Occhi blu.. Occhi verdi.. Occhi gialli.. Occhi argentati.. E i suoi Occhi dorati

di dancy184
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nuova fiamma ***
Capitolo 2: *** Marley ***
Capitolo 3: *** Nella lista ***
Capitolo 4: *** La mela e La notte ***
Capitolo 5: *** Guai ***



Capitolo 1
*** Una nuova fiamma ***


occhi occhi occchi ecc

“Sei un grandissimo idiota!” mi urla.

Mi sposto. Un movimento impercettibile quasi. Il suo pugno colpisce il muro di pietra.

Lei soffoca un’imprecazione e mi fissa con astio. Ricambio con indifferenza. Una gelida maschera di noia che le da sui nervi. Inizia ad urlarmi insulti di ogni genere, ma è come se non la sentissi.

Inizio ad impilare le provette una di fianco all’altra, fissando quei pezzi di vetro, senza prendermi il disturbo di ascoltare le sue urla fastidiose.

In fondo come si permette lei, una lurida mezzosangue, anche solo di parlare con me,un purosangue fin dalle origini?

Deve solo frenare quella sudicia lingua da so-tutto-io e inchinarsi davanti alla mia perfezione.

Sbatte le mani sul tavolo, facendo cadere la piccola piramide di provette che avevo formato.

“Starei parlando Malferrett!” urla con fastidio.

Con fare imbronciato sollevo lo sguardo per incontrare il suo.

Puah.

Feccia i mezzosangue.

E poi lei è così altezzosa e imperiosa. Stupida zannuta secchiona.

Non sa nemmeno con chi ha a che fare.

È pure brutta.

Okay.

Magari brutta no.

In effetti le zanne non le ha più, ed è anche grazie ad una fattura di Goyle, in quarta.

Il viso è ovale e perfetto,incorniciato da folti capelli ricci,che ricadono sulla schiena, leggermente crespi.

Gli occhi vispi, con le ciglia folte e color caramello,contratti in un espressione furente, mentre mi sbraita contro.

Certo, l’abbigliamento potrebbe migliorare…

In effetti potrebbe anche andare in giro senza sembrare un foca monaca, se non una monaca stessa.

Di sicuro c’è un corpicino niente male sotto quei vestiti da suora.

Non  sto più di un secondo a rimirarla.

“Fai tranquilla mezzosangue… non mi dai fastidio”. Si morsica il labbro pallido, probabilmente per non esplodere in insulti poco adatti alla sua reputazione da santa Gryffindor.

Non riesco a pensare che tutto sto casino, tutta sta guerra è per causa sua. Per causa dei suoi genitori. Di tutti i suoi simili, di tutti quei dannati mezzosangue.

Inutili.

E Potter ci spreca pure tempo.

Lui in realtà può fare quel cazzo che gli pare, a me non interessano le sue stupide avventure.

Sprecare la sua vita e quella dei suoi amici contro l’uomo più idiota del mondo.

Io non lo farei.

Anche perché quell’uomo potrebbe anche essere invitato a casa mia per  pranzo.

Verrebbe davvero.

A casa mia dico.

Mio padre lo accoglierebbe con un profondo rispetto. Mia madre con un leggero sussulto, un impercettibile tremore alle gambe, ma con riverenza.

Per quanto riguarda me, io non ci andrei mai a pranzo con Voldemort.

MAI.

Se lui non avesse perso con lo Sfregiato, se lui non fosse caduto come un debole, io non avrei avuto nulla a che fare con lui.

Per quanto io sia purosangue nelle vene, non mi abbasserei mai al livello di un mangiamorte.

Io lascio che il tempo faccia il suo corso, e che i fatti scivolino via con esso.

Non ho mai preso parte alla guerra. Non ne prenderò mai parte, per il semplice fatto che non riguarda me.

Riguarda solo quell’idiota di Potty e dei suoi amici babbanofili e mezzosangue.

“Senti mezzosangue: smettila di sbraitare come un’oca e aiutami. Voglio finire questa punizione al più presto”. Mi fissa, come se avessi appena bestemmiato.

“Caro il mio principino, questa non è una punizione. Questa pozione fa parte della categoria compiti extra!!! E c’è una bella differenza. E se tu non ti fossi pavoneggiato, insultando tutti a destra e a manca ora non saremmo qui!” Mi urla, sempre tenendosi la mano stretta, che è diventata rossa e in parte violacea.

Alzo gli occhi al cielo, senza guardarla.

“Come ti pare Granger, ora però fai la brava bambina e fai il compitino per il professorino Piton”.

Glielo dico sgranando gli occhi, un leggero ghigno sul viso, come se parlassi ad una bambina di cinque anni.

Ora basta. Glielo si legge negli occhi.

Mi punta la bacchetta alla gola, chinandosi verso di me, gli occhi minacciosamente socchiusi.

Non mi muovo. La fisso solo con sufficienza.

Brava quanto vuoi, ma quello più forte sono comunque io.

L’avrei disarmata in mezzo secondo, sbattendola al muro e facendola pentire di avermi sfidato.

Ma non si può fare, perché vedo la gravità e le conseguenze che porterebbe una cosa del genere.

Espulsione come minimo.

E mio padre non lo avrebbe accettato.

O forse no.

Non credo che lui si interessi molto a me. In effetti appena si tocca l’argomento “tuo figlio Draco” lui sembra improvvisamente troppo occupato e deve assolutamente andare a leggere il giornale o a dare il cibo al serpente o ad ammazzare qualche babbano.

Stringo il pugno, sentendo il freddo metallo dell’anello premere contro la mia pelle.

È  sempre meglio la sua indifferenza. Sempre meglio delle sue punizioni.

Faccio un enorme sforzo per non rabbrividire di fronte alla mezzosangue: potrebbe pensare che ho paura.

Io non ho paura.

Di nulla. O quasi.

“Granger: quando hai finito di giocare ti puoi degnare di aiutarmi? Non che mi serva il tuo aiuto, ma Piton se ne accorge se non la fai. Deve essere almeno un po’ sbagliata… altrimenti pensa che l’ho fatta da solo, e che tu non hai preso il comando. Non ho ragione?”

Le sorrido, per nulla amichevole.

È diventata così rossa che potrei cuocerle un uovo sulla fronte.

Non penso sia arrossita di vergogna. Penso più dalla rabbia.

“Malfoy…sei già morto… Non farmi incazzare”.

Sgrano gli occhi sorpreso.

“Mezzosangue hai detto una parolaccia? Impressionante…. Addirittura con la minaccia! Vedo che inizi ad imparare qualcosa da me”.

In effetti è una specie di giorno storico. Mai sentita la santa di Grifondoro dire parolacce.

Minacce di morte si, frequenti, ma parolacce raramente.

Mi fissa con disprezzo, allontanandosi leggermente.

“TU non potresti insegnarmi nulla Malferrett. Sei solo un grandissimo leccapiedi. Non meriti neanche un minimo di attenzione!” Sbotta furente.

Sorrido tra me e me.

Eppure lei me ne dedica fin troppe di attenzioni.

“Sicura? Guarda che ti posso dare delle ripetizioni sai? Non hai idea delle magie che potrei fare in camera tua”.

Mi morsico il labbro.

L’ho detto solo per farla irritare, ma potrebbe pensare male. Potrebbe pensare a qualcosa che NON c’è.

Mi osserva con disgusto crescente.

Sembra prenderla dal verso giusto, cioè male.

Serra la presa sulla bacchetta e la preme sulla mia gola.

Che spreco di tempo. Muoviti mezzosangue!! Devo andare agli allenamenti.

“Tu sei ufficialmente morto Malfoy”. Sussurra con cattiveria, premendo ancora di più la bacchetta contro il mio collo.

“Lo faresti davvero? Uccideresti il sogno ricorrente di tutto il copro studentesco femminile di Hogwarts!”

Sbuffa, alzando gli occhi al cielo.

“Capirai! Semmai l’incubo ricorrente”.

“Sei la sola a pensarla così”. Le dico con un ghigno.

“E infatti sono l’unica ragazza con un po’ di sale in zucca in questa scuola”. Sibila in risposta.

Glielo concedo.

Sono quasi tutte delle oche quelle del settimo anno.

“E poi andiamo, faresti fuori il migliore amico della tua nuova fiamma! Non rende tanto bene se è depresso sai?” Dico con malizia.

Mi fissa disorientata.

_Che cavolo Malfoy, dove sei andato a parare?_  Di sicuro lo sta pensando.

Mentre io qui, mi sto bestemmiando contro in turco, per essermi fatto scappare l’unica cosa che non doveva scappare in questo pomeriggio insopportabile.

Lei in questo momento sta di sicuro collegando, sempre più preoccupata la mia frase.

_Migliore amico di Draco? Blaise Zabini.

Nuova fiamma di chi? Di Hermione Granger.

Come??? Nuova fiamma di Hermione Granger????_

Di sicuro lo sta pensando.

E ora mi fissa con diffidenza, cercando di capire se mi deve credere o no.

La bacchetta ricade al lato del suo fianco, leggermente molle, come se le stesse scivolando dalle mani.

La mano destra ormai è blu.

Però, mica male la Granger.

Ha un ottimo destro.

Non faccio in tempo a chiederle se ha intenzione di rimanere a fissarmi con orrore per tutto il pomeriggio, perché la sua bacchetta sottile torna a puntarmi contro, stavolta contro il petto, in direzione del cuore che secondo lei, non c’era.

“Cosa diamine centra Zabini?” Mi chiede con freddezza.

Okay, ora sono nella merda.

Mi guarda, esige una risposta.

Ricambio lo sguardo, svogliato.

Odio compiangere quel viso. Non posso permettermelo nemmeno per un secondo.

Non posso avere compassione per quel viso ogni volta che la insulto.

È  una mezzosangue!! È feccia.

Eppure quel viso tormentato, ogni volta che la prendo in giro davanti a tutti è una vera punizione. Mi sento bene nel farlo, superiore, ma una piccola parte di me prova una fitta a vedere i suoi occhi orgogliosi fremere un attimo, prima di tornare imperiosi e fermi.

In questo momento mi odia. Forse più di quanto la odio io, per quello che ho detto questa mattina in classe.

Ma è vero no? Lei è uno schifo. Un vero schifo. Indegna persino da calpestare.

Ho riso, quando Potter è sbiancato e a Lenticchia è venuto un colpo, davanti a quell’insinuazione pubblica.

Il sorriso poi è scemato, sostituito da un ghigno, nel vedere il viso di lei tremolare appena.

Un ghigno che mi serve solo per nascondermi, perché nessuno è davvero degno di vedermi dentro, nemmeno i Serpeverde.

Io sono IL Serpeverde. Nessuno può capirmi. Io sono il piccolo principe incompreso.

E una mezzosangue non può venire e sconvolgermi, tanto da farmi dimenticare per un attimo che io sono il principe. Che comando IO.

Semplicemente non può.

Per questo la insulto. Per questo mi odia. Per questo adesso ci guardiamo con acidità.

“Zabini… beh. Puoi scoprirlo no?” Mi fissa, ancora più confusa.

“Che.. che vuoi dire?” Mi chiede, abbassando la guardia.

Sghignazzo con voce roca.

“Poi ovviamente se lui non ti basta puoi sempre venire da me… Te l’ho detto: sarei magi..” Non riesco a finire.

Lei si volta di scatto, facendomi morire le parole in gola, andando con passo deciso verso la porta del sotterraneo.

Come si permette??? Nessuno se ne va mentre parlo. Nemmeno se lo sto insultando.

Mi alzo dalla sedia con uno scatto e in quattro falcate sono da lei.

Ho avuto uno scatto troppo repentino e lei non si è accorta che mi sono alzato.

La sbatto contro il muro con una spinta.

Lei ricade sulla parete parecchio spesata, la bacchetta floscia in mano.

Mi avvicino al suo viso stranito, senza toccarla, senza sfiorarla neanche col mantello, un po’ perché sono un vero amico, un po’ perché non voglio morire infettato dal sangue sporco della Griffyndor.

“Adesso mi ascolti bene mezzosangue. Non ti deve nemmeno passare per l’anticamera del cervello di allontanarti mentre ti parlo. Seppure non sono tanto gentile. È una cosa che mi fa andare semplicemente sui nervi”.

Sta per rispondere per le rime, una battuta sarcastica sulla punta del lingua ma la guardo con furia e lei tace.

“Seriamente mezzosangue: devo andare agli allenamenti e se non ti muovi a fare questa dannata pozione con me… mi arrabbio”. La minaccio.

Caspita Draco. Mi arrabbio. Ma che idiota. Qualcosa di più originale no?

Sembra pensarlo anche lei, ma decide di stare zitta e finisce per stare li a fissarmi, mentre io ancora non la sfioro nemmeno. Siamo troppo vicini e la cosa mi rende nervoso.

Se Blaise entrasse in questo momento andrebbe semplicemente fuori di testa e io ci lascerei le penne.

Altro che Voldemort!

Lei annuisce, uno strano sorrisetto sulle labbra pallide e si sposta in avanti.

Io mi allontano da lei con stizza e lei si dirige tranquilla verso il banco, pieno di ingredienti e provette di vetro.

Io mi mordo il pugno, per non gridarle contro tutti gli insulti conosciuti in lingua umana e la seguo, con passo più lento e pesante, fissando il suo sorriso mentre si siede dove prima avevo occupato il posto.

“Granger… quella sedia è mia”. Le dico appena mi avvicino al banco di legno.

Lei quasi non alza lo sguardo: sta già tritando le radici di mandragola, inserendole in una provetta.

“Non penso che ci sia scritto il tuo nome sai? Quindi siediti e smettila di fare il bambino”.

Prendo una sedia e mi ci appoggio con rabbia, mugugnando imprecazioni.

Inizio a svolgere le complicate operazioni per finire la pozione di amicizia, mentre la mezzosangue canticchia sottovoce, un sorrisino irritante sulle labbra.

Dannazione quanto è insopportabile.

Sono praticamente all’ultimo passaggio quando mi serve un po’ di polvere di rubino.

Allungo la mano per afferrarne un po’, ma accidentalmente sfioro la mano della Granger.

Ritiro la mia di scatto, fissandola con furore.

La sensazione di calore che viene nel toccarla non mi piace affatto.

“Stai attenta a quello che fai mezzosangue… non voglio infettarmi”.

Sono bastate quelle parole direi, a mandare tutto all’aria.

Mi fissa, quasi incredula, facendo cadere a terra la bilancia che stava adoperando.

Sposta la sedia e si alza, allontanandosi da me.

“Andiamo mezzosangue…. È vero! Devi stare più attenta…provochi solo disastri!” le urlo dietro.

Non si ferma nemmeno a guardarmi, o a degnarmi di una risposta.

Cammina, a passo di marcia, fuori dal sotterraneo.

“Guarda che se fai così anche con Blaise, lui non ti vorrà più!” Ridacchio io.

“Ma andate a quel paese te e Zabini!” urla con stizza, sbattendosi la pesante porta di quercia alle spalle.

Mi accascio sulla sedia, un sorrisino beato sulle labbra.

Finalmente silenzio in quest’aula!

La pozione la finisco in neanche mezz’ora e poi posso andare agli allenamenti.

Mi incanto un attimo nel fissare una delle tante candele che illuminano l’aula di Piton.

In lontananza i passi leggeri e veloci della mezzosangue.

Mica male come fisico, non c’è che dire. Solo che il fatto che sia una mezzosangue, e per di più so-tutto-io, le annulla tutti i pregi.

Ai passi della Granger se ne aggiungono altri.

È una persona sola. Ha una camminata diversa, più calma ed elegante.

Di colpo non sento più nulla.

La mezzosangue sta parlando.

Si è fermata, e davanti alla persona meno indicata in questo momento.

“Ciao Hermione! Sai dov’è quello scemo di Malfoy?” chiede tutto allegro.

Sento la Granger ridacchiare, con un’intonazione maligna.

“Certo: è in aula di pozioni. Ha detto che ti deve confessare una cosa sulla tua nuova fiamma. Mah. Non ho mica capito sai?”.

Un saluto mozzato del moretto e un risolino da parte della mezzosangue.

Brutta schifosa di una….

Ma non ho il tempo di formulare un insulto coerente.

Davanti a me, con l’espressione più furente che abbia mai visto, ora c’è Blaise Zabini, che sicuramente è pronto a sclerare, per la stronzata che ha appena detto la mezzosangue.

In effetti è particolarmente bravo nel cruciatus.

E per la prima volta, vorrei davvero essere lontano dal mio migliore amico.

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Capitolo 2
*** Marley ***


Quando entro nel dormitorio mi sto ancora massaggiando la guancia.

Il mio zigomo sinistro e perfetto è leggermente arrossato e pulsa fastidiosamente.

Blaise è stato fin troppo chiaro direi.

Mi sdraio con fare svogliato sul divano di pelle, cercando un po’ di calore da quel camino mezzo spento.

Che pomeriggio da schifo: gli allenamenti sono andati più che male, la squadra era decisamente in pessime condizioni e tra poco incomincia pure il torneo di Quidditch; la pozione per Piton gliel’ho consegnata in ritardo e quello per la stizza mi ha detto cinque punti in meno.. e dico 5!! Mai successo in tutta la mia professione accademica; la Parkinson mi ha inseguito per tutto il pomeriggio e ho dovuto deviare per la scorciatoia più lunga per arrivare al dormitorio e tanto per cambiare ho dovuto subire un vero abuso dalla Bullstrode.

Quella ragazza se non ci sto attento mi importuna nel mio letto!

Nella Sala di Serpeverde non c’è nessuno e l’aria è gelata.

Dio mio, è solo ottobre! Questo è un freddo da Gennaio… Dicembre!

Mi chino sulla borsa da Quidditch, posta ai piedi del divano, per prendere un paio di biscotti al cioccolato, e in quel momento lo sento.

Sbarro gli occhi, incredulo che si possa arrivare fino a questo punto.

Mi giro lentamente verso la porta del dormitorio delle ragazze.

Passi affrettati, eccitati, spintonate, risatine isteriche, ed eccole lì.

L’incubo peggiore che si possa immaginare e che abbia camminato tra le mura di Hogwarts.

In un attimo sono tutte intorno a me.

Sorrisi smaglianti, gonne troppo corte, occhi truccati a dismisura, posture provocanti.

Non cambio la mia espressione indifferente, neanche di una virgola.

“Tesoro sei tornato? Hai freddo? Com’è andata?”

“Ciao Draco, ti posso essere di aiuto?”

“Ciao Draco.. non ti sei fatto vedere ieri”

“Ciao Draco vieni con me a Hogsmede sabato?”

“Draco amore c’è una festa domani.. devi venire con me!!”

“Vuoi un po’ di cioccolata? Te la porto se la vuoi”

Oh Misericordia!

Neanche mezzo secondo di pace?

Oche. Non fate altro che dire idiozie dalla mattina alla sera.

Stupide. Vi uso, me ne faccio quello che mi pare di voi, siete solo dei piccoli burattini nelle mie mani e nemmeno ve ne accorgete.

Presuntuose. Pensate che io sia in ognuna delle VOSTRE mani.

Ma io non appartengo a nessuno. Nessuno.

Disperate. Morireste pur di stare con me…

Senza speranza. Io non faccio felice nessuno. Sono fatto per far SOFFRIRE.

“ Una cioccolata. Se non vi dispiace”.

Banalità.

Scattano su per qualunque cosa io dica, anche se è banale.

Bleah. Io odio la banalità.

Unisci quattro parole con un sorriso appena accennato, che le illude, che mi dipinge come una persona, e loro sono lì, a strisciare per me.

Sono troppo bravo in queste cose.

Non è nemmeno tanto divertente così: troppo facile.

In mezzo secondo sono di nuovo solo.

Sorrido tra me e me di quanto sia manipolabile la gente.

Mi alzo, portando con me la Nimbus e la sacca argentata da capitano della squadra; mi allontano, risalendo per lo stretto corridoio che porta alla mia stanza, proprio accanto a quella del caposcuola, una posizione privilegiata, persino per un purosangue Serpeverde qualsiasi.

Le ragazze torneranno, ma non si arrabbieranno con me per la mia assenza. Non si arrabbiano mai.

E questo mi fa rendere meno, nel giocare a Casanova con loro. Il serpente attacca solo se provocato.

E io sono IL principe.

Il principe dei serpenti deve avere delle provocazioni degne di essere tali, che nessuna Serpeverde è in grado di elaborare.

Mi richiudo la porta massiccia dietro le spalle e entro nel mio regno… che è infestato dal caos.

Già. Ci devi convivere con il caos, se sei il migliore amico di Blaise, ma in questo momento non mi da fastidio.

L’ambiente che mi circonda è in perfetta armonia con i miei pensieri.

Ecco cosa c’è che non va in questi giorni: caos. C’è troppo caos.

È sorprendente come Blaise ti porti la soluzione anche senza farlo apposta.

Mi sdraio sul letto verde scuro, unico punto della camera dove non ci siano vestiti dappertutto o avanzi di cibo dimenticati a metà.

Già.. Blaise è un bel casino…

 

Maledissi la mezzosangue, appena lo vidi varcare la soglia, gli occhi blu taglienti, le labbra corrucciate.

“Ciao Blaise.. come mai qui?” gli chiesi innocentemente.

Mi guardò con rabbia crescente, avvicinandosi sempre di più al banco dove bolliva, pigramente la mia neo-pozione.

“Beh, ero venuto per vedere come stavi, ma non mi dispiacerebbe spiaccicarti la faccia adesso, nonostante sia un gesto da squallido babbano!”

Alzai gli occhi al cielo, rigirandomi tra le dita una provetta.

“Quanto la fai lunga Blaise.. Non le ho detto mica niente!” Sbottai io, guardandolo di traverso.

Sbatté le mani sul tavolo.

Ehi! Questa scena l’ho già vista…

“Al diavolo Dray! L’unica cosa che non dovevi dire l’hai spifferata a lei?? Sei troppo un deficiente!”

Okay, va bene tutto, egoista, stronzo, approfittatore, sadico e quello che vi pare; ma deficiente proprio no.

Mi alzai, fronteggiando il mio migliore amico.

“Hai capito proprio male Blaise. Non sa niente”.

Mi fissò, inarcando un sopracciglio.

“Cioè.. lo sa, ma non gliel’ho detto proprio direttamente…”.

Bella scusa del cavolo.

Non lo vidi arrivare il SUO pugno.

Mi colpì secco, veloce, allo zigomo sinistro, facendomi indietreggiare leggermente, la furia nei suoi occhi.

Okay, questa era proprio bella: vedere Blaise che si batteva come un babbano qualunque…

Che tristezza l’amore.

“Ringraziami Draco, che mi sia sprecato con così poco. Meriteresti molto di peggio per questo. Dio perché mi fido di te?” Mi sibilò contro esasperato.

Io mi ricomposi, mettendo in ordine la divisa sgualcita.

“Blaise… è una mezzosangue! È come se mi dicessi che ti sei innamorato di uno schiopiodo spara coda!”

Abbassò il viso, lo sguardo improvvisamente triste. Era strano vedere un Serpeverde così, ma in effetti Zabini era sorprendente.

Serrò i pugni, senza guardarmi.

“Io… a me..  Draco a me non importa. Lo sai, condivido i tuoi principi, ma per lei.. per lei è diverso. Non mi importa se è una mezzosangue”.

Sgranai gli occhi. Questo era veramente troppo: mi misi a ridere, ma a ridere così forte che dovetti aggrapparmi ad un tavolo, per non cadere.

“Blaise… ahahah.. sei esilarante.. ahah. Ti giuro, ma come ti vengono in mente certi scherzi?  Quasi ci credevo. Ma dai, innamorarsi davvero di una sangue sporco! Ma ci pensi? Ahahah!”

Quando riuscii a smettere di ridere avevo le lacrime agli occhi. Blaise mi fissava, come se gli facessi pena, come se non riuscissi a comprendere l’incantesimo più facile e neanche saperlo applicare.

Nessuno, e dico nessuno, mi aveva mai guardato così… a parte LEI ovviamente.

“Pensa quello che vuoi Draco, per me è così e non cambierò idea facilmente”.

Ridacchiai, dandomi un po’ di contegno e ritornando serio.

“Oddio Blaise.. ma chi ti capisce?”

Si girò, dandomi le spalle e raggiungendo la porta del sotterraneo.

“Non mi aspetto che tu capisca Draco. Non tutti ne sono all’altezza”.

E mi lasciò così, da solo, con una pigra pozione alle spalle, ormai persa.

Era incredibile.

Seconda volta in un giorno che mi bidonavano a metà discorso!

 

Misericordia.

Certo che avere un amico così enigmatico ti va venire le paranoie!

Quella Granger porta troppi casini, dovrebbe stare più attenta nel piacere alla gente.

Già il fatto che lei PIACCIA è di per se incredibile, ma che poi rapisca il cuore del mio migliore amico.

Cioè, il mio migliore amico! Mica uno studente Serpeverde qualsiasi.

Un ragazzo che è fin troppo sicuro di sé, anche se non lo da a vedere, e che è pure un grandissimo stronzo quando vuole… che ovviamente racconta tutto a me!

Cioè io dovrei stare a sentire le confessioni inconfessate del mio amico su una mezzosangue?

Sembra che lei si diverta a complicarmi la vita, insieme alla sua Casa di pazzi e ai suoi amici attira - guai schizofrenici.

Rimango a fissare la tenda smeraldo del baldacchino, e con tutti questi pensieri mi addormento, un po’ nervoso, con un groppo allo stomaco per la frase fin troppo chiara del mio amico.

 

***

 

Mentre racconto la stessa storia a Luna, seduta comodamente su una poltrona rossa, si avvicina anche Harry, seguito a ruota da Ron.

Luna sorride beata ai miei amici ed insieme a Ginny mi incita a continuare.

Calì e Lavanda praticamente pendono dalle mie labbra.

Sulle ginocchia della Loovegood siede un piccolo procione marroncino, che sgranocchia parecchio rumorosamente un biscotto di almeno cinque centimetri di diametro.

Mentre Ginny mi ascolta, incredula di fronte a quel che è successo, accarezza distrattamente la testolina di Marley (il procione) che se ne sta beato e coccolato ad ascoltarmi, come se capisse.

“Ciao Herm! Luna. Calì. Lavanda. Ginny. Che fate?” Chiede Ron sedendosi accanto a Luna, prendendo anche lui un biscotto enorme.

Ginny sta per dirgli qualcosa, ma poi si ferma e ridacchia a vedere il fratello che si mangia un enorme biscotto per procioni, fatto di non so quali ingredienti osceni.

Harry si siede accanto a Ron, con il broncio, mentre io mi fermo per la millesima volta nel raccontare la mia “avventura”.

“Harry va tutto bene? Cos’è successo?” chiedo, mentre Lavanda si immusonisce, per il mio millesimo cambio di discorso.

Lui borbotta qualcosa che assomiglia molto a “quella strega di trasfigurazioni” e a “me la pagherà cara”, per poi scuotere la testa con un enorme sorriso: “No no, tutto bene, solo che la McGranitt ci ha riempito di compiti… anche se tu ovviamente li avrai già finiti..” Mi guarda speranzoso, come un cane bastonato.

“Non ci pensare nemmeno Harry. Tu e Ron dovete imparare a fare DA SOLI i compiti!!” Dico, fissando torva Ron, che mi lancia uno sguardo angelico, trangugiando un altro biscotto di Marley.

Harry mugugna altri insulti alla McGranitt, ma non riesco a sentirlo, perché Ginny insiste perché continui la storia.

“Va beh, alla fine è saltato fuori con una frase del tipo: -Comunque se Zabini non ti basta ci sono sempre io-, e a quel punto me ne sono andata, perché aveva davvero esagerato. Ma vi rendete conto?”

Calì e Lavanda mi guardano scioccate, annuendo e commentando, da brave pettegole quali sono, mentre Ginny gli indirizza tutti gli insulti conosciuti e sconosciuti e Ron e Harry si intromettono nella conversazione.

“Scusa Herm.. mi sa che mi sono perso un pezzo.. Cos’è sta cosa di Zabini?” Mi chiede Ron, improvvisamente serio.

“Oh, lascia perdere Ron-Ron, è una faccenda tra ragazze questa!” Cinguetta di rimando Lavanda.

Harry mi fissa un po’ contrariato.

“Col cavolo Lav! Dovunque ci sono le Serpi c’è qualche problema, e Zabini è una Serpe: quindi, ci potete spiegare o è uno sforzo troppo difficile per voi?”

Chiede improvvisamente irritato Ron.

Lo guardo, ben attenta a non sbirciare nella direzione di Harry, che sembra piuttosto contrariato.

“In questo momento è difficile”. Dico a bassa voce e Ron si lascia ricadere sul divanetto rosso, con uno sbuffo.

“Fate come vi pare… tanto lo verrò a scoprire”. Ci minaccia lui.

“Dubito”. Gli freccia velenosa Calì.

Harry ridacchia.

Ron alza gli occhi al cielo e torna a sgranocchiare il suo biscotto, sotto gli occhi divertiti di Luna, che ormai, ha perso il filo della conversazione.

“Comunque la faccenda è piuttosto intrigante … Ma sei sicura che.. LUI non ti abbia mentito?” Mi chiede Lavanda, quasi sbavando dalla curiosità.

“Quale faccenda?” Chiede a bruciapelo Ron.

Noi lo ignoriamo.

“Già, è questo il punto! Non posso fidarmi.. di LUI!” Dico, preoccupata.

“LUI chi?” Chiede Ron.

“Oh andiamo Hermione! Non devi nemmeno considerare l’ipotesi! Devi solo andare a chiederlo al suo.. amico, personalmente”. Mi dice Ginny con semplicità.

“Personalmente? Ginny.. io mi vergogno.. non posso… No. È fuori discussione”. Dico fermamente.

Lei mi sorride, con fare malizioso.

“Hermione, non saprai mai la verità se non glielo chiedi”.

“Chiedere cosa?” Chiede Ron, con un sorrisetto.

Luna si gira verso di me, con un sorriso beato: “Mi sa che Ron è geloso”. Dice, senza tanti giri di parole.

Ron scuote la testa, con fare sicuro.

“Si è fissata con sta storia. Non vuole capire che non mi piaci più”.

La guarda esasperato e poi torna a rivolgersi a me.

“Comunque a chi piaci Herm?”.

Harry alza gli occhi al cielo.

“Non ti arrenderai mai eh?” Gli chiede il moro divertito.

Ron ridacchia.

Io e tutte le mie amiche lo guardiamo con freddezza.

“Andiamo ragazze… Non può essere così segreto..” Mugugna lui.

“Beh, lo è, e certa gente non dovrebbe ficcare il naso negli affari altrui!” Lo sgrida Ginny.

Harry si copre la testa col cuscino.

È in arrivo una litigata alla Weasley.

“Ficcare il naso? Io mi preoccupo per lei!” Ribatte il rosso.

“Si, figurati, ma se tu sei più pettegolo delle Patil e di Lavanda messe insieme!” Gli urla, alzandosi, Ginny.

“Ehi,” Si lamenta Calì. “dobbiamo offenderci?” chiede irritata.

Ron ha le orecchie in fiamme e un’espressione per nulla cordiale, rivolta alla sorella minore.

“Miseriaccia Ginny, era solo un po’ di curiosità!”

“Sai dove te la metto la tua curiosità Ronald?!”

“Oh ti prego Ginny… non iniziare a fare la volgare okay?”

Oh mamma se ha esagerato.

Il petto di Ginny si gonfia di rabbia, il viso contratto dalla furia.

“Sai che ti dico? Non c’è nemmeno bisogno di farti una fattura! Sei già ridicolo così! Mezzo procione del cavolo!!”

E così dicendo si dirige a passo di marcia verso il dormitorio delle ragazze, imprecando a mezza voce e facendo scappare tutti i bambini del primo anno.

Ron si risiede sul divano, leggermente perplesso.

“Procione..?” Si chiede, guardando Marley.

A quel punto si accorge che Marley sta mangiando un enorme biscotto marrone, proprio come quello che poco prima stava mangiando lui.

Ron boccheggia, fissa Marley, poi il biscotto, poi la piccola scatolina di latta e infine il suo biscotto mangiato a metà.

Harry inizia a ridere come un pazzo, mentre Ron quasi cade dal divano e assume un colorito verdastro, per aver realizzato di aver mangiato cibo per procioni.

“Ma porca…!”

A questo punto ridiamo tutti e alla fine Ron si unisce a noi, sempre con le orecchie leggermente arrossate.

Ad un tratto Luna guarda l’orologio e salta su, prendendo Marley per un braccio e la scatolina con i suoi biscotti dall’altra: “Ragazzi è tardi! Dobbiamo andare in Sala Grande per la cena”.

Harry si alza dopo di lei, tirando per un braccio Lavanda, a peso morto.

“Cavoli è vero.. Ma Ginny? La chiamiamo o..?” Chiede Harry.

Io scuoto la testa: “Meglio lasciarle sbollire la rabbia, ci raggiungerà dopo”.

“E poi deve essere traumatico avere un procione come fratello no?” Dice con ironia Calì.

E con quest’ultima battuta ( presa anche fin troppo male dal mio amico rosso), ci incamminiamo verso la Sala Grande, ignari della grande sorpresa che ci stava per mostrare Silente.

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Capitolo 3
*** Nella lista ***


 

Siamo tutti in Sala Grande,un chiacchiericcio insistente aleggia tutto intorno a noi.

Sto guardando con noia crescente il mio piatto di carne ancora intatto.

La rabbia è rapida a farti passare la fame.

“Herm mi passi quelle patate li?” Mi chiede Seamus, ridacchiando ad una battuta di Ron.

Sbuffo, appoggiando la forchetta e passandogli il vassoio.

Lui lo prende, tutto allegro, mentre trangugia un’altra fetta di carne.

Dean mi guarda con preoccupazione, con una tintarella da far invidia ad un cadavere.

“Herm.. sei pallida. Tutto okay?” Chiede, scatenando una strana reazione in Harry.

Lo guardo con stizza: senti chi parla.

“Si Dean, tutto bene”.

Harry mi guarda contrariato, ma non ho voglia di confrontarmi con lui, quindi scuoto la testa e torno a fissare il mio piatto.

È assolutamente impossibile fare una cena decente quando un sudicio Serpeverde sta sparlando di te a tutta la sua Casa in modo fin troppo chiaro e a voce fin troppo alta.

La sua voce si sente fino a qui.

Riesco persino a immaginarmi il suo ghigno.

Dio che frustrazione!

Stringo più forte il coltello nella mano, infilzandolo nella carne ormai fredda, immaginando che sia la testa di Malfoy.

Piccola serpe di..

“Hermione! Hermione Granger!!”

I miei pensieri vengono interrotti da una vocina sottile e squillante, che proviene dalle mie spalle e che ha il fiatone dalla troppa corsa.

Mi giro perplessa, vedendo una bambina di undici anni raggiungermi tutta allegra, con la faccia rossa per la fatica e un sorriso enorme sul viso.

La guardo con espressione interrogativa.

Mi fa ciaociao con la manina.

“Hermione Granger! Ciao, io sono Melanie Coote, la sorella di Ritchie. È un vostro battitore nel Quidditch, e mi hanno detto, anzi, mi ha detto un… una persona di darti questa! Sai, io ti ammiro molto, anche perché hai passato un sacco di avventure con Harry Potter e quello… sì, il rosso, e poi sei brillante e poi mio fratello ti trova molto carina e..”

Ritchie si strozza con un cosciotto di vitello, mentre Luna fissa sorridente la bambina mora.

Io non so veramente cosa fare, se non riformulare il discorso incoerente della Coote e fissare quella pergamena così sottile e arrotolata nella mano grassoccia della bambina.

Lei la agita con fervore sotto i miei occhi.

Do un’occhiata a Ron e Lavanda che adesso stanno aiutando Ritchie a riprendersi dallo spavento e poi a Ginny (che ci ha raggiunto poco dopo), che osserva tutta la scena divertita.

Prendo la pergamena, un po’ esitante.

“Beh, grazie. Penso..”  Dico in un soffio.

La bimba mi sorride e poi torna al tavolo dei Corvonero, iniziando a parlare animatamente con una sua compagna e indicandomi numerose volte.

Scrollo la testa, iniziando a srotolare la pergamena.

“Hermione, da parte di chi, è quella pergamena?” Chiede Harry.

Alzo lo sguardo su di lui, evitando di fissarlo negli occhi.

“Non lo so”. Dico semplicemente, tornando alla mia lettera.

“Forse sarebbe meglio se..” inizia lui.

“Se non ficcassi il naso negli affari altrui Harry. Seriamente, lasciala in pace”.

Fisso ammutolita Luna, che sta guardando in modo truce un Harry altrettanto scioccato.

Nessuno parla, accanto a me.

Ron e Ginny fissano Luna con la bocca aperta, mentre gli altri semplicemente sono paralizzati.

“Luna.. Ma che stai dicendo?” Chiedo boccheggiando.

Non ho mai visto la bionda aggressiva.

Non ha mai neanche alzato la sua vocina di un mezzo tono!

Mi fissa incoraggiante, sempre quell’espressione strana sul viso.

“Hermione leggila”.

Non riesco a fare altro.

Abbasso lo sguardo su quelle poche righe che hanno suscitato tanto scalpore.

 

Cara Signorina Granger. Mi dispiace informarla che è pregato il suo immediato abbandono della cena.

La preghiamo inoltre di rimanere per tutto il resto della nottata nel suo dormitorio e di tenersi lontana dalla sala grande  e dai sotterranei per almeno due giorni. Colazione, pranzo e cena, verranno mandate nel suo dormitorio e sarà giustificata per le varie lezioni di pozioni.

Questo, a scopo della sua sicurezza.

Maggiori informazioni saranno recapitate appena possibile.

Cordialmente, 

                                                                                               Albus Silente.

 

Non so quante volte leggo la pergamena, così perfettamente scritta, dalla grafia elegante del Preside.

Fisso scioccata la grafia argentata, mentre intorno a me ogni rumore viene ovattato dalla mia mente confusa e in cerca di spiegazioni.

“Perché la Suwlers e Fawbell se ne vanno?” Chiede incuriosito Neville.

Alzo la testa di scatto, girandomi a vedere le due ragazze che si allontanano.

Lentamente anche Abercrombie scatta in piedi, seguito a ruota da Fawcett e Bloods.

Sono tutti con espressione leggermente tesa, come se cercassero di non dare nell’occhio… ma soprattutto, stringono tutti una pergamena sottile nella mano.

La mia bocca si apre meccanicamente.

Sono tutti .. mezzosangue, quelli che stanno varcando la soglia in questo momento?

Ad’un tratto mi alzo anch’io.

A quanto pare non sono proprio sicura, in quel momento, nella sala grande.

Escono solo i mezzosangue.. ma allora sta arrivando?.. Chi sta arrivando, di così pericoloso per noi?

Non possono essere i mangiamorte! Silente non permetterebbe mai…

“Ehi, ma che vi prende a tutti quanti? Hermione dove stai andando?” Chiede Calì perplessa.

Scuoto la testa. Come potrei spiegarglielo? E poi Ron e Harry si spaventerebbero..

Scavalco la panca e inizio a camminare verso le pesanti porte di quercia della Sala Grande.

Per due giorni, sarei stata bandita da lì.

Lascio tutti un po’ irritati dal mio silenzio, senza che possano capire che sta succedendo.

Quando oltrepasso le porte e mi trovo nel corridoio, una scena piuttosto curiosa mi attende: ci sono  una trentina se non più di ragazzi e ragazze, soprattutto del terzo e del quarto anno, che stanno tutti in piedi e nervosi, con la pergamena tra le mani a chiedersi che succede.

Si girano a guardarmi, ma non con ostilità, solo sorrisi tirati, preoccupati.

Mi si avvicina una ragazza del sesto anno: Jordan Lopes.

“Ciao Hermione”.

“Ehi Jordan, tutto a posto?” Chiedo un po’ titubante.

Non ci parlo molto con la Lopes, per lo più con lei discuto su Artimanzia in biblioteca.

“Insomma, questa cosa dell’esilio dalla Sala Grande è piuttosto strana. Secondo te cosa c’è di così pericoloso per noi mezzosangue?”

“Ah lo hai notato? Già siamo solo mezzosangue qui… Non so. Mi pare una cosa sospetta”.

Dico pensierosa, mentre si avvicinano altri ragazzi.

“Ma non possono essere i mangiamorte vero?” Chiede titubante la Suwlers.

“Ci ho pensato, ma non potrebbero mai. Per quale ragione poi?”

Annuiscono tutti nervosamente. A quel punto vedo Seamus tra i ragazzi di Grifondoro, ma  non gli rivolgo nemmeno un sorriso: non sono dell’umore.

Hagrid spunta fuori dalle porte della Sala Grande, piuttosto pallido e agitato.

“Hagrid! Ma senti ci puoi spie..”

Lui si volta verso di me, abbassando lo sguardo di parecchi centimetri.

“Oh… si.. Ciao Hermione! Senti tutto sto casino… Ehi, ehi! Tutti voi ragazzi: chi di voi è Prefetto?”

Io e altri due ragazzi alziamo le mani timidamente.

“Ok… ce n’è uno per ogni casa no? Cioè.. bene. Quindi adesso voi Prefetti portate i ragazzini nei dormitori ok?” Annuiamo tutti e tre, radunando i nostri compagni.

Due bambini, probabilmente del primo anno rimangono in disparte. Hanno la sciarpa verde e argentata.

Hagrid li squadra indeciso.

“Beh, si.. penso che a voi ci penso io”. I bambini lo guardano con estremo timore e lo seguono, quasi correndo, per raggiungere il loro dormitorio nei sotterranei.

Io richiamo all’ordine i Griffyndor e inizio a camminare, per metterci tutti al sicuro dall’ignoto.

Mentre saliamo l’ultima rampa di scale, una ragazza di quinta mi raggiunge.

“Ciao Herm, che storia eh?”

“Ciao Mel. Già, piuttosto strana in effetti”.

Melanie Howard annuisce, scuotendo i lunghi capelli castani.

“Ma quei due bimbi.. erano di Slytherin.. Possono esserci? Dei Serpeverde mezzosangue intendo”.

Fisso il corridoio davanti a me con preoccupazione.

Voldemort.

“Si, penso ci possano essere”.

Sorride. “Ho saputo dell’impresa di Harry sai? Tu e Ron.. Wow. Siete proprio una bella squadra. Io avrei avuto molta paura”.

Oddio. Non hai IDEA, di quanta ne avevo io.

“Alcuni avrebbero avuto paura”. Dico con freddezza. Non ho voglia di parlare, ma da quando sono così associale?

Lei mi sorride di nuovo, con meno convinzione e torna a parlottare con le sue compagne.

La Signora Grassa, sembra ancora più grassa, se possibile, nel suo vestito bianco tutto di pizzo.

“Parola d’ordine?” Chiede tutta zuccherosa. Non proprio in sintonia con l’umore dei Gryffindor.

“Goldispruzzo” Sussurro di controvoglia.

Lei fa un cenno allegro e si fa da parte, per aprire il solito buco, che dà nella nostra Sala comune calda e accogliente.

“Okay ragazzi, adesso andate tutti nei vostri dormitori e restate buoni. Passerò tra un po’ nelle stanze, per controllare che non facciate macello”.

Come parlare ad un muro direi.

Si sparpagliano nella Sala comune, iniziando a ridere e a chiacchierare.

-Bah, ci rinuncio-

Salgo su per la scala a chiocciola e mi fiondo nella mia stanza, sdraiandomi sul letto.

Cavoli. Fisso la pergamena. Di solito questi casini succedono ad Harry, non a me; e poi ho fame.

Cerco qualcosa da mangiare nel comodino di fianco a me e trovo una piuma zuccherata: meglio di niente.

Inizio a mordicchiarla, pensando a tutti i casini di quest’anno.

Okay, Harry ha battuto Voldemort e tutto, ma la sua cattiveria non è sparita: i mangiamorte girano a ruota libera comunque.

Si sono registrati più incidenti in questi ultimi mesi che nei primi tentativi di rimettere Colui-che-non-deve-essere-nominato in vita.

I più subdoli e i più insensati dicono che è per colpa di Harry e che doveva aspettare a uccidere il Signore Oscuro, ma sarebbe successo comunque. Ormai il mondo della magia è allo sbaraglio più totale.

Sospiro, coprendomi il viso col cuscino.

Perché deve essere tutto complicato? Io in fondo dovrei solo pensare ai miei compiti, queste menate sono troppo alla Harry.

Passo così una buona oretta, i miei pensieri tormentati e il cuscino sopra la testa.

D’un tratto sento la porta aprirsi.

Preparati Herm, ti assalteranno peggio degli avvoltoi.

No. Mi correggo: come dei leoni a dieta da un mese. “Hermione! Ci puoi spiegare che è successo?? Ci hai lasciati lì come dei fessi e Harry era preoccupatissimo! Accidenti, te ne sei andata sul più bello… Ma, Herm è tutto a posto?” La voce di Lavanda a volte è insopportabile.

Sollevo il cuscino, mostrando un’espressione piuttosto mogia.

“No che non va bene”. Dico in tono esasperato.

Le mie tre amiche si guardano perplesse, senza capire.

Facilito loro il compito: “Mi hanno bandito dalla Sala Grande. E dai sotterranei. Non potrò svolgere le lezioni di pozioni!” Mi lamento.

“E ti lamenti?” Chiede Luna con un sorriso.

“No… ma insomma, è importante! Questo è l’ultimo anno”.

Calì sospira. “Oh insomma Hermione, sei troppo fissata con lo studio. Devi pur pensare a qualcos’altro!” Io fisso il vuoto.

“E poi per cena, pranzo e colazione devo essere servita e riverita nella Sala comune, il che significa lavoro in più per quei poveri elfi…”

Luna si mette a ridere.

“Hermione ti giuro se mi parli ancora una volta di quel C.R.E.P.A. … Ti giuro, li faccio crepare davvero i tuoi cari elfi”.

Fulmino Calì con uno sguardo, mentre torno a parlare con Lavanda.

“Avete detto che mi sono persa il meglio. Magari è per quello che Silente ci ha fatto uscire”.

Dico pensierosa, mettendomi a sedere.

“Dubito,” ridacchia Lavanda. “ perché un RDS dovrebbe essere pericoloso?”

“RDS? E cosa sarebbe?” Chiedo perplessa. Lavanda ride più forte.

“Ragazzo Da Sballo”. Traduce per me Calì.

Inarco un sopracciglio, fissando Luna, che annuisce, sognante.

Non faccio in tempo a chiedere nulla che Lavanda si lancia in un resoconto dettagliato della faccenda:

“Per fartela breve: appena Seamus è sparito oltre la porta, tra l’altro è stato l’ultimo a lasciare la Sala Grande, Silente ha iniziato un discorso. Uno dei suoi soliti più che altro, piuttosto noioso e costituito da raccomandazioni e avvisi come sempre no? Quindi, lui stava parlando quando ad un tratto è rientrato Hagrid, che era uscito con voi per fare chissà cosa (tra l’altro dopo ci spieghi bene tutto), che era completamente fradicio e piuttosto spaventato. Ha bisbigliato qualcosa a Silente e poi si è seduto tutto tremante. Ti giuro Herm, era spaventato a morte. Comunque Silente è uscito un attimo e poi è tornato con lui!!! Cioè col Ragazzo Da Sballo. Lo ha portato davanti a tutti e ce l’ha presentato. Si chiama Jake Sunders. È… come spiegartelo Herm? È bello da morire. È da Sballo! Poi, praticamente,la McGranitt ha portato il cappello parlante e lo hanno smistato! Ti giuro, quando il cappello ha urlato SERPEVERDE ci sono rimasta troppo male. Speravo venisse da noi”.

Proprio breve eh?

“Ma è davvero così carino?” Chiedo, riformulando il discorso di Lavanda nella mia mente.

Calì alza gli occhi al cielo: “Pronto?? È Da Sballo no?”

Annuisco. Ovvio no?.

Luna mi sorride. “Devi crederle Herm: è affascinante. E poi ha gli occhi gialli. Molto particolari davvero”. Dice convinta, accarezzando Marley.

Occhi gialli? In effetti troppo particolari…

“Comunque lo incrocerai domani di sicuro. Stai tranquilla, appena vedi un gruppo di ragazze stile Victor-Krum-ti-amiamo, lì ci trovi anche Jake”. Mi rassicura Calì.

“Comunque perché sei rinchiusa qui con Seamus e gli altri?” Chiede Luna distratta.

Io mi stringo nelle spalle.

“Non ne ho idea. Silente ha messo noi … diversi alle strette. Non possiamo assolutamente mangiare con voi, né andare nei sotterranei. Non chiedetemi il perché, ma secondo me è per questo Sungerks…”

Lavanda ride. “Herm… è SUNDERS”.

“Scusa!” Dico facendo la finta offesa e tirandole una cuscinata.

Lei sembra scioccata.

“No. Tu non l’hai fatto!” Urla.

Io rido sguaiatamente.

È inevitabile: ci ritroviamo io, Lavanda e Calì a tirarci cuscinate e a ridere come delle matte, mentre Luna scuote la testa e si siede sul suo letto, cibando Marley con i biscotti marroncini.

Proprio quando Calì cade giù dal letto tra le risate generali, viene una scossa dalle scale a chiocciola e suona un leggero trillo d’allarme.

Tra le risate ci rimettiamo tutte a posto, affacciandoci nel corridoio.

“Chi ha provato a salire sta volta?” Chiedo distrattamente.

“Sarebbe quell’idiota di Potter. Vuole parlare con te”. Risponde una ragazza del sesto anno, spazzolandosi i capelli con fare annoiato e galleggiando per il corridoio canticchiando una canzone.

Ormai è un caso giornaliero: l’allarme suona circa tre volte al giorno, se non di più.

Mia affaccio sulla scala a chiocciola, quel tanto per farmi intravedere dal moretto.

“Herm, ti puoi degnare di scendere!? Vorrei parlarti”. Dice piuttosto irritato, cercando di rialzarsi.

Io ridacchio: “Non posso Harry. Dai, buonanotte, ne parliamo domani va bene?” Dico, senza aspettare risposta.

Torno con una corsetta in camera, chiudendo la porta del nostro dormitorio, ma faccio in tempo a sentire le sue imprecazioni.

“Che voleva Harry?” Chiede Lavanda con addosso il pigiama.

“Parlarmi, ma l’ho bidonato”. Dico sorridente.

La mora mi batte il cinque, stravaccandosi a letto.

Calì si siede con lei, richiamando la nostra attenzione: “Sentite ragazze, ho parlato con mia sorella prima, alla cena, e mi ha detto che i Revenclaw danno una festa venerdì. Ho già messo nella lista tutte e quattro, compresa Ginny”. Dice tutta eccitata.

“Cosa?? Calì non se ne parla! Quelle feste sono totalmente fuori controllo… Io non ci vado! Mi hanno raccontato cose abbastanza negative su quello che succe…”

Lavanda mi interrompe: “Hermione smettila di fare la bambina. Sono feste del tutto innocenti se pensi a quello che fanno i Serpeverde! È semplicemente un ritrovo di noi studenti per festeggiare Halloween okay? Io pensavo anche di non essere invitata, ma ho un’amica qua che conosce le persone giuste mi sa”. Dice, facendo il solletico a Calì.

Lei ride, alzandosi dal letto di Lavanda e sdraiandosi sul proprio.

“Ovvio… comunque, chi è nella lista è OBBLIGATO a venire Herm, quindi tu vieni. Poi ci sono due ragioni che dovrebbero invogliarti a venire e che ti danno una regione per farlo”.

Io la fisso con espressione interrogativa. “E sarebbero?” Chiedo sospettosa.

Lei e Lavanda si guardano e ridacchiano.

“Beh, prima di tutto il vestito che abbiamo comprato a Hogsmede l’altro fine settimana”. Dice pratica Luna, togliendo le parole di bocca a Calì.

“E poi…” Continua la mora.

“E poi?” Chiedo al massimo della curiosità, anche se un po’ preoccupata.

“Beh, e poi c’è Blaise”.

La fisso scioccata, sentendomi arrossire.

“COSA???” Urlo indignata. “Calì che ti salta in testa??!”

Lei inizia a ridere come una forsennata.  “Mia sorella ha invitato tutto il settimo anno di Serpeverde.. Per far venire Blaise!”

La fisso con furia. Non penso consideri la sua idea ancora buona vedendo la mia espressione.

Afferro un cuscino.

“Tu non sai quanto io possa essere terrificante con un cuscino in mano Calì Patil!”

E senza tanti complimenti mi scaglio sulla mora, dando il via ad un’altra guerra di sacchi di piume.

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Capitolo 4
*** La mela e La notte ***


"Ehi tesoro, come te la passi?" Alzo lo sguardo dal mio libro, con fare annoiato.

"Ciao Daphne. Di cosa hai bisogno?" Chiedo pratico, andando dritto al sodo. Cosa difficile in effetti, di solito con lei non riesco a fare un discorso sensato. Mi fa diventare scemo.

"Andiamo Blaise.. Perchè fai così? Insomma non mi guardi più come prima!" Dice capricciosa, prendendomi una mano. Io alzo gli occhi al cielo. Pensa a Hermione, Blaise, pensa che Daphne mira solo a rapporti poco sentimentali e molto movimentati...

Io la scanso, con un'espressione annoiata degna di un Malfoy e ritorno al mio libro.

"Non scocciare Greengrass. Ho da fare".

Mi fissa acidamente per qualche secondo e poi se ne va via, sculettando stizzita.

Oh Santo Merlino... Le donne sono proprio assurde. Nella Sala comune non c'è molta gente, giusto qualcuno del settimo anno che ha l'ora buca. Di Malfoy comunque, nemmeno l'ombra.

Appoggio il libro su un tavolino e decido di farmi una passeggiata in giardino, tanto c'è ancora tempo per le lezioni.

Mi alzo con un solo movimento fluido, destando l'improvviso risveglio delle sei ragazze presenti. Ridacchio. 

Mi raccomando: non sbavate per terra quando passo. Scuoto la testa, pensando alla loro stupidità ed esco dalla Sala comune, incamminandomi su per le scale.

Dio che frustrazione: andare a quella festa non mi va. Nott ci ha praticamente già messo nella lista e ora se non andiamo saremo persegiutati da quelle sadiche delle Ravenclaw. Malfoy l'ha praticamente cruciato quando quel cretino ce l'ha detto, tutto allegro dopo la cena. A quanto pare, pure Sunders è invitato. Figurati se non lo era. Se quello non ci sta attento, se lo mangiano vivo. 

Malfoy non sembrava tanto contento del suo arrivo ieri sera. Secondo me ha paura che gli rubi il titolo di Re Dei Serpeverde e che diventi meno popolare. Stupido. Sarebbe praticamente impossibile essere più popolare di Draco: non c'è nessuno più stronzo e viscido. 

Io sono alla pari con lui, ovviamente, ma solo perchè sono suo amico. Mi potrebbe oscurare dalla mia vita sociale in un attimo. Sunders è si, affasciannte quanto vuoi, ma poco combattivo su questo campo. Non ha degnato nessuno di noi di uno sguardo. Restava semplicemente a fissare Silente con frustrazione e i pugni tesi.

Non penso sia venuto qui volontariamente. Magari aveva problemi nella sua vecchia scuola. Però dubito: sembra perfetto. Mi sa che è per questo che Malfoy è incazzato. Sunders è troppo perfetto. E sta pure in camera con me e Draco.

Ieri non è venuto però, Piton ha detto che doveva sbrigare una faccenda importante con Silente. Sarà un ex mangiamorte infiltrato? Che lavora per Silente? In effetti, appena le ragazze si avvicinavano di un metro lui si sposta immediatamente.

E poi sempre sul lato sinistro. Può essere. Magari ha il marchio. Però ho notato che non lo sorprendono mai da destra. Magari si sentono più vulnerabili. A volte l'istinto ti suggerisce qualcosa che non capisci.

Con questi pensieri spunto nel giardino assolato, pieno di studenti.

Dei bambini di terza stanno facendo Cura delle Creature magiche con Hagrid: non hanno un'espressione molto felice.

Mentre cammino mi guardo intorno: apenna passo tutti si girano, le ragazze per adorarmi, i ragazzi per disprezzarmi, solo i Serpeverde mi guardano con ammirazione. Tutti. Io sono il braccio destro del Re, no? Ma del Re vero. Non come Weasley. Un Re giullare, ecco cosè: un Re giullare rosso e lentigginoso.

Sorrido. Amatemi. Sorrisi languidi. Disprezzatemi pure. Occhiate arcigne. Io sono comunque il migliore. Forse anche più di Draco, perchè do meno nell'occhio, e seduco con discrezione.

Il sorriso si spegne. Il volto che cerco non c'è. Dove diavolo è finita la MIA mezzosangue?  Non la vedo da quando è volata via dalla sala Grande, sotto lo sguardo affamato di Potty, per andare chissà dove, con tutti quegli altri.

Chissà che diamine è successo, prima che arrivasse Jake. Sembravano tutti agitati mentre se ne andavano.

Ad un tratto sento delle risatine che arrivano da dietro. 

Oh misericordia.

Che, arriva di nuovo Sunders???? 

Mi giro, pronto a dileguarmi all'arrivo del nuovo Slytherin, circondato da ragazze.

Non c'è. Cioè, le ragazze ci sono, ma non sono con il loro nuovo idolo.

Oddio. Sono qui per me.

Mi ricompongo, sorridendo a tutte e dieci, con fare superiore e provocante.

"Avete bisogno? Sono impegnato.. Ma posso darvi qualche minuto".

Ridacchiano di nuovo, accerchiandomi senza ritegno. Ravenclaw del cavolo. Dovevo aspettarmelo che erano pronte a stuprarmi in pubblico.

"Ehi Blaise.. Ti sta divina la divisa oggi.. " Fa una, accarezzandomi una spalla con finta indifferenza. Vedo i suoi occhi fremere al contatto.

"Ti piace? L'ho comprata nuova per quest'anno" Dico sorridente. Bugiardo Blaise. Questa è dell'anno scorso. Però è divertente giocare con loro.

La ragazza ridacchia, sfiorando di nuovo la camicia sottile. "Sei proprio divino.."

"Dacci un taglio Thorn. Senti un po' Zabini, alla fine vieni o no alla festa di venerdi? Puoi scegliere: si o si?" Chiede Mandy Brucklehurst. Decisa, scaltra, lo sguardo dritto. Piuttosto strafottente con tutti. Una vera dura.

Si scioglie completamente in altre situazioni però...

Mi passo una mano tra i capelli corvini, come se ci stessi pensando su. Nove sospiri si levano intorno a  me. Mentre Mandy fissa le sue amiche come se fossero degli Schiopiodi Sparacoda. 

"Mmmh.. Non so cosa sciegliere Mandy. Penso che verrò. Credo sia la scielta migliore. E poi, deve essere una festa divertente no? Senza di me come si fa?" Dico sorridendo alla ragazza, che  ricambia lo sguardo acidamente.

Non aveva accettato che fossi andato a letto con un'altra quando stavo con lei. 

Ma andiamo, io sono Blaise Zabini...

"Bene!" Gira sui tacchi e fa per andarsene, ma nessuna delle sue amiche la segue. Mi fissano sognanti.

"Ragazze!" Urla con disperazione. Le amiche sembrano tronare alla realtà e la seguono con una corsetta, girandosi un paio di volte verso di me.

Io rido ancora, mentre mi avvicino a Nott, Bole, Tiger e Draco. 

Mi siedo tra i miei amici, rubando una mela in mano al mio migliore amico.

"Carina la biondina di prima. Come si chiama ?" Mi fa Nott, rigirandosi tra le mani una altra mela.

"Mandy. Quella.. sai quella che si è arrabbiata? Perchè ci andavo con un'altra contemporaneamente?"

Bole annuisce. "Niente male. Però preferivo l'altra.. Si chiama Fas Thorn vero? Quella è molto sexy..." Dice, assottigliando lo sguardo scuro.

Scuoto la testa addentando la mela rossa. Principianti.

"Dov'eri finito Dray? Sta mattina sei praticamente scappato dal dormitorio". Dico, masticando il frutto succoso.

Malfoy si stringe nelle spalle, riprendendosi la mela. "In giro. Non avevo sonno". Dice con fare schivo, fissando annoiato i riflessi del sole che filtrano dai rami dell'albero sotto il quale siamo seduti. 

Ma questo è l'albero del trio miracoli...

Annuisco. Non ho voglia di litigare con Draco. Se mi ha detto una balla davanti a sti idioti, vuol dire che mi racconterà tutto dopo. Non tutti possono sapere gli affari del Re.

Nott ride sguaiatamente ad una battuta sporca di Tiger, e Draco lo fissa con fastidio.

"Chiudi quella bocca inutile Nott. Non sono dell'umore per sentirti ridere su delle porcate". Sibila Draco, addentando la mela.

Nott lo fissa per un secondo, poi nasce un ghigno sul suo viso chiaro.

"Ti rode perchè andiamo alla festa non è vero Draco? Tanto lo sappiamo che ti diverti, con tutti quei bei bocconcini...."

"... e non ci riferiamo al buffet" Finisce con un sorriso ebete Tiger.

Malfoy li guarda con disgusto. "Per vostra informazioni, schifosi idioti, io non ho bisogno di una festa, per accaparrarmi questi.. bocconcini, come li chiamate voi". Nott e Tiger alzano gli occhi al cielo.  "Questa festa è diversa," Si intromette Bole. " ci saranno i Gryffinor sta volta".

Mi raddrizzo, improvvisamente interessato, esattamente come Malfoy.

"Mi stai dicendo che i Grifondoro partecipano al festino di Halloween? Quel festino?" Chiede Malfoy.

Bole annuisce con fervore.

"Cioè, verrebbero anche Potty e Weasel a rovinare il divertimento? Per loro una festa è caratterizzata dall'intrattenimento di un pagliaccio e il rincorrersi a moscacieca". Dico piuttosto irritato, pensando ai due.

"Cos'è moscacieca?" Chiede Nott.  Io scuoto la testa. "Lascia stare Theodor".

"Fatto sta che ci rovineranno la serata. Che schifo, che cosa ci andiamo a fare?" Chiede Malfoy, che è veramente schifato, riappoggiandosi sui gomiti. Lo imito in mezzo secondo. Il mio umore adesso è a terra.

"Errore. Non ci vanno TUTTI i Gryffindor".   Fisso accigliato Bole, che guarda noi due principi delle Serpi con fare gongolante. "Spiegati Bole" Dico senza tanti preamboli. Lui sghignazza. "Ci vengono solo le pollastre. Vi assicuro che non sono niente male le Gryffindor.."

Cos'è, va di moda usare metafore riguardanti il cibo per descrivere le ragazze attraenti?

"E quali sarebbero le BELLE di grifondoro?" Chiede sarcastico Malfoy, finendo di mangiare la mela.

"Beh, la Patil non è proprio male...  La Probisher. La McDonald... La loovegood secondo me, se fosse più sveglia... POi c'è la Weasley, che nonostante la brutta famiglia secondo me se la cava. La Brown... Se non stesse con il Re Weasley... E poi beh, c'è LA mezzosangue".

Un ringhio sommesso mi esce dal petto, così basso che solo Draco lo sente. Il suo sguardo è chiaro: Datti una calmata.

"Non posso credere che ti abbassi a tanto Nott... La Weasley? Sei proprio coraggioso. Toccheresti davvero una traditrice del proprio sangue come lei?" Chiede con fare accusatorio il mio amico, mentre io inizio a distruggere il prato sotto di me con le mani per il nervoso.

Nott fissa Draco: "No. Molto di più che toccarla... Tu scherzi Malfoy, ma quella, quella è peggio di una tigre".

Draco si gira verso il lago, come se non avesse sentito. Ci rinuncia, si capisce.

"Senti senti eh? La Weasley. Ma sei matto Theodor? Se vi becca il Re rosso, quello ti impicca. Secondo lui, la sorella è intoccabile agli altri. Pensa l'anno scorso, quando stava con lo Sfregiato, per un bel po' gli giravano proprio per quel fatto, e si vedeva--"

"Hai ragione". Interrompe Nott, a Bole. "LA mezzosangue è decisamente meglio". 

Intorno a me, c'è una specie di muraglia di erba sradicata.

"Eccome se ho ragione: quella c'ha un corpicino che è da leccarla tutta...."

Tiger ride sguaiatamente. Nott si sta passando la lingua sulle labbra e Bole ha uno sguardo piuttosto satanico.

Draco mi fissa con fermezza, ma questo è troppo.

Tiro fuori la bacchetta, alzandomi in piedi.

"Tu.." Sibilo, dirigendomi verso Bole.

Bole si guarda intorno spaesato, indicandosi e sbiancando. Devo sembrare piuttosto spaventoso.

"C-come? Io? ... Cosa... cosa ho detto?" Dice, indietreggiando.

Non so cosa succede, e perchè succede, ma qualcuno mi deve voler molto bene lassù. La situazione viene miracolosamente salvata da... Non ci credo.

Potter e Weasley sono in piedi, esattamente dietro a Bole. In effetti sembra che io sia arrabbiato con lo Sfregiato, non con il mio compagno di Casa.

Grazie Potty...  Adesso sono in debito con te, senza che tu lo sappia... Meglio.

"Problemi di autocontrollo in mia presenza Zabini?" Chiede acido il moro.

Oh ti prego. Adesso inzia con le sue battute penose.

"Sempre Potty. Ti vedo, e semplicemente impazzisco. Non posso fare a meno di te, mi hai stregato..." Dico con sarcasmo.

Nott inizia a ridere, alzandosi in piedi insieme a Bole e Tiger.

Mi circondano. 

Bravi ragazzi... Dopo vi dò il biscottino.

"Evapora Zabini. Te e la tua banda. Questo è il nostro posto". Sibila il rosso.

"Accidenti Weasel. Che audacia. Non pensavo ti sapessi orientare oltre il confine del tuo unico neurone... Continui a sorprendermi". Sussurra affabile Draco, avvicinandosi fluente a me, le braccia conserte.

Weasley non sa ribattere. Povero.. A quanto pare quello stregato da noi è lui.

"Andatevene e basta ok?" Ci dice scontroso lo Sfregiato.

Draco alza le mani, finto impaurito. "Scusa marmocchio sopravvissuto. Ti lasciamo. Mi raccomando, stai attento con quella penna per fare i compiti... rischi di slogarti  una spalla e finire sui giornali".

Tiger ride come uno stolto e con due grandi falcate ci allonaniamo tutti, insultandoli con varie esclamazioni.

Io rimango indietro. Lo faccio per guardarlo bene in quegli occhi che mi disprezzano. Cammino a testa alta io, non come il rosso, che abbassa subito lo sguardo. Potter è leggermente più forte.

"Attento Sfregiato. Tra poco la prendo..." E così dicendo faccio spuntare un'altra mela rossa dal nulla, ridendo al suo sguardo scioccato.

Lo lascio così. Turbato nel profondo. Col pensiero fisso sulla mezzosangue.

Almeno in questo Potter, noi due siamo uguali.

                                                                                      ***

Questa è la notte. Non la vedo. Vedo solo le cose con nitidezza, con perfezione, con misura.

Per me la notte non esiste. Questo per me è un giorno senza fine. Lo sarà sempre.

Cammino su e giù per al stanza circolare, cercando di non respirare.  Non farlo. Se respiri, è peggio. In un attimo le mie vie respiratorie si bloccano.

Non riesco. Devo sentirlo. Devo respirarlo. Le sblocco di nuovo, e l'odore torna, come se fosse più forte, è proprio una pena sentirlo, ma devo. Devo. Non riesco a resistere. Cammino. Avanti e indietro, avanti e indietro. I gingilli d'argento ronzano su un tavolino, il pensatotio è poggiato sulla scrivania.

Muoviti. 

Devo sapere. Devo capire come. 

Non ce la faccio più.

Mi fermo un attimo, nella mia marcia infinita per l'ufficio, cercando Fanny con lo sguardo.

Poggia dall'altra parte della stanza rispetto a dove sono, trema piccina, continua a cantare a squarciagola da quando sono entrato.

Riprendo a camminare. Perchè è così difficile? Mi avevano detto che era più doloroso al MOMENTO.... Questo è molto peggio. Mi afferro la pancia con la braccia, cercando di placarne l'istinto rabbioso.

"Non puoi mangiare ancora. Sei debole".

Mi giro di scatto, rimirando con ferocia la figura imperfetta di Albus.

Con il suo passo elegante percorre tutta la lunghezza della stanza, per poi accendere le centinaia di candele con la bacchetta.

Si prende Fanny su un braccio e la rassicura con qualche parola sconosciuta al mio orecchio, che però la mia mente memorizza.  La fenice si rilassa e smette di cantare la sua paura. Non riesce però a non guardarmi preoccupata. Mi fa fa sentire ancora più lurido.

"Non ce la faccio Albus.. io devo." Mi raddrizzo a fatica, cercando di controllarmi davanti a mio zio.

"Non c'è nessuno che in questo momento ti possa procurare il cibo nipote. E poi, ti sto mettendo alla prova".

Lo fisso con stupore crescente, mentre si siede alla scrivania e unisce i polpastrelli delle mani, in una posizione pensierosa.

"C'è... c'è qualcosa Albus. C'è qualcuno che non riesco a controllare". Un brillio illumina i suoi occhi. Mi fa segno di avvicinarmi e io mi siedo, sinuosamente sulla poltrona. 

"Riesci a precepire dove?" Chiede con tono pacato. Sento che è eccitato. Quello che gli sto per dire è di fondamentale importanza. Lo sento dalla vibrazione della sua voce.

Scuoto la testa risentito. "Gira.. lo perdo.. lo riprendo.. è tutto molto confuso. In confronto, tutto il resto non lo sento".

Annuisce compiaciuto, poggiando la sua mano rugosa ma soffice sulla mia, bianca e tirata. "Lo troverai. Intanto, entro domani ti troveremo il cibo. Per quel mentre i mezzosangue saranno rilasciati". Sbianco anocra di più, se possibile. 

"Albus... i mezzosangue? Non penso di essere in grado di.." Balbetto. Mi fa strano. Da troppo tempo ho una parlata estremamente corretta e sinuosa.

Lui mi interrompe: "Sarai in grado di conviverci. Avrai mangiato. Sarai più forte". Sembra dura la sua voce, quando me lo dice.

Sospira, mentre io rimango con le membra tese, aspettando che la sua mano scivoli via dalla mia.

"Sei molto più simile ad Ariana ora". Alzo lo sguardo, sentendo lo stomaco tirare più forte a quel nome.

Madre... 

Mi immagino il mio cuore che batte più forte per l'emozione....

"Lei avrebbe preferito la mia morte. Ha già sofferto per.. questo". dico con voce controllata. Anni di pratica.

Se fosse stato l'inizio avrei  ucciso amorevolmente Albus, in un tempo decisamente breve.

Sorride alla mia costatazione. "Non dubitare dell'amore di Ariana. Tu sei  l'unica cosa che conta per lei. O almeno, che contava".

Guardo il vecchio dalla barba d'argento, vedendo molto di più, sotto quei tristi occhi azzurri.

"Come faccio a placare l'impulso?" Chiedo di getto.

Lui si alza, dirigendosi verso la porta del suo studio, ancora con Fanny appollaiata sul braccio. Non risponde subito: prima mi guarda a lungo, sorridendo di tanto in tanto, poi mi fa cenno di raggiungerlo.

Aggiro la poltrona, varcando al porta che lui tiene aperta per me.

Modo gentile di buttarmi fuori.

"Non si può placare, se non con la determinazione, nipote. Pensaci. Direi che è l'unica cosa che ti ha accompagnato fin ora". Così dicendo mi congeda con un cenno e chiude la porta con delicatezza.

Determinazione.

Già.

Con quella parola fissa nella mente, mi incammino verso i sotterranei.

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Capitolo 5
*** Guai ***


Calma Herm.
Ci vuole solo un po’ di calma.
Cammino in silenzio, nel giardino deserto e fradicio.
Ho i capelli bagnati e il mantello grondante di pioggia.
Insomma, è davvero così grave che non mangio da due giorni?
Si che è grave Hermione!! A malapena ti reggi in piedi… Ma non posso farlo, perché significa sacrifici in più per quegli elfi così indifesi…
Mi fermo, a mirare le finestre larghe e alte della Sala Grande: sono tutte illuminate e un brusio appena percettibile cresce da quelle mura che vorrei tanto raggiungere.
Sospiro, scuotendo la testa sotto la pioggia che ha ricominciato a cadere.
Una due tre.. Quante gocce..
Intorno a me c’è solo silenzio e il picchiettare leggero dell’acqua sul prato verde.
È piacevole. Sono sola per la prima volta dall’inizio della scuola.
Sola veramente dico, senza problemi.
La mia mente sembra vuota, come se la nebbia intorno a me si fosse insinuata anche tra i miei pensieri.
Mi siedo sul verde bagnato, coprendo la mia divisa col mantello.
Terribile.
Mi aspetta una serata terribile domani.
Non posso credere che mi sono fatta convincere da quelle oche di Lav e Calì!
Il vestito di Hogsmede non mi attira tanto.
Mi fa tanto baby-prostituta-incallita.
In effetti preferirei mangiarmi un biscotto di Marley, se non di Hagrid, invece di partecipare a quel dannato festino.. Ma a quanto pare si è obbligati ad andare una volta nella Lista.
Che diamine.. Ci sarà pure Blaise.
Mi metterei a piangere se non fosse un’azione da bambina infantile.
E io sono tutto forchè infantile.
Calì è troppo stupida. Cioè, ha richiesto la partecipazione di TUTTA la Casa delle Serpi.
TUTTA, solo perché venisse Blaise.
Sinceramente, per quel che mi riguarda, può anche restarsene nel suo letto malato, con quaranta di febbre, in procinto di morire.
Anche perché non ho intenzione di ballare, bere o fare qualcosa di pressochè simile al divertirmi.
Non voglio dare soddisfazione a quelle oche delle mie compagne.
Il programma della MIA serata è di rimanere seduta su qualche sedia, a mo’ di tappezzeria.
Moody ha fatto un incantesimo a Harry, che lo faceva confondere con lo sfondo, al quinto anno..
Magari Harry se lo ricorda..
“Hermione… Hey!” Una voce si fa largo tra i miei pensieri e gli incantesimi da me conosciuti.
Ah, parli del diavolo… Ecco Harry.
Lo vedo correre verso di me tra la foschia, un sorriso larghissimo sullo sguardo blu..
Un momento.
Blu?
M.E.R.D.A.
Scatto all’impiedi,proprio mentre lui si avvicina.
“Ciao Gryffindor. Te la passi male?” Chiede strafottente, ma con un sorriso.
Ammaliatore del cavolo.
Non posso non fare una smorfia, e poi non mi viene in mente nulla di brillante da ribattere.
“Si. Abbastanza”. Dico mogia, spazzando via l’erba aggrappata al tessuto morbido del mio mantello.
“Ottimo”.
Inarco un sopracciglio, cercando di non scivolare sul prato bagnato.
Lui mi afferra con una mano morbida.
“Attenta mezzosangue. Se ti fai la bua, poi ti devo curare io”. Mi dice lasciandomi, un po’ dispiaciuto dal contatto spezzato.
Sbianco.
Malfoy non stava mentendo.
“Da quando mi chiami mezzosangue, Zabini?” Chiedo, cercando di ignorare il mio rossore improvviso nell’aver afferrato la situazione.
Lui ghigna.
“Quando mi pare” Dice sorridendo.
Okay.
Mi sembrava strano che in quest’ultima settimana fosse così gentile.
È tornato lo Zabini di prima.
Ci guardiamo per un attimo, io con insicurezza e rossa in viso, lui deciso e spaccone.
“Io dovrei tornare in Sala comune. Sono fradicia”. Dico subito dopo, mettendomi in procinto di scappare, appena lui avesse detto quel fatidico okay.
Il suo sguardo mi percorre in modo a dir poco indecente, prima che torni a guradarmi negli occhi.
“Ti accompagno”. Dice semplicemente, quando io sto già facendo il primo passo verso il castello.
Mi giro verso di lui, presa alla sprovvista.
Il suo viso olivastro sembra dipinto nelle nuvole, in quel momento, gli occhi blu fissi sul mio viso.
“C-come?” Dico, indietreggiando, senza neanche accorgermene.
Lui sghignazza, incamminandosi verso l’imponente figura del castello.
Guardo Blaise fare qualche passo, i capelli fradici mossi dal vento leggero, la nebbia ad avvolgerlo tutto, i pantaloni della divisa a fasciare le sue gambe muscolose.
Non c’è da stupirsi che sia il braccio destro del Re Dei Serpeverde.
Si gira a guardarmi, incitandomi a seguirlo, prima di tornare a galleggiare nella foschia.
Deciso. Sicuro.
Corro.
Mi squadra divertito, mentre fisso i miei piedi bagnati.
“Mezzosangue.. Tu vai alla festa vero?” Chiede distrattamente, mentre varchiamo il cancello.
Io tengo lo sguardo inchiodato sulle mie scarpe e sui gradini di pietra.
“Ovvio. Tutti vanno al banchetto di Halloween”.
Varchiamo le porte, di pietra anch’esse.
Il corridoio è caldo e asciutto, sicuramente più del giardino.
Blaise rimane in un silenzio tirato.
Alzo lo sguardo per cercarlo e lo vedo poco più in là, appoggiato ad un muro.
Una sigaretta stretta fra le dita sottili e uno sguardo accusatorio su di me.
Non ha IDEA di quanto sia attraente in questo momento, oppure si, il che sarebbe peggio.
“Sai bene che non mi riferisco a quella festa Herm..” Dice canzonatorio.
Abbasso lo sguardo risentita, avvicinandomi quel tanto da permettermi di vederlo chiaramente negli occhi.
Alla luce delle lampade sembra ancora più bello, con tutti i capelli bagnati appiccicati sulla fronte e le ciglia imperlate di gocce. Gli occhi blu profondi.
Sospiro: “Calì mi ha obbligato a venire. Mi hanno comprato anche un vestito”.
Arriccio il naso con fastidio. Lo sto dicendo come a scusarmi, per aver accettato di andare ad una festa così frivola e così poco da Prefetto.
Annuisce, dando una boccata alla sottile striscia di carta bianca.
Non sono proprio sicura che sia una normale sigaretta.
“Anche io sono nella Lista”. Dice guardandomi di sbieco, la testa leggermente inclinata.
Non è in sé, questo è sicuro.
“Senti Zabini.. Ti lascio a fare, beh, i tuoi affari. Mi devo andare a preparare per questa maledetta festa. Visto che ci sei ci vediamo lì”. Dico, incamminandomi su per il corridoio, senza andare perfettamente dritta.
Passano alcuni attimi e mi manca poco per girare l’angolo.
Ti prego: non mi chiamare, non mi chiamare, non mi chiamare, non mi chiamare…
“Ehi mezzosangue!”
Beh grazie tante, penso fissando il soffitto.
Mi giro lentamente, con espressione curiosa.
Lui si stacca lentamente dalla parete e aspira un’altra boccata di fumo.
Fa qualche passo nella direzione opposta alla mia e poi si gira, con un sorriso sghembo.
Dio, lo fa sembrare molto naturale. So che è tutto studiato comunque, anche se è mezzo fumato, è bravo a misurare le proprie emozioni.
“Rosso”.
Così dicendo, si incammina, senza girarsi, canticchiando una canzone in una lingua molto simile all’italiano.
Rimango immobile, gocciolante e perplessa nel corridoio, soppesando quel colore e quella parola in ogni loro sfaccettatura.
Che vuole dire quel mezzo drogato?
Ma non riesco a rispondermi.
“Chi c’è? Cos’è stato? Oddio santo.. Tu! Ragazza della malora! Mi sporchi tutto il pavimento! Via, via!!”. Gazza spunta fuori, con Mrs. Purr alle calcagna, gesticolando contro di me e indicando freneticamente le impronte mie e dello Slytherin.
Non me lo faccio ripetere: come una molla corro per il corridoio, scappando d quel pazzo furioso del nostro custode.
“Me la paghi tu! Hai capito? Tutti voi!! Studenti indegni.. Ah ma mi sente adesso silente!” Mi urla dietro quello.
Come se Silente non avesse già i suoi problemi.. Ma che ne può sapere un magonò come Gazza?
Salgo gli scalini tre a tre, cercando di raggiungere la Sala comune nel minor tempo possibile.
Sono in ritardo: la tortur sarà ancora peggio.
“Parola d’ordine?” Trilla tutta agghindata la Signora Grassa.
“Goldispruzzo!!” Dico trafelata. La donna mi guarda apprensiva.
“Dovresti riposarti cara, sembri molto affaticata…” Inizia lei.
“Infatti. Mi faccia passare per favore!” Dico sbrigativa, cercando di essere cortese.
Lei mi guarda con preoccupazione e si fa da parte.
Nell’entrare dal buco, il mantello si impiglia ad una sedia appoggiata lì accanto e io cado per terra, picchiando il fondoschiena con un colpo sonoro.
“Oddio.. ma che… ? Ow! Cavoli che male…” Mi lamento, cercando di alzarmi.
Una divisa scura e una cravatta rossa e oro.
“Hermione.. Sei un disastro!”
Fisso contrariata Harry, mentre cerca di staccarmi da quella sedia omicida.
Appena ci riescie io la prendo da una parte e le tiro un calcio ben mirato, sfogando tutta la mia rabbia di questa settimana.
“Stupida sedia schifosa.. Adesso vede!” Sibilo, sotto gli occhi esterefatti di tutti.
Harry mi prende per un braccio, appiattendomi contro il muro.
Si gira verso i vari curiosi.
“Tranquilli ragazzi: semplice rabbia repressa contro i Serpeverde” Dice allegramente e ognuno torna ai propri affari, più rilassato.
Harry torna a me, con sguardo cupo.
“Ci ho azzeccato, vero Hermione?”
Lo guardo un attimo negli occhi, cercando un modo di mentire.
Cacoli, non ci riesco!
Abbasso lo sguardo, annuendo.
Non devo avere un aspetto molto felice, perché in un attimo il suo viso si addolcisce e mi accarezza una guancia.
“Ehi, piccola, davvero, puoi parlarne con me”.
Lo fisso diffidente. Capiresti Harry?
“Vieni da me? Ne parliamo. In questi giorni non fai altro che evitarmi”. Dice tristemente.
Io mi mordo il labbro inferiore: è vero, inutile negarlo. Perché Harry e Ron non dovrebbero saperlo? Vogliono solo proteggermi no? Sono i tuoi mgliori amici Herm…
“Harry io…”
“Hermione Granger! Ora sei veramente nei guai!”

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