Silent Twilight

di clif
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** l'inizio ***
Capitolo 3: *** fermati! ***
Capitolo 4: *** una lunga notte ***
Capitolo 5: *** solo Bella ***
Capitolo 6: *** presentazioni ***
Capitolo 7: *** Charlie Swan ***
Capitolo 8: *** primo giorno di scuola ***
Capitolo 9: *** Quileute ***
Capitolo 10: *** rivelazioni ***
Capitolo 11: *** posizionare le pedine ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Finalmente ci ero riuscita. Ero riuscita a fuggire da quell’inferno. Adesso dovevo sbrigarmi, dovevo correre, non avrei permesso a nessun’altro di
riportarmi in quell’inferno. Per favore, qualcuno mi aiuti! In quel momento, non so come, sentii dentro di me come una voce che mi chiamava. Stavo impazzendo? Titubante mi immersi tra gli alberi della foresta, proprio verso il punto da cui proveniva quel richiamo.

Nel prossimo capitolo (prima dell’inizio vero e proprio) farò una descrizione dei personaggi, per fervi capire un po’ chi saranno i protagonisti.

chi volete vedere nel prossimo capitolo? Edward o Bella?

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Capitolo 2
*** l'inizio ***


Pov Edward
7/09/05  23:08
Affondai avidamente i denti nel succulento collo del puma. Era da poco ricominciata la scuola, e trovare del tempo per cacciare si era fatto più difficile. Così appena mi era capitata tra le mani l’occasione avevo lasciato casa e famiglia e mi ero fiondato sul mio hobby preferito: dissanguare animali. Non che non mi piacesse passare del tempo con la mia famiglia, anzi ma a volte stare accanto a dei vampiri tutti e felici vicini alla loro anima gemella poteva risultare snervante. Soprattutto se uno era in grado di leggere nel pensiero. Così alla prima occasione cercavo di rimanere da solo con i miei pensieri e lasciavo a loro un po’ di privacy. Data la mia solitudine, per poter passare il tempo, mi ero dedicato a varie attività ed hobby: infatti suonavo il piano, ero il membro della famiglia a conoscere più lingue, ed avevo due lauree in medicina, anche se non avrei mai potuto praticare (non avevo lo stesso autocontrollo di mio padre, non potevo resistere in una stanza con il sangue a stretto contatto). A volte mi chiedevo se anchio avrei trovato la donna della mia vita. Dopo 100 anni di buchi nell’acqua cominciavo a perdere le speranze. Avevo conosciuto praticamente tutte le vampire del mondo (persino vampire che non seguivano la dieta vegetariana) ma niente. Per un periodo abbandonai addirittura i miei modi di altri tempi e cominciai a divertirmi semplicemente dandomi al piacere fisico, pensando di trovare in questo modo una donna che mi attirasse almeno in quel senso… ma niente. Intento com’ero a rimuginare tra i miei pensieri mi accorsi solo dopo qualche secondo degli squilli del mio cellulare. Alice. Cosa voleva adesso? Quella pazza della mia sorellina preferita. Risposi con un sorrisetto sulle labbra -Ehi! Folletto, cosa c’è?- ma il sorriso mi morì sulle labbra sentendo il suo tono agitato. -Edward, fermati!- Disse lei agitata.      -Cosa succede Alice?- Cosa le era successo? Solitamente lei non perdeva mai la calma -Devi fermarti, altrimenti commetterai un omicidio!- Riuscii a recepire al volo la sua preghiera e mi fermai all’istante, ma feci il tragico errore di chiedergli delucidazioni e per farlo dovetti ispirare leggermente. -Alice cosa sta…- All’improvviso l’odore più buono e succulento che avessi mai sentito mi entrò nelle narici. La mia mente diventò totalmente vuota. L’unica frase che sentivo era… uccidi!
 
N.A.
Lo so, scusatemi, il capitolo non è molto lungo. Dal prossimo cercherò di aggiungere dei particolari in più. Il prossimo capitolo sarà diviso in due parti, la prima sarà dal punto di vista di Alice mentre la seconda potrete nuovamente scegliere voi se la preferite dal punto di vista di Edward o di Bella. 

 

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Capitolo 3
*** fermati! ***


Pov Alice
7/09/05  23:05
-Ti prego Alice, risparmiami- Mi implorò per l’ennesima volta Jasper. Uffa! Non capivo di cosa si lamentasse, in fondo avevo solo deciso di andare l’indomani a fare shopping tutti insieme. Neanche gli altri erano d’accordo, solamente mia sorella Rosalie appoggiava la mia “richiesta”, si vede che i maschi non erano in grado di apprezzare la sottile arte del fare acquisti. Edward era uscito prima che avessi potuto chiederglielo, mi dispiaceva vederlo sempre così solo e triste. Non ricordavo nulla della mia vita da umana, non sapevo se avessi avuto dei fratelli, ma in tal caso non avrei potuto volergli più bene di quanto ne volessi al mio fratellone-rompiscatole. I pochi ricordi che avevo della mia vita precedente riguardavano il manicomio dove ero stata rinchiusa a causa delle mie visioni. Già da umana ero in grado di vedere nel futuro, anche se in modo molto meno preciso e non ero in grado di controllare il mio dono, e all’epoca questo mio potere non fu visto molto bene dalla mia famiglia che preferì farmi scomparire dalla circolazione. Proprio in quel momento che ero intenta  pensare al mio potere, ebbi una visione: mi ritrovai in mezzo al bosco notturno, lo riconobbi subito come il bosco di Forks, vidi Edward con gli occhi completamente folli e neri, non era più lui, era completamente un “vampiro”, mentre attaccava una… bambina. NO! Dovevo impedirglielo! Scattai subito in piedi sotto lo sguardo sbigottito degli altri e specialmente di mio marito, Jasper era un empatico, perciò riusciva a sentire l’agitazione che provavo in quel momento. -Cosa sta succe…- Ma non gli diedi il tempo di dire altro che lo interruppi -Presto! Emmett! Rosalie! Dovete andare a fermare subito Edward!- Rimasero entrambi un attimo interdetti ma senza chiedere niente si fiondarono fuori di casa: ormai erano abituati a queste mie uscite, ed erano consci che quando le avevo era per un buon motivo. Evitai di chiederlo a mio marito per via dei suoi problemi con il sangue umano, avrebbe rischiato anche lui di perdere il controllo. Afferrai subito il cellulare che avevo in tasca, cercando di non romperlo per la troppa forza, e composi il numero di mio fratello, sperando che non fosse già troppo tardi. -Ehi! Folletto, cosa c’è?- Rispose lui tranquillo -Edward, fermati!- Gli gridai io, totalmente nel panico, non potevo permettere che uccidesse quella bambina, non era ancora uscito dalla voragine dei sensi di colpa per gli omicidi che aveva commesso in passato. -Cosa succede Alice?- Ora anche lui era agitato, si sentiva chiaramente.  -Devi fermarti, altrimenti commetterai un omicidio!- Non volevo essere così diretta ma non sapevo in che altro modo dirglielo per farlo fermare. -Alice cosa sta…- La sua voce si interruppe, così come la chiamata. O no! Era troppo tardi. Aveva appena sentito la scia.

Pov Edward
7/09/05  23:10
Intorno a me non c’era più niente. Neanche il volto affranto e deluso di mio padre Carlisle, mia madre Esme e dei miei fratelli mi faceva desistere. L’unica cosa che riuscivo a sentire era quel profumo paradisiaco. L’unica cosa che il mio cervello diceva era: Uccidi! Sfrecciai a grandissima velocità fra gli alberi, fino a che non vidi una piccola figura rannicchiata in una radura. Eccola! La mia futura cena era lì immobile. Le balzai davanti, con il veleno che ormai mi aveva inondato la bocca, ma mi dovetti fermare. La creaturina aveva alzato la testa e mi stava fissando con due occhioni colmi di lacrime: era una bambina, una bambina bellissima, soprattutto i suoi occhi erano fantastici, erano profondi e di color nocciola. Non riuscii a guardarla per un secondo di più che mi ritrovai improvvisamente schiacciato a terra. -Ma che Cazz…?!- Tentai di imprecare con la faccia schiacciata a terra. Chi era stato?! -Meno male, Cazzo fratellino, ci hai fatto prendere un colpo, temevamo di non giungere in tempo- Disse la voce del vampiro che mi teneva inchiodato a terra. Era stato mio fratello Emmett, riuscii ad alzare la testa e vidi anche Rosalie, mia sorella che stringeva tra le braccia la bambina… si era addormentata? Solo in quel momento realizzai veramente ciò che stavo facendo. Stavo per uccidere quella creaturina così dolce e pura. Ero un mostro, un autentico mostro.

Pov Bella
7/09/05  23:13
Ero stremata. Neanch’io sapevo per quanto avessi corso. Ore? Giorni? Chissà. Ero terrorizzata, non sapevo neanche dove andare, ma quando mi ero ritrovata davanti quel bellissimo angelo dai capelli rossicci e gli occhi neri ero sicura di essere al sicuro. Ricordo poco di ciò successe dopo: probabilmente svenni a causa della stanchezza.
 


N.D.A.
Ecco sfornato un altro capitolo. Cercherò di essere più frequente con gli aggiornamenti oppure cercherò di scrivere un po’ di più. Il prossimo capitolo sarà dal punto di vista di Edward e probabilmente (ma niente di sicuro) dal punto di vista di qualche fratello.

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Capitolo 4
*** una lunga notte ***


Pov Edward
8/09/05  02:10
-Allora Carlisle? Come sta?- Chiesi per l’ennesima volta a mio padre. Una volta calmato, io insieme a Emmett e Rosalie avevamo preso la bambina, svenuta forse per la paura o forse per la fatica, e l’avevamo portata a casa nostra per farla visitare da nostro padre. Leggevo nei pensieri dei presenti preoccupazione, in quelli di mia madre più di tutti, Jasper oltre a questo era anche titubante, chissà perché poi, invece i pensieri di Rosalie facevano capire quanto ritenesse tutto ciò una seccatura… o almeno era ciò che voleva far credere. Nonostante non volesse farmelo capire, potevo vedere la preoccupazione che attanagliava anche lei. -Non preoccuparti figliolo, sta bene- Rispose mio padre -è soltanto esausta, doveva essersi persa nel bosco già da parecchie ore, se non giorni, ma oltre quello sta bene, appena sveglia provvederemo ad aiutarla- E come se un macigno mi fosse appena stato tolto dal petto, potei tirare un respiro di sollievo.
Pov Jasper
8/09/05  02:12
Per fortuna la bambina stava bene, non seppi dire il motivo, ma sembrava che sia mia moglie che mio fratello fossero veramente in ansia per lei. Quando poche ore prima Alice aveva avuto la visione di Edward che attaccava la piccola era caduta nel panico, poche volte avevo sentito mia moglie così. Ma quello che mi sorprendeva di più era proprio Edward, fino a poco fa voleva mangiarla, ora invece sembrava dipendere quasi da lei. Probabilmente la mia affermazione era un po’ esagerata ma comunque non troppo distante dalla realtà. Stufo di tutte quelle emozioni che mi bombardavano riempii la stanza, con tutti i presenti, con una nuvola di calma. Finalmente un po’ di pace!
Pov Alice
8/09/05  02:15
Grazie al potere del mio Jazz ero riuscita a calmarmi un po’. Neanche io riuscivo a capire cosa mi fosse preso, avevo avuto una reazione spropositata sulla mia visione, è vero che non avrei mai permesso ad Edward di uccidere un innocente, in special modo una bambina, ma ero agitata come se avessi avuto un legame con quella creaturina umana. Non riuscivo proprio a spiegarmelo. Lasciai perdere per il momento i miei dubbi e mi avvicinai a lei, seguita da Jazz. Era veramente bellissima, sembrava un piccolo angioletto addormentato.
Pov Rosalie
8/09/05  02:18
Con Edward vicino cercavo in ogni modo di nascondere i miei veri pensieri, dietro una maschera di superficialità ed egocentrismo, anche se con il potere di Jasper potevo fare ben poco. La verità era che mi ero preoccupata veramente quella notte. Quando avevo visto lo sguardo spaesato e distrutto di quella bambina, mi si era spezzato il cuore. Il mio più grande sogno era avere una famiglia con tanti bambini, un sogno che non avrei mai potuto realizzare. Non dico che con Emmett non fossi felice, ma mi sarebbe rimasto per sempre una parte di vuoto nel cuore, un vuoto che neanche il suo amore avrebbe mai potuto colmare. E nel momento in cui avevo visto lo sguardo di lei mi erano riaffiorato tutti i miei sogni, i miei ricordi e la mia vita di quando ero un umana e insieme ad esso si era riaperta anche la ferita del mio cuore. Strinsi la mano di Emmett, facevo sempre così quando avevo uno dei miei “attacchi”, mentre intanto continuavo a fissare la piccolina che dormiva beata nel letto davanti a me. Sarei stata veramente una fantastica madre se solo ne avessi avuto l’occasione, come il mio “scimmione” sarebbe stato veramente un papà fantastico.
Pov Emmett
8/09/05  02:22
Guardai Rosalie mentre mi stringeva la mano. Sapevo cosa stesse pensando. I miei fratelli mi vedevano solo con il buffone della famiglia, ma ero l’unico in grado di comprendere in parte il dolore di mia moglie. Vedendo quella piccola umana, probabilmente  Rosalie stava immaginando come sarebbe stata nostra figlia. Anche Alice ed Esme avevano perso per sempre la possibilità di essere madre, ma ad Alice non aveva mai contato molto mentre Esme aveva noi cinque. Rose invece non era mai riuscita a farsene una ragione in merito, e temevo che non lo avrebbe mai fatto. Con questi tristi pensieri, smisi di guardare la mia Rose e mi misi a fissare anch’io la piccolina.
Pov Edward
8/09/05  02:25
Uscii dalle teste dei miei fratelli e mi riconcentrai su Carlisle -Cosa faremo adesso?- Domandai io, ovviamente la mia domanda era riferita alla piccola umana. -Per il momento la terremo qui, vediamo sa ha una famiglia che la cerca oppure dovremmo affidarla  a qualcuno. In ogni caso prima dovremo aspettare che si svegli- Annuimmo e decisero tutti di lasciare la stanza per farla riposare meglio. Tutti tranne me. Volevo rimanerle accanto e non lasciare che nessuno le facesse del male, nonostante poco fa fossi stato il primo  a volergliene fare, stranamente il suo odore non era più così insopportabile per me. Non sapevo neanch’io come mai avessi avuto queste due reazioni così diverse. Rimasi ad osservarla tutta la notte fino a quando mia sorella mi chiamò per andare a scuola.
 

N.D.A.
Ecco a voi il nuovo capitolo. È vero che siamo ancora ai primi capitoli ma non mi sembra che la storia sia riscuotendo molto successo, per favore ditemi cosa ne pensate. Bye-Bye

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Capitolo 5
*** solo Bella ***


Pov Esme
8/09/05  10:30
Fischiettavo allegramente mentre preparavo dei biscotti al cioccolato per la nostra ospite. Non avevo mai preparato del cibo. Nonostante avessimo una cucina extralusso e super accessoriata, noi non potevamo mangiare del cibo umano… e questo molto spesso mi mancava. In quel momento tutti i miei “figli” erano a scuola e mio marito era a lavoro, quindi in casa eravamo solo io e la bambina che da questa notte dormiva in una delle camere degli ospiti. Non si era ancora svegliata. Quando poche ore fa l’avevo vista svenuta tra le braccia di Rosalie mi ero preoccupata moltissimo. Quando ero ancora umana, avevo perso il mio bambino poche ore dopo il parto. Ero riuscita a colmare bene o male il vuoto del mio cuore con l’arrivo dei miei 5  ragazzi. Non erano veramente miei figli ma io li consideravo come tali, e nel momento in cui i miei occhi si erano posati su quel piccolo corpicino avevo provato le stesse identiche emozioni. Mi ero sentita un vero e proprio mostro, poco fa avevo quasi sperato che non avesse nessuno al mondo così forse l’avremmo potuta adottare noi. Tra l’altro non ero l’unica a pensarlo, stranamente anche alcuni dei miei figli sembravano già affezionati a lei, più di tutti Edward. Chissà perché poi, quella bambina aveva conquistato tutti e neanche sapevamo come si chiamasse. Annusai l’aria e mi accorsi che ormai i biscotti erano pronti, per gli umani l’odore doveva essere ottimo (almeno speravo) ma per noi vampiri sapeva di spazzatura. Sfilai i biscotti dal forno, senza paura di scottarmi, e li misi sul tavolo, sperai che li avrebbe apprezzati. Feci un sorriso che venne subito smorzato da un urlo proveniente dal piano di sopra.
 Pov Bella
Stavo correndo per degli stretti cunicoli di una buia città. Lei mi stava inseguendo, lo sapevo, sapevo che non si sarebbe mai arresa, ne lei e neanche loro lo avrebbero mai fatto. Non si sarebbero mai dati pace finchè non mia avrebbero ricatturato. Era una specie di sfida la loro: chi mi avrebbe recuperata per prima avrebbe avuto la vittoria in pugno. Sentii ancora una volta quei dannatissimi versi striduli riecheggiare lungo le strade, insieme a delle voci.
-Bambina mia, va tutto bene-
-Strega!-
-Brucia maledetta!-
-Te lo prometto, tutti sprofonderanno nel tuo stesso incubo-
-Presto, scappa!-
Ero riuscita finalmente ad uscire da quel vicolo, il cuore mi si riempì di gioia. Ma quella sensazione durò poco… lei era già li ad aspettarmi. -Tu non puoi scappare- Mi disse con il suo solito tono gelido -Tu non dovresti neanche esistere perciò vedi di obbedire e non provare mai più a scappare, altrimenti…- E proprio mentre mi si avvicinò io cominciai ad urlare.
Pov Esme
8/09/05  10:33
Mi precipitai al piano di sopra non appena sentii le grida disperate della bambina. Percorsi le scale in meno di un decimo di secondo e mi fiondai subito nella sua stanza. Mi si spezzò il cuore morto nel vederla contorcersi nel letto e cercare di scalciare via le lenzuola. Piangeva ed urlava nel sonno urlando delle parole senza senso (persino per le mie orecchie sovrannaturali). Tentai di bloccarla senza farle male. -Calmati, tesoro, calmati è solo un incubo- Le dissi piano, ma lei sembrava agitarsi ancora di più.
-CASA! CASA! SILENT HILL! SILENT HILL!- Cominciò ad urlare più forte.  -Calmati tesoro, ti prego calmati!- Alzai leggermente la voce nel tentativo di svegliarla. Riuscii nel mio intento e la piccola aprì i suoi bellissimi occhi nocciola e cominciò a guardarsi intorno spaesata. Dopo un attimo di confusione posò il suo sguardo su di me, appena realizzato cosa fosse successo, dai suoi occhi ricominciarono a sgorgare fiumi di lacrime e mi abbracciò di slancio. Rimasi un attimo sorpresa dalla sua reazione ma subito dopo la strinsi anch’io a me, nel tentativo di calmarla.
Pov Edward
8/09/05  10:33
Quanto odiavo la scuola. Quelli erano sicuramente i momenti peggiori della giornata. I momenti in cui dovevamo passare del tempo in mezzo agli umani e fingerci anche noi tali. Senza contare i loro futili e banali pensieri, erano veramente seccanti. Più di tutti vi erano Melory Stanley e Veronica Mallory, i loro pensieri erano sicuramente i più rumorosi: erano dei veri e propri film a luci rosse su di noi e soprattutto su di me. Ma anche quelli di John Newton non scherzavano: oscillavano da cose sconce sulle mie sorelle ad invidia e gelosia sui miei fratelli. Proprio mentre ero immerso nei miei pensieri , vidi mia sorella Alice, seduta nel banco davanti a me, avere una visione. Preso dalla curiosità frugai nella sua mente e istintivamente sorrisi. La piccola era abbracciata ad Esme: si era svegliata.
Pov Esme
8/09/05  10:37
Dopo qualche minuto si era finalmente calmata. Ora forse potevo chiederle qualcosa senza il pericolo di farla riagitare. Le avevo già spiegato dove si trovasse ma lei non aveva saputo dirmi ne cosa ci facesse nel bosco ne darmi spiegazione su ciò che aveva urlato nel sonno. -Tesoro, io mi chiamo Esme, vivo in questa casa insieme a mio marito e ai miei figli: siamo la famiglia Cullen. Tu invece come ti chiami?- Le domandai calma -Bella- Sussurrò lei -Bella e…-         -Bella… solo Bella-

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Capitolo 6
*** presentazioni ***


Pov Edward
8/09/05  23:45
Si era nuovamente addormentata profondamente nell’ormai suo lettino. Appena finita la scuola ci eravamo fiondati, io e i miei fratelli, subito a casa per conoscere la nostra piccola ospite. Strano ma vero, quella piccola umana aveva in parte quasi condizionato le nostre vite e noi non ci avevamo mai parlato ne sapevamo come si chiamasse. Ma una volta arrivati in casa decidemmo subito di presentarci e soprattutto di capire cosa facesse li da sola nel bosco.
8/09/05  13:30
-Eccoci a casa!- Esclamò quel piccolo folletto di mia sorella. Vi sembrerà assurdo ciò che vi sto dicendo ma sembra davvero un folletto. Esme scese giù per le scale, richiamata dalle grida della figlia, e ci fece cenno di abbassare la voce. -A Bella fa un po’ male la testa, per favore evitate di gridare- Sussurrò lei abbassando la voce. -Chi è Bella?- Domandò confuso quell’orso di mio fratello Emmett, era il meno sveglio della famiglia e lo dimostrava a pieno con queste uscite -è la bambina, scimunito- Gli disse sua moglie. Bella. Che nome appropriato per quello scricciolo. Sorrisi tra me e me senza neanche rendermene conto, tanto che Jasper mi guardò confuso. -Adesso dov’è?- Domandò di nuovo Alice -è in camera sua, è sveglia ma sta riposando- Le rispose Esme indicando il piano superiore. -Possiamo conoscerla?-Le domandammo noi, stranamente tutti insieme. -Certo, andate pure- Ci rispose nostra madre con un sorriso sulle labbra.
8/09/05  23:47
Ci facemmo conoscere tutti a turno da Bella. Io rimasi per ultimo, ero intento ad osservarla. La trovavo adorabile, sorrideva gentile con tutti, nonostante fossimo dei mostri senza anima lei sembrava a suo agio in mezzo a noi. Un’altra stranezza stava nel fatto che non riuscissi a leggerle nella mente. Non mi era mai successa una cosa del genere, solitamente nessun umano ne vampiro era riuscito a resistere al mio potere, neanche i licantropi (esistono anche loro, ma ve ne parlerò più tardi) potevano. Che fenomeno strano, pensai fra me e me. Le facemmo ogni genere di domanda dalla più banale alla più strana, ma anche chi fosse in effetti e cosa facesse da sola nel bosco. Purtroppo a queste ultime domande, che erano tra l’altro anche le più importanti, non ci seppe rispondere. Ci disse solo il suo nome, non sapeva neanche il cognome, non sapeva dove fosse casa sua, non aveva una famiglia e non seppe neanche dirci cosa urlasse quella mattina nel sonno. Esme mi aveva riferito che poco prima di svegliarsi aveva cominciato ad urlare frasi senza senso. Mi si era stretto il cuore a saperlo. L’unica cosa che era riuscita a dirci era vagamente il motivo per cui si trovava nel bosco: ha detto che si era ritrovata dispersa lì dopo essere fuggita da lei. non aveva aggiunto altro, capimmo subito che doveva aver subito un trauma, perciò decidemmo di lasciare perdere. Se avesse voluto ci avrebbe parlato in seguito. Non aveva una famiglia e non aveva neanche un posto dove andare perciò decidemmo, con unanime gioia, di tenerla almeno per il momento lì con noi. La mia prima preoccupazione fu per la mia capacità di controllarmi davanti a lei ma stranamente non mi stuzzicava più come prima: non avrei mai avuto il coraggio di farle male. -Edward vieni a caccia con noi?- Mi domandò mentalmente Alice. Forse era meglio assecondarla, dopotutto non volevo rischiare di perdere il controllo con Bella vicino. Scesi al piano di sotto e vidi tutti i miei fratelli pronti per la caccia. Inarcai un sopracciglio dubbioso. -Tranquillo, ci pensa Esme a badare a Bella- Mi comunicò Emmett, probabilmente intuendo il mio interrogativo. Tirai un sospiro di sollievo, non volevo che rimanesse da sola, soprattutto adesso che Carlisle aveva il turno in ospedale. Salutammo nostra madre e sfrecciammo velocemente nel fitto della vegetazione.
Pov Carlisle
9/09/05  00:00
Giunsi a casa alla velocità della luce, dopo un lungo orario lavorativo. Dalla casa provenivano solo due odori: quello di mia moglie e della piccola Bella. Esme mi aveva informato del fatto che si fosse svegliata e di come si chiamasse. Una volta entrato fu proprio lei ad accogliermi con uno dei suoi sorrisi più dolci. -Bentornato tesoro- Mi salutò con un bacio -I ragazzi sono usciti poco fa per andare a caccia e Bella invece sta dormendo- Mi informò lei e subito il suo sguardo si fece pensieroso -Carlisle, stamattina la piccola ha cominciato ad urlare nel sonno, dice di non ricordarsi di averlo fatto, ma l’ho sentita urlare il nome di un posto- Mi informò lei preoccupata, come tutti si stava già un po’ affezionando alla bambina. -Cosa diceva?- Le domandai per tranquillizzarla -Urlava il nome di una città: Silent Hill. Sono preoccupata- Esternò le sue preoccupazioni -Non allarmarti tesoro, ne hai parlato con gli altri?- Le domandai -No, ho preferito dirti solo a te queste cose, non vorrei ingrandire troppo la cosa, ho evitato anche di pensarlo in presenza di Edward - Annuii con un cenno della testa -Forse è una sciocchezza, ma per esserne sicuri facciamo così: per il momento la teniamo qui insieme a noi, se è vero ciò che mi hai detto, ossia che non ha una famiglia, non abbiamo altra scelta, e per essere sicuri mi riferirò ad un vecchio amico di famiglia- Esme mi guardò confusa -A chi ti riferisci?- Le sorrisi e risposi -A Charlie Swan-

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Capitolo 7
*** Charlie Swan ***


Pov Carlisle
9/09/05  08:20

Ero davanti alla stazione di polizia di Forks. Era lì che lavorava Charlie Swan. Charlie viveva in quella città da quando era nato e ricopriva da anni il ruolo di sceriffo. Era l’unico essere umano a sapere della nostra identità. Qualche mese prima, mentre tornava a casa di notte dopo il turno di lavoro, fu assalito da quattro vampiri nomadi che passavano da quelle parti, due maschi e due femmine. Sarebbe stato sicuramente ucciso se non fossero intervenuti Edward ed Alice che passavano anche loro casualmente da quelle parti. Alice era in giro di notte per fare “shopping serale” ed Edward l’aveva accompagnata. Alice lo aveva praticamente obbligato, e poi sapevamo che quei vampiri giravano nei dintorni della città perciò per non rischiare ci muovevamo sempre in due quando dovevamo uscire per cacciare o fare altro. Appena sentite le scie dei quattro vampiri si erano fiondati nella loro direzione e avevano visto lo sceriffo preso per il collo e sollevato in aria da uno delle due vampire mentre stava per morderlo. I miei figli intervennero subito e senza troppi problemi riuscirono ad ucciderla, gli altri tre sembravano intenzionati a vendicarsi ma dovettero fuggire sentendo arrivare nella loro direzione altre scie: Emmett, Rosalie e Jasper stavano andando ad aiutarli dopo che avevano ricevuto una telefonata di Alice. Gli altri tre nomadi riuscirono a scappare ma almeno lo sceriffo era salvo. Fummo costretti a raccontargli la verità, a patto che lui mantenesse il segreto. Eravamo preoccupati, specialmente Jasper, che Charlie dicesse in giro della nostra natura, ma Alice ci tranquillizzò che non lo avrebbe fatto. Infatti Charlie ci fu molto grato per averlo salvato e mantenne la parola data: inoltre questo poteva volgere anche a nostro favore, avendo un “alleato” che poteva aiutarci. Potevamo tenerci informati riguardo i casi della polizia quando questi riguardavano gli omicidi da parte dei nostri simili oppure lui poteva insabbiare delle faccende, nel caso qualcuno di noi avesse ucciso degli animali in modo troppo scoperto, facendola passare per l’attacco di un animale feroce. Infatti anche in questo caso mi trovavo lì per chiedergli un favore. -Buongiorno dottor Cullen, è successo qualcosa?- Jim, il vice sceriffo mi venne incontro, ovviamente non sapeva nulla sulla nostra natura, Charlie era l’unico. -Nulla di grave Jim, in realtà ero venuto per parlare con lo sceriffo- Gli risposi cordiale. Lui annuì e mi accompagnò davanti al suo ufficio. -Hey, capo!- Lo chiamò lui aprendo leggermente la porta. -Cosa c’è Jim?- Sentii la voce dello sceriffo da dentro la stanza -C’è qui il dottor Cullen che dovrebbe parlarle?- Lo informò lui. -Prego fallo entrare- Rispose Charlie e Jim si fece da parte per farmi passare. -Charlie- Lo salutai cordiale io         -Buongiorno dottore, prego si accomodi- Mi fece cenno di sedermi sulla sedia davanti a lui, aspettando che il suo subordinato uscisse dalla stanza. Non potevamo parlare fino a che non saremmo rimasti completamente da soli. Appena l’uomo si allontanò Charlie mi rivolse tutta la sua attenzione.   -Allora, come va il collo?- Gli domandai. Mi riferivo al periodo di dolori che aveva avuto al collo, in seguito al suo spiacevole incontro con quei nomadi. -Ormai è tutto passato, non si preoccupi, piuttosto mi dica, come mai è venuto qui?- Domandò per arrivare subito al nocciolo della questione. -Io ed Esme stiamo pensando di adottare una bambina… umana- Lo vidi rimanere leggermente stupito da questa mia affermazione -Ah… Beh sono contento per voi…- Affermò confuso, probabilmente non riusciva  a capire cosa potesse centrare ciò con la mia visita. -In realtà però non è per questo che sono qui… ancora una volta ti devo chiedere un favore- Affermai arrivando al sodo -Dottore lei lo sa che può chiedermi tutto, dopo ciò che la sua famiglia ha fatto per me, non mi basterà tutta la vita per ripagare il debito- Gli sorrisi e decisi di spiegargli la mia richiesta -Ho bisogno di cercare informazioni riguardo un luogo, qualsiasi informazione che riesci a trovare, mi basta tutto- Rimase un po’ disorientato da questa mia richiesta -Ok, nessun problema, ma perché tutta questa agitazione?- Mi domandò lui di rimando -Nulla di particolare, ma ho un brutto presentimento, è come se sentissi che sta per succedere qualcosa di brutto- Neanch’io capivo questa mia inquietudine, forse era solo una mia impressione, però questa sensazione non voleva abbandonarmi. -Ok, stia tranquillo, come si chiama questo posto?- Mi domandò nuovamente lui -Silent Hill, probabilmente deve essere una città, stranamente io però non ne ho mai sentito parlare- Gli spiegai. -Tranquillo, adesso mi metterò a fare delle ricerche su questo posto e appena avrò notizie le farò sapere- Mi tranquillizzò lui. Annuii, lo ringraziai e decisi di lasciarlo al suo lavoro. Uscii dalla stazione di polizia e raggiunsi la macchina, pronto per tornare a casa.
Pov esterno
9/09/05  08:20
Una donna stava seduta pazientemente  a prendere il tè. Ogni tanto guardava il grande orologio sul muro, era in attesa dell’arrivo di qualcuno. All’improvviso dei rumori provenienti da dietro la porta attirarono la sua attenzione. Subito dopo entrarono tre uomini. -Cristabella- Uno di loro tre chiamò la donna -Allora? Siete riusciti a trovare mia sorella?- Domandò glaciale lei -Si, siamo riusciti a trovarla, in questo momento la stiamo trattenendo nei sotterranei- Le rispose lo stesso uomo di prima -E allora?- Domandò nuovamente lei, attendendo che continuasse -Avevi ragione tu, era stata lei a far fuggire la bambina-

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Capitolo 8
*** primo giorno di scuola ***


Pov Edward
11/09/05  08:00
-Qual è invece il tuo colore preferito?- Domandò mia sorella a Bella. Erano solo tre giorni che la piccola abitava con noi, ma sembrava ormai quasi un abitudine. In poco tempo era riuscita a conquistare il cuore di tutta la famiglia. Persino di Jasper e Rosalie. In quel momento eravamo sulla mia Volvo diretti al liceo di Forks, ma prima avremmo portato Bella alla scuola elementare. Avevamo deciso di iscriverla ed oggi sarebbe stato il suo primo giorno, sinceramente mi dispiaceva separarmi da lei, tra i miei fratelli io ero quello con cui aveva legato di più e anch’io mi ero affezionato in modo incredibile a quel frugoletto, ma sapevo che dovevamo farle avere dei contatti coi coetanei dei suoi simili. -Il blu!- Rispose Bella alla domanda di mia sorella. Erano ormai giorni che la riempivano di domande di ogni tipo, dalla più insignificante alla più personale. -Invece quand’è il tuo compleanno?- Le domandò di nuovo. Bella sembrò rimanere spiazzata -Emh… veramente, non lo so- Adesso era il turno di Alice di rimanere senza parole -Non è possibile! Ti rendi conto, Edward? Non può non saperlo! Come faremo a farle una festa decente?- Mi scappò un sorriso al pensiero assurdo di mia sorella, in effetti però era strano che non sapesse quando fosse nata: di misteri ne aveva parecchi la nostra piccola amica. -Eccoci arrivati!- Esclamò all’improvviso Alice, con un urlò tremendo. Eravamo finalmente arrivati davanti la scuola elementare di Forks. Era una costruzione più piccola del liceo ma nel complesso carina, mi voltai verso i sedili posteriori per avvertire Bella ma la ritrovai assorta nei suoi pensieri (a me purtroppo preclusi), aveva uno sguardo malinconico, quasi spaventato. -Bella?- La chiamai io, sobbalzò leggermente al suono della mia voce, non si era accorta di me -Tutto bene?- Le sussurrai gentilmente -Si, tranquillo- Mi rispose sorridendo. Scendemmo tutti e tre dall’auto e ci guardammo intorno: il parcheggio non era molto affollato. Tutti quanti appena si accorsero di noi cominciarono a guardarci meravigliati, si stavano quasi tutti chiedendo cosa ci facessero lì i misteriosi Cullen: la notizia della nuova adozione della famiglia Cullen non si era ancora sparsa per tutta Forks, ero però sicuro che entro la fine della giornata lo sarebbe stata. -Ed! all’improvviso ho dei problemi di “ricezione”, non riesco più a vedere nel futuro- Mi informò Alice preoccupata, se mia sorella aveva dei buchi nelle sue visioni ci poteva essere una sola spiegazione. Mi misi a cercare meglio tra la folla e scorsi vicino ad un vecchio Pick-up rosso un Quileute della riserva indiana di La push che accompagnava il figlio. Si trattava di Billy Black (nella storia non è costretto a stare sulla sedia a rotelle nda) e di suo figlio Jacob. Anche  gli abitanti di La push, esattamente come noi, non erano dei comuni esseri umani: infatti da secoli la loro tribù possedeva il gene del mutaforma, in pratica alcuni di loro potevano diventare dei licantropi, nemici naturali di noi vampiri. Billy, non solo era uno di quelli che poteva trasformarmi, ma era anche l’Alpha del branco. In quel momento anche lui ci stava guardando, o meglio, stava fissando Bella con occhi severi. La nostra “convivenza” si reggeva grazie ad un patto di non belligeranza che consisteva in semplici e chiare regole: noi non potevamo mordere nessun umano, loro non avrebbero detto il nostro segreto a nessuno ed entrambi non potevamo entrare nel territorio dell’altro. Fortunatamente Forks era territorio neutrale. Probabilmente il pulcioso voleva essere messo al corrente insieme al suo branco del motivo per cui una bambina umana viveva con noi. Lessi infatti nella sua mente la sua decisione di venirci a parlare quel pomeriggio.-andiamo?- Domandò Alice prendendo per mano Bella ed incamminandosi con lei all’entrata della scuola. Il licantropo intanto aveva salutato il figlio, era rientrato in macchina ed era andato via.
Pov Bella
11/09/05  08:10
Salutai Edward ed Alice con la mano ed entrai dentro l’edificio. Ero stata tentata a chiedergli di accompagnarmi ma poi mi ero fatto coraggio ed avevo lasciato perdere. Proprio poco prima di scendere dalla macchina, avevo guardato nella direzione della scuola e avevo avuto dei brividi per tutto il corpo. Subito orribili ricordi ed incubi erano riaffiorati in me, insulti, libri tirati addosso per il solo gusto di farlo, e con tutta la forza che avevo in corpo li avevo ricacciati dentro, nel mio cuore, rinchiuso con catene d’acciaio. Mi misi a camminare per i corridoi, in silenzio, avevo il terrore che gli altri bambini si accorgessero della mia presenza: l’unica cosa che ricordavo delle mie esperienze passate erano derisioni e offese. Ormai ero abituata a situazioni simili. -Ciao- Una voce vicino a me attirò la mia attenzione, mi voltai e vidi accanto a me un ragazzino della mia stessa età. Era lo stesso bambino che nel parcheggio era accanto ad un grande e vecchio furgoncino rosso. Aveva i capelli e gli occhi neri ed aveva la pelle parecchio abbronzata: era carino e solare, lo si capiva a prima vista. -Ti ho vista qui fuori prima, sei nuova vero?- Mi domandò arrossendo -Si, questo è il mio primo giorno. Ciao, mi chiamo Bella- Lo salutai con un sorriso -Io invece sono Jacob- Storsi automaticamente il naso -Jacob è strano… posso chiamarti Jacob?- Mi guardò per un attimo serio ma poi scoppiò a ridere -Ok Bella… certo che sei strana, sono sicuro che diventeremo grandi amici- Rispose. Forse mi sbagliavo, forse non era così male quel posto, in fondo la giornata era cominciata piuttosto bene.

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Capitolo 9
*** Quileute ***


Pov Edward
11/09/05  14:50
-Secondo me dovremmo deciderlo noi- Esclamò all’improvviso Alice. Tutti la guardammo confusi. -Di cosa parli, amore?- Le domandò suo marito Jasper, aveva tutta la mia stima se riusciva a comprenderla. -Mi riferisco al compleanno di Bella, se poverina lei non sa quand’è dovremmo deciderlo noi, così potremo farle una festa- Ci spiegò, tutta contenta. Era sempre la solita maniaca delle feste, ma in fondo non era tanto cattiva come idea. Una festa le avrebbe fatto piacere, anche se da quel che avevamo potuto conoscere di lei, non le piaceva essere al centro dell’attenzione. -Buona idea- Annuì il resto della famiglia, tranne Carlisle. In quel momento era  a lavoro. Era da un paio di giorni che lui ed Esme erano strani. Ogni volta che mi avvicinavo a loro cominciavano a pensare intensamente chi ai propri pazienti chi all’arredamento migliore per una casa: era chiaro come il sole che stessero cercando di nascondermi qualcosa. In ogni caso lasciai correre, se non volevano informarmi sicuramente avevano le loro buone ragioni. -Allora? Quando lo facciamo?- Domandò Emmett tenendo sotto braccio Rose. Alice ci pensò su un secondo, come ci fosse bisogno di un complicato calcolo matematico per venirne a capo –Lo faremo dopodomani! Così avremo il tempo di organizzare il tutto!- Concluse tutta contenta, battendo le mani. Sembrava lei la vera bambina, altro che Bella. Purtroppo l’atmosfera felice che aveva invaso la casa fu stroncata da una visione. -Dannazione… non riesco più a vedere il futuro- Esclamò allarmata. Quei cani rognosi stavano venendo da noi. Avevo già letto nella mente di Billy Black la sua intenzione di venire a discutere con noi. Sperai solo che la situazione non degenerasse e non si venisse alla violenza. -I Quileute vogliono parlare con noi, non sembrano ostili, almeno credo- Informai la mia famiglia. Uscimmo tutti quanti davanti la casa. Dato che Carlisle non c’era, dovevo fare io da portavoce. Dopo pochi secondi uscirono dal folto del bosco tre enormi lupi (per fortuna Bella non c’era, altrimenti non avremmo proprio saputo come darle una situazione a riguardo), li riconobbi subito: erano al centro Billy Black, a destra Levy Uley e a sinistra Quil Ateara. Anche se in forma lupo erano tutti molto simili, li avevamo già visti altre volte e avevo impanato a riconoscerli. -Cosa volete farne della bambina?- Pensò Billy. Erano al corrente del mio potere, così preferivano comunicare in questo modo piuttosto che perdere tempo e tornare umani. -Non vogliamo farle nulla di male e comunque non sono fatti vostri- Gli altri avevano deciso di lasciare le spiegazioni a me ma comunque di rimanermi vicino, per intervenire in caso di bisogno. Come in quel caso, Jasper mi aveva appena calmato. Non era il caso che perdessi la calma senza motivo. -Invece sono fatti nostri eccome! È compito di noi Quileute, proteggere gli umani da voi vampiri- Mi ricordò lui mettendosi a ringhiare piano. -Noi non abbiamo alcuna intenzione di farle del male- Ribadii nuovamente, cercando di non perdere il controllo. Star loro vicino mi faceva sempre uscire di testa. -Devo per caso rammentarvi il patto?- Mi ricordò lui, si riferiva al fatto che non potevamo mordere ne tanto meno trasformare nessun umano. La discussione andò avanti per un po’. Dopo un po’ riuscimmo a far loro comprendere che non avevamo intenzione di trasformarla ne di farle del male e loro, anche se un po’ diffidenti, avevano deciso di crederci. In fondo il figlio di Billy, Jacob, andava a scuola con Bella e tramite lui si sarebbero potuti tenere informati sulla sua salute. Dopo che il puzzo di quei cani fu lontano, potemmo tornare tutti e sei in casa. -Non cruciatevi, dobbiamo pensare alla festa imminente, lasciate da parte quei cagnacci- Alice aveva ripreso improvvisamente il buon umore. Giusto! dovevamo pensare alla festa di compleanno di Bella. Lei non sapeva neanche quando era nata, sicuramente non si sarebbe aspettata questa cosa.
Pov Bella
11/09/05  17:00
-Ciao- Salutai i miei nuovi amici, mentre intanto mi incamminai verso la Volvo di Edward. Avevo appena finito il mio primo giorno di scuola e dovevo ammettere che non era andato affatto male. Avevo fatto amicizia già con altri due bambini: Jacob Black e Angela Weber. Il primo era il bambino che avevo conosciuto appena entrata e si era dimostrato davvero gentile e disponibile. Mi aveva accompagnato per tutto il giorno ma senza diventare troppo invadente, a differenza di molti altri compagni. Angela invece era una bambina timida e riservata che avevo conosciuto durante la prima ora di lezione. Il suo carattere mi ricordava molto il mio, forse per questo mi era diventata subito simpatica. Stessa cosa non si poteva dire di Mike Newton, Jessica Stanley e Lauren Mallory: i primi due mi avevano tartassato di chiacchiere mentre l’altra mi aveva evitato come una diva. Anche se era una bambina cominciava male, chissà come sarebbe stata da grande una tipa del genere. -Allora? Com’è andato il tuo primo giorno di scuola?- Mi domandò Edward una volta salita in macchina         -Bene. Ho addirittura fatto amicizia con due bambini: Jacob e Angela- Per un attimo mi sembrò irrigidirsi ma poi tornò sorridente… pure troppo. Non lo avevo mai visto così allegro. -Tutto ok?- Gli chiesi -Certo, perché me lo domandi?- Mi rispose facendo finta di nulla. Si… mi stava nascondendo qualcosa. -Mi nascondi qualcosa- Gli dissi io all’improvviso -Forse si, forse no- Ribatté lui con il solito ghigno. Gonfiai le guance  e sbuffai. Però in fondo mi piaceva questo nostro scambio di battute. Questo era il primo legame che formavo da tutta una vita.
Pov Carlisle
11/09/05  17:25
Ero seduto nel mio ufficio a controllare le ultime scartoffie. Quel giorno fortunatamente non avevamo avuto molto da fare e tra poco più di mezz’ora il mio turno sarebbe finito. Guardai un attimo l’orologio proprio un secondo prima che il cellulare si mettesse a squillare. -Pronto?- Risposi io al volo -Dottor Cullen, è lei?- Riconobbi la voce di Charlie dall’altro lato della cornetta -Si Charlie, sono io- Posai i fogli che tenevo in mano e mi concentrai sulla conversazione. -Mi scusi se non mi sono fatto sentire per due giorni, ma sono riuscito finalmente a trovare delle informazioni-.

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Capitolo 10
*** rivelazioni ***


Pov Carlisle
11/09/05  17:30
Andai velocemente a chiudere la porta del mio ufficio e mi accertai che non ci fosse nessuno nei dintorni. Potevo sembrare paranoico, ma volevo essere sicuro che questa conversazione rimanesse privata. -Dimmi pure Charlie, cosa sei riuscito a scoprire?- Gli domandai una volta essermi riseduto davanti la mia scrivania. -Silent Hill, come aveva detto giustamente lei, è una piccola cittadina situata nel west Virginia, più precisamente vicino ad un’altra città chiamata Brahams. È stata fondata diversi secoli fa da un gruppo di colonizzatori, nono sono riuscito a scoprire più riguardo le sue origini. La sua economia si regge grazie al turismo, alla pesca (la città e stata costruita proprio sui margini di un enorme lago) e soprattutto ad una grande miniera di carbone posta alla periferia della cittadina…- Stava parlando a raffica e io lo fermai quasi a fatica -Charlie, aspetta un momento. Ti ringrazio per esserti documentato così bene ma io ho bisogno di sapere se è successo qualcosa di strano lì: hai informazioni più attuali al riguardo?- Gli domandai -Si, mi scusi, probabilmente si riferisce alla lugubre fama che quella città ha nelle zone e dintorni- Quelle parole mi incuriosirono      -Deve sapere che queste informazioni sono del 1987- Mi informò lui  -E perché non se ne hanno di più recenti?- Gli domandai ancora incuriosito, e questa volta anche un po’ confuso -Deve sapere che la città da allora che completamente disabitata: in pratica, è a tutti gli effetti una città fantasma- Mi stupii dell’informazione -Come mai?- Ci doveva essere un motivo -Sembra che 1° novembre di quell’anno scoppiò un terribile incendio alla miniera di carbone, un incendio tanto terribile che non riuscirono a spegnerlo. Le forze dell’ordine dovettero far evacuare la città e dei 100.000 e passa abitanti che vivevano lì soltanto la metà riuscì a  scampare da quell’inferno. Di parecchi morti non riuscirono neanche a trovare i corpi…- Rimasi senza parole sentendo la notizia. Ma allora cosa aveva a che fare Bella con quel posto. -E questa è tutta la storia… o almeno è la parte di storia ufficiale-  Rimasi un attimo confuso da quest’ultima affermazione -In che senso?- Gli chiesi -Vede dottore, ormai le fiamme sono state definitivamente spente ma a causa della cenere che aleggia nella città e a causa dei danni, è stato deciso di chiudere definitivamente ogni accesso alla zona. Però ci sono stati alcuni casi di persone che perdendosi sono entrate nella cittadina fantasma e non sono più tornate indietro- Mi spiegò lui -Può essere che purtroppo non si siano resi conto delle polveri tossiche e siano morti come i precedenti abitanti di Silent Hill- Cercai di spiegargli razionalmente -Questa potrebbe essere una spiegazione valida, ma la polizia delle cittadine vicine hanno indagato e sono entrati nella città fantasma per le ricerche: forse non significherà nulla, ma non sono riusciti a trovare mai i corpi dei dispersi. Se fosse solo questo il problema però, sarebbe soltanto un caso come tanti da “fanatici del brivido e dell’occulto”. In realtà la cosa più strana e che tutte queste informazioni le ho ottenute leggendo giornali dell’epoca e raccogliendo notizie non ufficiali…- Ecco, mi stavo riperdendo un’altra volta: di cosa stava parlando? -Che significa?- Gli domandai dando voce alle mie perplessità -Non ho potuto prendere informazioni dagli archivi della città perché non ci sono più. Gli archivi cartacei sono inaccessibili mentre quelli internet sono stati tutti eliminati da qualcuno- Rimasi nuovamente sorpreso. Allora veramente qualcuno voleva cancellare i fatti avvenuti in quel posto -Sembrerò paranoico ma ci sono troppe coincidenze, secondo me è successo qualcos’altro lì e qualcuno non vuole che questa cosa venga riportata a galla- Concordavo in pieno con la deduzione di Charlie -Capisco. In effetti non possono essere solo dei casi, ti ringrazio per questo favore, come al solito non so come sdebitarmi- Stavo per salutarlo ma lui me lo impedì -Aspetti un secondo dottore! C’è ancora una cosa che ho scoperto- Mi informò nuovamente -Cosa?- Gli domandai -Lei sa che non sono molto pratico di computer e roba varia, così ho chiesto aiuto ad un hacker che ho conosciuto durante un caso dell’anno scorso e gli ho chiesto se riusciva a recuperare qualcosa riguardo il sito di Silent Hill- Mi preoccupai leggermente -Non le avrà rivelato qualcosa, vero?- Meno persone entravano in contatto con noi meglio era -In realtà neanch’io sono al corrente del motivo per cui devo fare questa ricerca- Mi ricordò lui ironico, ridacchiai anch’io imbarazzato -Comunque sono riuscito a trovare qualcosa, non so quanto possa essere utile, ma ho fatto quel che ho potuto. Sono riuscito a recuperare l’ultimo file che era presente nell’archivio, la data era proprio 1 novembre 1987, si tratta di una cartella clinica dell’ospedale Alchemilla, l’ospedale cittadino, purtroppo vi sono delle parti mancanti ma non ho potuto fare di più, le interessa vederlo?- Mi chiese. Era stato fin troppo gentile e poi mi sarebbe potuto tornare utile, considerando che non sapevo neanche cosa stessi cercando in effetti, non avevo niente da perdere. -Si, grazie, me lo puoi mandare via fax?- Gli domandai gentilmente. Dopo pochi minuti mi arrivò il fascicolo in questione. Salutai  Charlie e lo ringraziai calorosamente per il favore che mi aveva fatto, mentre lui invece ribatteva per l’ennesima volta che qualsiasi favore sarebbe stato una sciocchezza in confronto a ciò che avevamo fatto noi per lui. Lo salutai nuovamente e riattaccai per potermi dedicare completamente al foglio inviatomi. Lo presi e cominciai ad osservarlo. Era la cartella clinica di una donna, il suo nome era Alessa Gillespie. Non si riusciva a capire quale malattia avesse, ma sembrava essere in gravi condizioni, dato che era stata portata di urgenze in sala operatoria. Che fosse una delle persone rimaste coinvolte nell’incendio della miniera?... no, era impossibile, Charlie mi aveva spiegato che era successo tutto talmente in fretta che avevano fatto appena in tempo a far evacuare metà degli abitanti, quasi rabbrividii al pensiero. Quindi non poteva essere la per quel motivo. Girai il foglio per vedere anche la sua fotografia allegata. Era appena una bambina, avrà avuto a malapena 6 anni, aveva dei lunghi capelli castani e… rimasi senza parole per diversi minuti. Non era possibile. Stavo sognando. Quella bambina, escludendo il colore degli occhi (il suoi erano di colore azzurro) era la fotocopia esatta di Bella. Come era possibile? Ormai ne ero certo… il mistero di questa città era legata in qualche modo con il mistero di Bella.
 
N.D.A.
Eccoci a noi. Questo capitolo spiega tante cose quante sono il numero di misteri che aumentano. Ne approfitto per ringraziare BlackandLupin che ha recensito molti capitoli. Vorrei chiedere anche, gentilmente, a tutti coloro che hanno messo la storia tra le seguite: per favore, lasciate qualche commento. Per i miei standard, ho parecchie visite e parecchie seguite ma in quanto a recensioni scarseggio un po’. Come mai? Per favore, ditemi cosa ne pensate.

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Capitolo 11
*** posizionare le pedine ***


Pov esterno
11/09/05  20:30
-Ciao Dahlia- Iniziò a parlare una donna nella penombra ad un’altra donna poco più giovane di lei, rinchiusa in una buia cella. entrambe avevano i capelli rossi e ricci e anche il colore degli occhi era identico, di un freddo azzurro. -Cosa vuoi Cristabella?- Le domandò lei gelida -Perché non vuoi dirci dove si trova la bambina? La dobbiamo trovare prima che la trovi lei, o saremo punto e a capo- Esclamò la donna chiamata Cristabella, con una lieve nota di allarme. -Sarà quel che sarà- Le rispose semplicemente Dahlia  -Sei sempre stata un egoista sorella mia, non ti è mai importato di nessuno all’interno della nostra cittadina- Questa volta fu il turno di Dahlia di perdere la pazienza -Tu! Proprio tu mi vieni a fare la predica?! Proprio tu che hai messo il dovere davanti alla tua famiglia, mi vieni a fare la predica?! Ripeto quello che ho detto “sarà quel che sarà”, non sono intervenuta quel giorno e non lo farò certo adesso, ormai non mi interessa più cosa ci succederà. Affronterò il mio destino, qualunque esso sia- Concluse seria Dahlia. Cristabella non aggiunse altro ed uscì dai lunghi corridoi di quel posto. -Arthur!- Chiamò a gran voce qualcuno, appena uscita da quella che doveva essere una segreta. -Cosa succede, Cristabella?- Domandò un uomo, appena arrivato davanti a lei. -Chiama i 4 sacerdoti, di loro che voglio parlare subito con loro, è urgente- Gli ordinò lei mentre intanto si era incamminata verso uno dei corridoi. -Come mai tutta questa fretta?- Le domandò preoccupato -Informali che la situazione sta degenerando e che c’è il rischio che dopo quasi 20 anni di lotte, la terra cada nelle mani del demonio. Vedi se non accorreranno quei 4 inetti- L’uomo tremò sentendo quelle parole e il più velocemente possibile si mise a correre per avvisare i diretti interessati.
Pov Alice
12/09/05  09:30
-La missione “prepariamo la festa a sorpresa per il compleanno di Bella” abbia inizio!- Esclamai allegra. Quel giorno avevo deciso di saltare la scuola ed andare insieme a Rosalie a fare spese per il compleanno della nostra nuova, piccola sorellina umana. In parole semplici: Bella. Rose, come me, si  era mostrata entusiasta all’idea, stessa cosa non si poteva dire per mio marito e i miei fratelli: non riuscivo proprio a capire quella loro assurda reticenza riguardo lo shopping e gli affini. -Allora? Da cosa iniziamo?- Mi domandò Rose. -Ho qui una lista di tutte le cose che necessitano per addobbare la casa e soprattutto o qui una lista di regali che sicuramente piaceranno a Bella- La informai srotolando il lungo foglio che avevo preparato accuratamente quella mattina. Quando Edward l’aveva visto mi aveva dato della matta. Mah… certo che era proprio strano. Passammo tutta la mattinata a cercare ogni singolo oggetto e addobbo della lista. Avrei preferito passare la mattinata ad acquistare vestiti ma anche questo fu abbastanza divertente. dopo aver finito il nostro lavoro potei guardare il portabagagli della jeep di Emmett (era l’unica abbastanza grande da contenere il tutto) e applaudire soddisfatta alla mia bravura.-Che fai ti stai adulando da sola?- Mi domandò divertita Rose -Si, perché non si può?- Le risposi facendole la linguaccia. A volte sembravo una bambina, Edward aveva ragione. Rimontammo in macchina e ci dirigemmo a grande velocità verso casa. Volevamo nascondere tutto, prima che Bella tornasse da scuola. -Alice?- Mi chiamò mia sorella all’improvviso -Cosa c’è?- Le chiesi -Esme ma soprattutto Carlisle sono strani, quasi un po’ preoccupati, questi ultimi giorni. Tu ne sai qualcosa?- Mi domandò -In realtà Bella ha fatto dei sogni riguardo una città che hanno preoccupato Esme e Carlisle si è offerto di indagare e di avere notizie riguardo il posto- Le spiegai semplicemente. Non lo facevo apposta ad avere le mie visioni, non riuscivo sempre a controllarle. In ogni caso poi quella notizia non era nulla di che. Non c’era nessun tipo di pericolo da quello che avevo potuto vedere, Carlisle ne voleva semplicemente sapere di più. Comunque  se anche così non fosse stato, sicuramente i nostri genitori ce ne avrebbero parlato… lo facevano sempre. Tranquillizzai Rose  e le spiegai che non c’era nulla di cui preoccuparci. Pochi secondi dopo tornammo a casa: Carlisle ed Esme erano entrambi a casa, quel giorno Carlisle aveva il giorno libero. Lo aveva preso anche per il giorno dopo, avevamo spiegato lui la nostra idea di afre a Bella un compleanno a sorpresa e si era dimostrato d’accordo. In effetti però avevo notato che il giorno prima, quando era tornato dal suo turno in ospedale, era strano. Come se qualcosa lo turbasse. Pensai che fosse solo dovuto a qualche problema con un paziente, così lasciai perdere. -Eccoci qui!- Mostrai ad Esme tutte le buste che avevamo preso. Lei mi sorrise dolcemente ma Carlisle rimase per un momento a bocca aperta. Uffa! Ma cosa c’era di strano nel fare acquisti? In fondo non avevamo comprato poi tutta quella roba. -Presto! Presto! Mettiamo tutto dentro! Dobbiamo preparare tutto per domani!- Esclamai contenta.
Pov esterno
12/09/05  10:00
Erano ormai alcuni minuti che Cristabella era immobile e ad occhi chiusi davanti ad un antico libro, posto su di un altare. Doveva concentrarsi per aprire un passaggio. Questa era la loro ultima possibilità per non far sprofondare il mondo nell’inferno, come aveva detto giustamente la sera precedente.
11/09/05  21:00
-Arthur ci ha informati del perché ci hai fatto chiamare- Disse uno dei quattro uomini incappucciati a Cristabella. -Quindi siete ben consci che non possiamo farci sfuggire questa possibilità. Potrebbe essere l’ultima che abbiamo: la bambina è l’unica che ormai può salvarci- Spiegò loro la donna. -Allora cosa dobbiamo fare? Lo sai benissimo anche te che noi non possiamo uscire nel mondo esterno, Lei ci impedisce di fuggire- Gli ricordarono le quattro figure -Non preoccupatevi. Useremo dei missionari che facciano il lavoro per noi-.
12/09/05  10:10
Dopo aver pronunciato quelle parole, era entrata nella sua stanza privata per usare un incantesimo localizzante. Avrebbe usato i suoi poteri per sondare all’esterno delle mura della città e trovare qualcuno che potesse aiutarli. Dovevano soltanto assoldare qualcuno di utile per la loro causa.

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