Uscii
di casa e sorpassai l'incrocio fra Stone's Street e Trost Road, ero
agitato, non avevo idea di che genere di colleghi avrei incontrato;
avrebbero potuto essere degli idioti senza speranza o dei depressi di
bassa autostima, però preferivo quest'ultimi.
Camminavo
su un marciapiede di una strada molto grande, composta per lo più
da pub e si connetteva con la tangenziale che portava al centro di
Phoenix.
C'era
tanta umidità e cominciavo a pensare che sarei arrivato in
ritardo a causa dei troppi semafori. Camminando guardavo il terreno,
mi aiutava a concentrarmi, stavo pensando all'evento della sera
precedente ma sopratutto a quel dannato suono misterioso; “Doveva
esserci qualcosa fuori” mi suggeriva il mio cervello, ma anche
dandola per buona, come si collega alla finestra che esplode
ricoperta di fili scuri?
Stavo
per formulare una risposta ma ero appena giunto nel complesso in cui
avrei lavorato.
Salii
le scale di fretta anche se ero molto in anticipo e scrutai il cielo
che ormai era pronto per una nuova pioggia.
Attraversai
un corridoio con diverse porte bianche numerate, poi decisi di tirare
fuori il cellulare e controllare la mia sezione.
-753
sezione B... Dunque, dovrebbe essere proprio a questo piano-
Dissi
tra me e me.
-Precisamente!-
A
parlare fu un uomo alto, in giacca e cravatta e con un cappotto nero
vintage.
Aveva
la barba piuttosto corta e dei capelli castani arruffati.
-Piacere
io sono Roland, tu sei Dave O'Connor giusto?- Mi chiese con un
sorriso smagliante.
-Sì,
esatto, potresti accompagnarmi qui per favore?- E gli indicai il
display del cellulare.
-Certamente!
Sai anch'io devo incontrare il signor Philips, ma immagino che tu
debba farlo perché sei nuovo- Mi disse con gentilezza.
-Sì,
devo firmare le carte di entrata- Gli risposi mentre mi conduceva
alla stanza con passo veloce.
Dovemmo
attraversare due corridoi grigi e pieni di piante finte prima di
giungere alla sala d'attesa della camera 753.
-A
quanto pare c'è un po' di fila, ma non importa sono ancora le
sette e mezza- Mi disse annoiato mentre si sedeva vicino ad una donna
con gli occhiali.
Ci
vollero venti minuti prima che la ragazza dell'altoparlante chiamò
il mio nome.
Entrai
con un po' di esitazione, probabilmente era colpa dell'ansia.
-Dave
O'Connor, trasferito da circa una settimana, sposato e laureato in
lettere...-
Un
uomo seduto su una sedia di pelle chiara mi stava guardando con un
largo sorriso. Aveva una giacca blu con sotto una camicia bianca, gli
occhi azzurri e dei capelli bianchi.
-Salve,
sono qui per il colloquio e le firme delle carte-
Dissi
io timido.
-Lo
so bene figliolo, ma non devi preoccuparti dovrai solo firmare questi
due documenti-
Disse
mentre mi allungava delle carte rivestite in pelle.
-Sai
sono felice di averti qui con noi; ho visto le tue prestazioni nel
test di ammissione e inoltre posso finalmente avere qualcuno con qui
affrontare il caso di Ursula Nicholson-
Mi
spiegò mentre firmavo.
-Comunque
sarò breve, voglio solo sapere come ti muovi nel settore della
criminologia-
Disse
allungandomi una tazza di caffè.
-Deve
sapere che ho già il certificato di aspettative logiche e che
mi trovo bene con i complotti e gli omicidi di massa nelle grandi
città-
Gli
spiegai per filo e per segno i casi che avevo affrontato in
precedenza e la conversazione si concluse con il signor Philips che
mi strinse la mano e mi augurò buona fortuna.
Uscii
dalla stanza glorioso e Roland mi disse avvicinandosi.
-A
quanto pare ho dei nuovi ordini, vieni ti accompagno nel tuo nuovo
ufficio-
Dovetti
salire al secondo piano ed andare in una grossa sala piena di persone
davanti al computer.
-Vedi
quella porta là in fondo? La 202, quello è il tuo nuovo
ufficio- Mi disse per poi andarsene velocemente.
Entrai
eccitato nella mia nuova postazione di lavoro, era pulita e ordinata,
c'erano solo una scrivania con un dossier sopra e un computer.
-Presto
sarai pieno di quadri-
Dissi
al mio ufficio.
Per
prima cosa posai la mia borsa per terra e mi sedetti sulla sedia
della scrivania. Estremamente pronto a cominciare il mio lavoro,
aprii il dossier alla prima pagina e cominciai a leggere.
Caso:
41
Nome:
Ursula
Cognome:
Nicholson
Data
di nascita: 8 novembre 1985
Causa
del decesso: Emorragia, mutilazioni multiple
Data
del decesso: 2 settembre 1992
Voltai
pagina e continuai a leggere.
Ritrovamento
del corpo e dettagli:
“Il
commissario Jhon Donovan era in pausa venerdì 2 settembre e
alle 10:46 ed era in un pub con un amico, secondo le testimonianze,
Donovan aveva assunto cinque bicchieri di whisky che gli avevano
provocato vomito e incapacità di ragionare.
Sempre
secondo le testimonianze, Donovan è uscito dal pub attorno
alle 11:01
e
si è diretto verso il bosco di Lock Lake con passo goffo e
lento, esso dopo essere scomparso tra gli alberi avrebbe urlato e
corso per più di cinque minuti secondo degli abitanti locali.
Quando
la polizia giunse, Donovan era sotto shock e confuso e le uniche
parole che pronunciò nella stanza degli interrogatori furono:
-È
stato lui! L'ha massacrata con i suoi stessi arti! Non tornate in
quel posto... Lasciatelo sordo! Lasciatelo sordo! O
vi ucciderà!-
Si
ipotizza che l'uomo abbia visto l'assassino in modo confuso a causa
dell'alchol
assorbito.
Il
corpo di Ursula Nicholson è stato ritrovato nel bosco alle
11:45 smembrato in più punti come si può notare nella
foto sottostante.”
Guardai
l'immagine e rimasi sconcertato a vedere una bambina di sette anni
senza arti e con la faccia irriconoscibile.
Decisi
quindi di accendere il mio computer e cominciare le prime ricerche,
aprii il browser e digitai “Ursula Nicholson teorie abitanti
Phoenix”.
Mi
apparvero molti siti ed il primo mi colpì parecchio; si
trattava del sito ufficiale delle leggende metropolitane di Phoenix,
anzi, sembrava più una community e le sezioni presenti nella
home page erano tante. Scorrei i vari argomenti finché sotto
la sezione U.F.O trovai “L'omicidio di Ursula
Nicholson è stata la prima comparsa del mostro di Lock Lake”.
Cominciai
subito a leggere.
“Esistono
molti nomi che vengono attribuiti al mostro di Lock Lake: Il Sodiun,
Il ladro della conoscenza, o anche Il Costrim.
Ma
la particolarità di questa creatura non sono i nomi ma
l'anatomia, molti dicono che sia del tutto nera, altri invece grigia.
Dicono
anche che non abbia tratti somatici e che al posto degli arti abbia
lunghe lame affilate.
Si
regge in piedi pur avendo delle gambe inadatte e
attacca le sue vittime caricandole
a quattro zampe, si pensa non abbia articolazioni secondo gli
avvistamenti della popolazione mentre si muoveva e che sia alta circa
due metri”
Mentre
leggevo mi dissi.
-Forse
è meglio che approfondisca a casa, intanto devo concentrarmi
sulle prove certe-
Poi
guardai il mio orologio da polso e decisi che era ora di pranzare,
uscii dall'edificio e mi diressi alla prima tavola calda che vidi.
Entrai
notai che c'erano pochissime persone e la maggior parte erano
vicino al bancone a bere.
Mi
sedetti e feci un cenno alla cameriera che ero pronto ad ordinare,
lei si avvicinò e io dissi.
-Una
zuppa verde della casa, grazie-
Prima
che la cameriera se ne andasse con la mia ordinazione guardai il suo
braccio destro, dove era presente una grossa cicatrice.
-Cosa
le è successo al braccio, se posso chiedere?-
Le
dissi con paura che si potesse offendere.
-Oh
questa... Me la sono fatta quando ero alle medie nel 1992-
Mi
rispose per poi andarsene.
Proprio
mentre cominciai a rimuginare sulla risposta della cameriera mi
ricordai che avevo lasciato la borsa in ufficio, non era un problema
visto che ci sarei tornato subito dopo pranzo ma all'interno c'era il
mio cellulare.
Decisi
comunque di lasciar perdere e di aspettare la mia zuppa, quando
qualcuno mi toccò la spalla.
-Anche
a te piace mangiare guardando la pioggia, vero?-
Mi
voltai di scatto e vidi che c'era Roland che stava prendendo posto
nel divanetto da tavola calda di fronte a me.
-Roland!
Stavo proprio pensando ad una cosa di cui volevo parlarti-
Gli
dissi.
-Dimmi
pure-
-Sai
oggi ho cominciato a leggere il dossier sul caso affidato a me,
quello di Ursula Nicholson, dopo aver letto i primi tre paragrafi ho
cercato su Internet delle informazioni sulle testimonianze degli
abitanti della periferia di Phoenix e ho trovato un argomento.
Probabilmente
non ci crederai, ma in me ha stuzzicato molta curiosità-
-Scommetto
che si tratta del Sodiun-
Mi
disse Roland come se fosse una cosa scontata.
-Bhè,
d'altronde Phoenix ha tante leggende e questa è una delle più
celebri, è una delle poche che incuriosisce anche me-
Io
stupito gli chiesi.
-Potresti
parlarmene di più?-
-Okay,
dunque immagino che tu sappia come le persone pensano che sia fatto
quindi ti parlerò del caso della scuola Jefferson E.C.
Devi
sapere che il caso di questa scuola è accaduto nel 1992 quando
alcuni studenti erano nel cortile della scuola, ti dico i nomi di tre
in particolare:
Stephania
Smith, Dennis Brown e Clara Jhonson-
A
quest'ultimo nome il mi si bloccò il cuore.
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