'Will always love you.

di BlackSong00
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** “Ma ora rido, non piango, perché giuro di stare male per te sono stanco.” ***
Capitolo 3: *** Io ti guardo negli occhi e vedo lontano il tempo che ho perso. ***
Capitolo 4: *** “Se le parole feriscono non oso immaginare cosa farebbero i pensieri se si potessero sentire. Sarei già in carcere, condannata all’ergastolo per pluriomicidio premeditato.” ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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*Angie*
Due anni. Sono gia’ passati due anni dal mio viaggio in Francia. Due anni da quando ho ripreso in mano la mia vita.
Come mi trovo?
Fantasticamente. In realta’, prima di partire, avevo avuto vari dubbi sull’argomento, ma, per fortuna, tutto e’ andato per il verso giusto.
U-Mix FR era diversissimo da come lo immaginavo. Era una struttura gigantesca, nella quale centinaia di artisti davannno del loro meglio per realizzare i propri sogni.
E’ proprio tra tutti quei ragazzi che ho potuto incontrare le persone piu’ importanti della mia vita: Lodovica, Candelaria, Martina, Jorge, Facundo, Ruggero, Xabiani e Diego.
Hanno tutti la mia stessa eta’, e devo ammettere che si sono rivelati dei veri amici. Grazie ha loro ho imparato a godermi la mia vita ed i miei ventiquattro anni, senza piangermi addosso e senza troppe preoccupazioni.
Lodo, Cande e Martina, invece, sono diventate ufficialmente le mie tre migliori amiche e, dopo vari mesi di dubbi e incerezze, abbiamo messo su un gruppo musicale: le Little Mix.
Abbiamo gia’ qualche canzone, ma ci stiamo ancora lavorando: prima di farci conoscere dal pubblico vogliamo apprendere tutto sulla musica e sul mondo dello spettacolo in generale.
Ho un buon rapporto anche con Jorge, Facundo, Ruggero e Xabiani, ma, senza dubbio, il mio miglior amico restera’ sempre Diego.
 
Vi starete chiedendo del mio passato, vero?
Io e Violetta continuiamo a tenerci in contatto, e, anche se non ho piu’ rimesso piede a Buenos Aires, lei e’ comunque venuta a trovarmi qualche volta in estate.
Con lo Studio On Beat, invece,ho perso tutti i contatti ed anche con Pablo.
Com’e’ possibile che la nostra amicizia sia potuta cadere cosi’ in basso? Semplice: non c’era mai per me.
All’inizio andava tutto per il verso giusto, ma poi, quando i miei impegni sono diventati sempre maggiori e il mio tempo disponibile sempre piu’ limitato, ha pensato che lo stessi scaricando e non si e’ fatto piu’ sentire. Come cosa mi ha fatto molto male, ma per fortuna c’erano loro: i miei nuovi amici.
German? Bhe’, questa e’ l’unica ferita ancora aperta.
Non l’ho ancora perdonato, e, in due anni, non ci siamo piu’ visti o sentiti. E’ come se il nostro rapporto si fosse congelato nel giorno della mia partenza.
Se lo amo ancora? No, credo proprio di no. La distanza credo che abbia aiutato, e molto. L’unica cosa che spero e’ che non si faccia piu’ rivedere: non saprei come reagirei a trovarmi faccia a faccia all’uomo che ha fatto andare la mia vita a rotoli per un anno intero!
L’amore? L’amore e’, ormai, un capitolo chiuso per me.
In conclusione? Tutto e’ cambiato, io sono cambiata.
L’Angie triste e disperata non esiste piu’: ha lasciato il posto ad una Angie divertente, allegra e con molti sogni nel cassetto.
E se accadesse qualcosa che mi stravolgesse i piani?
 


*German*
Erano passati due anni da quando Angie era andata via da Buenos Aires. Non ci eravamo piu’ visti ne’ sentiti e, devo ammettere, che all’inizio c sono stato parecchio male.
Dopo qualche mese, pero’, ho deciso di riprendere in mano lo mia vita: Angie, ormai, era andata via e non c’era piu’ nulla che io potessi fare.
Grazie a Violetta mi sono sentito meno solo, e, anche se non le piace molto come idea, ho iniziato a frequentare la mamma di Ludmilla.
All’inizio ci eravamo incontrati per sbaglio, ma poi, a causa di varie riunioni scolastiche relative a vari problemi dello Studio, ci eravamo visti sempre piu’ spesso. Poi, un giorno, le ho chiesto di uscire e d’allora abbiamo iniziato una relazione.
Che io l’ami? E’ una possibilita’, visto che ho dimenticato del tutto Angie. Forse e’ stata proprio Priscilla a risolvere tutti i miei problemi.
Olga e Roberto? Sono sposati da un’anno, anche se continuano a lavorare per me. Piu’ che dipendeti sono diventati dei miei fretelli, delle persone di famiglia, e questa cosa non puo’ che farmi contento.
La mia situazone? Sono felice, molto felice…anche se sento la mancanza di qualcosa. Qualcosa di relativa importanza e che non riesco a personificare, qualcosa che non esiste, qualcosa che non e’ mai esistito.
E se accadesse qualcosa che mi facesse trovare un senso a questa mancanza?
 

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Capitolo 2
*** “Ma ora rido, non piango, perché giuro di stare male per te sono stanco.” ***


CAPITOLO 1
 
 “Ma ora rido, non piango, perché giuro di stare male per te sono stanco.”

 
 
-Argentina, Buenos Aires-
 
Erano passati almeno dieci minuti dall’ultima chiamata di Violetta che mi diceva di andare urgentemente allo Studio On Beat. Mi era sembrata molto preoccupata e triste, e cio’ non andava per nulla bene. Solo due volte aveva avuto quel tono: quando aveva saputo di sua mamma, e quando…lei era andata via.
Che cosa, allora, poteva provocare tutta quella tristezza in lei? Che cosa era successo di tanto terribile?
Non ci stavo capendo piu’ niente, e, come se non bastasse, sentivo nuovamente quella sensazione. Una sensazione parecchio strana da spiegare. Era come se mi mancasse qualcosa, qualcosa di indefinito.
Nella migliore delle ipotesi, poteva trattarsi solo di un caso assurdo di paranoia, ma…il caso peggiore? No, avrei fatto meglio a non pensarci.
-Papa’! Sono tutti in sala teatro, sbrigati…- disse Violetta, abbastanza triste e con uno strano pallore che regnava sul suo volto.
 

 
-Francia, Parigi-
 
Erano passate da poco le nove del mattino e, come al solito, ero nuovamente in ritardo.
Mi ero fiondata tra il traffico parigino tra quarti d’ora prima e, a causa di un incidente automobilistico, ero ancora imbottigliata in quest’ultimo.
Sistemai lo specchietto retrovisore e sorrisi alla mia figura riflessa: ero davvero cambiata!
I miei capelli castani si intrecciavano perfettamente con i miei colpi di sole biondi, mentre, i miei occhi risplendevano di una strana luce.
In realta’, non era una luce cosi’ strana.
Ero semplicemente felice.
Felice e sodisfatta di me stessa, di quello che ero riuscita a diventare.
Solamente e semplicemente felice e appagata.
Chi l’avrebbe mai detto che un giorno sarei mai andata via da Buenos Aires? Chi avrebbe mai detto che sarei riuscita a stare lontana da Vilu, anche solo per un giorno, senza vederla? Chi avrebbe mai detto che avrei imparato a vedere il mondo con occhi diversi? Chi l’avrebbe mai detto?
Eppure eccomi qui.
Eccomi.
Niente e nessuno avrebbe mai piu’ potuto fermarmi o, peggio ancora, farmi crollare come un vecchio edificio.
Nessuno.
 

-…pertanto questa e’ l’unica soluzione attendibile!- disse Pablo, accomodandosi e con un espressione non per niente convinta.
In realta’, dopo aver ascoltato quelle parole, nessuno di noi lo era.
Tutti eravamo sconvolti e, allo stesso tempo, spaventati dall’ipotetica soluzione al problema.
Silenzio. A quelle parole seguirono solo interminabili minuti di silenzio.
Era strano vedere tutti quei ragazzi in quello stato. Erano sempre pieni di vita e non facevano altro che cantare e ballare, ma, in quel momento, quello sembrava l’ultimo dei loro pensieri.
-Quante possibilita’ abbiamo di riuscire a rimediare con questa soluzione?- dissi, cercando di ignorare il turbine di emozioni che mi aveva risvegliato tutta questa faccenda.
-Le probabilita’ che questa soluzione vada a buon fine e’ molto bassa, quasi pari all’ 1,9%.- risposte Beto, dopo aver fatto volare una marea di fogli contabili in aria.
-Io sono del parere che bisogna provare. Tutto male che niente vada per il verso giusto…abbiamo un po’ di esperienza!- disse Camilla sorridendo timidamente, cercando di animare i suoi amici.
-Forse Camilla ha ragione…- disse Federico.
-Ragazzi, io penso che dovremmo farlo. Non siamo sempre stati uniti? E allora che aspettiamo?- disse Francesca, alzandosi in piedi.
-Si, ma…- cerco’ di ribattere una mamma, forse la mamma di Maxi.
-Niente ma. L’unione fa’ la forza e noi ce la metteremo tutta!- disse Violetta, alzandosi in piedi e seguendo la sua amica.
-Se ne siete convinti, allora e’ tutto okay!- ribatte’ la mamma di Maxi con un gran sorriso.
-Tutti per uno, uno per tutti!- urlarono all’uninsono tutti gli alunni.
-Io credo che sia la scelta migliore!- disse Priscilla, sorridendomi dolcemente.
-Lo spero tanto, lo spero…- dissi, a meta’ tra la felicita’ e la disperazione.
Lo sentivo, lo sentivo. Sentivo che presto tutto sarebbe cambiato, tutto sarebbe stato stravolto. Lo sentivo, eccome se lo sentivo.
 

-Francia, Parigi-
 
Quel giorno la sede di U-Mix FR era particolarmente deserta, nonostante non fossimo nel fine settimana.
Di solito, i corridoi erano inondati di ragazzi che cantavano o suonavano alla rinfusa qalche brano, e le sale, oggi poco popolate, spesso non bastavano a contenere tutti gli "aspiranti artisti".
Nonostante cio', all'interno di quella struttura, c'era qualcosa di magico, qualcosa che legava tutti noi e che ci faceva vivere bene. Qualcosa che faceva sentire tutti a proprio agio, a casa, anche quando la tua casa e' lontana.
Era un posto dove il divertimento e l'allgria erano assicurati, e dove sognare era quesi una regola.
-Buongiorno!- dissi, entrando in sala prove con un sorriso da orecchio ad orecchio.
-Ti fa proprio schifo la puntualita’?- disse Cande, con finta aria di rimprovero.
-Ma come siamo simpatici questa mattina!- dissi, facendole l’occhiolino e dandole un bacio sulla guancia come saluto.
-Scusa del giorno?- chiese Tini, sorridendomi divertita.
-Mi sono solo trovata imbottigliata nel traffico!- dissi, sedendomi su di un divanetto.
-Scusa di riserva?- chiese Lodo, passandomi degli spartiti.
-Ma dai!- dissi, sbuffando e facendole una linguaccia.
-Buondi’!- dissero i ragazzi entrando nella sala.
-Che ci fate ancora qui?- chiese Jorge stranito.
-Em…stavamo per provare?- rispose Tini con il suo stesso tono.
-Non l' avete ancora saputo? Abbiamo una riunione con degli esponenti di U-Mix, pare che ci siano guai in vista…- disse Facundo, come se fosse la cosa piu’ normale del mondo.
-Qualcosa di grave?- chiese allarmata Lodo.
-Non sappiamo ancora niente…- rispose Diego, restando sul vago.
-Che cosa aspettiamo? Andiamo, sono curiosissima!- dissi, con un grande sorriso e scattando in piedi.
Nonostante il mio buon umore, avevo la sensazione che questa “notizia” non sarebbe stata per nulla una “buona notizia”.
Avevo un brutto presentimento, insomma. E, purtroppo, i miei brutti presentimenti sono sempre fondati.

*Angolo autrice*
Ciao a tutti!
Innanzitutto (si, inziero' sempre cosi', che cosa voete farci?) volevo scusarmi per la lunghezza del capitolo, ma in questi giorni sono davvero impegnata.
Comunque, questa volta sono rimasta abbastanza sul vago, non spifferando tutto e tenendo sulla spine anche voi (muahhahah come sono crudele!).
Okay, so che puo' sebrarea abbastanza confuso e bruttino, ma vi possa assicurare che a poco a poco tutte le tessere del puzzle combaceranno!
Pertanto, vi prego di continuare a leggere la ff, perche' tra qualche capitolo tutto avra' senso (non lasciatevi ingannare dall'apparenza!)
Che altro aggingere?
Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia e che mi lasciate tante recensioni!
Baci, BlackSong00

 

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Capitolo 3
*** Io ti guardo negli occhi e vedo lontano il tempo che ho perso. ***


CAPITOLO 2
“Io ti guardo negli occhi e vedo lontano il tempo che ho perso.
 
 
Erano passate due settimane dalla riunione allo Studio On Beat e, se devo esprimere la mia opinione, devo dire che vedo i ragazzi molto piu’ tranquilli e sereni.
Magari e’ la speranza, forse l’allegria di essere un gruppo o proprio il fatto di fare qualcosa di produttivo che gli faceva sentire partecipi.
Non so a cosa era dovuta tutta quella euforia, ma era qualcosa di magnifico vederli cosi’.
Da oggi avrebbero iniziato a costruire qualcosa di nuovo, diverso, speciale, che gli avrebbe fatti crescere sia moralmente che artisticamente.
Ma, ovviamente, per tutti noi “adulti’ l’euforia e la gioia svaniva quando ripensavamo alle clausole del contratto.
Ma perche’ devono essere scritte sempre cosi’ in piccolo?
Ebbene si, avevamo firmato il contratto senza prima averlo controllato.
Che fosse stata la fretta? Io direi la disperazione.
-Wow! E’ semplicemente meraviglioso!!- urlo’ Priscilla, facendomi sobbalzare.
Mi resi conto che il pullman dello Studio si era fermato e, una volta tornato con i piedi per terra, guardai nella stessa direzione di Priscilla.
Davanti a noi si erigeva un maestoso palazzo circondato da dozzine di artisti che entravano ed uscivano da quest’ultimo.
-Ragazzi adesso, senza spingere e senz…- disse Pablo, prima di accorgersi che tutti i ragazzi si stavano ammassando contro le uscite del pullman.
-Come non detto!- disse, prima di scoppiare in una risata nervosa.
-Eccovi qui. Ma quanto ci avete messo?! Maxi, che cos’e’ questo?- chiese Marotti, alzando frettolosamente in aria il suo polso.
-Un…orologio?- rispose Maxi, abbastanza stranito dalla domanda.
-ESATTO!- urlo’ Marotti, facendoci sobbalzare.
-Marotti, credo che dovrebbe calmarsi ed evitare di parlare cosi’ ai miei alunni!- disse Pablo, abbastanza infastidito dall’atteggiamento di quest’ultimo.
-Pablo, Pablo…bene, adesso tutti dentro!- disse, con la sua solita faccia da prendere a schiaffi e facendoci strada nell’ edificio.
Pefetta performance iniziale: non volevo nemmeno immaginare che cosa avesse in serbo per noi questa nuova “avventura”!
 
 
Ero in ritardo. Ancora. Ma non era colpa mia!
Bhe’, si, era colpa mia, ma non potevo comunque farci niente. Ormai era una mia qualita’ essere in ritardo, e quindi, perche’ arrivare in orario?
Okay, so perfettamente che cio’ non ha molto senso.
Scesi dall’auto e mi diressi di corsa nell’edifico di U-Mix.
Oggi era tutto molto strano e confuso, e credo che cio’ avesse a che fare con la riunione di due settimane fa. Gia’, quella riunione.
Da lontano riusci’ a scorgere Lodo, Cande e Tini, con qualcuno dei ragazzi, che mi stavano aspettando fuori dalla sala teatro.
Avvicinandomi, pero’, notai una strana espressione sui loro volti: sembravano spaventati, quasi scioccati.
-Buongiorno ragazzi,ma…che succede?- dissi, sorridendo timidamente, dopo aver abbracciato le ragazze e salutato Diego con un bacio sulla guancia, come ogni giorno.
-Buongiorno Angie…bhe’..vedi..cioe’…noi…tu…loro…- inizio’ a dire Ruggero, alternando le parole a dei sorrisini nervosi.
Non capivo che cosa stesse accadendo.
Jorge e Facundo di guardavano, quasi intimiditi, mentre Diego si stava grattando la nuca, segno evidente di imbarazzo o ansia.
-Ecco, quello che voleva dire Ruggero era che…insomma…- disse ancora Lodo, cercando di sembrare calma e giocherellando con le mani, altro segno di evidente tensione.
Le ragazze sorridevano nervosamente, mandando sguardi fugaci ai ragazzi che, a loro volta, abbassavano lo sguardo.
Ma che…?
-Eccovi, finalmente!- disse una voce che riconobbi benissimo, prima di ritrovarmi nella sala.
Ora era tutto chiaro.
 
 
Erano tipo tre ore che aspettavamo i nostri nuovi “tutor”, o qualcosa del genere, ed ancora non si vedeva nessuno.
I ragazzi erano super elettrizzati dalla mega camera in cui ci avevano ospitati.
In realta’ lo ero anche io, ma l’ansia e la paura avevano la meglio sul mio stato d’animo.
Il punto era che, forse, non era proprio “ansia e paura” la definizione di come mi sentivo.
Era qualcosa di piu’.
Era…esattamente come quando sento che mi manca qualcosa. Solo che era piu’ forte. Avvertivo qualcosa, ma non sapevo cosa. E questo fatto mi faceva ancora piu’ infastidire.
-Ragazzi, finalmente sono arrivati. Ecco, loro saranno coloro che vi aiuteranno con la vostra permanenza qui.- disse Marotti, indicandoci un gruppo di ragazzi che stava varcando la porta.
No.
Non poteva essere.
Stavo di sicuro avendo un’allucinazione.
Non poteva essere vero.
 
 
No.
Non poteva essere.
Stavo di sicuro avendo un’allucinazione.
Non poteva essere vero.
-Sicuramente qualcuno di vuoi avra’ gia’ avuto il piacere di conoscere gli studenti dello Studio On Beat!- disse Marotti, con il suo solito fare esibizionista. Si aspettava una risposta.
Ed io? Era rimasta praticamente immobile. Ghiacciata. Congelata.
Sentivo gli occhi di tutti i ragazzi dello Studio puntati su di me e cio’, sicuramente, non aiutava la situazione.
E poi, tra tanti occhi incontrai i suoi.
Quegli occhi che per tanto tempo avevo cercato di dimenticare.
Qualcosa, per un frazione di secondo, mi si blocco’.
Per una frazione di secondo senti’ il mio cuore bloccarsi.
Per una frazione di secondo, sentii di essere ancora un volta vulnerabile.
Ed era vero: mi ero preparata a tutto, a tutti, ma mai al nostro rincontro.
Mi sembro’ di vedere un sorriso. Un piccolo ed esile sorriso sul suo viso.
Un sorriso che, per una frazone di secondo, avevo pensato fosse diretto a me.
Mi illudo facilmente, credo sia il mio peggior difetto.
E poi, in un batter d’occhio,tornai nella realta’ e rimisi i piedi per terra.
A volte, quando penso al passato, sono convinta di essere ancora quella persona che può essere ferita facilmente.
Altre volte, invece, mi convinco che grazie al passato nulla mi potrà più ferire veramente.
Lui mi aveva distrutta,mi aveva rotta,mi aveva frantumata,mi aveva ridotto in mille pezzi.
Questa era la realta’.
Ma devo dire che ora tutto questo mi ha reso migliore.
Sono forte e nessuno mi ucciderà più.
-Si, come non conoscerli!- disse Cande, poggiandomi una mano sulla spalla in segno di appoggio e infondendomi coraggio.
-Si, come no!- disse Diego, sorridendo fintamente.
-Wow. – riuscii solo a dire, ancora abbastanza turbata dalla situazione.
-Quindi e’ piu’ che evidente che non avete bisogno di presentazioni! Perfetto, prefetto.- disse Marotti, prima di uscire di corsa dalla sala.
Sentii una morsa allo stomaco quando un corpicino mi abbraccio’ di sorpresa.
-Zia, piaciuta la sorpresa?- disse Violetta, stretta ancora nell’abbraccio.
-Non immagini quanto…- dissi, sospirando.
 
 
Ero rimasto a bocca aperta.
Credetemi quando vi dico che il cuore mi si fermò.
Adrenalina che saliva dalla punta dei piedi fini al petto.
Era un misto di malinconia, tristezza, risentimento, delusione e vuoto.
Allo stesso tempo, tra tanto dolore, si faceva strada un barlume d'amore, felicità mischiata con le lacrime.
Per un momento i nostri occhi si incrociarono e il suo verde smeraldo si confuse con il mio marrone caramello.
Per un momento le sorrisi, un sorriso idiota e senza senso.
Per un momento mi sembro’ di essere tornato indietro nel tempo.
Ma, dal canto suo, non sembrava lo stesso.
Sembrava scioccata, o peggio, spaventata.
Forse sapevo anche il perche’ della sua reazione, ma per un momento mi ero comunque illuso che fosse felice di vederci.
Era cambiata.
Almeno esternamente lo sembrava.
Anzi, la parola “cambiata” era un eufemismo.
E, devo dire, che la sua bellezza era sempre la stessa: non c’era continente in cui non splendesse di luce.
E’ vero: per qualche istante solo lei occupava la mia mente.
Ma poi, come sempre, bisogna fare un salto nella relata’ e accorgersi che il passato e’ andato.
Ora ero felice, finalmente felice, e dovevo pensare solo a questo.
Il resto doveva solo restare un bel, bellissimo, ricordo.





*Angolo Autrce*
Allora, belle donzelle, chi se l'aspettava che il "grande forse" fosse questo?
Bhe', ammetto che la storia sembra ancora un po' confusa, ma tutto ha il suo tempo e tra qualche capitolo tutti i punti coincideranno!
Sembra che entrambi abbiamo dei sentimenti moooolto contrastanti e siano, ahime', anche molto confusi.
Chissa',chissa'...
Finalmente mi e' tornata l'ispirazione per poter riaggiornare le storie che, spero, vi piacciano.
Ehi tu, allora, me la lasci una piccola recensione?
Baci Baci, BlackSong00

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Capitolo 4
*** “Se le parole feriscono non oso immaginare cosa farebbero i pensieri se si potessero sentire. Sarei già in carcere, condannata all’ergastolo per pluriomicidio premeditato.” ***


Capitolo 3
 
“Se le parole feriscono non oso immaginare cosa farebbero i pensieri se si potessero sentire.
Sarei già in carcere, condannata all’ergastolo per pluriomicidio premeditato.”
 
-Se continui a mangiare biscotti diventerai obesa!- disse Lodo, strappandomi la scatola di cookies dalle mani.
Era venerdi’ sera e, come ogni venerdi’, ci eravamo riunite tutte insieme a casa mia.
-E poi ormai la frittata e' fatta, non puoi farci niente!- disse Cande, abbassando lo schermo del computer e aggiungendosi alla conversazione.
-Ma ci deve essere un modo per evitarlo!- dissi, scattando in piedi e iniziando a camminare da una parte all’altra del salone.
-Diego e Xabiani te lo hanno gia’ sapiegato…- rispose Lodo sorridendomi teneramente.
-No,davvero,non posso.- dissi, fermandomi in mezzo alla sala e incrociando le braccia al petto.
-Sono ore che parliamo della stessa cosa e non significa che facendo cosi’ cambiera’ qualcosa: Angie non sei sola, ci siamo noi adesso. E poi, non sara’ cosi’ tanto male.- disse Tini, venendo verso di me e abbrcciandomi.
-Esatto, devi soltanto cercare di evitare alcune persone e goderti la tua nipotina!- disse Cande venendo verso di noi, seguita da Lodo, e aggiungendosi all’abbraccio.
-Bhe’, vista cosi’…-dissi,ripensando un po’ alla situazione.
Difatti adesso non ero sola, non lo ero piu’.
-Ecco,brava e ora…- disse Tini, avviandosi verso il suo iPhone e mettendo un po’ di musica, - oh girls just wanna have fun!- canticchio’, iniziando a ballare in modo strano sulle note di qualche canzone da discoteca a caso.
Dopo qualche minuto stavamo ballando come dei pinguini obesi in giro per il salotto.
Amavo i venerdi’ sera e amavo passare del tempo con loro, riuscivano sempre a farmi ritornare il sorriso e a farmi divertire nei modi piu’ assurdi.
 
 
Finalmente era venerdi’ sera,era stata una mattinata troppo pesante e che speravo non sarebbe mai arrivata.
Per l’esattezza speravo in un rincontro migliore, ma ormai quel che fatto e’ fatto.
Non posso ancora credere che sara’ la “tutor” dei ragazzi o qualunque cosa questa parola voglia significare per Marotti.
Spensi la luce e raggiunsi Priscilla a letto; mi dava le spalle e capi’ subito che c’era qualcosa che non andava.
-Che cos’hai?- chiesi, abbracciandola.
-Era lei?- chiese a sua volta, con un tono che non riuscivo a decifrare bene.
-Lei chi?- risposi, confuso dai suoi soliti giri di parole.
Se c’era una cosa che non sopportavo di lei erano i suoi giri di parole, appunto.
-Tua cognata, Angie. Era lei quella donna che Violetta ha abbracciato?- chiese, voltandosi verso di me.
-Si, perche’?- riusci’ solo a dire.
-Ecco, lo sapevo.- disse, abbassando lo sguardo per poi guardarmi negli occhi, -senti, se c’e’ qualcosa che devi dirmi e’ meg…- inizio’ a dire prima che io la interrompessi.
-Fa parte del mio passato e tu sei il mio presente.- dissi, sorridendole e rassicurandola.
La capivo, eccome se la capivo; anche se non riuscivo ancora a credere di essere finalmente riuscito a dire a voce quel che avevo appena detto.
-Davvero?- disse, cercando di sorridere.
-Davvero.- dissi, baciandola.
Ed era vero: ormai Angie non faceva piu’ parte della mia vita e mai ne avrebbe piu’ fatto parte.
Adesso per me c’era solo Priscilla, la mia Priscilla.
 
 
A me,Tini,Lodo e Cande era stata assegnata una specie di “mini sala prove”, in realta’ ad ogni gruppo o artista ne spettava una, ma la nostra era la piu’ bella perche’,appunto,era nostra.
E quando dico “la nostra” intendo letteralmente “la nostra”: era un mix di foto, canzoni, colori e fiori che rappresentavano noi quattro versione stanza.
Cande e Tini l’avevano decorata qualche giorno prima e devo ammettere che avevano svolto davvero un ottimo lavoro.
Non era propriamente “mini”,anzi: c’era un mega specchio che prendeva tutta la parete piu’ ampia,mentre le altre tre pareti erano turchesi con su scritto “U Mix FR” e “Little Mix” in fuxia.
In giro per la stanza c’erano divanetti e puff varii, persino una scrivania, varii strumenti e la console da dj di Cande.
Stavo sistemando alcuni spartiti quando qualcuno apri’ la porta.
-Scusa, stavo cerc…- disse German, prima di bloccarsi quando si accorse di chi aveva davanti.
-…stavo cercando l’ufficio di Marotti, ma qui le porte sono tutte uguali e penso di essermi perso.- continuo', sorridendo nervosamente.
No, non sta’ succedendo davvero; non stiamo parlando normalmente dopo due anni come se nulla fosse successo, no.
-Gli uffici e il centro informazioni sono al primo piano.- dissi,sorridendo forzatamente e tornando al mio lavoro.
Senti’ il rumore di una porta che si chiudeva ma no, non dovevo girarmi; a parte il fatto che non mi aveva nemmeno ringraziata, che brutto carattere.
Sbuffai.
-A cosa si deve?- disse e quasi mi prese un colpo.
Mi girai di scatto e lo vidi intento a sistemare i suoi documenti nell’apposita cartellina.
-Pensavo fossi andato via, mi hai fatto prendere un colpo!- dissi, cercando di calmarmi.
-Oh,scusa.- disse.
Ecco, mi mancava solo questa stamattina.
Cos’e’ che aveva detto Tini?
Evitarlo?
Mh,certo.
Con il tempo e’ solo peggiorato; che razza di antipatico. Viene qui, come se niente fosse e si comporta come se niente,appunto, fosse successo.
Non esiste nemmeno un aggettivo per descriverlo.
Non lo sopporto, non lo sopporto proprio.
Scossi la testa, come a voler ritrovare la concentrazione. e tornai a sistemare i miei spartiti.
Che situazione imbarazzante.
Dopo qualche minuto senti’ chiudere la cartellina e capi’ che stava andando via.
-…quindi arrivederci.- disse.
Mi limitai a guardarlo sparire dietro la porta, ormai chiusa, e a sospirare.
Non sarebbe stato facile per me, in qualunque momento avrei potuto mandarlo a quel paese e questo lo sapevo bene, dovevo solo restare calma.


*Angolo autrice-
Non so nemmeno quanti mesi siano passati dal mio ultimo aggiornamento,ma comunque accomi qui.
Si, il gruppo delle ragazze di chiamera' "Little Mix", come un gruppo che esiste gia', per nessun motivo in particolare, solo perche' non avevao molta fantasia quel giorno in cui ho ideato la storia.
Sto' pensando gia' a una seconda parte e  di inserirci dei testi di canzoni piu' avanati,ma non e' niente ancora sicuro.
Vi ho annoiati abbastanza, quindi vi lascio e alla prossima, sperando che non sia tra cinque/si mesi.
BlackSong00

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