Sentimenti Lontani

di Arya Tata Montrose
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sentimenti Lontani ***
Capitolo 2: *** Ricordi ***
Capitolo 3: *** Progressi ***
Capitolo 4: *** Amici ***
Capitolo 5: *** Chiarimenti ***
Capitolo 6: *** Calore ***
Capitolo 7: *** Leggenda ***
Capitolo 8: *** Riflettere ***
Capitolo 9: *** Piani ***
Capitolo 10: *** Insieme ***
Capitolo 11: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Sentimenti Lontani ***





.: Sentimenti Lontani:.
Di come lei lo ritrovò.



 
Shizune entrò nell’ufficio dell’Hokage con un’enorme pila di documenti che la donna avrebbe dovuto visionare, compilare e firmare. La trovò invece poggiata alla piccola libreria posta al lato della porta, col volto rivolto fuori dalla grande finestra.
 
- Tsunade-sama, sono arrivate le pratiche per questo pomeriggio. – avvisò la ragazza posando il plico sulla scrivania già ingombra di scartoffie.
 
- D’accordo Shizune. Puoi andare. – la donna la liquidò in fretta, onde non interrompere il delicato filo di pensieri che si susseguiva nella sua testa.
 
Shizune però conosceva bene la Principessa delle Lumache e capì immediatamente che qualcosa non andava. Si fece coraggio e le chiese: - Qualcosa la turba, Tsunade-sama? -.
 
La prosperosa donna si voltò di scatto e la fulminò con gli occhi ambrati. Shizune capì al volo e, indietreggiando, si scusò prima di sparire oltre la soglia del corridoio e chiudere la porta.
 
Tsunade sbuffò, oramai i pensieri accantonati. Si sedette alla scrivania, cominciando a squadrare la miriade di fogli che le si presentavano d’innanzi. Ancora sbuffando, si mise al lavoro, leggendo, a volte superficialmente, i rapporti delle varie squadre. Passò poi ai rapporti che Sakura le aveva mandato dall’ospedale, circa il paziente denominato “X”.
 
Leggendo dei suoi valori stabili, la donna non poté che rassicurarsi. Prese un rotolo da un cassetto della scrivania e prese a rileggerlo.
Era il rapporto che Sakura stessa aveva stilato quando, circa due settimane prima, l’aveva mandata in missione assieme a Sasuke. La missione prevedeva il ritrovamento di uno dei nascondigli di Orochimaru e il furto dei documenti riguardanti i suoi esperimenti.
Quella che sul rapporto era definita come “Missione di recupero dati” era stata assegnata e svolta nella massima segretezza e nessuno, a parte lei, Sakura e Sasuke, ne era a conoscenza.
 
Prese il resoconto medico e il rapporto segreto e uscì dall’ufficio, chiudendolo a chiave. Si diresse all’ospedale, dicendo a Shizune che per il resto della giornata non sarebbe stata disponibile e che ogni nuovo ordine o “rognosa scartoffia”, come definiva lei le pratiche, avrebbero dovuto attendere sulla scrivania della ragazza.
 
Dunque Tsunade entrò nella moderna struttura dell’ospedale fatto costruire da lei stessa dopo la distruzione di Konoha da parte di Pain. La prima persona che incontrò fu la Yamanaka che, dopo i dovuti convenevoli, chiese: - Come mai qui, Tsunade-hime? –
 
- Cercavo Sakura. – rispose la donna – Volevo consultarla per un referto medico. –
 
- Oh, al momento è impegnata in un’operazione, ma se vuole può chiedere anche a me. – propose Ino.
 
Tsunade negò col capo: - No, l’aspetterò nel suo ufficio. - disse mentre superava la ragazza, salutandola con un cenno.
 
La poverina ci rimase un po’ male, ma prima che potesse dire altro Tsunade si voltò.
 
- Ino, fa chiamare Sasuke. Digli di essere qui tra due ore. – non aggiunse altro e se ne andò diretta all’ufficio dell’allieva.
 
Una volta entrata trovò la scrivania piena di cartelle cliniche e i “resoconti di fine giornata” che, in base ad ogni cartella e ai resoconti secondari dagli altri medici, Sakura, in quanto primario dell’ospedale, doveva compilare e consegnare a lei.
 
La donna sorrise, pensando a quanto fosse straordinaria la sua allieva: si gestiva autonomamente tra il lavoro da medico, la sua fiorente carriera di kunoichi, lo studio e gli allenamenti con il Raiton, nuova capacità scoperta di recente.
 
Accanto alla grande vetrata che dava sul lago interno al Villaggio, vi era una lettiga, che serviva alla rosa quando si tratteneva al lavoro tanto da dormire lì, e un comodino, dove teneva le coperte ed una sveglia nei cassetti. Sul ripiano erano invece collocata delle fotografie, particolarmente care alla ragazza.
La prima era la foto ufficiale del Team7 appena formato, la seconda invece ritraeva la rosa e Tsunade nei primi tempi in cui la donna le faceva da Sensei, poi Sakura ed Ino. Giungeva in seguito il Nuovo Team7, che era stato soprannominato “7.1”, e un’altra foto sempre insieme alla prosperosa Hokage, dove la ragazza era cresciuta. Le ultime due erano quelle del rinnovato Team7, dove Sasuke era tornato, e una con Sakura e Sasuke.
La donna rise: probabilmente era la foto che Sakura amava di più.
 
Decise di andare direttamente nella stanza del Paziente X ed aspettarla là. Le scrisse dunque un biglietto che lasciò sul comodino proprio accanto all’ultima cornice.
 
 
La stanza si trovava all’ultimo piano e la porta era stata chiusa a chiave e di cui solo lei e la sua allieva avevano una copia. Entrò nella sobria stanza, il cui arredamento era essenziale: un tavolo con alcune erbe, il carrellino dei medicinali e una sedia, oltre al letto del Paziente X.
 
La donna scostò una po’ la tenda ed aprì le tapparelle, facendo entrare un po’ di quel caldo sole estivo. Si sedette poi sulla sedia, posta accanto al letto e cominciò ad osservare il volto del Paziente X.
 
Aveva i lineamenti dolci e non molto spigolosi, per essere un uomo, la pelle era nivea e non sembrava riportare alcuna cicatrice dovuta alle grandi battaglie che aveva combattuto. Nessuna ferita, graffio o abrasione sembrava voler rovinare una pelle tanto pallida e perfetta, nulla a testimoniare il potente ninja che era.
Gli enigmatici occhi erano chiusi e le palpebre coperte da quella striscia viola, unica macchia della pelle. I capelli neri sparsi sul cuscino gli donavano un’aria solenne e quasi spiritata.
 
Solo una parola pronunciò Tsunade accarezzandogli le gote, mentre una lacrima amara le scendeva dagli occhi ambrati.
 
- Orochimaru. -, il suo nome.


 
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[ 913 words ]
 
Okay gente, non so da dove sia uscita questa Shot, ma ‘sta mattina mi sentivo ispirata e ho visto un’immagine che ritraeva la coppia e la fantasia è esplosa - Meglio dire che mi è esploso l'unico neurone.

Chiedo gentilmente la vostra opinione.
Baci,
Tata-chan

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Capitolo 2
*** Ricordi ***




 
.: Sentimenti Lontani :. 
Un piccolo tuffo nel passato



 
La Yamanaka non appena l’Hokage l’aveva lasciata sola, si era diretta fuori dal complesso sanitario, diretta al Campo7.
 
Come Ino si era aspettata, il moro si stava allenando senza risparmiarsi contro alcune sue copie. La bionda attese dietro un albero finché Sasuke non atterrò con la solita compostezza e non un capello fuori posto.
 
- Vieni fuori, Yamanaka. – intimò il ragazzo, voltando lo sguardo nero come la pece verso l’albero dove era nascosta Ino.
 
Lei dunque uscì allo scoperto guardandolo di sottecchi. Stava per aprire la bocca e farne uscire l’ordine trasmesso dall’Hokage, ma lui la interruppe.
 
- Cosa ci fai qui? – domandò, desideroso di tornare al suo allenamento.
 
- Se mi facessi parlare, Uchiha, - disse Ino con stizza – Tsunade-hime ti vuole all’ospedale tra due ore. Sarà nell’ufficio di Sakura. – riferì e, senza alcun cenno di saluto, spiccò un balzo verso gli alberi lì attorno, tornando al suo lavoro.
 
L’Uchiha, nemmeno si chiese il motivo di tale convocazione, immaginandolo già. Prese con sé la sua borsa e, senza aspettare nemmeno un minuto, si diresse al quartiere della sua famiglia per farsi una doccia e cambiarsi.
 
Era sicuramente stato convocato per nuovi sviluppi subiti dal segretissimo Paziente X, meglio conosciuto come Orochimaru. Tsunade era stata furba a secretare il suo nome sui documenti, rifletté il ragazzo, se qualcuno fosse venuto a conoscenza della sua identità, sicuramente quelle vecchie mummie rimbambite dei consiglieri avrebbero avuto da ridire e sicuramente sarebbe accaduto un putiferio.
 
***
 
La ragazza frugava tra i vari cassetti e ricercava appunti riguardanti gli osceni esperimenti condotti dal Signore dei Serpenti.
L’uomo, dopo la guerra, era sparito e perfino Kabuto l’aveva dato morto. 
 
Sasuke si guardava sospettoso intorno con lo Sharingan attivo.
 
- Sasuke-kun, - domandò la ragazza, che non aveva mai rinunciato a quell’affettuoso suffisso – come mai tanta circospezione? –
 
- Senti anche tu questo rumore? – chiese di rimando l’Uchiha.
 
La rosa smise un secondo di frugare tra i vari fogli, facendo così cessare il loro frusciare. Sasuke aveva ragione: al di sotto del rumore prodotto dai fogli si udiva un sommesso lamento.
 
Lo trovarono agonizzane in una scialba branda di pietra, abbandonato a se stesso. 
Sakura cautamente si mosse verso il Sannin e, una volta consyatato che non poteva farle del male, gli aveva passato del chakra verde sul corpo per accertarne la situazione.
 
La rosa sussultò e immediatamente si morse un dito, evocando poi la lumaca Katsuyu.
 
- Riferisci a Tsunade-sama le condizioni di Orochimaru. Lo portiamo a Konoha. – decisa la ragazza e senza aggiungere altro trasferì un poco di chakra curativo nel corpo di Orochimaru, così da poter completare la missione.
 
A termine della missione, Sakura aveva dunque caricato il Signore dei Serpenti sulle sue spalle, lasciando a Sasuke, che nel frattempo non aveva più proferito parola, gli zaini.
 
Una volta a Konoha, Tsunade aveva fatto portare l’ex compagno in una stanza d’ospedale, tramutandone momentaneamente il corpo per evitare putiferio.
 
***
 
Sasuke dunque si recò in ospedale e subito si diresse all’ultimo piano, dove era stato ricoverato il suo ex maestro, in veste di Paziente X.
 
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[ 581 words ]
 
Eccomi.
* Arriva remando a fatica da un mare di parole su una zattera malandata*
Come promesso sono tornata – anche abbastanza in fretta, yay! – col nuovo capitolo.
Ringrazio le gentilissime recensioni giunte al primo capitolo: Lucrezia_Uchiha, Kucchan_ e gabriella92.
Avverto che i capitoli saranno corti, circa la lunghezza di una Shot – dalle 500 parole in poi.
Spero in qualche nuova recensione.
Baci,
Tata.
* Torna a bordo della zattera dismessa, fa ciaociao con la manina e riparte nel mare di parole, tornando a scrivere quelle cosine che piacciono ai suoi adorati lettori o quello che le passa nel contenitore di segatura cervello*

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Capitolo 3
*** Progressi ***








.: Sentimenti Lontani :.
Progressi




Quando entrò nella stanza trovò Tsunade a controllare i valori dell’uomo steso nel letto asettico, mentre Sakura tornava a sedersi al tavolo, preparando alcuni composti a base di erbe.
 
- Volevo fossi presente al suo risveglio. – disse Tsunade anticipando la sua domanda.
 
Sakura a quel punto si alzò, reggendo in mano una terrina dove era posto un liquido verdognolo e, a parer del moro, per nulla invitante.
 
La rosa consegnò il recipiente nelle mani dell’esperta Sannin che aprì delicatamente le labbra tirate di Orochimaru, versandone poi all’interno il contenuto.
Tsunade gli lasciò il viso che andò a posarsi sul cuscino, mentre la donna dava a Sakura la terrina.
 
Il silenzio fu ad un tratto spezzato da un tossire contrito e subito tutti gli occhi erano puntati sul corpo di Orochimaru. Il Sannin tossiva producendo un suono dapprima potente e roco e poi sempre più lieve e rilassato.
 
Quando l’uomo aprì gli occhi gialli, la prima cosa che, sebbene avesse la vista un po’ appannata, fu Tsunade con gli occhi lucidi.
Ma la donna faticava a trattenere le lacrime di gioia. Era felice di essere riuscita a salvare almeno un compagno.
 
Sakura aiutò l’uomo a sedersi, mentre Sasuke rimaneva immobile, in piedi accanto alla pesante porta d’acciaio.
 
- Tsunade… - disse il moro appena recuperate un po’ di energie.
 
- Stia zitto. – gli intimò però la giovane ninja medico – Prima recupera le forze, dopo parla. –
 
Il Sannin sembrò non ascoltarla, preferendo continuare la frase.
- Perché mi hai salvato? – domandò dunque.
 
- E’ stata Sakura, non l’Hokage o io. – preferì rispondere Sasuke.
 
Orochimaru guardò nella direzione della rosa, che stava impastando altre erbe con maestria. Gli sembrò assurdo che una ragazzina del genere potesse averlo curato e che fosse la stessa ragazzina che, oramai un anno prima, aveva cercato di convincere il suo allievo a tornare al Villaggio.
 
- Sakura è il tuo medico personale, dovresti darle retta. – disse Tsunade.
 
Il Sannin traditore ghignò in un modo che a Sasuke piacque poco. Sapeva che dietro quella smorfia si annidava qualcosa di pericoloso.
Anche il viso del ragazzo si deformò in una smorfia sospettosa. Con gli occhi neri sempre puntati sul vecchio maestro portò una mano in prossimità della sua Kusanagi, una fedele compagna che non lo abbandonava mai.
 
- Calmati Sasuke. Orochimaru non torcerà un capello a Sakura. – lo rassicurò Tsunade.
 
La donna conosceva Orochimaru da molto più tempo e poteva affermare con sicurezza che, nonostante il tradimento del villaggio, non era mai cambiato.
Quella sottospecie di sorriso nascondeva tutta l’insicurezza e l’incomprensione dell’uomo.
Comunque Tsunade non potè fare a meno di arricciare le labbra in un lieve sorriso, al pensiero che alla prima parvenza di pericolo per Sakura, Sasuke fosse scattato così.
“Orochimaru non ti ha insegnato solo a combattere.”, pensò l’Hokage, “Un tempo anche lui faceva così.”
 
- Io sono troppo impegnata per occuparmi di te, Orochimaru. – Tsunade mise fine ai dubbi del compagno – Sono l’Hokage, dopotutto. –
 
- Bene, - rispose semplicemente con le labbra pallide tirate in un sorrisetto curioso – Vediamo se l’allieva è degna della sua maestra. –
 
Orochimaru era davvero curioso di sapere chi e cosa fosse capace di fare la fantomatica Sakura, di cui aveva tanto sentito il nome negli inqueti sonni del suo allievo.
Aveva capito che doveva essere una persona importante per lui se ogni volta che poteva, il ragazzo pronunciava quel nome in un sussurro, come fosse la sua ancora di salvezza.
“E’ proprio vero che l’allievo somiglia al maestro. Anche io un tempo mi aggrappavo a lei. “.

 
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[ 586 words ]
 
Salve, sono di nuovo io.
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento, e, come al solito, chiedo la vostra opinione.
 
Vorrei ringraziare gabriella92 che mi segue e ha messo la storia tra le preferite.
 
A questo punto ci sentiamo al prossimo aggiornamento.
Baci, baci.
 
 
P.S.: Avrei inoltre un paio di avvisi che vedrete nelle mie note personali qui, per non fare troppo lungo questo spazio. 

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Capitolo 4
*** Amici ***




.: Sentimenti Lontani :.
Amici

 
- Sakura, va a riposarti. – era stato l’ordine di Tsunade appena era entrata quella mattina.
 
Aveva trovato la sua allieva a scribacchiare qualche appunto, con l’intento di non scordarsi nulla a causa del sonno e della stanchezza che l’affliggevano.
 
- Sì, Tsunade-sama. – la lanconica risposta della ragazza si udì appena nell’asettica stanza, prima che lei chiudesse la porta e si dirigesse nel suo ufficio a dormire un po’.
 
Orochimaru guardò prima la ragazza, appena scomparsa dietro la porta chiusa, e poi la donna che nel frattempo gli si era seduta accanto. Non riusciva a capire tanta dedizione al lavoro – o al paziente – da parte della rosa per non dormire un’intera settimana.
 
- Perché? – domandò dunque alla Godahime.
 
Tsunade, di fatto, dapprima non capì la sua domanda. Puntò lo sguardo nella stessa direzione dell’uomo: il tavolo da lavoro della sua allieva, dove erano poste le sue famose, nonché disgustose, pillole alimentari.
 
- Non lo so. – poté rispondere l’Hokage. Si avvicinò al tavolo e lesse il biglietto che Sakura scribacchiava poco prima: “Orochimaru deve prendere almeno una pillola al giorno.”
 
- Per questo lo devi chiedere a lei. – prese il cestino delle pillole e con esso si avvicinò al moro. Gliene diede in mano una e riposò il cesto al suo posto.
 
Orochimaru intanto guardava la sfera marrone con sospetto, e, sotto lo sguardo incoraggiante di Tsunade la ingerì. Vero che la bionda voleva che si ristabilisse nel migliore dei modi, ma un po’ di sano sadismo non l’aveva perso con l’età: non gli aveva parlato del sapore delle pillole.
 
Con sua enorme sorpresa però, l’uomo non emise lamento o qualsivoglia forma di insulto o minaccia contro la sua allieva. Tutt’al più teneva il viso contrito nella solita inesperssione.
 
- Com’era? – s’azzardò lei.
 
- Insapore, perché? – Orochimaru pensò che sotto la domanda della prosperosa Hokage doveva esserci qualcosa, ma pensò bene di chiederlo direttamente al suo medico.
 
- Nulla, nulla. – rispose prevedibilmente la donna. Fece per alzarsi dalla sedia posta accanto al tavolo e andarsene. Appena ritornata nel suo ufficio a palazzo avrebbe certamente ordinato un referto medico del fantomatico paziente “X” dato che non aveva il tempo di curarsene personalmente.
 
- Prima che tu te ne vada, Tsunade, ho un’altra domanda. – pronunciò il Signore dei Serpenti quando la donna era ad un soffio dalla porta. La sua voce era serissima e non sibilante. Tsunade si preoccupò per questo.
 
- Perché hai permesso a quella ragazza… -
 
- Sakura. – ci tenne a precisare.
 
- … a Sakura di portarmi al Villaggio e curarmi? So che ti ha informato con una lumaca. –
 
La donna rimase spiazzata a tale domanda poiché non aveva una risposta precisa – o almeno l’aveva, solo che non l’aveva ancora accettata. Rivide spezzoni della sua vita mentre parlava al nonno e al fratellino, ai genitori e allo zio del suo amico con la mania dei serpenti. Ricordò che una volta l’aveva chiamato così in sua presenza, tanto per scherzare.
 
- Perché… sei il mio amico con la mania dei serpenti. – Tsunade pronunciò quella frase in un soffio, con le labbra lievemente increspate verso l’alto e senza aggiungere nessuna parola – che sarebbe stata superflua, inutile, che avrebbe rovinato l’essenza magica ed effimera di quel momento – sparì oltre la porta.
 
Anche Orochimaru sorrise. Non di quel ghigno che era solito mostrare, ma di un sorriso vero, di quelli sottili e appena percepibili. Come quello che gli aveva colorato il volto pallido il giorno che Tsunade lo aveva chiamato in quel modo, poco tempo prima del suo abbandono.
 
Sorrise al ricordo di come la chiamava la sua balia all’orfanotrofio, unica persona a cui il riservato e freddo Orochimaru aveva raccontato della compagna: La bella bionda di Orochi-kun.
 
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[614 words]
 
Salve gente!
Ecco qui che con un fortuito lampo d’ispirazione aggiorno con questo capitolo.
Spero sia piaciuto e mi scuso per i lunghi tempi di aggiornamento, ma purtroppo ho gli esami.
Ringrazio molto gabriella92 e merly watase che hanno recensito lo scordo capitolo e hanno messo la storia tra le preferite.
Vi lascio con un bacio e queste belle fan art che ho trovato su internet.
Ciau <3
 


 

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Capitolo 5
*** Chiarimenti ***


 




.: Sentimenti Lontani :.
Chiarimenti
 

 
Sakura rientrò nella stanza di Orochimaru stiracchiandosi un po’. Circa cinque minuti prima infatti, Tsunade era andata a chiamarla con l’incarico di fare i soliti esami al paziente e inviarle il referto.
Tornando nella camera inoltre, la ragazza si era procurata tutti i referti sommari di fine giornata portati dai vari medici nel suo ufficio.
 
La rosa si avvicinò all’uomo con una siringa e gli prelevò del sangue riempiendoci poi una provetta.
 
Erano le sette e doveva consegnare il referto di Orochimaru e il rapporto settimanale dell’ospedale entro le nove.
 
Si sedette quindi al tavolo di legno massello e si mise a fare le sue analisi al microscopio.
Si sentiva però osservata dal Sannin che effettivamente le stava trapassando la schiena con lo sguardo.
 
«Orochimaru… » si trovò indecisa su quale suffisso attribuirgli optando per « Orochimaru-san. Di cosa ha bisogno? »
 
L’uomo ebbe un sussulto. Era meno di due secondi che la stava osservando e lei se ne era accorta subito. “Più in gamba di quanto pensassi, la ragazza”, si ritrovò a pensare.
 
Il Signore dei Serpenti pensò di chiederle delle pastiglie, ma preferì porle una domanda che lo opprimeva dal momento del suo risveglio.
 
« Perché mi hai portato qui? E perché Tsunade te l’ha permesso?» sibilò. Era una domanda posta con un sussurro, quasi l’uomo si vergognasse di tale richiesta.
 
La rosa si irrigidì un attimo, trovandosi impreparata a quella domanda.
 
« Orochimaru-san, lei si è preso cura di Sasuke-kun quando era preda dell’odio verso suo fratello e l’ha cresciuto, sono certa, come fosse figlio suo. E poi, durante la Guerra, ci ha aiutati con l’Edo Tensei e ha salvato Tsunade-sama.» rispose poi, continuando a stilare il referto dell’uomo. Mentre parlava, poi, aveva accennato un piccolo sorriso, forse di riconoscenza per colui che si era mascherato da nemico.
 
Orochimaru intanto ascoltava assorto e stupito dalla maturità espressa da quella ragazza. Immaginò quale dolore avesse provato quando, a causa sua, Sasuke, di cui era tanto innamorata, aveva lasciato il Villaggio.
 
« Quelle sono le motivazioni che mi hanno spinto a prendermi cura di lei. » riprese la rosa, riscuotendo Orochimaru dai suoi pensieri « Tsunade-sama invece l’ha fatto perché prova ancora qualcosa di buono verso di lei. Quando prima mi allenava, mi parlava spesso di lei e qualche volta si rabbuiava, pensando che fosse per colpa sua, che lei tradì il Villaggio. » spiegò la rosa, sorridendo sotto i baffi. Tsunade le aveva detto molto altro ma di certo non  sarebbe stata lei a spiattellare tutto a Orochimaru.
 
Quest’ultimo, di nuovo, rimase sorpreso ma capì che Sakura gli aveva taciuto molto. decise che, per una volta, sarebbe stato lui a parlare. Ma prima aveva un dubbio che non voleva lasciare irrisolto troppo a lungo.
 
«Tsunade mi ha dato una di quelle tue pasticche. Come mai dopo mi ha chiesto che sapore avessero? »
 
la rosa si irrigidì. Aveva fatto di tutto per rendere quelle sue pillole un po’ meno schifose, ma a quella domanda si preoccupò di aver ottenuto il risultato contrario.
 
«Diciamo che avevano un sapore orrendo… » rise nervosa portandosi una mano sopra la testa.
 
“Ora è tutto più chiaro...” pensò Orochimaru con un piccolo ghigno sul volto.
 
«… però quando le ho fatte provare a Sasuke-kun aveva detto che quelle nuove avevano un sapore migliore.»
 
Il Sannin incurvò di nuovo un angolo della bocca, nella massima espressione contenta che potesse mostrare – tale maestro, tale allievo –, nel pensare come Sakura, anche dopo tutto quello che era successo, continuasse a chiamare l’ultimo Uchiha “Sasuke-kun”. Il ghigno però scomparve poco dopo, quando uno spiacevole pensiero fece irruzione nella sua mente.
 
« Dimmi, Sakura, tu ami davvero Sasuke?»
 
« Certo, con tutta me stessa.» la ragazza arrossì ma decise di rispondere nella maniera più sincera.
 
« Allora finisci i resoconti, dopo ti racconterò una vecchia leggenda.» le rispose Orochimaru, enigmatico e la rosa, sebbene un po’ turbata dalla domanda, tornò al suo lavoro, in attesa del racconto.
 
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[568 words]
Hola gente,
Mi sono presa una piccola pausa dallo studio per postare.
Spero possa piacere, anche se non è poi ‘sta gran cosa. Chiedo venia per eventuali errori ma sono distrutta.
Dopo il 26 tornerò alla carica quindi non disperate o fatelo, a voi la scelta.
Ringrazio ancora gabriella92 e merly watase che hanno recensito e saluto le carissime Red_eyes, Kucchan_ e martojacolo.
Benissimo, la smetto di fracassarvi i maroni e me ne torno a studiare.
Vi lascio con queste immagini.
Tata <3

P.S.: Ma quanto sono teneri Hashirama e Tsunade?

 
 

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Capitolo 6
*** Calore ***




.: Sentimenti Lontani :.
Calore
 
 
Tsunade picchiettava con impazienza sulla scrivania in legno, ancora ingombra di documenti e rapporti. Erano ancora le otto e mezzo e sapeva che la sua allieva non si sarebbe presentata prima dello scadere del termine.
 
Stare lì seduta a distruggersi le unghie a forza di sbatterle sul legno la innervosiva ancora di più e decise che sarebbe andata a fare un giro per il villaggio come non faceva ormai da mesi.
 
In quel momento però udì bussare alla porta e sbuffando concesse l’accesso.
Shizune quindi entrò e balbettando annunciò l’ultimo degli Uchiha.
 
La Godahime non poté che stupirsi di quell’inaspettata visita e Sasuke la trovò a sistemare i vari documenti in raccoglitori come se nulla fosse.
 
- Shizune, puoi andare. – congedò la ragazza e poi domandò a Sasuke – A cosa è dovuta la tua visita? –
 
- Ho delle domande. – rispose lui mentre l’ennesimo raccoglitore veniva posato a terra una volta pieno – Riguardo il paziente “X”. – chiarì.
 
La donna allora si alzò, mollando uno dei raccoglitori aperto sulla scrivania e aprì la porta, invitando Sasuke a seguirla.
 
Lo condusse fino al Monte degli Hokage, precisamente all’interno del volto scolpito di suo nonno lo Shodai Hokage
 
- Perché mi ha portato qui, Tsunade-hime? – domandò il ragazzo.
 
- Per la privacy, Sasuke. Così non avremo né occhi né orecchie indiscrete attorno. – spiegò la donna. – Avanti, quali sono i tuoi dubbi? –
 
- Semplicemente non capisco perché Sakura abbia portato Orochimaru a Konoha. –
 
- Per rendergli un favore. – rispose con un piccolo sorriso.
Notò però che il ragazzo era ancora perplesso e sorrise maggiormente: - Chiedilo a lei. –
 
Sasuke, a quel suggerimento, annuì e decise di porre la sua seconda domanda.
 
- Anche lei ha restituito un favore? –
 
Tsunade sussultò ma annuì. Ancora, infatti, non aveva accettato quella risposta che albergava nella sua mente e premeva per uscire allo scoperto.
 
Soddisfatto il ragazzo ringraziò la donna e se ne andò, lasciandola sola mentre lei andava a sedersi accanto alla lapide dell’amato nonno.
Sentì un forte peso gravarle sul cuore e cominciò a parlare alla lapide di Hashirama, traendone subito sollievo. Amava parlare con suo nonno.
 
 
Nel frattempo, Sakura aveva finalmente terminato di stilare il rapporto e camminava tranquilla per le vie del Villaggio diretta all’ufficio della Principessa delle Lumache.
 
- Sakura. – si sentì chiamare. Per lei quella voce era inconfondibile e quando si girò vide Sasuke che le veniva incontro.
 
- Konbawa, Sasuke-kun! – salutò la rosa stringendo al petto il rotolo con il referto sommario dell’ospedale e quello di Orochimaru.
 
- Sakura, perché hai salvato Orochimaru? – chiese il ragazzo, schietto come al suo solito.
 
La ragazza arrossì un poco, più che altro per la risposta che avrebbe dovuto dare. Si fece però coraggio e rispose, come con Orochimaru: « Perché lui si è preso cura di te e, in guerra, ha salvato Tsunade-sama. Gli devo molto.»
 
Sasuke perse un battito a quella risposta. Dopo la guerra, aveva trovato Sakura molto diversa dalla ragazzina insopportabile e noiosa che aveva lasciato. L’aveva trovata più matura e la ragazza non aveva più mostrato nulla che gli potesse far credere che fosse ancora innamorata di lui.
 
A quella risposta, Sasuke sentì un calore pervaderlo e incurvò verso l’alto un angolo della bocca.
 
«Arigatou, Sakura.» sussurrò, sparendo nel buio della sera.
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 [541 words]
 
Salve a tutti!
Ecco qui un altro capitolo, che introduce quello della famosa leggenda.
Spero molto sia piaciuto e colgo l’occasione per dire due cose:
 
Siete fantastici e ringrazio gabriella92 e meryl watase che recensiscono sempre, e skailer lestreinge che con loro ha messo la storia tra le preferite! Poi ringrazio SakuraHaruno che ha messo la storia tra le ricordate e KusHi_na, Juuchan e shera_darcknight che l’hanno messa tra le seguite.
 
Vi dico anche che ho aperto una pagina Facebook dove potrò tenervi aggiornati sullo sviluppo delle storie. A chi fa piacere può passare qui | Tata Randagia EFP |.
 
Grazie a tutti, un bacio,
Tata <3

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Capitolo 7
*** Leggenda ***





.: Sentimenti Lontani :.
Leggenda
 


«Orochimaru-san» chiamò la rosa, sistemandosi il cuscino sui braccioli della sedia posta accanto al letto del paziente.
 
«Sei pronta?» domandò invece l’altro, ansioso.
 
Sakura non si spiegava il perché di tale reazione, ma annuì decisa. Doveva per forza esserci un motivo per il quale quell’omo, solitamente tanto freddo, avrebbe dovuto provare ansia.
 
«Conosci la storia di Indra e Ashura, no?»
 
La ragazza annuì col capo, facendosi più attenta di quanto già non fosse.
 
«Ebbene, con loro viaggiava sempre una ragazza, di nome Jun. I due avevano perso la testa per lei, che, dopo tante avventure, ricambiava Indra. Ashura, arrabbiato, fece sì che la fanciulla credesse che il fratello l’aveva tradita. Jun si ritirò in una vecchia casa in alta montagna e lì si ammalò, per poi morire. Indra, venuto a conoscenza di ciò, giurò vendetta al fratello.» Orochimaru buttò fuori quel fiume di parole, di tanto in tanto sospirando addolorato.
 
Gli occhi di Sakura, cominciarono a divenire lucidi per la tristezza di quella storia. Certo, ma la ragazza ancora non capiva il perché della domanda rivoltale da Orochimaru.
 
«Dimmi Sakura, tu ami davvero Sasuke?» quelle parole ancora le rimbombavano nella testa.
 
«Centra, Sakura.» riprese l’uomo, notata l’espressione corrucciata della giovane «C’entra perché, pensaci bene, Jun era innamorata di Indra, Mito era innamorata di Madara…»
 
E Sakura cominciò a capire. Sapeva che quello della Uzumaki con lo Shodaime Hokage era un matrimonio combinato, segnato dalla sofferenza. Capiva anche cosa c’entrava Mito: era la reincarnazione di Jun.
 
«Tsunade – al solo sentir pronunziare il nome della maestra la ragazza capì il perché l’uomo stesse raccontando tutto quello proprio a lei.
 
Orochimaru, nonostante gli errori commessi, era ancora una brava persona e non voleva che i drammi che avevano perseguito lui in passato facessero cosa analoga a quella ragazza tanto premurosa e al suo allievo, che aveva cresciuto come fosse suo figlio.
 
«Ama lei.» terminò Sakura in un sussurro.
 
Ora capiva perfettamente tutto. Non una lacrima di quelle che poco prima le facevano luccicare gli occhi scese da essi. I suoi occhi verdi – verde prato, verde smeraldo, verde speranza – avevano una luce diversa, quasi aggressiva.
 
Il moro alzò un poco il volto, prima osservante le bianche lenzuola, dove vedeva proiettati i volti di coloro di cui stava raccontando la storia, e guardò la ragazza. La vide con una scintilla negli occhi e un’ accenno di sorriso – no, quello era molto più simile ad un ghigno – le colorava le labbra.
 
«Ora è il mio turno, di porle una domanda. – disse puntando gli occhi verdi in quelli gialli del paziente – Lei ama Tsunade-sama?»
 
Lui rimase a dir poco sorpreso da tale domanda, ma decise di dare fiducia alla ragazza cui brillavano gli occhi. Rivedeva in essi il verde speranza che sempre aveva ricercato negli abiti della compagna.
 
Non rispose, limitandosi a mostrare a Sakura un accenno di sorriso e per lei, quell’espressione parlava chiaro: certo che sì.
 
Né Sakura né, ora, Orochimaru avrebbe rinunciato alla gioia dell’amore che per tanti anni li aveva fatti soffrire.
 
***
 
«E’ seria?» domandò il ragazzo.
 
La donna ripose con un più che eloquente sguardo.
 
«Non lasciare che una leggenda ti rovini la vita.»
 
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[584 words]
 
Kombawa minna!
Finalmente sono tornata dopo gli esami. Vi sono mancata? No!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e aspetto tanti commenti! ^^
Ho pensato che sull'onda di Kishimoto una qualche origine nobile potevo darla pure a Sakura. Anche se ho notato che i team Hashirama-Mito-Madara, Jiraya-Tsunade-Orochimaru, Obito-Rin-Kakashi e Naruto-Sakura-Sasuke sono identici come composizione. Dite che sono andata fouori di testa perchè 5 ore di sonno non bastano? Boh.

Vi ricordo che, per chiunque volesse, sono disposta a scrivere storielle su richiesta, con personaggi, promt, coppie e quello che volete voi.
Per questa sera non ho altro da dire.
 
Mata ne,
Tata-chan <3

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Capitolo 8
*** Riflettere ***





.: Sentimenti Lontani :.
Riflettere
 

Quando l’uomo rimase solo nella stanza, non potè fare a meno di chiedersi cosa avrebbe fatto con Tsunade.
 
Dopo la tacita promessa che aveva stretto assieme alla rosa, era certo che lei l’avrebbe aiutato ma sapeva che anche lui avrebbe dovuto fare la sua parte.
Sorrise pensando che, se davvero Sakura assomigliava alla sua maestra, sarebbe corsa subito da Sasuke, per farsi aiutare.
 
Si chiedeva però che cosa potesse fare per ricostruire quel legame deteriorato da tempo quasi immemore. Certo, se non fosse arrivato lui, probabilmente sarebbe morta, ma quello ora non era che un piccolo anello della catena arrugginita che li univa.
 
Avrebbe potuto parlarle, far capire che ancora ci teneva, dopo tutto quel tempo, ma lui non era bravo a mostrare. No, lui aveva sempre celato, distorto alla vista degli altri quel lato di Orochimaru che amava la luce, i sorrisi, i piccoli gesti, i suoi compagni. Ma, abituato com’era ad apparire sempre e solo interessato alla scienza, completamente indifferente all’esistenza delle altre persone, così solito a vedersi un freddo guscio che racchiudeva una mente da scienziato che si era scordato chi fosse lui veramente.
 
Voltò la testa in direzione della finestra, dove il cielo presentava le prime striature di rosa dell’alba.
Presto Sakura sarebbe tornata per le consuete visite.
Tornò ad osservare il soffitto, bianco, apatico ed inespressivo come il resto della stanza. Dopo una settimana già non sopportava quella specie di reclusione a cui l’avevano sottoposto.
«Almeno i soffitti delle mie basi erano più interessanti..» si concesse di dire a mezza voce.
 
Continuando però a fissarlo, il soffitto, piano piano si tramutò nella tela della sua mente: rivide, là proiettati, la prima volta che si era reso veramente conto di amarla. Era stato durante una missione, prima che sua nonna le insegnasse le arti mediche. Tsunade era ferita gravemente e lui desiderava solo che quel kunai, ricolmo del veleno della Maestra della Sabbia, Chiyo, avesse colpito lui.
Non si era mai spiegato una cosa del genere e, quando ne aveva parlato con la sua balia, lei gli aveva aperto gli occhi.

***
 
Rientrò nella sua stanza col viso smunto e più pallido del solito, senza nemmeno rivolgere il saluto che riservava come unica parola al rientro da una missione.
 
La donna che gestiva l’orfanotrofio, dove alloggiava sin dai tempi di cui aveva memoria, entrò nella camera unicamente dedicata a lui, vista la paura che suscitava negli altri ospiti.
 
«Cosa c’è caro?» si sedette sul letto acanto a lui, che, nel silenzio di cui godeva la camera, rifletteva con gli occhi puntati sulla sua pelle di serpente.
 
Era fermamente deciso a tenersi le sue riflessioni per sé, trovando da solo, come aveva sempre fatto, la soluzione al suo problema, che, per una volta, non riguardava gli altri o la sopravvivenza ma lui stesso e la sua, fino a quel momento ignorata, sfera emotiva.
 
«Su, raccontami tutto.» continuò la donna «È successo qualcosa con la Bella Bionda
 
La donna sorrise quando vide il ragazzo sbuffò e chiuse un attimo gli occhi, preparandosi ad ascoltare ogni, flebile parola che sarebbe uscita dalle sue labbra tirate.
 
«Vede, Teruko-san…»
 
 
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[518 words]
Angolino Autrice
Porca Anath, ho tre mesi di ritardo! Il tempo passava e io rimanevo senza un dannato straccio di idea. Per fortuna, in mio soccorso è arrivato l’episodio di giovedì (374 – Il nuovo Trio) e mi ha ispirato.
Prometto che il prossimo non si farà attendere così tanto!
Okay, ringrazio di cuore tutte le meravigliose persone che mi seguono e che avevano perso le speranze per la continuazione della storia: Middle Fingerskailer lestreingemeryl watase ed Elementi3000che mi ha contattato per sapere se la continuavo oppure l'avevo abbandonata. Grazie a tutti.


Bene, per oggi è tutto.
(si spera) mata ne,
Tata-chan

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Capitolo 9
*** Piani ***




 
.: Sentimenti Lontani :.
Piani
 
 
«… e mi sono sentito come… impotente, non potevo fare nulla per quella ferita. Ho perso il
controllo, per la prima volta, credo, ed ho ucciso tutti quelli di Kumogakure.»
 
Il soffio che portava fuori quelle parole dalla gola di Orochimaru era appena percettibile, ma la donna le comprese perfettamente.
«Oh, caro, che cosa meravigliosa!» squittì con un sorrisetto, in modo da alleviare la tristezza che aveva avvolto il suo protetto.
 
Lui alzò un sopracciglio e la donna chiarì: «Tu la ami, mio caro Orochi-kun. Ti sei innamorato della Bella Bionda, che ovviamente mi dovrai presentare!» sorrise.
 
Una voce dall’altra parte del corridoio richiamò l’attenzione della curatrice che con un raggiante sorriso che le colorava il viso paffuto diede un buffetto sulla testa di Orochimaru e raggiunse la voce, sotto lo sguardo sorpreso del ragazzo.
 
***
 
La porta si aprì, risvegliando il paziente dai suoi pensieri. Sakura prese la scatola delle pastiglie e ne porse una ad Orochimaru. Si sedette stancamente sulla comoda sedia che aveva fatto portare qualche ora prima e iniziò a scribacchiare su un foglietto.
 
La lieve piega all’insù delle sue labbra non sfuggì all’uomo, che subito gliene chiese il motivo.
«Ho una buona notizia, Orochimaru-san…»
«Leva quel “-san”, non mi devi tanto rispetto.» sorrise lievemente anche lui.
«V-va bene, Orochimaru. La buona notizia è che mi prendo una settimana di ferie, anche se in realtà devo andare in missione, ma non importa,» bisbigliò tra sé e sé « e dunque sarà Tsunade-sama ad occuparsi di… te?»
 
L’uomo sbarrò gli occhi di scatto, colto di sorpresa dalla notizia. Rialzò il capo e si voltò a guardarla. Sorrideva e perfino gli occhi cerchiati dalle occhiaie parevano vispi.
«Cosa ci sarebbe di positivo?» domandò. Proprio non riusciva a capire che cosa avrebbe potuto esserci di positivo in una situazione del genere.
 
Sakura sorrise: «Beh, Sasuke mi ha detto che anche Tsunade-sama gli ha raccontato della leggenda di Jun e perfino lui crede che sotto sotto lei la ami.».
 
Se possibile, la sua sorpresa aumentò. Sentiva anche uno strano calore nascergli dal profondo, dalle viscere della sua anima. Allora ho ancora un cuore, un’anima, gli veniva da pensare. Credevo di averle perse… con lei.
Una lieve increspatura colorò anche le labbra dell’uomo e la stanza non parve più così tetra ed asettica a nessuno dei due. Regnava un clima leggero, felice e per quella sera, tra un controllo e l’altro, medico e paziente riuscirono anche a ridere e scambiarsi dei consigli. Parevano amici di vecchia data.
 
Sakura si alzò dalla sedia al calare del sole e chiuse le finestre e le tende. «Comincia a far freddo, oramai.» spiegò. Poi prese tutti i foglietti che aveva scribacchiato il quelle ore e li appuntò alla bacheca sopra il suo tavolo da lavoro, assieme a qualche scatoletta posata sul tavolo.
«Buona notte, Orochimaru.» sorrise prima di uscire.
L’uomo sorrise: «Buonanotte, Sakura.»
 
***


Lo trovò alla Porta Nord del Villaggio, come stabilito. Gli sorrise felice.
«Tutto secondo i piani?» gli chiese.
 
«Ovvio. Tsunade-hime ha accettato anche di delegare Kakashi per svolgere i suoi compiti di Hokage, così che si possa occupare completamente di Orochimaru.» rispose con un lieve ghigno. Strano ma vero, perfino lui riconosceva quanto Sakura fosse stata geniale nel conciliare ogni cosa.
 
Anche Sakura sorrise, felice, e sotto la limpida luce della luna partirono per la missione.
 
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[572 words]
Angolo Autrice
Salve (?)
*schiva pomodoro e sasso*
Veramente, perdono, ma l’ispirazione era andata a farsi benedire e i giuro che guardavo questo foglio di word come fossi una povera zombie impalata. Il vuoto totale .-.
Anyway, ringrazio millemila volte Middle Finger e meryl watase che hanno recensito lo scorso capitolo e  Kucchan_ che mi sopporta e mi fa da beta. Spero che anche questo vi sia piaciuto =)
Se volete lasciate un commento oppure ignoratemi XD
 
Mata ne (si spera),
Tata-chan :3
 
 
 

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Capitolo 10
*** Insieme ***



 
.: Sentimenti Lontani :.
Insieme 

 
Venne svegliato da un raggio di sole che gli solleticava la pelle lattea. Mentre il calore si irradiava sul suo viso, rimasto all’ombra per tanto tempo, un’increspatura gli colorò le labbra. Era sicuro che Sakura, la sera prima, avesse chiuso le tende.
 
Sentì qualcuno sedersi stancamente sulla poltrona che la rosa occupava sino al giorno prima ed udì un sospiro.
 
Tsunade lo guardò, con quei suoi occhi d’ambra cerchiati dalle occhiaie ma con una luce che li rischiarava e li illuminava. Lei sorrise. «E così,» cominciò sottovoce, certa che lui stesse dormendo, «siamo qui, di nuovo io e te, insieme nella stessa stanza, senza cercare di ucciderci. Quanto sarà passato, dall’ultima volta?»
 
«Trentacinque anni, Tsunade.» udì la sua voce, roca e sottile.
 
Le labbra della donna si piegarono in un sorriso dalla nota amara. «Tu sai perché Sakura ha fatto tutto questo, no?»
 
Orochimaru si sedette e fissò i suoi occhi gialli in quelli più scuri della donna. Lui aveva sbarrato gli occhi e poi li aveva socchiusi, con un sorriso rassegnato. Forse, pensò, la ragazza non è riuscita a tenere la bocca chiusa con la sua adorata mae…
 
«Voleva darmi la possibilità di dirti che ti amo ancora.» la sua voce era calda e sommessa e sull’ultima parola, venne incrinata da una lacrima, che le scendeva lenta e solitaria sulla guancia.
 
Orochimaru era stupito. L’ultima cosa che avesse sperato era di essere ricambiato. Ricambiato da quella donna che aveva fatto soffrire per anni e anni, quella donna così forte che nella sua vita aveva subito tante perdite e che credeva non ne fosse più capace. Intimamente, lui, l’aveva data vinta ad Ashura ed alla sua stupida leggenda. Aveva considerato Sakura una povera illusa, credendo che quella maledizione non potesse essere spezzata. Proprio lui, con una mente così scientifica, la stava dando vinta ad una storia, una leggenda, con una vecchia maledizione.
 
«Anche io.» furono le uniche parole che pronunciò, in un sussurro.
 
Il sorriso di Tsunade si allargò e in un impeto di gioia si alzò e fece congiungere le loro labbra. Sbarrò gli occhi gialli e rispose a quel bacio, tanto desiderato quanto inaspettato. Rispose alle labbra premute sulle sue e poco dopo si staccarono.
 
«Ci avevo quasi rinunciato.» disse Tsunade. Il moro alzò la mano, lentamente, e con il dito le asciugò gli occhi e le guance.
 
«Anche io. Non ti ho mai vista piangere.» le confessò. Si era sempre nascosta quando piangeva.
 
Tsunade sorrise tra le lacrime e lo baciò ancora.
 
***
 
All’alba, Sakura si era svegliata di ottimo umore e quando Sasuke gliene aveva chiesto il motivo lei gli aveva risposto: «Ho un buon presentimento, Sas’ke-kun.» e gli aveva sorriso.
 
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[445 words]
 
Angolo autrice
Sì! Ce l’ho fatta =D
Allora, finalmente i nostri piccioncini si sono baciati. Sinceramente, mi sono commossa.
Voi cosa ne dite?
Comunque, questo non è l’ultimo capitolo. Ce ne sarà un altro di sicuro e poi deciderò se fare l’epilogo o meno.
Mi raccomando, lasciatemi un parere! =)
 
Mata ne,
Tata
 

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Capitolo 11
*** Epilogo ***



.: Sentimenti Lontani :.
Epilogo



Sasuke faticava a comprendere l’entusiasmo della ragazza che, davanti a lui, camminava con passo spedito e saltellante, carico di un’allegria che, forse, nemmeno lei si spiegava.
Sakura, una volta finito di compilare il rapporto, aveva smontato le tende e svegliato il compagno, per poi partire alla volta di Konoha e quando le era stato chiesto il motivo di cotanto giubilo, aveva risposto «Ho un buon presentimento, Sas’ke-kun.». 
 
Alla vista delle enormi porte che aprivano le mura Nord del Villaggio, Sakura non si era più trattenuta e aveva preso a correre verso quella soglia. Sasuke comprese dopo il motivo, quello vero, del buon presentimento della ragazza.
Sulla soglia lastricata stavano in piedi due figure, che parevano l’una l’opposto dell’altro.  Tsunade reggeva un Orochimaru alquanto magro ed esile, che quasi faticava a stare in piedi. Entrambi, ognuno a modo proprio, sorrideva, contento come non mai e la gioia splendeva nei loro occhi chiari.
 
«Avete visto, Orochimaru? Il suo desiderio si è avverato!» esclamò la rosa, prima di sorprendere perfino Tsunade abbracciando il Signore dei Serpenti. Lui, dapprima sorpreso, come tutti, ricambiò quel gesto, sentendo un calore che da tanto gli mancava.  Questa ragazza, ammise a se stesso, è davvero speciale. Capisco perché per Tsunade sia come una figlia.
Sasuke, appena arrivato, non poté fare a meno di scuotere lievemente la testa, con l’ombra di un sorriso sulle labbra. Capiva che il suo maestro era tornato quello di un tempo, quello che non rinnegava l’amore.
Pensò che, sì, Sakura era davvero una grande ninja e soprattutto una grande donna, che era riuscita a compiere il miracolo di riconciliare due anime lontane, a ridare vita a sentimenti che parevano morti.
 
Sakura si sciolse dall’abbraccio con Orochimaru e ripeté il gesto con la sua amatissima maestra che le accarezzò la testa, versando perfino una lacrima.
«Grazie, Sakura. Sono così felice… grazie a te!» le sussurrò la donna.
«Sono felice per lei, Tsunade-sama.».
 
Con passo malfermo, l’uomo dagli occhi gialli raggiunse quello che un tempo era stato il suo allievo e gli prese la mano, congiungendola con quella di Sakura, ancora voltata verso la Godaime. A quel contatto, entrambi si stupirono del gesto di Orochimaru, ma Sakura sorrise, contenta, sprizzante gioia da tutti i pori. Lanciò uno sguardo d’intesa a Sasuke che fu ben felice di esaudire la richiesta muta della ragazza: con una mano, pieno di soddisfazione, diede uno spintone al suo ex maestro, facendolo finire addosso al morbido seno di Tsunade.
La prima reazione della donna, fu quella che entrambi i giovani si aspettavano. Finirono abbracciati, dapprima in modo un po’ goffo, ma aggiustando la posizione, quella stretta divenne salda e dolce.
A Sakura scappò perfino un “aw”, con tanto di mani intrecciate e Sasuke si costrinse a non voltarsi dall’altra parte, imbarazzato.
 
Alla fine, quei sogni così utopici e lontani, irraggiungibili, si erano tramutati nella realtà tangibile, nella felicità di ogni giorno.
Mai, per Orochimaru e Tsunade, il sole, le stelle ed il cielo erano stati più brillanti e sereni, ai loro occhi di protagonisti di un amore impossibile, divenuto possibile grazie ad una giovane dai capelli color del ciliegio.
 
_________________________________________________________________________________________________________
[517 words]

Angolino autrice
Ebbene, carissimi, con l'inizio del 2015 si conclude questa mini long dedicata ad una delle mie coppie preferite. 
Spero che questa storiella possa esservi piaciuta, con tutto il cuore.
Ora vi auguro un buon anno, felice, sereno e creativo! 

Jaa ne!

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