo.
Diego tremava, l’istinto represso stava prendendo il sopravvento, desiderava…con tutto se stesso…
<<   Ma puoi stare tranquillo che non ti ucciderò, perché sei un umano e no una di quelle bestie succhia sangue   >>    disse Francesca e a lui venne un tonfo al cuore.
<<   Ma almeno che tu non lo diventi sei al sicuro, vero?   >>   chiese scherzando ma non ricevette risposta.
Si girò e…non lo vide. Aveva detto qualcosa di sbagliato? Oppure semplicemente non gli interessava quando lui interessava a lei…
 
 
Uno ad uno
i petali della rosa bianca si aprono...
Il nostro amore durerà per l'eternità.
 
 
 
Vi mostrerò un sogno dolce la prossima notte.
 
 
AVVISO IMPORTANTE: Come ho detto nelle altre storia per un po’ non aggiornerò ma, come ho anticipato a pochi, tra poco anche la mia scuola occuperà e spero di trovare il tempo per scrivere perché anche a scuola avranno bisogno di me. Però continuerò. Promesso. Un beso.

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Capitolo 3
*** La notte del plenilunio ***


La notte del plenilunio

 
Ho notato che…
Ti sono sempre intorno.
Ma è amore?
 
Leon camminava per il giardino attendendo il suo arrivo. Lo aveva sempre aiutato, ma in quel momento sapeva di cosa voleva parlargli, o almeno lo immaginava.
<<    Leon, quanto tempo!    >>   
Al suono di quella voce il vampiro si girò di scatto e vide di fronte a se uno dei più fidati amici di suo padre: Antonio.
Aveva più di ventiseimila anni, che per gli umani erano cinquanta. Aveva i capelli bianchi e corti, con dei ciuffi che ricadevano sulle lenti degli occhiali con le stecche sottili e in metallo. Gli occhi castano scuro e la pelle bianca cadaverica. Indossava sempre un completo nero con una camicia bianca e un fular che ogni giorno cambiava colore, per quel giorno era rosso sangue. E Leon non ne era per nulla sorpreso, in fondo quell'uomo era il capo del consiglio dei vampiri.
<<   Salve a te Antonio, anche tu mi sei mancato molto   >>    lo salutò gentilmente Leon.
<<   Pur troppo sai che non sono venuto per fare una chiacchierata tra amici, ma per parlare di cose serie   >>   il giovane vampiro notò che nel tono del vecchio vi era una nota di malinconia.
<<   Di cosa parli?   >>   chiese fingendo di non sapere cosa intendesse.
<<   Lo sai bene, delle peccato commesso da te e da Violetta, l'umana che ti ha rapito il cuore    >>   rispose stringendo i pugni. Secondo lui un vampiro sangue puro come Leon doveva stare con una vampira e no con una umana.
<<   Come fai a sapere del nostro peccato?   >>   chiese con gli occhi rossi per la rabbia, voleva bene ad Antanio ma non accettava che parlasse della sua Violetta in quel modo.
<<     Sono il capo del consiglio...so tutto ciò che accade in questa scuola, così come Pablo. Ma lui ti ha dato fiducia, sperando che non succedesse una seconda volta. Ora dimmi Leon: vuoi che ricapiti?    >>  
<<    Non lo so Antonio. Se ci ripenso il suo sapore era così buono e poi era stata lei a ordinarmi di farlo e...    >>   mentre parlava i suoi occhi si fecero di un rosso più intenso, il ricordo di quel giorno scaturiva nel ragazzo delle sensazioni...inspiegabili.
<<   E...non hai voluto disobbedirle.    >>    terminò lui la frase. Lui e Leon si lanciarono occhiate di sfida, quando fu proprio il vecchio ad abbassare lo sguardo.   <<   Leon ti ricordi quando i tuoi genitori sono morti? In quel periodo se qualcuno ti toccava ti spezzavi. Eri tanto fragile. Ma fortunatamente Diego e Federico ti sono sempre stati accanto e con loro...    >>  
<<    Si Antonio, con loro anche tu mi sei stato vicino e di questo te ne sono grato ma cerca di capire...io amo Violetta. Lo sai pure tu che io e lei siamo stati promessi fin da quando è nata e il destino ci ha permesso di innamorarci. Io e Violetta siamo nati per stare insieme.    >>   
<<   Lo so benissimo, ma tu forse non ti rendi conto della gravità della cosa! Violetta è un'umana e i tuoi poteri non sono ancora completi, dopo quello non sappiamo nemmeno se si completeranno mai e sai quello che succederà se non si completeranno    >>    iniziava ad innervosirsi e si notava dai suoi occhi cremisi.
<<    Certo che me lo ricordo. Come potrei non farlo? Tu e Angie me lo ricordate ogni giorno! Se non si completeranno i cacciatori di vampiri mi uccideranno.   >>   strinse i pugni e chinò di poco la testa.
Antonio sbuffò   <<   Leon cosa farai ora? Questa è la notte del plenilunio, la notte in cui i poteri e la voglia di sangue aumentano in un vampiro     >>   
<<    Quindi pensi che i miei poteri si completeranno?   >>  
<<   Lo spero   >>   guardò Leon amorevolmente, gli sembrava solo un secolo fa che era un bambino e ora invece era quasi un uomo, simile a suo padre. 
<<    Antonio facciamo un patto    >>
<<   Che genere di patto?     >>
<<   Se i miei poteri non si completeranno tu chiamerai i caciatori di vampiri per uccidermi, ma non solo, anche se sarò io a chiederti di chiamarli tu lo farai    >>  
Antonio sgranò gli occhi   <<   No Leon! Non posso farlo!    >>  
<<   Antonio, per favore. Ho un brutto presentimento e se dovessi fare uno sbaglio lo dovrò pagare con la mia stessa vita    >>  
Eh si, stava diventando un uomo come suo padre...E come suo padre avrebbe dato la sua vita per le persone che amava...
 
Quando possiamo vedere,
I sentimenti chiaramente.
 
Violetta era nella sua stanza, a scrivere nel suo diario, come sempre, e l’argomento, da undici anni era sempre lo stesso: Leon.
 
“Caro diario,
Tra me e Leon non sono più come una volta. Prima gli dicevo tutto e ora invece mi vergogno anche solo a salutarlo. Che sia per colpa di quello che è successo due anni fa? Possibile che la paura della sua natura da vampiro mi continui a perseguitare dopo tutto questo tempo e anche dopo i miei sentimenti? Eppure sento che lui sa qualcosa sul mio passato che non riesco a ricordare, su quei cinque anni della mia vita e anche sugli incubi che mi perseguitano.”
 
Alzò lo sguardo dal foglio, chiuse il diario viola ma alla visione delle sue mani…piene di sangue, sbiancò chiese gli occhi. Appena li riaprì il sangue era sparito nel nulla. Un altro dei suoi incubi. Ma cosa significavano? Perché vedeva sangue ovunque?
Ma le domande si dissolsero appena Francesca e Ludmilla entrarono di botto nella stanza, che era anche la loro, e si misero di fronte a Vilu, ancora seduta nel suo letto, fissandola preoccupate e infuriate.
<<     Violetta, dicci che cosa sta succedendo!      >>    gridò Ludmilla infuriata come mai.
<<     Ludmilla di cosa parli?    >>   chiese la ragazza alzandosi dal letto per poi andare di fronte le amiche.
<<       I vampiri parlano da giorni di un peccato che tu e Leon avete commesso     >>    spiegò Francesca con più calma, anche se dentro non lo era affatto. La bruna a quella risposta sgranò le iridi nocciola e la mora capì che la questione era seria   <<   Di che peccato parlano?    >>  
<<     Un peccato che se venisse scoperto per me e Leon sarebbe la fine      >>     rispose Vilu iniziando a tremare.
<<   Violetta non parlare!    >>    ordinò una voce che le tre conoscevano bene.
<<   Vampiro…    >>   disse Francesca con ribrezzo.
<<    Smettila Francesca, lei non è un vero e proprio vampiro   >>   la rimproverò la bionda.
<<    No Ludmilla, non preoccuparti. Le offese di Francesca non mi toccano perché in effetti io non sono un vero vampiro    >>    disse andando al centro della stanza, per poi incrociale le braccia al busto.
<<     Angie cosa ci fai qui?   >>   chiese Vilu con le mani tremanti.
Angie era la zia di Leon, non per sangue ma lo divenne tramite il matrimonio con lo zio sangue puro: Felipe. Era un bel uomo, ma il suo cuore venne contaminato dalla sete di potere, arrivando un giorno al punto di mordere la sua amata sposa trasformandola in un vampiro.
La donna era tutto meno che brutta. Aveva i capelli biondo oro che ricadevano sulla schiena, tutte le vampire avevano i capelli lunghi, bastava guardare Lara, la sua coda era lunga fino al sedere. Gli occhi azzurro chiaro che in poco tempo potevano passa a rosso cremisi. La pelle bianca come la neve, come ogni vampiro, e questo visualizzava molto le labbra che erano di un rosso accesso.
Indossava una maglia fantasia a maniche corte, un paio di jeans e delle ballerine arancioni. Qualcuno, come Francesca, pensava che erano colori molto accessi per una creatura della notte, ma no per lei. Perché aveva conservato la sua natura umana, anche se aveva perso il suo colorito carnale e il suo calore. Si, perché ogni vampiro era freddo, freddo come un cadavere.
<<   Sono qui per dirti chi sia l’infame che ha detto a tutti di te e Leon    >>   rispose gentilmente. Angie era come una zia per Vilu e a volte scherzavano dicendo che presto lo sarebbe diventata veramente.
<<     Chi? Ti prego dimmelo!   >>     la bruna andò di fronte a lei, era terrorizzata al pensiero di quello che sarebbe potuto succedere se anche il consiglio dei vampiri lo sarebbe venuto a sapere e voleva assolutamente evitare.
<<     Tomas…    >>   rispose la donna e la ragazza si catapultò fuori dalla stanza, seguita da Francesca.
 
La ragione per la quale…
Le persone si innamorano
E’ differente per ognuno, ma…
Probabilmente sei il mio amore.
 
Francesca era nel giardino, aveva perso Violetta e voleva recuperare un po’ di fiato per la corsa. Si sedette sul prato e fissò la luna, che purtroppo era coperta dalle nuvole e che stranamente era piena quella notte.
Quando qualcuno le mise le mani sugli occhi coprendole la visuale e lei capì subito di chi fossero.
<<   Diego so che sei tu    >>    disse seccata e il ragazzo tolse le mani sedendosi vicino a lei.
<<     Come hai fatto a capire che ero io?      >>    le chiese ridacchiando.
<<    Solo tu puoi fare questi giochi da bambini    >>   rispose sbuffando.
<<   Ma ti fanno ancora ridere   >>   
<<   Ma che dici? Non sto ridendo    >>   ribatté confusa.
<<    Prima o poi ci riuscirò a farti ridere con questi “giochi da bambini”    >>    disse sicuro di se e a lei scappò un sorriso. Solo lui ci riusciva, da quando la sua famiglia era stata uccisa da quei vampiri non sorrise più tanto spesso, ma solo lui riusciva ci riusciva quelle poche volte.
<<    Cosa ci fai fuori a quest’ora?   >>    chiese lei.
<<  Potrei farti la stessa domanda   >>  
<<   Sto cercando Vilu, ora tocca a te   >>  
<<    Sto cercando Leon    >>  
La ragazza ne restò sconvolta. Perché cercava Leon? Cosa aveva a che fare con lui? Anche lui stava giocando a quel perverso gioco ideato da Leon dove tutti erano solo delle pedine che venivano mosse da lui?
<<   Non preoccuparti, devo solo parlargli del mio trasferimento    >>  
<<   Perché? Te ne vai?    >>  
<<    Si, ma no dalla scuola, dalla Day Class    >>   
<<    Ma qui ci sono solo la Day Class, per gli umani, e la Night Class, per i vampiri   e tu sei un umano    >>   
<<   Francesca c’è una cosa che non ti ho detto…    >>  
I loro si guardarono negli occhi e lei capì…Si alzò dal prato sconvolta per iniziare a correre, sono sapeva dove andare, ma voleva solo scappare.
Ma si sentì prendere da dietro, sapeva che era Diego e cercava di divincolarsi e gridò con la vece spezzata dal pianto    <<    Lasciami! Tu sei come loro! Un mostro succhia sangue! Tu sei un vampiro!    >>  
<<   Si Francesca, sono un vampiro! Ma sai perché ho finto tutto questo tempo di essere un umano?    >>    non ricevendo risposta lui continuò   <<   Per te Francesca, solo per te! Da piccolo sono stato trasformato in un vampiro e Leon e Federico erano i miei unici amici. Fino a che non siamo venuti qui e ho conosciuto tutti gli altri, ma non parlo solo di vampiri, anche di umani e tra questi ci sei anche tu, Francesca, che mi hai rapito il cuore. Ma Leon mi ha detto che tu odiavi i vampiri e così ho finto solo per starti accanto. Però adesso non posso più fingere perché sto per trasformarmi in un livello E      >>    
<<    Un livello E?   >>    ripeté confusa Francesca.
<<    Si, sono gli umani che vengono trasformati in vampiri e che dopo un certo periodo di tempo perdono completamente la ragione e vivono solo per soddisfare la loro sete di sangue    >>   spiegò lui.
Francesca si divincolò e riuscì a sfuggire a quella presa    <<   Ti odio Diego e non voglio più vederti   >>   sussurrò la ragazza ma il vampiro la sentì benissimo.
<<   Ti prego Francesca, non dire così. Prima guarda tutto quello che ho fatto per te    >>   disse con le lacrime agli occhi, mentre la afferrava per un polso.
<<     No Diego! Non voglio più vederti!    >>   e intanto che lei continuava a lanciargli frasi del genere, con le lacrime che le coprivano le guance, il vampiro stava lentamente perdendo la ragione: i suoi occhi divennero rosso cremisi e le sue zanne allungarono. Quando non resse più e…la morse. Morse il suo invitante collo e succhiò il suo gustoso sangue.
Appena Francesca si riprese cercò di tirare via il ragazzo, ma la sua presa si rivelò più forte e continuò il suo pasto.
 
Voglio incontrarti, ora!
E dare a te, dolce persona.
Un bacio al sapore di ciliegia.
 
Violetta corse fino al giardino interno, dove c’era una fontana e lì incontrò Tomas che stava suonando la sua chitarra.
<<   Tomas dobbiamo parlare!    >>   disse Violetta attirando l’attenzione del ragazzo che la fissò con gli occhi rossi, ora che ci pensava, non aveva mai visto il vero colore degli occhi del vampiro.
<<    So già he vuoi chiedermi perché ho detto a tutti che tu e Leon avete commesso un peccato ma non ho detto quale    >>  
<<   Allora rispondimi    >>    era decisa a sapere la verità.
<<     Perché io odio Leon e procurargli anche un piccolo attimo di terrore o di dolore mi rende immensamente felice. Facile no?   >>   disse come se fosse la cosa più normale del mondo e forse nel suo mondo lo era.
<<    Quindi l’hai fatto solo per fare un dispetto a Leon?   >>   chiese infuriata.
<<   Si, ma so cosa lo potrà far infuriare ancora di più    >>    disse andando verso la ragazza, che era già pronta a prendere la sua arma anti-vampiro.
<<   Cosa?    >>    chiese lei.
<<   Mordere la sua preziosa Violetta    >>   uscì le zanne pronto a trafiggere Violetta, ma lei fu più veloce e prese il suo fidato bastone di metallo che provocò a Tomas una scossa elettrica. Il ragazzo si ritirò ma non si arrese. Con la sua incredibile velocità andò dietro la ragazza tenendola stretta con le braccia, come una gabbia. In quel modo anche le braccia di lei erano immobilizzate e non poté fare nulla. Sentiva il respiro del vampiro su di se e l’unica cosa che riuscì a fare fu piangere, ma una voce a loro familiare lì fermò.
<<    Non osare toccarla!    >>  
 
Se i nostri cuori si vengono incontro.
Avremo un amore romantico.
Più importante del futuro.
È il presente.
 
Diego era nel dormitorio maschile della Day Class a fare le valige per trasferirsi in quello della Night Class.
<<   Diego sappi che non sono arrabbiata con te    >>  
Il vampiro si girò verso la porta e vide Francesca, sul collo aveva ancora il segno delle sue zanne.
<<    Perché non stai cercando di uccidermi? Sono un vampiro, un mostro succhia sangue, no?       >>    chiese tornando a fare la valigia per poi chiuderla.
<<    Si, ma noi due restiamo amici e questo nemmeno le tue zanne potranno impedirlo     >>    disse toccandosi il collo, nel punto che più le faceva male.
Stava per uscire quando il vampiro la prese la sbatté sul letto, tenendola ferma per i polsi.
<<   Francesca devi farmi una promessa    >>    lei lo fissava in silenzio    <<   Quando mi trasformerò in un livello E, quando non sarò più io tu mi devi promettere che userai questa…     >>   le lasciò un polso e con la mano andò sotto la gonna di lei, che arrossì pesante mente, e prese la sua pistola anti-vampiro    <<    …e mi ucciderai    >>   lei sgranò gli occhi.
<<   No Diego! Non posso farlo!    >>    disse con le lacrime agli occhi.
<<   Dopo tutto sono sempre un vampiro, no? Per te non dovrebbe essere difficile uccidermi, dato che hai sempre desiderato la morte di ogni vampiro    >>   si alzò e uscì dalla camera con la valigia in mano. Mentre lei fissava il soffitto ripensando a tutte le volte che era andata da lui e gli aveva detto che i vampiri erano solo dei mostri senza cuore che meritavano la morte. In quel momento se ne pentì.
 
Il piacevole amore primaverile.
Probabilmente sei il mio amore.
 
Vi mostrerò un sogno dolce la prossima notte.
 
 
Nota autore: scusatemi per il ritardo ma ho avuto da fare per la madonna e i miei parenti mi hanno odiato, essendo che per tutto il giorno sono andata alla ricerca di un computer (sapendo che mi sarebbe venuta voglia di scrivere ho portato la pendraiw, non so come si scrive, con dentro le storie). Comunque cosa ne pensate? Non preoccupatevi presto saprete quale peccato hanno commesso Leon e Vilu e saprete anche le origini degli incubi di Vilu. Tutto a suo tempo. Ora ditemi che ne pensate. Un beso

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Capitolo 4
*** Il morso ***


Il morso

 
 
L'inizio è sempre lo stesso.
Sotto al cielo blu.
 
 
<<    Non osare toccarla    >>    gridò Leon.
Tomas e Vilu si girarono, lei era ancora tremante tra le sue braccia.
<<    Non so cosa ci sia di tanto prezioso in questa ragazza da farti preoccupare tanto per lei.     >>    disse Tomas sorridendo malignamente e fece preoccupare la ragazza.    <<   Rispondi Leon. E’ il suo sangue che è gustoso o c’è qualcos’altro sotto?   >>   
Leon non rispose, intanto i suoi occhi divennero rossi e la fontana...si ruppe in mille pezzi, mentre l’acqua andava da una parte all’altra, bagnando anche i tre.
Tomas rise di gusto    <<    Non vorrai farmi credere che l’ultimo vampiro Sangue puro, il nostro capo, il leader di tutti i vampiri…si è innamorato di una ragazzina umana?     >>   continuò a ridere.
Quando…lui perse le staffe, alzò la mano e sbatté Tomas lontano dalla sua Violetta.
<<     Non sono affari tuoi Tomas.    >>    disse andando di fronte la ragazza per coprirla, da un eventuale attacco.    <<    Ora…vattene    >>    ordinò.
Il vampiro si alzò, lanciò un occhiata di sfida a Leon, che resse e vinse, e se ne andò.
Leon non si mosse, Violetta si stette zitta. Si era creata una situazione imbarazzante, fino a quando Vilu non parlò.
<<     Grazie Leon, ti devo di nuovo la vita     >>    disse chinando di poco il capo. Era sempre stato così, lui la salvava e lei lo ringraziava. Anche il giorno del loro primo incontro, era andata così.
<<    Vai al tuo dormitorio, per stasera io mi occupo di sorvegliare i vampiri     >>   era freddo, non lo era mai stato con lei, non l’aveva nemmeno guardata negli occhi.
Stava per andarsene, ma lei lo fermò prendendogli la mano. Quel contatto fece venire dei brividi ad entrambi.
<<    Aspetta…voglio sdebitarmi    >>     pensava di essere decisa, ma lui capì il contrario.
<<   Veramente?    >>     chiese guardandola con quelle iridi smeraldo. La scrutavano nell'anima, riuscivano a capire cosa aveva dentro. Non riuscì nemmeno a parlare, si limitò a fare cenno di si con la testa     <<    Allora perché tremi?     >>  
Sgranò le iridi nocciola per poi guardarsi le mani...era vero. Mentre le loro pelli si toccavano, le sue mani tremavano. Le rimosse portandole al suo petto, mentre lui la continuava a fissare. Perché al minimo tocco col suo amato tremava? Si, una volta aveva paura, ma adesso era cresciuta e credeva di non averne più...Almeno per Leon.
Lui se ne andò senza degnarla di uno sguardo e come poteva biasimarlo?
 
 
Come promesso,
Ora sto camminando avanti.
 
 
Cosa significava? Lei tremava...aveva paura. Aveva paura di lui. Ma ne aveva tutti i motivi, lui era solo un mostro, un mostro succhia sangue. Come poteva aver anche solo pensato che un angelo come lei lo potesse amare?
Entrò in camera sua, da ogni parte c'erano oggetti che si frantumavano, questa era una parte dei suoi poteri da Sangue puro. Ogni sua emozione determinava ciò che accadeva intorno a lui e doveva fare in modo di controllarlo.
Si sbottonò tre bottoni di sopra della sua solita camicia azzurra e bianca a scacchi. Si sedette sulla sua poltrona preferita, quella che era di fronte l'enorme vetrata che dava sul cielo stellato, e fissò di fronte a se. Amava guardare il cielo, perché sognava la sua Violetta.
Quando la porta si aprì, tutti nel dormitorio sapevano che odiava essere disturbato quando era nella sua camera. Chi aveva tanto coraggio, o incoscienza, da disturbarlo nel suo unico momento di riposo?
<<    Leon     >>    quella voce...era la sua Violetta.
Si alzò di scatto girando verso l'amata, che era di fronte la porta. Era tesa, si notava dal fatto che teneva le mani sul ventre e le gambe rigide. In effetti molto raramente succedeva che erano da soli, ma quella era la prima volta che lei entrava nella sua camera.
<<     Dimmi Violetta     >>     non aveva più il tono freddo di prima, se lei era entrata nella sua camera significava che voleva veramente chiarire e lui non sopportava di avere quell'atteggiamento nei suoi confronti.
<<    Ti chiedo scusa, per prima     >>     lo guardava negli occhi, le sue scuse erano sincere.
<<     Non devi scusarti, so di incuterti timore. Dovrei essere io a scusarmi    >>     molto lentamente iniziò ad andare verso l'amata, non voleva spaventarla ancora di più.
<<   Ma cosa dici? Tu non mi incuti timore! Si, da piccola avevo paura di te, lo confesso, ma adesso non più     >>     avvampò poco sulle guance, evidentemente ammetterlo le procurava imbarazzo. Ma lui era contento, almeno gli aveva detto la verità.
<<     Vuoi sederti?   >>   chiese cambiando discorso, lo faceva spesso e Violetta l'aveva capito, ma non disse nulla e si sedette sul divanetto  verde scuro, coi contorni oro, vicino alla porta.
Intanto il vampiro guardava attentamente ogni minimo dettaglio. La ragazza, sentendo lo sguardo su di lei, chinò la testa imbarazzata.
<<   Volevi dirmi altro?    >>    chiese stando in piedi di fronte all'amata.
<<    Si, volevo parlarti    >>     rispose continuando a guardare la sua gonna.
Si inginocchiò di fronte a lei. La ragazza rimase intrappolata negli occhi del vampiro, come un sortilegio, non riuscì più a distogliere lo sguardo. Intanto la sua mano saliva sempre di più, fino a che non si fermò sulla fondina dove teneva il suo bastone di metallo.
<<    Allora questo non serve    >>   lo slacciò e lo tolse alla sua amata per poi lanciarlo da qualche parte della stanza.
<<    Non ho mai voluto usarlo contro di te    >>     rispose sinceramente. Mentre il vampiro si sedeva vicino a lei.  <<    Leon...ora tutti sanno che abbiamo commesso un..."peccato"     >>    chinando nuovamente la testa per il dispiacere. Ma non dovette farlo, perché mise in evidenza...il suo collo.
<<    Ma non sanno cosa abbiamo fatto, non ci dobbiamo preoccupare      >>    cercava di combattere la tentazione con tutte le sue forze...ma era più forte di lui.
<<    Però potrebbero venirlo a sapere e poi noi...   >>      ribatté lei, ma non terminò che Leon la prese per le spalle e la sdraiò sul divano, per poi mettersi sopra di lei.   <<    Cosa...cosa fai?     >>     era imbarazzata. Ma come biasimarla? Il ragazzo che amava le era praticamente saltato addosso.
<<    Prima mi hai chiesto un modo per sdebitarti...sta ferma ora!     >>     le sussurrò all'orecchio, la sua voce traspirava desiderio e lei non glielo voleva negare.
Le si avvicinò al collo inspirando a pieno il suo profumo    <<    Leon...non fermarti!     >>     gli disse, quasi come un ordine, al quale lui ubbidì.
Le leccò il collo, uscì le zanne, i suoi occhi si fecero rosso cremisi. Il momento stava per arrivare e lei chiuse gli occhi. Che cosa strana...un'umana che nutriva un vampiro col suo sangue.
Ma arrivò il fatidico morso. Le zanne di Leon attraversarono la pelle del collo di Violetta e iniziò a succhiare. Il suo sangue era tanto gustoso. Avrebbe voluto fermarsi ma non ci riusciva.
<<   Leon...   >>   la sua voce era leggera, le girava la testa, era debole. Lui la stava lentamente divorando, ma preferiva così. Non c'era morte migliore di stare tra le braccia del proprio amato...
 
 
Nel deserto che brilla come l'oro.
Sto cercando un fiore di diamante.
 
 
Tomas era ancora nel giardino, seduto sul prato e aveva un filo d'erba e lo suonava, come uno strumento. Era sicuro di avere un grande dono per la musica e di conseguenza era certo di saper suonare alla perfezione ogni strumento. E per certi versi era vero.
<<    Heredia, torna in classe o sarò costretta a farti rapporto     >>       minacciò Ludmilla, vicino al vampiro.
<<     Ferro, sembra quasi che ci provi gusto a cercare di farmi espellere    >>     commentò ovviamente il vampiro alzandosi e andando verso l'umana.
<<    In effetti si, mi piacerebbe molto non averti tra i piedi per un pò    >>      
<<     Stai mentendo! Ti mancherei troppo e con me anche le mie avance      >>     disse con sguardo malizioso e Ludmilla si portò una mano sulla bocca e si riempì le guance d'aria, come segno che stava per vomitare.
<<    Non mi interessate né tu né le tue avance. Io ho Federico, tu non puoi darmi l'amore che può darmi lui    >>       rispose acida, di solito non era così ma odiava che Tomas ci provasse con lei, pur sapendo che era, felicemente, fidanzata con Federico.
<<     Ne sei sicura?    >>    le si avvicinò molto pericolosamente, riusciva a sentire il suo profumo. La voleva baciare, ma non ci sarebbe mai riuscito. Lei gli mise, in modo rozzo, una mano sulle labbra e lo spinse via.
<<    Si, sicurissima    >>    se ne andò continuando a fare il suo giro di ricognizione. Mentre Tomas rideva e le gridava che prima o poi l'avrebbe conquistata. Ma non sapevano che a guardarli, dalla finestra della sua aula c'era Federico. I suoi occhi erano rosso sangue, la rabbia ribolliva dentro di lui e anche la voglia di sangue.
"Tomas...te la farò pagare"
 
 
Questa è la prima volta che...
Vivo per qualcuno.
 
 
Leon stava ancora succhiando, il suo desiderio non lo faceva fermare, ma ci avrebbe pensato qualcun altro.
La finestra si aprì di botto facendo fermare il vampiro, che aveva la bocca sporca di sangue, e fece sobbalzare Violetta, che aveva il collo sporco e tra tutto quel sangue...dei piccoli buchi lasciati dai canini del suo amato, che cercava di dire qualcosa...ma era troppo debole.
<<    Leon...sai che non dovevi    >>     disse una voce a loro familiare, che intanto si avvicinava ai due.
<<    Antonio è stato solo un momento di debolezza    >>    disse Leon alzandosi dall'amata e dandole le spalle, mentre lei lo seguiva con lo sguardo.
<<   So che non sopporti le pasticche che contengono il sangue finto, ma se continui così la ucciderai. Guardala! E' lì, debole, inerme, che giace sul tuo divano attendendo una tua carezza o un tuo bacio   >>     il sangue puro si girò e la fissò.    <<    Ma sai...che un sangue puro non può stare con un umana. Questo è il "peccato" che divide vampiri sangue puro e umani. Ed è anche quello che tu e Violetta avete commesso     >>    
Leon si sedette vicino all'amata iniziando ad accarezzarle la guancia. Lei non si mosse, forse era ancora troppo debole o...era il momento che aspettava da quel giorno.
<<    Antonio, so che hai tentato di....      >>    cercò di parlare, ma lo fermò.
<<   Di...fare cosa? Di darvi fiducia? Si, ciò provato. Ma ho fatto male e adesso mi costringete ad usare le maniere forti    >>       strinse i pugni, odiava comportarsi in quel modo, ma se era l'unico modo per salvarli dal destino che era stato prescelto per loro da quando erano nati...allora lo farà.
<<     Di cosa parli?     >>     chiese lui con un briciolo di timore nella sua voce.
Antonio mosse delicatamente la mano e nella stanza comparve una nube che coprì tutti i mobili e quando il vampiro anziano soffiò la nube sparì e anche...Violetta.
<<     Da questo momento tu e lei non potrete più vedervi    >>      dopo scomparve anche lui.
Una legge molto crudele diceva che un Sangue puro non poteva piangere...per nulla al mondo avrebbe mai dovuto piangere. Eppure Leon ne aveva tanta voglia. Tutti sapevano che quando Antonio prendeva una decisione, restava quella. Lui e la sua amata Violetta non si sarebbero più potuti rivedere eppure lui non poteva piangere...ma non gli importava. Si sedette sul divano, chinò la testa, si portò una mano sul viso e le lacrime presero il sopravvento. Stupida legge che vietava di piangere e maledetto peccato che vietava a un sangue puro e a un umana di stare insieme, ma soprattutto maledetto passato...
 
 
C'è qualcosa che voglio proteggere,
Ma che non voglio perdere di nuovo.
 
 
Stava per sorgere l'alba, ma Diego era ancora fuori, nel giardino anteriore, le lezioni erano finite ma lui non voleva rientrare. La voleva aspettare, voleva parlare. Era da ieri che non si parlavano neppure.
Quando si sentì stringere al cuore. Stava lentamente diventando un livello E, ma la cosa che lo faceva stare peggio era che...non avrebbe mai potuto avere un futuro con Francesca.
Si alzò e cercò di camminare, ma il dolore aumentava sempre di più. Ormai mancava poco alla trasformazione.
Si inginocchiò stringendo la maglia nel punto che gli doleva di più. Quando vide di fronte a se...Leon.
<<    Diego calmati, agitarsi peggiora solo le cose    >>    disse inginocchiandosi di fronte all'amico.
<<     Come posso calmarmi? Sto lottando con tutte le mie forze per non trasformarmi in un livello E, per stare più vicino a Francesca. Ma sento che non ci riuscirò.    >>     aveva le lacrime agli occhi.
<<    Tu sai qual è il rimedio...lascia che ti aiuti    >>   avvicinò una mano ma l'altro si scansò.
<<   No! Mordere un Sangue puro sarebbe come...tradire tutti i vampiri     >>     i due si fissarono negli occhi.
<<    Ma tu non devi mordere un Sangue puro, il tuo migliore amico ti sta dicendo di morderlo. Solo così non ti trasformerai in un livello E      >>    mise una mano dietro la testa del amico, avvicinandolo al suo collo.
<<    Leon...Grazie    >>   una lacrime gli rigò il viso quando i suoi canini trafissero la carne del collo del amico. Iniziò a succhiare avido, mentre dal viso di Leon non usciva nessuna emozione, aveva gli occhi chiusi, come Diego.
I due si separarono e si guardarono negli occhi. Diego aveva la bocca sporca di sangue e il viso coperto dalle lacrime. Leon aveva il collo sporco, con due piccoli buchi con la forma dei denti dell'amico, tra il rosso, ma dopo pochi secondi scomparvero.
<<    Leon io...    >>    cercò di parlare ma un grido lo fermò.
<<    Cosa hai fatto?!    >>    i due si girarono e videro Francesca, con la pistola tra le mani, che tremava     <<    La tua sete di sangue ti ha fatto arrivare al punto di mordere il tuo migliore amico?!     >>    era spaventata.
I due si alzarono e la raggiunsero, Diego mise una mano sul braccio dell'amata, facendole abbassare la pistola.
<<    Francesca, Leon mi ha salvato. Non mi trasformerò in un livello E     >>    lei lo ascoltò, ma si accorsa anche di un'altra cosa.
<<    Leon, perché hai l'odore di Violetta?    >>     chiese guardandolo in modo minaccioso.
<<     Perché...l'ho morsa...     >>    Francesca e Diego ne rimasero scioccati    <<    ...Ma Antonio ci ha proibito di vederci e voi sapete che non possiamo discutere     >>    senza dire altro iniziò a camminare per ritornare al dormitorio, ma incontrò Tomas, che gli si mise a fianco senza smettere di camminare.
<<     Hai visto? Io non mi sbaglio mai...     >>     disse col suo solito sorriso da vincente.
<<     Su cosa?    >>    chiese freddo.
<<    Uh! Che gelo Vergas! Comunque avevo ragione su te e Violetta, ti ricordi? Molti anni fa ti ho detto che l'avresti morsa...e così è stato     >>     rise di gusto.
<<      Tu non sai nulla su di noi     >>    
Tomas si fermò    <<    Vergas sai che non è vero! Sai cosa ci accomuna    >>     gli gridò contro.
Leon si fermò continuando a dargli le spalle     <<     Si, so che tuo padre ha ucciso suo fratello, cioè mio padre, perché  voleva il suo potere, ma non contento ha ucciso anche mia madre e stava per farlo con me, ma Pablo mi ha salvato    >>      era freddo e il suo tono tagliente.
<<     No, non c'eravate solo voi, ma anche una bambina...tua sorella minore....mia cugina     >>    
Quelle parole gli arrivarono al cuore...sua sorella, la sua piccola sorellina...non doveva metterla in mezzo.
<<    Non ricordo chi era, ma appena lo scoprirò...     >>  
Leon strinse i pugni     <<     Cosa vuoi da me? Cosa ti ho mai fatto?     >>    disse quasi gridando.
<<    Tu mi hai portato via mio padre! Tu l'hai ucciso!    >>    
 
 
Lascia che il battito del tuo cuore ti trasporti.
Forte e fragile,
Ma più forte di chiunque.
 
 
 
Vi mostrerò un sogno dolce la prossima notte.
 
 
Nota autore: Salve a tutti e scusate per il ritardo, ma ammettete che mi ho stupito. Insomma Leon morde Violetta e Antonio gli proibisce di vedersi. Diego morde Leon per non diventare un livello E ma Francesca li vede. Tomas ha una cotta per Ludmilla e Federico è geloso. Tomas e Leon sono cugini, ma non finisce qui...Leon ha una sorella! Cosa ne pensate? Secondo voi che succederà? Recensite.

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Capitolo 5
*** Nuovi allo Studio For Hope ***


Nuovi arrivi allo Studio For Hope

 
 
 
Il giorno che ci siamo conosciuti...
Immobile, trattenevo il respiro.
 
 
 
Francesca era al dormitorio della night, quel posto le metteva soggezione ma doveva assolutamente parlare con Diego. Per giorni e giorni non aveva fatto altro che pensarci e dopo un mese aveva preso la sua decisione.
Entrò nel salone dove si riunivano per le assemblee importanti, al centro c’era un tavolo in cristallo, con sopra un portagioie, ma era certa che non contenesse gioielli. Poi le pareti erano di un rosso cremisi, colore strano per dei vampiri, e al muro degli armadi, contenenti dei portagioie. Ma cosa ci tenevano dentro?
<<    Cosa ci fa un’umana qui?    >>    al suono di quella voce, che tanto odiava. Lara. La vampira che odiava più di qualsiasi altra cosa.
<<   Sono qui per Diego    >>   rispose decisa, non abbassava la testa di fronte a nessuno…Nemmeno a un vampiro.
<<   Dopo tutto quello che gli hai fatto passare credi di poter venire qui come se non fosse nulla? Ts. Povera illusa    >>   ovviamente commentò con acidità.
<<   Non mi importa di quello che pensi, io devo solo parlare con Diego    >>    il suo tono era gelido, ma non avrebbe potuto farle gelare il sangue, lei non era tipo che si spaventava tanto facilmente.
<<    Fammi indovinare: solo perché ti ha morso credi che lui adesso ti ami e speri di avere quella storia d’amore proibita da tredicenne fissata coi vampiri. Fammi il favore    >>  
La frase non colpì tanto Francesca quanto per una parte…    <<   Come fai a sapere che Diego mi aveva morso?    >>  
Lara la guardò per qualche secondo, per poi scoppiare in una fragorosa risata che, ovviamente, fece andare su tutte le furie la ragazza    <<   Il giorno che ti ha morso tutti noi abbiamo sentito odore di sangue e una volta che Diego è venuto ha raccontato con fierezza il momento di vittoria    >>  
<<   Il “momento di vittoria”?   >>   ripeté l’umana confusa.
<<    Si, esatto. Tutti noi sappiamo quanto tu odi i vampiri e tutti noi ci siamo sempre chiesti come fosse il tuo sangue, ma ovviamente nessuno era ancora riuscito a morderti. Fino a che…    >>  
<<    Adesso mi hai stancato Lara!   >>    si sentì una voce provenire dal piano di sopra, le due si girarono e lo videro: era Diego. E sembrava anche piuttosto infuriato.
<<   Ti ho stancato? Di fare cosa? Di dire la verità? Ts. Se volevi dirglielo tu potevi anche dirlo. Non mi cambiava, l’importante era che vedessi la sua faccia a queste parole    >>   aveva un sorriso di vittoria sul volto, evidentemente aveva raggiunto il suo obbiettivo.
<<   Sparisci Lara prima che perdi la pazienza   >>   le ringhiò contro   <<   Lo sai che sono molto più potente di te. Sono un livello sei mentre tu una misera livello tre    >>   disse con più calma con le iridi divenute rosso cremisi.
La vampira strinse i pugni e se ne andò consapevole della dura verità.
L’umana si girò verso il suo vampiro, che con un salto incredibile arrivò alla fine della scala, che separava il primo piano dal secondo, e le andò di fronte con un sorriso smagliante.
<<    Sono felice di vederti Francesca   >>   
<<   Pensavo non volessi più vedermi per la questione del…Livello E   >>    sussurrò il nome quasi temendo di ferirlo nuovamente, ma no, lui sorrise.
<<   Sono contento che ti preoccupi per me, ma non devi e tutto grazie a Leon   >>    gli comparve un sorriso rassicurante.
<<    Intendi quando l’hai morso? Ma se il suo sangue poteva guarirti sin dal primo momento…perché non l’hai morso subito?   >>    chiese, giustamente, l’umana.
<<   Ti spiego: per noi vampiri ci sono diversi status sociali: il più basso è quello dei Livello E, ex umani. Poi c’è la classe dei vampiri comuni che vanno dal livello uno a livello cinque, che è molto più comune di quanto pensi e ne fa parte anche Lara insieme ad Andress, Maxi e Tomas. Poi ci siamo io e Federico che siamo della classe nobiliare, che ne fanno parte i vampiri dal livello sei al livello otto. Infine ci sono i Sangue puro, l’ultimo esistente è Leon, che una volta raggiunti i poteri completi dovrà diventare sovrano di tutti i vampiri e decidere anche il destino di voi umani    >>    si era stranamente incupito e la ragazza non ne capiva il motivo   <<   Tu pensi che lui come futuro sovrano abbia tutti i privilegi che si possano avere, giusto?   >>   lei fece cenno di si con la testa   <<   Ti sbagli…Sin da piccolo a Leon gli sono stati tolti molti privilegi, come quello di giocare con me e Federico, lui poteva solo studiare e ora che vuole dimostrare i suoi sentimenti a Violetta non può…Perché gli è proibito di dimostrare ogni singola sensazione o sentimento, non può piangere, sorridere o arrabbiarsi. Non deve mostrare il suo cuore a nessuno, per essere il leader che tutti noi dobbiamo avere    >>  
<<   Adesso capisco molte cose…E mi pento di averlo giudicato e capisco anche perché non volevi morderlo.   >>  
<<   Ma non penso che sei venuta per parlare di questo, cosa volevi dirmi?    >>  
<<   Che c’ho pensato e…Non mi importa se sei un vampiro, grazie a te ho capito che non tutti i vampiri sono crudeli e assetati di sangue. Ti chiedo scusa, ma volevo anche chiederti se…   >>   le sue gote presero colore paonazzo e lui comprese, infatti le prese la mano e con uno scossone la fece finire sul suo petto. Lei cercò di dire qualcosa ma non ne ebbe il tempo che la baciò con passione.
All’inizio fu colta di sorpresa e non sapendo cosa fare si stette ferma, ma dopo aver ricollegato il cervello al resto del corpo riprese a muoversi. Infatti mise le mani nei capelli bruni di lui e l’avvicino di più a se e, anche se all’inizio non se n’era accorta, lui prese possesso della sua lingua iniziando una danza, al quale lei non si sottrasse.
Un momento magico, indimenticabile…Che venne interrotto da Federico.
<<    Ei voi due!   >>   i due si separarono e si girarono verso l’amico che era di fronte a loro, ad alcuni passi di distanza   <<   Non vorrei disturbarvi ma io e Romeo adesso abbiamo lezione e tu, mia cara Giulietta, dovresti andare da Violetta e Ludmilla    >>     prese l’amico per le spalle e lo trascinò via, mentre quest’ultimo si lanciava sguardi complici con la sua amata.
 
 
 
Fin dall'inizio,
Sapevo che...
Avrei trovato una casa per il mio cuore che...
Batte forte
 
 
 
La serata fortunatamente era passata tranquilla, anche se a Ludmilla parse strano il fatto di non aver visto né Federico né Tomas, ma di certo, per una volta, staranno stati a lezione al posto di stare con lei.
Le rimaneva solo da controllare l’entrata del dormitorio della Night Class, poi sarebbe potuta andare nella sua camera a riposare visto che ormai era notte fonda.
Una volta superato il giardino posteriore si ritrovò di fronte il pavimento di marmo che portava dritto all’entrata. Fortunatamente le sembrava tutto tranquillo…Ma forse era troppo presto per dirlo, infatti, poco più in là da lei vide una figura, che a piccoli e lenti passi, seguendo il terreno di marmo, si dirigeva all’entrata. Ludmilla uscì il suo pugnale  anti-vampiro, pronta per attaccare, però appena la persona, illuminata dai raggi lunari…Per lo shock lasciò cadere la sua arma nell’erba e si portò le mani alla bocca, nel tentativo di non gridare ma lo stesso attirò l’attenzione.
<<   Ludmilla, posso spiegarti…    >>     allungò la mano insanguinata verso di lei, ma la ragazzo non l'ascoltò e corse via spaventata.
Lui la fissava. Come poteva aver avuto paura di me dopo tutti questi anni? Le ho mai dato ragione di avere paura di me?
Ma i suoi pensieri vennero interrotti da una voce a lui troppo familiare, che lo chiamava    <<   Federico...   >>  
Il vampiro ritornò a guardare di fronte a se e lo vide: Leon.
<<   Leon io...Io...   >>   si inginocchiò di fronte a lui, mentre le lacrime uscivano copiose dalle sue iridi castano. Posò le mani sporche di sangue per terra, intanto le lacrime arrivarono alla sua bocca, anche essa sporca di sangue.    <<   Io ho ucciso Tomas!    >>    gridò in preda a una crisi isterica.
<<   Federico calmati…    >>   si inginocchiò di fronte a lui.
<<   Come? Come posso calmarmi dopo aver ucciso Tomas? Un mio simile! Mi sento un mostro…    >>  
Leon l’abbracciò e lo aiutò ad alzarsi.    <<    Non sentirti in colpa, Tomas forse più di tutti meritava la morte    >>   cercò di consolarlo.
<<   Lo dici perché ti ha accusato di aver ucciso suo padre, tuo zio?    >>    l’amico gli fece cenno di si con la testa   <<   Ma mentiva…vero?    >>  
<<   Si, non sono stato io ad ucciderlo, ma mio padre per darmi il tempo di scappare e salvarmi. Avrei voluto restare    >>    disse con un filo di malinconia.
<<   Non auto commiserarti, avevi solo cinquemila anni, che per gli umani sarebbero cinque anni    >>  
<<  Grazie Fede, questo mi rassicura    >>  
<<   No, grazie a te Leon     >>  
 
 
Colori e promesse,
Come essere coraggiosi.
Come posso amare se ho paura di cadere?
 
 
Ludmilla correva spaventata come mai, le lacrime le coprivano la visuale e non capiva dove stesse andando...Ma le importava poco. Federico. La persona che amava di più al mondo. L'unica persona del suo passato che gli era rimasta. Aveva ucciso.
Da cosa l'aveva capito? Dal fatto che...una volta le aveva fatto assaggiare il suo sangue.
Aveva tredici anni, era stata attaccata da dei Livello E e non era riuscita a difendersi. Appena arrivò Federico, la vide a terra in una pozza di sangue. Stava per morire dissanguata, ma a lui venne un idea: con le zanne si morse il polso, così da far fuori uscire il liquido rosso cremisi. Prese l'amata con il braccio pulito facendola mettere a sedere e appoggiando la testa sul suo petto, era dannatamente debole. Avvicinò il polso pieno di sangue alla bocca dell'amata, che stava perdendo velocemente quel colore roseo. Le disse di bere il suo sangue e lei, troppo debole per fare altro, obbedì. Posò le labbra su quel liquido e bevve a piccoli sorsi, credeva che le avesse fatto schifo e invece no, era dolce ma lasciava un sapore metallico in bocca. Nel mentre era presa dalle sensazioni che quel liquido le stava dando dentro il petto, le ferite si stavano chiudendo. Dopo  il vampiro riprese a parlare, dicendole semplicemente che bastava, che era tutto come prima. Ma si sbagliava. I suoi sensi erano più affinati, riusciva a sentire meglio e a vedere meglio, anche gli odori erano più forti. Non l'aveva trasformata ma queste qualità erano emerse.
Infatti riusciva anche a percepire di chi era il sangue che aveva sul corpo e non era il suo ma di Tomas.
Perché l'aveva ucciso? Cosa era successo mentre era via? Era forse infuriata perché il rivale le faceva delle avance? Se era solo questo il motivo le veniva la pelle d'oca. Era mai possibile che fosse stato geloso di lei così tanto da arrivare a uccidere un suo simile?
Andò a sbattere contro una parete. Era incredibile, aveva corso tanto che non si era nemmeno resa conto di essere arrivata al paese, che distava solo tre chilometri dalla scuola. Ma per sua sfortuna era finita in un vicolo buoi, poi a quell'ora.
Si asciugò in fretta le lacrime, sentiva qualcosa di strano in torno a se. Si guadò attorno e lì vide: dei Livello E.
Era cinque e l'avevano circondata, non mostrava paura perché tanto sapeva che con il suo fidato pugnale anti-vampiro li avrebbe uccisi con un sol colpo...Però, per sua sfortuna, si ricordò che le era caduto, per lo spavento, appena vide Federico.
Era circondata. Era arrivata la sua fine. Si accasciò a terra e chinò la testa, facendo capire a quegli esseri che per lei non valeva la pena combattere. La potevano divorare.
In un primo momento lì sentì avvicinare, ma poi, non sentendo più nulla alzò lo sguardo e di fronte a se vide le sue più care amiche: Fran e Vilu.
<<   Cosa credi che ti lasciamo così?    >>    la prima a parlare fu Violetta, che le porse la mano, con un sorriso solare sulle labbra.
<<   Non so cosa sia successo, ma poco mi importa. Ora dobbiamo solo sbarazzarci di questi brutti mostri    >>    dopo toccò a Francesca, che anche lei le porse la mano con un sorriso sincero.
La bionda strinse entrambe le mani, facendosi aiutare ad alzarsi.
<<    Ma ragazze io ho perso il mio pugnale   >>    confessò abbilita.
<<   Non fare così, potrai sempre aiutarci da bordo campo  >>   la rassicurò la mora.
<<    Già Ludmilla non disperare, l'importante per ora è distruggere questi Livello E e tornare a scuola   >>   continuò la bruna.
<<   Grazie ragazze   >>  
Fran e Vilu guardarono i vampiri e fu come se si trasformassero. L'aria dolce svanì lasciando spazio solo alla voglia di vincere.
Violetta prese il suo bastone in metallo e andò all'attacco, un Livello E le si parò davanti, ma lei no si fece intimorire e lo colpì con il suo bastone, che al contatto con la pelle del vampiro lo colpì con una scarica elettrica. Scagliandolo contro una parete.
<<   Ottimo Vilu, ma sprechi troppe energie. Trovo molto più utile la mia vecchia pistola   >>   tirò fuori da sotto il vestito, dove sopra il ginocchio, abbastanza nascosta dal vestito, c'era la fondina dove teneva la sua arma. La puntò un po’ per volta verso i livello E, con estrema maestria ne colpì tre rimanendo ferma. Intanto i corpi, anche di quello colpito da Violetta, si dissolvevano diventando polvere, ma i loro vestiti restano al suolo. Una volta sconfitti gli ultimi le tre tornarono a scuola. Stanche dell’incredibile serata che avevano avuto.
 
 
 
 
Ma guardandoti lì da solo...
Improvvisamente,
I miei dubbi vanno via in qualche modo.
Un passo più vicino.
 
 
 
Francesca e Violetta erano state avvisate, la sere successiva, dell’arrivo di due nuove studentesse, un’umana e una vampira.
Decisero che Francesca avrebbe dato il benvenuto all’umana mentre Violetta alla vampira, era più sicuro. Almeno Francesca non avrebbe ucciso la vampira.
La mora attendeva di fronte il dormitorio della “Day Class” l’umana, che vide arrivare. Dai suoi movimenti e dal suo modo di camminare vedere che era molto timida. Portava abiti scuri: una canotto che andava da sopra dal blu scuro al nero, una gonna rossa con sopra una cintura borchiata e le braccia coperte da braccialetti, infine degli stivali neri, anch’essi borchiati. Aveva la pelle molto chiara e i capelli neri e ricci che le ricadevano sulle spalle. Sembrava tanto fragile da potersi spezzare da un momento all’altro. Questo colpì molto Francesca ma poi si accorse dell’enorme borsone che aveva sulle spalle, molto grosso per tenerci solo vestiti.
Una volta faccia a faccia la guardiana regalò alla  nuova arrivata un sorriso sincero.
<<   Ciao io sono Francesca, tu devi essere Nata   >>   le allungò la mano, ma la nuova arrivata si limitò a guardarla solamente, senza dire o fare altro.   <<   Non devi spaventarti, ti prometto che fino a quando ci sarò io qui nessuno ti farà del male   >>   ritirò la mano e l’accompagnò nella sua camera, mostrandole l’edificio.
Nel mentre Violetta aveva già incontrato la vampira. Era molto socievole ma sentiva una strana presenza in lei, quasi maligna. Il suo nome era Emma. Indossava una maglia bianca, con una gonna marrone e delle calze nere che le arrivavano fino a sotto il ginocchio, infine delle ballerine nere. Abbigliamento molto originale. Aveva i capelli biondi, la pelle chiara, come ogni vampiro e gli occhi castano scuro.
Erano nel corridoio dirette alla lezione della Night Class che era tenuta da Angie. Ma nel mentre incontrarono Andress che rimase incantato da Emma, cosa che non le sfuggì. Infatti corse da lui, con un sorriso diabolico, che la bruna notò e rabbrividì, e andò dal vampiro quasi a un soffio dalle sue labbra e gli lasciò un bacio a stampo. Il vampiro ne rimase piacevolmente sorpreso, mentre Violetta solo sorpresa.
Tutti e tre fecero strada insieme, mentre i due vampiri parlavano l’umana restava dietro, al pensiero di dover vedere Leon dopo il divieto di Antonio.
Andress aprì la porta dell’aula seguita dopo da Violetta, che sentì lo sguardo di Leon su di se, ma non ebbe il coraggio di guardarlo.
<<   Oh Violetta, che bella sorpresa. Cosa devi dirmi?    >>   chiese Angie amorevolmente, come sempre.
<<  Volevo presentarvi la vostra nuova compagna di classe, il suo nome è Emma   >>   dopo la vampira entrò e si guardò attorno, tutti gli sguardi erano su di lei.
Quando Leon si alzò per darle il benvenuto, cose che faceva per tutti e Violetta lo sapeva, ecco perché non le diede fastidio. La nuova alunna capì chi fosse. Con un balzo incredibilmente agile atterrò sul banco del Sangue puro, si abbassò di poco e prese tra le mani il suo viso, scioccando tutti, compresa Violetta.
<<   Quindi tu sei Leon Vergas, l’ultimo Sangue puro, il nostro prossimo capo. Allora sono vere le voci su di te: sei tanto bello quanto potente   >>    lo elogiò come un Dio mentre si avvicinava sempre di più alle sue labbra.
“Perché Leon deve sempre essere al centro dell’attenzione?!”  pensò Andress geloso e invidioso.
“Come osa toccare Leon?!” pensò Lara infuriata.
“Ts. Povera illusa. Se pensa che basti questo per conquistare Leon” questo fu il primo pensiero di Maxi.
“Il cuore di Leon appartiene solo a Violetta. Quella lo imparerà a sue spese” pensò Diego con un sorriso beffardo.
“Leon sta solo aspettando che Violetta esca per scaraventare quella sgualdrina al muro. Non vuole che la sua piccola umana veda il suo lato peggiore” pensò Federico, che aveva ragione.
Violetta uscì dall’aula con gli occhi pieni di lacrime.
“Come poteva già avermi dimenticato dopo tutto quello che avevamo passato? Non l’aveva scansata o cacciata, le stava permettendo di toccarlo. Forse credeva che non servisse più perdere tempo con me? Perché Leon mi stai facendo tanto male?”
Nel mentre nell’aula il Sangue puro girò la testa da un lato impendendo alla nuova alunna di baciarlo, poi con un gesto svelto della mano la scaraventò al muro. Tutti sorridevano compiaciuti, tra questi anche Angie.
<<   Come osi trattarmi in questo modo?!    >>   gridò scioccata la vampira.
<<   Tu per me non sei altro che una compagna di classe, il mio cuore viene già occupato da un’altra e il suo nome è… Violetta   >>   il Sangue puro uscì dall’aula senza essere fermato. Intanto le sue parole ferirono nel profondo Lara e fecero infuriare Emma, che uscì anche lei seguita da Andress.
<<   Emma aspetta!   >>   gridò il vampiro.
La vampira si girò verso di lui   <<   Cosa vuoi Andress? Non so dell’umore giusto   >>   
<<    Non perdere tempo con Leon, lui non ti merita. Piuttosto potresti pensare a qualcun altro    >>    propose avvicinandosi a lei.
<<    Ah si? E chi hai in mente?    >>   fece la finta tonta, quando sapeva chi intendeva.
Il vampiro le prese il viso tra le mani avvicinandola a se   <<   A me    >>    la baciò con infinita passione.
“In effetti potrebbe essere un’idea. Mentre sto con Andress potrei anche provarci con Leon, così avrei due piccioni con una fava. Perfetto….”
 
 
 
Sono morta ogni giorno aspettandoti.
Tesoro non aver paura,
Ti ho amato per mille anni
E ti amerò per altri mille.
 
 
 
Vi mostrerò un sogno dolce la prossima notte
 
Nota autore: Salve a tutti. Scusate l’incredibile ritardo ma questo è il capitolo più lungo che io abbiamo mai scritto. Allora FINALMENTE Diego e Fran si mettono insieme (Ma solo io trovo Lara acida? -.-). Ma cosa?! Federico ha ucciso Tomas? Per fortuna Leon lo capisce e lo aiuta. Quando ci sono gli amici… E intanto scopriamo un pochino di più sul passato di Leon. Ma Ludmilla lo vede sporco di sangue e scappa e si caccia nei guai, ma ci sono Fran e Vilu a salvarla. Ma cosa ne dite del ricordo di Ludmilla? Le parti si inverto, non è Federico a bere il suo sangue ma lei. E per concludere arrivano Nata (attenzione a tutte le Naxi, nel prossimo capitolo inizierà la Naxi ma sarà un po’…complicato) ed Emma, che ci prova sia con Andress che con Leon, ma Leon al posto di Andress la rifiuta (bravissimo Leon *.*). Ora vado a scrivere il nuovo capitolo di “Seguenda estrella a la derecha y luego dritto hasta la manana” come qualcuno mi chiedeva ;) Un beso.

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Capitolo 6
*** I vampiri fanno paura ***


I vampiri fanno paura

 
Il tempo si ferma.
La bellezza è in tutto ciò che lei è.
Sarò coraggioso.
Non lascerò che mi portino via qualcuno,
Che sta di fronte a me.
 
Maxi aveva sentito parlare di una nuova ragazza arrivata ieri. Certo, molti ragazzi  arrivavano ogni giorno ma lei aveva sorpreso tutti. Era una ragazza molto carina ma stava da sola. Cosa molto strana per un'umana.
Maxi la stava cercando per saperne di più, in effetti quella ragazza lo incuriosiva. Era nel corridoio del dormitorio della Day Class e stava cercando la stanza della ragazza, che aveva capito chiamarsi Nata.
Stava per salire le scale diretto al secondo piano, ma una volta arrivato alla fine vide una ragazza, rannicchiata in un angolo tra una camera e l'altra. Aveva la testa tra le ginocchia e le braccia che le tenevano unite. L'unica cosa che si vedevano erano i capelli neri e ricci che le ricadevano sulle gambe.
Il vampiro capì che si trattava della ragazza che stava cercando. Le si avvicinò e lei alzò lo sguardo incrociandolo con quello del ragazzo.
Si fissarono per lungo tempo, ma nessuno disse una parola e sarebbe stato meglio se entrambi avessero continuato così, ma lui  non poteva immaginare quello che sarebbe successo.
<<   Perché sei qui da sola?   >>   le chiese mostrando i canini, che non le sfuggirono.
Nata continuò a fissare i canini spaventata e quando Maxi se ne accorse tento di tranquillizzarla. Allungò la mano, ma lei cacciò un urlo spaventata e scappò.
La guardava andar via senza fermarla, tanto c'era abituato. Quando si viveva con un padre vampiro e una madre umana ci si abituava a vedere la paura negli occhi. Rammentava bene quando, all'età di quattordici anni, sua madre lo supplicò di non succhiarle il sangue. Rammentava la sua paura e il suo disprezzo per lo stesso figlio che aveva accudito e cresciuto.
Gli umani non capivano che anche i vampiri avevano sentimenti, non sapevano che loro per primi avevano paura di loro, paura nel fargli del male.
 
Ogni respiro.
Ogni ora porta a questo,
Un passo più vicino.
Sono morto ogni giorno aspettandoti.
 
Leon aveva chiesto ad Antonio di rivedersi. Non poteva arrendersi in quel modo, non avrebbe mai lasciato da sola la sua Violetta.
Era in giardino ad aspettare l'arrivo di Antonio, che non tardò ad arrivare avvolto in una nube nero pece.
<<    Allora Leon, immagino che tu voglia parlarmi di Violetta, come sempre   >>    iniziò Antonio sicuro della sua teoria.
<<   Esatto Antonio, non voglio perderla. Ci deve essere qualcosa che posso fare per farti cambiare idea   >>    disse Leon con decisione.
<<   Nulla Leon, tu non puoi fare nulla. Forse se Violetta fosse nata vampiro o tu umano non ci sarebbe questo problema. La tua natura di vampiro potrebbe ucciderla e lo sai   >>    ribatté il vecchio.
<<    Posso trattenermi, posso prendere le pillole che contengono il sangue finto, come fanno Diego e gli altri   >>     cercò di trovare un compromesso il Sangue puro.
<<   Il corpo di Diego riesce a sopportare le pillole con il sangue finto, ma il tuo no. Ti senti male tutte le volte che ne ingerisci una e non possiamo rischiare che questo comprometta il tuo processo per diventare il nostro nuovo sovrano   >>   sbuffò rumorosamente   <<   Leon... Per vivere hai bisogno di sangue e se starai con Violetta tutte le volte che avrai bisogno di soddisfare la tua sete di sangue, lei non si opporrà dal soddisfarla e, come l'altra volta, tu non riuscirai a fermarti. Se io ti permettessi di stare con lei, la divoreresti lentamente    >>   Antonio non si trattenne dal dire le cose come stavano e il Leon non ribatté, sapeva che era vero.
<<   Ma ci deve essere un modo per evitarlo   >>   Leon non si voleva arrendere.
<<    Facciamo un altro patto, ti va? Se riuscirai a far sopportare al tuo corpo le pillole contenenti il sangue finto... Potrai stare con la tua amata Violetta   >>   allungò la mano verso il ragazzo, che la strinse.
Leon sapeva che era quasi impossibile, ma non si sarebbe arreso tanto facilmente.
 
Tesoro non aver paura,
Ti ho amato per mille anni
E ti amerò per altri mille.
 
Angie e Diego erano in aula a parlare, per volere della professoressa che doveva avvisarlo di una cosa molto importante.
<<   Angie arriva al dunque, chi deve venire che non sopporto?   >>   chiese Diego comprendendo le intenzioni della vampira.
<<  Non è un vampiro, ma un umano. Prima gli volevi molto bene, ma poi...    >>    Angie iniziò a spiegare, ma appena il ragazzo comprese chi fosse questa persona, non la lasciò continuare.
Si infuriò   <<   No Angie! Se vedrò quell'uomo lo ucciderò subito e senza pietà!   >>   gridò con tutta la voce che aveva.
<<   Diego lo so che dopo quello che è successo non lo vuoi più vedere, ma lui è un professore dello studio...   >>    cercava di calmarlo.
<<    E immagino che insegnerà agli studenti della Day, visto che ha paura dei vampiri   >>  un sorriso amaro comparve sulle labbra del vampiro.
<<   Si, immagini bene. Ma è comprensibile che abbia paura, non credi?    >> 
<<   Si, può avere paura di tutto ciò che vuole. Ma no del suo stesso figlio!    >>    gridò ancora più forte di prima, se era possibile.
In quel momento entrò il protagonista della conversazione.
<<   Hai ragione, non dovevo avere paura di mio figlio e me ne pento.   >>  
I due vampiri si girarono e lo videro, camminò fino ad arrivare davanti il figlio, che lo guardava con ribrezzo. 
<<   Gregorio... Pensavo di averti detto che non volevo più vederti   >>    rammentò Diego.
<<   Non chiamarmi "Gregorio", ti supplico figlio mio. Chiamami papà    >>    aveva le lacrime agli occhi.
<<   Quel giorno io non ti ho supplicato di non chiamarmi "Mostro" ma figlio mio   >>   la voce del vampiro era spezzata, gli faceva male parlare di questo.
<<    Cerca di metterti nella mia parte, ti ho visto per la prima volta mentre mordevi tua cugina... Mi sono spaventato Diego, ho avuto paura...    >>  
<<   Hai avuto paura di tuo figlio!   >>   gridò per poi uscire dalla finestra dell'aula e con un balzo atterrò nel giardino e corse via.
Gregorio si girò verso Angie, che lo guardava con uno sguardo indecifrabile.
<<   Anche tu vuoi gridarmi contro?   >>   chiese l'uomo con tono amaro.
<<   No, ma voglio dirti che... Diego adesso è felice con Francesca e spero che tu non ostacoli questa felicità   >>   spiegò fredda e distaccata.
<<   Aspetta... Francesca?! Ma lei sa che è stato Diego? Sa quello che ha fatto?   >>    chiese scioccato dalla notizia.
<<   No, non lo sa. Ma ormai sarebbe inutile dirglielo, non trovi? Distruggere un legame tanto bello solo per il passato...    >>  
<<   Potrei dire lo stesso...    >>  
 
Per tutto il tempo...
Ho creduto che ti avrei trovata.
Il tempo ha portato a me il tuo cuore.
 
Pablo radunò alcuni vampiri della Night e alcuni ragazzi della Day, per dargli un annuncio importante.
I primi ad arrivare furono gli studenti della Day: Violetta, Francesca e Ludmilla che erano sedute sul bordo del palco a parlare, ovviamente Francesca aveva già detto alle amiche che stava con Diego, ma preferiva non prendere spesso il discorso, visto che le due avevano seri problemi di cuore coi due vampiri che amavano;
Poi Nata, che andò a sedersi a terra in un angolo lontano da tutti;
Brodway, uno arrivato quella mattina stessa. Si guardava attorno confuso, non capiva come mai era stato convocato. Quando Violetta lo chiamò e lui andò vicino alle tre.
<<   Piacere Brodway, io sono Violetta, loro sono Francesca e Ludmilla. Mentre quella in fondo è Nata   >>    Violetta fece le presentazioni e Brodway notò qualcosa di speciale in lei.
<<    Piacere io sono Brodway, ma voi come facevate a sapere di me?   >>   chiese confuso e scioccato.
<<   Noi siamo le Guardiane, abbiamo il compito di proteggere umani e vampiri. Ma ovviamente ci sono pochi studenti umani che sanno dell'esistenza dei vampiri, cioè noi. Gli altri credono semplicemente che gli studenti della Night Class siano figli di papà   >>   spiegò Francesca, che non ricevette neppure uno sguardo dal ragazzo, visto che li rivolgeva tutti a Violetta.
Violetta lo guardava confusa, ma appena vide il ragazzo entrare rivolse a lui tutti i suoi sguardi. Leon fece lo stesso, ma appena si accorse del ragazzo che si stava permettendo di fissare la sua piccola Violetta, decise che era meglio se si andava a sedere, sennò avrebbe perso la pazienza.
Ludimilla e Francesca si guardarono e capirono che ben presto ci sarebbero stati molti guai.
Violetta si alzò e si diresse verso Leon. Il cuore le scoppiava. Si sedette accanto a lui e lanciò uno sguardo alle amiche, come per chiederle di distrarre i professori per lasciargli più tempo. Le due obbedirono e Brodway guardò la scena da lontano.
<<   Leon...   >>   lo chiamò con la voce spezzata e le lacrime che le rigarono il viso, anche solo vederlo ma non potergli dire che lo amava o poterlo abbracciare e baciare le faceva male.
Il vampiro la guardò attentamente, quegli occhi pieni di tristezza gli stavano chiedendo almeno una carezza. Come poteva negargliela?
<<   Violetta...   >>    allungò la mano, per poi posarla delicatamente sulla sua guancia.
Lei mise la sua mano su quella di lui e la strinse, come a volergli impedire di toglierla. Leon si avvicinò a lei, voleva rubarle un bacio da quelle labbra dolci e delicate, ma appena vide lo sguardo di Violetta, spostarsi sulla porta, dove c'era Lara, che li guardava furente, decise che era meglio lasciarle solo un piccolo e innocuo bacio sulla guancia.
<<   Vilu!   >>   la chiamò Francesca, che la prese per il braccio e la trascinò via da Leon.
Dopo entrarono anche Maxi, che lanciò lo sguardo su Nata, Andress in compagnia di Emma, quest'ultima lanciò uno sguardo a Leon e poi a Violetta. Finalmente aveva inquadrato per bene la situazione.
"Ah, bene bene. Quindi Leon e Violetta si amano, ma non possono stare insieme e intanto Lara è innamorata di Leon... Per poi aggiungere il mio piano... Ne succederanno delle belle" pensò Emma con un sorriso quasi maligno, che si sedette vicino ad Andress.
Poi entrarono i professori: Pablo, Angie, Jackie, Beto, Gregorio e infine Antonio.
<<   Bene ragazzi, ci siamo tutti?   >>   chiese Pablo, poi spostò la sua attenzione sulla porta, come gli altri, dove entrarono Diego e Federico.
<<   Scusaci Pablo   >>   dissero i due, per poi andare a sedersi ai due lati di Leon.
<<   Allora ragazzi, Pablo e noi altri professori vi abbiamo fatto venire per annunciarvi un nuovo spettacolo!   >>   annunciò entusiasta Angie, che, a quanto pare, coinvolse anche gli altri ragazzi.
<<   Ma non sarà uno spettacolo normale, infatti servirà a far capire al consiglio dei vampiri che umani e vampiri possono lavorare insieme    >>   spiegò Beto euforico.
<<   Quindi tutte le coppie saranno tra umani e vampiri?   >>   chiese Violetta lanciando uno sguardo veloce a Leon, che fece lo stesso.
<<  Esatto Violetta   >>   acconsentì Jackie.
<<   Le canzoni le sceglierete voi, ma dovrete darmi la scaletta completa   >>    avvisò Pablo.
<<   Bene, ora organizzatevi. Spero che entro stasera Leon porti la scaletta a Pablo   >>    terminò Antonio, poi i professori uscirono, ma i ragazzi non si mossero.
Quando Violetta si alzò e andò sul palco.
<<   Ragazzi questa è la prima volta che vampiri e umani collaborano insieme, ma se mettiamo da parte le i problemi reciproci ce la faremo. Allora, ci state?    >>  
Tutti acconsentirono e poi Francesca, con un blocco di fogli, e Ludmilla le andarono vicino, sul palco.
<<   Che idee avete?   >>   chiese Ludmilla.
<<   Potremmo iniziare con una canzone di gruppo, come... Junto somos mas. Che poi è anche perfetta per lo spettacolo    >>   propose Maxi.
<<   Perfetto, ottima idea Maxi   >>    lo appoggiò Francesca segnando il nome della canzone, su un foglio.
<<   Leon, tu e i ragazzi potreste cantare una canzone dopo   >>   propose Violetta rivolgendosi all'amato.
<<   Certo, ragazzi che ne dite?   >>   chiese Leon agli altri che acconsentirono.
<<   Potremo cantare Ven con notros   >>   propose Diego e i ragazzi ne furono più che lieti.
<<    Ragazze cosa ne pensate se poi entriamo noi con Veo veo?   >>   propose Ludmilla e le due accettarono entusiaste.   <<   Ma coinvolgiamo anche Nata, Lara tu e lei potreste cantare Peligrosamente bellas   >>   continuò rivolgendosi alla vampira.
<<   Si, se proprio devo. Ma almeno sa parlare?   >>   chiese acida beccandosi una sfuriata da Maxi e il rimprovero di Leon.
<<   Brodway essendo che tu sei arrivato oggi non conosci molte canzoni, ecco perché non parteciperai  >>   annunciò la bruna.
<<   Lo capisco   >>   rispose calmo il ragazzo.
<<   Ma perché non mettiamo un duetto? Tra un ragazzo e una ragazza?   >>   propose Emma guardando di slancio Leon.
<<   Si, magari con me e Leon    >>   propose Lara.
<<   Oppure io e Francesca   >>  ribatté Diego.
<<   Ragazzi... Cosa ne dite se mettiamo Leon e Violetta?   >>   propose quasi in un sussurro Nata, ma tutti la sentirono e si girarono verso di lei.
<<   Come mai io e Leon?   >>   chiese gentilmente Violetta.
<<   Perché lui è un Sangue puro, e attirerà l'attenzione del consiglio dei vampiri, ma se canterà con Violetta allora si che la canzone avrà l'impatto perfetto    >>    spiegò la ragazza dai capelli neri, sempre a voce bassa.
<<   Certo! E poi le vostre voci sono già belle da sole, insieme saranno bellissime   >>   l'appoggiò Francesca.   <<   Ma per voi due va bene?   >>   terminò.
I due si guardarono...
"So che forse una volta finito lo spettacolo non riuscirò a starti più lontano, ma... Anche solo starti vicino mi rende felice" pensò Violetta con gli occhi lucidi.
"Mia piccola Violetta, te lo prometto... Farò di tutto per stare insieme a te. Tu aspettami, ti supplico" pensò Leon.
<<   Si   >> 
 
Ti ho amata per mille anni
E ti amerò per altri mille.
Sono morto ogni giorno aspettandoti.
 
Vi mostrerò un dolce sogno la prossima notte
 
Nota autore: Salve a tutti, scusate il ritardo. Ma piuttosto ditemi che ne pensate del capitolo. Cosa ne pensate di tutto quello che è successo? Voi Naxi cosa ne dite della parte di Maxi e Nata? A quanto pare Maxi ha avuto un passato difficile e di Nata ancora non si sa nulla. Ma vi assicuro che li vedrete presto insieme, anche se forse non andrà come ve lo state immaginando. Poi... Povero Leon, vuole stare con Violetta ma Antonio non vuole, questo nuovo patto secondo voi riuscirà a farli stare insieme i leonetta? Ma arrivano due nuovi personaggi, Brodway (che già verrà odiato da tutti i leonetta) e Gregorio, che a quanto pare aveva ritenuto il figlio un mostro e per questo avevano litigato lui e Diego. Cosa ne pensate di questo? Ah e infine lo spettacolo. Ma quanto posso amare Nata *.* Ma secondo voi... il duetto leonetta li aiuterà o peggiorerà le cose? Ditemi che ne pensate. Un beso.

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Capitolo 7
*** Tutto per amore.. O quasi ***


Tutto per amore... O quasi
 
Tesoro non aver paura,
Ti ho amato per mille anni
E ti amerò per altri mille.
 
Ormai era quasi giorno, già Violetta e Francesca erano tornate nella loro stanza, ma Ludmilla voleva fare degli ultimi controlli per lo spettacolo. Era una cosa importante per lei, il motivo per cui suo padre era morto. Si ricordava ancora di quando se la caricava sulle spalle e inizia a correre con lei, una bambina di cinque anni, per tutto il giardino per raccogliere i petali di rose che cadevano dagli alberi.
Erano momenti felice, ma dopo la sua morte tutto era cambiato. La madre era tanto spaventata che lasciò la figlia a Pablo per occuparsene e poi scappò chissà dove. Fortuna che in quel periodo aveva le sue amiche, quasi come sorelle, Pablo, unica figura paterna che le rimaneva, e... Federico.
Non poteva dimenticare il loro primo incontro.
Leon, come ogni anno, era venuto per il compleanno di Violetta, che compiva quindici anni. Ma non venne solo, portò due amici di cui aveva piena fiducia: Diego e Federico.
Il primo sembrava un umano, mentre il secondo no, era un vampiro e si notava dalle lunghe zanne. Ludmilla però non rimase molto a fissarle, temeva che il vampiro potesse accorgersene e infuriarsi.
Diego rimase subito ipnotizzato da Francesca, infatti le era rimasto vicino per tutta la sera, Violetta e Leon facevano la "parte" degli amici, mentre si accarezzavano dolcemente. Pablo invece parlava con Federico, che a volte le lanciava della occhiate furtive. Non ne poteva più di quella situazione, così si allontanò diretta in cucina per prendere qualcosa da bere.
Faceva molto freddo quel giorno, quindi decise di prendersi una bella tazza di tè che aveva già preparato prima dell'arrivo dei ragazzi, immaginava che finisse così quindi si era preparata. Una volta versato il tè stava per avvicinare le labbra alla tazza fumante, quando sentì un alito caldo sul collo.
<<    Non mi offri nulla?   >>  
Riconobbe Federico dalla voce, quindi nemmeno si girò.
<<   Cosa gradiresti?   >>   era parecchio agitata dalla sua vicinanza e temeva già quale fosse la sua risposta.
Le scostò i capelli biondi dal collo avvicinandosi, sentiva le sue zanne sempre più vicine.   <<   Il tuo gustoso sangue  >>  
Lo sapeva! Sgranò le iridi castane, ma appena i suoi canini le toccarono il collo si irrigidì serrandoli.
Cosa doveva fare? Fermarlo? No! Di certo si sarebbe offeso e Leon ce l'avrebbe avuta con lei, di conseguenza anche Violetta e Pablo.
Lo sentì ridere di gusto, si girò e lo vide per sino con le lacrime agli occhi, ma lo faceva tanto ridere? Si allontanò da lei per poi appoggiarsi al tavolo, per quanto stava ridendo nemmeno riusciva a reggersi in piedi. Ludmilla stava davvero iniziando ad arrabbiarsi.
<<   Allora? Cosa di me ti fa tanto ridere?!   >>   sbottò lei facendolo tornare alla realtà.
Infatti smise di ridere ma rimase con quel suo sorrisetto beffardo.
<<   Scusa principessa, non volevo farti arrabbiare, solo che mi fa ridere il fatto che tu stavi per farti mordere da uno sconosciuto e l'unica cosa a cui pensavi era a tutta la catena di eventi che avrebbe portato il non fermarmi.   >>   riprese a ridacchiare.
Ma come...
<<   Tu leggi nella mente non è vero?  >>  
La guardò alzando un sopracciglio, per poi mettere una mano sulla sua testa e scombinarle i capelli   <<   Tu guardi troppi film principessa  >>   Finalmente lasciò stare i suoi capelli e lei prese a sistemarli   <<   Ma comunque si, riesco a leggere nella mente.   >>  
<<   Insomma mi stai prendendo in giro! Prima mi dici che guardo troppi film e poi che sai leggere nella mente. Insomma deciditi!   >>     A Ludmilla scappò il pensiero che quel vampiro la stava facendo diventare matta.
<<   Ah tu diventi matta? Non io che vengo paragonato a quell'attore da strapazzo di Twilight?!   >>  
Lei avvampai sulle guancie, era vero. Quando pensava che leggesse nella mente le era subito venuto in mente Edward Cullen.
<<   Mi dispiace averti offeso tanto, ma sai com'è Leon non ha questo potere e quindi pensavo che cose come il controllo mentale o la lettura del pensiero esistessero solo in Twilight   >>   incrociò le braccia e fece per andarsene.
Ma si sentì prendere una ciocca di capelli, rimase ferma e nemmeno si voltò, tanto già sapeva chi fosse stato.
<<   Allora? Mi lasci?!   >>   sbottò, questa volta, infuriata.   <<   Voglio solo stare un po’ da sola, sto forse chiedendo troppo?!   >>  
<<   Tu menti...   >>   due semplici parole bastarono per mandare in frantumi lo spirito combattivo della ragazza. Ludmilla si girò di scatto e con uno schiaffo allontanò Federico da lei, tentò di scappare ma il vampiro fu più veloce e la prese per i polsi sbattendola al muro.
<<   Lasciami!   >>   iniziò a gridare tra le lacrime.
<<   Tu menti! Tu odi stare da sola, tu hai paura a stare un'altra volta da sola ma non vuoi sembrare una bambina quindi fai la dura. Anzi. Ti dirò di più. Tu sei gelosa di Violetta, perché lei al suo fianco ha Leon, mentre tu credi di non avere nessuno. Ma ti sbagli, infatti ora ci sono io e non ti lascerò.    >>  
Le lasciò i polsi e la strinse a se, Ludmilla continuò a piangere mentre stringeva tra le mani la maglia di Federico e la bagnava con le sue lacrime.
<<   Ora basta piangere principessa   >>   le accarezzò la chioma dorata.
<<   Ma perché mi chiami "principessa"?    >>  
<<   Perché hai le tre B che servono a una ragazza per essere una principessa    >>    Ludmilla lo guardò alzando un sopracciglio.
<<   Le tre B?   >>  
<<   Bella,  Benevola e Bionda   >>  
Scoppiarono in una risata liberatoria, sapendo che non si sarebbero lasciati.
Da quel giorno lei e Federico si erano uniti, ma dopo quello che aveva fatto quella notte, tutto era cambiato. Non lo riconosceva più, come poteva aver ucciso Tomas?
<<   Ludmilla, possiamo parlare?   >>    La ragazza si girò di scatto e vide il suo amato. Eh si, anche se stavano attraversando un momento difficile, lei lo continuava ad amare.
<<   Si Federico. Dimmi   >>   erano faccia a faccia e lei non pensava a nulla, non poteva perché sennò lui l'avrebbe scoperto.
<<   Ludmilla noi... Io... Credo che...    >>    si grattò la nuca, lo faceva quando non sapeva come dare una brutta notizia   <<   Io...   >>   prese un respiro profondo, chiuse gli occhi e scagliò la sua frase   <<   Noi due ci dobbiamo lasciare   >>  
Ludmilla lo guardò ad occhi sgranati.
<<    Cosa?! Fede... Perché?   >>   era palesemente sconvolta, non se lo sarebbe mai aspettata.
<<   Perché... Io...    >>   se le avesse detto la verità, che era pericolo e che la lasciava per proteggerla, di certo avrebbe negato. Doveva mentirle, anche se gli faceva male    <<   Io... Non ti amo più. Ora amo un'altra, una vampira. Ti prego comprendi la mia decisione e stammi lontano   >>    senza lasciarle il tempo di ribattere uscì dalla finestra e con un salto atterrò sul suolo perfettamente in piedi.
Ma Ludmilla non si arrendeva, si affacciò alla finestra e gridò a squarcia gola.
<<   Tu menti!   >>  
Federico si girò di scatto.
<<   Io so perché lo fai, perché mi vuoi proteggere. Ma almeno non trattarmi come una stupida. Non capisci che così mi fai soffrire di più?   >>   il viso di Ludmilla era coperto di lacrime, Federico strinse il pugno, quasi gli uscì del sangue.   <<   Se pensi che questa sia la soluzione migliore va bene, non mi opporrò. Ma sappi che sarò qui ad aspettarti   >>   pianse come non mai, solo al momento della morte di suo padre pianse così e Federico lo sapeva. Infatti una lacrima scese anche dai suoi occhi, non voleva ferirla, anche se si aspettava che fosse inevitabile, ma faceva sempre tanto male.
 
Per tutto il tempo...
Ho creduto che ti avrei trovata.
Il tempo ha portato a me il tuo cuore.
 
Francesca si svegliò prima di tutti, le piaceva ammirare l'alba, le ricordava suo padre, soprattutto i suoi occhi, poteva sembrare strano ma il suo adorato padre aveva gli occhi del color dell'alba. Era sdraiata nel giardino anteriore, si stava godendo i raggi solari.
Da quando un vampiro aveva ucciso la sua famiglia tutto era cambiato, aveva avuto un nuovo padre, due nuove sorelle e poi... Aveva Diego, eppure lui non le aveva mai parlato della sua famiglia, era venuta a sapere che sua madre era morta per ragioni sconosciute, mentre di suo padre non sapeva nulla.
<<    Sei tu Francesca?   >>  
La ragazza si alzò di scatto e si girò, vide uno dei professori umani.
<<   Si, lei invece è Gregorio, giusto? Professore di ballo della scuola, il primo per l'esattezza, ma poi ha lasciato la scuola per motivi ignoti a tutti   >>  
<<   Vedo che è molto informata su di me e su... Mio figlio   >>  
<<    Chi sarebbe vostro figlio? Io so solo cose pubbliche, nulla della vostra vita privata   >> 
Gregorio ridacchiò amaramente   <<  Ma tu lo conosci benissimo, dopo tutto è il tuo attuale fidanzato   >>  
Francesca strinse i pugni  <<   Diego? Lei è il padre di Diego?   >>  
<<   Si... Purtroppo   >>  
Perché aveva usato quel tono amaro e quelle parole? Lui e Diego avevano dei problemi? Beh, qualunque cosa fosse non doveva immischiarsi. Non erano affar suo i problemi del suo fidanzato.
<<   Se ha problemi con Diego, li deve risolvere con lui   >>   stava per andarsene ma Gregorio la fermò chiamandola, la ragazza neppure si girò.
<<   Tu lo ami Diego?   >>  
<<   Si   >>   rispose secca.
<<   Anche se lo vedessi nella sua vera forma? Se lo vedessi mentre succhia il sangue a una delle sue vittime, non lo ameresti   >>   era spaventato a quel ricordo.
<<   Io sono stata una delle sue "vittime" come dice lei   >>  
Gregorio ne rimase scioccato, non poteva permettere che Diego uccidesse quella ragazza, già aveva fatto del male alla sua famiglia.
<<   Ma non solo tu, anche tanti altri come... La tua famiglia   >>    
Francesca non gli voleva credere. Lei ricordava che era stato un vampiro cattivo, senza cuore a uccidere la sua famiglia e ricordava anche quegli occhi rossi, l'avevano guardata per poco ma l'avevano risparmiata. Lo ricordava alto, ma nient’altro. Era buio e molte cose di quel vampiro le erano sconosciuto. Ma era certa, Diego non le avrebbe mai fatto una cosa del genere.
<<   No... Non è vero... Non può essere... Non è vero!   >>   gridò tanto forte da far spaventare due uccellini su un ramo dell'albero vicino.
<<   Puoi gridare quanto vuoi, ma è così. So che per te è tutto strano ma lasca che ti spieghi, così capirai tutto   >>   Francesca si limitò a fare un cenno tremante con la mano   <<   Diego... Non è nato vampiro, infatti lui avrebbe già dovuto essere un Livello E, ma a quanto ho visto... Avete trovato una soluzione.    >>  
<<    Se Diego non è nato vampiro... Come...   >>  
<<   Come lo è diventato? Sua madre l'ha trasformato. Io e sua madre, la sua vera madre, eravamo entrambi umani. Lei a quindici anni è rimasta incinta e abbiamo deciso di tenere il bambino, ma lei... non ce l'ha fatta. Mentre Diego si. Fino all'età di sei anni per Diego io ero tutto e lui era tutto per me,  però... poi incontrai un'altra donna e dopo che ci sposammo scoprì che era un vampiro. Vuoi sapere come?   >>   Francesca aveva già intuito come, anzi, ne era certa    <<   Aveva morso Diego. Che aveva sette anni. Io e lei divorziammo e Diego decise di venire a vivere con me, per fortuna la sua sete di sangue era ancora domabile e cresceva normalmente. Poi... una sera, lui aveva diciotto anni, era la notte di plenilunio. Entrai nella sua camera e non lo trovai, rimasi sveglio tutta la notte e appena tornò, era sporco di sangue e aveva le lacrime su tutto il viso. Mi supplicava di perdonarlo e io lo feci, dopo tutto lui non voleva diventare quel mostro.   >>  
<<   Quella sera... Da quella sera Diego smise di crescere normalmente, iniziò a invecchiare meno velocemente, non è vero? Io invece quella sera avevo solo undici anni, vero?    >>   la ragazza iniziò a piangere, si tutto combaciava. Era vero.
<<   Papà vattene!   >>  si intromise Diego, che aveva sentito le grida di Francesca.
<<   Non preoccuparti Diego, le ho finalmente detto la verità   >>   se ne andò senza dare il tempo ai due di ribattere, ma non l'avrebbero fatto. Uno era troppo confusa e l'altra troppo scioccata.
<<   Fran di che cosa parlava?   >>   lei non si girò nemmeno   <<   Cosa ti ha detto?   >>   allungò una mano verso di lei   <<   Amore mio, cosa è successo?   >>   appena poggiata la mano, lei la ritrasse e si allontanò... Spaventata. 
<<   Non toccarmi, tu sei un mostro!   >>    strillò iniziando a tremare.
Diego ne rimase scioccato, ma un dubbio lo invase.
<<   Mio padre... Ti ha detto...   >>   stava balbettando, nemmeno le parole riuscivano ad uscirgli per quello che aveva fatto. Si sentiva in colpa e la cosa peggiore era che aveva ferito la sua amata.
<<   Si, tuo padre mi ha detto che hai ucciso la mia famiglia   >>   disse con freddezza e con tono distaccato. Lui voleva consolarla, voleva dirle che se avesse il potere, tornerebbe indietro e li salverebbe da sua madre, al posto di ucciderli. Ma Fran lo prese per le spalle e con il viso pieno di lacrime si mise a gridare e a pregarlo di ucciderla, Diego ne rimase scioccato, una ragazza piena di voglia di vita come Fran che gli chiedeva una cosa del genere non stava né in cielo né in terra.   
<<   Uccidimi Diego! Fallo e spediscimi dalla mia famiglia, non posso vivere con questo rimorso!   >>  
<<  Con... Quale rimorso?  >>  
<<   Quello di aver amato il loro assassino   >>  
 
Ti ho amata per mille anni
E ti amerò per altri mille.
 
Tutti i vampiri dormivano o quasi tutti. Leon si stava dirigendo nel grande salone, per attendere Pablo. Dopo aver fatto il patto con Antonio non pensava ad altro, il pensiero di poter stare con la sua amata lo rendeva felice oltre ogni dire, ma non poteva dimostrarlo.
 
"Se riuscirai a far sopportare al tuo corpo le pillole contenenti il sangue finto... Potrai stare con la tua amata Violetta"
 
Si, ci sarebbe riuscito.
Entrò nel salone ma di Pablo ancora nessuna traccia, decise di sedersi sul divano, in pelle bianca, a pensare alla sua Violetta. Lei era per lui una vera ossessione, nulla contava più della felicità di quella ragazza e forse sembrerà egoistico il suo pensiero, ma tutte le volte che la vedeva sorridere da lontano credeva che stesse pensando a lui.
E forse questo sembrerà ancora più egoistico, ma sperava che le sue labbra non avrebbero mai baciato nessun altro se non lui.
Si, era egoista. Come quel giorno. Nessuno lo avrebbe mai diviso da lei e il loro amore crebbe a dismisura.
La sua amata quel giorno aveva solo quattordici anni, ma per lui restava sempre quella bambina sperduta che cercava aiuto.
La scuola non era ancora aperta agli umani, c'erano solo vampiri e Leon non voleva che Violetta si avvicinasse al loro dormitorio, ma ovviamente lei non aveva ascoltato le sue raccomandazioni e si era fatta trovare in camera sua.
Appena Leon aprì la porta e la vide a rovistare non poté avercela con lei, le sembrava una bambina.
Richiuse la porta alle sua spalle, forse troppo bruscamente, infatti la ragazza sobbalzò e si girò i scatto.
<<   Ehm... Stavo solo...   >>   era in palese imbarazzo e si poteva notare dalla sua voce balbuziente e dal color porpora sulle guancie.
<<    Stavi solo frugando tra la mia roba sistemata questa mattina   >>   completò la forse forse in modo diverso.
Si avvicinò lentamente alla ragazza come fa un predatore con la sua preda.
<<   Ti chiedo scusa   >>    Violetta chinò la testa.
<<   Questo non è nulla, in confronto a quello che ti poteva succedere se qualche vampiro ti avesse trovata   >>  
<<   Ma sono stata attenta e poi volevo vedere la tua stanza   >>  
<<   Volevi vedere la mia stanza... O assicurarti che non ci fossero altre ragazze qui dentro?   >>  
Più si avvicinava più Violetta indietreggiava, fino a che non si trovò con la schiena alla parete. Lo guardò quasi spaventata, ma no di lui piuttosto del momento, che aveva sognato da sempre.
Leon si avvicinò sempre di più a lei. Violetta girò il viso per fargli capire le sue intenzione, desiderava che la mordesse, era spaventata al pensiero ma il desiderio di nutrire il suo amato la rendeva felice.
Lui comprese e non si fermò, si avvicinò sempre di più, fino a che si fermò, Violetta sentiva il suo respiro caldo, le leccò il collo e lei si irrigidì.
Leon aprì la bocca e le sue zanne sfiorarono il collo della sua preda, che comprese che era arrivato il fatidico momento, si irrigidì per la paura ma non aveva intenzione di tirarsi indietro, era troppo bello quel momento.
Ma fu lui a tirarsi indietro.
<<   Perdonami Violetta, mi sono fatto trasportare   >>  cercò di allontanarsi ma lei lo fermò prenderlo per la camicia aperta, mentre sotto portava una maglia.
<<   Perché lo fai sempre? Perché ti tiri indietro? Perché non vuoi bere il mio sangue?   >>   sbottò infastidita e confusa dal comportamento del vampiro.
La prese per le spalle e la scosse leggermente   <<   Perché sei troppo importante per me!   >>   Violetta rimase senza parole, aveva sempre desiderato che le dicesse quelle parole, ma in un contesto totalmente diverso   <<   E se non riuscissi a fermarmi...   >>   lo disse con amarezza.
Lei gli prese il viso tra le mani e lo avvicinò al suo volto.
<<   Mi fido di te   >>  
Violetta guidò Leon fino al suo collo, inspirò a pieni polmoni il suo profumo. Non poteva più resisterle, la sua natura di vampiro prese il sopravvento, uscì le zanne appuntite che trafissero il collo della sua amata.
Una sensazione mai provata lo invase in tutto il corpo, mai il sangue di una persona lo aveva attirato tanto e la forza per fermarsi stava lentamente svanendo.
Doveva fermarsi, fino a che aveva ancora la forza mentale di farlo. Infatti ci riuscì.
Appena si separarono Leon la guardò intensamente negli occhi. Violetta invece voleva ammirarlo nella sua “vera forma”. Aveva gli occhi rosso cremisi, il suo sangue che gli copriva la bocca carnosa e la pelle più bianca, poteva sembrare strano ma a Violetta sembrava che la sua pelle fosse diventata ancora più bianca, quasi cadaverica.
Se questo era il “vero lui”, allora doveva allontanarsi subito, perché gli faceva paura.
Ma poi.. Una lacrima gli rigò il viso, perché piangeva? Doveva essere felice, lei l’aveva fatto solo per renderlo felice.
Lei gli accarezzò la guancia e con il pollice pensò ad asciugargli la lacrima.
<<   Non sei felice?   >>   gli chiese con tanta ingenuità pari a quella di un bambino.
<<   Sento di star approfittando di te. Come se non bastasse più guardo le tue labbra più ho voglia di sentire il loro sapore   >>  
<<   Allora baciami   >>   ribatté con tanta sfacciataggine che non sapeva neppure di avere. Leon non ci pensò neppure e agì d’istinto.
Poggiò le labbra dolcemente su quelle dell’amata, che non esitò a rispondere al bacio.
Quello fu il giorno in cui Leon morse e baciò per la prima volta la sua amata Violetta.
Non lo poteva dimenticare e ogni volta che ne aveva la possibilità ci ripensava, continuando a porsi la stessa domanda: Perché quel giorno aveva pianto?
Nemmeno lui lo sapeva, ma Violetta gli faceva sentire nello stomaco come un turbine di emozioni contrastanti fra loro. Se la guardava negli occhi provava felicità e tristezza, quando gli cadeva lo sguardo sulle sue labbra provava desiderio e pentimento e il suo collo.. La sua natura di vampiro cercava di prendere il controllo per saltare addosso a Violetta e morderla fino a lasciarla senza nemmeno una goccia del suo “oro rosso”. Mentre il suo cuore prendeva il sopravvento e teneva a freno l’altra parte del suo essere. Perché era questo. Era una parte di lui, una parte che avrebbe fatto del male a Violetta se si fosse distratto troppo.
Sentì gli occhi pizzicargli, come quel giorno. Emise un sospiro pesante. Finalmente aveva capito perché quel giorno aveva pianto.
<<   Leon.. Sei pronto?   >>   Pablo era arrivato e tra le mani teneva un bicchiere di vetro con dentro un liquido rosso chiaro, lo stesso delle pillole.
Quella lacrima non significava paura o felicità, nemmeno tristezza. Ma era l’altra parte di se che si era pentita.
 
Anni che non scorderemo mai,
Sono passati in fretta ma per noi
Scivola la vita come un film
 
Vi mostrerò un dolce sogno la prossima notte
 
Nota autore: Salve a tutti, che orario che ho scelto per pubblicarlo ma proprio per questo sarò molto sintetica. Questo capitolo spero proprio renda felici le Fedemilla e le Leonette. Ma per tutti i fan, come, Diecesca dovrete aspettare un po’ prima di rivederli insieme. Mentre i Naxi.. Tenetevi in guardia, a breve ci sarà una parte tutta per loro e spero di sorprendervi. Ma ditemi cosa ne pensate, anche se già sento molte recensioni negative per Gregorio. Secondo voi Leon riuscirà a ingerire la pillola? Cosa gli succede tutte le volta che cerca di prenderne una? Cosa succederà poi? Recensite. 

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Capitolo 8
*** L'amicizia è più forte di tutto ***


L'amicizia è più forte di tutto

 
E siamo liberi,
Di tornare a casa a un'altra età.
 
Dopo Pablo arrivarono Diego e Federico, che volevano stare vicino a Leon in quel momento. Sapevano cosa gli faceva quella pillola e volevano aiutarlo.
Pablo prese uno di quei portagioie, che in realtà non contenevano gioielli ma qualcosa di più prezioso per i vampiri: le pillole con il sangue finto. Lo poggiò sul tavolino e l'aprì, ne presa una e la immerse in un bicchiere di vetro con dentro acqua. L'acqua si colorò di un rosso scarlatto, no rosso cremisi come il sangue vero. Lo prese e lo diede a Leon che era al centro della stanza in piedi e al lato destro Diego e Federico appoggiati alla parete.
Leon si portò il bicchiere alla bocca mentre il liquido iniziava a bagnargli il labbro superiore. Intanto che lo  ingeriva i tre lo guardavano attendendo il fatidico momento.
Posò il bicchiere sul tavolo e Diego comprese il motivo. Stava iniziando a sentire gli effetti negativi.
Leon vedeva tutto sfocato, anche la voce di Diego, che gli chiedeva come stava, era confusa nel rumore che aveva creato quella maledetta pillola. Era tutto sopportabile, fino a che.. Un suono stridulo e acuto gli invase le orecchie e tutto davanti a se diventò rosso quasi nero. Lanciò delle grida di dolore per poi inginocchiarsi a terra e portandosi le mani al viso. Intanto i vetri della stanza andarono in frantumi e Federico gli gridava di resistere, che presto tutto sarebbe finito, ma Leon non poteva sentirlo, più tempo passava e i suoi sensi diminuivano, era sempre più debole.
Diego se ne accorse e senza riflettere si precipitò dall'amico, gli prese il viso tra le mani e si fece mordere sul collo. Tutti si calmarono, Leon succhiò lentamente e prese solo poche gocce.
Si allontanò lentamente da lui, con gli occhi persi nel fuoco e la bocca sporca di sangue. Diego gli mise le mani sulle spalle e gli chiese se stesse bene e l'amico rispose con un cenno del capo.
Pablo li aiutò ad alzarsi mentre Federico si avvicinava all'amico, quell'odore di sangue lo attirava, ma non aveva tempo di rifletterci, Diego era un vampiro e la ferita si stava già chiudendo. Allora Federico col dito si sbrigò a prendere una goccia di sangue e portarsela alla bocca.
Diego mise la mano sulla ferita sul collo e lanciò una sfuriata all'amico   <<   Ma che fai?   >> 
<<   Scusa non ho saputo resistere   >>   ridacchiò, anche se l'amico sbuffò.
I due si girarono verso Leon che aveva un'espressione imbronciata, sapevano del suo patto con Antonio ma era impossibile. Quella maledetta pillola lo faceva sentire male e non c'era nulla che lui potesse fare.
<<   Ehm.. Leon.. Forse questo ti tirerà su il morale   >>   iniziò Federico attirando l'attenzione di quest'ultimo.
<<   Brodway, quello che faceva il filo a Violetta.. Se n'è andato. A quanto pare i suoi genitori non erano convinti di far stare il loro prezioso figlio in mezzo a vampiri   >>   terminò Diego con una grossa risata, seguito da Pablo e Federico. Ma riuscirono anche a regalare un sorriso a Leon.. Ne aveva davvero bisogno.
 
Cuore mio,
Non scordarti mai di amare
E di dirmi
"Diventerai, quello che già sei. Un guerriero vero!"
 
"Finalmente le lezioni sono finite, è il momento di avvicinarmi a Leon" pensò Emma mentre tutti uscivano e Leon restava al suo posto, vicino la finestra, ad ammirare la luna.
Gli si avvicinò sedendosi sul suo banco e aprì poco le gambe, in tutto ciò indossava una gonna.
<<   Leon.. Perché continui a perdere tempo con quell'insulsa umana.. Aspetta come si chiama? Ah si.. Violetta   >>   lo disse come se stesse per vomitare.
Leon riuscì a sentire il dolce profumo della sua Violetta che origliava da dietro la porta. Allora si alzò e disse, senza nemmeno guardare Emma   <<   Le sgualdrine come te.. Mi fanno ribrezzo, stammi lontano   >>   ma forse lo disse troppo piano perché Violetta lo potesse sentire ed Emma ne approfittò.
Si alzò e si mise a pochi centimetri dal viso di Leon, in quel momento Violetta aprì la porta seguita da Andress.
Leon si voltò verso i due, Violetta corse via ma non poté concentrarsi su di lei, visto che Andress gli saltò addosso.
<<   Tu.. Ti credevo mio amico!   >>   gridò in faccia a Leon mentre gli occhi di entrambi diventavano rossi.
<<   Andress.. Non è come pensi!   >>   gridò a sua volta cercando di toglierselo di sopra, senza fargli troppo male.
<<   Mi fidavo di te! Eri mio amico e anche il mio capo.   >>  
Leon si girò e non vide Emma, ne aveva abbastanza di quella storia. Con un colpo scaraventò Andress contro la parete. Il colpo fu talmente violento che il vampiro rimase privo di sensi. Leon gli si avvicinò e abbassò al suo livello. Si morse il polso facendolo sanguinare, lo avvicinò alla bocca di lui, che a sentire l'odore non esitò e ci posò le labbra succhiando poco. Leon allontanò il braccio.
<<   Andress tu lo sai che attraverso il sangue possiamo percepire i desideri e le emozioni degli altri.. Tu senti quello che io provo per Emma, puoi capire da solo qual'è la verità   >> 
Andress si portò le mani alla faccia  <<  Sono stato uno sciocco!   >>    Leon gli mise la mano sulla spalla per confortarlo   <<   Perdonami, dovevo fidarmi di te!   >>  
<<   Andress tu ora sai cosa fare con Emma.. Io ora devo andare da Violetta   >>  
<<   Corri da lei  >>   gli sorrise e l'amico non se lo fece ripetere due volte, che corse fuori.
Si era fatto ingannare dalla ragazza che credeva di amare e che credeva di essere ricambiato, ma forse l'amore non era nel suo destino..
 
Credo in me e nel mio coraggio,
Che si accende ad ogni avventura,
Credo ancora in tutti i sogni miei.
 
Era da giorni che Maxi non vedeva Nata e sinceramente aveva un brutto presentimento, quella ragazza nella sua insicurezza lo incuriosiva. Era riuscito a farsi dare il numero della sua stanza, certo aveva spaventato a morte un umano, ma almeno aveva raggiunto il suo scopo.
Era davanti la sua stanza e stranamente la porta era aperta, una sensazione lo invase, come se quello che avrebbe trovato lo avrebbe cambiato per sempre.
Entrò a piccoli passi nella stanza, non aveva paura ma temeva per Nata, forse era la prima volta che si preoccupava per una persona, soprattutto per un’umana.
Finalmente arrivò di fronte il suo letto, lei era girata di spalle a fissare la luna, mentre sul letto aveva ancora il suo enorme borsone.
<<   Nata.. Cosa fai?   >>   le chiese, prendendola alla sprovvista. Lo notò dal fatto che si girà con la mano sul cuore, come se gli stesse per uscire dal petto. Lei lo guardava spaventata e questo lo feriva, non voleva farle del male eppure per lei.. Lui restava solo un mostro succhia sangue.
Fece un passo in avanti, ma Nata spaventata ne fece altri dieci indietro e sbatté nel letto facendo cadere il suo borsone.. Maxi si avvicinò per aiutarla a sistemare quando.. Vide da dentro il borsone della armi anti-vampiro.
Maxi la guardò tra lo sconvolto e lo spaventato   <<   Tu sei una.. Una cacciatrice di vampiri!   >>  
“Non posso lasciarla in vita.. Lei mi potrebbe uccidere e non solo me, ma anche tutti gli altri. Ora capisco perché è venuta qui.” Pensò Maxi. In un secondo le saltò addosso sbattendola sul letto e bloccandole le mani mentre si avvicinava con le lunghe zanne al collo della sua vittima.
<<   Grazie..   >>   sentì Nata sussurrargli quella frase con le lacrime agli occhi.
Maxi si allontanò per guardarla negli occhi  <<   Perché grazie? Sto per ucciderti non dovresti ringraziarmi ma supplicarmi di lasciarti in vita   >>   era confuso e sconvolto.
<<   Perché io non volevo essere una cacciatrice di vampiri.. Mia madre mi ha costretto dicendomi che solo così avrei vendicato mio padre, che era stato ucciso da un vampiro.. Ti prego non fermarti   >>  
“Non posso ucciderla, una ragazza come lei è troppo preziosa.. Forse ho qualcosa di meglio..”
<<  Tu hai paura di me?   >>   a quella domanda Nata girò il viso e Maxi lo prese per un si, sorrise malefico e si spostò da sopra di lei alzandosi.   <<   Allora ho qualcosa di meglio per te della morte   >>   Nata si alzò e lo guardò confusa   <<   Tu sarai la mia ragazza, starai con me e farai tutto quello che ti dirò di fare. Alla fine delle lezioni della Day class tu mi aspetterai qui e anche alla fine delle lezioni della Night class. Tutto chiaro?  >> 
Nata si alzò dal letto scioccata e cercò di ribattere, ma non ci riuscì, lui gli faceva troppa paura e dalla sua bocca uscì solo un sussurro   <<   Ti odio   >>   che lui capì perfettamente, ma preferì uscire dalla stanza.
Lui aveva sempre imparato che se non puoi avere qualcosa con le buone.. Te la dovevi prendere con le cattive..
 
Finalmente vinco coi tuoi sguardi accesi
E provo come un sentimento nuovo.
 
Leon fece chiamare Violetta e l’attendeva nella sua camera, ancora una volta era nella sua sedia ad ammirare la luna, quando la porta si aprì e il profumo della sua Violetta lo inebriava.
<<   Leon.. Perché mi hai fatto chiamare?   >>   nella sua voce c’era malinconia e paura. Ma non riusciva a capire di cosa, la sua amata, avesse paura.
Si alzò e le andò davanti in pochi secondi   <<   Volevo chiarire quello che avevi visto nell’aula della Night class   >>  
<<  No.. Ti prego.. Non voglio parlarne   >>   si diresse di corsa verso la porta, ma appena provò ad aprirla.. La trovò bloccata   <<   Sei stato tu a chiuderla vero?   >>  
Leon non rispose, la fece girare e la bloccò alla porta con il corpo, la sentì tremare.
<<   Io amo solo te.. Di quella non mi importa.. Desidero solo te   >>   si avvicinò per baciarla, ma lei girò il viso.
<<   Me.. o il mio sangue?   >>  
Quella frase fece infuriare talmente tanto il vampiro che l’enorme finestra della camera si ruppe in mille pezzi, facendo spaventare ancora di più Violetta.
<<  Il tuo sangue?! Tu pensi che io abbia sempre desiderato il tuo sangue invece di te?   >>    si allontanò dandole le spalle e con più calma le ordinò   <<   Esci.. Non voglio farti del male   >>  
Ma invece lei rimase ferma a guardarlo, non sapeva neppure perché aveva detto quelle cose, nemmeno le pensava.
<<   Leon io.. Mi dispiace, so che tu mi ami, ma questa situazione.. Mi sta facendo soffrire   >>   si avvicinò a lui a piccoli passi.
<<   Tu hai.. Paura di me   >>   girò di poco il viso.
<<   No, io.. Non..   >>  
<<   Allora dimostramelo  >>  voleva una prova, una volta per tutte voleva la prova che Violetta non aveva più paura di lui.
Violetta gli si mise davanti, prendendogli il viso tra le mani e baciandolo con passione. Le sue labbra erano fredde, ma il loro sapore era unico. Leon le prese la vita tra le mani e l’avvicinò a se facendo combaciare i loro corpi.
<<   Leon io..   >>  
<<  Mi sono stancato delle parole, adesso voglio solo fatti.. Dimostrami che quello che provi per me è amore   >>  
<<  Ma come te lo dimostro?   >>  
Leon riprese a baciarla e la strinse fra le braccia, non trovava parole per descriverla e anche se sarebbe rimasto anni ad ammirarla.
La luna li illuminavano mentre si baciavano, le loro pelli si accarezzavano e i loro occhi brillavano mentre si ammiravano a vicenda.
Ormai era sorta l’alba e i due si stavano abbracciando, stretti l’uno all’altra.
<<   Leon..   >>  
<<   Si Violetta?   >>  
Violetta gli mise una mano dietro la testa, accarezzandogli i capelli, mentre con l’altra, con l’indice, gli accarezzo le labbra facendogli aprire la bocca e gli toccò i canini, il che fece rimanere di sasso il vampiro, sperava di averle fatto passare la paura, ma no fino a quel punto. Invece Violetta fece di più. Gli avvicinò il viso al collo e si fece mordere, ormai non provava più dolore, ma solo piacere, perché stava sfamando il suo amato e gli stava donando una parte di se.
<<   Leon.. Ormai non mi fai più paura.. Anzi, sento che il mio amore per te è anche aumentato.. Ti amo   >>  
 
Ancora non lo sai
Che presto inizierà
Il nuovo mondo che verrà
 
Vi mostrerò un sogno dolce la prossima notte
 
Nota autore: salve a tutti.. Allora come abbiamo visto sappiamo cosa succede a Leon quando ingerisce quella pillola e Diego, da bravo amico, lo aiuta. Poi scopriamo che Brodway se ne è andato, anche se è durato solo un capitolo ma visto che ci provava con Violetta è stata una liberazione. Poi Emma ci prova con Leon davanti a Violetta e Andress.. Andress attacca Leon ma poi gli fa capire la verità e scopriamo anche una qualità in più dei vampiri. Dopo la parte Naxi.. Non so come reagiranno i Naxi quindi.. Fatemelo sapere.Poi Leon fa chiamare Violetta nella sua stanza e quello che sembrava un litigio finisce con loro due che fanno l’amore.. Ma quanto mi amate? Ahahahahah. Cosa succederà ad Emma? Violetta e Leon si separeranno proprio adesso per via di Antonio? Cosa accadrà? Ditemi cosa ne pensate.

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Capitolo 9
*** Lo spettacolo ***


Lo spettacolo

 
 
Quando scoprirai
Che il grande amore esiste
Che c'è ancora chi resiste
Vive già per te,
Io credo in me!
 
 
<<  Non potete farlo!  >>   iniziò a strillare Emma mentre due vampiri, assunti da Leon per cacciarla per favore ad Andress, la trascinavano fuori dalla scuola e Andress guardava la scena dal tetto della scuola.
Si sentì mettere una mano sulla spalla, si girò e vide Leon. Non si dissero nulla, si guardarono fino a che Andress di slancio abbracciò Leon, che dopo un po’ ricambiò l'abbraccio.
<<  Leon.. Grazie di tutto.  >>
<<  No Andress, non devi ringraziarmi. Abbiamo preso la decisione giusta.  >>   disse mentre guardava Emma, che era stata buttata in una pozza di fango mentre i due vampiri ridevano divertiti.
Emma guardò Leon, che era ancora abbracciato ad Andress e gli gridò contro   <<  Tu credi di essere il migliore, di poter difendere tutti i tuoi amici vampiri..   >>  un ghigno divertito si formò sulle sue labbra  <<  Ma la tua piccola e fragile umana? Credi di poter proteggere pure lei da tutti i pericoli che ci sono.. Anche da te stesso?  >>   scomparve in una nube nero pece.
Nel mentre nella mente di Leon rimbombavano le parole "Proteggerla.. Anche da te stesso"
 
 
Illusioni non ne abbiamo più.
I veri amici noi.
 
 
Leon e Violetta erano nell'aula musica a provare la coreografia per lo spettacolo. Stavano ballando davvero bene, quando Violetta mise male il piede e stava per cadere ma Leon la prese in tempo sollevandola e tenendola tra le braccia.
<<  Ehm.. Grazie, sono un po’ maldestra.  >>  disse Violetta tenendo gli occhi su Leon.
<<   Solo un po’?  >>   chiese sarcastico, facendo fare una piccola risata alla sua amata.
<<  Si hai ragion..  >>  non terminò la frase che Leon l’abbracciò di slancio  <<   Leon.. Cosa fai?  >> 
Il vampiro la sollevò da terra, sempre tenendola fra le braccia, e la fece sdraiare sul divanetto che si trovava nella stanza mentre lui le si sedeva accanto.
<<   Violetta devo farti una domanda importante   >>   disse mentre nella mente rimbombavano ancora le parole di Emma di quella mattina. E aveva ragione. Non poteva difenderla per sempre da lui, la sua sete di sangue quando le era vicino era tanta e a stento riusciva a controllarsi, ma per salvarla c’era un'unica cosa da fare..   <<  Vuoi diventare un vampiro?  >>   la guardò negli occhi e cambiarono colore, da verde smeraldo divennero rosso cremisi.
<<   Leon io.. Si. Voglio essere un vampiro.  >>   gli sorrise dolcemente. Leon non aveva ancora i poteri completi e di conseguenza non poteva trasformarla. Ma appena sarebbe arrivato il momento lo avrebbe fatto senza esitazione.
Violetta si rimise seduta e lo abbracciò, Leon la strinse a se per poi accarezzarle la guancia coi polpastrelli delle dita e lasciarle un dolce bacio sulle labbra.
Non sapendo che qualcuno li stesse spiando.
 
 
Cuore mio
Non stancarti mai di amare
E di ripetermi
"Diventerai quello che già sei. Un guerriero vero!”
 
 
Era arrivato il fatidico giorno, i ragazzi erano emozionati ed entusiasti. Finalmente avrebbero dimostrato che vampiri e umani potevano vivere insieme. Leon e Violetta avrebbero dato tutto il loro amore e la loro passione per il canto per dimostrarlo.
Il sipario si alzò  e i ragazzi cominciarono a ballare sotto le note di Junto somos Mas.
 
 
¿Quién le pone el límite al deseo
cuando se quiere triunfar?
No importa nada,
lo quiero es cantar y bailar
La diferencia está aquí adentro
en mi circuito mental.
Soy una estella destinada a brillar.
 
 
Aprì Ludmilla il numero con la parte iniziale della sua canzone, anche se l’aveva scritta fingendo di essere la ragazza che sua madre voleva. Infatti appena si presentò con quella canzone ne rimasero tutti spiazzati, ma dopo compresero il motivo.
Ludmilla si muoveva in modo sinuoso e armonioso. Sembrava davvero una stella. Ma Francesca non era  dello stesso avviso.
 
 
Encuentro todo en mi música
porque estoy siempre bailando.
Yo necesito que mi música
me diga que estoy buscando,
buscando en mi.
 
 
Entrò sul palco con dei passi di hip hop. Seguita dai ballerini, alcuni umani e altri vampiri, che poi alcuni si aggiunsero a Ludmilla imitando i suoi movimenti.
Francesca terminò la strofa uscendo di scena dal lato destro seguita dai ballerini, mentre Ludmilla da quello sinistro seguita anche lei dai ballerini.
 
 
Si hay duda, no hay duda
la única verdad está en tu corazón.
Si hay duda, no hay duda
se hace claro el camino
llegaré a mi destino
 
 
Entrò Leon con un salto sul palco e fu seguito da Diego, Maxi, Federico e Andress, che facevano da ballerini dietro di lui mentre cantava in prima fila. Era stato fatto apposta, Gregorio credeva che mostrando le incredibili capacitò di Leon i giudici, non solo avrebbero capito quali professori insegnavano allo studio, ma anche che lui, il loro futuro capo, era completamente a favore del pacifismo tra umani e vampiri.
Poi tornarono sul palco le ragazze e cantarono insieme il ritornello. Erano in perfetta sincronia. Vampiri e umani potevano collaborare e il consiglio dei vampiri, che erano venuti apposta, ne rimasero sorpresi.
Terminata la canzone, toccava alla band di vampiri, alla quale si era unito pure Diego. Della band ne facevano parte: Leon, Maxi, Andress, Federico e Diego.
 
 
Ven con nosotros y ahora
¡Salta! Mueverte al ritmo
My party people
Uooh
 
Ven con nosotros y ahora
¡Salta! La fiesta ya esta aquí
We can everything you need
Uooh
 
¡Ven aquí ahora y salta!
 
 
I ragazzi iniziarono insieme, ballavano nello stile Hip Hop mentre Adress faceva da DJ per la base.
 
 
Ya estamos acá
Abre paso dale
Súbete a mi nave
Si quieres volar
 
 
La canzone comprendeva una strofa a testa con un assolo e al termine una mossa di freestyle. La prima toccò a Diego, che si mise al centro del palco e cantò meglio di quanto avesse mai fatto. Terminò buttandosi a terra di testa, ma non sbatté perché si tenne con le mani sul pavimento tenendo le gambe in aria e mantenendo il capo a pochi centimetri dal suolo.
Aspettò che gli applausi terminassero per poi, con un salto, alzarsi e tornare al suo posto.
 
 
Te voy a llevar
Donde nadie llega
A otro planeta
En un viaje espacial
 
 
Poi toccò a Federico, Maxi e Leon. Infine tutti insieme cantarono il ritornello per poi concludere la canzone. I giudici iniziarono a scrivere qualcosa, come fecero alla fine della canzone precedente. Era il turno di Veo Veo, ma visto che era cantata da tre umane ai giudici non importò nulla. Ma appena arrivati a Peligrosamente Bellas notarono un enorme contrasto tra Nata e Lara, la prima debole e patetica ai loro occhi, in poche parole un'umana che valeva meno di zero, e Lara, forte ma ugualmente patetica, in poche parole una misera livello tre.
Era arrivato il momento di sorprendere il consiglio dei vampiri. Il loro futuro sovrano avrebbe cantato, avrebbe dimostrato davanti a tutti i suoi sentimenti per una miserabile umana.
Leon entrò sul palco mentre un riflettore lo illuminava e faceva splendere i suoi smeraldi che gli facevano da occhi.
 
 
No me digas lo que piensas
Creo que lo se
Sólo mírame un instante
Y lo adivinare
 
Que difícil fue querernos y dejarnos de querer
Y al final de este camino
Encontrarnos otra vez
 
 
Dal modo in cui cantava, dall'intensità che ci metteva il consiglio dei vampiri compresero che non era una semplice canzone come le altre. Ne furono subito curiosi e interessati, mentre Antonio aveva già capito le intenzioni di Leon.
 
 
En tus ojos no hay secretos
Yo lo puedo ver
Siempre tienes la palabra
Que me hace sentir bien
Que difícil fue querernos y volvernos a querer
Si el amor es verdadero
Todo puede suceder
 
 
Entrò Violetta e i vampiri erano più confusi per altro, mentre Antonio stringeva i pugni. Leon aveva infranto la promessa.
Violetta si sentiva in imbarazzo, come se la stessero guardando per dirle "tu sei sbagliata", Leon le allungò la mano e lei senza nemmeno pensarci l'afferrò subito. Il vampiro l'avvicinò a se e la prese in braccio facendole fare un giro mentre cantavano insieme il ritornello.
 
 
Quédate junto a mi
Paso a paso en el camino
Voy hacerte feliz
Y que el miedo este prohíbo
Abrázame y veras
Que eres lo que necesito
Y no encuentro la manera de decir
Que le das luz a mi vida
Desde que te vi
 
 
Violetta aveva la mano sul collo di Leon, e lui la stringeva per i fianchi. Si guardavano intensamente, quando il vampiro volle fare una modifica al copione. Non sapeva nemmeno lui cosa fosse scattato in lui, forse l'emozione del momento o il desiderio irrefrenabile. Ma in quel momento spense il cervello e baciò Violetta.
Tutti ne rimasero scioccati, nessun vampiro fuori dalla scuola sapeva della loro relazione complicata.
Antonio avvolto dalla nube nera, che lo seguiva in ogni spostamento, comparve sul palco proprio davanti a Leon e Violetta, lei era impaurita e si stringeva al suo amato mentre quest’ultimo invece lo guardava ma non mostrava nemmeno un’emozione.
Antonio si girò verso il consiglio dei vampiri  <<  Non temete miei stimatissimi colleghi, il nostro futuro sovrano Leon ha voluto dimostrare quanta passione ha messo in questo progetto di pacifismo tra vampiri e umani  >>  
 
 
Credo in me e nel mio coraggio,
Che si accende ad ogni avventura,
Credo ancora in tutti i sogni miei.
 
 
 
I vampiri avevano voluto credere ad Antonio e non si posero altre domande, ma dopo per Leon ci fu una bella tirata d’orecchie, la solita quando non faceva ciò che Antonio non gli aveva esplicitamente ordinato.
Anche quando era piccolo andavano così le cose, Leon studiava giorno e notte, non poteva studiare e soprattutto non poteva mischiarsi con gli altri vampiri, visto che Antonio li riteneva troppo inferiori a Leon.
Ma nelle giornate di neve, mentre tutti i bambini erano a giocare, Diego e Federico si infiltravano nella stanza dove studiava Leon e gli tenevano compagnia. Da immaginare quante volte avevano ricevuto una punizione.
Ma per una volta la situazione era cambiata, anzi, era proprio sottosopra.
Però non gli importava, almeno era riuscito a dimostrare a tutti il suo amore per la sua amata e fragile Violetta, anche se forse era un pò troppo fragile e questo Lara lo sapeva bene.
 
 
Finalmente vinco coi tuoi sguardi accesi
E provo come un sentimento nuovo.
Ancora non lo sai
Che presto inizierà
Il nuovo mondo che verrà.
 
 
Violetta sentiva qualcosa di strano nell'aria, aveva freddo alle gambe e alle braccia ed era davvero scomoda. Le era chiaro che non era nel suo letto, appena aprì gli occhi ne ebbe la prova. Era dentro una stanza mal ridotta, non c'era nemmeno un mobile solo polvere e ragnatele. L'unica luce era quella della luna che entrava dalla finestra con la tenda completamente strappata.
L'umana si alzò e si affacciò alla finestra. Era alla fine di un palazzo di almeno sei piani che sembrava stesse per cadere a pezzi.
<<   Chi mi ha portato qui? Chiunque tu sia fatti vedere, lo so che sei qui!   >>  
Si guardò attorno nella speranza che si facesse vedere, ma non dava traccia. Fece per predere il suo bastone ma si accorse che la fodera era vuota, poi sentì qualcuno fischiare.
Si affacciò di nuovo e e vide sul tetto della casa accanto un vampiro, lo notò dagli occhi rossi, che teneva tra le mani il suo bastone. Ma per il troppo buio non si vedeva il suo viso.
<<   Chi sei? Un conoscente di Leon? Mi hai portata tu qui?  >> 
Non ebbe risposta, il vampiro la guardava da lontano con faccia inespressiva, quando si sentì prendere da dietro. Si girò di scatto e vide una schiera di livello E che le si avvicinavano.
Violetta li guardò spaventata sapendo che non poteva difendersi, si rigirò verso il vampiro e gli gridò contro  <<   Ti prego aiutami!   >>   ma nulla, il vampiro la guardava precipitare verso la sua fine.
Un livello E con gli artigli affilati la colpì al braccio facendola sanguinare, questo amplia la loro sete di sangue.
Uno di quelli le stava saltando addosso, era davvero la fine. Violetta chiuse gli occhi attendendo la sua sorte.
 
 
Quando scoprirai
Che il grande amore
Che c'è ancora chi resiste
Vive già per te
Io credo in me!
 
 
Vi mostrerò un dolce sogno la prossima notte.
 
 
Nota autore: sono risorta dall'oltretomba solo per tormentarvi ancora con la mia storia, anzi, con le mie storie. Comunque per farmi perdonare ho fatto il capitolo piu lungo con un finale pieno di domande: chi è quel vampiro che se ne sta lì in mobile a guardare Violetta senza aiutarla? Sarà veramente la fine di Violetta? Chi sarà stato a mandarla in quel posto? Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Recensite.

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Capitolo 10
*** Rispettare i patti ***


Rispettare i patti

 
 
Si accenderà nel cielo
Come una promessa, vedrai!
 
 
Un livello E con gli artigli affilati la colpì al braccio facendola sanguinare, questo amplia la loro sete di sangue.
Uno di quelli le stava saltando addosso, era davvero la fine. Violetta chiuse gli occhi attendendo la sua sorte.
Ma al posto di un dolore agonizzante sentì solo un forte vento scompigliarle i capelli. Riaprì gli occhi e vide davanti a se, di spalle, Leon. 
<<   Leon...   >>  disse in un sussurro l'umana.
Il vampiro nemmeno la guardò, mantenne la sua espressione fredda e gridò   <<   Diego! Porta via Violetta.  >>  in quel momento arrivò Diego dietro Violetta. Se la caricò sulla spalla per poi guardare il suo migliore amico con aria preoccupata   <<   Sta tranquillo Diego, io starò bene. Tu pensa a portare in salvo Violetta   >>   terminò Leon per poi attaccare tutti i livello E senza alcuna difficoltà.
Diego saltò su un tetto per poi cominciare a correre e a saltare di tetto in tetto, mentre la figura di Leon si faceva sempre più piccola tra tutti i livello E.
Violetta era tanto preoccupata che sembrava aver perso la voce. Pensava al suo Leon e si chiedeva chi fosse quel vampiro che l'aveva voluta rapire.
Appena nella foresta che divideva la scuola dal paese, Diego mise giù Violetta e la guardò negli occhi   <<  Ora sei al sicuro. Ma Leon mi ha ordinato di riportarti a scuola. Sbrighiamoci prima che..  >>   il vampiro non terminò la frase che dalla direzione di Leon si sentì un grido spaventoso.
<<   Leon...  >>   disse violetta in un sussurro, poi però i suoi occhi si riempirono di lacrime e non riuscì a reprimere un grido liberatorio, troppe emozioni in un solo momento. Prima confusione, poi preoccupazione. Un secondo prima stava per morire.. Quello dopo davanti a lei c'era Leon. E infine la peggiore, la paura di perdere Leon. Come poteva tornare a scuola con quel peso?
Se non fosse stato per Diego, che la prese di peso e la trascinò via, lei sarebbe di certo corsa da Leon, anche se... Contro dei vampiri poteva fare poco, anzi, proprio nulla.
 
 
Con il tuo cuore puro.
Oltre te stesso riuscirai
a diventare ciò che vorrai.
 
 
Leon riaprì gli occhi, vedeva sfocato e si sentiva stranamente sporco. Si tenne la testa con le mani e sentì un incredibile odore di sangue, si guardò attorno e vide che era in una pozza di sangue. Si alzò di scatto spaventato e vide un pezzo di terreno frantumarsi. Doveva controllarsi o coi suoi poteri avrebbe distrutto tutto. Fece un respiro profondo e riuscì a mantenere la calma, anche se.. Fu per poco.
Cercò di capire da dove venisse tutto quel sangue, ovviamente non sentendo dolore aveva capito che non poteva essere il suo. Sentì una voce dietro di se chiamarlo, una voce flebile  ma anche molto familiare.
<<  Finalmente l'hai fatto... Hai liberato la bestia dentro di te. Quella che tenevi nascosta a Violetta, che avevi desiderato sparisse e invece riposava dentro di te attendendo questo momento   >>  
Leon si girò e vide stesa a terra, in una pozza del suo stesso sangue. Lara. Che lo guardava in uno stato pietoso, ormai lei era arrivata alla fine ma la cosa peggiore stava per arrivare.
<<  Lara.. No. Cosa ti è successo? Chi ti ha ridotto così?!  >>  le si avvicinò ed era davvero molto preoccupato per lei, si abbassò e avvicinò una mano a lei per aiutarla.
Ma lei in tutta risposta scansò malamente la sua malamente e gli disse in un sussurro maligno e pieno di odio <<  Sei stato tu a ridurmi cosi! Noi vampiri veniamo ritenuti dei mostri succhia sangue dagli umani... Ma qui..  >>   lo guardò negli occhi e gridò con tutta la voce che le era rimasta   <<  ..L'unico mostro sei solo tu Leon Vergas!   >> 
Leon per la prima volta lasciò che le sue emozioni uscissero e si propagassero portando distruzione. Non riuscì a controllare.. La paura. La pura verso ciò che era e che non potrà mai smettere di essere. Era terrorizzato da se stesso, da quella bestia che gli stava divorando il cuore. Aveva provato a tenerla nascosta, a tenerla richiusa, ma ecco la prova che non era abbastanza forte da tenerla a freno. E se non lo era per questo.. Per cos'altro poteva essere abbastanza forte? PER NULLA!
Non poteva proteggere la sua Violetta, i suoi amici, i suoi cari. NESSUNO.
E più stava con loro più sarebbero stati in pericolo. Non poteva permetterlo.
<<  Lara.. Perdonami  >>  Leon cadde in ginocchio a terra e si disperò come mai mentre la vampira lentamente chiudeva gli occhi. Tutto in torno a Leon si distruggeva, case, le strade e per un secondo gli parve che stesse crollando pure il cielo assieme alla luna e alle stelle.
Ovunque lui andasse tutto si distruggeva.. In quel momento nella sua mente riaffioravano i momenti della morte dei suoi genitori e della sua disperata fuga con sua sorella minore. E pensò che era vero, aveva distrutto la sua famiglia come avrebbe distrutto la scuola. Gli avevano detto che doveva diventare un leader, un capo per i vampiri, una figura da seguire e da imitare. Ma se per sino lui non voleva essere se stesso, chi altro lo doveva fare?
Aveva deciso, doveva sparire. Tutti se ne sarebbero fatti una ragione, Vilu avrebbe trovato un umano che la avrebbe protetta mille volte meglio di lui, mentre i vampiri avrebbero trovato un altro capo.
Ma per lui la cosa più importante era... Non fare più del male a nessuno.
 
 
Il grande sogno che hai dentro di te!
Sarà l'amore a dirti quando sbaglierai
A difenderti così.
 
 
Diego era rientrato a scuola e aveva lasciato Vilu nella sua stanza con Ludmilla e Fran. Mentre lui era sul tetto ad attendere l'arrivo di Leon, che tardava di molto, anche troppo.
Ma a distrarre Diego fu una presenza familiare dietro di se, lui non si voltò, capì subito chi era.
<<   Cosa devi dirmi Angie? Fai in fretta per favore sono occupato  >> 
La vampira gli si mise accanto, nessuno dei due si guardò, piuttosto guardavano la luna   <<   Ascoltami Diego, si tratta di tuo padre   >>  
Diego sorrise triste   <<  Ormai di mio padre non mi importa più nulla. Mi ha portato via l'unica ragazza che amavo.. Angie se sei venuta a dirmi di perdonale puoi anche andartene. Non lo farò mai   >>  
La vampira scosse la testa con un espressione amara sul volto   <<   No.. Tuo padre è scomparso. Ha lasciato solo questa per te   >>   gli dette una lettera per poi guardarlo negli occhi   <<  Io e Pablo abbiamo preferito non leggerla, abbiamo pensato che fossero cose tra te e tuo padre. Ti lascio solo ora, ma se nella lettera ti scrive dove si trova ti prego di venircelo a dire   >>  se ne andò lasciandolo da solo.
Diego per un momento pensò di stracciare la lettera e dire definitivamente addio a suo padre... Ma non ci riuscì. Aveva tante domande e forse in quella lettera c'erano le risposte.
Aprì la lettera e iniziò a leggere:
"Caro Diego,
Non so se hai buttato questa lettera prima di leggerla ma spero di no. So che quello che ho fatto è sbagliato ma l'ho fatto per proteggerti, dopo che tua madre se ne è andata eri distrutto e poi appena ho visto Francesca ho capito perché la amavi. Lei è come tua madre, in tutto.
Dovevo capire che il tuo era un sentimento vero e non pensare alle conseguenze. Prima di andarmene sono andato a parlare con Francesca e le ho detto che tu l'amavi veramente... Anche se con mia grande sfortuna lei non mi ha voluto ascoltare.
Perdonami figlio mio per averti abbandonato una volta da bambino, perdonami per essere tornato e averti rovinato la vita, ma soprattutto spero tu possa perdonarmi per averti abbandonato una seconda volta.
Addio, da tuo padre che ti vorrà sempre bene"
Diego strappò la lettera poi cadde in ginocchio e iniziò a dare colpi molto forti al suolo.
Era disperato, piangeva pensando che non aveva nessuno. Gli era rimasto solo Leon, solo lui. La sua amata lo odiava e suo padre da bravo vigliacco se ne era andato lasciandolo solo.
Si era vero, aveva iniziato a provare per sino odio per suo padre, ma lui era sempre l'uomo che lo aveva cresciuto e che gli aveva voluto bene. Lo odiava per quello che pensava di lui e per averlo separato da Francesca, ma gli voleva bene per essere suo padre.
Leon era l'unico su cui poteva contare adesso... Ma se anche l'amico se ne fosse andato, cosa ne sarebbe rimasto di lui?
 
 
Ma in questa lotta dura,
Guarda quanti amici che hai
E se la vita è un orchidea
Che può scaldarti il cuore
Lascia che sia tua!
 
 
Maxi stava andando da Nata, non la vedeva da quando, prima dello spettacolo, l'aveva costretta a mettersi con lui. Non voleva che andassero così le cose, desiderava renderla felice come faceva Leon con Violetta. Voleva che Nata si sentisse amata e no costretta, incatenata.
Arrivò davanti la sua camera e bussò, non voleva sembrare maleducato, sapeva di non avere una bella considerazione da parte di Nata, non intendeva peggiorare la situazione.
Nata aprì e appena lo vide i suoi occhi si velarono di paura, Maxi tentò subito di calmarla   <<  No Nata non sono qui per farti qualcosa di male, ma anzi per sistemare il nostro rapporto. So che mi odi per quello che ho fatto ma credimi che..  >> 
<<  Non dire più nulla. So come stanno le cose, l'altro giorno hai fatto capire bene  >>  lo ammonì con sguardo basso l'umana.
<<  Allora.. Dimmi cosa provi per me  >>  le ordinò il vampiro, ma sembrava di più una richiesta.
<<  Io non.. ti amo  >>    fece qualcosa passo indietro già sapendo che il vampiro si sarebbe infuriato con lei, ma invece con sua grande sorpresa.. Le sorrise.
<<   Chi lo sa forse col tempo mi amerai o forse no. Ma io posso anche aspettarti, dopotutto sono immortale cosa ho da perdere?  >>   girò sui tacchi e fece per andarsene quando fu prorpio Nata a trattenerlo.
<<  Aspetta Maxi  >>   disse in un sussurro ma il vampiro la sentì benissimo e obbedì ma non la guardò  <<  Io.. Ti ringrazio per non aver detto nulla   >>   neppure lei lo guardò, tenne gli occhi sul pavimento troppo confusa e spaventata per poter addirittura ragionare.
Lui si girò a guardarla e disse anche lui in un sussurro   <<  Ti voglio proteggere  >>  
Appena Nata alzò lo sguardo di scatto per guardarlo, lui era già sparito. Guardò più volte attorno a se ma nulla. Si chiuse di fretta in stanza e si buttò suo letto a fissare il soffitto.
"Sei una stupida Nata! Tutti quegli anni di addestramento, tutte quelle punizioni dalla mamma e per cosa?! Per finire a innamorarti del tuo peggiore nemico, della tua preda."
In quel momento riaffiorò il ricordo di sua madre, loro due non avevano un bel rapporto, soprattutto dopo che sua sorella minore Lena era sparita a causa.. Di un vampiro.
Dopo la sua misteriosa scomparsa, la madre la costrinse a diventare una cacciatrice di vampiri, ma lei era solo una bambina di dieci anni. Come poteva una creatura innocente come una bambina pensare a cose tanto macabre come la voglia di sangue e la vendetta?
Nata falliva sempre gli allenamenti per quel motivo, che motivo aveva di allenarsi per degli ideali che odiava?
Ricordò un giorno, che sua madre le diede l'ennesimo schiaffo per aver fallito il solito allenamento e le gridò in faccia   <<  Allora non ti importa nulla di tua sorella! Devi uccidere ogni vampiro che incontrerai, solo così la potrai salvare. I vampiri sono esservi spregevoli e vogliosi di sangue. Se non sprai essere più forte di loro ti uccideranno senza pietà!  >>
Ma Maxi non era così. No lui la voleva proteggere, allora come poteva ucciderlo? Come poteva fare del male a Federico che tutte le volte che si vedevano le regalava un sorriso. Perché uccidere Diego se lui la difendeva sempre da Lara? Non trovava ragioni nell'uccidere Leon che dal primo momento che si erano incontrati l'aveva solo trattata con riguardo.
In quella scuola comprese che i vampiri erano creature come gli esseri umani, se gli farai una carezza loro risponderanno con un sorriso. Non poteva odiarli e di certo non lo avrebbe fatto.. Soprattutto con Maxi.
 
 
Sarà l'istinto
O l'innocenza che hai nell'anima
A difenderti così!
 
 
Leon stava tornando alla scuola più veloce che poteva, ma anche cercando di fare vedere il meno possibile. L'odore di sangue non lo lasciava un secondo mentre i ricordi di quella sera riaffioravano lentamente.
In quel momento ricordò perché avesse colpito Lara: era stata lei a rapire Violetta e a darla in pasto a quei livello E che la avrebbero uccisa se non fosse stato per lui e Diego. In quel momento la rabbia prese il sopravvento, distrusse tutto e i livello E spaventati corsero via, ci provò pure Lara ma non riuscì a sfuggire al suo destino. Morire per mano di chi amava ma che non aveva mai ricambiato. Morte più brutta non la conosceva nessuno e non la si augurava a nessuno.
Finalmente era a pochi passi dallo studio, non poteva più vivere con quel rimorso, doveva fare ciò che andava fatto.
Aprì le porte del dormitorio sperando che non ci fosse nessuno, e come al solito la sfortuna gli remava contro.
A guardarlo preoccupati c'erano Diego e Federico, che corsero subito da lui, poi Pablo e Angie lo guardavano dalle scale, anche loro preoccupati e infine la persona per la quale era andato lì a scuola: Antonio, che lo guardava con un espressione indecifrabile sul volto.
Leon si guardò attorno  <<  Non c'è Violetta  >> 
Federico sorrise vedendo che l'amico stava abbastanza bene da chiedere della sua amata  <<  No lei è con Fran e Ludmilla al dormitorio femminile  >> 
<<   Ma amico quei livello E ti hanno conciato male, come è possibile?  >>  chiese Diego ancora più preoccupato, era molto apprensivo nei confronti di Leon, forse troppo, ma in quel momento era la cosa migliore.
<<  No Diego non sono stati i livello E... Ma Lara   >>   rispose quasi sussurrando il sangue puro.
<<  Cosa stai dicendo Leon?   >>   chiese Pablo molto sorpreso.
<<  Posso spiegare io Pablo  >>  si intromise Antonio andando lentamente verso di lui   <<  Lara ha rapito Violetta, l'amata Violetta di Leon   >>  a sentire quelle parole il sangue pure strinse i pugni   <<  Leon è andato a salvare la sua preziosa umana, ma appena lì non ha controllato i suoi sentimenti e... Ha ucciso Lara  >>   tutti i presenti guardarono Leon scioccati e sconvolti.
<<   Leon dimmi che sta mentendo, ti prego dimmelo!  >>  Diego gli andò davanti e lo scosse per le spalle, aveva gli occhi pieni di lacrime. Non voleva credere che il suo migliore amico, quasi un fratello, avesse potuto fare una cosa del genere. Per lui, Leon era un modello da seguire, da eguagliare. Non voleva crederlo.
Ma appena Leon girò la faccia, troppo triste e deluso di se stesso per guardare negli occhi l'amico, Diego ebbe la risposta e lentamente si allontanò da lui.
Finalmente Diego ebbe una risposta.. Se Leon se ne andava cosa restava di lui? Nulla...
<<  Antonio.. Voglio che rispetti il nostro patto.  >>   il sangue puro ordinò al vecchio, che comprese la sua richiesta e accettò con un cenno del capo.
Antonio si avvicinò alla parete, tolse un quadro rivelando una strana mattonella messa male, appena quest’ultimo girò la mattonella, mettendola in modo che fosse uguale alle altre, si azionò un allarme silenzioso che procurava un dolore lancinante ai vampiri più giovani. Infatti Diego e Federico caddero in  ginocchio lanciando delle grida strazianti.
Leon riuscì a controllare il dolore, ma lo stesso si tappò le orecchie per quanto il suono fosse forte, Pablo e Angie corsero da Diego e Federico tentando di aiutarli, ma fu inutile.
A quel punto si sentì Antonio gridare   <<  Sparisci Leon! Non farti più rivedere!   >> 
Il vampiro non se lo fece ripetere due volte e uscì di corsa diretto verso la foresta.. Non voleva che i cacciatori di vampiri facessero del male ai suoi amici, anche se dopo quello che era successo non ne aveva più nemmeno uno non gli importava, voleva difenderli sia da lui che dai cacciatori di vampiri... Almeno fino a che poteva.
<<  Leon ti prego non andare!   >>   gridò Federico cercando di fermalo ma era troppo tardi.
In quel momento Diego si alzò e con tutte le sue forse gridò   <<   Leon!   >>  il grido si sentì anche fino al dormitorio femminile...
 
 
E' un occasione da non perdere
Non c'è più tempo devi crescere!
 
 
Violetta appena tornata aveva uno stranissimo dolore alla pancia, Fran e Ludmilla le provarono tutte, le diedero medicinali, aspirine, provarono per sino con un rimedio fatto in caso. Ma nulla. Anzi al dolore si aggiunse anche la nausea. A quel punto Fran andò in infermeria e prese un test di gravidanza.
Ludmilla sperava fosse positivo il risultato, mentre Fran era completamente contro.
<<  Ma dai Fran ci pensi? Diventeremmo zie!  >>  disse per la centesima volta la bionda saltellando su se stessa, se si trattava di bambini diventava lei la prima bambina.
<<  Si certo, zie di un mostro! E non solo saremo pure imparentate con un mostro, il peggiore di tutti!   >>   ribatté la mora, dopo quello che era successo con Diego il suo odio per i vampiri era aumentato a dismisura. Non si poteva nemmeno fare il nome di un vampiro che Francesca dava fuor di matto.
<<   Non dire queste cattiverie, poi se Vilu fosse davvero incinta cosa le dirai? "Non avvicinarti porti in grembo un piccolo mostro!"   >>  
<<  No Ludmilla non dire sciocchezze. Spero solo che lei sappia quello che sta facendo   >>  
In quel momento uscì Vilu, non disse nulla, si andò a sedere sul letto.
<<  Allora Vilu?  >>   chiese Francesca psicologicamente pronta alla risposta, o almeno sperava.
La bruna stava per risponde quando da fuori si sentì l'urlo di Diego che chiamava Leon.
Violetta si alzò dal letto di corsa per poi affacciarsi alla finestra, video Leon correre velocissimo.
<<  Ma cosa sta succedendo?  >>  chiese Ludmilla molto confusa.
Le tre uscirono dalla stanza per andare di corsa dai due vampiri, che si stavano ancora riprendendo dal forte suono.
Violetta andò davanti ai due  <<   Dove è andato Leon? Cosa è successo?  >>   chiese preoccupata come mai.
<<   Leon ha fatto una scelta, una scelta molto molto molto sbagliata   >>  spiegò Fede mentre guardava negli occhi Violetta.
<<   Di cosa parli Fede?  >> 
<<  Violetta.. Leon ha ucciso Lara, perché era stata lei a rapirti con l'intenzione di ucciderti. Ma Leon non poteva accettarlo e allora ha chiesto a me di mandare dei cacciatori di vampiri ad ucciderlo  >>  raccontò Antonio mentre si dirigeva verso la porta senza nemmeno guardare Violetta.
<<  Cosa?! Antonio li deve fermare!  >>  lo supplicò l'umana che lo fissava con le iridi nocciola.
<<   Mi dispiace, ma da adesso non ho più potere di decisione. Leon dovrà cavarsela con le sue forze.. Sempre se vorrà vivere   >>  
<<   Antonio per favore dovete aiutarlo!  >>  strillò Violetta in preda alla disperazione.
<<   Vilu calmati  >>  la bionda le mise una mano sulla spalla per cercare di farla calmare, ma la bruna la scansò malamente e continuò a gridare.
<<  No che non mi calmo! Non è giusto questo! Perché proprio ora che si sta realizzando il sogno mio e di Leon dobbiamo separarci?!  >> 
Federico la guardava confuso  <<  Violetta di cosa parli?   >> 
<<  Io sono incinta di Leon!  >> 
 
 
Dimostrare anche a lei,
Il vero coraggio che hai!
Per non tradire a meno
La vostra felicità!
 
 
Leon era ormai nella foresta doveva aveva iniziato a nevicare, in quella tempesta gli venivano in mente tanti ricordi. Uno dei tanti era con suo padre, avevano un bellissimo rapporto... Ma poi suo zio Felipe ha dovuto rovinare tutto, non gli bastava avere una bellissima donna come Angie e un figlio come Tomas. No, lui voleva il potere di suo fratello.
Leon si sedette a terra, si strine le gambe al petto e fra di essere mise la testa. Aspettava il fatidico momento.  Sentì dei passi arrivare e una voce rozza e carica di odio si sentiva   <<   Guardate! Ecco lo schifoso vampiro!  >> 
Il vampiro non li guardò, ma sentì benissimo che erano cinque e che si erano messi attorno a lui in cerchio. Si sentì talmente piccolo mentre sentiva i loro sguardi di odio e disgusto su di lui.
Sentì poi un secondo uomo dire con aria di superiorità   <<  Sarebbe questa la nostra preda?! Ci credo che ci hanno chiamato, non sa nemmeno difendersi  >>  tirò un forte calcio a Leon nello stomaco che lo fece cadere a terra e sputare sangue, ma non rispose, stette fermo.
<<   Uccidere questo schifoso succhia sangue sarà facile come bere un bicchier d'acqua  >>  disse ancora un terzo uomo prendendo Leon per il colletto della maglietta, ma il vampiro non lo guardò negli occhi preferì tenere o sguardo basso.
<<  Cosa c'è disgustoso essere, non sai nemmeno parlare?  >>  lo prese in giro un quarto uomo e tutti gli altri risero di Leon, ma questo non sembrò abbastanza   <<  Rispondi stupido!  >>   gli diede un pugno tanto forte da fallo cadere di nuovo a terra e fargli vedere sangue dal labbro.
<<   Basta ora! Facciamo il nostro dovere e andiamocene!  >>  disse l'ultimo uomo puntando contro Leon una pistola anti-vampiro.
Il vampiro chiuse gli occhi attendendo il colpo, che a quanto pare non sembrò arrivare. A un certo punto Leon sentì dei gemiti di dolore e appena riaprì gli occhi vide Diego e Federico che gli tendevano entrambi una mano.
<<   Non ti sbarazzerai così di noi  >>  scherzò Federico con un sorriso di chi la sapeva lunga.
<<  Sei peggio di un bambino! Ma è mai possibile che non possiamo lasciarti da solo un secondo?  >>  lo rimproverò Diego, anche se non stava scherzando fece lo stesso sorridere Leon, che afferrò le loro mani e li strinse forte mentre aveva le lacrime agli occhi.
I due lo strinsero forte a loro, Federico tentava di trattenere le lacrime mentre Diego se ne infischiava e piangeva felice di rivedere il suo amico.
Per un secondo ai tre parve di tornare bambini, fu come un déjà vu. Loro tre da piccoli che correvano e ridevano felici, fino a che Leon cadeva a terra, troppo piccolo per fare caso al terreno, allora Federico e Diego tornavano indietro aiutandolo ad alzarsi e poi tutti e tre ridevano. Erano passati tanti anni ma si volevano sempre bene. Ormai la loro era più che amicizia, erano fratelli.
 
 
Il tuo destino!
Sarà la forza che hanno i deboli, vedrai!
A risvegliarti
E a farti vincere.
Basta crederci, così!
 
 
Vi mostrerò un sogno dolce la prossima notte.
 
 
Nota autore: Salve a tutti, lo so che è da un secolo che non aggiorno questa storia ma almeno ci sono molti colpi di scena in questo capitolo e molte domande alla fine. Cosa dirà Antonio sulla gravidanza di Violetta? Leon vorrà il bambino? Cosa succederà ai Naxi? E Gregorio tornerà da Diego? Recensite.
P.S. Questò è il link del trailer di questa storia, passate a dare un occhiata ;) 
Trailer: 

https://www.youtube.com/watch?v=CPMD-74SQjY
 

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Capitolo 11
*** La sfida ***


La sfida

 
 
Lotti fra due misteriose realtà.
Se vincerai
Sarai il più forte,
Se perderai
Nell'ombra resterai!
 
 
Diego, Leon e Fede erano ancora sulla neve, stretti tra di loro, come se non si volessero lasciare. Ma come biasimarli? Per anni erano stati vicini ma allo stesso lontani, non un sorriso o una stretta di mano. Solo la consapevolezza che ci fosse affetto tra di loro.
Diego si asciugò le lacrime e sorrise vedendo che anche gli occhi smeraldo di Leon erano pieni di lacrime, invece Federico rise di gusto e li prese in giro  <<  Che femminucce!  >>  
Leon e Diego si lanciarono uno sguardo per poi sorridersi complici e questo lo notò anche Fede che chiese confuso  <<  Cosa avete in mente voi due?  >> 
Diego e Leon iniziarono a tirargli a raffica palle di neve, mentre lui indietreggiava e si copriva la faccia con le braccia mentre rideva assieme ai due amici. Alla fine lui cadde a terra.
<<  Va bene avete vinto voi due!  >>  si arrese il vampiro a terra mentre si ripuliva dalla neve.
Diego e Leon ridevano come non facevano da tempo, ma un pensiero attraversò la mente del vampiro.
<<  Leon dobbiamo tornare a scuola e devi dire tutta la verità a Violetta!   >>   gli gridò contro Diego, si fece improvvisamente serio e questo, assieme alle sue parole, fece molta paura all'amico.
<<  No.. Non posso tornare. Dopo quello che ho fatto a Lara e lei era una vampira! Non oso immaginare cosa potrei fare a Violetta che è un'umana!   >>
Federico si rialzò dalla neve e diede un sonoro schiaffo a Leon, che poi lo guardò sconvolto   <<  Leon.. Forse dimentichi che Violetta non è umana...   >>  
 
 
Gioca la partita, vinci la fatica.
Questa è la tua vita!
Cerca nel tuo cuore la risposta,
Senza sosta.
 
 
Nata correva per lo studio, ripensava in continuazione alle parole di Maxi, ma perché quel vampiro le era entrato in testa? Era una cosa bella.. Ma anche troppo brutta allo stesso tempo. Doveva finire lì quella storia.
Finalmente Nata trovò Maxi, seduto sotto un albero, con il cappello sopra gli occhi a riposare. Sembrava tanto serenno che lei quasi non voleva disturbarlo, ma non poteva più aspettare.
In un sussurro appena udibile lo chiamo dolcemente  <<  Maxi...  >> 
Il vampiro si alzò, si rimise il cappello e le sorrise. L'umana fece un passo indietro, quel sorriso le rivelò tutto l'amore che Maxi aveva per lei. Un gesto tanto.. Piccolo, insulso, poteva rivelare sentimenti tanto grandi.
<<  Dimmi Nata  >>   le si avvicinò e le prese la mano continuando a sorriderle.
"Come posso dirglielo? Io lo amo! Cosa c'è di sbagliato?!"
Maxi le accarezzò il viso e la guardò negli occhi  << Va tutto bene?  >>  le chiese con un tono preoccupato. Lei doveva dirglielo, non poteva farlo soffrire. C'erano tante vampire, lui sarebbe stato bene.
<<  No Maxi.. Fermati  >>  aveva la voce tremante, ma no per la paura quanto per la tristezza che completò il tutto rigandole il viso con lacrime calde.
<<   Nata cosa ti succede?  >>  il vampiro era davvero preoccupato, non riusciva a capire cosa le prendessa. In lei non sentiva paura.
L'umana lo guardava negli occhi, era triste come mai. Non pensava sarebbe stato tanto difficile  <<  Maxi io ti amo  >>   lo baciò di slancio, un bacio tanto timido e dolce quanto triste. Il vampiro ne fu sorpreso ma subito dopo ricambiò con tutto l'amore che aveva, era felice, anzi felicissimo, ma c'era sempre qualcosa che non andava in Nata.
Appena i due si separarono, l'umana si avvicinò al suo orecchio e gli sussurrò   <<  Ma è un addio...  >> 
Nata corse via in lacrime, Maxi non la fermò. Lei lo amava e lui lo sapeva, gli bastava questo. Una lacrima scese dai suoi occhi mentre sorrideva, era triste ma felice perche sapeva che erano e sarebbero sempre stati uniti.
"Non importa dove andrai Nata, nemmeno chi incontrerai. Tu sarai sempre mia e appena ci rivedremo, niente e nessuno ci separerà."
 
 
Vivi un presente,
Magico e avvincente,
Super sorprendente!
 
 
Leon correva veloce verso lo studio, Diego e Fede gli avevano detto tutto. Non ci poteva ancora credere, Violetta, la SUA Violetta, aspettava un figlio da lui.
Da quando Violetta era nata loro due erano destinati a tutto questo, non poteva più mentirle, doveva dirle tutta la verità. Per dieci lunghi anni erano stati separati, Leon l'aveva sempre aspettata e adesso poteva dirle tutto. Il loro passato insieme e finalmente pensare a un futuro sereno.
Leon arrivò dentro lo studio e sentì una melodia troppo familiare.
 
No soy ave para volar,
Y en un cuadro no se pintar
No soy poeta escultor.
Tan solo soy lo que soy.
 
Si avvicinò di più a quella soave voce, era come quella delle sirene, che ti attiravano inesorabilmente verso il tuo destino. E la sirena di Leon si chiama Violetta.
Aprì la porta della sala teatro, dove c'era un pianoforte vicino al palco e la vide, c'era la sua Violetta che suonava sorridendo. Leon non le si avvicino, voleva sentirla suonare.
 
Las estrellas no se leer,
Y la luna no bajare.
No soy el cielo, ni el sol…
Tan solo soy.
Pero hay cosas que si sé,
Ven aquí y te mostraré.
En tu ojos puedo ver….
 
Violetta finalmente si accorse di lui e gli sorrise  <<  Ciao Leon   >>  lo guardava piena di amore e Leon notò che nei suoi occhi c'era qualcosa di strano, una luce che non aveva mai visto.
Il vampiro le si avvicinò lentamente, voleva essere certo che non ci fosse lo zampino di Antonio, gli era sembrato tutto troppo facile. Appena fece una lieve carezza al viso dell'umana si rese conto che quella era la sua Violetta, si sentiva sollevato ma non era del tutto tranquillo.
Infatti appena le sorrise e fece per aprir bocca, Violetta cadde svenuta sul pavimento, Leon si inginocchiò per capire cosa le fosse successo, quando alle sue spalle sentì una voce che in quel momento desiderava non sentire.
<<   Leon non puoi farlo.. Lo sai che è sbagliato.   >>  lo rimproverò Antonio restando dietro di lui con le braccia dietro la schiena.
Il Sangue puro si alzò e girò poco il viso per guardarlo, i suoi occhi erano diventati rosso sangue per la rabbia.
<<  Mi sono stancato di questo gioco Antonio, voglio dire tutta la verità a Violetta. Lei deve sapere che non è umana e che.. >> 
<<  Lo so benissimo Leon, infatti lei merita di sapere.. Ma non ora  >>  il vecchio disse l'ultima frase con un tono quasi agghiacciante   <<  Ma adesso pensa a sopravvivere   >>  
Leon non capì, però poi Antonio alzò una mano e una nube nero pece ricoprì completamente il corpo di Violetta, appena la nube si dissolse Violetta era sparita e Leon lanciò una sfuriata ad Antonio.
<<   Ragazzo mio.. Forse lì imparerai cosa sono il rispetto e l'onore.   >>
Il Sangue puro finalmente capì cosa aveva in mente il vecchio e la sua espressione cambiò, da infuriato divenne.. Spaventato.
Antonio fece un semplice schiocco di dita e al centro della sala si creò un immenso buco oscuro, Leon per la paura arretrò di qualche passo.
<<   Non puoi più rimandare, se non supererai la sfida.. Non sarai degno di essere un Sangue puro.  >>  
Un paio di mani di un nero spettrale si allungarono verso di lui e lo afferrarono per le caviglie buttandolo a terra e iniziando a trascinarlo verso il buco oscuro.
<<  Antonio no! Mi lasci andare!   >>   Leon si dimenò e gridò con tutte le forze che aveva.
<<   No Leon... Ormai è tardi  >> 
Il ragazzo venne trascinato dentro il buco oscuro, che poi si chiuse risucchiando sia il vampiro che le sue grida di aiuto.
 
 
Entri in un passato,
Mozza fiato
Che tu hai risvegliato adesso!
 
 
Federico non sopportava più di vedere il suo amico stare male, voleva aiutarlo facendolo rimettere con Francesca, ma sapeva bene quanto quella ragazza fosse testarda. Ma come si suol dire bisognava prendere il toro per le corna.
Francesca era seduta fuori nel giardino. Guardava le nuvole come faceva sempre, di solito si aspettava che arrivasse Diego e le baciasse il viso da dietro mentre la stringeva, come sempre, ma adesso sapeva che non l'avrebbe fatto.
Si, gli mancava. Ma al pensiero di quello che aveva fatto e soprattutto che non le aveva detto nulla, le saliva la rabbia e tutto l'amore che aveva per lui sembrava svanire... O almeno credeva.
Quando dietro di lei sentì una strana presenza, si girò di scatto impugnando la sua pistola anti vampiri contro lo strano essere.
Però appena vide che era solo Fede ripose l'arma e lo guardò gelida, dopo quello che era successo con Diego aveva ripreso a odiare i vampiri, anzi il suo odio era anche aumentato.
<<   Fran, né tu né Diego potete continuare così.   >>   disse ovvio il vampiro avvicinandosi lentamente alla ragazza.
<<  Lui non avrebbe dovuto mentirmi e..  >> 
<<  E cosa? Avrebbe dovuto contenere la bestia con la quale combatte ogni giorno per te?   >> 
<<  Non mi immischiare Fede! Lui non fa nulla per me sennò non avrebbe mandato suo padre non credi?   >>  l'umana si infuriò, conosceva bene quel vampiro e sapeva che sapeva rigirare tutto a suo favore, ma non voleva cadere nel tranello pure lei.
<<  No Fran ti sbagli, Diego ha finto di essere un umano per te  >>  le si avvicinò ancora e l'umana un po' intimorita indietreggiò  <<   Diego ha nascosto il suo passato per te. Si è nascosto da tutti per te, ha detto addio a suo padre... Per te   >> 
Quelle parole le arrivarono dritto al cuore.. Non ci aveva mai pensato, lui ha fatto tutte quelle cose per lei e come lo aveva ripagato? Urlandogli contro che era solo un mostro, un assassino.
<<  Fede io..  >> 
<<  Sei dispiaciuta? Lo sarei pure io al posto tuo.  >>  il vampiro disse con voce molto severa, tanto che la ragazza abbassò gli occhi mortificata  <<  Ma c'è un modo per farti perdonare.  >>  sorrise rassicurante e la ragazza lo guardò confusa, per poi sorridere pure lei.
Alla fine ci era cascata, ma non le importava. Lei amava Diego e adesso aveva capito che lo amava anche più della sua famiglia, perché lui era ormai la sua famiglia.
 
 
Gioca la partita,
Vinci la fatica
Questa è la tua vita!
 
 
Vi mostrerò un sogno dolce la prossima notte.
 
Nota autore: Salve a tutti! In questo capitolo ci sono stati molti colpi di scena. Ma vorrei farvi vedere uno dei più importanti, con il quale vi dovrete scervellare parecchio. Violetta non è umana. Ma allora sarà una vampira? Perché ultimamente non ha più avuto quegli incubi di sangue (di cui avevo parlato nei primi capitoli)? Perché tutti sanno la verità tranne lei? E perché Antonio ha fermato Leon dal dirle la verità? Recensite.

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Capitolo 12
*** I poteri completi di un Sangue Puro ***


I poteri completi di un Sangue Puro

 
La partita della vita,
E' un duello senza appello,
Scendi in campo
E in un lampo 
Le tue mosse
E contro mosse...


Leon aprì gli occhi lentamente, vedeva tutto sfocato ma poco dopo la sua vista tornò normale e si guardò attorno. Era circondato da un prato verde e attorno degli alberi tanto alti che sembravano toccare il cielo. Non si vedeva nemmeno la fine. E le loro foglie coprivano il sole facendo intravedere solo alcuni raggi. 
Leon si alzò e senza alcuna esitazione cominciò a camminare. Teneva il capo alto per mostrars superiore e faceva guizzare lo sguardo da una parte all'altra. Angie e Pablo più di una volta gli avevano parlato di quel luogo, non poteva fidarsi nemmeno della sua ombra e doveva farsi vedere superiore a tutto e tutti. Li regnava la legge degli animali. O mangi o vieni mangiato e Leon non era tipo da fare da pasto.
Quandò sentì un rumore dietro di se. Si girò di scatto e uscì i canini pronto all'attacco, ma si fermò quando vide che il "assalitore" era... Un bambino.
<<  Signore lei mi vorrebbe attaccare?  >>  chiese il bambino a Leon come se fosse la cosa più naturale del mondo e infatti il vampiro ne rimase sconvolto, tanto che rimase a fissarlo per molti minuti senza dire nulla. 
A quel punto il bambino si arrampicò sulla sua spalla, fino ad arrivare alla sua spalla e gli agitò la mano davanti il viso  <<  Signore? Signore  sta bene? Non è che soffre di quella malattia.. Come si chiamava? Quella che hanno gli anziani che si addormentano subito?  >>  
Leon si pietrificò a quelle parole e prese il bambino per la maglietta, togliendoselo da sopra la testa e fissandolo negli occhi  <<  Moccioso ma quanti anni pensi che io abbia?  >>  gli chiese abbastanza infastidito.
Solo in quel momento Leon lo scrutò per bene. Quel bambino era molto strano. 
Aveva i capelli di un verde prato che gli arrivavano fino alle spalle e la frangetta che gli copriva poco gli occhi azzurro brillante, come il mare quando è illuminato dal sole mattutino. Indossava una maglietta gialla, molto rovinata e strappata, come i pantaloni verde scuro ed era stranamente scalzo. No che in un posto come quello ci fosse bisogno di scarpe in un posto come quello... Ma ora che Leon ci pensava.. Cosa ci faceva un bambino in un posto come quello?
Ma i suoi pensieri furono interrotti..
<<  Che grandi denti! Ma sono veri?!  >>   il bambino iniziò a tirargli i canini con forza e appena vide che non si toglievano guardò Leon  <<  Ma per un signore della tua età non dovresti portare la dentiera?   >>  non lo disse con cattiveria.. Era serio. Chissà da quanto era solo.
<<  Moccioso te lo dirò una volta e una volta soltato, quindi apri bene le orecchie   >>  quando lo disse era calmo e aveva un espressione seriosa, tanto che il bambino lo guardò aspettando come una rivelazione importante, fino a che...   <<  NON SONO UN VECCHIO!  >>  gli gridò in faccia e i tronchi degli alberi intorno a loro si spezzarono e i cespugli persero le loro foglie rimandendo solo con piccoli rametti.
Il bambino lo guardò e la prima cossa che gli venne da dire, dopo un urlo del genere   <<  Ma io non sono un moccioso! Mi chiamo Yu!  >>  incrociò le braccia offesso. 
Leon lo lasciò facendolo cadere a terra e lo guardò con modo autoritario <<  Io sono Leon, ultimo sangue puro rimasto tra i vampiri. Ho il compito di regnare e guidare i vampiri alla loro era di gloria, e di mantenere il pacifismo con gli umani  >>  
<<  Ma lo dici per me.. o per te?  >>  
<<  Cosa stai insinuando moccioso?  >>  lo guarda nascondendo la sorpresa di quella verità che, forse senza volere, aveva rivelato.
<<  Uffa! Ti ho detto che mi chiamo Yu!  >>  sbottò il bambino.
<<  Non farmi perdere tempo!  >>  gli ringhiò contro il vampiro.
<<  Va bene, va bene. Volevo solo dire che io non ho bisogno di sapere tutte quelle cose di te, insomma sono piccolo per capire cose come "ultimo sangue puro" o "era di gloria"  >>  si alzò da terra e si pulì i pantaloni, poi lo gardò e continuò  <<  Ma forse, tu devi ricordarlo a te. Per capire che è il tuo posto  >>  poi proseguì andando tra gli alberi a passo di marcia  <<  Su muoviti!  >>  
Il vampiro lo guardò  ancora abbastanza sorpreso per le sue parole e poi scosse più volte la testa accorgendosi che stava facendo strada, come fossero due comagni di viaggio. 
<<  Ehi moccioso aspetta, tu vai per la tua strada e io per la mia  >>  disse mentre prendeva per tutt'altra strada, ma Yu lo fermò con la sa voce squillante da bambino.
<<  Ma quella è la parte sbagliata! Tu devi sottoporti alla prova per ottenere i poteri completi no? Allora seguimi!  >>  iniziò a correre più veloce che poteva e Leon lo seguì, anche se non riusciva a comprendere come quel bambino sapesse della sua prova, visto che non ne aveva fatta parola. 

 
Guarda in faccia
La minaccia
E stringi forte la tua sorte!
Se c'è un mistero
Sul sentiero...
 
Diego, come sempre, era sul tetto, sdraiato ad ammirare la grande luna blu mentre mille pensieri gli attraversavano la mente. Per un attimo al vampiro parve che sulla luna fosse comparsa l'immagine della sua Francesca, prima che la perdesse per il suo passato. Lui sempre aveva avuto timore di perdere la sua unica amata e aspettava quel giorno, ma non pensava che avrebbe fatto tanto male. 
Voleva solo essere felice, essere finalmente felice, chissà forse non sarebbe mai potuto succedere... 
Forse era così che si sentiva suo padre, forse quando era venuto chiedendo perdono era sincero e quello che aveva scritto nella lettera era vero. Poteva mai essere vero che avesse provato a parlare con Francesca ma lei non lo avesse ascoltato? Beh.. Conoscendo Francesca era molto probabile.
Ma ad interrompere i suoi pensieri fu un'ombra dietro di lui che gli copriva il bagliore della luna.
Il vampiro si alzò con un salto e la persona che lo aveva distratto dai suoi pensieri si rivelò Francesca, che lo fissa piena di tristezza e con gli occhi coperti di lacrime. Diego mai l'aveva vista così, forse solo quando lei scoprì che lui era un vampiro..
<<  Diego.. Io.. Io..  >>  abbassò gli occhi e le lacrime le rigarono il viso, in quel momento il vampiro la trovo talmente tenera.
<<  Francesca..  >>  la abbolì comprendendo quello che voleva dirgli e l'umana lo guardò negli occhi, mentre lui le si avvicina fino ad essere a un soffio dal viso  <<  Ti perdono, ma tu devi trovare la forza nel tuo cuore non di perdonare me.. Ma la bestia dentro di me che ha fatto del male alla tua famiglia  >>  
In un primo momento la ragazza non seppe che fare, per un momento il pensiero di scappare le sfiorò la mente, ma poi, come posseduta da chissà quale pazzia, lo baciò e il che per il vampiro volle dire tanto. 
Diego la strinse a se mentre ricambiò il bacio e la luna li illuminava col suo bagliore bluastro.
 
Tra le tue carte sceglierai la migliore
E in un momento capirai il tuo valore!
Giochi sempre d'istinto,
Come tutti gli eroi
Tu sbagliare non puoi


Leon, non sapendo nemmeno lui il perché, seguiva quel bambino parecchio strano, mentre il silenzio tra loro veniva costantemente interrotto dalla canzoncina che canticchiava Yu, facendo ovviamente impazzire Leon.
<<  Moccioso quante volte ti devo dire di stare zitto?!  >>  ancora una volta, visto che Leon si infuriò, gli alberi attorno a loro cadderò al suolo.
<<  E io quante volte ti devo dire che mi chiamo Yu?! E poi sta calmo o finirà che non ci saranno più alberi a causa tua  >>  disse il bambino mentre indicava dietro Leon, c'era una scia di alberi caduti.
Il vampiro fece un respiro profondo ritrovando la calma e poi riprese il cammino, mentre Yu, finalmente, tenne la bocca chiusa. 
Fino a che Leon decide di togliersi qualche dubbio..
<<  Allora moccios.. Yu, come ci sei finito qui?   >>  gli chiese, ma tenendo lo sguardo fisso sul percorso.
<<  Un uomo cattivo cattivo mi ha spedito qui con una maledizione, dicendo anche che solo un sangue puro può liberarmi e riportarmi a casa. Ecco perché ho preso la decisione di aiutarti, così tu aiuti me e io aiuto te  >>  gli rispose sorridendo.
<<  Ah ecco quale era il tuo scopo sin dall'inizio, piccola peste  >>  
<<  Ehi! Ti sto aiutando, un grazie aiuterebbe  >>  
<<  Non ti ho chiesto aiuto io moccioso  >>  
<<  Ma senza di me saresti perso  >>  
<<  Non dire sciocchezze! So cavarmela benissimo da solo  >>  
Yu a quel punto gli si mise davanti e lo guardò serioso negli occhi  <<  Ma se le persone anziane si aiutano ad attraversa la strada, pensa ad attraversare una foresta  >>  
In quel momento le urla di Leon si sentirono per tutta la foresta spaventando persino gli animali che vi erano.
<<  NON SONO UN VECCHIO!  >>  

 
Con astuzia tu sconfiggerai
I nemici più oscuri che hai!
Se ti concentrerai
E all'attacco tu andrai
La partita vincerai!


Ludmilla aveva il turno di guardia e dato che Francesca e Violetta si erano come volatilizzate, toccava a lei. 
Si avviò nel dormitorio della Night Class per controllare se fosse tutto apposto, anche se camminava a passo spedito sperando di non incontrare Federico. 
Lo amava, eccome se lo amava. Ma dopo quello che si sono detti l'ultima volta, preferiva non venire meno alla sua decisione. Dopotutto l'aveva fatto per lei, per proteggerla e questo lo sapeva bene, anche se il dolore non era ancora svanito. Però sapeva anche bene che il suo dolore non era comparabile a quello di Diego o di Violetta o persino a quello di Leon. 
No, lei in confronto a loro era.. una misera comparsa. Con Federico vicino a lei si sentiva una stella, brillava o almeno le pareva. Ma dopo che Federico l'aveva lasciata.. Non era più una stella..
Nel mentre a fissare la bionda dalla finestra della sua camera c'erano ben due vampiri. Federico, che la guardava col cuore a pezzi, soffriva per quella decisione ma dopo quello che era successo credeva che fosse meglio per lei, per il suo bene. L'aveva lasciata inizialmente dicendole che amava un'altra, ma Ludmilla, come sempre, lo sorprese comprendendo il vero motivo e accettò la sua decisione. Anche se ora il vampiro si chiedeva se era davvero stata la decisione giusta.
E accanto a lui c'era Maxi, che faceva andare lo sguardo dall'umana all'amico ogni secondo. Quando poi guardò Federico e gli disse  <<  Per me hai fatto un grosso errore, e te lo dice uno che è stato nella situazione di Ludmilla e.. non è bello  >>  
Federico sbuffò rumorosamente <<  Maxi lo so, ma era l'unico modo per tenerla al sicuro  >>  
<<  Quindi per tenerla al sicuro la lasci da sola, in balia di altri vampiri che proprio ora che sanno che vi siete lasciati la attaccheranno in ogni momento libero?  Scusa amico ma non mi sembra un'ottimo piano  >>  
In effetti Fede non aveva pensato a questo.. Forse aveva davvero sbagliato, fortuna che Maxi l'aveva fatto ragionare o qualche vampiro l'avrebbe potuta attaccar...
Si sentì un urlo venire da fuori, era Ludmilla che stava per essere attaccata da un Livello E infiltrato nella scuola. 
<<  Ludmilla!  >>  Federico con un salto atterrò addosso al Livello E potendo poi sbatterlo contro un'albero per poi andare davanti a Ludmilla per farle da scudo.
Il Livello E si dimostrò un codardo e corse via. Ludmilla corse tra le braccia di Federico, che la accolsero con amore.
Il vampiro le fece una carezza sui capelli biondi, che per qualche motivo adorava, e l'umana lo guardò negli occhi. Era come se stessero parlando con lo sguardo e si capivano perfettamente. Fino a che il vampiro la baciò e le fece capire quanto le era mancata..

 
Il futuro è un immagine,
E' una carta da scegliere,
Un duello da vincere,
Il destino ti guiderà,
Con grande astuzia e velocità!


Leon non riusciva più a sopportare Yu, per ogni minima cosa ne faceva una tragedi...
<<  LEON UN MOSTRO!  >>  gridò Yu per poi con un abilissimo salto salire sulle spalle di Leon e nascondersi dietro di lui per poi indicare un cespuglio, dove dietro si muoveva qualocosa.
Leon era pronto ad attaccare quando dal cespuglio uscì.. un coniglio bianco..
<<  Attento Yu.. Potrebe mangiarti  >>  lo prese in giro il vampiro, poi il bambino scoppiò in una fragorosa risata e scese da lui. 
Leon sospirò stancamente, quando poi vide una figura muoversi tra gli alberi, aguzzò lo sguardo e vide.. Violetta, la sua Violetta.
Non si chiese cosa ci faceva qui, come si fosse arrivata, era come se la sua mente si fosse svuotata. Violetta iniziò a correre e lui la seguì gridando il suo nome, sperando che si fermasse da un momento all'altro. Il vampiro correva più veloce che poteva ma non riusciva a raggiungerla, cosa stava succendendo? Da quando la sua piccola Violetta era così veloce?
Finalmente l'umana si fermò e lo guardò sorridendo mentre gli faceva segno di avvicinarsi a lei  <<  Dai Leon, vieni, vieni da me  >>  
Il vampiro non se lo fece ripetere e le si avvicinò a passo svelto verso di lei. Ma Yu gli saltò sulla schiena fermandolo  <<  No Leon! Non è vera! Ti sta ingannando! Guarda!  >>  
Leon scosse la testa e vide che quella non era la sua Violetta, era... diversa. 
<<  Violetta.. Non sei tu!  >>  le ringhiò contro.
<<  Si Leon! Sono io! La tua assenza mi ha fatta diventare così, il dolore di non poterti sentire accanto a me..  >>  
<<  Taci!  >> gridò cosi forte da smuovere per sino la terra, o almeno così parve a Yu, che si aggrappò a una sua gamba.  <<  Se tu fossi la vera Violetta, non mi avresti detto queste cose. Lei è talmente dolce e buona, che non mi avrebbe mai fatto pesare il fatto di esserle stato per tanto tempo lontano... Cosa le hai fatto?!  >>  
La finta Violetta fece un respiro profondo e poi si lasciò cadere nel precipizio dietro di lei, ma prima di toccare il suolo scomparve in una nube chiara, simile a quelle creava Antonio.
Eppure Leon sembrava lo stesso triste, anche se non era la vera Violetta, avrebbe dato tutto se stesso per rivederla. 
Yu se ne accorse e gli salì di nuovo sulla schiena, si sedette sulle sue spalle e da dietro gli allarga gli angoli della bocca per fargli fare un sorriso, cosa che parve funzionare.
<<  Leon non ti abbattere, guarda! Siamo arrivati!  >>  gi disse entusiasta Yu, mentre indicava una grotta a pochi passi da loro.

 
Tra le stelle andrai,
Sempre salirai!
Sai combattere,
Tu puoi vincere!
Ti riscatterai,
La tua vita avrai!


Violetta era andata dagli altri per chiedere spiegazioni di dove fosse Leon, ma ottenne solo sguardi confusi.
<<  Violetta non sai dov'è? Noi pensavamo fosse con te  >>  rispose Diego alla domanda della ragazza  <<  L'utlima volta che l'ho visto stava cercando te per dirti che sapeva del bambino  >>  continuò il vampiro indicandole il ventre.
<<  Dai Vilu starà bene, non preoccuparti  >>  le disse l'amica per rassicurarla mentre le sorrideva.
<<  Ma Fran... E se gli fosse successo qualcosa? E se Antonio gliela volesse far pagare per quello che abbiamo fatto?  >>   purtroppo Violetta non riusciva proprio a calmarsi e l'arrivo di Federico e Ludmilla, con nuove novità, non aiutava.
<<   Ragazzi, cattive notizie! Leon è stato mandato nell'isola per i poteri completi da Antonio  >>  avvisò Fede con aria preocupata.
<<  Cosa...  >>  Maxi si appoggiò alla parete per lo shock, mentre Diego guardava Fede come se gli fosse caduto il mondo addosso. 
Mentre Violetta, Francesca e Ludmilla non capivano il perché di quella reazione, dopotutto Leon si era preparato tutta la vita per questo momento. 
<<  Diego che succede? Perché fate quelle facce?  >>  gli chiese Violetta, forse la più preoccupata fra tutti.
<<  Vilu.. Forse è meglio che tu non lo sappia  >>  rispose il vampiro guardando altrove, cercando di evitare il suo sguardo, ma l'umana era testarda, come sapeva bene, e gli si misse prendendogli il mento tra il pollice e l'indice costringendolo a guardare.
<<   Diego dimmelo! Io lo devo sapere!   >>  gli disse tanto sicura come non lo era mai stata. E questo lo notarono tutti, soprattutto Fran che guardava l'amica con un sorriso dolce, forse finalmente stava crescendo, stava diventando la donna che lei e Pablo volevano, per il suo bene.
Diego sospirò e la guardò negli occhi  <<  Leon... Potrebbe non superare la notte  >>  


 
Sei un guerriero temibile,
Ogni scontro è da vincere,
Ma rispetti le regole
E il destino ti premierà,
Fatta di forza e velocità,
La tua partita sarà!


Leon e Yu entrarono dentro la grotta e camminarono forse per un'ora intera, avevano perso la cognizione del tempo e Yu era ormai stanco, anzi, sfinito. 
Ma Leon non si arrendeva, prima avrebbe avuto i poteri e prima sarebbe tornato dalla sua Violetta, dai suoi amici e da suo figlio.
<<  Leon.. Fermiamoci  >>  gli disse, quasi supplichevole, Yu mentre, letteralmente, si trascinava.
Leon allora lo prese in braccio caricandoselo sulla spalla, non disse nulla. Il suo sguardo era freddo, come quello di chi farebbe di tutto per i suoi scopi, non importa che siano buoni o cattivi.
Continuarono a camminare fino a che davanti a loro videro una donna incappucciata che guardava Leon con le lacrime agli occhi  <<  Leon.. Bambino mio  >>  
Il vampiro la guardò parecchio confuso, non solo non ricordava di averla mai vista, anche perché era incappucciata. 
Yu la guardò felice come non mai, e senza che Leon se ne accorgesse, troppo confuso per stare a badare a un bambino appena conosciuto. Per non parlare di quanto Leon sia rimasto sorpreso dal quel "bambino mio". 
<<  Leon, ascolta. So che non sarà facile, ma ora dovrai affrontare la prova per i poteri completi, se sbaglierai.. Non potrai mai averli. Anche se sono sicura che non fallirai  >>  aveva un tono quasi materno, ma Leon non ci fece caso, pensava solo alla sfida. 
A quel punto la donna indicò una biforcazione nella grotta: in quella a destra comparve Violetta che teneva in braccio un bambino che poteva avere sui sei anni, aveva gli occhi verde smeraldo e i capelli castano scuro, come Violetta, e aveva dei piccoli canini, quelli che hanno solo i vampiri sangue puro.
Violetta guardò il bambino e poi guardò Leon sorridendo  <<  Leon.. Nostro figlio. Vieni dai, così potremo stare per sempre insieme  >>  sia lei che il bambino allungarono la mano verso di lui, che li guardava sorpreso ma anche felicissimo.
Ma la donna poi indicò l'altra parte, quella sinistra, che però non si vedeva nulla, era completamente buio.
Leon passò attimi interminabili a fissare Violetta e suo figlio, immaginando la sua vita e promettendosi di essere un buon padre e un buon marito, era tentatissimo di andare verso di loro, scegliere la strada più semplice. Ma se aveva imparato qualcosa dalla vita era che.. Le strade semplici, finiscono per essere le più sbagliate.
<<  Leon.. Cosa vuoi scegliere?  >>  gli chiese Yu confuso e curioso della sua decisione.
Leon fece un respiro profondo e poi fece un passo verso la decisione che aveva preso, non sapeva cosa gli sarebbe successo ma sapeva che era la decisione giusta. 
Avanzò ancora fino ad arrivare alla parte sinistra, un buoi fitto lo avvolse non lasciando vedere nulla, questo non lo fermò e continuò a camminare senza paura, con un coraggio che nessuno poteva avere. 
In quel momento nell'oscurità gli sembrò di rivedere tutto quello che gli era successo nella sua lunga, molto lunga, vita. l'incontro con Antonio e Angie, il funerale dei suoi genitori, Diego e Federico, quando salvò Violetta, l'apertura dello studio. Tutto gli scorreva davanti come un incredibile film. 
Ma a un certo punto si fermò quando a pochi passi da lui vede, così dal nulla, una pietra ovale rosso porpora, un colore che lo attirava molto. 
Rimaneva fermo a guardare la pietra, sapevo che lo aspettava altro, forse troppo. Ma era pronto, poteva affrontare persino il suo peggior incubo in quel momento, nessuno lo avrebbe abbattuto.
La pietrà si sollevò in aria, senza che nessuno la sorreggesse, e si avvicinò a Leon lentamente, quando, proprio di fronte a se, sotto la pietra si materializzò una mano, dalla mano poi comparve un braccio e così via fino a formarsi un corpo di un uomo adulto. 
Leon aveva quasi timore ad alzare il viso per guardare l'uomo, ma la mano dell'uomo gli prese il mento tra il pollice e l'indice e lo costrinse ad alzare il viso guardandolo negli occhi.
Si.. Leon aveva ragione, era proprio lui: Alvaro Vergas. Suo padre.
Leon ebbe un sussulto quando lo vide sotto forma di spettro, si vedeva che lo era e al ragazzo faceva male, gli ricordava che non avrebbe più sentito il suo abbraccio, le sue parole incoraggianti. In quel momento sentiva più che mai la sua mancanza. 
Alvaro gli avvole le braccio attorno al corpo, come per abbracciarlo, vedendo che stava piangendo silenziosamente. Si era sbagliato prima, non era affatto pronto, almeno non a questo.
<<  Leon.. sei cresciuto tanto, continua così figlio mio e non temere nulla. Hai affrontato tante sfide, nulla può più fermarti  >>  gli disse Alvaro mentre gli metteva le mani sulle spalle e lo guardavo fisso negli occhi. 
<<  Papà.. Mi manchi tanto, ho bisogno di te! Tu si che eri un sangue puro, tu dovevi continuare a guidare i vampiri io non posso, non sono come te  >>  le lacrime gli rigavano le guance mentre il pianto gli spezzava la voce.
Vide che suo padre guardava la donna incappucciata di prima, che piangeva anche lei nel guardarli.
Leon la guardò confuso e a quel punto si tolse il cappucciò rivelandosi. Marcela Vergas. Sua madre. 
La donna corse da loro e si unì "all'abbraccio", disse al figlio con voce bassa per il pianto  <<  Da retta a tuo padre, lui è molto saggio  >>   gli sorrise.
Leon li guardò tristemente, voleva chiedergli mille cose ma purtroppo il tempo era scaduto, li vide che stavano scomparendo lentamente mentre gli sorridevano rassicuranti.
Il ragazzo si sentì tirare la camicia da dietro, si gir e vide che pure Yu stava scomparendo, ma gli sorrideva.
<<  Leon.. Non ri ho detto la verità, ho detto una bugia. Antonio mi ha mandato qui per aiutarti ma non è l'unica cosa su cui ho mentito. Vedi.. Io non mi chiamo Yu..  >>  chiuse gli occhi e una luce lo investì completamente facendolo cambiare completamente  <<  Mi chiamo.. Leon Vergas  >>  Il ragazzo lo guardò sorpreso, era veramente lui all'età di sei anni  <<  A quanto ho capito io non sarò molto felice mentre crescerò. Ma Antonio mi dice sempre che io un giorno potrò stare con la mia famiglia. Sbrigati a trovarla... Leon   >>  corse tra le braccia di Alvaro e Marcela che lo strinsero forte. 
Alvaro a quel punto, prima di scomparire del tutto assieme a sua moglie e suo figlio, sorrise a Leon e gli disse con fare fiero  <<  Il tuo cuore è come quello dgli umani, la tua mente come un vampiro ma la tua anima rappresenta quello che sei.. E tu non sei un sangue puro, tu sei solo Leon Vergas. Eguagliato dai vempiri, odiato dagli umani ma amato dai tuoi cari.  >>  scomparve.
La pietra, ancora una volta senza essere sorretta da nessuno, si poggiò sul petto di Leon fino a entrargli dentro all'altezza del cuore. Il vampiro sentì un incredibile forza dentro e il suo corpo venne investito da una luce dorata, accecante, così accecante persino lui chiuse gli occhi.
Aveva superato la prova.

 
I tuoi compagni, 
Più potenti torneranno.
Vi riscatterete,
Le vostre vite avrete!


I vampiri aprirono gli occhi di scatto, sentirono una forte energia provenire da no molto lontano ed era molto potente, come non lo si sentiva da tanto. 
Diego si alzò di scatto guardando fisso la porta d'ingresso del dormitorio dei vampiri, mentre le ragazze umane lo fissavano confuse e i vampiri guardavano sempre sorpresi un angolo della stanza.
Maxi balbetò sorpreso  <<   R-ragazzi.. Secondo voi Leon..  >>  
<<  E' incredibile. Nemmeno Alvaro aveva tanta forza..  >>  commentò Federico che aveva un'espressione tra il sorpreso e l'entusiasta.
<<  Diego... Cosa succede?  >>  gli chiese Violetta, invece più preoccupata che mai.
<<  Ce l'ha fatta...  >>  teneva lo sguardo fisso sulla porta, dove poco dopo entrò Leon aprendola di colpo. I suoi occhi brillavano di un giallo ambrato, i capelli dorati e il suo viso.. Aveva un espressione diversa, sembrava più.. forte. In quel momento sembrava più che mai suo padre.
Dopo poco tornò normale e Violetta si precipitò tra le sue braccia, dove fu stretta possessivamente, purtroppo durò per poco.
<<  Piccola mia, mi sei mancata tanto, ma non abbiamo tempo da perdere. Io, Diego e Fede dobbiamo parlare con Pablo, Angie e Antonio.  >>  

 
No, non mi arrenderò,
Nessuno potrà fermare il mio fuoco ardente,
Ho un sogno grande nella mente,
E quel momento adesso arriverà!


<<   Leon scordatelo! Solo perché ora hai i poteri completi questo non ti da il diritto di prendere questo tipo di scelte!  >>  gli gridò contro Antonio, infuriato per la sua decisione.
<<  Antonio i cacciatori di vampiri ogni giorno diventano sempre più forti mentre noi proviamo a unirci agli umani!   >>  ribatté Leon.
<<  Infatti voi tre ci siete già riusciti molto bene a unirvi con quelle tre umane, soprattutto Leon  >>  disse Antonio, con tono più calmo ma con aria di rimprovero mentre si girava dando le spalle ai tre giovani.
Diego sbottò e diedeun pugno tale alla parete che lasciò un buco  <<  Antonio non ci meritiamo questo trattamento!   >>  
<<  Ascolti Leon, lui sa quello che dice. Abbiamo bisogno di aiuto e non possiamo se restiamo qui. Inoltre i vampiri anziani sono cambiati da quando Alvaro è..  >>  si fermò Fede guardando Leon per poi cambiare la sua frase  <<  Da quando Alvaro non c'è più  >>  
Pablo sospirò pesantemente  <<  Ragazzi, sono d'accordo con voi. I vampiri anziani hanno perso la retta via da quando manca Alvaro, hanno bisogno di un sovrano e se Leon resta qui non potrà fare nulla, insoltre se voi state qui lui non riuscirà a fare nulla di buono. Ritengo giusto che voi andiate  >>  
<<  Quindi fatemi capire bene  >>  intervenne Angie  <<  Leon, Diego e Fede volete partire insime a Maxi, Violetta, che è pure incinta, Ludmilla e Francesca per fare una sorta di rivoluzione e mettere fine na volta per tutte a questa distanza tra vampiri e umani?  >>  
I tre ragazzi si guardarono e poi, all'unisono, annuirono alla donna che concluse dicendo  <<  Allora sono d'accordo con voi ragazzi, ma fate attenzione  >>  
Tutti gli sguardi andarono su Antonio, che dopo un po si girò a guardarli e con tono fermo e risoluto disse  <<  E rivoluzione sia  >>  

 
C'è una strada da percorrere,
Superando l'impossibile,
Io ci riuscirò!


I vampiri e le tre umane guardavano da lontano, tristemente, lo studio che veniva chiuso da Pablo mentre lentamente iniziava a nevicare. 
Violetta guardò la neve pensando al suo primo incontro con Leon, in un giorno nevoso la salvò, e in un giorno nevoso loro due, con i loro amici, stavano iniziando la loro nuova vita, con un compagno in più, che sarebbe presto arrivato. Si accarezzò il ventre.
Francesca non aveva bei ricordi legati a quei piccoli pezzi di ghiaccio che cadevano leggeri sulla terra, il giorno che per la prima volta aveva visto la neve fu anche il primo giorno che Pablo la accolse in casa sua assieme a Violetta perché i suoi genitori erano morti, ma ormai contava poco, infatti mentre ammirava la neve teneva stretta la mano di Diego.
Maxi invece era la prima volta che vedeva la neve e sorrise, sembrava un bambino per la prima volta, e sapeva che con i suoi amici avrebbe avuto molte prime esperienze ma la sua più grande convinzione era che Avrebbe ritrovato Nata.
Federico e Ludmilla si guardavano con aria convinta, come a dirsi che avrebbero superato tutto, mentre la neve li ricopriva.
Infine Leon.. il suo sguardo incrociò quello di Pablo e si rammentò le sue parole "In ogni città primaria esistono dei vampiri sovrani che governano sui vampiri di quel luogo e oltre, restando nei loro confini ovviamente. Mentre per i cacciatori di vampiri, che controllano le città primarie dove sono i rifugi dei vampiri sovrani, per convincerli a unirsi a voi dovrete convincere il generale di ognuna delle loro zone, a quel punto saranno dalla vostra parte. Non arrendetevi mai e arrivate alla vittoria!".
Il vampiro Sangue Puro guardò la sua amata e le prese la mano che aveva sul ventre e la strinse forte, Violetta gli sorriso e lo baciò con infinita dolcezza mentre Leon, con l'altra mano, gli accarezzava il ventre.
Appena furono pronti a partire si avviarono insieme verso la loro avventura. Ci saranno sacrifici, amori, nemici e avversari. 
Ma saranno sempre insieme, pronti ad affrontare tutto e tutti.

 
Niente mi fermerà,
Le mie paure lascerò dietro di me,
Perché un futuro ancora c'è!
Nessun dubbio mi rallenterà,
La forza adesso mi accompagnerà!
Col mio coraggio affronterò,
Questo viaggio 
E so che ci riuscirò!
 
Vi mostrerò un sogno dolce la prossima notte


Nota autore: Salve a tutti! Esatto sono viva e sono qui con l'ultimo capitolo di questa storia. Per chi non lo sapesse lo ridico: questa è una trilogia, quindi tranquilli ancora ne abbiamo di cose da dire. Come per esempio: chi è la sorella di Leon? Gregorio tornerà? Maxi troverà Nata? E a Leon e Violetta, con il nuovo arrivato, cosa accadrà? 
Come vedete di domande ne abbiamo e se ne aggiungeranno nelle altre due storie. Vi dico subito che la seconda storia la pubblicherò a gennaio/febbraio e si chiamerà "Io credo in me". Intanto ditemi cosa ne pensate di questa storia e a proposito vi ringrazio di cuore per aver apprezzato tanto questa storia e per le bellissime recensioni che mi avete lasciato. Davvero grazie mille, dal cuore. 
Un beso a todo. 

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