Occhi blu.. Occhi verdi.. Occhi gialli.. Occhi argentati.. E i suoi Occhi dorati di dancy184 (/viewuser.php?uid=57567)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nuova fiamma ***
Capitolo 2: *** Marley ***
Capitolo 3: *** Nella lista ***
Capitolo 4: *** La mela e La notte ***
Capitolo 5: *** Guai ***
Capitolo 1 *** Una nuova fiamma ***
occhi occhi occchi ecc
“Sei un grandissimo
idiota!” mi urla.
Mi sposto. Un movimento
impercettibile quasi. Il suo pugno
colpisce il muro di pietra.
Lei soffoca un’imprecazione
e mi fissa con astio. Ricambio
con indifferenza. Una gelida maschera di noia che le da sui nervi.
Inizia ad
urlarmi insulti di ogni genere, ma è come se non la sentissi.
Inizio ad impilare le provette una di
fianco all’altra,
fissando quei pezzi di vetro, senza prendermi il disturbo di ascoltare
le sue
urla fastidiose.
In fondo come si permette lei, una
lurida mezzosangue, anche
solo di parlare con me,un purosangue fin dalle origini?
Deve solo frenare quella sudicia
lingua da so-tutto-io e
inchinarsi davanti alla mia perfezione.
Sbatte le mani sul tavolo, facendo
cadere la piccola
piramide di provette che avevo formato.
“Starei parlando
Malferrett!” urla con fastidio.
Con fare imbronciato sollevo lo
sguardo per incontrare il
suo.
Puah.
Feccia i mezzosangue.
E poi lei è
così altezzosa e imperiosa. Stupida zannuta
secchiona.
Non sa nemmeno con chi ha a che fare.
È pure brutta.
Okay.
Magari brutta no.
In effetti le zanne non le ha
più, ed è anche grazie ad una
fattura di Goyle, in quarta.
Il viso è ovale e
perfetto,incorniciato da folti capelli
ricci,che ricadono sulla schiena, leggermente crespi.
Gli occhi vispi, con le ciglia folte
e color
caramello,contratti in un espressione furente, mentre mi sbraita contro.
Certo, l’abbigliamento
potrebbe migliorare…
In effetti potrebbe anche andare in
giro senza sembrare un
foca monaca, se non una monaca stessa.
Di sicuro c’è un
corpicino niente male sotto quei vestiti da
suora.
Non
sto più di un
secondo a rimirarla.
“Fai tranquilla
mezzosangue… non mi dai fastidio”. Si
morsica il labbro pallido, probabilmente per non esplodere in insulti
poco
adatti alla sua reputazione da santa Gryffindor.
Non riesco a pensare che tutto sto
casino, tutta sta guerra
è per causa sua. Per causa dei suoi genitori. Di tutti i
suoi simili, di tutti
quei dannati mezzosangue.
Inutili.
E Potter ci spreca pure tempo.
Lui in realtà
può fare quel cazzo che gli pare, a me non
interessano le sue stupide avventure.
Sprecare la sua vita e quella dei
suoi amici contro l’uomo
più idiota del mondo.
Io non lo farei.
Anche perché
quell’uomo potrebbe anche essere invitato a
casa mia per pranzo.
Verrebbe davvero.
A casa mia dico.
Mio padre lo accoglierebbe con un
profondo rispetto. Mia
madre con un leggero sussulto, un impercettibile tremore alle gambe, ma
con
riverenza.
Per quanto riguarda me, io non ci
andrei mai a pranzo con
Voldemort.
MAI.
Se lui non avesse perso con lo
Sfregiato, se lui non fosse
caduto come un debole, io non avrei avuto nulla a che fare con lui.
Per quanto io sia purosangue nelle
vene, non mi abbasserei
mai al livello di un mangiamorte.
Io lascio che il tempo faccia il suo
corso, e che i fatti
scivolino via con esso.
Non ho mai preso parte alla guerra.
Non ne prenderò mai
parte, per il semplice fatto che non riguarda me.
Riguarda solo quell’idiota
di Potty e dei suoi amici
babbanofili e mezzosangue.
“Senti mezzosangue:
smettila di sbraitare come un’oca e
aiutami. Voglio finire questa punizione al più
presto”. Mi fissa, come se
avessi appena bestemmiato.
“Caro il mio principino,
questa non è una punizione. Questa
pozione fa parte della categoria compiti extra!!! E
c’è una bella differenza. E
se tu non ti fossi pavoneggiato, insultando tutti a destra e a manca
ora non
saremmo qui!” Mi urla, sempre tenendosi la mano stretta, che
è diventata rossa
e in parte violacea.
Alzo gli occhi al cielo, senza
guardarla.
“Come ti pare Granger, ora
però fai la brava bambina e fai
il compitino per il professorino Piton”.
Glielo dico sgranando gli occhi, un
leggero ghigno sul viso,
come se parlassi ad una bambina di cinque anni.
Ora basta. Glielo si legge negli
occhi.
Mi punta la bacchetta alla gola,
chinandosi verso di me, gli
occhi minacciosamente socchiusi.
Non mi muovo. La fisso solo con
sufficienza.
Brava quanto vuoi, ma quello
più forte sono comunque io.
L’avrei disarmata in mezzo
secondo, sbattendola al muro e
facendola pentire di avermi sfidato.
Ma non si può fare,
perché vedo la gravità e le conseguenze
che porterebbe una cosa del genere.
Espulsione come minimo.
E mio padre non lo avrebbe accettato.
O forse no.
Non credo che lui si interessi molto
a me. In effetti appena
si tocca l’argomento “tuo figlio Draco”
lui sembra improvvisamente troppo
occupato e deve assolutamente andare a leggere il giornale o a dare il
cibo al
serpente o ad ammazzare qualche babbano.
Stringo il pugno, sentendo il freddo
metallo dell’anello
premere contro la mia pelle.
È
sempre meglio la
sua indifferenza. Sempre meglio delle sue punizioni.
Faccio un enorme sforzo per non
rabbrividire di fronte alla
mezzosangue: potrebbe pensare che ho paura.
Io non ho paura.
Di nulla. O quasi.
“Granger: quando hai finito
di giocare ti puoi degnare di
aiutarmi? Non che mi serva il tuo aiuto, ma Piton se ne accorge se non
la fai.
Deve essere almeno un po’ sbagliata… altrimenti
pensa che l’ho fatta da solo, e
che tu non hai preso il comando. Non ho ragione?”
Le sorrido, per nulla amichevole.
È diventata
così rossa che potrei cuocerle un uovo sulla
fronte.
Non penso sia arrossita di vergogna.
Penso più dalla rabbia.
“Malfoy…sei
già morto… Non farmi incazzare”.
Sgrano gli occhi sorpreso.
“Mezzosangue hai detto una
parolaccia? Impressionante….
Addirittura con la minaccia! Vedo che inizi ad imparare qualcosa da
me”.
In effetti è una specie di
giorno storico. Mai sentita la
santa di Grifondoro dire parolacce.
Minacce di morte si, frequenti, ma
parolacce raramente.
Mi fissa con disprezzo,
allontanandosi leggermente.
“TU non potresti insegnarmi
nulla Malferrett. Sei solo un
grandissimo leccapiedi. Non meriti neanche un minimo di
attenzione!” Sbotta
furente.
Sorrido tra me e me.
Eppure lei me ne dedica fin troppe di
attenzioni.
“Sicura? Guarda che ti
posso dare delle ripetizioni sai? Non
hai idea delle magie che potrei fare in camera tua”.
Mi morsico il labbro.
L’ho detto solo per farla
irritare, ma potrebbe pensare
male. Potrebbe pensare a qualcosa che NON c’è.
Mi osserva con disgusto crescente.
Sembra prenderla dal verso giusto,
cioè male.
Serra la presa sulla bacchetta e la
preme sulla mia gola.
Che spreco di tempo. Muoviti
mezzosangue!! Devo andare agli
allenamenti.
“Tu sei ufficialmente morto
Malfoy”. Sussurra con
cattiveria, premendo ancora di più la bacchetta contro il
mio collo.
“Lo faresti davvero?
Uccideresti il sogno ricorrente di
tutto il copro studentesco femminile di Hogwarts!”
Sbuffa, alzando gli occhi al cielo.
“Capirai! Semmai
l’incubo ricorrente”.
“Sei la sola a pensarla
così”. Le dico con un ghigno.
“E infatti sono
l’unica ragazza con un po’ di sale in zucca
in questa scuola”. Sibila in risposta.
Glielo concedo.
Sono quasi tutte delle oche quelle
del settimo anno.
“E poi andiamo, faresti
fuori il migliore amico della tua
nuova fiamma! Non rende tanto bene se è depresso
sai?” Dico con malizia.
Mi fissa disorientata.
_Che cavolo Malfoy, dove sei andato a
parare?_ Di sicuro
lo sta pensando.
Mentre io qui, mi sto bestemmiando
contro in turco, per
essermi fatto scappare l’unica cosa che non doveva scappare
in questo
pomeriggio insopportabile.
Lei in questo momento sta di sicuro
collegando, sempre più
preoccupata la mia frase.
_Migliore amico di Draco? Blaise
Zabini.
Nuova fiamma di chi? Di Hermione
Granger.
Come??? Nuova fiamma di Hermione
Granger????_
Di sicuro lo sta pensando.
E ora mi fissa con diffidenza,
cercando di capire se mi deve
credere o no.
La bacchetta ricade al lato del suo
fianco, leggermente
molle, come se le stesse scivolando dalle mani.
La mano destra ormai è blu.
Però, mica male la Granger.
Ha un ottimo destro.
Non faccio in tempo a chiederle se ha
intenzione di rimanere
a fissarmi con orrore per tutto il pomeriggio, perché la sua
bacchetta sottile
torna a puntarmi contro, stavolta contro il petto, in direzione del
cuore che
secondo lei, non c’era.
“Cosa diamine centra
Zabini?” Mi chiede con freddezza.
Okay, ora sono nella merda.
Mi guarda, esige una risposta.
Ricambio lo sguardo, svogliato.
Odio compiangere quel viso. Non posso
permettermelo nemmeno
per un secondo.
Non posso avere compassione per quel
viso ogni volta che la
insulto.
È
una mezzosangue!! È
feccia.
Eppure quel viso tormentato, ogni
volta che la prendo in
giro davanti a tutti è una vera punizione. Mi sento bene nel
farlo, superiore,
ma una piccola parte di me prova una fitta a vedere i suoi occhi
orgogliosi
fremere un attimo, prima di tornare imperiosi e fermi.
In questo momento mi odia. Forse
più di quanto la odio io,
per quello che ho detto questa mattina in classe.
Ma è vero no? Lei
è uno schifo. Un vero schifo. Indegna persino
da calpestare.
Ho riso, quando Potter è
sbiancato e a Lenticchia è venuto
un colpo, davanti a quell’insinuazione pubblica.
Il sorriso poi è scemato,
sostituito da un ghigno, nel
vedere il viso di lei tremolare appena.
Un ghigno che mi serve solo per
nascondermi, perché nessuno
è davvero degno di vedermi dentro, nemmeno i Serpeverde.
Io sono IL Serpeverde. Nessuno
può capirmi. Io sono il
piccolo principe incompreso.
E una mezzosangue non può
venire e sconvolgermi, tanto da
farmi dimenticare per un attimo che io sono il principe. Che comando IO.
Semplicemente non può.
Per questo la insulto. Per questo mi
odia. Per questo adesso
ci guardiamo con acidità.
“Zabini… beh.
Puoi scoprirlo no?” Mi fissa, ancora più
confusa.
“Che.. che vuoi
dire?” Mi chiede, abbassando la guardia.
Sghignazzo con voce roca.
“Poi ovviamente se lui non
ti basta puoi sempre venire da
me… Te l’ho detto: sarei magi..” Non
riesco a finire.
Lei si volta di scatto, facendomi
morire le parole in gola,
andando con passo deciso verso la porta del sotterraneo.
Come si permette??? Nessuno se ne va
mentre parlo. Nemmeno
se lo sto insultando.
Mi alzo dalla sedia con uno scatto e
in quattro falcate sono
da lei.
Ho avuto uno scatto troppo repentino
e lei non si è accorta
che mi sono alzato.
La sbatto contro il muro con una
spinta.
Lei ricade sulla parete parecchio
spesata, la bacchetta
floscia in mano.
Mi avvicino al suo viso stranito,
senza toccarla, senza
sfiorarla neanche col mantello, un po’ perché sono
un vero amico, un po’ perché
non voglio morire infettato dal sangue sporco della Griffyndor.
“Adesso mi ascolti bene
mezzosangue. Non ti deve nemmeno
passare per l’anticamera del cervello di allontanarti mentre
ti parlo. Seppure
non sono tanto gentile. È una cosa che mi fa andare
semplicemente sui nervi”.
Sta per rispondere per le rime, una
battuta sarcastica sulla
punta del lingua ma la guardo con furia e lei tace.
“Seriamente mezzosangue:
devo andare agli allenamenti e se
non ti muovi a fare questa dannata pozione con me… mi
arrabbio”. La minaccio.
Caspita Draco. Mi arrabbio. Ma che
idiota. Qualcosa di più
originale no?
Sembra pensarlo anche lei, ma decide
di stare zitta e
finisce per stare li a fissarmi, mentre io ancora non la sfioro
nemmeno. Siamo
troppo vicini e la cosa mi rende nervoso.
Se Blaise entrasse in questo momento
andrebbe semplicemente
fuori di testa e io ci lascerei le penne.
Altro che Voldemort!
Lei annuisce, uno strano sorrisetto
sulle labbra pallide e
si sposta in avanti.
Io mi allontano da lei con stizza e
lei si dirige tranquilla
verso il banco, pieno di ingredienti e provette di vetro.
Io mi mordo il pugno, per non
gridarle contro tutti gli
insulti conosciuti in lingua umana e la seguo, con passo più
lento e pesante,
fissando il suo sorriso mentre si siede dove prima avevo occupato il
posto.
“Granger… quella
sedia è mia”. Le dico appena mi avvicino al
banco di legno.
Lei quasi non alza lo sguardo: sta
già tritando le radici di
mandragola, inserendole in una provetta.
“Non penso che ci sia
scritto il tuo nome sai? Quindi siediti
e smettila di fare il bambino”.
Prendo una sedia e mi ci appoggio con
rabbia, mugugnando
imprecazioni.
Inizio a svolgere le complicate
operazioni per finire la
pozione di amicizia, mentre la mezzosangue canticchia sottovoce, un
sorrisino
irritante sulle labbra.
Dannazione quanto è
insopportabile.
Sono praticamente
all’ultimo passaggio quando mi serve un
po’ di polvere di rubino.
Allungo la mano per afferrarne un
po’, ma accidentalmente
sfioro la mano della Granger.
Ritiro la mia di scatto, fissandola
con furore.
La sensazione di calore che viene nel
toccarla non mi piace
affatto.
“Stai attenta a quello che
fai mezzosangue… non voglio
infettarmi”.
Sono bastate quelle parole direi, a
mandare tutto all’aria.
Mi fissa, quasi incredula, facendo
cadere a terra la
bilancia che stava adoperando.
Sposta la sedia e si alza,
allontanandosi da me.
“Andiamo
mezzosangue…. È vero! Devi stare più
attenta…provochi solo disastri!” le urlo dietro.
Non si ferma nemmeno a guardarmi, o a
degnarmi di una
risposta.
Cammina, a passo di marcia, fuori dal
sotterraneo.
“Guarda che se fai
così anche con Blaise, lui non ti vorrà
più!” Ridacchio io.
“Ma andate a quel paese te
e Zabini!” urla con stizza,
sbattendosi la pesante porta di quercia alle spalle.
Mi accascio sulla sedia, un sorrisino
beato sulle labbra.
Finalmente silenzio in
quest’aula!
La pozione la finisco in neanche
mezz’ora e poi posso andare
agli allenamenti.
Mi incanto un attimo nel fissare una
delle tante candele che
illuminano l’aula di Piton.
In lontananza i passi leggeri e
veloci della mezzosangue.
Mica male come fisico, non
c’è che dire. Solo che il fatto
che sia una mezzosangue, e per di più so-tutto-io, le
annulla tutti i pregi.
Ai passi della Granger se ne
aggiungono altri.
È una persona sola. Ha una
camminata diversa, più calma ed
elegante.
Di colpo non sento più
nulla.
La mezzosangue sta parlando.
Si è fermata, e davanti
alla persona meno indicata in questo
momento.
“Ciao Hermione! Sai
dov’è quello scemo di Malfoy?” chiede
tutto allegro.
Sento la Granger
ridacchiare, con un’intonazione maligna.
“Certo: è in
aula di pozioni. Ha detto che ti deve
confessare una cosa sulla tua nuova fiamma. Mah. Non ho mica capito
sai?”.
Un saluto mozzato del moretto e un
risolino da parte della
mezzosangue.
Brutta schifosa di una….
Ma non ho il tempo di formulare un
insulto coerente.
Davanti a me, con
l’espressione più furente che abbia mai
visto, ora c’è Blaise Zabini, che sicuramente
è pronto a sclerare, per la
stronzata che ha appena detto la mezzosangue.
In effetti è
particolarmente bravo nel cruciatus.
E per la prima volta, vorrei davvero
essere lontano dal mio
migliore amico.
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Capitolo 2 *** Marley ***
Quando entro nel dormitorio mi sto
ancora massaggiando la
guancia.
Il mio zigomo sinistro e perfetto
è leggermente arrossato e
pulsa fastidiosamente.
Blaise è stato fin troppo
chiaro direi.
Mi sdraio con fare svogliato sul
divano di pelle, cercando
un po’ di calore da quel camino mezzo spento.
Che pomeriggio da schifo: gli
allenamenti sono andati più
che male, la squadra era decisamente in pessime condizioni e tra poco
incomincia pure il torneo di Quidditch; la pozione per Piton
gliel’ho
consegnata in ritardo e quello per la stizza mi ha detto cinque punti
in meno..
e dico 5!! Mai successo in tutta la mia professione accademica; la Parkinson
mi ha
inseguito per tutto il pomeriggio e ho dovuto deviare per la
scorciatoia più
lunga per arrivare al dormitorio e tanto per cambiare ho dovuto subire
un vero
abuso dalla Bullstrode.
Quella ragazza se non ci sto attento
mi importuna nel mio
letto!
Nella Sala di Serpeverde non
c’è nessuno e l’aria è gelata.
Dio mio, è solo ottobre!
Questo è un freddo da Gennaio…
Dicembre!
Mi chino sulla borsa da Quidditch,
posta ai piedi del
divano, per prendere un paio di biscotti al cioccolato, e in quel
momento lo
sento.
Sbarro gli occhi, incredulo che si
possa arrivare fino a
questo punto.
Mi giro lentamente verso la porta del
dormitorio delle
ragazze.
Passi affrettati, eccitati,
spintonate, risatine isteriche,
ed eccole lì.
L’incubo peggiore che si
possa immaginare e che abbia
camminato tra le mura di Hogwarts.
In un attimo sono tutte intorno a me.
Sorrisi smaglianti, gonne troppo
corte, occhi truccati a
dismisura, posture provocanti.
Non cambio la mia espressione
indifferente, neanche di una
virgola.
“Tesoro sei tornato? Hai
freddo? Com’è andata?”
“Ciao Draco, ti posso
essere di aiuto?”
“Ciao Draco.. non ti sei
fatto vedere ieri”
“Ciao Draco vieni con me a
Hogsmede sabato?”
“Draco amore
c’è una festa domani.. devi venire con
me!!”
“Vuoi un po’ di
cioccolata? Te la porto se la vuoi”
Oh Misericordia!
Neanche mezzo secondo di pace?
Oche. Non fate altro che dire idiozie
dalla mattina alla
sera.
Stupide. Vi uso, me ne faccio quello
che mi pare di voi,
siete solo dei piccoli burattini nelle mie mani e nemmeno ve ne
accorgete.
Presuntuose. Pensate che io sia in
ognuna delle VOSTRE mani.
Ma io non appartengo a nessuno.
Nessuno.
Disperate. Morireste pur di stare con
me…
Senza speranza. Io non faccio felice
nessuno. Sono fatto per
far SOFFRIRE.
“ Una cioccolata. Se non vi
dispiace”.
Banalità.
Scattano su per qualunque cosa io
dica, anche se è banale.
Bleah. Io odio la banalità.
Unisci quattro parole con un sorriso
appena accennato, che
le illude, che mi dipinge come una persona, e loro sono lì,
a strisciare per
me.
Sono troppo bravo in queste cose.
Non è nemmeno tanto
divertente così: troppo facile.
In mezzo secondo sono di nuovo solo.
Sorrido tra me e me di quanto sia
manipolabile la gente.
Mi alzo, portando con me la Nimbus
e la sacca argentata
da capitano della squadra; mi allontano, risalendo per lo stretto
corridoio che
porta alla mia stanza, proprio accanto a quella del caposcuola, una
posizione
privilegiata, persino per un purosangue Serpeverde qualsiasi.
Le ragazze torneranno, ma non si
arrabbieranno con me per la
mia assenza. Non si arrabbiano mai.
E questo mi fa rendere meno, nel
giocare a Casanova con
loro. Il serpente attacca solo se provocato.
E io sono IL principe.
Il principe dei serpenti deve avere
delle provocazioni degne
di essere tali, che nessuna Serpeverde è in grado di
elaborare.
Mi richiudo la porta massiccia dietro
le spalle e entro nel
mio regno… che è infestato dal caos.
Già. Ci devi convivere con
il caos, se sei il migliore amico
di Blaise, ma in questo momento non mi da fastidio.
L’ambiente che mi circonda
è in perfetta armonia con i miei
pensieri.
Ecco cosa c’è
che non va in questi giorni: caos. C’è troppo
caos.
È sorprendente come Blaise
ti porti la soluzione anche senza
farlo apposta.
Mi sdraio sul letto verde scuro,
unico punto della camera
dove non ci siano vestiti dappertutto o avanzi di cibo dimenticati a
metà.
Già.. Blaise è
un bel casino…
Maledissi la mezzosangue,
appena lo vidi varcare la
soglia, gli occhi blu taglienti, le labbra corrucciate.
“Ciao Blaise..
come mai qui?” gli chiesi innocentemente.
Mi guardò con
rabbia crescente, avvicinandosi sempre di
più al banco dove bolliva, pigramente la mia neo-pozione.
“Beh, ero venuto
per vedere come stavi, ma non mi
dispiacerebbe spiaccicarti la faccia adesso, nonostante sia un gesto da
squallido babbano!”
Alzai gli occhi al cielo,
rigirandomi tra le dita una
provetta.
“Quanto la fai
lunga Blaise.. Non le ho detto mica
niente!” Sbottai io, guardandolo di traverso.
Sbatté le mani
sul tavolo.
Ehi! Questa scena
l’ho già vista…
“Al diavolo Dray!
L’unica cosa che non dovevi dire l’hai
spifferata a lei?? Sei troppo un deficiente!”
Okay, va bene tutto,
egoista, stronzo, approfittatore,
sadico e quello che vi pare; ma deficiente proprio no.
Mi alzai, fronteggiando il
mio migliore amico.
“Hai capito
proprio male Blaise. Non sa niente”.
Mi fissò,
inarcando un sopracciglio.
“Cioè..
lo sa, ma non gliel’ho detto proprio
direttamente…”.
Bella scusa del cavolo.
Non lo vidi arrivare il SUO
pugno.
Mi colpì secco,
veloce, allo zigomo sinistro, facendomi
indietreggiare leggermente, la furia nei suoi occhi.
Okay, questa era proprio
bella: vedere Blaise che si
batteva come un babbano qualunque…
Che tristezza
l’amore.
“Ringraziami
Draco, che mi sia sprecato con così poco.
Meriteresti molto di peggio per questo. Dio perché mi fido
di te?” Mi sibilò
contro esasperato.
Io mi ricomposi, mettendo in
ordine la divisa sgualcita.
“Blaise…
è una mezzosangue! È come se mi dicessi che ti
sei innamorato di uno schiopiodo spara coda!”
Abbassò il viso,
lo sguardo improvvisamente triste. Era strano
vedere un Serpeverde così, ma in effetti Zabini era
sorprendente.
Serrò i pugni,
senza guardarmi.
“Io… a
me.. Draco
a me non importa. Lo sai, condivido i tuoi principi, ma per lei.. per
lei è
diverso. Non mi importa se è una mezzosangue”.
Sgranai gli occhi. Questo
era veramente troppo: mi misi a
ridere, ma a ridere così forte che dovetti aggrapparmi ad un
tavolo, per non
cadere.
“Blaise…
ahahah.. sei esilarante.. ahah. Ti giuro, ma
come ti vengono in mente certi scherzi?
Quasi ci credevo. Ma dai, innamorarsi davvero di una
sangue sporco! Ma
ci pensi? Ahahah!”
Quando riuscii a smettere di
ridere avevo le lacrime agli
occhi. Blaise mi fissava, come se gli facessi pena, come se non
riuscissi a
comprendere l’incantesimo più facile e neanche
saperlo applicare.
Nessuno, e dico nessuno, mi
aveva mai guardato così… a
parte LEI ovviamente.
“Pensa quello che
vuoi Draco, per me è così e non
cambierò idea facilmente”.
Ridacchiai, dandomi un
po’ di contegno e ritornando
serio.
“Oddio Blaise.. ma
chi ti capisce?”
Si girò, dandomi
le spalle e raggiungendo la porta del
sotterraneo.
“Non mi aspetto
che tu capisca Draco. Non tutti ne sono
all’altezza”.
E mi lasciò
così, da solo, con una pigra pozione alle
spalle, ormai persa.
Era incredibile.
Seconda volta in un giorno
che mi bidonavano a metà
discorso!
Misericordia.
Certo che avere un amico
così enigmatico ti va venire le
paranoie!
Quella Granger porta troppi casini,
dovrebbe stare più
attenta nel piacere alla gente.
Già il fatto che lei
PIACCIA è di per se incredibile, ma che
poi rapisca il cuore del mio migliore amico.
Cioè, il mio migliore
amico! Mica uno studente Serpeverde
qualsiasi.
Un ragazzo che è fin
troppo sicuro di sé, anche se non lo da
a vedere, e che è pure un grandissimo stronzo quando
vuole… che ovviamente
racconta tutto a me!
Cioè io dovrei stare a
sentire le confessioni inconfessate
del mio amico su una mezzosangue?
Sembra che lei si diverta a
complicarmi la vita, insieme
alla sua Casa di pazzi e ai suoi amici attira - guai schizofrenici.
Rimango a fissare la tenda smeraldo
del baldacchino, e con
tutti questi pensieri mi addormento, un po’ nervoso, con un
groppo allo stomaco
per la frase fin troppo chiara del mio amico.
***
Mentre racconto la stessa storia a
Luna, seduta comodamente
su una poltrona rossa, si avvicina anche Harry, seguito a ruota da Ron.
Luna sorride beata ai miei amici ed
insieme a Ginny mi
incita a continuare.
Calì e Lavanda
praticamente pendono dalle mie labbra.
Sulle ginocchia della Loovegood siede
un piccolo procione
marroncino, che sgranocchia parecchio rumorosamente un biscotto di
almeno
cinque centimetri di diametro.
Mentre Ginny mi ascolta, incredula di
fronte a quel che è
successo, accarezza distrattamente la testolina di Marley (il procione)
che se
ne sta beato e coccolato ad ascoltarmi, come se capisse.
“Ciao Herm! Luna.
Calì. Lavanda. Ginny. Che fate?” Chiede
Ron sedendosi accanto a Luna, prendendo anche lui un biscotto enorme.
Ginny sta per dirgli qualcosa, ma poi
si ferma e ridacchia a
vedere il fratello che si mangia un enorme biscotto per procioni, fatto
di non
so quali ingredienti osceni.
Harry si siede accanto a Ron, con il
broncio, mentre io mi
fermo per la millesima volta nel raccontare la mia
“avventura”.
“Harry va tutto bene?
Cos’è successo?” chiedo, mentre
Lavanda si immusonisce, per il mio millesimo cambio di discorso.
Lui borbotta qualcosa che assomiglia
molto a “quella strega
di trasfigurazioni” e a “me la pagherà
cara”, per poi scuotere la testa con un
enorme sorriso: “No no, tutto bene, solo che la McGranitt
ci ha riempito
di compiti… anche se tu ovviamente li avrai già
finiti..” Mi guarda speranzoso,
come un cane bastonato.
“Non ci pensare nemmeno
Harry. Tu e Ron dovete imparare a
fare DA SOLI i compiti!!” Dico, fissando torva Ron, che mi
lancia uno sguardo
angelico, trangugiando un altro biscotto di Marley.
Harry mugugna altri insulti alla
McGranitt, ma non riesco a
sentirlo, perché Ginny insiste perché continui la
storia.
“Va beh, alla fine
è saltato fuori con una frase del tipo: -Comunque
se Zabini non ti basta ci sono sempre io-, e a quel punto me ne sono
andata,
perché aveva davvero esagerato. Ma vi rendete
conto?”
Calì e Lavanda mi guardano
scioccate, annuendo e
commentando, da brave pettegole quali sono, mentre Ginny gli indirizza
tutti
gli insulti conosciuti e sconosciuti e Ron e Harry si intromettono
nella
conversazione.
“Scusa Herm.. mi sa che mi
sono perso un pezzo.. Cos’è sta
cosa di Zabini?” Mi chiede Ron, improvvisamente serio.
“Oh, lascia perdere
Ron-Ron, è una faccenda tra ragazze
questa!” Cinguetta di rimando Lavanda.
Harry mi fissa un po’
contrariato.
“Col cavolo Lav! Dovunque
ci sono le Serpi c’è qualche
problema, e Zabini è una Serpe: quindi, ci potete spiegare o
è uno sforzo
troppo difficile per voi?”
Chiede improvvisamente irritato Ron.
Lo guardo, ben attenta a non
sbirciare nella direzione di
Harry, che sembra piuttosto contrariato.
“In questo momento
è difficile”. Dico a bassa voce e Ron si
lascia ricadere sul divanetto rosso, con uno sbuffo.
“Fate come vi
pare… tanto lo verrò a scoprire”. Ci
minaccia
lui.
“Dubito”. Gli
freccia velenosa Calì.
Harry ridacchia.
Ron alza gli occhi al cielo e torna a
sgranocchiare il suo
biscotto, sotto gli occhi divertiti di Luna, che ormai, ha perso il
filo della
conversazione.
“Comunque la faccenda
è piuttosto intrigante … Ma sei sicura
che.. LUI non ti abbia mentito?” Mi chiede Lavanda, quasi
sbavando dalla
curiosità.
“Quale faccenda?”
Chiede a bruciapelo Ron.
Noi lo ignoriamo.
“Già,
è questo il punto! Non posso fidarmi.. di LUI!”
Dico,
preoccupata.
“LUI chi?” Chiede
Ron.
“Oh andiamo Hermione! Non
devi nemmeno considerare
l’ipotesi! Devi solo andare a chiederlo al suo.. amico,
personalmente”. Mi dice
Ginny con semplicità.
“Personalmente? Ginny.. io
mi vergogno.. non posso… No. È
fuori discussione”. Dico fermamente.
Lei mi sorride, con fare malizioso.
“Hermione, non saprai mai
la verità se non glielo chiedi”.
“Chiedere cosa?”
Chiede Ron, con un sorrisetto.
Luna si gira verso di me, con un
sorriso beato: “Mi sa che
Ron è geloso”. Dice, senza tanti giri di parole.
Ron scuote la testa, con fare sicuro.
“Si è fissata
con sta storia. Non vuole capire che non mi
piaci più”.
La guarda esasperato e poi torna a
rivolgersi a me.
“Comunque a chi piaci
Herm?”.
Harry alza gli occhi al cielo.
“Non ti arrenderai mai
eh?” Gli chiede il moro divertito.
Ron ridacchia.
Io e tutte le mie amiche lo guardiamo
con freddezza.
“Andiamo
ragazze… Non può essere così
segreto..” Mugugna
lui.
“Beh, lo è, e
certa gente non dovrebbe ficcare il naso negli
affari altrui!” Lo sgrida Ginny.
Harry si copre la testa col cuscino.
È in arrivo una litigata
alla Weasley.
“Ficcare il naso? Io mi
preoccupo per lei!” Ribatte il
rosso.
“Si, figurati, ma se tu sei
più pettegolo delle Patil e di
Lavanda messe insieme!” Gli urla, alzandosi, Ginny.
“Ehi,” Si lamenta
Calì. “dobbiamo offenderci?” chiede
irritata.
Ron ha le orecchie in fiamme e
un’espressione per nulla
cordiale, rivolta alla sorella minore.
“Miseriaccia Ginny, era
solo un po’ di curiosità!”
“Sai dove te la metto la
tua curiosità Ronald?!”
“Oh ti prego
Ginny… non iniziare a fare la volgare okay?”
Oh mamma se ha esagerato.
Il petto di Ginny si gonfia di
rabbia, il viso contratto
dalla furia.
“Sai che ti dico? Non
c’è nemmeno bisogno di farti una
fattura! Sei già ridicolo così! Mezzo procione
del cavolo!!”
E così dicendo si dirige a
passo di marcia verso il
dormitorio delle ragazze, imprecando a mezza voce e facendo scappare
tutti i
bambini del primo anno.
Ron si risiede sul divano,
leggermente perplesso.
“Procione..?” Si
chiede, guardando Marley.
A quel punto si accorge che Marley
sta mangiando un enorme
biscotto marrone, proprio come quello che poco prima stava mangiando
lui.
Ron boccheggia, fissa Marley, poi il
biscotto, poi la
piccola scatolina di latta e infine il suo biscotto mangiato a
metà.
Harry inizia a ridere come un pazzo,
mentre Ron quasi cade
dal divano e assume un colorito verdastro, per aver realizzato di aver
mangiato
cibo per procioni.
“Ma
porca…!”
A questo punto ridiamo tutti e alla
fine Ron si unisce a
noi, sempre con le orecchie leggermente arrossate.
Ad un tratto Luna guarda
l’orologio e salta su, prendendo
Marley per un braccio e la scatolina con i suoi biscotti
dall’altra: “Ragazzi è
tardi! Dobbiamo andare in Sala Grande per la cena”.
Harry si alza dopo di lei, tirando
per un braccio Lavanda, a
peso morto.
“Cavoli è vero..
Ma Ginny? La chiamiamo o..?” Chiede Harry.
Io scuoto la testa: “Meglio
lasciarle sbollire la rabbia, ci
raggiungerà dopo”.
“E poi deve essere
traumatico avere un procione come
fratello no?” Dice con ironia Calì.
E con quest’ultima battuta
( presa anche fin troppo male dal
mio amico rosso), ci incamminiamo verso la Sala
Grande, ignari della grande sorpresa
che ci stava per mostrare Silente.
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Capitolo 3 *** Nella lista ***
Siamo tutti in Sala Grande,un
chiacchiericcio insistente
aleggia tutto intorno a noi.
Sto guardando con noia crescente il
mio piatto di carne
ancora intatto.
La rabbia è rapida a farti
passare la fame.
“Herm mi passi quelle
patate li?” Mi chiede Seamus,
ridacchiando ad una battuta di Ron.
Sbuffo, appoggiando la forchetta e
passandogli il vassoio.
Lui lo prende, tutto allegro, mentre
trangugia un’altra
fetta di carne.
Dean mi guarda con preoccupazione,
con una tintarella da far
invidia ad un cadavere.
“Herm.. sei pallida. Tutto
okay?” Chiede, scatenando una
strana reazione in Harry.
Lo guardo con stizza: senti chi parla.
“Si Dean, tutto
bene”.
Harry mi guarda contrariato, ma non
ho voglia di
confrontarmi con lui, quindi scuoto la testa e torno a fissare il mio
piatto.
È assolutamente
impossibile fare una cena decente quando un
sudicio Serpeverde sta sparlando di te a tutta la sua Casa in modo fin
troppo
chiaro e a voce fin troppo alta.
La sua voce si sente fino a qui.
Riesco persino a immaginarmi il suo
ghigno.
Dio che frustrazione!
Stringo più forte il
coltello nella mano, infilzandolo nella
carne ormai fredda, immaginando che sia la testa di Malfoy.
Piccola serpe di..
“Hermione! Hermione
Granger!!”
I miei pensieri vengono interrotti da
una vocina sottile e
squillante, che proviene dalle mie spalle e che ha il fiatone dalla
troppa
corsa.
Mi giro perplessa, vedendo una
bambina di undici anni
raggiungermi tutta allegra, con la faccia rossa per la fatica e un
sorriso
enorme sul viso.
La guardo con espressione
interrogativa.
Mi fa ciaociao con la manina.
“Hermione Granger! Ciao, io
sono Melanie Coote, la sorella
di Ritchie. È un vostro battitore nel Quidditch, e mi hanno
detto, anzi, mi ha
detto un… una persona di darti questa! Sai, io ti ammiro
molto, anche perché
hai passato un sacco di avventure con Harry Potter e quello…
sì, il rosso, e
poi sei brillante e poi mio fratello ti trova molto carina
e..”
Ritchie si strozza con un cosciotto
di vitello, mentre Luna
fissa sorridente la bambina mora.
Io non so veramente cosa fare, se non
riformulare il
discorso incoerente della Coote e fissare quella pergamena
così sottile e
arrotolata nella mano grassoccia della bambina.
Lei la agita con fervore sotto i miei
occhi.
Do un’occhiata a Ron e
Lavanda che adesso stanno aiutando
Ritchie a riprendersi dallo spavento e poi a Ginny (che ci ha raggiunto
poco
dopo), che osserva tutta la scena divertita.
Prendo la pergamena, un po’
esitante.
“Beh, grazie.
Penso..”
Dico in un soffio.
La bimba mi sorride e poi torna al
tavolo dei Corvonero,
iniziando a parlare animatamente con una sua compagna e indicandomi
numerose
volte.
Scrollo la testa, iniziando a
srotolare la pergamena.
“Hermione, da parte di chi,
è quella pergamena?” Chiede
Harry.
Alzo lo sguardo su di lui, evitando
di fissarlo negli occhi.
“Non lo so”. Dico
semplicemente, tornando alla mia lettera.
“Forse sarebbe meglio
se..” inizia lui.
“Se non ficcassi il naso
negli affari altrui Harry.
Seriamente, lasciala in pace”.
Fisso ammutolita Luna, che sta
guardando in modo truce un
Harry altrettanto scioccato.
Nessuno parla, accanto a me.
Ron e Ginny fissano Luna con la bocca
aperta, mentre gli
altri semplicemente sono paralizzati.
“Luna.. Ma che stai
dicendo?” Chiedo boccheggiando.
Non ho mai visto la bionda
aggressiva.
Non ha mai neanche alzato la sua
vocina di un mezzo tono!
Mi fissa incoraggiante, sempre
quell’espressione strana sul
viso.
“Hermione
leggila”.
Non riesco a fare altro.
Abbasso lo sguardo su quelle poche
righe che hanno suscitato
tanto scalpore.
Cara Signorina Granger. Mi dispiace
informarla che è pregato
il suo immediato abbandono della cena.
La preghiamo inoltre di rimanere per
tutto il resto della
nottata nel suo dormitorio e di tenersi lontana dalla sala grande e dai sotterranei per
almeno due giorni.
Colazione, pranzo e cena, verranno mandate nel suo dormitorio e
sarà giustificata
per le varie lezioni di pozioni.
Questo, a scopo della sua sicurezza.
Maggiori informazioni saranno
recapitate appena possibile.
Cordialmente,
Albus Silente.
Non so quante volte leggo la
pergamena, così perfettamente
scritta, dalla grafia elegante del Preside.
Fisso scioccata la grafia argentata,
mentre intorno a me
ogni rumore viene ovattato dalla mia mente confusa e in cerca di
spiegazioni.
“Perché la Suwlers
e Fawbell se ne vanno?” Chiede incuriosito Neville.
Alzo la testa di scatto, girandomi a
vedere le due ragazze
che si allontanano.
Lentamente anche Abercrombie scatta
in piedi, seguito a
ruota da Fawcett e Bloods.
Sono tutti con espressione
leggermente tesa, come se
cercassero di non dare nell’occhio… ma
soprattutto, stringono tutti una
pergamena sottile nella mano.
La mia bocca si apre meccanicamente.
Sono tutti .. mezzosangue, quelli che
stanno varcando la
soglia in questo momento?
Ad’un tratto mi alzo
anch’io.
A quanto pare non sono proprio
sicura, in quel momento,
nella sala grande.
Escono solo i mezzosangue.. ma allora
sta arrivando?.. Chi
sta arrivando, di così pericoloso per noi?
Non possono essere i mangiamorte!
Silente non permetterebbe
mai…
“Ehi, ma che vi prende a
tutti quanti? Hermione dove stai
andando?” Chiede Calì perplessa.
Scuoto la testa. Come potrei
spiegarglielo? E poi Ron e
Harry si spaventerebbero..
Scavalco la panca e inizio a
camminare verso le pesanti
porte di quercia della Sala Grande.
Per due giorni, sarei stata bandita
da lì.
Lascio tutti un po’
irritati dal mio silenzio, senza che
possano capire che sta succedendo.
Quando oltrepasso le porte e mi trovo
nel corridoio, una
scena piuttosto curiosa mi attende: ci sono
una trentina se non più di ragazzi e ragazze,
soprattutto del terzo e
del quarto anno, che stanno tutti in piedi e nervosi, con la pergamena
tra le
mani a chiedersi che succede.
Si girano a guardarmi, ma non con
ostilità, solo sorrisi
tirati, preoccupati.
Mi si avvicina una ragazza del sesto
anno: Jordan Lopes.
“Ciao Hermione”.
“Ehi Jordan, tutto a
posto?” Chiedo un po’ titubante.
Non ci parlo molto con la Lopes,
per lo più con lei discuto su Artimanzia
in biblioteca.
“Insomma, questa cosa
dell’esilio dalla Sala Grande è
piuttosto strana. Secondo te cosa c’è di
così pericoloso per noi mezzosangue?”
“Ah lo hai notato?
Già siamo solo mezzosangue qui… Non so.
Mi pare una cosa sospetta”.
Dico pensierosa, mentre si avvicinano
altri ragazzi.
“Ma non possono essere i
mangiamorte vero?” Chiede titubante
la
Suwlers.
“Ci ho pensato, ma non
potrebbero mai. Per quale ragione
poi?”
Annuiscono tutti nervosamente. A quel
punto vedo Seamus tra
i ragazzi di Grifondoro, ma non
gli
rivolgo nemmeno un sorriso: non sono dell’umore.
Hagrid spunta fuori dalle porte della
Sala Grande, piuttosto
pallido e agitato.
“Hagrid! Ma senti ci puoi
spie..”
Lui si volta verso di me, abbassando
lo sguardo di parecchi
centimetri.
“Oh… si.. Ciao
Hermione! Senti tutto sto casino… Ehi, ehi! Tutti
voi ragazzi: chi di voi è Prefetto?”
Io e altri due ragazzi alziamo le
mani timidamente.
“Ok… ce
n’è uno per ogni casa no? Cioè.. bene.
Quindi adesso
voi Prefetti portate i ragazzini nei dormitori ok?” Annuiamo
tutti e tre,
radunando i nostri compagni.
Due bambini, probabilmente del primo
anno rimangono in
disparte. Hanno la sciarpa verde e argentata.
Hagrid li squadra indeciso.
“Beh, si.. penso che a voi
ci penso io”. I bambini lo
guardano con estremo timore e lo seguono, quasi correndo, per
raggiungere il
loro dormitorio nei sotterranei.
Io richiamo all’ordine i
Griffyndor e inizio a camminare,
per metterci tutti al sicuro dall’ignoto.
Mentre saliamo l’ultima
rampa di scale, una ragazza di
quinta mi raggiunge.
“Ciao Herm, che storia
eh?”
“Ciao Mel. Già,
piuttosto strana in effetti”.
Melanie Howard annuisce, scuotendo i
lunghi capelli castani.
“Ma quei due bimbi.. erano
di Slytherin.. Possono esserci?
Dei Serpeverde mezzosangue intendo”.
Fisso il corridoio davanti a me con
preoccupazione.
Voldemort.
“Si, penso ci possano
essere”.
Sorride. “Ho saputo
dell’impresa di Harry sai? Tu e Ron..
Wow. Siete proprio una bella squadra. Io avrei avuto molta
paura”.
Oddio. Non hai IDEA, di quanta ne
avevo io.
“Alcuni avrebbero avuto
paura”. Dico con freddezza. Non ho
voglia di parlare, ma da quando sono così associale?
Lei mi sorride di nuovo, con meno
convinzione e torna a
parlottare con le sue compagne.
La Signora
Grassa,
sembra ancora più grassa, se possibile, nel suo vestito
bianco tutto di pizzo.
“Parola
d’ordine?” Chiede tutta zuccherosa. Non proprio in
sintonia con l’umore dei Gryffindor.
“Goldispruzzo”
Sussurro di controvoglia.
Lei fa un cenno allegro e si fa da
parte, per aprire il
solito buco, che dà nella nostra Sala comune calda e
accogliente.
“Okay ragazzi, adesso
andate tutti nei vostri dormitori e
restate buoni. Passerò tra un po’ nelle stanze,
per controllare che non
facciate macello”.
Come parlare ad un muro direi.
Si sparpagliano nella Sala comune,
iniziando a ridere e a
chiacchierare.
-Bah, ci rinuncio-
Salgo su per la scala a chiocciola e
mi fiondo nella mia
stanza, sdraiandomi sul letto.
Cavoli. Fisso la pergamena. Di solito
questi casini
succedono ad Harry, non a me; e poi ho fame.
Cerco qualcosa da mangiare nel
comodino di fianco a me e
trovo una piuma zuccherata: meglio di niente.
Inizio a mordicchiarla, pensando a
tutti i casini di
quest’anno.
Okay, Harry ha battuto Voldemort e
tutto, ma la sua
cattiveria non è sparita: i mangiamorte girano a ruota
libera comunque.
Si sono registrati più
incidenti in questi ultimi mesi che
nei primi tentativi di rimettere Colui-che-non-deve-essere-nominato in
vita.
I più subdoli e i
più insensati dicono che è per colpa di
Harry e che doveva aspettare a uccidere il Signore Oscuro, ma sarebbe
successo
comunque. Ormai il mondo della magia è allo sbaraglio
più totale.
Sospiro, coprendomi il viso col
cuscino.
Perché deve essere tutto
complicato? Io in fondo dovrei solo
pensare ai miei compiti, queste menate sono troppo alla Harry.
Passo così una buona
oretta, i miei pensieri tormentati e il
cuscino sopra la testa.
D’un tratto sento la porta
aprirsi.
Preparati Herm, ti assalteranno
peggio degli avvoltoi.
No. Mi correggo: come dei leoni a
dieta da un mese.
“Hermione! Ci puoi spiegare che è successo?? Ci
hai lasciati lì come dei fessi
e Harry era preoccupatissimo! Accidenti, te ne sei andata sul
più bello… Ma,
Herm è tutto a posto?” La voce di Lavanda a volte
è insopportabile.
Sollevo il cuscino, mostrando
un’espressione piuttosto
mogia.
“No che non va
bene”. Dico in tono esasperato.
Le mie tre amiche si guardano
perplesse, senza capire.
Facilito loro il compito:
“Mi hanno bandito dalla Sala
Grande. E dai sotterranei. Non potrò svolgere le lezioni di
pozioni!” Mi
lamento.
“E ti lamenti?”
Chiede Luna con un sorriso.
“No… ma insomma,
è importante! Questo è l’ultimo
anno”.
Calì sospira.
“Oh insomma Hermione, sei troppo fissata con
lo studio. Devi pur pensare a qualcos’altro!” Io
fisso il vuoto.
“E poi per cena, pranzo e
colazione devo essere servita e
riverita nella Sala comune, il che significa lavoro in più
per quei poveri
elfi…”
Luna si mette a ridere.
“Hermione ti giuro se mi
parli ancora una volta di quel
C.R.E.P.A. … Ti giuro, li faccio crepare davvero i tuoi cari
elfi”.
Fulmino Calì con uno
sguardo, mentre torno a parlare con
Lavanda.
“Avete detto che mi sono
persa il meglio. Magari è per
quello che Silente ci ha fatto uscire”.
Dico pensierosa, mettendomi a sedere.
“Dubito,”
ridacchia Lavanda. “ perché un RDS dovrebbe essere
pericoloso?”
“RDS? E cosa
sarebbe?” Chiedo perplessa. Lavanda ride più
forte.
“Ragazzo Da
Sballo”. Traduce per me Calì.
Inarco un sopracciglio, fissando
Luna, che annuisce,
sognante.
Non faccio in tempo a chiedere nulla
che Lavanda si lancia
in un resoconto dettagliato della faccenda:
“Per fartela breve: appena
Seamus è sparito oltre la porta,
tra l’altro è stato l’ultimo a lasciare la Sala
Grande, Silente ha iniziato un
discorso. Uno dei suoi soliti più che altro, piuttosto
noioso e costituito da
raccomandazioni e avvisi come sempre no? Quindi, lui stava parlando
quando ad
un tratto è rientrato Hagrid, che era uscito con voi per
fare chissà cosa (tra
l’altro dopo ci spieghi bene tutto), che era completamente
fradicio e piuttosto
spaventato. Ha bisbigliato qualcosa a Silente e poi si è
seduto tutto tremante.
Ti giuro Herm, era spaventato a morte. Comunque Silente è
uscito un attimo e
poi è tornato con lui!!! Cioè col Ragazzo Da
Sballo. Lo ha portato davanti a
tutti e ce l’ha presentato. Si chiama Jake Sunders.
È… come spiegartelo Herm? È
bello da morire. È da Sballo! Poi, praticamente,la McGranitt
ha portato il
cappello parlante e lo hanno smistato! Ti giuro, quando il cappello ha
urlato
SERPEVERDE ci sono rimasta troppo male. Speravo venisse da
noi”.
Proprio breve eh?
“Ma è davvero
così carino?” Chiedo, riformulando il discorso
di Lavanda nella mia mente.
Calì alza gli occhi al
cielo: “Pronto?? È Da Sballo no?”
Annuisco. Ovvio no?.
Luna mi sorride. “Devi
crederle Herm: è affascinante. E poi
ha gli occhi gialli. Molto particolari davvero”. Dice
convinta, accarezzando
Marley.
Occhi gialli? In effetti troppo
particolari…
“Comunque lo incrocerai
domani di sicuro. Stai tranquilla,
appena vedi un gruppo di ragazze stile Victor-Krum-ti-amiamo,
lì ci trovi anche
Jake”. Mi rassicura Calì.
“Comunque perché
sei rinchiusa qui con Seamus e gli altri?”
Chiede Luna distratta.
Io mi stringo nelle spalle.
“Non ne ho idea. Silente ha
messo noi … diversi alle
strette. Non possiamo assolutamente mangiare con voi, né
andare nei
sotterranei. Non chiedetemi il perché, ma secondo me
è per questo Sungerks…”
Lavanda ride.
“Herm… è SUNDERS”.
“Scusa!” Dico
facendo la finta offesa e tirandole una
cuscinata.
Lei sembra scioccata.
“No. Tu non l’hai
fatto!” Urla.
Io rido sguaiatamente.
È inevitabile: ci
ritroviamo io, Lavanda e Calì a tirarci
cuscinate e a ridere come delle matte, mentre Luna scuote la testa e si
siede
sul suo letto, cibando Marley con i biscotti marroncini.
Proprio quando Calì cade
giù dal letto tra le risate
generali, viene una scossa dalle scale a chiocciola e suona un leggero
trillo
d’allarme.
Tra le risate ci rimettiamo tutte a
posto, affacciandoci nel
corridoio.
“Chi ha provato a salire
sta volta?” Chiedo distrattamente.
“Sarebbe
quell’idiota di Potter. Vuole parlare con te”.
Risponde una ragazza del sesto anno, spazzolandosi i capelli con fare
annoiato
e galleggiando per il corridoio canticchiando una canzone.
Ormai è un caso
giornaliero: l’allarme suona circa tre volte
al giorno, se non di più.
Mia affaccio sulla scala a
chiocciola, quel tanto per farmi
intravedere dal moretto.
“Herm, ti puoi degnare di
scendere!? Vorrei parlarti”. Dice
piuttosto irritato, cercando di rialzarsi.
Io ridacchio: “Non posso
Harry. Dai, buonanotte, ne parliamo
domani va bene?” Dico, senza aspettare risposta.
Torno con una corsetta in camera,
chiudendo la porta del
nostro dormitorio, ma faccio in tempo a sentire le sue imprecazioni.
“Che voleva
Harry?” Chiede Lavanda con addosso il pigiama.
“Parlarmi, ma
l’ho bidonato”. Dico sorridente.
La mora mi batte il cinque,
stravaccandosi a letto.
Calì si siede con lei,
richiamando la nostra attenzione:
“Sentite ragazze, ho parlato con mia sorella prima, alla
cena, e mi ha detto
che i Revenclaw danno una festa venerdì. Ho già
messo nella lista tutte e
quattro, compresa Ginny”. Dice tutta eccitata.
“Cosa?? Calì non
se ne parla! Quelle feste sono totalmente
fuori controllo… Io non ci vado! Mi hanno raccontato cose
abbastanza negative
su quello che succe…”
Lavanda mi interrompe:
“Hermione smettila di fare la
bambina. Sono feste del tutto innocenti se pensi a quello che fanno i
Serpeverde! È semplicemente un ritrovo di noi studenti per
festeggiare
Halloween okay? Io pensavo anche di non essere invitata, ma ho
un’amica qua che
conosce le persone giuste mi sa”. Dice, facendo il solletico
a Calì.
Lei ride, alzandosi dal letto di
Lavanda e sdraiandosi sul
proprio.
“Ovvio…
comunque, chi è nella lista è OBBLIGATO a venire
Herm, quindi tu vieni. Poi ci sono due ragioni che dovrebbero
invogliarti a
venire e che ti danno una regione per farlo”.
Io la fisso con espressione
interrogativa. “E sarebbero?”
Chiedo sospettosa.
Lei e Lavanda si guardano e
ridacchiano.
“Beh, prima di tutto il
vestito che abbiamo comprato a
Hogsmede l’altro fine settimana”. Dice pratica
Luna, togliendo le parole di
bocca a Calì.
“E
poi…” Continua la mora.
“E poi?” Chiedo
al massimo della curiosità, anche se un po’
preoccupata.
“Beh, e poi
c’è Blaise”.
La fisso scioccata, sentendomi
arrossire.
“COSA???” Urlo
indignata. “Calì che ti salta in
testa??!”
Lei inizia a ridere come una
forsennata. “Mia
sorella ha invitato tutto il settimo
anno di Serpeverde.. Per far venire Blaise!”
La fisso con furia. Non penso
consideri la sua idea ancora
buona vedendo la mia espressione.
Afferro un cuscino.
“Tu non sai quanto io possa
essere terrificante con un
cuscino in mano Calì Patil!”
E senza tanti complimenti mi scaglio
sulla mora, dando il
via ad un’altra guerra di sacchi di piume.
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Capitolo 4 *** La mela e La notte ***
"Ehi tesoro, come te la passi?" Alzo
lo sguardo dal mio libro, con fare annoiato.
"Ciao Daphne. Di cosa hai bisogno?"
Chiedo
pratico, andando dritto al sodo. Cosa difficile in effetti, di solito
con lei non riesco a fare un discorso sensato. Mi fa diventare scemo.
"Andiamo Blaise.. Perchè
fai così?
Insomma non mi guardi più come prima!" Dice capricciosa,
prendendomi una mano. Io alzo gli occhi al cielo. Pensa a Hermione,
Blaise, pensa che Daphne mira solo a rapporti poco sentimentali e molto
movimentati...
Io la scanso, con un'espressione
annoiata degna di un Malfoy e ritorno al mio libro.
"Non scocciare Greengrass. Ho da
fare".
Mi fissa acidamente per qualche
secondo e poi se ne va via, sculettando stizzita.
Oh Santo Merlino... Le donne sono
proprio assurde.
Nella Sala comune non c'è molta gente, giusto qualcuno del
settimo anno che ha l'ora buca. Di Malfoy comunque, nemmeno l'ombra.
Appoggio il libro su un tavolino e
decido di farmi una passeggiata in giardino, tanto c'è
ancora tempo per le lezioni.
Mi alzo con un solo movimento fluido,
destando l'improvviso risveglio delle sei ragazze presenti.
Ridacchio.
Mi raccomando: non sbavate per terra
quando passo.
Scuoto la testa, pensando alla loro stupidità ed esco dalla
Sala
comune, incamminandomi su per le scale.
Dio che frustrazione: andare a quella
festa non mi
va. Nott ci ha praticamente già messo nella lista e ora se
non
andiamo saremo persegiutati da quelle sadiche delle Ravenclaw. Malfoy
l'ha praticamente cruciato quando quel cretino ce l'ha detto, tutto
allegro dopo la cena. A quanto pare, pure Sunders è
invitato.
Figurati se non lo era. Se quello non ci sta attento, se lo mangiano
vivo.
Malfoy non sembrava tanto contento
del suo arrivo
ieri sera. Secondo me ha paura che gli rubi il titolo di Re Dei
Serpeverde e che diventi meno popolare. Stupido. Sarebbe praticamente
impossibile essere più popolare di Draco: non c'è
nessuno
più stronzo e viscido.
Io sono alla pari con lui,
ovviamente, ma solo
perchè sono suo amico. Mi potrebbe oscurare dalla mia vita
sociale in un attimo. Sunders è si, affasciannte quanto
vuoi, ma
poco combattivo su questo campo. Non ha degnato nessuno di noi di uno
sguardo. Restava semplicemente a fissare Silente con frustrazione e i
pugni tesi.
Non penso sia venuto qui
volontariamente. Magari
aveva problemi nella sua vecchia scuola. Però dubito: sembra
perfetto. Mi sa che è per questo che Malfoy è
incazzato.
Sunders è troppo perfetto. E sta pure in camera con me e
Draco.
Ieri non è venuto
però, Piton ha
detto che doveva sbrigare una faccenda importante con Silente.
Sarà un ex mangiamorte infiltrato? Che lavora per Silente?
In
effetti, appena le ragazze si avvicinavano di un metro lui si sposta
immediatamente.
E poi sempre sul lato sinistro.
Può essere.
Magari ha il marchio. Però ho notato che non lo sorprendono
mai
da destra. Magari si sentono più vulnerabili. A volte
l'istinto
ti suggerisce qualcosa che non capisci.
Con questi pensieri spunto nel
giardino assolato, pieno di studenti.
Dei bambini di terza stanno facendo
Cura delle Creature magiche con Hagrid: non hanno un'espressione molto
felice.
Mentre cammino mi guardo intorno:
apenna passo
tutti si girano, le ragazze per adorarmi, i ragazzi per disprezzarmi,
solo i Serpeverde mi guardano con ammirazione. Tutti. Io sono il
braccio destro del Re, no? Ma del Re vero. Non come Weasley. Un Re
giullare, ecco cosè: un Re giullare rosso e lentigginoso.
Sorrido. Amatemi. Sorrisi languidi.
Disprezzatemi
pure. Occhiate arcigne. Io sono comunque il migliore. Forse anche
più di Draco, perchè do meno nell'occhio, e
seduco con
discrezione.
Il sorriso si spegne. Il volto che
cerco non
c'è. Dove diavolo è finita la MIA mezzosangue?
Non
la vedo da quando è volata via dalla sala Grande, sotto lo
sguardo affamato di Potty, per andare chissà dove, con tutti
quegli altri.
Chissà che diamine
è successo, prima che arrivasse Jake. Sembravano tutti
agitati mentre se ne andavano.
Ad un tratto sento delle risatine che
arrivano da dietro.
Oh misericordia.
Che, arriva di nuovo
Sunders????
Mi giro, pronto a dileguarmi
all'arrivo del nuovo Slytherin, circondato da ragazze.
Non c'è. Cioè,
le ragazze ci sono, ma non sono con il loro nuovo idolo.
Oddio. Sono qui per me.
Mi ricompongo, sorridendo a tutte e
dieci, con fare superiore e provocante.
"Avete bisogno? Sono impegnato.. Ma
posso darvi qualche minuto".
Ridacchiano di nuovo, accerchiandomi
senza
ritegno. Ravenclaw del cavolo. Dovevo aspettarmelo che erano pronte a
stuprarmi in pubblico.
"Ehi Blaise.. Ti sta divina la divisa
oggi.. " Fa
una, accarezzandomi una spalla con finta indifferenza. Vedo i suoi
occhi fremere al contatto.
"Ti piace? L'ho comprata nuova per
quest'anno"
Dico sorridente. Bugiardo Blaise. Questa è dell'anno scorso.
Però è divertente giocare con loro.
La ragazza ridacchia, sfiorando di
nuovo la camicia sottile. "Sei proprio divino.."
"Dacci un taglio Thorn. Senti un po'
Zabini, alla
fine vieni o no alla festa di venerdi? Puoi scegliere: si o si?" Chiede
Mandy Brucklehurst. Decisa, scaltra, lo sguardo dritto. Piuttosto
strafottente con tutti. Una vera dura.
Si scioglie completamente in altre
situazioni però...
Mi passo una mano tra i capelli
corvini, come se
ci stessi pensando su. Nove sospiri si levano intorno a me.
Mentre Mandy fissa le sue amiche come se fossero degli Schiopiodi
Sparacoda.
"Mmmh.. Non so cosa sciegliere Mandy.
Penso che
verrò. Credo sia la scielta migliore. E poi, deve essere una
festa divertente no? Senza di me come si fa?" Dico sorridendo alla
ragazza, che ricambia lo sguardo acidamente.
Non aveva accettato che fossi andato
a letto con un'altra quando stavo con lei.
Ma andiamo, io sono Blaise Zabini...
"Bene!" Gira sui tacchi e fa per
andarsene, ma nessuna delle sue amiche la segue. Mi fissano sognanti.
"Ragazze!" Urla con disperazione. Le
amiche
sembrano tronare alla realtà e la seguono con una corsetta,
girandosi un paio di volte verso di me.
Io rido ancora, mentre mi avvicino a
Nott, Bole, Tiger e Draco.
Mi siedo tra i miei amici, rubando
una mela in mano al mio migliore amico.
"Carina la biondina di prima. Come si
chiama ?" Mi fa Nott, rigirandosi tra le mani una altra mela.
"Mandy. Quella.. sai quella che si
è arrabbiata? Perchè ci andavo con un'altra
contemporaneamente?"
Bole annuisce. "Niente male.
Però preferivo
l'altra.. Si chiama Fas Thorn vero? Quella è molto sexy..."
Dice, assottigliando lo sguardo scuro.
Scuoto la testa addentando la mela
rossa. Principianti.
"Dov'eri finito Dray? Sta mattina sei
praticamente scappato dal dormitorio". Dico, masticando il frutto
succoso.
Malfoy si stringe nelle spalle,
riprendendosi la
mela. "In giro. Non avevo sonno". Dice con fare schivo, fissando
annoiato i riflessi del sole che filtrano dai rami dell'albero sotto il
quale siamo seduti.
Ma questo è l'albero del
trio miracoli...
Annuisco. Non ho voglia di litigare
con Draco. Se
mi ha detto una balla davanti a sti idioti, vuol dire che mi
racconterà tutto dopo. Non tutti possono sapere gli affari
del
Re.
Nott ride sguaiatamente ad una
battuta sporca di Tiger, e Draco lo fissa con fastidio.
"Chiudi quella bocca inutile Nott.
Non sono dell'umore per sentirti ridere su delle porcate". Sibila
Draco, addentando la mela.
Nott lo fissa per un secondo, poi
nasce un ghigno sul suo viso chiaro.
"Ti rode perchè andiamo
alla festa non
è vero Draco? Tanto lo sappiamo che ti diverti, con tutti
quei
bei bocconcini...."
"... e non ci riferiamo al buffet"
Finisce con un sorriso ebete Tiger.
Malfoy li guarda con disgusto. "Per
vostra
informazioni, schifosi idioti, io non ho bisogno di una festa, per
accaparrarmi questi.. bocconcini, come li chiamate voi". Nott e Tiger
alzano gli occhi al cielo. "Questa festa è
diversa," Si
intromette Bole. " ci saranno i Gryffinor sta volta".
Mi raddrizzo, improvvisamente
interessato, esattamente come Malfoy.
"Mi stai dicendo che i Grifondoro
partecipano al festino di Halloween? Quel festino?" Chiede Malfoy.
Bole annuisce con fervore.
"Cioè, verrebbero anche
Potty e Weasel a
rovinare il divertimento? Per loro una festa è
caratterizzata
dall'intrattenimento di un pagliaccio e il rincorrersi a moscacieca".
Dico piuttosto irritato, pensando ai due.
"Cos'è moscacieca?" Chiede
Nott. Io scuoto la testa. "Lascia stare Theodor".
"Fatto sta che ci rovineranno la
serata. Che
schifo, che cosa ci andiamo a fare?" Chiede Malfoy, che è
veramente schifato, riappoggiandosi sui gomiti. Lo imito in mezzo
secondo. Il mio umore adesso è a terra.
"Errore. Non ci vanno TUTTI i
Gryffindor".
Fisso accigliato Bole, che guarda noi due principi delle Serpi con fare
gongolante. "Spiegati Bole" Dico senza tanti preamboli. Lui sghignazza.
"Ci vengono solo le pollastre. Vi assicuro che non sono niente male le
Gryffindor.."
Cos'è, va di moda usare
metafore riguardanti il cibo per descrivere le ragazze attraenti?
"E quali sarebbero le BELLE di
grifondoro?" Chiede sarcastico Malfoy, finendo di mangiare la mela.
"Beh, la Patil non è
proprio male...
La Probisher. La McDonald... La loovegood secondo me, se
fosse
più sveglia... POi c'è la Weasley, che nonostante
la
brutta famiglia secondo me se la cava. La Brown... Se non stesse con il
Re Weasley... E poi beh, c'è LA mezzosangue".
Un ringhio sommesso mi esce dal
petto, così
basso che solo Draco lo sente. Il suo sguardo è chiaro:
Datti
una calmata.
"Non posso credere che ti abbassi a
tanto Nott...
La Weasley? Sei proprio coraggioso. Toccheresti davvero una traditrice
del proprio sangue come lei?" Chiede con fare accusatorio il mio amico,
mentre io inizio a distruggere il prato sotto di me con le mani per il
nervoso.
Nott fissa Draco: "No. Molto di
più che toccarla... Tu scherzi Malfoy, ma quella, quella
è peggio di una tigre".
Draco si gira verso il lago, come se
non avesse sentito. Ci rinuncia, si capisce.
"Senti senti eh? La Weasley. Ma sei
matto Theodor?
Se vi becca il Re rosso, quello ti impicca. Secondo lui, la sorella
è intoccabile agli altri. Pensa l'anno scorso, quando stava
con
lo Sfregiato, per un bel po' gli giravano proprio per quel fatto, e si
vedeva--"
"Hai ragione". Interrompe Nott, a
Bole. "LA mezzosangue è decisamente meglio".
Intorno a me, c'è una
specie di muraglia di erba sradicata.
"Eccome se ho ragione: quella c'ha un
corpicino che è da leccarla tutta...."
Tiger ride sguaiatamente. Nott si sta
passando la lingua sulle labbra e Bole ha uno sguardo piuttosto
satanico.
Draco mi fissa con fermezza, ma
questo è troppo.
Tiro fuori la bacchetta, alzandomi in
piedi.
"Tu.." Sibilo, dirigendomi verso Bole.
Bole si guarda intorno spaesato,
indicandosi e sbiancando. Devo sembrare piuttosto spaventoso.
"C-come? Io? ... Cosa... cosa ho
detto?" Dice, indietreggiando.
Non so cosa succede, e
perchè succede, ma
qualcuno mi deve voler molto bene lassù. La situazione viene
miracolosamente salvata da... Non ci credo.
Potter e Weasley sono in piedi,
esattamente dietro
a Bole. In effetti sembra che io sia arrabbiato con lo Sfregiato, non
con il mio compagno di Casa.
Grazie Potty... Adesso sono
in debito con te, senza che tu lo sappia... Meglio.
"Problemi di autocontrollo in mia
presenza Zabini?" Chiede acido il moro.
Oh ti prego. Adesso inzia con le sue
battute penose.
"Sempre Potty. Ti vedo, e
semplicemente impazzisco. Non posso fare a meno di te, mi hai
stregato..." Dico con sarcasmo.
Nott inizia a ridere, alzandosi in
piedi insieme a Bole e Tiger.
Mi circondano.
Bravi ragazzi... Dopo vi
dò il biscottino.
"Evapora Zabini. Te e la tua banda.
Questo è il nostro posto". Sibila il rosso.
"Accidenti Weasel. Che audacia. Non
pensavo ti
sapessi orientare oltre il confine del tuo unico neurone... Continui a
sorprendermi". Sussurra affabile Draco, avvicinandosi fluente a me, le
braccia conserte.
Weasley non sa ribattere. Povero.. A
quanto pare quello stregato da noi è lui.
"Andatevene e basta ok?" Ci dice
scontroso lo Sfregiato.
Draco alza le mani, finto impaurito.
"Scusa
marmocchio sopravvissuto. Ti lasciamo. Mi raccomando, stai attento con
quella penna per fare i compiti... rischi di slogarti una
spalla
e finire sui giornali".
Tiger ride come uno stolto e con due
grandi falcate ci allonaniamo tutti, insultandoli con varie
esclamazioni.
Io rimango indietro. Lo faccio per
guardarlo bene
in quegli occhi che mi disprezzano. Cammino a testa alta io, non come
il rosso, che abbassa subito lo sguardo. Potter è
leggermente
più forte.
"Attento Sfregiato. Tra poco la
prendo..." E
così dicendo faccio spuntare un'altra mela rossa dal nulla,
ridendo al suo sguardo scioccato.
Lo lascio così. Turbato
nel profondo. Col pensiero fisso sulla mezzosangue.
Almeno in questo Potter, noi due
siamo uguali.
***
Questa è la notte. Non la
vedo. Vedo solo le cose con nitidezza, con perfezione, con misura.
Per me la notte non esiste. Questo
per me è un giorno senza fine. Lo sarà sempre.
Cammino su e giù per al
stanza circolare,
cercando di non respirare. Non farlo. Se respiri,
è
peggio. In un attimo le mie vie respiratorie si bloccano.
Non riesco. Devo sentirlo. Devo
respirarlo. Le
sblocco di nuovo, e l'odore torna, come se fosse più forte,
è proprio una pena sentirlo, ma devo. Devo. Non riesco a
resistere. Cammino. Avanti e indietro, avanti e indietro. I gingilli
d'argento ronzano su un tavolino, il pensatotio è poggiato
sulla
scrivania.
Muoviti.
Devo sapere. Devo capire
come.
Non ce la faccio più.
Mi fermo un attimo, nella mia marcia
infinita per l'ufficio, cercando Fanny con lo sguardo.
Poggia dall'altra parte della stanza
rispetto a
dove sono, trema piccina, continua a cantare a squarciagola da quando
sono entrato.
Riprendo a camminare.
Perchè è
così difficile? Mi avevano detto che era più
doloroso al
MOMENTO.... Questo è molto peggio. Mi afferro la pancia con
la
braccia, cercando di placarne l'istinto rabbioso.
"Non puoi mangiare ancora. Sei
debole".
Mi giro di scatto, rimirando con
ferocia la figura imperfetta di Albus.
Con il suo passo elegante percorre
tutta la lunghezza della stanza, per poi accendere le centinaia di
candele con la bacchetta.
Si prende Fanny su un braccio e la
rassicura con
qualche parola sconosciuta al mio orecchio, che però la mia
mente memorizza. La fenice si rilassa e smette di cantare la
sua
paura. Non riesce però a non guardarmi preoccupata. Mi fa fa
sentire ancora più lurido.
"Non ce la faccio Albus.. io devo."
Mi raddrizzo a fatica, cercando di controllarmi davanti a mio zio.
"Non c'è nessuno che in
questo momento ti possa procurare il cibo nipote. E poi, ti sto
mettendo alla prova".
Lo fisso con stupore crescente,
mentre si siede alla scrivania e unisce i polpastrelli delle mani, in
una posizione pensierosa.
"C'è... c'è
qualcosa Albus.
C'è qualcuno che non riesco a controllare". Un brillio
illumina
i suoi occhi. Mi fa segno di avvicinarmi e io mi siedo, sinuosamente
sulla poltrona.
"Riesci a precepire dove?" Chiede con
tono pacato.
Sento che è eccitato. Quello che gli sto per dire
è di
fondamentale importanza. Lo sento dalla vibrazione della sua voce.
Scuoto la testa risentito. "Gira.. lo
perdo.. lo
riprendo.. è tutto molto confuso. In confronto, tutto il
resto
non lo sento".
Annuisce compiaciuto, poggiando la
sua mano rugosa
ma soffice sulla mia, bianca e tirata. "Lo troverai. Intanto, entro
domani ti troveremo il cibo. Per quel mentre i mezzosangue saranno
rilasciati". Sbianco anocra di più, se possibile.
"Albus... i mezzosangue? Non penso di
essere in
grado di.." Balbetto. Mi fa strano. Da troppo tempo ho una
parlata
estremamente corretta e sinuosa.
Lui mi interrompe: "Sarai in grado di
conviverci.
Avrai mangiato. Sarai più forte". Sembra dura la sua voce,
quando me lo dice.
Sospira, mentre io rimango con le
membra tese, aspettando che la sua mano scivoli via dalla mia.
"Sei molto più simile ad
Ariana ora". Alzo lo sguardo, sentendo lo stomaco tirare più
forte a quel nome.
Madre...
Mi immagino il mio cuore che batte
più forte per l'emozione....
"Lei avrebbe preferito la mia morte.
Ha già sofferto per.. questo". dico con voce controllata.
Anni di pratica.
Se fosse stato l'inizio
avrei ucciso amorevolmente Albus, in un tempo decisamente
breve.
Sorride alla mia costatazione. "Non
dubitare
dell'amore di Ariana. Tu sei l'unica cosa che conta per lei.
O
almeno, che contava".
Guardo il vecchio dalla barba
d'argento, vedendo molto di più, sotto quei tristi occhi
azzurri.
"Come faccio a placare l'impulso?"
Chiedo di getto.
Lui si alza, dirigendosi verso la
porta del suo
studio, ancora con Fanny appollaiata sul braccio. Non risponde subito:
prima mi guarda a lungo, sorridendo di tanto in tanto, poi mi fa cenno
di raggiungerlo.
Aggiro la poltrona, varcando al porta
che lui tiene aperta per me.
Modo gentile di buttarmi fuori.
"Non si può placare, se
non con la
determinazione, nipote. Pensaci. Direi che è l'unica cosa
che ti
ha accompagnato fin ora". Così dicendo mi congeda con un
cenno e
chiude la porta con delicatezza.
Determinazione.
Già.
Con quella parola fissa nella mente,
mi incammino verso i sotterranei.
|
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Capitolo 5 *** Guai ***
Calma Herm.
Ci vuole solo un po’ di calma.
Cammino in silenzio, nel giardino deserto e fradicio.
Ho i capelli bagnati e il mantello grondante di pioggia.
Insomma, è davvero così grave che non mangio da
due giorni?
Si che è grave Hermione!! A malapena ti reggi in
piedi… Ma non posso farlo, perché significa
sacrifici in più per quegli elfi così
indifesi…
Mi fermo, a mirare le finestre larghe e alte della Sala Grande: sono
tutte illuminate e un brusio appena percettibile cresce da quelle mura
che vorrei tanto raggiungere.
Sospiro, scuotendo la testa sotto la pioggia che ha ricominciato a
cadere.
Una due tre.. Quante gocce..
Intorno a me c’è solo silenzio e il picchiettare
leggero dell’acqua sul prato verde.
È piacevole. Sono sola per la prima volta
dall’inizio della scuola.
Sola veramente dico, senza problemi.
La mia mente sembra vuota, come se la nebbia intorno a me si fosse
insinuata anche tra i miei pensieri.
Mi siedo sul verde bagnato, coprendo la mia divisa col mantello.
Terribile.
Mi aspetta una serata terribile domani.
Non posso credere che mi sono fatta convincere da quelle oche di Lav e
Calì!
Il vestito di Hogsmede non mi attira tanto.
Mi fa tanto baby-prostituta-incallita.
In effetti preferirei mangiarmi un biscotto di Marley, se non di
Hagrid, invece di partecipare a quel dannato festino.. Ma a quanto pare
si è obbligati ad andare una volta nella Lista.
Che diamine.. Ci sarà pure Blaise.
Mi metterei a piangere se non fosse un’azione da bambina
infantile.
E io sono tutto forchè infantile.
Calì è troppo stupida. Cioè, ha
richiesto la partecipazione di TUTTA la Casa delle Serpi.
TUTTA, solo perché venisse Blaise.
Sinceramente, per quel che mi riguarda, può anche restarsene
nel suo letto malato, con quaranta di febbre, in procinto di morire.
Anche perché non ho intenzione di ballare, bere o fare
qualcosa di pressochè simile al divertirmi.
Non voglio dare soddisfazione a quelle oche delle mie compagne.
Il programma della MIA serata è di rimanere seduta su
qualche sedia, a mo’ di tappezzeria.
Moody ha fatto un incantesimo a Harry, che lo faceva confondere con lo
sfondo, al quinto anno..
Magari Harry se lo ricorda..
“Hermione… Hey!” Una voce si fa largo
tra i miei pensieri e gli incantesimi da me conosciuti.
Ah, parli del diavolo… Ecco Harry.
Lo vedo correre verso di me tra la foschia, un sorriso larghissimo
sullo sguardo blu..
Un momento.
Blu?
M.E.R.D.A.
Scatto all’impiedi,proprio mentre lui si avvicina.
“Ciao Gryffindor. Te la passi male?” Chiede
strafottente, ma con un sorriso.
Ammaliatore del cavolo.
Non posso non fare una smorfia, e poi non mi viene in mente nulla di
brillante da ribattere.
“Si. Abbastanza”. Dico mogia, spazzando via
l’erba aggrappata al tessuto morbido del mio mantello.
“Ottimo”.
Inarco un sopracciglio, cercando di non scivolare sul prato bagnato.
Lui mi afferra con una mano morbida.
“Attenta mezzosangue. Se ti fai la bua, poi ti devo curare
io”. Mi dice lasciandomi, un po’ dispiaciuto dal
contatto spezzato.
Sbianco.
Malfoy non stava mentendo.
“Da quando mi chiami mezzosangue, Zabini?” Chiedo,
cercando di ignorare il mio rossore improvviso nell’aver
afferrato la situazione.
Lui ghigna.
“Quando mi pare” Dice sorridendo.
Okay.
Mi sembrava strano che in quest’ultima settimana fosse
così gentile.
È tornato lo Zabini di prima.
Ci guardiamo per un attimo, io con insicurezza e rossa in viso, lui
deciso e spaccone.
“Io dovrei tornare in Sala comune. Sono fradicia”.
Dico subito dopo, mettendomi in procinto di scappare, appena lui avesse
detto quel fatidico okay.
Il suo sguardo mi percorre in modo a dir poco indecente, prima che
torni a guradarmi negli occhi.
“Ti accompagno”. Dice semplicemente, quando io sto
già facendo il primo passo verso il castello.
Mi giro verso di lui, presa alla sprovvista.
Il suo viso olivastro sembra dipinto nelle nuvole, in quel momento, gli
occhi blu fissi sul mio viso.
“C-come?” Dico, indietreggiando, senza neanche
accorgermene.
Lui sghignazza, incamminandosi verso l’imponente figura del
castello.
Guardo Blaise fare qualche passo, i capelli fradici mossi dal vento
leggero, la nebbia ad avvolgerlo tutto, i pantaloni della divisa a
fasciare le sue gambe muscolose.
Non c’è da stupirsi che sia il braccio destro del
Re Dei Serpeverde.
Si gira a guardarmi, incitandomi a seguirlo, prima di tornare a
galleggiare nella foschia.
Deciso. Sicuro.
Corro.
Mi squadra divertito, mentre fisso i miei piedi bagnati.
“Mezzosangue.. Tu vai alla festa vero?” Chiede
distrattamente, mentre varchiamo il cancello.
Io tengo lo sguardo inchiodato sulle mie scarpe e sui gradini di pietra.
“Ovvio. Tutti vanno al banchetto di Halloween”.
Varchiamo le porte, di pietra anch’esse.
Il corridoio è caldo e asciutto, sicuramente più
del giardino.
Blaise rimane in un silenzio tirato.
Alzo lo sguardo per cercarlo e lo vedo poco più in
là, appoggiato ad un muro.
Una sigaretta stretta fra le dita sottili e uno sguardo accusatorio su
di me.
Non ha IDEA di quanto sia attraente in questo momento, oppure si, il
che sarebbe peggio.
“Sai bene che non mi riferisco a quella festa
Herm..” Dice canzonatorio.
Abbasso lo sguardo risentita, avvicinandomi quel tanto da permettermi
di vederlo chiaramente negli occhi.
Alla luce delle lampade sembra ancora più bello, con tutti i
capelli bagnati appiccicati sulla fronte e le ciglia imperlate di
gocce. Gli occhi blu profondi.
Sospiro: “Calì mi ha obbligato a venire. Mi hanno
comprato anche un vestito”.
Arriccio il naso con fastidio. Lo sto dicendo come a scusarmi, per aver
accettato di andare ad una festa così frivola e
così poco da Prefetto.
Annuisce, dando una boccata alla sottile striscia di carta bianca.
Non sono proprio sicura che sia una normale sigaretta.
“Anche io sono nella Lista”. Dice guardandomi di
sbieco, la testa leggermente inclinata.
Non è in sé, questo è sicuro.
“Senti Zabini.. Ti lascio a fare, beh, i tuoi affari. Mi devo
andare a preparare per questa maledetta festa. Visto che ci sei ci
vediamo lì”. Dico, incamminandomi su per il
corridoio, senza andare perfettamente dritta.
Passano alcuni attimi e mi manca poco per girare l’angolo.
Ti prego: non mi chiamare, non mi chiamare, non mi chiamare, non mi
chiamare…
“Ehi mezzosangue!”
Beh grazie tante, penso fissando il soffitto.
Mi giro lentamente, con espressione curiosa.
Lui si stacca lentamente dalla parete e aspira un’altra
boccata di fumo.
Fa qualche passo nella direzione opposta alla mia e poi si gira, con un
sorriso sghembo.
Dio, lo fa sembrare molto naturale. So che è tutto studiato
comunque, anche se è mezzo fumato, è bravo a
misurare le proprie emozioni.
“Rosso”.
Così dicendo, si incammina, senza girarsi, canticchiando una
canzone in una lingua molto simile all’italiano.
Rimango immobile, gocciolante e perplessa nel corridoio, soppesando
quel colore e quella parola in ogni loro sfaccettatura.
Che vuole dire quel mezzo drogato?
Ma non riesco a rispondermi.
“Chi c’è? Cos’è
stato? Oddio santo.. Tu! Ragazza della malora! Mi sporchi tutto il
pavimento! Via, via!!”. Gazza spunta fuori, con Mrs. Purr
alle calcagna, gesticolando contro di me e indicando freneticamente le
impronte mie e dello Slytherin.
Non me lo faccio ripetere: come una molla corro per il corridoio,
scappando d quel pazzo furioso del nostro custode.
“Me la paghi tu! Hai capito? Tutti voi!! Studenti indegni..
Ah ma mi sente adesso silente!” Mi urla dietro quello.
Come se Silente non avesse già i suoi problemi.. Ma che ne
può sapere un magonò come Gazza?
Salgo gli scalini tre a tre, cercando di raggiungere la Sala comune nel
minor tempo possibile.
Sono in ritardo: la tortur sarà ancora peggio.
“Parola d’ordine?” Trilla tutta
agghindata la Signora Grassa.
“Goldispruzzo!!” Dico trafelata. La donna mi guarda
apprensiva.
“Dovresti riposarti cara, sembri molto
affaticata…” Inizia lei.
“Infatti. Mi faccia passare per favore!” Dico
sbrigativa, cercando di essere cortese.
Lei mi guarda con preoccupazione e si fa da parte.
Nell’entrare dal buco, il mantello si impiglia ad una sedia
appoggiata lì accanto e io cado per terra, picchiando il
fondoschiena con un colpo sonoro.
“Oddio.. ma che… ? Ow! Cavoli che
male…” Mi lamento, cercando di alzarmi.
Una divisa scura e una cravatta rossa e oro.
“Hermione.. Sei un disastro!”
Fisso contrariata Harry, mentre cerca di staccarmi da quella sedia
omicida.
Appena ci riescie io la prendo da una parte e le tiro un calcio ben
mirato, sfogando tutta la mia rabbia di questa settimana.
“Stupida sedia schifosa.. Adesso vede!” Sibilo,
sotto gli occhi esterefatti di tutti.
Harry mi prende per un braccio, appiattendomi contro il muro.
Si gira verso i vari curiosi.
“Tranquilli ragazzi: semplice rabbia repressa contro i
Serpeverde” Dice allegramente e ognuno torna ai propri
affari, più rilassato.
Harry torna a me, con sguardo cupo.
“Ci ho azzeccato, vero Hermione?”
Lo guardo un attimo negli occhi, cercando un modo di mentire.
Cacoli, non ci riesco!
Abbasso lo sguardo, annuendo.
Non devo avere un aspetto molto felice, perché in un attimo
il suo viso si addolcisce e mi accarezza una guancia.
“Ehi, piccola, davvero, puoi parlarne con me”.
Lo fisso diffidente. Capiresti Harry?
“Vieni da me? Ne parliamo. In questi giorni non fai altro che
evitarmi”. Dice tristemente.
Io mi mordo il labbro inferiore: è vero, inutile negarlo.
Perché Harry e Ron non dovrebbero saperlo? Vogliono solo
proteggermi no? Sono i tuoi mgliori amici Herm…
“Harry io…”
“Hermione Granger! Ora sei veramente nei guai!”
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