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Che cosa sono io? Un ragazzo qualunque, uno di quelli che si incontrano in un qualsiasi liceo, contornati sempre di belle ragazze senza un motivo alcuno. Amo vestirmi bene, vado in palestra tutti i giorni, ma non sono mai riuscito a spiegarmi quel carisma della mia persona. Nel mio tempo libero mi posso ritenere un vero e proprio fancazzista, non mi piace fare nulla. Proprio niente. Mi piace uscire con gli amici, farci quattro sigarette e un paio di birre, fare casino, calciare le panchine. Tutto qui. Il resto del mio tempo, oltre che studiare, lo spendo al computer. La televisione è come se non esistesse più: mi ha ucciso i neuroni con i suoi reality shows di violenza, ora uccido lei: la lascio lì, in camera mia, in balia della polvere e di un telecomando che non ho mai spostato.
Click, click. Semplici click atonali. Battiti cardiaci tecnologici.
MSN: la mia droga.
ACCESSO: Kobayashi_Tatsua_AppleDoping@hotmail.jp...
Mi drogo di mele. Mi drogo di dolcezza.
Appena entro in linea trilli ed assillanti luci intermittenti mi assalgono come se volessero uccidermi. State fermi! Vi sto per contattare io, cazzo!
Un tiro di sigaretta, trucidata nel posacenere accanto al mouse nero.
300 contatti su 450 sono a me sconosciuti.
Non so davvero chi siano quelle persone, ma le aggiungo in continuazione.
"Flower_Girl ti ha aggiunto hai suoi contatti".
Flower_Girl? Che strano nickname. Magari è carina. Accetto.
Ce l’ho fatta! Finalmente riesco a
mettere l’html! Yo!
Flower_Girl: Ciao
Appledoping: MMh…ciao, ti
conosco?
Flower_Girl: Forse sì,
forse no, forse sì, ma in realtà non lo so…
Appledoping: XD
Flower_Girl: :D
Appledoping: No dai,
veramente…dimmi il tuo nome
Flower_Girl: Mi chiamo Naomi Konichizawa e frequento il tuo liceo
Appledoping: E come mai
tu mi conosci e io non conosco te?
Flower_Girl: Perché sei popolare a scuola…
Appledoping: °___°
Flower_Girl: Dai! Non
fare quella faccia basita! Insomma non si fa che parlare di te e tu fai finta
di essere basito…
Appledoping: O___O
Flower_Girl : XD ti ho detto di smetterla :D
Appledoping: XD
Flower_Girl: Poi sei così circondato di ragazze che non ricordi nemmeno il loro
nome
Appledoping: Quindi in
teoria ci conosciamo?
Flower_Girl: Sì, in un certo senso…sì
Appledoping: Come ho potuto non accorgermi di te?
Flower_Girl: è quello che mi sto chiedendo anche io, ora
Appledoping: Scusami
Flower_Girl: E di che? Ormai
mi ci sono abituata…hai una ragazza?
Appledoping: Ne avevo una, ma a quanto pare mi ha abbandonato…non si è più
fatta viva
Flower_Girl: Sul serio?
Mi dispiace
Appledoping: Lascia
stare, è una storia che preferirei non ricordare
Flower_Girl: Capisco, mi dispiace…non volevo rattristirti
Appledoping: So di essere
un verme, so che mi faccio le ragazze senza sapere chi siano, ma per favore non
ricordarmi più di Megumi
Flower_Girl: Ok…tranquillo…
Appledoping: Piuttosto,
vedo che hai una webcam…puoi mostrarmi il tuo viso?
Flower_Girl: Vuoi vedere se sono sufficientemente carina per te?
Appledoping: No…voglio
solo vedere se ti ho già vista
Quella strana ragazza continua a girarmi nella testa come
una trottola. È come se lei fosse un astro ed io un girasole. Ormai è diventata
parte di me, continua ad inabissare i miei pensieri ferocemente. Cerco di
ricontattarla e chiedere scusa, ma non è in linea. Si deve essere disconnessa
per colpa mia. Nella peggiore delle ipotesi mi avrebbe persino bloccato.
Non voglio pensarci e contatto Hideo, il mio migliore amico,
impostato su “non al computer”.
TRILLO.
Flower OF Flash And Bones- Che cazzo c’è da
trillare? Appledoping- Vaffanculo
Flower Of Flash And Bones- Stai zitto che è
meglio
Appledoping- hai le palle girate?
Comunque guarda che credo che il tuo nickname sia sbagliato, la parola giusta è
“flesh” non “flash
Shoujo- Oddio è vero
Appledoping- Che cazzone!
Shoujo- Comunque…che
volevi dirmi?
Appledoping- No, niente, è che mi ha contattato una ragazza pochi secondi fa,
su msn
Shoujo- Un’altra? Che
palle…
Appledoping- Dai…seriamente…ho
paura di averla offesa, non so esattamente perché ma mi sento profondamente in colpa
Shoujo- Che le hai
fatto è? Le hai mostrato il pene in webcam?
Appledoping- In effetti..
Shoujo- O___O
Appledoping- Ma che hai capito! Niente
pene! È solo che le avevo chiesto di mostrarmi il suo volto in webcam Shoujo- Tutto qui? E
lei si è incazzata?
Appledoping- Si è disconnessa senza dire nulla
Shoujo- si sarà
offesa perché tu guardi le ragazze solo nel lato esteriore, non prendi in
considerazione quello che hanno dentro. Capisci? Le donne ne soffrono, e poi
diventano anoressiche e muoiono
Appledoping- =____=
Appledoping- E meno male che pensavo che tu mi avresti consolato
Shoujo- E perché avrei
dovuto
Appledoping- A volte sei davvero stronzo
Shoujo- Pure tu!
Appledoping- io…mai!
Appledoping- Eccola! È rientrata!
Sarà stato un problema della linea ,allora! Shoujo- Ecco! Vai
dalla tua mocciosetta e non farti più rivedere, per carità XD…e ricordati che
domani c’è il test di biologia
Appledoping- O___otu che ricordi
quando ci sono compiti e verifiche? O___O come mai? Shoujo-… vada, vada
sire
Chiudo la
stupida ed inutile conversazione con Hideo e torno da lei, quella misteriosa
ragazza che mi sta facendo sua preda…che cosa avrà poi di così particolare? E
chi lo sa?
Quarto trillo della giornata. Il mio indice destro accarezza
il mouse e lo violenta in continuazione. “RispondI! Rispondi! Dannazione”
sussurro tra me. Ma quella ragazza dei fiori non risponde.
Ci rinuncio, esco da msn e ripasso biologia.
Avvicino gli occhi al libro, leggo tra le righe e mi perdo
tra un componente della membrana cellulare e un altro. Non ce la faccio. Mi sto
deconcentrando. Memorizzo a fatica le differenti proteine nella membrana,
mentre faccio rotolare una sigaretta tra le dita. Poi alzo gli occhi e di
frontea me vedo qualcuno: una strana
sagoma, femminile e bianca mi guarda minacciosa. Rimango impassibile.
Ansimo estrefatto.
Comincia a sussurrarmi frase sconnesse ed
urla, urla sempre più forte. Prendo le forbici e, spaventato, gliele
punto contro. Lei non scompare, èsempre lì, fissa e urla. Poi si
avvicina e le sue gambe cominciano a perdere sangue. “Chi sei? Chi sei?” urlo, mentre il
mio respiro si fa più affannoso, il cuore continua a battere in modo assordante
e la mia testa vacilla. La misteriosa ragazza riapre la bocca e del
sangue comincia a fluirle dai denti, cadendo a picco sul pavimento, formando una inquietante macchia rossastra a forma di cuore.
“Ti amo” sussurra e mi sveglio di colpo.
Sono le 7 del mattino e la mia testa si trova tra la pagina 16 e la pagina 17
del libro. Oggi ho il test, ma non so nulla. Non riesco a ricordare nulla. Mi
faccio una sigaretta mattutina, mentre corro al bagno per sistemarmi i capelli.
Ora, nello stesso momento in cui sono sul treno verso scuola, ripassando
distrattamente biologia, una ragazza sta gironzolando in un bosco poco distante
a casa mia
Ora, nello stesso momento in cui sono sul treno verso scuola,
ripassando distrattamente biologia, una ragazza sta gironzolando in un bosco
poco distante a casa mia. È una fotografa, e sorride con i suoi capelli biondi
svolazzanti nel vento (tinti ovviamente…quando mai si è vista una giapponese
bionda naturale?). Click. Fotografa i rami degli alberi autunnali che
abbracciano un sole pallido di ottobre.
“Questa è venuta bene” sorride controllando con i suoi seducenti occhi a
mandorla, l’anteprima della fotografia. Con i suoi chiarioscuri sensazionali e
quelle straordinarie ombre cinesi che si proiettano sul terreno.
Click. Click. Click.
La sua arte è inarrestabile: fotografa di
tutto: gli alberi, le foglie e il fiume che dista poco accanto, nascosta da
quell’incommensurabile armata di fronde.
Click. Click. Click.
Poi la ragazza sfoglia le sue creazioni, zoomma le parti più
interessanti e le studia. Sorride ripetutamente, conscia del suo talento e
rabbrividisce.
Zooma sulle foglie, sulle fronde, sulle ombre… e sui volti.
Solo in quel momento, infatti, nota che nell’acqua salmastra
si nasconde un volto femminile. La ragazza aguzza lo sguardo per vedere meglio,
sperando che si trattasse solo di una sciocca sovraesposizione della pellicola.
Del sudore le scende dalla fronte, rabbrividendo al solo pensiero che quella
faccia fosse di un cadavere nascosto in quell’acqua sporca. Alzò lo sguardo
dalla macchina fotografica e , improvvisamente,
davanti ai suoi occhi apparve una ragazza bagnata da capo a piedi. Implorava
aiuto e piangeva, urlava sempre di più. “Calmati” le rispose la fotografa, facendole diverse
fotografie “Calmati! Ci sono io con te”
Ma la ragazza del fiume, improvvisamente, cade a terra, sbatte la testa e non
riesce più a muoversi. È morta.
La fotografa urla, chiama una sua amica al cellulare perché non
sa che fare, e si mangia le unghie. “Te l’ho detto! È una ragazza che è venuta dal fiume! …no,
te lo giuro…non so di chi si tratti…non la conosco…ti prego, Yoko, dimmi che
cosa devo fare…alla polizia dici? Non lo so …e se non crederanno al fatto che
sia uscita da sola dall’acqua… Ti prego, Yoko, aiutami…sono disperata” .
Sono arrivato a scuola e ho il fiato corto. Cerco con lo
sguardo una possibile Naomi, tra tutte quelle ragazze che sorridono ed
ammiccano, nella loro suadente uniforme scolastica alla marinara. Nessuna di loro mi attrae, se riuscissi a
trovare quella Naomi, la troverei sola e sconsolata, ma
unica. Non mi mostrerebbe le gambe, e forse nemmeno le labbra, si limiterebbe a
salutarmi arrossendo e scapperebbe via. Mi accendo una sigaretta e sospiro. Non
so che fare. Che giornata schifosa, quella di oggi! Non ho studiato un cazzo e
forse mi sono innamorato di una ragazza che conosco da un giorno. Che devo
fare?????
Sono in bagno. Sono passate tre ore da quando questo
maledetto giorno scolastico è cominciato e già non vedo l’ora di andarmene a
casa. Le due ore di algebra sono eterne, non riesco proprio a reggerle. Mi
allento la cravatta dell’uniforme e, dopo una bella liberazione fisiologica mi
lavo le mani al lavandino e mi sistemo i capelli, guardandomi nello specchio
del bagno maschile.
Sto per tornare in classe, controvogliaconsapevole del fatto di una noiosa ora di
storia, quando mi pareche lo specchio
si muova.
Tudum.
Produce un suono strano, come una lamina di ferro che viene
percossa con violenza.
Resto ad osservarlo ed ecco, che noto che il suo vetro
comincia a tremare con fervore. Trema, trema, e non s’arresta. Bum. Bum. Bum. Crckckckc.
Crepe inquietanti marchiano la superficie limpida
distorcendone il riflesso. Ora mi vedo, completamente a pezzi e riesco a vedere
il mio collo spaccato letteralmente a metà. Mi sento morire. Muoio.
Anziché fuggire all’istante, indietreggio ed ecco che le
porte dei gabinetti si aprono di colpo, una dopo l’altra.
Mi guardo intorno, con il cuore in gola, quando una ragazza
misteriosa esce da uno di questi gabinetti e mi guarda in modo strano.
Il suo corpo è segnato da numerose ferite che continuano a perdere sangue e le
sue mani nascondono la parte inferiore del viso: dal naso in giù. Spero che si
tratti di un sogno, stento a credere ai miei stessi occhi. Indietreggio verso
la porta della salvezza e questa si avvicina catatonica. I suoi capelli corvini
ondeggiano con l’andatura incerta del suo corpo ferito. Poi quando mi è
praticamente vicina ,pone la sua fronte sulla mia e si libera di quelle mani
che le imprigionano il viso, mostrandomi un dettaglio particolarmente
inquietante: non ha la mascella, ma anzi…non possiede proprio la bocca, né il
meno. La parte inferiore di quel viso sembrava essere scomparsa, al loro posto
solo carne mutilata, da cui cadde un’inquietante cascata rosso sangue che
sporcò di emoglobina la camicia, la cravatta e i pantaloni della divisa.
Grido disperato e lei mi stringe forte, spargendo sangue all’impazzata, che
scendeva sui miei capelli, inumidendoli, poi sul retro della giacca.
Svengo, in preda a panico e terrore.
“Tatsuya? Tatsuya?”sento
richiamare da lontano. Sono privo di sensi, l’unica cosa che riesco a sentire è
il battito impazzito del mio cuore, sospeso tra amore e paura. Per il resto
vivo in un’oscurità profonda, dentro la quale non riesco a sopravvivere. In
mente, però, non penso a me, non penso alla mia vita, penso a quella Naomi, quella strana ragazza che circola nella mia mente. Non
mi interessa nemmeno capire chi sia quella ragazza priva di mascella. L’unica
cosa che voglio davvero è vederla e nutrirmi di lei.
Apro lentamente gli occhi. La mia vista è offuscata.
Un’ombra nera si protende verso di me. È Hideo.
“Tatsuya! Tatsuya!”
continua a ripetere con insistenza
Mi sveglio di colpo e mi osservo, non sono affatto sporco di sangue. Sento solo
la testa che pulsa di dolore. “Che è successo?” chiedo sussurrando
“A quanto pare sei svenuto…non rispondevi…temevo fossi…”
”morto? Non scherzare”
”eh…bravo…non scherzare…guarda” mi dice indicando una chiazza di liquido rosso
per terra “quando sei caduto devi aver sbattuto la testa e devi aver perso
anche del sangue”
Avvicino i polpastrelli alla nuca, in effetti la sento umida
e calda “Non capisco cosa sia successo…c’era una ragazze …”
”Una ragazza?”
”Sì…una ragazza…non aveva la bocca”
”Non aveva la…senti ma che stai dicendo?”
”Non lo so, ma credo che debba tornare a casa”
”Già lo penso anche io”
”Avverti la professoressa che io esco prima, io scendo in segreteria e…”
”Sei matto…hai sbattuto la testa…e se mi svieni cadendo le scale? Potresti
morire”
”Ma sei diventato gay all’improvviso?”
”Il fatto che mi preoccupi per te non vuol dire che io sia gay”
”Stavo scherzando…comunque vuoi avvertire la professoressa di storia, per
favore?”
Annuisce” Però ti mando Yukiko”
”Perché proprio Yukiko?”
”Tutti sanno quanto sia cotta di te…e poi è una gnocca da paura…pensaci, tu hai
appena sbattuto la testa, le svieni tra le braccia in mezzo a quelle sue poppe
così ben formate…mmmh”
”Smettila di fare il pervertito per favore, pensi sempre a scopare”
”OK…allora vado a chiamare qualcuno”
”Era Ora”
La testa mi fa male, ma non al tal punto di svenire. Più che
sul dolore fisico mi concentro su quella Naomi che mi
sta distruggendo il cuore e su quella strana ragazza che forse mi è apparsa in
sogno.
Chi è colei? È solo un semplice incubo o qualcosa di più?
E come ho fatto a cadere per terra?
Domande , domande, domandea cui non
riuscivo a darmi una risposta.
Spero che tutti questi tormenti si risolvino
a breve, o potrei anche impazzire.
Sera.
Sussurro davanti allo schermo e osservo con malinconia, una strana macchia
sulla superficie liscia e digitale del destkop.
Mi manca Naomi. Entro in msn con il peso nel cuore, ancora confuso per ciò che è
successo a scuola, in bagno.
Flower_Girl: Ciao
Mi ha contattato! Finalmente!
Appledoping- Che fine avevi fatto? Flower_Girl- Mi cercavi?
Appledoping: Mi
andava di parlare un po’ con te Flower_Girl: Davvero?
Appledoping-: Sì,
davvero…mi sembri una ragazza particolare…hai scaturito un buon interesse su di
me
Flower_Girl: Ma quale onore! Appledoping- Sei sarcastica, ora? Flower_Girl: mmmh..sì
Appledoping: XD
Flower_Girl: Quindi ti piaccio? Appledoping: Non lo so ancora…ti ho conosciuto solo
ieri e non ti ho nemmeno visto in volto, però sento che c’è del magnetismo, c’è
qualcosa che mi lega a te
Flower_Girl: Mamma mia! Dovresti fare il poeta da
grande Appledoping: Altro sarcasmo? Flower_Girl: mmmh…sì
Appledoping: XD Flower_Girl: :D
APpledoping: Se
devo essere sincero è come se ti conoscessi già
Flower_Girl: davvero? Appledoping: mi ricordi… Flower_Girl: chi?
Appledoping: no,
niente…lascia stare..
Flower_Girl: Ok
Appledoping: Oggi
c’eri a scuola? Flower_Girl: No, avevo un po’ di febbre…mi sento
spesso male
Appledoping: Assì? Come mai? Flower_Girl: Non lo so, ma è come se affogassi in
continuazione…
Appledoping:
Affogare? Flower_Girl: Sì, quando ti manca l’aria e vuoi
tornare in superficie. Non ti è mai capitato? APpledoping: Sì
Flower_Girl: A me capita in continuazione…
Appledoping:
Anche io sono stato male oggi…sono svenuto in bagno
Flower_Girl: Oddio! Davvero? Appledoping: Sì…anche se non riesco ancora a capire
come sia potuto succedere…
Flower_Girl: Hai fatto colazione? APpledoping: No…
Flower_Girl: Allora dev’essere
stato un calo di zuccheri
Appledoping:
Probabilmente…forse anche perché in questi giorni salto frequentemente i pasti
Flower_Girl: No…ma perché? Appledoping: Perché sono così confuso ed apatico che
non ho voglia di fare un cazzo. Nemmeno mangiare. Flower_Girl: Dai, non farlo…è stupido…Poi con
tutto il tabacco e l’alcool che butti giù va a finire che non arrivi ai trent’anni
APpledoping: Come
sai che fumo? FLower_Girl: è evidente…hai sempre una sigaretta in
mano, anche adesso
Mi guardo estrefatto le dita e
vedo che una malboro è tra l’indice e il medio
sinistro
Appledoping: Come sai che ho una sigaretta tra le
dita? Flower_Girl: perché tutte le volte che ti ho visto, non
ti ho mai visto senza…
Come può amarmi? Non riesco a capirlo. Io che non faccio mai
nulla, io che mi faccio sempre gli affari miei, io che sono così freddo e
distaccato.
Mi ama solo per il mio aspetto fisico? Non riuscirei a
perdonarmelo.
Non credo mi ami per come sono dentro, ed è questo che mi fa
più male.
E io cosa provo? Stoforse amando quella strana ragazza?
Che mi succede?
Naomi…Il suo nome mi trapassa i
denti e mi finisce in gola, in quell’abisso impervio
chiamato cuore.
Flower_Girl: Ho detto qualcosa che non va? Appledoping: No, niente…ero solo soprappensiero
Flower_Girl: Tu che cosa rispondi Appledoping: Te l’ho detto…non lo so…domani sei
libera? Flower_Girl: Non sono mai libera…però vedrò…Ti mando
un messaggio se ti va…puoi darmi il tuo numero? Appledoping: 09456789000
Flower_Girl: Perfetto
Appledoping:
Chiamami. Ho tanta voglia di conoscerti.
Flower_Girl: non avevi forse detto che è come se tu mi
conoscessi già?
Appledoping: Sì,
ma in questo caso per “conoscerti intendo uscire con te, andare al cinema…cose
così, insomma
Flower_Girl: Capisco Flower_Girl: Ora scusa, devo andare…
Ma una buona cioccolata calda non me la toglie nessuno.
Soffio lentamente e con dolcezza per raffreddarla senza toglierne la sua
purezza e il suo sapore dolce.
Mi riempio di dolcezza.
Qualcuno mi alita sul collo, ma non ha l’alito umano. È un
soffio freddo e raggelato, quasi quello di un morto. Rabbrividisco. Il sangue
mi si gela nelle vene. Quello strano sospiro attraversa il mio corpo, così
ardentemente, che la tazza nelle mie mani traballa e delle gocce di liquido marrone
cadono a picco sul tappeto. Non ho il coraggio di voltarmi. Il cuore mi batte
all’impazzata, quasi come se volesse abbandonare il mio corpo, distruggendo la
cassa toracica.
Cerco di osservare con la coda dell’occhio, ma vedo soltanto
un ombra. Appoggio la tazza sul tavolo della cucina accanto a me e mi armo di
coltello, mentre la paura sembra non andarsene.
Conto fino a tre, chiudo gli occhi, stringo forte il
coltello e mi giro di scatto. Poi li riapro e vedo la punta del coltello sporca
di sangue. Alzo lo sguardo, sempre più terrorizzato.
Quella ragazza è di fronte a me. Le ho appena tagliato la coda.
“Bastardo” mi sussurra, mentre un feroce schizzo di sangue
parte all’impazzata dalla ferita sulla gola, spruzzando di rosso vivoi muri della cucina.
Mi sveglio di colpo. Sono in soggiorno e mi ritrovo la testa nella tazza di
cioccolata. Sento il capo bollire. I capelli sono sporchi della dolce bevanda. Il
colletto della camicia bianca completamente marrone. Sono svenuto di nuovo.
Metto la tazza nel lavandino e corro a lavarmi i capelli.
Senza togliermi nulla, mi metto in ginocchio di fronte al bordo della vasca e
mi lavo i capelli con l’ausilio del rubinetto e un po’ di shampoo.
Che cosa mi sta succedendo? Continuo a svenire in
continuazione e tutte le volte questa strana ragazza mi appare in sogno. Chi è?
Che cosa vuole?
Mentre l’acqua accarezza il mio capo e la lava via dal cioccolato, due mani
spuntano improvvisamente dall’interno della vasca e mi afferrano il volto,
trascinandomi all’interno di essa. Mi divincolo, ma quelle mani non mi lasciano
andare. L’acqua mi cade a picco sui pantaloni inumidendoli.
Ma all’improvviso l’acqua cambia colore: tende al verdognolo
e continua a scendere. Non riesco a liberarmi. Voglio uscire! Voglio uscire! La
camicia si fa pesante e umida.
Acqua salmastra, ricca di alghe e strane erbe.
Aiuto!
Le mani mi spingono sul fondo. Non respiro.
Bevo.
L’acqua salmastra mi penetra nelle narici e in gola. Soffoco.
Ritorno in superficie a stento e riesco a sputarla. Ma immediatamente vengo
spinto nuovamente sul fondo. Il liquido mi perfora le orecchie e non mi lascia scampo.
Sembra acqua di lago, o di fiume.
Fiume.
Fiume.
La parola fiume mi rimbombava in testa all’impazzata.
All’improvviso le mani scompaiono e io riesco finalmente a
ritornare in superficie. Esco respirando con fame d’aria e mi butto sul
pavimento del bagno. I vestiti completamente fradici. Le piastrelle si
ricoprono d’acqua.
Acqua che continua a fluire ed estendersi, come un’epidemia.
Quella ragazza. Quella ragazza vuole qualcosa da me.
E continua a colpirmi.
Ma questa volta è riuscita a farlo nella realtà, non nel
sogno.
“Stai bene?” ripete un’altra volta un’amica a quella ragazza
che vide spiaccicarsi di fronte a lei, di fianco a quel fiume,
“Sì…sto meglio”
”La scientifica ti ha mandato questa lettera, l’ho notata nella cassetta quando
ti eri già addormentata” sorride Yoko, mentre porge
la lettera all’amica di quel macabro evento, Shizuka.
La apre, con il fiato corto e con molta curiosità, oltre che
ansia.
“Cara Signorina NakasakeShizuka,
Abbiamo accertato l’identità del cadavere da lei ritrovato.
Si tratta di una ragazza di nome NaomiKonichizawa[…]”
“NaomiKonichizawa?”
sospira Shizuka quasi incredula
”Che c’è?” le chiede l’amica, che non capiva tutto quello stupore
”Naomi…è il nome di una mia amica”
”Vuoi dire Nao…”
”Sì…ma…perché non l’ho riconosciuta? E soprattutto come può essere lei se è
scomparsa da ben sei mesi?”
“Nao? Vuol dire che hai visto Nao?”
”Evidentemente sì…beh…in effetti…non sono riuscita a guardarla perfettamente in
viso, quindi…sei mesi…sono passati sei mesi…ed è morta sotto il mio sguardo”
”E se invece fosse già morta?”
”Ma che cosa stai dicendo?”
“Beh…potrebbe essersi ripresentata sottoforma di
fantasma…forse è venuta da te perché le sei vicina”
”Ma che cosa stai dicendo? A mio parere ami troppo il paranormale?”
“Forse…l’unica cosa da dire è che questo fatto è veramente
strano”
”Non dirlo a me…tu non hai visto quella pazza spiaccicarsi al suolo davanti ai
tuoi occhi!”
“Beh…almeno…almeno tutto si è sistemato no?”
”No…io sono diventata molto più fragile, non vado a scuola da giorni e la
scientifica non fa che tempestarmi di lettere e messaggi…sembra che pensino che
io sia un’assassina”
”Sta tranquilla…tu sei finita solo nel posto sbagliato al momento sbagliato”
“Sì…forse hai ragione tu… ma continuo a non capire?”
”Mmh? Che cosa?”
”Se lei mi è apparsa come fantasma, come ha fatto a morire?”
UN GRANDE GRAZIE A TUTTI COLORO CHE STANNO AMANDO QUESTA STORIA… è
QUELLA CHE STA OTTENENDO IL MAGGIOR SUCCESSO (SEBBENE PENSI CHE IL MIO PIU’ BEL
RACCONTO HORROR SIA “POLITE”)…
UN GRANDE GRAZIE A
TUTTI COLORO CHE STANNO AMANDO QUESTA STORIA… è QUELLA CHE STA OTTENENDO IL
MAGGIOR SUCCESSO (SEBBENE PENSI CHE IL MIO PIU’ BEL RACCONTO HORROR SIA “POLITE”)…
GRAZIE A TUTTI COLORO
CHE HANNO AGGIUNTO QUESTO RACCONTO NEI PREFERITI, A COLORO CHE HANNO
COMMENTATO, A QUELLI CHE HANNO SOLO LETTO E ANCHE A COLORO CHE HANNO BLOCCATO LA LETTURA
perché NON SODDISFATTI DALLA STORIA XD
INSOMMA…UN GRAZIE A
TUTTI COLORO CHE HANNO AVUTO A CHE FARE CON QUESTO RACCONTO :D
BACI…ED ORA IL NUOVO,
ATTESO (SPERO) CAPITOLO
Sono sul treno. Ho deciso di tornare a scuola, nonostante
quanto successo ieri. Non voglio restarmene a casa in balia di un qualcosa che
vuole uccidermi. Mia madre lavora, sarei da solo. A scuola basta fare
attenzione: basta non ritrovarsi da soli e non si corre alcun pericolo.
Mi sono così spaventato da quell’incubo nella vasca da bagno
da non riuscire a chiudere occhio per tutta la notte.
Con un paio di grosse occhiaie ho deciso di divertirmi con
una maratona di caffè, porno coreani e film di Russ Myers.
Oggi il professore restituisce le verifiche di biologia e non so che cosa
aspettarmi: non so nemmeno se sia andata bene o male. In questo momento è come
se non esistesse altro: non ho cercato con gli occhi né Hideo né Komori e gli
altri coglioni dei miei amici. Ora le mie nuove ossessioni si chiamano: msn,
Naomi e la ragazza misteriosa che vuole uccidermi.
Ma quella che più mi spaventa è, appunto, questa terza
ossessione, la più pericolosa e meno dolce. Non posso certo restarmene con le
mani in mano: devo scoprire che cosa voglia questa donna misteriosa da me. Io? Io
che sono pigro, che non faccio male ad una mosca e che non so mai che diavolo
fare il pomeriggio. Io che vengo invitato in continuazione il sabato sera per
andare chissàdove per ballare e me ne resto a casa per il semplice fatto di non
averne voglia…che cosa ho fatto io?
Sospiro, mentre giochicchio con il cellulare.
In quel momento mi arriva un messaggio.
È di Naomi, solo ora riesco a ricordare di aver lasciato il
numero di cellulare a quella mia misteriosa spasimante.
”Ciao Tatsuya.
Sono Naomi, Flower_Girl.
Questo è il mio numero e ti saluto”
Che spreco di soldi per un messaggio del genere! Spero solo che abbia l’opzione
messaggi gratuiti… tuttavia, questo sciocco sms risveglia in me una profonda
felicità.
Le rispondo subito, digitando con la stessa velocità di
quando digito con la tastiera, ormai ci ho fatto l’abitudine, un’inquietante
abitudine…
La mia stessa linea! Alzo gli occhi, in cerca di qualche
ragazza con un cellulare in mano, faccio finta di andare in bagno per
controllare nelle cabine adiacenti, ma non vedo nessuna con il cellulare in
mano.
Aspetta…ma…ma…lì davanti a me c’è un ragazzo che smanetta con il telefonino!
Vi prego dei dell’amore, fate che non sia un ragazzo che mi
stia mandando quei messaggi!
Mi avvicino, controllando con la coda dell’occhio il display del cellulare di
quel ragazzo magrolino econ i capelli a
caschetto.
Sospiro di sollievo. Sta semplicemente giocando a Snake ed è così concentrato
da non aver notato il mio sguardo curioso e sbarazzino.
Bip. Bip. : un nuovo messaggio.
Numero sconosciuto.
“Morirai Presto”
Trasalgo e mi guardo intorno spaventato, affetto da uno
strano morbo, chiamato terrore.
Respiro affannosamente. Non nascondo di essermi spaventato
da quel messaggio è solo che comincio a sentirmi strano. Scendo dal treno, con
tutte le mie preoccupazioni e i miei affanni, mentre riesco a sentire da
lontano due ragazze parlare, sono due belle ragazze che discutono ,a man non
parlano di smalto per le unghie e ragazzi.
Nelle loro parole noto malinconia e preoccupazione ed un
nome esce dalla bocca di una di loro: “NaomiKonichizawa” Naomi.
Le fermo all’improvviso, le vedo spaventate, ma subito
riprese.
”Che cosa c’è?” Mi domandano come se volessero difendersi da un eventuale
stupro
“Nulla…è che ti ho sentito pronunciare…sei Naomi?”
”No…Naomi era una mia amica”
Solo ora ricordo. Quella ragazza è la misteriosa fotografa.
“Era?”
”Sì…è morta…è scomparsa sei mesi fa e l’ho vista morire tre giorni fa”
“Come è morta?” Sono sconvolto “Io…”
”TU che cosa? La conoscevi?”
”Io la conosco da pochi giorni, mi ha aggiunto su msn
e abbiamo iniziato a parlare”
“Ma…com’è possibile, scusa?”
”Non…non l’ho mai conosciuta prima…non conosco neppure il suo viso”
”Io invece la conoscevo…però non so perché sia scomparsa…l’ho conosciuta all’università
e nonostante fossimo amiche avevo percepito una strana inquietudine in lei…era
una ragazza piuttosto strana”
”Quindi seidell’università”
”Sì…sono fotografa…sono venuta nel tuo liceo perché so che vi ha studiato Naomi e ho voluo controllare
sugli annuari passati…per caso la tua scuola conserva vecchi documenti,
annuari, verifiche…qualsiasi cosa?”
“Si…sono conservate nella biblioteca”
”Ci vuole un’autorizzazione per controllarli?”
”Solo se sono più vecchi di treanni”
“Perfetto…vuoi venire con me?”
”Avrei lezione ma, va bene ti seguo…”
”Yoko” dice poi riferendosi all’amica “Tu puoi andare
a lezione se ti va”
”Sì…in effetti avremmo l’esame tra un paio di giorni, non mi va di perdere un’altra
lezione”
”Vai pure”
”OK”
E così Yoko sale sul treno,
salutando l’amica. Le porte si chiudono dietro di lei, e il treno sfreccia
lontano.
In questo stesso momento, la ragazza nota con inquietudine
che il treno è completamente vuoto. Si stringe le mani e si scortica le dita,
cercando di togliersi le pellicine. Le porte che separano un vagone dall’altro
cominciano a sbattere.
”Colpa del vento” pensa la ragazza, mentre, tirando fuori il cellulare dalla
borsetta legge un messaggio appena arrivatole.
”Spero sia di Shinji” sorride Yoko
con dolcezza, pensando ad un messaggino romantico che
le possa rendere felice la giornata.
“Stai per morire” un brivido. Yoko scatta in piedi terrorizzata
e si guarda intorno, ma come sempre il treno è vuoto.
Una strana inquietudine la invade. Sospira, affanna,
continua a guardarsi intorno. Si volta, schiocca le dita, si arma di coltellino
svizzero e attende, sperando che arrivi presto la sua fermata.
DUdun. Il cellulare riprende a squillare. Un altro
messaggio.
Yoko si lascia andare, appoggiando
la testa sul sedile, lasciandosi sprofondare, leggendo il messaggio.
Click.
”Sono dietro di te”
Che cosa? Yoko grida, scatta in piedi e cerca di fuggire, ma
due mani dietro di lei la afferrano. Yoko si dimena, muove i piedi, le mani, cerca di
graffiare il suo aggressore, di ferirlo con il suo coltellino, ma qualcosa
succede. Qualcosa di strano, Yoko non riesce più a
sentirsi viva: del sangue comincia a schizzare dalla sua gola e il suo
coltellino svizzero ha la punta tinta di rosso. La ragazza, scioccata si pone
la mano all’ugola, mentre il sangue continua a schizzare all’impazzata e poi,
cade inesorabilmente a terra.
Capitolo 13 *** Una Ragazza è uscita dalla mia bocca, uccidendomi ***
Hideo è già in classe, mentre io e Shizuka ci dirigiamo in biblioteca
per controllare annuari ed archivi, decide di andare in bagno
Hideo
è già in classe, mentre io e Shizuka ci dirigiamo in biblioteca per controllare
annuari ed archivi, decide di andare in bagno.
Mancano
pochi minuti alla prima ora.
Il
silenzio è angosciante. Hideo apre il rubinetto: ha sete. Avvicina la bocca
alla cavità e comincia a succhiare quel fluido trasparente che scende in modo
martellante. L’acqua gli entra solennemente sulla lingua, sino alla laringe.
Chiude
e si rinchiude in uno dei gabinetti dalla porta gialla.
Sta per abbassarsi i pantaloni, quando un senso di amarezza
gli trafigge la gola, sente che sta per vomitare quell'acqua appena bevuta. è
acqua salmastra, acqua di fiume. Comincia a tossire, cerca di sputare, ma non
smette di star male: un forte stimolo di nausea l'opprime, facendolo sentire
impotente. Hideo cade a terra, tossendo sempre più forte. Comincia a vomitare:
acqua viene sparsa in giro nel bagno, acqua verdognola, poi qualcosa inizia ad
uscire dalla sua bocca. Una inquietante massa di capelli sguscia fuori
attraverso la sua ugola, riversandosi sul pavimento del gabinetto. Hideo cerca
di rialzarsi, mentre i capelli continuano ad uscire. Sangue. Comincia ad
espellere sangue, poi una mano, una gamba. Una ragazza sta uscendo dal suo
corpo. Hideo è scioccato, ma quella matassa di carne e capelli continua ad
essere espulsa in modo inquietante. Poi la porta del suo gabinetto si apre di
colpo e il ragazzo viene ritrovato raccolto in un angolo, morto, ma con gli
occhi ben aperti e vitrei dal terrore. Sui muri spruzzi di sangue violentano lo
sterile bianco del gabinetto, sul pavimento un'indefinibile massa di capelli.
Una ragazza esce, poi, improvvisamente da quel gabinetto: è nuda e i seni le
sono nascosti dai capelli lunghi e neri. Sporca di sangue si pulisce le mani al
lavandino ed esce dal bagno dei maschi, come se nulla fosse.
Dopo l’autorizzazione della bibliotecaria, eccomi qui con la mia nuova
amica a consultare quei manuali finora dimenticati
Dopo l’autorizzazione della bibliotecaria, eccomi qui con la
mia nuova amica a consultare quei manuali finora dimenticati. Soffiamo sopra la
polvere e facciamo strane smorfie di fronte alle pagine ingiallite e di odore
acre: odore di vecchio, così terribilmente malinconico da rattristarci.
Anno scolastico 2003/2004.
Classe 3D.
”mmmmh…” sospira Shizuka
“Perché proprio questa classe?” le chiedo confuso
”Perché mi ricordo che disse di appartenere alla classe terza d e poi d’aver
cambiato scuola”
”Strano”
“Già…e la cosa più inquietante è che Naomi
non appare sulla lista degli alunni, c’è un'altra Konichizawa”
”Un’altra?”
”Una certa MegumiKonichizawa…oh
mio Dio!”
”Che cosa?”
“è…è la ragazza che…non ho assistito alla morte di Nao, ma a quella di Megumi! Ecco perché
non l’ho riconosciuta”
”Ma chi è Megumi?”
”Mi avevo di avere una sorella gemella…guarda…” dice indicandomi la foto di
classe sull’annuario “Le assomiglia moltissimo”
”Te l’ho detto…non l’ho mai conosciuta di persona”
”Megumi…”
”Megumi…io…io conoscevo una Megumi”
”è un nome popolare in Giappone, non lo sapevi?”
Sospiro. No, non era solo una persona diversa. Megumi,
MegumiKonichizawa…ma
certo!
”Io…io…conosco quella Megumi”
lei, di scatto, volta la sua testa verso di me “Sul serio?”
”Sì…credo anche che si chiamasse Konichizawa di
cognome…come ho potuto dimenticarlo?”
”Sì…ma come la conosci?”
“Non l’ho più sentita da circa sei mesi…era una ragazza che
conobbi in palestra, quando scoprii che si era innamorata di me, cominciai a …a…ad
ignorarla”
”E poi?”
”E poi una sera venne ad una festa con me e dei miei amici e credo di averla
umiliata in qualche modo”
”Come? Come è successo? Devi dirmelo!”
”Credo di essere stato ubriaco…non ricordo…lo so solo perché me l’ha detto Hideo, che era con me il giorno seguente”
“E poi non l’hai più sentita nominare?”
”No…ma non sapevo avesse una sorella gemella e soprattutto che si chiamasse Naomi”
”Resta solo una cosa da scoprire: perché Megumi si
trovava in quel bosco?”
”Si, infatti...”
”Forse è esattamente come aveva detto Yoko…”
”Cioè?”
”Forse è morta sei mesi fa e si è ripresentata sottoforma di fantasma…ma perché?
Perché a me?”
”Ho ancora diversi dubbi. Non riesco ancora a capire che cosa centri Naomi in tutto questo…”
La faccenda è più complicata del previsto.
A Lunastorta94: ho 16 anni. Quindi se tu
sei del ’94 in teoria dovrei avere due anni in più di te J. Volevo ringraziarti per la passione
che nutri per questa storia :D. Grazie Davvero. Ecco
il nuovo capitolo :)
La luce mi si appiccica sulla
pelle. Rosso, blu, cerchi neri nei vicoli ciechi sono superfici dopo il bianco,
vertigini albini che tramandano l’accecamento
circolare.
Sono così, perso, davanti a questo schermo: uno schermo vuoto, e privo di
anima.
Le finestre di msn messenger
appaiono senza sosta su di esso, chiamandomi con il loro eccheggiare e il loro
danzare, ma non ci bado. Sto cercando delle fotografie. megumi, Megumi. Chi diavolo eri?
Le mie mani scorrono sulle pagine
di album vecchi e appassiti, oltre che ammuffiti.
Foto di quando ero piccolo, di qualche sorriso, di niente. La mia prima ragazza,
io e Hideo. Poi pagine vuote, le pagine bianche si susseguono una dopo l’altra.
Perché cerco foto? Perché l’unica cosa che ricordo di Megumi è un flash
martellante ,di macchina fotografica.
Poi, trovo qualcosa: una fotografia piuttosto nuova, ma
spiegazzata e rovinata. Siamo io, una ragazza molto simile a Megumi e Hideo.
Tutti e tre abbracciati e sorridenti ,e forse anche
ubriachi.
Aguzzo gli occhi: sullo sfondo riesco a vedere anche Shizuka, la sua amica che
ho conosciuto questa mattina, un’altra ragazza e Megumi. Le prime tre sembrano
ballare, rapite dalla musica techno, mentre quest’ultima getta uno sguardo
triste e sconsolato su di noi.
Solo ora mi interessa dello schermo che mi sussurra.
E solo una scritta compare in
tutte le conversazioni aperte: “Hideo è morto”
Ansimo e non rispondo,
disconnettendo.
Sono triste, tremendamente
triste.
Il mio
cellulare squilla. Un messaggio
“Yoko è morta.
Hideo è morto. Anche tu farai la loro fine. Con affetto”
Dannazione! Chi cazzo sei? Chi
cazzo sei?
Yoko…Yoko…quella è…è la migliore
amica di Shizuka. Forse, forse, stanno morendo tutte le persone a cui appaiono
in quella fotografia. Dev’essere stata la stessa festa in cui ho umiliato
Megumi. Ma cosa ho fatto? Non ricordo, cazzo.
Dannazione all’alcool!
Che cosa è successo? Che cosa è
successo.
Mentre mi scervello e cerco di
trovare una spiegazione, davanti a me appare una ragazza vestita di rosso. No!
Il suo vestito è bianco, ma è rosso perché itneramente ricoperto di sangue.
È di spalle.
“C-c-chi sei?” le chiedo, sperando di sognare.
Questa comincia ad emettere degli squittii, dei lamenti, fino a che sul collo
non le si apre una ferita che lancia una feroce e virulenta pioggia di sangue
che si abbatte sulla parete di camera mia.
“Chi sei? Naomi? Megumi?”
Le metto la mano sulla spalla,
ma nello stesso momento qualcosa mi sfiora il collo. Mi volto all’improvviso e una
lama affilata trafigge la mia tempia, svegliandomi da questo dannato sogno
chiamato vita.
Sono nel mio letto. Stanco. Non ho mangiato nulla, non sono
andato in palestra, non mi sono fatto la barba e non riesco a dormire.
Ho spento cellulare e computer, ma la paura non se ne va.
Socchiudo gli occhi e penso che non ho mai avuto la vita così appesa ad un filo
come ora: quella donna che ce l’ha tanto con me potrebbe arrivare da un momento
all’altro, tagliarmi la gola e trascinarmi in un incubo eterno. Mi tremano le
mani.
il sangue mi si gela nelle vene.
Qualcuno mi osserva nella penombra, riesco a percepire le
sue inquietanti movenze espandersi sui muri.
Mi sveglio di colpo a causa della suoneria del telefono di
casa. Non so perché, ma sento che devo rispondere nonostante la paura che mi
affligge.
Alzo il ricevitore, con il fiato sospeso.
“Pronto?”
“Pronto, Tatsuya?”
“Chi parla?”
“sono io, Shizuka…ho scoperto una cosa agghiacciante…”
“Cosa?”
“Ho ritrovato una foto in cui mi trovavo ad una festa. E c’eri anche tu, c’era
anche Naomi e MegumI”
“Sì, anche io ne ho trovata una”
“Forse il giorno in cui hai umiliato Megumi c’ero anche io…ma non ho fatto caso
nemmeno alla tua presenza, quindi è quasiimpossibile che ricordi una tua
scenata”
“Senti…ma chi sono quelle ragazze che ballano con te?”
“A quanto pare quel giorno ero venuta alla festa con Naomi, Yoko, sua sorella
ed una amica di Yoko.”
“Mmmh..capisco…sai, Shizuka…vorrei tanto ricordare”
“Forse…hai avuto un rapporto con Naomi e…sua sorella era innamorata di te…forse
è per questo che l’hai fatta soffrire”
“ma come ho potuto avere un rapporto con una ragazza che non conoscevo?”
“Eri ubriaco…chissà quante te ne sei fatte quella sera…”
“Smettila, non sono quel tipo di ragazzo”
“Sì, che lo sei…comunque, ho appena avuto un incubo”
“Che specie di incubo?”
“Ero in una sorta di landa desolata e innevata, ma ero nuda. Riuscivo a sentire il freddo sulla mia pelle,
ma non sentivo aria, era come stare sott’acqua. Davanti a me, poi, all’improvviso
il ghiaccio si sciolse e prese vita una sorta di fiume dall’acqua verde. Al di
là di esso c’eri tu che mi salutavi e mi dicevi che se fossi riuscita a
superare il fiume mi avresti baciata. “
“Tu che hai fatto?”
“Non so perché, ma rimasi impassibile e immobile. Poi tu hai estratto dalla
tasca della giacca del legno e hai costruito un ponte per me. Io ero felice,
potevo raggiungerti, hai lanciato il ponte rudimentale verso di me. L’ho legato
alle mie estremità e tu alle tue.
Poi ho iniziato ad attraversarlo, ma proprio mentre ti stavo
raggiungendo, due mani attraversarono le cavità lasciate aperte del ponte e mi
trascinarono giù nell’acqua salmastra. Tu ti sei spaventato e hai cercato di
tuffarti per salvarmi, ma tossivi. Dalla tua bocca è cominciato ad uscire
sangue, poi capellie infine dalla tua
bocca è uscita una ragazza ,nuda. Alzai lo sguardo e vidi che si trattava non
di Megumi, ma di Naomi e mi sorrideva. Continuava a ripetermi che saremmo state
amiche per sempre. Intanto quelle mani mi trascinavano sempre più in basso. L’acqua
mi penetrava in gola: stavo morendo. La mia testa vacillava e di fronte a me
riuscii a vedere Yoko e Hideo, ringraziandomi di averli raggiunti per far loro
compagnia”
“è terribile…”
“Poi tu, all’improvviso ti sei svegliato, ancora sanguinante, ti sei tuffato. Mi
hai portata in superficie e mi hai baciata. Mentre ciò accadeva la landa
scomparve e apparve della gente che ballava. Mi hai abbandonata, hai raggiunto
Naomi, l’hai baciata e l’hai portata in una stanza dalla porta rossa, il cui
numero era 090.”
“090?”
“Sì…”
“090 è un locale…”
“un locale?”
“Sì…lo conosco, ma non ci sono mai andato, è uno strip club in periferia…”
“Non lo so…magari…”
“Quella sera è successo qualcosa…qualcosa di terribile, e qualcosa sembra avere
a che fare con il fiume dietro casa mia. Dobbiamo ricordare. Dobbiamo
ricordare. Se non ricorderemo, non avremo nient’altro da fare, se non morire”
“Non parlare in questo modo, ti prego…mi vengono i brividi”
“Hideo e Yoko sono morti…ma che cosa c’entrano loro?”
“Non lo so…questa faccenda mi sta facendo impazzire”
“Anche a me”
“Hai da fare ora?”
“Sono le due di notte passate”
“Quel locale è aperto a quest’ora…forse il tuo sogno vuole essere un messaggio…”
“Il nostro locale funziona sia da strip club che da love hotel” ci
sussurra un uomo calvo e dallo sguardo malandrino “Praticamente gli innamorati
vengono qui per passare delle nottate molto particolari e i single vengono a
godersi la vista”
“Il nostro locale funziona sia da strip club che da love
hotel” ci sussurra un uomo calvo e dallo sguardo malandrino “Praticamente gli
innamorati vengono qui per passare delle nottate molto particolari e i single
vengono a godersi la vista”
”Mmmh…capisco” rispondo io, con il suo medesimo tono
di voce “Lei ha un registro con i suoi clienti?”
”Si, ogni volta che arriva qualcuno nel mio locale registro i suoi dati sull’archivio
del pc”
”E questo a che scopo?” chiede Shizuka, un poco
assonnata, ma comunque determinata
”Beh…c’è sempre il rischio che una delle nostre ragazze venga stuprata o
picchiata e, grazie ai dati registrati possiamo risalire al colpevole più
facilmente”
”Capisco” esclamo “quindi può trovare qualsiasi cliente venuto qui?”
”Beh…certo…basta che mi dai nome e lo ricerco nell’archivio”
”Provi a cercare TatsuyaNobuyuki
o NaomiKonichizawa”
”Aspetti un attimo”
Click. Click. Le sue dita imperfette e grassocce riescono a diventare poetiche
con la loro sublime danza sul mouse.
“Sì” sospira “c’è una NaomiKonichizawa, con TatsuyaNobuyuki, sono venuti insieme…sei mesi fa”
”Sei mesi fa?”
”Sì…12 aprile 2008…perché?”
”Perché sono io TatsuyaNobuyuki…ma…non
ricordo…”
”è lo stesso giorno della festa” precisa Shizuka,
come se avesse pensato che non ci sarei arrivato da solo
“Forse, posso aiutarla a ricordare” esclama l’uomo
“Come?”
“Beh…ogni volta che due innamorati vanno in una delle camere
per fare l’amore, li riprendiamo con una telecamera…”
”Cooosa? E la privacy?”
”Ve l’ho detto…serve per evitare episodi spiacevoli all’interno dellocale…e poi all’ingresso è affisso un
cartello che preannuncia la videosorveglianza delle
camere”
”Davvero?” Sorpreso. Ero troppo ubriaco per leggerlo.
”Si…” mi guarda come se fossi stupido…
“beh…allora posso avere il filmato di quella notte? Dopotutto
sono io sul video”
”Si…aspetti…se siamo fortunati ce l’ho ancora in archivio…sa, dopo un certo
periodo i video vengono cancellati e riutilizzati per registrarne di nuovi”
”Spero solo che qualcuno non abbia visto quel video…” esclamo turbato
“Ecco…” ritorna l’uomo da un magazzino segreto riservato al
personale, con una videocassetta tra le mani “Questo è il filmato Nobuyuki-Konichizawa 12/4/08”…è
fortunato…è ancora qui…invece, molti altri video, anche posteriori sono stati
cancellati”
“Me lo dia, per favore”
-
Sono in camera mia e davanti a me scorrono delle immagini in
bianco e nero. Siamo io e Naomi mentre ci rotoliamo
tra le coperte e amoreggiamo. Shizuka è da parte a me
e si copre gli occhi con le mani, imbarazzata da tutta quella esuberanza.
“Ma perché?” esclamo io confuso… non ricordo nulla di quella
serata
“Strano…dopo tutto quello che avete fatto in quest…” Shizuka non finisce la
frase, forse sconvolta da una posa inconsulta.
A Zelgadis91: l’ambientazione giapponese è dovuta alla mia insana
passione per il cinema orientale, soprattutto film d’autore e horror
A Zelgadis91: l’ambientazione giapponese è
dovuta alla mia insana passione per il cinema orientale, soprattutto film d’autore
e horror.
Agli altri che hanno commentato: grazie
per appassionarvi alla mia storia, ne sono molto contentoJ
Premessa: ho già pensato ad un finale per
questa storia. Vi avverto che sarà quanto di più sconvolgente vi sia mai
capitato di leggere. Sarà molto ambiguo e interpretabile, oltre che vagamente
perverso. Quindi, se volete scoprire questa scioccante rivelazione non perdete
questo e i prossimi capitoliJ
Davanti
ai miei occhi, il volto di Megumi fissa, attraverso la finestra, me e Naomi fare l’amore nelle pose più assurde e a me
sconosciute. Le tocco il seno, lei sale con i polpastrelli, sino alla mia
bocca. Io sono visibilmente ubriaco, lei no. Megumi è fissa, in quella
posizione e non si muove. Guarda solo con disprezzo.
Blocco
la videocassetta
“Non ce la faccio ad andare oltre”
“Però il 12 aprile sei andato davvero oltre, mio care Tatsuya”
“Sì…senti…domani proviamo ad andare a casa di Megumi
,che ne dici?”
“Sì...ci proviamo, sperando che ci lascino entrare,
però”
“Non ci sto capendo più niente…questa storia sta diventando sempre più assurda”
“sì…ma finalmente sta avendo un senso ed è questo ciò che conta”
“Dobbiamo ancora scoprire un sacco di cose…il fiume, il fiume che c’entra?”
“Forse o Naomi o Megumi, una di loro è morta lì”
“Forse…anche se penso che sia stato proprio Megumi”
“Sì, lo penso anche io…”
“…”
“Dormiamo insieme”
Che cosa? Ma è impazzita questa? Siamo sconvolti entrambi e lei vuole dormire
con me, nel mio letto, tra le mie braccia…oddio!
“Stai scherzando?” “Che cosa hai pensato? Idiota! Dormiamo insieme, ma tu
nel letto, io per terra…così almeno se ci sarà un pericolo, sapremo risolverlo
insieme…non trovi?”
“Sì…hai ragione”
“Sto
impazzendo” “Anche io…da quant’è che non fumo? Perdio!”Ho bisogno di
tabacco! Infilo le mani nello zaino in cerca delle beate amiche.
“Tu morirai…se continuerai così…quante ne fumi al giorno?”
“Sei o sette…è che mi alleviano lo stress”
“Te lo fanno venire lo stress, secondo me”
Nello
stesso momento in cui parliamo, Miyuki, la sorella di Yoko, si è appena
addormentata, ma non ha ancora superato il trauma della sua giornata più
brutta. Quando ha saputo che la sorella era morta si è lasciata andare in un vero
e proprio fiume di lacrime. Ora Miyuki è nella fase REM e le sue palpebre
eccheggiano nell’oscurità. Riesco a vederla, con quel suo visino perfetto e
struccato. Gli occhietti a mandorla perfettamente chiusi e i lunghi capelli
neri a farle da cornice sul cuscino bianco.
Un
sospiro si avvicina sempre più a lei, ma non ha il coraggio di aprire gli
occhi.
“Sorellina” sussurra questa strana voce “Cosa c’è? Yoko sei tu?” risponde lei, sempre ad occhi
chiusi
“Sorellina…sono io…vuoi venire a farmi visita”
“Dove ti trovi?”
“non è importante dove, a me importa se tu verrai con me” “E poi? Che ne sarà di mamma e papà…Yoko, non sai
quanto ho pianto…torna da me, torna dai nostri genitori…ti prego”
“Yoko…apri gli occhi” “E poi? Che cosa succede se li apro?”
il sussurro di Yoko si fa sempre più vicino e sbatte contro la tempia
semiaddormentata di Miyuki.
“Miyuki, fidati di me…apri gli occhi”
Miyuki è spaventata, terrorizzata, ma decise di seguire il consiglio e
lentamente li apre. Ma davanti a sé non c’è affatto la sorella, c’è Megumi,
nuda e insanguinata, priva di mascella.
“Ciao Miyuki” sussurra quella strana donna “sono la tua sorellina”
questa sguscia fuori dal letto e urla, tentando di svegliare i suoi genitori
“Non si sveglieranno” “Puttana! Li hai uccisi!”
“No…non sono morti…ho fatto solo in modo che prendessero qualche sonnifero in
più”
“Sei…sei l’assassina di mia sorella, non è vero?”
“Vattene! Vattene! Non t’ho fatto nulla”
“è vero…ma devo ucciderti”
“Perché?”
“Perché
sei capitata al momento sbagliato nel posto sbagliato”
Megumi
si avvicina a passo quasi catatonico, verso Miyuki, che continua ad urlare e
tentare di aprire la porta di ingresso. Le chiavi sono scomparse.
Miyuki
corre in cucina, terrorizzata e non smette di urlare.
“Nessuno ti ascolterà” ride Megumi, che ad ogni suo movimento facciale inizia a
cadere una vera e propria pioggia di sangue, per la mancanza della mascella.
Miyuki
si arma di coltello da cucina e si rannicchia in un angolo, spaventata, sotto
il tavolo, sperando di non essere trovata.
Ansima
e cade nel panico.
i passi dell’assassina si avvicinano e si accompagnano con il rumore di
goccioline che cadono seducenti sul pavimento. plic, plic, plic.
Poi
il silenzio totale. Miyuki spera che la sua assassina sia scomparsa nel nulla,
ma proprio mentre sta per uscire dal suo nascondiglio, due mani appaiono
improvvisamente dall’ombra e la trascinano sotto il tavolo, dove il suo
coltellaccio inizia a coincidere con la gola, recidendola.
Il sangue schizza a fiotti.
Mi scuso per il ritardo del nuovo capitolo, ma ho avuto problemi con il
computer =__=… per farmi perdonare, scrivo un capitolo più lungo e ricco di
colpi di scena :D
Mi scuso per il ritardo del nuovo
capitolo, ma ho avuto problemi con il computer =__=… per farmi perdonare,
scrivo un capitolo più lungo e ricco di colpi di scena :D
Sto
dormendo. Non so come ci sia riuscito, nonostante le preoccupazioni varie e
assordanti. Shizuka è al mio fianco, ma non chiude occhio. È così preoccupata
che ha paura persino di chiudere gli occhi, lascia scorrere le sue fotografie
sotto il suo felice polpastrello e sussurra parole
incomprensibile. Non vuole restare con le mani in mano, mi lascia un dolce
e punzecchiante bacio sulla guancia ed esce da casa mia, sgattaiolando
furtivamente. Vuole raggiungere quel fiume, fare qualche foto, scoprire
qualcosa. Così sento a malapena le chiavi che girano nella serratura, ma non
riesco a definire il suo corpo che scompare dietro la porta.
Corre.
Corre sotto la notturna pioggia battente.
Attraversa
con grande velocità il bosco, grazie ad una torcia che si è portata appresso
prima di uscire. Poi, eccolo, il fiume in tutta la sua inquietudine e
profondità. L’acqua scroscia sulla superficie del fiume. Tictictictic.
La luna è
scomparsa dietro un alone nero di nuvole, ma Shizuka
comincia a scattare con abbaglianti flash. L’acqua salmastra appare e scompare
sotto la luce assordante. Poi, qualcosa, un’ombra, un’ombra comincia a salire
dall’acqua, raggiungendo la ragazza, sino davanti al suo apparecchio fotografico.
Shizuka vorrebbe urlare, ma continua a scattare, finchè il flash cattura l’occhio
di quell’ombra, un occhio bianco, privo di iride né pupilla.
Shizuka
vorrebbe gridare, perdere la sua voce, per surclassare la paura, ma sviene
inevitabilmente.
“Qualcuno può sentirmi?” sussurra tra sé Shizuka, mentre davanti ai suoi occhi
chiusi cominciano ad apparire immagini confuse, immagini che ritornano nel
passato, spiegando una tragedia che ha ripercussioni su questo dannato presente
colmo di sangue.
Megumi
sta pulendo delle tazze, mentre la sorella Naomi si sta truccando allo
specchio.
“La mamma lo sa?” provoca all’improvviso Megumi, con la spugna in mano
“Che
cosa?” risponde quella, rifacendosi gli occhi con un mascara di marca
“Che cosa
hai fatto ieri…”
Naomi è preoccupata ,si blocca all’improvviso e si
volta verso la sorella “Che cosa intendi?”
“Il love hotel…vi ho seguiti, sai”
“Che cosa?”
“Sì…vi ho seguiti…e non ho affatto gradito”
“Lo dirai alla mamma?”
“No…non sono quel tipo di puttanella…però sapevi che Tatsuya piaceva a me”
“Mi dispiace…ma ho scoperto di essermi innamorata di lui e tu non ci fermerai
di certo”
“Ma se non ricorda nemmeno di averti scopata, come puoi permetterti di stare
con lui?”
“Ora sto andando a casa sua, vedrai se non lo avrò”
Le due sorelle sono al centrodi una tempesta, cominciano quasi ad odiarsi e si scambiano
fulminei messaggi subliminali con le pupille. Qualcosa scatta in Megumi, così
ferocemente, che mentre la sorella sta per uscire, afferra un coltellaccio da
cucina e sferra un primo colpo sulla nuca. La ragazza cade freddata, in
silenzio. Megumi è scioccata, non riesce a capire come possa essere successo,
come un tale odio si fosse annidato dentro lei,
portandola persino ad uccidere la sua sorella gemella.
Con il
viso sporco di sangue, Megumi, si avvicina al cadaveree comincia a pensare: “E ora cosa
faccio?”. Quasi in lacrime, però, spinta da un’invisibile forza, comincia a
tagliare a piccoli pezzi quel corpo, partendo dalla mascella. Il sangue schizza
all’impazzata, mentre il coltello attraversa la carne, le ossa, i muscoli e l’anima
di quella povera ragazza, innamorata dell’uomo sbagliato.
Ora il
corpo è letteralmente a pezzi, sparso sul pavimento.
“E ora
che cosa faccio?” continua ad urlare tra le lacrime e le urla Megumi,
spaventatissima “C’è…c’è solo un modo per disfarsi del cadavere…devo mangiarlo”
Ecco
quindi, che Megumi afferra un braccio mozzato, poi le dita e poi la mascella
masticandoli, crudi, mentre il sangue le scende giù dalla gola sino allo
stomaco.
“Non sarò sazia, finchè tu, sorellina, non vivrai in me e non mi punirai per
ciò che ti ho fatto” urla piangendo, prima di masticare il piede destro della
sorella.
Ora il
pavimento è lucido: Megumi ha appena mangiato Naomi e ha ripulito il pavimento
dal sangue e dalle frattaglie, la casa è in perfetto ordine e sprizza di ordine
e felicità.
Megumi
non c’è, è uscita, è andata da Tatsuya.
“Oh ciao Megumi” dice questo, vedendo la sua amica entrare in casa sua
“Ciao” “Come mai non c’eri l’altro ieri in palestra? Ti
cercavo…ti volevo far sentire una mia canzone, l’ho scritta ispirandoti a te…”
“Mmmh…c’è …c’è qualcosa che devo dirti” “perché stai piangendo?È successo qualcosa?”
“Ho appena ucciso mia sorella”
“Che cosa?” Tatsuya è evidentemente sorpreso, nonché basito
“è vero…e
l’ho fatto per te…perdonami” piange, piange forte.
“ma…stai parlando sul serio?”
“Poi l’ho anche mangiata…ho un mal di pancia tremendo, è come se si muovesse in
continuazione, dentro di me…avrò vomitato tipo sei o sette volte prima di
venire qui e vomitavo sangue”
Megumi infila la testa tra le gambe di Tatsuya, inumidendogli i jeans di
lacrime calde.
“Ma…come è successo?”
“Non lo so spiegare” ora cerca lo sguardo dell’amato, mentre dagli occhi di
entrambi sgorgano le lacrime “è successo tutto in un attimo…sto male…sto tanto
male…aiutami ti prego”
“Che cosa posso fare?”
Megumi si alza, prende delle forbici affilate dalla sua borsetta e le porge a
Tatsuya.
“Che cosa
sono queste?” “Amore, uccidimi. Solo così mi farai felice, voglio
essere uccisa dalla persona che amo.” “Ma che cosa stai dicendo? Ma sei
impazzita?”
“Fallo…ti prego!”
Megumi gli afferra le mani dell’amato, che stringono ancora quelle lame e
avvicina la forbice alla sua ugola, dicendo “Non preoccuparti, tra sei mesi
tornerò a prenderti”. Tatsuya chiude gli occhi spaventato e spinge. Un rantolo.
Un liquido caldo gli si schizza in faccia, mentre la testa ora persante di
Megumi affonda tra le sue braccia, sporcandogli la camicia blu di sangue.
“Megumi”
sussurra per l’ultima volta Tatsuya, disperato “Ti ho uccisa”.
La
abbraccia forte, la porta fuori mentre il sangue crea una sorta di percorso sul
pavimento e nell’erba, attraversando il bosco, fino al fiume.
“Addio Megumi” la bacia in bocca, infilandole la lingua sul palato, tastando
quel sangue vecchio e datato che sa ormai di vecchio.
“Mi
mancherai” dice Tatsuya, gettando la ragazza nell’acqua salmastra e, il corpo
lentamente, inizia a sprofondare nelle onde.
Shizuka si sveglia di colpo, ha la fronte sudata e ha il cuore in gola
Shizuka si sveglia di colpo, ha la fronte sudata e ha il
cuore in gola. Si stropiccia gli occhi, mentre la torcia puntata su di lei le
ustiona il viso. Cerca a tastoni la macchina
fotografica, accorgendosi che il fantasma di Megumi è misteriosamente
scomparso. Affonda le dita nel terreno umido, quando si accorge della presenza di
una sorta di libriccino, abbandonato sulla sponda del fiume.maledetto. Shizuka
si avvicina a gattoni, incurante della melma che le
sporca le gambe. Allunga la mano per non cadere e afferra quello strano
libretto. È un libro piccolo e nero, inumidito dall’acqua, ma
ancora leggibile. Shizuka lo sfoglia, sotto la luce della torcia elettrica.
“Il Diario Di Megumi Konichizawa”
25 dicembre 2007
Ènatale, caro diario.
Oggi ti ho trovato
sotto il mio albero e ora sei tra le mie braccia.
Nao mi ha fatto davvero una bella sorpresa. Lei sa quanto mi piaccia scrivere,
disegnare e fantasticare su pagine raggrinzite e profumate.
Diario, tu sarai la chiave dei miei pensieri e dei miei sfoghi.
Ti voglio bene,
Megumi
28 Dicembre 2007
Ho ripreso ad andare
in palestra e proprio oggi, sono venuta a conoscenza di un ragazzo
affascinante, che ha subito attirato la mia attenzione. Si chiama Tatsuya
Nobuyuki e sta affondando nei miei pensieri come la lama di un coltello
affilato, mi piace da morire. Questa ossessione mi ucciderà, lo so. Ma non
posso farci nulla.
Ti voglio bene,
Megumi
29 dicembre 2007
Da oggi andrò in
palestra tutti i giorni. Lui c’è sempre e sono felice. Oggi gli ho parlato ed è
stato semplicemente sublime. La gentilezza fatta a persona.
Ti voglio bene,
Megumi
2 gennaio 2008
Ho baciato Tatsuya. È accaduto
tutto per caso e sono rinata, ora sì che mi sento felice, il cuore mi si è
aperto a metà, liberando gioiae voglia di vivere. Lui ama solo me.
Ti voglio bene,
Megumi
3 gennaio 2008
Ho scoperto che
Tatsuya piace anche a Nao. Questa cosa mi rende un poco
furiosa, ma dopo averle spiegato ciò che è avvenuto tra noi sembra che
abbia mollato la corda. “Una cotta adolescenziale” dice lei… una cotta che le passerà…meno
male
Ti Voglio Bene,
Megumi
10 gennaio 2008
Una ragazza ha guardato Tatsuya in modo languido, mi sono innervosita. Per
fortuna lui sembrava non ricambiarle alcuno sguardo, né alcun sorriso
[…]
14 marzo 2008
Ho fatto l’amore con
Tatsuya, dice che sono l’unica donna della sua vita. Chissà se dice la verità.
Chissà…
18 marzo 2008
Tatsuya mi ignora… non
so il perché… ha smesso di andare in palestra…parliamo su msn a monosillabi
[…]
2 aprile 2008
Stasera Tatsuya andrà
ad una festa. Lo seguirò.
3 aprile 2008
Mia sorella, quella
fottuta troia si è scopata Tatsuya. La odio! La odio! Puttana!
Sull’ultima pagina, solo delle gocce di sangue sparse sulla
carta. Un presagio di morte e violenza. Shizuka scatta in piedi e corre fino
alla casa di Tatsuya, in cerca di spiegazioni e verità.
Questo capitolo è stato ispirato dalla splendida Pj Harvey *_* e in
particolare alla sua bellissima canzone “That Was My Veil” (http://www
Questo capitolo è stato ispirato dalla splendida PjHarvey *_* e in
particolarealla sua bellissima canzone “ThatWasMyVeil” (http://www.youtube.com/watch?v=o4PZIhaM9zU).
Grazie PollyJeanHarvey! Ti Amo!
Ancora un paio di capitoli e il libro è finito…poi
continuerò “MSN 2”…si avvicina il finale scioccante
Sono sveglio, impietrito e dagli occhi vitrei. Le mie
pupille fissano un’oscurità senza spiegazione. Il destkop
di colore verdognolo si protende verso i miei iridi, incendiandoli. Una sola
finestra aperta: una stramba conversazione di msn.
Sulla superficie di esse una sola frase, ripetuta più volte da una mano scura “tra
pochi minuti morirai!|”
il mio cuore batte forte, ma sono catatonico e non riesco a muovermi. Nell’angolo
della mia stanza è apparsa una ragazza: è la migliore amica di Yoko, quella della fotografia, si chiama Sayaka e si sta tagliando le vene.
NO, non vuole suicidarsi, è spinta dal fantasma di Megumi che ci sta distruggendo per tutto ciò che le ho
fatto.
Il sangue schizza all’impazzata sul pavimento, mentre io
resto con lo sguardo fisso sul destkop.
Arriva Shizuka: ha il volto
sbiancato.
“Che cosa ti succede?” mi chiede urlando, spaventata.
Solo in questo momento i suoi occhi si incrociano con quelli del fantasma di Megumi, che mi sta accarezzando il volto.
“Devo portarlo via…sono passati sei mesi” le sussurra Megumi con lo sguardo addolcito dall’amore, Shizuka urla, afferra con un balzo delle forbici dalla mia
scrivania e le lancia contro Megumi, trapassandole il
cranio. Poi mi afferra da questa vecchia sedia e mi rapisce
“Andiamocene da questa casa” continua ad urlarmi contro,
mentre non sono ancora sveglio da questo stato sonnolento.
Mi trascina, vuole sparire, ma la mia testa ormai è
spezzata.
Megumi l’ha tranciata con le
forbici che Shizuka le ha tirato contro. Il mio collo
comincia a sanguinare.
Il sangue zampilla improvvisamente, ricoprendo le pareti e
il volto di Shizuka, che impietrita si lascia andare
in urla sempre più forti.
Abbandona la mia mano, mi lascia cadere a terra ed inizia a
correre.
Fugge da casa mia, inseguita da quello spirito maligno che
la rincorre nel bosco.
Alberi, alberi oscuri si susseguono l’un l’altro. Non hanno
alcuna differenza. Sembra un vero labirinto. Shizuka
ansima disperata, persa tra le lacrime. I rami degli alberi del bosco sembrano
volerla catturare, stringerle il corpo e portarla via, ma Shizuka
è veloce : spinta da dolore e terrore cerca di fuggire.
“Se mi fermo sono perduta” pensa nella propria disperazione”
Il fiume. Eccolo! La ragazza riesce a vederne la superficie,
finchè due mani dall’ombra non la trascinano proprio
dentro quell’acqua soffocante.
Acqua che penetra nella sua laringe, riempiendone lo stomaco
di dolore e inganni. Shizuka
sta morendo. Sente i suoi occhi pesanti chiudersi dietro quelle porte chiamate
palpebre.
Poi…si sveglia.
Shizuka non è più tra quelle
acque. Sta bene ed è nel suo letto.
“Oddio! Che sogno assurdo che ho fatto!” dice toccandosi la
fronte sudata
Il calendario non segna affatto “Ottobre 2008”, ma “Aprile
2008”. Finalmente Shizuka è riuscita ad uscire da quell’incubo assurdo, per tornare alla realtà.
Non riesce a capire come possa essere possibile che nel suo
sogno apparisse anche il suo fidanzato Tatsuya. Non
riesce a capire il fatto che i due nel sogno non si fossero conosciuti prima,
nonostante siano insieme ormai da troppo tempo.
Shizuka sospira, vuole il suo
amore al suo fianco, vuole lasciarsi accarezzare il cuore da quelle mani calde
e ossute che le attraversano l’anima.
Si appropria del cellulare e digita il numero di Tatsuya, mentre lo stereo invoca le note di una bellissima “The River” di
PjHarvey.
La stanza di Shizuka è avvolta in
un’oscurità disarmante, mentre la luce penetra timida attraverso le fessure
della tapparella.
“Pronto?” sussurra al telefono Tatsuya,
forse assonnato
“Ciao amore…”
”Che è successo?”
”Non ho forse il diritto di chiamare il mio uomo preferito?”
”mmm…certo…ma…è successo qualcosa?”
”Ho fatto un incubo…mi ha spaventata da morire”
”Sul serio? Che cosa hai sognato?”
”era un sogno assurdo…praticamente tu venivi aggiunto su msn
da una ragazza, una certa Naomi…Naomi…qualcosa…non
ricordo il cognome”
”Mmmh…e poi?”
”E poi niente, praticamente scopri che quella ragazza in realtà era morta e io ti
aiutavo nelle indagini, ma non ci conoscevamo”
”In che senso, scusa?”
”Nel senso che nel segno non eravamo insieme, ci siamo conosciuti quasi per caso…
davanti alla tua scuola mentre cercavo informazioni su quella ragazza”
”Non ci sto già capendo niente”
”Lascia stare…piuttosto vienimi a trovare…almeno mi rincuori un po’”
”Ok…arrivo”
“Grazie”
Continua…
Non potete
perdere i prossimi due, ultimi capitoli!
Abbiamo attraversato il bosco e siamo stanchi ed affamati
@ Lunastorta94: beh…i piccoli
brividi non sono poi così contorti xD, io vedrei bene
questa storia in una collana di racconti horror ispirati all’Oriente. Comunque tranquilla,
questo casino non è affatto un incubo…diciamo che lo è per metà…segui questi
ultimi capitoli, per scoprire che spesso sogno e realtà coincidono…
@ 4ever_friends: Muahuahauahuahauha,
certo che hai un bel coraggio a chiedermi il contatto, dopo questa storia di
terrore proprio su msn! Comunque, premio il tuo
coraggio e ti rendo felice: ghiacciolo_azzurro@hotmail.it
:D
Ed ecco il nuovo, penultimo
capitolo…
Sono qui. Davanti alla casa di Shizuka
e suono il campanello.
Neanche il tempo per avvicinare la mano alla maniglia che
lei mi apre già la porta. È splendida, nonostante sia con i capelli arruffati,
avvolta in un vestitino corto e leggero bianco, dalle spalline sottili. Sorride.
“Ciao” le sussurro con amore, lasciandole un bacio sulla
guancia
”Ciao”
”Così hai avuto un incubo, eh?” le chiedo, entrando nel suo appartamento
”Sì…non ho mai sognato nulla del genere” esclama chiudendo la porta “era un
incubo assurdo, violentissimo in cui morivano anche i nostri amici”
”Meglio così…se sogni qualcuno che muore, gli allunghi la vita…non lo sapevi?”
”Sì…sì lo so…ma … ho paura, sembrava tutto così reale…e alla fine siamo morti
anche noi”
”assì? E io come sono morto?”
”Non te lo dico, questo incubo è già raccapricciante di per sé, non voglio che
ti venga un capogiro e che svenga”
”muoio in un modo così brutale?”
”Stai tranquillo…piuttosto…baciami altrimenti le mie labbra ne risentono.
E allora, spinto da quel dolce invito, infilo la mia lingua
attraverso le sue labbra e ne succhio la linfa. La sento esplodere sulle mie
papille gustative, facendomi rinascere.
Sono di nuovo bambino e mi piaccio di più.
“Baci sempre in modo così sublime” mi dice Shizuka, infilando la mano destra tra i miei capelli e
affondando nuovamente la lingua dentro me.
“Ti amo” le sussurro
“anche io” mi risponde
Sto per chiudere gli occhi, quando vedo una strana
fotografia sul muro dell’appartamento. Mi distrae, continua a fissarmi.
È una fotografia che ritrae me e Shizuka
insieme, sorridenti, mentre facciamo shopping nel quartiere di Shibuya di Tokyo. Ricordo bene quel giorno, era più o meno
sei mesi fa e prendemmo il treno con velocità. Ci siamo messi insieme proprio
quel giorno ed è stata la cosa più bella che mi sia capitata in tutta la vita. Solo
ora però, in quello scatto di gioia riesco a notare un particolare inquietante
e surreale, sulla spalla di Shizuka c’è qualcosa. Mi
stacco da quel bacio estatico per dirigermi ad osservare meglio, mentre la mia
ragazza mi guarda con sospetto: “Che c’è?”
”C’è qualcosa qui” le rispondo.
È una mano, una mano bianca e ossuta che le afferra la
spalla.
Ammiro quello strambo particolare con orrore, mentre dentro
me il cuore batte forte, sembra quasi esplodere, distruggere la cassa toracica.
Poi anche la mia spalla viene afferrata da un braccio bianco
e ossuto, è l’arto di Shizuka, che mi invita a
voltarmi verso di lei. Le faccio notare quel particolare, ma lei mi rincuora,
dicendomi che si tratta semplicemente di un difetto della pellicola
fotografica. Sovraesposizione, continua a ripetere. Non le credo, la mano è
troppo nitida per essere una sovraesposizione della pellicola.
Shizuka mi zittisce con un bacio,
affonda ancora più in profondità la lingua, cercando di raggiungere quasi la
gola.
Sto quasi soffocando, cerco di staccarmi, ma non molla la
presa.
È lei che mi abbandona e mi propone di toccarla.
Dice che ora è pronta, è pronta per fare l’amore con me.
“Non mi sembra il momento adatto per…” le rispondo, ancora
scioccato da quella fotografia
“Non mi ami più” ripete, quasi piangendo
“No…non è quest…”
Con orrore, noto che in tutte le altre fotografie della casa
che ritraggono la mia ragazza, c’è quella mano che le afferra la spalla. Che cos’è?
“Tatsuya! C’è una cosa che devo
dirti” bisbiglia all’improvviso Shizuka, a testa bassa
“forse i sogni vogliono spingermi a parlare, forse…forse l’amore ha cominciato
a darmi la testa, forse tu sei diventata un’ossessione per me…”
”che cosa stai dicendo?”
”Tatsu… ho un grandissimo peso sulla coscienza,
continua a muoversi in continuazione…”
”Che cosa c’è? Puoi dirmi tutto…io ti amo, lo sai”
“Te lo dico solo se mi prendi, ora”
LA RIVELAZIONE SCIOCCANTE DI SHIZUKA NEL PROSSIMO,
ULTIMISSIMO CAPITOLO DI QUESTA STORIA TINTA DI ORRORE, SANGUE, VIOLENZA,
INTRIGHI, PASSIONI, SESSO E CHI PIU’ NE HA PIU’ NE METTA XD
La
prendo. è tra le mie braccia, Shizuka: stella cadente dal
passo danzante. La spoglio, mentre lei mi spoglia, sento i suoi capezzoli
vibrare attraverso le mie dita soavi. È caldo il suo seno, è calda la sua pelle
e la sento mia. Affondo dentro lei, con passione,
mentre la mia lingua trapassa la sua ci stendiamo a terra, uno sopra l’altro.
Non conosco
il segreto di Shizuka. Non so che lei in realtà non è figlia unica.
“Sta
uscendo” sussurra lei, durante il suo orgasmo, mentre tutt’attorno
la stanza sembra volteggiare nel vuoto.
Non capisco
cosa volesse dire con quel “sta uscendo” ma non me ne importa, mi lascio
trasportare. Non so che Shizuka aveva una sorella gemella: Yuka. Non sapevo che
Yuka mi amasse da lontano, che cercasse il mio sguardo con dolcezza. Non so che
l’avevo baciata quando ero ubriaco, né che Shizuka e Yuka avevano litigato. Non
so che quella lite era finita male, che qualcuno era morto. Che poi Shizuka avesse
mangiato la gemella, in preda a terrore, angoscia e ansia. non conosco quel segreto. Non so che quel braccio
ossuto in realtà appartiene allo spirito vendicativo di Yuka, che verrà a
prendermi.
Cerco di
uscire dal limbo di Shizuka, ma qualcosa mi prende dall’interno del suo corpo.
Cosa sta succedendo? Ansimo, sto per piangere, poi riesco ad uscire, in preda
al panico.
Qualcosa mi aveva preso il fallo e aveva cercato di trascinarmi nel corpo della
mia amata.
Indietreggio,
aiutandomi con i palmi delle mani e osservo la mia dolce metà lasciarsi andare
in un orgasmo fantasmatico, mentre dalla sua vagina vedo uscire qualcosa di
strano. Delle dita.
I miei
occhi diventano vitrei dal terrore. Continuo ad indietreggiare, mentre urlo.
“Sta per uscire” grida Shizuka “Yukaaaaaa!”
Un braccio, la testa. È una ragazza, coperta di sangue
dalla testa ai piedi ed è priva di mascella. Sta uscendo dal corpo di Yuka e si
trascina verso me, vuole portarmi via, dentro quel corpo. Arriva, sta
arrivando, mi afferra una caviglia e grido, comincio a gridare, mentre la
stanza viene rapita dall’oscurità.
-FINE- :D
Non finisce l’incubo! Sto per
scrivere il seguito “My Sweet Noise 2”
con la partecipazione della cantante giapponese Ayumi Hamasaki :D