Smell like teen spirit

di Lost In Donbass
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il giovane Holden ***
Capitolo 2: *** Harry Potter ***
Capitolo 3: *** Il nostro comune amico ***
Capitolo 4: *** Grandi speranze ***
Capitolo 5: *** La compagnia dell'anello ***
Capitolo 6: *** On the road ***
Capitolo 7: *** Magie ***
Capitolo 8: *** La banda degli straccioni ***
Capitolo 9: *** The playboy of the western world ***
Capitolo 10: *** Cime tempestose ***
Capitolo 11: *** The ocean at the end of the road ***



Capitolo 1
*** Il giovane Holden ***


CAPITOLO 1 IL GIOVANE HOLDEN
Penso che se diventerò ricco devolverò parte del mio patrimonio in opere di beneficienza per la scuola. Penso che sia impossibile che dei ragazzi debbano stare in un edificio senza finestre. O meglio, con i telai ma senza vetri. Osservo la mia ex scuola vecchia e fatiscente; sembra impossibile pensare che dentro questo mostro nascano e si sfaldino amori e amicizie, che si consumino vendette, che si rida e che si pianga. Sembra impossibile pensare che queste mura abbiano visto crescere generazioni di ragazzi, che abbiano assistito a radicali cambiamenti, che contengano dentro di loro parti della giovinezza della maggior parte delle persone. Guardo il cielo plumbeo, nuvoloso, freddo. Ho sempre odiato questa città, pettegola e bigotta. Ho sempre desiderato salpare verso nuovi porti e nuove terre, lasciarmi alle spalle tutto questo grigio sciatto, voltare le spalle e cambiare dimensione, trovare un nuovo posto dove stare. Mi sento molto il giovane Holden in questo momento … E invece rimango qui, intrappolato nella solita routine quotidiana, cerco di scappare ma vengo represso ogni volta. Non so perché non me ne sono ancora andato. Forse per Neil, forse per il negozio di fumetti, forse perché sono un vigliacco. Louis è un vigliacco, ha paura! Tante vocine cattive rimbombano nella mia testa. Una volta ho chiesto a Neil se era normale che delle vocine ti parlassero nella testa e se era normale seguire i loro consigli o discorrere con loro per ore e ore. Alzò le spalle e continuò a ruminare patatine fissando lo schermo dove trasmettevano per l’ennesima volta la stessa puntata del “Doctor Who”. Regola n°1: Mai chiedere qualcosa a Neil mentre guarda il dottore.
Ci ho pensato un po’, ma non sono giunto a nessuna conclusione. Mi avvio verso il negozio di fumetti, strascicando i piedi, attorniato da villette ben curate con giardino. Il negozio è infossato tra due case, un vecchio antro oscuro, polveroso come il covo di una strega.
Regola n°2 : mai portare una ragazza normale nel negozio di fumetti. Vi molla immediatamente e non scherzo. Attingo dalla mia esperienza personale. Dicevo, entro nel negozio e uno scampanio accompagna la mia entrata. Una massa di acchiappa sogni tintinna appesa allo stipite della porta. Il bancone è ingombro di carte e penne, gli scaffali trasbordano fumetti vecchi e marci accompagnati da pupazzetti.
-Ciao … - tentenno, siccome non vedo nessuno. Le vocine nella mia testa stanno per ricominciare a brontolare ma io le zittisco. Il silenzio è quasi innaturale e un senso di disagio comincia a farsi largo insieme alle voci cattive. L’ atmosfera è quasi magica, come nel libro di … Il maledetto telefonino pigola, rovinando la deliziosa tensione. Lo afferro borbottando. Messaggio di Neil su Whatsapp
-Ciao Lullinoooooooo !!!!- penso che se qualcuno leggesse mai i nostri messaggi ci sbatterebbe alla neuro seduta stante …
- Ciao, che vuoi?- mi guardo in giro, aspettando con ansia che sbuchi un leprecano o un satiro da dietro la tenda, ma non appare nessuno.
-Ci vediamo davanti alla biblio!? Muoviti Lullinoooo!:)))))))-
Sbuffo e rinfilo il telefono in tasca. Nessuna creatura arriva, perciò abbandono il negozio e mi dirigo alla “ Civil Library” forse l’ unico posto decente del paese. Giro per le vie con aria assente finché non intravedo la facciata splendidamente rassicurante della biblioteca e … un coso urlante che mi corre incontro
-Lullinooooooooo!!!!!!!- Vengo investito da che Neil mi soffoca di abbracci –Mi sei mancato da morire!-
-E’ due ore che non ci vediamo Lally, non un mese- dico a denti stretti, notando che tutti i ragazzi della scuola ci stanno guardando. Io e il mio amico siamo abbonati per fare figuracce a raffica. Tutti e 7 gli anni della scuola appariva sugli annali scritto “Figuracce più esilaranti : Neil Kavanagh e Louis Mcnamara”  Ovviamente la colpa è del biondo ma io vengo sempre coinvolto. Figurarsi … Non mi sono reso conto del fatto che il suddetto disastro mi stia raccontando i fatti del macellaio che abita vicino a sua zia. Neil è un gazzettino, sa sempre tutto di tutti e mi vuole tenere al corrente di tutte le novità. Annuisco, sedendomi sul gradino della biblioteca evitando gli sguardi degli altri ragazzi che ci osservano curiosi. Lo spiazzo della biblioteca è il punto di riunione della gioventù di qui. Mi guardo in giro mentre Neil mi tartassa l’orecchio con le sue stupide considerazioni sull’ultima pettinatura di una cantante che io manco conosco. Miley qualcosa credo. Vedo all’angolo delle scale un tizio dall’aria familiare anche se non ricordo assolutamente il nome.
-Ehi, Lally, chi è quello?- glielo indico e il mio amico storce il naso,rendendosi conto di aver parlato per mezz’ora al vento.
-Quello lì? E’ Harry Granger, perché?- Harry … ah, come Harry Potter …
-No, sai, mi sembrava squinternato come noi … - 
-Non hai tutti i torti … - pondera il biondo – Andiamo a conoscerlo!
-Eh?!?! Ma no! Perché?!
Ma Neil mi ha già acchiappato per il polso e mi sta trascinando di peso verso quel povero innocente.

 

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Capitolo 2
*** Harry Potter ***


CAPITOLO 2 HARRY POTTER
-Ciao!- urla, piazzandosi davanti al malcapitato Harry che ci osserva come se fossimo due venusiani.
-Ci … ciao …. Ci … ci conosciamo?- Ha una faccia un po’ sconvolta e non lo biasimo.
-No! Appunto, per questo siamo qui! Io sono Neil e lui è Louis – tende la mano unta di grasso verso il ragazzo che gliela stringe schifato.
-Ehm, piacere, Harry … 
Non riesco a trattenermi e dico sorridendo:
-Come Harry Potter!
Lui annuisce e ci guarda interrogativamente.
-Ti piace Harry Potter, vero? Ma certo che ti piace, che domanda stupida, a tutti piace … Hai mai desiderato che a 11 anni ti arrivasse la lettera per Hogwarts?! A me non è arrivata, ma è ovvio altrimenti non sarei qui … Io sarei stato, beh, in realtà non so … Grifondoro, probabilmente, e l’ unico sport che adoro è il Quidditch, wow che sport appassionante! Una volta ho cercato in un negozio le gelatine tutti i gusti + 1 ma non le ho trovate … Sapessi quanto ci sono rimasto male! Come quando ho scoperto che … - mi blocco, rendendomi conto dell’espressione assolutamente scioccata della nostra vittima.
-Oh, ehm, scusa a volte mi faccio prendere la mano e … scusa – chino il capo per non far vedere il rossore che mi imporpora le guance. Le vocine stanno urlando furibonde nella mia testa sgridandomi e io mi lascio sgridare.
-Scusate, Louis e Neil, ma ora de … devo proprio andare, ci si vede – Harry si alza, raccatta i suoi libri e si mescola tra la folla fuggendo.
-Uffa … - sbuffa il mio amico – Quel tizio non ha capito che noi siamo gli amici perfetti per lui … è un disadattato pure lui, quindi dovrebbe essere ben felice di aver trovato della gente disposta a farselo amico!
-Ah, fantastico Neil, ci consideri due disadattati … - dico io, con una punta di amara ironia.
-E’ inutile Lou, lo sai meglio di me che siamo due mega sfigati nerd senza un briciolo di popolarità. Siamo noi due e basta, siamo un’unica cosa, ci vogliamo bene e punto. Abbiamo offerto la possibilità di far parte di qualcosa anche all’altro mega sfigato nerd ma è ottuso e se ne è andato. Fine della storia.
Lo abbraccio stretto zittendo le maliziose vocine che stanno cominciando a parlare e partiamo alla volta del pub più malmesso d’ Inghilterra dove vediamo una miriade di gente della nostra università. Gente strana gira nella nostra università a partire dalla scienziata pazza, dalle tre inarrivabili dee, al gruppo dei punk, senza contare le cheerleaders, le squadre dei vari sport, i dark, la gente normale e … noi. Che siamo un gruppo a parte.
-Burrobirra … - ordino al barista che mi squadra scuotendo la testa. Neil interviene ordinando birra per lui e idromele per me. Dopo aver letto che gli elfi di Lothlorien e Rivendel ( vedi Il signore degli anelli) bevevano idromele anche io ho cominciato a bere come unico alcolico questa sostanza. Ci sediamo al bancone, osservando la gente intorno a noi e rivediamo … Harry seduto in un angolo. Come da copione Neil mi acchiappa e mi sbatte accanto al ragazzo, sedendosi a sua volta ed esordendo:
-Allora ci rincontriamo Harry!
Harry spalanca gli occhi ( e che occhi! Mai visto un verde più bello) –Ancora voi due? Scusate ma non vi conosco e non riesco a capire perché mi cerchiate …
Proprio allora vedo sbucare da non so dove un ragazzino sui 18, truccato pesantemente, vestito di nero, con un cespuglio esagerato di capelli nerissimi che gli ricade sul viso pallido e sorridente.
-Ciao ciccio, amici tuoi? – si sporge per dare un bacio a Harry sulla guancia. Ma allora il riccio ha degli amici …
-Piacere di conoscerti, io sono Neil e lui è Louis! Stavamo cercando di far socializzare Harry!
Il ragazzino esibisce un sorrisone a 32 denti:
-Piacere mio, Arkadi.
-Sei russo!?- domando. Ho sempre desiderato conoscere una persona della Grande Madre Russia. Come nei libri di Dostoevskij, Tolstoj, Gogol, Puskin e tutti quei grandi scrittori … Ho provato a far leggere i “Racconti di San Pietroburgo” a Neil ma ho fallito nell’ impresa, come sempre del resto quando provo a farlo leggere. Avevo provato a sottoporgli “Delitto e Castigo”,un capolavoro della cultura ma mi è stato restituito con smorfie di disgusto. Tornando a noi, il ragazzino sorride e annuisce e io faccio un sorriso un po’ ebete. Maledizione Louis, ma perché non riesci mai a fare bella figura con la gente?!
-Allora gente, giacché siamo qui mettiamo in chiaro una cosa. Harry, noi sappiamo che sei un mega sfigato nerd esattamente come noi due quindi volevamo semplicemente diventare tuoi amici dal momento che gli sfigati devono fare gruppo. Non siamo pazzi e non ti metteremo in pericolo. Vogliamo solo fare amicizia-
Niall ha parlato.
Arkadi ci osserva al di sopra delle spesse lenti. Ma quando se li è infilati gli occhiali?
-Come discorso non fa una grinza. Dovresti pensarci moi daragoi. Di solito non incontri persone disposte a fare amicizia così, per puro spirito di fratellanza- Arkadi ha un accento molto ridicolo però mi sembra una persona simpatica.
Harry ci osserva attentamente tutti e tre, con aria circospetta e poi … annuisce.
-E va bene, ok, avete ragione voi. Ci sto.
Neil sorride fiero di se stesso e se ne esce con una delle sue brillanti idee:
-Bravo ricciolo, così si fa ! Ho un’idea strepitosa! Mio zio diceva sempre che il miglior modo per consolidare un’ amicizia è fare un viaggio assieme!
Lo guardiamo esterrefatti. Ma che idea balzana!
-Ehm, Lally, non mi pare una grande idea dal momento che … - inizio io, ma vengo interrotto bruscamente.
-Zitto, Lullino, ho ragione io! Dai, non vi pare una cosa superlativa?! Scegliamo un posto figo dove andare, prendiamo il furgonetto del vicino del panettiere dell’amica di mia nonna e partiamo all’avventura. Sai che figo?
-Tipo Tom Sawyer?- dico.
-Idealmente non è male, ma tecnicamente presenta molti punti deboli. Per prima cosa siamo sicuri che il vicino del panettiere dell’amica di tua nonna sia d’accordo a darci il camper? In secondo luogo, non credo disponiamo di grandi risorse economiche. O, perlomeno, io e Arkadi non abbiamo una sterlina in due. Terza cosa, il luogo. Neil la tua idea andrebbe accuratamente revisionata per permettere un’ effettiva realizzazione- illustra Harry.
-Vedi che non sono l’unico che “sabota” le tue genialate?!- esclamo piccato. Ecco, ogni volta che provavo a fargli notare gli errori tattici delle sue idee, cominciava a dire che ero un pecorone.
-A mio parere Neil ha avuto una bella idea. Su, siamo giovani, abbiamo tutta la vita per stare rintanati in un pub polveroso! Un po’ di avventure stile Mark Twain non possono che farci bene. Ci si ragiona su, si fanno un po’ di corruzioni, si mette un annuncio per altri due compagni di viaggio per bilanciare la spesa e tutto si risolve per il meglio! – commenta Arkadi.
Cavolo, mi sembra Neil … Harry mi guarda sconsolato.
- Mi sa che ci tocca Louis …
Alzo le spalle sconfitto.
-Dai LouLou, che noioso che sei! Live while we’re young!- urla Neil, per poi girarsi verso Harry e abbracciarlo. Il riccio impallidisce lievemente. Non penso sia abituato a essere abbracciato in pubblico …
-Su con la vita darling! Santa Madre come siete pallosi! – strilla Arkadi piegando le labbra del povero Harry in un sorriso e poi passando a me, riservandomi lo stesso trattamento. Oramai tutta l’ università riunita al pub ci sta guardando ghignando. Passerò il resto della mia triste e bieca esistenza a essere deriso dalla gente?! Come capisco Charlie Brown …
-Su Darling, vieni che andiamo a scrivere l’annuncio. Ciao Lou, ciao Neil! Ci vediamo domani!- detto ciò, Arkadi scappa fuori dal pub trascinandosi dietro Harry, che fa giusto in tempo a lasciarci un pezzetto di carta con il suo numero di cellulare.
Neil lo imita, trascinandomi fuori e dirigendosi spedito verso casa, parlando a raffica di cose che io non capisco, troppo impegnato a ragionare sull’imminente vacanza insieme ai due nuovi amici. Le vocine stanno commentando cattive e io le lascio fare, zittendone ogni tanto qualcuna troppo perfida.


 

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Capitolo 3
*** Il nostro comune amico ***


CAPITOLO 3 IL NOSTRO COMUNE AMICO
 Arriviamo davanti al microscopico appartamento che dividiamo. Dovremmo deciderci a mettere in ordine … libri, fumetti e pacchetti di patatine riempiono ogni angolo insieme a penne scariche, lattine vuote e amenità di ogni tipo. I due letti sono sfatti e i piatti ancora da lavare. I libri di scuola ammassati in un angolo fanno compagnia ai pantaloni e vestiti in generale, mentre le scarpe di Neil sbucano gloriose da un cumulo di quaderni.
-Ma Neil! Ti avevo detto di mettere i tuoi vestiti a posto e di fare almeno la lavatrice, siccome di solito faccio tutto IO!!!
Mi guarda come se gli avessi appena detto che ero un venusiano venuto sulla Terra per uccidere la Regina.
-Ma davvero ma l’hai detto?
Odio quando fa il finto tonto. Poi ricordo di averglielo detto l’altro ieri mentre c’era la partita.
Regola n°3 : Mai ordinare qualcosa a Neil mentre guarda la partita dell’ Irlanda, soprattutto se sta perdendo.
Mi rimbocco le maniche e mi metto a lavorare per fare la lavatrice, ma ci rinuncio immediatamente allora rifaccio i letti sbuffando. Mi sento molto una quarantenne frustrata casalinga con dei bambini piccoli e insopportabili. Ma non dovrei sentirmi così, maledizione! Da quando sono piccolo ho la sensazione che la vita mi abbia giocato un brutto tiro ma non ho ancora capito quale. Così, proprio per non deprimermi, acchiappo “Il trono di spade” e mi metto a leggere per isolarmi dal mondo. Sono arrivato al momento più “clou” della vicenda, quando si scopre che Aegon Targaryen non è stato ucciso in fasce ma è ancora vivo, quando il mio rumoroso coinquilino urla:
-Lullino!!! Vieni!
Mi alzo sbuffando e borbottando e lo raggiungo sul suo letto. Mi mostra il suo telefono con la rubrica di WhatsApp dove appare un nuovo numero. Non è difficile individuarlo, dato che ha solo il numero mio, di suo fratello e di una tizia mai vista. Il nuovo numero è di Harry.
-E allora?- Sbuffo.
-Facciamo un gruppo dove ci siamo io, te, Harry, Arkadi se ha il cellulare, cosa di cui dubito fortemente e quelli che risponderanno all’annuncio.
Annuisco dandogli il mio telefono cosicché registri Harry e faccia il gruppo. Mi metto a cucinare una torta salata, ma ci rinuncio dopo aver spiattellato ben 3 uova … Ripiego quindi su un sano take a way cinese. Mentre mangiamo il riso coi piselli, spedendo chicchi da tutte le parti, sdraiati sul mio letto a vedere “This must be the place”( grandioso film con Sean Penn, da vedere assolutamente) chiedo a Neil, che si sta addormentando sopra di me, come aveva chiamato il gruppo. Biascica qualcosa che non capisco, sputando un pezzo si involtino primavera. Glielo richiedo a voce più alta e lui biascica di nuovo:
-Stupid Jelly Pumpkin.
Stupida zucca gelatinosa?!
-Ma che razza di nome idiota è?!
-E’ un nome eccellente!
Storco il naso e spengo il computer, troncando la battuta a Sean Penn. Proprio allora i nostri cellulari squillano. Messaggio sul gruppo più idiota d’ Inghilterra.
-Ciao ragazzi, io e Arkadi avevamo pensato a una meta mica male. Che ve ne pare di una vacanza in Irlanda? Tipo, prendiamo il camper, il traghetto da Liverpool, arriviamo a Dublino e da lì giriamo liberamente per tutti i posti che reputiamo degni di nota.
-Ehilà Haz! Questo sì che è un posto grandioso! Lo sai che sono irlandese, vero? Bene, ci stiamo. Domani andiamo a raccattare il camper. Ti scriviamo sul mio telefono tanto viviamo insieme e vale per due.
-Ok, Arkadi è andato ad appendere gli annunci che abbiamo fatto prima. Domani vi facciamo vedere la mappa che abbiamo tracciato. Buonanotte.
-Notte frelliJ
Neil si trasferisce nel suo letto e finalmente posso dormire in pace, dove nessuno mi giudica e dove sono io quello figo e popolare. 

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Capitolo 4
*** Grandi speranze ***


  CAPITOLO  4 GRANDI SPERANZE
La mattina sveglio Neil e ci fiondiamo all’università. Arriviamo in ritardo come al solito e veniamo accolti dallo sguardo malefico della professoressa Anderson. Le lancio un anatema sottovoce
-Crucio!
Me la immagino contorcersi al suolo vittima di dolori incontrollabili e ghigno sadicamente. Neil mi guarda scuotendo la testa e ci infiliamo nell’ aula di filosofia dove lui si addormenta sul banco e io faccio un intervento cretino, venendo fulminato dal professor Thompson. Dopo interminabili ore di lezione sgusciamo all’ aperto, respirando la fresca (ehm) brezza dello Yorkshire.
-Lullino, guarda l’annuncio.
Mi avvicino al biondo che insieme a un gruppo di studenti sta guardando un annuncio appiccicato sul portone dell’ Università
“Attenzione gente! Servirebbero due persone disposte a intraprendere un’ avventura” Buona questa! “ a bordo di un camper scassato” Se pensano di attirare gente in questo modo …
“nella verde Irlanda. Garantiamo emozioni, divertimento, idiozie e libertà completa per l’intera durata del viaggio (che manco noi sappiamo).” Ok, non verrà nessuno … “Per ulteriori informazioni contattare questo numero, o più semplicemente passate dal negozio di fumetti. Anzi, passate dal negozio e non chiamate che fate prima.”
Neil mi sorride e mi abbraccia, mentre io scuoto la testa.
-Vado dal vicino del panettiere dell’amica di mia nonna a farmi dare il camper. Tu vai al negozio?
Annuisco e parto verso la mia meta. Quando arrivo sono sudato fradicio. Non mi sono accorto di aver corso. Entro e mi accompagna lo scampanellio di una campanella tibetana. Seduto, o meglio, raggomitolato sulla poltrona dietro la cassa, c’è Arkadi che mi sorride e posa il libro che stava leggendo. Osservo, ma il titolo è in cirillico.
-“La danza dei draghi”. Il trono di spade, hai presente?- Mi guarda sorridente e mi rendo conto solo ora che dietro le spesse lenti da miope brillano due splendidi occhi violetti incorniciati da uno spesso strato di trucco nero assolutamente punk.
-Certo che ho presente, li sto leggendo anch’io ma questo mi manca.
A essere sinceri, me ne mancano tre comunque …
-Non è vero, te ne manca più di uno.
Come diavolo fa a saperlo ? Arrossisco violentemente e abbasso il capo, come un bambino colto sul fatto mentre ruba i cioccolatini. Ho letto 10000 volte “Le avventure di Huckleberry Finn” e ancora non ho imparato a mentire decentemente.
Arkadi ride.
-Tranquillo Lou, me ne sono reso conto solo per il semplice fatto che fai la stessa identica faccia che fa Harry quando mente!
Mi schiarisco la voce, facendo vagare lo sguardo per il negozio prima di dire:
-Abbiamo visto l’annuncio. E’ divertente, ma credo che non attiri molta gente, non so se mi spiego … Comunque, la cartina? Avete avuto un’idea grandiosa per quanto riguarda l’Irlanda. Oh, Neil è andato a recuperare il camper…
Il ragazzino sorride soddisfatto e urla:
-Sugar! C’è Lou!
Harry emerge dal retrobottega e mi rivolge un mega sorrisone. Finalmente ho trovato della gente che invece di ridere quando mi vede mi sorride amichevolmente. Ciò mi rende oltremodo felice.
-Ciao Louis, ecco la cartina.
Mi dispiega sul bancone una cartina dettagliata dell’ Irlanda, con tracciato un percorso con il pennarello.
-Ecco, vedi, sbarchiamo a Dublino poi ci dirigiamo a sud verso Galway dove possiamo ammirare le famose Cliffs of Moher e tutto il paesaggio splendido, poi di interessante c’è la penisola di Dingle, il sito archeologico di Clonmacnoise, e moltissime altre cose come abbazie, castelli eccetera … siccome non vantiamo elevate risorse economiche direi di stare circa una decina di giorni in questa zona, dopotutto ci sono un mucchio di cose da vedere. Comunque dobbiamo anche chiedere il parere di Neil.
-Sono sicuro sarà felice, è andato …
Uno strombettio ci fa uscire dal negozio dove fuori vi è …
- Oh misericordia!- esclama Harry.
Un furgone Volkswagen T2 verde acquamarina con fiori e scritte hippy è parcheggiato davanti a noi con dentro un sorridente Kavanagh.
-Ma cos’è quel coso?- faccio io.
-E’ il mezzo di trasporto! Me l’ha dato gratis! Il proprietario è un ex hippy di San Francisco.
-Stupendo!- Arkadi è felicissimo.
-Se non altro fa molto “ Il giro più pazzo del mondo”… - dico a Harry che annuisce, esibendo un mezzo sorriso. Siccome comincia a piovere (ma che novità …) ci infiliamo nel tetro negozio dove dei ragazzi stanno comprando dal proprietario qualche fumetto di Spiderman.
Attendiamo con ansia che qualcuno si presenti, intanto facciamo conoscenza e sì, sembra proprio che ci siamo trovati.
-Ehm, scusate, siete voi quelli dell’avviso all’università?
Alziamo lo sguardo e vediamo due tizi, uno con i capelli corti e castani e uno olivastro con i capelli neri, perfettamente curati.
-Sì, siete interessati?
Impossibile che qualcuno abbia creduto a quell’avviso.
-Ah, ok. – inizia quello orientale – Io sono Nasir Hashmi e lui è Liam Stevenson e saremo interessati a venire con voi in Irlanda.
Il suo tono di voce tradisce una certa agitazione. Ma sono così disperati da voler venire con noi?
-Volevamo cambiare aria, sapete com’è … io volevo un po’ staccare siccome Michelle, la mia ragazza, è un po’ … ecco, pesante mentre lui, boh, mi viene dietro- spiega Liam.
-Perfetto, firmate qui nuove reclute della ciurma- esclamo porgendogli un foglio con le nostre firme e una penna. Mi guardano strano ma firmano. L’ho sempre voluto fare da quando ho letto “L’ammutinamento del Bounty”. Illustriamo ai nuovi desperados la meta, il mezzo di trasporto, il prezzo e le date che avevamo fissato per due giorni dopo. Si mostrano d’accordo, a parte Nasir che scruta preoccupato e schifato il furgone.
-Pub!!!!- tuona Neil e così andiamo tutti e sei al pub a scolarci idromele, birra e vodka. Ma da quando in qua Arkadi ha un tatuaggio sulla spalla? Sono sicuro che un’ora prima non ce l’aveva!
Chiacchieriamo per fare amicizia e esce fuori che Liam gioca nella squadra dell’università di calcio. Calcio! Sport immondo! Nasir è un perfezionista vanesio per i suoi capelli ma sembra simpatico. A parte il fatto che ci abbia parlato ininterrottamente della sua fidanzata Julia, una biondina di origini italiane che poi esce fuori essere amica di Mary Tracy, una delle ex del mio amico biondo che ho avuto la sfortuna ( o fortuna) di conoscere anche io.
-Allora è sistemato!- conclude Harry –Partiamo da qui tra due giorni, andiamo a Liverpool, sbarchiamo a Dublino e …
-E poi Vai con Dios!- urliamo io e Neil.
Ci diamo l’appuntamento per due giorni dopo davanti a casa nostra e torniamo ognuno alla propria casa. Mentre mi allontano, mi guardo indietro. Il sole, cioè no, mi correggo: quello che dovrebbe essere il sole tramonta all’orizzonte. Di solito i libri finiscono con un bellissimo tramonto rosso fuoco che illumina i protagonisti e lascia nel cuore di tutti qualcosa di magico e epico. Siccome invece io sono solo un ventiduenne frustrato che incomincia a dare gravi segni di squilibrio, il sole non accompagna il mio ritiro dalle scene. Uèèèè!! Anche la natura è contro di me! Morirò solo e reietto abbandonato da tutti! Ok, Louis, stai zitto, va tutto bene.
 

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Capitolo 5
*** La compagnia dell'anello ***


CAPITOLO 5 LA COMPAGNIA DELL’ANELLO
Sono sdraiato a letto con il “Trono di Spade” in mano quando, come al solito, Neil mi si sdraia vicino e comincia a parlare. E io non posso far altro che chiudere il libro, tenere a bada i miei istinti omicidi e ascoltarlo.
-Lou, sono eccitatissimo per la vacanza!
Annuisco sbadigliando. Magari se sbadiglio mi molla … no, ho calcolato male.
-Mi sembrano a posto Liam e Nasir. Harry sembra te, quindi è simpatico, un po’ troppo tranquillo ma mi piace come tipo. Arkadi è superlativo. Mai visto uno più divertente e pazzo di lui. Tu che ne dici?
-Brava gente … - borbotto. No, dai lo penso davvero.
-A proposito, volevo dirti una cosa. Secondo me c’è qualcosa tra Haz e Arkasha.
-Qualcosa in che senso?- Ora inizia con le sue supposizioni idiote sulla gente.
-Cioè, li hai visti?
 Ahah, primo errore tattico Kavanagh ! Io non noto niente, lo sai bene che non noterei neanche Godzilla che balla la marachena sotto casa nostra!
-Dai Louis, l’avrebbe notato anche un cieco! Non hai visto che continuano a stare appiccicati, che si guardano in certi modi, che si chiamano, cioè, Arkasha chiama Harry con appellativi tipo
Sugar, Darling, Ciccio, moi daragoi che in russo ho scoperto significare ‘mio caro’ o roba simile?
-E allora? Non possono essere migliori amici?
- Louis, noi siamo migliori amici da quando siamo nati ma io mica ti chiamo caro, tesoro eccetera! E poi non stiamo sempre appiccicati …
Ahah, secondo errore tattico Kavanagh! Noi stiamo sempre appiccicati,  sempre in banco insieme dalle elementari, sempre insieme, ora viviamo nello stesso appartamento e in più ora mi stai abbracciando!
-Cioè tu mi stai cercando di dire che stanno insieme
-Esatto Lou! Vedi che hai capito? Domani glielo chiedo.
-No! Con il tuo solito tatto Neil scioccheresti Haz! E se poi hai preso un granchio?
-Fidati del mio fiuto, Lullino. Buonanotte, ti voglio tanto bene.
E prima che possa dire una sola parola crolla addormentato al mio fianco. Lo guardo e sorrido.
-Anch’io ti voglio tanto bene Lally.
 Mi addormento pensando ai mie nuovi amici e chissà se Harry e Arkadi stanno veramente insieme …
I due giorni passano velocemente, in un turbinio di valigie e preparativi. Oddio, mi sento troppo Bilbo Baggins quando deve partire con i nani e Gandalf verso la Montagna Solitaria!
Finalmente arriva il gran giorno! Ci svegliamo presto e balziamo a bordo del nostro mitico camper. Dentro c’è una puzza terribile di caffè e di oppio, ma fa molto caratteristico. Buttiamo le valigie in un angolo e mi rendo conto che i sedili sono scassati, non ci sono le cinture e … in sei non ci stiamo! Lo faccio notare al mio amico che alza le spalle e mette in moto. Partiamo sollevando una nuvola di fumo e svegliando tutto quel buco che è Coventry con il botto di inizio. Raccogliamo i ragazzi e Liam fa il mio stesso commento sulla capienza ma anche lui come me viene ignorato. Guida Neil, io mi arrangio con la cartina macchiata di Coca Cola e dietro, schiacciati sul sedile chiazzato di macchie su cui non voglio indagare, i nostri amici a parte Arkadi che se ne sta raggomitolato per terra. Contento lui contenti tutti …
 Appuro che Neil non sa guidare perché non riesce a tenere la strada senza sbandare; becco Nasir che si mette a posto il ciuffo specchiandosi nel finestrino ricoperto di unto; scopro che Liam è la persona più logorroica del cosmo ( Lally, ti devo delle scuse); giungo alla conclusione che Harry è un maledettissimo secchione; constato che Arkadi è un teppista cosa che non avrei mai detto ( a proposito, ma fino a 10 minuti fa non aveva i capelli neri? Perché ora ha le punte viola?!) infine mi rendo conto che … sono assolutamente impedito a leggere le cartine!
Arriviamo in quel di Liverpool e balziamo (ehm …) sul traghetto che ci porterà a Dublino. Siccome il viaggio è breve rimaniamo nel nostro puzzolente mezzo di trasporto dove ci rendiamo conto con orrore che Niall ha scritto sul cofano “Stupid Jelly Pumpkin”.
Il mare è mosso così mi sembra di essere Arthur Gordon Pym di Nantucket quando è rinchiuso nella stiva … come sono poetico! Le vocine commentano acide la mia poesia altisonante e io le lascio fare. Sono tutto meno che un uomo di polso …
Sbarchiamo a Dublino e facciamo guidare Liam perché far guidare il biondo nelle strade irlandesi è come firmare la propria condanna a morte.
-Andiamo a sud, Liam prendi la strada per Galway e poi pieghiamo verso Tipperary – fa Harry, studiando la cartina unta e bisunta.
-It’s a long way to Tipperary, it’s a long way to home!- intoniamo io e Arkadi, ricordando I Peanuts e Snoopy con la sua mitica giornata del Veterano.
-Just before the battle mother!- continua Nasir, ricordando anche lui  Snoopy.
Continuiamo così tutto il viaggio, cantando vecchie canzoni estrapolate da libri, film e fumetti. La performance più esilarante di sicuro è stata quella di Harry, che si è cimentato con la canzone che canta Frodo ne “Il Signore degli Anelli”quando arrivano al “Puledro Impennato”. Ha una voce stratosferica, accidenti! Di quelle voci che ti mandano i brividi per la schiena.
Ci fermiamo a mangiare in un pub ridicolo, “Three Pigs Inn”. I panini colano grasso e calorie da tutte le parti, ecco perché sono buoni! Nasir , salutista convinto, ordina un’insalata che gli viene servita con smorfie di disgusto. Mi stupisco di come Arkadi regga qualsiasi alcolico in maniera eccellente, a differenza di Liam che dopo una pinta è già un po’ brillo. Neil salta sul tavolo cantando a squarciagola e noi dobbiamo trascinarlo recalcitrante di nuovo sul furgone. Ci rimettiamo in viaggio, chiacchierando del più e del meno.
-Ragazzi, siamo vicini a un posto chiamato Adare … ci fermiamo?- chiede Nasir
-Adare … Adare … sì, tanto si sta facendo buio e poi domani avremo la possibilità di visitare un castello speciale- annuisco io, osservando la cartina.
-E la Trinitarian Abbey!- aggiunge Harry.
Ci fermiamo accanto a un campeggio vicino al paese e ci cimentiamo nella preparazione dei blini, una specialità russa che ci ha illustrato Arkadi. Mangiamo tutti insieme e non sono mai stato meglio, circondato da persone che mi “capiscono”. Poi andiamo al pub, creiamo scompiglio ad Adare e fuggiamo dal camper per non venir linciati già la prima sera.
-Ok, belli, abbiamo una tendina siccome in sei non ci stiamo. Quindi due dormono in tenda, due nel letto di sotto e altri due nel letto di sopra- fa Neil
Montiamo la tenda non senza fatica e tiriamo su il tetto arrugginito dove c’è un letto. Poi tiriamo giù il sedile dietro per l’altro letto.
-Io dormo nella tenda! Non voglio sporcarmi il ciuffo con il marciume e l’umidità di questo camper- esclama Nasir.
-Scusa, ma hai pensato anche agli altri?- lo redarguisce Liam –Magari anche loro volevano dormire in tenda!
Il nostro pakistano diventa verde.
-Ehm, hai ragione, scusate. Qualcuno vuole dormire in tenda? Sorrido, povero pakikebab! Lasciamolo nella tenda lui e il suo fantomatico ciuffo. Tutti la pensano come me così il nostro Nasir si sistema gioioso con maschera di bellezza e cetrioli sugli occhi seguito da Liam che si congeda dicendo:
-Posso dormirci io con Nasir? No, perché scalcia e lagna se gli tocchi la messa in piega …
Ha una faccia peggio dei condannati alla sedia elettrica …
Io e Neil decidiamo per il letto di sopra, solo che è un po’ altino e io non è che sono proprio una stanga così … mi ritrovo a scalciare in aria con mezzo busto sul letto e l’altra metà spenzolante accompagnato dalle risate degli altri. Le vocine mi stanno severamente sgridando per la mia inettitudine quando finalmente con un fantastico colpo di reni (cioè, con la spinta degli altri tre …) riesco a issarmi sul letto. Neil è peggio di me così io lo tiro su e Harry lo prende in braccio per passarmelo tipo sacco di patate. Con l’ arrivo di Bombolo Kavanagh il piano di sopra scricchiola pericolosamente e ci rendiamo conto che quel maledettissimo demonio di Arkadi ha disegnato tutte le scene della nostra ascesa al letto. Ma è possibile che disegni tutto quello che vede? Sembra un giornalista dei tempi di Sherlock Holmes, quando non c’erano macchine fotografiche e sui giornali apparivano i disegni dell’evento. Però bisogna riconoscergli che disegna divinamente …
Ci infiliamo sotto il plaid che puzza di naftalina e finisce con me pressato in un angolo con il libro e la pila praticamente in bocca e il biondo nibelungo (fosse davvero sveglio come Sigfrido) che occupa gli altri ¾ di letto e che ci delizia le orecchie con il suo dolce russare. Spengo la pila, chiudo il libro, mettendolo in salvo dal peso del mio amico e provo ad addormentarmi cosa che non mi riesce siccome ho il suo gomito nel collo e il suo ginocchio nella pancia. Mi rigiro continuamente cercando la posizione, con le vocine che mi danno del “vecchio bavoso” o del “petulante sbarbatello”. Dopo quello che mi pare un secolo riesco a cadere tra le braccia di Morfeo ma immancabilmente vengo svegliato a mezzanotte da Neil.
-Cosa c’è?- borbotto, con la voce impastata e per poco non soffoco siccome Neil, con la sua solita leggiadria, nel girarsi mi ha cacciato la fetente coperta in bocca.
-Hai sentito?- sta facendo la voce da cospiratore non riuscito.
-Ma sentito cosa Neil?- Mi farà venire l’esaurimento anche se credo di essere già esaurito abbastanza di mio.
-Quei suoni oscuri.
Tendo l’ orecchio e in effetti non ha tutti i torti. Si sentono dei suoni strani e anche abbastanza inquietanti.
-Cosa diavolo è ?- balbetto. Il mio coraggio da leone sta venendo fuori …
-Non lo so … - Neil mi abbraccia tremolando. L’altro cavaliere …
-I venusiani vengono a prenderci !
-Jack lo squartatore è tornato!
- Neil, guarda che quello uccideva prostitute …
-Oh, ecco, va beh un pazzo assassino, Hannibal, Shining …
-I Dissennatori!!!
Sbianchiamo in due. Lo sapevo che prima o poi sarebbero arrivati a mangiarmi l’anima! Ma mi sono adeguatamente preparato.
- Neil, sturati le orecchie! Ho un piano.- gli porgo la pila e afferro due bacchette di legno.
-Gli puntiamo la pila in viso e urliamo “Expecto Patronum” per cacciarli via. Poi ci portiamo anche un libro da tirargli in testa se si rivelano umani. Pronto?
-Prontissimo. Il commando è partito.
Tremo come una foglia al solo pensiero di incontrare i dissennatori, così ci avvolgiamo nel plaid e prepariamo le armi.
-Louis, sappi che se per caso dovessimo morire, beh, sei il mio migliore amico e ti voglio bene.
-Anche tu Lally, anche tu.
Prepariamo la pila e le bacchette e ci caliamo con fatica giù al piano di sotto. Il buio non aiuta molto, ma possiamo individuare due figure sul letto che sicuramente stanno asportando l’anima ai nostri amici. Neil accende la pila puntandogli contro il fascio di luce mentre puntiamo le bacchette e urliamo:
-EXPECTO PATRONUM!!!!

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Capitolo 6
*** On the road ***


CAPITOLO 6 ON THE ROAD
Non c’è alcun dissennatore nel camper, solo beh, ecco … solo Harry e Arkasha che … ehm, Neil aveva ragione. Stanno decisamente insieme!
-Lullo vedi che avevo ragione? Caspita ragazzi potevate dirlo subito!- ride Neil, con il suo solito charme.
-Ehm, scusate tanto, non volevamo disturbare, solo che avevamo sentito dei rumori e pensavamo che fossero i dissennatori!- cerco di giustificarmi, imbarazzatissimo. Le vocine mi stanno bacchettando per la mia stupidità e io mi sento proprio cretino. Arkadi non sembra essersela presa, visto che ride di gusto con Neil ma Harry … se ne sta raggomitolato in fondo al letto avvolto nella coperta.
-Scusate, non volevamo svegliarvi, forse … mi dispiace – piagnucola da sotto le coltri.
-Ma non ci avete svegliati! Non stavo dormendo ecco perché- Il biondo non la smette di ridere. Gli mollo un coppino secco.
-Va beh, su, ora stiamo zitti vero Darling?- ghigna Arkadi, rivolgendosi alla coperta.
-Dai, Haz, stai un po’ tranquillo, non ti mangiamo!- cerchiamo di rassicurarlo noi. Povero riccio, come lo capisco! Si sta vergognando come un ladro, ne sono certo. Arkasha sbuffa e striscia a sbaciucchiare la coperta che trema come un budino. Finalmente un paio di occhioni da cucciolo verdi sbucano dal plaid e io e il biondo risaliamo sul nostro letto e ci addormentiamo non prima che Neil mi abbia strizzato l’occhio e abbia mimato un “Te l’avevo detto” con le labbra.
La mattina seguente mi alzo il più silenziosamente possibile per non svegliare Neil e striscio al piano di sotto dove trovo Harry vestito di tutto punto che si sta ingegnando a friggere il bacon.
-Ciao Haz .. – sbadiglio.
-Oh, ciao Lou, senti scusa per stanotte è che …
-Shh, zitto, è colpa nostra. Però dirlo prima …
Diventa rosso come un peperone.
-Ma io, ecco, mi vergognavo e così …
Gli faccio segno di tacere. Lui si siede sul letto accarezzando dolcemente Arkadi, raggomitolato in mezzo alle coperte. Intanto sbucano Liam e Nasir.
-Il sole è alto nel cielo! Buongiorno!- urla Nasir.
Liam sembra un po’ meno giulivo dell’altro, con occhiaie e una faccia del tipo “ve l’avevo detto che dormire con Nasir è un incubo”.
Ci guardiamo tutti un po’imbarazzati dato che siamo tutti in boxer e maglietta a parte Harry che sembra pronto per andare a un convegno dell’università. Ma quant’è antiquato quel ragazzo?! Nasir osserva con malcelato disgusto il bacon che frigge in padella.
-Ehm, sarebbe?
-E’ bacon, no?
Un tonfo ci fa girare. Neil è appena caduto dal letto di sopra e sta inveendo coloritamente contro tutto e contro tutti.
-Questo furgone è la mia rovina!
-Facciamo colazione?- propone Harry.
-E Arkadi? Aspettiamo che si svegli.- interviene Liam.
-No, non c’è bisogno. Mangiamo e poi quando si sveglierà mangerà. Potrebbero volerci ore prima che ritorni tra noi.
Mangiamo ridendo e scherzando ma un pensiero continua a martellarmi la testa. In che senso potrebbero volerci ore prima che torni tra noi? Harry non mi convince. Cosa voleva intendere?
-Che si fa oggi?- esclama Neil.
-Possiamo andare a vedere il Desmond Castle e la Trinitarian Abbey- propongo io.
Ci avviamo, dopo esserci vestiti (cosa che ci ruba molto tempo), verso la periferia del paesino dove vi è un grande castello appartenente al medioevo credo. È oramai una rovina ma ha pur sempre il suo fascino. Siccome siamo i prototipi di pezzente senza un soldo, dobbiamo imbucarci dal retro. Ammetto che ciò non è semplice per niente. Maledizione, nei libri sembra sempre tutto così semplice, così elementare ma quando ti ritrovi a doverlo fare sul serio ti rendi conto che è veramente difficile. Nasir che rimane incastrato, Neil che cade nello stagno e tutta una vagonata di piccole cose inutili ci rallentano. Ora qualcuno mi deve spiegare perché nei libri non succede mai nulla del genere anzi. Ci riusciamo comunque e ci accodiamo a un pullman di turisti spagnoli. Siccome non capiamo nulla di quello che la guida spagnola sta dicendo Harry ci fa la lezione. È assolutamente secchione, assolutamente saccente, assolutamente cattedratico e saputello ma non so come mai è adorabilmente simpatico. Seguiamo la comitiva e ci ritroviamo in prossimità delle segrete. Un brivido involontario mi percorre la schiena. Posso sentire le urla dei condannati che erano rinchiusi in quelle lontane celle. Le vocine mi bacchettano perché sono suggestionabile. Penso che dovrei parlare a qualcuno delle vocine perché no. Non è possibile che a vent’anni io sia già vittima di problemi psichici da stress. Non lo accetto. Ma tanto sono così da quando sono nato quindi vuol dire che sono nato con qualche squilibrio. Troppo strano per essere seriamente capito, troppo strano per vivere una vita normale. Scarto della società. Potete catalogarmi così. Siamo tutti e quattro lì che ascoltiamo le spiegazioni di Harry quando una vocina acuta e da prendi in giro dice dritto nel mio orecchio
-Lo sai che quest’albero è molto velenoso? È un tasso …
Caccio uno strillo e mi volto di scatto facendo sobbalzare i miei amici. Appeso all’albero a testa in giù c’è …
-Arkadi! Che diavolo ci fai qui?!
Ma come cavolo ha fatto ad arrivare qui? Come sapeva che siamo qui?
-Mi sono svegliato, non c’eravate, ho intuito che foste venuti qui, e siccome il mio intuito non sbaglia mai eccovi!
Liam scoppia a ridere.
-Certo che sei proprio un demonio!
Nasir si sventola perché lo spavento gli ha scompigliato il ciuffo e Neil ride. Io sto cercando di riprendere fiato dopo il colpo che mi ha fatto prendere ma riesco anche a sorridere. L’unico che non ride, ma anzi è abbastanza livido è Harry.
-Scendi subito da lì, Arkadi.
-No, non scendo.
-Ti ho detto di scendere!
Linguaccia e occhi scintillanti.
-Ti fa male stare a testa in giù. Scendi.                                     
Il diavoletto scende ridendo e comincia a saltellare. Lui è iperattivo. Troppo iperattivo per rientrare nella norma.
Continuiamo il nostro giro con Nasir che continua a spazzolarsi per mettersi a posto i vestiti, il ciuffo, questo e quest’altro. Allora, dopo aver fatto qualche danno irreparabile al castello e all’abbazia torniamo alla base. Il nostro furgonetto è sperduto in mezzo ai campi, così mangiamo in un pub e rimontiamo pronti per andare da qualche altra parte. Partiamo alla volta della penisola di Dingle perché Harry si è fissato di voler vedere un coso che mi pare si chiami Gallarus Oratory, un vecchio oratorio di monaci. Scoppiettando il furgone si muove alla volta di Dingle.
 

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Capitolo 7
*** Magie ***


 
 
CAPITOLO 7 MAGIE
Andiamo a sud, seguendo il vento. Creiamo scompiglio in un pub e fuggiamo a gambe levate. Mentre andiamo io osservo il comportamento dei miei amici. Mi rendo conto che in fin dei conti siamo un po’ tutti degli scarti della società. Tutti troppo anormali per quest’epoca. Se io ho qualche squilibrio mentale con voci in testa e libri, Arkadi è troppo iperattivo; se Neil è esageratamente espansivo, Harry è troppo antiquato e studioso; se Nasir è maniaco della perfezione assoluta, Liam è … no, Liam è normale. O forse talmente pazzo da poter sembrare normale. In autostrada andiamo talmente lenti che vedendo le macchine sfrecciarci intorno sembra quasi di essere fermi. Nasir si lamenta della lentezza del “tartarugone post-hippy” e Neil tira su delle beghe pazzesche per proteggere il coso.
-Allora, alla prima rotonda prendi la strada per Rough Point quindi continua diritto fino a …
-Non sobbarcarmi di direzioni Harry, che non ci sto capendo un fico secco!- lo rimbrotta Liam che è l’unico che sa guidare.
Supera abilmente un camion che trasporta pecore e zigzaga attraverso una fila di macchine. Imbrocchiamo alla decima la strada per Rough Point ma con la nostra solita fortuna la strada è ricoperta di sabbia. Dico, ma siamo sfortunati forte,eh?! Cominciamo a sentire un inquietante ronzio e con uno scoppio il furgone di blocca in mezzo alla strada.
-Perché non si muove?!- lagna Neil.
-Benzina ce n’è! Non riesco proprio a capire- dice Liam cominciando a smanettare di qua e di là.
-Olio?- suggerisce Nasir, spazzolandosi i pantaloni.
-Non è che è entrata della sabbia nel motore? Essendo così vecchio potrebbe essersi fermato per quello- tenta Harry.
-Qualcuno dovrebbe controllarlo ma … - inizio io. Ho letto come si fa a controllare i motori in molti libri ma credo di non essere in grado perché … ok, lo confesso : ho paura di venir risucchiato dai pistoni. È una paturnia mentale che ho sin da piccolo e che le voci non dimenticano mai di rammentarmi. Scendiamo e fissiamo il cofano piano di bugne.
-Faccio io- Arkasha fa uno dei suoi poco rassicuranti ghigni e apre il vecchio cofano. Si solleva una nuvola di fumo nero che ci investe e che impesta l’aria fresca e pulita. Guardiamo tutti dentro nell’ammasso nero e io mi tengo a distanza perché i pistoni mi guardano maligni e sorridono. Non so se i vostri pistoni sorridano ma i miei si. Arkasha fa una faccia strana, strappa di mano a Neil la chiave inglese e bussa. Nessuno risponde. Ci rimango un po’ male. Forse mi aspettavo che qualcuno dicesse “Chi è?”. Bussa di nuovo e di nuovo silenzio.
-E’ lui, è tornato- ride.
-Chi è tornato?- chiediamo noi fissandoci a vicenda.
-Ma di chi parla?- mi sussurra Nasir.
Scuoto la testa e guardo Harry che in teoria dovrebbe saperlo ma che ha una faccia più interrogativa della mia.
-Ehm, Arkasha, potresti spiegarci?- fa Liam.
Lui ride di nuovo e si sporge dentro il cofano sbullonando il motore.
-Ma che fai?!- strilla Neil.
Il motore viene sbullonato e un altro sbuffo di fumo si solleva nell’aria. Presto emerge Arkasha con in mano qualcosa. Ci avviciniamo curiosi a parte Nasir che ha paura di sporcarsi. Ha in mano una specie di mostriciattolo arrabbiato con gli occhi rossi.
-Ma che diavolo è?!- urlano i ragazzi a parte io che rimango imbambolato a fissarlo. Allora avevo ragione quando dicevo che nel motore si annidavano mostri di ogni sorta. Un punto a Louis gente!
Arkasha soffia delicatamente sul mostriciattolo e mormora qualcosa a voce troppo bassa perché noi possiamo sentirla. Il folletto tira uno strillo acutissimo e si invola nel cielo azzurro scomparendo presto alla vista. Noi siamo ancora lì che seguiamo con lo sguardo la piccola figura che Arkadi ha già rimesso i bulloni al motore, ha chiuso il cofano e ci guarda stranito.
-Ma cosa c’è da guardare?! Venite, su, tutti a bordo!
-Cosa c’è da guardare?! Arkasha ma ci prendi in giro?!- sbotta Neil.
-Forse che si, forse che no- ride di nuovo.
Risaliti sul camper, Liam rimette in moto alla perfezione e ripartiamo ballonzolando.
-Ora ci spieghi cosa è successo prima- ordina Nasir, pettinandosi.
-Vedi che avevo ragione Lally!? Esistono i mostri del motore- urlo trionfante.
-Mi sa che avevi ragione Lullino- dice abbattuto.
-Esigo una spiegazione logica – dice Harry, riallacciandosi i polsini della camicia ovviamente bianca.
-Non c’è una spiegazione logica ciccio, c’è solamente il mostriciattolo che si annida nei vecchi motori e io l’ho mandato via. Fine della storia- Arkadi non sembra assolutamente stupito, anzi disegna come se niente fosse.
-Se lo racconto non ci crede nessuno- sento borbottare Liam.
Sinceramente nonostante sia felice per aver visto un mostro dei motori sono un po’spaventato più che altro da Arkasha. Non me la conta giusta. Secondo me è una specie di spiritello maligno anche lui. Lascio da parte questi pensieri e lascio che la mia mente vaghi libera per questa terra selvaggia. A un certo punto stiamo per cadere dalla scogliera perché ci siamo sbilanciati a causa di un camion di pecore che ci ha superato malamente in curva ma riusciamo miracolosamente a rimanere in carreggiata. Poi il T2 sciopera per sfruttamento padronale e ci tocca proseguire a piedi. Scarpiniamo intrepidi e impavidi fino a ritrovarci davanti quel beato Gallarus Oratory.
-Ma è quella schifezza lì?- esclama Neil, indicando un … coso di pietra che ricorda vagamente un cappello da folletto.
-Me lo aspettavo più epico … - commento io.
-Ma scusa Harry, tutta quella strada per vedere questo affare che a quello che sembra è vuoto?!?!- sbraita Liam, osservandoci con un’aria che interpreto come “Ditemi che è uno scherzo”.
-Ma vedete che non capite?!- sindaca Harry –Questo è un oratorio dei monaci proto cristiani! È di un interessantissimo livello culturale. Insomma rappresenta il cristianesimo celtico in Irlanda e in più vi è presente una pietra neolitica incisa di simboli druidici.
Nasir alza un perfetto sopracciglio scettico.
-Senti, io non ho capito un cavolo di quello che hai detto e in più ha un’aria talmente polverosa! Qui si attenta al mio ciuffo!
-Siete un gruppo di incompetenti e illetterati, che non sanno apprezzare la cultura e si trovano quindi in una situazione stagnante di gente incolta che non potrà mai aspirare a raggiungere alti livelli di istruzione perché mancano di inventiva e aspirazione e … - sta diventando sempre più rosso e secondo me tra poco scoppia a piangere perché gli abbiamo sabotato la gita culturale dell’anno … mi sento un po’in colpa.
-Va bene, va bene, stai calmo sugar, non è successo niente. Ora lo andiamo a vedere così sei contento. Dai vieni …
Arkasha lo prende per mano e lo trascina verso quella che penso sia l’entrata.
-Ma … ma Arkasha … loro hanno detto …
-Stai zitto Harry – ci irrigidiamo tutti e cinque quando veniamo fissati da quegli occhi viola così … così freddi e del tipo “fate quello che vi ho detto o finite male!”. Lo seguiamo tutti e cinque docili come cagnolini su per il pendio fin quando Liam non s’azzarda a dire:
-Ehm, Arkadi … ma per pagare l’entrata bisogna passare dall’altra parte …
-Ti ricordo che non abbiamo un penny- gli dico, scarpinando dietro a Neil e aggrappandomi a una roccia per non cadere.
-Ma se ci beccano?- continua lui preoccupato.
A quella frase mi giro, lo guardo, guardo il suo corpo muscoloso e allenato e il mio gracilino e  dico:
-Se ci beccano, mi carichi in spalla e scappiamo.
Arriviamo sopra il Gallarus e cominciamo a strisciare per terra fino alla recinzione. Una mandria di anziani turisti è impegnata a far foto a raffica e non ci considera. Arkasha ci guarda e sbuffa
-Si spera che riuscirete a passare la recinzione …
Detto ciò scivola al di là riuscendo a evitare alla perfezione il filo spianato. Cioè, la fa facile il bamboccio qui …
-Io sto fuori- decreta Nasir.
Dopo cinque minuti i corpi di quattro ventenni sono attaccati alla recinzione. Ora, io non so come faccia la gente a non notarci (ehi, forse il mio incantesimo di invisibilità pronunciato a mezza voce quando il filo spinato mi ha avviluppato ha funzionato!).
Liam è riuscito a passare non senza difficoltà e così, convinto Nasir, ci siamo arrischiati anche noi.
-Aiuto!!!- piange Neil.
-Tiratemi fuori!- Nasir è sull’orla di una crisi isterica.
-Quanto bisogna sopportare in nome della storia- gracchia Harry, cercando di staccare la massa di capelli tenuti con il gel dal filo spinato.
-Morirò qui solo e reietto! Mi prenderò il tetano!Non voglio morire in modo così miserando!- frigno io.
Ora, non chiedetemi come abbia fatto ma Arkasha schiocca le lunghe dita e ci ritroviamo tutti e quattro per terra. L’ho detto io che quel ragazzino è uno spirito maligno.
Ci alziamo spazzolandoci i vestiti e cominciamo a girellare a vuoto.
-Ehi Lullino bello, guarda con questa pietra che bel barbecue potremo fare … - dice Neil, indicandomi una pietra posata accanto al Gallarus.
-Non credo si possa usare Lally, è parte dell’opera.
Poi salto in cima al monumento e cominciò a declamare:
-Io sono Thorin figlio di Thrain figlio di Thror, signore di Erebor e re sotto la montagna! Sono qui per riprendere ciò che è stato portato via al mio popolo dal drago Smaug !
E continuo in farneticazioni inerenti a “Lo Hobbit”. Che libro, gente, che libro! Mi sento importante, con il vento che mi soffia tra i capelli, la distesa verde davanti a me, lo spirito epico di …
-Maledizione Louis muoviti!!!- sento Liam acchiapparmi per un braccio e tirarmi giù dal mio sogno di gloria.
-Ma che diavolo succede?!- strepito.
-Succede che ci hanno beccati. Gambe!!!- ulula Neil.
Rimango ancora un po’spiazzato. Ma non va bene! Perché nei libri non vengono mai beccati a entrare a sbafo da qualche parte mentre invece lo facciamo noi e siamo subito scoperti? Non vale … siccome vedo un guardiano che ci insegue inferocito penso di seguire gli altri e parto velocemente, fingendo di essere a cavallo di Viserion, uno dei draghi di Daenerys (vedi Il trono di spade).
Anf, sto morendo. Non sono abituato a correre così tanto diamine, morirò. Rallento l’andatura e … Liam mi carica sulle sue spalle al volo. Mi aggrappo a lui e strillo:
-Ma che fai?
-Avevi detto che se ci beccavano dovevo prenderti in braccio e darmela a gambe. Ebbene, obbedisco.
Corbezzoli! Questo si che è uno di parola! Lo sprono al galoppo e proseguiamo inseguiti dalla mandria dei “cattivi”che però poi si spompano e ci lasciano liberi
-Li … li abbiamo seminati?- sbuffa Nasir, passandosi una mano tra i capelli perfetti nonostante la corsa (come facciano poi, è un mistero dell’ineffabile Nasir – sono – sempre - perfetto Hashmi)
-Pare di sì … almeno credo … - ansima Neil buttandosi a sedere sull’erba bagnata della collina.
-Si … siamo stati colti in un frangente … poco decoroso e … - boccheggia Harry, raddrizzandosi gli occhiali e spazzolandosi il maglioncino di lana.
-Dio … che corsa … - mi lascio cadere in braccio a Neil ansante. Cioè, io sono un uomo di scienza mica un corridore. L’erba è bagnata e fangosa ma oramai il Gallarus è oltre alla collina e noi siamo fuori pericolo, spero.
-Cavolo, Lou sembri quasi anoressico ma pesi in maniera schifosa- ridacchia Liam sedendosi su un masso.
-Tutto cervello- riesco ad articolare.
-Ehm, scusate ma dov’è Arkasha?- chiede Harry.
Neanche il tempo di finire la frase che un urlo ci trapana i timpani da quanto è acuto. Giuro, potrebbe rompere un bicchiere.
-Ma vi volete muovere?!?! Besdelniki!!
Arkasha ci osserva con aria di rimprovero dalla cima, e sottolineo cima, della collina.
-E n’attimo bambino! Siamo stanchi. Ci partono le coronarie porca di quella miseria- sindaca Neil.
-Il ciuffo rischia se lo stresso troppo!- lo supporta Nasir.
-Bandiera bianca!- agito il mio fazzoletto in segno di resa.
-Ehm, tesoro adorato forse magari noi saremo leggermente spossati dalle fatiche che hanno messo a dura prova il nostro ben poco allenato sistema muscolare e respiratorio … - tenta Harry.
-Giusto!- approva Liam per poi sussurrarci –Ehm, ragazzi ma che significa “besdelniki”?
-Sfaticati- traduce Harry.
Nel frattempo il demonietto ci ha raggiunto e saltella.
-E stai fermo che ci fai venire il mal di mare!- lo sgrida Nasir.
Ovviamente lo ignora e si limita a saltare in spalla a Harry che barcolla e a dire:
-E poi dove andiamo?!
-Ora andiamo a riposarci, eh?- dico io e tutti annuiscono.
Ci trasciniamo al camper che neanche a dirlo è dall’altra parte ancora.
-Noi siamo la compagnia dell’anello!- strillo.
-Io faccio Pipino- sorride Neil.
-Io sono … Sam – annuisce Liam.
-Io ovviamente Legolas, bello e aggraziato come il sottoscritto- si pavoneggia Nasir.
-Frodo, of course- commenta Harry.
-Io sarò … Gandalf il saggio!- ho l’illuminazione.
-Io invece faccio Sauron. Il cattivo dovrà pur farlo qualcuno, no?- dice Arkadi con un sorrisino che nulla promette di buono. Arriviamo dal camper che essendo parcheggiato (= mollato alla cavolo) nel recinto delle pecore (dico, Liam come cavolo hai fatto a posteggiarti nel recinto?!) è circondato da una massa di ovini arrabbiati. E ora?
-Sciolare! Levarsi dalle scatole!- urla Neil agitando il mio fazzoletto.
-Sgomberare che già il furgone è lercio e ci mancate solo voi!- gli fa eco Nasir. Liam batte le mani e gesticola con aria truce, ma le pecore ci guardano come se fossimo una manica di cretini.
-Bandiera gialla!- strillo io, sfoderando un foulard giallo senape di Neil e sventolandolo –Peste a bordo! Quarantena!
-Dio Lou, ma come possono le pecore capire i segnali marinari?- mi rimbeccano i miei amici.
-Ehm, signore pecore … vorrei farvi educatamente notare che state invadendo il nostro spazio adibito al camper … sareste così cortesi da liberare il passaggio cosicché ci sia permesso entrare e togliere il disturbo?- Harry è sempre così educato … ma le pecore non apprezzano la sua cordialità, non capiscono i segnali marinari, non hanno paura delle smorfie di Liam, non vogliono darla vinta a Neil e non gli interessa niente del ciuffo di Nasir.
-Che si fa?- dice Liam.
-Non possiamo dargliela vinta!- esclama Neil.
Harry si aggiusta gli occhiali e inizia il sermone:
-Vi rifaccio presente che magari il nostro mezzo di trasporto è impossibilitato ad andarsene a causa vostra. Se ci lasciate liberi di accedervi non vi disturberemmo più e …
-Uffa, piantala ciccio, così non combini niente- sbuffa Arkasha scuotendo la testa. Si pianta davanti alle pecore e sbraita:
-Levatevi dalle scatole una volta per tutte!- schiocca le dita e immediatamente le pecore si disperdono per i campi.
-Ma come hai fatto?- in questo momento fra tutti dobbiamo avere delle facce da pesci lessi …
Arkasha alza le spalle e si limita a dire:
-Su però sveglia voi cinque! Dai che poi viene buio, animo!
Saliamo sul furgonetto e Liam parte ballonzolando.
-Ora andiamo in un pub, così ci scoliamo tre pinte a testa che dopo tutto sto tran tran ho una sete … - fa Neil, usando le mie gambe come cuscino provvisorio.
-Si, che io ho bisogno di un bagno per rimettermi a posto- annuisce Nasir, cercando il posto meno sudicio dove posare le sue regali natiche. Io ho fame, sete e sonno. Lo so, sono una piaga ma non posso non lamentarmi perché io sono un lamento ambulante, va bene?!
-Liam, prendi verso ovest sulla prima a sinistra, continua diritto così dovremmo arrivare in un paese di nome Doolin dove ammesso e non concesso che ci sia un supermercato aperto, faremo la spesa per i giorni seguenti e vedremo di trovare un pub- dice Harry, studiando una cartina e una guida turistica.
-Ma io non sono stanco! Io voglio camminare! Harry, facciamo il bagno?- si lamenta Arkasha.
-No, tesoro, l’acqua è fredda e poi è sera e poi siamo stanchi morti. Magari domani.
-Ma lo vedete che siete noiosi e scansafatiche?! Io voglio fare qualcos’altro! Dai ciccio, ti prego … perché non andiamo a camminare?
-Perché siamo stanchi Arkasha!!!- tuoniamo tutti noi in sincronia perfetta da far impallidire i nuotatori di nuoto sincronizzato.
-Siete cattivi e indolenti. Ecco, si, indolenti. E svogliati. E oziosi.
-E tu sei viziato!- lo rimbecchiamo di nuovo in coro.
-Ecco, dai honey bevi- Harry gli mette in mano un bicchiere di quello che pare latte.
Arkadi lo guarda sospettoso.
-E se non lo volessi?
-Lo bevi lo stesso.
Il ragazzino lo trangugia tutto e poi si raggomitola in mezzo alle coperte.
-va beh … buonanotte … - e crolla addormentato.
-Gli hai somministrato un sonnifero?
-Tanto dovevo somministrarglielo stasera quindi … è per dormire. Se no non chiuderebbe mai occhio.
Harry gli rimbocca le coperte e se lo mette in braccio. Il viaggio
prosegue.

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Capitolo 8
*** La banda degli straccioni ***


CAPITOLO OTTO : LA BANDA DEGLI STRACCIONI
Arriviamo in quel di Doolin, un delizioso paese sul mare con tanto di romantico porticciolo e gabbiani che volteggiano leggeri nell’aria. Inspiro a pieni polmoni, riempiendomi di salubre brezza marina i polmoni incrostati di smog e … una puzza di pesce marcio mi fa quasi vomitare lì in mezzo alla strada. Le vocine mi bacchettano severamente per non essermi accorto dei gabbiani che banchettavano con gli avanzi dei pesci e mi spingono a seguire gli altri al Tesco. Entriamo che oramai è quasi chiuso e non ci rimane più tanto da comprare. Pensiamo di depredare il supermercato di qualcosa perché non abbiamo un penny in sei. Facciamo due conti e io mi infilo nella giacca il pane da tostare, Nasir si infila il burro nel ciuffo, Neil i salsicciotti nelle scarpe, Harry il latte nel maglioncino, Liam le uova nei pantaloni e Arkasha … distrae la commessa con uno sproloquio di parole. Peccato che la commessa non sia scema e si accorga delle nostre vesti ingrossatesi misteriosamente e ci fa filare a pagare. Ecco, le voci mi urlano di tutto perché sono un vile ladro allora riconsegniamo tutto ma Arkasha nonostante tutto riesce con due sbattiti di ciglia a farci pagare solo 3£ che almeno quelle potevamo permettercele. Dopo questa imbarazzante figura posiamo tutto e andiamo al pub dove possiamo scolarci almeno una birra e fare gli occhioni alla barista che ci da il vitto gratis. Ora io non so se è stata la misericordia a smuovere il cuore della ragazza nel vedere sei poveri ragazzi infreddoliti o se sono semplicemente stati gli occhi e il sorriso irriverente di Arkasha a convincerla. Più probabilmente la seconda opzione corredata da baciamano alla fine. Ecco il bello di avere uno come lui nel gruppo. Dopo esserci rifocillati a sufficienza perché ho come il dubbio che per i prossimi giorni i pasti saranno decisamente più magri, a meno che in ogni pub non ci sia una ragazza al bancone. Ci avviamo nella fredda aria della sera, insieme a qualche gatto randagio e io mi ritrovo molto in un’avventura di Sherlock Holmes quando era costretto ad addentrarsi nei Dock di Londra per scovare qualche malvivente. Mi suggestiono talmente tanto che al primo scricchiolio un po’ più forte caccio un urlo e salto in braccio a Neil. Una vecchia insegna di una pescheria dondola al vento, i nostri passi risuonano sull’acciottolato, mentre neri gabbiani divorano ancora del pesce. Le barche dondolano dolcemente sull’acqua. Posso ambientarmi anche ne “L’isola del tesoro” senza problemi, data la magia della scena. Sento le urla dei marinai, il piccolo Jim che segue spaventato Long John Silver per le strade e …
-Ma che … oh porcaccia!- l’urlo di Liam mi riscuote
Non ci credo. Il furgonetto è stato scassinato … il mio furgonetto … no … ditemi che sto sognando …
-Il mio pettine, non l’hanno mica rubato vero?- biascica Nasir, pallido come il fantasma di Canterville.
Arkasha comincia a strillare roba in russo che immagino siano insulti molto volgari contro lo scassinatore.
-Schifosi! Ma chi è il depravato che ci ha scassato quel vecchio catorcio?!- bercia Neil, rosso in viso.
-Vedo che siamo stati vittima di un furto con scasso- no, dai, Harry non può rimanere serio e compassato anche adesso! –Abbiamo subito uno smacco che macchia il nostro blasone. Mi sento in dovere di incominciare la ricerca che ci ha disonorati!-
Wow, che discorso! Neanche in Guerra e Pace lo zar Alessandro faceva certi discorsi ai suoi soldati prima di un assalto contro le truppe napoleoniche.
Osserviamo attentamente il furgonetto. Ci hanno fregato semplicemente la tendina marcescente, quindi non è un gran furto. Nasir invoca Allah per avergli salvato il pettine. Puntualmente le vocine arrivano a farmi un discorso antipatico sulla mia negligenza, perché avrei dovuto assicurarmi dell’effettiva chiusura del camper. Io provo a dire che tanto non si chiudeva e che potevano pensarci anche gli altri, ma niente, il cazziatone non me lo risparmia nessuno. Devo avere una faccia molto abbattuta perché non è per niente bello avere delle voci che ti sgridano ogni tre per due. Arkasha mi guarda in modo strano, fa un sorrisino (oddio, e adesso che succede?) e mi accarezza la guancia mormorando qualcosa di strano in russo. Ecco, mi avrà mandato una maledizione. Mi da un bacio sulla fronte e ridacchia. Cosa?!?! Non ci posso credere! Insomma, lui sta con Harry diamine! E a me piace Neil da secoli e … cosa?! No, a me non piace il mio migliore amico. Non ho una cotta per lui da secoli, no. Aaaah, sto impazzendo. Le vocine ridono come pazze della mia follia. State zitte per piacere! Continuano a dire che amo Neil ma non è vero! Gli sbavo semplicemente dietro da diciassette lunghi anni, ma non vuol dire che lo ami, capito?! Uffa, cattive e maliziose. Riesco a farle tacere per un attimo e mi rendo conto che i miei compagni stanno decidendo come organizzarci per la notte, siccome senza tendina due rimangono senza letto.
-Ci stringiamo?- dice Neil
“Vero che solo a sentire la sua voce tremi”
-Zitte!!!!- devo aver urlato contro la vocina perché tutti mi guardano con aria molto interrogativa
-Ehm, niente, scusate- figure orrende di routine …
-Ma no il ciuffo rischia!- ribatte Nasir
-Due stanno per terra?- tenta Liam
Ci guardiamo in faccia un po’di volte. Il pavimento è troppo sudicio.
-Cerchiamo una sottospecie di ostello?- propone Harry.
-E come lo paghiamo?- dico io
-Ci facciamo mettere in salotto- semplifica Arkadi.
Siccome sembra la soluzione più normale usciamo nell’aria fredda e cominciamo a cercare un ostello aperto e disposto a metterci per terra per la notte. Lo troviamo dopo aver girato tutta l’oscura Doolin. È un edificio piccolo e dall’aria scassa ma siccome noi siamo fondamentalmente scassi, ci va più che bene. Cerco di auto convincermi che sia la locanda del “Il puledro impennato” a Brea, o perlomeno la Stamberga Strillante di Hogsmeade ( nota autore : fan di Harry Potter, se ho sbagliato non picchiatemi ma io faccio spesso e volentieri confusione) così tanto per non deprimermi. Entriamo e vediamo un vecchio decrepito con una lunga barba da far invidia a “il marinaio” de “La ballata del vecchio marinaio” di Coleridge … sono pronto a venire afferrato per un braccio e ad ascoltare al storia come accade nel libro ma ovviamente(uffa) non succede e il vecchio si limita a dire
-Cosa volete?
Liam inizia a parlare
-Ehm, potrebbe darci da dormire per la notte? però non abbiamo soldi e anche se ci mettesse in salotto a dormire con un materasso.
-Bene, vada per il salotto. Aspettate qui.
Il vecchio accende una candela e scompare di là per poi ritornare e sbadigliarci in faccia
-Uno sul divano, uno sulla poltrona e gli altri quattro per terra su quel materasso. Questa – e ci sbatte in mano uno straccio lercio –E’la coperta. Buonanotte-
Il vecchio ci lascia soli in un vecchio e polveroso salotto, con un divano bucherellato, una poltrona con le molle sfondate e un materasso roso dai topi per terra.
-In confronto il camper era un hotel a cinque stelle- commenta Nasir, saggiando il divano e distendendovisi sopra
Neil con la sua solita grazia principesca si butta sul materasso
-E’ morbido- abbaia
Liam si azzarda a sedersi sulla poltrona e geme quando la molla lo pizzica sul fondoschiena. Io e Harry ci guardiamo e ci sdraiamo sul materasso che scricchiola pericolosamente sotto il nostro peso. Arkasha apre la piccola finestrella che da sul porticciolo e vi si siede sopra, come una gatto che guarda la luna, con in mano il solito blocchetto e la solita matita. Ci avrei scommesso che non avrebbe dormito. Tempo dieci secondi e Neil è nel mondo dei sogni e russa come un corno da caccia. Io non riesco ad addormentarmi, un po’ perché il materasso è gibboso, un po’ per Neil che mi trapana i timpani e un po’ perché ho paura che arrivi il vecchio a squartarci. Se ne sentono tante al giorno d’oggi …
-Senti Harry … - sussurro
-Dimmi- mi sussurra in risposta girandosi. E’ strano vederlo con i capelli spettinati e non tirati con il gel, vederlo senza il maglioncino stirato e senza quegli enormi occhiali da talpa.
-Prima Arkasha mi ha detto delle cose strane in russo, mi ha dato un bacio sula fronte e mi ha accarezzato la guancia. Mi spieghi perché si è comportato così?
-Cosa ti ha detto?
Ripeto in un russo ultra maccheronico quello che credo mi abbia detto anche se sono sicuro di aver steccato in maniera misera.
Harry sorride leggermente e dice
-Ti ha detto che senti le voci degli spiriti della steppa e che Lei è orgogliosa di te.
-Vuoi spiegarti meglio?
-Non devi angustiarti Lou, lui crede molto alla tradizione russa, è convinto che sia tutto vero e così ogni tanto se vede qualcuno o qualcosa che potrebbe ricordargli determinate tradizioni si … “esalta”? Non so se sia il termine più adatto. Probabilmente si è accorto che senti delle voci nella mente e così immagina siano gli spiriti della steppa. Non è pericoloso comunque.
Harry mi sorride di nuovo. Ah beh, allora non mi spavento perché anche io sono un fissato con il folklore quindi …
-Ah, ho capito. Beh grazie, allora buonanotte.
-Buonanotte- si gira dall’altra parte e mi addormento con il cuore in pace. Almeno non mi ha lanciato una maledizione …
La mattina un debole sospiro gelido nel mio collo mi fa sobbalzare dalla paura. Ecco lo sapevo che arrivava un angelo piangente a divorarmi! Dov’è il Dottore quando serve?! Stringo gli occhi e penso di farmela addosso. Non devo guardare un angelo piangente per nessun motivo. Ma mi sta respirando nel collo, maledizione! Cerco di tenere a bada il respiro. Stai calmo Louis, stai calmo. Non è successo niente. C’è solo un angelo piangente che ti respira nel collo, tranquillo. Potresti morire da un momento all’altro ma stai buono.
-Ehi Lullino …
Aaah! Mi ha parlato un angelo piangente!!!!! No, aspetta. Ma gli angeli piangenti mica parlano. Mi voltò di scatto e vedo Neil che mi fa un sorriso sghembo. E porca … è solo Neil!
-Ciao Lally … pensavo fossi un angelo piangente …
-Sei un cretino e basta- mi ride nell’orecchio
-E tu sei peggio di un lama. Sputi dappertutto.
Regola n°4 Mai e dico mai far mangiare cipolle a Neil per cena. Il giorno dopo sputerà peggio di un lama. Non chiedetemi perché ma è così.
-Che si fa oggi?- ma perché mi parla nell’orecchio che mi sputa e … ok, mi imbarazza da morire. Ma prima mica mi imbarazzava, che storia è questa? Uffa, mi sento Jane Eyre alle prese con la sua cotta per Lord Rochester …
-Non so, vedremo che dirà Harry. È lui la secchia, no?
-Va bene … - altro brivido lungo la schiena e altro sputo.
Faccio un respiro profondo con corredo di vocine e poi sento dall’altra parte una voce trapanante e squillante
-Sveglia! Sono le sette in punto! È tardi è tardi è tardi! Animo ragazzi. Il tempo è perduto mille anni ogni minuto!
-E basta Arkasha!- tuona Liam –Abbiamo sonno!
-Il ciuffo deve riposare- mugola Nasir.
-Dai dai dai ! E’ ora di andare, le isole Aran ci aspettano! Forza e coraggio che dobbiamo andare!- Arkadi ci guarda con gli occhi brillanti, arrampicato sulla finestra.
-Qualcuno gli spari … - biascica Neil, nascondendo la testa sotto al cuscino.
-Ti prego ancora cinque minuti- farfuglio io
-Zuccherino, magari noi necessiteremo di alcune ore di sonno in più rispetto a te … - dice Harry infilandosi gli occhiali.
-Ma piantatela! Dovete alzarvi! Capito, alzarvi! Su, besdelniki, svegliatevi! Alzatevi alzatevi alzatevi!
Cristo Gesù, quel ragazzo è la nostra rovina. Siccome non ci alziamo, anzi cerchiamo di riaddormentarci lui salta giù dal davanzale e inizia l’opera di sabotaggio. Sento l’urlo di Liam che è stato svegliato da uno strillo nell’orecchio. L’imprecazione di Nasir si propaga, siccome è stato colpito da un cuscino in faccia. Immediatamente si uniscono le esecrazioni mie, di Neil e di Harry che siamo stati mezzi rovesciati dal nostro comodo materasso. Penso che l’intento della peste sia quello di scatenare la nostra rabbia e costringersi a inseguirlo. Siccome siamo fondamentalmente idioti e lui essenzialmente furbo, facciamo come vuole lui, cioè lo rincorriamo urlando per mezza Doolin, fino a che non collassiamo morti per terra.
-Ora farete come voglio io?
Siccome siamo seduti per terra col fiatone ci osserva dall’alto con malizia. Ci troviamo costretti ad accettare
-Resa senza condizioni … - tartaglio alzandomi, seguito dagli altri
-Dov’è che volevi andare, tesoro?- Harry ha una faccia di difficile interpretazione, a metà tra il rassegnato, lo stravolto e un’altra sfumatura che non saprei ben definire.
-Sulle isole Aran. Forza che il battello parte tra esattamente mezz’ora- il bamboccio ha un sorriso soddisfatto e si avvia saltellando verso est, da dove immagino parta questo stramaledetto battello.

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Capitolo 9
*** The playboy of the western world ***


 
CAPITOLO NOVE : THE PLAYBOY OF THE WESTERN WORLD
-Ehm, ma dobbiamo andarci a piedi?- Nasir ci guarda con un certo terrore dipinto negli occhi neri.
-Dista circa un quarto d’ora venti minuti da qui- dice Harry alzando le spalle e cominciando ad avviarsi seguito da noi che ci trasciniamo un recalcitrante Nasir. Ho talmente sonno che sembro una specie di Frankenstein uscito dal salone di bellezza (almeno questo non toglietemelo. Le vocine mi hanno sempre bacchettato su tutto ma mai sul fatto che sia brutto quindi non azzardatevi …). Dicevo, scarpiniamo per le vie deserte, con la sottile bruma mattutina che si infiltra anche sotto gli abiti. Oddio santissimo! E se poi scopro che è l’Arena di Hunger Games ? Katniss abbi pietà di noi! Questa potrebbe essere la nebbia ustionante … sto già affidando la mia anima al Cielo o a chi per esso quando ci finiamo dentro e scopro che è semplice nebbia. Tralascio tutte le vocine che mi urlavano per la mia ingenuità e il mio scarso coraggio. Avanzando nella foschia intravediamo un porticciolo molto caratteristico circondato dal mistero dove come scheletri ondeggiano barche.
-Il traghetto è qui?- Liam occhieggia attorno con circospezione come se dovessero sbucare da un momento all’altro dei serial killer armati di qualcosa. A ben pensarci però …
-E’ quello- Arkasha ci indica con un cenno del capo una barchetta di legno blu, con una vela e un’aria alquanto malconcia. Andiamo da un vecchio marinaio e riusciamo (non chiedetemi come) a non pagare. Veniamo indirizzati poi sul molo per aspettare gli altri turisti per la Aran. Notiamo con disappunto che sta barchetta è assolutamente un catorcio e c’è il rischio che affondi da un momento all’altro. Oltretutto io soffro il mar di mare!
-Non mi pare molto sicuro … - dice Liam, osservando lo scafo marcescente
-Il mio ciuffo non può correre rischi così gravi. È umido!- Nasir piagnucola e si soffia il regale naso nel fazzoletto ricamato.
-Ma dai, sto rottame non potrà mai arrivare sulle Aran!- sbotta Neil –E’ contro natura Dio Santo! Rischiamo di affondare al primo colpo di vento!
Ciò non fa altro che aumentare la mia agitazione. Mi sembra di essere il dottor. Steven Maturin di Master & Commander al suo primo imbarco sulla Sophie! Non era per niente felice, ecco! Piagnucolo qualcosa e sì, sono un controsenso vivente. Da un lato non vorrei lasciare la terraferma neanche sotto tortura, dall’altro vorrei troppo fare come gli eroi dei miei libri e navigare.
-Lo so che non è molto stabile, ma è l‘unico modo per arrivare sulle isole. Ciccio, quante sono le probabilità che la barca si rovesci?- Arkasha  si siede in braccio a Harry con un sorriso strano.
Harry sembra troppo al posto sbagliato nel momento sbagliato, con quel suo maglioncino  lindo, la camicia immacolata, i mocassini di pelle, i pantaloni con la piega, la massa di capelli “ingellati”, gli occhiali molto da intellettuale. Cerco Nasir (l’altro al posto sbagliato nel mento sbagliato) ma non vedendolo immagino sia corso al riparo dall’umido. Tornando a noi, circondiamo Harry che scribacchia su un foglietto di carta con aria assorta calcoli astrusi, borbottando a mezza voce formule strane.
-Boh, non saprei dirlo con certezza, ma immagino che considerando la quantità di persone, la forza del vento calcolata in miglia orarie, l’imbarcazione che non brilla certo per integrità eccetera … beh, immagino che ci sia l’86 % di probabilità che la barca si rovesci o naufraghi lasciandoci in mare aperto, e solamente il 14 % di probabilità che riesca ad arrivare sana e salva  dall’altra parte- ha detto il tutto come se fosse una semplice discussione all’università. Non si rende conto che ci sono le nostre vite in ballo?
-Ma come fai a saperlo?- balbettiamo io e Neil e Liam.
-Semplice, se tu prendi come unità di misura … - qui inizia a parlare proprio come si addice a un professore universitario preso nella parte. Fa calcoli ad alta voce con incredibile scioltezza, parla di teoremi, forza del vento e un mucchio di cose assurde che io non capisco assolutamente (sentite, io sono buono solo a leggere e a sognare, ok?). Harry è partito e chi lo ferma più?
-Bravo ciccio, sempre geniale!- Arkasha lo fa tacere stampandogli un bacio sulla bocca.
“Come vorresti che Neil ti zittisse così …” dicono le vocine. In effetti … no! Tacete per l’amor del Cielo!
-Ma come diavolo fai?- esclama Liam
- Ok, Hazza, sei tipo una specie di genio clone alieno o cosa?- Neil ride e gli da una pacca sulla spalla ridendo.
-Perché non te ne sei andato da Coventry?!- quasi urlo – Porco il topo di biblioteca, Harry tu avresti fatto carriera! Ora chissà dove saresti! Sei ancora in tempo, fidati perché non sei ad Harvard, o a Berkeley? Anzi, tu potresti già lavorare alla Nasa o a Google o roba così!- giuro, questo ragazzo mi farà impazzire.
-Non ho i soldi Louis. E prima che tu me lo chieda, no, non mi sono date borse di studio di nessun genere perché … i miei professori mi odiavano e non mi volevano far trionfare in America. Quindi sono rimasto a Coventry. Fine della storia.
Ha un sorriso triste dipinto sul volto spigoloso, gli occhi malinconici perché … Cristo, lui è troppo geniale.
-Senti ciccio, io te l’avevo detto più di una volta che i soldi te li avrei procurati ma eri tu che non volevi sentire ragioni- Arkadi scuote quel cespuglio nero che si ritrova come capelli.
-E tu non vuoi capire Arkasha che quei soldi non li voglio.
-Che soldi?- Neil si intromette immediatamente nella conversazione. È curioso come una scimmia questo ragazzo.
-Niente, solo che … beh … - inizia Harry
-Gli avrei potuto pagare l’università migliore del mondo ma non ha voluto. Di coccio, vero?- Arkasha lo guarda male.
-Ma allora sei ricco- ragiona Liam
-No, ho semplicemente appoggi in America – anche di questo sorriso mi fido poco.
Finalmente arrivano gli altri imbarcati per le Aran (una coppia di tedeschi, una coppia di italiani, un cardiopatico dal viso rosso, un fotografo francese e un giornalista americano). Saliamo a bordo e già mi sento male. Lasciamo perdere quando sale anche il capitano che mette in moto. Con un sospiro ci avviamo sulla superficie oscura tra sirene e leviatani (su questo non sono sicuro ma spete com’è …). Oltretutto ci tocca stare in coperta con sale e acqua che ci colpiscono con poca grazia.
-Ehi, lo sapete che in queste acque si dice si aggirino misteriose ondine di mare?- Neil sorride mettendo in mostra i denti brillanti.
-Cosa sono le ondine?- chiede Nasir
Harry inizia la spiegazione dettagliata con leggende, credenze popolari, origini idiomatiche. Ciò non fa altro che spaventarmi perché se arriva l’Olandese Volante io che cavolo faccio?! Mi sono ancorato a Neil come se fosse una salvagente e ogni tanto con gli scossoni troppo forti squittisco terrorizzato. Tutto riesce ovattato come se fossimo in un altro mondo ma sento bene Harry che dice
-Per piacere zuccherino non mi pare il posto migliore …
Il posto migliore?! Alzo la testa incuriosito (e mi dimentico immediatamente di avere paura) e noto Arkasha aggrappato alle sartie con un ghigno mefistofelico
-E perché non andrebbe bene?- sorrisino irriverente.
-Perché non penso proprio che sia una buona idea rimanere aggrappati alle sartie di un vascello così- sbaglio o Harry ha un colorito pallido prossimo alla crisi isterica?!
-Magari il tuo amico ha ragione ragazzo, non mi pare il posto adatto dove stare data la tempesta- inizia il giornalista insieme a Liam.
-Avete paura, vero? Siete schifosamente terrorizzati dalla vostra ombra!- ora mi viene fifa. E se cade in acqua? E se muore?
E se … non faccio in tempo a finire il pensiero che improvvisamente il mare si calma, un raggio di un pallido sole sbuca dalle nuvole e uno stormo di gabbiani viene a farci visita
Non riesco a trattenermi dal pensare alle tempesta che colpivano Sandokan e company ne “I pirati della Malesia” e mi sento particolarmente più tranquillo.
-Contenti adesso? Paranoici!- quello schifosissimo ragazzino che faccio fatica a definire mio amico sghignazza senza pudore.
-Avete notato come il mare si sia calmato così velocemente? Cara vecchia Irlanda … - mormora il capitano scuotendo la testa.
Il fotografo borbotta in francese e fa foto a raffica, imiktato dai tedeschi e uno dei due vecchietti inglesi indica alla moglie il sole ululando con aria sognante
-Margaret, the sunshine!
Il pallido raggio illumina i capelli di Neil, già mezzi biondi e li fa sembrare quasi oro colato … no! Louis piantala di essere così melenso! Non sei una quattordicenne in piena crisi ormonale che sbava dietro al fighetto della scuola!
-Miosolemialucemiafontedisostentamentotoglimil’umidodalciuffo!- Nasir parla così velocemente che sembra quasi una preghiera araba.
Con un lenta manovra il peschereccio approda al porticciolo delle Aran e ci permette di scendere a terra sani e salvi su Inishmore, l’isola maggiore

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Capitolo 10
*** Cime tempestose ***


CAPITOLO DIECI: CIME TEMPESTOSE
Appena sceso a terra vomito, facendomi subito notare dagli isolani che mi lanciano occhiate non proprio amichevoli. Un gruppo di gabbiani ci volteggia sulla testa e sembrano quasi ridere di me chino sulla banchina che caccio anche l’anima nel mare cristallino. Mi sento uno schifo. Sinceramente, sono destabilizzato sia fisicamente che mentalmente, sono a pezzi.
-Ehm, Louis te la senti di proseguire?- m,i chiedono i miei compagni di disavventure.
Annuisco e mi tiro su, tentando (miseramente) di darmi un’aria rispettabile.
-Certamente! Sono un tipo stoico io!
-Sei un esempio per tutti noi … - Neil ridacchia.
-Bene, allora, il piano del giorno prevede la visita di Dun Aengus, un forte neolitico a picco sulla scogliera. Poi, un giro turistico lungo il perimetro dell’isola per ammirare le bellezze incontaminate delle Aran; quindi si torna a casa.
Liam riesce a farsi prestare da un vecchio isolano una bicicletta e comincia a fare delle acrobazie campate in aria (letteralmente: sembrava volare!) mentre noi lo seguiamo a piedi. Le nuvole grigio piombo (nel frattempo si è rannuvolato) sembrano inseguirsi nel cielo, cariche di pioggia, speranze e sogni perduti. L’erba bagnata sotto ai nostri piedi crepita dolcemente risplendendo di un verde smeraldo quasi accecante. Il vento urla, urla di tempeste di leggende di libertà di musiche mai ascoltate prima. Nasir stona non poco con le sue lamentele e per la prima volta vorrei che non fosse con noi. No, ma Lou, ma che pensi, Nasir è tuo amico, non essere cattivo. Le vocine tentano di sviarmi sulla cattiva strada ma io resisto fermamente. Voliamo nel fango e nella palude innumerevoli volte, annaspando e agitandoci come elefanti impazziti (acc…dannaz…malediz… i libri che avevo nello zaino si sono bagnati! Oh porca … no, doveva proprio bagnarsi “La saga di Terra Mare”? E’ il libro della biblioteca … stupido Louis) Dopo aver girato come sei idioti intorno alla collina, ci inerpichiamo per arrivare al Dun Aengus una splendida costruzione di pietra arroccata sulla scogliera che cade a picco sull’oceano. Mentre gli altri sono impegnati a sentire Harry che spiega, io penso bene di arrampicarmi sulla punta più estrema e di sentire la libertà scorrermi nel sangue per la prima volta. Con fatica, mi isso sulle pietre rese scivolose dal continuo vento che le frusta, stesso vento che mi graffia il viso quando riesco a tirarmi in piedi. Non sono molto stabile su questa pietra corrosa dal sale, ma fa lo stesso. Sono sul punto più alto di Inishmore e mi sento un Dio di un nuovo mondo (avete presente Light Yagami, quello di Death Note, quando scopre di volere diventare il Dio di un nuovo mondo? Bene, la scena è simile). Mi alzo in tutta la mia modesta statura (dai, lo so che 1.74 per un ventenne è poco ma vabbè …) e urlo con quanto fiato ho in gola
-A me il regno di Gondor! Sono io, l’unico erede di Aragorn! Rivoglio ciò che è mio dall’inizio dei tempi! Eternae Gloriae Louisii!
Non so se il mio latino sia molto valido, ma avrei voluto urlare eterna gloria a Louis ma penso di aver ceffato il dativo …
Troppo preso dai miei sogni di gloria, una ventata troppo forte mi fa perdere l’equilibrio. Roteo le braccia, agito le mani e … il mio piede scivola sulla roccia bagnata. Mentre mi avvicino al baratro mi passa davanti tutta la mia vita … no, sono troppo giovane per cadereeeeeeeeeee… un qualcosa di gelido mi si pianta nel braccio e mi trae in salvo. Mi sento sbattere per terra e l’aria i manca per un secondo. Ma che diavolo …
-Si può sapere che ti prende Louis? Capisco che sia un posto degno di un suicidio grandioso ma non mi pare il modo migliore per porre fine alla propria vita senza un motivo apparente.
Ho ancora gli occhi serrati come due tapparelle, però mi rendo conto di conoscere questa vocina spacca timpani. Li spalanco di scatto (troppo velocemente, mi gira la testa) e mi trovo davanti un paio di occhi violacei contornati di nero pece, un nasino leggermente all’insù, una marea di lentiggini e una boccuccia delicata. Sobbalzo rendendomi conto che la figura che mi fissa altri non è che Arkasha. Non mi ero mai reso pienamente conto che avesse i tratti così delicati, a ben guardarlo sembra ancora più bello di quanto non sia di solito.
-Eh?! Ah si certo, io … stavo per cadere e tu mi hai salvato la vita … io, grazie, non so, cavolo non pensavo mi hai tratto in salvo ero in pericolo e … - scoppio in una isterica risatina. Le vocine non mi danno tregua, urlano strepitano imprecano. Non vogliono morire per colpa mia. Se io morissi morirebbero anche loro e non vogliono. La testa pulsa. Sbraitano troppo. Ma che dico? Lou, stai calmo va tutto bene. Tento di rialzarmi, ma la testa gira come impazzita. Mi aggrappo al suo braccio e tento di reggermi in piedi
-Dove sono gli altri?- balbetto, la voce che ancora fatica a uscire, soffocata dal terrore di aver appena rischiato la vita.
Mi trascina delicatamente verso quattro cosi urlanti che litigano con un caprone infuriato. Mentre scendiamo dalla collina, mi rendo di cosa siamo veramente. Sei ragazzi ancora piccoli, catapultati in un mondo crudele e selettivo. Sei figure vagabonde con nulla a che vedere con il 2014, ma piuttosto a un’epoca passata. Sei boccioli che devono ancora sbocciare in un roseto di enormi rose aperte come ventagli. L’erba bagnata mi solletica le caviglie, e i gabbiani mi volteggiano sulla testa in cerchi concentrici. Arrivaimo dai nostri amici e facciamo finta di niente. ci rimettiamo in cammino e mi rendo conto, che, per una volta, siamo tutti zitti, ognuno a inseguire i propri desideri e i propri ideali. Sembra tutto così un sogno, un luogo sospeso, un nirvana di pace e …
-Ho fame raga!- Neil mi fa crollare tutto sulla testa. Uffa …
-Per me fa troppo umido, il ciuffo si sta lamentando!- sbuffa Nasir, impegnato a specchiarsi in una pozza.
Liam traffica nel suo zainetto e poi se ne esce con un ruggito
-Ma porca trottola, abbiamo scordato i panini! Diamine!
-AAAAAH!!!!!- Neil collassa su se stesso tenendosi la pancia e cominciando a scalciare
Regola n°5 : mai dire a Neil che non si ha la roba da mangiare senza averlo preparato psicologicamente con molto anticipo.
-Ehm, dai Neil, un uomo robusto e in forma può vivere una settimana senza attingere ad alcuna fonte di cibo … non vedo il problema adesso …. – tenta di consolarlo Harry.
Eheh, caro dolce Harry, fosse così facile calmare Neil in crisi famelica. Mi avvicino e con piglio da vero leader impongo la m ia presenza nel gruppo
-Non disperate amici! Ci sono io a tirarvi fuori da questo incresciosa situazione!
Mi chino sul mio migliore amico e lo abbranco per le spalle. Sta avendo una specie di crisi epilettica. Gli pianto le ginocchia nel basso ventre per tenerlo fermo e gli afferro la testa cominciando a scuoterla con forza
-Pronto Terra chiama Neil! Abbiamo bisogno di lei! Terra chiama Neil! Svegliati!!!!!!!
Dopo qualche minuto di trattamento intensivo, il biondo rinsavisce del tutto, scuote la testa e comincia a borbottare avviandosi impettito verso la scogliera. Questa è la fase post crisi epilettica da mancanza di cibo. Gli altri mi guardano con aria interrogativa  e io alzo le spalle. Neil è Neil, prendetelo come viene.
Lo seguiamo, affrontando i venti che soffiano rabbiosi sulle nostre teste. Più ci avviciniamo alla scogliera , più gli schizzi dell’oceano ci bagnano. L’odore del sale è forte, come è forte il profumo di libertà portato dalle correnti. Ci ritroviamo quindi sulla cima più estrema e più alta di Inishmore. Enormi nuvole nere come la pece roteano all’orizzonte, illuminate di un assurdo color sangue. Il mare blu e verde è sempre più agitato e spumeggiante. La roccia è scura e frastagliata, come lame di enormi coltellacci incrostati. Devo ammettere che fa quasi paura. Sinceramente non so neanche cosa mi prende, ma mi siedo sull’erba umida fissando il cielo che turbina davanti a me. Presto sento qualcosa di caldo circondarmi le spalle; è Neil che mi guarda sorridendo
-E’ come nei tuoi sogni, Lullino?
-Si Lally, è come nei miei sogni.
Le sue labbra si chiudono sulle mie. Qualcosa di inconcepibile mi esplode nella testa. Cosacosacosa???!?!? Neil mi ha baciato!! Oddio!! Boccheggio come un’idiota invece che ricambiare il bacio. Le sensazioni sono decisamente troppe per me, non sono capace di contenerle tutte!
-Dio Lullino, ma manco baciare?- il mio Neil mi guarda ridacchiando, accarezzandomi i capelli
-Ehm, beh, io … veramente … non saprei … - bravo Louis, bella figura ci stai facendo con l’uomo della tua vita! Le vocine mi stanno sgridando siccome non so cogliere al volo l’occasione.
-Dai, Mr. Vocine Nella Testa, ci riproviamo?
-O … ok, ri … riproviamoci. So … sono pronto!
Le sue labbra si riposano sulle mie e non penso più a nulla.
 
 
 
 

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Capitolo 11
*** The ocean at the end of the road ***


CAPITOLO UNDICI : L’OCEANO IN FONDO AL SENTIERO
Un coro di applausi ci fa voltare di scatto. I nostri amici stanno applaudendo sghignazzando e rovinando l’atmosfera. Bastardi … Neil, persone fine, gli fa due gestacci. Io, che non ne sono capace, mi limito a una linguaccia.
-Sembra che tutto si sia risolvendo per il meglio!- sorride Liam
-Cosa vuoi dire?- chiedono Nasir e Neil
-Beh, intendo dire che ci siamo conosciuti, che in questo viaggio ci siamo divertiti moltissimo, che Lou e Neil hanno capito di essere fatti l’uno per l’altro, che ci siamo aiutati a superare certe paranoie insieme … capito?
Mi asciugo una lacrima che sta scendendo furtiva. Lo so, sono uno molto romantico ma che ci posso fare? Mi commuovo a sentire certi discorsi. Neil continua a tenermi un  braccio attorno alle spalle ridendo (ma non la smette mai?!).
-Concludo col dire che abbraccio le idee di Liam, e credo fermamente che questa “φιλία”… - attacca Harry
-Concludi che cosa?!?!- strilla Neil (che ignorante, Lally)
-Questa φιλία significa amicizia, Neil. Credo fermamente che questa nostra amicizia potrà perdurare per lungo tempo, in quanto certi legami che si creano in questa età che noi stiamo attraversando …
-Si, va bene Harry! Abbiamo capito cosa intendi!- lo interrompiamo in coro. Se attacca a parlare non  lo ferma nessuno …
Sbuffa scuotendo la testa e pulendosi gli occhiali da talpa bagnati a causa degli schizzi. Penso che sarebbe un grande passo avanti convincerlo a mettersi le lenti a contatto. Una volta a Coventry lo convincerò in un modo o nell’altro.
-Torniamo indietro che si sta facendo buio?- interviene Nasir occhieggiando le nuvole turbinanti.
Torniamo indietro, io e Neil allacciati (così voliamo per terra immediatamente) Nasir che controlla il ciuffo nelle pozze d’acqua, Liam in bicicletta, Harry che osserva con aria persa le nubi e il contrasto con l’erba luminosa di rugiada e Arkadi … già, dov’è Arkadi? Mi guardo in giro e lo vedo ancora in cima alla scogliera che … sbaglio o ha le mani illuminate ? sembra quasi che stia dipanando una matassa di filo dorato che … si solleva nell’aria e viene sparata nel cielo nero. Il cuore aumenta i battiti! Ma che diavolo ci nasconde quel ragazzo?!?! La matassa dorata scompare nei venti, oltre il cielo, sparata via. Poi, lui saltella come suo solito verso di noi, mi strizza l’occhio e salta in spalla a Harry. Barcollo un attimo e Neil mi sostiene
-Ehi Lullo, tutto bene?
-Eh? Ah, si, tutto bene, grazie Lally …
No che non va tutto bene! Sembrava il filo delle Moire … quelle che nella cultura greca dipanavano la matassa del filo della vita di un essere umano. Com’è che si chiamavano? Ah si, Cloto “colei che filava lo stame della vita” ; Lachesi “colei che avvolgeva il filo sul fuso e stabiliva quanto filo spettava”; e Atropo “colei che lo recideva causando la morte inesorabile”. Ecco Arkasha sembrava la personificazione delle tre Moire in quel momento. Vedendomi tremare Neil mi mette la sua giacca sulle spalle. Ma non capisce che io tremo per ben altri motivi! Nah, ma vai Louis, sei sempre il solito visionario, avrà semplicemente fatto una fotografia al cielo e tu avrai visto male … boh, non me la sento di dar giudizi.
Arriviamo di nuovo al battellino e partiamo di corsa per evitare la tempesta che poco dopo si abbatté sulle isole Aran.
Arrivati a terra, vomito di nuovo tanto per fare bella figura e ci trasciniamo tra la pioggia verso il furgonetto. Constatiamo che almeno questa volta non ce l’hanno scassinato (anche perché da rubare non c’era proprio nulla se non giusto la coperta impregnata di naftalina). Rimettiamo in moto (fissando due pile molto potenti sul cofano perché i fari non funzionano) e ci avviamo risoluti verso Dublino. È triste dirlo, ma oramai i fondi sono finiti e dobbiamo assolutamente tornare a casa. Peccato, mi mancherà l’Irlanda con tutte le sue meraviglie. Mi mancherà il camper e la coperta puzzolente. Mi mancheranno le spiegazioni di Harry, le acrobazie di Liam, le lamentele di Nasir. Mi mancheranno le stranezze di Arkasha e i pub che abbiamo messo a ferro e fuoco. Mi mancheranno le pecore territoriali e i campeggi di fortuna. Mi mancheranno l’erba bagnata e i cieli turbinosi. Mi mancheranno le infiltrazioni di nascosto da ogni parte, l’essere senza una lira,e le storie che ci raccontavamo di sera. Mi mancheranno le decisioni prese sul momento e l’affronto dei nostri problemi. Mi mancheranno il vento che ci sospingeva e il mostro dei motori. Mi mancheranno le  nostre peripezie e la più totale indifferenza di fronte alle regole. Mi mancherà questa avventura, in cui ho lasciato parte di me, in cui mi sono liberato dei miei demoni, in cui ho trovato l’amore e l’amicizia, in cui ho provato la libertà.
Mi giro e vedo dietro di noi e dietro il vento, delle pecore che mi sorridono e mi salutano con la zampa. Mi sfrego le mani sugli occhi ma le pecore che salutano sono ancora lì e mi strizzano l’occhio con Arkasha che mi rendo conto ora che mi sta fissando sorridendo. Solleva la mano e saluta le pecore. Lo imito, prima con timore, poi sempre più deciso, fino a sbracciarmi con lui verso quei simpatici ovini. Gli altri non ci guardano nemmeno. Voltiamo una curva ma le pecore ci seguono belando e salutandoci.
Si Irlanda, mi mancherai.
 
 
-Certo che Louis, la fine della storia potevi farla un po’meno tragica sei sempre il solito … - le vocine sbuffano e poi cominciano a sgridarmi perché ho rovesciato l’inchiostro sul quaderno ma questa volta sorrido e le lascio parlare. Sono pur sempre parte di me, la mi indissolubile seconda faccia. Parlate ragazze, continuate a parlare ...

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Ave popolo di efp. E così la storia è finita e i nostri si ritrovano gioiosamente a casa. Non so se la fine vi soddisferà, e spero proprio di si. Sinceramente non so che altro dire contando che ora devo studiare matematica e latino, ma che spero ardentemente che la storia nel suo complesso vi sia piaciuta e che ci abbiate trovato qualcosa. Perchè una storia è bella se ti porta a pensare.
un caro saluto a tutti
Louis ( io non mi chiamo così, ovvio, però vabbe)

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