He Saved Our Lives

di BeJames
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Simmetria - You're just perfect to me ***
Capitolo 2: *** Shinigami - I want you to take my soul ***
Capitolo 3: *** Paura - Not so scared of creepy monsters anymore? ***
Capitolo 4: *** 4. Stupido - My life would suck without you. ***
Capitolo 5: *** Serenità - You're the light in my dark ***
Capitolo 6: *** Veleno - If it's for your sake, then I'll kiss you ***
Capitolo 7: *** Lacrime - Give Kid back! ***
Capitolo 8: *** He saved our lives - Grazie, Kid [FINAL CHAPTER] ***



Capitolo 1
*** Simmetria - You're just perfect to me ***


He Saved Our Lives

1. Simmetria - You're just perfect to me.

Kid le stava fissando da parecchio tempo, eppure non sembrava voler smettere. Non aveva mai visto tanta perfezione in un paio d’armi prima di quel momento, ciò che si trovava di fronte era un vero e proprio miracolo.
Quando suo padre gli aveva detto di aver trovato le armi perfette per lui non voleva crederci, così si era precipitato immediatamente a Brooklyn per verificare; e, effettivamente, loro erano davvero perfette per lui.
Elizabeth e Patricia Thompson, i diavoli di Brooklyn: aveva sentito parecchie voci sulla loro pessima reputazione, ma la cosa non lo toccava minimamente. Erano due gemelle, due persone perfettamente uguali.
O, almeno, era quello che credeva. Non appena le aveva viste si era convinto che suo padre gli avesse giocato un brutto scherzo per deridere la sua più grande ossessione: erano gemelle, sì, ma eterozigote. Diversa altezza, diversa fisionomia, persino diversa misura delle tette.
Stava per girare i tacchi ed andarsene, quando aveva visto una di loro trasformarsi in pistola; era un oggetto magnifico, perfettamente proporzionato e decorato, così si era fermato un ad osservare. Quando venne il turno dell’altra sorella di trasformarsi, Kid capì che suo padre non l’aveva per niente preso in giro: quando si trattava di essere armi, quelle due erano gemelle per davvero.
Due meravigliose pistole gemelle. Due. Gemelle.
Si asciugò una lacrima, mentre si dirigeva verso le sorelle Thompson; finalmente aveva trovato le armi perfette per lui!

«Finalmente vi ho trovato!».
Liz e Patty si voltarono verso la persona che aveva appena parlato. Era un ragazzino, minuto, vestito di scuro, con tre strisce bianche al lato sinistro dei capelli.
«E tu chi diavolo sei?!», gracchiò Liz, avvicinandosi a lui in modo minaccioso. Si piegò verso il suo viso, immobilizzandolo contro il muro, e rimase basita a fissarlo per qualche attimo: aveva gli occhi...Dorati?
«Mi chiamo Death the Kid. Piacere di conoscervi».
«Piacere un corno», rispose la sorella maggiore con aria minacciosa. Patty ghignò in modo poco rassicurante mentre si trasformava in pistola e finiva tra le mani della sorella.
«Adesso fai il bravo e dacci tutto quello che hai, damerino da quattro soldi», lo minacciò Liz puntando Patty sotto il mento dello shinigami.
Kid sorrise e appoggiò una mano sulla pistola, scansandola delicatamente. «Sapevo che non sarebbe stato così facile convincervi».
«Convincerci?!», ripeté Liz perplessa.
Kid sorrise di nuovo, allungando una mano verso di lei nella speranza che la stringesse. «Diventate le mie armi».
Liz rimase basita. Si allontanò qualche passo da lui e lasciò cadere il braccio a ciondoloni, allentando la presa su Patty. Quel ragazzino le voleva come sue armi?! Ma come poteva saltargli in testa una cosa del genere? Loro erano i diavoli di Brooklyn, di sicuro non erano adatte a diventare le armi di un moccioso.
«Sono uno shinigami e desidero creare un mondo perfetto, basato sulla simmetria», le spiegò con calma. «Voi siete la cosa più simmetrica che abbia mai visto. Siete bellissime».
Suo malgrado, Liz arrossì. Bellissime?
Fissò ancora il ragazzo, che aveva mantenuto la mano tesa verso di lei; allungò piano la sua e, finalmente, la strinse.
«D’accordo», disse solamente, sorridendo furba mentre Kid saltellava felice come un mocciosetto. Era stata una bella mossa, era stata furba: uno shinigami come lui doveva essere pieno di soldi. Sarebbe bastato fare le brave per un po’, guadagnarsi la sua fiducia, e poi avrebbero potuto derubarlo e scappare coi suoi soldi da figlio di papà.
«Patty, comportati bene per un po’».
Quello che Liz non sapeva, però, era che Kid era completamente diverso da come se lo aspettava.
Quello che non poteva immaginare, era che in poco tempo sarebbero arrivate a volergli bene.
Non poteva sapere che, nemmeno senza accorgersene, si sarebbe innamorata di lui.

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*Note dell'autrice*: Ehilà buonasera! :D Mi chiamo Benedetta e visito il fandom di Soul Eater per la prima volta con questa breve raccolta che, spero con tutto il cuore, riuscirà a coinvolgervi almeno un pochino! ^^ Di solito scrivo nel fandom di One Piece e tratto la Sanji x Nami, mentre una volta mi sono concentrata sulla Gruvia (Fairy Tail)...E la prima volta che scrivo del meraviglioso e simmetrico Death The Kid, quindi perdonatemi se non sarò all'altezza! :3
La raccolta, come avete letto nella descrizione, è focalizzata sul Death Team (Kid-Liz-Patty) e inserirò forti (fortissimi) accenni alla Kid x Liz, che personalmente adoro! ^^
Buona lettura! :D

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Capitolo 2
*** Shinigami - I want you to take my soul ***


He Saved Our Lives

2. Shinigami - I want you to take my soul.

Quando Liz vide Kid seduto sulla ringhiera del terrazzo della villa, con la fronte rivolta al cielo stellato e le gambe a penzoloni, capì immediatamente che qualcosa non andava. Le era capitato altre volte di scoprirlo pensieroso, ma non si era mai posta il problema di capire cosa non andasse: Kid era talmente strano che avrebbe potuto rimanere ore a pensare solo per aver trovato un quadro inclinato di un centimetro!
Però, in quel momento, scorse un velo di malinconia così profondo nei suoi occhi dorati...Lo riconosceva, era lo stesso che ricopriva i suoi.
«Ehi, Kid», esordì, arrivandogli alle spalle.
Lui si voltò e le sorrise. «Ehi. Cosa ci fai ancora in piedi a quest’ora?».
«Mi sono alzata a prendere un bicchier d’acqua e ti ho visto qui fuori», gli disse, sedendosi accanto a lui. «Va tutto bene?».
Kid annuì, sorridendo in modo malinconico. «Sì. Solo...Pensavo».
«A cosa?».
«Tu...Lo sai cos’è uno Shinigami, vero Liz?».
«Ma certo! Per chi diavolo mi hai presa?!», si ribellò, gonfiando le guancie.
Lui rise piano, rivolgendole un breve sguardo. «Hai ragione, scusa. Quindi, mi sai dire quale sarà il mio compito in futuro?».
«Certo. Sei un Dio della morte, quindi il tuo compito è mietere le anime delle persone, una volta giunta la loro ora». Non suonava proprio bene.
«Esatto. Sai, non ci avevo mai pensato prima. Sono sempre stato da solo, fino a che non ho incontrato te e Patty. Mio padre è premuroso con me ma, purtroppo, molto assente e non ho mai capito cosa volesse dire avere delle persone sempre accanto».
Liz sentì una stretta al cuore; era proprio come lei...
«E poi abbiamo incontrato Soul, Maka, Black*Star e Tsubaki...Adesso ho degli amici, non sono più solo».
«Beh...E’ una bella cosa, non credi?».
«Certo, ma...Un giorno, le anime che dovrò mietere saranno le vostre», si voltò, permettendo ai capelli scuri di coprire le lacrime. «E, a quel punto, sarò di nuovo solo».
«Oh, Kid...», biascicò, facendolo sussultare. Avrebbe dato la vita per farlo sorridere in quel preciso momento.
Si fece coraggio e allungò la mano verso quella di lui, afferrandola e stringendola forte. Quando Kid si voltò a guardarla negli occhi, non ebbe più dubbi.
«Kid...Tu non sarai mai solo. Noi rimarremo sempre con te. Sempre, hai capito?», gli disse, con gli occhi lucidi. «Non te lo devi mai dimenticare. E...Voglio dirti una cosa». Abbassò lo sguardo, arrossendo all’inverosimile.
«Una volta che sarà arrivata la mia ora, io...Sono contenta di sapere che la mia anima apparterrà a te».
Questa volta, fu Kid ad arrossire; abbassò lo sguardo e sorrise, annuendo. E, per Liz, non ci fu più nulla di così importante come quel sorriso.

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Capitolo 3
*** Paura - Not so scared of creepy monsters anymore? ***


He Saved Our Lives

3. Paura - Not so scared of creepy monsters anymore?

Sarebbe andato tutto bene, non c’era bisogno di preoccuparsi.
Liz continuava a ripeterselo di continuo, camminando su e giù per le rovine dove erano rimaste ad aspettare Kid. Insomma, l’aveva detto anche lui che non voleva che lo seguissero, no? Era una missione rischiosa, doveva recuperare l’ultimo artefatto demoniaco e, ne era sicura, loro gli sarebbero solo state d’intralcio.
«Sorellona?». Patty la chiamò, guardandola perplessa mentre sbatteva le lunghe ciglia.
«Che c’è, Patty?».
«Niente, mi chiedevo...Come mai continui a camminare su e giù in quel modo?».
«Per fare esercizio, che domande. Lo sai che sono a dieta».
«Oh...», fece lei, poco convinta. «Pensavo fossi preoccupata per Kid-kun».
Liz sentì un brivido lungo la schiena e deglutì; odiava quando Patty si faceva improvvisamente loquace.
«N-no. Non vedo perché dovrei».
«Beh, perché è entrato in quel villaggio fantasma, da cui mai nessuno è tornato vivo, tutto da solo. Non credi sia molto rischioso?», le fece notare, continuando a disegnare sul terreno con un bastoncino.
«Ma lui è uno shinigami», ribatté velocemente lei, iniziando a sentire il sudore colare dalla fronte.
«Ma è sempre mortale. Non pensi che dovremmo andare a controllare?».
«Oh, no! No, no, no, no, no! Questo è assolutamente escluso!», si affrettò a negare Liz, agitandosi come faceva di rado. «Sono sicura che tra pochi minuti rispunterà fuori con l’artefatto demoniaco tra le mani!».
«Sarà...», commentò sua sorella con fare casuale.
Sì, doveva essere sicuramente così. Kid era in gamba, era sicura che non si sarebbe fatto sconfiggere da degli stupidi, inutili...
BOOM!
«...Mostri?». Liz guardò Patty con gli occhi colmi di terrore.
«Sorellona, era un’esplosione quella?», chiese Patty, alzandosi di scatto.
«No, no, no! Non ho sentito niente! Non ho sentito niente!».
Non era stato nulla di che, solo un brutto scherzo della sua immaginazione!
«AAAH!».
Era un urlo, sempre in lontananza ma perfettamente udibile. Un urlo, poi un tonfo, poi di nuovo del baccano.
Liz strinse i pugni forte: «Quella era la voce...Di Kid».
Kid alzò a fatica la testa dal terreno ciottolato, fissando gli occhi sulla scia di sangue che era partita dalla sua bocca. Si metteva decisamente male: quei due pagliacci erano forti, mentre lui era solo, ferito e disarmato. E adesso non riusciva più nemmeno ad alzarsi!
I due mostri si stavano preparando ad azzannarlo di nuovo e lui era decisamente in balia dei loro attacchi...Era la fine?
BANG! BANG! BANG!
Kid alzò lo sguardo e notò che i mostri avevano indietreggiato e non sembravano più sul punto di attaccarlo; qualcuno aveva sparato e li aveva fatti allontanare. Si voltò indietro e quello che vide lo fece sorridere di sorpresa...
«Patty! Liz!».
«Kid-kun! Siamo venute a salvarti!», gli disse allegramente Patty, strizzandogli l’occhio.
Kid sorrise, rivolgendo lo sguardo alla sorella maggiore, già trasformata in pistola: «Hai superato la tua paura dei fantasmi, eh?».
Dall’interno della sua forma da arma, Liz sorrise: «Beh...Non è mai troppo tardi, no?». Se era il prezzo per salvare il suo maestro d’armi, allora era ben felice di pagarlo.
«Patty! Trasformati in pistola!», ordinò Kid quando riuscì a rimettersi in piedi.
Finalmente, erano entrambe nelle sue mani, pronte a sparare; all’improvviso, Kid si sentì di nuovo completo.

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Capitolo 4
*** 4. Stupido - My life would suck without you. ***


He Saved Our Lives

4. Stupido - My life would suck without you.

«Accidenti, Kid, in che diavolo di guaio ci siamo cacciati?!».
Liz si avvicinò al suo maestro d’armi e a sua sorella mentre i muri delle rovine in cui erano rimasti intrappolati tremavano sempre più forte. Patty non rideva più da un bel pezzo e Kid continuava a guardarsi in giro con fare spaesato; nessuna delle due cose era un buon segno.
«Maledizione, dovevo capirlo che era una trappola!», imprecò lui, colpendosi la fronte con il palmo della mano.
«Adesso non è il momento di lasciarsi prendere dalle nevrosi, Kid, dobbiamo uscire da qui prima che crolli tutto!».
Il giovane shinigami si ridestò di colpo, iniziando a colpire con la spalla una parete che aveva dato segni di cedimento; era inutile, non sembrava voler spaccarsi. Come aveva fatto ad essere così stupido?! Era finito nella trappola di Medusa come un pollo e, adesso, anche Liz e Patty sarebbero morte per colpa sua. Sì, perché era inutile sperare di salvarsi: all’esplosione successiva sarebbe crollato tutto e se avesse cercato di aprirsi un varco sparando le mura avrebbero ceduto comunque, seppellendoli in pochi secondi. Fissò la bomba al centro della sala, puntando lo sguardo sul timer che scandiva il tempo rimasto a loro disposizione; mancava meno di un minuto...
«Liz, Patty: trasformatevi in pistole!».
«Ma che dici, Kid?!», lo incalzò Liz. «Se provassimo ad aprirci un varco sparando crollerebbe tutto!».
Kid alzò lo sguardo e le guardò entrambe con gli occhi lucidi e un sorriso rassicurante: «Fidatevi di me».
«Agli ordini, Kid-kun!», esclamò Patty con ritrovata speranza.
«O...Ok», acconsentì Liz, spronata dallo sguardo rassicurante e dall’espressione del suo maestro d’armi; gli aveva teso la mano, proprio come la prima volta che si erano incontrati, e aveva deciso di fidarsi. Tutto sommato, se la cosa fosse andata storta, sarebbero morti insieme...
«10 secondi all’esplosione», annunciò la voce meccanica della bomba.
«Non lascerò che vuoi moriate!», gridò Kid con decisione.
Prima che potessero rendersene conto, lo shinigami le aveva lanciate verso l’apertura che si era aperta in una parete che stava per cedere, rimanendo a guardare finché entrambe non fossero uscite all’esterno.
Poi, tirò un sospiro di sollievo.
«3, 2, 1...0».

BOOM!

L’impatto con il terreno di pietra e il forte rumore che era seguito avevano lasciato Liz e Patty a terra, intontite. Entrambe si ritrasformarono in esseri umani e rimasero per qualche attimo a fissare la desolazione che era rimasta intorno a loro, massaggiandosi la testa confuse.
«Kid, che cosa-», iniziò Liz, per poi rendersi conto che lì c’erano solo lei e sua sorella. Si guardò intorno in modo frenetico, mentre il cuore minacciava di uscirle dal petto.
«KID?!», urlò, alzandosi di scatto e correndo verso i resti fumanti delle rovine dove erano rimasti intrappolati.
Cercarono lo shinigami senza successo, finché Liz non si avvicinò incredula a un oggetto famigliare: la spilla a forma di teschio che portava al collo era in un angolo, annerita e malconcia. Liz cadde in ginocchio e la raccolse, fissandola incredula.
«No...», sussurrò quando realizzò finalmente cos’era successo.
«Kid-kun...», mormorò sua sorella, mentre fissava la spilla con orrore.
«KID-KUN!!!». Patty si accasciò vicino a sua sorella, nascondendo il viso sulla sua spalla ed iniziando a piangere disperata.
Mentre stringeva la spilla tra le mani, anche Liz sentì le lacrime calde e salate iniziare a scendere dai suoi occhi. «Kid...».
Prima che la bomba esplodesse, Kid le aveva lanciate fuori da una feritoia, per far sì che si salvassero; non aveva in mente nessun piano quando gli aveva chiesto di trasformarsi in pistole, voleva solo che avessero salva la vita...Anche a discapito della sua.
Era morto.
Kid era morto.
Quello stupido shinigami pieno di nevrosi era morto.
Il loro maestro d’armi era morto.
Il ragazzo di cui era innamorata era morto. Ed era morta anche lei.
«Stupido...», farfugliò tra i singhiozzi. «STUPIDO KID!», urlò, nel vano tentativo di calmare il dolore.
«L-Liz...», sussurrò il suo nome una voce che sembrava somigliare a quella di Kid; alzò lo sguardo e si trovò di fronte la sua giacca nera, tutta sgualcita.
Ma bene, ora anche le allucinazioni!
Afferrò il Kid creato dalla sua mente ed iniziò a scuoterlo forte, come per cercare di reprimere tutta la rabbia e la frustrazione. «Maledetto, è tutta colpa tua! Come hai osato morire?! Non capisci che la mia vita non ha senso senza di te, brutto stupido idiota pieno di nevrosi?!».
Si fermò un attimo per riprendere fiato e si accorse che le sue mani stavano stringendo davvero i lembi di una giacca. Davanti a lei, malconcio, livido e con un occhio coperto di sangue, c’era Kid. Vivo.
«Cos’è quella faccia?! Ho trovato un passaggio nel pavimento e mi sono salvato».
«Kid-kun!», esclamò felice sua sorella Patty, buttandogli le braccia al collo con tanto trasporto da farlo cadere.
«Ehi, Patty, mi fai male!», si lamentò lui, mentre sua sorella rideva felice.
Liz rimase in ginocchio di fronte a lui a guardarlo incredula: sgridava Patty, si disperava perché il sangue scendeva solo dall’occhio destro, faceva l’idiota. Era vivo.
Senza dire una parola, Liz si avvicinò a lui e lo abbracciò stretto.
«Liz?», mormorò lui incredulo, arrossendo.
«Shh, non dire niente. Sono contenta che tu sia vivo».
Kid sorrise, appoggiando una mano sulla sua nuca e abbracciandola a sua volta. «Lo so. Grazie».
«Non avresti dovuto neanche pensare di morire per salvare noi».
«Mi dispiace averti fatto preoccupare. Ti prometto che non succederà più».
«Ma più!», concordò Liz, appuntandogli la spilla al collo con forse un po’ troppa energia. Poi gli tese la mano e lo aiutò ad alzarsi.
«Torniamo a casa?», chiese Kid dolcemente.
«Torniamo a casa», concesse lei. «Tutti e tre insieme».

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Capitolo 5
*** Serenità - You're the light in my dark ***


He Saved Our Lives

5. Serenità - You're the light in my dark.

«Ehi, quello è il figlio di Shinigami-sama!».
«Si chiama Death The Kid, giusto? E’ sempre così ombroso...».
«Già, e poi è sempre solo. Mi fa tristezza».
«E’ proprio vero che non serve essere potenti...Se il destino ti vuole solo, lo rimarrai per sempre».

La sua non era stata un’infanzia facile. Era stata sola. E buia.
Piena di pregiudizi da parte di persone che non lo conoscevano affatto, che lo odiavano solo perché era uno shinigami, un Dio della morte, un privilegiato. Mentre, quando era ancora bambino, avrebbe dato di tutto per far sì che suo padre non fosse il sommo Shinigami e potesse stare al suo fianco, come tutti i genitori.
Era ancora piccolo quando le sue ossessioni avevano fatto capolino e non l’avevano più lasciato; un bambino di 5 anni che viveva per una sola cosa: la simmetria, l’ordine. Tutto doveva essere perfetto, tutto doveva essere simmetrico...Ecco come voleva il mondo che avrebbe guidato in futuro.
Un mondo fatto di controparti, dove per ogni bambino ci sarebbero stati una madre e un padre, dove più nessuno si sarebbe sentito solo; detestava il numero 1, non era per nulla simmetrico. Un universo in cui il disordine dei pregiudizi e il dolore della solitudine sarebbero stati sconfitti per sempre.
A forza di rifugiarsi in quelle fantasie, il suo amore per la simmetria era diventato un’ossessione, tanto da provargli crisi e attacchi di panico in sua assenza.
E poi...Erano arrivate loro.
Liz e Patty Thompson erano due pistole simmetriche, ma in loro c’era ben poco che ricordasse l’ordine: erano vivaci, indisciplinate, spensierate. Erano il suo esatto contrario, sempre pronte a contrastare le nevrosi che lo affliggevano.
E, dopo pochi mesi di convivenza, Kid si accorse di aver raggiunto una serenità mai provata prima; Liz e Patty erano la luce nella sua oscurità, e non poteva che esserne felice.

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Capitolo 6
*** Veleno - If it's for your sake, then I'll kiss you ***


He Saved Our Lives

6. Veleno - If it’s for your sake, then I’ll kiss you.

Liz sbuffò, mettendosi a sedere contro la fredda parete di roccia della grotta in cui si erano rifugiati. Accanto a lei, Kid riposava per nulla tranquillo, con pesanti gocce di sudore che gli bagnavano il viso e il respiro affannoso.
Dopo uno scontro con l’Aracnofobia, durante il quale Kid era rimasto ferito al fianco da una freccia velenosa, avevano corso per interminabili minuti alla ricerca di aiuto. Poi, una frana li aveva separati da sua sorella Patty e l’unica cosa che Liz si era sentita di fare era rifugiarsi in quel luogo per la notte.
Allungò la mano verso la fronte del suo maestro d’armi per sentire se avesse la febbre e, con immenso stupore, si accorse che era freddo come il ghiaccio. Non che la cosa fosse positiva.
«Kid?», lo chiamò, battendogli piano sulla guancia.
Lui si limitò a mugugnare qualcosa di incomprensibile, senza dare cenno di svegliarsi.
Non erano in una bella situazione, questo era certo. Non che non avesse fiducia in Patty, ma i soccorsi non sarebbero arrivati sicuramente prima del giorno successivo, l’Aracnofobia era ancora in cerca del figlio del sommo shinigami e lei non sapeva cosa fare per farlo stare meglio. Se solo avesse saputo di quale veleno era imbevuta la freccia che l’aveva colpito!
Gli alzò appena la giacca per guardare la ferita, che le sembrava peggiorata: non era profonda, ma era un graffio lungo e definito circondato da un alone violaceo. Doveva essere l’effetto del veleno.
«Maledizione!», imprecò, nascondendo il viso tra le mani e lasciando andare la tensione in un pianto liberatorio.
Cosa doveva fare?! Cosa avrebbe fatto una Falce della Morte al posto suo?
«L-Liz...». Kid la chiamò con voce flebile, allungando una mano verso la sua.
«Kid! Come ti senti?».
«Non devi...Piangere», le disse lo shinigami a fatica, raggiungendo finalmente la mano di Liz e stringendola; la sua era fredda come il ghiaccio.
«Non posso, Kid», gli confessò. «Siamo bloccati qui, quelli dell’Aracnofobia ti cercano e tu sei stato avvelenato. Perdonami, ma non so cosa fare!».
«Devi cercare di rimanere calma», le disse, sorridendo debolmente. «Lo supereremo. Insieme».
«Oh, Kid...», mormorò, sforzandosi di sorridere. «Cosa posso fare per farti stare meglio?».
«Abbracciami, Liz», disse semplicemente, provocando il rossore sulle guance della bionda. «Ho freddo».
Liz obbedì, appoggiando la testa di Kid alle sue ginocchia e tenendolo stretto. Come mai diventava sempre più freddo?
«Sono...Felice...», lo sentì sussurrare, prima di perdere i sensi.
Liz sentì il cuore rimbalzare nel petto: aveva smesso di respirare.
«Kid?! Kid! Kid!». Continuò a chiamarlo e dargli piccoli schiaffi sulle guancie, ma la situazione non sembrava cambiare: Kid era sempre privo di sensi, pallido e freddo.
Cosa diavolo posso fare?!
Senza quasi pensare, Liz avvicinò il viso a quello di Kid, le labbra a pochi centimetri dalle sue; avrebbe potuto morire di imbarazzo, ma quella era l’unica cosa che le veniva in mente.
Appoggiò le labbra delicatamente a quelle del suo maestro, soffiando aria nei suoi polmoni.
Ti prego.
Ripeté l’azione un’altra volta, mettendoci più forza.
Ti prego,  Kid, ti prego!
Al terzo tentativo, Kid si alzò seduto di scatto, iniziando a tossire convulsamente. Liz tirò un sospiro di sollievo.
«Liz...», boccheggiò lui, respirando affannosamente. «Tu mi hai appena...».
«Non dire un’altra parola!», si affrettò a bloccarlo lei, arrossendo all’inverosimile. «L’ho fatto solo perché non respiravi più, idiota!».
«...Tu mi hai appena salvato la vita», terminò la frase Kid.
«Oh. Beh, io...».
«Grazie.», le disse lui, appoggiando una mano sulla sua. «Mi sento decisamente meglio».
Liz controllò la ferita sul fianco dello shinigami ed, in effetti, era vero: l’alone violaceo era diminuito. Possibile che il suo bacio...?
«Devi baciarmi di nuovo, Liz!».
«CHE COSA?!».
Kid si lasciò scappare una risata. «Lo so di essere sfacciato, ma ho capito di che veleno si tratta; può essere debellato con l’aumento della temperatura corporea».
Liz abbassò lo sguardo, cercando in ogni modo di diminuire il rossore sulle sue guancie. «Oh...E’ così dunque...».
Kid stava per ribattere, ma la ragazza gli si avvicinò di colpo, scontrando il naso contro il suo.
«Se è per il tuo bene, allora...», sussurrò, mentre avvicinava sempre di più le labbra alle sue. «...Ti bacerò».
Le loro labbra si incontrarono e le mani si strinsero.

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Capitolo 7
*** Lacrime - Give Kid back! ***


He Saved Our Lives

7. Lacrime - Give Kid back!

Liz si strinse le ginocchia al petto, cercando di raccogliersi il più possibile nell’angolino di muro che si era ritagliata. Era notte fonda, sua sorella dormiva, e in casa c’era un silenzio così fitto che le sembrava di impazzire.
Kid...
Questo era il suo pensiero fisso. Da quando quello strambo stregone l’aveva intrappolato nel suo libro non faceva altro che pensare a lui: dov’era? Stava bene? Aveva paura? Non riusciva a levarsi dalla testa che fosse tutta colpa sua...

«Lascia andare Kid!».
Liz puntò dritto negli occhi Noah, minacciandolo con sua sorella tra le mani.
«Se fossi in voi me ne andrei. Non sono interessato ad avervi nella mia bellissima collezione».
Perché le tremavano le mani? Doveva sparare...Un colpo ben assestato, solo uno e avrebbe potuto farlo fuori. Avrebbero salvato Kid così...Lasciò cadere le mani a terra, abbassando lo sguardo e tremando dalla rabbia.
«Sorellona! Ma che cosa fai?!», si ribellò Patty, sotto forma di pistola. «Sbrigati a sparare, dobbiamo aiutare Kid-kun!».
«Io...Non posso...».
«Piantala di fare la codarda!», urlò Patty. «Non vuoi salvare Kid-kun?!».
«BASTA, PATTY!», gridò lei ancora più forte. «Certo che lo voglio...Ma non posso rischiare di metterti in pericolo!». Lasciò che lacrime cadessero dai suoi occhi, piena di frustrazione.
«Dobbiamo lasciarlo andare...».

Al momento quella le era sembrata la soluzione migliore...Lo avrebbero lasciato andare e poi sarebbero tornate in un secondo momento a liberare Kid con l’aiuto degli altri. Però, non appena Noah era sparito portandosi via il libro e Kid, l’insicurezza e i sensi di colpa l’avevano assalita; ora non sapevano nemmeno dove si trovasse o cosa gli stessero facendo.
Dovevano assolutamente ritrovarlo e riportarlo a casa sano e salvo. Se non ci fossero riusciti, lei...
«Liz-chan?». La voce gentile di Tsubaki la fece sobbalzare, risvegliandola dai suoi pensieri.
«Tsubaki!», la chiamò sorpresa, asciugandosi gli occhi sommariamente. «C-cosa ci fai qui? Come sei entrata?».
«Ecco...La porta era aperta...».
Ma dove diavolo aveva la testa?!
«...Così ho pensato di entrare a vedere come stavate tu e Patty», le disse con un sorriso rassicurante Tsubaki. «Hai bisogno di qualcosa?».
«Tsubaki...», sussurrò Liz, stringendosi ancora di più le ginocchia al petto. «Io...Io non l’ho ancora ringraziato!», disse tutto d’un fiato, scoppiando in un pianto disperato.
Tsubaki sorrise dolcemente, circondando le spalle dell’amica e stringendola. «Non preoccuparti, Liz-chan. Lo potrai fare molto presto. Lui ci sta aspettando, lo sai vero?».
«Sì...», sussurrò in tono appena percettibile.
Però, anche mentre cercava di mostrarsi forte con Tsubaki, c’era solo un pensiero che le occupava la mente...
Kid!


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Capitolo 8
*** He saved our lives - Grazie, Kid [FINAL CHAPTER] ***


He Saved Our Lives

8. He saved our lives - Grazie, Kid!

«Maledizione! Perché non avete le tette della stessa misura?!».
Kid era un pazzo paranoico.

«Io sono uno shinigami! Non lo sapevi?».
Era vanitoso.

«Mio padre sta nascondendo qualcosa, dobbiamo assolutamente indagare».
Eccessivamente sospettoso.

«...Sono un inutile, repellente rifiuto umano!».
Un po’ viziato, forse.

Però, di una cosa era tremendamente certa.

«Ahahah, sei uno spasso Kid-kun!».
«Smettila di ridere, Patty, sto esponendo un problema di incredibile gravità!».

E lo diventava ogni volta di più quando vedeva sua sorella ridere ed essere felice, grazie a lui. Quando si accorgeva di essere tremendamente serena e spensierata, grazie al suo maestro d’armi.
Siamo state forse uccise da questo shinigami?, si era domandata una volta.
No. Loro erano state salvate da quel pazzo, paranoico, vanitoso, viziato e sospettoso shinigami.
Lui ha salvato le nostre vite.
Per questo, solo...Grazie, Kid.

 

END.

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