Futatabi

di Jinny82
(/viewuser.php?uid=675365)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** 16 ***
Capitolo 17: *** 17 ***
Capitolo 18: *** 18 ***
Capitolo 19: *** 19 ***
Capitolo 20: *** 20 ***
Capitolo 21: *** 21 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Premessa al volo: non ho idea di COSA sia questa cosa. So solo che ci saranno più o meno ... tutti XD Ero indecisa se postare o meno, ma mi hanno promesso un sequel ncentrato sui goldini per questa primavera (si, Kurumada sta ancora festeggiando il quarantesimo da fumettista, e ricordiamoci che il 2015 sarù il trentesimo dalla prima apparizione dei nostri bimbi bellissimi >< Questa cosa mi fa paura XD) e allora ho detto babbè, postiamo, mal che vada mi smontano U_U ecco U_U
Altra premessina. Siccome è una cosa che temo sarà molto più grossa di me (e ho una taglia che definirei "Aldebaran" ...) e sarè pure ben pesa qui e li, dopo il capitolo inserirò le "scene tagliate", quindi aspettatevi della demenza a fondo pagina. Bene, fine premesse (è tardiiii!)



Kiki alzò lo sguardo dall’armatura che stava costruendo. Nel suo stato di perenne allerta, aveva appena sentito qualcosa. Erano in pace, vero, ma un mese prima Atena l’aveva richiamato al Santuario, affidandogli un compito alquanto bizzarro. Se ad affidarglielo fosse stata semplicemente Saori, Kiki l’avrebbe liquidato come l’ennesimo capriccio della donna e avrebbe rifiutato senza tante cerimonie. Ma era stato il cosmo stesso della Dea a chiederglielo.
<< Qualcosa si sta muovendo. >> gli aveva rivelato << E dobbiamo tenerci pronti.>>
Ma perché proprio quello, Kiki ancora se lo chiedeva. E in realtà, finchè non aveva iniziato non era nemmeno sicuro di saperla costruire un’armatura. Quello che il suo maestro gli aveva insegnato riguardava le riparazioni, ma a quanto pare si poteva usare le stesse tecniche anche partendo da zero. Con un po’ di pazienza e una certa dose di aiuto dalla Dea stessa …  Al momento al Santuario regnava un po’ di confusione. La guerra contro Saturno li aveva lasciati tutti più frastornati del solito. Dopo tre anni come Grande Sacerdote, Harbinger del Toro aveva supplicato la Dea di lasciarlo andare, ed ora il posto era vacante, anche se Seiya passava più tempo alla tredicesima casa che non in quella del Sagittario (e Kiki non stentava a credere ai pettegolezzi che aveva sentito girare tra gli apprendisti … dopotutto conosceva quei due da una vita, e più che credere ormai era quasi sicuro di sapere …). Le armature d’oro, poi, ad un certo punto avevano smesso di riconoscere i propri Cavalieri, tranne la sua, quella di Libra e appunto quella del Sagittario, quindi al momento il Santuario era praticamente vuoto. Saori aveva tentato di far arrivare Ikki, Shun e Hyoga. Ikki però, come suo solito, si era reso non rintracciabile, quindi Saori aveva dedotto che preferisse rimanere il Saint della Fenice, e che prendere il posto del Cavaliere del Leone non fosse nelle sue corde, quindi aveva preferito non insistere oltre. Hyoga aveva fatto sapere, nemmeno troppo gentilmente, che non avrebbe mai preso il posto che era stato del suo maestro, quindi anche l’armatura dell’Acquario era ancora in attesa pur essendoci un candidato ideale. Shun aveva educatamente rifiutato l’armatura di Virgo, probabilmente per mantenersi l’illusione di normalità che era riuscito a strappare dalla propria vita. Non c'era stato verso. Lui e Seiya erano andati a stanarlo, l’altro li aveva accolti con un sorriso dolcissimo, nel bel mezzo di un tentativo di fermare un'epidemia in corso, chiedendo se fossero venuti a dargli una mano, quindi erano fuggiti. Chi aveva detto che fosse Ikki il fratello che faceva paura, chiaramente non aveva avuto a che fare con Shun in crisi mistica da epidemia di … mah, qualcosa di letale al settanta percento.
Kiki osservò di nuovo l’armatura, soddisfatto finalmente dal proprio lavoro. Lavoro che l’aveva assorbito un po’ troppo pensò, sussultando quando si rese conto della presenza del Saint di Libra
<< Allora non erano solo voci …>>
<< Mi vergogno a dirlo, Shiryu, ma mi hai preso alla sprovvista …>> sbuffò Kiki. L’altro sorrise, poi però si fece serio
<< Questa cosa credo non si sia mai vista … da quando il Santuario esiste …>>
Kiki si strinse nelle spalle
<< Atena ordina, io eseguo. C’è qualcosa in ballo, e credo qualcosa di grosso … troppe armature d’oro … vuote. E gli aspiranti Saint sia qui che a Palaestra sono troppo giovani ancora …>>
Shiryu fece una smorfia
<< Non che noi fossimo molto più vecchi …>> sospirò, mentre lo sguardo gli si faceva lontano per un momento
<< Noi? O tuo figlio?>> lo stuzzicò Kiki. Shiryu gli scompigliò completamente il ciuffo
<< Sei ancora impertinente come quand’eri piccolo!>> rise
<< Siamo in pace, posso rilassarmi.>> sospirò
<< Non per molto temo.>> sospirò qualcun altro.
Kiki e Shiryu si girarono. Seiya era sulla porta della casa dell’Ariete, e sembrava preoccupato. Kiki si accigliò, sentendo un cosmo molto potente avvicinarsi. Ecco spiegata la sensazione di poco prima …
<< Si, aspettiamo visite importanti. Quindi siete convocati alla tredicesima …  Ah, Atena dice di lasciare la Cloth nella sua casa d’appartenenza …  vorrei sapere che Cloth e che casa, ma devo correre, prima che la nostra Dea si ricordi della parte umana del proprio carattere, che ultimamente ha ricominciato ad uscire un po’ troppo spesso …>> detto ciò, Seiya si affrettò ad iniziare la scalata.
<< Quanto importanti?>> chiese Kiki. Shiryu si strinse nelle spalle, uscendo a sua volta. Kiki sbuffò e si diede una spolverata alla meno peggio. Chiaramente non dare mai un’informazione per intero era un brutto vizio che gli Dei non avevano intenzione di perdere … si caricò il nuovo box sulle spalle ed iniziò a salire. Arrivato alla casa di Gemini, posò il box accanto a quello che già c’era ed osservò per un momento i due box vicini.
<< Questa cosa è sospetta.>> sospirò. Si sentì fremere. Speranza? Di che? Scrollò le spalle e riprese a salire. Il cosmo che avevano sentito era sempre più vicino. Aveva qualcosa di familiare, anche se era qualcosa che affondava le radici in ricordi lontani. L’aveva già sentito, anche se ora non era minaccioso come invece si aspettava che fosse … che accidenti stava succedendo?
Entrò alla tredicesima casa senza aspettare di essere annunciato. Se Atena li aveva fatti chiamare, significava che li stava aspettando, non serviva annunciarli. Erano rimasti in tre Gold Saint, i Silver erano quasi tutti occupati nell’addestramento degli apprendisti, tranne Shaina dell’Ofiuco che, avendo avuto una specie di promozione, ora svolgeva alcune delle missioni che normalmente sarebbero state dei Gold. Il Santuario era ben lontano da com’era stato … e a dirla tutta, passare dalle dodici case vuote gli metteva addosso tristezza …
<< Viva l’eleganza …>> lo salutò Shaina, appunto, alzando un sopracciglio perfettamente curato. Aveva smesso la maschera da un po’ e, nonostante non fosse più giovanissima, era ancora una donna decisamente attraente …
<< Non è che gli altri miei vestiti siano di foggia molto differente … >> sospirò il Saint dell’Ariete. Shaina scosse la testa, con un sospiro rassegnato
<< Voi e la vostra mania per gli abiti tradizionali delle vostre terre d’appartenenza …>> borbottò. Kiki rise
<< Ce l’ha anche con te …>> fece notare a Shiryu, che era poco distante
<< Beh, almeno noi siamo vagamente coperti …>> fece notare Shiryu. Shaina alzò tutte due le sopracciglia
<< Non ho deciso io la foggia della mia armatura … almeno io l’ho indossata …>> replicò piccata, marciando verso la sala delle udienze.
<< La gerarchia …>> tentò Shiryu
<< Prima le signore …>> lo interruppe Kiki << Prima che le saltino completamente i nervi e si ricordi l’indirizzo di tua moglie per scriverle del fatto che hai notato quanto fosse scosciata …>>
Shiryu fece per dire qualcosa, ma finì per gonfiare le guance come i bambini e sbuffare, incassando poi la testa nelle spalle
<< Sei tremendo.>> borbottò poi.
Il clima rilassato, però, scomparve completamente quando entrarono nella sala. Seiya, già seduto al suo posto, era pallido e sembrava sul punto di esplodere da un momento all’altro. Probabilmente sarebbe saltato al collo del loro ospite, se il cosmo di Atena non l’avesse letteralmente inchiodato allo scranno. Shiryu serrò leggermente la mandibola, mentre si inchinava per poi andarsi a sedere al suo posto. Kiki guardò apertamente Atena negli occhi, ma non vi trovò ombra di turbamento. Si inchinò a sua volta ed andò a sedersi. Shaina, in piedi dietro di loro, si stava chiaramente chiedendo cosa stesse passando per la testa della loro Dea. Ora che non portava la maschera, era un libro aperto.
Di fronte a loro stava Ade.
<< Immagino vogliate delle spiegazioni …>> esordì Atena.
<< Immagini bene!>> sibilò Seiya. Kiki poté vedere chiaramente l’espressione rassegnata di Shiryu. Il carattere di Seiya sembrava essere migliorato, con l’arrivo dell’età adulta. Ma avevano preso tutti un enorme granchio …
Atena non parve dare peso alla reazione del Saint del Sagittario, e si rivolse ad Ade
<< Come vedi, al momento siamo un po’ … sprovvisti … ci sono altri Silver, che al momento sono occupati nell’addestramento delle nuove reclute, ci sono le guardie, e i soldati semplici. I Bronze continuano a tenere d’occhio il mondo “reale” … ma …>>
Ade squadrò i tre Gold Saint.
<< Quello che sta per arrivare è riuscito a strapparmi dal mio sonno … in maniera talmente brusca da far letteralmente andare in fumo i sigilli di Atena … La situazione sembrerebbe essere talmente critica da prevedermi come vostro alleato ...>>
<< Possiamo fidarci?>> chiese Shiryu, senza distogliere lo sguardo da Ade. Che per una volta si era presentato a loro col proprio vero corpo senza dovercelo cacciare dentro a forza. Ma era palese che l’ultima reincarnazione se la fosse scelta il più somigliate possibile.
<< Non abbiamo altra scelta.>> sospirò Atena. Si girò verso Ade
<< Ci puoi aiutare?>> chiese. Il Dio strinse le labbra in una linea sottile
<< Al momento c’è un’unica cosa che posso fare. Ma ho a mia volta bisogno del tuo aiuto per farla. E … serve un tramite …>>
Kiki si accigliò. Perche Ade aveva esitato? L’espressione di Atena si indurì leggermente. Shiryu fece una smorfia. Seiya borbottò qualcosa di decisamente poco adatto al suo ruolo
<< Oh, non gli piacerà per niente …>> mormorò Shaina
<< Sarebbe il caso di far convocare anche gli altri Bronze il più in fretta possibile. Praticamente siamo già in ritardo.>> proseguì Ade, ignorando il borbottio continuo di Seiya
<< Sarai nostro alleato?>> chiese Atena. Ade si alzò. Si voltò verso la Dea, piegando leggermente la testa di lato
<< Posso solo restituirti ciò che è tuo. I miei guerrieri li avete ridotti in uno stato tale che nemmeno tu puoi risvegliarli … Ora, con il tuo permesso, torno negli Inferi. Ho alcune cose da sistemare …>>
Il Dio uscì così dalla tredicesima casa. Solo quando sentirono il suo cosmo allontanarsi, i Saint si concessero di rilassarsi sui propri scranni. Atena girò lo sguardo verso Shaina
<< Vai a cercare il Saint di Andromeda. Al momento so dov’è, ma non … non mi sta ad ascoltare … >>
Shaina si inchinò ed uscì immediatamente.
Subito dopo ci fu come un fremito nel viso della Dea, ed improvvisamente fu solo Saori
<< Non capisco se Shun ce l’abbia con me … non è da lui ignorare così deliberatamente la Dea … >>
<< Semplicemente ha capito anche lui, come credo abbiano capito tutti, che c’è qualcosa in ballo. E credo stia cercando di rimanerne fuori finchè può permetterselo …>> sospirò Shiryu
<< Non mi pare possa permetterselo, al momento …>> fece notare Seiya << E non era meglio mandare qualcuno di noi? Senza offesa, ma lo conosciamo meglio …>>
Saori sospirò
<< L’ultima volta siete fuggiti a gambe levate, mi pare … Shaina è sicuramente più persuasiva. E … oltretutto, preferirei non rimanere sguarnita … >>
Seiya annuì. Kiki si alzò e si posizionò davanti al trono della Dea, piegando il ginocchio. Doveva chiederlo …
<< Torneranno … tutti?>>
Un altro fremito. Di nuoco Atena
<< Non lo so ancora. Al momento non posso farmi sentire da loro … >>
Kiki annuì appena. Chinò il capo, poi uscì. Chiedendosi che accidenti gli fosse preso. Era un adulto! E nemmeno da poco tempo … ma ora che quel fremito di speranza che aveva percepito dentro il proprio cuore aveva trovato un motivo, non era riuscito a trattenersi … scosse il capo e si stropicciò il viso. Doveva sbrigarsi a tornare alla propria Casa. Di li a poco si sarebbe trovato sommerso dalle armature da riparare. Quando arrivò, infatti, trovò una discreta fila di Silver Saint che a malapena conosceva … erano ben strane le relazioni umane, si trovò a pensare. Non tenevano minimamente conto delle gerarchie, apparentemente … sospirò.
<< Uno alla volta, per favore.>> quasi supplicò, entrando nella Casa.
Aveva appena finito di riparare la seconda armatura che gli avevano portato, quando sentì qualcosa ce non gli piacque per nulla. Ade aveva ragione, erano già in ritardo … quando capì la direzione del cosmo ostile impallidì. Poi uscì correndo dalla propria Casa. Vide Shiryu scendere le scale. Poi percepì qualcosa che non avrebbe voluto sentire. Seiya, che era subito dietro Shiryu, sorresse il Saint della Bilancia, che stava per cadere in ginocchio. Aveva l’espressione terrorizzata. E combatteva da abbastanza tempo da non provare più paura per nulla. O quasi …
<< Vado io.>> disse Kiki. Il tempo di richiamare l’armatura, una piccolissima esplosione di luce dorata ed il paesaggio attorno a  lui cambiò completamente. Goro Ho. Ryuho si girò appena a guardarlo. Aveva l’armatura, ma non stava combattendo. Non più. C’erano guerrieri tutto attorno, feriti, alcuni già caduti, ma non erano loro il problema. I loro cosmi erano a malapena cosmi, in realtà. Avevano delle armature, dalla foggia che ricordava quelle dell’antica Grecia. E quelli che potevano si stavano dando alla ritirata
<< Non posso …>> gemette il ragazzo, iniziando a tremare. Ma non c’era paura, nel suo tremito. Solo angoscia, trattenuta a stento.
<< Lo so.>>  rispose Kiki. E si rese conto che nemmeno lui avrebbe potuto. Il colpo lo prese in pieno, facendolo volare a parecchi metri di distanza. Dopo poco, anche Ryuho era accanto a lui, ferito gravemente. Un altro colpo partì prima che potesse avere il tempo di alzare il Crystal Wall, ma qualcosa lo fermò comunque …



SIPARIETTO FINALE

ADE: *serio in faccia* La situazione semibreve talmente critica che prevedremo ...
ATENA: ? ..
ADE: TAGLIA! la rifacciamo, ok?
(si ringrazia il correttore automatico dell'i-pod per questo delirio)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2 ***


Sono momentaneamente senza pc, mi scuso in anticipo se ci saranno cose strane, colpa dell'iPod  XD

Shaina alzò le sopracciglia vedendo la sagoma avvicinarsi. Tutti i sensi le scattarono all’erta, poi però riconobbe il cosmo del Saint che aveva di fronte. Non si era ancora capacitata di come fosse arrivata li. Quando Atena le aveva detto di andare a recuperare Shun, si era aspettata il solito jet privato gentilmente offerto da Saori Kido, invece il cosmo della dea l'aveva letteralmente trasportata  nei pressi del villaggio dove si trovava il Saint di Andromeda. Che aveva chiaramente sentito il su cosmo, visto che ora le stava di fronte.

<< Oh, almeno non sono dovuta venire a stanarti in qualche casupola pulciosa …>> lo apostrofò

<< Sono abbastanza fiero di non avere le pulci in casa … almeno al momento ...>> sospirò Shun, avvicinandosi e sorridendole. Shaina fece una smorfia

<< Pensavo anche che ti saresti rifiutato di riprendere a combattere …>>

<< Ho scelta?>> si informò Shun, alzando ironicamente un sopracciglio. Shaina si accigliò leggermente

<< No.>> sbuffò << Sei cambiato … mi aspettavo piagnistei infiniti, e di sicuro il sarcasmo non ti si addice …>>

<< Non ho più tredici anni da un bel po’, mi risulta …>> sorrise Shun.

<< Si, in effetti ne dimostri almeno una ventina … essere i favoriti di Atena a qualcosa serve … non so tuo fratello o l’altro pennuto, ma tu Shiryu e Seiya sembrate ancora degli sbarbati! Mentre a me spuntano rughe ogni secondo …>> si lamentò la Saint. Shun rise. Poi si fece improvvisamente serio

<< Merda …>> sibilò Shaina.

<< Puoi teletrasportarti?>> si informò Shun. Domanda lecita, dato che se l'era vista spuntare davanti dal nulla

<< No, è Atena che mi ha teletrasportata … non sono una Gold, io ...  hey! Ma che … ?!>>

Il paesaggio attorno a loro era cambiato improvvisamente. Shaina si liberò con uno strattone dalla presa di Shun sul suo polso. Di che si stupiva? Se una Gold Cloth aveva riconosciuto come degno il Saint, qualcosa doveva per saperlo fare ... Stava per uscirsene con una battuta in proposito, ma sentì chiaramente che qualcosa non andava

<< Devo aggiustare la mira.>> sbuffò Shun, guardandosi attorno e addentrandosi poi tra gli alberi e la fitta vegetazione di Goro Ho. Sentirono un cosmo molto minaccioso molto, troppo vicino. L’esplosione di un cosmo conosciuto. Lo spegnersi di qualcosa. Shun accelerò il passo e Shaina lo seguì. Quando arrivarono dove la battaglia pareva starsi svolgendo, videro Kiki e Ryuho a terra. Perfino Shaina non avrebbe voluto vedere chi li aveva atterrati … vide il colpo partire dall'avversario, diretto ai due Saint a terra. Shun si frappose. Aveva evocato le catene senza nemmeno indossare l’armatura, e Shaina si trovò a chiedersi, come sempre, come facesse un essere dall'aspetto tanto inconsistente ad avere un cosmo così enorme, e perché non lo usasse, cosa che avrebbe potuto evitare parecchie grane in alcune situazioni che si erano trovati a dover affrontare ... Poi si riscosse, rendendosi conto che nessuno dei tre poteva fare più che difendersi, e dubitava che Ryuho, al momento, fosse abbastanza in sé anche solo per la difesa. Sperò che nessuno dei tre decidesse di mettersi in mezzo …

<< Thunder Claw!>>

Il colpo andò a vuoto. Quando quella che era stata Shunrei si girò, Shaina si sentì mancare. Il viso era lo stesso. Ma la voce che parlò la lasciò impietrita. Non era la sua voce. Dubitava anche che potesse essere una voce umana.

<< Prima un Bronze. Adesso un Silver … Non siete di certo degni di combattere contro di me …>>

<< Ah, no?>> si inalberò subito Shaina. Sperò che qualcuno dei due uomini preseti avesse la pensata di prendere il ragazzo ferito e sparire, possibilmente al Santuario … ma no, erano come paralizzati.

<< Non è possibile …>>

Eccolo. Il lamento del Saint di Andromeda. Dopotutto non poteva di certo sperare che fosse cambiato fino a quel punto …

<< Beh, vorrà dire che prima ammazzerò te. Nessuno si metterà contro Andromaca.>>

Shaina spalancò gli occhi. Andromaca? La moglie di Ettore? Quelli dell’Iliade? D’accordo, aveva dei conti i sospeso con gli Achei, e quindi con Atena, non poteva non dargliene atto, ma cosa accidenti stavano combinando negli Inferi? Evitò per un pelo un colpo, contrattaccando subito dopo. Shunrei, anzi no, Andromaca, incassò il colpo. Shaina vide con la coda dell’occhio Kiki trattenere Ryuho. Sapeva che il Gold Saint non sarebbe intervenuto in altro modo. Non poteva. Non ce l’avrebbe fatta. Attaccò ancora, sentì qualche colpo raggiungerla. Poi vide un lampo fuxia alla sua sinistra e Andromaca, con un grido molto poco fine, sparì, in una nuvola di fumo nero.

<< La tua armatura continua ad essere imbarazzante …>> fece candidamente notare a Shun. Quello non rispose, limitandosi ad uno sguardo divertito. Poi tornò serio. Si avvicinò a Ryuho e Kiki

<< Dobbiamo portarlo al Santuario …>> si decise a mormorare il Gold dell’Ariete

<< Non può reggere un viaggio ora, tantomeno un teletrasporto …>> sospirò Shun. Si chinò sul ragazzo, una mano sul petto, l’altra sulla fronte, ed il ragazzo, circondato sl momento da una leggera aura rosa, aprì gli occhi. Shaina si morse le labbra

<< Non avrei voluto colpirla …>> disse. Si era sentita in dovere di specificarlo.

<< Non hai avuto scelta …>> mormorò Ryuho

<< Adesso possiamo muoverlo.>> sospirò Shun, alzandosi barcollando pericolosamente. Shaina lo sostenne, mentre Kiki prendeva in braccio Ryuho. Una luce dorata. E si trovarono ai piedi della Casa dell’Ariete.

Ryuho, tra le braccia di Kiki, aveva perso i sensi. C’era ancora una fila di guerrieri che avrebbero voluto vedere la propria armatura riparata entro breve, ma Shaina li cacciò. Per alcuni dovette snocciolare i migliori insulti che conosceva. Per altri bastò uno sguardo. Entrarono nella Casa dell’Ariete. Nelle stanze più interne. Shaina si sentì leggermente fuori luogo, quando Kiki depose Ryuho sul proprio letto. Gli sfilò l’armatura, poi andò a prendere una bacinella, riempita di acqua fredda. Nemmeno un minuto dopo, Shiryu e Seiya erano nella Casa. Shiryu crollò accanto al letto, prendendo una mano del figlio tra le proprie, e Ryuho, mentre Kiki gli passava un fazzoletto imbevuto nell’acqua fredda sul viso, aprì leggermente gli occhi

<< Dovremmo andare a fare rapporto da Atena …>> mormorò Seiya. Poi guardò Ryuho

<< Fisicamente sarà a posto in pochi giorni.>> lo rassicurò Shun. Ma a Shaina non sembrò per nulla un tono rassicurante

<< Non l’ho protetta …>> mormorò in quel momento Ryuho. Aveva lo sguardo completamente spento. Shaina abbassò il viso. L’impressione di essere fuori luogo era sempre più forte. Scostò bruscamente la mano che Seiya le aveva posato sulla spalla. Non era lei quella distrutta.

<< Devo portarti dal capo, andiamo.>> disse, secca, a Shun, uscendo dalla Casa. Non le importava se qualcuno la stesse seguendo o meno. Non poteva rimanere in quella stanza un secondo di più …

<< Il primo che mi dice che dovrei adattarmi a combattere senza farmi paranoie si prende un nebula storm nelle gengive.>> il ringhio al suo fianco la fece sussultare.

<< Che è successo?>> chiese Seiya, seguendoli. Shun abbassò il viso

<< Andiamo da Atena. Meglio fare un resoconto solo.>> disse Kiki. Seiya arrossì leggermente per il rimprovero velato. Arrivato dal più giovane dei presenti. Shaina avrebbe riso alla scena, se non fosse stata completamente sconvolta

<< Ci fidiamo a lasciarli da soli?>> chiese invece. Kiki si limitò ad annuire. Seiya li precedete sulla scalinata, e Shaina si sorprese a pensare quanto poco fosse cambiato. L’aveva leggermente superata in altezza, cosa che però non gli aveva impedito di rimanere uno dei più bassi tra i Saint. Aveva cambiato portamento, mentre si abituava al proprio ruolo. Ma certi modi di fare e di parlare non li aveva persi. E forse le faceva ancora un po’ di effetto … di certo non riusciva a vederlo così nevoso, avrebbe voluto poterlo tranquillizzare almeno un po’ … Shun quasi le cadde addosso riportandola alla realtà

<< Hai usato troppo cosmo o hai mangiato troppo poco?!>> lo riproverò, sorreggendolo in qualche modo. Tutte due probabilmente, e non solo quel giorno, lo pensava già da prima

<< Non ho propriamente pensato a mangiare, oggi, in effetti …>> sbuffò lui. Seiya si passò un suo braccio attorno alle spalle, e Shun si appoggiò più che volentieri all’amico. Sembrava che avessero bisogno tutti due di quel contatto …

Quando arrivarono alla tredicesima Casa, trovarono Saori ad aspettarli nel corridoio che precedeva la sala delle udienze. Lei gettò le braccia al collo a Shun, senza tante cerimonie, e lui sarebbe crollato molto poco dignitosamente se Seiya non l’avesse sostenuto. Shun ricambiò l’abbraccio, ma si staccò subito. Shaina si irrigidì. Kiki trattenne il fiato. Pandora era davanti a loro, in silenzio, e li osservava. Saori guardò Shun, piegando leggermente la testa di lato

<< Se non te la senti …>> mormorò, fugando ogni dubbio. In quel momento di Atena non c'era traccia. Shun alzò le sopracciglia, in un’espressione che a tutti ricordò terribilmente Ikki.

<< Cambierebbe qualcosa se ti dicessi se me la senta o meno?>> ironizzò. Poi scrollò le spalle

<< Andiamo.>> sbuffò, rivolto a Pandora

<< Apprezzo che tu non ti ribelli …>> disse lei.

<< Vi siete messe d’accordo sui dialoghi o volete solo vedere quanto ci vuole prima che gli saltino i nervi?>> si intromise Seiya. Shaina rimpianse per un momento la maschera, perché dovette abbassare il viso per coprire con i capelli il sorriso divertito che le era sfuggito. Si ricompose.

<< Non credo ci sia tempo per i convenevoli.>> sospirò Kiki << Abbiamo già subito un primo attacco. E dove meno ce lo aspettavamo. Il corpo di Shunrei ora appartiene a uno dei nostri avversari … >> il tono fermo non tradiva nessuna emozione, ma gli occhi del Saint dell’Ariete erano angosciati

Pandora annuì

<< Solo una domanda … che sta succedendo giù da voi? Perché quella con cui ho avuto a che fare non dovrebbe essere da questa parte dell’Acheronte, e già da un po’ …>> chiese Shaina. Pandora si morse le labbra

<< Stiamo cercando di capirlo … e per adesso dobbiamo convincere Caronte a traghettare chi possa aiutarci … gli altri Bronze?>>

<< Uno è già al Santuario. Gli altri saranno qui entro domattina …>> Atena. Che si girò verso Shun. Quello chinò il capo, serio in volto.

<< Verrei di nuovo con te …>> borbottò Seiya

<< Se c’è da convincere Caronte a fare qualcosa meglio di no …>> lo canzonò Shun. Seiya gli fece un debole sorriso, poi lo abbracciò. Shun si staccò quasi subito. Guardò Pandora, annuendo.

Atena si ritirò nelle proprie stanze. Aveva bisogno di silenzio e concentrazione assoluti

<< Voi due rimanete qui a difenderla.>> quasi ordinò Pandora. Kiki alzò un sopracciglio, infastidito dal tono

<< Non c’era bisogno di dirlo, grazie.>> fece notare Seiya, acido. Shaina lesse la completa assenza di fiducia nel suo sguardo. Pandora non rispose. Posò una mano sulla spalla a Shun, ed i due scomparvero.

<< In teoria non era impossibile teletrasportarsi nelle Case?>> si informò Shaina. Kiki si strinse nelle spalle

<< C’è praticamente un ascensore che va diretto negli inferi, qui, non stupirti …>> sospirò Seiya

<< Scusa tanto se non sto ai piani alti quanto te.>> sbuffò lei. Seiya guardò la porta della sala delle udienze, poi si accigliò

<< Ti dispiacerebbe tanto rimanerci un po’, ai piani alti?>> chiese. Shaina lesse la preoccupazione nel suo sguardo

<< Fila via.>> sbuffò. Kiki ridacchiò

<< Avete un'intesa assolutamente sospetta, anche adesso... Potrei parlarne con Atena per vedere cosa ne pensa ...>>

<< Da piccolo eri una peste, adesso stai diventando pettegolo!>> rise Shaina. Poi si fece seria

<< Cosa dobbiamo aspettarci? A parte un attacco da un momento all’altro …>>

Kiki si morse leggermente il labbro inferiore, poi scosse la testa

<< Non ne ho idea. E quello che abbiamo visto prima … ah, a proposito … grazie …>>

<< Hey, ragazzino, non ho combattuto da sola.>> fece notare Shaina << Anche se di certo non mi aspettavo una reazione tanto veloce da lui …>>

<< Ha fatto quello che avrei dovuto fare io … >> mormorò Kiki. Shaina sospirò

<< Ti abbiamo conosciuto quand’eri un marmocchio fastidioso, non sarai mai un adulto per noi. Fattene una ragione.>>

Kiki ridacchiò

<< Sai … mi sento come se non tutto quello che sta per succedere sia negativo … ma non so se poterci sperare o meno …>> disse, dopo un po’. Shaina sospirò

<< Ho la tua stessa sensazione. O abbiamo fumato la stessa roba pesante, o forse non è una percezione completamente sbagliata. >>

Kiki sorrise di nuovo. Shaina finse di non vedere gli occhi che gli si erano velati di lacrime. Poi il cosmo di Atena avvolse completamente il Santuario, come abbracciandolo.

Gli strafalcioni di oggi

SHAINA: Scusa tato se ... no momento ... Non è come pensi! È un lapsus! Solo un lapsus! *gesti inconsulti verso la regia*

SEIYA: ... *per precauzione s'allontana*

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3 ***


Continua questo delirio (quando recupererò l'uso del pc mi troverò un lavoro infinito di copincolla XD)

Che succederà ora? E soprattutto, a chi toccherà la scena tagliata del giorno? (era nata come una storia seria poverina XD)

 

 

 

Shiryu alzò lo sguardo, ma non si mosse. Era seduto accanto al letto in cui giaceva Ryuho, e teneva ancora una mano al ragazzo, che ora dormiva. Seiya si avvicinò

<< Come sta?>> chiese in un soffio. Domanda cretina. Vedeva l’espressione contratta del Bronze. E percepiva l’angoscia di Shiryu

<< Come ha detto Shun, in pochi giorni sarà fisicamente a posto …>> mormorò Shiryu. Teneva lo sguardo fisso sul figlio, come se avesse paura di vederlo scomparire

<< Non è più un bambino …>>

Shiryu si girò di nuovo a guardarlo

<< Tu non capisci, vero?>> sospirò

<< Kiki ha detto che hanno dovuto affrontare … Shunrei … ma che il suo corpo ora appartiene a uno dei nostri avversari …>>

Shiryu chiuse gli occhi, annuendo

<< Hai sentito anche tu la sua anima scomparire, prima …>> mormorò.

Seiya abbassò il viso, per poi avvicinarsi e posare una mano sulla spalla s Shiryu.

In quel momento Ryuho aprì gli occhi. La smorfia che fece subito dopo fece capire che era abbastanza cosciente da sentire dolore

<< Sei ferito, non muoverti troppo …>> mormorò Shiryu. Ryuho si guardò attorno, cercando di capire dove si trovasse. Poi si girò su un fianco, dando le spalle ai due uomini

<< Ryuho …>> lo chiamò Shiryu. Il ragazzo affondò il viso nel cuscino, iniziando a gridare. Shiryu si chinò su di lui, posandogli le mani sulle spalle, cercando di stringerlo a sé. Ryuho scattò a sedere

<< Dovevo proteggerla!>> gridò << E invece … >>

Shiryu lo abbracciò stretto, singhiozzando. Ryuho gli si aggrappò. Dopo poco si staccò, con un’imprecazione

<< Riposati. Hai delle brutte ferite …>>

<< Non sono più un bambino, papà. E mi pare anche di combattere da un po’. >> sbuffò Ryuho. Aveva gli occhi pieni di lacrime

<< Però non capisco cosa dobbiamo fare... >> mormorò poi, in un soffio. Shiryu serrò la mandibola

<< Voglio dire … non … non è lei … non più … >>la voce di Ryuho si spezzò in nuovi singhiozzi, e lui si incrociò le braccia sul viso.

Seiya strinse la presa sulla spalla di Shiryu. Lo sentì tremare. Lo guardò mentre prendeva i polsi al figlio, liberandogli il viso, costringendolo a guardarlo

<< E’ stata troppo veloce.>> gli disse << Nel momento in cui quel cosmo è arrivato,Shunrei è …>>

Ryuho scosse la testa

<< Avrei dovuto fare qualcosa …>> gemette

<< Non avresti potuto fare nulla.>> il tono di Shiryu era stanco

<< Ma …>>

<< Saresti morto anche tu …>> singhiozzò Shiryu << Non avrei potuto sopportarlo …>> ammise

Ryuho sospirò. La stanchezza stava avendo di nuovo la meglio. Si accigliò per un momento, poi prese una ciocca di capelli del padre, stringendola leggermente. Quel gesto sembrò calmarlo e, dopo poco, scivolò di nuovo nel sonno. Shiryu si appoggiò a Seiya, che gli passò un braccio attorno alle spalle

<< Non avrei potuto sopportarlo …>> sospirò Shiryu

<< Lo so.>> mormorò Seiya << Magari non lo capisco fino in fondo, ma … quando abbiamo sentito l’anima di Shunrei spegnersi, pensavo mi saresti morto tra le braccia. Se non è successo è per Ryuho. E non hai idea di quanto gli sia grato per essere ancora qui.>>

Shiryu alzò il viso, e Seiya gli asciugò gli occhi. Poi gli fece un mezzo sorriso, indicando con un cenno del mento i capelli di Shiryu ancora stretti nel pugno di Ryuho

<< Non è più un bambino, eh?>> ironizzò Shiryu. Seiya sospirò

<< Chissà i nostri maestri come ci vedevano …>> chiese. Shiryu fece un debole sorriso

<< Alcuni di loro non ci hanno mai visti abbastanza grandi … probabilmente il Maestro non mi vedrebbe come un adulto nemmeno adesso, con un’armatura d’oro e un figlio già maggiorenne …>>

<< Quasi maggiorenne, manca un anno …>>

Shiryu alzò un sopracciglio

<< Siamo al Santuario. Valgono le leggi greche sulla maggiore età … e Goro Ho è in Cina … è maggiorenne da un anno …>>

Seiya posò una mano sulla testa di Shiryu, sopraffatto dalla tenerezza infinita nel suo tono, e gli scompigliò leggermente i capelli.

<< Sei l’unico che è riuscito a mettere su famiglia …>> mormorò

<< Beh, ma tu e Saori avete Kouga … no?>>

Seiya sospirò

<< Saori è Atena, il che tende ad eliminare qualsiasi intimità. E temo di essere sempre stato troppo distante da Kouga … anche nei periodi in cui rimane al Santuario … >>

Shiryu fece une smorfia. Accarezzò il viso del figlio, accigliandosi

<< Gli sta venendo la febbre … >> mormorò

<< Con lo shock che ha subito è il minimo, temo …>>rispose Seiya. Shiryu sospirò, prendendo il fazzoletto dalla bacinella con l’acqua e posandolo sulla fronte del ragazzo. Quello continuò a dormire. Shiryu serrò gli occhi, poi si nascose il viso con una mano. Seiya sospirò, stringendolo a sé, a Shiryu si staccò

<< Rimani un momento con lui, ti prego … io .. devo sfogarmi, o esplodo … e non voglio svegliarlo … ci metto poco giuro …>> gemette.

<< Mi fido a lasciare solo te?>>

Shiryu annuì. Sfilò i capelli dalla presa di Ryuho, poi corse fuori. Seiya prese il suo posto sulla sedia accanto al letto. Ryuho aprì gli occhi

<< Imbroglione, eri sveglio!>> lo accusò Seiya. Ryuho annuì. Guardava fisso il soffitto della stanza

<< Hai voluto lasciargli un po’ di tempo …>>

Ryuho annuì di nuovo. Poi guadò Seiya

<< Non dirglielo, però. Si preoccuperebbe troppo …>>

Seiya annuì

<< Tranquillo. >>

Ryuho si guardò attorno

<< Dove sono Kiki, Shaina e Shun? Prima erano qui …>>

Seiya sospirò

<< Kiki e Shaina stanno facendo la guardia alla tredicesima. Shun sta … facendo da tramite tra Ade e Atena … >>

<< Ecco perché sento il cosmo della Dea così forte, allora … cosa stiamo combinando?>> chiese. Seiya si strinse nelle spalle

<< Niente che non abbiamo già combinato prima, non preoccuparti. E da quanto ha detto Kiki, pare che anche qualcun altro stia giocando a tirare fuori gente dagli Inferi …>>

<< Avrei preferito che per farlo non avessero ucciso mia madre.>> il tono di Ryuho era tagliente. Seiya gli scostò una ciocca di capelli dalla fronte

<< Se ti arrabbi è meglio … >> mormorò

<< Non molto efficace in battaglia, lo sappiamo bene …>> sospirò. Il resto della frase uscì a entrambi, in coro

<< A meno che tu non sa Shun …>>

Ryuho ridacchiò

<< Magari funziona anche con te. Non hai un carattere così diverso dal suo …>> gli fece notare Seiya. Ryuho chiuse gli occhi un momento

<< Non saprei. Al momento so solo che non la potrò affrontare. Se me la trovo davanti mi lascio ammazzare, ne più ne meno … >>

<< Lo so, e questo mi terrorizza. Ma so anche che non ti lasceremo solo. Tuo padre. Io. Atena. I nostri compagni. >>

Ryuho annuì. Poi si addormentò davvero.

Shiryu tornò dopo una ventina di minuti. Aveva i capelli bagnati, gli occhi rossi e gonfi e l’aria stravolta. Seiya si alzò dalla sedia, e Shiryu si avvicinò, posandogli la fronte su una spalla

<< S'è messo a piovere ...>> mormorò. Seiya lo strinse a sé

<< Penso di essere la sola persona ad averti mai visto così stravolto ...>> sospirò

<< Bella fatica, non mi sono mai sentito peggio >> borbottò Shiryu

<< Prenderei Ryuho e fuggirei lontano da tutto questo, in questo momento. Atena o no ... >>

<< Questo è il sangue in comune che abbiamo con Ikki a fartelo dire, vero?>> sospirò Seiya. Shiryu si concesse una piccolissima risata. Poi si staccò da Seiya e si lasciò cadere sulla sedia accanto al letto. Alzò il viso, come trasalendo

<< Pensavo fossero più lontani ...>> mormorò. Seiya fece un mezzo sorriso, sentendo due cosmi conosciuti avvicinarsi

<< Permesso? ...>> chiese la voce di una ragazza

<< Poche storie, entra!>> borbottò qualcuno. Shiryu scattò in piedi, slanciandosi verso la porta, e Hyoga lo intercettò

<< Per fortuna non sono rimasto nano come Seiya, altrimenti mi avresti abbattuto ...>> 

<< Hey!>> protestò Seiya. Ryuho scattò a sedere nel letto, e venne investito da un ciclone con lunghissimi capelli biondi. Yuna, Saint dell'Aquila. Seiya sospirò. Non aveva nulla contro la ragazza. Solo si chiedeva ogni volta quale fosse stato il destino di Marin. Dopo la guerra contro Ade e la morte di Aiolia del Leone e degli altri Cavalieri d'oro, era scomparsa. La Cloth era riapparsa, declassata da Silver a Bronze, indossata dalla nuova Saint ... 

<< Sono qui.>> sussurrò la ragazza. Ryuho si lasciò andare ad un pianto dirotto, aggrappandolesi forte. Seiya colse il cenno di Hyoga e lo seguì in un'altra stanza

<< La cucina di Kiki è imbarazzantemente retrò ...>> sospirò. Hyoga ghignò, mentre aiutava Shiryu a sedere al tavolo. I singhiozzi disperati di Ryuho arrivavano ovattati, ma ad ognuno Shiryu sembrava sprofondare nella disperazione. Seiya guardò Hyoga, supplichevole

<< Si, ho portato i rinforzi.>> sospirò quello. Si avvicinò al box della Cloth e ne estrasse due bottiglie di vodka.

<< Se lo sapesse Atena ...>> ridacchiò Seiya

<< L'armatura non occupa tutto quello spazio. Oltretutto dentro il box non si muove niente. È un ottimo metodo per trasportare oggetti fragili. E alcolici.>>

Shiryu sorrise

<< Sei terribile ... E pensare che quando combatti sei così serio e freddo ...>> sospirò

<< Non stiamo ancora combattendo. Non fisicamente. E le battaglie non fisiche si affrontano meglio quando si è meno lucidi e più propensi a far cadere inibizioni e barriere. Fidati, sono un esperto ...>>

Shiryu gli prese un polso, mentre Seiya si trovava a serrare la mandibola

<< Prima mi hai fatto prendere uno scago mica da niente, sai? La stavi seguendo a ruota ...>> mormorò Hyoga, liberandosi ed aprendo l'anta della credenza addossata al muro, alle spalle di Sjiryu, alla ricerca di bicchieri. 

<< Scusa ...>> mormorò Shiryu, abbassando lo sguardo

<< Non preoccuparti.>> sospirò Hyoga, posando tre bicchieri sul tavolo e sedendosi. 

<< L'ho detto anche prima, ma se non ci fosse Ryuho, saremmo già uno di meno ...>> mormorò Seiya. Shiryu gli prese una mano, allungandosi attraverso il tavolo, e Seiya si rese conto di avere il viso rigato di lacrime

<< Dobbiamo ancora iniziare e siamo già ridotti così ...>> sospirò, asciugandosi gli occhi. Shiryu ridacchiò 

<< Scemo.>> sbuffò Hyoga, versando da bere

<< Io non so come fate voi a vivere perennemente col rischio di perdere le persone che amate ...>> sospirò Shiryu, guardando il contenuto del proprio bicchiere 

<< Pensavo fosse al sicuro ...>> 

<< Chiunque sia, questa volta, conosce i nostri punti deboli.>> sbuffò Hyoga, vuotando il proprio bicchiere in un sorso. 

<< Ma i nostri punti deboli hanno un addestramento alle spalle. O un cosmo divino.>> sospirò Seiya. Shiryu abbassò il viso

<< Non credo di farcela, questa volta ...>> mormorò. Seiya si scambiò uno sguardo con Hyoga

<< Combatterò lo stesso al vostro fianco, ma ...>> 

<< Adesso sei sconvolto. E ... Beh, so che il nostro compito è proteggere Atena, ma non credo che possa opporsi se volessi proteggere tuo figlio.>> disse Hyoga. Shiryu sospirò, prendendo un sorso dal bicchiere. 

<< Momento! Che cazzo fai?!>> quasi gridò Hyoga. Lo sguardo assolutamente confuso di Shiryu fece scoppiare a rodere Seiya

<< È vodka, per dio! Non vino pregiato! È fatta per ammazzare fegato e neuroni, non per essere gustata! Butta giù!>>

Shiryu sgranò gli occhi, poi ridacchiò e obbedì

<< Bravo fratellino.>> approvò Hyoga, versando il secondo giro

<< Com'è che sei arrivato insieme a Yuna?>> chiese Seiya

<< È tornata dove è stata addestrata, per un periodo, e non è lontano da dove sono stato addestrato io. Quando Atena ha gentilmente chiamato, abbiamo avuto l'idea di cercare il primo volo disponibile nell'unico aeroporto nel raggio di chilometri ... E quindi siamo arrivati insieme. >> rispose Hyoga, con un'alzata di spalle. Shiryu gli porse il bicchiere nuovamente vuoto

<< Potevi teletrasportarti qui ...>> borbottò

<< Non tutti sono diventati Gold, eh?>>

<< Beh, teoricamente l'armatura di Acquario ti aveva scelto. E Shun è riuscito ad andare a Goro Ho trascinando pure Shaina, prima.>> fece notare Seiya. Hyoga alzò lo sguardo, poi sbuffò

<< Che è, eri troppo ubriaco per farlo?>> si informò allora Shiryu. Hyoga abbassò il viso

<< Anche per reggere l'alcool serve allenamento costante.>> borbottò. Seiya si trovò a chiedersi quanto fossero effettivamente profondi i traumi che si portavano dentro. Dovevano temere il nuovo nemico o loro stessi? 

<< Per fortuna l'ho incrociato al check in, altrimenti Atena avrebbe dovuto pagare una cauzione piuttosto esosa.>> sbuffò Yuna, prendendo a colpo sicuro un bicchiere dalla credenza e sedendosi a sua volta. 

<< Ryuho?>> chiese Shiryu, preoccupato. Yuna sospirò

<< È crollato, ma non so quanto riuscirà a dormire. Ha la febbre alta adesso, ma non per le ferite.   Non so se riuscirà a combattere, questa volta ... >>

Shiryu abbassò lo sguardo

<< Ha preso il carattere dallo zio sbagliato.>> sbuffò Hyoga

<< Poteva prendere da Ikki in effetti. >> buttò li Seiya << così sarebbe inizialmente diventato cattivo, così, giusto per rivangare un po' il passato

<< Ce la saremmo vista noi, a quel punto. >> sospirò Yuna

<< Certo che voi russi siete tremendi.>> sospirò Shiryu

<< Ohi! Io lo sono solo per metà!>> protestò Hyoga. 

<< L'altra metà è Kido ... Io propenderei per il russo ...>> buttò li Seiya. Hyoga sbuffò

<< Bevi, Yuna! Ormai sei grande!>>  biascicò Shiryu

<< Le ragazzine non dovrebbero bere ...>> borbottò Hyoga

<< Sono russa, non posso rifiutare se mi offrono da bere.>> lo rimbeccò lei << E poi tranquillo, posso tranquillamente portarti in giro a calci in culo anche da completamente sbronza.>>

<< Il tuo ragazzo lo sa che sei così scurrile?>> chiese allora Hyoga. Yuna alzò in sopracciglio

<< Di solito non mi urta i nervi così tanto>> fece notare, prendendo in custodia la bottiglia e versando un altro bicchiere a Shiryu

<< Non credo sia una buona idea ...>> mormorò lui

<< Ci penserai domattina, ok?>> sbuffò Seiya. Shiryu alzò un momento lo sguardo, poi guardò il bicchiere e ne ingoiò il contenuto. Guardò per un momento i presenti, poi crollò in avanti, addormentato. Seiya sospirò

<< Posso affidarveli?>> chise, rivolto soprattutto a Hyoga che, per tutta risposta, chiuse la bottiglia

<< Qualcuno dovrà pur dire a Kiki che gli stiamo occupando la casa ...>> sospirò. Seiya sorrise. Posò per un secondo una mano sui capelli di Shiryu, poi uscì dalla casa dell'Ariete. Attraversò le case vuote, sentendosi come sempre un po' più triste ad ogni passo, e raggiunse la tredicesima. Shaina lo guardò arrivare

<< Ho sentito arrivare un paio di pennuti o inizio a soffrire di qualche disturbo dovuto alla vecchiaia incombente?>> chiese

<< Sono arrivati. Infatti sono tornato al mio posto. >> sospirò Seiya

<< Sento un ricordino dalla russia nel tuo alito, Saggittario?>>

Seiya alzò un sopracciglio, poi ridacchiò, scompigliandosi i capelli sulla nuca

<< Beccato ...>>

<< Non mi sembra il momento più opportuno per stordirsi di vodka ...>>

<< Nah, ho solo un alito che ammazza i morti. Abbiamo abbattuto Shiryu. Almeno uno dei due adesso è anestetizzato per un po'.>>

Shaina si accigliò

<< E se ci attaccassero adesso?>> chiese. Seiya la guardò, poi scrollò le spalle

<< Una volta non eri così allarmista. Avresti detto qualcosa del tipo " che attacchino pure, me ne occupo io" ...>>

<< Tu non hai dovuto lottare contro quella che credevi la creatura più dolce sulla faccia della terra.>>

Seiya alzò le sopracciglia, ridacchiando

<< Come, prego?! Perché quando Ade s'è preso Shun?!>>

Shaina sbuffò

<< Uno a zero per te, nanetto.>> 

<< Guarda che sei ... almeno due centimetri più bassa di me!>> si trovò a protestare Seiya, sentendosi offeso nell'orgoglio

<< Ma sono una donna ...>> canticchiò Shaina << Aah, meno male che la Cloth si adatta al Saint, altrimenti dovresti mettere i trampoli, Aiolos era almeno una spanna più alto di te ...>> 

Seiya si imbronciò

<< Strega.>> sbuffò. Shaina allungò una mano a scompigliargli i capelli

<< Torno ai piani bassi, così magari faccio preparare qualcosa per gli ospiti ... >> e dicendo così, Shaina iniziò a scendere. Seiya guardò la sua figura di spalle che si allontanava, poi entrò nella sala delle udienze. Scoppiò a ridere vedendo Kiki spudoratamente addormentato sul proprio scranno, con la testa indietro e la bocca spalancata. Non resistette alla tentazione di andare a solleticargli il naso. Il violento starnuto che seguì lo fece sentire molto soddisfatto

<< Ci attaccano?>> chiese Kiki, stropicciandosi tutto il viso e passandosi le mani nei capelli, combinando un disastro. Seiya rise di nuovo

<< No, sono solo regredito ai tredici anni per un momento. Ma non sono proprio riuscito a resistere ... Scusa. Devi essere esausto ... >>

<< Mi sono addormentato ...>> sbuffò 

<< Non preoccuparti, c'era Shaina ...>> sospirò Seiya, notando le fasciature alle braccia di Kiki

<< Non guardarmi così. Siamo pochi, meglio che almeno un paio rimangano abbastanza in forze. >>

Seiya fece una smorfia

<< Sapendo quanto siete sempre stati testardi giù alla prima, non posso fare a meno di preoccuparmi ... E credo dovrai andare a controllare la situazione dei pennuti accampati la, tra l'altro.>>

Kiki ridacchiò, poi si accigliò leggermente. Seiya sospirò

<< Ryuho s'è sfogato e poi è crollato. Shiryu l'abbiamo momentaneamente messo ko ...>>

<< Vodka? Ho sentito il cosmo di Hyoga ...>> ridacchiò Kiki. Seiya rise a sua volta, poi posò una mano sulla spalla al più giovane

<< Vai a riposare. Qui ci penso io. Anche perché al momento non c'è molto da fare, se non aspettare e stare all'erta ... >>

Kiki annuì, poi si alzò ed uscì. Seiya sospirò , poi, risoluto, salì gli scalini dietro il trono. Le ancelle, riconoscendolo, non lo fermarono. Superò le stanze private del Gran Sacerdote, entrando nella residenza della dea. Come pensava, lei era sulla terrazza, il cosmo che bruciava intensamente, lo sguardo rivolto all'orizzonte. Seiya rimase fermo a guardarla. Non si sentiva di fare rumore o di disturbare in nessun modo. Non era il momento. Non era mai il momento, si trovò a pensare amaramente. Saori aveva rinunciato alla propria vita, praticamente, per essere Atena. E lui aveva fatto lo stesso, per starle vicino. Solo che ogni tanto era difficile. Soprattutto nei momenti in cui non poteva fare altro che vegliare su di lei. Avrebbe voluto donarle un po' del proprio cosmo. O sostenerla fisicamente, invece ... Con un sospiro rientrò nella stanza di Atena. Si costrinse ad ignorare l'ennesima stretta che il cuore gli diede. E il solito senso di estraneità che quel luogo gli provocava. 

Dopo circa un'ora, Atena entrò nella stanza, per nulla turbata dalla sua presenza. Seiya si inchinò e lei sorrise

<< Meglio che mi sieda ... sarà lunga, e non sono più una ragazzina ...>>

Seiya sospirò

<< Vorrei poter fare qualcosa di più che aspettare ...>>

<< Abbiamo forze limitate, composte per lo più da elementi ancora inesperti, e non abbiamo idea di cosa dobbiamo aspettarci. Quindi cos'altro potremmo fare? Alcuni silver sono andati in cerca di informazioni ... Ma non ho idea se torneranno o meno. Fidati, capisco il tuo senso di impotenza ...>>

<< Tu puoi sostenerci con il tuo cosmo. Ma io posso sostenere te? Me lo lasceresti fare, se fossi stanca?>>

Lei non rispose e Seiya si trovò a mordersi le labbra. 

<< Dovrei tornare a fare la guardia fuori di qui.>> mormorò. Lei sospirò

<< Sai che vorrei che le cose potessero essere normali ...>> mormorò di rimando. Seiya annuì, sorridendole, poi uscì dalle stanze. In un impeto di ribellione, si sedette sul trono, ma si alzò subito, percorso da un brivido. Per un momento aveva sentito il potere derivante dal ruolo di gran sacerdote, e non gli era dispiaciuto. E la cosa l'aveva spaventato a morte

 

 

 

 

Nessuno strafalcione degno di nota, per oggi. Ms una scena tagliata (quelle della serie cose che succedono nella testa dell'autrice) ci sta

 

Tra una ripresa e l'altra

KIKI: Senti, è brutto da chiedere, ma ... Tu e Saori ...

SEIYA: Atena è una dea vergine ...

KIKI: ... Oh ... Ma almeno ... Non so quando sei da solo ... O sotto la doccia ...

SEIYA: Il cosmo di Atena arriva ovunque, e Saori tende ad essere isterica ...

KIKI: ... *s'allontana, sconfitto*

HYOGA: Per quello Kurumada ti ha fatto asessuato ...

SEIYA: è_é

 

Li ho mangamente riaffeatellati, perchè ... Fiction mia prendo allegramente da dove mi pare XD

Uuuuuh ce l'ho fatta!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4 ***


Piccola premessa a questo capitolo: non doveva esserci XD Quindi ho fatto una fatica allucinante a scriverlo, usando un pov per me assolutamente inesplorato. Quindi non ho assolutamente idea di come possa risultare, anche se mi sembra tanto tanto tanto fuori personaggio ... vedremo quando ci prenderò la mano. Quindi ecco a voi il capitolo sperimentale XD 



Haruto raggiunse il Santuario nel pomeriggio. Pensava di essere l'ultimo arrivato, ma quando si fermò per sondare i cosmi attorno a lui, si rese conto che mancavano ancora all'appello Eden di Orione e, ovviamente, Ikki della Fenice. Non che avesse avuto dubbi su nessuno dei due, in realtà ... Una pacca sulla spalla lo fece quasi cadere
<< Era ora!>> gli urlò Souma in un orecchio. Haruto gli scoccò un'occhiataccia, ma non poté fare a meno di sorridere, poi. Kouga era praticamente appeso alla spalla di Souma, solo che mentre il primo ormai era un uomo fatto, Kouga era ancora minuto e probabilmente, sempre che fosse cresciuto ancora, sarebbe rimasto  comunque tra i guerrieri più piccoli ...
<< Lo sento, mi stai dando del nano ...>> si lamentò Kouga
<< Hai preso da Seiya, non c'è che dire... >> ridacchiò Souma.
<< Non abbiamo DNA in comune, ti ricorderei, anzi, visto come sono letteralmente piovuto giù dal cielo, è probabile che non abbia DNA in comune proprio con nessuno ... >> fece notare Kouga, in tono petulante. 
<< Da quando hai iniziato l'università sei diventato tremendo, lo sai?>> rise Souma, scompigliandogli i capelli
<< Tu, restituiscimi il mio ragazzo!>> ordinò Yuna, uscendo dalla casa dell'ariete, rivolgendosi a Kouga che, lamentandosi rumorosamente, obbedì
<< E tu fila dal tuo, invece.>> continuò Yuna, rivolgendosi a Haruto. Lui abbassò il viso
<< Non è ...>>
<< Chiarirete la faccenda quando sarà abbastanza lucido. Intanto fila. L'abbiamo spostato stamattina alla casa di Libra, e Shiryu san sta impazzendo per tenerlo fermo. Vuole alzarsi e riprendere ad allenarsi, ma Kiki ha una marea di armature da riparare, Shun è in giro per l'Ade e Atena è leggermente occupata, come puoi percepire, quindi per quanto usando il cosmo si stia rigenerando comunque in fretta, abbiamo già avuto tre ferite riaperte con conseguente emorragia e svenimento, cosa che ha provocato una crisi di panico al cavaliere di Libra ... >> sospirò la ragazza. Haruto si morse le labbra
<< Quindi per favore, vai a tranquillizzarlo ... >> 
<< Yuna, rischio di fargli peggio ...>> si trovò a mormorare Haruto.
<< Ti ha chiamato, mentre aveva la febbre ... quindi è impossibile che tu gli faccia peggio ...>> sospirò Kouga.
<< E … soprattutto se avete avuto delle incomprensioni, adesso ha bisogno di te.>> aggiunse Yuna. Haruto abbassò il viso, con una smorfia
<< Allora vado ... >> sospirò, ed entrò. Ebbe giusto il tempo di fare due passi. E mezzo, in realtà. 
<< Lasciami qui quel rottame!>> quasi lo aggredì Kiki. 
<< Non è un rottame ...>> tentò di ribattere Haruto. Kiki lo guardò per qualche istante
<< Lei non è d'accordo ...>> disse poi, indicando il box che Haruto si portava sulle spalle. 
<< È una lei?>> si informò Haruto, posando il box sul pavimento. Kiki si strinse nelle spalle. Sembrava esausto, ed era mortalmente pallido
<< Serve una mano?>> chiese Haruto
<< Il tuo compito adesso è un altro. >> replicò Kiki, severo. Poi sorrise
<< Fila.>> gli disse, minacciandolo con lo scalpello, senza la minima convinzione. Haruto sospirò ed attraversò le case, ora vuote, fino a quella della bilancia. Quando entrò, sentì l'ansia assalirlo. Shiryu, avendo percepito il suo cosmo, lo accolse con uno sguardo severo e sollevato allo stesso tempo. 
Haruto venne investito per un momento dal suo dolore. Doveva essere completamente distrutto, se aveva lasciato che perfino lui lo percepisse.
<< Ci penso io, adesso.>> si sentì in dovere di dire. Shiryu serrò leggermente la mandibola, poi sospirò
<< Non farlo alzare, per favore.>> mormorò. Haruto annuì, poi raggiunse la stanza dove Ryuho, pallido e con l'espressione tormentata, era sdraiato su un letto. Si avvicinò e Ryuho si girò a guardarlo. La sua espressione cambiò improvvisamente. Allungò una mano, e Haruto si affrettò a raggiungerlo ed afferrargliela, chinandosi poi ad abbracciarlo. I singhiozzi disperati in cui scoppiò fecero sentire Haruto malissimo. Ogni lamento di Ryuho gli straziava il cuore. Gli posò una mano sulla nuca, stringendolo più vicino. Ryuho gli si aggrappò forte, calmandosi. Si staccò e si asciugò il viso, per poi serrare gli occhi e premersi le mani sul ventre. 
<< Non posso neanche piangere ...>> mormorò, con una smorfia. Haruto gli posò una mano sulla fronte, scostandogli il ciuffo
<< Se fossi stato al tuo fianco ... >> mormorò. Ryuho gli prese una mano, scuotendo la testa
<< Avrei magari impedito che ti riducesse così ...>>
<< Non so se te l'avrei permesso. E se l'avessi colpita, non credo te l'avrei perdonato ... >> 
Haruto sospirò, accarezzandogli il viso
<< Mi sei mancato …>> mormorò Ryuho. Haruto crollò in ginocchio accanto al letto, il viso premuto sul materasso, accanto alla spalla di Ryuho
<< Scusami …>> si trovò a mormorare. Sentì una mano nei capelli ed alzò il viso. Ryuho si raggomitolò su un fianco, portando il viso accanto al suo
<< Non lasciarmi adesso … ti prego … >> mormorò << Neanche se Atena ti manda in missione … non lasciarmi indietro … e soprattutto non …>> la voce gli si spezzò
<< Non stiamo ancora combattendo. Tu al momento hai già dato, tra l’altro …>> si intromise Haruto, intrecciando le dita con quelle dell’altro ragazzo. Ryuho gli strinse forte la mano, serio in viso
<< Non morire. >>
Haruto gli baciò il palmo della mano e se lo posò sulla guancia.
<< Non posso promettertelo, lo sai.>> sospirò << E anch’io vorrei chiederti di promettermelo, ma so che è impossibile … siamo guerrieri, Ryuho. >>
<< Certi discorsi non ho la forza di sentirli adesso.>> sbuffò l’altro, ritirando la mano. Haruto sentì improvvisamente freddo
<< Hai ragione, scusami …>> mormorò. Ryuho tornò a sdraiarsi sulla schiena
<< Mi sa che prima ho esagerato un po’ … ma vorrei … non lo so. Allenarmi in maniera da diventare abbastanza forte per evitare che possano succedere altre cose come … come ieri. Dall’altra parte però vorrei solo rimanere raggomitolato qui finchè non sia finita … e tenendo tutti qui con me … >>
Haruto iniziò ad accarezzargli la fronte. Ryuho sospirò e Haruto vide le lacrime riempirgli gli occhi
<< Merda!>> singhiozzò, girandosi a dargli le spalle
<< Ryuho …>>
<< Dammi un attimo …>> gemette quello. Haruto fece per posargli una mano sulla spalla, ma Ryuho si ritrasse. Haruto sospirò, sentendo l’istinto di alzarsi ed uscire perché odiava sentirsi così impotente, ma rimase accanto al letto.
<< La cosa terribile è stata sentire la sua anima scomparire … e praticamente allo stesso tempo anche il cosmo di mio padre si è spento per un momento, poi però è tornato. Ma lei … quando mi ha attaccato sapevo che non era lei … non più … ma … stavolta non era un’illusione di qualche tipo … non sono riuscito a fare nulla … sono rimasto ad aspettare il colpo come un coglione … ma … se me la trovassi di nuovo davanti non riuscirei a fare niente … >>
Haruto sentì il cuore stretto in una morsa, a quelle parole
<< Non voglio combattere, questa volta. Davvero. Non ce la faccio … stavolta non ce la faccio …>>
Haruto si sedette sul letto e attirò Ryuho a sé, tenendolo stretto, accarezzandogli la schiena.
<< So di non avere scelta …>> mormorò dopo un po’ Ryuho. Haruto si limitò a tenerlo stretto.
<< Per una volta però la vorrei … ma … non voglio nemmeno lasciarvi combattere da soli … tanto rischio di perdervi tutti comunque, almeno voglio tentare di fare qualcosa, no? Però … >>
Haruto lo sentì tremare forte
<< In questi giorni pensa a riposarti e riprenderti fisicamente. Al momento non c’è proprio altro che tu possa fare. Quando le ferite smetteranno di riaprirsi appena ti distrai, giuro che ti lascio alzare. Ok?>>
Ryuho ridacchiò, poi gli premette il viso contro il petto, aggrappandoglisi forte. Il lamento che emise fu un’ennesima pugnalata al cuore per Haruto
<< Piccolo …>>
Ryuho rimase raggomitolato tra le sue braccia, singhiozzando sommessamente, fino ad addormentarsi. Haruto lo rimise sdraiato, controllando le medicazioni e riboccandogli le coperte, poi rimase a guardarlo dormire. Un tocco sulla spalla lo fece sussultare. Quando si girò, Shiryu gli sorrise debolmente
<< Grazie …>> sospirò
<< Non ho fatto nulla … a malapena si lascia abbracciare …>>
<< Tu almeno riesci ad avvicinarti.>> sospirò l’uomo. Haruto lo vide improvvisamente stanco, mentre osservava il figlio addormentato
<< Non è più un bambino, ma in questo momento vorrei tanto lo fosse. Potrebbe stare meno peggio in un tempo minore. E forse non mi allontanerebbe …>>
<< Siamo ancora in un’età difficile …>> borbottò Haruto, stringendosi nelle spalle. Shiryu si concesse una risatina
<< Gli occhiali?>> chiese poi. Haruto fece una smorfia
<< Ho provato le lenti e non le ho più abbandonate …>>
Shiryu sorrise, per poi farsi serio
<< Posso parlarti un momento? Fuori di qui, però. Sta dormendo, ma …>>
Haruto annuì e si alzò, seguendo il Saint di Libra nella stanza principale della Casa. Dall’espressione seria capì che quello che stavano per affrontare doveva essere un discorso abbastanza spinoso ... Shiryu iniziò a camminare avanti ed indietro. Indossava l’armatura, ma in quel momento era il ritratto del padre preoccupato. Haruto avrebbe riso, se la situazione non fosse stata così orrenda … quando Shiryu si fermò, il ragazzo sussultò istintivamente
<< So quello che ti lega a mio figlio e che lo lega a te. >>
Haruto si irrigidì leggermente, ma Shiryu gli sorrise
<< Non fare quella faccia. Non ho intenzione di mettermi tra di voi. Non ne ho nessun diritto. E’ mio figlio, ma non posso per questo decidere chi possa amare o meno. E tu sei una brava persona. Solo … adesso lui è … tremendamente demotivato, e …>>
<< Non lascerò che ce lo portino via. >> si trovò a dire Haruto. Shiryu lo osservò per un attimo, sorpreso. Poi sorrise, abbassando leggermente il capo, grattandosi la punta del naso. Era in imbarazzo, e a Haruto in quel momento ricordò moltissimo Ryuho.
<< Però … io posso tentare di proteggerlo, e posso cercare di trovare un modo per cui non si lasci ammazzare. Ma non sono sufficiente. E’ vero, io e Ryuho siamo legati, ma non ho certo l presunzione di essere un motivo valido per lui per non lasciarsi andare … E sono sicuro che se non fosse per lei, si sarebbe già lasciato uccidere quand’è successo …>>
Shiryu si accigliò, a quelle parole, poi fece una smorfia
<< Quindi devo stare attento anch’io a non farmi ammazzare?>> chiese. Haruto annuì
<< Già …>>
Shiryu annuì, con un piccolo sorriso
<< Questa volta sarà dura, temo … Ora vai ad annunciarti ad Atena, prima che Seiya venga a prenderti per un orecchio … >>
Haruto annuì poi, con un cenno del capo, con cui aveva imparato a camuffare gli inchini che non riusciva a smettere di fare. Dannata educazione giapponese … scambiati gli ultimi convenevoli con il Saint di Libra, si affrettò a salire fino alla tredicesima. Passare per le case dove aveva combattuto gli fece uno strano effetto. Erano diverse da come le ricordava, notò. Era come se stessero aspettando qualcuno … alla tredicesima, si trovò davanti il Saint del Sagittario, che gli sorrise
<< Quanto tempo.>> lo salutò. Haruto si limitò ad un cenno del capo
<< Sei cresciuto ancora … >> sospirò, rassegnato. Haruto si trovò ad alzare un sopracciglio
<< Ah, ignorami. Shaina continua a prendermi in giro perché sono il più nano di tutto il Santuario … come sta Ryuho?>>
Haruto abbassò il viso, scrollando le spalle
<< Sta. >> sospirò << S’è sfogato un po’ e s’è addormentato. Ma …>>
Seiya annuì leggermente, poi lo guidò al cospetto della Dea. Haruto si inchinò, posando un ginocchio a terra
<< So che hai avuto qualche problema mentre venivi qui …>> esordì lei. Haruto alzò il viso
<< Nulla che non potessi gestire da solo. Mi ha lasciato perplesso però il fatto che sembrassero appartenere ad un altro tempo. Ma quando ho sentito chi avesse attaccato a Goro Ho … >>
<< Ha ragione Ade, quindi. Siamo in ritardo …>> mormorò Atena.
<< Potrebbero attaccare da un momento all’altro.>> confermò Haruto. Poi si accigliò
<< E … >>
Atena lo guardò, spronandolo a proseguire
<< … Nessuno di loro era qui con il proprio corpo. Usano persone già presenti, anche se per quelli con cui ho avuto a che fare, la possessione non era completa, quindi ho potuto evitare di spargere sangue di innocenti, quantomeno. Ma non sono riuscito a neutralizzarli completamente, quindi è probabile che si ripresentino. >>
<< Abbiamo un’idea su come scelgano chi li ospiti?>> chiese allora Seiya, accigliandosi. Haruto piegò la testa di lato
<< L’unico punto in comune che ho potuto riscontrare, era l’assenza di persone in grado di usare il proprio cosmo …>>
Atena annuì. Poi improvvisamente il suo cosmo si affievolì un poco
<< Intanto approfitta di questi momenti di calma per riposarti dal viaggio e recuperare le forze. >> disse Saori. Haruto chinò leggermente il capo, in segno di assenso
<< Puoi tornare da Ryuho.>> lo canzonò Seiya. Haruto sentì le orecchie diventargli bollenti, ma non fece obiezioni e si affrettò ad uscire, scendendo lungo la scalinata fino alla casa di Libra.
Shiryu gli comunicò che Ryuho dormiva, e sembrava finalmente tranquillo, per la prima volta dal giorno precedente
<< Si vede che averti qui gli fa bene …>> ridacchiò. Haruto arrossì violentemente e tentò di balbettare una risposta coerente. Kouga lo trasse d’impiccio, venendo a comunicargli che Kiki aveva riparato la sua armatura
<< Siamo dei privilegiati, non ce n’è …>> commentò. Haruto gli concesse un piccolo sorriso
<< Ah, e Shaina san vuole sapere dove sistemarti … lo stress da guerra imminente le sta dando alla testa, credo che ormai veda il Santuario come una casa da gestire … e le è venuta la sindrome della governante …>>
<< Se ti sentisse …>> rise Shiryu. Kouga si strinse nelle spalle
<< Mi ha addestrato lei …>> minimizzò.
<< Vado a recuperare l’armatura, allora. E a parlare con Shaina san per l’alloggio …>>
<< Sarebbe il caso che stessi qui.>> lo interruppe Shiryu. Haruto si girò a guardarlo. Sapeva di avere gli occhi sgranati, ma non riusciva a controllare la propria espressione
<< Ma …>>
<< Preferisco che ti abbia vicino.>> sorrise l’uomo. Haruto si limitò ad annuire, per poi uscire e dirigersi alla prima casa. Quando arrivò, Kiki era seduto in un angolo della stanza principale. Haruto, allarmato, fece per avvicinarglisi, ma quello gli indicò il box della Cloth con un gesto della mano
<< Era ridotta meno peggio di quanto temessi …>> riuscì a mormorare << Ma ho intravisto quello che è successo quando sei partito …>>
Haruto serrò leggermente la mandibola, irrigidendosi
<< Però nel loro caso la possessione non era completa, sei riuscito a limitare i danni … ma …>>
<< Non sono così attaccato al mio clan, Kiki sama.>> sbuffò Haruto << Con me è un continuo rinnegarmi e riaccettarmi, quindi sono abituato al fatto che mi attacchino dal nulla. Oltretutto appunto la possessione non era completa, e quindi no ci sono stati … danni collaterali.>>
Kiki annuì, stancamente, poi si passò una mano sul viso.
<< Stupido ragazzino incosciente.>> sbottò Hyoga, entrando in quel momento. Haruto si girò a guardarlo, sorpreso, chiedendosi cos’avesse combinato per meritarsi tali epiteti. Poi si rese conto che era un altro lo stupido ragazzino incosciente a cui si riferiva
<< Ci sono ancora delle silver …>> protestò debolmente Kiki, mentre Hyoga lo sollevava
<< Dovremo arrangiarci con quello che abbiamo. >>
<< Ma sono poche, ancora … ho quasi finito …>>
<< Hai quasi finito il sangue, con la scusa che “meglio che sia solo io, voi mantenetevi in forze” … Stupido testardo!>>
<< Ma poi mi basta dormire qualche ora …>>
<< Ecco, facciamo che la dormi adesso.>> sbuffò Hyoga, sparendo poi nella stanza dove stava il letto. Haruto rimase fermo dove si trovava, incredulo davanti a quella scena surreale. Hyoga tornò dopo poco, trovandolo ancora bloccato in mezzo alla stanza, con una mano allungata verso il box
<< Stai bene?>> chiese Hyoga. Haruto si riscosse
<< Eh? Ah … si … solo … la gerarchia …>>
Hyoga alzò un sopracciglio, poi ridacchiò, scrollando le spalle
<< Con Kiki non vale. Lo conosciamo da troppo. E’ un Gold Saint, è vero, ma … beh, a dirla tutta dovremmo esserlo anch’io, Shun e Ikki, ma abbiamo preferito tenerci le nostre armature … E poi … è Kiki.>> si strinse nelle spalle << Trattarlo ancora come se avesse otto anni credo sia l’unica cosa che non ci fa impazzire.>>
Haruto alzò un sopracciglio
<< Beh, proprio tanto normali no …>> gli sfuggì. Hyoga si girò a guardarlo, poi scoppiò  a ridere
<< Che succede di divertente?>> chiese Shaina, entrando seguita da Yuna e Souma
<< Ho dovuto mettere a dormire Kiki.>> minimizzò Hyoga
<< Spero non con il metodo che hai usato con Libra …>> sospirò Shaina
<< Ah, no, stavolta ha fatto tutto da solo.>> sbuffò Hyoga, indicando le armature riparate. Shaina si morse il labbro inferiore
<< Piccolo incosciente.>> sbuffò poi
<< Ecco, su questo non rispetto delle gerarchie, che è sfuggito anche a me, il lupacchiotto s’è un po’ stupito …>> spiegò Hyoga
<< Non è che non rispettiamo le gerarchie … è solo che … beh, è Kiki!>> sbuffò Shaina, facendo un gesto vago con la mano
<< Tradotto: anche a novant’anni, noi saremo sempre i giovani Saint.>> ridacchiò Souma
<< Beh, la cosa non mi dispiace, ti dirò.>> sospirò Yuna. Shaina rise, battendole una pacca sulla spalla, poi si allontanò, insieme a Hyoga, lasciandoli soli.
<< Come sta?>> chiese subito Souma << Perché quando siamo arrivati io e Kouga ha fatto il duro … beh, a modo suo, tutto sorrisi e “sono felice di rivedervi”, ma … per quanto ci abbia provato, non è riuscito ad impedire che percepissimo come si sentiva …>>
Haruto sospirò
<< Sentirlo dire di non voler combattere, che se dovesse battersi di nuovo con lei si lascerebbe ammazzare, confesserò che mi fa paura. E non riesco a smettere di pensare di aver rischiato di perderlo … Una settimana fa ero a Goro Ho, abbiamo litigato per una stronzata, nemmeno mi ricordo cosa, e io sono tornato a casa. E non c’è verso di togliermi dalla testa l’orrenda sensazione che se Shun san e Shaina san non fossero arrivati in tempo, avrei il suo sguardo ferito come ultimo ricordo. Gli insulti che gli ho urlato contro. >> chiuse gli occhi e si passò una mano sulla fronte, scostando il ciuffo
<< Ma non è successo. Shun san è arrivato in tempo, Shaina san ha fatto momentaneamente ritirare l’avversario, Ryuho è qui, è vivo e n via di guarigione, sempre che stia buono per un po’ …>> ribattè Yuna, posandogli le mani sulle spalle. Haruto sospirò, annuendo
<< Ok …>> mormorò. Poi prese la propria armatura, caricandosela in spalla
<< Torni su?>> chiese Souma. Haruto fece un debole sorriso
<< Ho avuto il permesso dal Saint di Libra in persona …>>
<< Oh!>> rise Souma, battendogli una pacca sulla spalla
<< Non andare subito  a pensare male, tu!>> lo rimproverò Yuna. Haruto ridacchiò, poi li lasciò soli, iniziando la salita.


 
Eeee anche oggi c'è stato lo strafalcione che mi ha provocato la demenza   il siparietto mentale

HARUTO: se Shun san e Shaina san non fossero arrivate in tempo ...
SHUN: frena frena frena! ArrivatE?!
HARUTO: no ... cioè ... oddio, che ho detto? No, ma poi è stato corretto ... 
SHUN: *inizia ad illuminarsi di fuxia*
HYOGA: la marmellata sotto il naso dovrebbe funzionare ...
SHIRYU: no, quello era il topo nella zuccheriera dal capellaio matto ...

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5 ***


Domani mattina la vedo dura. Ho la sveglia tra meno di 5 ore *risata isterica*. Ma sono riuscita a finire questo capitolo! Previsto, previstissimo, ma lo stesso mi ha dato non pochi problemi, soprattutto legati alla mia memoria praticamente inesistente per i dettagli, soprattutto quelli che qui mi servivano.

Spero di non aver lasciato troppe cose in sospeso, anche se sono divuta tornre indietro a raffazzonare e/o aggiungere dialoghi qui e li. E spero che le varie genti (??? vabbè dai, è l'una e 20, posso parlare strano U_U) non risultino troppo fuori personaggio.



Shun inspirò profondamente, guardando il medaglione che Ade gli aveva messo in mano appena si erano incontrati. Pandora l’aveva scortato fino al cospetto del dio e, per tutto il tragitto, non aveva smesso di parlare del Sommo Ade, cosa che aveva fatto provare a Shun l’istinto di strangolarla con le catene. Poi si era trovato faccia a faccia con Ade, cosa che l’aveva completamente paralizzato per qualche secondo. Il tempo impiegato dal dio per raggiungerlo e fargli scivolare il medaglione tra le mani
<< Così, per ricordare a Caronte che non è solo una tua idea, quella di riportare indietro i tuoi amici … e anche perché è l’unico modo che ho, per ora, di prestarti quel poco del mio cosmo che serve per farli tornare. Mi sono risvegliato, quindi Atena non può farlo da sola, adesso, ma parte dei sigilli è ancora attiva, quindi posso fare solo questo. >>
<< Come posso fidarmi di te?>> aveva chiesto Shun. Aveva visto Pandora impallidire per la mancanza di formalità, ma aveva deciso di ignorarla. Dopotutto lui era ben stato Ade, per qualche ora, un minimo di confidenza poteva prendersela
<< Potrei provare a mentirti, ma non ci riuscirei. >> disse il dio, stringendosi nelle spalle.
<< Un piccolo effetto collaterale dell’essere stato cacciato dal tuo corpo. >>
Shun l’aveva guardato per un momento, poi si era rigirato il medaglione tra le mani. La scritta “forever yours” era ancora incisa
<< Non volevo più rivedere questo coso …>> si era trovato a borbottare.
<< Se vuoi puoi non guardarlo e limitarti a farlo ondeggiare sotto il naso di Caronte.>> aveva sospirato il dio, stringendosi nelle spalle << Io però l’ho sempre trovato carino …>>
A quelle parole, Shun doveva aver messo su una faccia degna di Ikki quando si svegliava male, perché Ade aveva ridacchiato e l’aveva congedato. Shun aveva chiesto quanto tempo avesse. Almeno quello dovevano saperglielo dire, almeno a grandi linee
<< Le solite dodici ore. Non sono al momento abbastanza forte da poterti concedere libertà di movimento per più tempo.>>
Shun aveva annuito, ed aveva seguito Pandora, che l’aveva scortato fino all’Acheronte, senza smettere, di nuovo, un solo istante di tessere le lodi di Ade. Poi si era zittita per un momento ed aveva chiesto una cosa che aveva fatto bloccare Shun per un attimo
<< Notizie di tuo fratello?>>
Dopo il primo momento di vuoto mentale, Shun si era riscosso
<< Come se ne avessi solo uno …>> aveva ironizzato
<< Ikki.>> aveva mormorato Pandora. A voce talmente bassa che se Shun non fosse stato ad un millimetro da lei non l’avrebbe sentita.
<< Percepisco il suo cosmo, quindi ne deduco sia vivo.>> aveva risposto poi.
<< L’ironia non ti si addice …>>
<< Non sono ironico. Non lo vedo da anni …>> si era trovato a sospirare. Pandora aveva mormorato qualcosa che lui non era riuscito a sentire, poi l’aveva mollato li, sulle rive dell’Acheronte, senza indicazioni di nessun genere riguardo a quello che avrebbe dovuto fare … uno sciabordio da qualche parte davanti a lui, tra la nebbia e la penombra, lo riportò alla realtà. Dopo poco, vide delinearsi la sagoma di una barca, che si avvicinava. Quando la barca si fermò contro la riva, Shun poté scorgere anche Caronte. Shun si avvicinò, ancora rigirandosi il medaglione tra le mani, senza rendersene conto.
<< Non ho avuto scelta! Ho dovuto farli passare …>> cominciò a farfugliare Caronte. Shun alzò le sopracciglia, poi si rese conto di stare ancora giocherellando col medaglione. Sbuffò e se lo mise al collo
<< Non è a me che devi raccontarlo. A me serve solo un passaggio …>> sospirò. Caronte lo scrutò
<< Ade … il Sommo Ade sa?>> chiese, terrorizzato, guardando il medaglione.
<< Beh, diciamo che nessuno pensa abbiano attraversato l’Acheronte a nuoto, ecco … quindi è meglio che non debba farlo io …>>
Caronte annuì, lentamente. Shun salì sulla barca, senza smettere di tenere sotto controllo il traghettatore. Non si fidava. Per nulla … arrivati all’altra riva, si affrettò a scendere
<< Non tutti si lasceranno convincere …>> lo avvertì Caronte. Shun si girò a guardarlo, per poi scrollare le spalle ed allontanarsi. Si bloccò, però, quando si trovò davanti, sbucata all’improvviso dalla nebbia, una perfetta riproduzione del Grande Tempio. Con un sospiro rassegnato, iniziò a salire la scala, trovandosi quasi subito davanti la casa dell’Ariete. Il tempo di raggiungerla, e Mu gli si fece incontro, confuso quanto lui, almeno dall’espressione (non che fosse effettivamente facile capire l’espressione dei jamiriani, loro e le loro sopracciglia a pallino!)
<< Non mi risultava che ci fosse una cosa simile, l’ultima volta …>> si trovò a mormorare, indicando con un gesto vago le dodici case che si intravedevano, ad intervalli regolari, attraverso la nebbia.
<< Sono apparse quando le anime dei troiani sono uscite dall’Ade …>> disse una voce. Shun si girò, riconoscendo l’uomo che li aveva raggiunti come Shion, ex Grande Sacerdote nonché maestro di Mu
<< E noi ci siamo ritrovati “a casa” di botto. Senza possibilità di poterne uscire, nemmeno per salire ad altre case …>> sull’ultima frase, nello sguardo di Shion e di Mu apparve lo stesso lampo di insofferenza e … tristezza? Shun piegò leggermente la testa di lato
<< Io vorrei capire cosa devo fare, se non cosa stia succedendo …>> disse, dopo un momento di silenzio. Shion e Mu si scambiarono uno sguardo, poi scossero la testa
<< Non ne abbiamo idea.>> confessò Mu. Poi però sorrise
<< Cielo, sei cresciuto!>>
Shun spalancò gli occhi, poi ridacchiò
<< Succede …>> borbottò << E comunque non così tanto. Io e Seiya deteniamo ancora il record di Saint più bassi … perfino Ryuho ci ha superati di una spanna abbondante, nonostante sembrasse aver preso più da Shunrei che da Shiryu …>>
<< Eh?! Shiryu e Shunrei hanno un figlio?!>> si sconvolse Mu
<< Non riuscirò mai a farti perdere il lato pettegolo, vero?>> si informò allora Shion, rivolgendosi direttamente a Mu, che si limitò a scoccargli un’occhiataccia
<< Ehm … si … l’attuale Saint del Dragone …>>
A quel punto anche Shion sgranò gli occhi
<< Beh, buon sangue non mente …>> sospirò poi
<< Non badargli, si esprime per frasi fatte … oh, sento il cosmo di Atena …>>
<< Lo sento anch’io …>> mormorò Shion. Shun annuì, consapevole del cosmo della dea, che improvvisamente si era unito al suo.
<< Servono rinforzi …>> si trovò ad ammettere << Siamo pochi, e il nuovo nemico pare conoscere i nostri punti deboli, dato che ha usato Shunrei per attaccare il Dragone … quelle che sono tornate indietro, appunto, sono solo anime … ma dubito che queste anime stiano scegliendo a caso di chi servirsi per potersi muovere … >>
<< Ma … noi? C’è già un Saint dell’Ariete …>> fece notare Mu, accigliandosi leggermente.
<< Vero, ma al momento non hanno ancora attaccato il Grande Tempio. Magari non tutti i rinforzi servono li … >> fece notare Shion. Shun lo guardò. Beh, non per niente aveva vissuto un paio di secoli ed era stato Grande Sacerdote …
<< Tutti i rinforzi possibili … di più non ho avuto il tempo di chiedere, in realtà.
Mu e Shion si guardarono di nuovo, poi Mu annuì. Prese per un momento le mani a Shun e scomparve, avvolto da una luce dorata. Shun sbuffò
<< E noi che pensavamo che l’avventatezza di Kiki fosse frutto dei troppi anni passati al Santuario con Seiya!>> borbottò. Shion ridacchiò, poi però si fece serio
<< Vai avanti, ragazzo … >>
Shun lo guardò, senza muoversi
<< Cercheranno di fermarti. Quindi qualcuno dovrà cercare di fermare loro.>> concluse Shion. Shun si morse le labbra. Si era quasi dimenticato che fosse effettivamente già iniziata … annuì, ingoiando l’angoscia, ed attraversò la casa dell’Ariete, riprendendo la salita.
Quando giunse alla casa del Toro, quasi non dovette parlare. Aldebaran lo stava attendendo.
<< Quando un’armatura ti riconosce non puoi semplicemente stufarti o rinunciare … >> borbottò, riferendosi a quello che aveva sentito dire su Harbinger. Shun, a quelle parole, si era schiarito la voce e Aldebaran era arrossito
<< No, beh … ci sono casi e casi, ovviamente … vado …>> anche lui aveva preso le mani a Shun ed era scomparso in una luce dorata. Shun si era chiesto se sarebbe riuscito a far “passare” tutti, perché era quello che stava effettivamente facendo, o se si sarebbe trovato con i denti conficcati nel braccio di qualcuno, dato che il suo stomaco si era appena ricordato che si, si era dimenticato di pranzare, e di cenare il giorno prima (o un secolo prima? Era alla seconda Casa e già aveva perso la cognizione del tempo …), e non aveva di certo avuto il tempo per pensare a fare colazione … scosse la testa e continuò a salire. Quando entrò nella Casa dei Gemelli, capì che anche loro erano piuttosto confusi. Già, loro, perché sia Saga che Kanon erano presenti. Shun gli si avvicinò lentamente. Lesse il tormento nello sguardo di Saga. E qualcosa tra il rassegnato e l’esasperato negli occhi di Kanon.
<< Abbiamo capito che stava succedendo qualcosa appena ci siamo trovati intrappolati qui …>> esordì Saga. Shun raccontò brevemente i fatti appena accaduti, ed i due lo ascoltarono, con l’identica espressione grave sul volto. Shun pensò che non fossero cambiati per nulla dall’ultima volta che li aveva visti. Al Grande Tempio si sarebbero trovati circondati da persone che a rigor di logica doveva essere più vecchie di loro, ma che per questioni che trascendevano le normali leggi biologiche, sembravano decisamente più giovani … sospirò ed allungò le mani
<< Andate, non abbiamo tempo …>>
<< Io non credo che sa il caso che torni … ho fatto veramente troppo male in passato …>> iniziò Saga. Kanon roteò gli occhi
<< Vai a riprenderti la tua armatura, prima che ti ci mandi a calci!>>
<< Veramente ce ne sono due …>> si intromise Shun. I due si girarono a guardarlo
<< Che?!>>
Shun sospirò
<< Non ne sono sicuro, ma se Atena ha ordinato a Kiki di fabbricare una seconda armatura dei Gemelli credo che sia perché vi vuole tutti due al suo fianco. >>
I due si scambiarono un lungo sguardo
<< Si possono fabbricare le armature?>> chiese Saga
<< Kiki? Il ragazzino petulante?!>> chiese Kanon, nello stesso momento
<< Si, il ragazzino petulante. Non è più un ragazzino. E pare che con un aiutino da parte di Atena stessa si possano fabbricare armature.>>
<< Mi sa che abbiamo sottovalutato il ragazzino petulante.>> sbuffò Kanon, strappando un mezzo sorriso a Saga.
<< Io ho un’altra domanda. Quante altre volte dovremo morire per essere lasciati in pace? Perché già il fatto che ci siamo trovati confinati qui è chiaro segno che questa non è ancora stata l’ultima volta … e se ci riporti indietro, non è detto che la prossima sia l’ultima … >>
Shun sospirò, stringendosi leggermente nelle spalle
<< Non lo so.>> mormorò. Anche se Kanon aveva centrato il punto. Essere lasciati in pace …
<< Oh, mi sa che un po’ dello spirito ribelle di tuo fratello alla fine s’è sviluppato anche in te, eh? Non dovresti avere un’armatura d’oro?>>
Shun si morse le labbra
<< Storia lunga, e adesso non abbiamo tempo.>>
<< Possiamo davvero tornare?>> chiese allora Saga. Kanon si girò a guardarlo, e Shun vide quanto in realtà si nascondesse dietro la strafottenza. Kanon capiva come Saga si sentisse. E il fatto che il fratello soffrisse, di certo non gli faceva piacere, nonostante i trascorsi … allungò di nuovo le mani, ed i due lo osservarono. Poi Kanon prese la mano al fratello
<< Andiamo.>> gli disse. Saga annuì e posò la mano libera su quella di Shun. Kanon gli prese l’altra mano. Un bagliore dorato. Spariti. Shun sospirò e si appoggiò un momento ad una colonna.
<< Sto invecchiando.>> borbottò, per poi uscire dalla casa e riprendere a salire. Sugli ultimi scalini che precedevano al casa del Cancro, rallentò. Death Mask era seduto davanti alla porta, con l’aria più scocciata dell’universo.
<< Sento il cosmo di Atena, insieme al tuo …. E a quello di Ade? … che cosa significa, ragazzino?! Oh, un momento, mi sa che adesso sono più giovane di te, vero?>>
Shun rimase spiazzato per un secondo, poi sbuffò, scrollando le spalle
<< D’aspetto sembri sicuramente più giovane di me, ormai. Ma ho qualche anno in meno nell’Ade, alle spalle …>> gli fece notare
<< Bella fatica. Sei nel gruppo dei paraculi, tu. Non fate in tempo a chiudere gli occhi che quell’altra vi riporta indietro. >>
Shun strinse i pugni
<< Non parlare così di Atena.>> ringhiò. Era pronto ad attaccare, ma il cosmo della dea lo fermò
<< Oh, sono appena diventato un paraculato pure io!>> rise Death Mask, che aveva percepito il piccolo “battibecco” tra cosmi. Shun serrò per un attimo le labbra, poi buttò fuori l’aria tutta in un colpo, inspirando profondamente subito dopo, per calmarsi
<< Facciamola completa.>> borbottò, avvicinandosi e posando una mano sulla spalla a Death Mask. L’ultima cosa che vide, prima della luce dorata, fu l’espressione esterrefatta del Saint. Dovette di nuovo riprendere fiato per poter continuare. Non era nemmeno a metà strada e si sentiva già stremato. Attraversando la casa di Cancer, ora vuota, si diede un secondo per constatare l’assenza delle maschere mortuarie, cosa che la identificavano come una mera imitazione, e si chiese, sogghignando all’idea, quanto si sarebbe dispiaciuto il povero Death Mask a constatare che anche quelle al Grande Tempio erano state tolte, quando lui era morto … riprese a salire sentendosi quasi rinvigorito da quei pensieri non propriamente gentili, ma quando entrò nella Casa del Leone si rese conto di avere il fiato corto. Alzò lo sguardo, vedendo che Aiolia lo osservava, in silenzio. Si avvicinò, e quello continuò a fissarlo
<< Perché sono qui?>> gli chiese poi.
<< Immagino per via delle anime che sono tornate “di la” senza permesso … o forse è stato chi le ha risvegliate ad avervi intrappolati … non lo so, ci sto capendo gran poco, ti confesserò …>>
Aiolia annuì, poi si accigliò
<< Sembri stanco …>>
Shun ridacchiò
<< Giornataccia.>> confermò.
<< Atena ha bisogno di me?>> chiese allora Aiolia. Shun annuì, e Aiolia si accigliò
<< Però dovrebbe già esserci un nuovo Cavaliere del Leone, mi risulta.>>
<< Sai com’è Ikki …>> sospirò Shun. Aiolia ridacchiò
<< Non così diverso da te, in fondo …>> replicò, indicando con un cenno l’armatura di Andromeda. Shun si strinse nelle spalle
<< Shaka non sarà per niente contento di questo. >> gli fece presente il Saint di Leo.
<< Lo so. >>
<< Preparati, perché ti farà uno dei suoi cazziatoni infiniti.>> rise Aiolia. Shun fece un mezzo sorriso, poi Aiolia gli strinse la mano, e scomparve nella luce dorata, come gli altri prima. Shun avanzò ancora, ignorando la stanchezza. Quando arrivò alla Casa di Virgo, Shaka dovette sostenerlo e farlo sedere. Quando gli tolse il medaglione dal collo, Shun si sentì subito meno stanco.
<< Che significa?>> chiese allora, cercando di rimettere a fuoco il mondo circostante
<< Ade è ancora debole, ma comunque non possiamo usare tutto il nostro cosmo. E stai facendo da tramite a due dei. Che si stanno aiutando a vicenda per riportarci indietro, non stanno aiutando te. Anzi, essendo tu il tramite tra i due è più corretto affermare che sia tu ad aiutare loro, in questo momento …  >> sbuffò Shaka. Poi si chinò, fissandolo con espressione severa. Aveva degli occhi incredibilmente azzurri, notò Shun
<< Non hai preso il mio posto.>>
Shun lo guardò per un momento, aspettandosi una qualche sfuriata, ma Shaka si limitò a sospirare e tirarlo in piedi. Shun sorrise
<< Grazie …>>
<< Rimettiti il medaglione. Servono i cosmi di entrambi gli dei, perché tu possa riportare indietro quelli di noi che Atena ritiene necessari.>> lo interrupe Shaka. Shun annuì. Shaka chiuse gli occhi, sorridendo leggermente
<< Atena mi sta chiamando … E’ ora che vada. Shun … non fidarti di Ade. Ora è nostro alleato perché non ha altra scelta, ma non sarà così debole ancora per molto …>>
Shun annuì, porgendo le mani a Shaka. Quello le strinse e sparì come gli altri Saint prima di lui. Shun riprese la salita. La casa successiva era quella di Libra, e sinceramente non aveva idea di cosa aspettarsi. Quando Dohko gli venne incontro, fiero nella forza della sua giovinezza, quasi si sentì sollevato. Se fosse tornato ad essere il vecchietto che stava seduto accanto alla cascata, avrebbe potuto essere un problema … gli si avvicinò, e quello gli mise le mani sulle spalle
<< Siamo rimasti piccolini, eh?>> ironizzò. Shun sbuffò, leggermente contrariato
<< Bah, non fartene un cruccio, succede, agli asiatici …>>
<< Forse qualcuno avrebbe dovuto dirlo anche a Ikki, o a Shiryu …>> borbottò Shun. Dohko rise, per poi farsi serio
<< Sai che non posso tornare.>> gli disse. Shun si accigliò
<< Shiryu avrebbe bisogno di lei, adesso …>> mormorò. Dohko sorrise leggermente, scuotendo la testa
<< Non siete più dei ragazzini. Shiryu è capacissimo di farcela anche adesso. Oltretutto … la piccola non è qui.>>
Shun spalancò gli occhi
<< Come?>>
<< Siamo bloccati nelle nostre case solo da poche ore. Un piano mal calcolato da parte di chi ha attaccato, dato che ti ha facilitato il compito di trovarci. Ho avuto il tempo di percepire cosa stesse succedendo, E ti assicuro che Shunrei non è qui. Al momento si sta facendo un riposino, ma non sottovalutatela …>>
<< Questo complica le cose, temo …>> sospirò Shun, rivedendo l’espressione di Ryuho mentre veniva  attaccato. Ricordando come Shiryu gli fosse sembrato … spento solo all’idea di trovarsela davanti …
<< Non sottovalutate la piccola. Troverà un modo. Non l’ho addestrata a combattere, ma è stata al mio fianco per molti anni. E non è di certo stupida.>>
Shun annuì
<< Dillo a Shiryu. E anche al piccoletto. >> aggiunse Dohko
Shun annuì di nuovo. Dohko piegò la testa di lato, osservandolo
<< Non mettere il broncio, non hai più tredici anni!>> lo rimproverò. Shun fece una smorfia
<< Fila, ce ne sono ancora altri da richiamare!>> rise allora Dohko. Shun si affrettò ad obbedire.
Quando raggiunse la Casa dello Scorpione, Milo lo guardò entrare, senza muovere un muscolo. Shun gli si avvicinò
<< Ti ricordavo più piccolo, ammetterò … beh, non tanto …>>
Shun abbassò la testa, vagamente esasperato
<< Ho avuto dei dubbi quando mi sono trovato bloccato qui, ma … è iniziata davvero, quindi?>> chiese Milo. Non c’era traccia del suo solito tono canzonatorio. Shun alzò il viso e fece qualche altro passo verso di lui
<< Ero convinto che non avessi particolari problemi a combattere …>> ammise. Milo ghignò
<< E infatti non ne ho.>> disse, per poi tornare serio << E’ che … non so se voglio tornare …>>
Shun sgranò gli occhi
<< Scusa?!>>
Milo si accigliò
<< Quante altre volte dovrò morire? Ma soprattutto … quante altre volte dovrò … >> sbuffò, lasciando al frase a metà
<< Rimanendo bloccato qui, di certo non puoi rivederlo, no?>> tentò Shun. Il sussulto, appena percettibile in realtà, di Milo, gli fece capire di aver colpito nel segno.
<< Vedi di convincere anche lui, o aspettati uno scarlet needle dove non …>>
<< Vai.>> sbuffò Shun, prendendo le mani di Milo. Sentì il cosmo di Atena. La luce dorata. Milo era sparito. Shun si appoggiò alla parete più vicina. Usando il cosmo poteva rigenerarsi, e anche in fretta. Ma contro la stanchezza, nemmeno quello poteva nulla. Oltretutto, ogni volta che faceva da tramite (anzi, più propriamente da porta, si trovò a pensare), era come se si prosciugasse. Si tolse per un momento il medaglione, posandolo a terra, sentendosi subito meglio. Shun sapeva che Ade gli aveva detto il vero. Con suo immenso orrore si rese conto di poter sentire chiaramente i pensieri del dio, ora che erano nella stessa dimensione. Gli bastava concentrarsi un momento … rabbrividì e tornò a guardare il medaglione. Dannati limiti al cosmo! Sbuffò. Di certo non aveva scelta … rimise il medaglione al collo, sentendolo pesantissimo, e riprese a salire.
Quando entrò nella casa del Sagittario, quasi si stupì che non fosse vuota; trovò invece Aiolos, che camminava nervosamente avanti ed indietro. Shun si avvicinò, sentendosi intimorito. Dopotutto l’aveva “percepito” varie volte, quando l’armatura di Sagitter aveva protetto Seiya, e aveva sentito il suo spirito al muro del pianto, ma era la prima volta che lo incontrava sul serio. Aiolos si girò e lo scrutò per un momento, poi sorrise. Shun si avvicinò
<< Non tornerò.>> fu la prima cosa che Aiolos disse. Shun si bloccò dov’era, a pochi centimetri dall’ex cavaliere di Sagitter.
<< L’armatura ora appartiene a Seiya, e …>>
<< Il posto di Gran Sacerdote è vacante. E Shion aveva designato te …>> gli fece notare Shun. Aiolos sorrise, scuotendo la testa. Shun serrò la mandibola, sentendosi improvvisamente frustrato
<< Hai salvato Saori san quand’era in fasce, a costo della tua vita. Ci hai salvati non so più quante volte, arrivando in aiuto di Seiya quando serviva, e quindi pensi di aver concluso il tuo compito così, vero?>> sbottò << Ma …>>
<< Ma?>> chiese Aiolos, come invitandolo a continuare. Shun sospirò, abbassando il viso
<< Come Grande Sacerdote, cosa potrei fare? A parte organizzare una difesa del Grande Tempio, cosa che potete tranquillamente gestire voi, anzi, ormai avete accumulato molta più esperienza di me … oh, potrei intralciare Seiya e Saori, ma mi pare che ci stiano riuscendo benissimo da soli …>>
<< Credo che a Saori san farebbe piacere conoscere di persona chi l’ha salvata …>> mormorò Shun, sentendosi sempre più piccolo ed inutile. Aiolos gli fece alzare il viso, con un gesto da fratello maggiore che lo fece sentire ancora più piccolo ed inutile
<< E a me piacerebbe vedere che splendida persona sia diventata, dea o meno. Ma non è quello che mi si chiede adesso. Quindi prosegui. >>
Shun annuì, suo malgrado. Poi si girò un’ultima volta
<< Ma se siete intrappolati nelle vostre Case, beh, in questa versione delle vostre Case …>>
<< Stai passando portandoti appresso il cosmo di due dei, secondo te siamo ancora intrappolati?>> chiese Aiolos, sorridendo. Shun sorrise a sua volta
<< Mi fido.>> sbuffò. Uscì dalla casa di Sagitter, e cominciò a salire verso le ultime. Si appoggiò ad una colonna, appena entrato nella casa del Capricorno, per riprendere fiato. Alzò il viso, appena riuscì a respirare normalmente, e vide Shura, che lo scrutava a sua volta. Sentì il medaglione farsi improvvisamente pesantissimo, e sarebbe caduto se il Saint non fosse intervenuto a sostenerlo
<< Oh …>> mormorò, vedendo il medaglione
<< Sta solo tentando di aiutarci, per adesso …>> spiegò Shun, riprendendosi un momento.
<< Come puoi fidarti?>> chiese allora Shura
<< Un effetto collaterale dell’essere stato il suo corpo ospitante. Finchè sono qui so esattamente cosa pensa, e non so se la cosa faccia più schifo a me o rabbia a lui …>>
Shura lo scrutò per un momento, poi annuì. Shun sospirò. Di certo non si era aspettato che ridesse sguaiatamente, ma almeno un sorriso striminzito poteva anche tentare di farlo, ogni tanto …
<< Quindi è iniziata davvero …>> disse invece Shura, dopo un altro momento. Shun annuì, per poi riferire anche a lui quello che era successo … quand’era stato? Ormai aveva davvero perso ogni cognizione del tempo …
<< Siamo a corto di Saint.>> disse, schietto e diretto. Shura si accigliò leggermente, scrutando Shun. Annuì
<< Se la mia Dea ha deciso che devo servirla ancora, lo farò.>> disse. Prese le mani che Shun gli porgeva e scomparve, avvolto dalla luce dorata. Shun si trovò in ginocchio. Probabilmente se non avesse avuto l’armatura, il suo fisico avrebbe ceduto alla prima Casa. Si costrinse ad alzarsi, rendendosi conto di dover usare ogni briciolo del proprio cosmo per poter anche solo reggersi in piedi. Raggiunse a fatica la casa di Aquarius, e anche Camus dovette sostenerlo ed aiutarlo a sedere. Shun si tolse un momento il medaglione, recuperando energie
<< Lo so, abbiamo poco tempo, ma se non riprendo fiato non ce la posso fare …>> sospirò, mentre Camus lo guardava con un sopracciglio alzato. Guardò il medaglione, chinandosi a sfiorarlo, e si accigliò
<< Fammi capire, tu te ne stai andando in giro per l’Ade, facendo da tramite al cosmo di due dei, con una bronze Cloth, e sei ancora vivo?>>
<< A digiuno, aggiungerei.>> sospirò Shun, riprendendo il medaglione. Camus scrollò le spalle
<< Shaka ci ha visto bene con te. Nulla da obiettare. >> disse. Ma non prese le mani che Shun gli porgeva
<< Dovrò sentirlo morire di nuovo?>> chiese, guardando le mani ancora tese di Shun. Il Saint di Andromeda sentì la paura celata nel tono di Camus. Abbassò le mani per un momento
<< Spero davvero di no. >> mormorò. Vide Camus accigliarsi
<< Lui è già al Grande Tempio, vero?>> chiese ancora. Shun annuì. Camus sbuffò
<< E allora andiamo.>> sbuffò. Shun gli sorrise. Camus esitò ancora un momento, poi prese le mani che Shun gli porgeva, e scomparve, avvolto dalla luce dorata. Shun crollò di nuovo a terra, e si tolse il medaglione. Anche solo tenerlo in mano per la catenella gli costava meno fatica. Se non lo aveva a contatto diretto sembrava andare meglio. Attraversò la Casa ora vuota, ma sbatté contro qualcosa di elastico ed assolutamente invisibile.
<< Stiamo scherzando?!>> si trovò a chiedere al vuoto. Sbuffando si reinfilò il medaglione, riuscendo ad uscire senza nessun problema. D’accordo, se non teneva il medaglione a stretto contatto quantomeno con la Cloth, non poteva fare da tramite al cosmo di Ade, e, come previsto, il cosmo di Atena non bastava per potersi muovere liberamente, non finchè non avesse effettivamente attraversato tutte le Case … salì gli ultimi scalini, fece un passo all’interno della casa dei Pesci ed ebbe la netta sensazione che se fosse crollato li, Aphrodite si sarebbe limitato a guardarlo. No, forse l’avrebbe spostato all’esterno. I cadaveri non sono belli da vedere … invece il Saint dei Pesci lo sorprese, venendogli incontro. Shun si trovò ad abbassare lo sguardo, ma l’altro gli fece rialzare il viso
<< Ci pensi ancora? >> sbuffò, alzando un sopracciglio. Shun si morse le labbra, annuendo.
<< Oh, poveri noi!>> sospirò allora Aphrodite << Eppure l’ultima volta eravamo dalla stessa parte, mi risulta, no? Se ce l’avessi con te per avermi battuto, fidati che non saresti qui adesso. Avrei trovato un modo per vendicarmi quando ho finto di essere dalla parte di Ade, durante l’ultima guerra sacra …>>
Shun sorrise debolmente
<< No, però fino a preoccuparmi per te mi sembra un po’ eccessivo …>>
<< E non farlo allora …>> mormorò Shun. Iniziava a faticare a mettere a fuoco quello che guardava. Aphrodite prese un’aria severa. Lo sostenne fino all’interno della casa e lo fece sedere. Shun voleva alzare le braccia per togliersi il medaglione. Almeno qualche secondo, per recuperare abbastanza energie, ma non riuscì a muoversi. Aphrodite allora gli sfilò il medaglione dal collo, e Shun sospirò, sentendosi subito meno debole
<< Perché sei ancora qui?!>> tuonò Shion, materializzandosi nella Casa, facendo sussultare i due. Aphrodite indicò con un cenno Shun, che si sentì per un momento come un animale dello zoo
<< Oh …>>
<< E come sei arrivato qui? Siamo intrappolati nelle case …>> cercò di sviare il discorso Aphrodite
<< Quando il cavaliere di Andromeda è passato, il cosmo di Ade ha sbloccato i sigilli che ci bloccavano. Adesso io dovrei riportarlo alle rive dell’Acheronte, quindi se gentilmente …>>
Shun si sedette in una posizione un po’ più eretta, riuscendo finalmente a muoversi, e si reinfilò il medaglione. Lo sguardo preoccupato di Aphrodite lo confuse. Non se lo ricordava di certo capace di preoccuparsi per gli altri … Gli porse le mani, e Aphrodite annuì. Strinse le mani di Shun, e scomparve, avvolto dalla luce dorata. Shun fece per togliersi il medaglione, ma Shion lo fermò
<< Resisti ancora qualche minuto. Altrimenti non possiamo uscire.>>
Shun annuì e fece per alzarsi, ma franò subito dopo
<< Vorrei dire due paroline su questa cosa del cosmo ridotto ad Ade …>> borbottò. Shion ridacchiò e lo sollevò tra le braccia. Un’esplosione di luce dorata e davanti a lui apparvero le rive dell’Acheronte
<< Adesso puoi toglierlo. >> disse Shion, deponendolo a terra. Shun annuì, ma di nuovo le braccia si rifiutarono di muoversi. Shion allora lo tolse per lui, posandoglielo accanto.
<< Davvero non torni?>> gli chiese allora Shun. Shion sorrise
<< Se fosse stato il mio destino, ora saremmo al Grande Tempio. Non credi?>> chiese. Shun fece una smorfia, annuendo. Si mise in piedi, prendendo il medaglione e tenendolo per la catenella. Improvvisamente il cosmo di Atena si affievolì, e Shun barcollò. Dovette dare torto a Shaka. Atena lo stava aiutando eccome, ma evidentemente era stanca anche lei …
<< Giusto per saperlo, quanto tempo ci ho impiegato?>>
<< Una decina d’ore …>> calcolò Shion. Shun alzò le sopracciglia
<< Conoscendo voi Gold, pensavo sarei arrivato alle dodici ore esatte, rischiando di sforare …>>
Fu Shion ad alzare le sopracciglia … beh, quella specie di sopracciglia alla moda dei jamiriani
<< Guarda che dovresti essere uno di noi anche tu …>> gli fece notare, per poi ridere. Shun ridacchiò a sua volta, ma si sentiva sempre più stanco e debole. Uno sciabordio, e la barca di Caronte si delineò, pian piano, davanti a loro
<< Sei in anticipo!>> disse a Shun. Quello si limitò ad annuire. Si girò verso Shion che, senza dire una parola, si era allontanato.
<< Anticipo o meno, sali. Non hai più molto tempo. Devi tornare in fretta al piano di sopra … ecco perché di solito scelgono ragazzini! Voi adulti siete meno resistenti!>>
Shun salì e crollò seduto sul fondo della barca. Doveva avere l’aria assolutamente stremata, dato che Caronte rimase in silenzio per tutto il tragitto. Pandora lo attendeva sull’altra riva. Dovette sostenerlo per tutto il tragitto fino all’attuale dimora di Ade. E nonostante fosse decisamente magro, portarsi addosso qualcuno con un’armatura era una cosa piuttosto faticosa, cosa che lo salvò da altri monologhi sulla saggezza e magnanimità del Sommo Ade. In quanto al suddetto Sommo Ade, li raggiunse nella stanza da cui si poteva arrivare al Grande Tempio
<< Posso ridartelo?>> chiese Shun, allungando il medaglione verso Ade. Quello si accigliò, poi scosse la testa
<< Tienilo. Ti potrebbe servire in caso io cambiassi idea. No, non poterti mentire non mi piace per nulla!>>
Shun avrebbe sgranato gli occhi, se ne avesse avuto la forza. Invece si limitò a lasciar ricadere la mano che stringeva il medaglione lungo il fianco.
<< Sapevo sarebbe stato difficile, ma non immaginavo così difficile …>> borbottò Ade. Shun sbuffò
<< Snob.>> riuscì a bisbigliare. Pandora gli prese una mano e, dopo un leggero vorticare di forme e colori, si trovò nell’anticamera della sala delle udienze alla tredicesima Casa.
<< Ci sono tutti?>> chiese a Seiya, che lo stava aspettando. Solo in un secondo momento vide Saori avvicinarglisi
<< Tutti quelli che ho chiamato.>> lo rassicurò lei. << Scusa, mi sono stancata di botto …>> disse poi. Shun scosse leggermente la testa, sorridendo. Pandora si congedò con un inchino ad Atena, da qualche parte subito fuori dal suo capo visivo.
<< Ora vai a riposarti.>> disse Atena, sorridendogli. Poi tornò Saori, con l’espressione preoccupata e leggermente colpevole. Qualcuno lo sollevò tra le braccia un secondo prima che tutto diventasse improvvisamente buio
<< Piccolo stupido.>> borbottò qualcuno, proprio nel suo orecchio. Shun sorrise, riconoscendo quella voce, e si lasciò andare al sonno.


SIPARIETTO DI QUESTO CAPITOLO (stavolta nato da considerazioni, e non da strafalcioni)

DOHKO: siamo rimasti piccolini, eh?
MILO: Ti ricordavo iù piccolo ... beh, non tanto
AIOLOS: Non tornerò
SHUN: *abbraccia Aiolos*
AIOLOS: eh? che sta succedendo? ...
SHUN: non mi hai dato del nano, ti voglio tanto bene T_______T

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6 ***


Ok, sono riuscita a: - usare un personaggio, che non so usare, come mero osservatore
- non rileggere
- fare quasi le 4 di mattina
- mandare ooc praticamente tutti
- prendermi licenze poetiche (credo ... non ho riletto XD)
- fare rapporti tempo/età assurdi 
- lasciar scrivere il mio lato bimbaminkia, temo
tutto in un solo capitolo. Fuck yeah! (sono un disastro. )



Ikki guardò Shun dormire. Erano passate tredici ore, e ancora non s’era svegliato. Shaina aveva dato loro una specie di casupola stile rudere, che però all’interno aveva tutti i comfort. Che Atena si fosse reincarnata in una giovane miliardaria aveva apportato parecchie migliorie al Grande Tempio, anche se i pochi superstiti della “vecchia guardia” non amavano particolarmente tutto quel lusso. Lui per primo pensava che facesse rammollire la gente. Anche se però vedere Shun così rilassato, in un letto vero (aveva visto un’unica volta il buco che suo fratello chiamava casa, e pensava seriamente che anche la roccia di una caverna sarebbe stata più comoda di quella brandina sgangherata) gli fece pensare che forse, ogni tanto, un minimo di lusso potevano anche concederselo … dopotutto, quando mai avevano potuto? L’addestramento prima, le battaglie poi, l’impossibilità di potersi inserire in un mondo che nemmeno concepiva la loro esistenza … guardò la mano di Shun, posata sul lenzuolo, vicina alla sua, ma non abbastanza da toccarla. Era come se, anche nel sonno, non osasse lasciarsi andare completamente … Shun sospirò, aprendo gli occhi, per poi stropicciarsi il viso. Mise a fuoco la stanza, cercando di capire dove fosse. Poi vide Ikki, scattò a sedere e si allontanò di botto, sbattendo con la schiena contro il muro a cui il letto era addossato
<< Hey, guarda che non siamo più di gomma come da piccoli, stai attento!>> lo redarguì Ikki
<< Non sei un’allucinazione, quindi? Un ologramma? Un … >>
<< Sono qui davvero.>> sospirò Ikki. Abbassò il viso, improvvisamente a disagio
<< Quanto tempo …>> sospirò Shun. Ikki alzò di nuovo il viso. Scrutò l’espressione di suo fratello. Non era arrabbiato. Non era nemmeno rassegnato, dopo tutti quegli anni. Si chiese cosa sarebbe successo se avesse allargato le braccia. Forse Shun vi si sarebbe rifugiato come un tempo? O forse l’avrebbe guardato come se fosse un cretino, più probabilmente … Shun lo stava guardando a sua volta, come se volesse chiedergli qualcosa … ma non chiese nulla. Si avvicinò leggermente, rimanendo inginocchiato sul letto. E Ikki, con un sospiro, lo strinse a sé
<< Non siamo troppo vecchi per queste cose?>> chiese, borbottando. Shun non rispose, limitandosi a stringerglisi contro. Dopo un po’ si staccarono, vagamente imbarazzati
<< Pandora mi ha chiesto di te …>> annunciò Shun, in tono pimpante. Ikki alzò le sopracciglia
<< Che ha per la testa?!>> chiese
<< Il Sommo Ade. E te, apparentemente. >> ridacchiò Shun
<< Quando sei diventato così pettegolo?>>
<< Per quel che sembra interessarti, potrei essere diventato un serial killer, nel mentre.>>
Eccola. Quella rabbia che Shun raramente si concedeva.
<< Shun …>>
<< Lo so, sei fatto così. Lo so, ormai siamo adulti. Lo so!>> sbuffò quello, abbassando improvvisamente il viso, i capelli a coprirglielo. Ikki si chiese se davvero stesse ancora così male
<< Shun …>> o chiamò di nuovo. Il più giovane alzò il viso, mordendosi il labbro inferiore, poi sbuffò
<< Beh, sei arrivato a salvarmi anche questa volta.>> sospirò
<< Veramente hai fatto tutto da solo …>>
<< A parte arrivare qui … se non mi avessi preso al volo sarei franato molto poco dignitosamente, probabilmente addosso a Saori san, armatura e tutto. E poi chi lo sentiva Seiya?>>
Ikki ridacchiò, scompigliandogli istintivamente i capelli. Shun si irrigidì, a quel gesto, guardandolo, sorpreso
<< Una volta non ti dava fastidio …>>
<< Sono passati anni, nii-san …>> mormorò Shun. Poi saltò in piedi
<< Devo dire una cosa a Shiryu! >> quasi gridò, come ricordandosene improvvisamente, e corse fuori. Ikki fece per seguirlo, ma si trovò davanti Seiya e Hyoga. Il primo voleva semplicemente sapere come stesse Shun. Il secondo non disse nulla, si limitò a scoccargli un’occhiata glaciale
<< Beh, s’è ripreso, e ha detto che doveva dire qualcosa a Shiryu …>>
Seiya spalancò gli occhi poi, senza aggiungere altro, si incamminò verso la casa di Libra. Ikki ricambiò, tranquillo, lo sguardo di Hyoga
<< Scomparirai appena sarà tutto a posto, come hai sempre fatto?>> si informò
<< Oh, andiamo, non è più un ragazzino, ho visto che se la sa cavare egregiamente, no?>>
<< Non sei più un ragazzino neanche tu … e … capisco che tu sia fatto così. Hai bisogno della tua solitudine. Lo capisce anche Shun. Lo sa. Ma … basterebbe avvertire … >>
<< Non mi piacciono nemmeno gli addii.>> sospirò Ikki
<< Si tratterebbe di un arrivederci.>> sorrise Hyoga. Ikki sbuffò
<< So come gestire le cose con mio fratello.>>
<< Non è solo TUO fratello.>> gli fece notare Hyoga
<< No, appunto.>> ghignò Ikki. Hyoga serrò la mandibola, cogliendo l’allusione
<< Quello che c’è tra me e Shun è una cosa che dobbiamo gestire tra di noi.>> sibilò
<< E come la state gestendo?>> si informò Ikki
<< Evitandoci.>> confessò Hyoga, con uno sbuffo.  
<< Chissà di chi è stata l’idea di evitarsi …>> Ikki non riuscì a frenare il tono d’accusa nella sua voce. Hyoga alzò di scatto il viso
<< Da che pulpito! Sparisci per anni e hai il coraggio di accusare me?! Non fare tanto il protettivo adesso, non credo ne abbia più bisogno, ormai. >>
<< Che bravi fratelloni premurosi … dovreste essere anche voi alla casa di Libra, che se non ho capito male dove il cavaliere di Andromeda sia andato a farsi un giretto, il messaggio per il cavaliere di Libra arriva dall’Ade, e visto cos’è appena successo …>>
Ikki si girò, trovandosi faccia a faccia con Shaina, che stava facendo valere la propria silver Cloth e il suo essere poco più grande di loro in una sola volta. Ikki grugnì qualcosa di poco carino e si avviò, borbottando. Anche Hyoga ebbe una reazione simile, e la cosa lo fece sorridere. Dopotutto un po’ di DNA in comune lo avevano davvero … Quando raggiunsero la casa della Bilancia, Shiryu era seduto, con lo sguardo vacuo. Ryuho, suo figlio, era poco distante, e non aveva un’espressione molto differente. Seiya era accanto a Shiryu, una mano posata sulla sua spalla. Invece, accanto al Saint del Dragone, c’era quello che Ikki riconobbe come il Saint del Lupo
<< Sapevo che questa rivelazione avrebbe complicato le cose …>> mormorò Shun, in quel momento
<< Le complica si!>> quasi urlò Ryuho, stringendo con una mano il braccio dell’altro ragazzo, che lo sostenne
<< Calmati, Ryuho.>> sospirò Shiryu. Spostò lo sguardo sui presenti, mettendo a fuoco Ikki e Hyoga. Ikki si sentì quasi schiacciare dall’angoscia che lesse negli occhi dell’altro Saint. Un suo compagno. Suo fratello …
<< Dohko ha detto di avere fiducia in Shunrei … >> mormorò allora Shun. Shiryu annuì, sorridendo
<< Almeno un po’ di speranza c’è ancora, quindi …>> mormorò
<< Un momento! C’era già dall’inizio!>> protestò una voce. Ikki si girò, vedendo Jabu dell’Unicorno. A proposito di fratelli …
<< Hai ragione. Ero solo un po’ … demoralizzato per gli eventi appena accaduti …>> rispose Shiryu, alzandosi, prevenendo così la risposta velenosa che stava per arrivare da Seiya. Ikki si promise che il primo essere, non importava nemmeno se umano, che avesse sentito millantare il possesso di una famiglia strana avrebbe avuto i suoi fratelli in cambio. Tutti, compresi i quattro non ancora presenti.
Jabu abbassò il viso, sbuffando leggermente
<< Scusa … >> borbottò
<< Io sto … bene.>> sospirò Shiryu, facendo una smorfia sull’ultima parola. Ikki si trovò a guardare di nuovo in direzione di Ryuho, vedendolo piangere in silenzio. Captò la sua paura. Non voleva combattere, non voleva fare del male, se in più rischiava di trovarsi contro la propria madre …
<< Non mi aspetto che capiate.>> sbuffò proprio Ryuho, uscendo a grandi passi, seguito da un Saint del Lupo dall’espressione confusa.
<< Che è appena successo? Si è arrabbiato? Ryuho?!>> chiese Seiya, sconvolto
<< Può arrabbiarsi anche lui.>> sospirò Shun. Poi si girò verso Shiryu
<< Dohko mi ha detto di riferirvelo. Ma …>>
<< Tranquillo, Shun. Sapere che posso ancora salvarla … è bello. Ryuho rielaborerà tutto, e capirà, ne sono sicuro … non ricordo se a quell’età fossimo così difficili anche noi …>> sbuffò poi
<< Tu eri già padre …>> fece notare Jabu, alzando un sopracciglio.
<< Eh … già …>>
<< E non abbiamo avuto tempo tra una battaglia e l’altra di sviluppare le normali turbe adolescenziali e giovanili.>> sbuffò Hyoga
<< Infatti ce le stiamo trascinando dietro ancora adesso.>> fece notare Ikki. Shiryu ridacchiò e gli si avvicinò
<< Ben tornato. Scusa se ieri non ci siamo visti, ma stavo cercando di far rimanere a letto quello schizofrenico di mio figlio … ma ormai ha deciso di essere guarito, e quindi …>>
<< Vado a controllare come sta.>> sospirò Shun << Adesso che non devo saltellare in giro per l’Ade e ho dormito …>>
<< Tu adesso fili a mangiare, invece. C’è Haruto, con Ryuho, non preoccuparti. Rimetti qualcosa su quelle quattro ossa, poi giuro che ti lascio fare lo zio premuroso …>> lo fermò Ikki
<< Ma …>> tentò di protestare Shun
<< Ti ci porto di peso? Ci ho portato Kiki a dormire, ed è ben più grosso di te …>> minacciò Hyoga. Shun lo guardò, poi guardò Ikki, infine si imbronciò.
<< Vado.>> borbottò
<< Sembri sempre una ragazzina …>> lo canzono Jabu. Ikki si trattenne a stento dallo scoppiare a ridere prima che Shun reagisse. Jabu si trovò atterrato da una catena sbucata dal nulla
<< Ho accennato al fatto che adesso che ho dormito …>>
<< Fila a mangiare!>> rise Ikki. Shun si allontanò, con un sospiro rassegnato, mentre Jabu si massaggiava il petto dolorante
<< Avrebbe potuto ammazzarmi!>> protestò
<< Mi è sembrato di rivedere la Guerra Galattica … >> rise Seiya
<< Oh, piantatela!>> sbuffò Jabu, rialzandosi
<< Beh, te la sei cercata un po’, eh …>> ridacchiò Shiryu
<< E noi che pensavamo che avessi messo sale in zucca … hai un ranch, accidenti! E durante l’ultima guerra ti sei comportato bene … quantomeno hai lasciato perdere le battute idiote …>> sospirò Hyoga, fingendosi sconsolato
<< Non hai fatto gli occhi dolci a Saori neanche una volta, mi ricordo …>> lanciò li Shiryu
<< Provaci e …>> ringhiò Seiya, facendo ridere anche Jabu, questa volta. Ikki li lasciò a scambiarsi battute e si avviò nella direzione dove aveva visto scomparire Ryuho. Lo vide, seduto sugli scalini della Casa di Libra, il Saint del Lupo in piedi accanto a lui. Si girarono, sentendolo avvicinarsi, poi Ryuho tornò a guardare davanti a sé. Ikki gli si sedette accanto, posandogli una mano sulla testa. Non l’avrebbe mai fatto, prima. Ma … beh, era suo nipote, dopotutto, no?
<< Sarà dura.>> disse, senza girarci attorno << Probabilmente ti troverai a doverla affrontare direttamente. O dovrà farlo Shiryu, e sapere di rischiare di ferirla è angosciante. Non credere che solo perché non ci ricordiamo le nostre madri non possiamo capire come ti senta …>>
Ryuho si irrigidì, e Ikki capì di aver centrato il punto. Sospirò, scompigliandogli leggermente i capelli
<< Se il Vecchio Maestro ha detto di non sottovalutarla, ha le sue ragioni, e dovresti fidarti. Per quanto io sia sempre stato sulle mie, mi fido di Dohko. Ha molta, moltissima esperienza alle spalle, e da molte più cose di quanto possiamo anche solo minimamente immaginare. E tua madre gli è stata accanto da sempre. Non è una guerriera, non nel senso fisico della cosa, ma puoi stare certo che non sarà Andromaca a vincere.>>
Ryuho si girò per un momento verso di lui, poi abbassò il viso, stringendosi le ginocchia al petto
<< Non voglio affrontarla. Se me la trovassi davanti … >>
<< Non dirlo.>> supplicò Haruto. Ikki alzò lo sguardo, vedendo l’espressione contratta del giovane Saint
<< Non ce la faccio!>> protestò Ryuho << Come potrei colpirla?! Soprattutto sapendo che lei è ancora li … >>
<< Ci sono momenti in cui non hai scelta. >> sospirò Ikki. Rivide Shun, ormai diventato Ade, che gli chiedeva di colpirlo. Sospirò di nuovo, come prevedendo la domanda
<< Come puoi capire?!>> mormorò Ryuho
<< Shun.>> rispose semplicemente Ikki, stringendosi nelle spalle. Ryuho trattenne per un momento il fiato, poi sospirò
<< Oh … già … dimenticavo la questione di Ade … >>
<< E devo ricordarti che avete già affrontato una situazione simile?>> chiese Ikki
<< Non uguale, ma avete già dovuto combattere contro Kouga, prima, e poi come si chiamava il ragazzino? Subaru? >>
<< Già … la parte umana di Saturno …>> mormorò Ryuho
<< E ve la siete cavata egregiamente …>>
<< Non è la stessa cosa però …>>
<< Ho detto simile, non uguale. >> lo riprese Ikki. Ryuho si concesse un timido sorriso.
<< Ricordati che non sarai solo, piccoletto.>> aggiunse Ikki, indicando con un cenno Haruto, ancora in piedi li accanto. Ryuho annuì
<< Tuo padre prima ha detto una cosa. Adesso sapete che Shunrei è ancora qui. Potete ancora salvarla. >>
Ryuho sgranò gli occhi, poi si illuminò in viso, annuendo
<< Adesso però mettiti tranquillo a letto e aspetta che Shun ti controlli, prima che a lui e a tuo padre venga un esaurimento nervoso …>>
Ryuho sbuffò
<< D’accordo …>> concesse. Haruto lo aiutò ad alzarsi, ma rimase un po’ indietro, girandosi verso Ikki
<< Sei riuscito a calmarlo … >> mormorò. Ikki scosse la testa
<< Si è calmato da solo. Io gli ho solo detto come stanno le cose.>>
Haruto abbassò un momento gli occhi, poi chinò leggermente la testa
<< Grazie.>> disse, per poi affrettarsi a seguire Ryuho. Ikki sbuffò
<< Sono sicuro che a Shiryu d del lei …>> sospirò, vagamente abbattuto.
<< Oh, allora è vero che adesso sembriamo più giovani di voi!>> disse una voce. Ikki sussultò per la pacca sulla spalla, che aveva accompagnato la voce, e si girò, pronto a ringhiare, ma si trovò faccia a faccia con Aiolia, che gli stava sorridendo
<< Com’è che sono dovuto tornare indietro?>> chiese. Ikki cercò di mettere insieme una risposta che avesse vagamente senso
<< Lo so, per te stare al Santuario sarebbe impossibile. Non che siamo obbligati a starci fisicamente sempre, ma se Atena chiama, dobbiamo correre. Rimanere tra le file dei bronze da un po’ più libertà di manovra … ma non è un motivo sufficiente. Quindi. Non stai indossando l’armatura del Leone, e io sono di nuovo qui con una  nuova guerra contro non si sa nemmeno chi appena iniziata. Perché?>>
Ikki si morse le labbra, poi sbuffò. Non poteva inventarsi scuse. Nemmeno se Aiolia adesso sembrava seriamente un ragazzino … ma erano ringiovaniti tornando indietro?O era lui ad essere invecchiato? Avrebbe dovuto scovare Saga e Kanon, che detenevano ancora il record per età, visto che Dohko, Shion e Aiolos se ne erano rimasti tranquilli dall’altra parte dell’Acheronte, come gli avevano riferito.
<< La solita questione del cosmo …>> sbuffò << Il mio cosmo è legato all’armatura della Fenice, senza possibilità di scissione. Una cosa del genere … non saprei come altro spiegarlo …>>
Aiolia lo osservò per un momento, poi sorrise, annuendo
<< Mi piace la tua risposta.>> disse. Poi guardò verso la casa del Sagittario. Ikki capì che era un gesto istintivo
<< Ora è Seiya il Saint del Sagittario …>> mormorò Ikki. Aiolia annuì, sorridendo di nuovo
<< Solo lui avrebbe potuto prendere quel posto.>> disse. Poi si girò verso Ikki
<< Oh, non guardarmi così. Siamo rimasti intrappolati in quella sottospecie di versione del Grande Tempio per poche ore, ma prima potevamo muoverci liberamente. Ho avuto tutto il tempo per chiarirmi con mio fratello. E per capire le sue ragioni per non tornare questa volta. Il suo tempo è passato, ormai. Prima che per altri, ma è così. Ogni tanto guardo verso la sua Casa. Sono scemo abbastanza da sperare di vederlo scendere per passare di qui … e sono tornato indietro da meno di un giorno … a proposito, come sta Shun? >>
<< L’ho mandato a mangiare, anche se essere a digiuno da chissà quando non gli ha impedito di suonarle a Jabu … >>
Aiolia scoppiò a quelle parole
<< Scusa, ma l’orgoglio con cui l’hai detto … >>
Ikki scrollò le spalle
<<  Quando Kido ci ha riuniti e abbiamo iniziato gli addestramenti, pensavo davvero che non ce l’avrebbe mai fatta. Come non pensavo sarebbe tornato dall’isola di Andromeda. Invece ha continuato a combattere, nonostante la cosa non gli piaccia per nulla. Conoscendolo, credo che rimanere in quel posto sperduto a curare persone senza un soldo, salvando loro la vita, sia l’unico modo che abbia per non perdersi … >>
Aiolia fece una smorfia
<< Dovresti spiegarlo a Shaka … dice di averlo capito, ma si sente lontano un miglio quanto sia realmente teso. E se Shaka è così vuol dire un’unica cosa: è furioso >>
<< Ecco, no, parlare con Shaka incazzato non è proprio la mia massima aspirazione. Mi è bastato fare la larva una volta, grazie …>>
Aiolia rise di nuovo, poi si congedò. Ikki scese fino a raggiungere le stanze che venivano usate come mensa per gli “ospiti”.
<< Oh, giusto in tempo, stavo per venire a cercarti …>> lo accolse Shaina, che come gli avevano detto, era in piena fase “governante”.
<< Che succede? >> si informò Ikki, alzando un sopracciglio. Shaina sbuffò, indicando Shun, che si era addormentato con le braccia incrociate sul tavolo
<< Non bastavano i ragazzini veri.>> borbottò, indicando Kouga e Souma che, ad un altro tavolo, facevano un sacco di confusione, scambiandosi battute più o meno ripetibili
<< Tuo fratello è tornato dall’Ade dopo essersi portato a spasso il cosmo di due dei, e ricordiamoci che giù di sotto possiamo usare solo il dieci percento del nostro cosmo, e sembra più giovane di ieri quand’è partito! E adesso sono tornati quegli altri, che sono esattamente dell’età che avevano quando vi hanno gentilmente abbattuto il muro del pianto!  E …>>
<< Frena!>> quasi urlò Ikki << Fammi capire! Siamo in stato d’allerta e il tuo problema è l’età vera o dimostrata degli altri Saint?!>>
<< Almeno tu hai la decenza di sembrare un adulto!>> sbuffò Shaina. Ikki si trovò a piegare la testa di lato. Era sicuro di poter battere Shaina in un duello, senza nessun problema. Ma in quel momento il ragionamento contorno e sconclusionato della Saint l’aveva completamente sconfitto. << Ah, lascia perdere. Le donne proprio non le capisci, eh?>> sbuffò Shaina, allontanandosi poi.
<< Mi sa che a volte non vi capite neanche voi …>> sospirò Ikki, avvicinandosi l tavolo dove Shun dormiva. Alzò lo sguardo, sentendo gli occhi dei due bronze puntati su di lui. Kouga gli rivolse un leggero inchino, mentre Souma sembrava troppo intimorito per muoversi. Ma cosa accidenti pensavano di lui? Scrollò le spalle, poi scosse leggermente Shun, che scattò a sedere, gli occhi spalancati, i capelli sconvolti. Poi mise a fuoco dove si trovasse ed arrossì violentemente. Ikki si trattenne a stento dal ridere
<< Se vuoi dormire ancora, almeno stenditi come si deve, no?>> lo rimproverò invece
<< Se avessi voluto dormire invece di addormentarmi di botto, sarei andato a sdraiarmi, ti pare?>> protestò Shun, imbronciandosi. Poi parve ricordarsi dei tre ragazzi, ed arrossì ulteriormente
<< Vado a controllare le condizioni di Ryuho.>> borbottò, alzandosi. Ikki lo seguì, tornando così alla Casa di Libra. Shiryu aveva chiaramente appena avuto un altro momento di scoraggiamento, dato che era seduto a terra e si teneva il viso tra le mani. Shun gli corse accanto, e Shiryu alzò il viso, inondato di lacrime silenziose
<< Oh … >> mormorò, vedendo anche Ikki. Si asciugò il viso, ma nuove lacrime glie lo rigarono
<< Scusate … mi son abbattuto un attimo … stavolta … stavolta ho paura …>> mormorò, abbassando di nuovo il viso. Shun lo abbracciò stretto, serrando la mandibola. Poi si girò verso di lui. Ikki annuì. Sarebbe rimasto con Shiryu
<< Vado a controllare Ryuho.>> bisbigliò. Shiryu annuì e si staccò. Shun scomparve nelle stanze interne della Casa.
<< Io non ti abbraccio.>> esordì Ikki, sedendosi comunque accanto a Shiryu. Quello fece un debole sorriso, cercando di nuovo di asciugarsi le lacrime
<< Posso salvarla, ho detto prima. Sono ancora in tempo. Lo penso davvero. Ma all’improvviso mi sono reso conto che potrei perderli tutti due e … e sono crollato come un cretino …>>
<< Non sei un cretino. Sei solo umano. Abbiamo passato la vita a far finta di non esserlo, ma … non possiamo prenderci per il culo da soli. Siamo umani. Ed è normale che abbiamo paura. E siamo guerrieri, quindi non è la nostra morte a spaventarci.>>
<< Tu non hai mai paura, però.>> sbuffò Shiryu
<< Ah, no?>> chiese Ikki, con un mezzo sorriso << Credi che ieri fossi isterico perché non avevo paura che Shun non tornasse dall’Ade? >>
Shiryu alzò lo sguardo e Ikki fece una smorfia
<< Perché accidenti credi che sia sempre intervenuto, quando potevo e lui era in pericolo? >>
<< Per paura di perderlo?>> chiese Shiryu, in tono incredulo. Ikki si trovò a sospirare
<< Sono terrorizzato anche adesso, ti confesserò. Quindi non farti troppe pare. Hai paura, è normale. L’addestramento ci ha insegnato a combattere, e a gestire le nostre emozioni. Ma non possiamo cancellarle. E non farmi dire queste cose, accidenti, non sono da me!>>
Shiryu ridacchiò  
<< Scusa, hai ragione … >> sospirò << Certo che sei proprio un fratello maggiore.>> lo canzonò poi
<< Passare troppo tempo con Seiya ti fa male. A proposito di ronzini, Jabu?>>
<< Non saprei. Lui e Seiya sono andati via che si stavano ancora beccando … mi sembra di essere tornato indietro …>> sorrise Shiryu
<< Ti manca Dohko?>> chiese Ikki. Shiryu si morse le labbra a quella domanda
<< Confesso che per un attimo ho sperato che tornasse.>> disse << In questo momento … mi avrebbe fatto comodo avere il suo sostegno. Ma se non è qui è sicuramente per un motivo più che valido …>>
<< Morte a parte …>> ironizzò Ikki. Shiryu ridacchiò
<< Anche se obiettivamente pare che andare da Ade a prendergli Saint morti sia uno dei passatempi preferiti di Atena …>> borbottò Ikki. Shiryu sorrise, sospirando poi. Haruto li raggiunse e Shiryu si alzò, preoccupato
<< Vado a mangiare qualcosa …>> mormorò il ragazzo
<< Tutto bene?>> si informò Shiryu. Haruto fece per annuire, poi però sospirò
<< A sbalzi d’umore.>> mormorò, stringendosi nelle spalle. Shiryu sospirò a sua volta, mentre Haruto usciva
<< Sembra un bravo ragazzo …>> quasi si sentì in dovere di dire Ikki
<< Lo è. E si preoccupa per Ryuho, più di quanto non dia a vedere. Solo che credo che vederlo così demoralizzato stia demoralizzando anche lui … >> sospirò Shiryu, avviandosi verso le stanze interne, Ikki lo seguì. Entrarono in una camera. Ryuho era aggrappato a Shun, che gli stava dando piccole pacche sulla schiena
<< Hey …>> mormorò Shiryu. Ryuho si staccò da Shun, asciugandosi gli occhi
<< Si era addormentato, ma ha avuto un incubo. >> sospirò Shun. Shiryu si avvicinò, inginocchiandosi accanto al letto, prendendo le mani al figlio, che alzò lo sguardo
<< Solo un incubo, papà. Davvero.>> mormorò Ryuho, mentre Shiryu lo stringeva  a sé. Ikki sospirò ed uscì dalla stanza. Si fermò di scatto, sentendo la mano di Shun prendergli un polso. Si girò, ma Shun teneva il viso basso
<< Hey …>>
<< Stavolta sarà difficile …>> mormorò Shun. Ikki sospirò e gli fece alzare il viso
<< Quando mai è stato facile? >>
Shun fece una smorfia
<< Più difficile, intendo … >> mormorò. Ikki sbuffò e Shun lo lasciò andare, per poi superarlo
<< Se ti da così fastidio, potevi anche darti alla macchia.>> borbottò, iniziando a scendere la scalinata. Ikki lo fermò, strattonandolo per un braccio
<< Quando mai ho mancato una battaglia?! E mi da fastidio si! Anche se sono passati anni, mi da fastidio che ci si usi per i loro giochi di potere. E mi da fastidio continuare a rischiare di perderti, se devo dirla tutta!>>
Shun lo guardò per un lungo istante, e per un attimo Ikki ebbe il terrore che si sarebbe messo a piangere come quand’era un ragazzino. Invece sospirò, accigliandosi, per poi girargli le spalle e riprendere la discesa
<< E adesso che ho detto? Perché ti sei arrabbiato?>>
<< Non sono arrabbiato.>> borbottò Shun << Solo che non mi aspettavo una risposta del genere.>>
<< Non ti seguo. >> ammise Ikki. Shun si girò di nuovo, fronteggiandolo
<< Per anni mi hai fatto sentire una merda perché non volevo combattere, e adesso te ne esci con sto discorso che facevi quando avevi quindici anni! E poi … sparisci, a malapena so se sei vivo o no, perché solo raramente mi concedi con enorme magnanimità di percepire il tuo cosmo e mi vieni a dire che ti da fastidio rischiare di perdermi?! >>
Ikki gli posò una mano sulla testa
<< Sono pessimo, hai ragione.>> sospirò.
<< E io sono arrabbiato, hai ragione.>> sbuffò Shun. Inspirò profondamente, chiudendo gli occhi
<< Se ti calmi già non vale!>> lo canzonò Ikki << Credo di non averti mai visto così …>>
<< Forse perché passano sempre più anni tra ogni incontro.>> sbottò Shun. Ikki sussultò. Shun scostò la sua mano con un colpo secco e riprese a scendere. Ikki lo seguì, ma si bloccarono un istante tutti due, sentendo un cosmo avvicinarsi
<< Ma che …>> borbottò Ikki. Passarono la Casa di Virgo senza trovarvi Shaka. Lo incontrarono invece fuori dalla Casa del Leone, e stava sorreggendo Aiolia, che aveva l’aria sconvolta. Ikki riconobbe la donna davanti a loro, nonostante non avesse la maschera con cui l’avevano sempre vista, e sentì Shun trattenere il fiato
<< Allora è vero … avevo sentito davvero il tuo cosmo …>> mormorò lei, muovendo un passo incerto verso Aiola, che si staccò da Shaka e la strinse tra le braccia, affondandole il viso nei capelli. Ikki si girò istintivamente verso Shaka, ma lo vide tranquillo
<< E’ davvero Marin …>> sussurrò Shun, nello stesso momento. Shaka fece loro un cenno e li fece tornare indietro, fino alla sua Casa. Quando furono dentro, si avvicinò alla Cloth, che ancora non indossava, posando una mano sul box che la conteneva. Sembrava si fosse dimenticato della loro presenza, poi invece si girò verso Shun
<< Dovresti essere tu ad indossarla …>>
Shun scosse la testa
<< Il mio cosmo è legato alla costellazione di Andromeda, e alla sua Cloth.>> sospirò, stringendosi nelle spalle. Shaka lo scrutò ancora, poi tornò a guardare la Cloth. Ikki si chiese cosa si dovesse provare a morire, morire davvero, e tornare indietro in un mondo che ormai era completamente cambiato, dovendosi riadattare ad una vita che si aveva abbandonato
<< Questa volta sarà più dura per tutti …>> mormorò Shaka << E da quello che ho capito, chi abbiamo contro questa volta conosce i nostri punti deboli. Shunrei prima. Se non ho capito male, contro il giovane Saint del Lupo hanno mandato persone del suo stesso clan … >>
<< Pensi che Marin sia a rischio?>> chiese allora Ikki, intuendo perché Shaka fosse andato a controllare la situazione. Aiolia non avrebbe mai potuto attaccarla … Shaka annuì. Poi li guardò
<< Anche voi due siete a rischio.>>
La frase gli piombò addosso come un macigno. Non di nuovo … si trovò a pensare. A supplicare. Non di nuovo … si girò verso Shun, che aveva preso a mordicchiarsi il labbro inferiore
<< In realtà tutti, qui, sono a rischio. Abbiamo tutti una persona che possa essere usata come nostro punto debole. >>
<< Anche tu?>> si trovò a chiedere Ikki, incredulo. Shaka strinse le labbra in una linea sottile, poi scrollò le spalle
<< Anch’io. E per quanto possa fidarmi delle sue capacità e della sua capacità di gestire le situazioni … >> lasciò la frase in sospeso, accigliandosi
<< Deve ancora iniziare davvero e siamo già ridotti in questo stato?>> chiese allora Ikki. Shun abbassò il viso, a quelle parole. Shaka sospirò
<< Temo di non essere ancora pronto ad affrontare di nuovo tutto …>> mormorò, in tono appena udibile. Faceva uno strano effetto vederlo così confuso. Così … umano …
<< Sei spaventato anche tu? E’ così grave la situazione?>> chiese allora Shun. Shaka strinse i pugni, ma annuì, suo malgrado
<< Atena ci ha richiamati. Ade si è risvegliato. Per ora ci ha aiutato, ma quanto di metterà a cambiare idea?>>
<< Se lo sta chiedendo anche lui …>> disse Shun, per poi serrare gli occhi e rabbrividire. Ikki si girò di scatto verso di lui. Shaka lo raggiunse in due passi, prendendolo per le spalle, guardandolo negli occhi, poi si rilassò, allontanandosi leggermente
<< Che cazzo …>> sibilò Ikki. Shun sospirò
<< Un effetto collaterale dell’essere stato il corpo ospitante di Ade, apparentemente. Siamo rimasti connessi. Che per lui potrebbe rivelarsi uno svantaggio notevole, ma a me fa … impressione …>>
Ikki gli posò una mano sulla spalla, stringendo leggermente. Shun si girò a guardarlo, poi gli concesse un piccolo sorriso. Senza aggiungere nulla, si allontanò uscendo dalla Casa e riprendendo la discesa. Ikki fece per seguirlo, ma Shaka lo fermò
<< Non mi piace per niente questa connessione.>> disse << Stiamo all’erta.>>
Ikki annuì. Non piaceva nemmeno a lui che Ade fosse nella testa di Shun. Uscì e riprese a scendere, decidendo. La Casa del Leone sembrava apparentemente vuota, ma si sentivano due voci parlare in tono basso e tranquillo da qualche parte all’interno. Una piccolissima oasi di serenità nel clima angoscioso che si stava velocemente creando. E infatti Shun era fermo li, con l’espressione di chi è perso nel proprio mondo ed un sorriso ad illuminargli il volto. Non si capivano le parole che si dicevano, ma sia Aiolia che Marin sembravano estremamente in pace, al momento, cosa che Shun pareva percepire appieno. Si riscosse, vedendo Ikki
<< Almeno loro …>> mormorò, avvicinandoglisi. Ikki gli posò una mano sulla testa, arruffandogli alcune ciocche di capelli. Shun lo lasciò fare
<< Andiamo.>> sospirò poi.
Trovarono la Casa di Cancer vuota. Shun sorrise
<< Quando sono passato di qui prima di tornare in Ade, l’atmosfera qui era completamente differente. E’ cambiato qualcosa, in meglio …>>
Ikki cercò a sua volta di sondare l’atmosfera, ma tutto quello che riuscì a percepire fu solo una scia del Cosmo di Death Mask. Una scia che saliva attraverso tutte le Case e si fermava alla dodicesima
<< Oh …>> borbottò. Shun rise
<< Hai capito, vero?>> gli chiese
<< E’ andato a fare giardinaggio.>> borbottò Ikki. Non voleva saperne nulla … Shun continuò a ridacchiare finchè non raggiunsero la Casa dei Gemelli. Vuota pure quella. Non c’erano nemmeno le Cloth. In compenso due cosmi decisamente burrascosi erano al momento alla prima Casa
<< Non l’hanno presa bene per niente …>> sospirò Shun
<< Ragazzini.>> borbottò Ikki. Shun scoppiò a ridere
<< In effetti adesso fisicamente sono tutti più giovani di noi … coetanei di Kiki …?>> calcolò a grandi linee
<< Appunto! Ragazzini.>> confermò Ikki. Shun sorrise di nuovo. Arrivarono alla seconda Casa, e Aldebaran sorrise loro, facendoglisi incontro.
<< Come stai?>> chiese a Shun << Ho sentito che hai dormito un sacco … e alle case su di sopra dicono che sei arrivato distrutto … ci hai fatti preoccupare, sai?>>
<< Si è addormentato anche giù alla mensa>> sospirò Ikki
<< Ho mangiato troppo e mi è venuto sonno!>> si giustificò Shun. Aldebaran scoppiò a ridere, battendogli una pacca sulla spalla. Ikki fu lesto a sorreggerlo, e Shun si rimise in piedi alla meno peggio, tossendo
<< Non siamo tutti grandi e grossi, accidenti …>> ridacchiò, appena si riprese
<< Scusa … non ne azzecco una con te, eh?>> sospirò Aldebaran. Shun rise
<< Su, andiamo alla prima Casa. Credo che Kiki stia per avere un esaurimento. O Kanon. E forse Saga sta diventando di nuovo schizofrenico, non saprei …>>
<< Esistono dei dottori apposta …>> buttò li Shun. Ikki alzò le sopracciglia, sconvolto dal tono di suo fratello. Poi sorrise, compiaciuto. Era proprio suo fratello …
<< Niente dottori se servi Atena …>> buttò li a sua volta. Shun fece una smorfia
<< Solo gente con il cosmo fuxia …>> borbottò. Fu Aldebaran a ridere, e Ikki pensò che forse si sarebbe potuto anche abituare a rimanere in zona, se fosse sempre stato così … subito dopo pensò di starsi proprio rammollendo, per pensare una cosa del genere. Entrarono nella prima Casa. Kiki era appoggiato con la schiena contro una parete, imbronciato. Saga e Kanon erano circondati su quattro lati da un Crystal Wall, su cui scagliavano i propri colpi, furiosi. Ikki vide una crepa aprirsi
<< Crystal Wall …>> borbottò Kiki, quasi annoiato
<< Non pensavo bastasse questo a tenerli a bada …>> ammise Ikki. Kiki si strinse nelle spalle
<< Aspetto che siano disposti ad ascoltarmi, poi li libero.>>
Ikki sentì un brivido corrergli lungo la schiena. Non pensava che qualcuno potesse davvero fargli paura, ma non aveva mai visto Kiki infastidito, prima d’ora.
<< Qual è il problema?>> chiese allora Aldebaran. Kiki indicò con un cenno del mento le due Cloth dei gemelli
<< Atena mi ha chiesto di farla, non mi sono di certo messo a fabbricare Cloth così perché m’è passato per la testa! E’ già piuttosto faticoso ripararle, e tra l’altro non ho ancora finito, e non sappiamo quando attaccheranno … ah, vorrei dare un’occhiata anche alle vostre …>>
<< Io credo che dovresti riposarti …>> fece notare Shun. Ikki seguì il suo sguardo, notando che le fasce che Kiki sempre portava sugli avambracci sembravano non bastare. Notò le armature ancora da riparare
<< Se ti serve una mano …>>
<< Mi serve solo non avere confusione intorno. E le vostre Cloth. >>
Ikki capì che il problema non erano Saga e Kanon, che ora erano fermi, aspettando che Kiki li liberasse. Il Crystal Wall scomparve nel nulla
<< Senti, ragazzino, questa cosa delle due Cloth è …>> iniziò Kanon. Ikki sentì il cosmo del cavaliere del’Ariete esplodere, ma non lanciò nessun colpo
<< Atena ha deciso che entrambi dovete avere una Cloth. Fatevene una ragione e sparite di qui!>> gridò invece. Il silenzio che calò subito dopo la diceva lunga su quanto spesso una cosa del genere fosse successa nella storia del Santuario * . I gemelli si scambiarono un’occhiata. Kanon ghignò, prendendo uno dei due box
<< Allora vi incazzate anche nello Jamir …>>
Evitò per un pelo uno Stardust Revolution, lanciato senza nemmeno fiatare (e Ikki ebbe la netta sensazione che Kiki avesse mancato il bersaglio apposta)
<< Fuori di qui!>>
<< Ok …>> ridacchiò Kanon, affrettandosi ad obbedire. Saga prese l’altra box e fece per seguire il fratello. Poi però si girò
<< Come sappiamo quale armatura appartenga a chi?>>
Ikki sentì il cosmo di Kiki tornare a livello normale, mentre sospirava
<< Tendono ad entrare in risonanza col cosmo.>>
Saga annuì, per poi uscire a sua volta.
<< Vado anch’io … è la prima volta che vedo qualcuno arrabbiarsi seriamente qui dentro …>> borbottò Aldebaran. Kiki ridacchiò, mentre Aldebaran usciva.
<< Non pensavo avrei mai avuto paura di te …>> mormorò Shun
<< Scusa. Scusatemi.>> sospirò Kiki. Poi raddrizzò le spalle
<< Portatemi le Cloth!>>
<< Stai facendo il Gold Saint con noi?>> si informò Ikki. Kiki fece una smorfia
<< Ogni tanto ci provo, ma mi ridono tutti dietro, non sono credibile, neanche un po’ …>>
<< Lo sei, solo che ti conosciamo da troppo. Qual è il problema? Quello vero, intendo.>> chiese Shun. Kiki scosse la testa, tornando a lavorare all’armatura che chiaramente stava riparando prima dell’arrivo di Kanon e Saga. Ikki vide ‘angoscia nel suo sguardo
<< Kiki …>> tentò di nuovo Shun. Kiki posò gli attrezzi
<< Portatemi le vostre Cloth! >> tuonò. Ikki non percepì rabbia nel suo tono, questa volta. Solo angoscia. Shun fece per dire qualcosa, ma Ikki lo prese per un braccio, conducendolo fuori
<< Ha qualcosa per la testa. Qualcosa che vuole tenere fuori. >>
<< Ma non può reggere ancora molto! >> protestò Shun.
<< Da che pulpito …>> sospirò Ikki. Shun sbuffò, mentre raggiungevano la casupola che era stata loro assegnata e prendeva la propria Cloth. Ikki fece lo stesso, e tornarono alla prima
<< Beh, almeno così ci teniamo in allenamento.>> borbottò Ikki. Shun fece un mezzo sorriso. Quando entrarono nella Casa del’Ariete, però, il sorriso scomparve. Kiki era seduto a terra, appoggiato di lato ad una colonna. Ikki vide le labbra di Shun serrarsi in una linea sottile, e lo seguì mentre raggiungeva Kiki. Quello alzò a malapena lo sguardo
<< Forse non sono proprio in forma …>> mormorò quello. Shun fermò le emorragie,
<< Ci pensi domani, alle ultime. Sono le ultime, no?>>
Kiki annuì
<< Allora adesso pensa a riposarti.>>
<< Non posso …>>
<< Senti, ne mancano davvero poche. Solo cinque, comprese le nostre … e devono arrivare ancora cinque Bronze, ma finchè non sono qui non puoi fare nulla, no?>>
<< Non è quello … non riesco a riposare … Mu sama è passato, e puff, è andato in Jamir, perché un’armatura d’argento ha riconosciuto il proprio Saint …>>
<< In Jamir? >> chiese Ikki << Ma non c’è … oh …>> ricordò una ragazzina, che correva appresso a Kiki durante l’ultima guerra
<< Perché proprio adesso?>> chiese Kiki. Ikki pensò che sembrasse terrorizzato
<< Servono Saint. E agli dei non frega niente di come i Saint possano prendere la cosa.>> sbottò Ikki. Kiki alzò gli occhi su di lui, poi li chiuse
<< E’ presto … è troppo presto …>> riuscì a mormorare, prima di perdere i sensi
<< Stupido incosciente.>> sbuffò Ikki
<< Lo dici a tutti?>> si informò Shun
<< Solo a quelli che devo mettere a letto di peso.>> sbuffò Ikki. Non era ancora iniziata davvero e ne aveva già fin sopra i capelli. Appena ebbe posato Kiki sull’unico strettissimo letto presente nella Casa, decise di lasciare che ci pensasse Shun, ed uscì. Doveva essere pomeriggio inoltrato, ormai, a giudicare dalla luce. Si trovò a chiedersi cos’avesse destabilizzato così tanto il Saint di Aries. Non sembrava solo la normale preoccupazione che un maestro ha per i propri allievi alla vigilia di una battaglia. Aveva letto qualcosa di più, negli occhi del pi giovane. E se davvero il nemico giocava sui loro punti deboli … Non di nuovo … si trovò a pensarlo ancora. Non riusciva a togliersi quella frase dalla testa. Sbuffò, sentendosi inutile. Si avviò verso le arene degli allenamenti, passando così davanti all’entrata vera e propria del Grande Tempio. Vide Eden, il Saint di Orione, entrare in quel momento. Sentiva una certa affinità con quel ragazzino. Tutti due preferivano rimanere soli. Vide lo stesso Saint di Orione cadere volontariamente in una piccola imboscata da parte del cavaliere di Pegasus. Ikki si concesse di sorridere. Non è difficile stare soli quando poi si ha qualcuno che ci aspetta, pensò.


* In realtà leggendo lost canvas e vedendo Shion e Sage urlarsi dietro mi è venuto da pensare che in Jamir abbiano un bel caratterino XD 

Adesso devo decidere chi sarà il prossimo pov. Visto il quantitativo allucinante di personaggi in ballo (che non so usare!) si accettano suggerimenti, sempre però nell'ottica di aspettarvi degli ooc stratosferici >_>


SIPARIETTO (da film mentale, oggi)

IKKI: *partedo dal discorso su Death Mask* si da al giardinaggio
SHUN: bello, in giardinaggio!
IKKI:, no, non hai capito ...
SHUN: ti piacerebbe ..
IKKI: O__O

(si, credo sia il caso di iniziare a fare uso di sostanze stupefacenti, dato che non avendone mai usate mi vedo ste scene ...)

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 7 ***


Dopo lungo cosare di cervelli, ho deciso che era ora di andare a vedere le cose dal pov di un afanciulla (no, Jabu, Shun non vale U_U Anche se al netto di questo capitolo è quello con l'armatura meno virile X°°°D)
Un altro capitolo completamente di transizione, in cui non succede fondamentalmente una mazza. Ma avevo delle cose in sospeso che ho passato ai personaggi (la mente bacata delle fanficcare ...) e quindi ho voluto tentare di sciogliere qualche nodo, ecco (per buona pace degli autori di omega, ecco, che civvibbì, ma sono una cagacazzo U_U)

Bene, anche se ho un po' paura di sto capitoletto che mi è un po' precipitato nello shojo manga metà anni 90, buona lettura XD



Yuna sorrise a Eden, appena arrivato, poi scoppiò a ridere vedendo che aveva Kouga praticamente arrampicato sul box della Cloth
<< Ti ha sentito arrivare ed è andato a mettersi in agguato …>> si sentì quasi in dovere di giustificarlo. Eden fece una smorfia, scompigliando i capelli a Kouga, che nel frattempo aveva deciso di metterglisi accanto. Per un attimo, sui tre scese un silenzio leggermente teso, come succedeva ogni volta che non ci fossero altre persone con loro. Yuna si era chiesta come avessero risolto tra di loro la questione di Arya, ma aveva capito da tempo che a loro due bastava non parlarne. Forse era uno dei vantaggi di essere maschi, pensava la ragazza. Ma lei avrebbe voluto parlarne, invece. Erano sette anni che si portava dentro la morte della ragazza come un macigno. La sua morte, e quello che era stata per lei. Per loro. Beh, quantomeno per loro tre …
<< Gli altri?>> chiese Eden, riportandola al presente
<< Souma e Haruto sono alla casa di libra a tentare di dissuadere Ryuho dai suoi intenti suicidi, che lui chiama “allenarsi”. C’è stata una piccola invasione di Gold Saint più o meno frastornati, per gentile concessione di Ade e rischiando di giocarci il Saint di Andromeda …>>
<< Anche Atena sa fare del sarcasmo, allora … mandare laggiù proprio lui …>>
<< Non so se qualcun altro sarebbe riuscito a convincere Caronte a lasciarlo gironzolare portandosi appresso il cosmo di Atena e quello di Ade …>> fece notare Kouga. Eden alzò le sopracciglia
<< Il cosmo di due Dei, contando che negli inferi, sempre che riusciamo a passare, possiamo usare solo il dieci per cento del nostro cosmo, ed è ancora vivo?>>
Yuna e Kouga si strinsero nelle spalle
<< Se li chiamano i Saint leggendari un motivo ci sarà …>> sospirò Souma, arrivando in quel momento. Yuna si girò a guardarlo e lui le si avvicinò, sorridendole e prendendole la mano.
Eden si strinse nelle spalle
<< Ha senso. Vado ad annunciarmi ad Atena.>> disse, iniziando a salire le scale. Kouga lo seguì, non senza aver ricevuto una sonora pacca sulla spalla da parte di Souma. Appena soli, Souma sospirò e si sedette su un masso. Erano poco lontano dalle arene degli allenamenti, e si sentivano chiaramente i colpi dei silver che si stavano preparando alla nuova guerra. Imminente, si ostinavano a dire. Ma era già iniziata …
<< Come sta Ryuho?>> chiese Yuna. Souma le fece cenno di sederglisi accanto, e Yuna gli si avvicinò, affondandogli quasi inconsapevolmente una mano nei capelli
<< Ha momenti in cui riesce a lasciare spazio alla speranza, ma altri in cui si dispera … so che ha parlato con Ikki, ma lo stesso … Non mi stupisce che Haruto abbia avuto bisogno di una mezz’ora d’aria, è ingestibile … >>
Yuna osservò il ragazzo davanti a lei. Erano anni che non si lasciava vedere turbato. Da un lato la cosa la preoccupò, ma dall’atro la lusingò. Perché abbandonava, anche se solo per pochi istanti, il suo lato scanzonato e solare, voleva dire che di lei si fidava ciecamente. Lo strinse a sé, e Souma non fece nulla per liberarsi
<< Dovremmo saper dividere le emozioni dal nostro essere, per combattere al meglio, ma non credo che questa volta Ryuho possa farcela … non che non mi fidi di lui, ma è un colpo veramente duro …>> mormorò
<< Si riprenderà.>> sospirò Yuna
<< Spero che tu abbia ragione.>> sorrise Souma, scostandosi leggermente per accarezzarle una guancia
<< Hey! Che vuoi dire con “spero”? Io ho sempre ragione, non si discute!>> protestò. Souma scoppiò  ridere. Poi tornò serio
<< Quando sono passato dalla prima casa ho incontrato Shun san … e dice che Kiki non pare molto stabile, al momento … a sentirei gemelli sembra impazzito, ma mi fido di più di Shun san, ti dirò …>>
Yuna si accigliò
<< Che sta succedendo?>>
<< Non ne ho idea, speravo lo scoprissi tu … >>
<< Sei preoccupato o solo curioso?>> lo stuzzicò Yuna
<< Tremendamente curioso ed estremamente pettegolo, lo sai.>> quasi si vantò lui. Yuna ridacchiò, poi si avviò verso la prima Casa. Trovandola vuota, si arrischiò verso le stanze interne. Trovò Shun, intento a guardare, fuori da una delle finestre, un punto imprecisato nel vuoto
<< Sta riposando.>> le disse, senza nemmeno voltarsi. L’aveva riconosciuta dal Cosmo, era chiaro.
<< Che è successo?>> chiese allora lei, avvicinandosi. Shun si girò, rivolgendole un sorriso
<< Pare che l’allieva di Kiki sia appena stata designata da un’armatura …>>
Yuna sgranò gli occhi
<< Raki?! >>  chiese. Non che non avessero tutti già capito che la ragazzina avesse capacità al di fuori del comune, ma …
<< E’ così piccola …>>
<< Veramente ha almeno un paio d’anni più di quelli che avevate voi quando avete combattuto contro Marte e Pallas … >> fece notare Shun << Dovreste essere fieri di lei. Invece Kiki è nel panico, e anche tu mi sembri piuttosto preoccupata …>>
<< Beh … credo che dipenda dal fatto che per me sarà sempre … piccola.>> si arrese Yuna, abbassando lo sguardo << Pensare che possa essere una Saint va al di la di quanto potrei sopportare, a livello di preoccupazione, perché so cosa ne derivi … ha senso?>>
Shun rise, indicando con un cenno la porta della camera dove Kiki doveva star riposando
<< Ha senso.>>
Yuna si rese conto che per i Saint leggendari, Kiki era un po’ quello che per loro era Raki … arrossì ed abbassò il viso
<< Effettivamente mi sa che capisci … >> mormorò. Shun ridacchiò
<< Eh, già. Quello che non capisco del tutto è perché Kiki sia andato nel panico più totale … >>
Yuna alzò lo sguardo, e vide, in quello del Saint, una preoccupazione profonda.
<< Beh, è la sua allieva … se a noi sembra piccola …>>
Shun annuì leggermente, tornando poi a guardare fuori dalla finestra
<< E’davvero così brutta come sembra, stavolta?>> chiese la ragazza. Shun sospirò, incurvando leggermente le spalle. Come se gli anni trascorsi gli fossero improvvisamente piombati addosso
<< Non sappiamo ancora chi ci sia dietro a tutto, ne le motivazioni … sappiamo però che ci conoscono abbastanza da aver usato Shunrei e persone del clan di Haruto …>>
Yuna spalancò gli occhi
<< Non ce ne aveva parlato, quell’imbecille! Oh, scusa …>>
Shun si girò, con espressione leggermente sorpresa, poi sorrise
<< Di che? Sono cresciuto con Ikki …>> minimizzò. Dopodiché sospirò
<< Quando Atena ha riportato indietro i Gold Saint, e ho incontrato tutti, mi sono reso conto davvero di quanto rischiamo. Non a livello fisico. Siamo addestrati, per quello. E sappiamo che potremmo morire da un momento all’altro, siamo preparati. Quello a cui nessuno è effettivamente preparato è la morte degli altri. Saga e Kanon mi hanno chiesto quante altre volte avrebbero dovuto morire per essere lasciati in pace. Camus … Milo … ho percepito qualcosa perfino da Death Mask … >>
Yuna si accigliò, a quelle parole
<< Da come ne parli, sembrano un gruppo di ragazzini spaventati …>>
Shun piegò la testa di lato
<< Dici che è un po’ irrispettoso? Dopotutto sono Gold Saint … e anche se adesso sono fisicamente più giovani di noi, effettivamente non dovrebbero …>>
Yuna ridacchiò, vedendo l’improvvisa preoccupazione per le gerarchie del cavaliere di Andromeda. Lui le rivolse un’occhiata confusa
<< Scusa … >>
<< Certo che ne fate di confusione …>> sospirò Kiki, affacciandosi dalla camera. Yuna abbassò lo sguardo, impreparata a vedere il Saint in uno stato tanto … umano. Kiki rise, andando a sedersi al tavolo, sbadigliando e passandosi una mano nei capelli, già scompigliati
<< Dovresti riposare ancora!>> protestò Shun
<< Quelle armature non si ripareranno da sole. E ne ho sentita passare un’altra, tra l’altro … ho chiaramente sentito la Cloth di Orione pregarmi “Riparamiii!” >>
La battuta cadde nel silenzio. Yuna alzò lo sguardo sull’espressione, ora estremamente severa, di Shun, poi vide Kiki abbassare lo sguardo
<< Adesso uno non può neanche essere in ansia?>> chiese, con un filo di voce
<< Per quanto il tuo cosmo sia potente, Kiki, non puoi pretendere di più da te. Sei un cavaliere d’oro, è vero, ma sei prima di tutto un uomo, e come tale devi ricordarti che hai dei limiti, purtroppo. E li stai superando in maniera pericolosa!>>
Yuna sgranò gli occhi, sentendo Shun così severo. Vide la mandibola di Kiki contrarsi
<< Da che pulpito!>> sbottò
<< Io ho solo svolto il compito che mi si è chiesto di svolgere.>> borbottò allora Shun, già meno sicuro
<< E io non posso farlo, allora?>> sbuffò Kiki
<< Qualche ora di riposo in più non ti ucciderà di certo. Non ti sto dicendo di non svolgere il tuo compito, ti sto solo dicendo di non ammazzarti!>>
Kiki sussultò a quelle parole. Yuna lo guardò, mentre annuiva lentamente, per poi grattarsi la punta del naso, sorridendo, imbarazzato
<< Ho di nuovo otto anni …>> ridacchiò
<< Si, hai di nuovo otto anni.>> confermò Shun, sorridendo. Kiki sospirò e, con un cenno della testa, si congedò, tornando poi nella propria stanza
<< Tu è meglio che vada alla Casa del Leone. Penso che ci sia qualcun con cui dovresti parlare … io rimango qui a fare da balia allo zuccone.>>
Yuna annuì, affrettandosi ad uscire. Le sembrava di aver invaso un momento assolutamente privato.
Salì, come le era stato detto, fino alla Casa di Leo, chiedendosi cosa Shun avesse inteso dire. Non trovò nessuno alle Case precedenti. Era chiaro che tutti fossero momentaneamente troppo presi a capacitarsi di essere tornati indietro per impedire il passaggio ad un alleato. Si inchinò ad Aiolia, che la accolse alla Quinta. Per quanto il Saint sembrasse giovane, poco più che suo coetaneo, Yuna sentì in lui una forza e una saggezza al di la del normale. Probabilmente era così per tutti i Gold Saint appena tornati, si trovò a pensare. Ricordò di aver sentito che erano stati tutti riconosciuti dalle proprie armature che erano ancora bambini, cosa che li aveva fatti forse crescere un po’ troppo in fretta. Ricordò una cosa che Kouga aveva detto parlando di Seiya, dopo averlo finalmente conosciuto meglio, e degli altri quattro Saint leggendari. E’ come se, non avendo avuto un’infanzia, non fossero mai cresciuti del tutto. Quindi per qualsiasi cosa si impegnano ancora con l’ardore e la tenacia che solo i più giovani possono avere …
<< Oh, ma tu non sei qui per me …>> disse Aiolia, sorprendendola. Yuna alzò lo sguardo e Aiolia le sorrise, per poi condurla verso le stanze interne. Li, seduta ad un grande tavolo, c’era una donna con i capelli ramati, mossi. Yuna sentì il suo cosmo, seppure appena percettibile ormai, e si avvicinò
<< Sei tu, dunque.>> la salutò la donna, sorridendole. Aiolia si congedò, lasciandole sole. Yuna chinò il capo, in segno di rispetto, e l donna si alzò
<< Sai chi sono, immagino …>>
<< Marin, Saint dell’Aquila …>> mormorò Yuna. Marin rise
<< Solo Marin. Ora la Saint dell’Aquila sei tu …>>
Yuna alzò il viso, incontrando il sorriso sereno della donna
<< Che le è successo?>> chiese allora Yuna. Marin alzò le sopracciglia, poi sorrise di nuovo
<< Lascia stare le formalità!>> sospirò. Poi prese fiato
<< E’ successo semplicemente che non sono più riuscita a tenere a bada le emozioni. Per troppo tempo ho usato solo la mente, reprimendo quello che provavo, e alla fine ho ceduto …>>
Yuna si accigliò leggermente
<< Ha a che fare col fatto di averla … ehm … averti trovata qui?>> chiese. Marin le sorrise
<< Esattamente per quello. >> disse, lo sguardo che correva verso la direzione in cui Aiolia si era allontanato. Yuna sospirò
<< Com’è andata, quindi?>> chiese. Marin si strinse nelle spalle
<< Aiolia è morto … e sono crollata. Nonostante tutto l’addestramento, nonostante tutte le mie imposizioni, sono crollata. Il cosmo … ad un certo punto si è come disperso. Avrai sentito anche tu quanto poco si riesca a percepire al momento. Per mesi ho tentato di resistere. Essere Saint non permette di lasciarsi andare troppo alle emozioni, e perdere la persona amata … già solo amare così tanto qualcuno non è “in linea” con quello che un Saint dovrebbe rappresentare, perché si corre sempre il rischio di mettere la persona amata davanti al proprio dovere … Aiolia non l’ha fatto. Aiolia ha servito la nostra Dea fino all’ultimo. Ma l’orgoglio che ho provato per questo suo modo di essere, non ha potuto impedirmi di perdermi completamente, come Saint e come persona …  >> un’ombra di dolore le attraversò lo sguardo, e Yuna si trovò a chiedersi cosa sarebbe successo se Souma … scosse la testa. Non poteva nemmeno pensarci … ed un istante dopo stava pensando ad Arya … Marin le posò le mani sulle spalle, e le sorrise nuovamente
<< Sei già passata da un momento come quello che ti ho descritto, ma non hai ceduto … la Cloth ha trovato qualcuno di veramente degno …>>
Yuna spalancò gli occhi, arrossendo
<< Ma lei … tu sei stata la maestra del Saint di Sagittario … come …>>
<< Io ho rinunciato alla Cloth. Quando non sono più riuscita ad usare il mio cosmo, quando il mio cosmo si è allargato talmente tanto da scomparire o quasi, no ho potuto far altro che arrendermi all’evidenza. Non lasciare che la tua mente reprima il tuo cuore, Yuna. Il fatto che tu sia riuscita a non eliminare le tue emozioni, probabilmente è stato quello che ti ha mantenuta salda fin’ora, quindi, se puoi, cerca di non cambiare. E … non lasciare niente in sospeso. Potresti non avere occasione di risolvere, poi. Siamo in guerra …>>
Yuna si accigliò
<< Siamo?>>
Marin sorrise
<< Ormai sono qui, nemmeno Atena può pretendere che me ne rimanga ferma da qualche parte ad aspettare l’esito.>>
Detto così, Marin la congedò. Yuna uscì dalla casa del Leone e decise di scendere di nuovo agli alloggi per gli ospiti. Avrebbe aspettato Kouga e Eden li. Doveva capire. Per loro. Per sé stessa. E per Souma, che non le aveva mai chiesto nulla in proposito, limitandosi a starle accanto e sostenerla quando serviva.
Passando dalla casa di Cancer, ricordò quando proprio li aveva dovuto affrontare le proprie amiche, e si chiese che persona fosse invece Death Mask. Da quello che aveva sentito era stato crudele, salvo poi però tornare leale ad Atena quando era servito il suo intervento al muro del pianto. E proprio Death Mask le sbarrò la strada. Yuna sussultò, fermandosi, e lui la osservò, mettendola vagamente a disagio
<< Tu hai l’aria di aver ricevuto un Sekishiki Meikai Ha tornando indietro … il mio successore?>> si informò, abbassandosi per guardarla dritta negli occhi. Yuna annuì leggermente. Lui alzò un sopracciglio, stringendosi poi nelle spalle ed allontanandosi verso le stanze interne. Yuna passò, chiedendosi che accidenti passasse per la mente di quell’uomo … incontrò anche Saga, che però si limitò a rivolgerle un cenno. Yuna si trovò a pensare che il Saint di Gemini (beh, ora era uno dei due Saint di Gemini … per semplificare le cose …)sembrasse a disagio, in loro presenza, quanto lo erano loro … Arrivata alla seconda casa, quasi si aspettò di trovare Harbinger, invece fu Aldebaran, tornato non si sa bene da dove, ad accoglierla, sorridente e pronto a chiacchierare. Si informò su Palaestra, su come fossero addestrati i nuovi Saint
<< Oh, quindi fate quasi in tempo a vedere com’è vivere normalmente …>> mormorò
<< Più o meno …>>
<< E non è … peggio, poi?>> chiese Aldebaran, preoccupato. Yuna ci pensò, poi scosse la testa
<< Non credo, in effetti …>>
Aldebaran annuì, pensieroso
<< Forse è per quello che sembrate più equilibrati …>> sospirò. Yuna alzò le sopracciglia
<< Ma, veramente tanto a piombo nemmeno noi … >> mormorò. Poi sussultò, rendendosi conto della mancanza di formalità. Aldebaran scoppiò a ridere, dandole una pacca sulla spalla che, se non fosse stata una Saint, probabilmente l’avrebbe uccisa. Poi la lasciò andare.
Nella casa dell’ariete, permaneva la stessa aura malinconica che aveva lasciato quand’era salita alla quinta. Facendo capolino nelle stanze interne, vide che Kiki era solo. Gli fece un cenno di saluto, e lui sorrise leggermente. Sembrava molto più tranquillo di prima, notò la ragazza, tornando poi sui propri passi.
Quando finalmente raggiunse la zona più bassa, Souma la accolse, sorridendole
<< So che sei stata su alla quinta …>> buttò li
<< Shun san è pettegolo!>> protestò la ragazza. Souma rise, poi però tornò serio, e Yuna si rese conto di avere l’espressione preoccupata
<< Ho incontrato l’ex Saint dell’Aquila …>> mormorò. Souma sussultò, a quelle parole, poi la trascinò nella casupola che era stata loro assegnata da una tutt’altro che convinta Shaina (da soli?!) e la fece sedere
<< Che le è successo? Perché … ?>>
<< Quando il Saint di Leo è morto, lei si è trovata col cosmo disperso … l’equivalente di uno shock post traumatico per noi immagino … e quindi ha rinunciato alla Cloth …>> alzò lo sguardo e prese le mani a Souma
<< A te non succederà. Beh … non ti è successo, quindi …>> iniziò a dire lui, balbettando poi verso la fine. Yuna sospirò
<< Non lo so … dopo la guerra contro Marte non riuscivo nemmeno ad indossare la Cloth … >>
<< Ma ne sei venuta a capo, mi risulta.>> sorrise lui, posandole una mano sul viso. Yuna annuì, alzando gli occhi nei suoi
<< Si. Però per sicurezza, non fare stronzate.>> gli intimò. Souma rise
<< Agli ordini …>> la canzonò.
<< Souma!>>
<< Si, lo so, sei seria. E tutta la situazione è dannatamente seria, di nuovo … mi chiedo però quando ti sarà concesso di rimanere un po’ in pace … perché da quel che mi risulta, sei in mezzo alla guerra da sempre. E la cosa non mi piace. Al di la del pericolo effettivo, non mi piace sentire la tua a angoscia per situazioni che hai già visto troppe volte …>>
Yuna sgranò gli occhi a quelle parole
<< Ma Atena ci ha chiamati, non possiamo …>>
<< Lo so. Ma questo non mi impedisce di diventare iperprotettivo … >>
<< Un tentativo di fare l’uomo?>> chiese lei, con un mezzo sorriso. Souma le rivolse il suo ghigno più sfacciato
<< Beh, lo sono.>>
<< Ti piacerebbe …>> lo canzonò lei. Souma rise e la strinse a sé, sorprendendola. Poi si staccò
<< Beh, sento due cosmi conosciuti in avvicinamento …>> borbottò
<< Stai diventando bravo!>> rise Yuna
<< Sfotti?! Solo perché non presto attenzione, non vuol dire che non sia capace di percepirli, eh?! E’ solo che … mi distrai, ecco!>>
<< Ah, quindi è colpa mia? D’accordo … allora chiederò a Shaina san di darmi un alloggio da sola …>>
<< Crudele! Senza cuore!>> si lamentò Souma, rumorosamente. Yuna rise, per poi uscire, intercettando così Eden e Kouga. Il primo a malapena la salutò con un cenno del capo, conscio di cosa ci fosse in sospeso tra loro. Kouga le sorrise
<< Potremmo non avere altre occasioni, in effetti …>> disse. Yuna vide la maschera che si era cucito addosso ultimamente cadere. Avevano potuto iscriversi all’università, quell’anno, assaporando un po’ di normalità “vera”, e Kouga era improvvisamente diventato un pettegolo incontrollabile, sempre pronto a chiacchierare e ridere con tutti, anche con una certa vena di stupidità fin troppo accentuata. Ma ora Yuna vide di nuovo il ragazzo con cui aveva già combattuto. Eden, dal canto suo, serrò la mandibola. Forse lui preferiva il Kouga fintamente svampito … un po’ come tutti, del resto …
Fu Eden a fare un cenno per condurli in una zona appartata, dietro l’arena per i combattimenti. Uno spiazzo erboso, con un paio di massi al centro e nessuno a disturbare. Si sedettero, rimanendo tutti e tre in silenzio per un lungo momento. Fu Eden a parlare per primo, sorprendendoli
<< Sto cercando di capire quale sia il problema, Yuna. Davvero. Mi ci sono arrovellato per anni, Kouga può confermartelo dato che ogni tanto mi viene a stanare per tediarmi …>>
<< Hey!>> protestò Kouga, a quelle parole. Eden si girò a sorridergli, cosa che quasi tolse il fiato a Yuna. Mai avrebbe pensato che il ragazzo sapesse sorridere …
<< Non è parlandone che ne usciremo, ma solo vivendo … e probabilmente tu sei quella sulla strada migliore, al momento … >>
Yuna si accigliò
<< Il problema è che non so fino a che punto voglia esserci, su questa strada “migliore” …>> ammise. Vide i pugni di Kouga stringersi
<< Non è che tu la stia tradendo o che. Arya non c’è più, punto. Fa male, anche se sono passati anni, ma è la verità. Lei non c’è più. E mi rifiuto di credere o anche solo di pensare che non avrebbe voluto vederti andare avanti. Non posso nemmeno concepire che non avrebbe voluto vederti felice.>>
Yuna guardò l’amico. Gli prese istintivamente le mani, sciogliendogli i pugni, stringendogliele forti. Lo sentì quasi aggrappar lesi
<< E … e voi?>> chiese poi. Kouga le sorrise
<< Appena quest’altra storia si sistemerà, ci penseremo. Siamo uomini, non ti preoccupare. Non abbiamo abbastanza testa per rimuginare se ci sono cose urgenti in ballo. >>
Yuna ridacchiò, poi sospirò
<< Speriamo si sistemi davvero …>> mormorò, il pensiero che correva a Ryuho
<< A costo di sistemarla  a pugni.>> quasi ringhiò Kouga, ghignando. Yuna rise
<< O a calci …>> aggiunse. Anche Kouga rise
<< Adesso ti riconosco.>> le disse poi, lasciandole andare le mani
<< E adesso sparisci.>> le ordinò Eden
<< Ma sentilo! >> lo canzonò lei, alzandosi comunque ed allontanandosi. Sentì Eden borbottare qualcosa e Kouga ridere. Quando raggiunse di nuovo Souma, vedendolo nonostante tutto con l’espressione tesa, si sentiva leggera. Souma dovette accorgersene, perché anche la sua espressione cambiò. Le si avvicinò
<< Allora?>>
<< Niente in sospeso. Non più. Quantomeno io. >>
<< Sei preoccupata per loro?>> chiese Souma << Lo sa che anche se Eden fa il sostenuto non è comunque capace di pensare a più di una cosa contemporaneamente … >>
<< Ma se ve lo dite da soli, che siete stupidi, che gusto c’è?!>> protestò Yuna
<< Hey! Non ho detto …>>
<< Beh, quello che è …>> rise lei
<< Sei tremenda!>> protestò lui, mettendo il broncio. Yuna rise ed entrò nella casupola, uscendo col box della Cloth.
<< Che fai?>>
<< Ogni volta che viene riparta devo riabituar mici, non so tu. Quindi pensavo di allenarmi un pochino …>>
Souma annuì, affrettandosi a prendere a sua volta il proprio box e seguirla nell’arena. Indossò per primo la propria armatura, e Yuna lo vide sicuro come non l’aveva mai visto. Forse, pensò, le sue insicurezze le aveva sentite, dopotutto. Ma ora che lei si sentiva più tranquilla, era evidente che anche Souma si sentisse allo stesso modo … Chissà, pensò, forse erano cresciuti, dopotutto … Quando indossò la Cloth, fu lo sguardo sorpreso di Souma a farle capire che fosse successo qualcosa. Si guardò, rendendosi conto che la Cloth aveva cambiato forma
<< Ha proprio ragione Kiki sama, le nostre armature sentono e capiscono …>> sorrise Souma, avvicinandolesi.
<< E non sento il bisogno di entrare di nuovo in sintonia con lei … anche se è stata riparata. Sono sicura che fino ad un attimo fa fosse come al solito, tra l’altro …  Ora invece …>>
<< Che mi venisse un colpo!>> esclamò Shaina, avvicinandosi, con gli occhi sgranati, e osservando Yuna da ogni angolazione
<< E’ sempre una bronze Cloth, ma erano anni che non la vedevo di nuovo in questa forma … ragazzina, sei cresciuta! Niente più fiocchetti e sbuffi imbarazzanti … >>
Yuna si limitò a sorridere. Shaina aveva ragione. Era come se la Cloth avesse sentito il cambiamento del suo cuore, ed avesse deciso di liberarsi a sua volta di un peso, che nel suo caso era rappresentato dalla forma in cui Yuna la indossava …
<< Beh, ti dona …>> rise Souma
<< Maniaco!>> sbottarono in coro Yuna e Shaina. Souma accettò il rimprovero stringendosi nelle spalle, senza smettere di sorridere in quel suo modo sfacciato, cosa che gli procurò una gragnola di colpi da parte di Yuna
<< Concentrati!>> lo rimproverò lei. Souma si affrettò ad obbedire, sorridendole. Yuna si sentì rincuorata. Non importava cosa sarebbe successo. Non importava cos’avrebbe ideato il loro nemico. Non importava nemmeno chi fosse, perché sarebbero riusciti a fermarlo.


Il flash mentale di oggi!

KOUGA: che stai facendo?
SOUMA: sto mettendo a punto una nuova tecnica ... dopotutto anche il leone minore ha delle unghiette mica da niente, no?
KOUGA: continuo a non seguirti ...
SOUMA: Devo imparare a strappare gli occhi agli avversari ^_^ *indica Yuna in armatura-come-si-deve*
KOUGA: ah ... capisco ...beh però le dona ...
SOUMA: ti sei appena guadagnato il diritto di allenarti con me ... ^_^
KOUGA: haha ... *fugge*

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 8 ***


Il capitoletto della buonanotte (sperando di non essere andata troppo fuori personaggio ne col pov ne con le interazioni del pov, soprattutto una)
Mi sembra stia diventando sempre più un covo di matti ... second me un analista che aprisse il proprio studio in zona farebbe i miliardi ...



Shiryu si trovò a sorridere davvero, per la prima volta da giorni, quando, convocati da Atena alla tredicesima Casa, Seiya si era reso conto che Marin era tornata. Aveva visto l’amico cercare di resistere. Aveva visto Atena fare un leggero cenno col capo. E aveva visto il Gold Saint del Sagittario tornare ad avere quindici anni. O forse meno, molti meno. Era letteralmente corso ad abbracciare quella che era stata la sua maestra, senza lasciarla andare nemmeno quando lei aveva tentato di liberarsi, rimproverandolo perché ormai era un uomo. Cosa che non aveva impedito a Seiya di sommergerla di domande, finchè Atena non era intervenuta a fermarlo.
<< Deve essergli mancata più di quanto non abbia voluto farci credere …>> mormorò Shaina. Shiryu si girò a guardarla e sorrise tra sé. Si, evidentemente era ancora interessata, eccome … Prese posto sul proprio scranno, senza riuscire a no lanciare un’occhiata furtiva a Shura. Il Saint del Capricorno gli fece un cenno con la testa e Shiryu si sentì un po’ rincuorato. Si sarebbe quasi messo a ridere. Ora era lui quello tornato ragazzino, pensò … non poteva negare che il mancato ritorno di Dohko l’avesse fatto sentire ulteriormente sperso, ma doveva anche ammettere di non essere solo. Era quello che lo sguardo di Shura gli aveva comunicato … si girò istintivamente verso la zona dove si stavano radunando i bronze Saint, e vide Ryuho, in piedi accanto a Haruto. Dovette farsi violenza per non correre a portargli una sedia, magari una coperta e perché no, una ciotola di brodo, visto che era convalescente …
<< Non leggo nel pensiero, ma correre da tuo figlio a fargli da balia non gioverebbe a nessuno di voi due. Lo metteresti in imbarazzo, come uomo e come Saint. E’ ferito, fisicamente e nell’anima, ma è un guerriero. Oltretutto questa è una riunione ufficiale.>>
Shiryu sussultò alle parole di Milo, Saint dello Scorpione, che aveva raggiunto il proprio scranno alla sua sinistra
<< Lo so.>> borbottò. Era imbarazzante venire ripreso da qualcuno che dimostrava pochi anni più del proprio figlio … beh, effettivamente i Gold Saint quando si erano sacrificati al muro del pianto non erano molto più vecchi dei bronze attuali, e anche includendo Saga e Kanon, che erano i due più “anziani”, attualmente lui, Seiya, Shun, Hyoga e Ikki erano i più vecchi … sentì del gelo arrivare da qualche scranno di distanza
<< No, non gli piace che il tuo amico sia ancora di bianco vestito … >> borbottò Milo, indicando Camus, Saint dell’Acquario, con un cenno del mento
<< Beh, abbiamo a nostra discolpa un piccolissimo problemino col cosmo legato ad una maledizione di Marte …>> buttò li Shiryu
<< Detta da te non fa molto testo … tu hai ben la Cloth del tuo maestro. E anche Seiya è attualmente il Saint del Sagittario. No?>>
Shiryu i strinse nelle spalle. In realtà aveva sempre faticato a capire cosa passasse per la testa a Hyoga. Anche Shun, crescendo, era diventato piuttosto complicato. In quanto a capire Ikki, non ci aveva nemmeno mai provato, la sola idea lo mandava nel panico, quindi aveva sorvolato e sorvolava tuttora … Era probabile che Ikki stesso non capisse cosa passasse per la propria testa, in effetti …
<< Comunque i due fratellini inseparabili hanno trovato la giusta motivazione, parlando di cosmi indissolubilmente legati alla costellazione dell’armatura che indossano, e visto dove sono finiti per l’addestramento non lo metto in dubbio … soprattutto Ikki … ma Hyoga … credo che il tuo amico sia mentalmente più instabile di Saga ai tempi d’oro, e non è una cosa molto incoraggiante, soprattutto con una guerra in corso … >>
Shiryu guardò Milo, che continuava a parlare, come se stesse cercando di mettere ordine nei propri pensieri più che voler effettivamente comunicare qualcosa …
<< E’ tanto brutto essere tornati in vita?>> gli chiese allora Shiryu. Milo si girò verso di lui, mordendosi leggermente il labbro inferiore, poi sospirò
<< Non è il tornare in vita di per sé. E’ il dover tornare a combattere … >> mormorò. Abbassò in fretta lo sguardo, probabilmente turbato egli stesso dalla propria ammissione
<< Almeno questa volta siamo tutti dalla stessa parte …>> sospirò. Si girò a sorridergli
<< Proprio tutti.>>
Shiryu sorrise di rimando, anche se il pensiero andò subito a Shunrei. Strinse i pugni, inconsapevolmente
<< Dohko diceva sempre che probabilmente tua moglie è più cazzuta di tutti noi messi assieme. E per usare il termine “ cazzuta” fidati che lo pensa davvero. Quindi puoi anche rilassarti un pochino. Non lascerà che quell’arpia troiana l’abbia vinta. >>
Shiryu guardò Milo, che ora aveva sul viso il ghigno strafottente di un tempo
<< … cazzuta? …>> mormorò Shiryu, vagamente confuso, arrossendo violentemente, cosa che fece scoppiare Milo a ridere
<< Sarebbe una riunione ufficiale!>> li rimproverò Seiya. Shiryu alzò un sopracciglio.
<< Ma per favore, che se la tua donna non ti avesse richiamato all’ordine staresti ancora tediando Marin …>> sbuffò Milo, ancora ridacchiando. Seiya arrossì di botto
<< La …?! Non è …! >> iniziò a balbettare, senza riuscire a finire la frase. Fu Atena ad intervenire. Il suo cosmo placò immediatamente gli animi. Shiryu vide gli scranni per la prima volta pieni. La cosa lo fece commuovere. Non gli sfuggì però lo sguardo leggermente triste che Aiolia rivolse a Seiya, che a sua volta abbassò il viso.
<< Oh, non badargli. Ce l’ha più con Aiolos che con te.>> sospirò Milo
<< Ciò non toglie che sia al posto di suo fratello. E che Aiolos, con questa armatura, abbia sempre protetto me, e non lui …>> mormorò Seiya
<< Beh?! Eri un Bronze all’epoca, lui un Gold. Sa cavarsela benissimo da solo da prima che tu fossi in programma, e il nostro compito di Saint è proteggere. Atena, i più deboli, il mondo … >>
Shiryu si girò verso Milo, che pian piano aveva abbassato il tono della voce fino ad un bisbiglio
<< C’è un “ ma” che aleggia …>> fece notare Seiya. Milo fece una smorfia
<< Non badatemi. Oh, non posso neanche più chiamarvi “ ragazzini”! Anche gli attuali bronze che hanno? Vent’anni? Che fanno un paio meno di me … >>
Seiya gli battè una pacca sulla spalla, ridacchiando
<< Miei Cavalieri.>> esordì Atena, mettendo così fine a qualsiasi chiacchiera. L’atmosfera tornò immediatamente tesa. Shiryu percepì chiaramente l’ansia di Ryuho, mescolata ad un senso di aspettativa che solo il cosmo della loro Dea era capace di generare in loro anche nei momenti più difficili
<< Vi sono grata per aver risposto al mio appello. Che voi siate qui è davvero importante per me …>>
Shiryu percepì il fremito di rabbia nel cosmo di Ikki, ed ebbe la certezza che stesse ingoiando litri di bile. Era il suo fratellino quello che era stato mandato in Ade in una missione praticamente suicida per riportare indietro i Gold. E per quanto Ikki tendesse a scomparire appena ne aveva la possibilità, chiunque lo conoscesse anche la metà di quanto lo conoscevano loro capiva che l’istinto di proteggere Shun non l’avrebbe mai abbandonato … perché per quanto sapessero da anni ed avessero accettato da subito di essere fratelli, i due che veramente lo erano, da sempre, erano Ikki e Shun. Forse perché avevano anche la stessa madre, si era trovato a pensare più di una volta. Ma in realtà, avevano passato insieme la stessa quantità di tempo che avevano passato con loro, o poco più. Era qualcosa di molto più profondo. Lo stesso motivo per cui i loro cosmi, pur così differenti, erano i più simili, anche per come erano entrati in sintonia con le rispettive costellazioni e Cloth …
<< Mi piacerebbe che foste tornati perche vi fosse concesso finalmente di vivere normalmente, ma purtroppo siamo in guerra …>> la voce di Atena lo riportò alla realtà
<< I nostri attuali nemici arrivano da un tempo molto lontano, e non sappiamo ancora chi li abbia riportati indietro e perché. Ma viste le modalità con cui ci hanno attaccati, temo sia qualcuno con cui abbiamo già avuto a che fare. Qualcuno che conosce i nostri punti deboli … il Saint del Lupo è stato attaccato da persone del proprio clan …>>
Tutti si girarono verso Haruto, che, mordendosi le labbra, fece un piccolo cenno col capo
<< Il Saint del Dragone è stato attaccato dalla propria madre …>>
Shiryu si irrigidì a quelle parole, guardando Ryuho annuire, lentamente, per poi abbassare il viso. Il tono quasi freddo dell’affermazione non lasciava spazio a dubbi: in quel momento era la Dea a parlare
<< Il Saint del Cigno è stato attaccato subito prima di partire per venire qui …>> continuò la Dea. Calò il silenzio. Hyoga non aveva nemmeno accennato nulla … ed ora si limitava a rimanere in piedi, la mandibola leggermente contratta come unico segno che quello che la Dea stava dicendo era vero …
<< Yakov, giusto?>> chiese la Dea. Shiryu sussultò. Aveva sentito Hyoga parlare di un certo Yakov. Un bambino. Un civile …
<< Ora si fa chiamare Deifobo … >> mormorò Hyoga, stringendo i pugni.
<< Quindi, i troiani sono tornati per chiedere vendetta?>> buttò li Death Mask, cercando chiaramente di allentare la tensione che si era improvvisamente creata. Shiryu vide Hyoga rilassarsi leggermente, e si girò verso il Saint del Cancro, grato per il suo intervento
<< Se non ho dimenticato proprio tutto di mitologia, non abbiamo molte opzioni, per quanto riguarda chi possa averli tirati fuori dall’Ade.>> borbottò Death Mask, concludendo il proprio pensiero
<< Se sono davvero i troiani, forse la loro vendetta se la meritano anche …>> la voce di Camus fendette l’aria della sala come una lama di ghiaccio, raggelando tutti.
<< Con questo però non intendo dire che non combatterò per Atena. Mi chiedo solo se sia giusto che gli Dei continuino a coinvolgerci in questo modo. Adesso abbiamo a  che fare con persone che già hanno perso tutto una volta. Shunrei se non sbaglio ora è Andromaca, giusto? Le hanno ammazzato il marito e il figlio di neanche un anno sotto gli occhi, possiamo darle torto se, avendo la possibilità di prendersi una rivincita sulla Dea che ha fatto in modo che questo succedesse, si sia reincarnata per poter combattere? >>
<< Qualche suggerimento?>> lo stuzzicò Death Mask. Shiryu sentì Milo, al suo fianco, irrigidirsi, forse per no scattare a spaccare la faccia al Saint di Cancer, visto il tono che aveva appena usato con Camus. Il Saint dell’Acquario si limitò a sospirare
<< Se avessi suggerimenti, probabilmente non mi starei facendo tutti questi problemi. Immagino.>> replicò, gelido.
<< Non sappiamo da dove arriverà il prossimo attacco. Non sappiamo nemmeno se sarà rivolto solo a noi o se …>> iniziò Shaka, accigliandosi leggermente
<< Ho seguito le notizie, negli ultimi giorni. C’è stato un improvviso boom di persone che si “credono altri” in giro per il mondo … qualche migliaio di casi tutti uguali in posti che non hanno nessuna connessione … >> lo interruppe Yuna, avanzando di un passo dallo schieramento di Silver e Bronze.
<< Non hanno ancora radunato l’esercito, quindi? >> chiese Atena, accigliandosi leggermente. Yuna si morse le labbra
<< Sono ancora sparpagliati, ma non sappiamo dove siano, perché i casi delle notizie sono di breve durata, poi le persone in questione tornano normali … >>
<< Possessioni non complete, come quando hanno attaccato me.>> intervenne Haruto << soldati semplici …>>
<< Beh, appurato che sono i troiani, dire che possiamo scoprire quantomeno chi potrebbe effettivamente attaccarci, quindi … e visto che abbiamo Andromaca e Deifobo, dobbiamo cercare di ricordarci un po’ di figli di Priamo …>> intervenne Aldebaran, come se la cosa non lo turbasse minimamente. Anzi, sembrava contento per l’idea appena avuta, cosa che non mancò di far sentire più leggeri tutti  
<< Invece di fare sforzi di memoria, dato che siamo appena tornati dall’Ade e nessuno di noi sembra propriamente in forma, usare la biblioteca?>> suggerì Kanon, in piedi dietro Saga.
<< Tanto adesso possiamo solo aspettare e vedere cosa succede. Non avendo nessuna idea, non possiamo agire per primi. >> sospirò Kiki. Shiryu lo vide di cattivo umore, ed aveva sentito anche lui l’esplosione del suo cosmo il giorno prima. Rabbia e angoscia che non era più riuscito a controllare.
Atena sciolse la riunione, e si ritirò nelle proprie stanze, mentre tutti i Saint si disperdevano, chi per andare ad allenarsi, chi per tentare di schiarirsi le idee. Shiryu vide Camus fare un impercettibile segno a Milo, che si affrettò a raggiungerlo, ed i due sparirono assieme
<< Perché non ci hai detto niente?!>> sibilò in quel momento Shun a Hyoga. Shiryu lanciò uno sguardo a Seiya, e raggiunsero il gruppetto di persone che si erano fermate nella sala
<< A che sarebbe servito dirvelo? A parte confermare quello che sapevate già: conoscono i nostri punti deboli.>> sbuffò Hyoga
<< Ti saresti risparmiato u sacco di insulti da me, ad esempio, quando sei arrivato in aeroporto ubriaco …>> fece notare Yuna
<< Bah, insulto più insulto meno …>> borbottò Hyoga. Shun serrò la mandibola e si allontanò a grandi passi
<< Si, reagisce proprio da ragazzina …>> ridacchiò Jabu, venendo immediatamente raggiunto dalla catena di difesa in pieno petto ed atterrato
<< Ahio!>>
<< La prossima volta mi sa che usa quella d’attacco, non è proprio stabile al momento …>> lo avvertì Seiya, ridendo alla scena
<< Davvero, però, perché non ci hai detto niente?>> chiese Shiryu
<< Avevo te da far ubriacare!>> si difese Hyoga
<< Un momento, l’hai fatto ubriacare e me lo sono perso?!>> si intromise Ryuho. Shiryu si girò a guardare il figlio, alzando un sopracciglio
<< Ma senti questo!>> sbottò, senza riuscire a trattenere un sorriso. Ryuho gli sorrise di rimando. Ikki sbuffò qualcosa sull’andare a scovare Shun, premurandosi di calcare bene sul fatto che non sarebbe toccato a lui, questa volta. Hyoga incassò il colpo, ma borbottò qualcosa sull’andare a parlare con Camus
<< A tuo rischio e pericolo, credo ci sia anche Milo …>> buttò li Jabu. Hyoga si strinse nelle spalle, per poi uscire.
Yuna si allontanò con Souma, Kouga ed Eden per un allenamento, a cui invitarono anche Haruto. Seiya, con un sospiro, annunciò che avrebbe raggiunto Saori
<< Anche se probabilmente nemmeno mi vedrà.>> mormorò, con una tristezza infinita nella voce. Shiryu avrebbe voluto abbracciarlo, ma non era il momento ne il luogo
<< Ma per favore, non ha mai visto nessun altro.>> sospirò Jabu. Seiya si girò a fissarlo
<< Non guardarmi così. E’ la pura verità. Però c’è da tenere conto che è la reincarnazione di Atena, non puoi pretendere …>>
Seiya sorrise
<< Già … >> mormorò, per poi allontanarsi.
Anche Haruto si allontanò, seguendo i bronze più giovani, non prima di essersi assicurato che Ryuho sarebbe filato a riposarsi; quindi Shiryu si avviò alla casa della Bilancia insieme al proprio figlio, in silenzio. Raggiunte poi le stanze interne, aiutò Ryuho a togliere l’armatura e controllò le medicazioni
<< Stai guarendo bene …>> disse
<< Siamo Saint, è normale.>> sospirò Ryuho. Poi si accigliò
<< Dovrei abituarmi anche a perdere le persone care, immagino …>> mormorò. Shiryu serrò la mandibola, a quelle parole, e si sedette sul letto, accanto a lui. Ryuho alzò lo sguardo
<< Anche se sapere di poterla ancora salvare un minimo di speranza me l’ha data, continuo a non voler combattere contro di lei …>> disse, deciso. Shiryu annuì
<< Lo so …>> mormorò. Sperò di essere riuscito a tenere ferma la voce …
<< Papà …>>
No, non c’era riuscito. Abbassò il viso e lasciò che i capelli vi andassero davanti
<< Papà …>> lo chiamò di nuovo Ryuho. Shiryu sospirò e gli prese una mano
<< Ho paura.>> ammise << Paura di dovermi battere contro tua madre. Paura di cosa accadrebbe se dovessi essere tu a batterti con lei. Paura di perdervi entrambi …>>
Ryuho sospirò, poi gli si rannicchiò vicino. Shiryu gli passò un braccio attorno alle spalle, stringendolo a sé. Si asciugò in fretta gli occhi. Non avrebbe permesso che suo figlio lo vedesse in quel modo …
<< Non nasconderti, papà. Non sono più un bambino, anche se in questo momento ti dirò che non mi dispiacerebbe … ma … non affrontare questa paura da solo. Perché io sono qui, anche se ho la tua stessa paura … salviamola, salviamo tutti … di nuovo …>> mormorò Ryuho. Shiryu lo abbracciò stretto, commosso da quelle parole
<< Grazie.>> sospirò. Poi si staccò
<< E adesso, riposa!>> ordinò
<< Sono stufo di stare a letto!>> si lamentò Ryuho << Ci ho passato tre quarti dell’infanzia e metà dell’adolescenza!>>
<< E ci passerai anche oggi. Se continuo così, domani ti lascio allenare. Un pochino. Ben lontano, così non  ti vedo e non infarto ogni volta che ti muovi … d’accordo?>>
Ryuho rise
<< D’accordo.>> sospirò, sdraiandosi, obbediente. Shiryu prese una sedia, e vi si lasciò cadere, rimanendo accanto al ragazzo finchè questi non si fu addormentato. Gli scostò la frangia, scoprendogli la fronte. Pensò a tutto il tempo in cui lo aveva solo percepito, e quando finalmente aveva potuto vederlo, si era trovato davanti un guerriero. Quante volte aveva provato a figurarsi come fosse suo figlio, nel vuoto totale dell’assenza di sensi. Quante volte, sentendo il suo cosmo ed entrandovi in contatto, aveva cercato di immaginare la sua voce, il modo in cui rideva. Durante l’addestramento, aveva cercato di figurarsi come stesse cambiando, man mano che gli anni passavano. Poi c’era stata la guerra contro marte, e per la prima volta aveva seriamente rischiato di perderlo. Invece Ryuho era tornato, e lui, libero dalla maledizione, aveva riacquistato i sensi. Aveva potuto vedere e sentire suo figlio per la prima volta. Non l’aveva confessato nemmeno a Shunrei, ma quel giorno avrebbe voluto piangere come un bambino. Per la gioia di poter finalmente vedere Ryuho. Per la frustrazione di tutte le piccole cose a cui, in quanto padre, avrebbe voluto assistere …
Sospirò, osservando il viso addormentato di Ryuho. Poi si alzò, percependo il cosmo di Hyoga avvicinarsi, dalla casa dell’Acquario. Lo accolse nella sala centrale. Hyoga alzò a malapena il viso, poi tornò con lo sguardo a terra, facendo per passare
<< Hey, aspetta …>> lo richiamò Shiryu. Hyoga sbuffò e si girò a guardarlo
<< Che c’è?>>
<< Hai l’aria stravolta … è ancora tanto severo Camus?>> chiese Shiryu, cercando di alleggerire l’atmosfera. Hyoga fece un mezzo sorriso
<< Più snob e altero che mai. Con l’aggravante che a vederlo dalla nostra età sembra uno sbarbato … come sta Ryuho?>>
<< Sta guarendo bene. Gli ho promesso che domani lascio che si alleni …>>
<< Come sei magnanimo …>> lo canzonò Hyoga, ridacchiando. Poi si accigliò
<< Si può sapere perché siete tutti così preoccupati? Perché ve la siate presa così tanto perché non vi ho parlato di Yakov … Deifobo … Ad Atena ho ben fatto rapporto, mi risulta, non  ho contravvenuto a nessuna regola …>>
<< Hyoga, quel ragazzo per te è come Shun per Ikki. Ecco perché ci preoccupiamo. Ecco perché Shun se l’è presa. >>
Hyoga abbassò lo sguardo e strinse convulsamente i pugni. Poi alzò di scatto il viso
<< Se dovessi trovarmelo davanti, non mi rimarrebbe che affrontarlo. Quindi meno ci penso, meglio è.>> disse, per poi marciare fuori. Shiryu sospirò, chiedendosi come ne sarebbero usciti quella volta. Ne sarebbero usciti, vero? … decise di dare fiducia a Ryuho, sperando che non sgattaiolasse ad allenarsi approfittando della sua assenza, e salì fino alla Casa del Capricorno. Trovò Shura intento ad allenarsi, ma appena quello lo percepì, si fermò, avvicinandoglisi.
<< Sarà dura.>> gli disse. Shiryu annuì, per poi abbassare il viso, serrando gli occhi. Shura lo sorprese, stringendolo in un abbraccio. Beh, qualcosa di rigidamente e goffamente simile, quantomeno, ma Shiryu vi si abbandonò volentieri, lasciandosi andare ai singhiozzi.
<< Avresti avuto bisogno di Dohko, in questo momento … lui saprebbe consigliarti bene. Io posso solo dirti che è normale che tu abbia paura. Solo gli stolti non ne hanno, e raramente la cosa li avvantaggia. Solo non dimenticare mai per chi combatti. >> su queste parole, Shura lo allontanò, tenendolo per le spalle. Shiryu annuì, asciugandosi gli occhi
<< So che ce la farai anche questa volta. Come ce l’hai sempre fatta. Credi in Atena. E credi nel tuo cosmo! So che ci hai addestrato tuo figlio, solo usando il cosmo! Nessuno ci sarebbe riuscito. >>
Shiryu abbassò lo sguardo
<< Beh, non avevo altra scelta …>> mormorò
<< Nemmeno adesso ce l’hai. >> sospirò Shura. Shiryu alzò lo sguardo, poi annuì, sentendosi più leggero
<< Grazie.>> mormorò. Shura scosse leggermente il capo, sorridendogli
<< Vorrei poter fare di più. Ma … beh, per quanto possa servire, sarò sempre pronto a spronarti e incoraggiarti quando servirà. >>
Shiryu sorrise. Ringraziò ancora una volta e tornò alla casa di Libra. Tornò a controllare Ryuho, trovandolo sveglio, con lo sguardo fisso sul soffitto. Gli si avvicinò, sedendo accanto al letto. Ryuho, senza nemmeno voltarsi verso di lui, allungò una mano e, a colpo sicuro, prese una ciocca dei suoi capelli. Shiryu sorrise a quel gesto quasi inconsapevole
<< Probabilmente lo percepivi, ma … quand’ero piccolo riuscivo ad addormentarmi solo così … mamma ha esaurito tutte le ninnananne che sapeva, ma non c’era verso. Solo così …>> mormorò, agitando leggermente la mano. Shiryu prese ad accarezzargli la fronte, e Ryuho lo lasciò fare. Sospirò, stringendo un po’ più forte la presa
<< Dev’essere stata dura, piccolo … riuscivo a comunicare con te solo attraverso il cosmo, e solo per addestrarti o quasi …>>
<< Ma eri li.>> sorrise Ryuho, girandosi finalmente. Aveva gli occhi lucidi di lacrime
<< Domani comincio ad allenarmi. Perché a rimanere a letto non faccio che pensare, e più penso peggio mi sento … e … non riesco a togliermi di dosso la sensazione … la certezza che avrei dovuto proteggerla … è quello per cui ci siamo addestrati, no?!>>
Shiryu lo tirò a sedere, per poi stringerlo forte a sé. Ryuho gli si aggrappò, singhiozzando sommessamente
<< Smetti di colpevolizzarti, Ryuho, Davvero. Nn avresti potuto fare niente … e … scusa, ma io sono contento che tu non abbia fatto l’impossibile. Perché adesso sei qui, posso stringerti tra le braccia. E possiamo ancora salvare Shunrei. Ma se tu non ci fossi … Se tu non ci fossi, non avrei la forza di sperare, adesso. >>
Ryuho si staccò leggermente, per guardarlo negli occhi. Poi si asciugò il viso, annuendo. Si accigliò leggermente, poi si morse le labbra
<< So che è una cosa estremamente infantile, ma … rimarresti qui finchè non mi addormento? Ho paura di fare incubi, sennò …>> mormorò, arrossendo violentemente. Shiryu sorrise.
<< Non mi muovo.>> assicurò. Ryuho si raggomitolò su un fianco e, dopo un momento di esitazione, prese tra le dita una ciocca dei suoi capelli
<< Appena mi addormento puoi muoverti, giuro …>> mormorò, chiudendo gli occhi. Shiryu si chinò  a baciargli la fronte
<< Io quand’eri davvero un bambino ti percepivo e basta, quindi se anche adesso ogni tanto hai di questi momenti, non mi dispiace, sai?>> sospirò. Ryuho ridacchiò
<< Sono troppo esausto per essere imbarazzato.>> mormorò, per poi addormentarsi davvero. Shiryu rimase con lui finchè non fu sicuro che stesse davvero dormendo, poi tornò nella stanza principale della Casa. Allenarsi un pochino l’avrebbe aiutato a riordinare idee e sentimenti 



Stavolta è una scena tagliata, perchè sennò diventava troppo lunga una parte, e Atena scalpitava

KANON: *segue lo scambio di battute tra Shiryu, Milo e Seiya* ora capisco perchè Aiolos non è tornato. Qui è una gabbia di matti ... ma ho come l'impressione che toccherà a te, fratellino 
SAGA: Aspetta solo che ci lasci le penne di nuovo, vedi che fine fa Aiolos appena lo acciuffo. Dannato quadrupede alato 

Nulla di che, infatti non l'ho messa dentro. Ma boh, ecco, così, giusto per far sapere che si, ci sono anche loro (e non vanno solo a far saltare i nervi a Kiki, ecco XD)

Bene ... capitolo un po' ...difficile. Shiryu è diffcile da usare quando fa il gold saint! Com'è difficile rapportarlo con Ryuho perchè chi scrive: a) non sarà mai padre per ovvi motivi biologici (a me tocca la parte slatter della cosa) b) ha un rapporto col proprio padre ehm burrascoso (abbiamo smesso di litigare per qualsiasi cosa solo perchè adesso sto a 8 fusi orari da lui) c) non ha idea di come sia avere i capelli così lunghi e lisci U_U XDDDDDDDDDDDD

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 9 ***


Stavolta niente siparietto, perchè ci hanno già pensato da soli nel mezzo del capitolo (sto acora rotolando XD GIURO che non l'avevo scritta apposta, originariamente ... ma poi l'ho lasciata U_U Di cosa sto parlando lo scoprirete leggento *dan dan daaaaan*)



Mu guardò le luci delle dodici case, che brillavano nel buio che era sceso su quella sera di fine estate, con un misto di nostalgia ed angoscia. Si girò poi verso Raki, accanto a lui. La ragazza aveva sulle spalle il box della Cloth della Gru, che era tornata a reclamare il proprio Saint dopo più di due secoli, indice di quanto fosse effettivamente grave la situazione.
<< Andiamo?>> mormorò Mu. Raki si morse le labbra per un istante, poi annuì, precedendolo sulla scalinata. Mentre erano in Jamir, la ragazza l’aveva stordito di chiacchiere, tra un allenamento e una riparazione di qualche armatura “per ogni evenienza”, aveva gridato per l’incredulità quando la Cloth l’aveva scelta, cosa che aveva provocato altre raffiche di discorsi, non era stata ferma un secondo; ma quando Mu aveva parlato del Santuario, Raki si era come bloccata. Una strana tensione che Mu non era riuscito a comprendere. Raki riusciva a schermare ogni suo minimo pensiero e anche la più piccola increspatura delle proprie emozioni, e nemmeno Mu riusciva a sentire cosa pensasse. Faticava anche a percepire i movimenti del suo cosmo, se lei non voleva che li percepisse. Da un lato la cosa lo rendeva orgoglioso, perché si trattava pur sempre dell’allieva del suo allievo, ma dall’altra lo spaventava pensare a quanto potessero diventare forti poteri psichici così sviluppati … All’improvviso sentì il cosmo di Kiki. Quando arrivarono alla prima Casa, infatti, il Saint dell’Ariete li aspettava all’entrata. Mu gli sorrise, guardandolo, finalmente. Appena tornato dall’Ade aveva sentito la Cloth, quindi aveva appena avuto il tempo necessario per attraversare le dodici case a ritroso per raggiungere la zona subito fuori dal perimetro delle case stesse, potendo così teletrasportarsi in Jamir, quindi aveva visto solo di sfuggita Kiki.
<< Sei cresciuto.>> gli disse. Quello fece un mezzo sorriso, poi guardò Raki, che gli si era fermata di fronte
<< Entriamo … >>  sospirò. Mu capì che qualcosa lo turbava, ma non chiese nulla. Sentì anche un’improvvisa ondata di rabbia da parte di Raki, qualcosa di così improvviso e violento che la ragazza non riuscì a schermarlo.
Appena arrivarono alle stanze interne, esplose anche verbalmente
<< Non pretendo i salti di gioia, ma almeno un minimo di orgoglio! Sono diventata una Saint, non ho mica compiuto qualche crimine!>> sbottò. Kiki sussultò a quelle parole, e si girò, lentamente
<< Sono orgoglioso, Raki. Davvero. Ma …>> la voce lo abbandonò, mentre si lasciava cadere seduto su una delle sedie nella stanza. Mu si accigliò leggermente
<< Forse dovrei lasciarvi soli …>>
<< No, perché sennò finisce in rissa.>> sospirò Raki. Kiki ridacchiò, poi tornò serio
<< Ho paura.>> ammise. Si passò le mani sul viso e nei capelli, scompigliandoli completamente, poi tornò a guardare Raki, che dal canto suo rimaneva ferma, in attesa.
<< Sapevo che saresti diventata Saint, ma nella mia testa non eravamo in guerra, in quel momento … >> abbassò il viso e strinse i pugni. Raki sospirò ed abbassò il viso a sua volta, con una smorfia
<< Mi fai sentire inadeguata al mio ruolo.>> sussurrò << Ma mi hai addestrata tu! >>
Kiki annuì, tenendo però il viso basso. Mu non riuscì a trattenersi, e si avvicinò, facendo alzare il viso a Kiki
<< Sei un uomo, ormai.>> lo rimproverò. O almeno ci provò, anche se il tono che gli uscì fu un po’ troppo dolce per i propri gusti … Kiki si staccò, con un gesto brusco, e si asciugò un’unica lacrima. Poi si alzò ed abbracciò di slancio la ragazza
<< Non azzardarti a morire.>> mormorò. Lei sospirò, arrossendo leggermente, per poi ricambiare l’abbraccio. Mu decise che avrebbe indagato in seguito e, in silenzio, iniziò a salire, deciso ad annunciarsi ad Atena. Prima o poi, pensò, vedendo Aldebaran andargli incontro tutto sorridente.
<< Non ti avevo visto, pensavo non fossi tornato indietro!>>
<< Ho avuto una piccolissima incombenza, appena arrivato, quindi sono corso giù e poi in Jamir …>> spiegò Mu, stringendosi nelle spalle
<< La ragazzina?>> si informò Aldebaran
<< Se vuoi prenderle, e intendo seriamente, chiamala così in sua presenza … fortuna che anche se il Saint dell’Ariete adesso è Kiki, posso ancora usare i miei colpi, perché senza Crystal Wall al momento sarei ridotto come il peggiore dei teppisti dopo una rissa …>>
<< E’ così forte?>> chiese Aldebaran, alzando le sopracciglia. Mu sorrise
<< Ha quasi sedici anni … e come tutti a quell’età pensa di aver capito tutto del mondo … anche se probabilmente una buona parte l’ha capita davvero. E da alcuni cambi repentini di umore credo che sia in un determinato … momento …>>
<< Oh … >> borbottò Aldebaran, arrossendo << I momenti in cui Shaina diventa inavvicinabile e fa paura anche a Death Mask?>>
<< Esattamente. >>
<< Beh, dai, pochi giorni e passa …>>
Mu rise, poi si congedò e riprese a salire. Alla Casa dei Gemelli, fu Saga a venirgli incontro. Rimasero a guardarsi per un momento, una leggera tensione tra di loro
<< Quindi sei tornato anche tu … avevo sentito il tuo cosmo infatti …>>
<< Sono stato occupato …>> rispose Mu. Poi sospirò
<< Smetterai mai di pensarci?>> chiese. Saga abbassò lo sguardo
<< Non credo … >>
Mu sospirò
<< Posso chiederti una cosa?>> mormorò Saga. Mu lo guardò, piegando leggermente la testa
<< Quando hai scoperto come sono andate le cose? Quando hai scoperto che ero io?>>
Mu abbassò lo sguardo, con una smorfia
<< Non dopo molto tempo … un paio di mesi forse … >> sospirò
<< E perché non ne hai parlato con nessuno ma ti sei limitato ad allontanarti?>>
<< Chi mi avrebbe creduto? A parte Aiolos …>>
Saga sussultò a quel nome, nonostante in Ade si fossero chiariti … forse …
<< I ricordi dell’Ade si stanno sbiadendo molto in fretta o è una mia sensazione?>> chiese allora Mu.
<< Ce ne siamo resi conto tutti.>> rispose Saga. Mu si accigliò
<< Vado ad annunciarmi ad Atena. E magari le chiedo se ha idea del perché i ricordi dell’aldilà ci stiano abbandonando …>>
Detto ciò, superò la Casa senza dare il tempo a Saga di dire altro. O di fargli dire altro rischiando di ferirlo e compromettere il suo risaputamente scarso equilibrio interiore.
La casa di Cancer era vuota, quindi la superò senza fatica (non ebbe dubbi a riguardo di dove l’avrebbe quantomeno percepito).
Aiolia lo abbracciò, invece, contento di rivederlo
<< Sei tornato di qua e scomparso in un lampo …>> disse. Mu si staccò dall’abbraccio, leggermente imbarazzato
<< Abbiamo un nuovo Saint … sono dovuto andare a … prenderla …>> borbottò. Vide Marin, che aveva raggiunto Aiolia, e le fece un cenno col capo. Lei ricambiò il cenno, sorridendo. Era la prima volta che la vedeva senza maschera …
<< Combatterai con noi?>> chiese allora. La donna annuì
<< Ma … il tuo cosmo …>>
<< Non preoccuparti. Un paio di mosse le so fare ancora.>> minimizzò lei. Mu sperò che fosse vero, perché a giudicare dal lampo di terrore che vide nello sguardo di Aiolia, se le fosse successo qualcosa, lui non avrebbe retto …
<< Da qui puoi passare tranquillo. Sono tutti su alla tredicesima.>> lo avvertì Aiolia. Mu annuì e, attraversata la Casa del Leone, riprese a salire. Sentì la scia del cosmo di Shaka, nella Casa della Vergine, e non riuscì a trattenere un sorriso. Scosse la testa, dandosi dello stupido, e finì la salita. Solo alla Casa dei Pesci incontrò effettivamente qualcuno
<< Vai anche tu alla tredicesima?>> lo accolse Aphrodite. Mu annuì, poi si accigliò leggermente, cercando di capire cosa ci fosse di differente nel Saint dei Pesci, poi spalancò la bocca, sconvolto.
<< Che c’è?>> chiese Aphrodite, in tono piuttosto acido
<< Niente … è che … il trucco … cioè … niente trucco … >>
Aphrodite scoppiò a ridere tanto forte che dovette appoggiarsi ad una colonna. Mu pensò che mai l’aveva visto ridere perché davvero divertito da qualcosa, prima di allora, nemmeno quand’erano piccoli. Poi lo vide portarsi una mano al viso
<< Qualcuno mi ha detto che vado bene anche senza …>> mormorò, e Mu sentì una malinconia infinita nel suo tono
<< E’ tanto brutto usare questi momenti per … per noi?>> chiese poi, all’improvviso.
<< Quando mai ti sei fatto problemi in proposito?>> si informò Mu. Aphrodite sospirò, abbassando il viso, sorridendo leggermente ed annuendo
<< Già …>> mormorò, in tono cupo
<< Scusa …>> mormorò Mu. Aphrodite alzò il viso, e Mu si rese conto che si, era dannatamente bello e che, contrariamente a quanto aveva lasciato loro intendere per anni, a lui non importava assolutamente nulla. Lui la bellezza la voleva vedere, punto …
<< E’ solo che ho paura di morire di nuovo senza … senza aver avuto il tempo di …>> si girò istintivamente verso le stanze interne, e Mu percepì il cosmo di Death Mask.
<< Ah, non badarmi. Sono diventato orribilmente mieloso da quando sono tornato. >> sbuffò. Poi fece un ghigno degno della persona che stava in quel momento dormendo nelle stanze interne
<< Fila, prima che qualcuno perda la calma. E non parlo di Atena …>>
Mu arrossì violentemente e, borbottando qualcosa di ben poco carino, si affrettò ad attraversare la casa, seguito dalla risata di Aphrodite.
Quando raggiunse la tredicesima, una piccola folla si girò verso di lui. Il fatto che Seiya e Shiryu sembrassero più vecchi di lui lo lasciò per un momento interdetto, poi fece un rapido calcolo e si rese conto che non c’era nulla di strano. Loro erano morti a poco più di vent’anni. I bronze allora erano praticamente dei bambini, ma ora erano tutti oltre i trenta … la cosa lo fece sogghignare. Poteva ben immaginare l’isteria di Shaina nel vederseli tornare più giovani che mai … il suo cuore saltò un battito, o forse due, quando Shaka si girò a guardarlo. Aveva gli occhi aperti, e tutto quell’azzurro per un momento lo confuse
<< Bentornato …>> disse la voce di Atena, e Mu si affrettò a portare la propria attenzione sulla Dea, inchinandosi al suo cospetto.
<< Hai riportato con te il Saint della Gru?>> chiese la Dea.
<< Si. Ma ora la lascerei riposare … sono stati giorni un po’ … complicati …>>
Il sorriso di comprensione della Dea gli scaldò il cuore
<< L’hai lasciata alle cure del suo maestro, quindi.>> disse. Mu annuì
<< Cure amorevoli?>> ghignò Milo, venendo raggiunto immediatamente da una gomitata da parte di Camus
<< Ma che ho detto?>> si lamentò lo Scorpione, strappando un sorriso a Seiya, un sospiro rassegnato a Shiryu e Shura e indurimento ulteriore dell’espressione di Camus. Shaka si limitò ad alzare un sopracciglio, tenendo gli occhi chiusi, e Mu si rese conto che li aveva aperti solo per un momento. Solo per lui. Sorrise tra sé. Non gli avrebbe mai confessato che l’aveva scoperto. Mai.
<< Stavamo dicendo che forse dovresti prendere il posto che era di Shion …>> disse Shiryu, spiazzandolo
<< Eh?>>
<< Beh, era il tuo maestro, dopotutto, e il Saint dell’Ariete ora è Kiki …>> iniziò ad elencare Seiya
<< Aiolos è stato designato. Non io. E l’altro candidato era Saga. Non avere al momento una Cloth non vuol dire per forza dover sedere sullo scranno del Grande Sacerdote, e averne una non preclude invece di poterlo fare …>>
<< Ma Saga ha rinunciato. E Aiolos non è tornato.>> sospirò Atena. Mu sentì una morsa di panico alla bocca dello stomaco. Si morse le labbra
<< Intanto riposati. Riaffronteremo l’argomento.>> disse Atena. Poi si accigliò leggermente.
<< Non so nemmeno perché i ricordi dell’Ade vi stiano abbandonando … >> mormorò, sconsolata. Uscirono dalla tredicesima casa, tranne Seiya, che rimase come sempre più spesso succedeva, al fianco di Saori, e riattraversarono la dodicesima. Aphrodite era nel giardino, preso a curare le rose. Death Mask era seduto poco lontano, e lo osservava. Mu si chiese quanto fossero cambiati quei due. E si sentì in dovere di voltare lo sguardo. Vederli in quel momento di tranquillità assoluta lo fece sentire come se stesse invadendo qualcosa di assolutamente privato. Anche gli altri ebbero più o meno la stessa reazione. Una volta attraversata la Casa, ripresero tutti a respirare. Shiryu li precedette nella discesa. Doveva andare a controllare che Ryuho non fosse fuggito ad allenarsi in sua assenza, e Mu sorrise, rendendosi conto che mai si sarebbe aspettato di vedere l’attuale Saint di Libra così agitato
<< E’ terrorizzato da quello che potrebbe accadere …>> sospirò Shura.
<< Se ti preoccupi così per lui, Ryuho dovrà chiamarti “nonno” …>> lo canzonò Milo. Shura alzò un sopracciglio
<< Non sono così vecchio …>>
Mu ridacchiò per l’assoluta mancanza di senso dell’umorismo di Shura, che aveva appena completamente smontato Milo. Un Milo che sembrava tanto abbattuto da meritarsi una pacca sulla spalla da parte di Camus che poi, incurante di chi fosse presente o meno, gli chiese di rimanere. Milo arrossì, sentendolo, e spalancò gli occhi.
<< Muoviti o ti chiudo fuori.>> sbuffò Camus, già spazientito, entrando nella propria Casa ed ignorando gli altri. Milo sorrise, poi si girò verso di loro e si strinse nelle spalle
<< Non credo ci sia concesso molto tempo …>> disse, per poi affrettarsi a seguire Camus, lagnandosi platealmente per il trattamento freddo. Shaka e Shura sospirarono praticamente all’unisono
<< Siamo Saint di Atena, per Dio!>>  sbottò Shura. L’assurdità dell’esclamazione appena uscita dalle labbra del Saint del Capricorno, strappò un sorriso perfino a Shaka
<< Che c’è?>> chiese Shura, sconvolto dalla reazione del Cavaliere di Virgo. Quello scosse la testa, ridacchiando
<< Nulla. Dopotutto io sono buddista …>> sospirò, iniziando a scendere verso la sesta
<< Ma che ho detto?>> chiese ancora Shura
Mu si limitò a coprirsi la bocca con una mano, continuando a ridere. Quando arrivarono alla decima Casa, Shura stava praticamente piagnucolando per capire che avesse detto per far ridere addirittura Shaka, ma non ricevendo in risposta nient’altro che risatine ormai incontrollate da parte dell’indiano, si limitò a lasciarli andare per la loro strada.
<< Non se n’è proprio reso conto, vero?>> sospirò Shaka. Mu ridacchiò
<< No.>> confermò. Shaka rise ancora, e Mu si beò di quel suono, che quasi mai aveva sentito. Arrivati alla Sesta, Shaka lo fermò, prendendolo per una manica della veste. Mu si girò, sorpreso per quel gesto tanto inusuale per il Saint di Virgo
<< Fermati qui …>> mormorò, tenendo gli occhi aperti, ma lo sguardo basso. Mu si morse il labbro inferiore
<< Devo andare a controllare quello scemo del mio allievo e la sua allieva …>> sospirò. La mano di Shaka sulla sua manica tremò leggermente
<< Scendi anche tu alla Prima.>> disse allora Mu, alzando gli occhi ad incontrare quelli di Shaka. Lui alzò le sopracciglia, sorpreso, poi accennò un sorriso
<< Si può fare, immagino …>> mormorò, come sorpreso dalle proprie parole. Mu gli sorrise e si incamminò. Shaka non lasciò andare la sua manica, nemmeno quando passarono dalla Terza, sotto lo sguardo attonito di Saga e quello scanzonato di Kanon
<< Ma tu guarda …>> ridacchiò proprio Kanon
Mu si fermò un momento e si girò a guardare Saga
<< Sai che non posso.>> gli disse semplicemente. L’espressione di Saga si indurì leggermente, e Kanon si spostò leggermente, in un gesto istintivo, come ad essere a protezione del gemello. Mu non l’avrebbe mai ammesso, ma quel movimento impercettibile lo commosse nel profondo …
<< Io ho paura, Mu … so che sei intelligente abbastanza da capire che non possiamo permettere ad Arles di tornare … che non possiamo permettere … a me … di tornare …>>
Mu si morse le labbra, poi sospirò
<< Lo capisco.>> mormorò. Poi riprese a scendere, Shaka sempre diligentemente attaccato alla sua veste
<< Effettivamente però, in quanto allievo di Shion … >> tentò Shaka. Mu si fermò un momento e si girò a guardarlo
<< Non posso …>> mormorò << Io che mi sono allontanato dal Santuario senza fare nulla quando ho scoperto che Shion fu assassinato! Io che non feci nulla per evitare che Aiolos morisse per salvare Atena! Non posso!>>
Shaka sospirò e lo sorprese, stringendogli la mano
<< Siamo appena tornati dall’aldilà. Siamo tutti un po’ sottosopra. >> sospirò. Mu annuì.
Aldebaran alzò le sopracciglia, vedendoli passare, ancora con le dita intrecciate, ma non disse niente. Mu cose con la coda dell’occhio il suo sorriso, e si girò appena, sorridendo a sua volta.
Arrivati alla Prima, trovarono Kiki, seduto nella piccola cucina, con l’aria stravolta
<< Raki?>> chiese subito Mu. Kiki indicò con un cenno la stanza da letto
<< Era esausta. >> sospirò.
<< Avete litigato?>> chiese Shaka, accigliandosi leggermente, percependo qualche residuo dell’atmosfera precedente. Kiki sospirò, scuotendo la testa
<< Non proprio litigato … >> mormorò il Saint dell’Ariete, abbassando lo sguardo. Ed abbassando lo sguardo vide le dita intrecciate dei due, che si affrettarono a staccarsi, arrossendo e guardando in due direzioni opposte (non che Shaka stesse effettivamente guardando, dato che aveva chiuso gli occhi …)
<< Oh …>> sorrise Kiki. Mu gonfiò le guance. Poi rivide sul volto del Saint lo stesso sorriso pettegolo che gli aveva visto da bambino. Senza riuscire più a trattenersi, si avvicinò e lo abbracciò stretto, come quando,poco dopo che l’aveva trovato, era tormentato da gli incubi o spaventato dai temporali
<< Maestro!>> tentò di protestare Kiki, arrossendo violentemente, ma non fece nulla per scostarsi. Sospirò, invece, e si lasciò abbracciare, anche se ormai non era più un bambino, ma un uomo adulto.
Mu si scostò leggermente, e lo scrutò. Vide l’ultima guerra, riflessa nei suoi occhi. E la paura per quella attuale. Paura non per sé stesso, ma per la ragazza che ora dormiva sotto quello stesso tetto. La paura di ogni maestro per il proprio allievo. E Qualcosa di più.
<< Lo sai che è tremendamente giovane, vero?>> mormorò, guardando Kiki negli occhi. Lui annuì, senza distogliere lo sguardo, nonostante avesse gli occhi velati di lacrime
<< Lo so.>> mormorò << Ma secondo la Cloth non è così.>> ironizzò poi.
<< Beh, noi eravamo tutti molto più giovani.>> fece notare Shaka
<< Voi siete dei casi disperati, a sette anni eravate già tutti Gold Saint.>> sbuffò Kiki. Doveva essere davvero stravolto per rispondere a quel modo, si disse Mu
<< Scusa.>> sospirò infatti un secondo dopo Kiki. Shaka sospirò, sedendosi, ed aprì gli occhi
<< Di che? Hai detto solo la verità.>> sospirò << Noi non abbiamo conosciuto altro che questo. Nemmeno la morte ha posto fine alle nostre battaglie.>>
Mu sentì la profonda amarezza nel suo tono, e si girò a guardarlo, chiedendosi che gli prendesse
<< Atena ci ha chiamati! Non possiamo che …>>
<< Lo so!>> quasi gridò Shaka, stringendo i pugni
<< Ma … ieri Camus, durante la riunione, si è chiesto quando gli Dei smetteranno di servirsi di noi per i loro giochi di potere e … beh, me lo chiedo anch’io … eravamo morti, Mu! Adesso siamo di nuovo qui, e con una situazione che probabilmente sarà peggiore delle altre volte, perché stavolta conoscono i nostri punti deboli! E la cosa mi terrorizza! Non riesco a calmarmi in nessun modo!>>
<< Tu non hai punti deboli.>> sorrise Mu. Kiki indietreggiò, come presagendo qualcosa. Mu sussultò quando lo schiaffo lo raggiunse. Un colpo totalmente umano da parte dell’uomo più vicino agli Dei. Si portò la mano alla guancia colpita, poi allungò una mano, asciugando gli occhi a Shaka
<< Scusa.>> mormorò. Shaka scosse la testa e gli posò la fronte su una spalla
<< Sei solo una capra.>> borbottò, all’apice dell’imbarazzo
<< Eh …>> sorrise Mu
<< Un caprone testardo.>> borbottò ancora Shaka, per poi sospirare ed asciugarsi gli occhi di nuovo. Mu si morse le labbra, mentre Shaka tornava a sedersi, poi si girò verso Kiki, che stava ridacchiando, mentre riempiva un bollitore e lo appendeva sopra il fuoco ad un gancio fissato nel camino
<< Il tuo punto debole è fin troppo palese, ragazzino.>> sospirò ad un tratto Shaka. Mu si girò a guardarlo, e così fece anche Kiki. Il più giovane però sorrise
<< Evidente, ma inutilizzabile dai nostri attuali nemici.>> disse,sicuro
<< Sembri non avere alcun dubbio …>> disse Shaka. Kiki sorrise da un orecchio all’altro, cosa che lasciò del tutto indifferente il Saint di Virgo
<< Non ho dubbi no. Raki è estremamente forte.>>
<< Tanto da poter schermare il proprio cosmo, oltre che i propri pensieri.>> sospirò Mu. Shaka aprì gli occhi, sgranandoli per la sorpresa
<< Non si percepisce nemmeno la schermatura!>> sussurrò, per poi annuire e guardare verso Kiki
<< Come ci riesce?>> chiese. Kiki si strinse nelle spalle
<< Capacità innata. L’ha sempre avuta, anche se in stato grezzo … io ho potuto solo affinare quello che già c’era …>>
<< Non è pericoloso non poter sentire quello che pensa, in un momento tanto delicato?>> chiese allora Shaka, dando voce ai dubbi che anche Mu aveva avuto. Il sorriso di Kiki si addolcì
<< Con me non scherma niente.>> mormorò, tornando a guardare il bollitore
<< Kiki … te l’ho già detto, pochi minuti fa, ma …>> iniziò Mu
<< Si, lo so. E’ tremendamente giovane. Infatti ce l’ha con me.>>  sorrise Kiki. Mu piegò la teta di lato
<< A volte vorrei che almeno certe cose le schermasse anche con me.>> sospirò Kiki. Lasciò la frase in sospeso, mentre Mu e Shaka arrossivano violentemente
<< Oh … >> borbottò Mu, captando il pensiero del proprio allievo
<< Beh, hai fatto bene a non …>> iniziò Shaka
<< Non lo so, in realtà. Potrei perderla. Potrei morire. >> lo interruppe Kiki. Mu fece per dire qualcosa, cercando magari di trovare qualcosa che non facesse scattare la rissa tra Kiki e Shaka, perché per quanto nessuno dei due fosse il tipo, al momento Kiki sembrava regredito agli otto anni e Shaka tornato snob come quando ne aveva sette, ma non riuscì ad emettere un solo suono. Un cosmo familiare si riaccese, anche se non al Santuario. Poi esplose e si spense di botto, lasciandoli senza fiato. 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 10 ***


Capitolo un po' cortarello, ma PESO PESISSIMO! Quantomeno da scrivere. Che mi è saltato in mente? Seriamente?! *asciuga sudore*

Ehm, bene,smetto di delirare e posto U_U (quindi, no, non smetto di delirare) così poi posso andarea dormire e tentare di spegnere il neurone, che poverino oggi ha fatto il quintuplo turno tipo ><



Guardò i suoi Saint, che si erano radunati alla Tredicesima Casa appena avevano sentito quel cosmo esplodere e spegnersi. No, non si era spento del tutto. Rimaneva qualcosa. Una fiammella strenuamente aggrappata alla propria esistenza, e lei non sapeva se esserne grata. O se avrebbe complicato le cose …
Seiya aveva dovuto sostenerla, mentre succedeva. Aveva sentito Aiolos tornare, come lanciato nel mondo contro la propria volontà. Aveva sentito la sua confusione per essere stato riportato indietro senza sapere chi fosse stato. Ma anche nella confusione, aveva pensato a lei. E nonostante la sua essenza umana non avesse passato con Aiolos che pochi momenti quand’era troppo piccola per poterlo ricordare, quando il suo cosmo si era spento all’improvviso il senso di perdita era stato tale da farla cadere. Anche Seiya aveva percepito cos’era successo, perché le braccia che la reggevano erano salde, ma il Saint era crollato in ginocchio.
Ora però era ritto, davanti a lei, assieme agli altri.
Aveva subito ordinato a Ban e Nachi di spostare gli Steel Saint a Palaestra. Non che fosse particolarmente sicuro, ma era meglio se fossero tanti. E Geki pareva stesse facendo un buon lavoro con i futuri Saint. La Dea pensava che, in caso di caduta degli attuali, non sarebbe passato troppo tempo perché arrivassero i nuovi. Saori rabbrividì a quel pensiero, ma cercò di non darlo a vedere. Gli uomini e donne davanti a lei avevano bisogno di Atena, in quel momento … Guardò i giovani Saint. Si erano raccolti attorno al Saint del Dragone, come a proteggerlo da … da cosa? Dalle emozioni? Non si possono difendere le persone dalle proprie emozioni, si trovò a pensare, passando in rassegna i visi dei Gold Saint. Shiryu, con l’espressione contratta quasi quanto quella del figlio. Seiya, preoccupato per lei i una maniera quasi vergognosa. Sapeva che dietro l’aria disinteressata di Aphrodite c’era invece una preoccupazione enorme. Lo sentiva. Perfino Death Mask non era tranquillo. Kanon stava letteralmente sorreggendo Saga, che non  si preoccupava di nascondere le proprie lacrime. E Saori sentì un moto di empatia. Avrebbe voluto scendere dal trono ed andargli a dire che non era colpa sua … questa volta, pensò Atena.
Camus, un passo indietro rispetto agli altri, pareva guardare tutto con freddo distacco.
Kiki si stava mordendo furiosamente le labbra, incapace di nascondere i propri sentimenti. Quello che lo differenziava di più dal proprio maestro, sospirò Saori. Quello che gli impediva di essere più forte del proprio maestro, sospirò Atena.
Aldebaran era l’unico che sembrava tranquillo, ma lei sapeva che era per tentare di tranquillizzare gli altri. Sentiva il vorticare di emozioni, attraverso il cosmo. Ma non poteva permettersi di cedere davanti ai suoi compagni, e sapeva che loro glie ne erano grati.
Shaka teneva tutto il suo essere celato dietro le palpebre, nemmeno a lei era dato sapere cosa pensasse o provasse. Il cosmo del Saint della Vergine era perfettamente stabile, nonostante il Saint stesso dovesse essere parecchio scosso. Conosceva Shaka, non era certo come si faceva vedere, e a giudicare dalla guancia ancora arrossata di Mu, che si era ritirato dietro a Silver e Bronze, ne aveva appena dato dimostrazione.
Shura teneva lo sguardo fisso davanti a sé, una maschera di perfetta tranquillità, un passo avanti a Death Mask ed Aphrodite che, per quanto non fisicamente, lo stavano sostenendo.
E poi Aiolia. Era arrivato solo perche Marin l’aveva portato di peso. Ora era Milo a sostenerlo, e Atena vide qualcosa nello sguardo di Saga. Un ricordo, probabilmente. Come se avesse già visto una scena simile … scacciò quel pensiero. Doveva smettere di lasciarsi sopraffare dai sentimenti dei propri Saint. Erano uomini, ma lei era una Dea, ed al momento doveva sostenerli in quanto tale …
Notò il Saint di Andromeda massaggiarsi le tempie, con un’espressione infastidita che era assolutamente inusuale per lui
<< Che succede?>> gli chiese, quindi. Quello sussultò, come un ragazzino beccato a dormire a scuola, poi piegò leggermente la testa di lato, arrossendo leggermente
<< E’ Ade …>> mormorò. Ecco spiegata l’espressione infastidita.
<< E’ … beh, di cattivo umore … e Aiolos non è tornato agli inferi … >> si massaggiò di nuovo le tempie, probabilmente per tentare di riprendere possesso dei propri pensieri senza interferenze. Si alzò un brusio tra i Silver, a quelle parole. Quanto potevano fidarsi di Ade? E di uno che ne sentiva i pensieri? Era uno dei Saint Leggendari, vero, ma …
<< Silenzio, per favore.>> chiese Atena, in tono calmo. Tutti si zittirono.
<< Sento ancora il suo cosmo. Non è spento completamente.>> confermò la Dea. Aiolia alzò lo sguardo su di lei, che si sentì stringere il cuore
<< Lascia che vada da lui …>> la supplicò il Saint. Sarebbe caduto in ginocchio se Milo non l’avesse tenuto ben saldo. Atena fece per ribattere, ma Shura la interruppe
<< Manda me.>> disse
<< Così puoi ucciderlo di nuovo?!>> la risposta di Aiolia lasciò tutti senza parole. Nessuno si era aspettato un tono tanto tagliente. Non da lui. Non dopo tutti quegli anni. Non dopo essere morti e tornati in vita …
Shura abbassò il viso
<< L’ordine era partito da me …>> disse Saga, con un filo di voce. Aiolia serrò la mandibola, ed Atena decise
<< Andrete tutti e tre.>>
Tre paia di occhi si girarono verso di lei. Azzurri ed increduli quelli di Aiolia. Blu ed ancora velati di lacrime quelli di Saga. Neri e pieni di domande quelli di Shura
<< Aiolia, sei troppo coinvolto per andare da solo. E’ rischioso, lo capisci, vero?>>
<< Se fosse necessario …>> iniziò lui
<< Non posso chiedertelo. E lo sai bene.>> sospirò Atena, mettendo così ben in chiaro che non avrebbe mai chiesto ad uno dei suoi Saint di porre fine alla vita di qualcuno che amava. Nonostante non sempre la situazione volgesse  a favore di questa sua risoluzione, pensò amaramente, ricordando quante volte i suoi Cavalieri avevano dovuto lottare l’uno contro l’altro …
<< Siete i tre più coinvolti, ma siete anche quelli che conoscono meglio Aiolos. Saga, ti sei addestrato con lui, eravate amici. Shura, so che lo ammiravi moltissimo, e so quanto ti sia costato eseguire quell’ordine, e nonostante sentissi che c’era qualcosa che non tornava, so che non hai avuto scelta. Aiolia … si tratta di tuo fratello. Solo voi potete sperare di risvegliarlo …>>
I tre annuirono
<< Partiamo subito.>> disse Saga. Shura annuì. Aiolia serrò per un momento la mandibola, poi annuì a sua volta
<< Mi fido? O se ti lascio andare cadi? La cosa potrebbe risultare imbarazzante, oltre che rumorosa, dato che hai la Cloth …>> borbottò in quel momento Milo, che aveva ancora le braccia attorno alle spalle di Aiolia, a sostenerlo. Quello gli sorrise
<< Riesco a stare in piedi, davvero.>> disse, in tono leggero. Milo gli sorrise di rimando e gli diede una pacca sulla spalla, con grande clangore metallico, dato che anche lui indossava la Cloth, cosa che fece ridacchiare quasi tutti.
Lei guardò Aiolia congedarsi da Marin. La donna si limitò a guardarlo negli occhi ed annuire. Aveva piena fiducia in lui.
Saori guardò i tre Saint allontanarsi, dopo averle fato un rapido cenno con il capo, poi sospirò leggermente. Guardò Mu
<< Ci hai pensato?>> gli chiese. Quello sussultò, poi chinò il capo
<< Non che ne abbia avuto il tempo, in realtà …>> mormorò << Ma non sono assolutamente la persona adatta. Quando Arles …>>
Tutti sussultarono a quel nome, e Kanon abbassò lo sguardo, facendo una smorfia. Atena percepì quanto si sentisse ancora colpevole per il risveglio del lato oscuro del gemello …
<< … Quando Arles ha ucciso Shion, io … in qualche modo lo sapevo. Non feci nulla però. Tranne allontanarmi dal Grande Tempio. Magari se fossi rimasto, avrei potuto in qualche modo evitare che la cosa degenerasse, ma non l’ho fatto … quindi no, non sono la persona adatta.>> sospirò l’ex Saint dell’Ariete.
<< Eri troppo giovane, all’epoca, per poter decidere lucidamente in un frangente simile.>> disse la Dea. Mu scosse la testa, un sorriso mesto ad increspargli le labbra
<< Quando mai ci è stato concesso essere “giovani”?>> sfuggì a Death Mask. Saori abbassò un momento lo sguardo, per poi rialzarlo
<< Ho una cosa da chiederti, allora, Mu.>> esordì. Quello annuì
<< Ho cercato di raggiungere Harbinger, ma mi sta ignorando …>> fece una pausa, guardando quasi involontariamente verso Ikki, che però le rivolse un’espressione talmente innocente da poter sembrare effettivamente fratello di Shun.
<< Mi servirebbe che qualcuno andasse a cercarlo, a spiegarli la gravità della situazione … quindi ti pregherei di andare con Kiki.>>
Mu annuì a quelle parole, ma Kiki si fece avanti
<< Ci sono ancora delle armature che hanno bisogno …>>
<< Mi permetto di interromperti, Maestro …>> si alzò una voce dalla schiera dei Silver Saint. Atena osservò la ragazza. Indossava la Cloth della Gru, ed era decisamente cresciuta dal’ultima volta che l’aveva vista
<< Alle armature posso pensarci io.>> sorrise lei. Guardò poi la Dea negli occhi, lasciandole sentire il suo cosmo. Atena la guardò di rimando, chiedendosi quanto davvero fosse forte quella ragazza; abbastanza da schermare la propria reale potenza anche al cospetto di una dea …
<< E sia, dunque. Delle armature si occuperà Raki, fino al vostro ritorno.>> e con questo, Atena sciolse la riunione, per poi ritirarsi nelle proprie stanze private. Non fece nulla per impedire a Seiya di seguirla, ma si girò verso di lui quando lo sentì fermarsi, appena varcata la soglia
<< Pensi sia saggio mandare Aiolia?>> le chiese lui. Aveva l’espressione profondamente preoccupata a cui lei ormai era fin troppo abituata
<< Temo di aver smesso da secoli di prendere decisioni sagge. Le decisioni sagge non sempre sono quelle giuste. E quelle giuste … sembrano sempre così sbagliate …>>
Seiya si accigliò leggermente, poi annuì appena
<< Solo … mi chiedevo come ne uscirà. Come ne usciranno tutti e tre. Se dovessero fallire …>>
<< Io ho fiducia in loro, sennò non glie l’avrei chiesto. E’ una mossa azzardata. Molto azzardata, ne sono consapevole, ma non credo che altri potrebbero avere la possibilità di risvegliare Aiolos. >>
Seiya sospirò, abbassando il viso
<< Credo che davvero questa volta sia più dura. Al di la del fatto che conoscono i nostri punti deboli, buona parte di noi ha visto anche troppe battaglie. L’altra parte pensava ormai di aver visto l’ultima … So che se potessi fare altrimenti, non saremmo in questa situazione, fidati, lo so, davvero. Ma non riesco a togliermi di dosso la paura, questa volta … >>
Saori fece un passo verso di lui, ma Seiya le rivolse uno dei suoi sorrisi scanzonati
<< Ah, sto proprio invecchiando!>> sospirò. Poi tornò serio
<< Come la mettiamo con Shun e Ade? La cosa inizia ad essere … strana …>>
Atena si morse leggermente il labbro inferiore
<< Al momento nessuno dei due può controllare la cosa. Shun sente i pensieri di Ade. Io posso percepirne il cosmo ogni volta. E’ come se … come se un pezzetto di Ade fosse rimasto attaccato al Saint di Andromeda. Non aveva il medaglione, prima, lo ha abbandonato negli alloggi appena è tornato. >>
<< Sperava dipendesse da quello.>> confermò Seiya
<< Come immaginavo.>> sorrise Saori. Si girò, facendo qualche passo verso il terrazzo, ma Seiya le prese un polso, fermandola. Lei si girò, leggendo nei suoi occhi una quantità di emozioni, tutte inscindibilmente legate tra loro, tale da farle battere il cuore più veloce di quanto non si fosse mai concessa. Seiya parve accorgersi solo in quel momento del loro contatto, e lasciò la presa, come se avesse preso la scossa. Si inchinò e si allontanò velocemente, uscendo in silenzio dalla stanza. Saori si trovò a poggiarsi una mano al petto, come se davvero avesse potuto funzionare per calmare i propri battiti. Atena chiuse gli occhi, come se le palpebre potessero fermare i pensieri. Atena e Saori si sedettero, incapaci di resistere oltre. La dea pianse. La donna pianse. Atena. Saori. Due nomi per la stessa persona. Un solo cosmo, una sola mente, due lati dello stesso carattere. Un’unica coscienza. Un solo cuore.
Si asciugò gli occhi e si rialzò, conscia del suo ruolo. Espanse il proprio cosmo, fino a sfiorare il cosmo di ognuno dei suoi Saint, sperando che anche Aiolos la sentisse. Li abbracciò uno a uno. Fece sentire loro che c’era, che credeva in loro. E che avrebbero potuto sempre credere in lei.



SIPARIETTO ESTEMPORANEO

CELLULARE VIBRA
ATENA: ma che diavolo ... *alè con i conflitti d'interessi nelle esclamazioni X°D*
SHUN: ah, scusate, è il mio ... no, che c'è? Sono in riunione!
ATENA: *sopracciglio alzato, sguardo velatamente assassino
SHUN: scusa, è tuo zio, chiede se scendi per cena da lui
ATENA: Digli che lo richiamo dopo! E spegni il telefono!


ANGOLIO DELLA RIFLESSIONE DI QUASI MEZZANOTTE
Non mi piace Saori, non mi è mai piaciuta e raramente mi paice in fanfiction (solitamente scritta da altri XD). Quindi questo pov è stato di una difficoltà tremenda. Ma sono riuscita a mettere insieme un mucchietto di righe che mi servivano.
Tutti i pronomi lasciati così a mo di soggetto senza un nome, sono voluti, per accentuare la dualità di Atena/Saori, che ho già fatto vedere dall'inizio. Una dualità che in fondo sente anche lei. (serviva spiegarlo? Non credo, ma vabbè, mi piace essere prolissa XD)
 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 11 ***


Non ci saranno siparietti post capitolo, perchè il pov di oggi ci ha già fatto vedere, attraverso i suoi occhi, più e più scene demenziali (il prossimo capitolo purtroppo non sarà così leggero)

E ho spudoratamente inventato su un personaggio cose di cui effettivamente non mi pare si sappia nulla (se invece si sa, fate sapere anche a me U_U Che sono GNORANTA)

Il pov non lo so usare, quindi nche lui credo di averlo vagamente rattoppato, un po' per immagine mia, un po' per persone della stessa nazionalità che conosco
(dare informazioni senza spoilerare: fatto! Quasi spoilerare il pov, fatto!)

Ovviamente ci saranno millemila erori, ma è mezzanotte, voglio postare, il week end è finito e domattina devo svegliarmi a delle ore impossibili 8sennò niente caffè NON ESISTE!)



Aldebaran guardò i suoi due compagni di viaggio. Non aveva ancora capito come si fosse trovato coinvolto nella faccenda in realtà, ma Mu aveva allungato una mano indietro, al momento della partenza col teletrasporto, e l’aveva trascinato. Ora, non si sa bene perché, stavano camminando, nonostante avessero sentito il cosmo del suo … successore? Predecessore? Iniziava ad avere le idee un po’ confuse, e la pioggia gli dava noia. Sottile, ininterrotta da quando erano arrivati la sera prima in quella città che sembrava uscita dritta da un film horror, e ovviamente prendere un ombrello era fuori discussione, pareva …
<< Potevamo prendere un ombrello.>> sbuffò Kiki, tirandosi indietro il ciuffo ormai completamente fradicio
<< Siamo Saint …>> iniziò Mu
<< Ma ci prendiamo il raffreddore lo stesso, maestro.>>
Aldebaran alzò un sopracciglio sentendo il tono del più giovane di loro. Nessuno si sarebbe mai sognato di parlare così al proprio maestro … ma dopotutto, lui ricordava Kiki da piccolo, e di certo non era uno che le mandava a dire, gerarchia o meno. E, si trovò a pensare, non ci si era di certo tirato su da solo, così. Mu, dal canto suo, fece per ribattere, ma starnutì. Aldebaran ridacchiò, ma venne fulminato da due paia di occhi infuriati, grigio azzurri quelli di Kiki, verde scuro quelli di Mu. Mu che ad un tratto fece una smorfia e starnutì di nuovo, quattro volte di fila
<< Non ci voglio credere! Non mi sono mai ammalato in tutta la mia vita!>> sbuffò, rabbrividendo
<< Tu non hai voluto prendere l’ombrello …>> gli fece notare Kiki. Mu fece una smorfia, poi starnutì ancora, bloccandosi dov’era e imprecando, lasciando Kiki basito e facendo scoppiare a ridere Aldebaran
<< Sono … oh, almeno venticinque anni che non ti sento dire niente di così scurrile!>>
<< Non dirlo tanto ad alta voce, che non è molto credibile che venticinque anni fa foste già nati … no, tu forse si … >> disse Kiki, girandosi poi verso Aldebaran, che alzò un sopracciglio
<< Nel senso che sembro vecchio?>> si informò. Kiki iniziò a balbettare qualcosa, e lui scoppiò di nuovo a ridere. Poi si girò a sorreggere Mu, che aveva barcollato
<< Non ci voglio credere.>> ripetè quello
<< Mettiti almeno la giacca, su.>> sbuffò Aldebaran, togliendosi la propria e posandola sulle spalle di Mu, che aveva preso a tremare. L’espressione di Kiki si fece preoccupata
<< Mu …>> tentò Aldebaran
<< Non dire niente.>> gli ringhiò contro quello, lasciandosi però sorreggere.
<< Posso …>> iniziò Kiki
<< Non usiamo il cosmo. Già ci siamo teletrasportati fin qui, e non abbiamo idea di chi sia sulle nostre tracce!>>sibilò Mu. Kiki roteò gli occhi, riprendendo a camminare nella direzione in cui avevano sentito la traccia di cosmo. Traccia che ad un tratto scomparve, lasciandoli spersi. Per poi riapparire. Kiki schivò il pugno, per poi aggrapparsi al massiccio braccio che l’aveva scagliato, ridendo
<< E dovevate passare inosservati e prendermi di sorpresa, magari.>> disse l’uomo davanti a loro, osservandoli. Kiki ridacchiò di nuovo
<< Qualcuno si è intestardito a non prendere l’ombrello, per passare inosservato, quindi ci ha annunciati con squilli di trombe.>>
<< Kiki, guarda …>> iniziò  minacciare Mu
<< Sono più grosso di te adesso, e sono pure un Gold …>> gongolò quello. Venne bloccato in una presa ferrea di Harbinger, che con un braccio gli bloccò la testa, e con la mano libera gli scompigliò completamente i capelli
<< Se penso ai momenti in cui ti beccavo da solo con lo sguardo perso a sospirare “maestro” … >> lo canzonò
<< Ah?>> ora l’aria scanzonata l’aveva Mu, e ad Aldebaran ricordò la prima volta che l’aveva visto, appena arrivati al Grande Tempio. Due enormi occhi verde scuro, assurde sopracciglia a pallino, capelli di un colore assolutamente introvabile in natura ed un sorriso da cui mancavano un paio di denti da latte
<< Sono caduti ieri!>> aveva detto, tutto orgoglioso << Ormai sono grande!>>
<< Beh, se sei qui vuol dire che una Cloth ti ha scelto …>> gli aveva fatto notare Aldebaran. Lui ci aveva pensato, poi si era stretto nelle spalle
<< Beh, quello non vuol dire per forza essere grandi. La Cloth sceglie chi è degno, anche prima dell’addestramento. Vuol dire solo che abbiamo poco tempo prima della prossima minaccia. Quindi giochiamo adesso, prima che sia tardi.>> ed era tornato il sorriso. Che non era cambiato poi così tanto, solo che i denti ora c’erano tutti
<< Potevi anche evitare!>> sbuffò Kiki all’indirizzo di Harbinger, liberandosi e tentando di sistemarsi i capelli, arrossendo violentemente
<< Ma tu guarda … >> lo canzonò Mu. Per poi starnutire di nuovo
<< Entrate, magari scaldatevi.>> sbuffò Harbinger. Aldebaran si sentì come sotto radiografia, mentre l’altro lo scrutava con l’unico occhio grigio, per poi annuire e fargli un mezzo sorriso, facendo loro strada all’interno di un edificio semidiroccato. Aldebaran mise una mano sulla spalla a Mu, notando il suo sguardo incupirsi leggermente, e lo tenne un po’ indietro, rispetto a Kiki, che era partito a raccontare non si sa cosa, e Harbinger, che stava chiaramente fingendo di ascoltarlo
<< Noi siamo morti …>> gli fece notare << E da quanto ci hanno detto, l’ultima guerra non è stata per nulla facile. Non prendertela se quando il bestione li davanti ha messo la testa a posto, hanno finito per fare amicizia … tu sei morto, Shiryu ha messo su famiglia, gli altri Bronze sono spariti chissà dove, Seiya ha per la testa solo Saori, non dev’essere stato facile per lui crescere così, ed era davvero piccolo quando ce ne siamo andati … >>
<< Lo so.>> sbuffò Mu. Aldebaran alzò le sopracciglia
<< Sei geloso!>> ridacchiò, a mezza voce. Mu si accigliò, poi sbuffò, scrollando le spalle, finendo quasi per scomparire nella giacca di Aldebaran
<< Non lo so. So solo che mi sento come se mi fossi trovato in mezzo ad una lite tra Saga e Kanon, e non sono assolutamente abituato!>> borbottò << E questo mi mette di pessimo umore
<< Beh, già in partenza non eri di umore così buono … è per via della ragazzina?>>
<< Non solo. E … beh, ho sentito cosa pensa lei leggendo i pensieri di Kiki, e capisco che lui possa essere abbastanza in confusione. E’ giovane, Raki, è vero, ma è potente. E una tale quantità di potere fa crescere in fretta. Mi sa che ci ha lasciati indietro tutti, già … >>
Una risata di Kiki, da qualche parte davanti a loro, fece fare una smorfia a Mu
<< Si, sono geloso.>> borbottò, per poi starnutire di nuovo.
<< Devo portarti in spalla come quand’eravamo piccoli?>> si informò Aldebaran, ghignando
<< Ti faccio male.>> lo minacciò Mu, piccato. Aldebaran lo seguì, ridacchiando.
Il corridoio in cui stavano camminando, sfociò in una stanza dal soffitto basso, con una stufa all’interno. Mu guardò la stufetta, e Aldebaran vide il proprio successore/predecessore prendere Mu di peso e piazzarlo su una sedia davanti alla stufetta. Mu borbottò un ringraziamento, arrossendo violentemente.
<< Ti offrirei degli asciugamani e qualcosa di caldo, asciugamani al momento non ne ho. Di caldo solo roba alcolica … ti va bene lo steso, immagino?>>
<< E’ astemio …>> sospirarono in coro Aldebaran e Kiki
<< Potrebbe essere un problema in effetti …>> notò Harbinger, accigliandosi leggermente
<< Se mi facessi …>> iniziò Kiki
<< Non usare il cosmo.>> sibilò Mu, scandendo bene le parole. Ci fu un momento di silenzio. Harbinger si strinse nelle spalle. Prese un pentolino, che posò sul bollitore, e ci versò del vino rosso, per poi speziarlo. Aldebaran ridacchiò tra sé
<< Mu ubriaco … se lo sapesse Death Mask …>>
<< Non ti picchio solo perché sono completamente bloccato dal freddo.>> ringhiò Mu
<< No, l’ombrello non ci serve! Siamo Saint! Non mi sono mai ammalato in vita mia …>> lo scimmiottò Kiki. Mu gonfiò le guance, come quando aveva sette anni. Aldebaran si avvicinò e gli posò una mano sulla testa
<< Dai, succede a tutti di prendersi un raffreddore, prima o poi, nella vita.>> sospirò. Mu fece una smorfia
<< Mi sento inutile.>> borbottò, guardando un punto imprecisato davanti a lui
<< Niente di meno scomodo della sedia?>> chiese intanto Kiki, improvvisamente preoccupato. Aldebaran spostò impercettibilmente la mano alla fronte di Mu, che effettivamente scottava, ma quello si scostò bruscamente. Tanto bruscamente che sarebbe caduto, se Aldebaran non l’avesse sostenuto. Harbinger scomparve per un attimo in una stanza adiacente, tornando con un qualcosa dalla forma non più comprensibile, che forse un tempo era una poltrona
<< Non è bella da vedere, ma regge, è pulita, nonostante l’aspetto …>>
Mu cercò di riprendere il controllo della smorfia orripilata che gli si era dipinta in volto
<< Ed è di sicuro meno scomoda di quella sedia sgangherata.>> concluse Harbinger. Mu borbottò un altro ringraziamento e si spostò, il più velocemente possibile. Aldebaran stava per ridere di nuovo, ma si fermò, vedendo Kiki avvicinarsi al proprio maestro, con lo sguardo attento
<< Non prendertela …>> gli disse, in tono dolce. Mu si tirò le ginocchia al petto, avvolgendosi completamente nella giacca. Sembrava furioso.
<< Non ce l’ho con voi …>> si premurò di dire << Ce l’ho con me … >> sbuffò. Kiki gli sorrise, posandogli una mano sul braccio e Mu gli sorrise di rimando. Aldebaran notò l’espressione attenta di Harbinger mentre fissava i due
<< Si perdono spesso nel loro mondo in questo modo?>> chiese << Io Kiki l’ho conosciuto che era già Saint dell’Ariete …>>
<< Mah, ogni tanto succedeva, ma non sono mai stati nello stesso posto mentre erano tutti due adulti … >> fece notare Aldebaran, stringendosi nelle spalle. Harbinger si passò una mano nei corti capelli chiari, per poi sbuffare
<< Certe relazioni che si instaurano tra le persone credo non le capirò mai …>> borbottò
<< Eppure il piccoletto non ti è antipatico.>> gli fece notare Aldebaran. L’altro lo osservò per un lungo momento, poi piegò la testa di lato
<< No, in effetti no. E’ una persona seria … e l’ho visto combattere, meglio non farlo incazzare … e poi ogni tanto tira fuori non si sa da dove un lato completamente differente, come se avesse perennemente otto anni … m’è scattato l’istinto del fratello maggiore …>>
Aldebaran sorrise, e guardò istintivamente Mu
<< So cosa intendi dire.>>
<< Dici che è da dove vengono che li sfornano così?>> chiese Harbinger. Aldebaran si strinse nelle spalle
<< Non saprei, ma Kiki è cresciuto con quell’elemento che adesso ti sta occupando la … cosa sarebbe?>>
<< Credo fosse una poltrona, ma non ne sarei proprio sicurissimo. Bene, facciamo ubriacare la capra?>>
Aldebaran rise, mentre Harbinger versava il vino caldo e speziato in una tazza sbeccata, e la passò a Mu, che la prese, riconoscente, tra le mani. Poi guardò il contenuto, poco convinto
<< Cosa succede quando si è ubriachi?>> chiese, leggermente timoroso. Kiki scoppiò a ridere, Aldebaran scosse la testa, rassegnato
<< Con quella ti viene sonno se proprio ti va male. Dai, butta giù. Non lo si può vedere un Gold leggendario ko per il raffreddore!>> lo rimproverò Harbinger
<< Scusate se non ho mai bevuto.>> borbottò Mu, imbronciandosi. Poi bevve un sorso. Il viso gli divenne subito rosso, cosa che fece scoppiare a ridere Aldebaran
<< Non ridere!>> sbuffò Mu, bevendo un altro sorso, lentamente. Pian piano smise di tremare
<< Non farà passare il raffreddore, ma almeno il freddo si.>> disse Harbinger. Poi li guardò
<< Ho sentito la chiamata di Atena.>> si decise a dire
<< Dice che l’hai ignorata …>> fece notare Aldebaran, osservandolo. Harbinger si girò verso di lui, poi sospirò
<< E’ una cosa un po’ … io veramente avevo rinunciato alla carica …>> disse
<< Dopo averla ricoperta per qualche anno, però.>> mormorò Mu, stropicciandosi poi gli occhi
<< Beh …>>
<< E non andavi neanche male …>> rincarò la dose Kiki. Harbinger sospirò, poi guardò Mu
<< E tu? Dopotutto sei l’allievo del Grande Sacerdote precedente a quello svitato, se non sbaglio …>>
Mu abbassò lo sguardo, con un sospiro
<< Io ho lasciato che quello svitato facesse i propri comodi, però.>> mormorò
<< Mu, piantala. Eri un ragazzino! Hai capito che il tuo maestro era stato assassinato! Nessuno si sarebbe aspettato che ti mettessi a lanciare accuse o che … >> sbottò Aldebaran. Aveva visto Mu tormentarsi per anni per questa cosa
<< Però rifugiandoti in Jamir hai trovato me …>> mormorò Kiki. Aveva lo sguardo distante, mentre lo diceva, e Aldebaran si chiese cosa ci fosse nel suo passato. Mu si morse le labbra
<< Almeno li non ho rimpianti.>> mormorò. Kiki fece una smorfia
<< Grazie tante, eh.>> borbottò, alzandosi ed uscendo dalla stanza. Mu fece per alzarsi e seguirlo, ma barcollò
<< Stai fermo, che se non hai mai bevuto, ti stende anche questo. E finiscilo prima che si raffreddi.>> disse Harbinger. Mu obbedì. Lanciò uno sguardo ad Aldebaran che, con un sospiro, andò a cercare Kiki. Lo trovò nel corridoio, col viso rivolto verso la porta, di cui ormai rimaneva solo lo stipite, sa cui erano entrati
<< Hey …>> lo chiamò. Kiki rimase girato, le braccia incrociate, una spalla contro il muro
<< Tieni il muso anche a me?>> chiese Aldebaran. Kiki rimase ostinatamente fermo. Sospirò, poi diede un pugno al muro, girandosi finalmente
<< Ogni tanto mi fa sentire anche lui come se non avessi mai dovuto nascere.>> borbottò. Aldebaran si sentì strano, a quelle parole.
<< Non mi pare che abbia detto niente di tutto ciò … su di te non ha rimpianti. Non è una brutta cosa. Ma … beh, siete due testoni, e ti ha cresciuto lui, quindi è comprensibile che per certi versi gli assomigli …>>
Kiki sorrise, ma solo a metà
<< E’ quel “almeno” che fa ancora male. Anche se sono un adulto. Anche se sono arrivato fin qui senza di lui, perché eravate morti. Ma … >> sospirò e scrollò le spalle
<< La verità è che per certe cose non si cresce mai.>> sbuffò. Poi si accigliò. Aldebaran si trovò spinto verso la stanza dove Mu e Harbinger stavano ancora parlando, mentre Kiki evocava un Crystal Wall, su cui si infransero,c adendo a terra, delle lance
<< Siamo seri?!>> chiese Harbinger, raggiungendoli con Mu in spalla. Aldebaran glie lo prese. Mu si era addormentato
<< Non ha davvero mai bevuto, allora …>> constatò
<< Mi piacerebbe mettermi a ridere della cosa, ma la situazione non è proprio delle migliori.>> borbottò Kiki, sentendo un cosmo, o qualcosa di simile, avvicinarsi molto rapidamente
<< Siamo senza armature, e due di noi non sono più Saint. Oltretutto, uno al momento sta dormendo della grossa … che ne dite se ci defilassimo?>> fece il punto della situazione Harbinger.
<< Vieni con noi, allora?>> chiese Kiki, con un mezzo sorriso
<< Si, vengo con voi.>> sospirò. Aldebaran vide il sorriso trionfante di Kiki. Fece per teletrasportarli tutti, ma un’onda d’urto li lanciò indietro. Aldebaran spalancò gli occhi
<< E’ davvero Shunrei …>> si trovò a mormorare
<< Non crederete che vi lascerò andare così facilmente, spero?>> disse Andromaca, avanzando nel corridoio. Harbinger e Aldebaran si alzarono, e presero in contemporanea la posizione di preparazione del Great Horn
<< No!>> sibilò Kiki. Aldebaran vide il sangue macchiargli la maglia che indossava
<< Kiki …>>
<< Sto bene.>> borbottò quello
<< Perché non vuoi che la colpiamo?>> chiese Harbinger
<< Perché è il corpo della moglie di Shiryu.>> mormorò Mu, svegliatosi. La videro caricare un nuovo colpo, ma Mu li teletrasportò. Aldebaran si guardò attorno, cercando di capire dove si trovassimo
<< Non siamo al Grande Tempio.>> fece notare Harbinger
<< Perché nel mezzo s’è riaddormentato.>> rise Kiki, per poi fare una smorfia e portarsi una mano al fianco
<< Adesso credo che possiamo usare il cosmo.>> borbottò, contrariato. L’emorragia si fermò
<< Bene, possiamo andare al Grande Tempio.>> sospirò poi.
Aldebaran prese tra le braccia Mu. Kiki posò una mano sul suo braccio e una su quello di Harbinger e si teletrasportarono di nuovo, sotto le dodici case. Aldebaran vide l’espressione di Harbinger cambiare
<< Mi è mancato questo posto …>> ammise, con un’alzata di spalle. Poi sgranò l’unico occhio, vedendo la giovane Saint che li raggiunse correndo, con l’aia furiosa
<< Che v’è saltato in mente di andare senza armatura?!>> sbraitò. Kiki indicò Mu, dopodiché perse i sensi, preso al volo da Harbinger
<< Ecco, appunto! Portateli su alla prima, adesso li riaggiusto. Cloth, Saint, l’unica differenza è che le Cloth sono molto meno stupide!>> borbottò lei. Poi sorrise a Harbinger
<< Bentornato …>>
<< Ehm … grazie Raki …>>
<< Ad una certa età impazziscono. Poi alcune tornano normali, come Marin, altre rimangono schizzate, come Shaina …>> sospirò Aldebaran. Harbinger ridacchiò, per poi però accigliarsi
<< Il maestro di Kiki mi ha spiegato a grandi linee quello che sta succedendo, prima che il vino facesse effetto, e … prima ho visto quella donna … possono prendere chiunque?>> chiese. Aldebaran annuì, serrando leggermente la mandibola. Harbinger fece un ghigno
<< Non sarò più il Saint del Toro, dato che sei tornato, ma mi piace ancora sentire il rumore delle ossa che si spezzano …>>
<< Un po’ macabro …>> commentò Aldebaran
<< Lo so.>> si strinse nelle spalle Harbinger
<< Secondo e andresti d’accordo con Death Mask …>>
<< Death Mask?>>
<< Il Gold del Cancro … lui colleziona maschere mortuarie …>>
Harbinger scoppiò a ridere
<< Muovetevi!>> tuonò Raki, richiamandoli all’ordine
<< E siamo alla seconda generazione che della gerarchia se ne fa un baffo, o sbaglio?>> ridacchiò Harbinger
<< Anche Raki non si è tirata su da sola … come Kiki del resto …>> ridacchiò Aldebaran
<< Vi sento.>> biascicò minaccioso Mu, facendoli scoppiare a ridere.
Meno di un minuto dopo, Kiki era seduto al tavolo della cucina, imbronciato per essere stato rimproverato anche dal Saint di Andromeda per l’idea idiota (parole testuali) di andare senza armatura. Saint che poi si era defilato appena Mu si era svegliato ed aveva iniziato a cercare un modo di contrastare la sonnolenza da alcool con il proprio cosmo
<< L’idea non è stata mia, però. Ma fatalità se la sono presi tutti con me. >> borbottò, rigirandosi tra le mani la tazza di te
<< Perché te ti conosciamo da quand’eri piccolo.>> sorrise Aldebaran. Harbinger era salito alla Tredicesima per annunciarsi ad Atena, nel mentre, quindi in quel momento erano solo loro due nella cucina
<< Senti, che t’è scattato, prima?>> si decise allora a chiedere, riferendosi ai momenti subito precedenti l’attacco
Kiki alzò lo sguardo dalla tazza, senza capire a cosa s riferisse, poi si morse il labbro inferiore, per poi arricciare il naso e ridacchiare
<< Ricordi che ogni tanto tornano …>> mormorò, passandosi le mani nei capelli
<< Mu sama Mi ha trovato che avevo quattro anni. Ancora non parlavo, nessuno mi aveva insegnato. Il nome me l’ha dato lui. I miei genitori non li ho conosciuti. L’unico ricordo del posto da cui sono venuto è il giorno in cui dei militari, occidentali, sono arrivati al villaggio. Hanno iniziato a sparare, e nessuno si curava di me, quindi immagino di non aver avuto già nessuno all’epoca …>> si portò una mano alla spalla, all’altezza dell’attaccatura della clavicola << Sono stato ferito, ma erano tutti troppo presi a fuggire o morire. Un bambino che urla in mezzo a un villaggio in via di distruzione. Una di quelle immagini che si vedono sui libri di storia, anche se il mio villaggio ufficialmente nemmeno esisteva … quando anche l’ultimo uomo è caduto a terra privo di vita, è calato un silenzio talmente pesante che ho smesso di piangere. E li è successo qualcosa. E puff, sono riapparso da qualche altra parte …>> si strinse ancora nelle spalle. Aldebaran rimase in silenzio, senza fargli notare le due presenze dietro di lui. Raki, che piangeva in silenzio, e Mu, con l’espressione contratta. Mu abbracciò Kiki da dietro, facendolo sussultare per la sorpresa, e gli appoggiò una guancia sui capelli, rimanendo in silenzio per un po’. Poi fece una smorfia
<< Dovresti andarti a lavare, no hai un buon odore.>> borbottò, cercando di alleggerire l’atmosfera. Kiki ghignò
<< Succede, quando si viene allevati da una capra …>>
<< Kiki!>> finse di infuriarsi Mu. Kiki si alzò, ridendo, e si avviò verso la stanza da bagno. Aldebaran vide il lampo divertito negli occhi di Mu trasformarsi in puro orgoglio. Poi Mu si girò verso Raki
<< Con Kiki non schermi proprio niente, vero?>> disse. Ad Aldebaran non sfuggì il suo rossore, ma la ragazza lo ignorò. Mise su l’espressione più innocente della terra
<< Perché dovrei? E’ il mio maestro …>>
<< Si, ma io sono il suo, e lui non scherma niente con me …>>
Aldebaran ridacchiò, nascosto dietro la propria tazza di te, mentre Rai arrossiva
<< Beh …>> iniziò. Poi si inchinò << Avete fatto davvero un buon lavoro, Mu sama. Grazie a voi ho un maestro …>>
<< Aspetta, com’era? “ E’ talmente bello che anche a sognarlo non gli si rende giustizia” …>> citò Mu. Raki si raddrizzò, arrossendo ancora di più. Rimase in silenzio, aspettando la sfuriata. O qualcosa di simile. Mu invece sospirò
<< Non si possono comandare certe cose. Nemmeno mettendoci tutto il proprio cosmo. Lo so bene. Solo … siamo in guerra, e l’attuale nemico conosce i nostri punti deboli. Quindi quelli … schermali, sempre. Anche con Kiki. Non che non abbia fiducia in lui, ci mancherebbe, l’ho addestrato io. Ma non sappiamo cosa stia succedendo, ancora, quindi …>>
<< E siccome siamo in guerra siete partito con due Gold Saint senza Cloth?>> chiese Raki, con un sorriso angelico sul viso. Fu Mu ad arrossire in quel momento
<< Devo andare a fare rapporto ad Atena …>> iniziò a balbettare, per poi defilarsi il più in fretta possibile. Aldebaran sospirò
<< Non era un’idea così campata per aria, in realtà, la sua.>> disse, bevendo poi un sorso di te. Raki si girò, poi parve finalmente registrare la sua presenza
<< Oh, avete sentito … quella … quella cosa … è … >>
<< Io credo che se non schermi e Kiki non ti ha ancora detto nulla a riguardo, forse almeno lusingato lo è …>>
<< O troppo imbarazzato per sollevare l’argomento.>> sospirò la ragazza. Prese dalla credenza una tazza, e si versò del te. Poi però posò la tazza, con lo sguardo su Kiki, che era tornato dal bagno. Con solo un asciugamano addosso, e un altro per strofinarsi i capelli
<< Si, no, d’accordo, allora lo fai apposta!>> piagnucolò lei, per poi alzarsi ed uscire a grandi passi. Kiki rimase fermo dove si trovava, una mano a strofinarsi i capelli, l’espressione confusa
<< Che ho fatto?>> chiese, mentre Aldebaran scoppiava a ridere, battendo manate sul tavolo
<< Così non mi aiuti a capire …>> gli fece notare Kiki.
<< Se appari così davanti ad una ragazzina in piena crisi ormonale, poi non lamentarti se fa pensieri sconci!>> rise il Saint del Toro. Kiki rimase come pietrificato. Arrossì. Poi impallidì. Poi arrossì di nuovo
<< Mi vesto.>> riuscì a mormorare, scomparendo nell’unica camera. Aldebaran ridacchiò, poi decise che per quel giorno i suoi amici del Jamir potevano anche cavarsela da soli, e salì alla propria casa. Incrociò i giovani Bronze, che stavano scendendo per tornare ai propri alloggi. Sorrise loro, e quelli gli sorrisero di rimando
<< L’unico Gold Saint attuale che sembra effettivamente più vecchio di noi …>> sospirò Kouga di Pegasus. Aldebaran alzò un sopracciglio
<< Per quanto io sia grosso, sono comunque uno dei più giovani …>> fece notare. I ragazzi si bloccarono. Kouga si girò, rossissimo in volto, ed Aldebaran scoppiò a ridere, salutandoli con la mano, mentre Eden di Orione abbatteva il proprio pugno sulla nuca di Kouga, che si lamentò rumorosamente della cosa
<< Non lamentarti! Ha ragione! Sei sempre irriverente, Kouga!>> lo rimproverò Yuna dell’Aquila
<< Souma, almeno tu!>> lo sentì piagnucolare, ma in risposta arrivarono solo risate dal Saint del Leone Minore.
Subito dopo, passarono anche Haruto del Lupo, che gli fece un piccolo inchino col capo, e Ryuho del Dragone. Aldebaran avrebbe voluto chiedergli come stesse. Avrebbe voluto dirgli che nessuno aveva fatto del male a sua madre. Ma la reazione del giovane lo lasciò spiazzato. Quello si bloccò, gli occhi spalancati, l’aria sognante, e Aldebaran capì che doveva avere la stessa propensione a studiare del padre, ma senza il suo carattere controllato …
<< Andiamo!>> lo riprese Haruto
<< Ma … è Aldebaran del Toro …>> quasi pigolò quello
<< Si, sono io …?>>
<< Non badategli … ha avuto la stessa reazione ad ogni Casa …>> sospirò Haruto. Si inchinò di nuovo, prese il più basso per un braccio e lo trascinò via, cosa che provocò altre risate ad Aldebaran. Poi realizzò quanti punti deboli avesse, e si trovò a non riuscire più a ridere. La speranza racchiusa nel sorriso dei giovani Saint, quello era un suo punto debole. La paura di perdere di nuovo i suoi compagni. La paura di dover combattere contro qualcuno di loro, uno qualsiasi. Perché per lui il Santuario era tutto …
 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 12 ***


Premessina: mi ci è voluta una giornata! 
Vuoi per il pov, vuoi perchè non so descrivere i lupoghi e le cose, vuoi per la sbronza di ieri sera, vuoi perchè nel mentre ho fatto il bucato, cucinato, pulito casa, fatto tutte le seimila cose che durante la settimana non facico in tempo a fare, vuoi anche per i continui controlli di riferimenti che ho dovuto fare (tanto che poi ho dovuto inauguare un quaderno per segnarmi le cose onde evitare di dover rifare tutto il lavoro di ripasso poi XD) ... si, insomma ecco XD

Aiolia si bloccò di colpo. Erano partiti dal Santuario poche ore prima, con un jet privato gentilmente offerto da Saori, ed ora erano in una foresta, da qualche parte in Finlandia, a seguire l’ultima traccia del cosmo di Aiolos. Per tutto il tempo, Saga era rimasto silenzioso, con lo sguardo tormentato rivolto a qualsiasi cosa vagamente si muovesse (moscerini per lo più). Shura invece lo sguardo non l’aveva alzato da terra nemmeno per un secondo, tanto che ora gli era finito addosso, sussultando e facendo un passo indietro, sempre con gli occhi rivolti al terreno
<< Piantatela!>> sbottò Aiolia. I due sussultarono leggermente. Saga lo guardò, con espressione colpevole. Shura abbassò ulteriormente la testa. Aiolia dovette resistere all’istinto di attaccarli, perché non si combatteva tra compagni d’armi. Inspirò profondamente
<< Shura, alza lo sguardo, che se ci attaccassero, con questo atteggiamento non faresti che ostacolarci. Saga … piantala! Davvero! Sono passati secoli! Siamo morti, nel mentre! Siamo tornati indietro! E si, probabilmente sono ancora arrabbiato, ma adesso la priorità è ritrovarlo! Lui … o quello che ne resta …>> fu lui ad abbassare il viso sull’ultima parte del discorso. Non era di certo pronto a perdere di nuovo suo fratello. Ed aver sentito il suo cosmo spegnersi in quel modo l’aveva riportato con la mente ad anni prima, molti anni.
Quando, all’epoca, gli avevano detto che suo fratello aveva tradito, era rimasto sconvolto. Quando però gli avevano detto che era morto per mano di Shura … beh, lo sapeva già, aveva sentito il suo cosmo spegnersi e scomparire, ed era stata la sensazione peggiore che avesse mai provato.
Inspirò profondamente
<< Andiamo. E … Shura, guarda la strada, per cortesia, che se mi finisci di nuovo addosso, una pestata seria non te la leva nessuno.>>
<< Scusa.>> mormorò Shura, alzando finalmente lo sguardo. Scusa per cosa, si trovò a chiedersi Aiolia. Per continuare a camminare come se stesse andando al patibolo? O per aver ucciso Aiolos una volta? … Improvvisamente ricordò come Shura guardava Aiolos, nei giorni dell’addestramento. Ricordò quanto lo ammirasse e rispettasse. Ricordò lo strazio che aveva visto nei suoi occhi quando era tornato dopo averlo colpito per ordine di Arles. E allora lo abbracciò; senza capire nemmeno bene come fosse successo, si trovò con le braccia attorno alle spalle di Shura. Poi si staccò e guardò Saga
<< Per te, devo ancora pensarci.>> borbottò, riprendendo il cammino.
Non fece che pochi passi, quando il cosmo di suo fratello tornò a farsi sentire. Fu come se si fosse riacceso all’improvviso. E leggermente differente. Fu una cosa talmente inaspettata e potente, che se Shura non l’avesse sostenuto, sarebbe caduto a terra.
<< Che …?>> mormorò Saga, che si era appoggiato ad un albero. Aiolia si rimise in piedi
<< Non lo so. Ma … andiamo.>> disse, con urgenza, iniziando a correre. Non gli importava nemmeno se gli altri due lo stessero seguendo o meno. Doveva raggiungere Aiolos. Doveva capire cosa stesse succedendo, e voleva capirlo il prima possibile … all’improvviso il sentiero dissestato su cui si trovavano sfociò in una radura. E li, in piedi, stava Aiolos, con indosso un’armatura non molto dissimile dalla Cloth del Sagittario, ma di un bianco accecante. Aiolia si bloccò, guardandolo, ed Aiolos si girò lentamente verso di lui. C’era definitivamente qualcosa di differente, in suo fratello. Nonostante fosse lui … Aiolia fece un passo nella sua direzione, ma Aiolos alzò l’arco, candido quanto l’armatura, la freccia già incoccata, ed Aiolia si fermò di nuovo. Si sentiva come se la freccia l’avesse già raggiunto e trafitto. Più volte.
<< Fratello …>> mormorò. Aiolos alzò un sopracciglio, poi sorrise
<< Già, tu non ti sei ancora risvegliato …>> disse, abbassando l’arco  << non posso battermi contro di te adesso, senza che tu abbia la piena consapevolezza. E bada, è perché mi ricordo dell’ultima vita. Un tempo non avrei avuto tanta clemenza per chi m’uccise il fratello, facendo scempio del suo cadavere, costringendo mio padre ad umiliarsi per potergli dare un degno rito funebre.>> detto questo, dopo essere stato avvolto da una luce bianca, Aiolos scomparve.
Aiolia crollò a terra, incapace momentaneamente di muoversi. Sentì la mano di Shura sulla spalla, ma la scostò bruscamente
<< Dobbiamo tornare al santuario …>> tentò di dire Saga, ma Aiolia scosse la testa
<< Aiolia …>> lo chiamò ancora Shura
<< Mi serve un momento. Non …>> la voce gli si incrinò. Gli sembrò di nuovo di essere tornato a quando Aiolos era morto. Si prese il viso tra le mani, sorprendendosi a trovarlo bagnato di lacrime. Lacrime che si affrettò ad asciugare
<< Andiamo.>> il tono di Saga era gentile. Come durante l’addestramento. Aiolia alzò lo sguardo, trovandosi ad osservare gli occhi colmi di dolore del Saint dei gemelli. Sospirò, annuendo, e si lasciò tirare in piedi.
<< Chi accidenti … chi accidenti è mio fratello? E chi dovrei essere io?!>>
<< Beh, forse l’arco non è una coincidenza, quindi credo si tratti di Paride … e da quello che ha detto … tu dovresti essere … Achille …>> mormorò Shura, come perso nei propri pensieri
<< Che vergogna. Siamo in due greci e l’unico che sa qualcosa della nostra mitologia è spagnolo …>> sospirò Saga, strappando un sorriso agli altri due
<< Non tutti sono secchioni come me …>> sospirò Capricorn, stringendosi nelle spalle. Aiolia lo guardò, alzando le sopracciglia
<< Ma se te lo dici da solo, che gusto c’è?>> protestò
<< Mai secchione quanto Camus …>> continuò Shura
<< Dell’umorismo? Ti senti bene?>> lo stuzzicò Saga
<< In realtà no, non mi sento bene per niente. Prima ci capiremo qualcosa, meglio sarà per tutti.>> sbuffò Shura
<< Ecco, finito il momento idilliaco.>> si abbatté Saga << Torniamo al Santuario …>>
Usarono il teletrasporto, per arrivare subito, e quando la foresta lasciò il posto alle pendici della scalinata delle dodici Case, Aiolia si stupì di trovare Milo ad attenderli. Quando però il Saint dello scorpione gli si avvicinò con l’espressione preoccupata, Aiolia si rese conto di avere di nuovo il viso bagnato di lacrime
<< E’ vivo …>> si affrettò a dire
<< Ho sentito il suo cosmo tornare. Ma … >>
<< Andiamo a parlare con Atena.>> intervenne Saga, iniziando a salire. Shura lo seguì ed Aiolia stava per seguirli a sua volta, ma Milo lo sorprese, abbracciandolo. Fu solo un istante, ma Aiolia glie ne fu grato. Sospirando gli sorrise
<< Se sa che te l’ho detto mi congela …>> iniziò Milo
<< Non voglio sapere cosa.>> si affrettò ad interromperlo Aiolia
<< Vedo che hai capito. Ma Camus è preoccupato per te. Mi ha mandato lui a fare il “comitato d’accoglienza” …  >>
Aiolia sorrise
<< Fingerò ancora di non sapere dell’esistenza di un cuore sotto gli strati di ghiaccio.>>
Milo rise, poi lo accompagnò fino alla tredicesima Casa, dove tutti i Saint si erano radunati, in attesa di sapere cosa fosse successo. Perché tutti avevano sentito il nuovo risveglio del cosmo di Aiolos, ed il suo cambiamento.
Aiolia si inchinò al cospetto di Atena, per poi riassumere quello che era avvenuto poco prima. La Dea si accigliò, alle sue parole.
<< Io vorrei capire.>> ammise Aiolia. Atena sospirò
<< E’ dunque così …>> esordì << E’ ancora Apollo … e questa volta ha tirato in ballo qualcosa di molto antico, tra noi … alla fine della guerra di Troia, Zeus decise di far reincarnare alcuni degli eroi, che ivi combatterono, tra i miei Saint … ma non solo Achei. Anche Troiani. Rinati, di generazione in generazione, con la memoria di allora sempre sopita, in maniera che non combattessero di nuovo tra loro … ma ora Paride si è risvegliato … >>
<< Per quello il cosmo di Aiolos è ancora attivo …?>> chiese Saga
<< In questa generazione è Aiolos, in quella prima era Sisifos, e così via nei secoli … il comportamento di Paride non piacque a Zeus, ma pian piano pare sia maturato … tanto da non attaccarti … >>
<< Com’è uscito dagli inferi?!>> chiese allora Aiolia, sentendosi improvvisamente furioso. Suo fratello … e lui stesso … loro due erano persone di cui aveva letto … tutta la sua vita fino alla morte e poi da quand’era tornato … gli sembrava tutto un’enorme menzogna …
<< Non lo so …>> sospirò la Dea, scuotendo il capo affranta. Aiolia sospirò, abbassando il viso, mordendosi forte le labbra
<< Scusa, ma devo farlo …>> mormorò allora Atena, avvicinandosi. Aiolia alzò lo sguardo, chiedendosi a cosa si riferisse,e lei gli posò le punte delle dita sulle tempie. Aiolia sentì come qualcosa che si sbloccava, mentre una serie di immagini prendevano a vorticargli davanti agli occhi.  Tutti ricordi che credeva di aver perduto. Qualcosa di talmente profondo e forte da fargli perdere i sensi.
Quando si risvegliò il sole, che stava tramontando quand’era tornato dopo l’incontro con Aiolos, era alto nel cielo. Era sdraiato nel proprio letto, nella sua Casa, e qualcuno dormiva con la testa incrociata sulle braccia, accanto a lui. Riconobbe Marin ed un sorriso gli increspò le labbra, mentre allungava una mano ad accarezzarle i ricci. Lei si svegliò e lo guardò per un momento
<< Ti sei ripreso …>> mormorò, sorridendogli. Lui annuì
<< E …?>>
Aiolia si strinse nelle spalle
<< E la situazione si è complicata ulteriormente …>>
Lei serrò per un momento le labbra, e Aiolia ritrovò quello stesso gesto di preoccupazione, nei suoi ricordi. Molto, molto indietro nei ricordi … in fondo almeno un tassello della sua vita … o nuova vita … sembrava essere rimasto al suo posto … si alzò a sedere, sentendosi ancora leggermente intontito
<< Adesso fammi capire, come devo chiamarti?>> chiese Marin, senza mezzi termini. Lui sorrise e si strinse nelle spalle
<< Aiolia va ancora benissimo. >> sospirò << I ricordi sono tornati … tutti. Ma in questa vita sono Aiolia …>>
E Aiolos? Si trovò a sospirare. Quello che aveva detto … Mi ricordo di essere stato tuo fratello … avrebbe dovuto di nuovo battersi contro di lui? Nonostante, nei secoli, fosse cambiato talmente da diventare una guida per lui? Marin gli strinse una mano
<< Qualunque cosa succeda, sarò sempre al tuo fianco, lo sai, vero?>> gli disse, guardandolo dritto negli occhi. Aiolia sorrise. Lo sapeva. Come Aiolia. E come Achille. Marin sarebbe rimasta. Com’era sempre stato … Un rumore lo fece sussultare
<< Forse avremmo dovuto annunciarci …>> sentì dire in tono monocorde. Camus.
<< Rivestitevi, che non voglio vedere sconcezze!>> esclamò Milo, entrando nella stanza. Si fermò sulla porta mimando l’atto di coprirsi il viso inorridito, ma Camus lo colpì sulla nuca
<< Coglione.>> sbuffò
<< Beh, stando a quel poco che mi ricordo di mitologia …>>
<< Giusto quello ti ricordi!>> lo rimproverò Camus
<< Beh … le parti salienti!>> si difese Milo
<< E’ passato un po’ di tempo, da allora …>> si sentì in dovere di giustificarsi Aiolia.
<< Vado a vedere come se la cava Shaina, prima che mi venga l’istinto di picchiarvi a sangue tutti e tre.>> rise Marin, uscendo dalla Casa. Milo si avvicinò di un passo al letto, dove Aiolia era ancora seduto. Camus rimase sulla porta, e Aiolia poté sentire il suo cosmo. Era pronto ad intervenire alla prima avvisaglia di problema …
<< Sono sempre io eh …>> sospirò Aiolia << Con un po’ … un bel po’ di ricordi in più, ma sempre io …>>
Milo cambiò espressione una decina di volte, poi sbuffò e gli si sedette accanto, posandogli la fronte su una spalla
<< Quando Atena ha fatto quella … cosa … beh, ti sei … spento … >> mormorò. Aiolia gli circondò le spalle con un braccio
<< Sono solo svenuto, nulla di che.>> sorrise. Milo si staccò, tenendo il viso basso, l’espressione contratta. Camus si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla
<< Non è bello quando il cosmo del tuo migliore amico puff scompare di botto e lui ti s’affloscia addosso, sai?!>> borbottò << Mi sono sentito peggio solo una volta.>> mormorò poi, cupo, alzando una mano ad intrecciare le dita con quelle di Camus. Aiolia sospirò
<< Non era mia intenzione spaventarti …>> mormorò
<< Non posso neanche prendermela con te, perché è stata un’idea di Atena …>> sbuffò Scorpio, ancora imbronciato
<< Se Atena ha ritenuto necessario risvegliare la memoria di Aiolia …>> iniziò a dire Camus
<< Lo so!>> sbottò Milo. Strinse un po’ più forte le dita di Camus, ed alzò il viso. Aiolia lo vide turbato come non l’aveva mai visto
<< Stavolta ho davvero paura … ci sono in ballo cose … beh, assurde! E …>>
<< Intanto abbiamo capito che non tutti possono essere posseduti … >> fece notare Camus. Milo fece una smorfia
<< Questo non toglie il rischio di dover di nuovo combattere tra di noi … anzi, guarda che bello scherzo hanno combinato ad Aiolia …>>
<< Milo, non dovrai combattere di nuovo contro Camus.>> assicurò Aiolia. Milo arrossì violentemente, mentre Camus sospirava. E sospirava ancora. Aiolia lo guardò allarmato, e Milo, seguendo il suo sguardo, si girò. Camus si accucciò improvvisamente a terra, i capelli a nascondergli il viso, la mano ancora stratta in quella di Milo
<< Ecco che succede di nuovo.>> sospirò Milo << siamo dei rottami.>> borbottò, tirando Camus in piedi per poi aiutarlo a sedere sul letto, accanto a lui
<< Scusate.>> mormorò quello. Alzò gli occhi su Aiolia
<< Facciamo un attimo il punto.>> disse, tornando al suo solito modo di fare controllato. Aiolia avrebbe riso se la situazione non fosse stata così complicata
<< Aiolos è Paride. Qualcuno l’ha tirato fuori dall’Ade e l’ha risvegliato, o più presumibilmente, Apollo stesso l’ha fatto tirare fuori dagli inferi per poi risvegliare i suoi ricordi, cosa, che come abbiamo visto anche su Aiolia, praticamente resetta il cosmo. Si spegne, si riallinea con i ricordi ritrovati e si riaccende … un po’ terra terra come spiegazione, ma così dovreste capirla anche voi due.>>
Aiolia alzò un sopracciglio, sentendosi vagamente offeso
<< Ma che stronzo.>> sospirò Milo, anche se il sorriso sul suo volto esprimeva tutt’altro.
<< Adesso quindi abbiamo un Paride che non fugge più dalle battaglie, anzi, sono almeno due vite che fa da mentore e trascinatore a tutti o quasi. Migliorato nel carattere e nel modo di fare, ma ancora infuriato per la questione di Ettore. Abbiamo Achille, migliorato nel carattere, ma scusa Aiolia, c’è stato un problemino di aumento di ingenuità. Ma pazienza, non sei solo …>>
Aiolia alzò anche l’altro sopracciglio
<< Potrei anche offendermi …>> fece notare. Camus alzò a sua volta le sopracciglia
<< Perché non ti fidi di tutti per principio, vero?>>
Aiolia fece per ribattere, poi si accigliò, infine, sconfitto, scosse la testa
<< Vai avanti.>> borbottò. Milo ridacchiò, dandogli una pacca sulla spalla
<< Sappiamo che Deifobo sta possedendo il ragazzino russo … Milo sento la battuta idiota nella tua mente, lasciala li. >>
<< Non è colpa mi se suona male!>> si difese subito Scorpio. Camus gli scoccò un’occhiataccia
<< E’ scesa in campo anche Andromaca, andando contro ogni regola sociale del suo tempo e del luogo dove è vissuta … questo mi fa pensare che Apollo abbia promesso loro la vendetta. Adesso bisogna vedere chi salta fuori dagli inferi … o chi si risveglia. Da quello che Atena ha detto prima, tu e Aiolos non siete gli unici … Ma se ieri Paride ti ha riconosciuto, probabilmente anche tu potresti riconoscere chi potrebbe risvegliarsi …>>
Aiolia scosse la testa
<< Purtroppo non mi è dato riconoscere compagni o avversari finchè questi non si palesano … essere stato riconosciuto da Paride è dovuto alle capacità di Aiolos, capacità che io non posseggo …>>
Camus annuì
<< Quindi non abbiamo la certezza che da un momento all’altro non ci troviamo a dover combattere l’uno contro l’altro.>> mormorò Milo, incupendosi. Camus serrò la mandibola. Aiolia li osservò, chiedendosi quanto l’ultima guerra combattuta li avesse fiaccati nello spirito. Non era pronto a vederli in uno stato di tale abbattimento …
<< E’ iniziata davvero.>> disse una voce all’entrata della stanza. Aiolia alzò lo sguardo, vedendo Mu, appoggiato allo stipite. Aveva l’aria stanca, notò Aiolia
<< Ho finito di riparare le ultime Cloth. >> spiegò Mu, sorridendogli << E sono contento di vedere che ti sei ripreso … ma nel mentre sono arrivate notizie poco rassicuranti … e c’è stata un’intrusione al Grande Tempio … anche se non sembra ostile … per sapere … come devo chiamarti? …>>
<< Sempre Aiolia sono. Ho solo recuperato i ricordi di … beh, qualche vita fa …>>
Mu annuì. Milo sbuffò, si alzò, in due passi raggiunse la porta, prendendo Mu per un braccio e trascinandolo verso il letto, facendovelo poi sedere. Mu arrossì, si irrigidì per un secondo, poi scrollò le spalle ed abbracciò Aiolia
<< Sono contento che ti sia ripreso.>> mormorò. Aiolia sorrise, dandogli qualche pacca sulla schiena. Mu si staccò e si alzò
<< C’è una riunione … l’ennesima … non sapere come muoverci inizia ad essere logorante …>>
<< Tu intanto cerca di muoverti con l’ombrello …>> buttò li Milo. Aiolia ridacchiò. Anche a lui erano giunte voci di come l’ex Saint dell’Ariete si fosse preso un raffreddore coi fiocchi …
<< Vorrei tanto picchiarti, ma non abbiamo tempo.>> sbuffò Mu, arrossendo violentemente. Poi uscì, improvvisamente com’era entrato.
<< Non lo capirò mai.>> sospirò Camus
<< Consolati, la cosa credo sia reciproca.>> rise Milo
<< Non capirò mai nemmeno te.>> lo rimbeccò Camus
<< Non devi capirmi, devi amarmi.>> canticchiò Milo
<< Andiamo!>> rise Aiolia, scendendo finalmente dal letto.
Quando arrivarono alla tredicesima Casa, Aiolia percepì, come prima cosa, il turbamento del cosmo di Seiya. Si girò verso il Saint del sagittario, vedendolo con l’espressione contratta. Allora seguì il suo sguardo, verso la donna in piedi al cospetto di Atena
<< Seika …>> mormorò Seiya, nel silenzio che si era creato. La donna si girò, accigliandosi leggermente
<< Ah, il nome di colei che mi ospita. Non temere, non le verrà fatto alcun male. >> disse. Aiolia vide Seiya stringere i pugni ed istintivamente gli si avvicinò, posandogli una mano sulla spalla. Lo ricordava ancora bambino, appena arrivato per l’addestramento, e ricordava quanto volesse ritrovare la sorella. E l’aveva ritrovata, mentre stavano combattendo contro Ade. Ed ora era di nuovo li, ma …
<< Il mio nome è Cassandra.>>
<< E come sei arrivata qui?>> chiese Atena
<< Ho seguito il Vostro cosmo.>> disse lei
<< Chi vi riporta in vita?>> chiese Harbinger, che era rimasto fermo accanto alla Dea, in silenzio, durante le riunioni precedenti. Cassandra sospirò, scuotendo lentamente la testa
<< Questo non ve lo so dire. L’unica certezza che ho è che non sia Ade a farlo. E sento la sua ira per questo, la posso percepire chiaramente … >>
Lo sguardo di Aiolia, a quelle parole, andò a Shun. Il Saint di Andromeda era pallido ed aveva l’espressione contratta. Sostenne il suo sguardo, poi annuì leggermente, a confermare le parole di Cassandra. Ade era furioso.
<< Ma se non è Ade, chi … chi altro ha il potere di riportare in questo mondo le anime?>> chiese Shaka
<< Qualcuno con un potere pari a quello di Ade.>> replicò Death Mask << Qualcuno abbastanza in alto da far paura a Caronte abbastanza da spingerlo a disobbedire al suo signore …>>
Calò il silenzio per un momento. Un momento in cui tutti guardarono Atena prendere un’espressione severa che non le avevano mai visto.
<< Inoltre è iniziata … Hanno trovato e attaccato Palaestra, ma i ragazzi stanno bene. Far radunare la anche gli Steel Saint è stata una buona mossa … almeno quella … ma si tratta solo di soldati semplici. Praticamente ombre. Chi non abbia un addestramento alle spalle a malapena potrebbe vederle, sarebbe colpito senza capire cosa sia successo … non particolarmente forti, ma efficaci, a giudicare dall’aumento esponenziale di incidenti inspiegabili negli ultimi due giorni. E le temperature si stanno alzando. Molto più della media stagionale. Il sole sembra più vicino, dicono, ma ovviamente gli “esperti” negano questa eventualità.>> intervenne Harbinger, riportando notizie apprese dai rapporti che gli erano stati fatti pervenire, e togliendo d’impiccio la Dea, che in quel momento era tornata ad essere più umana che mai. Atena annuì, e stava per dire qualcosa, quando un tonfo fece girare tutti. Shun era crollato a terra privo di sensi, travolto dai pensieri irati di Ade. Aiolia vide Mu, Kiki e anche la giovane Saint della Gru, rilassarsi visibilmente. Gli sovvenne che i tre potevano leggere i pensieri altrui, e che probabilmente il cavaliere di Andromeda ancora non aveva trovato un modo, o non voleva trovarlo, per schermare i pensieri di Ade. E doveva esserci una gran confusione, sotto tutti quegli strani capelli … fu il brontolio furioso di Ikki, più dell’ordine di Atena, a sciogliere la riunione.
Harbinger diede disposizioni perché Shaina trovasse un alloggio per la loro “ospite”, ordinando anche alla silver di non perderla d’occhio
<< Posso fare la guardia io …>> si offrì subito Seiya. Fu Cassandra stessa a rifiutare
<< Se ti mentissi, se dicessi che la coscienza di Seika è tornata, tu mi lasceresti andare. E ora so dov’è questo posto e come trovarlo. Anche un altro della mia gente può sentire il cosmo degli Dei e seguirlo, un altro con le mie stesse capacità. Per ora non è stato riportato indietro, e per il momento a me conviene rimanere qui, ma se dovessi uscire e se dovessero trovarmi …>>
Aiolia guardò Seiya annuire, a quelle parole. Gli ricordò di nuovo il bambino appena arrivato al Grande Tempio che aveva conosciuto. Conquisterò l’armatura di Pegasus così potrò rivedere mia sorella, diceva sempre.
<< Non farle del male …>>
Un sussurro appena. Ma Aiolia sentì la disperazione trattenuta. Cassandra annuì
<< La sua coscienza sta solo dormendo, Seiya. E non sempre. Ha accettato di aiutarmi. Di aiutarci tutti. >>
Seiya si accigliò a quelle parole, mentre Cassandra si allontanava. Aiolia si avvicinò allora a Seiya, che alzò lo sguardo su di lui, per poi riabbassarlo subito.
<< Almeno non devo combatterla …>> mormorò. Aiolia gli posò una mano sulla spalla
<< Ammetto che il comportamento di … Cassandra … possa confondere.>> disse Aiolia << Ma … Apollo la maledì perché lei lo rifiutò. Ha sempre messo in guardia la sua gente contro di noi. E mai fu creduta, a causa della maledizione. Ma qui dentro pare che tale maledizione si sia sciolta. Ora può parlare liberamente. O forse può farlo grazie alla forza di tua sorella. Seika non è una Saint, ma avete lo stesso sangue. Magari non avrà un cosmo potente come il tuo, ma …>>
Seiya ridacchiò
<< Questa cosa è surreale … sembri più giovane di me e … beh, contando l’età che avevi quando sei morto, lo sei … ma non solo mi conosci da quand’ero un marmocchietto, e mi parli ancora come all’epoca, ora hai recuperato la tua memoria come Achille …>>
Aiolia ridacchiò. Poi si girò verso il gruppetto di persone che si era raccolto attorno al Saint di Andromeda, avvicinandovisi insieme a Seiya
<< Ci sono …>> mormorò Shun in quel momento, aprendo gli occhi. Fece per protestare quando Mu gli coprì gli occhi con una mano
<< Che cazzo fai?!>> sbraitò Ikki. Aiolia lo fermò, mentre stava per slanciarsi contro Mu
<< Lascialo fare. Fidati.>> gli disse. Ikki si svincolò violentemente, ma poi rimase fermo. Mu tolse la mano, e Shun sbatté gli occhi qualche volta, mettendosi a sedere, aiutato da Shiryu
<< Che …?>>
<< Un’oretta di tregua a te e a noi che se non schermi sentiamo tutto. >> disse Mu, sorridendo.
<< E se in quest’oretta cambia idea e decide di aggregarsi e attaccarci?>>chiese Shun. Aiolia non lo ricordava così petulante, ma avere Ade perennemente in testa doveva essere parecchio logorante
<< Oh, ma lui mica sa che adesso non lo senti.>> rise Raki. Shun la guardò, poi guardò Kiki, che si limitò a stringersi nelle spalle, cosa che fece anche Mu. Shun sbuffò, massaggiandosi le tempie. Si fece aiutare ad alzarsi da Ikki e, borbottando sul fatto che avrebbe approfittato dell’oretta in questione per dormire, uscì dalla Casa
Shiryu e Seiya lo seguirono, mentre non c’era traccia di Hyoga.
Mu gli fece un cenno di saluto, uscendo a sua volta, seguito da Kiki e da Raki, la seconda tutta presa a chiedere delucidazioni sulla “cosa appena fatta” da Mu. Ikki sospirò e si lasciò andare di lato, una spalla contro una colonna. Poi alzò lo sguardo ed Aiolia vide la paura che di solito la Fenice teneva nascosta. Non di nuovo. Gli parve di sentirlo chiaramente, come se l’altro l’avesse gridato, invece di limitarsi a pensarlo in maniera del tutto inconscia
<< Non succederà. E sono quasi sicuro che imparerà a controllare questa cosa …>>
Ikki si morse il labbro inferiore
<< Io voglio cederci, lo voglio davvero …>> mormorò << E .. beh, ero sicuro di averla superata … Combattiamo da quanti anni?! E ho passato la vita a dirgli di essere meno appiccicoso, e invece eccomi qui, appena per qualche motivo cede anche solo di poco, torna il terrore di dovermi battere contro di lui. E la consapevolezza che non ci riuscirei … >>
<< Beh, contro Ade non è stata una passeggiata. Doverlo ferire a quel modo, rischiare di perderlo per tua propria mano …>>
<< Temo dipenda anche dal fatto che quando sono tornato dall’addestramento l’ho attaccato davvero … lui e gli altri …>> mormorò Ikki. Si passò una mano sulla cicatrice in mezzo agli occhi, come a voler scacciare quei pensieri
<< Andiamo a riposare anche noi, ora.>> disse Aiolia << Ormai il tempo in cui saremo chiamati a combattere è vicino, dobbiamo raccogliere le energie.>>
Ikki annuì e si allontanò. Aiolia si accigliò, vedendo Seiya tornare, ma non lo fermò, limitandosi a fargli un cenno con il capo. Lo vide andare a sedersi al proprio scranno, lo sguardo colmo d’apprensione rivolto verso le tende che, dietro il trono di Atena, coprivano l’accesso agli appartamenti del Grande Sacerdote. Conosceva bene quel tipo di sguardo. Lui aveva lo stesso sguardo da vite intere. Sempre per la stessa persona …




Niente siparietto stavolta, perchè boh, nessun ha detto cose strane (non senza venir beccato immediatamente CAMUS: vi chiudo in una stanza te e quell'altro e vi lascio marcire li, giuro! JINNY: eww permaloso!  CAMUS: stanze separate.  JINNY: >_>) e ho anche una certa dose di sonno.
Ma un po' di pensieri random ci sono.
Ero indecisa su chi doveva essere il prossimo ad arrivare, ma poi ha fatto un po' da solo, con la questione di essere effettivamente stato l'arcere dello zodiaco da secoli (si, tengo i gold di lost canvas come "vita precedente" di quelli della serie classica, che dovrebbero essere le loro reincarnazioni, tranne un paio perchè c'erano ancora XD, quindi ecco)(ho detto ecco?) (ho fatto parentesi?) e quindi mi è pparso Paride, ooc che più ooc non si può, perchè se c'è uno che fa figure barbine (fugoni nella nebbia, paraculaggine mica da niente eccetera) è proprio lui,non contento di averla scatenata, la guerra ... (no, stavolta niente Elena, vai in bianco. AIOLOS: mi sembrano vite intere che vado in bianco ... *guarda Kurumada e la Teshirogi*), quindi gli ho allegramente appioppato una reincarnazione che è tipo all'opposto, ecco XD
Siccome contrapporre gente che non vorrebbe essere contrapposta ci piace (voglio dire, l'ha iniziata zio trattorino sta cosa straziante e angstissima di far attaccare i fratelli dai fratelli, eh U_U Cosa che mi fa pensare che anche lui dorma con l'enciclopedia dei miti sul comodino, visti i disastri emotivofamigliari che vengono fuori nella mitologia), mi serviva qualcuno che con paride avesse un paio di conti, o anche viceversa, e quindi Achille mi andava più che bene, tra la vendetta un peliiiiiino pesante con infierimento (?? che lingua è?) sul cadavere di Ettore quando Ettore ha ucciso Patroclo, magari Paride potrebbe essersela presa un pochetto, e magari Achille non ha preso tanto bene la questione dell'essere stato ammazzato da Paride, conoscendo anche il caratterino dolce  e propenso al perdono di Achille >_>  ACHILLE: se ti riferisci a Briseide, era la MIA schiava, e Agamennone è una cacca e non ci gioco più U_U  ULISSE: E io che pensavo di saltarla questa fase, dato che quando sono partito Telemaco ancora non parlava e ora che torno è già adulto ... 
(anche qui, non so bene come Achille sia arrivato nelle generazioni ad essere ... Aiolia ... ma vabbè, appunto, la memoria era sopita).
Quindi adesso abiamo due reincarnati consapevoli (più o meno MUAHAHA) e una nuova possessione, ma senza traumi preventivi com'era invece successo con Shunrei, perchè Cassandra tipo ha pure chiesto il permesso
SEIKA: e se dicevo di no?
CASSANDRA: chiedevo a qualcun altro 
SEIKA: sei strana
CASSANDRA: dimmi qualcosa che non so?
SEIKA: non posso, sei una veggente!

a ccuccia voi due! (si, comunque più o meno la faccenda "interna" è questa, poi fuori parla solo Cassandra XD ). Il fatto che non sia ostile ai "nostri" dipende molto dalla piccolissima questione della maledizione da parte di Apollo (altro proprio zero permaloso, eh ... bah, maschi!). 

Bene, adesso davvero vado a dormire XD


 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 13 ***


Non ho riletto, ma posso dire con una certa dose di certezza che sia uno dei capitoli più inutili nela storia di questa storia (o della Storia in generale, mah)
Ed è pure corto ... e sconclusionato ... e ... *han detto che sa vendersi bene, proprio*



Kouga si svegliò di soprassalto, premendosi le mani sulla bocca, bloccando il grido che avrebbe voluto lanciare. Nonostante questo, però, Eden, che dormiva nella stessa stanza, si svegliò e si tirò a sedere sul letto. Kouga si girò a guardarlo, tentando di dirgli di non preoccuparsi, ma non fece in tempo ad articolare nulla, perché Eden, con un movimento velocissimo, era già seduto sul suo letto
<< Ancora incubi?>> gli chiese, in tono casuale. Kouga sospirò, cercando la mano dell’altro. Eden ancora una volta lo anticipò, ed intrecciò le sue dita con le proprie
<< Sogni ancora di essere Apsu?>> gli chiese ancora Eden. Kouga annuì appena, stringendo la presa sulla sua mano. Eden sospirò, scostandogli una ciocca di capelli
<< Prova a dormire.>> mormorò. Kouga annuì, poi chiuse gli occhi. Finse di addormentarsi, aspettò che Eden tornasse nel proprio letto poi, quando fu sicuro che stesse dormendo, sgusciò fuori da sotto le coperte, sgattaiolando fuori dalla stanza e dalla casupola che era stata loro assegnata, alle pendici della salita perle Dodici Case.
Si allontanò dal Grande Tempio, con l’intento di andare verso il mare, ma quando raggiunse la spiaggia, una figura in piedi si stagliava già nella leggera luminescenza data dalle stelle. Kouga si avvicinò cercando di non far rumore, tentando di capire di chi si trattasse, per poi riconoscere … uno degli attuali due Saint di Gemini, non avrebbe saputo dire quale. Avevano lo stesso viso dai lineamenti fini, gli stessi lunghi capelli …
<< Vieni avanti, Cavaliere di Pegasus …>>
Kouga sussultò, colto alla sprovvista. L’altro non si era nemmeno girato, ma doveva aver percepito la sua presenza probabilmente quando ancora i stava solo avvicinando.
Fece qualche passo incerto verso l’altro, che si girò. Kouga lo riconobbe come Saga, vedendo lo sguardo tormentato. Non poteva sbagliare
<< Anche tu non riesci a dormire?>> chiese Saga, piegando leggermente la testa di lato e sorridendo leggermente. Kouga scrollò le spalle
<< Ci stavo riuscendo benissimo, in realtà, ma poi ho avuto un incubo … >>
Saga annuì, poi fece una smorfia
<< Da quando siamo tornati succede tutte le notti anche a me …>> mormorò, quasi soprapensiero, guardando le onde che si infrangevano sulla sabbia. A Kouga parve che stesse guardando un punto ben preciso. Uno spuntone di roccia, che chiudeva una piccola insenatura, poco lontano da dove si trovavano. Doveva essere Capo Sunion, pensò Kouga, ricordando poi all’improvviso quello che era successo tra i gemelli … oh, anni prima del suo arrivo sulla Terra, in realtà … non capì nemmeno lui quando o come, ma la sua mano si posò sul braccio di Saga, che si girò a fissarlo, sorpreso. Kouga si affrettò ad interrompere il contatto
<< Oh … >> mormorò Saga, per poi ridacchiare
<< Scusi … è che … >>
<< Ti prego, non essere così formale! Avevo ventotto anni quando sono morto, e non sono invecchiato di un giorno, da allora … per la gioia di Shaina …>> sull’ultima parte, Saga alzò gli occhi verso il cielo, prendendo l’espressione più innocente dell’universo, e Kouga si trovò a ridacchiare
<< Allora … beh … scusa. E’ che ho visto dove stavi guardando, e ho ricordato cosa dicono … >>
<< Uno dei motivi che non mi lascia dormire. Con quello che sta succedendo, e visti i miei precedenti … beh, ho paura.  Credo ne abbiamo tutti, in realtà. Ci è già capitato di dover combattere gli uni contro gli altri, anche per colpa mia. E … beh, per noi qui è un po’ come Palaestra per voi, ma … eravamo Gold già da piccoli, le Cloth ci hanno riconosciuti prestissimo … troppo presto, in realtà … io e Aiolos eravamo i due punti di riferimento per gli altri, che erano … solo bambini … >>
<< E Kanon?>> chiese Kouga allora. Non sapeva bene le dinamiche interne al gruppo dei Gold leggendari … L’espressione di Saga divenne triste
<< Con Kanon è sempre stato complicato … solo Aiolos sapeva della sua esistenza. E solo perché ci aveva visti per sbaglio, dato che non ho mai lasciato trapelare nulla … una sola Armatura per due Cosmi talmente simili da poter essere lo stesso … Nessuno di noi due era stabile, non lo siamo mai stati … beh, almeno Kanon ha sempre avuto un’unica personalità … mi chiedo quanto della mia parte malvagia avessi già inconsciamente riversato su di lui, quando mi ha spinto a farla prevalere … lui sapeva. Kanon conosceva Arles, al contrario mio. E non lo temeva, al contrario mio. Ma sono convinto che … sia il Kanon di adesso quello “vero”. Ho paura di averlo influenzato quando ancora eravamo piccoli, a livello inconscio … per tutti è cambiato, perché loro l’hanno conosciuto quando già era un Marine al servizio di Poseidone, ma per me … è tornato ad essere mio fratello … ti sto annoiando, scusami …>>
Kouga scosse la testa.
<< No. Sto semplicemente capendo perché tutti sembrate così spaventati, nonostante siate i Saint leggendari … >>
Saga fece un sorriso mesto. Poi si stiracchiò
<< Io provo a tornare a dormire. Magari adesso ci riesco …>> sbadigliò. Fece un ceno con la mano e si allontanò. Kouga lo seguì con lo sguardo e vide un’altra figura raggiungere Saga, schiaffeggiargli la nuca e poi prenderlo per un polso. Identici capelli, la stessa corporatura. Kouga ridacchiò, vedendoli. Poi si rabbuiò leggermente. Se avevano pura i Gold leggendari, da loro cosa ci si poteva aspettare? … si sedette sulla sabbia, stringendosi le ginocchia al petto, osservando le onde. Un fruscio sulla sabbia lo fece girare. Sorrise a Shun, che, senza una parola, gli si sedette accanto
<< Pare che la spiaggia piaccia agli insonni …>> mormorò Kouga. Shun gli rivolse uno sguardo interrogativo
<< Prima c’era Saga …>> spiegò Kouga. Il Saint di Andromeda fece un mezzo sorriso, poi alzò il viso verso le stelle
<< Immagino abbia paura che Arles ritorni …>> mormorò
<< Beh, io ho paura di diventare di nuovo Apsu … o che quantomeno ri risvegli il cosmo oscuro … anche se in realtà è la consapevolezza di poter essere posseduti, a farmi tornare tutto alla mente. Ho paura di attaccare di nuovo i miei compagni … >>
Shun annuì, facendo una smorfia
<< Io almeno ho il vantaggio di sapere che Ade non ha intenzione di servirsi di nuovo di me come suo ospitante, visto il “legame” che si è instaurato quando si è risvegliato. Ma l’idea di non poter controllare il mio corpo e fare del male a qualcuno … >>
Kouga si girò a guardarlo. Shun teneva gli occhi chiusi, ed era accigliato. Riaprì gli occhi, ma l’espressione rimase contratta
<< Io nemmeno volevo essere un guerriero …>> mormorò
<< Nemmeno io …>> sospirò Kouga, piegando la testa di lato << Anche se il mio motivo era semplicemente che non capivo perché avrei dovuto diventarlo … quando poi mi sono reso conto che solo così avrei potuto proteggere Saori san … >>
Shun sorrise, annuendo, l’espressione ora più rilassata
<< Noi proteggiamo Atena. >> mormorò
<< E tutto il resto del mondo.>> fece notare Kouga. Shun sospirò, annuendo
<< Qualcosa non ti convince, nella mia affermazione …>> lo stuzzicò Kouga.
<< L’affermazione di per sé è giusta, ma i “metodi” mi lasciano ancora perplesso, nonostante siano anni che combattiamo …>> si guardò le mani, accigliandosi. Kouga sospirò
<< Le vedo sempre sporche di sangue pure io …>> mormorò. Shun sussultò leggermente, poi si girò e gli sorrise
<< Scusa, magari tu eri venuto qui per calmarti e riprovare a dormire ..>> mormorò. Kouga scrollò le spalle
<< Se mi riaddormento, torno ad essere Apsu. >> sospirò.
Shun gli posò una mano sulla testa, espandendo leggermente il proprio cosmo, e Kouga si sentì più calmo
<< Che …?>>
Shun si strinse nelle spalle
<< Una cosa che su di me non funziona.>> ridacchiò
<< Ci hai provato?>>
<< Da quando Ade s’è risvegliato si, ma non funziona … Sono tentato di andare a chiedere a Mu di “spegnermi” di nuovo come oggi, ma credo che se lo svegliassi adesso mi prenderei solo uno Stardust Revolution in pieno, e non è nella lista delle cose che mi piacerebbe provare prima dei trenta …>>
<< Li hai già superati i trenta.>> fece notare Kouga, con un ghigno
<< Dettagli insignificanti.>> rise Shun, scompigliandogli i capelli. Kouga si stiracchiò
<< Penso che proverò a tornare a dormire davvero.>> disse. Shun gli sorrise ancora, e Kouga si allontanò. A pochi passi dalla casupola, trovò Eden ad attenderlo
<< Scusa …>> mormorò, abbassando il viso. L’altro non disse nulla. Si limitò a stringerlo a sé in silenzio
<< Adesso posso riprovare a dormire sul serio.>> mormorò Kouga
<< Forse te l’ho già detto, ma … puoi dirmelo, se vuoi rimanere da solo. Non mi offendo mica. Come potrei, con tutte le volte che sparisco io?>>
Kouga alzò il viso e gli sorrise. Eden gli scostò i capelli dalla fronte, accarezzandoglieli, poi lo prese per mano, conducendolo all’interno della casupola, per poi trascinarlo nel suo letto. Kouga rise, accoccolandoglisi contro il petto
<< Così se hai ancora incubi non devo alzarmi.>>
<< Ah, quindi lo fai per pigrizia, non per amore!>> finse di offendersi Kouga
<< Ovvio che si.>> rise Eden, per poi baciargli la fronte. Kouga si sistemò meglio e cadde quasi subito in un sonno tranquillo.
Fu la voce finto scandalizzata di Shaina a svegliarlo, la mattina seguente
<< Una si distrae un attimo e succede il finimondo! Non sono ancora pronta a diventare zia, eh?!>>
<< Al massimo nonna …>> replicò Kouga, facendole una linguaccia
<< Attento a te, moccioso!>>
<< Devo ancora capire a chi hai dato della donna, in realtà, ma ho troppo sonno per pensarci …>> sbadigliò Kouga. Eden, disturbato dal rumore, sospirò e si girò su un fianco, dando loro le spalle. Shaina uscì, borbottando qualcosa sul fatto che dovevano sbrigarsi, se volevano fare colazione prima della riunione. Kouga la ignorò, troppo preso ad osservare Eden che, pian piano, si risvegliava.
<< Ho sentito di una riunione?>> chiese quello, dopo essersi rigirato per un po’, con voce assonnata
<< Si … >> sospirò Kouga. Eden si passò le mani sul viso, cercando di scacciare il sonno
<< Mi sembra che continuiamo a parlare … a Palaestra hanno già combattuto! >> borbottò << E noi invece siamo qui tranquilli … >>
<< Preferiresti combattere, vero?>> mormorò Kouga, costringendosi a sorridere. Eden lo guardò, poi si alzò a sedere e lo strinse a sé
<< Lo sai che sono fatto così.>> gli disse
<< Non mi tranquillizzi, a dirmelo, sai?>> fece notare Kouga, in tono piuttosto acido. Sentì Eden sospirare ed alzò il viso a scrutarne l’espressione
<< Andiamo. Sospetto che se ti facessi saltare la colazione, mi odieresti quantomeno per il resto della giornata …>> sospirò quello. Kouga ghignò e scattò in piedi
<< Almeno fammi vestire però!>> protestò Eden, uscendo da sotto le coperte ed infilandosi al volo i vestiti del giorno precedente. Kouga ridacchiò
<< Te lo concedo solo perché ci sono troppe ragazze in giro per il Santuario e sono geloso.>>
<< Ma per cortesia …>> borbottò Eden, che la mattina era di umore se possibile ancora più acido rispetto al resto della giornata. Kouga fece un mezzo sorriso, poi lo abbracciò. Eden sospirò, affondandogli il viso nei capelli
<< Sei tremendo.>> borbottò
<< Ma mi adori.>>
<< Non so cosa farci …>> sospirò Eden, sconfitto, staccandosi leggermente e guardandolo. Kouga gli sorrise di nuovo, poi si avviò fuori dalla casupola. Non ebbe il tempo di fare nemmeno due passi, che Raki gli gettò le braccia al collo, augurandogli il buongiorno, o meglio, urlandoglielo in un orecchio. Kouga se la staccò di dosso, ridendo
<< E’ innamorata …>> sospirò Yuna, raggiungendoli
<< Ma senti!>> ridacchiò Kouga
<< Beh? Ho quasi sedici anni!>> protestò Raki
<< E chi il fortunato?>> chiese allora Kouga. Yuna sospirò, scuotendo la testa, mentre Souma, al suo fianco, rideva
<< Oh, non ridere tu!>> lo rimproverò Yuna
<< Ride perché è la cosa più scontata dell’universo.>> sbuffò Raki << Ma non posso farci niente …>> pigolò poi
<< Hai una cotta per il tuo maestro, quindi?>> chiese Eden, senza girarci attorno. Raki arrossì violentemente
<< Non è un po’ vecchio per te?>> chiese allora Kouga. Raki fece una smorfia
<< E secondo Mu sama io sono troppo giovane per lui. Come se non continuasse a ripeterselo da solo tante di quelle volte da non riuscire a schermarlo …>>
<< Oh … quindi ce lo siamo giocato …>> borbottò Eden. Raki lo guardò alzando un sopracciglio, ma quello non aggiunse altro, precedendoli nella mensa.
Kouga, entrato a sua volta, si affrettò a raggiungere Ryuho, che sedeva da solo ed era intento a fissare il proprio caffè tanto intensamente da non averli visti entrare. Gli posò una mano sulla spalla, ed il Dragone alzò lo sguardo, per poi sorridergli
<< Buongiorno …>> disse, per poi sbadigliare
<< Dormito poco?>> chiese allora Kouga. Ryuho si strinse nelle spalle
<< Ancora le ferite?>> chiese allora. Ryuho piegò la testa di lato
<< Mah … più o meno …>> mormorò. Si staccò di dosso Raki, che era corsa ad abbracciare anche lui, accigliandosi leggermente
<< Non adesso …>>
<< Scusa …>> sospirò la ragazza, sedendoglisi accanto
<< Scusami tu. >> sorrise Ryuho. Sussultarono tutti quando Hyoga, arrivato non si sapeva bene da dove, battè una mano sul tavolo
<< Continui a rivedere la scena, vero?>> chiese. Ryuho fece una smorfia, Kouga lo imitò. La zaffata di vodka era arrivata chiarissima
<< Tutta notte, tutte le notti.>> sospirò Ryuho. Hyoga si accigliò e fece per dire qualcosa. Qualcosa di molto profondo, immaginò Kouga, ma non avrebbero mai potuto saperlo, dato che la mano di Yuna andò a colpire fermamente la nuca del Cigno, provocando un suono sordo, un sussulto ed una sfilza di insulti in russo
<< Hai finito?>> chiese Yuna, appena Hyoga si fermò per riprendere fiato
<< Ragazzina …>> ringhiò lui
<< Fila a lavarti, Atena ci ha convocati tutti per le dieci.>> ringhiò lei di rimando. Hyoga serrò la mandibola, ma non aggiunse altro. Posò una mano sulla spalla a Ryuho, prima di allontanarsi, stringendo leggermente.
<< Inizio ad avere troppi zii …>> sospirò Ryuho
<< Dov’è Haruto? Devo sfogarmi, e volevo giocare coi suoi capelli …>> si lamentò allora Raki. Ryuho scoppiò a ridere
<< E’ già ad allenarsi … è quasi più zelante di mio padre … quasi …>>
Kouga sorrise. Sapeva che se Haruto si allenava così duramente era per poter proteggere Ryuho. Lo sentiva chiaramente dal cosmo dell’altro ragazzo.
Un altro cosmo attirò la sua attenzione, e quella degli altri presenti. Un cosmo di solito calmo e tranquillo … due figure entrarono nella mensa in quel momento, in un atteggiamento che, a giudicare da quanto avevano sentito raccontare, era esattamente all’opposto di quello a cui tutti erano abituati …
<< Calmati …>> sospirò Ikki, in tono quasi supplichevole
<< Solo quando la pianterà di ignorarmi!>> ringhiò Shun, riempiendosi un piatto di dolci presi completamente a casaccio. Ikki gli tolse di mano la tazza con il caffè, in un chiaro tentativo di evitare che i nervi del Saint di Andromeda esplodessero, ma desistette quando gli occhi verdi del più giovane lo fulminarono, letteralmente
<< Non azzardarti a togliermi il caffè, nii-san. Non provare nemmeno a pensarci! Mai più! Oh, buongiorno ragazzi …>>
<< Non era il Saint di gemini quello con lo sdoppiamento di personalità?>> chiese Eden. Kouga si girò a guardarlo, temendo improvvisamente per la sua incolumità. Shun invece si limitò a sospirare
<< Devo picchiare il papero?>> chiese Yuna
<< Le do una mano, non è un problema … sono una silver, io …>> si propose Raki
<< Ferme un attimo! Rispettate i turni! Io sono anni che devo fargli male!>> protestò Ikki.
<< Siete molto carini tutti e tre, ma posso pensarci da solo.>> sospirò Shun
<< Come no.>> ironizzò Ikki
<< Shun san è forte abbastanza per fare a fette tutti i paperi che vuole.>> disse Ryuho, in tono piccato. Shun si girò a guardarlo, con l’espressione adorante
<< Grazie …>> quasi pigolò, dandogli poi metà dei dolci, che Ryuho accettò ben volentieri, mangiando senza nessun problema
<< Così non ho dovuto alzarmi …>>
<< Questa cosa da chi l’hai imparata? Tecnica ninja?>> chiese Kouga, allora. Ryuho fece un mezzo ghigno
<< Mamma sa essere perfida quando vuole …>> la voce gli si spense mentre finiva la frase, mentre l’espressione gli si gelava in una specie di smorfia di terrore. Fu di nuovo Yuna  a salvare la situazione. Bloccò la testa di Ryuho, scompigliandogli i capelli
<< Dammi il tuo metabolismo!>> disse, in tono lamentoso. Ryuho rise, tentando inutilmente di liberarsi.
<< Oh, ecco, s’è svegliato … Kouga, sei tu il cavaliere di Pegasus, tocca a te, vai a ri ammazzarlo …>> supplicò Shun
<< Ri ammazzarlo?>> chiese Kouga, confuso
<< Ade. Non lo sopporto più …>> sbuffò Andromeda.
<< A Seiya non era andata proprio benissimo, quando c’è riuscito … e tendo ad evitare il rischio di morte prima delle due del pomeriggio …>>
<< Dopo le due?>>
<< Smettila.>> rise Ikki, scompigliando i capelli al fratello. Shun fece una smorfia
<< Ci ho provato.>> sospirò, ridendo.
Vennero richiamati all’ordine da Shaina. L’ora della riunione era giunta. Kouga si trovò quasi ad usare il settimo senso per finire la fetta di torta che aveva nel piatto, cosa che fece ridere Eden e ringhiare qualcosa di poco carino a Yuna e Raki.
Erano già quasi alla tredicesima quando sentirono un cosmo tanto possente da essere vicino a quello di Atena stessa. Un cosmo che avevano già sentito
<< Com’è possibile?>> chiese Ryuho in un soffio. Kouga sussultò sentendo una mano artigliargli il braccio. Eden si era bloccato sulla scalinata e gli si era aggrappato. E non l’aveva mai visto così sconvolto …



SIPARIETTO 
KOUGA: eh ... cercherei di evitare il rischio di morte prima delle due del pomeriggio ...
SHUN: prima delle due dice? Un attimo e sono subito da lei ... Bertelliiiiiii

(si, passare dieci giorni con la mia migliore amica dopo 2 anni e mezzo che non ci vedevamo dal vivo ha provocato revival vocale, di solito urlato sui treni per la gggggggioia immensa dei nipponici, dei soliti idioti X°D )

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** 14 ***


"Non riesco mai a finire i capitoli per tempo!!" mi lamentavo tra me e me (si, mi do delle scadenze giusto per non poterle rispettare XD). Ma ... beh, difficile finire "per tempo" se man mano che vado avanti i capitoli si alluuuuuuuuungano a dismisura >_> Ero partita con 4 o 5 pagine l'uno, adesso sono raddoppiate X°D 
Un pov che non so usare, non riletto (ovviamente), lungo e tendenzialmente "da osservatore" ... uhm... ma almeno prelude all'inizio dello smuoversi di qualcosa (anche se ci sarà anche un altro preludio, prrima che le cose si muovano davvero ... piantatela di parlare e fate qualcosa, cristo santo! XD)
Beh ... ecco qui



Eden si era trovato come paralizzato, aggrappato al braccio di Kouga, e a giudicare dall’espressione di quest’ultimo doveva sembrare sconvolto e beh … era esattamente come si sentiva. Si costrinse a tentare di recuperare un minimo di controllo e salì un altro scalino, poi prese a salire sempre più velocemente, lasciando il braccio di Kouga, lasciando indietro gli altri, ignorando le voci che lo chiamavano. Spalancò le porte della Tredicesima, entrando a grandi passi, ignorando gli sguardi esterrefatti delle persone già presenti
<< Tu … com’è possibile?! Ti avevamo sconfitto … eri … eri morto …>> la voce gli venne meno all’improvviso, mentre si bloccava di nuovo, a forse un metro scarso dal Dio della guerra. Che aveva deciso di riesumare l’ultimo aspetto che aveva preso sulla terra …
<< Sei cresciuto.>> disse Ares, sorridendo. Eden sentì le gambe cedergli, ma qualcuno lo sostenne
<< Che …>> iniziò a balbettare. Non sapeva nemmeno lui come si sentisse, ormai …
<< Capisco la tua confusione, Eden, ma si tratta di una riunione ufficiale. Avrai tempo di esternare il tuo turbamento poi.>> intervenne Atena. Eden serrò lo labbra, poi annuì
<< Chiedo scusa per il mio comportamento fuori controllo …>> riuscì a mormorare. Finalmente si girò per vedere chi l’avesse sostenuto, trovandosi faccia a faccia con lo sguardo perennemente corrucciato del Saint della Fenice.
<< Grazie …>> mormorò
<< Gli altri credo siano ancora in posa plastica sulle scale, con un braccio teso come a volerti fermare …>> ironizzò Ikki, mentre lo accompagnava al suo posto. Eden ridacchiò, suo malgrado. Venne raggiunto da Kouga, e si costrinse a fargli un cenno con la testa
<< Che diavolo …>> ringhiò il Saint di Pegasus.
<< Immagino Atena ci spiegherà cosa stia succedendo … Spero non ci metta troppo, perché sento il bisogno di andare a fare l’eremita per qualche ora …>> mormorò Eden. Kouga gli posò una mano sul braccio, ed aveva l’espressione preoccupata. Eden cercò di riprendere almeno un minimo di controllo. Per Kouga e per gli altri. Perché se si fossero preoccupati, com’era loro solito, si sarebbe scatenato un pandemonio incredibile, e non saremmo riusciti a capire nulla. E lui voleva capire, assolutamente …
<< Abbiamo visite.>> sospirò il Saint di Andromeda, poco lontano. Eden si girò a guardarlo, poi sentì il cosmo in avvicinamento. Ma non era solo. Vide il Saint di Libra irrigidirsi. Dopo poco le porte si aprirono, e Ade fece la sua comparsa, accompagnato da Lady Pandora. Dietro di loro, Dohko, con un’aria tanto imbronciata da poter fare concorrenza a lui ed Ikki
<< Maestro …>> arrivò il mormorio di Shiryu. Eden sentì il sospiro di Ryuho e si girò istintivamente a guardarlo. Il ragazzo aveva lo sguardo puntato sul padre. Come se si aspettasse che qualcosa l’avrebbe colpito di li a poco …
<< Bene arrivati.>> salutò Atena. Ade si limitò ad un cenno del capo, andando a mettersi all’altro lato della dea, rispetto ad Ares. Pandora, invece, andò a posizionarsi accanto al Grande Sacerdote, cosa che quello accettò con una smorfia infastidita. In quanto a Dohko si inchinò profondamente davanti ad Atena, piegando un ginocchio a terra e rimanendo fermo. Fu la Dea a scendere gli scalini e farlo rialzare
<< Tutto ti sarà spiegato …>> gli disse. Dohko annuì e prese posto accanto a Shiryu. Eden sorrise, vedendolo appoggiare una mano sulla spalla del proprio allievo, con fare protettivo. Si girò sentendo un altro sospiro da parte di Ryuho
<< Che ti prende?>> chiese allora Kouga al dragone. Quello si strinse nelle spalle
<< Sono sottosopra e ho brutte sensazioni …>> mormorò
<< Dovevo cederti più dolci.>> sbuffò Shun
<< Così poi appena aprivo bocca le prendevo …>> borbottò Ikki
<< Sarei io l’adolescente vera, qui, eh?>> fece notare Raki, strappando un sorriso a tutti
<< Che ha in testa Ade?>> chiese Eden, senza mezzi termini. Shun rabbrividì
<< Al momento punizioni orrende per chiunque stia sfuggendo al suo controllo giù negli inferi … e … preferirei non saperlo, ho appena fatto colazione. E … parla di dover risvegliare qualcuno … ma non sa nemmeno lui chi. Pare che chi si è reincarnato sia una delle cose di cui l’hanno tenuto all’oscuro. E al momento …>>
<< Miei Cavalieri …>> richiamò la loro attenzione Atena << Abbiamo notizie sempre più preoccupanti che ci arrivano da fuori …>>
<< Cosa aspettiamo ad intervenire mi chiedo?!>> si trovò a ringhiare Eden. Kouga gli mise una mano sul braccio, tentando di calmarlo
<< Non ero ancora completamente risvegliato, alla tua nascita, ma indubbiamente sei figlio mio.>> ironizzò Ares, che l’aveva sentito benissimo. Eden fece una smorfia ed abbassò il viso
<< Sento che mi stanno venendo i capelli bianchi per lo stress.>> borbottò
<< Già fatto anni fa.>> sospirò Kouga. Eden si girò verso di lui e gli rivolse un piccolissimo sorriso
<< Abbiamo anche notizie da Palaestra … sono stati attaccati di nuovo, e pare siano sotto assedio …>>
A Yuna sfuggì un gemito alla notizia
<< Non era il nostro metodo, quello dell’assedio?>> arrivò la voce di Aiolia. Atena strinse le labbra, in un’espressione severa, ed il Saint del Leone si zittì
<< Pare comunque che l’arrivo di Jabu sul posto, abbia risollevato le sorti. E i ragazzi sono quantomeno al sicuro, per ora … non sono ancora pronti …>> all’improvviso era Saori ad avere avuto il sopravvento. Eden si chiese come fosse sentirsi perennemente divisi in due. Un dea che si era ormai reincarnata tante volte da essere umana. Consapevole del proprio ruolo, del proprio cosmo e delle proprie responsabilità, ma non sempre capace di farli convivere …
 << Oltretutto, per quanto gli scienziati lo neghino per evitare il panico su scala mondiale, ci stiamo avvicinando sempre di più al sole …>>
<< A nostro fratello piace passare inosservato, pare …>> ironizzò Ares
<< Ora … ci siamo già trovati a dover contrastare le mire di Apollo su questo Mondo, ma questa volta … è probabile che non sia solo …>> continuò Atena, ignorando Ares, e girandosi poi verso Ade.
<< Gli dei dell’Olimpo non sono in grado di riportare in vita i morti … faceva parte degli accordi quando io e i miei fratelli ci spartimmo il governo … e chiunque sia stato ha usato una forza tale da avermi risvegliato. Ora, quando mi sono risvegliato ho sentito l’appello di Atena a tutti i Saint … proprio tutti. Ma al momento non ero in grado di riportare indietro nessuno …>> il suo sguardo si fermò, gelido, sul Saint di Sagitter, che lo sostenne senza fare una piega.
<< Adesso invece puoi, mi pare …>> fece notare Ares, indicando Dohko
<< Sto recuperando le forze.>> tagliò corto Ade
<< Abbiamo idea di chi ci ha portati nel luogo che il Saint di Andromeda ha potuto raggiungere per fare da tramite tra voi divinità ed aprire il varco?>> chiese il Saint di Virgo
<< Sentendo il pericolo, anche Persefone si è attivata, portandovi fin dove poteva.>> spiegò Ade << Ma in tua assenza, anche lei no era al massimo delle forze, dico bene?>> si intromise Ares. Ade annuì
<< Quindi continua ad essere un mistero chi abbia aperto il varco per i nostri avversari …>> fece notare Saga. I tre Dei si guardarono. Ade scosse la testa
<< So solo che il cosmo di chi li riporta effettivamente in vita è troppo forte per essere chiunque di voi …>> disse, indicando Atena e Ares << Quindi qualcuno sta aiutando vostro fratello. >>
<< Poseidone dorme ancora.>> intervenne il Saint dell’Acquario << E l’altro alleato, stando alle cronache, fu …>> si fermò, abbassando il viso ed accigliandosi
<< Zeus.>> concluse Atena. Camus alzò lo sguardo un momento, tornando all’usuale inespressività del volto. La dea sospirò
<< Intanto non potremmo mandare anche qualcun altro a dare man forte a Palaestra?>> chiese qualcuno. Eden si chiese cosa facesse essere la loro dea tanto cauta, mentre la guardava prendere tempo per rispondere
<< Gli attacchi al momento sono concentrati solo la, però …>> iniziò Ade, accigliandosi
<< Ci sono tutta una serie di tafferugli più o meno gravi che ci convincono poco, in giro per il mondo. Inoltre, il fatto che il clima sia troppo caldo per la stagione, e si tratta di una decina di gradi in più, è preoccupante …>> fece notare Harbinger
<< Vivi fuori dal mondo, zio …>> ironizzò Ares. Il cosmo di Ade si increspò, ma quello di Atena calmò immediatamente la situazione
<< Qualcuno deve andare negli inferi … dobbiamo scoprire chi sta facendo passare le anime dei troiani e fermarlo …>> disse Atena, guardando dritta verso Shun.
Eden sentì chiaramente il cosmo di Ikki incendiarsi, ma Shun gli posò una mano sul braccio, scuotendo leggermente la testa, ed il Saint della Fenice tornò tranquillo, nonostante la mandibola serrata denunciasse una buona dose di nervosismo.
<< Scusa, Shun …>> sospirò Saori. Shun fece un cenno con la testa
<< Dovremmo anche cercare di scoprire da dove traggono l’energia per avvicinarci al sole …>> fece notare Ares << Dopotutto non credo il meccanismo sia molto differente da quando ho fatto avvicinare marte … solo che adesso le energie sono tutte mescolate, senza la scissione degli elementi … >> ragionò. Atena annuì
<< E come capiamo dove andare?>> chiese Milo
<< Luoghi già di per sé vicini al sole?>> ipotizzò Shiryu << Monti molto alti, ad esempio …>>
<< Servirebbe il teletrasporto …>> sospirò Seiya. Eden abbassò il viso, per nascondere una risatina, mentre Mu, Kiki e Raki si schiarivano la gola
<< Oh, giusto …>> borbottò Seiya, arrossendo.
Atena sciolse la riunione, dicendo che avrebbe convocato al più presto chi sarebbe dovuto partire. Rimasero i tre dei, i Gold Saint, i tre Bronze leggendari, e loro, nonché Raki e Shaina, mentre gli altri Silver e Bronze sciamavano fuori, parlottando tra di loro.
<< In tutto questo però, se posso permettermi … non credo di aver ancora capito bene perché sono qui …>> intervenne Dohko. Atena sospirò e si alzò
<< Alcuni degli eroi della guerra contro Ilio si sono reincarnati in alcuni dei miei Saint. Zeus, per evitare che la cosa si ripetesse, fece reincarnare sia achei che troiani. E … pare che debba risvegliarti … Non ha una logica questa cosa. So solo chi devo risvegliare quando lo devo fare, prima nessun segno mi viene dato.>> disse, avvicinandosi a Dohko. Gli pose le mani sulle tempie. Sentirono tutti il cosmo dell’ex Saint avere una specie di esplosione e poi come spegnersi. Il Saint di libra fu pronto a sostenere il suo maestro, ora privo di conoscenza.
<< L’abbiamo già visto succedere … >> mormorò Ryuho, accanto a lui. Lo iniziò a ripetere, come un mantra quando videro Atena avvicinarsi anche a Shiryu. Eden vide il Saint di Libra annuire, mentre Milo prendeva in consegna Dohko. Seiya si avvicinò  Shiryu, mentre Atena poneva le mani sulle sue tempie. Haruto passò un braccio attorno alle spalle di Ryuho, stringendolo a sé, ma Ryuho si staccò e si avvicinò al padre, che gli lanciò uno sguardo rassicurante, prima di annuire all’indirizzo di Atena. La Dea espanse il proprio cosmo. Il cosmo del Saint rispose, e poi anche quello, come quello di Dohko pochi istanti prima, fu come se si spegnesse. Shiryu si accasciò privo di sensi tra le braccia tremanti di Ryuho
<< Hanno bisogno di riposo.>> disse Atena. Posò per un momento una mano sul capo a Ryuho, che annuì, ma non riuscì a muoversi. Seiya gli prese Shiryu dalle braccia, e si avviò in silenzio fuori dalla tredicesima. Ryuho si affrettò a seguirlo, facendo segno anche a Milo di seguirli con Dohko.
Pian piano si congedarono tutti, compresi Ade e Pandora. Eden fece per seguire Kouga, ma Ares lo richiamò. Eden fece un cenno a Kouga, per comunicargli che l’avrebbe raggiunto di li a poco, poi si avvicinò al dio, improvvisamente timoroso. Quello lo squadrò da capo a piedi, in silenzio
<< L’ultima volta eri un ragazzino saccente. Sei un uomo ormai …>>
<< Altrettanto saccente, probabilmente.>> ironizzò Eden, cercando nel contempo di capire come si sentisse. Quello che aveva davanti era Ares, ma le sembianze erano inconfondibilmente quelle di Ludwig … e dopotutto, quando lui era stato concepito, in Ludwig stava già risvegliandosi Ares …
<< Sei così umano … percepisco tutta la tua confusione. << e tutta una serie di sentimenti … ma sei un semidio, ricordalo sempre.>> detto questo, letteralmente scomparve. Eden rimase fermo per un momento. Si riscosse sentendo un tocco gentile sul braccio, ed abbassò lo sguardo ad incontrare gli occhi di Atena stessa
<< Come ti senti?>> gli chiese lei. Eden sospirò
<< Non ne ho idea.>> ammise. Si scostò dal tocco della dea ed uscì dalla tredicesima Casa. Kouga lo aspettava subito fuori, e gli rivolse uno sguardo interrogativo
<< Me lo lasci un po’ di tempo da solo?>> chiese, e sembrava una supplica, si rese conto. Kouga gli prese le mani, poi annuì
<< Ti aspetto a … casa …? Beh, quello che è …>> borbottò. Eden ridacchiò, scompigliandogli i capelli, poi si allontanò. Camminò finchè non arrivò in vista del mare, allora cercò una roccia, e si sedette, guardando le onde. Sperando di riuscire a calmarsi, perché in quello stato non avrebbe potuto fare niente … Ricordò ancora il giorno in cui sua madre gli aveva finalmente fatto conoscere suo padre. Ricordò sua sorella, Sonia. Ricordò Aria … e poi … si tirò le ginocchia al petto, mentre ricordava come uno dopo l’altro fossero morti tutti, nella precedente guerra … come aveva pensato, all’epoca, che combattere non gli pesava prima, quindi non gli sarebbe pesato ora che non aveva nulla da perdere … ma ce l’aveva qualcosa da perdere … guardò ancora le onde, poi sospirò, alzandosi. Si sentiva come sballottato dalle proprie emozioni, ed era una cosa completamente estranea a lui … tornò verso gli alloggi, sentendo la mandibola contrarsi di più ad ogni passo, ed entrò nella casupola che divideva con Kouga. E Kouga lo stava aspettando. Eden andò a sedersi su uno dei due letti e Kouga lo raggiunse, stringendolo a sé. Eden gli si aggrappò, sospirando, lasciando andare fuori tutto quello che sentiva agitarglisi dentro. Kouga si limitò a tenerlo stretto, in silenzio. Eden si staccò, asciugandosi gli occhi. Kouga gli fermò le mani e fu lui ad asciugargli il viso, sempre in silenzio. Eden si trovò a sospirare e rifugiarsi di nuovo tra le braccia del più piccolo. L’unico luogo dove davvero si sentiva tranquillo, anche se non l’avrebbe mai ammesso … Sorrise, sentendo le labbra di Kouga posarsi sulla sua tempia e rimanere li
<< Adesso mi riprendo …>> mormorò
<< Non devi riprenderti per forza. >> rispose Kouga, stringendolo un po’ di più << Rivederlo ha sconvolto anche noi, e non siamo suoi parenti …>> sospirò poi. Eden sentì che c’era qualcosa di sospeso in quella frase, quindi si staccò, prendendo l’altro per le spalle, cercando il suo sguardo
<< Cosa non stai dicendo, eh?>>
Kouga fece una smorfia
<< Che tipo ti abbiamo ammazzato la famiglia …>> mormorò. Eden alzò un sopracciglio
<< Veramente vi ho dato una mano, mi pare … e poi … famiglia …>> fece una smorfia
<< Però rivederlo ti ha …>>
<< Mi ha fatto strano, quello si. Non riesco a capire neanch’io come mi senta in realtà. E’ l’uomo di cui ho tentato di attirare l’attenzione per i primi quindici anni della mia vita, ma non lo è. E’ lo stesso dio che abbiamo battuto, ma allo stesso tempo non lo è. Ed è quello che ha ammazzato Aria, e quello … quello non riesco a farlo cambiare, per quanto mi sforzi …>>
Kouga gli asciugò altre lacrime. Quelle lacrime che solo lui aveva potuto vedere. Eden non avrebbe mai voluto farsi vedere debole, con nessuno, tantomeno con Kouga, ma era l’unico che gli permetteva, forse inconsapevolmente, di lasciarsi andare completamente … sospirò
<< Ok, mi sa che ne ho ancora per un po’.>> ammise, imbronciandosi ed asciugandosi gli occhi. Ancora. E ancora
<< Che palle!>> sbuffò. Kouga ridacchiò, abbracciandolo di nuovo
<< Scemo.>> gli borbottò in un orecchio
<< Solo perché mi da fastidio essere così sottosopra?>> borbottò Eden
<< No. Perché ti fai ancora riguardi con me.>> sbuffò Kouga, colpendolo leggermente ad un braccio
<< Vorrei che tu mi vedessi sempre forte.>> ammise Eden, asciugandosi un’ultima lacrima, ma non staccandosi dall’abbraccio
<< Ma tu lo sei. Sei sempre forte. Ma per esserlo, non si può tenere tutto dentro, ti pare? Sennò poi si finisce con l’esplodere …>>
Eden alzò lo sguardo, poi sbuffò, strusciando piano la testa contro il petto di Kouga
<< E allora rimango così un altro po’.>> borbottò. Kouga rise piano, scompigliandogli i capelli. Eden si staccò, stiracchiandosi
<< Su, andiamo ad allenarci, sento che mi sto rammollendo!>> disse. Kouga rise e si alzò, poi però si fece serio e si girò a guardarlo
<< Posso dirti una cosa? Una cosa che non mi piace?>> chiese
<< Da quando ti fai riguardi, scusa?!>>
Kouga sospirò
<< Il tuo voler combattere ad ogni costo. Non mi piace. Adesso siamo in guerra, è vero, ma … mi fa paura. Non ho paura delle battaglie di per sé, con tutte quelle che abbiamo combattuto ci mancherebbe, ma … ho para che tu faccia qualche cazzata, ecco. >>
Eden sgranò gli occhi, poi attirò a sé l’altro
<< Non faccio cazzate, promesso.>> disse
<< Mi fido?>> chiese Kouga, con un sospiro
<< Fidati.>> sorrise Eden.
Andarono al campo di allenamento, finalmente, trovando anche Souma e Yuna, intenti a guardare Raki e Kiki
<< Se dovessimo trovarci davanti qualcuno con la forza di Raki saremmo un po’ nella merda …>> mormorò Souma, mentre Kiki fermava l’allenamento e si avvicinava a loro, sudato e con l’aria stranamente esausta, seppure con espressione soddisfatta. Raki li raggiunse a sua volta, ed andò ad aggrapparsi al braccio di Yuna, che le sorrise
<< Sei diventata davvero forte.>> le disse
<< Non come vorrei.>> sospirò lei, con una smorfia
<< Sei ancora giovane, hai tempo per migliorare.>> disse Kiki, posandole una mano sulla testa, per poi prendere una bottiglietta d’acqua e bere a grandi sorsi.
<< Siamo in guerra, potrei non averlo, invece, il tempo.>> fece notare Raki. Kiki rimase bloccato, con la bottiglietta a mezz’aria. Raki parve non farci caso e tornò nel campo, trascinandosi appresso Yuna
<< Anche la tua ragazza meglio averla come alleata …>> fece notare Kouga. Souma fece un sorriso inorgoglito
<< Lo so.>> gongolò.
Eden si girò verso Kiki, che aveva lentamente posato la bottiglia e si era seduto, lo sguardo fisso su Raki, l’espressione contratta
<< Che ti prende?>> gli chiese Eden. Il Saint dell’Ariete sussultò, poi si girò, costringendosi a mettere a fuoco la realtà
<< Quello che ha detto …>> mormorò, lasciando la frase in sospeso. Prese un lungo respiro, per poi rilasciare lentamente l’aria
<< Beh, ha ragione …>> borbottò Eden, mentre il suo sguardo correva a Kouga, che aveva iniziato ad allenarsi con Souma. Kiki battè un pugno a terra, creando un piccolo cratere e facendo sussultare Eden
<< Ha ragione e non posso farci niente.>> sibilò
<< Sai che non avrei mai pensato di vederti così?>> fece notare il Saint di Orione. Kiki alzò lo sguardo su di lui
<< In che senso?>> chiese
<< Hai una specie di aura di “perfezione” … tu e il tuo maestro, in realtà, come se nulla dovesse farvi perdere il controllo … >>
Kiki rise
<< E invece lo perdiamo eccome il controllo.>> sospirò. Poi alzò il capo, come in ascolto. Anche Eden percepì qualcosa. Il cosmo di Libra, e il cosmo dell’ex Saint della stessa Casa, erano tornati. Leggermente cambiati, ma erano loro … Yuna e Raki si bloccarono. Anche Souma e Kouga, pur percependolo un momento dopo di loro
<< Andiamo.>> disse Yuna, lanciandosi verso la scalinata
<< Eh?>> chiese Souma, seguendola comunque.
<< Proprio adesso che stavo per batterti!>> si lamentò Kouga, seguendo gli altri due. Eden scosse la testa. Si scambiò un cenno con Kiki, che gli sorrise e tornò a fronteggiare Raki, e seguì gli altri tre. Nessuno tentò nemmeno di fermarli. Avevano sentito tutti i cosmi riaccendersi.
Vennero accolto sulla porta della Settima casa da Milo dello Scorpione, che aveva trasportato Dohko, che stava già tentando di tenere a bada un Capricorn in piena crisi di panico camuffata da puro controllo
<< Neanche avessero partorito!>> borbottò il Saint dell’Ottava. Poi un ghigno gli passò sul viso
<< E’ maschio!>> annunciò ai Bronze appena arrivati. Un colpo alla nuca, dalla precisione letale, cosa che Eden credeva fosse appannaggio solo delle donne, lo fece sussultare
<< Cretino.>> arrivò il tono monocorde di Camus dell’Acquario
<< Ma che ho detto?!>> si lamentò Milo, massaggiandosi la nuca
<< Senti, fammi passare, voglio solo vedere se sta bene …>> cedette Shura, in quel momento
<< Diamogli un momento.>> si intromise Haruto, arrivando dalle stanze interne
<< Che … chi …?>> iniziò a balbettare Yuna, e Eden sbuffò
<< Come sta Ryuho?>> tradusse. Haruto fece un mezzo sorriso
<< Se non lo vedete adesso, starà molto meglio. >> sospirò
<< Beh, se gli è calata la tensione è un buon segno.>> disse Kouga. Haruto annuì
<< Ma stanno bene?>> chiese Shura
<< Un po’ storditi, sia il Saint di Libra che il suo Maestro, ma stano bene. Hanno solo … molti più ricordi … >>
Shura sospirò, annuendo
<< Tu l’hai inconsciamente adottato …>> disse Camus, alzando un sopracciglio all’indirizzo dello spagnolo, che arrossì, stringendosi nelle spalle
<< Può essere …>> borbottò
<< Non è che adesso che Dohko è tornato sei geloso?>> chiese Milo, ghignando di nuovo
<< Se ti decapita con Excalibur, non posso rimetterti in sesto, sappilo.>> gli fece notare Camus
<< Beh, puoi farmi una bella bara di ghiaccio, così rimarrò per sempre giovane e bello, e potrai guardarmi tutto il tempo che vorrai.>>
<< Imbecille.>> sbuffò Acquario. Ad Eden arrivò tutto il terrore del Saint che quello che il compagno aveva detto si avverasse e si girò istintivamente verso Kouga. No, davvero, non avrebbe retto, si trovò a pensare …
Dopo poco, Ryuho li raggiunse. Aveva gli occhi rossi, ed alcune lacrime ancora gli bagnavano il volto, ma sorrise loro.
<< Lasciamoli riposare, ora.>> disse, rifugiandosi nell’abbraccio di Yuna
<< Sei diventato più alto di me.>> si lamentò la ragazza. Ryuho rise e si staccò
<< Beh? Si può sapere chi s’è risvegliato?>> chiese Milo, curioso e petulante come non mai
<< Ma tu il tatto hai idea di cosa sia?>> chiese Camus, per poi sbuffare. Ryuho sospirò
<< Dohko è la reincarnazione di Ulisse …>>
<< Prevedibile.>> borbottò Camus
<< Poi sono io quello senza tatto …>> lo canzonò Milo
<< E Shiryu?>> chiese Shura, senza riuscire a nascondere sotto il solito autocontrollo la preoccupazione sempre crescente
<< Beh, se Ulisse era prevedibile, mio padre lo è ancora di più, alla luce del … mah, ritorno di Ulisse …>> disse Ryuho, sospirando
<< Oh … Diomede …>> buttò li Camus
<< Secchioni.>> sfuggì a Eden. Ryuho ridacchiò, ma ad Eden non sfuggì il piccolo sussulto che la cosa gli provocò.
<< Bene, rimango qui ad accudirli. Almeno si ricordano tutto …>> disse
<< Beh, anche Aiolia è rimasto sempre lui …>> fece notare Souma
<< Ma Aiolos?>> chiese Milo, incupendosi improvvisamente.
<< Non esiste un modo per capire chi debba reincarnarsi prima che Atena abbia le “sensazioni”?>> chiese Eden. Milo si strinse nelle spalle, scuotendola testa
<< E non è nemmeno detto che serva effettivamente l’intervento divino per risvegliare qualcuno.>> fece notare Camus
<< Non abbiamo percepito interventi esterni, quando Aiolos s’è risvegliato.>> sospirò Shura
<< Quindi i nostri avversari potrebbero risvegliarsi in ogni momento.>> mormorò Yuna
<< Per gli avversari non mi preoccuperei, è probabile che l’influsso del cosmo di Atena li blocchi.>> disse Haruto, facendoli sussultare dato che non era assolutamente in vista
<< Dannato ninja …>> borbottò Kouga, mentre Haruto si avvicinava a loro, quasi apparso dal nulla
<< Questa cosa è estraniante … come accidenti hai fatto a prendere di sprovvista tre Gold?!>> chiese Milo, sconcertato. Haruto si strinse nelle spalle, avvicinandosi a Ryuho. Si scambiarono uno sguardo, ed Eden si trovò a dover distogliere il proprio, perché gli sembrava di aver rischiato di invadere qualcosa di troppo intimo.
I Gold decisero che la loro presenza non fosse più necessaria (cosa che però non impedì a Shura di farsi promettere da Ryuho che l’avrebbe chiamato se fosse successo qualcosa. Promessa che Ryuho dovette confermare tre volte.) e si allontanarono, lasciando nell’aria la scia dei battibecchi tra Aquarius e Scorpio. Ryuho sospirò, sorridendo
<< Mi ricordano voi due …>> disse, indicando Souma e Kouga
<< Non farei confronti, sai?>> si trovò a dire Eden, mettendosi inconsciamente tra i due. Souma scoppiò a ridere
<< Sei tremendo alle volte, sai?>> gli fece notare Kouga, alzando un sopracciglio
<< I … io …>>
<< Dai, ammettilo, sei geloso.>> lo canzonò Yuna. Eden si trovò il viso in fiamme, ed abbassò lo sguardo
<< Beh, è normale, credo. Tu non lo sei?>> chiese.
<< Ovvio che si.>> sospirò la ragazza, passando un braccio attorno al collo di Souma e scompigliandogli completamente i capelli, Ryuho rise, per poi soffocare qualche colpo di tosse
<< Sto invecchiando, mi va do traverso l’aria.>> sbuffò, sorridendo. Ad Eden non sfuggì il suo pallore, né lo sguardo preoccupato di Haruto, ma non disse nulla. Lasciò che gli altri andassero avanti, mentre tornavano ai campi per l’allenamento. Scambiò uno sguardo con Haruto, che comunque si allontanò, dopo aver sospirato impercettibilmente. Gli aveva appena affibbiato il ruolo di “fratello maggiore”. Non sono mica Ikki, si trovò a pensare.
Appena tutti furono usciti, seguì Ryuho, che stava tornando nelle stanze interne. Quello gli fece cenno di non far rumore, aprendo una porta. Eden sbirciò dentro, vedendo Dohko, sdraiato scompostamente su un letto, che dormiva, a bocca spalancata
<< E lo chiamano ancora venerabile maestro …>> si trovò a ridacchiare. Ryuho sorrise, chiudendosi la porta alle spalle. Andò verso un’altra stanza ed entrò. Eden si fermò sulla porta, mentre Ryuho si avvicinava al proprio padre, chiedendogli se gli servisse nulla
<< Solo dormire.>> rispose quello, con un sorriso. Ryuho annuì e fece per uscire. Poi ci ripensò ed abbracciò l’uomo che, preso alla sprovvista, rimase fermo per un momento, salvo poi ricambiare l’abbraccio. Eden si scostò dalla porta, totalmente a disagio.
Ryuho uscì dalla stanza, chiudendo la porta, e vi si poggiò con la schiena. Eden cercò inutilmente di sfuggire al suo sguardo. Il più giovane sbuffò, facendolo girare e spintonandolo lungo un corridoio, per poi approdare in una cucina, chiaro esempio dell’intervento dell’associazione Kido negli ultimi lavori di ristrutturazione. Eden si trovò quasi lanciato su una sedia, mentre Ryuho, appoggiato al piano di lavoro, lo osservava, con le braccia incrociate
<< Stai prendendo gli stessi atteggiamenti di Haruto …>> lo canzonò
<< E tu stai diventando fastidioso come Kouga quando è in vena.>> replicò lui. Eden alzò le sopracciglia. Non si sarebbe mai aspettato una reazione simile dal Saint del Dragone, sempre così tranquillo e gentile quando si trattava di loro
<< Si può sapere cos’avete di traverso tu e Haruto? Vi ho visti confabulare a sguardi prima … >>
Eden si morse il labbro inferiore. Beccato. Beh, tanto valeva vuotare il sacco
<< Le ferite dovrebbero essere quasi guarite del tutto, vero?>> buttò li. Ryuho distolse lo sguardo
<< Non sei venuto ad allenarti neanche una volta, ridi e si vede che ti fa male, tossisci dal nulla come quando eravamo ragazzini … >>
L’altro ragazzo fece una smorfia. Eden si alzò, aggirò il tavolo e, prima che avesse il tempo di reagire, gli alzò la maglia che portava in quel momento, rivelando le fasciature. Ryuho si staccò, mordendosi le labbra e riabbassando la maglia
<< Non sto più guarendo.>> borbottò. Eden si accigliò
<< Ma … con il cosmo …>>
Ryuho alzò un sopracciglio
<< Sono in piedi e non sanguino, ma pare che di più non riesca a fare, e non ho idea del perché … se ne sono accorti anche gli altri?>> chiese poi, sedendosi ed iniziando a giocherellare nervosamente con le punte dei propri capelli
<< Non credo. Sennò mi sa che avresti Yuna perennemente appiccicata addosso.>>
Ryuho annuì
<< Allora non dire niente. >>
<< Ma …>>
<< Potrebbe essere solo un fatto psicologico, quindi è inutile farli preoccupare.>> disse
<< Nessun altro è stato ferito da Andromaca …?>> chiese Eden, poi ricordò, improvvisamente, che Kiki era stato ferito. E che la facilità con cui si era stancato durante l’allenamento gli era sembrata strana …
<< Forse non è una questione solo psicologica, sai?>> disse, accigliandosi. Ryuho sospirò, per poi battere un pugno sul tavolo
<< So solo che ridotto così non posso combattere! E per quanto non voglia, è frustrante! E fa paura! Non poter essere al vostro fianco, essere lasciato indietro … ci sono già passato, e ho imparato ad usare il cosmo per superare i miei limiti fisici, ma questa volta …>> si bloccò, guardando verso la porta. Eden seguì il suo sguardo, notando Dohko, una spalla appoggiata allo stipite, le braccia incrociate, lo sguardo severo. Si staccò dallo stipite della porta e si avvicinò ai due ragazzi
<< Fammi vedere.>> ordinò a Ryuho. Quello sospirò. Si levò la maglia, passandola senza tante cerimonie a Eden, e svolse le fasciature. Le ferite non sanguinavano, ma non sembravano nemmeno essersi rimarginate del tutto. Era come se fossero passate poche ore, invece di giorni. Dohko le esaminò, sfiorandone una. Ryuho sussultò, serrando la mandibola. Dohko si accigliò, poi risistemò le fasciature ed, in silenzio, uscì. Eden ripassò la maglia all’amico, che se la reinfilò, tirando fuori i capelli dallo scollo
<< Che accidenti è appena successo?>> chiese Ryuho
<< Non lo so, ma … anche senza usare il cosmo sarebbero già in uno stato migliore. >> replicò Eden. Ryuho gonfiò le guance come i bambini, salvo poi scagliare il tavolo dall’altra parte della stanza con un pugno
<< Maledizione!!>> gridò, portandosi poi una mano al ventre, serrando gli occhi. Eden rimase bloccato dalla reazione. Se già prima era rimasto sorpreso dal nervosismo, quello scatto di rabbia lo lasciò completamente senza parole. Ryuho sospirò, guardando l’ammasso di pezzi di legno e calcinacci di fronte a loro
<< Stai cercando di abbattere la casa perché …?>> si informò Shiryu, fermo sulla porta. Doveva essersi svegliato attirato dal rumore, ed ora stava guardando esattamente lo stesso punto che anche il figlio stava fissando. Poi però si girò verso di loro. Notò il pallore di Ryuho, il fatto che si premesse le mani sul ventre, l’espressione contratta
<< Nei giorni successivi alla battaglia si erano sistemate … le ho controllate personalmente …>> mormorò, avvicinandosi al figlio e prendendogli le mani, talmente preoccupato da ignorare la presenza di Eden. Controllò le fasciature, poi cercò lo sguardo di Ryuho
<< Si sono riaperte …>> mormorò il ragazzo, tenendo lo sguardo basso << Non so perché, non so come sia successo, erano praticamente scomparse ormai …>>
<< Dohko sembra avere una teoria a riguardo … anche se è uscito senza parlare …>> disse Eden. Shiryu alzò lo sguardo su di lui, poi riabbassò il viso, come ricordando qualcosa di particolarmente spiacevole. Qualcosa che arrivava da un passato estremamente remoto. Sospirò e strinse a sé il figlio, senza aggiungere altro. Ryuho lanciò uno sguardo ad Eden che, cogliendo, uscì.
Una volta sulla scalinata, percepì la voce della Dea. Era quindi lui uno di quelli che sarebbero dovuti partire? Salì fino alla tredicesima Casa, cercando di richiamare le proprie conoscenze mitologiche per vedere un qualche nesso tra Andromaca e l’impossibilità di guarire di Ryuho, chiedendosi se fosse solo Ryuho, o se effettivamente la stanchezza di Kiki nascondesse altro. Varcò la soglia e si inchinò ad Atena, che, nonostante Harbinger stesse tentando di fermarla, camminava avanti ed indietro davanti al proprio trono
<< Ulisse e Diomede si sono risvegliati …>> annunciò Eden. Lei si fermò
<< Lo so, li sento chiaramente.>> disse in tono piccato. Decisamente il carattere di Saori stava avendo il sopravvento, in quel momento << Perché non sono saliti?!>>
<< Il Saint di Libra è al momento alle prese con il Saint del Dragone. In quanto al Venerabile Maestro … pare abbia ricordato o pensato qualcosa che l’ha … costretto ad andare … non so dove …>> Eden smise di parlare, vinto dall’imbarazzo di non aver effettivamente capito cosa fosse successo
<< Ecco! Il Venerabile Maestro ora è tornato! Lui sarebbe un buon Grande Sacerdote …>> sospirò platealmente Harbinger. La dea si girò a guardarlo, con un sopracciglio sollevato, riprendendo a camminare avanti ed indietro
<< Quantomeno riuscirebbe a tenerti ferma, mia Signora …>> sospirò allora il Grande Sacerdote
<< Davvero non so come faccia quella buon’anima di Tatsumi a starti dietro …>>
<< Buon’anima … tsk.>> ringhiò il Saint della Fenice, rendendo nota la propria presenza
<< Sei tremendo.>> sbuffò Saori all’indirizzo di Harbinger, per poi, finalmente, sedersi, e posare il suo sguardo su di loro. Eden si guardò attorno. Oltre a lui ed Ikki, nella stanza delle udienze erano presenti il Saint di Andromeda, con in mano il medaglione di Ade, il Saint di Cancer, con l’aria meno convinta dell’universo, Mu, decisamente accigliato (da quanto i pallini concedessero di capire), Seiya, serio in volto, Shaina, testardamente inchinata, ed il Saint dell’Acquario, con la solita espressione indecifrabile
<< Sono missioni … ricognitive, quindi manderò solo pochi di voi …>> iniziò Atena
<< Death Mask, tu accompagnerai Shun negli Inferi …>>
<< Cosa?!>> si lamentò il Saint di Cancer. Eden ebbe la sensazione che avesse preceduto solo di un secondo la stessa lamentela da parte di Ikki, che rimase in silenzio
<< Non ho molte altre persone a disposizione che possano andare avanti ed indietro tranquilli dall’aldilà …>> sospirò lei. Eden vide Shun abbassare il viso e stringere il pugno con cui non teneva il medaglione. Poi lo vide alzare lo sguardo e pure il medaglione
<< Questo … è davvero necessario?>> chiese.
<< Mi dispiace.>> rispose la dea, impassibile. Le nocche di Ikki scrocchiarono
<< Veramente anch’io vado e torno abbastanza liberamente, mi pare.>> fece notare
<< Ho bisogno di te in un altro luogo, Ikki.>> replicò la dea. Fu il Saint di Andromeda a sussultare a quel punto. Ikki, invece, prese un lungo respiro, con la chiara intenzione di calmarsi
<< Eden, Seiya, voi andrete con Shun e Death Mask.>> annunciò la dea
<< Oh, fantastico.>> borbottò Death Mask. Eden annuì leggermente. Il Saint di Sagittario sembrava sul punto di obiettare. Si scambiò un lungo sguardo con la Dea, poi scrollò le spalle
<< Tranquillo, Ikki, te lo controllo io Shun.>> disse, con un ghigno.
<< Guarda com’è andata bene l’ultima volta …>> ironizzò la Fenice.
<< Oh, per cortesia.>> borbottò Shun, gonfiando le guance. Eden abbassò l viso, per tentare di non ridere. Era proprio vero che Ryuho aveva preso in parte il carattere di Shun, compresi certi atteggiamenti … la genetica era davvero bizzarra … Seiya gli posò una mano sulla spalla, richiamando la sua attenzione
<< E ti controllerò …>> disse, in modo tutt’altro che rassicurante. Eden arrossì violentemente, mentre Seiya gli sorrideva, serafico. Eden si sentì piuttosto intimorito: Seiya era decisamente minuto, ma in quel momento Eden percepiva chiaramente il suo cosmo
<< Shaina, Ikki e Camus, voi andrete insieme a Mu a cercare il punto da cui Apollo sta traendo energia per avvicinarci al sole …>> sospirò Atena, richiamando la loro attenzione. Shaina si inchinò di nuovo, a quelle parole, e così fece Mu. Ikki si limitò a sbuffare. Camus fece un impercettibile cenno col capo
<< Partirete all’alba, tutti quanti. >> disse Saori, per poi alzarsi e sparire alla loro vista dietro la tenda. Eden vide l’espressione di Seiya incupirsi leggermente
<< Facciamo finta di non vederti, fila.>> sbottò Harbinger. Seiya sussultò, poi, a grandi passi raggiunse la tenda e vi sparì dietro a sua volta.
Eden uscì, invece, insieme agli altri. Su di loro era calata una specie di cappa di mutismo carico di ansia.
Shaina non riusciva a rilassare le mani, strette a pugno. L’aria attorno a Camus era decisamente fredda. Mu sembrava completamente perso in pensieri tropo complicati per lasciargli la possibilità di fare altro che mettere un piede davanti all’altro. Ikki e Shun, in maniera quasi inconsapevole, camminavano estremamente vicini l’uno all’altro
<< Missione ricognitiva un paio di palle.>> borbottò Death Mask, esprimendo più o meno quello che ognuno di loro stava pensando. Shaina, che era davanti a loro, si fermò un momento, poi si girò a fronteggiarli. Perfino Eden sussultò. Lo sguardo della donna era severo e deciso
<< Siete Saint! La Dea vi ha affidato una missione, il vostro compito è portarla a termine!>>
<< Noi eravamo morti.>> fece notare Camus, ed Eden si trovò a rabbrividire
<< E io nemmeno sono più un Saint …>> aggiunse, candidamente, Mu
<< Beh, siete vivi di nuovo, fatevene una ragione. Non siete più dei bambini, mi risulta!>>
<< Quando mai lo siamo stati?>> ridacchiò Death Mask, ma all’alzarsi del sopracciglio di Shaina si zittì
<< Altro da obiettare?>> chiese lei, squadrandoli tutti. Scossero la testa, tutti insieme
<< Bene.>> sbuffò lei, dando di nuovo loro le spalle ed iniziando a scendere.
Alla dodicesima Casa, però, Death Mask si fermò. Eden si girò a guardarlo, e quello gli rivolse uno sguardo che voleva dire “fatti gli affari tuoi”, ordine che si affrettò ad eseguire.
Camus non si fermò alla propria Casa, scendendo invece fino all’Ottava, dove incrociarono anche Dohko e Shiryu, mentre scendevano. Il primo disse qualcosa, a bassa voce, a Mu, che, contravvenendo a secoli di regole e consuetudini, scomparve nel nulla, lasciando solo una leggera luminescenza dov’era fino ad un secondo prima. Shiryu invece posò una mano sul braccio a Shun, che si accigliò, per poi annuire.
<< Grazie.>>mormorò Libra, mentre riprendeva a salire.
<< Non dovresti stancarti ora.>> borbottò Ikki
<< Non fare finta di non esser preoccupato. >> lo rimbrottò il più giovane. Ripresero a scendere, dato che l’aria si era decisamente raffreddata. Non era il caso di provocare ulteriormente il Saint dell’Acquario, che sembrava già abbastanza instabile.
Shun e Ikki si fermarono alla Settima, dove Eden percepì il cosmo di Haruto e Yuna. Lui non aveva parlato, ma evidentemente far tacere Shiryu o Dohko non doveva essere altrettanto semplice …
Quando raggiunsero la Prima, Raki quasi investì lui e Shaina, precipitandosi verso le stanze interne
<< Che accidenti sta succedendo?! Prima Mu sama che usa il teletrasporto dove non si dovrebbe, adesso la ragazzina talmente nel panico che l’ho sentito perfino io, i due inseparabili che si fermano dal nipotino … >>
<< Pare che le ferite inferte da Andromaca siano tornate …>> disse Eden. Vide Shaina accigliarsi, mentre raggiungevano la zona subito fuori il perimetro delle dodici Case.
<< Ecco perché …>> mormorò
<< Ecco perché cosa?>> chiese Eden
<< Quando Andromaca si è presa Shunrei, io e il Saint di Andromeda siamo andati sul posto. Non sono rimasta, ma qualche colpo mi ha raggiunta. E anche se il Saint dell’Ariete ha riparato la Cloth, sono rimasti dei graffi … di solito scompare ogni minimo segno … sembra una qualche specie di maledizione, o marchio …>> si accigliò ancora poi, in silenzio, si allontanò.
Eden sbuffò, andando a sedersi su un masso vicino a dove aveva visto Souma e Kouga allenarsi. I due lo videro e lo raggiunsero
<< Allora, dove ti manda?>> chiese Souma, chiaramente cercando di stemperare la tensione
<< Inferi.>> mormorò Eden, guardando fisso Kouga. Quello si morse le labbra
<< E’ solo una missione ricognitiva. Saremo in quattro, con Cancer, Andromeda e Sagitter … >>
<< Non esistono missioni ricognitive, per noi.>> borbottò Kouga, con una smorfia
<< Dovresti andare a salutare Seiya.>> borbottò Eden. Kouga alzò le sopracciglia
<< “Ti controllo” mi ha detto.>>
<< Papino è geloso, eh?>> ghignò Souma
<< Non ci posso credere …>> ridacchiò Kouga << Beh, se ti controlla, allora sono tranquillo.>> disse poi, ghignando
<< Sicuro di non avere geni in comune con Seiya? Fate le stesse facce.>> sospirò Eden, sentendosi improvvisamente stanco alla prospettiva della missione
<< Sarà genetica acquisita.>> ridacchiò Kouga. Souma si allontanò, dichiarando a gran voce di aver bisogno di una doccia e lasciandoli soli. Kouga allora si avvicinò ulteriormente ad Eden, facendosi serio in volto
<< Vedi di tornare. >> gli disse, in tono quasi minaccioso. Eden annuì, anche se qualcosa dentro di lui gli disse che sarebbe passato molto più tempo di quanto non potesse immaginare …



_________________________________________________________________________________________________________________________________

Anche stavolta non mi vengono siparietti ... boh, non ho fatto strafalcioni degni di nota (o li ho dimenticati, persi nei meandri del sonno saltato, perchè quando mi viene la scrivarella non c'è verso di dormire X°D)
Nonostante stia scrivendo con l'enciclopedia dei miti di fianco e perennemente di ripasso telematico di cose saintrelated, mi trovo ad avere dei buchi di memoria mica da niente, quindi ... beh, diciamo che credo di starmi prendendo delle licenze mica da niente, ecco. Ma, beh ... è una fanfiction, quindi anche pazienza XD
Sono riuscita a "sistemare" un paio di cose che non mi erano ancora chiare, quindi penso che andrò un po' più spedita (anche se il tempo continua a remarmi contro ... pazienza, aumenterò le dosi di caffè U_U)
Fine delle comunicazioni *grabba tutti e se ne va  a fare la spesa*
 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** 15 ***


Mi doppio, perchè chissà quando avrò ancora tempo per scrivere (nel prossimo weekend sono in giro >< Si, lo so, la vita sociale è importante, ma ... prevedo notti molto corte, questa settimana XD). Ooooovviamente no ho letto, ma diciamo che volevo sbolognarmi quest'altro capitoletto di transizione (e credo anche che si noti). La fatica, comunque! XD



Hyoga fece per aprire la bottiglia che aveva davanti, ma, per qualche strana ragione, ci ripensò, riponendola nel piccolo frigo che la casupola che gli avevano assegnato mentre era al Santuario aveva in dotazione. Quando bussarono alla porta, quasi cadde per la sorpresa. Si era allenato, quel giorno, cercando di evitare gli altri il più possibile. Aveva anche guardato anche per un po’ Marin, che ce la stava mettendo tutta, nonostante riuscisse a richiamare il cosmo solo ad intermittenza e per pochissimi secondi. Un cosmo a malapena percettibile, di un’intensità minima, ma pur sufficiente a far sperare la ex Saint. Lei l’aveva visto ed aveva interrotto l’allenamento, canzonandolo perché se Aiolia lo avesse scoperto a fissarla, probabilmente non l’avrebbe presa proprio benissimo. Poi gli aveva fatto notare come quel suo isolarsi lo facesse assomigliare terribilmente a Ikki. Hyoga si era allontanato borbottando, ben deciso a scolare vodka fino a svenire, per non pensare al fatto di essere di nuovo li o al fatto di essere di nuovo in guerra. Ma poi era rimasto seduto per un tempo pressoché infinito a fissare la bottiglia, senza toccarla, finchè poi, appunto, non aveva preso la decisione di riporla.
Fuori c’era ancora luce, notò guardando distrattamente in direzione della finestra, mentre bussavano di nuovo alla porta, con più decisione questa volta. Aprì e rimase impietrito. Shun lo spinse all’interno e si chiuse la porta alle spalle, per poi rimanervi davanti, immobile
<< Adesso non puoi scappare … forse …>> disse, con lo sguardo che correva verso la finestra. Hyoga sussultò: aveva effettivamente pensato di uscire di li …
<< Che ci fai qui?>> chiese, ed il tono gli uscì più tagliente di quanto avrebbe in effetti voluto. Shun si strinse nelle spalle
<< Masochismo, immagino. >> replicò, tranquillo, entrando nella cucina della casupola ed aprendo il frigo. Vodka. Altra vodka. Solo vodka. Hyoga poté chiaramente sentirlo, come se l’altro l’avesse detto ad alta voce. Shun si chinò un momento e scelse una delle bottiglie all’interno, scrutandola con un sopracciglio alzato. Lo osservò mentre si chinava di nuovo e riponeva la bottiglia, richiudendo il piccolo frigorifero, per poi raddrizzarsi. Era minuto, Shun. Come Seiya, dall’adolescenza aveva guadagnato forse un paio di centimetri, ed ora anche i giovani Bronze Saint lo superavano in altezza. Ma nonostante avesse il fisico allenato, da guerriero, era rimasto sottile, come se il tempo per lui si fosse fermato attorno ai sedici anni … il viso aveva perso solo in parte la morbidezza di un tempo, affilandosi senza indurirsi, cosa piuttosto isolita per gli orientali. Probabilmente sentendosi osservato, Shun si girò, e Hyoga si trovò calamitato da quegli occhi, dei quali non si sarebbe mai capacitato: a mandorla, ma enormi, e verdi. Spudoratamente verdi …
Shun lo osservò per un momento, poi si sedette, tormentandosi le mani, nervoso
<< Sembri stanco …>> gli fece notare Hyoga. Shun si strinse nelle spalle
<< Succede. Non siamo più ragazzini.>> disse, più rivolto a sé stesso che a Hyoga << Abbiamo dovuto rattoppare di nuovo Ryuho, e anche Kiki pare non stia bene, ma ci stanno pensando Mu sama e Raki … >>
<< Che mi sono perso?>>
<< Mentre tu ti isolavi dal mondo, abbiamo scoperto che le ferite inferte da Andromaca, che erano quasi guarite, in realtà non guariscono. Sono tornate fuori in tutto il loro sanguinolento splendore.>>
<< Come sta, adesso?>>
Shun sospirò
<< Non lo so. La situazione adesso sembra stabile, ma è debole … e frustrato. Non è la prima volta che è impossibilitato a combattere per le proprie condizioni fisiche … ma questa volta anche usando il cosmo per superare i propri limiti può solo … limitare i danni …>> si passò una mano tra i capelli, sospirando di nuovo
<< Shiryu invece come sta?>>
Shun fece una smorfia
<< Atena l’ha risvegliato, ed è la reincarnazione di Diomede … >>
<< E Dohko Ulisse? Siamo davvero così prevedibili?>> chiese allora Hyoga. Shun ridacchiò, annuendo. Poi tornò serio
<< Mi sei mancato.>> disse, guardandolo negli occhi. Hyoga strinse le labbra, poi buttò fuori tutta l’aria che aveva nei polmoni con uno sbuffo
<< Perché me lo dici adesso?>> chiese, secco. Shun scrollò le spalle
<< Un’infinità di motivi.>> rispose
<< Vuoi darmi qualche indizio?>> chiese allora Hyoga, chiedendosi perché diavolo non potesse limitarsi a fare le domande, senza aggredire col tono tagliente l’altro. Gli occhi verdi, che anni prima si sarebbero riempiti di lacrime per un atteggiamento simile, ora lo osservavano, asciutti, anche leggermente severi.
<< Ad esempio, Hyoga, siamo in guerra. Siamo guerrieri. Se non ti dicessi adesso che mi manchi, potrei non avere un’altra possibilità per farlo. E se non fossi venuto a dirtelo qui, non sarei mai riuscito a parlarti di nuovo …>>
<< Ultimamente ti evito …>> ammise Hyoga
<< Hai uno strano concetto di “ultimamente”, nii-san …>> Shun calcò il tono sulla parola << Sette anni sono un po’ di più di “ultimamente” …>>
Hyoga si sentì come se Shun l’avesse colpito, ma in realtà l’altro Saint era ancora seduto, le mani strette tra di loro, le caviglie incrociate sotto la sedia, un gomito posato sul tavolo accanto a lui. Sospirò, abbassando il viso
<< In effetti …>> mormorò. Shun fece una smorfia ed abbassò il viso
<< Sono ingiusto, non sono sette anni. Mi hai parlato giorni fa, alla Settima … ma stavi guardando qualcosa dietro di me …>>
Hyoga sospirò
<< Vorrei solo capire perché … è stato tutto nella mia testa? Perché … per diciotto anni … beh, se mi sono immaginato tutto per diciotto anni, allora sono da ricovero …>> mormorò. Hyoga vide gli occhi dell’altro farsi lucidi per un momento, ma Shun batté velocemente le palpebre
<< Siamo fratelli …>> mormorò Hyoga. Se lo ripeteva come un mantra da troppo tempo, ormai
<< Si, è quello che mi hai detto appena finita l’ultima guerra, subito prima di sparire nel nulla. Tu e Ikki siete stati i primi ad averlo saputo, mi risulta. Eppure quando avevi quattordici anni la cosa non era un problema …>> la voce di Shun era più bassa di parecchi toni, in quel momento. Alzò di nuovo gli occhi a scrutarlo
<< Non è stato un problema per diciotto anni … sempre che non mi sia sognato tutto, ovviamente …>>
<< E’ sempre stato il problema!>> si trovò a sibilare Hyoga << Tu non hai idea di come mi sentissi ogni volta …>> si bloccò. Non poteva credere di averlo detto. Shun chiuse gli occhi per un momento, poi si tirò indietro i capelli, rimanendo per un attimo fermo con le dita intrecciate tra le ciocche. Infine si alzò, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi, tutto in un unico movimento. Hyoga allungò una mano, come per sfioragli la spalla, ma Shun si scostò, brusco. Con gesti meccanici risistemò la sedia sotto il tavolo e si avviò alla porta. Hyoga lo fermò, prendendolo per un polso e posando la mano libera contro lo stipite, ma Shun si liberò dalla sua presa e, senza apparente fatica, nonostante fosse decisamente più piccolo di lui, lo spostò dalla porta
<< Shun … io … >>
<< Mi serviva un chiarimento e l’ho avuto.>> disse Shun, atono, per poi uscire. Hyoga si sentì improvvisamente congelare. Lui che aveva dimenticato cosa fosse il freddo. Si trovò inginocchiato sulla soglia, una spalla appoggiata contro lo stipite, mentre la figura di spalle di Shun si allontanava, resa sfuocata dal velo di lacrime che, nonostante si sentisse patetico, gli era salito agli occhi. Si costrinse ad alzarsi, anche se dovette appoggiarsi al muro per farlo. Nemmeno se Shun l’avesse colpito avrebbe potuto ridurlo in quello stato, pensò. Ma che si aspettava? Dopo quello che gli era uscito di bocca …
Solo la mattina dopo, in seguito ad un sonno agitato che non l’aveva riposato per nulla, dirigendosi alla tredicesima Casa, scoprì che Shun era in partenza.
La Dea non li aveva convocati, preferendo lasciare ai suoi Saint la libertà di salutare chi volessero prima di partire per la missione loro assegnata. In compenso, Yuna l’aveva tirato giù dal letto, letteralmente a calci. Hyoga non sapeva bene quando la ragazza si fosse autoeletta a sua … mah, sorella maggiore? Fattostà che pareva essere l’unica a non temerlo. Probabilmente perché era anche l’unica che capisse quando lui borbottava insulti in russo e quindi si era arrogata il diritto di rispondergli per le rime ogni volta.
<< E’ partito, e non sei nemmeno andato a salutarlo!>> gli ruggì in un orecchio, dopo aver quasi divelto la porta con un calcio. Hyoga, seduto sul letto, ancora mezzo sotto la trapunta, la guardò, intontito. Poi mise a fuoco il mondo attorno a sé, mentre lei annusava l’aria con espressione tra il sorpreso ed il corrucciato
<< Non hai bevuto?!>> chiese, quasi sconvolta dalla cosa. Hyoga si morse la lingua prima di risponderle male. Invece si limitò a chiedere chi fosse partito per dove. Lei lo fissò con un sopracciglio alzato, e Hyoga si trovò a pensare che se l’avesse colpito ora, con i sensi ancora annebbiati dalla notte passata e da quello che era successo il pomeriggio precedente, non avrebbe potuto far altro che soccombere … stava proprio invecchiando, accidenti …
<< Ah, già, la riunione l’hai passata nell’angolo in fondo alla sala. Con un dopo sbronza colossale. E poi ti sei isolato … tra l’altro, a bere e non allenarti, oltre a diventare un facile bersaglio, ingrasserai. Sappilo. Non sei più in un età in cui tu possa sperare di smaltire tutto …>>
<< Invidia per il metabolismo maschile?>> la canzonò lui
<< Beh, si.>> ammise lei, senza scomporsi. Poi sbuffò << Una … delegazione è partita un’ora fa, per andare negli Inferi … mentre altri andranno a cercare da dove Apollo stia prendendo l’energia necessaria per avvicinarci al sole … missioni ricognitive …>>
<< Non esistono missioni ricognitive … solo battaglie …>> mormorò Hyoga
<< Kouga dice esattamente la stessa cosa …>> sbuffò la ragazza. Hyoga pian piano riuscì a collegare
<< Shun? E’ andato negli Inferi? Di nuovo?!>> chiese. Non riuscì a tirare fuori più di un filo di voce. Yuna annuì, sospirando
<< Non mi ha detto niente …>> mormorò, accigliandosi
<< E come avrebbe potuto? Lo stai evitando in maniera imbarazzante!>> sbottò Yuna
<< Ieri è stato qui …>> disse Hyoga, iniziando a cercare i propri vestiti. Yuna si girò a dargli le spalle mentre si vestiva
<< E’ stato qui? E che è successo?>> chiese la ragazza. Hyoga sbuffò, finendo di vestirsi alla meno peggio.
<< E’ complicato.>> si trovò  borbottare. Yuna gli piantò in faccia un’espressione tutt’altro che amichevole
<< Che gli hai fatto?!>>
<< Hey, come ti scaldi, non è che ti sei presa una cotta per lui?>> chiese Hyoga. Yuna piegò la testa di lato, accigliandosi
<< Sai che … beh, una volta mi sa di si … anni fa … poi però è arrivato Souma … cioè, è sempre stato li in effetti, ma ci sono state un po’ di cose di mezzo … Aria … Sonia …>>
<< Certo che voi con quelle che ruotavano attorno ad Eden siete ben inguaiati, eh … vi siete proprio trovati.>> la canzonò. Yuna gli colpì la nuca con più forza del solito, e Hyoga sbuffò
<< Scusa. Non avrei dovuto.>> si trovò a sospirare. Chiedendosi quando avesse accettato il ruolo che Yuna si era presa, iniziando a considerarla una specie di sorellina …
<< Senti, io non so cosa vi siate detti ieri, non ho idea di cosa sia successo, e personalmente credo anche che siate abbastanza grandi da potervela sbrigare tra di voi, nonostante siate uomini e la cosa non giochi a vantaggio della vostra capacità di ragionamento. Però … >> iniziò la ragazza
<< Ormai è partito, no?>> mormorò Hyoga, stringendosi nelle spalle << Potrebbe non tornare, potrei non avere la possibilità di rimediare in alcun modo al mio comportamento. Lo so. >> la voce lo abbandonò e si lasciò cadere di nuovo sul letto
<< Vai a salutare almeno Camus?>> chiese Yuna. Hyoga alzò il viso, sentendosi per un momento sperso
<< Lui andrà con Ikki, Mu e Shaina a cercare questo fantomatico posto … o posti … per tentare di non farci finire tutti bruciati …>>
Hyoga si morse le labbra, poi tornò ad alzarsi, cercando di snodare il groviglio infernale che si trovava sulla nuca
<< Ma alla mia età non si dovrebbero avere meno capelli?!>> ringhiò
<< C’è gente che darebbe un braccio per averne la metà di quanti ne hai tu …>> rise Yuna, precedendolo fuori.
Hyoga la seguì fino ad uno spiazzo, subito fuori dal perimetro delle dodici Case, dove s’era raccolto un capannello di gente.
Vide Mu fare mille raccomandazioni a Raki, lo vide farne altrettante ad un Kiki insolitamente pallido e taciturno, e Hyoga si chiese se tale condizione fosse dovuta a quello che gli aveva raccontato Shun il giorno precedente, o se non fosse invece la preoccupazione di vedere di nuovo il proprio maestro andarsene …
<< Dove cazzo eri stamattina?!>> gli sibilò contro Ikki, avvicinandosi e prendendolo per il davanti della maglia. Hyoga fece per ribattere, ma qualcosa nello sguardo dell’altro fece svanire qualsiasi risposta acida. C’era troppa paura nello sguardo di Ikki … e nessuno era abituato a vedere paura i quegli occhi. Strafottenza, noia, rabbia, quelle le avevano viste sempre, tutti, ma alla paura Hyoga non era proprio preparato
<< Vedi di tornare, perché dovrai farmi male.>> gli disse. Ikki sussultò a quelle parole, e lo lasciò andare
<< Che è successo ieri? So che è venuto da te. Quand’è tornato non ha detto niente, ma … beh, non l’avevo mai visto … così. >>
Hyoga si accigliò
<< Definisci “così” …>>
<< Deluso.>> mormorò Ikki, con una smorfia. Hyoga sentì quella parola trafiggerlo
<< Io …>> iniziò. Ikki lo prese malamente per un braccio e lo allontanò leggermente, in maniera che altri non potessero sentire
<< Senti. So cosa c’è stato tra di voi … o beh, spero che ci sia stato, perché non riesco a pensare che vi siate preservati fino alla soglia dei quaranta …>>
<< Non ancora, prego!>> borbottò Hyoga
<< Beh, non manca molto …>>
<< Parla per te!>>
Ikki alzò un sopracciglio, e Hyoga si zittì
<< Non andremo mai d’accordo, vero?>> chiese, con una smorfia. Hyoga sorrise a metà
<< Mi sa che ci assomigliamo troppo …>>
<< Fanculo anche a Kido.>> sbuffò Ikki. E Hyoga si rese conto che il problema stava proprio li …
<< Mentirei se non dicessi di considerare Shun un po’ più mio fratello rispetto a voi altri. Ma mentirei anche se dicessi di non essere preoccupato anche per te. >>
Hyoga alzò le sopracciglia, poi rise, sarcastico
<< Ma se mi vuoi morto da sempre.>> borbottò. Ikki scosse la testa
<< Non è vero. Ti voglio morto solo quando fai stare male Shun.>>
Hyoga abbassò lo sguardo
<< Quindi … adesso mi vuoi morto …>> concluse
<< Non particolarmente. Ieri ha fatto un po’ tutto da solo.>> disse Ikki, stringendosi nelle spalle. Hyoga lo guardò, accigliandosi
<< Ma …>>
<< So che non ti senti pronto. Non giriamoci attorno, tua madre era cattolica, e ti ha inculcato tutta una serie di valori che tu, volente o nolente, hai fatto tuoi. Shun è nostro fratello. La cosa ti ha sempre dato problemi. Non credere che non vi controllassi …>>
<< Ma se non c’eri mai …>> borbottò Hyoga
<< Ogni tanto c’ero. Ti ho visto più di una volta sgattaiolare fuori da qualche stanza dove poco prima era sgattaiolato a sua volta Shun, ed andarti ad isolare. E qualche volta ti ho seguito, deciso a metterti in guardia su cosa ti avrei fatto se avessi visto anche solo una lacrima sul viso di Shun. Ma eri tu quello in lacrime.>>
Hyoga arrossì violentemente, abbassando il viso
<< E’ sempre stato complicato …>> mormorò
<< E hai avuto la pensata di dirglielo, vero?>> quasi ringhiò Ikki. Hyoga sospirò
<< Temo di si. Anche se in realtà … beh, se ci fosse davvero stato qualcosa di così sbagliato …>>
<< Zeus vi avrebbe fulminati anni fa. Ma dopotutto … Era è ben sua sorella …>>
Hyoga alzò il viso per un momento, scrutando l’espressione di Ikki, stranamente gentile in quel momento
<< Cos’altro è a bloccarti, Hyoga? >> gli chiese.
Hyoga distolse lo sguardo per un momento. Poi sospirò
<< Non mi piace legarmi alle persone … perché … >> si bloccò. Che diavolo, aveva di nuovo quattordici anni, tutto d’un colpo?!
<< Sei più incasinato di quanto temessi.>> sospirò Ikki << Mah … d’altra parte per poter crescere avremmo dovuto poter essere piccoli, ma non ci è stato concesso …>>
Hyoga alzò lo sguardo
<< Quando Shun tornerà, perché tornerà, a costo di doverlo andare a ripescare personalmente, digli la verità. Smettila di barricarti dietro la stronzata del DNA comune.>>
Hyoga si morse le labbra
<< Non mi ha nemmeno detto che partiva …>> mormorò
<< Perché se fossi andato a salutarlo, non sarebbe partito.>> ridacchiò Ikki << Se non fossi stato convocato per essere mandato in giro a mia volta, non l’avrei saputo nemmeno io.>> sorrise amaramente << Lo so che siamo adulti, da un po’. E so che è colpa mia, che sono sempre lontano. Ma il fatto che non abbia più bisogno di me … beh, mi destabilizza.>> confessò. Poi sbuffò, scuotendo la testa
<< Credo che il tuo maestro voglia parlarti prima di andare.>> detto questo, si allontanò. Hyoga guardò Camus, che nel frattempo si era avvicinato, e lo vide stranamente turbato.
<< Devo chiederti una cosa.>> esordì, il tono leggermente meno annoiato del solito. Un tono che Hyoga aveva sentito forse un paio di volte nella sua vita, ed era un ricordo molto lontano, quasi sbiadito.
<< Ho una sensazione orribile, da quando sono tornato …>> disse, e Hyoga si sentì improvvisamente angosciato
<< Che …>>
Camus abbassò lo sguardo, in un rarissimo momento di umanità
<< Non ne ho parlato con nessuno … ma … è come se sapessi dal momento in cui Atena ci ha richiamati che sarei partito oggi. E … >> scosse la testa, riprendendo il controllo
<< Non permettere che Milo si ritiri dalla battaglia. Non lasciarglielo fare.>> disse. Poi gli mise le mani sulle spalle
<< E … cerca di tornare in te. >> disse, chiaramente riferendosi al bere. Hyoga fece una smorfia
<< Lo so, siamo in guerra …>> sbuffò
<< So che la cosa no ti piace. So che pensi che ogni persona che ti s’avvicina tende a morire, soprattutto se ci sono guerre in ballo …>>
<< Alcuni più volte.>> sbuffò Hyoga, guardando il giovane negli occhi. Camus gli concesse un sorriso
<< Non accetto la predica di uno che è rimasto bloccato negli inferi per più di vent’anni ed è tornato più giovane di me!>> sbottò il Saint del Cigno. Camus si arrese ad una risatina, e fu Hyoga questa volta a posargli le mani sulle spalle
<< Non costringermi a dover costringere Milo. Ci guadagnerei solo altri buchi …>>
Camus si morse le labbra
<< Il fatto che non sappiamo chi possa impossessarsi di noi, dove o quando, ti dirò che non aiuta con la brutta sensazione.>> mormorò. Poi sbuffò
<< E non mi piace neanche questa inversione dei ruoli, ragazzino!>> disse poi, tornando gelido come al suo solito. Hyoga sorrise, annuendo, e lo lasciò andare.
Si avvicinò al gruppetto che era andato a salutare chi partiva, e vide Milo avvicinarsi a Camus, in maniera quasi timida. Non si scambiarono che uno sguardo, ma Hyoga si sentì in dovere di fissare un punto diametralmente opposto, per non invadere il loro spazio.
Vide Marin dire qualcosa a Shaina, ricevendo in risposta una linguaccia ed un sorriso. Le due non erano mai state amiche nel senso classico della parola, ma si conoscevano da troppo tempo per essere solo “colleghe”.
Arrossì fino alla punta dei capelli, e lo stesso accadde a buona parte dei presenti, quando Shaka rese noto il motivo della sua presenza li, prendendo le mani a Mu e guardandolo dritto negli occhi. Niente di eclatante, ma che quei due si lasciassero andare ad un gesto simile era assolutamente al di la di quanto chiunque potesse immaginare.
Shiryu si avvicinò a Ikki, stringendolo in un rapido abbraccio, a cui la Fenice rispose con qualche pacca sulla schiena. Atena annuì in direzione de suoi Saint. Mu lasciò andare le mani di Shaka, con un sorriso d’incoraggiamento, avvicinandosi agli altri tre. Una luce dorata. E poi, dove fino ad un istante prima c’erano quattro persone, solo l’erba.
Pian piano tutti iniziarono ad allontanarsi. Shiryu gli si avvicinò, posandogli una mano sulla spalla
<< Non hai salutato Shun, prima …>> disse.
<< Ho fatto l’eremita tutto ieri e non sapevo fosse stato convocato. Lui non me l’ha detto …>> borbottò. Shiryu scosse la testa, sospirando
<< Vi chiarirete, prima o poi, o appena i due piccoletti tornano dobbiamo chiudere quello in fuxia in uno sgabuzzino con te?>>
<< Finirebbe malissimo … per me …>> disse Hyoga, vedendosi già completamente stritolato dalle catene perché e Shun erano saltati i nervi. O magari gli avrebbe scagliato contro un nebula storm …
<< Allora sei consapevole che stavolta è colpa tua.>> disse Shiryu. Hyoga lo conosceva troppo bene per non vedere il lampo divertito nei suoi occhi
<< E’ colpa del nostro DNA.>> sbuffò
<< Oh, per cortesia. Se fosse così tremendo, buona parte degli Dei non sarebbe mai nata!>> sbottò Shiryu << E tu e Shun non rischiate di passare qualche malattia ereditaria ad eventuali figli, mi risulta.>>
<< E’ una questione morale …>> mormorò Hyoga
<< Bah, fai come vuoi.>> sbuffò Shiryu << Continua a ripeterti che la tua morale è più importante del tuo star bene. Continua a ripeterti che va bene così, tanto quando non va bene hai la tua vodka, no?!>>
Hyoga sussultò a quelle parole. Non si aspettava un tono tanto duro da Shiryu. O magari era Diomede a parlargli ora … ma come funzionava, poi, quella cosa della reincarnazione? … Shiryu sospirò e gli asciugò il viso
<< Scusa, ho parlato troppo duramente.>> disse. Hyoga abbassò il viso. Non si era nemmeno reso conto delle lacrime. Le asciugò in fretta e furia
<< Io vado a controllare Ryuho. Tu … cerca di chiarirti almeno un po’ le idee, d’accordo?>>
Hyoga annuì e fece per avviarsi alla casupola a lui assegnata, quando qualcuno lo prese per un braccio
<< Vieni con me.>> gli sorrise Dohko, mentre venivano avvolti da una luce dorata. Quando Hyoga tornò a vederci, aveva un enorme libro in braccio ed era a meno di un centimetro dalla cascata principale a Goro Ho
<< Non stare li impalato, giovanotto, o finirai di sotto!>> lo richiamò Dohko, che era ad un metro circa di distanza
<< Ma che cazzo …>> borbottò Hyoga, allontanandosi dal bordo dello strapiombo
<< Dobbiamo riuscire a rimettere in sesto i due ragazzini, perché quelle non sono ferite normali. Si sono beccati una bella maledizione. >> spiegò un po’ troppo in breve l’ex Saint di Libra, mentre si addentrava deciso nella foresta. Hyoga lo inseguì, con il libro in braccio
<< Perché io?>> chiese
<< Il libro l’ho preso … in prestito … dalla biblioteca alla Tredicesima, l’unica che sia per ora stata ripristinata … e la ragazzina russa serve più a calmare i Bronze, al momento. Sembra che ci riesca solo lei, e Pegasus ha i nervi a fior di pelle per la partenza del Saint di Orione, e qualcuno dovrebbe legare al letto Ryuho, perché non poter combattere lo manda in bestia abbastanza da farlo rischiare di … >> lasciò la frase in sospeso, incupendosi << Perderei anche Shiryu.>> sbuffò.
<< La vostra preoccupazione è encomiabile, oltre che commovente, venerabile maestro …>> mormorò Hyoga. Dohko si bloccò e si girò a guardarlo, con un sopracciglio alzato e Hyoga si fermò a sua volta
<< E’ il minimo indispensabile.>> disse, e sembrava improvvisamente infastidito da qualcosa
<< Sai perché Andromaca ce l’ha abbastanza con gli Achei da aver fatto in modo di poterli maledire?>>
Hyoga si accigliò, ricordando qualcosa
<< Per via di Astianatte?>> chiese, ricordando un giorno in cui Camus, per fargli pronunciare correttamente il greco antico, gli aveva fatto rileggere il passaggio, in cui in neonato veniva lanciato dalle mura, tante volte da farglielo imparare a memoria. Represse a stento un brivido
<< Sai da chi partì l’ordine di gettare il bambino?>> chiese ancora Dohko, ed i suoi occhi erano improvvisamente intrisi di una tristezza lunga secoli. Hyoga impallidì
<< Ulisse …>> riuscì a bisbigliare.
<< Quindi visto che se Ryuho, che è il figlio di Shiryu, e Kiki, che comunque in Shiryu vede una figura molto vicina ad un fratello maggiore, sono in pericolo, è colpa mia. Ma siccome su quel libro …>> ed indicò il tomo che Hyoga teneva tra le braccia << … sono segnate delle erbe che per quanto non possano fermare la maledizione possono comunque tenere sotto controllo quel tipo di ferite, adesso tu mi traduci tutti i nomi dal russo al greco antico, poi a trovarle ci penso io.>>
<< E come sapete che si trovano qui?>>
Dohko fece spallucce
<< So leggere “Goro Ho” in tutte le lingue … ci ho passato giusto un paio di secoli, sai com’è …>>
Hyoga sospirò. Aprì il libro dove Dohko aveva già provveduto a mettere un segnalibro. Era evidente che a grandi linee capiva anche il russo …
<< Non guardarmi male, ho capito dov’era la sezione che mi serviva, ma se non so il nome esatto delle piante, rischiamo di fare peggio …>>
Hyoga sospirò ed iniziò a scorrere i nomi, traducendoli e sconvolgendosi dei suoi ricordi di quel poco di botanica che avevano studiato quando ancora erano a villa Kido …
<< D’accordo. Abbiamo tutto.>> disse Dohko, serio in volto. Poi sospirò << Speriamo che sia sufficiente …>>
<< Come si spezza la maledizione?>>
Dohko corrugò la fronte e Hyoga sentì già che la risposta non gli sarebbe piaciuta
<< Come tutte le maledizioni: uccidendo chi l’ha scagliata …>> mormorò.
<< Non te lo lasceranno fare.>> sospirò Hyoga
<< Tanto non ne sarei in grado.>> replicò Dohko, con un sorriso mesto. Aveva recuperato tutti i ricordi di Ulisse, ma era chiaro che la cosa non l’aveva cambiato minimamente. Era Dohko. E Shunrei era la bambina che aveva allevato come una figlia.
<< Torniamo al Grande Tempio. Ci sono due ragazzini da rattoppare … di nuovo.>>
Hyoga annuì, mentre l’altro gli posava una mano sul braccio. Luce dorata. Cambio di paesaggio
<< Tutti i Gold Saint possono usare il teletrasporto?>> chiese Hyoga
<< Ma Camus cosa ti ha insegnato?! >> sospirò Dohko
<< A raggelare qualunque cosa …>> borbottò Hyoga
<< Anche solo con lo sguardo?>> chiese Dohko, ridacchiando. Hyoga sorrise, suo malgrado
<< Chi più chi meno posiamo usarlo tutti. Ma è pericoloso, se non lo si padroneggia. Oltretutto porta all’uso di una grande quantità di cosmo. Per esempio, se ci attaccassero adesso, sarei fottuto, perché sono esausto. In compenso alcuni di noi possono farne un uso pressoché infinito perché in loro è slegato dal cosmo, facendo parte di un bagaglio di poteri che si portano dietro geneticamente …>>
<< I jamiriani?>> chiese Hyoga. Dohko annuì
<< Loro e Shaka. A proposito di jamiriani …>> Dohko si fermò all’interno della prima Casa. Fu Raki a venire loro incontro. Era tesa, notò Hyoga
<< Ah, siete voi …>> mormorò. Dohko si fece condurre da Kiki, e Hyoga li seguì. Si sconvolse per quanto fosse pallido il Saint, seduto al tavolo della cucina. Rivolse loro un debole sorriso, sorseggiando piano un infuso di erbe. Dohko si avvicinò, annusando, e gli tolse la tazza dalle mani
<< Con questo rischi di peggiorare la situazione!>> disse. Kiki sgranò gli occhi, poi sembrò leggere qualcosa nella mente di Dohko ed annuì. L’ex Saint diede alcune erbe a Raki, spiegandole dove trovarle e come utilizzarle. Nel mentre, Hyoga cambiò la medicazione a Kiki
<< Era praticamente scomparsa.>> sbuffò quello
<< Invece ti sei beccato una maledizione.>> borbottò Hyoga. Kiki ridacchiò
<< Un po’ a testa.>> replicò. Fece una smorfia, mentre Hyoga stringeva leggermente la fasciatura.
<< Il freddo cosa combina?>> chiese. Dohko piegò la testa di lato
<< Rallenta gli effetti … >> disse poi. Hyoga allora ghiacciò la fasciatura. Kiki sussultò leggermente, ma poi sospirò, con espressione sollevata
<< Sei un fottuto genio.>> borbottò
<< Hey, ragazzino! Bada a come parli!>> lo rimproverò Hyoga, facendolo ridere
<< Fila alla Settima a dare una ghiacciata allo scalmanato. Arrivo subito.>> disse Dohko. Hyoga obbedì.
Quando entrò nella settima Casa, sentì con sgomento l’angoscia di Shiryu attraverso il cosmo. Si affrettò a raggiungerlo, trovandolo al capezzale del figlio.
<< Sono qui e tra poco arriva Dohko …>> mormorò, posando una mano sulla spalla dell’altro.
<< Ha la febbre alta … gli è venuta all’improvviso e … >> spostò leggermente le coltri e lo scollo della maglia di Ryuho, che rabbrividì e socchiuse gli occhi. Hyoga si morse le labbra. La pelle del ragazzo, attorno alle fasciature, era diventata di un colore tra il nero ed il viola. Si abbassò su di lui
<< Ryuho, ascolta. Adesso ghiaccerò le fasciature. Non sarà piacevole, subito …>>
Ryuho annuì e Hyoga si girò verso Shiryu, che annuì a sua volta.
Hyoga espanse il proprio cosmo e richiamò le energie fredde, rilasciandole poi lentamente, le mani sulle fasciature, all’altezza delle ferite. Ryuho gli serrò le mani in una morsa, per un momento, poi però, sorrise
<< Va meglio davvero …>> disse, sorpreso, con un filo di voce. Hyoga gli sorrise. Dopo poco, anche Dohko fece capolino nella stanza
<< Oh, bene, per adesso è sotto controllo. Adesso preparo il decotto. Possiamo rallentare gli effetti …>>
<< Potrò combattere, poi?>> chiese Ryuho
<< Temo che per un po’ dovrai evitarlo. Ormai è andata troppo avanti. Se venissi colpito di nuovo, da chiunque …>> Dohko lasciò la frase in sospeso sentendo il sospiro di Shiryu
<< Too-san … >>
<< Ti prego di ascoltare il maestro.>> replicò lui, guardandolo severo. Ryuho si morse le labbra, poi annuì
<< E’ davvero una maledizione, quindi.>> mormorò Shiryu. Dohko si limitò ad annuire. Ryuho si nascose il viso con le braccia, iniziando a singhiozzare sommessamente, e Shiryu si chinò, abbracciandolo, in silenzio
<< Lasciamogli un momento.>> bisbigliò Dohko, estremamente serio. Hyoga lo seguì fuori dalla stanza
<< E’ da prima che ti frulla qualcosa in testa, ragazzo. Vanne a parlare con Atena, perché potrebbe essere importante.>>
<< Come …>>
<< Non leggo nella mente, ma anche senza i ricordi delle vite precedenti ho comunque una buona dose di esperienza sulle spalle …>>
Hyoga annuì e si accinse a salire fino alla Tredicesima. Ma non fece in tempo a raggiungerla, perché sentì chiaramente un cosmo tornare a vivere, esplodere e spegnersi. Tutto nell’arco di pochissimi istanti …



Allora, al momento abbiamo tre reincarnati, che però continuano a comportarsi come se niente fosse, salvo avere un pelino di ricordi in più ... 
E mi sa che dovrò infilare un paio di avvertimenti nelle note, vero? (capirò come si fa? X°°°D)
 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** 16 ***


Mi sono "presa la mattina libera" (sto facendo finta di essermi addormentata ... manderò più tardi una mail a scuola) per andare in banca, in posta, cose così (il lavoro non possos altarlo per questioni prettamente economiche: se devo pagare la scuola, posso saltare lei, ma non il lavoro, che appunto mi serve fino all'ultimo yen >_>) e ho finito per .... finire il capitolo X°°°D  ehhhh hep XD

Voglio un Dohko, ecco >< 

Ho avuto dei momenti di panico mentre stendevo il capitolo, perchè nel precedente avevo fatto avere un'ideona (anche scontatella in realtà) a Hyoga, condivisa da Dohko, e ovviamente al momento di scrivere il nuovo capitolo non mi ricordavo assolutamente cosa fosse XD Ma alla fine del tunnel delle otto birre di venerdì sera (pagate solo le prime tre, poi dai vecchietti s'è riempito, è iniziata la serie di "mi canti questa? mi canti quella?" e alè coi "pagamenti" per le prestazioni canore da karaoke ... amo i karaokini da vecchietti <3 XD) è arrivata la luce del ricordo (per la precisione nell'istante in cui stavo per addormentarmi, satolla e beata ... fortuna che dormo col quaderno di fianco al futon, sennò mi dimenticavo di nuovo)

Pensavo di arrivare in fretta a due pov che mi servivano, nei gruppi che sono partiti, in realtà credo mi si siano appena infilati in mezzo un altro paio di capitoli ... abbiate pazienza XD



Dohko si trovò appoggiato al muro più vicino, una mano stretta al petto, cercando di non cadere. Quasi nemmeno si accorse di Shiryu, che lo sostenne e lo fece sedere
<< No …>> si trovò a mormorare, portandosi le mani alla bocca, come per fermare le sue stesse parole. Aveva sentito chiaramente il cosmo di Shion. Era tornato. Poi quello steso cosmo aveva tentato di difendersi da qualcuno? Qualcosa? Un’esplosione. Ed ora il nulla. Quel nulla orrendo. Accettò distrattamente il bicchiere d’acqua che Shiryu gli porse, bevendo a piccoli sorsi, cercando di riprendere il controllo.
<< Maestro …>> la voce di Shiryu lo riportò alla realtà. Dohko alzò lo sguardo, poi sorrise
<< Scusami.>> mormorò. Shiryu scosse la testa
<< Non scusatevi. So come vi sentite.>> mormorò. Dohko posò una mano sulla spalla al più giovane
<< Inoltre … ci siete già passato …>> mormorò Shiryu, alludendo a quando Saga aveva ucciso Shion per prenderne il posto. Dohko si morse il labbro inferiore
<< A quel tempo ero … pronto …>> sospirò dopo un momento di silenzio << Ma questa volta …>>
<< Hai sempre superato tutto.>> disse Shiryu. Dohko alzò lo sguardo, sentendo improvvisamente l’assoluta assenza di formalità. Poi sorrise
<< Grazie … Diomede …>> mormorò. Shiryu avvampò
<< Mi sono lasciato prendere dai ricordi …>> balbettò
<< Va bene così, davvero.>> ridacchiò Dohko. Shiryu si passò le mani sul volto
<< Questa cosa mi farà impazzire.>> sbuffò. Poi si fece serio
<< Andiamo da Atena.>> disse. Dohko si accigliò
<< E il ragazzo? >> chiese
<< E’ grande abbastanza da non muoversi se sa che non può.>> sospirò Shiryu, con un mezzo sorriso. Dohko annuì. Dovette farsi aiutare ad alzarsi e scoprì di essere malfermo sulle gambe. Improvvisamente si sentiva addosso tutti i suoi anni. E quanto avrebbe voluto nascondersi in un angolo ed aspettare che la tempesta di emozioni passasse …
Si sorprese di trovare Kiki, sorretto da Raki, alla Tredicesima.
<< Il legame tra jamiriani credo sia piuttosto forte anche a generazioni di distanza …>> osservò Shiryu
<< Penso dipenda dalla telepatia.>> sospirò Dohko, avvicinandosi al Saint dell’Ariete, che si girò, rivolgendogli un debole inchino
<< Non dovresti essere a letto?>> lo rimproverò
<< Adesso mi siedo.>> si difese quello. Dohko ridacchiò
<< Testardo …>> mormorò. Proprio come Shion, finì la frase nella propria mente.
Tutti i Saint in grado di salire fin li erano nella sala delle udienze.
Quando Atena fece il suo ingresso, sembrava scossa. In quanto Saori non aveva ricordi di Shion, ma in quanto Atena lo conosceva molto bene …
<< Dobbiamo capire cos’è successo …>> esordì la Dea. Tutti annuirono
<< Qualcuno … >>si bloccò per un momento, un momento in cui l’umanità ebbe il sopravvento, e guardò i propri Cavalieri. Dohko sentì il turbamento del suo animo, attraverso il Cosmo, e vide Harbinger avvicinarle si e farla sedere. Lei lo ringraziò con uno sguardo
<< La sua coscienza c’è ancora.>> intervenne a quel punto Kiki. Tutti si girarono verso di lui. Dohko lo vide estremamente pallido e vide la preoccupazione crescente della Saint della Gru, al suo fianco. Poi quell’affermazione lo raggiunse. Si nascose il viso con una mano, cercando di riprendere un minimo di controllo. Inutile, la tensione che lo aveva attanagliato fino all’affermazione di Aries l’aveva appena abbandonato, di colpo. Sentì la mano di Shiryu sulla spalla, e glie ne fu grato. Appena fu sicuro che non si sarebbe messo a frignare come una ragazzina, alzò lo sguardo sulla Dea
<< Lasciatemi andare, ve ne prego …>> che accidenti aveva la sua voce?! Atena si alzò e gli si avvicinò, posandogli le mani sulle spalle
<< Posso?>> gli chiese. Dohko si inchinò, posando un ginocchio a terra
<< Ve ne prego …>> mormorò ancora. Sapeva di avere gli sguardi di tutti i presenti puntati addosso, ma non gli importava. Doveva essere lui a fare … beh, qualsiasi cosa andasse fatta. Vendicare Shion? O … scacciò il secondo pensiero, anche se era il più logico. Shion, preso alla sprovvista perché appena rimandato nel mondo, era stato posseduto …
<< Non puoi andare solo.>> decretò la Dea. Dohko alzò lo sguardo
<< Lo so …>> mormorò. Atena si allontanò per tornare al suo scranno, e guardò i presenti
<< Andrò io con il mio Maestro.>> si fece avanti Shiryu. Dohko si girò a guardarlo, e gli vennero in mente almeno un migliaio di motivi per cui quella gli sembrava una pessima idea, ma lo sguardo del più giovane non ammetteva repliche
<< Dovreste essere almeno in tre …>> sospirò Atena, e Dohko capì subito il motivo. Se avessero dovuto sconfiggere Shion … si morse le labbra, sentendosi ringiovanire all’improvviso, pericolosamente …
<< Saga …>> chiamò la Dea, e Dohko fu sul punto di esplodere. Saga?! Così avrebbe avuto la certezza che l’avrebbe eliminato di nuovo?!
<< Non credo sia una buona idea …>> si alzò la voce del Saint di Gemini
<< Non ti ho chiesto un parere, infatti.>> replicò Atena, tranquillissima. Sciolse la riunione, e quasi tutti sciamarono fuori. Saga e Kanon si avvicinarono loro, e Dohko si alzò, conscio della propria mandibola serrata. Ma Saga si inchinò davanti a lui
<< Alzati.>> borbottò Dohko, sbuffando poi. Guardò Kanon
<< Fai qualcosa per i sensi di colpa di tuo fratello, per favore. Non posso portarmelo dietro col cosmo così tormentato.>>
Kanon ghignò a quelle parole
<< Quattro sberle e passa tutto.>> dichiarò, strappando una risata a Dohko ed una serie di borbottii poco gentili a Saga.
La voce della Dea si alzò improvvisamente, cogliendoli alla sprovvista
<< Scusami, ma non sono ancora pronta a credere che il Padre degli Dei si sia messo davvero contro di noi!>>
Un tono assolutamente insolito per una dea … Dohko si girò verso lo scranno, vedendo Hyoga, inchinato profondamente, mentre Saori si alzava e si ritirava, piuttosto frettolosamente
<< Oh, credo glie l’abbia detto …>> fece notare
<< Detto cosa?>> chiese Shiryu
<< Che probabilmente chi ha in mano le redini della situazione attuale sa già chi si sarebbe reincarnato e in chi … che Andromaca abbia posseduto Shunrei non è un caso. Non è un caso nemmeno che sia avvenuto mentre era con Ryuho. Come non ha colpito Kiki per caso. Poteva puntare ad Harbinger, che non è più un Saint, o Mu, che era pure ammalato in quel momento … e vagamente brillo mi dicono i meglio informati … sapevano che ci saremmo risvegliati. >> spiegò Dohko. Saga si accigliò ed abbassò leggermente il viso
<< Forse mandare il papero ad annunciare la lieta scoperta non è stato proprio un’idea geniale, però … non ha tatto quel ragazzo …>> borbottò Kanon
<< In compenso ha un  udito ottimo …>> sospirò Shiryu, rabbrividendo leggermente, dato che l’aria si era fatta improvvisamente gelida
<< Sei proprio allievo di Camus, accidenti a te.>> rise Dohko, dando una pacca sulla spalla a Hyoga, che li aveva raggiunti
<< Non l’ha presa bene …>> sbuffò quello
<< Immagino già la conversazione “tuo padre ci vuole morti” o qualcosa di simile …>> lo canzonò Kanon
<< Ho tentato di essere diplomatico, ma in effetti non è nelle mie corde … mi sono limitato però ad esporre il concatenarsi dei fatti … ed il fatto che Zeus fosse in qualche modo coinvolto lo avevamo già ipotizzato, mi risulta …>> replicò Hyoga. Poi guardò Shiryu
<< Con Ryuho come fai?>> chiese. A Dohko non sfuggì il ghigno quasi malefico sul viso del proprio discepolo
<< Posso contare su un buon … babysitter …>> ridacchiò
<< E il babysitter lo sa?>> si informò Hyoga
<< Non ancora.>> rise Dohko.
Il problema però non fu chiedere a Shura di tenere d’occhio Ryuho, cosa che probabilmente avrebbe fatto anche senza che nessuno glie lo chiedesse, bensì dire a Ryuho che anche Shiryu sarebbe partito.
L’impossibilità di combattere lo stava rendendo chiaramente nervoso, ma soprattutto lo stava abbattendo.
Dohko entrò nella stanza assieme a Shiryu e vide gli occhi del ragazzo riempirsi di lacrime. Lo vide cercare quasi spasmodicamente le mani del padre. Shiryu lo abbracciò stretto e Ryuho gli si aggrappò, piangendo in silenzio. Dohko si rese conto di quanto doveva essere pesato a quei due la mancanza di contatto durante i primi anni del ragazzo. E si chiese se non fosse sempre stato troppo freddo con Shiryu, vedendone ora un lato che non conosceva affatto, un lato estremamente affettuoso. Lo osservò calmare il figlio
<< Torno, te lo pro …>>
<< Non promettere.>> singhiozzò Ryuho, tenendo il viso basso << Siamo guerrieri, no? Non … non è detto che tornerai … e sono quasi sicuro che se non fossi ridotto così, probabilmente la starei prendendo meno peggio … o quantomeno tenterei di mantenere il controllo … >>
<< Va bene così, Ryuho.>> sorrise Shiryu, asciugandogli gli occhi
<< Vorrei poter venire anch’io …>> sospirò il ragazzo, scostandosi leggermente ed asciugandosi gli occhi, che erano di nuovo pieni di lacrime. Shiryu gli posò una mano sulla guancia
<< Va bene così, davvero.>> ripeté. Ryuho lo guardò, poi spostò lo sguardo su Dohko. Quello sospirò e si avvicinò, posando poi una mano sulla testa ad ognuno dei due più giovani
<< Te lo riporto tutto intero.>> disse a Ryuho, scompigliandogli i capelli. Scompigliò anche quelli di Shiryu. Quello si alzò
<< Vado giù alla prima a far dare una controllata alla Cloth.>> disse. Dohko annuì e lo guardò uscire, per poi tornare a portare la propria attenzione su Ryuho
<< Ricordati di bere quello che ti ho detto di bere, e di cambiare regolarmente le fasciature … e …>>
<< Mi metto la maglia di lana e non accetto caramelle dagli sconosciuti …>> sospirò Ryuho, con un mezzo ghigno
<< Assomigli a tua madre in maniera impressionante, in questi momenti, sai? >>
Ryuho sorrise leggermente, ma il modo in cui stringeva le lenzuola lo faceva apparire estremamente nervoso
<< E come tuo padre tendi a fingere di star bene … >>
<< Al momento non mi sembra mi stia riuscendo molto …>> borbottò
<< Vuol dire che hai raggiunto il limite.>> sospirò Dohko. Ryuho fece una smorfia
<< Mi chiedo se mamma si senta … sentisse … così ogni volta …>> mormorò
<< Lei c’è ancora, lo sai!>> si trovò a sbottare Dohko.
<< E questo complica le cose …>> mormorò Ryuho. Dohko sospirò. Come avrebbe reagito trovandosi davanti Andromaca? Sapendo che Shunrei era ancora viva, anche se la sua coscienza era addormentata … sarebbe riuscito ad attaccare … ad attaccare la sua bambina? … Si trovò a fare una smorfia
<< Scusate, parlo sempre come se la cosa facesse soffrire solo me …>> mormorò Ryuho. Dohko sorrise leggermente, scuotendo la testa
<< Sei sconvolto per quello che è successo, ed è normale. Sento che stai per obiettare di essere un Saint, e ti rispondo subito: sotto l’armatura siamo umani. L’armatura può proteggere il nostro corpo, ma non può niente per il nostro cuore, purtroppo …>> si fermò un momento, dato che si era ritrovato a pensare, dopo moltissimi anni, ai propri compagni morti durante la guerra contro Ade. Gli attuali Gold ne erano la reincarnazione, ma, come per qualsiasi normale reincarnazione, non ne erano consapevoli. Non conservavano i ricordi di quella vita. Pensò a Tenma, il suo “fratellino” … pareva dovesse essere il suo destino quello di vedersi strappare le persone a cui teneva … chiuse gli occhi aggrappandosi a quello che Kiki aveva detto di Shion: la sua coscienza c’è ancora …
<< Maestro …?>>
La voce di Ryuho lo riportò alla realtà. Dohko sorrise
<< Inizio a sentire l’età, mi sto rammollendo.>> ridacchiò, scompigliando i capelli al ragazzo. Chissà se anche Shiryu era così, a quell’età …
<< Mi sto rendendo conto di essermi “perso” un sacco di cose … >> sospirò
<< Avete svolto il vostro dovere di Saint, però.>> disse Ryuho, per poi adombrarsi << Quello che io non posso svolgere …>> quasi ringhiò, stringendo i pugni. Dohko gli prese le mani, sciogliendo i pugni, cercando di calmarlo
<< Non è vero. Come Saint, adesso, una cosa la puoi fare: rimetterti. Lo so, non sono ferite normali, si tratta di una maledizione. Ma non devi abbatterti. Quello sarebbe l’errore più grande …>>
Ryuho distolse lo sguardo, sospirando. E pure sospirare sembrò arrecargli dolore. Dohko gli posò una mano sui capelli ed il ragazzo tornò a guardarlo, con espressione contratta
<< Io ci provo …>> mormorò << Ma mi sento comunque inutile …>>
<< Non sei inutile. Sei l’unica cosa che ha impedito a Shiryu di crollare completamente. Tu … non è la prima volta che l’hai salvato, sai? Quando ha subito la maledizione di Ares … beh, è stato per poterti addestrare, per poterti stare vicino che non s’è lasciato andare. L’ho sentito chiaramente. E adesso … se non sta rinunciando a tutto, è perché tu ci sei. Quindi no, non sei inutile.>>
Ryuho si morse il labbro inferiore, poi fece una smorfia
<< Faranno davvero effetto le erbe?>> chiese
<< Rallenteranno gli effetti della maledizione. >> disse Dohko, annuendo. Vide un lampo di testardaggine passare nello sguardo del ragazzo e si trovò a sorridere
<< Non strafare, però.>> lo redarguì
<< Ci proverò.>> sbuffò quello. Poi guardò verso la porta della stanza, e Dohko seguì il suo sguardo. Shura era in piedi sulla soglia, vagamene a disagio
<< Ecco … io …>>
<< Oh! La babysitter!>> canticchiò Dohko, alzandosi. Shura alzò un sopracciglio, mentre Ryuho borbottava qualcosa sul fatto di essere grande abbastanza
<< E testardo abbastanza da fare idiozie se non ti si controlla … sei il miscuglio perfetto dei tuoi genitori con una spruzzata dei tuoi zii, ragazzo, e tuo padre lo sa bene, infatti ha chiesto rinforzi.>> esclamò allegramente Dohko. Ryuho ridacchiò, mentre Shura lo osservava.
<< Adesso lasciamolo tranquillo.>> disse Dohko al Saint di Capricorn. I due uscirono dalla stanza mentre Ryuho stava chiudendo gli occhi.
Dohko spiegò a Shura come mescolare le varie erbe, e dove  trovarle, ma su quello Shura scosse la testa, sorprendendolo
<< Non c’è bisogno di andare fino a Goro Ho … noi abbiamo Aphrodite …>> disse. Dohko sorrise, annuendo
<< Allora potresti fargli avere un campione di tutto?>>
Shura annuì, sorridendo
<<  Sono sicuro che si lagnerà in maniera vergognosa, ma non si tirerà di certo indietro … già me lo sento “non sono mica il vostro erborista!” >> e rise. Dohko alzò un sopracciglio. Non pensava che uno come Shura potesse ridere
<< Il ragazzo … starà bene?>> chiese poi. Dohko scosse la testa
<< Non morirà. >> rispose << Ma finchè la maledizione non sarà sciolta non potremo fare più di così … >>
<< Quindi anche Aries …>>
<< La sua ferita è meno profonda, ma non cambia di molto. Se usa il cosmo, rischia di fare peggio, e …>>
<< Non è pensabile impedirgli di usarlo.>> sbuffò Shura. Dohko annuì. Tutti testardi, giù alla Prima … come testardo era Shion …
<< E’ così pallido …>> sospirò ancora Shura. Dohko fece una smorfia
<< Non vedo come potrebbe essere altrimenti … senza contare il fatto che già di suo non brilla per avere una pelle particolarmente scura, eh …>>
Shura ridacchiò, per poi congedarsi.
Dopo poco tornò Shiryu
<< Raki ha controllato la Cloth, sistemando un paio di punti … è proprio degna allieva del suo maestro  …>>
<< E’ riuscita a tenerlo fermo?>> chiese Dohko, sorpreso
<< Credo sia più testarda di lui …>> ridacchiò Shiryu. << O forse l’ha legato al letto …>>
<< Intraprendente la ragazza!>>
<< Maestro! Non in quel senso!>> quasi gridò Shiryu, nascondendosi il viso, ora rossissimo, tra le mani
<< Oh … >> commentò Dohko
<< Prevedo una missione faticosa …>> ridacchiò Shiryu
<< Sei troppo candido, ragazzo mio … Eppure ella stanza qui accanto c’è la prova concreta che tu sappia bene come funzionano certe cose …>>
<< Molto faticosa …>> rincarò Shiryu. Dohko rise e gli diede una pacca sulla spalla. Shiryu lo sorprese, abbracciandolo. Dohko rimase interdetto per un momento, irrigidendosi, poi però sospirò, abbassando il capo fino a posarlo sulla spalla di Shiryu. Com’era diventato alto, accidenti …
<< Grazie.>> mormorò
 
 

___________________________________________________________________________________________________________________________________

Niente siparietto neanche stavolta (ci ha già pensato Dohko XD).
Abbiamo un Dohko in versione "giovvane aitante" (Aver finito lost canvas a ridosso con l'inizio di soul of gold non aiuta NON AIUTA PER NULLA ... il mio povero neurone ><) alle prese con un bel trauma da "sei il goldino di vecchia generazione preferito", co un draghetto testone e con un bilancino junior in fase coccolosa (la crisi dei trenta quasi quaranta colpisce anche i Saint parrebbe XD) ... e ... boh, volevo tantissimo l'abbraccio finale, non so perchè, me lo sono visto tipo mentre iniziavo a scrivere ... tremendamente ooc temo, ma vista la situazione generale, ho deciso arbitrariamente che i nostri decidano di non trattenersi più del necessario, ecco, che hanno capito che si rischia di non potersi lasciare andare dopo ... 
DOHKO: perchè l'autrice è una stronza sadica ><
JINNY: ohi! Che linguaggio volgare!
DOHKO: ho duecentoepassa anni, posso usare tutte le parolacce che voglio U_U
JINNY: guarda che lo dico a Shion ...
DOHKO: perchè credi che lui non le usi? *ghigno da cazzone*
JINNY: dannnati vecchi-in.versione-giovane

Bene, sono in ansissima per questo capitolo, sapevatelo X°°°D (il terrore dell'ooc)

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** 17 ***


Oddio, credo di stare un po' brancolando nel buio (ma forse non dovrei dirlo XD)


<< Non riesco a togliermi dalla testa che abbia qualcosa in mente.>> sbuffò Souma, per l’ennesima volta
<< Si, liberare Palaestra dall’esilio.>> sospirò Yuna, vagamente esasperata. Souma si girò verso Kouga, cercando manforte, ma quello era perso nei propri pensieri. Troppo preoccupato per il destino di Eden per poter interagire con il mondo esterno.
<< Ha allontanato i Bronze leggendari, compresi quelli divenuti Gold! Ha allontanato Kouga! La cosa è sospetta! >> insistette Souma, girandosi questa volta verso Hyoga. Il Cavaliere del Cigno lo guardò, rivolgendogli un’occhiata vagamente incuriosita
<< Ha allontanato il Saint di Virgo.>> concluse Souma, indicando con un cenno Shaka che, poco lontano da loro, era raccolto in meditazione. Il cavaliere, sentendosi chiamato in causa, si alzò e li raggiunse, sempre tenendo gli occhi chiusi
<< Il Saint del Lupo sta tornando.>> annunciò, sedendosi accanto a Hyoga. Souma serrò leggermente la mandibola. Aveva visto l’espressione di disperazione di Ryuho quando gli avevano detto che sarebbe partito anche lui. Che accidenti stava passando per la testa della loro Dea?!
<< Comunque ha ragione il Leone Minore. Le azioni della Dea lasciano presagire qualcosa di poco chiaro. Ma non sta a noi giudicare quello che ella faccia o meno.>> disse Shaka
<< Tanto al massimo ci tocca solo andarla a salvare.>> borbottò Hyoga. Shaka aprì gli occhi, girandosi a guardarlo. Souma, Yuna e Kouga sussultarono, ma il Cigno non si scompose. Fissò con i suoi occhi azzurri gli occhi ancora più azzurri di Virgo
<< Dovresti essere più rispettoso, Cygnus.>>
<< Non fingere che lei non agisca di testa propria ignorando il buonsenso e le nostre paure.>> sbuffò Hyoga. Souma fu sorpreso nel vedere l’espressione di Shaka turbarsi, seppure solo per un istante.
Haruto tornò in quel momento
<< Non c’è nessun modo per cui noi possiamo passare e raggiungere Palaestra senza essere attaccati. Sono troppi. >> annunciò, apparendo praticamente dal nulla e togliendosi l’elmo, per poi sedersi accanto a Kouga. Era chiaro che fosse nervoso.
<< Che succede?>> chiese Yuna
<< Stavolta niente possessione. Sono anime corporee.>> sbuffò Haruto, iniziando a giocherellare con un legnetto
<< Fantasmi?>> chiese Souma. Haruto scosse la testa
<< Non nel senso che si da al termine. Questi possono essere feriti, e morire, ho visto alcuni colpi andare a segno. Ma continuano ad arrivare. Sono … inesauribili o quasi. Dobbiamo capire da dove escono e bloccare l’accesso a questo mondo … temo sia l’unico modo …>>
<< E come lo troviamo?>> chiese allora Kouga
<< Torno in ricognizione tra un momento.>> asserì Haruto
<< No, tu adesso ti riposi. >> quasi ordinò Hyoga
<< Ogni secondo in più qui sono centinaia di nuovi soldati!>> protestò Haruto
<< Ma adesso non sei in grado di muoverti di nuovo insieme al tuo elemento. Dico bene, ninja?>> fece notare Hyoga. Haruto sbuffò. Souma riconobbe i segni della stanchezza
<< Ha ragione, Haruto. Devi riposare. >> intervenne allora
<< Ma …>>
<< Posso cercare io l’accesso.>> si intromise Shaka
<< Hai un cosmo troppo riconoscibile. Mi sembra un po’ prematuro far saltare la nostra copertura.>> si intromise Hyoga
<< Dovresti essere un po’ più rispettoso, scusa la ripetizione …>> il tono infastidito di Shaka non sfuggì a nessuno. Souma si mise istintivamente davanti a Yuna
<< Scusa se faccio il saputello, ma per quanto tu sia un Gold Saint e l’uomo più vicino agli dei, io ho qualche annetto d’esperienza sul campo in più.>> lanciò li Hyoga. Shaka sussultò leggermente a quelle parole, poi sospirò, abbassando lo sguardo. E Souma si rese conto che il Gold Leggendario era morto quando aveva solo due anni più di loro, ed ora che era tornato in vita non era invecchiato di un solo istante …
<< Qualche brillante idea alternativa, papero?>> borbottò, infatti. Hyoga alzò le sopracciglia
<< Che è questo atteggiamento così umano? Non fare scherzi, santone!>> quasi si scandalizzò. Shaka si morse il labbro inferiore poi, lentamente, alzò il viso. Guardò tutti, uno a uno, per poi soffermarsi su Hyoga
<< Sei tu il Vero Adulto qui.>> fece notare. Souma vide rassegnazione nel modo in cui le sue spalle si incurvarono leggermente
<< Non succede niente se ammetti di avere dei momenti in cui anche tu non sai cosa fare, sai?>> replicò Hyoga. Shaka sussultò di nuovo, poi ridacchiò, scuotendo leggermente la testa.
In quel momento fu Souma a sussultare, colpito da una folata di vento. Yuna li aveva spiazzati, lasciandoli li come dei fessi mentre stavano decidendo chi doveva fare cosa … non seppe se sentirsi estremamente orgoglioso o terrorizzato dal fatto che avesse agito senza consultarli
<< Dannata ragazzina!>> gridò Hyoga, infuriandosi improvvisamente
<< Non ce n’è, le donne ragionano meglio.>> sospirò Haruto
<< Poteva almeno avvertirmi “ciao, amore, vado in missione” ! >> sospirò Souma
<< Non ti chiamerà “amore” nemmeno tra un milione di anni.>> rise Kouga
<< Lo so, ma lasciami sognare, cattivo!>> si lamentò Souma. Poi si girò verso Hyoga, che teneva i pugni serrati
<< Oh, ti serviva proprio un’altra sorellina …>> ghignò Kouga
<< Stai indirettamente sparlando del mio allievo?>> si intromise Shaka. Kouga sussultò
<< Potrei congelarti per molto meno, cavallino.>> ringhiò al contempo Hyoga
<< Che permalosi.>> sbuffò Kouga
<< Sei proprio uguale a Seiya.>> rise allora Hyoga. A Souma non sfuggì l’incupirsi dell’espressione di Kouga
<< Guarda che non serve avere dna in comune per avere una famiglia.>> disse Hyoga
<< Non è nemmeno detto che avere dna in comune faccia diventare una famiglia …>> borbottò Kouga. Souma rabbrividì improvvisamente
<< Piantatela voi due!>> sbottò Yuna, riapparendo in quel momento e colpendo la nuca di Hyoga e di Kouga con precisione micidiale, per poi sedersi accanto a Souma
<< Ho trovato da dove escono.>> sospirò, stiracchiandosi
<< Potevi avvertire che andavi.>> si imbronciò Souma << Mi sono preoccupato.>>
Lei gli rivolse uno sguardo interrogativo, alzando un sopracciglio, poi, sospirando, gli scompigliò i capelli, e Souma si chiese chi accidenti fosse l’uomo della coppia
<< Il varco si può chiudere?>> chiese Shaka. Yuna annuì
<< Dobbiamo sbrigarci però. Stanno diventando sempre di più … fanno impressione, si camminano uno sull’altro …>>
Souma le strinse brevemente una mano, e lei si girò, sorridendo leggermente, lo sguardo deciso
<< Beh, allora andiamo!>> disse Kouga, scattando in piedi
<< Ma se non sai dove …>> lo canzonò Souma. Kouga sbuffò, ma Yuna si alzò, stiracchiandosi.
<< Andiamo.>> disse, decisa. In meno di un istante la stavano seguendo, attenti a non farsi vedere, costeggiando l’area che stavano sorvegliando. Souma dovette concentrarsi per non fuggire urlando vedendo guerrieri continuare ad arrivare, calpestandosi. Sentiva le esplosioni di Cosmo da Palaestra, vedeva i colpi andare a segno, ma quelli continuavano ad arrivare, pestando sui cadaveri. Senza nessun sentimento. Erano vivi, se così si poteva dire, solo per combattere … poi smisero di arrivare. Souma si girò verso Shaka, che si era limitato ad aprire gli occhi. Non aveva emesso un suono. Solo il suo Cosmo, che aveva investito la zona circostante, indicava che avesse effettivamente chiuso il varco.
<< Temo ci toccherà combattere.>> annunciò
<< Apprezzo che tu non abbia lanciato colpi in maniera rumorosa, ma il tuo Cosmo effettivamente non è proprio dei più discreti …>> borbottò Hyoga, lanciando poi due Diamond Dust in rapida successione, aprendo un passaggio. Souma si scambiò uno sguardo con Yuna e, unendo i loro colpi, crearono un vortice infuocato, aprendo un ulteriore varco verso Palaestra
<< Sono comunque troppi.>> sibilò Haruto
<< E rispondono ai colpi!>> sbuffò Kouga, scartando di lato per poi lanciare un Pegasus Suiseiken. Souma si trovò ad evitare per poco una freccia, e parò una spada corta, trovandosi a dover ingaggiare un combattimento corpo a corpo
<< Perché non possiamo avere armi noi?>> protestò Kouga
<< Bella domanda!>> sbottò Hyoga, ghiacciando una decina di avversari. Ad un suo gesto, il ghiaccio si polverizzò,e  con esso quelli che vi erano intrappolati. Souma si trovò con gli occhi sgranati. Aveva sentito dire che potesse farlo, ma vederlo …
<< Non è il momento di impressionarti. >> gli disse Kouga, riportandolo alla realtà, e Souma si trovò a chiedersi che accidenti gli stesse succedendo. Si trovò a non riuscire più a colpire nessuno, e se Kouga non l’avesse preso di peso e trascinato, non si sarebbe mosso. Si trovò raggomitolato a terra, nel cortile di Palaestra, sotto gli occhi attoniti dei suoi compagni e lo sguardo incredulo e strafottente di Jabu
<< Bene arrivati ... che ha il leone minore? >>
<< Bella domanda. >> borbottò Kouga. Souma tentò di mettersi a sedere, ma tremava forte. Yuna lo sostenne, ma si scostò. Non voleva farsi vedere in quel modo. Speccialemente da lei ...
<< Qualsiasi cosa sia, ha beccato anche me ... >> mormorò Haruto
<< Te ti ha beccato anche una spada ... >> ringhiò Kouga. Haruto annuì leggermente, poi si accasciò tra le braccia del cavaliere di Pegaso, privo di conoscenza
<< Ryuho ci ammazza. Lentamente ed in maniera dolorosa. >> sbuffò Yuna, facendo alzare Souma, mentre Jabu li scortava all’interno. Souma guardò gli aspiranti Saint e gli Steel presenti. Gli aspiranti erano ... troppo giovani ... sentì di nuovo il panico attanagliarlo ed appena la porta della stanza che avevano riservato loro si chiuse, si staccò da Yuna, crollando a sedere su una branda, una mano sugli occhi improvvisamente pieni di lacrime
<< Che cazzo ti prende?! >> sbraitò Hyoga, ma Souma scosse la testa. Non ne aveva idea
<< A dire il vero credo ci abbia presi tutti. >> disse Shaka, in tono calmissimo << O quasi ... >>
<< Tu ovviamente sei immune, immagino. >> borbottò Hyoga. Shaka scosse la testa
<< Non lo sono. Ho solo capito chi ci ha fatto questo simpatico regalino e l’ho messo a tacere. Sai, esperienza ... >>
<< Uno pari per il santone ... >> ridacchiò Kouga
<< Curioso, su di te non ha fatto presa ... >>
<< Sono stato una reincarnazione del male, ormai credo di avere gli anticorpi per certe cose. O forse sono solo troppo scemo ... >> sbuffò Kouga, stringendosi nelle spalle.
<< Con Yuna ha rinunciato. Non capisco perché, ma meno lavoro da fare ... >>
<< Non ha trovato cose che non abbia già visto immagino ... >> sbuffò la ragazza, strigendosi nelle spalle. Souma le prese le mani e lei gli sorrise, accarezzandogli i capelli
<< Con questo scemo invece c’è andato giù pesante ... >> mormorò. Shaka sbuffò
<< Perché sa quello che hai passato tu e non riesce a fare a meno di preoccuparsi. >> borbottò, posando una mano sulla fronte a Souma. Il ragazzo sentì come se qualcosa dentro di lui si sbloccasse, e tornò a respirare normalmente. Gli si era improvvisamente tolto un macigno dal petto, o qualcosa di simile. Yuna lo guardò, imbronciata
<< Scemo. >> borbottò, prendendogli il viso tra le mani e baciandolo. Souma ghignò
<< Devo farmi beccare dagli attacchi mentali più spesso ... >> ridacchiò. Il colpo alla nuca lo fece ricredere
<< Manesca! >> piagnucolò. La sfilza di improperi in russo che seguì la “liberazione” del cigno fece arrossire anche Yuna
<< No, la rabbia è tutta sua ... >> tossì Kouga. Shaka nel mentre si avvicinò a Haruto, che era stato medicato alla meno peggio da Jabu (che per una volta aveva assistito a tutto in silenzio, seriamente preoccupato)
<< Non sta minimamente usando il cosmo ... >> borbottò Unicorn. Shaka annuì. Si chinò e posò la mano sulla fronte al ragazzo, che ad un tratto spalancò gli occhi, artigliando le lenzuola. Shaka serrò la mandibola, poi aprì gli occhi. Haruto sospirò e si accasciò sulla branda, ansimando, e Shaka si sedette, a corto di fiato a sua volta
<< Che è successo? >> si trovò a chiesere Souma. Virgo sospirò
<< Hypnos è ... tornato, e ci ha fatto uno scherzo ... non ha ancora recuperato le forze, ma se il Lupo non si fosse svegliato ... >> si passò le mani sul viso, mentre Haruto si metteva a sedere
<< Ma non lo avevate ammazzato?! >> sbottò Jabu, guardando Shaka e Hyoga. Hyoga ringhiò qualcosa di poco carino, ma Shaka si limitò a sospirare. A Souma sembrò improvvisamente giovane e spaventato quanto lo erano loro
<< Nelle varie epoche sono stati uccisi molte volte, e molte volte Ade li ha risvegliati. Questa volta però ... non è Ade ad averli risvegliati ... >>
<< Ti fidi così tanto del tuo discepolo? >> sbuffò Jabu, alzando un sopracciglio. Era estremamente scettico.
<< Ma tu, seriamente, che hai contro nostro fratello?! A parte farti fare una figura di merda alla guerra galattica, non ti ha mai fatto niente! >> sospirò Hyoga. Jabu fece una smorfia
<< Tutta quell’innocenza mi urta i nervi. Caratteri troppo differenti immagino. E ... il fatto che Ade gli parli in testa non mi piace. >>
<< Su quello andate d’accordo ... >> fece notare Kouga. Jabu sbuffò
<< Chi altri può risvegliare i due gemelli infernali? Quelli davvero infernali ... >>
<< Poseidone è ancora sigillato. L’unico altro con la stessa forza di Ade è il terzo fratello ... >> borbottò Shaka, facendo una smorfia. Souma pensò che gli occhi dell’Unicorno sarebbero caduti fuori dalle orbite e loro avrebbero dovuto correre in giro per cercare di recuperarli prima che rotolassero chissà dove, se avesse aperto gli occhi solo un altro po’ ...
<< Il padre degli dei?! Non si metterebbe MAI contro la sua figlia prediletta! >> sibilò
<< Non tutti vivono per compiacere Milady, cavallino.  >> sbuffò Hyoga. Jabu scattò in piedi, ma Shaka lo rimise a sedere, senza la minima fatica. Era pur sempre un Gold Saint ... a Souma però non sfuggì la piega divertita che le labbra del Saint di Virgo presero
<< Calmatevi, Cavalieri. >> borbottò, rprendendo il controllo anche su di sé. << Che fosse coinvolto lo avevamo ipotizzato, per quanto alla Dea la cosa non piaccia e stia ancora tentando di negarla. Ma Apollo da solo non avrebbe potuto, e come ho detto, Poseidone è ancora sigillato, e non rimangono altre alternative.  >>
Jbu sospirò, poi annuì. Si alzò e si avviò verso l’uscita della stanza
<< Ora torno a controllare la situazione. Si sono momentaneamente fermati, hanno dei problemi con il buio. Voi intanto riposatevi. >> detto questo, uscì
<< Loro hanno problemi con il buio, ma noi con il caldo ... >> sospirò Souma << Speriamo che scoprano in fretta come togliere l’inghippo dell’avvicinamento del sole ... >>
Il sospiro di Shaka li fece voltare tutti
<< Non guardatemi così! Ho piena fiducia in Mu ... ma sono comunque preoccupato da morire ... questa volta non riesco a calmarmi. >> tagliò corto, abbassando lo sguardo
<< Perchè tu, come gli altri Gold, pensavate di esserne fuori ormai. >> sospirò Hyoga, posando una mano sulla spalla a Shaka. Quello serrò leggermente la mandibola. Souma sgranò gli occhi vedendo una lacrima solcare il viso del Cavaliere di Virgo. Tutti sembrarono come paralizzati da quell’avvenimento. Tutti tranne Yuna che, dando loro degli impiastri, si alzò ed abbracciò Shaka. Lui si irrigidì, chiaramente non avvezzo a nessun gesto di affetto, ma Yuna non desistette e, dopo un attimo, Shaka sospirò, abbandonandosi contro la ragazza
<< Grazie. >> mormorò, riprendendo il controllo
<< Non badarmi, era solo una scusa per toccarti i capelli ... cielo, sono morbidissimi! Haruto, fatti dire che prodotti usa! >>
<< Eh? Io?! >>
Souma rise alla scena. Poi si girò verso Kouga, che, rannicchiato accanto a lui, si era addormentato.
<< Forse è davvero il caso che ci riposiamo anche noi. >> mormorò, cercando di non disturbare l’amico. Yuna gli posò una mano sulla guancia, attirando la sua attenzione, e gli sorrise, per poi dargli un bacio a fior di labbra. Souma le sorrise, per poi osservare tutti che prendevano posto nelle brande a loro disposizione. Haruto si addormentò per primo, probabilmente più stanco di loro per via della ferita. Yuna gli sorrise ancora una volta, per poi sbadigliare e chiudere gli occhi. Shaka si stese di schiena, composto anche nel prendere posizione per addormentarsi. Hyoga si sdraiò con le mai intrecciate dietro la nuca, lo sguardo tanto torvo da poter far concorrenza a Ikki.
<< Dormi con il ronzino? >> chiese dopo un po’. Souma fece un mezzo sorriso, osservando Kouga
<< Nell’ultimo periodo ha ripreso ad avere incubi. Meglio non correre il rischio che svegli tutta Palaestra urlando, non trovi? >>
Hyoga fece un mezzo sorriso. Souma si sdraiò accanto a Koug, coprendo entrambi, ed allungò un braccio, spegnendo la luce. Gli sembrava di essere tornati ai tempi della scuola ...




_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

YUNA: *allunga le mani in avanti sbucando dal buio* dammi i tuoi capeeeellliiiii
SHAKA: AAAAARRRRGHHHH!
KOUGA: chi doveva svegliare tutta Palaestra urlando?
 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** 18 ***


Eqquantotempo!!
Allora, ho anticipato (perché la mia mente funziona benissimo ... lo dicono le voci U_U) delle cose, che volevo mettere in capitoli successivi, ma alla fine le ho fatte succedere in questo, quindi i prossimi avranno un andamento leggermente altalenante per quello che riguarda le tempistiche, un po' come già succede in questo. nella storia sono già passati "troppi giorni" e per come sono di solito costruite le vicende di Saint Seiya, i fatti salienti si svolgono nell'arco di poche ore, quindi .... è arrivato il momento di far succedere qualcosa. *evita tutte le armi di Libra, ma il vaffa le arriva dritto in faccia*

___________________________________________________________________________________________________________

Era stato troppo improvviso per rendersi conto davvero di cosa fosse successo. Una forza sconosciuta l’aveva letteralmente preso e gettato indietro nel mondo dei vivi. Tutto quello che di quella forza era riuscito a capire era l’enorme potere. Un Cosmo tanto potente da superare qello di Atena stessa ...
Aveva avuto meno di un secondo per capire dove fosse capitato. Aveva registrato solo che non si trattava del Santuario, del Jamir né di Goro Ho. Poi aveva dovuto lottare, ma non si poteva lottare con un’entità, non nel vero senso della parola. Ci aveva messo tutto il proprio spirito, aveva bruciato il proprio cosmo come per secoli non aveva dovuto fare, ma alla fine l’entità aveva vinto.
Era rimasto svenuto per quanto? Ore probabilmente. In quel momento si sentiva come se fosse rannicchiato in un angolo, in una stanza buia. Una cella, forse? No, era differente ... non era davvero una stanza. Non erano vere pareti. Era prigoniero nella sua stessa mente! Tutta la calma imparata in più di duecento anni come Grande Sacerdote minacciò di venire meno, ma riuscì a mantenerla. Si concentrò, cercando almeno di rendersi conto della gravità della situazione. Riuscì a sfiorare la coscienza di Mu, e di conseguenza quella degli altri jamiriani, ma fu solo un istante, un contatto minimo che gli costò uno sforzo enorme. Cercò di nuovo di capire come “uscire” da ... beh ovunque fosse, e tentò di espandere il proprio cosmo. Qualcosa lo bloccava, ma almeno ora vedeva l’esterno ... era su una spiaggia e stava fronteggiando le onde, ma non riconobbe il luogo.
“Ben svegliato, Shion” disse qualcuno, direttamente nella sua testa. Shion avrebbe volentieri sussultato, ma non aveva il minimo controllo sulle proprie azioni ...
“Avrei preferito che continuassi a rimanere addormentato, ma in fondo va bene anche così ... strano però, mi sarei aspettato un vecchio ...”
“La seconda volta che sono morto ero giovane di nuovo però.” Ribattè Shion, in quello che era il corrispettivo mentale di un borbottio infastidito. L’altro non rispose, si limitò a ridere, poi, Shion non riuscì a capire come, gli impose una specie di blocco. L’ex Grande Sacerdote si trovò impossibilitato a farsi sentire, anche se vedeva comunque, e sospettò che fosse proprio quello lo scopo di chi stava usando il suo corpo. Oh, quante battute sconce avrebbe fatto Dohko se gli avesse sentito dire una cosa simile ... in ogni caso poteva vedere e sentire, ma non muoversi o comunicare in nessuno modo ... anche se effettivamente si stava muovendo ... vide uno scrigno in tutto e per tutto simile a quello della Cloth dell’ariete, ma bianco anziché dorato. Un bianco candido, quasi accecante. Vide una propria mano allungarsi a sfiorare lo scrigno, e lo sentì vibrare al proprio tocco. Lo scrigno si aprì, e l’armatura gli si dispose addosso, anche se Shion non ne sentì il peso. Non sentì nemmeno quello che l’armatura avrebbe potuto dirgli, e non percepiva i pensieri di colui che stava ... ospitando. Era una cosa che lo infastidiva infinitamente. Lui poteva percepire anche il minimo incresparsi di un cosmo, la coscienza dell’essere più piccolo, la mente di chiunque volesse, ma ora era bloccato. Un jamiriano con la mente bloccata ... avrebbe riso a crepapelle se non fosse stato, di nuovo, sull’orlo del panico.
<< Oh, appena in tempo. >> sentì dire alla propria voce. Si girò, e si sentì mancare il fiato. Dohko era li, con Saga e Shiryu.
<< Questa volta non ho cavalli, Laocoonte ... >> sospirò Dohko << Né veri né di legno ... >>
<< Alla fine non fu un mio problema, Apollo ce l’aveva già con me per altro ... ma apprezzo la cosa, Ulisse ... >>
Ulisse? Shion avrebbe sgranato gli occhi se avesse potuto, invece era relegato in quel dannato angolino di coscienza ... Anche Dohko era forse posseduto, quindi? Lo guardò. Gli sembrava così minuto, in mezzo a Shiryu, che era diventato decisamente alto, e Saga, che era sempre stato imponente. Ed era privo di armatura, cosa che lo faceva apparire ancora più piccolo e fragile ... lo vide inginocchiarsi sulla sabbia, posando a terra anche le mani
<< Lascia libero Shion, ti supplico ... >>
<< Maestro ... >> uscì all’attuale Saint di Libra, in un sibilo colmo di preoccupazione. E Shion capì che Dohko non era posseduto. Dohko era la reincarnazione di Ulisse. Aveva visto che sarebbe successo, lo aveva letto nelle stelle, molti, moltissimi anni prima, come aveva potuto essere così stolto da farsi trovare impreparato?! Non poté fare nulla per impedire a Laocoonte di colpire, anche se si sentì straziare. Stava colpendo Dohko! Non riuscì a fermarsi in nessun modo, ma Libra si mise in mezzo, parando il colpo con lo scudo. Il sollievo l’avrebbe fatto piangere, se avesse avuto anche solo un minimo controllo di quello che Laocoonte faceva.
<< Lasciami andare, Ulisse ... >>
Un momento, allora pure Shiryu era una reincarnazione?
<< Non ... non posso ... >>
Il mormorio di Dohko gli lacerò il cuore. Riuscì a prendere la supremazia per un attimo, anche se sentiva di star bruciando tutto il proprio cosmo
<< Portalo via. E Saga ... adesso! Lo tengo! >>
Il Saint di Gemini lo guardò, come se avesse detto qualcosa di terribile, mentre Shiryu si affrettava a prendere in malo modo Dohko, allontanandolo da li
<< Non ... >>
<< Non riesco a cacciarlo fuori, dobbiamo fare alla vecchia maniera! Colpiscimi! >> sibilò Shion
<< Non reggerò ancora molto! >>
Saga però scosse la testa. Gli dei avevano giocato troppo con quegli uomini, si trovò a pensare Shion. Avevano giocato troppo con loro, ed ora erano allo stremo. Dei gusci vuoti. Senza il minimo residuo di combattività ...
<< Richiama Arles, se necessario! >> sibilò Shion. Sentiva Laocoonte scalpitare, urlare nella sua testa di non dire idiozie, che sarebbero morti entrambi. Lo sapeva, ma dopo un paio di volte ci si fa l’abitudine, si trovò a pensare. Saga serrò la mandibola. Non avrebbe richiamato Arles, ma non era di certo da lui non fare quello che doveva. Il colpo però partì un istante troppo tardi, Laocoonte riprese il controllo e si teletrasportò in un altro luogo, che Shion non ebbe il tempo di vedere, perché perse conoscenza.
 
Saga cadde in ginocchio, guardandosi le mani, poi guardò il luogo da cui Shion ... no, Laocoonte era appena scomparso. L’aveva ferito, ma solo lievemente, si era teletrasportato.
<< Non ho fatto in tempo ... >> mormorò. Dohko si lasciò cadere in ginocchio accanto a lui, in silenzio, le mani affondate nella sabbia. Shiryu, in piedi dietro di loro, si limitò a sospirare
<< Sai, pensavo ... quasi speravo ... che tu non avresti esitato ... >> mormorò Dohko dopo un po’. Saga appoggiò anche i gomiti a terra, posando poi la fronte sulle braccia incrociate. Si sentiva stanco, svuotato ...
<< Scusa. >> mormorò Dohko, posandogli una mano sui capelli, con un modo di fare che a Saga ricordò lo Shion che aveva conosciuto al Grande Tempio, quando vi era appena arrivato, il che non lo aiutò certo a sentirsi meglio ... si rannicchiò ulteriormente, cercando di riprendere almeno un minimo di controllo. Quando finalmente alzò il viso, Dohko era seduto a gambe incrociate, guardando un punto in mezzo ala sabbia, davanti a loro, Shiryu seduto accanto a lui nella medesima posizione
<< Ilio sorgeva proprio li ... >> mormorò << La città che ho distrutto ... >> una smorfia gli attraversò il viso << Priamo ... eravamo amici! Se ... se non avessi ... >> si passò le mani sul volto e Saga sentì tutto il suo turbamento investirlo come un’onda
<< Se non avessi partecipato, adesso ... saremmo ancora morti, punto! Senza dover combattere ancora ... senza dover di nuovo combattere tra di noi ... >> la voce gli venne  meno.
Saga si girò a guardarlo, poi abbassò di nuovo il viso, cercando di mettersi quantomeno seduto
<< Se non avessi lasciato che la mia parte malvagia ... >> iniziò
<< Saremmo nella stessa situazione. Qualunque cosa avessimo fatto. Credete davvero che abbiamo mai avuto scelta nel nostro destino? >> sospirò Shiryu. O molto più probabilmente era Diomede a parlare in quel momento. Non conosceva bene l’ex cavaliere del Dragone, ora Saint della Bilancia, ma non gli era mai sembrato il tipo a cui il proprio destino fosse pesato. O forse ora gli pesava per quello che era successo a sua moglie?
<< Non sono riuscito a farlo di nuovo ... >> mormorò dopo qualche attimo di silenzio. Dohko si girò a sorridergli leggermente, annuendo
<< Torniamo al Santuario. Per ora è ferito, non potrà fare danni ... non altri quantomeno. Dobbiamo fare rapporto ad Atena. >> dicendo così, il Maestro di Goro Ho si alzò. Shiryu gli fu subito accanto 
<< Possiamo cercarlo adesso ... il “suo” como lo sentiamo ... >>
Dohko si accigliò, annuendo, poi si girò verso Saga, che si trovò suo malgrado ad annuire, anche se non se la sentiva per nulla ...  In quell’istante Shiryu si portò le mani alla bocca, a reprimere un grido, cadendo in ginocchio. Saga vide Dohko impallidire ed avvicinarsi al proprio allievo, e sentì il cosmo del dragone affievolirsi moltissimo, sostituito da un altro ... un cosmo simile a quello di Atena, ma senza possederne il suo calore né tantomeno la sua benevolenza. Il cosmo di Shura esplose e si spense, cosa che strappò un lamento a Shiryu. Sentirono altro, troppo, non riuscivano a capire cosa stesse succedendo. Anche lui cadde in ginocchio, quando il cosmo della dea ebbe un picco  per poi divenire all’improvviso solo un debole lumicino. Guardò gli altri due. Shiryu sembrava un cadavere, se non fosse stato per il tremito che lo scuoteva: aveva lo sguardo vitreo ed il viso di un pallore che tendeva al grigio. Dohko lo sollevò con estrema fatica e gli lanciò uno sguardo supplichevole. Saga sussultò vedendo le lacrime solcare il volto di Dohko
<< Temo che Shion dovrà attendere ... >> ironizzò, con la voce che gli tremava. Saga annuì. Con uno sforzo enorme riuscì ad alzarsi. Si passò un braccio diShiryu attorno alle spalle, espanse il cosmo e teletrasportò tutti e tre al Santuario. Non sapeva nemmeno di esserne capace, ma di certo Dohko in quel momento non poteva usare il proprio cosmo, era troppo instabile. In quanto a Shiryu ... sembrava una bambola di pezza acui avessero tolto l’imbottitura. La luce che li aveva avvolti si dissolse e Saga guardò il Grande Tempio
<< Ci attaccano dall’interno ... >> mormorò Dohko
<< Non era mai ... >> successo prima, stava per dire Saga, ma un’ondata di angoscia gli fece bruciare gli occhi: lui stesso l’aeva fatto, un tempo ... Dohko gli posò una mano sulla spalla
<< Vai avanti. Io cerco di ... >> indicò Shiryu con un cenno. Saga guardò a sua volta il saint di Libra, che ora era rannicchiato sull’erba bruciata dal sole
<< Ci riuscirai? >> gli chiese. Dohko si strinse nelle spalle con un mezzo ghigno
<< Ci so fare con i ragazzini. >> borbottò. Saga allora annuì e corse verso le Case. Venne fermato però quasi subito da un muro invisibile. Un Crystal Wall pi+ forte sia di quello di Mu che di quello di Kiki. Al di la di esso, Shion sorrideva.
<< Laocoonte ... >> sibilò Saga
<< Non pensavo ti avrei rivisto tanto presto, evidentemente non solo il mio ospite ha determinati poteri. Interessante ... >>  
Saga serrò la mandibola, sperando che Dohko fosse ancora alle prese col ragazzino
<< Another Dimension >> così, per siurezza, si disse. Il Crystal Wall non resse
 
Raki sgranò gli occhi, mentre gli attrezzi le scivolavano di mano e la stardust sand volava in tutte le direzioni, ricoprendo il pavimento di polverina dorata. Si fasciò in tutta fretta i polsi, mentre Kiki, col visto stanco e tirato, la raggiungeva vestendo la cloth. Non riuscì a dirgli di tornare a letto, e quando lui si precipitò verso la scalinata, per raggiungere la tredicesima Casa il più in fretta possibile, lei non poté far altro che affiancarglisi
<< Raki ... >> la ammonì lui, mentre la ragazza gli prendeva un polso, con una forza ed una fermezza che non ci si sarebbe aspettati da una persona tanto esile. Non c’era tempo. Aveva sentito un pensiero ben distinto. “Finalmente”. E non era una voce che conoscesse. Nello stesso istante il cosmo di Ryuho si era affievolito in maniera preoccupante ed improvvisa, enendo sostituito da un altro, potentissimo sicuramente non benevolo. Il cosmo di Shura era esploso per poi scomparire. Sentì altri cosmi eplodere, combattivi, compreso quello di Harbinger. Poi quello della loro dea si affievolì, cosa che non le impedì di materializzarsi con Kiki al fianco all’intern della sala delle udienze. Sussultò ed avrebbe squittito, se non si fosse istintivamente premuta entrambe le mani sulla bocca: Ryuho era davanti a loro. Dava loro le spalle, ma la ragazza lo conosceva fin troppo bene. Atena era incatenata al trono e solo un piccolo fremito nella sua espressione rassicurò la saint sul fatto che la loro dea fosse ancora viva. Si guardò attorno e seguì lo sguardo di Kiki. Harbinger era accasciato contro una colonna rotta, svenuto in una pozza del proprio sangue. Ma almeno era vivo ...
<< Oh ... >> disse Ryuho in quel momento, girandosi verso di loro. Aveva gli occhi chiari, notò Raki. Ed i capelli erano pi+ mossi del solito.
<< Un paio dei tuoi cani da guardia sono stati pi+ veloci di quanto pensassi e hanno eluso i figli di Ilio ... >>
<< Ryuho ...? >> mormorò Raki, facendo un passo in avanti. Kiki la lanciò dietro di sé, lanciando al contempo un Crystal Wall, mentre un’onda di luce dorata si abbatteva su di loro. Un’onda di luce solare ... Vennero sbalzati indietro. Raki sbattè la schiena contro una colonna. Kiki le scivolò accanto, sorpreso, ma non ferito. Il muro aveva retto all’impatto e, a parte lo spostamento d’aria, i due non aevvano avuto danni. Raki però non riuscì a non pensare alla ferita di Kiki, ma lui si voltò a guardarla, rassicurante. Entrambi si girarono di scatto quando la porta, che si accorsero solo in quell’istante essere sigillata, iniziò a scricchiolare. Una miriade di piccole radici la stavano crepando e infine, con uno schianto finale, esplose in mille pezzi
<< Ci si rivede, Pisces. >> disse Ryuho, alzando un sopracciglio. Non Ryuho, si costrinse a ricordarsi Raki
<< Si, ma questa volta sei dalla parte sbagliata. E ti ricordavo piè alto, Apollo ... >>
Raki si sentì mancare il fiato
<< E’ il figlio di Shiryu ... >> mormorò Kiki. Lo sguardo di Aphrodite lo bloccò sul posto. Raki trattenne il fiato vedendo quanto dolore ci fosse in quegli occhi. Cercò di discernere le varie esplosioni di cosmo attuali e nella memoria recente, e di capire chi mancasse ... Shura non c’era proprio più, notò. Non ne sentiva nemmeno la coscienza. Ricordò che era al capezzale di Ryuho, per accudirlo, doveva essere stato colto cmpletamente alla sprovvista ... Aphrodite serrò la mandibola e tornò a fissare il dio. Quello ridacchiò
<< Non ho certo tempo da perdere con voi. >> disse. Raki percepì il movimento nella sua mente un secondo prima che il dio lo compisse ed ebbe il tempo di lanciarsi e buttare a terra Kiki e Aphrodite. Si ritrovarono comunque, piuttosto ammaccati, furi dalla sala delle udienze. E la sala era salita di parecchi metri tutto d’un colpo. Il caldo si fece improvvisamente insopportabile, mentre le pietre cadevano dalle pareti esterne della tredicesima casa, man mano che la terra al di sotto di essa si alzava. Kiki evocò un Crystal Wall, proteggendoli. Raki si trovò ad urlare il nome di Atena, il viso rigato dalle lacrime, ma inutilmente. Poi la terra smise di salire. La sala delle udienze era rimasta l’unico elemento della Tredicesima, su un piastro di roccia. Il resto, compresa la terrazza, era crollato tutto attorno. La sala era all’altezza della testa della statua di Atena ed era circondata da impenetrabili pareti trasparenti. La situazione parve calmarsi
<< Come hai fatto? >> chiese Aphrodite, accigliandosi. Raki lo guardò, senza capire
<< Ci avrebbe polverizzati, invece siamo solo stati sbalzati via ... si è trattato di quanto, un decimo di secondo? >> continuò Pisces. Raki scrollò le spalle
<< Anche gli dei pensano ... >> mormorò. Guardò Kiki, che aveva il fiato corto e cerchi scuri attorno agli occhi
<< Approfittiamo del momento e risistemiamo la capra, ti va? >> sbuffò Aphrodite, alzandosi ed aiutando Kiki ad alzarsi. Quello serrò gli occhi e crollò a terra nuovamente
<< Maestro! >>
<< Maledizioni fottute. >> sbuffò Aphrodite, sollevando Kiki tra le braccia. Si bloccò un momento e Raki seguì il suo sguardo: miigliaia di ombre nere stavano circondando il Santuario, accalcandosi contro le barriere erette dal cosmo di Atena
<< Ti ha addstrata bene? >> chiese Aphrodite, mentre scendeva la scalinata verso la dodicesima casa
<< Si. >> sbuffò Raki << E meno male che sono una telepata, perché capire dove vuoi andare a parare con le tue domande sarebbe impossibile per chiunque altro ... >>
Aphrodite fece una smorfia che forse voleva essere un sorriso
<< Lo dice anche Shura ... >> mormorò. Raki quasi cadde sentendo l’ondata di dolore del saint mentre la sua mente cambiava in automatico il verbo al passato. Gli appoggiò una mano sul braccio e lui si girò, sorpreso. Poi si accigliò
<< Te lo risistemo, so che erbe usare. Ma solo perché ti devo la vita. Ma non azzardarti ad entrarmi nella testa, mocciosa. >>
Lei gli fece una linguaccia, poi si teletrasportò all’entrata del Santuario. Sentiva altri intenti a combattere. Vide Dohko, chino su Shiryu e li raggiunse. Si dovette concentrare solo un istante per raggiungere i pensieri di Shiryu
<< E’ vivo! >> disse ad alta voce e con la mente << Ryuho è vivo ... solo ... è Apollo. >>
Dohko alzò il viso su di lei. Seguì con lo sguardo il dito con cui lei indicava la sala delle udienze, ora su un pilone di terra e roccia, irraggiungibile. Poi chiuse gli occhi per un momento, massaggiandosi le tempie
<< Shura? >> chiese. Raki scosse la testa, mordendosi il labbro inferiore per frenare le lacrime. Doko sospirò. In quell’istante Shiryu sembrò tornare in sé almeno quel tanto che gli bastò per fare un sorriso amaro
<< Mia moglie è Andromaca. E mio figlio ... Apollo ... >> disse, nel tono più incredulo che Raki avesse mai sentito. Poi prese unìespressione risoluta, alzandosi in piedi
<< Beh, visto che tra poco ci sarà una kamui, vediamo se a me riesce una cosa ... >> borbottò Dohko. Si concentrò un istante e l’armatura del Dragone lo raggiunse, disponendoglisi addosso
<< Questo è troppo surreale perfino per me ... >> mormorò Shiryu
<< E non vuoi sapere quati anni sono passati dall’ultima volta che ho vestito quest’armatura ... >> replicò Dohko. Shiryu gli regalò un minuscolo sorriso. Poi si girarono verso l’orda che spingeva ontro le barriere invisibili che circondavano tutto il Grande Tempio, le stesse che impedivano alle persone normali di trovarlo ... Raki si accigliò un momento. Aveva sbagliato i calcoli, si rese conto, ma ora sapeva esattamente cosa fare. Si trasportò alla prima Casa, recuperò i suoi attrezzi e tornò alla barriera. Sperò che la stardust sand bastasse ... e di non morire dissanguata ... 


____________________________________________________________________________________________________________

Nessuna preferenza per i jamiriani, nono ... 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** 19 ***


Mi doppio, prima di dimenticarmi cosa volevo far succedere X°°D Poi filo a dormire, che sono le 5 O.O


 Era stato quando Camus aveva sentito uscire imprecazioni molto scurrili dalle labbra di Mu che aveva deciso di raffreddare un po’ l’aria attorno a loro. Mu non aveva una cloth al momento, e li aveva teletrasportati da un cucuzzolo di montagna all’altro negli ultimi quattro giorni, quindi dovette dargli atto che poteva anche essere stanco, dopotutto. Ed in effetti solo Ikki sembrava non avere problemi con il caldo, ma dopotutto gli era giunta voce che meditasse all’interno dei crateri dei vulcani, quindi doveva essere quantomeno abituato. Shaina non si era espressa a riguardo, anche se trovare l’everest senza neve aveva fatto uscire il suo lato meno fine, seppure per mera sorpresa
<< Penso sia proprio qui. >> disse Mu ad un tratto. Era pallido come un morto e sudava nonostante Camus stesse rilasciando abbastanza freddo da ghiacciare l’intera zona circostante ... che però non stava ghiacciando proprio per nulla.
<< Qualcosa non torna ... >> mormorò Shaina << Non dovremmo stare tipo ... gelando? >> chiese
<< Io sto funzionando correttamente, ma ... >> borbottò Camus, iniziando a senirsi anche piuttosto stanco.
<< Ora capisco perché servivo qui.  >> sospirò Ikki, indicando qualcosa proprio davanti a loro. Camus si accigliò: non vedeva assolutamente nulla. Ikki sbuffò grattandosi un sopracciglio, pensoso
<< Non fate un solo passo in più, fidatevi. >> disse solo. Poi si slanciò verso di loro, lasciandoli parlizzati per lo stupore
<< Reverse hoo genma ken! >>
Camus incassò il colpo con un grido di sorpresa. Sentì Shaina imprecare, mentre Mu non disse nulla se non
<< Oh ... >>
Camus sbattè velocemente le palpebre e fu come se un velo gli si togliesse da davanti agli occhi: a pochi metri da loro una colonna di fuoco saliva verso il cielo, bucando l’atmosfera.
<< Te lo sei inventato questo?! >> chiese Shaina a Ikki, riferendosi al colpo. Lui scrollò le spalle
<< Ho dovuto improvvisare ... >> si giustificò
<< Bella improvvisazione. Adesso sappiamo dov’è l’aggancio ... oh, sono ben più di uno ... che facciamo? >> chiese ancora Shaina. Calò il silenzio. Camus si guardò attorno. Erano circondati da quattro pilastri infuocati, non aveva idea del diametro di ognuno. Capì che se avesse smesso di raffreddare l’aria attorno a loro, sarebbero morti carbonizzati, cosmo o no
<< Mu, hai una mira orrima, un centimetro più in la e saremmo tornati nell’ade ... >> mormorò
<< Non ci terrei a seguirvici ... >> brbittò Shaina
<< Me non mi ci vogliono ... >> sbuffò Ikki, facendoli ridacchiare. Poi tornarono a guardare i pilastri
<< Non posso smettere di abbassare la temperatura, moriremmo ... >> fece notare Camus, prima che qualcuno gli suggerisse di ghiaggiare i pilastri. Anche se forse era l’unica idea sensata ...
<< Cosa proponi, un’Athena Exclamation con un silver, un bronze e un non più gold? >> chiese Shaina. Camus si morse la lingua per non risponderle male
<< Potrei provare ad allargare l’influenza delle energie fredde con la telecinesi ... >> disse Mu, pensoso. Camus si girò a guardarlo, poi annuì
<< Tra poco farà veramente freddo ... spero. >> avvertì. Espanse il proprio cosmo fino ai limiti, per raggiungere lo zero assoluto e Mu spostò i 3/4 della massa di aria che stava ghiacciando su uno dei pilastri. Per un momento sembrò quasi spegnersi, poi però ebbe una vampata e sarebbero stati schizzati di pioggia incandescente se Mu non fosse stato in grado di usare il Crystal Wall
<< Io posso solo scaldarli, mi sento un pelino inutile ... >> borbottò Ikki
<< Credo che il tuo comito fosse davvero quello di trovare trovare dove stesse l’illusione ... certo che se ogni tanto avessimo un paio di indizi in più ... >>
Camus guardò sorpreso mu. Sembrava abbattuto
<< Servirebbe qualcosa di ... tagliente ... o affilato ... una lama di ghiaccio? >> iniziò a borbottare Shaina
<< Servirebbe Shura ... >> sbuffò Mu. Camus lo osservò, ricordando che anche quand’erano piccoli non riuscire a capire come fare le cose lo irritava immensamente. Poi si accigliò
<< Se togli il Crystal Wall dovremmo resistere qualche secondo. Il tempo per un attacco combinato e lo rimetti >>
<< Ma l’abbiamo già provato un attacco combinato ... >> fece notare Mu
<< Non era la combinazione giusta forse. >> sbuffò Camus. Gli sembrava davvero di essere tornato a quando avevano sette anni. Mu lo fissò per un attimo, poi annuì, pronto al minimo segnale
<< Shaina, tocca a te. >>
<< Cosa? ... >>
<< Sei l’unica tagliente qui. E io ho il ghiaccio ... >> ma perché doveva sempre spiegare tutto almeno due volte? Shaina annuì. Mu tolse il Crystal Wall. Thunder Claw e Aurora Execution partirono all’unisono e si abbatterono sul pilastro. Mu rimise il Crystal Wall e rimasero a guardare, con il fiato sospeso ed il sudore che colava loro negli occhi e lungo la schiena. Il pilastro da rosso divenne arancio, poi giallo, verde, azzurro. Infine arrivò il bianco ed il ghiaccio si fendette esplondendo in polvere di diamanti. Rimasero un momento in silenzio tutti e quattro, sbalorditi
<< Ha funzionato ... >> mormorò Ikki.
<< Adesso gli altri tre. >> ordinò Camus. In una decina di minuti, i primi quattro pilastri furono distrutti. Mu potè togliere definitivamente il Crystal Wall, ma era troppo stanco per teletrasportarli sulle ulime cime che ancora mancavano
<< Almeno adesso si respira un attimo. >> fece notare Shaina
<< Dobbiamo rifare tutto solo un’altra decina di volte. >> ironizzò Camus.
<< Come sappiamo quanti cercarne e dove cercarli? >> chiese Ikki, accigliandosi. Nessuno seppe dargli risposta
<< Dobbiamo spostarci di qui però ... non tutti sono jamiriani abituati all’aria rarefatta ... >> fece notare Camus, evitando per un pelo che Shaina cadesse di lato sbattendo la tempia contro le rocce. Che morte stupida sarebbe stata per una saint, si trovò a pensare. Fu Ikki a teletrasportarli pi+ in basso, sorprendendoli tutti
<< Quando hai imparato? >> chiese Mu, sgranando gli occhi. Ikki si strinse nelle spalle
<< Non ne ho idea. >> ammise. Shaina intanto riprese conoscenza e si mise a sedere, imprecando
<< Che accidenti ... >>
<< Aria rarefatta. >> spiegò Mu, laconico. Camus lo osservò, trovandolo assorto in qualche pensiero. Gli toccò la spalla un momento per richiamare la sua attenzione e lui si riscosse
<< Stavo pensando che ... forse ci tocca solo un altro paio di volte ...Zeus con i suoi fratelli si era diviso in tre parti il dominio ... >>
<< Dobbiamo tornare negli Inferi e da Poseidone? >> chiese Ikki, sconvolto
<< Non credo sia così complicato. >> disse, indicando una luce molto forte sul versante opposto della montagna rispetto a loro
<< Andiamo a vedere ... >> sospirò Ikki teletrasportando tutti. Camus apprezzò l’accotezza nel far risparmiare energie a Mu.
Una volta che furono sull’altro versante individuarono la fonte della luce in altri quattro pilastri, piuttosto lontani in realtà, che svettavano da una gola all’apparenza molto profonda
<< Andiamo. >> sospirò Ikki
<< Stavolta lascia fare a me. Mi fido abbastanza della mia mira. >> borbottò Mu
<< La dentro la temperatura sarà molto pi+ alta che quand’eravamo in cima alla montagna, Mu. Ci servi riposato, dovrai fare un muro piuttosto spesso. >> lo rimproverò Camus
<< E se Ikki sbaglia mira? >>
Ma Ikki non lasciò loro il tempo di avere dubbi, portandoli esattamente al centro della zona delimitata dai quattro pilastri. Mu si affrettò a lanciare il Crystal Wall, prima che perdessero tutti quanti i sensi per il caldo. Fu in quel momento che sentirono il cosmo di Shion esplodere e spegnersi. Camus si girò verso Mu, che però rimase saldo
<< Non abbiamo tempo. >> sibilò. Camus annuì, fingendo di non vedere le lacrime che improvvisamente gli rigarono il volto. Agirono come con i pilastri precedenti, poi Ikki li trasportò frori dalla gola, al limitare di un vasto tratto pianeggiante dove si lasciarono cadere a terra per riprendere fiato. Mu si asciugò gli occhi con un gesto deciso. Si alzò, guardandosi attorno, cercando di orientarsi, e Camus si chiese cosa stesse realmente passandogli per la testa ...
<< Siamo in guerra, Camus. >> replicà Mu, secco, facendogli ricordare che poteva leggergli nella mente
<< Cosa c’è la? >> chiese Ikki, indicando quattro pilastri infuocati che si vedevano chiaramente pur essendo molto lontani. Camus strinse gli occhi frugando tra le proprie informazioni geografiche
<< Ha importanza? Ci sono quattropilastri e noi dobbiamo distruggerli. >> replicò Shaina
<< Volevo evitare di annegare, visto che cimanca la parte acquatica della cosa. >>
<< Dovrebbe essere il lago Imja. >> rispose Mu << Le notizie lo davano in via di prosciugamento, quando siamo partiti. Non annegheremo. >>
Ikki annuì e li trasportò. Mu eresse il muro per proteggerli dal caldo. Fu Ikki a vacillare in quel momento, sentendo chiaramente un cosmo molto giovane scomparire e venire sostituito da uno molto antico, potente e al momento malevolo
<< Cosa cazzo ... >> mormorò, scostandosi in malo modo da Shaina che l’aveva sorretto. Sentirono tutti Shura,e  Camus dovette ammettere di essere rimasto senza fiato per un attimo. Era dunque così forte il legame tra i loro cosmi e tra le gold cloth? Guardò Mu, che teneva gli occhi chiusi
<< Non abbiamo tempo! >> ripeté. Camus annuì. Tentò di ignorare il Cosmo di Harbinger e tutti i picchi di quelli che stavano combattendo. Insieme a Shaina distrussero due pilastri. Poi si trovò in ginocchio improvvisamente. Il cosmo di Atena era ...
<< Non può essere ... >> mormorò Shaina
<< C’è ancora, è debole, ma c’è ... >> mormorò Mu. Camus si rimise in piedi, ignorando le lacrime che gli avevano bagnato il volto.
<< Muoviamoci! >> gridò Ikki, prendendo al volo Mu che era crollato improvvisamente. Camus puntò agli ultimi due pilastri in contemporanea, guidato dalla forza della disperazione. Sentì il grido irato di Shaina e capì che anche lei aveva fatto lo stesso. I pilastri cedettero. Ci fu un momento di totale immobilità dell’aria tutto attorno, assoluto silenzio e staticità completa, poi un frastuono come di trombe stonate e frane di pietre ed uno spostamento d’aria che li lanciò per quasi un chilometro. Camus batté violentemente la schiena a terra. Sentì Shaina imprecare ed un rumore sordo,come un colpo di tosse, da parte di Ikki. Quando si girò a ercare Mu, si rese conto che Ikki non l’aveva lasciato andare
<< Sta bene. E’ solo esausto. Ma pesa più di quanto sembri ... >> borbottò il saint. Camus sorrise, sollevato, e si alzò, raggiungendo i due ed aiutando Ikki. Shaina rimase seduta, come intontita
<< Dobbiamo tornare al Santuario ... >> singhiozzò. Camus fece per risponderle che forse era il caso di riprendersi un momento, ma le forze lo abbandonarono improvvisamente. Cadde in ginocchio, sotto gli occhi stupefatti di Shaina e Ikki. Poi si alzò, senza avere il minimo controllo sui propri movimenti. Toccò la tempia di Ikki
<< Risvegliati. >> disse, con una voce che non gli apparteneva. Poi perse conoscenza.
 
Milo era quasi arrivato alla casa di Leo, stravolto per quello che stava succedendo. Aveva deciso che andare da ... Achille fosse una buona idea per tentare di capirci qualcosa. Aveva visto la tredicesima casa andare in frantumi lasciando solo la sala delle udienze in bilico su terra e rocce. Sapeva che Atena era la, non era inciampato durante la corsa solo perché sentiva ancora il suo cosmo, seppure molto debole. Volutamente non aveva nemmeno pensato a Shura, quando era passato. Un frastuono tremendo era risuonato in cielo, quasi assordandolo, e si era alzato improvviso un fortissimo vento che però, improvviso com’era venuto, era sparito. Poi si sentì mancare il terreno sotto i piedi
<< Milo, respira ... >>
Scorpio mise a fuoco Aiolia, rendendosi conto di essergli caduto addosso.
<< Non di nuovo ... >> si trovò a singhiozzare. Il cosmo di Camus era scomparso. Non lo sentiva. C’era solo un vuoto orrendo, che gli aveva tolto il fiato e tagliato le gambe. Aiolia lo fece sedere e Milo si piegò in avanti, tentando di riprendere il controllo. Si passò le mani sul viso, sentendo la mano di Aiolia sulla propria schiena, nonostante l’armatura. Poi si rese conto di un’altra assenza. Se ne rese conto solo ora perché era molto vicino al luogo dove invece quell’assenza non ci sarebbe dovuta essere. Si girò a guardare Aiolia, sconvolto, ma quello gli sorrise
<< Ho solo dovuto risvegliarla ... lo? ... oh, sarà un bel casino quando avrà tutti i ricordi ... >>
Milo alzò un sopracciglio
<< Non mi dire ... Patroclo? >>
Aiolia si strinse nelle spalle
<< Cazzo, allora era proprio destino. >> si trovò a dire, sorridendo suo malgrado. Come invece sembrava dover essere destino che lui ...
<< Dovremmo andare a salvare Atena ... >> mormorò, tentando di tenere ferma la voce
<< Io devo rimanere qui finché non riprende conoscenza ... >> rispose Aiolia, posandogli una mano sulla guancia, preoccupato, come non aveva più fatto da quand’erano bambini. Milo fece una smorfia e distolse lo sguardo, imbarazzato. Così facendo notò qualcosa ai confini del perimetro del Santuario
<< Che accidenti sono quelli? E ... >>
Aiolia seguì il suo sguardo, e Milo gli si aggrappò ad un braccio per tirarsi in piedi.
<< Non sembrano molto forti ... >> mormorò Aiolia
<< Non è quello il problema ... sono ... infiniti ... >> balbettò Milo. Si portò una mano alla bocca, inorridito. Erano circondati, erano in pochi, moralmente a terra e le barriere sembravano li lì per cedere. Poi un’ondata rossa e oro imvestì le barriere che nascondevano il Santuario alle persone comuni e quando fu passata, le crepe erano scomparse.
<< Di chi era quel cosmo? >> chiese Aiolia. Milo si accigliò, non ne aveva idea
<< Kiki? >> tentò, visto il modo in cui la barriera si era comportata. Aveva visto come venivano riparate le armature, e la reazione era praticamente identica. Ma il cosmo di Kiki non era così dirompente ...
<< No, Kiki è alla dodicesima ... >> borbottò Aiolia. Milo si morse le labbra. Il cosmo che avevano sentito, che li aveva appena probabilmente salvati tutti, si stava affievolendo un po’ troppo in fretta per i suoi gusti. Infilò la scalinata alla velocità della luce e in un istante individuò Raki, accasciata contro una mezza colonna. Era lontana da chiunque altro, e quindi sola. Milo la raggiunse e lei socchiuse gli occhi. Milo fermò le emmoraggie e le fasciò i polsi, per poi rimetterle i bracciali dell’armatura
<< Non c’è tempo per me ... non sono abbastanza forte, non reggerà a lungo, bisogna riuscire a far andare via gli apprendisti ... tutti ... >>
<< Ci penso io. Tu riposa. Kiki ci rimarrebbe molto male se non ti trovasse. >> le disse. Lei gli rivolse uno sguardo interrogativo. Aveva già lo sguardo più vigile, notò Milo con una punta di sollievo. Poi gli occhi le si velarono di lacrime e allungò una mano verso di lui, ritraendola poi, a disagio
<< Che succede? >> le chiese Milo
<< Non a me ... >> disse Raki, scuotendo la testa e indicando Milo.
<< Giusto, leggi nella mente ... eppure dovrei essere abituato a Mu ... >> borbottò
<< Scusa ... >> mormorò lei, abbassando il viso
Milo non replicò. Si limitò a raggiungere un piccolo gruppo di saint tra cui spiccava Aldebaran
<< Ci sono troppi apprendisti ... >> gli disse. Il Toro irrigidì la mandibola, scuotendo la testa
<< Siamo circondati ... >> mormorò. Milo sentì l’istinto di rinnegare Atena, li, in quel momento, per la situazione in cui li aveva messi. Non ne aveva mai viste di peggiori, si rese conto. Sentivano i cosmi accesi per la battaglia da Palaestra e si chiedevano chi sarebbe tornato. E anche li c’erano persone troppo giovani ed inesperte ... e quell’infinità di ombre che ora, a vederle da vicino, erano armate come guerrieri dell’antica Grecia
<< Dove cazzo sono tutti?! >> si trovò a ringhiare,q uasi a sputare Milo. Aldebaran gli posò una mano sulla spalla
<< Saga sta affrontando qualcuno di ... forte. Ma non ho idea di dove sia. E ... li senti avvicinarsi, vero? >>
Milo si accucciò a terra, grattandosi furiosamente la fronte. Andromaca era vicina. E anche ...
<< Aiolos?! >> quasi gemette.
<< Peride ... >> lo corresse Aldebaran. Milo colpì forte il terreno con un pugno, poi si nascose il viso tra le mani
<< Non ce la faccio ... stavolta nonc e la faccio ... >>
Aldebaran lo tirò in piedi e lo schiaffeggiò tanto forte da fargli rintronare le orecchie. Milo lo guardò, sorpreso.
<< Capisco come ti senti. So che ci sei già passato. Ma siamo guerrieri di Atena! >> gli urlò in faccia, mentre le lacrime gli velavano gli occhi. Milo inspirò profondamente per calmare il proprio cuore. Chiuse gli occhi per scacciare i ricordi recenti. Ingoiò l’angoscia e la rabbia. Quando riaprì gli occhi era pronto
<< Dobbiamo trovare un modo per elminare questo ... piccolo problema ... >> disse, seppure un po’ titubante all’inizio. Aldebaran gli scompigliò i capelli, sorridendogli
<< La parte difficile arriva adesso. >> gli disse. Milo annuì. Lo sapeva. Fece un passo fuori dalla barriera ed iniziò a distribuire scarlet needle a chiunque avesse a tiro. Notò che ne bastava uno per abbattere quei soldati. Era chiaro che li avevano mandati solo per farli stancare. Un Great Horn aprì un varco enorme, che però si riempì subito.
<< Rozan Shoryuha! >>
<< Rozan Hyakuryuha! >>
<< Quando iniziano a volare draghi sai che sono arrivati i rinforzi ... >> ghignò Milo
<< Calmati tu. Dobbiamo trovare da dove arrivano se vogliamo sperare di sporavvivere. >> lo rimproverò Dohko. Milo si imbronciò, arrossendo per il rimprovero. Poi notò l’armatura. Ah, già. Il ragazzo se l’era preso Apollo ...
<< A est sembrerebbero essercene di più. >> fece notare Shiryu. Milo fece per lanciarsi nella direzione indicata, ma Shiryu lo bloccò, una mano sul braccio. Milo lesse comprensione nel suo sguardo, ma anche severità e si rese conto di essere più giovane e con meno esperienza in battaglia. Shiryu gli porse una delle spade di Libra. L’altra la diede a Dohko, che alzò le sopracciglia, poi sorrise con malcelato orgoglio per il proprio allievo. Ad Aldebaran diede una mazza e per sé scelce uno scudo
<< Adesso possiamo andare. >> decretò. Milo sorrise e spostò la spada nella mano sinistra, mentre si lanciava insieme agli altri formando un varco verso est.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** 20 ***


Ho usato un POV per me sconosciuto (War, se ho cannato puoi picchiarmi U_U). Un altro già usato, ma si sa che sono monotematca e propensa alle preferenze pi+ spudorate.
Credo di aver degenerato qua e la, OVVIAMENTE non ho riletto e penso pure di essere caduta nell'ooc, maaaaa shhhhh

________________________________________________________________________

Death Mask guardò gli altri tre guerrieri attorno a lui. Avevano scoperto che chi faceva passare le anime era Thanatos, anche se Caronte (interrogato in maniera un po’ poco carina da un saint di Andromeda piuttosto irritato) non aveva idea di chi avesse risvegliato gli dei gemelli. Tanathos, dal canto suo, aveva pensato bene di palesarsi mandando loro contro un esercito di soldati ombra, che avevano dato i brividi perfino a lui. Erano riusciti a sbarazzarsene in fretta, ma Tanathos era già scomparso. Poi avevano sentito in rapida sucessione sparire il cosmo di Shion, poi del ragazzino dragone, di Shura, e infine quello della loro dea, e si erano trovati a terra, a guardarsi, stravolti
<< Dobbiamo tornare al Santario! Atena ... >> riuscì a bisbigliare Seiya.
<< Il cosmo della dea c’è ancora. >> replicò Eden. Death Mask sbuffò. Era ancora bloccato a Shura, lui.
<< Dobbiamo finire la missione che ci ha assegnato. >> disse Shun
<< Possiamo usare il dieci percento del nostro cosmo, siamo esausti, Atena non ci può appoggiare e lui è un dio! >> sbottò Death Mask
<< Già, dimenticavo che noi da bronze gli dei li sconfiggevamo e tu dai bronze ti ci facevi sconfiggere. >> reolicò Shun, improvvisamente furioso
<< Non abbiamo l’aiuto di Atena questa volta! >> sibilò ancora Death Mask. Poi indicò con un cenno del mento un nuovo esercito di ombre che si avvicinava
<< E siamo solo in quattro. >>
<< Non possiamo arrenderci. >> mormorò Seiya, e Death Mask si chiese quando quei due si fossero scambiati il carattere, vista l’espressione afflitta del saint di sagitter. Shun fece per dire altro, ma le gambe gli cedettero all’improvviso spegnersi del cosmo della fenice, da qualche parte nel mondo sopra di loro
<< Shun ... >> mormorò Seiya
<< Shun san ... >> un filo di preoccupazione da parte di Eden. Death Mask si era limitato a sorreggerlo
<< Ti serve un attimo. >> gli disse, facendolo sedere. Shun però scosse la testa ed indicò l’esercito che si avvicinava
<< Non ce l’abbiamo un attimo. >> replicò, alzando lo sguardo e sorridendogli                                  
<< E mio fratello torna sempre. >> disse, con una luce estremamente rgpgliosa in fondo allo sguardo. Death Mask si limitò a dargli una pacca sulla spalla, poi si girò verso le ombre che li circondavano
<< Dobbiamo riuscire a bloccarli, altrimenti davvero non finiranno più ... >> fece notare Eden
<< E come potremmo fare?! >> si informò Death Mask, sarcastico. Eden fece per replicare, poi si accasciò improvvisamente a terra, come una marionetta a cui avessero tagliato i fili. Seiya e Shun sgranarono gli occhi in un’espressione talmente simile che a Death Mask scomparve anche l’ultimo briciolo di dubbio che lo stesso sangue scorresse nelle loro vene. Shun si avvicinò al ragazzo a terra, come cercando almeo un lumicino di Cosmo. Seiya rimase ipietrito, invece, troppo sconvolto per fare anche il minimo movimento.
Tanathos fece la propria ricomparsa, ridendo in maniera tanto fastidiosa che per la prima volta Death Mask sentì davvero il legame con il proprio predecessore, nonostante i due secoli abbondanti che li separavano. Chissà se sarebbe riuscito anche lui a spaccargli quel bel muso, si chiese, muovendosi quasi senza rendersene conto e sferrando un gancio totalmente umano ed assolutamente non cavalleresco al dio. Quello alzò un sopracciglio, sorpreso ed indignato per essere stato preso alla sprovvista, e di nuovo dal Saint di Cancer ... E Death Mask capì che per un momento la sua anima si era ricordata della vita precedente, di quand’era Manigoldo. Ma il momento era passato, si trovò a pensare, arretrando con un balzo, conscio di cos’avrebbe potuto scatenare
<< Come hai osato?! >> sibilò il dio.
<< La tua voce ... mi urta i nervi. >> rispose, stringendosi nelle spalle. Un Rolling Defense lanciato all’ultimo momento lo salvò dall’essere fatto a pezzi dal colpo di Tanathos. Death Mask si girò verso Shun, che si limitò a restituirgli lo sguardo alzando impercettibilmente un sopracciglio. Eden era ancora a terra, Seiya accanto a lui in posa difensiva. Delle ombre non c’era più traccia
<< Come avete fatto?! >> chiese
<< Un pugno a Tanathos e un Pegasus Suiseiken lanciato da Sagitter e puff, scomparsi ... >> siegò Shun
<< Le tue catene avrebbero dovuto spezzarsi! >> gridò Tanathos, ora veramente furioso. Shun si portò una mano al collo, prendendo la catenella da cui pendeva il medaglione e facendola ondeggiare
<< Non credo sarà tanto contento quando ti vedrà ... >> ironizzò. Tanathos fece una smorfia. Scomparve per poi riapparire accanto a Eden, posandogli un dito sulla fronte
<< Vedrete quanto sarete contenti voi ... >> ghignò. Fece per scomparire di nuovo, ma Pandora, apparsa da chissà dove, lo bloccò con la propria emplice presenza. Death Mask rabbrividì per la forza che sentiva emanare da quella ragazza all’apparenza tanto giovane
“Giovane, bella e tremendamente potente” pernsò una voce che non era la sua. Si trovò relegato in un angolino della propria mente, senza riuscire a controllare i propri movimenti
“Che cazzo...?!”
“Come siamo scurrili! Non ti agitare, siamo alleati!”
“E che minchia me ne frega! Ridammi il mio corpo, stronzo!”
Silenzio, nessuna risposta. Si trovò ad avvicinarsi a Shun e Seiya, guardando Eden che, pian piano riapriva gli occhi e si metteva a sedere, cercando di capire cosa gli fosse successo
<< Porto Tanathos dal Sommo Ade. Voi vedete di tornare al Grande Tempio al più presto. Non abbiamo guerrieri per aiutarvi, ma almeno possiamo rimandare voi dove servite. >> disse Pandora, per poi incalzare Tanathos usando il proprio tridente
<< Non avresti nessun potere se non fosse per noi! >> sibilò Tanathos
<< Cammina. >> sbuffò lei, per poi scomparire col dio. Intanto Eden era scattato in piedi e li guardava con sospetto. Soprattutto guardava lui con sospetto
<< L’ultima volta ci sei scappato, ragazzino ... >> si trovò a ghignare Death Mask
“Smettila di parlare con la mia voce, i fa impressione!” sibilò mentalmente il Saint
“Oh, taci se non vuoi che ti metta a dormire!” rispose l’altro
<< Grazie al favore degli Dei! >> rispose Eden, in guardia.
“E adesso questo chi sarebbe?!” chiese Death Mask, sempre più confuso
<< Forse il favore degli Dei è cambiato, Enea. Ce ne sono tre di noi ... >>
<< Noi?! >> chiese Seiya, come riprendendosi all’improvviso.
<< Agamennone, per servirvi. >> si trovò a dire Death Mask, inchinandosi platealmente
<< Lascia andare Death Mask! >> sibilò Shun, stringendo la catena
<< E perché mai? Andiamo così d’accordo io e lui ... >>
“D’accordo un cazzo!” sbraitò Death Mask nella propria mente
<< Non dovremmo uscire di qui? E salvare la vostra Dea, mi risulta ... nostra ...  >>
<< Un momento, con la reincarnazione non sei tornato da Apollo? >> si informò Agamennone
<< Non lo so. Troppi ricordi accavallati, al momento. Troppe battaglie. Reincarnarsi da semidio in un semidio fa parecchia confusione ... >>
<< Potresti tornarci utile come prigioniero ... >> mormorò Agamennone
“Piantala di parlare per me!” ringhiò Death Mask
“Tu taci.” Sbuffò Agamennone
<< Tu, ragazza, usa un po’ quelle catene in maniera utile. >>
Death Mask scoppiò a ridere nella propria mente, senteno lungo la propria schiena il brivido gelato di terrore che Agamennone provò quando Shun si girò a guardarlo
<< Non usarle su di lui, se lo rompi poi ti trovi di nuovo dissanguato ... >> sospirò Seiya, posando una mano sulla spalla di Shun. Quello sbuffò, poi si girò verso Eden ... oh, no, Enea
<< Andiamo, ragazzino. So che non oporrai resistenza. Mi sembri ragionevole e ... sei comunque Eden, in questa vita, no?  >>
Enea annuì, sorridendo. Poi si accigliò leggermente
<< L’idea di Agamennone però non è malvagia ... Mia madre potrebbe diventare un’alleata, sapendomi in mano vostra. Anhe la sua relazione, ehm, poco chiara con Ares potrebbe essere usata a nostro vantaggio ... >>
Death Mask sentì il proprio sopracciglio sinistro scattare verso l’alto e Agamennone fischiò
<< Non sei stupido, ragazzino. >>
“Se te l’ha messa in culo secoli fa scappandoti da sotto il naso, non lo è di certo! E i suoi discendenti hanno fondato ...” iniziò Death Mask
“Oh! Sai zitto!” sbraitò Agamennone nella sua mente. Death Mask fece un tentativo di ribattere, un ultimo sforzo, ma perse conoscenza.
 
 
 << Cazzo! >>
Mu sussultò all’imprecazione di Shaina. Ma non poteva biasimarla: Camus e Ikki li avevano colpiti e, approfittando del momento di sorpresa e del fatto che fossero a terra, erano letteralmente scomparsi. Mu si concentrò, cercando di captare anche solo un frammento di pensiero, ma la mente della Saint dell’Ofiuco era in piena attività e gli impediva di andare molto oltre. Non essere un Saint gli dava un sacco di limitazioni che aveva provato solo quand’era molto piccolo e a cui quindi non era abituato
<< Smetti di pensare un attimo! >> si trovò ad urlarle contro. Lei alzò le sopracciglia, poi scrollò le spalle, sorpresa ma decisamente più calma. Mu inspirò per poi espirare in uno sbuffo e si concentrò nuovamente
<< Ettore e Sarpedonte sono al Grande Tempio. Andiamo. >>
<< Scusa, chi?! >> chiese Shaina, visibilmente scossa
<< Ikki e Camus ...  >> si bloccò. Aveva captato i pensieri di Milo. E di Aphrodite. Quelli di Shiryu. Quelli di Dohko. Si accucciò un momento, cercando di non venir sommerso ed alzò lo sguardo su Shaina quando quella gli posò una mano sulla spalla
<< Sto ... captando troppo tutto insieme ... >> mormorò, cercando di tenere ferma la voce. Lei annuì
<< Lo immaginavo. Dopo la tua morte è successo anche a Kiki. >>
Mu sentì una stretta al cuore a quelle parole. Serrò leggermente la mandibola e si alzò in piedi, con espressione decisa sul volto. Il suo allievo era in battaglia, ferito da una maledizione. Nonostante tutto combatteva. Lui di certo non aveva il diritto di tirarsi indietro solo perché non aveva una cloth. Aveva comunque un cosmo piuttosto potente. E se Kiki era sopravvissuto ad una guerra sacra solo usando la telecinesi quando aveva otto anni, poteva farcela benissimo anche lui da adulto!
<< Andiamo. >> disse, posando una mano sul polso a Shaina.
La barriera attorno al Santuario li bloccò e si trovaronoa  ruzzolare per qualche metro. Mu si mise a sedere, fissando meravigliato la barriera che ora era visibile, rosso e oro, forte di potere divino e ...
<< Stardust sand?! >> si trovò a chiedersi ad alta voce. Non pensava che bastasse così “poco” per rinforzare una barriera divina ...
<< Atena è lassù ... >> quasi gemette Shaina, indicando un pilastro di terra e rocce su cui si ergeva quello che rimaneva della sala delle udienze della tredicesima casa.
Una serie di imprecazioni in russo, a due voci, resero noto l’arrivo di altre persone
<< Oh, la barriera non era mai stata così forte ... Mu, è stata tua l’idea? >> chiese Shaka, rialzandosi aggraziatamente da terra, dov’era finito dopo llo scontro con la barriera stessa
<< No ... >> rispose Mu. Si alzò a sua volta, guardando Shaka. Era li, stava bene, e lui avrebbe voluto poter dire tutto quello che sentiva in quel momento.
<< E’ il cosmo di Raki! >> trillò Yuna, orgogliosa. Mu si trovò a sorridere. Se Raki era riuscita a fare una cosa simile lo doveva a Kiki, e Kiki era il suo allievo, non poteva che essere orgoglioso in maniera quasi vergognosa ...
<< Non solo il suo ... Atena non può aiutarla al momento ... chi ...? >> arrivò l’inizio di elucubrazione di Haruto. Mu notò che aveva gli occhi rossi, ma non disse nulla. Anche i guerrieri più forti ed esperti hanno sentimenti, questlo lui lo sapeva bene.
<< Ares ... >> mormorò Kouga, accigliato
<< E come faresti a saperlo? >> chiese Shaina
<< Cosmo simile a quello di Eden. Ma non uguale. E più potente. >> borbottò il ragazzo, scrollando le spalle. Shaina gli scompigliò i capelli, orgogliosa del proprio allievo. Dopotutto, alla fine era riuscita ad addestrare un Saint di Pegasus d tutto rispetto, pensò Mu. Si girò verso Hyoga, percependo un dolore rinnovato. Aveva perso di nuovo il suo maestro ... Mu abbassò lo sguardo, a disagio. Lui aveva lasciato che succedesse ...
<< Perché hai lasciato che sucedesse?! >> gli sbraitò in faccia qualcuno, colpendolo e mandandolo a terra. Mu alzò il viso, come per accertarsi di non essersi immaginato tutto: Milo torreggiava su di lui, furioso e disperato. L’avrebbe colpito di nuovo se Hyoga non si fosse messo in mezzo
<< Non darlo per spacciato, ragazzino. Sarpedonte l’ha posseduto, ma lui c’è ancora. >>
<< Ragazzino?! >> tuonò Milo. Mu avrebbe voluto rannicchiarsi e tapparsi le orecchie, ma avrebbe sentito tutto comunque ... si sentiva terribilmente giovane, troppo giovane ...
<< Non azzardarti a sottovalutarlo, moccioso! Camus è il mio maestro, e di certo non si fa ammazzare da una mezza sega come Sarpedonte! >>  sbraitò in quel momento Hyoga. Milo si ammutolì. Mu sentì le mani di Shaka sulle spalle e si trovò in piedi. Si asciugò gli occhi e si avvicinò a Milo, chinando il capo
<< Perdonami. >> mormorò. Sentì Milo sospirare, poi una mano calò pesantemente sulla sua testa, scompigliandogli i capelli
<< Non è riuscito ad impedirlo lui, come facevi tu da fuori? >> borbottò. Mu alzò il viso, trovando anche quello di Milo rigato di lacrime. Ridacchiarono, vedendosi
<< Che fine ha fatto Hypnos? Era lui a Palaestra, no? Almeno da quanto ci era stato comunicato. >> chiese allora Shiryu, palesando la propria presenza insieme a Dohko e Aldebaran
<< Ci è arrivato un aiutino dal piano di sotto ... parrebbe che i nostri alleati siano tali in questo momento ... >> rispose Hyoga, scrollando le spalle
<< Quanto aiuto? >> chiese Dohko, e Mu sentì lo scetticismo nella sua voce
<< Pandora con tanto di tridente. E ci ha detto pure di sbrigarci a tornare qui. >> replicò Shaka
<< mai fare arrabbiare le donne ... qualcuno dovrebbe spiegarlo agli dei ... >> borbottò Souma, venendo raggiunto da uno schiaffo sulla nuca da parte di Yuna
<< Delle ultime ombre si sono occupati Jabu e gli altri. >> concluse Hauto, ignorando la piccola disputa e senza togliere lo sguardo dalla sala delle udienze, ben visibile anche da dov’erano
<< Andiamo a salvare Atena! >> decretò allora Hyoga. Dohko e Shiryu lo seguirono, insieme a tutti gli altri. Mu rimase un po’ indietro, osservando la barriera. Ecco cos’avrebbe dovuto fare ... entrò nel perimetro del Santuario ed individuò subito Raki. La raggiunse e le si inginocchiò accanto, prendendole le mani, fermando l’emorragia che lei si era provocata per far funzionare correttamente la stardust sand, prendendole gli attrezzi dalle mani
<< Ora sono qui. Riposa un poco, piccola gru. >> le disse. La ragazza lo osservò per un momento, poi annuì e lasciò andare gli attrezzi
<< Ares ci sta aiutando ... lo sta facendo davvero ... >> mormorò, indicando il dio, poco lontano, circondato dal proprio Cosmo sfavillante
<< Lo so. >> rispose Mu, sorridendole. Raki annuì e chiuse gli occhi, esausta. Mu si tagliò, a fondo, lasciando che sangue, stardust sand e Cosmo scorressero lungo la barriera
<< Spero di essere forte almeno un terzo di quanto lo sei tu, ragazzina ... >> si trovò a mormorare.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** 21 ***


Oggi aggiorno scroccando la connessione dl "lavoro" (st facendo la guardia alla sede e aspettando la lezone di giapponese stasera XD). Ma vista la giornata uggiosa e la quantità di sonno che mi trascino da ieri, non ho riletto nemmeno stavolta SI LO SO SONO UN DISASTRO T_T

 


Shunrei non aveva mai capito perché percepisse i cosmi. Probabilmente aveva “imparato” in maniera inconscia stando sempre vicino al Maestro e probabilmente il fatto che suo marito e suo figlio fossero entrambi Saint aveva influito su questa sua capacità, di solito estranea a chi non faceva parte della casta di Guerrieri divini. Quando il cosmo di Ryuho si indebolì tanto da ruschiare di scomparire venendo sostituito da un cosmo potente, antico e decisamente poco benevolo, proprio questa sua capacità l’aveva risvegliata. Ora era ferma davanti alla barriera del grande Tempio, circondata dal suo esercito di guerrieri ombra ... non dal suo, da quello di Andromaca, si ricordò. Ma loro non potevano sentire Andromaca che irata cercava di riprendere il controllo all’interno della sua mente. Vide suo figlio, in quello che rimaneva della sala del consiglio. Non era mai stata al Santuario prima e si chiese se le mogli che andavano a trovare i mariti in ufficio esistessero ancora, come si vedeva nei film americani, perché al momento, nonostante la situazione, era proprio in quel modo che si sentiva: se solo avesse avuto un cestino con il pranzo ...
“ Smettila di pensare assurdità, stupida ragazzina!” le urlò Andromaca nella testa. Un tono talmente disperato da farle salire le lacrime agli occhi
<< Possiamo collaborare. >> disse Shunrei. Quella donna aveva perso il marito e le avevano ucciso il figlio ancora piccolo davanti agli occhi, non ce la faceva a darle completamente torto, in fondo. Non poteva proprio. Era stata presa alla sprovvista quando era stata posseduta, aveva perso conoscenza un attimo dopo aver ferito ... quasi ucciso ... Kiki ... e suo figlio. Era stato troppo ed aveva perso il controllo. Ma sentire di nuovo il cosmo di Ryuho affievolirsi a quel modo era stato di nuovo troppo. E se lei aveva capito Andromaca, Andromaca poteva capire lei, ne era sicura.
<< Non so quanto Apollo possa essere felice di quello che hai combinato con Ryuho ... visto che probabilmente aveva già deciso di usarlo. >>
“ Non ha mai avuto un corpo designato, a parte Abel.” Replicò Andromaca. Shunrei si morse leggermente il labbro inferiore, per poi inspirare. I soldati ombra non guidati da lei stavano scomparendo velocemente ed il varco che si stava creando era sempre più vicino. Riconobbe il cosmo di Shiryu, anche se ora sembrava più antico.
“ Diomede. Lui era presente quando Ulisse ha dato l’ordine di uccidere Astianatte.”
La voce di Andromaca non era più irata. C’era troppa angoscia e disperazione per lasciare posto alla rabbia. Shunrei vide un bambino, appena un neonato, venirle strappato dalle braccia. Dei soldati la tenevano ferma mentre chi teneva il bambino lo lasciava cadere oltre le mura. Resistette, pur con gli occhi pieni di lacrime
<< In questa vita nessuno di loro due avrebbe mai fatto una cosa simile. >> disse. Andromaca non riuscì a replicare e Shunrei capì che lo sapeva: anche Andromaca sentiva il pentimento dei due antichi guerrieri e riconosceva la loro diversa natura ora che erano altri uomini, altri guerrieri.
<< Scusa, devo farlo. >> sospirò Shunrei, vedendo Shiryu sempre più vicino. Si girò verso l’esercito di Andromaca ed alzò le mani
<< Dissolvetevi e non tornate. >> ordinò. Arrossì sentendo gli epiteti che Andromaca iniziò ad inveirle contro, ma tentò comunque di mantenere un certo contegno. Era una madre di famiglia, dopotutto! Si girò e Shiryu era proprio davanti a lei
<< Non credo la potrò controllare ancora a lungo. E ho fatto una cosa che ad Apollo non piacerà molto ... >>
Shiryu le si avvicinò e le posò una mano sulla guancia, ma lei si scostò, scuotendo la testa
<< Non potrei sopportare di colpire anche te. E ... sai qual’è l’unica cosa per salvare Kiki ... e nostro figlio. >> disse. Vide il momento esatto in cui il cuore di Shiryu si frantumò, ma sapeva fin troppo bene che non c’era altro modo. Non si poteva uccidere un’anima vagante e le maledizioni no si potevano revocare. Lo sapeva Andromaca, che ora era spaventata, e quindi lo sapeva anche lei
“ Non puoi!” sibilò
<< Tu sei già morta una volta, non dovrebbe riuscirti difficile ... >> mormorò Shunrei. Prese una mano a Shiryu e se la portò al petto, contro il cuore. Era tranquilla. Avrebbe voluto consolarlo, dirgli che sarebbe andato tutto bene, invece si limitò ad annuire. Gli occhi dell’uomo si riempirono di lacrime e fu lui a scuotere la testa
<< Non puoi chiedermelo ... >> disse, con un filo di voce. Tremava come mai lei l’aveva visto tremare. Shunrei fece per ribattere che poteva chiederlo solo a lui, non avrebbe avuto abbastanza coraggio da lasciarsi colpire da nessun altro, ma ebbe solo il tempo di spintonarlo abbastanza lontano, prima che Andromaca riprendesse il controllo e tentasse di colpirlo. Ebbe un ultimo istante per guardarlo mentre indietreggiava e le si strinse il cuore: mai aveva pensato di poter vedere tanto dolore su quel viso che tanto amava ...
 
Andromaca rimase con la mano alzata, pronta a colpire di nuovo, ma si bloccò. L’uomo davanti a lei non riusciva a fare altro che guardarla, immobile. A malapena gli riusciva di respirare. Accanto a lui anche la reincarnazione di Ulisse aveva l’aria completamente stravolta. Non sapeva se a bloccarla fossero le loro espressioni disperate o un residuo della coscienza di Shunrei. Quella donna ... doveva essersi stancata molto a tenerla sotto controllo, perché poi aveva perso conoscenza ed ora non dava più segno di volerla fermare ... Diomede si inginocchiò davanti a lei, posando le mani e la fronte sul terreno. Ulisse lo guardò ed Andromaca lesse altro dolore in quello sguardo. Dolore ed impotenza ...
<< Lasciala andare ... ti prego ... >> mormorò Diomede
<< Non posso. >>  replicò Andromaca, anche se non era più così convinta nel dirlo. Aveva visto alcuni dei ricordi della sua ospite. Qualche sprazzo qua e la, niente di completo o concreto. In uno c’era un bambino con i capelli rossi di dieci, forse undici anni, completamente solo in una torre, circondato da armature. Nel ricordo il bambino si girava e sorrideva, ma in una maniera che avrebbe dovuto essere completamente estranea ad un bambino. Era un sorriso troppo triste, troppo adulto per qualcuno di così giovane. E su quel sorriso se ne sovrapponeva un altro, enorme, completamente spensierato, lo stesso viso, solo un po’ più giovane, forse un paio di anni prima ...
Poi c’era l’uomo in cui si era reincarnato Diomede, solo che non poteva muoversi, né parlare, non vedeva, non sentiva e non poteva percepire gli odori, ma riusciva comunque a comunicare con un bambino ancora piccolo. Esile e cagionevole di salute, il bambino dava il meglio di sé sempre e cercava di nascondere lacrime e debolezza ...
Andromaca sospirò abbassando il viso su quegli uomini tanto odiati che ora erano prostrati davanti a lei
<< Vi odio. Profondament. Vi disprezzo per quello che avete fatto. Ma morire di nuovo non farebbe altro che accorciare la vostra sofferenza. Lo sento il vostro senso di colpa, come lo sente la mia ospite. E non voglio che lo dimentichiate fino all’ultimo respiro che potrete esalare in quest’altra vita. Meritereste una pena atroce, ma dubito potrò rimanere per sempre in questo corpo. Quando tutto questo finirà, Ade ci reclamerà di nuovo, e Shunrei non merita di vedervi soffrire. Come non lo merita Ryuho, se mai ne uscirà vivo. >>
Ulisse alzò il viso, con espressione grave
<< Solo il pentimento possiamo offrirti. Non ci opporremmo a nessuna tua decisione ora, penso tu lo sappia. >>
Andromaca alzò un sopracciglio, sprezzante. Allungò un piede e con quello fece alzare il viso a Diomede: quel viso che la sua ospite amava così tanto da far vacillare anche lei ora era una maschera di dolore: era pallido, come se la vita non scorresse più in lui, aveva lo sguardo spento. Andromaca si allontanò leggermente, sbuffando. Lei stessa aveva avuto quell’espressione quando le avevano strappato Astianatte dalle braccia, quando lo aveva sentito gridare ... girò le spalle, decisa ad avvicinarsi il più possibile al luogo dove era Apollo, pronta a ricevere la sua punizione per non aver fatto il suo dovere, ma si bloccò appena attraversata la barriera: Ettore era davanti a lei. L’armatura che indossava non era quella che aveva nell’antichità, nemmeno il viso che indossava era lo stesso, ma era lui. La sua reicarnazione. L’uomo che aveva davanti non era un mero ospite, non era solo un’anima tornata per vendicarsi ... lui aveva solo recuperato i propri ricordi ... lei gli corse tra le braccia, piangendo e ridendo assieme. Lo aveva visto privato della vita e spogliato di ogni dignità mentre Achille lo trascinava sotto le mura attaccato al proprio carro. In ade erano stati separati per così tanto tempo, lui insieme ai guerrieri, lei insieme alle vedove. Non le era stato permesso nemmeno ricongiungersi al proprio bambino e fino a quel momento era stata solo un’anima pervasa da risentimento e sete di vendetta. Ma ora era tra le braccia di Ettore, nulla sarebbe potuto andare male ... Ettore la scostò leggermente posandole le mani sul viso e fece per chinarsi a baciarla, ma delle voci che esplosero attorno a loro li bloccarono.
 
<< Nii san! >> gridò Shun, felice di vedere il fratello maggiore sano e salvo
<< Ikki! >> gridò Shiryu, sconvolto da quello che aveva appena visto: Shunrei era corsa tra le braccia di Ikki e si stavano per ... baciare ...
Dohko sospirò fermando il proprio discepolo prima che finisse per uccidere il fratello maggiore sotto gli occhi di Shun, cosa che probabilmente l’avrebbe portato a venire annienteto da un nebula storm di pura disperazione ed avrebbe portato ad una faida fratricida ... per fortuna sarebbe stata corta, erano sopravvissuti solo in dieci agli addestramenti ...
<< Oh! Ettore! >> esclamò allegramente Death Mask << Esotica l’ospite che ti sei trovata, Andromaca ... >>
<< Ci mancava pure Agamennone. >> sbuffò Dohko, passandosi una mano sul viso. L’altra la tenne salda sulla spalla di Shiryu, sperando che si calmasse. Quello gli si afflosciò accanto: cadde seduto a terra, le mani posate sulle ginocchia, il viso basso, respirando il più a fondo possibile
<< Non ho dimenticato questa vita, fratelli. >> disse Ettore. Dohko pensò che Shiryu sarebbe esploso, invece quello ad esplodere fu Shun: niente colpi, niente catene, semplicemente il grido esasperato di qualcuno che non riusciva più a contenere le emozioni
<< Ridammelo! >> la voce arrochita di un uomo adulto, seppure dal timbro chiaro così tipicamente giapponese, ma la supplica di un bambino. Dohko sospirò, sentendo quanta disperazione ci fosse in quella voce. Si sentì in dovere di avvicinarsi al Saint di Andromeda
<< Concentrati un momento. Come hai fatto a non sentirlo tornare? >> gi chiese, posandogli una mano sul braccio. Due occhi verdi velati di lacrime lo guardarono, confusi, poi Shun sospirò, annuendo
<< E’ vero ... >> mormorò << E’ lui ... >> sospirò poi, abbassando il capo
<< Il mio ospite te l’aveva detto che ti serviva un attimo ... ma sei testardo quanto il tuo fratellino conciato da Cupido qui ... >>
Dohko trattenne a stento una risata ... aveva dimenticato quanto irriverente potesse essere Agamennone ... dopotutto si era trovato un ospite piuttosto azzeccato ...
<< E’ il saggittario. >> replicò Seiya, piccato. Dohko si girò verso Shiryu, che era ancora seduto a terra e tremava leggermente
<< Andromaca ... lasciala andare. >> sospirò Ikki in quel momento.
<< Non ... >> singhiozzò lei
<< Sei stata mia moglie in un’altra vita ... parecchie vite fa. Ci rivedremo finita questa, ma ... ora lasciala andare. >>
Andromaca si guardò attorno un paio di volte. Poi annuì, con il viso rigato di lacrime. Diede un braccio a fior di labbra ad Ettore, dopodiché si accasciò tra le sue braccia, priva di conoscenza. Ikki la sollevò e si avvicinò a Shiryu, che alzò il viso, chiaramente confuso. Ikki si accucciò e gli fece prendere Shunrei tra le braccia
<< E’ solo svenuta. Ma è tornata. >> gli disse. Shiryu annuì, poi strinse a sé la moglie, affondandole il viso nei capelli, tentando di frenare i singhiozzi. Dohko gli posà una mano sulla spalla e Shiryu sospirò, annuendo
<< Solo un momento ... >> supplicò, con la voce rotta e tremante. Dohko si sentì stringere il cuore in una morsa gelata
<< Siamo nel mezzo di una battaglia, non ce l’abbiamo un momento ... >> gli fece notare a malincuore. Shiryu però non si mosse, non riusciva a staccarsi da Shunrei e probabilmente la donna svenuta tra le sue braccia era l’unica cosa che gli impediva di cedere al panico pensando al figlio ...
<< Come la mettiamo con lui? >> chiese allora Agamennone, indicando Ikki
<< Ho recuperato ricordi di una vita passata e probabilmente avrà bisogno di prendere a calci Aiolia in un altro momento, ma non tradirò di certo Atena. In questa vita sono un suo Saint. >> replicò Ikki. A quelle parole Shun parve tornare ad avere tredici anni e gli gettò le braccia al collo
<< Eri sparito! >> lo accusò, mentre Ikki lo stringeva a sé, arrossendo leggermente per quel gesto tanto poco maschile.
<< Oh ... eri così anche con Paride ... in questa vita ti è andata decisamente meglio con i fratelli più piccoli. >> disse in quel momento Eden, che fino a quel momento era stato fermo e zitto, tanto che Dohko a malapena l’aveva notato. Ulisse lo riconobbe come Enea e si mise subito sulla difensiva
<< Si, mi è andata decisamente meglio. >> sorrise Ikki. Shun si staccò, borbottando qualcosa, rosso in volto
<< Dobbiamo salvare Atena. >> disse Seiya, con urgenza, mentre anche Dohko sentiva il cosmo della dea affievolirsi ulteriormente
<< Non è ferita. >> disse Shun, in quel momento, guardando verso quello che rimaneva della tredicesima casa
<< Complimenti per la vista. >> disse Agamennone
<< Se ci fosse anche solo una goccia di sangue di Atena, Apollo non le starebbe certo così vicino in maniera così disinvolta. Il sangue di Atena risveglierebbe Ryuho immediatamente e Apollo si troverebbe almeno momentaneamente senza corpo ... >> replicò Shun. Dohko rabbrividì leggermente a quelle parole, come prevedendo la frase successiva
<< Non credo che Ryuho potrebbe reggere la separazione, nelle sue condizioni attuali. Dobbiamo pensare ad un altro modo. >>
<< Le sue ferite sono causate da una maledizione ... >> sospirò Shiryu, che intanto aveva adagiato Shunrei su un giaciglio improvvisato in un luogo un po’ riparato
<< Ma ... >> tentò di ribattere Seiya
<< Non voglio illudermi. >> mormorò Shiryu. Dohko non resistette. Lo schiaffeggiò forte e poi lo abbracciò stretto
<< Stupido ragazzino, piantala! C’è sempre una speranza! >> gli ringhiò in un orecchio. Shiryu si staccò, nascondendosi il viso tra le mani
<< Un dio potrebbe revocare le maledizioni. >> disse allora Eden. Tutti si girarono verso di lui
<< Beh, nel pieno delle proprie forze, quind Ade e Atena al momento sono da scartare ... Apollo di certo non ci darà una mano, soprattutto visto che credo ormai sappia che siamo passati al nemico ... Laocoonte è lassù, e anche Sarpedonte, non credo sia una buona notizia ... >> disse, indicando il pilastro di terra e rocce. Dohko digrignò i denti. Il cosmo di Shion ancora non c’era. E lui non sapeva se la sua coscienza fosse ancora viva o meno ... quanto avrebbe voluto quei dannati poteri jamiriani in quel momento ...
<< Oh, a Milo questo non piacerà per nulla ... >> mormorò Seiya, individuando Camus. Dohko avrebbe voluto prenderlo a sberle: perché doveva esserci sempre qualcuno che palesava l’ovvio a tutti? Non era già abbastanza orrenda la situazione senza farlo notare? Inspirò profondamente, deciso a calmarsi
<< Ares? >> chiese, una volta ripreso il controllo sulle proprie emozioni. Eden scosse la testa
<< Se non finisce quello che sta facendo con la barriera e questa dovesse incrinarsi, tutti i villaggi e le città qui attorno verrebbero spazzate via dalla battaglia. Ma c’è qualcuno che potete influenzare ... avete Enea come ostaggio, no? >> replicò Eden, indicandosi                                                            
 
 
Aphrodite imprecò tra i denti. Le ferite di Kiki sembravano meno peggio, ora che aveva usato le erbe giuste per fare impacchi, ma il Saint non dava segno di risvegliarsi e aveva la febbre sempre più alta
<< Chi lo spiega alla ragazzina se muori?! >> sibilò reprimendo l’istinto di svegliare l’ariete prendendolo a ceffoni. Anche quello avrebbe dovuto spiegarlo alla ragazzina e non era sicuro di voler sfidare le ire della giovane Gru ...  Un fruscio gli fece alzare lo sguardo, mentre si preparava ad un eventuale attacco
<< Non si accolgono così le signore! >> disse una voce femminile. Aphrodite vide una splendida donna farsi avanti nel giardino della dodicesima. Non sarebbe riuscito a descriverla, era come se il suo aspetto cambiasse in ogni secondo pur rimanendo identico. Era tutto quello che qualsiasi uomo avrebbe voluto ... beh, qualsiasi uomo tranne lui, probabilmente ...
<< Non si entra così in casa di qualcuno ... >> replicò, mettendosi davanti al giaciglio di Kiki. Non che il ragazzino con le sopracciglia a puntino gli stesse particolarmente simpatico, ma aveva un debito con la ragazzina e lo avrebbe rispettato ...
<< La maledizione è andata troppo avanti, bisogna revocarla, o non sopravvivrà un’altra ora. >> disse lei. Aphrodite serrò la mandibola, mentre lei si avvicinava. Gli pose un dito sotto il mento e lo costrinse a voltare il viso in varie angolazioni
<< Oh, capisco perché ti hanno dato il mio nome ... >> disse. Aphrodite si vide riflesso in quegli occhi sempre mutevoli ma identici a loro stessi
<< Che intenzioni hai? >> chiese in tono secco, allontanando la mano della dea dell’amore dal proprio viso.
<< Allora è proprio vero che le donne ti sono indifferenti ... >>
<< Tutti mi sono indifferenti. >> replicò Aphrodite. La dea alzò un sopracciglio
<< Ah si? Strano, è un po’ che sono nei paraggi, e ti ho visto quasi cedere quando un determinato cosmo è praticamente sparito ... curiosa reazione. >>
Aphrodite la prese per il collo, alzandola da terra e lei scoppiò a ridere
<< Che caratteraccio ... potremmo andare d’accordo noi due. >>
<< Dimmi cosa vuoi! >> tuonò allora il Saint, esasperato.
<< D’accordo, d’accordo! Che modi! Posso revocare la maledizione a lui e al corpo di Apollo. >> disse << Dopotutto sono una dea. >>
<< E perché lo faresti? >> chiese allora Aphrodite. Ilviso di lei si irrigidì per un istante e qualcosa di simile ad un’emozione totalmente umana le passò per un istante sul volto improvvisamente giovane e spaventato
<< Se lo faccio, voi libererete mio figlio evitandogli il campo di battaglia. >> disse. Aphrodite la guardò, confuso. Non aveva idea di quello che lei stesse farneticando ...
<< Scusa l’improvvisata! Abbiamo un pacco da consegnare in caso l’affare vada a buon fine! >> disse Dohko, allegramente, entrando nel giardino, completamente tranquillo anche davanti alle rose più velenose. Kiki era protetto da una sottile barriera data da alcune erbe che Aphrodite aveva usato per il giaciglio, ma Dohko avrebbe dovuto sentire già i primi sintomi da avvelenamento, non era un dio lui ...
<< Certe cose sono arrivate qui dai cinque picchi, non lo sapevi Dite? >> chiese Dohko, tirando avanti in malo modo un eden estremamente sorpreso per il fatto di faticare a respirare
<< Enea! >> gridò Afrodite, slanciandosi verso il figlio. Aphrodite la prese per un braccio, fermandola
<< Le condizioni le hai dettate tu: revoca le maledizioni su Kiki e Ryuho e noi ti ridiamo il pargolo. >>  le disse. Lei lo guardò, furiosa, e lo scagliò lontano con un solo semplice gesto della mano. Aphrodite atterrò pesantemente contro una colonna, imprecando. Si rialzò subito, preoccupato sia per Kiki che per Eden, che ora era inginocchiato a terra con aria sofferente. Lo vide annuire leggermente a qualcosa che Dohko gli disse in un orecchio, due gesti talmente impercettibili che la dea non se ne accorse. Lei era in piedi in mezzo al giardino, con le lacrime che le rigavano il volto, mentre una luce calda la circondava. Kiki spalancò gli occhi e si inarcò, per poi riaccasciarsi sul giaciglio, respirando velocemente. Aphrodite guardò verso la tredicesima casa, vedendo Ryuho avere una reazione molto simile. Apollo si girò di scatto, vedendoli perfettamente nonostante la distanza. Perché non ho nemmeno una dannata tecnica difensiva?! si chiese il Saint di Pisces mentre vedeva il raggio di luce solare avvicinarsi
<< Crystal Wall! >> si alzò la voce di Kiki. Il muro di cristallo si incrinò in più punti e vennero colpiti comunque, ma nessuno riportò danni tanto gravi da impedire di combattere.
<< Dovete uscire di qui. Prima di morire per il veleno. >> sibilò allora Aphrodite, rivolgendosi a Kiki ed Eden. Il primo annuì, ancora leggermente stordito dagli ultimi strascichi di febbre e dalle nuove ferite, mentre Dohko si limitò a caricarsi Eden in spalla, trasportandolo fuori
<< Appena respirerà dell’aria fresca starà bene. >> disse il Saint ad Afrodite. La dea si asciugò gli occhi, annuendo
<< Puoi portarlo al sicuro. >> disse ancora Aphrodite. Lei sorrise
<< Sei un uomo di parola. >> disse
<< Sparisci. >> borbottò lui. La dea stranamente obbedì e Aphrodite si arrischiò a girarsi. Dohko era tornato nel giardino
<< Agamennone lo ha posseduto. >> gli disse. Aphrodite si asciugò gli occhi con un gesto stizzito
<< Se la memoria non mi inganna, è dalla nostra parte, almeno. >> disse. Dohko annuì, con un sorriso estremamente triste.
In quel momento tutto il Grande Tempio tremò ...     
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2907199