Per una birra in più

di Miss_MaD
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Per una birra in più ***
Capitolo 2: *** uno più uno non solo fa due... ***
Capitolo 3: *** ora siamo in tanti... ***
Capitolo 4: *** ora siamo in tanti (parte 2) ***



Capitolo 1
*** Per una birra in più ***


<< Buca! Si! ne offri un' alltra! >>
Simone aveva combinato un bel guaio: il biliardo era il suo forte ma non sapeva che c' era qualcuna più brava di lui.
Ormai erano alla terza birra,laureati,maggiorenni,fidanzati,dispersi e ritrovati.
All' una e mezza di notte erano soli nel bar sotto casa di Giulia che offriva, anche biliardo e sala video.
<< Ora basta birra! Mi  mettono dentro se mi beccano a guidare sbronzo per tornare a casa! >>
<< Bè, se vuoi casa mia è qua sopra! >>
<< Vuoi dire che mi inviti a dormire da te? >>
<< Si,se vuoi... >>
A quel punto mollarono tutto,dopo aver pagato,e presero l' ascensore. I sei piani più lunghi della loro vita.
Entrando, Simone si stupì di come era arredata quella casa: stile steampunk in soggiorno, stile chic in salotto e stile pin-up in cucina. Fece per sdraiarsi sul divano ma Giulia lo fermò:
<< Cosa fai? >>
<< Mi preparo per dormire,no ? >>
<< Tu dormi di qua >>
Entrarono nella camerada letto, arredata in stile sexyred: Un grande letto a baldacchino nero con le tende rosse,nere e dorate,un ampio mobile di legno mogano e le abat-joures con diverse intensità luminose.
<< E tu dove dormi ? >> Simone era perplesso, temeva la risposta.
<< Senti, siamo maggiorenni, vaccinati e solo amici. Cosa vuoi che succeda? >>
Giulia aprì un basso armadietto e ne tirò fuori un ampio pigiama di cotone.
<< No grazie >>
<< Prego? >>
<< D' estate non uso il pigiama... >>
<< Bè, io si. Compermesso... E almeno mettiti i pantaloni no? >>
Simone si tolse la maglietta blu a mezze maniche e rimase a torso nudo, mostrando quei pettorali che avevano fatto innamoprare Giulia ai tempi della scuola. Si mise i pantaloni e si infilò sotto le lenzuola di seta dorata che Giulia usava sempre d' estate.
La porta del bagno si aprì e Simone deglutì ,un po' sorridendo ricordandosi quando l' aveva fatto quel giorno al mare , quando vide il succinto baby-doll che indossava l' amica. I fianchi larghi rendevano il disegno più realistico. La spiò di sottecchi mentre, con fare da pantera, si toglieva la collana e la riponeva nel portagioie. Avrebbe voluto urlarle che stava benissimo, che era davvero sexy, e avrebbe voluto mettere le mani su quei fianchi e baciarla con passione. Ma lei non voleva. E lui non lo avrebbe fatto. Forse per una casualità, forse no, Giulia si mise con la schiena al muro, la mano destra a coprirsi il seno, anche se così facendo risultava più voluminoso. Chiuse subito gli occhi e si addormentò.
O finse molto bene.
Simone invece la guardò a lungo,passò gli occhi sul suo viso, e vide quanto era cambiato in tre anni.
Zigomi,
Labbra,
Guance,
Sopracciglia ancora ben definite.
Passò lo sguardo sulle sue braccia ,notando ancora quei piccoli leggeri tagli , porte magiche di un universo così fragile ma anche così potente.
Forse era l' alcol, forse ne era ancora segretamente innamorato,si sporse verso di lei ,le alzò il mento e le diede un bacio
PERICOLO!
Ma Giulia non la prese a male. Forse aspettava solo questo, forse anche lei ne era ancora infatuata,ma non si staccò da quel bacio.
Dopo un anno insieme di soli baci e due anni persi per il mondo avevano bisogno di ritrovarsi,di stare insieme come prima,lontani dai pensieri del mondo.
Avevano bisogno di un po' di sesso  ma sarebbe stato solo quello.
I primi a cadere furono i pantaloncini di Simone,leggeri come piume. le sue mani si infilarono sotto al baby-doll per cercare il reggiseno, un seno come lo aveva lei non poteva stare su da solo,ma non trovò niente.
Le sfilò le spalline,baciando ogni centimetro di spalla, fino all' ampia scollatura. La baciò intensamente mentre le toglieva il vestito, e poi, piano piano,come una lenta marea, tutto avvenne.
La lunga notte scemò via tra dolci dolori e vite riunite. Si erano ritrovati e niente  li avrebbe divisi.


** CIAO A TUTTI! Ecco il continuo della storia "cambio vita,cambio giornata" che, a quanto pare è andata molto bene. Questo primo capitolo è abbastanza breve, il secondo spero venga un po' più lungo. Credo di aver risolto tutti gli errori che mi erano stati segnalati quindi, spero solo che vi sia piaciuta. Recensite in tanti!! Ciao,MissD99 **

 

 

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Capitolo 2
*** uno più uno non solo fa due... ***


Dopo una settimana il comportamento di Giulia divenne strano: era sempre più spesso irascibile.
Un giorno,dopo pranzo,corse in bagno e vomitò. Dalla porta Simone  provava a parlarle. Quando uscì dal bagno la sgridò:
<< Sei capace di non infilarti qualcosa in gola per vomitare? >>
<< Sai cosa,ciccio? Se non ti piace quello che faccio quella è la porta e quello dell'altro giorno potrebbe essere stato solo quello che era... E ora fuori! Vai! >>
E Simone uscì.
Giulia, per qualche strana ragione conservava ancora il Clearblue che aveva comprato per sua sorella la prima volta che era andata a letto con il suo ragazzo e aveva paura di essere incinta.
Aveva addosso una brutta sensazione e fece il test. 
Il risultato doveva apparire dopo tre minuti,ma dopo uno solo, eccolo lì,nero su bianco.
Giulia tirò un urlo.
Era incinta.
Una fata incinta? E quando mai? 
Posò il test sul mobile in ingresso insieme a un biglietto per Simo:
"Sappi che ti amo".
Solo questo.


<< Giulia,ci sei? Senti,mi dispiace,io... >>
L' eco della sua voce riecheggiò nella casa deserta. Posò le chiavi e vide il test positivo.
<< Cazzo,Giulia! >>
Simone pensò che avesse compiuto qualche gesto insano,che stesse tentando il suicidio,ma lei non c' era. Né in casa né,per fortuna, sull' asfalto fuori.
In salotto vide tutti i vestiti stropicciati sul pavimento ma lei non c' era. 


<< Chiedo udienza a Voi, Regina. Mi sento in dovere di comunicarvi una novità che penso possa essere un problema. Ho bisogno di un consiglio,Maestà. >>
<< Dimmi cara >>
<< Ecco... Ci sarebbe un problema... >> Giulia aveva la voce acuta dall' ansia, quasi non riusciva a parlare.
<< Io ho...Ehm... Sono stata insieme ad un ragazzo e … >>
<< Giulia ? >> La voce della Regina Madre era dolce e premurosa.
<< Si? >>
<< Sei incinta? >>
<< M... Maestà,come... >>
<< Giulia, hai il sorriso delle donne che portano in grembo qualcuno; è facile accorgersene. >>
<< Il fatto è che sono...Preoccupata. >>
<< Perché,cara? >>
<< Ecco,Maestà, io sono una fata e lui un umano,insomma... Voi... Io... Sono... Preoccupata per le altre fate,Maestà ! >>
<< Mia cara fatina. Sei giovane e non devi spaventarti. Hai affidato la tua vita a quel giovane, e penso che difficilmente infrangerà la promessa fatta. >>
<< Si,ma se accadesse? >>
<< Giulia,non preoccuparti. Il Fato saprà fare il suo dovere... >>
Le due rimasero a chiacchierare per ore. La Regina, chiamata anche Fata Madrina per la sua dolcezza, tranquillizzò la ragazza che, dopo il lungo colloquio volle tornare nel giardino della sua infanzia. 
Nel mondo fatato, lo spoglio  e secco cortile nel quale era abituata a giocare da piccola a casa degli zii adottivi, si era trasformato in  un giardino enorme con un roseto e tre filari di viti che producevano uva gustosa e succulenta. In fondo al grande giardino, dopo la maestosa fontana in marmo, vi erano  due querce secolari alle quali era agganciata un' ampia amaca di vimini di salice, elastici e comodi, con sopra un enorme cuscino di edera, che l' aveva resa ancora più morbida. 
Era proprio su quest' amaca che Giulia sonnecchiava o leggeva o pensava nei pomeriggi autunnali.
E ora eccola, a diciannove anni compiuti, a sfiorarsi la pancia che presto sarebbe cresciuta.
<< Chissà perché le donne, anche se il piccolo è ancora invisibile, appena sanno di aspettare un bambino, iniziano a toccarsi la pancia? >> disse sorridendo agli alberi che li stavano proteggendo con le loro ampie fronde. 
Guardava le Margherite e i Denti di Cane e i piccoli Occhi della Madonna stendersi sotto di lei e farla pensare...
Giunto il crepuscolo decise che forse poteva tornare. Le ore erano diverse dal Mondo Umano, dove ve ne erano 24, mentre lì addirittura 28. Il crepuscolo del Mondo Fatato in quello umano corrispondeva alle undici di sera. Simone si scaldava le mani con una tazza di tè e si alzò quando si sentì toccare da dietro.
<< Giulia! Giulia ti ho cercata dappertutto! Dov'eri? >>
<< Ero a casa... >>
Nonostante fosse curioso,Simone non fece domande : sapeva cosa voleva dire. Più volte,anni prima, Giulia gli diceva questa frase quando  voleva stare da sola. 
 Era felice che non l' avesse abbandonato.
L' abbracciò a lungo. Poi ,sempre con il braccio sulle sue spalle,le toccò il ventre ancora quasi piatto.
La guardò negli occhi. 
<< Allora è vero? >>
A Giulia brillarono gli occhi:
<< Si! >> esclamò.
<< Allora alla mia fata... e alla piccola fatina... o fat...come cacchio si dice? >>
<< Hahaha!.. Si dice fata lo stesso,non cambia. >>
Simone prese un altro bicchiere e una brocca di tè verde,il preferito di Giulia e brindarono con quello alla notizia. 
“Tin”- il bicchiere tintinno e due labbra al sapore di cannella si unirono a due labbra al sapore di tè.
<< Sappi che ti amo. >> disse Giulia tra un bacio e l' altro e, chissà perché si misero a ridere come bambini.

E le risate avvolsero il nero di quella notte così limpida e gioiosa.

Pensavano che davvero la città avesse aspettato solo loro per vivere,ma a quel mucchio di gente là fuori non importava.

++ SpAzIo AuToRe ++
Ciao a tutti! Mi scuso per l' immenso ritardo ma ho avuto svariati problemi con i computer e non potevo pubblicare un capitolo tanto lungo con il cellulare. 
Niente da aggiungere, spero di pubblicare presto il prossimo capitolo che è già in lavorazione ;) 
Alla prossima,allora, ciaoo! 
MissD99

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Capitolo 3
*** ora siamo in tanti... ***


Un vagito ruppe l' aria: era nato. Il primogenito della loro famiglia era appena venuto al mondo.
Quella ragazza ,ormai donna,ormai madre aveva appena conosciuto il vero dolore.
Madida di sudore lo volle prendere in braccio per la prima volta ma Simone glielo impedì. I medici dissero che forse era scarsa ossigenazione del feto, o forse carenza di vitamine, fattostà che quel bambino non respirava più.
Giulia lo voleva. Sapeva di poterlo guarire senza far sapere niente delle sue origini ai genitori di lui, che così calorosamente l' avevano  accolta, lei che non aveva i genitori e viveva da sola. Sarebbe corsa via con quel bambino tra le braccia senza dire niente a nessuno e avrebbe vissuto come aveva vissuto lei, da sola. 
Ma non lo fece.Non lo volle sottrarre alla vita che lei stessa aveva sempre desiderato.
L' orologio della sala ticchettò a vuoto prima che un altro vagito ruppe quell' orribile silenzio che si era creato.
Era vivo. Quel piccolo miracolo era vivo. Simone si girò e baciò quella bella ragazza.
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In fondo il caposala era simpatico,o forse faceva così con tutte le coppie che per qualche ragione si trovavano lì.
I due neogenitori si guardarono a lungo con lo stesso,dolce accordo negli occhi: non sarebbe stato l' ultimo.
Passò più di un'ora dal parto quando a Giulia portarono un fagotto azzurro: suo figlio.
In stanza c' era solo il padre, perchè i nonni erano stati fatti uscire. La prima poppata era un momento esclusivamente loro.
L' infermiera diede istruzioni a Giulia; a lei non era mai piaciuto che gli amici la toccassero. Simone la toccava solo quando era lei ad autorizzarlo anche se dopo quella notte,ovviamente, le loro serate erano andate avanti a lunghe carezze ed abbracci all' enorme pancione di Giulia,e ora un' estranea  le stava sollevando il camice e toccando il seno gonfio di latte. Lei si irrigidì e Simone lo notò,allora allungò la mano sotto il piccolo fagotto e quel semplice tocco che li univa nuovamente la rassicurò.
Qualche ora dopo i nonni entrarono e videro il bimbo in fasce sazio ed addormentato. Non sapevano ancora se era maschio o femmina.
<< E' un maschio...>> Giulia era al settimo cielo. I nonni ebbero un momento di smarrimento quando realizzarono che quel bambino era loro nipote,e che era un maschio quindi avrebbe portato lui avanti il nome alle generazioni seguenti.
Filippa,la nonna, versò qualche lacrima,ma comunque molte meno di quelle che Simone si sarebbe aspettato. Nonno Marco, la roccia della famiglia, divenne tutto rosso in viso,e gli diventarono gli occhi lucidi di emozione. Erano tutti contenti per quella nuova famiglia,ma mancava una persona: Zoe. Dov' era la sorella di Giulia?
Si erano ricordati di avvisarla?
Si,lo avevano  fatto ma lei non si era presentata,e il telefono era spento.
E ora?
°° Ciao a tutti! Finalmente eccomi con un nuovo capitolo(scusate l' assenza,ho davvero avuto molti problemi) che ho diviso in due(ecco perché è così corto) per dare quella certa suspance... Se non vi piace qualcosa prendetevela con la mia Beta Lericina99_in_Malfoy... no,scherzo, prendetevela con me. 
Besos :*
MissD99°°

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Capitolo 4
*** ora siamo in tanti (parte 2) ***


Giulia fece in modo che il bambino piangesse per far uscire i nonni, poi si rivolse a Simone:
<< Simo,devo trovare Zoe! >>
Non fu difficile per la fata individuare la sorella nel parcheggio dell' ospedale.
Era schiacciata contro lo sportello destro, il respiro affannoso e lo sguardo disperato;al lato opposto c' era un uomo che avanzava verso di lei e le aveva già messo le mani addosso. Lei si difendeva con le gambe ma inutilmente.
<< Simone! >> l' urlo di Giulia arrivò come un fulmine a ciel sereno, si era scordata che lui non poteva vedere ciò che vedeva lei. << Simone! Zoe è nel parcheggio,ha un suv rosso,aiutala! >>
Simone corse fuori,co i suoi che cercavano di fermarlo, ma non si può fermare un uragano.

Uscito fuori la scena he vide fu orribile, il ragazzo prese l' uomo per le spalle e iniziò una lunga scazzottata durante la quale Simone aveva detto alla ragazza di chiamare la sicurezza. Finita la rissa si presentarno adeguatamente:
<< Allora, Zoe, vuoi vedere tuo nipote? >>
<< Ancora non ci credo! >>
Simone offrì il braccio alla ragazza e si avviarono verso l' edificio.
<< Buongiorno! >> Zoe aveva aperto la porta e aveva le mani piene di tè,caffè e cioccolata calda,Giulia era sul letto e teneva in braccio il bmbino. Aveva la pelle diafana e gli occhi di Simone,ma non si poteva essere ancora sicuri. Era piccolo e minuto,ma sin dal primo istante aveva il sorriso sulle labbra.
Simone non smetteva di sorridere :era felice che tutto ciò che aveva da sempre desiderato fosse lì . Pensò che forse per una volta nella vita avesse fatto qualcosa di buono,e chiuse gli occhi per fissare quel momento che mai avrebbe dimenticato.
La radio in corridoio trasmetteva "tutto ciò che ho " di Max Pezzali e assaporò piano le parole: 
"Avrei voluto essere 
un bravo studente
un bravo figlio
un bravo fidanzato
o almeno uno dei tre"
E pensò che lui c' era riuscito, era stato tutto questo ma ora avrebbe voluto essere anche un buon padre
E questo lo spaventava a morte.
== Ciao a tutti! Scusate il ritardo chiedo umilmente perdono! ==

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