Blood Fire

di Zoichi Kuronin
(/viewuser.php?uid=764121)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 0-SCHOOL, I, JAPAN AND HOLIDAY! ***
Capitolo 2: *** 1-GREAT! I AM A STUPID LOSER! ***
Capitolo 3: *** 2-BANG! ***
Capitolo 4: *** 3-STAR WARS (SNOW VERSION) ***
Capitolo 5: *** 4-I AM A CAT! ***
Capitolo 6: *** 5-HOMRA ***
Capitolo 7: *** 6-COOCKING ***
Capitolo 8: *** 7-THE PAST OF MY OKINAWA'S HOLIDAYS ***
Capitolo 9: *** 8-THE SONG ***
Capitolo 10: *** 9-TREASON AND NEKO ***
Capitolo 11: *** 10-MEMORY OF THE BOSS ***
Capitolo 12: *** 11-HAPPY BIRTHDAY ***
Capitolo 13: *** 12-I LOVE YOU,TOO ***
Capitolo 14: *** 13-LIKE SISTER AND BROTHER ***
Capitolo 15: *** 14-NOW WITH YOU ***
Capitolo 16: *** 15-REVENGE ***



Capitolo 1
*** 0-SCHOOL, I, JAPAN AND HOLIDAY! ***


0-SCHOOL, I, JAPAN AND HOLIDAY!

- Io vado!!-
- Buon ultimo giorno di scuola cara!-
- Grazie! Ci vediamo questo pomeriggio!- urlai dal garage mentre agguantavo la bicicletta pronta a partire. La mia scuola non era molto lontana da dove abitavo e per arrivarci ci voleva solo qualche minuto buono di pedalate e salite, viuzze da infarto ed edifici vertiginosi.
Prima di allora avevo sempre sperato di andare un giorno in Giappone, ma a quanto pare sarei andata prima di diventare una vera e propria stilista e a detta dei miei era la loro prima volta laggiù.
Ero all'ultimo giorno di terza superiore e i miei compagni mi stavano giá aspettando da un bel po', chi mi squadrava rimproverandomi per la velocitá eccessiva e chi mi veniva in contro per abbracciarmi.

Forse è meglio che facciamo un bel passo indietro nel mio passato -ehm si fa per dire- per farvi capire un paio di cosette importanti.
Il mio nome è Zalia Rosse, sono italiana e frequentavo la terza superiore in quel bellissimo periodo della mia vita. Ho lunghi capelli color rame e occhi dorati, il mio seno é piuttosto grande per la mia etá. Spesso i miei amici mi dicevano che avrei avuto degli ammiratori se non avessi avuto sempre quell'aria entusiasta per ogni piccola cosa o se mi sedessi più elegantemente oppure.... iiiinsomma per molte svariate ragioni!

- Zalia buongiorno! Come va?- chiese Sara scendendo dalla bici come me.
Io le risposi in giapponese suscitando la sua più completa confusione e le risate di qualcuno, ingrati.
- Non siete per niente divertenti, io mi impegno ad imparare il giapponese e voi...- mi lamentai facendo finta di piangere. Ero una delle migliori attrici della mia scuola.
- Sei troppo teatrale- commentò Stefano tirandomi un pugno amichevole in testa. Lo faceva spesso con me, mi voleva bene e non lo negava, non rinunciava a farmi la ramanzina ogni santa volta però. lo odiavo per questo!
Il gruppetto di dieci amici attorno a me si mosse mentre ridevo e scherzavo con loro animatamente. Avevo molti amici e la mia capacità di farne di nuovi mi aveva aiutato già dal primo anno.
Conoscevo quasi tutta la scuola, mi mancava solo la 3F.
- Zalia, quindi i tuoi hanno deciso? Giappone?- domandó una ragazza piccola e mooolto yandere.
- Sì! Non vedo l'ora di andare ad Okinawa!!!- esclamai stiracchiandomi soddisfatta, evvai!
- Chissá che bello!- replicò la piccola con una punta d'invidia. Non doveva esserlo, volevo solo che fosse contenta per me perché andavo nel mio paese preferito a rilassarmi per due settimane. Due settimane fantastiche!
- Lo sai che ti ci vedo proprio laggiù?- commentò un ragazzo biondo. Io annuii urlando di gioia.
- Ultimo giorno di scuola!- esultai appena entrai in classe.



ANGOLETTO DI ZZZ ... *si addormenta*
Allora, allora, allora ... buona sera lettori senza una vita sociale -come me ^o^-!
Ecco la mia prima ff su uno degli anime che amo di più in assoluto: K Project! Come prologo non è malaccio, spero di trovare delle recensioni già dal prossimo capitolo e correzioni data la mia inesperienza *si inchina sbattendo la testa* siate clementi please! 
Ora vado BYE BYE!
YATA: Frena e noi?!
ZOICHI: dopo ...
KUSANAGI: e quando sarebbe sto dopo?
ZOICHI: okay okay... il prossimo capitolo comparirete tutti voi, beh quasi tutta
TOTSUKA: *filma*
ZOICHI. Totsuka! *tira dei vasi e volano tavolini assieme a insulti da parte di Kusanagi*
ZALIA: Okkay sta diventando più lungo del capitolo quindi saluto io ciao!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 1-GREAT! I AM A STUPID LOSER! ***


Fantastico! La pirla numero uno di tutta l’Italia si è persa, e in Giappone per giunta!
Controllo l’orologio e sbianco in preda ad un raptus di follia mangia uomini che mi viene ogni qualvolta la mia adorabile coscienza va a farsi benedire!
Un fiocco di neve mi passa davanti alle iridi ambrate. Anche se è ottobre -ma è possibile sta cosa?! ndzoichi- inoltrato vedo il cielo grigio, quasi triste che preannuncia una spruzzata bianca. Da dove vengo io non nevica quasi mai, solo in rare occasioni e se è davvero freddo.
Yuko e la sua famiglia mi tireranno di certo le orecchie trapanandomele di rimproveri per il mio drastico ritardo, ma potevano capire che lasciarmi andare a fare la spesa sola, in una nuova città è un suicidio bello e buono se in caso di necessità estrema. Eccomi qui quindi.
Lo spiazzo di mattoni nel quale mi trovo è grande quanto un appartamentino, dà su un bar davvero carino.
A caratteri cubitali il nome “Homra” mi ricorda qualcosa, di certo l’ho già sentito -OMG forse lo hai visto su K? ndzoichi- da qualche parte, dove?
Bah, fa freddo, si preannuncia neve e ho fame come se non mangiassi da giorni ergo secondo me questo posto è giusto per riflettere!
Apro lentamente la porta chiedendo permesso a mezza voce data la desolazione del locale costituito da un elegante raggruppamento ordinato di tavolini con dei divanetti addossati al muro. Un posto accogliente da far schifo (in senso buono)!
Deglutisco.
- Benvenuta! - esclama un uomo dietro il bancone. E’ davvero carino. I suoi occhi sono nascosti da un paio di occhiali dalle lenti violacee, i capelli chiari sono perfettamente pettinati, per non parlare poi del suo abbigliamento … è in pratica l’uomo perfetto!
- UNA CIOCCOLATA CALDA! - esclamo senza nemmeno guardare uno straccio di menù. Se c’è una cosa che amo più di tutte è la cioccolata. Che sia calda o fredda è buona in qualunque momento della giornata, mia madre mi chiama cioccolatomane senza speranza.
Mi ritrovo una tazza fumante dall’odore deliziosamente invitante, mi ci getto a capofitto come un avvoltoio. Ciboooo!

- Scusami sai per caso dirmi dove si trova il liceo Sakurachi? - chiedo appoggiando la tazza ormai vuota davanti a me.
- Beh … - si massaggia il mento, prima che possa continuare afferro un block notes e una matita dalla borsa accanto a me; l’ho gettata poco fa, quando mi sono seduta sbirciando le pupille da dietro le lenti di quel tizio davvero addviarrhfkhg… cioè …
- A cosa ti serve scriverlo? - domanda con lo stesso sguardo di chi non sa se assecondare o chiamare l’ambulanza per portarmi al manicomio.
- Dato che ho la stessa capacità di memorizzare di un eterocefalo glabro meglio che metta nero su bianco tutto ciò di cui ho bisogno!- spiego scorrendo le pagine velocissime, ignorando gli schizzi che però attirano l’attenzione del barista intento a ripetere la frase per comprenderne il significato.
- Allora … vai a destra giù per questa stradina, svolta a sinistra dopo il tabacchino e sei arrivata - indica guardando i miei bozzetti mentre scrivo su un pezzo che ho strappato di fretta, se ho quest’informazione è meglio correre via!
- Grazie … ehm … -
- Kusanagi Izumo - mi tende la mano tenendo il blocco da disegno nell’altra. Stringo le sue dita calde e grandi.
- Zalia Rosse, piacere -
- Posso vantarmi quando sarai famosa di averti servito? - ironizza Izumo ridendo di gusto e accendendosi una sigaretta. L’odore di fumo mi inonda le narici, non mi da fastidio.
- Verrò a trovarti tranquillo! - rido. La porta si apre.
Ci sono tre ragazzi sulla soglia. Uno di loro si gratta la testa color rosso fuoco spaesato e se ne va con una certa nonchalance nel retro del locale dopo aver accolto con un sorriso freddo e palesemente tirato il saluto del barista intento a darmi lo scontrino.
Saluto scontrandomi di poco con gli altri due. Uno dai capelli color mattone arrossisce scuotendo la testa ed entrando con l’andatura rigida di un tronco, l’altro moro mi fa un cenno con la testa. Ricambiando corro via guardando con un occhio il biglietto tra le mie dita, con l’altro i dai pali che evito chiedendo/ pregando la dea bendata di non farmi perdere l’uso dell’olfatto. Mai una volta che mi aiuti quella lì, infatti faccio un “incontro ravvicinato del doloroso tipo”!
Abbottono meglio la felpa della divisa nera ancora umida evitando di congelarmi. Ebbene sì, prima sono stata talmente baka da finire in una pozzanghera stonfandomi dalle punte degli alluci alle spalle. Ora tremo come una foglia.
Quando rientro a casa di Yuko la abbraccio per farmi perdonare del ritardo, le do la borsa della spesa, me ne vado a farmi il bagno.
Dannata dea bendata! Anche quella volta ad Okinawa …


Angolo di Zzzz … SPAT (mosca)
Beeene, chiunque abbia letto questo capitolo sa che oramai sono un treeeenoo che non si ferma più, sono in ballo e non ci resta che ballare! Okay, un treno non mantiene le promesse, ma pur sempre un treno ballerino, no? -.-
YATA: certo! Meno male che dovevi farci comparire tutti eh?
ZOICHI: beh in effetti *imbarazzata* °\\//°
TOTSUKA: tranquilla, andrà meglio la prossima volta!
ZALIA: capo dici che dal prossimo capitolo potrebbe succedere qualcosa d’interessante?
ZOICHI: ecco … *cala il sipario*
Al prossimo capitolo, mi raccomando non mancate ciao!
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 2-BANG! ***


Ahh… cielo grigio, uccellini che vanno in letargo cinguettanti, persone che sono come sempre affaccendate nei loro soliti compiti e risate delle ragazze che vanno a scuola …
- DANNAZIONE!- ecco io non sono una di quelle ragazze. Dopo aver messo a soqquadro la mia stanza rivoltando armadi, facendo cadere fogli sparsi per terra e imprecando come uno scaricatore di porto cerco sotto il letto. Sto facendo una cosa di vitale importanza: trovare la mia stramaledettissima cartella!
- Dov’è?!-
Yuko entra con timore prendendo un infarto più che dovuto dato il disordine epico che ho creato in una delle SUE stanze, EVITANDO di fare altri casini, come dopo quella volta che l‘ho QUASI mandata dal preside a causa mia. Che casino!
- Che cosa è successo Za-chan? - chiede quasi in lacrime. Non riesce a sopportare quella vista tremenda.
- Sto cercando la mia cartella! Dentro avevo il bozzetto per oggi, al diavolo!- calcio irritata un barattolo di coca che avevo finito ieri. Perché io?!
- Dai andiamo, non importa te la caverai lo stesso - mi rassicura mettendomi una mano sulla spalla. La abbraccio disperata piagnucolando cose incomprensibili all’orecchio umano.
- Allora?!- sorrido e la seguo giù dalle scale.

Siamo a lezione, prima volta che sono senza alcun tipo di libro. Per fortuna Yuko mi ha prestato dei fogli ed una penna. Le spiegazioni del prof non mi importano più di tanto, sto ragionando su come sia potuto accadere.
Un lampo di genio: il bar!
Cavolo ho lasciato tutto laggiù, speriamo Izumo mi abbia tenuto da conto le mie cose altrimenti sono nella …
- Rosse … Rosse!- sollevo il capo chiedendo distratta e maleducata “che vuoi?”. la faccia da quattrocchi del cinquantenne diventò paonazza, mi scusai alla velocità della luce sbattendo la testa anche sul banco scatenando le risa di tutti.
Che giornata di biribibibibiibribibbibi!

Controllo il cartello nuovamente, per la centesima volta, maledizione è chiuso!
Piagnucolo in italiano attenta a non attirare l’attenzione di nessuno nel raggio di centimetri. Fantastico: ho perso la mia borsa, ho preso in pieno una pozza ghiacciata scivolando rovinosamente ed ora il bar è chiuso?!
- Zalia!-
La mia luce, sorrido ad Izumo aspettando che mi inviti ad entrare. Lo seguo saltellando.
- Vuoi bere qualcosa? -
Sono concentrata sulla figura distesa sul divanetto, è lo stesso uomo che ho visto l’altra volta, quello dai capelli rossi e gli occhi ambrati, uguali ai miei.
- Tutto apposto?- mi riprendo balbettando qualche verbo venusiano. Annuisco per fargli capire ciò che intendo. Il suo sorrisetto è gentile e comprensivo.
- Vuoi una cioccolata? -
- SI’! - grido senza smuovere il tizio addormentato, incredibile siamo proprio uguali. Nemmeno io mi sveglio così facilmente, ci vogliono le caaannonate!
- Ah, tranquilla, Mikoto non si sveglia così facilmente - spiega togliendosi il cappotto. Mi prepara la bevanda bollente mettendoci anche della panna alta dieci metri, impalcature inesistenti.
Il mio sguardo è attratto da quel tale Mikoto. Sembra così assorto nei suoi sogni che pare un bambinetto.
Izumo mi fissa preoccupato, si gratta la testa.
- L’altra volta hai lasciato qui le tue cose vero? - mi chiede entrando in uno sgabuzzino proprio sulla parete di fronte ad un juke box colorato. Trasmette del jazz, un pezzo davvero orecchiabile.
Mi porge la cartella bianco pallido. Lo ringrazio grata più che mai, mi ha salvato la vita.
- Kusanagi…- il ragazzo in divisa coi capelli rossi rimane bloccato sulla soglia, ancora. Ha uno sguardo imbarazzato, chi altri oltre a me non lo capisce alzi la mano!
- Ah, Yata-chan, come va? -
- Ehilà?- saluto con un cenno della mano. Si avvicina duro come il marmo. Caro rilassati, è ciò che gli voglio dire se non si calma almeno un pochettino.
- E… ehilà … - farfuglia carminio come i suoi capelli. Le sue mani si muovono come in una crisi epilettica.
Scendo dalla sedia metto a tracolla la borsa.
- Sai dove andare? - mi schernì il barista con la sigaretta tra le labbra.

- Allora quella è la gelateria, giusto Misaki-chan? - chiedo conferma guardandomi attorno, certo che questa città è piena di vita anche alle otto di sera!
Ormai è buio, tuttavia un pomeriggio passato con Yata Misaki è stato ben speso poiché, nonostante le prime parole ho dovute tirargliele fuori con le pinze abbiamo capito di avere moltissime cose in comune tra cui la passione per il metal.
- Già e se vuoi un giorno ti porto al cinema! -
- C’è qualche film interessante? - mi informo camminando velocemente per stargli dietro, con quel suo skateboard è fantastico. Mi ha mostrato alcune acrobazie, io non ci riuscirò mai.
- Che genere di film ti piacciono? Ah vedi di non portarmi a vedere polpettoni romantici o strappalacrime eh?! - mi supplica scendendo dalla tavola, prendendola con la mano destra e mettendosela sotto braccio camminando come tutti qui. Ora che me lo trovo a fianco mi rendo conto che è più basso di me di alcuni centimetri.
- Horror?!- sobbalza incredulo, annuisco allegra. Gliel’ho bisbigliato.
Siamo davanti al bar, mi voglio fermare a bermi una bella cioccolata.
Apriamo la porta e i miei occhi bruciano a causa del fumo.

Il fuoco divorava il corpo di un uomo che si dimena urlando come uno scalmanato. Non sembra il tipo che si può ancora salvare, ormai le sue ossa sono nere, evidenti, talmente bruciate da non emettere nemmeno l’odore.
Tossisco a causa di quel nero che mi offusca la vista. La gola che pizzica non mi permette nemmeno di parlare.
- Vieni fuori Zalia!-
Senza nemmeno rendermene conto sono al centro della stanza.
Uno sparo e vedo il sangue. Le mie mani sono rosso cremisi. Un dolore lancinante alla spalla sinistra mi impedisce di respirare.
“Vuoi vivere?” mi domanda una voce spettrale nella mia mente. Cosa devo fare? Non rimpiango nulla. Non ho litigato con nessuno ultimamente, nemmeno ho fatto qualcosa che vale la pena continuare, allora perché sento che c‘è qualcosa che ho tralasciato a questo mondo? Non mi sono mai innamorata, non ho mai baciato nessuno, non ho mai nemmeno …
Gli occhi ambrati di quell’uomo di nome Mikoto mi trapassano il cervello, una fitta tremenda e vedo il nero più totale.
“Non mi voglio arrendere” penso cadendo in un abisso oscuro.


Angolo di Zoichi (evvai l’ho detto!)
ZALIA: mi hai ucciso?
ZOICHI: io?! È stato … ah ma lo scopri tra poco tanto!
ZALIA: eh?!
ZOICHI: NO COMMENT.
Alla prossima, recensite per eventuali correzioni mi raccomando!
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 3-STAR WARS (SNOW VERSION) ***


Quando mi risveglio da quel sonno tormentato dai ricordi di quella vacanza da dimenticare la luce candida mi brucia, un fulmine di dolore mi passa la nuca e la spalla. I polsi, la testa e le caviglie sono bendate. Manco fossi una mummia!
Sono in una stanza ben arredata, semplice, fredda.
Ricordo solo di essere entrata nel bar, aver visto un tipo bruciare ed essere svenuta fino ad adesso, come stanno gli altri?
Tolgo una ciocca rossastra dalle labbra dopo aver visto solo per sbaglio la finestra, non l’avessi mai fatto. Corro a guardare sgranando gli occhi a quella vista stupenda.
Il bianco ricopre i tetti bassi davanti a me, un giardino sul retro di quello che mi sembra un palazzo, quello dove mi trovo io, è coperto da una coltre altissima di neve morbida.
La porta si apre, d’impulso mi giro trovandomi di fronte un ragazzo dall’aria molto dolce. Sorride spensierato con in mano un vassoio, dentro fuma qualcosa dall’aspetto davvero invitante.
- Come ti senti?- mi riprendo dalla contemplazione dei suoi capelli chiari quanto gli occhi dalla luce simpatica e vispa. Siedo riportandomi le coperte fin sopra le ginocchia. Fa davvero freddo.
- Sto benissimo, ti ringrazio - assicuro ignorando il martellamento cui mi sottopone la mia piccola testa bacata. Credo di averla sbattuta da qualche parte.
- Come stanno gli altri? - domando portandomi alle labbra la minestra bollente. Chissene frega se me l’hanno appena tirata fuori dal vulcano, io non rinuncio al brodo di pollo!
- In realtà sei solo tu ad essere finita male - sputo lontano dieci metri più uno la minestra tossendo violentemente. Sono.una.loser!
Mi consola dicendomi che stanno tutti bene, che ora mi trovo in un posto sicuro, che sono stata fantastica …
- Frena, cos’hai detto? -
Il ragazzo fa mente locale battendomi sulla schiena. Dolore atroce!
- Non immaginavo che Yata-chan conoscesse altri strain oltre al re - confessa allegro. Re? Strain? Ya … no scherzavo, lui lo conosco.
- Strain? -
- Eh?! - sbotta incredulo. Sembra un bambino delle elementari che si sente dire “babbo natale non esiste” (anche io ci sono rimasta male).
All’orecchio porta un piercing con la pietra viola, indossa una semplice camicetta bianca e dei jeans color sabbia. Il suo corpo è longilineo, davvero un bellissimo ragazzo. Quanti anni avrà? Diciassette, diciotto forse?
- EH … credo che queste cose siano oltre la mia comprensione … sai dirmi che cos’ho fatto? -
- Certo! Sei entrata, ti hanno accerchiato, ti hanno sparato, hai barcollato per alcuni secondi, mi hanno minacciato con una pistola e poi … - si esalta carico più che mai - e poi il tuo sangue è diventato fuoco! -
Rimango basita. Ma mi sta prendendo in giro? Il mio sangue è diventato … fuoco? Non è possibile è tutto come quella volta a Okinawa …
Il ragazzo vede l’incomprensione nei miei occhi così si alza e prende la via della porta.
- Aspetta!- gli intimo incerta - Posso uscire? -

La neve! Questa è neve! N-E-V-E ! Ne-ve … neve!!!
Sono fuori dalla stanza e dopo varie moine ho convinto anche Kusanagi, restio a farmi scendere dalla branda. Sto correndo come una bambinetta alla sua prima spruzzata di fiocchi, in effetti lo è da tre anni. Come ho potuto resistere così tanto è uno dei più grandi misteri dell‘universo.
Vedo Misaki e gli salto con le braccia attorno al collo.
- Misaaaaki-chan!- esclamo quando lui impreca per lo spavento. Accanto a lui c’è lo stesso ragazzo dai capelli scuri che ho visto l‘altra volta. Porta degli occhiali, è molto bellino tranne per quella strana lucetta da maniaco che vedo nei suoi occhietti blu. Nah, sarà una mia impressione … spero.
- Tu sei un suo compagno di classe? - chiedo tendendogli la mano - Piacere, il mio nome è Zalia!-
- Fushimi Saruhiko - risponde spossato.
- Eh … - sospiro con un sorriso tirato. Che tipo …
- Yata-chan, Saruhiko-san che ne dite di fare una battaglia a palle di neve? - propongo. I due mi lanciano uno sguardo che mi dice “quanti anni hai?”.
Irritata prendo una bella manciata di bianco e tiro con tutta la forza quella piccola palla di felicità. Becco in pieno viso Misaki scatenando la sua ira, cominciando una battaglia ardua dato che erano tutti contro di me, anche il ragazzo dai capelli chiari.
*
Stanno giocando a palle di neve. Non ricordo di averlo mai fatto dopo i sette anni. La ragazza dai capelli rossi ride e scherza coi ragazzi, anche con il giovane Yata e quel pezzo di ghiaccio di Fushimi. Ora si è aggiunto anche quell’idiota di un vassallo.
Sono tutti così allegri, mi chiedo poi il perché.
Ieri notte quella ragazza ha fatto faville, nel vero senso della parola. Il sangue dalle sue mani gelide è diventato fuoco, forse anche più potente del mio, un potere del genere può solo appartenere a lei.
Dalla camera da letto mi sposto fin a basso, nel bar ormai vuoto.
Sto uscendo dal retro quando …
*
Caricare e … tirare!
Ormai ho lanciato quella mega palla e non si può più fermare, avessi beccato Misaki forse sarei anche stata contenta, in realtà appena mi sono resa conto di aver colpito sì uno dai capelli rossi, però …
- Mi…ko…to-san … - balbetta il basso indietreggiando. L’ho combinata grossa!
“Idiota,idiota,itiota!” penso ridendo a scatti, ebete. Una valanga mi travolge per intero. Sbuco fuori da quella gabbia innevata rispondendo al suo contrattacco.
Inizia la battaglia, l’armageddon dei fiocchi di neve, la terza guerra mondiale … sì insomma avete capito.
Alla fine siamo stonfi e infreddoliti = cioccolata calda.

- Ah … devo proprio ammettere che non mi stancherò mai di bere la tua cioccolata Izumo-san!- sbuco da sotto le coperte che mi ha dato il ragazzo che ho scoperto chiamarsi Totsuka Tatara, un nome bellissimo!
- Se continui di questo passo finirai male - sospira pulendo il bancone con l’aiuto di Saruhiko.
- Non mi preoccupo troppo delle carie- rispondo spensierata.
- In realtà mi riferivo ad altro … - a cosa? Lo guardo stralunata. Bah gli adulti sono strani. Esseri davvero complicati quelli lì.
Suoh-san come, ho scoperto, si chiama Mikoto appena ha toccato il divano è sprofondato nel sonno. Che tipo … anche io sento che le gambe cominciano ad intorpidirsi. Il mio cellulare vibra con sottofondo la Dark Vader Theme di Star Wars.
- Moshi moshi? Ah … Yuko-chan ecco io … -
Mi sorbisco passiva quello sclero totale che ha riscosso la timidezza della mia amica che mi ospiterà ancora per due settimane. I ragazzi guardano il mio sorriso tirato molto simile a quello di chi è sotto ipnosi.
- Ti strappo la lingua e poi te la ficco su per le narici, poi ti faccio mangiare gli occhi uno ad uno strappandoti anche le corde vocali … - è questo quello che sentono i miei amici quando la ragazza alza ancora di un ottava la sua voce costringendomi ad allontanare l’apparecchio dall‘orecchio ormai rosso come un peperone. Le urla svegliano anche Suoh-san che mi fissa spaesato.
Yuko riprende fiato lasciandomi il tempo di balbettare un decente “A dopo(?)”.
Mi alzo Tatara mi fa cenno di restituirgli la coperta. Non faccio in tempo ad accorgermene che mi da un bacetto sulla guancia. La punta del mio naso passa dal rosato al rosso fiammante, assieme alle guance.
- C … ciao ci vediamo presto … - balbetto correndo via alla velocità della luce, che smacco!

Il giorno dopo eccomi di nuovo al bar Homra.
Dopo avermi spiegato tutto ciò che c’è da sapere su di loro mi sento come se una parte di me avesse preso il volo, un peso in meno attaccato al mio cuore. Non so il perché, è così e basta.
- Una strain eh? - ripeto seduta tra Saruhiko e Tatara, il bacetto innocente di ieri è un ricordo surclassato da mo’. Sono una tipa che si imbarazza e torna subito in sé come se non fosse accaduto nulla, sono strana, lo so!
- Forte - esclamo sorridente. Mi riprendono imbarazzati, non è una cosa su cui scherzare a detta loro, che noia …
- Forse è meglio allenarmi allora, Misa-chan, Saru-kun andiamo!- incoraggio trascinandoli fuori dal locale per il colletto della divisa rossastra. Tatara se la ride sotto i baffi seguito da Rikyo, conosciuto poco fa, e Kusanagi.
Porto in giro per la città i due, mi dicono che ho sbagliato strada e propongono il parco, sbuffando seguo il loro consiglio trovandomi una coltre di neve fino al ginocchio.
- E adesso che devo fare?- domanda scema number one!
- Hai ragione ci serve un coltello - ragiona Saruhiko. Non mi piace per niente come lo ha detto, sembra non aspettare altro. Mi tengo la mano stretta al petto.
- Andrà bene vedrai, sarà solo un puntino!- la mano di Misaki tiene un coltellino, li porgo il dito tremante e lui appoggia appena la punta sul polpastrello dell’indice. Nulla, un emerito nulla, nemmeno una semplice fiammella.
- Concentrati forza!- mi incita il rosso. Socchiudo gli occhi.
- Credo di aver visto una scintilla … - confessa Saruhiko sistemandosi gli occhiali sul naso.
- Davvero?!-
- No -
Delusione totale. Prendo il coltellino dalla mano di Misa-chan e mi passo al lama sul palmo evitando di guardare, odio il dolore.
Immagino il fuoco come qualcosa di caldo, avvolgente e benevolo. Un sprazzo luminoso mi rischiara la pelle, non brucia più di tanto. Sposto l’arto verso destra attenta a non farlo sparire e si spegne. Bella gratitudine dannato fuocherello, io ti creo e tu mi lasci così?

Suoh passa di lì annoiato, ci sto riprovando per l’ennesima volta quel pomeriggio che ormai è diventato quasi sera. Misaki se n’è andato assieme a Fushimi stanco di vedere solo fuocherelli di qualche millimetro scrauso.
- Ah Suoh-san! - esclamo perdendo il contatto col fuoco. Maledizione! Parlo a denti stretti per evitare di imprecare anche in islandese o austroungarico.
- Non hai qualche consiglio da bravo senpai?- domando spossata, abbattuta come non mai.
Lo vedo pensarci su.
- Pensa ai gatti - fa secco.
Nyan, gatti?! Ma che cavolo di consigli da quel tipo??? Rimango per alcuni minuti a credere che se avessi avuto delle orecchie e una coda da gatto ora starebbero fremendo d’incomprensione. Che cosa centrano i gatti Suoh-saaan!?

Angolo di Zoichi
ZALIA: i gatti … i gatti …
TATARA: cosa cerchi in quell’enciclopedia *filma*
ZOICHI: non la troverai di certo lì la spiegazione carina!
ZALIA: Suoh-san come puoi dirmi pensa ai gatti in un momento così critico??
YATA: perché hai quelle orecchie da gatto? No aspetta …
ZALIA:*tira l’enciclopedia dei gatti*
TATARA: al prossimo capitolo! (se Yata-chan sopravvive)
Recensite sigh … T^T con ‘sti tipi non so più che fare, voglio ringraziare la cara sturdust anche se in ritardo per la recensione al primo capitolo. Grazieeeee! *si inchina*
KIDD: per fortuna siamo arrivati in tempo per l’anguria
ZOICHI: e tu che vuoi, che ci fai qui?!
LAW: ci sono anch’io
ZOICHI: TUTTI FUORI!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 4-I AM A CAT! ***


Brutto idiota, potevi almeno spiegarmi cosa centrano i gatti invece di fare tanto il misterioso!!- sbotto ripensando a ciò che mi ha detto Suoh-san ieri sera, nemmeno una risata che mi facesse cogliere un piccolo segno magari un sorrisino che mi aiuterebbe a capire se scherzava o meno.
Il professore di chimica mi riprende mandandomi fuori dalla classe a schiarirmi le idee, se fossi più discreta quando penso manderei meno cose all’aria. Dannato Suoh Mikoto del cavolo, re inutile … dannato rosso dagli occhi così seeexy…. No non puoi perderti in un bicchier d’acqua Zalia!
Appena suona la campanella della fine delle lezioni corro al bar per bere quella cosa buona, calda e dolce che gli umani chiamano cioccolata!
Spalanco la porta accogliendo il saluto di Tatara intento a prendere una chitarra, non c‘è nemmeno Izumo.
- Sai suonarla? - chiedo sedendomi accanto a lui. Annuisce spiegandomi che sta imparando, a breve riuscirà a comporre senza alcun problema. Quando lo imploro di farmi ascoltare qualcosa non ci pensa due volte facendo vibrare le corde in un suono melodioso, davvero bellissimo. E’ una di quelle canzoni che conosci benissimo che tuttavia suonate anche solo con un’ottava di differenza cambia completamente.
Alla fine si inchina, applaudo ridendo.
- Oh Zalia proprio te volevo … - esordisce Kusanagi appena entra dalla porta del retro, quella che porta agli appartamenti di sopra.
La sua richiesta mi fa brillare gli occhi come due stelle pronte a trasformarsi in supernove, mi lasceranno carta bianca su tutto: colore, materiale e perfino decorazioni! Che sogno …
- Lascia fare a me! - assicuro facendo il saluto militare, seguendo l’uomo fin di sopra. Il tavolo è occupato da una macchina da cucire.
- Deve essere pronto per sta sera alle nove in punto, ci servirai anche tu come modella- e se ne va lasciando che il mondo mi cada addosso. Facciamo due calcoli: ora sono le cinque quindi … oh ca… ho.solo.quattro.ore.per.fare.un.vestito?
*
Bisogna ammettere che Za-chan si sta dando davvero da fare con il lavoro assegnatali da Kusanagi-san. E’ davvero una ragazza speciale, un caso su un milione data la sua determinazione a concludere il lavoro.
- Za-chan … - chiamo facendo capolino dalla porta.
- CHE VUOI?- sbotta con un’aura oscura che le asce da tutti i pori, che fine ha fatto la ragazza dolce e simpatica di prima?
- Eh… v… vuoi qualcosa da be…bere? - balbetto evitando il suo sguardo omicida che dice chiaro e tondo a lettere cubitali un sonoro e secco “NO GRAZIE TATARA-KUN” …
La fisso mentre lavora, è così seria, dannatamente seria. Non si accorge nemmeno che sta tremando dal freddo mentre cuce gli orli di quell’abito nero e rosso. Il bozzetto è piuttosto incasinato a parer mio, ma da quello che capisco -che è ben poco- sarà un miniabito nero davvero succinto, con le maniche a sbuffo rosse con un fiocchetto che funge da cinta grigio chiaro. Un copri spalle nero è disegnato, collegato con una freccetta, sopra quel casino di colori e forme. Esco augurandole buon lavoro, parole al vento!
*
Uff, sono le otto e mezza e ho finito. Izumo mi ha detto che dovrò scendere con questa robe, truccarmi abbinandomi allo stile del tutto e indossare le scarpe col tacco davanti alla porta. Sospiro levandomi la divisa, infilando quel vestito davvero ben fatto in poche ore scarse e mi acconcio i capelli in uno chignon alto con alcuni ciuffi sfuggevoli, faccio la mia figura. Non sono proprio da buttare.

Nel locale ormai chiuso Tatara e Izumo parlottano tra loro, Suoh è seduto tranquillamente sul divano con il suo giubbotto in pelle e pelliccia. C’è un po’ di confusione quindi ne approfitto per scendere anche se con i tacchi non sono propriamente a mio agio. Il viso di Misaki va a fuoco in un nanosecondo, gli occhiali di Saruhiko si appannano, quindi è costretto a pulirli con il lembo della maglietta extra large, il barista sorride facendomi i complimenti seguito dal biondo. Arrossisco lievemente abbattendoli definitivamente, perché mi hanno fatta vestire?
Suoh si alza e mi fissa, che sguardo profondo.
- Perché sono vestita così?-
Ehm a volte devo imparare a non fare domande, perché è scientificamente provato che chi fa domande senza nemmeno volerlo si ritrova in situazioni nelle quale il suddetto rischi ripetutamente e repentinamente la vita, alcune volte invece il soggetto in questione che è costantemente tirato sotto da una certa cosuccia inutile chiamata “Sfiga” viene sottoposto a traumi psicologici o psicofisici perenni. In sintesi: se mai devi chiedere qualcosa non farlo!
- Ci servi tu sta sera … -
Può formularla meglio come frase, così almeno ho capito il perché della mia presenza.
- Ne riparleremo in viaggio, vieni … -
Secco, freddo, glaciale è l’ordine di Suoh-san quando cerco disperatamente di capire quello che mi ha appena detto. Imbocco il corridoio dietro il bancone, oltre lo sgabuzzino e le scale che permettono di arrivare ai piani superiori.

Siamo in strada da qualche minuto, l’aria è tesa come una corda di violino, non sento nemmeno il mio respiro adesso. Deglutisco sistemandomi il casco.
- Allora … cosa devo fare? - dai buttiamoci, tanto ormai che cos’ho da perdere?
- C’è una certa persona che dobbiamo incontrare, un tipo che dobbiamo far fuori - fa senza staccare gli occhi dalla strada, anche perché se lo facesse finiremmo di certo col andare fuori dalla strada e dato che c’è un boschetto di rovi poco rassicuranti meglio evitare.
Mi stringo di più al Re Rosso come è conosciuto in città. In realtà pochi lo conoscono davvero come Re, la gente normale a meno che non faccia ricerche non troverà mai sotto Suoh Mikoto questo titolo.
- E’ per caso qualcuno della yakuza?- domando sistemandomi la gonna arrivata quasi alle anche.
- Si tratta di un mercante di donne che ha solo qualche contatto, nulla di più -
- Allora, che senso ha ucciderlo? - e a me che me ne frega? Se non è un mafioso non deve importarmi. Io sto cercando un uomo ben preciso, un pezzo grosso qua in Giappone, non posso permettermi di morire a causa di un pesce minuscolo.
- Sembra sia legato all’ “incendio di settembre” -
E lui come sa di questa storia? Anche lui è finito in quel rogo da bambino?
- Anche tu hai … -
- Ho perso la mia famiglia, la mia casa e tutto quanto in quell’“atto di purificazione”- mi interrompe frenando di botto. Sopra una collinetta campa una casa ultra moderna illuminata a giorno.
- Per ora è meglio evitare di parlare del fatto che siamo qui per ucciderlo - spiega poggiando il casco sul sedile.
- Ora capisco perché mi avete fatta vestire così, sono un’esca- ragiono. Dovevo arrivarci già da quando mi ha detto l’obbiettivo. Sospiro seguendolo su per la scalinata di marmo bianco.

Sono qui da cinque dannatissimi minuti e già Suoh mi sta trattenendo per la mano. Ormai ho superato il limite appena ci ha accolto in questa casa, è costantemente servito e riverito da cameriere che -davvero non lo sapevo- indossano il mio stesso completo, coincidenze? Io non credo …
- Allora Re Rosso Suoh Mikoto, sei qui per lasciarmi in custodia questa ragazzina? -
Tsk chi si crede di e… auch! Suoh mi stringe le dita talmente forte da farmi gemere, lo insulto in italiano tornando seria.
- Mi scusi, ma io non sono in vendita - sibilo a denti stretti accoccolandomi al petto del Re Rosso. E’ tremendamente caaaldo… riprenditi! Abbiamo recitato la sceneggiata della concubina già dall’uscio e già mi sto pentendo del fatto di aver accettato di venire. Aspetta io non ho mai accettato!
“Pensa ai gatti …” mi dico ragionando sulle parole del mio attuale padrone. Mi sono mordicchiata una cuticola tanto da farmi venire sangue quindi ho lanciato uno sguardo al rosso sul quale sono seduta.
- Nyaaaan … - miagolo di colpo sorridente, faccio perfino le fusa scatenando le risa del mercante, sono rudi e rumorose. il mio mondo cade a pezzi, mi sa che ho sbagliato. Mikoto mi sta commiserando scuotendo la testa.
- E’ arrivato il momento di togliere il disturbo - commenta il Re poggiandomi sul poggiolo del divanetto morbido. Nyan?
La mano dell’uomo si infiamma, il mercante evita il suo pugno sparandogli alla spalla sinistra, manca di poco il cuore.
Sto tremando come una foglia e mi metto a pensare ai gatti. Sono pelosi, carini, miagolano e … sono abili. Era questo che intendevi vero?
Sguscio verso destra evitando che mi colpisse con la pistola in piena testa. Cos’altro hanno i gatti? Mordo il polso del tizio rispondendo da sola a quella domanda tanto sciocca.
Da terra mi lancia il bicchiere di cristallo contro, evitato di pochissimo. Non so che fare, se proteggere me o curare Suoh. Se posso dominare il fuoco del mio sangue forse riuscirò a bruciare la sua ferita. L’ho già visto fare da qualche parte, non ricordo dove precisamente. Corro ad assisterlo lanciando oggetti all’uomo che ormai si è ripreso dal mio morso afferrando la pistola, puntandocela contro.
Prendo dei pezzi del bicchiere frantumato stringendolo forte, fa male e il sangue cola mischiandosi al vino offertoci. Passo la mano sulla ferita sentendo il calore del fuoco, cos’è cambiato da prima? Mi ero concentrata al massimo ed ora che pensavo solo a … ai gatti ora capisco cosa volevi dirmi!
La figura del mercante si avvicina.
- Le conosci le regole di Zalia?- sguardo interrogativo di lui - Regola numero 1: se te la vuoi prendere con qualcuno che conosco sappi che ti attende solo la morte - gli afferro in velocità il braccio sbattendolo violentemente a terra, non lasciandogli nemmeno un po’ di respiro.
- Regola numero 2:- il mio dito insanguinato si avvolge di fuoco, così tutta la mano - mai ti permetterò di scappare … - .
Tiro un pugno alla sua testa fracassando il cranio in un sol colpo, non mi basta deve soffrire ancora quindi due o tre pugni in più non faranno la differenza.
Alla fine della sua faccia rimane poco e niente, solo un ammasso informe di parti bruciacchiate.

Kusanagi ci aspetta fuori impaziente e vedendoci ridotti a quel modo sospira rassegnato, mai una volta che qualcuno lo faccia contento.
Ho caricato in spalla un uomo di ottanta chili -a causa dei muscoli-, il mio vestito è strappato in più punti poiché per proteggersi il tipo ha graffiato il fianco con un coltello tagliandomi nettamente la pelle, il sangue cola a fiumi e come se non bastasse ho schivato, corso e saltato con i tacchi. Promemoria: mai più fare da esca coi tacchi.
Tatara mi mette una coperta sulle spalle sorridendomi.
- Vuoi che ti riporti in spalla? - domanda facendomi cenno di salire. E’ in ginocchio di schiena davanti a me, accettando scivolo in un sonno leggero. La schiena del biondo è comoda, calda. Il suo modo di camminare lento e silenzioso mi culla.
- Sei ancora viva? - ironizza appoggiandomi al divano dell’appartamento appena arriviamo. Facce cenno di no con la testa. Il ragazzo si siede accarezzandomi la testa, sembra un fratellone. Il ricordo di una mano calda molto simile alla sua è riaffiorato pian piano, il viso di mio fratello però è ancora lontano impalpabile a tratti invisibile. Perché la verità si nasconde sempre.
- Ah Tatara, - dico con la voce bassa di chi è ormai tra le braccia di Morfeo, lui sembra ascoltarmi - puoi dire a Suoh-san che … ho capito che i gatti significano “pensa ad altro” -
Non sembra capire, tuttavia per me è troppo tardi perché sto dormendo coccolata dalla mano delicata di Tatara.
Vorrei che continuasse all’infinito …



Angolo di Zoichi:
ZOICHI: mi sono venute dieci carie alle gengive quando scrivevo sta parte, ma è mai possibile chi io sia romantica quanto una sanguisuga?
LAW: si lo è …
ZOICHI: già caro zietto! Comunque il primo capitolo ha raggiunto le 40 visualizzazioni! Oh cappero grazie non ci speravo!!!
KIDD: manco io
ZOICHI: grazie a star-chan per le varie recensioni in giro per il mondo!!!!!! Arigatooo!
Z,K,L: a prestooo!
Recensite, nel prossimo capitolo Zalia entra nell’Homra!
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 5-HOMRA ***


E’ tardissimo! Corro a rotta di collo giù per la stradina che ormai conosco a memoria dopo una settimana che la percorro avanti e indietro per arrivare in quel locale che tanto adoro, quello che mi fa sentire veramente a casa. Il suo odore di caffè e di torte è delizioso unito all’aroma pungente del fumo.
Spalanco le porte con il loro solito cigolio allegro e silenzioso. Entro nel bar ritrovandomi Tatara.
- Buongiorno!- esclamo chiedendo poi di Suoh-san.
- Al momento è uscito, ma lui e Anna-chan dovrebbero tornare presto tranquilla - assicura sorridente. Certo che è davvero un tipo socievole, allegro e chiacchierone, quando comincia non la smette più.
Mentre pulisce il bancone, passando ogni tanto il panno sopra la mia testa affettuosamente canticchia una melodia piuttosto malinconica, però a tratti diventa movimentata ed esprime felicità, gioia di vivere.
- La stai componendo?- domando tirando una sberla scherzosa alla sua mano palliduccia. Ride facendomi capire che ci sta provando senza troppi risultati convincenti, un fallimento dietro l’altro.
- A proposito chi è Anna? -
- E’ la bambina che sta sempre con il re, non l’hai mai vista? -
Faccio mente locale, una bambina che sta sempre con Suoh-san? Ah, capisco allora è lei quella piccola figura che sta sempre all’ombra nei miei ricordi di qualche giorno fa, quando sono scesa dopo aver terminato il vestito. Cerchio mentalmente la sua figura.
- Sì, credo di averla già intravista … - ragiono - come sta Suoh-san? -
- Meglio, Kusanagi-san lo ha curato molto bene, si è ripreso completamente - esclama allegro, anche lui era preoccupato per la sorte del Re Rosso, tuttavia era rimasto tutto il tempo con me. Tatara è un ragazzo dal cuore d’oro.
Le porte si aprono lentamente, Suoh è seguito da una piccola ragazzina bionda con un bellissimo vestito rosso. Sembra una bambola.
L’uomo si siede sfinito sul divanetto in pelle cedendo pericolosamente ad una cucchiaiata di sonno che interrompo chiamandolo.
- Ecco, Suoh volevo chiederti un fa … no non è un favore è più una richiesta … vorrei entrare nell’Homra se me lo permetti- mi sono perfino inchinata. Ho parlato a raffica fino all’ultima sillaba creando la confusione in testa della bimba seduta accanto al rosso. Mi guarda come fossi pazza probabilmente ha anche ragione!
- Alza la testa -
Seguo il suo ordine trovandomi la sua mano tesa verso la mia direzione, che gentile non dice nemmeno sì. Stringo quelle dita così calde che sembrano darmi fuoco. HEY non sembrano, lo fanno!
Il foco mi rinchiude in una spirale l’intero braccio destro fermandosi al centro del petto, non avverto affatto il bruciore sento solo un po’ di calore poi nulla, la pace dei sensi se si può dire così. Ora sullo sterno è comparso il simbolo di una fiamma stilizzata, lo scopro quando scosto di poco il colletto della divisa scura. Non c’è odore di bruciato quindi non è un marchio allora che cos’è?
- Cosa … - balbetto sull’orlo di una crisi di nervi. Rido tesa come una corda di violino, credo di non essere mai stata più shoccata di ora, e che cavolo ora non mi reggono nemmeno più le gambe. Anche Suoh ha la mia stessa reazione, cadiamo in ginocchio senza alcuna forza, mi sento quasi prosciugata.
Anna accorre al rosso, Tatara per me. Ansimo per alcuni secondi e tento di sedermi ottenendo una specie di tuffo carpiato all’indietro nel divano.
- Lo prendo come un sì … - sbuffo rialzandomi con la sola forza dei reni. Credo che gli organi interni siano l’unica parte intera del mio povero corpo ridotto a budino pesante qualche tonnellata.
- Benvenuta - bisbiglia la piccola bionda davanti a me. Le tendo la mano e lei mi osserva con una sfera rossa davanti agli occhi cremisi, sono bellissimi. Quello che prima era sorpresa si trasforma in un sorriso sincero. Le accarezzo dolcemente la testa, mi sta a malapena in una mano.
- Grazie -

Casa! Ecco come la chiamerò da domani questo bar. Izumo ha avuto una botta di gentilezza e mi ha offerto una stanza negli appartamenti, permettendomi di vivere con Tatara, Anna e Suoh che appena ha appreso questa notizia è venuto a prendermi a scuola piantando una cagnara tremenda con gli studenti -rigorosamente maschi- di informatica, chissà poi il perché. Per fortuna l’ho trascinato via in tempo, naturalmente è stato più difficile del previsto data la sua mole. Ad attendermi c’erano anche Misaki e Saruhiko, che casino che c’è stato.
Stiamo discutendo ancora su ciò che è successo ieri, la storia della scuola e Suoh entra con il suo solito passo marziale.
- Ehilà capo come va? - esclamo agitando la mano nella sua direzione, sorrido come sempre. Accoglie il mio saluto buttandosi regolarmente tra i cuscini del sofà al muro, davanti alla finestra che da su un vicolo costantemente affollato.
- Anna cia… - non mi ascolta sedendosi davanti a me.
- Tranquilla è un po’ freddina all’inizio ma sono certo che diventerete grandi amiche - spiega Misaki passandomi il braccio attorno alle spalle, con l’altro tiene il povero Saru che si sistema gli occhiali.
- Andiamo allora? - chiedo impaziente. Il rosso annuisce facendo per uscire.
- E voi due dove andate? - sbotta Izumo con la sigaretta tra le labbra. Sorrido sorniona.
- Misaki-chan ed io andiamo a fare un giro per il centro, vieni anche tu Saruhiko?- il moro scuote la testa deciso.
- Allora prendete anche queste cose - Tatara ci porge una lista lunga quanto la distanza Terra-Marte, rimpiango la decisione di uscire inventando una scusa a casaccio.
- Niente scuse andate - il biondo ci tira una sberla sulla schiena cacciandoci fuori dal bar tutti e tre.
- Non ci resta che fare ciò che ci ha detto, no? -

Siamo tra gli scaffali da un’ora e mezza in cerca di robe che ci riempiono il cestino per la spesa. Misa-chan mi corre incontro col resto degli elementi mancanti nella lista, gli dico di mettere pure dentro a quella alla mia destra mentre segno “uova”, “patate” e “ketchup”, se dimentichiamo qualcosa Izumo ci fa lo scalpo, ne sono certa. E’ come Kyoya Ootori di Houran Host Club: il re che cospira nell’ombra. Questo è certo!
Nessuno però è più tenebroso di Suoh, lui sì che è davvero un tipo misterioso anche se in un certo senso mi sembra di conoscerlo. Forse è una mia impressione da brava scema.
- Zalia … - mi chiama Yata. Lo fisso riprendendomi di botto.
- Ah, scusa Misaki è che io … mi ero … persa nei pensieri! - faccio grattandomi la nuca con la punta della penna tagliandomi la pelle.
- AHI!-

- Sei scema o cosa?! - mi riprende passandomi il fazzoletto sulla ferita. Siamo in un parco, voglio tornare a casa, oggi non è proprio la mia giornata. Avete presente quei giorni “no” che ti fanno rimpiangere anche solo il fatto di essere nato. Beh oggi è proprio uno di quelli!
Ho le guancie gonfiate in segno di irritazione profonda, mi becco un rimprovero da parte del ragazzo accanto a me nella panchina.
- Ti ho detto che non l’ho fatto apposta!- lo rimbecco facendogli il solletico alle costole per vendetta, si dimena come una lucertola.
- Non … vale il solleticoooo - urla attirando l’attenzione della gente.
- Mi tratti ancora come una bambina? - lo minaccio aumentando le dosi di risate. Lo sto praticamente abbracciando per farlo ridere come un matto. Si irrigidisce di colpo balbettando.
- Zalia le te… le te….- le te? Non capisco.
- Le tue tette!-
Ora capisco, forse non è stata l’idea migliore. Si preme un fazzoletto sul naso imponendosi di non versare nemmeno una gocciolina di sangue chissà poi perché…
Propongo di tornare a casa porgendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi. Accetta senza lasciarmi nemmeno un secondo, ridacchio tirandogli una sberla sul collo.
- Perché lo hai fatto?!-
- Avevi il collo scoperto!- gli faccio l’occhiolino scherzosa.

- Grazie mille ragazzi - fa Izumo prendendo dalle mie mani. Io e Misaki siamo ansimanti dopo una gara per testare chi sia più veloce in assoluto. Ho vinto io con un netto vantaggio.
Torno da Yuko verso le nove di sera, non si arrabbia stranamente, anzi rimane zitta tranne a fine giornata quando mi supplica di permetterle di dormire con me. Come posso rifiutare?
Ci addormentiamo entrambe a mezzanotte pensando all’ultimo giorno che abbiamo per stare assieme nella stessa casa. I miei mi invieranno i soldi per la scuola, ma per il resto vivrò assieme ai ragazzi dell’Homra per sempre. Qui in Giappone ci sono troppe cose che devo ancora fare che mi viene l’emicraia solo a pensarci … ci riuscirò?



Angolo di Zoichi:
ZOICHI: capitolo da schifo… e io che volevo far chissàcche!!!!!
ZALIA: fa maleeeeee
ZOICHI: soffri in silenzio!
MIKOTO: uff… c’è troppo casino
ZOICHI: si scusa ^.^”

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 6-COOCKING ***


Senti… Tatara, non è che mi potresti insegnare a cucinare?

QUELLA MATTINA
Mi alzo dal divano dove ho dormito per tutta la notte, la mia stanza ieri sera era ancora bagnata per la vernice così mi sono ritrovata a dover far nanna in quel comodissimo complesso di cuscini azzurrognoli.
- Buongiorno!- sbadiglio coperta dallo spazzolino appena vedo il biondo impegnato a svignarsela in cucina per preparare la colazione.
- Ah anche a te! Ti sei svegliata presto - osserva aprendo il frigo rovistando.
Esco dal bagno già in divisa pronta ad uscire.
- Che cosa si mangia?- domando sbucando dalla sua spalla, lui è intento a fare il caffè canticchiando lo stesso motivetto dell’altra volta. Ha cambiato il ritmo di pochissimo rendendolo lento come un walzer, ora è davvero carino! Il motivo della canzone intendo!!! Non fraintendete…
- Cosa ti va? -
- Cioccolata e biscotti con gocce di fondente, come pranzo invece un bel gelato alla nocciola con tanta, tanta, tantissima panna!!!
- Non ti sembra di mangiare troppi dolci Za-chan?- mi fa notare. Mi deprimo sedendomi al tavolo, mettendogli il muso come una bambina piccola. In effetti SONO più piccola di lui quindi la cosa funzionerebbe.
- Za… - non lo ascolto voltando la testa. Si gratta la nuca pensieroso, sta per cedere lo sento - okay però non mangiare troppa cioccolata o ti verrà il mal di pancia, me lo prometti?-
Annuisco sorridente gli salto con le braccia al collo ringraziandolo della comprensione per la mia cioccolomania.
- GraziegrazieTataraseiunangelosetunoncifossinonsapreichefareseiunverotesorotiadoro! - faccio senza mettere manco una virgola, in un tentativo fin troppo entusiasta di dimostrargli la mia più sincera gratitudine.
- Ma figurati! Fai la brava a scuola okay?- mi strizza l’occhio vedendo che mi sto staccando per andarmene. Gli do un bacio sulla guancia ringraziandolo ancora correndo a velocità impressionante fuori dall’appartamento.
- Ferma Zalia-chan! - mi intima, troppo tardi sono già partita. Chissà cosa mi deve dire…

Ora capisco cosa intendeva con quel “ferma Zalia-chan”. Il pranzo non c‘è e mi devo accontentare della generosa offerta di Yuko. Che persona gentile che rinuncia al bene più prezioso per un’amica in difficoltà.
- Ora non esagerare - mi rimprovera la mora ficcandosi in bocca una polpetta di riso. Ha un aspetto delizioso.
- Ma è vero!- le assicuro. Stavo per addentare il panino offertomi dalla mia amica quando Tatara sbuca dalla porta che da alla terrazza.
- Per fortuna pensavo di non arrivare in tempo, tieni lo hai dimenticato a casa-
Gli salto addosso per la seconda volta in quella giornata, è davvero il mio angelo custode questo ragazzo. Parlo a raffica.
- Devo andare o Izumo-san si arrabbia- si scusa imboccando le scale. Lo saluto con un cenno della mano, che ragazzo dal cuore d’oro davvero.
- Eh… anche io voglio uno strafico che mi porta il pranzo … - sospira Yuko rassegnata da chissà poi cosa.
Rido a quel commento abbracciandola. Che brutto quando ha quella faccia da cane bastonato.
*
Verso le sei e mezza sento un gran boato in cucina e corro a vedere. Afferro la scopa nell’eventuale situazione di trovarmi davanti. Scivolo da dietro il muro trovandomi Zalia coperta di farina fin sopra i capelli rosso fuoco. Starnutisce con quella sua vocina adorabile, me la sono fatta letteralmente sotto dalla paura a causa di tutto quel trambusto mentre ora capisco che ha solo fatto cadere una decina di padelle assieme al sacco che porta tutto quel bianco.
- Che cosa stavi cercando di fare? - rido molleggiandomi sulle ginocchia. Sembra dispiaciuto e infatti si mortifica inchinandosi come un musulmano sbattendo anche violentemente la fronte. Le accarezzo i capelli, è davvero una ragazza fuori dal comune. Non è come quelle adolescenti svogliate che pensano solo a se stesse pur di evitare di combinare guai, lei da anche troppa importanza alle persone attorno a sé.
- Volevo fare qualcosa per ringraziarvi tutti … -bisbiglia dispiaciuta mentre cerco di pulire quel disastro. Meno male che ho con me la scopa.
Sono strabiliato. Cosa vuole fare? Non ci deve nulla.
- Non ci meritiamo nessun ringraziamento - le spiego pacato sistemando il sacco con metà farina ancora all’interno. Se Kusanagi lo vede è la volta buona che ci spella vivi.
- Ma io volevo almeno in parte offrirvi la mia gratitudine cucinando una torta…- si lamenta togliendosi della farina scrollando braccia e gambe - senti … Tatara, non è che mi potresti insegnare a cucinare?-
Ha la testa bassa e le guance lievemente rosate. E’ davvero dolcissima, come una caramella.
- D’accordo cominciamo subito, era una torta quella che volevi fare? Essia! - dico rimboccandomi le maniche. Sono pronto a cominciare, mi infilo un grambiule rosso consigliando a Za-chan di fare lo stesso - Con cosa volevi preparare la torta?-
Il grembiule rossastro è fin troppo aderente ed infetti fa anche fatica a chiudersi con quel nodino dietro la schiena.
- Cioccolato bianco e arance -
Sto per avere un attacco di panico. E io dove li trovo quegli ingredienti?! Fortunatamente li ha già comprati prima di cominciare non andando a caso.
Yata-chan entra proprio al momento giusto e gli dico di aiutarci scattando una foto ricordo mentre Zalia lo aiuta a mettersi quel bellissimo grembiule che lui sembra detestare. Li immortalo nel momento in cui la ragazzo gli allaccia le spalline dietro al collo, mai una volta che smetta di sorridere.
- Totsuka-san cosa stai facendo? - mi chiede il rosso con un’aura omicida attorno alla sua figura. Lo liquido con un “no nulla Yata-chan” imbarazzato. Nascondo dentro le tasche la fotografia, finirà nella wall of memory di sicuro. E’ la bacheca che sta al muro vicino alle poltrone rosse, per ora ne ha pochissime -solo quelle di quando eravamo solo io, il Re e Kusanagi-san-, ma ben presto ce ne saranno tantissimissime!
Cominciamo a cucinare e subito inizia la battaglia della farina, Kusanagi-san passa di lì e “accidentalmente” Za-chan lo becca in pieno, quella ragazza non ha proprio fortuna. Dopo un rimprovero del mio senpai torniamo a cucinare. La rossa sembra cavarsela, si sta impegnando al massimo sotto la supervisione mia e di Yata.

- PRONTA!- esclamiamo in coro dopo il ding deciso del forno. L’odore è buono, proviene da quel cilindro bianco e arancione che sta sopra il tavolo.
- Yata-chan, facciamo da cavie!- scherzo prendendo una fetta di torta, il ragazzo mi imita. Nello stesso istante in cui mettiamo in bocca quella torta gli tiro un calcio per evitare dica qualcosa di male. La sua faccia è impassibile e ingurgitiamo tutto senza proferir parola. Mai assaggiato niente di simile!
- E’ deliziosa!- Yata ha contenuto troppo il suo entusiasmo, tuttavia la sedicenne sembra non essersene accorta.
- Sono contenta!-

Uff pensavo di morire! Questo è quello che penso uscendo dal bagno.
Zalia è seduta sul divano mogia mogia, le braccia stringono al petto le gambe. La sento sospirare triste, che cosa le è successo?
- Hey, Za-chan che cos’hai?- domando sedendomi accanto a lei. Gira la testa evitando il mio sguardo, sembra sul punto di piangere.
- Perché non me lo hai detto Tatara? -
A cosa si riferisce?
- La torta fa schifo, come mai non me lo avete detto?-
AHI!! Che casino! Credevo di essermela cavato con il tipico “convinciti che è buona” credo non abbia funzionato …
- Vedi … -
- Sono un disastro: se ti chiedo un favore che ti costa del tempo prezioso me ne dimentico, se voglio farcela da sola distruggo la cucina, se faccio una torta … mi esce da schifo … son un’incapace - fa nascondendo il viso tra le braccia.
Le appoggio una mano sulla testa.
- Solo perché era il primo tentativo ti arrendi? -
Si riprende sorridendomi stanca. Scuote la testa in segno di diniego, sembra determinata ora.
- La prossima volta ne faremo una assieme talmente buona da far dire perfino al re “Questa torta è buonissima” okay? - le prometto. Annuisce con gli occhi che brillano, inclina la testa di lato.
- Grazie Tatara- traballa qualche secondo - credo andooo a domihe - e cade a terra addormentata. La chiamo per capire se è morta. Respira pesantemente come una persona che sta russando.
La prendo tra le braccia portandola a dormire, le do un buffetto scherzoso sul capo augurandole la buona notte.
E’ davvero speciale questa ragazza, lo sento. Ci credo!




Angolo di Zoichi:
Good morning! Se vi state chiedendo che fine hanno fatto i personaggi non fatelo perché non c’è tempo.
Corro a salutare i lettori dell’Ombra come ho deciso di chiamare coloro che nemmeno so esistano e che leggono la storia, grazie sul serio lo apprezzo. Anche se la gente sta scemando di capitolo in capitolo boh! Spero di non annoiarvi!
Ci rivediamo!




 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 7-THE PAST OF MY OKINAWA'S HOLIDAYS ***


- Biglietti?-
- Roger!-
- Valigie?!-
- Roger!-
- Zalia?!-
- Ro... ah-ah spiritoso...- commentai amara nei confronti di mio padre che aveva detto la battutina della giorno, la sua solita.
- Dai allora: all'aeroporto muoviamoci!- incitò come per cacciarci di casa. Chiuse a chiave e diede il nostro cane ai vicini.
- Mi raccomando fai il bravo eh?- gli impartii accarezzandogli quel muso schiacciato. Era un rottweiler bello grande ed aveva solo qualche mese di vita. Dolce, ubbidiente, risanava il mio umore dopo ogni giornata, questo era il mio cane. Lo avevo chiamato Spotter, in onore al cane di Airon in Inazuma Eleven, quel nome gli piaceva ed ogni volta che lo chiamavo arrivava col suo goffo modo di correre.
- Sbrigatevi o perderete il treno!- ci urlò la vicina minacciandoci con la scopa con cui stava pulendo il portico. Noi corremmo via e salimmo in macchina partendo a tutta velocitá.

- Ah finalmente! Non vedevo l'ora siamo pronti ad andare in vacanza!-
Mio padre teneva le unghie piantate sui braccioli come se fosse un gatto appena tirato fuori dall'acqua gelida. Aveva una colorazione bianco-mozzarella tendente ad un verde pistacchio sbiadito con un accento di grigio cadaverico. Accostamento interessante.
Mia madre gli accarezzò il braccio dolcemente sussurrandogli chissà cosa. Era passata giá qualche ora dalla nostra partenza. Avremmo fatto scalo in un paesino russo mi pare, per poi atterrate in Giappone e con una nave, finalmente, rilassarci al sole di Okinawa.
Ero troppo eccitata per dormire da una parte e dall'altra avevo altre tre notti di insonnia che mi avevano fatto capire che "Magica Sabrina" era un cartone animato davvero carino, per non parlare di "Dora l'esploratrice" a quelle dannate cinque di mattina. Che notti da schifo.
- Papà concentrati sul tuo orologio, mettilo avanti di sette ore- consigliai sporgendomi dal sedile davanti a loro.
- Ha-hai ragione!-
Armeggiò imprecando disgustato l'orologio in preda ad eccessi di follia. Era una reazione post-traumatica alla sua claustrofobia unita alle tremende vertigini che lo avevano scosso da bimbo. Com'è che sono peggiorate col tempo? Poi c'era anche il suo mal di mare, allergia ai pollini, insomma... con lui era impossibile muoversi senza che si lamentasse.
Questo era solo l'inizio, non osai dirglielo in faccia però.
Seguirono, dopo lo scalo, tre ore di altro aereo e una di nave che ci portarono alla nostra destinazione. Ma non era ancora finita perché per la gioia di papi che, se non guida lui soffre di mal d'auto, avevamo passato un quarto d'ora pieno in autobus. Anche io appena l'ho visto ho chiesto di andare a piedi, la mamma si è opposta con fermezza su questo. Odio gli autobus!

- Siamo arrivati!-
Io e papà baciammo la terra quando scendemmo da quel coso infernale.
- Dateci un taglio voi due - rimproverò mia madre con le mani ai fianchi lanciandoci le valigie. Papà la prese con la testa, la sottoscritta invece per poco non gettò fuori il pranzo dell'aereo con un colpo di stomaco.
Era tardissimo, mattina presto. Entrammo alla reception accolti da un giapponese -nuoo ma dai! ndzoichi-. Salutai con un inchino chiedendo di una stanza prenotata a nome di Rosse.
- Ben fatto Zalia!- si complimentò mio padre alzandomi il pollice e facendomi l'occhiolino. Le ore passate davanti al PC per i corsi on line erano state ben impiegate a quanto pare. Sapevo intrattenere un discorso con la facilità dell'italiano, sembravo nata per il giapponese.
Il tipo ci diede la chiave elettronica, si congedò augurandoci la buona notte, intuendo venissimo da un altro paese moolto lontano. Io ricambiai inchinandomi nuovamente. I miei fecero lo stesso cominciando a salire le scale.
- Mamma, papà posso fare un giretto qui intorno?- chiesi davanti alla stanza arredata in maniera impeccabile. Loro annuirono stanchi porgendomi la carta che apriva la porta.
- Stai attenta, intesi?- sbadigliò papà. Io annuii scendendo le scale silenziosamente.

- Non immagini nemmeno che posto è questo!-
- Ti credo Zal, beata te, io me ne sto qui come una stupida! Credo andrò giù a Roma ancora- si lamentò Gaia, la ragazza dall'altra parte del telefono.
- Manda tante foto okkay?- implorai guardando il sole oltre l'ombrellone vuoto. Avevamo giá prenotato il nostro e mi sentivo in pace con me stessa.
- Sì, sará bella per te che non l'hai mai vista, ma per me é troppo tre anni di fila. Facessimo poi qualcosa di interessante!-
Non capivo come potesse annoiarla una cittá come Roma, insomma, é bella, caotica, piena di chiese qua e là ... o forse no (?)
- E Andrea? Che ne pensa lui?- domandai riferendomi esplicitamente al suo fidanzato.
- Ah abbiamo litigato... dice che gli dedico troppe poche attenzioni!-
- Ah... yee...-
- Che hai detto?-
- Nulla, nulla! Ora vado, credo di avere la palpebra pesante, mi raccomando tu ed Andrea... quando torno voglio che tu sia ancora vergine!- esclamai ironica suscitando evidentemente il suo imbarazzo.
- Z...z...z... zitta!! Non faremo mai cose del genere!- mi strillò rompendomi i timpani.
- See... ciao, ci risentiamo eh? Matane!- conguettai chiudendo la chiamata.
"Lei e Andrea sistemeranno tutto prima del mio ritorno"ragionai posizionandomi meglio sullo sdraio.

Quella sera io e miei passeggiammo allegramente per la battigia. Un tramonto talmente romantico da farci dimenticare completamente la stanchezza provocata dal viaggio, un sogno dopo l'incubo. Risi alla battuta scema di mio padre quando qualcosa non quadrò per niente, davvero fuori luogo quella situazione.
Degli uomini ci circondavano minacciosi, ci puntavano delle pistole. Socchiusi gli occhi riducendoli a due fessure.
- Hey tu!"- chiamò un tipo facendomi segno di andare da lui. Feci un gesto di stizza con le labbra socchiudendole in un ghigno.
- Certo non ci penso neanche a venire vicino ad un fallito come te- e tiè ecco il mio più grandissimo difetto! Quando mi trovo minacciata da qualcuno il mio atteggiamento, solitamente dolce e solare, si tramuta in freddo, canzonatorio e antipatico, a volte perfino maleducato. Strinsi i pugni evitando di pensare a cosa sarebbe potuto succedere. Il tipo fece scattare un coltellino lanciandomelo contro. La mia guancia era sanguinante, faceva male.
- Zalia!- nel voltarmi mi resi conto che i miei genitori erano tenuti sotto tiro da due pelati. Smisi di respirare. Che loro fossero ...
- Non fare troppe storie signorina oppure ... - il coltellino si poggiò sulla mia povera gola che andava su e giù dal terrore.
- Che volete?- domandai in un sibilo. Il tipo rise svogliatamente.
- Ci hanno mandati a finire il lavoro - spiegò.
- Voi siete yakuza?!- sbottai dimenandomi freneticamente.
- HAHAHA!- rise quello sventolando la lama a destra e sinistra.
Possibile che quell'incendio mi perseguitasse anche adesso, nel futuro? Quel rogo avvenuto nella mio quartiere quando io avevo circa tre anni distrusse la mia casa, la mia famiglia, tutto ciò che avevo di più caro. Sapevo benissimo che le due persone che ora minacciavano erano i miei genitori adottivi.
- Andatevene ... - bisbigliai facendo scendere una lacrima.
- Cosa?!- cantilenò uno alla mia destra. Persi il controllo strangolandolo, tramutando come per magia il mio sangue in fuoco puro, una potenza inimmaginabile mi scorreva nelle vene, nei muscoli, nelle ossa. Avvertivo la minima fiamma attraversarmi il corpo.

Diedi il colpo di grazia al loro boss distendendomi nella sabbia. I polmoni bruciavano intensamente, ero col fiato corto.
- Tesoro - mi chiamò la mamma accarezzandomi il viso.
- Non è ancora finita, devo trovarlo - sibilai a denti serrati.
- Eh?- la donna accanto a me sbiancò di colpo. Le spiegai che credevo fermamente nell'esistenza di un "mandante" che avesse distrutto la mia infanzia.
- Mamma, papà ne ho bisogno ve ne prego!- pregai tenendo tra le mani le spalle di mia madre. Sentivo le lacrime bagnarmi le guance ferite e un po' bruciacchiate.
- Zalia non puoi...-
- Fabio, non è una nostra decisione - lo interruppe la moglie accarezzandomi la fronte. La ringrazio rialzandomi, scrollando il vestito dalla sabbia appiccicosa. Dovevo assolutamente andare in Giappone.

Riapro gli occhi dopo quel brutto ricordo. Tatara sta facendo esercizi con la chitarra, bisogna proprio ammettere che sembr anato per quello strumento.
- Za-chan va tutto bene? - chiede ridestandomi, ho fissato per un po' la base di un bancone e lui ne ha approfittato per farmi una foto.
- Tatara ridemmi quella foto, se devi farmela allora scegli un momento in cui sorrido!- faccio tentando inutilmente di strappargli dalle mani la fotografia che mi sventola.
- Questa la tengo per ricordo!- bisbiglia dando un bacetto al foglio. Avvampo voltandomi.
Sorrido salutandolo.
- A domani!- esclama con un cenno.


Angolo di Zoichi
Ed ecco che arriva il settimo capitolo (ottavo col prologo) un piccolo flashback della nostra cara Zalia e finalmente sapete perchè è in Giappone.
ZALIA: potevi evitarlo!
ZOICHI: cosa?
TATARA: forse intende la scena della foto
KIDD: trovo che sia stato un gesto da maniaco
ZOICHI: beh ....
LAW: recensite il capitolo di questa sottospecie di sanguisuga
ZOICHI: zio Traffy, dovevo farlo io !!!!! Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 8-THE SONG ***


Ticchetto con la matita il ritmo mentre la professoressa spiega le regole base di un qualcosa di trigonometria.
Dopo aver inseguito un tipetto della yakuza per cinque ore consecutive che per poco non varcava in confine della città avevo pregato Tatara di suonare più di venti volte una certa canzone. Già, il grande Totsuka Tatara, vassallo di Suoh-san è riuscito a comporre!
Credo che prima o poi comincerò a parlare seguendo la melodia, però n’è valsa non sapete quanto la pena.
Quando mi avvio verso il bar mi rendo conto che Saru e Misa-chan non ci sono ancora, eppure mi avevano detto che mi avrebbero aspettata.
*
- Ciao Tatara!- mi saluta Za-chan allegra come sempre, mi pare più saltellante del solito. Finisco di mettere l’ultimo cerotto, non ne ho avuto il tempo oggi tra una commissione e l’altra, tra un cliente e l’altro.
- Ma quelli…- perché si rende sempre conto delle cose che non deve? Cerco di nascondere la mano che viene subito afferrata.
E te pareva: faccino triste! Perché, perché, perché, perché, perché????! Risposta?! Perché sono pessimo sia come amico che come uomo!
- Non preoccuparti, non mi sono fatto nulla a me fa piacere che tu mi chieda di suonare, davvero!- le sorrido. Sbuffa sorridendomi a sua volta, è così che la voglio: allegra, sicura di sé e maaaaaaaaai col broncio!
- Okay! Izumo-san mi fai una cioccolata?-
Siede davanti al senpai. Ormai è un’abitudine vederla sedersi lì vicino a Rikio Kamamoto, è il suo posto prediletto quindi merita una foto! Detto fatto e immortalo quei tre a ridere ad una battuta che Kamamoto-san ha fatto. Appendo quel ricordo nel voltarmi mi rendo conto che Zalia sta guardando le foto al mio fianco. Ridacchia.
- Certo che qui eri proprio giovane Ta-kun!- che?! Adesso sono vecchio?!
- Insomma la differenza tra te e me si aggira circa tra un anno o due come puoi darmi del vecchio?!- la rimprovero. Ride ancora dandomi dei colpetti alla spalla.
- Te lo scordi io sono giovanissima rispetto a te… aspetta quanti anni hai?- fa squadrandomi incuriosita.
- Diciannove!- sbotto quasi in lacrime - Tu invece quanti anni avresti di grazia?!-
E’ vero ho sempre dato per scontato che andasse a scuola quindi non mi sono mai soffermato sulla sua età effettiva. Ad occhio e croce sembra avere circa diciotto anni.
- Diciassette a novembre!- dice incrociando le braccia con sguardo di sfida. CHE?! Quindi presto compierà gli anni?!

Rientro che è il tramonto, tutto quel rosso piace molto ad Anna che è in giro con il re per fare chissà cosa. Quei due spariscono spesso ultimamente.
Zalia si è appropriata del divano da alcuni minuti, da quando le ho detto di aspettarmi di sopra, vuole cucinare assieme a me. Ha un faccino triste e sconsolato, non la si può lasciare sola un secondo un attimo che perde il sorriso?
- Za-chan, va tutto bene?- domando prendendo posto accanto a lei.
Okay, ora, quale ragazzo non arrossirebbe almeno un pochettino di fronte ad una ragazza, bella, prosperosa e dolce come Zalia?! Vi sfido dato che ora indossa solo una canottiera nera, incurante di qualsiasi persona nel raggio di cinque centimetri.
- Sì - sibila fissando il vuoto. Accidenti ed ora che le succede?! Dov’è Kusanagi-san quando serve? Lui sì che saprebbe che fare, ma dato che si è dileguato da ore in centro città, dubito che tornerà ora che mi serve!
- Dai non fare quella faccia, sorridi!-
- Tatara, secondo te sto facendo la cosa giusta?-
EH?! Mi son perso qualcosa? Probabilmente sì. Di cosa parla?
- Intendo seguire la via della vendetta … - si spiega con la voce arrochita di chi comincia a piangere e infatti una lacrima viene subito asciugata col dorso della mano.
- Non so se sia giusto o sbagliato, però credo che chiunque ti abbia portato via tutto ciò che amavi debba essere punito - stringo il pugno nel vano tentativo di contenere la rabbia, come si può fare una cosa come quella? Sterminare tante famiglie … - anzi no, dovrebbe patire la tua stessa sofferenza moltiplicata per cento, anzi per mille!-
- Hm… - fa. Le metto una mano sulla spalla.
- Te lo prometto Za-chan, riusciremo ad uscirne - le assicuro. Annuisce rizzandosi in piedi.
- Dobbiamo cucinare no?- chiede sorridente. E’ un sorriso un po’ tirato ma la rende ancora più carina del solito.
*
IO.SONO.UN.DANNATISSIMO.GENIO!
Ebbene sì, nell’ora di cucito ho iniziato ad assegnare al motivetto della canzone che Ta-kun a suonato della paroline che non so manco io da dove vengono. Le ho trascritte sul blocco per gli schizzi facendo finta di prendere appunti, credo che la prof se ne sia accorta perché ad ogni punto si schiariva la gola, poi si è stancata e ha chiamato il mio nome, ho ridacchiato imbarazzata scusandomi.
Esco che sono un razzo, avete presente le macchine di formula 1? Beh credo di aver prodotto lo stesso rumore.
- Taaaaaataraaaaaaaaaa!- urlo come una furia all’entrata del locale appena superato. Mi fermo con schifosa precisione millimetrica davanti al diretto interessato dei miei pensieri e le mie intenzioni.
- C… che … che hai Za-chan?- balbetta con la schiena inarcata all’indietro dallo spavento.
- Ho trovato … puff le parole … puff per la tuaufff canzone - spiego cercando di ansimare il meno possibile.
- Davvero?- annuisco decisa.

Guarda il foglio e sorride contento, gli piacciono molto quelle parole e crede di avere un titolo già pronto.
- Come la vuoi chiamare?- chiedo curiosissima. Scuote la testa dicendomi di aspettare che prima la suoni.
- Okay … - sbuffo ascoltando attentamente il silenzio prima che lui metta mano alla chitarra e faccia vibrare le corde.

Sulla strada dove migliaia di esistenze vanno e vengono
io e te ci siamo incontrati.
Quel giorno 
ci siamo divertiti e abbiamo scherzato.

La mattina dopo una notte passata a chiaccherare, 
come in un sogno, anche i miei passi erano più leggeri
e con uno sguardo fermo
ho fissato il futuro.


Sto per dirgli che è stato bravo, ho scritto solo questo e invece lui continua con gli occhi chiusi per concentrarsi meglio su ciò che dice, la cosa mi lascia con la bcca socchiusa. La sua voce è davvero bellissima.
 

Qualunque cosa accada
mi basta che siamo insieme
per sentire il coraggio traboccare.
So che potremo superare ogni cosa
e che saremo al sicuro.

Le parole che abbiamo giurato
sul tramonto tinto di rosso
vengono risucchiate dalla luna color seppia.
Quel legame così caldo
suggellato tanto tempo fa,
vorrei soltanto
che durasse in eterno.


Davvero, la sua voce è magnifica, mi ha catturata dalla prima all'ultima sillaba rendendo quell'ammasso complesso di parole profonde e familiari. Non voglio che smetta di cantare, voglio sentire ancora ciò che canta.
 - Allora com'è?- mi chiede.
 - Mi sarebbe venuto in mente il seguito della canzone ... - bisbiglio con le guance rosate dall'imbarazzo, da dove viene oggi tutta questa poesia? E' Tatara che mi tira fuori parole che non direi normalmente?
 Lui mi asseconda suonando ancora.
                                                                                                             *
Zalia ha davvero una voce dolcissima, come tutto il resto di lei. E' acuta e appena percepibile se non si ascolta bene, melodiosa e anche molto bambinesca per una diciasettenne, però fantastica.

La nostra determinazione che mai cambiava
e i nostri soliti sorrisi
echeggiano e si sovrappongono nelle nostre memorie.
Non è confortante?

Ci sono stati anche giorni in cui ho pianto
e quelle volte
tu rimanendo in silenzio
mi restavi accanto dolcemente.

Anche se il tempo scorrerà
e le nostre strade si divideranno
vorrei che continuassi a proteggermi senza spezzarti,
che guardassi fisso davanti a te senza voltarti.

                                                                   
La interrompo cantando l'ultima parte di cui lei sembra sprovvista al momento.

Alla fine di tutto quel sangue rosso
afferra la mia mano
e le certezze
cominceranno a risplendere.
Non mollare,
arriverai dove vorrai
perchè sicuramente un giorno
ci incontreremo ancora.


In un certo senso la parte che gli ho cantanto rispecchia un po'ciò che è successo e ciò che penso da quando ci siamo incontrati, immagino che anche lei lo pensi credo di starmi innamorando, tuttavia ora come ora è meglio tenerlo nascosto... è una cosa ridicola lo so!





Angolo della depressa di Zoichi:
ZOICHI: BUAHHHWHAAAT^T.... .. prrrrrrrr *si soffia il naso* sniff sniff okkay non volevo fare sta cosa, all'inizio non avevo la minima intenzione di farlo, ma poi alcune cose combaciavano CASUALMENTE con la storia e così ho fatto dedicare la canzone a voi-sapete-chi. Per scrivere alcuni di questi capitoli mi son venute le carie alle gengive da quanto son sdolcinati! 
TOTSUKA: *rosso come un peperone* sì è stato un pochettiiiino imbarazzante scusaci!
ZOICHI: ma va non importa!
YATA: mi sento escluso ...
ZOICHI: nel prossimo capitolo ti beccherai un febbrone da cavallo e sbucherà un certo micio (micia!) di nostra conoscenza! Ah a proposito il primo capitolo ha raggiunto le 70 visualizzazioni woooow!! vi adoro! Al prossimo capitooolooooo! ^.^

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 9-TREASON AND NEKO ***


Quella che era iniziata come una bella giornata di sole ora è diventata grigia e piovosa, di botto hanno iniziato a cadere goccioline dal cielo rovinandomi la domenica. Sono seduta a bere la cioccolata -ma va -.-… ndZoichi- e la porta si apre mostrando un assente Misaki. Ha gli occhi gonfi, rossi e persi nel vuoto.
- Eh…ehm Mi…Misa-chan, stai bene? - chiedo incerta facendo per appoggiargli la mano sulla spalla curvata in avanti.
- Sì … - risponde riscuotendosi dai suoi pensieri. Il sorriso è tirato in maniera fin troppo evidente, chissà che cos’ha…
- Ho una cosa per te - dice mettendo la mano dentro la maglia e tirandone fuori un batuffolo bianco, attorcigliato a lui. Un gattino!
- Kawaiidesune!- esclamo afferrandolo in tempo prima che si schianti al suolo in quello che credo sia un atto suicida malriuscito.
- E’ davvero bellissimo!- lo alzo per guardarlo meglio e mi rendo conto di un particolare - Uh, bellissima! È una femminuccia!-
Tatara mi è vicino strapazzandola con gli occhi.
- Strano che Yata-chan abbia portato qui un animale, in genere lo aggrediscono a vista - ragiona il biondo ridacchiando sotto i baffi. Il rosso sbuffa, una risata trattenuta. Suoh-san prende il gatto per la nuca fissandolo bene accenna ad un sorriso e la gattina torna tra le mie tette braccia!
- Come la possiamo chiamare?- faccio alzando la testa da quell’ammasso di peli.
- Che ne dici di Yuki? - propone Badou-san squadrando la piccolina giocare con le mie mani. Siamo sicuri che ci vada con quei suoi soliti occhiali?
- Troppo scontato- commento pensierosa. Mi dicono di proporne uno io.
- Neko!- squittisco allegramente. Alla piccola piace.
- Alla faccia dello scontato - commentano tutti in coro. Un tonfo ed il mio cuore perde dei battiti.
- Misaki!- chiamo in direzione del ragazzo appena svenuto. Le sue guancie sono arrossate, il respiro è veloce come quello di chi ha la febbre, infatti la sua fronte è bollente.
- Misa-chan? - provo a svegliarlo. Accidenti …
                                                                                                                         *
La mia testa è pesante, la mia autostima da Homra è a terra e io, in tutto il mio essere faccio schifo… quella scimmia ci ha … aspetta, questo profumo è buonissimo, sembra cioccolato misto a qualcosa di dolce. Una voce mi prende facendomi fluttuare qua e là.
- Irmi … sa… Misa… Misa-chan - spalancando gli occhi vedo il viso bellissimo di Zalia, è preoccupata - Misaki riesci a sentirmi?!-
- Za...lia?- che domande sto facendo?! Certo che è lei e chi altri a quei capelli rossi, quel seno apparentemente morbido e... no calma, la febbre non deve prendere il sopravvento! Non penso sia la febbre...
- Come ti senti?- mi domanda con la mano stretta nella mia. Sento il viso in fiamme, per tanti motivi.
- Bene … quasi-

- Saruhiko cosa?!- sbotta Zalia. Urlare non aiuta la mia povera testa in questo momento, ma nemmeno io riesco a capacitarmi che quella scimmia ci abbia tradito andando con i SCEPTER4, non ci credo mi sembra tutto un sogno.
- Dobbiamo andare da lui e … -
- Non funzionerà, Saruhiko è il tipo di persona che quando sceglie non torna indietro - spiega Mikoto-san interrompendo la proposta della rossa. Si stringe nelle spalle fissando il pavimento.
- Quindi ora è … - la voce le si smorza in gola.
- È un nostro nemico ormai, non c’è niente da fare -
Totsuka è un grande! Quando deve essere serio va fino in fondo, è un idolo, un idolo idiota ma pur sempre idolo no?
- Ce ne faremo una ragione- sospira il biondo sparendo su per le scale, anche lui non riesce a capire come sia potuto accadere eppure si comporta come se niente fosse, quasi si fosse tramutato in Mikoto-san in questo esatto istante.
- Ah… d’accordo ha ragione Ta-kun, Misa-chan tu come ti senti?- la sua mano è delicatamente appoggiata sulla mia spalla il suo sorriso mi dice di farmi forza. Saruhiko era uno dei miei migliori amici ed ora è un nemico, va bene! Gliela farò pagare a quel brutto…
Il gattino bianco si raggomitola sulle mie ginocchia miagolandomi tranquilla, le sue iridi sono diverse, bellissime. Passo le dita sul suo pelo morbidissimo, bianco come la neve.
- Neko-chan! Le piaci davvero tanto Misaki-chan te la vuoi porta…- la scriciola schizza tra le sue tette implorandola di tenerla con lei, che scena… carina, adorabile.
Mikoto mette la mano sulla testa di Zalia.
- Che cosa c’è Suoh-san?-
                                                                                                                  *
Suoh-san ha davvero degli occhi profondi, mi ricordano vagamente qualcosa, chissà poi cosa.
- Cosa … -
- Domani ci sarà una riunione di pezzi grossi al porto, vuoi venire? - domanda. Rimango interdetta alcuni secondi a scannerizzare quelle parole. Perché me lo chiede?
- Te lo domando perché è pericoloso quindi non voglio colpe che non ho mai avuto- chiarisce, manco leggesse nel pensiero. Annuisco dicendogli di capire. Non può permettersi di addossarsi casini che non sono veramente suoi in fondo, voglio farlo, se lui è tra loro allora sono pronta anche ad essere la prima della fila.
- Chiedimi quello che vuoi Re, io sono pronta -
Ora tutti quelli che mi hanno ascoltata credo abbiano capito che faccio sul serio, però Suoh Mikoto sa bene che nella mia voce, nella mia sicurezza apparente non c’è altro che terrore. Quella paura insopportabile che mi impedisce di pensare con lucidità.
Le labbra del Re Rosso hanno un increspatura di sorriso davvero bella, lui crede in me, l’Homra crede in me ed io? Io penso di essere solo una bimba incerta che cammina per la prima volta nel mondo dei grandi e che si rende conto solo adesso che Suoh è l’unico grande ad afferrare la sua mano e condurla là dove vuole arrivare.
Noto che nell’ombra del corridoio Tatara sorride incoraggiandomi, Misaki ridacchia, con lo sguardo mi sostiene, Rikio, Badou e Izumo-san mi augurano buona fortuna. Il Re se ne va con il suo solito passo marziale seguito dalla piccola Anna che mi accenna ad un sorriso rassicurante.

Angolo di Zoichi:
Ciauz! Come va la vita? siamo arrivati finalmente al nono cpaitolo, non siete felici? Dal prossimo cap comincerà il periodo di "Memory Of Red"!! Yuuhuuu! 
ZALIA: Ce la farò ce la farò .... (mantra)
ZOICHI: credo in te Naruto! Ringrazio Star-chan per le sue regolari recensioni, ringrazio anche tutti voi per la lettura, recendite se vi va! Vi voglio un casino di bene per essere stati pazienti e aver letto ...
YATA: bla bla bla bla bla bla bla...
ZOICHI: TORNA IN MALATTIA! ^.^ A PRESTO TIPI! se la mia mente partorisce qualcosa di bello kyah!! 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 10-MEMORY OF THE BOSS ***


L’aria è davvero gelida. I primi ad entrare siamo io e Suoh, non che la cosa mi alletti data la quantità di uomini davanti al portone del magazzino quasi abbandonato che mi dava davvero un brutto presentimento. Erano tanti, ma li abbiamo stesi e ustionati per bene, non ne è fuggito nessuno, una cosa veloce e pulita.
Mi stringo nel cappotto.
- Dici ci sia qualcuno collegato a quello?- domando senza smettere di sussultare ad ogni mio passo. Rimbomba tutto qua dentro, maledizione!
- Probabilmente, tra gli yakuza tutto è noto - mi fa indicandomi di sedersi accanto a lui addossato al muro. Porto le gambe al busto aspettando che gli altri ci diano il segnale.
- Capisco… senti Suoh-san ti va di dirmi qualcosa su di te? Perché tra tutti i membri sei l’unico con cui non ho mai chiacchierato veramente … - mi giustifico rabbrividendo. Lascio che il mio sangue diventi fuoco dentro le vene e mi sento subito meglio. Del vapore esce dalle labbra socchiuse per respirare.
- Chiacchierare, parlare di sé, sono cose superflue per me - spiega pacato lasciando che la testa usi come cuscino la parete gelida in ferro.
- Quindi se ora ti chiedessi di dirmi qualcosa su quell’incendio… -
- Beh c’era un boss che si era lasciato allo spalle la malavita diventando un rispettabile uomo ricco. Fino a che non avesse speso tutti i soldi che aveva guadagnato tra droga, prostituzione e assassini non sarebbe morto in pace, così costruì attorno a casa sua un quartiere. Era piccolo, verdeggiante, pacifico… ero molto piccolo quando i miei si trasferirono appena in tempo per dare alla luce uno dei miei due fratellini. Abitammo lì per cinque anni finchè una parte della vecchia banda di quel boss, capeggiata da un nuovo membro, decise di fargliela pagare per la sua scelta dando fuoco a tutto ciò che aveva creato compreso il quartiere dove vivevo.-
Appena ha concluso il mio cuore ha accelerato improvvisamente i battiti togliendomi il respiro.
- Quindi è solo per una vendetta che ho perso tutto? Nella vendetta vivo e nella vendetta morirò… perché? Io non lo voglio… -
- Nessuno si sceglie la propria vita, se fosse così allora il mondo cadrebbe a pezzi.- conclude rizzandosi al segnale di Misaki - Andiamo?-
La mano tesa, calda e grande di Suoh mi tira in un certo senso su il morale, come può solo un ricordo vagare e martellarti la testa per sempre? Come mai ora il volto di Mikoto è collegato a quella mano che da bambina mi incitava a giocare con la neve?
Annuisco dando inizio al bagno di sangue.
 Nella vendetta vivo e nella vendetta morirò...

Angolo di Zoichi(perdonate la lunghezza penosa): 
ZOICHI: capitolo corto ...
KIDD: nah ma che dici?! Ma se hai scritto un papiro ...
ZOICHI: dovrei ridere? 
LAW: no piangere, hai idea di quanta gente stai illudendo? sbuchi dopo un giorno e la gente si aspetta magari u prodigio e tu che fai? un capitolo di passaggio?
ZOICHI: *cuffie nelle orecchie, se ne toglie una* Ha detto qualcosa zio Traffy? Okay ciao a tutti recensite!
L,K,Z: saluti dalla triade dell'idiozia pomeridiana!

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 11-HAPPY BIRTHDAY ***


Ehm facciamo il punto della situazione gente: una tipa, anche abbastanza cutie, è distesa, nuda accanto a me.
Allora, O il Creatore Malato -sono io il creatore Malato ndZoichi- ha fatto diventare questa ff da “het e yaoi” a “yuri e yaoi” O mi sono persa qualcosa. Molto probabile la seconda …
Scuoto quella ragazza dai lunghi capelli bianchi, la sua pelle è candida.
- Hey tu …?- faccio osservando i suoi occhi eterocromici aprirsi su di me.
- Neko?- sbotto rizzandomi a sedere con lei che mi da il buongiorno sbadigliando. Non è normale sta cosa!
- Nyaa… come stai Zalia?- la sua voce è davvero carinissima, ma non può stare così.
- Che ti è successo?!- il campanello che tiene appeso al collo tintinna e torna un gattina grande quanto la mia mano. Tossisco imbarazzata schiarendo la mia pelle rosso vivo, io.non.ho.visto.nulla!
La sveglia suona proprio in quell’istante che maledico in tutte le lingue. Meno male che questo è il mio ultimo anno …
Con la molletta e l’elastico tra i denti termino la lunga treccia. Sono pronta! Ieri i miei genitori mi hanno chiamata via skipe e mi hanno promesso che dopodomani ci saranno, il mio compleanno si avvicina e vogliono esserci.
- Za-chan, come sempre di buon ora!- constata Izumo-san finendo di pulirsi gli occhiali con il fazzoletto.
Annuisco.
- Cledo che non liuscilò a dohmile, sono agitatihhimaaaghr…- la molletta cade a terra accompagnata da una mia imprecazione fantasiosa, ho bofonchiato qualcosa e ho ricominciato l‘ardua impresa: sistemare i miei capelli.
- Vuoi che facciamo qualcosa per il tuo compleanno?- chiede spegnando la sigaretta sul portacenere.
- No non è necessario, fate già tanto per me non riuscirei ad accettarlo - faccio osservando il lavoretto niente male fatto in fretta e furia.
- Hm?-
- Ci rivediamo questo pomeriggio!- saluto infilandomi le scarpe, nell’uscire mi scontro con Suoh-san.
- Buongiorno!- esclamo con un cenno della mano, sorrido alla piccola Anna e corro via, giù per le scale.

_E quindi pensi non ce ne sia bisogno?_
- Te l’ho detto papà, quello smoking non serve! Ti ho detto di mettere qualcosa di carino, ma non esageriamo ahh… sei irrecuperabile!
_ Sai che voglio essere al meglio per la mia figlia _
- Sei abbastanza bravo col giapponese ma puoi ancora migliorarti-
_ Tradurre prego … _
Tiro indietro la testa esasperata spiegandogli il significato, mio padre ci sta dando dentro ad imparare il giapponese, tuttavia quando gli parlo velocemente fa una faccia stranita e mi chiede di tradurre.
- Ah Za-chan stai parlando con il tuo papà?- domanda Tatara da dietro di me. Gli sorrido facendogli segno di sedersi accanto a me.
- Salve!- esordisce allegro. Reazione tra 3...2...1...
_ CHI E’ QUESTO BELL’IMBUSTO VEDI DI TENERE LE TUE MANACCE LONTANE DA …_
Un pugno in testa lo fa cadere dalla sedia. Grazie mamma…
Il biondo accanto a me ha la faccia di chi ha visto un fantasma.
_ Ti prego di scusarlo, mio marito è un completo idiota… anche se Zalia non è sua figlia di sangue pensa di poter comandare la sua vita amorosa, ti prego di perdonarlo la prossima volta sarà più discreto _
- Non… non… non importa cioè ha frainteso tutto io non … -
Rido come una scema alla sua reazione, mamma non ha capito come stanno le cose.
-Zalia quelli sono i tuoi? - fa Izumo-san salutando con un cenno la mamma.
- Sì!-
_ Zalia… perché tradisci il tuo papà? E per di più con tanti uomini … _
- Dacci un taglio non è successo niente di ciò che pensi!!!!!- lo contraddico rossa in viso, quel caprone…
_ Dobbiamo andare oppure finiremo col fare tardi, ci vediamo dopodomani tesoro, un bacio_
_ Noooo la mia Za… - la chiamata si chiude e sospiro. Un po’ di pace …

- Za-chan potresti scendere?- chiede Misaki sbucando dalla porta, si blocca e arrossisce in un nanosecondo.
- Non posso devo assolutamente sbrigarmi o mamma e papà si perderanno per la città … cavolo è così tardi?!-
- Fermati!- mi prende per le spalle. Lo guardo negli occhi esortandolo a parlare.
- Kusanagi-san mi ha detto che devi venire giù assolutamente oppure … - lascia intendere ciò che vuole dire, se c’è una cosa che Kusanagi Izumo è bravo a fare quella è punire… è inquietante quell’uomo!
- O… okay … - chissà che vuole, se ha organizzato qualcosa gli urlo contro.
Ogni gradino è l’ansia che sale, i ragazzi sono spariti presto oggi. Anche Shouei che era impegnato con Badou-kun è sparito. Si è aggiunto da poco, però ci ha già conquistati tutti. E’ un tipo solare e divertente anche se all’inizio era entrato nell’Homra solo per salvare la sua amica, che dolce… ma i suoi guai mi hanno provocato una stanchezza fuori da questo mondo.
Varco la soglia e delle luci mi travolgono.
- BUON COMPLEANNO!-
No, questo non lo dovevano proprio fare perché se lo fanno io … io … ibhawahaahha! Tiro su col naso e corro tra le braccia di mamma e papà. Mi sono mancati così tanto. Le braccia forti e gentili di papà, le carezze e gli “stai bene”,”hai fatto la brava a scuola” della mamma.
- Eddai Za-chan non puoi piangere è la tua festa!- una pacca sulla spalla mi arriva da parte di Rikio e Izumo. Ridacchi asciugandomi le lacrime.
- Hanno ragione anche se questa scena mi piace proprio!- Tatara sbuca da dietro la fotocamera vintage.
- Mikoto ci ha detto a farti questa festa e noi … - dice Izumo facendomi cadere dalle nuvole. Suoh-san? Una cosa del genere me la sarei aspettata da Tatara e Misaki, al massimo Badou-kun ma il re… è davvero fantastico.
Toh si parla del diavolo e il Re Rosso entra seguito dalla piccola Anna. Ha un sorriso smagliante, diverso dagli altri giorni.
Mi tende la mano.
- Tanti auguri Zalia-… a sentire il mio nome mi si addolcisce lo sguardo.
- E’ arrivato il momento delle foto!- mi fanno sedere ad un tavolo addobbato con dei pasticcini, sto per gettarmici a capofitto e tutta l’Homra mi si accerchia e la piccola Neko sale sul tavolo vicino alla torta.
Diciamo che papà ci ha colti nel momento in cui la gatta si avventava sui MIEI dolci e tutti quanti le facevano segno di scendere. Epic Photo n1!

- Che ne dite se ci facciamo una foto migliore?- prendo a braccetto Tatara e Misaki, Suoh-san mi mette una mano in testa e sorridiamo all’obbiettivo. Sento il telefono vibrare e corro in un angolo a vedere il messaggio arrivatomi.

Saru-chan:
Happy Birthday Zalia! So che ho combinato dei casini e di non avere un regalo per te, ma accetta questo augurio e saluta Misaki … a presto

Ehheh Saruhiko non cambierà mai… digito la risposta:

AAH! Grazie Saru-chan sarà fatto! Spero di rivederti presto neo SCEPTER4!
Tanti baci e stammi bene! <3

I miei occhi vedono il buio… hmmm fammi indovinare. La mano destra è di Totsuka Tatara, la seconda … di Yata Misaki?
- Non ci vedo…- cantileno mettendo il cellulare in una tasca.
- Ecco il nostro regalo!- dicono in coro porgendomi il pacchetto. Una cornice per metterci dentro qualche ricordo prezioso, grazie…
Do un bacio sulla guancia a tutti e due, i miei due migliori amici, per sempre.

- Noi andiamo … - dicono i miei sulla soglia.
- Lo so - commento con lo sguardo basso. Non voglio che se ne vadano via, chissà quando potrò rivederli … ci stringiamo con forza disumana, mi sento pesante.
- Ti chiamiamo all’arrivo d’accordo?- dice mio padre. Annuisco chiudendomi la porta alle spalle.

Siedo sul letto sconsolata. Sotto continuano a festeggiare, ogni occasione è buona per far baldoria!
- Va tutto bene?- Neko è accanto a me e mi si appoggia con la guancia sulla spalla. Che calda che è la sua pelle.
- Io non so come puoi sentirti Zalia, nyan io credo che il sorriso non debba sparire nemmeno in casi come questi anzi! - le accarezzo i capelli, è davvero unica.
- Credo andrò a dormire, potresti ritornare gatto? Sei ingombrante!- schernisco buttandomi come in un tuffo carpiato, con mezzo avvitamento all’indietro.
Sarà una notte triste.
Non mi rendo nemmeno conto che Tatara mi sistema meglio le coperte che raggiungono gli stinchi augurandomi buon compleanno, credo abbia detto qualcos’altro ma non riesco a capire cosa… notte!
La musica di sotto mi giunge ovattata, così lontana da chiunque vago nel mondo onirico del mio passato.

L'ANGOLO DI ZOICHI: 
Buonsalve, come va la vita lettori??? Vi è piaciuto questo capitolo, certo ora capite i miei sentimenti per Neko, è così dolciiiina!! Comunque recensite se vi va (e ormai è un vizio ringraziare Star-chan XD)!!! Questo capitolo è stato realizzato perchè tra poco arriva il mio compleanno e, dato che la mia fantasia è grandissima, ho pensato di far coincidere il mio con quello di Zalia

 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 12-I LOVE YOU,TOO ***


- Onii-san non correre!- gli intimo in corsa. Cado grattando le ginocchia nelle gambe corte di quelle di una bimba. La figura di mio fratello sparisce nell’oscurità, ancora. Da terra faccio scendere le lacrime dalle mie palpebre calate. Nel riaprirle mi rendo conto di essere in piedi, soffro le vertigini da quanto sono diventata alta.
Una presenza alle mie spalle. Suoh-san è girato, non mi degna di uno sguardo. Nel buio più totale e il freddo lo chiamo sperando di attirare la sua attenzione. Nulla, mi ignora.
- SUOH!!-

- Zalia!- spalanco gli occhi accecando ancora con la luce del sole. Basta, questo sogno non lo voglio più fare. Oltre a farmi dormire poco … oh è mattina?!
- Ta-kun cosa c’è?- faccio appena svegliata. Cha caldo. Levo le lenzuola portandole lontane da me, liberazione.
- Continuavi a chiamare il re pensavo stessi facendo un incubo - si giustifica sedendosi a gambe incrociate davanti al letto, ha la faccia preoccupata.
- Ma no ti sbagli - dico rizzandomi per sistemare tutto quel groviglio di cuscini e lenzuola leggere su cui ho dormito fino ad ora.
- Non sai mentire Za-chan - mi rimbecca andandosene via, la colazione è pronta e dalla cucina proviene un profumino niente male!
- Buongiorno!- esordisco entrando come una furia prendendo posto accanto ad Izumo. Mangio di fretta tutto il piatto non lasciando manco una briciolina. L’occhio mi cade sulla foto sul davanzale, il mio diploma di liceo. Una foto che avrei voluto vedere con i miei genitori, ma anche coi ragazzi dell’Homra è bella. Suoh è alla mia destra, composto e intento a fumare, Misaki che fa una faccia contrariata in direzione di Rikio-kun che gli ha rubato il cappello e se la ride sotto i baffi. Gli unici sorridenti e soprattutto IN POSA siamo io e Tatara. Lui che fa il segno di vittoria con le dita io ridente. Per quel giorno avevo optato per una maglia azzurra attillata e dei pantaloncini corti con calzettoni lunghi fin sopra le cosce e degli anfibi alti. I capelli raccolti in uno chignon che mi ha fatto fare un bel figurone. Era finita, quel liceo durava tre anni e io sono arrivata all’ultimo ma sono riuscita a raggiungere risultati stupefacenti ed ora eccomi qua!
- Oggi mi occupo io della roba da lavare- concludo il pasto scostando la sedia e uscendo velocemente a raccattare prima la mia roba, poi quella di Izumo, Suoh e Anna.
Tatara sbuca dalla sua stanza con un sorriso tirato.
- Ehm puoi attendere per favore?- chiude la porta. Forzo la maniglia tirando.
- Tatara c’è una tabella di marcia, apri!- esorto a denti stretti appoggiando il piede sullo stipite. Riesco di aprire l’anta cadendo indietro, osso sacro andato, frantumato!
- Oh perdonami!- mi porge la mano tirandomi su, entro nella sua camera guardandomi con circospezione, cosa dovevo aspettare? Mi sembra in ordi…
Spalanco le porte dell’armadio trovandomi sommersa da cianfrusaglie, vecchie cartine, pacchetti di patatine semivuoti, riviste di moda, di moto e fotografia. CHE CASINO!!!!
- Aiuto!!- grido cercando di galleggiare in mezzo a quel disastro. Non avrei mai immaginato che fosse un tipo così casinista.
- Ehm… volevo evitare che tu vedessi questo - si giustifica quando mi ha aiutata a non affogare. Lo tranquillizzo promettendogli che non lo avrei mai detto a nessuno. Mi ritrovo stretta in un abbraccio che di solito faccio io, è una strana sensazione questa. Nessuno mi ha mai imitata. Sorrido prendendo le cose da lavare, cosa che merita un riconoscimento speciale per la mia bravura. Potrei essere l’erede di Levi, forse lo sono!! OMG e se lo fossi?! Sarebbe fico!
Metto in lavatrice tutto quanto schiacciando le cose. Fiu… e per oggi è fatta, mi asciugo il sudore dalla fronte, prendo un gelato dal freezer sedendomi sul divano, una notifica dal cellulare mi sveglia da quella catalessi improvvisata.
Misa-chan:
Ho una cosa per te, vieni a casa mia per le 15.00! Forza alza il sedere!

Uh, telepatia?

Ma mi prendi in giro? Non mi muovo manco morta!! :( vieni tu qui se proprio vuoi!!
Misa-chan:
Non pensi che se ne avessi voglia sarei venuto? ;) dai … alzati e cammina Lazzaro!

Sbuffando imbocco le scale ed esco dal bar, che noia, proprio in estate doveva farmi venire da lui?!
Eh già! È proprio estate, la stagione più noiosa al mondo! Credo comincerò a lavorare da Izumo-san per non stare con le mani in mano. Il natale l’ho passato coi miei in Italia, naturalmente la festa è durata poco perché alcuni di un clan della yakuza mi hanno seguita anche lì ed ho dovuto seminarli dietro una vecchietta al parco, una faticaccia!
Apro la porta ed entro nella stanza di Misaki, è piegato a giocare coi video game quindi non si rende conto di me fino a che non gli pianto le dita tra le costole facendolo morire di crepacuore!
- Ti maledico… Za… lia - ansima sedendosi sul letto sfatto, indossa una canottiera nera e i capelli sono liberi, ribelli e rossi, di un rosso fuoco. Peggioro la situazione che ha in testa facendogli un nocchino. Ride come un pazzo affibbiandomi insulti che lo fanno uscire dal mio saluto più spettinato del solito.
- Cosa c’è di così importante?-
Mi mostra il suo lettore MP3 facendo partire al massimo la musica, cacciandomi le cuffie nelle orecchie, non.ci.posso.credere!!!! Ho aspettato tanto quel disco ed ora che è finalmente uscito e lo sto ascoltando, mi getto sul materasso godendomi un po’ di metal puro e spacca timpani! Ahh ho raggiunto l’utopia, ora si cosa si prova in paradiso. Misaki si distende accanto a me. Prendo il telefono e faccio una foto, per fortuna l’ho beccato in un momento in cui sorride!
Sento il cellulare vibrare sotto la mia nuca comodamente incastonata tra le dita allacciate.
- Pronto? Oh Ta-kun… davvero? Ma perché ... okay arrivo … - tolgo quelle note così belle dall’apparato uditivo scusandomi con Misa-chan, devo assolutamente andare.

Salto tra le braccia di Kosuke-kun. Che bello rivedere lui ed Eric-kun assieme dopo alcuni mesi di lontananza da questi due soggetti a cui tengo tantissimissimo.
Fujishima Kosuke, soprannominato da me “papavero”, mi saluta pacato come al solito.
- Eric-kun! Come stai?- domando al biondo dietro al rosso. I capelli biondi contornano degli occhi azzurro glaciale. Un ragazzo davvero affascinante!
Annuisce sorridendomi, checcarino!
Camminiamo per alcuni minuti per i vicoli chiacchierando del più e del meno e mi rendo conto che quei due assieme sfanno una bella coppia - yaoi thought loading 1%!ndZoichi - chissà che cosa si prova a… ma a cosa penso?! Devo farmi una doccia fredda o morirò, causa pensieri che non stanno né in cielo né in terra, però … se devo essere sincera non ho mai pensato alla mia vita sentimentale, spesso mi sopravvalutavano in questo campo dicendo “Chissà quanti fidanzati hai avuto …” oppure “Sono certa che il tuo fidanzato è bello quanto te” ed io la maggior parte delle volte mi limitavo a dire che non avevo nessun fidanzato. Non mi è mai servito allora perché ora ci sto pensando?
Un rumore di cose che cadono a terra violentemente mi scuote dai miei pensieri.
- Trovata … -sibila una voce alle mie spalle. Un coltello si appoggia tutt’altro che delicatamente sulla mia gola riducendo le mie pupille ad un minuscolo puntino per colpa dello spavento. Il respiro che mi diventa affannoso e i sensi che si intorpidiscono, non odo più nulla solo il bisbiglio di quell’uomo che mi tiene prigioniera. Le sue parole fanno male, tanto voglio che la smettano, mi sento tornare bambina, quella notte infuocata. Smettila, questa è tutta una bugia, io non ti credo!
- … se non credi alle parole che hai appena sentito ti conviene sentirle dire dai tuoi… - alza il coltello intento a colpirmi. Serro le palpebre aspettando il dolore lancinante della lama che scalfisce la mia pelle e tutto il rosso che cola. Tutto questo si ferma solo sui miei pensieri poiché effettivamente il sangue che cola non proviene dalla gola e specialmente non dalla mia.
Suoh tiene fermo il coltello con il viso contorto in una smorfia spaventosa, sembra rabbia, mista alla più completa follia omicida. Sembra impossibile che quel ragazzo pacato e anche gentile a volte che mi saluta con un cenno appena lo incrocio ora stia uccidendo con le sue stesse mani quel bugiardo. Mi lascio cadere. Eric e Kosuke sono svenuti con un taglio alla schiena. Ora è tutto finito …

Esco dal bagno buttandomi sul divano, che cosa sto facendo? Dovrei esplodere di salute ed andare a scusarmi allegramente con il Re Rosso per il brutto inconveniente ed invece mi sento svuotata, perché?
Le parole di quel tipo mi rimbombano in testa, mi tappo le orecchie chiedendo di smetterla. Voglio morire … penso di non aver mai formulato questo pensiero, un pensiero che avrebbe provocato dolore ai miei amici, alla mia famiglia quindi non ha senso continuare a nascondere a me stessa che le cose stanno andando bene.
- Zalia- esclama Tatara sorridendomi, la mia faccia deve essere spaventosa perché sgrana gli occhi e si siede accanto a me.
*
Il re me lo ha detto, ha detto che ha rischiato di morire. Quando me lo ha detto sono saltato sulla sedia cercando di contenere la rabbia, chi aveva osato far cosa alla mia Zalia?
La mano di Mikoto è fasciata, si è gettato per proteggerla, in fondo è uno dei suoi compiti. In genere Za-chan è una che appena sa di averla combinata grossa si scusa sorridente, non è questo il caso però.
Chiedo se va tutto bene e la risposta meccanica e poco convincente è “sì”.
- Ne sei cer…- mi abbraccia tentando inutilmente di non piangere.
- Ho fallito! Sono solo un’orribile, inutile bambina!! Non so proteggere e vendicarmi di nessuno!- le lacrime che sta versando mi provocano dei crampi allo stomaco non indifferenti. Le accarezzo i capelli ancora bagnati in un tentativo di calmare quella straziante scena che non voglio proprio vedere.
- Non ho idea di cosa sia successo, ma sappi che sono qui se ne hai bisogno -
Che posso fare secondo voi? Le voglio bene e non posso lasciarla così, mi sentirei anche peggio di ora. Annuisce ricomponendosi, mi viene un’idea vedendo quelle ciocche ribelli.

Le spazzolo quelle fiamme che ha per capelli, una bellissima tonalità che potrebbe avere solo lei.
Vedo che si rilassa ed usa il mio petto come cuscino. Non avvampare Tatara, riprenditi. Le sistemo la frangetta. Gli occhi ambrati sono chiusi e appena smetto si riaprono, le sue labbra increspano un sorriso.
*
Quegli occhietti vispi, lucenti incorniciati da dei bellissimi capelli biondi possono solo appartenere a Tatara. Gli devo molto da quando sono arrivata, mi ha curata, consolata sempre senza alcuna eccezione. Mi è sempre stato vicino senza mai andarsene per n’altra strada.
Un suo sorriso e la faccia inizia a diventare calda, rossiccia. È la prima volta che mi sento imbarazzata, è una sensazione strana ma bellissima. Il cuore che batte forte, il ronzio che fa girare vorticosamente la testa e quell’impulso irrefrenabile che ti dice “fa quel che senti”! è questo quello a cui sto pensando ora. No, più precisamente quello a cui penso davvero è Totsuka Tatara.
Mi siedo di fronte a lui. Che cos’ha di diverso ora? È sempre lo stesso, insomma non mi pare sia cambiato, forse quel rossore che ha sulle guance che è il riflesso speculare del mio mi dice che c’è qualcosa che non quadra.
Gli occhi passano freneticamente da una parte all’altra. Non voglio rincontrare i suoi occhi, sono troppo profondi non va bene sto andando a fuoco, acqua!!!! Non trovo nemmeno degli argomenti di senso compiuto, ogni frase che voglio formulare va letta al contrario.
- Io credo che andrò a dormire … - conclude. Un tuffo al cuore e afferro la sua mano trascinandolo con troppa forza nel suo posto originale. Ho peggiorato le cose! Ora lui è sopra di me, no, io sono sotto di lui. Acqua, fontana, oceano aperto!!!!!! Deglutisco nel notare la sua espressione incuriosita, che faccio?
RISPOSTA A: rizzarsi chiedendo scusa a raffica
RISPOSTA B: essere audace
RISPOSTA C: stare così e basta
La cosa che vorrei scegliere è la C, però se lo faccio poi arriverà qualcuno, il che è la cosa peggiore delle ultime due ore! Tuttavia ora come ora le cose si avvicinano pericolosamente anche alla B, perché la A non riesco ad accenderla? Dov’è Jerry Scotti???!
Succede tutto in un attimo e per forze misteriose che da oggi in poi chiameremo maledettissimocreatoremangiacoraggioatradimento le nostre labbra si incontrano. Un lieve soffio, leggero ed incerto che mi toglie il fuoco dalle vene, un qualcosa di paradisiaco. Ne vorrei ancora, ma chiederlo mi sembra eccessivo, oltre che troppo spudorato. Non sono una che va in giro chiedendo: “Hey, baciami tanto sono talmente scema da aver ricevuto il primo bacio solo oggi tranquillo! Se sono una schiappa adesso sai il perché!”
- Ta… tara…- balbetto dopo quel turbine di emozioni davvero bellissime.
- Oh SCUSA NON VOLEVO APPROFITTARE TI PREGO NON ESSERE IN COLLERA CON ME!!- piagnucola ormai seduto dall’altra parte del divano. Mi faccio coraccio e gli do un bacetto ancora più incerto di quello di prima, lo ammetto questo è i primo bacio in diciassette anni di vita, sono contenta che lo abbia dato a Tatara, anche se si potrebbe dire che è stato il contrario…
Prendo il respiro cercando di reprimere il rossore che si attenua con un altro incontro delle nostre labbra, la cosa è un tantino cambiata ora, gli cingo il collo con le braccia.
                                                                                                                                *
Zalia sta dormendo come un angioletto tra le mie braccia, è un tesoro e devo ammettere che mi sento in colpa per averne approfittato. Si posiziona meglio e le metto le lenzuola fin sopra il naso. Le mie dita fra i suoi capelli rossi.
- Ti amo - le sussurro all’orecchio, mugugna qualcosa girandosi dall’altra parte, però si posiziona meglio schiacciata contro il mio petto.
                                                                                                                                   *
“Anch’io” vorrei rispondergli, ma sono troppo stanca. Quel “ti amo” voglio sentirlo ancora, voglio ancora sentire il contatto delle sue labbra, della sua pelle …
Sprofondo nel mondo dei sogni coccolata da quel ragazzo che trovo così dolce e al quale credo di aver detto nel sonno, ancora cullata dai dolci sogni misti all’amaro dell’incubo “ti amo Tatara”.

ANGOLO DI ZOICHI: 
e per tutti coloro che seguono/leggono la storia: MAFFINALMENTE! quei due si sono FINALMENTE detti ciò che provano perché FINALMENTE si sono baciati ... Il primo cpaitolo ha raggiunto il centinaio di visite, mi sento importante! COOOMUUUUNQUE vi piece come sta andando avanti la storia? spero di sì recensite mi raccomando (per ora c'è solo STAR-CHAN e mi sento sola! aaha no dai scherzo, grazie per la partecipazione) a prestoooo

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** 13-LIKE SISTER AND BROTHER ***


Entro nel bar dopo essermela svignata in giro per negozi e quello che vedo seduto sulla mia postazione mi incuriosisce non poco.
Una ragazza bionda dagli occhi di ghiaccio mi fissa come se fossi un’aliena, com’è che i nostri pensieri sono reciproci? Le sorrido salutandola allegramente. Il bar dovrebbe essere chiuso quindi, a rigor di logica, è O un nuovo membro O un amica di Suoh-san o Izumo. Se fosse di Ta-kun lo avrei captato, diciamo che questo è un sesto senso.
- Salve! Tu chi sei?- faccio avvicinandomi cautamente e mollando le borse lungo lo sgabello accanto a quella tipa misteriosa. Prendo posto.
- Mi chiamo Alice -
Indossa una maglia a maniche corte e un paio di pantaloncini bianchi, è molto caruccia, diciamo il tipo di persona che coccolerei solo per il semplice fatto di essere kawaii!
- Io sono Zalia, piacere di conoscerti Alice-chan!- le tendo la mano sperando ricambi il mio gesto, invece guarda le mie dita e cambia completamente campo visivo. Rimango ferma a fissarla finché Suoh-san non sbuca grattandosi la testa. Sembra sorpreso nel vedermi assieme alla nuova arrivata.
- Vedo che stai già legando … - osserva facendo spallucce, Izumo sbuca subito dopo salutandomi allegramente, faccio lo stesso Alice mi guarda ancora più curiosa.
*
Che ragazza strana, lunghi capelli rossi e occhi ambrati, una specie di Mikoto-sama al femminile, solo più allegra, spontanea e sorridente. Come si può fidare già di me e sorridermi anche se mi ha appena incontrata?
- Alice, vuoi qualcosa da bere? - mi chiede Kusanagi-san cominciando a versare del latte in un liquido caldo e scuro che porse a quella ragazza di nome Zalia.
C’è un foglio accanto a me, scorro tutti i nomi finchè non ne trovo uno che ha un nome particolare ed invitante.
- Vodka alla fragola - dico secca e gelida fissando gli occhi del barista dietro le lenti. Lo vedo grattarsi la nuca ed alzare le spalle, poco dopo mi porge un bicchiere con dentro qualcosa di un rosa quasi trasparente. Butto giù quella specie di acqua dolciastra. Ho un ottimo sapore ed un retrogusto lievemente amaro ma buonissimo.
Sento una musichetta frenetica e la rossa prende tra le mani un affarino rettangolare.
- Pronto? Ah Saitou-kun! Hm hm! Certo non c’è problema … davvero?! Ah sì naturalmente, ma sì non c’è problema per sabato non ho alcuuuun impegno fidati! Allora devo andare da lui dopodomani, ah … okay grazie ciao!!! -
Non capisco con chi sta parlando e la curiosità viene subito soddisfatta da Mikoto-sama.
- Chi era?-
- Il mio professore… eh ex-professore… ha detto che lo ha contattato un’agenzia dicendo che vogliono che la qui presente Zalia Rosse vada in veste di stilista ad una sfilata sabato! Dovrò fare solo un vestito della loro nuova linea... sono eccitatissima! - non riesco a starle dietro, parla troppo veloce, però sembra che sia successo qualcosa di bello.
- Sono contento per te Za-chan!- esclama Totsuka-san entrando nella stanza con una telecamera. Mi inquadra salutandomi, Zalia gli salta tra le braccia accoccolandosi.
- Mi sei mancato Ta-kun!- lui arrossisce.
*
Ho convinto finalmente la rossa ad uscire e fare compere con me. Passa da uno scaffale all’altro controllando la lista, sta facendo tutto di fretta, mi sa che metterà dentro meno cose del necessario pur di tornare da Totsuka.
- Izumo-san perché sei così lento?- mi rimprovera mettendo dentro al cestino le cose che ha raccattato.
- Sei tu che sei troppo veloce!-
- Hai ragione, scusa- sospira - comunque ho visto che la ferita di Suoh si è rimarginata in fretta, è stato davvero gentile a salvarmi anche sta volta!-
- Beh è naturale. Mi sembra ovvio che ti salvi in fondo lui è t…- mi blocco rendendomi conto che nella distrazione stavo per rivelare qualcosa che Mikoto vorrebbe dire di persona, ora credo che mi colpirà un fulmine, karma vieni a me, toglimi la sofferenza di spiegare a Zalia Rosse una cosa che nemmeno tu capisci perché devo tenere nascosta! Oh, io ti invoco grande spirito della Sfiga … aiutami a finire schiacciato da un treno subito!
- Lui è cosa?- aggrotta le sopracciglia inchiodandomi al terreno. Deglutisco.
Il trillo del mio cellulare mi riporta alla realtà.
È Mikoto.
- Mikoto ha detto che hai una missione quindi - la spingo via tra le sue imprecazioni - buona fortuna, dacci dentro! -
*
L’uomo scappa via con la gamba ancora rotta. Inciampa nelle scale anti-incendio ruzzolando a terra senza più respiro.
Mi lecco le labbra poggiando il piede sul suo stomaco do fuoco al sangue e passo la mano infiammata sul suo addome. Il corpo comincia a bruciare tra le urla disperate.
- Senti, diventa cenere e basta okay?- gli faccio l’occhiolino.

- Andiamo- incita severo Suoh Mikoto. Ora Zalia, è il momento giusto!
- Ehm… Suoh!- si volta con quei suoi occhi ambrati, le mani in tasca ed il sudore sulla fronte.
- Oggi Izumo-san ha detto una cosa, o almeno l’ha lasciata a metà: ha detto che in fondo tuo dovere proteggermi, all’inizio ho pensato si trattasse del tuo ruolo da re poi però … - lascio che le mie parole si spieghino da sole.
Dalle sue labbra serrate per la sigaretta, uno spiraglio lascia uscire il fumo.
- Nevica d’estate, brilla il sole d’inverno … -
- Piovono … petali in autunno e sbocciano foglie marce in primavera - continuo con voce flebile. Come fa a conoscere questa poesia? La risposta è ovvia ma per alcuni secondi mi ripeto che è impossibile lasciando che una lacrima cada sull’asfalto.
- Non sei morto allora… Suoh … io sono … - gli salto tra le braccia. Il re rosso mi stringe sollevandomi da terra. Mi da un bacio in testa, non mi serve una conferma, il fatto che conosca questi versi è già una prova più che concreta. Come ho fatto a vivere senza quel calore fraterno? Sì io sono la sorella del re rosso…

ANGOLO DI ZOICHI
e come da promessa alla mia onee-chan (alias star-chan!) Alice ha fatto il suo ingresso in questa fictionnnnn! Vi voglio bene perchè continuate a leggere questa storia, grazie mille <3!

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** 14-NOW WITH YOU ***


Gnaaaa sono stancaa! La schiena: a pezzi; le gambe: a pezzi; lo stomaco: vuotoooooo! L’ultima cosa che ho elencato è la peggiore in assoluto.
- Za-chan sei … woow! - esclama Misaki cingendomi le spalle con un braccio davanti allo specchio - Sei davvero uno schianto lo sai? Farai sicuramente colpo all'agenzia! Vedo già il tuo nome su tutte le riviste!-
- Ovvio!- battiamo il cinque e lo abbraccio per l’incoraggiamento. La sua guancia è rovente, ma rispetto all’inizio che arrossiva anche al minimo contatto, ora mi tratta quasi come fossi un ragazzo. Ho detto QUASI.
Tatara entra e vedendoci lì stretti stretti comincia a far fuoriuscire un’aura omicida dai pori. Gli faccio la pernacchia, gonfia la guancia facendo finta di essere offeso.
- Dai Ta-kun sei troppo iperprotettivo!- batto anche a lui il cinque poi appoggio la fronte sulla sua, anche se sono in punta di piedi mi sembra di essere minuscola rispetto a lui. Mi da un bacio a tradimento sulle labbra augurandomi buona fortuna, se ne va. Misa-chan sembra in preda ad un attacco epilettico.
- Que…qu…quello che cos’era?!- ah già non gliel’ho detto. Mi sento un tantino in colpa per avergli tenuto nascosta anche se per due giorni la mia storia con Tatara, ma ignoravo che qualcuno non glielo avesse già detto.
- Quindi vi siete messi insieme eh?- si gratta la nuca ripensando con rammarico al mio abbraccio - Pensavo di avere qualche speranza e invece… -
- Scusa se non te l’ho detto … - faccio sedendomi sul letto, fa lo stesso abbracciandomi. È caldo come Tatara, forse anche di più …
- Ce la farò!- esclamo decisa uscendo.
Do un bacio sulla guancia a Suoh intento a riposarsi, esegue un cenno pacato con la mano, Izumo mi augura tutta la fortuna di questo mondo seguito da tutti gli altri.
*
Dannazione! Zalia si è messa con Totsuka-san ed ora? Devo ammetterlo lei mi piace da impazzire, mi chiedo cosa potrò combinare.
Il biondo mi fa cenno di seguirlo dentro la cucina. Chiude la porta con faccia seria, oddio che ha in testa? Vuole pestarmi?
- Yata-chan a te piace Zalia? - da quando ha questa faccia risoluta nei confronti di una ragazza? In genere si comporta da bamboccio … che ti succede? Ti sei accorto di amare qualcuno? E finalmente oserei aggiungere!.
- Anche se fosse? Ora sta con te … - replico cercando un modo per uscire.
- Capisco, allora voglio chiederti un favore… -
“Stai lontano dalla MIA Zalia o ti riduco in poltiglia, ah e magari dato che ci siamo chiamiamo anche il re e ti faccio uccidere direttamente dal fratello” già una cosa del genere stonerebbe col suo carattere, ma quel tipo è pronto a tutto pur di stare con la sorella di Mikoto-san.
- Proteggila e stalle il più vicino possibile! Non voglio che sia triste, è più carina quando sorride e credo che anche tu pensi alla stessa identica cosa -
Okay questa non me l’aspettavo proprio, in realtà quasi quasi è meglio così, tuttavia sentirselo dire dopo pensieri su pensieri, è piuttosto disarmante.
- Certo… - mi tende la mano e io la stringo sorridente. Mi sento carichissimo, potrei far fuori dieci clan in una volta sola, mi basta stare accanto alla mia migliore amica e tutto va benissimo.
*
Nyan__! Zalia-chan è tornata tardi sta sera, mi è sembrata stanca però anche molto felice. Si è seduta sul tappeto poi è arrivato Totsuka che l’ha cinta con le braccia da dietro e le ha detto col suo solito tono nyallegro: - Andiamo a farci un bagno?- Nyan__
La mia padroncina ha accettato seguendolo, ha chiuso la porta e poi, nyan ho sonno vado a dormire! La vostra Neko ha sonno ^-_-^…NYAN__
*
Afferro la bolla enorme che scoppia, che rabbia!! Tatara mi insapona i capelli i gli lancio un sorriso abbassando la testa. Il ciuffetto che gli ho fatto con la frangetta è davvero buffo e gli rido in faccia.
- Sembri un pappagallo!!- osservo sorridente.
- Non ero una marmotta pucciosa? (teoria ipotizzata da mois quando stavo chiacchierando con Star-chan. Alice aveva detto a Mikoto che era un leoncino dormiglione quindi Tatara cosa potrebbe essere?!ndZoichi) - scherza lavando via lo shampoo.
- Hai ragione!- confermo. Non ho idea di quando questa storia del bagno sia una cosa naturale per me, probabilmente dato tutto il tempo che ultimamente passiamo separati, è così è basta.
Ma da un bacetto sul collo facendomi venire i brividi.
- Eheh soffri il solletico? -
- Ovunque … - sospiro annuendo tristemente alla dura realtà. Un punto debole in meno da scoprire per Tatara che comincia a piantarmi le dita fra le costole qua e là evitando gomitate, quando ha finito sono afflosciata a bordo vasca.
- Sei un demone… - piagnucolo facendomi abbracciare.
- Hai sonno?- mi domanda. Annuisco uscendo dall’acqua e mettendomi un pigiama a maniche e pantaloncini corti. È di un colore azzurrino, sto per gettarmi tra le lenzuola ma Tatara mi ferma sollevandomi da terra. Mi dimeno ridendo come una matta!
- Okay ti lascio - mi getta lentamente sul letto lasciandomi riposare, naturalmente lo fermo obbligandomi a farsi un riposino con la sottoscritta.
- Notte … - poggia le labbra calde sulla fronte.
- Sogni d’oro! -

È mattina e sono operativa come sempre, Alice sta iniziando ad avere delle parvenze di sorriso, ma solo col fratellone, il che mi rende particolarmente gelosa! Onii-chan mi dedica pochissime attenzioni nonostante mi chiami spesso e volentieri sorellina, uff che rabbia.
Neko cammina tranquillamente per il bar facendosi coccolare dalle clienti attirate dal bellissimo Rikio. Vi giuro ho preso un infarto appena l’ho visto così magro e inquietantemente figo! Lo preferisco ciccio! Ora sto aiutando i ragazzi a combinare qualcosa di buono facendolo ingrassare, cioè è già ingrassato di due chili, rendiamoci conto!
- Misa-chan non pensi che dovresti mettere più zucchero in quel gelato? Se dobbiamo farlo ingrassare è meglio che lo facciamo bene!- consiglio prendendo il barattolo di una tonnellata e mezza di zucchero!
- Sei un genio!- passa una decina di cucchiaiate tra le risate malefiche.

E così la nostra estate, la prima che ho passato con l’Homra in quel piovoso 21 settembre finì con io fidanzata ed innamoratissima, sorella di un re e perfino diventata importante. Vi basti pensare che da quando qualche sera fa ho ucciso un certo boss di rilevante importanza il mio nome da "Zalia Rosse,la sconosciuta” divenne: “Blood Fire, la Principessa Rossa”

ANGOLO DI ZOICHI:
Perdonate il capitolo peccaminoso (non nel senso che mi sono lasciata troppo andare coi sentimentalismi di ZaTara), ma non ho molte idee e volevo approfittare per ringraziare la carissima Onee-sama (inutile dire chi sia [Star-chan] -_-) per tutto l’aiuto che mi sta dando, grazie delle continue ispirazioni per il futuro di questa fic ^.^! Arigato!!! In più volevo spiegare anche il titolo!
P.S. se non lo avete ancora fatto leggete "Memory of White and Red" della mia Onee-sama!
P.P.S. ringrazio i lettori silenziosi e soprattutto Little Nightingale perchè segue questa storia!

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** 15-REVENGE ***


Ci siamo, sono agitata e continuo a sospirare preoccupata.
- Andrà bene vedrai - mi rassicura Suoh-kun col braccio attorno alla spalla di Alice, il suo sorriso mi rassicura e metto piede nella casa con un “Buongiorno, siamo qui per il boss!”.
I vari maggiordomi mi squadrano straniti, certo potevamo fere un’entrata più appariscente ma il budget è minimo e bisogna accontentarsi di ciò che si ha.
Passo avanti correndo con velocità sovrumana sviluppata in questi mesi di allenamento con mio fratello, Misa-chan e anche con le commissioni di Izumo!
Con un calcio entro nella sala da pranzo, i vari uomini sono attorno ad un tavolo, i loro occhi mi scrutano come fossi un pezzo di carne in mezzo ad un branco di leoni affamati.
- Buonasera! Che si mangia? - domando sporgendomi dalla spalla di uno, gli rubo uno spiedino. Il padrone del cibo mi punta la pistola facendo scattare la pallottola evitata con un movimento degno di un serpente. Prendo il suo braccio scaraventando il suo corpo rotondo e flaccido otre la finestra. Rumore di ossa rotte poi il silenzio.
- Fatevi avanti!-

- Ti prego, pietà!! Se sono i soldi che vuoi te ne darò quanti ne vuoi ma ti prego non uccidermi! - mi implorò quel maledetto strisciando come il verme che dovrebbe essere, ha solamente sbagliato corpo.
- No, voglio solamente il mio riscatto!- gli dico tirando un calcio alla sua mascella tremante.
- Papà!- quella vocetta così flebile mi blocca completamente anche il battito cardiaco. Una bimba di appena sette anni mi fissa con quei suoi occhioni, sembra sul punto di piangere.
Cosa sto facendo? Sto per uccidere un uomo di famiglia, farei il suo stesso gioco e porterei via una parte importante della vita di quella bimba…
- Eva!- sua mamma la prende e la scrolla rimproverandola, è una bellissima donna dai corti capelli castani.
- Akira … - sospira lui rizzandosi a sedere.
- Tu … - mi chiama la donna di nome Akira. Deglutisco.
- Distruggilo, non è nessuno lui è solo… -
- Papà … - corre dal boss rimasto shockato in quei pochi istanti. La cinge e capisco un paio di cose, mi abbasso fino alla loro altezza portando in braccio la piccola che si divincola.
- Ascolta, Eva … il tuo papà ha fatto tante cose brutte, lui ha fatto del male alla mia mamma e al mio papà, ai miei due fratellini e a tante, tantissime persone -
- No… non è vero! Il mio papà è buono lui mi compra i giochi e … -
- Un papà non ha bisogno di queste cose per stare con la sua figliola, dovrebbe stare assieme a lei tutto il tempo solo perché esiste- le sto raccontando in pratica una specie di segreto perché il mio è un sibilo strozzato dalle lacrime che vogliono uscire.
- Ho capito … -
- Se vuoi odiarmi va bene … - guardo quel verme avanzando.
- HEY aspetta! Non vuoi prima fare ciò che ho fatto io? -
- Fai schifo!- sputo avvicinandomi pericolosamente alla sua figura - Un vero padre … no, un vero uomo non sacrifica la sua famiglia!-
La mia mano gli attraversa la pelle del torace, gli trapassa il cuore e lo brucia, si merita tutto ciò che ho sempre voluto fargli da quando ho vita.

- Zalia! Com’è andata?- gli getto le braccia al collo scoppiando in un pianto deplorevole.
- Su non piangere, è finita no? - la mano calda di Suoh mi accarezza i capelli ricoperti di foglie. Per uscire da quella casa ho dovuto passare tra gli alberi rinsecchiti dall’autunno. Tiro su col naso cercando di allontanare ogni traccia di lacrima dal mio volto.
- Come ti senti? - i nostri occhi uguali si incontrano e cerco di sorridergli grata per tutto ciò che ha fatto. Annuisco lanciando uno sguardo grato a Misaki che mi ha parato un bel po’ di volte quest’oggi e sempre il sedere.
Torniamo al bar accolti dai ragazzi. Hanno preparato una festa di ben tornati che carini!
- Scema!- mi rimprovera Misa-chan battendomi allegramente sulla spalla.
- Oggi è il tuo compleanno!- ride Alice abbracciandomi. Rimango interdetta alcuni minuti poi non mi sono più trattenuta e ho riso in lacrime. Sono davvero un'idiota, come ho fatto a dimenticarmi del mio compleanno?
- Non capisco sei felice o no? - chiede Eric fissando preoccupato il mio viso stravolto dalle risate.
- Meglio lasciar perdere … - commenta Suoh grattandosi la testa, Izumo ride schernendomi seguito da tutti gli altri.

- Dove andiamo?- chiedo impaziente fidandomi cecamente della sua mano.
- Manca poco tranquilla!- mi rassicura Tatara stringendo la presa e sollevandomi, penso ci fosse stato un ramo secco che mi avrebbe fatta cadere.
- Ora puoi aprire gli occhi!- esclama.
Il panorama che si gode da quassù è magnifico, mozzafiato! Cerco di spalancare ancora di più le palpebre per mangiarmi quella vista che mi toglie letteralmente il respiro.
- Ti piace? - domanda sedendosi sull’erbetta gelida. Siedo accanto a lui abbracciandolo, ringraziandolo di tutto.
- Se mi piace? Lo amo, ti amo! - specifico infine baciandolo.
- Beh i diciotto anni arrivano una volta sola no?-
Ha ragione, ho diciotto anni, come passa il tempo … fino ad un anno fa ero una semplice liceale che voleva dimenticare un brutto passato ed ora sono una donna con un futuro pieno di felicità, circondata da chi amo più della mia stessa vita.
- Ho sprecato tutte le energie in una volta sola … mi sa che dormirò - fa distendendosi e chiudendo gli occhi.
- Non te lo concedo!- ribatto contrariata. Apre solo un occhio e sorride, un bellissimo sorriso che mi riporta al nostro primo incontro quella mattina di ottobre. Mi ero appena svegliata dopo aver combattuto per proteggerlo.
Lascio che l’erba mi arrivi perfino dentro le orecchie per stare vicino a lui il più possibile.
Un sospiro da parte sua che mi coglie impreparata, cosa gli succede, non ha mai sospirato in quel modo.
- Zalia senti riguardo a noi due … -
Ecco si parlava di felicità e arriva la catastrofe.
- C…cosa succede? -
- Ci sarebbe una cosa di cui ti devo parlare … -
- Eh? -
Okay non devo cominciare a parlare a monosillabi perché appaio come una bimbetta.
- Mi ero ripromesso che se tu ne fossi uscita illesa dallo scontro lo avrei fatto quindi ora è arrivato il momento di … -
Si tortura le mani facendo aumentare la mia ansia da lievemente alta ad ALTISSIMA CON PROBABILI SCLERI!
- … Zalia… VORRESTI SPOSARMI?! - è rosso come un peperone, no un peperone è fin troppo pallido per poterlo paragonare alla sua pelle in questo esatto istante. Espiro sollevata, altro che catastrofe …
- Allora?- domanda incerto deglutendo.
- Ne sei certo? -
- Di cosa stai parlando? -
- Io che non riesco nemmeno a farmi accarezzare da te senza ridere? -
- Beh, in effetti… Ma non mi importa! Io ti amo tantissimo e non riesco a stare senza di te, voglio solamente sapere se tu provi i miei stessi … - gli tappo la bocca con un bacio.
- Se non ti volessi sposare pensi avrei voluto vederti in difficoltà?- lo interpello ridendomela silenziosamente. È talmente dolce questo ragazzo, ha fatto tutto per me, l’impossibile, mi fa provare sensazioni che credo di non aver immaginato nemmeno nelle mie più mere fantasie di quando ero bambina e sognavo di essere una principessa col bel principe.
- Sei subdola … -commenta offeso.
- Lo so!- appoggio la fronte sulla sua - A proposito il mio anello? - bisbiglio incuriosita. Credo di aver toccato un tasto dolente perché guarda altrove trovando le parole.
- Non serve tranquillo, mi basti tu il resto non conta! -
Al ritorno, verso l’una, siamo stati beccati ad entrare ad orari indecenti da mio fratello che appena ha appreso la notizia ha lasciato PRIMA uscire dell’aura oscura dai suoi pori e DOPO ha teso la mano al suo vassallo, è contento che qualcuno di cui si fida badi alla sua sorellina.

- Quindi si sposeranno a marzo? - chiede Kosuke mangiandosi l’ultimo poky che Erik gli ha offerto.
- A quanto pare … - commenta imitando il suo amico.
- Sei geloso?-
Quella domanda gli crea un ghigno sul viso infantile e pallido.
- Perché dovrei se ho te? -
La missione li attende e uno spiraglio di foglie secche vola in alto, nel blu pronto a trasformarsi nella neve dell'inverno che quest'anno ha tanta fretta ad arrivare ...

ANGOLO DI ZOICHI:
CHIEDO SCUSA PER IL RITARDO STRATOSFERICO *si inchina*!! Anyway ^-^eccoci alla fine di questa ff … lo so è strano finisca così no (ma anche molto puccioso)? Beh potrei darvi un piccolo SPOILER ma … non voglio quindi vi lascio così sulle spine! XD
Volevo metterci un disegno su Ta-kun, Za-chan, Alice, Suoh e Yata sfortunatamente però non riesco a finirlo completamente quindi MI SPIACE STAR-CHAN SONO UN OSCENO RIPUGNANTE RELITTO UMANO!! T^T
Grazie a tutti coloro che mi hanno seguita e che hanno anche solo letto VI HO VOLUTO BENE, però un grazie speciale a Little Nightingale! E per lasciarvi in bellezza la ending che mi piacerebbe che ci fosse se fosse un anime è "Perfect Star Perfect Style" delle "Perfume"! ASCOLTATELA se vi va!
BYE BYE UN SALUTO DALL’HOMRA! *si soffia il naso asciugandosi anche le lacrime*
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2851079