Queenie's gonna kick your ass

di Legba
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Going on ***
Capitolo 2: *** Blood and tears ***



Capitolo 1
*** Going on ***


Siamo andate avanti.
“Ma no, non potete!”- si sente da dietro- “Questi sono davvero troppi, troppi compiti!”
“Chi è stato a parlare?” Silenzio. “Forza, parlate o sarò costretta a punire tutte voi. E voi non volete essere punite da me, giusto?” La ragazza che aveva parlato si fa’ avanti e mi guarda a testa alta.

“Mio dio, sei appena arrivata qui e già vuoi andare all’altro mondo?” Sorrido e inarco un sopracciglio.

Poi mi conficco un coltello nel braccio.
Lei urla.
Io rido.

Si, so di essere alquanto sadica, e ne vado fiera. “La lezione è finita”- esclamo sopra le urla di quella disgraziata. “Potete andare”. Non se lo fecero ripetere due volte. Le avrò spaventate a morte.
Bene. Evitando di scivolare sopra il sangue di quella primina (che continua a maledirmi sotto voce, quasi quasi le amputo un dito), torno nel corridoio per poi andarmene in camera.

Dicevo, siamo andate avanti.
Da quando Fiona è morta, nonostante Cordelia non sia mai stata molto chiara riguardo le circostanze della scomparsa di sua madre, tutto è cambiato.

Il Consiglio è cambiato: la presidentessa (e suprema) Cordelia ci ha nominate sue assistenti e continua a confidarsi con noi di tutto, dalle decisioni che comportano la morte di qualcuno alla lista della spesa per la mensa. Non è mai stata così occupata e felice di adesso.

La scuola è cambiata: adesso ci sono più di 200 ragazze, tanto che abbiamo dovuto acquistare nuovi edifici per le studenti, nonostante le lezioni si tengano sempre e solo nell’edificio principale dell’ accademia di miss Robichaux. La fascia di età varia dagli 11 anni fino ai 41, e tocca a me e a Zoe curare le studentesse durante i loro primi due anni nella scuola, poi li lasciamo a Cordelia.

Zoe e Kyle invece non sono cambiati per niente: continuano ad amoreggiare come dei piccioncini e a cavalcarsi almeno 2 volte al giorno. Di notte trovo alquanto fastidiosi quegli sbuffi e gli urletti di piacere, ma lasciamoli fare, dopotutto anche io non sono tutta questa santa.
Ma quella che è cambiata di più sono io: non mi sembra vero che neanche 2 anni fa fossi così stronza. Mio dio, ho tradito le mie sorelle per fuggire andando da delle persone che non mi hanno  mai voluto bene. E per cosa? Per il colore della mia pelle. E non solo, quando sono stata costretta a tornare qui con Marie, ho continuato a trattare male Cordelia. Fossi stata in lei, avrei bruciato la Queenie di quei tempi. Fortunatamente, quella ragazzina stupida non esiste più.

Qualcuno mi tocca la spalla, facendomi sobbalzare dal letto. Cordelia. A volte esagera con il teletrasporto.
“Queenie”- comincia con quella sua voce dolce, di quando vuole far pace -“era necessario?”
Nonostante sia passato del tempo e sono stata perdonata, ancora non riesco a non vergognarmi per quello che ho fatto. Ancora non riesco a guardare Cordelia negli occhi. Perché nei suoi occhi vedo il riflesso di tutto quello che non avrei mai voluto essere stata, vedo le lacrime che quegli occhi luminosi hanno versato per me.
“Se l’è andata a cercare lei, è appena arrivata, non può pretendere di saperne più di me su cosa va bene e cosa no. Tanto ti sarà bastato un tocco e qualche parolina per rimettere in piedi quella stronzetta”
“Ma un’ ammonizione sarebbe stata più giusta, una punizione così severa non è prevista nella nostra scuola. Promettimi che non lo farai più.”
“Certo… preside.” Sorride e mi prende per mano. Quanto amo il suo sorriso.

“Più lacrime hanno rigato il volto di una persona, più il suo sorriso sarà luminoso”
Se è così, Cordelia deve essersi prosciugata a causa mia.
 

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Capitolo 2
*** Blood and tears ***


C’era una volta una bambina. Era sempre felice e gentile con tutti, non mancava mai di sorridere a chiunque incontrasse per strada e per questo era molto amata anche da chi non la conosceva  .
Era di colore, ma a nessuno importava.Ma poi ci fu un problema: a 11 anni, la sua tiroide si gonfiò a dismisura e, nonostante tutti gli sforzi dei medici, la ghiandola non riuscì per anni a secernere i giusti ormoni.
Il significato di tutti questi paroloni è molto semplice: la ragazzina divenne grassa oltre ogni immaginazione.

 
*****
 
“AAAAAAAAH!” Mai sentito un urlo così, a confronto il grido di Myrtle durante il suo ultimo rogo sembrava il sottofondo di un frullatore. Proveniva dalla serra di erbologia, evidentemente la lezione di Zoe sull’acido estratto dalla mandragola non stava andando troppo bene. Non ho il tempo di calmarmi che già Cordelia si è  teletrasportata, probabilmente per ricreare la faccia a qualche primina che aveva trattato male qualche pianticella.
 
*****
 
Quella povera ragazzina che a 11 anni si ritrovò gonfia come una mongolfiera non era più vista così bene da tutti. Ormai le rimaneva una cerchia strettissima di amiche, e, quando venne a sapere che anche loro da dietro la chiamavano “L’ Orca” a causa del suo colore della pelle e della sua stazza, si rinchiuse ancora di più in sé stessa, trovando amici solamente nel frigo.
Ma a 13 anni non ce la faceva più: andò in bagno, prese una lametta e, guardandosi allo specchio, la spinse sul braccio. A destra e a sinistra, a destra e a sinistra. Sangue e lacrime, sangue e lacrime.

 
*****
 
Mi alzo dal letto, tiro su i leggins e mi teletrasporto nell’orto degli orrori. Avevo ragione, qualcuna si è fatta male: una ragazzina bionda, alta e dagli occhi castani (fin troppo simile a Madison Montgomery) ha una specie di gomma masticata al posto della faccia. Cordelia si è già messa al lavoro: ha preso un tizzone, dove mischia un intruglio di erbe con il pestello, mentre la testa dell’alunna si sta letteralmente sciogliendo.
 
*****
 
Un giorno, la ragazza ormai quattordicenne era in palestra, a scuola. Mentre osservava tutte le sue amiche fare il quadro svedese con estrema facilità, passando da un lato all’altro sorridendo, sapeva che non sarebbe andata a finire bene.
“Queenie, adesso è il tuo turno. Su, Sali.” Cosa poteva fare se non ubbidire? Peccato che, appena salita sul quadro, scivolò all’indietro e si ritrovò a terra, circondata da una professoressa cinica e compagni che ridevano come delle iene.
Appena tornata a casa, si chiuse in bagno. Lì c’era solo Salem, il suo gatto nero: “Ciao bello, come va?” La ragazza accarezzò il micio dietro le orecchie, il punto che produceva sempre delle tenere risatine dell’animale.
Ma la ragazza, purtroppo, non aveva più nulla a che fare con le risatine. Nel suo futuro vedeva solo la morte.

 
*****
 
 “Zoe, mio dio, stai calma! Ora si risolve tutto!” La neo-professoressa annuisce e mi accompagna da miss bubble-gum. “Sentiamo allora, che è successo?” Come risposta ebbi solo un urletto isterico. “Queenie-comincia Zoe tra i pianti- credo che la poveretta si sia solo dimenticata di accarezzare le radici della mandragola prima di spremerle.”
“NO!”-urla la studentessa- “Ho fatto tutto bene, sei stata tu che ce lo hai insegnato male!”
Mi avvicino e la guardo negli occhi-o almeno in quello che rimane degli occhi- “Davvero? Hai fatto tutto bene?” L’alunna annuisce spaventata.
C’è solo una spiegazione. Sillabo lentamente: “Tu non hai i poteri”
 
*****
 
Prese la lametta, e, come al solito, la posò sul braccio. Ma questa volta non era come le altre: tutta quella gente che rideva di lei… non poteva più sopportare queste persone, non più sopportare questo mondo, non poteva più sopportare di essere chiamata “Orca”. Così prese la lametta e la girò in verticale. E poi giù. Tutto quel rosso… finalmente poteva andarsene, finalmente poteva essere libera.
“Cosa?”
La ragazza non morì, anzi, non sentì proprio niente. Il sangue sgorgava a fiumi, ma lei non sentiva neanche il tipico calore delle altre volte. Si guardò attorno e vide sangue ovunque, ma non era solo suo…
“SALEM!” Il gatto era nella vasca. Morto. A quanto pare, la ferita era sulla zampetta destra posteriore, proprio dove si era colpita la ragazzina. Allora capì.
Certo, la morte era il suo futuro.
Ma non la sua morte. Lei era nata per punire gli altri.
Il giorno dopo, a scuola, subito dopo l’ora di palestra, erano stati ritrovati i corpi di alcuni studenti morti a causa di terribili tagli. Nei pressi del ritrovamento era stata avvistata la ragazza, ma come poteva aver fatto tutti quei tagli una tizia bassa e grassa a un gruppo di 7 studenti senza neanche toccarli?
La ragazzina fu ovviamente ritenuta innocente, ma le voci corsero.
La gente aveva paura di lei, e smise di chiamarla “Orca”.
No, lei ora era diventata per loro “L’Orca Assassina”.
 

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